Guisgard
01-03-2011, 21.58.48
Il regno Longobardo in Italia finisce, piegato dalla forza delle armi dei Franchi di Carlomagno, nell’anno 774, che molti hanno definito felicissimo e punto di partenza per la ripresa della civiltà nel nostro paese.
http://www.gargano.it/pregare/longobardi/logo.jpg
Ma davvero stanno così le cose?
La storia, se letta con imparzialità e senza pregiudizi, attenendosi alle fonti documentate ed adoperando un sobrio senso critico, può rivelarsi quasi una scienza esatta.
E’ ormai, più che un giudizio storico, una forma di tradizionale convinzione popolare, che il potere Longobardo in Italia sia stato un “giogo durissimo” ed un “ferocissimo scettro”, volto a sottomettere, depredare e massacrare l’intera popolazione della penisola.
Dal 568, anno del loro arrivo in Italia, al 774, i Longobardi, secondo molti, fecero piombare la penisola in un profondo stato di inciviltà e barbarie, dove la cultura in ogni sua forma ed espressione subì un traumatico arresto.
In realtà il quadro è molto diverso.
I Longobardi, poco prima della loro definitiva sconfitta, erano ormai da generazioni Cattolici Ortodossi e formalmente devoti alla Chiesa di Roma, almeno quanto lo erano i Franchi.
Certo, vi erano delle tensioni tra loro ed il papato, ma riguardavano questioni politiche e territoriali, non teologiche e religiose.
E non dimentichiamo, comunque, che importanti momenti o tentativi di avvicinamento tra le due parti c’erano state, come la famosa donazione di Sutri ad opera del re cattolico, come egli stesso amava definirsi, Liutprando.
Inoltre i Longobardi ormai da anni erano stati conquistati, come tutte le altre popolazioni germaniche, dalla più luminosa cultura classica greco- romana.
Insomma, quelli che un tempo erano stati gli invasori e razziatori del nostro paese, all’apice della loro storia rappresentavano una delle più potenti monarchie cattoliche d’Europa.
Da qui ci si può rendere facilmente conto che parlare di un’invasione barbara sul suolo Italiano, a questo punto della storia, è una palese inesattezza storica.
Anzi, secondo alcune grandi menti di qualche secolo successivo alla caduta Longobarda, primo fra tutti Niccolò Machiavelli, la fine di questo popolo è stata una vera e propria sciagura per il nostro paese.
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/1/1e/Santi_di_Tito_-_Niccolo_Machiavelli%27s_portrait.jpg/220px-Santi_di_Tito_-_Niccolo_Machiavelli%27s_portrait.jpg
La fine del regno Longobardo infatti, secondo questa corrente di pensiero, sarebbe stata la causa di arresto di un processo già pienamente avviato e che avrebbe portato, come in tutti gli altri stati Europei, alla formazioni di un unico e forte potere unitario nazionale.
In Spagna la grande tradizione delle forte aristocrazia Visigota aveva condotto alla nascita di potenti monarchie come quella unita di Aragona e Catalogna, quella di Castiglia, la cui unione avrebbe poi portato alla formazione di un regno nazionale, capace di scacciare le ultime resistenze dei potentati arabi nella penisola Iberica.
In Francia i Franchi, guidati dai Carolingi dopo il potere degli effimeri e deboli re Merovingi, riuscirono ad annullare le varie divisioni territoriali e giungere alla formazione di quella che sarebbe stata la grande monarchia francese.
In Inghilterra poi i Sassoni erano riusciti a dare un’identità nazionale al paese ben prima dell’arrivo dei normanni di Guglielmo il Conquistatore nel XI secolo.
E perché nulla del genere era avvenuto in Italia, lasciando il paese diviso in tanti stati e principati fino al XIX secolo?
La risposta a questa domanda, come detto, Machiavelli ed altri grandi storici la fornivano con la tragica fine del regno Longobardo.
I longobardi, infatti, erano quasi del tutto riusciti ad unificare il paese sotto il loro potere e la cultura che li vedeva protagonisti poteva di fatto vantare una sua identità, frutto dell’unione tra mondo latino e tradizioni germaniche.
Ma questo processo, simile a quelli che stavano avvenendo negli altri regni che abbiamo citato, fu appunto arrestato dall’arrivo dei Franchi di Carlomagno, che dopo alterne vicende, portò la nostra penisola a vivere quegli eventi che delinearono il quadro storico, sociale, politico ed economico che tutti noi conosciamo.
http://www.eugubininelmondo.com/images/RegnoLongobardi700_2010.jpg
Ovviamente questa è una visione molto forte che cerca di definire uno scenario storico basandosi su ipotesi e previsioni a posteriori.
Come sempre accade, gli eventi che hanno definito il quadro storico di un paese vanno analizzati con attenzione, perché, come in questo caso, gli aspetti che li riguardano sono sempre meno netti e chiari di come appaiono.
Ma al di là di tutto, non si può negare che la presenza dei Longobardi in Italia sia stata forte e molto concreta e diversi aspetti della loro civiltà vivono ancora oggi nella nostra cultura.
http://www.friuliveneziagiulia.beniculturali.it/risorse/galleria-fotografica/museo-archeologico-nazionale-cividale/croce-di-gisulfo-1/image_preview
http://www.gargano.it/pregare/longobardi/logo.jpg
Ma davvero stanno così le cose?
La storia, se letta con imparzialità e senza pregiudizi, attenendosi alle fonti documentate ed adoperando un sobrio senso critico, può rivelarsi quasi una scienza esatta.
E’ ormai, più che un giudizio storico, una forma di tradizionale convinzione popolare, che il potere Longobardo in Italia sia stato un “giogo durissimo” ed un “ferocissimo scettro”, volto a sottomettere, depredare e massacrare l’intera popolazione della penisola.
Dal 568, anno del loro arrivo in Italia, al 774, i Longobardi, secondo molti, fecero piombare la penisola in un profondo stato di inciviltà e barbarie, dove la cultura in ogni sua forma ed espressione subì un traumatico arresto.
In realtà il quadro è molto diverso.
I Longobardi, poco prima della loro definitiva sconfitta, erano ormai da generazioni Cattolici Ortodossi e formalmente devoti alla Chiesa di Roma, almeno quanto lo erano i Franchi.
Certo, vi erano delle tensioni tra loro ed il papato, ma riguardavano questioni politiche e territoriali, non teologiche e religiose.
E non dimentichiamo, comunque, che importanti momenti o tentativi di avvicinamento tra le due parti c’erano state, come la famosa donazione di Sutri ad opera del re cattolico, come egli stesso amava definirsi, Liutprando.
Inoltre i Longobardi ormai da anni erano stati conquistati, come tutte le altre popolazioni germaniche, dalla più luminosa cultura classica greco- romana.
Insomma, quelli che un tempo erano stati gli invasori e razziatori del nostro paese, all’apice della loro storia rappresentavano una delle più potenti monarchie cattoliche d’Europa.
Da qui ci si può rendere facilmente conto che parlare di un’invasione barbara sul suolo Italiano, a questo punto della storia, è una palese inesattezza storica.
Anzi, secondo alcune grandi menti di qualche secolo successivo alla caduta Longobarda, primo fra tutti Niccolò Machiavelli, la fine di questo popolo è stata una vera e propria sciagura per il nostro paese.
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/1/1e/Santi_di_Tito_-_Niccolo_Machiavelli%27s_portrait.jpg/220px-Santi_di_Tito_-_Niccolo_Machiavelli%27s_portrait.jpg
La fine del regno Longobardo infatti, secondo questa corrente di pensiero, sarebbe stata la causa di arresto di un processo già pienamente avviato e che avrebbe portato, come in tutti gli altri stati Europei, alla formazioni di un unico e forte potere unitario nazionale.
In Spagna la grande tradizione delle forte aristocrazia Visigota aveva condotto alla nascita di potenti monarchie come quella unita di Aragona e Catalogna, quella di Castiglia, la cui unione avrebbe poi portato alla formazione di un regno nazionale, capace di scacciare le ultime resistenze dei potentati arabi nella penisola Iberica.
In Francia i Franchi, guidati dai Carolingi dopo il potere degli effimeri e deboli re Merovingi, riuscirono ad annullare le varie divisioni territoriali e giungere alla formazione di quella che sarebbe stata la grande monarchia francese.
In Inghilterra poi i Sassoni erano riusciti a dare un’identità nazionale al paese ben prima dell’arrivo dei normanni di Guglielmo il Conquistatore nel XI secolo.
E perché nulla del genere era avvenuto in Italia, lasciando il paese diviso in tanti stati e principati fino al XIX secolo?
La risposta a questa domanda, come detto, Machiavelli ed altri grandi storici la fornivano con la tragica fine del regno Longobardo.
I longobardi, infatti, erano quasi del tutto riusciti ad unificare il paese sotto il loro potere e la cultura che li vedeva protagonisti poteva di fatto vantare una sua identità, frutto dell’unione tra mondo latino e tradizioni germaniche.
Ma questo processo, simile a quelli che stavano avvenendo negli altri regni che abbiamo citato, fu appunto arrestato dall’arrivo dei Franchi di Carlomagno, che dopo alterne vicende, portò la nostra penisola a vivere quegli eventi che delinearono il quadro storico, sociale, politico ed economico che tutti noi conosciamo.
http://www.eugubininelmondo.com/images/RegnoLongobardi700_2010.jpg
Ovviamente questa è una visione molto forte che cerca di definire uno scenario storico basandosi su ipotesi e previsioni a posteriori.
Come sempre accade, gli eventi che hanno definito il quadro storico di un paese vanno analizzati con attenzione, perché, come in questo caso, gli aspetti che li riguardano sono sempre meno netti e chiari di come appaiono.
Ma al di là di tutto, non si può negare che la presenza dei Longobardi in Italia sia stata forte e molto concreta e diversi aspetti della loro civiltà vivono ancora oggi nella nostra cultura.
http://www.friuliveneziagiulia.beniculturali.it/risorse/galleria-fotografica/museo-archeologico-nazionale-cividale/croce-di-gisulfo-1/image_preview