Mordred Inlè
14-04-2010, 21.44.44
Sette peccati capitali
01. Avarizia
Camelot è bella, Camelot è potente. I soldati marciano con una precisione ed una potenza che da anni non si vedeva in Britannia. Il castello è forte, alto e massiccio.
Ginevra osserva il marito mentre si siede sul trono. Artù, con la sua corona ed il suo mantello rosso decorato a draghi. Re Artù Pendragon, lucente nell'armatura ricoperta di sangue, dopo una battaglia. I cavaliere, attorno a lui, adoranti, sottomessi, ammaliati dalla sua voce, persino i più indipendenti, persino coloro che lo odiano.
Ginevra vede questo e non può fare a meno di desiderarlo. Non desidera Artù. Desidera essere Artù.
Vorrebbe potersi strappare il vestito candido di dosso, graffiarsi fino a rompere la pelle e ricoprirsi di sangue. Cavalcare a qualsiasi ora del giorno, nel regno di Camelot. Possedere Camelot, essere amata da Camelot.
Sa che potrebbe avere tutto, sa che potrebbe conquistare ed arrivare dove Artù non ha mai sognato.
Ma non può, perché è solo una donna. E' solo la moglie del re ed il ricamo la aspetta, nelle sue stanze colme di damigelle.
02. Invidia
"Hai tutto ciò che ho sempre voluto avere, e l'unica cosa che ho è proprio ciò che vorrei strapparmi di dosso," sibila Ywain al fratello maggiore. E' facile fare confusione quando si parla dei due figli di Urien poiché il padre li ha chiamati entrambi Ywain. A Camelot ormai tutti hanno imparato a limitarsi a chiamare il figlio illegittimo Il Bastardo o Ywain il Bastardo.
Urien è stato davvero sgarbato e disdicevole a chiamare il proprio bastardo con lo stesso nome del legittimo primogenito, Erano tante a Camelot le chiacchiere su di lui, Ywain ha preso tutto dalla madre, è bello, alto e potente. E il bastardo? Ah, lui ha tutto della propria madre: goffo, sempliciotto ed hai visto che ha un labbro leggermente storto? No, non è brutto, ma di certo si vede che-
No, Ywain il Bastardo non voleva più ascoltare le voci di Camelot. Sapeva di non essere un sempliciotto, né di essere goffo o stupido, ma la gente vedeva ciò che voleva vedere. Ywain era il bello, Ywain era legittimo, era il nipote di Artù. Ed a lui? Ad Ywain il Bastardo cosa era rimasto? Solo un nome che non voleva avere.
"Hai sempre avuto tutto," ringhia ora Ywain il Bastardo.
Ywain è il suo fratello maggiore ma è un po' più basso di lui, anche se più massiccio.
"Il nome è tuo, è tuo! Gorre è tua- ed a me?"
Ywain non si fa intimidire ed Ywain il Bastardo sente di retrocedere di qualche passo davanti allo sguardo severo del fratello.
"Che cosa vorresti avere?" chiede Ywain. Ha una voce quasi fanciullesca.
Che cosa vorrebbe avere? Tutto. Vorrebbe avere tutto ciò che ha Ywain.
"Tutto," riesce a gracchiare il Bastardo.
"Sono tuo fratello maggiore," risponde Ywain, con un tono improvvisamente triste e malinconico che sembra ipnotizzare la rabbia dell'altro, "puoi avere me, se vuoi."
Ywain il Bastardo vorrebbe dire qualcosa. Voglio il rispetto, voglio la tua ricchezza, voglio il modo in cui nostro padre ti guarda e tua madre ti abbraccia.
"Vieni," dice solamente Ywain ed il fratello maggiore minore e si lascia abbracciare.
03. Ira
Tutto il mondo viveva a Camelot, in quegli anni. Era questo ciò che ad Elaine sembrava. Tutto il mondo viveva a Camelot e tutto il mondo si era dimenticato di lei.
Elaine prese il vaso bianco ed azzurro che Morgana le aveva regalato. Non la vedeva da anni, mai una volta Morgana o Morgause, le sue sorelle, si erano degnate di farle visita. Mai una volta si erano distratte dalla tela politica in cui si erano tuffate, entrambe troppo arrabbiate, troppo avide per dimenticare la vendetta ed il potere. Entrambe troppo occupate per lei. Ed Artù, il suo fratellino, l'aveva fatta sposare ad uno sconosciuto e poi l'aveva dimenticata, come tutti.
Elaine scagliò il vaso contro il muro. I pezzi inondarono la stanza, rimbalzando dolcemente per terra fino a fermarsi.
La donna calpesto tutti quelle piccole scaglie, sentendole sbriciolare sotto ai propri piedi e sognando. Sognando di poter tornare a Camelot, nel mondo di tutti, un giorno e di dimostrare ciò che lei valeva davvero.
04. Lussuria
L'uomo si rigirò insonne, sul pagliericcio umido nella stalla che la famiglia di contadini gli aveva offerto.
Si sentiva tremare, ansimare. I cavalli facevano rumore, troppo rumore, e lui non riusciva a dormire con tranquillità, non riusciva a pregare, non riusciva-
Poteva quasi avvertire il tocco di lei sulla propria pelle. Le dita erano state fredde, leggere mentre erano passate sul suo collo fino alla spalla.
No, no, era passato. Era accaduto. Doveva dimenticare.
"Bors, siete delizioso," aveva riso la donna. Capelli rossi su una schiena nuda. La pelle era stata così morbida, così diversa dagli abbracci ruvidi degli altri uomini.
Una donna-
"Dio, non so come fare, aiutatemi-"
05. Orgoglio
Nimue sa di essere la migliore. Nimue sa bene di essere l'unica ad aver capito cosa sta davvero succedendo a Camelot.
Artù si sta comportando come uno sconsiderato, Ginevra sembra sempre sul punto di pugnalarlo alle spalle e Lancillotto porta dalla propria parte troppi favori, troppi cavalieri. Camelot sembra una mela, in bilico sul tavolo, che aspetta di essere tagliata a metà.
Nimue ha provato a dirlo a Merlino, ma il vecchio mago si fida solo di se stesso. Il mondo è pieno di stupidi. Nimue sa che è così, sa cosa accadrà, non per qualche potere maligno, ma perché lei almeno ragiona, riflette, vede le cose come queste sono veramente, al di là degli strati d'oro e seta.
Nimue sa di essere la migliore, ma nessuno è disposto ad ascoltarla.
Bene, lasciamo i folli a marcire nel loro fango.
06. Accidia
"Non ne vale la pena."
"Ma Merlino-"
"Viviana, vi prego di non usare questo tono con me."
"Questo tono, Merlino, questo tono vi serve. Se aveste fatto qualcosa invece di spargere semplicemente queste voci-"
"Queste voci sono la profezia!"
"Certo! Ma la profezia si avvera se si rimane a non fare nulla. Avreste dovuto fare qualcosa."
Ma ormai era troppo tardi, ed i bambini nati il primo maggio erano stati mandati a morire.
07. Gola
Uther aveva combattuto tutta la vita per ottenere il regno di Camelot, strappandolo con i denti e le armi a re avidi del nord e del Galles. Lot, Mark e molti altri. Uther era morto per il suo piccolo sogno ed ora Artù governava a Camelot. Ma Camelot era piccola.
C'era il regno di Cornovaglia, sulla mappa, poco sotto di esso. E il Galles, sempre in bilico tra dissensi e dissapori. Il regno delle Orcadi, praticamente nelle sue mani. E... oh, al di là del mare c'era così tanto.
"Mio padre sognava in piccolo."
01. Avarizia
Camelot è bella, Camelot è potente. I soldati marciano con una precisione ed una potenza che da anni non si vedeva in Britannia. Il castello è forte, alto e massiccio.
Ginevra osserva il marito mentre si siede sul trono. Artù, con la sua corona ed il suo mantello rosso decorato a draghi. Re Artù Pendragon, lucente nell'armatura ricoperta di sangue, dopo una battaglia. I cavaliere, attorno a lui, adoranti, sottomessi, ammaliati dalla sua voce, persino i più indipendenti, persino coloro che lo odiano.
Ginevra vede questo e non può fare a meno di desiderarlo. Non desidera Artù. Desidera essere Artù.
Vorrebbe potersi strappare il vestito candido di dosso, graffiarsi fino a rompere la pelle e ricoprirsi di sangue. Cavalcare a qualsiasi ora del giorno, nel regno di Camelot. Possedere Camelot, essere amata da Camelot.
Sa che potrebbe avere tutto, sa che potrebbe conquistare ed arrivare dove Artù non ha mai sognato.
Ma non può, perché è solo una donna. E' solo la moglie del re ed il ricamo la aspetta, nelle sue stanze colme di damigelle.
02. Invidia
"Hai tutto ciò che ho sempre voluto avere, e l'unica cosa che ho è proprio ciò che vorrei strapparmi di dosso," sibila Ywain al fratello maggiore. E' facile fare confusione quando si parla dei due figli di Urien poiché il padre li ha chiamati entrambi Ywain. A Camelot ormai tutti hanno imparato a limitarsi a chiamare il figlio illegittimo Il Bastardo o Ywain il Bastardo.
Urien è stato davvero sgarbato e disdicevole a chiamare il proprio bastardo con lo stesso nome del legittimo primogenito, Erano tante a Camelot le chiacchiere su di lui, Ywain ha preso tutto dalla madre, è bello, alto e potente. E il bastardo? Ah, lui ha tutto della propria madre: goffo, sempliciotto ed hai visto che ha un labbro leggermente storto? No, non è brutto, ma di certo si vede che-
No, Ywain il Bastardo non voleva più ascoltare le voci di Camelot. Sapeva di non essere un sempliciotto, né di essere goffo o stupido, ma la gente vedeva ciò che voleva vedere. Ywain era il bello, Ywain era legittimo, era il nipote di Artù. Ed a lui? Ad Ywain il Bastardo cosa era rimasto? Solo un nome che non voleva avere.
"Hai sempre avuto tutto," ringhia ora Ywain il Bastardo.
Ywain è il suo fratello maggiore ma è un po' più basso di lui, anche se più massiccio.
"Il nome è tuo, è tuo! Gorre è tua- ed a me?"
Ywain non si fa intimidire ed Ywain il Bastardo sente di retrocedere di qualche passo davanti allo sguardo severo del fratello.
"Che cosa vorresti avere?" chiede Ywain. Ha una voce quasi fanciullesca.
Che cosa vorrebbe avere? Tutto. Vorrebbe avere tutto ciò che ha Ywain.
"Tutto," riesce a gracchiare il Bastardo.
"Sono tuo fratello maggiore," risponde Ywain, con un tono improvvisamente triste e malinconico che sembra ipnotizzare la rabbia dell'altro, "puoi avere me, se vuoi."
Ywain il Bastardo vorrebbe dire qualcosa. Voglio il rispetto, voglio la tua ricchezza, voglio il modo in cui nostro padre ti guarda e tua madre ti abbraccia.
"Vieni," dice solamente Ywain ed il fratello maggiore minore e si lascia abbracciare.
03. Ira
Tutto il mondo viveva a Camelot, in quegli anni. Era questo ciò che ad Elaine sembrava. Tutto il mondo viveva a Camelot e tutto il mondo si era dimenticato di lei.
Elaine prese il vaso bianco ed azzurro che Morgana le aveva regalato. Non la vedeva da anni, mai una volta Morgana o Morgause, le sue sorelle, si erano degnate di farle visita. Mai una volta si erano distratte dalla tela politica in cui si erano tuffate, entrambe troppo arrabbiate, troppo avide per dimenticare la vendetta ed il potere. Entrambe troppo occupate per lei. Ed Artù, il suo fratellino, l'aveva fatta sposare ad uno sconosciuto e poi l'aveva dimenticata, come tutti.
Elaine scagliò il vaso contro il muro. I pezzi inondarono la stanza, rimbalzando dolcemente per terra fino a fermarsi.
La donna calpesto tutti quelle piccole scaglie, sentendole sbriciolare sotto ai propri piedi e sognando. Sognando di poter tornare a Camelot, nel mondo di tutti, un giorno e di dimostrare ciò che lei valeva davvero.
04. Lussuria
L'uomo si rigirò insonne, sul pagliericcio umido nella stalla che la famiglia di contadini gli aveva offerto.
Si sentiva tremare, ansimare. I cavalli facevano rumore, troppo rumore, e lui non riusciva a dormire con tranquillità, non riusciva a pregare, non riusciva-
Poteva quasi avvertire il tocco di lei sulla propria pelle. Le dita erano state fredde, leggere mentre erano passate sul suo collo fino alla spalla.
No, no, era passato. Era accaduto. Doveva dimenticare.
"Bors, siete delizioso," aveva riso la donna. Capelli rossi su una schiena nuda. La pelle era stata così morbida, così diversa dagli abbracci ruvidi degli altri uomini.
Una donna-
"Dio, non so come fare, aiutatemi-"
05. Orgoglio
Nimue sa di essere la migliore. Nimue sa bene di essere l'unica ad aver capito cosa sta davvero succedendo a Camelot.
Artù si sta comportando come uno sconsiderato, Ginevra sembra sempre sul punto di pugnalarlo alle spalle e Lancillotto porta dalla propria parte troppi favori, troppi cavalieri. Camelot sembra una mela, in bilico sul tavolo, che aspetta di essere tagliata a metà.
Nimue ha provato a dirlo a Merlino, ma il vecchio mago si fida solo di se stesso. Il mondo è pieno di stupidi. Nimue sa che è così, sa cosa accadrà, non per qualche potere maligno, ma perché lei almeno ragiona, riflette, vede le cose come queste sono veramente, al di là degli strati d'oro e seta.
Nimue sa di essere la migliore, ma nessuno è disposto ad ascoltarla.
Bene, lasciamo i folli a marcire nel loro fango.
06. Accidia
"Non ne vale la pena."
"Ma Merlino-"
"Viviana, vi prego di non usare questo tono con me."
"Questo tono, Merlino, questo tono vi serve. Se aveste fatto qualcosa invece di spargere semplicemente queste voci-"
"Queste voci sono la profezia!"
"Certo! Ma la profezia si avvera se si rimane a non fare nulla. Avreste dovuto fare qualcosa."
Ma ormai era troppo tardi, ed i bambini nati il primo maggio erano stati mandati a morire.
07. Gola
Uther aveva combattuto tutta la vita per ottenere il regno di Camelot, strappandolo con i denti e le armi a re avidi del nord e del Galles. Lot, Mark e molti altri. Uther era morto per il suo piccolo sogno ed ora Artù governava a Camelot. Ma Camelot era piccola.
C'era il regno di Cornovaglia, sulla mappa, poco sotto di esso. E il Galles, sempre in bilico tra dissensi e dissapori. Il regno delle Orcadi, praticamente nelle sue mani. E... oh, al di là del mare c'era così tanto.
"Mio padre sognava in piccolo."