Visualizza versione completa : Le Martiri di Cartignone
Guisgard
06-10-2010, 17.18.08
"E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli."
(Matteo, 16, 13)
La foresta era avvolta dall’oscurità e da una densa e perenne umidità
I tre soldati avevano trovato quel cunicolo ed accendendo una torcia decisero di scendere in quell’Ade.
“Sembrano antiche catacombe…” disse uno di loro.
“Già… eppure non dovrebbe esserci nulla di simile in questo posto…” rispose quello che sembrava essere il capo dei tre “… tieni più in alto quella dannata torcia, o finiremo per perderci in questo stramaledetto luogo!” Gridò a quello che teneva la torcia.
“Signore, siate clemente e pietoso con questi luoghi…” intervenne il terzo “… meglio non disturbare il sonno dei morti…”
“Al diavolo…” mormorò il capitano “… bisogna temere l’odio dei vivi, non la vendetta dei morti!”
“In un posto come questo…” disse il primo “…c’è da temere qualsiasi cosa… e non mi meraviglierei di certo se sbucasse fuori il demonio in persona…”
“Fate silenzio!” Ordinò il capitano. “Avete sentito?”
“Cosa, signore?”
“Ho sentito una sorta di lamento, un gemito…” disse il capitano.
“Ma… siamo certi di saper uscire poi da questo posto?” Chiese quello con la torcia.
“Ecco, di nuovo!” Esclamò il capitano. “Stavolta l’ho udito davvero! Ne sono certo!”
“Anche a me è parso di udire qualcosa…”
“Da questa parte, presto!” Ordinò il capitano. “E tu, illumina per bene la strada!”
“Per l’Inferno… cos’è questo fetido? E’ impossibile respirare!”
“Questo luogo è un’immensa cloaca!” Disse il capitano.
Ad un tratto un chiaro gemito si udì echeggiare in quelle catacombe.
“Cosa… cosa è stato?” Chiese quello con la torcia.
Il capitano non rispose, strappò la torcia al suo soldato e cominciò a camminare lungo lo stretto passaggio davanti a loro.
Di nuovo si udì quel gemito, che sembrò gelare il sangue dei tre soldati.
“Torniamo indietro, signore... questo luogo è davvero maledetto…”
“Silenzio…” disse il capitano, mentre con la torcia cercava di illuminare ciò che si trovava davanti a loro.
Allora, da lontano il chiarore della torcia rese visibile il bordo di una piccola cappella, che sembrava aprirsi nelle consumate e maleodoranti pareti di quel luogo.
E di nuovo quel gemito, ancora più chiaro ed angosciante, fu udito dai tre.
Il capitano illuminò l’apertura della cappella ed agli occhi dei tre si mostrò il suo orribile contenuto…
Due corpi che vagamente ricordavano quelli di due giovani adolescenti, martoriati e profanati con ogni sorta di violenza.
Lamine di grezzo bronzo e schegge di levigata ed affilata pietra erano conficcate in ogni parte dei loro corpi, mentre la pelle che doveva ricoprire quelle carni rosse di sangue non esisteva più.
Negli occhi, nelle orecchie e nelle narici, le povere sfortunate avevano conficcati chiodi di ferro e nella bocca non avevano né più denti, né più lingua.
L’orrore ed il disgusto per quell’inumana scena si impossessò dei tre soldati.
Ma ben più terribile fu il loro sgomento quando si accorsero che una di quelle due miserabili era, sebbene ancora per poco, viva…
LE MARTIRI DI CARTIGNONE
http://rete.comuni-italiani.it/foto/2009/wp-content/uploads/2009/07/56419-800x600-500x375.jpg
Quella mattina Camelot si svegliò sotto un pallido Sole, velato da alte e sottili nubi che rendevano spento il cielo sopra il reame.
Le alte torri, i dongioni ed i campanili delle chiese erano ancora accarezzati da una leggera ma insistente foschia.
Il corteo attraversò la strada principale, sotto gli sguardi della gente che rendeva omaggio e si prostrava al passaggio di quelle nobili figure.
Tre uomini, che dalle lunghe vesti tradivano essere chierici, guidavano quel corteo, mentre dieci cavalieri, cinque per parte ai lati dei tre uomini di Chiesa, li scortavano.
Al centro di quella scena, tre paggi portavano un massiccio crocifisso e due grossi ceri accesi.
Il corteo giunse alle porte del palazzo reale ed uno dei tre chierici cominciò a parlare al capitano delle guardie reali:
“Siamo inviati da sua grazia il vescovo. Egli ben conosce il valore e gli ideali dei nobili cavalieri di re Artù, la loro devozione alla cavalleria ed il loro attaccamento alla Fede. Ecco perché sua grazia ci incarica di chiedere al re di arruolare più cavalieri possibili da inviare nel nord del paese, dove qualcosa di oscuro sta avvenendo.
La lontana terra di Cartignone sembra essere nella morsa del male più profondo ed assoluto. Camelot è sempre stato un reame baluardo dei più alti valori e dei più profondi ideali. Ecco perché sua grazia sa che il suo appello non sarà ignorato.”
llamrei
06-10-2010, 21.20.24
Quella mattina mi alzai presto. L'intento era quello di recarmi presso il mercato per acquistare alcuni mazzetti di buona lavanda inglese. Mi ero promessa di preparare qualche sacchettino per profumare gli abiti da regalare alla mia amica Elisabeth.
E invece mi imbattei in uno strano corteo. Sembra che uno strano destino stia avvolgendo le terre del nord del paese...e uomini valorosi sarebbero stati di grande aiuto per difendere le povere genti...A Camelot di certo non mancavano gli uomini prodi...ma il solo pensiero di restare lontana per lungo tempo dai miei amici...mi lancinava il cuore....Già era successo in passato...e la lontanza, il non sapere che cosa sarebbe accaduto loro...era per me devastante...
E mentre riprovavo dentro al cuore quelle conosciute sensazioni...già ero coscente delle mie azioni: nulla avevo da perdere. Di certo non volevo stare qui, protetta da queste mura e dal calore della buona gente, ad aspettare gli amici tornare...Avrei invece deciso di seguirli, se il re acconsentirà ad inviarli in questa spedizione....che loro vogliano o meno. Llamrei gli starà attaccata alle costole;)
cavaliere25
06-10-2010, 21.41.58
Ero in mezzo alla foresta con il mio arco e le mie frecce quella mattina avevo pensato bene di andare a caccia il tempo non era molto bello sembrava tenebroso mi giravo e rigiravo tra gli alberi ma non riuscivo a vedere o sentire nulla sembrava una foresta disabitata
Morrigan
06-10-2010, 21.58.20
L'amore per l'ordine, l'aveva sempre considerato una buona qualità.
Non faceva parte della sua natura, ma proprio per questo motivo, forse, l'aveva perseguito fin da principio, come uno degli obiettivi da conquistare lungo il cammino, al fine di migliorare se stesso e la sua anima.
Morven osservava quei cavalieri, il loro portamento, il loro equilibrio, il loro perfetto equipaggiamento, e non poteva che perdersi in quella riflessione. Sarebbe giunto anche per lui quel giorno? Avrebbe cavalcato elegantemente in un corteo, ammirato da tutti e rispettato? Avrebbe mai ricevuto il riconoscimento di un nobile o di un re?
Con sguardo attento, seguì il corteo e, sempre tenendosi a discreta distanza, osservò il chierico rivolgersi al capitano delle guardie reali.
Quel cavaliere sembrava ascoltare le parole rivoltegli con profondo interesse e sempre crescente preoccupazione e attenzione.
Cosa stava accadendo? Quale novità era giunta a Camelot, in quel giorno?
Sebbene fosse cosciente di dover rimanere in disparte per quanto possibile, e sebbene sapesse, per prudenza, di dover evitare qualsiasi contatto in ogni nuovo luogo che visitava, quella volta Morven decise di infrangere le sue stesse regole. Sentiva in quell'aria del mattino il profumo di una nuova avventura, che lo avrebbe condotto via... forse la mia occasione!
Si sistemò meglio il giustacuore, drappeggiò attentamente il mantello a coprirsi il viso, quindi con discrezione si accostò ad uno dei paggi che reggeva un cero.
"Una parola, messere...", esordì, attirando l'attenzione del giovane "che cosa sono venuti a chiedere questi nobili signori presso la corte di Camelot?"
elisabeth
06-10-2010, 22.14.05
Se c'era una cosa che adoravo era uscire presto da casa, ero in sovrapensiero , tramite Pico il mio gatto mi era arrivato un messaggio dal mio maestro Templare........dovevo staccare per un po' con i miei studi e indossare mantello e spada..........Mi accorsi del corteo e dei tre chierici, mi avvicinai incuriosita ascoltai quello che dissero al capitano delle guardie......compresi in quel momento cio' che avevo letto sul messaggio......Non rimasi oltre, decisi di tornare a casa.....e nel farlo incontrai Llamrei....." Mia cara, sono felice di rivedervi.........anzi....che ne dite...ho delle nuove erbe e il loro infuso e' delizioso......vi va di scambiare due chiacchiere ...... in realta' ho la necessita' di chiedervi una cosa importante........e non ho voglia di perdervi di vista.....almeno non rpima di chiedervi un favore....vi prego, seguitemi in casa saremo piu' tranquille...."..........avevo Pico tra i piedi......speravo solo che llamrei avesse colto il mio invito......avevo bisogno di una compagna......E dovevo essere molto veloce a presentarmi per essere arruolata
lady_Empi
06-10-2010, 22.38.14
<seduta sulla radice sporgente di un'antica quercia, nel cuore della foresta, la fata era in perfetta comunione con il suo elemento, la Terra. Pareva immobile, circondata dalla pallida luce verde che celava il suo corpo agli occhi umani. Udì dei passi e lentamente voltò lo sguardo in direzione del suono. Scorse cavaliere25 che avanzava tra gli alberi, sembrava sperduto. Allargò le ali e le lasciò vibrare producendo un flebile suono udibile ad orecchie umane. Contemporaneamente il vento le recò un vociare intenso proveniente dal castello di Camelot>
Oh bene
<mormorò la fata lasciandosi andare ad un guizzo di curiosità>
Finalmente accade qualcosa...cominciavo ad annoiarmi
<sorrise>
Guisgard
07-10-2010, 01.23.11
La foresta.
Primordiale, arcana, ma soprattutto viva.
Empi aveva percepito qualcosa.
Camelot, cavalieri, avventura, bene e male.
"Sempre a volgere lo sguardo verso le umane vicende, vero?"
Empi udì quella voce e la riconobbe.
"Ma stavolta, forse, avrai anche il permesso per avvicinarti ai tuoi amati umani!" Continuò quella voce.
Era Fergot Higgins, Gran Capomastro del Piccolo Popolo e fedele consigliere del re Oberon.
"Sembra che il gran consiglio abbia scelto proprio te, giovane Empi, per un compito delicato e di grande importanza!"
In quel momento, precedetuta da un intenso e luminoso alone, apparve un'altra figura, anch'ella familiare ad Empi.
"Ragazza mia..." disse Alesia, l'antica maestra della giovane fatina "... so che non deluderai e riuscirai in questo compito."
Fissò poi Fergot Higgins e aggiunse:
"Ora mostragli gli ordini di sua maestà..."
"Ebbene, sarò breve..." cominciò Fergot "... il giovane nipote di sua maestà, il principino Icarion, si è messo in testa di diventare un cavaliere! Il tutto cominciò quando, fuggito di nascosto dal suo palazzo, osservò alcuni umani riuniti in un ordine cavalleresco... da allora il giovane principe non ha altro desiderio che imparare le regole che gli umani chiamano cavalleria. Ovviamente lasciarlo andare da solo nel mondo degli uomini è fuori discussione. Ecco allora che il Gran Consiglio ha pensato proprio a te. Accompagnerai il principe e veglierai su di lui, mentre potrà osservare gli uomini e le loro abitudini. In realtà il giovane Icarion pare sia rimasto affascinato da un cavaliere in particolare. Ma in fondo gli uomini sono tutti uguali e un cavaliere vale l'altro."
"Non direi tutti uguali, mio buon amico." Lo corresse Alesia.
"Vabbè, comunque questo non è da contemplare ora." Rispose Fergot. "Questo è il tuo compito, Empi. E ricordati che il Gran Consiglio e lo stesso re Oberon hanno fiducia in te."
"Ed anche io, mia giovane discepola." Disse Alesia sorridendo alla giovane Empi.
http://www.padovadonne.it/wp-content/uploads/2010/06/fata9.png
Guisgard
07-10-2010, 01.32.06
Morven, prudente e schivo verso sguardi indiscreti, si avvicinò ad uno dei paggi.
Ma prima che questi potesse rispondere alla domanda di Morven, uno dei cavalieri del corteo si avvicinò.
"Cavaliere..." disse a Morven "... chiedete ad un vostro pari e non ad un semplice paggio. Sappiate, per rispondere a ciò che chiedevate, che questi venerabili chierici vengono a nome di sua grazia il vescovo. Sono qui per arruolare più uomini possibili. Nel nord, in una terra chiamata Cartignone, stanno accadendo oscuri fatti, che il clero di Britannia non riesce a comprendere. Ecco allora che si cerca di formare una valente copagnia di cavalieri per far luce su ciò che accade in quelle lontane contrade. Se siete quindi un degno cavaliere e avete dalla vostra coraggio e Fede non potete non rispondere a questo appello."
Guisgard
07-10-2010, 02.58.02
Il palazzo ducale di Cornovaglia dominava l'intera boscaglia circostante, dall'alto di un piccolo e verdeggiante colle.
Il messo vescovile fu accompagnato nella grande sala, dove il duca consumava il suo sontuoso pasto, mentre il suo buffone gli stava seduto accanto, aspettando, come il cane del suo padrone accucciato sotto la sua sedia, un pezzo di carne o un sorso di vino.
"Venite pure avanti..." disse il duca al messo del vescovo.
"I miei omaggi, mio signore." Salutò questi.
"A cosa devo questo onore?"
"Milord, putroppo non per una situazione piacevole..." rispose il messo.
"E voi giungete qui proprio mentre sto mangiando?"
"Perdonate, milord, ma è cosa assai delicata, temo."
"Eh, delicata ma non richiesta.
E' una predica come questa!" Recitò il buffone.
"Parlate, quindi!" Lo esortò il duca. "Restando in silenzio le notizie spiacevoli non migliorano solitamente!"
"Ecco, si tratta di vostro nipote..."
"Cosa è accaduto?" Chiese il duca facendosi serio.
"Mi spiace, milord... ma è stato espulso dall'ordine dei Cavalieri della Luna Nascente..."
"Com'è possibile?" Saltò su il duca. "Sono io che sostengo economicamente l'ordine! E loro mi ricambiano cosi?"
"Calmatevi, mio signore..." cercò di tranquillizzarlo il messo "... stavolta vostro nipote ha davvero esagerato..."
"Al diavolo! Qualsiasi cosa abbia fatto non può giustificare un tale affronto verso di me!"
"Animo indomito, istintivo ed avventato,
così quel ragazzo non sarà mai titolato!" Intervenne il buffone.
"Zitto, bestia!" Lo riprese il duca. "Insomma, io non accetto che mio nipote venga espulso!" Urlò poi al messo.
"Non è definitivo, mio signore..."
"Lo credo bene!"
"Ascoltatemi... si è deciso, insieme al Gran Maestro, che vostro nipote deve imparare un pò di disciplina... è l'ideale sarebbe fargli fare le ossa in una qualche avventura... insomma fargli capire che per un cavaliere conta anche la disciplina e non solo tirare di spada..."
"Mi state dicendo che non ho saputo educare mio nipote?" Chiese contrariato il duca.
"Assolutamente no, milord..."
"E vorrei ben vedere!"
"Cavaliere abile che ben sa tirare di spada,
ma oltre al cuore, anche alla testa bada!" Intervenne il buffone.
"Comunque, sappiate, mio signore..." disse il messo "... che questa cosa la condivide anche sua grazia il vescovo."
Il duca a quelle parole restò in silenzio.
"Potere siprituale e quello temporale.
E' la vita, si sa, questo è normale!" Recitò il buffone.
"E sia..." mormorò il duca risendendosi sul suo seggio "... forse è giunto il momento di far rigare diritto quel benedetto ragazzo... del resto ormai è un uomo..."
"Milord..." disse il messo "... sono certo che vostro nipote, che condivide con voi il nobile sangue blu di queste terre, saprà certo farsi valere."
E detto questo mostrò l'anello vescovile al duca, il quale, sebbene accigliato per la storia dell'espulsione, lo baciò senza indugio.
Un momento dopo, il messo abbandonò la sala.
http://www.francemonthly.com/n/0401/images/carcassonne.jpg
Morrigan
07-10-2010, 03.17.05
Morven squadrò il cavaliere con sospetto per un istante, ma quando ebbe udito tutto il suo discorso, il suo cuore ebbe un sobbalzo... mio profetico istinto!
"Son cavaliere, ma non del vostro rango, mio signore", rispose infine, quando l'altro ebbe finito "giacchè, nonostante il mio lungo apprendistato, ancora non ho ricevuto la grazia ufficiale dell'investitura... ma ho la mia corazza e ho le mie armi, mio signore, e se servisse il mio sangue, anche quello è pronto al vostro comando, se servite una buona causa!
Di Fede ne ho, e ugualmente di coraggio, e a questo ricco carico aggiungete che ho bisogno di un campo in cui dimostrare finalmente il mio valore... per cui vi chiedo soltanto di dirmi a chi devo rivolgermi per unirmi a questa impresa, e considerate la cosa già fatta!"
Guisgard
07-10-2010, 03.26.47
Il cavaliere fissò Morven con entusiasmo.
"Siete dunque in cerca di un'investitura?" Chiese. "Allora ritenete questo giornata davvero fortunata! Unitevi a questa compagnia e servite la sua causa... vedrete che la ricompensa sarà pari al vostro valore."
In quello stesso momento un altro dei cavalieri del corteo si avvicinò e, avendo udito tutto, fissando Morven disse:
"Bene, il vostro braccio ed il vostro cuore farannò la nostra e la vostra fortuna."
Chiamò allora uno dei tre chierici e gli rivelò le intenzioni di Morven.
L'uomo di Chiesa si avvicinò a questi e chiese:
"Siamo lieti che subito un degno combattente come voi abbia risposto alla nostra chiamata. Del vostro valore certo non dubitiamo e tutto ciò che vi chiediamo è di presentarvi... chi siete e da dove giungete, messere?"
Morrigan
07-10-2010, 10.06.52
A dispetto dei suoi modi deferenti e delle sue cortesi parole, Morven intuì nella domanda finale di quel chierico un'ombra di diffidenza... e non potrebbe essere altrimenti!
Anche se i suoi abiti erano ricchi e di ottima fattura, e la sua figura era quella di un distinto cavaliere, Morven poteva ben comprendere lo scetticismo di quel sant'uomo.
Il suo aspetto era ancora quello di un giovane appena alle soglie della maturità, più che quello di un vissuto combattente. Il suo fisico, svelto e sciolto da ragazzo, e il volto ancora imberbe, non dovevano di certo trasmettere solidità e sicurezza in quei cavalieri avvezzi alla battaglia.
Ma di certo quei nobili signori non avevano trovato molti uomini disposti a seguirli in quell'impresa che appariva rischiosa, per cui, concluse Morven, di sicuro non sarebbero andati tanto per il sottile se un giovane rampollo, purchè munito di corazza ed armato di tutto punto, avesse messo al loro servizio la sua avventata gioventù.
Forte di questa convinzione, e dell'ansia di conferma che lesse negli occhi dei suoi interlocutori, si piegò in un perfetto inchino e rispose:
"Il mio nome è Morven, mio signore. La nobile famiglia dei duchi di Cassis mi ha dato i natali, ma poichè il mio è soltanto il più verde dei rami cadetti, mi sono allontanato dalla mia casa in cerca di gloria e di fortuna, e sono giunto a Camelot nella speranza di poter trovare un protettore o una giusta causa da servire con la mia vita"
llamrei
07-10-2010, 12.19.10
Era sempre una festa trascorrere qualche ora in compagnia di Elisabeth. Ascoltare le sue storie e le sue avventure mi faceva trasportare in un mondo parallelo e liberare la mente. Acconsentii senza esitare di seguirla ed ero pronta ad ascoltarla. Se la fretta l'aveva fatta da padrona...significava che qualcosa stava accadendo..ed entrambe l'avevamo percepito.
Entrai in casa, appoggiai la lavanda profumata sopra un cesto di vimini, preparai per un infuso e mi sedetti di fronte all'amica.
"Su mia cara...butta fuori quel rospo! Di che si tratta stavolta? Ti avverto che mi prudono le mani...dopo aver ascoltato il messo...quindi...mia cara....dimmi che c'entra PROPRIO quel discorso....vero?" dissi con un tono di chi conosce già una risposta.
elisabeth
07-10-2010, 16.29.09
llamrei era sempre molto diretta......annusava qualsiasi cosa ci fosse nell'aria......." Bene mia cara...tu sai perfettamente chi sono, stamattina Pico mi ha portato un messaggio del mio Maestro Templare, in cui mi chiedeva di riprendere spada e mantello ed unirmi al seguito delle guardie del Vescovo....certo e' molto tempo che non impugno una spada......sino ad ora mi sono occupata di studi particolari.....ma sappiamo bene che agli ordini si deve obbedire.......ti chiedevo se volevi seguirmi come Sorella di Mestiere....potresti scrivere o operare con le erbe o qualsiasi altro mestiere tu sia portata a fare........usi molto bene la spada e questo sara' il tuo vero mestiere, mi presentero' a loro come donna e non utilizzero nessun tipo di travestimento......come donna sono stata inevstita e come donna agiro'.....ora io mi presentero' ad un cavaliere e mi uniro' a loro...forse non sara' facile, ma in qualsiasi modo devo far parte di quel corteo....se deciderai di venire con me...ti trovero' al mio fianco.".......la osservai sorridendo..sapevo che non era stupita dalle mie parole.....speravo solo che madre saggezza non si impadronisse di lei......Aprii la cassapanca che tenevo sotto la finestra....uscii fuori pantaloni la cotta armata con la croce rossa....il mantello e la spada.....la cotta di maglia la misi in un sacco di maglia di ferro......incominciai cosi' a vestirmi misi la cintola al fianco ed budriere a cui misi la spada........infine pensai ai capelli feci una treccia e la attorciglia dietro la nuca......era tanto che non indossavo quel sacro abbigliamento ssalutai llamrei ed uscii da casa.........raggiunsi il corteo si erano gia' radunati alcuni uomini e mi feci largo....sino a quando non arrivai ad un cavaliere, era vicino al chierico che aveva parlato.....
" Perdonatemi Cavaliere sono Elisabeth da Bannockburn, sono un Cavaliere vi chiedo il permesso di aggiungermi alla vostra compagnia, combattero' in nome della croce che porto sul petto...."
lady_Empi
07-10-2010, 17.04.14
<lo sguardo smeraldo si fissò su Fergot mentre lentamente il capo della fata si abbassava in segno di rispetto per il Gran Capomastro> Avrò il permesso? <ripeté stupita, quasi a volersi convincere delle parole che le erano state rivolte. La sua verde aura s’accese al percepir la presenza fatata di Alesia, sua mentore. Sorrise alle sue parole piene di fiducia> Deludervi è l’ultima cosa che farò, Maestra <pronunciò con voce solenne, quasi fosse un giuramento rivolto alla Terra, poi tacque e ascoltò con attenzione le parole di Fergot> Un giovane principe… Icarion <pronunciò il nome con voce delicata, quasi volesse chiamarlo e stabilire con il giovane umano un primo contatto> Farò ciò che il mio Re domanda <disse infine rivolta a Fergot> veglierò sul giovane principe e farò in modo che egli conosca la via, ciò che è bene e ciò che è nascosto agli occhi dei più…ma… di grazia Gran Capomastro, dove incontrerò il giovane principe? <chiese a Fergot prestando attenzione alla voce del vento nel caso l’elemento recasse alle sue orecchie la presenza dell’umano. Poi, tendendo le mani verso Alesia, esclamò> Benedite questa impresa, mia Maestra, affinchè mai perda di vista il mio compito <infine tacque, serrò le ali, mentre i suoi pensieri già volavano con il vento verso la nuova avventura, immaginando lo sguardo di Icarion>
Guisgard
07-10-2010, 19.41.23
"Sta bene, giovane Morven di Cassis!" Disse il chierico. "La fama e gloria terrene saranno il degno premio che vi attenderà, con la promessa di una fortuna ben maggiore per la vostra anima, visto che la missione a cui aderite è per conto della Chiesa di Nostro Signore! Ora unitevi ai nostri cavalieri... fate ormai parte della nostra compagnia!"
Un attimo dopo si avvicinò Elisabeth al corteo.
Alle sue parole, il cavaliere guardò il chierico.
"I vostri propositi tradiscono la grandezza del vostro animo..." cominciò a dire il chierico "... ma raccontateci qualcosa di voi... anche perchè, per quanto singolare... voi non siete certo un cavaliere, vero, milady?"
llamrei
07-10-2010, 19.53.31
Non aspettavo altro! Con la saggezza spesso ci ho fatto a botte...e questa non era di certo una delle peggiori volte.
"Mi troverai di certo al tuo fianco Elisabeth!".
E cosi salii il viottolo che portava verso la mia dimora. Entrai in casa, appoggiari il cesto in vimini. Entrai nella stanza da letto dove vi era riposto, ai piedi del letto, il cassettone degli indumenti.
Lo aprii. Il profumo di lavanda mi avvolse e come un fluido magico mi anestetizzò i pensieri della ragione...mandati da madre Saggezza.
Indossai delle braghe comode per cavalcare,un camicione al quale cinsi una cintura di cuoio in vita, indossai uno scaldacuore e degli stivali comodi.
Imbracciai la faretra e fissai in vita la cintura con la spada.
Uscii di casa e mi avviai verso il corteo..dove cercavo di scorgere tra la gente la mia compagna di ventura.
Guisgard
07-10-2010, 19.56.04
Intanto nel bosco, tre figure appartenenti al mondo fatato erano riunite a discutere.
"Il principe Icarion..." disse Fargot "... rampollo della più alta nobiltà del Piccolo Popolo, sarà presto condotto da te... sua maestà Oberon vuole che questa missione cominci al più presto... tu ben comprendi, vero Empi, che noi esseri fatati non dovremmo interagire con gli umani... ma il giovane Icarion è come ossessionato da questa insensata volontà e suo zio, il grande Oberon, ha acconsentito al suo desiderio..."
"Tu quindi avrai il delicato compito di proteggere il nostro giovane ed inesperto principe, mia dlietta discepola..." intervenne Alesia.
Ma i loro discorsi furono interrotti da una luce accecante ed un poderoso nitrito.
Un attimo dopo una sfarzosa carrozza alata, trainata da dodici cavalli bianchi come la luce più pura, giunse davanti a loro tre.
"Ecco il principe..." disse Fargot.
Guisgard
07-10-2010, 20.08.44
E mentre Llamrei si avvicinava al corteo, uno dei cavalieri la notò.
"Ehi, sembra che in questo reame le donne amimo badare agli affari destinati agli uomini!"
Gli altri che erano con lui risero di gusto a quell'esclamazione.
"Cos'avete da ridere?" Lì richiamò all'improvviso un altro cavaliere, che sembrava essere il loro capo. "Siete cavalieri o giullari? Ricomponetevi e non oltraggiate oltre le corazze che indossate."
"Si, milord..." risposero in coro i cavalieri.
Poi, rivolgendosi a Llamrei:
"Perdonate la loro goliardia, milady. Cosa cercate attorno al nostro corteo? Io sono sir Belvan, capo di questi cavalieri ed alfiere di sua grazia il vescovo."
llamrei
07-10-2010, 21.27.16
"Piuttosto discoli i vostri uomini, capitano. Meriterebbero di trascorrere qualche ora in ginocchio sui ceci. Mi chiamo Llamrei. Sto passeggiando. E sto osservando.
Avete qualche altro motivo in particolare per continuare a trattenermi?"
Senza nemmeno aspettar risposta mi scostai dal capitano. Non avevo di certo voglia di iniziare la mia avventura con la rogna essere "inquadrata" dal servizio di guardia del vescovo...
cavaliere25
07-10-2010, 21.35.35
Visto che quella mattina non ero riuscito a cacciare nessuna preda tornai verso Camelot a mani vuote mentre mi avvicinavo in città vedevo gente sia a destra che a sinistra e dissi dentro di me ma che sta succedendo? ci sarà qualche festa pensai e continua a camminare verso la folla arrivai davanti ad un corteo mi fermai e guardai con attenzione.
elisabeth
07-10-2010, 23.37.09
Misi la mano aperta sul cuore........" Vi sembrera' strano ma sono un Cavaliere, un Cavaliere che ha ricevuto la sua investitura....... come ogni qui presente Cavaliere.....La mia Commenda si trova nelle terre di Scozia, mi trovo qui per motivi di studio........non temete Padre sono degna di portare questo manto...cosi' come lo porterebbe un uomo........cercavate cavalieri e io sono al vostro cospetto ".........Vidi in lontanaza una figura femminile anche se in abiti maschili....un sorriso mi apparve sulle labbra.............
lady_Empi
07-10-2010, 23.41.39
<un fremito inondò il minuto corpo della fata all’avvicinarsi della carrozza. Aveva ascoltato con attenzione le parole di Fargot, o almeno così credeva, ma le era sfuggito un dettaglio essenziale… il giovane principe era il nipote del Grande Re del Piccolo Popolo, e veniva affidato a lei…> Per tutte le querce del bosco <mormorò in un sussurro abbassando il capo per ripararsi gli occhi dallo splendore della carrozza e dal candore dei cavalli alati> Madre Terra guida i miei passi <ebbe appena il tempo di pronunciare, sollevando il capo e fissando l’intensa luce, quando un’intensa pace la invase. La Terra donava alla sua figlia una nuova certezza, sarebbe stata all’altezza del compito. Sorrise, sicura di sé> Quanto giovane e inesperto è questo Principe? <chiese quindi ad Alesia continuando a tenere gli occhi fissi sulla carrozza in trepidante attesa di vedere l’atteso Icarion>
Guisgard
07-10-2010, 23.49.23
Il chierico scambiò un rapido sguardo con il capitano Belvan.
"E sia, avete ragione..." disse l'uomo di Chiesa fissando Elisabeth "... del resto Nostro Signore creò la donna da una costola di Adamo, segno indiscutibile della parità tra i due."
"E poi" intervenne Belvan "il simbolo che orna la vostra tunica e la fama della vostra commenda parlano da soli... sarà un onore avervi con noi, lady Elisabeth."
Guisgard
07-10-2010, 23.52.39
Ma in quel momento Belvan si accorse di un giovane che guardava incuriosito il corteo ed i suoi nobili cavalieri.
"Non avvicinarti troppo con quelle frecce, ragazzo." Disse il cavaliere a Cavaliere25. "Sarai di certo un cacciatore e non un guerriero, ma bada che la cosa fa ben poca differenza se ti avvicini a noi armato."
cavaliere25
07-10-2010, 23.57.00
Sentendo quelle parole Guardai Belvan e dissi scusatemi signore ma torno dalla caccia che ahimè è andata male voi chi siete domandai gentilmente chi sono tutte quelle persone? aspettai una risposta e presi l'arco e la mia feretra e le misi a terra.
Guisgard
08-10-2010, 00.23.23
La carrozza atterrò con sollenità, adagiandosi a pochi passi da terra.
Le porte si aprirono e polvere scintillante di un aureo riflesso si diffuse nell'aria.
Subito Fargot ed Alesia si inchinarono, facendo segno ad Empi di fare altrettanto.
Dalla carrozza però uscirono tre ancelle alquanto agitate.
"E'... è fuggito!" Gridò una di loro.
"Come sarebbe?" Chiese Fargot.
"Si, il principe... è svanito, sparito!"
"Sparito?" Ripeté Fargot. "Ma come puù essere? Non è mica un cappello o un fazzoletto!"
"Non so... è svanito... nel nulla..." rispose quasi in lacrime l'ancella.
Ad un tratto si udì un nitrito lontano.
E qualche istante dopo un bellissimo cavallo bianco giunse nella radura.
Il giovane che lo cavalcava con un balzo raggiunse le ancelle ed i tre accanto alla carrozza.
"Colpisco rapido... diritto al cuore... senza esitazione, sono un cavaliere!" Disse estraendo la sua spada.
"Sua signoria, il principe Icarion!"
Ed a queste parole di Fargot tutti i presenti si inginocchiarono.
"Dove avete preso quella spada, altezza?" Chiese Fargot.
"La spada è come un uccellino..." continuò Icarion senza badare alla domanda di Fargot "... troppo stretta... ehm... non ricordo più... accidenti..."
"Consentitemi, altezza..." disse Fargot "... ma il vostro linguaggio ricorda troppo quello degli umani."
"Ovvio, noi cavalieri parliamo sempre in tono aulico!"
"Voi siete un principe, non un cavaliere."
"Badate, la mia spada non tollera gli indisponenti!" Esclamò Icarion. "Ed io sarò un cavaliere!"
"Ecco, appunto, altezza..." disse Fargot "... questa è Empi e vi accompagnerà nel mondo degli umani... sarà suo compito badar... ehm, volevo dire, sarà suo compito allietare il vostro viaggio."
Icarion si avvicinò ad Empi e la fissò con attenzione.
"Beh... è ... si, insomma... è carina..." mormorò "... ma non mi occorre una guida..." disse poi rivolgendosi a Fargot "... dovrei occuparmi di lei, proteggerla e questo rallenterebbe il mio apprendistato presso i cavalieri..."
"Altezza..." sorrise Fargot "... Empi conosce bene gli umani e sarà una degna compagna di viaggio. Vedrete che vi sarà di grande aiuto."
"E sia..." rispose Icarion, fissando con un filo d'imbarazzo la giovane fata che doveva accompagnarlo in quel suo viaggio a cavallo fra due mondi.
elisabeth
08-10-2010, 00.35.58
Chinai il capo in segno di obbedienza......ma lo rialzai subito, l'arrivo di un ragazzo e le parole di Belvan mi incuriosirono......lo vidi appoggiare a terra frecce e feretra...segno di umilta' e troppa fiducia............mi venen spontaneo raccoglierli da terra.............." Mai togliere da dosso la propria feretra....l'importante e' non puntare le frecce a chi potrebbe esserci amico....." cosi' gli porsi....i suoi attrezzi da caccia..
cavaliere25
08-10-2010, 00.41.03
Mi voltai e vidi quella donna con in mano il mio arco e la mia faretra che me li rimetteva in mano la guardai e gli dissi grazie mylady come vi chiamate? dovrò stare piu attento con le mie frecce e il mio arco non vorrei fare del male a qualcuno e gli sorrisi
elisabeth
08-10-2010, 00.46.24
" Non credo fareste male a nessuno.......mi chiamo Elisabeth.......".....cosi' attesi i nuovi ordini.......il mio cavallo mi attendeva dietro casa.....tutto mi sembrava nella norma...anche se non comprendevo l'ordine di partenza partito dalla Mgione.....ad un Gran maestro certi ordini non arrivavano se non c'erano dei problemi alle alte sfere
Guisgard
08-10-2010, 01.37.29
"Unitevi allora a noi, milady." Disse Belvan ad Elisabeth. "Questa compagnia presto lascerà Camelot ed il suo destino sarà compiuto."
Poi guardò Cavaliere25.
"Ti è andata male la caccia, ragazzo, ma magari potrebbe andarti meglio qualche altro compito..." disse "... che ne diresti di aggiugerti alla nostra compagnia? Se sai davvero usare il tuo arco, allora potrebbe farci comodo la tua mira."
Guisgard
08-10-2010, 02.28.54
Un cavallo con la sua galoppata rapida e poderosa divorava l'aspra terra che, tagliata dall'antico sentiero, veniva avvolta da quell'angolo di vecchia Inghilterra.
La polvere si alzava per l'aria secca e gli zoccoli del destriero sembravano galleggiare su un'indefinita polvere, che come una scia segnava il passaggio del fiero animale.
In breve quel cavaliere avvistò l'antico palazzo ducale di Cornovaglia.
Maestoso ed austero dominava su ogni cosa si trovasse in quel luogo.
E quando le guardie lo avvistarono gli si fecero incontro.
"Chi è là! Avanzate ed annunciatevi!"
"Viva il re! E viva il duca!"
"Ma questa voce... Guisgard?"
"Proprio lui!" Rispose divertito il cavaliere.
E raggiunte le due sentinelle, i tre si salutarono come vecchi amici.
"Cosa si dice qui al palazzo?"
"Nulla di che... ma il duca è adirato..."
"Il duca è sempre adirato!" Rispose Guisgard.
"Stavolte lo è davvero... persino con te." Disse la sentinella.
"Soprattutto con te." Precisò l'altra sentinella.
"Tranquilli." Sorrise Guisgard. "Ora perdonatemi, ma vado a sfidare il leone nella sua gabbia!"
E raggiunto il grande cortile, subito due ancelle si fecero avanti.
"Signore, ben trovato..."
"Grazie...un momento... sei Phina... si, sei proprio tu!" Esclamò Guisgard. "Accidenti... sei cresciuta non poco!"
"Grazie, signore..." arrossì lei "... spero mi troviate anche bella, o almeno passabile, oltre che cresciuta..."
"Mi sembra che in passato la tua bellezza non mi abbia mai lasciato indifferente..."
L'ancellà arrossì ancora di più.
"Il duca vi attende, signore." Intervenne l'altra ancella, ben più anziana e severa.
E il cavaliere si recò da suo zio.
Questi era nella grande sala ad attenderlo, in compagnia del suo buffone di corte.
"Il figliol prodigo torna finalmente a casa,
ma da aria burrascosa essa è invasa!"
Recitò il buffone andandogli incontro e facendo segno al duca.
"Ben ritrovato, Iodix, amico mio!"
"Questo ti hanno insegnato i tuoi maestri?" Chiese il duca. "A salutare prima i buffoni che tuo zio?"
"Salute a voi, mio signore." Salutò Guisgard.
"E così hai combinato un'altra delle tue bravate, vero?"
"Ascoltatemi..."
"Silenzio!" Lo zittì il duca. "Sono stanco dei tuoi colpi di testa!"
"Foste a voi a farmi entrare in quell'ordine, non io a chiederlo e..."
"Taci!" Gridò il duca. "Non hai un briciolo di rispetto! Ed io che ho sempre coperto e compreso ogni tua spacconata!"
"Io non vi ho chiesto mai niente!" Rispose Guisgard. "E non mi interessa niente, né della cavalleria, né del vostro ducato!"
A quelle parole il duca lo schiaffeggiò con forza.
"Quando torni in queste terre..." disse il duca "... almeno quando sei qui, ascolta... metti da parte ogni tuo pensiero e desiderio ed ascolta... qui tutto ti parla di noi, della nostra stirpe... i tuoi antenati seguirono Guglielmo il Conquistatore quando giunse a dominare quest'isola... il tuo sangue normanno ti pone, per diritto divino, al di sopra di tutti gli altri uomini! Non siamo sassoni o bretoni! Siamo normanni! Ed abbiamo doveri più che diritti! E solo quando lo capirai, allora potrai dirti un vero uomo! Ora non sei nulla! Nulla! Ricordalo sempre."
"Vedo che è inutile discutere con voi..." mormorò Guisgard.
"Non mi interessa ciò che pensi." Sentenziò il duca. "Domani stesso partirai. E giungerai in un luogo dove imparerai cosa vuol dire essere un vero cavaliere!"
cavaliere25
08-10-2010, 10.18.20
Sentendo dire quelle parole a Belvan dissi subito si certo sarà un onore venire con voi mi misi sulle spalle il mio arco e la mia faretra e aspettai di muovervi insieme agli altri.
lady_Empi
08-10-2010, 16.16.02
<Empi si inchinò al cenno di Fargot attendendo di vedere il Principe scendere dalla carrozza, ma le voci stridule delle ancelle la spinsero ad alzare il capo.> Sparito… <ripetè la fata con un tono a metà tra il divertito e il preoccupato. Poi il nitrito squarciò l’aria con la sua intensità e anche Empi si volse a guardare l’arrivo del bianco destriero. Osservò la figura del principe Icarion, udì le sue parole e mentre piegava le ginocchia in segno di rispetto, lanciò ad Alesia uno sguardo intenso e interrogativo> E questo sarebbe il Principe ? <pensò Empi, invasa da un improvviso desiderio di fuggire, di tornare alla solitudine del suo albero cavo, al silenzio della sua foresta. Ma non lasciò trapelare il suo disappunto. Sorrise, mentre Icarion le si avvicinava e la osservava con attenzione> Felice di incontrarvi, Altezza <si alzò , mentre la verde luce che circondava il suo corpo brillava d’un verde intenso…. Carina???...Proteggerla??? Le parole del Principe le ronzavano nella mente come uno sciame di fastidiosi insetti, avrebbe voluto rispondere che lei non aveva bisogno di protezione e che non era una guida che gli occorreva ma una balia…ma non disse nulla di ciò> Mi lusinga che mi troviate carina, Altezza, ma come certo ben sapete <il tono era cortese ma fermo> la bellezza è solo un prestito di natura e per il Piccolo Popolo son altre le qualità che contano <fece una pausa poi proseguì continuando a sorridere> Sarà un grande onore per me accompagnarvi nella vostra conoscenza degli umani, e non dovete temere, il vostro apprendistato non subirà alcun rallentamento <poi aggiunse mormorando a bassa voce> non certo per colpa mia <allargò le ali lasciandole vibrare appena> Ditemi Altezza <continuò> cosa vi spinge a voler essere un Cavaliere? <chiese infine con la vaga speranza che forse…se avesse avuto pazienza, avrebbe potuto distoglierlo da quell’intento>
Guisgard
09-10-2010, 02.16.41
"Bene, ragazzo!" Disse Balvan dopo aver visto l'entusiasmo di Cavaliere25. "Mi piacciono i tipi decisi e senza fronzoli! Unisciti pure al gruppo e benvenuto nella compagnia!"
A quel punto si avvicinò uno dei chierici a Belvan.
"Sembra che il nostro invito abbia raccolto buoni frutti." Cominciò a dire l'uomo di Chiesa. "A questo punto direi di prepararci a partire... sua grazia il vescovo vuole che il prima possibile cominci la nostra missione a Cartignone."
"Ai vostri ordini, mio signore." Rispose Il capitano della guardia. "Presto..." disse poi ai suoi "... appena raccolto il necessario lasceremo Camelot!"
Ma in quel momento, il capitano notò di nuovo quella donna che girava intorno alla compagnia, senza tuttavia palesare le sue intenzioni.
"Milady..." cominciò a dire Belvan a Llamrei "... noto che la nostra compagnia continua a suscitare il vostro interesse. Cercate forse notizie su vostro marito o su qualche vostro amato?" Chiese sorridente. "O forse la vostra è solo ingenua curiosità femminile verso il mondo cavalleresco? In entrambi i casi mi piacerebbe soddisfare ogni vostro dubbio o domanda, ma temo di non avere tempo, ahimè, per intrattenermi con voi. Ma se invece il vostro interesse è per la nostra missione, beh, vedendovi così abbigliata posso immaginare in voi un animo indomito ed ardito. In questo caso sareste più che utile a ciò che sta per compiere questa nostra nobile compagnia. Cosa mi rispondete?"
Guisgard
09-10-2010, 02.41.12
Intanto, in un luogo imprecisato del bosco, creature di un altro mondo erano a colloquio tra loro.
Icarion fissò incuriosito Empi.
Era diversa dalle ancelle che sin dalla sua infanzia erano state incaricate di accudirlo.
Per la prima volta non aveva più a che fare con qualcuno più grande di lui.
Empi era una giovane fata che aveva suscitato molta curiosità nell'irrequieto nipote di re Oberon.
"Essere cavaliere" cominciò a dire come chi recita a memoria una poesia o una filastrocca senza comprenderne davvero il significato "è un modo di essere, non di vivere! Il cavaliere è la più alta forma di virtù e perfezione che esiste a questo mondo... un essere a metà, tra la terra ed il Cielo, capace di grandi sentimenti e di altrettante grandi gesta!"
E finita di recitare questa frase tutta d'un fiato, si abbandonò ad un lungo sospiro.
"Notevole, altezza, notevole..." intervenne Fargot "... ma ritengo un simile linguaggio, sebbene superbamente pronunciato dalla vostra augusta passionalità, più adatto agli umani, da sempre in balia di passioni troppo più grandi di loro, che ad un abitante della nostra razza."
"Smettetela!" Lo zittì il principe. "Non comprendete! Io sarò cavaliere! E l'aver accettato di portarmi dietro la vostra ancella" parlando di Empi "è più di quanto ero disposto a concedere a voi ed a mio zio!"
Poi, rivolgendosi ad Empi, aggiunse:
"Bene, desidero partire all'istante! Appena sarete pronta andremo incontro a madonna Avventura!"
E dopo quest'ultima frase del giovane principe, Fargot fissò Alesia scuotendo il capo.
La fata sorrise e prese in disparte la giovane Empi.
"Permettete vero, mio signore, che saluti la mia amata discepola prima che parta con voi?" Chiese con rispetto al principe.
"Concesso, ma fate presto!" Rispose Icarion.
"Amica mia..." disse Alesia ad Empi "... bada che questo incarico è delicato... avrai notato che il nostro principe è alquanto avventato e del tutto sedotto dal mondo dell'umana cavalleria. Ma al di là del nostro fatato regno si celano pericoli molto grandi ed il nostro principe è del tutto inesperto su questo. Inoltre, qualcosa di oscuro sta accadendo nel mondo degli uomini... il male assoluto ha già sferrato il suo attacco. Sii prudente, amica mia."
La baciò sulla fronte, con materna tenerezza ed entrambe poi ritornarono al cospetto del giovane Icarion.
Guisgard
09-10-2010, 03.43.11
Nel frattempo, al palazzo ducale di Cornovaglia, per la prima volta il duca imponeva il suo volere a suo nipote.
"Andare dove?" Chiese stupito Guisgard. "Non ho lasciato una prigione per entrarvi in un'altra!"
"Prigione?" Ripeté il duca. "Cosi chiami uno dei più antichi e gloriosi ordini cavallereschi delle nostre terre?"
"Volete capirlo che non mi interessa niente del blasone, del lignaggio e di tante stupide regole!"
"E cosa vuoi farne della tua vita, sentiamo?" Chiese il duca sempre più adirato, come chi a stento frena l'ira e l'impeto che lo assale.
"Voglio viverla a modo mio!" Rispose Guisgard. "Essere me stesso, decidere cosa fare oggi, domani e domani l'altro!"
"E' facile parlare quando si ha comunque un palazzo come questo in cui rifugiarsi dopo aver fatto una sciocchezza!" Disse il duca. "O sperare nella protezione del proprio vecchio zio! Chiunque in queste condizioni può gridare di voler sfidare il mondo e vivere come più gli aggradi!"
"Non ho mai chiesto la vostra protezione!"
"Già... l'errore è stato il mio ad avertela concessa...."
"Allora non abbiamo altro da dirci..."
"Dove ho sbagliato con te?" Chiese con profondo rammarico il duca.
Guisgard chinò il capo.
"Forse credevate che vi somigliassi..." rispose.
"Si, l'ho creduto..."
"Ora è meglio che vada..."
"Non ancora." Lo fermò il duca. "Ho investito tempo e denaro su di te. Non sei diverso da tutti coloro che sottostanno al mio volere! E tu sei in debito con me! E' grazie a me che sei potuto diventare un cavaliere."
"Sapete che non potrei mai sdebitarmi in denaro..." disse Guisgard "... la mia unica ricchezza scorre nelle mie vene..."
"Ed è con quella che mi ripagherai!" Rispose il duca. "Voglio solo comprendere se per la prima volta in vita mia ho sbagliato nel giudicare un uomo."
"Cosa intendete?" Chiese Guisgard.
"Dovrai dimostrarmi di essere degno di voler vivere come affermi!" Rispose il duca. "Dovrai dimostrarmi che davvero la tua ricchezza è quella che ti scorre nelle vene e quella che ti batte nel petto."
"Non capisco..."
"Un'impresa... ti chiedo una sola impresa... un'impresa cavalleresca degna di tal nome..."
Guisgard scosse il capo e sorrise.
"Non sarai obbligato, se non dalla tua coscienza e dal tuo onore..."
Prese una borsa piena di monete d'oro e la lanciò all'amato nipote.
"Ecco, questo è il denaro che ti occorrerà per ciò che ti ho chiesto." Disse il duca. "Potrai anche sperperarlo come hai fatto in passato... potrai anche non tornare più, dimenticarmi e maledirmi... sei libero, proprio come hai chiesto. Così, da come ti comparterai capirò... capirò se sei il mio degno nipote o solo un gaglioffo, viziato e buono a nulla."
"Riprendetevi il vostro denaro... io non vi porterò alcuna impresa cavalleresca...."
"Allora lo butterai appena sarai uscito da questo palazzo. Non mi interessa..."
Guisgard strinse forte nelle mani quella borsa di monete.
"Ed ora va... vattene che ho da fare..."
Guisgard lo fissò per alcuni istanti e poi uscì dalla sala.
Il duca restò a fissarlo fino a quando non varcò la porta.
"Eh, cuore per un amato figlio
richiede dal cuore il consiglio!" Recitò Iodix il giullare.
"Va con lui..." disse il duca.
"Cosa chiede il mio signore?
Di scortarlo per il suo amore?"
"Tu hai forse più buonsenso di lui, mio pazzo cantastorie... veglia su di lui... ora va e bada che mai concessi incarico più alto a nessuno dei miei vassalli."
A quelle parole pronunciate dal suo padrone, Iodix si comosse e si sentì per la prima vota un uomo.
"Grazie... si, veglierò su di lui... mio signore...
... veglierò come se davvero io avessi onore!"
cavaliere25
09-10-2010, 09.26.21
Grazie dissi rivolgendomi a Belvan poi mi avvicinai a mylady Elisabeth e gli dissi signora volevo dirvi che sono dei vostri in questa compagnia se avete qualcosa da chiedermi chiedete pure sono a vostra disposizione dissi guardandola dolcemente poi mi misi a guardare intorno mentre aspettavo di partire.
llamrei
09-10-2010, 11.58.02
"Milady..." cominciò a dire Belvan a Llamrei "... noto che la nostra compagnia continua a suscitare il vostro interesse. Cercate forse notizie su vostro marito o su qualche vostro amato?" Chiese sorridente. "O forse la vostra è solo ingenua curiosità femminile verso il mondo cavalleresco? In entrambi i casi mi piacerebbe soddisfare ogni vostro dubbio o domanda, ma temo di non avere tempo, ahimè, per intrattenermi con voi. Ma se invece il vostro interesse è per la nostra missione, beh, vedendovi così abbigliata posso immaginare in voi un animo indomito ed ardito. In questo caso sareste più che utile a ciò che sta per compiere questa nostra nobile compagnia. Cosa mi rispondete?"
"Noto che il vostro incarico e ruolo vi lasciano parecchio tempo libero per pensare a quello che le altre persone fanno" risposi al capitano quando ebbe terminato la sua sfilza di domande curiose. " Se proprio vi sta a cuore il mio intento, vi rispondo che sto cercando una amica. Ricordate: sarò anche donna ma non meno valorosa dei vostri uomini. Signore, buona giornata"
Morrigan
09-10-2010, 14.53.32
Morven chiese dispensa di poter passare alla locanda, per saldare il conto con l'oste e prendere il suo bagaglio per il viaggio. Salì svelto in camera e si tolse gli abiti da giorno che aveva indossato per girovagare per Camelot senza dare troppo nell'occhio, ed indossò finalmente la cotta, gli spallacci, i bracciali e i guanti, sopra i pantaloni di cuoio rinforzato e gli stivali. Cinse il largo cinturone sui fianchi e ad esso affibbiò le sue armi, due spade corte, come le avevano forgiate gli antichi guerrieri. Quindi prese con sè anche il suo elmo, che sui lati portava cesellate due piccole ali lucenti, le stesse che decoravano le spalline. Morven vi fece scorrere il dito lentamente, osservandone il brillio che si diffuse per un istante nella penombra dell'angusta stanza... era tutto ciò che gli restava del suo passato, era il suo sangue, il suo orgoglio, la sua sfida... in quell'onore antico risiedeva ogni suoi desiderio e ogni sua voglia... per quelle ali avrebbe combattuto... per quelle ali, un giorno, sarebbe tornato e a testa alta avrebbe esclamato: "Per questo ho pugnato, per questo ho vinto!"
Si fece consegnare il suo cavallo, bardato e pronto, tornò svelto in strada, a riunirsi al gruppo, e vide allora che due nuovi compagni si erano uniti alla spedizione.
Rivolse un cordiale gesto di saluto ad un giovane arciere che stava sistemando le sue frecce prima di partire, il cui sguardo gli parve subito allegro e leale.
Stava per rivolgere lo stesso cenno amichevole ad un altro cavaliere, che indossava le candide vesti con il segno della Croce, ma dovette interrompere il suo gesto, poichè si accorse con stupore che si trattava di una donna. Ebbe un lieve scarto, quindi mutò il suo saluto in un cortese inchino. E mentre si piegava davanti a lei, cercò di osservarla sottecchi...
... una donna, cavaliere Templare? Ben strani compagni mi sta affidando la sorte! Sarà davvero una bizzarra avventura, lo sento... nulla prosegue secondo le regole, e questo sposa il mio pensiero e la mia idea sull'equilibrio eterno dell'ordine e del caos...
Così, dicendosi questo, il giovane Morven si dispose in attesa che il suo nuovo capitano desse il comando per la partenza.
lady_Empi
09-10-2010, 15.07.37
Un essere a metà tra Cielo e Terra <ripetè Empi con tono pensieroso> che singolare definizione per un umano, Altezza <aggiunse con un velato accenno d’ironia, guardando i suoi piedini nudi che sfioravano la Terra e lasciando vibrare le sue ali> avrei usato questa definizione per un essere del Piccolo Popolo <e mentre pronunciava quest’ultima frase si sentì afferrare il braccio da Alesia>
Avete sentito?? Mi ha chiamato ancella! <mormorò Empi quando si fu allontanata con Alesia, la luce verde intorno al suo corpo riluceva intensa creando un alone di verde sfumato. Ascoltò le parole di Alesia, come sempre era stata abituata a fare, chinando il capo rispettosa della sua saggezza>
Mia Maestra <disse, dunque, quando elle ebbe finito> conservo gelosamente tutto ciò che mi avete insegnato e userò ogni mio potere per allontanare il male di cui mi parlate dal nostro Principe <le assicurò> avrei preferito che fosse un po’ meno…avventato.. <ripetè l’aggettivo usato dalla sua mentore con ironia> ma non sarò sola, la Terra guiderà i miei passi e manifesterà il suo volere per mio tramite <sospirò prima di tornare al cospetto di Icarion> Non ho nulla da preparare , mio Principe <s’affrettò a sottolineare la fata> oltre alle mie ali non mi serve altro, la Terra ci donerà tutto ciò che ci serve durante il volo <sorrise al Principe guardandolo con sguardo materno, cercando di attingere a tutta la pazienza di cui disponeva> Il vento mi ha recato suoni noti poco fa, sembra che a Camelot sia giunta una delegazione e forse vi sono dei Cavalieri nel corteo <annunciò > potremmo cominciare con la semplice osservazione <propose Empi sperando, in cuor suo, che tutta l’impresa si limitasse a quella>
Talia
09-10-2010, 16.29.53
Osservai stupita la porta della città sbarrata di fronte a me, le alte mura merlate sulle quali camminavano ininterrottamente avanti e indietro decine di sentinelle e poi spostai gli occhi sulla guardia che, impettita, mi si parava davanti con la sua lucente picca tra le mani.
“Cosa vuol dire che nessuno ha il permesso di uscire dalla cinta della città?” chiesi.
Il soldato si limitò a restituirmi uno sguardo fermo.
“Molto bene!” conclusi “Allora vorrà dire che mi farò concedere un permesso speciale!”
Voltai le spalle all’uomo e mi immersi di nuovo nel dedalo di stradine che dalla parte bassa dell’abitato conduceva verso il palazzo del principe, costruito sulla sommità della piccola altura sulla quale si ergeva, come incastonata nella roccia, la città di Cartignone.
Era sempre stata una città serena Cartignone, una città pacifica e florida, una città in cui il forestiero era ben visto e il viandante sempre accolto... ma ora tutto era cambiato.
Da quando quei terribili, spaventosi fatti avevano iniziato ad accadere il sospetto e la paura si erano impossessati delle persone, le porte della città erano state chiuse per ordine principesco così che nessuno potesse più uscire nel bosco appena fuori e nessuno straniero potesse entrare senza esplicito permesso del principe...
Mi guardai intorno, c’erano poche persone per la via e anche coloro che si trovavano, per qualche motivo, fuori casa tenevano gli occhi bassi e camminavano in fretta. Paura, sgomento, diffidenza era ciò che si respirava nell’aria.
E, nonostante tutto, come biasimare quella povera gente? Se persino l'amata figlia del principe non era stata risparmiata da quella barbarie, chi mai poteva dirsi al sicuro ormai? Mi si strinse il cuore a quel pensiero... Eileen... Oh, Eileen, amica mia...
Ero giunta di fronte al palazzo, le due guardie ai lati del portone d’ingresso mi conoscevano, rivolsi loro un cenno di saluto e mi lasciarono passare.
‘Troverò chi ti ha fatto questo, Eileen!’ pensai tra me, attraversando il cortile deserto mentre a stento reprimevo le lacrime ‘Lo troverò, te lo giuro!’
Guisgard
09-10-2010, 17.16.53
Belvan sorrise alle parole di Llamrei.
"Lasciate allora che vi aiuti..." disse "... visto che è già un bel pò che girate intorno al nostro nobile corteo. La dama che cercate, forse, è quella vicino ai miei cavalieri e ad alcuni prodi di Camelot che hanno risposto alla nostra richiesta di forze per la causa di sua grazia il vescovo. Ma dovreste sbrigarvi, mia signora, poichè la compagnia è in partenza."
Guisgard
09-10-2010, 17.54.02
Nel bosco, intanto, forze iummensamente antiche e potenti stavano per partire alla volta del mondo degli uomini.
"E sia..." disse Icarion ad Empi "... rechiamoci dove dite... sono ansioso di vedere subito dei cavalieri..."
Poi, voltandosi verso Fargot ed Alesia:
"Non ho più bisogno di voi, andate pure! Io e la vostra ancella partiremo subito per ciò che ci aspetta!"
"Siate prudente, altezza." Si raccomandò Fargot, visibilmente preoccupato.
"Possano le forze benigni di questo luogo accompagnarvi e proteggervi sempre..." disse Alesia.
"Febo, qui!" Chiamò il principe.
Un attimo dopo il suo splendido destriero bianco lo raggiunse.
"Altro non vi è da dire..." concluse Icarion montando in groppa al suo magico cavallo "... se non che... la mia anima a Dio, il mio onore per me... e... ehm... credo di aver dimenticato qualcosa..."
Fargot scosse il capo rassegnato.
"Altezza, rammentate che voi non siete un uomo... ma un essere molto più nobile e potente." Disse Alesia.
"Sciocchezze..." replicò Icarion "... un cavaliere è simile ad un angelo di Dio!"
A queste parole Fargot si sentì venir meno.
"Ora andiamo, che madonna Avventura ci reclama!" Esclamò icarion. "Salite in sella con me..." disse poi ad Empi "... le vostre ali, per quanto agili, non possono stare dietro al poderoso galoppo di Febo!"
E un attimo dopo, il magico destriero volò via, scomparendo nella notte in un alone di mille e più scintillanti bagliori dorati, attraversando l'etereo e mistico passaggio tra il mondo fatato e quello degli uomini.
E fargot ed Alesia restarono ad osservare quell'alone dissolversi nella notte.
http://www.viaggio-in-germania.de/Caspar_David_Friedrich_10.jpg
llamrei
09-10-2010, 22.55.23
"Io sono pronta. Il mio cavallo è sellato. Devo solo raggiungere la mia amica. Dovrei ringraziarvi ora? Bah...non credo...avrei trovato la persona che stavo cercando anche senza il vostro aiuto. Buona serata capitano. E ricordatevi dei ceci per i vostri soldati".
Detto ciò lasciai il mio interlocutore e mi avviai verso la mia amica.
"Elis!! Elis!! Sono pronta!" E l'abbacciai forte forte conscia di essere lì pronta per avventurarmi in odissea dove il rischio di perdere la vita e le persone care era tangibile...ma qualcuno doveva farlo...ed io ero una di quei qualcuno...:D
Guisgard
10-10-2010, 02.39.23
"Che caratterino!" Disse sorridendo Belvan. "Si vede che le donne di Camelot hanno una tempra degna della fama dei cavalieri di queste terre!"
Ma la Llamrei si era già allontanata, raggiungendo la sua amica Elisabeth.
"Capitano, è tutto pronto per la partenza." Lo avvertì uno dei suoi cavalieri. "Attendiamo solo i vostri ordini."
"Bene, partiamo allora!"
E finalmente la compagnia partì da Camelot.
La grande strada che tagliava la campagna prima ed il bosco poi, si mostrava davanti a loro fino a perdersi nello sterminato orizzonte.
Come la mitica nave di Ulisse, ricolma di eroi, quella compagnia vagava verso una terra lontana e sconosciuta, sotto stelle misteriose e protetta da oscure ritualità e tradizioni di antichissima data.
Ma i nostri eroi non sembravano turbati o avviliti dai misteri che dominavano Cartignone.
Il viaggio fu lungo, ma non troppo faticoso.
E dopo alcuni giorni di cammino, finalmente, la compagnia avvistò le alte torri di Cartignone.
La città era avvolta da una maestosa foresta, sede di antiche leggende pagane.
E le sue alte e maestose mura non sembravano in grado di proteggerla da un qualcosa di arcano che sembrava davvero dimorare in quei luoghi.
E mentre i nostri eroi percorrevano la strada che conduceva in città, notarono per le campagne, quasi con un'ossessiva frequenza regolare, innumerevoli croci, quasi come se fossero messe per scacciare qualcosa di molto temuto dalla gente del posto.
"Non vi sembra strano?" Chiese uno dei cavalieri. "Tutte queste croci... come se fossero antichi miliari per segnare la strada..."
"Non credo che queste croci fungessero da segni per indicare la distanza..." disse un altro cavaliere.
"Non vi è nulla di strano..." intervenne uno dei tre chierici "... se nel mondo sorgessero più croci, molti dei suoi mali sarebbero scacciati."
Poco dopo, finalmente, la compagnia raggiunse le mura di Cartignone.
Giunta davanti alla maestosa porta, alcune guardie si fecero avanti.
"Siamo gli uomini mandati da sua grazia il vescovo, come il vostro signore ben sa." Disse Belvan a quelle sentinelle.
"Bene, recatevi allora al palazzo reale... sua altezza vi stava aspettando da tempo..."
E varcata la grande porta, la compagnia raggiunse il palazzo.
Per le strade la gente osservava con vivo interesse e stupore quel corteo.
Qualcuno lo scrutava con sospetto, altri si prostravano in senso di rispetto, ma non solo.
Nei loro occhi c'era quasi una celata preghiera, un'invocazione.
"Questa gente sembra avere qualcosa di misterioso racchiuso nei propri occhi..." mormorò uno dei cavalieri a Belvan.
"Non so..." rispose questi "... io direi che hanno... hanno paura... e su questo ti dò ragione... niente infatti è più misterioso della paura..."
E finalmente arrivarono davanti al palazzo reale.
Qui, una volta riconosciuti, furono fatti entrare ed accolti come il loro lignaggio richiedeva.
Alcune guardie poi li condussero davanti al principe Frigoros, signore di Cartignone.
L'uomo li attendeva seduto sul suo regale seggio, mentre al suo fianco si trovava il suo primo e più importante consigliere, il chierico Guxio.
"Onore a voi, altezza." Prese a dire uno dei chierici della compagnia. "Sua grazia il vescovo vi invia i suoi saluti... insieme a questa valente compagnia d'eroi."
"Siate i benvebuti a Cartignone, nobili amici..." li salutò il vecchio principe "... mi rallegra che abbiate generosamente risposto alla nostra invocazione d'aiuto. Ma non vi tratterrò oltre... sarete stanchi e converseremo stasera. Ho già disposto comodi alloggi per tutti voi."
Così, tutti i nostri eroi furono fatti alloggiare in degne stanze così disposti:
Llamrei ed Elisabeth, essendo donne, e Morven e Cavaliere25 essendo invece uomini.
Il riposo però non per tutti fu sereno.
Belvan infatti non riusciva a togliersi dalla mente tutti quei crocifissi, che come un'ossessione, aveva visto sorgere sulla strada che conduceva a Cartignone.
http://www.francovalente.it/wp-content/uploads/2009/11/pesche-croci.jpg
Guisgard
10-10-2010, 03.27.46
Nel frattempo al palazzo ducale di Cornovaglia, Guisgard si accingeva a partire di nuovo.
Forse per mai più ritornare.
"Amico mio..." disse accarezzando il suo cavallo "... seguirai ancora il tuo padrone? Ora che non ha più un tetto sopra la testa?"
"Signore..."
"Chi è?" Chiese Guisgard fissando la porta delle scuderie.
"Sono io..."
"Phina?"
"Si, mio signore..."
"Cosa c'è, dimmi?"
"Ecco, io..." mormorò a capo chino la ragazza "... volevo sapere se stavolta vi tratterrete un pò di più al palazzo..."
"Eh, no... sono già di partenza..."
"Ah, capisco..."
"Cos'hai?" Chiese lui accarezzandole il morbido e bianco viso, a stento coperto dai i suoi bellissimi capelli corvini.
"Ecco, io..." rispose arrossendo lei "... io... ricordavo l'ultima volta... quando mi prometteste una cosa..."
"Davvero? Cosa?"
"Non lo ricordate più... non importa..."
"Dai su... rinfrescami la memoria..."
"Ecco... che mi avreste insegnato ad andare a cavallo..."
"Già, che sciocco a non rammentarlo!" Sorrise lui.
"Mi insegnerete allora?"
"Ora sono in partenza..."
"Non importa... vi aspetterò..."
"Phina! Dove sei?" La chiamarono all'improvviso dalle cucine.
"Ora devo andare..."
Ma prima di uscire dalle scuderie si voltò indietro.
"Ovunque andiate, mio signore, fate attenzione..." sorrise ed uscì.
In quel momento un velo di malinconia scese su Guisgard.
Egli sapeva che forse non sarebbe mai più tornato in quel palazzo.
Sellò allora il suo cavallo ed uscì, attraverso la grande porta, fuori dalla ducale ed imponente dimora.
Fissò per un interminabile momento il paesaggio circostante, come a voler far sua ogni immagine di quel luogo.
Un luogo che gli ricordava la sua infanzia e la sua prima giovinezza.
Fissò quei luoghi e poi sorrise amaramente.
Poi, spronato il suo destriero, prese la via che lo conduceva lontano da quel posto.
"Mio signore! Aspettatemi, per carità!
O questo mio cavallo mi disarcionerà!" Chiamo all'improvviso una voce.
"Iodix? Cosa ci fai qui?"
"Ecco, il duca non comprese
che di voi io presi le difese..."
Guisgard lo fissava con sospetto.
"Ed ecco allora che per ira lui mi cacciò.
Ed eccomi qui, oltre voi nessuno più ho!"
"Avanti, sputa il rospo!"
"Ma in verità io vi ho detto ogni cosa!
Il duca si arrabbia con chi troppo osa!"
"Ti avverto... sto per lucidare i miei stivali sul fondo dei tuoi calzoni da buffone!"
"Ecco, io in verità...
oh, vi supplico, pietà!"
"Voglio la verità!" Disse guisgard. "E la voglio subito!"
"Oh, mio signore, vi prego, sono solo un misero buffone.
Non cacciatemi che non ho il vostro animo da guascone!"
"E sia..." mormorò Guisgard "... del resto il mondo è il più grande palcoscenico che ci sia... magari ci aiuteranno le tue farse e le tue filastrocche!"
Sorrise e fece cenno al buffone di seguirlo in quel loro strano ed incerto viaggio da intraprendere.
http://storage.canalblog.com/90/88/415672/50474660.jpg
cavaliere25
10-10-2010, 11.51.45
Mentre mi riposavo dal lungo viaggio pensai a quale avventura sarei andato incontro non riuscendo a prendere sonno mi alzai dal letto e usci dal mio alloggio e iniziai a girovagare per il castello cercando di capire qualcosa di piu sulla missione di cui facevo parte.
Morrigan
10-10-2010, 13.23.33
Morven aprì un occhio, poi un altro. Controllò lo spazio vuoto della stanza. Aveva sentito che il suo compagno, inquieto, era uscito, ed in effetti Cavaliere25 non era più là.
Si mise a sedere sul letto, osservò le pareti, i mobili intorno. In effetti lui e il giovane arciere non avevano scambiato che poche parole.
Morven aveva un carattere schivo, e raramente scambiava più di quattro chiacchiere di cortesia con chi non conosceva bene. Eppure, gli venne da pensare in quel momento, forse parlare con Cavaliere25 gli avrebbe giovato, perchè in fondo era abbastanza possibile che condividessero gli stessi dubbi e gli stessi timori circa la difficoltà di quella missione.
Tuttavia, in un certo qual modo, gli fu grato del fatto di averlo lasciato solo. Così Morven potè distendersi sul letto, intrecciare le mani dietro la nuca, e fissando il soffitto avvolto nella semioscurità, abbandonarsi ai propri pensieri e ai propri interrogativi. Sentiva che qualcosa di strano aleggiava tra quelle stanze, in quel luogo, tra le stesse alte mura di quella città. Qualcosa di inspiegabile e sottile, oscuro e minaccioso... ma Morven credeva solo in Dio e nel Re, nel sangue e nella spada... e se Dio è con me, chi sarà contro di me? Non devo temere i terrori della notte, nè freccia che vola di giorno... mille cadranno al mio fianco, ma nulla mi colpirà... e così, consolandosi al pensiero di quelle parole, cominciò ad abbandonarsi al giusto riposo, dopo quei lunghi giorni di viaggio... sì, il viaggio... quello fu l'ultimo dei suoi pensieri prima di chiudere gli occhi... dove mi porterà questo viaggio?
lady_Empi
10-10-2010, 16.14.37
<Empi si teneva forte alla criniera del destriero, seduta davanti al Principe. Si sentiva alquanto a disagio in quella posizione, abituata com’era a volare solo grazie alle sue ali. La luce verde brillava intensa nella notte e si fondeva con l’intensità di quella dorata che proveniva dal corpo del suo regale compagno di viaggio. Cercava le parole per rompere l’imbarazzante silenzio di quella forzata vicinanza> Guardate <esclamò ad un tratto indicando la compagnia di umani che s’intravedeva tra i boschi> Ecco il corteo di cui avevo udito nel Vento <disse Empi al principe Icarion>
Abbiamo un privilegio, Altezza, gli umani non possono scorgerci se non decidiamo di palesarci nelle forme umane che essi si aspettano d’incontrare, e per il momento credo sia meglio osservare un po’ questa compagnia < annunciò con voce ferma, sperando che Icarion accettasse il suo consiglio. Empi osservò gli umani che avanzavano ordinatamente> Per comprendere gli umani a volte per noi basta solo osservare la loro andatura o il modo in cui cavalcano <cominciò a spiegare Empi al principe> Guardate quel cavaliere <indicò Belvan> il suo modo di stare in sella indica un forte e indomito spirito, potrebbe essere lui il capo di questa spedizione <ipotizzò la fata cercando di parlare velocemente per impedire al principe di interromperla> mentre quel giovane cavaliere <indicò Morven> guardate il modo in cui osserva il paesaggio circostante, egli è sicuramente affascinato dalla foresta, forse nel suo cuore alberga l’antica fede <aggiunse affascinata. Infine i suoi occhi si posarono su Elisabeth e Llamerei> guardate vi sono anche due donne <sorrise compiaciuta> e una di loro reca le insegne di un cavaliere templare <indicò Elisabeth e mentre cercava di spiegare tutto ciò al giovane principe giunsero alle mura di Cartignone. Empi percepì qualcosa di oscuro in quella città che ora li accoglieva ma non rivelò le sue percezioni ad Icarion>
Perché non ci fermiamo nel bosco adiacente il palazzo reale, Altezza? <propose Empi al suo compagno di viaggio> di lì avremo un’ottima visuale.
llamrei
10-10-2010, 17.22.57
La notte non fu portatrice di riposo. Mi giravo...rigiravo nel letto. Fissai le travi sul suffitto...inventai le storie che i disegni degli arazzi mi suggerivano...vi era quella sensazione strana come se qualcuno mi stesse "scrutanto"..."Sarà una fata dei boschi" dissi tra me e sorridendo conscia di aver detto una sciocchezza..."le fate non esistono...ma se cosi non fosse..come pegno prometto di fare la cosa che peggio detesto fare: cucinare! Cucinerò per un mese intero per il nostro re e il suo entourage!!" risi di gusto a questa pazza idea e in quel momento Morfeo mi accompagnò nel mondo dei sogni.
Arowhena
10-10-2010, 17.50.04
"Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai,
Silenziosa luna?
Sorgi la sera, e vai,
Contemplando i deserti; indi ti posi.
Ancor non sei tu paga
Di riandare i sempiterni calli?
Ancor non prendi a schivo, ancor sei vaga
Di mirar queste valli?"
La voce del bardo, accompagnata da dolci accordi di liuto, risuonava tra le vie della città addormentata. Arowhena cantava malinconicamente e guardava la luna che rifletteva i suoi raggi luminosi sulle case, sulle strade e sulle innumerevoli croci di fronte le abitazioni... Scosse la testa leggermente ad un pensiero: la paura, aveva sempre affermato, è un sentimento troppo pericoloso, spinge inevitabilmente verso la perdizione, le scelte sbagliate, la follia, ... Una ciocca argentata si liberò da sotto il cappuccio e brillò alla luce della luna:
"E tu certo comprendi
Il perchè delle cose, e vedi il frutto
Del mattin, della sera,
Del tacito, infinito andar del tempo.
Tu sai, tu certo, a qual suo dolce amore
Rida la primavera,
A chi giovi l'ardore, e che procacci
Il verno co' suoi ghiacci."
Guardò dunque la luna, sua silenziosa interlocutrice, chiuse gli occhi dolcemente e lasciò che i raggi illuminassero la sua pelle vellutata. Dischiuse dunque le labbra... l'acuto più struggente lo cantò il più soavemente possibile, per non destare la popolazione dormiente, e, anzi, per accompagnarla nel suo sonno, e non disturbare i sogni:
"Che fa l'aria infinita, e quel profondo
Infinito Seren? che vuol dir questa
Solitudine immensa? ed io che sono?"
Guisgard
11-10-2010, 02.10.46
Icarion restò un attimo in silenzio.
Febo scese dolcemente nel bosco, proprio dove aveva suggerito Empi.
Icarion scese con un balzo dal suo destriero.
Ebbe un attimo di titubanza, poi voltandosi verso Empi, dimenticando della sua abilità nel volare, disse:
"Vieni, ti aiuto a scendere... dammi pure la mano..."
Poi fissò le mura di Cartignone.
"Quella compagnia cavalleresca..." prese a dire "... credi che vi siano in essa valenti cavalieri? Io ne ho veduto uno... era attorniato da alcuni compagni d'arme... era una mattinata di Sole e stavano tutti fuori ad uno di quei templi che gli umani chiamano chiesa... il cavaliere parlava della sua infanzia e faceva segno ad una bellissima statua sull'altare..."
Si voltò allora verso Empi ed aggiunse:
"Si, buona idea... osserveremo quella compagnia di cavalieri..."
Ma in quello stesso istante, Empi percepì qualcosa.
Come un eco lontano, straziante e doloroso.
Un sinistro lamento di tante voci sovrapposte, indefinite, confuse, come se si confondessero con l'indifferente silenzio della notte.
E quell'eco lasciò una viva inquietudine nel cuore di Empi.
Mai la fatina aveva provato una simile sensazione di angoscia e paura.
Guisgard
11-10-2010, 02.54.56
Cavaliere25 vagava per i lunghi corridoi del palazzo, quando all'improvviso udì delle voci e dei passi di cavalli provenire dal grande cortile.
Erano alcuni cavalieri appena giunti.
Ad un tratto una figura coperta da un cappuccio si avvicinò a colui che li comandava.
"Ce ne avete messo del tempo per arrivare!" Disse la figura.
"Siamo partiti appena avuta la vostra chiamata." Rispose il capo di quei cavalieri.
Era magro e con i capelli cortissimi di un biondo spento.
"Sono già giunti quei cavalieri?" Chiese.
"Si e li guidano tre chierici." Rispose la figura. "Sembra che il vescovo cominci ad aver paura..."
"Lord Bumin è giunto?"
"Non ancora." Rispose la figura.
"Occorrerà il suo aiuto."
"Si, ma ora tu pensa a tenere in allerta i tuoi uomini."
"Si, mio signore." Disse il cavaliere. "Presto voi, seguitemi!" Ordinò poi ai suoi.
"Si, lord Dukey." Risposero i suoi uomini.
Allora Dukey condusse i suoi cavalieri nelle scuderie e poi nei loro alloggi, mentre la misteriosa figura svanì nel buio della notte.
Tutto questo sotto gli occhi di Cavaliere25.
Guisgard
11-10-2010, 03.02.49
L'indomani, quando il Sole fu alto nel cielo, i servitori di Frigoros, il signore di Cartignone, chiamarono i membri della compagnia giunta in città il giorno prima.
"Sua signoria, lord Frigoros, vi attende nella Sala dei Trofei, dove verrà servita una degna colazione per tutti voi."
Questo annunciarono i servi a tutti loro.
Guisgard
11-10-2010, 03.44.11
Nel frattempo, oltre i confini di Cartignone, due uomini a cavallo stavano per intraprendere un viaggio che si presentava loro molto incerto.
"Cosa ci attenderà, padrone, in questo viaggio?
Avventura, fama o della gloria solo il miraggio?"
Guisgard non prestò attenzione alle parole di Iodix il buffone, intento com'era a suonare la sua ocarina.
"Che musica malinconica, signore...
cosa avete dunque nel vostro cuore?"
Guisgard continuò a suonare.
Giunsero allora davanti alla bottega di un maniscalco.
Guisgard fissò il buffone e sorrise all'improvviso.
"Se c'è una cosa che odio" disse "sono i segni della schiavitù!"
Scese allora da cavallo ed entrò nella bottega, facendo segno a Iodix di raggiungerlo.
"Avanti, metti la testa vicino a questa incudine." Ordinò al buffone, impugnando un martello ed un grosso chiodo di ferro.
"Cosa volete farne della mia testa?
Perdonate, ma la vostra mano è lesta?" Chiese preoccupato il giullare.
"Avanti, metti qui la testa e sta zitto o mi confonderai."
Guisgard allora fissò il chiodo sopra all'anello di ferro che cingeva il collo di Iodix e col martello tirò un colpo secco.
Un attimo dopo l'anello di ferro era a terra, spaccato in due.
"Oh... ricordo che mio padre quando morì l'aveva ancora al collo
ed io invece ne sono libero. Che strano non avere più quel bollo." Mormorò il buffone accarezzandosi il collo.
"Ecco, ora sei un uomo libero!" Esclamò Guisgard.
I due allora ripresero il loro viaggio.
cavaliere25
11-10-2010, 10.26.25
vidi quella scena e senti quel discorso feci finta di nulla e continuai a girare per il castello riflettei su cio che avevo visto mi domandai chi fossero quei cavalieri e chi poteva essere quella strana figura incappucciata che svani nel buio poi ritornai nella mia stanza e aspettai la mattina seguente.
Talia
11-10-2010, 11.16.42
Una tetra notte era stata quella... inquieta, agitata, foriera di cupi pensieri, di incubi e di ricordi tormentati.
“Talia, sei pronta?”
“Milady, veramente...”
“Che succede?”
“Il mio piede, Eileen... ricordate la caduta dell’altro giorno?”
“Ti fa ancora male?”
“Un poco!”
“Va bene, non fa niente... resta pure qui!” disse Eileen, voltando il suo cavallo e avviandosi per la via.
“Ma, milady, cosa fate? Non vorrete andare da sola...”
“Ma certo che voglio andare!” mi sorrise, come se avessi detto una sciocchezza.
“Aspettate, vi prego! Lasciate almeno che chiami due guardie per accompagnarvi...”
La ragazza sorrise di nuovo: “Talia, Talia, amica mia... da quando sei diventata così ponderata?”
“Penso solo che non sia saggio uscire a cavallo dalla città, men che meno da sola... se non altro perché vostro padre, il principe, l’ha proibito!”
“Che sciocchezza!” mi rispose, mentre già si stava allontanando “A più tardi, amica...”
Mi svegliai con un nodo alla gola...
‘Li troverò, Eileen! Li troverò quei barbari!’ ripetei tra me e me, avevo il viso bagnato.
I primi, flebili raggi di sole iniziavano a filtrare dalla mia piccola finestra, doveva essere l’alba... osservai per un momento la danza dei granelli di polvere del fascio di luce, poi lentamente mi alzai, mi vestii ed uscii dalla stanza.
Pochi -riflettevo, mentre camminavo a passo svelto nel corridoio- davvero pochi potevano vantarsi di conoscere il bosco di Cartignone come lo conoscevo io! Nessuno come me vi aveva passato gran parte dell’infanzia, esplorandone e scoprendone tutti gli anfratti... il principe non poteva dunque rifiutarmi quella licenza!
Accelerai il passo verso la sala grande, dove il principe era solito dare udienza... ero decisa a parlargli!
lady rainbow
11-10-2010, 13.55.12
Quei giorni che si susseguirono alla scoperta del cadavere di mia cugina Eileen mi avevano fatto ripensare ai tristi giorni della perdita di mio padre Elbanius, morto crudelmente in battaglia con l'unico cruccio di non potermi vedere cresciuta.. a quel tempo avevo poco più di sei anni..e mio padre in fin di vita ,guardandomi con gli occhi arrossati dal pianto e respirando affannosamente ,mi disse:"piccola Rainbow non temere la solitudine e fai risplendere sempre il sorriso sul tuo volto..quando ti sentirai sconfortata o triste stringi questo amuleto e tuo padre sarà li con te..."..le sue ultime parole prima di lasciarmi....mi aveva donato un piccola collana di ambra che lui portava al collo..e da allora fui affidata alle cure dello zio, principe della ridente Cartignone..lo zio mi aveva dato la migliore educazione e i migliori insegnanti..ma ero stata sempre considerata la piccola del castello, ero stata protetta e tenuta all'oscuro dei problemi..anche con mia cugina a cui pure ero affezionata non avevo mai avuto un rapporto di vera complicità..ricordo che quando era con le sue amiche e io entravo in camera sua mi ripeteva spesso"Rainbow cosa ci fai qui?il tuo posto è a giocare con le bambole..sei troppo piccola per capire di queste cose"...a nulla valevano ovviamente le mie repliche...ora dopo la sua morte rimpiangevo solo di non averla conosciuta meglio..di non aver condiviso con lei gioie e dolori...di non aver imposto a lei la mia presenza...
Pensavo questo guardando il paesaggio fuori dalla grande finestra nella sala del trono...senza accorgemene istintivamente strinsi l'amuleto..
"Vi capisco mio adorato zio..capisco la vostra paura"-dissi guardandolo negli occhi che vedevo quasi umidi e rassegnati ormai alla perdita-"ma bisognerà pur capire cosa sta accadendo nel Regno e certo barricarsi nel palazzo servirà solo ad accrescere i timori...ma non si risolverà nulla"!
il mio buono e testardo zio non voleva perdermi...ma ormai ero grande..e avrei scoperto la verità con o senza il suo permesso....rinunciai cosi a parlare con lui..
"Va bene zio..vi ascolterò..ma adesso state tranquillo.."
E sorridendogli tornai a guardare fuori...
lady_Empi
11-10-2010, 15.41.47
<Empi diede la mano al Principe Icarion, si lasciò aiutare a scendere da cavallo, sorridendo e ripetendo dentro di sé come un mantra la parola pazienza…
Non prestò molta attenzione alle parole del Principe, annuì distrattamente alla sua domanda mentre con lo sguardo scrutava il bosco che li circondava, nero nella notte, quasi che la pallida luna che brillava in cielo avesse dimenticato d’illuminarlo.
Fu allora che l’udì… era un lamento costante, un coro di voci strazianti che riempiva la fata d’angoscia e tristezza. Le tornarono in mente le parole di Alesia che la metteva in guardia da qualcosa d’oscuro.>
Mio Principe, gli umani di notte si riposano, lo sapete vero? <cercò di coprire con la sua voce quel lamento per evitare che Icarion lo udisse. Si appoggiò al tronco di un imponente salice e percepì lo scorrere della linfa vitale nel guardiano del tempo, sospirò e lasciò che l’energia dell’albero invadesse il proprio corpo>
Alcuni di loro passano notti insonni tormentati dai sogni <si sforzò di sorridere, sebbene l’angoscia ancora la invadesse> Sapete, Altezza, alcuni umani hanno messo a tacere il loro spirito con la ragione, ma lo spirito parla loro nei sogni e turba le loro coscienze, rendendoli più consapevoli al risveglio. Lo spirito del Piccolo Popolo è sempre vigile e non ha bisogno del sonno per rivelarsi <aggiunse, e mentre i due conversavano con un’apparente serenità i primi raggi del nuovo sole illuminarono il bosco. Empi teneva i sensi vigili cercando di percepire ogni cosa intorno e ogni tanto osservava Icarion… aveva un sogno quel Principe, forse un sogno assurdo e strambo… ma quale sogno non lo è all’inizio… Empi si stupì di provare un velo di tenerezza per il giovane Principe e per un momento, grazie a quel pensiero, le sue paure si affievolirono>
Morrigan
11-10-2010, 17.15.34
Quando Cavaliere25 era rientrato nella stanza, Morven dormiva ormai profondamente. Si era abbandonato ad un sonno pesante, ed era scivolato con un balzo dai pensieri ai sogni, senza quasi accorgersene, restando sdraiato sulla pesante coltre del letto con ancora i vestiti del viaggio indosso.
Per questo il risveglio non fu piacevole come aveva immaginato, e con l'aria un po' sbattuta di chi non ha dormito bene, scese dabbasso, alla ricerca di un pozzo e di acqua fresca con cui lavarsi e rendersi presentabile per quella mattina che iniziava.
Quando fu pronto rimase ancora qualche minuto immobile a fissare il cielo.
Il sole proprio in quel momento aveva superato la linea delle merlature del palazzo, e cominciava ad esplodere con i suoi raggi, urlando contro il cielo chiaro e tendendo le sue braccia nella corsa verso lo Zenit.
Sentì arrivare qualcuno di gran fretta, si voltò a cercare con lo sguardo colui che aveva interrotto quell'attimo.
"Mio signore," esclamò il servo con un inchino ""Sua signoria, lord Frigoros, vi attende tutti nella Sala dei Trofei"
Morven chinò il capo in segno di assenso.
"Sta bene" rispose.
Quindi cinse le spade al suo fianco e, con passo deciso e animo sollevato, entrò finalmente nella grande sala, dove trovò riuniti i suoi compagni, e con essi molte nobili figure.
Talia
11-10-2010, 19.49.46
Avevo quasi raggiunto la sala delle udienze... ero nervosa, agitata: cosa dire al principe? Come convincerlo che ero la persona giusta per quell’impresa? Ma poi, mi chiesi, lo ero? O il mio era soltanto cieco desiderio di vendetta e sciocca volontà di trovar giustizia per l’anima della mia amica?
Scacciai stizzosamente quei pensieri... non avevo tempo per i dialoghi di coscienza, in quel momento!
Di fronte alla porta della sala vi era un paggio, così mi avvicinai, mi inchinai appena e dissi: “Vi prego, signore, volete essere così gentile da chiedere per me udienza a Sua Altezza? Sono Talia, figlia del capitano Geoffrey di Warwick, e ho necessità di conferire con il principe!”
cavaliere25
11-10-2010, 20.50.20
Senti delle voci fuori dalla stanza e vidi il servo che ci pregava di andare nella sala che eravamo attesi allora andai di corsa nella sala dove c'erano tutti e aspettai che qualcuno parlasse e ci dicesse lo scopo di quella missione.
Guisgard
11-10-2010, 21.30.49
Il soldato guardò Talia.
"Milady, vostro padre è sempre stato un fedelissimo del nostro signore" disse "e sapete bene di essere sempre ben accetta qui a palazzo. Lord Frigoros sarà lieto di ritrovarvi..."
E la invitò ad entrare nella sala.
E poco dopo anche Morven giunse al cospetto di lord Frigoros.
E con lui Belvan e tutti isuoi uomini, preceduti dai tre chierici inviati dal vescovo.
E poi anche Cavaliere25 raggiunse gli altri.
Frigoros, accanto al quale sedeva la sua bella nipote Rainbow, allora lieto prese la parola:
"Nobile compagnia, Cartignone vi da il benvenuto. Anche se i tempi in cui viviamo sono tristi e nefasti noi non abbandoniamo i nostri ideali e i nostri valori. Siamo cristiani e per Diritto Divino non possiamo sottostare alle forze del male."
Restò un attimo in silenzio e poi, quasi a fatica, riprese a dire:
"Forze del male che sembrano dimorare stabilmente in questa nostra terra...." la sua voce si fece più pesante ed alcune lacrime rigarono il suo vecchio volto.
"Sua altezza è provato ben più di tutti noi da questo flagello." Disse una voce appena giunta nella sala.
Era il chierico Guxio, primo consigliere di lord Frigoros.
"Purtroppo la sua stessa figlia è stata vittima del male che si annida a Cartignone." Aggiunse il chierico. "Mio signore..." rivolgendosi poi a Frigoros "... alcuni dei nostri più fedeli e valorosi cavalieri sono giunti per liberarci da questo dramma."
"Anche noi vi aiuteremo, prestandovi il nostro valore." Intervenne Belvan. "Ma cosa accadde veramente in questo posto?"
"Non sappiamo chi o cosa..." prese a roccontare Guxio "... rapisce giovani donne di Cartignone, sottoponendole a folli ed inumani martiri. Alcune sfortunate, tra le quali anche la figlia del nostro signore, sono state ritrovate nella foresta. Ormai un orrore senza fine alberga tra la nostra gente."
In quel momento alcuni cavalieri furono annunciati a Frigoros.
Erano guidati da sir Dukey.
Avanzavano fieri e superbi nella sala, senza voltarsi verso la compagnia giunta da Camelot.
"Milord..." disse Dukey al suo signore "... io ed i miei uomini siamo qui e libereremo Cartignone dai suoi nemici. Questo è un compito per veri cavalieri."
E si voltò verso la compagnia di Camelot, lanciando sui suoi membri uno sguardo di vivo disprezzo.
Guisgard
11-10-2010, 21.44.04
Intanto, nel bosco, Icarion ed Empi osservavano le mura di Cartignone.
"Dici il vero, amica mia..." disse Icarion "... molti mettono a tacere il proprio spirito ed il proprio cuore, per ascoltare la ragione..."
Il principe per un momento sembrò smarrire il suo ardore da guascone e si abbandonò ad un attimo di malinconia.
"Ecco perchè sarò un cavaliere..." riprese "... perchè un cavaliere segue sempre il cuore!"
Accarezzò allora il suo fedele Febo.
"Ora se vuoi" disse ad Empi "puoi riposarti un pò. Abbiamo viaggiato tutta la notte e sarai stanca, immagino."
Si sedette ai piedi du una grossa quercia e si coprì col suo mantello.
"Empi, dimmi... credi che troveremo mai quel cavaliere che cerchiamo?" Chiese poi all'improvviso, tradendo ingenuità, candore ed un filo di fanciullesca paura.
cavaliere25
11-10-2010, 21.53.24
Ascoltai le parole dei signori poi vedendo arrivare quei cavalieri li guardai fisso negli occhi chissà chi erano pensai dentro di me poi guardai Dunkey che sembrava il capo e aspettai che qualcuno della mia compagnia disse qualcosa a proposito.
lady_Empi
11-10-2010, 22.30.17
<Bene, pensò Empi sorridendo appena, siamo passati da ancella ad amica!!...
Il sorriso le permase sul volto mentre annuiva alle parole di Icarion> Prima di seguire il cuore, un Cavaliere deve imparare a leggere dentro di esso e a capire ogni suo recondito mistero <si sorprese a parlare di cavalieri con il principe….cosa stava facendo…stava forse assecondando il giovane? Scosse il capo mentre andava a sedersi accanto a lui>
Se questo sarà il volere della Madre Terra, troveremo il cavaliere che cercate <lo rassicurò con rinnovata serenità> Ma parlatemi di lui, Altezza, dicevate di averlo visto nei pressi di uno dei templi degli umani <Empi gli stava chiedendo di rompere il magico silenzio della foresta e non credeva alle sue stesse parole. Tacque infine e mentre si apprestava ad ascoltare il racconto del principe, udì un urlo intenso, che squarciava il respiro silenzioso del bosco, era una voce di donna… disperata… e chiedeva aiuto. Si voltò a guardare Icarion, allarmata, chiedendosi se anch’egli avesse udito quel richiamo disperato>
Morrigan
12-10-2010, 00.33.05
Morven sollevò un sopracciglio, evidentemente contrariato. Lanciò un lungo sguardo, sfacciato e impertinente, a quel sir Dukey che aveva testè parlato.
Quell'uomo aveva osato passare su tutti loro uno sguardo di disprezzo, come un dio avrebbe guardato un satiro... non lo poteva tollerare!
La mano gli corse ad una delle lame, ma in quell'istante gli occhi gli caddero sul volto del principe, contratto da un dolore immenso, e subito sul bel viso della fanciulla che gli sedeva accanto, che era avvolto da una strana, bruciante angoscia. Si quietò. Mai avrebbe potuto offendere, in alcun modo, la casa del loro gentile ospite.
Si limitò allora a rispondere allo sguardo dell'altero cavaliere con uno sguardo altrettanto tagliente. Le sue dita si soffermarono a giocare con palese insistenza con l'elsa della spada, stringendo l'anello dell'impugnatura e seguendo le decorazioni del manico, e mentre ripeteva quel gesto, con voce sommessa iniziò a cantilenare una frase, con finta aria di chi stia gettando al vento parole a caso:
"Ha dispiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore..."
Arowhena
12-10-2010, 00.40.56
Dopo la lunga notte, la meditazione, e il tempo trascorso ad osservare la Luna ed interrogar le stelle, Arowhena si recò al palazzo e, dopo essere stata riconosciuta dalle guardie, si affrettò verso la sala del trono. Restò nell'ombra ed ascoltò l'intervento del principe. Guardò con particolare attenzione la compagnia giunta da Camelot, del cui arrivo aveva sentito parlare nei giorni precedenti. Si fece dunque avanti:
- Principe Frigoros, dopo la meditazione, l'interpretazione del vostro sogno può finalmente essere svelata, come richiesto da Sua maestà.
Arowhena uscì dall'ombra del colonnato sulla destra della sala del trono, e si mosse verso il principe con passo lento. Si sentiva osservata.. e questo le piacque.. Il principe le fece un cenno, ed ella continuò:
- Tre donne intorno al cor mi son venute
Gli occhi blu cobalto dell'elfa brillarono ed ella iniziò a cantilenare dolcemente:
- Tanto son belle e di tanta vertute
che 'l possente segnore
dico quel ch'è nel core
Cantò così di tre donne, ognuna diversa e con una forte motivazione, che avrebbero cambiato il destino della città..
Guisgard
12-10-2010, 01.41.15
Frigoros ascoltò con attenzione le parole della misteriosa Arowhena.
Le sue parole suonavano come arcani echi di un qualcosa di oscuro a quella corte.
"La vostra fama e abilità nel leggere i sogni" disse il principe "mi fu rivelata tempo fa da una donna a me molto cara. Ma le vostre parole suonano misteriose e sfuggenti. Come potremmo quindi comprenderle?"
"Non credo di conoscere questa donna..." intervenne Guxio "... non sapevo che sua altezza accettasse anche done pagane a corte..."
"Io ed i miei uomini ci rifiutiamo di stare in presenza di una barbara infedele..." disse Dukey con sdegno "... è infamante per il lignaggio di tutti noi!"
"Dimenticate che siete tutti ospiti nel mio palazzo." Rispose Frigoros. "E decido io chi sia degno di comparire al mio cospetto. Ora, mia signora..." rivolgendosi a Arowhena "... indicateci come comprendere il sogno di cui ci avete parlato."
Guisgard
12-10-2010, 01.53.21
Nel bosco, intanto, Empi aveva udito qualcosa di misterioso ed inquietante.
"No..." disse il principe "... non ho udito nulla..."
Si guardò intorno, cercando di scorgere qualcosa.
"Io sento solo i suoni della foresta che si desta al nuovo giorno." Aggiunse. "Cosa avrei dovuto sentire? Forse ti sei confusa..."
Ma in quel momento anche Febo mostrò agitazione.
Nitrì con vigore e solo le rassicuranti carezze del suo padrone riuscirono a farlo calmare.
"Sta buono..." lo tranquillizò Icarion "... sta buono..."
Fissò allora Empi con uno sguardo di vivo entusiasmo.
"Forse c'è qualche oscuro pericolo in questo luogo..." disse portando la mano sulla sua spada "... chissà che madonna Avventura non abbia già deciso di farci visita..."
Ed un sorriso, entusiasta ed ingenuo insieme, apparve allora sul suo giovane volto.
Arowhena
12-10-2010, 02.00.56
- Principe Frigoros, grazie per la fiducia..
Arowhena accennò allora un inchino e dopo aver osservato con sguardo altezzoso i due figuri Dukey e Guxio, fece ancora pochi passi in avanti e spiegò ciò che aveva già cercato di comunicare con i suoi versi:
- Principe, voi avete sognato 3 donne che siedono intorno al vostro cuore: ognuna di esse ha una virtù particolare, ognuna una ragione molto forte per sedere lì. Il cuore è la città di Cartignone, le donne sono coloro che cambieranno il destino della città. Se non mi sbaglio - Arowhena scrutò con attenzione i cavalieri all'interno della sala - la compagnia appena giunta da Camelot ha ben due donne guerriere all'interno della coterie... immagino che il sogno sia un segno... il sogno vuole comunicarvi che le donne di Camelot possano essere una risposta... la terza donna - Arowhena si guardò intorno - La terza donna probabilmente sono io! - e un lieve sorriso si disegnò sulle sue labbra aggraziate mentre osservava i cavalieri di Camelot.
Talia
12-10-2010, 02.12.42
Entrai nella sala come il soldato mi aveva indicato e mi inchinai al mio principe, un istante dopo altre persone arrivarono... Rimasi ai piedi del trono mentre i celeberrimi cavalieri di Camelot entravano nella sala, mentre sua Altezza parlava loro, vidi giungere il saggio Guxio, i cavalieri guidati da sir Dukey, infine quella curiosa donna a me sconosciuta... Ascoltai parlare tutti, ascoltai le loro parole, le loro dispute...
Non era mio costume interrompere il mio principe, non era ciò che mi era stato insegnato... ma a stento riuscivo a trattenermi, ormai. Iniziai nervosamente a torcermi le mani... parole, parole... e intanto gli assassini di tutte quelle donne, gli assassini di Eileen erano liberi...
Volevo uscire dalla città... Dovevo, dovevo farlo!
Alzai gli occhi sul seggio principesco e incrociai lo sguardo di lady Rainbow... 'la piccola Rainbow' la chiamava Eileen... e mi parve di leggere nel suo sguardo lo stesso mio sgomento, la stessa mia impazienza...
Guisgard
12-10-2010, 02.13.55
"Assurdo!" Esclamò il chierico Guxio. "Le donne non possono certo nè decidere, nè tantomeno salvare il destino di questa terra!"
Frigoros osservò il suo consigliere senza rispondere nulla.
"Camelot..." ripetè Dukey "... io non affiderei i maiali che pascolano i miei servi ai cavalieri di quel reame... figuriamoci alle loro donne!"
E tutti i suoi uomini risero.
"E di certo" aggiunse il superbo cavaliere fissando Arowhena "non mi fiderei di ciò che racconta una donna pagana..."
"Non conosco il vostro tanto osannato, da voi, lignaggio, messere..." intervenne Belvan "... ma se la vostra spada è pari alla vostra lingua ed alla vostra insolenza, allora di certo siete un redivivo Achille!"
"Pensate di giungere qui ad infagare il mio nome?" Domandò alterato Dukey. "Se pensate di farvi forte con i vostri scialbi cavalieri, credo abbiate fatto un errore!"
Morrigan
12-10-2010, 02.26.51
"Dovete avere davvero ben pochi beni su questa terra, signore", intervenne Morven a quel punto, incapace di trattenersi oltre "se avete così poco cara la vostra vita!"
Le sue dita, allora, smisero di giocare e si strinserò con una presa decisa attorno all'elsa della spada. Guardò Dukey con aria di sfida. Quel bellimbusto non gli era piaciuto dal primo istante in cui l'aveva visto, e ciò che in seguito aveva udito non aveva di certo mutato la sua prima impressione.
"Oppure devo pensare", continuò con aria di scherno "che la vostra anima sia così candida da desiderare subito di raggiungere le glorie del cielo?"
Guisgard
12-10-2010, 02.41.44
Dukey fissò Morven.
Lo fissò con rabbia, con dispezzo e con odio.
"Venite qui e pretendete che ingoi il vostro veleno!" Urlò e si lanciò con la spada su Morven.
Ma il colpo fu parato dalla spada di Belvan.
"Badate che se cercate soddisfazione" disse questi "qui ne troverete nella giusta quantità."
"Fermatevi!" Ordinò Frigoros. "Siete cavalieri o briganti? Riponete le spade e non oltraggiate oltre la cortesia di questo luogo!"
Tutti allora riposero le spade.
"Chiedo di abbandonare la corte, mio signore..." chiese poi Dukey al principe "... l'aria qui è diventata irrespirabile."
Frigoros acconsentì con un gesto e Dukey con i suoi cavalieri uscirono dalla sala.
"Presto ci ritroveremo noi due..." mormorò a Morven mentre abbandonava la sala.
Guisgard
12-10-2010, 02.47.36
La calma ritornò nella sala e Frigoros tornò a sedersi sul suo seggio.
Così si accorse della presenza della figlia del suo capitano della guardia.
"Lady Talia..." sorrise "... è sempre una gioia ritrovarvi a corte... rivedere voi è come rivedere..."
La voce del principe divenne incerta e gli occhi si inumidirono.
"Qual buon vento vi conduce a rallegrarci con la vostra presenza?" Chiese poi dopo un attimo di silenzio.
Talia
12-10-2010, 03.01.59
Il trambusto nella stanza mi aveva scossa... la voce di lord Frigoros mi riportò alla realtà.
Osservai quel suo breve silenzio sentendolo anche mio... il suo dolore, il suo tormento erano i miei.
"Mio signore, mio principe..." mormorai dopo un istante "Se ho ardito presentarmi al vostro cospetto mentre tanto impegnato siete con questi nobili cavalieri, fu per necessità e... per chiedervi una grazia! La grazia, milord, di poter lasciare la città e recarmi nel bosco..."
Notai un lampo attraversare i suoi occhi, perciò proseguii più in fretta: "Non parlo così per sconsideratezza, mio signore, ma per affetto! Per quell'affetto che porto verso la nostra terra e per l'affetto che mi legava a..." la voce mi si incrinò, la schiarii e proseguii "Voi conoscete la mia storia, mio signore, sapete che ho vissuto per anni nel bosco di Cartignone e che ne conosco ogni luogo... posso dunque scovare l'insana malvagità che vi si nasconde! Vi prego, milord, vi prego... concedetemi di essere utile! Concedetemi di consacrare la mia vita ad un'impresa che, forse, sola potrà alleviare un poco il peso nel mio cuore!"
Guisgard
12-10-2010, 03.12.19
Frigoros ascoltò Talia e restò a fissarla per un istante.
"Il bosco..." ripetè "... sapete cosa significa e quale pericolo correte? E non oso pensare a cosa potrebbe accadervi se... dopo lei, morirei se perdessi anche voi... credetemi, comprendo ciò che provate, ma come potrei mandarvi in quel luogo? Non conosciamo nemmeno la natura di ciò che ci minaccia..."
"Milord..." intervenne Belvan "... la giovane vostra pupilla afferma di conoscere bene il bosco e potrebbe accompagnarci per una perlustrazione... con noi sarebbe al sicuro e grazie al suo aiuto noi potremmo cominciare a conoscere lo scenario in cui emerse l'orrore di cui ci parlaste."
Frigorose attese un momento e poi rispose:
"Milord, ho piena fiducia in voi e nei vostri cavalieri... questa fanciulla è cresciuta nella mia casa e ha diviso l'infanzia ed i sogni con la mia amata figlia... acconsento alla vostra richiesta, ma voi la proteggerete più della vostra stessa vita."
Belvan chinò il capo in segno di obbedienza.
"Milady..." rivolgendosi poi a Talia "... io ed i miei cavalieri siamo pronti. Appena vorrete ci recheremo nel bosco."
Talia
12-10-2010, 03.21.29
Sì... era un assenso quello che mi era stato concesso... dentro di me esultai!
Mi inchinai di nuovo al principe: "Grazie, mio signore!" mormorai "Grazie! Non temete, non accadrà niente... e li troveremo, vedrete! Troveremo la verità!"
Rialzandomi, incrociai lo sguardo di lady Rainbow, mi sembrò inquieta, agitata... le sorrisi incoraggiante.
Infine mi voltai verso il cavaliere che aveva parlato e chinai la testa: "Sono pronta, sir... Sono ai vostri comandi!"
Arowhena
12-10-2010, 03.33.58
Questa non ci voleva... non è lei la terza donna, pensava tra sé Arowhena... lei ne era certa, lo sapeva!.. Temeva che la ragazzetta sarebbe stata di intralcio... il pericolo maggiore... la coterie non avrebbe seguito le tracce ma sarebbe stata seguita... sarebbero state delle esche.
- Principe Frigoros, chiedo permesso di unirmi alla compagnia al fine di portare a termine la missione. Le mie conoscenze, la mia esperienza e le mie arti non potranno che giovare.
Chinò il capo con garbo ma continuando a guardare fisso negli occhi il principe in attesa di un segno di assenso.
Morrigan
12-10-2010, 03.36.07
Dukey gli era sfilato accanto, dopo quelo lungo sguardo d'odio.
"Presto ci ritroveremo noi due...", gli aveva sussurrato.
"Non vedo l'ora!" aveva riso Morven, di rimando, un attimo prima che quel farabutto lasciasse la sala con i suoi uomini.
Quando l'atmosfera si fu quietata, Morven si guardò intorno con aria soddisfatta. Era riuscito a non estrarre la spada nemmeno al culmine di quel momento. Era riuscito a contenere il caos... un vero cavaliere sa quando è il momento di estrarre la lama, e quando è il momento di ritirarsi nella sua tenda... si ripetè lentamente.
Poi la sua attenzione fu catturata da una giovane donna, che con impeto e passione stava rivolgendo una preghiera al principe. Vide gli occhi dell'uomo inumidirsi, guardandola con affetto, e una volta di più fu colpito dal dolore che emanava dalla figura di quel nobile.
Morven si era unito a quella compagnia per superbia e quasi per scommessa con se stesso, ma ogni giorno che passava, ciò che vedeva lo convinceva sempre più che quella era la sua missione, la sua personale ordalia.
Si accostò piano a Belvan, in attesa di conoscere le intenzioni del suo capitano.
Guisgard
12-10-2010, 03.37.19
Frigoros sospirò, temendo che l'aver accontentato la sua pupilla portasse un grande pericolo.
Poi, fissando Arowhena:
"E sia, mia signora. Ho fiducia nelle vostre conoscenze. Vi do il permesso di unirvi a loro."
"Bene, direi di uscire subito dalla città." Disse Belvan. "E' giorno e non dovremmo correre grossi rischi."
Si voltò allora verso i suoi.
"Voi due, verrete con me..." indicando Morven e Cavaliere25 "... gli altri aspetteranno qui il nostro ritorno."
E salutato il vecchio principe e tutta la corte, i cinque si recarono verso l'uscita del palazzo.
Ma mentre raggiungevano la grande porta, furono avvicinati da Dukey ed alcuni dei suoi.
"Lady Talia..." disse il superbo cavaliere "... uno dei miei uomini mi ha detto che avete espresso il desiderio di vedere il bosco..." rise malizioso ed aggiunse "... bastava chiederlo a me... sapete che più di una volta vi ho invitata a visitarlo la notte con me..."
"Andiamo, milady." Intervenne Belvan. "Il principe attende con ansia il vostro ritorno. Non vale la pena perdere altro tempo."
Dukey fissò con rabbia i tre cavalieri venuti da Camelot.
"Presto avrete ciò meritate, cani..." mormorò a bassa voce.
Morrigan
12-10-2010, 03.49.49
Morven fissò Dukey e rise.
"Mio signore, vi giuro che mi conserverò in vita ed in buona salute al solo scopo di vedere quel giorno!"
Talia
12-10-2010, 03.50.17
Uscendo dal palazzo ci imbattemmo in Dukey e i suoi... mi faceva venire i brividi quel cavaliere, la sua arroganza, la sua malizia mi tormentavano da tempo... ma la sua irascibilità mi costringeva ad esser cauta...
"Siete quanto meno inopportuno, signore!" risposi rigida "Potreste almeno mostrare un po' di rammarico per il flagello che ci sta colpendo, un po' di pietà per le nostre vittime..."
In quel momento sir Belvan intervenne, spingendomi via... ne fui sollevata.
Arowhena
12-10-2010, 04.09.18
Arowhena si mosse dunque con gli altri.. sarebbe stata una buona occasione per conoscere i nuovi compagni. Si guardò intorno, che visi seri, provati... Le porte si spalancarono per permettere a Belvan e ai suoi di uscire. Nel momento in cui il vento autunnale entrò nella sala, portò con sé l'odore della terra bagnata da alcune gocce di pioggia, e delle foglie cadenti dagli alberi maestosi... La folata di vento aveva un odore così piacevole ed ella iniziò a cantare accompagnata dal suo liuto.. L'avventura non doveva iniziare nel segno del cattivo umore... negatività chiama altra negatività!
Il canto dunque lo dedicò all'Autunno, ai suoi odori, ai suoi colori e sapori:
Dischiuse le labbra morbide:
" Stagione delle nebbie e della molle fecondità,
stretta amica del cuore del maturante sole;
che cospiri con lui per caricare e beare
di frutti le viti che intorno alle grondaie corrono;
per piegare sotto le mele i muscosi alberi della capanna,
ed empire tutti i frutti di maturità fino al torso,
per gonfiare la zucca, e arrotondare i gusci delle nocciuole
con un dolce nòcciolo; per far gemmare altri
e ancora altri, più tardivi fiori per le api,
finché esse pensino che i giorni tepidi non finiranno mai,
perché l’Estate ha colmate fino all’orlo le loro viscose celle."
Arowhena si accigliò un momento:
-Dukey, non disturbare il tempo!
Lo disse istintivamente, non lo temeva e in quel momento, col suo comportamento, stava davvero interrompendo la poesia, il momento, l'augurio del buon auspicio. Dunque continuò il suo canto, facendo finta che non esistesse:
"Dove sono i canti della Primavera? Sì, dove sono essi?
Non pensare ad essi; tu hai la tua musica pure,
mentre nuvole a sbarre fioriscono il giorno che lento muore,
e toccano i piani di stoppie con una rosea tinta"...
Il canto era così piacevole che il vento decise di portarlo con sé e farlo sentire fin nei luoghi più lontani...
Guisgard
12-10-2010, 04.33.59
I cinque allora uscirono dal palazzo e poi, poco dopo, dalle mura della città.
"Che bellissimi versi, mia signora." Disse Belvan ad Arowhena. "Vi osservavo prima a corte e sono rimasto affascinato dalle vostre conoscenze... sogni, poesia... i miei rispetti, milady."
E così, seguendo le indicazioni di Talia, che ben conosceva quei luoghi, i cinque giunsero nel bosco.
Vi arrivarono nel pomeriggio e gli alti e densi alberi, intrecciandosi fra loro, sembravano voler racchiudere quel mondo in un'abbraccio che anche il Sole faticava a squarciare.
E così, già verso la metà del pomeriggio, la luce cominciava a celarsi ai cinque intrepidi.
Ad un tratto come un fruscio si udì nell'aria.
"Silenzio..." disse Belvan.
Restò un attimo ad osservare e ad ascoltare ciò che lo circondava.
Ad un tratto il bosco sembrò tacere.
Come se i suoi suoni, i suoi versi, persino l'alito del vento, fossero svaniti in un silenzio irreale.
"State in guardia..." sussurrò ai suoi compagni Belvan "... non siamo soli..."
Guisgard
12-10-2010, 04.37.44
Nel frattempo, sull'antica strada che dalla Cornovaglia conduceva verso Nord, due figure cavalcavano fianco a fianco.
"Ho lo stomaco vuoto come un sacco pieno di vento!
Avrei dovuto fare il frate e vivere beato in convento!" Si lamentò Iodix.
Guisgard sembrava invece indifferente ai lamenti del suo compagno, intento com'era a suonare la sua ocarina.
"Mio signore, dove siamo diretti?
E questi luoghi? Come son detti?"
"Non sono il tuo signore..." disse Guisgard smettendo di suonare "... non hai più l'anello al collo, sei un uomo libero..."
Ad un tratto però, i due avvistarono una carrozza danneggiata e senza più i cavalli.
Avvicinatisi, si accorsero che vi era un uomo seduto ai piedi di un grosso albero.
E dagli abiti riconobbero che era un chierico.
Un domenicano.
"Cosa è accaduto qui?" Domandò Guisgard.
"La mia carrozza è stata assalita da un ginghiale." Rispose il domenicano. "Il mio cocchiere è fuggito, inseguito da quella bestia, ma sono rimasto solo, senza più cavalli..."
"Già, vedo..."
"Benedetti figlioli... mi accompagnereste al borgo più vicino?" Chiese il domenicano.
"Padre, non conosciamo queste terre" rispose Guisgard "e in realtà vaghiamo alla fortuna, senza scopo e senza meta."
"Viandanti, si, senza sosta,
che sia terra. o che sia costa!" Recitò Iodix.
"Allora la Divina Provvidenza corre in nostro aiuto." Disse il domenicano. "Fornendo a voi uno scopo ed a me un passaggio."
Guisgard scambiò uno sguardo col suo compagno di viaggio.
"Andiamo, padre..." lo invitò sorridendo "... montate sul cavallo del mio compagno. Lui verrà in sella con me."
"Che Dio vi benedica, figli miei!" Esclamò il domenicano. "Io sono frate Ludovico, ma potete chiamarmi tranquillamente Cappellano, il mio ruolo nel convento da cui provengo."
E partirono verso una meta che appariva loro ignota.
Morrigan
12-10-2010, 09.42.23
Il silenzio innaturale del bosco. Era talmente ingombrante da caricare il cuore di un fardello.
Morven vide e sentì, e percepì la tensione di Belvar, mentre sussurrava "State in guardia... non siamo soli..."
Così si acquattò, fece scivolare piano la mani sull'erba, attirò a sè prima una spada, poi l'altra. Con un movimento lesto raggiunse il fianco del suo capitano e cercò di scrutare con lo sguardo il punto del bosco verso cui questi stava guardando.
Il bosco, insieme a loro, sembrava trattenere il respiro. Morven poteva intuirne l'anelito vitale, profondo. Sposò quella sensazione, quel battito che gli arrivava dall'erba, dagli alberi... calma, calma... rallenta il cuore... non disturbare il silenzio... misura il respiro... osserva e ascolta... trattieni il fiato e preparati al balzo!
lady rainbow
12-10-2010, 12.43.23
Mi ero concessa un attimo di tregua per poter riflettere..mio zio non avrebbe mai acconsentito ad unirmi alla nobile compagnia..tuttavia non potevo dimenticare lo sguardo di quella donna che piangeva la morte di mia cugina come fosse una sorella di sangue...l'avevo vista spesso a palazzo...milady..milady..si Talia ecco Talia era il suo nome..dovevo parlarle..dovevo uscire da quella prigione dorata...mi congedai cosi dal mio adorato zio dicendo di stare poco bene...rientrai in camera e, preso il mio mantello, scesi le scale del palazzo in punta di piedi. Assicuratami poi che non mi vedesse nessuno, usci fuori cercando di trovare le tracce della donna e del fido Belvan...nella mia stanza giaceva in bella mostra un biglietto scritto di mio pugno indirizzato al mio dolce zio...
"Caro zio sapete quanto grande è l'affetto e la stima che mi lega a voi..sono scappata cosi perchè voi non mi avreste mai permesso di uscire oltre il palazzo...devo scoprire la verità su Eileen..non sono più una bambina...so che è difficile ma vi chiedo umilmente di non essere arrabbiato e di pregare per me...vi abbraccio, la vostra adorata nipote Rainbow"
Talia
12-10-2010, 14.36.12
Le gambe mi erano tremate violentemente quando avevo cercato di salire a cavallo... era una cosa che non mi era mai capitata prima e ne rimasi scossa... scossa da quella sensazione indefinita di panico che mi aveva colta di fronte all’animale, sensazione che si era confusa con la voce che era risuonata nella mia testa... ‘A più tardi, amica...’ ma non c’era stato un ‘più tardi’! Non ci sarebbe stato mai più! Con voce vagamente tremante chiesi a sir Belvan di aiutarmi a salire in sella e, una volta sopra, chiusi gli occhi e strinsi le briglie, facendo appello a quanta più determinazione possedevo per allontanare quel senso di nausea profonda che mi aveva attanagliato la bocca dello stomaco.
Entrammo nel bosco da sud, poiché quello era il punto in cui era più vicino alla città.
Mi sentii subito meglio in quell’ambiente, respirai a pieni polmoni l’odore della natura e mi immersi nelle mille sensazioni che mi provocava l’essere di nuovo avvolta da quella delicata, familiare luce verde...
“Il bosco circonda quasi completamente Cartignone...” iniziai a dire ai miei compagni “Voi l’avete costeggiato seguendo la strada che da Camelot giunge qui, ma esso si estende per un’area ampissima verso ovest e verso nord. Vi è un fiume che lo attraversa, in alcuni punti è piuttosto profondo e difficile da attraversare ma vi sono dei guadi che ci permetteranno di giungere sull’altra sponda senza difficoltà!”
Esitai un istante, poi proseguii: “Ho parlato con i soldati che hanno ritrovarono i corpi di alcune delle sfortunate vittime... sostengono di averli trovati in un cunicolo, una specie di antica catacomba raggiungibile procedendo verso ovest dal secondo guado... ma ciò è strano poiché secondo le mappe presenti a Cartignone non dovrebbe esserci niente di simile in quella zona... e neanche secondo le mie conoscenze, né secondo quelle di tutti coloro che ho interrogato in città...”
Improvvisamente qualcos’altro sembrò attrarre l’attenzione di sir Belvan, ci impose silenzio e iniziò a guardarsi attorno...
Notai che gli altri miei compagni si adeguassero immediatamente all’ordine del cavaliere.
Anche io mi bloccai, chiusi la bocca e rimasi in silenzio, in attesa... ma ciò che mi colpì non fu un rumore particolare, bensì la sua assenza: il bosco ad un tratto era diventato silenzioso, immobile... ciò non era normale! Strinsi forte le briglie e attesi.
lady_Empi
12-10-2010, 15.25.25
Sarà stato il canto del vento tra le fronde <mentì la fata osservando l’agitazione del cavallo> sono certa che non v’è nulla di oscuro in questo luogo, sembra una tranquilla cittadina <continuò a restare vigile mentre simulava serenità> Venite, Altezza, ho l’impressione che vi sia qualcosa da osservare laggiù <indicò il palazzo reale , afferrò la mano del Principe, allargò le ali e trascinò Icarion in volo fin sul davanzale di una delle finestre della sala dove la compagnia era riunita.>
<Posò i piedini nudi sulle fredde mura di pietra e avvicinò il viso al vetro> Un bel po’ di cavalieri per voi <sorrise la fata verso Icarion, dando l’impressione al Principe d’essere animata da semplice curiosità. Ma la fata aveva percepito l’antico richiamo che muoveva ogni suo passo, la Terra le stava indicando una strada e tra i membri di quella compagnia v’era colui che la Terra aveva scelto…. o colei… pensò mentre i suoi occhi coglievano, sfumato attraverso il vetro, lo sguardo di Talia rivolto a Belvan>
cavaliere25
12-10-2010, 17.53.34
Dove stiamo andando chiesi a Belvan? mentre ci incamminavamo mi gardai in torno per scrutare il paesaggio e guardai i miei compagni di avventura.
lady rainbow
12-10-2010, 20.33.59
Usci furtivamente...mi guardai intorno "bene, non mi ha seguita nè vista nessuno"pensai...e iniziai a correre..ad allontanarmi dal palazzo..qualche metro più avanti addentrandomi tra gli alberi secolari del bosco che avevo visto solo in compagnia dello zio e della mia balia mi girai istintivamente indietro...il palazzo era ormai lontano e nonostante un pò di nostalgia e timore pregustavo il sapore della libertà...ma non ero stata affrettata...trovandomi in un luogo a me sconosciuto avevo portato un sacco che avevo fissato all'interno del mio mantello..all'interno erano riposte erbe medicinali una fionda con dei colpi e un antidoto al veleno..avevo con me inoltre una borraccia con l'acqua e poco cibo.."chissà se mio zio avrà capito e mi avrà perdonato.."sospirai ma ormai avrei intrapreso la mia avventura.."forza Rainbow è la tua occasione..devi dimostrare a te stessa di che pasta sei fatta!!!"sorrisi...e continuai per il bosco...chissà cosa mi attendeva di li in avanti...
Guisgard
12-10-2010, 20.38.43
Icarion restò un attimo perplesso.
Empi l'aveva portato in volo, oltre la campagna, le case e le torri di Cartignone, fino a giungere al palazzo reale.
E dalla finestra si vedevano diversi cavalieri, ornati di corazze e dai portamenti fieri.
Icarion restò a fissare quella scena come rapito da un mondo sognato fino ad ora.
Poi, d'improvviso, si destò dalla sua meraviglia.
"Non vedo il mio cavaliere..." disse "... sono giunto qui per apprendere da lui gli alti valori della cavalleria!"
Ma s'interruppe e cominciò a fissare un punto preciso.
Poi corse via, scivolando sul tetto, fino a giungere ai piedi di un solenne edificio e senza esitazione alcuna entrò all'interno, incurante di qualsiasi pericolo potesse correre.
Icarion non era più sotto la protezione di Empi...
Guisgard
12-10-2010, 20.48.35
Rainbow, come una novella Angelica, attraversava quel bosco, per lei vergine di conoscenze e richiami, addentrandosi sempre più in quel folto manto verdeggiante di suoni e profumi.
Diverse specie d'animali e di uccelli sembravano darle il benvenuto in quel mondo per lei tutto da esplorare.
Fiori dai mille colori e dagli inebrianti profumi parevano schiudersi al suo passaggio ed una lieve brezza di vento, fresca ed asciutta, sfiorava quel bucolico mondo come una carezza.
Ma ad un tratto qualcosa mutò.
Quell'incanto sembrò spegnersi.
Un attimo dopo dieci sagome emersero dalla vegetazione, circondando la ragazza.
"Dove ve ne andate di bello, damigella?" Chiese uno di loro, mentre gli altri cominciarono a ridere e ad emettere suoni e versi osceni. "Non sapete che nel bosco ormai non ci viene più nessuno? Qualcuno dice che vi dimora il diavolo... fortuna che ci siamo noi a proteggervi..."
"Avanti, è molto carina!" Gridò un altro di loro. "Direi di tirare a sorte su chi comincerà a divertirsi con lei!"
"Ben detto, Malvius!" Esclamarono gli altri.
I dieci avevano circondato Rainbow.
La nipote del principe sembrava in trappola...
lady rainbow
12-10-2010, 20.55.47
La mia corsa verso la novità fu arrestata da brutti ceffi.."Non sono affari vostri e moderate il linguaggio ed il comportamento,voi e i vostri seguaci...vi inviterei a lasciarmi passare o ve ne pentirete...credete di aver a che fare con una sprovveduta?"...le mie parole furono pronunciate senza tradire la minima paura..anzi quasi con sfrontatezza...meno male che avevo con me un'"arma segreta"..di certo non avrei potuto batterli tutti ma mi sarei difesa...mio padre e mio zio mi avevano insegnato come
Guisgard
12-10-2010, 21.13.47
Nel frattempo, al palazzo reale di Cartignone, Frigoros convocò i membri della compagnia di Camelot rimasti a corte.
Fu subito colpito dalle due donne che ne facevano parte.
Così cominciò a parlare a Lady Llamrei e lady Elisabeth:
"Mie signore, ormai conoscete ciò che affligge la mia città. Ho perduto una figlia e se non avessi il compito impostomi da Dio, quale signore di queste terre, mi sarei già lasciato morire..."
Dopo un attimo di silenzio riprese a dire:
"Ho sentito che voi abitanti di Camelot siete coraggiosi e valenti come nessun altro... confido che porterete ordine e giustizia tra noi..."
"Milord..." intervenne Guxio "... comprendo che la fama di Camelot e dei suoi abitanti eserciti un certo fascino, ma queste sono solo due donne... ed il nostro invisibile nemico non credo si lasci intimorire da così poco..."
E fissò con indifferenza le due donne.
Guisgard
12-10-2010, 21.52.11
Nella foresta, intanto, i dieci manigoldi agguantarono Rainbow, disarmandola e cominciando a strapparle parte del suo vestito.
Poi, zittendola, la spinsero in un cespuglio.
Ad un tratto si udì un nitrito e tre uomini a cavallo apparirono nella radura.
"Cosa vedo laggiù..." disse Guisgard "... avete perso qualcosa? Perchè state di guardia?" Domandò all'unico dei balordi rimasto fuori dal cespuglio.
"Perchè mi importunate?" Domandò il manigoldo.
"E voi perchè vi nascondete come una serpe?"
In quel momento altri emersero dal cespuglio, con le armi in pugno.
"Ah, è un nido di serpi!" Esclamò Guisgard.
Nello stesso istante si udì Rainbow urlare dal cespuglio.
"Non serpi, ma vermi!" Disse con fare guascone Guisgard. "Dieci contro una donna... i miei complimenti! Perchè allora non dieci contro uno? In guardia, cani!"
E si lanciò su di loro.
"Oddio! State attento, mio signore!"
Questa non è una singolar tenzone!" Gridò Iodix prima di cadere dal cavallo del suo padrone.
Un attimo dopo lo scontro ebbe inizio.
Nove erano contro Guisgard, mentre uno teneva stretta Raimbow.
E proprio questi fu colpito alle spalle da Iodix con un grosso ramo spezzato.
"Venite e mettiamoci al riparo, damigella!
Togliamoci da questa situazione poco bella!"
Tutto questo mentre Guisgard si scontrava con tutti gli altri.
http://www.cinemovies.fr/images/data/photos/3140/la-tulipe-noire-1964-3140-1405267036.jpg
Guisgard
12-10-2010, 21.52.28
Poco distanti, Belvan ed i suoi erano in guardia.
"Sentite?" Chiese. "E' rumore di armi... seguitemi!"
In breve i cinque giunsero nella radura e videro l'impari scontro tra Guisgard ed i nove balordi, mentre Rambow era al sicuro tra il Cappellano e Iodix.
"Presto, aiutiamo quell'uomo!" Gridò ai suoi compagni Belvan. "E' solo contro nove!"
E lanciatosi nello scontro gridò:
"Siamo con voi, cavaliere!"
"Cerco avversari, non aiuto!" Rispose nell'impeto della battaglia Guisgard.
"Noi vogliamo offrirvelo lo stesso!" Rispose Belvan. "Forza, amici miei!" Gridò a Morven e Cavaliere25.
"Al diavolo! Che seccatori!" Mormorò Guisgard, mentre combatteva contro gli aggressori di Rainbow.
cavaliere25
12-10-2010, 21.59.35
Mi scagliai contro uno dei balordi e dissi al attacco e inizia a muovere le mani e cercare di difendere quel cavaliere che vedendolo solo e senza aiuto mi sembrava in difficolta senza il nostro arrivo
llamrei
12-10-2010, 22.02.02
Rimasi ad ascoltare le parole, quasi beffarde, di Guxio. Di certo non trapelava molta stima verso di noi: ammettere di essere inferiore in forza e in intelligenza...gli causava, di certo, una certa stizza. Lo lasciai dire il discorso di rito e una volta terminato feci un passo avanti, rivolgendomi al re, e dissi:
"Signore. Lo avete detto voi stesso che la fama dei cavalieri di Camelot è quella di portare in alto il nome del coraggio oltre che ad essere valorosi. Elisabeth ed io non siamo di certo inferiori nè di forza nè di intelligenza e scaltrezza ai migliori cavalieri. Vi chiedo solo di accettare la nostra offerta di aiutarvi...e noi non vi deluderemo."
Lanciai un'occhiata al brutto Guxio e a lui mi rivolsi: "Cavaliere: ci temete cosi tanto da macchiare il nostro coraggio con parole discutibili? NOn vi sfido e non metterò alla prova il vostro di coraggio solo perchè non voglio farvi sfigurare davanti al vostro signore e perchè la mia spada serve a combattere un nemico piuttosto che disarcionarvi da cavallo. Ma badate: un giorno tutto questo avrà termine e allora sarete costretto ad accettare la mia sfida"
Talia
12-10-2010, 22.03.53
Seguii sir Belvan e gli altri verso quel clangore di spade... la scena che si parò davanti a noi era terribile: un cavaliere solo combatteva contro molti nemici e per quanto il suo valore sembrasse tener loro testa, essi lo attaccavano da ogni parte.
Sentii le grida dei miei compagni, l'aiuto che offrivano al cavaliere ma non badai loro, poiché un'altra figura aveva attratto la mia attenzione: lady Rainbow!
La vidi poco distante da me, con l'abito un poco lacero e un'espressione vagamente spaventata, anche se fiera e indomita. Mi precipitai allora giù dal cavallo e corsi verso di lei...
"Lady Rainbow..." gridai, togliendomi il mantello e avvolgendolo intorno alle spalle della giovane "Milady, santo Cielo, state bene? Che cosa ci fate qui?" dissi, con voce tremante di preoccupazione.
Morrigan
12-10-2010, 22.19.18
La spada di quel coraggioso cavaliere luccicò un istante alla luce. Il suo bagliore colpì lo sguardo di Morven e accese il suo sorriso di trepidante eccitazione... la battaglia, la battaglia lui ce l'aveva nel sangue... era un richiamo antico ed inestinguibile, e sebbene fino a quel momento nessuno aveva mai creduto nelle sue capacità, Morven sapeva di essere nato per combattere... sapeva di possedere molto più di quanto non dessero a vedere il suo aspetto e la sua giovane età!
Così, ubriacato dal pensiero della pugna, sfoderò una delle spade e si lanciò in soccorso del cavaliere.
"Ah, siate generoso, milord, come si addice ad un cavaliere!" esclamò, mentre con la spada parava un colpo alto "Non vorrete tenervi tutto il divertimento per voi!?!"
E mentre diceva questo, estrasse con la sinistra il secondo gladio, parò un colpo di un altro assalitore che aveva preso di mira il fianco del cavaliere, e con un'agile rotazione si trovò accanto a Guisgard, passò la lama destra sotto il suo braccio e infilzò lo stomaco di uno dei nemici, che si accasciò al suolo con un gemito di dolore mortale. Quindi, con la stessa calma determinazione, ritrasse l'arma senza nemmeno sfiorare Guisgard e si girò a vedere se qualcun'altro aveva ancora intenzione di sfidarlo.
lady rainbow
12-10-2010, 23.10.19
Cercavo di difendermi ma a nulla valsero i calci che scagliai contro loro...e non riusci neanche ad utilizzare la mia arma...ebbero la meglio ed io iniziai ad urlare.."Lasciatemi manigoldi,vigliacchi!!"ad un tratto senti la voce fiera di un uomo..e vidi che si batteva per la mia salvezza..fui portata in salvo e iniziai ad assistere ad un duello un vero duello....ero spaventata ma anche in apprensione per la sorte del mio salvatore..vidi all'orizzonte arrivare i soccorsi a quell'uomo ma uno sguardo a me familiare incrocio i miei occhi...mi ritrovai a sorridere "ma voi...voi siete milady Talia vero?oh mia signora potrei..potrei abbracciarvi?so che magari la mia richiesta potrà sembrarvi assurda ma mi ricordate mia cugina e avrei cosi bisogno di lei adesso....anche di un suo rimprovero!"le mie guance erano solcate da lacrime ma almeno non ero più sola...
elisabeth
12-10-2010, 23.19.21
Avevo cavalcato al quel seguito per giorni, mi ero tenuta vicino ad llamrei.....avevo osservato tutto e tutti.....il silenzio era stata una regola importante nella mia vita, avevo ascoltato tutti.....Talia e la sua voglia di vendetta.....un principe che aveva perso una figlia.......un regno in subbuglio perche' il male aveva preso il sopravvento........Una donna aveva attirato la mia attenzione Arowhena, tre donne vicine al cuore del re.....Pero'.....lei conosceva il motivo per cui ero stata chiamata in questa strana situazione.....non mi avrebbero interpellata.......se non ci fosse dell'altro sotto......vidi andare tutti nel bosco....rimasi li' con llamrei..che furente aveva gia' dato libero sfogo al suo pensiero....." Credo che in questo momento sarebbe fin troppo puerile da parte vostra Guxio, valutare le capacita' di un Cavaliere in base al sesso.....siete un uomo intelligente....dovreste guardare oltre e non soffermarvi su preconcetti a cui io lascerei pensare agli uomini che non hanno dato al loro animo il cibo necessario perche' venisse nutrito del nettare della sacra sapienza .........Nessuno mi avrebbe dato questo manto se non avesse avuto fiducia in una donna......potrei dirvi molto di piu' su quella che sono..ma questa croce dovra' bastarvi......."........Non era la prima volta che dovevo giustificare quel manto bianco e croce rossa che portavo sulle mie spalle....anche se era molto tempo che mi occupavo di studi particolari.........e questo aveva evitato di dare sempre una spiegazione che nessuno aveva mai compreso....
Guisgard
13-10-2010, 00.52.39
Lo scontro era furioso.
I manigoldi che avevano aggredito Rainbow non erano cavalieri, ma la loro forza era nel loro numero ed erano comunque armati.
Ma l'intervento di Belvan, affiancato da Morven e Cavaliere25, rese lo scontro decisamente più semplice per i cavalieri.
Ed in breve le sorti della battaglia furono decise a favore dei nobili guerrieri.
"Ottimo lavoro, amici miei!" Disse Belavan a Morven e Cavaliere25.
Poi, avvicinandosi a Talia e Rainbow, si accertò che quest'ultima stesse bene.
Guisgard intanto aveva raggiunto il Cappellano e Iodix.
"Bel lavoro, mio gran signore!
Avete combattuto con onore!" Recitò il buffone.
"Avevo bisogno di un pò d'azione." Rispose Guisgard. "Il mio braccio era inattivo da troppo tempo."
"Bel lavoro, cavaliere." Disse Belvan avvicinandosi.
"Grazie dell'aiuto non richiesto." Rispose Guisgard.
"Voi parlate da prode, ma anche da ingrato!"
"Mi avete rovinato la contesa, insieme ai vostri due compari!" Rispose infastidito Guisgard.
"Ne cerchereste un'altra?" Chiese Belvan.
"E' quanto mi dovete!" Rispose il cavaliere di Cornovaglia. "E per quanto mi riguarda posso battervi tutti e tre!" Aggiunse poi indicando Morven e Cavaliere25.
Belvan trattenne l'impeto di accettare la sfida di Guisgard.
"Magari un giorno accadrà..." disse.
Guisgard
13-10-2010, 00.59.53
Nel frattempo, al palazzo di Cartignone, Guxio aveva mostrato dubbi su alcuni cavalieri di Camelot.
"Milady..." disse ad Elisabeth "... non discuto l'autorità di chi vi ha concesso quella croce, ma la cavalleria non è cosa di donne... un ordine che apre le sue porte ad una donna è destinato, a mio parere, ad una rovina certa..."
Morrigan
13-10-2010, 01.04.53
Morven restò per un lungo istante a fissare quel cavaliere, e ascoltandolo in quello scambio di battute con Belvan, ne ricavò un'impressione ben strana.
Nel primo momento in cui l'aveva scorto, lottare con infinito coraggio e disprezzo del pericolo contro quel gruppo di uomini, aveva provato profondo stupore e ammirazione, e desiderio di combattere al fianco di un simile cavaliere. Ma in quel momento, sentendolo rivolgersi a loro a quel modo, senza un minimo di gratitudine, anzi, quasi chiedendo loro soddisfazione, Morven si domandò che razza di uomo fosse mai quello.
Vide il suo capitano vacillare di fronte a quel disprezzo, e vide poi che Belvan riusciva infine a domare il suo impeto, com'era giusto che un nobile cavaliere facesse in quelle circostanze. Ma lui, Morven, era ancora troppo giovane e sanguigno, e il suo amore per l'ordine non aveva ancora vinto la sua oscura passione per il caos.
Istintivamente si girò a fissare Guisgard, inchiodandolo con uno sguardo profondo e singolare.
"Il mio capitano è prudente, mio signore" disse, rivolto a lui, con voce fosca, "ma vi sta portando un rispetto che voi di certo non state meritando!"
elisabeth
13-10-2010, 01.06.10
Piegai il capo da un lato........un po' come quando i bimbi guardano gli adulti e nella loro mente sorge il dubbio che siano degli idioti........" Credo che la donna che vi ha partorito sia caduta in rovina.......Padre..."
Guisgard
13-10-2010, 01.19.44
Guisgard si voltò verso Morven.
"Del vostro rispetto e quello del capitano che vi comanda" disse Guisgard con un sorriso sprezzante "non so cosa farmene. E se qualcosa del mio comportamento non vi aggrada, mio giovane ed imbelle amico, sono pronto a darvi soddisfazione in qualsiasi momento..."
Allora rise di gusto e montò a cavallo.
"Andiamo, amici." Rivolgendosi al Cappellano e a Iodix. "Ho scorto delle torri oltre le cime degli alberi di questo bosco. Potremo finalmente riposarci."
Si voltò allora verso le tre dame, Talia, Rainbow e Arowhena, salutandole accennando un inchino e con il suo solito sorriso beffardo sul volto.
"Mie signore..." disse "... vi lascio in compagnia dei vostri valenti cavalieri."
Ed insieme ai suoi due compagni di viaggio prese la via verso Cartignone.
Guisgard
13-10-2010, 01.22.18
Al palazo di Cartignone, Guxio trovò insolente il modo di fare di Elisabeth.
"Ricordate con chi state parlando, milady..." disse "... io qui rappresento un potere dal quale dipendono le sorti del vostro ordine cavalleresco. Io qui sono la Chiesa!"
elisabeth
13-10-2010, 01.34.18
" A Voi non devo nulla Padre, a chi devo obbedienza e' al Santo Padre..........quindi gradirei da parte vostra rispetto, lo stesso rispetto che vi porto in quanto essere umano e non per la tonaca che indossate........."......
Morrigan
13-10-2010, 01.37.43
Imbelle? Imbelle?????
Morven rimase un istante basito di fronte a quelle parole, e stupito perfino dalla sua stessa reazione.
"Imbelle?" si lasciò sfuggire
"C'è più coraggio in uno dei miei capelli che in tutti i peli della vostra barba!", mugugnò infine, con aria scontenta, sperando che Guisgard lo udisse e decidesse di tornare indietro.
Ma quando questo inevitabilmente non avvenne, rivolse uno sguardo sconsolato a Belven.
"E adesso che ci siamo liberati di quel fastidioso debitore, cosa proponete di fare, capitano?"
Guisgard
13-10-2010, 01.50.29
"Torneremo al palazzo." Disse Belven fissando Morven. "Dimentichiamo l'accaduto. Non ne vale certo la pena."
Detto questo, i cinque tornarono a Cartignone.
E mentre attraversavano le strade della città, passando davanti ad una locanda, videro Guisgard ed i suoi compagni di viaggio.
L'irriverente cavaliere di Cornovaglia aveva preso posto ad un tavolo per giocare ai dadi.
Giunti al palazzo, e ritrovate Llamrei ed Elisabeth, Belven lasciò in libera uscita tutti i suoi cavalieri.
"Per stasera siete liberi." Annunciò loro. "Ma da domani allenamento e turni di guardia. E' tutto, signori. Potete andare."
elisabeth
13-10-2010, 02.08.32
Ne avevo abbastanza di chiacchierare con il prete......uscii fuori, una boccata d'aria mi avrebbe fatto bene, intanto un brontolio allo stomaco....mi ricordava che non mangiavo da un po'. La taverna.........avevo le ali ai piedi......mi trovai davanti alla porta dove profumi di vivande e voci concitate mi arrivavano lasciandomi stordita.....aprii la porta ed entrai......non c'erano tavoli liberi.....mangiare al bancone.....ero sfortunata......mi guardai in giro....e sconsolata.....andai dall'oste......." E possibile mangiare qualcosa a quest'ora ?......qualcosa che sia decente possibilmente..."
Morrigan
13-10-2010, 02.19.31
Morven seguì il suo capitano fino al palazzo senza fiatare. Non disse più nulla sull'accaduto, e annuì con obbedienza agli ordini impartiti. Ma appena fu lontano dallo sguardo di Belven, senza por tempo in mezzo, sgattaiolò fuori dalle mura del palazzo e ripercorse la strada a ritroso, lungo le stradine della città. Nel tornare non gli era sfuggito, infatti, che proprio in quel momento, nella taverna, quel cavaliere incontrato nel bosco teneva banco, giocando rumorosamente a dadi con i suoi compagni.
Morven non sapeva bene perchè stesse andando... Voleva sfidarlo? Voleva parlargli? O forse, più semplicemente, voleva solo osservarlo?
Era stato colpito dai suoi modi, così inusuali per un cavaliere. Egli aveva di certo mostrato coraggio, abilità con la spada, onore e generosità nel salvare la fanciulla... tutte doti che Morven ammirava nei cavalieri, e che voleva imitare e superare... ma quell'uomo sembrava possedere un secondo lato, che non era in luce... era arrogante e sembrava vivere al di sopra delle regole... al di sopra delle regole... questa idea attirava il lato inquieto del giovane Morven!
Così, per questo motivo, egli si precipitò dentro la locanda, senza ancora un'idea chiara di ciò che avrebbe fatto. Entrò spalancando la porta, si diresse dritto dritto verso il cavaliere che stava giocando a dadi, posò la sua spada corta sul tavolo proprio davanti a lui e lo fissò con uno sguardo provocatorio e diretto, senza dire una parola.
Guisgard
13-10-2010, 02.29.14
"Certo, mia signora!" Disse il locandiere ad Elisabeth. "Ora vi cercherò anche un tavolo..."
Capitò così un tavolo proprio accanto ad uno dove alcuni uomini giocavano ai dadi.
"Posso farlo! Posso farcela a fare tre!" Grdidò uno di loro. "Stramaledizione!" Inveì, Guisgard, poi dopo aver fallito il lancio.
"Non badateci tanto, vi dico, signore.
Sfortunato al gioco, fortunato in amore!" Tentò di consolarlo Iodix.
"Ehi, tu gaglioffo..." intervenne all'improvviso uno dei presenti "... ho visto come guardi mia miglie, cosa credi!"
"Quella è tua moglie?" Chiese Guisgard. "Non può essere... sei troppo brutto!"
Anche la tua faccia ti sembrerà tale dopo che ci avrò messo le mani su, maledetto!"
"Ehi voi!" Gridò il locandiere. "Fermi, vi dico! Andate fuori a risolvere le vostre beghe!"
"Andiamo, Buaven. Non ne vale la pena!" Dissero alcuni dei presenti al marito geloso.
"Un giorno me la pagherai, cane!" Minacciò questi.
"Quando vuoi, mio tenero Otello!" Rispose Guisgard. "E tu che mi ritenevi fortunato in amore..." disse poi rivolgendosi a Iodix.
"Ora dirò, il dado, la taverna, la donna,
i veri guai, sono attorno ad una gonna!"
Un attimo dopo una spada fu posata sul tavolo davanti a Guisgard.
Ed un giovane cavaliere cominciò a fissarlo con attenzione.
"Ancora tu? Vattene, ragazzo, oggi non ho tempo per te..." disse Guisgard a Morven.
Morrigan
13-10-2010, 02.36.13
"E invece temo che dovrete trovarlo, se non l'avete!" rispose Morven con un sorrido strano che gli illuminò gli occhi di una luce di sfida.
E con un gesto rapido, prima ancora che l'altro potesse reagire, prese i dadi che erano rotolati sul tavolo e li strinse in un pugno che sollevò fino al volto di Guisgard.
"Sulla mia spada, cavaliere, io vincerò il vostro tempo e la vostra attenzione, con questi dadi se mi occorre... quindi decidete: o mi seguite fuori da questa taverna senza troppi convenevoli e senza troppo baccano, oppure sarà Madonna Fortuna a decidere per noi... e sapete come si dice... questa dama, seppur di facili costumi, sembra avere predilezione per i principianti e per gli uomini audaci!"
elisabeth
13-10-2010, 02.45.02
L'oste fu abbastanza gentile da trovarmi un posto a sedere........il mio tavolo era proprio vicino al tavolo di alcuni giocatori, giocatori abbastanza su di giri.....c'era un Cavaliere che mi sembrava oltremodo spiritoso...stavo mangiando del pane con del formaggio quando....vidi arrivare il giovane che in maniera decisa deponeva la sua arma sotto il naso del Cavaliere spiritoso...." I vostri guai non sono certo una gonna.......ma la spada di un giovane Cavaliere........qualcuno ha sbagliato le strofe della sua canzoncina "......avevo osservato quel ragazzo per il tutto il viaggio da Camelot, ne aveva di coraggio........
Guisgard
13-10-2010, 02.56.56
Guisgard afferrò la mano di Morven e lo fissò negli occhi.
"Volete giocare, cavaliere?" Chiese. "Badate però che io gioco solo se la posta in palio è alta!"
"Cavalieri, dadi e poi guai!
Lo so io, non finiranno mai!" Recitò Iodix.
Morrigan
13-10-2010, 03.02.24
Morven fu sorpreso da quel gesto repentino dell'uomo, ma resse il suo sguardo e non indietreggiò nè ebbe un brivido. Finse di ignorare i versi del buffone, e fissando Guisgard:
"Non vi avrei sfidato per una posta che fosse meno che alta, cavaliere..." disse "La vita... che ne dite, può andar bene per voi, la vita?"
elisabeth
13-10-2010, 03.12.07
Ne dicevano di scemate quei due...........la vita non era una posta da mettere in gioco..........mi era passata la fame.....e quei due erano due teste calde......avevo un bel boccale di vino, era l'unica cosa in mio potere.....per rinfrescargli le idee....mi alzai dal mio posto e presi la brocca ancora piena, mi avvicinai al Cavaliere che avevo sentito si chiamasse Guisgard......e in maniera assolutamente goffa ed impacciata gli versai addosso l'intero boccale......" Perdonatemi ma qualcuno mi avra' spinta...ho bagnato i vostri pantaloni........".........presi cosi' il fazzoletto che poratvo in vita e feci per sciugargli il liquido
Guisgard
13-10-2010, 03.13.47
"La vita?" Ripeté Guisgard sorridendo. "La vostra non mi interessa, cavaliere... mentre la mia... la mia vale ben poco."
Lasciò allora la mano di Morven e con gesto fulmineo portò la spada sul tavolo sotto la gola del giovane cavaliere.
"Male, amico mio..." disse "... molto male... la spada è la miglior amica di un cavaliere... e sarebbe una beffa se vi uccidessi con la vostra stessa spada..."
E con gesto altrettanto rapido girò il verso dell'arma, porgendo l'elsa a Morven.
"E' vostra, cavaliere... abbiatene più cura..."
E detto questo rise di gusto.
Guisgard
13-10-2010, 03.17.06
Ma un attimo dopo, una misteriosa dama, riversò su Guisgard un'intera brocca di vino.
"Che io sia dannato!" Urlò il cavaliere, mentre fissava Elisabeth.
"Voi... voi... dannata, pazza donna..."
"Donna folle,
Dio non volle!" Esclamò Iodix.
Morrigan
13-10-2010, 03.22.30
Morven non si fece sorprendere dalla bravata di Guisgard, e mentre quel cavaliere gli tendeva l'elsa della sua spada e gli rispondeva con aria di celia, il ragazzo fece un sorrisetto cattivo e gli lasciò intravedere la sua mano sinistra, che, celata sotto il mantello, stringeva in tutta tranquillità il suo secondo gladio.
Quindi, sollevò un istante le spalle, rise lievemente all'indirizzo di Guisgard, e rinfoderò con un gesto elegante l'una e l'altra delle sue armi, non senza prima averle fatte roteare vistosamente sotto il naso di Guisgard.
Fu proprio in quel momento però che Morven dovette indietreggiare, come non aveva nemmeno fatto prima, perchè degli schizzi di liquido scuro lo colpirono all'improvviso sul viso. Il giovane passò le dita sulla faccia e sui propri indumenti, e comprese un istante dopo che si trattava di vino.
Riportò gli occhi su Guisgard e si avvide che il cavaliere era completamente bagnato da quel rosso liquore, mentre una dama, di fronte a loro, il boccale ancora in mano, si scusava con finta aria contrita.
Morven guardò Guisgard, se stesso, quindi di nuovo la dama, e un istante dopo esplose in una gaia risata.
elisabeth
13-10-2010, 03.32.46
Tamponai con il fazzoletto i suoi pantaloni con tale violenza.......che avrei potuto fermarne la discendenza.........." Sono cosi' rammaricata di quello che e' successo......credetemi io mi sento costernata....." ...mi resi conto pero' che il vino aveva schizzato tutti e il mio mantello sembrava avesse preso qualche rara malattia.......al suono della voce adirata di Guisgard e il suo continuo chiamarmi pazza.....mi fece bollire il sangue a tal punto che le dita della mia mano afferrarono la sua coscia un po' piu' sotto dell' inguine........" Vi sarei grata se evitaste di darmi della pazza..........credo che la tolleranza sia una delle prime virtu' per un cavaliere....."...lo guardai negli occhi senza lasciare la sua coscia
Guisgard
13-10-2010, 03.36.28
"Milady..." disse Guisgard cercando di contenere l'ira "... mi avete fatto salire il sangue alla testa con la vostra bravata... ora, vi prego, togliete le mani dalle mie parti basse o non risponderò più di me..."
elisabeth
13-10-2010, 03.38.55
" Non solo intollerante.....anche collerico ed irruente con la gentilezza di una donna.....non ho intenzione di abbandonare i vostri gioielli sino a quando non mi chiederete scusa..."
Talia
13-10-2010, 03.40.14
Avevo abbracciato Rainbow e l’avevo consolata dopo quella brutta esperienza... esperienza dura da sopportare per una ragazza.
Avevo ascoltato lo scambio di parole tra quei cavalieri senza fiatare... poco mi importavano le loro contese e le loro beghe, ciò che mi interessava era una cosa sola e quella cosa fu messa in discussione quando sir Belvan decise di tornare a Cartignone. Non replicai. In fondo cos’altro potevamo fare ormai? Ma dentro di me ribollivo di rabbia: sarei di certo giunta più lontano se avessi lasciato la città da sola...
Una volta giunti a Cartignone, mi diressi al palazzo con gli altri, qui lasciai lady Rainbow alle cure di una buona e devota serva e uscii di nuovo.
Camminavo per le strette vie della città cercando di smaltire la rabbia e la frustrazione che mi rendevano il sangue amaro... ero stata una sciocca: troppe emozioni dominavano il cuore di quei cavalieri, a troppe distrazioni erano soggette le loro spade votate al bene assoluto e alla giustizia... ma io, io piccola povera dama, io avevo un solo interesse, un unico scopo... e me l’ero lasciato sfuggire dalle mani proprio quando credevo di esser sulla strada giusta.
Alzai gli occhi al cielo e osservai tristemente la luna piena... che cosa dovevo fare? Rassegnarsi? Mai! Combattere? Sì, certo... ma come?
Guisgard
13-10-2010, 03.46.34
Guisgard allora, con improvviso gesto, sollevò di peso Elisabeth e lo portò in braccio fuori, mentre tutti i presenti scoppiarono in grasse risate.
E giunto in una stalla adiacente la locanda, Guisgard lasciò cadere Elisabeth tra la paglia ed il fieno che stavano mangiando i cavalli.
"Ecco..." disse soddisfatto il cavaliere "... questo è il posto per una puledra appena domata! A mai più rivederci, milady!"
Ed uscì in strada.
elisabeth
13-10-2010, 03.51.50
Come aveva osato.......la morbida paglia aveva attutito la mia caduta.....dandomi la possibilta' di rialzarmi senza grande sforzo........" Prometto che se non vi girate immediatamente e non mi chiedete scusa......da Cavaliere dovrete battervi.......il mio essere donna non diminuisce il rispetto che mi dovete.........."
Guisgard
13-10-2010, 03.54.47
Guisgard si voltò e disse:
"Ma perchè tutti vogliono battersi con me, in questo posto?"
Fece un inchino, vagamente ironico e con gesto elagante rese omaggio alla donna furiosa.
Un attimo dopo uscì dalla stalla, svanendo nel buio della sera.
Morrigan
13-10-2010, 03.58.50
Morven seguì la scena con stupore, quindi con sgomento sempre crescente. Non ebbe nemmeno il tempo di intervenire, ma si limitò a seguire con lo sguardo Guisgard fino alla porta della stalla, quindi le urla di protesta e le invettive di Elisabeth gli fecero completare il resto del quadro.
Attese sulla soglia della locanda che Guisgard tornasse verso di lui. Incrociò le braccia al petto, si appoggiò allo stipite della porta, di modo che il cavaliere, per rientrare, avrebbe per forza dovuto chiedergli la cortesia di scostarsi. E così, quando Guisgard arrestò il passo di fronte a lui, Morven lo guardò e scosse il capo, con un sorriso.
"Signore, voi non avete nemmeno idea di quello che avete appena fatto", gli disse, con ironia mista a compassione "Quella non è certo una dama qualunque... è un cavaliere templare! E Dio m'è testimone, ve la farà pagare cara, questa bravata!"
Tacque un istante, scrutò gli occhi di Guisgard e la strana luce che li accendeva, nuotando irregolare nel fondo delle pupille.
"Siete sfontato, signore, e siete villano..." aggiunse con tono più basso "Ma di certo il villano più spassoso e arguto che mi sia capitato di incontare!"
elisabeth
13-10-2010, 04.02.04
Ma chi diavolo mi ci aveva mandato in quel posto...avrei mandato la peggiore delle mie missive.....al caro Maestro, che ci venisse lui ad avere a che fare con i bifolchi......Cavalieri, gli uomini se ne riempivano la bocca con quel termine.........non era nella notte che doveva svanire.....ma erano gli inferi che avrebbero dovuto dargli dimora..........Ci incontreremo .....e poi vi garantisco che il vostro sorriso sparira' .....
Guisgard
13-10-2010, 04.18.35
Guisgard fissò Morven, ascoltando le sue parole.
"Lasciatemi passare..." disse con fare seccato, appoggiando la mano sul petto di lui "... che devo cambiarmi i calzoni prima che fermentino..."
Ma proprio in quel momento si udì una voce straziante rompere il silenzio delle strade.
"Mia figlia!" Gridava la voce. "Dio mio, aiutami! Mia figlia! E'sparita!" E corse fuori alla locanda, gridando e piangendo.
Tutti corsero a vedere.
Ma più lesto di tutti fu Guisgard.
"Cosa è accaduto?" Chiese il cavaliere. "Dov'è vostra figlia? Avanti, ditecelo?"
"E'... è sparita nel bosco... dal crepuscolo e non è più tornata... Dio, aiutami..."
"Non è detto che le sia accaduto nulla di male..."
"Invece si, straniero..." disse un vecchio alle sue spalle "... loro l'hanno presa... per quella ragazza non c'è più speranza..."
A quelle parole la donna lanciò un grido straziante fino a pedere i sensi fra le braccia di Guisgard.
"Ma cosa dici?" Chiese Guisgard al vecchio. "Di chi parlavi? Chi ha preso la ragazza?"
Ma nessuno dei presenti rispose a quelle domande, chiudendosi in un muto silenzio che echeggiava di morte.
Guisgard
13-10-2010, 04.34.48
Mentre Talia osservava lu Luna, pallida, incantata e sfuggente, udì dei passi alle sue spalle.
Era una vecchia zingara.
Si sedette lungo la parte bassa di una vecchia muratura e fissò anch'ella il cielo notturno.
"Eh, la Luna..." cominciò a dire "... Luna bianca è speranzosa, Luna rossa è messaggera... e stanotte porta nefaste notizie..."
Fissò poi Talia:
"Bella dama, volete conoscere il futuro?" E prima che Talia potesse rendersene conto le prese la mano. "Vedo... vedo... un vestito... sporco di sangue... lutto, pianto dolore... ora però vedo vendetta... odio..."
Fissò Talia e accennò un tenero sorriso.
"Un uomo... si, un uomo... malvagio... il suo volto è celato... quell'uomo devi cercare... ma non da sola... vedo... vedo..."
In quel momento la zingara emise quasi un gemito, simile ad un urlo strozzato in gola.
"Figlia mia..." mormorò "... fa attenzione... attenzione... loro sono ovunque..."
Si alzò di scatto e si incamminò verso la strada.
Guisgard
13-10-2010, 04.50.02
Nel frattempo, al Palazzo di Cartignone, Belvan passeggiava inquieto con un suo cavaliere.
"Siete preoccupato, milord?" Chiese questi.
"C'è qualcosa di misterioso ed oscuro in queste terre..." rispose il capitano "... ma cosa? Comunque occorrono forze fresche... siamo in pochi... pochi contro un nemico invisibile..."
In quel momento incrociarono Cavaliere25.
"Non sei andato in città con gli altri?" Chiese Belvan. "Stasera siete in libera uscita tutti."
Lo fissò con attenzione.
"Ti andrebbe di andare in città, mio giovane amico?" Chiese. "A gettare uno sguardo tra le strade, nelle locande... per trovare forze nuove che possano affiancarci. Anche un solo cavaliere, purchè esperto, può fare la differenza. Allora, ti va, ragazzo?"
In quel momento Belvan notò una figura solitaria lungo il corridoio, che usciva da una delle sale grandi.
Era Llamrei.
"E sia, ragazzo..." disse a Cavaliere25 "... mi fido di te. Spero tu possa trovare qualche buon cavaliere. Ora scusatemi."
E si avvicinò a Llamrei.
"Buonasera, milady... serata inquieta questa? Sareste potuta andare con gli altri in città... vi va se passeggiamo un pò? Non so voi... ma ho strane sensazioni... prima le croci lungo la strada per giungere qui... poi il racconto del principe, l'aggressione a sua nipote... questo posto sembra intriso di un qualcosa di sinistro... oh, ma che sciocco... perdonatemi, sfogo con voi le mie inquietudini..."
lady rainbow
13-10-2010, 10.01.37
Tutte quelle peripezie mi avevano resa ancora più convinta che dovevo continuare ad indagare...da sola se necessario..oppure dovevo trovare milady Talia..lei sola avrebbe potuto aiutarmi,capirmi... ero stata sfamata e curata.."grazie"dissi alla serva"puoi andare continuo da sola"...congedata la donna due figure attrassero la mia attenzione..e una..una era Talia...dovevo raggiungerla...ripercorsi le scale usci da palazzo e iniziai a chiamarla..."milady...milady Talia...vi prego ho bisogno di parlarvi"
Talia
13-10-2010, 12.39.57
Rimasi pietrificata dalle parole della zingara... ‘lutto, pianto, dolore’ aveva detto, poi ‘odio e vendetta’... sì, vendetta! L’avrei perseguita la mia vendetta e l’avrei ottenuta! A qualsiasi costo!
Osservavo i suoi occhi in cerca di risposte... ne avevo bisogno, mi sentivo come colui che ha smarrito la strada...
La sua ultima frase mi turbò: ‘fa attenzione... loro sono ovunque...’
Loro? Sono... sono ovunque? ...Ma chi sono?
Prima però che potessi chiedere qualsiasi cosa la donna si alzò e fuggì via.
“Aspettate!” gridai “Aspettate, vi prego!”
Fu a quel punto che mi sentii chiamare, mi voltai e vidi lady Rainbow correre verso di me...
“Milady!” esclamai, sorpresa.
Lanciai un ultimo sguardo alla zingara, ormai lontana, e mi chiesi cosa avesse voluto dire, cosa avesse visto... osservai per un istante la mia mano che era stata stretta nella sua, come a cercare io stessa delle risposte... infine l’abbassai e alzai gli occhi sulla dama che ormai mi aveva raggiunta.
“Milady...” dissi a Rainbow “Come state?”
Scrutai i suoi occhi per un istante e soggiunsi: “Che cosa vi turba? Cosa vi ha portata qui?”
elisabeth
13-10-2010, 13.16.25
Uscita dalla stalla cercavo di togliere paglia e fieno dai capelli e dai vestiti......cercavo di rimettere la treccia a posto sulla testa......mentre mi dirigevo verso la taverna, dovevo finire la mia cena......vidi parlare il giovane Morven con Guisgard........quando le urla di una donna mi fecero sfuggire la treccia dalle mani.....mi avvicinai a Guisgard......in tempo per sentire le parole del vecchio.....e per vedere svenire quella povera donna.....un senso di strana inquetudine avvolse i miei sensi.......giovani donne che non facevano piu' ritorno......Era la morte che ne faceva da padrona ogni persona in quel luogo aveva scelto il silenzio ma il battito dei loro cuori era udibile ad un orecchio attento, sembrava che nel loro cuore si nascondesse la rassegnazione...........poggiai istintivamente la mia mano sul braccio di Guisgard......fu un solo momento ma avevo bisogno di avvertire la forza del bene......Morven era li' accanto a lui, avvertivo una sorta di complicita' tra di loro.......uscii fuori dalla taverna e la notte mi avvolse in tutta la sua oscurita', rimasi li' appena fuori dalla porta..la luna era tristemente adagiata nel nulla.........avvertivo il mio mantello fluttuare morbidamente alla volonta' del lieve vento notturno........La croce che portavo mi legava a Dio.......la Luna pretendeva che risvegliassi il mio animo di donna alla Madre terra.......Preghiera ed invocazione...investitura ed iniziazione............Mi voltai verso la taverna e vidi nettamente Guisgard e Morven........quale sarebbe stata la mia scelta..unirmi a loro o partire da sola............per una volta vrei voluto tanto che il fato avesse scelto per me..............
Morrigan
13-10-2010, 13.42.30
La disperazione di una madre... la reticenza della saggezza... la paura, tutta la paura del mondo... e l'oscurità che scendeva su Cartignone... sospiro agitato di un felino acquattato nell'ombra... paura... panico... febbre... vertigine...
Morven passò uno sguardo nervoso intorno, a cercare un segnale, una risposta. Era rimasto in piedi, accanto a Guisgard, mentre il cavaliere sorreggeva la donna priva di sensi. I suoi occhi scrutavano l'ombra, cercando... cercando... Dove sei? Chi sei? Di chi è questo possente respiro di morte? Chi cerchi? Chi stai puntando? Chi sbrani tra le tue sanguinose fauci?... Quale orribile minaccia sta nascendo ad Est?
Mentre era in preda a quei pensieri, vide che Elisabeth li fissava, lui e Guisgard, con occhi penetranti. Istintivamente, come rispondendo ad un richiamo interiore, si volse verso di lei, e quasi si tese a cercare la sua attenzione.
"Mia signora, per fortuna siete qui!" gli sfuggì con urgenza dalle labbra "Vi prego di darci soccorso con la vostra conoscenza... io sono giovane, e non so ancora molto del mondo, ma una cosa l'avverto con certezza... qui tra noi alberga un male che non può essere sconfitto di sola spada, nemmeno se la spada è tanto aggraziata ed esperta! Vi prego, mia signora, prestateci la vostra arte!"
Arowhena
13-10-2010, 13.43.24
Arowhena aveva osservato gli eventi da sotto il suo cappuccio, come sua abitudine..Conoscere implica innanzitutto l'osservazione. Quel giorno aveva particolarmente apprezzato all'agilità dei cavalieri che si erano valorosamente batutti nel bosco per salvare la giovane sprovveduta. Nessuno aveva notato né sentito che le sue tecniche da bardo, i suoi acuti che l'orecchio umano poteva percepire solo con molta attenzione, avevano dato coraggio e forza ai cavalieri contro quei vigliacchi che in dieci si erano scagliati contro... come si chiamava? Lady Rainbow, sì... protetta solo dalle sue leggere vesti... Morven aveva una gran tecnica e vederlo combattere insieme a quel.. particolare cavaliere le aveva dato una forte sensazione, una delle sue fitte alla testa.. girò lo sguardo intorno per carpire tutti i segni... la vista... la vista... il tempo sembrò fermarsi, la battaglia bloccarsi come in un affresco... le sue labbra si mossero:
C'è stato un tempo che bosco, rivo e prato,
la terra e ogni vista consueta
a me davvero son sembrati
cinti di luce celestiale
del candore e sfolgorio di un sogno.
Le parole di Belvan la riportarono alla realtà:
"Per stasera siete liberi." Annunciò Belvan. "Ma da domani allenamento e turni di guardia. E' tutto, signori. Potete andare."
Aveva apprezzato la scelta di Belvan di riportare ordine.. La libera uscita sarebbe stata utile a riordinare le idee, riallineare le fila, riprendere il controllo. Fare scelte avventate, lo sapeva, non avrebbe portato altro che pericolo, e la fretta nel voler per forza spingere una situazione al limite, non porta mai nulla di buono... le conseguenze erano sempre nefaste. Bisognava prendere tempo.
Quella sera la Luna sarebbe stata splendente, all'apice del suo ciclo etterno, avrebbe approfittato per chiederle consiglio.
Mentre pensava a tutto questo, Arowhena girava per le strade di Cartignone e le sue orecchie sentirono il chiasso della taverna vicino il palazzo. Pensò a quanto potesse giovarle un bel boccale di birra speziata.
Affrettò il passo a questo pensiero e si ritrovò davanti una scena che non si sarebbe aspettata! La donna templare che aveva visto al palazzo quella mattina teneva ... attanagliato... il cavaliere incontrato nella foresta, e Morven era lì davanti che si asciugava il viso da schizzi... di sangue?... No... era vino, ne sentiva l'odore! Rise da sotto il cappuccio e restò a godersi la scena. Quando infine il cavaliere prese Lady Elizabeth (sì, così si chiamava) e la gettò sul fienile, rise di cuore e andò per avvicinarsi quando sentì le urla di una donna che svenne dal dolore nel saper sua figlia rapita... gli schiamazzi, le risa, tutto piombò in un silenzio di morte... anche la luna si oscurò dietro le nubi. Istintivamente Arowhena andò verso Elizabeth, che in quel momento era di nuovo vicina a Morven e il cavaliere e le tese la mano. Il suo sguardo dolce, la sua voce calma ma ferma e cantò:
Just give me your hand,
Tabhair dom do lámh.
Just give me your hand
And I'll walk with you,
Through the streets of our land,
Through the mountains so grand
elisabeth
13-10-2010, 13.53.40
Lande sconfinate sorgenti di acqua pura......la verita' mia Signora .......prendere la vostra mano tra le mie e scoprire il cammino di vera luce............se la spada e la rosa si uniscono, il male dissipera' la sua tela........La preghiera di Morven....il volto duro di Guisgard......la mano di Arowhena............" Dio lo vuole "...........presi la mano della donna e vi poggiai la mia..palmo con palmo.......solo un immesno calore........La luna aveva dato il suo ordine.....che l'uomo si unisca alla donna
llamrei
13-10-2010, 14.35.46
Nel frattempo, al Palazzo di Cartignone, Belvan passeggiava inquieto
E si avvicinò a Llamrei.
"Buonasera, milady... serata inquieta questa? Sareste potuta andare con gli altri in città... vi va se passeggiamo un pò? Non so voi... ma ho strane sensazioni... prima le croci lungo la strada per giungere qui... poi il racconto del principe, l'aggressione a sua nipote... questo posto sembra intriso di un qualcosa di sinistro... oh, ma che sciocco... perdonatemi, sfogo con voi le mie inquietudini..."
"Buona sera a voi signore. Non uso passeggiare con chi non conosco o conosco a mala pena. Non temo la mia incolumità...ma piuttosto quella di chi mi accompagnia;) Ma dite, messere, anche voi avete quindi uno strano presentimento? Si dice noi donne siamo portatrici di un senso in più rispetto a voi..e qualcosa mi dice...che le mie impressioni combaciano con le vostre....avete qualche altro sospetto o idea sul da farsi?"
lady rainbow
13-10-2010, 16.12.30
"Milady vi ho trovata finalmente...io dovevo parlarvi..stanno accadendo troppe cose strane e qui a palazzo mi trattano come una bambina che non può capire...ci hanno costrette a tornare indietro ma io non tornerò finchè non avrò scoperto la verità...ne vada anche della mia vita...."nei miei occhi il fuoco dell'odio verso quei mostri che avevano turbato la nostra tranquilla Cartignone ardeva sempre di più.."voi conoscevate meglio di me mia cugina...aveva dei detrattori?se uniamo le nostre forze e conoscenze forse ce la faremo...ho qui con me un'arma segreta che ci potrà proteggere...vi prego,non lasciatemi sola a cercare la verità..."e l'odio lasciò il posto alla disperazione....
Talia
13-10-2010, 16.44.45
La guardai sorpresa... aveva parlato tutto di un fiato, con la voce leggermente spezzata dall’agitazione e dalla preoccupazione, ma ciò che aveva detto non era lontano da ciò che io stessa provavo e pensavo.
“Calma, milady, calma!” le dissi, alzando le mani e posandole sulle sue spalle “Calma, non siate precipitosa!”
Il suo sguardo carico del fuoco dell’odio mi colpì...
“Cercare la verità, dite... è ciò che ho la ferma intenzione di fare! Ma senza essere sciocchi o avventati... non ho intenzione di consegnarmi al nemico, chiunque sia! Ma lo troverò, lo stanerò... fosse l’ultima cosa che faccio!”
Rimasi per un momento in silenzio, poi le sorrisi: “Siete coraggiosa, milady! E sarò ben lieta di aiutarvi... sì, avete ragione!” mormorai dopo un istante, la voce stanca, abbattuta “Conoscevo bene vostra cugina, molto bene... siamo cresciute insieme, lei era la migliore amica che io abbia mai avuto, era come una sorella per me... ma... mi chiedete se aveva dei detrattori? Eileen? No, non ne aveva. Impossibile ne avesse! E d’altronde le vittime sono state molte... senza nessun rapporto tra loro, se non il fatto di esser giovani donne che si erano avventurate nel bosco da sole!”
Palavo a lei, ma parlavo soprattutto a me stessa... riflettevo...
“Il bosco!” proseguii, la voce più bassa “Cosa c’è in quel bosco? Chi c’è dietro tutto questo? Lutto dolore pianto, ha detto la zingara... un uomo malvagio, ha detto, un uomo che avrei dovuto cercare... ma non da sola!” alzai gli occhi al cielo “Loro sono ovunque, ha detto! Loro... ma chi sono loro? Di chi fidarsi?”
Tornai a guardare Rainbow: “Ci serviranno alleati, temo... ma dobbiamo fare attenzione a chi scegliere! Scegliere un cattivo alleato sarebbe come gettarsi tra le fauci del lupo. E sarebbe sciocco!”
lady rainbow
13-10-2010, 17.06.06
"Sono d'accordo con voi..ma..come facciamo a trovare alleati?ricordate che siamo due donne...ci taglierebbero fuori subito..dobbiamo pensare ad un piano"
Talia
13-10-2010, 17.37.38
“Un piano!” ripetei “Già... immagino che...”
Ma un urlo straziante riempì l’aria e interruppe le mie parole... lanciai un’occhiata a lady Rainbow e strinsi convulsamente la mia mano intorno al suo braccio, mentre uno strano presentimento si impadroniva del mio cuore.
Esitammo soltanto un istante poi, contemporaneamente, ci precipitammo di corsa verso la fonte di quel grido.
Un istante dopo vidi un capannello di persone di fronte ad una locanda, al centro una donna piangeva e si disperava... colsi soltanto poche parole ma non era necessario sentire altro per comprendere che sua figlia era scomparsa... un’altra ragazza! Il sangue mi si gelò nelle vene...
Rimasi per un momento in disparte, respiravo a fatica, avvertivo la testa girarmi per l’orrore, avevo la sensazione che le ginocchia stessero per cedermi... un’altra ragazza! Un’altra vittima! E noi non stavamo facendo niente... niente!
Poi, improvvisamente, l’ira iniziò a salirmi e fu come un fuoco che si impossessò di me, scacciando ogni paura e ogni dubbio, riempiendomi e dandomi nuova forza.
Nel gruppo era calato il silenzio, la gente di Cartignone si stringeva intorno alla povera madre ma nessuno sembrava avere il coraggio di parlare...
Mi avvicinai, dunque, facendomi largo tra le persone...
Le parole della zingara, intanto, continuavano a suonarmi nelle orecchie: ‘Loro sono ovunque’
Un cavaliere stava sorreggendo la donna, l’avevo già visto quel cavaliere ma in quel momento ero troppo agitata per farci caso: “Dovreste farla distendere!” gli dissi, accennando alla taverna “Datele un bicchier d’acqua, per favore, fatela riprendere: le devo parlare!”
Notai che alcuni dei cavalieri di Camelot erano lì... e una luce mi si accese nella mente: gli stranieri! Di loro ci si poteva fidare... probabilmente!
Mi voltai e fronteggiai la folla... che qualcuno avesse visto la ragazza allontanarsi? Che qualcuno sapesse qualcosa? Dovevo indagare... dovevo chiedere... con cautela, però!
cavaliere25
13-10-2010, 17.53.54
dopo aver ascoltato la discussione chiesi gentilmente rivolgendomi a Belvan ora che si fa mio signore? dove siamo diretti poi guardai Guisgard e lo scrutai per capire che persona era .
lady_Empi
13-10-2010, 21.57.16
Icarion restò un attimo perplesso.
Empi l'aveva portato in volo, oltre la campagna, le case e le torri di Cartignone, fino a giungere al palazzo reale.
E dalla finestra si vedevano diversi cavalieri, ornati di corazze e dai portamenti fieri.
Icarion restò a fissare quella scena come rapito da un mondo sognato fino ad ora.
Poi, d'improvviso, si destò dalla sua meraviglia.
"Non vedo il mio cavaliere..." disse "... sono giunto qui per apprendere da lui gli alti valori della cavalleria!"
Ma s'interruppe e cominciò a fissare un punto preciso.
Poi corse via, scivolando sul tetto, fino a giungere ai piedi di un solenne edificio e senza esitazione alcuna entrò all'interno, incurante di qualsiasi pericolo potesse correre.
Icarion non era più sotto la protezione di Empi...
<Empi, concentrata nella sua osservazione degli umani si accorse dell’assenza di Icarion solo quando scorse la luce dorata che circondava il corpo del Principe sparire all’interno di un edificio> Per tutti i venti ma dove va? <borbotto mentre si lanciava dal davanzale librandosi nell’aria. Le ali vibravano leste mentre Empi si dirigeva verso il tempio degli umani> Principe Icarion <esclamò a voce sostenuta passando attraverso la sottile apertura del grande portone. Sulla soglia del tempio udì di nuovo quell’urlo agghiacciante, l’urlo disperato di una donna che chiedeva aiuto>
Altezza <chiamò a gran voce entrando nella chiesa. Lasciò che gli occhi si abituassero alla penombra del luogo ed avanzò a mezz’aria. La chiesa sembrava spoglia e deserta. Un senso di angoscia aleggiava in quel luogo> Mi chiedo quale Dio possa dimorare in un posto del genere <borbottò la fata guardandosi intorno e finalmente scorse Icarion, ritto sull’altare maggiore> Altezza cosa pensate di trovare in questo luogo? E perché mi avete abbandonata in questo modo <sperava, la fata, di scoraggiare ogni prossimo colpo di testa del Principe con un po’ di umano vittismo…tante volte aveva udito le dame lamentarsi… ancora una volta la sua conoscenza degli umani sembrava esserle utile> Un cavaliere non lascerebbe mai una dama sola ed indifesa in un mondo di cattivi <insistè> poteva accadermi qualcosa di terribile e come avreste convissuto con il rimorso di tale mancanza? <tacque infine, temendo di aver esagerato>
lady rainbow
13-10-2010, 22.08.08
"Milady dobbiamo intervenire e subito..che i cavalieri che si stringono intorno alla povera donna possano essere per noi un valido aiuto?"...ero certa che stesse pensando la medesima cosa..."dobbiamo trovare un modo per farci ascoltare...non possiamo più attendere oltre..."la guardai...il nostro temperamento battagliero ci avrebbe sicuramente portato alla soluzione...
Guisgard
14-10-2010, 01.19.21
Cartignone era semideserta.
La notte era alta, la Luna luminosa.
Guisgard restò a fissare il cielo.
Nell'aria echeggiavano ancora le grida disperate della donna.
Ma ancora di più sembravano farsi largo le parole di quel vecchio.
Parole di indifferenza e rassegnazione.
A pochi passi da lui c'erano Morven, Elisabeth e Arowhena.
Iodix invece era rimasto fuori alla locanda.
Egli conosceva Guisgard sin da ragazzo.
Comprendeva meglio di tutti le sue inquietudini ed i suoi tormenti.
"La notte sembra indifferente..." disse il Cappellano avvicinandosi al cavaliere "... e l'aria d'Autunno comincia a farsi sentire..."
Guisgard cominciò a suonare la sua ocarina.
"Cosa pensate di ciò che accade in questo luogo?" Chiese il Cappellano.
"Non è affar mio..." rispose Guisgard "... non è la mia città... domani forse riprenderò il mio viaggio..."
"E dove siete diretto?"
"Lontano..."
"Fuggite quindi?"
Guisgard lo fissò.
"Non ho obblighi verso nessuno..." rispose al Capellano.
"Lo credete?" Chiese il cherico. "Aristocratico deriva dal greco antico... significa migliore... chi più ha, più deve dare... doveri, non diritti..."
"Risparmiatemi la predica, non siamo in chiesa..."
"Già... non siamo in chiesa..." ripetè il chierico.
Mise una mano sulla spalla di Guisgard e si allontanò.
Morrigan
14-10-2010, 01.43.59
Morven si era discostato di qualche passo da Elisabeth nel momento in cui Arowhena era apparsa e le aveva teso la mano. Capiva che la potenza di quelle due donne risiedeva nello spirito, e che i loro spiriti si erano in qualche modo riconosciuti, toccati ed accettati in quel gesto.
Per questo era indietreggiato, per sposare quel sentimento di profondo rispetto che gli era nato dentro il cuore nel momento in cui ebbe coscienza della forza che si era sprigionata in quel contatto.
Ma così facendo, il giovane cavaliere di trovò a portata d'orecchio di un discorso che, dopo appena qualche battuta, gli fece stringere il cuore.
"Non è affar mio... non è la mia città... Non ho obblighi verso nessuno..."
Morven sollevò gli occhi profondi e scuri a studiare il viso di Guisgard con uno sguardo intenso, come se avesse voluto capirne l'essenza in un solo istante. E più lo guardava, più vedeva il suo volto scostante, quasi infastidito dalle parole del Cappellano, più ascoltava la sua esibita indifferenza, più Morven avrebbe voluto ucciderlo!
Che cosa stava facendo di sè, quell'uomo?
Quale insolvibile dolore, o quale tetra paura può spingere un uomo a rinnegare se stesso?
Morven aveva clemenza per gli errori umani, poichè troppi li attribuiva alla sua condotta... ma rinunciare a se stessi, rompere il voto di fedeltà fatto a se stessi, al proprio sangue, alla propria natura, al proprio lignaggio, questa era una scelta che egli non poteva comprendere, e che non poteva accettare!
Si voltò di scatto, andò verso Guisgard con passo deciso.
"Signore, io comprendo che abbiate già parecchi motivi per ritenermi fastidioso e molesto...", cominciò, inchidandolo al suo sguardo con tono deciso "ma vedete, io non temo nemmeno l'idea che il vostro astio possa spingersi ancora oltre, e quindi adesso non tacerò, nè vi nasconderò il mio pensiero, e vi dirò da uomo a uomo quello che penso!"
Si fermò un istante, prese fiato, e vedendo che Guisgard continuava a fissarlo con sguardo lievemente accigliato, ma senza alcuna apparente intenzione di dargli tanta importanza da replicare qualcosa, Morven continuò.
"Poco fa, nella foresta, quando salvaste quella giovane... io ho visto in voi un cavaliere eroico, coraggioso, leale... quando vi ho visto lottare contro quegli uomini ho desiderato conoscervi per potervi interrogare... volevo chiedervi dell'arte della spada, e della cavalleria... chiedervi di narrarmi altre vostre imprese e apprendere da voi cosa significhi esercitare il nobile rango di cavaliere... ma poi le vostre parole, e i vostri modi... e ciò che qui avete detto di fronte a questo sant'uomo! Mi avete dato un dolore al cuore, cavaliere, al pensiero di ciò che state sciupando... un cavaliere! No, voi non lo meritate nemmeno questo appellativo, signore... e se questo vi offende sosterrò con la spada la bontà del mio pensiero! Sì, non meritate questo appellativo, perchè avete dimenticato che i veri cavalieri sono stirpe dello spirito... e il vostro spirito è debole, perso dietro sentimenti che gli impediscono di vedere quale sia la vostra strada! E dunque, continuate così, a vagare senza meta... perchè dal momento che avete dimenticato chi siete, avete anche dimenticato la vostra strada!"
Guisgard
14-10-2010, 01.45.10
Intanto, nel palazzo di Cartignone, Belven e Llamrei si trovavano in uno dei grandi corridoi.
"E sia, milady..." sorrise con cortesia il capitano "... allora resteremo qui, senza passeggiare in alcun luogo..."
Poi si fece serio.
"Mi chiedete di sospetti e sensazioni..." riprese a dire "... non saprei... sono abituato ad affrontare i miei nemici sul campo di battaglia, a fissare i loro volti, riconoscere i loro stendardi... qui invece sembra che abbiamo a che fare con un nemico invisibile, misterioso che pare celarsi nelle paure più profonde di questa genta... un nemico terribile..."
In quel momento un paggio convocò il capitano nella sala delle udienze.
"Venite anche voi, milady..." Disse Belven a Llamrei.
E giunti al cospetto del principe Frigoros, Guxio mostrò loro una lettera.
"Nobile principe Frigoros, la presente missiva vi informa che sua grazia il vescovo ha incaricato ad un uomo di sua fiducia di raggiungere Cartignone.
Egli è il domenicano Ramon de Calamberga, grande teologo e sommo inquisitore.
Padre Ramon è uomo di profonda cultura e conoscenza.
Studioso presso le più importanti corti d'Europa, egli ha servito la Chiesa di Cristo anche presso le corti infedeli dei mori ispanici.
In lui le virtù cristiane ed umane sembrano, per Grazie di Nostro Signore, aver gettato solide e perenni radici.
Padre Ramon saprà servire la Fede e la vostra causa, nobile lord Frigoros, con la massima devozione e competenza.
Gerard de Pouitigon, segretario di sua grazia il vescovo."
"Cosa ne pensate, cavaliere?" Chiese Frigoros a Belven.
"Penso che sua grazia si sia reso conto della drammaticità di questo momento. L'inquisitore domenicano ci sarà senza dubbio d'aiuto."
Guisgard
14-10-2010, 02.04.21
Guisgard si abbandonò ad una sonora risata appena Morven finì di parlare.
"Voi avete visto in me un cavaliere leale, coraggioso ed eroico?" Ripetè, scoppiando di nuovo a ridere. "Tranquillo, mio giovane amico, riponete la spada... non ho alcuna intenzione di ribattere alle vostre parole. Anzi, vi dirò che sono perfettamente daccordo con voi... non solo non sono degno del rango di cavaliere, ma non ho mai neanche desiderato farmene vanto..."
Rise ancora e poi concluse:
"Mi state diventando simpatico, sapete? E così voglio offrirvi una bella serata... prima ho udito alcuni nella locanda parlare di una certa casa di piacere... venite, ci divertiremo non poco con qualche donnina allegra!"
Morrigan
14-10-2010, 02.28.14
Morven scosse il capo, addolorato, ma nascose la sua delusione dietro un'espressione immutata. Cos'altro si era atteso, che quell'uomo dal temperamento focoso e indipendente, che non lo conosceva nemmeno, potesse prestargli orecchio su un argomento di simile importanza?
Eppure... gli lanciò ancora un'occhiata, di sfuggita, mentre di qualche passo si allontanava da lui... noi siamo stirpe dello spirito, e la memoria che lo spirito ha di sè è imperitura...
Sospirò, e decise comunque di proseguire in quel discorso.
I tempi stavano cambiando, il mondo stava uscendo di senno e il male che aveva intutito aleggiare per quelle strade era una minaccia sempre più pressante.
Non aveva tempo, non c'era più tempo... non erano, quelli, giorni per la meditazione, erano giorni per l'azione... e il perdere anche solo un cavaliere, in quella causa, poteva significare perdere i valori di un intero mondo... non uno deve tirarsi indietro... non uno può tirarsi indietro... il mondo è uscito fuori di sesto... non uno può scegliere di ignorare se stesso!
"I migliori perderanno la fede e la confusione regnerà sovrana..." iniziò a recitare, cercando una volta ancora lo sguardo di Guisgard, pregando in cuor suo che lo ascoltasse "Il gregge cercherà invano i propri pastori... Ricordatevi di questo, la prossima volta che accorrerete a rispondere ad un grido di aiuto!"
Poi si riscosse, e parve essersi liberato infine di un pensiero che lo affliggeva.
Gli era, infatti, venuta alla mente una diversa soluzione... forse esiste un modo migliore per farmi ascoltare da quest'uomo... un modo in cui mi presterà orecchio con disponibilità e animo leggero... un modo in cui potrei strappargli quel si senza che lui nemmeno se ne renda conto!
Abbozzò un mezzo sorriso.
"Anche voi mi siete simpatico, nonostante tutto..." aggiunse, cercando di smorzare la serietà che aveva imposto alla loro discussione "Vi avrei chiesto di essere mio aiuto nella strada delle armi, quella guida che io avevo tanto chiesto al Fato di inviarmi... ma le vie del Fato sono infinite, e noi non sappiamo in che veste egli interpreterà le nostre richieste! Vedete signore, io non sono mai stato in una casa di piacere... forse voi potreste essere quel Virgilio in questa impresa!"
Guisgard
14-10-2010, 02.29.39
Nel frattempo, nella grande chiesa di Cartignone, due esseri fatati erano davanti all'altare.
Icarion, come rapito fissava la grande statua posta sull'altare, splendida e meravigliosa, luccicante della luce di decine di candele.
Le grandi arcate si aprivano con somma maestria nelle due navate laterali, illuminate anch'esse da tante candele.
Il culto della cristianità trovava in quel superbo e maestoso edificio una degna celebrazione.
"Guarda Empi..." disse Icarion senza smettere di fissare la statua "... quello è San Michele Arcangelo... è il cavaliere più forte... e a lui è devoto il cavaliere che siamo cercando... ricordo ancora bene la poesia che quel cavaliere accennò davanti ad una statua di San Michele...
... niente è più bello dell'Arcangelo Michele...
che risplende in chiesa al chiarore delle candele..."
Restò ancora qualche istante ad ammirare quella bellissima statua, forgiata nell'oro e nel marmo.
Poi, all'improvviso, si voltò verso la giovane fata.
"Non temere, amica mia... non permetterei mai a nessuno di farti del male..."
E con gesto inaspettato, prese la mano della fatina.
"Chissà quanti cavalieri devoti" aggiunse tornando a fissare San Michele "hanno giurato sollenemente sul loro onore e sul loro amore davanti a questa bellissima statua..."
Guisgard
14-10-2010, 02.46.50
"Ben detto, amico mio!" Disse Guisgard dandogli una pacca sulla spalla. "La vita è fatta di piaceri! Ma se voi restate a recitare solo poesie allora vi perderete il meglio! Seguitemi, allora!"
E i due si incamminarono verso la casa indicata da Guisgard.
Talia
14-10-2010, 02.51.25
Prestai orecchio alle parole di lady Rainbow... ero indecisa, combattuta tra il desiderio di fare qualcosa e la consapevolezza che più niente c’era da fare per il momento...
Osservai i presenti... la folla si stava diradando: passata l’eccitazione data dalla curiosità del primo istante, tutti stavano riprendendo le loro faccende, un poco più turbati forse ma rassegnati!
“I cavalieri...” risposi alla mia nuova amica “I cavalieri, milady, sono esseri che sinceramente non ho mai compreso! Si riempono la bocca di paroloni altisonanti, ma pochi sono in grado di tener fede ai propositi che si prefiggono!”
Sospirai, poi le sorrisi incoraggiante: “Troveremo i nostri alleati, lady Rainbow, non dubitate! Li troveremo! Adesso...” soggiunsi dopo un istante “Adesso, però, credo che la cosa più saggia da fare sia andare immediatamente ad avvertire il principe che c’è stata un’altra sparizione! Venite, andiamo a palazzo!”
E così, facendole segno di seguirmi, presi a ritroso la strada dalla quale eravamo giunte.
Guisgard
14-10-2010, 02.52.41
Nello stesso momento, dall'altra parte della città, una ragazza si avvicinò a Talia e Rainbow.
"Talia?" Chiamò. "Siete proprio voi? Talia, non mi riconoscete? Sono Annette, la ragazza che una volta nascondeste a casa vostra, ricordate? Oh, che gioia rivedervi, milady!"
Annette lavorava nella casa di piacere di Camelot, un tempo gestita da un malvagio e violento individuo.
Costui maltrattava le ragazze che lavoravano per lui ed una volta, per sfuggire alle sue violenze, Annette fuggì, incontrando Talia che la nascose a casa sua, incurante dei pettegolezzi della gente.
Oggi la casa di piacere era gestita da Madam Elleon, una donna generosa che amava le sue ragazze.
"Come state, milady?" Chiese ancora Annette a Talia. "Io sto tornando a casa, vi va di fare un tratto di strada con me?"
Talia
14-10-2010, 03.02.23
Ci eravemo appena incamminate, quanto fui richiamata...
"Annette?" esclamai sorpresa, vedendo la ragazza che mi veniva incontro sorridente "Annette, sei proprio tu?"
Era diversa da come la ricordavo... non era più la ragazzina spaventata e tremante che avevo accolto in casa!
Le sorrisi e, d'impeto, la abbracciai: "Che gioia rivederti, Annette, che gioia!"
Presentai la ragazza a lady Rainbow come una mia amica, dopo di che ci avviammo per la via...
Guisgard
14-10-2010, 03.17.54
Così Guisgard e Morven giunsero davanti alla casa di piacere.
"Ehi, sembra un bel posticino." Disse Guisgard fischiettando. "E a quanto pare qualcuna ci è venuta anche incontro... venite, amico mio."
Infatti davanti alla porta vi erano tre ragazze.
Erano Annette, Talia e Rainbow appena giunte.
"Ora ci dobbiamo salutare, milady. Non è il caso che vi facciate vedere in giro con me attorno alla casa." Si preoccupò Annette.
"Ehi, che sublime terzetto, non trovate, amico mio?" Chiese Guisgard a Morven, avvicinandosi alle tre ragazze. "Non vi è dubbio che la notte ci è amica... abbiamo trovato nientemeno che le tre Grazie! E sono davvero belle!"
"Siete in errore, cavaliere..." tentò di dire Annette.
"Non dite nulla, damigella." La interruppe Guisgard. "La notte è fatta per sospirare. Vediamo, vediamo... una rossa, una chiara ed una mora... lascio a voi la scelta, amico mio..." disse rivolgendosi a Morven "... io sceglierò dopo di voi..."
Morrigan
14-10-2010, 03.27.38
Ma Morven, a quella vista, e ancor più a quelle parole di Guisgard, trasalì, e afferrato il suo compagno da un braccio, lo trasse via, allontanandolo dalla bella.
"La vostra voglia vi fa scegliere con troppa fretta, cavaliere!" gli sussurrò con voce urgente all'orecchio, mentre ancora lo tratteneva a sè tenendolo per un braccio, "Ma non avete occhi, dunque? La dama bruna è la nipote del principe di Cartignone, mentre la bionda è una nobile signora della città! Siete pazzo a rivolgervi a loro come se fossero delle volgari cortigiane?"
Talia
14-10-2010, 03.37.40
L'arrivo dei due cavalieri, proprio mentre stavo salutando l'amica, mi colse di sorpresa...
Lanciai un'occhiata rapida ad Annette e una a Rainbow...
"A proposito di quel discorso sui cavalieri che vi dicevo poch'anzi..." dissi in tono sarcastico a quest'ultima.
Ma uno dei due cavalieri, che riconobbi esser uno della compagnia di Camelot, ci aveva riconosciute: "Siete saggio a parlare così al vostro campagno..." gli dissi "Vi consiglio di portare via alla svelta il vostro intrepido amico... e faremo finta che niente sia successo!"
Voltando loro le spalle, scossi la testa, rassegnata...
Guisgard
14-10-2010, 03.50.22
Guisgard fissò prima Morven e poi le tre dame.
"Un momento..." disse stupito "... ora ricordo... voi siete la ragazza che strappai dalle grinfie di quei balordi nel bosco..." rivolgendosi a Rainbow "... e voi eravate con i cavalieri che mi rovinarono la contesa!" Guardando Talia.
Rise di gusto.
"E cosa direbbe il principe se sapesse che sua nipote e la sua amica gironzolano attorno alle case di piacere!"
Poi, rivolgendosi a Talia:
"Frenate l'orgoglio, milady... non è detto che avrei scelto voi per la mia, ehm, passeggiata notturna! Anche se forse vi avrebbe addolcito non poco la mia compagnia, visto che mi sembrate un pò troppo acida..."
E rise di nuovo.
Talia
14-10-2010, 04.01.39
Tornai a guardare il cavaliere e, involontariamente, sorrisi...
"Scelto? Voi siete matto... ma chi vi credete di essere, signore? Pensate che tutto ciò che una dama possa desiderare sia l'esito di una vostra scelta?" scossi la testa "Siete un presuntuoso, dunque! E uno sciocco, per giunta! Siete così pieno di voi che mi chiedo come possa fare il vostro povero cavallo a sorreggervi per tenervi in sella!"
Mi avvicinai appena e, con voce più bassa, soggiunsi: "Abbiamo ben altri problemi qui a Cartignone e ben altri pensieri, che non le vostre preferenze! Abbiamo donne rapite e brutalmente uccise! Abbiamo terrore, paura e dolore da affrontare ogni giorno e voi... voi pensate che..."
Socchiusi gli occhi, per riprendere il controllo... probabilmente non valeva neanche la pena di prendersela tanto!
Guisgard
14-10-2010, 04.22.19
"Ma senti..." mormorò Guisgard.
Sorrise, portando le mani dietro la nuca ed appoggiandosi ad un albero.
"Rilassatevi, milady..." continuò "... siete troopo piena di voi per i miei gusti... si, è vero, avete un mucchio di problemi in questo posto... in primis la superbia delle dame... ora vado, vi lascio ai vostri problemi... del resto, se non sbaglio, avvete valenti cavalieri a cui affidarvi..."
Prese allora la direzione della locanda.
"E permettetemi un consiglio..." sempre rivolto a Talia "... dovreste addolcirvi un pò, altrimenti non troverete mai marito."
Fece un inchino ironico e si avviò, svanendo nel buio della notte e lasciando, per un pò, che si udisse solo il suono della sua ocarina.
Talia
14-10-2010, 04.45.21
Rimasi per un momento immobile, in preda all'ira... le mani strette a pugno, gli occhi fiammeggianti...
"Ipocrita!" ringhiai "Ipocrita e presuntuoso!"
Voltai, allora, le spelle alla strada e inspirai per calmarmi...
"Adesso sarà meglio tornare a palazzo!" conclusi.
Morrigan
14-10-2010, 04.51.48
Morven guardò Guisgard che si allontanava musicando un motivetto allegro. poi guardò dalla parte opposta e vide che le tre dame lo fissavano con uno sguardo adirato. Lady Talia in particolare sembrava fuori di sè per il comportamento di Guisgard.
Così, rendendosi conto che restando in quella posizione egli sarebbe stato il bersaglio più diretto delle loro ire, e pensando che le tre dame avrebbero di certo potuto sceglierlo quale sostituto del suo strafottente compagno, Morven pensò bene che fosse giunto il momento per filare via alla svelta.
Con il viso appena arrossato dall'imbarazzo in cui si era venuto a trovare, fece loro un inchino impacciato, biascicò una mezza scusa e un mezzo congedo, malconci e goffi entrambi, quindi corse dietro Guisgard sperando di raggiungerlo.
In cuor suo non aveva ancora abbandonato l'idea di far venire fuori da quel bislacco guascone il fiero cavaliere che aveva ammirato le bosco, quando il bagliore della sua lama gli aveva ferito gli occhi, per un istante.
elisabeth
14-10-2010, 09.18.06
Una notte molto particolare, incominciai a comprendere come si potesse imparare molto sui libri.......ma come la conoscenza potesse essere completa avvicinandola agli esseri umani.........io e Arowhena eravamo le uniche persone che non avevamo neanche mosso un muscolo.....nulla proferir parola sarebbe stato per me......sprecare energie che avrei dovuto convogliare in maniera mirata per qualcosa di veramente importante........seguii con vero interesse cio' che disse Guisgard e le parole di vero interesse di un Giovane cavaliere....due anime diverse, Morven era giovane ma aveva il dono di unire lo spirito alla forza e questo avrebbe fatto di lui un cavaliere completo.....Guisgard era un Cavaliere che conosceva bene la sua spada e un giorno forse aveva conosciuto i segreti dell'anima......era ombroso e scostante, paura che qualcuno riuscisse a leggergli dentro ?......Qualcosa nel loro discorso mi fece irritare..le donnine ?......quale razza di uomo poteva pensare a sollazzarsi..in quel momento.....e quando vidi andar via Morven con lui........che diavolo sta facendo qual ragazzo...........l'impeto fu di fermarlo, ma forse era meglio seguisse Cavalier non m'importa del mondo..........." Arowhena mia cara.....gli uomini a quanto pare sono troppo impegnati ad una lotta corpo a corpo........credo che noi dobbiamo cominciare a pensare come entrare in contatto con questi esseri che a quanto pare.......si nutrono di donne"
lady rainbow
14-10-2010, 09.55.49
Quell'uomo che aveva parlato con tale superbia e presunzione era il mio salvatore...avevo ascoltato in silenzio le sue parole d'altronde milady Talia seppe risponderlo a tono..ma tuttavia quando l'uomo iniziò ad allontanarsi gli urlai contro sperando mi sentisse.."Avrei voluto ringraziarvi cavaliere e ancora è nelle mie intenzioni...ma sinceramente dato il vostro ardire nel considerarci e nel parlare avrei piuttosto preferito essere il divertimento di quei balordi!!!sappiate che mi ritengo offesa e che mio zio sarà avvertito di certi sedicenti cavalieri che circolano qui a Cartignone che si definiscono tali ma non dimostrano nei modi neanche la metà della loro abilità con la spada"...speravo si girasse..ad ogni modo non avrei aspettato una sua reazione...mi rivolsi poi a Talia.."Avete ragione milady,incamminiamoci..."
Arowhena
14-10-2010, 12.52.39
- Gli uomini... - pensò ad alta voce... quasi meccanicamente, chinando il capo di lato, ed osservando melanconicamente le due figure che si allontanavano verso la casa di piacere - credo che, in un certo senso, essi abbiano bisogno di ritrovare la propria sicurezza attraverso le carezze delle donne... per nulla al mondo essi rinuncerebbero ad essere coccolati, accarezzati, rassicurati...-
Arowhena aveva imparato a conoscere entrambi i sessi... come Tiresia, aveva vissuto tanto, nonostante il suo aspetto da giovane elfa della notte...
- Poi ci sono coloro che si nutrono di delle donne... hai ragione tu Elizabeth... riesco a sentire il piacere che questi sentono nel torturarle... la cura che ripongono nel far sì che non duri poco... il piacere del sangue e della sofferenza... oddio un'altra fitta alla testa! -
Arowhena aumentò la stretta alla mano di Elizabeth e fu come se comunicasse quelle medesime sensazioni all'alleata....
llamrei
14-10-2010, 16.12.17
Intanto, nel palazzo di Cartignone, Belven e Llamrei
.....
"Penso che sua grazia si sia reso conto della drammaticità di questo momento. L'inquisitore domenicano ci sarà senza dubbio d'aiuto."
"Permettete miei signori?" inruppi nel discorso rivolgendomi al sovrano e a Belven. "Temo gli inquisitori più dell'inquisizione stessa. Corrado di Marburgo aveva un'arma potentissima fra le mani e che ha saputo usare a gusto della sua follia. Io presterei molta attenzione all'uomo che si veste dell'abito domenicano. Credo che molto spesso sia più utile l'intuizione....e io, permettete, di certo non ne sono priva.
Lascierò questo castello quanto prima: mi avvierò verso il luogo in cui la mia persona sarà necessaria.
Sir Belven: cosa fate voi? Rimanete qui a corte a coglier anche voi margherite? O imbraccerete la spada a mio fianco?"
lady_Empi
14-10-2010, 16.47.20
Cercate un cavaliere o un poeta? <chiese ironica Empi ad Icarion approfittando della presa del Principe per strattonarlo verso l’uscita> Dobbiamo andare via di qui <Empi si sentiva a disagio in quel tempio umano dedicato ad un dio che non riconosceva come tale> Cavalieri devoti…si certo <borbottò pensando a quanti umani aveva conosciuto nelle sue avventure, devoti solo al proprio egoismo e personale orgoglio> Di certo il vostro cavaliere non lo incontrerete in questo luogo <aggiunse tentando di convincerlo ad uscire> magari è proprio fuori di qui che si aggira nei boschi alla ricerca di qualche avventura <alzò gli occhi in un gesto di impazienza e lo sguardo si fissò sulla statua che Icarion contemplava.
Qualcosa attrasse la sua attenzione, la posa dell’angelo con un piede sul capo d’un essere alato divorato dalle fiamme la fece rabbrividire, il braccio dell’angelo era teso ad impugnare la spada e l’altra mano reggeva una bilancia. Era un’immagine che le ricordava qualcosa di vagamente familiare.> Equilibrio <mormorò la fata e notò con uno strano disappunto che in quella raffigurazione i piatti della bilancia non erano in equilibrio, ma uno pendeva leggermente verso il basso>.
Talia
14-10-2010, 18.05.21
Annuii a lady Rainbow... avvertire il principe era la casa più urgente a quel punto! Così salutai Annette e mi voltai per tornare a palazzo... mi sentivo il cuore in subbuglio, mi sentivo agitata, preoccupata... così mi accorsi a fatica di aver percorso quasi tutta la strada di corsa, almeno finché, di fronte alla scala che saliva al piano nobile del palazzo, non mi dovetti fermare per riprendere fiato.
Era tardi, ma se conoscevo il mio principe e il suo dolore sapevo esattamente dove trovarlo... uno sguardo a Rainbow mi convinse che la pensava come me.
Facemmo, così, praticamente irruzione nella sala delle udienze... ma mi stupii notando che il principe non era solo: anche il consigliere Guxio era lì, insieme a sir Belvan e ad una delle donne giunte da Camelot, Llamrei...
Esitai un momento a disagio poi, scambiando uno sguardo con Rainbow, mi inchinai profondamente e dissi: “Perdonate, Altezza, per essere piombate qui in questo modo, ma... c’è stata un’altra sparizione in paese! Un’altra ragazza! E’ stata vista al tramonto vicino al bosco e non è più tornata! Abbiamo pensato doveste essere informato!”
lady rainbow
14-10-2010, 18.49.01
"Si caro zio"feci eco alla mia compagna di avventura"troppe coincidenze..troppe scomparse..quanto ancora dobbiamo indugiare?"
llamrei
14-10-2010, 22.17.32
"Un'altra ragazza sparita?? Non c'è più tempo da perdere! Io sono pronta: da sola o in compagnia partirò!"
Guardai Talia e con lo sguardo la ringraziai di averci tempestivamente messo al corrente della situazione che stava sempre più degenerando.
Uscii dalla sala. Mi avviai verso le stalle dove trovai il mio cavallo sellato. Mi misi in sella e mi avviai verso il ponte levatoio.
elisabeth
15-10-2010, 00.14.44
Le parole di Arowhena, mi fecero pensare che era da molto che non ricevevo una carezza......fu solo un attimo ......la mano di Arowhena strinse cosi' forte la mia che riuscii a percepire una lieve scossa.....la sentii percorrere tutto il braccio sino a fermarsi all'altezza dello stomaco, il plesso solare.....un calore si profuse per tutto il corpo e cominciai ad avere delle strane sensazioni.......avevo il sapore del sangue in bocca.....e dalle sensazioni passai a dolori atroci......sentivo i colpi della frusta che laceravano le mie carni.........potevo avvertire il male........mi accasciai al suolo e lentamente la mia mano si stacco' da quella di Arowhena........ancora il sapore di sangue, ma il dolore era cessato........mi piegai su me stessa....forse cercavo conforto, era terrore cio' che provavo......" Che mi sta succedendo.......ho dolore al corpo...ma e' l'anima che fa piu' male........e' questo quello che hanno provato quello donne ?........."..........avevo paura....ma questo non poteva abbattermi......in quel momento pensai ad llamrei......era ancora a palazzo ?
Talia
15-10-2010, 01.05.43
Colsi lo sguardo di Llamrei... mossi appena la testa e le sorrisi.
Poi ascoltai le sue parole e la seguii con lo sguardo mentre usciva dalla sala, rammaricandomi di non poter fare altrettanto! Per un istante fui tentata, ma la mia devozione era al principe... rimasi così dov'ero, ma mi inchinai di nuovo e dissi: "Mio signore, vi chiedo la grazia di concedermi ancora di far parte della compagnia..."
"Sir Belvan..." soggiunsi, voltandomi speranzosa verso il cavaliere "Avrete ancora bisogno di una guida!"
Guisgard
15-10-2010, 01.30.11
Guisgard era nervoso ed inquieto.
Non aveva digerito le parole di quelle due dame.
"Al diavolo questo posto ed i suoi drammi!" Pensò. "Non è una mia causa. Non voglio battermi per ciò che non mi riguarda! Voglio andarmene da qui... lontano, lontano..."
Senza badarci si era praticamente spinto oltre le mura, verso il bosco, quando, all'improvviso udì dei rumori.
Un pianto confuso, un respiro rotto.
Raggiunse una piccola radura irregolare e si accorse di qualcosa.
Tre misteriose figure attorno ad un albero stretto e cavo.
Nell'albero c'era qualcuno e le tre figure cercavano di farlo uscire.
"Aiuto... no!" Gridò una voce dall'abero.
La notte.
Buia e misteriosa.
La foresta, vasta ed oscura.
L'una persa nell'incanto dell'altra.
Ad un tratto quacuno uscì dall'oscuro manto della foresta.
Era un cavaliere.
Conduceva con se una ragazzina, tenendola per mano e trainava dietro di se il suo mantello, piegato come un sacco.
Attraversò la strada principale e fu intravisto da Elisabeth e Arowhena.
Giunse al palazzo reale proprio mentre tutti erano alle prese con i loro discorsi.
"Lasciatemi passare..." urlò alle guardie il cavaliere "... il vostro signore vi ringrazierà..."
Entrò nella sala e lasciò il mantello ai piedi del trono di Frigoros.
"Qui c'è qualcosa che forse vi interesserà." Disse Guisgard. "C'è un medico? Questa ragazzina ha bisogno di cure."
La teneva per mano.
Lei tremava e non diceva nulla.
Era sporca e le vesti erano strappate.
Fissava il vuoto e sembrava assente.
Si avvicinarono alcuni paggi per portarla dai medici del principe, ma la garazzina, spaventata si strinse a Guisgard.
"Ehi, piccola, va tutto bene..." la tranquillizzò lui "... vuoi andare con loro?"
La ragazzina scosse il capo.
"Vuoi che venga con te?" Chiese con dolcezza lui.
Lei annuì.
"Andiamo..."
Fece cenno ai paggi che gli fecessero strada verso le stanze dei medici.
Ma mentre si incamminava si voltò verso Frigoros:
"Nel mio mantello trovere un bell'esemplare della fauna dei vostri boschi..." disse "... ah, non è un bello spettacolo..."
E prima di uscire fissò Talia, ricordandosi delle sue accuse di poco fa.
Accennò un sorriso beffardo e andò dietro ai paggi.
Belven allora si avvicinò al mantello e ne scoprì il contenuto.
Vi era avvolto un uomo magro ma muscoloso.
Alto e seminudo.
Era abbigliato con un semplice sottanino bianchissimo, stretto in vita da una cordicella, nella quale era adagiato un lungo pugnale.
Il capo era rasato ed una fascia girava intorno alle sue tempie.
Sul petto aveva strani segni, che rappresentavano parole della lingua celtica.
"Bontà divina!" Esclamò Belven. "Chi sarà mai questo?"
Guisgard
15-10-2010, 01.43.32
Belven in quel momento lasciò la sala e corse a raggiungere Llamrei.
"Ma cosa volete fare?" Chiese afferando le redini del suo cavallo. "Non siate sciocca! Avete visto cosa ha catturato quel cavaliere? Forse possiamo finalmente conoscere il volto dei nostri nemici... ed è un volto misterioso e non certo tranquillizzante. Bisogna parlare con la ragazzina che è stata liberata... è scossa, ma credo stia bene. Ora scendete da cavallo e tornate dal principe con me... e vi prometto sul mio onore faremo luce su questa assurda storia..."
elisabeth
15-10-2010, 02.09.34
Ero stordita, dovevo rialzarmi da sola e riprendere fiato....non avrei compreso cio' che mi era capitato e come potevo..la mente si annebbia quando il dolore diventa straziante...........speravo solo di avere il tempo per riflettere.......cadi e ti rialzi e' questo quello che ci insegnano......mi accorsi in quel momento di Guisgard seguito da qualcuno che non conoscevo.....visite a Palazzo nel cuore della notte, bene mi sarei recata nella mia stanza infondo ci avevano dato la serata libera.............
Guisgard
15-10-2010, 02.13.55
Guxio si avvicinò al corpo senza vita del misterioso uomo ucciso da Guisgard.
"Sembra a metà fra un barbaro ed una bestia..." disse "... e poi, quelle strane lettere... è la lingua dei barbari che dominavano queste terre prima che giungessimo noi..."
In quel momento entrò nella sala Dukey.
Vide l'uomo a terra e restò visibilmente scosso.
Fissò per un momento Guxio, il quale non rispose al suo sguardo.
"Venite avanti, messere..." lo invitò il chierico "... guardate cosa ci ha portato quel cavaliere..."
"Quale cavaliere?" Chiese incuriosito Dukey, senza nemmeno guardare l'uomo ucciso nel mantello.
"Un cavaliere di cui non conosciamo nemmeno il nome..." rispose Guxio "... ma ci informeremo... senza dubbio..."
"Cosa pensate di tutto ciò, padre?" Chiese Frigoros al suo consigliere.
"Non lo so, altezza..." rispose Guxio "... ma lo scopriremo... guardie! Presto, conducete qui quel cavaliere!" Ordinò poi.
"Eccellenza..." mormorò la guardia "... ecco, non c'è più..."
"Come sarebbe?"
"Si, appena i medici hanno detto che la ragazzina stava bene, lui è tornato in città..."
"Che razza di villano è!" Tuonò il chierico. "Mandate qualcuno a cercarlo, allora!"
Talia
15-10-2010, 02.31.00
La vista di quel corpo esanime mi sconvolse... provavo disgusto repulsione, eppure non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso... non riuscivo a smettere di guardare quelle iscrizioni tracciate sulla sua pelle, il pugnale appeso al suo fianco...
L'arrivo di Dukey mi distolse da tutto ciò... lo fissai... mi parve di cogliere qualcosa nel suo sguardo e nel suo atteggiamento, qualcosa a cui non riuscii tuttavia a dare un nome! E istintivamente arretrai.
Morrigan
15-10-2010, 02.43.16
In un primo momento l'aveva perso di vista. Il vento aveva portato via il suono dell'ocarina e Morven si era ritrovato solo e senza alcuna traccia di Guisgard. Allora si era fermato, aveva preso fiato e, guardandosi intorno, aveva cercato tra quelle case e quei vicoli stretti, di trovare qualcosa che gli fosse almeno un po' familiare.
Aveva preso a camminare, senza troppo preoccuparsi della sua meta, perchè in verità non sapeva bene cosa stesse cercando. Era perso nei suoi ragionamenti, e nella revisione delle sue azioni, e così non si accorse di essere giunto alle porte della città.
Fissò il bosco che si stendeva di fronte a lui, fitto, oscuro e minaccioso... il bosco, il bosco che racchiude così tanti segreti e misteri!
Ma proprio mentre stava per voltarsi e ritornare indietro, dentro le braccia accoglienti della città semi addormentata, il vento, questa volte sospirando a suo favore, gli portò all'orecchio dei rumori distorti... rumori di urla, di ferro che impatta, di spada, di ferita, di battaglia.
Senza nemmeno pensare ai pericoli che avrebbe potuto incontrare, il giovane si lanciò ad inseguire quei suoni nel vento. Non gli occorsero che pochi metri per trovarsi di fronte ad uno spettacolo davvero inusuale. Si acquattò dietro una robusta corteccia d'albero, e da lì, complice la luce della luna, potè osservare una scena che mai avrebbe immaginato di vedere, in un simile posto e ad una tale ora.
Al centro di una radura stava Guisgard, la spada ancora stretta in mano, che stillava goccie di sangue che si mescolavano alla rugiada dell'erba tenera. Ai suoi piedi il corpo senza vita di uno strano uomo, alto e abbigliato in modo inusuale. Morven vide il cavaliere tendere una mano, e alla luce della luna vide che un'altra piccola mano, prima esistante, poi quasi con slancio, si stringeva a quella palma, offerta quasi come un sostegno. Vide una ragazzina, lacera, tremante, farsi più vicina al cavaliere. Con un lembo strappato del suo abito, si passava il braccio sul viso, come ad asciugare le lacrime. E allora vide Guisgard inginocchiarsi di fronte a lei e tendere una mano in una leggera carezza. Lo sentì pronunciare basse parole, che da quella distanza non riusciva a comprendere, ma che avevano il suono di una dolce litania, e così comprese che egli la stava consolando di qualche affanno.
E una volta ancora Morven abbassò le ciglia, pensoso. Quel gesto, ai suoi occhi, era stato come il bagliore della luce sulla lama di Guisgard che aveva scorto quel giorno nel bosco... siamo stirpe dello spirito, si ripetè... e la memoria che lo spirito ha di sè è imperitura!
Morven non osò interrompere quel momento, nè osò affiancare il cavaliere nel suo ritorno verso Cartignone, chè mai avrebbe voluto, nemmeno per errore, che ricadesse anche su di lui il merito di quell'impresa. Rimase quindi dai due poco discosto, mentre il cavalire conduceva con sè la ragazzina. Li seguì fino a quando non li vide entrare nel palazzo del principe. Quindi si risolse di tornare indietro.
Entrò nella locanda, preda dei controversi pensieri che lo agitavano quella notte.
"Birra, buon oste!", ordinò, appoggiandosi al bancone e attirando l'attenzione dell'uomo.
Questi fu lesto a mettergli un boccale davanti al viso.
Morven prese a sorseggiare la bevanda.
Non si era sbagliato, no! Non si era sbagliato! Quel cavaliere aveva in sè le doti che egli aveva tanto cercato... quel cavaliere poteva narrargli molte imprese, gli avrebbe narrato molte imprese... sì, ne era certo! Era la guida che aveva cercato, la guida perfetta per raggiungere infine il proprio obiettivo... i suoi occhi, la sua vista ed il suo spirito lo avevano visto e compreso, ed egli, a quel punto, lo avrebbe stanato!
Guisgard
15-10-2010, 02.53.16
Guisgard si incamminò verso la locanda.
E quando vi giunse si adagiò sul piccolo muro di cinta che ne racchiudeva lo spiazzo adiacente.
Il cielo pian piano cominciava ad illuminarsi ad Oriente e le ultime stelle della notte, a poco a poco, si spensero tutte.
Guisgard fissava quel cielo, interrogandosi chissà su quali cose.
E come spesso faceva, cominciò a suonare la sua inseparabile ocarina.
elisabeth
15-10-2010, 03.25.07
Sapevo che non avrei potuto ma avevo l'esigenza di togliere il mantello....era troppo ingombrante, ed era stata una lunga giornata........lo piegai e lo misi sul braccio......era ora di andare a riposare........i accorsi di una figura maschile che raggiungeva la locanda.....era Guisgard.......non avevo ancora digerito il suo comportamento eppure rimasi a guardarlo.....mentre si appoggiava al muretto....e non potevo crederci sapeva suonare...l'ocarina.........ascoltando quel suono mi avvicinai.....era talmente strano udire musica quando prima avevo vissuto nella paura.....rimasi in silenzio per un po'........non mi aveva udita...i suoi pensieri erano lontani......" Siete un uomo di mille risorse.....pensavo che foste dedito solo allo scarico di dame nelle stalle...mi accorgo invece..che riuscite a guardare le stelle e a dedicarle melodie......."
Guisgard
15-10-2010, 03.37.52
Nel frattempo, nella chiesa di Cartignone, due fatate figure si attardavano fra quelle grandiose navate.
I piatti della sacra bilancia dell'arcangelo.
Empi si era accorta che pendevano.
Ma perchè?
Forse erano bilanciati male i piatti?
O forse era voluta quella differenza?
E da chi?
Vi era giustizia a Cartignone?
E se si, era quella degli uomini?
Ma quando sarebbe giunta quella Divina?
Ma tutte queste domande sembravano scivolare sul bellissimo volto marmoreo del Primo Angelo delle Schiere Celesti.
O forse siamo solo sordi noi a non sentire le risposte a quelle domande?
In quel momento un chierico dall'altra parte della navata iniziò a recitare una litania che sembrava scandire lo scorrere di un tempo che da eterno ed immutabile era diventato incerto ed angosciante.
Icarion fissò ancora un pò la statua dell'arcangelo.
Poi, quasi spinto da Empi, uscì da quel sacro edificio.
Ma prima di oltrepassare la porta, bagnò le dita nell'Acqua Santa e inumidì l'elsa della sua spada.
"Ora so che lo troverò, quel cavaliere..." sospirò con candore.
Guisgard
15-10-2010, 03.40.27
Guisgard non smise subito di suonare.
Lo fece dopo alcuni istanti.
"Cosa vi fa credere che stia suonando alle stelle?" Chiese ad Elisabeth.
elisabeth
15-10-2010, 03.45.56
" Se un uomo suona e guarda le stelle e' probabile che stia pensando ad altro.......ma se il suo sguardo e' illuminato dalle sorelle della luna..e' probabile che per cortesia gli dedichi qualche nota..............ma forse ..cio' che avviene in voi e' molto piu' semplice e non bisogna fare pensieri contorti per comprenderlo.......avrei fatto meglio a non intromettermi...tra voi e i vostri pensieri..."
Guisgard
15-10-2010, 03.52.37
"I miei pensieri..." ripeté con un sorriso malinconico "... nessuno mi darebbe una moneta, non valgono tanto..."
Abbassò il capo e fissò un momento il fondo della strada, come se si attendesse di vedere qualcosa, una figura, un'immagine, che proveniva da molto lontano, forse dal suo passato.
"Forse dovreste ritirarvi, milady..." disse "... è l'alba ormai e rischiate di non chiudere occhio..."
E riprese a suonare la sua ocarina.
elisabeth
15-10-2010, 03.57.55
" Si forse sono stanca......ed e' vero che per conoscere i vostri pensieri....non bisognerebbe sprecare neanche la cosa piu' inutile che io in questo momento porto addosso..........infondo mi avete regalato un po' di musica e forse meritereste di essere pagato per questo...........Devo ammettere che sapete liquidare una dama con molta maestria, tolgo il disturbo Cavaliere......non accadra' mai piu' che io tenti di interrrompere i vostri miserabili pensieri.....".......
Guisgard
15-10-2010, 04.15.08
Guisgard continuò a suonare la sua ocarina senza rispondere nulla alle parole di Elisabeth.
Come spesso accadeva, lasciava a quella musica narrare dei suoi pensieri, delle sue inquietudini.
Il suono della sua ocarina era spesso diverso.
Ora sembrava tradire malinconia, ora solitudine.
L'alba era ormai sorta.
I poeti e gli innamorati dicono di odiarla.
Forse perchè quando giunge porta via con sé i sogni.
Ma Guisgard aveva sogni?
Forse erano volati via tutti, sulle note della sua ocarina, la sola che sembrava capace di stargli vicino nei suoi momenti di solitudine.
Una solitudine che echeggiava insopportabile ed opprimente per le deserte strade di Cartignone.
Guisgard
15-10-2010, 04.21.14
Intanto, al palazzo reale di Cartignone, gli animi erano ancora in fermento.
Belven allora prese in disparte Cavaliere25.
"Ascoltate, amico mio..." disse "... ho da affidarvi un incarico... recatevi in città e cercate quel cavaliere che ha condotto qui la ragazzina ed il cadavere di quel misterioso uomo del bosco. Dovete convincerlo a seguirvi al palazzo. Deve raccontarci cosa ha visto e cosa è accaduto nel bosco. Andate ora, amico mio. Ho fiducia in voi."
llamrei
15-10-2010, 10.35.55
Belven in quel momento lasciò la sala e corse a raggiungere Llamrei.
"Ma cosa volete fare?" Chiese afferando le redini del suo cavallo. "Non siate sciocca! Avete visto cosa ha catturato quel cavaliere? Forse possiamo finalmente conoscere il volto dei nostri nemici... ed è un volto misterioso e non certo tranquillizzante. Bisogna parlare con la ragazzina che è stata liberata... è scossa, ma credo stia bene. Ora scendete da cavallo e tornate dal principe con me... e vi prometto sul mio onore faremo luce su questa assurda storia..."
"Molla le redini Belven!" Non mi ero resa conto subito del tono imperativo della mia voce. Ero alterata, arrabbiata, irata per quanto stava accadendo e non riuscivo a capire perchè quel cavaliere preferisse starsene a godere del tepore del castello piuttosto che sellare il suo cavallo e venire via con me!
Mi chinai verso il suo viso e gli dissi: "faresti più bella figura comportarti da uomo e combattere il nemico. O ti manca qualcosa? :D Che ne dici? preferisci parlare con la ragazza e confortarla magari regalandole un mazzolin di margheritine...o piuttosto affrontare il nemico faccia a faccia? Mi stai dando un onore immenso quello di startene qui: cosi avrò solo io l'onore di sconfiggere il mostro nemico e portare a corte la sua testa...che sventolerò davanti alla tua faccia!" Gli affibbiai un bacio satirico in fronte e spronai il cavallo.
lady_Empi
15-10-2010, 15.41.49
<Il canto del chierico distrasse Empi dai suoi pensieri. I piatti di quella bilancia la rendevano pensierosa, ma il desiderio di lasciare il tempio la invadeva. Notò il gesto di Icarion mentre varcava la soglia e l’alba nascente invadeva i suoi sensi con i suoi odori e colori>
L’acqua è fonte di vita, essa vive nel cuore della Terra e le dona nutrimento, si libra verso il cielo per poi tornare nuovamente alla Terra in un ciclo vitale continuo. L’acqua è sempre benedetta <parlava con dolcezza ad Icarion ma era come se pensasse a voce alta> non c’è bisogno che un umano la benedica per renderla santa <e mentre parlava udì nel vento la voce della Terra, che le parlava nuovamente ora che si trovava fuori dal tempio. L’antico e il nuovo dovranno ritrovarsi…era questo che la Terra le sussurrava e la voce della Madre pareva alle sue orecchie il suono malinconico di un’ocarina>
Andiamo verso il bosco, Altezza <propose la fata al suo principe e in quel momento un cavallo, montato da Llamerei, le sfrecciò dinnanzi>
Morrigan
15-10-2010, 16.50.23
Morven bevve fino l'ultima goccia del grande boccale di birra e lo posò di fronte a sè.
Dovette ammettere in quell'istante, e con un pizzico di disappunto, che la vista gli si era annebbiata.
Fu allora che il ragazzo fu obbligato a rammentare a se stesso che non era da molto che conosceva la libertà.
Prima, nel luogo da cui era venuto, non gli era concesso nulla, ed egli aveva vissuto per anni alimentando sempre più le mille curiosità adolescenziali... l'avventura, il rischio, il vino, l'amore... non era poi tanto che conosceva la libertà, e a tratti gli sembrava che avrebbe finito per farne indigestione, perchè da quando si era allontanato dal luogo in cui viveva, in quel breve tempo stava sperimentando tutte le sue curiosità una alla volta!
Si alzò in piedi, e per un istante la stanza parve roteare attorno a lui, confondendo in una giostra visi, colori sfuggenti, urla e risate. Morven restò un istante immobile, alla ricerca del suo equilibrio. Era davvero un po' brillo, e gli venne l'istinto di ridere, di piangere e di ridere allo stesso tempo!
Doveva tornare al più presto nel palazzo del principe! Lì si sarebbe gettato sul suo giaciglio e avrebbe dormito quelle poche ore che lo separavano dall'alba, il tempo necessario per non arrivare troppo disfatto all'adunata ordinata dal capitano Belven. Così, con quella decisione a guidare i suoi passi, Morven uscì nel fresco di quella notte che già si accendeva del pizzicorio brulicante dell'aria del mattino.
Quell'alito di fresco gli diede insieme un brivido e una scossa, dopo l'aria chiusa e pesante della locanda, e questo per un istante gli diede sollievo. Si avviò, e mentre stava per attraversare lo spiazzo antistante la locanda, sentì di nuovo quel suono che ormai stava diventando familiare al suo orecchio. Trattenne il suo andare, seguì le note con lo sguardo. Non potevano esserci dubbi. Era lui che suonava ad occhi chiusi, totalmente assorto, appoggiato ad un muretto. Non gli vedeva il viso, ma nell'ombra ne riconosceva perfettamente la sagoma.
Lo fissò per un istante, chè gli ritornarono alla mente la scena del bosco, il gesto delicato rivolto alla ragazzina, e poi insieme tutte quelle contrastanti affermazioni di indifferenza e scherno che quell'uomo andava sbandierando. Come già gli era accaduto in precedenza, provò rabbia nei confronti di Guisgard e del suo irrazionale comportamento.
Decise che avrebbe tirato dritto, che gli sarebbe passato davanti senza nemmeno indirizzargli un saluto... In fondo, pensò, io gli ho già detto tutto il mio pensiero fino a tediarlo... non è a me che tocca discorrere oltre su simili argomenti! Quando si ricrederà sui compiti che competono ad un cavaliere, di certo saprà dove trovarmi!
E così passò davanti al cavaliere fingendo di non vederlo, ostinatamente puntando gli occhi verso il palazzo del principe che si stagliava al di sopra dell'ombra delle case.
lady rainbow
15-10-2010, 16.54.09
Gli ultimi avvenimenti avevano messo grande agitazione nel palazzo e certo l'arrivo di quell'uomo privo di vita contribui non poco a generare altro subbuglio...quell'uomo era la prima persona che vedevo senza vita dopo mio padre...isitntivamente mi strinsi a Talia..."milady troppe morti sospette credete che la morte di quest'uomo sia collegata a quella di Eileen e delle altre?e questa ragazzina?chissà quale inferno ha dovuto sopportare...."mentre esclamavo ciò fu detto che il cavaliere che mi aveva salvato aveva abbandonato il palazzo,senza dire niente di sè e della sua identità....sembrava strano ma quel modo di fare aveva un non so che di misterioso che mi attraeva....mi rivolsi nuovamente alla mia compagna"non credete che stiamo incrociando il misterioso cavaliere del bosco un pò troppo spesso?mi sembra strano che lui si trovi spesso al posto giusto nel momento giusto...."
cavaliere25
15-10-2010, 18.04.16
Usci dal castello e mi incamminai verso la locanda mentre camminavo mi guardavo intorno e scrutavo le persone e cercavo quel cavaliere che Belvan mi chiese di cercare e portarlo con me al castello ma come trovarlo non so nemmeno ilsuo nome pensai dentro di me speriamo di trovare qualche notizia alla locanda.
elisabeth
15-10-2010, 18.09.23
Non ci fu' risposta alle mie parole.........solo silenzio, interrotto dal suono di un ocarina, riusci' a trasmettermi pensieri tristi.....ma piu' di ogni altra cosa, la sua indifferenza, era questo che mi aveva allontanata per un po' di tempo dalle vita di Commenda.......avevo avuto la necessita' di comprendere i segreti della natura......cio' che l'occhio umano non riusciva piu' a vedere, c'era un mondo antico....volevo solo tornare a ricordare.......mi avvicinai a Guisgard e gli accarezzai il volto......" Siete solo Guisgard.......no...vi siete solo smarrito....".........strisi al petto il mantello e feci per andare al castello........non ero sola..Morven con passo incerto stava cercando di tornare al Castello.....era ubriaco, siete stato piu' fubo di me, se mi fossi ubriacata sarei stat molto meglio......mi affiancai a lui e mi avviai ..lungo la strada
Talia
15-10-2010, 19.35.04
Avvertii Rainbow sussultare alla vista dell’uomo morto, così le poggiai una mano sul braccio in un gesto rassicurante.
“Difficile a dirsi, milady...” risposi a voce bassa alle sue domande, pur continuando a tenere lo sguardo puntato su Dukey, dalla parte opposta della sala “Ma mi stupirei se quest’uomo non avesse niente a che fare con il flagello che ci affligge... Peccato sia morto...” soggiunsi, ancora più piano “Sarebbe di certo stato utile interrogarlo!”
Arduo definire il trambusto di sensazioni e di idee che si affastellavano nella mia mente... avevo la sgradevole sensazione che qualcosa mi stesse sfuggendo... una tessera del mosaico alla quale non riuscivo a dare collocazione... volti, impressioni, sentimenti e presentimenti... ma tutto era confuso ancora: avevo bisogno di più dettagli!
L’ultima affermazione di Rainbow mi distrasse da questi pensieri. Spostai lo sguardo su di lei e le sorrisi: “Già, avete ragione... un po’ troppo spesso! Per vostra fortuna, direi... e anche per fortuna di quella povera ragazza, anche lei è stata molto fortunata questa... questa sera...”
Pronunciai le ultime parole d’inerzia, gli occhi mi si allargarono e la voce mi si spense in gola mentre un pensiero mi attraversava la mente... un pensiero folle, probabilmente. Guardai l’uomo disteso a terra per un lungo momento, poi spostai di nuovo lo sguardo su Rainbow e di nuovo le sorrisi: “Avete ragione, milady!” dissi “Avete proprio ragione!”
Arowhena
16-10-2010, 00.42.40
Arowhena si recò al castello seguendo Guisgard.
Come sempre osservò la scena celata dall'ombra.
Vide la ragazzina che si stringeva a lui spaventata e nel trambusto generale, notò che il cavaliere si affrettò per uscire fuori approfittando della confusione.. Avrebbe voluto seguirlo ma la sua attenzione fu attirata dai segni tatuati sulla pelle del cadavere... Li conosceva... i Sigilli, l'Ankh... Ma perché?
Questa volta il suo dono non l'aiutò... restò col dubbio e con la domanda che le tormentava la mente... si allontanò e salì sulle alte mura esterne del palazzo ove avrebbe potuto passeggiare tra i merli, il più vicino possibile alla luce della Luna...
Guisgard
16-10-2010, 17.07.49
Llamrei, dopo aver deriso il comportamento di Belven e spronato il cavallo, uscì rapida dalla grande porta del palazzo.
Per poco non trovolse, per l'impeto della sua galoppata, le due sentinelle a guardia dell'ingresso e svanì in fondo alla grande strada che tagliava in due Cartignone.
"Testarda!" Disse Belven. "Testarda ed incosciente!"
Il cavaliere fu tentato di seguirla, preoccupato com'era che quella donna tanto ostinata potesse mettersi nei guai, ma il suo ruolo imponeva che restase a corte.
Bisognava comprendere chi fosse il misterioso uomo ucciso da Guisgard e cosa avesse visto la fanciulla liberata da quel cavaliere nel bosco.
"Tu e tu..." ordinò poi a due dei suoi cavalieri "... seguitela e accertatevi non le accada nulla."
"Si, milord!" Risposero in coro i due.
"Ma cosa diavolo vuoi dimostrare, Llamrei?" Pensò Belven, mentre osservava i suoi due cavalieri che si lanciavano sulle tracce dell'irrequieta dama di Camelot.
Ed accarezzandosi la fronte ripensò a quel bacio che sapeva di beffa datogli da Llamrei.
Guisgard
16-10-2010, 17.26.55
In quello stesso momento, usciti da poco dalla chiesa di Cartignone, Icarion ed Empi si accorsero della veloce corsa del cavallo di Llamrei.
Empi, nel vederla, aveva proposto al principe di seguire quella donna.
Icarion allora chiamò il suo fedele Febo con un fischio.
Un attimo dopo il fatato destriero giunse dal suo padrone.
Con agilità il giovane ed intrepido principe salì in sella e tese la mano ad Empi.
"Inseguiamo quella donna, amica mia..." disse "... ho idea che madonna Avventura ci stia chiamando!"
E spronò il poderoso Febo.
http://pspmedia.ign.com/psp/image/article/855/855961/crisis-core-final-fantasy-vii-20080229104355300_640w.jpg
Guisgard
16-10-2010, 17.53.50
Nel frattempo, al palazzo reale di Cartignone, tutti erano intenti a cercare di capire chi fosse il misterioso uomo portato a corte da Guisgard e cosa nascondesse.
Ad un tratto nella sala entrò, annunciato dalle guardie, il Cappellano domenicano giunto a Cartignone insieme a Guisgard.
"Milord..." disse salutando Frigoros "... ho viaggiato molto nel nord della Britannia e conosco le parlate gaeliche e forse potrei esservi d'aiuto..."
Guxio lo osservò con sospetto.
"Certo, fate pure!" Rispose il signore di Cartignone.
Il Cappellano allora osservò con attenzione i tatuaggi sul corpo del misterioso uomo.
E dopo alcuni istanti, il Cappellano tradusse le misteriose lettere sul petto del morto:
"La debole pietra scricchiolerà
sotto i colpi della pura verità.
Ciò che è stato costruito su di essa
cadrà, smentendo la falsa promessa.
Il gallo allora sarà da tutti osannato
poichè tradì colui che ha rinnagato."
"E' un significato oscuro..." commentò Guxio "... chissà cosa celano queste parole..."
"Arowhena!" Disse all'improvviso Frigoros. "Lei sicuramente saprà aiutarci a comprendere questo arcano!"
E diede ordine ai suoi di cercare quella donna.
Guisgard
16-10-2010, 17.58.55
Intanto, alla locanda di Cartignone, giunse Cavaliere25, incaricato da Belven di trovare il misterioso cavaliere che aveva catturato l'uomo del bosco e liberato la giovane fanciulla.
"Salute a voi, amico mio.
Chi siete? Iodix sono io!" Si presentò il buffone di Guisgard.
cavaliere25
16-10-2010, 18.05.01
guardai Iodiox e dissi salve a voi messere che ci fate qui? io sto per entrare nella locanda sareste cosi gentile da farmi compagnia? domandai sorridendo poi entrai nella locanda e mi avvicinai al bancone e chiesi al locandiere mi date un boccale di idromele chiesi gentimente poi dissi avrei delle domande da farvi signore sto cercando un uomo per caso voi avete visto nella vostra locanda una faccia che non conoscete ho che non avete visto? aspettai che mi rispondesse mentre mi guardai intorno.
Guisgard
16-10-2010, 18.17.26
Guisgard restò sorpreso da quella carezza di Elisabeth.
Smise di suonare ed osservò quella donna che, stretta nel suo mantello, si avviava verso il palazzo reale.
Poi vide anche Morven che, uscito dalla locanda, era anch'egli diretto alla principesca dimora di Frigoros.
"Non sei abituato a bere, ragazzo." Gli disse tornando a suonare la sua ocarina. "Non dovresti alzare così il gomito."
elisabeth
17-10-2010, 01.02.24
Senza accorgermene ero arrivata a palazzo.............avevo gia' dimenticato la musica di Guisgard......cercando di raggiungere la mia stanza..passai accanto al salone, c'era confusione e anche se ero un Cavaliere un filo di curiosita' femminile mi spinse ad entrare e mi avvicinai al drappello di uomini intenti ad osservare il cadavere di un uomo.......aveva segni particolari sul corpo scritte in gaelico...ma stranamente la sua tunica non portava alcun simbolo...in genere ricamavano degli animali......Ascoltai la traduzione del Domenicano.......lui parlava e io guardavo quella scritta........i celti....erano legati alla Dea Madre......la Terra.....una conoscenza che cozzava con quel frate............mi inginocchiai accanto a quel corpo senza vita........" La vostra traduzione puo' avere piu' di un significato.....un significato Sacro e uno pagano......siete un uomo di chiesa.....ma chi ha impresso i segni su questo corpo.......lo ha fatto con un altro significato........la pietra di cui parlate e' l'animo umano esso e' debole quando vive nel buio dove non c'e' la conoscenza esso e' considerato come la pietra grezza..e sotto i colpi della verita' e quindi della luce esso si illumina e si trasforma in pietra cubica essa e' perfetta.......Il Tempio che sara' costruito su un animo ancora indebolito dal buio crollera' perche' si abbatteranno le sue colonne..........Il gallo e' sacro ed e' associato alla Madre Terra...egli con il suo canto scaccia i fantasmi e i demoni della notte...con il suo canto al sorgere del sole.........."....mi alzai ero vicina al Domenicano.....il bianco del mio mantello si univa al bianco del suo saio......un uomo di chiesa..un cavaliere templare e un corpo pagano..........
Morrigan
17-10-2010, 10.35.08
La voce di Guisgard lo fece trasalire, gli rimbombò nella testa che già gli doleva per quel molesto ronzio che vi aveva preso stanza, e fece fermare i suoi passi.
Vide Elisabeth che si allontanava verso il castello, e quasi ebbe l'impressione che lei gli avesse indirizzato un gesto di gentile invito, come se volesse da lui essere scortata, ed insieme aiutarlo a trovare la giusta via. Morven considerò per un istante quel cenno della dama e si domandò se più saggio non sarebbe stato seguirla. Ma aveva già indugiato troppo. Elisabeth aveva proseguito la sua strada, senza ulteriori indugi, e Guisgard aveva già notato la sua esitazione. Infatti aveva abbassato dalle labbra la sua ocarina e lo fissava con sguardo lievemente divertito, come volesse ancora una volta prendersi gioco di lui.
Ma l'alcol spesso rende gli uomini più arditi, e permette loro di lanciarsi in gesti e discussioni che avrebbero piuttosto evitato, se fossero stati del tutto sobri, e il giovane Morven, alle prese con le sue prime bevute, non sfuggiva di certo a questa universale regola!
Pensò dunque che fosse il momento perfetto per dialogare in maniera schietta e sincera con quel cavaliere, ora che egli gli sembrava un po' meno scostante e sarcastico del solito.
Si diresse quindi verso di lui, e quando gli fu da presso rispose:
"Dite il vero, signore, non sono avvezzo al vino e alla birra forte di queste contrade, e di sicuro devo apparirvi piuttosto male in arnese... ma sono certo che voi, che siete uomo di mondo e amate le donne, i dadi e il vino, saprete indicarmi qualche rimedio per migliorare il mio stato prima di rimettermi al servizio del principe..."
lady_Empi
17-10-2010, 13.00.31
<Empi prese la mano di Icarion e montò sul cavallo, gli occhi fissi sul bosco che li attendeva> Madonna Avventura… <borbottò la fata> è la Terra che ci chiama in quel bosco, Altezza <si affrettò a controbattere, cominciava a divertirla quel giovane principe, con il suo modo singolare di parlare. Serrò forte le ginocchia per tenersi nella folle corsa del destriero.>
<In un attimo il bosco li accolse e li circondò, del cavallo di Llamrei si notava solo la polvere. Dove correva quella dama…si chiese Empi curiosa. Poi, all’improvviso il silenzio la colse. In quel bosco la Terra taceva e con lei tutti i suoi figli. Il Vento sembrava essersi fermato e la Luce latitava> Guardate Altezza <disse, infine, la fata indicando una radura circondata da alte pietre disposte in cerchio ed avvolta da un manto di nebbia fitta> Nemeton, il Grande Bosco Sacro <esclamò la fata lasciandosi avvolgere dalla sacralità che regnava in quel luogo. Con un balzo smontò dal cavallo e fece cenno ad Icarion di seguirla mentre si avvicinava alla radura>
Guisgard
18-10-2010, 01.45.04
Il Cappellano osservò Elisabeth, dopo aver ascoltato con attenzione le sue parole.
"Milady..." disse il chierico "... ciò che dite è giusto e ve ne sono buon testimone, visto che abitai molto tempo nelle terre da secoli dimora del popolo celtico. Ma quest'uomo, credo, abbia ben poco a che fare con le tradizioni di queste terre... non so, ma il suo abbigliamento, quelle scritte tatuate... ho come l'idea che tutto questo miri a qualcosa di molto più grande ed assoluto... anche se il tutto mi sfugge ora..."
E tornò a guardare il corpo senza vita di quel sinistro uomo.
Guisgard
18-10-2010, 01.58.08
"Ma dove vai?" Chiese Icarion, dopo che Empi si era lanciata dal cavallo.
Un attimo dopo il principe la raggiunse.
Si ritrovarono così in un misterioso luogo.
Quelle strane pietre sembravano essere lì da molto tempo.
L'oscurità ed un manto di mistero secolare le avvolgeva nel loro monumentale silenzio.
La giovane fata avvertiva le forze di quel luogo.
Poteva sentire l'eco del tempo e gli antichi rituali che resero sacra da sempre quella radura.
Ad un tratto si udirono dei lamenti provenire dall'oscurità circostante.
"Cosa è stato?" Domandò Icarion, portando, ingenuamente, la mano sull'elsa della sua spada. "Sta tranquilla..." rivolgendosi poi ad Empi e tutto preso dal suo fanciullesco ardore che lo portava a ripetere frasi e pose tipiche dei cavalieri "... restami accanto a non ti accadrà nulla..."
Di nuovo si sentì quel lamento.
Anche Febo sembrava nervoso.
Icarion prese Empi per mano e cominciò ad avanza nel buio della notte.
Ancora quel lamento fu avvertito dai due.
Icarion respirò forte, visibilmente nervoso.
Poi, in uno slancio di coraggio, dettato forse più dalle sue ossessioni cavalleresche che da altro, con la spada taglò un grosso ramo che impediva di vedere oltre nella radura e i due esseri fatati videro un terribile spettacolo.
I due cavalieri inviati da Belven per proteggere Llamrei giacevano morti in un lago di sangue...
Guisgard
18-10-2010, 02.19.16
Belven allora prese la parola.
"Io non mi intendo di lingue ed idiomi celtici... io so solo che quest'uomo ha cercato di aggredire una fanciulla. E come lui ce ne sono altri in giro. E questo credo basti a rendeci tutti poco tranquilli."
"Ritenete dunque" intervenne Guxio "che quest'uomo sia coinvolto con i rapimenti ed i martiri della fanciulle di questa città?"
"Mi sembra abbastanza probabile... anzi, certo." Rispose Belven. "Del resto quest'uomo aveva dei compagni... e sicuramente chi ha martoriato le povere ragazze ritrovate nel bosco non l'ha fatto certo da solo..."
"Parlate come se i nostri nemici fossero numerosi." Disse Guxio.
"Mi sembra chiaro." Rispose Belven. "E poi, non dimentichiamo, che quel cavaliere che ha liberato la ragazza uccidendo quest'uomo, ha parlato di altri due come lui."
"Io solitamente non concedo la mia fiducia al primo venuto." Sentenziò Guxio.
"Nemmeno io, eccellenza." Rispose Belven. "Ecco perchè ho mandato uno dei miei a cercarlo in città. Voglio interrogarlo."
Poi, rivolgendosi ai suoi:
"Ormai il nuovo giorno è giunto. Prepariamoci, voglio ispezionare il bosco con il favore del giorno. Appena Cavaliere25 sarà tornato, partiremo tutti noi di Camelot, cercando di scoprire cosa si nasconde in questa terra."
"Allora vi auguro buona fortuna." Disse Guxio. "Credo ne avrete bisogno..."
"Da voi, eccellenza..." rispose Belven "... preferirei che mi affidaste alla protezione del Cielo e non a quello di madonna Fortuna..."
Guxio fissò Belven senza dire niente.
Guisgard
18-10-2010, 02.26.37
Intanto, davanti alla locanda, Morven si era fermato a parlare con Guisgard.
"Lungi da me" rispose questi "voler fare da maestro a qualcuno... odio troppo le regole e le imposizioni... quindi, mio giovane amico, l'unico consiglio o indicazione che posso darti è quello di vivere come più ti aggrada... così alla fine potrai imputare solo a te stesso la tua fortuna o la tua rovina. Questa è la mia ricetta del buon vivere."
E riprese a suonare la sua ocarina.
Guisgard
18-10-2010, 02.40.02
Nella locanda invece, era giunto Cavaliere25 ed aveva chiesto di nuovi arrivati al locandiere.
"Si, in effetti vi sono volti nuovi a Cartignone ultimamente." Disse questi. "E voi siete tra questi. E se vi interessano tanto in giro ne troverete qualcuno. Vedo infatti dalla mia finestra che due cavalieri, non certo abitanti di queste terre, stanno conversando la fuori."
"Io, mio buon amico, sono un buon buffone
e amo motteggiare in ogni degna occasione!
Offritemi un buon boccale di ciò che bevete
e della mia vivace arte di certo voi riderete!" Recitò Iodix.
Morrigan
18-10-2010, 02.40.59
Morven rimase un istante a fissare Guisgard, perplesso.
L'aria fresca e pungente del mattino che avanzava gli colpiva il viso e iniziava a restituirgli un po' di lucidità, insieme all'istintiva attenzione che avevano risvegliato in lui le parole del cavaliere.
"Vivere come più mi aggrada... in un certo senso, signore, è ciò che sto facendo, e voi non potete nemmeno immaginare quanto..."
Poi si accorse che l'improvvisa disponibilità di Guisgard, o forse il suo momentaneo stato di debolezza, lo stavano spingendo ad una eccessiva confidenza con un uomo che era ancora un estraneo per lui.
Morven esitò. Quel pensiero, complice forse l'ultima scia della sua sbornia, lo fece diventare triste... il pensiero che, pur avendo ottenuto, con le sue passate azioni, la libertà, egli era sempre stato da solo... un cane sciolto che si era fatto cavaliere da sè, seguendo l'istinto e la Fortuna, senza mai avere amici o compagni d'arme al suo fianco con cui condividere le proprie avventure... almeno, mai fino a quel momento!
Risollevò il capo dopo quel pensare, fissò Guisgard.
"Vivere come più mi aggrada... sì, è affascinante!
Ma io credo, sir Guisgard... scusate, è Guisgard il vostro nome, vero? L'ho udito pronunciare in taverna... dicevo, io credo, sir, che qualsiasi forma di passione o di emozione debba infine rispondere ad una ragione!
Senza regole, voi dite? Gli uomini devono darsi delle regole, per non smarrire del tutto la loro natura divina... foss'anche un imperativo interiore, o un imperativo morale, fosse pure distante dal sentire comune, ogni uomo deve possederne uno...
... sir Guisgard è forse così diverso da ogni altro uomo al mondo da non possederne nemmeno uno?"
Guisgard
18-10-2010, 02.58.30
Guisgard smise di suonare e fissò Morven.
Lo fissò con attenzione, quasi a volerne indagare e scoprire ogni aspetto del suo animo.
"Sapete..." disse sorridendo "... voi avete la passione per i paroloni. Parlate sempre di grandi ideali, di immensi valori, di come ogni uomo debba tendere alla perfezione terrena e divina e roba simile..."
Saltò giù dal muretto e fece qualche passo verso il ciglio della strada.
"Ora vi rivelerò qualcosa che vi scioccherà..." continuò con un tono vagamente sarcastico, mentre fissava il bosco che sorgeva poco più avanti "... non tutti diventano cavalieri per la fama o per la gloria... io, mio malgrado, mi sono sempre ritrovato in risse, contese e duelli... talvolta per onore, altre volte per una donna... ed un giorno mi sono detto... l'unica cosa che sai fare, mio caro Guis, è batterti. Bene, allora adopera questa tua discutibile qualità per guadagnarti da vivere."
Rise di gusto ed aggiunse:
"Quindi come vedete, mio sognante cavaliere, non tutti mirano ad essere un Parsifal o un Galahad... ma ci sono anche quelli come me che scelgono come modello il peggiore e più ignobile di tutti i cavalieri, come un Gano di Magonza o un Mordred!"
Morrigan
18-10-2010, 03.15.46
"Passione per i paroloni"?
In un primo istante Morven fu indispettito da quella ironica critica, e fu tentato immediatamente di reagire... ma poi le prole di Guisgard, e soprattutto il tono completamente nuovo che egli aveva adoperato, lo inchiodarono a quel discorso, e Morven non potè fare altro che restare in silenzio, a seguire il cavaliere con lo sguardo, fissandolo con un misto di stupore, curiosità e perplessità.
Gli udì scandire quei nomi, nomi di cavalieri che risuonarono nel suo cuore con un battito speciale, e altri che nomi che lo turbarono, rendendo quel battito irregolare.
Poi vi fu silenzio.
Guisgard guardava il bosco e Morven guardava Guisgard. Il vento passava liberamente tra quei metri che li dividevano, come a volerli ancor più separare... luce... ombra... ordine... caos... in natura, ciò che non si somiglia, allora si completa...
"Mordred?" mormorò infine Morven, quasi ragionasse orami per sè più che per l'altro.
Scosse il capo, come se non riuscisse a risolvere il suo dubbio da solo, e sollevò infine il capo verso Guisgard in modo imperioso, mentre anche la sua voce di faceva più marcata.
"Ma Mordred non accarezzerebbe il volto di una ragazzina spaventata e tremante, e non la consolerebbe con le parole e la dolce calma che voi avete usato... no, non l'avrebbe mai fatto, Mordred... nè Gano! Quindi voltatevi adesso, cavaliere, e ditemi di nuovo che siete Mordred... e fatelo guardandomi negli occhi stavolta, che io vi possa davvero credere, e fino in fondo!"
Guisgard
18-10-2010, 03.26.02
Nel cuore del bosco, nel frattempo, lontano dagli auspici del giorno nascente, il cavallo di Llamrei continuava a galoppare, forse senza meta.
Ad un tratto la donna udì una strana voce.
Sembrava appartenere ad una ragazza.
"Aiutami, mia signora..." diceva.
Proveniva dalle profondità del bosco.
"Aiutami, in nome del Cielo, mia signora..." supplicava "... aiutami, loro presto torneranno, aiutami..."
La voce era sofferente, affaticata e tradiva una cupa disperazione.
Ad un tratto Llamrei capì da quale punto del bosco proveniva.
Era uno stretto passaggio che giungeva in uno spiazzo irregolare e racchiuso da alti alberi che, intrecciando i rami fra loro, rendevano quasi difficile alla luce del giorno illuminare quel punto.
E proprio al centro di quello spiazzo vi era un grosso tronco cavo, quasi pietrificato, risalente probabilmente a tantissimo tempo fa.
Guisgard
18-10-2010, 03.40.22
Guisgard si voltò e di nuovo fissò Morven.
"Dirvi cosa?" Chiese. "Che non sono questo o quel cavaliere? Perchè Mordred tradì la più alta compagnia cavalleresca di sempre? Perchè era un bastardo? Beh, vi rivelerò che molti pensano questo di me! E per quale motivo Gano vendette la sua patria e la sua Fede al nemico? Forse perchè era un rinnegato? Ecco, in Cornovaglia più di uno affianca questa parola al mio nome!"
Chiuse gli occhi e sorrise come era solito fare, quando sembrava porsi da solo contro tutto il mondo.
"Perdete il vostro tempo con me, cavaliere idealista..." aggiunse "... non ho speranza e, detto fra noi, non la cerco nemmeno."
E di nuovo rise, quasi a voler dimostrare una stentata indifferenza verso tutto e tutti.
Morrigan
18-10-2010, 04.17.35
Le parole di Guisgard gli piombarono addosso come una pietra scagliata dal cielo... dolore... dolore... quanto insensato dolore esiste a questo mondo!
Quelle frasi tradivano un passato segnato, un'anima le cui profondità erano forse così complesse che lui non poteva certo avere la pretesa di scandagliare. D'un tratto si sentì giovane, troppo giovane, temendamente giovane ed inesperto... troppo lontano da quella realtà che l'altro gli stava facendo intravedere.
No, forse non era impresa per lui, quella di cimentarsi con un'anima!
Era stato troppo superbo nel giudicare il suo valore... aveva commesso un grave peccato!
Per un attimo ebbe vergogna di rispondere a Guisgard, perchè pensò che qualsiasi risposta, che venisse da una bocca vergine di reali esperienze e piena soltanto di ideali, potesse risuonare solamente stupida e inutile.
Ma poi, ripensando alle ultime parole di Guisgard, un nuovo dolore gli colpì il petto... "non ho speranza"... no, questo mai... si può perdere la fede, si può perdere la carità... ma non si deve mai perdere la speranza!
Allora fu preso da un'idea folle ed insensata... tanto folle ed insensata quanto bizzarra era stata per lui quella notte. Uno spirito lo guidava e lo spingeva, incitandolo... ripetendogli nella mente che non era sbagliato, non era inutile... Morven si abbandonò infine a quel consiglio e a quell'emozione che lo guidava... era sempre stato così, fin dalla sua infanzia... il suo istinto lo guidava, e fino a quel momento, grazie a Dio, lo aveva sempre condotto nella direzione giusta. Chi era dunque, lui, per rifiutarne anche solo un invito?
Fissò Guisgard, cercando di non farsi frenare dalla sua espressione, che di certo si sarebbe fatta ironica e pungente, investendolo con il suo sarcasmo, poi disse:
"E' facile giudicare i peccati di Mordred o il tradimento di Gano... è facile credere di essere Parsifal o Galahad quando si devo giudicare l'operato degli altri...
... ma io non potrei mai diventare Parsifal, e vi giuro signore che lo desidero, se non pensassi che esiste sempre una speranza per tutti... l'ultimo dono degli dei a Pandora, il dono più grande dello spirito umano... chiamatemi sciocco, ingenuo, inesperto... rimproveratemi il mio idealismo e la mia fede nel nulla... ridete di me, e dite pure ciò che più vi aggrada, ma..."
Con un gesto rapido estrasse la spada dal fodero, la impugnò dalla lama e rivolse il codolo verso Guisgard.
"... può Parsifal chiedere a Mordred di combattere al suo fianco?
Luce e ombra si completano, Guisgard... in questo c'è speranza!
Il mondo non è nato dal solo ordine, ciò non sarebbe potuto accadere... è occorsa la sua unione con il caos perchè nascesse la meraviglia!
Stringete questa spada e io sarò il vostro compagno d'armi... stringetela, e cambieremo i libri e le ballate... Parsifal combatterà accanto a Mordred!"
Guisgard
18-10-2010, 04.41.13
La spada di Morven.
Quanti significati, quanto simbolismo c'erano in quel gesto del giovane cavaliere.
Guisgard fissò quella spada.
Ad un tratto allungò la mano.
"Un cavaliere non dovrebbe mai porgere la spada e restare disarmato..." disse "... senza armi saremmo alla mercè dei nemici e per batterli non ci serviranno i paroloni e i grandi ideali. Cercatevi quindi un compagno degno del vostra candido idealismo, amico mio... quanto a me, forse già oggi o domani vorrei partire da questa città... non vi è nulla che mi trattenga ancora qui..."
Risalì allora sul muretto e tirò di nuovo fuori la sua ocarina.
"E poi, vi rivelerò che a me Mordred sta antipatico." Aggiunse, per poi rimettersi a suonare.
Morrigan
18-10-2010, 04.55.38
Morven abbassò le ciglia scure a velare il suo sguardo, e i suoi occhi caddero sulla spada.
Le parole di Guisgard... in un certo senso le aveva temute, ma temendole aveva implicitamente ammesso di aspettarsele... la speranza, la speranza... c'è ancora tanta speranza in questo mondo!
Ritirò la spada, la rimese nel fodero, con cura, con delicatezza quasi eccessiva.
"Non porgo la spada che ai miei simili..." mormorò con tono oscuro "e credevo aveste già notato alla locanda che non resto mai disarmato..."
Quindi sollevò su Guisgard uno sguardo chiaro, schietto, per nulla offuscato da ombre o da tristezza. I suoi occhi brillavano di una strana sicurezza interiore.
"La mia offerta, comunque, è sempre valida... attenderò il giorno in cui sarete voi a chiedermi la spada per questo giuramento"
Chinò il capo in un cenno di saluto, quindi si voltò e fece per prendere la strada verso il palazzo, la strada che aveva abbandonato per raggiungere Guisgard. Fece qualche passò, quindi girò il capo a guardarlo nuovamente, mentre l'altro ormai non lo guardava più e aveva ripreso a suonare.
"Mordred vi sta antipatico..." disse "Francamente ne avevo il sospetto, amico mio, Lancillotto..."
Rise piano di sè, di quella situazione e probabilmente delle bizzarre parole che aveva appena detto... fortuna, si disse, che potrò di questo incolpare la birra!
"E con questo, Parsifal vi augura il buon giorno, o la buona notte!"
Disse questo e si incamminò verso il castello di buona lena, fischiettando piano il motivo che Guisgard aveva suonato quella notte,
Guisgard
18-10-2010, 05.21.06
Guisgard sentì i passi di Morven mentre si allontanava.
Non smise di suonare, ma avvertì una strana sensazione.
Una sensazione già provata tante volte in passato.
La musica della sua ocarina.
Malinconica, inquieta, sognante.
Suonare dove nessuno può darti conforto.
Suonare come chiamare a sè chissà cosa o chissà chi.
Ma chi avrebbe risposto a quella musica?
Forse nessuno.
In fondo solo lui e la sua ocarina comprendevano quel linguaggio.
"Voglio ripartire al più presto..." pensava mentre suonava "... non voglio restare oltre in questo posto..."
Intanto, al palazzo reale di Cartignone, tutto era pronto.
Belven diede ordine che tutti i suoi si radunassero per partire alla volta del bosco, con l'intento di perlustrarlo col favore del giorno.
"Col vostro permesso, milord..." disse Belven a Frigoros "... noi partiremo per cercare indizi e tracce nel bosco. Il giorno ed il nostro numero, insieme al valore ed al coraggio, ci metteranno al sicuro dai pericoli che potrebbero attenderci."
"Si, avete il mio permesso..." rispose il principe "... ma fate attenzione... ormai è chiaro a tutti che nel bosco dimora qualcosa di tanto misterioso quanto terribile..."
"Non temete, milord, torneremo presto." Lo assicurò il cavaliere.
cavaliere25
18-10-2010, 12.32.54
Guardai fuori dalla locanda e vidi due uomini che conversavano tra di loro allora mi girai verso Idiox e dissi certamente vi offrirò da bere messere poi dissi al locandiere un altro boccale di idromele per il mio amico poi misi delle monete sul bancone e usci dalla locanda e mi avvicinai hai due uomini e dissi salve signori come va?
Morrigan
18-10-2010, 12.44.25
Morven si era appena allontanato da Guisgard quando udì dei passi ed una voce a lui nota che rivolgeva loro un saluto.
Si voltò e riconobbe Cavaliere25 che usciva proprio allora dalla locanda e si avvicinava allo spiazzo dove, fino a qualche minuto prima, stava conversando con Guisgard.
Tornò indietro, a quel punto, e si avvicinò al suo compagno di Camelot.
"Salve, cavaliere!" rispose al saluto di Cavaliere25 "Anche voi alla locanda? Si vede che stanotte eravamo tutti troppo scossi per dormire!"
cavaliere25
18-10-2010, 12.56.14
Guardai Morven e dissi salve cavaliere si sono passato dalla locanda perche sto cercando un uomo non si conosce la sua identità mi hanno chiesto di cercarlo.
Morrigan
18-10-2010, 13.19.07
"Un uomo?" rispose Morven "Che genere di uomo? Ditemi, e vediamo se posso esservi d'aiuto in qualche modo..."
cavaliere25
18-10-2010, 13.57.03
Si un cavaliere che non si conosce il nome sembra introvabile a portato un cadavere nel palazzo lo stanno cercando tutti questo cavaliere misterioso ma ancora nessuna traccia dissi guardando Morven
Morrigan
18-10-2010, 14.06.30
"Ah, quel cavaliere!" esclamò Morven con un mezzo sorriso che gli si allargò sul viso, quasi seguisse un suo personale, divertente pensiero.
Quindi guardò Cavaliere 25 e gli indicò Guisgard, che, in fondo allo spiazzo, sul muretto che guardava al bosco, continuando a suonare quel malinconico motivetto.
"Andate a chiedere a quel messere che là in fondo si diletta con la sua ocarina... forse lui saprà darvi le informazioni che cercate"
Disse questo, assestò un'amichevole pacca sulla spalla di Cavaliere25 e continuando a fischiettare riprese quella strada lungo la quale era stato ormai trattenuto troppo a lungo.
cavaliere25
18-10-2010, 14.10.55
Grazie dissi sorridendogli poi mi incamminai verso quel cavaliere che mi fù indicato da Morven e mi avvicinai e dissi salve messere che ci fate qui tutto solo? avrei bisogno di voi sareste cosi gentile dadarmi qualche informazione domandai gentilmente e aspettai una sua risposta.
lady_Empi
18-10-2010, 15.13.12
<Empi osservava il luogo con reverenza, sentiva la sacralità del luogo e le pareva d’udire i canti degli Antichi che compivano i loro rituali tra le pietre. Avanzava sussurrando i passi e chiedendo alla Terra di benedire il suo cammino, quando udì un lamento. Voltò istintivamente il capo verso Icarion e si accorse che questa volta anche lui l’aveva udito> Non lo so <rispose la fata acuendo il suo udito. Notò il gesto di Icarion e non ne fu infastidita, lo apprezzò invece…anche se nulla in quel giovane principe le comunicava sicurezza, almeno le sue parole erano sincere> Cosa fate Altezza? <esclamò all’improvviso notando che Icarion aveva reciso il ramo dell’albero> Sperate solo che lo spirito dell’albero non si ribelli <incalzò severa> questo guardiano è qui da molte lune, come avete potuto? <si avvicinò al tronco e posò la mano sulla ferita dell’albero da cui sgorgava copiosa la linfa. E mentre si voltava verso il principe per continuare il suo rimprovero, il terribile spettacolo si mostrò ai suoi occhi> Per tutte le scintille <esclamò la fata. Strinse la mano di Icarion ed entrambi si avvicinarono ai cadaveri>
Di questo sono capaci gli umani, mio Principe <mormorò intristita> Di tutte le specie animali sono gli unici che uccidono senza motivo legato alla loro sussistenza. <un piedino nudo della fata si bagnò del sangue sparso sul terreno, e in quel momento Empi fu invasa dalla sensazione di terrore che quegli umani avevano vissuto un attimo prima di morire> Qualcosa di spaventoso si aggira per questi boschi, Altezza, dobbiamo essere vigili <e mentre così parlava, il lamento squarciò il silenzio ancora una volta e questa volta Empi riuscì a distinguere le parole…aiutami mia signora.. percepì>
llamrei
18-10-2010, 17.21.48
Nel cuore del bosco, nel frattempo, lontano dagli auspici del giorno nascente, il cavallo di Llamrei continuava a galoppare, forse senza meta.
Ad un tratto la donna udì una strana voce.
Sembrava appartenere ad una ragazza.
"Aiutami, mia signora..." diceva.
Proveniva dalle profondità del bosco.
"Aiutami, in nome del Cielo, mia signora..." supplicava "... aiutami, loro presto torneranno, aiutami..."
La voce era sofferente, affaticata e tradiva una cupa disperazione.
Ad un tratto Llamrei capì da quale punto del bosco proveniva.
Era uno stretto passaggio che giungeva in uno spiazzo irregolare e racchiuso da alti alberi che, intrecciando i rami fra loro, rendevano quasi difficile alla luce del giorno illuminare quel punto.
E proprio al centro di quello spiazzo vi era un grosso tronco cavo, quasi pietrificato, risalente probabilmente a tantissimo tempo fa.
"Che strano questo luogo....ma la voce proveniva da qui....ne sono certa" dissi cercando di avvicinarmi al tronco seppur a fatica, visto l'impervio sentiero che ero costretta a percorrere. E quella voce, quel richiamo si faceva sempre più tangibile....finchè scorsi, all'interno del tronco cavo, una figura.
Mi avvicinai con cautela: uno stiletto in una mano e l'altra libera pronta a prendere la spada.
Ormai ero di fronte alla figura: era una ragazza.
Guisgard
18-10-2010, 20.13.33
Guisgard aprì gli occhi e fissò Cavaliere25, senza però smettere di suonare la sua ocarina.
Continuò così per qualche altro istante, poi, alzandosi dal muretto, chiese:
"Informazioni? Di che genere? Capitate male, amico mio... non sono di questo posto e non conosco nessuno..."
cavaliere25
18-10-2010, 20.15.12
sto cercando un uomo che a portato il cadavere di un uomo a palazzo mi hanno ordinato di cercarlo e di portarlo al castello voi sapete niente messere? domandai guardandolo
Guisgard
18-10-2010, 20.21.35
"Un uomo che ha portato un cadavere al palazzo... " disse Guisgard fissando Cavaliere25. "Aspettate e lasciatemi pensare..."
Sorrise ed aggiunse:
"Ecco, vedete quel cavaliere che è appena andato via?" Indicando Morven. "E' lui credo il cavaliere che cercate, mio buon amico. Anzi, se vi affrattate lo raggiungerete senza problemi!"
Saltò giù dal muretto e concluse:
"Ed ora scusatemi, ma sono atteso da affari urgenti."
Ed andò via.
cavaliere25
18-10-2010, 20.24.51
Guardai il cavaliere e dissi grazie per la voltra preziosa sono in debito con voi messere mi girai e iniziai a correre dietro a Morven e lo chiamai dicendo hei voi fermatevi un attimo dissi guardandolo devo parlare con voi è una cosa importante e urgente.
Guisgard
18-10-2010, 20.38.40
In quello stesso momento, nel bosco, Llamrei si trovava davanti a quel grande albero cavo pietrificato dal tempo e dall'austerità di quel luogo.
La figura che si intravedeva in esso era snella, leggera, a tratti eterea e restava immobile.
Non si udiva più quel richiamo che aveva attirato Llamrei.
Poi, all'improvviso, la figura accennò un gesto quasi impercettibile.
Si voltò e mostrò il suo volto.
Incredibilmente era quello di un uomo, magrissimo, quasi consumato e con la pelle secchissima.
Aveva due grandi occhi neri incavati e di un bianco quasi spettrale.
Un ghigno sorse sul suo volte e mostrò una bocca senza più denti.
E prima che Llamrei potesse davvero rendersi conto di tutto, tre uomini alle sue spalle la immobilizzarono, facendole perdere i sensi...
Camelot e le sue alte torri.
La cavalleria, i suoi amici.
Il verde della campagna, l'azzurro terso del cielo, l'incanto delle storie dei bardi per le strade del suo amato reame.
Questo sognò confusamente Llamrei.
Si svegliò e solo dopo alcuni istanti comprese che era incatenata alla parete di un'umida cella.
Era buio intorno a lei e l'unica cosa che udiva erano dei strani canti in lontananza.
Come un'opprimente litania.
Guisgard
18-10-2010, 20.50.41
Nel frattempo, in un altro uogo del bosco, Icarion ed Empi avevano scoperto i corpi trucidati dei due cavalieri di Belven.
Il giovane principe li fissava stravolto, incapace anche solo di parlare.
L'eroico e romantico volto della cavalleria d'incanto, ai suoi ingenui occhi, era svanito, per cedere il posto all'orrore di quella scena.
Quella barbarie l'aveva traumatizzato.
"Sono..." balbettò "... erano dei... cavalieri... e hanno fatto... questa triste fine..."
Fissò allora Empi con gli occhi lucidi, intrisi di tenere e dolorose lacrime.
"Io... credevo... che un cavaliere fosse invincibile... invece..."
Ed il silenzio del bosco fu rotto dal nitrito di Febo, che si diffuse nell'aria ancora scossa da quell'orrore avvenuto poco prima.
http://files.splinder.com/d18783b294378b15578e075a5436d2df.jpeg
Guisgard
18-10-2010, 21.00.28
Intanto, nel palazzo reale di Cartignone tutto era pronto per la spedizione voluta da Belven.
"Ci siamo tutti?" Chiese al suo luogotenente.
"Mancano 5 dei nostri... Llamrei, Morven, Cavaliere25, Garaden e Milos."
"Garaden e Milos li ho inviati io stesso a seguire proprio Llamrei che era uscita da sola..." disse Belven "... strano che non siano ancora tornati..."
"Cosa facciamo, milord?"
"Usciamo ora. Non sono per niente tranquillo." Rispose Belven, visibilmente preoccupato.
llamrei
18-10-2010, 22.07.29
Un dolore lacinante mi stava attanagliando la nuca...non sentivo più i polsi....e la vista era annebbiata.
quando pian piano realizzai dove ero....capii che non avrei avuto la possibilità di fuggire.
Disperarsi era inutile...urlare lo stesso.
L'unica cosa che potevo fare era quella di pensare alla mia compagna di ventura...pensare intensamente da far giungere la mia richiesta di aiuto a lei.
Allora la invocai..."Elis!!Elis!!! sono in pericolo! Aiutami ti prego!!!"
Già in passato questa nostra alchimia ci aveva aiutate: il profondo legame di amicizia ci aveva salvato in altre circostanze....speravo che l'energia non si fosse esaurita proprio ora...
lady_Empi
18-10-2010, 22.24.57
<lo sguardo liquido della fata si posò sul viso di Icarion e in esso lesse tutta la sua delusione. Ipnotizzata da quelle lacrime che vedeva scivolare sul volto del principe cercava parole di conforto che non conosceva. Anche lei aveva versato quelle lacrime un tempo, anche lei aveva sperimentato il rammarico di scoprire che gli umani, in tutto il loro splendore, avevano un lato oscuro estremamente crudele> C’è qualcosa che gli umani hanno di invincibile, qualcosa che permane anche quando il loro soffio vitale è estinto <parlava lentamente la fata mentre con le mani asciugava le lacrime di Icarion> ma lo scoprirete da solo <sorrise dolcemente, poi prese la sua mano e lentamente si avviò verso Febo>
Andiamo ora, dobbiamo ancora cercare quel vostro cavaliere <lo disse per distrarlo o forse perché in fondo attendeva anch’ella di incontrare l’umano scelto dalla Terra per realizzare il suo disegno> Ho sentito un richiamo d’aiuto provenire da quella parte del bosco <indicò il fitto sottobosco che si stagliava poco distante, buio e cupo, dove le foglie attutivano i raggi solari>
elisabeth
18-10-2010, 22.59.26
Ascoltai le parole del Domenicano, non era la verita' che diceva.......gli uomini tendevano a cercare cio' che si celava sotto i loro occhi........uscii piano piano dalla sala...mentre tutti si stavano preparando per mettersi alla ricerca, qualcosa mi fece uscire dal palazzo.......non riuscivo a comprendere come il mio corpo si muovesse senza che io riuscissi a formulare neanche un pensiero..come un automa andai nelle stalle e presi il mio cavallo.....solo quando fui in sella....mi resi conto che llamrei gridava il mio nome......lo sentivo con le orecchie........il cuore prese a martellarmi in petto...quando mi accorsi che ero entrata nella foresta.........un ordore particolare mi arrivo' alle narici...era la linfa delle piante...era la terra umida.....era tornare a casa......penetrai all' interno della foresta e cominciai a mettermi in ascolto......continuavo a sentirla.........mi avvolse un freddo umido.....l'odore era sempre piu' pungente....e la luce piu' rara, quel luogo era vivo.....pulsava e piccole sorgenti di luce si fermava davanti al mio cavallo, per sfrecciare all'improvviso in varie direzioni..........un battito d'ali sembro' accarezzare il mio viso..........ebbi una forte emozione, fu solo un attimo......mi fermai ......." Perdonatemi creature del bosco....non voglio profanare il suolo sacro...ma un'amica chiede il mio aiuto....io devo trovarla...e anche se il mio cuore non e' puro..abbiate pieta' per un umile cavaliere...e segnate la mia strada "
lady_Empi
18-10-2010, 23.14.11
<Empi si fermo dinnanzi a Febo come scossa da un arcano richiamo. Udì la voce di Elisabeth e l’energia che circondava il suo corpo brillò d’un verde intenso. La Terra, la Madre di ogni creatura pulsava in lei.> Che la forza della Terra guidi i tuoi passi <esclamò con voce nuova e antica allo stesso tempo. Allargò le braccia e dai palmi aperti una sottile brezza si sprigionò creando un vortice di foglie che rimase per un attimo sospeso nell’aria per poi formare una linea a mezz’aria, ordinata e retta, quasi una strada. Empi osservò le foglie disposte dal vento e lo sguardo si perse in un punto preciso della boscaglia, laddove il verde era più fitto. La Terra aveva compiuto la sua scelta>
elisabeth
18-10-2010, 23.34.08
Un soffio di vita penetro' i pori della mia pelle....rivoli di acqua....rigavano il mio viso...l'umidita' del bosco purificava le mie membra.......ogni cosa assunse un senso, le foglie presero la loro forma.....la via mi si paro' davanti...un sentiero.....si perdeva nell'eco del tempo.....una via antica portava al centro del bosco....." Non so chi siete.....ma fate di me un cavaliere prediletto..."...scesi da cavallo....e mi inginocchiai sulla nuda terra ..il mio mantello si allargava ampio aiutato dal vento...la terra presi nel pugno della mia mano......e sfregai le mie mani......non era di terra che le stavo sporcando........ma della vita da cui nasceva la vita......ora avrei preso la strada giusta...risalii a cavallo e lentamente mi avviai per la via tracciata dalle fate
lady_Empi
18-10-2010, 23.42.57
<Empi rimase a guardare Elisabeth e ogni suo gesto, silente e ammirata. Lo sguardo si posò sul suo mantello mentre ella s’inginocchiava sulla nuda Terra… la croce attrasse la sua attenzione> L’antico e il nuovo dovranno ritrovarsi <Empi ripetè, poi consapevole della presenza di Icarion che l’attendeva su Febo, lasciò svanire i suoi pensieri e montò sul destriero>
Guisgard
19-10-2010, 01.24.05
Quella cella era buia, umida e maleodorante.
Si respirava un odore di marcio, di putrido, come se in quel luogo stesse marcendo qualcosa.
Le catene erano strette e massicce e Llamrei sapeva che non sarebbe mai riuscita a forzarle.
Da lontano si udiva sempre quella ossessiva litania, recitata da tante voci sovrapposte.
Un lieve chiarore giungeva dall'alto, dove presumibilmente vi era qualche apertura.
Ad un tratto la litania cessò ed un'irreale silenzio avvolse la cella di Llamrei.
Ed allora la donna cominciò a sentire qualcosa.
Una specie di lamento soffuso, soffocato e solo a stento percepibile.
Llamrei cercò di capire da dove provenisse.
Era vicino.
Poteva quasi avvertire il lieve respiro che accompagnava quel lamento.
La donna comprese allora che era molto vicino.
In quel momento udì dei passi.
Un attimo dopo una luce illuminò il soffitto della cella, dove vi era l'unica apertura.
Tre uomini, simili a quello ucciso da Guisgard e portato alla corte di Frigoros, si affacciarono da quell'apertura.
Uno di loro aveva una torcia.
La cella allora si illuminò per un istante, abbastanza da permettere a Llamrei di voltarsi, attirata di nuovo da quel lamento soffocato e vedere uno spettacolo raccapricciante.
Una giovane, irriconoscibile, era legata a pochi passi da lei.
Aveva il corpo martoriato in ogni parte, senza più pelle in molti punti a rivestirlo, mentre ancora la carne pulsava sanguinante senza più protezione.
Il volto era celato da una fascia di pelle, mentre la bocca era chiusa con spilli e chiodi.
La digraziata giovane cercò di allungare la mano verso Llamrei, ma le catene erano troppo pesanti, mentre dall'apertura sul soffitto si udivano le sadiche risate dei tre uomini con la torcia.
Guisgard
19-10-2010, 01.56.35
Fuori nel bosco, Empi e Icarion avevano visto Elisabeth.
La donna era sul suo cavallo e seguiva quelle sconosciute e primordiali forze che la guidavano.
Ma cosa può essere più antico e primordiale del male assoluto?
Solo il bene.
Ma il bene in quel bosco sembrava essere svanito.
Lamenti, echi, voci sembravano giungere alle orecchie di Elisabeth.
Ma il vento pareva disperderle nell'aria.
Un attimo dopo Elisabeth sembrava essersi persa in quella folta e verdeggiante prigione.
"Quella voce..." disse Icarion ad Empi "... sembra essersi zittita... e quella donna cavaliere" indicando Elisabeth "ha smarrito ogni traccia... che posto è mai questo?" Chiese ad Empi.
Anche Empi non avvertì più nessun richiamo e nessuna voce.
La voce della Terra, antica madre di un mondo lontano, sembrava essere svanita, insieme alla luce ed all'ordine che dovevano reggere quel luogo.