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Visualizza versione completa : Il giudizio di Caino


solomon kane
15-10-2010, 00.59.15
dato che alcuni div oi non conoscono il personaggio da cui prendo il nome e dato che mi diletto a scrivere storielle, ho pensato di scrivere un racconto che coinvolga Solomon Kane e i personaggi del ciclo arturiano.
non sono un grankè come scrittore ma spero di far passaree qualche momento spensierato all'eventuale lettore.fatemi sapere commenti e consigli, sinceri.
la storia presuppone alcune conoscenze del personaggio.
già l'ho presnetato da qualke altra parte lo rifaccio
Solomon Kane è un abile spadaccino puritano inglese del XVI sec.é convinto di avere una missione divina:uccidere qualunque manifestazionde del male, ke siano demoni o solo pirati e briganti.questa specie di furia che lo alimenta a volter lo portano ad essere un assassino senza pietà.
di lui si sanno pokissime cose tra cui:viene dal devonshire e in passato è stato addirittura fatto prigioniero e torturato dalla santa inquisizione.
kane viaggia senza meta tra inghilterra,africa e nuovo mondo cercando di fare la sua personale giustizia.
in africa un misterioso sciamano gli dona un bastone intarsiato a forma di gatto probabilmente creato da una civiltà antikissima (forse atlantide) ke diventerà tema ricorrente delle storie di solomon kane e dei successivi personaggi di howard come conan il barbaro e kull di valusia.
continuate a leggere per la storia di cui ho scritto solo il prologo per ora

solomon kane
15-10-2010, 01.01.59
L’autunno stava facendo le sue prime vittime.
Gli alberi fino a poche settimane prima rigogliosi mostravano le prime chiazze marroni.
Cominciavano a cadere le foglie.
L’uomo vestito di nero giunse nei pressi del lago.
Kane si sedette ai piedi di una grossa quercia posta sulla collina vicina al lago, e da li cominciò ad osservare la lenta discesa del disco rosso simbolo di vita. Sembrava quasi che andasse a spegnersi nelle calme acque lacustri.
Quel momento della giornata chiamato crepuscolo lo portava sempre ed inevitabilmente a riflettere.
Pensò come fosse stupendo il miracolo della natura, che con i suoi spettacoli di luci e di ombre colpiva cosi a fondo l’animo umano.
Cominciò a tornare a ritroso sui passi della sua vita.
Col passare degli anni la feroce rabbia assetata di vite malvagie aveva lasciato il passo a riflessioni amare, riflessioni sulla vera moralità delle sue azioni, sulle vite stroncate dalla lama della sua spada, sulla solitudine che stava diventando pesante da sostenere negli ultimi tempi.
Non era mai riuscito a vedere tutto ciò, accecato com’era dalla sua personale visione del bene e del male. Aveva seguito una missione, un percorso che infine si era rivelato un vicolo cieco.
Kane cominciava a percorrere labirinti mentali in cui scorrevano scene da vite non vissute. Una casa, una famiglia, niente più oscenità o mostruosità del mondo.
Questo pensò il puritano.
Ripose accanto a se tutto ciò che possedeva: una spada, due pistole e il misterioso bastone intarsiato a forma di testa di gatto donatogli anni prima da un uomo altrettanto misterioso, conosciuto nel continente nero.
Una folata di vento gelido gli scarmigliò i lunghi capelli corvini.
Gli sembrò di cogliere un gemito di donna lontano.
Kane aguzzò l’udito ma non sentì nulla. Si guardò intorno. Era circondato dal nulla per miglia.
- Scherzi della mente - si disse.
- Solomon…-
Stavolta era sicuro. L’aveva sentita. E conosceva il suo nome. Pazzia o meno una donna aveva invocato il suo nome.
Si rizzò in piedi prese con se la spada.
Ormai la notte stava visibilmente arrivando.
Ispezionò la zona immediatamente circostante. Nulla.
Si ritrovò sulla sponda del lago.
- Solomon …-
Non poteva essere. La voce proveniva dal…lago?
Guardò le acque immobili.
Si avvicinò fino al punto di bagnarsi i piedi.
Ad un certo punto sentì l’acqua muoversi.
C’era qualcosa che si muoveva.
Si chinò.
Fu un attimo.
La cosa lo afferrò e lo trascinò sotto.
Tentò di dimenarsi ma la cosa lo trascinava sempre più giù.
Nel buio del fondale coperto dalle tenebre notturne ormai sopraggiunte, gli sembrò di vedere una forma femminile.
Poi tutto divenne buio e perse conoscenza.

llamrei
15-10-2010, 12.35.53
Già il prologo è avvincente. Scommetto che lo sarà di più il racconto vero e proprio;)

solomon kane
15-10-2010, 13.59.46
grazie llamrei.è solo una storiella che spero vi piaciia.sto cercando di seguire il più possibile lo stile di scrittura di howard

Sibilla
15-10-2010, 14.19.28
Complimenti messere...:smile_clap: un inizio molto interessante... resto in trepida attesa del seguito... :18015:

lady rainbow
15-10-2010, 17.02.51
I miei più vivi complimenti....spero postiate il seguito al più presto:smile_clap:

solomon kane
15-10-2010, 20.23.47
ecco il primo capitolo.non so dove mi porterà questa storia.sta uscendo passo passo.spero di non bloccarmi prima della fine

solomon kane
15-10-2010, 20.25.47
Le primi luci dell’alba colsero gli uomini nella foresta.
Erano un gruppetto poco numeroso.
Avevano lasciato il villaggio a notte ancora inoltrata per andare a caccia.
Ora si muovevano circondati da una sottile nebbiolina umida.
Finalmente avvistarono qualcosa. Un grosso cervo a un centinaio di passi.
Il capo fece segno con la mano di arrestarsi.
Diede disposizione di separarsi in due gruppi e accerchiare l’animale in modo da non lasciare vie di fuga.
La manovra riuscì e il cervo avvistato uno dei due gruppi tentò di scappare nella direzione opposta dove incontrò il secondo manipolo di uomini e la sua inesorabile fine.
Intanto nel villaggio la vita cominciò a riprendere dove la notte l’aveva interrotta.
I bambini iniziarono a correre giocosamente tra le capanne fingendo di essere guerrieri e principesse, alcune donne andarono al ruscello a prendere dell’acqua. Cosi cominciò un altro giorno.

Gli uomini fecero ritorno al villaggio verso metà mattinata portando il cervo ed altre prede di piccole dimensioni.
Furono accolti festosamente.
- Blez-
L’uomo che aveva guidato il gruppo alla caccia si voltò. Vide la sua giovane moglie che lo attendeva sulla soglia della loro casa.
La vide e pensò che era bellissima.
-moglie mia- le disse avvicinandosi e la baciò.
-credo che avresti bisogno di un bagno- rispose baciandogli la lunga barba corvina.
-vado subito Kyla- rispose lui ridendo.
Erano sposati da poco più di due mesi e da poco avevano scoperto che in poco tempo avrebbero avuto un’altra bocca da sfamare in famiglia.
Non si piacquero fin dall’inizio della loro conoscenza.
A dir la verità Blez non piaceva a nessun abitante del villaggio quando vi giunse l’inverno prima.
Lo avevano trovato nei pressi del piccolo lago due miglia a sud. Era incosciente per il freddo e i morsi della fame. Se non lo avessero trovato sarebbe morto di li a poco.
Lo chiamarono Blez, che significava lupo.
Il motivo era una vaga somiglianza somatica del viso con quell’animale. Lo stesso portamento elegante e feroce allo stesso tempo.
Dopo un periodo di iniziale diffidenza e chiusura in se stesso, dovuto anche al fatto che non parlasse la lingua del luogo, Blez cominciò ad integrarsi nel villaggio, cominciando a lavorare e a socializzare.
Kyla come tutti gli abitanti ebbe paura di lui all’inizio. Era circondato da un’aura oscura fatta di morte e cattivi presagi. Pian piano l’aura scomparve e fecero amicizia. Il passo successivo fu l’innamoramento. Si erano sposati secondo gli antichi riti dei loro avi. I celti di Britannia.
Blez oltre alla lingua aveva appreso le loro tradizioni e ormai sembrava nato li. A nessuno importava chi era prima o cosa facesse ne tantomeno sembrava importargliene a lui.
Ora aveva una famiglia li, amici, una casa.
La sera mangiarono la preda della fruttuosa caccia festeggiando e bevendo ottimo vino.
Ignari di ciò che sarebbe accaduto il giorno dopo.
All’alba arrivarono i soldati, armati fino ai denti. Loro erano solo dei semplici contadini e cacciatori.
La colonna non fu avvistata. Erano tutti addormentati dopo i bagordi della sera precedente.
-In nome del Re uscite dalle vostre case- urlò quello che sembrava comandare la truppa.
Tutti si svegliarono e cominciarono a uscire timidamente fuori dalle proprie abitazioni.
Blez si alzò. Guardò all’esterno. Fece segno a Kyla di rimanere li. Non gli piaceva quella scena.
Un tempo si sarebbe scagliato contro i soldati senza pensare a nulla. Ora aveva una famiglia, non poteva rischiare di metterli in pericolo.
Uscì fuori.
All’improvviso si scatenò l’inferno. I soldati sguainarono le spade e cominciarono a percuotere gli uomini e a massacrare qualunque donna, vecchio o bambino gli si trovasse a portata. Alcuni provarono a scappare ma furono subito riacciuffati.
Un soldato si avvicinò a Blez provando a colpirlo con l’elsa della spada. Lui schivò di lato e con il piede gli diede un colpo sul lato del ginocchio facendogli esplodere la rotula.
-Kyla- urlò – vai via di qui. Scappa.-
Kyla non lo ascoltò e provò a raggiungerlo.
Blez vide i soldati che stavano per avventarsi su di lei. Raccolse la spada del soldato che aveva azzoppato e gli si parò davanti.
-Vai via- la esortò.
- No! Non ti lascio qui.
-Scappa. Fidati di me. Scappa lontano. Ti troverò-
La donna con il volto solcato dalle lacrime uscì di corsa mentre Blez combatteva con due soldati. Corse e raggiunse la boscaglia adiacente al villaggio e poi scomparve nella vegetazione.
Blez non ce la faceva più. I soldati erano diventati tre. Dimostrava un’incredibile abiltià con la spada ma appena vide che Kyla era scappata crollò. I soldati si avventarono su di lui con violenza e dopo averlo preso a calci e pugni lo legarono insieme agli altri uomini ridotti anche loro ala prigionia.
Intorno a loro solo cadaveri di innocenti.
Il capo dei soldati si avvicinò a loro.
La voce di qualcuno chiese -Che volete da noi?
Il comandante li guardò.
-Cerchiamo un uomo. Un uomo speciale.
Blez provò a parlare. Soppresse un conato di vomito e disse – Bastardi! Che vi aveva fatto questa gente? Che motivo avevate di fare questo massacro?
Il capo lo guardò dritto negli occhi e gli assestò un colpo dritto sul naso facendogli perdere i sensi.
Blez sognò. Sognò tutto ciò che gli era accaduto da quando era arrivato in quella terra e in quel tempo che non erano i suoi, ma lo erano diventati.

Sibilla
15-10-2010, 22.07.11
Messere devo dire che la storia si fa sempre più interessante... l'ho letta tutta d'un fiato... :18015:

solomon kane
16-10-2010, 16.09.24
Un anno prima.

La luce solare lo colpì sul viso e lo svegliò.
Aprì gli occhi ma la vista era annebbiata.
Dopo qualche attimo riprese completamente controllo della mente e del corpo e il mondo divenne più chiaro.
Era morto nel lago? Dov’era ora?
Si guardò intorno.
Era disteso su una branda di paglia. Era una capanna di legno.
Istintivamente cercò la fedele spada sul fianco.
Non c’era. Era completamente nudo sotto una coperta di stoffa.
Passato l’iniziale senso di smarrimento ritrovò la fredda determinazione di sempre.
Si alzò.
Il fisico asciutto coperto di cicatrici mostrava quanto quell’uomo potesse essere letale.
Cercò i suoi vestiti senza successo.
Si coprì con il lenzuolo e decise di uscire dalla porta che lasciava trapelare i raggi solari.
Il sole doveva essere sorto da poco. Rabbrividì per il freddo.
Si trovava in una specie di piccolissimo villaggio.
C’erano alcune capanne simili a quella dove aveva soggiornato, alcuni recinti per cavalli e animali di altro tipo e al centro c’era un’enorme brace ormai quasi spenta del tutto. Delle donne si stagliavano in lontananza. Portavano delle otri con loro.
Una voce attirò la sua attenzione.
Era un vecchio vestito in modo singolare.
Parlava una lingua sconosciuta alle sue orecchie.
Il vecchio capì che il puritano non lo comprendeva. Cominciò a parlare latino.
Kane finalmente capì. Conosceva bene quella lingua antica. Si chiese come mai quel vecchio la parlasse cosi bene.
- Straniero ti sei ripreso finalmente. Hai dormito due giorni e due notti.
- Dove mi trovo vecchio?- tuonò Kane ancora un po’ intontito.
- Questo vilaggio non ha nome. È talmente piccolo che non ne ha bisogno. Io mi chiamo Yann. E tu?
Il puritano lo ignorò – Come mai conoci il latino cosi bene?
- L’ho appreso dalle genti romane che vivevano qui fino a pochi anni fa. Essendo il più vecchio qui sono anche l’unico che se ne ricordi. Qualche miglia più a nord c’è il grande muro romano che ci separa dalla Caledonia se ti interessa.
Kane cominciò a riflettere – Grande muro? Caledonia? Vorresti farmi credere che siamo nella Britannia post-romanica?
Yann lo guardò perplesso.
- Questo gioco non mi piace vecchio.- Kane lo fulminò con gli occhi.
- Straniero non capisco di cosa parli. Ti ho detto tutto ciò che c’era da dire.- si affrettò a ribadire Yann.
- Non so cosa sta succedendo qui ma qualcuno la pagherà.- gli occhi di Kane assunsero la loro caratteristica sinistra lucentezza.

Yann aveva spiegato a Kane che il villaggio era governato da un consiglio degli anziani di cui egli faceva parte.
Il suo arrivo aveva destato molta curiosità.
I bambini continuavano a pedinarlo. Lui faceva finta di niente.
Di tanto in tanto si voltava all’indietro e loro si nascondevano. La sua figura li spaventava.
Spaventava non solo loro. Tutti avevano subito il fascino oscuro di quell’uomo cosi strano. Solo Yann sembrava essergli amichevole.
Nei giorni seguenti cercò informazioni. Fece dei sopralluoghi nei dintorni. Arrivò persino al lago dove lo avevano trovato. Kane notò una certa familiarità nel luogo. Tutti gli sforzi furono vani.
Non disse a nessuno chi era davvero e da dove arrivava. Semplicemente disse di non ricordarsi niente. Neanche il suo nome. E cosi Yann gli scelse un nome – Straniero in qualche maniera ti dobbiamo chiamare. Io un nome ce lo avrei. Che ne dici di Blez?.
- Che nome ridicolo- rispose Kane.
Yann sorrise – Sarà anche ridicolo, come dici tu, ma chi lo porta non lo è. Significa lupus. E tu mi ricordi tanto quella splendida creatura.
Da allora tutti lo conobbero come Blez.
Poco a poco gli abitanti cominciarono ad abituarsi alla sua presenza.
Il puritano cominciava a vestire come loro e ad imparare la loro madre lingua.
Un giorno vagava come al solito nel villaggio. Yann gli dava vitto e alloggio ma prima o poi avrebbe dovuto cominciare a pensare lui al suo sostentamento.
Mentre era sovrappensiero si scontrò con qualcuno.
- Stai più attento – disse una voce femminile.
Kane la guardò, era bellissima, mora con gli occhi chiari come il primo sole della giornata, e per un istante tutti i suoi pensieri svanirono. Sentì una sensazione mai provata alla bocca dello stomaco.
Tutta quella situazione surreale, i quesiti che si poneva, tutto aveva perso importanza.
La giovane donna si accorse di chi aveva urtato e fece una smorfia di paura.
- Scusa non volevo offenderti…perdona la mia stupidità.
Fece per voltarsi ma Kane la afferò per un braccio e sentì la pelle formicolare a causa di quel contatto.
- No ti prego…aspetta. Non aver paura di me..Come ti chiami?
La ragazza lo guardò intimidità e rispose - Kyla
E in quel momento lo spadaccino oscuro e implacabile conosciuto come Solomon Kane lasciò il posto al mite Blez. Anche se lui ancora non ne era cosciente.

Sibilla
16-10-2010, 17.57.44
Grazie messere ho letto tutto d'un fiato... ma basta il singolo sguardo di una dama ad intenerire un cuore? :neutral_think:

solomon kane
16-10-2010, 19.01.05
Grazie messere ho letto tutto d'un fiato... ma basta il singolo sguardo di una dama ad intenerire un cuore? :neutral_think:
io penso che tutto gira intorno a un sentimento che noi chiamiamo amore ma che è un qualcosa che non comprendiamo fino in fondo.
può essere l'amore per dio o per una donna o per un uomo.
in questo caso il protagonista prova un qualcosa per lui sconosciutoi (infatti in tutto il ciclo howardiano non si innamora mai o non pensa a donne in quel senso).lui è sempre stato un duro, dedito solo una missione divina che probabilmente esiste solo nella sua testa.ma a un certo punto la sua coscienza è piena di dubbi e l'incontro con quella donna è il sassolino che fa pendere la bilancia della sua anima.trova qualcuno,un luogo dove avverte per la prima volta nella sua vita un senso di accoglienza dove forse può interrompere il suo vagabondare senza meta.
basta ho detto troppo.il resto nei prossimi capitoli.
a proposito di questo avevo specificato che probabilmente questo racconto si comprende appieno gia conoscendo il personaggio e la sua complessa psicologia.è diciamo unos timolo in più che voglio dare a chi legge a inoltrari nel mondo di quest'uomo che mi ha particolarmente colpito

Talia
17-10-2010, 03.26.34
splendida storia, messere... certo, il fascino intrinseco del personaggio noto come Solomon Kane è innegabile, ma non solo: voi narrate le sue vicende con assoluta maestria! I miei omaggi! :smile_lol:

Sibilla
17-10-2010, 18.46.02
io penso che tutto gira intorno a un sentimento che noi chiamiamo amore ma che è un qualcosa che non comprendiamo fino in fondo.
può essere l'amore per dio o per una donna o per un uomo.
in questo caso il protagonista prova un qualcosa per lui sconosciutoi (infatti in tutto il ciclo howardiano non si innamora mai o non pensa a donne in quel senso).lui è sempre stato un duro, dedito solo una missione divina che probabilmente esiste solo nella sua testa.ma a un certo punto la sua coscienza è piena di dubbi e l'incontro con quella donna è il sassolino che fa pendere la bilancia della sua anima.trova qualcuno,un luogo dove avverte per la prima volta nella sua vita un senso di accoglienza dove forse può interrompere il suo vagabondare senza meta.
basta ho detto troppo.il resto nei prossimi capitoli.
a proposito di questo avevo specificato che probabilmente questo racconto si comprende appieno gia conoscendo il personaggio e la sua complessa psicologia.è diciamo unos timolo in più che voglio dare a chi legge a inoltrari nel mondo di quest'uomo che mi ha particolarmente colpito

Chissà forse ha visto quel briciolo di divino che è negli uomini... nelle donne in questo caso... devo rifletterci... grazie messere...:18015:

solomon kane
18-10-2010, 02.07.46
splendida storia, messere... certo, il fascino intrinseco del personaggio noto come Solomon Kane è innegabile, ma non solo: voi narrate le sue vicende con assoluta maestria! I miei omaggi! :smile_lol:
grazie milady troppa bontà per un semplice cantastorie

solomon kane
18-10-2010, 02.08.55
Chissà forse ha visto quel briciolo di divino che è negli uomini... nelle donne in questo caso... devo rifletterci... grazie messere...:18015:
non ringraziate me ma piuttosto Robert E. Howard.d'altronde lui ha creato Solomon Kane.io uso solo una sua creazione

Hastatus77
18-10-2010, 14.51.19
Non te la cavi poi tanto male come scrittore... buona continuazione.

solomon kane
18-10-2010, 20.23.30
ecco il terzo capitolo ma si rendono necessari dei chiarimenti.
la scolta che prende la storia forse non pizcerà a tutti. sostanzialmente ho preso spunto sia dall'universo stesso di howard sia di h.p. lovecraft. forse chi ha letto questi due autori comprenderà meglio la storia. comunque è godibile lo stesso.
questo è un capitolo difficille per me e per qualsiasi scrittore perchè qui si inizia a spiegare gli eventi e si entra nel vivo.
spero vi piaccia

solomon kane
18-10-2010, 20.25.28
Blez finalmente si riprese.
Era su un carro legato assieme agli altri. Aveva ancora negli occhi quelle immagini di barbarie.
Sentì che Yann era accanto a lui.
- Yann che succede? Dove ci stanno portando?
- Non so cosa succede Blez. Ma questi soldati portano il vessillo del drago. Appartengono a Camelot.
- Camelot?- Blez trasalì.
- È un piccolo territorio che si trova ai confini con la Cambria. È governato da un re celta. Artù della stirpe dei Pendragon. Gli uccisori di draghi. Non capisco perché si sono comprtati come delle bestie. Il loro re ha sempre professato valori di bontà, di uguaglianza. Non ci hanno mai dato fastidio.
Blez era sovrappensiero. Il leggendario regno di Camelot.
Fin da bambino conosceva quelle leggende. Quando fu catapultato in quell’era scoprì che a volte i miti esistono davvero.
Lo aveva appreso dalla donna del lago. L’essere che lo aveva trascinato li.
Fu una notte. Poche settimane dopo il primo incontro con Kyla.
Era inquieto, non riusciva a dormire.
Sentiva Yann russare rumorosamente.
Si alzò ed andò fuori. Qualcosa lo teneva sveglio ma non capiva cosa.
Ad un certo punto una forza irresistibile cominciò ad attrarlo a se.
Non sapeva come ne perché. Sapeva solo dove.
Prese un cavallo dalla stalla e cominciò a cavalcare sotto il chiarore della luna finchè non giunse al lago dove tutto era cominciato.
Sapeva che qualcosa lo aveva attirato li. Sentiva l’epicentro della forza misteriosa.
- Mostrati! – esortò, ma nulla si fece avanti.
- In nome di Dio vieni fuori qualunque cosa tu sia.
Sentì le acque smuoversi.
Ed ecco che sotto i raggi della falce che tagliava la notte vide una splendida ragazza sorgere dalle acque del lago.
Era pallidissima. Aveva dei capelli biondi lunghi fino all’incavo delle ginocchia.
Portava solo una veste bianca resa trasparente dall’acqua.
- Parli di Dio Kane. Hai servito un dio per tutta la vita. Hai spezzato delle vite in suo nome. Inutilmente forse. Ora è arrivato il momento di combattere per qualcosa di reale. È giunta l’ora per te di renderti utile Solomon Kane.
- Donna non so chi tu sia ma farei attenzione a parlare cosi.
La donna uscì dal lago. Era scalza.
- Attenzione? Ahaha – la donna rise fragorosamente – non capisci. Se non mi ascolti probabilmente non ci sarà più niente cui fare attenzione. Vieni. Passeggia con me.
- Molte volte ti sei trovato di fronte nemici di cui non sapevi spiegarti l’esistenza. Non è cosi? Civiltà antichissime e creature che non dovrebbero esistere.
- come conosci tutte queste cose su di me? Come conosci il mio nome?.
- Io so molte cose di te Kane. E so molte cose su quei popoli antichi e su quelle creature.
- Ma tu chi sei?- domandò Kane.
- Puoi chiamarmi signora del lago se tanto ti aggrada darmi un nome. So tutte queste cose perché io faccio parte di quel mondo ormai dimenticato.
Lo spadaccino si fermò. La guardò.
- Spiegati meglio.
- Molte ere fa la terra era dominata da una civiltà avanzatissima. Una civiltà dominata da valori positivi e dall’amore per la scienza. Voi uomini dei vostri tempi avete intuito la sua esistenza ma non siete mai riusciti a farla uscire dal mito. L’avete chiamata Atlantide.
Kane ricordò le numerose avventure che lo avevano portato a confrontarsi con in resti malati di quella che forse una volta era Atlantide. Culti violenti e crudeli di cui era stato testimone e artefice della loro disfatta.
La donna riprese la parola – Vedi Solomon io sono una delle discendenti di quel popolo. Dopo la sua distruzione alcuni abitanti di Atlantide decisero di vivere in clandestinità occultando la propria scienza e tramandandola di figlio in figlio. Io sono l’ultima figlia di Atlantide in questa linea temporale.
Kane la guardò perplesso – Linea temporale?
- Tutto a tempo debito. Ora fammi proseguire. Atlantide non finì per cause intrinseche. Ci fu un pericolo esterno che la minacciò. Entrò in guerra con una sconosciuta civiltà che adorava Dei venuti dai meandri più remoti dell’universo. Dei malvagi il cui unico scopo è la distruzione. Lo chiamano il culto di Shub-Niggurath. I suoi servitori hanno soggiogato le menti di popoli interi.
Kane ascoltava. La sua mente gli diceva che tutto ciò era assurdo ma qualcosa lo spingeva a credere alle parole della donna.
- Vedi Solomon tutti i nostri sforzi in questi millenni sono serviti a contrastare l’ascesa di questi esseri. Alcuni di loro come Dagon o Chtulhu sono stati sconfitti grazie ai discendenti di Atlantide.
Ma per fare ciò ci siamo dovuti necessariamente servire di uomini come te. La casualità fa si che di tanto in tanto possa nascere una campione della razza umana. Il primo fu un atlantideo che sfuggì alla disfatta. Kull era il suo nome. Possono trascorrere millenni prima che ne nasca uno. Tu sei uno di quelli Solomon.
Il puritano cominciava sudare freddo. Tutto ciò in cui aveva creduto sembrava cadere come un castello di carte. Dei venuti da lontano, civiltà millenarie che vivevano nell’ombra. Era tutto vero. Aveva visto tutto con i suoi occhi e ora sapeva la verità. Aveva combattuto con quelle creature. In Africa. Le aveva scambiate per le mitologiche arpie.
- Ma…- provò a intervenire.
- Aspetta Solomon. Questi campioni grazie al nostro aiuto e alle nostre conoscenze sono riusciti a tenere a bada fino ad ora questi esseri. In questa epoca avevamo un campione. Il suo nome era Uther Pendragon. L’uccisore di draghi. Il nome gli era derivato per aver ucciso uno di quegli esseri mostruosi. Uther morì lasciando un erede. Il suo nome è Arthù. Uther lo educò secondo i valori che lui aveva sempre seguito e lo addestrò a proseguire il suo lavoro. La guerra contro Shub-Niggurath. Ed egli avrebbe dovuto fare lo stesso con suo figlio, fino all’arrivo del prossimo campione. Gli affiancò un consigliere, un nostro accolito di nome Merlin e gli diede la sua spada forgiata ere fa nella stessa Atlantide.
- Spada? Vorresti dire che Excalibur è stata forgiata da voi?
- Si Solomon. È uno dei tanti oggetti sparsi nel mondo costruiti da noi per assolvere questa missione. Anche tu ne avevi uno. Il bastone a forma di testa di gatto.
Kane non aveva pensato più al bastone da quando era li. Ora gli era tutto più chiaro. Capiva da dove venivano le strane qualità del bastone.
-Anche N’Longa, colui che ti ha dato il bastone, è un discendente di Atlantide e ha riconosciuto in te un campione.
Kane ripensò al piccolo sciamano africano. Tutti i tasselli si incastravano perfettamente.
- Purtroppo Arthù è stato soggiogato. Il culto ora è più vivo che mai. La sacerdotessa Morgana ha avuto la meglio grazie ad una sua accolita. Guinevre. Ella ha sedotto il re e poi il suo migliore amico Lancelot distruggendolo nella mente e distraendolo dalla propria missione. Quanto può essere fatale l’amore Solomon?
Kane pensò a Kyla.
- Ora Arthù è morto per mano di Lancelot che governa al suo posto affiancato da Guinevre. Ma egli è solo un fantoccio. Il vero comando lo ha Morgana che ora può agire liberamente. Per questo ti ho portato qui.
- Questo vuol dire che mi hai portato indietro nel tempo?
- Si e no. Vedi non devi pensare al tempo come una linea lunga e in cui non ci si può muovere e non in avanti. Piuttosto ogni attimo costituisce un’entità a se disposto parallelamente agli altri. Grazie alla scienza della mia gente io posso muovermi tra queste entità. Non è facile ed è molto rischioso. Ma questo è un caso estremo. Tu puoi essere colui che sconfiggerà questi esseri. Il giudice di una disputa millenaria. Non trovi divertente che il tuo nome esprima tutto ciò secondo la tua religione? Giudizio e assassinio. Salomone e Caino. Aiutaci Solomon cala la tua lama su quegli esseri, fai pendere la bilancia dalla nostra parte e salva tutti noi. Ti prometto che alla fine di questo ti riporterò indietro, nel tuo tempo.
Kane vagliò con la mente tutto ciò che aveva ascoltato. Fece la sua scelta.
- No!
La donna lo guardò stupita.
- Perché mi hai lasciato agli abitanti di questi luoghi?
- Te l’ho detto Solomon. Portarti qui non è stato facile. Dopo ogni viaggio ho bisogno di un periodo di ripresa. Ma sei stato curato bene. Per questo ho scelto il lago. Sapevo che saresti stato trovato da loro.
- Hai fatto male i tuoi conti donna. Io non intendo più immischiarmi in tali faccende. Ne intedo fare ritorno alla mia era. Ho finalmente trovato la fine del mio lungo viaggio.
- Non capisci Solomon che se ignori ciò che ti ho detto sarà la fine per tutto? Anche per il villaggio e per Kyla?
Kane si voltò di scatto – se arriverà qualcosa, qualunque cosa, la rispedirò da dove viene. Ora tutto ciò non mi riguarda.
- E va bene Solomon. Ma so che tornerai da me. Vedrai che non potrai ignorare ciò che sta succedendo.
La signora del lago tornò nel lago e prima di scomparire tra le acque calme disse – Ricorda le mie parole. Non puoi far finta di niente. Tornerai. Io so aspettare.
Ora Kane comprese il senso di quelle parole. Pensò a Kyla e al figlio che aspettavano. Chissà dov’erano. Pensò agli abitanti del villaggio. Se non fosse stato cosi cieco da ignorare tutto forse ora sarebbero ancora vivi.
Giunsero alla fortezza chiamata Camelot. E ciò che vide non gli piacque.

Sibilla
18-10-2010, 20.46.17
Intrigante questa variazione sulla storia di Camelot... complimenti messere... :smile_clap:

Hastatus77
20-10-2010, 14.44.24
...
la scolta che prende la storia forse non pizcerà a tutti...
A me il racconto piace molto, spero che continuerai presto. ;)
Questo "legame" Atlantide-Camelot viene usato parecchio dagli scrittori.

solomon kane
21-10-2010, 02.17.41
A me il racconto piace molto, spero che continuerai presto. ;)
Questo "legame" Atlantide-Camelot viene usato parecchio dagli scrittori.
grazie sei molto gentile :smile_lol:

solomon kane
21-10-2010, 02.19.01
La fortezza era di roccia.
C’era un gran movimento di soldati nei dintorni.
Superato il gigantesco portone lo spettacolo era impressionante.
Soldati ovunque, cadaveri impalati, prigionieri che venivano giustiziati sul posto.
Gli uomini legati con Kane cominciarono ad agitarsi.
- Blez. Ma cosa sta succedendo? – chiese Yann.
Aveva le lacrime agli occhi.
- Non lo so Yann.
Kane sapeva che molto probabilmente centrava lui. Gli tornarono in mente le parole del soldato che li aveva catturati “cerchiamo un uomo speciale”.
Vennero portati in una specie di sotterraneo e rinchiusi in una sorta di gabbia comune.
Ce ne erano delle altre simili piene di uomini sofferenti.
Anche nella loro c’erano altri uomini chiusi li da chissà quanto.
Dopo pochi attimi le guardie vennero a prelevare uno di loro. Non potevano opporsi contro degli uomini armati. Portarono via Gareth il fabbro.
Un uomo disteso su un giaciglio di paglia nell’angolo attirò l’attenzione di Kane. Era vecchio. Era magrissimo, probabilmente non mangiava da giorni. Aveva segni di percosse ovunque ed evidentemente gli erano state amputate tre dita dalla mano sinistra che lui portava fasciata da una pezza ormai lurida di sangue.
- Vecchio cosa succede qui? – chiese Kane.
Il vecchio si girò lentamente. Kane notò un certo orgoglio nel suo sguardo e nel suo modo di fare nonostante quella condizione miserabile.
- Il male ha vinto amico mio. Morgana ha vinto.
Yann parlò – Che vuol dire? Cosa è successo al re?
- È morto. Ora la sua testa campeggia al centro di quella che era la tavola rotonda. Morgana ne ha fatto un trofeo.
Sentirono delle urla agghiaccianti.
- Perché ci hanno portato qui? – chiese Yann.
- Cercano un uomo. Un uomo venuto da lontano.
Kane sentì un brivido percorrergli la schiena.
Yann guardò Kane. Sembrava aver capito.
- Blez cercano te?
- Ho paura di si. – rispose Kane.
Il vecchio sul giaciglio sgranò gli occhi.
- Tu! Allora sei tu!
- Che vuoi saperne tu di queste cose vecchio.
- Io ne so molto più di te Solomon Kane. Io sono Merlin. La dama del lago ti ha parlato di me. Me lo ha detto lei nei sogni.
- Si mi ha parlato di te. Che ci fai qui?
- Morgana mi tiene chiuso qui. Mi fa torturare ogni giorno. Spera che le riveli cosa so sulla dama del lago. Ma per quanto dolore mi infligga la mia bocca rimane ben chiusa.
Tornarono le guardie. Aprirono la porta e buttarono dentro un essere che era stato Gareth il fabbro.
Era una maschera di sangue e bruciature. Kane gli si avvicinò.
- Gareth amico mio che ti hanno fatto? Mi dispiace è colpa mia.
Il fabbro provò a parlare. La voce era un sibilo – Scusa Blez. Gli ho dovuto parlare di te. Ho provato a resistere ma…- e cosi spirò.
Arrivò un nugolo di guardie. Spalancarono la porta e si fece avanti una donna. Bellissima. Aveva la pelle chiara ma dei capelli scuri come la notte. Il corpo sinuoso era avvolto in una veste che faceva risaltare le splendide forme.
- Chi è Blez? – chiese.
Kane non se lo fece ripetere due volte.
- Sono io. Chi lo vuole sapere?
- Non ha importanza. Prendetelo.
Kane non si oppose sperando cosi di lasciare l’attenzione su di se salvando gli altri.
Ma cosi non fu. La donna ordinò – Uccidete tutti gli altri. Tranne Merlin ovviamente.
Una guardia rispose – Si lady Morgana.
Morgana. Kane la guardò.
- Puttana.- e le sputò in faccia. Gli altri ormai erano spacciati.
La donna rise e andò via.
Mentre lo portavano via vide le guardie entrare nella cella e sentì urla che non avrebbe più scordato.
Poi qualcuno lo colpì forte sulla testa e perse conoscenza.

Si risvegliò in una stanza illuminata solo da una torcia. C’erano due guardie in piedi accanto a lui.
Era legato su una sedia.
- Ti sei ripreso finalmente. Sei svenuto come una donnicciola. – disse uno di loro.
Kane non fece una piega mentre i due ridevano di lui. Poi cominciarono a prenderlo a pugni.
Kane continuò ad essere impassibile. Non era niente a confronto con quello che aveva passato nelle segrete dell’Inquisizione spagnola.
Ciò che le guardie non videro furono i suoi movimenti lenti per liberarsi dai legacci ai polsi.
Era il momento di agire. Lo spadaccino che aveva punito i malvagi in mezzo mondo stava tornando a galla dentro di lui. La rabbia cresceva ad ogni pugno ricevuto. Quasi anelava a riceverne sempre di più. Già stava immaginando come punire quei due.
Finalmente le mani furono libere. I legacci che gli tenevano uniti i polsi dietro la schiena cedettero.
La guardia alla sua destra non si accorse nemmeno del movimento del braccio talmente fu veloce.
Gli infilò una mano in bocca e gli strappò la lingua con un movimento secco e rapido. Quello cominciò a urlare mentre il sangue usciva copioso e lui franava a terra.
Poi si avventò sull’altro ancora perplesso su ciò che stava accadendo.
- Troppo lento – disse lo spadaccino e gli infilò due dita nelle orbite oculari accecandolo.
Kane se ne andò da li lasciando dietro di se le guardie urlanti per il dolore. Non prima di aver preso il mazzo di chiavi dalla cintura di uno di loro e una spada.
Percorse rapidamente il lungo corridoio. Non si curava del pericolo di incontrare altre guardie.
Doveva trovare la cella di Merlin. Finalmente vi giunse.
Aprì la pesante porta. Il vecchio lo guardò stupito.
Kane sembrava un’apparizione infernale. Gli occhi da pazzo e coperto da molto sangue.
- Allora sei davvero tu – disse il vecchio dal suo giaciglio e cominciò a ridere.
- Andiamo disse Kane.
Prese il vecchio sulle spalle.
- Guidami vecchio.
Uscirono fuori. Era calato il buio. Le guardie erano intente a sistemare i cavalli nelle stalle per la notte e a prepararsi per i turni di guardia.
Si allontanarono proprio verso le stalle. Vide in lontananza Morgana che si stava dirigendo scortata verso il luogo dove erano stati rinchiusi. Kane avrebbe voluto ucciderla li. Anche a costo della vita ma un pensiero gli passò per la testa. Kyla e il piccolo che portava in grembo. Doveva pensare a loro.
Arrivarono alle stalle. Che fortuna c’era una sola guardia che sistemava un cavallo all’interno.
- Aspettami qui vecchio.
Il puritano posò Merlin accanto all’entrata.
Il vecchio da fuori sentì solo un sussuro soffocato e un tonfo.
Dopo pochi istanti Kane uscì in sella ad uno splendido cavallo nero.
Issò in groppa il vecchio e scapparono dal portone apert. Colsero tutti di sorpresa. Non ebbero il tempo di fermarli. Sembravano tutti imbambolati. Kane sentì dietro di se delle urla di donna. Una voce che ormai aveva registrato e a cui presto avrebbe strappato la vita.
- Allora dove andiamo vecchio?
- Ahaha finalmente libero. Sei davvero tu il campione. Ora dobbiamo cercare aiuto. So a chi rivolgermi. Andremo verso la Caledonia. Dobbiamo cercare un uomo. Il suo nome è Mordred.
E cosi cavalcarono verso la notte.

solomon kane
22-10-2010, 04.16.58
Era in riva al lago dove questa storia ebbe inizio.
C’era una fitta nebbia che lo circondava.
Non riusciva a stabilire se fosse giorno o notte.
Sentì delle voci che lo chiamavano.
Dicevano ‘Blez aiutaci’.
Erano familiari. Fece qualche passo in direzioni delle voci.
Li vide. Erano Yann e Kyla. Kyla aveva in braccio un neonato.
Erano inginocchiati vicino alla sponda del lago.
In piedi accanto a loro c’era un uomo. Era vestito completamente di nero e brandiva una spada.
Non riusciva a vederlo in volto ma gli ricordava qualcuno.
Cercò di dirigersi verso di loro ma una forza invisibile lo tratteneva.
Yann e Kyla piangevano.
- Blez perché ci hai fatto questo? Ci hai ucciso – dissero.
- Perché dite questo? Siete tutto ciò che ho non vi farei mai del male. – rispose.
L’uomo vestito di nero parlò – Davvero Blez? È cosi che ti fai chiamare adesso?
Finalmente riuscì a vederlo in volto. Era l’uomo che lui era stato. Era Solomon Kane.
Kane vibrò dei colpi con la spada uccidendo Kyla, Yann e il bambino.
- Noooo ! – urlò Blez, ma ad un certo punto si rese conto che lui era l’uomo vestito di nero.
Lui era Solomon Kane. Aveva le mani che grondavano sangue. Cominciò a piangere.
- Questo è ciò che hai prodotto con la tua ignavia Solomon. – disse una voce alle sue spalle.
Si voltò e tra i fumi nebbiosi scorse la signora del lago.
- Io… non volevo. Non volevo! – urlò tra le lacrime.
Si sentì scuotere e si svegliò.
- Ragazzo. Vaneggiavi nel sonno.
Aprì gli occhi e vide la sagoma di Merlin in controluce.
- Solo un brutto sogno vecchio. – rispose Kane.
Si sentì sollevato. Era uscito dall’incubo, ma qualcosa continuava a turbarlo. Il sogno aveva lasciato una scia amara nella sua coscienza. Sapeva che in fondo tutto ciò era accaduto perché aveva voltato lo sguardo dall’altra parte nel momento di agire.
Stava albeggiando. Si erano fermati a riposare nella foresta durante la notte. Quel giorno avrebbero proseguito la fuga.
- Allora ragazzo sei pronto. Abbiamo molta strada da fare.
Kane riflettè un attimo.
- Devo andare in un posto. – rispose.
- Che posto? Non abbiamo tempo da perdere. - rispose infastidito Merlin.
- Lo vedrai vecchio.

Arrivarono al villaggio a metà mattinata.
Ormai era tutto in rovina. I soldati avevano dato fuoco alle case e distrutto stalle e recinti.
Kane si sentì morire dentro quando vide la casa che aveva costruito con tanta fatica, aiutato dal resto degli abitanti, per se e la sua famiglia ridotta ad un cumulo di cenere.
Scese dal cavallo che ancora non erano del tutto fermi e corse verso la sua casa ormai distrutta.
Si inginocchiò nel centro di quello che una volta era l’ingresso picchiando un pugno violento sul terreno.
Il suo sguardo notò qualcosa tra la polvere. Un cavallino di legno bruciacchiato. Entrava nel palmo di una mano tanto era piccolo.
Si ricordò di quando Kyla lo scoprì a intagliarlo da un pezzo di legno.
Aveva cominciato a crearlo appena seppe la notizia dell’arrivo di un figlio.
- Che stai facendo li Blez? – disse quando lo vide seduto fuori l’uscio di casa intento in qualcosa.
- Niente di importante amore mio. – aveva risposto con l’aria di un bambino sorpreso a rubare i dolci.
- Fa un po’ vedere. – aveva insistito lei.
Lui non sapeva resisterle e le aveva fatto vedere ciò che stava facendo spiegandole che se voleva garantire un buon numero di giocattoli a suo figlio doveva cominciare subito a darsi da fare.
Lei lo amò ancora di più.
Ora però lei era chissà dove. Se era ancora viva.
Kane baciò il piccolo oggetto e lo infilò in una tasca.
Poi andò verso uno degli angoli della casa. Spostò via un mucchietto di cenere portando alla luce una specie di botola.
Ne trasse fuori una spada che stonava con quell’epoca e un pacco di stoffa contenente degli abiti neri. Quelli con cui era giunto li il primo giorno.
Aveva seppellito ciò che era sotto la casa. Ora stava lentamente tronando a galla.
- Vecchio io devo cercare mia moglie. Tu prendi il cavallo e raggiungi questo Mordred.
- Impossibile. Tu devi venire con me. Non c’è alternativa. – rispose Merlin.
- Le alternative le stabilisco io. – replicò Kane.
- Prima fermiamo Morgana e prima tua moglie sarà al sicuro fidati. Se perdiamo troppo tempo ora dopo non avremo più possibilità di vittoria e sarà la fine di tutto. Compreso tua moglie.
A malincuore Kane dovette ammettere che il vecchio aveva ragione.
- Va bene Merlin. Andiamo dove dici tu. Parlami un po’ di Mordred.
E durante il viaggio Merlin gli raccontò di Mordred.
Era un caledone. Era diventato cavaliere al servizio di Artù. Era il suo migliore amico. Le cose però cambiarono. Mordred soffrì per l’arrivo di Lancelot che aveva preso il suo posto nelle attenzioni del re.
Mordred cominciò anche a sviluppare delle idee proprie su come andasse gestito il regno di Camelot. Tutti questi fattori combinati lo portarono a scontrarsi con il re più volte fino a quando Mordred decise di abbandonare Camelot diventando uno dei suoi più pericolosi avversari.
Tornò in Caledonia formando un proprio esercito che si sosteneva attraverso brigantaggio e saccheggi.
- Perché dovremmo cercare l’aiuto di questo nemico così terribile? Sempre se ce lo concederà. – aveva obiettato Kane.
- Lo scoprirai quando lo conoscerai. – rispose ridendo Merlin.
Si fermavano la notte per riposare. Sostavano nei villaggi che incontravano per rifocillarsi. Correvano notizie di movimenti di soldati nei dintorni e di strani gruppi di uomini misteriosi che muovevano verso Camelot.
- È lo Shuggoth. I seguaci di Morgana stanno arrivando per il grande giorno in cui Morgna evocherà Nyarlathotep, conosciuto anche come Caos che striscia. – gli spiegò Merlin.
- Esso aprirà la strada all’arrivo degli altri suoi simili. Noi li chiamiamo Dei esterni. Alcune entità del loro mondo già si trovano qui sul nostro mondo. Dormono un sonno millenario nel profondo degli abissi. Quando Nyarlathotep giungerà essi si risveglieranno dando così inizio ad una nuova era in cui domineranno caos e sofferenza.
Kane faticava ancora a credere a quei racconti agghiaccianti ma aveva visto troppe cose ormai per non crederci.
In ogni luogo abitato in cui si fermavano chiedeva informazioni su Kyla senza mai risultato però.
Dopo circa una settimana di viaggio giunsero in Caledonia.
Arrivati nei pressi di una grande pianura Merlin disse a Kane di fermarsi li.
- Allora vecchio come lo troviamo questo Mordred.
Merlin sorrise – Oh ci troverà lui…

Sibilla
22-10-2010, 10.52.20
Ben fatto messere... questo Blez mi piace sempre più...:smile_clap:

Hastatus77
22-10-2010, 13.55.47
Mi sa che molta gente ti apprezzerà per questo racconto... soprattutto fra i fan di Mordred. ;)

solomon kane
22-10-2010, 13.57.10
Mi sa che molta gente ti apprezzerà per questo racconto... soprattutto fra i fan di Mordred. ;)
ahah quello che si dice conquistare i lettori

solomon kane
24-10-2010, 15.22.40
Le sentinelle di Mordred li avevano avvistati all’alba.
Avevano provato a derubarli ma Kane li aveva umiliati.
Aveva disarmato entrambi.
Merlin prese la parola prima che lo spadaccino facesse una carneficina.
- Fermo ragazzo! – intimò, poi si rivolse ai due – vogliamo incontrare Mordred.
- Vecchio pensi che Mordred incontri chiunque? Non sarebbe vissuto tutti questi anni se fosse cosi stupido da farsi avvicinare da qualsiasi sconosciuto. – replicò uno dei due.
- Stupido! Io sono Merlin. E se Mordred sapesse che non mi volete condurre da lui vi caverebbe gli occhi.
I due cominciarono a parlottare tra loro. Decisero che si poteva rischiare.
Li portarono nella foresta. Kane li teneva sempre a distanza con la spada.
Arrivati nei pressi di una grande pietra si fermarono.
- Beh che fate? Siete già stanchi? – chiese Kane.
Non finì di parlare che dalla vegetazione circostante uscì un nugolo di uomini armati che li circondò.
- Idioti vi fate beffare da un vecchio e un tizio strano. – disse un uomo.
Kane lo guardò. Era alto e massiccio. Portava i capelli rasati e una lunga barba raccolta in una treccia che arrivava fino al petto. Le braccia erano piene di tatuaggi tribali. Come il resto dei suoi uomini d’altronde.
- Strano tizio? – disse Kane – evidentemente è un po’ che non ti vedi riflesso in acque tanto limpide da mostrarti la tua bruttezza bestione.
Merlin aveva uno strano ghigno stampato sulle labbra.
- Bestione? Assaggerai il ferro della mia spada per questo.
Vibrò un colpo possente ma Kane si scansò prontamente.
- Sei lento con quello spadone….bestione. – lo derise Kane.
- Questa è una spada. Al contrario di quella specie di giocattolo che porti tu. – replicò l’uomo.
Kane evitava agilmente i fendenti dell’altro. Sembrava stesse giocando. All’improvviso decise che il gioco era finito. I movimenti con cui muoveva la sua lama forgiata col migliore acciaio spagnolo erano fluidi e leggeri come quelli di un battito d’ali di farfalla.
Non lo uccise. All’improvviso l’uomo nello stupore generale cominciò a sanguinare in cinque punti diversi sul corpo e sulle braccia. Kane lo aveva solo sfiorato con la lama per dargli una lezione.
- Devo continuare? – disse Kane – e ora basta perdere tempo. portaci dal tuo capo Mordred.
L’uomo scoppiò a ridere e disse – Sono io Mordred. E ti devo da bere. Non ho mai visto nessuno combattere cosi. Cosi questo sarebbe il campione di cui mi parlasti tanto Merlin?
Kane guardò Merlin – Lo conoscevi e non hai detto niente?
Il vecchio sorrise – Mi stavo divertendo troppo, ed è una cosa così difficile divertirsi alla mia età. E poi cosi Mordred ha potuto appurare che non gli raccontavo menzogne sui campioni.

Giunsero all’accampamento di Mordred in poco tempo.
Si accomodarono nella tenda più grande, probabilmente quella di Mordred stesso, per cercare un po’ di riservatezza e parlare in tranquillità.
- Allora vecchio pazzo. Ti credevo già morto. – esordì Mordred.
- Mai dare per scontato nulla Mordred. – rispose Merlin – Probabilmente sarei davvero morto se non avessi incontrato questo giovanotto.
Gli raccontò della rocambolesca fuga.
Kane non parlò fino alla fine del racconto poi decise di intervenire.
- Ma se lui è il nemico giurato di Camelot perché siamo qui. – chiese a Merlin.
Rispose Mordred – Io sono ancora un cavaliere della tavola rotonda. Ero un nemico di Artù quando ancora era in vita. Ma Camelot la porto nel cuore. Una volta diventati cavaliere si rimane cavaliere.
- Vedi ragazzo – era Merlin a parlare – quando fu chiaro lo scopo di Morgana e Artù era ormai caduto, decisi di chiedere aiuto alla persona più pericolosa ma affidabile che conoscessi. Sapendo della sua fedeltà verso Camelot mi rivolsi a Mordred. Mandai un messaggero per spiegargli cosa accadeva e per affidargli l’oggetto più prezioso di Camelot, che non avrebbe mai dovuto finire nelle mani di Morgana. Excalibur.
Kane lo guardò perplesso – Vuoi dire che Excalibur è qui?
- Si Blez – rispose Mordred – è nascosta qui. La consegnerò solo a chi sarà degno di usarla. Per il momento rimane nascosta.
- Ma tu non dovresti aver tratto vantaggio dalla morte di Artù? – chiese Kane.
- Vedi Blez, nonostante fossimo nemici, il nostro rapporto si basava su reciproco rispetto. L’arrivo di quella sgualdrina che se la fa con i demoni ha cambiato tutto. Ha alzato la posta in gioco. Ora non ci sono Mordred contro Artù o britanni contro sassoni. C’è l’umanità contro il male.
Kane ascoltava le parole di Mordred e ripensò alle leggende che si sarebbero tramandate su di lui. Alla fine concluse che spesso il bene o il male sta nella penna di chi scrive la storia o nella lingua di chi la racconta. Certo aveva i suoi difetti ma quell’uomo aveva anche del buono dentro di se.
- Allora qual è il piano? – chiese Mordred.
Kane anticipò Merlin – Io devo trovare mia moglie.
- Ragazzo ne abbiamo già parlato. – rispose Merlin.
- Vecchio ti ho portato da Mordred. Ora io ho devo trovare mia moglie.
Merlin non osava replicare. Kane aveva assunto un’espressione dura.
Mordred interruppe quel momento di stallo – Blez ti faccio una proposta. Prendiamo dieci dei miei uomini migliori andiamo a cercare tua moglie. Però tra esattamente dieci giorni saremo qui di ritorno. Non oltre. Dobbiamo pianificare al meglio questa battaglia. È troppo importante.
Kane valutò la proposta.
- Accetto. – si limitò a dire.

Sibilla
24-10-2010, 17.57.44
Sempre meglio messere... continuate così...:smile_clap:

llamrei
24-10-2010, 18.03.26
A me il racconto piace molto, spero che continuerai presto. ;)
Questo "legame" Atlantide-Camelot viene usato parecchio dagli scrittori.


Anche la Zimmer Bradley ha collegato Atlantide con Albion:smile:

ladyGonzaga
24-10-2010, 20.11.01
I mie complimenti per la capacità che avete nello scrivere.
Non è da tutti usare la penna con tanta facilità.
Avete un dono speciale racchiuso dentro di voi..coltivatelo e fate in modo che non vada perso:smile:

Hastatus77
24-10-2010, 21.38.06
Anche la Zimmer Bradley ha collegato Atlantide con Albion:smile:

Lo so, proprio ora sto leggendo "Le nebbie di Avalon", è per questo che ho detto che vari autori hanno collegato Atlantide a Camelot. Infatti oltre alla Bradley c'è anche la storia della trilogia di Stephen Lawhead che si basa su questo legame.
Mi sembra di ricordare che c'è anche qualcun altro... però mi sfugge il nome... sempre che non sia in errore.

Comunque evitiamo di divagare e lasciamo continuare il nostro autore.

solomon kane
25-10-2010, 00.57.54
Anche la Zimmer Bradley ha collegato Atlantide con Albion:smile:
Il collegamento con atlantide deriva dall'unione che ho fatto tra ciclo arturiano, universo howardiano e poi anche con l'universo lovecraftiano.purtroppo non conosco i lavori degli autori da voi citati. però mi fa piacere essere paragonato a loro


@ ladyGonzaga
milady voi siete troppo buona. Purtroppo lo spazio ristretto del forum non mi consente di dilungarmi troppo con descrizioni e caratterizzazioni dei personaggi. non vi nascondo che un mio sogno (uno tra i tanti) è quello di pubblicare un romanzo un giorno

solomon kane
27-10-2010, 12.59.46
L’aria del pomeriggio era fredda. Stava facendo velocemente buio.
Mordred guardava il sole scendere lentamente verso l’inesorabile fine.
Il disco rosso si avvicinava sempre più al punto in cui si stagliava in lontananza la figura cupa di un uomo.
Era quasi un punto nell’orizzonte.
Un punto carico di solitudine.

Kane era inginocchiato. Davanti a lui la sua spada piantata nel terreno.
Piangeva come non aveva mai pianto in vita sua.
All’improvviso alzò lo sguardo al cielo ed urlò forte – Maledetto Dio. Hai preso la tua rivincita su di me? Mi hai punito? Vuoi che uccida per te? Vuoi il tuo assassino personale? Eccomi allora!

Erano giunti al villaggio al mattino.
Avevano lasciato l’accampamento di Mordred quattro giorni prima.
Dopo aver raggiunto il villaggio ormai distrutto di Blez avevano cercato di seguire le piccole tracce lasciate da Kyla.
Dopo vari buchi nell’acqua giunsero nel posto giusto.
Kane e Mordred lasciarono gli uomini con i cavalli e si diressero verso la locanda del villaggio.
Il locandiere era un uomo tarchiato. Di mezza età.
Kane notò alcuni buchi nella dentatura.
- Buongiorno stranieri – disse il locandiere.
Kane evitò i convenevoli – Cerchiamo una donna. Venuta da fuori. Non so se si è fermata qui. Credo che comunque sia passata da queste parti. È…
Il taverniere fermò Kane con la mano e disse – Vai da Gwen. È la terza casa a sinistra della taverna.
Kane si voltò senza dire niente e andò dove indicato dal locandiere seguito da Mordred.
Bussò alla porta della casa.
Aprì una donna anziana.
- Si?
- Il locandiere mi ha mandato qui. Cerco una donna. Giovane. Arrivata qui da poco.
Kane non stava più nella pelle. Immaginava Kyla in quella casa. Immaginava lei che sentiva la sua voce e correva alla porta. Immaginava di baciare le sue labbra calde e morbide. Toccare il suo ventre in cui vi era la vita.
La donna disse con aria mesta – Chi la cerca?
- Sono suo marito. La sto cercando da giorni. È qui? – chiese Kane impaziente.
La donna fece cenno a Kane di entrare. Mordred lo seguiva silenziosamente.
La donna fece accomodare Kane su una seggiola e poi lo fece sprofondare nell’Inferno – La donna che tu cerchi si chiama Kyla? – Kane annuì preoccupato dall’espressione della donna.
- È stata qui. Cercava aiuto. L’ho accolta in casa come una figlia. Era spaventata. Mi ha parlato della fuga dal suo villaggio e anche di te.
Kane la interruppe – Ora dov’è?
- È morta. – disse semplicemente la donna.
Kane ci mise alcuni secondi a comprendere quelle parole poi sguainò la spada – Tu menti donna. – urlò.
Mordred cercò di bloccarlo.
Kane guardo la donna negli occhi. Erano occhi sinceri che esprimevano vero dolore.
- Uccidimi pure. Ma ciò che ti dico è la verità. I giorni in cui aveva vagato nella foresta senza cibo e braccata dai soldati l’avevano sfinita. Purtroppo ci sono state delle conseguenze. Ha avuto delle perdite di sangue molto intense. Probabilmente il bambino. Dopo pochi giorni si è ammalata. L’abbiamo curata come potevamo ma alla fine no ce l’ha fatta. L’abbiamo seppellita vicino ai tumuli antichi. Dove c’è la grande pietra bianca.

Ora Kane era li. Aveva corso come un forsennato fino ai tumuli e fino alla pietra.
Li ora stava imprecando verso il cielo, verso un dio che stava maledicendo.
La sua amata era morta. Tutti avrebbero dovuto pagare per quello. Il prezzo di vite che avrebbe richiesto sarebbe stato molto alto. Anche lui avrebbe pagato per quello.
Lui era la causa principale di quella morte. Non avrebbe dovuto incontrare Kyla. Non avrebbe dovuto sposarla. Soprattutto non avrebbe dovuto ignorare la sua missione.
Ecco la sua penitenza. Avrebbe ripreso il suo vagabondare eterno alla ricerca del male. Di essere mostruosi, di uomini malvagi. E li avrebbe uccisi. Senza batter ciglio.
Non sarebbe stato mai più felice. Non avrebbe più conosciuto l’abbraccio della donna amata, la gioia dell’attesa per un bambino. Sarebbe stato semplicemente Solomon Kane. Giudice ed esecutore.

Mordred vide Kane di ritorno dai tumuli.
Aveva preferito lasciarlo solo. Aveva visto la disperazione in lui.
Quello che tornò non era la stessa persona.
I suoi occhi erano freddi ed emanavano uno strano bagliore pallido. Qualcosa di mai visto. Qualcosa che sembrava uscito dall’inferno.
- Blez – lo chiamò Mordred.
Kane lo guardò con quegli occhi. Mordred sentì un brivido dietro il collo.
- Blez non c’è più. Ora ci sono io. Chiamami con il mio vero nome. Solomon Kane.

Sibilla
27-10-2010, 13.30.51
Mmm... uffi... mmm... sigh... :confused2:

Hastatus77
09-11-2010, 13.58.42
Mah... finisce così? :confused:

Hents
22-01-2014, 19.31.20
Un anno prima.

La luce solare lo colpì sul viso e lo svegliò.
Aprì gli occhi ma la vista era annebbiata.
Dopo qualche attimo riprese completamente controllo della mente e del corpo e il mondo divenne più chiaro.
Era morto nel lago? Dov’era ora?
Si guardò intorno.
Era disteso su una branda di paglia. Era una capanna di legno.
Istintivamente cercò la fedele spada sul fianco.
Non c’era. Era completamente nudo sotto una coperta di stoffa.
Passato l’iniziale senso di smarrimento ritrovò la fredda determinazione di sempre.
Si alzò.
Il fisico asciutto coperto di cicatrici mostrava quanto quell’uomo potesse essere letale.
Cercò i suoi vestiti senza successo.
Si coprì con il lenzuolo e decise di uscire dalla porta che lasciava trapelare i raggi solari.
Mi piace la luce del sole nella stagione invernale perché mi riscalda e crea qualche buona mentalità nella mia mente. Mi piace fare prendere il sole in ogni vacanza.