Visualizza versione completa : Le Martiri di Cartignone
Talia
07-03-2011, 01.56.26
Volteggiavamo in quel piccolo spazio e io mi sentivo come se niente altro esistesse al mondo. Lasciavo che mi portasse in quella danza, così come avrei lasciato che mi portasse ovunque avesse desiderato...
“Non credevo di poter essere tanto felice!” mormorai, senza riuscire a spostare gli occhi dai suoi.
Guisgard
07-03-2011, 02.42.16
Il giullare, sul dorso del suo mulo, risalì la stradina che dava alle scuderie, fino a giungere presso Guisgard e Talia.
Li vide danzare e poi abbracciarsi, tra sorrisi, sguardi innamorati e sospiri d'amore.
Indeciso allora sul da farsi, Iodix cominciò a gironzolare attorno allo spazio, ben nascosto tra i cespugli e i grossi tronchi degli alberi.
Sapeva che insieme al suo padrone sarebbero dovuti partire presto, ma, davanti a quella scena, temeva di essere inopportuno.
"Vieni fuori, stolto di un giullare!" Disse all'improvviso Guisgard.
"Padrone, mi avete dunque scoperto!
Come avete fatto in questo spazio aperto?"
"Perchè tu sei goffo e sgarziato!" Risposte sorridendo il cavaliere.
Iodix fissò il suo padrone e poi Talia che stava fra le sue braccia.
"Allora non siete in collera con me, signore!
Forse stasera mi perdonerebbe tutto, il vostro cuore!"
"Fila via, lazzarone!" Esclamò Guisgard, tirandogli dietro un sasso, fingendo di volerlo colpire.
"Padrone, ricordatevi della Cornovaglia!
Dobbiamo andare, anche se di malavoglia!"
Guisgard fissò Talia ed un lampo di tristezza attraversò i suoi occhi.
"Quello stolto giullare ha ragione..." mormorò "... devo tornare in Cornovaglia da mio zio... il ducato è in pericolo ed io non posso mancare in questo... partirò all'alba..."
Le accarezzò dolcemente il viso ed aggiunse sorridendo teneramente:
"Ma se mi aspetterai, io tornerò... lo giuro..."
Talia
07-03-2011, 03.30.50
Per un attimo mi parve che tutto fosse finito... la Cornovaglia giunse nei discorsi del giullare e di nuovo tornarono a parlare di partenza.
Abbassai gli occhi e un brivido mi corse lungo la schiena, le mie mani tremarono, un nodo mi serrò la gola...
Le accarezzò dolcemente il viso ed aggiunse sorridendo teneramente:
"Ma se mi aspetterai, io tornerò... lo giuro..."
Tornai dunque ad alzare gli occhi su di lui e, in quell’attimo, ogni dubbio e ogni sofferenza scomparvero. In quell’attimo, di nuovo, sentii che non c'era niente altro che desideravo.
“All’alba salirò sopra le mura, e là passerò ogni giorno fino al tuo ritorno!” mormorai “Ti aspetterei anche se dovessi andare dall’altra parte del mondo...”
Mi strinsi, allora, tra le sue braccia e appoggiai la fronte sul suo petto. E lì rimasi per un lungo momento, assaporando qualla sensazione, poi alzai di nuovo la testa e mossi piano una mano a carezzargli i capelli...
“Promettimi solo che tornerai sano e salvo!” dissi.
Guisgard
07-03-2011, 03.39.11
Gaynor si era ormai lasciata dietro le mura di Cartignone.
Stava attraversando il bosco.
Un bosco che ormai non faceva più paura.
Da lontano si udivano suoni di corni, canti e balli.
I nani festeggiavano la liberazione di quel posto dall’orrore dell’eresia atara.
E mentre proseguiva il suo viaggio, attraversando una radura, Gaynor si accorse di qualcuno.
Scavava alcune fosse e poneva delle lapidi nel terreno.
Fissandolo meglio, la ragazza, riconobbe in lui la sagoma del Vecchio delle Fosse.
Ma fu solo un attimo.
Avvicinandosi a quella radura vide solo alcuni uomini che sotterravano dei cadaveri.
E passando accanto a quelle tombe riuscì a leggere due nomi.
Su una lapide vi era impresso il nome di Bumin e su un’altra quella di Dukey.
Poi, superata quella radura, Gaynor continuò il suo viaggio verso la lontana Imperion.
Guisgard
07-03-2011, 06.14.35
Un lungo abbraccio li unì ed un bacio sancì quel momento.
E poi le sue parole.
“Tornerò… non ho mai considerato nessuna terra come casa mia… non ho mai sentito alcun legame con nessuno… ora invece… tornerò, Talia… nessuno potrebbe impedirmi di ritornare… nemmeno la morte… e questo te lo giuro lasciandoti in pegno il mio cuore…” disse, stingendola e baciandola di nuovo.
Il giullare poi gli consegnò la lettera del suo amico Morven.
Poco dopo, Guisgard e Iodix si recarono da lord Frigoros.
Questi ringraziò il cavaliere, proponendogli terre e titoli.
“Non vi è nulla che desideri o che manchi nella mia vita ora.” Disse Guisgard. “A Cartignone ho trovato ciò che cercavo da sempre.”
Mandò poi un valletto dal giovane Morven, con un biglietto in cui prometteva all’amico che un giorno l’avrebbe raggiunto a Cassis, per combattere al suo fianco.
Rese allora omaggio al signore di Cartignone, a sir Geoffrey ed a Ramon.
Poi, tra la folla festante che lo invocava, il cavaliere uscì dalla città per ritornare in Cornovaglia.
E fatti alcuni passi si voltò indietro verso la grande porta che si allontanava sempre più alle loro spalle.
“Sei triste, mio signore?
Ti piange certo il cuore!” Recitò il giullare.
Dai, recitami qualcosa, mangiapane a tradimento! Esclamò Guisgard.
“Cartignone ora è stata finalmente liberata,
come Gerusalemme dai forti mori conquistata!
E come gli incanti di Armida e il valore di Clorinda,
tutto noi abbiamo visto e sulla vittoria ora si brinda!
E se la vera Fede vince sopra ad ogni falsa dottrina,
noi gioiamo perché Amore si impone su ogni disciplina!”
E così, i due si incamminarono lungo il sentiero che conduceva fuori dalle terre di Cartignone.
Guisgard fissava il bosco circostante che, liberato ormai dagli spettri e dai demoni che l’avevano popolato fino ad ora, sembrava investirli con i suoi suoni ed i suoi colori.
E in un trionfo di luce e di canti gioiosi, Guisgard e Iodix svanirono nel lussureggiante manto di quel luogo ritornato alla vita.
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FINE