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Guisgard
08-09-2010, 02.04.23
Elisabeth, Morrigan e Mion affrettarono il passo.
Capomagnus non era più un miraggio, un'illusione della foresta.
E poco prima del centro abitato, i tre notarono un carro attorno al quale vi erano un gruppo di persone.
"Chi saranno?" Chiese Mion con sospetto. "Sembrano armati... meglio essere prudenti."



Nello stesso momento, attorno a quel carro, Cavaliere25 era steso a riposarsi per le frustate subite.
"Vi ho trovato con facilità... sentivo odore di guai!" Disse ridendo forte Guisgard al giovane apprendista.
Poi, facendosi serio, aggiunse:
"Lady Talia è al sicuro..."
"Ed ora?" Chiese Maladesh.
"Voglio affrontare Cosimus e poi vi seguirò ovunque vogliate..."
"Se ti accoppa, come è facile prevedere, addio la nostra taglia!" Disse Maladesh.
Guisgard sorrise.
Ma un velo di nostalgia attraversava i suoi occhi.

Morrigan
08-09-2010, 02.09.56
Morrigan annuì all'affermazione di Mion, anche se in realtà il suo cuore era calmo. Avevano affrontato con relativa facilità l'agguato nella foresta. Quel carro, che si sposava perfettamente con la calma agreste del piccolo borgo, le sembrava quindi di gran lunga più rassicurante.
Si volse allora verso Elisabeth, intuendo una mutazione nel suo pensiero.

"Lui è lì?", chiese, "Guisgard è lì?"

Guisgard
08-09-2010, 02.15.58
Ma Elisabeth, come tutti loro, non aveva mai visto in volto Guisgard.
"Lo sapremo solo giungendo a quel carro!" Disse Mion con tono fermo.
E si diresse verso il carro.
E appena giuntovi, si trovò davanti Maladesh e i suoi due assistenti.
"Chi siete?" Chiese il cacciatore di taglie ai nuovi arrivati. "Cosa cercate attorno al nostro carro?"

Morrigan
08-09-2010, 02.22.58
Morrigan fissò quegli uomini con fare sospetto. Non era prudente esporsi troppo. Troppi eventi si erano susseguiti in quei giorni, e troppa gente, sebbene per diversi motivi, poteva essere ancora alla loro ricerca.
Accennò un cortese cenno di saluto. Doveva trovare il modo di ingraziarseli, nella speranza di ottenere qualche informazione.

"Non vorremmo arrecarvi alcun disturbo, signore. Cerchiamo un luogo in cui rinfrescarci prima di riprendere il nostro viaggio. C'è tra voi qualcuno del luogo che possa indirizzarci?"

Guisgard
08-09-2010, 02.29.16
"Beh..." disse Maladesh "... verso il centro abitato troverete una locanda... qui invece non vi è nulla che possa solo far pensare a qualcosa di comodo per un viaggiatore!"
Intanto, nel carro, Guisgard, Cavaliere25 e Tisson ascoltavano tutto.
"Pensi siano spie di Cosimus?" Chiese Tisson a Guisgard.
"Non lo so..." rispose lui guardando fuori da una piccola fessura "... sono in tre... due donne ed uomo... e sono armati... lui sembra uno spadaccino... mentre la donna che parla con Maladesh non mi sembra certo essere una pellegrina..."

Guisgard
08-09-2010, 02.37.09
Nel frattempo, all'abbazia, Alwig provò una gran pena asoltando le parole di Talia.
"Esistono uomini risoluti, milady..." disse "... che amano come pochi... uomini capaci di gesta incredibili per il loro amore... io non conosco quel cavaliere... me se sopravviverà a questa storia, credo passerà la vita a cercarvi... o a dimenticarvi... ma se avete proprio deciso, allora temo che quel cavaliere non riuscirà in nessuna di queste due imprese..."
Smise di parlare per un momento e fissò con attenzione Talia.
"Una volta un saggio scrisse che l'amore, quello vero, non è un diritto, ma un dono... e non spetta a tutti... chi lo trova, dunque, deve conservarlo come il più prezioso dei tesori..."
Ma il vecchio chierico ben si accorse che la ragazza non voleva continuare oltre quella penosa discussione.
"E sia... farò come volete... scriverò quella lettera a vostro padre oggi stesso..."

Morrigan
08-09-2010, 02.40.20
C'era qualcosa di strano in quell'uomo. Si era inavvertitamente parato davanti al carro, come per impedire loro di avvicinarsi troppo. Inoltre, sembrava stranamente nervoso, come se avesse fretta di vederli andar via.
I suoi sensi si erano acuiti in un istante. Era rischioso ed avventato, ma Morrigan voleva spingersi oltre, cercare di comprendere cosa nascondesse quell'uomo... è sicuramente rischioso e avventato, data la nostra precaria situazione... ma Morrigan era avventata, che le piacesse ammetterlo o meno!

"Grazie signore, siete cortese, ma avrei ancora una preghiera da farvi", disse, con voce che voleva essere gentile e pacata "Il viaggio è stato lungo e pieno di imprevisti... la nostra nobile signora non è avvezza a simili difficoltà. Potreste permetterle di riposarsi per qualche minuto nel vostro carro? Per qualche minuto appena prima di riprendere il cammino, e vi ricompenseremo per il vostro gesto"

Guisgard
08-09-2010, 02.55.43
Maladesh fissò Morrigan.
"Veramente..." disse con fare scostante "... nel carro abbiamo un nostro compagno malato... ha contratto uno strano morbo... forse la peste... ed è meglio che nessuno si avvicini troppo al carro..."
All'interno del carro, nel frattempo, Guisgard osservava quella scena.
A quelle parole di Maladesh Mion lanciò un rapido sguardo a Morrigan.
"Una volta" cominciò a dire voltandosi e dando le spalle a tutti loro "Krishna si accorse di un grande carro che recava tutte le stelle del Cielo... il suo conducente, Phuao Vishnata, giurava di non voler attaccare il mondo, eppure gli uccelli che lo tiravano erano rivolti proprio verso la Terra..."
Estrasse con incredibile velocità la sua spada e la puntò al volto di Maladesh.
"Krishna capì che Phuao Vishnata mentiva!" Aggiunse. "Il vostro carro reca ancora a terra le tracce del suo passaggio... voi giungete dal borgo... e con un appestato nessuno vi avrebbe fatto passare!"

Morrigan
08-09-2010, 03.06.58
Morrigan sorrise tra sè. Mion era riuscito ancora una volta a sorprenderla.
Così, mentre tutti tenevano gli occhi fissi su di lui, coperta dalla sua figura, aveva a sua volta estratto la spada, e con un balzo la sventolò sotto gli occhi dei due assistenti.

"Dunque, mio buon signore", disse con un sorriso, rivolgendosi a Maladesh "fateci vedere il vostro povero ammalato... chi sa che in questa lama egli non possa trovare un potente farmaco per il suo male!"

Guisgard
08-09-2010, 03.28.56
In quello stesso istante il carro si aprì all'improvviso e saltarono fuori Guisgard, Cavaliere25 e Tisson con le armi in pugno.
"E sia, ricominciamo da capo!" Disse Guisgard. "Però stavolta le domande le facciamo noi!"
"E perchè mai, messere?" Chiese Mion. "Voi siete armati come lo siamo noi!"
"Noi siamo in sei, voi in solo in tre!" Intervenne Tisson.
"Un cavaliere vale ben tre manigoldi come voi!" Disse Mion. "Per un attimo ho creduto voi foste quel Guisgard di cui molti parlano..." aggiunse poi rivolgendosi a Guisgard "... ma mi sbagliavo..."
"E perchè mai?" Domandò Guisgard con un sorriso.
"La fierezza dello sguardo, la sicurezza dei modi, quel fare guascone mi stavono per ingannare... ma Guisgard dicono essere un cavaliere... e non si nasconderebbe mai in un carro come un topo in una fogna!"
"Se qui vi fosse Guisgard sareste già morto!" Disse Guisgard.
"Non vedo l'ora di incontrarlo..." rispose Mion con lo sguardo di ghiaccio.

Morrigan
08-09-2010, 03.47.39
"Ma sta bene, miei signori!" li interruppe di colpo Morrigan.

Aveva incrociato il suo ferro in mezzo agli altri due, impedendo momentaneamente ai sue uomini di attaccarsi. Lanciò uno sguardo fulmineo a Mion, come per rassicurarlo su ciò che stava per fare, quindi di volse a squadrare il cavaliere che gli stava di fronte. Era di bell'aspetto, fiero e superbo, eppure il suo volto sembrava stranamente segnato da un'ombra impercettibile. Morrigan sfidò quell'ombra oscura con un sorriso sicuro.

"Pare che qui tutti siano in cerca di una qualche risposta, e non vorrei sembrare scortese a questo cavaliere... sicchè, signore, vi concedo di chiedermi ciò che desiderate... purchè siate in grado di guadagnarvelo... una stoccata, una risposta data... e badate di essere sincero, perchè ho qui con me una persona in grado di dirmi immediatamente se mi state mentendo!"

Guisgard
08-09-2010, 03.54.41
Guisgard fissò Morrigan.
L'aveva notata subito.
Oltre ad essere bella aveva un portamento non comune.
Fiera ma aggraziata e sembrava stranamente a suo agio con la spada in pugno.
"Chi vi manda?" Chiese Guisgard. "Siete una delle tante amanti di Cosimus? Se così fosse badate che non mi fermerò davanti al fatto che siete una donna!"
Mion scattò come morso da un serpente.
"Attento a come parlate, cane! Lei non è l'amante di nessuno e se oserete anche solo attaccarla allora il vostro sangue bagnerà la lama della mia spada!"
"Chi siete dunque?" Domandò Guisgard. "E cosa volete da noi?"

Morrigan
08-09-2010, 04.10.54
Morrigan si morse il labbro inferiore, con rabbia. Cominciava ad averne abbastanza! Fece leva sull'elsa della sua spada, e con quel movimento sollevò le armi dei due cavalieri, allontanandole per un istante.

"Mion...", disse, rivolta al suo compagno, e misteriosamente quel nome si sciolse sulle sue labbra assumento una sfumatura di dolce richiesta "vi prego..."

Quindi la sua spada si rivolse verso il cavaliere, più veloce di un volo d'uccello. Con una leggera cavazione, ne accarezzò il filo per metà della sua lunghezza.

"Se voi sapeste quanto siete in errore, signore, non osereste rivolgervi a me in questo modo! Non so bene che genere di donne abbiate conosciuto fin'ora, ma due cose di me vi siano ben chiare fin da principio! Primo...", e la punta scivolò a sfiorare la guardia dell'altra arma, "non è mio costume dare l'amore agli uomini... Secondo... " e rispose alla resistenza che incontrò nell'arma dell'altro, "ho una sola parola... una stoccata, una risposta... altrimenti perite nella vostra ignoranza!"

Guisgard
08-09-2010, 04.17.03
"E sia!" Disse Guisgard, lanciandosi verso di lei. "Vediamo se la vostra spada è lesta come la vostra lingua!"
E cominciò a duellare.
Ma in quel momento si frappose fra i due Mion.
"Con me dovete battervi, cavaliere!" Gridò con tono di sfida. "Avanti... anche per l'onore di lady Talia!"
"Talia?" Ripetè di colpo Guisgard. "Cosa c'entra ora lei?"
Li fissò per un momento.
"Chi siete?" Domandò con rabbia. "E come fate a conoscere Talia?"

Morrigan
08-09-2010, 04.24.43
E Morrigan, a quel punto, rise trionfante. Abbassò la spada e guardò Mion con uno sguardo allusivo.

"Vedete, mio buon amico, come si realizza ciò che vi avevo detto? Trovate l'uomo e troverete anche la dama..."

Quindi fissò su Guisgard uno sguardo divertito.

"Quindi siete davvero voi quel Guisgard di cui si favoleggia... il Guisgard che tutti cercano!"

Gli fece un lieve inchino col capo, senza tuttavia cessare di sorridere sorniona.

"Orsù, inutile continuare a negarlo adesso! Siete un bel grattacapo, milord, e del tutto all'altezza della vostra fama...chissà che adesso io non riesca a capire..."

Guisgard
08-09-2010, 04.37.15
Guisgard restò sorpreso e vagamente stupito.
"Chi siete dunque?" Chiese rialzando la spada e puntandola verso di loro. "O per meglio dire chi vi manda? Il signore di Carcassonne o di Provenza? O forse siete altri cacciatori di taglie?"
"Ti ho sempre detto che le donne sarebbero state la tua rovina..." intervenne Maladesh scuotendo la testa.
"Non siamo cacciatori di taglie..." rispose Mion "... io vengo a nome del duca di Borgogna..."
"Il duca di Borgogna?" Ripeté Guisgard. "Allora siete qui per... maledetto, in guardia!"
E si lanciò su Mion.
I due così cominciarono a duellare.
"Al diavolo!" Gridò Maladesh. "Non è il momento questo!"
Ma i due continuavano a battersi furiosamente.

Morrigan
08-09-2010, 04.49.53
Morrigan restò per un istante basita, quasi incapace di cogliere la fulminea rapidità dell'azione in cui era evoluto quel dialogo. Non era certo questo ciò che voleva ottenere, non lo era affatto!
Ma quel Guisgard sembrava posseduto dei demoni del fuoco, per il modo in cui si era lanciato addosso a Mion, senza dargli quasi il tempo di fiatare.
Qual'era il motivo di tanta rabbia? Quale minaccia era il nome di Borgogna, da alterare a tal punto il volto di Guisgard?
Ripensò a ciò che Mion le aveva confidato sulla sua missione, e alla reazione di Guisgard nell'udire il nome di Talia... era questo il volto dell'amore?
Morrigan pensò in cuor suo che sapeva troppo di rabbia e sangue, ed era troppo simile al dolore, perchè due uomini così validi scegliessero di perire in nome di un simile sentimento!

"Mion, vi scongiuro, riponete la spada!", urlò infine, "Sono io che ve lo chiedo!"

Guisgard
08-09-2010, 05.00.29
Mion si arrestò all'istante.
"Perchè vi fermate?" Domandò rabbioso Guisgard. "Volete restare inerme mentre vi scanno come il maiale che siete?"
Mion arretrò di alcuni passi.
In quel momento Maladesh e gli altri fermarono Guisgard.
"Calmati e riponi la spada!" Gli disse il cacciatore di taglie.
"Lasciatemi, vi dico!" Gridava il cavaliere. "Mi basta un minuto per ucciderlo! Lasciatemi o sarà peggio per voi!"
E cominciò a scalciare con una fuiria cieca.
E allora, costretto da quell'attacco d'ira, Maladesh lo colpì con un bastone dietro la nuca, facendogli pedere i sensi.
"Accidenti, credevo non di non riuscire a farlo smettere..." disse ansimando Maladesh.
"Perchè mi avete fermato?" Chiese Mion a Morrigan. "Non ho mai interrotto un duello... neanche per ordine del duca mio signore!"
E la fissò diritto negli occhi.
E lui stesso, in realtà, si domandava del perchè si fosse fermato a quella richiesta di Morrigan.

Morrigan
08-09-2010, 05.36.16
"Punitemi pure con il vostro odio, se lo volete!"

Morrigan rispose piano, avvicinandosi a Mion e senza quasi osare levare lo sguardo su di lui.

"Ho fatto solo ciò che mi ha consigliato il cuore. Mio signore, questo duello sarebbe stato tanto mortale per entrambi quanto infondato!
Ma non vedete? Guisgard è nel torto perchè vi ha attaccato senza nemmeno ascoltare da voi le vostre ragioni... e voi, voi siete in torto perchè non vedete che egli lotta per difendere il suo bene più grande! Volete forse biasimarlo per questo? O volete biasimare me, per aver desiderato di avere salva la vosta vita?"

Guisgard
08-09-2010, 05.42.02
"Il suo bene più grande? Lady Talia non gli appartiene e non gli apparterrà mai! Ella sposerà il mio signore! E tutto già deciso in Borgogna!"
"La borgogna è lontana, messere..." Intervenne Maladesh.
Ma Mion non si curò delle parole di quell'uomo.
"E perchè a voi dovrebbe stare a cuore la mia vita?" Chiese a Morrigan. "Dopotutto sono un estraneo per voi... non sono niente... cosa vi importa se vivo o muoia?"
Ripose la spada e si sedette all'ombra di un albero, restando immerso nei suoi pensieri.

Morrigan
08-09-2010, 05.50.36
Morrigan si pentì immediatamente di ciò che aveva detto. Con la cosa dell'occhio lo seguì mentre si discostava da loro e sedeva in disparte.
Inghiottì l'amaro di quel pensiero, inaspettato perchè a lei così sconosciuto... non sono niente, aveva detto lui! Già, così era... aveva ragione quel cavaliere, e l'unica volta nella sua vita in cui aveva deciso di abbandonare la roccaforte della sua freddezza, non aveva ottenuto altro che far la figura della sciocca!
Sospirò appena, quindi, pensando che non ci fosse più molto altro da fare, si rivolse a Maladesh con aria desolata.

"Sollevatelo e mettetelo sul carro", disse indicando Guisgard con un gesto della mano, "Speriamo almeno che al suo risveglio sia meglio disposto al dialogo!"

Guisgard
08-09-2010, 05.57.07
"Meglio disposto al dialogo? Chi, questo testone? Ma voi chiedete l'impossibile, milady!" Disse Maladesh, mentre insieme a Tisson sistemavano Guisgard sul carro.
Mion intanto fissava il vuoto.
Era accigliato e silenzioso, mentre stringeva nervosamente l'elsa della sua spada.
Di tanto i tanto poi cercava lo sguardo di Morrigan.
Ma la donna sembrava ora fredda e distante.
"Siete tutti con lui?" Chiese all'improvviso a Maladesh, come a voler scacciare i pensieri di poco fa.
"No, siamo contro di lui, in verità."
Mion lo fissò incuriosito.
"Siamo cacciatori di taglie." Aggiunse Maladesh.

Guisgard
08-09-2010, 06.53.51
La foresta era velata da delicata foschia che vagava tra i cespugli ed i tronchi secolari, attraversata dai raggi della Luna che filtravano tra il folto fogliame...
Guisgard camminava sul tenero mando di ghiaia e foglie...
Da piccolo aveva sempre amato Settembre...
Ricordava casa sua, quando le grandi finestre venivano aperte in quei pomeriggi ancora luminosi e non più densi della calura estiva...
E da quelle finestre una gran luce inondava la casa...
Quanti giochi, quanti sogni...
La sera era mite e gradevole e lo scorrere di un piccolo ruscello si udiva nell'aria...
Guisgard lo raggiunse e vide una ragazza seduta presso la sponda...
La riconobbe, era Talia...
Aveva le spalle semiscoperte e si lavava i lunghi capelli nelle acque di quel ruscello...
Era bellissima, con la veste adagiata sull'erba bagnata, che lasciava intravedere i piedi nudi...
Guisgard cercò di raggiungerla ma non vi riusciva...
Ad un tratto sentì dei passi: e riconobbe una ragazza.
"Voi... voi siete la ragazza che mi aiutò nella foresta..."
"Si, sono io..." rispose Empi.
"Perchè non posso raggiungere Talia?" Chiese Guisgard.
"Perchè lei non è qui..."
"Ma io la vedo!" Disse guisgard. "E' a pochi passi da noi!"
"Era lì fino a poco tempo fa... ora non c'è più..."
"Dov'è?" Domandò stupito il cavaliere.
Empi sorrise con infinita tenerezza.
"Che posto è questo?" Chiese ancora Guisgard, guardandosi intorno.
"Un sogno..." rispose Empi.
"I sogni sono lieti, belli..." disse Guisgard "... io invece sento tanta tristezza..."
"Sta per giungere l'alba... i sogni presto svaniranno e sentirete freddo, messere..."
Guisgard si voltò verso la riva del ruscello e vide Talia illuminata dalla Luna...
Un attimo dopo svanì, come l'ultimo sogno prima dell'aurora...

Guisgard pian piano cominciò a riaprire gli occhi e subito avvertì un forte mal di testa.
"Dove... dove mi trovo?" Chiese confuso.
"Nel regno dei vivi!" Rispose Maladesh.
"Che male alla testa..." si lamentò Guisgard.
"E ci credo..." rispose Maladesh "... fai sempre colpi di testa!" E rise di gusto.

elisabeth
08-09-2010, 08.51.23
Protetta da Mion e aiutata da Morrigan salii sul carro.....tolsi il cappuccio dalla testa..." Avete la testa e la pelle dura....Guisgard, i vostri sogni sono pieni di sentimento....hanno i colori dell'uva matura......hanno il dolce sapore dell'idromele......eppure siete un uomo braccato....avete il diavolo alle calcagna.....Un cuore puro il vostro...impavido...I signori di Provenza mi hanno chiesto di cercare un assassino......e invece trovo voi......Cosimus....e' pronto a fare della vostra testa il trofeo per il suo rientro a casa...e credetemi la portera' in alto...come il piu' importante dei suoi trofei.....sarete il suo stendardo......Voi dite di conoscerlo.....credetemi la spada non e' l'unica arma con cui Cosimus si difende............So che siete innocente........ma se non uniamo le nostre forze..il male avra' ancora la meglio..........Vi chiedo l'impossibile ..lo so....ma dovrete fidarvi di me, vi ho dato la forza quando ancora non conoscevate il mio volto, saro' per voi l' energia di una spada di un mondo a voi oscuro........."..detto questo presi le dodici rune che portavo alla cintola e le gettai ai piedi di Guisgard..il suo destino.....si era fermato li' con noi..." Sappiate mio Signore che nulla e' ancora compiuto.....la vostra scelta sara' il compimento del vostro destino..........sappiate che essa sara'....il mutamento degli eventi per ognuno di voi......come cristalli sospesi......ogni vostro pensiero.....sara' melodia per gli eventi.....la scacchiera della vita...e' vostra la mossa Guisgard...la Torre attende."....mi abbassai ai suoi piedi e raccolsi le rune......un lieve vortice avvolse la mia mente facendomi oscillare.......afferrai il braccio di Morrigan....con una tale forza che sentii vibrare le sue ossa......Caitley....sentivo il fetore del suo richiamo........mi accorsi in quel momento del volto di uomo...era il volto segnato dai colpi di una frusta......." Vi prego Guisgard...almeno datemi la possibilita' di curare le ferite del vostro uomo...prima che si infettino....."......Rimasi cosi' a fissare quell'uomo che era stato una presenza costante nelle mie visioni.........La presenza di Morrigan..era in quel momento per me un'ancora alla disperazione.....poteva la mente di un uomo.......credere alla potenza della Spada e della Rosa....

cavaliere25
08-09-2010, 10.01.54
Guardai quella donna sembrava una fata però senti che in lei cera del buono e non del malvagio allora feci per alzarmi ma il dolore alla schiena iniziava a farsi sentire allora dissi rivolgendomi a Guisgard chi è questa donna? cosa vuole da me? non mi faccio toccare da nessuno.

Talia
08-09-2010, 11.57.28
Tornai nella mia stanza con la promessa da parte di padre Alwigh che sarebbe andato immediatamente a scrivere al signore di Carcassonne… una strana sensazione mi attanagliava il cuore, una sensazione che mi faceva sentire contemporaneamente l’essere più felice e il più dannato del mondo.
Mi aggirai per un po’ per la stanza, non riuscendo a trovare pace in nessuna occupazione, così mi sedetti vicino alla finestra, con la testa appoggiata al vetro freddo, e chiusi gli occhi.

Ero nella foresta, candidi raggi di luna bagnavano l’aria di una luce insolita, una leggera foschia aleggiava tra i tronchi e i cespugli, rendendo alla mia vista impossibile spingersi lontano. Un ruscello scorreva allegro ai miei piedi, mi inginocchiai sulla sponda e feci scivolare una mano nell’acqua fredda, osservandone le increspature e i giochi della corrente mentre muovevo le dita. Mi sentivo strana… come se fossi in attesa di qualcosa, come se avessi un appuntamento cui non potevo mancare… l’ansia e l’emozione in me crescevano, ma non me ne sapevo spiegare il motivo.
Ad un tratto mi tornarono alla mente le parole che soleva dirmi la mia buona nutrice quando ancora vivevo a Carcassone… lei sosteneva che, quando ero triste o agitata, non vi era cosa migliore che prendermi cura di me stessa per sentirmi meglio. Lo feci: lentamente mi inginocchiai sulla sponda e iniziai a lavarmi i capelli nel fiume.
Improvvisamente una nuova sensazione: non ero più sola, vi era qualcun altro lì e non avevo dubbi su chi fosse, avvertivo la sua presenza ed improvvisamente ero felice, incondizionatamente felice… Feci per alzarmi, per voltarmi, al colmo della gioia…
Poi tutto svanì.

Aprii gli occhi e, per un istante, mi stupii di non avvertire più quella presenza.
Mi alzai di scatto e voltai le spalle alla finestra: “Guisgard!” chiamai… ma invano: la stanza, a parte me, era deserta.
Mi guardai intorno ancora per un istante, incerta… perché quella sensazione, quel presentimento era ancora tanto vivo in me da crearmi disagio.
Infine, rassegnata, mi sedetti di nuovo e appoggiai le mani contro il vetro: “Ma dove sei?” mormorai tra me.

lady_Empi
08-09-2010, 17.08.41
Ancora metallo e ancora sangue <mormorò la fata seguendo nascosta i movimenti del gruppo. Sbuffò lievemente mentre si sistemava meglio sul ramo dell’albero ben nascosta dalle foglie. Un ragno catturò la sua attenzione e il suo spirito innocente prese il sopravvento. Cominciò a giocare con il ragno> Tanto gli umani non fanno altro che litigare <pensò. La sua attenzione poi fu rapita dall’arrivo di tre figure. Osservò il nuovo gruppo e gli occhi scivolarono liquidi su Elisabeth e poi su Morrigan. L’aura della fata si espanse in una pallida luce verde. Fu allora che vide il corpo di Guiscard portato sul carro> Nessuno toccherà il Cervo, egli appartiene alla Foresta <esclamò alzandosi in volo e raggiungendo il carro. Lo vide adagiato all’interno e scivolò lenta ad un passo dal suo orecchio nascondendosi sotto i suoi capelli. Chiuse gli occhi e sussurrò>
Sta per giungere l'alba... i sogni presto svaniranno e sentirete freddo, messere...
<ed ancora aggiunse un attimo prima che Guiscard aprisse gli occhi> Avete dentro di voi il Fuoco per sconfiggere il Gelo, dovete cercare la Luce per sconfiggere il Buio <allargò le ali per allontanarsi dal carro e in quel mentre vide la Luce che serviva al Cervo, vide giungere Elisabeth. E mentre Guiscard si risvegliava e Elisabeth catturava l' attenzione del cavaliere, furtiva la fata volò via dal carro>

elisabeth
09-09-2010, 00.04.17
Mai e poi mai ..potevo non udire il lieve battito d'ali.......ero una creatura del bosco.......Perche' volate via.....gnomi e fate sono stati la mia famiglia.......se siete qui e' perche' quest'uomo ha la grazia della dea madre ..... portero' la luce dopo che avro' oltrepassato le tenebre......vi prego buona fata..proteggete il nostro operato....

Guisgard
09-09-2010, 01.57.34
Guisgard restò colpito da quella donna.
Elisabeth non era una donna comune.
Aveva qualcosa di particolare, di enigmatico e Guisgard percepiva in pieno questa cosa.
La sua voce, ferma ma pacata, sicura ma cortese, riusciva a trasmettere una strana sensazione di pace e tranquillità.
"Fate pure, milady..." disse Guisgard indicando Cavaliere25 "... e tu, ragazzo, sta tranquillo ed abbi fiducia in lei."
E dopo qualche istante passato a scrutare Elisabeth, aggiunse:
"Milady... l'unica cosa che voglio è giungere a quella torre... devo incontrare Cosimus e chiudere con lui un vecchio conto!"
Respirò profondamente.
"Quanto ai miei sogni... dite che sono pieni di sentimento? Forse una volta... ora non ne ho più... l'alba li ha portati via con se ancora una volta..."

Guisgard
09-09-2010, 02.10.11
Intanto, all'abbazia, padre Alwig aveva scritto quella lettera.
La fissò per alcuni lunghi istanti, rigirandosela fra le mani.
Alla fine non potette fare altrimenti.
"Fratello Athalshade!" Chiamò all'improvviso.
"Eccomi, eccellenza!" Si presentò il chierico.
"Ecco la lettera... quando partirà Fountalan?" Chiese padre Alwig.
"Attendeva solo la vostra consegna."
"Bene, eccola." E consegnò la lettera al chierico. "Dì che la consegni direttamente al palazzo di Carcassonne. E che faccia presto!"
Frate Athalshade consegnò allora la preziosa lettera al mecante Fountalan.
"Non temete..." rassicurò questi "... il prima possibile questa lettera giungerà a destinazione!"
E partì dall'abbazia, diretto a Carcassonne.
Alwin, nello stesso momento, fissava dalla finestra il carro di Fountalan che partiva.
"Che Iddio abbia pietà delle nostre miserie..." mormorò con tono dimesso.

Guisgard
09-09-2010, 03.00.28
Nel frattempo, Empi volava nella folta e verdeggiante foresta, quando udì una strana risatina.
"Come al solito ti sei cacciata in una situazione più grande di te!" Disse una vocina proveniente da un cespuglio.
Un attimo dopo qualcuno sbucò da quel cespuglio.
"Ormai ne sono pienamente convinto!" Esclamò PucK Fellow, adagiandosi su un tronco cavo. "Fra tutte le razze presenti in questo mondo quella degli umani è senza dubbio la più sciocca!"
Fissò Empi e scuotendo la testa continuò a dire:
"Incaricato dal gran consiglio del Piccolo Popolo, ho svolto una ricerca... il personaggio che il tuo prode cavaliere vuol andare a sfidare fin dentro la sua torre è non solo un abilissimo e temibile spadaccino, ma pare sia anche protetto da forze oscure e molto potenti. Quindi, nove su dieci, il tuo valoroso protetto farà un gran brutta fine, con buona pace di tutti coloro che vogliono consegnarlo al boia, per intascare la tagli che pende sulla sua testa!"
Fissò Empi con aria da rimprovero e chiese:
"Allora, piccola fata, come farai a tirare fuori dai guai quel cavaliere che sembra, re Oberon solo sa perchè, esserti tanto simpatico?"

Guisgard
09-09-2010, 03.30.34
Mion, intanto, si era allontanato dal carro di alcuni passi.
Scrutava il cielo e sembrava in balia di tormentati pensieri.
Il vento che aveva cominciato a soffiare sulla campagna sibilava strani suoni mentre accarezzava i rami degli alberi.
Ed a Mion, quei suoni, sembravano essere echi di voci giunte da lontano.
Sentiva i suoi compagni che lo chiamavano.
Gli parve di udire chiaramente la voce di Stefan.
"Una vecchia leggenda giapponese" cominciò a ricordare "parlava di come le stelle ed il vento siano capaci di condurre i messaggi dall'Aldilà... forse i miei compagni reclamano la mia anima..." pensò "... forse sarei dovuto morire con loro e non sopravvivere... ma se dovrò morire lo farò con la spada in pugno... e farò di tutto per liberare lady Talia..."
E si voltò verso il carro, cercando con il suo guardo inquieto il volto di Guisgard.

Guisgard
09-09-2010, 03.54.57
Nel frattempo, alla torre, Cosimus era inquieto.
"Che siano dannati tutti gli esseri di questo mondo!" Inveì mentre camminava nervosamente per la stanza. "Noi siamo qui con le mani in mano e magari quel gaglioffo è già ripartito!"
"Non tormentatevi oltre, mio signore!" Cercò di calmarlo Caitley. "Non può avventurarsi in un'altra lunga fuga... con lui vi è quella ragazza e non vorrà sottoporla ad altre simili fatiche!"
"Non voglio rischiare!" Tuonò Cosimus. "Voglio andarlo a sfidare io stesso!"
"Ma, mio signore!" Gridò Caitley. "Se abbandoniamo questa torre perderemo la sua magica protezione! Sarebbe da sciocchi!"
"Taci, donna! Io non ho bisogno della magia per sgozzare quel verme di Guisgard! La mia spada è più che sufficiente!"
"Desistete da tale assurdo proposito, mio signore!"
"Basta, è deciso!"
Chiamò allora i suoi fedelissimi e diede ordine di prepararsi a partire.
"Sistemerò io stesso questa faccenda, una volta per tutte!"
http://www.basilrathbone.net/films/sirguy.JPG

Guisgard
09-09-2010, 05.28.43
Nello stesso momento, presso il carro, anche Guisgard, come Mion, si era appartato.
Raggiunse una grande quercia, dietro la quale si poteva ammirare un paesaggio di un incanto pastorale.
Il cielo appariva attraversato da mille e più riflessi, di luminosi e splendenti colori, mentre la campagna si estendeva come un verde manto, sul quale fiorivano tonalità e profumi che inneggiavano alla gioia ed alla vita.
La lieve brezza accarezzava le cime degli alberi, che sembravano vibrare come corde di arpe a quel passaggio, diffondendo nell'aria come una lenta e sognante melodia.
Guisgard fissava questo scenario preda di mille e più pensieri.
Prese allora la sua spada e cominciò a fissarla.

"La spada è la tua più fedele compagna in battaglia..." ripeteva spesso il suo maestro "... parla con lei, ascoltala... niente lega più che avere lo stesso destino... ed il tuo fato è legato a quello della tua spada..."

Ricordò poi la sera in cui la prese in quella casa e di come Talia pagò con alcune monete per non sentire di averla rubata.
E nel rammentare, Guisgard sorrise.
Appoggiò allora la fronte sull'elsa e rivide il momento del duello e di come fu proprio Talia a raccoglierla da terra.
"Eravamo in tre, amica mia..." sissurrò alla spada "... ora siamo rimasti in due... tu appartieni a lei... e quando tutto questo sarà finito, ti prometto, troverò il modo di restituirti alla tua padrona..."

"Cosa fai?" Chiese il maestro. "Sei triste?"
"Un pò, maestro..."
"Perchè mai?" Chiese. "Hai nostalgia della tua casa forse?"
"Credo... credo di si..."
"Cosa vuoi diventare da grande?" Chiese il maestro.
"Io? Io voglio essere un cavaliere, maestro!"
"Cosa hai detto?"
"Un cavaliere."
"Non ti sento..."
"Un cavaliere!"
"Sono vecchio io oppure sei senza voce tu?"
"Un cavaliere! Voglio diventare un cavaliere!"
"Ecco, bravo!" Esclamò il maestro. "Allora quando sei triste esercitati con la spada!"

Guisgard cominciò allora a fendere l'aria, con rapidi colpi che sibilavano sul bagliore della lama della sua spada.
"Il sogno... combatti per esso..." cominciò a ricordare una vecchia canzona di trovatori "... il nemico... solo sconfiggendolo sarai libero... segui il tuo cuore, esso non ti mentirà... la tua stella veglierà su di te... e se non la vedrai quando il Sole sorgerà, allora non sentirti perso, poichè essa è ancora lì, invisibile a tutti, ma tu potrai vederla... e allunga la tua mano... anche se gli altri rideranno, tu sai che potrai raggiungerla... e quando l'avrai afferrata, tienila stretta, cavaliere... e sii fiero... poichè nessun altro sogno potrà più sfuggirti..."
E nel frattempo continuava a tirare di spada.
"La Luna splende anche se non la vedi... e così è il tuo amore... se lei è lontana non per questo svanirà dal tuo cuore... anzi, sarà ancor più forte perchè pulserà per due... il tuo cuore è grande, cavaliere e può battere per tutti e due... il tuo cuore è la tua forza... trai da esso ciò che ti occorre..."
Smise, all'improvviso, col fiato rotto e con il volto rigato dal sudore.
Aveva tirato forte, con rabbia e passione.
Conficcò allora a terra la fedele spada e si accorse di un bellissimo fiore che volgeva i bianchi petali verso il Sole.
"Una margherita..." sussurrò sorridendo. "Cos'hai da rivelarmi, amica mia?"
"Ehi, Guis!" Lo chiamò all'improvviso Tisson da lontano. "Cosa fai qui da solo?"
Guisgard lo fissò senza dire nulla.
Tisson comprese e restò in silenzio con lui, a fissare l'infinito orizzonte che circondava quel bucolico scenario.
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elisabeth
09-09-2010, 08.57.25
Rigiravo tra le mie mani......una boccetta di unguento.....e il mio pensiero ando' a Guisgard..........I vostri sogni cambiano...ma non svaniscano....il sogno e' il contatto che avete con il mondo a voi sconosciuto.......la vostra spada mio signore.....e' il contatto con il reale, voi umani avete bisogno del rito per credere....e la spada e' il mezzo con cui la vostra forza diventa tangibile e mortale..........Vi sentite invincibile e cosi' deve essere.........Siete protetto.......ma la battaglia sara' lunga e il vostro cuore dovra' rimanere saldo...............
" Morrigan.......ti affido le mie rune....rispettale......in esse c'e' vita e parlano di vita "......cosi' misi il sacchetto nelle mani della mia protetta e guardai con affetto il viso di Cavalier25...cosi' mi era stato presentato....." Andiamo.....non credo che un pizzicorio vi possa spaventare...."

cavaliere25
09-09-2010, 11.02.51
No dissi non ho nessuna paura mylady fate pure sono nelle vostre mani come vi chiamate? domandai guardandola dolcemente il mio nome è cavaliere25 devo rimettermi in forze per che devo aiutare Guisgard dissi visto che mi a salvato la vita mi devo sdebitare con lui aiutandolo a sistemare la sua faccenda con Cosimus e aspettai che mi curasse senza dire nulla.

lady_Empi
09-09-2010, 15.35.16
<la fata udì la voce di Elisabeth mentre si allontanava dal carro, le sue parole a lei rivolte. Quella donna l’aveva vista, aveva parlato a lei, sorrise raggiante invasa da una nuova sicurezza e una determinazione ancora più forte> Avevo ragione <esclamò la fata mentre si addentrava nella foresta, perché solo lì poteva sentirsi al sicuro> quel cavaliere è davvero il Cervo delle profezie < e mentre annuendo esprimeva a voce alta il suo pensiero, un cespuglio parlò. Empi si voltò a guardare nella direzione da cui era giunto il suono e scorse il suo amico Puck Fellow> Mi state seguendo?? <esclamò contrariata avvicinandosi al tronco e posando i piedi nudi su alcune radici che spuntavano dalla terra. Ascoltò in silenzio le parole di Puck, gli occhi bassi . Quando Puck terminò il suo dire sollevò gli occhi, il volto illuminato da un fiducioso sorriso> Ciò che con le vostre ricerche non avete scoperto, mio buon amico, è che il Cervo non è solo in questa impresa <si avvicinò a Puck e serrò le ali, parlava in modo concitato, gesticolando di tanto in tanto> Ho visto una Signora, ella ha in sé la conoscenza, ella mi ha scorta in questa forma e mi ha parlato <indicò il suo minuto corpo, tacque per un attimo e poi continuò> quella Signora è lì per aiutare l’umano, ricordate le profezie? <alzò gli occhi verso il cielo e recitò a memoria> quando il Cervo sarà pronto, la Terra e i suoi Elementi e tutto l’universo agiranno perché si compia il volere della Madre <osservò Puck e sorrise> Mai come in questo momento sono certa di aver trovato l’umano giusto, dovete credermi, amico mio, dovete fidarvi di me <poi abbassò gli occhi tornando ad assumere un atteggiamento riverente verso il membro del Consiglio del Piccolo Popolo> Non sarò la sola ad aiutarlo <tacque infine. In quel momento percepì la presenza di Guiscard a pochi passi da loro e sperò con tutto il suo essere che Puck ascoltasse le sue parole>

Morrigan
09-09-2010, 20.15.13
Morrigan spiò Mion da lontano.
Dopo l'acceso scambio di battute che aveva seguito lo scontro con Guisgard le sembrava che qualcosa si stesse rompendo... non era un pensiero preciso... era un'emozione, era un rumore... lo stesso rumore impercettibile e infido di una lastra di ghiaccio che si frantuma sotto il primo pallido sole di primavera... perfettamente integra alla vista, ma irrimediabilmente intaccata all'interno.

Mion scrutava il cielo e sembrava in balia di tormentati pensieri, e il vento sembrava portargli echi di ricordi lontani. Morrigan abbassò gli occhi un istante... la sua anima è malata... questo pensiero la riempì di tristezza... la sua anima è malata, e l'ombra della morte gli pesa sul cuore... non dovrebbe dare ascolto a questa voce, o ne morrà... ed io non potrò fare più niente per lui!
Ma proprio mentre si abbandonava a questo pensiero, udì la voce di Elisabeth, che la riportò alla realtà.

"Morrigan.......ti affido le mie rune....rispettale......in esse c'e' vita e parlano di vita"

Morrigan sobbalzò e quasi sentì un fremito non appena Elisabeth le strinse la mano intorno al suo sacchetto. Il cuore le balzò nel petto... le rune, le rune magiche di Elisabeth? Cosa ho mai fatto per meritare tanto onore?
Scrutò Elisabeth per cercare una risposta nel suo sguardo, ma incontrò solo un sorriso... la risposta doveva trovarla da sè, dentro di sè... era questo che Elisabeth voleva dirle.

Si allontanò dagli altri, per meditare su quel dono. Conosceva quell'arte, pur non avendola mai praticata. Guardava con rispetto a quell'antica sapienza, pur senza comprenderla completamente.
D'un tratto si guardò intorno, furtiva. Quelle pietre la stavano chiamando... Morrigan non voleva commettere un gesto irrispettoso, ma sentiva chiaramente, mentre si riparava dagli sguardi degli altri, che la stavano chiamando.

Infilò in fretta una mano nel sacchetto, come se stesse compiendo un gesto proibito. Afferrò una pietra e la strinse nel pugno. Fissò per un istante le sue dita serrate, quasi avesse paura di ciò che avrebbe visto aprendole... poi dischiuse piano la mano... la runa del viaggio... era dunque quello il suo destino... il viaggio, sì, ma questa runa significa anche un compagno, significa riunificazione e fede ritrovata...
Allora il suo sguardo cercò ancora una volta la figura di Mion, ed lei non seppe vincere la propria curiosità. Stavolta con fare deciso, e senza mai staccare gli occhi dal cavaliere, estrasse una seconda runa... nyd... Morrigan fissò quel simbolo con sgomento... nyd... la necessità viene prima del desiderio...

Morrigan ripose la pietra dentro il sacchetto e si pentì di aver osato chiedere.

Guisgard
10-09-2010, 02.07.09
Mion continuava ad essere preda dei suoi tormentati pensieri, quando all'improvviso si voltò e vide Morrigan.
Quel gesto di estrarre e stringere quei misteriosi oggetti lo incuriosì.
Ma il cavaliere fu molto più colpito invece dall'aver incrociato lo sguardo di Morrigan.
La ragazza lo stava fissando con un'intensa espressione.
Si adagiò allora dietro la nuca i lunghi capelli che il vento aveva mosso.
Ora il suo volto era libero e pulito.
I lunghi capelli non celavano più i suoi occhi e la sua espressione.
Avvertì allora il desiderio di avvicinarsi a lei.
"Cosa fate?" Chiese. "Cercate risposte in quel sacchetto? Io non so nulla di magia..." continuò fissando l'orizzonte sconfinato "... per me magia è molte cose... anche l'incanto di questa terra, con i suoi colori ed i suoi suoni, è magia... non trovate?"
Si voltò poi di nuovo verso di lei ed aggiunse:
"Avrei dovuto battermi ed ucciderlo! Quel Guisgard è il vero responsabile di tutto! Se non si fosse trascinato dietro lady Talia lei non sarebbe arrivate fin quaggiù ed i miei compagni non sarebbero stati massacrati dagli uomini di Cosimus! Prima che finirà questa storia io lo sfiderò... si, sfiderò Guisgard in un duello all'ultimo sangue!"

Guisgard
10-09-2010, 02.18.15
La notte giunse presto.
Trascorse lenta, mentre su Capomagnus il cielo fu attraversato da alte ed inquiete nuvole.
Ma alla tranquillità del borgo faceva verso l'austerità dell'abbazia.
Era giunta notizia che il visconte di Carcassonne aveva accettato le condizioni di sua figlia.
Il padre di Talia si impegnava così a chiedere la grazia per quell'uomo che nemmeno conosceva.
Alcuni cavalieri, poco dopo, giunsero all'abbazia per riportare Talia a casa.
"Sono Gerard de Mayous, vassallo del visconte" si presentò il capo di quei cavalieri "e per ordine del nostro signore siamo giunti per riportare a Carcassonne lady Talia."
Il cavaliere fu condotto da padre Alwig.
"Ho fatto chiamare lady Talia" disse il chierico "ed ora ci raggiungerà. Così questa brutta storia finalmente giungerà al termine..."

Morrigan
10-09-2010, 02.37.42
Morrigan tremò appena nel momento in cui Mion le andò vicino, un tremito che si perse nel vento. Per nascondere questo, e per nascondere soprattutto il turbamento che la vista delle pietre le avevano provocato, schivò il suo sguardo e ascoltò le sue parole in perfetto silenzio, senza mostrare alcuna emozione... come il ghiaccio, si ripetè, come una lastra di ghiaccio...

"Voi non siete lontano dal vero" rispose infine, piano "La magia è ovunque, perchè quella che volgarmente chiamiamo magia è in realtà l'anima del mondo... quindi, Mion, non siete affatto lontano dal vero, perchè se riuscite a cogliere la meraviglia della terra, voi avete già benedetto il suo spirito..."

Esitò un istante, poi finalmente lo guardò.

"Ma se questo è vero, e voi non mi mentite... allora mi domando perchè inseguite così ostinatamente la morte? Parlate di suoni, di colori... parlate di bellezza... ma se la vedete davvero, questa bellezza, altrettanto fortemente voi dovreste desiderare di non lasciarla mai! Invece, appena un attimo dopo, parlate di duello, di morte, di sangue... e diventate spergiuro dei vostri stessi voti!"

Guisgard
10-09-2010, 02.43.07
Mion la fissò turbato.
Morrigan aveva uno sguardo di ghiaccio.
Ed in quello sguardo il cavaliere non riusciva a cogliere nulla.
Anzi, per un momento gli parve di percepire addirittura freddezza.
"Perchè dite che inseguo la morte..." chiese voltandosi di nuovo verso l'orizzonte infinito "... ho detto che cerco un duello, non la morte... o forse ritenete quel cavaliere capace di battermi... ditemi, lo pensate davvero?"

Talia
10-09-2010, 02.44.08
Dalla finestra della mia stanza vidi quel gruppo di cavalieri giungere all'abbazia... un cieco terrore mi invase per un attimo, al pensiero che, dunque, il momento era già arrivato!
Infatti poco dopo vennero a chiamarmi.
Entrai nella stanza lentamente, mi inchinai con grazia al cavaliere e in silenzio ascoltai le sue parole.
"Sir Gerard..." risposi poi, con voce dolce e armonica... ma inflessibile "Temo che il visconte, mio signore e padre, vi abbia mandato a prendermi con un poco di anticipo. Vedete... egli deve farmi avere un foglio, un foglio di Grazia per un uomo giusto, protetto dal nostro buon padre Alwigh... e noi non partiremo finché quel foglio non giungerà all'abbazia! Intanto..." soggiunsi, sorridendo dolcemente "Vi consiglio di godervi lo splendore di questo santo luogo! L'anima di tutti noi non potrà che trarre giovamento dal restare qui ancora per qualche tempo!"
Mi inchinai appena e mi voltai per uscire dalla stanza.
"Padre..." mormorai poi verso il chierico "Vado in chiesa, vorrei confessarmi non appena vi sarà possibile!"
Infine, lentamente com'ero entrata, poggiai la mano sulla maniglia della porta e la spinsi per uscire.

Guisgard
10-09-2010, 02.52.33
Gerard restò sorpreso da quelle parole di Talia.
Fissò padre Alwig come a cercare spiegazioni.
Ma non ne trovò.
"Milady..." disse rivolgendosi a Talia prima che questa uscisse dalla stanza "... vostro padre ha già chiesto ufficialmente la grazia per quell'uomo... probabilmente in questo momento chi di dovere starà già decidendo... ma permettetemi un consiglio..." continuò "... fossi in voi non esaspererei troppo questa situazione... sappiate che il duca di Borgogna non ha gradito la vostra fuga e questo vostro attaccamente, consentitemi, a quel ricercato potrebbe turbarlo e non poco..."
Poco dopo padre Alwig giunse in chiesa.
Si avvicinò a Talia, intenta a pregare, e cominciò a dire:
"Venite, il confessionale è lì..."

Morrigan
10-09-2010, 02.59.18
"Non è ciò che ho detto, Mion, e non è ciò che credo... io non sto paragonando il vostro valore al suo! Ho avuto prova della vostra abilità e del vostro coraggio, e non ne dubiterei per un solo istante... però voi vi ostinate a non vedere ciò che è importante! Voi combattete per il vostro signore... combattere per l'onore, la devozione, e per vendicare i vostri amici, ma quell'uomo, Guisgard... egli combatte per qualcosa che è più vicina al suo cuore di qualsiasi altra cosa... qualcosa che egli vorrebbe tenere stretta a sè più della sua stessa vita, e che, nello stesso tempo, rappresenta il suo motivo più forte per restare in vita... e poi Mion... Guisgard non ha ucciso i vostri amici, non ha colpa di quel massacro... se voi doveste perire in questo duello con lui, ditemi... a cosa sarà valso il vostro sacrificio, quando gli assassini dei vostri amici saranno liberi di banchettare ancora?"

Tacque un istante, prese fiato dopo quelle parole che gli aveva rovesciato addosso come un fiume in piena.

"Ma io sono solo una donna" mormorò "E, come avete appena detto, sono per voi un'estranea come voi lo siete per me, quindi non posso pretendere in alcun modo che voi diate peso alle mie parole!"

Guisgard
10-09-2010, 03.12.14
"Già, estranei..." mormorò Mion senza smettere di fissare la vasta campagna davanti a loro.
"Mi è sempre stato insegnato che i legami più forti sono quelli che nascono sul campo di battaglia..." continuò "... lottare fianco a fianco, difendere la vita dei propri compagni perchè da esse dipende anche la tua... e così, tra innumerevoli duelli, scontri e battaglie, la giovinezza trascorre così... ma in fondo non saprei fare altro..."
Si abbandonò ad un lungo sospiro.
"Questa sera è tanto bella, quanto malinconica..." aggiunse "... non mi andava di restare con gli altri al carro... forse stanotte mi reclamava madonna Solitudine..."

Talia
10-09-2010, 03.14.29
Mi voltai di scatto e fronteggiai il cavaliere a testa alta: "Questo mio... attaccamento?" mormorai truce, ma poi mi ripresi: osservai un breve silenzio, al termine del quale soggiunsi, in tono più leggero "Bene! Se stanno già decidendo, allora avrete poco da aspettare!"
Mi inchinai leggermente, mi voltai e uscii.
Giunsi alla chiesa con i nervi a fior di pelle...
'Turbarlo? Turbare il duca? E io? Io, allora?' mi ripetevo.
L'aria all'interno della chiesa era fresca e un senso di serenità permeava ogni cosa, anche il mio cuore ne fu un poco tranquillizzato.
Padre Alwigh mi trovò inginocchiata di fronte alla statua della Vergine... le stavo chiedendo una grazia, una grazia speciale!
"Padre..." lo richiamai mentre lui già si stava dirigendo verso il confessionale "Una volta mi confessavate così, ricordate?" dissi, sedendomi su di una panca "Vi prego, anche quest'oggi... Confessatemi qui! Come quando ero piccola!"

Guisgard
10-09-2010, 03.21.54
Padre Alwig sorrise.
Si sedette allora sopra la panca, accomodandosi il lungo vestito.
Da una delle tasche si intravedeva un rosario antico e finemente lavorato, con un bellissimo crocifisso ottonato.
"Vi ascolto, figlia mia..." disse, fissando Talia con infinita dolcezza.
Tutto questo, sotto gli occhi pietosi della statua della Vergine.

Morrigan
10-09-2010, 03.29.07
"Almeno questo abbiamo in comune, Mion... neanche io credo di saper fare altro... una donna vissuta in mezzo alle battaglie e alla distruzione... senza altro orizzonte che fosse la vibrante certezza di essere ancora viva..."

Lo guardò a lungo perchè sapeva che lui, volto verso la campagna, non poteva vederla. Abbozzò un sorriso triste.

"Allora è meglio che vi lasci... madonna Solitudine è ben fortunata di avervi tutto per lei in una notte così bella!"

Guisgard
10-09-2010, 03.35.57
Mion si voltò, fissandola mentre stava andando via.
"Quella ragazza soffriva." Disse fra sé. "C'è qualcosa, come un velo di tristezza che le attraversa lo sguardo ed il cuore..."
Mion lo pecepiva in pieno.
Non sapeva perchè, ma avvertiva in maniera forte quella sensazione.
"Perchè?" Si domandò. "Perchè una ragazza così non è felice? Ha tutto per esserlo... qualsiasi uomo vorrebbe innamorarsi di lei... eppure..."
Chinò il capo per un istante, poi vinto da un inaspettato slancio, la chiamò:
"Morrigan... non voglio restare solo... non stasera... vi va di restare ancora un pò?"
http://www.elvish.org/gwaith/movieb/manpedich.jpg

Morrigan
10-09-2010, 03.41.50
Lei lo fissò sorpresa, poi il suo viso si distese in un sorriso, il suo solito sorriso che voleva essere giocoso per sfidare chiunque la guardasse.

"Se credete di sopportare la compagnia di una donna testarda che non fa altro che contraddirvi... immagino che potrei restare"

Si fermò un istante e rise, quasi per vincere un lieve imbarazzo per quel consenso che aveva accordato senza quasi pensare.

"La vostra signora Solitudine non sarà troppo gelosa?"

Guisgard
10-09-2010, 03.56.20
Mion sorrise.
"Sono abituato ai silenzi di madonna Solitudine..." disse "... forse anche troppo..."
Accarezzò la corteccia di un albero e si avvicinò per sentirne l'odore.
"In Cina l'Autunno non è visto come un periodo triste... la natura per quello straordinario popolo non muore in questa stagione, ma si rinnova... è grazie a ciò che la natura concepisce ora che sarà poi possibile ammirare la sua rinascita in Primavera... e noi siamo proprio come gli alberi..." aggiunse voltandosi verso Morrigan "... attendiamo di rinascere quando giungerà la giusta stagione..."
Si abbandonò ancora in un lungo sospiro.
"Quando tutta questa storia sarà finita" disse "voglio ritornare almeno per un pò nelle mie terre di Borgogna... solo lì riesco a ritrovare la vera serenità... e sono sicuro che quel posto piacerebbe anche a voi, Milady." Aggiunse.

Talia
10-09-2010, 03.59.10
Sospirai profondamente, poi iniziai a parlare…
“Ho peccato, padre!” dissi “Ho peccato di superbia! Ho fatto un piano, ho escogitato una soluzione, ho preso delle decisioni che riguardano anche altre persone… e adesso ho paura! Tutta questa messa in opera ha un unico fine e voi ben sapete quale sia, non ho mai pensato però che allontanarmi da questo luogo, che allontanarmi da lui, sarebbe stato tanto penoso!”
Lentamente presi la sottilissima collana che portavo al collo e me la tolsi, sfilandomela della testa: era l’unico gioiello della mia vita precedente di cui non avevo avuto il coraggio di disfarmi dopo la mia fuga.
“Questa…” mormorai, mostrando il sottile filo d’oro che terminava con un piccolo pendente “Questa fu un dono di mia madre. Mi disse che era un oggetto speciale, un oggetto che le era stato donato da sua nonna e che io, a mia volta, ricevevo perché un giorno potessi farne dono ad una persona altrettanto speciale. L’ho sempre tenuto con me da allora, in ogni momento…”
Lentamente lo porsi al chierico, poi proseguii: “Vorrei che trovaste Guisgard e che glielo consegnaste, perché sappia che non dimenticherò ciò che ha fatto per me, non dimenticherò mai neanche un momento di questa avventura! Perché capisca che, se ho accettato di tornare a Carcassonne alla fine, non è perché ho ceduto ma perché non voglio che lo faccia lui! Perché voglio che lui sia felice, che sia libero! E perché sappia quanto io… quanto io…” lasciai scivolare la collana nella mano del chierico e chiusi gli occhi: “Perché sappia!” conclusi.

Guisgard
10-09-2010, 04.11.34
Padre Alwig prese nella mano quella collana.
"E' un bellissimo dono..." disse il chierico "... credo che lui la conserverà come la cosa più cara... e sarà, oltre al ricordo più bello, forse anche il simbolo del suo tormento più grande..."
Fissò Talia per un momento senza dirle nulla, fino a quando, prendendo le mani di lei fra le sue, chiese:
"E voi... nei momenti che il Cielo vi ha concesso di trascorrere insieme... gli avete mai detto ciò che lui rappresenta per voi? Che l'amate fino a questo punto, in modo che sia questa verità a restargli e non le parole cariche di rabbia che gridaste il giorno della sua partenza?"

Guisgard
10-09-2010, 04.44.57
Elisabeth con maestria pulì e disinfettò le ferite di Cavaliere25.
Guisgard era fermo lì ad osservarla, cercando di comprendere quella misteriosa ed affascinante donna.
Da come aveva parlato, Elisabeth sembrava conoscere bene ciò che lui aveva nel cuore.
"Chi siete?" Le chiese improvvisamente. "Non vi ho mai incontrata prima d'ora, eppure parlate come se mi conosceste bene..."

Guisgard
10-09-2010, 05.09.50
Intanto, a poca distanza dal carro, due esseri fatati, appartenenti al Piccolo Popolo, discutevano sugli eventi.
"Mmm... in effetti il tuo cavaliere sembra animato da sinceri propositi..." disse Puck Fellow ad Empi dopo aver ascoltato Guisgard "... del resto Amore è sempre stato capace di compiere i miracoli più belli sui suoi devoti, indipendentemente se si tratti di umani o di esseri fatati come noi!"
Si voltò ed osservò con attenzione Guisgard.
"Beh, certo..." continuò "... la sua situazione non è delle migliori... e stessa cosa dicasi per la sua storia d'amore..."
Si grattò la riccia barba rossa ed aggiunse:
"Insomma, a questo punto spero sia veramente lui il prescelto di cui tu parli, Empi... perchè occorrono davvero un animo indomito ed un cuore puro per risolvere tutta questa intricata questione! Ah, benedetti umana!" Esclamò poi. "Quando imparerete che vivere ed essere felici sono le cose più semplici e naturali del mondo!"
Poi, all'improvviso, come destato da un eco lontano, Puck Fellow si alzò in piedi e cominciò a fissare l'infinito paesaggio circostante.
"Eccoli..." disse con aria seria e preoccupata "...stanno arrivando... sento nell'aria l'odore del sangue e della morte..."

Morrigan
10-09-2010, 05.37.15
"La Borgogna..." mormorò Morrigan "Non vi sono mai stata... ma sono tanti i luoghi che non ho ancora visto, e il viaggio, credo sia in qualche modo legato al mio destino..."

Fece qualche passo distrattamente, allontanandosi di poco da Mion, da quella presenza che stava diventando così forte che Morrigan avrebbe giurato di essere capace di sentire ogni sussulto di lui.
La notte era fresca e chiara, così diversa da quella appena trascorsa, che era stata piena di paurosi rumori e d'ansia, a dispetto della sua smagliante bellezza.
Era una notte in cui tutto sembrava possedere una propria calma e un proprio equilibrio, ed ogni cosa sembrava pronta a svelare questi segreti persino agli occhi delgi uomini.

"La Borgogna..." ripetè. e di colpo si girò a guardarlo "...oppure l'Oriente! Me ne avete parlato così tanto! Magari potreste tornarci un giorno... ed io, io verrò con voi, se mi vorrete!"

cavaliere25
10-09-2010, 10.48.28
Ringraziai la dama e dissi grazie signora per avermi curato sono in debito con voi e sarò sempre pronto a sdebitarmi poi guardando Guisgard dissi ora che sono stato medicato sono pronto a darti una mano con quel malefico Cosimus quando lo andiamo a sistemare una volta per tutte? domandai guardandolo negli occhi.

lady_Empi
10-09-2010, 13.54.55
<sorrise lievemente alle parole di Puck Fellow> Gli umani hanno peccato di superbia, hanno creduto d’esser la razza eletta ed ora scontano questo peccato <mormorò a voce bassa> ma alcuni di loro possiedono un dono e riconoscono che vi è molto di più nel loro mondo di quanto i loro limitati occhi riescano a vedere <sollevò lo sguardo verso il paesaggio circostante> Sapevo che avresti scorto qualcosa anche tu in quel Cavaliere <volse lo sguardo verso Puck, gli occhi si soffermarono sul volto, poi lentamente esclamò> Sangue e morte <annuì> io farò ciò che devo amico mio <aggiunse. Alzò gli occhi verso il cielo e sollevò le braccia. Con i palmi delle mani rivolti verso l’alto cominciò la sua invocazione> Luce, Signora che indori la Terra di alito di vita, ascolta la mia voce io ti invoco <l’energia della fata si intensificò> Sorgi e strappa al Buio ogni mistero. Così è il volere della Madre Terra e così si compia <tacque la fata ed abbassò le braccia lentamente. Il buio fu squarciato da un bagliore, dapprima pallido, poi sempre più intenso. Empi guardò l’orizzonte, il sole nascente creava bagliori lontani riflettendosi sulle armature dei cavalieri che s’apprestavano> Guardate umani, osservate l’orizzonte e tenetevi pronti <disse infine, attendendo fiduciosa gli eventi>

elisabeth
10-09-2010, 14.53.32
Finii di pulire la ferita e lo bendai per bene....non era nulla di grave ma in quell'epoca anche un graffio diventava mortale......." mi chiamo Elisabeth, e il fatto che io vi abbia curato...non deve essere per voi motivo di debito nei miei confronti........evitate di dormire supino...almeno per qualche giorno.....".....Guisgard..il suo tono di voce sembrava quello di una persona abituata al comando...decisa e che non ammetteva repliche......ma infondo celava un lieve timore......" Conoscervi..mio Signore ?........io parlo con il cuore degli uomini.....non osservo il loro aspetto....guardo oltre, leggo i segni delle loro cicatrici...l'anima porta dei segni indelebili e la vostra ne alcuni il cui solco e' molto profondo.........non abbiate timore..".......feci in modo che mi seguisse fuori dal carro..." Guardate Guisgard.....il sole sta sorgendo in questo momento, la notte femminile ed umida lascia il posto al sole maschile e secco, fuoco e acqua....Conoscete il mondo delle fate ?......piccole creature....sono loro che aiutano noi maghe ad oltrepassare il tempo........bisogna ascoltare le loro risate e il suono del battito d'ali.......Intorno a voi girano le forze del bene......ma sappiate che le forze del male sono forti.........e allora dovrete credere anche quando tutto vi sembrera' perduto........"........allungai la mia mano sul suo braccio.......era saldo e in esso scorreva buon sangue...So perche' sei qui fatina........la profezia del cervo........le stelle che sono le mie sorelle....me ne parlarono dopo aver letto la lettera proveniente dalla provenza e Morrigan era colei che madre terra aveva messo al mio fianco.......la curiosa Morrigan.....Amore e pietre.....la curiosita' delle rune e il fascino di Mion.............Guardai quella palla infuocata che si ergeva all'orizzonte e mi rivolsi a Guisgard......" Dobbiamo andare mio signore......a Voi Cosims a me Caitley..............non abbiamo piu' molto tempo........"

Talia
10-09-2010, 16.10.51
Abbassai tristemente gli occhi ma poi, con un sorriso amaro, li rialzai lentamente su di lui: “Padre, voi mi conoscete! Io ho un carattere… difficile, talvolta! E dire a qualcuno che per me è importante è…” esitai un momento, poi decisi di scaricare anche quel peso “Sapete chi fu l’ultima persona a cui dissi che volevo bene? Raphael… il giorno prima che morisse! E prima ancora l’avevo detto a mia madre! Non so… forse, inconsciamente, temevo che se avessi detto a Guisgard che l’amavo…” scossi la testa “Che stupida! Adesso lo sto davvero perdendo e senza neanche che… ma avrei dovuto dirlo! E avrei voluto… tante di quelle volte… ma sembrava sempre un’idea tanto sciocca in quel momento! E ormai è tardi…”
Rimasi per un attimo in silenzio, poi sorrisi vagamente divertita…
“E’ stano come il tempo e gli eventi mutino il modo di vedere le cose, non trovate? Quando lasciai Carcassonne giurai che non vi avrei mai più messo piede, che niente e nessuno mi avrebbe convinta a tornare: avevo una vita ed un destino lì, ma desideravo fuggire… e adesso, invece... adesso che ho visto luoghi e conosciuto persone, che avrei la possibilità forse di avere una vita da qualche altra parte, sono di nuovo in partenza per Carcassonne… e per mia stessa volontà! Non trovate che vi sia dell’ironia in questo?”

Guisgard
11-09-2010, 02.44.43
La notte.
In essa vivono gli incanti e i sospiri di desideri lontani: i sogni.
Alcuni ciliegi in fiore, animati da quel leggero e fresco alito di vento, come colonne di un antico altare, racchiudevano quell'angolo di campagna.
Mion si avvicinò e cominciò ad accarezzare alcuni di quei fiori sbocciati su di un ramo.
"C'è un'antica canzone giapponese che parla di questi alberi..." disse "... un grande guerriero, Tempura Hamanogashi, un giorno ebbe l'ordine di seguire in guerra il suo shogun... all'alba di quella partenza, proprio sotto un ciliegio in fiore, salutò la sua amata Midori, promettendole che sarebbe ritornato da lei prima dello sfiorire di quell'albero... ma durante una battaglia, Tempura cadde ucciso... tuttavia Midori lo attese sempre con viva fiducia... uno spirito dei boschi, sottoforma di tasso, presente durante il loro saluto, impietosito rese quel ciliegio eternamente fiorito, lasciando Midori in fiduciosa attesa del suo amato... ed un giorno, proprio come aveva promesso, Tempura tornò da lei per condurla in un luogo lontano, dove si sarebbero amati per sempre..."
Si voltò di scatto verso Morrigan.
"L'oriente..." sussurrò "... ditemi... verreste davvero con me laggiù?"

Morrigan
11-09-2010, 03.04.35
Morrigan era rimasta ad ascoltarlo, senza osare interromperlo. Non aveva più fiato per le parole, perchè una nuova, strana tensione le aveva quasi mozzato il respiro.
Da quella breve distanza, che tuttavia le sembrava infinita, incolmabile, era rimasta a guardarlo, seguendo ogni suo movimento, accarezzando con lo sguardo la sua mano che accarezzava il fiore.
Aveva ascoltato con orecchio stupito la storia che lui le stava narrando... una storia che parlava di una bellezza e di una poesia che ella non aveva mai conosciuto prima di quel momento... parlava la lingua delle anime e dei fiori, mentre lei aveva conosciuto solo la lingua della violenza e della febbre...
Lo ascoltò in silenzio, per perdere nemmeno una parola, sorprendendosi, istante dopo istante, di quella nuova emozione di cui si stava scoprendo capace.
E quando Mion ebbe finito, Morrigan abbassò le ciglia e una lacrima silenziosa le solcò la guancia, rapida e quasi vergognosa di essere apparsa.

"Il punto, mio signore, è che io... io non sono lei... non sono quella dolce fanciulla, e voi... voi sareste ingannato"

Guisgard
11-09-2010, 03.10.17
Intanto, al carro, Guisgard restò turbato dopo aver ascoltato Elisabeth.
Il cavaliere scrutò allora l'orizzonte.
"Cosa volete dire?" Chiese. "Che stanno arrivando qui? Ne siete certa? Io non credo che..."
Si interruppe, tornando a fissare lo sterminato paesaggio davanti a loro.
Aveva compreso che Elisabeth non era una donna comune, ma dotata di una sensibilità sconosciuta ai suoi simili.
Anzi, ella era una donna che oscillava tra il mondo reale ed un qualcosa di più misterioso e complesso.
"Accanto a Cosimus vi è dunque una misteriosa presenza..." riprese a dire "... che lo protegge... e sta bene, allora toccherà a voi vederverla con lei... vi chiedo solo di darmi il tempo e la possibilità di sfidare quel maledetto in un duello le cui sorti dipendano solo dalla prontezza delle nostre spade..."
Si voltò verso di lei, fissandola con lo sguardo animato da viva determinazione e chiese:
"Potete farlo, milady?"

Guisgard
11-09-2010, 03.28.44
Mion si avvicinò a lei.
"Io..." sospirò "... non cerco quella dolce fanciulla... forse non ho mai cercato veramente nessuna donna... la mia vita era troppo piena di battaglie, di duelli, di quella folle disciplina che tende ad una perfezione assoluta... ma stanotte... stanotte mi sto accorgendo che nella mia vita c'è un vuoto grande come un abisso..."
E, dopo una leggera esitazione, quasi tremante, avvicinò la sua mano al volto di lei e bagnò il suo dito con quella lacrima.
"Perchè... piangete, Morrigan?" Chiese.

Morrigan
11-09-2010, 03.44.36
Lasciò che Mion raccogliesse quella lacrima, e per tutto il tempo di quel gesto, che le parve infinito, quasi trattenne il fiato, perchè lui non la vedesse tremare.
Era smarrita, confusa da quella situazione. Aveva sempre creduto che non ci fosse ormai nulla che non avesse già visto o sentito, ma si accorgeva solo in quel momento di quanto fosse stata stolta ed arrogante. Paradossalmente, pensava, aveva trascorso la maggior parte della sua vita a stretto contatto con gli uomini... i suoi comandanti, i capitani degli eserciti per cui aveva lottato, i suoi compagni in battaglia... per anni li aveva avuti così da presso, che quasi non li vedeva... passava tra loro indifferente, unicamente concentrata sul suo obiettivo, concentrata sul proprio odio...
Invece, quell'uomo, che le stava di fronte, in quella notte, non assomigliava a nulla che fosse nei suoi ricordi... non assomigliava a nulla, e la sua anima, in quel silenzio, le sembrò così bella che Morrigan avrebbe voluto tendere la sua mano e toccarla.
Ma in quell'istante ebbe paura, e si ritrasse.

"Piango perchè nessuno mi ha mai parlato come voi avete fatto adesso... e piango perchè se voi sapeste cosa sono veramente, non lo avreste mai fatto"

Guisgard
11-09-2010, 04.06.44
Morrigan parlava e Mion percepiva la sua paura.
"Ma paura di cosa?" Si domandava il formidabile spadaccino, abituato com'era a scrutare lo sguardo del suo nemico, fino a penetrare nei meandri più nascosti del suo animo.
"Cosa siete veramente, milady?" Chiese Mion. "Io... vedo una bellissima donna... una donna che si mostra forte, determinata... ma che in realtà mi appare fragile, delicata, malinconica... come... come un sogno al momento di svegliarsi..."
Si lasciò sfuggire un sospiro che quasi lo svuotò.
"Cosa siete veramente? Vi... fidate di me a tal punto da dirmelo?"
Esitò per un momento poi concluse:
"Ma... di qualsiasi cosa si tratti... non cambierebbe nulla per me..."

Morrigan
11-09-2010, 04.33.30
Morrigan lo fissò un istante, come se lo volesse studiare, esitante sul sottile confine che separava il suo desiderio di celarsi da quello di fidarsi.
Si lasciò sfuggire un gemito di sottile dolore, mentre dentro di lei quei sentimenti finivano di scontrarsi in un duello mortale, quindi si stacco da lui, camminò piano verso l'albero che Mion aveva carezzato, e si sedette sull'erba morbida.

"Quelle come me, tra la mia gente, al Nord, le chiamano streghe..." cominciò allora con tono amaro "E quelle come me, nessuno le può amare, nemmeno coloro che ti hanno messo al mondo! Strega... da bambina io non sapevo nemmeno cosa significasse... sapevo soltanto che, se lo volevo, potevo distruggere un oggetto con uno sguardo... era solo un gioco... ma un gioco crudele, e io non ho mai smesso di giocarlo! Ero il corvo nero di tutte le battaglie, ogni capo mi voleva con sé sul campo... portavo la morte dentro gli occhi, e non avevo sguardi di pietà per nessuno! Poi, qualche mese fa, durante l'ultimo scontro combattuto dall'esercito in cui militavo, il nemico ci sbaragliò con una violenza inattesa... non ci hanno dato scampo! Nel bruciare della battaglia ho visto uomini perire nel modo più atroce, e coloro che avevo chiamato compagni, morire invocando benedizioni che non sono mai arrivate... gli dei avevano smesso di ascoltarci. Io riuscii a sfuggire, ma non sapevo dove andare... maledissi la mia sorte ed il mio dono, che non era valso a salvare nessuno...arrivai al limite della disperazione! Lungo il mio cammino senza meta trovai un convento. Là mi accolsero, mi aiutarono, mi permisero di vivere tra loro senza chiedermi nulla, fingendo di non vedere cosa fossi veramente. Là incontrai Lady Elisabeth, che mi prese con sè... il resto lo sapete da voi"

Tacque un istante, poi rivolse il viso all'uomo che l'aveva ascoltata con paziente silenzio fino a quel punto.

"Vedete, dunque, cosa sono? Voi, così nobile e fiero, così leale nel combattimento e nella vita, di certo inorridirete di fronte a questi occhi che hanno portato tanta rovina... voi avanzate nella luce, Mion, e io sono nell'ombra... voi sentite la vita nelle cose che vi circondano, ed io gioco con la morte... come potrei, io, restarvi accanto?"

Guisgard
11-09-2010, 04.47.58
Mion si avvicinò al ciliegio e si sedette accanto a lei.
Appoggiò i gomiti sulle ginocchia piegate e la fissò con tenerezza.
"Eppure i vostri occhi a me trasmettono solo belle sensazioni..." disse sorridendo "... vi sembrerà sciocco... ma io vi fisso di continuo... e fisso il vostro bellissimo sguardo... e non vi è niente di oscuro o di malefico nei vostri occhi... anzi..."
In quel momento un petalo si staccò dal ciliegio e si posò sui capelli di Morrigan.
Mion allora con la mano cercò di prenderlo, ma senza accorgersene si ritrovò ad accarezzare i lunghi capelli della ragazza.

Morrigan
11-09-2010, 04.57.54
Morrigan sussultò, sentendosi sfiorare, ma poi, lentamente, si abbandonò alla piacevolezza di quel gesto delicato.
Prima di Mion, l'unica persona che l'aveva sfiorata con affetto era stata Elisabeth, il giorno in cui l'aveva chiamata figlia.
Prima di Mion e del suo tocco, non aveva altra memoria di una carezza.
Abbandonò il capo sulle braccia, che tenevano strette le sue ginocchia contro il petto. Socchiuse gli occhi e sorrise appena.

"Voi non avete paura di me, Mion?", chiese piano, mentre si perdeva nella piacevole confusione di quel momento.

Guisgard
11-09-2010, 05.12.04
Quegli occhi, quel lieve sorriso, quell'espressione serena e delicata.
Mion non l'aveva mai vista così.
Non sembrava più sfuggente, sospettosa, enigmatica.
Quel velo, che spesso appariva più come una corazza, sembra affievolirsi, svanire.
Era lì, davanti a lui.
Non si era allontanata, non si era chiusa dietro quell'apparente alone di ghiaccio come spesso faceva.
Ora era lì, con una naturalezza che scaldava il cuore di Mion.
Lui continuava ad accarezzare quei lunghi capelli neri come la notte, ma caldi e morbidi come un sospiro d'amore.
"No..." sussurrò lui "... non ho paura... e come potrei? Siete la creatura più bella e pura che io abbia mai incontrato..."

Morrigan
11-09-2010, 05.27.59
Nell'attimo in cui udì le parole di Mion, pronunciate con tono così caldo e sincero, a Morrigan parve che un peso volasse via dal suo cuore... un peso che era lì da così tanto tempo che lei aveva smesso di averne coscienza, ma che ugualmente aveva sempre impedito al suo spirito di levarsi in volo.
E in quel momento, ella sperimentò una sensazione che si irradiava come un'onda, leggere e fragrante come vento di primavera... la gioia... la gioia di vedere un nuovo giorno, la gioia di un fiore che si apre e raccoglie la rugiada notturna.
Rimase immobile, cullata dal tocco di lui, lasciandosi affogare nella beatitudine di quella situazione così unica e preziosa ai suoi occhi.

"Quando questa missione avrà fine," iniziò allora a dire, con voce dolce come se fosse sul punto di intonare un magico canto, "quando avremo completato il nostro compito qui, voi lascerete queste terre e il lutto che in esse avrete trovato... partirete e andrete ad Est, verso quel mitico regno di luce che si stende oltre le montagne... verso quel regno di saggezza e pace che è la promessa per ogni uomo degno che sia alla ricerca della propria perfezione... quel regno che brilla come un tesoro sotto lo scrigno del cielo..."

Sollevò il capo e cercò i suoi occhi.

"E io... io verrò con te fino alla fine di quel viaggio, e oltre!"

Guisgard
11-09-2010, 06.03.04
Quella mano che accarezzava i suoi capelli, perdendosi in essi, cominciò a scivolare fino a sfiorare il suo collo.
Prese allora l'altra mano di lei e la strinse forte, portandola contro il suo petto.
Morrigan sentì il cuore di Mion battere forte, come se volesse espolodere.
"Ti porterò con me..." sussurrò "... lascia che tu sia solo mia... e non soffrirai più... te lo giuro... mai più..."
E si avvicinò, sfiorandole il volto col suo respiro...
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Morrigan
11-09-2010, 06.20.04
Come era potuto accadere? Cosa aveva guidato i loro passi fino a quel punto?

Fino a qualche giorno prima, lei era solo una strega guerriera che cercava di dimenticare il proprio passato senza avere ancora una speranza nel futuro... e lui, era solo un cavaliere, sfuggito alla morte e ferito in una foresta dove forse gli sarebbe toccato di vedere finire la sua vita... era due astri distanti, due mondi senza alcuna speranza di incontrarsi... e in quel momento, invece, il viso di Mion era vicinissimo, ad un passo da lei, dalle sue labbra...
... e Morrigan rivide in un istante mille frammenti di quei giorni come se fossero stati i pezzi sparsi di una intera, lunghissima vita spesa insieme... lo sguardo di Mion quando le aveva scorte nel bosco, la sua diffidenza... lo scherzo che lei gli aveva rivolto, che era presto diventato un dolce raggiro... poi la spada di lui che guizzava nell'ombra, al suo fianco, giungendo rapida in suo soccorso... le sue parole, la loro muta intesa, la rabbia contro Guisgard che l'aveva offesa... questo e tanto altro insieme le riempirono gli occhi ed i pensieri, ma sopratutto l'idea che, fin dal primo istante, egli l'aveva accettata per la donna che era... scontrosa, difficile alle volte, schietta fin quasi a ferire, ma con ancora in sè la voglia di lottare e di trovare nuove strade...

... e in quel pensiero così dolce, Morrigan gli sfiorò le labbra con un bacio acerbo, esitante.

Guisgard
11-09-2010, 06.30.08
Nel frattempo, al carro, mentre Guisgard discuteva con Elisabeth, Maladesh richiamò l'attenzione di tutti loro.
"Venite, presto!" Disse visibilmente agitato.
Tutti allora, seguendo le sue parole scrutarono un punto lontano dell'orizzonte.
"Ecco, lì..." indicò Maladesh "... quella nuvola di polvere laggiù!"
Guisgard fissò quel punto con attenzione.
"Dalla polvere che muovono si direbbero in buon numero..." disse "... ad occhio e croce saranno qui prima di un'ora..."
"Forse attenderanno il buio per attaccarci." Intervenne Tisson.
"Forse si..." rispose Guisgard con gli occhi fissi su quel polverone "... o forse no... non possiamo rischiare..."
"Che facciamo?" Chiese Maladesh.
Guisgard restò un momento in silenzio.
"Dove sono gli altri?" Chiese. "Dov'è la vostra discepola?" Chiese ad Elisabeth.
"Manca anche Mion..." disse Tisson "... meglio cercarlo, uno come lui ci occorre come il pane in questa situazione!"

Guisgard
11-09-2010, 06.33.37
Mion la baciò con passione e la strinse forte a sé.
In quel momento i loro cuori avevano un unico battito ed i loro corpi un unico respiro.
"Io..." sussurrò "... io non ti lascerò più andar via..."
All'improvviso udirono un mormorio confuso ed agitato.
Mion si voltò in direzione del carro e restò in silenzio, cercando di comprendere cosa stesse accadendo.

Morrigan
11-09-2010, 06.47.11
Anche Morrigan aveva teso l'orecchio in quella direzione, risvegliata bruscamente da quell'istante che aveva creduto infinito, mentre poggiava il capo sul petto di Mion, che la stringeva a sè.
Si scionse da lui, si guardò intorno.

"Forse è meglio tornare..." suggerì, con una punta di rimpianto, e fece per alzarsi.

Ma subito un altro pensiero le attraversò la mente. Guardò in direzione del carro, dev'erano i loro compagni, poi guardò Mion. La sua mano, che poggiava ancora sul suo braccio, lo strinse come per trattenerlo.

"C'è solo una preghiera che vorrei farti... ti prego, Mion, non sfidare Guisgard a duello! Io non conosco milady Talia nè il suo stato, ma ti chiedo solo ti valutare secondo la tua coscienza... pensa a noi, a questa notte... se lei fosse stata me, avresti desiderato che ella potesse scegliere da sé se amarti o no? E lei, per quanto ne sappiamo, non è del tuo signore più di quanto non lo sia di Guisgard! Quanto a lui... Lady Elisabeth mi ha rivelato parte delle sue visioni, e ciò che ho visto è che egli non ha commesso delitto alcuno... Mion, io ti prego allora di non sporcare la tua lama con il sangue di un innocente!"

Poi lo fissò di nuovo, con dolcezza, come se si fosse accorta di essere stata una volta ancora troppo irruente, e volesse chiedergli perdono. Gli carezzò il viso con la mano.

"Ricorda questa mia preghiera, mio caro... e adesso andiamo a vedere cosa accade... la necessità viene prima del desiderio!", recitò con un sorriso.

cavaliere25
11-09-2010, 11.47.16
Guardai quel polverone e dissi chi saranno e cosa vorranno da noi? domandai preoccupato ora che facciamo? come ci organizziamo chiesi rivolgendomi al gruppo si dobbiamo trovare gli altri e anche in fretta se vogliamo essere pronti alla battaglia.

elisabeth
11-09-2010, 20.58.43
Un duello con Cosimus.....un suicidio....." Guisgard, voi pensate che Cosimus possa concedervi un duello in piena regola cavalleresca?..........siete ingenuo........Cosimus e' protetto da Caitley.....e protetto significa che lui e Caitley sono un unica cosa.......in questa storia c'e' molto poco di umano....Io e voi mio Signore dovremo essere un unica persona......i corpi che gli altri vedranno saranno solo due...in realta' saremo in quattro.......vi daro' un anello che metterete al dito....state attento a non perderlo.......tramite quell'oggetto la mia anima si unira' alla vostra..........Morrigan mi proteggera' dall'esterno.......se quell'anello andasse in mani nemiche io morirei......e questo Caitley lo sa.........ma anche per me e' arrivata la resa dei conti....sentirete la mia voce come se fosse la vostra coscienza a parlare......qualsiasi cosa mi necessitera'....lo direte a Morrigan e lei vi ascoltera' ".........Il rumore di cavalli al galoppo ..mi fece sobbalzare......Cosimus.....fuori dalla Torre, il mio cuore comincio' a battere talmente forte che poteva essere udito......" So dove si trova Morrigan non temete......e so anche che ci raggiungera' al piu' presto..intanto datemi la vostra mano......".......Cosi' infilai il mio anello all'anulare sinistro..........solo una parola e mi sarei unito a lui...intanto avevo la necessita' di parlare a Morrigan........Santa ragazza...ci mancava l'amore.......

Morrigan
11-09-2010, 21.11.11
"Eccomi, sono qui!"

Morrigan apparve di corsa al fianco di Elisabeth, un po' trafelata e con un lieve rossore che le copriva le gote... fortuna che non indossava gli abiti che erano solite portare le damigelle, pensò... almeno i suoi calzoni attillati e i suoi stivali di cuoio rinforzato non avevano bisogno di essere messi in ordine dopo essere stata seduta sull'erba umida della foresta!

Incontrò lo sguardo di Elisabeth.

"Perdonatemi, Elisabeth, io non intendevo..." si interruppe, poi sembrò recuperare la sua solita sicurezza "Ditemi, cosa vi occorre?"

elisabeth
11-09-2010, 21.28.03
Nel vederla arrivare cosi' trafelata.......e con quel lieve rossore sulle gote.......volevo mantenere un' espressione irritata...e invece non riusciia trattenere un'allegra risata......." Morrigan......avete l'espressione di una ragazzina a cui verra' un gran mal di pancia a furia di rubare e mangiare ciliege.......pensi che per un po' Mion potra' aspettare ?

Morrigan
11-09-2010, 21.34.30
Le parole di Elisabeth la piombarono in un profondo imbarazzo, ma dopo qualche istante, Morrigan si sentì quasi sollevata dal fatto che l'altra gliele avesse rivolte. In fondo, non c'era nulla che potesse nasconderle, e non aveva in realtà nemmeno voglia di farlo. Elisabeth era la persona che aveva sentito più vicina a sè, e il suo affetto ciò che più somigliava al calore di una famiglia... Elisabeth... Mion... bizzarro pensare di aver trovato tutto quel calore in così pochi giorni... quel calore che una parte del suo cuore aveva sempre invidiato agli altri, pur senza mai ammetterlo!

"Aspetterà..." mormorò con un sorriso sereno sul viso "Abbiamo entrambi molto da fare qui, e anche lui lo sa bene quanto me... è un uomo buono e leale, confido nel fatto che comprenderà e ci aiuterà con tutto il suo cuore!"

elisabeth
11-09-2010, 21.45.16
" Aspettera'......quando il nostro cuore ci parla...non sempre siamo pronti ad ascoltarlo, il tempo mia cara, devi sapere che la parola Amore non ha tempo,ma acquista tempo......Morrigan, un momento della tua vita ti ha mostrato il vuoto dei tuoi affetti.....un sorgere di sole ti ha fatto scoprire l' amore, desidero che tu sappia che in questa guerra, che non sara' ne' tua ne' di Mion....dovrai scegliere.....dovrai scegliere chi ti stara' accanto per tutta la vita"......presi le sue mani...ed incominciai a massaggiarne i palmi........guarda nel tuo cuore figlia mia.......

Morrigan
11-09-2010, 21.58.41
Morrigan, sul momento, non riuscì a comprendere le parole di Elisabeth... troppo presa dalle sue emozioni, parole come quelle che aveva appena ascoltato non riuscivano ad assumere chiarezza nella sua mente! Ma aveva fiducia in Elisabeth e nel suo operato!
Lasciò che le prendesse le mani, che cominciasse ad irradiare in lei la sua magia... si abbandonò a quel contatto... sono pronta... sono pronta... parlate, ed io vi ascolterò!

elisabeth
11-09-2010, 22.08.00
"....Dovrai essere pronta a vedere due corpi di donna visibili solo ai tuoi occhi......combattere con armi che non hanno forma....perche' energie potenti saranno presenti.......dovrai stare accanto a Guisgard...in qualsiasi momento.....se lui perdera' l'anello che gli ho donato...non solo non potro' aiutarlo.....per me sarebbe la fine.......sarai tentata di andare in soccorso di Mion qual'ora ne avese la necessita'....ma se Guisgard perdera' questa battaglia.......il male avra' la meglio..........spero tu non debba mai trovarti a decidere.......sappi comunque che io ti amero' lo stesso....anche se decidessi si salvare il tuo Amore "

Morrigan
11-09-2010, 22.14.38
Mentre sprofondava dentro i pensieri di Elisabeth, lentamente le immagini si fecero chiare e Morrigan sperimentò un profondo sgomento. Quando infine comprese di quale scelta ella parlava, per un istante avrebbe voluto urlare... avrebbe voluto allontanarsi, per scacciare da sè quel dubbio... avrebbe voluto respingere quel momento... l'Oriente... l'Oriente, e i sogni... dove vanno i sogni? ... dove va la gioia? ... Mion!

Ma poi le parole sacre ritornarono a parlarle, con la coscienza della loro profondità... la necessità viene prima del desiderio... lo farò, Elisabeth, lo farò... starò accanto a Guisgard... per la prima volta combatterò con la coscienza di servire il bene, senza incertezze e senza ambiguità... lo devo a me stessa, lo devo a voi che mi avete chiamata figlia, e lo devo a Mion... devo dimostrargli che posso seguire la luce, e meritarlo... resterò salda e farò ciò che chiedete!

elisabeth
12-09-2010, 00.27.37
Vivevo le emozioni e pensieri di Morrigan....fui invasa da un'intollerante malessere.......le stavo chiedendo la prova piu' grande che si possa chiedere ad un essere umano........gia' e' questo che Morrigan doveva comprendere.... lei..... aveva poco a che fare con gli esseri umani......il punto era che non avevo ancora avuto il tempo di spiegarglielo...........presi il sacchettino di erbe essiccate....." Morrigan, in questo sacchetto c'e' il futuro degli uomini.....non dovrai mai sparpagliare il suo contenuto.....se non si e' pronti si rischia di cambiare il corso degli eventi......me lo restituirai quando tutto sara' finito...."....tenendo le sue mani tra le mie una luce bianca passo' da me a lei.....adesso nessuno potra' farti del male......le tre luci si sono unite perche' tu possa essere...protetta....... " Morrigan ...Guisgard ha l'anello.....quando il vento scompigliera' i tuoi capelli........e togliera' il mantello dalle mie spalle....tu dovrai dire........Is urrain don bhoireannach sin a dheanamh (una donna puo' farlo)......saremo cosi' un unica persona..."......L'abbracciai ora ero nelle sue mani

Guisgard
12-09-2010, 03.54.49
Mion ascoltò la preghiera di Morrigan.
Rinunciare ad un duello?
A regolare una questione d'armi?
Chi conosceva Mion sapeva che questa era pura utopia.
Lui provava un cieco rancore verso Guisgard.
Quell'uomo aveva portato con sé la futura moglie del suo signore.
Inoltre da tutti aveva udito dell'abilità di quel cavaliere.
L'amore per la sfida, la determinazione a migliorarsi battendo ogni avversario erano state da sempre le caratteristiche di Mion.
Quindi le parole di Morrigan non avrebbero potuto in nessun modo influenzarlo.
Invece no, non fu così.
"Mi domandi molto..." disse alla ragazza "... di rinunciare a duellare per una buona causa..."
Chinò il capo e poi si voltò verso il carro, senza aggiungere altro.
Ed appena i due raggiunsero gli altri, furono subito messi al corrente di tutto.
"Dobbiamo restare uniti o saremo ancora più vulnerabili!" Urlò Guisgard. "Eccovi, messere!" Esclamò poi vedendo arrivare Mion. "Dove eravate? Occorre l'abilità di tutti in questa situazione!"
Poi, vedendo che Mion e Morrigan, forse senza neanche accorgersene, si tenevano per mano, Guisgard sorrise.
"Forse nessuna battaglia potrà mai eguagliare il valore di ciò che avete conquistato stasera" disse "ma se non escogitiamo subito un piano temo che non coglierete mai il frutto che la sorte sembra avervi donato... a meno che non crediate all'amore eterno anche nell'altra vita!"
"Cosa volete insinuare gaglioffo?" Chiese Mion.
"Se vuoi soddisfazione..." Disse minaccioso Guisgard.
"I nostri nemici stanno arrivando!" Intervenne Maladesh. "Contro di loro dobbiamo combattere, non fra di noi!"
Guisgard e Mion si scambiarono uno sguardo di sfida.
Poi, calmatosi, il cavaliere di Capomagnus cominciò a dire:
"Ascoltatemi tutti... quei cavalieri cercano me, non voi... questa non è la vostra battaglia, quindi non vi chiedo inutili rischi e sacrifici. Se volete andare..."
"Ma con chi diavolo credete di parlare?" Lo interruppe Mion. "Io non abbandono mai una battaglia! E poi quei dannati hanno massacrato i miei compagni! No, cavaliere, questa battaglia non è solo vostra!"
"La pensate tutti come lui?" Chiese Guisgard agli altri.
"Si, tutti!" Rispose per tutti Maladesh. "Ed ora dacci un taglio! Possibile che tu debba sembra ritagliarti un ruolo tra l'eroico ed il melodrammatico! Ora occupiamoci di cose serie, per favore!"
"E sia." Disse Guisgard. "Presto avremo addosso almeno una trentina di cavalieri! Questo spiazzo è troppo largo per aspettarli qui... direi di proseguire lungo il sentiero" continuò indicando la direzione da seguire "e trovare un passaggio angusto e stretto, in modo che, affrontandoli lì, il loro numero non conterà a niente, permettendoci di far valere le nostre abilità individuali!"
"Su quante spade possiamo contare?" Chiese Maladesh.
"Tutti noi uomini più la ragazza" rispose Guisgard, indicando poi Morrigan "che da come è abbigliata sembra avere dimestichezza con le armi. Abbiamo armi per colpire a distanza?" Chiese poi a Maladesh.
"Nel carro abbiamo due archi ed una balestra."
"Ottimo." Sentenziò Guisgard.

Guisgard
12-09-2010, 04.01.17
Finito di parlare, Guisgard si voltò verso Elisabeth ed ascoltò con attenzione le sue parole.
"Mi state parlando forse... di magia?" Chiese confuso. "Io..."
Restò un attimo turbato.
"Voi conoscete Cosimus bene, milady..." prese a dire "... e forse, per certi aspetti, anche meglio di me... ascolterò le vostre parole e farò come mi imponete."
Fissò poi quell'anello e lo baciò.
"Sono pronto, mia signora..."
Intanto, Maladesh, Cavaliere25, Tisson e i due asistenti cominciarono a preparare il carro per partire.

Guisgard
12-09-2010, 05.12.39
Di li a poco, il carro partì, seguendo il sentiero e giungendo nella foresta.
Qui trovarono una rientranza naturale del sentiero, che permetteva con difficoltà il passaggio ad un singolo cavaliere a cavallo.
"Qui è perfetto. Ci fermero qui!" Disse Guisgard. "Ora possiamo prepararci."
Così, ciacuno cercò un luogo in cui appostarsi.
Guisgard si staccò dal gruppo e raggiunse un'irregolare radura.
"Dovranno passare di qua, non hanno altra scelta." Pensò.
Si appostò allora accanto al tronco di una quercia ed attese di scorgere qualche segnale del loro arrivo.
E mentre attese, i suoi pensieri cominciarono a vagare tra il passato e ciò che potrebbe essere il futuro.
E ripensò a Talia.
Chi legga non pensi che il ricordo di quella ragazza ritornasse in lui di tanto in tanto.
Neanche il pericolo imminente e la drammaticità di quella battaglia affievolivono in lui quel pensiero.
Talia era costantemente presente nel suo cuore e nel suo animo.
Ogni pensiero, ogni gesto erano intrisi del ricordo di quella ragazza.
E la sua mancanza lo tormentava ben oltre la minaccia di Cosimus o dell'ombra del boia che l'attendeva.
All'improvviso però udì dei passi.
Si voltò di scatto e vide un uomo davanti a lui.

Guisgard
12-09-2010, 05.30.36
Quell'uomo era davanti a Guisgard e lo fissava.
Era tarchiato e grassoccio, con i lineamenti duri e lo sguardo vispo.
"Chi sei tu?" Chiese il cavaliere.
L'uomo sorrise e alzò, brandendolo in aria, lo strano bastone che aveva con sé.
"Io sono Eschilo!" Cominciò a dire con voce tesa. "Sono Sofocle! Sono Euripide! Sono Plauto! Io sono Terenzio!"
Guisgard restò stupito da quel personaggio singolare.
"La vita è come la scena di un teatro" aggiunse l'uomo "ed io sono l'artefice dei suoi risvolti!"
"Da dove salti fuori, buontempone?" Chiese Guisgard rilassandosi.
"Non mi credi?"
"Sei folle, amico mio!" Disse il cavaliere.
"Io animo la scena!" Replicò l'uomo. "Io sono il Fato! Sono la Fortuna! Sono la passione e lo slancio insieme! Io sono Amore!"
Guisgard scosse il capo.
"Non temi Amore tu?"
"Amore mi ha abbandonato, amico mio." Rispose Guisgard. "Come il senno ha abbandonato te!"
"Amore è follia! E' pazzia! E' avventatezza! E' temerarietà!" Urlò l'uomo. "E tu, vuoi sfuggirgli!"
"Ascolta, tra un pò qui scorrerà sangue, quindi ti consiglio di andartene il più lontano possibile!" Disse Guisgard.
"Ma tu la ferita più profonda la porti già nel tuo cuore!"
"Insomma, ma chi diavolo sei?" Domandò Guisgard.
"Tu devi chiederti chi sei!" Rispose l'uomo. "Sei Perseo! Sei Admeto! Sei Pigmalione! Sei Tristano! Sei Lancillotto!"
"Io sono solitudine, malinconia e tormento..."
"E' notte, non temere di confidarti..."
"La notte..." ripetè Guisgard "... la notte è il momento peggiore, quello che più mi lacera..."
"Perchè?"
"Perchè" sospirò Guisgard "è il momento in cui mi assalgono i ricordi... troppe notti ricordo... troppe notti più benevole e clementi di questa..."
"Ti ascolto..."
"Ricordo ogni momento della nostra fuga... e ricordo ogni notte... da quella in cui partimmo da Camelot a quella quando dovetti lasciarla all'abbazia..."
L'uomo si avvicinò e gli accarezzò la testa.
"Perchè non vi sono spade a questo mondo" continuò Guisgard "infallibili come i dardi di Amore? Vorrei trovarla stanotte una spada così... una spada che mi..."
"Uccida?" Lo interruppe l'uomo.
"Che mi liberi!" Rispose Guisgard.
"Chi ama non si libererà mai del suo sentimento."
"Quando arriveranno quei maledetti?" Chiese con rabbia ed impazienza Guisgard.
"Tu cosa farai?" Chiese l'uomo.
"Andare via e vivere..." sussurrò Guisgard "... o restare e morire... ma senza di lei sarei comunque come morto..."
"L'hai perduta?"
"L'ultima notte che la vidi... mi gridò in faccia il suo odio..."
"Talvolta l'amore si maschera da odio..."
"Questa notte è troppo per me... è troppo inclemente... vorrei averla qui... ma non c'è... e mi chiedo dove sia ora..."
"Una notte contro mille..." disse l'uomo "... forse la verità è celata nelle notti in cui ti era accanto..."
"Ho paura, amico mio..." sospirò Guisgard "... ho paura... ho paura che sia tutto un'illusione, un dolce ed effimero incanto... la notte è il regno dei sogni... e se fosse tutto un sogno? Se lei non mi appartenesse davvero?"
L'uomo si alzò dal tronco cavo sul quale si era seduto.
"Io amo Talia e forse lei amava me..." aggiunse Guisgard "... ma questo va oltre l'incanto della notte? La lady di Carcassonne... la vera Talia, quella che discende da una nobile famiglia e il cui sangue le concede di dominare su terre e su uomini... quella Talia, ha il suo stesso cuore? Sulle sue labbra prendono vita uguali parole... o su quelle stesse labbra muoiono tutti i miei sogni? Forse è davvero tutto un incanto... un gioco della notte... una finzione, proprio come il teatro..."
"Il teatro non è diverso dalla vita." Rispose l'uomo.
Ma proprio in quel momento si udirono dei rumori lontani.
Guisgard scattò su e cominciò a scrutare il sentiero.
"Stanno arrivando..." disse "... devo avvertire i miei compagni che manca poco ormai... vieni con me?"
"Non sono un soldato..." rispose l'uomo "... ma potrei esserlo... potrei essere Alessandro il Grande! Annibale! Giulio Cesare! Augusto! Traiano! Costantino il Grande..."
E si allontanò ripetendo altri nomi di altri grandi combattenti, fino a sparire nella foresta.
Guisgard restò a fissarlo fino a quando vide la sua sagoma.
Rimasto solo, il cavaliere, tornò dai suoi compagni.

Morrigan
12-09-2010, 10.29.22
L'abbraccio di Elisabeth la travolse, ma Morrigan non riuscì a restituire quel gesto con lo stesso affetto che avrebbe desiderato. La sua mente era già volata altrove, inseguendo un pensiero affannoso che non riusciva del tutto ad abbandonarla, nonostante la sua determinazione.
Dopo aver ricevuto tanti colpi di spada e tante ferite in ogni parte del corpo esposta alla battaglia, il pensiero e la consapevolezza che avrebbe potuto perdere Mion tanto rapidamente quanto rapidamente l'aveva trovato, era una ferita che non sapeva come curare. Una ferita nell'unica parte del suo corpo che fino a quel momento era stata celata e trascurata.

Si rivolse allora verso gli uomini, che, poco distanti da loro, stavano organizzando la resistenza. Mion e Guisgard si guardavano ancora con sfida, come se fossero stati pronti a lanciarsi l'un contro l'altro da un momento all'altro... "Mi domandi molto... di rinunciare a duellare per una buona causa"... erano le ultime parole che lui le aveva rivolto, e quel pensiero fu per Morrigan molto triste. Perchè gli aveva fatto quella richiesta? Si pentiva amaramente, in quel momento, di avere cercato di strappargli quella promessa, perchè il suo agire era stato dettato puramente dall'egoismo... e non perchè temeva che Mion fosse ucciso da Guisgard, anche se era questo che il suo cavaliere aveva scioccamente pensato! No, elle temeva invece il contrario... che Mion potesse ucciderlo, e se l'avesse fatto avrebbe dovuto vivere con il rimorso di aver macchiato irrimediabilmente la sua spada e la sua anima, facendo torto, in un solo gesto, all'Amore, alla Giustizia e ai suoi stessi compagni... ed un uomo che aveva lo spirito di Mion e la sua tensione alla perfezione, non avrebbe voluto sopravvivere ad un simile rimorso!
Ma Morrigan era nel torto, e lo capiva adesso, dopo le parole di Elisabeth. Aveva cercato, con quella richiesta, di impedire a Mion di fare la sua scelta, secondo la propria coscienza... ma Elisabeth le aveva rammentato che anche lei avrebbe dovuto fare le sue scelte! ... e come posso io, allora, impedirgli di seguire la sua strada, solo perchè desidero proteggerlo?
L'unica giustificazione possibile per il suo agire era il pensiero che Mion fosse la prima cosa che avesse mai desiderato proteggere. E ogni bambino che si appassiona per un nuovo oggetto che gli è stato donato, all'inizio vi riversa addosso ogni sua energia in maniera smodata, per timore che quell'oggetto possa smarrirsi, rompersi o essergli sottratto... così aveva fatto lei!
Era giunto invece il momento di disporsi ad un sentimento più saggio... come aveva detto ad Elisabeth, lei voleva meritarlo, il cuore di Mion! Perchè finalmente anche lei aveva trovato qualcosa, qualcosa di prezioso per cui lottare!


Si avvicinò agli altri, riuscì a cogliere le loro ultime discussioni.

"Io so usare discretamente l'arco, se vi serve qualcuno che vi copra da dietro," azzardò piano "anche se non ho in quest'arma grande perizia"

Disse questo, quindi si sistemò sul carro, insieme al resto della spedizione. Per quel breve tratto, nessuno di loro parlò. I loro volti erano tutti tesi verso l'orizzonte, tesi all'ansia della battaglia, mentre il sangue iniziava a scaldarsi nelle loro vene a quel pensiero... molti ricordi passarono nella mente di Morrigan... visi di coloro che aveva visto andare via, nell'ombra, acquattati dietro ripari improvvisati, con addosso l'ansia di saltare fuori al più presto per combattere... visi di soldati, che avrebbero anche potuto sognare una casa ed un futuro, stretti invece contro gli scudi dei loro compagni, votati alla battaglia... così erano loro, in quel momento!
Il suo sguardo, scorrendo su quei volti, carezzò quello di Mion... quanto diverso sarebbe stato quel momento, se ella avesse scelto di condurre un'altra vita?

Scesero dal carro, e ognunò cercò il luogo migliore in cui appostarsi.
Morrigan, per un po', seguì Guisgard con lo sguardo. Avrebbe dovuto imparare a stargli dietro, ed in fretta, se doveva obbedire agli ordini di Elisabeth... doveva almeno un po' cercare di capire quell'uomo, perchè una rapida intesa era essenziale in una simile battaglia, dove anche l'esitazione di un attimo poteva regalare ulteriore vantaggio al nemico.
Vide che si allontanava, spariva per un po' dietro alcuni alberi frondosi, quindi, alcuni minuti dopo, lo vide tornare indietro. E l'espressione turbata che gli vide sul volto la fece sussultare... inquietudine, dubbio, tristezza si contendevano le pieghe del suo volto in quel momento... tristezza! Quel sentimento salì in un istante alla testa di Morrigan e un pensiero improvviso la colse, il pensiero di qualcosa di urgente che andava fatto prima che fosse tardi!

Lasciò rapidamente il suo posto, e in un attimo sgattaiolò svelta là, dove si trovava invece Mion, che si era appostato a difendere la parte opposta a quella in cui avrebbe combattuto Guisgard. In gran fretta lo strinse in un abbraccio, senza dargli nemmeno il tempo di stupirsi o di parlare.

"Colui che scende in battaglia con la tristezza nel cuore, è colui che per certo perderà la vita..." gli sussurrò rapida all'orecchio, con il cuore che le scoppiava "ma colui che scenderà sul campo con la gioia nel cuore non vedrà nè la morte nè la spada del nemico!"

Disse questo e lo baciò con trasporto, un attimo prima di scappare via per tornare al suo posto.
Non si preoccupò nemmeno per un attimo dell'avventatezza di quel gesto o di ciò che avrebbero potuto pensare gli altri scorgendolo, e neppure si chiese se lo stesso Mion non l'avrebbe giudicata troppo sfacciata!
Morrigan riusciva soltanto a pensare all'immenso tesoro di baci che avrebbe potuto perdere di lì a poco, e di come quell'unico dato in quel momento avrebbe forse potuto salvarli.

cavaliere25
12-09-2010, 10.41.02
Guardai Guisgard e dissi adesso come ci sistemiamo abbiamo gia un piano per iniziare la battaglia domandai poi dissi rivolgendomi a Maladesh voi che dite amico mio sono pronto per combattere anche io ? poi chiamai buck e lo guardai e gli dissi tu amico mio devi stare nascosto se mi succederà qualcosa non intervenire rimani qui da bravo.

elisabeth
12-09-2010, 21.13.35
Stavano entrando tutti in fibbrillazione......l'odore di tempesta mista a sangue era nell'aria.......avevo seguito Morrigan......doveva controllare le sue emozioni...o sarebbero stati guai........mi avvicinai a lei..." Morrigan, ti ho chiesto di stare al fianco di Guisgard...non perche' voglia allontanardti da Mion... ma....e' giusto che tu sappia che io vivro' tutte le sue emozioni......subiro' del suo tormento...soffriro' ad ogni sua ferita....Tu sei l'unica che sa' cose' la magia......"...detto questo...vidi i capelli di Morrigan far parte di un vento che solo lei ed io potevamo sentire....e il mio mantello..magicamente..scivolo dalle mie spalle.......il momento era gia' arrivato....." Morrigan e' ora che io faccia il salto......le parole ti prego......".....

Morrigan
12-09-2010, 21.32.46
Morrigan assentì con un cenno del capo, in silenzio.
Sapeva che Elisabeth aveva scorto la sua piccola infrazione all'ordine, e aveva scorto quel suo ultimo bacio dato a Mion, con urgenza e quasi con disperazione, subito prima di tornare al suo posto, vicino a lei e a Guisgard... ovvio, pensò Morrigan, che adesso più che mai Elisabeth non si fidi di me... è normale, lo comprendo... vedermi lasciare il mio posto per abbracciare Mion, mentre la sua vita dipende solo da me... ma era l'ultimo bacio prima della battaglia, l'ultimo prima che arrivi il panico e la febbre del combattimento... no, Elisabeth, non temere... è stato come dire addio, o arrivederci... adesso sono solo tua e della tua battaglia!

Guardò Elisabeth con uno sguardo deciso, e con voce imperiosa Morrigan pronunciò le parole che le erano state insegnate...

"Is urrain don bhoireannach sin a dheanamh!"

elisabeth
12-09-2010, 21.45.12
Un ultimo sorriso......per dirle che non avevo mai dubitato di lei......un ultimo sorriso per ringraziare madre terra di aver messo quella creatura al mio fianco.......e poi fui risucchiata al centro dell' anello che Guisgard aveva al dito.....passai cosi' attraverso la " vena amoris "....arrivando sino al suo cuore........adesso io e lui eravamo due esseri in uno.....lui combatteva contro Cosimus e io avrei fatto altrettanto......io avrei combattuto contro Caitley e lui avrebbe fatto altrettanto........Morrigan....ascoltami........le nostre menti saranno unite..i nostri pensieri un unica energia..........Certo che in quel momento Guisgard era un vulcano in eruzione..........puoi sentirmi Cavalier testa calda ?.......

lady_Empi
12-09-2010, 23.51.11
<Empi aveva seguito il gruppo di umani, aveva posato i suoi occhi su Elisabeth. Il vento le aveva recato le sue parole rivolte a Morrigan. Fu su di lei che la sua attenzione si concentrò mentre le seguiva. Percepì le sue emozioni, la sua momentanea confusione ma vide anche la forza della donna> Quando il recipiente è vuoto, il Tutto si manifesta <mormorò. Il suo corpo fu scosso da un vento improvviso, un vento di cui gli alberi erano ignari> La Madre sceglie con cura le sue figlie <esclamò con soddisfazione poi le giunse cristallio e fresco il ringraziamento di Elisabeth alla madre> Solo il Cervo che ha saputo sconfiggere la notte potrà giungere alla Foresta. Guidate il Cervo verso la via, Signora di Luce. Questo è il volere della Terra e così si compia <pronunciò nel linguaggio che vince il tempo in un soffio di fiato diretto ad Elisabeth.>

Guisgard
13-09-2010, 02.32.46
Nell'austera cappella dell'abbazia, le penombra dominava come un velo che ricopriva ogni cosa.
La poca luce proveniente dai ceri accesi proiettava le lunghe ombre delle statue della Vergine e dei santi lungo la navata.
"Non vi è colpa in voi, figlia mia." Disse padre Alwig. "Chi ama ha avuto un dono dal Cielo e chi ama veramente non conosce peccato, diceva Sant'Agostino."
La segnò allora tre volte e pronunciò la formula che le rimetteva ogni peccato.
In quel momento, sulla porta della cappella comparve un'ombra, che sembrava quasi voler contrastare quelle delle statue.
Era Gerard di Carcassonne.
Si udivano i passi di diversi cavalli appena giunti.
Gerard attese la fine della confessione e quando vide Talia e il Chierico alzarsi dalla panca, cominciò a dire:
"Milady, sono giunti cavalieri da Carcassonne e dalla Borgogna... recano una lettera... è importante, credo..."

Talia
13-09-2010, 02.46.37
Sorrisi a padre Alwigh: comunque sarebbe finita quella storia, ero felice di aver potuto incontrarlo di nuovo!
L'arrivo di Gerard mi sosprese... mi alzai dunque, mentre fuori dalla chiesa si udiva rumore di molti cavalli al trotto, e ascoltai le sue parole.
Un vago senso di nera disperazione mi riempì completamente, ma non lasciai che la mia espressione tradisse niente.
"Molto bene!" risposi, in tono piatto "Lo vedremo subito! Io e padre Alwigh riceveremo i cavalieri in questione all'interno dell'abbazia. Lì vedremo la missiva che recano. Vi prego, sir Gerard, siate così cortese da condurre quegli uomini da noi."
Dopo di che mi inchinai al cavaliere, mi inginocchiai ancora una volta di fronte alla statua della Vergine e, lentamente, uscii dalla chiesa.

Guisgard
13-09-2010, 03.06.33
Mion restò stupito da quel gesto di Morrigan.
Non perchè non colse la passione e la spontanietà della ragazza, ma perchè si stava accorgendo che per la prima volta in vita sua sentiva la paura per una battaglia.
Paura perchè, per la prima volta, aveva qualcosa da pedere.
Aveva sempre combattuto con la consapevolezza che nulla gli stesse a cuore.
Neanche la sua vita.
Ma ora comprendeva che era diverso.
"Morrigan!" La chiamò prima che la ragazza tornasse al carro. "Sta attenta durante la battaglia..." la fissò per un istante e poi le sorrise.
Guisgard, intanto, era ritornato.
"Stanno arrivando..." disse agli altri.
Si rivolse poi a Morrigan:
"Bene, munitevi di un arco e sistematevi sul tetto del carro."
Poi, alzando gli occhi alle stelle, forse per interrogarle o, forse, per pregare, ebbe una strana sensazione.
Gli parve infatti di scorgere qualcosa.
Un qualcosa di piccolo e luminoso.
Fu un attimo, poi non vide più nulla.
Gli uomini danno molti nomi a ciò che vedono e non comprendono.
Ma noi tutti ben sappiamo che quella visione era la piccola Empi.
http://www.clubdilettura.it/our/wp-content/uploads/2010/08/fatina1.jpg

Guisgard
13-09-2010, 03.27.25
Giunti nell'abbazia, Talia ricevette i cavalieri che erano appena giunti.
"Milady..." cominciò a dire quello che sembrava esserne il capo "... sono Boise de Walliant e vengo a nome del mio signore e vostro futuro consorte, sua signoria il duca di Borgogna. Questa lettera reca il duplice sigillo, quello ducale e quello vescovile, e proclama la grazia accordata all'ex capo della guardia di sua grazia il vescovo di Avignone, messer Guisgard di Capomagnus. Inoltre la lettera continene un'ordine speciale per un altro cavaliere, il cui nome però qui non ha importanza rivelare."
"Bene... intervenne Gerard "... milady, ora che tutto è stato fatto secondo i vostri desideri e le vostre richieste, sollecito la nostra partenza per Carcassonne, dove ritroverete vostro padre."
I cavalieri omaggiarono con un inchino Talia, la futura duchessa di Borgogna.

Guisgard
13-09-2010, 03.36.45
Nel frattempo, a poca distanza dal carro, i cavalieri di Provenza di apprestavano ad attaccare.
"Sono pochi e si sono intrappolati da soli!" Disse uno dei cavalieri di Cosimus al suo signore. "Stanarli e massacrarli sarà come uccidere i topi in una cloaca!"
Cosimus ascoltava in silenzio.
"Come vi disporrete in battaglia, mio signore?" Chiese il cavaliere.
"Non esponetevi ad inutili rischi, mio signore!" Lo supplicò Caitley.
"Cesare, quando combattè la battaglia decisiva contro i galli di Vercingetorige" prese a dire Cosimus "ebbe tre opzioni... restare in disparte e lasciare le sue legioni combattere da sole, rischiando però che fallissero senza la sua guida... mettersi a capo delle truppe, ma col pericolo di essere ucciso subito... o restare nel cuore delle sue armate, protetto ma presente agli occhi dei suoi uomini."
Un ghigno sorse sul suo volto.
"Andiamo, io sarò nel cuore del nostro schiaramento!" Ordinò ai suoi.

Talia
13-09-2010, 03.42.22
Osservavo quei cavalieri dall'alto in basso... apparivo altera, apparivo fiera e distaccata, mi sentivo sola.
"Vi ringrazio, sir Boise per aver recato fino a noi questo importante dispaccio!" ma le sue ultime parole mi incuriosirono...
"Un ordine per un altro cavaliere, dite?" chiesi, ignorando completamente l'affermazione di Gerard "Volete aver la bontà di dirmi di cosa si tratti?"
Era una domanda ma al contempo non lo era, vi era decisione e fermezza nel mio tono: le parole, pur gentili, suonarono come un ordine e io stessa me ne resi conto all'ultimo.

Guisgard
13-09-2010, 03.56.03
"Milady..." disse Boise "... sua grazia il vescovo è venuto in possesso di una testimonianza che mette in discussione il ruolo di quel cavaliere negli eventi che condussero Guisgard al processo. Ed ora quel cavaliere è chiamato a rispondere davanti a quella testimonianza."
"Milady, non credo che queste nuove abbiano un qualche modo interesse per voi." Lo interruppe Gerard. "Avete posto delle condizioni, dure e perentorie, e siete stata accontentata. Vostro padre ha un impegno morale e scritto con sua signoria il duca di Borgogna. Comportatevi secondo il vostro rango e lignaggio e tornate con noi a Carcassonne ora."

Guisgard
13-09-2010, 04.09.16
Una leggera nebbia cominciò a scendere nella foresta ed in breve avvolse ogni cosa.
Antichi echi, dimenticati da tempo, da quando la vera Fede era giunta a civilizzare questi luoghi, si risvegliarono.
La fitta vegetazione, attraversata da quella nebbia, si confondeva nelle sue stesse forme e cominciava ad apparire come un'anticipazione dell'Oltretomba.
Sul carro dominava un profondo ed innaturale silenzio.
Ad un tratto, ai suoni lontani della foresta, cominciarono a mischiarsi strani versi.
Qualcosa si stava avvicinando.
"I cavalieri..." mormorò con vivo timore Tisson "... arrivano..."
Guisgard annuì.
Un attimo dopo quei versi lontani e confusi divennero di colpo chiare e spaventose grida di battaglie e dalla nebbia mischiata al'oscurità emersero le sagome dei loro nemici.

Morrigan
13-09-2010, 04.16.56
Morrigan obbedì lesta all'ordine di Guisgard. Prese l'arco e una faretra piena di dardi dal carro, quindi si acquattò in alto, sul tetto. Passò un dito sull'impennaggio, per saggiarne l'equilibrio, quindi incoccò una freccia e si dispose in attesa... un sorriso, rivolto a lei, un attimo prima o un secolo prima... solo un sorriso... "sta attenta durante la battaglia"... chiuse gli occhi piano, per far svanire quel ricordo il più lentamente possibile...
... quando li riaprì. il suo sguardo era puntato su Guisgard, in attesa di ogni suo segnale. Era giunta l'ora. Le porte del giorno si aprivano e Morrigan sentì nuovamente il roco verso del corvo che, lugubre, la incitava alla battaglia!

Talia
13-09-2010, 04.26.01
Mi voltai verso Gerard...
"Non ho bisogno, sir, che mi ricordiate i miei doveri e le mie promesse..." dissi a testa alta, ostentando un tono gelido "Conosco perfettamente le condizioni, poiché fui io stessa a stilarle, e nessuno prima d'oggi si è mai permesso accusarmi di non tener fede alla mia parola. E' forse questo ciò che voi, adesso, state facendo?"
Non attesi la risposta: non mi occorreva!
Tornai e guardare il cavaliere di Borgogna... la mia testa intanto lavorava freneticamente: mi tornarono in mente le parole di Guisgard, poi un altro volto crudele, spietato, ancora mezze frasi, allusioni, sensazioni...
"Cosimus!" mormorai. Puntai gli occhi in quelli dell'uomo di fronte a me: "Cosimus è l'uomo cui alludete, non è così? Ebbene quell'uomo è qui... E' vicino!"
Pensai con terrore a Guisgard che era partito e alla facilità con cui Cosimus aveva annientato i cavalieri di Borgogna: "Lo troverete cavalcando in direzione di Capomagnus!" dissi in fretta "Aveva preso stanza in una torre da cui ha trucidato un manipolo cavalieri di Borgogna. Questo è tutto ciò che so!"
Sostenni il suo sguardo un istante, poi mi voltai verso padre Alwigh...
"A voi affido quell'anima adorata di cui vi parlai, padre!" mormorai "Abbiatene cura, vi supplico!"
Infine tornai a guardare Gerard: "Ebbene, sono pronta! Come vedete mantengo la parola... anzi, vi consiglio di andare a far preparare il mio cavallo immediatamente! Ho intenzione di cavalcare fino a Carcassonne!"

Guisgard
13-09-2010, 04.32.13
Un momento dopo l'Inferno.
Un nutrito numero di frecce infuocate si abbattè tutt'intorno a loro, dando fuoco a tutto ciò che circondava il carro.
"Eccoli!" Urlò Guisgard. "Lanciate le frecce e mirate con attenzione!"
Mion vide i cavalieri avanzare lungo il sentiero.
D'istinto si voltò verso il carro, cercando il volto di Morrigan.
Ma la ragazza era già presa dalla battaglia.
Lo scintillio delle armi, le grida dei feriti, gli scudi in pezzi, il sibilo delle frecce e l'acciaio nelle carni.
In breve solo questo dominò nella foresta, mentre un Averno di fiamme sembrava voler ingoiare ogni cosa.

Guisgard
13-09-2010, 04.44.36
Gerard chinò il capo in segno di rispetto e lealtà.
Poi corse a preparare i cavalli.
Alle parole di Talia però Boise accennò a bassa voce qualcosa al suo luogotenente.
"Bene, milady, il nostro compito qui è concluso." Disse poi rivolgendosi a Talia. "Sir Gerard vi condurrà da vostro padre e lì sarete informata delle imminenti nozze con sua signoria il duca."
Salutò la dama ed il chierico e con i suoi ripartì.
Erano diretti verso Capomagnus.
Poco dopo tornò Gerard.
"E' tutto pronto, milady."
Padre Alwig allora baciò sulla fronte la giovane e le pose fra le mani un antico rosario.
"Quando si prega non occorre recitare formule o proclami... Lui sa di cosa ha veramente bisogno il nostro cuore. Abbiate cura di voi, milady. A lui penserò io."
http://www.arciconfraternitasantantonio.org/site/uploads/Image/Corona%20Rosario%20Croce%20Ghiandata.JPG

Talia
13-09-2010, 04.54.23
"E io so che non avrei potuto metterlo in mani migliori!" mormorai al chierico, poi abbassai gli occhi sul rosario "E' bellissimo... lo porterò sempre con me ed ogni volta penserò a voi, padre! Grazie... siete stato per me un amico, non lo dimenticherò!"
Strinsi ancora per un momento la sua mano... mi sentivo gli occhi lucidi e un'infinita tristezza nel cuore, ma mi sforzai di sorridere.
Infine tornai a guardare Gerard...
"Va bene!" dissi, con la voce che suonò mortalmente gelida "Partiamo!"

Guisgard
13-09-2010, 05.00.29
La battaglia era violenta, feroce, densa di inumana crudeltà.
Sul carro, Morrigan, Cavaliere25 e Tisson lanciavano le frecce proprio nel punto in cui il sentiero dava accesso a dove erano tutti loro.
I cavalieri di Cosimus, costretti dall'angusto passaggio, giungevano uno alla volta, divenendo quindi più vulnerabili.
Maladesh ed i suoi assistenti si battevano con vigore e determinazione, lasciando sul campo diversi nemici.
Ancor più letale era poi Mion, che faceva gran scempio dei suoi avversari.
La sua spada non perdonava e lacerava, mutilava i corpi dei nemici.
Ma proprio nel bel mezzo della battaglia, il suo sgardo cade sul carro e qui vide una cosa che gli gelò il sangue.
Uno dei cavalieri era salito sul tetto e si apprestava a colpire Morrigan alle spalle.
Rapido come un fulmine, come se null'altro ci fosse su quel campo, Mion balzò sul carro e trafisse il cavaliere.
Ma proprio in quel momento un freccia lo colpì alla spalla.
Un grido intenso e poi i suoi occhi su Morrigan.
"Resta giù!" Lo disse, mentre altre frecce cominciarono a piombare sul carro.

Morrigan
13-09-2010, 05.01.38
La freccia fu scoccata e andò a bersaglio.
Le divinità della guerra sembravano sempre arridere a Morrigan, e lei vide con soddisfazione che il tiepido interesse che aveva rivolto in quegli ultimi giorni verso quei sanguinari numi non aveva tuttavia affievolito la loro presenza, allorchè furono evocati.
In quello stesso istante, di rimando, le frecce nemiche si precipitarono verso di loro, e per qualche attimo Morrigan non riuscì a vedere nient'altro che quella pioggia di gocce scure e scintillanti. Perse di vista Guisgard e cercò, dalla sua posizione, di ritrovare una chiara veduta della battaglia. Ma ciò che in quel momento le fu nascosto agli occhi, fu chiaramente rivelato alle sue orecchie... il clamore delle spade, il cupo stridore del ferro e le urla di battaglia... non v'era suono che non avesse già udito e che non le rivelasse i dettagli di ciò che stava accadendo. Cercando come meglio poteva di aguzzare la vista in quella confusione, Morrigan mirò contro un altro dei nemici, proprio nel punto in cui il pettorale e gli spallacci lasciavano una sottilissima ma mortale via d'accesso alla carne.

Fu allora che qualcosa che Morrigan non aveva previsto, accadde.
Celato alla sua vista da quella confusione, uno dei cavalieri nemici l'aveva raggiunta e si apprestava a colpirla alle spalle. Ma non fece in tempo, perchè una lama, più veloce del suo occhio stesso, lo trafisse.

"Mion!", esclamò la ragazza.

Ma la sua voce si spense quando una freccia colpì l'uomo, che la stava riparando.

"Resta giù!" le disse, mentre altre freccie cominciarono a piombare sul carro.

La vista di Mion ferito fece impazzire Morrigan di rabbia e di dolore.

"No, mai! Combatterò con te e morirò con te, se occorre!"

Guisgard
13-09-2010, 05.11.25
Intanto, all'abbazia, Talia partì con Gerard e i suoi cavalieri alla volta di Carcassonne.
L'alba era ormai prossima e la nebbia sembrava, pian piano, svanire, mentre i primi raggi di Sole squarciavano gli ultimi aloni di oscurità sulla foresta.
A Talia si mostrò così tutta la bellezza di quella terra.
La sua campagna, il suo borgo in lontananza.
Rivide quei colori, risentì quei suoni e riassaporò quell'aria, rivivendo di nuovo quel mondo del quale tante volte Guisgard le aveva parlato.
E nella campagna, la ragazza, vide alcune lucciole, ultimo incanto della botte ormai morente, e rivide quella sera in cui Guisgard le parlò proprio delle lucciole e dei loro richiami d'amore.
E tra questi mille pensieri e ricordi, Capomagnus e la sua campagna le apparvero come un sogno.
Un sogno che con l'arrivo dell'alba era prossimo a svanire.

Guisgard
13-09-2010, 05.38.08
Mion estrasse la freccia senza lasciarsi sfuggire nemmeno un gemito.
"Resta giù, ti ho detto!" Ordinò poi a Morrigan.
Si strappò allora un lembo dal mantello e lo strinse attorno alla spalla.
"Non è niente..." rassicurò a Morrigan "... ora resta giù e continua a tirare frecce!"
A terra, nel frattempo, la battaglia era sempre più dura.
Guisgard faceva valere la sua abilità e molti dei nemici cadevano per sua mano.
E nella foga arrivò ad ucciderne diversi, fino a quando, voltandosi all'improvviso, quasi trafisse qualcuno alle sue spalle.
Era Maladesh che lo fissò con stupore e paura.
Guisgard lo guardò a sua volta e sorrise.
"Sei pazzo a venirmi alle spalle!" Disse.
"Al diavolo!" Esclamò il cacciatore di taglie. "C'è più carne macellata qui che in un mattatoio durante la settimana di Pasqua! A stento riconosco me stesso!"
Ma proprio in quel momento Guisgard riconobbe un volto nella battaglia.
Era Cosimus.
"Eccolo, Elisabeth..." sussurrò "...andiamo..."

Morrigan
13-09-2010, 05.52.33
Morrigan gli lanciò uno sguardo fulmineo. Quasi non sapeva se voleva più guardarlo con rimprovero, per quell'istinto irrefrenabile che Mion aveva sempre di proteggerla, o più con ammirazione, di fronte al valore di quell'uomo e alla sua dedizione. Poi si risolse di obbedirgli senza altre storie... in fondo, pensò Morrigan, non ho nulla da ribattere o rimproverare... siamo uguali... teste dure, tutti e due! Sorrise tra sè a quel pensiero... sarà un bel problema, questo, in futuro... e si stupì perchè per la prima volta aveva trovato un motivo per sorridere persino nell'infuriare della battaglia.

"Resto giù, va bene!" rispose, con finta scontrosità "Ma tu non farti più infilzare! Te lo dissi già il primo giorno che curare le ferite non è il mio forte!"

Così spostò malamente il cadavere del nemico, mettendolo davanti a sè come barriera, si distese e incoccò una nuova freccia.
In quel momento, dal suo interno, venne una voce profonda che la scosse... Guisgard... sta arrivando... la voce di Elisabeth!
Morrigan si voltò verso quel cavaliere, che a terra, a pochi metri da lei, stava seminanado la morte, e si avvide che anche lui, anche Guisgard si era fermato e fissava qualcosa davanti a sè. Anche lui aveva sentito che Cosimus stava arrivando a tiro della sua spada.

Guisgard
13-09-2010, 06.30.39
"Cosimus!" Gridò Guisgard.
Il malvagio cavaliere si voltò.
"Siamo uno contro uno..." disse Guisgard "... io contro di te..."
Cosimus rispose con un ghigno e gli fece cenno di seguirlo.
I due si appartarono in uno spiazzo irregolare.
Ad un tratto una sagoma apparve li vicino.
Era Caitley.
Un attimo dopo tutto si fece confuso, come se la nebbia stesse ricominciando ad avvolgere tutto.
Guisgard era solo.
Si guardava attorno ma non vedeva nessuno.
Eppure udiva ancora i rumori della battaglia e le folli grida di dolore.
Ma erano solo suoni e voci.
Nella selva era lui solo.
Ad un tratto avvertì una presenza.
Si voltò e vide una figura, immobile che lo fissava.
Guisgard la guardò.
"Sei... sei... tu...?" Chiese.
Ma la figura non rispose nulla.
"Sei tu..." disse il cavaliere "... si, ti riconosco... sei tu, amore mio adorato..." ed abbassò la spada.
"Si, sono io..." rispose Talia sorridendo.
"Sono stanco, sai..." disse lui "... stanco..."
"Ora è tutto finito, ci sono io qui con te..."
"Davvero? Resterai qui con me per sempre?" Chiese lui.
"Si, per sempre..." rispose con dolcezza Talia.
"Come sei bella..."
"Ho freddo, Guisgard..."
"Ci sono io con te ora..." e tentò di avvicinarsi.
"No, fermati, ti prego!" Lo fermò indietreggiando.
"Cosa c'è, amore?" Chiese lui turbato.
"Ho paura..." rispose la ragazza "... ho paura... la tua spada... è sporca di sangue... buttala a terra..."
"Ma non potrei mai farti del male..."
"Si, lo so... ma ho paura... lasciala cadere, Guisgard... lasciala cadere e vieni ad abbracciarmi..."
Guisgard fissò la sua spada.
"Lasciala cadere e scaldami col tuo corpo... vieni, amore mio..."
Guisgard cominciò allora ad allentare la presa e l'elsa iniziò, pian piano a scivolargli dalla mano...
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elisabeth
13-09-2010, 08.42.20
La battaglia degli umani era iniziata.....sangue e polvere si mescolavano, guardavo con gli occhi di Guisgard, potevo avvertire la paura di perdere i suoi uomini.....poco impotava la sua vita se non l'accecante odio che provava per Cosimus, poco importava la sua vita se non poteva piu' guardare il volto amato......quanti pensieri ed emozioni passavano nel cuore di un uomo..il cui braccio era pesante per la fatica...la fatica e l'angoscia di spezzare vite umane.......sentii scorrere sulla mia fronte il sudore.....il respiro era sempre piu' corto.....Quando un alito di vita...mi porto' parole di conforto... Empi .......il tutto si compie..nell'anno di vera luce..il cervo squarcera' le tenebre.........ristabilendo l'antico equilibrio perduto......Udii le parole di Guisgard.....era arrivato il momento.......rividi cosi' il volto di Cosimus........ascoltai rimanendo in silenzio il breve scambio di parole tra i due uomini....sino a quando.....incominciai a guardarmi intorno.....potevo udire Morrigan.....le urla della battaglia......il rumore della spada che penetrava le carni...il sibilo di una freccia...che pretendeva il suo bersaglio........Nebbia.....Caitley......sapevo che ti avrei rincontrata, puoi prendere i panni di chiunque e illudere lui, ma con me non ti sara' concesso............Guisgard ..Talia e' colei che ami ,pensare a lei ti fa' sentire vivo........eppure continui a sentirti solo.........lei non c'e'.......lei non e' qui e' solo illusione...........guardala..guarda i suoi occhi..........non c'e' luce in lei...solo tenebre.......prova a sentirla.......ha freddo....perche' in lei non c'e' il calore di un vero sentimento........se ti amasse correrebbe tra le tue braccia consapevole che la tua spada potrebbe trafiggerla...........Sentii che Guisgard cedeva alle lusinghe di quella donna.......allora diedi forza al suo braccio e la spada torno' salda nella sua mano......ero padrona del suo corpo, ma l' Amore era tutta un'altra storia.........alzai l'arma e la puntai al cuore della ragazza.......la lama lo oltrepasso'....una forza malvagia penetro' nel mio cuore....lo sentii stringere in una morsa....mi mancava il respiro...e fu in quel momento che il pensiero di odio di Guisgard mi arrivo' fino a penetrarmi l'anima.........Come fai a non comprendere, tu puoi sentirmi...accidenti a te..Guisgard come puoi pensare che io abbia ucciso lei........e' tutto innaturale cio' che sta succedendo.........io posso tutto ..tranne uccidere l' Amore..questo non mi e' concesso..............la mia mano..non lascio' mai l'elsa..........

lady_Empi
13-09-2010, 15.20.57
<Empi osservava la battaglia infuriare, la sua energia vibrava intensa mentre la fata percepiva con intensità un’oscura presenza tra le fila del nemico e la consapevolezza che quella nebbia che avvolgeva il luogo era frutto dell’oscurità. Poi le giunsero distinte le parole di quella donna> Non è lei, un’illusione <mormorò allertandosi e volgendo lo sguardo verso Guiscard. Lo vide allentare la presa della spada ma poi riprendere vigore e colpire l’illusione> Apri i tuoi occhi al Vero, Cavaliere <esclamò la fata mentre la sua energia s’espandeva e una pallida luce verde illuminava lo spiazzo dove si trovava Guiscard> Nebbia, ovattata carezza del cielo, ascolta la mia voce io ti invoco <la figlia della Terra sollevò le braccia al cielo> che si diradi il velo del male e tu possa regnare, così è il volere della Terra e così si compia <un alito di vento impetuoso sembrò generarsi dal corpo della fata e spingere indietro quella nube malefica che avvolgeva la selva. Il potere degli elementi a servizio del bene, la verità contro l’illusione, l’eterna lotta della Luce e del Buio. La nube indietreggiò diradandosi intorno a Guiscard. Al suo posto una sottile brina, formata di minuscole particelle di acqua calarono lievi dal cielo posandosi sul corpo di Guiscard teso nell’impeto del gesto appena compiuto>

cavaliere25
13-09-2010, 16.21.38
Vidi Mion a terra e saltai giu dal carro e andai da lui e gli dissi sei ferito gravemente? non ti preoccupare ora ci sono io qui a coprirti le spalle e mi misi davanti a lui facendogli scudo col mio corpo e lanciando frecce contro i cavalieri di Cosimus.

Talia
13-09-2010, 18.35.53
Cavalcavo in silenzio, la schiena diritta, lo sguardo fisso di fronte a me… Gerard era al mio fianco, due dei suoi cavalieri erano davanti a noi, gli altri ci seguivano ad immediata distanza.
Improvvisamente un colpo di vento mi colpì, portandosi con sé il profumo di quella terra e per un istante non fui più lì: rividi una collina in una fresca mattina che tanto lontana appariva ormai nel mio ricordo, udii di nuovo quei suoni, il frusciare del vento, percepii sulle labbra il sapore dell’uva appena colta…
Una lacrima mi scese sulla guancia e istintivamente piegai il viso, perché Gerard non la vedesse… ma in fondo che cosa mi importava se pure l’avesse vista? Avevo barattato quella gioia per la vita di Guisgard e adesso stavo mantenendo la parola, ma nessuno di loro poteva pretendere anche che fossi felice… nel patto con mio padre non era inclusa la mia felicità e lui non poteva impormela. Poco importava ciò che sir Gerard pensava, poco importava ciò che chiunque a Carcassonne o in Borgogna avrebbe pensato… ciò che contava era che il mio cavaliere non avesse più taglie che pendevano sulla sua testa, ciò che contava era che non sarebbe più stato braccato e costretto a fuggire… se fossi tornata indietro, altre cento e mille volte avrei fatto quella stessa scelta.
Alcune lucciole attrassero la mia attenzione… mentre passavo le osservai con un misto di invidia e malinconia, pensando a lui che probabilmente aveva avuto ragione lui fin dall’inizio: tutto sarebbe stato più facile se non fossimo stati ciò che eravamo… forse ci eravamo conosciuti nel modo sbagliato, nel posto sbagliato e nel momento sbagliato. Forse se fossimo stati qualcosa di diverso… ma era inutile sognare ormai, era inutile e doloroso.
Staccai di malavoglia lo sguardo dalle lucciole e tirai dritto.

Guisgard
13-09-2010, 21.25.52
Cavaliere25 si batteva come un leone.
Le sue frecce colpivano rapide e silenziose, senza dare scampo ai nemici.
"Sto bene, ragazzo! Lo rassicurò Mion. "Tu bada a mandare all'Inferno più bastardi che puoi con le tue frecce!"
Ma proprio in quel momento un cavaliere si lanciò dal suo cavallo sul carro e con rapido gesto tolse l'arco dalle mani di Cavaliere25.
Lo afferrò per il collo e tirò un violento fendente con la sua spada...
Ma in quello stesso istante, uno degli assistenti di Maladesh si lanciò sul ragazzo, facendo scudo con il suo corpo. La spada del cavaliere gli trafisse il petto.
Mion, davanti a quell'eroico sacrificio, cieco per la rabbia, si avventò sul cavaliere e con un colpo gli lacerò il petto.
Si accasciò poi sullo sfortunato assistente di Maladesh e pose il suo mantello dietro il capo del ferito.
"Mil... milord..." tentò di dire il moribondo "... dite... fui... buon guerriero...?"
"Si..." rispose Mion "... se vinceremo, sarà grazie a voi..."
Il moribondo sorrise e poi spirò.
Mion gli chiuse gli occhi e dopo un attimo di silenzio si lanciò di nuovo nella furia della battaglia.

cavaliere25
13-09-2010, 21.34.42
Vedendo quella scena mi si bloccò il cuore e vedendo morire quel uomo che alla fine era diventato mio amico mi scese una lacrima sul viso pensai non si puo morire cosi dissi rimanendo fermo a fissare il suo corpo immobile, mi venne una irrefrenabile voglia di uccidere mi alzai presi la spada che giaceva a terra a fianco di quel poveretto e corsi contro quei maledetti dovevo vendicare la sua morte mi aveva salvato la vita non mi importava se morivo anche io dopo ma almeno la sua anima era stata vendicata.

Guisgard
13-09-2010, 21.44.51
"Fermati, ragazzo!" Gridò Mion a Cavaliere25. "Non essere avventato!"
Ma Cavaliere25 era ormai lanciato nella mischia e come un novello Patroclo cominciò a far vibrare la sua spada tra il ferro e la polvere della battaglia.
Ma il giovane passerotto non può lanciarsi con troppa audacia nel primo volo, poichè le sua ali non potrebbero tener testa a quelle del Nibbio.
Un colpo di scudo lo stordì.
Barcollò e cadde a terra, alla mercè dei nemici.
Ma il sibilo di una lama, elegante, rapida, luminosa, lo salvò.
"Sei uno sciocco!" Lo rimproverò Mion, prendendolo per la tunica.
Lo portò poi verso il carro e lo affidò a Morrigan.
"Bada a lui, Morrigan!" Disse Mion. "E' troppo impetuoso!"
E si rilanciò in battaglia.

cavaliere25
13-09-2010, 22.00.31
Quello scudo mi fece cadere a terra svenuto mentre ero a terra sognai di essere in una verde vallata piena di fiori e vicino c'era un lago io ero sdraiato sul erba fresca di quella vallata e guardai il cielo ed era pieno di nuvole e di un sole che ti accecava gli occhi facevo a fatica a tenere gli occhi aperti era bello stare in quel posto si sentiva un aria fresca che ti accarezzava il viso e ti imbrividiva il corpo ad un certo momento senti una voce gentile che mi diceva svegliati cavaliere svegliati devi aiutare i tuoi compagni a quelle parole apri gli occhi di colpo e mi guardai intorno e mi ritrovai sul carro e chiesi cheè successo dove sono?

Guisgard
13-09-2010, 22.05.54
Intanto, poco distanti, in un angolo inaccessibile della foresta, Guisgard era in balia di demoni e fantasmi.
Appena colpita, la falsa Talia svanì come un incanto.
"Elisabeth..." sussurrò Guisgard... non ce la faccio... è troppo per me..."
E ripensò al suo maestro...

Solo il vento dominava in quella radura...
L'antica cappella con l'immagine di San Cristoforo sembrava vegliare su di loro...
"Non vi è un solo nemico, ragazzo mio..." disse il vecchio maestro mentre menava colpi col suo bastone di legno "... e tu devi sempre saperli riconoscere..."
"Cosa intendete, maestro?" Chiese il giovane Guisgard, intento ad evitare i suoi colpi.
"I tuoi nemici" rispose il maestro "possono essere di questo mondo... o dell'altro..."
"E come farò a riconoscere il mio nemico?"
"Se potrai vederlo allora potrai batterlo... ma se si celerà in te, allora dovrai prima cercarlo per poi vincerlo..."
"Cosa vuol dire?" Ma nel chiedere, l'apprendista cavaliere si distrasse ed un colpo di bastone lo spinse a terra.
"Mai abbassare la guardia!" Lo rimproverò il maestro, tendendogli la mano per aiutarlo ad alzarsi...

"Elisabeth..." disse Guisgard "...devo trovare Cosimus..."
Cominciò allora ad avanzare tra la nebbia, quando intravide qualcosa.
Una figura.
Era di nuovo Talia.
Gli sorrideva.
Aprì le braccia e con un delicato gesto lo chiamò a sé.
Guisgard si avvicinò alla ragazza.
In quel momento il volto di Elisabeth fu quasi visibile ed una scia luminosa, per un attimo, illuminò quella nebbia.
Era la fatina Empi.
Talia si avvicinò, ma Guisgard, all'improvviso, le puntò la spada al petto.
"Non sei lei..." disse.
Un attimo dopo quell'illusione svanì nel silenzio della nebbia.

Morrigan
13-09-2010, 22.24.21
"Bada a lui, Morrigan! E' troppo impetuoso!", le aveva gridato Mion, prima di affidarle il corpo privo di sensi di Cavaliere25... Bada a lui, è troppo impetuoso? Uhmmm, come affidare la pecora al lupo!, pensò Morrigan, ma non obiettò.
Lo trascinò sul carro e, non sapendo come meglio svegliarlo, gli tirò un sonoro ceffone. Poi, temendo di essere stata un po' troppo brusca, si chinò verso il ragazzo cercando di riportarlo a sè con la sua voce...

"Cavaliere, svegliati devi aiutare i tuoi compagni!"

"Che è successo dove sono", balbettò il giovane, ancora stordito.

"Ti hanno colpito, ragazzo, ma grazie agli dei hai dalla tua la fortuna dei principianti!"

Cavaliere25 si tirò su. Morrigan lo fissò ancora un secondo. Stava bene, era solo un po' stordito. Guardandolo, Morrigan ebbe un'idea. Si sfilò dal polso la dragona e mise l'arco e la faretra con le frecce nelle mani del ragazzo.

"Ti hanno strappato l'arco" gli disse "Prendi il mio, distenditi sul carro e falli fuori, quei bastardi!"

Quindi sorrise, estrasse la sua spada e la guardò luccicare nell'ombra.

"Adesso è giunto anche per me il momento di divertirmi un po'!"

E con un sorriso minaccioso, scese dal carro con balzo e subito fu al fianco di Mion.

"Sono in ritardo, mio signore?", esclamò vicina al suo orecchio, mentre spalla a spalla con lui, infliggeva una stoccata al primo dei soldati che le venne a tiro.

cavaliere25
13-09-2010, 22.32.26
guardai quella donna e presi il suo arco e la sua faretra mi sdraiai come mi aveva consigliato e iniziai a lanciare frecce a raffica dovevo farmi giustizia e cosi mi misi di impegno e presi la mira mentre facevo quello mi ritornò in mente quel uomo che mi aveva fatto da scudo dovevo ammazzarli tutti non potevo lasciarne neanche uno di quei maledetti in vita dovevano morire tutti.

Guisgard
14-09-2010, 03.24.33
I due combattevano spalla a spalla nella furia della battaglia.
L'abilità di Morrigan con la spada non sfigurava nemmeno davanti alla maestria del formidabile Mion.
I loro colpi, come i loro sguardi, sembrava riflettersi l'uno sull'altro.
Combattendo spalla contro spalla, l'uno proteggeva l'altra e viceversa.
Erano come un unico corpo, un'unica spada, un unico cuore.
E sentendola così vicina a lui, anche nel cuore di quella crudele battaglia, Mion avvertiva una forza immensa dentro di sé.
Avrebbe potuto sfidare e battere il mondo intero.
E due simili spadaccini non potevano non pesare sull'esito della battaglia.
I cavalieri avversari cominciarono a contare i loro morti e quello stretto ed angusto passaggio stava diventando, dopo essere stato una trappola, la loro tomba.
Anche Maladesh, Tisson, e l'assistente sopravvisuto si battevano come leoni.
E Cavaliere25, dal carro, ne trafiggeva un buon numero con le sue frecce.
Ma la battaglia viveva ancora una fase incerta.
Il valore dei nostri eroi riusciva, come detto, a tenere a bada il numero superiore di nemici, ma la vittoria restava comunque difficilissima da raggiungere.
"Spuntano come funghi, questi dannati..." mormorò Mion "... sembrano saltare fuori da ogni parte di questa foresta!"
Si voltò poi verso Morrigan, come a cercarne lo sguardo.
Non disse nulla e le sorrise.
Un attimo dopo riprese a combattere.

Guisgard
14-09-2010, 03.48.34
Poco distanti, in un angolo della foresta avvolto da un'innaturale nebbia, Guisgard sembrava, con l'aiuto di Elisabeth, essere riuscito a dissolvere gli incanti di quel luogo.
Svanita la falsa immagine di Talia, la nebbia cominciò, pian piano, a perdere d'intensità.
Ed una sagoma, fiera e minacciosa, prese forma.
"Attendevo questo momento da tempo..." disse Cosimus estraendo la spada.
"Finalmente..." mormorò Guisgard.
"Ho ucciso molti cavalieri in vita mia..." si vantò Cosimus "... e tu ora sarai uno di loro..."
"E' tutto da vedersi..." rispose Guisgard.
I due si fissarono come due animali prima del fatale attacco.
Ed un attimo dopo cominciarono il mortale duello.
http://www.poster.net/flynn-errol/flynn-errol-photo-errol-flynn-6229745.jpg

Morrigan
14-09-2010, 04.09.59
Sentirlo così, accanto a sè, le stava trasmettendo una forza che non ricordava nemmeno di avere, ed al contempo sentiva di trasmettere a Mion una eguale energia... fusione... intesa... scambio... cuore nel cuore... respiro che inseguiva respiro... colpo di spada che invitava il successivo a superarlo in destrezza! L'arte della guerra, che negli ultimi tempi Morrigan aveva persino pensato di ripudiare, di schivare, ridiventava così esaltante ai suoi occhi! Non più bieco e crudele esercizio di morte... ma vero esercizio di virtù!

Ma non era soltanto per restare accanto al suo Mion che Morrigan era saltata giù dal carro. Ella, infatti, non aveva dimenticato nemmeno per un istante le parole che Elisabeth le aveva rivolto prima dello scontro, e in quel momento la situazione l'aveva resa particolarmente inquieta. Non riusciva più a scorgere Guisgard. Così, quando la contesa le lasciava uno spiraglio di libertà, dopo aver accarezzato gli occhi di Mion, il suo sguardo si spingeva da una parte o dall'altra, tra gli alberi, alla ricerca dell'altro cavaliere.
Ma intorno era solo nebbia e polvere sollevata dall'impeto dei cavalieri.
La sua unica certezza era che, se fosse stato necessario il suo aiuto, ella di certo avrebbe udito Elisabeth. E l'aveva udita, in effetti, poco prima, gridare disperata all'indirizzo di Guisgard... ma poi una luce dorata, come una goccia d'ambra che splende al sole, era sfrecciata davanti ai suoi occhi e le aveva detto che andava bene, andava tutto bene, e non occorreva ancora che lei si inoltrasse nel bosco... allora era rimasta lì, vicino a Mion, a Cavaliere25 e agli altri combattenti rimasti, pensando di servire al meglio quella causa con la sua spada.

Guisgard
14-09-2010, 04.30.34
La battaglia infuriava sempre più.
Ad un tratto un grido e Tisson si accasciò ferito al suolo.
Maladesh allora gli si avvicinò, cercando di proteggerlo dai colpi avversari.
"Presto!" Urlò disperato al suo assistente. "Io ti copro le spalle, mentre tu lo porterai sul carro! Sbrigati però, è ferito!"
Ma ad un tratto, consumati dal fuoco delle frecce incandescenti che li avevano colpiti, gli alberi che circondavano quell'angusto passaggio crollarono miseramente, facendo venir meno la copertura dei nostri eroi.
In un momento furono tutti circondati.
"Ed ora come la mettiamo, cani!" Disse ridendo uno dei cavalieri.
"Il padrone ci ha detto di sterminarli tutti..." prese a dire un altro di loro "... cosa aspettiamo dunque?"
"Aspetta, hai visto quella?" Intervenne un terzo cavaliere indicando Morrigan. "Stasera potremmo spassarcela con un simile bocconcino! Accoppiamo questi idioti e poi ci divertiremo a turno con lei!"
E tutti esultarono con versi lascivi.
"Il primo che oserà avvicinarsi a lei lo infilzerò come un maiale!" Minacciò Mion, stringendo Morrigan a sé.

Morrigan
14-09-2010, 04.50.26
D'un tratto uno strano vento si sollevò nella radura, insieme alla polvere. Le fiamme divamparono e divorarono le fronde, aggredendo con violenza la natura, che fino a quel momento si era schierata, alleato aggiunto, al fianco di quella ardita spedizione.
I rami si piegarono, come se non potessero sostenere più il loro peso, e i tronchi si squarciarono, negando ai cavalieri la loro protezione.
Morrigan avvertì con sgomento il cupo schiocco del legno che si spacca al crepitare del fuoco, e l'istante dopo vide che erano scoperti. Tutti gli uomini di Cosimus, armi alla mano, li avevano circondati!
Le ci volle un attimo per studiare la situazione e comprenderne l'intima disperazione. Guisgard era sparito nella nebbia... Tisson era caduto... erano rimasti solo in cinque, e tra loro, soltanto lei e Mion potevano vantare una lunga familiarità con la spada e con la guerra.

Ciò che vide l'istante successivo, la fece rabbrividire ancor di più, se questo era possibile. Sentì gli sguardi di quegli uomini che le scivolavano addosso... brutali... sconci... scivolavano su quelle forme che i suoi abiti, seppure comodi in battaglia, facevano intuire come loro non erano avvezzi a vedere in una donna... ascoltò con un brivido le loro intenzioni... non voleva nemmeno figurarsi una simile scena!
In quel momento sentì accanto a sè la stretta di un corpo, di un corpo che, al contrario, non le faceva paura.

"Il primo che oserà avvicinarsi a lei lo infilzerò come un maiale!" gridò Mion.

QUel contatto la riportò in vita e la rincuorò, facendole ritrovare immediatamente quella foga che per un istante la paura aveva appena sbiadito. Si voltò verso Mion, gli lanciò uno sguardo che mescolava fierezza, ammirazione e riconoscenza.

"Ammazziamoli, Mion!" disse al suo orecchio con voce tesa "Ammazziamoli tutti... anche a costo della nostra stessa vita! Quando tutto sarà finito, in un modo o nell'altro, nessuno qui avrà nulla da festeggiare!"

Guisgard
14-09-2010, 05.06.01
Mion la strinse ancor più forte a sé.
Aveva udito le sue parole ma non avevo tolto lo sguardo da quei cavalieri.
"Il primo che si avvicinerà sarà un uomo morto..." Disse Mion.
"Sgozziamolo!" Gridò uno di loro.
Allora cominciarono ad avvicinarsi.
Erano almeno una quindicina.
"Moriresti per niente, grande eroe..." disse uno di loro a Mion "... è solo una donna..."
"Solo una donna..." ripetè fra sé Mion.
Due cavalieri si avvicinarono a Morrigan.
Mion Chiuse gli occhi per un istante... per poi aprirli un attimo dopo e colpire con due rapidi fendenti i due cavalieri.
"Addosso!" Gridò uno di loro.
In breve tutti furono su di loro.
Il carro venne capovolto dalla foga di quei cavalieri.
Maladesh e gli altri ripresero a battersi, ma furono in breve disarmati.
Mion lottò come un leone ferito, restando sempre davanti alla sua Morrigan.
Ma nella battaglia, uno dei cavalieri lo colpì con lo scudo sulla spalla ferita.
Un grido di rabbia e dolore si udì.
E quell'attimo di distrazione fu fatale.
I cavalieri si avventarono su di loro e li separarono.
E nel vedere Morrigan confusa tra quelle corazze, mentre lui veniva spinto via, fece sorgere in Mion una cupa disperazione.
"Morriogan!!!" Chiamò con tutte le sue forze.

Morrigan
14-09-2010, 05.25.53
Incrociarono le loro spade con rabbia e con disperazione insieme, cercando di respingerli. Ma erano almeno una quindicina, ed erano assetati di sangue e bramosi di conquista. In un istante furono loro addosso e una lotta caotica e confusa prese vita, tanto più confusa in quanto era sopravvenuta in loro la necessità di restare in vita ad ogni costo, ed il timore di perderla, e di perdersi, è il peggior nemico per un guerriero in battaglia.

Maladesh e gli altri ripresero a battersi, ma furono in breve disarmati.
Mion continuava a lottare cercando di farle scudo con suo corpo contro quell'assalto, ma poi, di colpo, tutto divenne indistinto.
Sentì un grido, poi sentì che l'afferravano e la trascinavano via.
Mion non era più al suo fianco. Sentì la sua voce che invocava il suo nome con disperazione. Morrigan si guardò intorno, smarrita per un istante appena, e vide solo i volti osceni di quegli uomini, e sentì le loro mani che la afferravano e la trascinavano... una nausea violenta all'idea di quel contatto si sposò ad una rabbia sorda al pensiero che tutto potesse concludersi in quel modo.

E allora Morrigan decise... si abbandonò! Si arrese a se stessa! Allontanò il pensiero che l'aveva tenuta in catene in quell'ultimo periodo, e decise di affondare nel suo lato oscuro... quel lato di lei che, dopo quell'ultima, fatale battaglia combattuta, aveva rifiutato, dimenticato, esiliato dal suo stesso pensiero.
Ma l'idea di annegare nuovamente nel lato oscuro del suo essere, di certo non poteva mai essere così oscura quanto la fine che l'attendeva!
Allora si sforzò di allargare le braccia, lasciò scivolare la spada al suo fianco e chiuse gli occhi. Lasciò sfuggire il suo spirito, in un sospiro, e il corvo nero della battaglia sfrecciò dalle volte celesti e si precipitò dentro di lei, come tante altre volte aveva già fatto.
Morrigan aprì gli occhi e con uno sguardo fece scoppiare il cuore dell'uomo che la teneva stretta. Il soldato si fermò, come se fosse stato passato da una lama da parte a parte. La fissò con gli occhi sbarrati di cupo stupore per un istante, quindi dalla sua bocca uscì un fiotto di sangue rosso e guizzante, un attimo prima che l'uomo si accasciasse davanti a lei.
E lei, con aria distante e indifferente, come una divinità ctonia, volse allora il suo sguardo freddo e tagliente verso il soldato che le era più prossimo.

Guisgard
14-09-2010, 05.36.51
"Che il diavolo ci danni tutti!" Urlò uno di loro, mentre il silenzio scese su quell'angolo di foresta.
La morte di quel cavaliere fece sorgere un vivo terrore in loro.
"E'... è... una strega!" Si udì dal gruppo dei cavalieri.
Anche Mion restò impressionato da quelle scena.
Fissava Morrigan con uno sguardo incredulo, stentando a credere a ciò che aveva visto.
"Hai visto, cane? Volevi difendere una strega!" Disse uno di loro afferrandolo per il mantello.
Ma Mion era troppo sconvolto per opporre resistenza.
Restava in silenzio, continuando a fissare Morrigan.
Gli puntarono allora le loro armi contro e fissarono Morrigan.
"Ecco, strega!" Gridò con disprezzo uno di loro. "Il tuo difensore è alla nostra mercè! Usa di nuovo i tuoi diabolici poteri e lo infilzeremo!"
Poi, guardando il fuoco che consumava gli alberi, aggiunse:
"Il Fato ci ha donato anche un bel rogo... ora comincerà la festa!"
E tutti loro si abbandonarono a volgari risate di vittoria.

Morrigan
14-09-2010, 06.00.39
Le urla di quegli uomini strapparono Morrigan dalla sua trance e da quella strana estasi che si impadroniva di lei in quei momenti. Sentì grida di vivo terrore... "E' una strega! E' una strega! Hai visto, cane? Volevi difendere una strega!"
E sulla scia di quelle parole, Morrigan si voltò indietro.

Mion, che era riuscito a lanciarsi dietro di lei dopo che li avevano separati, restava lì, a pochi passi, circondato dai loro assalitori. Stava in silenzio e la fissava con occhi colmi di stupore, come se non potesse o, peggio, non volesse credere a ciò che aveva visto accadere. La guardava con uno sguardo così colmo di dolorosa consapevolezza da aver dimenticato tutto ciò che lo corcondava, persino del suo nemico, cui avrebbe dovuto opporre resistenza. Invece restava lì, immobile, lasciandosi colpire dal loro scherno e minacciare dalle loro spade, come se su quello spiazzo non ci fossero che loro due.

A quella vista, Morrigan fu colpita dal medesimo, immenso dolore... un dolore così forte che pensò per un istante che il suo cuore potesse esplodere come era accaduto a quel soldato... ecco, è accaduto... sapevo che sarebbe accaduto... perchè non si può sfuggire a ciò che si è, nemmeno desiderandolo... Mion, mi dispiace... sapevo che sarebbe accaduto... ho provato a dirtelo, ma tu non mi hai creduto... e adesso vedi chi è davvero la donna che amavi e che volevi salvare? Hanno ragione loro, Mion, hanno ragione... non ne vale la pena... dare la vita per una strega! Tu sei nella luce, e io nell'ombra, e mai potrai amare ciò che sono, mai! E adesso, che il tuo cuore così ferito non potrà più amarmi, nulla ha più senso per me... e non ci sarà più l'Oriente, nè i rami di ciliegio... dove vanno i sogni, quando sorge il sole?

Lo fissò con la morte negli occhi.

"Perdonami, Mion...", disse soltanto, mentre i suoi occhi si sforzarono di trattenere una lacrima.
Quindi passò lo sguardo su quegli uomini che li corcondavano, lo sguardo più altero che riuscì a mostrare.

"E sia, signori..." disse "Ammetto la vostra vittoria"

Fece scivolare la mano lungo i calzoni, tirò fuori dallo stivale il suo fido stiletto e lo puntò di fronte a sè.

"Ma chi di voi vuol essere il primo, dovrà essere anche colui che tra tutti voi riuscirà a disarmarmi... avanti!"

E dicendo questo, sfidò tutti a farsi avanti, contando sulla loro brama e distogliendo così l'attenzione delle loro armi da Mion.

Guisgard
14-09-2010, 06.14.04
"Adoro le donne ardimentose!" Disse uno di loro facendosi avanti.
"Vai, Gawrosh, è tutta tua!" Lo incitavano gli altri.
Mion restò ancora a fissare il corpo senza vita di quel cavaliere ucciso dal solo sguardo di Morrigan.
"Alza la testa, cane!" Gli disse uno dei cavalieri. "Vuoi scommettere che le piacera? E tu che volevi difendere le sue virtù!" E rise forte.
Mion allora, finalmente, rialzò lo sguardo e fissò Morrigan.
Appariva determinata, coraggiosa, fiera e forse indifferente.
Ma non era così.
Mion sapeva leggere nei suoi occhi, l'unica via che conducevano al suo cuore.
Gli occhi lucidi ed inumiditi da un sordo e temuto dolore.
Un dolore che nasceva dal cuore.
Dolore e paura.
Questo Mion vide in Morrigan.
Il cavaliere si avvicinava a lei, facendo versi e gesti osceni, mentre tutti già pregustavano la scena.
La mano di Mion allora afferrò la sua spada e silenzioso si alzò da terra.
Un attimo dopo il cavaliere accanto a sé era a terra, in un lago di sangue.
Si lanciò allora su altri due e li trafisse.
Ma in quel momento tutti si voltarono verso di lui.
"Uccidetelo!" Urlò uno di loro.
Una freccia di balestra trafisse la sua mano disarmandolo.
"Accoppalo, a questo bastardo!"
"Fermi tutti!" Ordinò una voce. "In nome di sua grazia il vescovo di Avignone, deponete le armi!"

Morrigan
14-09-2010, 06.26.32
Morrigan fissava quell'uomo che con un ghigno si stava avvicinando a lei, incitato dalle grida dei compagni. Respirava con affanno, aveva gli occhi lucidi, allertati dal timore, e la gola asciutta. Era come un animale stretto ormai dai lacci del cacciatore e braccato dalla sua muta, senza più un luogo dove sfuggire.
Mion, non lo guardava più! Il suo cuore non avrebbe retto ad un altro sguardo. Gli aveva già detto addio, aveva dovuto farlo. Dentro di sè pregava soltanto perchè lui, almeno lui, si potesse salvare... perchè, ormai libero dal pensiero di dover salvare lei, riprendesse in mano la spada e combattesse per la sua vita e per quella degli altri compagni!

Ma proprio mentre quegli uomini le si stringevano attorno, e la sua mente offuscata dal dolore non sentiva più che la confusione delle loro grida, una voce squarciò di netto quel folle brusio che le incalzava le orecchie.

"Fermi tutti!" ordinò quella voce. "In nome di sua grazia il vescovo di Avignone, deponete le armi!"

E sentendo quelle parole, Morrigan credette di sognare. Trasse un profondo sospiro, chiuse gli occhi, abbandonò il capo, come accade dopo una fatica che ci ha svuotato il corpo e l'anima, mentre la sua mano, nonostante un vivo tremore che l'aveva assalita, continuava a brandire il pugnale, come se, nonostante l'ordine udito, fosse ancora incapace di allontanare quell'ultimo baluardo da sè.

Guisgard
14-09-2010, 06.31.34
Nel frattempo, la compagnia di Carcassonne era ormai giunta a destinazione.
Le mura della città, che dominavano sulla campagna, già si potevano vedere chiaramente.
Uno dei cavalieri suonò il corno per far apprendere a tutti che Lady Talia era tornata a casa.
Poco dopo, la compagnia fu fatta entrare all'interno della città.
Al suo passaggio, tutti si inchinavano salutando Talia e rallegrandosi per il suo ritorno nella terra natia.
Le campane della città suonavano a festa e dal palazzo reale si vedevano sventolare numerosi stendardi.
Giunti al palazzo, furono accolti dai paggi che andarono loro incontro.
"Oh, sia ringraziato il Cielo!" Esclamò la nutrice di Talia, nel rivedere quel volto che le era caro come quello di una figlia. "Milady, sapeste quanta pena e paura ho avuto nel cuore! Ma ora siete qui, sana e salva e questo è ciò che conta!"
L'abbracciò e la baciò.
"Venite, sarete stanca per il viaggio..." aggiunse "... seguitemi nella vostra stanza, dove potrete rinfrescarvi e cambiarvi d'abito."
"Milady..." prese a dire Gerard "... io vado ad avvertire sua signoria. Quando sarete pronta raggiungerete vostro padre."
Mostrò un devoto inchino e si diresse dal visconte.

elisabeth
14-09-2010, 09.27.24
Ringraziai Empi per aver invocato Madre terra, nel corpo di un uomo non avrei potuto farlo.......quell'attimo di luce rinvigori' la mia energia.......quell'uomo ne aveva di forza......." Guisgard, ascoltatemi, in questo luogo neanche la figura di Cosimus potrebbe essere reale.......la magia non e' illusione..essa e' reale quanto la vostra spada......l'amore che provate per Talia e' talmente grande che vi proteggera'......Amare non vuol dire essere ricambiati.......amare vuol dire aver avuto il dono Divino di ricevere un sentimento che non ha spiegazione sul piano umano.....amatela, amatela anche con la consapevolezza di averla persa.......sara' questo il vostro scudo nei confronti di un uomo che e' pieno di odio........il mio cuore battera' insieme al vostro e la mia forza sara' unita alla vostra.......abbiate Fede mio signore........".....Trovarmi difronte Cosimus......fu come se qualcuno mi avesse dato un pugno allo stomaco......Lui poteva aver ucciso migliaia di uomini.....ma la resa dei conti arriva per tutti.......guardai l'anello al dito di Guisgard....sembrava brillasse di luce propria...Fu solo un attimo e la mia mente ando' a Morrigan la potevo vedere fiera e instancabile....e con orgoglio percepii l'arrendersi al suo essere maga aveva rischiato di perdere Mion....se fosse stato vero amore....nulla, neanche la magia avrebbe potuto dividere due persone che si amavano.........la visione di Morrigan svani' come nebbia al sole.....l'arrivo dello scontro........fu un primo colpo di spada....e poi un susseguirsi di colpi assestati e schivati......ogni colpo scuoteva tutto il mio essere.....Guisgard era veloce...ma Cosimus sembrava una roccia........cosi' padrona della luce........feci in modo che Guisgard assestasse i suoi colpi con una velocita' tale.....da lasciar senza fiato il suo avversario........ feci uscire dalla mia bocca un soffio di vento caldo.......che colpì Cosimus........lo vidi cadere e contorcersi in preda a fiamme invisibili ad occhio umano........sino a quando tutto sembro' calmarsi anche Cosimus........una strana sensazione...mi sentii come sospesa....guardai istintivamente l'anello....era a meta' dito nella mano di Guisgard la furia del duello stava facendo scivolare il mio legame di vita.........

cavaliere25
14-09-2010, 10.12.49
Sentendo quella voce rimasi fermo non capivo chi poteva essere rimasi con il mio arco teso pronto a scoccare le frecce iniziavo a sentire la stanchezza della battaglia non riuscivo piu a capire che stava accadendo mi domandai perchè tutto quel sangue sparso e tutti questi morti mi auguravo che finisse tutto in quel istante e che i miei compagni di avventura fossero tutti vivi ma in un momento mi guardai in torno e cercai Guisgard non riuscivo a vederlo allora mi rivolsi a Maladesh e dissi dovè Guisgard lo hai visto io non riesco a vederlo dobbiamo sapere se è ancora vivo e se a bisogno del nostro aiuto.

Talia
14-09-2010, 20.17.24
Carcassonne! Le alte e ruvide mura di pietra grezza si avvicinavano rapidamente mentre la mia piccola compagnia procedeva al trotto lungo l’ampia strada che portava in città. Com’era bella Carcassonne, così imprendibile e fiera sulla cima della collina! Quel fulgido sole mattutino la inondava di luce, carezzando gli alti bastioni e indugiando tra le irregolarità delle mura… e allora pensai a Guisgard: avrei tanto voluto che fosse lì in quel momento, lui che così a lungo mi aveva parlato dello splendore della sua terra, avrei voluto fosse lì perché potesse vedere la magnificenza della mia, il suo calore, la sua joie de vivre… Guisgard… oh sì, avrei voluto che fosse lì! Avrei voluto rivederlo un’ultima volta! O anche, soltanto, sapere che stava bene! Ma scacciai quell’idea… era un’idea da sciocca, mi ammonii.
Uno dei cavalieri suonò il corno e allora vidi gente dai campi correre verso di noi, salutando ed esultando… ne fui intenerita, rendendomi conto quanto in fondo amassi quella terra e quella gente. Ero stata una stupida, pensai, ad identificare Carcassonne con mio padre… perché il visconte non era Carcassonne! Carcassonne era pietra e terra, era il cuore di quelle persone, era il loro calore, i loro sguardi, la loro fatica quotidiana, la loro vita… Quelle persone che sembravano ripagarmi con lo stesso affetto e devozione. Quanto dovevo apparire felice ai loro occhi! Quanto dovevo apparire fortunata a loro, che probabilmente non potevano vedere quella gabbia di parole e compromessi in cui ero chiusa!
Entrammo nella prima cerchia di mura ed attraversammo il portone della seconda, per poi prendere la strada lastricata in salita che portava verso il palazzo. Quante e quante volte prima di quel momento avevo percorso quella strada, eppure mai mi era sembrata tanto lunga e faticosa: quella strada ora somigliava alla scala del patibolo per me.
Di fronte al palazzo c’era un gran fermento di paggi e guardie… ma la mia attenzione fu attratta da Alvien, la mia buona nutrice. Le sorrisi. Fu lei che mi prese non appena smontai da cavallo, che fece uno sbrigativo cenno di assenso a Gerard e poi mi spinse via, dentro il palazzo, al riparo e lontana dalla confusione. Lasciai che l’amorevole braccio di Alvien mi conducesse fino a quelle che erano sempre state le mie stanze, parlava ma io non ascoltavo… ero affranta, mentalmente sfinita.

Guisgard
15-09-2010, 02.44.07
La furia del duello.
La forza data all'odio.
Non è poi tanto diversa dalla forza che può dare l'amore.
Chi lo so sa.
Cosimus era forte ed animato da vivo odio.
Guisgard lottava per liberarsi.
Liberarsi dall'odio di Cosimus, ma anche dai suoi fantasmi.
Vincere quel duello. Ma poi?
Ma lo scorrere degli eventi era implacabile.
La vita non si ferma davanti a noi.
Un romanzo.
Qualcuno ha detto che la vita è come un romanzo.
Ed il finale non è mai scontato.
Ed ora come ora tutto appariva come un immenso dramma.
Il braccio di Cosimus era saldo, la sua spade temibile.
"Val la pena per te vivere?" Chiese in un attimo di viva esaltazione.
Guisgard lo fissava senza rispondere nulla.
E quel duello sembrava interminabile, tanto, quasi, da fiaccare Elisabeth ed il suo potere.
L'anello, simbolo di fiducia, legame e fedeltà, sembrava voler scivolare via.
Come la gioia, la felicità.
La gioia di vivere...
"Quando diventasti cavaliere" gridò Cosimus proprio nel bel mezzo della battaglia "sognavi per te un giorno una morte gloriosa? Ebbene, sappi che morirai in questa foresta e sarai ricordato come un vile assassino!"
"Come te?" Rispose Guisgard. "Si, come te..."
E rispose con vigore ai suoi colpi.
Ma ad un tratto la nebbia cominciò a diradarsi.
Tutto all'improvviso.
Il Sole iniziò a scaldare ed illuminare quell'angolo di foresta.
E i due combattenti apparvero di nuovo agli occhi del mondo.
Quello reale.

Guisgard
15-09-2010, 03.01.06
Tutti si fermarono a quelle parole.
Il sigillo vescovile fu mostrato e come la luce sembrò illuminare e disperdere quel caos.
Come se fosse il Giudizio di Dio su tutti loro.
"In nome di sua grazia il vescovo" gridò solennemente Boise "la legge giunge in queste lande! Chi è fra voi che ha nome Guisgard di Capomagnus?"
Ad un tratto si udirono i tipici suoni di un duello.
Tutti si voltarono e riconobbero, poco distanti, Guisgard e Cosimus, che per la foga non si erano accorti di nulla.
Boise fece un gesto ai suoi e questi raggiunsero e circondarono i due contendenti.
"Fermi, in nome di sua grazia il vescovo!" Ordinò uno dei cavalieri di Boise.
"Cosa accade?" Chiese Cosimus ansimando per la fatica del duello.
"Chi fra voi è Guisgard di Capomagnus?"
"E' questo marrano, cavaliere!" Rispose Cosimus indicando Guisgard. "Io l'ho riconosciuto! E' un assassino! Prendetelo e fate giustizia!"
"La giustizia spetta ad altri, non a voi!" Intervenne Boise.
Poi, fissando Guisgard, cominciò a leggere:
"Sua grazia il vescovo concede la grazia, per l'intervento di sua signoria il visconte di Carcassonne all'uomo chiamato Guisgard di Capomagnus!"
"Cosa?" Intervenne Cosimus. "E' assurdo!"
"Silenzio!" Lo richiamò uno dei cavalieri.
"Chi fra voi ha nome Cosimus di Provenza?" Chiese Boise.
"Io... sono io. Perchè?" Chiese turbato Cosimus.
"Cosimus di Provenza, sua grazia il vescovo vi impone di presentarvi al suo cospetto per chiarire la vostra posizione davanti ad alcune testimonianze che gettano ombra sul vostro operato negli accadimenti che portarono al processo di Guisgard di Capomagnus!"
"Cosa? Siete folli!" Urlò Cosimus.
"Disarmatelo e prendetelo con voi!" Ordinò Boise ai suoi.
"Per intercessione del marchese di Carcassonne..." ripetè Guisgard.

Guisgard
15-09-2010, 03.14.04
Intanto, a Carcassonne, nella sua stanza Talia si preparava per incontrare suo padre.
Ma Alvien, che ne conosceva ogni sospiro, vedendola così afflitta, prese a dire:
"Ricordo quando uno dei fagiani reali si nascose nel cortile del palazzo. Voi piangeste una settimana nel vederlo preso e portato nelle dispense. Ogni sera, in quei giorni, era un'impresa farvi mangiare o anche solo sorridere. O anche quando Raphael, Dio l'abbia in gloria, partì per la giostra di Arles. Voi, per paura che si ferisse, attendeste il suo ritorno restando chiusa qui e scutando notte e giorno la strada da quella finestra."
Si avvicinò e fissandola aggiunse:
"Non siete mai stata brava a nascondere i vostri stati d'animo. Soprattutto la tristezza. Cosa avete, milady?"

Guisgard
15-09-2010, 03.32.11
Intanto, nella foresta, mentre i cavalieri di Boise disarmavano quelli di Cosimus, Mion si allontanò, appartandosi sotto un albero.
Qui si fasciò la mano ferita.
Appariva silenzioso e turbato, con lo sguardo perso nel vuoto.

Talia
15-09-2010, 03.32.27
Scutai per un istante la cara immagine di Alvien attraverso lo specchio... era dietro di me, la spazzola tra le mani e mi scrutava con quel suo tipico sguardo apprensivo... sospirai.
"Quando partii da qui, Alvien, ero certa che mai più sarei tornata. Non ne avevo alcuna intenzione! Non pensai a te, in quel momento... solo dopo mi resi conto che non ti avevo neanche salutata e che forse saresti stata in pena... mi dispiace per non averti detto mai il bene che ti voglio, per non averti mostrato la riconoscenza per essermi stata sempre vicina!"
Abbassai gli occhi sulle mie mani posate sulle mie ginocchia, erano inquiete e continuavano convulsamente a tormentare il bordo dell'abito.
"Tante cose sono successe dalla sera che fuggii... sono stata tanto felice in questo tempo, Alvien, tanto quanto non credevo possibile... ma per tutto c'è un prezzo da pagare e da adesso in poi, temo, la tristezza sarà la mia croce!"

Guisgard
15-09-2010, 03.34.57
Nel frattempo, nella foresta la battaglia era ormai conclusa.
Maladesh portò le cure a Tisson, ferito nella battaglia.
Guisgard raggiunse il carro e fu accolto da un Tisson raggiante, nonostante la ferita.
"E' finita, Guis!" Disse. "Sei libero!"
Guisgard rispose con un sorriso.
Poi chiese:
"E' grave quella ferita?"
"No, solo un graffio." Rispose Maladesh, mentre medicava Tisson.
Poi, guardando il corpo del suo assistente morto, aggiunse:
"Ora pensiamo a seppellire i nostri morti..."
Ma prima che Boise ed i suoi ripartissero, Guisgard si avvicinò al cavallo di quel cavaliere.
"Sono dunque libero?" Chiese.
"Lo siete." Rispose Boise. "Come il vento."
"A chi devo quindi la mia salvezza?" Chiese Guisgard.
"Alla vostra innocenza, suppongo." Rispose Boise. "Il giudizio di sua grazia è infallibile!"
"Cosa accadrà a Cosimus?"
"Sarà processato davanti al vescovo. Voi cosa farete? Ho sentito che avete lasciato un buon ricordo nella guardia vescovile."
"Non so..." Rispose Guisgar.
"Ora noi andiamo" disse congedandosi Boise "ma fossi in voi passerei per Avignone quando sua grazia tornerà dalla Borgogna."
"Borgogna?" Chiese Guisgard.
"Si, parteciperà alle nozze del duca con lady Talia!"
A quelle parole Guisgard sentì il sangue gelarsi.
Restò in silenzio, come trafitto a morte da un nemico implacabile.
Non sentì più il dolore per le ferite, nè la stanchezza per il duello.
Rimase da solo a fissare il vuoto, mentre la foresta riprendeva i suoi colori e ed i suoi suoni.http://content9.flixster.com/photo/65/50/70/6550703_gal.jpg

Guisgard
15-09-2010, 03.46.55
Camminava come perso tra i cadeveri dei cavalieri e le loro corazze rotte e spezzate dalla furia delle battaglie, mentre un tiepido Sole riscaldava la foresta che sembrava finalmente destarsi dopo quell'infernale tumulto.
Ma lui era indifferente a tutto.
"Ora cosa farai?" Chiese Maladesh avvicinandosi.
"Non so..." rispose Guisgard "... in fondo il mio mondo è qui... coloro che mi amano davvero vivono qui... forse non avrei mai dovuto lasciare Capomagnus... ma ora so che vivere qui sarebbe un tormento per me... tutto mi parlerebbe di..."
"Era impossibile..." disse Maladesh "... lei appartiene ad un altro mondo... va via da qui e rifatti una vita..."
Guisgard sospirò.
"Temo che non mi basterà..." mormorò "... né un solo mondo da percorrere... né una vita sola per dimenticarla..."
"Devi farlo..." rispose Maladesh.
Guisgard non rispose nulla e fissò la sua spada.

Guisgard
15-09-2010, 03.53.37
Intanto, a Carcassonne, a quelle parole di Talia, Alvien restò profondamente turbata.
"Cosa avete?" Chise rattristata. "Confidatevi con chi vi ha nel cuore come una madre, milady... in questa vostra fuga cosa è accaduto? E perchè siete tornata a Carcassonne?"

Morrigan
15-09-2010, 03.54.04
Quei cavalieri, venuti fuori dal nulla, mentre la luce violenta che sorgeva ad Est avvolgeva le loro sagome nobilmente erette sui destrieri bardati, sembrarono agli occhi di Morrigan simili a dei.
Udi più volte ripetere il nome di Avignone e l'ordine di abbassare le armi, ma solo quando vide che tutti gli uomini intorno a lei obbedivano ed indietreggiavano, riuscì finalmente ad abbassare il suo pugnale. Ancora li seguì con lo sguardo, mentre si allontanavano per ascoltare i bandi e comprendere infine ciò che stava accadendo. Ma lei non si avvicinò, no. Rimase lì, in disparte, ascoltando i frammenti di quelle voci che le giungevano nel vento... Guisgard innocente e libero... Cosimus in catene... ce l'avevano fatta! Qualunque fosse stato l'ampio giro del Fato, esso era planato infine sulle loro teste, dispensando la giustizia per cui tutti loro di erano battuti. Ma nonostante l'affetto che nutriva per Elisabeth, la devozione che le aveva promesso per quella missione, e la simpatia che Guisgard le aveva ispirato fin da principio, Morrigan non riuscì a provare per lui quella felicità e quella soddisfazione che il cavaliere di Capomagnus si sarebbe meritato dopo tante vicissitudini.

Con un gesto stanco si chinò e raccolse la sua spada da terra. Quindi approfittò della distrazione degli altri, della gioia che cominciava a circolare in quel gruppo di compagni, ma che lei non riusciva, suo malgrado, a sposare del tutto, e si trascinò oltre il carro, nella boscaglia retrostante.
Si gettò ai piedi di un albero. Strinse le ginocchia contro il petto, come se cercasse riparo in quell'abbraccio.
Tremava ancora, scossa dalla paura che aveva provato, dalla tensione di quello scontro, e da tutte quelle emozioni che si erano susseguite.
Tremava perchè alla gioia del trionfo si stava sostituendo il timore di non sapere più cosa farne di sè.
Ma soprattutto tremava perchè non riusciva a liberarsi del dolore che le era piombato sul cuore.

Così, sapendo che in quel riparo nessuno degli altri avrebbe mai potuto scorgerla, Morrigan, per la prima volta da quando era bambina, nascose il viso tra le mani, e pianse.

Talia
15-09-2010, 04.09.16
Tornai a guardarla attraverso lo specchio... era più facile sostenere il suo sguardo apprensivo con l'intermediazione di quella superficie.
"Sono tornata perché era la cosa giusta da fare!" mormorai "Sono tornata perché desideravo che mio padre facesse una cosa per me e il mio ritorno era la sola cosa che avevo da mettere sul piatto come contropartita! Sono tornata perché..." esitai, ma poi sospirai e, con un nodo alla gola, distolsi lo sguardo "Raccontami di tuo marito, Alvien, che il Cielo preservi la sua anima... Era un uomo buono, ricordo! Quando hai capito che l'amavi?"

Guisgard
15-09-2010, 04.15.45
Morrigan piangeva.
Nulla è peggio del tormento d'amore.
Ad Amore non si sfugge.
Perchè Amore è un sogno.
E noi siamo fatti della stessa sostanza dei sogni, come scrisse un grande che più di una volta ispirò le atmosfere di questa nostra avventura.
Quell'albero faceva ombra e dava una docile frescura in quella mattinata di Settembre.
Ad un tratto Morrigan sentì dei passi alle sue spalle.
Era Mion accanto all'albero che in silenzio la fissava.

Guisgard
15-09-2010, 04.21.21
Alvien comprese.
Si avvicinò a Talia e prese le mani di lei nelle sue.
"Quando vidi Armand la prima volta..." cominciò a dire "... ero sulla strada per il paese con le mie sorelle... ci incrociammo quando lui era con altri cacciatori. Lavorava nelle terre di vostro nonno... ricordo che mi fissò... mi fissò senza dire nulla, ma cose avesse voluto dirmi tutte le cose del mondo... ogni mattina, dall'ora, ci incrociammo... e lui mi fissava senza mai dire nulla... i suoi sguardi erano diventati per me come mille parole d'amore... ed attendevo quelle mattine come il momento più bello dell'intera giornata... fino a quando, finalmente, mi parlò per la prima volta..."
In quel momento qualcuno bussò.
"Milady..." disse il paggio "... vostro padre vi attende..."

Morrigan
15-09-2010, 04.23.41
Nel sordo silenzio del suo cuore, Morrigan riuscì ad udire dei passi che si avvicinavano.
Sollevò il viso di scatto e vide Mion, accanto all'albero, che la fissava in silenzio.
Cercò di cancellare in fretta, con la mano, i segni delle lacrime e si sforzò di atteggiare il viso ad un espressione tranquilla, per nascondere, quanto più le fosse possibile, quel turbamento agli occhi di lui.

"State bene, signore?", disse, con voce che voleva esser calma.

Guisgard
15-09-2010, 04.28.09
"La mia mano..." disse Mion "... sono ferito ma è solo un taglio... uno sciocco, insignificante taglio..."
Fissò allora l'orizzonte lontano.
"Bene..." riprese a dire "... finalmente è tutto finito... lady Talia sposerà il mio signore ed i miei compagni sono stati vendicanti... non ho altro da fare qui..."
Si voltò poi e fissandola chiese:
"E voi? Voi cosa farete ora?"

Morrigan
15-09-2010, 04.33.51
"Sono felice che tutto si sia risolto per voi nel migliore dei modi", rispose, schivando il suo sguardo.

Tutto era freddo, intorno a lei. Lui era freddo, ormai distante come se fosse già scomparso oltre quell'orizzonte... freddo, distante... ma non avrei potuto aspettarmi altro!

"Io? Forse seguirò milady Elisabeth, se mi vorrà con sè per insegnarmi le sue arti, o forse... forse, più semplicemente, tornerò alla mia vita di un tempo"

Talia
15-09-2010, 04.37.12
Mi voltai verso di lei e le carezzai il viso...
"Sei fortunata, Alvien!" dissi "Anche se lui adesso non c'è più, sei fortunata ad aver avuto un matrimonio così. Ad aver avuto un uomo che tanto amavi..."
La abbracciai forte, e mormorai: "Ti voglio bene!"
Il quel momento bussarono alla porta, ci voltammo mentre un paggio si affacciava sulla porta.
Chiusi un momento gli occhi alle sue parole, inspirai profondamente e placai la mia anima, così che quando li riaprii ogni traccia di emozione era sparita dal mio volto.
"Bene!" dissi, alzandomi elegantemente "Conducetemi da lui, dunque!"

Guisgard
15-09-2010, 04.43.18
"Capisco..." disse Mion, stringendo nervosamente la fasciatura attorno alla sua mano "... immagino abbiate una famiglia... un uomo che vi attende..."
E ritornò allora a fissare l'orizzonte.

Guisgard
15-09-2010, 04.48.30
Nel frattempo, a Carcassonne, Talia fu condotta da suo padre.
E fatta entrare in una grande sala, la ragazza vide suo padre intento a fissare il cortile da una finestra.
"Bene..." esordì con una voce che non sembrava tradire emozioni "... il buonsenso alla fine ti è ritornato... del resto sei sempre mia figlia... sei come tuo fratello... per voi l'onore del nostro casato non è mai contato nulla... fortuna che questa scandalosa vicenda si è conclusa..."

Morrigan
15-09-2010, 04.50.41
Morrigan abbassò gli occhi e sorrise tristemente.

"Sapete bene da voi che non è così!", rispose.

E inavvertitamente il suo tono assunse una sfumatura di rancore che elle non si era attesa... perchè nemmeno nei sogni peggiori avrei mai potuto prevedere che saremmo arrivati a parlarci in questo modo!
Risollevò le ciglia, e vedendo che egli non la stava più guardando, si prese quell'istante per imprimersi quell'immagine nella memoria... quell'istante, quasi sospeso nel tempo, che diede a Morrigan la calma necessaria per parlargli ancora.

"Mi rincresce, Mion... non mi avete avete avuta che come in un sogno... una donna amabile di notte, e una strega alla luce del giorno! Credo di dovervi delle scuse"

Guisgard
15-09-2010, 04.56.22
"Forse la notte..." disse Mion "... genera incanti... illusioni... io... io sono abituato a ciò che posso vedere, toccare, comprendere... io..."
Abbassò il capo e restò a fissare la sua mano, avvolta nelle bende arrossate dal sangue.

Morrigan
15-09-2010, 05.04.34
"Io, credetemi, vi comprendo, e non vi muoverò rimprovero alcuno per questo... ma le illusioni notturne sono soltanto illusioni, e di certo non possono avere nè peso nè valore per un uomo come voi!"

Esitò un istante, come se avesse avuto timore di ciò che stava per dire, ma poi concluse:

"Posso soltanto dirvi che è stata per me una gioia l'essere stata la vostra illusione, anche solo per una notte, ... e vi giuro che, per quella benedetta notte, ho creduto davvero che i sogni si potessero infine toccare!"

Talia
15-09-2010, 05.04.53
Mi fermai pochi passi dietro di lui... era molto tempo che non lo vedevo, ormai, ma non mi sembrava cambiato.
"Buonsenso!" dissi, con un tono che non riuscì completamente a mascherare un certo sarcasmo "Bene, potete chiamarlo così, se vi aggrada! Quanto all'onore del casato... beh, spero che un giorno finalmente capirò quale onore vi sia nella vostra imperitura volontà di rendere i vostri figli infelici!"

Guisgard
15-09-2010, 05.12.17
Mion restò in silenzio.
Mille immagini attraversavano la sua mente e con esse altrettante emozioni, sensazioni e ricordi.
Quando non si conosce una cosa, foss'anche il tesoro più prezioso di questo mondo, non la si può rimpiangere.
L' invincibile spadaccino non aveva mai amato prima di incontrare lei.
Ed ora conosceva la forza e l'ardore di un'arma che non aveva eguali e non lasciava scampo.
Lui, abituato a battersi contro ogni genere di arma, ora ne aveva conosciuta una che non dava scampo.
Il dardo d'oro di Amore lo tormentava come nessuna ferita aveva mai fatto prima d'ora.

Guisgard
15-09-2010, 05.23.39
"I miei figli infelici? Questo devo sentirmi dire!" E si voltò di scatto, perdendo quell'apparente indifferenza. "Credi forse che se non avesse avuto il mio nome, tuo fratello avrebbe potuto viaggiare per le migliori corti d'Europa inseguendo i suoi insensati sogni? E tu, senza il mio denaro, dove saresti fuggita? In un convento forse! E ringrazia che non ti chieda nella tasca di quale gaglioffo è finito quel denaro! E voglia il Cielo che tu abbia perduto solo quello e non anche il tuo onore ed il tuo buon nome!"
E Restò a fissare Talia con gli occhi di fuoco.

Morrigan
15-09-2010, 05.27.31
Mion restò in silenzio di fronte alle sue parole, a quell'ammissione che tanto le era costato fare.
In quel silenzio Morrigan, nella sua confusione, riuscì a leggere solamente il convincimento di lui di non poterla amare.
Il suo cuore allora fu stretto nella morsa di un dolore che non sarebbe riuscita a spiegare, ma che in pochi istanti divenne intollerabile.
Scattò in piedi e subito gli fu accanto, fronteggiandolo con uno sguardo duro, quasi furioso, dove non c'era più segno di lacrime, ma solo i solchi di una ferita.

"Oh, andiamo, Mion... piantatela!" esclamò con veemenza, inchiodandolo al suo sguardo "Siete voi che avete guardato me con disprezzo, non io voi! E siete voi che non riuscite ad accettare la mia natura, non certo io a non sposare la vostra!... e questo mi dispiace, perchè non c'è davvero nulla che io possa fare per cambiare la situazione! L'unico modo per cancellare ciò che sono sarebbe quello di togliermi la vita, e credetemi, lo farei, se questo gesto servisse davvero a qualcosa..."

A quel punto la sua voce si spezzò, si flettè, perse di forza e divenne più bassa, colma di un doloroso risentimento.

"... ma non servirebbe comunque... voi avevate giurato che, di qualunque cosa si fosse trattato, non avrebbe fatto per voi la differenza! Ebbene, signore, siete voi che non avete tenuto fede alla vostra parola, non io! Quindi perdonatemi, ma adesso non ho davvero più nulla da dirvi!"

E detto questo, Morrigan gli voltò le spalle e fece per allontarsi.
Non poteva restargli accanto un istante in più, o Mion avrebbe di certo scorto il suo dolore.

Talia
15-09-2010, 05.35.34
"Raphael non inseguiva sogni insensati! Inseguiva un ideale di giustizia, un ideale di lealtà e di coraggio!" lo osservai furiosa per un istante, poi improvvisamente qualcosa in me si spezzò e persi quella rigidità che mi aveva sostenuta fino ad allora, con voce tremante proseguii: "Quanto a me... ma non vi è mai venuto in mente che non era del vostro denaro che avevo bisogno, ma di un padre? Non vi è mai venuto in mente che avrei voluto che mio padre mi abbracciasse e mi consolasse quando la mamma è morta? Che avrei avuto bisogno di voi per superare la perdiata di Raphael? Non vi è mai venuto in mente che ero una bambina, che ero vostra figlia, prima che la dama di Carcassonne? Ma no... no, voi pensate che essere Visconte vi renda superiore a questo!"
Abbassai gli occhi, ormai lucidi, e soggiunsi: "Non temete, il vostro denaro e in buone mani! E il mio dannatissimo onore non ha subito conseguenze!"

Guisgard
15-09-2010, 05.42.36
Morrigan stava andando via. Via da lui.
In quel momento Mion prese la sua mano.
La stringeva forte, come se avesse voluto trattenerla con sé per sempre.
"Morrigan..." disse "... non andare via, ti prego... non lasciarmi... da solo..."

Guisgard
15-09-2010, 05.42.55
Nel frattempo, a Carcassonne, Talia era con suo padre.
Ma questi, a quelle parole di sua figlia, perse totalmente il controllo.
"Ora basta con queste sciocchezze!" Urlò. "Non sei una popolana o una serva! E' ora che tu ti renda conto del tuo lignaggio e del tuo ruolo! Presto sarai la moglie del duca di Borgogna! Sii degna di tale onore! E se non vuoi farlo per te, fallo per il tuo casato! Ed ora va, ho altro di cui occuparmi!"

Morrigan
15-09-2010, 05.47.39
Lei si voltò, sentendosi trattenere, e rivolse a lui i suoi occhi di velluto, resi ancor più lucidi dall'emozione.

"Ti ho fatto così orrore che quasi ti stavi facendo ammazzare!" disse, con un tono basso, quasi indulgente "Come potrei mai credere alle tue parole, adesso?"

Talia
15-09-2010, 06.00.22
Lo guardai con gli occhi lucidi, avrei voluto urlargli quanto lo odiavo ma non ne avevo la forza...
Inspirai profondamente e riacquistai, almeno un po', il controllo: "Una sciocchezza è il tentare di palare con voi! Un muro è di certo più ragionevole ed ha più cuore d voi!" mormorai, poi in fretta soggiunsi: "Adesso, con il vostro permesso, mi ritirerò in attesa del fatal giorno!"
Mi voltai rigida ed uscii dalla sala, senza aggiungere altro.

Guisgard
15-09-2010, 06.17.20
"Perchè... perchè se ora tu andassi via... io ti rimpiangerei per sempre..." disse Mion, senza lasciare la sua mano.
"Morrigan..." aggiunse "... io... io ti amo per quel che sei... non mi importa niente di niente... e se tu ora andassi via... io so che passerei il resto della vita a cercarti..."

Morrigan
15-09-2010, 06.30.58
A quelle parole, Morrigan interrupe ogni suo gesto. Voleva credergli, lo desiderava, così come già era stato la notte precedente. Prese un profondo respiro, quindi si soffermò a guardare quel viso, tratto per tratto... quel viso che aveva imparato a conoscere così bene in così poco tempo... quel viso che le era caro sopra ogni cosa. Gli si mise proprio di fronte, e gli prese nella sua anche l'altra mano.

"Parlami ancora dell'Oriente," cominciò allora, con voce addolcita da quell'emozione forte di averlo di nuovo accanto "e dei suoi guerrieri... Come sono le loro spade? E come sono le loro armature? E parlami dei ciliegi in fiore e dalla primavera..."

Si interruppe, intenta a seguire la luce che brillava negli occhi di Mion, una luce così iintensa che quasi la commosse.

"Ma prima... prima abbracciami, te ne prego... perchè fino a qualche attimo fa ho temuto di non potere più sentire la tua stretta su di me!"

Guisgard
15-09-2010, 06.56.28
"L'Oriente è la terra dei sogni, di tesori favolosi, di civiltà senza tempo e di guerrieri invincibili..." disse Mion "... e... ma anche parlando delle sue meraviglie sarebbe ora solo tempo perduto..."
E la baciò con passione e trasporto, stringendola sé con il vigore di chi brucia del favore di Amore mio signore.
Ed il caldo abbraccio della foresta li avvolse, echeggiando dei sospiri del loro amore.
E la notte e poi l'alba li ritrovarono insieme, uniti in un'unico abbraccio.
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Guisgard
15-09-2010, 06.59.17
Un cavallo rapido come il vento attraversò la foresta, bruciando la distanza che separava Capomagnus dall'abbazia.
Il cavaliere fu subito condotto da padre Alwig.
"Ecco, questa è la spada che acquistammo col denaro del visconte di Carcassonne." Disse Guisgard mettendo davanti al chierico la sua spada. "Ecco... e con questo si conclude l'ultimo atto di questa immensa farsa."
"Questa dunque non è la vostra spada?" Chiese il chierico.
"No, non lo è." Rispose Guisgard. "E non voglio ciò che non mi appartiene."
"Una volta ho sentito dire che un cavaliere non si separa mai dalla sua spada."
"Non è mia... non era mio il denaro con il quale fu acquistata... ed io non voglio più saperne nè di questa spada nè della persona a cui appartiene!"
Padre Alwig lo fissò per un momento.
Cercava di comprendere cosa davvero avesse nel cuore quell'uomo.
"Già, rammento..." disse il chierico "... infatti voi chiaramente diceste di non voler portarla con voi. Mi riferisco a lady Talia, ovviamente."
"Era pericoloso ed era chiaramente nel suo interesse lasciarla qui." Rispose Guisgard.
"Già... e sia..." continuò il chierico "... comunque sono lieto di rivedervi, mio buon amico."
"E pechè mai?"
"Perchè ho da offrirvi la ricompensa."
"Che ricompensa?" Chiese Guisgard.
"Quella per aver protetto lady Talia ed averla liberata da quell'assassino di Cosimus!" Rispose il chierico. "Il visconte è un uomo generoso e vi è grato per ciò che avete fatto."
"Al diavolo!" Esclamò Guisgard.
"Come dite?"
"Dico che sono tutti una masnada di pagliacci!"
"Misurate le parole e ricordate dove vi trovate!" Lo richiamò il chierico.
"Non voglio nessuna ricompensa!" Disse Guisgard. "Non mi si può trattare come un idiota per poi tentare di comprarmi con il loro sporco denaro!"
"Non vi interessa sapere a quanto ammonta la ricompensa?"
"Non mi interessa!" Rispose Guisgard comminando nervosamente per la stanza. "Sono venuto qui solo per portarvi quella spada! Ora voglio andar via!"
"Siete un bel tipo voi!"
"Bello o brutto, sono come sono!" Replicò Guisgard. "Non sono un pagliaccio, io! Non si ride alle mie spalle! Mi sono fatto ingannare, ma non continuerà questa farsa!"
"Vi hanno... ingannato?" Chiese divertito il chierico.
"Si... ma ora è finita! Tutta questa storia è finita, finalmente!"
"Posso farvi una domanda?"
Guisgard lo fissò.
"Voi l'amate?" Chiese il chierico.
"Quella ragazza è solo una pestifera viziata!" Rispose Guisgard. "Insensibile ed egoista!"
"Ma l'amate?"
"E' la degna rappresentante di un mondo fatto di vanità e superficialità! Ed è colpa di suo padre, perchè io le avrei fatto fare una solenne cura a base di scapaccioni!
"Non mi avete risposto."
"Quella ragazza è una peste e farà dannare chi avrà la disgrazia di sposarla!
Ma ora ha trovato un degno compagno nel duca di Borgogna! Un fellone mal visto dal re e da Roma!"
"Ma voi l'amate!" Esclamò il chierico.
"Si!" Rispose Guisgard. "Ma sono troppo furbo per restare in questa assurda situazione!"
Il chierico sorrise.
"Ed ora qui non ho più niente da fare! Addio, buon chierico e pregate per me!"
E detto questo, Guisgard andò via.

elisabeth
15-09-2010, 08.36.01
Tutto ha un inizio e tutto ha una fine......Cosimus avrebbe ottenuto la sua punizione terrena.......e Guisgard ?.....il primo atto di giustizia si sarebbe compiuto..era innocente........ma con immensa tristezza.....notai che non fece nulla per trattenere l'anello...non sentii piegare le sue dita perche' non scivolasse via...........vidi cadere tra la polvere quel cerchio di freddo metallo.......non brillava piu' di una calda luce, era grigio.......mi sentii cadere nella polvere accanto a quell'anello che era l'unico legame di vita....lo vidi calpestare dagli zoccoli dei cavalli...dai piedi dei soldati.......li sentii attraversare il mio corpo.....e io ero li'..invisibile......guardavo Guisgard, avevo lasciato il suo corpo......e non si era accorto di nulla............Cercai con la mente Morrigan......e la sentii felice come non mai......era giusto che cosi' fosse......" hai fatto la scelta giusta figlia mia...hai scelto di seguire Mion, all' Amore non si deve mai rinunciare......che la benedizione di Madre terra scenda su di voi"...........ferma in quella radura.....ascoltai Guisgard parlare con un chierico......." L'ami Guisgard ?..."....gli uomini non riuscivano a essere sinceri neanche con se stessi.........poi mi giunse forte la sua risposta..." Si......"......Lo vidi andare via, stolto di un uomo.........sordo ad ogni richiamo di amore.......faro' un'ultima cosa per te.........feci cosi' da ponte e feci percepire i senimenti che Talia provava in quel preciso momento.....al cuore di Guisgard........feci in modo che lui vedesse...tutto quello che quella donna era riuscita a fare..perche' la sua innocenza fosse riconosciuta........" Guisgard....non so se puoi sentirmi......forse ho avuto solo l'illusione che tu lo facessi........ma se il mio pensiero riesce ad arrivare a te.......fai un ultimo sforzo e cercala, il tuo cuore ti portera' da lei........"..................E ora....che cosa mi sarebbe accaduto ?.......sarei rimasta in quella foresta per il resto dell'eternita' ?.............incomincia ridere........gli eventi........dall'uomo non avevo avuto alcuna gioia........sino a quando era riuscito a togliermi anche la vita ...........

lady_Empi
15-09-2010, 15.23.10
<la pace tornò nella foresta, gli ultimi echi del metallo si percepivano ancora nel vento. Empi si avvicinò ad un albero sedendosi su una radice che spuntava dal terreno. Immobile in perfetta comunione con la Terra spalancava i suoi sensi per percepire la voce della foresta. Udì gli zoccoli del cavallo di Guiscard allontanarsi ma non lo seguì. Un pensiero la tormentava> E se avessi sbagliato? E se non fosse lui il giovane cervo? <si chiese mentre lentamente recuperava le energie. Con gli occhi osservò la radura dove era infuriata la battaglia e fu allora che lo vide: un anello. Calpestato e quasi confuso con la Terra> Ma quello… <mormorò la fata allargando le ali e precipitandosi verso l’anello. Lo raccolse e percepì un’intensa energia. Sentì le parole di Elisabeth rivolte a Guiscard vagare nel vento> Madre Terra non ha ancora finito con Voi , Signora <parlò all’anello sperando che Elisabeth potesse sentirla e poi capì cosa doveva fare. Si alzò in volo e si inoltrò nella foresta, l’anello stretto nella mano. Raggiunse Guiscard, lo vide mentre avanzava con il suo cavallo, l’espressione fiera che celava il profondo dolore. Chiuse gli occhi e l’illusione ebbe inizio. Il suo corpo minuto si trasformò lentamente in quello di una donna, la stessa che Guiscard aveva incontrato tempo addietro. Stringeva ancora l’anello tra le mani, non lo indossò, non poteva> Questo vi appartiene Cavaliere <disse a Guiscard presentandosi dinnanzi al suo cavallo e bloccando i suoi passi. Aprì il palmo della mano e gli mostrò l’anello>

Morrigan
15-09-2010, 15.59.55
La prima luce del mattino... Morrigan restava immobile, con i lunghi capelli sparsi sul suo petto. Solo i suoi occhi erano vivi, e vagavano lentamente, accarezzando tutto ciò che li circondava. Mion respirava piano e aveva sul viso il sorriso felice di chi fa bei sogni.
Morrigan si sciolse silenziosamente dal suo abbraccio, per non turbare quel suo momento di beatitudine. Si fermò un istante ancora a guardargli il viso, da cui era scomparsa finalmente ogni ombra e ogni dolore. Si chinò, gli baciò lievemente i capelli, le palpebre e la mano di lui che restava abbandonata sul cuore, come nell'atto di stringerla ancora a sè. Quindi si levò in piedi. Si gettò addosso il suo mantello, chè le parve di sentire freddo, ora che era così distante da lui. Quindi si mosse, come seguisse istintivamente un richiamo urgente. L'orlo del suo mantello sfiorò le armi abbandonate sull'erba, poco distanti dal luogo in cui avevano trascorso la notte... le loro spade, che avevano lasciato cadere a terra, si erano incrociate e sulla lucida lama le goccie di rugiada risplendevano come perle.
Morrigan passò oltre, e si diresse verso lo spiazzo in cui avevano dato battaglia agli uomini di Cosimus. Il suo cuore era gravato da un pensiero, che era giunto a lei con le prime albe... Elisabeth... dove sei? Morrigan non riusciva a non rimproverarsi della sua troppo, troppo tardiva sollecitudine... quanto, quanto stolta... e quanto egoista sono stata? Aveva dimenticato ogni cosa in quell'abbraccio... tu lo sapevi già, vero Elisabeth? L'avevi visto, avevi visto già ogni cosa nel momento stesso in cui la tua mano si era tesa a curarlo, nella foresta, quel mattino, quando io stessa ancora ignoravo il suo valore... così la gioia di quella notte le appariva inevitabilmente sempre più macchiata e imperfetta, perchè quella sua gioia era costata dolore ad una persona che lei pure amava e che aveva promesso di aiutare... mi perdonerete mai, Elisabeth? O mi perdonerò, io stessa?

In preda a questi pensieri, si aggirava silenziosa su quello spiazzo di terra battuta... il carro ribaltato, i rami anneriti e contorti dalle fiamme, il sangue che ancora chiazzava il terreno... sono questi gli araldi e le insegne della vittoria?, si domandò con tristezza. Il corvo nero si aggirava sul campo di battaglia, e vedeva il nulla riflesso nei suoi stessi occhi... dove sei, Elisabeth? Non c'è più niente di te, in questo luogo?
Mentre pensava questo, vide di nuovo quella luce, quel frammento d'ambra, lo stesso che durante la battaglia era sfrecciato davanti ai suoi occhi, rassicurandola. Lo vide scintillare e levarsi in volo, e insieme a quel bagliore dorato, vide levarsi l'anello che Elisabeth aveva dato a Guisgard. Allora comprese che la Natura stava ancora lottando, e che lo spirito di Elisabeth resisteva e permaneva ben oltre il suo sguardo cieco.

Si inginocchiò, affondò le mani nel terreno, fino a sentirsele pregne della linfa della terra, quindi chiuse gli occhi e con la mente e con il cuore, andò in cerca dello spirito della sua maestra... Elisabeth, so che potete sentirmi... le radici si muovono sotto terra, raggiungendo distanza infinite... l'acqua si scava la sua strada, collegando terre diverse e distanti... Elisabeth, io sono ancora qui... sento che il vostro spirito si sta affievolendo... resistete, restistete! Ho visto che le forze della Natura stanno già correndo in vostro soccorso... non andate, Elisabeth... gli uomini non avranno vittoria su di voi... stanno arrivando, stanno arrivando per salvarvi! Io veglierò con voi, il vostro spirito è il mio, la mia forza è la vostra forza... resterò a vegliare fino a quando Guisgard non vi avrà trovato, e per tutto il tempo, io vi terrò la mano!

cavaliere25
15-09-2010, 18.04.56
Giustizia era stata fatta Cosimus era stato arrestato e Guisgard libero ero contento che le accuse su di lui erano cadute poi rivolgendomi a Maladesh dissi ora che farai tu? domandai se vuoi ancora il mio aiuto io ci sono e ti seguirò fino alla fine poi guardandomi in torno vidi Elisabeth e mi avvicinai lentamente e gli dissi mylady grazie per avermi curato le ferite ora che farete? dova andrete? se vorrete potete venire con noi vi riporteremo in dietro.

Guisgard
15-09-2010, 20.36.10
Maladesh guardò il giovane Cavaliere25 e gli diede una pacca sulla spalla.
"Dove andremo? Che domande, ragazzo! Il mondo è pieno di fuorilegge che vedono pendere sulle loro teste taglie di tutti i tipi! Un paio di quei gaglioffi e potremmo ritirarci a vita privata!" Disse.
Si avvicinò allora al suo assistente ed aggiunse:
"Il ragazzo qui ha ormai superato alla grande l'apprendistato! E' uno dei nostri! Ora torniamo nel borgo che ho un gran bisogno di bere qualcosa che mi rinsaldi lo spirito!"
E tutti e tre saltarono sul carro, diretti a Capomagnus.

Guisgard
15-09-2010, 20.45.22
Guisgard si trovò davanti quella ragazza.
La fissò per un momento, poi, stupito disse:
"Perdonate, damigella... solo ora vi riconosco... sono sempre vostro debitore per il soccorso che mi portaste."
Guardò poi l'anello e lo prese fra le mani.
"Un anello è simbolo di eternità, fedeltà e devozione..." mormorò "... ed io non ho nessuna di queste virtù... ma tale anello mi fu compagno nell'ultimo duello e non potetti ringraziare la dama che me ne fece dono..."
Detto questo, si mise al dito l'anello e ringraziò con un sorriso Empi.

cavaliere25
15-09-2010, 20.51.55
Guardai Maladesh e dissi grazie di cuore mio fedele amico vi sarò sempre riconoscente ho imparato molto e ancora devo imparare da voi poi dissi si una bella bevuta ci puo stare dopo una battaglia cosi che ci a stancati e diminuito le forze brinderemo alla vittoria e al mio ingresso nel vostro gruppo ,in un momento mi venne davanti agli occhi lo spirito di elisabeth era dolce e bellissimo ma mi era parso che svanisse dovevo avvisare subito Morrigan visto che era la sua allieva, allora dissi hai miei compagni iniziate ad andare avanti io vi raggiungerò mi misi alla sua ricerca dovevo trovarla a tutti i costi e mi guardai in torno sperando di incrociare il suo volto.

elisabeth
16-09-2010, 00.02.31
Ero in quella radura da un tempo indefinito...mi sentivo chiusa in quel piccolo mondo....era questa la morte ?...era questa quella bellissima donna avvolta nel suo velo nero ?.........ero sola....no non potevo essere sola....sentivo lo scorrere dell'acqua, sentivo il parlottare delle foglie mosse dal vento....il profumo della natura........il calore del sole....l'umido della luna.....un battito d'ali accarezzo il mio volto e saluto' la mia anima...." Empi......come non potrei udire la voce di una creatura di Madre terra....avete avuto pena per me, ve ne sono grata, mi sento smarrita.e' come se non riuscissi a comprendere dove sono, ma una cosa e' ben chiara nella mia mente...egli e' il cervo....ho potuto ascolatre il battito del suo cuore....ho visto il mio sangue scorrere nelle sue vene.....ho lottato con lui e per lui e lui ha fatto la sua scelta, ......Voi dite che il mio compito non e' finito......la prima regola e' il silenzio la seconda e' l'obbedienza .......siete una fata e avervi vicina e' stato un dono che forse non merito......ho provato dolore e delusione per la scelta di un uomo e questo non mi era concesso".........solo un respiro e vidi il mio anello tra le sue manine...e volar via come un sogno alle prime luci dell'alba..........seguivo ancora quell'esile creatura quando il dolore di Morrigan mi arrivo' forte....lo sentii provenire dal centro della terra.........le sue mani toccavano la terra come se cercassero il mio volto.....le sue parole erano ferite profonde che lasciavano il segno in un corpo che non mi apparteneva piu'...in un anima che stava perdendo la forza che la teneva ancora tra i vivi....mi inginocchiai accanto a lei....la presi tra le braccia e cominciai a cullarla......perche' non l'avevo fatto prima...perche' non avevo appoggiato il suo capo sul mio seno quando l'avevo sentita confusa......" Morrigan il tuo dolore mi cela ai tuoi occhi...apri il tuo cuore e ascoltami, non ho nulla da perdonarti e non c'e' colpa alcuna di cui ti sei macchiata...........conoscevo il tuo destino .......esso mi e' apparso nel momento in cui mi seguisti tra le mura del monastero........sappi che il mio amore per te.....ha il valore dell' immenso.......sii felice per me, qualsiasi cosa Madre natura abbia deciso.....Sii il corvo dai colori della notte e dal cuore di fuoco.......Ama il tuo uomo senza aspettarti nulla ..perche' quello e' l'amore che a pochi e' concesso.........un ultima cosa....c'e' un uomo un uomo che ho curato sul carro..lui ha avvertito la mia presenza....credo ti stia cercando.....come tutti gli esseri umani....non riesce a comprendere........ma ha un cuore puro.......ora sono stanca....".........le diedi un bacio sul capo....misi la mia mano nella sua.......stavo andando via.....non volevo io amavo la vita....ma sembrava che questo fosse il mio destino.......Il calore di Morrigan.....mi fece sentire avvolta da un caldo mantello.......chissa' forse era questo che succedeva quando si lasciava il mondo dei vivi...

Guisgard
16-09-2010, 01.57.01
Messo l'anello, un lieve e fresco vento cominciò ad alzarsi nella foresta.
Guisgard si guardò intorno, come preso da una strana inquietudine.
Fu allora che si accorse di una piccola edicola, dentro la quale vi era un affresco consumato e sporco.
Avvicinatosi, Guisgard ne riconobbe l'immagine.
Raffigurava Amore e Psiche.
http://www.iremincedayi.com/pictures/2008/figurativo/AMORE-E-PSICHE,2008-100x100.jpg

elisabeth
16-09-2010, 02.13.22
"Come a nozze di morte vesti la tua fanciulla ed esponila, o re, su un'alta cima brulla. Non aspettarti un genero da umana stirpe nato, ma un feroce, terribile, malvagio drago alato che volando per l'aria ogni cosa funesta e col ferro e col fuoco ogni essere molesta. Giove stesso lo teme, treman gli dei di lui, orrore ne hanno i fiumi d'Averno e i regni bui."(IV, 33) .......I fiumi d'Averno....qualcuno mi aveva preso tra le braccia portandomi via al mondo dei morti,sentii la mia mano lasciare Morrigan.....non volevo avevo bisogno di lei.......non avevo ripreso le mie forze....era un suono familiare quello che sentivo era...era il battito del cuore di Guisgard, stavo riprendendo l'enrgia necessaria.......l' anello..era al suo dito e splendeva di luce propria....Empi era riuscita a trovarlo e a quanto pare gli e lo aveva reso......Il mio corpo riprese la sua forma umana.....potevo respirare da sola.......mi ritrovai alle spalle di Guisgard......stava osservando un bellissimo affresco Amore e Psiche...ecco perche' quei versi mi avevano riempito la mente........." Guisgard.........non credevo di avere un'altra possibilita' per incontrarvi "

Guisgard
16-09-2010, 02.17.16
Guisgard si voltò a quelle parole.
"Milady..." disse "... sono lieto di rivedervi... vi credevo ormai lontana, forse in Provenza, forse altrove... questo vi appartiene..." e le rese l'anello "... ora potrò salutarvi... mi sarebbe dispiaciuto andare via senza potervi dire grazie..."

elisabeth
16-09-2010, 02.25.23
Il mio sguardo andava dall' anello alla faccia di Guisgard......" Provenza ?.....Altrove?......voi non ascoltate neanche le vostre viscere......mi state restituendo quest'anello come avreste restituito un mazzo di ortiche alla capra del vostro vicino di casa che ha deturpato il pascolo delle vostre pecore........."........Un sonoro ceffone depositai sul suo ignaro volto...." Prego messere..vivere nei vostri pantaloni e' stata un'esperienza rara...".....Infuriata come non mai rimisi l'anello al dito e girai i tacchi

Guisgard
16-09-2010, 02.31.56
Guisgard si massaggiò la guancia ed accennò un sorriso.
"Sembra che ultimamente la mia sia diventata una faccia da schiaffi!"
Raggiunse poi Elisabeth.
"Milady..." disse "... vi restituisco l'anello con tutta la gratitudine di questo mondo... non ho nulla da offrirvi... perchè non posseggo nulla... le uniche persone per cui rappresento qualcosa vivono a Capomagnus... ma io non posso raggiungerle. Il mio destino è altrove. Ora voglio solo cercare qualche lontana e dimenticata contrada che mi permetta di trovare, se non la felicità, almeno un pò di serenità."
Le si avvicinò e la baciò sulla fronte.
"Grazie, mia Dama del Lago..." concluse "... è ora che Lancillotto parta per il suo esilio..."
E la fissò con un amaro sorriso.

elisabeth
16-09-2010, 02.40.12
" Mio Dio come siete patetico e struggente..........la vita e' finita......un luogo dove riposare le vostre stanche membra.......avete pensato a prendere i voti...e coricarvi ogni notte pensando a lei ?............Se veramente mi considerate la dama del lago...sappiate Lancillotto.....che vi darei il primo premio per la stupidaggine......e vi caccerei di casa...........Pensavo che l'Amore rendeva un uomo piu' audace.....vedo invece che a voi vi ha reso un codardo......"

Guisgard
16-09-2010, 02.46.08
Guisgard rise di gusto.
"Ah, milady, ammiro il vostro spirito!" Disse. "Eh, già, a quanto pare l'amore rende patetico un uomo... ma, ahimè, anche stupido! Perchè appunto come uno stupido mi son fatto raggirare... eh, sia... chi è causa del suo mal, pianga se stesso!"

elisabeth
16-09-2010, 02.55.43
" Il Signore sia lodato e' la cosa piu' saggia che ho sentito dalle vostre labbra, guardatemi bene in faccia.......se vi do' una mano.....voi.....mi seguirete....perche' convinto di farlo o solo per togliervi dai piedi una vecchia rompiscatole ?......badate bene.......se la vostra risposta non sara' sincera .........farete compagnia.....ai rospi nello stagno.....e non sperate che io sia clemente......non tornereste nei vostri panni neanche con il bacio della vostra amata....."............misi le mani ai fianchi e con un sorriso mellifluo guardai il povero lancillotto......

Guisgard
16-09-2010, 03.00.17
"Un rospo? Ah, ci manca solo questa..." disse sospirando Guisgard.
Poi, divertito, continuò:
"Eh, sia... volete fare la mia stessa strada? Bene, sul mio destriero c'è spazio."
Saltò giù e con un inchino aggiunse:
"Prego, mia Dama del Lago... lasciate che vi aiuti. E ditemi, di grazia, dove volete che vi accompagni?"

elisabeth
16-09-2010, 03.12.40
Ero convinta che Guisgard fosse gia' un rospo senza che mi me ne prendessi il merito.......lo vidi scendere da cavallo come se tutta la scena si svolgesse a rallentatore..........incominciai ad avere caldo e il mio anello sembra diventare rovente.....Incomincia ad avere una visone, era nitida vidi il Vescovo era intento ad apporre dei sigilli su alcuni documenti...ma perche' il vescovo....Cosimus era nelle sue mani.....Avignon....dovevamo raggiungere quel posto..........il senso di ansia svani' con la visione stessa........ebbi solo un attimo di smarrimento......e il mio sguardo si poso' su Guisgard......forse Empi aveva ragione.....non era finita...." Avignon....dobbiamo raggiungere Avignon........e voi siete certo che volete cavalcare con me tra le braccia ? "

Guisgard
16-09-2010, 03.21.21
"Avignone? Perchè pasare di là? Sarebbe un giro un pò lungo..."
Poi la fissò e si accorse della determinazione nel suo sguardo.
"E sia, passeremo per Avignone, come volete. Ora su, salite in sella... si, cavalcherò con voi fra le braccia... tanto non avrete nulla da temere, no? Avete detto di volervi trasformare in un rospo, quindi sarete al sicuro dal mio fascino!"
E rise forte.
E montati a cavallo, partirono verso Avignone.

elisabeth
16-09-2010, 03.30.21
Si prospettava un viaggio con i fiocchi.......se solo avessi intuito perche' avessi avuto quella visione........" Saro' felicissima di viaggiare tra le braccia di Cavalier Modestia......"......era troppo tempo che non ero a stretto contatto con un uomo....e l'imbarazzo fu' tale....che mi fece muovere con la grazzia di un sacco di patate.......ero sicura che prima o poi mi sarei sentita piu' a mio agio......

Guisgard
16-09-2010, 03.34.34
"Ma senti..." sussurrò Guisgard "... e comunque, milady, sappiate che non è mai dispiaciuta la mia compagnia al gentil sesso!" Disse poi a voce alta.
E spronato il cavallo, presero la via per Avignone.

elisabeth
16-09-2010, 03.44.00
" C'e' sempre la prima volta Guisgard.......".....Sprono' il cavallo, e comincio' la nostra avventura.......c'era molta strada da fare...certo, usare le pietre sarebbe state molto piu' veloce e meno faticoso, e il vedere il volto di Guisgard verde per i terribli vortici, sarebbe stata una gran goduria...ma meno usavo la magia e piu' tempo avevo per ascoltare le voci della natura....non mi accorsi di essermi appoggiata a lui lasciandomi andare........speravo soltanto che conoscesse la strada......." Scusate la mia curiosita'.....ma seite sicuro di conoscere la via che ci portera' nella giusta direzione ?......"

Guisgard
16-09-2010, 03.48.09
"Milady, certo che conosco la strda!" Disse Lui. "Sono stato capo della guardia vescovile ad Avignone! E comunque se la mia compagnia non vi aggrada più di tanto, potete anche evitare di sforzarvi a conversare!"

elisabeth
16-09-2010, 03.53.21
Eccolo la'........" Non ho chiesto le vostre referenze....chiedevo soltanto se conoscevate la strada...tutto qui.....perche' siete cosi' acido, rilassatevi....il silenzio sarebbe una buona idea......se volete....posso evitare di rivolgervi la parola.....e ditemi nel momento in cui..mi dovesse scappare l'urgenza di scendere da cavallo...in che modo...usando i gesti naturalmente...dovrei chiedervelo.....Sua maestosita'...."

Guisgard
16-09-2010, 04.02.39
"Sono rilassatissimo! E vi dirò che non vedo l'ora di arrivare ad Avignone!" Disse stizzito Guisgard.
"E riguardo alla vostra idea sul silenzio..." aggiunse "... sappiate che mi sembra ottima! Ed in caso di qualche neccessità che vi spinga a voler scendere da cavallo, allora fate pure un fischio! Ma non forte, altrimenti il cavallo potrebbe imbizzarrirsi!"

elisabeth
16-09-2010, 04.10.46
Bifolco...zotico.....antipatico..irriverente..zucc a vuota......mi voltai a guardarlo........pero' carino......Sua magnificenza.....un carino bifolco,zotico,irriverente zucca vuota........" Non preoccupatevi...un fischio da raccolta di pecore vi sembra adeguato...o volete che mi scappi mentre decidiamo che tipo di suono non disturbi le orecchie del vostro illustre cavallo"

Guisgard
16-09-2010, 04.11.00
Nel frattempo, nella foresta, Morrigan era da sola.
Aveva le mani nell'umida terra.
Sentiva quell'abbraccio forte, vitale, rigenerante portare beneficio a tutto il suo corpo.
Le mani a contatto con la nuda terra le riportavano i flussi di quell'unione primordiale, eterna, che era anche l'essenza della sua vera natura.
Ad un tratto avvertì una presenza.
Le mani di lui scivolavano come una carezza sulle sue spalle sulle sue braccia.
Il suo respiro sul collo di Morrigan provocò un intenso brivido alla ragazza.
"Sei turbata, amore mio?" Chiese Mion. "Al mio risveglio ti ho cercata..."
E le strinse il mantello per ripararla dall'umidità della notte.

Guisgard
16-09-2010, 04.27.31
Guisgard scosse la testa.
"Un anello per zittirla... un anello per imbavagliarla... e ad un albero lontano per incatenarla! Avrei dovuto buttarlo via quell'anello!" Pensò.
"Milady..." prese a dire "... provate a non pensare alle vostre necessità... anche perchè queste zone sono infestate da serpenti... e non vorrei che scendendo da cavallo vi imbatteste una spiacevole sorpresa..."
I due allora proseguirono lungo la strada e dopo tre giorni giunsero ad Avignone.

Morrigan
16-09-2010, 04.45.14
Infine Morrigan la sentì, l'afferrò con la sua mano... Elisabeth era ancora viva e presente... avvertì il suo spirito e sopratutto, avvertì la sua voce che le parlava, con lo stesso tono amorevole con le si era sempre rivolta... si sentì avvolgere da quella presenza, se ne sentì cullata... quasi senza avvedersene chiuse gli occhi e si abbandonò a quell'abbraccio... non morite, Madre... non morite mai!
E in quel momento, senza un apparente motivo, seppe che Elisabeth era ritornata ad abitare la sua forma mortale... stai tranquilla, io starò bene...Guisgard... Avignone... un altro viaggio... cerca colui che le mie mani hanno guarito e consolalo della sua umana confusione con le tue benedizioni!
Morrigan sorrise beata, persa nella gioia di quella certezza che tutto era stato salvato... sentiva ancora la carezza materna di Elisabeth e il bacio che le aveva dato prima di partire... il suo amore e la sua protezione l'avvolgevano completamente, e mentre gustava quelle sensazioni, un'altra carezza si aggiunse, viva e intensa, un tocco caldo e deciso, ancor più prepotente ed irresistibile, che in un attimo si chiuse in un abbraccio... sei qui!... il suo cuore balzò dalla gioia, nel riconoscere quel tocco. Morrigan aprì gli occhi di colpo, come se fosse stata svegliata da un sogno.

"Sei turbata, amore mio?" le sussurrò Mion, viciinissimo al suo orecchio "Al mio risveglio ti ho cercata..."

Il suo respiro sul collo la fece rabbrividire di piacere, e insieme la fece ridere. Si voltò, e fu di nuovo tra le sue braccia... esattamente lì, dove voglio stare, tra le sue braccia! Poi incontrò i suoi occhi e in un momento i ricordi e le dolci immagini della notte la fecero arrossire di imbarazzo. Chinò lo sguardo e si nascose sul suo petto perchè lui non lo notasse.

"Mi dispiace..." si scusò, con il tono di una ragazzina che ha commesso una marachella "dormivi così bene!... E poi avevo ancora una cosa importante da fare... Elisabeth... dovevo stare un po' con lei!"

Guisgard
16-09-2010, 05.29.04
Mion la osservò con gli occhi che sembravano riflettersi nella luce del firmamento, che splendeva incontrastato nel cielo sopra la foresta.
La strinse a sé ed avvolse entrambi nello stesso mantello.
Era bellissima.
Donna e bambina insieme.
Il suo bellissimo volto, con quei lineamenti perfetti e non più tesi dall'espressione di fierezza ed orgoglio che aveva il giorno del loro primo incontro, gli appariva come un sogno.
Un sogno capace di gareggiare con tutti quelli che Mion aveva fatto fino ad ora.
E nei suoi occhi Mion vedeva la stagione più bella della sua vita.
Una stagione fatta di desideri, di slanci, di passione, di amore.
In quegli occhi Mion vedeva un intero mondo.
Il loro mondo.
Con la mano accarezzò quel viso.
La pelle morbida, i lunghi capelli neri, la sua bocca, le sue labbra.
"Giura..." disse "... giura che sarai solo mia... dimmi che mi darai i tuoi anni, la tua giovinezza... voglio i tuoi sogni più belli... dammeli ed io li realizzerò tutti... tutti... amore mio..."
E la baciò con passione.

Morrigan
16-09-2010, 05.49.16
Morrigan si lasciò prendere in quel bacio.
Ancora la sorprendeva il modo in cui le accadeva di abbandonarsi alla volontà di Mion. Davanti ai suoi occhi, le parole fuggivano via, ed ella si sentiva di colpo incapace di opporrsi a lui in alcun modo, pur possedendone la capacità e e arti.
Ancora inesperta sui fatti dell'amore, Morrigan non sapeva che ciò accadeva semplicemente perchè la volontà di Mion si sovrapponeva esattamente ai suoi desideri. Ma, ignorando ancora una simile scoperta, di fronte a quel nuovo stupore, ella non riusciva a dir nulla... aveva voglia di piangere e ridere insieme, e tutte quelle emozioni le sembravano folli ed inebrianti allo stesso tempo, come un calice di vino speziato.

Le sue parole appassionate le giunsero in quel momento come dardi nel centro del petto, e pian piano, iniziarono a cancellare dalla sua mente tutti i piccoli timori e i dubbi celati che ogni donna irrimediabilmente prova dopo la sua prima notte d'amore.

"Che sono stata e che sono soltanto tua, te ho già dato prova stanotte, mio caro..." gli soffiò dolce nell'orecchio, mentre appoggiava il viso sulla sua spalla, lasciandosi cullare in quell'abbraccio "Che sarò soltanto tua, in ogni giorno che vivremo insieme, te lo prometto adesso..."

Poi le venne in mente un ricordo felice, e Morrigan rise, facendolo quasi trasalire per quella improvvisa felicità.

"Il primo giorno che ti ho incontrato, ad un tratto di te pensai Lo torturerò domani!... ebbene, amor mio, è questo il mio voto! Ogni giorno dirò di te che ti torturerò domani, così dovrà per sempre esserci un domani, e un altro e un altro ancora..."

Guisgard
16-09-2010, 06.13.47
Mion comiciò allora, con le mani, ad accarezzare il volto di Morrigan.
Come se volesse imprimerlo nella sua mente.
"Come sei bella... amore mio..." disse.
Colse allora un fiore e l'adagiò nei capelli di lei.
"Vi è un'antica poesia cinese... recita che per ogni promessa fatta in amore sbocci un fiore... e quel fiore vive fino a quando si terrà fede alla promessa che l'ha generato..."
La fissò ed aggiunse:
"Conserva sempre questo fiore... poichè esso si nutrirà sempre del mio amore per te e non appassirà mai..."
Si destò allora quasi di scatto e guardandola negli occhi disse:
"Domattina voglio tornare al borgo di Capomagnus... lì voglio trovare un prete... e voglio che ci sposi... non voglio trascorrere un altro giorno senza che tu sia mia moglie..."
Restò in silenzio per un istante e poi chiese:
"Vuoi esserlo? Vuoi essere mia moglie, Morrigan?"

Morrigan
16-09-2010, 06.27.13
Quella domanda la cose del tutto impreparata... essere la moglie di Mion, la sua sposa... una parola come quella non era mai entrata a far parte del suo immaginario, e l'idea del matrimonio le era sempre stata estranea. Quando le era capitato di parlarne, in passato, ad esso si riferiva come ad un'immagine lontana, estranea... come si parla di un'usanza di qualche popolo lontano e distante dal nostro abituale costume. E come avrebbe potuto essere diversamente? Non erano certo imenei, quelli che si intonavano sui campi di battaglia, e le spose, almeno quelle di cui aveva sentito parlare, non impugnavano spade tra le mani sporche di sangue.

Sfiorò con le mani il fiore che Mion le aveva messo tra i capelli, con delicatezza, quasi temesse di rovinarlo. In quel contatto, un brivido le addolcì il cuore, e la vibrante delicatezza di quel petalo le riportò alla mente le carezze di Mion, e desiderò averle per sè per sempre.

"Ti sposerò, Mion, se lo desideri davvero... ma una cosa ti dico fin da adesso, perchè tu non abbia a pentirtene quando sarà troppo tardi! Io voglio essere tua sposa e tua compagna insieme, e voglio seguirti in guerra ed in battaglia! Non sono fatta per la quiete del focolare... se tu mi chiudessi in un castello, foss'anche il più bello ed il più ricco del mondo, io ne morirei! Quindi, amore, sono questi i patti... riposerò accanto al tuo cuore la notte, ma veglierò di giorno accanto alla tua spada!"

Guisgard
16-09-2010, 06.38.58
Mion asoltò con attenzione ogni parola di Morrgan e quando la ragazza ebbe terminato, lo spadaccino sorrise e per tutta risposta la baciò di nuovo.
"Ti amo per quella che sei..." disse "... amo la tua spada, i tuoi pantaloni di pelle attilati, i tuoi stivali di cuio... amore il tuo ardore, il tuo temperamento, la tua forza... amo il tuo essere bambina e donna insieme... amo la tua infinita dolcezza, i tuoi timori, i tuoi sogni, le tue paure e le tue speranze... amo come mi guardi, come mi parli, come mi tocchi, come mi ami..."
La baciò di nuovo ed aggiunse:
"Amo tutto quello che sei... e non chiedo altro dalla vita che sia diverso da tutto questo, amore mio... non cambiare mai, non celare mai il tuo animo ed il tuo cuore... chi non sa riconoscere il tesoro che hai dentro allora non ti merita... e... ed io sono lieto che nessuno abbia mai colto il meraviglioso fiore che hai dentro di te... sono lieto perchè così oggi ti ritrovo qui, ad attendermi..."

Morrigan
16-09-2010, 06.48.34
Non riusciva a credere di averle, davvero udite, quelle parole. Erano quelle da sempre immaginate, sognate, sperate, e mai nessuno gliele aveva dette prima d'ora. Aveva da sempre nascosto il suo tesoro e la sua anima, per timore di essere dagli altri rifiutata, come lo era stata da bambina... e ora quell'uomo le aveva restituito la coscienza di se stessa... l'idea che quel tesoro fosse davvero prezioso, ma che sfuggisse semplicemente allo sguardo distratto degli altri che aveva incontrato... ma non al suo, non a quello di Mion!! E nel suo cuore la felicità si sciolse in mille note di gioia cantate agli dei!

Quell'emozione fece trasalire Morrigan e per un istante le velò il viso. Si staccò appena dal suo abbraccio, si portò un dito alle labbra, come intenta a riflettere su qualcosa che non sapeva risolvere.

"Forse a te piaceranno i pantaloni di pelle e gli stivali di cuoio, ma dubito che ugualmente possano piacere ad uno dei vostri preti..." mormorò.

Quindi levò su di lui uno sguardo serio, preoccupato.

"Guardami bene, Mion... ma come faccio a sposarti? Sono una pagana, una strega, come dicono tutti... come faccio a sposarti, amor mio?

E quest'ultimo interrogativo la fece quasi diventare triste.

Guisgard
16-09-2010, 07.00.46
"A me hanno insegnato che Cristo non faceva paragoni tra gli uomni... che quando si ama non vi è peccato o malvagità." Disse Mion. "L'amore è il riflesso di una forza divina che scende dall'alto e penetra in ogni cosa, rendendola nobile, sacra e quindi eterna. Non vi è colpa o male in tutto questo. L'amore è un dono del Cielo. E Colui che Ha creato ogni cosa benedice ciò che ci ha unito. Che il tuo Dio si chiami Grande Madre, Ahura Mazda o altri mille nomi poco conta... Egli è sempre il Padre ed il Creatore di ogni cosa. E chi crede, quasiasi fede professi, è benedetto dall'Alto."
Sorrise in balia del suo entusiasmo e continuò:
"Sai, amore mio... nell'Induismo esistono tantissime divinità, ma tutte sono sottoposte alla suprema Trimurti di Brahma, Visnù e Siva. Ebbene, in un passo dei Veda, loro appaiono come un'unica divinità, che solo agli stolti appare divisa. E' così, amore mio... il mondo, la vita e tutto ciò che eiste sarebbero molto più facile da comprendere se solo avessimo il cuore più puro."
Sospirò forte e concluse:
"Ti amo e voglio che tu sia mia moglie. Il resto per me non conta niente."
E quelle parole furono subito illuminate dall'alba di quel nuovo giorno.
Il primo della loro nuova vita.
http://images.pictureshunt.com/pics/b/braveheart-10439.jpg

Guisgard
16-09-2010, 07.12.06
Un paggio bussò alla porta di Talia.
"Vostro padre vi attende, milady."
Il visconte attese sua figlia nella sala grande e con lui vi erano due inviati del vescovo.
"Entra, Talia." Disse nel vederla. "Non abbiamo più toccato quell'argomento da quando una settimana fa ritornasti a Carcassonne. Ma ora sembra che ci siano importanti novità. I qui prsenti signori mi recano una lettera di sua grazia il vescovo... e... forse è meglio che la legga tu stessa..."
La lettera recava il seguente testo:

"Siamo al corrente del vostro accordo con il conte di Borgogna per cementare i vostri rapporti e gettare un'ampio controllo sui passaggi obbligati che dalla corona di Aragona e Catologna portano in Francia.
Il conte di Borgogna ben sappiamo che trama, e da tempo, contro il re di Francia. La posizione in cui vi trovate è quindi ambigua e richiede chiarezza da parte vostra. La Santa Sede però, non dimenticando i servigi alla Fede che portaste in passato, vi offre la possibilità di smentire ogni ingiuria e calunnia sul vostro conto, dimostrando la vostra fedeltà e lealtà al Re ed alla Chiesa di Roma.
Vi chiediamo, dunque, di cementare il nostro controllo e potere sulle terre che dal Sud giungono fino al Nord della Francia.
E questo può avvenire con un'alleanza, attreverso un unione matrimoniale, tra il vostro casato e quello del duca di Normandia, vassallo della Chiesa.
Certi della vostra dedizione, attendiamo notizie da voi su quest'imminente accordo.

Sua Grazia, il vescovo di Avignone."

Il visconte allora fissò i due inviati del vescovo.
"E' desiderio di sua grazia conoscere subito le vostre intenzioni." Disse uno dei due.
"Non abbiamo altra scelta." Rispose il visconte senza degnare di uno sguardo sua figlia. "La nostra devozione alla Chiese ed al re non è in nessun modo in discussione."
I due inviati vescovili accennarono un lieve inchino.
"Allora al più presto vi recherete dal duca di Normandia per sancire l'accordo."
"Perchè dobbiamo essere noi a recarci in Normandia?" Chiese il visconte. "Il duca ci è pari in lignaggio e ricchezza. Siamo suoi pari, non suoi vassalli."
"Dite il vero, mio signore. Ma il prestigio del conte non ha eguali tra i nobili di Francia. Egli accoglierà voi e vostra figlia."
L'inviato del vescovo fissò poi Talia e chiese:
"E' fertile vostra figlia? Saprà dare un erede al duca? La successione del ducato è cosa delicata e risolverla presto metterebbe fine a molte questioni in terra di Francia."
"Mia figlia è sana ed è in età giusta per sposarsi e dar alla luce dei figli." Rispose il visconte.
E di nuovo gli inviati vescovili si inchinarono lievemente davanti al signore di Carcassonne.
E di lì a poco abbandonarono il palazzo e poi la stessa Carcassonne.
"Rallegrati, figlia mia." Disse il visconte a Talia. "Avrai l'onore di sposare uno degli uomini più ricchi e potenti di Francia. Un uomo che sembra essersi guadagnato il favore di sua grazia il vescovo. Ritieniti fortunata, perchè con il tuo gesto, salverai anche le nostre terre. Domani stesso partiremo alla volta della Normandia."

Morrigan
16-09-2010, 12.00.17
Fu mentre ancora si abbandonava in quell'abbraccio e si lasciava annegare nei pensieri felici, che Morrigan ebbe la percezione di qualcosa che si spostava, che cercava... le sovvennero le parole che Elisabeth le aveva sussurrato mentre si tenevano le mani, tese oltre il confine che separava il mondo dei vivi da quello dei morti. Ebbe un sussultò, si staccò da Mion e per un istante rimase sospesa, ad ascoltare il vento. Quindi rivolse lo sguardo al suo cavaliere.

"Mion," disse "cosa ne è stato di quel ragazzo che era con Maladesh? Quel giovane cavaliere che milady Elisabeth ha curato e che tu hai salvato con la tua spada? Elisabeth mi ha detto che mi sta cercando, ma non ne so il perchè... desidero trovarlo, vorrei parlargli, verresti con me?"

cavaliere25
16-09-2010, 12.09.11
Non riuscivo a trovarla Morrigan mi misi a chiamarla per capire dove era camminavo a destra e a sinistra ma niente speravo di trovarla al piu presto dovevo riferire quello che mi era accaduto.

Morrigan
16-09-2010, 12.57.03
Il suo sesto senso si era risvegliato nel momento giusto, e come sempre il suggerimento che le aveva dato si rivelò esatto.
Sentì una voce che chiamava il suo nome, si mosse in quella direzione... possibile che, nell'incanto della notte, lei e Mion si fossero tanto allontanati dagli altri? Possibile, si rispose, perchè Amore è geloso dei propri baci e delle proprie carezze, e non desidera mai che a fissare il suo spettacolo di gioie siano più di due paia d'occhi.

Dopo qualche metro, lo scorse infine. Cavaliere25 camminava nella boscaglia, guardando con ansia da ogni parte, chiaramente in cerca di lei. Gli andò incontro, tendendogli la mano. Sembrava preda di una grande ansia.

"Cavaliere," disse "che vi accade? Perchè siete così turbato?"

cavaliere25
16-09-2010, 13.00.28
Morrigan dissi ti cercavo volevo dirti una cosa importante mi è venuto davanti agli occhi lo spirito di Elisabeth e mi a detto di cercarti per che tu sei la sua alieva cosa voleva dirmi tu lo sai ? aspettai una sua risposta mentre la guardavo.

Morrigan
16-09-2010, 13.06.07
Morrigan sorrise dolcemente nel vedere la sua confuzione che si univa alla sua preoccupazione. Elisabeth aveva ragione, quel ragazzo era puro di cuore, e forse per questo aveva avuto la possibilità di scorgere la sua forma in spirito, anche solo per un istante.
Gli strinse la mano, con affetto.

"Milady Elisabeth vi ha parlato per dirvi di stare tranquillo, perchè adesso è in salvo, insieme a sir Guisgard, e ha pregato me di cercarvi per impartirvi la benedizione della Terra che lei avrebbe voluto darvi, ma che non ha avuto la possibilità di fare"

Quindi sollevò la mano, toccò la fronte di Cavaliere25 e socchiuse gli occhi, mormorando una preghiera.

"Siate generoso come la terra, resistente come un albero, veloce come l'aria, cristallino come l'acqua... vi do la benedizione della Madre, Cavaliere... siate degno di questo dono!"

cavaliere25
16-09-2010, 13.43.02
Rimasi immobile e dentro di me ero felice di sapere che Elisabeth stava bene ringrazia Morgana e dissi adesso cosa facciamo mylady domandai gentilmente.

Talia
16-09-2010, 13.44.16
Fui di nuovo convocata da mio padre, ma mi stupii quando entrai nella sala e non lo trovai solo.
Lessi rapidamente e in silenzio la lettera che mi porgeva e lentamente, man mano che i miei occhi la scorrevano verso il basso, un brivido di rabbia iniziò a scuotermi tutta… un pacchetto! Questo ero per loro: un pacco di poco valore, da spedire all’occorrenza in Normandia, in Borgogna o dovunque avrebbe fatto più comodo!
“Padre…” iniziai, ma lui mi ignorò e continuò a parlare con gli uomini come se non ci fossi.
Anche loro non badavano affatto a me, pur parlando di ciò che doveva riguardarmi, del mio futuro, della mia… la mia fertilità? Alle parole dell’uomo alzai gli occhi e lo fissai. Ma come… come si permetteva?
“Signori!” dissi di nuovo, ma di nuovo venni ignorata.
Infine i due uomini si inchinarono al Visconte e se ne andarono, senza degnarmi neanche di uno sguardo.
Così rimasi di nuovo sola con mio padre…
“Fortunata davvero!” risposi in tono vagamente acido alle sue parole “Sono lieta abbiate concluso un sì buon affare questa mattina, padre! Unico inconveniente, pare, sta nel fatto che Alvien aveva già fatto ricamare la croce di Borgogna su qualsiasi cosa mi appartenesse… sarà seccata di dover mutare il tutto nei leoni passanti di Normandia, credo!”
Così dicendo, mi inchinai appena e uscii dalla sala.
Raggiunsi la mia stanza quasi a passo di marcia: tremavo di indignazione! Borgogna… Normandia… certo, che differenza faceva per loro?
Mi soffermai un attimo, sorpresa da quel pensiero: ma, in fondo, che differenza faceva anche per me? Nessuno di loro era la persona che avrei sognato… che differenza, dunque, poteva fare Borgogna o Normandia?
E l’indomani sarei stata in viaggio verso quella nuova improbabile situazione… un intollerabile senso di nausea mi prese allo stomaco!
Conoscevo un solo modo per allontanare i cupi pensieri.
Entrai nelle stalle come una furia…
“Sellatemi un cavallo!” gridai agli uomini che erano lì “Anzi, sellatemi il cavallo di Raphael!”
Udii i mormorii timorosi degli stallieri, ma non avevo voglia di discutere…
“Adesso!” ordinai.
Nessuno montava mai quel cavallo nervoso e impetuoso, nessuno tranne Raphael era mai riuscito a dominarlo… tuttavia io e lui avevamo raggiunto una sorta di tacito compromesso dopo la morte di mio fratello.
Due minuti dopo ero in sella, uscimmo dalla città e ci lanciammo al galoppo sfrenato per la campagna… mi sentii meglio: il vento mi scompigliava i capelli e si portava via tutta la mia tristezza, la mia rabbia, la mia frustrazione…
“Una dama non può cavalcare come un uomo!” mi rimproverava sempre mio padre quand’ero piccola… ora quelle parole mi risuonarono nelle orecchie.
“Al diavolo!” sbottai, saltando un muro basso che ci trovammo davanti e proseguendo quella folle corsa in cerca dell’oblio dei sensi.

lady_Empi
16-09-2010, 13.51.47
<fu nell’attimo in cui Guiscard indossò l’anello che il vento le portò la sua voce> E’ lui il Cervo, anche la Signora della Luce lo ha percepito <sorrise rinvigorita dalla nuova consapevolezza e lasciò che il Vento muovesse i suoi capelli e le sue vesti mentre ancora una volta l’illusione fatata svaniva rivelando la fata nella sua vera natura. Allargò le ali e seguendo con lo sguardo Giuscard vide Elisabeth alle sue spalle, ascoltò la loro conversazione senza nascondere un sorriso di piacere alle parole di Elisabeth e mentre riprendeva il suo volo seguendo i due a cavallo la fata cantò con voce calda che pareva giungere dalle profondità della Terra>
In questo rifugio silvestre,
vieni, o giovane cervo
ti attendo da tempo.
Le foglie ti accarezzeranno,
si apriranno al tuo passare.
La quercia sarà la nostra dimora
e il vento celerà i nostri sospiri
ad orecchi stranieri.


<Empi chiuse gli occhi e si abbandonò all’estasi del volo>

Morrigan
16-09-2010, 13.57.05
A quella domanda, Morrigan lanciò un'occhiata furtiva a Mion, e forse arrossì lievemente.
Poi rivolse nuovamente lo sguardo verso Cavaliere25 e gli sorrise.

"Noi, si pensava di andare verso Capomagnus, Cavaliere, a sbrigare alcuni affari di grande importanza ed urgenza... e voi? Avete già deciso cosa farete adesso e quale strada seguirete?"

cavaliere25
16-09-2010, 14.06.42
si dissi guardando Morrigan andrò con Maladesh e il suo assistente ho ancora tanto da imparare da loro se volete vi faccio compagnia tanto devo andare anche io da quelle parti.

Morrigan
16-09-2010, 14.16.04
"La vostra compagnia non può essere che un piacere per il mio signore e per me" rispose Morrigan con un lieve cenno del capo "Andiamo, dunque... a Capomagnus!"

Guisgard
16-09-2010, 20.39.07
"Allora vi saremo grati per la vostra compagnia, mio giovane amico!" Disse Mion a Cavaliere25.
Guardò poi Morriga e le fece l'occhiolino.
"Ed ora a Capomagnus... in cerca di un prete a cui affidare le nostre promesse di felicità senza fine!"
E presero la strada verso quell'antico borgo.

Guisgard
16-09-2010, 20.46.19
Talia galoppava, finalmente libera, nella vasta boscaglia che circondava Carcassonne.
Il vento fra i capelli e finalmente un senso, o un'illusione, di apparente leggerezza nell'anima.
Rivide allora infiniti momenti della sua infanzia.
I giochi con le ancelle, i sogni sussurrati alle sue bambole, lo sguardo e la voce di Raphael che ancora echeggiava in quei luoghi.
Ora però, su tutto, dominava solo il vigore del vento che spazzava via le nuvole da quel cielo terso ed infinito.
Proprio come le parole di suo padre avevano spazzato via i suoi sogni più belli.
Udì all'improvviso il suono delle campane.
La messa stava per cominciare, dopo la quale sarebbero cominciati i preparativi per il viaggio in Normandia.

cavaliere25
16-09-2010, 20.54.19
Grazie dissi guardando Mion e visto che ci sono vi farò anche da testimone per il matrimonio dissi sempre che vi faccia piacere?

Guisgard
16-09-2010, 20.59.24
Mion rise di gusto.
"E sia, mio giovane amico!" Disse. "Allora vi va di cercare per noi un virtuoso orafo nel borgo che possa forgiare due anelli degni di tale occassione?"

cavaliere25
16-09-2010, 21.01.33
Guardai i due innamorati e dissi si va bene per voi farò questo ed altro appena arriveremo a Campomagnus mi darò da fare a cercarvi un orafo di tutto rispetto e gli sorrisi felice

elisabeth
17-09-2010, 01.37.52
Mi costo' un grande mal di schiena quel viaggio....tre giorni ed arrivammo ad Avignone...Era un po' che non vedevo Guisgard, rimasi sola, e decisi di andare nella piazza del mercato .
Passeggiavo tra le bancarelle..avevo fame....odore di pane appena sfornato e miele profumato......Quando vidi alcune guardie...un campanello d'allarme.......io ero ancora ricercata....ero stata condannata per stregoneria, tirai sula testa il cappuccio del mio mantello....mi dimenticai anche della fame.........mi avviai per le stradine strette di Avignone...nessuno si era accorto di me..chi avrebbe potuto riconoscermi....nessuno, era passato troppo tempo...eppure, quell'antica paura mi aveva attanagliato lo stomaco.....fermai la mia corsa quando mi resi conto di essermi persa.....E ora che avrei fatto...non sapevo dove si era cacciato Guisgard....ero lontana, da un posto sicuro... mi ero volontariamente rimessa tra le braccia del boia......

Guisgard
17-09-2010, 01.50.14
Nel palazzo di Carcassonne, l'ansia del visconte e del suo seguito era tale da potersi quasi tagliare a fette.
"Per l'inferno!" Tuonò il visconte. "Avete preparato ogni cosa? E i doni da portare al signore di Normandia?"
"Non agitatevi, milord." Si raccomandò il suo giullare. "Si dice che i nobili di sangue normanno conservino quella tipica grossolana faciloneria che fu palese sin dai tempi di Guglielmo il Conquistatore! E per questo gli inglesi ci invidiano il nostro lignaggio! Prendete un mulo ed attaccategli due pezzi di legno e quei rozzi spaccamontagne lo scambieranno per il mitico Pegaso!"
"Oggi non è giornata per le tue burla, buffone!" Rispose il visconte. "Ma apprezzo ciò che dici! Purtroppo però ora siamo alla mercè di quel nobile normanno. Guadagneremo il suo favore con ricchi doni. Ora però chiamate lady Talia!" Ordinò ai paggi. "Che sia pronta prima che passi un minuto, che ci attende questo viaggio in Normandia!"

Talia
17-09-2010, 02.17.19
Ero rientrata nelle mie stanze da appena un minuto quando uno dei paggi venne a bussare… avevo ancora i capelli spettinati e le guance arrossate per la lunga cavalcata.
“Sì, dite pure che sono pronta! Scenderò tra un istante…” dissi, noncurante dei suoi malcelati sguardi incerti.
Soltanto quando fu uscito, mi lasciai cadere sulla sedia di fronte alle specchio e ripresi fiato, lasciando che Alvien mi pettinasse i capelli…

Guisgard
17-09-2010, 02.30.14
Alvien cominciò a pettinare i suoi lunghi capelli.
Li pettinava come sempre faceva, sin dalla sua infanzia.
Ma stavolta, nonostante la sua indole che la portava a parlare sempre molto, la fedele nutrice restò in silenzio.
Amarezza e tristezza dominavano tra le due donne.
"Siete... siete bellissima, milady..." trovò poi la forza di dire "... somigliate sempre più a vostra madre..."
Fissò poi alcune delle sue belle ciocche con un prezioso diadema alveolato.
"Siete pronta..." sussurrò la nutrice alla sua padrona, per poi allontanarsi.
E Talia restò a fissare la luce che entrava da una delle finestre e le illuminava il volto.
Settembre era ormai giunto e l'aria fresca cominciava a rendere più gradevoli quei luminosi pomeriggi.
E Carcassonne, nonostante quella grande amarezza, non era mai stata così bella.
Come un miraggio, un'illusione, che celava invece un'infinita tristezza.
http://www.monstersandcritics.de/downloads/downloads/articles2/45619/article_images/image3_1197105012.jpg

Talia
17-09-2010, 03.01.47
Osservai quel fascio di luce per lunghi minuti, senza degnare la mia immagine nello specchio neanche di uno sguardo: non mi importava di essere bella... essere bella per chi, poi?
Assomigliavo a mia madre, aveva detto... sorrisi... mia madre... le assomigliavo e come lei sarei stata infelice per sempre con un uomo che non amavo? Ma probabilmente quello era il destino di tutte! Non era giusto, ma io ero così stanca di combattere da sola...
Un volto fece breccia nella mia mente... oh, Guisgard -pensai- quando crudele sono stata con te... quanto sciocca...
Dopo un istante, tuttavia, mi alzai in piedi e mi avviai verso la porta.
"Alvien..." chiamai, quando vi fui giunta "Preparati, te ne prego! Vorrei che mi seguissi in Normandia... sarai la mia dama, se anche tu lo desideri!"

Guisgard
17-09-2010, 03.07.16
"Certo, milady!" Esclamò Alvien, quasi a volersi scrollare di dosso quella tristezza che dominava nella stanza. "Non credevate spero di partire senza di me! Ho già preparato tutto il necesario!" La fissò e le sorrise.
In quel momento un paggio bussò alla porta.
"Milady, vostro padre vi attene." Disse. "Appena siete pronta vi chiede di raggiungerlo. Mancate solo voi per la partenza."

Talia
17-09-2010, 03.25.51
Annuii rapidamente al paggio, attesi che Alvien raccogliesse le ultime sue cose e poi, con lei al seguito, scesi rapidamente nel cortile del palazzo, dove ci attendevano delle carrozze.
Salii in fretta e in silenzio sulla mia e attesi la partenza, con gli occhi testardamente puntati fuori, desiderosi di cogliere qualsiasi pur minimo frammento di una parte della mia vita che, inesorabilmente, si stava per concludere e che avrebbe inevitabilmente portato via con sé le ultime effigi di sogni e speranze...

Guisgard
17-09-2010, 03.41.21
Spesso l'uomo si domanda sui dettami e sui propositi di messer Amore, mio signore.
Si dice che a lui stia a cuore la felicità dei suoi devoti più di qualsiasi altra cosa.
Eppure spesso gli uomini si trovano a subire i tormenti del cuore.
Un saggio una volta scrisse che "l'Amore vero non è un diritto, ma un privilegio."
Eppure la gioia che scalda il cuore, che ti accompagna lietamente per tutta una vita è un dono che spetta a tutti.
Ma i nostri eroi sembrano lontani anche da quella.
E come potrebbero?
Come potrebbe Guisgard amare, anche solo di una fioca luce, un'altra dama che non sia lei?
Come potrebbe tollerare e non odiare un volto che non sia il suo e che non abbia il suo sguardo, il suo sorriso, i suoi tratti?
Non potrebbe.
E Talia?
Talia potrebbe?
Se così fosse questa storia non avrebbe senso e voi, cari lettori, avreste solo sognato sulla scia di un'illusione.
Anche lei dunque, dopo aver gioito del calore di quell'infallibile dardo, ora ne avverte tutto l'implacabile peso.
Partiti da Carcassonne, il visconte, sua figlia e la loro corte presero la strada verso la Normandia, terra di eroi, di leggende e di sogni.
E dopo tre giorni giunsero in quel nobile feudo.

Guisgard
17-09-2010, 04.16.47
Appena i nobili di Carcassonne arrivarono in Normandia, a Rouen, furono accolti nel sontuoso castello del nobile signore di quelle terre.
Furono così ospitati in lussuose e confortevoli stanze, degne degli ospiti del più alto lignaggio.
"Questo misterioso signore" prese a dire il visconte una volta che i paggi ed i servitori del castello li lasciarono soli "sembra volerci sbattere in faccia la sua ricchezza! Bah, gente normanna! Hanno come unica virtù quella delle armi, che ha permesso loro di conquistare potenti regni! E solo a questo devono la loro fortuna!"
Poco dopo furono ricevuti nella sala grande.
Il visconte credette di incontrare finalmente il duca, ma si ritrovò davanti solo un suo funzionario.
"Siate i benvenuti, miei nobili signori!" Esordì questi.
"Credevamo di essere ricevuti dal duca, invece vedo che non è ancora giunto ad accoglierci." Disse il visconte. "Forse non è stato ancora avvertito del nostro arrivo?"
"Oh, tutt'altro, mio signore." Rispose il funzionario. "Egli ben sa che siete già giunti al castello."
"Ebbene? Perchè non è ancora venuto ad accogliere i suoi nobili ospiti?"
"Vedete, mio signore, ma un accadimento particolare ha richiamato altrove sua signoria."
"Che accadimento?" Chiese il visconte.
"Ecco... sembra sia apparso un superbo capriolo nelle sua tenuta di campagna ed egli non sia riuscito a resistere alla tentazione di cacciarlo!"
"Cosa? Non è qui ad accoglierci per correre dietro ad un capriolo?"
"Calmatevi, mio signore... ma sua signoria ha una passione sfrenata per la caccia... vedrete che domani vi riceverà e si scuserà per l'imprevisto..."
"Roba da matti..." mormorò adirato il visconte.
Il giorno seguente, di nuovo i nobili di Carcassonne furono condotti in un luogo dove avrebbero incontrato finalmente il duca.
Ma anche stavolta ciò non avvenne.
"Sua signoria è dispiaciuto ma non è potuto accorrere qui per dar loro il giusto omaggio..."
"Cos'altro è capitato?" Chiese visibilmente infastidito il visconte.
"Ecco... sembra che le sue amate pernici abbiano depositato le uova nel nido..." rispose mortificato il funzionario "... e quindi sua signoria non è voluto mancare a questo importante evento..."
"Ieri il capriolo, oggi le pernici!" Tuonò il visconte. "Non posso crederci!"
E si ritirarono nei loro alloggi, attendendo l'indomani per conoscere finalmente il duca.

Guisgard
17-09-2010, 05.39.06
L'indomani, di nuovo i nobili di Carcassonne furono chiamati per incontrare il duca.
L'atteso incontro si sarebbe tenuto nello splendido verziere del castello.
Qui crescevano diverse specie di piante, rese vivaci da fiori di ogni tipo e frutti di tutti i colori.
Qui, i signori di Carcassonne, attesero per quasi tutta la mattinata, con la speranza di conoscere quanto prima il duca.
Ma all'improvviso il funzionario si mostrò a loro.
"Perdonate, miei nobili signori..." cominciò a dire mortificato "... ma sua signoria tarderà ancora, temo."
"Cos'altro è accaduto?" Chiese contrariato il visconte.
"Ecco, un increscioso incidente..."
"Che incidente?" Chiese il visconte.
"Vedete, sua signoria..." rispose con imbarazzo il funzionario "... stamani è stato trattenuto da una certa faccenda..."
"Che genere di faccenda?" Domandò sempre più infastidito il visconte.
"Ecco... una faccenda d'onore!"
"Insomma, che genere di faccenda?"
"Non vi adirate, mio signore..."
"Allora parlate prima che vi tagli la lingua!" Minacciò il visconte.
"Ecco..." cominciò a farfugliare per la paura il funzionario "... è accaduto che un signorotto del posto, geloso del duca, ha accusato sua signoria di importunare la moglie! Allora ha sfidato a duello il mio signore... ed ora siamo in attesa di conoscere l'esito della tenzone..."
"Incredibile..." mormorò il visconte, mentre un sorriso di rabbia si formò sul suo volto "... ma ora stiamo oltrepassando i limiti! Esigo di incontrare quanto prima il duca! Non può trattarci così! Protesterò con sua grazia il vescovo!"
E detto questo, scosse il capo.
"Che individuo scortese e strano" prese a sussurrare Alvien a Talia "deve essere questo duca. Davvero odioso, non trovate, milady?"

Guisgard
17-09-2010, 07.00.19
Nel frattempo, Elisabeth, durante il suo soggiorno ad Avignone, fu colta da strane e misteriose visioni.
In queste arcane immagini ella riconobbe solo le forme di una terra lontana: la Normandia.
Forse il suo destino si sarebbe compiuto in quel lontano feudo...

elisabeth
17-09-2010, 16.47.44
La paura di subire un processo ingiusto, mi fece imboccare un sentiero di terra battuta.....era talmente stretto che riusciva a passare una persona alla volta.........immagini confuse mi attraversavano la mente,sembravo in preda alla febbre.......una cosa sola avevo ben in mente....due leopardi....in quella zona i leopardi non c'erano...eppure mi richiamavano alla mente qualcosa......accidenti perche' ero in preda all'ansia.....i leopardi e un drappo di stoffa rossa.....rallentai il passo, avevo il fiatone, stava calando la sera e potevo scorgere il sole che con un inchino lasciava il passo alla luna.....l'aria era piu' fresca.....il nord...La Normandia.....io in Normandia.....avevo viaggiato per mare e per terra....le mie visioni mi avevano portato ad Avignone..bene..ora la Normandia.......C'e' qualcuno che mi ascolta ?......potrei comprendere Madre mia perche' mi stai facendo questo ?........chi c'e' in Normandia che io non ho visto nelle mie visioni.....non vi sento piu'.....non riesco ad ascoltare.....e' triste tutto questo.............Giorni di viaggio in quella terra..per tornare e riprendere il cammino, mi sentivo una povera pazza in preda alle allucinazioni........Riposai solo qualche ora, non avevo nulla con me se non la mia miseria....al diavolo tutti......andro' in Normandia..un posto valeva l'altro per chiedere la carita'......avrei letto la mano, tanto il destino era uguale per tutti.....pene d'Amore. Giunsi cosi' a destinazione. Bene Madre se magari tu fossi cosi' generosa con me da mandarmi un segno..magari un fulmine che mi illumini.......c'era una bella chiesa....uomini eleganti entravano e uscivano......cosi' in preda alla fame....mi sedetti sui gradini in alto e tesi la mia mano, che fine avevo fatto.....figlia di un prete benestante...cacciata dallo stesso padre..amata da una nonna e finita sulla strada.......Alzai lo sguardo al cielo.....vi ringrazio Madre...spero che tutto questo valga come penitenza...quando moriro' avro' gia' scontato i miei peccati.....nello sconforto mi venne alla mente Guisgard.....per seguire te..e la mia voglia di giustizia.....prima mi hai ammazzata e poi abbandonata .....ad Avignone avevo perso le sue tracce......forse non ero di suo gradimento.......che il diavolo ti porti via........raccolsi le gonne........" Fate la carita' ad una povera vecchia in preda alla fame e allo sconforto...."

Morrigan
17-09-2010, 18.39.29
Nella notte, serena, sommessa, pacificata, il borgo respirava senza nemmeno un sussulto.
La campana della chiesa che scandiva le sue ore, il tintinnare dei campanacci delle greggi che mormorando si avviavano al pascolo, lo zufolare del pastorello che avanzava guardando cercando in cielo i segni dell’alba per poter infine spegnere la sua lanterna.
Nella notte, serena, sommessa, pacificata, le lunghe dita di Morrigan si agitarono nell’ombra, poi si contrassero, stringendosi intorno al braccio di Mion.

Erano giunti a Capomagnus sul far della sera, e avevano trascorso tutti insieme una allegra serata nella locanda, con Maladesh e i suoi, a brindare sul loro successo, poi si erano concessi il meritato riposo in vero letto, dopo i lunghi giorni trascorsi nella foresta. Ma giungendo il mattino, il suo sonno si era fatto agitato, turbato da visioni oscure.

Nel sogno, Mion la baciava e le metteva tra le mani un anello. Morrigan sorrise, guardandolo, ma osservandolo meglio, si avvide che l’anello mutava di colore, diventava rovente e bruciava come il fuoco. Istintivamente la ragazza lo lasciò cadere, ma l’anello si infisse così profondamente nella terra che Morrigan temette di averlo perso. Mion era sparito e lei era rimasta da sola. Si chinò, cominciò a scavare con le mani per recuperarlo, ma c’era troppo buio intorno, e non riusciva a vedere nulla, un buio innaturale come il soffio che sentiva crescersi intorno. Sollevò lo sguardo e vide due eleganti felini che in cerchio si muovevano attorno a lei. Cominciò a seguire con gli occhi il movimento di quelle due belve… sembravano due leopardi! Il suo respiro si fece carico di paura. Si acquattò come un gatto, pronta a balzare loro addosso al minimo cenno di attacco, felino al pari di quegli animali… ma subito l’immagine scomparve, e Morrigan fu di nuovo sola, nel buio. Allora vide crescere in lontananza la luminosità di un fuoco, e avvicinandosi si accorse che era un rogo, come quelli su cui venivano sacrificate le sventurate accusate dall’ignoranza e dalla crudeltà del mondo… immagini di una terra a lei nota le apparvero contorte tra le fiamme… una terra che conosceva bene, perché le sue scogliere sfidavano il biancore delle sue terre natali! Poi tutto divenne confuso dal calore del fuoco e dall’aria impregnata di cenere. Provò una fame terribile, divorante, e dolore, e angoscia, e smarrimento… e sentì la voce di Elisabeth maledire il nome di Guisgard… e sentì il suo spirito abbandonarsi allo sconforto… e in quel momento, dal nulla, una lama squarciò il buio con un bagliore fulmineo e le trafisse il cuore. Morrigan non ebbe nemmeno il tempo di capire. Percepì solamente un dolore violento. Si portò la mano al petto, quindi rimase a fissare le sue dita che tremavano grondanti di sangue, e cominciò ad urlare.

L’urlo di Morrigan squarciò la quiete della notte. Seduta sul letto, stringeva le palpebre e si teneva la testa tra le mani. Il dolore era vivo e reale, troppo per poterlo ancora ignorare ancora a lungo… non è finita, non è ancora finita! Morrigan, svegliatevi!
Era in preda al panico e alla febbre, come se oscuri fantasmi avessero preso il posto delle immagini reali, e la ragazza, guardandosi intorno, riuscisse unicamente a pensare al modo in cui sfuggire a quelle presenze. Maledisse le sue visioni impefette, che la vicinanza di Elisabeth aveva risvegliato, senza avere tuttavia il tempo di perfezionarle, poi, senza nemmeno capire cosa stesse facendo, in preda a quel tormentoso sentimento, cieca e sorda a qualsiasi altro richiamo, Morrigan si vestì in fretta e si precipitò giù per le scale, correndo fuori fino alla stalla.
Vide lì dentro una bella puledra baia, che scalciava nervosa, sollevando la paglia con lo zoccolo fremente. Morrigan si avvicinò, con recuperata calma, e solo allora riuscì a prendere fiato. Carezzò con lentezza il collo e la schiena dell’animale, parlandogli piano all’orecchio, quindi, con gesti svelti, iniziò ad affibbiare la sella.

cavaliere25
17-09-2010, 19.10.02
la nottata era andata bene mi ero ripreso da tutte le fatiche mi svegliai e guardai fuori dalla finestra il sole sorgeva alto e luminoso allora usci dalla stanza e scesi e mi avvicinai all'oste e gli chiesi gentilmente buon uomo sapreste dirmi dove posso trovare un orafo? non sono di queste parti e non saprei dove cercarlo e gli misi delle monete sul bancone e aspettai una sua risposta.

Talia
17-09-2010, 19.37.17
Le parole di Alvien mi giunsero in un sussurro all’orecchio, mi voltai e le sorrisi.
“Non lo so… E’ curioso, quanto meno!” mormorai in risposta, senza tuttavia distogliere gli occhi dal funzionario che stava, invano, tentando di placare l’ira del Visconte…
Era strana la sensazione che provavo: non ero indignata, come forse avrei dovuto, per quella scortesia… al contrario, mi sentivo decisamente sollevata di non averlo ancora visto… ed ero divertita, irrazionalmente divertita nel vedere mio padre in quella situazione per lui tanto seccante!
“Ma probabilmente…” proseguii, protendendomi appena verso Alvien “Questo duca non ha più voglia di incontrarmi di quanta non ne abbia io di conoscere lui!”
A quel punto, però, non riuscii più a trattenermi… mi feci avanti e poggiai delicatamente una mano sul braccio del Visconte: “Vi prego, padre mio, non adiratevi con quest’uomo… egli, vedete, non è che un ambasciatore e dunque non riferisce che ciò che gli viene detto!”
Sorrisi conciliante, poi mi inchinai appena e soggiunsi: “Ora, vi prego, vorrei avere licenza di ritirarmi!”

lady_Empi
18-09-2010, 00.32.24
<le vesti di verde velluto frusciavano tra i passi mentre Empi in forma umana si faceva strada tra la folla. Le braccia conserte quasi a volersi riparare dal turbinio di umani che vagavano per quella strada. Con i piedi nudi che sfioravano il terreno, il capo leggermente chino verso la Terra, lo sguardo fisso dinnanzi a sé, la fata camminava spedita verso una chiesa> La Madre ti ascolta <mormorò tra sé e sé in risposta alle parole di Elisabeth. Fermò il suo andare dinnanzi ai gradini della chiesa, lo sguardo liquido color smeraldo si posò su una figura di donna che chiedeva la carità> Ciò che chiedete è dentro di Voi, conoscete già tutte le risposte < sussurrò queste parole ad Elisabeth chinandosi appena> ma il Cervo deve seguirvi, la Foresta l’attende nel luogo che vi ha chiamato <aggiunsè poi cercò lo sguardo di Elisabeth e per un lungo istante non disse altro, semplicemente ed amorevolmente la guardò>

elisabeth
18-09-2010, 01.17.28
Se speravo nella generosita' degli uomini sarei morta di fame.....abbassai la mia mano..era intorpidita dal freddo... il freddo , la fame, il sonno....ero ancora troppo umana.
Un bagliore di luce.......una luce verde..come lo era il cuore della foresta......spostai gli occhi verso un caldo pensiero.....mi alzai e scesi le scale....ero difronte a lei....e mi sentivo in imbarazzo.." Empi....siete il fulmine mandato da Madre Terra ?......peronatemi non volevo essere sgarbata con voi......e che io non so' se ho veramente delle risposte in me..non mi sono sentita cosi' confusa come in questo momento, devo condurre il Cervo.....forse non vi siete accorta che ho utilizzato ogni mezzo per proteggerlo e condurlo sulla via della luce...e non ha fatto altro che fuggire da me...........sono qui per una visione, Lo stendardo di Normandia ha preso a sventolare in quelle immagini che apparivano tra i miei dubbi.......Empi...voi che conducete le anime delle donne tra le correnti del tempo, prendetevi cura della mia......"...in quel momento....qualcuno mise una moneta nella mia mano......mi voltai ma non vidi nessuno, guardai la mia mano e vidi impresso il volto di Morrigan.......i suoi occhi mi fissarono..erano spaventati.....l'angoscia le infliggeva dolori atroci.......Morrigan, il mio canto ti giunga perche' tu possa comprendere che il tuo destino di maga era scritto, tutto e' scritto .....non pensare che avermi incontrata sia la causa di cio' che gioia non porta............la mia vita e' quella che e' solo perche' ho il dono di curare con cio' che madre natura ci concede.....ho il dono della vegenza perche' riesco ad ascoltare la musica dell' universo.......cio' che e' stato creato per noi e' ragione di vita.........ma l'uomo teme tutto cio' che per lui non ha un'umana spiegazione.............Accarezza il tuo cavallo...lasciati andare al soffio caldo delle sue narici.....se tu lo ascolti egli ti parlera' di me........
Sotto lo sguardo di Empi.....mi sedetti sul gradino della chiesa.....Madre fatemi la carita' ...il dono della comprensione....

lady_Empi
18-09-2010, 01.43.02
Non è da Voi che fugge,ma da sé stesso <pronunciò in un sol fiato la fata, poi sorrise e la sua mano si levò a sfiorar la guancia di Elisabeth> Il recipiente per esser riempito deve essere vuoto <aggiunse quando la visione di Elisabeth si affievolì e le sue parole per Morrigan furono affidate al Vento> Mai come ora siete vicina alla Madre, è al buio che il fiore diffonde il suo profumo migliore. <un fresco profumo di salsedine si diffuse nell’aria mentre la fata ritirava la mano dal volto di Elisabeth> Là dove governa Acqua che violenta si frange sulle rocce, è lì che la Foresta attende il suo Cervo <tacque infine e lentamente agitò le mani nell’aria. Nel cerchio disegnato nell’aria dalle mani fatate apparve una dama con lo sguardo perso nel vuoto mentre si lasciava pettinare i lunghi capelli. Empi affidò quell’immagine ad Elisabeth e avvolta da una pallida luce verde, lentamente scomparve alla sua vista>

Guisgard
18-09-2010, 03.20.15
Nel castello in Normandia, il Visconte era sempre più adirato ed offeso per il comportamento del duca.
Ma le parole di sua figlia Talia, che sembrava far buon viso a cattiva sorte, lo calmarono, almeno per il momento.
"E sia, figlia mia." Disse. "Ritirati pure. E lo stesso farò io, sperando che domani, a Dio piacendo, il duca si degni di riceverci."
"Oh, mio signore, non dubitatene." Intervenne il funzionario del duca. "Sicuramente domani il duca vi riceverà. Egli è il primo ad essere mortificato per gli accadimenti che hanno rimandato il vostro incontro. Vedrete che domani, se Dio vorrà, sarete ricevuti da sua signoria."
Ed udite le parole del funzionario, il visconte e sua figlia Talia si ritirarono nei loro rispettivi alloggi.

Guisgard
18-09-2010, 03.55.33
Intanto a Capomagnus, Morrigan, dopo quel sogno, era scesa di corsa nella stalla ed aveva iniziato a sellare il cavallo.
Ma ad un tratto una mano si posò sul suo braccio.
"Cosa è successo, amore mio?" Chiese Mion. "Perchè stai sellando il cavallo nel cuore della notte? Dove vuoi andare?"

Morrigan
18-09-2010, 04.31.13
Morrigan sobbalzò sentendosi toccare. Vide Mion accanto a sè e istintivamente lasciò scivolare via dalla mano la cinghia di cuoio. Si ritrasse, lo guardò con occhi lucidi e alterati, come se fossero ancora pieni di queile visioni notturne. Inavvertitamente si portò la mano sul cuore, come a proteggerlo, proprio nel punto in cui, nel sogno, la spada l'aveva trafitta... e nel sogno, quella lama, era la spada di Mion!
Morrigan non sapeva cosa quel segno potesse significare, e francamente non desiderava nemmeno chiederselo in quel momento, ma vedendoselo di fronte per un istante ebbe quasi paura. Tuttavia l'espressione sul volto di Mion era ancora la stessa, amorevole e sollecita, forse appena velata dalla tensione e dalla preoccupazione, ma nient'altro vi si poteva leggere, che volesse intenzionalmente ferirla.
Allora cercò di respirare, per apparirgli calma, quanto più possibile, anche se i suoi occhi inquieti non potevano che trasmettergli l'urgenza e la confusione.

"Ho voluto credere in una felicità che non posso avere... non a questo prezzo!" mormorò con la voce che le uscì a stento dalle labbra "Oh, Mion... tu devi lasciarmi andare! Non è finita, non è ancora finita!"

Poi, vedendo che gli occhi di lui erano ancora fissi ad accarezzare il suo viso, Morrigan si sentì spezzare da quello sguardo. Si accostò a lui, gli carezzò il viso con il palmo della mano.

"Amore,amore... proprio tu, così nobile e giusto... potresti mai tollerare che io costruisca la mia gioia sul torto fatto ad altro? Elisabeth è tutto l'affetto che ho al mondo, come tu sei tutto l'amore... è l'unica madre che io abbia mai avuto, e in questo momento è sola e sta soffrendo... in questo momento ha bisogno del mio aiuto, ed io per forza devo andare!"

Lo fissò con occhi sicuri, decisi. Al contempo sentì che ugualmente avrebbe voluto stringerlo a sè, nonostante lo stesse di certo contrariando con quelle parole, ma dal farlo si trattenne, per timore di incontrare in lui il rimprovero per la propria condotta.