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Talia
11-12-2010, 03.29.30
“Tu!”
Decine di uomini ci avevano accerchiati e lentamente si stavano stringendo intorno a noi... ma io vedevo soltanto Guxio! Guardavo soltanto Guxio!
“Tu!” ripetei, e il disprezzo mi segnò il viso “Come osi parlarmi, sporco traditore? Come osi mostrare la tua lurida faccia da doppiogiochista? Tu che ti trastulli tra gli agi della corte di Cartignone... lo sanno i tuoi uomini la bella vita che fai là, mentre a loro qui lasci il lavoro sporco? E tutto per la tua sete di potere! Tutto per questo tuo inutile delirio!”
Tacqui per un istante, inspirai... ma ero stranamente lucida. Mi sentivo fredda, gelida.
“Io non ho paura di te, Guxio! Nessuno di noi, qui, ha paura di te! Sei un povero pazzo... e la tua anima sta già bruciando tra le fiamme eterne!”

Guisgard
11-12-2010, 03.57.26
E mentre Talia gridava il suo odio e la sua rabbia, uno di quegli uomini tentò di colpirla per zittirla.
"Non provarci nemmeno, cane!" Disse Guisgard afferando il braccio dell'eretico prima che potesse colpire la ragazza.
Allora da dietro un altro di quegli uomini colpì violentemente il cavaliere che si accasciò al suolo.
"Me... me la... pagherete..." mormorò Guisgard.
"Ora basta!" Ordinò Guxio. "Soffrirano abbastanza tra un pò... conduceteli nell'Inferno dei Divorati Vivi."
"Si, maestro!" Risposero tutti i suoi fedeli in coro.
I tre allora furono condotti in un'ampia grotta.
Al centro di questa vi era un grande pozzo, il cui interno era buio come la pece.
"Che posto è questo, Gila?" Chiese Guisgard al nano.
"Non lo conosco..." rispose questi "... io ero il carceriere... i loro segreti non venivano rivelati che agli adepti..."
Uno degli uomini tatuati allora si avvicinò al pozzo e vi gettò dentro tre torce.
Queste, raggiungendo il fondo, illuminarono un pò quel misterioso ambiente, da quale giungevano strani e curiosi versi.
"Che pensiero gentile..." disse sarcastico Guisgard "... ma siamo un pò cresciutelli e non abbiamo paura del buio..."
"Quelle tre torce" rispose Guxio "scandiranno la durata delle vostre misere vite... e presto capirete il perchè..."
Fece cenno ai suoi ed i tre prigionieri furono calati all'interno di quel misterioso pozzo.
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Morrigan
11-12-2010, 04.55.38
"Nel bosco" cominciò allora Morven "incontrammo uno strano figuro. Dietro compenso, quel manigoldo ci rivelò il sentiero per giungere a questa chiesa e ci disse che qui avremmo trovato le risposte che cercavamo circa quegli assassini che insanguinano la foresta di Cartignone. Con i miei compagni..."

Qui Morven tacque un istante, come se il solo pronunciare quella parola gli riportasse in cuore un novello dolore. Poi riprese:

"... giungemmo qui. Confesso che in principio non credetti alle parole di quel furfante. Ero scettico, e deciso a frugare ogni angolo di questo posto prima di cadere vittima delle sue menzogne. Ma quando arrivammo, trovammo qui quell'uomo, quel Bumin. Stava nascosto nell'ombra, acquattato, come se ci aspettasse... e il suo atteggiamento, da quando ci vide, fu ostile... come se avesse a cuore di sviarci o di farci perdere tempo. Più volte lo invitai ad andare per la sua strada e a lasciarci ai nostri affari, ma da quando lo incrociammo, tutto cominciò ad andare per il verso sbagliato!"

Il giovane prese fiato, dopo quel lungo discorso snocciolato in tutta fretta, e fissò il Cappellano con sguardo serio.

"Io non ho ancora trovato nulla qui che dimostri che siamo vicini a stanare quei mostri, ma l'atteggiamento di quell'uomo mi ha convinto che non siamo affatto lontani dal vero! Ora dite voi quel che sapete, e dite cosa ne pensate di questa storia!"

Guisgard
11-12-2010, 05.15.06
Il Cappellano fissò Morven e disse:
"La città di Cartignone è avvolta da un qualcosa di oscuro... nelle sue strade, ad ogni angolo, tra la gente, persino tra le mura del palazzo reale si respira paura... come un marchio indelebile, una maledezione, il peccato per un qualcosa di innaturale ed orrendo sembra dimorare in quel luogo... il principe Frigoros è un uomo generoso, ma poco propenso ad imporre il suo potere... egli mi appare come un signore illuminato, incapace di riconoscere il male in chi ama e in chi gli sta intorno... ma il male a Cartignone esiste... e tutta questa storia lo testimonia..."
Si guardò attorno ed aggiunse:
"Se davvero il vostro viaggio vi ha portato in questo posto dimenticato e sconsacrato, allora vuol dire che questa chiesa nasconde qualcosa... qualcosa che può far luce sul mistero che ci avvolge..."

Guisgard
11-12-2010, 05.18.32
Intanto, al villaggio dei nani, Cavaliere25 aveva obbedito agli ordini di Belven, pur non comprendendoli.
Un attimo dopo numerosi nani, ben armati, circondarono la casa di Sausar, dalla quale uscì il capo villaggio.
Poco dopo Belven lo raggiunse.

Morrigan
11-12-2010, 05.21.24
A quelle parole, Morven sorrise.
Per quanto semplice possa essere il gesto di sorridere, il giovane cavaliere non aveva più avuto molte ragioni per farlo. Anzi, una strana tristezza era scesa su di lui, e un invincibile sconforto... la fuga di Gonzaga, la morte di Goldblum, l'incerto destino di Belven e dei suoi compagni... e insieme a tutti questi eventi, l'insorgere luttuoso dei suoi ricordi di sconfitta, di debolezza e di morte. Morven stava iniziando a perdere la speranza, e insieme alla speranza, la voce si Samsagra si affievoliva pian piano nelle sue orecchie.
Ma sentendo le parole del Cappellano, una nuova forza si animò in lui... la forza di cercare ancora, di lottare di nuovo e di non cedere!

"Sono lieto di sentire le vostre parole... datemi una mano in questa ricerca, e con l'aiuto di Dio troveremo ciò che cerchiamo!"

E detto questo, cominciò a spostare con delicatezza le assi che erano accumulate in quel fondo, alla ricerca di un qualche indizio che li potesse illuminare.
D'un tratto, mentre si muoveva cauto nell'ombra, cercando di aiutarsi con il tatto lungo quelle superfici sgretolate e irregolari, Morven fu colpito da un'improvviso bagliore di smeraldo.
Era giunto ad esaminare il lato sinistro dell'altare, quando Samsagra cominciò ad emanare un cupo splendore. Il giovane cavaliere subito portò la mano alla spada, e col mantello cercò di nascondere quel lucore, ma presto si accorse che i suoi sforzi erano inutili. Il bagliore di Samsagra si faceva sempre piu pulsante ed intenso, al punto da essere da lume tutto intorno a lui. Così, guidato da quel fascio verde, Morven vide che hai suoi piedi si trovava una strana grata, che non aveva l'aspetto dismesso e cadente del resto della chiesa. Così chiamò a sè il Cappellano.

"Padre," disse, sollevando la spada e ponendola tra sè e il suo compagno "questa è Samsagra, una spada forgiata per la giustizia... la sua luce ci guida in questo luogo... guardate... da qui si apre una via!"

Talia
11-12-2010, 12.11.02
I miei piedi toccarono il fondo di quel pozzo tanto violentemente che barcollai un istante prima di recuperare l’equilibrio. L’aria laggiù era irrespirabile e strani rumori provenivano dalla zona d’ombra che si allargava tutto intorno a noi, oltre la poca luce emanata dalle torce ai nostri piedi. L’oculo da cui eravamo stati calati era un piccolo cerchio di luce, in alto, molto al di sopra delle nostre teste... là intorno a fatica si distinguevano le sagome degli uomini che ci avevano gettati giù, e si vedevano scomparire via via che si allontanavano dall’apertura. Alla fine un’unica figura rimase da sola sul bordo, non potevo vedere la sua faccia ma ero sicura che fosse Guxio ed ero sicura che stesse sorridendo.
Staccai stizzosamente gli occhi da quella sagoma in alto e li spostai sul cavaliere vicino a me... mi dispiaceva infinitamente per il colpo che aveva preso poco prima per causa mia, e tuttavia non lo dissi, limitandomi a sorridergli incoraggiante. Mi piegai, poi, e raccolsi una delle torce ai nostri piedi, alzandola quindi in alto per illuminare una zona più ampia.
I miei occhi si spinsero finché quel debole fascio di luce lo consentì e individuarono in parte ciò che ci circondava... rabbrividii, e il sorriso mi si spense sulle labbra.

cavaliere25
11-12-2010, 13.12.53
Guardai Belven e dissi che sta succedendo amico mio? come mai questi nani sono armati? sta per scoppiare una guerra dissi guardando tutti loro e aspettai una risposta

Guisgard
13-12-2010, 01.22.17
Il Cappellano restò a fissare per alcuni istanti Samsagra ed il suo magico fascio di luce.
Poi, vedendo la grata trovata da Morven, corse subito ad aiutare il cavaliere.
I due così riuscirono a spostarla ed a liberare il passaggio che si apriva sotto di essa.
"Dove condurrà mai questo passaggio?" Chiese il Cappellano.
All'improvviso si udirono dei passi.
Erano Bumin e Dukey.
"Ah, siete qui..." disse Bumin a Morven ed al Cappellano "... vi abbiamo cercato nei paraggi... per fortuna siete sani e salvi..."

Guisgard
13-12-2010, 01.37.41
In un altro punto del bosco, Gaynor e Iodix stavano per riprendere il cammino, quando il vecchio delle fosse, improvvisamente, smise di scavare e cominciò a dire:
"Tutto è pronto è qui... ma nessuno giunge... forse dovrei essere io a cercare... dove siete diretti?"
"Cerchiamo il mio nobile padrone.
svanito nel bosco, verso Settentrione."
"Allora, se vorrete, io verrò con voi..."
E detto questo, il vecchio si allontanò per un momento.
Poco dopo ritornò in sella ad una mula.
"Prendiamo il sentiero che va verso nord..."
Ed incamminatosi, fece segno a Gaynor e Iodix di seguirlo.

Guisgard
13-12-2010, 02.04.29
Nello stesso momento, nella tana degli Atari, Guisgard, Talia e Gila erano stati condannati nel terribile Inferno dei Peccatori Divorati Vivi.
Calati in quel pozzo, subito un senso di angoscia li avvolse.
"Questa è la vostra fine..." disse Guxio dall'alto del pozzo "... avete cercato di ostacolare la nostra missione divina..."
"Perchè non scendi qui e mi affronti da uomo?" Gridò Guisgard. "Avanti, maledetto eretico! Vieni qui e risolviamola tra di noi!"
"Stolto cavaliere..." rispose con disprezzo Guxio "... sei solo un insignificante uomo... come te ne abbiamo uccisi tanti... sei uno straniero venuto a morire qui, per una causa che non è nemmeno tua..."
"I pazzi come te ed i tuoi tirapiedi vanno fermati!" Disse Guisgard.
"Perchè sei venuto fin nel nostro tempio?" Chiese Guxio. "Per quella donna?" Guardando Talia. "Valeva davvero la pena? Il mondo è pieno di donne. Esseri inferiori come te vivono solo per soddisfare gli istinti più bassi... non meriti di vivere... e come te anche i tuoi compagni lasceranno questo mondo..."
"Bastardo figlio di..."
Ma la risata di Guxio interruppe l'ira di Guisgard.
Poi, il capo degli Atari, fece cenno ai suoi ed il pozzo cominciò a chiudersi.
E mentre la luce diminuiva sempre più, l'unica cosa che si udiva era la delirante risata di Guxio.
E quando il pozzo fu chiuso, Talia prese una delle tre torce, imitata subito da Gila.
Illuminarono così l'interno di quel luogo e scoprendo l'orrenda verità che li circondava.
Una sterminata colonia di ratti avvolgeva ogni angolo di quel posto.

Guisgard
13-12-2010, 03.26.10
Intanto, al villaggio dei nani, un gran movimento di truppe aveva messo in allarme Cavaliere25.
"Non temere, amico mio..." disse Belven al giovane arciere "... sono nostri alleati... dimmi, hai mai sognato di comandare un esercito? Beh, se la tua risposta è si, allora preparati..."
Si voltò poi verso Sausar.
"Siamo pronti, signore."
"Bene, anche noi." Rispose il capo villaggio. "Mai un simile esercito di nani è stato formato... anche se..."
"Cosa?" Chiese Belven.
"Ci vorrebbe un gran condottiero nano..." rispose Sausar "... un grande guerriero per comandarlo al meglio..."
"Ci siete voi." Disse Belven.
"Sono vecchio ormai..."
"Non abbiamo molto tempo, signore..."
"Avete ragione..."
E dopo aver detto questo a Belven, diede ordine ai suoi di prepararsi.
Fu aperta la grande porta del villaggio e l'esercitò cominciò a muoversi.
"C'è qualcuno davanti alla porta!" Gridò improvvisamente uno dei soldati.
Belven allora corse subito a vedere.
Ed una piccola sagoma, avvolta nel buio e nella foschia, era ferma davanti alla grande porta del villaggio.

cavaliere25
13-12-2010, 11.53.46
Mi avvicinai a Belven e dissi ma dove stiamo andando amico mio? poi guardai quella sagoma davanti alla porta e aspettai che parlasse ho si muovesse dentro di me pensai chissà dove andrò questa volta speriamo di non incontrare brutta gente che ne ho incontrata tanta e rimasi fermo ad aspettare ordini.

Lady Gaynor
13-12-2010, 20.31.40
Gaynor rimase a dir poco stupita dalla condotta del vecchio. Chi era veramente, e cosa sapeva? In quel momento, si rese conto dell'assurdità della propria missione. Era partita all'avventura, senza sapere dove andare nè cosa cercare, stava cavalcando da ore in un bosco che sembrava non portare a nulla. Ed ora questo vecchio, che parlava con lingua oscura e che ora si offriva di accompagnarli. Ma accompagnarli dove? La sua mente era un brulichìo di interrogativi, interrotti dalla vista del vecchio in sella ad una mula. Guardandolo, non potè fare a meno di reprimere un sorriso, considerando che la mula sembrava più vecchia del suo padrone. Ovunque voglia condurci, a dorso di mulo ci arriveremo domani...
"Buon uomo, per le domande ed i ringraziamenti c'è tempo, ma forse sarebbe meglio se prendeste questo cavallo che abbiamo con noi. Arriveremmo prima, e per voi sarebbe di certo più comodo..."

Morrigan
13-12-2010, 23.58.54
La luce di samsagra si spense di colpo, piombando quel piccolo angolo di chiesa nella cupa oscurità. Così come si era risbegliata, altrettanto misteriosamente e repentinamente la spada era ripiombata nel muto sonno degli oggetti.
Morven fece quasi un balzo indietro per lo spavento di trovarsi di nuovo senza una guida, e in quel momento al terrore della vista si aggiunse il terrore dell'udito. Un rumore di passi si fece sempre più prossimo, quindi la voce di Bumin lo sorprese e quasi lo costrinse ad irrigidirsi.

"Ah, siete qui..." disse, rivolto a Morven ed al Cappellano "... vi abbiamo cercato nei paraggi... per fortuna siete sani e salvi..."

Il silenzio di gelo che seguì quelle parole andò ad intrecciarsi all'ombra che dimorava in quel luogo maledetto.
Morven poteva distintamente udire il suo respiro, che sembrava ancora troppo agitato nonostante i suoi sforzi di controllarlo.
La sua mano stringeva Samsagra, come a cercarne conforto. Ma non udiva la voce della sua spada, che restava muta al suo fianco.

"Sì," si decise infine a rispondere "grazie a Dio siamo scampati a quell'attacco!"

Si levò in piedi, avvicinandosi ai due, e prese a parlare, sperando così di distogliere la loro attenzione dal luogo in cui avevano trovato la grata.

"Voi state bene? E gli altri cavalieri? Allontanare quegli assassini è stato piuttosto facile, ma forse sono solo nascosti qua intorno, in attesa di un momento migliore per attaccarci..."

Talia
14-12-2010, 18.14.19
Topi... un grigio ammasso di topi squittenti fu tutto ciò che vidi... topi agitati dalla nostra presenza... c’erano topi ovunque!
Un poderoso brivido mi attraversò la schiena, scuotendomi tutta.
Istintivamente, i miei occhi vagarono verso la torcia che avevo in mano... probabilmente era soltanto soggezione, ma ebbi la sensazione che brillasse più debolmente. Ebbi paura!
Spostai allora lo sguardo sui miei due compagni e li osservai per un istante... e un solo istante fu più che sufficiente, poi non fui più in grado di sorreggere il loro sguardo: tutti e tre, infatti, sapevamo bene che soltanto il fuoco teneva quei maledetti topi lontani da noi. Così, una volta che si fossero spente le torce, sarebbe finita...
Chiusi gli occhi un momento... e fu allora che la mia mente, appena uscita dal vortice di terrore e panico causato dal fantasma di Eileen, si oppose a quella situazione e mi fece reagire.
“Al diavolo, Guxio!” sbottai dopo un istante, aggrappandomi a quella torcia con tutte le forze che avevo, nel tentativo di non concentrarmi troppo su ciò che ci circondava “Deve esserci una via d’uscita! Controlliamo le pareti, coraggio!”

Guisgard
14-12-2010, 20.31.55
Bumin fissò con attenzione Morven.
Restò a guardarlo per alcuni istanti.
"Gli altri cavalieri" disse "sono tutti morti... io e sir Dukey siamo vivi per miracolo..."
"Si" intervenne Dukey "e disperavamo di ritrovarvi vivi..."
"Comunque..." riprese a dire Bumin "... abbiamo messo in fuga alcuni di quegli uomini... credo che il loro covo non sia molto lontano da qui... forse verso nord..."
"Si, del resto sono scappati in quella direzione..." aggiunse Dukey.
"Cosa proponete di fare, cavalieri?" Chiese il Cappellano.
"E' quasi buio" rispose Bumin "e non credo convenga addentrarci oltre nel bosco... direi di passare la notte qui, al coperto, facendo turni di guardia e riprendere la ricerca domani all'alba. Siete daccordo?"

Guisgard
14-12-2010, 20.50.35
Nel frattempo, in un'altra zona del bosco, Gaynor e Iodix avevano incontrato il misterioso vecchio delle fosse.
E questi, stranamente, aveva deciso di unirsi a loro.
"Vi ringrazio, milady..." disse "... la mia mula è vecchia ed anche se fedele, per lei è comunque faticoso intraprendere questo viaggio..."
E detto questo, riportò la mula nella stalla e ritornato dai due, montò in sella al cavallo che Gaynor gli aveva offerto.
"Sono pronto!" Esclamò. "L'unica strada da seguire è quella che porta ad est... direi di partire subito, visto che si approssima la sera..."
"Dove siamo diretti, buon vecchio?
Qui sembra di girare sempre in cercio!"
Chiese il giullare.
"Il bosco non è un labirinto, se si conosce ciò che si cerca..." rispose il vecchio "... nulla accade per caso... e voi stessi ne avete avuto la prova... siete in due eppure avevate con voi un terzo cavallo..."
Sorrise ed aggiunse:
"Seguendo la strada giungeremo in un luogo senza Fede, forse sconsacrato... ma è lì che troveremo ciò che stiamo cercando..."
Si voltò indietro e fissò una delle lapidi.
Poi fece cenno ai suoi due compagni di seguirlo e si mise in marcia.

Guisgard
14-12-2010, 21.07.28
Intanto, al villaggio dei nani, qualcuno era apparso sulla grande porta del villaggio.
Belven si avvicinò, cercando di capire chi fosse.
"Resta indietro!" ordinò a Cavaliere25.
E quando fu davanti alla porta gridò:
"Chi è là? Avanza lentamente e mostrati!"
Alcuni nani, che avevano seguito Belven, si misero in posizione di attacco con i loro archi.
Quella misteriosa figura allora fece un passo in avanti.
"Sono io..." disse "... Goldblum..."
"Goldblum!" Esclamò Belven. "Cosa ci fai qui? Dove sono gli altri?"
"Non lo so..." rispose il nano "... ma se sono vivi allora sono in grave pericolo..."

cavaliere25
14-12-2010, 22.00.13
Segui gli ordini di Belven e aspettai indietro ma dopo aver visto chi era davanti alla porta mi avvicinai e dissi amico mio allora ce ancora una speranza di ritrovare gli altri del gruppo poi rivolgendomi a Goldblum dissi come sei arrivato fino a qui come non sai che fine hanno fatto gli altri e perche dovrebbero essere in pericolo se sai qualcosa parla ora ho taci per sempre e aspettai una sua risposta

Guisgard
14-12-2010, 22.00.26
Il Sole stancamente calava oltre i monti del nord, lasciando un tenue alone dorato sulla campagna.
"Luogotenente, sono pronte le armi?" Chiese il bambino al suo sottoposto.
"Si, milord!" Rispose questi, mettendosi sull'attenti. "E sono le migliori armi che un esercito abbia mai utilizzato!"
Fece cenno al bambino che lo seguiva e questi gettò alcune spade di legno ai piedi dei due che gli stavano davanti.
"Ottimo, miei cavalieri!" Esclamò entusiasta il primo bambino.
Ad un tratto si udirono dei passi stentati.
"Ancora tu?" Chiese infastidito il primo bambino.
"Ti avevamo detto che non facevi parte del nostro esercito!" Aggiunse il suo luogotenente.
"Io... veramente..." tentò di dire il nuovo arrivato, che si reggeva sulla sua stampella "... potrei fare la sentinella, o anche la spia..."
"Non ci servi!" Rispose il primo bambino. "Non capisci che questa è una battaglia? Se non battiamo la banda di Tom Kenneth e dei suoi amici, perderemo il diritto di poter venire a giocare in questo posto!"
"Che succede?" Chiese all'improvviso un bambino appena arrivato.
"Guisgard!" Gridarono gli altri. "Finalmente sei arrivato!"
"Sir Guisgard!" Disse il primo bambino. "Vi attendavamo! Avete trovato il Santo Graal?"
"Non ancora, milord." Rispose il nuovo arrivato. "Ma lo troverò! Come troverò il vero Amore ed un regno tutto mio!"
"Sarete allora della battaglia domani?"
"Si, milord!" Rispose Guisgard.
Tutti esultarono a quelle parole.
"Ma con me ci sarà anche il mio scudiero!" Esclamò Guisgard, indicando il bambino con la stampella che gli stava accanto.
"Ma lui non sa neanche stare in piedi con le sue gambe!"
"Lui non è diverso da tutti noi!" Replicò Guisgard. "Ed io non esiterei a mettere la mia vita nelle sue mani!"
Il bambino con le stampelle guardò Guisgard con gli occhi carichi di lacrime ed ammirazione.
"Andiamo, appoggiati a me..." gli disse Guisgard "... e domani attendetici entrambi qui per la battaglia." Ribadì al resto del gruppo il piccolo nipote del duca di Cornovaglia.
I due bambini allora si allontanarono dal gruppo che li salutò con l'attenti.
"Sei il mio eroe, Guisgard..." disse il bambino con la stampella, mentre tornavano in paese "... tu da grande diventerai un grande cavaliere... non hai mai paura di niente..."
Guisgard sorrise.
"Vuoi conoscere Tody?"
"Certo!" Rispose Guisgard.
"Eccolo!" Disse il bambino con la stampella, estraendo dalla tasca il suo topolino.
"Accidenti!" Urlò Guisgard, facendosi indietro. "Ma è un topo!"
"Si, il mio topolino!"
"Mettilo via, ti prego!"
"Ma... è inoffensivo... guarda, prendilo in mano..."
"No... non voglio vederlo!" Farfugliò Gusgard. "Mettilo via!"
"Va bene... come vuoi..."
I due bambini allora si scambiarono un rapido sguardo e scoppiarono a ridere.

Le parole di Talia destarono Guisgard dai suoi ricordi d'infanzia.
"Proprio dei topi dovevo trovare..." mormorò con un'espressione tra la rabbia ed il disgusto.
"Prendi la torcia, Guis!" Disse Gila. "Agitala, così che quelle bestiacce ci stiano lontane!"
E dopo un profondo respiro, il cavaliere prese la torcia da terra, cominciandola ad agitare.
"Dobbiamo alimentare le torce!" Fece segno ai suoi compagni. "Gila, strappati la giubba ed avvolgila attorno alla tua torcia! E voi fate altrettanto con un pò della vostra gonna, milady!"
E detto questo, Guisgard si strappò parte della camicia, avvolgendola attorno alla sua torcia.
"Milady..." disse il nano a Talia "... non è facile controllare le pareti... i topi sono tutti ammassati attorno ad esse..."
"Si, ma Talia ha ragione..." intervenne Guisgard "... da qualche parte questi dannati topi devono pure entrare..."

Lady Gaynor
14-12-2010, 22.28.58
Gaynor e Iodix seguirono il vecchio che si era incamminato verso est. Cominciarono a galoppare, e Gaynor rimase stupita dall'agilità del loro accompagnatore. Chissà dove ci starà conducendo... faremo bene a fidarci? Sembrava così preso dal suo lavoro eppure ha lasciato tutto all'improvviso per accompagnare noi. Che sia un'imboscata? Che sia così che attirano tutte le loro vittime? No, non voglio crederlo, i suoi occhi sembrano miti e buoni. Signore Iddio, posa la tua mano sul nostro capo e benedici il nostro cammino.
Galoppando velocemente, Gaynor raggiunse il vecchio che li precedeva di qualche passo. Gli fece cenno di rallentare e gli disse: "Volevo dirvi che mi fido di voi e che seguendovi ho affidato le mia vita e quella di Iodix nelle vostre mani. Se volete che taccia lo farò, ma se invece voleste spiegarmi a cosa stiamo andando incontro ve ne sarei grata. L'ardore e l'impulsività mi hanno spinto verso quest'avventura, ma ora la ragione ha ripreso possesso di me e mi sento spaventata. Si, ho paura di quello che non so, ho paura all'idea di essere impreparata ad affrontare l'ignoto. Se solo sapessi che ci sono nemici da affrontare, ma qualcosa da vincere, allora sarebbe diverso, il coraggio verrebbe in mio soccorso. Ma così, mi sento in balìa del dubbio... Non vorreste voi ora dissipare questi miei dubbi? Se la causa è nobile quanto penso, e se voi siete tanto saggio quanto apparite, direi che è venuto il momento che qualcuno mi spieghi cosa succede in questo bosco maledetto."

Guisgard
15-12-2010, 02.42.47
Nel villaggio dei nani, Goldblum era ricomparso.
"Cavaliere25 ha ragione..." disse Belven al nano "... dicci tutto ciò che sai! Di misteri ce ne sono già abbastanza in questo bosco! Avanti, parla!"
"Un'imboscata degli Atari..." cominciò a raccontare Goldblum "... il gruppo si è diviso per sfuggire a quel vile attacco... ero con Bumin e Dukey... quando all'improvviso, spariti gli Atari, i due cavalieri hanno massacrato i loro stessi soldati... hanno poi cercato di fare lo stesso con me, ma sono riuscito a nascondermi nel bosco..."
"Allora..." lo interruppe Belven "... Bumin e Dukey..."
"Si, fanno parte di quella maledetta setta!" Disse il nano. "Ed ora gli altri nostri compagni rischiano la vita... speriamo solo che non sia troppo tardi..."

Guisgard
15-12-2010, 03.11.38
Nello stesso momento, in un'altra parte del bosco, Gaynor, Iodix ed il misterioso vecchio delle fosse galoppavano verso una misteriosa meta.
"Vi fidate di me? Bene, me ne compiaccio..." disse il vecchio a Gaynor "... del resto non avrei motivo di recarvi danno, mia signora... quanto alla nostra meta... sappiate che siamo diretti dove troverete ciò che state cercando..."
Fissò per un momento il Cielo, quasi a volerlo interrogare sul da farsi ed aggiunse:
"I nemici che troveremo sono feroci... sono la negazione della Verità... e questo è il male assoluto... preparatevi, perchè ci stanno aspettando..."
"Chi siete, signore? Siate sincero!
Svelate a noi questo vostro segreto!"
Recitò Iodix.
"Il mio nome?" Chiese il vecchio. "Cosa cambia un nome? Anche voi state cercando qualcuno di cui non conoscete nulla... vero, milady? Quanto a me... sono solo un vecchio a cui è stato commissionato un lavoro... faccio dunque solo il mio dovere..."

cavaliere25
15-12-2010, 11.16.25
Ascoltai il nano e poi guardai Belven e dissi amico mio dobbiamo trovare quegli infedeli e fagliela pagare per il loro tradimento e salvare gli altri poi rovolgendomi al nano gli dissi tu sapresti portarci dove vi siete divisi? chiesi e aspettai una sua risposta mentre stringevo i denti dalla rabbia

Talia
15-12-2010, 12.14.59
Feci ciò che mi era stato detto: strappai dal fondo della mia gonna un’ampia fascia di stoffa e la avvolsi intorno alla torcia. La fiamma ne fu subito rinvigorita e prese a bruciare con più forza, cosa che mi donò un po’ di coraggio.
Imitando i miei compagni, poi, iniziai ad agitare il fuoco davanti a me per allontanare i roditori e, armata di tutta la determinazione possibile, mossi qualche incerto passo verso una delle pareti... da qualche parte si doveva pur cominciare, dopotutto!

Guisgard
16-12-2010, 02.48.24
I tre agitavano con vigore le torce, mentre quel posto echeggiava degli squittii di quei ratti.
Ogni angolo sembrava invaso da quell'informe massa di creature, che spaventate dalle torce correvano da una parte all'altra di quell'ambiente.
Guisgard si guardava intorno, cercando di capire in che modo quel posto comunicasse con l'esterno.
Intanto le torce bruciavano e si consumavano sempre di più.
Ad un tratto Gila estrasse qualcosa dalla sua borsa.
Era una strana polverina scura.
Ne cosparse la parete a lui più vicino e poi la infiammò.
In un momento l'intera parete cominciò a bruciare.
Questo spaventò ancora di più i ratti, che cominciarono a correre tutti verso il lato nord di quell'ambiente.
"Avevo visto giusto..." disse il nano ai suoi due compagni "... i topi arrivano da quella parte... oltre quella parete deve esserci un passaggio naturale..."
Gila allora corse verso la parete che aveva appena indicato e cominciò ad agitare ancor più la torcia.
"Avanti, voi due!" Gridò a Guisgard e a Talia. "Non restate con le mani in mano! Datemi una mano!"
"Ma..." farfugliò Guisgard "... tutti i topi vanno verso quel punto..."
"Infatti!" Rispose il nano. "Perchè è l'unica via di fuga! E noi dobbiamo aprirci un varco tra quelle bestiacce!"
"Ma saranno centinaia di topi..." mormorò Guisgard.
"Sono molto più spaventati di te!" Esclamò il nano. "Avanti! O non farai mai colpo sulla nostra bella dama! E anche voi, milady!" Incitando Talia. "Venite qui ed aiutateci a scacciare queste bestiacce!"
"Che il diavolo ti porti!" Esclamò Guisgard raggiungendo il suo compagno. "Fortuna che il tuo cervello non è da meno alla tua linguaccia!"
E mentre agitava con forza la sua torcia, il nano si abbandonò ad una sonora risata.

Talia
16-12-2010, 03.15.28
“Aprirci un varco?” mormorai... mi sembrava che il cervello mi si fosse inceppato su quella frase! Insomma... una cosa era camminare adagio mantenendo i topi lontani con la torcia, ben altra era volersi gettare lì in mezzo! Ed io non ero per niente sicura di volerlo fare!
Rimasi immobile, impalata, impietrita dall’orrore per qualche minuto... poi l’immagine dei miei compagni davanti a me fece breccia nella mia coscienza.
Di malavoglia, dunque, mi avvicinai lentamente e iniziai ad agitare anche io la mia torcia... pur tenendomi strategicamente un po’ da parte!

Guisgard
16-12-2010, 03.28.54
Individuata la parete verso la quale i topi correvano, Guisgard, Talia e Gila cominciarono ad agitare le torce per spaventare e allontanare quelle bestiacce.
"Ma perchè corrono proprio sui miei stivali?" Gridò disgustato Guisgard.
"Che t'importa? Tanto hai pantaloni dentro gli stivali!" Rispose il nano, mentre agitava e urlava contro quei ratti.
"Ma perchè... sono capaci si salire su per i pantaloni?"
"Oh, certo!" Rispose il nano. "Lo fecero ad un tale che conoscevo! E ricorda che la gamba di un nano è più corta di quella di un uomo!" E scoppiò a ridere.
"Va all'Inferno, diavolo di un nano!" Gridò Guisgard.
E mentre tentavano di avvicinarsi alla parete, Guisgard indicò un piccolo passaggio.
"Ecco da dove passano i topi! E' da qui che si può uscire da questo posto!"
"Si, ma è troppo stretto..." mormorò Gila.
"Allora lo allargheremo...."
"E come?" Chiese Gila.
"Con quella!" Indicò Guisgard.
Era un'antica colonna di pietra, squadrata in modo grossolano ed eretta fin quasi a toccare il soffitto.
"Avanti, cerchiamo di tirarla giù..." disse Guisgard "... la useremo come ariete..."

Guisgard
16-12-2010, 03.41.47
Nello stesso momento, al villaggio dei nani, Belven e Cavaliere25 apprendevano da Goldblum la verità su Bumin e Dukey.
"Si, posso condurvi dove li ho lasciati l'ultima volta." Disse il nano fissando Cavaliere25.
"Bene, allora non perdiamo altro tempo!" Esclamò Belven.
Poi, rivolgendosi a Sauser:
"Signore... Goldblum ci farà da guida verso quei traditori... vi supplico, conferitegli il comando del vostro esercito..."
"In passato quel nano si è coperto di viltà!" Rispose il capo villaggio.
"Io non so cosa abbia fatto in passato..." disse Belven "... ma ora so che è tornato apposta per raccontarci cosa sta accadendo attorno a noi... io non conosco le leggi dei nani, ma le rispetto... posso solo dirvi che nella cavalleria, uomini con le virtù di Goldblum sono definiti eroi."
"E sia... gli conferisco il comando." Sentenziò Sausar.
"Grazie... mio signore..." disse commosso Goldblum.
"Bene, allora partiamo immediatamente! In marcia!" Gridò Belven.

cavaliere25
16-12-2010, 11.57.39
Mi misi in marcia al fianco di Belven e dissi se riusciamoa trovare quei traditori non avrò nessuna pietà per loro li ucciderò senza nessun ritegno è la loro punizione per essere stati degli infedeli e iniziai a camminare verso il luogo dove il nano aveva visto per l'ultima vota i nostri compagni

Morrigan
16-12-2010, 13.05.08
Morven fronteggiò Bumin e il suo sguardo acuto per un lungo istante, in silenzio. Le mani nervosamente strette sui fianchi, il viso contratto dall'ansia, stava freneticamente ragionando su come uscire fuori da quella situazione.
D'un tratto si avvide che il Cappellano si era pure sollevato al suo fianco e guardava i due cavalieri con sguardo tranquillo. Quel dettaglio lo colpì. La calma serafica di quell'uomo di chiesa era forse la dote che gli era mancata per tutto quel tempo.
Soprattutto da quando Goldblum era morto, Morven aveva smesso di ragionare lucidamente. Era stato solo preda dei suoi cattivi sogni e dei suoi più tristi ricordi, e forse proprio per questo Samsagra aveva ormai quasi smesso di parlargli...

"Perchè lo stai facendo? Perchè accetti di sposare quell'uomo?"
La ragazza non rispose e chinò il capo. Il giovane al suo fianco, splendente nella sua nuova armatura, si era chinato e le aveva sfiorato il volto con la mano, obbligandola gentilmente a sollevare gli occhi e a guardarlo.
"Zulora... noi ci siamo fatti voto di sincerità fin quasi nella culla... signora, amica, sorella... ti chiedo di rispondermi, adesso!"
Zulora lo fissò con uno sguardo colmo di tristezza.
"Faccio ciò per cui sono nata... non ho altra scelta. Faccio la scelta migliore che io sia stata messa in grado di fare"
"Ma non è così, ti dico! Un donna non è obbligata da nulla ad obbedire silenziosamente al padre, al marito o al fratello... potrebbe scegliere un'altra strada, una strada che non sia per forza la casa e la famiglia... potrebbe perfino scegliere di combattere e restare comunque una vera donna!"
Zulora, a quelle parole, mutò il suo sguardo e lo fissò quasi volesse provocarlo con la sua risposta, o ferirlo.
"Una donna" disse "può anche scegliere di non seguire ciecamente i battiti del suo cuore... può scegliere di servire il suo sangue e il suo casato comunque, anche senza tenere le armi in pugno... servire, scegliendo di fare ciò che è giusto per proteggere la sua famiglia, e questo fa di lei una vera donna!"
A quelle parole, Morven ebbe uno scarto, e spazientito si allontanò da lei, come se fosse stato sul punto di reagire sgarbatamente e stesse tentando di reprimere quella risposta cattiva.
"Questo è ciò che ti piacerebbe credere..." mormorò infine, dopo un lungo silenzio.
E in silenzio, Zulora si lasciò sfuggire una lacrima che le rigò il volto.
Morven la seguì rotolare sulla pelle chiara, poi cadere giù e infrangersi.
"Tu hai perso la speranza, Zulora..."
"La speranza non esiste!"
"Mia piccola... padre Adam ti ammonirebbe per quello che hai appena detto! La fede comporta la speranza, e la speranza equivale alla fede! E a noi due occorre fede, se vogliamo arrivare fino in fondo al nostro destino!"

Quelle parole gli risuonarono in testa come un campanello squillante e argentino... Zulora... come ho fatto ad essere così stolto?! Eppure un tempo conoscevo le risposte per ogni cosa... e adesso? Adesso sto smarrendo ogni spenza... io, che ero tanto bravo a parlare, un tempo! Se abbandono la speranza, abbandono la fede... Samsagra resterà muta per sempre, e io... io forse morirò proprio per mano di uno di questi due demoni!
Guardò di nuovo Bumin, e sentì crescere dentro il cuore l'antipatia e il disprezzo per quell'uomo... ma io non sono nato per questo destino!
No, avrebbe risolto la situazione, in un modo o nell'altro!
Doveva agire d'astuzia, e cercare di capire com'era meglio muoversi con quei due uomini. Li guardò allora con aria condiscendente.

"Sì," rispose "mi sembra giusto ciò che dite. Restare qui a vigilare mi sembra la cosa migliore da farsi!"

Sorrise a Bumin, con un sorriso strano, guardandolo fisso negli occhi, poi si ricolse al Cappellano.

"Padre," cominciò "è notte, ed è questa l'ora in cui si scoprono le tombe e gli intenti più malvagi vengono fuori... noi siamo su suolo sconsacrato, e il demonio può tentarci in ogni istante. Vi prego, dunque... stendete la vostra mano su di me e su questi due cavalieri e impartiteci la benedizione della nostra Santa Romana Chiesa!"

E mentre pronunciava quelle parole, il suo sguardo seguiva con attenzione il volto di Bumin e ogni sua possibile variazione.

Talia
16-12-2010, 13.30.49
Mi voltai di scatto e individuai la colonna indicataci da Guisgard.
Mollai, allora, la torcia a terra e corsi verso quella colonna... era molto alta e aveva la base tanto ampia che non avrei potuto abbracciarla tutta neanche stendendo entrambe le braccia.
“Non riusciremo mai a muoverla una volta che sarà caduta!” dissi, girandole intorno “Però...”
Allora chiusi un occhio e mi mossi lentamente, finché la colonna non mi parve esattamente in linea con l’apertura nella parete.
“Ecco! Se riusciamo a spingerla esattamente in questa direzione...” dissi alzando il braccio ad indicare “forse riusciremo comunque a sfondare quel muro!”

Lady Gaynor
16-12-2010, 16.23.08
"Il mio nome?" Chiese il vecchio. "Cosa cambia un nome? Anche voi state cercando qualcuno di cui non conoscete nulla... vero, milady? Quanto a me... sono solo un vecchio a cui è stato commissionato un lavoro... faccio dunque solo il mio dovere..."
E' vero, anche io sto cercando qualcuno di cui non conosco nulla... a pensarci bene non conosco nemmeno il suo nome... lei è Lady Talia, ma lui non so come si chiami... Questo vecchio non mi dirà una sola parola di più, inutile insistere. Eppure mi fido di lui, ha gli occhi buoni, sono azzurri e benevoli, mi ricordano quelli di mio padre... caro padre mio, tu fosti l'unico a capire ciò che avevo nel cuore... se solo avessi ascoltato le tue parole, se solo non mi fosse mancato il coraggio! A quest'ora Duncan sarebbe solo un nome perso nel tempo, invece che una presenza oscura nella mia vita... Come vorrei dimenticare tutto...

Guisgard
17-12-2010, 03.01.58
Il Cappellano, annuendo alle parole di Morven, si segnò ed estrasse un rosario in legno.
Cominciò allora a pronunciare alcune orazioni, ma improvvisamente le parole di Bumin lo interrupperò.
"La mia vita l'ho sempre decisa con l'ardore del mio cuore e col ferro della mia spada. Risparmiate le vostre preghiere per altro."
"Le preghiere" rispose il Cappellano "non vanno risparmiate, per nostra fortuna. Sono un dono infitino di Nostro Signore."
"Questo bosco" replicò Bumin "ha visto molti accadimenti che conosciamo bene. Quelle martiri avranno sicuramento pregato, eppure nessuno le ha salvate dalla loro sorte."
Il Cappellano a quelle parole fissò Bumin.
"Ora dunque" continuò il cavaliere "direi di occuparci di ciò che è nelle nostre forze. Sir Dukey, farete voi il primo turno di guardia. Noi, intanto, dormiremo un pò."
"Si, milord!" Rispose Dukey.

Guisgard
17-12-2010, 03.42.27
Nel frattempo, Guisgard, Talia e Gila erano imprigionati in quel luogo che pullulava di topi.
Guisgard fissò la colonna dopo aver udito le parole di Talia e con entusiasmo gridò:
"Siete un genio, milady! Avanti, Gila... cerchiamo di buttare giù quella colonna!"
I tre allora raggiunsero la colonna.
Guisgard appoggiò la schiena contro il fusto della colonna e spingendo con le gambe appoggiate alla parete cercò di smuoverla.
Mentre Talia e Gila spingevano con le mani contro la colonna, in direzione del passaggio da cui uscivano i topi.
E, finalmente, dopo diversi sforzi quella colonna si mosse e cadde rovinosamente contro la parete del passaggio.
Un sordo boato si diffuse in quell'ambiente, insieme ad una densa nuvola di polvere.
E quando questa cominciò a dissolversi, un varco naturale si mostrò ai tre tra le macerie della parete crollata.
"Andiamo!" Disse Guisgard ai suoi due compagni.

Talia
17-12-2010, 03.59.59
C'eravamo riusciti! Un vivo moto di soddisfazione mi pervase quando la nuvola di polvere si dissolse e quel varco apparve alla nostra vista.
Raggiante, sorrisi ai miei compagni.
Poi scattai in avanti e recuperai la mia torcia, che era rimasta abbandonata da una parte...
"Queste ci occorreranno ancora, credo!" dissi, lanciando al contempo uno sguardo verso il buio di quel passaggio che ci attendeva.

Morrigan
17-12-2010, 04.03.11
Morven aveva osservato Bumin per tutto quel tempo, senza perdere una piega del suo viso o una sillaba delle sue parole, e quando lo vide interrompere il Cappellano e ebbe udito quelle frasi... ecco, questo è il segno che aspettavo!
D'improvviso, mentre nessuno dei presenti si sarebbe aspettato più quel gesto da parte sua, Morven, con un movimento rapido e preciso, estrasse Samsagra dal suo fodero e la puntò contro la gola di Bumin.

"Inginocchiatevi, cavaliere!" gli ordinò con voce cupa e colma di ira "Inginocchiatevi vi dico, e ricevete la benedizione della Chiesa di Roma, se non siete un eretico e un dannato!"

Guisgard
17-12-2010, 04.04.00
Nello stesso momento, lungo il sentiero che tagliava in due il grande bosco, Gaynor, Iodix, insieme al vecchio delle fosse, galoppavano verso l'ignoto.
Il tempo, il passato, il rimpianto.
E poi l'ignoto, l'incertezza, la paura.
Cosa avrebbero trovato dopo quel sentiero?
Questo si chiedeva Gaynor, mentre immagini di un passato lontano si affacciavano come demoni sul suo presente.
E mentre tutto ciò turbava la dama di Imperion, qualcosa, emergendo dalla fitta boscaglia, apparve ai tre.
Era la chiesa sconsacrata.
"Che strana chiesa quella che ci appare davanti!
Sembra adatta ad un sabba di streghe danzanti!"
Esclamò Iodix.

Guisgard
17-12-2010, 04.34.10
Aperto il varco, Guisgard, Talia e Gila lo attraversarono, cercando la tanto sospirata via di fuga da quell'Inferno.
Superata la parete crollata, i tre si ritrovarono in un lungo cunicolo, attraversato al centro da un piccolo corso d'acqua maleodorante.
"Camminiamo lungo i bordi" disse Gila "ed agitiamo le torce... così facendo i topi si getteranno in acqua..."
"Anche perchè noi non potremmo fare lo stesso..." rispose Guisgard "... visto lo stato di quest'acqua..."
Poi rivolgendosi a Talia:
"State al centro... meglio che sia io a stare dietro, così da poter gettare un occhio alle nostre spalle..." e sorridendo aggiunse "... ah, siete stata in gamba prima... davvero un bel colpo d'occhio nel vedere quella colonna contro la parete."
Ma mentre proseguivano, Guisgard cominciò a sentire una fitta al braccio ferito.
La ferita era stata causata dal morso di quella ragazza che il cavaliere aveva preso in braccio.
All'improvviso la ferita aveva cominciato a pulsare prima e a bruciare poi.
Ed aumentava sempre di più.
Guisgard cercò di non pensarci, ma pian piano la vista cominciò ad appannarsi e sentì il respiro farsi più pesante.

Guisgard
17-12-2010, 04.39.05
Intanto, alla chiesa sconsacrata, Morven teneva puntata Samsagra contro Bumin, minacciandolo.
"Come osi darmi ordini e minacciarmi, cane!" Ringhiò Bumin, estraendo in un attimo la sua spada. "Ora ti darò una lezione che non dimenticherai più... se sopravviverai!"
"Qualcuno si avvicina!" Gridò all'improvviso Dukey.
Gaynor, Iodix ed il vecchio delle fosse erano infatti appena giunti davanti alla chiesa.
"Chi è là?" Urò Dukey ai nuovi arrivati. "Avvicinatevi con calma e rivelatevi!"

Guisgard
17-12-2010, 04.48.35
Nel frattempo, l'esercito dei nani, con in testa Belven, Cavaliere25 e Goldblum, aveva appena lasciato il villaggio.
"E' lontano il posto dove si trovano i nostri compagni?" Chiese Belven a Goldblum.
"Non molto... se marceremo senza fermarci, saremo lì prima dell'alba."
"Bene, sarà un vantaggio avvicinarci a quel posto col favore delle tenebre." Disse Belven.
"Si, mio signore." Annuì il nano. "E tu, mio buon amico, sei pronto per lo scontro con quei traditori?" Chiese poi rivolgendosi a Cavaliere25.

cavaliere25
17-12-2010, 09.58.34
si sono pronto a battermi contro quei maledetti dissi rivolgendomi a Belven non avranno nessuna via di fuga e continuai a camminare seguendo il gruppo tutto compatto

Talia
17-12-2010, 17.45.46
Sorrisi al cavaliere e lo ringraziai...
“...ma è stata più che altro fortuna!” soggiunsi in fretta, sentendomi leggermente a disagio.
Prendemmo, dunque, a camminare per quel cunicolo. Io seguivo il nano, continuando ad agitare la torcia di fronte a me e a tener d’occhio i topi che, squittendo impauriti, correvano di fronte a noi e poi si gettavano in tutta fretta in quella sorta di canale centrale... cosa che mi causava non poco disgusto.
Ad un tratto una curiosa sensazione mi invase, mi voltai e vidi Guisgard che era rimasto diversi passi dietro di me... era pallido, aveva gli occhi arrossati e mi parve che faticasse a respirare.
“Gila!” chiamai allarmata, voltandomi contemporaneamente e precipitandomi di nuovo sui miei passi.
“Guisgard, che vi succede?” chiesi, raggiungendolo “State male?”
In quel momento il mio sguardo scivolò lungo il suo braccio ed individuai la ferita... aveva assunto un aspetto orribile!

Guisgard
19-12-2010, 04.02.19
Il gruppo formato dai nani armati e guidato da Belven, Goldblum e Cavaliere25, galoppando attraverso il bosco, giunse in una piccola radura che sorgeva nel bel mezzo della fitta boscaglia.
Ad un tratto sentirono dei passi in lontananza.
"Cosa è stato?" Chiese Belven ai suoi compagni.
"Sembrano cavalli..." rispose Goldblum con fare guardingo.
"Già, sembra anche a me..." mormorò Belven, facendo segno a tutti loro di fermarsi "... sparpagliomici e nascondiamoci nella boscaglia... ma teniamoci pronti ad ogni evenienza..."

Guisgard
19-12-2010, 04.58.53
Nello stesso momento, nell'oscuro cuore del bosco, Guisgard, Talia e Gila tentavano di uscire dal covo degli Atari.
Ma la ferita causata a Guisgard da quella martire che i tre avevano tentato di liberare, sembrava aver portato una qualche infezione al cavaliere.
Guisgard sentiva il suo braccio bruciare e pulsare senza sosta, mentre la vista si appannava sempre più ed il respiro si faceva pesante ed irregolare.
"Tranquilla..." disse con la voce incerta a Talia che si era avvicinata "... non è niente... forse la ferita a contatto con quest'acqua sporca mi ha causato bruciore... ma posso sopportare... continuiamo a camminare..."
"Non mi piace quella ferita, Guis..." fece preoccupato Gila, osservando la ferita di Guisgard "... sembra infetta... e i tuoi occhi stanno bruciando..."
"Avanti... manca poco..." mormorò il cavaliere al nano "... non fermiamoci proprio ora... riprendi a camminare, Gila... e portaci fuori di qui..."
Ma la vista diveniva sempre più sfocata ed un pallore innaturale cominciò ad assorbire il colorito del suo volto.
Ad un tratto Guisgard cominciò ad avvertire freddo.
Molto freddo.
E dolori sparsi su tutto il corpo.
Ed ad ogni passo la testa sembrava volergli esplodere.
Lo scorrere di quel fetido canale, il diffuso gocciolio causato dall'umidità sulle pareti, gli squittii dei topi ed i passi dei suoi due compagni, incessanti ed insopportabili, presero a tormentarlo in maniere sempre più ossessiva.
Tenere gli occhi aperti era diventato uno sforzo immane e camminare senza appoggiarsi alla parete sembrava impossibile.
All'improvviso tutti quei rumori cessarono ed un profondo silenzio lo avvolse, mentre ogni cosa intorno a lui cominciò a girare vorticosamente, impedendogli di proseguire.

cavaliere25
19-12-2010, 10.44.58
Segui gli ordini di Belven e lo segui e mi nascosi nella boscaglia e aspettai che si movesse qualcosa ero pronto con arco e freccie aspettavo il segnale per attaccare se era necessario

Lady Gaynor
20-12-2010, 00.57.02
Nnon appena si avvicinarono alle porte della chiesa sconsacrata, Gaynor e i suoi compagni udirono una voce urlare: "Chi è là? Avvicinatevi con calma e rivelatevi!"
Presa alla sprovvista dall'inaspettata presenza di altre persone, Gaynor si fermò e fece cenno agli altri due di tacere. "Sono Lady Gaynor e porto con me il mio giullare ed un anziano servitore. Siamo dei semplici viandanti, disarmati e inoffensivi. Stiamo per entrare nella chiesa, per cui vi pregherei di accoglierci nel più cortese dei modi."
Chiudendo bene il mantello per nascondere il vestito da paggio, Gaynor si rivolse a Iodix e al vecchio: "Seguitemi, e non rivelate il motivo della nostra presenza qui almeno fintanto che non avremo capito con chi abbiamo a che fare. E fatevi il segno della croce, ora più che mai ci stiamo affidando alle mani di Dio." Detto questo, smontò da cavallo imitata dai suoi compagni e si avviò verso l'entrata, non senza prima avvertire un lungo brivido che le correva su per la schiena.

Talia
20-12-2010, 01.54.47
Continuai a camminare e a seguire Gila come mi era stato detto, voltandomi tuttavia continuamente indietro per tener d’occhio il cavaliere... così colsi l’aumentare delle sue incertezze, notai che i suoi passi divenivano sempre più lenti e malfermi, lo osservai scuotere due o tre volte la testa in modo inconsulto, come quando si vuole scacciare un fastidio... infine lo vidi fermarsi di colpo e tentare di appoggiarsi alla parete, come a non voler perdere l’equilibrio.
Mi voltai quindi all’istante e lo riafferrai per la giubba, prima che potesse finire in quel canale...
“Va tutto bene...” gli mormorai, tentando di spingerlo contro la roccia perché restasse in piedi “Guisgard... sentite la mia voce? Va tutto bene, ma non ve ne andate!”
“Gila...” dissi, poi, a voce più alta e con un tono che tradiva una certa urgenza “Dobbiamo pulire questa ferita... subito! Preferirei non farlo qui, ma se manca molto all’uscita vedrò di arrangiarmi! ...E mi occorrerà dell’acqua pulita!”

Morrigan
20-12-2010, 18.35.03
La vide avanzare verso l'ingresso, una figura sottile che avanzava di lontano e andava infine a disegnarsi sul vano irregolare dell'antica porta.
Dal silenzio innaturale che regnava al di fuori della piccola chiesetta, aveva sentito giungere la sua voce, sottile ma chiara.

"Sono Lady Gaynor e porto con me il mio giullare ed un anziano servitore!"

Morven, pur continando a tenere alta la guardia e saldo il suo ferro contro quello di Bumin, non potè fare a meno di lanciare un'occhiata in quella direzione.

Una fanciulla... questa non ci voleva! Non avrebbe saputo spiegarne il motivo, ma la presenza di quella giovane in quel luogo gli mise addosso una paura terribile. Già aveva temuto per la sorte di Gonzaga, e forse la sua fuga si era rivelata provvidenziale, a giudicare da come si stavano mettendo le cose con quel Bumin. Ma non aveva nemmeno avuto il tempo di rallegrarsi sapendo che lei era fuggita lontano, che ecco la sorte, bizzarra, aveva inviato un'altra ragazza in quel luogo maledetto!

Guardò Bumin, sfidandolo con uno sguardo duro. Ormai aveva ben chiaro chi si stesse trovando di fronte. Due indizi non fanno una prova, questo era vero, ma erano di certo sufficienti a confermare il suo dubbio, almeno su uno dei due uomini che aveva di fronte. E ora che quella fanciulla era lì, non sapeva cosa sarebbe potuto accadere.

"Fermò lì!" intimò all'indirizzo di Dukey, mentre con la mano sinistra sfoderava il gladio verso di lui e con la destra spingeva Samsagra a cozzare ancor di più contro l'arma di Bumin "Lasciate che sia il nostro buon Cappellano ad accogliere i viandanti! Le belle ragazze non fanno per voi, Dukey!"

E mentre diceva questo, lanciò al Cappellano uno sguardo d'intesa, raccomandandogli silenziosamente la salute di quella giovane.

Guisgard
21-12-2010, 01.52.13
Il Cappellano rispose con uno sguardo alle intenzioni di Morven e si avvicinò ai nuovi arrivati.
"Non temete, milady..." disse fissando Gaynor "... apparteniamo alla corte di Cartignone... avvicinatevi pure e non abbiate paura... io sono un chierico e quei nobili cavalieri che vedete alle mie spalle sono il vanto della cavalleria cartignonese."
Sorrise, avvicinandosi di qualche altro passo alla dama e ai suoi due compagni ed aggiunse:
"Cosa vi spinge in un luogo dimenticato e maledetto come questo?"
E mentre il Cappellano accoglieva Gaynor, Iodix ed il vecchio delle fosse, Bumin con un ghigno guardò negli occhi Morven.
"Mettete giù quella spada..." fece con sarcasmo "... i nostri nemici si aggirano nel bosco... non li troverete fra di noi..."

Lady Gaynor
21-12-2010, 02.08.42
Eccoci arrivati al dunque... forza ragazza mia!
"Mai vorrei mancare di rispetto ad un uomo di chiesa, ma prima di dirvi cosa spinge me in questo luogo preferirei sapere cosa ci fa qui "il vanto della cavalleria cartignonese", insieme ad un chierico che ovunque dovrebbe trovarsi tranne che in una chiesa sconsacrata." Gaynor si chiese se avesse fatto bene a rispondere con quel tono, ma oramai era fatta e lei voleva assolutamente sapere chi fosse quella gente. "Il cavaliere laggiù ha parlato di nemici, potrei di grazia sapere in cosa siamo incappati?" E così dicendo sostenne lo sguardo di tutti e quattro gli sconosciuti, uno per uno, senza mai abbassare gli occhi.

Guisgard
21-12-2010, 02.17.52
Guisgard sentiva quasi i sensi abbandonarlo.
Ad un tratto tutto attorno a lui mutò.
Mutarono le forme, i colori, i suoni e strane immagini cominciarono a mostrarsi ai suoi occhi.
Poi, improvvisamente, una strana litania giunse alle sue orecchie.
Tante voci sovrapposte che cantavano cominciarono quasi a scandire il suo respiro che diveniva sempre più affannoso.
E quella misteriosa litania si faceva sempre più vicina.
Poi, in un attimo, tutto cessò.
E fu in quel momento che vide quegli occhi.
"Halatan, halatan..." disse una voce "... mastafan, aleppe... kainè, kainè... la ragazza... portami la ragazza... la ragazza..."
Guisgard si era portato le mani tra i capelli per i forti dolori al capo, ma appena quella misteriosa voce ebbe pronunciato quelle oscure parole, il cavaliere sembrò diverso.
Fissò Talia con uno sguardo completamente stravolto, mentre i suoi lineamenti sembravano contratti in maniera innaturale.
"Halatan, halatan..." continuò a dire quella voce a Guisgard "... mastafan, aleppe... kainè, kainè... la ragazza... portami la ragazza... la ragazza..."
E con un gesto rapido e violentò il cavaliere afferrò le braccia di Talia.
"La ragazza..." gli ordinò quella voce "... conducila a me... la ragazza..."
E l'unica cosa che Guisgard vedeva era quel delirante sguardo che sembrava averlo in pugno.
http://static.buddhagaming.it/images/2010/03/kratos1.jpg

Morrigan
21-12-2010, 02.21.08
"Mettete giù quella spada..." aveva detto con sarcasmo "... i nostri nemici si aggirano nel bosco... non li troverete fra di noi..."

Morven toccò ancora una volta la spada di Bumin in segno di sfida.

"Dite davvero?" rispose con lo stesso tono "Ma sapete, mio nobile signore... alle volte ciò che cerchiamo è talmente vicino ai nostri occhi che non lo sappiamo vedere!"

E nel frattempo, con la coda dell'occhio, aveva visto che il Cappellano aveva accolto la nuova arrivata, così com'era nei suoi desideri... almeno questa è fatta!, pensò, cercando di contentarsi di quella magra consolazione.
Tornò a fissare Bumin.

"E dunque, cavaliere... cosa volete fare? Io sono uno zotico degno di servire le vostre stalle, a quanto pare, e di certo non so come accogliere una dama... ma voi, voi così nobile e grande, di certo saprete fare onore alla nostra nuova arrivata! Magari potreste accompagnarla a scoprire cosa c'è qua sotto e guidarla con ardimento come avete fatto con quell'altra dama... coraggio, non abbiate paura... stavolta non sareste solo! Vi giuro sulla mia spada che non vi perderei d'occhio un solo istante!"

Guisgard
21-12-2010, 03.43.49
Il Cappellano ascoltò con attenzione le parole di Gaynor.
"Mia signora..." disse "... bisogna intervenire dove vi è del marcio... e quale luogo più di questo necessità della presenza di grandi e forti cavalieri! Quanto hai nemici di cui avete udito... beh, una chiesa sconsacrata è dominio delle forze del male... ed in questo luogo sono accadute cose tutt'altro che piacevoli..." fissò allora con curiosità la bella dama e chiese:
"Ma ditemi... cosa spinge una donna accompagnata solo da un giullare e da un vecchio ad attraversare di notte il bosco?"

Nello stesso momento, poco più indietro davanti alla chiesa, con gesto improvvviso e rapido Bumin con la sua spada spinse indietro Morven, facendolo finire contro il portico dell'edificio.
"Per il futuro" fece il cavaliere "attento a non avvicinare troppo la vostra lama alla mia... la prossima volta potreste non essere così fortunato."
Poi rimessa a posto la spada aggiunse:
"Accogliamo ora la dama ed il suo seguito... e dopo, finalmente, scenderemo attraverso quel passaggio..." indicando la grata nella navata.

Morrigan
21-12-2010, 04.21.47
Morven fu colto quasi di sorpresa dal gesto di Bumin, e la forza del cavaliere lo scaraventò indietro, verso il portico della chiesa.
Dovette puntellarsi con la mano sinistra su una delle vecchie panche di legno per non cadere, e in quel gesto il gladio gli cadde rumorosamente sul pavomento di pietra.

Guardò Bumin con astio e occhi carichi di collera. Ormai nella sua mente si andava chiarendo chi o cosa quell'uomo davvero fosse, e quella cieca ira si sommava allo scherno di cui era stato fatto oggetto... avrebbe voluto farlo a pezzi, e tuttavia... si guardò intorno rapidamente... il Cappellano, la dama e il suo seguito... c'erano troppe cose in ballo, in quella notte! E lui non era nella posizione di poter fronteggiare quell'avversario a viso aperto!
Se si fosse trattato soltanto della sua vita, forse Morven si sarebbe anche scagliato contro Bumin in quello stesso istante. Ma non era solo, e non poteva più commettere l'errore di dimenticarlo. E in più, la questione delle martiri di Cartignogne era ben più rilevante della mera soddisfazione personale!

Per questo si morse le labbra per non rispondere, mise Samsagra nel fodero con cura e si chinò a raccogliere la spada che gli era caduta di mano.
I suoi occhi scuri scintillavano nell'ombra, inseguendo Bumin con una promessa di vendetta...

... non adesso... non è questo il giorno... non ancora... ma verserò il tuo sangue... per quelle innocenti... per me stesso... e per Goldblum!

Poi sul viso gli si accese uno strano sorriso...

... per ora mi basta questo... l'aver ottenuto quello che volevo... poter scendere a scoprire cosa c'è qua sotto!

Guisgard
21-12-2010, 04.22.53
Nello stesso momento, in un'altra parte del bosco, il gruppo guidato da Belven, Goldblum e Cavaliere25 si era appostato nella boscaglia.
Quel rumore di passi si avvicinava sempre di più.
"Dal rumore che fanno" disse Belven a Cavaliere25 "sembra un nutrito drappello... ed anche pesantemente armato direi..."
"Sono sicuramente cavalieri..." intervenne Goldblum "... e dai passi direi che sono almeno una trentina, o forse più..."
"Non sono dunque Atari." Disse Belven. "A meno che quei maledetti non indossino anche armature."
"No..." rispose Goldblum "... non usano corazze... è contro i loro principi... quelli che stanno arrivando sono cavalieri..."
"Forse sono stati inviati da Cartignone!" Esclamò Belven. "Si saranno allarmati per il nostro silenzio!"
"Non credo..." mormorò il nano.
"Perchè?" Chiese Belven.
"Perchè Cartignone si trova dall'altra parte..." rispose Goldblum indicando la zona alle sue spalle..."
"Preparatevi!" Ordinò Belven al resto della compagnia. "Cavaliere25, tu e gli arcieri tenete sotto mira il sentiero davanti a noi... tra qualche istante saranno qui..."

Guisgard
21-12-2010, 04.49.08
Morven era riuscito a dominare la sua ira.
Aveva fatto valere il buonsenso e con lucidità aveva deciso per il meglio.
In ballo vi era qualcosa di assoluto e la rabbia e l'orgoglio non potevano avere la meglio.
Non per chi sognava di divenire un vero cavaliere.
Ma ad un tratto il cavaliere sentì un intenso calore avvolgere prima i suoi fianchi, poi la sua gamba sinistra.
Ed una luce di uno scontillante verde prese ad irradiarsi attorno a Morven.
"Nel ventre della terra..." disse una misteriosa voce che sembrava udire solo Morven "... scendi nel ventre malato della terra... scendi e troverai ciò cerchi..."
Quella visione durò pochi momenti, per poi svanire nel nulla.
E nessuno, oltre Morven, sembrò aver visto ed udito niente.

cavaliere25
21-12-2010, 11.19.47
Ascoltai Belvan e gli feci un cenno e mi misi in posizione da attacco e puntai l'arco verso il sentiero e aspettai

Guisgard
21-12-2010, 21.06.29
Il bosco divenne improvvisamente silenzioso.
Anche il vento sembrava essersi fermato, rendendo l'intero scenario incantato ed irreale.
La tensione aumentava ad ogni istante ed alcuni di loro tradivano un nervosismo che si poteva quasi toccare con mano.
Tutti guardavano nello stesso punto.
Il punto in cui la boscaglia si apriva e cominciava il sentiero.
Belven allora lanciò uno sguardo a Goldblum e a Cavaliere25.
I passi si facevano sempre più vicini.
E più si avvicinavano, più l'agitazione si avvertiva in tutti loro.
All'improvviso un nitrito sembrò destare l'intera compagnia.
"Eccoli..." mormorò Belven.
Un attimo dopo nella radura giunsero numerosi cavalieri.
E tutti armati pesantemente.

cavaliere25
21-12-2010, 21.10.09
Guardai quei cavalieri e pensai ora chi saranno questi armati cavalieri e mi girai verso Belven e dissi amico mio meglio non attaccarli sono troppo armati se li attaccaremmo ci sarà una carneficina che facciamo aspettiamo che vadano via ho usciamo fuori domandai e aspettai una sua risposta mentre continuavo a fissare quei cavalieri

Guisgard
21-12-2010, 21.29.01
Belven fissò Cavaliere25 ed annuì.
"Hai ragione, amico mio..." disse "... il loro numero non è superiore al nostro, ma le loro armi sono di gran lunga migliori di quelle che abbiamo noi... attaccarli sarebbe un suicidio..."
Poi, rivolgendosi a Goldblum:
"A Cartignone non credo ci siano simili cavalieri... armi e cavalli simili li ho visti solo presso le corti delle più potenti monarchie d'Europa... secondo te da dove vengono?"
"Non lo so..." rispose il nano "... neanche io ho mai visto cavalieri simili..."
"A questo punto credo" disse Belven "che sapere da dove arrivino sia l'ultimo dei nostri problemi... mi preme molto più conoscere cosa stanno cercando da queste parti..."
Ma i loro discorsi furono interrotti da colui che sembrava essere il capo di quei misteriosi cavalieri.
"Alt!" Ordinò questi ai suoi. "Meglio cercare di capire dove siamo... proseguire oltre sarebbe solo rischioso..."
"Milord, credevo voi conosceste questo bosco?" Chiese uno dei cavalieri.
"Nessuno a Cartignone conosce veramente questo bosco." Rispose il capo dei cavalieri. "Per anni la superstizione, la paura e l'ignoranza hanno tenuto lontana la gente da questo posto... permettendo al male di mettervi le radici..."
"Cosa ordinate allora?" Chiese il cavaliere.
"Ci fermeremo qui, in questa radura" rispose il capo dei cavalieri "ed attenderemo che sorga il Sole..."
"Si, milord!"
Allora i cavalieri, obbedendo al loro comandante, si accamparono nella radura, mentre Belven e suoi li osservavano cercando di capire chi fossero veramente.

cavaliere25
21-12-2010, 21.42.03
Ora che si accamperanno non avremo modo di andarcene dissi guardando il gruppo se ci movessimo ora saremo spacciati ci farebbero fuori senza esitazione aspettiamo la notte e cerchiamo di allontanarci il piu possibile dissi e aspettai un loro commento

Guisgard
21-12-2010, 22.19.37
"Si, hai ragione..." disse Belven fissando Cavaliere25 "... ma alle prime luci dell'alba quei cavalieri non tarderanno molto ad accorgersi di noi..."
"Andarcene ora sarebbe un azzardo..." intervenne Goldblum "... i nostri, armati come sono, farebbero troppo rumore..."
"Già..." mormorò Belven "... è come essere in trappola..."
"Allora abbiamo un'unica possibilità." Disse Goldblum.
Si alzò ed uscì dai cespugli nei quali si era nascosto.
"Ma dove vai? Fermati!" Lo chiamò Belven.
Ma il nano ignorò Belven e si presentò davanti ai cavalieri.
"Fermò là!" Gli intimò uno di quelli. "Chi sei?"
"Mi sono perso in questo bosco..." rispose Goldblum "... e non so come ritornare a casa mia... potrei restare qui con voi, almeno fino all'alba?"
I cavalieri osservarono incuriositi il nano.
"Cosa accade qui?" Chiese il capo dei cavalieri giungendo fra i suoi uomini.
"Milord, è arrivato questo nano..." rispose uno dei cavalieri "... è spuntato all'improvviso dal bosco."
Il capo dei cavalieri osservò allora con attenzione quel nano, cercando di capire chi fosse veramente.

cavaliere25
21-12-2010, 22.33.27
guardai la scena e presi il mio arco e le mie frecce e presi la mira verso quei cavalieri aspettavo solo il momento opportuno speravo che non sarebbe accaduto niente ma nei peggiori dei modi ero pronto a difendere quel nano

Talia
22-12-2010, 02.25.17
Quel gesto rapido e violento mi colse di sorpresa mentre ancora stavo parlando a Gila...
Tornai a voltarmi verso il cavaliere ma quelli che vidi non erano più i suoi occhi, vi era una fiamma nuova in essi, una fiamma che ardeva senza posa sul fondo e che rendeva il suo sguardo delirante. Allo stesso modo i tratti del suo volto erano mutati, erano contratti in modo innaturale, tanto che quasi si faticava a riconoscerlo.
“Guisgard...” dissi, cercando invano di sottrarre le mie braccia alla sua salda presa “Guisgard... che vi succede?”
E mentre ancora parlavo, un ricordo lontano e dimenticato, affiorò alla mia mente...

Ero entrata nella stanza di soppiatto: ero certa che nessuno mi avesse vista ma dovevo sbrigarmi, potevano arrivare da un momento all’altro...
Individuai un vecchio stipo sulla parete in fondo, così mi avvicinai, aprii lo sportello e mi nascosi all’interno, lasciando l’anta un poco aperta per poter vedere nella stanza.
In quell’istante la porta si aprì bruscamente. Entrarono due uomini che reggevano un ragazzo apparentemente svenuto, dietro di loro una donna visibilmente sconvolta e... mia madre.
“Adagiatelo sul letto ed uscite!”
La voce della mamma, solitamente suadente e melodica, era suonata questa volta sbrigativa e tetra... come mossa da una nota d’urgenza e di preoccupazione che usualmente le era estranea.
Gli uomini fecero ciò che lei aveva detto, la donna invece si accostò al letto e iniziò a piangere sommessamente.
Da dove mi trovavo potevo vedere mia madre trafficare con delle erbe e un fazzoletto, poi prese in mano un’ampolla dalla sua sacca e ne esaminò il contenuto... si muoveva con calma e sicurezza e non degnava l’altra donna neanche di uno sguardo.
Soltanto quando ebbe terminato di preparare ciò che le occorreva, si voltò verso la stanza e si avvicinò al letto, fermandosi proprio di fronte alla poveretta che non aveva smesso di singhiozzare neanche per un istante.
“Spostatevi!” le disse.
“Il mio Wurth non ha fatto niente di male! Non lo avrebbe fatto...” singhiozzò quella, per tutta risposta.
“Spostatevi!” ripeté mia madre, senza lasciar trapelare la pur minima emozione.
La donna, infine, si decise e si allontanò di qualche passo. Mia madre, dunque, si sedette vicino al letto ed iniziò a toccare la fronte al ragazzo con aria critica.
“Mi occorre dell’acqua fresca!” sentenziò dopo un attimo “E delle bende pulite!”
Dopo che la donna fu uscita dalla stanza mia madre tornò a scrutare il volto del ragazzo, ancora immobile sul letto. Rimase ferma per un tempo indefinito, in silenzio e con una strana espressione sul volto, poi sospirò e disse: “Credo che tu possa uscire ora!”
Io, dal mio nascondiglio, trattenni il fiato... uscire?
Lei allora si voltò esattamente dalla mia parte e ripeté: “Talia... credo che tu possa uscire!”
Mi sentii avvampare a quell’affermazione... non capivo come poteva essersi accorta di me... rossa in viso, spinsi l’anta ed uscii dal mio nascondiglio.
“Sono sorpresa di vederti!” mi disse, non appena le fui di fronte.
“Sono sorpresa tu ti sia accorta di me!” ribattei.
“Ti ho sentita...” spiegò.
Sentita? Come poteva avermi sentita se io avevo fatto attenzione a rimanere assolutamente...
“...non si sente soltanto con le orecchie!” soggiunse lei, come rispondendo ai miei pensieri.
Decisa a cambiare argomento, mi accostai al letto e scrutai il volto innaturalmente contratto del ragazzo...
“Come sta?” domandai.
Mia madre scosse le spalle: “Non bene, temo!”
“Che cos’ha?”
“Lo hanno sorpreso mentre...”
“So dove lo hanno sorpreso!” la interruppi in fretta, non mi andava di sentire di nuovo quel racconto terribile.
“E’ svenuto adesso!” proseguì lei “Ma non è questo che mi preoccupa... si riprenderà! Mi chiedo piuttosto che cosa lo abbia spinto ad azioni tanto orribili...”
“E’ assurdo!” mi sentii in obbligo di dire “Wurth è un bravo ragazzo!”
Gli occhi penetranti di mia madre si spostarono da lui a me: “Lo conosci?”
“Si!” risposi.
“Lo conosci bene?” specificò lei, sempre con quello sguardo che sembrava volermi scavare dentro.
Valutai quella domanda per un momento... incerta sul significato di ‘bene’, infine mi decisi.
“E’ venuto spesso a Corte! Aveva dei compiti lì e mi è capitato di parlarci qualche volta. Credo che abbia la mia età, più o meno!”
“Per questo sei qui? Per questo ti sei nascosta?” mi domandò.
“Ho sentito raccontare cose orribili sul suo conto e volevo... io volevo soltanto capire quanto c’era di vero! Io non ci posso credere, mamma... non posso credere che uno come lui possa aver... che abbia...”
Mia madre rimase in silenzio per un lungo momento, scrutava il mio volto tanto intensamente come mai prima e intanto giocherellava con quell’ampolla piena di liquido ambrato...
“Dunque...” mormorò infine “Potrebbe darsi che la sua mente sia stata soggiogata e guidata... potrebbe non esser responsabile di ciò che faceva... potrebbe non essersi neanche reso conto...”
“Soggiogato? Guidato?” ripetei, allibita.
Mia madre sbatté le palpebre e tornò a guardarmi... mi studiò per un istante, infine disse: “E’ possibile e, se ciò che mi dici è vero, è anche la migliore tra le spiegazioni che mi sono data!”
“Ma è terribile!” esplosi “E chi? Chi mai potrebbe aver fatto una cosa simile?”
Lei scosse le spalle: “Questo non lo so!” ammise “Questo non lo so davvero! Ma se è così, Talia, dobbiamo assolutamente...”
Ma le sue parole furono interrotte dal ragazzo che si era svegliato ed era immediatamente balzato a sedere sul letto, gridando, con gli occhi spiritati e le mani artigliate, quasi ci volesse aggredire.
Anche io gridai e feci un balzo indietro, ma mia madre no: lei afferrò prontamente il fazzolettino che teneva in grembo e nel quale aveva sbriciolato alcune erbe essiccate, e lo premette con forza contro la bocca ed il naso di Wurth... lui si divincolò per un istante, sembrava impazzito, poi chiuse gli occhi e ricadde sul guanciale.
“Che... che cos’è successo?” chiesi, non appena mi fui ripresa dalla shock.
“Abbiamo appena avuto la prova che qualcosa ha sconvolto la sua mente, suppongo!” mi rispose.

Battei le palpebre e tornai a guardare gli occhi di Giusgard... e, con orrore, mi resi conto che era lo stesso sguardo sconvolto che aveva la ragazza che mi aveva ingannata e condotta in mano agli Atari... lo stesso che avevo visto quel giorno lontano in Wurth...
Wurth... erano dunque così tanti anni che Guxio tentava di soggiogare le menti dei malcapitati?
Un brivido mi corse giù per la schiena...
“Guisgard, ascoltami...” tentai “So che Guxio è nella tua testa, ma tu puoi combatterlo! Combattilo, Guisgard, combattilo... ti prego!”

Guisgard
22-12-2010, 02.25.45
Il capo dei cavalieri fissava con attenzione Goldblum.
"Chi sei?" Chiese al nano.
"Sono un cacciatore e mi sono perso."
"Il tuo nome?"
"Goldblum il nano, mio signore."
"Da dove vieni?"
"Dai monti."
"E perchè ti sei spinto fin nel bosco?"
"Perchè il cibo scarseggia, milord."
"Conosci bene questo bosco?" Domandò il capo dei cavalieri.
"Ci venivo spesso con mio padre."
"Molto tempo fa?"
"Si, diversi anni fa."
"Le cose sono cambiate in questo posto, lo sai?"
"Parlate dei vari signorotti che se lo contendono?"
"Parlo del fatto che queste terre non hanno padroni al di fuori del mistero e del pericolo."
"Io non mi occupo di queste cose" rispose il nano "e bado solo a me stesso."
"Ottima politica."
Goldblum annuì.
"E voi, nobili cavalieri, cosa cercate in queste remote terre?" Domandò.
Il capo dei cavalieri lo guardò con sospetto.
"Puoi restare qui, se vuoi." Disse. "Almeno fino all'alba. Poi noi riparteremo."
"Grazie, mio signore."
Il comandante di quella compagnia guardò di nuovo Goldblum col suo sguardo indagatore.
"Dimmi... non hai udito nessuna storia su questo posto?" Chiese.
"Che storia, mio signore?"
"Sulle sparizioni di diverse fanciulle..."
"Come vi ho detto, io bado solo ai miei affari."
"Già, rammento."
"Venite da Cartignone, mio signore?"
"Forse." Rispose l'uomo. "Ora riposati pure. All'alba i miei uomini ti svegliarono con i loro rumori."
"Io forse conosco un luogo che a voi potrebbe interessare, mio signore." Disse improvvisamente il nano.
"Che luogo?" Chiese il comandante dei cavalieri.
"Una vecchia chiesa sconsacrata..." rispose il nano "... nel bel mezzo di questo bosco..."
Si voltò allora verso la folta boscaglia e chiamò i suoi compagni.
"Sir Belven... Cavaliere25... potete venire fuori... credo che questi cavalieri siano sulle tracce dei nostri stessi nemici..."

Guisgard
22-12-2010, 02.54.20
Quella voce.
Echeggiava nella mente di Guisgard.
Era lenta ma decisa.
E sembrava voler scavare a fondo nei meandri della sua anima.
Come se conoscesse tutto di lui.
"Portami quella ragazza..." ordinò quella voce "... portamela e sarai libero... non soffrirai più... portami quella ragazza e tutto finirà..."
Guisgard allora strinse ancora più forte le braccia di Talia.
"Guis, sei impazzito!" Gridò Gila correndo verso il cavaliere e la ragazza. "Cosa stai facendo?"
Cercò allora di strappare Talia dalla sua presa, ma Guisgard lo colpì con un calcio, facendolo cadere a terra.
Prese allora la ragazza in braccio e tornò indietro, verso il luogo dal quale erano fuggiti.
"Guis..." cercò di chiamre il nano "... torna indietro... hai rischiato la vita per liberarla... cosa fai ora...? Guis... fermati... se torni indietro non usciremo più da questo Inferno..."

Talia
22-12-2010, 03.07.31
Era inutile. Parlare era inutile... ero abbastanza certa che non sentisse neanche la mia voce, così come non sentiva quella di Gila. Probabilmente niente c’era in quel momento nella sua testa all’infuori di Guxio!
Eppure ero certa che Guisgard fosse ancora lì... la sua coscienza doveva pur essere da qualche parte lì dentro, dovevamo soltanto trovare il modo di farla uscire.
“Colpiscilo, Gila...” gridai “Non è in sé: colpiscilo, con qualsiasi cosa!”

Guisgard
22-12-2010, 03.15.30
La voce di Talia giunse forte e chiara a Gila.
Il nano tentennò per un momento, poi vedendo la scena davanti a lui aprì subito la sua borsa.
Estrasse un piccolo bastone di legno di quercia e lo impugnò forte.
"Al diavolo!" Esclamò.
Corse allora verso i due e con tutta la sua forza colpì la gamba di Guisgad.
Questi per il dolore si accasciò ed in quel momento Gila lo colpì dietro la nuca, facendogli perdere i sensi.
"Era l'unico modo..." mormorò guardando a terra il suo compagno "... e voi come state, milady?" Chiese poi a Talia.

Talia
22-12-2010, 03.40.37
“Lo so...” dissi, posando una mano sul braccio del nano, colpita dalla sua aria avvilita “Lo so... era l’unico modo!”
Dopo un istante, gli sorrisi e soggiunsi: “Io sto bene... grazie!”
Spostai poi gli occhi su Guisgard, valutando per un momento la situazione...
“Questo non risolve niente, tuttavia!” mormorai “Abbiamo soltanto guadagnato un po’ di tempo...”
I miei occhi caddero di nuovo su quella ferita al suo braccio, mi inginocchiai e la sfiorai con un dito: “Cominciamo da qui!” dissi “Questa ferita non mi piace!”
Aprii dunque la piccola borsa che portavo appesa alla cintura e iniziai a frugarci dentro...

Guisgard
22-12-2010, 04.01.26
Camminare per quella stradina, che attraversava il folto e dorato campo di grano, trasmetteva una tranquillità ed una serenità che il cavaliere non provava da tempo ormai.
La campagna era bellissima, appena sfiorata da quella lieve e fresca brezza che sembrava diffondere nell’aria un intenso odore di campo.
“Lei è in quel vecchio mulino, cavaliere…” disse l’ancella alle sue spalle “… ma fate presto, al tramonto il marchese tornerà…”
“Il Sole è ancora alto” rispose Guisgard scrutando il cielo “e c’è ancora molto tempo.”
“Maggio passerà presto, cavaliere” sospirò l’ancella “e con esso anche questa breve Primavera.”
Guisgard però non badò più di tanto a quelle parole e corse verso il mulino.
Era vecchio e gran parte delle murature stavano crollando.
“Non andate al vecchio mulino, messere!” Gridarono dei bambini che giocavano in lontananza. “Lì ci sono i fantasmi!”
E quando Guisgard giunse al mulino si accorse che non era come lo immaginava.
L’entrata dava ad una grande stanza senza più il tetto e dalla porta opposta si usciva su una grande scogliera.
Il mare era agitato e le onde salivano inquiete lungo le alte e lisce rocce.
Fu allora che Guisgard si accorse di una donna che fissava il mare, quasi abbandonata a quell’impetuoso vento che le gonfiava i vestiti e i capelli.
“Carry!” Gridò il cavaliere. “Carry, sono io!”
E corse verso di lei.
La donna si voltò e gli sorrise malinconica.
“Io…” mormorò con le lacrime agli occhi “… io non sono felice, amore mio…”
Guisgard la fissò.
“Perché mi hai lasciato?” Chiese quasi senza mostrare emozioni. “Perché non sei venuta via con me?”
La donna non rispose nulla ed accarezzò il volto di Guisgard sorridendogli, mentre le lacrime le rigavano il bellissimo volto.
E proprio in quel momento il vento divenne più forte ed il cielo si coprì di nuvole.
“Carry!” Chiamò Guisgard. “Dove sei finita?”
“Non vi è nessuno qui, cavaliere.” Disse un vecchio, intento a portare nel mulino alcune grandi anfore.
“C’era una donna…” spiegò Guisgard “… era qui e parlava con me…”
“Questo posto è incantato.” Rispose il vecchio. “Sarà stata solo un’ombra...”
Guisgard allora corse via, di nuovo verso la campagna.
Qui il Sole splendeva ancora e sembrava specchiarsi nel rigoglioso campo di grano.
E tra le spighe dorate c’era una ragazza.
Guisgard si avvicinò.
Era Talia.
“Cosa fate qui?’” Chiese il cavaliere.
“Cerco una cosa appartenuta a mia madre.” Rispose lei sorridendogli.
I lunghi capelli chiari le scendevano sul petto e sulle spalle, quasi a confondersi con le belle spighe di grano che, animate dal gradevole vento, sembravano avvolgerla ed accarezzarla.
Guisgard allora le si avvicinò ancora di più, ma improvvisamente la ferita cominciò a bruciare.
In quel momento accadde qualcosa.
Il vento cessò di colpo ed alcuni uomini, sbucati dal nulla, presero Talia.
La ragazza gridava e si dimenava, ma quegli uomini erano troppo numerosi.
“Guisgard!” Gridava. “Aiutami, ti prego!”
Ad un tratto una delirante risata di diffuse nell’aria e in lontananza, accanto al vecchio mulino, apparve l’ombra di Guxio.

“Talia, no!” Gridò Guisgard alzandosi di scatto.
La fronte era sudata ed il respiro irregolare.
Si guardò intorno e riconobbe Talia e Gila.
E in quel momento si accorse che la ferita continuava a tormentarlo per il dolore.

Talia
22-12-2010, 05.30.04
Non avrei mai dimenticato il giorno in cui mia madre mi donò quella piccola borsa di pelle, poiché quello era stato il giorno in cui lei stessa aveva infranto le regole che aveva stabilito per me.
Wurth era uscito da quello stato di delirio da pochi giorni, mia madre aveva passato cinque giorni e cinque notti al suo capezzale e poi quella mattina si era presentata a casa nostra senza preavviso... non veniva mai a Cartignone e quella fu una vera sorpresa per me e papà!
Quel giorno mi parlò di ciò che pensava di Wurth e della sua strana esperienza... quel giorno mi donò quella borsa e mi disse che avrei dovuto imparare ad usarla!
Non mi ero mai più separata da quella borsa... ora sapevo che mia madre aveva avuto ragione!
Estrassi con attenzione due piccole foglie dal fondo e le sbriciolai, stringendole nel palmo della mano... un forte odore acre mi colpì subito le narici... avvolsi allora quella polvere in un lembo di stoffa che chiusi con un nodo.
Presi poi un’ampolla piena di un liquido denso e ambrato... me la rigirai tra le mani un attimo, poi mi decisi: la stappai e ci bagnai un secondo pezzo di stoffa strappato dalla manica della mia camicia, con esso iniziai a pulire la ferita...
“Iperico!” mormorai a Gila “Gli brucerà, temo...”
Fu allora che il cavaliere si svegliò...
“Shhh... sta’ calmo!” gli dissi, passandogli piano una mano sulla fronte “Sta’ calmo, sono qui!”
Con l’altra mano afferrai il fazzoletto e glielo premetti sul viso, finché i suoi occhi si chiusero e i suoi muscoli contratti si rilassarono.
Tolsi allora il fazzoletto e continuai a medicare attentamente la ferita con l’unguento.

Guisgard
22-12-2010, 06.26.12
La voce di Talia.
Era calda, delicata e rasserenò subito l'animo del cavaliere.
Guisgard allora, con un gesto istintivo quanto inatteso, prese la mano con cui Talia toccava la sua fronte e la strinse forte.
Fissò la ragazza per alcuni istanti.
"Grazie, Talia..." accennò a voce bassa.
"Coraggio, Guis..." intervenne Gila "... ora stai tranquillo e stringi forte le mie braccia."
Il nano tenne fermo il suo amico, conscio che tra un pò l'unguento di Talia avrebbe reso rovente la sua ferita e fece cenno alla ragazza di continuare a medicare.
http://farm2.static.flickr.com/1210/4723322773_042b9041ca.jpg

cavaliere25
22-12-2010, 09.19.22
Mi alzai da dove ero nascosto e mi avvicinai al nano e al capo dei cavalieri eccoci dissi rivolgendomi al nano ora che siamo tutti allo scoperto credo che sia meglio fare le presentazioni come si deve e aspettai un commento di qualcuno.

Lady Gaynor
22-12-2010, 19.07.54
"Mia signora, bisogna intervenire dove vi è del marcio... e quale luogo più di questo necessità della presenza di grandi e forti cavalieri! Quanto ai nemici di cui avete udito... beh, una chiesa sconsacrata è dominio delle forze del male... ed in questo luogo sono accadute cose tutt'altro che piacevoli...Ma ditemi... cosa spinge una donna accompagnata solo da un giullare e da un vecchio ad attraversare di notte il bosco?"
Ascoltate le parole del chierico, Gaynor ebbe pochi istanti per decidere quanto rivelare delle proprie intenzioni... Certo, la presenza di un uomo di chiesa era rassicurante, ma lì, tra quelle persone, c'era qualcosa che non andava. La tensione era alle stelle, e lei la percepiva chiaramente. Arrivati a quel punto, loro tre da soli avrebbero potuto fare ben poco... In quei pochi secondi, Gaynor pensò: se sono amici, aiutarsi l'un l'altro potrebbe fare la differenza, se sono nemici non avremmo modo di difenderci, tanto più che quei due laggiù sembrano ben armati... e se davvero sono nemici, unendoci a loro potremo controllarli meglio, e nel frattempo m'inventerò qualcosa...
Cominciò così a parlare: "Siamo venuti fin qui per combattere il male di cui parlate... quello che è accaduto qui è giunto fino alle mie orecchie, per cui io e i miei compagni abbiamo deciso di venire a dare un'occhiata. Una giovane con un giullare ed un vecchio al seguito non dovrebbe destare sospetto alcuno, non credete? E forse i miei occhi estranei potrebbero vedere con più chiarezza rispetto a quelli di chi invece ne è coinvolto. Se avrete la compiacenza di mettermi al corrente delle vostre intenzioni, potremmo continuare insieme quest'avventura. Se invece ritenete sia più opportuno che la nostra conoscenza si interrompa qui, vi pregherei di farvi da parte e lasciarci passare, il buio della notte certe volte dura meno di quanto si vorrebbe ed il tempo stringe..."
Dio mio, che sfrontatezza! O la mia mente non avverte il pericolo, o la mia stoltezza si è travestita da coraggio...La mia impulsività, che nel bene e nel male mi accompagna da sempre, e che mi ha aiutata a rendermi libera... Come avrei potuto restare ad Imperion? Per Duncan ero più motivo di imbarazzo che di vanto, una dama ribelle, sfrontata e capricciosa sarebbe l'incubo di ogni signorotto, eppure lui si è sempre ostinato a tenermi legata a lui e a quel posto maledetto. "Gaynor, siedi composta, non parlare allo stalliere quando prendi Elinor, non ridere con la servitù, non correre da una parte all'altra del castello, ma cammina come si conviene ad una vera dama..." Era tutto un "non dire e non fare", mai un gesto di tenerezza, una parola o un sorriso. E il sorriso sarebbe sparito per sempre anche dal mio volto, se non fossi fuggita via... chissà mia madre cosa starà pensando, cosa starà facendo... cara madre mia, spero tu abbia compreso...

Talia
22-12-2010, 20.27.53
Quel gesto di Guisgard mi sorprese... era di nuovo lui... strinsi la sua mano per un momento, tentando di fargli forza. Poi, incitata da Gila, mi misi all’opera...
Pulii con cura la ferita con l’unguento. Sapevo che gli doveva bruciare in modo terribile, così tentai di fare il più in fretta e il più attentamente possibile, muovendo la mano con gesti rapidi e leggeri... Infine esaminai di nuovo la lacerazione e mi rallegrai notando che aveva riacquistato un aspetto un po’ più sano, dopotutto.
“Adesso temo che il dolore peggiorerà...” mormorai a quel punto, posando la mano libera sulla sua spalla in modo da bloccarla a terra e lasciando cadere con l’altra varie gocce di quello stesso unguento sulla carne viva.
Il medicamento, denso e oleoso, fu subito assorbito e contemporaneamente sentii la sua spalla contrarsi in modo inconsulto... gli strinsi allora la mano intorno al braccio e lasciai cadere qualche altra goccia...
Infine, richiusi l’ampolla e fasciai la ferita con una benda stretta intorno all’avambraccio...
“Ecco!” sospirai, lasciandomi scivolare a terra e appoggiando la schiena contro la parete di roccia.

Guisgard
23-12-2010, 02.13.47
Il Cappellano sorrise alle parole di Gaynor.
Quella dama tradiva il suo essere esuberante con la sfrontatezza delle parole e l'audacia dei modi.
"Milady..." disse divertito il Cappellano "... Dio non voglia renderci nemici... non credo che qualcuno dei miei nobili compagni voglia opporsi ai vostri fieri e determinati propositi... ma diteci, vi prego, cosa anima di tanto ardore il vostro animo? Nel vedervi giurerei che qualcosa di molto prezioso vi attende in questo bosco... o forse qualcosa a voi molto caro..."

Guisgard
23-12-2010, 02.48.24
L'unguento non tardò molto a farsi sentire sulla ferita di Guisgard.
Gila, con le sue robuste braccia, teneva fermo come in una morsa il suo compagno, mentre questi stringeva fra i denti un pezzo di legno datogli proprio dal devoto nano, per resistere al dolore causatogli dalla ferita.
Talia con cautela ed attenzione medicò la ferita, nonostante i sussulti di Guisgard a causa del lacerante dolore sulla viva carne.
Alla fine, nonostante le difficoltà, la ragazza riuscì a terminare il tutto nel migliore dei modi.
"Ecco..." mormorò Gila "... si è calmato... sta drormendo... temo la febbre salirà ancora un pò, ma l'infezione dovrebbe essere scongiurata... ottimo lavoro, milady." Disse rivolgendosi poi a Talia con un sorriso che tradiva sollievo e riconoscenza.

Guisgard
23-12-2010, 03.32.54
Nello stesso momento, in un'altra zona del bosco, Goldblum aveva chiamato a se Belven e Cavaliere25.
"Il mio compagno ha ragione..." disse Belven mettendo la mano sulla spalla del giovane arciere "... le regole della cavalleria e della cortesia vanno soddisfatte. Io sono sir Belven e questi è Cavaliere25. Siamo, insieme a Goldblum, al comando di questa compagnia di nani, in nome di Sausar loro signore."
"E dove siete diretti?" Chiese il comandante dei cavalieri.
"Cerchiamo la verità, milord." Rispose Belven. "La verità su chi sia il responsabile degli orrendi delitti che insaguinano da tempo la città di Cartignone."
A quelle parole il comandante dei cavalieri ebbe un sussulto.
Chiamò a se uno dei suoi e gli parlò a bassa voce.
Poi, tornando a fissare i tre, disse:
"La nobile e valorosa compagnia della quale sono il comandante è stata incaricata di far luce proprio sui fatti che avete narrato."
"Giungete anche voi quindi da Cartignone?" Domandò Belven.
"No, noi proveniamo da Haskeyburg" rispose il capo dei cavalieri "e siamo stati investiti di tutti i poteri consentiti per svelare questo orrendo mistero. Non rispondiamo a nessun altro che non sia l'inquisitore Ramon de Calaberga, nominato da sua grazia il vescovo per mettere fine agli orrori avvenuti in queste terre."
"E qual'è il vostro nome, milord?" Chiese Belven.
Il comandante dei cavalieri, a quella domanda di Belven, scambiò un rapido sguardo con uno dei suoi.
"Conoscere il mio nome" rispose "non è affare che vi riguarda, messere. Almeno per il momento."
"In che modo allora ci rivolgeremo a voi, mio signore?" Chiese Belven.
"Chiamatemi pure le Chavalier Vert." Rispose il capo dei cavalieri.
Infatti, l'unica cosa che distingueva la sua armatura da quelle dei suoi uomini era un vistoso mantello verde, ornato con ricami dorati.

cavaliere25
23-12-2010, 10.18.35
Dopo essermi presentato dissi ora che abbiamo fatto le presentazioni potremmo anche fare il punto della situazione dissi poi guardando il capo dei cavalieri gli dissi signore se ci unissimo a voi vi darebbe qualche seccatura? piu siamo e meglio è continuai a dire poi guardando Belven dissi dobbiamo arrivare al inizio di questa matassa dobbiamo capire chi cè dietro a tutto questo ora che siamo in molti non sarà molto difficile scoprirlo tu che dici amico mio domandai mentre guardavo tutti.

Talia
23-12-2010, 15.43.30
Sorrisi a Gila: “Non avrei mai potuto farlo senza il tuo aiuto, mio buon amico... Questo cavaliere è fortunato se può contare su di te!”
Spostai poi gli occhi su Guisgard... dormiva e i suoi muscoli mi parvero un po’ più rilassati, tuttavia era ancora pallido e piccole gocce di sudore gli imperlavano la fronte...
Chiusi gli occhi un momento, sfinita, ma proprio in quell’istante un leggerissimo soffio di vento mi raggiunse e in esso, ancora una volta, percepii mia madre, mentre la sua voce suonò chiara da qualche parte nella mia testa...
‘Hai curato il suo corpo, ma la sua mente è ancora debole... E una mente debole è preda troppo facile... Tu però sai quello che devi fare...’
Aprii gli occhi di scatto: No -pensai- non posso!
‘Devi...’
Non posso... Non so se ne sono capace!
‘Hai un dono... Non hai il diritto di tenerlo solo per te...’ mi ammonì ancora quella voce.
Ma ho paura!
‘Non devi avere paura... Ricorda, tu sei mia figlia: abbi fiducia nell’Universo e l’Universo ti aiuterà... proteggi la mente del cavaliere finché non sarà guarito, così che Guxio non possa entrarvi più...’
Sospirai... aveva ragione, e io lo sapevo!
Sollevai, quindi, la schiena dalla roccia cui ero appoggiata e guardai Gila, chiedendomi cosa mai avrebbe pensato di lì a qualche minuto... eppure non c’era tempo da perdere, poiché in qualsiasi momento Guxio avrebbe potuto tentare di entrare di nuovo nella mente di Guisgard... E io non potevo e non volevo permetterglielo!
Cautamente, dunque, mi accostai al cavaliere e mi inginocchiai al suo fianco... ero tesa, preoccupata, e tuttavia una sorta di consapevolezza stava nascendo in me... mi guardai le mani, sentivo il calore crescere rapidamente in esse, specialmente sulle palme e sulle dita...
Lentamente allungai le braccia, avvicinandole quindi a Guisgard... posai piano una mano sulla ferita sul suo braccio e l’altra sul suo petto, poi chiusi gli occhi e inspirai profondamente... Sarebbe stato un lungo viaggio, forse, ma ne saremmo usciti... ne ero certa!

Guisgard
24-12-2010, 02.25.47
"Il mio amico ha ragione..." disse Belven dopo le parole di Cavaliere25 "... uniti potremo avere vantaggi per entrambi i nostri schieramenti."
Il misterioso Cavaliere Verde fissava con attenzione Belven e i suoi due compagni.
"Noi siamo sufficientemente armati per affrontare chiunque" aggiunse Belven "e il coraggio che ci anima raddoppia il nostro valore. I nani sono noti per la loro forza in battaglia."
"I nani?" Ripetè il Cavaliere Verde.
"Si." Rispose annuendo Belven.
Si voltò ed ordinò ai nani nascosti nella boscaglia di venire fuori.
"Mai..." mormorò stupito uno dei cavalieri "... mai vista una simile compagnia di nani in assetto da battaglia..."
"Come vedete, milord, noi siamo pronti." Concluse Belven.
"E non esiste un nano che tema la morte." Intervenne Goldblum.
"Vi è del buono in ciò che dite..." disse il Cavaliere Verde "... unendo le nostre forze aumenteremo le possibilità di riuscire in questa impresa."
Belven accennò un lieve inchino.
"Ma vi è una condizione essenziale a finchè la nostra unione sia possibile." Aggiunse il Cavaliere Verde.
"Quale condizione, mio signore?" Domandò Belven.
"Questa nobile compagnia è sotto il potere e la giurisdizione di sua grazia il vescovo" spiegò il misterioso capo di quei cavalieri "e di ogni sua azione, che sia volta alla vittoria o alla sconfitta, ne risponde solo alle autorità ecclesiastiche. Voi, unendovi a noi, accetterete tale condizione?"
"Milord, io giunsi a Cartignone perchè mi incaricò la stessa autorità alla quale voi obbidite" rispose Belven "e ad essa ho prestato i vostri stessi giuramenti."
"Mio signore..." intervenne uno dei suoi cavalieri "... sui valori di questo cavaliere e del suo compagno arciere" indicando Belven e Cavaliere25 "non vi erano molti dubbi... ma riguardo ai nani? Qualcuno afferma che sono pagani, non Cristiani! Se si unissero a noi degli infedeli sarebbe la rovina!"
Il Cavaliere Verde fissò Goldblum e gli altri nani.
"Mio signore, ascoltatemi..." prese a dire il nano "... se siete alla testa di questi nobili cavalieri, investiti da un'autorità al di sopra di tutto e tutti, allora i vostri principi sono saldi e assoluti. So dunque che non giudicherete gli uomini in base al loro credo ed ai loro principi. Sapete meglio di me" aggiunse "che non è bastato issare croci sui loro vessilli per permettere ai cavalieri Cristiani di riprendersi Gerusalemme, nè a quelli spagnoli per impedire ai mori di conquistare la loro terra. Mio padre mi ha insegnato molto, tutto. Da lui ho appreso che credere è importante, qualsiasi sia il nome che invochiamo guardando il Cielo. Mio padre era un semplice nano, ma sapeva tutte queste cose. E so che anche voi, mio nobile cavaliere, non ignorante tutto ciò."
"Bada a come parli, nano!" Lo ammonì uno dei cavalieri.
"Parli bene, Goldblum." Disse il Cavaliere Verde zittendo con un gesto il suo sottoposto. "Parli da valoroso."
"Egli è un valoroso, mio signore." Intervenne Belven, mentre e sorrideva al coraggioso nano.

Guisgard
24-12-2010, 02.55.30
Il pomeriggio era caldo, ma all'ombra di quella quercia vi era un fresco riparo dalla calura estiva.
Guisgard fissava il mare, mentre le onde si spegnevano lentamente sugli scogli resi lisci dalla salsedine.
"Non mi abituerò mai alla bellezza di questo posto..." mormorò.
Poi strappata una larga foglia da uno dei rami, la portò alla bocca e soffiandoci contro cominciò ad accennare ad una triste melodia.
La donna giunse proprio in quel momento alle sue spalle, fermandosi ad ascoltare quel suono.
Ad un tratto una lieve brezza si alzò ed accarezzò i capelli di lui, come a destarlo.
"Non smettere, ti prego..." disse la donna.
"Carry!" Esclamò il cavaliere voltandosi. "Pensavo non saresti più venuta oggi!"
"Invece si." Rispose sorridendo lei. "Ti sono mancata?"
"Come al marinaio le stelle del cielo!"
I due si abbracciarono e si baciarono.
"Posso restare solo pochi istanti..."
"Perchè?"
Lei sorrise malinconica.
"Volevo darti questa..." disse.
"Un'ocarina..."
"Si, è per te..." rispose lei.
"E' molto bella..."
"Suona qualcosa per me..." sospirò lei "... mentre mi allontano per tornare al castello..."

Guisgard ebbe un sussulto e tentò di dire qualcosa.
"Credo sia la febbre..." disse Gila "... ma sta sudando e questo è buon segno..."
Il nano fissò allora Talia.
"Deve guarire..." aggiunse "... è l'unico che mi abbia mai trattato da amico..."

cavaliere25
24-12-2010, 09.41.41
Ora che siamo pronti possiamo anche incamminarci per andare a cercare quei dannati che ne dite meglio muoversi prima che ci sfuggano e guardai con un sorriso tutti e aspettai

Talia
24-12-2010, 12.43.23
Fluttuavo... intorno a me tutto era blu, celeste, bianco... mi sembrava di udire il rumore del mare molto lontano... la mia testa e il mio corpo erano estremamente leggeri, impalpabili... il calore delle mie mani e il loro contatto con Guisgard era l’unica cosa che continuava a tenermi legata a terra...
Ma ero tranquilla perché la sua mente -così blu, celeste e bianca- era serena... lievemente triste forse, un po’ malinconica probabilmente... ma serena! Io non sapevo che cosa stesse vedendo ma, qualsiasi cosa fosse, di certo non era Guxio... e ciò era bene!
Improvvisamente sussultò... e anche io sobbalzai. Ma fu un attimo, poi tutto tornò calmo.
Udii la voce di Gila, da qualche parte alla mia destra... mi parve lontana, ma ne colsi ugualmente la vibrante preoccupazione. Non aprii gli occhi e non mi mossi, per non perdere il contatto con la mente del cavaliere neanche per un istante, ma sorrisi... sicura che Gila avrebbe capito.
Poi tutto cambiò.
Tutto divenne buio e freddo e, improvvisamente, due grandi occhi si spalancarono di fronte a me... due occhi fiammeggianti, due occhi malvagi, due occhi che traboccavano odio puro...
Vacillai un istante... ma mi costrinsi a non perdere il contatto con Guisgard.
‘Non l’avrai, Guxio!’ pensai ‘Non avrai nessuno dei due!’

Lady Gaynor
26-12-2010, 03.07.28
"Milady... Dio non voglia renderci nemici... non credo che qualcuno dei miei nobili compagni voglia opporsi ai vostri fieri e determinati propositi... ma diteci, vi prego, cosa anima di tanto ardore il vostro animo? Nel vedervi giurerei che qualcosa di molto prezioso vi attende in questo bosco... o forse qualcosa a voi molto caro..."
A queste parole, Gaynor si rese conto che il suo comportamento portava a credere proprio quello, e cioè che lei stesse cercando di salvare qualcosa che le stava molto a cuore... Ma cosa poi? Una dama che neanche conosci? Un cavaliere di cui non sai nemmeno il nome? Ma perchè poi non ho ancora chiesto il suo nome a Iodix? Quale misteriosa forza mi ha condotto in questo bosco maledetto? Troppi interrogativi a cui non sapeva dare risposta, mentre il chierico una risposta l'attendeva adesso...
"Il motivo che mi spinge qui al momento preferisco tenerlo per me, a voi basta sapere che sono dalla vostra parte, sempre che anche voi siate animati da nobili intenzioni... Sono arrivata, siamo arrivati qui con lo scopo di trovare quel che stavamo cercando, per cui è giunto per noi il momento di proseguire oltre. Sono lieta di apprendere che nessuno ci ostacolerà, tuttavia sono dell'idea che formare un gruppo compatto possa giovare all'impresa. Ad ogni modo, stiamo per proseguire, con o senza di voi." Detto questo, Gaynor fece cenno al giullare ed al vecchio delle fosse di seguirla, muovendo i primi veri passi contro il nemico...

Lady Gaynor
26-12-2010, 03.36.43
In un assolato giorno di primavera, Gaynor era intenta a raccogliere fiori nel giardino del suo castello ad Imperion. Elinor era immancabilmente vicino a lei, mentre Duncan era impegnato con dei cavalieri suoi ospiti. La ragazza si sentiva malinconica e nemmeno prestava attenzione alle belle fresie che profumavano l'aria, strappandole dal terreno con fare distratto. Duncan le aveva chiesto di restare nei paraggi nel caso ci fosse stato bisogno della sua presenza, per cui era escluso che potesse allontanarsi per raggiungere la "sua" collina, luogo in cui amava rifugiarsi nei momenti di tristezza. Anche Elinor scalpitava, desiderosa di correre in libertà...
"Cara amica mia" disse Gaynor rivolgendosi ad Elinor, viaggiando sulla spumosa scia dei propri pensieri "purtroppo qui è tutto un disastro, io stessa sono un disastro..."
D'improvviso, una voce sconosciuta la fece sussultare: "Nulla io vedo che non sia perfetto..."
Gaynor si girò e vide a pochi passi un cavaliere appoggiato al tronco di un albero, che la guardava con un'aria tra l'indolente e l'affascinato... I suoi capelli erano bruni, mentre gli occhi erano dello stesso colore del cielo terso di quel mattino di primavera...

Improvvisamente, Gaynor si ridestò dal quel ricordo lontano, chiedendosi per quale motivo le fosse tornato alla mente, in un momento in cui giocava per la propria vita e quella dei suoi compagni.

Morrigan
26-12-2010, 23.04.29
Il feudo dei duchi di Cassis era stato ricco e potente per generazioni. Poi, di colpo, un’ombra si era distesa su quella famiglia, segnando di lutti e di sventure quel casato tanto fortunato.

Gli eredi del vecchio duca, inebriati dal prosperare dalla loro potenza, erano cresciuti in superbia al punto da sfidare perfino il potere del re. Con sdegno avevano concesso a lui i propri servigi, e con arroganza ne avevano provocate le ire, consci del potere che derivava loro dal denaro e dalla protezione delle armi degli uomini a loro fedeli. Ma coloro che troppo in alto si pongono rispetto ai loro simili, sono spesso destinati ad una fine altrettanto rapida e rovinosa. I dissidi interni tra gli eredi portarono il casato alla rovina, indebolendo le forze dall’interno, divorandone le carni come in una malattia silenziosa. Così il nobile feudo prestò il fianco alle vendette e alle invidie dei nemici, e i duchi de Cassis, che un tempo erano stati chiamati “Invincibili”, si trovarono a difendere con le armi in pugno le proprie vite, accerchiati e vinti da quegli uomini che un tempo avevano soggiogato con la loro forza.

Armenio de Cassis, ultimo dei duchi del casato a resistere alle arroganze dei vicini marchesi di Saint Roche, fu infine vinto e sconfitto, e pur di non vedere perdute le terre dei suoi padri, preferì puntare la propria spada contro petto e chiudere gli occhi di fronte alla rovina. Lasciava così in balia del marchese Ivan de Saint Roche, che gli era cugino da parte della moglie e per questo in prima linea nella pretesa del ducato, i due figli ancora adolescenti, Morven e Zulora.

Approfittando della parentela, il marchese si era proclamato tutore dei due fanciulli, e con questa carica ne aveva usurpato i possedimenti. Il marchese Ivan non aveva a quel punto che da attendere che Morven raggiungesse la maggiore età. A quel punto il suo potere sul feudo dei Cassis sarebbe stato così grande che avrebbe obbligato il ragazzo alla rinuncia dei suoi bene e ad un atto di vassallaggio nei suoi confronti.

O questo, o la morte.
E il matrimonio forzato con la giovane Zulora era il suggello perfetto di questo scellerato accordo.


Quella notte, il giovane Morven si rigirava inquieto nel suo letto. Avrebbe voluto alzarsi, uscire dalle sue stanze, passeggiare lungo i bastioni del castello. Ma non l’avrebbe fatto. Sapeva che cento occhi erano pronti a spiare i suoi passi, a cogliere i suoi sussurri nell’ombra della notte. Non poteva più fidarsi di nessuno all’interno del palazzo. Era un padrone prigioniero, un re senza corona, un fantoccio nelle mani del suo tutore.
Così si addormentò, vinto dal troppo pensare. E quella notte, Morven sognò…

Era al buio ed era solo, in una stanza coperta dall’oscurità, di cui intuiva le strette mura di pietra senza tuttavia né vederle, né toccarle.
Nel silenzio, chiuse gli occhi e respirò. Essere solo non lo impauriva. Al contrario, lo riempiva di una calma soprannaturale. Respirò profondamente, e piano al suo orecchio giunse una voce dolce e musicale, la voce di un uomo che cantava lontano…

“Effonde il mio cuore liete parole, io canto al re il mio poema…”

Il cuore di Morven sussultò all’udire quei versi, e il ragazzino sorrise. Conosceva quelle parole, le udiva ogni anno in una notte speciale, la notte di Natale.
E mentre la voce proseguiva nel suo canto, un bagliore si accese nel fondo della stanza. Morven fu subito catturato da quella luce. Un fuoco brillava dentro una piccola fornace. Davanti al fuoco il cupo bagliore di un’incudine, e su quel metallo brunito risplendeva a tratti il chiaro scuro di una lama di acciaio. Morven si avvicinò a quella luce, incuriosito. Un’arma di squisita fattura giaceva sull’incudine, irradiando intorno a sé bagliori di fiamma. Il ragazzo rimase a guardarla, estasiato, quando la voce riprese di colpo, adesso misteriosamente vicina al suo orecchio, come se il cantore fosse apparso al suo fianco.

"Cingi, prode, la spada al tuo fianco... nello splendore della tua maestà ti arrida la sorte!”

Meccanicamente, ammaliato da quelle parole, Morven, incurante della fiamma e del calore che sembrava emanare da quel metallo, stese la mano e afferrò l’elsa di quella spada. Il bagliore crebbe al suo tocco, ma la spada era fredda e Morven non si ferì. Osservò la lama con la bocca aperta e gli occhi sgranati dallo stupore, poi, nonostante la grandezza dell’arma, che sembrava immensa tra le sue mani di ragazzo, la cinse al suo fianco.
Nel momento in cui strinse la spada a sé, lo scenario cambiò di colpo. Nel sogno Morven vide se stesso cambiato, il suo corpo cresciuto, e in luogo dei suoi abiti di corte vestiva una lucida armatura a piastre. Cavalcava un ricco destriero e petali di rosa piovevano sul suo capo. Il pettorale era riccamente decorato e gli spallacci avevano una foggia particolare, come le ali di un uccello, o di un angelo.

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“Avanza per la verità, la mitezza e la giustizia!"

Così proseguiva la voce misteriosa del cantore, e Morven si mosse, avanzando tra due ali di folla che si aprivano al suo passaggio, fino a giungere all’ingresso di una grande sala, davanti alla quale smontò da cavallo.

La sala era inondata di luce e di canti, la sala scintillava di ori e di pietre preziose, e attorno a lui fitte file di cavalieri che risplendevano della gloria delle loro armature lucenti. La luce del sole gli colpì il viso e quel calore lo fece sentire vivo. Davanti ai suoi occhi si ergeva, in fondo alla sala, un ricco trono, e su di esso il re sedeva con aria grave.
Morven avanzò con fierezza verso il sovrano. Al suo fianco la spada che aveva preso dall’incudine, che adesso risplendeva di un quieto bagliore di smeraldo, mentre le decorazioni dell’elsa si allargavano come ali di drago, attirando la curiosità e l’ammirazione dei presenti.
Giunto di fronte al sovrano, il giovane si inginocchiò.

“La tua destra ti mostri prodigi: le tue frecce acute colpiscono al cuore i nemici del re; sotto di te cadono i popoli”

Così il cantore accompagnò quel momento, in cui Morven chinò il capo davanti al suo re, che si era sollevato dal suo seggio per andargli incontro.

- Tu oggi sarai armato cavaliere e con le tue armi servirai Dio e servirai me!

Morven osò levare uno sguardo triste e stupito verso il sovrano.

- Mio sire… questo è impossibile… quando avrò raggiunto l’età adulta, dovrò spogliarmi di ogni mio titolo oppure morire… nell’uno o nell’altro caso, mio re, mai potrò servire la vostra causa.

Ma il re parve ignorare le sue parole, e sollevando la spada, la posò sulle spalle del giovane.

- Segui la tua strada e vinci il tuo nemico, e compirai il tuo destino e quello del tuo casato!

Prese allora a recitare la formula di rito, mentre la voce del cantore si scolpiva nella testa del ragazzo, riempiendolo con le sue parole:

“Ami la giustizia e l'empietà detesti: Dio, il tuo Dio ti ha consacrato con olio di letizia, a preferenza dei tuoi eguali!”


Da quel giorno si disse che il giovane duca de Cassis aveva smarrito la ragione. Il ragazzo cominciò a vaneggiare che sarebbe diventato cavaliere e avrebbe servito il re. Cominciò ad essere insofferente e irrispettoso della regola e delle imposizioni del suo tutore. Iniziò a trascurare gli studi per dedicare ogni minuti del suo tempo all’allenamento della spada.

Poi una notte, a qualche mese dal raggiungimento della sua maggiore età, il duca Morven de Cassis scomparve. Di lui non si seppe più nulla nelle sue terre, nemmeno quando la giovane Zulora andò in sposa al marchese di Saint Roche. In breve si disse in giro che era morto, e sebbene da molti rimpianto, infine anch’egli fu dimenticato.

http://img249.imageshack.us/img249/9974/morven.jpg

… ma io tornerò, quando avrò compiuto il mio destino! Tornerò per poter dire “Eccomi, sono qui... sono tornato per dimostrarvi come si costruisce un sogno!”

Erano quelle le visioni, e quelle erano le parole che gli risuonavano nell’orecchio, mentre Morven sembrava restare sospeso, circondato da onde di luce di cangiante smeraldo. Un’aria calda lo avvolgeva e lo abbracciava, e la voce di Samsagra si avviluppava attorno a lui, rapendolo dal tempo reale e da tutto ciò che lo circondava. Non vedeva più nessuno attorno a sé, e non udiva più nulla che non fosse quella voce che gli parlava:

"Nel ventre della terra... scendi nel ventre malato della terra... scendi e troverai ciò cerchi..."

E a quella voce Morven si abbandonò.
Chinò il capo e piegò il ginocchio. Strinse l’elsa di Samsagra e chiuse gli occhi.

"Così sarà" mormorò "... e così avverrà ciò che deve accadere… tu mi guiderai e io ti seguirò… portami nel ventre, dove nasce l’ombra… portami davanti al cuore del mio nemico… Dio, il mio Dio mi ha consacrato, e io obbedirò al suo comando… emergerò dalla terra o perirò in questa impresa!"

Guisgard
27-12-2010, 02.05.53
Il bosco.
Cosa celava il bosco?
Chiunque fosse cresciuto in queste terre aveva antichi ricordi.
Favole, leggende, narrata dai propri nonni o dai genitori.
Ma quelle storie, ammuffite dal tempo e sbiadite nella memoria, non avevano lo scopo di spaventare i bambini.
Quelle storie celavano qualcosa.
Qualcosa che si trovava proprio in quel bosco.
Da quando il male albergava a Cartignone?
Forse da sempre.
La chiesa sconsacrata.
Non c'era vento, eppure il grande crocifisso capovolto sull'altare oscillava scricchiolando in modo sinistro ed angosciante.
"Cosa facciamo, milord?" Chiese Dukey a Bumin.
"Siamo qui per ritrovare i dispersi in questo bosco" intervenne il Cappellano prima che il cavaliere rispondesse al suo sottoposto "e non sarebbe cosa saggia dividere il gruppo. Rischieremmo solo di indebolirci."
"Il nostro domenicano" disse Bumin con un ghigno solo appena accennato "sembra un vero esperto su come si comanda un gruppo. A questo punto mi domando se valga tanto anche come chierico."
"E chi meglio di un chierico" rispose con un sorriso il Cappellano "potrebbe guidare un gruppo!"
"Sapevo che voi uomini di Chiesa" replicò Bumin "avevate competenze per condurre un gregge... ma di pecore, non di uomini."
"Magari questo fosse un gregge..." scuotendo il capo il Cappellano "... il pastore, in questo caso, conoscerebbe ognuna delle sue pecore... ed esse lui..."
In quello stesso istante, Gaynor, il vecchio delle fosse e Iodix si avvicinarono ai tre.
"Direi di non indugiare oltre con chiacchiere inutili" disse il Cappellano "e di muoverci."
Fissò allora la grata che precedentemente Morven aveva scoperto ed aggiunse:
"Credo che questo passaggio sia omai obbligato per noi."
"Si, lo penso anche io..." mormorò Bumin.
E, facendo cenno a tutti loro di seguirlo, cominciò a calarsi in quel passaggio.

Guisgard
27-12-2010, 03.50.18
Nel frattempo, in un'altra parte del bosco, a quelle parole di Cavaliere25 tutti si destarono.
"Ormai l'alba è prossima" disse il misterioso Cavaliere Verde "ed allora saremo pronti per ripartire. La luce renderà meno oscuro questo bosco."
"Bene, mio signore..." intervenne Goldblum "... con la luce del giorno non tarderemo a giungere in quel luogo."
"Parlami del luogo che ci attende." Disse il Cavaliere Verde.
"E' una chiesa sconsacrata." Prese a raccontare il nano. "E' molto antica... secondo qualcuno fu edificata da alcuni monaci bretoni. Ora però è diventata il covo di quei maledetti assassini."
"Assassini?" Ripetè il Cavaliere Verde. "Avanti, raccontaci tutto ciò che sai."
Goldblum raccontò tutto al misterioso cavaliere e alle sue truppe.
Poco dopo l'aurora cominciò a tingere di un alone rosato il cielo di quel primo mattino.
E proprio in quel momento il nutrito drappello si mise in marcia secondo le indicazioni di Goldblum.
http://1.bp.blogspot.com/_URIAyVxY7ZI/R7hDINfGnyI/AAAAAAAABIg/dmcabB01Sk4/s400/CD-3-4_Kingdom_of_Heaven_INLAY.jpg

Guisgard
27-12-2010, 04.16.27
I sogni...
Qualcuno pensa siano legati alla giovinezza...
Quando si comincia a conoscere il mondo...
E tutto appare magico perchè lo si vive per la prima volta...
E forse quello era un sogno.
La Cornovaglia.
La sua campagna battuta da un vento che sembrava vecchio quanto il mondo.
E quella stradina che Guisgard attraversava ogni giorno, circondata da alte querce che parevano giganti addormentati a guardia di quell'antico mondo.
Qui il Sole sembrava più forte, più bello, più luminoso che in qualsiasi altro posto.
Si riversava sulla fitta vegetazione, generando un trionfo di mille e più colori, come a rinvigorire i fiori ed i frutti di questa terra.
Tutto ciò riempiva di gioia il cuore di Guisgard e rendendolo indifferente a quella lontana sagoma nera che camminava verso di lui.
Il cavaliere così continuava ad attraversare quella stradina, assaporando i sapori che quella terra gli sussurrava.
Come quell'odore di campo che si diffondeva ovunque dopo un temporale.
L'odore dei giochi più belli, dei desideri più ambiti.
L'odore di casa.
Guisgard correva su quella stradina verso il castello ducale che si ergeva proprio davanti a lui.
Ad un tratto squilli di trombe si levarono alti dalle torri del maniero, echeggiando per tutta la campagna, quasi portati dal vento.
Guisgard allora cominciò a correre ancora più forte.
"Ehi, signore!" Chiamò una voce. "Milord, sono qui!"
"Shell!" Gridò Guisgard, riconoscendo lo stalliere di suo zio. "Shell, amico mio!"
I due si strinsero forte.
"Il duca vi attendeva, mio signore!" Disse Shell. "Al castello è tutto pronto per ricevervi con tutti gli onori! Andiamo, vi accompagno io!"
Ad un tratto Guisgard sentì qualcosa.
Come un senso di malinconia, come quando si sta smarrendo qualcosa.
Si voltò allora indietro e in fondo alla strada vide una figura immobile.
Il vento le soffiava tra i capelli che il Sole rendeva luminosi e chiari.
Era una ragazza che fissava Guisgard.
Lo fissava andar via in silenzio.
"Ma quella..."
"Dove andate, padrone?" Chiese Shell.
"Vai tu..." mormorò Guisgard, facendo segno al suo stalliere di andare.
"Ma il duca vi attende!"
"Vai tu, ti dico..." e cominciò a correre verso quella ragazza.
"Padrone!" Gridava Shell. "Padrone, tornate qui, vi scongiuro!"
Ma Guisgard, incurante, correva verso quella ragazza.
"Talia!" Disse quando l'ebbe raggiunta. "Perchè sei qui da sola?"
La ragazza non rispose nulla e guardò a terra.
Poi, delicatamente, portò la sua mano sul petto di Guisgard.
"Come batte..." sussurrò.
"Vieni, ti condurrò al castello con me..." disse lui.
"Scappate, cavaliere!" Gridò all'improvviso un contadino che correva per i campi. "E non prestate fede a questa donna!"
"Cosa vuoi dire, villano?" Chiese il cavaliere.
"La madre di costei" rispose il contadino "era una strega! Vi condurrà alla rovina, mio signore!"
"Taglia la corda o ti taglio la gola, bifolco!" Minacciò Guisgard.
"Fuggite, mio signore! Gridò il contadino mentre scappava via. "Fuggite, sta arrivando!"
Guisgard allora si voltò indietro e si accorse che quella sagoma vestita di nero che lo seguiva sin dal principio si era avvicinata ad entrambi.
E dal velo nero che copriva interamente il suo corpo, si potevano vedere solo due occhi.
Due occhi visionari e deliranti, intrisi di una primordiale malvagità.
La malvagità più oscura e terribile, quella che esiste solo per tormentare gli altri.
Tutto questo mentre il cielo diveniva sempre più scuro.

"Talia..." ansimava Guisgard nel suo sonno confuso, tra i deliri della febbre e i malefici incanti del demoniaco potere degli Atari "... Talia... attenta... Talia..."
Gila, che assisteva impotente, a quel nuovo sussulto del suo amico fu tentato di avvicinarsi, ma per non distrarre Talia, che era accanto a Guisgard, restò al suo posto nonostante le sue preoccupazioni.
http://feiyuir.up.seesaa.net/image/TristanIsolde-705488.jpg

cavaliere25
27-12-2010, 14.06.33
mi misi in viaggio per arrivare a quel luogo dove il nano ci stava portando guardai Belven e gli dissi amico mio speriamo di risolvere questa storia nei migliori modi possibili ho gia visto troppo sangue scorrere speriamo di non perdere nessun uomo dei nostri poi mi misi a guardare la natura e il cielo

Morrigan
27-12-2010, 16.13.54
Appena vide Bumin dirigersi verso la grata, intenzionato finalmente ad intraprendere quel cammino, di colpo Morven si levò in piedi.
La luce di Samsagra che lo aveva avvolto, lambiva ancora ai suoi occhi gli angoli di quella sala, e la voce di lei echeggiava soffusa intorno, ma il giovane cavaliere era improvvisamente stato sbalzato fuori da quel suo sogno, e la sua solerte custode lo aveva riportato al mondo e ai suoi compagni proprio nel momento propizio.
Così, quasi con ritrovata forza ed energia, il cavaliere si avvicinò al Cappellano e al resto della compagnia.

"Sì, mio buon Cappellano," esordì a quel punto "lasciate che egli scenda per primo, e dietro di lui andrà sir Duckey!"

Lanciò un rapido sguardo di fiamma a Bumin, poi con un sorriso appena accennato, come a voler giustificare le sue parole:

"Voi siete armati, miei signori, e siete nobili e coraggiosi cavalieri... è giusto che siate voi ad andare avanti, proteggendo chi nel gruppo non può vantare così lunga amicizia con le armi..."

Poi, mutando la voce in un lieve tono ironico:

"Sono sicuro che con voi in testa al gruppo nulla ci colpirà!"

A quel punto, per la prima volta, Morven osò avvicinarsi a Lady Gaynor e al suo piccolo seguito. Così facendo, il suo sguardo cadde su Iodix, e subito la sua memoria lo riportò indietro... la locanda, la birra, Lady Elisabeth... e quel cavaliere, e quello strano dialogo notturno avuto con lui, quel dialogo così carico di oscuri presagi!

"Ma io vi conosco..." disse a quel punto, di slancio.

Poi abbassò il tono della voce per farsi udire da Bumin e Duckey, e si accostò quasi all'orecchio del giullare.

"Voi siete il giullare di sir Guisgard, se l'ombra non mi inganna... perchè siete qui senza il vostro padrone?"

Ma un istante dopo quasi si pentì di aver domandato, perché nel suo cuore aveva subito immaginato il peggio. Erano tempi, quelli, in cui il male appariva in ogni forma e colpiva in mille modi differenti ed imprevedibili, anche coloro che desideravano sottrarsene.
Morven allora non attese nemmeno la risposta del giullare, e senza por tempo in mezzo estrasse dalla cinta una delle sue spade corte, una delle spade che erano appartenute a Cypher, e la tese all'uomo.

"Lo so che ne uccide più la lingua che la spada, mio buon giullare… ma forse questa volta vi converrà fare un’eccezione e sforzarvi di fare del vostro meglio con l’una e con l’altra!”

Poi, per la prima volta da quando aveva fatto il suo ingresso, Morven osò posare lo sguardo su Gaynor. Era bella, di una bellezza altera e delicata insieme. In lei si mescolavano curiosamente fragilità e coraggio, dolcezza e risolutezza… Morven la fissò incantato… era già esistita una, un tempo, che gli aveva ispirato quella sensazione… una a lui così tanto cara che tornava ormai troppo spesso nei suoi sogni e nei suoi incubi…


- L’amore per l’ordine è una buona qualità…

La ragazzina gli sorrise, in un misto di affetto e civetteria, e gli schioccò un bacio sulla guancia.
Morven sorrise di rimando, ma subito dopo finse di assumere un’aria che voleva esser dura.

- … ma non è sufficiente per maneggiare bene un’arma!

La ragazzina allora sbuffò.

- Ma io mi annoio, Morven!

E così dicendo si lasciò cadere sull’erba morbida dal prato e incrociò le braccia al petto, mostrando la fiera intenzione di non proseguire in quell’attività.
Per un istante Morven pensò di poter adirare contro la testardaggine della sua sorellina. Zulora era sempre stata così, caparbia e sicura di sé. Sebbene fosse ancora una ragazzina, mostrava sempre di sapere con precisione ciò che voleva. La sua dolce indole femminile, che la portava il più delle volte ad obbedire a ciò che le veniva chiesto di fare, non era tuttavia scissa da una certa irrequietezza di spirito, che di certo le veniva dalla sua vivace intelligenza.
Fu proprio seguendo questo ragionamento che Morven decise di abbandonare il tono di aspro rimprovero che gli era salito alle labbra, e mutò espressione, pensando che avrebbe potuto piuttosto discutere con la sorella, piuttosto che imporle qualcosa senza darle una ragione.
Così si inginocchiò di fronte a lei e le si accostò con delicatezza. Prese da terra la spada che lei vi aveva gettato e gliela mise tra le mani.

http://img211.imageshack.us/img211/7458/65358196.png

- Hai ragione, - disse allora, con fare condiscendente – quello che ti chiedo di fare è molto noioso, e di certo molto più stancante rispetto alle tue normali attività… ma tu, Zulora, sorella mia, devi promettermi che non desisterai. Noi vivamo in un tempo non cui non ci è stato dato di poter decidere di noi stessi... noi viviamo in uno stato in cui la nostra vita è posta interamente in mano nostra, e nessun aiuto ci verrà da alcuno, se non da Dio... e in un simile stato, una spada può fare la differenza! Una spada è la sottile linea che può separare la vita dalla morte, la felicità dal dolore… e se tu impari a maneggiare quest’arma, tua sarà anche la capacità di recidere questi opposti!

Zulora, all’udire quelle parole, non disse nulla. Non lo interruppe e non respinse il suo gesto, ma si fece guidare nello stringere le piccole mani attorno all’elsa della spada. Era rapita da quel discorso, e lo seguiva con gli occhi sgranati.

- Hai compreso quello che intendo, mia piccola?

E lei chinò il capo lentamente, quasi con aria assorta in quel gesto di assenso.

- Sì, fratello… - rispose dopo un attimo – ho compreso… terrò quest’arma e imparerò ciò che mi insegnerai…

Poi lo fissò serissima, con un’espressione presaga di cupi eventi.

- E la userò… in qualsiasi caso… per difendere la mia vita, in un modo o nell’altro!


Quegli occhi, non li avrebbe scordati.
Morven guardò Gaynor quasi con tristezza. Estrasse lentamente il secondo gladio dal suo fodero. Lo porse alla fanciulla.

“Vi prego, milady… prendete questa con voi… stiamo per scendere in luoghi oscuri… usatela, vi prego…” e qui la voce gli si incrinò un attimo, come spezzata dal peso delle parole che stava per pronunciare, “in qualsiasi caso… per difendere la vostra vita, in un modo o nell’altro!”

Disse questo in fretta, e quasi sfuggì il suo sguardo. Si voltò verso il Cappellano facendogli cenno di proseguire.

“Io resterò indietro e vi guarderò le spalle, non abbiate paura”

Carezzò l’elsa di Samsagra e guardò il Cappellano con fare allusivo, prima di concludere:

“Io ho già di che difendermi!”

Talia
27-12-2010, 20.45.02
Gli occhi di Guxio erano tutto ciò che vedevo... ero spaventata, impietrita... mi sentivo piccola e impotente di fronte a quegli occhi che riempivano totalmente tutto il mio orizzonte. Stavo ancora fluttuando da qualche parte, ma non sapevo dove mi trovavo poiché soltanto buio c’era intorno a me, tanto buio che non riuscivo più a vedere Guisgard... e ciò mi spaventò ancora di più: non dovevo perderlo, non potevo... se l’avessi perso sarebbe stato spacciato... anzi, lo saremmo stati entrambi!
Iniziai a sentire freddo... molto freddo... troppo freddo...
Poi, improvvisamente, una mano si posò sopra la mia. Era una mano piccola e delicata ma che strinse la mia con forza... e il mio cuore tornò a battere, mentre lentamente riprendevo a respirare...
‘Mamma!’ pensai... e quel solo pensiero mi riempì di nuovo coraggio.
Il buio iniziò pian piano a diradarsi e io potei scorgere la sagoma luminosa della donna vicino a me... sorrideva e non mostrava di aver paura...
‘L’ho perso...’ pensai sentendo in me il panico crescere ‘L’ho perso!’
La vidi scuotere piano la testa ed indicarmi un punto appena al di sotto di me... e Guisgard era là! Era così vicino, eppure il terrore che Guxio aveva scatenato nel mio cuore aveva fatto sì che non lo avessi visto più...
‘Non avrò più paura!’ dissi, in modo da imprimermi bene la lezione nella memoria.
Gli occhi di Guxio, tuttavia, erano sempre di fronte a me... Così mi voltai verso mia madre, in cerca di aiuto. Lei era immobile e mi sorrideva, poi lentamente la vidi spostare gli occhi verso il cavaliere, osservarlo per un istante e tornare, poi, a guardare me...
Anche io spostai gli occhi su di lui... sembrava così tranquillo... non udivo più il rumore del mare, ora, il che mi faceva supporre che il suo sogno fosse cambiato... udivo, invece, il fruscio del vento e un profumo a me sconosciuto, profumo di grano al sole, profumo di libertà...
Doveva essere un bel sogno quello che stava facendo, pensai con un filo di rammarico per non avere anche io un sogno così in cui rifugiarmi, lontana da Guxio e da quegli occhi che continuavano a fissarmi e a cercare di riportarmi nel loro buio...
E fu forse proprio per questo desiderio inatteso e incontrollato che, prima che me ne rendessi conto, mi sentii trascinare verso il basso. Cercai allora di riportare subito la mia mente in equilibrio, ma era tardi... e iniziai a vorticare a tutta velocità. Mille colori mi giravano intorno, mille immagini, volti che non avevo mai visto prima... chiusi gli occhi, chiedendomi cosa mi attendesse...
Ad un tratto avvertii che i miei piedi erano ben saldi a terra, il sole mi stava inondando il viso, il vento mi soffiava tra i capelli e quel profumo, che prima avevo soltanto intuito con la mente, adesso poteva essere respirato a pieni polmoni.
Sorpresa aprii gli occhi... e Guisgard era là, di fronte a me. Intorno a noi la campagna nel pieno del suo splendore, in lontananza un antico castello... ero certa di non esser mai stata in quel posto prima. Mi guardai intorno un attimo, incerta, poi compresi: quello doveva essere il suo sogno... forse, un suo ricordo!
Stavo per dirgli qualcosa... quando, improvvisamente, il cielo iniziò a scurirsi e un forte vento gelido prese a soffiare... e allora lo vidi: una sagoma nera si era avvicinata a noi, una sagoma della quale si distinguevano soltanto i fiammeggianti occhi malvagi... Guxio era lì!
Immediatamente, prima che fosse tardi, invocai mia madre... la donna non era più vicino a me adesso, ma avvertivo la sua presenza dentro di me...
Poi, con la sua forza nelle mie mani, sperando che la mente di Guisgard fosse ancora troppo scossa dall’ingresso mio e di Guxio per opporre resistenza, alzai le braccia e chiusi gli occhi... la mia mente produsse un’idea e quella subito prese forma... si alzò un vento fortissimo, mi concentrai e cercai di far sì che lambisse appena me e il cavaliere per poi abbattersi su Guxio e scaraventarlo lontano.
Senza pensarci oltre, poi, forte del piccolo vantaggio ottenuto, afferrai la mano di Guisgard e iniziai a correre più veloce che potevo...
Nasconderci, intanto, era la sola cosa da fare...
Nasconderci ci avrebbe, speravo, dato il tempo per comprendere... e comprendere, forse, ci avrebbe aiutati a battere Guxio.

Lady Gaynor
28-12-2010, 00.33.22
Gaynor vide il bel cavaliere che fino ad allora si era tenuto in disparte avanzare verso di loro. Costui si rivolse a Iodix, e a quanto pare i due si conoscevano già. Lo sentì pronunciare a fil di voce il nome di colui che erano venuti a cercare, Sir Guisgard... ecco, adesso sapeva anche come si chiamasse. Il cavaliere alzò poi lo sguardo su di lei, guardandola come rapito. Dopo qualche istante, le si avvicinò e le porse una spada, dicendole queste parole: “Vi prego, milady… prendete questa con voi… stiamo per scendere in luoghi oscuri… usatela, vi prego… in qualsiasi caso… per difendere la vostra vita, in un modo o nell’altro!”
Gaynor rimase stupita dall'emozione che lesse negli occhi del giovane cavaliere, non seppe decifrarla. Quando poi vide che lui e il Cappellano si erano finalmente decisi ad avviarsi alla grata, Gaynor lo fermò per un attimo e gli parlò: "Vi ringrazio per questo gesto che vi fa molto onore, ma in caso di bisogno mi sentirei più sicura con un arma che sappia usare... un'arma piccola, ma che può essere letale come una spada..." E così dicendo aprì il suo mantello per mostrare un piccolo fodero di cuoio, che spiccava sul suo fianco fasciato dal ridicolo vestito di paggio. Nel fodero c'era il suo pugnale. "Per questo, cavaliere, vorrei poter dare questa spada al mio anziano servitore, che senza alcuna arma sarebbe troppo indifeso... me lo consentite?"

Guisgard
28-12-2010, 03.09.05
"La lingua colpisce senza esitare,
ma la spada lo fa senza perdonare!"
Recitò Iodix, nascondendosi poi nella cintura l'arma offertagli da Morven.
"Ormai il mio padrone non lo vedo da troppi giorni
e son qui perchè spero che a casa con me ritorni."
Concluse con una smorfia che palesava angoscia e paura.
"Basta con le chiacchiere!" Intervenne Bumin. "Guiderò io il gruppo e non perchè l'avete suggerito voi..." fissando Morven "... ma perchè il mio rango lo impone!"
Si voltò poi verso Dukey ed ordinò:
"Voi invece chiuderete il gruppo, in modo da proteggerci le spalle."
"Si, milord!" Rispose lesto Dukey.
Il gruppo allora, sceso il passaggio della chiesa, si ritrovò in uno stretto corridoio.
E dopo diversi metri si ritrovarono davanti ad una grossa porta di ferro.
Su di essa vi erano incise diverse immagini.
"Strane figure..." disse il Cappellano cercando di comprenderne la natura "... forse sono legate all'antica mitologia celtica..."
"Qualsiasi cosa rappresentino" lo interruppe Bumin "non credo possano dirci molto! Siamo qui per scoprire cosa nasconde questo posto, non a tentare di decifrare antichi linguaggi!"
E detto questo, fece forza contro quella porta, finendo per aprirla e spalancando davanti a tutti loro una stanza semibuia.
Dentro vi erano strane figure scolpite nel legno, teschi e pelli di diversi animali appesi alle pareti ed al centro della stanza ardevano alcune candele su di un tavolo.

Guisgard
28-12-2010, 04.05.29
La campagna era bellissima durante quei limpidi pomeriggi d'Inverno.
Quando il vento soffiava su di essa, rendendo l'aria asciutta e diffondendo ovunque quel fresco profumo che solo la campagna invernale sa dare.
I due correvano lieti per quei campi.
Guisgard rideva forte e teneva Talia per mano.
"Dove mi porti?" Chiese lei.
"Hai paura?" Rise lui. "A Cartignone giocavi in casa... ma qui il padrone sono io!"
"Non ho bisogno di essere a Cartignone" rispose lei "per tenere a bada le tue velleità di comando su di me!"
Guisgard rise ancora più forte, continuando a correre e a tenere Talia per una mano.
I due allora giunsero in una grande casa con uno spiazzo molto vasto.
"Da piccolo" disse lui "passavo spesso da queste parti e sognavo che un giorno questa casa sarebbe stata mia."
"E' molto bella..." sospirò Talia.
Ad un tratto i due sentirono delle voci.
Erano alcuni bambini che giocavano.
Guigard fissò Talia sorridendo.
"Massì!" Disse lei divertita.
I due allora raggiunsero i bambini e si unirono a loro per giocare.
"Ma perchè io?" Chiese Guisgard.
"Perchè loro sono bambini ed io una dama..." rispose Talia "... quindi, cavalier cortese, tocca a te contare! E, mi raccomando, non sbirciare!"
"E sia..." sbuffò Guisgard "... uno, due, tre..."
"Dove siete?" Gridò una volta finito di contare. "Ma tanto vi troverò!"
Ma il vento era cambiato ed il Sole era prossimo a tramontare.
"Ma dove si sono cacciati...?" Mormorò guardandosi attorno.
Il cavaliere cercò ancora, ma sembrava non esserci più nessuno.
"Sei rimasto solo?" Chiese l'ombra.
"No, non sono solo." Rispose il cavaliere.
"Dov'è lei?"
"Non è andata via..."
"Credi?" Chiese l'ombra.
"Si, lo so! Lo sento!"
"Solo io sono rimasto con te."
"Non è vero."
"Ti sono amico e lo sai... e tu lo sarai per me..."
"Ora devo andare..." disse Guisgard "... è il crepuscolo e devo cercare Talia..."
"Ti sono amico... e lo sai..."
"Amico?" Ripetè il cavaliere.
"Certo..."
"Allora aiutami a cercare Talia!"
"Come vuoi... è lì, guarda..." indicò l'ombra.
Talia era seduta su una fontana.
Era triste e malinconica e giocava, quasi senza badarci, con una mano nell'acqua.
"Dove vai?" Chiese l'ombra a Guisgard.
"Da lei!"
"Sei sicuro che voglia te?" Domandò con un ghigno l'ombra.
"Non mi importa..." rispose il cavaliere e si avvicinò alla ragazza.
"Andiamo, Talia..." disse prendendo di nuovo la mano di lei "... è quasi buio, meglio andare..."

"Andiamo, Talia..." mormorò Guisgard nel sonno, rigirandosi nervosamente sotto gli occhi di un sempre più preoccupato Gila.

Guisgard
28-12-2010, 05.11.47
Giunta l'alba, tutti i cavalieri e i nani si misero in marcia.
Il bosco, con le prime luci del nuovo giorno, cominciò a tingersi di mille e più colori, che pian piano iniziarono a far scorrere via l'oscuro manto delle tenebre che per tutta la notte erano state le incontrastate signore di quel luogo.
La vegetazione, fatta di alberi secolari, sterpi, rovi, avvolgeva e stringeva ogni passo di quel bosco.
I rami dei poderosi alberi sembravano tendere fin verso il cielo, intrecciandosi tra loro, come a voler oscurare la luce che a fatica tentava di riprendere possesso di quel mondo fatto di mistero e paura.
L'umidità della notte appena trascorsa si ritirava a fatica, lasciando sulle corazze di quegli eroi un leggero alone fatto di infinite goccioline.
Il terreno era pesante e i robusti cavalli, lanciati con vigore in quella possente corsa, affondavano con i loro zoccoli nel terreno fangoso e viscido.
Ad un tratto Goldblum lanciò un grido che arrestò la corsa dell'intera compagnia.
"Cosa accade, nano?" Domandò il Cavaliere Verde. "Non rammenti più la strada?"
"Mio signore..." rispose confuso il nano "... conosco questo bosco sin dalla mia infanzia e posso giurare di non aver mai visto questo sentiero così come ci appare ora..."
Infatti, il sentiero che stavano seguendo improvvisamente si era aperto in un bivio.
"Destra o sinistra..." mormorò Belven "... quale sarà la direzione giusta?"
"Che sia un incanto, milord?" Chiese turbato uno dei cavalieri al proprio comandante.
"Questo bosco è dimora del demonio..." rispose questi fissando quel bivio "... egli stesso sembra averne piantato ogni albero... ed il demonio è signore della menzogna... si, è un incanto "continuò a dire, senza però smettere di guardare la doppia strada davanti a loro "ed è fatto per confonderci e farci smarrire la retta via..."

cavaliere25
28-12-2010, 10.39.19
guardai i due sentieri e dissi l'unica soluzione è dividerci che ne pensate dissi guardando il resto della compagnia? caso mai ci si puo ritrovare qui alla fine come punto di riferimento e aspettai una loro risposta

Talia
28-12-2010, 16.16.35
Guisgard stava guarendo in fretta, me ne accorgevo dalla difficoltà crescente che trovavo nell’agire all’interno della sua mente... certo, ciò sarebbe stato un bene, se solo non avessi temuto che Guxio non si sarebbe arreso fino all’ultimo!
E tuttavia mi lasciai sospingere dal sogno del cavaliere... non sapevo perché, ma mi piaceva quella sensazione di tranquillità che ciò mi donava.
Mi ritrovai infine seduta sul bordo di una fontana, con appena un’idea molto vaga di come ci ero arrivata...
In quell’istante Guisgard comparve di fronte a me, alzai gli occhi e lo scrutai un istante... notai una strana espressione sul suo volto, ma non la seppi decifrare.

"Andiamo, Talia..." disse prendendo di nuovo la mano di lei "... è quasi buio, meglio andare..."

Fu a quel punto che lo avvertii di nuovo... lo avvertii molto distintamente: un vento freddo soffiò su di noi e, contemporaneamente, un lungo brivido mi percorse tutta la schiena.
Balzai allora in piedi, trattenendo la mano di Guisgard...
“Lui è qui!” mormorai, guardandomi intorno con circospezione.
Ma non c’era nessuno intorno a noi, non c’era niente... tranne quella casa alle spalle del cavaliere, che ormai stava proiettando verso di noi un’ombra sempre più fitta...
Puntai gli occhi in quell’ombra ma non vidi niente, sebbene provassi un forte senso di disagio.
“Lui è qui!” ripetei pianissimo a Guisgard “E’ vicino! Siamo in pericolo... non lasciare la mia mano!”

Guisgard
29-12-2010, 02.31.16
Il Cavaliere Verde guardò Cavaliere25, per poi tornare a fissare il bivio davanti a loro.
"Se seguissimo quanto detto dall'arciere" disse uno dei cavalieri al suo comandante "il gruppo si dividerebbe, risultando più debole, milord!"
"La penso come Cavaliere25..." intervenne Belven "... dividendoci saremmo comunque sicuri che almeno una parte di noi giungerà alla chiesa sconsacrata."
Il Cavaliere Verde restò in silenzio per alcuni istanti.
"E sia!" Esclamò all'improvviso. "Dividiamoci in due parti, dove ciascuna prenderà uno dei due sentieri."
Si formarono così due gruppi.
Il primo, guidato da Belven e Cavaliere25, prese il sentiero di destra, il secondo, con in testa il Cavaliere Verde e Goldblum che conosceva la chiesa sconsacrata, scelse invece quello di sinistra.
"Chi fra noi" disse il Cavaliere Verde parlando a Belven e Cavaliere25 "giungerà alla chiesa, manderà poi indietro qualcuno a cercare l'altro gruppo!"
"Si, milord!" Rispose Belven.
Un momento dopo i due gruppi si divisero, prendendo ciascuno il sentiero prescelto.
Così, Belven, Cavaliere25 ed i loro uomini cominciarono ad attraversare quella parte di bosco, fino a giungere ad un piccolo laghetto.
"Fermiamoci un momento per abbeverare i cavalli!" Ordinò Belven.
E quando tutti furono scesi dai cavalli, uno dei cavalieri notò un pozzo in muratura a pochi passi dalle acque del laghetto.
"Chi mai avrà scavato un pozzo nel bel mezzo del bosco?" Chiese uno dei cavalieri.
"Non lo so..." rispose Belven "... ed è molto strano..."
Ad un tratto però si udì qualcosa nell'aria.
Una giovane voce che canticchiava.
http://www.ilcannocchiale.it/blogs/bloggerarchimg/devilswan/pozzo-dei-desideri_10-genn..jpg

Morrigan
29-12-2010, 02.57.15
La dama aveva scostato il mantello con circospezione. Nell’ombra Morven riuscì a scorgere il bagliore sottile di un pugnale. Si fermò un istante, quasi dovesse riflettere… purchè sia sufficiente a togliervi la vita in fretta se doveste cadere nelle loro mani! pensò, anche se si guardò bene dal palesarle quel pensiero così apertamente. Al contrario, si affrettò a nascondere i suoi pensieri e annuì.

“Datela pure al vostro servitore, se egli vi è fedele”

Quindi le fece un lieve cenno di riverenza col capo e si staccò da lei, per permettere al gruppo di precederlo. In quel momento Iodix gli passò accanto.

"La lingua colpisce senza esitare,
ma la spada lo fa senza perdonare!"

Morven gli vide nascondere l’arma che gli aveva dato nella cintola, poi lo udì proseguire pià sommessamente:

"Ormai il mio padrone non lo vedo da troppi giorni
e son qui perchè spero che a casa con me ritorni."

Il giovane cavaliere lo fissò turbato… sparito da giorni? Che ne era stato di quel cavaliere? Che si fosse inoltrato anche lui nel bosco e fosse caduto vittima di qualche sanguinoso agguato? Eppure, quando lui stesso lo aveva pregato di unirsi alla loro spedizione, egli aveva rifiutato, schernendo il suo invito! E poi, pensò Morven dopo un istante… perire lui? No… non lo avrebbe creduto! Per un istante rivide riflettersi nei suoi occhi il bagliore della spada di Guisgard, quando quel giorno nel bosco lo aveva visto combattere per liberare quella dama in pericolo… quel giorno in cui era rimasto così colpito dalla sua abilità di spadaccino… no, non è per lui una simile morte!

In quel momento la voce brusca e sarcastica di Bumin giunse ad interrompere i suoi pensieri.
Morven quasi non riusciva a credere alle sue orecchie! Sembrava che quell’uomo aprisse bocca all’unico scopo di irritarlo sempre più!
All’udire l’ordine imparti a Dukey, poi, il fastidio che provò gli parve quasi insopportabile!
Quel Bumin stava quasi facendo scomparire lo schivo cavaliere di ventura che Morven era stato in quegli ultimi anni, per far emergere di nuovo, e dopo tanto tempo, quello che era stato il giovanissimo duca di Cassis, quel nobile ragazzino senza freni abituato ad imporre il suo volere.

“Signore,” rispose di rimando a Bumin, senza più alcuna premura di essere cortese “sebbene voi continuiate a trattarmi come il vostro stalliere senza conoscere i miei natali, e sebbene questo non sia né il tempo né il luogo per farvi una lezione di araldica, tuttavia vi rendo noto che potete pure comandare a piacimento il vostro scagnozzo, ma io non intendo obbedirvi in alcun modo!”

E detto questo, si fece da parte e attese che tutti fossero scesi nel cunicolo, e nonostante gli sguardi in cagnesco che scambiò con Dukey, non si mosse fino a quando questi non si decise a scendere giù, precedendolo di qualche passo.
Ma dopo pochi metri di quell’angusto cammino, Morven dimenticò Bumin, Dukey e tutta la sua irritazione.
Quando Bumin forzò la grande porta che si erano trovati davanti, lo spettacolo che si presentò ai suoi occhi lo costrinse a dimenticare le sue preoccupazioni di qualche minuto prima.
L’aspetto funesto della sala in cui erano giunti non prometteva nulla di buono.
Morven strinse Samsagra al suo fianco e una volta di più mormorò una preghiera alle schiere celesti.

Guisgard
29-12-2010, 03.45.23
"Sono curioso di vedere" mormorò Bumin voltandosi verso Morven "di quale morte perirete qui sotto... io credo moriremo tutti, magari nello stesso modo in cui sono state uccise le ragazze scomparse... allora vedremo il vostro vero coraggio... quando vi ritroverete faccia a faccia con la morte e la vostra spada vi sarà stata strappata!"
Dukey accennò una risata che sapeva di beffa.
"Miei signori..." pregò loro il Cappellano "... non perdiamo la calma... litigare fra noi non porta a nulla e voi lo sapete bene... piuttosto, cerchiamo di capire dove siamo finiti..."
Poi, avvicinatosi al tavolo posto al centro della stanza, il chiericò notò un grosso libro.
"E' orrobile..." disse sfogliandolo "... qui sono illustrati i diversi modi con cui quegli assassini torturano a morte le loro vittime..."
Ad un tratto si udirono dei passi lontani.
"Qualcuno sembra si stia avvicinando..." mormorò Dukey e portando la mano sulla spada.
In quel momento Samsagra si illuminò e cominciò a vibrare intensamente.
Nel frattempo quel rumore di passi si era fatto più vicino.

Guisgard
29-12-2010, 04.56.43
Il giorno volgeva al termine ed un alone rosato si posava delicato sulle cime delle montagne lontane, rese quasi turchine dalla foschia che cominciava a scendere sulla campagna.
Ma il cielo, chiaro per la fresca aria di quel giorno, era ancora abbastanza luminoso e rendeva limpido il paesaggio circostante.
"Io so cosa farò domani e domani l'altro ancora!" Disse Guisgard lanciando lontano il sasso che aveva nel pugno. "So cosa voglio fare della mia vita! Non resterò ad ammuffire agli ordini di qualche arrogante e decaduto signorotto locale, o a prestare servizio militare presso qualche legione di mercenari!"
"Tu sei il nipote di sua grazia" intervenne Casses "e sicuramente avrai un avvenire già deciso."
"Io vivrò a modo mio!" Replicò sicuro di se Guisgard. "Io sono il padrone di me stesso!"
"Ragazzi!" Chiamò da lontano qualcuno. "Presto, tutti in caserma! C'è l'ispezione generale!"
I tre corsero dentro e trovarono l'intero gruppo dei cadetti riuniti nella sala delle armi.
"Fortuna che siete giunti..." mormorò Graous "... hanno già punito Hunz... ora è lì..." indicando l'angolo più lontano da loro "... si regge a malapena in piedi..."
Dovrebbe starsene in un letto!" Esclamò Casses.
"Alzati, amico mio..." disse Guisgard facendo passare il braccio di Hunz attorno al suo collo "... ti accompagno nel tuo letto..."
Ma Hunz ebbe un sussulto.
"La sua schiena...” indicò Casses alzandogli la camicia "... l'hanno... l'hanno frustato..."
"E' stato sir Darriel..." mormorò Graous "... l'ha punito come monito a tutti noi..."
"Dove vai, Guis?" Chiese preoccupato Casses.
"Da quel bastardo!" Rispose Guisgard col volto teso per la rabbia. "E' stata l'ultima volta che ha trattato uno di noi come fosse una bestia! Ritorneremo ad essere uomini! Ad ogni costo!"
"Non essere sciocco!" Cercò di trattenerlo Graous. "Non capisci che è proprio ciò che vuole lui? Aspetta solo che uno di noi arrivi a toccarlo per sbatterlo fuori dall'accademia!"
"Quandò avrò finito con Darriel" urlò Guisgard quasi incurante degli ammonimenti dei suoi compagni "sarà lui a non poter più restare qui!"

Guisgard scosse lievemente il capo sotto gli occhi vigili di Gila.
Il nano fissò allora Talia che era lì, accanto al cavaliere, con gli occhi chiusi ed il volto racchiuso dai suoi lunghi capelli.
Di tanto in tanto un’espressione indefinita attraversava, come un velo, il suo bel volto.
Un’espressione che sembrava racchiudere infinite emozioni e stati d’animo contrastanti.
Gila allora gettò lo sguardo in fondo a quel passaggio che stavano attraversando, preoccupato che qualcuno potesse raggiungerli.
Tornò poi a fissare i suoi due compagni, che stavano là, uno accanto all’altra, uniti dal contatto delle loro mani e dai meandri di un luogo che stavano attraversando insieme.

“Ti tiene la mano perché ha paura.” Mormorò la figura. “E tu lo sai…”
Guisgard fissava l’orizzonte sterminato.
“Come è bella la Cornovaglia…” disse mentre il vento gli accarezzava il volto e soffiava tra i suoi capelli “... a volte sembro dimenticarlo…”
“Siamo tristi quando avvertiamo qualcosa…” continuò la figura “... quando in noi vi è la consapevolezza che qualcosa ci manca…”
Anche Talia sembrava perdersi nel guardare la sconfinata campagna.
La sua mano era in quella di Guisgard e questo sembrava darle serenità.
Aveva lo sguardo disteso, con un sorriso appena accennato sul volto, mentre i suoi capelli, mossi dal vento, sfioravano il viso di Guisgard che stava accanto a lei.
Il cavaliere la fissava, cercando di scorgere nel suo sguardo pensieri e sensazioni.
“E’ bella, vero?” Chiese la figura a Guisgard. “Tanto bella che fa quasi male guardarla…”
“Verrai in chiesa con me, domenica?” Domandò Guisgard.
“Se vuoi ci verrò…” rispose la figura.
“Davvero?”
“Certo, perché non dovrei?”
“I frati mi hanno detto che occorre una nuova lancia per il San Michele della cappella.”
“Lo so.” Disse la figura.
“Ti piace qui?” Domandò Guisgard a Talia.
“Si, è molto bello” rispose lei voltandosi e sorridendogli “e poi c’è una pace…”
“Da qui potremo vedere un meraviglioso tramonto… e tutta la campagna si vestirà di un velo purpureo…”
Talia sorrise e chiudendo gli occhi si abbandonò a quella fresca brezza.
“Voglio condurla in un posto qui vicino.” Intervenne la figura.
“Non la lascerò venire con te!” Rispose lesto Guisgard.
“Ritorneremo qui prima che faccia totalmente buio.”
“Non la toccherai!”
“Perché mi dici questo?” Chiese la figura. “Sai che devo farlo…”
Guisgard gettò lo sguardo sulla sua cintura.
“Cerchi la spada?” Domandò la figura. “Se vuoi ti darò la mia…”
Guisgard non rispose e strinse ancora più forte la mano di Talia.
“Tornerò presto…” continuò la figura “… per ora verrà il nano con me…”
Guisgard lo fissò turbato.
“E poi verrò a prendere la ragazza… e tu sarai finalmente libero…”

“No, non voglio!” Urlò Guisgard nel sonno. “Non la toccherai!”
Gila ascoltò in silenzio le parole del suo amico.
Un freddo alito di vento percorse in quel momento quel passaggio, costringendo il nano a stringersi addosso il suo mantello.

cavaliere25
29-12-2010, 09.27.03
Senti quella voce e dissi state tutti in ilenzio e ascoltate non sentite anche voi una voce che canta seguiamola e arriveremo alla fonte dissi e mi incamminai seguendo quella voce

Talia
29-12-2010, 19.03.13
Ero inquieta... mi ero lasciata ancora una volta guidare dalla mente di Guisgard, sperando così di individuare quella nota stonata che mi segnalasse la presenza di Guxio... perché ero certa che Guxio fosse lì da qualche parte: lo avvertivo, eppure non riuscivo ad individuarlo.
Lasciai che la mente di Guisgard vagasse, dunque... lasciai che mi trasportasse con sé... lasciai che formulasse immagini e parole... ma niente di tutto ciò mi fu del pur minimo aiuto.
Cominciai ad avere paura: come potevo, infatti, tenere Guxio lontano da lui se non potevo vederlo? E perché, poi, non potevo? Dov’era?
Mi voltai e scrutai il volto del cavaliere...
Sorrideva e sembrava sereno, cosa che mi confuse ancora di più.
E poi notai l’anomalia...
A tratti infatti Guisgard guardava me e con me parlava, poi però -senza un motivo per me riconoscibile- si voltava e guardava altrove... si muoveva come se vi fosse qualcun altro lì, come se conversasse anche con qualcun altro, sebbene io non vedessi niente e non sentissi voci.
E allora compresi!
Compresi che Guxio, dimostrando un’astuzia pari solo alla sua malvagità, stava tentando la via più subdola e più terribile che si potesse immaginare... Compresi che se io non lo vedevo non significava che anche per Guisgard fosse così... Compresi che c’era poco tempo, persino meno di quanto avessi pensato!
Ma cosa fare? Cosa stava dicendo Guxio al cavaliere?
Poi, improvvisamente, la risposta...

“No, non voglio!” Urlò Guisgard nel sonno. “Non la toccherai!”

Non fu lui a pronunciare quelle parole, eppure le udii con la sua voce da qualche parte intorno a me... si diffusero nell’aria e io potei distinguerle con assoluta chiarezza!
Mi si gelò il sangue: Guxio voleva me! Voleva me perché, se io non ci fossi stata, sarebbe stato più facile convincere il cavaliere a seguirlo... Voleva me perché, se lui avesse ceduto e mi avesse consegnata, sarebbe stato spacciato e sarebbe rimasto per sempre in suo potere...
E allora c’era un’unica cosa da fare... occorreva sorprenderlo! Occorreva sconvolgere la sua mente a tal punto da spingerlo a reagire e a trovare in sé la forza di cacciare Guxio... perché -e lo capii in quel momento- quella era la sua mente, era il suo sogno e nessuno se non lui stesso poteva opporsi al male che voleva entrarvi...
E l’idea mi balenò in mente come un lampo!
‘No!’ urlò, immediatamente la voce di mia madre nella mia testa, tanto forte che mi fece sobbalzare.
‘Devo farlo!’ le risposi.
‘E’ una pazzia... non dimenticare che tutto ciò che fai alla tua mente si ripercuoterà inevitabilmente sul tuo corpo!’
‘Se tutto va come credo...’ replicai ‘ci sveglieremo entrambi prima che sia troppo tardi!’
‘Non puoi esserne sicura!’ mi ammonì la voce della mamma ‘Dipenderà solo da questo cavaliere, e se lui non ne fosse capace... se non si rivelasse abbastanza forte per...’
‘Lo sarà!’ la interruppi ‘Io mi fido di lui!’
Così la voce di mia madre tacque.
Io, allora, concentrai tutta me stessa in quell’idea, vi entrai e la resi chiara, palpabile... tanto palpabile che un istante dopo una fitta lancinante di dolore mi colpì al fianco sinistro, tanto da farmi mancare l’aria per un lungo istante.
“Guisgard!” dissi, poi, allungando una mano verso il suo volto, in modo che tornasse a guardare me e non qualunque altra cosa fosse al suo fianco “Guisgard... lui è qui vicino e vuole farci del male! E’ Guxio! Devi ascoltarmi, devi sforzarti di credere alle mie parole... lui si dirà tuo amico, forse, ma non lo è! Guarda... guarda cosa vuole fare...”
Così dicendo sollevai l’altra mano, che avevo tenuto stretta sul fianco ferito e la mostrai al cavaliere... era piena di sangue, così come il mio abito, sul quale una macchia rossa si stava allargando rapidamente.
“Solo tu puoi combatterlo, Guisgard! Non cedere alle sue lusinghe, ti prego, non credere a quello che ti dice...”
La terra tremò appena sotto i miei piedi e per un istante vacillai... probabilmente la ferita doveva essersi aperta anche sul mio corpo, proprio come aveva detto la mamma, rendendomi più debole... ora sarebbe stato più difficile mantenere quel contatto, più sangue perdevo e più sarebbe stato difficile...
“Non abbiamo molto tempo...” mormorai, la voce leggermente tremante “Rifletti... Ricorda... Ricorda la nostra fuga... Ricorda le martiri... Ricorda Gila... Tu puoi sconfiggere Guxio, io so che puoi! Io credo in te!”

Morrigan
30-12-2010, 00.31.12
"Sono curioso di vedere" mormorò Bumin voltandosi verso Morven "di quale morte perirete qui sotto..."

Se non foste anche voi della stessa pasta, sono certo che quegli assassini vi ucciderebbero in un sol colpo pur di non sentirvi predicare tutto il tempo!

Si girò di colpo, udendo la risata beffarda di Dukey, proprio vicino a lui... e questo qui? cosa avrà da ridere così, adesso?

E avrebbe anche detto qualcosa all'indirizzo di Dukey, se le parole del Cappellano non lo avesso ricondotto all'ordine.
Si sforzò di tacere e seguì con sguardo attento lo sguardo del chierico, che si era spostato verso il centro della sala e aveva preso a sfogliare uno strano libro che troneggiava su un largo tavolo.
Il volto del Cappellano si contrasse per il disgusto. Morven fece per ansargli accanto, ma proprio in quel momento si udirono dei passi in lontananza.
Nello stesso istante Samsagra si illuminò e cominciò a vibrare intensamente. Morven si fermò, come se non riuscisse più a muoversi. Chinò lo sguardo verso la sua spada ed istintivamente ne accarezzò l'elsa, e un attimo dopo cominciò nervosamente a guardarsi intorno, alla ricerca della fonte di quel mutamento. Il rumore di passi si andava vacendo sempre più vicino... la voce di Samsagra cominciò a distendersi come un urlo sottile, stridulo e soffocato... un urlo che stava diventando sempre più insopportabile alle orecchie di Morven... straziante e impossibile da allontanare!
Morven si girò di scatto verso il punto da cui sembrava provenire il rumore e si parò davanti al Cappellano e ai suoi compagni, ansioso di vedere cosa stava per accadere loro in quel luogo d'inferno.

Guisgard
30-12-2010, 02.17.34
Quella sala, tanto misteriosa quanto angosciante.
La debole luce delle candele, le sbiadite ombre sulle consumate pareti, il rumore delle vecchie pagine di quell'antico libro sfogliato dal Cappellano.
E poi quei passi.
Sempre più vicini.
Tutti furono colti dall'ansia.
Un attimo dopo comparve sulla porta una piccola figura.
Era una bambina.
Aveva indosso abiti consumati ed i suoi piedi erano nudi.
Lunghi capelli scuri come la notte avvolgevano il suo piccolo volto, sporco e spaventato.
"Mammina..." mormorò fissando tutti loro "... dov'è la mia mammina...?"

Lady Gaynor
30-12-2010, 02.54.41
Una bambina! Quei passi, che per alcuni istanti avevano angosciato il cuore di tutti i presenti, erano i passi di una bimba... il faccino sporco e gli occhi bagnati di lacrime mentre chiedeva della sua mamma straziarono l'animo di Gaynor, che per un attimo dimenticò tutto il resto. Di slancio le si inginocchiò davanti e se la strinse al seno, accarezzandola e mormorandole parole di conforto. "Non aver paura, piccola mia, la tua mamma la troveremo presto... Qui sei al sicuro, non c'è nessuno che vuol farti del male... piccola cara, adesso ti portiamo fuori da qui..." Gaynor si alzo in piedì e prese la bambina in braccio. I suoi compagni non avevano ancora pronunciato parola, forse troppo stupiti dall'aver trovato una bambina in un luogo infestato dal male. E in un luogo così, magari dopo essere anche scampata alla morte per chissà quale miracolo, quella piccina non doveva starci nemmeno un minuto di più. Bastarono pochi secondi affinchè Gaynor prendesse una decisione. Si rivolse al giullare e gli disse: "Iodix, questa bambina non può restare oltre in un posto maledetto come questo. Bisogna portarla via, ed io mi fido completamente di voi. Lo so che il vostro scopo era quello di trovare il vostro padrone, ma come io mi fido di voi, voi dovete fidarvi di me ora che vi dico che farò quanto posso per trovarlo e riportarvelo sano e salvo. In questo momento, però, bisogna pensare alla bambina e riportarla in un luogo sicuro dove possa essere accudita come merita. Non posso certo ordinarvi nulla perchè non è mio potere farlo, ma ve lo chiedo con il cuore, accompagnatela voi e assicuratevi che le sia dato conforto."
Detto questo, si rivolse alla bimba con tono dolce e rassicurante: "Adesso ti riportiamo a casa e nessuno ti farà piangere più... cercherò io la tua mamma, vedrai che tutto andrà bene, stai tranquilla... Piccola cara, qual'è il tuo nome? Vuoi dirci qualcosa prima di andare a casa?"

Guisgard
30-12-2010, 03.43.58
"Admeto, nonostante il dono di Apollo, non trovò alcuno disposto a morire per lui..." recitava il bardo accanto al fuoco"... e mestamente se ne tornò nel suo palazzo, rassegnato ormai a morire di li a poco...”
Il suono della sua lira vibrava delicatamente, accompagnato dal fuoco lento che ardeva nel camino.
“E quando il re di Fere fu nel suo palazzo” continuò il cantore “vide sua moglie Alcesti sulle scale che l’attendeva… la donna era bellissima come non mai ed aveva in mano un calice pieno di veleno… io muoio per Admeto... sussurrò, sorridendo all’amato marito, prima di bere il mortale contenuto del suo calice…”
Il duca applaudì, insieme a tutti i baroni presenti e lodò il racconto di quel bardo.
E per tutta la notte nel castello ducale si festeggiò, tra canti, balli e motti gagliardi.
Ma i festeggiamenti erano solo all’interno del castello.
Fuori vi era un deciso assedio, che cingeva come una morsa l’intero maniero.
E tra una pioggia di dardi incandescenti, i due correvano verso il bosco.
“Sono stanca, Guisgard…” ansimava Talia, tirata per una mano da Guisgard.
“Manca poco, dai…” rispose lui.
“Ma dove stiamo andando?”
“In una grotta nel bosco. Lì saremo al sicuro…”
“Fermiamoci solo un istante, ti prego…” chiese lei stravolta.
“Va bene… ma solo per qualche momento…”
Guisgard allora si accostò ad un albero tentando di vedere a che punto fosse la battaglia, quando un sibilo tra i rami fu notato da Talia.
“Attento, Guisgard!” Gridò, spostando il cavaliere dal tronco.
“Qui non siamo al sicuro…” disse lui “… dai, riprendiamo la via per il bosco.”
“Ah… Guis… gard…”
“Talia!” Gridò lui, prendendola fra le sue braccia prima che la ragazza cadesse al suolo.
Fu allora che il cavaliere si accorse del suo fianco ferito.
Una macchia di sangue si allargava sul vestito, mentre la Talia perdeva a poco a poco il suo bellissimo colorito.

Un lungo corteo attraversava il borgo, pregando e lamentandosi per il dolore.
Al castello ducale lunghi teli neri scendevano dalle merlature e dai bastioni e la campana della cappella annunciava una messa solenne.
Guisgard era fuori la stanza, col viso basso e le mani fra i capelli.
“Quella freccia era destinata a me…” mormorava.
“Chi può dirlo…” rispose la vecchia.
“Sarei dovuto morire io…”
“E perché mai?” Chiese la vecchia.
“Si è sacrificata per me…”
“Questo cosa vuol dire?” Domandò la vecchia. “Anche un amico darebbe la vita per salvare un compagno.”
“A maggior ragione allora!” Rispose quasi con fastidio il cavaliere. “Non voglio essere debitore verso nessuno per ciò che non mi appartiene!”
Si alzò allora di scatto e cominciò a passeggiare nel corridoio.
“Non volevo alterarti…” si scusò con un ghigno la vecchia.
“Dimmi…” voltandosi Guisgard verso di lei “… si salverà?”
“Perché vuoi saperlo?” Domandò la vecchia. “Tanto, anche se così fosse, non resterà con te…”
“Cosa devo fare?” Chiese il cavaliere.
“Per farla vivere o per averla?”
“Cosa devo fare affinché si salvi?”
“Non resterà con te, lo sai…”
“Dimmi cosa devo fare!” Esclamò, quasi incurante, Guisgard.
E la vecchia si abbandonò ad una delirante risata.

Guisgard
30-12-2010, 04.08.01
"Io..." mormorò la piccola visibilmente impaurita "... io mi chiamo Lyan..."
"Nessuno uscirà di qui!" Sentenziò Bumin, prima che Iodix potesse rispondere alla richiesta di Gaynor. "E mandare qualcuno a perdersi nel bosco è escluso! Siete tutti sotto i miei comandi, in nome di lord Frigoros, signore di Cartignone!"
"Sir Bumin ha ragione, credo..." intervenne il Cappellano "... mandare qualcuno indietro può essere molto rischioso... questo bosco pullula di nemici..."
"E poi, per quanto ne sappiamo, la madre di questa bambina potrebbe essere già morta!" Esclamò Bumin.
La piccola Lyan allora, a quelle parole del cavaliere, si strinse al collo di Gaynor e cominciò a piangere forte e a tremare.

Morrigan
30-12-2010, 04.19.45
Morven seguì quella scena sempre più turbato.
Gettava rapide occhiate a Gaynor, quindi a Samsagra, come se fosse un oggetto diviso tra due forze di attrazione uguali e contrarie.
Samsagra continuava a gemere e a lanciare intorno cupi bagliori di smeraldo, ma nessuno poteva nè vederla nè sentirla, e questo Morven lo sapeva bene...
... il male era vicino... ma da che parte?
Morven fissò la bambina... possibile? è mai possibile?
Eppure Samsagra era infallibile, e quindi il male era presso di loro!

Si girò verso Gaynor, ben cosciente che la reazione della dama sarebbe stata di certo fiera e risoluta, ma si ripetè che non poteva tacere.

"Signora," disse "lasciate quella creatura e non permettetele di starvi così vicina! Non sappiamo cosa possa essere, nè quale aspetto il male abbia deciso di assumere! Lasciatela subito, vi dico!"

Guisgard
30-12-2010, 04.33.54
Nello stesso momento, in un'altra zona del bosco, Belven, Cavaliere25, Goldblum ed i loro uomini erano giunti presso quel misterioso pozzo.
"Di chi sarà questa voce?" Chiese Belven. "Resta con noi, Cavaliere25!" Gridò poi all'amico.
E ad un tratto dalla vegetazione apparve una ragazzina.
Canticchiava e si avvicinava al pozzo.
"Chi siete, miei signori?" Chiese appena si accorse di quegli eroi che la fissavano.

Guisgard
30-12-2010, 05.38.23
I topi.
Scappavano in massa seguendo la corrente del canale.
Correvano verso l'uscita.
Verso la libertà.
O una possibile libertà.
Gila li guardava, stringendosi nel suo mantello.
Il freddo infatti era aumentato.
Era solo il nano.
Guisgard e Talia erano li vicini, eppure lontani, in un mondo fatto da illusioni, di inganni, un mondo fatto per confondere e smarrire chi osava attraversarlo.
Gila si alzò per camminare.
Muoversi l'avrebbe aiutato a riscaldarsi.
Fissava Guisgard.
"Svagliati..." pensava, anzi invocava "... svegliati ed usciamo da questo posto..."
Ma il cavaliere sembrava dormire, incurante di tutto il resto.

I ragazzini correvano spensierati verso il lago.
"Chi arriva prima allo Scoglio del Capitano" gridava Guisgard agli altri che tentavano di stargli dietro "potrà esprimere il desiderio!"
Lo Scoglio del Capitano.
Era li, a pochi metri dal piccolo molo.
Una roccia informe e consumata dall'acqua, annerita dalle torce notturne dei pescatori e raschiata dalle catene dei galeotti che si rifugiavano sotto di essa per sfuggire ai loro carcerieri.
La roccia aveva una crepa, nella quale, talvolta, finiva per incastrarsi qualche pesce.
Liberarlo, secondo un'antica credenza, dava diritto ad esprimere un desiderio.
Guisgard giunse per primo e saltando in acqua infilò il braccio nella crepa, gridando verso il Cielo:
"Troverò ciò che cerco?"
Ed un attimo dopo tirò fuori il braccio, stringendo nella mano un piccolo pesce che si dimenava.
"Evviva!" Esclamò.
Tutti gli altri esultarono con lui.
Guisgard sorrise e poi ripose in acqua quel pesciolino.
"Cosa hai chiesto?" Domandò uno dei ragazzini.
"Non rivelarlo, Guis!" Ammonì un altro. "Altrimenti non si avvererà!"
Ma Guisgard era troppo felice per ascoltarli e restò a fissare le acque dello sterminato lago fino a quando il Sole non finì per spegnersi dentro di esse.
http://commenti.kataweb.it/commenti/multimedia//570721/2009/06/17/image/270250.jpg

Lady Gaynor
30-12-2010, 10.52.40
Nel sentire le parole del cavaliere che si proclamava a capo della piccola spedizione, Gaynor sentì montare la collera dentro di se. "Io non obbedisco agli ordini di nessuno! Io non appartengo a Cartignone e Lord Frigoros per me non è altro che un nome. E in quanto a voi, Cappellano, preferisco risparmiare le parole, non è mio costume offendere uomini di chiesa. Questa bambina uscirà da qui, e per farlo non ho bisogno dell'approvazione di nessuno. Se non andrà il giullare, allora ci penserò io stessa e voi non potrete impedirmelo in alcun modo. O forse volete uccidermi pur di far rispettare un vostro ordine?" Gaynor si rivolse poi al bel cavaliere che le aveva intimato di lasciar andare Lyan: "In voi io leggo bontà e coraggio, ma dovrei leggervi anche chiaroveggenza per esaudire la vostra richiesta. Se continuando quest'avventura incontrassimo dei nemici, Lyan sarebbe troppo vulnerabile ed io non riuscirei a salvare entrambe. Se pensate che io possa lasciarla da sola in un posto come questo soltanto per il dubbio che possa essere la personificazione del male, ebbene, in questo caso vi siete sbagliato. Se il male alberga in lei, allora ne pagherò io le conseguenze, ma il giorno in cui io abbandonerò una bimba sola e impaurita in un bosco insidioso, questo giorno ancora non ha visto la sua alba." Mentre parlava, Gaynor non aveva smesso un solo istante di stringere Lyan, che le si era aggrappata al collo in cerca di protezione.

Talia
30-12-2010, 16.47.25
Aprii gli occhi e subito dovetti schermarli con una mano contro la forte luce candida che riempiva l’ambiente. Sbattei un paio di volte le palpebre, perché gli occhi si abituassero e mi consentissero di guardarmi intorno... fu allora che notai una figura di fronte a me. Inizialmente ne distinsi appena gli esili contorni in controluce, poi lentamente la riconobbi...
“Mamma!” dissi, sorpresa “Dove siamo? Cos’è successo? Che ci fai qui? Dov’è Guisgard?”
Lei mi sorrise: “Una domanda alla volta!” disse con voce calma, come faceva quando ero piccola.
Mi guardai intorno un istante, poi scelsi un compromesso: “Non sono più nella mente di Guisgard?” chiesi.
Lei sorrise di nuovo: “Talia... Talia... che significato ha la tua domanda? Non si entra e si esce dai pensieri delle persone come da un edificio, perciò una mente bene organizzata può essere in molti posti e contemporaneamente in nessuno di essi. Credevo di averti insegnato almeno questo!”
La osservai un attimo, ma rimasi in silenzio... ero molto confusa!
“D’altra parte...” proseguì lei dopo un istante “La tua mente non è più così bene organizzata, non è vero? Ultimamente sei stata molto confusa, e poi hai perso molte delle tue certezze... tutto questo, credo, ti ha resa più vulnerabile!”
“Non so di cosa parli...” dissi in fretta, troppo in fretta.
Lei mi scrutò per un istante: “Lo sai benissimo, invece! Perché hai ferito la tua mente e di conseguenza il tuo corpo?”
“Dovevo scuoterlo!” replicai “Quello era l’unico modo!”
“Non era l’unico modo!” mi riprese “E’ stato semplicemente il primo che ti è venuto in mente! E’ stata un’azione emotiva, quindi... in altre parole, è stata un’azione dettata dal cuore e non dalla testa! E Guxio, ovviamente, se n’è accorto!”
Abbassai gli occhi in fretta e rimasi in silenzio... ciò che mi bruciava maggiormente era riconoscere nelle sue parole quel fondo di verità che non volevo ammettere neanche con me stessa!
“Che cosa devo fare adesso?” domandai, dopo un momento.
“Mi chiedi che cosa devi fare?” le sue parole mi giunsero leggermente irritate “Non hai seguito i miei consigli fino a qui, cosa ti fa pensare che io possa aiutarti adesso?”
Sollevai lo sguardo e la fissai: “Mi dispiace!” mormorai “Ma io credevo... Volevo... Il fatto è che lui... lui è...”
“So che cosa volevi!” mi interruppe la donna in tono più mite, poi mi scrutò con infinita dolcezza e soggiunse: “So che cosa pensavi, che cosa pensi e so che cosa desideri... ma hai fatto una scelta e adesso devi affrontarne le conseguenze!”
“E tu non lo puoi aiutare?”
“Aiutare il cavaliere?” mia madre si strinse nelle spalle “E’ la sua mente: se non vi fa chiarezza da solo, nessuno può farlo per lui! E di certo non io!” mi osservò ancora un momento, poi soggiunse “Io potrei portare fuori te, tuttavia... Se lo desideri potrei farti uscire, in modo da poter curare quella tua ferita!”
“Puoi far uscire me?”
“Certo! Usciresti dalla sua mente e ti sveglieresti... prima che sia troppo tardi!”
Rimasi per un istante immobile, poi scossi con forza la testa: “No!” dissi “Non lo posso lasciare da solo! Non voglio! Ci sveglieremo insieme... vedrai!”
Mia madre sorrise: “Te lo auguro! In ogni caso... sono fiera di te!”
Le sue ultime parole si dissolsero lentamente e io mi sentii scivolare via...

Aprii gli occhi e mi guardai intorno: ero in una stanza riccamente arredata, adagiata su di un letto soffice e caldo... la mia ferita era di nuovo aperta ed era stata tamponata, tuttavia il fianco continuava a far male insistentemente, dal che compresi di esser tornata nel suo sogno. ...anche se in uno scenario diverso!
Mi sollevai con fatica e cercai con gli occhi il cavaliere, ma non c’era. Il panico mi assalì... dov’era finito? Era con Guxio? Per quanto tempo era rimasto da solo con lui?
“Guisgard!” chiamai a pieni polmoni, con la voce intrisa di quella viva agitazione “Guisgard... dove sei? Corri! ...Ti prego!”

Guisgard
30-12-2010, 22.02.08
Gaynor appariva determinata.
Stringeva a sì la piccola Lyan, come a volerla proteggere da tutto e tutti.
"Milady..." disse il Cappellano "... ragionate... nessuno vuol far del male a questo angelo del Signore..." e posò una mano sul braccio di Morven "... ma rimandondola indietro attraverso il bosco, anche se accompagnata da uno di noi, correrebbe comunque molti più rischi che restando qui... il nostro numero è anche la solo nostra unica forza... meglio restare uniti..."
"Lord Frigoros" intervenne Bumin fissando Gaynor "è il signore di queste terre ed anche voi, fino a quando le calcherete, sarete sua suddita!"
"Guardate! Nel libro cosa c'è... è un disegno!
Sembra una mappa! E' della sorte un pegno!"
Gridò Iodix, mostrando al gruppo ciò che aveva trovato tra le pagine del vecchio libro.

Guisgard
30-12-2010, 23.08.07
Il Sole penetrava nel grande cortile, inondando quel vasto spazio ed illuminando ogni cosa con i suoi raggi dorati.
I grandi alberi che correvano lungo i muri di quel recinto proiettavano lunghe ombre che sembravano intrecciarsi fra loro, generando strane immagini di chiaro scuro sulle quali era facile fantasticare.
Il cavaliere passeggiava svogliato, tirando via con dei calci i sassi che incontrava davanti a sè.
Poi si voltò verso il portone e lo trovò aperto.
"E' l'ora di uscita!" Gridò la sentinella. "L'ora di uscita!"
"Ma tornate tutti presto, cavalieri." Si raccomandò il monaco. "Perchè il corteo parte domani all'alba."
"Vedrete che io e Ermaus saremo puntuali." Rispose Guisgard.
"No, lui no!" Sentenziò il monaco. "Solo i cattolici possono partecipare e portare sulle loro spalle la statua del santo!"
"Ma lui è sempre stato un devoto cavaliere!" Esclamò Guisgard.
"E' ortodosso e non è degno!" Concluse il monaco.
"Ecco, questi sono i cattolici..." intervenne l'ombra.
Guisgard non rispose e si incamminò per le strade.
Qui c'erano festeggiamenti con canti e balli.
Mercanti, bardi, attori girovaghi e mercati di ogni genere.
"Bel cavaliere..." sussurrò una donna gettandosi al collo di Guisgard "... stanotte farà freddo, vuoi scaldarmi?" E rise forte.
"Guisgard!" Chiamarono alcuni cavalieri da una taverna. "Siamo qui, vieni anche tu!"
"Arrivo, amici!"
Poi ad un tratto si arrestò di colpo.
"Cosa c'è?" Chiese l'ombra.
"Questa voce..." mormorò Guisgard "... è la sua..."
"Ti sei sbagliato... qui c'è troppo chiasso per udire una voce e riconoscerla..."
"Ecco... di nuovo... è lei... è Talia... mi sta chiamando..."
"E' quello che vorresti sentire..." disse l'ombra "... è ciò che desideri... ma ti stai ingannando..."
"No, è lei..." rispose il cavaliere "... è lei e mi sta chiamando... devo andare..."
"Fermati ti dico!" Fece l'ombra prendendolo per un braccio.
"Lasciami andare da lei!"
"Non chiama te!"
"Lasciami andare dalla mia..."
"La tua cosa?" Domandò con un ghigno l'ombra.
"Lasciami andare!" E si liberò dalla presa dell'ombra.
Corse allora tra la folla, cercando di farsi largo, ma incontrava la resistenza di mille braccia.
"Resta con noi, cavaliere..." dicevano diverse donne mischiate tra la folla. "Vedrai che ti divertirai con noi..."
"Lasciatemi passare..." dimenandosi Guisgard "... toglietevi di mezzo..."
Ma più lui cercava di avanzare, più quelle donne tentavano di ostacolarlo.
"Lasciatemi, passare!" Urlava. "Lasciatemi passare!"

"Lasciatemi passare!" Gridava nel sonno Guisgard. "Lasciatemi passare!"
Gila allora si avvicinò al suo amico ed a Talia.
E fu in quel momento che si accorse della fianco sanguinante di lei.
"Che incanto è mai questo...?" Mormorò spaventato.

Talia
31-12-2010, 03.18.25
E un attimo dopo la stanza si dissolse intorno a me...
I sogni di Guisgard si susseguivano frenetici, ormai, e mi sbalzavano da un luogo all’altro sempre più rapidamente. Questa volta mi sentii la testa girare forte: probabilmente -riflettei- ero diventata troppo debole per cercare di manovrare i suoi pensieri, ma ero ancora troppo lucida per non coglierne i radicali cambiamenti... Questo mi disorientava leggermente...
Ad un tratto mi ritrovai in un’ampia strada affollata di persone... nessuno sembrava far caso a me, ma tutti mi camminavano intorno rapidamente, venendomi a sbattere addosso e sballottandomi dappertutto...
Mi guardai intorno, ma del cavaliere ancora nessuna traccia...
Eppure doveva essere lì da qualche parte... dopotutto quello era il suo sogno!
“Guisgard!” chiamai di nuovo.
A quelle parole notai alcune figure voltarsi verso di me... erano figure diverse dal resto dei passanti in quella strada: avevano un aspetto diverso e un’aria vigile... ciò che mi colpì, però, fu che ciascuno di loro, chi per un tratto e chi per un altro, mi ricordava Guxio!
Mi si strinse lo stomaco... in fretta mi voltai e presi a correre nella direzione opposta...
“Guisgard...” gridai di nuovo “Guisgard... presto!”

Guisgard
31-12-2010, 05.24.25
Il Sole volgeva al tramonto e gli ultimi bagliori si ritiravano verso Occidente, lasciando mestamente l’altra parte del cielo.
La gente cominciava ad andare via e le strade si sfollavano lentamente.
“E cucinerò per tutti loro!” Esclamò entusiasta Talia.
“Per tutta la corte, suppongo…” rispose distrattamente Guisgard.
“Certo e non sai che faticaccia mi toccherà fare!”
“Allora non ti invidio.”
Talia sorrise.
“Vuoi venire anche tu?” Chiese poi.
“E perché dovrei?” Rispose lui meravigliato. “Non vedo perché dovrei unirmi a voi… odio il chiasso e preferisco starmene da solo…”
Lei chinò il capo e restò in silenzio per qualche momento.
“Perché fai cosi?” Domandò senza alzare la testa.
“Così come?”
“Sei ombroso, schivo…” rispose lei “... freddo e distaccato…”
Lui si voltò a guardarla senza rispondere nulla.
Camminarono per un lungo tratto di strada senza dirsi nulla, fino a quando imboccarono una stradina laterale.
“Ecco…” disse lei “… io abito poco più in la… grazie per la compagnia…”
“Va bene…” mormorò lui guardando la stradina davanti a loro “... vuoi che ti accompagni?”
“No, grazie…” con un sorriso lei “… mio padre sarà già ritornato e non ama gli sconosciuti… sai, ne vede tanti ogni giorno e…”
“Va bene, va bene…” minimizzò lui “… allora va pure… a domani…”
“Guisgard, volevo dirti…” sussurrò lei “… che sono stata bene stasera… grazie…”
“Anche io…” sorridendo lui “… ora va, io aspetterò di vederti svanire in fondo alla stradina…”
“E perché mai?” Domandò lei. “Ah, si… dimenticavo… tu sei il Primo Cavaliere!” Ridendo di gusto. “E sia, messere… vi concederò di soddisfare il vostro alto senso cavalleresco! Vegliate pure sui miei passi mentre mi allontano! Il mio strascico, per favore…” e fingendosi una gran dama si allontanò divertita.
“Resterò qui perché non voglio essere io a lasciarti per primo…” disse fra se il cavaliere.
“A voi, milady.” Rispose con un inchino Guisgard. “A domani, se Dio vorrà!”
E restò a fissarla fino a quando non svanì nel buio della notte.
“Guis…”
“Gila, amico mio!” Disse il cavaliere. “Che ci fai qui?”
“Io sono sempre con te…” rispose il nano sorridendo “… dimentichi che siamo come Orlando e Morgante!”
“Ricordi ancora quella vecchia cosa che ti dissi!”
Il nano sorrise di nuovo.
“Resta con Talia…” disse “… non lasciarla sola…”
“Veramente è lei che mi ha lasciato da solo…” rispose con un sorriso malinconico il cavaliere “…eh, già… andiamo a berci un goccio?”
“Devo andare, Guis.”
“Andare dove?”
“Mi aspettano e si è fatto tardi… una vecchia amica…”
“Noi siamo inseparabili!” Esclamò Guisgard. “Vengo con te… andiamo!”
“No, devo andare da solo…” rispose con un sorriso il nano “… va da Talia…”
In quel momento si udì una voce che chiamava il cavaliere.
Era Talia che lo chiamava dal fondo della stradina.
Guisgard corse verso di lei e la trovò accasciata a terra, sanguinante ad un fianco…

“Talia! No!” Gridò nel sonno Guisgard.
Gila lo fissava preoccupato, quando ad un tratto sentì dei passi che si avvicinavano.
“Eccoli…” pensò il nano “… stanno arrivando… e non devono trovare Guisgard e Talia…”

Lady Gaynor
02-01-2011, 00.25.48
"Milady... ragionate... nessuno vuol far del male a questo angelo del Signore... ma rimandondola indietro attraverso il bosco, anche se accompagnata da uno di noi, correrebbe comunque molti più rischi che restando qui... il nostro numero è anche la solo nostra unica forza... meglio restare uniti..."
Alle parole del Cappellano, Gaynor si rese conto che con tutta probabilità egli aveva ragione... il bosco pullulava di nemici, se ne avessero incontrato anche un solo piccolo drappello sarebbero state perdute entrambe. Sentì poi il Cavaliere Nero (così aveva soprannomimanto fra se l'arrogante individuo che affermava di essere il capo) rivolgersi a lei con queste parole: "Lord Frigoros è il signore di queste terre ed anche voi, fino a quando le calcherete, sarete sua suddita!" e subito dopo udì anche Iodix esclamare: "Guardate! Nel libro cosa c'è... è un disegno! Sembra una mappa! E' della sorte un pegno!"
Sempre stringendo a sè Lyan, Gaynor si rivolse dapprima al Cappellano: "Vogliate perdonare la mia irruenza, a volte l'impulsività mi porta a non ragionare. Credo abbiate ragione, sarebbe imprudente uscire da qui senza scorta... vediamo cosa ha trovato Iodix, poi decideremo come muoverci. In quanto a voi" disse poi indirizzando le sue parole al Cavaliere Nero "il discorso è diverso, non è certo l'impulsività a farmi affermare che io non ho padroni e non sono la suddita di nessuno. Vi pregherei dunque di non dimenticarlo quando vi rivolgerete a me la prossima volta, e mi auguro di non doverlo ripetere più in futuro."

cavaliere25
02-01-2011, 16.48.07
Guardai quella ragazzina e presi la parola e dissi non avere paura non vogliamo farti del male abbiamo sentito canticchiare e ci siamo incuiositi io sono cavaliere25 e ti come ti chiami dissi gentilmente guardando la ragazzina

Talia
03-01-2011, 02.34.36
Era sempre più difficile riuscire ad interagire con Guisgard all’interno dei suoi sogni... la mia ferita bruciava sempre più ed il dolore spesso mi annebbiava la mente e mi rendeva difficile la concentrazione, lui al contrario sembrava diventare di momento in momento più forte e con sempre maggiore facilità mi trasportava da un sogno all’altro...
Inevitabilmente mi chiesi dove fosse Guxio e se anche lui trovasse qualche difficoltà nell’agire nella mente del cavaliere.
Tuttavia, in quel momento, battei le palpebre e mi sforzai di restare in quel sogno...
Lui era sempre di fronte a me, lo vidi inginocchiarsi e osservare con orrore la mia ferita... i suoi occhi mi sembravano spaventati, sconvolti perfino... e mi resi conto che, probabilmente, era soltanto colpa mia: in fondo avevo tirato molto la corda e forse avevo preteso fin troppo da lui, che non poteva esser preparato a simili interferenze nei suoi pensieri... Quel cavaliere che aveva dimostrato un grande coraggio, era vero, ma discernere nella propria mente tra un sogno vero ed uno manovrato da Guxio era ben altra cosa... chiunque avrebbe potuto venirne confuso: non era colpa sua. E poi io, che avrei dovuto esser la sua guida, forse non ero stata affatto all’altezza.
Sorrisi debolmente al cavaliere, tuttavia, e presi la sua mano nelle mie...
“Non temere...” mormorai “Non è niente! Va tutto bene... e andrà tutto bene, in qualche modo. Guxio non vincerà su di te, io non glielo permetterò!”
Lentamente mi sollevai e posai un bacio sulla sua mano, ancora stretta tra le mie...
“Andrà tutto bene!” ripetei, con voce carica di fiducia.

Morrigan
03-01-2011, 23.27.09
Morven ascoltò in silenzio e con profonda attenzione le parole che Gaynor aveva rivolto a lui e subito dopo al Cappellano.
Quando infine la sentì rispondere con decisione e fierezza alla rude inposizione di Bumin... Brava ragazza! pensò... dategli ciò che si merità!
E guardò la nobile dama con uno sguardo pieno di simpatia e di rispetto al contempo.
Tuttavia, nonostante le parole della fanciulla l'avessero profondamente colpito, Morven, insieme a Gaynor, fissava anche la ragazzina che la dama stringeva ancora tra le braccia, e non riusciva ad allontanare da sè quel sentimento di angoscia e di ansietà che lo attanagliava.
Samsagra continuava a pulsare e a lanciare intermittenti bagliori di smeraldo che solo lui poteva scorgere. Il pensiero di non poter condividere quel segno con nessun altro da una parte lo consolava, ma dall'altra lo abbatteva, chè sapeva che qualsiasi rivelazione Samsagra gli avesse fatto, non c'era modo di mostrarne i segni ai suoi compagni e di essere creduto.
Quando udì l'asclamazione di Iodix e subito dopo l'invito di Gaynor che concentrò l'attenzione di tutti verso il giullare, Morven pensò che quell'istante avrebbe potuto essere quello propizio... propizio per mettere in atto l'idea rischiosa e avventata che gli era balzata in capo... rischiosa e avventata di certo, ma l'unica che avrebbe potuto dargli qualche risposta!

Si avvicinò a Gaynor con discrezione e osò avvicinare le labbra al suo orecchio:

"Milady, purtroppo non posseggo alcuna chiaroveggenza che possa consolare il vostro cuore... ma le vostre buone parole per me mi spingono a chiedervi anche la vostra fiducia! Lasciatemi, vi prego, fare una prova, e non indietreggiate e non stupitevi, per quanto bizzarre vi potranno apparire le mie azioni!"

Così dicendo, si scostò appena da lei, guardò il visino spaventato della bambina per un istante, quindi estrasse Samsagra dal fodero.
Sollevò la lama e la tenne dritta davanti agli occhi della piccola.

"Non temere, piccina..." mormorò con voce tranquilla "Tocca questa lama... stai tranquilla, non ti accadrà nulla... metti le tue dita qui..."

E così dicendo, avvicinò la lama di Samsagra alla mano della bambina.

Lady Gaynor
03-01-2011, 23.45.04
Gaynor vide il bel cavaliere avvicinarlesi e lo sentì sussurrarle delle parole all'orecchio. Dopo averlo ascoltato, la dama decise di accordargli fiducia poichè aveva da subito avvertito la bontà d'animo del giovane, per cui non gli si oppose quando fece la bizzarra richiesta di far toccare la sua spada a Lyan.

Guisgard
05-01-2011, 04.06.29
La sala era illuminata appena a sufficienza e l'umidità aveva consumato le sue pareti.
Ma oltre a ciò, vi era altro che rendeva l'atmosfera insopportabile e sgradevole.
Era quel senso di oppressione ed inquietudine che sembrava trasmettere quel luogo.
Inoltre, la faccenda della piccola Lyan aveva fatto nascere malumori e sospetti fra loro.
"Ascoltami, donna..." prese a dire Bumin a Gaynor "... questa non è la corte, nè qualche altro posto frequentato da effeminati cavalieri o rammoliti vari... ed io non sono mai stato portato per quegli atteggiamenti sdolcinati che si scambiano i vari parassiti che si vedono presso i vari potenti! A me delle regole cortesi e cavalleresche interessa ben poco! Io non ho altri valori o altra causa che non sia me stesso! Dunque, diciamocelo ora per non ripeterlo più in futuro..." aggiunse dopo un istante "... qui sono io il capo! La legge del più forte mi concede tale titolo! E chi intende negarlo, che sia uomo o donna, dovrà assaggiare la mia spada!"
"Messere..." intervenne il Cappellano "... vi prego... la situazione è delicata e cerchiamo di restare lucidi! E poi, la nostra dama" indicando Gaynor "come tutte le donne è sensibile alle lacrime di una bambina indifesa... e sono certo che voi non volevate mancarle di rispetto, anche perchè..."
"Taci, chierico!" Lo interruppe Bumin. "Conserva i tuoi sermoni per i bigotti e i fanatici che vengono ad onorarti nella tua chiesa! Io non perdo mai la testa, neanche quando la morte affila la sua lama sull'acciaio della mia spada! Ciò che ho detto è vero! Vero come il disprezzo che nutro per tutte le ipocrisie che rendono falso e vile questo mondo! Ed ora cerchiamo di capire dove siamo finiti e cosa dobbiamo fare!"
Nel frattempo, a pochi passi di distanza, Morven pose la spada verso la piccola Lyan.
Samsagra fino a quel momento aveva brillato in maniera costante ed ossessiva, ma appena la piccola toccò la sua lama quel verde riflesso di giada si spense all'improvviso.
Morven in quel momento sentì un gran freddo nel suo cuore, senza capirne il motivo.

Guisgard
05-01-2011, 04.29.26
Nello stesso momento, in un'altra zona del bosco, Belven, Cavaliere25, Godblum ed il loro uomini erano giunti presso un misterioso pozzo.
Pochi istanti dopo era comparsa una fanciulla.
La ragazzina fissò per alcuni istanti quegli uomini, come impaurita dalla loro presenza, poi, tranquillizzata forse dalle parole di Cavaliere25, sembrò rasserenarsi.
"Io..." mormorò "... io sono Anmery... vengo qui ogni giorno per raccogliere erbe aromatiche da portare ai miei genitori..."
"Che posto è questo, Anmery?" Chiese Belven alla fanciulla.
"E' la radura detta del Pozzo, cavaliere."
"Capisco..." disse Belven "... e immagino che l'acqua del pozzo serva a lavare le erbe che raccogli, vero?"
"No, mio signore!" Esclamò la fanciulla. "Non mi è permesso raccogliere acqua da quel pozzo! A nessuno in verità è consentito ciò!"
"E perchè mai?" Chiese stupito Belven.
"Perchè..." esitò la fanciulla "... perchè quel pozzo è... è maledetto!"

Guisgard
05-01-2011, 06.22.49
Il mercato, con i suoi schiamazzi e le sue grida invadeva le stradine del vecchio borgo.
Il martedì mattina non era tale se il colorito e folcloristico trambusto di quel mondo non si diffondeva in ogni dove del centro abitato.
“Frutti così dolci” disse la vecchia mentre metteva nel sacchetto quella frutta matura“non si trovano facilmente, ecco perché costano tanto.”
“Non importa, buona donna…” rispose Guisgard “… era quello che cercavo! Ecco a te le monete che mi hai chiesto!”
“Ci tenevate proprio tanto ad avere questa frutta, vero?” Chiese divertita la vecchia.
“Si, assolutamente!” Esclamò raggiante il cavaliere.
La vecchia sorrise intuendo il motivo di quella spesa dalla luminosità dello sguardo del cavaliere.
Questi allora, presa la frutta, corse fuori dal borgo, verso il castello ducale, che come un gigante vegliava sul borgo e sulla campagna che lo circondava.
Il fiero cavallo divorò la distanza che separava il centro abitato dal maniero del duca e Guisgard fu annunciato proprio dal nitrito del suo fedele destriero.
“Bentornato, padrone!” Lo salutò un servitore.
“Si è svegliata?” Chiese Guisgard. “Come sta?”
“Credo si sia svegliata!” Rispose il servo. “Oggi c’è il Sole… ed è buon segno!”
Guisgard fece le ampie scale di corsa, saltando a due a due i vecchi gradini, fino a giungere davanti alla stanza in cui era accudita lei.
“Si è svegliata?” Domandò il cavaliere.
“Si, milord…” rispose la suora proprio mentre usciva dalla stanza.
“Come sta?” Chiese Guisgard. “Dite… ha chiesto di me?”
La suora sorrise.
“Sta meglio…” rispose “... controllate voi stesso…”
Guisgard allora entrò nella stanza e trovò Talia sveglia.
Guardava fuori verso la verde campagna, mentre un a lieve brezza da una delle finestre accarezzava i suoi lunghi capelli.
La luce di quel soleggiato giorno sembrava adagiarsi come un velo sulla sua bianca pelle, donandole un tenero spruzzo rosato segno indiscutibile di una salute ritrovata.
Il volto era sereno e lo sguardo rilassato.
Guisgard restò fermo a fissarla, senza dire nulla.
“Buongiorno, cavaliere…” disse lei voltandosi all’improvviso.
“Come stai?” Chiese lui.
“Meglio, il fianco non mi fa quasi più male…” sorridendo lei “… ma cosa hai lì?”
“E’ frutta fresca…” rispose lui stringendo fra le mani quel sacchetto che sembrava possedere, per quel cavaliere, un valore inestimabile.
“Te ne sei ricordato!” Esclamò lei, felice come una ragazzina.
“Io ricordo tutto…”
“Come è bella la campagna...” sospirò lei “… resterei a fissarla per giorni…”
“D’Inverno è ancora più bella... soprattutto quando si ha la fortuna di giornate come questa… quando il vento soffia e spazza via l’umidità dall’aria…”
“Ieri sera mi sono addormentata guardando il crepuscolo che l’avvolgeva... e ho visto le lucciole…”
“Si…” fece Guisgard avvicinandosi alla finestra “… ricordo una volta ti parlai delle lucciole…”
“Quando?” Chiese lei.
“Tempo fa…” rispose lui fidando fuori dalla finestra “… ma forse ora tu non ricorderai… o, chissà, forse era un’altra storia... o un altro sogno…”
Lei sorrise.
“E cosa mi raccontasti riguardo alle lucciole?”
“Nulla di che…” rispose lui con un sorriso malinconico “… ora mangia, così potrai riposarti ancora un po’…”

“Le lucciole!” Gridava il bardo nel cortile salutando il crepuscolo. “Le lucciole conoscono l’arte di Amore, mio signore!”
Guisgard, insieme agli altri cavalieri, lo ascoltava sorseggiando dal suo calice.
“Le lucciole, amici miei…” continuava il bardo “… sapete come fa la femmina ad attirare il maschio? Semplice… comincia ad illuminarsi e poi a spegnersi! E’ questo il suo richiamo d’amore! Ah, se imparasse l’uomo dalla natura! Ah, Amore, mio signore!”
Ad un tratto Guisgard si sentì chiamare.
Era Talia, affacciata dalla sua finestra.
Gli sorrideva e giocava con la luce di una candela.
“E’ notte” mormorò l’ombra nell’orecchio di Guisgard “ecco perché ha quella candela… non per altro, amico mio…”
Ma all’improvviso si udirono delle grida.
“Aiuto!” Gridava Talia! Aiutami, Guisgard!”
“Qualcuno è entrato nella stanza di Talia!” Gridò un servitore. “Allarme! Tradimento!”
Guisgard corse rapido fino alla stanza della giovane, ma la trovò vuota.
E dalla finestra vide che la portavano via.
Solo l’intervento dei suoi cavalieri evitò che saltasse giù da quella finestra.
“Lasciatemi, cani!” Gridava contro i suoi stessi compagni.
“Calmati, Guisgard!” Gli dicevano questi tenendolo quasi a fatica. “Calmati, o cadrai dalla torre!”
“Lasciatemi o sarà tardi!” Si dimenava il cavaliere. “Lasciatemi o vi infilzerò! Talia!”

“Talia!” Urlò con rabbia e dolore Guisgard.
Ma Gila fissava ormai il fondo di quel passaggio.
“Arrivano…” pensò.
Ad un tratto un nutrito gruppo di Atari apparve, lanciandosi sui tre.
Uno di loro tentò di infilzare Guisgard con la sua lancia, ma il nano difese il suo compagno con ardore.
Ma erano in troppi ed uno di loro lo trafisse alle spalle, facendolo accasciare proprio sul suo compagno.
“Maledetto nano traditore!” Inveì uno di quelli, dando a Gila altre due coltellate. “Che l’Inferno ti inghiotta!”
“Prendiamo la donna” disse un altro di loro “e portiamola al maestro come ci ha ordinato!”
“E questo?” Chiese uno indicando il cavaliere ferito.
“Ormai è spacciato! Probabilmente non si sveglierà nemmeno più dal suo sonno di morte!”
E sparirono nel buio di quel passaggio, portando Talia con loro.

cavaliere25
05-01-2011, 12.02.13
Ascoltai la discussione tra la fanciulla e Belven e dissi come sarebbe a dire che è maledetto domandai guardando la fanciulla poi continuai non devi aver paura di noi Anmery siamo delle persone buone noi non malvage raccontaci la storia di questo pozzo aggiunsi e aspettai

Lady Gaynor
06-01-2011, 02.39.23
Gaynor ascoltò indignata le parole del Cavaliere Nero e fece per ribattere aspramente, quando vide il bel cavaliere irrigidirsi al contatto della mano di Lyan sulla sua spada. Si limitò dunque a fulminarlo con lo sguardo, uno sguardo che la diceva lunga sulla sua intenzione di obbedirgli, spostando poi la sua attenzione sulla bambina e sul giovane, al quale i suoi occhi rivolsero una muta domanda: "Cosa succede?"

Morrigan
06-01-2011, 03.35.32
Appena la bambina abbe toccato la lama di Samsagra, fu come se ogni luce attorno a lui si fosse spenta.
Il bagliore di smeraldo della lama si annullò in uno spasimo, e la spada, dopo un ultimo gemito che fu quasi un singulto, tacque.
Quel silenzio, dopo che Samsagra aveva riempito i suoi occhi e il suo orecchio ininterrottamente dal momento in cui gli aveva indicato la grata, colpirono profondamente Morven.
In quel momento il giovane sentì un gran freddo scendergli nel cuore, come se il sangue nelle sue vene si fosse fermato. Un freddo inaspettato e incomprensibile, che lo immobilizzò sorpreso in quel gesto. Un freddo così intenso da farlo quasi sentir male.
La ragione gli si spense per un istante. Vide Gaynor fissarlo con occhi allarmati, ma non riuscì a risponderle... Samsagra... allora, questa bambina... oh, mio Dio!

Senza por tempo in mezzo, allora, strappò la piccola dalle braccia di Gaynor.

"Milady," gridò con urgenza "lasciatela, lasciatela!"

E tenendo Lyan stretta tra le braccia ma ben discosta dal suo petto, la rivolse verso il Cappellano.

"Salvatela voi, padre... o sarò costretto ad ucciderla!"

Guisgard
06-01-2011, 04.05.31
Tutti fissarono Morven, restando sorpresi dal suo improvviso gesto.
La piccola Lyan cominciò allora a piangere, mentre con le manine, finchè le fu possibile, teneva strette alcune ciocche dei capelli di Gaynor.
Poi, in balia dell'ardore di Morven, la bambina fu spinta dal cavaliere verso il Cappellano.
"Come agite, cavaliere?" Chiese incredulo e stupito il chierico.
"Il nostro cavaliere" intervenne sarcastico Bumin "sembra convinto che la Chiesa e i suoi ministri siano in grado di risolvere tutti i mali di questo mondo!"
"Già!" Esclamò Dukey abbandonandosi ad una sonora risata. "E se così fosse, allora il nostro buon Cappellano sarebbe la nostra ancora di salvezza per uscire da questo posto!"
"Ora però" facendosi serio Bumin "basta con le chicchiere inutili! Risolvete tra voi la faccenda di questa bambina e cerchiamo di capire cosa fare! Non intendo certo perdere il senno per lei!"
"Milord, cosa facciamo di questa mappa?
Che sia del nostro cammino una vitale tappa?"
Chiese Iodix al cavaliere di Cartignone.
Bumin allora prese quella mappa e cominciò a studiarla con attenzione.

Morrigan
06-01-2011, 04.27.03
Morven si rendeva perfettamente conto della bizzarra posizione in cui si era venuto a trovare. Di sicuro agli occhi degli altri le sue azioni e le sue parole dovevano sembrare quelle di un pazzo... come avrebbe potuto spiegare ad anima viva che la sua spada gli parlava?!?!

Tuttavia il senso di pericolo crescente che avvertiva lo spinse ad ignorare l'acredine di Bumin e le vuote risate di quel Dukey, e a proseguire nelle sue richieste, per quanto assurde potessero apparire ai suoi compagni.

"Io sento che un grande pericolo potrebbe giungerci da questa creatura... e le stesse Scritture ci insegnano che il male sceglie spesso le forme più innoque o allettanti per celarsi ai nostri occhi! Ma nulla è celato agli occhi di Dio... quindi, Cappellano, non vi resta che imporre le mani e il Crocifisso su di lei, e con le vostre preghiere scacceremo finalmente ogni sensibile dubbio!"

Finito che ebbe di dire questo, si volse a guardare Iodix, indirizzandogli un breve cenno di assenso con il capo.

"Fatto questo, sarà con animo più sollevato e sereno che potremo dedicarci all'importante ritrovamento fatto dal nostro scaltro giullare, con buona pace del nostro caro Signor Capitano e del suo fedele Ser Tirapiedi!"

Guisgard
06-01-2011, 04.35.58
Nel frattempo, Belven, Cavaliere25 e Goldblum interrogavano la giovane Anmery riguardo al misterioso pozzo.
"Quel pozzo..." disse intimorita la giovane fanciulla "... secondo i vecchi saggi è stato scavato in tempi antichissimi e può condurre in qualsiasi luogo di questo bosco..."
"Allora è una sorta di passaggio attraverso il bosco!" Intervenne Goldblum.
"Ma perchè dici che quel pozzo è maledetto?" Chiese Belven.
"Perchè nessuno può tentare di scendere sul suo fondo..." rispose Anmery.
"E perchè mai?" Domandò Belven.
"Perchè per farlo bisogna riempire un secchio d'acqua... ma ciò è impossibile..."
"Impossibile?" Ripetè Belven.
"Si, poichè un feroce e terribile cavaliere fa la guardia a quel pozzo... e chiunque si avvicini lo evocherà... ed allora lui lancerà la sua mortale sfida."
"Un cavaliere" disse Goldblum "a guardia di un arcano portale... ma forse quel pozzo" guardando Belven e Cavaliere25 "è un passaggio obbligato se vogliamo uscire da questo luogo che sembra incantato..."
Belven allora fissò i suoi due compagni, cercando forse in loro qualche risposta ai suoi dubbi ed alle sue incertezze.

Guisgard
06-01-2011, 04.47.33
"Ehi, ora mi hai stancato!" Gridò Dukey a Morven, portando la mano sulla sua spada.
"Calma." Lo fermò con un cenno Bumin.
Il cavaliere fissò allora Morven per alcuni istanti.
"Chierico..." rivolgendosi poi al Cappellano "... fate come vi ha chiesto il nostro cattolico cavaliere... benedite questa bambina con la vostra croce..."
Il Cappellano allora benedì la piccola Lyan col rosario che aveva con sè.
E quando concluse il sacro rituale lasciò libera la piccola che corse di nuovo tra le braccia di Gaynor.
"Contento?" Chiese Bumin a Morven. "Ora immagino la vostra coscienza sarà appagata, vista la fiducia cieca che nutrite verso i riti della vostra Fede..."
E detto questo riprese a studiare la mappa datagli da Iodix, mentre Dukey si abbandonava alla sua solita irritante risata.

Lady Gaynor
06-01-2011, 05.03.26
Tutto si svolse così rapidamente che Gaynor non ebbe quasi il tempo di rendersi conto di quanto stesse accadendo intorno a lei. Il giovane cavaliere le strappò letteralmente Lyan dalle braccia, chiedendo al Cappellano di benedirla per scacciare il Male da lei... Su esortazione del Cavaliere Nero, il chierico ubbidì alla richiesta, dopodichè la bambina fu libera di rifugiarsi nuovamente fra le braccia di una confusa Gaynor. Dio Mio, quali strani accadimenti incrociano la mia strada? Siamo sotto l'influsso di arti magiche, sento questa strana tensione innaturale aleggiare intorno a noi...

cavaliere25
06-01-2011, 10.56.36
c'è solo un modo per scoprirlo dobbiamo andare al pozzo dissi guardando i miei compagni li forse troveremo le risposte che cerchiamo continuai a dire mentre fissavo la giovane fanciulla

Talia
06-01-2011, 16.35.10
Fluttuavo tra i pensieri di Guisgard come in balia di una corrente, ormai... mi sentivo sempre più debole e stanca, mi sentivo spossata ed ero perfettamente cosciente di ciò a cui stavo andando incontro. Un lontano ricordo, per un istante, sorse da qualche parte nella mia testa e mi portò via da lì...

Riaprii gli occhi e la luce vagamente verdeggiante della foresta mi avvolse...
“Ebbene?” chiese allora mia madre, sorridente e splendida nel suo frusciante abito chiaro.
“Oh, mamma...” esplosi subito, osservando la donna seduta di fronte a me “Mamma, è stato... strabiliante! Ho visto luoghi lontani, e stelle, e...”
Balbettavo, incapace di spiegare la miriade di meraviglie che la mia mente aveva esplorato in quel primo, breve viaggio metafisico.
Mia madre annuì: “Hai appena scoperto ciò di cui la tua mente può esser capace... hai appena provato ciò che significa osservare la propria mente e lasciare che essa si unisca alla natura e ne tragga forza e conoscenza...”
“Com’è possibile?” le chiesi, ancora scossa dalla recente esperienza.
“Possibile? Molte cose sono possibili ad una mente bene organizzata! Però, ciò che conta veramente comprendere, è che queste capacità non ti danno alcun vantaggio sul tuo prossimo... al contrario, questa capacità rappresenta un dovere e tu non dovrai mai utilizzarla a tuo vantaggio, ma solo e soltanto per perseguire il bene più alto. Solo così ne sarai degna!”
Annuii lentamente poi, in preda a pensieri e dubbi, tentai di alzarmi... le gambe, tuttavia, non mi tennero, barcollai pericolosamente e ricaddi a terra.
“Ed ecco un’altra cosa che hai imparato...” sentenziò la donna, alzandosi a sua volta e tendendomi la mano per aiutarmi “Viaggiare con la mente consumerà gran parte della tua energia vitale... più il viaggio che compirai sarà lungo e più difficilmente potrai svegliarti! Non dimenticarlo mai!”

Abbandonai quel ricordo mentre ancora le ultime parole di mia madre mi risuonavano nelle orecchie... avrei dovuto uscire dalla mente di Guisgard, lo sapevo bene, ma non volevo... non potevo farlo finché non fossi stata certa che lui sarebbe stato salvo.
Poi tutto precipitò ad una velocità tale da sorprendermi.
Udii passi rapidi che si avvicinavano, percepii l’inquietudine di Gila -la cui silenziosa e rassicurante presenza avevo sempre sentito vicino a noi-, udii clangore di spade e grida...
Compresi che c’era poco tempo... troppo poco!
Mi aggrappai con entrambe le mani alla giubba del cavaliere, tentando di mantenere quel contatto per più tempo possibile, e su di lui concentrai tutta la mia energia rimasta... mi sentii volare in alto, sopra la comune percezione del sogno e del pensiero, mentre una candida luce mi avvolse... e lì lo vidi, il cavaliere, di fronte a me...
Non c’era tempo per le parole, non c’era più tempo per le spiegazioni, così raccolsi ogni particella dell’energia che possedevo e la lasciai fluire verso di lui, lasciai che il mio cuore gli si aprisse e che ogni mia paura e ogni speranza lo raggiungessero...
Avvertii due mani che mi afferravano e che mi strattonavano via.
“Ascolta il tuo cuore, Guisgard...” mormorai, mentre le mie mani perdevano il contatto e io lentamente mi sentivo scivolare via dalla sua mente “Segui il tuo cuore, poiché esso conosce la via!”
Un istante dopo lui scomparve e io fui nel buio.
Era un buio vischioso, un buio che mi avvolgeva e mi inghiottiva sempre più... udivo le voci degli Atari intorno a me, percepivo la loro presenza e sentivo che mi stavano malamente trasportando da qualche parte, ma ero troppo debole per uscire da quel buio. Ero mortalmente debole.
Rimasi dunque così, inerte ed immobile, respirando piano per cercare di racimolare almeno la forza per aprire gli occhi... ma, certo, non potevo evitare che mi portassero ovunque avessero voluto.

Morrigan
08-01-2011, 03.48.26
La rabbia che Morven provò in quell'istante fu così violenta da fargli avvampare il viso. Avrebbe volentieri trafitto Bumin con un sol colpo, e avrebbe ancor di più desiderato cancellare quella fastidiosa risata dall'inutile faccia di Dukey... ma proprio a quel pensiero, quando il sangue gli ribolliva più forte per l'irritazione di essere stato così apertamente deriso, gli occhi gli caddero sull'elsa della spada che stringeva nervosamente tra le dita... e mi tradisci così, amica mia, compagna, mia Samsagra? Cosa non mi ha detto, o cosa io non riesco a vedere con i miei poveri occhi mortali?

Provò un profondo rammarico, una strana punta di dolore... gli venne da pensare a Zulora... forse dovrei smettere di inseguire le visioni... forse dovrei smettere di credere ciecamente nei sogni... Zulora lo diceva... nella vita non si può dare corpo ai sogni... e lei ha dovuto dare se stessa perchè io mi sono interstardito a non voler vedere questa verità!

Guardò ancora Samsagra con profonda tristezza... Chi mai mi ha autorizzato a credermi forte e degno? E perchè mai un'arma eccezionale avrebbe dovuto scegliere me come padrone?
Scosse il capo... no, non esiste motivo alcuno per credere ancora nelle visioni... ombre, ombre... solamente ombre... non c'è alcun segno, nè alcuna luce sublime nella mia vita... oscurità e morte, e forse io sto persino correndo loro incontro!

Guardò allora i suoi compagni che si accingevano a studiare la carta ritrovata da Iodix. Finse un sorriso sarcastico e rispose con voce sicura all'indirizzo di Bumin:

"Sì, la mia coscienza è appagata, signore... perchè nel momento e nel luogo in cui ci troviamo, con rispetto parlando, solo in Lui posso confidare con assoluta certezza! E adesso, come ho già detto, possiamo dedicarci in tutta tranquillità a queste carte!"

Ma mentre si avvicinava a Iodix, sfiorò con la mano il braccio di Gaynor e fissò la fanciulla negli occhi. Sapeva che probabilmente il cuore di lei doveva essere confuso, e sapeva anche che le sue parole e i suoi gesti irruenti erano in buona parte la causa di tale confusione. Probabilmente quella dama doveva essersi fatta una bizzarra opinione su di lui, e in fondo ne aveva ben donde. Ma erano in un luogo talmente strano e fuori dal reale, e vivevano un'avventura così fuori di sesto, che di certo nulla poteva più stupire. Per questo, nonostante ogni apparenza giocasse contro di lui, decise di affidarsi a quella dama e a cercare in lei un'alleata. Osò quindi sfiorarle in braccio, e mentre le sfilava accanto, con discrezione, le sussurrò in fretta all'orecchio:

"Non lasciate il mio fianco, milady... non lasciatelo mai!"

Guisgard
08-01-2011, 04.20.04
L'atmosfera in quel luogo era intrisa di inquietudine.
La benedizione del Cappellano sulla bambina era parsa a tutti come un qualcosa di etereo, di vuoto e di effimero.
Tutto in quel luogo sembrava perdere significato, valore e forza.
Bumin scrutava con attenzione quella mappa, distogliendo solo a tratti lo sguardo dalla sua ingiallita carta.
"Questo luogo" prese a dire "apparentemente sembra un labirinto, ma in realtà ha forma circolare, intervallato da piccoli passaggi secondari e cunicoli..."
"Dunque quale strada consigliate di seguire, milord?" Chiese il Cappellano.
"Seguiremo la strada che continua dall'entrata..." spiegò Bumin "... quella che va oltre questa stanza..."
Il gruppo allora, seguendo Bumin, continuò a penetrare in quegli oscuri meandri.
Ma proprio quando cominciarono a muoversi, Morven sentì forte una fitta al fianco sinistro.
Era la sua spada che ricominciò a pulsare e ad illuminarsi con ancora più veemenza di prima.

Guisgard
08-01-2011, 04.48.48
Intanto, in un luogo lontano di quello stesso bosco, Belven, Cavaliere25 e Goldblum avevano ascoltato le parole di Anmery riguardo alla maledizione del pozzo.
"Non sappiamo però chi sia quel misterioso cavaliere..." disse Belven guardando Cavaliere25 "... e sfidarlo potrebbe essere un azzardo..."
"Però" intervenne Goldblum "per uscire da questo luogo sembra non ci sia altra scelta che sfidarlo..."
Belven fissò entrambi i suoi compagni e dopo un momento di riflessione si incamminò verso il pozzo.
Prese un secchio e lo calò fino a sentire il rumore dell'acqua.
Lo issò e lo appoggiò sul bordo del pozzo.
In quel momento un leggero soffio di vento si alzò sulla radura, facendo calare un irreale silenzio tutt'intorno.
Un silenzio rotto, all'improvviso, da un poderoso nitrito che fece sorgere una profonda inquietudine nei tre eroi.

Guisgard
08-01-2011, 05.32.16
Sei uomini, magri ma muscolosi, con il corpo completamente ricoperto da tatuaggi, portavano Talia verso uno stretto cunicolo.
Da qui giunsero in una sorta di piccola anticamera, illuminata solo da poche candele.
La ragazza era debole e la ferita era ancora sanguinante e questo le fece perdere presto conoscenza.
Si risvegliò in una strana sala.
Grossi ceri ardevano liberando nell’aria strani profumi di essenze sconosciute e la loro luce, proiettandosi sulle pareti, faceva quasi danzare le misteriose immagini dipinte sulla nuda roccia.
In lontananza si udivano strane litanie e lamenti simili a canti di una qualche sacralità.
Talia, nel riprendere conoscenza, si accorse di non avere più i suoi vecchi abiti, ma di indossare un lungo velo bianco e vermiglio, stretto in vita da una larga fascia nera.
Ad un tratto una porta laterale si aprì ed una figura entrò nella stanza.
“Milady…” disse Guxio con un enigmatico ghigno sul volto “… finalmente siete sveglia…”
Riempì allora due calici, porgendone poi uno a Talia.
“Brindiamo, milady…” aggiunse “… brindiamo ad una nuova epoca per Cartignone! Un’epoca di splendore e grandezza!”
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cavaliere25
08-01-2011, 12.52.13
Senti il nitrio di un cavallo rimasi fermo e immobile intanto presi il mio arco e la mia faretra e mi preparai in caso di pericolo immediato mentre aspettai che accadesse qualcosa

Talia
08-01-2011, 16.25.15
Aprii gli occhi lentamente, girandoli intorno con circospezione... e tuttavia niente di ciò che vidi, o di ciò che udii, mi rassicurò.
La sala in cui mi trovavo era illuminata da enormi ceri che diffondevano sulle pareti una debole luce danzante e rossastra che pareva animare le curiose figurazioni di cui esse erano coperte, donando loro -se possibile- un aspetto ancora più inquietante. L’aria era pesante e leggermente brumosa, quasi fosse densa dell’odoroso fumo emanato da quei ceri, ma forse erano le litanie che si sentivano attraverso le pareti -quasi provenissero proprio dal loro interno- a rendere l’atmosfera carica di una tensione sottesa. I miei abiti, inoltre, erano spariti e il mio corpo adesso era coperto da una veste sottile e frusciante di un bianco candido, appena bordata di vermiglio: era una veste molto ricca, di una liscia stoffa pregiata... feci scivolare leggermente le dita su di essa e non potei che rabbrividire.
Ad un tratto, un rumore mi fece voltare...

Ad un tratto una porta laterale si aprì ed una figura entrò nella stanza.
“Milady…” disse Guxio con un enigmatico ghigno sul volto “… finalmente siete sveglia…”
Riempì allora due calici, porgendone poi uno a Talia.
“Brindiamo, milady…” aggiunse “… brindiamo ad una nuova epoca per Cartignone! Un’epoca di splendore e grandezza!”

Rimasi per un lungo istante immobile con la schiena diritta e lo sguardo fisso sul volto dell’uomo, osservandolo in silenzio... mi chiesi il significato di quell’atteggiamento, mi chiesi dove volesse arrivare e che cosa mi stesse attendendo...
Infine sorrisi, allungai lentamente un braccio e presi il calice che mi porgeva. Per un istante rimasi ferma con il bicchiere tra le mani, osservando quel liquido che ondeggiava appena in minuscole onde concentriche... poi, sempre ostentando estrema calma, inclinai il bicchiere e ne versai a terra l’intero contenuto fino all’ultima goccia, lasciando infine cadere il bicchiere stesso che andò a schiantarsi a terra con un gran fracasso.
“Brinderò alla grandezza di Cartignone...” dissi, quando quel rumore si spense, tornando a posare lo sguardo su Guxio “quando tu sarai finalmente preso, imprigionato e condannato!”
La mia voce risuonò cristallina nell’aria... i miei occhi rimasero impassibili sul suo volto, ma il sorriso sprezzante che mi increspava le labbra si allargò impercettibilmente.

Guisgard
10-01-2011, 03.30.48
La strada, deserta, avvolta nel buio della notte...
I cavalieri in parata, con gli stendardi alti...
Le lunghe file di fiaccole che giungevano fino al ponte d'ingresso del maniero...
"Su le lance!" Gridava il comandante della compagnia ai cavalieri.
Poi quella lieve e fresca brezza sul lago, come se soffiasse da lontano, lenta e malinconica...
E poi le stradine del vecchio borgo, il ricordo dei giochi d'infanzia, la nostalgia della terra natia...
"Sua grazia il vescovo!" Gridò una donna. "Si affaccia dalla torre per benedirci!"
"Cosa devo fare, maestro?" Chiese Guisgard.
Ma il vecchio cavaliere lo fissava senza rispondere nulla.
Poi tutti i cadetti corsero verso il cortile.
"Ehi, Guis..." lo chiamò Manues "... vieni, manchi solo tu!"
"No, non venire, Guis!" Gridarono gli altri. "Guxio ti sta cercando!"
Poi di nuovo quella strada buia e solitaria...
D'improvviso quei passi.
Erano loro, lo stavano inseguendo.
E sulla strada apparve quella figura.
Guisgard si avvicinò e riconobbe i tratti di una donna.
"Guisgard..." sussurrò Carry come a volerlo destare.
"Guisgard..."
"Guisgard..."

In quel momento Guisgard si destò finalmente dal suo sonno.
Era intontito ed il braccio ferito gli bruciava lievemente.
Tentò di alzarsi, ma sentiva qualcosa di pesante sul suo petto.
Era Gila, accasciato su di lui.
"Gila!" Gridò Guisgard. "Gila, cosa accade?"
Al richiamo del suo compagno, il nano aprì agli occhi.
Erano rossi, intrisi di sangue.
"Guis..." tentò di dire.
"Ma tu sei ferito!" Gridò il cavaliere. "Chi è stato?"
"Talia... hanno preso... Talia..."
"E perchè non mi hanno ucciso?" Domandò Guisgard.
"Ti... credevano... spacciato..." mormorò a fatica il nano "... e ti hanno ignorato..."
"Dove l'hanno portata?"
"Non lo so... ma è... in pericolo..."
"Andiamo..." disse Guisgard "... ti curerò e poi..."
"No..." lo interruppe il nano "... è tardi... per me..."
"Non essere sciocco!"
"Guis..."
"Gila, io non ti lascio qui da solo!"
"Guis..." sforzandosi il nano "... dimmi... sono riuscito a redimermi dalle mie colpe...?"
"Si... amico mio..."
"Sono un degno... Morgante?"
"Si... il migliore..." rispose sorridente il cavaliere.
Gila accennò un sorriso e poi spirò, tra le grida di rabbia e di dolore di Guisgard.

Guisgard
10-01-2011, 03.44.10
Nello stesso momento, ma in un altro luogo, lontano e dimenticato dai più, Belven, Cavaliere25 e Goldblum erano davanti al misterioso pozzo, quando udirono un poderoso nitrito.
"Eccolo..." mormorò Anmery, fissando una sagoma che si avvicinava.
Un attimo dopo giunse un misterioso cavaliere.
Cavalcava un cavallo nero come la notte, ricoperto da piastre metalliche e una tunica scura bordata d'oro.
La sua corazza invece aveva lucenti cromature vermiglie ed una lunga tunica dello stesso colore di quella del suo destriero ricopriva buona parte del suo corpo.
"Chi ha usato l'acqua del mio pozzo?" Chiese con tono solenne.

Guisgard
10-01-2011, 04.33.31
Intanto, nella grande sala sacra agli Atari, Talia si trovava davanti al loro malvagio signore.
"Non dovreste sprecare il contenuto di quel calice..." disse Guxio "... quell'elisir è capace di portare pace a Cartignone..."
La fissò con uno sguardo profondo ed intenso, come se cercasse di leggere fin nei meandri del cuore di lei.
"Pensate..." continuò "... niente più martiri... ne altri morti... magari cominciando proprio da questo luogo..."
In quel momento su uno specchio posto davanti a Talia presero forma alcune immagini confuse.
Sembravano diverse persone.
Talia allora, fissandole meglio, riconobbe alcuni volti a lei noti: Bumin, Dukey, Morven e il Cappellano.
"Quegli stolti credono di poter giungere in questo luogo liberi come il vento..." aggiunse Guxio "... ma nulla può accadere qui senza che io lo sappia!"
Si avvicinò allora a Talia, dopo aver raccolto il calice che lei aveva buttato a terra.
"Un altro gesto simile, milady..." disse con tono fermo "... e comincerò a far uccidere i vostri amici uno alla volta... ed ora brindiamo?" Chiese porgendole nuovamente quella coppa dopo averla riempita.

Guisgard
10-01-2011, 06.17.57
Nel frattempo, il gruppo formato da Bumin, Dukey, Morven, Gaynor, il Cappellano e Iodix, si inoltrava nell'oscura tana degli Atari.
Un odore di morte sembrava diffuso ovunque ed un senso di angoscia opprimeva chiunque attraversasse quei cunicoli scavati dalla notte dei tempi.
"La mappa sembra indicare il passaggio che corre alla nostra sinistra..." disse Bumin.
"Milord..." intervenne Dukey "... la luce sembra diminuire ad ogni passo..."
"Si, le torce appese alle pareti da questo punto in poi sono spente..." rispose Bumin "... conviene prenderne qualcuna e portarcela dietro..."
Così, il gruppo prese una torcia per ciascun membro e continuò quel viaggio in quell'Inferno.
E mentre camminavano, Morven si accorse che la piccola Lyan non gli toglieva gli occhi di dosso.
Lo fissava con uno sguardo strano, enigmatico, che il cavaliere non sapeva decifrare.
Ad un tratto Bumin, che guidava il gruppo, si arrestò di colpo.
"Cosa accade?" Chiese il Cappellano.
"Viene qualcuno verso di noi..." rispose Bumin, lasciando scivolare la mano sull'elsa della sua spada.
E Dukey fece lo stesso.
Improvvisamente tutti loro videro comparire una figura nel buio che li precedeva.
Era qualcuno che si avvicinava portando qualcosa sulle spalle.
"Chi è la?" Gridò Bumin estraendo la sua spada. "Fermati dove sei!"
Ma nonostante quell'ordine che sapeva palesemente di minaccia, la figura non si fermò e continuò ad avvicinarsi al gruppo.

cavaliere25
10-01-2011, 10.44.35
Guardai quel cavaliere e rimasi immobile e dissi sono stato io a prendere l'acqua al pozzo voi chi siete domandai con voce ferma.

Talia
10-01-2011, 16.14.44
Era uno specchio dall’aspetto antico quanto prezioso e torreggiava nella sala, a pochi passi da me. Seguendo un leggerissimo cenno di Guxio, i miei occhi si posarono sulla sua superficie niente affatto riflettente e, dalla nebbia scura che sembrava agitarsi sotto quel vetro, vidi a poco a poco affiorare delle figure... ne riconobbi alcune ed altre no, nonostante ciò la gola mi divenne improvvisamente arida.

[Guxio] Si avvicinò allora a Talia, dopo aver raccolto il calice che lei aveva buttato a terra.

"Un altro gesto simile, milady..." disse con tono fermo "... e comincerò a far uccidere i vostri amici uno alla volta... ed ora brindiamo?" Chiese porgendole nuovamente quella coppa dopo averla riempita.

Staccai gli occhi dallo specchio e lentamente lasciai che vagassero sulla coppa che Guxio mi porgeva, per poi posarsi sul volto dell’uomo.
“Bumin è ai vostri ordini, non è vero?” chiesi dopo un istante, restando assolutamente immobile e costringendomi a non arretrare neanche di mezzo passo.
Mentalmente mi chiesi fino a che punto, invece, Dukey fosse coinvolto in quella storia... c’era differenza tra i due ai miei occhi, molta differenza... poiché per quanto non avessi mai potuto sopportarlo, Dukey era nato a Cartignone proprio come me ed eravamo stati bambini insieme, io, lui e Eileen. Ci conoscevamo da sempre e non potevo pensare che lui avesse deliberatamente spedito Eileen a quel destino...
Ma decisi di non considerare quell'aspetto, per il momento!
“Non sta forse conducendo quelle persone qui per vostro ordine, il fedele Bumin?” domandai.
I miei occhi scivolarono di nuovo per un momento sulla coppa che ancora mi stava porgendo, ma io in fretta li riportai sul volto dell’uomo...
“Perché mi avete fatta condurre qui, Guxio?” chiesi infine, mantenendo la voce estremamente calma “I vostri uomini non hanno ancora iniziato su di me il loro supplizio... devo, perciò, supporre che forse non è ciò che avete in serbo per me! Che cosa volete, dunque? ...E a che cosa dovremmo brindare, poi, affinché più nessuna vita venga sacrificata?”

Guisgard
11-01-2011, 03.52.36
Il Cavaliere Vermiglio fissò il giovane Cavaliere25 per alcuni istanti senza dire nulla.
"Allora preparati" disse "perchè ci sfideremo in singolar tenzone!"
"No, sono stato io a prendere l'acqua del pozzo!" Intervenne Belven mettendosi davanti al giovane arciere. "E quindi la contesa spetta a me soltanto!"
"Che storia è questa?" Urlò il cavaliere del pozzo. "Colui che ha preso l'acqua si faccia avanti o morirete entrambi!"
"Ma cosa stai facendo?" Chiese Belven a Cavaliere25. "Sei pazzo? Quel cavaliere ti ucciderà! Ora fatti indietro e lascia che lo affronti io!"
"Ma siete senza cavallo" intervenne Goldblum "e senza l'equipaggiamento necessario per sfidarlo!"
"Non abbiamo altra scelta..." rispose Belven "... amici miei..." guardando entrambi "... qualsiasi cosa accadrà non dimenticate i nostri compagni alla chiesa sconsacrata..."
Si rivolse allora al Cavaliere Vermiglio:
"Milord... una grazia."
"Quale?" Chiese il misterioso cavaliere.
"Qualsiasi sia l'esito della tenzone" rispose Belven "i miei compagni saranno liberi di andare."
"E sia... anche se dubito possano uscire da questo luogo senza che qualcuno mi abbia sconfitto! Ed ora in guardia, cavaliere!" Intimò a Belven.
"E' un suicidio!" Mormorò Goldblum a Cavaliere25. "Dobbiamo farlo desistere o sarà ucciso!"

Guisgard
11-01-2011, 04.15.34
Nello stesso momento, nella sala dove Talia si era svegliata, Guxio si apprestava a rivelare i suoi piani.
"Milady..." disse senza far nulla per celare quel ghigno di sadica soddsfazione che gli si era formato sul volto "... sir Bumin è il più forte cavaliere di quelli presenti a Cartignone... ed un mio devoto discepolo. E credete forse che io sia tanto ingiusto da negare ad un tale fedelissimo alfiere una meritata ricompensa?"
Sorseggiò dalla sua coppa e continuò:
"Voglio ricambiare il suo valore... dandogli il potere a Cartignone. Lord Frigoros è vecchio e stanco... e la nostra città ha bisogno di un nuovo signore... e chi più adatto del fedele sir Bumin? Egli governerà in mio nome..."
E rise forte.
"Ma per portarlo sul trono" riprese a dire "bisogna imparentarlo a Frigoros... peccato che la giovane Eileen abbia lasciato questo mondo... anche se non negò la sua innocente virtù al nostro Bumin... ma cosa avrebbe potuto fare l'indifesa fanciulla contro la brutale bramosia di sir Bumin?"
Rise di nuovo con ancora più forza, dopo aver raccontato quella terribile verità sulla sfortunata Eileen.
"Ma state tranquilla, milady..." aggiunse "... a voi non toccherà una simile sorte... il vecchio Frigoros non ha altri eredi... e voi ne siete la pupilla... destinata a regnare su Cartignone... sposerete quindi sir Bumin e governerete sotto le mie direttive questa città!"
Si avvicinò allora alla ragazza, cominciandole ad accarezzare i lunghi capelli.
"Naturalmente voi ed io avremo sempre un, come dire, rapporto speciale..." concluse fissandola con ambiguità.

Morrigan
11-01-2011, 04.48.24
L'animo di Morven era pieno di confusione.
Non faceva che interrogarsi, e al contempo si ripeteva che non aveva tempo per quelle valutazioni e quelle congetture, man mano che proseguivano in quel cammino angusto, divorato sempre più dall'ombra.
Eppure la sua mente era tormentata, e sfuggiva quasi al controllo della sua ragione...

Samsagra aveva ricominciato a pulsare e ad illuminarsi con ancora più veemenza di prima. Morven strinse i denti, impose a se stesso di non badare più a quella luce, di non ascoltare quelo canto. Pensò ad Ulisse e ripetè a se stesso che avrebbe dovuto imitare il grande eroe greco e ignorare la sua Sirena... ma proprio allora avvertì una dolorosa fittà al fianco sinistro, come se la spada lo stesse bruciando...
Ardente e febbrile, come la mano di un'amante, lo chiamava e sè e lo strappava dal suo ragionare...
... Samsagra, Samsagra... perchè mi tormenti ancora?
Un odore di morte sembrava diffuso ovunque ed un senso di angoscia li opprimeva mentre avanzavano in quei cunicoli scavati dalla notte dei tempi.
Morven pensò per un istante che non sarebbe riuscito a sopportare oltre... la testa cominciava a girargli e perle di freddo sudore gli brillavano tra i capelli scuri... il grido di Samsagra era soffocante, unito ai miasmi di quel luogo... Morven chiuse gli occhi un istante, sopraffatto, e per un istante, senza essere scorto dagli altri, arrestò il suo passo e rimase di poco discosto dal gruppo. Strinse la mano attorno all'impugnatura della spada...
... Samsagra... basta, io mi arrendo a te! Io ti appartengo, come tu appartieni a me! Non opporrò più alcuna resistenza... parlami e io ti ascolterò...

In quel momento, come se avesse recitato una formula magica, sentì una grande pace che gli scendeva nel petto, una pace innaturale e ingiustificata, e alla sua mente, senza una ragiona apparente, tornarono i versi di un'antica lettura... "I salvati da mano nemica", cominciò a recitare piano, tra sè, "li raccolse da tutti i paesi, da oriente li unì e da occidente e ancora dal nord e dal mare..."

Un attimo dopo avvertì qualcosa che lo turbò profondamente, al punto da farlo immediatamente tornare vigile e costringerlo a spalancare gli occhi.
La piccola Lyan lo fissava. Lo fissava con uno sguardo strano, enigmatico, che egli non riuscì a decifrare, ma che gli fece quasi gelare il sangue nelle vene. Le parole gli morirono sulle labbra e smise di recitare. Guardò la bambina, quasi ipnotizzato da quello sguardo che non riusciva ad evitare, e non se ne sarebbe staccato se qualcosa di nuovo ed inaspettato non avesse catturato la sua attenzione.
Qualcuno si stava avvicinando a loro, portando qualcosa sulle spalle.

"Chi è la?" Gridò Bumin estraendo la sua spada. "Fermati dove sei!"

Ma nonostante quell'ordine che sapeva palesemente di minaccia, la figura non si fermò e continuò ad avvicinarsi al gruppo.
Morven allora si portò avanti, quasi a fianco di Bumin e Duckey, e similmente ai due cavalieri si tenne pronto ad estrarre Samsagra al minimo cenno di pericolo.

Guisgard
11-01-2011, 05.12.15
Quel cunicolo, avvolto da una perenne ombra e racchiuso come una lunga prigione dalle granitiche pareti di pietra, echeggiava dei passi di quella figura che si avvicinava al gruppo.
"Fermati, cane!" Intimò Dukey a quella figura. "Fermati o assaggerai le nostre spade!"
Ma quella continuava ad avvicinarsi, incurante di qualsiasi minaccia.
Ad un tratto, quando la figura fu a pochi passi da una delle loro torce, si udì il grido di Iodix:
"Padrone! Mio signore!
Che gioia ho nel cuore!"
E gli si lanciò addosso.
Ma Guisgard non rispose nulla e raggiunse il gruppo.
"Vi riconosco..." disse Dukey "... siete il cavaliere che incontrai a Cartignone! Ma cosa portate sulle spalle?"
Si accostò allo strano peso che Guisgard portava con sè e gridò disgustato:
"Che io sia dannato! E' un nano! Ed è anche morto!"
Guisgard lo ignorò.
"Una carcassa di nano morto!" Aggiunse Dukey. "Gettatela via o attirerà i ratti!"
"Toccalo e sarà la tua carcassa ad attirare i ratti..." mormorò Guisgard senza neanche fissarlo.
Bumin restò in silenzio davanti a quella scena, mentre scrutava con attenzione lo sguardo di quel cavaliere.
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Morrigan
11-01-2011, 05.35.28
Il grido di Dukey non fece che aumentare la tensione, in quel momento già così difficile.
In circostanze simili basta che uno solo del gruppo perda la calma perchè si scateni una reazione improvvisa in tutti i presenti. Basta che uno soltanto attacchi, perchè tutto precipi in modo inarrestabile verso lo scontro.
Morven fiutò la tensione di quell'attimo, strinse ancor più Samsagra e cominciò a farla scivolare lentamente fuori dal fodero, con un lieve e sottile sibilo.
Ma proprio in quel momento, la voce di Iodix frenò il suo gesto:

"Padrone! Mio signore!
Che gioia ho nel cuore!"

Morven lasciò ricadere indietro la spada. Quasi non avrebbe creduto ai suoi occhi se non avesse visto il giullare correre incontro a quella figura. Per un istante stentò quasi a riconoscerlo... era stravolto, ferito, e il suo sguardo era carico di rabbia, odio e dolore... ma era pur sempre lui!

E' questo che volevi dirmi, Samsagra? E' lui che mi stavi indicando? E' lui che stavamo cercando?

Sfiorò la spada con una carezza gentile...

Perchè?

Un attimo dopo vide e comprese cosa fosse il peso che il cavaliere trasportava con sè, e per un istante ebbe un brivido...

Goldblum!

Ma no, non poteva essere lui, lo sapeva bene!
Eppure per un istante il suo pensiero andò all'amico morto... e lui non aveva potuto nemmeno recuperare il suo cadavere, per dargli almeno nell'ultimo atto, una sepoltura degna del guerriero che era stato!
Abbassò lo sguardo un istante, cercò di scacciare il dolore di quel pensiero, quindi si fece avanti, andò incontro al cavaliere e lo aiutò a deporre delicatamente il cadavere sul pavimento freddo di quel sotterraneo.
Quindi lo fissò negli occhi un istante, e istintivamente sul viso gli si disegnò un lieve sorriso.

"Di certo non è il momento nè il luogo per simili affermazioni, messere" disse, rivolto a Guisgard "ma credetemi, non c'è persona al mondo che desideravo incontrare più di voi, in questo frangente!"

E sebben in quel momento la testa gli si era affollata di domande sul come e sul perchè quel cavaliere si trovasse proprio in quel posto, non disse altro, ma gli strinse il braccio con slancio, davvero lieto di saperlo ancora in vita e di avere la sua spada come amica.

Guisgard
11-01-2011, 06.02.00
Guisgard, aiutato da Morven, poggiò a terra il corpo di Gila.
Poi annuì lievemente come risposta alle parole di quel cavaliere.
"Chi vi da diritto di parlarmi in quel modo?" Gridò Dukey verso Guisgard.
"Cerchiamo di restare calmi!" Esclamò il Cappellano.
"Devo quindi subire l'affronto di costui?" Chiese Dukey.
"Quando vuoi..." mormorò Guisgard senza neanche voltarsi.
"Ora basta!" Intervenne Bumin. "Riprendiamo il cammino... può essere pericoloso restare fermi per troppo tempo."
Il Cappellano si avvicinò al corpo di Gila e lo benedisse.
"Possa Colui che risvegliò Lazzaro dai morti" pronunciò "rendere a quest'anima l'Eterno e Giusto Riposo... nel Nome del Padre, del Figliolo e dello Spirito Santo... amen..."
"Chierico, guarda che quel nano forse neanche era un Cristiano!" Disse Dukey. "Stai solo sprecando le tue orazioni!"
"Nessuna anima è al di fuori di Cristo." Rispose il Cappellano.
"Ora andiamo..." disse quasi con disprezzo Bumin al gruppo "... si è perso già troppo tempo!"
"Andare dove?" Chiese all'improvviso Guisgard. "Dal tuo padrone? Sarà lui ad ucciderci o lo farai tu durante la strada?"
A quelle parole Bumin lo fissò con stupore.

cavaliere25
11-01-2011, 13.08.08
hai ragione dissi guardando Goldblum dobbiamo fare qualcosa poi guardai quel cavaliere e dissi aspettate un attimo cavaliere vi chiedo una cosa perchè dovete fare una sfida solamente perchè abbiamo preso l'acqua del pozzo? cosa c'è di sbagliato? voi sapete dirmelo domandai aspettando la sua risposta e cercando di prendere tempo mentre guardavo i miei compagni

Talia
11-01-2011, 18.50.27
Questa volta non riuscii a contenere dentro di me l’orrore e la repulsione per quell’essere... arretrai di molti passi e lo feci così in fretta che per poco non caddi.
E tuttavia il disgusto che il mio corpo provò al contatto con la mano di Guxio fu niente in confronto al cieco dolore che riempì la mia mente... i miei occhi si oscurarono e l’aria rimase fuori dai miei polmoni... riuscivo soltanto a pensare a Eileen, a Eileen e a Bumin, poi a Bumin e a me, e a me e a Guxio... e fu solo quando la testa iniziò a girarmi forte che mi accorsi che avevo smesso di respirare.
Alzai di nuovo gli occhi sull’uomo e nell’osservare quel volto, solcato da uno sgradevole e tronfio sorriso di vittoria, una gelida furia si impossessò di me...
e allora non mi importò più niente di niente...
non mi importava più niente se ero sola e totalmente disarmata nel cuore del regno di quel pazzo, non mi importava più niente se un solo suo cenno avrebbe probabilmente segnato la mia fine, non mi importava più niente di vivere o di morire, non mi importava niente di niente...
tutto ciò che provai fu odio, un odio assoluto e totale come non avevo mai conosciuto prima di quel momento...
“Ammazzami, Guxio!” dissi, e la mia voce uscì ruvida ed aspra “Perché io non sposerò mai quell’uomo, né ti permetterò mai di toccarmi! Ammazzami, perché mai io sottostarò ai tuoi piani! Ammazzami adesso...” soggiunsi con disprezzo “Perché, se mi lasci vivere, io ti giuro che te la farò pagare per la sorte di Eileen! La farò pagare a te e a Bumin, e lo farò nel modo più orribile e atroce che tu sia in grado di immaginare!”
E tuttavia le mie ginocchia non ressero tutto l’odio che mi riempiva il cuore: le sentii cedere e lentamente mi accasciai a terra, certa che se non mi avesse uccisa lui, il dolore l’avrebbe fatto.

Lady Gaynor
11-01-2011, 20.48.56
Appena gli occhi di Gaynor si posarono sul nuovo cavaliere che era sbucato fuori dal cunicolo, il suo cuore mancò qualche battito...

"Nulla io vedo che non sia perfetto..." Il suo cavaliere, quell'amore puro e allo stesso tempo ardente come fiamma, il suo spavaldo e fiero Lancillotto... ed ora ecco qui gli stessi occhi blu, lo stesso sguardo, che però appartenevano ad uno sconosciuto. Lo stesso sconosciuto che lei era venuta a salvare.

Guisgard
11-01-2011, 21.50.00
Il Cavaliere Vermiglio fissò Cavaliere25.
E dopo qualche istante di silenzio abbassò leggermente la lancia già pronta per la fatale carica.
"Potrei risponderti che è così perchè mi piace!" Disse. "O perchè forse quell'acqua non ha nulla di particolare o diverso da tutte quelle che riempiono i fiumi, i laghi e i mari di Britannia! Ma invero, per la tua audacia, ti dirò la verità..."
Accarezzò il suo cavallo, come a volerlo tenere a bada e continuò:
"L'acqua di questo pozzo è benedetta e non può essere sprecata da nessuno! Essa va usata con parsimonia e solo per questioni di vita o di morte!"
Si voltò poi verso Belven:
"Se uno fra voi mi sfiderà, giuro sul mio onore che lascerò in vita gli altri. Ma ora basta con le chiacchiere!" Gridò con tono di sfida. "Si faccia avanti il mio sfidante o perirete tutti!"

cavaliere25
11-01-2011, 21.54.18
Mi misi davanti hai due sfidanti e dissi ma noi non la volevamo rovinare l'acqua di questo pozzo dissi e poi noi non cerchiamo guai abbiamo altri problemi a cui pensare noi siamo in cerca dei nostri cavalieri che abbbiamo perso in questa maledetta foresta perchè al posto di uccidere uno di noi non ci aiutate a cercarli domandai con uno sguardo serio e fermo

Guisgard
11-01-2011, 22.11.47
Intanto, nella sala in cui Guxio aveva portato Talia, la ragazza era stata messa davanti ad un'orribile verità.
"Uccidervi?" Ripetè tranquillamente Guxio, senza smettere di sorseggiare dal suo calice. "E perchè mai? Per vedere fallire i miei piani? Perchè a voi sir Bumin non va a genio? Non siate sciocca, milady... orami tutto è deciso."
Si avvicinò allora alla ragazza ed aggiunse:
"Volete morire? Sarebbe una sciocchezza... io vi offro potere, ricchezza... e voi in cambio obbedirete ad ogni mio volere..."
Ad un tratto uno dei suoi seguaci entrò nella sala.
"Cosa c'è?" Chiese Guxio.
"Maestro... il cavaliere... non era morto come pensavamo... si è unito agli altri..."
"Maledetti incapaci!" Tuonò il signore degli Atari. "Chiedo troppo di ucciderlo in mio nome? E' con gli altri?"
"Si, maestro."
"Allora sarà sir Bumin ad ucciderlo!"
Poi, voltandosi verso Talia:
"Vedete? Io non provo odio per voi... tutt'altro... ma per i vostri compagni... per loro provo disprezzo, non solo odio... quindi saranno loro a morire, non voi... a meno che non accettiate quanto da me proposto... avanti, non fatemi attendere, i miei devoti aspettano solo un mio ordine per massacrare quegli inetti dei vostri amici... cosa mi rispondete?"
E fissò con un delirante sguardo il bellissimo volto di Talia.
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Guisgard
11-01-2011, 22.18.52
Nello stesso momento, paura e tensione si erano impadronite del gruppo.
Guisgard fissava con odio e rabbia Bumin.
"Quest'uomo è pazzo!" Esclamò Bumin. "Arriva dal nulla e accusa me! Chi ci dice invece che non sia una spia dei nostri nemici? Chi ci dice che non sia stato proprio lui ad uccidere quel nano?"
"Maledetto..." mormorò Guisgard "... avete anche rapito Talia... ma tu ora mi racconterai tutto e mi dirai dove la tenete nascosta... e poi, finalmente, potrò ucciderti..."
"Frena il tuo veleno, cane!" Gridò Bumin. "E voi..." rivolgendosi al resto del gruppo "... non lasciatevi incantare... costui è una spia, giunta per confonderci e metterci l'uno contro l'altro!"
"Oh, Signore..." accennò con un filo di voce il Cappellano "... illuminaci Tu..."

Lady Gaynor
11-01-2011, 22.45.49
Quando gli occhi di Gaynor incontrarono lo sguardo della figura emersa dal buio cunicolo, il suo cuore mancò qualche battito...

"Nulla io vedo che non sia perfetto"... il suo cavaliere, quell'amore puro e insieme ardente come fiamma, il suo spavaldo e fiero Lancillotto... Ed ora ecco qui gli stessi occhi blu, lo stesso sguardo, che però appartenevano ad uno sconosciuto. E, stando all'esclamazione di Iodix, lo stesso sconosciuto che lei era venuta a salvare...

Nella tensione che cresceva di minuto in minuto, Gaynor strinse Lyan ancora più forte, non riuscendo a distogliere lo sguardo dal Padrone.

Talia
12-01-2011, 01.47.52
Guardai Guxio disgustata: era più pazzo di quanto non credessi se pensava che avrei accettato la sua offerta! Potere e ricchezza, aveva detto? Era con i suoi sporchi traffici, dunque, che voleva comprarmi? E come poteva credere che avrei accettato? Come poteva credere che l’unico problema fosse che ‘Bumin non mi andava a genio’? Oh no, io lo detestavo, Bumin! Almeno quanto detestavo lui! E li avrei denunciati al principe e a chiunque altro avesse voluto ascoltarmi, se mai fossi uscita viva di lì... Gliel’avrei fatta pagare, ad entrambi...
E stavo per dirglielo!
Stavo per sputargli in faccia un fiume di parole cariche d’odio e di fierezza... ma l’arrivo dell’altro uomo mi interruppe.
Ascoltai ciò che aveva da dire, quindi, ed immediatamente avvertii il mio cuore compiere un balzo. Guisgard si era svegliato, dunque! Ed ora era lì da qualche parte...
Inevitabilmente i miei occhi tornarono a posarsi sullo strano specchio che era in quella stanza... era di nuovo oscuro, adesso, e di nuovo quella sorta di densa nebbia si agitava al di sotto della sua superficie... eppure le mia mente cercò là il volto del cavaliere con tanta caparbietà che infine, foss’anche solo perché tanto lo desideravo, mi parve di scorgerlo e di poter riconoscere lì quegli occhi, tornati finalmente a questo mondo.
Poi la voce sgradevole di Guxio mi riportò in quella sala...

"Vedete? Io non provo odio per voi... tutt'altro... ma per i vostri compagni... per loro provo disprezzo, non solo odio... quindi saranno loro a morire, non voi... a meno che non accettiate quanto da me proposto... avanti, non fatemi attendere, i miei devoti aspettano solo un mio ordine per massacrare quegli inetti dei vostri amici... cosa mi rispondete?"

“No!” dissi di getto, staccando di malavoglia gli occhi dal volto di Guisgard nello specchio “No, per carità... lasciatelo... lasciateli vivere tutti!”
Chinai la testa... Bumin, Guxio... di nuovo l’odio mi pervase, ma questa volta lo misi a tacere, giungendo così a odiare anche me stessa in quell’istante... ma cos’altro avrei potuto fare?
Una calda lacrima di rabbia mi scese sulla guancia ma io, pur tenendo il volto fisso a terra, la ignorai...
“Farò ciò che vuoi!” mi costrinsi a dire, sebbene la voce uscì tanto a fatica da risultare strozzata “Farò... farò quel che volete ma, per carità, che non venga ucciso più nessuno!”

Guisgard
12-01-2011, 03.45.10
Guisgard e Bumin si fissavano animati da vivo odio.
Come due belve feroci sembravano studiarsi, come a cercare di leggere ognuno nel cuore dell'altro.
"Avanti... cane... dov'è Talia?" Chiese Guisgard fissando Bumin con uno sguardo di ghiaccio.
"Potrei farti a pezzi in un attimo..." mormorò Bumin con un'irreale calma.
"Calmatevi, cavalieri..." intervenne il Cappellano.
"Perchè non risolvete il tutto secondo l'antica consuetudine normanna?" Propose Dukey.
"Io sono un cavaliere disonorato" disse Guisgard "e senza stendardi o vessilli... non conosco tali consuetudini... ma se questa mi permetterà di infilzare questa carogna, allora accetto!"
"Si tratta di risolvere la contesa con un duello..." rispose Dukey "... ve la sentite?"
"Non chiedo altro!" Esclamò Guisgard.
"Certo..." annuì Bumin.
"Mai!" Intervenne il Cappellanno. "Non porterà a niente una simile cosa!"
"Il nostro cavaliere" con un ghigno Bumin "ha forse perso la testa quando non ha più trovato la nostra lady Talia... chissà, magari ora è in buona compagnia... e non è detto che la cosa non le stia piacendo..."
A quelle parole Guisgard saltò addosso a Bumin, tentando di stringergli la gola.
I due caddero a terra e cominciarono a battersi.
Ad un tratto Bumin estrasse il pugnale e tentò di colpire Guisgard, ma l'intervento di Iodix, che si lanciò sul corpo del suo padrone, salvò questi da un colpo quasi sicuramente fatale.
I due contendenti allora si rialzarono rapidi, pronti a riprendere la sfida, ma qualcosa attirò l'attenzione di Guisgard.
"Guardate!" Indicò questi. "Il suo braccio! Quei segni! Gli stessi che hanno tatuati quei fanatici!"
Infatti, il braccio di Bumin mostrava dei tatuaggi resi ora visibili in seguito allo scontro con Guisgard, dove la sua manica era stata lacerata da quel corpo a corpo.
E vistosi scoperto, Bumin corse via rapidissimo, svanendo in un attimo nell'oscurità di quel luogo.
Guisgard era pronto a lanciarsi al suo inseguimento, quando la voce del Cappellano lo fermò.
"Presto!" Gridò il chierico. "Il giullare è stato ferito nello scontro!"
Infatti, Iodix giaceva a terra col pugnale di Bumin nel petto.

Guisgard
12-01-2011, 04.23.31
Nello stesso istante, Talia era davanti al terribile signore degli Atari.
"Bene... vedo che siete ragionevole..." disse con soddisfazione questi "... del resto la pupilla del vecchio Frigoros è sempre stata conosciuta da tutti per le sue grandi virtù..."
E rise forte.
"E sia..." continuò "... ora inizierà una nuova era per Cartignone... ed io ne sarò l'assoluto protagonista!"
Poi, avvicinandosi a Talia e accarezzandole le spalle lasciate scoperte dalle sue vesti, aggiunse:
"E sir Bumin mi sarà fedele per ciò che gli offro... una tale bellezza è segno di generosità da parte mia, non credete?"
In quel momento uno dei suoi lo chiamò.
"Cosa accade?"
"Presto, maestro..."
Guxio allora uscì dalla stanza seguendo il suo fedele.
E giunto in una sala adiacente, vi trovò Bumin ad attenderlo.
"Cosa è successo'" Chiese Guxio.
"Maestro..." rispose Bumin "... quel cane mi ha smascherato... sono dovuto fuggire, altrimenti mi sarei ritrovato contro tutti..."
"Come sapeva di te?"
"Sarà stata Talia a rivelarglielo!" Rispose Bumin. "Qella dannata me la pagherà! Lo giuro sul mio onore e..."
"Non sarà cosi!" Lo interruppe Guxio. "Si è decisa ad obbedire al mio volere!"
"Quale, mio maestro?"
"Di sposarti, in modo che io possa controllare tramite voi tutta Cartignone!"
"Non l'avrei mai creduto..."
"Nessuno può opporsi al mio volere!"
"Maestro, quel cavaliere..."
"Cosa?"
"Deve morire..." rispose Bumin "... e subito..."
"Lo temi a tal punto?"
"No, ma credetemi... lui sarebbe l'ostacolo maggiore per i nostri piani su quella ragazza..."
Guxio lo fissò per qualche istante.
"Allora sarà il primo a morire..."
Bumin fece un lieve inchino e baciò la mano del suo diabolico signore.

Guisgard
12-01-2011, 05.51.48
Nel frattempo, il panico piombò sul gruppo.
Iodix era a terra, col pugnale di Bumin conficcato nel petto.
"Iodix!" Gridò Guisgard avvicinandosi di corsa al suo fedele compagno.
"Il cuore..." disse sconvolto il Cappellano "... quel pugnale gli avrà spaccato il cuore!"
"Iodix, rispondimi!" Chiamava Guisgard. "Non lasciarmi anche tu ora! Iodix! Iodix!"
Ad un tratto il giullare aprì gli occhi.
"Se la penna della spada è più potente,
allora un libro di uno scudo è più possente!"
Recitò togliendosi da sotto la giubba un grosso libro sul quale si era conficcato il pugnale di Bumin.
"Che sia una un codice o un trattato,
questo libro mi ha senza dubbio salvato!"
Aggiunse estraendo il pugnale dal libro.
"Diavolo di uno stolto giullare!" Esclamò Guisgard. "Sono scherzi da farsi questi!"
E dopo un attimo scoppiò a ridere, abbracciando il suo buffo compagno.

Guisgard
12-01-2011, 06.07.19
Intanto, presso il pozzo maledetto, il Cavaliere Vermiglio reclamava la sua sfida.
"Folli!" Rispose Fissando Cavaliere25. "Quel pozzo è santo e merita rispetto! Quanto ai vostri problemi, non sono certo affar mio!"
"E sia..." intervenne Belven "... sfidiamoci e facciamola finita!"
"Un momento, cavaliere!" Gridò Goldblum. "Vi offro un onorevole patto!"
"Parla, nano!" Ordinò il Cavaliere Vermiglio. "Ti ascolto!"
"Vi offriamo un ostaggio! Uno di noi che resterà qui come pegno e servo! Gli altri però potranno andare!"
Il Cavaliere Vermiglio lo fissò icuriosito.
"E l'ostaggio verrà riscattato quando i suoi compagni torneranno!" Concluse Goldblum.
"E sia, mi piace!" Disse il cavaliere. "Ma il riscatto avverrà solo attraverso il duello che ora mi negate! Ed ora si faccia avanti l'ostaggio!"
"Ma perchè questo assurdo patto?" Chiese Belven tirando a sè Goldblum.
"Perchè non abbiamo altra scelta!" Rispose questi. "Così almeno la nostra compagnia potrà uscire da questo incanto!"
"Allora resterò io come ostaggio!" Disse Belven.
"No, voi siete il capo!" Esclamò Goldblum.
"Per questo non lascerò nessuno di voi qui!"
"Allora tireremo a sorte..." disse il nano.

cavaliere25
12-01-2011, 09.51.35
resto io come ostaggio non ho nulla da perdere dissi guardando Belven voi andate a cercare gli altri e mi sedetti accanto al pozzo mentre fissavo il cavaliere Vermiglio.

Talia
12-01-2011, 20.04.48
Restare in compagnia di Guxio era terribilmente penoso: la sua vicinanza mi disgustava e il suono della sua voce mi faceva venire i brividi... avrei voluto gridare e scappare via, avrei voluto colpirlo e colpirlo ancora... e invece non mi mossi né dissi niente, pietrificata alla sola idea del patto cui ero stata costretta a sottostare.
Ringraziai il Cielo, tuttavia, quando uno di quegli uomini venne a chiamarlo e lo condusse via.
Io rimasi per un istante immobile dove mi trovavo, inspirando profondamente e cercando di far chiarezza nella mia mente ancora leggermente confusa... e tuttavia qualcosa in essa scattò quasi subito: in fretta mi alzai e, silenziosamente, mi accostai alla porta che Guxio aveva appena varcato, fermandomi proprio lì, totalmente schiacciata nella zona d’ombra contro lo stipite alto e roccioso, trattenendo il respiro e restando in ascolto.
Distinsi con chiarezza la voce di Bumin insieme a quella di Guxio, e mi sorpresi che fosse lì.
Ascoltai il racconto di ciò che era successo e qualcosa dentro di me vibrò forte quando disse che Guisgard l’aveva smascherato... ‘pazzo!’ pensai ‘pazzo e avventato!’... ma non potei evitare di sorridere. E il sorriso si allargò quando compresi che stava bene, ciò almeno disse l’uomo: disse che il cavaliere lo aveva battuto e costretto alla fuga... il peso nel mio petto di allentò un po’, allora, chiusi gli occhi e ringraziai il Cielo.
Fu ciò che venne dopo che mi scosse di nuovo e di nuovo mi riempì di terrore, di un dolore profondo e di una gelida furia...

"Maestro, quel cavaliere..."
"Cosa?"
"Deve morire..." rispose Bumin "... e subito..."
"Lo temi a tal punto?"
"No, ma credetemi... lui sarebbe l'ostacolo maggiore per i nostri piani su quella ragazza..."
Guxio lo fissò per qualche istante.
"Allora sarà il primo a morire..."

Mi staccai subito dalla parete cui mi ero appoggiata, quasi fosse diventata rovente, e arretrai di nuovo nella sala in cui Guxio mi aveva lasciata poco prima...
‘...il primo a morire!’ aveva detto.
Quelle parole rimbombavano nella mia mente con un fragore assordante... e allora capii che a Guxio non importava niente del nostro patto: li avrebbe fatti uccidere tutti comunque, in qualsiasi caso... e avrebbe cominciato da Guisgard.
Il panico mi avvolse e mi chiesi che cosa dovevo fare...
E in quel momento di totale incertezza della mente, il mio sguardo cadde di nuovo su quel vecchio specchio incantato... la nebbia densa al di sotto della sua superficie aveva ripreso a vorticare velocemente, contorcendosi in mille forme che ipnotizzavano i miei occhi... continuai a fissarlo, quasi senza rendermene conto, finché la bruma si diradò di nuovo e delle figure iniziarono ad essere riconoscibili.
Lo osservai con più attenzione, era il gruppo che avevo visto poco prima... mi sembrava quasi di osservarli da una finestra posta in alto: li vedevo muoversi e confabulare tra loro, forse parlavano della fuga di Bumin, però non potevo sentire le loro voci e non sapevo cosa si stessero dicendo... scrutai quei volti uno ad uno, finché raggiunsi quello di Guisgard...
Guxio li avrebbe trovati, mi dicevo... sarebbe stato così facile per lui vedere dov’erano per mezzo di quello specchio e loro, in quel labirinto, come avrebbero potuto fuggire?
E così, mossa da quel pensiero improvviso, afferrai con entrambe le mani il pesante candeliere che era posato sul tavolo da cui Guxio poco prima aveva preso i due bicchieri, e lo usai per colpire, con tutta la forza che avevo, quell’antico specchio.
La spessa base metallica del candeliere si infranse contro il vetro e immediatamente mille schegge iridescenti volarono da ogni parte, schizzando verso l’alto per poi ricadere a terra, come una pioggia tintinnate, mentre quel rumore riempiva la sala...
E io rimasi per un istante in piedi, di fronte alla cornice ormai vuota dello specchio... infine allentai un po’ la presa e il candeliere mi scivolò di mano, finendo anche quello a terra con un sonoro tonfo...
“Ecco! E ora, se vi vorrà trovare...” dissi tra me a mezza voce “di certo non potrà più fare affidamento su questa diavoleria!”

Lady Gaynor
13-01-2011, 00.05.48
Gaynor osservò la scena in disparte, tenendo Lyan sempre stretta a sé. Era successo tutto troppo in fretta e, durante lo scontro tra Bumin e Sir Guisgard, l'odio e l'ira che lesse negli occhi di quest'ultimo la spinsero a tirarsi indietro al fine di proteggere la bambina. Quando però quella carogna di Bumin prese il largo dopo aver tentato di pugnalare Guisgard, il gruppo di accorse che nello scontro era stato invece colpito Iodix. Nel vedere il pugnale sporgere dal suo petto, Gaynor lanciò un grido e si precipitò verso il giullare, lasciando Lyan al vecchio delle fosse. Ma d'un tratto Iodix aprì gli occhi e cominciò a recitare dei versi:
"Se la penna della spada è più potente,
allora un libro di uno scudo è più possente!
Che sia un codice o un trattato,
questo libro mi ha senza dubbio salvato!"
E così dicendo mostrò un grosso libro custodito sotto la sua giubba, che aveva fatto da scudo. Lo vide riabbracciare il suo padrone, e non riuscì a trattenere lacrime di sollievo. Non avrebbe sopportato di vederlo morire, quando era stata proprio lei a spingerlo in quest'impresa. Quando i due si sciolsero dal loro abbraccio, Gaynor si avvicinò al giullare e gli fece una carezza, ancora scossa per riuscire a parlare.

Guisgard
13-01-2011, 03.09.10
Lo specchio rotto in infinite parti.
Infinite come le stelle che brillavano in quella notte limpida e ancora orfana di una Luna che solo da poco aveva cominciato a spuntare dalla folta boscaglia.
Cosa racchiude e riflette uno specchio?
Forse un mondo lontano, diverso ed effimero.
Non migliore o peggiore, ma solo un altro mondo.
I demoni che da tempo tormentavano Cartignone ed ora anche il cuore di Talia erano stati visti da lei proprio riflessi in quello specchio.
Ma forse quelle viste da Talia erano solo altre illusioni.
"Cosa succede?" Chiese un gobbo entrando nella sala. "Non sapete" fissando lo specchio rotto "che questo è di cattivo auspicio?"
Raccolse allora i pezzi rotti e rimise a posto il candeliere.
Un momento dopo entrarono nella sala due donne completamente coperte da un velo nero.
Portavano alcune pietanze dagli intensi colori e dagli inebrianti profumi.
Ed una bottiglia contenente un purpureo elisir accompagnava quell'esotico banchetto.
"Mangiate, milady..." disse il gobbo uscendo dalla sala "... vi ridarà tranquillità..."

Guisgard
13-01-2011, 03.41.45
Nello stesso momento, ma in un'altra zona di quell'Inferno, il gruppo si stava riorganizzando dopo la fuga di Bumin.
"E' inutile restare qui fermi..." disse il Cappellano "... dobbiamo cercare la dama rapita e poi uscire da questo luogo di morte."
"Non credo sia facile, chierico..." mormorò Dukey.
"Siamo giunti da quella parte" indicò il Cappellano "dunque per logica dobbiamo proseguire dalla parte opposta."
"Non mi va molto l'idea di camminare alla cieca in questo posto..." mormorò Dukey.
"Allora fatti da parte" disse Guisgard spingendolo via "che già si è perso troppo tempo!"
"Pallone gonfiato!" Ringhiò Dukey. "Chi credi di essere? Sei solo un cavaliere disonorato! Non ho nessuna intenzione di farmi infilzare per quella dama! E tu sei uno sciocco se credi che lei ti stia aspettando!"
Guisgard allora, a quelle parole, si lanciò su Dukey e lo colpì con un pugno, facendolo cadere a terra.
"Calmatevi!" Urlò il Cappellano cercando di trattenerlo.
E lo stesso fece Iodix.
"Al diavolo..." mormorò il cavaliere "... io proseguo... chi vuole seguirmi sa cosa fare, altrimenti l'uscita è dall'altra parte!"
"Cavaliere..." disse sorridendo Lyan "... libererai anche la mia mamma?"
Guisgard la fissò e sorrise lievemente.
"Padrone, io ti seguo, proseguiamo!
E che il Buon Dio ci metta la Sua mano!"
Esclamò Iodix.
"Siamo qui per liberare chiunque si sia salvato da quest'orrore..." disse il Cappellano "... siamo tutti con voi, cavaliere!"
"Diversamente non ci è possibile fare..." mormorò il misterioso Vecchio delle Fosse.
Dukey si alzò da terra e sputò il sangue causatogli dal pugno di Guisgard.
"Andiamo, cavaliere..." masticando amaramente "... ma se usciremo vivi da qui, mi darete soddisfazione..."
"Quando vuoi..." rispose Guisgard "... ora, se siamo tutti daccordo, andiamo!"

Talia
13-01-2011, 03.42.14
Mi voltai di scatto quando quella figura entrò nella sala, lo vidi avvicinarsi in fretta e iniziare a raccogliere i vetri...
"Di cattivo auspicio?" chiesi, alle sue parole, senza riuscire a nascondere il più tetro sarcasmo "Pensate che in questo inferno possa valere qualcosa la vostra sciocca superstizione? Pensate che quaggiù possa accadere qualcosa di peggio di quanto già non sia avvenuto?"
E tuttavia non attesi la sua risposta, perché altre due figure attrassero la mia attenzione...
due donne, pur con il corpo completamente coperto da un lungo abito nero e da un velo dello stesso colore... silenziose come fantasmi, posarono due enormi vassoi carichi dei più attrenti cibi che avessi mai visto...
Inebriata da quel profumo e da quei colori, quasi sotto l'effetto di un incantesimo, mi avvicinai al tavolo e allungai un braccio, afferrando un frutto dall'aspetto e dal colore tanto perfetti che sarebbero potuti sembrare di cera...
Piegai il braccio e avvicinai il frutto alla bocca e tuttavia, appena a mezza strada, mi bloccai, come colta da un improvviso tremito mentre una vocina nella mia testa prese a gridare forte...
'non fidarti!' diceva quella voce 'non ti fidare!'...
e così rimasi lì, con il frutto in mano e la mano a mezz'aria, come combattuta tra due forse opposte...

Guisgard
13-01-2011, 03.47.49
"Siete al sicuro qui, milady..." disse il gobbo mentre chiudeva la porta dietro di se "... più al sicuro che in qualsiasi altro posto di questo mondo... siete troppo preziosa... quel cibo è genuino, degno della principessa di Cartignone..."
La porta si chiuse e Talia restò da sola nella sala.

Talia
13-01-2011, 04.06.32
Il gobbo uscì e io rimasi da sola, ma le sue parole continuarono a risuonarmi nella mente...
'...siete al sicuro...'
'...siete troppo preziosa...'
'...siete più al sicuro che in qualsiasi altro posto...'
E aveva ragione, Santo Cielo!
Aveva ragione e io me ne resi conto solo in quel momento... perché Guxio aveva bisogno di me per i suoi piani e, che gli piacesse o meno, non poteva farne a meno. Che gli piacesse o meno, questo mi dava un vantaggio!
In fretta, dunque, ributtai quel frutto che ancora tenevo in mano nel vassoio da cui lo avevo preso e mi diressi verso la porta da cui il gobbo era uscito...
Mi accostai al battente e tesi le orecchie, ma un silenzio assoluto regnava dall'altra parte... così inspirai, mi feci coraggio e spinsi la porta.

Guisgard
13-01-2011, 04.10.42
Nel frattempo, al pozzo maledetto, si decideva sull'ostaggio da lasciare al Cavaliere Vermiglio.
"No, non posso permetterlo!" Disse Belven fissando Cavaliere25. "Ho il compito di proteggere tutti voi e dunque sarò io l'ostaggio!"
"Allora sceglierà il fato per noi..." intervenne Goldblum.
Prese allora tre sottili strinsce dalla sua cintura e le mostrò ai suoi due compagni.
"Sceglietene una a testa e l'ultima sarà la mia..." disse "... chi troverà quella più corta resterà qui come ostaggio."
Belven allora prese una di quelle strisce.
"E' la più lunga..." osservò il nano "... coraggio, Cavaliere25, tocca a te... quella di destra o quella di sinistra?"

Guisgard
13-01-2011, 04.51.17
Quella porta.
Sembrava leggera come l'aria e quasi le mani tremanti di Talia scivolavano su quel legno liscio e freddo.
Quella porta si apriva su un piccolo corridoio, appena illuminato da qualche candela.
Vi dominava un silenzio assoluto ed uno strano tepore era diffuso tra le sue pareti.
Ad un tratto però la ragazza sentì un singolare tintinnio.
Qualcosa di metallico batteva ed echeggiava dal fondo di quel corridoio.
E sembrava diventare sempre più forte.
Ad un tratto dalla penombra si aprì una porta permettendo a Talia di vedere ciò che accadeva dietro di essa.
Su di un tavolo era stesa una ragazzina completamente nuda, sulla quale due uomini inchiodavano pezzi di ferro in varie parti del suo corpo.
Quello spettacolo inorridì Talia che un attimo dopo si ritrovò avvolta da decine di ragazze con i corpi rivestiti da ogni sorta di tortura ed orredamente mutilati.
Le giravano intorno, pronunciando frasi confuse in idiomi sconosciuti.
I loro occhi erano bianchi e innaturali, mentre i lineamenti erano orrendamente contratti.
All'improvviso quell'assurda danza si fermò ed apparve Guxio.
Fissò Talia con i suoi occhi di fuoco e dalla bocca alitò una nuvola rossastra.
Un attimo dopo Talia perse conoscenza.

cavaliere25
13-01-2011, 11.35.05
presi quella di destra di striscia e la guardai e dissi e ora che si fa? dobbiamo arrivare ad un accordo con quel cavaliere non possiamo spargere altro sangue allora mi avvicinai al cavaliere Vermiglio e presi la parola e gli dissi voi cavaliere sareste cosi assetato di sangue che uccidereste dei poveri innocenti? domandai e lo fissai dritto negli occhi aspettando una sua risposta

Guisgard
13-01-2011, 21.14.29
Cavaliere25 scelse la sua striscia e poi si avvicinò al bellicoso Cavaliere Vermiglio.
"Ha pescato la striscia più corta..." osservò Goldblum.
"Già..." rispose Belven.
"Innocenti!" Esclamò il Cavaliere Vermiglio. "Cosi dunque vi definite! Eppure sapevate che l'acqua di quel pozzo celava un maleficio! Ed ora ne pagherete le conseguenze! Avanti, voglio l'ostaggio che mi è stato promesso!"

cavaliere25
13-01-2011, 21.26.08
mi avvicinai al cavaliere Vermiglio e dissi eccomi signore sono il vostro ostaggio poi guardai i miei compagni e dissi vedete di fare in fretta non voglio rimanere qui al infinito e mi sedetti sul erba e rimasi fermo e immobile

Lady Gaynor
14-01-2011, 01.59.38
Nulla io vedo che non sia perfetto... Ancora una volta Gaynor ricordò il cavaliere che aveva disperatamente amato quattro anni addietro. Sir Lancelot di Afralion, al vostro servizio... così si presentò dopo che lei gli ebbe chiesto chi mai fosse. Quanto si erano amati! Lei era già sposata con Duncan, ma la potenza di quel sentimento fu tale da oscurare tutto il resto. Se solo avesse avuto il coraggio di abbandonare tutto allora invece che adesso, a distanza di anni, a quest'ora sarebbero stati insieme, felici e innamorati. Invece lei quel coraggio non lo aveva avuto, e lui era andato via per sempre, stanco di aspettarla invano...
"Ora, se siamo tutti daccordo, andiamo!" La voce di Sir Guisgard la riportò bruscamente alla realtà, e l'arroganza del suo atteggiamento la fece indispettire.
"Andato via un sedicente capo, ecco che ne spunta fuori subito un altro... perdonatemi, milord, ma dopotutto non vi sembra il caso di darci una spiegazione? Sono sicura che avete visto l'inferno, ma se allo stesso inferno stiamo andando incontro anche noi credo che avremmo diritto a saperne di più... Non vi siete nemmeno guardato intorno, eppure noi tutti siamo qui per aiutare voi, incondizionatamente e non perchè vi sia dovuto. Stiamo rischiando la nostra vita per la vostra e per quella di Lady Talia, almeno fate in modo che si possano ridurre questi rischi spiegandoci con cosa esattamente ci stiamo scontrando..."

Talia
14-01-2011, 02.13.24
Le mura di Cartignone erano alle mie spalle, di fronte a me la massa indistinta e verdeggiante del bosco. Una figura cavalcava a passo di trotto proprio verso quel bosco... era distante e mi voltava le spalle ma io sapevo perfettamente di chi si trattava...
“Papà!” chiamai, ma lui non si voltò.
Presi allora a correre più velocemente che potevo, mentre continuavo a chiamarlo... avevo paura e non volevo se ne andasse, avevo paura perché sapevo che se avesse raggiunto quel bosco Guxio lo avrebbe preso e per lui non ci sarebbe stato scampo.
“Papà...” gridavo “Papà, aspetta! Non te ne andare... attento... Papà, ho paura...”
Ma lui era ormai sparito tra le fronde e non potevo più vederlo...
Mi inoltrai allora nel bosco anche io, certa che dovesse essere lì da qualche parte, certa che non potesse essere lontano...
E ad un tratto gli alberi si diradarono e io mi trovai in cima ad un’alta rupe scoscesa. Era un costone di roccia alto e battuto da un vento tanto forte che rischiava di farmi volare via... Mi schiacciai a terra spaventata e fu allora che, guardando verso il basso, lo vidi: in fondo alla gola che quella rupe dominava, stretta come un cunicolo scavato nella roccia stessa, c’era Guisgard. Lo osservai, sorpresa, e subito mi sentii meglio... avrei voluto chiamarlo ma era così lontano che ero certa non mi avrebbe sentita... mi guardai, allora, intorno in cerca di un modo per scendere da lassù, un modo per raggiungerlo...
“E’ inutile!” disse ad un tratto una voce malevola alle mie spalle “Non lo raggiungerai mai! Non lo rivedrai mai più!”
“Sì, invece!” ribattei “Devo solo trovare la strada!”
“Non vi è una strada!” disse Guxio, comparendo al mio fianco “E comunque non arriveresti in tempo... guarda!”
Seguii il cenno della sua mano e guardai in basso... il cavaliere era ancora là, ma ora era circondato da decine e decine di uomini tatuati, pronti alla lotta.
“No!” gridai. Mi voltai verso Guxio e soggiunsi: “No, ti prego! Me lo avevi promesso... avevi promesso che non ci sarebbe andato di mezzo più nessuno!”
Lui sogghignò: “Ma che differenza fa, per te, se lui vive o muore? Tanto se ne andrà comunque!”
“Non se ne andrà!” mormorai, a mezza voce.
“Se ne andrà, e lo sai! Se ne andrà come hanno fatto tutti! Tua madre... che un bel giorno è scomparsa nel nulla e ti ha lasciata sola, con il fardello di un potere che non conosci e non sai gestire! Tuo padre... partito per quella missione e mai ritornato! Eileen... che non ha voluto ascoltarti ed è morta! Tutti loro ti hanno lasciata... e succederà ancora, lo sai benissimo! Tu non hai nessuno... soltanto io ti posso offrire un futuro, e perciò farai ciò che ti chiederò!”
“Io non lo voglio il tuo futuro!” ribattei... ma la mia voce tremava forte, ormai.
“Lo vorrai! Lo vorrai quando non avrai altra scelta!” sogghignò, poi mi indicò di nuovo un punto in fondo a quella gola... gettai uno sguardo e vidi il gruppo che avevo visto nello specchio: riconobbi il giovane cavaliere che avevo incontrato a Cartignone, riconobbi il Cappellano, vidi una dama che non conoscevo, una bambina, un vecchio... Guxio rimase in silenzio per un istante, poi riprese: “Tutti loro, come tutta Cartignone, non dipendono che da me! Guardali, io posso decidere di farli vivere o di farli morire... posso decidere di ogni singola individuo: il futuro di Cartignone sono io! E dunque, come vedi, non esiste altra via che tu possa percorrere... ed è perciò ti piegherai a me!”
“Io non voglio che muoia più nessuno!” mormorai.
L’uomo mi fissò: “Tu... non vuoi?” continuò ad osservarmi per un tempo infinito, infine scoppiò a ridere “Non vuoi? E invece avverrà ancora... e inizieremo proprio da qui!”
Così dicendo mosse una mano e davanti ai miei occhi comparve di nuovo Guisgard...
“Comincerò da lui... e la colpa sarà tutta tua! Di nuovo!”

“Noooo!”
Mi svegliai di soprassalto. Mi sentivo la fronte imperlata di sudore freddo e la risata malvagia di Guxio che ancora mi risuonava nelle orecchie.
Mi guardai intorno... non sapevo dove mi trovavo ma non me ne importava niente, perché le immagini di quell’incubo erano ancora tanto fresche nella mia testa che continuavano a far male.
Chiusi gli occhi e cercai di scacciarle, però tutto ciò che ottenni fu una nuova, intensa ondata di panico e rammarico.

Guisgard
14-01-2011, 03.15.20
I sogni.
Ma cosa sono veramente i sogni?
Dove dimorano?
Secondo qualcuno nella mente, sottoposti quindi alla ragione... mentre secondo altri provengono dal cuore...
E gli incubi?
Sono le nostre paure oppure rappresentano altro?
Riposa sereno, piccolo mio signore...
Ti racconterò ancora di questa storia...
Si, ti sussurrerò ogni cosa...
Ed ogni mia parola scivolerà sulle onde di questa mia lira...

Talia si risvegliò inquieta ed impaurita.
Si guardava attorno ed ovunque dominava un'innaturale penombra.
Sagome incerte si riconoscevano tra le poche luci e le molte ombre di quella stanza.
Poi, pian piano, la sua vista si abituò e comprese di essere circondata da diverse statue, poste a guardia di quel luogo.
Solo una candela brillava accanto al suo giaciglio ed a stento illuminava quel posto.
Ed in quel lieve chiarore Talia riconobbe uno specchio davanti al letto.
Lo stesso che aveva rotto poco prima.
"Ben svegliata, milady..." disse Guisgard avvicinandosi al letto.
Le accarezzò i capelli morbidi e lunghi.
"Ora non avrai più nulla da temere..." sussurrò.

Talia
14-01-2011, 03.50.59
Aprii gli occhi e li ruotai intorno con circospezione... la stanza era buia e piena di ombre e di chiaroscuri che sembravano voler giocare strani scherzi alla mia mente ancora annebbiata... tirandomi un poco più su, lanciai un’occhiata più attenta in giro e notai che il giaciglio sul quale mi trovavo era al centro di una vasta sala tutta affollata di statue, che a quella penombra assumevano contorni leggermente inquietanti.
E tuttavia ciò che attrasse la mia attenzione fu quello specchio, posto proprio di fianco al mio letto... ero lo specchio che avevo rotto! O forse, suggerì debolmente la parte razionale del mio cervello, forse era solo uno specchio uguale a quello!
Lo osservai per un istante, poi qualcos’altro attrasse la mia attenzione... un movimento proprio lì vicino, una sagoma prima, poi una voce...
“Guisgard!” esclamai sorpresa, vedendolo “Guisgard... ma come...”
Chiusi gli occhi quando le sue dita sfiorarono i miei capelli e per un istante fui felice, per un istante fui serena... sollevai la mia mano e la posai sopra la sua... solo per un istante. Poi qualcosa scattò in quella parte della mia mente che conservava un briciolo di razionalità e che mi costrinse a chiedermi in che modo poteva mai lui essere lì...
Di scatto riaprii gli occhi e istintivamente mi ritrassi, lontana dal suo braccio... e lì rimasi, in silenzio e in attesa, con gli occhi sgranati, il respiro corto e il cuore in subbuglio.

Morrigan
14-01-2011, 04.18.43
Tutto si era svolto talmente in fretta che Morven non era riuscito nemmeno ad intervenire.
Ad essere sinceri, in un primo momento non gli era nemmeno passato per la testa di intervenire, perchè la sua testa era preda di una miriade di idea e di immagini che finalmente cominciavano per lui a prendere forma e significato... finalmente, dopo tanta oscurità!
Aveva sentito l'esclamazione di Guisgard alla vista di Bumin, udito il nome di Talia, e in un istante aveva compreso ogni cosa!

"Dunque avevo ragione!"

Questa frase gli era sfuggita dalle labbra, mentre i suoi occhi si andavano a fissare su Bumin, finalmente liberi di esprimere tutto quell'odio e quel disprezzo che fino a quel momento aveva mal nascosto a quell'uomo. Ma proprio in quell'istante Guisgard si era gettato su quell'infame ed era iniziata tra i due una colluttazione.
Istintivamente estrasse la spada dal fodero, per dar man forte al cavaliere, ma Bumin fu lesto a sfuggire all'onda d'urto delle loro ire, manifesta e violenta quella di Guisgard, a lungo repressa, e per questo non meno pericolosa, quella di Morven.

Pensò di lanciarsi al suo inseguimento... adesso voleva davvero quella soddisfazione, dopo tutto l'astio che era intercorso tra loro e dopo le offese che Bumin gli aveva inflitto. Si era trattenuto a lungo dallo scagliarsi contro quell'uomo, solo perchè da buon cristiano credeva che ogni essere umano dovesse essere considerato innocente fino a prova contraria... ma adesso che ne aveva la certezza, ne stava facendo una questione personale... voleva essere lui stesso ad uccidere Bumin, con l'aiuto di Samsagra!

Tuttavia, l'incidente occorso a Iodix lo distolse dal suo intento, e lo fece arrestare in quel luogo insieme agli altri... forse, pensò, non è ancora il momento per avere il suo sangue... forse occorre prima che io resti qui, con i miei compagni... non c'è che la mia spada e quella di Guisgard a difenderli da questo terrore... poi spostò lo sguardo su Dukey, lo scrutò con attenzione ed insistenza... e forse... forse... è un bastardo, questo è fuor di dubbio, ma forse non lo è al punto da non riconoscere più il Male, se mai dovesse trovarselo di fronte!

"Al diavolo..." mormorò il cavaliere "... io proseguo... chi vuole seguirmi sa cosa fare, altrimenti l'uscita è dall'altra parte!"

L'esclamazione soffocata ma veemente di Guisgard lo distolse dai suoi pensieri. Si avvicinò al cavaliere, lo scrutò per un istante, mentre sul volto gli si accendeva un lieve sorriso.
Nella sua mente si accese il ricordo, il ricordo di una notte, di una discussione intensa, mentre in lontananza si udiva il frastuono gioioso di una taverna, e accanto a lui serpeggiava invece la melodia malinconica di un'ocarina. Ripensò a quella notte quasi con nostalgia, perchè allora, nonstante il pericolo incombesse già su tutti loro, erano ancora ignari del grande dolore e delle terribili atrocità di cui sarebbero stati testimoni... la notte, la taverna, la musica... sembrava tutto appartenere ad un mondo lontano, idilliaco e vivo, un mondo che era ancora pieno di speranza... la speranza... risentì nella testa le sue stesse parole... la speranza... l'ultimo dono degli dei a Pandora, il dono più grande dello spirito umano...

Si accostò a Guisgard, gli lanciò uno sguardo d'intesa, e piano mormorò al suo indirizzo:

"Se il vostro intento è di proseguire, amico mio... ebbene... può Parsifal chiedere a Mordred di combattere al suo fianco?"

Guisgard
14-01-2011, 04.27.31
Talia, d'istinto, si ritrasse.
La lieve luce di quella candela gli illuminò il volto, riflettendo nei suoi occhi intensi bagliori.
Occhi grandi e lucenti.
Incerti ed inquieti fissavano nella penombra i tratti di quel cavaliere che stava lì vicino.
Gli occhi di Talia.
Cosa si vede in quegli occhi?
Cosa ci ha visto colui che li stava cercando?
I sogni, si narra, si leggono negli occhi.
I sogni sono racchiusi negli occhi di chi più si ama.
E i sogni di quel cavaliere esistono ancora?
Se si, allora possono esistere solo in quegli occhi.
Gli stessi che ora fissavano con dubbi e timori quel volto enigmatico e sfuggente.
E l'incertezza della ragazza, palese ed improvvisa, turbò quel volto.
Si avvicinò fino ad essere anch'esso investito dal tenue chiarore della candela.
"Cosa c'è?" Chiese infastidito Bumin. "Attendevi qualcun altro? Beh, sappi che nessuno potrà mai giungere qui a liberarti! E se non mi credi guarda pure quello specchio" indicando quello accanto al letto "e seguirai ogni passo dei tuoi patetici compagni!"
Si alzò di scatto e concluse:
"E ricorda che presto sarai mia moglie! Il tuo destino è già stato deciso!"
E svanì nella penombra della stanza, come un incubo dopo un brusco risveglio.

Guisgard
14-01-2011, 06.03.59
Nello stesso istante, il gruppo cercava di riorganizzarsi e decidere sul da farsi.
Guisgard sorrise a quelle parole di Morven.
"Mio buon Parzival..." disse dandogli una pacca sulla spalla "... sempre imbevuto di sani valori ed ideali! Certo, amico mio!" Esclamò poi. "Combatteremo contro questi dannati che sembrano celarsi dietro ad ogni roccia, ad ogni sguardo... anche apparentemente amico..."
Fissò allora ognuno dei suoi compagni.
Fino ad incontrare lo sguardo della piccola Lyan.
La bambina lo guardava con occhi strani, quasi adirati.
"Troverai la mia mamma, cavaliere?" Chiese. "E la tua bella? Riuscirai a salvarla?"
Guisgard la fissò senza dire nulla.
La piccola Lyan allora sorrise lievemente e corse di nuovo verso Gaynor.
E proprio la donna cominciò a rivolgersi al cavaliere.
"Milady..." rispose questi "... non sono un capo e nè mi interesse esserlo! Per quanto mi riguarda ognuno qui può fare ciò che vuole, purchè non mi si intralci il cammino! Quanto all'aiuto di tutti voi" aggiunse "non l'ho mai richiesto ed è comunque interesse di tutti qui collaborare e aiutarci l'un l'altro!"
"Messere, calmatevi ora..." intervenne il Cappellano "... dobbiamo remare tutti nella stessa direzione per uscirne vivi."
"Volete sapere cosa sta accadendo, milady?" Chiese Guisgard a Gaynor. "Bene, ve lo dirò senza inutili giri di parole... questo che vedete è l'Inferno! E qualcuno sembra averci già condannato in uno dei suoi gironi!"

Guisgard
14-01-2011, 06.27.11
Cavaliere25 si sedette sull'erba ed attese gli sviluppi di quella situazione.
"Amico mio..." disse Belven "... aspettaci qui e torneremo... lo giuro su quanto ho di più sacro!"
Allora, montati a cavallo, tutti loro si apprestarono a partire.
"Ricordate il patto, cavaliere!" Gridò Belven.
"Seguite quel sentiero" indico il Cavaliere Vermiglio "fino a quando diventerà una strada... da lì riconoscerete il cammino."
Poi, rivolgendosi a Cavaliere25:
"Andiamo... seguimi a piedi!"
E detto questo prese il sentiero opposto a quello che aveva indicato alla compagnia di Belven, svanendo nella fitta boscaglia.
http://elfobruno.ilcannocchiale.it/blogs/bloggerarchimg/ElfoBruno/foresta_incantata.jpg

cavaliere25
14-01-2011, 12.47.57
mi alzai da terra e mi misi a seguire il cavaliere Vermiglio e dissi dove stiamo andando signore mentre camminavo mi girai verso i miei compagni e li guardai sperando di rivederli tutti al loro ritorno

Lady Gaynor
14-01-2011, 13.30.42
Gaynor sentì la rabbia montarle dentro con la stessa impetuosità di un fiume in piena. Lasciò la mano di Lyan e si avvicinò a Guisgard, parlandogli con lo sguardo fisso nel suo: "E' un delitto che degli occhi tanto belli e limpidi possano celare un animo così arrogante e borioso... è vero, voi non avete richiesto l'aiuto di nessuno, ma ciò non vi da il diritto di parlarci con tanta superbia. Non avete mai visto il mio volto prima d'ora, eppure non vi siete chiesto nemmeno chi io fossi e per quale ragione avessi voluto rischiare la mia vita per voi. Ma che io sia dannata se rischierò oltre per un cavaliere" e qui Gaynor marcò la parola con un tono di disprezzo "che non è degno neanche di baciare un lembo del mio mantello. Ogni minuto è prezioso per la vita di Lady Talia, per cui non indugiate oltre e proseguite... siete cinque uomini armati, di cui tre ben addestrati al combattimento, per cui la mia presenza non è indispensabile. Preferisco affrontare il bosco e le sue insidie piuttosto che combattere per coloro che sono imbevuti di triste orgoglio e non hanno altro credo che la loro stessa superbia..."

http://www.thefancarpet.com/uploaded_assets/images/gallery/1964/Gladiator_26842_Medium.jpg

Talia
14-01-2011, 21.07.05
Le parole di Bumin, intensificate da quella sua voce così dura e autoritaria, risuonarono in quella sala affilate come coltelli... I suoi passi si allontanarono lenti e pesanti, fino a perdersi tra quelle mille ombre danzanti...
E solo allora, solo quando non lo udii più, tornai a respirare.
Ritrovare, tanto inaspettatamente, il volto duro di quell’uomo così vicino al mio, alla debole luce di quella candela mi aveva fatta rabbrividire, mentre un vago ma inesorabile senso di panico mi aveva pervasa... e allora non avevo osato muovermi, né dire niente.
Non sapevo perché, ma mi sentivo strana: le immagini del sogno che avevo fatto poco prima erano ancora vivide nella mia mente, tanto vivide da continuare a ferirmi...
Mi guardai intorno un momento, cercando di scacciare quel pensiero... non riuscivo a distinguere i contorni della stanza in cui mi trovavo e ciò contribuiva a far sì che quel vivo senso di inquietudine non mi abbandonasse...
Lentamente voltai la testa e scrutai quello specchio che era stato posto accanto al mio giaciglio... prestarmi ai malvagi giochi di Guxio e Bumin era l’ultima cosa che avrei voluto fare, eppure non seppi trattenermi: mi avvicinai all’alto vetro dalla superficie scura e vi appoggiai appena le mani sopra...
“Voglio vedere Guisgard...” mormorai “Fammi vedere Guisgard e gli altri!”
La nebbia scura sotto il vetro prese a vorticare velocemente, sempre più velocemente... e io rimasi in attesa, sentendo che il cuore mi stava lentamente sprofondando verso il basso ogni istante di più.

Morrigan
14-01-2011, 22.31.20
Il gesto di Guisgard e le sue parole sembrarono rincuorare di colpo il giovane Morven. Il cavaliere sorrise e in cuor suo la speranza delle riuscita e la volontà di perseguire i suoi sogni si fecero nuovamente forti e pulsanti. Aveva di nuovo accanto a sè un amico, qualcuno di cui sentiva di potersi fidare. Era vero, lui e Guisgard non si conoscevano certo bene, ma si erano intuiti, si erano capiti a vicenda. Quella notte, davanti alla locanda, si erano detto l'un l'altro molto più di quanto non si potesse ragionevolmente immaginare.

Per questo, quando vide la reazione di Gaynor e le parole altere che la dama rivolse a Guisgard, per un attimo ebbe l'istinto di fermarla... No, milady... siete in errore! fu quasi sul punto di esclamare... Siete in errore, egli non è ciò che credete!... già, perchè ai suoi occhi Guisgard, nonostante i suoi modi talvolta non impeccabili, era sempre stato un modello di cavalleria, fin dal primo giorno in cui lo aveva visto lanciarsi nel bosco per salvare Lady Rainbow. E lo sarebbe stato sempre.
E fu proprio per quel motivo che decise di tacere, pensando fosse meglio lasciare che lo stesso cavaliere rispondesse alla fanciulla, secondo il suo sentire.

Fu in quel momento in cui si discostò da Guisgard e da Gaynor che gli balenò in mente un'idea... già, ecco una cosa davvero utile da farsi prima di proseguire, mentre il nostro prode amico risolve il suo diverbio con la signora!
E con un gesto repentino, che colse tutti di sorpresa, Morven estrasse Samsagra dal fodero e la puntò dritta alla gola di Dukey. Lo fissò con un sorriso cattivo.

"Giusto una parola prima di proseguire, signore... Dopo quello che abbiamo scoperto del vostro capo, confesso di essere profondamente incuriosito... ditemi... voi, di preciso, da che parte state?"

Mosse appena la punta di Samsagra sulla sua gola.

"E badate di non mentire... sono giovane, e l'eccessiva ansia potrebbe farmi tremare la mano e giocarmi il brutto scherzo di non riuscire a calcolare bene la giusta distanza dal vostro collo!"

Guisgard
15-01-2011, 01.58.02
Entrati in quella folta selva, il Cavaliere Vermiglio e Cavaliere25, si ritrovarono su di una stretta ed angusta stradina.
Alla domanda del giovane arciere il misterioso cavaliere del pozzo non rispose nulla.
I due camminarono per un bel pò attraverso quel verdeggiante scenario, fino a quando avvistarono in lontananza un bellissimo castello.
"Ecco..." mormorò il Cavaliere Vermiglio "... siamo arrivati."
Raggiunsero allora quella fortezza e subito il ponte levatoio fu calato.
E quando furono nel castello una bellissima fanciulla corse incontro al Cavaliere Vermiglio.
"Papà! Papà!" abbracciandolo. "Sei tornato! Mi sei mancato tanto!"
"Ora sono qui piccola mia!" Rispose il cavaliere togliendosi il pesante elmo che gli copriva il capo.
Aveva un volto austero e reso duro dalle battaglie.
Lunghi capelli lo avvolgevano ed una folta barba gli donava nobiltà e fierezza.
Era bruno ed i tratti sembravano tradire origini latine.
"Chi è lui'" Chiese la fanciulla indicando Cavaliere25.
"E' un mio servitore..." rispose il cavaliere "... e resterà qui per molto tempo..."
"Ciao..." disse la ragazza avvicinandosi a Cavaliere25 "... io sono Gidelide... tu?"
http://3.bp.blogspot.com/_IAt-mvmffTk/R9Z7qhOgwdI/AAAAAAAAAM4/QP2h-HEfCWw/s320/sleepyhollow.jpg

Guisgard
15-01-2011, 02.46.16
Il gruppo, intanto, era sempre alle prese con ansie e timori.
"Milord, non biasimatela,
ma di certo ringraziatela!
Lady Gaynor volle aiutarvi,
correndo qui per ritrovarvi!"
Esclamò Iodix.
Guisgard restò sorpreso dalle parole del suo giullare.
"Non lasciate che torni nel bosco da sola..." intervenne il Cappellano "... è una donna ed è da sola... e i nostri nemici infestano ogni angolo di ciò che ci circonda..."
Guisgard allora restò un momento pensieroso.
"E sia..." disse raggiungendo la dama "... allora metteremo in pratica ciò che avete detto! Come mi avete definito poco fa?"
"Orgoglio e superbo vi ha definito!
E a dire il vero mi ha molto divertito!"
Ridendo il giullare.
Guisgard allora gli lanciò un'occhiataccia e Iodix intimorito si coprì il volto col buffo cappello.
"Avete detto che sono il capo, giusto?" Domandò il cavaliere a Gaynor. "Allora come tale mi comporterò!"
La prese per un braccio e la riportò nel gruppo.
"Spicente di non essere un cavaliere degno di cortesia e nobiltà, ma solo un tipaccio maleducato, milady..." continuò "... ma come capo devo anche badare a tutti voi... e lo farò, contateci!"
Ma quella scena fu interrotta da Dukey che gridava contro Morven.
"Qualcuno fermi questo pazzo!" Urlava. "E tu, marrano e vile, toglimi questa spada di torno o te la farò ingoiare!"
"Grandezza del Creato!" Esclamò allarmato il Cappellano davanti a quella scena.

Morrigan
15-01-2011, 02.57.12
Morven teneva Samsagra ben salda, puntata contro la gola di Dukey, il quale non aveva saputo far altro che agitarsi e mettersi a squittire come un sorcio.

"Marrano e vile, toglimi questa spada di torno o te la farò ingoiare!"

Ma il sorriso di sfida non si spense sul viso del giovane, e quando con la coda dell'occhio vide Guisgard tornare, tenendo Gaynor per un braccio, si rivolse al suo vecchio compagno:

"Guisgard, quest'uomo era al servizio di quell'infame di Bumin... non so se sia così testa vuota da esservi asservito a questa banda di manigoldi eretici, ma credo che dovremo trovare il modo di farlo parlare prima di proseguire... non mi va di andare là sotto con questa serpe in seno!"

Poi, rivolgendosi di nuovo a Dukey, che teneva ancora sotto scacco:

"Ti è chiaro il discorso, amico? O dentro, o fuori... o sei dei nostri o bruci all'inferno con i tuoi compari! E adesso dimmi la verità su te e su Bumin!"

Guisgard
15-01-2011, 03.06.33
Quella stanza, animata da inquiete ombre e tormentate emozioni, appariva come un luogo fuori dal mondo e dal tempo.
La debole luce di quella candela sembrava solamente sfiorare il buio di quel posto, rendendo ancora più inquietanti le immagini che circondavano Talia.
La voce di Bumin, con le sue deliranti promesse di morte, risuonava ancora tra quelle pareti.
E questo non faceva che rendere ancora più cupa e disperata la prigionia della dama di Cartignone.
Poi quello specchio.
Sembrava attrarre a se la lieve luce della candela, riflettendo enigmatici bagliori dalla sua superficie.
E quella nebbia.
Densa, inquieta, pareva quasi danzare ed avvolgere ogni cosa.
Poi, ad un tratto, alcune figure cominciarono a muoversi tra quella innaturale nebbia...

Guisgard
15-01-2011, 03.21.46
Guisgard allora si avvicinò ai due.
Fissò con attenzione Dukey senza dire nulla.
"Cosa c'è da guardare?" Chiese con rabbia il cavaliere. "Hai detto che sei il nuovo capo, no? Allora, per tutti i diavoli, intervieni!"
"Cosa hai da dire sul tuo rapporto con Bumin?" Chiese Guisgard.
"Che cosa volete insinuare?" Domandò Dukey. "Da come parlate allora tutti i cavalieri di Cartignone appartengono alla setta che stiamo cercando, essendo Bumin il capo delle milizie della nostra città!"
"Eri una sorta di tirapiedi di quel bastardo" fece Guisgard "e un simile servile comportamento disonorerebbe qualsiasi cavaliere!"
"Parli proprio tu!" Esclamò Dukey. "Tu che, per tua stessa ammissione, non hai nè nobiltà, nè dignità!"
"Si, grida più forte..." mormorò Guisgard "... come un maiale che sta per essere scannato... perchè quello sei..."
"Vi fate forti perchè siete in due" ribattè Dukey "ed io invece ho una spada puntata contro!"
"Tranquillo..." disse Guisgard con uno sguardo freddo e senza apparenti emozioni "... presto avrai l'occasione che tanto cerchi per affrontarmi... ma non ora... liberatelo e tenetelo d'occhio..." rivolgendosi a Morven "... e bada" fissando di nuovo Dukey "che non ti toglierò lo sguardo di dosso..."
Andò poi davanti a tutti ed esclamò:
"Abbiamo già perso troppo tempo! Avanti, andiamo!"

Morrigan
15-01-2011, 03.37.11
Morven attese che Guisgard finisse il suo discorso, senza intervenire.
Se fosse stato per lui, lo avrebbe ucciso all'istante.
In realtà non gli importava davvero se Dukey facesse o meno parte della setta. Per Morven, lui e Bumin erano stati, in qualche modo che gli era in parte oscuro, i responsabili della morte di Goldblum. E per questo il cavaliere avrebbe ucciso Dukey, prima o poi. Ma Morven aveva fatto una promessa, tempo addietro.

Quando era fuggito dal ducato di Cassis, per molto tempo aveva vissuto da mercenario, vendendo la sua spada al migliore offerente. Non aveva mai fatto grande distinzione tra buoni o cattivi... i cattivi erano sempre quelli per cui era stato pagato.
Ma quando Cypher era morto, era morto per quell'oro, qualcosa si era squarciato nel petto di Morven. Si era reso conto di aver condotto una vita alla cieca, solo perchè aveva perso la speranza. Pensava di non poter più salvare la sua amata Zulora, pensava di non poter più recuperare le terre di suo padre, e pensava che non ci fosse più nulla di buono nel suo sogno... ma lo sguardo di Cypher mentre si spegneva tra le sue braccia, gli occhi di quell'uomo che era stato per lui come un fratello, le sue ultime parole... Morven, io ho capito... sì, Cypher l'aveva capito, aveva compreso quello che lui aveva nel cuore, e non gli aveva lasciato nulla, se non quelle due vecchie spade... due vecchie spade, come un sacro patto d'amicizia.
Da quel giorno Morven aveva cambiato la sua vita.
Aveva ricordato a se stesso il suo sogno... aveva scelto di essere Parsifal e di continuare la sua ricerca, anche se tutto il mondo continuava a ripetere che il suo Graal non esisteva da nessuna parte. Aveva promesso, davanti ad un altare, di seguire la giusta via per diventare un cavaliere, e per poter tornare nelle sue terre non già di nascosto e nell'ombra, ma a testa alta e con pieno diritto.
Per questo non aveva ancora ucciso Dukey. Perchè era un cavaliere, e aveva bisogno di una ragione. Non poteva ucciderlo, senza una ragione!

Così attese che Guisgard finisse il suo discorso, senza intervenire.
In fondo, lo aveva scelto come suo capo già da tanto tempo, da quel giorno lontano nel bosco di Cartignone...
Si staccò da Dukey, obbedendo alle parole del suo compagno, ma prima di lasciarlo libero, con un sorriso cattivo, gli lasciò un leggero segno sull gola con la punta della spada, un leggero segno che si tinse di rosso.

"Questo per mantenerti viva la memoria..." gli mormorò, passandogli vicino, e rinfoderò la spada.

Quindi si mise in marcia e seguì Guisgard lungo quel passaggio che li avrebbe condotti nel ventre della terra.

cavaliere25
15-01-2011, 12.05.58
Guardai la fanciulla e dissi salve a voi mylady il mio nome è cavaliere25 è un piacere fare la vostra conoscenza poi rivolto al cavaliere Vermiglio dissi vi devo fare i miei complimenti avete un bel castello poi riguardando la fanciulla dissi mylady avreste un po d'acqua ho una sete terribile e aspettai

Lady Gaynor
15-01-2011, 14.03.58
Gaynor trattenne la velenosa risposta che le era salita alle labbra, dal momento che la presa di posizione di Sir Guisgard le aveva fatto una certa impressione. Capì che quello era il suo modo di scusarsi per la villania dimostrata e accettò così la decisione, premurandosi però di apostrofare il cavaliere con queste parole: "E sia, ma la prossima volta vi invito a non toccarmi senza una valida ragione. E' un privilegio che non avete ancora acquisito."

Guisgard
15-01-2011, 14.10.09
Gidelide sorrise, mostrando un delicato inchino a Cavaliere25.
"E' vero, che sciocca!" Arrossendo. "Sono una pessima padrona di casa... non vi ho neanche fatto preparare qualcosa!"
Battè allora le mani e un attimo dopo due nani entrarono nella stanza.
"Portate dell'acqua fresca e qualche liquore aromatico per il nostro ospite..." ordinò con dolcezza la fanciulla "... insieme a del pane appena sfornato, formaggio, miele e frutta."
I nani risposero con un inchino e dopo un pò servirono sulla grande tavola della sala ciò che la loro padrona aveva chiesto.
"Mangiate pure a sazietà, Cavaliere25!" Invitò la bella Gidelide.
Poi prese alcune piccole tele, si accomodò dall'altra parte della tavola e cominciò a disegnare.
"Non vi recherò disturbo alcuno, messere." Disse con un tenero sorriso. "Attenderò che abbiate finito di mangiare occupandomi dei miei disegni."
Il Cavaliere Vermiglio fissò con gioia la sua giovane figlia e si sentì profondamente rasserenato dal calore che regnava nella sua dimora.
Si sedette allora accanto al fuoco e si addormentò.

cavaliere25
15-01-2011, 14.13.47
Vidi quel ben di dio su quella tavola e iniziai a mangiare mentre guardavo la fanciulla sorridente poi gli dissi mylady che state disegnando di bello se posso chiedervelo e piegai il capo come imbarazzato

Guisgard
16-01-2011, 04.07.00
Cavaliere25 allora cominciò a gustare tutte le prelibatezze che gli vennero servite.
"Io amo moltissimo disegnare, messere..." disse Gidelide "... forse è la cosa che più mi piace fare... l'unica che mi faccia sentire veramente viva."
Si voltò verso suo padre e, vedendolo addormentato accanto al camino, chiese:
"Volete vedere qualche mio disegno, messere?"
E corse verso Cavaliere25, mostrandogli diversi fogli illustrati.
C'erano paesaggi rurali, montani e collinari, insieme a laghi e fiumi.
In altri erano rappresentati i diversi animali che abitavano i luoghi che circondavano il castello.
"Io non esco mai da questo castello..." continuò "... mio padre non vuole... dice che il mondo la fuori è pericoloso... e nei miei disegni raffiguro solo ciò che posso vedere in questo castello o fuori dalle sue finestre."
Restò un attimo in silenzio e dopo aver gettato un altro sguardo verso suo padre, sincerandosi che dormisse ancora, aggiunse:
"Ho un disegno particolare... l'ho fatto dopo un sogno... non so bene cosa significhi..."
E lo mostrò al giovane arciere.
Sul foglio era raffigurata una stranissima immagine: una giovane legata sopra un altare, attorniata da diversi uomini che si apprestavano a sacrificarla.
"Non ho mai rivelato a nessuno questo mio sogno..." disse la fanciulla "... nè mostrato ad alcuno questo disegno... mio padre potrebbe non approvare che disegni simili immagini... voi però giuratemi di non tradire questo mio segreto, messere... mi sono fidata di voi..."
http://www.zap2it.com/media/photo/2008-04/38278571.jpg

Guisgard
16-01-2011, 04.37.56
Intanto, nel ventre oscuro e maledetto del bosco, il gruppo si apprestava a continuare il suo cammino.
"Davvero?" Con un sorriso sarcastico Guisgard. "Come desiderate, milady..." accennando un lieve inchino davanti a Gaynor "... allora cercherò di rammentare i miei diritti, purchè voi facciate altrettanto con i vostri doveri! Cercate di restare nel gruppo ed evitate altre uscite come quella di poco fa! Forse non avete ben compreso che in giro ci sono dei fanatici che amano divertirsi a macellare giovani fanciulle indifese! Quindi se i miei modi villani e scortesi vi danno sui nervi, cosa che comprendo perfettamente, allora badate di non fare altre sciocchezze ed io non sarò costretto ad utilizzarli di nuovo!"
"Ehi, Ammazzasette!" Gridò, con ironia mista ad insofferenza, Dukey a Guisgard. "Vuoi dire a questo moccioso di smetterla con questa sua spada?" Indicando Morven. "Guarda cosa mi ha fatto sul collo! Se non lo richiami come faresti col tuo cane, alla prima occasione lo infilzerò a dovere!"
"Chiudi il becco" rispose Guisgard senza neanche voltarsi "e smettila di frignare! Ora andiamo!" Urlò poi, facendo segno all'intero gruppo di seguirlo.

cavaliere25
16-01-2011, 12.50.18
Guardai i diversi disegni che la dolce fanciulla mi fece vedere e dissi siete molto brava vi faccio i miei complimenti poi mi girai a guardare il viso della giovane era molto dolce e affascinante dissi state tranquilla mylady non lo verrà a sapere nessuno di questo vostro sogno e del vostro disegno ve lo prometto sulla mia stessa vita e rimasi fermo a guardare i suoi splendidi occhi

Talia
17-01-2011, 01.47.19
Un silenzio ovattato dominava quella sala, un silenzio irreale e pesante. Stando lì si aveva quasi la sensazione che quel buio avvolgesse ogni cosa come una fitta coltre o, forse, come una gabbia stretta e invalicabile, entro cui tutto ciò che esisteva era quel giaciglio, quello specchio e quella candela.
Una strana sensazione mi indusse a spostare gli occhi dallo specchio e a ruotarli lentamente intorno, facendo attenzione ad ogni ombra e ad ogni pur minimo spostamento... era la fastidiosa sensazione di essere osservata. Presi così la candela che era posata vicino a me e la alzai alta sopra la mia testa, in modo che la sua luce si spingesse più lontano possibile...
“Chi c’è?” chiesi, notando nella mia voce una nota leggermente impaurita che avrei desiderato non ci fosse “C’è qualcuno?”
Tesi le orecchie, in attesa, ma non udii alcun suono, nessuna risposta e neanche il pur minimo respiro. Riabbassai così la mano e riappoggiai la luce a terra... eppure quella sensazione non mi abbandonava!
Ad un tratto con la coda dell’occhio percepii che la nebbia nello specchio aveva preso a vorticare più velocemente che mai... tornai dunque a concentrarmi su quella superficie appena in tempo per vedere alcune figure affiorare da quella nebbia... socchiusi gli occhi e avvicinai un po’ il viso al vetro, nel tentativo di distinguerne meglio le sagome...

Guisgard
17-01-2011, 03.26.03
Il gruppo camminava tra quegli stretti cunicoli avvolti da una perenne oscurità solo intaccata dalle loro torce.
Il rumore dei loro passi si diffondeva tra le umide pareti, mischiandosi al perenne gocciolio che egheggiava tutt'intorno.
Guisgard guidava la testa di quel gruppo ed il suo cuore era denso di inquieti pensieri.
Mille immagini e suoni di un tempo lontano invadevano i suoi ricordi, mischiandosi alle innumerevoli sensazioni che percorrevano il suo animo.
Pensava a tante cose.
Al suo amico Gila, alla sua terra, la Cornovaglia e gli amici che aveva lasciato laggiù.
"Chissà cosa accade in Cornovaglia..." pensava "... forse dormono a quest'ora laggiù... forse dormono in tutto il mondo..."
Confuse voci provenivano dalle sue spalle, dai suoi compagni di viaggio.
Ed allora tutti loro occuparono un pò dei suoi pensieri.
C'era il Cappellano, che aveva deciso di scendere in quell'Inferno.
"Perchè?" Si ripeteva. "Il suo ruolo gli impone tutto ciò, immagino..."
Ed il fedele Iodix.
Sarebbe dovuto restare in Cornovaglia.
Era uomo di beffe e motti scherzosi lui, non un soldato o un avventuriero.
E quel Morven.
Era troppo idealista, troppo imbevuto di quei valori che si leggevano nei romanzi.
Perchè era finito in un simile incubo?
E quel Dukey?
Che appariva come l'opposto di Morven?
Si voltò un momento indietro e scorse allora tre figure che conosceva pochissimo.
Il Vecchio delle Fosse. Chi era?
Non parlava mai e sembrava indifferente a tutti e a tutto.
Fissò poi la piccola Lyan e notò che anch'ella faceva altrettanto.
E Guisgard ebbe la netta sensazione che quel suo sguardo non si fosse mai staccato da lui.
Ed infine Gaynor.
Perchè era giunta lì?
Iodix gli aveva rivelato che era giunta per cercare proprio lui.
Perchè?
Una donna che viaggiava da sola.
Non erano tempi che permettevano una simile cosa.
Non con donne così belle e animate da un tale temperamento.
Ma lei aveva qualcosa.
Qualcosa di particolare.
Qualcosa che però sembrava sfuggire a Guisgard.
Cosa nascondeva veramente?

Guisgard
17-01-2011, 03.44.21
Lo specchio.
Cosa riflette davvero?
La realtà o l'illusione?
Cosa possiamo vedere oltre la sua superficie?
L'anima di chi amiamo?
O solo il riflesso dei nostri sogni, dei nostri desideri?
Cosa nasconde uno specchio?
Talia osservava il vortice di quella densa nebbia.
Riconosceva figure ed immagini familiari, per poi accorgersi che erano ombre e nulla più.
Suo padre, sua madre, Eileenn.
E poi lord Frigoros e la corte di Cartignone.
"Cosa cerchi?" Chiese lo specchio. "Tutti si pongono davanti a me cercando di vedere qualcosa... tu cosa vuoi vorresti vedere? Bellezza? Felicità? Potere?"

Morrigan
17-01-2011, 04.30.25
Moccioso? Cane???

"Ehi!"

Morven si girò di scatto, pronto a far guizzare Samsagra, e stavolta andare a bersaglio. Ma subito la voce di Guisgard lo fermò.

"Chiudi il becco e smettila di frignare! Ora andiamo!"

A quelle parole, Morven non potè fare a meno di ridere. Già, aveva ragione lui. Dukey era uno sciocco, di quelli che baprono bocca e gli danno fiato. Era persino troppo sciocco per adirarsi con lui. Lasciò che la stoccata gliela assestasse virtualmente Guisgard con quelle parole, e con una risata, rimise la spada nel fodero.

"Tranquillo," disse rivolto a Dukey con aria di celia "appena tornati a Cartignone la mamma ti curerà..."

Quindi, senza aggiungere altro, seguì Guisgard lungo lo stretto cunicolo.

Faceva freddo in quell'antro scavato nel cuore della terra, e l'ombra sembrava crescente.
In breve, nessuno ebbe più voglia di parlare, e un lugubre silenzio accompagnava quella fila di temerari.
Morven tentava in ogni modo di strapparsi dai suoi pensieri. Temeva che ripiombare nei suoi più cupi ricordi l'avrebbe fatto perdere nuovamente d'animo, proprio in quel momento in cui, ritrovato Guisgard, la sua speranza di riuscire in quell'impresa era rifiorita.
Guisgard... aveva sempre pensato che fosse uno spadaccino eccezionale, e di certo un uomo fuori dal comune... ma uscire vivo da quell'inferno, e avere ancora la forza per ritornarvi dentro... questo andava oltre ogni sua aspettativa... lo avrebbe pregato, un giorno, di raccontargli tutto... come era sopravvisuto, come aveva lottato, e soprattutto a quali spettacoli di orrore e di morte avevano assistito i suoi occhi!

Mentre così ragionava, Morven si avvide che Guisgard era pensieroso. Il movimento nervoso dei suoi occhi, quel leggero scatto del capo, lo sguardo che talvolta vagava veloce indietro, verso di loro, quasi volesse accertarsi che nessuno fosse rimasto indietro... chissà cosa pensava, in quel momento...

Gli si fece un po' più da presso. Non lo fissò dritto negli occhi, ma lasciando che il suo sguardo vagasse in quella semi oscurità, cominciò a parlare con tono sommesso:

"Guisgard... immagino che tu sappia dove ci stai guidando... dimmi cosa c'è là sotto, e a cosa andiamo incontro. Se non so che aspetto ha il mio nemico, se non conosco nulla delle sue armi, come posso essere per te un valido aiuto in questa impresa? Anche io desidero liberare lady Talia quanto lo desideri tu... e desidero mettere fine a questo orrore, se questo fosse mai possibile... hai la mia spada e hai il mio braccio... ma dimmi almeno che cosa ci aspetta!"

Guisgard
17-01-2011, 04.53.08
Nello stesso momento, al castello del Cavaliere Vermiglio, la giovane Gidelide aveva mostrato i suoi disegni a Cavaliere25.
"Ditemi..." disse la ragazza, voltandosi di tanto in tanto verso suo padre per accertarsi che dormisse "... cosa potrebbe rappresentare secondo voi quel mio sogno? Che significato può avere una ragazza legata ad un altare per un sacrificio? Non avevo mai sognato nulla di simile prima d'ora..."

Guisgard
17-01-2011, 05.58.41
“La verità, amico mio?” Chiese Guisgard a Morven. “Non ho la minima idea di dove stiamo andando! Questo posto è un labirinto dove si potrebbe celare un’insidia dietro ad ogni angolo! Ciò che so è che ci troviamo davanti a dei fanatici assassini e che quel traditore di Guxio ne è il capo! E da quanto è accaduto poco fa, ben conoscete il ruolo di Bumin in questa storia! Ora seguiamo questa strada perché mi sembra opposta a quella che conduce alla chiesa sconsacrata, dalla quale siamo scesi in questo posto maledetto!”
Il gruppo, dopo un pò, giunse in una sorta di piccola grotta, nata dall'unione di due stretti cunicoli che si incrociavano tra loro.
"Cavaliere..." disse il Cappellano a Guisgard "... siamo stanchi, credo sia meglio fermarci un momento per riprendere le forze..."
"Siamo già stati fermi abbastanza” rispose Guisgard “… e..."
"Messere..." lo interruppe il Cappellano "... comprendo la vostra ansia per ritrovare lady Talia..."
"Infatti! Ed ogni istante perso potrebbe essere fatale alla nostra ricerca."
"Avete ragione ma per poterla salvare bisogna che tutti siano in grado di aiutare il gruppo." Osservò il chierico. "Purtroppo non siamo tutti cavalieri e non abbiamo l'addestramento adatto per sopportare simili fatiche... continuare oltre, rischiando di non avere la forza per poterci difendere, sarebbe un suicidio..."
"E sia..." disse Guisgard dopo un attimo di forzata riflessione "... faremo una breve sosta per poi riprendere il cammino..."
"Grazie, sir Guisgard." Sorrise il Cappellano.
"Morven..." chiamò Guisgard "... voi e Dukey riposatevi laggiù, dove controllerete le spalle del gruppo, non vorrei ci ritrovassimo colti da un attacco a sorpresa... e nel frattempo tenetelo d'occhio... io invece darò uno sguardo alla strada che ci aspetta..."
"Padrone tu non riposerai?
Sarai stanco se continuerai!"
Esclamò Iodix.
"Non sono stanco" rispose Guisgard "e poi non riuscirei a chiudere occhio..."
Si allontanò allora dal gruppo, cercando di capire quale strada stavano percorrendo in quella sorta di labirinto sotterraneo.
Quel passaggio era umido e avvolto da una quasi totale oscurità, solo a stento squarciata dalla torcia che aveva in mano Guisgard.
Ad un tratto il cavaliere udì dei passi.
Incerti e lontani.
Fissò allora quelle dense tenebre, ma non vide nulla.
Ma dopo qualche istante di nuovo si udirono quei passi.
E stavolta erano molto più vicini.
"Chi è là?" Chiese Guisgard.
Ad un tratto la luce della sua torcia gli permise di scorgere una figura.
"Chi sei?"
"Sono io..."
"Talia? Sei tu?"
"Si, sono io..."
Il cavaliere allora si avvicinò.
Era davvero lei.
Bellissima, come un sogno, avvolta da un velo lacerato e bagnato per l'umidità.
"Cosa ti è accaduto?" Domandò Guisgard. "Come hai fatto a tornare qui?"
"Ti prego... non chiedermi nulla..." sospirò lei "... sono stanca ed infreddolita..."
"I tuoi vestiti..."
"Riscaldami tu..." disse avvicinandosi a lui "... col calore del tuo corpo..."
Chinò allora il capo sul petto di Guisgard e si strinse forte a lui.
"Sento battere il tuo cuore..." continuò a dire lei "... batte forte..."
Le sue mani strette attorno ai suoi fianchi, il suo corpo contro quello di lui, i lunghi capelli bagnati che sembravano avvolgerli e proteggerli da tutto ciò che li circondava.
Poi, improvvisamente, lei si avvicinò al volto di lui, sfiorandolo col suo respiro.
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cavaliere25
17-01-2011, 12.16.14
Guardai la ragazza e dissi non saprei dirvi mylady so solo che è un brutto sogno state tranquilla vi prometto che a voi non accadrà nulla di simile e rimasi a guardarla mi ero perso nei suoi occhi e del suo sorriso

Talia
17-01-2011, 13.32.04
Le immagini, in quello specchio, si susseguivano tanto velocemente quanto velocemente mutavano i miei pensieri...
Cosa mostrava quello specchio?
Cosa vi stavo cercando io? La domanda sorse nella mia mente come se lo specchio stesso me l’avesse sussurrata...
Non lo sapevo... non di preciso, almeno!
Bellezza, potere... no, niente di tutto ciò aveva valore! Forse non l’aveva neanche mai avuto ma, di certo, non ne aveva in quel momento... non ne aveva dopo che Eileen era morta laggiù e in quel modo orribile... non ne aveva dopo che mio padre non era più tornato da quella missione alla quale Guxio l’aveva spedito, probabilmente con un piano ben preciso... non ne aveva, infine, dal momento che tante vite erano in pericolo e che probabilmente il futuro di Cartignone era ormai segnato dalla delirante volontà di un pazzo.
Felicità... sussurrò, poi, lo specchio.
‘Felicità?’ ripetei, a voce bassissima...
Ecco... felicità! Quella era una cosa per la quale valeva la pena tener duro!
Anche se probabilmente non sarebbe stata la mia felicità... no, certo: quale felicità avrebbe ormai potuto esserci per me, lì in quella prigione dove Guxio e Bumin mi avevano chiusa?
La nebbia nello specchio prese di nuovo a vorticare e questa volta ne emerse un volto... il volto di un cavaliere. E se ne stava davanti a me, con gli occhi fissi nei miei, quasi potesse vedermi davvero...
Sorrisi alla vista di quel volto, un momento poi di nuovo mi incupii...
“Mi dispiace!” mormorai, chinandomi in avanti fin quasi a sfiorarlo e posando delicatamente una mano su quell’immagine “Mi dispiace di averti trascinato quaggiù, Guisgard! Mi dispiace tanto...”
Attesi con dolore che quell’immagine scomparisse come le altre che erano emerse da quello specchio, ma non fu così... il volto del cavaliere rimase lì, così vicino eppure così lontano, e io a poco a poco iniziai a perdere la percezione di ciò che era reale, restando ostinatamente aggrappata a quell’immagine in quello specchio quasi fosse la mia ancora di salvezza.

Guisgard
18-01-2011, 02.48.03
Il fuoco consumava lentamente la legna nel camino, diffondendo calore e luce nell'austera stanza.
Gidelide fissò negli occhi Cavaliere25.
"Ditemi, messere..." disse "... com'è appare il mondo fuori? Voi sicuramente ne conoscete ogni forma, ogni colore ed ogni profumo. Io no. Vi prego, descrivetemi la bellezza del mondo che le mura di questo castello mi obbligano ad ignorare!"

Guisgard
18-01-2011, 03.55.36
I sogni.
E' possibile desiderare a tal punto una cosa da renderla reale?
Hai mai provato ad inseguire un sogno?
Cercarlo dove nessuno può vederti, invocarlo dove nessuno può sentirti?
E avendolo riconosciuto nello scorrere etereo e silenzioso della notte, hai mai provato a chiamarlo per nome?
Chi non ha mai fatto questo, allora non può dirsi veramente vivo.
Cerca sempre i tuoi sogni, mio giovane signore.
Rincorrili con tutto te stesso.
E quando li avrai afferrati, tienili stretti come se ti fossero cari quanto la vita stessa.
Ricordalo ora, mio signore e lo ricorderai per sempre.
I sogni sono reali?
Hanno mani vellutate per accarezzarti?
Corpi caldi per stringerti?
Labbra morbide per baciarti?
Si, i sogni sono reali poichè vivono nell'unico luogo in cui divengono eterni: il nostro cuore.
Il cuore di quel cavaliere batteva senza sosta.
Ed ogni battito era un sussulto, ogni sussulto uno slancio.
Lo slancio.
"L'amerò per sempre!"
"Per lei rivolterei questo mondo come un guanto!"
"Se quest'amore è la mia forza, sarò un terribile flagello che stravolgerà cielo e terra!"
"Per quest'amore gli angeli mi ammireranno e i demoni mi temeranno!"
"E se lei non tornasse dal silenzio di questa notte, questo mio amore basterebbe da solo per riempire la mia vita e le infinite altre che animano l'intero Creato!"
"Invidiatemi geni dei cieli e dannati degli Inferi! Invidiatemi piochè mi annullo e mi rigenero in questo mio amore!"
"Questo mio amore che non teme nulla! Nè il tempo, nè la vita, nè la morte stessa!"
"Questo mio amore è tutto, rendendo come il nulla tutto il resto!"
Guisgard la fissava.
Lei non diceva nulla.
Si stringeva al corpo del cavaliere e con le mani accarezzava il suo petto.
"Talia..." provo a dire lui.
Ma lei, posando delicatamente la mano sulla sua bocca, lo zittì.
Poi gli si avvicinò per baciarlo.
Cosa cela uno sguardo?
Per molti nulla, mio signore.
Ma chi ama sa leggervi la verità.
Non una semplice verità, ma quella dell'anima.
E quella non può mentire.
Cosa vide il cavaliere in quello sguardo?
Non lo so, mio giovane signore.
Nessuno temo lo sappia.
Ma ciò che vide lo destò da quell'incanto.
Ed allora forse, ma solo se vorrai crederlo tu, mio giovane signore, il cavaliere udì anche una voce.
“Mi dispiace di averti trascinato quaggiù, Guisgard! Mi dispiace tanto...” sembrò sussurrare un vento lontano.
E rapido, come solo quello stesso vento sa esserlo, il cavaliere estrasse la sua spada.
"Vattene, mostro..." minacciò puntando la spada contro il petto di quella oscura figura.
Essa allora rise forte, come a volersi prendere beffe di lui.
E più rideva, più quella voce perdeva il tono umano, per assumerne uno bestiale.
E rise fino a svanire nell'oscurità di quel malefico incanto.
Dopo alcuni istanti Guisgard ritornò dai suoi compagni.
Era pallido ed aveva l'espressione stravolta.
"Sir Guisgard!" Gli andò incontro il Cappellano. "Dove siete stato? Avete visto qualcosa? Diteci... cosa ci aspetta?"
"Le forze del male sono beffarde..." mormorò il cavaliere fissando l'indefinito vuoto di quel luogo "... i loro inganni sono terribili... possa il Cielo aver pietà di noi..."
E si lasciò cadere contro la parete, chiudendosi in un doloroso silenzio.
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Morrigan
18-01-2011, 08.05.15
Morven si lasciò cadere a terra, e solo in quel momento si rese conto di essere tremendamente stanco... da quanto tempo non mangiava o non dormiva? Aveva riposato un po' vicino a fuoco, la notte in cui avevano incontrato Bumin... Bumin... ah, quel dannato!... ma era stato un riposo inquieto... e anche in quel momento, non poteva certo chiudere gli occhi...

La stanchezza cominciava ad ubriacarlo...solo il pensiero di tenere d'occhio Dukey lo teneva sveglio e non lo faceva dormire... il pensiero di una minaccia costante, il pensiero dell'ombra che li avvolgeva... alle volte gli capitava ancora di pensare che combattere l'ombra fosse una causa persa... ma non doveva mollare, non doveva!

... la luce... la luce era il ricordo lontano delle mattine a Cassis... le galoppate lungo la valle, i vestiti nuovi di Zulora confezionati per la festa, le giostre, le battute di caccia...
... la luce... scherzare con Cypher sugli ultimi denari sperperati dall'arciere nei baratti, giocare con il suo segugio, vincere una gara di tiro, inseguire a cavallo il nemico che scappa...
... ma anche adesso, anche adesso c'è luce... Morven si sforzò di tenere aperti gli occhi... c'era ancora luce... la luce delle torce che si rifletteva sui grani del rosario che il Cappellano stava recitando a voce bassa in quel momento... la luce nel sorriso di Gaynor mentre faceva addormentare Lyan tra le sue braccia... la luce negli occhi di Iodix mentre guardava il suo padrone... la luce... c'è ancora tanta luce...
... sbattè le palpebre, cercando di restare desto... dov'era Guisgard?

Si guardò intorno... non era ancora tornato...
... poi lo vide, e quel che vide lo fece sobbalzare.
Era emerso dall'ombra della cupa galleria come un fantasma. Era pallido ed aveva l'espressione stravolta.

"Sir Guisgard!" gli andò incontro il Cappellano. "Dove siete stato? Avete visto qualcosa? Diteci... cosa ci aspetta?"

"Le forze del male sono beffarde..." mormorò il cavaliere fissando l'indefinito vuoto di quel luogo "... i loro inganni sono terribili... possa il Cielo aver pietà di noi..."

E si lasciò cadere contro la parete, chiudendosi in un doloroso silenzio.
Morven lo fissò sconvolto per un lungo istante. Fissò il vuoto che riflettevano i suoi occhi. Si domandò quali oscure visioni avesse avuto, e quali oscure visioni stesse ancora inseguendo nei suoi pensieri.
Senza averne mai avuto una coscienza precisa, Morven aveva sempre avuto l'impressione di poterlo comprendere. Fin dal primo istante in cui si erano incontrati, Guisgard l'aveva sempre preso in giro per la sua aria seria e per i suoi discorsi pieni di ideali... eppure, a Morven era sempre sembrato che in realtà qual cavaliere scherzasse al solo fine di sfuggire alla sua comprensione... ma quella comprensione gli era sempre apparsa a portata di mano. Era vicina, sempre vicina ai suoi occhi, tanto vicina che gli sarebbe bastato stendere la mano per afferarla!
L'anima di Guisgard... frammenti di discorsi gli tornavano alla mente... discorsi nati dal cuore della notte, sotto la benedizione della luna, e per questo più sinceri di quanto non sarebbero stati se fossero stati fatti alla piena luce del giorno... l'anima di Guisgard... luce... ombra... ordine... caos... in natura, ciò che non si somiglia, allora si completa...

Si levò piano in piedi, e con lo stesso gesto silenzioso si sedette al fianco del cavaliere. Guisgard non diede cenno di aver notato il suo movimento. Continuava a fissare il vuoto davanti a sè come se non potesse vedere altro. I suoi occhi vedevano senza guardare. Morven lo studiò per qualche istante, come se fosse incerto sulle parole che stava per dire.

"Sapete, Guisgard... ogni uomo ha il suo rimpianto, e anche io ho il mio... non sono riuscito a salvare una donna, una donna che mi era molto cara... non sono riuscito a salvarla per inseguire un sogno... non lasciate allora che i vostri incubi vi spingano a commettere il mio stesso errore! Ve lo dico da fratello, e sapete che non vi mento... sono stato pronto a giurare su questa spada che avrei combattuto al vostro fianco quando ancora non conoscevo bene il vostro valore, nè voi il mio... adesso che il destino ci ha fatto incontrare in questo luogo, sono pronto ad accompagnarvi fino alla fine..." si fermò un istante e gli sorrise con una sottile aria di scherzo "e chissà che questa volta non riesca a superarvi in fascino e strapparvi i favori di Madonna Morte!"

cavaliere25
18-01-2011, 11.01.48
Mylady dissi il mondo la fuori è un paradiso pieno di fiori alberi animali di tutti i tipi pultroppo però ci sono posti poco piacevoli e io fino ad esso ne ho visti e vi dirò sinceramente ci sono anche tante persone cattive la fuori vostro padre fa bene a tenervi qui almeno qui siete al sicuro e nessuno vi può fare del male vostro padre non lo fa per cattiveria a tenervi qui rinchiusa lo fa per la vostra sicurezza e perchè vi vuole molto bene da quanto ho visto e da quanto ho capito e dopo averle detto ciò rifasi in silenzio

Lady Gaynor
18-01-2011, 19.47.05
Gaynor sedeva sul freddo pavimento con Lyan tra le braccia. Le stava cantando una dolce nenia per farla addormentare, accarezzandole i morbidi capelli. La luce delle torce mandava strani bagliori che si riflettevano sulle pareti di roccia, creando strane e contorte ombre che le mettevano i brividi. Il Cappellano recitava il Rosario con voce sommessa, mentre il vecchio era seduto poco distante da lei, con lo sguardo vigile. Che strano personaggio! Sir Dukey era ben desto, come pronto a cogliere il minimo movimento dei presenti, mentre Iodix si era assopito. Caro giullare! Si era affezionata a lui, leale ed arguto compagno. Sentì lo sguardo di Morven su di se e lo ricambiò con un sorriso, osservando i suoi lineamenti delicati e dolci. Era stanco e si vedeva, un po' di riposo gli avrebbe giovato, ma sembrava che quasi temesse di addormentarsi... D'improvviso lo vide sobbalzare e, seguendo il suo sguardo, lo vide fissare Sir Guisgard. Il cavaliere era sconvolto e la fioca luce sembrava marcare il suo livido pallore.
"Sir Guisgard!" gli andò incontro il Cappellano. "Dove siete stato? Avete visto qualcosa? Diteci... cosa ci aspetta?"
"Le forze del male sono beffarde..." mormorò il cavaliere fissando l'indefinito vuoto di quel luogo "... i loro inganni sono terribili... possa il Cielo aver pietà di noi..." rispose il cavaliere.
Nel sentire queste parole, Morven si alzò e andò a sedersi accanto a Guisgard. Gli stava dicendo qualcosa che però lui sembrava non sentire... Il suo sguardo perso nel vuoto le andò dritto al cuore, spingendola ad avvicinarsi. Lasciò Lyan al vecchio, l'unico vigile di cui si fidasse completamente, e mosse qualche passo in direzione dei due cavalieri.
"Spero di non disturbarvi..."

Guisgard
18-01-2011, 20.46.38
Il Cavaliere Vermiglio continuava a dormire accanto al fuoco.
Di tanto in tanto uno dei servitori gettava qualche arbusto secco sulla fiamma, ravvivandola ed illuminando la sala.
"Comprendo, messere..." disse Giselide dopo aver ascoltato Cavaliere25 "... ma..." fissò di nuovo suo padre ed un dolce sorriso sorse sul suo candido viso "... so che per mio padre rappresento tutto il mondo, ma... io so che là fuori c'è qualcosa... qualcosa che mi sta chiamando... ed il sogno che feci ne è un segno..."
Prese di nuovo il disegno tratto da quel sogno e lo mostrò al giovane arciere.
"Io voglio scoprire cosa significa questo disegno" aggiunse "e per farlo devo uscire da questo castello... mi aiuterete, messere?"
In quel momento il Cavaliere Vermiglio tossì, farfugliando qualcosa nel sonno, per poi adagiarsi di nuovo sul suo seggio e continuando a dormire.
"Ma mio padre non deve scoprirci..." disse Gidelide.

cavaliere25
18-01-2011, 20.49.49
mylady dissi siete davvero sicura di scoprire cosa ce dietro quel sogno e disegno? io vi aiuterei volentieri ma ho paura di subire le conseguenze di vostro padre se venisse a scoprire che vi ho aiutato io sarei un uomo morto voi capite vero? mylady e aspettai che dicesse qualcosa

Guisgard
18-01-2011, 21.18.53
Guisgard stava con la testa appoggiata alla parete rocciosa.
Il viso era contratto, teso ed uno sguardo come perso fissava l'indefinito vuoto di quel luogo.
Di tanto in tanto si sentiva qualcosa percorrere quei passaggi.
Qualcosa come trasportato dal vento.
Sibili, echi, che sembravanno divenire lamenti, pianti, grida lontane.
Ma non c'era vento in quel luogo.
Sembrava non esserci nulla, se non un astratto senso di cupa disperazione, di dolore celato tra le ombre e le luci che parevano danzare in quella sorte di anticipazione dell'Ade.
"Per quanto questa vita possa apparirci terribile..." mormorò all'improvviso il vecchio delle fosse "... non è nulla rispetto all'infinito dolore che dimora negli Inferi..."
Null'altro aggiunse, continuando ad apparire indifferente, quasi apatico, a tutto ciò che lo circondava.
Per un attimo Guisgard prestò attenzione a quelle parole, che sembravano averlo destato dal suo sconforto.
Fissò poi Morven.
"Madonna Morte..." ripetè "... la morte non fa veramente paura... l'ho invocata tante volte in passato... no, essa mi è indifferente... come lo era per me anche il dolore..." sorrise quasi malinconico "... già, il dolore... non temerlo cosa significa?" Chiese a Morven. "Che si è coraggiosi? No... il coraggio non c'entra... quando non si ha nulla, il dolore non fa paura... come la morte... solo quando si possiede davvero qualcosa si comincia allora ad aver paura... paura di perdere ciò che si ama... di soffrire... o di veder soffrire proprio chi si ama... allora e solo allora... dolore, sofferenza e morte fanno paura... divenendo demoni animati dall'unico desiderio di tormentarci..."
Quelle parole nel silenzio che li circondava, con le loro sensazioni, angosce, paure.
Tutto scandito dalla litania che il Cappellano stava recitando, invocando gli appellativi della Santa Vergine.
"Madre di Dio... Madre della Grazia... Vergine Prudentissima... Vergine Venerabile... Vergine degna di lode... Vergine Santissima... Torre di Davide... Stella del Mattino..."
Guisgard mise una mano sulla spalla di Morven e la strinse.
"Combatteremo, non temete..." disse "... è solo questione di tempo... l'odore del sangue sta diventando sempre più forte... e Dio non voglia che sia il nostro..."
Le sue parole però furono interrotte dall'arrivo di Gaynor.
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Morrigan
19-01-2011, 03.31.50
La paura di perdere ciò che si ama... in tutto quel tempo, Morven aveva sempre pensato di non avere nulla... per questo non aveva mai avuto paura.
Tutto era sempre freddo e indifferente. Per questo era riuscito per tanto tempo a uccidere per soldi... e forse per questo non era mai morto, perchè in realtà avrebbe dovuto avere prima qualcosa che lo facesse sentire vivo, per poter morire!

La paura di veder soffrire chi si ama... questo era un discorso ben diverso... e lo capiva, lo capiva bene, adesso! Ma non poteva dir nulla su questo argomento, per pudore doveva tacere... perchè di fronte alla sofferenza lui era fuggito!

Ripensò al giorno in cui aveva incontrato Belven a Camelot, e aveva accettato di seguire lui e i suoi cavalieri in quell'impresa... sì, in quel momento più che mai sentiva forte il pensiero che aveva avuto nell'accettare quella chiamata alle armi... doveva tornare... doveva uscire da lì e tornare a casa, a sistemare ogni cosa... il ragazzo che era fuggito in preda allo sconforto doveva farsi uomo e tornare.

Sentì la mano di Guisgard poggiarsi sulla sua spalla, ripensò a tutte le parole che il cavaliere gli aveva rivolto, e al tono di profondo e sincero dolore con cui le aveva pronunciate.
Si voltò a guardarlo, finalmente, perchè in tutto quel tempo in cui lo aveva ascoltato in silenzio il suo sguardo era stato perso ad inseguire i bagliori di luce che ondeggiavano incerti sulle pietre irregolari del pavimento.

"Però finchè c'è ancora qualcosa al mondo che amiamo, qualcosa a cui teniamo, allora c'è anche un motivo per combattere, e soprattutto... c'è un motivo per non morire..."

Accennò appena un sorriso, lieve e triste, verso Guisgard.

"E allora il sangue versato non sarà il nostro, perchè sia io che voi abbiamo qualcosa per cui valga la pena di restare in vita!"

Guisgard
19-01-2011, 05.48.10
Gidelide fissò prima Cavaliere25 e poi suo padre.
Questi dormiva ancora, senza neanche sospettare il senso dei loro discorsi.
"Messere..." disse la ragazza "... quel sogno era un messaggio e questo disegno il solo modo per decifrarlo! Lo so, vi chiedo tanto, forse troppo... ma ho solo voi... io... io sento che devo capire cosa cela tutto questo! Ditemi, mi aiuterete? Mi condurrete fuori da questo castello per scoprire la verità?"

cavaliere25
19-01-2011, 11.56.17
Va bene dissi guardando la dolce fanciulla vi aiuterò ma a una condizione se vedo qualche pericolo vi riporto indietro subito non voglio che vi accada nulla di male e le sorrisi dolcemente

Lady Gaynor
20-01-2011, 02.49.40
"Spero di non disturbarvi..." disse Gaynor avvicinandosi ai due cavalieri. Così dicendo, si accoccolò ai loro piedi e, rivolgendo lo sguardo a Guisgard, cominciò a parlare con un tono frivolo e amabile: "Per qualche momento dimentichiamoci dell'orrore, i vostri occhi mostrano di averne visto tanto... solo per qualche minuto immaginiamo che questo freddo pavimento sia un verde prato, noi siamo tre giovani spensierati che si raccontano dei loro sogni raccogliendo qua e là dei profumati fiori di campo. Nel mio giardino ce ne sono di bellissimi, in primavera le fresie profumano così tanto che quasi possono nauseare... sembrano figlie del sole, con il loro giallo vivido... Quali sono i vostri sogni? Il mio è quello di vivere in un grande castello con l'uomo che amo, e che a sua volta mi ami di un amore sconfinato... un banale sogno da ragazzina innamorata, vero? Ma voi prodi cavalieri avrete di sicuro aspirazioni ben più alte, eroiche imprese di spada... o magari sognate di giostre e di dolci dame..." e qui Gaynor rivolse ai due il suo più disarmante sorriso, sperando di essere riuscita a riportare un soffio di aria pulita in quel luogo cupo e spettrale...

Guisgard
20-01-2011, 02.53.23
Gidelide fissò Cavaliere25 negli occhi ed un caldo sorriso illuminò il suo volto.
"Messere..." disse con gli occhi lucidi ed il cuore che le batteva a mille "... io... grazie..."
Si voltò di nuovo verso suo padre che continuava a dormire accanto al camino.
"Stanotte..." continuò "... quando tutto il castello dormirà... allora potremo allontanarci indisturbati... ci ritroveremo nel cortile allo scoccare della mezzanotte..."
Poco dopo, il Cavaliere Vermiglio si svegliò e diede ordine ai suoi servi di preparare la cena.
Dopo che ebbero mangiato, a Cavaliere25 fu mostrata la stanza nella quale avrebbe trascorso le sue notti al castello.
La notte scese rapida ed il maniero si addormentò nel silenzio dei suoi incanti.
Fino a quando i rintocchi della campana della cappella annunciarono la mezzanotte.
E come detto, Gidelide attese nel cortile l'arrivo di Cavaliere25.

Guisgard
20-01-2011, 03.26.20
Morven parlava di alti valori e di cose importanti.
Tanto importanti da rendere vera e degna anche l'esistenza più misera.
I grandi valori.
Quanti ne aveva sentito sbandierare Guisgard durante il tempo trascorso nel suo ordine cavalleresco.
"Quale valore vale tanto da richiedere in pegno un'intera esistenza?" Pensava. "E cosa valeva davvero in un posto come quello che li circondava? Un posto dove nè la vita, nè la Fede sembravano avere un significato..."
Ma le parole di Gaynor interruppero i suoi pensieri.
Quella donna, ancora tanto misteriosa agli occhi di Guisgard, gli aveva fatto tornare in mente la sua terra, la Cornovaglia.
"Da piccolo" disse Guisgard "amavo molto l'Autunno... l'aria era fresca e pulita, libera ormai dalla calura estiva e le giornate erano più luminose..."
Sorrise, come se qualche lontano ricordo attraversasse il suo sguardo.
"Si, le giornate erano luminose..." aggiunse "... ricordo di tanta luce che invadeva il castello... le giornate d'Estate erano calde e i servi coprivano le finestre con delle tende... in Autunno invece la luce non portava più con sè la calda afa estiva e le finestre erano lasciate libere alla luminosità di quei freschi pomeriggi... allora tutto cominciava a fiorire in una illimitata quantità di colori nei lunghi corridoi e nelle ampie sale del maniero... sugli specchi si riflettevano intensi bagliori dorati, mentre il marmo delle statue che ornavano le grandi scalinate assumeva tonalità di rara bellezza... e poi il verziere... quanti giochi gridati e quanti sogni inseguiti tra i suoi fiori dai mille profumi, mentre il vento, soffiando tra il verde fogliame degli alberi, componeva magiche melodie che animavano quelle liete giornate..."
E si abbandonò a quei ricordi di un tempo che sembrava vivere in un incanto lontano e quasi irreale.

Morrigan
20-01-2011, 03.45.41
"Qual'è il tuo sogno, Morven?"
Il ragazzo sorrise ma non rispose. Lei cominciò a tormentarlo con lo stelo di un fiore.
"Dai, dimmi qual'è!"
Vedendo che non le rispondeva, sbuffò, si sedette sull'erba morbida disordinando le gonne, e prese a giocare con i fiori.
"Il mio è quello di incontrare un bellissimo cavaliere che mi ami di un amore senza fine, di sposarlo e di andare a vivere con lui in un meraviglioso castello, dove ci ameremo per tutta la vita e ci saranno feste e giochi e musici ogni giorno ed ogni notte!"
Si sollevò, tolse via le scarpette di raso e si mise a ballare, mentre le sue labbra cantavano piano una romanza d'amore.
Era un tiepido giugno, nel ducato di Cassis, e la guerra non era ancora stata persa...

A quel pensiero avrebbe potuto piangere.
La vita era stata ingiusta.
Non aveva esaudito nessuno di quei desideri tanto cari a Zulora...
... sì, la vita è stata ingiusta, e lo sono stato anche io...

Cercò di distogliere lo sguardo, ma incontrò gli occhi di Gaynor, che brillavano nel tentativo di apparire lieti, per sollevare loro lo spirito. In cuor suo la ringraziò per quelle parole, per quello sforzo di portare un po' di sole in quel luogo di notte eterna.
Le sorrise, e quasi le avrebbe sfiorato il viso, con lo stesso gesto con cui soleva accarezzare Zulora, ma si trattenne.
Si limitò a ricambiarle lo sguardo, quindi, quando Guisgard ebbe risposto e il silenzio fu ristabilito, anch'egli prese a narrare.

"La terra in cui io sono nato, invece, si trova in Francia, al di là del mare. E d'estate la luce accarezza prati verdi e ombrosi boschi... mi piacerebbe condurvi in quei luoghi un giorno, e avervi come miei ospiti..."

Ma dette quelle parole, la sua voce si interruppe bruscamente, come se si fosse improvvisamente svegliato da un sogno. Il suo sguardo si fece di nuovo cupo.

"Ma ahimè, temo che sia impossibile... ormai è molto tempo che non dimoro più in quelle terre, ed esse sono per me delle sconosciute, così come io lo sono per loro..."

Guisgard
20-01-2011, 04.08.12
La malinconia era scesa tra loro.
Niente è più doloroso che ricordare la gioia quando si è nel dolore.
Rammentalo, mio giovane signore.
Rammentalo perchè in queste parole, credimi, si cela il senso della felicità.
L'uomo è un essere inquieto, che rincorre la felicità ma difetta nel riconoscerla.
Tu sarai un grande duca, mio giovane rampollo...
Perchè conoscerai il volto della felicità e saprai tenerla ben salda al tuo giaciglio.

Guisgard ascoltava le parole di Morven e mille immagini si rincorrevano, come cavalli imbizzariti, nella sua mente.
Allora volti, sguardi, sorrisi, voci, risa, promesse, sospiri, baci emersero dai meandri del suo cuore, che li aveva custoditi come il più terribile dei tesori ormai perduti.
"Le vostre terre..." disse fissando Morven "... non si è mai sconosciuti nelle proprie terre... almeno questo mi ripeteva sempre mio zio il duca... la terra natia ci appartiene e noi apparteniamo ad essa... ed un simile legame non può essere mai reciso..."

Morrigan
20-01-2011, 04.34.52
"Davvero?"

Morven sorrise tristemente alle parole di Guisgard, e nella sua voce risuonava una sottile amarezza.

"Nemmeno se questo legame viene reciso con la forza della spada o con l'arroganza o con il vile inganno?"

Guisgard
20-01-2011, 04.48.35
"Il mio maestro" disse Guisgard "di cavalleria e cortesia, a cui devo tanto, era solito ripetermi che vi sono dei legami a questo mondo che non possono essere spezzati, poichè simboleggiano la mistica coesione di tutte le cose... essi sono il legame tra Creatore e creatura... tra maestro ed allievo... tra padre e figlio... tra amato ed amata... e tra ogni uomo e le proprie origini..."
"Cos'è questa tristezza?
E perchè quest'amarezza?
Avanti su, un pò di allegria,
gioiamo di tal gaia compagnia!"
Intervenne Iodix, saltellando e ballando in mezzo a loro.

cavaliere25
20-01-2011, 11.18.28
Usci dalla mia stanza guardandomi in giro che non ci fosse nessuno e mi avviai nel cortile dopo mi aspettava la fanciulla dentro di me pensai sarà una cosa giusta quello che sto facendo??? dopo un po arrivai nel cortile dove mi aspettava la ragazza la guardai e gli dissi mylady siete propio sicura di ciò che state per fare ? se volete cambiare idea siete ancora in tempo e aspettai una sua risposta.

Guisgard
20-01-2011, 21.13.38
La notte era scesa silenziosa sul maniero del Cavaliere Vermiglio.
La campana della cappella aveva annunciato lo scoccare della mezzanotte.
Una pallida Luna, eterea e bellissima, sembrava assistere muta a quegli eventi che la sorte era prossima annunciare.
Sceso nel cortile, Cavaliere25 riconobbe la bella figura di Giselide.
"Si, messere..." disse lei "... sono decisa... voglio scoprire cosa quel sogno ha voluto rivelarmi."
Bella ed ingenua, dotata di una grazia e di un candore degni del suo rango e della sua giovane età, la ragazza era coperta da un lungo mantello e nella mano stringeva come unica arma, se vogliamo chiamarla così, il disegno di quel sogno.
La fanciulla condusse poi Cavaliere25 fino alle scuderie.
"Ecco..." indicando un bellissimo cavallo bianco "... questo è Belfiore... è un regalo di mio padre e mi concede di cavalcarlo solo nel cortile e nel verziere di questo castello... ma stanotte esso dividerà con noi ciò che ci aspetta là fuori."
Montò a cavallo e fece cenno al giovane arciere di fare altrettanto.
E aperto il portone che sorgeva sotto il grande barbacane che affiancava il ponte levatoio, i due, in sella al veloce Belfiore, si lanciarono fuori dal castello.

cavaliere25
20-01-2011, 21.19.13
mi strinsi hai fianchi della fanciulla e mentre galoppavamo verso quel posto che la giovane mi disse mi guardai indietro e guardai la fortezza e dissi speriamo che nessuno ci abbia visti ho sentiti se il cavaliere se ne accorge di questa folle pazzia della figlia prima la rinchiude e poi uccide me la devo difendere a tutti i costi se voglio salvare la pelle e mi rigirai verso la fanciulla

Lady Gaynor
21-01-2011, 01.35.32
"Cos'è questa tristezza?
E perchè quest'amarezza?
Avanti su, un pò di allegria,
gioiamo di tal gaia compagnia!"
Caro Iodix! Quel suo tentativo di rasserenare i cuori dei presenti fece sbocciare un sorriso sincero sul viso di Gaynor, che decise di raccontare ai due cavalieri come era giunta fin lì.
"Sapete, miei valorosi compagni, che Iodix è stata la prima persona che ho incontrato a Cartignone? Sono giunta in questa città dopo alcune settimane passate in sella ad Elinor, la mia giumenta, per scappare da una vita che non volevo..." spiegò Gaynor con un lungo sospiro " Avevo attraversato miglia e miglia di boschi ostili e insidiosi, ero stanca e affamata e, quando finalmente al primo chiarore dell'alba vidi la luce della locanda di Cartignone, trovai Iodix ad accogliermi. Mi raccontò del suo padrone e della bella dama inghiottiti dal bosco ed io, vedendolo lì senza far niente, lo tacciai di codardia, ma mai nessuna offesa fu così gratuita, vero giullare? Fu così che decidemmo insieme di venire a cercarvi e sappiate, Sir Guisgard, che senza nemmeno saperlo mi avete offerto un pasto caldo e un letto..." e qui Gaynor strizzò l'occhio al cavaliere, gesto che avrebbe fatto inorridire l'intera corte di Imperion "... oltre che avermi fornito questo bellissimo esempio di ultima moda femminile..." disse alzandosi in piedi, allargando i lembi del proprio mantello e piroettando su se stessa. "Cosa ve ne pare? Non sarà il massimo, ma non potevo affrontare draghi con le lunghe vesti che mi avrebbero intralciato ad ogni passo... Una volta saliti in sella, siamo venuti in questa maledetta boscaglia e ci saremmo di sicuro persi se non fosse stato per quel vecchio lì, che sembrava sapere già tutto... Mio buon Iodix, andate da lui e ditegli di avvicinarsi a noi, vedremo se ha voglia di raccontarci la sua storia. Ah, ditegli anche di lasciare Lyan vicino al Cappellano, non voglio resti sola..."

Guisgard
21-01-2011, 02.41.54
Guisgard, nel vedere la freschezza e la vivacità di lady Gaynor, sorrise.
"Allora spero" disse "che quel pasto caldo e quel letto siano stati di vostro gradimento, milady."
"Ehi, ma che bella dama abbiamo qui!" Esclamò Dukey avvicinandosi ai tre. "Di sicuro questo mantello non rende certo onore alla vostra bellezza... diciamo che ne copre le virtù!" E si lasciò andare ad una forte risata.
"E sono certo" aggiunse rivolgendosi al Cappellano "che anche voi, nonostante i vostri rigorosi voti, abbiate apprezzato la bellezza della nostra dama!"
Il Cappellano lo fissò senza dire nulla.
"Eh..." continuò Dukey "... l'uomo non è fatto per precetti innaturali, come voi chierici andate raccontando... perchè non venite a sedervi accanto a me, milady..." rivolgendosi poi di nuovo a Gaynor "... questo posto è pericoloso, specie per una donna... stare vicino ad un cavaliere vi farà sentire di certo più protetta..."
In quel momento si avvicinò a loro il vecchio delle fosse, interrompendo Dukey.

Lady Gaynor
21-01-2011, 02.59.11
"Milord..." rispose Gaynor calcando ironicamente sulla parola, "... il giorno in cui di mia volontà andrò a sedermi vicino a chi sembra fallace anche nella più elementare forma di educazione, nonchè mancante di qualsiasi raffinatezza , ebbene, quel giorno non ha ancora visto la sua alba..." Dopo un leggero inchino in direzione di Dukey, Gaynor si rivolse a Guisgard: " Cavaliere, il ristoro offertomi alla locanda sapeva d'ambrosia, ve lo posso assicurare, e sono oltremodo lieta di avervi strappato un sorriso. Ma ora accogliamo il mio fedele amico e diamogli il benvenuto nella 'compagnia dei cantastorie'..."

Guisgard
21-01-2011, 03.23.12
"Ma chi credi di essere?" Disse con astio e disprezzo Dukey a Gaynor. "Di donne come te ne è pieno il mondo, cosa credi! Ad ogni angolo di strada se ne trovano! Credi davvero di essere speciale? Forse non hai capito che qui dentro siamo tutti sulla stessa barca! Magari domani saremo già tutti morti! E quando verranno a prenderci ti pentirai di non esserti guadagnata la mia protezione!"
"Ora basta, cavaliere!" Lo riprese Guisgard alzandosi di scatto. "Cerca di calmarti!"
"Al diavolo!" Rispose Dukey. "Tu e lei! Anzi, tutti voi! Che il demonio vi prenda!"
"Basta ho detto!" Urlò Guisgard. "Basta, grosso idiota che non sei altro!"
Dukey allora si lasciò cadere a terra e restò seduto contro la parete rocciosa.
"Maledetto pallone gonfiato..." mormorò a bassa voce "... me la pagherai..."
Il vecchio delle fosse fissò Guisgard.
"Cosa avete da guardare, voi?" Chiese il cavaliere.
"Nulla, mi incuriosisce il modo in cui vi comportate..."
"Davvero?" Domandò Guisgard. "Non ne comprendo il motivo."
Il vecchio sorrise.
"Comunque..." cambiando discorso il cavaliere "... meglio restare tutti vicini e riprendere il cammino al più presto... quei dannati potrebbero piombarci addosso in qualsiasi momento... non temono nulla, neanche l'Onnipotente... anzi per loro è un nemico!"
"Nessun uomo è nemico del Signore..." rispose il vecchio "... nessuna creatura può andare contro il proprio Creatore... quegli uomini sono solo malati... malati di un male che ne consuma l'anima..."
"Già, un'anima già dannata!" Replicò Guisgard. "Sembrate conoscere bene quei dannati... chi siete voi?"
Il vecchio fissò Guisgard per alcuni istanti.
"Scavo fosse e pianto lapidi sulle tombe dei miei simili..." rispose il vecchio "... lo faccio sin da quando ho memoria... ormai conosco bene il dolore e la morte in ogni loro forma..."

Morrigan
21-01-2011, 03.46.27
Per un attimo Morven restò come sospeso, interdetto dalle parole appena pronunciate da Guisgard.
Per un attimo desiderò raccontargli tutta la sua storia, come non aveva fatto in verità con nessuno, nemmeno con Cypher, nonostante la loro lunga amicizia.
Forse quel cavaliere avrebbe saputo dargli dei consigli molto utili per il suo futuro.
Ma l'allegra irruzione di Iodix lo frenò dal parlare, e Morven decise così di tacere.
Forse parlare di sventure in un simile luogo non era nemmeno la cosa più saggia da farsi. Alle volte il solo nominare delle sventure diventa presagio di nuovi mali.

Tacque, e si concentrò sulle parole di Gaynor. La fanciulla sembrava non fare molto caso a lui. Morven, al contrario, non faceva che fissarla.
Proprio in quel momento si era alzata in piedi, aveva allargato i lembi del proprio mantello e stava piroettando con grazie su se stessa.

... si sollevò, tolse via le scarpette di raso e si mise a ballare, mentre le sue labbra cantavano piano una romanza d'amore...

Come somigliava a Zulora!
Non nell'aspetto, certo... ma aveva la stessa gioia interiore, la stessa luce.
Guardarla, per Morven, era insieme inevitabile ed insopportabile!

Fu in quel momento che quello sbruffone di Dukey cominciò ad aprire bocca a dargli fiato, come doveva essere purtroppo avvezzo a fare troppo spesso... già, se lo ricordava bene, sulle scale del palazzo del principe, quando aveva così tanto infastidito lady Talia!
Forse avrebbe dovuto infilzarlo quello stesso mattino, con buona pace del principe e dei suoi ciambellani!
Lui forse si sarebbe meritato il carcere, ma di certo Guisgard, Gaynor e gli altri non avrebbero dovuto sopportare quella terribile compagnia in quel luogo!

Guisgard, per fortuna, aveva abbastanza sangue freddo da metterlo a tacere con una battuta, e in quel momento, l'attenzione di Morven fu catturata da una figura che impercettibilmente si stava avvicinando a loro.

Il vecchio li guardava con occhi penetranti, con uno sguardo che sembrava celare un mistero profondo.
Morven si accorse solo in quel momento di aver troppo a lungo sottovalutato quel silenzioso compagno di viaggio.
In principio Gaynor glielo aveva presentato come suo servitore, e per questo motivo non aveva fatto alcuna domanda su quell'uomo... anzi, ora che ci pensava bene... su richiesta della stessa dama, gli aveva dato una delle sue spade corte!
Lo fissò per un istante, allarmato... e se fosse stato un errore, armarlo?
Rabbrividì, capendo dalle parole del vecchio, che forse Gaynor stessa lo conosceva da poco più tempo di lui.
Guardò la fanciulla, poi in vecchio... che ne sapevano di lui, in fondo?
Forse aveva commesso un errore, per troppa leggerezza!

"Scavo fosse e pianto lapidi sulle tombe dei miei simili..." diceva il vecchio mentre Morven rigfletteva "... lo faccio sin da quando ho memoria... ormai conosco bene il dolore e la morte in ogni loro forma..."

Lo fissò con attenzione.

"Immagino che i vostri occhi abbiano visto molte cose in questa foresta..." mormorò "E forse conoscete molto meglio di noi chi o cosa stiamo cercando... parlate, e diteci tutto quello che avete visto accadere nei boschi di Cartignone, signore!"

Guisgard
21-01-2011, 03.49.07
Nello stesso momento, nel cuore della notte il fiero Belfiore attraversava veloce il bosco.
"Questo bosco sembra senza fine..." disse Giselide "... dalle finestre del castello mi appare come una macchia verde, frastagliata di mille colori, tanti quanto sono i fiori che sbocciono in esso... ma ora, avvolta dall'oscurità, mi sembra un'inquieta e misteriosa selva..."
Galopparono ancora per un bel pò, fino quasi al sorgere del Sole.
"Ecco..." fece la fanciulla "... ormai il castello di mio padre è lontano... ora possiamo fermarci e cercare di decifrare il disegno..."
Allora Giselide prese quel foglio e lo mostrò ancora una volta a Cavaliere25.
"Cosa naconde secondo voi?" Chiese. "Cosa significa questa giovane donna legata ad un altare e torturata? E chi sono questi uomini dagli strani tatuaggi che la circondano? Ha un significato... lo sento... ma quale?"

Guisgard
21-01-2011, 04.20.45
Il vecchio rispose a Morven con un sorriso.
"Ho servito la mia arte, se così si può chiamare..." disse "... cercando di dare onore ai morti e rassegnazione ai vivi... svolgo questo mio compito al servizio della mia padrona... così vi siete definita, vero, mia signora?" Fissando poi Gaynor. "Del bosco, di Cartignone e dei suoi drammi nulla conosco."
"E sia..." intervenne Guisgard "... ora rimettiamoci in cammino... abbiamo già perso troppo tempo... più avanti c'è un bivio... lì decideremo quale direzione prendere..."
"Vi seguiamo, cavaliere..." disse il Cappellano.
Ed il gruppo si rimise in cammino.
"Perdonate, milady..." chiese il Cappellano affiancandosi a Gaynor "... ma trovo curioso ed insolito che una dama viaggi da sola in tempi come questi ed in terre tanto pericolose... chi siete e cosa vi ha spinto a Cartignone?"

Morrigan
21-01-2011, 04.42.51
Morven fissò il vecchio con curiosità... chissà se dice il vero... chissà...
Ma considerava quell'uomo sotto la protezione di Gaynor, e non gli sarebbe sembrato cortese dubitare di lui e delle sue parole così apertamente.
Tuttavia, pensò che da quel momento, la sua attenzione sarebbe andata a due persone, e non solo ad una...

Alle parole di Guisgard fu pronto a levarsi in piedi.
Tutto sommato quella pausa non era stata di grande giovamento al suo spirito... forse era meglio concentrarsi sulla ricerca dei nemici, e combattere... sì, combattere... combattere gli avrebbe scacciato tutte quelle idee e quei ricordi dalla mente... il sangue iniziava a ribollirgli nelle vene per tutta la tensione che aveva dovuto accumulare, e non cercava che una valvola di sfogo, qualcosa su cui riversare il suo malumore.

"Procedete, io vi sono accanto!", rispose a Guisgard, sistemandosi meglio l'elsa di Samsagra vicino al fianco, pronta ad essere liberata.

cavaliere25
21-01-2011, 12.26.14
Guardai attentamente il disegno ma non riuscivo a precepirlo ho a capire cosa volesse dire il sogno di quella fanciulla la guardai negli occhi e rimasi fermo e immobile non riuscivo a dargli una risposta poi presi coraggio e dissi mylady mi dispiace davvero ma non riesco a captare nulla dobbiamo trovare il posto del disegno e forse riusciremo ad arrivare alla verità e chinai il capo di nuovo e continuai a guardare quello strano disegno

Guisgard
22-01-2011, 02.41.17
Il gruppo procedeva compatto e guardingo.
Il passaggio si era fatto più stretto e buio, tanto da limitare moltissimo la visivilità.
"Se ci attaccassero ora" pensava Guisgard "saremmo di sicuro spacciati..."
Un assoluto silenzio dominava, rotto solo dal rumore dei loro passi e da quello delle torce che si consumavano.
"Che io sia dannato..." mormorò Dukey "... mi sono fatto coinvolgere in questa storia come un allocco... chissà Bumin dove sarà ora... ci ha presi tutti in giro..."
Di tanto in tanto si udivano strani suoni, simili a richiami di tante voci confuse e grida lontane.
Ad un tratto il passaggio si allargò sensibilmente e dopo un pò il gruppo si ritrovò in un ampio antro, da cui si aprivano ben due passaggi separati.
"Ed ora quale sarà la strada giusta?" Chiese insofferente Dukey. "Che io sia dannato per essermi fatto coinvolgere in questa storia!"
"Padrone ed ora cosa facciamo?
Per seguire le strade ci dividiamo?"
Domandò Iodix.
Guisgard fissò tutti loro, uno ad uno.
"Tre cavalieri..." pensava "... un chierico, un giullare, un vecchio becchino ed una donna con una bambina... dividerci sarebbe un suicidio..."
"Cosa avete deciso, messere?" Chiese il Cappellano.

Morrigan
22-01-2011, 02.50.01
Morven seguì lo sguardo di Guisgard che vagava attorno, passando dall'uno all'altro, e si convinse dell'esattezza del suo ragionamento. Si avvicinò dunque al cavaliere.

"Avete ragione," convenne "alcuni di noi sarebbero facile preda senza l'adeguato aiuto, e anche quelli di noi più addestrati non potrebbero nulla contro la superiorità numerica di quei mostri. Restiamo insieme, e scegliamo la giusta via..."

Poi lo fissò con attenzione. Gli occhi di Guisgard non brillavano. Avevano ancora quel velo di scoramento che gli aveva visto mentre discutevano. Doveva trovare qualcosa che lo potesse scuotere e animare, qualcosa che gli facesse ritrovare il suo antico vigore.

"Non ricordate nulla della strada che avete percorso?" poi abbassò il tono della voce e si accostò ancor più all'orecchio di Guisgard "Forse lady Talia è ancora rinchiusa nelle prigioni... fate uno sforzo, e cercate di ricordare da dove siete giunto... da destra o da sinistra?"

Guisgard
22-01-2011, 03.08.20
"Impossibile ricordare qualcosa..." disse Guisgard a Morven, tradendo una profonda insofferenza "... questo posto sembra un labirinto..."
Si guardava attorno, palesando agitazione ed inquietudine.
Sembrava un leone in gabbia, posando il suo sguardo ora sulle due strade, ora sui suoi compagni di viaggio.
"Forse a quest'ora..." mormorò Dukey "... quella ragazza avrà già fatto la fine delle altre martiri... abbiamo visto cosa ne fanno delle ragazze catturate... magari stiamo solo cercando un fantasma... direi di tornarcene indietro prima di fare una brutta fine... al diavolo e che i morti piangono i loro morti!"
"Ho già sopportato abbastanza il tuo fastidioso raglio" si voltò Guisgard "e non ho intenzione di subirlo per il resto del viaggio! Perciò, ascoltami bene... se apri di nuovo quella bocca, per un motivo che non sia il dover respirare, io giuro che ti infilzo qui davanti a tutti e lascerò la tua carcassa ai ratti!"
Lo fissò con un tale sguardo che Dukey ritenne opportuno non replicare.
"Non perdiamoci in inutili liti" intervenne il Cappellano "e cerchiamo di decidere quale strada prendere."
"C'è poco da decidere..." rispose Guisgard "... possiamo affidarci solo al caso..."
"Io so dove si trova la dama che cerchi, cavaliere..." disse improvvisamente la piccola Lyan a Guisgard "... è vicina al luogo in cui sono imprigionate la mia mamma e le altre donne rapite."

Morrigan
22-01-2011, 03.33.46
Morven guardò Dukey e non riuscì a reprimere un sorriso, di fronte all'espressione spaventata che quello fece all'udire Guisgard.

"Sia lodato Iddio..." mormorò sarcastico, di fronte al repentino silenzio di Dukey "abbiamo già fin troppi problemi qua sotto senza dover udire di continuo questo corvo del malaugurio!"

Poi la vocina sottile di Lyan si impose alla loro attenzione.

"Io so dove si trova la dama che cerchi, cavaliere..." disse la piccola Lyan rivolgendosi a Guisgard "... è vicina al luogo in cui sono imprigionate la mia mamma e le altre donne rapite"

Morven si girò a fissarla. Aveva sempre quello sguardo serio e penetrante, uno sguardo troppo serio per una bambina così piccola, uno sguardo che ancora lo inquietava, e tuttavia, Morven si avvicinò a lei... che strana bambina, non sembrava avere paura di nulla, eppure avrebbe dovuto!
Non era indietreggiata nemmeno di fronte alla sua spada sguainata...
Morven le toccò delicatamente i capelli, scostandoglieli appena dal visino sudicio.

"E noi vogliamo liberare la tua mamma da quegli uomini cattivi, Lyan... da che parte dobbiamo andare?" chiese.