Visualizza versione completa : La Gioia dei Taddei
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Hastatus77
11-04-2011, 14.01.50
"L'arciduca è morto!? Questa è una brutta notizia." dissi tra me e me.
Fissai poi il cavaliere: "E sia, verrò con voi... e non preoccupatevi, non intendo imporvi la mia autorità, voi conoscete la zona e la situazione meglio di quanto la conosca io, ma mi prenderò la libertà di darvi anche i miei consigli, nel caso la situazione li richieda, e lo stesso mi aspetto che facciate anche voi."
"Quando intendete partire? Vorrei, se possibile rifocillarmi e rinfrescarmi, oltre a far riposare il mio cavallo."
Talia
11-04-2011, 14.27.40
Osservai Izar eseguire quel breve inchino, prima di ritirarsi... aveva parlato con cortesia, come era sua abitudine, e come di consueto le sue argomentazioni potevano essere risultate assolutamente valide... eppure vi era qualcosa nel suo atteggiamento, in quello sguardo che aveva evitato di posare su di me ma che aveva tenuto fisso sul ritratto, che non mi convinceva del tutto. Ero certa che quell’uomo mi nascondesse qualcosa e, osservandolo sparire in fondo al corridoio, mi promisi che avrei scoperto di cosa si trattava, prima o poi!
Tornai poi, per un istante, ad osservare il ritratto di lady Gyaia e sospirai... qualsiasi cosa si celasse dietro quella figura triste, mi dissi, non lo avrei certo capito quella sera. Così mi voltai, chiamai Pascal perché mi seguisse e mi diressi verso la porta.
Ero appena rientrata nelle mie stanze, quando di nuovo fui chiamata: era giunta una carrozza da Sygma... ‘una carrozza da Sygma’? mi chiesi, sorpresa.
Poco dopo entrai nella sala delle udienze nella quale gli ospiti erano stati fatti accomodare.
Tre persone erano in quella stanza, ma la mia attenzione fu totalmente catalizzata da una di esse... un giovane alto dai penetranti occhi neri, occhi che conoscevo molto bene ma che non credevo avrei mai più rivisto, occhi dallo sguardo distaccato e inesorabile ma che sapevo capaci della più sfrenata allegria...
Rimasi per un istante tanto sorpresa nel vederlo che mi mancò la voce, ma immediatamente colsi un moto involontario di Izar alla mia reazione e mi ripresi in fretta: spostai quindi l’attenzione sul priore e a lui mi avvicinai per primo, con un sincero sorriso...
“Padre!” dissi “Che gioia inattesa avervi a Capomazda!”
Il priore Hadoss, confessore di mio padre fin da quando ne avevo memoria, era un uomo di mezza età, energico e volitivo. Prese le mie mani nelle sue e le strinse, in un gesto benevolo.
La mia attenzione sostò per un momento su di lui, poi lentamente si spostò di nuovo sull’altro ospite...
“Matthias...” mormorai con un vago sorriso ma, prima che potessi aggiungere altro, Pascal entrò silenzioso nella stanza e, riconosciuto il nostro vecchio amico, gli si avvicinò e prese a strusciarsi alle sue gambe e a fare sonoramente le fusa.
Lo guardai per un attimo poi, rialzandoli, i miei occhi incrociarono quelli di Matthias ed entrambi sorridemmo. E fu allora, in quel preciso istante, che quella sensazione di cupa solitudine e di desolante abbandono, che mi aveva accompagnata negli ultimi mesi, iniziò a dissolversi.
Melisendra
11-04-2011, 16.41.07
[I]“Non guardare…” disse il fanciullo dai riccioli d’oro a Melisendra.
In quel momento dal giardino si udì un grido di disumano dolore.
Le parole del bambino mi rimbombavano nelle orecchie. L'urlo era stato così terribile che mi aveva svegliato di soprassalto.
Pensai confusamente alla donna, al fanciullo malinconico che mi aveva guidata attraverso la visione e ai pochi nomi che avevo udito: Gyaia... Ardeliano... Avrei dovuto parlarne con qualcuno? Per questo avevano iniziato a perseguitarmi a tal punto da infilarsi nei miei sogni? Quale arcana volontà le stava generando?
Restai sdraiata, guardando il broccato del baldacchino fino a quando non mi riaddormentai.
La luce filtrava a mala pena tra i tendaggi. Una luce pallida che annunciava l'alba imminente. Era un'ora perfetta per uscire. Sgusciai fuori dal letto e indossai una tunica bianca e leggera, quasi impalpabile. La sopravveste era altrettanto bianca e sottile. Strinsi una lunga cintura di cuoio sotto il seno e la fissai con un intreccio. Lasciai che i capelli mi scendessero lunghi sulla schiena e scesi in giardino.
L'erba rugiadosa mi bagnava piedi e caviglie, il profumo del mattino mi stordì e confortò. In piedi tra gli alberi osservai le nuvole tingersi di un delicato colore rosato. Il vento mi accarezzò, gonfiando le vesti e facendole ora aderire al mio corpo e ora scompigliandole.
Mi sdraiai tra l'erba, godendo della brezza e delle prime luci di quel sole rosso sangue che stava sorgendo.
Non so quanto rimasi lì a godere della forza della terra scura su cui mi ero adagiata, ma presto il sole fu alto.
Mi alzai e decisi di andare a cercare il Capitano Monteguard, forse con un po' di fortuna avrei incontrato Lady Talia.
llamrei
11-04-2011, 16.53.01
"Sentite cavalieri: non ho tempo da perdere con voi due." dissi a Hastatus e a Gervan dopo che ebbe mostrato il suo vero volto. " Mi saprò preteggere da sola. Voi continuate con i convenevoli. Qui, qualcuno, ha bisogno di persone in grado di proteggere chi ne ha bisogno. Io, nel mio piccolo, farò il possibile. Non parlando ma agendo."
Cosi dissi e mi avviai verso lo stalliere. "Ho bisogno di un buon cavallo. Veloce e resistente. Pagherò bene. 50 monete d'oro per quella giumenta" Misi i soldi sul bancone, misi le briglie alla giumenta, la sellai e a passi veloci l'accompagnai fuori delle mura. "Forza cavallina: dobbiamo correre il più veloce possibile verso il convento!"
http://fantasygalleryart.com/library/Euphorialg.jpg
Lady Dafne
11-04-2011, 17.34.53
Sentii solo le ultime parole del suo discorso. Mi liberai dall'abbraccio e lo guardai, seria.
"Mi lascerai sola sì invece, Capomazda è in guerra, tutti i cavalieri sono all'erta mentre tu stai qui con me a trattarmi come una regina. Che ti succede Friederich?" lui non parlava, mi fissava con la bocca aperta, io continuai.
"Non ti ricordi che cosa mi dicesti quando accettai di sposarti?
Dafne, io sarò per te un ottimo marito.
Non ti farò mancare nulla, sarai rispettata da tutti e vivrai in una bella casa.
Ma tu non devi dimenticare mai che io sono un cavaliere del Duca prima che un uomo, un marito e un amante.
Accettai allora quelle tue parole con sincero amore e devozione ma ora ti vedo qui, a perdere tempo in quest'alcova.
Sì, ti ringrazio per avermi raccolta da terra, ti ringrazio per aver aspettato il mio risveglio ma ora io non ho bisogno di te. Il Ducato sì!".
Lui mi guardava ancora più atterrito come se si sentisse colpevole, cercò di parlare ma gli chiusi la bocca con un leggero tocco delle dita.
"Non vorrei dover raccontare a tuo figlio che suo padre nel momento del bisogno era rimasto a casa a fare il marito amorevole..."
A quel punto il cavaliere si alzò dal letto, mi alzai anch'io e lo bloccai prima che potesse uscire dalla camera dicendogli:
"Hai capito bene, il prossimo inverno diventerai padre. Sono incinta!" dissi queste parole con quanta più dolcezza avevo in corpo mentre abbassavo lo sguardo aspettando di capire che effetto gli avesse fatto questa rivelazione.
Morrigan
11-04-2011, 20.53.36
L'alba giunse presto, a colorare la terra intorno.
Morrigan studiava con lo sguardo quel tratto di terreno che lo scudiero le aveva indicato come il Buonvento.
Era distante da Capomazda una decina di minuti a cavallo, isolato abbastanza da essere perfetto per un incontro galante, per uno scontro di spade o per qualunque altro affare avesse necessitato di segretezza e discrezione.
Una lieve brezza faceva ondeggiare l'erba alta e incolta che ormai dominava quel complesso, che sembrava essere stato abbandonato ormai da tempo.
Da quell'altura Morrigan fissava la strada che conduceva a Capomazda, e da li vide pian piano apparire una figura che si avvicinava.
Quando fu certa di aver riconosciuto il suo sfidante, e l'ebbe ormai a portata della sua voce, scoppiò in una sonora risata.
"Buondì, messere... alla buon'ora! Ho dato un'occhiata al terreno che avete scelto... ottimo panorama, ma un tantino solitario, direi... Cos'è? Avete timore che la notizia della vostra sconfitta per mano di una donna arrivi troppo presto a Capomazda?"
Guisgard
11-04-2011, 21.03.41
Gervan lanciò una rapida occhiata a Hastatus.
“La nostra monaca sembra avere l’argento vivo addosso!” Disse sorridendo. “E sia… facciamo così… io comincerò ad incamminarmi con la monaca e voi ci seguirete appena vi sentirete più riposato. Bevete qualcosa e cambiate cavallo. La strada per il monastero è quella che da verso nord… mi raccomando, tenetevi su di essa ed evitate la brughiera. A presto, se Dio vorrà!”
Detto questo, salutato Hastatus, Gervan montò a cavallo e raggiunse Llamrei.
“Dove correte, sorella?” Domandò alla monaca. “In verità non comprendo la vostra fretta! Il monastero non scappa mica! E poi non sono tempi questi dove una monaca può viaggiare da sola!”
Ed insieme presero la strada per il monastero delle Agostiniane.
Guisgard
11-04-2011, 21.17.51
“Pasuan? In verità non lo vedo da ieri.” Disse l’oste a Cavaliere25.
“Pasuan l’ho veduto proprio io e non molto tempo fa!” Intervenne un cavaliere intento al bancone a bere. “Ha soccorso una ragazza svenuta nel cortile del palazzo… poi, da quel momento, non l’ho più visto.”
“L’avrà accompagnata a casa…” disse un altro dei cavalieri presenti “… sapete com’è Pasuan! Non se ne fa scappare una!”
E risero tutti.
“Trovate quella dama” fece l’oste a Cavaliere25 “e troverete Pasuan!”
Guisgard
11-04-2011, 21.26.10
Pasuan restò in silenzio alcuni istanti dopo aver udito le parole di Dafne.
“Un figlio…” disse a voce bassa.
In quel momento un fresco alito di vento gli sfiorò i capelli.
I lineamenti, delicati e puliti, tradirono una velata inquietudine.
“Si, hai ragione…” mormorò “… forse il capitano ed i miei compagni mi staranno cercando… forse è meglio che vada…”
Si voltò e con un malinconico sorriso la salutò.
Un attimo dopo uscì e raggiunse l’ingresso del palazzo.
Guisgard
11-04-2011, 21.46.43
Melisendra osservava la bellezza del giorno nascente e da esso sembrava trarre nuove forze.
Quelle forze che il misterioso ed inquietante sogno della notte precedente pareva averle tolto.
Ed il suo sguardo cadde, senza badarci, sulle alte torri del palazzo, che sembravano quasi sfiorare il Cielo.
Il cielo, attraversato da alte e soffici nuvole, volteggiava su di esse, come se quelle torre fossero davvero i pilastri che sorreggevano ogni cosa, come recitavano le leggende di Capomazda.
Ad un tratto Melisendra udì il passo di marcia di alcuni soldati.
Ed alla loro testa c’era proprio il capitano Monteguard.
cavaliere25
11-04-2011, 21.47.55
Guardai quei cavalieri e dissi dove posso trovare quella ragazza? domandai gentilmente voi sapete dove abita ? e rimasi fermo ad aspettare
Guisgard
11-04-2011, 21.55.17
“Vedete, milady… in realtà ho scelto questo posto perché è proprio l’ideale… per un duello mortale o un incontro d’amore…” disse Finiwell a Morrigan “… e converrete con me, mia signora, che fra le due cose non vi è poi molta differenza… entrambi possono essere fatali!”
Sorrise, tradendo la sua solita sicurezza in se stesso e continuò:
“Però dovremo attendere un po’, temo… il mio secondo non è ancora giunto… ed a quanto vedo neanche il vostro.” Rise ed aggiunse:
“Vuol dire che vi concederò questo tempo di attesa per ripesarci e tornarvene a dormire…”
Rise di nuovo e le fece l’occhiolino.
Melisendra
11-04-2011, 22.22.32
"E' una mattinata deliziosa, Capitano", mi inchinai. "Mi auguro che questo sia di buon auspicio all'intera giornata."
Mi mossi con leggerezza nella loro direzione, certa che la luce alle mie spalle offrisse a quei soldati un'ampia visuale di me stessa, dato il candore e la sottiliezza della veste. La cosa mi divertiva sempre. Lanciai un'occhiata divertita alle guardie alle spalle di Monteguard.
"Tuttavia" sussurrai "la notte è stata travagliata... c'è qualcosa che si agita tra queste mura e scalpita per essere ascoltato... ho avuto la visione di una donna di nome... Gyaia... vi dice nulla questo nome?" Un brivido mi corse lungo la schiena e dovetti dissimulare il mio disagio con una civettuola scrollata di spalle.
Guisgard
11-04-2011, 22.27.11
Intanto nella locanda, Cavaliere25 non aveva ancora finito di parlare che subito entrò Pasuan.
“Oste, dammi da bere…” disse “… qualcosa di forte, fortissimo…”
“Eccolo qui il nostro Don Giovanni!” Esclamarono alcuni cavalieri presenti.
“Dov’è quella deliziosa damigella che hai soccorso, Pasuan?” Domandò ironico un cavaliere.
“L’hai già abbandonata?” Chiese un altro.
“Oh, lasciatelo stare, buontemponi!” Intervenne un terzo cavaliere.
“Oste, mi sa che qui non vengo più a bere…” sbottò Pasuan alzandosi infastidito “… se non posso starmene tranquillo per i fatti i miei!”
“Aspetta, Tristano innamorato!” Lo chiamò uno dei cavalieri. “C’è qui un ragazzo che ti cercava!” Indicando Cavaliere25.
Guisgard
11-04-2011, 22.30.59
I due ospiti furono condotti nella sala delle udienze e Izar li lasciò soli con Talia.
“Milady…” disse il prore “… è una gioia rivedervi… tutto a Sygma parla ancora di voi…” sorrise e continuò “… cosa ci raccontate? Come vi trovate a Capomazda?”
“Monsignore…” intervenne improvvisamente Matthias “… non abbiamo fatto un viaggio così lungo per dar sfoggio di diplomazia…” fissò poi Talia “… sua maestà è molto in pensiero… a Sygma arrivano ogni giorno voci allarmanti… qualcuno afferma che sir Cimarow ormai è pronto a marciare su Capomazda… il tuo posto non è più qui… sono venuto per riportarti a casa!”
“La sposa di sua signoria non è una donna comune…” disse Izar entrando nella sala “… e merita il rispetto da parte dei suoi sudditi, specie quelli provenienti da una terra che ora è dominio dei Taddei.”
Fece cenno ai paggi di servire i vassoi che avevano con sé agli ospiti appena giunti.
“Vogliate perdonare, mia signora…” rivolgendosi poi a Talia “… mi sono preso la libertà di far preparare qualcosa ai vostri ospiti… sono certo che il nostro vino non farà rimpiangere troppo il pregiato nettare delle vostre terre e quanto al nostro pane, spero che il suo sapore sia gradito a chi non è abituato al salato gusto che lo contraddistingue. Ma qui il pane è come la gente… ha un animo vivace ed uno spirito forte.”
“Sono certo che tutto sarà ottimo.” Rispose sorridendo il priore.
“Sygma non sarà ancora per molto un feudo di queste terre…” disse Matthias con disprezzo “… e voi lo sapete bene!”
“Vi prego, messere!” Lo riprese il priore.
“Ora vi lascio con i vostri ospiti, milady.” Disse Izar salutando la sua signora con un inchino.
Ed uscì dalla stanza.
llamrei
11-04-2011, 22.35.11
“Dove correte, sorella?” Domandò alla monaca. “In verità non comprendo la vostra fretta! Il monastero non scappa mica! E poi non sono tempi questi dove una monaca può viaggiare da sola!”
Ed insieme presero la strada per il monastero delle Agostiniane.
"Sapete cavaliere, assomigliate molto ad un prode cavaliere che conobbi quando ancora vivevo nel maniero con mio padre. Era un giovane uomo di bell'aspetto. Sapeva cantare, sapeva duellare, giostrare. Ma la particolarità di quell'uomo, se vogliamo definirlo difetto...visto che, a quanto pare non ve aveva alcuno, durante il periodo primaverile usava raccogliere innumerevoli mazzetti di margherite. La sua dimora era ricolma di questi fiori bianchi come la neve e gialli come il sole. Guai a chi osava sfiorare i petali. Solo a lui era permesso farlo." raccontavo questo sorridendo, avvinghiata ai ricordi di fanciulla. "Ecco, voi assomigliate a quel giovane nelle fattezze e nei modi. Dite, mio caro compagno di ventura, chi siete in realtà? O meglio, quale fiore spillate voi?"
Guisgard
12-04-2011, 02.45.46
Il gruppetto di guardie seguiva a passo di marcia il proprio capitano, quando l’arrivo di Melisendra attirò subito l’attenzione di tutti loro.
“Buona giornata a voi, milady!” Disse Monteguard nel vederla.
Un attimo dopo lanciò un’occhiataccia ai suoi che avevano cominciato a rumoreggiare.
“Mi spiace che la notte sia trascorsa inquieta per voi, milady…” continuò il capitano.
“In compagnia di una donna come quella” si udì dal gruppetto delle guardie “la notte non sarebbe certo inquieta, ma focosa!”
“Ben detto, amico mio!” Gli fece eco una seconda voce.
“Fatela finita, voi, o vi prendo a calci fino alla fine della Quaresima!” Urlò loro il capitano. “Ed ora continuate a marciare fino a quando non vi ordinerò di smettere! Avanti, banda di lavativi!”
“Perdonatemi, milady…” scusandosi poi con Melisendra “… dicevamo? Ah, si… mi avete chiesto di lady Gyaia? Ecco, lady Gyaia andò in sposa all’arciduca Ardeliano… la loro unione doveva sancire la fine della guerra tra questo ducato e le terre di Sygma. Ma come mai questa strana domanda? Lord Ardeliano e sua moglie lady Gyaia vissero circa tre secoli fa… vi interessa la storia antica di Capomazda, milady?”
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Guisgard
12-04-2011, 03.24.12
“Vedo che amate sognare e fantasticare, sorella!” Disse Gervan sorridendo a Llamrei. “Cavalieri come quello che avete appena descritto vivono solo nelle favole o nei libri… purtroppo la realtà è ben diversa…” guardandosi attorno “… di cavalleresco e romantico attorno a noi c’è ben poco… guardate noi e la nostra missione… dobbiamo recuperare un antico codice perché non è più al sicuro nel monastero dove è stato custodito sino ad ora… viviamo in tempi dove neanche i luoghi santi vengono rispettati… vi giuro, sorella…” aggiunse con amarezza Gervan “… se potessi fuggirei da questo mondo… lo farei oggi stesso…”
Si voltò poi indietro per controllare la strada.
“Quel cavaliere, sir Hastatus… spero ci raggiunga in tempo…”
cavaliere25
12-04-2011, 11.25.38
Mi avvicinai a Pasuan e dissi vi stavo cercando dove eravate finito dissi sorridendo dovete venire con me hanno bisogno di voi e aspettai una sua risposta mentre guardavo gli altri cavalieri
Hastatus77
12-04-2011, 14.25.27
Tagliente la lingua della monaca, pensai.
Comunque, visto che il cavaliere a llamrei si erano già messi in viaggio, mi fermai giusto il tempo per fare rifornirmi di qualche provvista, dopodiché ritornai dal mio cavallo che avevo lasciato nelle scuderie:
"Mi spiace, amico mio, ma non potrai riposarti, il nostro viaggio prosegue."
Detto ciò, risellai il cavallo e subito dopo presi la via a nord come mi aveva indicato il cavaliere.
Avevano forse un'ora di vantaggio e forse li avrei raggiunti presto.
Lady Dafne
12-04-2011, 17.46.33
Ci rimasi male quando vidi che la notizia dell'imminente nascita non suscitò che una ruga in più sul volto di mio marito.
"Ecco" pensai "facevo bene a tacere ancora, è appena tornato dalla battaglia e dovrà ripartire presto, dovevo tacere fino ad un momento di maggiore pace..."
Se n'era andato senza commentare, sì, gliel'avevo detto io di andare, ma una reazione così distaccata non me l'aspettavo dopo tutto il romanticismo delle ultime ore. Mi accarezzai la pancia parlando per la prima volta con la creatura che portavo dentro di me:
"Piccolino, ora anche tuo padre sa che ci sei, è un valoroso cavaliere sai? Il migliore che ci sia! E quando sarai grande ti insegnerà tutto ciò che sa. Ha solo bisogno di meditare sulla novità, non è cattivo".
Mi misi lo scialle e decisi di uscire per una passeggiata all'aria aperta cercando di trovare nuove energie dopo il malessere che mi aveva colto alcune ore prima. Senza rendermene conto passai davanti all'arco di marmo che conduceva nel cimitero di Capomazda, vi entrai con l'intento di visitare la tomba di una vecchia signora che con gentilezza mi aveva accolta appena arrivata nella nuova città subito dopo il mio matrimonio.
Mentre sostavo davanti a quella lapide, la mia attenzione fu attratta da un piccolo e dignitoso monumento funebre che, seppur sembrasse recente, era tutto infestato di edera.
"Meglio ripulire quella povera tomba" pensai e mi avvicinai.
http://img862.imageshack.us/img862/6286/tomba.jpg
Alzai alcuni rami per leggere l'iscrizione ai piedi della statua funebre
"Qui giace Sir Friederich
Cavaliere del Duca
che cadde combattendo valorosamente
per la difesa di Capomazda e della sua Gente"
Mi allontanai immediatamente spaventata a morte, l'edera cadde e ricoperse nuovamente l'iscrizione.
"Friederich! Uno solo porta questo nome germanico, ed è mio marito!"
Realizzai, fuggii via senza sapere dove in preda al dolore.
Guisgard
12-04-2011, 20.34.08
Quell’angolo di vecchia Afroagogna.
Verdi pascoli in un lussureggiante scenario, selvaggio, indomito, forte, dove una natura idilliaca regna sovrana.
Un vasto mondo di classicheggiante bellezza, capace di racchiudere i desideri più puri dell’animo di un uomo.
E la Primavera, come la stagione della giovinezza, torna a specchiarsi in questo pastorale paesaggio portando con sé i sogni più belli.
E questo verdeggiante luogo, baciato dal Sole morente che, scandendo ad Occidente, lasciava lunghe ombre che accarezzavano la vasta campagna, sembrava aprirsi al passaggio della ragazza, per poi richiudersi come a volerla proteggere nel suo ventre.
Dafne, sconvolta ed impaurita, scappava da fantasmi che parevano rincorrerla e tormentarla.
Ad un tratto sentì una voce.
“Dove vai, graziosa fanciulla? Somigli tanto alla mia adorata bambina…” disse una vecchia zingara seduta sotto una quercia “… vuoi che ti legga il futuro? Vieni qui, non temere…”
Talia
12-04-2011, 21.00.31
Attesi che la porta si fosse richiusa dietro Izar, poi sospirai...
“So bene che non sei mai stato un diplomatico...” dissi, lanciando a Matthias un’occhiata fuggevole e falsamente severa “Ma non potevi essere un po’ meno brusco con Izar? Specie considerando il fatto che lui è l’unico in questo luogo che pare disposto a fornirmi delle risposte!”
Gli voltai le spalle e mi avvicinai al tavolo, qui sostai e sbirciai ciò che si trovava su quei vassoi. Staccai poi un minuscolo pezzo di pane e lo misi in bocca...
“Non mi abituerò mai del tutto a questo sapore!” mormorai “Mi manca la delicatezza del pane di Sygma, la sua fragranza... Mi dicono, invece, che il vino sia buono...” dissi, versandone una piccola quantità in un bicchiere e porgendolo al priore “Ecco, padre! Mi fiderò soltanto del vostro giudizio!”
Gli sorrisi per un momento... lo vidi prendere il bicchiere e sorridermi garbatamente a sua volta ma non bevve, così come Matthias non sembrava intenzionato a muoversi dal suo posto né a staccare i suoi occhi severi da me.
Compresi che nessuno dei due aveva voglia di perdersi in convenevoli, adesso che eravamo rimasti soli...
Voltai così loro di nuovo le spalle...
“Mio padre non avrebbe dovuto mandarvi qui!” dissi lentamente “Gli ho scritto una lettera qualche giorno fa in cui gli spiegavo la mia posizione... una posizione che non è affatto mutata! Capomazda è in una condizione difficile, lo so perfettamente, ma io non ho il diritto di andarmene. Soprattutto non ho quel diritto adesso che...” sospirai e chiusi gli occhi un istante “...adesso che Sua Signoria non è qui e non ha la possibilità di controllare la situazione di persona!”
Inspirai, in attesa delle reazione che certo sarebbe arrivata!
...e comunque tanto valeva che lo sapessero subito, pensai.
Guisgard
12-04-2011, 21.10.27
Gervan e Llamrei avevano volutamente rallentato il passo, proprio per permettere a Hastatus di raggiungerli presto.
Ed infatti, poco dopo, la sagoma del cavaliere apparve nel bosco.
“Ecco sir Hastatus!” Disse Gervan, indicando il cavaliere alla sua compagna di viaggio.
E così, riunitisi, i tre continuarono il loro viaggio verso il monastero delle Agostiniane.
Ad un tratto, però, avvistarono del fumo in lontananza.
“Sembra provenire dal luogo in cui si trova il monastero!” Esclamò Gervan. “Presto, affrettiamo il passo!”
I tre giunsero così a poca distanza dal monastero, restando ben nascosti nel bosco circostante.
Il santo luogo era in fiamme e le monache erano state tutte portate davanti al portone d’ingresso.
Vi erano cavalieri ovunque e minacciavano, insultavano e colpivano le monache.
“Passatele tutte a fil di spada!” Ordinò colui che sembrava essere il capo di quei cavalieri. “Odio la Chiesa e tutti i suoi adepti!”
Ad un tratto alcuni dei suoi portarono fuori delle orfanelle.
“E queste da dove arrivano?” Chiese il Cavaliere del Gufo.
“Le monache le avevano nascoste nei sotterranei del monastero.”
“Lasciatele stare!” Gridò una monaca. “Sono Angeli di Dio!”
“Zitta, cagna!” La zittì e colpì uno dei cavalieri.
“Come recita il vostra Vangelo? Il gregge ed il suo pastore? Allora prepareremo qualcosa di degno…” mormorò Gouf “… prendete quelle pelli di pecore che abbiamo predato nell’ultimo villaggio!”
I cavalieri fecero allora vestire le orfanelle con quelle pelli e secondo gli ordini di Gouf le fecero poi correre nello spiazzo davanti al monastero.
“Liberate i molossi!” Ordinò allora Gouf.
Un attimo dopo i feroci cani si lanciarono all’inseguimento delle bambine.
E quando le ebbero raggiunte, le sbranarono senza pietà, sotto gli occhi divertiti dei cavalieri di Gouf.
“Cosa ne facciamo delle monache, mio signore?” Chiese Aytli.
“Ci ho ripensato… saranno un dono per i miei cavalieri…” rispose Gouf.
“Grazie, milord!” Esultarono i suoi.
“E trattele con cura…” ridendo Gouf “… sono le spose di Cristo!”
Presero allora le monache, insieme a quanto di prezioso c’era nel monastero ed andarono via, lasciando quel desolato scenario di morte alle loro spalle.
Lady Dafne
12-04-2011, 21.11.40
Trasalii sentendo quella voce stridula. Inciampai e caddi a terra. Mi svegliai completamente da quello stato di trans!
"Leggermi il futuro? Io non ho nessun futuro! Credevo che mio marito fosse con me, nella nostra casa, nel nostro letto, seduto alla nostra tavola e invece me lo ritrovo al cimitero dentro una tomba. Che futuro ho?? Non c'è nessun misero futuro per me. Solo la morte!"
Guisgard
12-04-2011, 21.20.55
La zingara si abbandonò ad una sgradevole risata.
“Il futuro…” disse “… che sia intriso di sangue o illusioni è ormai inevitabile! Vuoi venire con me? La mia bambina è morta tempo fa… dai, mi farai compagnia…”
E la sua risata sembrò assumere un eco sinistro ed innaturale.
Rise forte, sempre più forte, mentre la sera prendeva, pian piano, il posto del crepuscolo.
Dafne allora sentì una cupa disperazione nascere dentro di lei e avvertì un’irrazionale volontà di fuggire via.
Morrigan
12-04-2011, 21.29.26
"Il mio secondo..." mormorò Morrigan, per un istante turbata da quell'affermazione...
...io non so nemmeno se ce l'ho, un secondo...
Questa idea improvvisa le fece abbassare per un istante lo sguardo, pensosa... chissà se Guisgard si sarebbe ricordato, se avrebbe scelto di darle una mano... certo, lui non le doveva nulla, lo sapeva... però in quel momento, si sentì sola, per la prima volta... sola e così lontana da casa, dal suo mondo!
Strinse a sè Samsagra, la strinse con particolare fervore... Samsagra era tutto quello che la teneva saldamente ancorata al suo mondo, ai suoi affetti, al suo passato e al suo futuro. Quel contatto, come sempre le accadeva, le infuse una grande calma e una nuova forza.
"Il mio secondo potrebbe tardare..." finse allora con disinvoltura, riavendosi da quel momento di turbamento "sapete... birra e bisboccia non vanno d'accordo con questi orari antelucani... e se anche il vostro secondo è un tiratardi, forse faremmo meglio ad iniziare ad affilare le armi, perchè non ho alcuna intenzione di tornare a dormire, ma ho molta fretta di fare colazione... tirar di spada mi mette appetito!" concluse con un sorriso.
Lady Dafne
12-04-2011, 21.31.41
E, con un briciolo di orgoglio che ancora mi apparteneva, mi rialzai, fulminai con lo sguardo la vecchia zingara, mi voltai e me ne andai...
"Mai e poi mai verrei con voi! Io sono Lady Dafne nata nella terra dei più valorosi cavalieri e delle più onorevoli dame: CAMELOT! Con o senza futuro voi non vi prenderete gioco di me!"
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Melisendra
13-04-2011, 00.28.39
Risi della salacia delle guardie che, pur redarguite, continuavano a lanciare occhiate curiose nella mia direzione.
Sorrisi verso Monteguard "Temo, piuttosto, che sia la storia a interessarsi a noi e non il contrario. Ho visto un quadro, nella mia visone e sospetto che quello sguardo triste della dama di nome Gyaia siano una delle chiavi del mistero dei Taddei... il suo sguardo addolorato assomiglia a quello di una madre a cui fu strappato il bambino..."Sospirai, temendo che le visioni potessero ripresentarsi davanti ai miei occhi. Per distrarmi seguii con lo sguardo gli uomini che marciavano e ne valutai le forze... scossi il capo e mi ripromisi di non pensarci fino a quando non avessi lasciato quel feudo timorato di Dio, dove le mie arti sarebbero state travisate. Mi voltai verso il capitano: "Ho urgenza di partire, mio caro capitano... vorrei, per il tramonto, trovarmi sulla strada del nemico... e ora, penso che dovremmo informare sua signoria lady Talia."
Il mio sguardo non lasciava adito a fraintendimenti... non avrei passato un'altra notte tra quelle mura. Avevo le energie necessarie per farmi aprire le porte dell'inferno, se fosse stato necessario attraversarlo per uscire di lì. Il giorno mi aveva donato tutto il suo fulgore. Sperai di trovarmi ben presto a cavallo di Pandemonio.
Sorrisi, leggera come l'aria e divertita dalla brezza che mi scompigliò i capelli, come a benedire i miei pensieri.
Guisgard
13-04-2011, 01.24.16
“Allora possiamo pure cominciare!” Disse Finiwell estraendo la spada. “E devo rivelarvi che stamani siete anche fortunata… vedete, ho dormito male e mi sono svegliato con la mano destra intorpidita… ma non rallegratevi troppo, milady, per voi basterà la sinistra… che solitamente la riservo per bere!”
Rise e le fece l’occhiolino.
Ma proprio in quel momento giunsero Pasuan e Cavaliere25.
L’apprendista cavaliere aveva infatti raccontato ogni cosa a Pasuan nella locanda.
Un attimo dopo un’altra figura apparve lungo la strada.
Era Guisgard che giungeva sul luogo del duello.
“Ma dove diamine eri finito?” Chiese Finiwell a Pasuan.
“Possibile che tu non riesca a stare un momento tranquillo!” Ribatté Pasuan. “Cosa c’entra ora un duello! E con una donna poi!”
“Mi occorre un secondo in un duello, non un prete che mi faccia la predica!” Replicò Finiwell.
“Beh, direi di cominciare, signori.” Intervenne Guisgard. “Tra un pò sir August potrebbe chiamare nuovi volontari per il Gorgo del Lagno.”
Guisgard
13-04-2011, 01.51.34
“Non hai il diritto di andartene? E’ assurdo!” Disse Matthias a Talia. “Questa gente non ha alcun diritto su di te! E tu nessun dovere verso di loro!”
Si avvicinò poi al tavolo dove c’erano il pane ed il vino.
“Chiamano noi barbari” continuò con disprezzo “e poi mangiano pane salato!”
“Il pane di Afragogna è ottimo.” Intervenne il priore. “Così come il loro vino. Sono solo diversi dai nostri. Alla fin fine è solo una questione di scelta. La vita è un’insieme di scelte, che poi influenzano la nostra esistenza e quelle di chi ci è accanto. E voi, milady…” fissando Talia “… vedo che avete maturato la vostra scelta. Quella di restare qui. Vostro padre, temo, non comprenderà questa vostra volontà.”
“E voi, monsignore?” Chiese Matthias. “Siete anche voi d’accordo che è una sciocchezza restare?”
“Da diplomatico, da consigliere del mio re e da suddito di Sygma sono perfettamente d’accordo.”
“Bene!” Esclamò Matthias.
“Ma da uomo e uomo di Chiesa” aggiunse il priore “non posso non comprendere la scelta di lady Talia.”
“Come sarebbe?”
“Ora lei è la moglie del duca e signora di queste terre. Ha preso questo impegno davanti ai nobili di Sygma e a quelli di Capomazda, davanti a suo marito e, naturalmente, davanti a Dio.”
“Questo matrimonio è sempre stata una farsa!” Replicò Matthias. “E lo sapete tutti! E tu…” rivolgendosi a Talia “… tu sei felice? E dimmi la verità, perché io so leggerti negli occhi!”
“Dov’è vostro marito, milady?” Chiese all’improvviso il priore, quasi zittendo Matthias e destando Talia da quello che il suo amico d’infanzia le aveva chiesto. “Avete detto che non è qui… dove si trova dunque?”
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Guisgard
13-04-2011, 02.24.14
“Scappa! Scappa!” Disse la zingara a Dafne, mentre la sua grottesca risata si diffondeva intorno alla ragazza in fuga. “Tanto gli spiriti della notte avranno già sentito il tuo odore!”
E tutto intorno a lei cominciò a mutare.
La campagna, verdeggiante e luminosa del giorno, aveva lasciato il posto ad una tetra distesa di tenebre.
Ovunque l’oscurità e misteriosi versi di belve sconosciute sembravano dominare.
Dafne correva, scappava, senza però comprendere dove fosse realmente.
Cominciò a sentire la voce di Friederich che la chiamava.
Ma poi si accorgeva che era soltanto il sibilo del vento.
Un sibilo che a tratti pareva mutarsi in uno spaventoso lamento.
E più quel lamento si avvicinava, più Dafne scappava.
E corse fino al sopraggiungere dell’alba.
Fino a quando, stremata, cadde a terra addormentata.
La campagna, soleggiata e verdeggiante.
Attraversata da un fresco vento che schiariva l’aria ed il cuore.
Nel cortile il cane si divertiva a correre dietro alle galline, mentre dalle stalle giungevano colpi di martello.
“Friederich, il pane è pronto!” Chiamò Dafne. “E’ caldo, corri che lo mangiamo subito!”
Preparò allora la tavola ed un attimo dopo giunse Friederich.
“Cosa ne pensi?” Chiese mostrando a Dafne una culla di legno. “Andrà bene per il nostro bambini?”
Dafne sorrise e gli si gettò fra le braccia.
“Piccola mia… dimmi, sei felice?”
“Tanto, amore mio!”
Ad un tratto si udirono dei cavalli e poi delle grida.
“Ci attaccano!” Gridava qualcuno. “Allarme!”
“Nasconditi!” Disse Friederich a Dafne.
E corse via.
Scoppiò allora una battaglia e solo quando tutto cessò Dafne uscì nel cortile.
C’erano morti ovunque e solo un cavaliere sembrava essersi salvato.
Dafne vi si avvicinò.
“Cosa vuoi?” Si voltò di scatto Pasuan. “Qui ormai non c’è più nessuno… prendi il tuo bambino e va via di qua…”
Montò a cavallo e cavalcò via.
“Aspettami, Friederich!” Lo chiamava Dafne.
Ma lui era ormai sparito.
“Aspettami, Friederich!” Svegliandosi Dafne.
Si guardò intorno appena ebbe realizzato l’accaduto.
Era nel bel mezzo del bosco.
Era una mattinata di Sole e la natura sembrava essersi destata dall'inquietudine dalla notte appena trascorsa.
Guisgard
13-04-2011, 02.35.16
“Milady, non inquietatevi con antiche storie e leggende!” Disse Monteguard a Melisendra. “Capomazda è braccata da temibili nemici e non occorre che fantasmi dal passato tornino a tormentare i nostri pensieri! Il palazzo ducale è intriso di antiche atmosfere che in tempi difficili come questi in cui viviamo assumono la forma di inquietudini ed ansie. Ora occupiamoci di cose reali… venite, chiederemo udienza a lady Talia… così conoscerà anche lei i vostri propositi.”
Si recarono così al palazzo e chiesero di essere ricevuti.
Izar allora mandò un servitore dalla sua signora.
“Lady Talia è stata avvertita. Appena vorrà sarete ricevuti.” Informò Melisendra e Monteguard.
Talia
13-04-2011, 03.22.57
I miei occhi erano fissi in quelli di Matthias e in quell’istante, forse per la prima volta da mesi, sentii che la mia mente era stata totalmente messa a nudo... in quel momento seppi che lui sapeva, seppi che aveva percepito il mio disagio, il mio stato d’animo...
Le parole del priore, tuttavia, mi distrassero...
“Dov’è vostro marito, milady?” Chiese all’improvviso il priore, quasi zittendo Matthias e destando Talia da quello che il suo amico d’infanzia le aveva chiesto. “Avete detto che non è qui… dove si trova dunque?”
“Oh...” mormorai “Lui... lui è scomparso! E’ uscito per una battuta di caccia pochi giorni fa, il suo piccolo gruppo è stato attaccato e non è più tornato! Non so dove sia... un drappello di cavalieri lo sta cercando!”
E fu in quel momento che la testa mi girò forte e dovetti appoggiarmi al tavolo per non cadere... fu in quell’istante che, per la prima volta, la mia testa davvero comprese cos’era avvenuto: non avevo avuto molto tempo per pensarci prima, tutto era accaduto in fretta e la mia reazione era stata istintiva... prima c’era stata la confusione, gli ordini da impartire, la necessità di non venir sopraffatta... ma ora, nel privato di quella stanza, vacillai.
Cosa avrei fatto se non l’avessero trovato?
Cosa avrei fatto se non fosse tornato in tempo?
Cosa avrei fatto se...
Scelsi di non pensare a quell’ultima possibilità... non volevo e non potevo permettermi di crederci!
Inspirai profondamente e tornai a guardare Matthias...
“So quello che pensi...” dissi lentamente “So che cosa vorresti... vorresti che partissi domani mattina per Sygma e che lasciassi tutto questo al suo destino! Ma non posso! Non posso, Matthias... e non solo perché ho preso un impegno davanti agli uomini e davanti a Dio, ma perché io sono fatta così! E tu lo sai! Tu lo sai perché nessuno mi conosce come mi conosci tu, e da altrettanto tempo!”
Lo guardavo e lui guardava me, e sapevo che capiva... forse non approvava, ma capiva!
Gli tesi una mano...
“Ho preso una decisione. L’unica che reputo giusta e l’unica che il mio cuore, nonostante tutto, può ammettere! ...Ma vorrei tanto avere il tuo appoggio!”
Guisgard
13-04-2011, 03.39.55
Matthias le prese la mano.
“Non comprendo…” disse “… giuro che non ci riesco… ma ti conosco e so che sei testarda come nessun altro.”
Sorrise ed aggiunse:
“Come quel cavallo che tentasti di cavalcare quella volta durante la Festa del Vino, ricordi? Rischiasti di romperti l’osso del collo, eppure alla fine ci riuscisti!”
La fissò per alcuni istanti.
“E sia… ma resterò anche io qui… non ti lascerò… perché so che rinchiusa in questo luogo la solitudine ti attanaglia…”
"Il duca è quindi scomparso?" Intervenne il priore.
Restò allora pensieroso a quelle parole di Talia.
Parole che lo avevano profondamente turbato.
In quel momento entrò il servitore mandato da Izar.
“Mia signora, il capitano Monteguard chiede di poter essere ricevuto.”
Guisgard
13-04-2011, 04.23.35
“Mamma, mamma! Chi è quello?”
“E’ San Michele Arcangelo che risplende in chiesa al chiaror delle candele... esprimi un desiderio, bambino mio, ti sta sorridendo…”
“Chi siete, mio signore? Forse San Michele?”
“Non sono né San Michele, né nessun altro Angelo di Dio! Sono un cavaliere, ragazzo mio!”
“Se non riesci a restare in piedi sotto la cascata, allora prendi le tue cose e lascia la mia casa…”
“Maestro, guardate! Riesco a stare dritto sotto la cascata! Ci riesco, maestro! Ci riesco!”
“Perecourt, metti il cucciolo in salvo!”
“Chi sei tu, cavaliere?”
“Il Cavaliere del Gufo…”
Le acque melmose e fetide del Lagno…
Il fuoco nella selva…
Una figura misteriosa nella brughiera…
“No!” Saltò su dopo quei confusi sogni.
Si guardò intorno ansimando.
Si trovava in una piccola stanza.
Poco distante vi era un camino acceso, nel quale si consumavano alcuni rami secchi.
Sentiva la testa sul punto di esplodergli, eppure fissando il lento ardere di quella fiamma un senso di pace e tranquillità per un istante si impossessò di lui
“Finalmente avete ripreso conoscenza…” disse l’uomo anziano accanto al fuoco “… avete dormito per tre giorni…”
In quel momento cominciò a sentire una fitta all’altezza del suo fianco.
“Non agitatevi troppo, però…” continuò l’uomo anziano “… o vi si aprirà la ferita…”
Si avvicinò al letto e, spostando la coperta, controllò la ferita.
“Brutta ferita…” mormorò “… è un colpo di spada… e siete stato fortunato a sopravvivere… chi vi ha ridotto così?”
L’uomo ferito restò in silenzio, fissando il suo interlocutore con aria stupita.
“Io… io… non ricordo…”
“Sarà stato a causa della caduta in acqua… vedrete che fra un pò vi ritornerà alla mente l’accaduto…”
“Ho… ho un mal di testa insopportabile…”
“Prendete questa tisana… vi farà bene…”
L’uomo ferito prese la ciotola e cominciò a bere.
“Chi siete voi?” Chiese poi a colui che sembrava essere il suo salvatore.
“Il mio nome è Lho…” rispose questi.
“Vivete qui da solo?”
“Si, se il Sole, la Luna ed il vento non valgono come compagni.” Ed accennò un sorriso.
L’uomo ferito smise di bere e cominciò a fissarlo.
“E ditemi… perché sono qui?” Domandò.
“Non ricordate neanche questo? Siete caduto nel Lagno, forse proprio in seguito a quella brutta ferita…”
“Non ricordo nulla…” mormorò il ferito “… nulla… neanche il mio nome…”
Lho si voltò di scatto e restò a fissarlo per alcuni interminabili istanti.
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cavaliere25
13-04-2011, 11.39.22
Guardai il gruppo e dissi ora amici mie che facciamo? la prossima mossa da fare dissi guardandomi intorno e aspettandomi una risposta da loro
Talia
13-04-2011, 14.09.27
Sorrisi alle parole di Matthias...
“Già, quel cavallo... l’avevo dimenticato!” mormorai, e per un istante vagai in quel ricordo “Mio padre era... furioso! Mezza corte andò in subbuglio! Ma tu... tu mi corresti dietro e mi aiutasti a legarlo alla fine... non so se da sola ci sarei riuscita!”
Improvvisamente tornai seria...
“Sono contenta che tu rimanga!” dissi.
"Il duca è quindi scomparso?" Intervenne il priore.
Restò allora pensieroso a quelle parole di Talia.
Parole che lo avevano profondamente turbato.
“Si!” dissi “E’ scomparso!”
Esitai un istante e mille preoccupazioni di nuovo mi invasero... ma combattei e le misi a tacere.
“Ma tornerà!” soggiunsi, tentando di apparire sicura “Sono certa che sta bene e che tra poco sarà di nuovo qui!”
In quel momento entrò il servitore mandato da Izar.
“Mia signora, il capitano Monteguard chiede di poter essere ricevuto.”
Mi voltai verso la porta e annuii al servitore...
“Molto bene... dite pure al capitano che lo incontrerò subito! Voi, intanto, accompagnate i miei ospiti nelle stanze che sono state preparate per loro, perché si riposino dal lungo viaggio!” soggiunsi, invitando i due uomini a seguire il servo.
Prima che si allontanasse, tuttavia, riafferrai la manica di Matthias...
“Torna qui più tardi...” gli sussurrai con un mezzo sorriso “C’è una cosa che voglio farti vedere! Una cosa che sono certa ti piacerà!”
Morrigan
13-04-2011, 16.32.47
Morrigan salutò con un cenno della mano il giovane apprendista e studiò con interesse l'altro cavaliere che era giunto insieme a lui, e che sembrava essere molto in confidenza con Finiwell, al punto da non disdegnare di rimproverarlo apertamente per quel duello... be', si vede che non è nuovo a simili sciocchezze... chissà quante ne deve sentire ogni giorno, povero lui!
Stava ancora commiserando tra sè il povero Pasuan, quando sulla strada si profilò un'altra figura. Morrigan guardò fisso in quella direzione, mentre il sole che ormai si levava alle sue spalle le veniva in soccorso, illumindo con i suoi raggi la strada che conduceva a Capomazda e che ancora luccicava qua e la della brina notturna che bagnava le foglie d'erba cresciute nel selciato.
Il suo cuore ebbe un balzo quando fu certa di averlo riconosciuto... dunque era venuto! Non le doveva nulla, nè amicizia, nè rispetto... però si era ricordato!... hai visto, Samsagra? Si è ricordato!
D'istinto avrebbe voluto correrglio incontro, raggiungerlo a metà strada per ringraziarlo di tanta cortesia, di non averla lasciata sola in quel frangente, ma poi si ritrasse... non dimenticare chi sei... e si limitò a sorridergli e ad indirizzargli un silenzioso grazie! con lo sguardo, mentre il cavaliere li raggiungeva su quella spianata.
“Beh, direi di cominciare, signori.” intervenne Guisgard. “Tra un pò sir August potrebbe chiamare nuovi volontari per il Gorgo del Lagno.”
Morrigan non riusciva a non sorridergli in quel momento, tanto era fiera di avere anche lei un secondo per quel duello, per dimostrare a quello sbruffone di Finiwell che lei non gli era certo da meno, in nessuna cosa!
"Ben detto, amico mio..." rispose con sicurezza rivolgendosi quindi a Finiwell, mentre la voce e lo sguardo le brillavano "non vorrete certo essere costretto dal vostro capitano ad abbandonare una dama sul più bello, signore?"
Disse questo e sfoderò Samsagra. Salutò elegantemente Guisgard, i due cavalieri amici di Finiwell, quindi distese l'arma davanti all'uomo, invitandolo all'attacco.
Lady Dafne
13-04-2011, 17.28.07
Mi svegliai quando i raggi del primo sole puntarono sul mio viso tutta la loro luce.
Mi guardai attorno, mi alzai, cercai di ripulire il vestito ma era sporco e strappato. Avevo un fastidioso mal di testa e un intorpidimento che mi faceva dolere ogni muscolo del corpo. Mi accorsi che avevo una macchia di sangue sulla gonna, l'alzai e notai che avevo un taglio abbastanza profondo sotto il ginocchio destro, durante la notte doveva essere uscito molto sangue. Provai a camminare ma il ginocchio mi faceva male, un dolore pulsante, come se fosse trafitto da mille lame. Mi sedetti sconsolata:
"Dove vado ora? cosa faccio? Non so nemmeno dove mi trovo..."
Mi misi a piangere per il dolore e per la rabbia
"Friederich, dove sei? Non dovevi lasciarmi quel giorno, avevi promesso di proteggermi invece ora sono qui sola. Non so dove sono, Friederich!"
Non so quanto tempo rimasi con la testa tra le mani a chiamare il nome del mio povero marito morto poi, ad un tratto vidi un piccolo scoiattolo. Stava lì, poco distante da me e mi guardava, mossi la gamba buona sperando di spaventarlo ma lui non si muoveva.
"Sciò, vattene! Vattene via da qui..."
Ma lui restava lì a fissarmi. Decisi di alzarmi in piedi sperando di incutergli timore vedendomi molto più alta di lui... niente, non fuggiva, anzi iniziò a camminare lentamente girandosi di tanto in tanto come per invitarmi a seguirlo.
"Santo Cielo! Sono impazzita, va bene il forte mal di testa ma pure vedere un animale che mi invita a segurlo. Devo stare proprio male!"
Brontolando tra me e me decisi comunque di seguire quella bestiola
"Tanto" pensai "non ho altro luogo ove andare. Per quanto ne so potrei essere a 100km da casa mia..."
Presi un ramo caduto per aiutarmi a camminare. Man mano che avanzavo vedevo il bosco diventare sempre meno fitto finchè non intravvidi qualcosa
"Laggiù in fondo mi sembra di scorgere qualcosa, una costruzione forse" mi stropicciai gli occhi sperando di mettere a fuoco in maniera migliore "Sembra, sembra una torre, è il posto dove sono stata l'altro giorno con Fri...... oddio, non può essere stato lui a portarmici"
Cercavo di ricordare il viso di colui che credevo essere stato mio marito, non ci riuscii e intanto cresceva in me la rabbia per quell'approfittatore che aveva rubato l'identità del mio povero marito!
Mi sedetti, il ginocchio aveva ricominciato a sanguinare...
llamrei
13-04-2011, 18.13.02
Presero allora le monache, insieme a quanto di prezioso c’era nel monastero ed andarono via, lasciando quel desolato scenario di morte alle loro spalle.
"Ho sempre detto e ripetuto al mio caro padre che quest'abito non mi avrebbe protetto da nulla e tantomento portato fortuna. Se fossi giunta qualche minuto prima, ora sarei alle mercé di quelle bestie.
Che avete intenzione di fare? Di centro non possiamo prenderli alle spalle noi tre. Io riuscirei nell'intento...ma temo per la vostra incolumità, cavalieri"
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Melisendra
13-04-2011, 20.14.34
Raccolsi le idee, mentre aspettavamo fuori dalla sala delle udienze.
Ero un po' inquieta, quelle sale mi opprimevano, l'atmosfera generale mi sembrava incombere e nascondere nuove visioni. Il capitano aveva ragione... non dovevo farmi influenzare dai secoli di storia celati tra le pietre di quell'antica dimora.
Un pensiero mi attraversò la mente, mentre camminavo nervosamente accanto a una finestra: "Ti troverò, Gouf... fosse l'ultima cosa che faccio."
Espiare non è mai semplice, ma forse il Cielo misericordioso avrebbe perdonato tutti quei peccati che io non riuscivo a perdonare a me stessa.
Nella sala risuonava il rumore delle mie scarpine sul pavimento lucido e il tintinnio della spada del Capitano Monteguard contro la cotta, mentre aspettavamo.
Guisgard
13-04-2011, 20.26.14
Il servo ritornò da Melisendra e dal capitano Monteguard.
“Lady Talia vi attende.” Disse loro.
Un attimo dopo li accompagnò nella sala dove si trovava la principessa di Sygma.
Nello stesso istante arrivò anche Izar.
“I miei omaggi, mia signora.” Salutò Monteguard. “Milady, lady Melisendra aveva chiesto di essere ricevuta da sua signoria, ma… in sua assenza ho pensato di condurla da voi… ella è a conoscenza di molte cose che ritengo importanti per la guerra in corso… credo sia giusto ascoltarla, mia signora…”
Fece un passo indietro e con un cenno invitò la bella incantatrice a cominciare a parlare.
Guisgard
13-04-2011, 21.01.09
La torre.
Si ergeva alta nella sterminata e verdeggiante campagna di Capomazda, mentre il forte vento che si era alzato attraversava le sue antiche murature.
Dafne, stanca, inquieta e ferita, era seduta presso la vecchia porta che dava accesso al vecchio Dongione diroccato.
Ad un tratto sentì una dolce melodia.
“Questa è la storia di lord Areo de’ Taddei
che amò lady Baria, nata nella terra degli dei!
E per vederla si fingeva un poetico menestrello,
che cantava e sognava per il suo viso tanto bello!
Ogni notte, nascosto tra gli arbusti del suo verziere
recitava della bella Enide e di Erec, valente cavaliere!”
Era un cantastorie.
“Chi siete? Non pensavo ci fosse qualcuno qui…” disse accorgendosi di Dafne.
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Guisgard
13-04-2011, 21.13.05
Gervan restò impietrito davanti allo spettacolo appena avvenuto davanti ai loro occhi.
“Purtroppo, come voi avete detto…” disse a Llamrei “… noi tre possiamo ben poco contro così tanti cavalieri… non possiamo fare altro che attendere… appena saranno lontani controlleremo cosa è rimasto del monastero…”
Ma ad un tratto i tre sentirono qualcosa strisciare fra gli arbusti alle loro spalle.
“V… voi… prendete… questo… e portatelo via da… qui…”
Era una vecchia monaca, ridotta ormai in fin di vita.
Aveva con sé un antico libro, forse unica cosa ad essersi salvata dalla furia dei cavalieri di Gouf.
“Ma… ma questo è proprio il codice che stavamo cercando!” Esclamò Gervan guardando Llamrei e Hastatus.
La vecchia monaca tese il prezioso codice a Gervan e poi spirò.
Guisgard
13-04-2011, 21.13.52
“In guardia!” Disse Finiwell imitando Morrigan e sfoderando la sua spada. “E non temete, milady… questo duello sarà più breve di un battito d’ali di farfalla!”
Poi, rivolgendosi a Cavaliere25:
“Guarda e impara, mio giovane apprendista… ti insegnerò a mirare sempre al cuore!”
Cominciò allora a tirare di spada, mettendo in mostra, oltre alla sua abilità di spadaccino, anche la solita, smisurata sicurezza in se stesso.
“Un colpo alto ed un basso! Là! Ricordo che questa tecnica era molto in uso nelle Fiandre!”
Rise e riprese a duellare.
“Finta di affondo… raggiro dell’avversario e… zac!” Graffiando in superficie il corsetto di Morrigan. “Quella spalla nuda, milady, vi rende ancora più irresistibile!”
Tirò poi un deciso fendente che però Morrigan ben bloccò, portando i due duellanti faccia a faccia.
E improvvisamente Finiwell baciò Morrigan sulle labbra.
“Sembra che anche stavolta io abbia centro!” Esclamò sorridendo.
“Non è un duello, ma una buffonata!” Disse Pasuan. “O la infilzi o ti fai infilzare! Non ho tutto il giorno per le tue spacconate tra il cavalleresco e l’amoroso!”
“Sentito il mio spazientito compagno, milady?” Fece Finiwell. “Dice che dovrei darvi il colpo di grazia… a meno che quel bacio non vi abbia già fatta cadere ai miei piedi!” Aggiunse facendole l’occhiolino.
Guisgard
13-04-2011, 21.19.40
Lho lo guardò negli occhi.
“La febbre è scesa…” disse con la mano sulla fronte del ferito “… state decisamente meglio… la testa fa ancora male?”
“Si… a tratti è insopportabile...” rispose il giovane uomo ferito.
“E davvero non ricordate il vostro nome?” Domandò Lho. “Neanche cosa ci facevate al Gorgo del Lagno?”
“No… non rammento nulla…”
“Il nome Capomazda vi dice qualcosa? E quello di lord Rauger? Sapete chi sono i Taddei?”
“Questi nomi non mi dicono niente… dovrebbero significare qualcosa?”
“Se dicessi lord Icarius?”
“E’ un nome come un altro per me…”
Lho restò pensieroso e turbato.
“Chi sono?” Chiese il ferito. “Perché mi avete fatto tutte quelle domande? Voi forse conoscete qualcosa di me? Rispondetemi, vi prego!”
Lho lo fissò.
“Possibile che non avete nessun ricordo? Niente, neanche un’immagine, una sensazione o qualsiasi cosa che vi parli del vostro passato?”
“No, niente…” rispose il ferito “… è come se non avessi alcun passato… come se mi fossi svegliato ora da un sonno senza fine…”
Lho restò in silenzio.
“Chi sono?” Domandò ancora quell’uomo senza passato. “Se conoscete qualcosa su di me, vi prego, in Nome del Cielo, ditemelo!”
“I vostri abiti li ho dovuti bruciare…” disse Lho “… le acque putride del Lagno li avevano resi inservibili… ma questo non è andato perduto…”
Gli mostrò allora un anello.
“Questo è l’anello col sigillo ducale… una civetta che tiene fra gli artigli una Croce…” continuò “… solo i Taddei possono averlo…”
“E’ la prima volta che lo vedo…” mormorò il ferito prendendo quell’anello “… questo anello ha in qualche modo a che fare con me?”
“Si…” rispose Lho “… voi siete lord Icarius de Taddei, signore di Capomazda.”
“Icarius… Icarius de Taddei…” ripeté “… è questo dunque il mio nome…”
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Lady Dafne
13-04-2011, 21.40.23
Questa volta non mi spaventai vedendo uno sconosciuto, oramai ero troppo stanca per provare qualsiasi cosa che non fosse una gran voglia di riposare e, magari, di bere qualcosa.
Poi quel cantastorie aveva un'aria gentile, forse era solo tutto merito della sua bella voce.
"Sono Lady Dafne, moglie e purtroppo vedova di Sir Friederich cavaliere del Duca. Scuserete se non riesco a farvi un inchino Messere ma, non sono molto in forma anzi vi chiederei, se potete, di voltarvi un momento e di continuare a cantare per me. Devo medicarmi una brutta ferita".
Il cantastorie accolse la mia richiesta e si voltò senza parlare e fare domande ma sapevo che qualcosa gli sembrava strano
"Vi chiederete che ci faccio qui vero?" dissi mentre alzavo la gonna e, dopo aver strappato un lembo della sottogonna, cercavo di tamponare alla meglio quel taglio profondo, "a dire il vero non so nemmono io che cosa ci faccio qui, devo essermi persa mentre cercavo chissà cosa. Sareste così gentile, buon uomo, da dirmi quanto tempo ci vuole per raggiungere a piedi la città?"
llamrei
13-04-2011, 22.06.15
"non ci posso credere! E' proprio il vecchio codice che cercavamo!
.....povera donna....l'ultimo sforzo è stato quello di aiutarci....Che riposi in pace". Ricacciai indietro le lacrime pregai per quella povera donna.
Iniziai a scavare una fossa dove sistemare il corpo della monaca e mentre lavoravo cercavo di raccogliere i pezzi di questo intricato puzzle.
"Cavalieri...che cosa è più utile fare ora. Abbiamo il codice. Torniamo a Campomadza?"
http://www.torinoarte.com/Libro/mistica/Codice.jpg
Melisendra
13-04-2011, 22.07.20
"Mia signora," mi inchinai "conoscete il mio nome, ma non sono certa che vi abbiano informato sulla mia natura e sui motivi che mi hanno condotto presso il vostro feudo... sono un'incantatrice e, in passato, ho avuto modo di conoscere uno degli uomini che al momento figurano tra i vostri più pericolosi nemici: il cavaliere del Gufo. Sono giunta al vostro cospetto affinché accettiate i miei servigi e mi aiutiate a infiltrarmi tra le linee nemiche... da lì potrò essere un'utile arma per la vostra causa, ascoltare e venire in possesso di informazioni che potrebbero esservi utili, forse potrei addirittura essere tanto fortunata da riuscire a seminare zizzania tra i vostri avversari... In questo modo voi avrete un vantaggio sui vostri nemici e io potrò chiudere un conto col mio passato. Ucciderò il cavaliere del Gufo, se sarà necessario." La mia voce era grave e ben calibrata. La mia aria era quieta e la consapevolezza affiorava dai miei occhi.
"Ho un piano per riuscire in questa impresa... sono stata addestrata a compiti come questo da un uomo malefico che a lungo fece di me la sua arma migliore... fuggii da lui per poter essere libera di scegliere le mie battaglie e riparare agli errori passati..." un lampo mi attraversò lo sguardo, mentre pensavo alla mia fuga "Sono certa che la voce della mia fuga non si è ancora sparsa tanto da far sospettare che mi trovo tra di voi e che chiunque si serva delle arti oscure vorrebbe catturarmi e costringermi a servirlo... il Cavaliere del Gufo era un alleato del mio padrone e per un periodo fu il mio amante. Mi fu ordinato di ucciderlo e lo feci... ma, inspiegabilmente, sopravvisse." Presi fiato.
"Tuttavia ho ragione di pensare che se dovessi rincontrarlo, potrebbe accogliermi senza nuocermi." Me lo augurai, era l'unica cosa che potessi sperare.
"Ho bisogno di voi, per attuare il piano che mi farà avvicinare al nostro obiettivo comune. La messa in scena mi farà cadere in una trappola del nemico, inseguita da due dei vostri più rapidi cavalieri. I vostri uomini fuggiranno, mentre io verrò catturata. Tuttavia ho bisogno di un oggetto del tesoro dei Taddei, qualcosa che sia un simbolo riconoscibile del vostro tesoro, per far sembrare che vi abbia derubato. I soldati del nemico, con un po' di fortuna, mi porteranno davanti ai loro comandanti. Una volta accertato il fatto che non ho nulla a che fare con voi, ma anzi, convinti che vogliate la mia testa, e dopo che il Cavaliere avrà svelato la mia identità, riterranno opportuno, ne sono certa, avvalersi dei miei servigi e potrò agire."
Osservai bene la lady, che mi osservava di rimando attraverso le folte ciglia. Quella donna aveva il potere di far crollare il mio piano, farmi imprigionare, se lo avesse ritenuto necessario. Sperai nello spirito pratico che quella donna aveva già precedentemente dimostrato. RImasi in silenzio, attendendo la sua reazione.
Hastatus77
13-04-2011, 23.20.12
Aiutai llamrei a seppellire la monaca che ci aveva consegnato il codice, e nel frattempo cercavo di pensare cosa era meglio fare.
Quindi le risposi: "Il codice l'abbiamo recuperato... però forse dovremmo anche cercare di capire chi sono quegli uomini. Ora non possiamo fare nulla, se non aspettare che ripartano. Forse è il caso di dividerci... voi potreste tornare a Capomazda con il codice, ed io potrei seguire questo gruppo di "banditi", oppure entrare addirittura nel loro gruppo, per cercare recuperare informazioni utili, e... appena potrò anch'io ritornerò a Capomazda."
Morrigan
14-04-2011, 02.41.12
L'aveva invitato all'attacco, e in principio l'aveva fatto avanzare un bel po'... voleva studiarlo, cercare di capire come usava la spada, e per riuscirci doveva farlo sfogare, lasciargli il campo... forse lo aveva anche sottovalutato in un primo momento... se ne accorse quando la lama di Finiwell le aveva graffiato il corsetto, facendo scivolare appena la manica e scoprendole la pelle candida della spalla.
Quell'incidente l'aveva messa in guardia e aveva fatto sì che i suoi attacchi si facessero più attenti e più offensivi, ma mentre portava avanti il busto, nel tentativo di bloccare un pesante fendente, Finiwell si protese oltre la minaccia delle due lame incrociate e le schioccò un bacio sulle labbra.
Quel gesto, così improvviso ed inaspettato, sembrò svegliare Morrigan da quel cauto riserbo in cui era rimasta per tutto quel tempo. D'un tratto la rabbia si impossessò di lei... era furente solo al pensiero che quell'uomo avesse osato sfiorarla... lei, che nessuno aveva mai toccato... lei, cui tutti dovevano rispetto!
Di colpo i suo lineamenti si contrassero, e gli occhi da gatta si mutarono in occhi di tigre. Si passò la stoffa della camicia sulle labbra, con un gesto sprezzante, quindi cominciò a lanciarsi contro Finiwell bersagliandolo di colpi come una Furia.
“Non è un duello, ma una buffonata! O la infilzi o ti fai infilzare!” sentì dire al cavaliere amico di Finiwell.
Udì la voce di quest'ultimo che di certo rispondeva con una delle sue spacconate. Non ascoltò nemmeno. Mentre Finiwell la stringeva parando ancora una volta uno dei suoi attacchi, Morrigan decise di coglierlo di sorpresa. Fece una finta, mirando di nuovo al petto, ma nel momento in cui l'altro rispondeva, la ragazza scartò con agilità, sgusciò via al suo fianco, quindi si girò e con un fendente preciso di Samsagra tranciò di netto la candida camicia dell'avversario, che dopo un attimo si tinse leggermente di rosso, dalla spalla destra fino al fianco sinistro.
Guisgard
14-04-2011, 02.53.22
“Capomazda non è lontana da qui, damigella…” disse il cantastorie a Dafne mentre accordava il suo liuto “… prendendo quella stradina” indicò il giovane “sarete in un’ora nel centro abitato.”
E riprese a cantare:
“Se mi chiederete la storia di Immafiore
saprò accontentarvi con i versi del mio cuore!
Di lei s’invaghì quel bello e forte eroe che vinse
Nolis e con la corona delle Fede ogni cosa cinse!
Ma Amor di ogni storia è sempre il solo protagonista
e mai sarà vinto, per grande che sia il suo antagonista!”
“Siete vedova, dunque?” Chiese poi a Dafne. “Immagino sia stato a causa della guerra… purtroppo molte donne sono vedove e molti bambini orfani per colpa di questa grande tragedia…”
Per un momento si rattristò, poi aggiunse:
“Damigella, se volete possiamo fare un tratto di strada insieme… anche io devo seguire quella via, sebbene non mi è concesso ancora di giungere a Capomazda…”
Si alzò e prese le sue cose.
“Vi va?” Chiese sorridendo.
Guisgard
14-04-2011, 03.50.30
Finiwell restò un attimo sorpreso da quel colpo di Morrigan.
Fissò la camicia strappata e quel leggero graffio che la tingeva di rosso.
“Ehi, che colpo!” Disse sorridendo a Morrigan. “Bellezza, potevi evitare di rovinarmi la camicia… guarda che il tuo colpo migliore lo hai già messo a segno! E diritto nel mio cuore!”
“Ormai è una buffonata!” Esclamò Pasuan. “Ti serve un giullare che ti passi dei versi, non un secondo per un duello!”
Saltò giù dal muretto dove era stato seduto fino a quel momento e prese la via per tornare in caserma.
“Dove diamine vai, Pasuan?” Chiese Finiwell.
“Ad impegnare il mio tempo in qualcosa di meglio!”
“Cosa diavolo ti prende? Sono giorni che sei strano! Da quando non ci siamo dati una mano a vicenda in fatto di donne? Ecco perché ti ho chiesto di farmi da secondo!”
“Ti piace quella ragazza?” Chiese Pasuan indicando Morrigan. “Bene, allora conquistala, rapiscila, seducila, fa quello che più ti sembra opportuno, ma basta con queste bravate! Non perdere altro tempo ed approfitta fino a quando resterà qui con te! E’ libera, non ha nessun altro! Cosa diavolo aspetti? E ora lasciami in pace!”
E andò via.
“Il diavolo mi porti se ci capisco qualcosa…” mormorò Finiwell vedendo l’amico allontanarsi lungo la strada.
“Beh, credo che il duello si possa concludere con un bel pareggio!” Intervenne Guisgard. “Ed ora, visto che il mio compito è terminato, mi scuserete se mi allontano. Mi attende una ricca colazione!”
“Direi di passare anche noi dalla locanda per mettere qualcosa sotto i denti.” Disse Finiwell a Cavaliere25. “Andiamo, ragazzo! E tu, bellezza…” rivolgendosi a Morrigan “… se ti occorre un eroe, sai dove trovarmi!”
Le lanciò un bacio e poi in compagnia di Cavaliere25 si diresse verso la locanda.
Guisgard
14-04-2011, 04.14.12
Llamrei e Hastatus, aiutati da Gervan, seppellirono la povera monaca.
Poi, il cavaliere di Capomazda fissò i suoi due compagni di viaggio.
“Quei cavalieri non sono comuni banditi…” disse “… almeno non nel modo in cui possiamo intenderlo noi… sono dei mercenari… ho riconosciuto il loro stendardo… La Legione degli Imperiali … e temo siano al servizio dei nostri nemici…”
Ormai gli uomini di Gouf erano lontani.
“Se ho ragione, e Dio non voglia, credo sia importante riferire ogni cosa al capitano Monteguard…” continuò Gervan “… lui sa come affrontare simili situazioni e voi, sir Hastatus, magari potreste illustrare proprio a lui il vostro piano di intrufolarvi fra quei cavalieri…”
Fissò allora il prezioso codice ed aggiunse:
“Ora credo che la cosa più importante sia riportare a Capomazda Le Angosce di Santa Lucia… questo codice ha un valore inestimabile ed è un miracolo che quei cavalieri non lo abbiano trovato.”
Morrigan
14-04-2011, 04.26.25
Morrigan seguì quella scena sempre più confusa... possibile che Finiwell non riuscisse a prendere nulla sul serio, nemmeno la vita? E quel suo amico, Pasuan... sembrava di certo aver più sale in zucca... ma perchè si stava conportando in quel modo bizzarro? Sembrava insofferente, come turbato da qualche affanno interiore. Li guardò allontanarsi insieme al giovane apprendista, quando d'un tratto si accorse che c'era qualcosa che voleva ancora fare.
Corse allora, e trattenne Guisgard per un braccio, facendolo girare.
Il sole era alle sue spalle e disegnava il suo corpo e i suoi capelli scuri, con i quali il vento che si era levato in quel giorno giocava disordinatamente. Gli occhi e le guance erano accesi per lo scontro e per le emozioni di quella giornata, e Morrigan dovette cercare di comprimere il battito del suo cuore mentre gli parlava:
"Aspettate... Guisgard... "e il suo nome scintillò per un istante nell'aria del mattino "io volevo... io mio grazie! Non so quanti altri, al vostro posto, avrebbero fatto questo per una perfetta sconosciuta!"
Guisgard
14-04-2011, 04.53.14
“Oh, ma io sono un romantico marcio, milady!” Disse Guisgard sorridendo. “I duelli e le dichiarazioni d’amore sono le cose che più mi incuriosiscono e mi affascinano!”
Cercò di accomodarle il corsetto strappato per il duello ed aggiunse:
“E chissà che un giorno non possiate rendermi questo favore, assistendomi in uno di questi pittoreschi avvenimenti! Ovviamente mi riferisco ad un duello, non ad una dichiarazione d’amore! Ora vogliate scusarmi, milady, ma devo andare… sicuramente, a Dio piacendo, ci incontreremo presto!”
La salutò con un inchino e riprese la via verso il centro di Capomazda.
Guisgard
14-04-2011, 05.08.17
“Voi… voi chi siete?” Domandò Icarius.
“Sono Lho Thanziul… fui guardia del corpo di lord Rauger, come i miei antenati lo furono degli Arciduchi che lo precedettero sul seggio di Capomazda.”
“Gli Arciduchi?”
“Si, i signori e custodi di queste terre” rispose Lho “e voi siete l’ultimo di quella nobile stirpe.”
“Per questo mi avete salvato?”
“L’ho fatto per carità Cristiana… ormai non sono più al servizio di nessuno…”
“Perché?” Chiese Icarius.
“Ero la guardia del corpo di lord Rauger… ma quando l’Arciduca, in seguito alla morte della sua adorata Roselide, decise di lasciare il palazzo di Capomazda io ritornai nella mia casa… e ancora oggi maledico quella mia avventata scelta…”
“Perché?”
“Perché non ero col mio signore quando, tornato dopo trenta anni al palazzo, egli morì! Sarei dovuto morire insieme a lui e non sopravvivergli! Ho mancato al mio dovere… maledicendo la mia stoltezza e condannando me stesso alla peggiore delle punizioni… oggi sono un fantasma, un’ombra… vivo nella carne, perché l’aria ed il sangue pulsano ancora in me… ma morto dentro, perché il mio spirito erra nei meandri di un passato che grida ancora il mio fallimento!”
“Allora siamo simili, amico mio…” mormorò Icarius “… entrambi cerchiamo un passato che ormai non ci appartiene più… e forse la morte è la nostra unica liberazione…”
Non siate sciocco!” Esclamò Lho. “Voi avete un presente da vivere e, a Dio piacendo, un futuro da conquistare! Siete l’ultimo dei Taddei ed il ducato dipende da voi!”
“Cosa dovrei fare? Non ricordo neanche il mio nome, come potrei servire al ducato?”
“Che mi sia sbagliato? Forse non siete il duca Icarius… no, guardandovi meglio comincio a dubitare di tutto ciò… avete gli occhi dei Taddei, quegli occhi grandi, luminosi, indomiti, capaci di riflettere i sogni più grandi e trasmettere le passioni più travolgenti… avete forse anche un nobile portamento, dei modi gentili nel parlare e nel mostrarvi… ma non basta questo per essere uno dei Taddei… no, presentate qualcosa ad essi sconosciuta… qualcosa che vi rende un uomo come tutti gli altri…”
“Cosa?”
“Avete la debolezza!” Rispose Lho. “Si, il limite che separa i nobili da tutti gli altri uomini! Mi sono sbagliato… siete solo un povero miserabile come me… senza futuro… rimettetevi presto e quando sarete in forza lascerete questo posto.”
Tornò allora a sistemare il fuoco, sul quale vi era una grossa pentola colma di minestra.
“Ho visto io stesso lord Rauger uccidere un cinghiale con le sue mani…” continuò Lho “… conficcandogli la spada nel bel mezzo della testa. Sono stato con lui a combattere sotto le mura di Sygma… mura che sembravano incrollabili, invalicabili… eppure lui vinse quelle mura… conquistando Sygma e spegnendo ogni suo proposito di ribellione… no, voi non siete suo nipote… Icarius è morto… è forse è un bene… così nessuno dei Taddei dovrà assistere alla prossima ed inesorabile caduta di Capomazda…”
“L… Lho…” mormorò Icarius scendendo dal letto “… se davvero sono colui che voi credevate… allora lo dimostrerò… e prima a me stesso… battiamoci…”
“Siete ferito e senza forze… ed io sono vecchio e stanco… saremmo ridicoli…”
“In… in guardia…” e tentò di lanciarsi sul vecchio davanti a lui, ma perse l’equilibrio.
“Il furente gufo già spicca il volo…” disse Lho sorreggendolo “… anche se le sue ali non possono ancora sostenerlo!”
“Io… io…” balbettò Icarius.
“Ora non sforzatevi oltre… riposate… la notte per voi sarà dolce…”
Un attimo dopo Icarius, aiutato da Lho, tornò a letto e cadde in un sonno profondo.
http://www.filmmonthly.com/Profiles/Articles/JamesFrancoTristanIsolde/james_franco8.jpg
Talia
14-04-2011, 13.06.28
Il capitano Monteguard presentò la nostra ospite con poche parole, poi lei stessa iniziò a parlare.
La guardavo in silenzio, valutando il suo volto e la cadenza della sua voce... appariva sicura, tranquilla, consapevole, eppure colsi qualcosa in fondo ai suoi occhi, un velo leggerissimo passare proprio sul fondo... durò un istante, poi scomparve.
Quando la sua voce si spense, io sorrisi leggermente...
“Un’incantatrice?” chiesi “Queste sono davvero giornate piene di sorprese...”
Lentamente, voltai loro le spalle e mi avvicinai alla finestra, riflettendo...
Il sole era ormai piuttosto alto nel cielo, ma non riusciva del tutto a sciogliere quella densa nebbia che saliva dal terreno... era come una coltre umida che ci avvolgeva e che in parte velava il cielo alla nostra vista. A Sygma vi era una credenza: si riteneva che quando il sole, salendo, non riesce a disperdere la nebbia della notte, significa che vi è molto male sulla terra tra gli uomini e che molto, molto male sta per giungere ancora.
Mi presi ancora un momento, ma quando iniziai a parlare la mia voce era ferma...
“Milady...” dissi, voltando le spalle al vetro e tornando a fronteggiarla “Voi mi proponete un piano avventato e rischioso! Mi proponete un piano che dipende da molte variabili, poche delle quali da voi o da me gestibili, e che... concedetemelo... ha molte più probabilità di fallimento che non di riuscita! Inoltre... voi stessa avete ammesso di aver già incontrato quell’uomo in passato, di aver tentato di ucciderlo e di non esserci riuscita... che cosa vi fa dunque credere che questa volta riuscirete nell’impresa? E cosa vi fa credere che invece, rivedendovi, quell’uomo non voglia vendicarsi del vostro ultimo incontro, uccidendovi lui per primo?”
cavaliere25
14-04-2011, 13.30.25
bella idea dissi guardando Finiwell ho davvero bisogno di mangiare e soprattutto di riposarmi e segui il gruppo verso la locanda
Melisendra
14-04-2011, 13.47.27
Sorrisi, le sue parole erano ragionevoli. Io per prima avevo avuto quel dubbio... "Milady, sono certa che il piano presenti molte discutibili variabili, ma sono altrettanto certa del fatto che questo rappresenta una delle vostre poche possibilità di affrontare il Cavaliere del Gufo senza uno scontro diretto sul campo di battaglia, dove fin ora è riuscito ad avere la meglio, grazie alla sua indole spietata e a un'armatura incantata." Il ricordo di quell'armatura mi fece brillare gli occhi, rappresentava una delle poche difese che avrei mai avuto contro la magia del mio vecchio padrone e avrei certamente tentato di impadronirmene... almeno avrei cessato di guardarmi continuamente le spalle.
"Il fatto di non esservi riuscita una volta, non rappresenta una grande difficoltà...e nemmeno il rischio che mi voglia uccidere a vista... quando avrebbe potuto comodamente farlo durante il mio lungo soggiorno presso il suo castello o quando lo seguivo negli accampamenti delle sue battaglie... poichè sapeva, all'epoca, che ero una spia al servizio del suo alleato... eppure non lo fece..." Pensai al tempo in cui mi fu imposto di scegliere tra quell'uomo e quella fragile e miracolosa vita che mi cresceva in grembo e mi feci forza... "Ebbe l'occasione di uccidermi anche il momento prima che iniziassi la mia opera... ma nei suoi occhi vidi una quiete che mi sorprese, poichè gli sarebbe bastata una mano per spezzarmi." Feci una pausa.
"Dunque, mia signora, questo vi offro... la mia lealtà e la promessa che se dovessi fallire, nessuno verrà mai a sapere del nostro patto e morirò come una spia o una strega o solo un'altra vittima di questo conflitto... e neppure la più innocente." Sospirai. "Ma se avrò successo, riusciremo a risparmiare molte vite dalla furia falciatrice del nemico." Fissai gli occhi nei suoi e tacqui. Non avevo più molto da aggiungere.
Hastatus77
14-04-2011, 14.21.22
"Voi già li conoscete? ... ... Non è un piano preciso e dal risultato certo.. sicuramente è una cosa un po' folle e pericolosa. Potremmo cercare di entrare nel loro gruppo in due o tre, integrarci con loro e acquistare la loro fiducia, ma da qui in poi bisognerà adattarsi alle situazioni ed essere molto prudenti."
Talia
14-04-2011, 15.56.44
La osservai ancora per un istante... i suoi occhi, fissi nei miei, trasmettevano una decisione non comune e niente nella sua figura tradiva il pur minimo dubbio circa quel piano.
E allora, per un istante, la ammirai... quella donna non era di Capomazda, proprio come me, e proprio come me si era trovata in mezzo ad una guerra non sua, però lei aveva qualcosa per cui combattere, lei aveva un suo scopo, aveva una sua guerra personale per la quale battersi e in nome della quale, forse, persino morire.
E io, invece? Io in nome di che cosa ero lì in mezzo a quella guerra? Per lealtà? Per devozione? Per amore? ...O forse soltanto per caso?
Chinai appena la testa, poi tornai a guardarla...
“Se doveste fallire, milady, credo che farebbe davvero poca differenza che il nemico venga o meno a conoscenza del nostro patto! Vedete... se Cimarow e Gouf dovessero entrare a Capomazda in questo preciso momento, io sarei comunque la loro prima preda, probabilmente! E sarebbe giusto così! Però avete detto una cosa corretta... è necessario tentare di risparmiare quante più vite possibile dalla loro furia!”
Feci una breve pausa, poi conclusi: “Perciò, milady, avrete il mio completo appoggio!”
Ci guardammo per un momento in silenzio e seppi che non ci sarebbe stato bisogno di dirsi altro... ci eravamo capite e il patto era stretto. Ci eravamo capite come solo due donne assolutamente coscienti delle proprie possibilità in un momento estremamente difficile possono capirsi.
Poi, lentamente, i miei occhi si spostarono verso il basso e osservarono per un istante il ricco bracciale al mio polso... era un oggetto di una ricchezza estrema, decorato con raffinati smalti traslucidi e disegni di filigrana, un oggetto che non passava certo inosservato e che era stato il dono di nozze per me da parte di mio marito, sebbene io fossi abbastanza certa che era stato lord Rauger a farlo eseguire e che Icarius probabilmente non lo aveva neanche mai visto.
Me lo sfilai e lo tesi a Melisendra...
“Questo sarà il vostro lasciapassare!” dissi “E’ un oggetto di estremo valore, tanto materiale quanto simbolico: il mio dono di nozze da parte di Sua Signoria. Lord Cimarow lo ha visto in più di un’occasione al mio polso e una volta, perfino, ne ammirò la fattura... sono certa lo riconoscerà!”
Spostai poi gli occhi alternativamente su Monteguard e su Izar...
“Un’ultima cosa...” ordinai “Niente di quanto ci siamo appena detti dovrà mai uscire da questa stanza per nessun motivo! Soltanto noi quattro saremo a conoscenza della verità, e nessun altro... mi sono spiegata? Assolutamente nessun altro, senza averne prima parlato personalmente con me! ...Anche i vostri uomini, capitano, non dovranno sapere nulla: direte loro semplicemente di inseguirla, senza cadere ovviamente in mano nemica! In questo modo, milady...” spiegai verso Malisendra “spero di riuscire a preservare la vostra incolumità il più a lungo possibile! Buona fortuna!” soggiunsi, più piano “...e che il Cielo vi assista!”
Melisendra
14-04-2011, 16.44.16
Ripresi a respirare solo quando la dolce signora che stava di fronte a me smise di parlare. Mi resi conto che eravamo talmente diverse... come il giorno e la notte, ma qualcosa ci univa in quella sventurata circostanza: quella forza sottile e disperata che cresce e germoglia nel cuore durante le difficoltà. La ammiravo per la sua calma apparente, la fragile limpidità del suo sguardo, che però celava la strenua volontà di una donna di sopravvivere... e, a Dio piacendo, prosperare.
"Mia signora," mormorai, inchinandomi e accogliendo il prezioso bracciale tra le mie mani, "partirò immediatamente... non c'è tempo da perdere. Spero che tutto ciò aiuti la vostra causa e vi mantenga al sicuro dalle pretese di Lord Cimarow." Presi un attimo per riflettere. "Vi terrò aggiornata, non appena avrò qualche informazione. Non temete, non occorreranno né messaggeri né altri intermediari... quando vi arriverà un messaggio, lo saprete. Sarà sufficiente cedere alle braccia di Orfeo." Frugai nel borsello che tenevo appeso alla cintura. Mi avvicinai a lei e posai una pietra dei sogni tra le sue mani, grande come un nocciolo di pesca, legato ad una sottile cordicella di seta bianca. Era un semplice cristallo di quarzo, di quelli che celano al loro interno tante misteriose figure e anfratti. Bianco, puro e freddo.
"Col vostro permesso, scenderei nelle scuderie a sellare Pandemonio e mi recherei presso il crocevia che conduce da Capomazda verso le terre di Lord Cimarow... e che il Cielo misericordioso ascolti le vostre preghiere, Milady!"
Chinai rispettosamente il capo, mentre il bracciale scendeva sul mio polso.
Morrigan
14-04-2011, 17.21.20
Una sonora risata dovette risuonare alle sue spalle pochi istanti dopo. Morrigan lo guardava e rideva, con un'allegrezza nel cuore che non si sarebbe mai aspettata.
"Oh, che romantico che siete!" gli gridò dietro con voce gaia "Vi siete riservato una ricca colazione e lasciate digiuna una dama che ha appena vinto un duello! Ah be'... bel cavalliere davvero!"
Così lo raggiunge e si mise a camminare al suo fianco, continuando a parlare allegramente:
"E sia, vi perdono... e vi consento anche di ospitarmi alla vostra tavola!"
Poi il suo tono mutò d'accento, la voce si fece più profonda e del tutto seria:
"Sentite, Guisgard... devo parlare con voi in privato di una questione importante... devo farvi solo alcune domande, poi vi lascerò in pace..."
Lo guardò un istante, come invitandolo a darle una risposta, quindi gli sorrise e continuò con fare affabile, come se non avesse voluto dar peso a quella strana richiesta:
"Ah, e datemi in prestito anche il vostro mantello... non vorrete certo farmi entrare in quella locanda in questo stato!"
Accennò con la mano all'abito strappato che lui le aveva sistemato con delicatezza, quindi, senza attendere risposta, tirò il cordone del suo mantello, glielo sfilò e se lo mise sulle spalle, coprendo la pelle che il fendente di Finiwell era riuscito a denudare.
Talia
14-04-2011, 20.03.32
Le mie dita si strinsero intorno alla pietra che Melisendra mi aveva dato. Chinai appena la testa alla donna allora e, mentre lei usciva, feci cenno a Monteguard e a Izar che potevano ritirarsi.
Poi tornai a guardare fuori dalla finestra...
Quella vaga caligine non se n’era ancora andata e, a banchi, continuava ad aleggiare sulla campagna, riempiendo il mio cuore di nefasti presagi...
“Bruma che non si scioglie al primo chiarore...” recitai appena tra me e me nella lingua di Sygma “porta con sé pena e dolore”
Rabbrividii.
E in quel momento, quasi inavvertitamente, il volto di mio marito fluttuò tra i miei pensieri... e allora, allora che dalla sua scomparsa per la prima volta finalmente ero da sola, un nodo mi serrò la gola e gli occhi iniziarono a bruciarmi forte.
Inspirai intensamente e lasciai che quella sensazione strana, cui non ero certa di saper dare un nome, defluisse... ma non avvenne. E ben presto, sopra tutto quel tumulto, iniziò a farsi strada soltanto una cieca, nera, irrazionale, incontrollabile paura...
Lady Dafne
14-04-2011, 20.28.18
"Vi rallenterei se venissi con voi, saltello appena, non riesco a camminare veloce per colpa di questa gamba. Andate, se volete, io piano piano e facendo numerose soste arriverò a Capomazda trascinandomi".
Cercai di arrampicarmi aggrappandomi ai mattoni sporgenti del muro per tirarmi in piedi, feci una fatica e mi scappò un gridolino di dolore per una fitta che sentii anche alle costole oltre che alla gamba. Rimasi senza fiato un momento...
Guisgard
14-04-2011, 20.32.50
“Milady…” disse il cantastorie a Dafne “… presto farà buio e questo non è un luogo adatto ad una ragazza sola… io affretterò il mio passo e tenterò di raggiungere il borgo il prima possibile… avete qualche persona cara, un parente o un amico che io possa avvisare della vostra presenza qui? Così da mandarlo a prendervi?”
Lady Dafne
14-04-2011, 20.43.39
"No, sono sola, avevo solo mio marito... a proposito..." dissi lasciando la frase a metà pensando a quell'uomo che mi aveva mentito. Ero in collera con lui ma... chi avrei potuto chiamare? Coma avrei fatto in quello stato da sola? Misi da parte l'orgoglio e decisi di fare la povera vedova disgraziata
"sì beh c'è una persona che mi è amica, ma non ricordo il suo nome, forse lo trovate alla caserma dei cavalieri. Siete gentile ad aiutarmi, ve ne sarò eternamente grata!"
Conclusi la frase mentre lui era già partito, lo guardai allontanarsi mentre cercavo di capire che cosa avrei fatto nel momento in cui avrei avuto davanti quell'uomo...
Guisgard
14-04-2011, 20.54.08
“Ma come? Voi vincete un duello e a me spetta offrire la colazione? Bell’affare davvero!” Disse Guisgard ridendo forte.
Giunsero cosi alla locanda.
“Locandiere, oggi sono in ottima compagnia! C’è un tavolo degno per l’occasione?” Gridò verso il bancone.
“Di cosa volevate parlarmi, milady?” Chiese a Morrigan appena presero posto ad uno dei tavoli della locanda.
Morrigan
14-04-2011, 21.09.21
"Offrirvi la colazione?" rise Morrigan appena si furono seduti al tavolo che l'oste aveva indicato loro "Pensavo piuttosto di offrirvi l'occasione per dimostrare che cavaliere romantico, galante e compito voi siate!"
Si aprì appena il mantello, scrollò i capelli sulle spalle, come se avesse bisogno di mettersi a suo agio prima di iniziare quel discorso. Staccò una mollica dalla forma di pane calda che il locandiere aveva poggiato sulla tavola, la mangiò con gusto e con l'aria di chi sta riflettendo su qualcosa di importante, quindi si protese verso Guisgard e cominciò a parlare piano, attenta a non farsi udire dagli altri astanti della locanda.
"So che ci siamo conosciuti in maniera molto fortuita, signore... e di certo voi avete l'aria di uno che ha viaggiato... vorrei sapere da dove venite, e quali terre avete visto in quest'ultimo anno..."
Lo fissò, quasi occhi negli occhi. I suoi, ambrati, scintillavano di una fiamma segreta in quel momento, una fiamma che nascondeva un forte, oscuro sentimento.
"Vedete..." si affrettò a continuare, per evitare i suoi sospetti "sto cercando un uomo..."
Guisgard
14-04-2011, 21.19.37
Il cantastorie si allontanò salutando Dafne da lontano.
“Chi amiamo e tiene a noi” disse andando via “non ci abbandona mai, damigella!”
Intanto, nel cortile davanti alla caserma, Pasuan stava sistemando una sella nuova sul suo cavallo.
“Sta buono… oggi sei particolarmente inquieto, amico mio… quasi quanto me… dai, sta buono e dopo andremo a farci una bella cavalcata…”
Ma in quel momento uno strano suono si diffuse nell’aria.
Il suono di un liuto.
Ed il cavallo di Pasuan cominciò ad imbizzarrirsi.
Il cavaliere ebbe solo il tempo di montargli sopra, che subito il destriero si lanciò in una folle corse.
Sembrava come impazzito e cominciò a divorare la strada, allontanandosi in breve da Capomazda.
E tanto corse che giunse davanti alla vecchia torre diroccata.
E qui finalmente arrestò la sua folle corsa
“Finalmente ti sei fermato!” Gridò Pasuan.
Si guardò intorno e riconobbe quel posto.
Ed il ricordo di Dafne si fece in lui ancora più vivo.
Lady Dafne
14-04-2011, 21.30.04
Alla fine avevo deciso di rimanere lì alla torre, avevo pensato che il riparo che mi offriva era molto più sicuro dell'essere completamente immersa nella brughiera. Ero arrabbiata con me stessa: perchè non riuscivo ad essere autonoma? Avevo pure mandato a cercare quel tizio solo per l'evidente necessità! Dio se ero in collera con lui, aveva approfittato di me, del mio dolore, del mio smarrimento...
Poi d'un tratto sentii un gran trambusto, sembrava il galoppo di un cavallo impazito e sembrava anche venire verso di me. Presi paura, istintivamente strisciai stringendo i denti dietro un nocciolo che era cresciuto dentro la torre proprio nella zona più diroccata. Stetti lì ferma trattenendo il fiato, senza far il minimo rumore sperando che quel cavallo e il suo cavaliere proseguissero invece improvvisamente si fermarono!
Il mio sangue gelò, morii di paura quando mi accorsi che avevo lasciato sul vecchio pavimento della torre numerose goccioline di sangue. Sarei stata di certo scoperta!
Guisgard
14-04-2011, 21.35.27
“Cercate un uomo? E per farne cosa, milady? Per sposarlo? O magari solo per passarci il tempo? Eh, siete audace!” Disse Guisgard sorridendo a Morrigan. “Albicocche o amarene?” Chiese poi. “La confettura da mettere sul pane, intendo?”
In quel momento entrò un cavaliere nella locanda.
“Sir August chiede nuovi volontari per ritornare nel Gorgo del Lagno! Avanti, cavalieri, il duca potrebbe aver bisogno di noi!”
In quel momento tutti corsero verso la caserma.
“Non si riesce a trovare un momento di tranquillità, qui!” Esclamò Guisgard.
Guisgard
14-04-2011, 21.48.50
Pasuan fissò la torre mentre il crepuscolo cominciava ad avvolgere ogni cosa.
Il ricordo dei momenti passati lì con Dafne era ancora vivissimo.
L’eco della sua voce, la luce dei suoi occhi.
E poi la carezza sul suo volto, la sua pelle come la porcellana, il profumo dei suoi capelli.
“Vorrei andare via da Capomazda…” disse tra sé “… non sarei mai dovuto venire qui…”
Accarezzò il suo cavallo e sorrise malinconico.
“Quante donne hanno attraversato la mia vita…” mormorò “… tante che non ricordo nemmeno i loro nomi… eppure fino a pochi giorni fa non era così… fino a quando non è arrivata lei…”
Cominciò ad avvicinarsi alla torre, tirando il suo cavallo per le redini.
Accarezzò le nude pietre della torre e sospirò.
Ma, guardando a terra, si accorse di alcune gocce di sangue.
Legò il suo cavallo ad un ferro arrugginito e portò la mano sulla spada.
Un attimo dopo entrò nella torre.
Guisgard
14-04-2011, 21.59.02
Intanto Melisendra era pronta per partire.
Accanto a lei vi era il capitano Monteguard.
“Milady, so che non servirà a nulla dirvelo, ma vi chiedo di ripensarci… è troppo pericoloso!” Disse. “Sceglierò uno dei migliori fra i miei cavalieri… e simuleremo la vostra fuga…” restò un attimo pensieroso “… cominciate a cavalcare… tutto deve sembrare vero… e buona fortuna, milady!”
Frustò allora Pandemonio e subito il superbo destriero si lanciò in una poderosa corsa.
Poco dopo suonò l’allarme nella caserma.
Guisgard
14-04-2011, 22.05.20
Nel frattempo, sulla via tra il monastero delle Agostiniane e Capomazda, Gervan, Llamrei e Hastatus erano alle prese con dubbi e timori.
“Si, li conosco…” disse Gervan “… e so che sono pericolosi come serpenti velenosi… ecco perché preferisco discutere di ogni cosa col capitano Monteguard… così sir Hastatus potrà proporgli il suo piano. Credetemi, è la cosa migliore!”
E fece cenno ai suoi compagni di viaggio di ritornare a Capomazda.
Lady Dafne
14-04-2011, 23.17.12
Sentii dei passi sul pavimento di pietra. Avevo il cuore che mi batteva a mille, volevo fermarlo temendo che si sentisse all'esterno. Tremavo di paura e mi rannicchiai tutta chiudendomi a riccio malgrado il dolore che provavo.
"Dannato sia quel cantastorie che mi ha convinta a stare qui ferma!" pensai mentre con la coda dell'occhio spiavo attraverso le braccia.
Vidi la punta di una lunga e lucente spada puntare minacciosa verso il mio nascondiglio. Lanciai un grido terrorizzata per poco non venni meno. Un fendente poderoso falciò buona parte dei rami dei nocciolo passandomi a dieci centimetri dalla testa.
"Fermo, fermo, per favore risparmiatevi ve ne prego"
Alzai gli occhi pieni di lacrime verso colui che aveva appena cercato di uccidermi implorando pietà, rimasi a bocca aperta quando mi accorsi che avevo davanti quel famoso cavaliere: "l'impostore!" pensai.
Lui sembrava stupito quanto me di trovarmi lì così...
Morrigan
15-04-2011, 02.03.14
Morrigan sorrise, suo malgrado, nonostante la gravità del suo pensiero la spingesse a perdersi molto lontano. Tuttavia la domanda di Guisgard, che era in assoluto quella che meno si sarebbe attesa, la distrasse da quel turbamento e le accese negli occhi una gioia istintiva, quasi bambina.
"Amarene..." rispose, senza nemmeno pensarci un attimo.
Ma proprio in quel momento un cavaliere entrò nella locanda...
“Sir August chiede nuovi volontari per ritornare nel Gorgo del Lagno! Avanti, cavalieri, il duca potrebbe aver bisogno di noi!”
In un attimo ci fu gran movimento nella locanda.
“Non si riesce a trovare un momento di tranquillità, qui!” esclamò Guisgard.
Morrigan si guardò intorno, confusa. Si morse le labbra con disappunto... non era donna da rinunciare ai suoi progetti, lei!
Afferrò la mano di Guisgard, senza esitare, e lo trattenne ancorato al tavolo, ancorato a sè, occhi negli occhi, con un'urgenza e con una temerarietà che faceva somigliare il suo sguardo a quello di un felino.
"Non burlatemi, vi prego... si tratta di cosa importante... e vi darò dei soldi, se volete... molti soldi! Ma ho bisogno che mi diciate se nei vostri viaggi in queste terre avete mai incontrato, o anche solo sentito parlare di quest'uomo... egli è sempre stato molto vicino al traditore, lord Cimarow, e questo mi fa pensare di poterlo trovare qui... ha una profonda cicatrice vicino all'occhio destro e un chiaro accento della Normandia... il suo nome è Saint Roche... Ivan de Saint Roche!"
Guisgard
15-04-2011, 02.08.35
Pasuan restò profondamente sorpreso di trovarsi davanti proprio Dafne.
“Tu qui? Cosa ci fai? Da sola in questo posto? E’ buio ormai ed è pericoloso!” Disse rimettendo nel fodero la spada.
Sgranò poi gli occhi a causa di un pensiero che improvviso lo colse.
“Ma allora quel sangue… sei ferita?”
La guadò con attenzione e si accorse della sua gonna sporca di sangue.
Senza esitazione allora la prese in braccio e la posò poi su una vecchia tavola di legno.
“Come è accaduto? Ti fa molto male?”
Un attimo dopo, alzando gli occhi, si ritrovò col suo sguardo in quello di lei.
La preoccupazione per la ferita non gli aveva fatto rendere conto di quanto fossero ora vicini.
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Guisgard
15-04-2011, 02.19.01
“Milady… io non sono cresciuto in queste terre…” disse Guisgard continuando a spalmare la confettura sulla focaccia calda “… e non credo di potervi essere utile… forse dovreste chiedere a qualcuno dei cavalieri al servizio del duca… io neanche il nome del traditore Cimarow conoscevo!”
Si voltò verso la porta ad osservare per un momento i cavalieri che correvano da August.
“Io sono un forestiero qui…” aggiunse “… in cerca di un po’ di fortuna… ed ora che ci penso devo ancora guadagnarmi un buon cavallo! Forse sarà il caso che mi aggiunga ai volontari di sir August? Voi che dite?”
Morrigan
15-04-2011, 02.33.31
Morrigan si passò la mano sulla fronte, e per un attimo sul suo viso si disegnò un'ombra, un'ombra di sconforto.
"So bene che non siete di qui... ma avete viaggiato... vorrei che faceste appello alla vostra memoria... o almeno..."
Sollevò le lunghe ciglia, lo guardò dritto negli occhi, come se con quello sguardo avesse voluto comprendere in un attimo tutto di lui.
"... promettetemi almeno che mi darete notizie, se mai ve ne giungessero alle orecchie... ormai è più di un anno che vago in questa ricerca... comincio a..."
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Ma non terminò la frase, e la sua voce si mutò in un sottile sospiro.
Scosse il capo, mentre i lunghi capelli le ricadevano sulla spalla, si riscosse e tornò a guardarlo sforzandosi di sorridere di nuovo.
"Sì, avete ragione... andiamo da sir August! Se i suoi cavalieri sono tutti perdigiorno come quel Finiwell, temo che avrà un gran bisogno di noi!"
Guisgard
15-04-2011, 03.07.35
"Si, milady..." disse Guisgard a Morrigan "... vi do la mia parola."
E finito di mangiare raggiunsero gli altri cavalieri alla caserma.
Qui in breve molti cavalieri si radunarono nel cortile.
E vi era ad attenderli sir August.
“Avanti, mi serve un pugno di volontari… non deludetemi, cavalieri!”
Molti si proposero ed alla fine furono scelti Guisgard, Morrigan, Finiwell, Cavaliere25, Sir Roman e sir Carfish. A loro si unì di nuovo Perecourt il guardiacaccia.
“Bene, signori…” disse August “… partiremo all’albeggiare.”
Ed infatti, all’alba, August ed i suoi volontari partirono per il Gorgo del Lagno, con la speranza di trovare qualche traccia del loro signore.
Guisgard
15-04-2011, 04.27.32
Talia era rimasta sola nella biblioteca.
In lei era appena affiorato il ricordo di suo marito e contrastanti sensazioni si erano impossessate del suo cuore.
Il bracciale.
Non lo aveva più.
Forse Icarius davvero non l’aveva scelto.
Forse non ne conosceva nemmeno l’esistenza.
Forse.
Forse era un segno, una volontà di cambiamento.
Come a voler mutare qualcosa, quella sensazione di perenne solitudine, di angoscia.
“Questo bracciale non ha prezzo…” disse lord Rauger nel metterglielo al polso “… i migliori orafi di Afragogna ci hanno lavorato… è appartenuto a mia moglie…” sorrise e continuò “… sai, le nostre famiglie si odiavano da non so quanto tempo e suo padre si era rifiutato di concedermi la sua mano… allora io le donai questo bracciale, perché lei lo indossasse come segno… una specie di codice noto solo a noi due… lei non poteva parlarmi, né incontrarmi e nemmeno scrivermi… ma quando indossava questo bracciale io sapevo che pensava a me! E tu, nel metterlo, penserai ad Icarius…”
Il ricordi di lord Rauger le attraversò per un attimo la mente.
In quel momento qualcuno entrò nella sala.
“Non mi abituerò mai a questo paesaggio…” disse Matthias “… mi mancano le nostre colline… e poi questo loro pane... bha! Tu come stai?” Chiese. “Avevi detto di volermi mostrare qualcosa… di cosa si tratta?”
Guisgard
15-04-2011, 06.17.14
Il Sole penetrava dalle piccole finestre della capanna, disegnando sciami d’orati sui quali sembravano scivolare il canto degli uccelli ed il vibrare delle foglie al vento.
La natura si era destata a quella luminosa e limpida mattinata.
E aperti gli occhi, un senso di pace accolse il risveglio dell’uomo senza passato.
Un odore di latte caldo e pane appena sfornato insaporiva quell’ambiente.
“Buongiorno, mio signore.” Disse Lho, intento a servire quella semplice e profumata colazione.
“Che meravigliosa mattinata...” mormorò Icarius.
“Come va la ferita?”
“Sento solo un lieve bruciore… ma è sopportabile…”
“E la testa?”
“Non avverto più alcun dolore.” Sorrise Icarius.
Fissava Lho con un’espressione serena e sollevata.
Gli occhi, resi luminosi da quell’alone d’orato che aveva invaso l’umile capanna, erano accesi di un azzurro tanto trasparente da permettere quasi di vedere fin nel cuore del duca.
“Venite allora a mangiare o si fredderà tutto!” Esclamò Lho. “Riuscite a camminare, vero?”
“Si, ci riesco.” Rispose sorridendo Icarius.
“E ditemi… a cavalcare?”
“Come sarebbe?”
“I vostri cavalieri vi stanno cercando… non si sono dati per vinti… è ora che torniate a Capomazda, milord.”
“A Capomazda?” Ripeté Icarius sorpreso. “Ma io… non so nulla di quel mondo… non saprei nemmeno come comportarmi…”
“E’ lì il vostro posto.” Sentenziò Lho. “Siete l’ultimo dei Taddei… ed i grandi spesso non possono scegliere la loro vita.”
“Non posso… ho paura… forse non sarò un degno erede della mia stirpe… ma ho paura…”
“Anche Ardea ne ebbe.”
“Chi è Ardea?”
“Un vostro antenato.” Rispose Lho. “Ma la paura non gli impedì di affrontare il suo destino. Ed il vostro è a Capomazda.”
“Lho… verrete con me?”
Il vecchio guerriero lo fissò.
“Sono trent’anni che non metto piede nel palazzo ducale…”
“Proteggerete anche me, come faceste sempre con mio zio?”
In quel momento, nel guardare gli occhi di Icarius, per un attimo, Lho vide un bagliore.
Un bagliore che li attraversava, illuminandoli di una luce non comune.
La stessa luce che il vecchio guerriero vedeva anni prima negli occhi di Rauger.
Un’ora dopo, mentre August ed i suoi setacciavano il Gorgo in cerca di qualche traccia del loro signore scomparso, videro avvicinarsi due uomini a cavallo.
“Chi è la?” Urlò August. “Avanzate e fatevi riconoscere!”
“Viva il re!” Esclamò Lho. “E lunga vita a lord Icarius de Taddei!”
In quel momento il fedele August riconobbe l’uomo che era accanto a Lho.
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Morrigan
15-04-2011, 15.28.29
Partirono in gran fretta, tra lo scalpitare dei cavalli.
L'aria era tesa, l'ansia palpabile... come quando si parte per una battaglia... o si torna ad annunciare una sconfitta...
Morrigan aveva ancora sulle labbra il dolce delle amarene e l'amaro per la risposta di Guisgard, ma decise di non pensarci più e si diede da fare per essere pronta a partire.
Lungo il cammino, però, non riuscì ad evitare di guardare quel cavaliere, di tanto in tanto. Lo studiava con discrezione. Quell'uomo, le sue parole, il suo tono, l'avevano turbata profondamente. Talvolta aveva l'impressione che indossasse una maschera, dalla quale a tratti sembrava scivolar fuori una diversa persona, una diversa coscienza. Ripensava alla freddezza che aveva rivelato nel risponderle, a quanto fosse stato conciso, a come avesse accuratamente, in tutto quel tempo, evitato di parlare di sè. Ella gli aveva quasi rivelato il motivo della sua presenza a Capomazda, mentre lui aveva mantenuto, sia con lei che con gli altri, uno stretto risebo sulla propria persona. Eppure mostrava a tratti una natura gioviale e ciarliera, che lo face credere uomo di chiacchiera e compagnia... nasconde qualcosa... c'è qualcosa in lui, nei suoi modi... e fu in quel momento che Morrigan decise di non perderlo d'occhio.
Aveva avuto, immediato, l'istinto di rivolgersi a lui e tuttavia qualcosa le diceva che non poteva fidarsi... non ancora, almeno! Sì, non lo avrebbe perso d'occhio, e in un modo o nell'altro avrebbe capito chi era, e soprattutto che cosa ci faceva ancora a Capomazda.
Era immersa in quel ragionamento, quando fu costretta a levare gli occhi da Guisgard e a guardare la strada che si apriva dinnanzi a loro. Due uomimi a cavallo procedevano al piccolo trotto nella loro direzione. E uno di questi, nonostante i vestiti fossero meno ricchi e fastosi, era proprio Icarius de Taddei.
“Viva il re!” esclamò il vecchio che lo scortava “E lunga vita a lord Icarius de Taddei!”
E quella frase spense in ognuno ogni dubbio. Si fermarono a quel saluto, e Morrigan scese da cavallo. Fissò il suo sguardo su Icarius... com'è cambiato!
Un attimo dopo si domandò il perchè della sua osservazione. Come poteva, un uomo, cambiare in una sola notte? Eppure c'era una luce diversa nel suo sguardo... forse la familiarità con la morte può cambiare per sempre lo sguardo di un uomo... Morrigan fu conquistata da questo pensiero, e un istante dopo vi si smarrì dentro, completamente e con sempre maggiore sgomento...
"Cos'è che chiedi, ragazza? Vuoi conoscere il volto del tuo amore?"
"L'amore è per i poeti e per i cantastorie, vecchia... dovresti sapere, alla tua età, che l'amore non è per le donne!"
La vecchia sorrise e sembrò ignorare il tono sguarbato di Morrigan.
"Parli così per una vecchia ferita..." si limitò a mormorare, con la sua voce piena di saggezza.
Morrigan scosse il capo, infastidita.
"Sono qui per il futuro, strega, non per il passato... sono qui per sapere se la mia ricerca avrà un esito positivo... non chiedo nient'altro!"
Disse questo, e lasciò cadere sul tavolo un taddeo d'oro, il salatissimo prezzo con cui voleva pagare la verità. La vecchia non diede nemmeno uno sguardo alla moneta. Al contrario afferrò la mano di Morrigan e la tirò verso di sè. Cominciò ad accarezzarne le linee, tenendola stretta, mentre il suo sguardo, prima fisso e brillante, si velava sempre più. Morrigan la guardava stupita. L'incenso che bruciava e si levava in riccioli scuri le faceva girare la testa, mentre l'anziana donna sembrava librarsi in spirito insieme a quelle essenza profumante.
"Quando sotto la torre si è installata la luna
un reo ha toccato le bianche scogliere di bruma.
Le stelle si perderanno un giro intero
senza che tu possa lasciare il tuo destriero,
e quando chi era morto tornerà in vita
l'aquila s'involerà nell'ultima salita.
Ma i cuori degli uomini possono mutare
e ciò che non desideri potresti lì trovare..."
La donna tacque di colpo e Morrigan trattenne il respiro.
Nel fondo della vecchia casupola, una candela si spense di colpo e Samsagra, d'improvviso, gettò un grido.
Morrigan sobbalzò sconvolta. Era la prima volta. La prima volta che sentiva la voce di Samsagra. La prima volta che non doveva soltanto immaginarla attraverso i racconti di Morven.
Si era anzata di colpo ed era fuggita via, senza guardarsi indietro.
Guardava Icarius, e i suoi occhi erano persi, la sua mente naufragata... non aveva più pensato a quella notte. Non aveva mai voluto dare un senso a quelle parole. Le sembrava che quella profezia non avesse alcun senso, mentre adesso, di colpo, i pezzi cominciavano a comporsi...
"...quando chi era morto tornerà in vita
l'aquila s'involerà nell'ultima salita..." mormorò piano.
Talia
15-04-2011, 16.11.30
Quel ricordo attraversò la mia mente in un baleno... quel bracciale... le parole di lord Rauger... e tu, nel metterlo, penserai ad Icarius, aveva detto... già... non lo avevo più tolto dal polso da quel giorno... chissà poi perché, pensai... ma forse lo sapevo il perché, lo sapevo bene!
Sospirai...
Avevo ancora in mano la pietra che mi aveva dato l’Incantatrice... la studiai per un istante e poi me la legai al polso, all’altro polso...
Strane sensazioni mi invadevano e sembravano quasi sballottare la mia anima qua e là... inconsciamente le mie dita si strinsero intorno al medaglione che portavo sempre al collo, ci giocherellarono per qualche istante, poi fecero scattare il meccanismo e i miei occhi incontrarono di nuovo l’immagine che vi era nascosta all’interno: quel volto, quegli occhi cristallini, quel sorriso spavaldo...
‘Chissà dove sei...’ mi sorpresi a pensare.
‘Chissà a cosa stai pensando...’
“Non mi abituerò mai a questo paesaggio…” disse Matthias “… mi mancano le nostre colline… e poi questo loro pane... bha! Tu come stai?” Chiese. “Avevi detto di volermi mostrare qualcosa… di cosa si tratta?”
Mi voltai, in tempo per vedere Matthias entrare nella stanza e avanzare lentamente verso di me.
Sapevo di avere ancora gli occhi lucidi e vagamente arrossati, così in fretta distolsi lo sguardo e lo puntai di nuovo fuori, stringendo al contempo il medaglione che si richiuse con un piccolo scatto.
“Mi mancano molto le colline di Sygma!” dissi “I loro colori caldi, le mille sfumature e quel loro tipico profumo che ti raggiungeva anche in cima alla torre più alta nelle giornate d’estate... Qui è tutto diverso! Qui tutto è... verde! Mi sono sentita quasi oppressa da tutto questo verde, qualche volta! Ci sono stati giorni nei quali avrei soltanto voluto saltare in sella al primo cavallo e fuggire via... via da Capomazda, via da questo palazzo... avrei voluto galoppare fino a Sygma e rivedere l’ocra delle colline e le foreste che non sono semplicemente verdi!”
Sospirai, poi ripresi...
“Ti sembra possibile? Ho desiderato tanto fuggire via, e adesso che mi basterebbe nascondermi dietro l’ordine di mio padre per partire... beh, adesso non voglio più!”
Feci una breve pausa nella quale i miei occhi continuarono a studiare l’orizzonte lontano, poi sorrisi...
“Ma è sbagliato ciò che dici, la verità è che anche questo posto ha una sua bellezza speciale! Qui il sole è luminoso come in pochi altri luoghi e il cielo è immenso... e, sai... nelle giornate d’estate, in cui l’aria è tersa e limpida, da questa finestra si vedono le montagne lontane e le loro vette sembrano quasi fluttuare sopra un mare di nubi candide... E’ uno spettacolo magico, forse il più bello che abbia mai visto!”
Restammo per un po’ in silenzio, uno vicino all’altra, osservando il paesaggio.
Infine sospirai e qualcosa parve riscuotermi dai più profondi pensieri...
“Ma hai ragione...” gli dissi, allora, con un sorriso vagamente compiaciuto “C’è qualcosa che devi vedere... Vieni!”
Sfiorai la sua manica, invitandolo a seguirmi... uscimmo dalla stanza e prendemmo, quasi di corsa, la scala che portava ai piani inferiori... Matthias mi lanciava strane occhiate curiose, ma mi conosceva troppo bene per non sapere che sarebbe stato inutile chiedere...
Raggiungemmo il giardino così e qui mi fermai.
“Allora...” dissi, con un tono che a sento celava l’emozione “Sei pronto?”
Percorremmo ancora un breve tratto, finché ci trovammo di fronte una vecchia costruzione di mattoni e di fronte ad essa c’era una fontana piena d’acqua nella quale, allegro, stava sguazzando il draghetto.
“Matthias...” dissi orgogliosa “Ti presento Kodran, il mio nuovo amico!”
Lady Dafne
15-04-2011, 17.24.30
Pietrificata. Ero letteralmente pietrificata. Non sapevo cosa fare, ero in collera con quell'uomo, ma da un lato ero anche sollevata perchè almeno non ero lì sola e soprattutto ero contenta di essere ancora viva!
Rimasi immobile e non risposi a nessuna delle sue domande, mi irrigidii tutta quando lui mi prese in braccio ma fu per un istante e non ebbi il tempo di reagire.
“Come è accaduto? Ti fa molto male?”
Si era accorto deltaglio e, senza pensarci un momento aveva alzato le gonne fino al ginocchio per vedere da dove provenisse tutto quel sangue.
Gli mollai un sonoro ceffone in pieno viso, forte, deciso e rabbioso mentre con una voce gelida come la morte dicevo:
"Non mi toccare mai più! Sono stata al cimitero, ho visto la tomba di mio marito. Io non so chi tu sia, ma so che sei un maledetto approfittatore!"
Melisendra
15-04-2011, 18.34.14
Sorrisi riconoscente al Capitano Monteguard. Non c'era bisogno di aggiungere altro. Prima di montare in sella gli sfiorai il viso e gli lanciai un'occhiata piena di gratitudine: "Buona fortuna anche a voi, Capitano! Che il Cielo vi preservi!".
Mi avvolsi nel mantello nero, da cui spiccava la candida veste e sistemai i veli attorno al viso in modo da proteggermi dalla polvere e dal vento.
Pandemonio tese i muscoli, irrequieto e scalpitante... come me non vedeva l'ora di gettarsi nella corsa. Sbuffò. Una frustata lo fece scattare.
Pandemonio era un animale incredibilmente veloce e caparbio, perfino orgoglioso e testardo. Strinsi la briglia e mi piegai in avanti, verso il suo possente collo arcuato e sussurrai "Corri, amico mio.."
Attraversammo di corsa il cortile, le strade e il ponte levatoio... alle mie spalle il trambusto mi fece indovinare che il piano era ormai scattato e presto mi avrebbero inseguita. Pandemonio imboccò con sicurezza la strada che conduceva fuori dal feudo di Capomazda, come se avesse letto tra i miei pensieri ogni dettaglio.
La polvere si sollevava tutto intorno e il sole pomeridiano faceva brillare il crine del mio fedele amico. Pandemonio sembrava avere accettato la sfida e stava correndo come se fosse stato pronto a spiccare un volo. La tensione armoniosa ci aveva fusi in un unico movimento. Alle mie spalle udii rumori di zoccoli in lontananza che battevano il terreno con altrettanta determinazione.
Scorsi il crocevia: dopo quello sarei stata in territorio nemico.
Gridai per incitare Pandemonio, che pareva deliziato da quella corsa a perdifiato. Immaginai i suoi occhi vellutati accesi dall'eccitazione della corsa e sorrisi... bella coppia di pazzi. Lasciai presto il crocevia alle mie spalle, consapevole del fato che avevo scelto.
Con un salto ci trovammo nella boscaglia, al galoppo su un ampio sentiero ben battuto, una lunga curva si apriva davanti ai miei occhi, cosa mi avrebbe aspettato non potevo vederlo giungendo al galoppo, apparentemente la strada curvava dolcemente verso l'ignoto e compresi... il luogo ideale per un'imboscata. E infatti dei rami e dei tronchi bloccavano il cammino. Strinsi le briglie e mi preparai al peggio.
Pandemonio, sorpreso dall'ostacolo, tentò disperatamente di fermarsi e si imbizzarrì. Strinsi le cosce contro la sella e puntai i piedi nelle staffe, nel disperato tentativo di rimanere in sella. Poi cambiai idea e mi lasciai cadere... Gridai. Avevo certamente allertato le sentinelle con tutto quel trambusto. Rumori tra gli alberi... guizzi rapidi tra il fogliame... sperai di non sbagliarmi.
Dolorosamente mi alzai da terra e cercai di placare i nitriti di Pandemonio, che pareva furibondo e irrequieto. Scostai il mantello e il velo e cercai di risalire in sella, ma il mio astuto amico continuò ad agitarsi e io goffamente dovetti rimanere appiedata. A quel punto allentai il sottopancia con un rapido gesto e fissai lo sguardo nei suoi occhi. Fuggi, pensai. Fuggi e ci rivedremo... non potrei sopportare di vederti prigioniero. Ci rivedremo amico mio. Comprese. Mi degnò di due nervose scrollate di dorso e fuggì nitrendo tra gli alberi.
Accadde tutto in un lampo. Il mantello mi cadde di dosso nello scompiglio della fuga di Pandemonio, svelando la mia figura e il pugnale che indossavo alla cintola. Tentai di brandirlo, debolmente. Il velo mi copriva ancora i lineamenti, drappeggiato sul viso e trattenuto dai fermagli. I lunghi capelli mi ricadevano sulle spalle. Feci solo in tempo a gridare "NO!!" e non dovetti neppure impegnarmi troppo a simulare sorpresa. Pregai che i cavalieri al mio inseguimento avessero sentito e avessero già voltato le cavalcature.
Hastatus77
15-04-2011, 18.53.45
Mentre tornavamo a Capomazda, continuai a discutere con Gervan:
"E' per questo, che penso che sia un lavoro per soli volontari, il rischio è veramente alto... in più, forse sarebbe meglio che i volontari non siano originari della zona, in questo modo si diminuirebbe il rischio di essere scoperti. Se il vostro capitano accetterà di tentare questo folle piano, penso mi offrirò volontario."
...
"Nel frattempo portiamo il codice a chi di dovere..."
Guisgard
15-04-2011, 20.50.41
La brughiera.
Come uno sterminato, inospitale e sconosciuto mare circondava le terre di Capomazda, congiungendole con l’immensa Foresta Verde, da sempre il secolare confine che divideva il ducato da Afragoleia, la grande capitale del regno.
Immense ed inesplorate lande, disseminate da brulle croste rocciose che si aprivano dal terreno, paludi addensate di malaria e selvagge distese di sterpi, rovi e felci capaci di ospitare fiere feroci ed antichi spaventosi miti di un passato ormai dimenticato.
Ai margini di questo mondo era giunta Melisendra, condotta dal primordiale ardore del suo fiero destriero.
Ed al cenno della sua padrona, il superbo Pandemonio era fuggito via.
Ma non altrettanto lesti furono i due cavalieri lanciati all’inseguimento dell’incantatrice per ordine di Monteguard.
Due silenziosi e fatali dardi li colpirono, spaccando il cuore ad uno e trafiggendo la testa all’altro.
Melisendra era a terra, quasi imprigionata tra gli sterpi, quando alcune figure la circondarono.
Erano cavalieri pesantemente armati.
“E’ una donna!” Disse uno di loro.
“Era inseguita…” aggiunse un altro “… cosa ne facciamo, milady?”
Un altro cavaliere giunse.
La figura era elegante ed aggraziata.
Levò l’elmo e fissò Melisendra.
“Chi sei?” Chiese la donna. “Perché eri inseguita?”
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Guisgard
15-04-2011, 21.16.46
Pasuan aveva alzato la sua gonna, per controllare la ferita.
Le sue dite erano arrivate a sfiorare le morbide e vellutate gambe di Dafne, quando la ragazza lo colpì con un sonoro schiaffo.
Il cavaliere restò a fissarla senza dire nulla.
Abbassò poi lo sguardo e, come se nulla fosse, disse:
“La fasciatura non è abbastanza stretta… così continuerà ad uscire sangue…”
Strappò un lembo della sua camicia e lo strinse, stretto, attorno alla ferita di lei.
Si slacciò poi il mantello e lo avvolse attorno alle spalle di lei.
“L’aria della sera è fresca e tu sarai già abbastanza debole e stanca…”
Fece un fischio ed un nitrito rispose a quel suo richiamo.
“Vieni, ti riporto a casa…” prendendola di nuovo fra le sue braccia ed avviandosi verso il suo cavallo.
Guisgard
15-04-2011, 21.31.42
Intanto, Gervan, Llamrei e Hastatus erano quasi giunti a Capomazda.
“Avete ragione, cavaliere…” disse Gervan a Hastatus “… la missione più che disperata mi sembra un suicidio bello e buono! Ma del resto, nelle condizioni in cui siamo, abbiamo davvero poca scelta! Verso Ovest” indicando la brughiera “il passo delle Cinque Vie è ormai caduto nelle mani delle forze di Cimarow… resta la stretta di Saggesia, che attraversa la Foresta Verde, come unica arteria vitale ancora in mano nostra. Ma perdendo anche quella, Cimarow ci chiuderebbe in una morsa mortale. Appena giunti a Capomazda vi condurrò dal capitano Monteguard ed a lui proporrete il vostro piano.”
Dopo alcune miglia i tre giunsero a Capomazda.
“Sorella…” fece Gervan a Llamrei “… ecco il prezioso codice… portatelo all’abate Ravus. Io invece condurrò sir Hastatus dal capitano.”
E dopo aver chiesto di essere ricevuti, Gervan e Hastatus si presentarono dal capitano Monteguard.
Gervan raccontò quanto accaduto al monastero delle Agostiniane e presentò Hastatus al suo superiore.
“Capitano, questi è sir Hastatus di Camelot… e chiede di arruolarsi nelle milizie ducali.”
Melisendra
15-04-2011, 21.41.25
Cercai di rimettermi in piedi il più velocemente possibile e portai la mano al pugnale semi celato dalle pieghe della mia veste. Scostai con le dita il velo e squadrai i cavalieri con un sorriso sospettoso, senza paura. Il cavaliere davanti a me era chiaramente una donna e sembrava essere il capo.
"Il vostro scherzetto per poco non mi costava l'osso del collo... ma vi ringrazio di avermi liberato di quegli uomini..." in cuor mio mi sentii morire. Mossi una mano, simulando un gesto imperioso. "E ora cedetemi il passo, cavalieri!", dissi, facendo riecheggiare la mia voce nella foresta. Una folata di vento fece scivolare i veli sulle mie spalle.
Il bracciale scintillò al mio polso.
Guisgard
15-04-2011, 21.43.24
Il viale tagliava in due il giardino e dava sulla campagna circostante, che assumeva intense varietà di verde e giallino man mano che la sera si rifletteva su di essa.
Ravus passeggiava recitando i Vespri da un vecchio libretto che aveva sempre con se.
Ad un tratto uno strano presentimento attraversò il suo cuore.
Quasi istintivamente si guardò intorno, con la netta sensazione di essere spiato.
L’oscurità scendeva lenta sulla campagna, mentre una linea più buia e marcata la separava dalla brughiera, che come un sinistro manto funebre sembrava avvolgere tutto all’orizzonte.
Passarono alcuni istanti ed il chierico riprese le sue preghiere, fino a quando quell’assurda sensazione si fece di nuovo spazio nel suo animo.
Ed in quel momento l’eco di un nitrito lo destò dalle sue preghiere.
Si guardò di nuovo attorno, ma nulla sembrava palesarsi nella campagna circostante.
Avvertì una strana inquietudine, a tratti insostenibile.
“Il duca… dove sarà? Ero convinto di trovarlo qui, nel suo palazzo…” disse una voce alle sue spalle.
Ravus si voltò di scatto.
“Si sono avute notizie di sua signoria?” Chiese il priore Hadoss. “Lady Talia ci ha raccontato tutto riguardo a quel terribile incidente…”
“Chi siete voi?”
“Oh, perdonate la mia leggerezza… sono il priore Hadoss e sono giunto da Sygma per volontà del mio sovrano e padre di lady Talia. Mi accompagna in questo viaggio sir Matthias.”
“Ora capisco!” Esclamò sorridente Ravus. “Io sono l’abate Ravus, confessore del defunto Arciduca lord Rauger! Eh… sua signoria risulta ancora scomparso…” assumendo un’aria preoccupata “… non possiamo fare altro che pregare…”
“Sua maestà ha voluto inviargli un dono, come segno di pacifica convivenza e fratellanza fra le nostre genti… conoscete la leggenda della cavalla di lord Ardeliano?”
“No…”
“Si narra che, una volta divenuto signore di Sygma, i nobili della mia terra vollero donargli una meravigliosa cavalla… aveva un lieve manto turchino, simile alla foschia, secondo qualcuno, che durante il giorno avvolge i monti lontani, o allo scurire che va assumendo il cielo all’arrivo del crepuscolo, secondo altri… fu battezzata Matys e nessuno era mai salito sulla sua sella… Ardeliano però poco si curava delle terre di Sygma e vi soggiornò pochissimo, senza arrivare arrivò mai a cavalcare quella bellissima cavalla…”
“Non conoscevo questa leggenda.” Disse Ravus.
“Ora sua maestà ha deciso di donare a lord Icarius una superba cavalla in tutto simile alla mitica Matys… ed anche il nome è lo stesso… sono certo che questo dono, essendo sua signoria amante della caccia, sarà di suo gradimento. Proprio come la favolosa cavalla di Ardeliano, anche questa non è mai stata cavalcata da nessuno.”
“Voglia il Cielo che possa tornare presto per cavalcarla.”
“Vogliamo pregare insieme?” Domandò il priore.
Ravus annuì ed entrambi recitarono le medesime preghiere per il loro signore scomparso.
Guisgard
15-04-2011, 21.52.21
La donna fissò Melisendra con uno strano sguardo.
Enigmatico, indecifrabile, inquieto.
Ma una cosa era palese in quei suoi occhi: sospetto ed un velato astio verso quella misteriosa fuggitiva apparsa dal nulla nel bosco.
Con un gesto rapido e improvviso agguantò la mano dell’incantatrice con la sua frusta, allontanandola dal pugnale.
“Non hai risposto alla mia domanda” disse Aytli “e non amo ripetere le cose due volte… chi sei? E dammi un buon motivo per non sgozzarti qui e lasciare poi le tue carni alle fiere del bosco!”
Ma proprio in quel momento Aytli notò il prezioso bracciale al polso di Melisendra.
Lady Dafne
15-04-2011, 22.04.48
Cercai in tutti i modi di divincolarmi dalla sua stretta, non volevo che mi toccasse, non volevo niente da lui. Battei i pugni sul suo petto, lo pizzicai, niente di niente lui continuava a medicarmi come se fosse fatto di roccia. Mettendomi il mantello sulle spalle mi sembrò che oltre che a riscaldarmi volesse legarmi come un salame per farmi stare ferma e buona.
Mi calmai mentre salivamo sul suo bel cavallo, tutto sommato, dopo tutta la paura della notte passata un po' di protezione e calore tra quelle braccia forti mi faceva anche piacere.
Arrivammo non molto tempo dopo a casa mia, mi fece scendere, lui sembrava avere l'intenzione di andarsene.
"Vuoi entrare? Vorrei parlarti, credo di aver diritto ad una spiegazione..."
rimasi in attesa di una sua risposta mentre mi reggevo allo stipite della porta per non cadere.
Melisendra
15-04-2011, 22.18.46
"Non scherzare col fuoco, ragazzina..." risi, serafica e divertita.
Non appena scorse il bracciale, il suo viso mutò. Potevo quasi sentire il rumore dei suoi pensieri, si stava domandando chi fossi e quale vantaggio avrebbe tratto dalla mia morte... o dalla mia vita. Cercava di stabilire se ci fosse un'occasione da cogliere oppure no. Probabilmente mi avrebbe uccisa per semplice piacere.
"Uccidermi..." sorrisi sprezzante "che idea ridicola!" Con un rapido movimento sciolsi il polso dalla frusta e me lo massaggiai con indolenza. Con due passi aggraziati mi avvicinai a uno dei cavalieri e sfiorai la lama della spada sguainata. Poi risi, come se l'intera situazione avesse qualcosa di sottilmente comico noto solo a me.
"Il mio nome è Melisendra..." Il bracciale tintinnò al mio polso. "E credetemi, ho un valore decisamente più alto quando la mia testa è ben salda sul mio collo" Mi accarezzai il collo con teatralità e per un attimo la voce si modulò a tal punto da esercitare l'incanto... i cavalieri abbassarono la spada, seguendo il mio volere, quello accanto a me vacillò. Una piccola dimostrazione della mia arte. Sorrisi e mi accomodai su un tronco, congiungendo le mani in grembo come se mi fossi trovata in un elegante salotto da tè.
Guisgard
15-04-2011, 22.35.35
Pasuan aveva le redini del suo cavallo fra le mani.
L’aria della sera era intrisa di una leggera umidità e piccole goccioline d’acqua cominciavano a cadere sulla campagna.
Sistemava la sua sella, stringendola al fedele scudiero.
“Hai ragione…” disse senza voltarsi “… ho taciuto la verità ed è come se avessi mentito… ma…” mormorò malinconicamente “… non ti avrei mai fatto del male…”
Respirò profondamente.
“Forse ora è meglio che vada…” aggiunse stringendo nervosamente le staffe della sua sella.
Guisgard
15-04-2011, 22.42.50
Quei cavalieri erano come intorpiditi dalla presenza di Melisendra.
Aytli invece sembrava immune a quegli incanti.
“Quel bracciale” disse uno dei suoi “non è un oggetto comune… per averlo lei, o è una nobile, o una ladra. Forse dovremmo interrogarla… non credete, milady?”
“E sia…” mormorò Aytli senza smettere di fissare il bracciale al polso di Melisendra “… la porteremo con noi… datele un cavallo… ma che sia ben legato al mio!”
“Si, milady!”
Poi si avvicinò alla bella incantatrice.
“Ti osserverò con attenzione…” disse Aytli fissandola diritta negli occhi “… e se sei una spia io lo scoprirò… ed allora ti ucciderò con le mie stesse mani…”
Melisendra conosceva bene i suoi simili.
Sapeva che negli occhi si cela la vera natura del nostro prossimo.
E scrutando nel profondo dello sguardo di Aytli, Melisendra comprese che quella donna sarebbe stata il suo nemico più pericoloso.
Lady Dafne
15-04-2011, 22.55.22
"No! Resta, entra almeno per un pasto caldo. Hai ragione, sono stata troppo severa con te. Solo un piatto di zuppa per ringraziarti, poi sarai libero di andare per la tua strada"
Per la prima volta quel giorno gli sorrisi, apersi la porta e gli feci segno di entrare.
Mentre cucinavo mi voltai per chiedergli
"Il tuo nome? Non mi hai ancora detto chi sei..."
Melisendra
15-04-2011, 23.28.21
Gli occhi di quella donna erano feroci. Non era più vecchia di me, ma qualcosa di crudele sembrava aver già posto radici nella sua anima.
Non le piacevo. Affatto.
Conoscevo quel genere di persona.
Ricambiai l'occhiata malevola con un placido sorriso a fior di labbra e mi alzai. Salii sul cavallo che mi indicarono e la seguii.
"L'hai ucciso?"
"Sì, mio signore", sussurrai continuando a tenere gli occhi rivolti verso il prezioso tappeto su cui appoggiavano le mie scarpine.
"Bene... che ne è stato del prezioso metallo che dovevi localizzare per me?" la domanda mi fece tremare.
"Io... è stato spostato, mio signore..." la sola idea della collera che si poteva scatenare a quelle parole mi fece sbiancare.
"Cosa?" tuonò... mi preparai alla sfuriata, ma parve calmarsi. "Uhm... manderò qualcuno a cercarlo. Tu non mi servi più. Vai, riposati e dimentica questa storia...."
Sollevai lo sguardo e mi ritrovai a fissare i veli neri che gli coprivano il volto. Un lampo d'odio mi accese gli occhi. Dimenticare? Impossibile. Probabilmente me lo lesse negli occhi.
"Oh, sì... piccola mia, dimenticherai... qualche mese e ci libereremo anche di questa spiacevole conseguenza..." Mi girò attorno e mi cinse la vita, abbracciandomi da dietro. Appoggiò le mani sul mio ventre e la rabbia montò dentro di me. Lo respinsi con violenza.
"Non oserete!" tentai di strappargli i veli e di colpirlo, ma con un gesto mi fece mancare il respiro. Rideva, con quella risata beffarda che avrei voluto ricacciargli in gola insieme a tutte le sue minacce.
"Non sei nata per essere come le altre donne... piccola mia... e non permetterò che questo ci distragga!" Finalmente potei respirare nuovamente. "E ora andiamo. Si torna a casa."
Quei pensieri si interrupero bruscamente. Il sole andava abbassandosi dietro gli alberi. Mi strinsi nel mantello e fissai la schiena della donna davanti a me con cupa determinazione e consapevolezza: quella donna sarebbe stata la mia morte o io la sua.
Guisgard
16-04-2011, 03.35.15
Il gruppo di cavalieri avanzava a passo breve, addentrandosi sempre di più in un territorio ormai lontano dalla legge e dai valori di Capomazda.
Ad un tratto una vasta conca si aprì davanti a loro, cosparsa di chiazze verdeggianti, dalle quali sorgevano a fatica spuntoni di pietra che il Sole morente rendeva simili a luccicanti speroni conficcati nella nuda terra.
Querce, olmi e abeti, piegati e contorti dal secolare vento che soffiava su quel luogo, si ergevano in quella depressione, rendendola oscura e impenetrabile.
E sopra quegli alberi si ergevano quattro massicci dongioni che, come pilastri, sembravano sorreggere un cupo cielo che appariva sul punto di travolgere ogni cosa sotto di esso.
Aytli fece cenno ad uno dei cavalieri e questo soffiò nel suo poderoso corno.
Un suono simile, come risposta, si diffuse dal castello celato tra quei secolari alberi.
Il gruppo allora avanzò e giunto davanti al maniero fu calato il ponte levatoio.
Una poderosa costruzione in pietra, preceduta da un padiglione ed un portico di granito nero, rappresentava la parte signorile del castello.
Le quattro torri erano unite da alte e massicce mura che correvano intorno all’intera costruzione, avvolgendola e rendendola praticamente inespugnabile.
Contrafforti e barbacani si ergevano lungo quelle mura, rafforzandole e munendole di numerosi punti di difesa, atti a scoraggiare qualsiasi tentativo di attacco.
Il gruppo fu accolto dai servitori ed ognuno tornò al proprio posto.
Aytli chiese udienza al signore del maniero, conducendo con sé Melisendra.
E attesero l’arrivo del loro padrone in una grande sala, arredata da rozzi mobili di gusto sassone, stendardi consumati dal tempo e dalle polvere e teste di animali impagliati inchiodate alle pareti di legno scuro.
All’improvviso si udirono dei passi ed un uomo, dal portamento fiero e scortato da un giovane e da alcuni cavalieri, entrò nella sala.
“Lord Cimarow, sir Nyclos i miei omaggi.” Disse Aytli accennando un lieve inchino.
“Com’è la situazione lungo i confini orientali?” Chiese Cimarow.
“Per ora sembra tranquilla, milord.”
“Vedo che portate con voi delle novità!” Esclamò Nyclos guardando Melisendra. “E’ forse un bottino predato in qualche villaggio, lady Aytli?”
“L’abbiamo incontrata nel bosco… era inseguita da alcuni cavalieri di Capomazda… i cavalieri sono morti, mentre lei…” si avvicinò a Melisendra e, afferrandole il polso, mostrò il bracciale ai due fratelli “… è viva solo perché mi ha incuriosito questo bracciale al suo polso!”
“E’ quindi grazie a quell’oggetto che l’avete risparmiata, milady?” Domandò Nyclos senza riuscire a togliere gli occhi di dosso a Melisendra. “Eh, è proprio vero allora che una donna non deve mai giudicarne un’altra! Sarebbe stato davvero un peccato che una simile bellezza fosse stata uccisa solo per un vostro capriccio, lady Aytli!”
“Quel bracciale…” intervenne Cimarow e zittendo con un cenno suo fratello Nyclos “… non mi è nuovo… eppure non riesco a ricordare dove l’ho veduto… chi siete voi?” Rivolgendosi a Melisendra. “E come avete avuto quell’oggetto?”
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Guisgard
16-04-2011, 04.43.05
“No, non devi sentirti in obbligo…” disse Pasuan a Dafne, continuando a sistemare la sella del suo cavallo “… non occorre che tu sia gentile perché ti ho riportata a casa… meglio che ora torni in caserma…”
Accarezzò il suo cavallo e prese le redini per montare in sella.
“Ah…” mormorò senza voltarsi “… ricorda che quella fasciatura domani va cambiata… non fare sforzi inutili… e… scusami ancora, ti prego... ti auguro dolci sogni per stanotte…”
La pioggia aveva bagnato il suo viso e piccole gocce gli scendevano lungo le guance, immalinconendone l’espressione, mentre i suoi occhi sembravano attraversati da tutti i sogni che quella notte poteva portare.
Sogni che, proprio in quella notte, sembravano lontani ed inafferrabili.
Guisgard
16-04-2011, 04.50.55
Il cucciolo di drago sguazzava nell’acqua della fontana, tenendo fra i denti un piccolo ramo preso chissà dove.
Agitava a destra e sinistra la testa, schizzando ovunque l’acqua e sempre stringendo il ramo in bocca.
Si immergeva e riemergeva, per poi accanirsi per gioco su quel ramo che sembrava essere diventato il suo compagno di giochi.
Ma a furia di stringere, il ramo, pur se abbastanza massiccio, finì per rompersi tra le acerbe fauci del draghetto, che restò un attimo stupido dalla fine fatta da quel suo primo giocattolo.
Ma appena vide Talia, saltando fuori dalla vasca, le corse incontro, quasi a volerla salutare con i suoi strani versi.
Kodran giocò prima con l’orlo della sua gonna, per poi sdraiarsi a pancia sotto, scodinzolando, come ad attendere le coccole della sua padrona.
“Ma… è incredibile! Non ho mai visto un animale simile!” Disse Matthias stupito. “Che cosa è? Dove l’hai trovato?”
Guisgard
16-04-2011, 05.27.29
August sgranò gli occhi.
Incredulo, sorpreso, meravigliato.
Quel volto, quegli occhi, era lui.
Una vita insieme. Fanciullezza e giovinezza.
Nei momenti più difficili, di indecisione, di paura, gli bastava cercare quello sguardo.
Ed ora, di colpo, l'aveva ritrovato.
Avanzò, titubante, di alcuni passi.
I due uomini a cavallo arrestarono il loro cammino quando furono davanti al gruppo di volontari.
“Mio signore…” disse August inginocchiandosi “… Dio sia lodato…” mormorò con un fil di voce.
Perecourt invece non ebbe la forza di dire neanche questo, gettandosi ai piedi del cavallo di Icarius e abbandonandosi ad un pianto quasi infantile.
Icarius si voltò turbato verso Lho.
“Cavalieri…” disse questi “… sua signoria è vivo solo per miracolo…”
“Chi siete voi?” Chiese Icarius.
A quelle parole August e Perecourt si scambiarono uno sguardo di profonda meraviglia.
“Mio signore…” mormorò il fedele cavaliere “… non mi riconoscete?”
“Io… no, non so chi voi siate…”
“Mio signore, io sono Perecourt! Da fanciullo vi tenevo sulle mie ginocchia, rammentate? Vi ho visto crescere!”
Icarius li fissava turbato, tradendo anche una sorta di sincero dispiacere per quella sua impotenza nel ricordare quegli uomini.
“Sua signoria è stato ferito” intervenne Lho “e probabilmente il forte trauma gli ha fatto perdere la memoria…”
“Come sarebbe?” Domandò incredulo August. “E voi chi siete?”
“Sono Lho Tanziul, antica guardia del corpo dell’Arciduca Rauger. Ho raccolto io sua signoria quando è caduto ferito nel Lagno.”
“Mio signore…” avvicinandosi August al cavallo di Icarius “… non temete, ora vi riporteremo a Capomazda, dove sarete al sicuro…” e gli sorrise. “Sir Finiwell, Cavaliere25!” Chiamò poi voltandosi verso i suoi. “Tornate più velocemente possibile a Capomazda ed informate, con la massima segretezza, Izar dell’accaduto e pregatelo di venirci incontro lungo la strada con una carrozza per accogliere sua signoria! Andate, ci ritroveremo lungo la via.”
Senza esitare, Finiwell e Cavaliere25 tornarono subito a Capomazda per informare il filosofo.
Poco dopo anche gli altri presero la via per Capomazda.
Finiwell e Cavaliere25, tornati al palazzo, raccontarono ogni cosa ad Izar.
Questi allora, con la massima segretezza, andò incontro al gruppo di August con una carrozza per accogliere il duca.
Melisendra
16-04-2011, 10.47.32
Ero in un mondo che non aveva niente a che fare con le finezze e la grazia capomazdese. Lì tutto sembrava essere un riflesso della spietatezza che scorsi nello sguardo degli uomini intorno a me.
Il signore del feudo era davanti a me e mi guardava con i suoi occhi acuti.
Liberai il polso con uno strattone.
"Mio signore, il mio nome è Melisendra.." mi inchinai di fronte al lord. "Il bracciale apparteneva a Lady Talia, ma ora appartiene a me. E questo deve aver causato quell'indelicato inseguimento fino alla vostra foresta..." Sorrisi. "Una dama deve pur sopravvivere", dissi con un sospiro.
Mi tolsi il bracciale dal polso e mi avvicinai al lord.
"Non so nulla di questa guerra in cui pare che io sia caduta proprio in mezzo... sicuramente Vostra Grazia sa cosa sia un'incantatrice... ed è questa la mia natura, così viaggio e sopravvivo al mondo." Gli porsi il pesante bracciale.
"Se ho fatto qualcosa per attirare le vostre ire, mi auguro che questo piccolo dono possa in qualche modo porvi rimedio." Sfiorai le sue dita, mentre le stringevo attorno al bracciale.
Quel contatto mi fece gustare tutta la forza che scorreva sotto quella pelle. Era come accarezzare un lupo affamato che avrebbe potuto in qualunque momento affondare le fauci nel mio collo. Ma la brama di sangue assomiglia al desiderio più cieco e istintivo, in entrambi i casi vi è una bestia affamata che si risveglia nell'animo umano e grida a gran voce il proprio appagamento.
Arretrai di un passo e squadrai bene tutta la corte del Lord. Cavalieri in arme che mi guardavano curiosi. Il giovane uomo che non mi toglieva gli occhi di dosso doveva essere un parente del Lord, la somiglianza lo suggeriva. Aitly avrebbe tanto voluto sgozzarmi in quel preciso momento, ne ero certa dalla tensione che proveniva dalla sua direzione. Ma io continuai a guardare verso il Lord. A quel punto feci quello che mi suggeriva la prudenza e con un movimento fluido mi inginocchiai.
La veste bianca si era aperta come i petali di un fiore intorno a me e, inginocchiata, con la testa bassa, nella posizione di chi riconosce la superiorità del proprio interlocutore e sa che la propria vita si trova tra le sue mani mani, mi rimisi alla sua benevolenza.
llamrei
16-04-2011, 12.40.52
Presi il codice in mano. Lo nascosi sotto la tonaca e lo tenni stretto a me con tutte le cure come se fosse un neonato.
Mi avviai lungo il corridoio cercando l'abate Ravus e pensando a quanto stesse accadendo.
"La porta dovrebbe essere quella" dissi tra me e me. Provai a bussare una volta,..una seconda volta...una terza volta con più forza..ma nessuno mi invitò ad entrare. Afferrai la maniglia. La porta si aprì con poca fatica. La stanza era illuminata dalla luce di alcune candele. Vidi l'ombra sul muro e volsi lo sguardo in direzione dell'unico rumore che sentivo. Un respiro affannoso proveniva dalla mia destra. Vidi un uomo chino su una scrivania
Hastatus77
16-04-2011, 14.13.12
"Signore, mentre eravamo nei pressi del monastero, abbiamo assistito al massacro delle monache... il vostro uomo, ha affermato di conoscere gli uomini che hanno compito l'azione. Ha parlato della Legione degli Imperiali, che pensa sia al servizio dei vostri nemici... ora io pensavo che due o tre uomini in seno ai vostri nemici, potrebbe, se questi riescono ad ottenere la fiducia, aiutarvi a risolvere questo conflitto. So che è un piano folle, rischioso e che non vi è certezza della sua riuscita, per questo, se voi accetterete, mi offrirò volontario, e se mi è concesso, cercherò un paio di volontari fra gli uomini che sicuramente vi saranno stati inviati da Camelot... per questo compito, ritengo che siano necessari uomini che non sono del posto.
Mi dispiace imporre tutti questi vincoli... so di non avere poteri qui presso di voi, quindi la decisione finale la lascio a voi."
Lady Dafne
16-04-2011, 22.27.43
Non proferii più verbo e lo lasciai andare via. Mi rendevo conto che forse non l'avrei più rivisto, magari era meglio così visto che avrei dovuto portare il mio lutto e che un corteggiatore non sarebbe stato opportuno.
Lo guardai allontanarsi, malgrado non avesse che da percorrere alcune centinaia di metri, correva via veloce approfittando della strada deserta.
Entrai in casa e decisi di mangiare solo un po' di pane, non avevo appetito. Mi coricai subito dopo una velocissima toilette. Non riuscii a dormire sia per il dolore, sia per il freddo che per i pensieri che sembravano rincorrersi l'uno dopo l'altro nella mia mente.
Ripensai a Friederich, alla prima volta che lo vidi. Era stato al matrimonio del Duca con Lady Talia:
"Milady, non avete voglia di ballare? Vi osservo da mezz'ora, siete sempre appoggiata a questo muro. Non vi state divertendo?"
"A dire il vero non volevo nemmeno venire, mi manca l'aria quando ci sono così tante persone in un'unica stanza"
"Signora, questa non è una stanza, è la sala più grande del Palazzo, credo che a nessuno abbia mai fatto quest'impressione tranne che... a me. Anche io odio queste occasioni mondane. Vi piacerebbe se vi mostrassi i giardini del palazzo?"
"Beh sì, mi piacerebbe ma non amo stare sola con persone che non conosco..."
"Avete ragione Milady, sono Sir Friederich, cavaliere del Duca e voi?"
"Sono Lady Dafne di Camelot, sono qui con la rappresentanza di Artù in onore degli sposi."
Già quella sera ci demmo il primo bacio e pochi mesi dopo mi aveva già chiesta in sposa. Era stato un buon marito, l'unico uomo della mia vita e, ovviamente, l'unico che avessi mai amato. Non avrei potuto dimenticarlo mai, e non l'avrei fatto se non altro per il bambino che aspettavo e che era figlio suo.
Però, stranamente, appena chiudevo gli occhi per il sonno era il viso di quel cavaliere misterioso che vedevo, non quello di mio marito. Così preferii rimanere sveglia e la notte passò completamente in bianco.
Morrigan
17-04-2011, 20.30.56
“… sua signoria è vivo solo per miracolo…”
Quelle parole risuanavano nelle orecchie di Morrigan come se venissero da una distanza infinita. Tutta la scena le scorreva davanti agli occhi come una rappresentazione in teatro. Lei era distante, persa in quel pensiero, in quel ricordo che così violentemente le era tornato alla mente.
"...quando chi era morto tornerà in vita
l'aquila s'involerà nell'ultima salita..."
... l'aquila è qui, allora... è vicina... se devo credere a questi segni, lui è vicino...
Suo malgrado, a questo pensiero provò un brivido. Non era mai stata così prossima a trovare quello che cercava, ed ora che finalmente, dopo tanto viaggiare, aveva avuto un segnale, anche se flebile, adesso che tutto ciò che aveva desiderato cominciava ad avere forma reale, Morrigan pensò di poter avere paura... paura di se stessa, del suo stesso desiderio... perchè... ciò che non desideri potresti lì trovare... così le era stato detto!
Osservò Icarius, il suo sguardo smarrito, quegli occhi così sprezzanti che aveva conosciuto a Capomazda che adesso vagavano su quei loro volti in cerca di risposte o di ricordi... così sei tu... pensava, guardandolo con sempre maggiore attenzione... chi lo avrebbe mai detto?... il mio destino legato a quello di un nobile arrogante e viziato, che adesso non sa nemmeno cosa fare di se stesso!... che strani scherzi del Fato!... così sei tu quello che doveva farmi trovare la via, la via che cercavo da quasi un anno... la mia strada legata ad un ducato in tracollo, il cui capo non ricorda nemmeno il proprio nome... e a quel pensiero, immediatamente le sovvenne che in fondo, il Destino era ben più saggio degli uomini e delle loro profezie... Icarius era stato chiamato a difendere le sue terre da colui che voleva usurparle... in fondo sembrava fin troppo giusto che grazie all'incontro con quell'uomo lei potesse giungere a vendicare chi, a suo tempo, aveva commesso lo stesso reato usurpando un altro ducato.
A quel punto la sua attenzione cadde su Lho, mentre l'attenzione generale di tutti si riversava sull'erede dei Taddei.
Era un uomo fiero, dallo sguardo nobile e sicuro. Morrigan lo studiò con interesse. Come aveva fatto quell'uomo a riconoscere in Icarius il signore di Capomazda? Egli non era giunto che da pochi giorni a Capomazda, eppure il cavaliere lo aveva presentato a loro con il suo titolo... e di certo mancava da molto tempo dalla capitale, se August e i suoi uomini non avevano dato segno di conoscerlo... che uomo strano... che uomo interessante... forse lui potrebbe dirmi qualcosa...
Così, mentre August e i suoi si accertavano della salute di Icarius, Morrigan si avvicinò al vecchio cavaliere.
"Una terra senza eredi è una terra senza futuro..." mormorò appena gli fu accanto "voi oggi avete reso un prezioso servigio a Capomazda, signore! Mi chiedo se, nella vostra immensa cortesia, sareste in grado di rendere un servigio altrettanto grande a me..."
Talia
18-04-2011, 01.19.03
Mi piegai sulle ginocchia, carezzando energicamente il draghetto sulla testa e sotto la gola, divertendomi del suo scodinzolare soddisfatto...
“Non è meraviglioso?” dissi con un mezzo sorriso a Matthias, in piedi appena dietro di me “Beh... credo che il nome corretto da usare sia ‘drago’... così almeno mi hanno detto! E, per la verità, non sono stata io a trovarlo, ma Icarius... il suo guardiacaccia l’ha riportato qui, dopo la sparizione del duca. Mi ha detto che Sua Signoria l’aveva trovato e ne era rimasto... entusiasta!”
Quest’idea penetrò nella mia mente in quell’istante... non me ne ero affatto resa conto prima, ma in quel momento mi chiesi se questo avesse in qualche misura influito sulla mia decisione di occuparmene...
“E comunque...” soggiunsi in fretta “Mi conosci: che cos’altro potevo fare se non accoglierlo?”
Guisgard
18-04-2011, 01.53.50
Matthias osservava Talia che giocava col piccolo draghetto.
“Già…” disse “… perché era giusto accoglierlo… come è giusto restare in questo luogo, vero?”
Si chinò verso di lei e poggiò le sue mani sulle spalle di Talia.
“Prima, nel palazzo… non mi hai più risposto quando ti ho chiesto se eri felice qui?”
Talia
18-04-2011, 02.17.13
Chinai appena la testa a quelle parole, ma non lo guardai...
"Qui ho conosciuto momenti piacevoli e momenti infelici." dissi lentamente "Ma, in fondo, alla luce di ciò che sta avvenendo, fa differenza? Fa qualche differenza, Matthias, se sono o non sono felice?"
Guisgard
18-04-2011, 02.31.23
Matthias afferrò le braccia di Talia e l’avvicinò a sé.
“Certo che fa differenza! Ne fa per tuo padre e per la tua terra! Il destino di questo luogo non può valere la tua infelicità! E nemmeno nessun altro tuo sacrificio! Tutto qui sta crollando! Lo sai tu come lo sanno tutti i suoi abitanti! E lo sanno forse anche a Sygma! L’idea di donare al duca quella stupida cavalla è solamente una farsa! L’ennesima cerimonia di un qualcosa che non esiste!”
La fissò negli occhi.
“Tutto questo non vale la tua infelicità! E fa differenza se tu lo sei o meno! Ne fa per tutta la tua gente che ti ama! E… ne fa per me…”
Talia
18-04-2011, 03.09.39
Sollevai finalmente gli occhi su di lui a quelle ultime parole e lo osservai... mi stringeva le braccia come aveva fatto solo raramente e i suoi occhi sembravano bruciare.
"Matthias..." dissi, abbassando di nuovo in fretta lo sguardo "Che ti piaccia o no, questa è la mia terra, adesso! E sarà così finché sentirò di avere delle responsabilità qui! Mio padre, Sygma... tu... siete nel mio cuore da sempre e sempre ci sarete. Ma questo non mi impedirà di fare ciò che ritengo giusto! E io non lascerò mai la gente di Capomazda al loro destino!"
Sospirai appena...
"Quanto a quel dono... beh, farsa o no, non credo che faccia differenza: Sua Signoria non ama sentir parlare dei suoi avi e temo che un simile dono sortirà solo l'effetto di irritarlo..." mi interruppi un attimo, poi soggiunsi "Quando lo vedrà!"
La mia voce tremò forte su queste ultime parole, ma non riuscii a frenare quel fastidioso dolore che di nuovo mi aveva colta al pensiero di mio marito.
Guisgard
18-04-2011, 03.29.44
Lho fissava Morrigan, mentre il gruppo dei cavalieri riportava il duca verso Capomazda.
“Sono solo un vecchio che sentiva il bisogno di allontanarsi dal mondo e dai suoli clamori…” disse “… come detto, sono solo un vecchio e non credo di poter essere d’aiuto ad una giovane spadaccina come voi.” Aggiunse sorridendo.
Intanto, Izar, dopo essere stato avvertito dell’accaduto da Finiwell e Cavaliere25, era andato in contro ad August ed i suoi con una carrozza.
L’incontro avvenne a poche miglia da Capomazda.
Il duca fu fatto salire a bordo della carrozza che, scortata dai cavalieri di August, ritornò verso il palazzo.
“Come vi sentite, mio signore?” Chiese il filosofo.
“Sto bene… la testa è ancora un po’ indolenzita, ma niente di più.” Rispose Icarius. “La ferita poi, anche quando cavalcavo, non mi ha dato eccessivamente fastidio.”
“La ferità?”
“Si, sua signoria ha riportato una ferita al fianco destro.” Intervenne August, anch’egli nella carrozza. “Infatti, se ricordate il racconto di Perecourt, lord Icarius fu ferito da uno degli assalitori prima di cadere nel Lagno.”
“Bontà Divina!” Esclamò il filosofo. “E non mi è stato detto nulla? Come state ora, mio signore? E’ una ferita profonda?”
“Non datevi troppo pensiero, il dolore è sopportabile.” Sorrise Icarius. “E… ditemi, voi chi siete?”
“Come sarebbe?”
August allora cominciò a parlare sottovoce ad Izar, raccontandogli tutti i fatti successivi al ferimento ed al ritrovamento di Icarius.
Il filosofo, udito il tutto, restò profondamente turbato e per qualche istante non disse nulla, continuando a fissare, quasi incredulo, il suo signore.
“Ciò che conta ora” disse August “è riportare sua signoria al palazzo… dove potrà essere curato.”
Izar annuì.
Si voltò poi di nuovo verso Icarius.
“Sono felice di rivedermi, mio signore… io sono Izar, consigliere di vostro zio, lord Rauger, e vostro leale servitore… state tranquillo, andrà tutto bene. Ciò che conta è che siate sano e salvo.”
“Vi ringrazio.” Accennando un lieve sorriso Icarius, senza però riuscire a nascondere l’ansia che attraversava il suo volto.
E quando furono prossimi a Capomazda, per ordine di August, uno dei cavalieri suonò l’Afragolante, il corno sacro che annunciava l’arrivo del duca.
Quel suono echeggiò sulle case, sulle chiese e sulle mura di Capomazda, fino alle torri del palazzo ducale.
Tutti allora, in quel momento, a Capomazda compresero che il loro signore era ritornato.
Guisgard
18-04-2011, 03.39.09
“Ma che razza di uomo è colui che hai sposato? Perché il tuo sguardo cambia appena accenni a lui? Guardami, Talia!” Disse Matthias stringendole di nuovo le braccia. “E’ questa guerra che ti rende infelice? Oppure è lui? Chi è l’uomo che hai sposato? E’ davvero lui che ti ha reso solo una pallida figura della ragazza che conoscevo?”
In quel momento si udì il suono del corno che a sorpresa annunciava il ritorno del duca.
Guisgard
18-04-2011, 04.18.43
Monteguard ascoltò con attenzione le parole di Hastatus.
“Voi chiedete volontari per una missione che potrebbe essere un suicidio.” Disse. “Sono giunti a Capomazda alcuni volontari, quindi stranieri come voi in queste terre, ma se davvero i nostri nemici sono forti ed astuti come appaiono allora potrebbe essere una follia tentare di inviare nostre spie nel loro covo… una volta scoperti sarebbe impossibile liberarli, anche perché il castello di sir Cimarow è praticamente imprendibile… io ho la responsabilità di comandare e preservare le armate del ducato… in queste condizioni ogni singolo cavaliere è prezioso… e noi, in realtà, non sappiamo neanche di quante forze disponga sir Cimarow.”
Si alzò e si portò verso la finestra.
“Forse si potrebbe tentare di indagare su questo… si potrebbe guidare un pugno di cavalieri per entrare nel loro territorio, tentando di capire qual è la reale forza di quel traditore… voi ve la sentireste di guidare quei cavalieri, sir Hastatus?”
In quel momento però udirono il suono dell'Afragolante: il duca era stato ritrovato.
Guisgard
18-04-2011, 04.20.47
Llamrei entrò nella stanza e trovò Ravus chinato a scrivere.
“Sorella? Prego, venite avanti…” disse andandole incontro “… voi dovete essere la monaca incaricata di prelevare il prezioso codice dal monastero delle Agostiniane… l’avete con voi?”
Prese allora Le Angosce di Santa Lucia e dopo averlo osservato a lungo mormorò:
“Un grande potere è celato fra queste pagine… un potere quasi immenso… capace di attraversare ciò che divide il Bene dal Male…”
Ma proprio in quel momento si udì il suono del corno che annunciava il ritorno del duca.
Guisgard
18-04-2011, 04.35.03
Pasuan galoppava verso il palazzo, con mille e più pensieri che attraversavano il suo cuore.
“Passami l’arco ed i dardi, o scudiero!
Fa lucidare la corazza, la migliore invero!
Fa come ti dico, fa tutto con passione ed ardore!
Che ora dovrò misurarmi con Amore, mio signore!”
Era il menestrello col suo liuto, seduto presso la strada.
“Vuoi un passaggio? Sono diretto al palazzo.” Disse Pasuan.
“Non è posto per un menestrello, messere!”
“Il tuo canto può allietare gli animi mesti di chi vi abita.”
“I nobili amano sentire storie di guerre e di battaglie…” replicò il menestrello “… a chi volete che interessino i miei versi sull’amore?”
Pasuan sorrise.
“A voi forse?” Domandò il menestrello.
Il sorriso di Pasuan si mutò in un velo di malinconia.
“Devo tornare al palazzo…” mormorò il cavaliere “… ma vorrei invece andare via… forse ritornare al mio paese… e dimenticare tutti coloro che ho conosciuto qui…”
“Servirebbe a qualcosa, cavaliere?”
“Se vi riuscissi si, servirebbe!”
“E’ possibile riuscire in questo?”
Pasuan non rispose e riprese il suo cammino fino al palazzo.
Vi giunse e subito notò agitazione tra la gente e tra i soldati della guardia.
“Chi non muore si rivede!” Esclamò Finiwell nell’incontrarlo presso la Porta dei Leoni.
“Cosa accade qui?” Chiese Pasuan.
“Il duca è stato ritrovato!” Rispose Finiwell. “A momenti giungerà nel palazzo!”
Suonarono allora le trombe e tutte le guardie presero ciascuna il proprio posto.
“Vieni, ragazzo.” Disse Finiwell a Cavaliere25. “Godiamoci lo spettacolo… oggi è un gran giorno per Capomazda e per tutti noi!”
Il suono del corno però era stato udito anche da Dafne, che si trovava da sola nella sua casa.
Guisgard
18-04-2011, 04.47.32
Cimarow fissò Melisendra.
Il tocco delle mani di lei nel dargli il bracciale, il suo sguardo, le sue parole.
Era una donna particolare e Cimarow l’aveva compreso.
“Un’incantatrice? Non ho mai conosciuto un’incantatrice!” Disse Nyclos, il fratello del signore del castello. “Cosa sarebbe un’incantatrice? Una sorta di strega forse? Credevo che fosse solo una delle tante infamie che la Chiesa ha gettato su coloro che non abboccano alle sue fandonie!”
“Questo bracciale è dunque appartenuto a lady Talia…” mormorò Cimarow osservando il prezioso gioiello “… ciò vuol dire che proviene dal leggendario tesoro dei Taddei…”
Nyclos si avvicinò e finalmente cominciò ad osservare con attenzione quel bracciale.
I due fratelli si scambiarono un rapido sguardo.
“Quando metteremo le mani su quel tesoro…” disse Nyclos “… saremo i primi nobili del regno!”
“Milady…” fece Cimarow rivolgendosi a Melisendra “… seguite quella vecchia servitrice… vi condurrà alla vostra camera… da oggi sarete nostra ospite e nessuno vi potrà più minacciare…”
La vecchia servitrice allora condusse Melisendra nella sua camera.
Era una camera non troppo grande, ma sufficiente per una persona.
“L’agnello non dovrebbe dormire nella tana del lupo…” mormorò la vecchia mentre usciva.
Ma un attimo dopo l’attenzione di Melisendra fu rivolta verso il cortile del castello.
Da una finestra vide giungere nel maniero alcuni cavalieri, annunciati dal suono di un corno.
“Sir Gouf è qui!” Gridò qualcuno dalle mura.
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Melisendra
18-04-2011, 05.06.22
Il Lord pareva essere ben risposto nei miei confronti. Difficile a dirsi con esattezza, poichè i draghi sorridono prima di mangiare... pertanto non tirai un sospiro di sollievo quando mi congedò e seguii la vecchia nella camera a me adibita.
Non ero certa, ma la loro ospitalità si poteva considerare più una generosa prigionia che un atto cortese.
Ignorai il commento sarcastico dell'anziana donna e attesi che mi porgesse acqua fresca per rinfrescarmi e alcune vesti.
Neppure il tempo di cambiarmi e subito il suono del corvo attirò la mia attenzione. Mi sporsi al balcone per osservare meglio ciò che avveniva. La veste bianca spiccava contro le nere pietre del castello.
Lo vidi e mi aggrappai convulsamente al parapetto. Animo!, mi dissi.
Guisgard
18-04-2011, 05.21.46
Il passo era sicuro, il portamento fiero.
Lo sguardo indecifrabile, in quegli occhi neri come la notte, l’espressione vagamente compiaciuta.
Raggiunse i suoi alloggi e subito alcuni servitori l’aiutarono a svestirsi.
“Bentornato, mio signore…”
“Vieni pure avanti, Aytli.” Disse lui. “Non credevo di trovarti già qui al mio ritorno.”
“Il sopralluogo non ci ha portato via troppo tempo.”
“Novità?”
“Niente che già non sapessimo.” Rispose la donna. “La stretta di Saggesia è l’unico passaggio vitale ancora in mano ai nostri nemici.”
“Già…”
“Ci sono delle novità, mio signore.”
Gouf fissò incuriosito Aytli.
“Abbiamo incontrato una donna… era inseguita da due cavalieri di Capomazda.”
“E cosa è accaduto?” Chiese Gouf sorseggiando dalla sua coppa.
“Abbiamo ucciso i due cavalieri e condotto con noi la donna.”
“Perché? Sai bene che nessuno deve scoprire l’ubicazione di questo luogo.”
“Aveva con sé uno strano bracciale, mio signore.”
“Che bracciale?”
“Ora l’ha preso sir Cimarow.”
“Hai commesso una leggerezza, Aytli.”
“Io non mi fido di quella donna.”
“Da ordine che sia condotta a me.”
“Si, mio signore.”
Poco dopo la vecchia servitrice bussò alla porta di Melisendra.
“Hai destato il lupo più grosso e più affamato…” mormorò ridendo in maniera grottesca “… vieni, ti condurrò nella sua tana…”
Un attimo dopo Melisendra fu fatta entrare negli alloggi di Gouf.
Melisendra
18-04-2011, 05.36.55
Quella donna iniziava a irritarmi, ma anche questa volta la ignorai.
Spazzolai la veste e mi diressi a testa alta attraverso i corridoi, seguendo la mia infernale traghettatrice. Dovevo apparirle come una fragile colomba gettata in un covo di belve. Come darle torto? Non avevo altre doti che non fossero i miei poco belligeranti poteri.
La vecchia aveva ragione: al confronto gli altri lupi parevano dei lupacchiotti, lo avevo percepito nell'aria. Ci stavamo avvicinando alla tana del lupo.
Al momento di entrare abbassai gli occhi, quasi con rassegnazione e li rialzai solo quando la vecchia uscì, sbattendo la porta.
Non dovetti impegnarmi molto per mettere in atto una credibile reazione di sopresa.
"Voi...", sussurrai arretrando di un passo, come colta da una vertigine. Sul mio volto si dipinse lo stupore, il timore e un'oscura felicità.
Guisgard
18-04-2011, 05.56.13
Il rosso.
Il rosso liquido che riempiva quella coppa, dalla quale il Cavaliere del Gufo sorseggiava.
Su di esso si specchiava l’immagine del suo volto, che sull’increspata superficie assumeva tratti contorti e deformi.
I celti raccontano che di notte, fissando uno specchio è possibile vedere la propria anima.
Un’anima che in quelle circostanze appare col suo vero volto.
Gouf fissò Melisendra.
Ed in quel momento qualcosa attraversò il suo sguardo.
Qualcosa di indecifrabile.
E dopo alcuni istanti ritornò a sorseggiare da quella coppa.
“Non so perché…” disse fissando nel vuoto “… ma ho sempre sentito che ti avrei rivista… eppure donne come te non arrivano a vivere a lungo… e invece eccoti qui…”
Si alzò e si avvicinò alla finestra.
Poi verso Melisendra.
“Tu sei molte cose…” continuò sfiorandole i capelli “… ma non una ladra…” lasciò scivolare la sua mano sul braccio di lei “… perché allora fuggivi da quei cavalieri? Un servo mi ha parlato del bracciale che avevi con te… due soli cavalieri ad inseguire una ladra capace di rubare un oggetto dal leggendario tesoro dei Taddei…”
Melisendra
18-04-2011, 06.17.18
Si aggirava intorno a me come un gatto che gioca col topolino.
NOn aveva alcun timore di sfiorarmi, ben conoscendo i miei poteri, pareva sfidarmi.
Afferrai una coppa e mi versai da bere. Il liquido rosso scivolò nella mia gola sciogliendo il nodo che vi si era formato. La appoggiai.
"Credevo... io pensavo... che voi foste..." le parole morirono silenziosamente. Lo guardai negli occhi, mettendo da parte ogni incanto.
"Sono riuscita a fuggire... due lune dopo il nostro ultimo incontro. Ora devo badare a me stessa... lui mi sta cercando." Bevvi un altro sorso. "Quello stupido bracciale... sono arrivata a Capomazda qualche giorno fa e ho messo gli occhi sulla triste moglie di quel pomposo arciduca, dal cui polso presi il bracciale... non mi ero accorta di aver dimenticato di incantare quelle due guardie, quando sono corsa fuori era ormai troppo tardi."
Mi ritrassi al suo tocco, come se mi bruciasse e gli domandai: "A proposito di vita... sarebbe lecito chiedervi quanto ancora pensiate possa durare la mia?"
Lo guardai con aria di sfida. Mi voltai e mi appoggiai contro il suo petto.
Guisgard
18-04-2011, 06.44.24
Il corpo di lei contro quello di lui.
Ed anche gli sguardi, per un attimo, furono l’uno nell’altro.
Gouf prese la mano di lei con la coppa e vi versò altro liquido.
“Questo nettare” disse “pare sia la Panacea per ogni male ed il preludio per ogni piacere…”
Sorseggiò dalla sua coppa.
“Non credi che questo sia poi il vero senso della vita? Già, la vita… una parola che ricorre spesso… la vita dei miei uomini, quella dei miei nemici… la vita dell’ultimo dei Taddei e quella di sir Cimarow… quante vite… e la tua? La tua non vale tanto ora che tutto dipende da questa guerra… e perché allora non ucciderti?”
Accennò un sorriso.
“E se così fosse, in che modo ucciderti? Forse lui già sa che ti trovi qui… non conosce questo luogo, nessuno può conoscerlo. Ma conosce te. Avverte il tuo odore e tu lo sai…”
Posò la coppa sul tavolo e si avvicinò di nuovo a lei.
Il suo petto era contro la schiena di lei.
“Ora sei nel castello di colui che prenderà il posto dei signori di queste terre…” le sussurrò all’orecchio “… e devi essere all’altezza… per ora, fino a quando lo vorrò, solo tu ed io sapremo che razza di donne tu sia veramente… nel frattempo sarai una degna ospite di questo luogo…”
Con un gesto improvviso le strappò la lunga veste, che, sfiorandole la bianca e morbida pelle, scivolò come una carezza lungo le spalle, i fianchi e le gambe, fino ai suoi piedi.
In quel momento entrarono alcune ancelle con delle vesti nuove.
Gouf si sedette davanti a lei, facendo cenno alle ancelle di preparare la donna.
“Stasera, per la prima volta in vita tua, sarai una degna dama… degna di sedere al tavolo con nobili uomini…”
E restò a guardarla mentre le ancelle la preparavano.
Guisgard
18-04-2011, 07.02.45
“Cosa devo fare ora che giungeremo al palazzo? Io non so neanche cosa dire…” disse Icarius fissando Izar e August.
“Non datevi pensiero di questo, mio signore.” Lo tranquillizzò il filosofo. “La gente vuole solo vedervi. Non occorre che diciate o facciate nulla.”
August lo guardava senza dire nulla.
Icarius incontrò il suo sguardo ed il fedele cavaliere gli sorrise.
“Non abbiate paura, siete a casa vostra.” Disse l’amico d’infanzia.
A quelle parole Icarius sentì un senso di serenità prendere piede dentro di sé.
“Grazie, amico mio.” Sorridendo anch’egli.
August restò stupito da quel gesto e da quelle parole del suo signore.
La carrozza superò la monumentale Porta dei Leoni e Capomazda fu avvolta dal suono di tutte le sue campane e di tutte le sue trombe.
E giunta nel cortile del palazzo, finalmente la carrozza fermò la sua corsa.
La porta di aprì e il duca si mostrò a tutti loro.
L’araldo cominciò a recitare:
“Il figlio del vento… il magnifico, il magnanimo, il migliore!
Il prediletto del Cielo…
“Ma cosa significa questo?” Chiese stupito Icarius ad Izar che gli stava accanto.
“Sono gli epiteti che contraddistinguono la vostra persona, milord.” Rispose questi a bassa voce.
“Ah, ma io non so… non credo sia il caso… va bene così, fermati ora…” disse Icarius all’araldo.
“Milord!” Esclamò Izar.
“Cosa ho detto?”
“Non si possono interrompere gli epiteti che annunciano uno dei Taddei!”
“Ah… io non… e sia, perdonami, amico mio, continua pure…” fece Icarius all’araldo.
“Milord!” Esclamò di nuovo Izar.
“Cosa c’è ancora?”
“Il duca non chiede scusa a nessuno che non sia il re, o il vescovo!”
“Veramente io… e sia… riprendi pure!” Disse, fingendo aria solenne, all’araldo.
Izar fissò l’araldo ed annuì.
“Il figlio del vento… il magnifico, il magnanimo, il migliore!
Il prediletto del Cielo… il campione della Cristianità e vassallo della Chiesa!
Il prescelto di San Michele… il primo cavaliere del regno, l’eroico!
Sua eccellenza… lord Icarius de Taddei, signore delle terre e delle genti di Capomazda!”
E tutti i cavalieri salutarono il loro signore alzando in aria le lance.
http://tinypineapple.com/a/film/james-franco-as-tristan.jpg
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Melisendra
18-04-2011, 07.58.49
"Vedo che ancora apprezzate questi crudeli giochetti...", replicai asciutta, accarezzando i lembi del mio povero vestito. A fronte alta e del tutto a mio agio di fronte ai suoi occhi che scrutavano minuziosamente la mia persona, allargai le braccia e lasciai che le donne mi liberassero dei brandelli di stoffa.
"Su una cosa avete torto, però... la mia vita non ha mai avuto tanto valore..." sorrisi, alzando fieramente il mento. "Sono libera, adesso. Non dimenticatelo."
Le mani delle ancelle scorrevano sul mio corpo, rinfrescandolo con acqua di rose e frizionando. Sollevai le braccia e mi infilarono una leggerissima tunica color smeraldo, trasparente e soffice. La allacciarono stringendo i lacci sulla schiena e mi fecero passare sulla testa una veste di colore simile, ma di seta. L'ampia scollatura era ornata di piccole perle e fili dorati. Le maniche scendevano accarezzandomi i polsi. Una cameriera si indaffarò nel chiudere tutti i bottoncini di quel prezioso abito. Altre presero a spazzolare i capelli in morbide onde e a profumarle. Una volta terminato se ne andarono silenziose come topolini.
Mossi qualche passo nelle scarpine nuove e osservai la stoffa aderire al mio corpo ad ogni movimento. Una dama per bene non avrebbe mai indossato qualcosa di tanto sfacciato.
"Siete un mistero, Gouf... potreste uccidermi senza battere ciglio e invece mi fate indossare un bel vestito e mi offrite un sontuoso banchetto..." scossi il capo. "Ci ritroviamo sempre sul filo del rasoio, dove ci eravamo lasciati... uhm, qual era quella cosa che amavate ripetere?" mi soffermai pensosa. "Amore e morte...", accennai a un sorriso. "Voi siete l'istinto di morte quanto io quello che ci spinge alla vita... ecco che razza di donna sono."
Mi avvicinai a lui e gli sfiorai una tempia, lasciando fluire le ancestrali forze che scorrevano sotto la mia pelle. Il tocco non parve mutare la sua espressione. Allontanai la mano, ben conscia invece del fatto che lo aveva avvertito con la stessa forza di una vampata di fuoco.
"Non mi pare che abbiate mai avuto di che lamentarvene."
Assunsi un'espressione distaccata e tornai ad ossevare rapidamente il mio riflesso nello specchio. Poi mi voltai verso di lui, fingendo sfacciatamente una docilità che non mi apparteneva. "Quando volete, Gouf... sono pronta a seguirvi."
cavaliere25
18-04-2011, 11.44.58
Ora che facciamo dissi guardando Finiwell hai altri compiti da assegnarmi continuai a dire e aspettai una sua risposta
llamrei
18-04-2011, 11.57.31
"Si, ho il codice. Mi chiedo come possa, un vecchio manoscritto, avere un tale potere. Le parole uccidono vite, distruggono regni, causano carestie e pestilenze...per quale motivo si vuole tutto questo?"
Il corno suonò.
"Ditemi Ravus, dove posso trovare rifugio? Temo che le guardie mi catturino e temo per la mia stessa incolumità.."
Talia
18-04-2011, 12.55.17
Matthias mi stringeva le braccia con forza crescente, alzai gli occhi su di lui e per un istante mi sentii di nuovo come quando, da piccoli, a Sygma, lui mi riprendeva per aver commesso qualche sciocchezza. Era sempre stato il più maturo, Matthias, e più volte si era preso cura di me... mi assecondava in ogni cosa, non si tirava mai indietro qualsiasi assurda impresa io volessi tentare, eppure non mi permetteva mai di oltrepassare il limite e riusciva sempre a riportarmi in carreggiata... sapeva scuotermi e farmi ragionare... sapeva prendermi per il verso giusto, l’aveva sempre saputo fare... per questo forse, riflettei, mio padre aveva deciso di mandare lui anche questa volta?
E anche questa volta, come sempre avevo fatto, finii mio malgrado per confessargli tutto.
“Io non so che tipo d’uomo sia...” mormorai infine alla sua domanda.
Scossi la testa, poi sorrisi tristemente...
“Ho sempre pensato di possedere uno spirito belligerante! Non mi sono mai piegata a niente e a nessuno, ricordi? Mai, per nessun motivo! Ho sempre tirato dritta per la mia strada senza curarmi di nessuna cosa...”
Sospirai appena...
“Ma Capomazda mi ha cambiata! Ho lottato all’inizio, ho lottato quanto più strenuamente ho potuto... una sera...” esitai solo un istante, poi proseguii “una sera, dopo un litigio furioso, uscii e montai a cavallo: non mi importava niente di niente, volevo soltanto andarmene da qui... ma lord Rauger mi fece bloccare che già ero alle porte della città e mi fece riportare a palazzo, mi parlò e mi convinse a restare! Mi convinse che la fuga non era la via da seguire e che non sarebbe servita a niente, mi convinse che la mia presenza qui non era priva di significato... E io finii con il credergli! Ebbene, quella fu la fine della Talia che tu conoscevi. Da quella sera in avanti, ho iniziato a perdere quella capacità di oppormi... mi sentivo così sola... sola, e soltanto Pascal stava dalla mia parte. Era come lottare contro un muro di pietra, ogni giorno... vivevo qui come un’ombra, una figura cui tutti mostravano rispetto ma che non necessitava di nient’altro... e alla fine ho iniziato a sentirmi stanca, stanca di lottare, stanca di battermi per ottenere anche solo un sorriso, stanca di quegli sguardi di commiserazione che incontravo ogni giorno... E in quei giorni, come mai prima, ho sentito la tua mancanza. Ho sentito la mancanza di casa!”
Un nodo mi serrava la gola e sentivo gli occhi bruciarmi... inclinai la testa e poggiai leggermente la fronte contro il suo petto, perché non mi vedesse il viso...
“Nonostante questo...” ripresi dopo un istante, dopo aver inspirato forte “Nonostante tutto, io non riesco ad odiarlo... e non so perché! C’è qualcosa in lui, una sorta di dolorosa disillusione che percepisco ma che non riesco a capire affatto. E qualche volta... non lo so, Matthias, ma qualche volta mi guardava e avevo la sensazione che fosse immensamente preoccupato, come se avesse paura di qualcosa... in quei momenti si incupiva, fuggiva e, se non poteva, diventava irascibile!”
Ci guardammo per un lungo momento... conoscevo la mente di Matthias, conoscevo le sue reazioni e, osservandolo, riuscivo a leggere nei suoi occhi il tumulto di pensieri che si agitava nella sua anima, riuscivo a seguirne i mutamenti e ogni pur minima variazione d’umore.
In quel momento si udì il suono del corno che a sorpresa annunciava il ritorno del duca.
Trattenni il respiro e spalancai gli occhi a quel suono.
“E’ qui!” mormorai “E’ tornato!”
Senza pensarci neanche per un istante, mi voltai e presi a correre per il viale... raggiunsi la piccola porta, seminascosta nel muro e chiusa da un cancello, che separava il cortile dal giardino e da qui vidi giungere la carrozza, mentre una curiosa sensazione mi invadeva...
Lady Dafne
18-04-2011, 18.38.47
Mi ero vestita di nero, e nero era pure il colore del velo calato sul mio viso. Avevo raccolto qualche fiore nel piccolo giardino che c'era dietro casa mia ed ero pronta per andare a far visita alla tomba del mio povero marito. Avevo intenzione di passare proprio per la via principale, la più frequentata, in modo che tutti potessero vedere che non ero più pazza, che non cercavo più un morto, che avevo in qualche modo accettato il mio lutto. Accettato almeno in apparenza perchè dentro di me erano ancora un fiume in piena tutte le emozioni. Presi il mio mazzolino e discesi in strada quando udii il suono inconfondibile del "corno del Duca"!
"Il Duca, è tornato..." mormorai tra me e me "Oh beh, poco mi interessa di lui ormai. Un tempo accorrevo per vedere il mio Friederich cavalcare fiero e bello al suo fianco, ma ora? Ora non c'è più nulla che mi interessi..."
Ma il corteo di persone che correvano e si accalcavano verso la piazzetta del castello mi investì e mi trascinò proprio là dove non aveno intenzione di andare e, senza accorgermene, mi trovai tra il gruppo di persone che si erano piazzate davanti la carrozza di Lord Icarius. Ero lì impalata con il mazzetto di fiori in mano, tra gente che urlava e applaudiva, e io lì immobile tutta vestita di nero di certo non passavo inosservata: sembravo la morte in persona.
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Hastatus77
18-04-2011, 22.15.53
"D'accordo, accetterò la vostra proposta, però vorrei condividere il comando con qualcuno che conosca la zona..."
In quel momento si sentì il suono di un corno.
"... cosa succede, cosa sta ad indicare questo corno?"
Morrigan
18-04-2011, 23.27.01
"Che ne sarà di te? E di me? E di queste terre?"
Sfiorò appena la sua mano, con un gesto stanco. Guardò i suoi abiti, che non erano più i raffinati damaschi e le sete della dama, ma una ruvida armatura.
Era l'ora in cui sarebbe andata, l'ora in cui l'avrebbe vista scomparire all'orizzonte.
"Domani potrebbero accadere tante, tante cose... potresti tornare e trovarmi ormai vecchio e stanco di tutto questo"
Lei sorrise, carezzandogli piano il viso, come aveva fatto tante volte da bambina.
"Tu per me non sarai mai vecchio..." sussurrò.
Morven chinò gli occhi, evitò il suo sguardo.
"Perdonami, Morrigan... perdonami perchè in tutti questi anni non ho mai saputo curare le tue ferite"
Lei gli mise un dito sulle labbra, obbligandolo a tacere.
"Non dirlo... sei ho avuto un'infanzia felice, lo devo a te e alle tue cure"
Lo strinse forte, con uno slancio che non aveva mai avuto, e per la prima volta in vita sua sentì che le guance di quell'uomo si inumidivano di pianto. In tutti quegli anni suo zio gli era sempre apparso invincibile e grande, e il solo pensiero che anche lui potesse piangere le sembrava inconcepibile.
"Dove sarai domani, piccola mia? Non riesco ad immaginarti da sola... e cosa farò io, senza di te?"
Le passò una mano tra i capelli.
"Mi sentirò morire ogni notte sapendoti così, alla mercè di ogni pericolo..."
Morrigan si staccò da quella stretta e gli sorrise.
"Hai cresciuto un uccellino, e adesso deve volare..."
Morven scosse il capo, non riuscendo a nascondere il suo disappunto.
"Ho cresciuto un rapace... che persegue una vendetta che non dovrebbe essere sua! Morrigan, io ho combattuto contro quell'uomo, e alla fine l'ho perdonato. Avrei potuto finirlo con un colpo di spada, ma per la grazia che il Cielo ci ha dato, io l'ho lasciato andare. L'ho spogliato di ogni avere e ho ripreso ciò che avevo rubato con l'inganno, ma non ho preso la sua vita! E non dovresti farlo neanche tu!"
Morrigan, a quelle parole, salì a cavallo e si mise a guardare ad Est, dove il sole cominciava piano a salire inondando di oro quella valle.
"Da piccola non riuscivo mai dormire tranquilla..." disse piano ad un tratto, senza guardarlo "sognavo sempre che quell'uomo tornava e mi portava via... e l'ho sognato così tante volte, che giurai a me stessa che non avrei mai più tremato dinnanzi a lui! Così comincia a sognare di poter esser un uomo, un soldato... poter combattere come farebbe un cavaliere, fino a sfiorare la morte... trovarlo e, uccidendo lui, uccidere tutte le mie paure..."
Si voltò a guardarlo, e infine sorrise, mentre il sole alle sue spalle disegnava davanti a Morven la sagoma scura della sua figura a cavallo.
"... ma alla fine del sogno, io tornavo sempre... ritornavo qui! Per questo so che tornerò... tornerò, padre mio!"
Morven chiuse gli occhi, assaporando quelle parole. Chinò il capo in segno di assenso. Lei non l'aveva mai chiamato a quel modo, con quell'appellativo, e che l'avesse fatto proprio in quel momento aveva caricato il suo cuore di una strana, profonda emozione.
Morrigan sorrise dolcemente, mentre si perdeva in quel ricordo. I cavalli procedevano al trotto, scortando la carrozza, e lei stava placidamente al fianco di Lho lungo quel cammino.
Sollevò il capo per guardarlo. Le sue ultime parole, e il tono gentile con cui le aveva pronunciate, l'avevano colpita.
"Voi non siete vecchio," disse con dolcezza e ricambiandogli il sorriso "e la giovinezza ha sempre da imparare dalla saggezza. Inoltre, un uomo come voi di certo conosce bene gli uomini, ed io è di questo che ho bisogno, di trovare un uomo... un nobile francese... si chiama Saint Roche..."
Guisgard
19-04-2011, 01.49.28
Monteguard fissò prima Hastatus e poi Gervan.
“Il… il suono dell’Afragolante! L’hanno ritrovato! Hanno ritrovato il duca!” Disse questi con aria quasi incredula.
“Sir Hastatus, il duca è stato ritrovato!" Esclamò Monteguard. "Venite, andiamo a rendergli omaggio! Ora che lui è ritornato potremo finalmente preparare la giusta offensiva contro quei traditori!”
Corsero fuori nel cortile e videro Icarius scendere dalla carrozza.
Guisgard
19-04-2011, 01.52.32
“Non si sa bene a quale anno risalga questo codice…” disse Ravus prendendo il codice dalle mani di Llamrei “… anche l’autore è ignoto… le uniche notizie certe lo fanno risalire all’inizio dell’era Cristiana e fu adoperato dai primi Cristiani come raccolta di riti per scacciare demoni… Le Angosce di Santa Lucia non è un libro come tutti gli altri.”
Rinchiuse allora il prezioso codice in un baule.
“Non temete per la vostra incolumità…” continuò il chierico “… potete restare qui nella Cappella della Vergine. E poi perché le guardie dovrebbero arrestarvi? Siete una serva di Dio e nessuno qui a Capomazda oserà alzare un solo dito su di voi.”
Il corno suonò e Ravus fece cenno alla donna di seguirlo.
“Venite… vedrete il signore di Capomazda.”
Guisgard
19-04-2011, 02.18.22
Gouf osservò Melisendra per tutto il tempo impiegato dalle ancelle per prepararla.
Neanche per un istante sollevò il suo sguardo da lei.
Quando le donne ebbero finito, con un gesto le allontanò.
Posò la coppa sul tavolo e si alzò.
Si avvicinò a Melisendra, accarezzando le perle che scendevano sul petto di lei, finendo per sfiorarle la morbida pelle.
Poi sorrise.
Un sorriso beffardo, ma anche indecifrabile.
“Adoro la caccia, rammenti? Certo che lo rammenti…” disse “… e sai anche che amo mettere in mostra le mie prede, siano esse leoni, lupi, falchi o candide colombe… ma non mi danno soddisfazione… no, gli animali e gli uccelli ignorano che come loro padrone ho diritto di vita e di morte su di essi… a differenza degli uomini, invece…”
In quel momento entrò un servo.
“Lord Cimarow vi attende, mio signore.”
“Andiamo…” mormorò Gouf a Melisendra “… e ricordalo…” afferrando con forza il suo polso “… tu non sei libera… non lo sei mai stata e non lo sarai mai…”
Un attimo dopo scesero nella sala che ospitava il sontuoso banchetto dei baroni che avevano sposato il tradimento di Cimarow.
“Sedetevi qui accanto a me, milady!” Disse Nyclos a Melisendra. “Siete un vero splendore… un incanto…”
In quel momento Aytli mormorò qualcosa all’orecchio di Gouf e questi annuì.
La donna restò poi a fissare Melisendra con uno sguardo carico di sospetto ed astio.
Guisgard
19-04-2011, 03.29.28
Il duca scese dalla carrozza e subito il popolo in festa lo salutò.
Molti gridavano per la felicità, qualcuno piangeva per la commozione, altri pregavano.
“Milord, toccate il mio bambino!” Disse una donna dalla folla.
“Milord, salvateci! La guerra ci sta affamando!” Gridò un’altra voce.
“Dio sia lodato!” Esclamavano in molti.
“Piccolo mio, guardalo!” Si udì nella confusione. “Guarda il tuo signore!”
Le guardie facevano fatica a tenere dietro quella massa di persone, felici per aver rivisto il loro signore, ma nello stesso tempo impaurite per la sorte della loro terra.
Al passaggio di Icarius, che si avvicinava all’ingresso del palazzo, tutti si inchinavano.
Il duca, vagamente intimidito e palesemente imbarazzato, dispensava sorrisi a destra e a manca.
“Dio sia lodato!” Esclamò Ravus andandogli incontro. “Le mie preghiere e quelle di tutto il popolo sono state esaudite! Il Primo Arcangelo del Signore non ha voltato il suo sguardo benigno dall’altra parte!”
“Grazie, mio buon chierico.” Ringraziò Icarius. “Dio vi benedica, chiunque voi siate.”
Ravus ammutolì e fissò Izar, che scosse il capo e fece cenno al chierico che gli avrebbe spiegato ogni cosa più tardi.
“Milord, ringrazio il Cielo per questo vostro ritorno.” Avanzando Monteguard.
Icarius, che finalmente stava cominciando a comprendere la gravità di quella sua amnesia, rispose solamente annuendo alle parole del capitano.
Izar fece segno di affrettare il passo e giunsero finalmente davanti al palazzo.
E qui, sulla porta, stava ad attenderlo Talia.
“Chi è quella ragazza?” Domandò a bassa voce Icarius a Izar.
“E’ lady Talia, vostra moglie.”
“Ho… ho una moglie!” Esclamò Icarius, mentre si avvicinavano all’ingresso del palazzo.
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Guisgard
19-04-2011, 03.42.32
Il duca ormai era giunto presso l’ingresso del suo palazzo e la folla fu fatta uscire dal cortile.
Anche i cavalieri e le guardie ducali ritornarono ai propri posti.
Lho era accanto a Morrigan, mentre tutto, pian piano ritornava alla normalità.
“E cosa cerca una spadaccina da un nobile francese? Perdonate, ma trovo curiosa questa vostra domanda.” Disse Lho sorridendo alla ragazza. “Anche perché l’uomo del quale chiedete notizie non si trova a Capomazda… o almeno non nelle terre governate dai Taddei.”
“Io credo che sia uno spreco un pomeriggio simile” fece all’improvviso una voce alle spalle dei due “se passato qui, dove il Sole è ormai visibile solo dalle torri, o dalle mura.” Finiwell si avvicinò alle spalle di Morrigan cingendole i fianchi. “Tra un po’ il Sole si tingerà di rosso e la campagna sarà tutta velata dal suo purpureo manto. Direi che un simile spettacolo merita senza dubbio di essere visto… e guarda caso io ho appena concluso il mio turno di guardia.”
Fissò poi Cavaliere25 ed aggiunse:
“Ragazzo mio, per stanotte da uno sguardo tu alle mie cose in caserma… ho idea che resterò fuori tutta la notte!” E sorrise a Morrigan, facendole l’occhiolino.
Morrigan
19-04-2011, 03.59.10
Sentendosi cingere i fianchi, Morrigan si girò di scatto e rifilò istintivamente un malrovescio sulla guancia del cavaliere che aveva mostrato tanta audacia!
Quando, un istante dopo, si rese conto di avere nuovamente di fronte Finiwell, si scostò da lui di qualche passo, e, mettendosi le mani suoi fianchi, lo fissò con uno sguardo di serio rimprovero.
"Ancora voi! Davvero non avete null'altro di meglio da fare che sprecare il tempo degli altri insieme col vostro? Eppure stamani mi era sembrato di avervi già dimostrato che avreste bisogno di mettere più spesso mano ad una spada, piuttosto che ad una donna!"
Scrollò il capo, con un sospiro... aveva il sospetto che un tipo del genere avrebbe impiegato più del normale prima di realizzare che in quel modo poteva al massimo aspirare a far colpo su qualche servetta della locanda... inutile perdere tempo con lui... tanto più che le parole di Lho l'avevano profondamente impressionata.
"E adesso smettete di ronzarmi intorno, ho cose importanti da fare!" esclamò.
Così, senza dar peso a ciò che Finiwell avrebbe potuto fare, dire o pensare, tornò vicino a Lho, per rivolgergli quelle domande che adesso le premevano fin troppo.
"Diciamo che lo sto cercando per... affari di famiglia... ma voi cosa intendevate con non nelle terre governate dai Taddei?"
Guisgard
19-04-2011, 04.12.56
“Accidenti, che donna!” Disse Finiwell, massaggiandosi la guancia. “Vedi, ragazzo mio? Quando sarà, trovati una dama capace di scuoterti come lei fa con me!” Fece poi a Cavaliere25.
“Intendo dire” disse Lho a Morrigan “che Saint Roche è uno dei baroni al servizio di sir Cimarow. Perché lo state cercando?”
“Uh? Ma io ho sentito parlare di quell’uomo!” Intervenne Finiwell. “Ma certo, ne parlarono una volta alcuni cavalieri che facevano con me il turno di guardia! E lo descrissero anche dettagliatamente, se ricordo bene…”
Guisgard
19-04-2011, 04.44.52
Pasuan aveva assistito al clamore generale in seguito al ritorno del duca.
Vedeva gente di ogni tipo esultare, gridare, piangere e ringraziare il Cielo.
E finito il tutto, se ne stava seduto ai piedi di una grossa colonna in pietra.
Accanto passavano diverse persone, molte delle quali ragazze.
E alcune lanciavano sguardi compiaciuti al cavaliere che se ne stava ad oziare accanto a quella colonna.
Ma quei volti, quegli occhi e quei sorrisi gli apparivano tutti uguali, senza colore e senza calore.
Un volto invece attraversava continuamente i suoi pensieri.
Un volto che sembrava sfuggirgli costantemente.
Cercò allora quel volto nei tanti che sfilavano in quel momento nel cortile.
Allora riconosceva in qualcuno uno sguardo simile, in un altro un sorriso che sembrava ricordare quello tanto sospirato, in un altro ancora l’acconciatura dei capelli.
Talvolta, nel vocio generale, gli pareva di udire quella voce che ancora echeggiava nella sua mente, ma nel fissare i passanti poi tutto assumeva il suono di una confusa ed anonima confusione.
“Cosa fai qui, Cavaliere?” Chiese con tono scherzoso l’amico Gervan.
Pasuan gli lanciò una sfuggente occhiata di indifferenza.
“Mi sembri giù, Pasuan… cosa ti prende? Dai, oggi sono buono… chiedimi ciò che più ti aggrada! Cos’è che vuoi? Vuoi sceglierti il turno più comodo per montare di guardia? O forse farti inviare nel borgo per il giro d’ispezione?”
“Vuoi davvero farmi un piacere?”
“Certo, dimmi!”
“Beh, spostati che stasera c’è una bellissima Luna e mi copri lo spettacolo.”
“Che il diavolo ti porti!” Brontolò Gervan, mentre andava via.
E rimasto solo, Pasuan si voltò a fissare la Luna, che enigmatica e meravigliosa scintillava nel Cielo della sera ancora attraversato dagli ultimi bagliori del giorno morente.
“Dicono che sai leggere nei cuori…” sospirò all’astro d’argento “… eppure te ne stai lassù, a fissarmi in silenzio…”
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Morrigan
19-04-2011, 05.09.13
"Capelli scuri, occhi di giada, uno spiccato accento francese e una cicatrice vicino all'occhi destro..."
Morrigan snocciolò quelle parole meccanicamente, come se le avesse ripetute chissà quante volte, in quell'ultimo anno, come se fossero state una naturale conseguenza di ciò che Finiwell aveva detto.
Poi un bagliore si accese fulmineo nei suoi occhi, e la ragazza parve svegliarsi di colpo. Guardò Lho, con occhi ardenti.
"Al servizio di sir Cimarow..." ripetè, quasi tra sè, come stesse ragionando sulla novità appena udita "Sapevo che sarebbe andato ad elemosinare grazia ad uno dei suoi amici, ma mettersi al suo servizio... bah, in fondo un uomo di tal fatta..."
Solo allora sollevò lo sguardo, fissando ora Lho, ora Finiwell, ed era uno sguardo acuto, pronto e affilato come una lama.
"Signori... dove si trova precisamente il castello di sir Cimarow?"
Melisendra
19-04-2011, 05.34.21
Celai la cupezza sul mio volto ed evitai di incrociare le occhiate di aperto odio che provenivano da Aitly. Qualcosa mi diceva che non erano solo cariche di sospetto, ma anche di quella pura antipatia che le donne provano verso una rivale in questioni più delicate di una guerra, ma altrettanto letali. La compiansi... innamorarsi di Gouf, che idea!
Avevo dimenticato quanto fosse abile nel cingere d'assedio l'avversario. Si comportava sempre come se fosse stato sul campo di battaglia... poco importava se le sue attenzioni fossero rivolte al nemico o a me. Avevo sempre affrontato le sue sfuriate e i suoi ardori con la calma e la dolcezza, ma mi stava riuscendo difficile restare così calma.
Mi guardai attorno nella sala e vidi il volto affabile del giovane Nyclos, dunque mi avvicinai, dopo aver rispettosamente salutato Lord Cimarow con un inchino. Gouf avrebbe avuto da ridire? Forse si sarebbe indispettito.
"Milord", sorrisi al giovane, "siete troppo gentile... piuttosto direi che è il banchetto a risplendere di nobili uomini e guerresco ardore. Posso chiedervi quale sia l'occasione?", domandai mentre scivolavo sul seggio che sir Nyclos mi porgeva.
Conoscevo quel genere di banchetti. Qualunque cosa ne dicesse Gouf sulla nobiltà e la forma, uomini d'arme che festeggiano un successo di guerra finiscono col fare due cose sole. La prima è bere e l'altra inseguire le cameriere negli angoli bui.
cavaliere25
19-04-2011, 12.18.35
Guardai finiwell e dissi certamente amico mio state tranquillo guardai i due e chinai il capo e mi diressi verso la caserma
Guisgard
19-04-2011, 20.24.09
La sala, illuminata a giorno da candele e torce, echeggiava delle parole, delle risate e dei proclami di quegli uomini.
Tutti si rivolgevano a Cimarow come se avesse già vinto la guerra contro Capomazda.
“Ormai è pronto, mio signore…” disse sir Ironhop, uno dei baroni “… il poderoso ariete che ho fatto costruire per la prossima e decisiva battaglia.”
“Si, rammento quando me ne parlaste.” Lo fissò Cimarow.
“Per metterlo in azione occorrono ben cinquanta schiavi! E ne abbiamo presi dei migliori! Sono tutti slavi provenienti dai luoghi più selvaggi e miserabili d’Europa! La Porta dei Leoni tremerà soltanto a vedere il nostro ariete! Non occorrerà altro per vincere!” E rise compiaciuto.
“Non siate troppo sicuro di quella potenza tecnologica…” intervenne Gouff “… per forte e letale che sia, è infondo nulla al confronto di un cavaliere…”
“Il nostro sir Gouf ha una visione romantica della guerra e della cavalleria…” disse Nyclos “… voi la condividete, milady?” Chiese poi a Melisendra.
“Che sciocchezza!” Esclamò divertito Ironhop. “La guerra si decide in base al numero ed alla forza degli schieramenti! Al confronto un semplice uomo bardato di ferro che brandisce una spada è niente! I tempi cambiano, amico mio… e noi dobbiamo seguirli!”
“Solitamente non mi occupo di ciò che dicono i miei simili…” mormorò Gouf alzandosi e cominciando a camminare attorno alla ricca e nobile tavola “… ma trovo insopportabile questa vostra mancanza di rispetto verso la cavalleria…”
E quando fu alle spalle di Ironhop estrasse rapido la spada, mettendogliela di piatto al collo, quasi a togliergli il respiro.
“Si, potete anche sfondare la Porta dei Leoni e ridurre in pezzi quelle secolari statue guardiane…” continuò “… ma poi vi ritroverete i migliori cavalieri del ducato da affrontare… ed allora il vostro ariete ed i vostri schiavi non serviranno a niente… si dovrà combattere nelle strade, odio contro odio, ferro contro ferro… e lì il numero non conterrà niente… solo i migliori cavalieri potranno decidere le sorti di quella battaglia…”
“Umf… anf…” ansimava Ironhop.
“Va bene, lasciatelo ora, sir Gouf…” disse Cimarow “… lasciatelo.”
“Come desiderate, mio signore…” e mollò la presa “… ora vogliate scusarmi…” e, salutato il suo signore, uscì dalla sala.
“Que… quell’uomo… è pazzo…” mormorò a fatica Ironhop, mentre pezzi di cibo e sangue fuoriuscivano dalla sua bocca.
Gouf raggiunse una delle torri e restò a fissare la sterminata brughiera che circondava e racchiudeva quel tormentato e sacrilego mondo.
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Guisgard
19-04-2011, 20.33.20
“Aspetta un attimo, bellezza!” Disse Finiwell, quasi interrompendo Morrigan. “Dì un po’ ti va di scherzare? L’ubicazione di quel castello è sconosciuta a tutti noi, ma se anche tu lo trovassi sarebbe come presentarsi davanti alla porta dell’inferno! Cosa hai mente? Di giungere lì e sbattere i tuoi occhini, chiedendo gentilmente di farti incontrare l’uomo che stai cercando? Ti darò una delusione, piccola… la tua bellezza, per il solo fatto che abbia incantato me, non basta a farti aprire tutte le porte!”
“Il cavaliere ha ragione.” Intervenne Lho. “Quel luogo è inaccessibile e pericoloso.”
“Facciamo così…” mormorò Finiwell “… tu prometti di fare la brava e di abbandonare quelle idee pazzesche ed io ti porterò nel posto dove ho sentito parlare di quell’uomo. Ci stai, piccola?”
Guisgard
19-04-2011, 20.40.35
Intanto, mentre Cavaliere25 tornava verso la caserma, qualcuno lo chiamò.
“Ehi, cercavo proprio te!” Disse August. “Mi serve qualcuno per il giro d’ispezione della cittadella! Comincia a prepararti, ragazzo!”
Si guardò intorno e notò Pasuan addormentato accanto ad una colonna.
“Ecco, sveglia quel cavaliere, magari anche con un bel secchio d’acqua se occorre” indico poi a Cavaliere25 “e digli di affiancarti per questo compito. Se noterete qualcosa di strano verrete poi a riferirmi il tutto nella caserma!”
Guisgard
19-04-2011, 21.15.47
E mentre tutti erano presi dal ritorno del duca, qualcuno invece sembrava più interessato a qualcosa celato nel palazzo ducale.
Guisgard si muoveva furtivo tra le sue stanze, fino a giungere nella biblioteca.
Cercava qualcosa.
E qualcosa trovò.
“Dal resoconto del viaggio di mastro Marcovald de Bis, maniscalco di sua signoria Lord Rauger.
La nostra carrozza era nel frattempo giunta nel bel mezzo di un’irregolare radura e di fronte a noi si stagliava la vasta e lugubre distesa della brughiera, chiazzata di spuntoni rocciosi e aspre discese.
Soffiava da essa un vento gelido che ci fece rabbrividire.
Chissà in quale posto di quella landa desolata e maledetta si annidava quella oscura creatura, celata in qualche primordiale tana come una fiera feroce, col cuore intriso di odio verso quella nobile e tormentata stirpe che aveva peccato nei confronti di Amore.
Non mancava che questa inquieta sensazione a completare la sinistra atmosfera di quell’arido scenario spettrale, attraversato da un vento agghiacciante che diffondeva il suo lamento come terribile presagio delle ombre che sarebbero giunte con l’imbrunire.
E fissando lord Rauger mi accorsi che anch’egli era preda di quello stato d’animo, avvolto com’era nel suo silenzio e tormentato dai suoi antichi fantasmi.”
Guisgard cercò ancora tra quei testi ammuffiti e le pergamene consumate dalla polvere.
Ed una lettera stropicciata ed incompleta emerse da due volumi posti l’uno sull’altro.
“Sir, ormai la situazione sta precipitando ed il ducato avverte l’angoscia che attanaglia tutti noi.
Lord Ardross sembra deciso; non rinuncerà mai a quella donna.
Posso dirvi, in tutta onestà, che egli sarebbe disposto a rinunciare al potere pur di non perderla.
Ormai mancano tre giorni al duello.
Sir Brakley, in quanto marito di lady Rasyel, avrà diritto a scegliere le armi, essendo l’offeso…”
Qui si interrompeva la lettera.
Ed uno strano bagliore, dopo averla letta, attraversò lo sguardo del cavaliere.
Ad un tratto Guisgard udì dei rumori.
Rimise a posto ogni cosa e scivolò silenzioso fuori dalla biblioteca.
Attraversò il lungo corridoio tra gli sguardi enigmatici dei ritratti degli Arciduchi e delle loro amate, fino a ritrovarsi nella Cappella della Vergine, dove restò a pregare, per poi poter uscire senza destare sospetti.
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Talia
19-04-2011, 21.20.40
Immobile, in piedi di fronte al portone del palazzo, lo osservai scendere dalla carrozza e avviarsi verso di me.
La folla lo acclamava e lui si soffermò a guardarla... pensai che fosse insolito, non mi pareva che Sua Signoria avesse mai fatto niente del genere.
Ravus e Monteguard gli andarono incontro e scambiarono qualche parola con lui, non udii cosa si dissero ma colsi un movimento di rimando di Izar, un gesto quasi di rassegnazione... ciò mi sorprese.
Intorno a me paggi e ancelle si stavano accalcando... i paggi intimoriti, le ancelle cinguettanti... sospirai, era come un vecchio copione ormai liso dal tempo: era stato così ogni suo ritorno, fin dalla prima volta che partì per qualche settimana prima del matrimonio due giorni dopo il mio arrivo a Capomazda, fino all’ultima volta qualche giorno dopo la morte di lord Rauger...
Ero stanca di quella consueta ed inutile messinscena... sapevo ciò che sarebbe successo, ero certa che se avessi chiuso gli occhi avrei potuto vedere tutto prima che avvenisse, ogni gesto e ogni parola, Izar, Monteguard ed il duca stesso... era come se tutto fosse codificato.
Mi chiesi dove sarei stata in quel momento se quella sera lontana lord Rauger non fosse riuscito a fermarmi... forse sarei stata a Sygma, forse sarei...
Ma Icarius si avvicinava sempre più, così mi inchinai leggermente e mi preparai ad una delle sue consuete battute sarcastiche...
“Mio Signore...” iniziai a dire, come sempre...
Ma, rialzando gli occhi su di lui, mi bloccai.
Era giunto di fronte a me, ormai, e potevo vedergli il viso adesso... era lui, indubbiamente era lui... eppure quasi stentai a riconoscerlo: i movimenti, l’espressione del viso e quella luce del tutto inedita nei suoi occhi...
Mi resi conto che la sorpresa mi aveva lasciata in silenzio per un attimo di troppo, così tentai di nuovo: “Mio Signore...” ma la voce mi tremò e di nuovo le parole mi morirono in gola di fronte a quell’espressione...
Sorrisi appena per dissimulare quella vaga ma potente sensazione e l’attimo di imbarazzo, poi tornai seria e, facendo mezzo passo avanti, mormorai soltanto: “Icarius... stai... stai bene?” notando, con sorpresa, nella mia voce una nota vagamente preoccupata.
Melisendra
19-04-2011, 21.25.39
Stavo piluccando dell'uva da un grosso grappolo, cercando di memorizzare tutti i volti e i nomi delle persone lì convenute.
La reazione di Gouf non mi sorprese, ma mi sorprese la frustrazione che si celava sotto quell'impulsività. Qualcosa era cambiato in lui.
Sfiorai la mano di Sir Nyclos e risposi, facendo trillare la mia risata in mezzo all'atmosfera resa tesa dallo spettacolo dato da Gouf.
"Io non saprei davvero...", mi schernii, "anche se penso che ci sia ben poco di romantico in una guerra... la tensione, il dramma, l'istinto di sopravvivenza che spinge gli uomini a lottare... e il desiderio di vittoria che ispira i valorosi."
Un paggio riempì la mia coppa e io mi bagnai le labbra.
"Ma sono solo una donna e sono inesperta di campi di battaglia e arti della guerra." Sorrisi.
Improvvisamente sentii la vertigine, a me famigliare, che indicava che era passato fin troppo tempo dal mio ultimo vero pasto. La sala piena di energie quasi palpabili stava stuzzicando il mio istinto. Lo ricacciai indietro e mi concentrai sui chicchi d'uva asprigni.
Mi pulii la bocca con un tovagliolo e, mentre gli uomini discutevano di guerra, uscii dalla sala per cercare Gouf. Lo trovai sulla torre.
Camminando silenziosamente mi avvicinai a lui, che scrutava l'orizzonte. Appoggiai una mano sulla sua schiena, con la stessa prudenza con cui avrei accarezzato il dorso di un leone.
"Cosa vi lega a questo posto, Gouf? Cosa vi unisce a queste persone?" Domandai, come se me lo stessi chiedendo tra me e me.
"L'uomo che ricordo non prendeva ordini se non da se stesso e combatteva solo le proprie battaglie. Cosa è successo?" Strinsi la sua mano testardamente chiusa tra le mie mani fresche e sentii la tensione allentarsi.
Tuttavia quell'uomo restava imprevedibile, come una belva mal addomesticata e costretta nella gabbia che può ribellarsi in qualsiasi momento.
"A quanto pare nè io nè voi siamo davvero liberi..." Stavo finendo quelle parole, quando la vertigine mi colse nuovamente e mi appoggiai al parapetto per dissimulare quella marea oscura che mi travolgeva e mi ricordava chi fossi.
Lady Dafne
19-04-2011, 21.49.05
Dopo l'arrivo del Duca, che non mi aveva suscitato la minima emozione, rimasi ancora lì ferma come una cariatide mentre piano piano la folla intorno a me si dileguava.
D'un tratto, guardando dritto davanti a me vidi la sagoma di un uomo seduto ai piedi di una colonna. Ero attratta da lui, volevo scoprire chi fosse, mi avvicinai...
"Oddio, ma è il cavaliere misterioso!" pensai tra me e me avendo un sussulto.
Non esitai un minuto e gli poggiai la mano destra sulla sua spalla per destarlo dai suoi pensieri, volevo capire chi era e quella sera volevo riuscirci!
Il cavalire non si mosse
"Ehi, che fai qui solo?" mormorai
Ancora nessuna risposta, gli andai davanti, lo guardai. Dormiva come un angioletto. Vidi un giovanotto venire verso di noi e, non volendo sostenere alcuna conversazione, mi voltai e mi diressi verso casa.
llamrei
19-04-2011, 22.51.16
Il duca deve essere una persona molto amata dalle genti che popolano il suo ducato. Sembra essere un semidio con il potere di alleviare ogni dolore.
Non mi immischiai tra gli esultanti, preferii rimanere in un angolo e guardare la scena dal di fuori. Una volta che tutti i convenevoli furono soddisfatti, decisi di ritornare presso la Cappella della Vergine. Era il luogo dove poter riposare senza essere tanto disturbata.
E invece mi sbagliai. Sentii dei passi avvicinarsi. Mi nascosi dietro ad una paratia posticcia a fianco dell'altare. Lì rimasi immobile per tutto il tempo.
La porta della cappella si apri e un uomo entrò. Il tempo necessario per soddisfare qualche preghiera e se ne uscì
fino a ritrovarsi nella Cappella della Vergine, dove restò a pregare, per poi poter uscire senza destare sospetti.
"Chi era costui? Sembrava essere un cavaliere...non sono riuscita a riconoscere lo stemma che portava..se pregava di certo il suo animo non era sporco,...fidarsi? No...fidarsi è bene, non fidarsi è meglio".
Guisgard
20-04-2011, 01.50.38
Icarius guardò quella ragazza sulla porta del palazzo.
Ed alle sue parole sorrise.
Aveva visto tante cose da quando si era risvegliato nella capanna di Lho.
Ed aveva appreso cose incredibili.
Capomazda e la sua storia, la nobiltà dei suoi Arciduchi, la monumentalità delle sue torri e la forza dei suoi nemici.
Aveva trovato un intero popolo accorso per salutarlo e fedelissimi seguaci ad omaggiarlo.
E poi l’atmosfera solenne e aristocratica che si respirava in quel luogo.
Eppure, in quel momento nulla gli parve simile al volto di quella ragazza.
Era bella, bellissima.
Ma di una bellezza particolare.
E a guardarla forti sensazioni attraversavano la mente ed il cuore di Icarius.
Sensazioni indecifrabili, che gli causarono un’inspiegabile ansia nel cuore.
Fino a che punto un uomo può dimenticare se stesso ed il suo passato?
Un mondo così vasto, vivo, possente?
Ma soprattutto, pensava Icarius, come poter dimenticare quel volto.
“Io… sto bene… bene davvero… anzi, mai stato meglio!” Disse sorridendo alle parole di Talia. “E… tu?”
“Lady Talia sta benissimo, milord!” Intervenne Izar. “Soprattutto ora che voi siete ritornato sano e salvo a Capomazda! Ora affrettiamoci a rientrare, mio signore!”
Così tutti entrarono nel palazzo.
“E’ davvero bella…” mormorò Icarius al suo fidato consigliere “… Talia l’avete chiamata… Talia…” e cercava con lo sguardo il volto di lei, che seguiva, poco più indietro, suo marito ed il suo seguito.
“Sua signoria è stanco…” disse Izar una volta che le porte del palazzo furono chiuse “… credo sia meglio che si ritiri nei suoi alloggi.”
“Non sono affatto stanco!” Esclamò. “Anzi, vorrei uscire un po’ all’aria aperta!”
“La vostra ferita deve essere visitata da un medico, milord…” replicò Izar “… e voi, comunque, necessitate di riposo. Datemi retta, mio signore.”
“Io, veramente…” fece Icarius fissando Talia.
“Vedrete lady Talia più tardi, milord.”
In quel momento il duca si accorse di una misteriosa figura che lo fissava dall’alto delle scale.
Era Matthias.
I loro sguardi allora si incontrarono ed ognuno dei due provò verso l’altro un forte senso di astio.
Guisgard
20-04-2011, 02.34.20
La campagna avvolgeva il piccolo borgo.
Ad un tratto qualcuno lo chiamò da lontano.
“Papà! Ehi, papà!” Disse Pasuan gridando e correndo verso quell’uomo.
Dopo un attimo altre persone corsero verso di lui.
“E’ tornato Pasuan!” Si udiva nel piccolo borgo.
“Ragazzo mio!” Lo abbracciò sua madre. “Come stai? Vi fanno mangiare bene a Capomazda?”
Pasuan annuì sorridendo.
“Dai, vieni che ho appena preparato un pranzo coi fiocchi!” Continuò la mamma.
E tutti andarono verso casa.
“E’ con te quella bella ragazza ferma laggiù?” Domando improvvisamente suo padre.
Pasuan si voltò incuriosito e riconobbe Dafne.
Restò un attimo stupito, ma poi corse verso di lei.
Ma quando fu sul punto di raggiungerla un cavaliere arrivò.
“Friederich, finalmente!” Disse lei sorridendo al nuovo arrivato.
Un attimo dopo Dafne andò via con quel cavaliere.
“No, Dafne!” Gridò Pasuan correndo dietro il cavallo del cavaliere. “Aspettami! Dafne!”
Ma il cavallo era troppo veloce e svanì nella verdeggiante campagna.
“No, Dafne! Aspettami! Non andare via!” Saltò su Pasuan, svegliandosi di colpo. “Era… era solo un sogno…” mormorò il cavaliere.
Guisgard
20-04-2011, 03.32.39
Guisgard finito di pregare si segnò e si avviò verso l’uscita della cappella, quando qualcosa lo spinse a voltarsi dietro.
C’era una figura che lo fissava.
Era una donna, una monaca.
E nel guardarla Guisgard restò colpito dal suo aspetto.
Aveva dei lineamenti molto belli e dei meravigliosi occhi chiari.
Ed una ciocca di capelli, di un rosso vivissimo, usciva dal cappuccio.
“Però… non pensavo le monache fosserò così belle in questo posto!” Pensò.
Poi, ricordando la sacralità del luogo in cui si trovava, sorrise ed accennò un inchino verso Llamrei.
Ed uscì dalla cappella.
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Morrigan
20-04-2011, 04.22.23
Più aveva occasione di parlare con Finiwell, più quell'uomo pareva a Morrigan un assurdo paradosso della natura. Se poi considerava la sua voglia di aver tanto spirito in un paese in guerra, con un ducato che stava per essere distrutto e saccheggiato... be', il paradosso assumeva per lei una dimensione quasi ciclopica!
"Signore," gli disse con grande calma, a quel punto "io non ho padre, e ringraziando il Cielo non ho neanche marito, quindi non vedo come voi possiate arrogarvi il diritto di dirmi cosa devo o non devo fare, o di pretendere da me alcuna promessa!"
Quindi, voltandogli decisamente le spalle, si rivolse a Lho, e il suo tono di voce cambiò radicalmente, diventando più gentile e pieno di rispetto.
"Ditemi, vi prego... che cos'altro sapete di quell'uomo? Qualsiasi notizia, anche la più piccola, può essere per me fondamentale!"
Guisgard
20-04-2011, 04.24.54
La mano di Melisendra.
Le sue parole.
La sera avvolgeva ogni cosa nella sua oscurità.
Solo la Luna rompeva quel manto infinito col suo alone d’argento.
Ma ciò che l’astro della sera riusciva ad illuminare, la foschia che scendeva tutt’intorno al castello rendeva ogni cosa sfocata ed indefinita.
E quelle parole di Melisendra sembravano accompagnare i pensieri di Gouf, mentre il suo sguardo si perdeva in quelle tenebre che sembravano infinite.
“Questo posto non è diverso da tutti quelli in cui ho vissuto in precedenza…” disse il Cavaliere del Gufo “… e come tutti gli altri niente e nessuno mi tiene legato ad esso…”
Si voltò per un attimo a fissarla.
“Ogni battaglia che combatto la considero mia…” continuò “… non è il denaro o il potere a spingere un uomo a combattere, altrimenti egli avrebbe già perso… no, occorre altro… occorre che il nemico contro cui combatti sia anche il tuo… anzi, soprattutto il tuo… l’odio ha la stessa forza dell’amore!”
Guardò di nuovo la sconfinata brughiera.
“E tu non sei molto diversa da me…” aggiunse “… esseri come noi non conoscono l’amore… ma solo l’odio… perché tu mi odi, lo so, lo sento…”
Restò un attimo in silenzio.
“Perché sei qui?” Chiese. “Lord Nyclos sembrava molto interessato a te e non avresti dovuto lasciarlo solo… se sarai furba potrai guadagnarci molto… del resto tra poco tutte queste terre apparterranno a loro.”
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Guisgard
20-04-2011, 04.33.15
“La verità è che sei solamente piena di te!” Disse Finiwell a Morrigan. “Io credo che tu abbia bisogno di qualcuno che ti metta in riga! Sei una ragazzina viziata, che crede di essere padrona di se stessa in un mondo in cui, invece, forze molto più grandi di te sono in lotta! Sai cosa ti dico? Che da oggi mi laverò le mani di tutto ciò che potrebbe accaderti! Vuoi andare all’avventura? Benissimo, avanti, oltre Capomazda c’è un intero mondo che ti aspetta!”
Alzò i tacchi e prese la via per la caserma. “Sono solo un idiota!” Esclamava mentre camminava. “Solo un grosso idiota!”
“Quel cavaliere ha ragione.” Disse Lho a Morrigan. “Dimenticate questa storia. Se davvero colui che cercate è ora al servizio di sir Cimarow, da sola non potrete nulla.”
Morrigan
20-04-2011, 05.06.16
Il brusco cambiamento di Finiwel per un istante la lasciò senza fiato. Non credeva di essere stata così violenta da meritare quella risposta.
"Ma guardalo!" esclamò vedendolo andare via "Mi invita sfacciatamente nel suo letto, mi sfida a duello, mi mette le mani addosso e io sarei quella da mettere in riga!"
Scosse la testa, con disappunto.
"Uomini..." mormorò scocciata.
Poi abbozzò un sorriso, tornando a rivolgersi a Lho, sperando in cuor suo che il vecchio cavaliere non fosse rimasto troppo colpito da quella scena bizzarra che si era appena svolta sotto i suoi occhi.
"Vedete, signore, io ho più di un buon motivo per non lasciare perdere questa storia... e comunque, checchè ne dica quel cavaliere, io non ho mai espresso alcuna intenzione di recarmi li in maniera così avventata. Non ho mai pensato che un battito di ciglia o un bel sorriso mi garantissero l'immunità, altrimenti non andrei certamente in giro armata come sono! Vi pregavo solo di dirmi quello che sapete o che avete inteso dire, di dove si trovi adesso Saint Roche, di Cimarow e di questo loro presunto accordo"
Guisgard
20-04-2011, 05.13.34
La locanda accoglieva i cavalieri che avevano terminato il turno di guardia, o il giro di ronda e chiudere la serata con una coppa di vino rendeva le fatiche del giorno più sopportabili.
Soprattutto se si aveva la compagnia di qualche bella donna.
Ma non tutti avevano questa fortuna.
“Ehi, Finiwell, cosa ci fai lì a bere tutto da solo? Vieni in mezzo all’amicizia, tra i tuoi compagni di tanti duelli e bevute!” Disse uno dei presenti.
“Che il diavolo vi porti tutti, tizzoni d’Inferno!” Rispose seccamente.
“Vuoi compagnia, bel cavaliere?” Chiese una delle donne presenti gettandogli le braccia al collo.
“Un’altra volta, bambola.” Rispose Finiwell.
“Cosa ti prende? Tu che rifiuti la compagnia di una donna?” Domandò uno dei cavalieri.
“Chi dice donna, dice danno!” Replicò Finiwell.
“Ehi, mi sa che qualcuna l’ha scaricato stasera!” Esclamò un altro di quei cavalieri.
“Già e tu sei un esperto in questo, vero?” Rispose Finiwell. “Comunque fatela finita o comincerò a lucidare la mia spada sui vostri mantelli!”
“Ma chi è la bella che l’ha ridotto così?”
“Quella spadaccina giunta a Capomazda con l’abate Ravus!”
“Eh, mica male quella! Finiwell, visto che ti è andata male, ti spiace se ci provo io?”
A quelle parole Finiwell saltò su e colpì con un pugno quel cavaliere.
“Calmati! Che motivo c’è di fare cosi?”
Cercarono allora di calmarlo.
“La prossima volta che vorrò bere” disse “lo farò sulle mura, durante il turno di guardia! Almeno sarò sicuro di non avere seccatori tra i piedi!”
Ed uscì dalla locanda.
Guisgard
20-04-2011, 05.20.33
“L’unica cosa che so…” disse Lho a Morrigan “… è che l’uomo di cui cercate notizie è al servizio di Cimarow. Questi gli offre protezione e terre, in cambio dei suoi servigi. Ma le armate di Cimarow sono una perfetta macchina da guerra. Formate da feroci cavalieri mercenari e baroni corrotti. Il traditore non si fa scrupoli di assalire villaggi, dove può trovare cibo per sfamare i suoi uomini e donne per soddisfarne i più bassi istinti. I suoi uomini hanno attaccato e saccheggiato anche i conventi e le chiese, prelevando denaro per finanziare i suoi sogni di grandezza. Saint Roche fa parte di quella masnada di individui. Trovate Cimarow e troverete Saint Roche. Ovviamente insieme a tutti i cavalieri che fanno parte delle armate di quel traditore.”
cavaliere25
20-04-2011, 12.00.01
Certo dissi guardando quel cavaliere hai vostri ordini poi allora mi avvicinai a Pasuan e dissi hei sveglia abbiamo da lavorare forza pigrone e aspettai che si svegliasse e venisse con me
Melisendra
20-04-2011, 19.03.28
La sua voce amareggiata era una novità. Nessun disprezzo, nessuna ombra di crudele ironia. Sospirai, come di fronte a un bambino riottoso.
"Non lusingate voi stesso... cosa vi fa supporre che vi odi?", sorrisi scherzosamente. "Vi ricordate del nostro soggiorno alla vostra Rocca dei Venti? In quel periodo sono stata quasi felice..." Abbassai gli occhi, mi sentivo colpevole. "Così lontano dagli intrighi degli uomini avevo quasi dimenticato chi fossi."
L'aria fredda della sera mi fece rabbrividire.
"Se sono qui è perchè ora posso scegliere...", mi voltai verso di lui e lo guardai negli occhi. "Quanto al giovane Lord Nyclos... penso che capirà che è inutile volersi impadronire di un focoso destriero, se non si è in grado di montarlo."
Gli sfiorai nuovamente la mano in una leggera carezza.
Scivolai sotto il suo braccio e mi aggrappai a lui. Bevvi come se fosse stata una sorgente fresca.
Appena sfiorai le sue labbra quell'energia fluì liberamente da lui a me. Sapeva cosa stavo facendo: mi stavo nutrendo e lui non poteva fermarmi. La sete era tanta, ma mi fermai. Avevo sentito gli ultimi anni di battaglie trascorse da un campo all'altro, la forza disperata che lo spingeva a inseguire il nemico fino allo stremo... e una sorta di tristezza che lo aveva accompagnato in questi anni. Nell'odio stava la maschera che celava ogni paura. Accarezzai tutte quelle sensazioni e gliele restituii, come belve sazie e acquietate.
Mi scostai di un passo, appoggiandomi con la schiena al parapetto. La luna brillava nel cielo, facendo danzare le ombre sui nostri volti.
Lady Dafne
20-04-2011, 19.41.12
Mi voltai per andarmene ma poi udii all'improvviso delle grida:
“No, Dafne! Aspettami! Non andare via!” Saltò su Pasuan, svegliandosi di colpo. “Era… era solo un sogno…” mormorò il cavaliere.
Mi fermai sentendomi gelare! Mi voltai ancora verso quel cavaliere che ormai non era sveglio. Lo guardai, anche lui sembrava essersi accorto di me. Lo guardai, ancora e ancora, sciogliendo l'espressione confusa in un dolcissimo sorriso ma poi vidi quell'altro ragazzo andare nella sua direzione.
"No Dafne, non fermarti, vattene prima che quell'altro giovane ti veda o nasceranno di sicuro delle chiacchiere su te e quel cavaliere. Vattene finchè puoi, torna da Friederich e porta il suo lutto" diceva una vocina dentro di me.
L'ascoltai, la mia espressione si fece seria, mi voltai e corsi via.
Guisgard
20-04-2011, 20.24.34
Quella sensazione.
Di nuovo.
In un attimo, o forse in un’ora o in un giorno, lei aveva attraversato il suo corpo e parte della sua anima.
Aveva potuto quasi sfiorare i suoi pensieri.
Forse nessuno poteva tanto.
Gouf era un uomo che sapeva celare dentro di se ogni stato d’animo, come ogni sentimento.
Se ne aveva.
Ma lei poteva.
E lui non faceva nulla per impedirglielo.
E questo non la spaventava.
“Il fato dona sempre qualcosa… anche se a caro prezzo…” disse fissando quello sterminato scenario che ad un tratto sembrava anche troppo piccolo per le sue ambizioni e le sue inquietudini “… a me ha dato la forza e a te la bellezza… e con questi doni siamo legati ad un inesorabile destino…”
Fissò la mano di lei che accarezzava la sua.
“Aytli non si fida di te…” mormorò senza voltarsi “… mi ha chiesto di ucciderti… lei è l’unico essere di cui io mi fidi… e forse dovrei ucciderti davvero…” un velo di indecifrabile angoscia attraversò il suo sguardo gelido “… torna da sir Nyclos… sei bella stasera… troppo bella da confonderti nel pallido e freddo alone della Luna… quel giovane e sciocco aristocratico è in fondo un debole… riusciresti a fargli credere qualsiasi cosa… anche di amarlo…”
Guisgard
20-04-2011, 20.46.29
Pasuan si svegliò di colpo.
Un attimo dopo aveva realizzato ogni cosa.
Cavaliere25 gli andava incontro, dicendogli del compito assegnato loro per stasera, ma il cavaliere, animato e rinvigorito dal bellissimo sorriso che Dafne gli aveva mostrato, saltò su e corse verso di lei.
“Pensa tu al giro d’ispezione, ragazzo!” Disse a Cavaliere25.
Si fermò poi di colpo e fissò il giovane apprendista.
“Oh, maledizione!” Esclamò. “Tu sei solo un cadetto e…” si voltò di nuovo nella direzione in cui era scappata via Dafne “… ecco, prendi la mia spada! Così non girerai disarmato! Io ti raggiungo più tardi!” Rivolgendosi di nuovo a Cavaliere25.
E scappò via.
“Dafne, aspettami!” Gridò da lontano.
La ragazza però era corsa già fuori dalle mura del palazzo, in direzione del borgo.
“Dafne, fermati!” Chiamò di nuovo. “Dafn… ehm, volevo dire… damigella… ehi, però corri veloce, sai!” Esclamò dopo averla raggiunta.
Finalmente gli occhi di quel cavaliere erano di nuovo luminosi.
Occhi nei quali si specchiava il bellissimo volto di Dafne.
Talia
20-04-2011, 20.57.39
“Io… sto bene… bene davvero… anzi, mai stato meglio!” Disse sorridendo alle parole di Talia. “E… tu?”
Sollevai gli occhi nei suoi e lo stupore si dipinse con assoluta chiarezza sul mio volto...
E...io? mi chiesi ...e io?
Da che lo avevo conosciuto, mio marito non si era mai dimostrato tanto affabile... raramente mi aveva rivolto domande simile, mai aveva detto con tanto candore di star bene e mai, assolutamente mai l’avevo visto sorridere in quel modo... neanche per cortesia!
Avrei tanto voluto capire che cosa gli era accaduto in quei pochi giorni... perché era assolutamente chiaro che gli fosse accaduto qualcosa... ma Izar non me ne dette il tempo: ci interruppe e lo condusse via.
Mille domande si accalcavano nella mia mente mentre, in silenzio, mi preparavo a seguire il piccolo gruppo attraverso il corridoio...
E fu allora che notai quell’uomo. Attrasse la mia attenzione per vari motivi... intanto era l’unico che non avevo mai veduto prima e poi possedeva un contegno e una solenne serietà che, per qualche ragione, mi parve interessante: non era più giovane e il suo aspetto avrebbe potuto agilmente apparire vagamente trascurato, però i suoi modi erano nobilmente misurati ed essenziali ed il suo atteggiamento ineccepibile. Lo osservai con curiosità e per un attimo mi parve che anche lui ricambiasse il mio sguardo con altrettanto interesse... durò soltanto un attimo, tuttavia, poi si voltò a parlare con la donna cavaliere e non mi guardò più.
Tutta presa com’ero da quel curioso personaggio, dunque, mi occorse un attimo in più per registrare quello stralcio di conversazione che casualmente colsi tra Icarius e Izar...
“Sua signoria è stanco…” disse Izar una volta che le porte del palazzo furono chiuse “… credo sia meglio che si ritiri nei suoi alloggi.”
“Non sono affatto stanco!” Esclamò. “Anzi, vorrei uscire un po’ all’aria aperta!”
“La vostra ferita deve essere visitata da un medico, milord…” replicò Izar “… e voi, comunque, necessitate di riposo. Datemi retta, mio signore.”
“Io, veramente…” fece Icarius fissando Talia.
“Vedrete lady Talia più tardi, milord.”
Tenni gli occhi bassi e aguzzai le orecchie più che potevo...
Icarius voleva davvero vedermi? quest’idea accentuò vertiginosamente il mio stupore di poco prima.
E tuttavia furono le parole di Izar a causarmi quella strana sensazione di disagio che, improvvisamente e senza un’apparente motivazione, si impossessò di me... quel tono sbrigativo, duro e intransigente... sembrava seccato... sembrava quasi irritato...
Lady Dafne
20-04-2011, 21.04.23
"Io non.... non volevo svegliarvi cavaliere... mi scuso. Arrivederci."
Volevo andarmene e alla svelta anche ma lui mi guardava con quegli occhi, con quello sguardo, con quella bocca. Abbassai il viso, buttai l'occhio sul fodero della spada che gli pendeva vuoto dal fianco dinistro.
"Ma, e la vostra spada? Un cavaliere senza spada? E quel ragazzo? Che voleva? Oh scusate, non è affar mio! io... io devo andare" mormorai cercando di sembrare rilassata, invece ero tesissima!
Ma intanto stavo lì e lo guardavo... mi scivolò il velo nero dalla testa come per simboleggiare che in quel preciso istante pensavo a tutto tranne che di essere una vedova.
Guisgard
20-04-2011, 21.07.44
Pian piano il seguito si sciolse e Izar indicò ai servitori di condurre Icarius dove avrebbe potuto riprendersi dal viaggio ed indossare abiti degni del suo rango.
Inoltre i suoi dottori avrebbero così potuto medicare al meglio quella sua ferita.
Izar diede poi altri ordini alla servitù e si ritirò.
In quel momento, mentre era ancora preda dei suoi dubbi e dei suoi pensieri, a Talia si avvicinò Matthias.
“E così sua signoria è tornato…” disse con tono sarcastico.
Guisgard
20-04-2011, 21.17.00
Pasuan la guardava e sorrideva.
Quel velo, mosso dalla lieve brezza della sera, sembrava volersi ribellare al giusto verso nel quale era stato adagiato.
Il cavaliere lo scostò dolcemente, accomodandolo fra i capelli di Dafne.
“E’ quasi un delitto coprire un viso così bello…” disse continuando a sorridere.
Fissò poi, dopo le parole di lei, il suo fodero vuoto.
“Ah, si… la mia spada… ecco…” rise “… e a cosa mi serve ora la spada? Per difendermi dal tuo sguardo?”
Restò qualche altro istante a guardarla, come se non riuscisse a smettere.
“Ti va se ti accompagno per un pò? E’ una serata serena e mi farebbe piacere farti compagnia mentre ritorni a casa… se va anche a te, ovviamente.”
Lady Dafne
20-04-2011, 22.46.05
"Il mio viso deve rimanere coperto per molto tempo da questo velo, non ho pianto il mio povero marito per troppo, è ora che io faccia la moglie non la pazza visionaria" risposi.
Sorvolai sulla domanda che mi aveva fatto, feci finta di non udirla ma mi misi a camminare e lui mi seguì. Non avrei potuto dire:
"certo, accompagnami finchè vuoi, mi fa molto piacere!" ma potevo non rispondere facendo finta che quella domanda inopportuna non fosse stata posta...
Intanto camminavamo, io procedevo lentissima come per allontanare il momento del commiato. Forse avevo solo poca voglia di rimanere sola.
"Posso chiederti una cosa che mi sta molto a cuore?" mi fermai e gli poggiai una mano sull'avambraccio come se volessi fargli capire che ciò che gli avrei detto era una sorta di confidenza
"Tu sei un cavaliere vero? Anche mio marito le era, lo conoscevi? Tu sai com'è morto? Non ho che un vago ricordo di quel momento e non so chi venne ad annunciarmi quella sventura. Poi entrai in un tunnel del quale anche tu facesti parte... che brutti momenti!"
Mi accorsi di averlo sorpreso con quella domanda ma mantenni gli occhi fissi, indagatori, nei suoi
"Ti prego, dimmi ciò che sai, ne ho bisogno per andare aventi" aggiunsi.
cavaliere25
20-04-2011, 23.43.32
Presi la spada di Pasuan e iniziai a girare per l'ispezione dentro di me dissi ma come si fa non eseguire gli ordini che danno in questa città io questi cavalieri non li capisco pensano solo al divertimento ma al dovere mai e contianuai a camminare in giro per il borgo guardando a destra e sinistra
Melisendra
20-04-2011, 23.53.45
"Oh, Gouf... Aitly vuole vedermi morta per mille ragioni che non hanno molto a che fare con i vostri intrighi politici..." sorrisi. "Non lo hai ancora capito?"
Gli sfiorai la guancia e accarezzando la sua pelle ruvida con la punta delle dita.
Mi sentivo bene, dissetata. Mi deliziai di quel languore.
"Se dovessi tenere il conto delle volte in cui una donna ha cercato di eliminarmi..." risi, con leggerezza. "Ma hai ragione, sto rabbrividendo qui fuori, rientrerò nella sala, sperando che l'ebbrezza non li abbia scaldati troppo..."
Mi staccai da lui e mossi qualche passo verso le scale. Mi girai appena e lo guardai nuovamente.
"Sai dove trovarmi, Gouf". GLi lanciai uno sguardo si sfida da sopra la spalla.
Chi era la preda e chi il cacciatore? Non me lo domandavo nemmeno più.
Scesi le scale fino alla sala grande e vi trovai il banchetto, ancora in fermento.
Le coppe si riempivano di delizioso vino e si svuotavano altrettanto rapidamente.
Festeggiavano come se avessero già vinto.
Mi diressi al mio seggio e mi sedetti.
"Milord, la vostra ospitalità è davvero generosa...", dissi sorridente, alzando il calice verso il signore del castello. Quegli occhi mi inquietavano più degli scatti di Gouf. Quegli occhi non si stancavano di osservare, soppesare e valutare tutto e tutti. La calma oziosa che aveva sfoggiato durante l'alterco tra i suoi uomini era altrettanto raggelante.
Guisgard
21-04-2011, 01.46.24
Le torce.
Ardevano illuminando la grande sala.
Le loro fiamme si contorcevano generando bagliori ed ombre, che sembravano poi prendere forma ed animarsi nella stanza.
Come tanti spettri ed anime dannate, giunte forse dal più vicino dei gironi infernali, quelle ombre danzavano e si rincorrevano tra i presenti in balia dei loro sogni di gloria.
Melisendra percepiva tutto ciò.
Quella macabra danza delle ombre, funesto presagio di sciagura e rovina per quel mondo.
L’incantatrice scrutava i loro volti.
Su ognuno la luce di quelle torce generava lineamenti ed espressioni nuove.
Grottesche e bestiali, quasi a rivelare la vera natura delle loro anime.
“Brindiamo al futuro signore di Capomazda!” Disse uno dei baroni e tutti risposero inneggiando a lord Cimarow.
“Assaggiate queste denso nettare, milady…” fece Nyclos servendo un calice a Melisendra “… e potrete goderne l’essenza…”
“Mio fratello stasera difficilmente ci concederà la sua attenzione!” Disse Cimarow divertito.
“Perdonami, fratello, ma la bellezza della nostra ospite può oscurare anche i tuoi ambiziosi sogni di conquista!”
“E sia… sei giovane ed è giusto che il tuo cuore sia attratto dalla bellezza, anziché dal potere!”
Nyclos rispose mostrando il suo calice a quelle parole del fratello.
“Spero vogliate fermarvi per molto tempo qui con noi, milady…” mormorò poi a Melisendra.
Morrigan
21-04-2011, 01.47.25
Trovate Cimarow e troverete Saint Roche... più facile a dirsi che a farsi!... e Cimarow era di certo l'uomo che tutti avrebbero voluto trovare in quel momento... o non incontrare affatto!
Morrigan ringraziò Lho per il suo aiuto e per il suo consiglio, quindi si congedò da lui.
Il lato della corte in cui si trovavano era gremito di gente. Morrigan dovette sgomitare non poco per allontanarsi da quel luogo.
La gente di Capomazda salutava il ritorno di Icarius come l'arrivo di un salvatore. Lui era il loro scudo e la loro spada, e il loro cuore semplice e devoto ai signori che da sempre li avevano retti in ricchezza e prosperità era ben lontano dall'immaginare quali inquietudini e quali drammi si celini sovente dentro le mura di un palazzo. Morrigan lo sapeva fin troppo bene... la miseria dei potenti è spesso più profonda della miseria degli umili...
La folla esultante si era spinta fin quasi alle porte del palazzo per poter festeggiare il duca, e le vie di Capomazda erano piene di uomini e donne... vicino alle taverne la gente beveva e brindava alla vittoria... le giovani passeggiavano, con le braccia allacciate alla vita dei loro amanti... i musici suonavano per strada... ma Morrigan si sentiva estranea a tutto questo.
Vide la scala che dal cortile saliva nel torrione fino alle mura del palazzo ducale, e si infilò in quella stretta salita. Le guardie della torre erano troppo affaccendate a tenere a bada il popolo festante, e nessuno fece troppo caso a lei.
Salì in fretta, come se le mancasse l'aria, e si fermò soltanto quando il sole, che stava tramontando, le colpì il viso con i suoi raggi sanguigni.
Quel corridoio sulle mura era deserto in quel momento. Qualcuno aveva steso sui merli gli stendardi con lo stemma del ducato, che adesso sbattevano mossi dal vento. Il brusio della folla giungeva ovattato e distante, e questi erano gli unici rumori in quel regno aereo dove il vento comandava agli uccelli che viravano in stormi verso il loro rifugio notturno.
Era bellissimo...
Morrigan assoporò quel momento, lasciando scorrere il vento tra i capelli e sul viso. Chiuse gli occhi. Lei non era felice, e non aveva nulla da festeggiare. Non un'ombra di emozione, non una gioia interiore a cui fare appello in quel momento... a tratti pensava che forse suo zio Morven avesse ragione, e che una vita spesa solo in cerca di una vendetta non avesse alcun senso... forse non ci sarebbe stata nemmeno una vittoria, in quel suo gesto... ma non aveva altro, non aveva nient'altro... una vita spesa ad inseguire quel sogno o quell'incubo era quasi una vita votata sterilmente al sacrificio... ma era la vita che aveva scelto fino ad allora!
E mentre il suono lontano della festa arrivava a confondere i pensieri della sua mente, Morrigan pensò che non sapeva affatto cosa dovesse fare...
Guisgard
21-04-2011, 02.38.15
Pasuan cambiò espressione e divenne di colpo serio.
I suoi occhi assunsero i riflessi inquieti del crepuscolo.
E come il crepuscolo che man mano cedeva il posto alla sera, così il suo sguardo si addensava di ombre.
“No, non ho mai conosciuto tuo… quel cavaliere…” disse a Dafne “… so però che fu un grande cavaliere… e che è caduto da valoroso sul campo di battaglia…”
Proseguirono in silenzio per un pò, quando Pasuan si arrestò di colpo.
“Perché non la smetti di vivere nel passato? Ormai lui è morto! Capisci? E’ morto! E tu cosa vuoi fare? Piangerlo per sempre? Sei troppo giovane per sfiorire così, nel dolore e nella solitudine! No, non è giusto! Non lo è!”
La fissò per un lungo istante, nel quale avrebbe voluto parlarle di tutto il mondo.
Il suo mondo, i suoi desideri.
La fissò cercando in quegli occhi il luogo naturale in cui riconoscere i suoi sogni più belli.
“Se potessi, darei la mia vita per la sua! Vorrei essere morto io al suo posto! Ma non è possibile, capisci? Ma lui è morto! E non di meno mi sento morire anche io vedendo come stai gettando via la tua vita!”
http://img706.imageshack.us/img706/1476/sleeveless1.jpg
Talia
21-04-2011, 02.48.54
Stavo ancora osservando la porta oltre cui erano scomparsi Icarius e poi Izar quando Matthias mi si avvicinò...
“E così sua signoria è tornato…” disse con tono sarcastico.
“Già...” mormorai, annuendo distrattamente “E’ tornato! Anche se... non so... è strano! In un certo senso non sembrava più lui...”
Per un attimo rimasi in silenzio, tentando di dare una forma precisa a quella strana sensazione che mi aveva presa... ma non ci riuscii, così mi voltai verso di lui e gli sorrisi appena...
Guisgard
21-04-2011, 03.17.57
Le ancelle lo circondavano festanti, ridendo maliziosamente.
“Ci siete mancato, mio signore!” Disse una di loro.
“Ehi, che accoglienza!” Esclamò sorridente Icarius.
“Abbiamo avuto tanta paura di non rivedervi più, mio signore!” Disse un’altra.
“Ora però penseremo noi a voi…” fece un’altra ancella accarezzandogli il petto ed il volto “… un bel bagno e poi un rigenerante massaggio con sali ed oli all’essenze più inebrianti.”
Cominciarono allora a spogliarlo.
“Ehi… ehi…” le fermò Icarius sorridente “… piano, piano ragazze!”
“Cosa c’è che non va, padrone?”
“Cosa? Oh, nulla, nulla!” Richiudendosi la camicia. “Siete davvero amorevoli… e molto belle!”
“Siete forse stanco, mio signore?”
“Stanco? Eh, eccome si potrebbe con voi! Fareste resuscitare un morto, voi!”
Le ancelle risero maliziose, fingendo ingenuità.
“Su, mio signore…” sospirando una di loro “… facciamo uno dei vostri giochi…”
“Si, mio signore!” Fecero in coro le altre.
“Piano, piano, ragazze…” allontanandosi da loro “… sono un uomo sposato io!” Facendo l’occhiolino.
“Ma se vostra moglie è fredda è distaccata…” mormorò una.
“E non condivide con voi nemmeno il suo letto…”
“Si, ormai tutti lo sanno a Capomazda…”
Icariuis le fissò stupito.
“Ma poi perché mai non se ne ritorna a Sygma?” Domandò un’altra.
“Ma perché lei è stata barattata per la pace di Sygma!” Rispose un’altra ancella. “In fondo non è poi tanto diversa da noi…”
“E poi non con tutti è fredda e distaccata…” intervenne un’altra “… avete visto quanto tempo passa con quel cavaliere giunto da Sygma?”
“Si e come si parlano poi…”
“Ma cosa state dicendo?” Domandò Icarius.
“Abbiamo solo detto la verità, mio signore…”
“E poi quella donna a voi non è mai interessata!”
Icarius uscì dalla stanza e cominciò a chiamare il fedele Izar.
“Siete qui!” Disse entrando nella biblioteca, dove si trovava il filosofo.
“Cosa accade, milord?”
“Cosa si dice a Capomazda di quel che accade tra me e mia moglie?”
“Milord, sono solo sciocchezze…”
“Chi è quell’uomo che è venuto da Sygma?” Chiese con rabbia.
“Milord…” mormorò Izar, facendosi serio “… avete una guerra da combattere… l’unica cosa che conta è solo il ducato… una donna, per bella ed intelligente che possa essere, non può valere tanto…”
“Ma cosa state dicendo?” Ringhiò Icarius prendendo per la tunica Izar.
“Milord, vi prego…” ansimando il filosofo “… calmatevi… avete le ancelle più belle… giunte da ogni parte del regno… ed ogni donna di Capomazda potrebbe essere vostra… calmatevi… ora siete confuso, ma quando ritornerete in voi…”
“Cosa?” Urlò Icarius. “Cosa cambierà? Rispondetemi? Cosa cambierà?”
“Milord… calmatevi… quella donna non vi è mai interessata… calmatevi ora…”
Icarius lo lasciò di colpo ed il filosofo dovette appoggiarsi al tavolo alle sue spalle per non cadere a terra.
Un attimo dopo il duca corse via.
Guisgard
21-04-2011, 03.41.22
Morrigan dall’alto delle mura fissava la quiete della sera che ricopriva la vasta e fertile campagna circostante.
La foschia si avvertiva appena ed era possibile ancora riconoscere i piccoli borghi in lontananza, illuminati sulle pendici dei monti lontani, le cui austere sagome si confondevano con l’orizzonte sterminato.
E mentre Morrigan era rapida da mille e più pensieri, udì qualcuno che cantava.
“Conosco un cavaliere, Ghemil si chiamava
ed una donna sopra ad ogni cosa lui amava!
Per lei piantò un giardino con mille e più fiori,
e i petali raccoglieva per curar di Amore i dolori!”
Guisgard
21-04-2011, 03.53.20
Matthias fissò Talia e restò turbato nel vedere la sua espressione.
“Si è fatto tardi…” disse “… meglio ritirarsi. Immagino che il priore sia già andato a letto… lo seguirò… tu invece raggiungerai tuo marito, credo… beh, ti auguro una serena notte…”
E raggiunse la sua camera, lasciando Talia da sola con gli austeri ritratti dei nobili Taddei a fissarla.
E i loro sguardi enigmatici sembravano dar forma ai suoi dubbi ed alle sue inquietudini.
Morrigan
21-04-2011, 04.07.31
“Conosco un cavaliere, Ghemil si chiamava
ed una donna sopra ad ogni cosa lui amava!
Per lei piantò un giardino con mille e più fiori,
e i petali raccoglieva per curar di Amore i dolori!”
La musica era delicata, e le parole le invasero subito la testa... ed era dolce quell'emozione... di cosa stava parlando?
Chiuse gli occhi, e c'erano i fiori... e il vento... il vento sembrava essere cessato, per ospitare quel sospiro...
Di colpo aprì gli occhi e si girò, alla ricerca di quella voce...
"Chi è là?" domandò mentre i suoi occhi vagavano nell'ombra della scala e dei merli "Chi siete?"
Guisgard
21-04-2011, 05.12.02
“Anche i versi di una vecchia canzone ti mettono in guardia? Dammi retta… così non troverai mai marito!” Disse Finiwell a Morrigan. “Ma cosa ci fai quassù?” Chiese poi.
E senza attendere la sua risposta, il cavaliere si avvicinò al parapetto merlato.
“Vengo spesso quassù…” mormorò con un’aria insolitamente seria “… da qui è possibile abbracciare uno scenario che sembra infinito… nelle giornate limpide cerco con lo sguardo il mio borgo… non è lontano da qui… un giorno vi ritornerò… quando sarò stanco di combattere… e troverò ad attendermi le cose più importanti che ho… quelle che da sole bastano a farmi felice… come è bello il mondo da quassù…” sospirò “… se solo non ci fosse questa maledetta guerra…”
Poi, quasi a destarsi da quei pensieri, riassumendo la sua solita aria scanzonata disse:
“Ti conviene tornare giù in caserma… se qualcuno scoprisse che hai passato la notte da sola con me, beh, cosa si direbbe in giro?” E rise forte.
Morrigan
21-04-2011, 05.31.22
Vedendo Finiwell, Morrigan fece un passo indietro, istintivamente... ma poi le sue parole la lasciarono interdetta, ed ella non reagì in lacun modo al suo arrivo. Si limitò soltanto a guardarlo.
Sembrava diverso, e senza che ce ne fosse alcun motivo. Lo studiò meglio. Aveva bevuto. Forse era il vino che lo aveva reso così malinconico. Lo ascoltò in silenzio, senza quasi osare disturbare quei suoi pensieri espressi ad alta voce. C'era, in quella malinconia, qualcosa che sposava i pensieri che lei stessa aveva avuto qualche attimo prima.
"Già... se non ci fosse la guerra... o se quel tizio non ci avesse attraversato la strada, o se l'oro non valesse più della vita, o se l'onore fosse tenuto più in conto dagli uomini... vedete, signore, è piuttosto inutile pensare come sarebbe il mondo se fosse diverso da quello che è... perchè purtroppo ogni cosa è esattamente e semplicemente quella che è, nulla di meglio o di peggio..."
Lo scrutò un istante per vedere come avrebbe reagito a quella frase. Era la prima volta che gli parlava in un tono che fosse un po' meno che ostile, ma lui non sembrava aver troppa voglia di importunarla, almeno in quell'occasione, e Morrigan pensò che non era necessario attaccare chi non la stava attaccando, e riprese:
"Comunque mi dispiace, non avevo alcuna intenzione di violare il vostro posto prediletto, me ne vado via subito..."
E ignorando il suo ultimo commento salace, fece per discendere la scala che conduceva alla corte. Esitò soltanto un attimo, appoggiando la mano sulla pietra ruvida di quell'ingresso, e voltandosi verso il cavaliere:
"Molto bella, quella canzone... non parlo ancora alla perfezione la vostra lingua, e non sono certa di aver compreso ogni parola... ma sembrava una bella storia..."
Guisgard
21-04-2011, 05.46.24
La brughiera.
Sembrava addormentata ed incantata nella lieve foschia che cominciava a filtrare i colori e i riflessi del crepuscolo.
I corsi d’acqua intrisi di aurei bagliori durante il giorno, ora andavano ad assumere l’immagine di nastri d’argento e luccicavano sulla terra che si scuriva all’ombra dell’ancestrale intrico della boscaglia.
Gli ultimi raggi obliqui del Sole calante disegnavano lunghe ed inquiete ombre sulla vasta e selvaggia piana.
Lo scenario diventava sempre più tetro e desolato, man mano che l’imbrunire avanzava ed avvolgeva ogni cosa.
La stradina che serpeggiava tra quelle immense e selvagge chiazze verdeggianti, giungeva ad un vecchio edificio.
Talia attraversava la stradina a piedi nudi, avvertendo l’umidità del terreno sotto di lei.
Ad un tratto sentì qualcosa.
Un canto, triste ed angosciante, recitato quasi come una litania.
“Non piangere, bambino mio…” diceva la donna “… non piangere, la mamma è qui…”
Talia riconobbe il volto di quella donna, come una folgorazione: era lady Gyaia e sembrava avere con sé un bambino.
Ma avvicinandosi, la principessa di Sygma si rese conto che la donna stringeva solo un panno vuoto fra le sue braccia. Un panno intriso di sangue.
“Questa che vedi fu un regalo del mio Ardeliano…” mormorò a Talia, fissando l’edifico alla fine della strada “… i primi tempi furono difficili… lui era lontano, in guerra ed io avvertivo la nostalgia per Sygma… ma quando egli ritornò, per alleviare la mia tristezza, fece costruire questa Pieve… guardala bene… è in tutto simile a quella che sorge tra le colline dove fu eretto il monastero di San Casciano e la Rocca dei Montelupi... e qui ogni domenica io ascoltavo la messa… e mi sentivo come nella mia bella terra…”
In quel momento la campana delle Pieve suonò e Gyaia svanì.
Un attimo dopo Talia si ritrovò nel sacro edificio.
Un grande altare sorgeva sotto l’abiside, mentre un soffitto a volta era retto da colonne di gusto romanico.
Nella navata vi erano diverse nicchie, tutte ospitanti statue di Santi.
Ed in fondo, dal lato opposto all’abside, c’erano alcune robuste armature, doni degli antichi e nobili signori del posto.
Talia si inginocchiò a pregare, quando un boato scosse l’intero edificio.
Le colonne cominciarono a scricchiolare e parti degli affreschi cominciarono a venire giù dalle pareti.
Improvvisamente le armature fecero un passo in avanti, bloccando l’uscita della Pieve.
Un lamento, spaventoso e delirante, si diffuse nella navata.
Ad un tratto una di quelle armature cominciò ad avvicinarsi a Talia.
E con un gesto improvviso le strappò il medaglione che portava al collo, nel quale c’era il ritratto di Icarius.
L’armatura osservò quel volto e si abbandonò ad uno spaventoso lamento, dopo il quale echeggiarono altri suoni simili, provenienti dai mosaici che raffiguravano i dannati all’Inferno.
L’armatura allora si alzò la visiera dell’elmo, mostrando due malefici occhi bianchi e senza luce, che il solo guardarli trasmetteva pena ed angoscia.
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In quell’istante Talia si svegliò.
Istintivamente portò la mano sul medaglione che aveva al collo.
Udì il suono delle campane di Capomazda che annunciavano i riti del Giovedì Santo, che celebravano l’inizio della Passione di Nostro Signore.
Melisendra
21-04-2011, 13.11.25
Frastornata da tutto quel vociare e dall'intenso odore di cibi e libagioni, cercai di mantenere un'espressione dignitosa.
Certamente il giovane Nyclos non difettava di tenacia.
"Dubito, Sir Nyclos, che abbiate intenzione di lasciarmi andare prima della fine del conflitto, per tanto credo che dovrò attendere la sua conclusione..." la mia voce era tranquilla, ma in fondo celava un po' di fastidio, com'era giusto che fosse.
"In ogni caso... essendo errante come una foglia nel vento, questi contrattempi non mi preoccupano... non ho patria e neppure impegni improrogabili." Mi punse una specie di malinconia.
Bevvi dalla coppa che mi aveva porto.
Tra non molto il vino avrebbe preso la meglio sui convitati e certamente avrebbero avuto una lingua più sciolta... mi preparai a cogliere le loro parole.
Talia
21-04-2011, 20.18.29
Aprii gli occhi e per un istante non osai muovermi ne’ respirare.
Le pesanti tende coprivano completamente le finestre, così che la stanza era ancora immersa nella penombra... nonostante ciò, lentamente, iniziai a distinguerne i contorni e la mia mente si placò un poco. Spostai una mano sul petto e cercai il medaglione appeso alla catenella che portavo sempre intorno al collo... trovarlo mi rasserenò: le mie dita incontrarono il metallo freddo e prezioso e lo strinsero convulsamente.
E’ stato solo un sogno... mi dissi, tentando di riportare tutto su di un piano razionale e quasi costringendomi a tornare a respirare... E’ stato soltanto uno stupido sogno, niente di più!
Eppure qualcosa mi diceva che non era stato soltanto un sogno...
Fin da piccola avevo sempre sognato molto, ogni notte... ma questo era stato diverso: era stato nitido, affatto confuso e mi aveva lasciata con quella sensazione che non accennava ad andarsene neanche adesso che ero ben sveglia!
Mi alzai dunque, mi avvicinai alla finestra e scostai la tenda... l’aria era limpida e fredda quella mattina, lasciai che i raggi del sole mi battessero sul viso nella speranza che ciò riuscisse a scacciare i postumi di quel sogno, ma non fu così...
In quel momento entrò la vecchia ancella che ogni mattina mi aiutava a vestirmi e già mezz’ora dopo, ormai pronta, stavo scendendo le scale verso la chiesa dove avrei dovuto assistere alla funzione del Giovedì Santo...
E fu in quell’istante che ebbi quella folgorazione...
“Vieni...” disse lord Rauger non appena mi vide fare capolino dalla porta della biblioteca.
“Mi avete fatta chiamare, milord?” chiesi.
“Sì, infatti...” rispose affabile il vecchio duca “Guarda... questa mappa rappresenta tutti i territori sottoposti al potere dei Taddei. Ogni città, ogni villaggio, ogni bosco e ogni pianura, finanche il più remoto pozzo e la più piccola pieve è stata segnata su questa mappa! Mi fa piacere che tu la veda...”
Mi feci avanti e lanciai un’occhiata rapida alla vecchia pergamena che l’uomo aveva srotolato sul tavolo...
“Vedo, milord!” esclamai, non curandomi affatto neanche di simulare il pur minimo interesse.
Era passato circa un mese dal mio matrimonio ed Icarius era già partito ormai da settimane... la mia rabbia, la mia frustrazione, il mio disinteresse per tutto ciò che quella famiglia rappresentava si stava acuendo rapidamente e ben presto avrebbe raggiunto la soglia limite.
Lord Rauger tentò di interessarmi narrandomi qualche aneddoto ma io ero ben decisa a non concedergli la pur minima soddisfazione, così infine l’uomo ripose la mappa su di un alto scaffale e, con un sorriso triste, mi congedò.
Quel pensiero mi attraversò la mente, inchiodandomi là dove mi trovavo...
‘Ogni città, ogni villaggio, ogni bosco e ogni pianura, finanche il più remoto pozzo e la più piccola pieve è stata segnata su questa mappa...’ aveva detto.
Finanche la più piccola pieve... mi ripetei.
Dovevo trovarla! Dovevo trovare la pieve del mio sogno! Dovevo trovare la pieve di Gyaia! Dovevo accertarmi che non fosse soltanto una mia fantasia, che quella donna che sognavo ormai in modo ricorrente non fosse il frutto della mia mente... avrei cercato quella pieve su quella mappa, avrei scoperto se esisteva davvero... dovevo farlo se volevo scoprire che cosa significava quel sogno!
In fretta mi voltai e presi a risalire di corsa la scala in direzione della biblioteca...
Guisgard
22-04-2011, 02.04.51
“La nostra lingua” disse Finiwell fissando Morrigan presso le scale “è quella dei bardi, dei cantori, dei musici e dei poeti. E per questo sa cantare ogni storia, che sia d’amore, o di gesta cavalleresche! E’ una lingua capace di parlare al cuore, di suscitare emozioni e sensazioni forti. In essa è racchiuso il soffio del vento, la magia della campagna e l’inquietudine della brughiera. Ma anche l’ardore del Sole e l’incanto della Luna.”
La fissò e sul suo volto sorse quel solito sorriso che mostrava una smisurata fiducia in se stesso.
“Perché stai cercando quell’uomo?” Chiese.
Guisgard
22-04-2011, 02.37.33
La sera, al castello di Cimarow, trascorse tra le risate e i propositi di quei nobili traditori.
Il vino scorse a fiumi, così come la carne ed il pane.
Le schiave danzarono per tutta la cena, al suono dei musici con i loro flauti.
“Come una foglia al vento…” disse Nyclos fissando Melisendra “… ma anche il vento si può imprigionare, no? Le mura di questa fortezza sono capaci di racchiudere anche il vento, milady…” aggiunse sorseggiando dalla sua coppa.
“Quando attaccheremo Capomazda, milord?” Chiese uno dei baroni, visibilmente sotto gli influssi del vino. “Siamo inattivi da troppo tempo, ormai!”
“Non siate impaziente…” rispose Cimarow “… ogni cosa a suo tempo.”
“Attaccheremo Capomazda quando avrà nominato il nuovo Arciduca!” Intervenne Aytli. “Il nuovo Arciduca che sarà anche l’ultimo…”
“Milady…” fece Nyclos “… mi chiedo come mai abbiate deciso di rinunciare alla vostra femminilità in questo modo! Voglio dire… si, siete abile molto più di tanti cavalieri, ma siete anche una bellissima donna… perché questa scelta?”
“Forse perché nell’aristocrazia non ho mai trovato nessun uomo capace di starmi alla pari! Ho tentato così tra i militari! Alla vostra salute, mio giovane signore!” Mostrando la sua coppa.
“La nostra lady Aytli” esclamò divertito Cimarow “è temibile non solo quando impugna un’arma! E di questo ne hai fatto le spese tu, mio ingenuo fratello!”
Nyclos accennò un sorriso, più simile ad una smorfia in realtà, che a stento celava il suo imbarazzo.
Alla fine della cena, Melisendra fu accompagnata dalla vecchia servitrice nella sua stanza.
“Non restare al buio…” mormorò la vecchia accennando una grottesca risata “… perché nel buio si annidano i demoni che popolano questo luogo…”
Ed entrata nella stanza, Melisendra vi trovò accesa una piccola candela.
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Guisgard
22-04-2011, 02.47.47
La grande sala con le sue slanciate colonne di gusto classicheggiante, che sorreggevano la pesante cupola, era invasa ed attraversata dai raggi del Sole.
Statue raffiguranti gli eroi della mitologia capomazdese occupavano grandiosi piedistalli, che simili a grandi altari ospitavano i sogni di chiunque si fosse recato in quel luogo.
Ed al centro dominava con la sua marmorea perfezione la statua dell’Arcangelo Michele.
Icarius la fissava.
La vedeva per la prima volta, o almeno così credeva, ma qualcosa di familiare lo attirava verso quella statua.
“La statua di San Michele…” disse all’improvviso una voce “… il protettore di Capomazda e della sua divina stirpe… Izar era preoccupato per voi…” continuò August “… vi ha fatto cercare dappertutto…”
“Sapevo di trovarvi qui…” aggiunse dopo un attimo di silenzio August “… venivamo sempre qui da piccoli ad osservare le statue.”
“Io non ricordo nulla del mio passato…” mormorò Icarius.
“Presto tutto vi ritornerà chiaro.”
“Questo posto è… speciale… c’è qualcosa qui… qualcosa di unico.”
“Si, è vero.” Annuì August.
“Io non riuscirò mai ad essere un degno Arciduca per questa terra.”
“Siete nato per questo” disse August “e nessuno potrebbe esserne più degno di voi.”
“Non so neanche come comportarmi, August…”
“Siate voi stesso, milord… non occorrerà altro…”
“Capomazda è imponente… e la sua grandiosità quasi mi intimorisce… e tutte queste statue… è come se mi fissassero per dirmi qualcosa…”
“Io credo, mio signore, che vi aspettassero da tempo... da molto tempo…”
“Talia… è molto bella, vero?” Domandò all’improvviso Icarius.
“Si, mio signore.” Sorrise August.
“Io credo sia la più bella donna mai nata.” Sospirò Icarius. “Dobbiamo ritornare al palazzo, amico mio?” Chiese poi.
“No… possiamo restare ancora un po’ qui, se volete, mio signore.”
I due si scambiarono allora uno sguardo d’intesa.
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Guisgard
22-04-2011, 03.04.24
Talia giunse nella biblioteca e subito spostò le pesanti ed austere tende, permettendo alla luce di invadere ogni angolo di quella vasta sala.
Cominciò a cercare tra grossi volumi di ogni tipo e genere.
Trattati di teologia, storia, agronomia, architettura e di altre diverse discipline erano conservati in quegli scaffali e cercare qualcosa in particolare era spesso impresa assai ardua.
La bella principessa di Sygma passò lì dentro l’intera mattinata.
E quando fu stanca si lasciò cadere su uno dei grandi seggi.
Era ancora sconfortata ed avvilita quando il suo sguardo cadde su un testo che le sembrava familiare.
Lo guardò meglio e finalmente riconobbe in quello il libro che le aveva mostrato lord Rauger.
Lo aprì e dentro vi trovò quella mappa.
E su di essa, come aveva visto in sogno, trovò proprio quella Pieve.
E quella, come nell’incubo della notte scorsa, era ubicata proprio dove sembrava terminare la grande campagna di Capomazda e dove cominciava la misteriosa e sinistra brughiera.
http://www.storiadimilano.it/citta/mappe/massaio_small.jpg
Guisgard
22-04-2011, 05.08.37
Intanto, Cavaliere25 concludeva il suo giro d'ispezione, quando notò alcuni balordi nei pressi delle mura.
Si guardavano intorno con aria sospetta e dopo un pò presero la stradina che conduceva al borgo.
Quegli uomini avevano molto insospettito Cavaliere25, che, in quel lasso di tempo, doveva decidere cosa fare.
Seguirli oppure no?
Guisgard
22-04-2011, 05.10.09
“Bisogna decidere sul da farsi…” disse Izar “… sua signoria ora è totalmente incapace di governare il ducato…”
“E chi potrebbe farlo al suo posto?” Chiese Monteguard.
“Nessuno ha l’Imperium su queste terre oltre lui…” intervenne Ravus “… i baroni e i cavalieri hanno giurato fedeltà a lui!”
“Ma lui ora non è capace di prendere decisioni!” Disse Izar.
“Potrebbe anche non recuperare più la memoria…” replicò Monteguard.
Izar restò in silenzio, mentre Ravus si segnò tre volte. “Dio non voglia!” Esclamò.
“Terremo dunque segreta questa cosa ai baroni ed al popolo?” Domandò il capitano.
“Si, assolutamente!” Rispose Izar.
“E lady Talia? Anche lei deve restare all’oscuro di tutto?” Chiese Monteguard.
“Si, anche lei.”
“Ma è sua moglie!” Esclamò Ravus.
“E’ di Sygma, signori!” Disse Izar. “Probabilmente pentita ed infelice di essere qui! E se, saputo dell’incidente di sua signoria, rivelasse tutto al priore ed al cavaliere giunti da Sygma? Non pensate a questo? Saremmo deboli e indifesi, alla mercè non di uno, ma di ben due nemici!”
“Parlate come se Sygma pullulasse di nemici pronti ad attaccarci…” fece Monteguard.
“Andiamo, capitano…” infastidito Izar “… quella terra non aspetta altro che ribellarsi e liberarsi del nostro potere. Non sono diversi da Cimarow.”
“Non sono d’accordo…”
“Capitano, non siamo qui per basarci sulle nostre sensazioni!” Lo interruppe il filosofo. “Dobbiamo basarci sui fatti! Ed i fatti sono quelli che ho elencato! Signori…” cercando di calmarsi “… capisco il vostro stato d’animo, ma ciò che faccio è solo nell’interesse del ducato… sono stato consigliere di lord Rauger ed ora lo sono di suo nipote… il bene di Capomazda per me viene prima di tutto!”
“Citate lord Rauger…” replicò Monteguard “… ma dimenticate la sua politica verso Sygma… non ripetere gli errori del passato, diceva. Rammentate? Io ed i miei discendenti siamo i signori di Capomazda e di Sygma, proclamava. Un unico popolo. Questo era il suo sogno.”
“Vedremo se sarà possibile…” rispose Izar.
http://images.wikia.com/starwars/images/8/84/Palpatine1.jpg
cavaliere25
22-04-2011, 12.50.26
Presi e mi misi a seguirli a distanza per non far capire che li stavo seguendo volevo vedere dove andavano e cosa facevano e se la cosa si metteva nei peggiore dei modi correvo a dare l'allarme sempre che riuscivo
Hastatus77
22-04-2011, 14.09.14
Il ritorno del Duca, aveva riacceso le speranze della gente, aveva dato loro nuova forza, ma il Duca, non sembrava essere se stesso.
Nel trambusto generato dal ritorno del duca, l'andirivieni di gente e il clima festoso, non mi avevano consentito di concludere il discorso con il capitano, ma ero lì quando questi parlava con Ravus e Izar.
"Signori, scusate l'intromissione, ma non so se la vostra è la decisione giusta, il fatto che il duca non sia in grado di svolgere i suoi compiti, lo potrete tenere nascosto al popolo, ma non riuscirete a ingannare per molto tempo le altre persone che gli stanno attorno. Cosa farete lo nasconderete? Anche in questo modo la gente capirà che qualcosa non funziona."
Melisendra
22-04-2011, 16.16.23
L'atmosfera tetra non mi faceva dormire.
Quell'anziana donna e le sue poco rassicuranti parole mi avevano messo sul chi vive.
Esaminai la stanza e i suoi arredi.
Pesanti e scuri tendaggi pendevano dal baldacchino. Le cassapanche erano state riempite di vestiti e veli che chissà a chi erano appartenuti. Una vecchia specchiera rifletteva la luce della piccola candela. Pettini, spazzole, flaconi di vetro contenenti misteriosi unguenti e ampolle opache. Una brocca con acqua fresca e dei calici.
Mi sedetti su uno scranno e rimirai le vecchie ampolle sbeccate.
Afferrai una coperta e ne deposi una al suo interno. Poi la colpii con un pesante arredo.
Un rumore attutito di vetri infranti.
Scelsi con accuratezza alcune schegge e mi sbarazzai del resto. Una era perfetta... non troppo lunga, ma spessa e affilata. La nascosi vicino al letto, dove mi sarebbe stato possibile afferrarla in caso di pericolo.
Mi spogliai e mi accoccolai sotto le coperte.
Le ombre danzavano intorno a me.
Sprofondai in un sonno senza sogni.
Lady Dafne
22-04-2011, 17.04.05
E non di meno mi sento morire anche io vedendo come stai gettando via la tua vita!”
"La mia vita? Ma cosa ne sai tu della mia vita, come puoi permetterti di dirmi delle cose del genere?"dissi mentre con un gesto secco aprivo la porta di casa mia e, prendendo Pasuan per un braccio lo trascinavo dentro senza dargli modo di ribellarsi.
"Lo sai che cosa ci sarà nella mia vita futura? Ci sarà un bambino che nascerà tra pochi mesi e sarà senza padre!"
Continuai a guardarlo interrogandolo con lo sguardo come per chiedergli di risolvere ogni mio problema. Gli presi le mani tra le mie e le strinsi forte
"Non ti conosco bene, e tu non conosci bene me, ma... è anche vero che qui a Capomazda non conosco nessun'altro e sono legata a te anche perchè mi salvasti la vita la prima volta che ci incorntrammo. Vorrei chiederti, se non è troppo, di stare vicino a mio figlio quando nascerà. Sarà sempre senza padre ma vorrei che avesse una guida almeno per quelle cose che solo un uomo può insegnare, perchè io lo so che sarà un maschio".
E dicendo così lo guardai dolcemente mentre poggiavo delicatamente il palmo della sua mano sulla mia pancia.
Talia
22-04-2011, 17.06.24
I miei occhi scivolavano su quel foglio di pergamena, scorrevano ogni linea ed ogni iscrizione, seguivano i contorni di ogni segno e disegno... infine individuarono ciò che cercavano e il mio cuore ebbe un sussulto: la pieve di Gyaia, il luogo che avevo visto in sogno.
Ed era lì, lì su quella sorta di ideale confine tra la curata campagna e la selvaggia brughiera... non era così distante dalle mura della città, notai... ero certa che con un buon cavallo, capace di sostenere un passo adeguato, la si poteva raggiungere agilmente in poco tempo...
Le mie dita si posarono sulla mappa e scorsero la distanza tra la porta della città e la pieve... il respiro mi si era fatto più lento e mille idee mi vorticavano in mente...
Quel sogno... il volto di Gyaia... le sue parole... i suoi occhi, talvolta così tristi, talvolta così simili ai miei...
E così decisi.
Scesi in cortile quasi di corsa, non mi guardavo intorno e non rallentavo il passo, quasi temessi di essere fermata...
Pensai a Matthias... un attimo, poi cambiai idea. Era vero: lui mi aveva accompagnata in mille avventure e mai si era tirato indietro... ma quella volta era diverso, lui non mi avrebbe mai permesso di uscire dalle mura della città in un momento simile, l’avrebbe trovata una pazzia... e poi quella era una cosa che dovevo fare da sola, era una cosa che riguardava me!
Anche se non soltanto me, probabilmente...
Pensai ad Icarius... inavvertitamente, ma in fretta scacciai quell’idea come la più assurda che potesse sfiorarmi. Dopo tutto a lui non era mai interessato niente di me e di quello che pensavo... perché mai avrebbe dovuto curarsi di un mio sogno?
Entrai nelle scuderie con la furia di un uragano...
Gli uomini che erano lì a lavoro mi guardarono sorpresi, ma io non mi curai affatto di loro.
Mi guardai intorno un attimo, in cerca di un cavallo appropriato... e la vidi!
La cavalla che mio padre aveva mandato in dono a mio marito era bellissima, il suo manto era liscio e di un colore indescrivibilmente meraviglioso. Era legata ad un palo traverso, ma scalpitava fiera e indomita... sorrisi: nessun cavallo di Capomazda avrebbe mai eguagliato un cavallo di Sygma. Mai!
Mi avvicinai e lei iniziò ad agitarsi e a scalciare...
Così le presi il muso tra le mani e iniziai a carezzarla piano...
“Calmati, amica mia...” le sussurrai nella lingua di Sygma, e a quel familiare suono la cavallina si placò all’istante.
“Adesso io e te andremo in un posto...” proseguii, sempre nella nostra lingua “Andremo a cercare delle risposte, io e te da sole... ti va?”
Guisgard
23-04-2011, 02.38.49
La mano di Pasuan sulla pancia di Dafne.
Inizialmente aveva paura.
Paura di un qualcosa che sembrava molto più grande di lui.
Paura di perdere la sua libertà, la sua vita.
La sua vita.
In un attimo, tutta la sua vita gli attraversò il cuore.
Ed ogni singolo evento di quella vita gli parve vuoto e senza senso.
Qualcosa era cambiato da quando era comparsa lei nella sua vita.
Ora lei era lì che lo fissava con quei suoi occhi luminosi e profondi.
E Pasuan sentì qualcosa di indescrivibile.
Era lì, con lei e con la presenza di quel bambino già così reale e concreta.
Ed ebbe la forte ed intensa sensazione che tutta la sua vita fosse lì, in quella casa.
Ed una grande gioia sorse allora nel suo cuore.
“Non conosci nessun altro qui…” disse senza togliere la sua mano dalla pancia di lei “… e vorresti una guida per il tuo bambino… capisco…” mormorò chinando il capo “… è questo che vuoi da me… solo questo… si, forse hai ragione… non conosco la tua vita e non dovevo permettermi di dirti quelle cose... non ne avevo alcun diritto…”
Ad un tratto dei rumori interruppero quella scena.
Quei balordi che Cavaliere25 aveva visto presso le mura di Camelot erano sulla porta della casa.
“Ehi, che bel bocconcino abbiamo qui!” Disse uno di loro, fissando Dafne. “Io ed i miei amici non mangiamo da un bel po’… e non tocchiamo una donna da ancora più tempo!”
“Cosa cercate? Andatevene se non volete guai!” Minaccio Pasuan.
Fece allora scendere la sua mano sul fodero, ma si ricordò in quel momento di non avere con sé la sua spada.
“Ehi, qui abbiamo un duro!” Esclamò il balordo. “Facci vedere allora quanto vali, grande eroe!”
“Vi fate forti perché siete in tre, vero?” Disse Pasuan. “Dafne, resta dietro di me e non muoverti…” rivolgendosi poi a bassa voce a Dafne.
“Diamogli una lezione, ragazzi!” Gridò uno dei tre.
I suoi compari allora si lanciarono su Pasuan.
Questi però ne stese subito uno colpendolo con un pugno.
L’altro allora gli lanciò la frusta che avvolse subito il braccio sinistro del cavaliere.
“Ora soffrirai, cane!” Urlò il balordo.
Ma Pasuan cominciò ad avvolgere la frusta attorno al braccio, tirando a sé il balordo.
“Aiutami, Pat!” Gridò questi.
Ed il compare, corso in suo aiuto, colpì con un bastone il braccio di Pasuan.
Il cavaliere gridò forte per il dolore, accasciandosi a terra.
Ma quando Pat gli fu quasi sopra, Pasuan si alzò di colpo, sferrandogli una testata allo stomaco.
“Maledetta carogna!” Esclamò l’altro. “Sei duro ad arrenderti, eh! Ora la faremo finita!” Ed estrasse un lungo coltello.
In quel momento giunse Cavaliere25 davanti alla casa di Dafne e vide tutta la scena.
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Guisgard
23-04-2011, 02.51.02
Il ragazzino stava sul ciglio della strada.
Il viso sporco di fango e lacrime.
“Guardate, il figlio della strega!” Disse uno dei fanciulli che lo fissavano dall’altra parte della strada.
E cominciarono a tirargli delle pietre, una delle quali lo colpì allo zigomo.
“Maledetti!” Ringhiò il ragazzino stringendo nella mano una di quelle pietre. “Perché non venite uno alla volta? Vigliacchi, vi odio!”
E quelli andarono via ridendo e schernendolo.
Restò così da solo in quella strada.
“Questa è l’ultima volta che ho pianto…” mormorava “… lo giuro… lo giuro su quest’odio che provo per tutti voi!” E corse via.
Corse fino a perdersi nel bosco, fino ad arrestarsi davanti ad una piccola cappella.
In quel momento udì il canto di un gufo che salutava l’arrivo della sera.
Allora i loro sguardi, per un istante, finirono l’uno nell’altro.
“Vorrei essere libero come te…” sospirò il ragazzino “… libero… non mi servirebbe altro…”
Il gufo allora spiccò il volo e si lanciò fra i rovi, dove con gli artigli afferrò un grosso topo e svanì poi fra gli alberi più alti.
Il ragazzino guardò ammirato quel superbo rapace contro quell’insignificante preda ed un lampo attraversò i suoi occhi neri come la pece.
“Non sei in paese con gli altri ragazzini?” Chiese una voce.
Il ragazzino si voltò.
“C’è la festa del paese e tutti i ragazzini ne vanno matti.” Continuò un vecchio che gli si avvicinava.
“Non mi interessano queste cose…” rispose il ragazzino.
“Verrà benedetta la statua di Sant’Apollinare.”
“Non mi interessa… io non credo a queste cose…”
“E non hai paura di perdere l’anima ed andare all’Inferno?” Domandò il vecchio.
“Io non credo nell’anima…”
“Io invece si…” sorrise il vecchio “… vuoi rendermi la tua?”
Il ragazzino lo fissò incuriosito.
“Se non credi di averla non ci rimetterai nulla nello scambio, non trovi?”
“Sei pazzo.”
“Forse. Allora? Mi rendi la tua anima, visto che non credi neanche di possederla?”
“Mi prendi in giro…”
“Cosa vorresti in cambio, dimmi?”
“Voglio diventare un cavaliere…” dopo un attimo di silenzio il ragazzino “… il cavaliere più forte del mondo!”
Il vecchio sorrise.
“Ed un giorno” aggiunse il ragazzino “voglio battermi con lui!” Disse indicando l’affresco raffigurante San Michele Arcangelo nella piccola cappella.
Il vecchio fissò quell’affresco e rise di gusto.
“Dicono che sia il modello più alto per ogni cavaliere… il difensore della Chiesa… quella Chiesa che ha bruciato viva mia madre!” Mormorò con odio e rabbia il ragazzino.
“Affare fatto, ragazzo mio!” Disse il vecchio stringendogli la mano. “Tu sarai il cavaliere più forte e se saprai farti valere, chissà che davvero tu non possa duellare, l’ultimo giorno, con San Michele!”
“Quando?” Chiese il ragazzino.
Il vecchio rise di nuovo, senza però rispondere nulla e andò via, perdendosi tra gli sterpi e le felci.
Quel ricordo ricorreva spesso nella mente di Gouf.
Ed a tratti pareva assumere la forma di una visione, di un’allucinazione.
Talvolta giungeva nel sonno, a cavallo tra il sogno e l’incubo.
E quando svaniva lasciava nel cavaliere un profondo senso di inquietudine.
E nel rivederlo in sogno, Gouf urlò per poi svegliarsi bruscamente.
Uscì allora dalla sua stanza e scese a passeggiare nel grande cortile del castello, tra le ombre di quella notte angosciante e tormentata.
Guisgard
23-04-2011, 03.55.53
Izar fissò Hastatus con attenzione.
“Non credo di conoscere questo cavaliere…” disse il filosofo.
“E’ sir Hastatus di Camelot.” Intervenne Monteguard. “Egli gode della fiducia di re Artù e di quella di lord Astalate.”
“Di Camelot…” mormorò il filosofo “… non di Capomazda. E questo non credo lo renda informato su ciò che sta accadendo qui.”
“Ciò che dice sir Hastatus non è utopia…” replicò Monteguard “… chi conosce il duca non impiegherà molto a comprendere come stanno davvero le cose. Forse dovremmo dire la verità ai baroni e ai cavalieri del ducato.”
“Si, sono d’accordo.” Annuì Ravus. “Del resto chi è fedele a sua signoria saprà comprendere la situazione.”
“Non sono convinto…” mormorò Izar “… qualcuno potrebbe approfittare della sua debolezza.”
“Sua signoria non è né debole, né indifeso.” Disse Monteguard. “Ha perduto la memoria, ma questo non fa di lui un inetto. Nelle sua vene scorre comunque lo stesso sangue dei suoi antenati… quegli stessi antenati che fecero grande Capomazda.”
“E poi, secondo i medici, questa sua amnesia è solo momentanea.” Fece Ravus. “E presto dovrebbe ricordare ogni cosa del suo passato.”
“Anche io sono d’accordo con il capitano Monteguard, il chierico Ravus e sir Hastatus.” Disse Lho entrando nella sala. “E poi sua signoria non mi è sembrato affatto un folle, o un debole… anzi, tutt’altro.”
“Sir Lho… voi qui!” Esclamò Ravus. “Allora avevo visto giusto prima tra le gente… mi sembrava impossibile eppure siete qui… di nuovo…”
“Come mai avete fatto ritorno a Capomazda!” Domandò Monteguard.
“E’ grazie a sir Lho che sua signoria è ancora vivo.” Disse Izar.
“Sono qui per il ruolo che da sempre spetta alla mia stirpe.” Mormorò Lho. “Sono qui per proteggere il mio e vostro signore.”
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Melisendra
23-04-2011, 04.12.44
Mi svegliai all'improvviso. Rumore di passi.
Mi misi a sedere e tesi l'orecchio.
Passato.
La candela si era quasi consumata, quindi mi alzai ad accenderne un'altra.
Che notte strana... mi venne un'improvvisa nostalgia.
Posizionai un cero sul pavimento e presi un cristallo dal sacchetto che stava sempre alla mia cintura. Mi accoccolai sul pavimento di pietra, stringendo in una mano il cristallo e nell'altra la scheggia di vetro tagliente.
Con un gesto rapido mi tagliai la mano.
Il sangue uscì dal graffio, brillante e rosso come una fragola matura.
Strinsi forte il cristallo e iniziai a sussurrare una nenia.
Pensai a lui. Lo cercai con tutte le mie forze.
Feci scivolare una goccia di sangue sulla candela davanti a me.
La fiamma sfrigolò e si levò del fumo.
Aprii gli occhi e lo vidi prendere forma.
Un vecchio trucco... imparato molto tempo prima.
Ovviamente dormiva.
Tra il fumo era apparso il volto addormentato di un bambino.
Tranquillo, quasi beato nel suo sonno. Nessuna paura, nessuna angoscia.
"Uriel..." sorrisi, concentrata, in adorazione.
Si mosse, come se mi avesse sentito.
Cantai sottovoce e lo vidi sorridere. Com'era cresciuto. Non lo vedevo da tanti mesi. Ormai aveva quasi due anni.
Ricordai il giorno della sua nascita, mentre attraversavo un noccioleto, insieme al fido Pandemonio. Ricordai quando presi la decisione di lasciarlo, al sicuro, presso una famiglia che si sarebbe presa cura di lui, dove sarebbe cresciuto tra fratelli e sorelle, con un caldo focolare e una brava donna a vegliare su di lui. Un vecchio cavaliere e sua moglie. Talvolta inviavo loro doni, lettere, senza mai specificare dove mi trovassi. Ero tornata solo una volta a vedere come stava poi, nel timore che potesse trovarlo il mio inseguitore, avevo deciso di non arrischiarmi più.
Tesi la mano, come ad accarezzare i suoi scomposti riccioli quasi argentei. Non aveva preso da me quei colori chiari.
Ogni tanto mi infilavo nei suoi sogni e mi sembrava di toccarlo.
Sospirai. Confusa.
Nessuno mi aveva mai spiegato che avrei sentito tali sentimenti.
Soffiai e il fumo si dissolse, insieme alla malia.
Le fiamme delle candele oscillarono.
Mi sentii osservata e mi voltai verso la porta.
Guisgard
23-04-2011, 04.37.57
Il cavaliere fissava l’infinita oscurità di quella notte densa di foschia, dove ogni cosa appariva sbiadita e sfuggente.
La brughiera era insolitamente silenziosa e nulla sembrava provenire dall’altra parte della mura.
“Neanche tu riesci a dormire, mio signore?”
A quelle parole Gouf si voltò.
“Anche le stelle sembrano nascondersi stanotte…” disse Aytli affiancando il cavaliere “… o forse siamo solo noi incapaci di riconoscerle…”
Gouf fissò il cielo senza dire nulla.
“Cosa ne faremo di quella donna?” Chiese la ragazza. “Sir Nyclos credo se ne sia invaghito… potrebbe essere un problema ucciderla in seguito…”
“Quel giovane sciocco è incapace di riconoscere qualsiasi sentimento…” mormorò il Cavaliere del Gufo “… è un debole ed è l’ultimo dei miei pensieri… domani condurrò con me Melisendra” aggiunse “e vedremo se nasconde davvero qualcosa.”
Nello stesso momento, la porta della stanza di Melisendra si aprì come sospinta dal vento e alcune candele nella stanza, insieme a quell’immagine che ancora attraversava il cuore dell’incantatrice, si spensero.
“Un albero dalle radici marce…” mormorò una voce di vecchia dal corridoio “… non da mai buoni frutti… il sangue maledetto resterà sempre tale… nasconderlo non ti servirà a nulla…”
Melisendra udì di nuovo quell’insopportabile e grottesca risata che si allontanava nel buio corridoio.
Un attimo dopo anche il vento cessò di soffiare nella stanza.
Melisendra
23-04-2011, 05.10.07
Mi voltai indispettita. Quella vecchia si prendeva palesemente gioco di me.
Rimisi tutto in ordine e mi ripulii.
Il sonno era tornato, insieme a una tranquillità inaspettata.
Spensi le candele e mi addormentai, rannicchiata sotto le coperte.
La luce del giorno mi svegliò quasi gentilmente, filtrando tra i tendaggi.
Approfittai della toeletta e mi vestii.
Non chiamai le cameriere. Chissà dove si erano cacciate... e comunque preferivo fare da sola.
Mi avventurai nel cortile.
Uomini in arme, via vai di persone affaccendate. Esitai.
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Guisgard
23-04-2011, 05.33.11
Il Sole non era sorto da molto, ma nel cortile del castello tutti erano affaccendati in qualcosa che sembrava essere molto importante.
Un drappello di cavalieri era già pronto per partire, quando giunse Gouf con indosso la sua corazza.
Gettò una rapida occhiata su tutti loro e poi fece cenno di prepararsi a partire.
Improvvisamente si voltò, come se avesse sentito qualcosa.
E vide Melisendra.
La fissò per alcuni interminabili istanti, fino a quando un enigmatico sorrise sorse sul suo volto.
“Oggi non sarà un bello spettacolo…” disse “… desidero dunque qualcosa che mi allieti… ti voglio… con me stamattina...” mormorò sorridendo di nuovo in maniera indecifrabile.
Fece cenno ad un servo e questi condusse nel cortile un bellissimo sauro nero come la notte.
“Non credo che occorrano abiti particolari per questa nostra uscita…” fece Gouf a Melisendra “… del resto le tue qualità non sono mai dipese, se ben ricordo, dai vestiti che indossavi… tutt’altro direi...” sorrise di nuovo, stavolta compiaciuto. “Andiamo, non facciamo attendere madonna Morte…”
Melisendra
23-04-2011, 06.29.28
Osservai Gouf con molto interesse.
Ecco... la famosa armatura! Con quella addosso nessuno dei miei trucchi avrebbe funzionato. Solo l'astuzia.
Accarezzai il muso scuro della mia cavalcatura.
"Oh, milord... non intenderete ridurre brandelli anche questi...", replicai come se stessi rimproverandolo. "Mi è stato insegnato a presentarmi alla Signora Morte sempre nel mio aspetto migliore...ma addirittura nuda, sarebbe vano esibizionismo!"
Montai in sella agilmente.
"Sono ai vostri ordini, mio signore", ero ironica. Lo seguii.
cavaliere25
23-04-2011, 16.41.54
Mi lanciai nella mischia cercando di difendere Pasuan e la donna che stava con lui tirai fuori la spada e dissi allontanatevi da qui maledetti ho vi farò assaggiare il gusto di questa spada e mi misi in posizione di difesa mentre con la coda del occhio guardavo il cavaliere e la ragazza
Guisgard
23-04-2011, 17.25.58
Gouf sorrise alle parole di Melisendra.
“Ho sempre ammirato il tuo coraggio…” disse alla ragazza mentre erano ormai in cammino, seguiti dagli altri cavalieri “… al mondo non vi è virtù più rara del coraggio e tu, nonostante sia una donna, ne hai sempre avuto… mi sono sempre chiesto se quella luce che attraversa i tuoi bellissimi occhi chiari” aggiunse “si fosse oscurata almeno davanti alla morte…” di nuovo quel suo indecifrabile sorriso, come se l’esaltazione e la pena si rincorressero costantemente nel suo cuore “… io e te siamo creature oscure, figlie della notte e forse dei grandi drammi che animano questa immensa tragedia che è il mondo…”
La sua corazza, che molti credevano davvero incantata, rifletteva l’argenteo bagliore del cielo grigio che sterminato ricopriva ogni cosa nella brughiera.
“Baldus!” Chiamò all’improvviso. “Recitami qualcosa…”
Il cavaliere avanzò dai ranghi e dopo un inchino verso il suo signore cominciò a recitare:
"Se qualcuno lo narasse, io all'istante crederei,
che è questo il grande dramma dei nobili Taddei.
Che sia un Angelo o forse un demonio è cosa ignota!
Egli agisce per giustizia, sia essa luminosa o remota!
Che scenda dai Cieli Alti, o emerga dall’Inferno dannato,
verrà a reclamar un verdetto, che Iddio Ha pronunciato!”
Baldus, finito di parlare, salutò con un inchino il suo signore e ritornò tra gli altri cavalieri.
Poco dopo, giunti su un’altura, videro in basso un piccolo villaggio.
“In queste terre” mormorò Gouf “sono tutti profondamente religiosi… se lo fossi anche io sarebbe per me una gioia morire appena un giorno dopo il mio Dio.”
Era infatti il Sabato Santo, che precedeva la Santa Pasqua
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Melisendra
23-04-2011, 17.54.25
Osservai la sua espressione seria e meditabonda, mentre il canto del cavaliere cessava.
Fermammo i cavalli.
Un villaggio... improvvisamente capii. Mi mancò quasi il respiro, ma dissimulai lo stupore e strinsi così forte le briglie da conficcarmi le unghie nei palmi.
La ferita alla mano si aprì leggermente e sentii il sangue scivolare tra le dita.
Con fazzoletto tamponai la ferita, con noncuranza.
Intendeva attaccare un pacifico villaggio? Ma perchè?
Ira, spregio, semplicemente perchè poteva... forse.
Smontai e osservai meglio il villaggio.
Poi mi voltai verso Gouf.
"Non è il coraggio che vedete in me... la mia è solo consapevolezza. Ho accettato la mia natura... anche se questa mi porta al cospetto della dolce morte più spesso di quanto vorrei." Aprii il fazzoletto. Il sangue si era fermato. Lo richiusi.
"Bisogna convivere con se stessi più a lungo che con chiunque altro... tanto vale amarsi almeno un po' e apprezzare quel poco di bellezza e felicità che incontriamo." Sorrisi.
"Solo una persona non ha battuto ciglio di fronte al mio bacio di morte e non ha combattuto per riemergerne. Credo sappiate a cosa mi riferisco." Lo guardai negli occhi, implacabilmente. Chissà se ricordava anche lui.
"Gouf, perchè mi avete portata qui? Se volete uccidermi potevate risparmiarmi questa lunga cavalcata e soffocarmi con un cuscino questa notte." Il mio tono era pungente. La mia insolenza celava in realtà tutti i miei timori.
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Lady Dafne
23-04-2011, 18.17.32
Rimasi impietrita quando vidi quei tre balordi entrare in casa mia ma non ebbi il tempo di pensare a niente che già Pasuan si era posto tra me e loro.
"Chi sono e da dove vengono?" pensai ma, in quel momento, poco importava. Quando vidi che Pasuan cercava la sua spada senza trovarla mi prese un momento di sconforto ma immediatamente ricordai che Frederich ne teneva una dentro al baule ai piedi del nostro letto
"La metto qui, Dafne, non dirlo a nessuno ma ricordatene sempre, potrebbe tornare utile".
Mentre Pasuan combatteva contro quei tre io cercai di dirigermi verso la camera da letto, nessuno sembrava fare troppo caso a me e riuscii ad impossessarmi dell'arma. La avvolsi nel mio velo per nasconderla. Io infatti non sapevo brandirla ma Pasuan certamente sì.
L'arrivo di un giovane cadetto distrasse i tre dal mio difensore, ebbi il tempo di avvicinarmi a lui dando l'impressione di voler sincerarmi sulle condizioni del suo braccio invece gli misi l'elsa nella mano e lo guardai per un istrante che mi sembrò un'eternità. Lui comprese immediatamente ma lo trattenni un momento prima di lasciarlo andare; ebbi appena il tempo di stampargli un leggero bacio sulla bocca prima che la mischia ricominciasse.
"Anche io ho bisogno di te, non solo il bambino" gli urlai ma, tra quel fragore di spade, non so se ebbe modo di sentirmi...
Guisgard
23-04-2011, 18.38.37
Pasuan restò colpito da quel bacio.
Come il naufrago che scorge la terra nell’orizzonte all’albeggiare.
Come il marinaio che rivede la Croce del Sud dopo una tempesta, o come il viaggiatore che ritrova la Stella del Nord sul suo cammino.
Pasuan sentì il dolce sapore di lei sulle sue labbra.
Le sue labbra morbide e calde sembrarono ridestare lo spirito ed il corpo del cavaliere.
Pasuan allora impugnò con la mano destra l’elsa di quella spada.
Non avvertiva più il dolore al braccio sinistro.
Sentiva solo che doveva difendere Dafne ed il bambino.
Con un gesto tanto rapido, quanto preciso, colpì con un fendente il balordo, facendolo cadere pesantemente a terra.
Mentre l’arrivo di Cavaliere25 mise in fuga il terzo dei tre.
Pasuan lo seguì con lo sguardo fino a quando il marrano svanì nella campagna.
“Vigliacco…” disse fra sé.
“Stai bene, Dafne?” Chiese poi voltandosi verso di lei. “Hai avuto paura?”
Ma un attimo dopo avvertì di nuovo il dolore al braccio sinistro.
Un dolore insopportabile che lo fece accasciare al suolo.
Lady Dafne
23-04-2011, 18.51.12
"Pasuan!" urlai vedendolo cadere all'indietro gemendo e tenendosi il braccio. Mi precipitai vicino a lui, inciampai su di una seggiola che era caduta durante il combattimento e finii proprio con il viso sopra il suo.
"Ha perso i sensi" mormorai mentre gli prendevo la testa tra le mani e me l'adagiavo in grembo "Pasuan, caro, svegliati!" lo schiaffeggiai delicatamente sul viso ma ancora non dava segni di ripresa. Passai allora ad esaminare il braccio sinistro
"Per fortuna non è rotto ma il gomito è lussato, bisogna farlo tornare nella sua sede il più presto possibile" guardai il ragazzotto che ci aveva soccorso e gli dissi "Saresti così gentile da aiutarmi? Devo sistemare questo braccio, l'ho già fatto altre volte prima di sposarmi ma ho bisogno di qualcuno che lo tenga fermo, se dovesse svegliarsi per il dolore potrebbe ribellarsi. Sarà questione di pochi istanti"
Mentre attendevo la risposta di quel giovane diedi un bacio alla fronte di Pasuan e mi alzai cercando in giro per casa dei legni che potessero servire da stecche una volta rimesso in sede il gomito.
Guisgard
23-04-2011, 18.52.15
“Già, soffocarti con un cuscino…” disse Gouf col suo solito inquietante sorriso “… perché no… dopo una notte di passione… non credi che l’estasi ed il dolore siano indissolubilmente legati?”
Indossò il suo elmo e fece cenno ai suoi di seguirlo.
“Questo spettacolo, mia cara, sarà tutto per te…” voltandosi un’ultima volta verso Melisendra.
Un attimo dopo lui ed i suoi uomini si lanciarono su quel villaggio.
Vi erano poche capanne, costruite in cerchio attorno ad un rudimentale spiazzo, nel quale stavano giocando alcuni bambini.
“Guardate, dei cavalieri!” Indicò uno di loro divertito.
“Dove sono? Voglio vederli anche io!” Gli fece eco una ragazzina.
Ma quello che sembrava un gioco, divenne subito un incubo.
Gouf ed i suoi si avventarono su quei bambini come lupi famelici sugli agnellini.
Grida di paura e di dolore si alzarono in quel terribile spettacolo di atrocità e morte.
Le pesanti lame delle loro spade affondavano nelle carni dei fanciulli come fossero fatte di burro caldo.
Madri straziate dal dolore e rese folli dalla disperazione, tanto da non sentire nulla mentre gli uomini del malvagio Gufo le stupravano, maledivano se stesse ed il mondo intero.
Le capanne furono avvolte da fiamme, tra le risate e le bestemmie di quei cavalieri senza Dio.
Un bambino corse verso la stagno vicino, per fuggire alla furia di quei demoni.
Ma Gouf lo raggiunse, sgozzandolo con un colpo di spada.
“Lassù, mio signore!” Indicò uno dei suoi. “Un altro che tenta di fuggire!”
Gouf allora mirò al piccolo col suo arco.
“Dieci a uno che gli perfora il petto!” Esclamò un cavaliere.
“Per me lo prende alla testa!” Replicò un altro.
Un attimo dopo la freccia di Gof spaccò la testa del piccolo, facendolo rotolare fino allo stagno.
“Preso!” Gridò il cavaliere che aveva vinto la scommessa. “E ora paga!” Disse al suo compagno.
Gouf si voltò verso Melisendra.
“Per te, mia cara…” gridò divertito “… per te…” mentre alle sua spalle le fiamme, come sorte da un terrificante Averno, avvolgevano ciò che restava del villaggio.
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Guisgard
23-04-2011, 19.03.32
Talia era nelle scuderie, accanto alla fiera Matys, la bellissima cavalla portata da Sygma.
Appena la ragazza si avvicinò, la cavalla cominciò a tradire nervosismo.
Fece come a voler scalciare, e lasciò partire un nervoso nitrito.
Poi, poco a poco, forse per la voce di lei, forse per quella lingua ad essa non ignota, o forse perché riconobbe in Talia la sua stessa solitudine, la cavalla sembrò ammansirsi.
Si lasciava accarezzare da Talia e per un istante i loro occhi si incontrarono.
Facevano parte dello stesso mondo.
Dello stesso sogno.
Sygma era un sogno.
Come l’amore, che da troppo tempo sembrava essere svanito nelle terre di Capomazda.
Talia allora, resasi conto di come la cavalla si fosse tranquillizzata, con delicatezza posò una leggera e morbida sella sul suo dorso.
Un attimo dopo lei e la fiera Matys galopparono via.
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Melisendra
23-04-2011, 19.43.04
Le grida, il sangue. Lo scempio.
Rimasi pietrificata. Non sentivo nulla, solo un dolore così profondo e continuo che parve annullarmi.
I miei occhi fiammeggiarono verso Gouf.
Avevo visto stragi, ogni possibile tortura che l'uomo potesse concepire. Io stessa ero un'abile assassina.
I corpi senza vita dei fanciulli, però, erano un ingiustificabile atto di malvagità.
Pensai a Uriel.
Lo avevo tenuto nascosto a tutti non solo perchè temevo per la sua vita, ma soprattutto perchè temevo che potessero infettarlo con quella malvagità. In fondo un proverbio dice che la mela non cade mai troppo lontano dall'albero.
Non riuscivo a decidere cosa sarebbe stato peggio...
Vedere suo padre trafiggergli il cuore con una spada? O modellarlo a sua immagine?
Chi avrebbe pianto quei fanciulli e le loro madri? Sperai che non si fossero accorti del dolore e che la morte li avesse colti troppo rapidamente perchè si ponessero la dolorosa domanda: "Perchè?".
"Gouf" gridai, non appena giunse a portata della mia voce, "Maledizione!"
Gli corsi incontro e lo tempestai inutilmente di pugni. Sfilai un pugnale dalla sua cintola e glielo puntai contro.
Occhi asciutti. Nessuna lacrima lo avrebbe commosso e comunque non ne avevo mai avute.
"Qual è il tuo scopo? Farmi del male?" domandai sprezzante. "Perchè?!"
Sapevo bene di essere ridicola con quel pugnale in mano. Sicuramente voleva vedermi dibattermi, come un pesce nella rete, per pura soddisfazione. Piangere? Strillare? Supplicare?
Se voleva qualcosa di scenico, glielo avrei dato.
"Se vuoi ferirmi... fallo!" Guance accese, occhi furibondi. Rivoltai il pugnale verso me stessa e con un gesto aprii la ferita della mia mano. Il sangue uscì copioso, avevo affondato più del necessario, ma non sentivo nulla.
"E' il sangue che vuoi? E' questo che ti piace!" Appoggiai la lama sul polso e lo graffiai. Un segno rosso che presto si colmò di un rosso cupo lucente sotto la luce fredda del giorno. Ero talmente furiosa che non sentivo il dolore.
"Prendilo! E strappami gli occhi quando mi avrai fatta a pezzi!"
Lasciai cadere il pugnale.
cavaliere25
23-04-2011, 21.42.01
Certo dissi guardando la fanciulla presi e lo tenni fermo Pasuan poi gardai la fanciulla e dissi io sono pronto procedete pure
Morrigan
24-04-2011, 04.53.45
La mia risposta potrebbe non piacerti... pensò Morrigan, udendo quella domanda. Ma poi lo guardò e sorrise in modo strano.
Quel cavaliere non perdeva occasione per sfuggiare la sua sicurezza... chissà come avrebbe reagito, allora, se lei gli avesse detto la verità! Morrigan sorrideva al pensiero dell'espressione che avrebbe potuto assumere la sua faccia, e nonostante le belle parole e il tono inusualmente poetico che Finiwell aveva assunto in quell'occasione, decise che non si sarebbe persa quello spettacolo per nulla al mondo.
Così indugiò un attimo ancora su quella soglia, e i suoi occhi brillarono di una luce oscura.
"Perchè lo cerco, chiedete? Ma va da sè, signore... soltanto per potergli piantare una spada nel cuore!"
Un lampo le attraversò gli occhi, mentre il suo sorriso riluceva di un indecifrabile bagliore. Morrigan chinò il capo in cenno di saluto, quindi scivolò nell'ombra della scala.
Ridiscese in fretta, ma quando fu quasi per giungere sul piano della corte, il boato della gente festante si fece acuto e pressante nelle sue orecchie.
Morrigan non aveva affatto voglia di tornare a mescolarsi a quella festa. Si guardò intorno, in cerca di un rifugio, o almeno di un posto tranquillo in cui andare. Ai piedi della scala, alla destra dell'uscita che conduceva alla porta, uno stretto corridoio sembrava condurre all'ala ovest del palazzo. Era un passaggio disadorno e angusto. Morrigan calcolò che quello dovvesse essere il corridoio usato dalle guardie per spostarsi rapidamente dall'altro lato della fortezza. Forse conduceva al giardino interno, o forse in qualche altra sala. Ad ogni buon conto, era per lei una valida alternativa, e per questo la ragazza prese quel passaggio senza indugio.
Ma la sera era scesa su Capomazda, e sulle mura i candelieri non reggevano nessuna torcia. Dopo aver svoltato una o due volte seguendo quel corridoio male illuminato, Morrigan dovette ammettere di non avere affatto idea di dove si trovasse.
Si fermò un istante, si guardò intorno con attenzione. Poteva andare avanti per quei corridoi semibui, con l'idea che primo o poi sarebbe sbucata da qualche parte, oppure tornare indietro e cercare di ritrovare l'uscita sulla corte. Sbuffò, infastidita da quel contrattempo, e si appoggiò con la schiena alla solida parete di pietra. Fu in quel momento che sentì qualcosa di strano, qualcosa che sporgeva in maniera innaturale e che si appoggiava duramente contro le sue spalle. Si girò e con le mani prese ad esaminare la parete. Sembrava in tutto e per tutto un muro di solidi mattoni. Ma poi la sua mano incontrò nuovamente quella strana asperità. Era un mattone di piccole dimensioni che si distaccava di qualche millimetro dal resto della parete.
Morrigan ne sapeva abbastanza di palazzi e di fortezze, e sapeva bene a cosa potesse servire quel mattone. In quel momento anche lo stretto e riparato cunicolo assunse nella sua mente il suo vero scopo e la sua reale utilità. Si guardò di nuovo intorno. Nelle vicinanze sembrava non esserci nessuno. Avrebbe potuto vedere cosa si celava dietro quel meccanismo che aveva intuito dietro la parete. Non era certa che quella fosse una cosa molto sicura da farsi in un palazzo che non conosceva affatto, ma la sua innata curiosità era stata ormai risvegliata, e in fondo una piccola sbirciatina ai segreti dei Taddei non avrebbe di certo fatto male a nessuno.
Così afferrò il mattone sporgente con forza e lo tirò via dalla parete. Proprio come aveva immaginato, quella pietra bloccava un contrappeso che apriva la porta di un passaggio nascosto. Morrigan rimase un istante a guardare il lungo corridoio che le si era aperto dinnanzi, stretto e illuminato a malapena da un paio di torce. Quindi, con un lieve sorriso e lo sguardo che le brillava per l'eccitazione di quella scoperta, Morrigan varcò la soglia del passaggio.
llamrei
24-04-2011, 12.25.06
Decisi che di qualcuno dovevo fidarmi.
A piccoli passi mi avvicinai al giovane di cui ignoravo il nome.
"Signore...perdonare il mio ardire. Mi chiamo Llamrei, sono una monaca...come vedete... voi..voi conoscete Campomazda? Conoscete la sua maledizione? Io vi chiedo questo...perché vorrei pregare per le loro anime...." Lo so...l'abito che indossavo mi impediva di dire bugie...ma non era una mia scelta vestire di nero...quindi non era una mia scelta non dover e poter raccontare una verità travisata...chissà se mi avrebbe creduta...
Lady Dafne
25-04-2011, 10.34.25
Con un colpo secco e deciso gli feci tornare il gomito nella sua sede naturale. Pasuan si svegliò di soprassalto emettendo un forte urlo di dolore. Poi si calmò mentre gli steccavo e fasciavo il braccio.
"Ecco, ora è finito tutto" gli dissi dolcemente "sdraiati nel letto, devi riposare".
Oppose un po' di resistenza ma lo convinsi. Il giovane cadetto che mi aveva aiutato poco prima era rimasto in cucina, appoggiato allo stipite delle porta che portava in camera e ci guardava. Appena Pasuan si fu sdraiato lo lasciai al suo riposo e mi avvicinai al cadetto:
"Per cortesia, giovanotto, potresti avvisare il Capitano che Sir Pasuan si ferma qui questa notte? Raccontagli quel che è successo e digli che se avrà bisogno di ulteriori informazioni andrò io stessa a fornirgliele ma, ti prego, fai in modo che Pasuan non debba tornare in servizio almeno per i prossimi quattro giorni o il suo braccio non guarurà bene. Ah a proposito, io sono Lady Dafne, il Capitano dovrebbe ricordarsi di me...".
Salutai il giovane con un veloce inchino e mi accinsi a preparare un rimedio soporifero a Pasuan che intanto iniziava a lamentarsi un poco.
cavaliere25
25-04-2011, 11.48.20
Certo dissi guardando la damigella andrò subito a avvisarlo e mi incamminai verso la caserma mentre mi guardavo in giro per vedere che non ci fossero altri mal intenzionati in giro
Talia
26-04-2011, 01.06.15
Mi ero lasciata il cortile alle spalle, le porte del palazzo e ben presto anche la porta della città. Io e Matys correvamo per la campagna come non accadeva da tanto e tanto tempo... il vento tra i capelli mi schiarì le idee e in un momento, per un momento, mi riportò indietro di molto tempo. Da ragazzina, a Sygma, ero solita uscire a cavalcare ogni giorno, lo facevo per ore e ore...
Persino questo Capomazda mi aveva tolto... pensai ...la gioia semplice di correre come il vento fino a fonderti con esso!
Corremmo senza guardarci intorno, solcando la campagna che ci sfilava intorno in un’unica macchia sfocata...
E poi la vidi!
La riconobbi subito: era come nel mio sogno. Era la chiesa di Gyaia.
Tirai con forza le briglie, Matys si sollevò sulle zampe posteriori un momento e si fermò.
Con il fiato corto per l’emozione, smontai da cavallo... mi parve che non un suono ci fosse intorno a me, mi parve di esser tornata in quel sogno: tutto ciò che udivo era il martellare del mio cuore.
Tenendo con una mano le briglie di Matys, stringendole convulsamente, iniziai ad avanzare lentamente verso la chiesa... ad ogni passo l’erba sembrava scricchiolare sotto i miei piedi... il respiro mi si era fatto lento, gli occhi erano fissi sulla sagoma della piccola pieve... e intanto avanzavo sempre più.
Guisgard
26-04-2011, 01.57.36
Gouf osservava Melisendra che prima puntava quel pugnale verso di lui, poi contro se stessa.
La fissò per lunghi istanti senza dire nulla.
“Sei cambiata…” disse all'improvviso con un filo di voce “… il sangue, il dolore, la morte ed il male non ti hanno mai spaventata…”
Continuava a fissarla.
“Cosa ti ha cambiata tanto?” Chiese, quasi a voler spegnere il suo sguardo in quello di lei. “Hai forse conosciuto l’amore? Hai forse trovato un uomo tanto sciocco da potersi innamorare di una come te?”
Restò a fissarla per qualche altro istante, poi la voce di uno dei suoi lo chiamò:
“Abbiamo cercato nelle capanne, milord, ma questi miserabili non posseggono nulla di valore…”
“Distruggete allora ogni cosa” ordinò “e fate scempio dei loro corpi… in modo che neanche i diavoli dell’Inferno possano riconoscerli… fate presto e poi ripartiremo!” Aggiunse.
Guisgard
26-04-2011, 02.13.14
Talia era giunta alla Pieve.
La sua cavalla cominciò allora a mostrare segni di crescente nervosismo.
La principessa di Sygma si avvicinava, titubante, alla vecchia porta della chiesa, quando udì dei rumori alle sue spalle.
“Regina delle Vergini… prega per noi…” diceva una vecchia seduta su un tronco spezzato poco distante “… Regina dei Martiri… prega per noi… Stella del Mattino… prega per noi… Regina degli Angeli… prega per noi… Torre di Davide… prega per noi…”
Si accorse allora di Talia e la fissò, senza però interrompere il Santo Rosario che stava recitando.
“Cosa cercate qui, signora?” Chiese quando terminò le sue preghiere. “Questa chiesa è chiusa ormai da tempo… sono anni che non si recitano più messe…”
Guisgard
26-04-2011, 02.17.33
Morrigan aveva trovato quel misterioso passaggio.
Era buio e i gradini che scendevano chissà dove erano consumati dall’umidità e dal tempo.
Dominava un silenzio angosciante ed in lontananza si udiva un regolare gocciolio.
Ad un tratto Morrigan avvertì dei rumori.
Come se qualcuno strisciasse a terra una pesante catena.
Morrigan
26-04-2011, 02.35.50
"Non devi avere paura, Morrigan! Ci sono tanti fenomeni sotto la volta del cielo, ma il fatto che siano misteri ai nostri occhi non significa che non abbiano un'origine o una spiegazione!"
"Ma io ho paura, Madelaine... quel sogno che continuo a fare..."
"I sogni sono benedizioni, Morrigan... ci spiegano il passato e ci indicano il futuro"
La ragazzina fissò la vecchia signora in silenzio per qualche istante, come se fosse immersa in un importante pensiero.
"Madelaine," esordì d'un tratto "conosci una magia per allontanare i sogni?"
La donna la fissò con sguardo sorpreso.
"Morrigan, la magia non esiste per risolvere i nostri problemi! La magia serve per riconciliarci con quella natura che noi non conosciamo e che non dominiamo. La magia deve essere usata al servizio di una causa più grande di noi, non per soddisfare i nostri capricci!"
Prese le mani della bambina tra le sue, e si avvicinò al suo viso per studiarle gli occhi.
"Questo non devi dimenticarlo mai! Impara bene l'arte che ti ho insegnato e tienila nel tuo cuore. Non temere quello che non conosci e usa con giudizio quello che conosci..."
Quel rumore, quello stridio che serpeggiava lungo il pavimento sembrava voleve venire incontro. Era oscuro e angosciante. Morrigan tese davanti a sè la torcia che aveva staccato da uno dei supporti arrugginiti che decoravano quelle umide pareti... non temere quello che non conosci e usa con giudizio quello che conosci...
Così, ripetendosi quella frase, Morrigan mise la mano sull'elsa di Samsagra, cercò di acuire la vista e lo sguardo e proseguì lungo la scala, addentrandosi in quel cunicolo e andando così volontariamente incontro a quel misterioso rumore.
Talia
26-04-2011, 02.38.21
Mi voltai e osservai la vecchia donna seduta sul tronco, mi guardava ma non mi rivolse la parola finché non ebbe finito di pregare.
Io esitai un istante, poi tornai indietro di qualche passo e attesi...
“Cosa cercate qui, signora?” Chiese quando terminò le sue preghiere. “Questa chiesa è chiusa ormai da tempo… sono anni che non si recitano più messe…”
"Davvero?" chiesi gentilmente "Come mai è stata chiusa?"
Esitai un attimo, poi soggiunsi...
"Sentite... io ho proprio bisogno di entrare in questa chiesa. Dovrà pur esistere un modo per accedervi!"
Melisendra
26-04-2011, 02.41.44
Lo sfogo mi aveva lasciata senza parole.
Quasi senza fiato.
Il vento mi accarezzava, consolatorio, scivolando sulle mie guance. Un invito a fuggire via.
La mano gocciolava. Sapevo che presto avrei avuto bisogno di nutrirmi per rimarginare quelle ferite. Sentii il bruciore nella pelle, ma non era nulla in confronto alla rabbia che covavo nel mio cuore.
La mia voce, tuttavia, era calma, quasi malinconica.
"Cambiata?" gli risposi, guardandolo sorpresa. "Hai idea di cosa ho sopportato per tutta la vita?" Osservai con tristezza i soldati eseguire gli ordini. Una parte di me desiderò punirli.
"L'amore..." risi "non è una malattia, Gouf!" Mi avvicinai a lui e lo guardai dritto negli occhi. Le mie dita sfiorarono la lama della sua spada e si macchiarono di rosso.
"Su una cosa avevi ragione... quelle come me non vivono a lungo: gli uomini..." allargai le braccia, guardandolo negli occhi "ci spezzano in modi inimmaginabili..."
"Ho ucciso in modi fantasiosi e ogni volta ne traevo un certo piacere..." era vero, anche quando non avrei voluto, la mia natura cacciatrice gioiva, mentre una parte di me si sentiva nauseata da quella continua danza di morte "ma mai donne e bambini." I rumori della strage ancora riempivano l'aria, l'odore del fumo e della carne bruciata erano inconfondibili.
Guisgard
26-04-2011, 02.49.34
Morrigan avanzava in quelle tenebre ed all’improvviso Samsagra cominciò a vibrare.
Poi, in quel buio angosciante, intravide una lieve luca in lontananza.
E da quella direzione sembrava provenire qualcosa.
Come delle voci.
Morrigan si avvicinò seguendo quelle voci.
“Recati al castello di sir Cimarow e riferisci ciò che ti ho detto…” disse una voce “… quella donna è lì per tradire… e per ora il duca sembra impossibilitato a difendere Capomazda…”
“Si, mio signore…” rispose l’altra voce.
“Sir Gouf deve fidarsi…” mormorò “… e dì loro che attendano i miei ordini… ora va!”
Ma all’improvviso una mano si posò sulle spalle di Morrigan.
Guisgard
26-04-2011, 02.58.30
La vecchia fissò Talia quasi sorpresa.
“Perché questa chiesa è sorta in un posto maledetto!” Disse. “Strane cose accadono qui intorno… di notte lo sentiamo… grida, affanna e si aggira in cerca di…”
“Vuoi stare zitta!” Gridò all’improvviso una voce. “Smettila e torna a casa!”
La vecchia chinò il capo e fece quanto le aveva ordinato l’uomo appena giunto.
“E voi” fece poi a Talia “tornatevene a casa vostra… questo non è posto per una ragazza!”
“Non puoi mandarla via ora!” Disse la vecchia. “Lei è…”
“Lo so chi è!” La interruppe lui. “Milady…” rivolgendosi di nuovo a Talia “… seguite il sentiero e non perdetelo mai di vista… andate via ora, prima che faccia notte… e che il Cielo vi protegga!”
Guisgard
26-04-2011, 03.09.07
Gouf fissò Melisendra mentre parlava.
Poi, all’improvviso, prese la sua mano e la fasciò con un lembo della sua tunica.
“Sei cambiata…” disse “… e questo ti rende debole…”
Fece cenno ai suoi e ripartirono.
Non disse nulla per tutto il viaggio.
Sembrava preda di mille pensieri.
Giunsero poi al castello di Cimarow.
Gouf fece cenno ai suoi servitori e questi condussero Melisendra nella sua stanza, dove trovò alcune serve pronte a medicarle la ferita alla mano.
Quando ebbero finito, le serve uscirono ed entrò la vecchia servitrice.
“Guardati dalla ragazza!” E si abbandonò a quella sua grottesca risata, per poi andare via, lasciando Melisendra da sola con la sua inquietudine.
Melisendra
26-04-2011, 03.21.23
Come un uccello del malaugurio quella vecchia gracchiava le sue sentenze.
Tentai di trattenerla, ma con insospettata agilità uscì dalla stanza con la rapidità di un furetto.
Osservai la benda intorno alla mia mano sinistra. Avrei potuto semplicemente uscire da quella stanza opprimente e andare a caccia nel cortile per rimarginare quelle ferite. Anzi, avrei potuto trovare uno o due degli uomini presenti durante la strage e... strappargli il respiro!
L'idea mi affascinava. Solo la cautela mi tratteneva.
Il mio senso più acuto diceva che ero tenuta sotto osservazione... e molto probabilmente gli occhi vigili erano quelli belli e crudeli di Aitly.
Ero seminuda. I miei vestiti macchiati di sangue mi erano stati tolti.
Mi gettai addosso una veste leggera e uscii.
Mi aggirai nel palazzo. Alla ricerca di... non lo sapevo nemmeno io di che cosa.
Guisgard
26-04-2011, 03.24.07
August condusse Icarius nella grande sala delle armi, nella quale il duca trascorreva spesso il tempo ad allenarsi.
“Vi va di fare un pò di esercizio, milord? Ecco, prendete!” Disse August lanciandogli un bastone.
Icarius osservò il bastone, dopo averlo preso al volo e fissò poi incuriosito il suo amico.
“Abbiamo trascorso molto tempo ad allenarci qui, mio signore.” Continuò questi.
“Ed ero bravo con questi?” Chiese Icarius.
“Mio signore…” rispose August “… i Taddei sono i migliori cavalieri del mondo. L’uso di nessuna arma è loro ignota. In guardia!”
I due allora cominciarono, ma August sembrava molto più disinvolto ed abile del suo nobile signore.
“Forse ho dimenticato anche come si combatte…” mormorò questi.
“Sciocchezze!” Esclamò Lho entrando nella sala. “Una volta imparato ad impugnare un’arma, non lo si dimentica più! Ora continuerete con me!” Aggiunse prendendo anch’egli un bastone. “Col vostro permesso, cavaliere.” Fece poi verso August.
Il vecchio guerriero allora cominciò a combattere e solo a stento Icarius riusciva a difendersi dai suoi colpi.
“Solo questo sapete fare?” Gridò Lho. “Allora qui perdo tempo!”
Ad un tratto qualcuno giunse sulla porta della sala, forse attirato dai rumori e dalle grida.
Era Matthias.
Icarius lo fissò e subito sentì crescere un senso di rabbia.
Si lanciò allora su Lho e cominciò a tirare poderosi colpi.
Colpì fino a quando il bastone di Lho si spezzò in due.
Il vecchio guerriero scoppiò a ridere, seguito da August.
Icarius invece ansimava per la fatica e per la rabbia, restando a fissare Matthias sulla porta, che rispondeva con la stessa rabbia allo sguardo del duca.
Guisgard
26-04-2011, 03.35.37
Il Castello cominciava ad essere avvolto dal crepuscolo e dai sinistri presagi della brughiera.
Melisendra si aggirava per quelle antiche e tetre murature, quando udì delle voci provenire da una stanza.
“Siamo stati informati…” disse Cimarow “… l’uomo che avete ferito al Gorgo del Lagno era Icarius de Taddei…”
Gouf saltò su.
“L’avete ferito, ma è vivo…” continuò “… anche se non sappiamo ancora in che condizioni sia… attendiamo altre notizie da Capomazda…”
“Quello era dunque il duca?” Mormorò Gouf. “Nessuno è mai sopravvissuto ad un mio attacco…”
Cimarow lo fissò.
“E’ stato fortunato a cadere nel Lagno…” continuò il Gufo “… ma presto finirò il mio lavoro!”
“Si, assolutamente!” Annuì Cimarow. “Ah… lady Aytli mi ha parlato di quella donna… Melisendra… cosa ne pensate?”
“Me ne occuperò io, milord.” Rispose Gouf. “Ora scusatemi…”
Ed uscì dalla stanza, avviandosi poi verso le mura.
Talia
26-04-2011, 03.40.23
Rimasi per un attimo interdetta di fronte alle maniere sbrigative dell'uomo appena giunto... lo osservai per un attimo in silenzio, poi lentamente mi avvicinai a lui...
"Voi dunque sapete chi sono!" dissi, fissandolo negli occhi "Bene... allora rispondetemi come si deve: chi siete voi? Che cosa stava per dire questa donna? E come posso entrare in questa chiesa? ...Perché, credetemi, io entrerò in questa chiesa oggi. E lo farò con o senza il vostro aiuto!"
Melisendra
26-04-2011, 03.56.40
Mi ero avvicinata di soppiatto alla porta e avevo ascoltato con avidità.
Sgusciai via quando sentii i passi di Gouf.
Mi domandai cosa avesse voluto intendere con quelle parole sul mio conto. Tuttavia, nonostante la sua indubbia ferocia, non mi sentivo in pericolo.
Forse ero davvero cambiata. Era quello a disorientarlo?
Ero più debole forse, più umana di quanto fossi stata in passato.
Se solo avesse scovato anche lui un ultimo briciolo di umanità... forse si sarebbe reso conto della Bestia che lo divorava da dentro. E invece di accanirsi verso il mondo, avrebbe potuto iniziare a combatterla.
Mi diressi verso gli alloggi di Gouf e con cautela vi entrai.
C'erano armi sparse sul tavolo. Esaminai i cassetti dello scrittoio. Nessun documento rilevante a parte delle mappe.
Mi versai da bere e mi sedetti su una poltroncina.
Prima o poi sarebbe tornato dal giro di ispezione delle guardie sulla cinta muraria e mi avrebbe trovata lì ad attenderlo.
La mia mente correva ai tragici fatti della giornata.
Guisgard
26-04-2011, 04.24.32
La stanza di Gouf era illuminata da poche candele ed un odore di esotiche erbe si diffondeva da un piccolo braciere di gusto orientale.
Ovunque vi erano armi che, sotto i riflessi delle candele, assumevano inquieti bagliori.
Sopra un tavolino era posto l’elmo del terribile cavaliere.
Sembrava fissare Melisendra.
Ad un tratto un leggero alito attraversò la stanza, come se il vento stesse portando qualcosa con sé.
Accarezzò le vesti e la pelle di Melisendra ed un brivido corse su tutto il suo corpo.
Ad un tratto qualcuno entrò dalla porta.
“Non dovresti essere qui…” disse Gouf slacciandosi il mantello “… una volta conobbi, in Oriente, un sultano che dopo ogni notte d’amore faceva sgozzare le proprie ancelle…” la fissò compiaciuto “… diceva che amore e morte hanno lo stesso volto… tu lo credi?”
Guisgard
26-04-2011, 04.41.07
L’uomo osservò Talia e chinò il capo.
“Volete un consiglio? Tornate a Sygma…” disse “… qui c’è solo tristezza e solitudine…”
“Abitiamo il borgo vecchio…” intervenne la vecchia “… questo è mio figlio, milady… non adiratevi, è un brav’uomo… ma andate via da qui… tornate al palazzo…”
“Quanto si può amare un uomo davvero?
Forse Enide è la risposta. Su questo ci spero!
Ella superò ogni ostacolo per l’amato consorte,
fino a vincere l’incanto della Gioia della Corte!”
Recitò un menestrello col suo liuto.
“Di cosa avete paura?” Chiese.
“Vieni davvero da molto lontano se ignori ciò che accade qui, menestrello.” Rispose l’uomo.
“Ho udito che non vi è felicità a Capomazda, nel palazzo ducale…” replicò il menestrello “… dunque non c’è nulla che questo posto possa portarsi via…”
Si avvicinò alla porta della Pieve, ma questa era serrata da una catena robusta.
Guardò l’uomo e questi, con una pala, la spezzò, aprendo la porta.
La Pieve era in tutto e per tutto simile a quella vista in sogno da Talia.
Anche le armature erano presenti, arrugginite e consumate dal tempo.
Le nicchie presentavano statue di santi, ciascuno con un’iscrizione.
La maggior parte erano consumate o si riferivano a versetti dei Vangeli.
Tutte tranne una.
L’iscrizione della statua di Santa Lucia recitava:
“Cerca nelle angosce della Santa ciò che ti tormenta
XIII, 3”
http://www.anaconegliano.it/images/gruppi/santalucia/fraclaudio1.jpg
Melisendra
26-04-2011, 04.52.04
Sembrava che fosse entrato un grosso e affamato felino nella stanza.
La presenza di Gouf faceva sempre quell'effetto.
Sorrisi della provocazione e risposi con altrettanto compiacimento.
"Ne sono fermamente convinta... pensavo ne aveste avuto un assaggio quella notte, alla rocca dei Venti..." Per un attimo mi balenò davanti il suo viso, con quella quieta espressione che aveva avuto quando iniziai a impossessarmi del suo respiro quell'ultima tragica notte di molto tempo addietro.
Stiracchiai le membra, sprofondando nella poltrona, pigramente.
"Allora... avete deciso cosa fare di me?" Lo guardai con scetticismo. "Non che mi stia lamentando della vostra gentile ospitalità... stragi incluse."
Guisgard
26-04-2011, 06.40.38
"Anche io ho bisogno di te, non solo il bambino!”
“Dafne, resta dietro di me e non muoverti…”
I suoi occhi, quella luce…
E poi quel caldo bacio, il profumo delle sue labbra…
I tre balordi, il dolore al braccio…
Pasuan saltò su urlando e tenendosi il braccio.
Si guardò intorno e poi vide il volto di Dafne.
“Cosa… cosa è accaduto? Ah… rammento…” disse “… ma tu come stai?” Chiese poi preoccupato. “Stai bene? E il bambino?”
Intanto, Cavaliere25 aveva raggiunto la caserma.
Di tipi sospetti nemmeno l’ombra.
E giunto in caserma,Cavaliere25 fu portato davanti al capitano Monteguard.
“Cosa è successo, figliolo?” Chiese il capitano.
Guisgard
26-04-2011, 06.52.38
Gouf la fissò e sorrise.
“Il tuo coraggio…” disse “… mi ha sempre affascinato… solo la tua bellezza è pari al tuo coraggio… anche perché ce ne vuole di coraggio per venire qui, essendo così bella…”
Si avvicinò fino quasi a sfiorarle il volto.
“Non tutte le notti hanno un’alba…” mormorò “… cosa farò di te?” E sorrise.
L’avvolse allora nel suo mantello e tutto si fece buio.
La campagna verdeggiante, chiazzata da variopinte esplosioni di giallino, blu e rosato.
Un fresco vento di Primavera schiariva l’aria e l’orizzonte appariva così vicino da potersi quasi toccare.
“Mamma, mamma!” Diceva Uriel. “Mamma, mamma!”
Corse in casa, tra le braccia di sua madre.
“Mamma, ho visto una cosa meravigliosa!” Esclamò raggiante. “La cosa più bella che ci sia! E sta venendo qui a prendermi!”
“Di cosa parli, Uriel?” Chiese Melisendra.
“Del cavaliere!” Rispose il piccolo. “L’ho visto davanti al castello diroccato! Mi ha detto che sarebbe passato a prendermi! Io sarò un cavaliere come lui!”
Ad un tratto un nitrito.
Uriel corse verso la porta e su questa apparve un cavaliere.
“Andiamo, piccolo…” disse levandosi l’elmo.
E Melisendra riconobbe il volto di Gouf che sorrideva con una diabolica espressione.
Un gemito e Melisendra si svegliò di colpo.
Era nella sua stanza, nel suo letto.
Nuda, avvolta in morbide e profumate coperte di seta.
Avvertì freddo ed un senso di solitudine.
Poi le grida dei cavalieri dal cortile.
Un nuovo giorno era cominciato al castello.
Ad un tratto bussò qualcuno.
Un momento dopo alcune servitrici, con abiti e profumi, entrarono nella stanza.
Lady Morgana
26-04-2011, 09.24.35
Ancora non riesco a capire perchè il Sommo Sacerdote, voglia mettere a rischio la mia vita per una missione tanto semplice.
"Devi partire domani stesso per una missione molto importante, Verdammt, solo tu puoi riuscire ad uccidere questo cavaliere. Si dice abbia un'armatura impenetrabile e che non abbia un briciolo di umanità. Tu devi ucciderlo, Verdammt, sei la migliore. Va, uccidi il guerriero e salva la dama."
"Posso almeno conoscere i loro nomi?"
"Il nome del guerriero è Gouf e la dama si chiama Melisendra. All'interno del gruppo c'è un traditore: è lui che vuole morto il guerriero; anche io ignoro il nome di questo cavaliere, ma sono certo che ti aiuterà ad infiltrarti tra le truppe di Gouf."
Guardai con malinconia il medaglione che porto al collo e feci scattare l'intricato meccanismo, per leggere di nuovo il messaggio delle Sacerdotesse; ormai lo faccio in continuazione, ma non mi è permesso sapere del mio passato. Conosco solo il mio vero nome:
Sayla.
Melisendra
26-04-2011, 11.35.50
Scalciai rapidamente via le lenzuola, mentre ancora quel sogno mi lasciava un sapore amaro addosso.
Lasciai che le donne si prendessero cura di me e mi vestissero.
Poi, in fretta e furia, le buttati quasi fuori dal mio alloggio e mi ci rinchiusi dentro.
Slegai la benda della mia mano. La ferita era del tutto rimarginata. Qualcosa mi diceva che mi ero nutrita in abbondanza: nemmeno una cicatrice.
Mi sdraiai sul letto, stringendo il cristallo tra le dita e respirando regolarmente.
La mia mente iniziò a vagare. Cercavo Lady Talia.
Un'improvvisa visione sfiorò la sua mente.
La mia voce sussurrata nel vento.
"Mia signora... arriveranno durante la consacrazione..."
Le grida della gente festante al cospetto del nuovo Arciduca si tramutarono in grida di terrore.
Le mostrai i temibile ariete di cui Cimarow era tanto orgoglioso. I suoi colpi risuonavano nella visione come un tetro presagio. La porta dei leoni tremò.
"Siate accorta... mia signora", sussurrai.
Improvvisamente riemersi.
Mi alzai tossendo e tremando. Quel modo di forzare la veglia era terribilmente difficile per me. Bevvi dell'acqua e posai il cristallo.
Ripensai al mio sogno e mi augurai non si trattasse di un presagio.
Ma Uriel era ben nascosto, solo io sapevo dove si trovasse e non l'avrei rivelato neppure di fronte alle torture più atroci.
In un turbinio di veli mi alzai e mi scrollai di dosso quella sensazione oscura, quindi scesi verso il cortile.
Assaporai l'aria fresca.
cavaliere25
26-04-2011, 12.04.22
Guardando il capitano dissi il soldato Pasual è stato attaccato da tre manigoldi lui era in compagnia dilla damigella Dafne io li avevo seguiti quei tre e sono riuscito a metterli in fuga dopo la rissa ora il soldato Pasual sta riposando ero solo venuti ad avvisarvi del accaduto e aspettai in silenzio una sua risposta
Talia
26-04-2011, 15.36.40
Lasciai Matys fuori ed entrai nella chiesa, avanzando lentamente... i miei passi risuonavano nella navata, amplificati dalla volta a crociera... non mi guardavo intorno, eppure percepivo ogni angolo e ogni pur minimo anfratto di quel luogo... mi sembrava quasi di rivivere quel sogno, tanto che un brivido potente e inatteso mi corse giù per la schiena: quelle armature erano lì, lì ai lati dell’ingresso proprio come le avevo sognate, ma mi sforzai di ignorarle almeno per il momento. Nonostante ciò, inavvertitamente, la mia mano corse rapida al medaglione che avevo al collo e lo strinse!
Giunsi sotto la statua di Santa Lucia e qui mi fermai... era bellissima, candida, con lo sguardo rivolto al cielo...
Lessi l’iscrizione: ‘Cerca nelle angosce della Santa ciò che ti tormenta’...
Poi la lessi di nuovo...
Ciò che mi tormentava... sembrava quasi che quell’iscrizione fosse stata messa lì per me!
Chiusi gli occhi di fronte a quella statua e chinai la testa...
E fu a quel punto che accadde qualcosa di inatteso... il cristallo che avevo legato al polso iniziò a bruciare sempre più... e poi giunse l’oblio...
La testa mi girò forte e io udii una voce, una voce nel vento...
"Mia signora... arriveranno durante la consacrazione..."
Le grida della gente festante al cospetto del nuovo Arciduca si tramutarono in grida di terrore.
Le mostrai i temibile ariete di cui Cimarow era tanto orgoglioso. I suoi colpi risuonavano nella visione come un tetro presagio. La porta dei leoni tremò.
"Siate accorta... mia signora", sussurrai.
Vacillai pericolosamente... Melisendra... la consacrazione, le grida della folla, gli arieti di Cimarow...
Riaprii gli occhi di scatto. Ero sorpresa. Scossa.
Per un attimo fui tentata di uscire di lì e correre a Capomazda, ma qualcosa mi bloccò...
Una cosa per volta... mi dissi ...puoi occuparti solo di una cosa per volta!
E il mio sogno, in quel momento, mi premeva più dei problemi del ducato. Per una volta, forse per la prima volta da quando mi ero sposata, sentivo di poter mettere i miei desideri davanti a quelli della potente stirpe dei Taddei... ed egoisticamente, quasi per un inconscio desiderio di rivalsa, decisi di farlo!
E comunque la consacrazione non ci sarà ancora... mi giustificai con me stessa ...non sarà certo oggi! Ho ancora tempo!
E, all’improvviso, rammentai di non esser sola e rammentai le parole che erano state dette poco prima.
...un posto maledetto...
...strane cose accadono qui intorno...
...di notte lo sentiamo... grida, affanna e si aggira...
...qui c’è solo tristezza e solitudine...
Non capivo... non sapevo! Ma avevo la sgradevole sensazione, anzi avevo l’assoluta certezza che tutti lì fossero a conoscenza di qualcosa che a me era sempre stato tenuto nascosto!
Perché?
Misi quindi i problemi del ducato da parte, mi voltai e fronteggiai le tre figure rimaste sulla soglia.
“Che cosa accade, dunque?” domandai, in tono calmo ma perentorio “Cos’è che dovrebbe spaventarmi tanto da impedirmi di venire a pregare in questo luogo ogni qualvolta io lo ritenga opportuno?”
Lady Morgana
26-04-2011, 16.33.15
Decisi che la cosa migliore da fare è travestirmi da bambina, appena sfuggita all'attacco del terribile Gufo Nero al suo villaggio e raggiungere Capomazda. Una volta arrivata avrei dovuto impietosire una dama, la principessa di Sygma, sposa del duca: Lady Talia.
Dovrebbe essere piuttosto facile impietosirla, si dice sia una donna molto dolce e impressionabile...ma forse si sbagliano...
Andai alla piscina di sangue nella Sala dei Sacrifici. Lì mi rivolsi al mio Dio: il glorioso Theenar.
Mio signore, è una delle vostre figlie che vi parla. Sono Verdammt, la maledetta. Ma per me è un onore essere stata scelta da Voi, non una maledizione. Vi chiamo per chiedervi una benedizione, prima che io parta per una missione da cui potrei non far più ritorno.
Presi l'ampolla dalla cintura e raccolsi del sangue dalla piscina; poi, facendo attenzione a non perderne neanche una goccia, lo bevvi.
Finito il rituale tornai nelle mie stanze, per preparare il travestimento; grazie alla mia bassa statura e al viso angelico, convincerli che sono solo una bambina sarà facile, ma dovrò stare sempre zitta e vigile.
é ora di partire...
Lady Dafne
26-04-2011, 21.36.30
“Cosa… cosa è accaduto? Ah… rammento…” disse “… ma tu come stai?” Chiese poi preoccupato. “Stai bene? E il bambino?”
"Ssssss, tranquillo Pasuan, va tutto bene. Io sto bene, il bambino sta bene. Tu piuttosto hai molto dolore?" dissi mentre gli cambiavo il panno bagnato con l'acqua fredda che gli tenevo poggiato sul gomito.
"Devi stare tranquillo e non muovere il braccio per un po' di giorni, quel balordo ti ha dato una bella botta e avevi una lussazione ma ora l'ho rimessa in sede" immersi un'altra pezza nel catino pieno d'acqua e gliela passai sul viso, i suoi lineamenti piano piano si distesero e si addolcivano. Dal panno cadde una goccia sul suo petto nudo, ebbe un fremito e rise arrossendo. Sorrisi anch'io abbassando lo sguardo poi continuai a parlare:
"Ti ricordi quel cadetto? per fortuna che è arrivato lui, chissà che cosa sarebbe successo altrimenti...lo conosci? Gli ho chiesto di andare ad avvisare il tuo capitano. Credo che potrai rimanere qui per la convalescenza, non penso che vorrà avere tra i piedi un cavaliere inabile... A proposito, la tua spada è qui vicino al letto, nel suo fodero, sei stato un pazzo a separartene" gli sorrisi e continuai sul resto del corpo l'opera iniziata con il panno umido.
http://img64.imageshack.us/img64/1231/ivanhoe1.jpg
Guisgard
27-04-2011, 01.47.15
Melisendra scese nel cortile, mentre varie attività erano svolte tra cavalieri, scudieri e servitori.
“Milady, vi ho cercata per tutto il giorno, ieri!” Disse sir Nyclos avvicinandosi alla ragazza. “Amate nascondervi o forse siete stata troppo impegnata?” Chiese poi sorridente. “Ora però reclamo la vostra compagnia… sapete, detesto fare colazione da solo… mi farete compagnia e poi usciremo per una cavalcata. E non accetto un rifiuto!” E rise di gusto.
Guisgard
27-04-2011, 02.03.53
Icarius e Matthias restarono a fissarsi per alcuni interminabili istanti.
I loro sguardi celavano ansia, inquietudine e astio.
“Finalmente ho la gioia di incontrarvi, milord!” Disse una voce che destò Icarius dalle sensazioni che aveva provato nel vedere l’uomo giunto da Sygma. “Vi trovo bene e ne ho piacere.” Aggiunse sorridente il priore Hadoss.
Icarius lo fissò titubante.
“Non temete, mio signore…” lo tranquillizzò con un sorriso il chierico “… non mi conoscete… sono Hadoss, priore del monastero di Sant’Andrea Apostolo del Monte Sperryor…”
Icarius sorrise a quell’uomo dai capelli bianchissimi e dalla voce profonda.
“Non conosco il luogo di cui mi dite, monsignore… o forse me ne sfugge l’ubicazione ora…”
“E’ una piccola contrada famosa per il buon vino e per l’ospitalità della sua gente.” Fece il priore.
“E dove si trova?”
“A Sygma, milord.”
“Sygma…”
“Da quella contrada è giunta anche la magnifica cavalla che vi è stata donata dal mio signore e re.”
“Cavalla?”
“Ah, vedo allora che non vi è stata ancora mostrata!” Esclamò il priore.
“Affatto. Ma voi… sapete, dunque…”
“Si, milord.” Annuì il priore. “Ma ho saputo che i medici ritengono momentanea questa vostra amnesia.”
“Non è facile ignorare se stessi ed il proprio passato…”
“Posso immaginarlo… anche se qui tutto parla dello splendore e delle virtù della vostra stirpe.”
Icarius non sapeva perché, ma sentiva che poteva fidarsi di quel chierico.
“Parlatemi di Sygma, vi prego…” mormorò “… quali sono i suoi colori, i suoi profumi… parlatemi della sua terra e del suo Cielo…”
“Credo che Sygma sia uno dei posti più belli che ci siano al mondo…” sorridendo Hadoss “… la terra ha mille colori, tanti quanti sono gli stati d’animo che sanno albergare nel cuore di un uomo… una tenera e vasta campagna, adagiata su dossi, ripiani e verdeggianti colline, si apre allo sguardo di chi sa apprezzare le meraviglie del Creato… ogni stagione è unica a Sygma, capace di abbigliare a suo modo la natura.”
“Qual è la vostra preferita?” Domandò Icarius, incantato da quella descrizione.
“Io adoro l’Autunno quando giunge nella mia terra… le colline si rivestono di un lieve giallino che immerge in un incanto ogni cosa… tutto allora sembra incantato... l’aria è fresca e le serate limpide… ovunque potreste udire un gioioso canto, nato dal sibilo del vento che fende, quasi accarezzandole, le cime dei cipressi…”
“Vorrei vedere quella meravigliosa terra…”
“La vedrete, mio signore.”
“Del resto solo una terra simile poteva accogliere un fiore tanto bello…” sospirò Icarius “… un fiore capace di riempire un’intera esistenza solo con i suoi colori ed i suoi profumi…”
“Tutto ciò che vi è a Sygma è vostro, milord.”
“Possedere una cosa non vuol dire che questa sia davvero nostra…” mormorò malinconico Icarius.
E detto questo si voltò di nuovo indietro, cercando con lo sguardo Matthias.
“A Sygma mi odiano, vero?” Chiese fissando di nuovo il priore. “Siate sincero, almeno voi… mi credono un tiranno, un conquistatore, vero? O peggio, forse… un viziato ed inetto rampollo, non è così?”
“Milord… il vento può portarci l’aria mite dal mare, ma solo trovandoci presso di esso noi potremmo avvertirne il fresco profumo di sale, il suono delle sue onde e ammirare la lucentezza del Sole che si specchia sulle sue acque… a Sygma si narrano molte cose di Capomazda… lo sfarzo e la magnifica classicità delle vostre chiese, contro la severa perfezione delle nostre. La pianeggiante e verde campagna che vi circonda, così differente dalla nostra, collinare ed intrisa invece di mille e più colori. Le sterminate cittadelle racchiuse da alte e solide mura che animano e ricoprono questi luoghi, contro gli isolati borghi addormentati, sui quali vegliano alti e austeri cipressi, delle nostre terre. Anche sul vostro pane si dicono tante cose!” Aggiunse ridendo. “Ma ciò che invece vedo ora qui, davanti a me…” facendosi serio “… è una terra dove in ogni cosa regna una nobiltà senza precedenti, dove ad ogni passo si avverte la presenza di un qualcosa di Sacro che legittima ogni suo valore ed ideale. E sono certo, mio signore…” sorridendo ad Icarius “… che se a Sygma potessero conoscervi, come è capitato a me oggi, non potrebbero che amarvi.”
Icarius sorrise senza dire nulla, quando all’improvviso qualcuno gridò dal cortile.
“Accorrete! Lady Talia è andata via! E’ fuggita con la cavalla di sua signoria!”