Visualizza versione completa : La Gioia dei Taddei
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Melisendra
11-06-2011, 19.26.04
Mi spazientii.
Avvicinai al suo volto la luce della candela, accarezzandogli una guancia. Mi avvicinai e lasciai che il suo respiro rallentasse fino a diventare più lieve del battito di ali di una farfalla. Lo guardai annaspare a occhi sgranati, cercando disperatamente l'aria di cui aveva bisogno. Perse conoscenza.
A un certo punto soffiai nuovamente dentro di lui. I suoi polmoni bruciavano di dolore. Fissai le sue pupille dilatate.
"Quindi intendevi tradire Gouf ed eliminarlo?"
Attesi che riprendesse fiato a sufficienza e continuai.
"Non sono una persona paziente, se non risponderai dovrò rifarlo... che cosa vuole il tuo alleato? E soprattutto chi è?"
Sospirai spazientita.
"D'accordo... penso che la prossima volta che riprenderai conoscenza ti avrò cavato gli occhi." Sbuffai.
Lady Morgana
12-06-2011, 11.48.19
Appena ebbi finito di parlare con Luna, uscii dalle mie stanze in cerca di Icarius. Ma non lo trovai.
Chiesi a delle guardie e a dei servi dove fosse, ma nessuno lo sapeva.
Pensai a dove poteva essersi recato in cerca di un po' di pace, quando passando davanti ad una porta sentii dei passi ed entrai.
Icarius stava seduto su dei gradini in una grande sala ove si ergevano statue di quelli che dovevano essere stati gli Arciduca di Capomazda.
Le grida provenienti dal cortile non erano ancora cessate, ma feci finta di niente e mi avvicinai lentamente ad Icarius e gli poggiai una mano sulla spalla.
"Nobile Taddei, non dovete credere alle parole di quel cavaliere, non dovete pensarci, non ora. Una persona sta venendo qui, a Capomazda per aiutarci a ritrovare vostra moglie. Forse vi sentirete delusi quando la vedrete, ma vi assicuro che è la migliore."
Mi fermai per dargli il tempo di capire. Vedevo chiaramente che era stravolto, gli occhi rossi di chi ha pianto...
"Dobbiamo partire immediatamente, mylord. Se volete. Io nel frattempo che decidete, vado a chiamare Lho, che ci aiuterà anche lui nelle ricerche."
Gli presi il viso tra le mani costringendolo a guardarmi negli occhi.
"So che non posso pretendere una cosa del genere dopo tutte le bugie che vi ho detto, ma io devo sapere. Nobile Taddei, vi fidate ancora di me?"
Attesi una risposta, ero angosciata e preoccupata. Sapevo che Lho ci sasebbe stato d'aiuto, ma non volevo che venisse, per paura.
Ora Lho conosce veramente il mio animo, la mia vita, la mia vera essenza. Sa che io sono l'incarnazione terrena del male. Anche Icarius lo sa, ma forse no lo ha ancora capito.
Gli occhi senza sguardo di Icarius confermarono i miei timori, ma rimasi comunque lì, ferma ed in silenzio, propensa ad ottenere una risposta alla domanda.
Fiducia... No, non ne sono degna...
Guisgard
13-06-2011, 01.38.00
Cimarow fissò Melisendra attraverso le sue pupille ormai sbiadite e dilatate.
Comprendeva, anzi sentiva, che quella donna non scherzava.
Era davvero decisa a tutto.
“Gouf…” disse con un fil di voce “… si… mi occorreva per… la sua bravura militare… non mi sono mai fidato… poi… poi…” cercando di riprendere fiato “… poi De Saint-Roche… lui sospettava di Gouf… mi disse… mi disse… che lui aveva un buon… movente per aver ucciso Nyclos… decidemmo allora… di eliminarlo… una volta caduta… Capomazda…”
Scosse il capo, quasi a voler scacciare quel dolore che gli stava lacerando i polmoni e la gola.
“Il… mio alleato… il mio alleato vuole distruggere i Taddei…” riprese “… non so perché… so solo che li odia… ne è quasi ossessionato… mi ha promesso il suo aiuto per conquistare Capomazda… ed in cambio uccideremo tutti i Taddei… non so altro… ora, in nome della pietà… che ci rende diversi… dalle bestie… dammi un pò… d’acqua…”
Melisendra
13-06-2011, 02.14.17
Mi alzai e scostai le tende del baldacchino.
La fiamma della candela si agitava inquieta.
Riflettei sulle parole di Lord Cimarow. Forse davvero non sapeva altro.
Forse quell'uomo incappucciato a cui non riusciva a dare nè un nome nè un'identità era... MI accigliai a quel pensiero.
Mi chinai su di lui e gli sfilai l'anello che recava il suo stemma.
"Se tu avessi avuto pietà per qualcuno, qualcuno proverebbe pietà per te..."
Per un attimo vacillai a quel pensiero. Io avevo avuto pietà per qualcuno? Qualcuno avrebbe avuto pietà per me?
"Non sarò io a toglierti la vita... lo faranno loro." Mormorai mestamente, mentre un vento invisibile agitava le tende e la fiamma cresceva a dismisura.
Una vittima per la loro protezione. Ogni luna. E ora erano molto impazienti, l'odore del sangue li aveva svegliati e resi famelici.
Tracciai su di lui il segno del sacrificio, fendendo l'aria con la punta del pugnale.
"E' vostro..."
Non ero pronta. La fiamma fu più rapida di qualunque mia aspettativa.
Lasciai cadere la candela e, senza guardarmi indietro, me ne andai verso la porta. Il fuoco stava lambendo l'intero letto alle mie spalle, voracemente. Presto lo avrebbe avvolto. L'ultima cosa che sentii fu odore di carne bruciata.
Non sapevo cosa sarebbe successo. Forse avrebbero dato fuoco a ogni cosa? Forse si sarebbero placati con il sacrificio.
Correndo attraverso i corridoi raggiunsi la mia camera e mi chiusi dentro, gettai le mie cose e qualche vestito in una borsa da viaggio, nascosi bene l'anello e guardai fuori, ormai stava sopraggiungendo l'alba.
In pena per l'incendio che forse si stava scatenando e per Freia che ormai non avrebbe dovuto tardare, mi misi a camminare avanti e indietro vicino alla porta, tendendo l'orecchio a ogni minimo rumore.
Guisgard
13-06-2011, 02.56.10
L’incendio in breve divampò in tutta la stanza.
Il signore del castello giaceva nel suo letto, immobile, alla mercè di un dolore fisico e mentale.
Egli aveva accarezzato, per lungo tempo, sogni di vittoria, potenza e vanagloria, ma ora tutto sembrava svanire ed incenerirsi, come i muri di quella stanza.
Ovunque ora vedeva tenebre e fiamme e sentiva una cieca e primordiale paura stringergli il cuore.
“E’ finita…” disse fra sé. “Dove sono i miei cavalieri? I miei servi e tutti coloro che hanno giurato di servirmi in questa impresa? Tutti nascosti come ratti ingrassati alla mia tavola!”
Emise, forse per la collera mista a disperazione, un gemito che morì in uno stentato lamento.
“Sei dunque cosciente, mio signore…” mormorò una voce gracchiante nella stanza “… per tua sfortuna…”
“Chi è là?” Tentò di urlare Cimarow. “Sei un demone giunto al mio capezzale? Sei venuto a prenderti la mia anima? Avvicinati e mostrati a me!”
“Sono la morte che giunge a prenderti, Cimarow…” avanzando Freia.
Il suo volto grottesco sembra assumere agli occhi di Cimarow fattezza mostruose e terribili, simili a quelle di un demone.
“Ripensa alle tue colpe, maledetto…” echeggiò la voce della vecchia.
“Allontanati da me, maledetta!” Gridò Cimarow, reso ormai folle dal dolore e dalla paura. “Allontanati e lasciami morire in pace!”
“In Pace? Tu non ne concedesti mai, maledetto!” Replicò Freia. “Anni di tormenti, di dolore e dannazione! Questo mi donasti, cane! Ancora le carni gridano le torture subite e l’anima gli strazi conosciuti!”
Si avvicinò allora al letto e lo fissò con i suoi occhi spettrali.
“Sei tu, maledetta!” Urlò Cimarow riconoscendola.
“Si, sono io…” ridendo la vecchia “… ed il mio volto sarà l’ultima cosa che ricorderai di aver visto… addio, lord Cimarow… all’Inferno potrai trovare un regno su cui dominare ed anime dannate da tormentare…”
Un attimo dopo Freia uscì.
“Uomini, guardie!” A gran voce Cimarow. “Accorrete dal vostro signore! Accorrete, maledetti vigliacchi!”
Ma il fuoco copriva la sua voce, generando lamenti e gemiti in quell’Averno di vampate e murature incandescenti.
“Chi siete?” Delirando il barone. “Chi siete e cosa cercate? Via dal mio letto! Via dal mio capezzale! Andate via! Andate via! Via da me!”
Un’ultima vampata avvolse tutta la stanza.
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Ad un tratto la porta si aprì ed una grottesca figura si mostrò a Melisendra.
“Il sacrilego pasto è stato loro servito…” disse Freia fissando la ragazza “… ma ben sai che di tutto questo dovrai rendere conto…”
Poi, per un breve ed indefinito istante, i suoi occhi sembrarono ammansirsi ed un lieve sorriso sorse sul suo volto rugoso e consumato dal tempo.
“Andrai via…” fissando la borsa preparata da Melisendra “… si, è ora che tu vada… tra un po’ tutto il castello brucerà…”
Melisendra
13-06-2011, 03.28.08
Ricambiai quello sguardo, mentre il sole ormai rischiarava l'orizzonte.
"A quanto pare sei più informata di me su ciò che intendono fare loro..." sollevai la mia bisaccia. Avevo bruciato i vestiti sporchi di sangue per precauzione, ma a quanto pare era stato inutile.
"Hai idea di come posso trovare l'accampamento di Gouf? Non ho alcuna intenzione di seguire i suoi ordini e andarmene in convento."
Mi coprii meglio col mantello.
"Tu cosa farai?"
Strinsi la cintura e assicurai il pugnale ad essa. Mi domandai cosa avrei detto a Gouf. Le strade erano insicure, certamente raggiungere l'accampamento poteva essere l'unico modo per riuscire ad arrivare a Capomazda senza farmi uccidere dai soldati e dalle bande mercenarie che ormai dovevano essersi sparse ovunque. Sospirai.
Guisgard
13-06-2011, 03.48.59
“Prendi tuo figlio e lascia queste terre.” Disse Freia fissandola con sguardo severo. “Lascia quell’uomo al suo destino. E’ colpevole di questo dramma nella stessa misura in cui lo era Cimarow. Cos’hai ancora che ti lega a quel cavaliere?” Domandò la vecchia. “Tra un pò ci sarà una terribile battaglia… sei ancora in tempo… non è troppo tardi per vivere la tua vita ed essere felice con tuo figlio…”
Si portò allora un velo nero sul capo, mentre il fumo e le fiamme avevano già allarmato tutti.
“Questo castello tra non molto illuminerà la brughiera con le sue fiamme…” aggiunse “… il mio posto è qui… la mia anima dannata appartiene a questo luogo ormai… ma tu no… va via e dimentica tutte le maschere di questa oscura tragedia… io sono Medea ed ho sacrificato ogni cosa per le mie colpe… ho saziato la mia vendetta uccidendo tutto ciò che più amavo… ma tu no… tu hai altro nome da quello di Medea ed il tuo destino non è segnato… non ancora... va via… via da tutto ciò…”
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Melisendra
13-06-2011, 04.25.19
"Non so quale dio parli attraverso la tua bocca, Freia... ma certamente non è la Follia." Le strinsi affettuosamente la mano. "Dici cose giuste e forse sono io ad essere folle, ma non sarò mai felice o in pace se almeno non ci avrò provato... a contrastare le tenebre del cuore di Gouf e quelle che minacciano di travolgerci."
Aprii la porta.
"Non so cosa tu abbia fatto, ma spero che tu riesca a perdonare te stessa prima della fine... in fondo seguiamo semplicemente il nostro destino e ne paghiamo il fio ogni giorno. Addio, Freia."
Calai il cappuccio sugli occhi e infilai la porta.
Corsi giù dalle scale, fino alle scuderie, mentre intorno a me tutti correvano verso l'ala dove era scoppiato l'incendio.
Trovai un cavallo e con un po' di fatica lo sellai.
Il ponte levatoio era stato abbassato a causa dell'incendio e ne approfittai.
Mi voltai un'ultima volta, mentre una colonna di fumo si alzava, formando bizzarri disegni nel cielo ormai rischiarato dalla luce del giorno.
Spronai il cavallo e mi diressi al crocevia.
La brughiera spettrale, poi la foresta. Potevo solo seguire le tracce lasciate dal numeroso esercito in movimento. Ma prima o poi quelle tracce si sarebbero divise e io non avevo idea su quale fronte si trovasse Gouf.
Ma ci avrei pensato una volta giunta al bivio. Cercai di rasserenarmi, per quanto fosse possibile dopo aver ucciso un uomo e bruciato un intero castello. Non era il momento per i sensi di colpa.
Ma il dubbio rimase. Un giorno avrei invocato io pietà.
Allontanai quelle idee macabre e strinsi le briglie. Mi concentrai sulle tracce.
Guisgard
13-06-2011, 04.38.30
La brughiera poi la foresta.
Melisendra attraversava quei luoghi mentre alle sue spalle finiva in cenere l’effimero sogno di Cimarow.
Giunse così su ciò che restava di un qualche villaggio.
Era stato distrutto e divorato dalle fiamme.
Corpi carbonizzati e straziati erano rivolti tra la polvere e la melma.
Forse non si erano arresi alle truppe di Gouf, o forse a quelle di Ivan de Saint-Roche.
La Luna rifletteva pallida ed immutabile, mentre in lontana sembravano salire verso il cielo sordi boati.
Forse erano i pilastri di quel mondo che cominciavano a cadere.
Poi, finalmente, un vasto accampamento.
Tantissime fiaccole ne illuminavano le tende.
Ad un tratto Melisendra sentì dei cavalli giungere da un sentiero laterale all’accampamento.
Portavano un pugno di uomini.
E tra essi vi era Ivan de Saint-Roche, che subito, riconosciuto dalle sentinelle, fu condotto in una delle innumerevoli tende di quell’accampamento.
Guisgard
13-06-2011, 04.48.26
Zimail fissò Dafne, per poi scuotere il capo.
“Il bosco è un luogo selvaggio, dove è sempre possibile fare brutti incontri.” Disse il vecchio. “E poi al villaggio ci sono soli pastori e contadini… gente semplice ed umile… non troverete nessuno disposto ad aiutarvi… se solo Pasuan avesse la vista…”
Si avvicinò di nuovo a Hubert.
“La febbre continua a salire…” mormorò “… purtroppo abbiamo ben poca scelta… ci occorrono quelle erbe…” guardando preoccupato Dafne “… è inutile indugiare oltre… vi accompagnerò io nel bosco…”
“Ma come?” Stupita la donna che era al suo servizio. “E’ troppo rischioso!”
“Anche lasciare il bambino in queste condizioni è rischioso…” fissandola Zimail.
Melisendra
13-06-2011, 05.03.38
Dannazione! Ero esausta. E a quanto sembrava ero pure finita sulla strada sbagliata.
Non dovevo andare a Est. Avrei dovuto seguire il sole morente.
La Sorte non mi era stata amica. Di tornare indietro non se ne parlava neanche... il cavallo era stanco come o più di me. Inoltre viaggiare di notte non era un'idea brillante, ma un autentico suicidio.
Decisi che mi sarei fermata il tempo necessario, prima di ripartire per raggiungere l'altro accampamento. Le tracce si dividevano una volta giunti di fronte alla palude vicino al Lagno. Mi ero inutilmente inoltrata nella foresta, mentre avrei dovuto seguire la palude e le tracce che la costeggiavano.
Aveva senso, in fondo quel tipo di terreno costituiva una barriera invalicabile per Capomazda, gli sbarrava la via di fuga una volta che i due eserciti avessero preso i fianchi, nessuno sarebbe più riuscito a passare.
Spronai il cavallo e irruppi nell'accampamento, accasciata sulla sella, stanca e impolverata.
"Il castello... è bruciato..." sussurrai a coloro che si erano avvicinati e avevano afferrato il mio cavallo per le briglie.
Guisgard
13-06-2011, 05.44.11
Alcuni soldati presero il cavallo di Melisendra, portandolo insieme agli altri.
“Come sarebbe che il castello brucia? E’ stato forse attaccato, milady? Raccontateci tutto…” disse uno dei luogotenenti di Gouf.
“Forse è meglio condurre lady Melisendra da sir Gouf, così che possa raccontare tutto in sua presenza.” Fece uno dei soldati.
Il luogotenente annuì e fece cenno ad uno dei suoi di accompagnare la ragazza nella tenda centrale.
Le torce e le candele illuminavano quella tenda, mentre su un robusto tavolo vi era una grossa mappa dei territori di Capomazda.
“Perché siete giunto qui?” Chiese Gouf a Ivan de Saint-Roche. “Non dovevate lasciare il vostro esercito.”
“State tranquillo, cavaliere…” rispose il barone “… i miei capitani hanno la situazione in pugno… ma mi occorreva conoscere il vostro piano… dobbiamo muoverci ben sapendo come agire… solo così potremo sfruttare i due schieramenti.”
“A questo punto i piani strategici” fece Gouf “contano ben poco... c’è da portare l’assedio a Capomazda…”
“Ma anche gli assedi richiedono piani e strategie… la storia ci insegna che solo così città ritenute imprendibili alla fine sono cadute…” replicò Ivan “… ditemi, volete forse ricorrere ad un cavallo di legno come fece Ulisse per prendere Troia? Oppure rifarvi al celebre Marco Furio Camillo e seguire la sua strategia che portò la città etrusca di Veio a cadere sotto il dominio di Roma?”
Gouf lo fissava.
“Se volete prendere spunto dalla storia, allora perché non seguire le tracce del grande Giulio Cesare e di come riuscì ad assediare e vincere la fortezza gallica di Alesia? Credo che Cesare si trovò ad affrontare i vostri stessi dubbi…” continuò Ivan “… ad esempio… quando forzerete l’assedio e penetrerete nella cittadella, ci sarà di certo una battaglia, ultima resistenza dei cavalieri dell’Arciduca… ebbene, ditemi, come guiderete le vostre truppe? Anche Cesare si chiese ciò… sarete alla testa delle armate? O nel centro di esse? Oppure dietro, ben protetto? Questi dubbi, pare, tormentarono il grande dittatore romano…”
Gouf sorseggiò del vino, per poi tornare a fissare Ivan.
“Se fossi alla testa del mie truppe” disse “rischierei di cadere sotto le frecce degli arcieri, lasciando così i miei uomini disorientati e pronti a disperdersi davanti alla carica della cavalleria capomazdese… di contro, però, se restassi nelle retrovie non potrei osservare gli esiti dello scontro e dare ordini ai miei…” sorseggiò di nuovo dalla sua coppa “… farò quindi proprio come Giulio Cesare racconta nei suoi resoconti sulla guerra gallica, milord… resterò al centro delle mie armate, protetto dai miei uomini, ma sempre in grado di decidere all’istante sul da farsi, perché potrei vedere l’evolversi della battaglia ed i miei soldati potranno vedermi in qualsiasi istante… e come ai legionari romani, anche ai miei uomini basterà guardarmi per trovare la forza di vincere la battaglia e la guerra stessa…”
Ivan lo fissò in silenzio.
“Ecco, spero di aver fugato ogni vostro dubbio, mio signore…” con un sorriso di sfida Gouf “… ora vi consiglio di tornare dai vostri e prepararvi per domani… credo che l’Arciduca di Capomazda sia un nemico molto più temibile del gallo Vercingetorige…”
“Cesare vinse in Gallia…” mormorò Ivan “… ma cadde poi, quando era al massimo della gloria, sotto i pugnali dei suoi stessi figli…”
“Io, a differenza di Cesare, non ho famiglia, né l’illusione che qualcuno possa amarmi… e non fidandomi di nessuno, non corro il rischio di essere tradito… ora tornate dai vostri soldati… mio signore…”
In quel momento Melisendra fu condotta nella tenda da un soldato.
Melisendra
13-06-2011, 06.01.27
Udendo quelle ultime parole rabbrividii.
Una volta condotta nella tenda rimasi sorpresa dal vedere sia Gouf che Sir Saint-Roche davanti ai miei occhi.
"Io..." balbettai, esausta e confusa. Mi ero persa ancor più di quanto pensassi. "Io... non sapevo dove andare... il castello è bruciato, probabilmente Lord Cimarow è gravemente ferito, se non addirittura morto... e quando sono andata via l'intera alla Nord del castello era in fiamme..."
MI resi conto che stavo tremando. Ero sinceramente scossa. Mi trovavo in una situazione veramente complicata e la lucidità iniziava ad abbandonarmi.
"Una delle mie servitrici mi ha aiutata a fuggire. Non ho idea di cosa possa essere successo... è stato il caos all'improvviso, all'alba."
Fortunatamente ero abbastanza impolverata da rendere credibile l'intera fuga precipitosa.
Crollai in ginocchio.
Guisgard
13-06-2011, 06.10.58
Gouf restò in silenzio a fissare Melisendra, mentre la ragazza raccontava l’accaduto.
“Lord Cimarow…” disse turbato Ivan “… ferito o morto? Come può aver preso fuoco l’intero castello? Impossibile… lord Cimarow non può essere morto…”
“Tornate al vostro schieramento, milord…” lo esortò Gouf “… stare qui a farfugliare è del tutto inutile… domani ci sarà l’assedio da portare a Capomazda…”
“Manderò subito degli uomini al castello!” Fece il barone.
“Andate, domani ci attende l’esito ultimo di tutto ciò…”
Ivan annuì e con i suoi lasciò prima la tenda, poi lo schieramento di Gouf, per far ritorno al suo.
Un servo entrò con un elisir e dei Sali per Melisendra.
“Lascia tutto lì e vai…” gli ordinò Gouf “… anche voi, lasciateci soli…” rivolgendosi ai suoi.
“Prendi, ti farà bene…” disse Gouf porgendo quell’elisir a Melisendra “… perché sei venuta qui?”
Melisendra
13-06-2011, 06.27.42
Sorseggiai l'elisir e bevvi molta acqua. Il viaggio era stato davvero disagevole e io ero molto assetata.
Mi sfilai il mantello impolverato e mi asciugai la fronte con un panno.
Osservai Gouf e la sua determinazione di fronte a quell'assedio mi sembrò tale e quale a quella di un bambino arrabbiato.
"Sono venuta per dirti che i tuoi alleati avevano intenzione di eliminarti una volta presa Capomazda..." lo scrutai per coglierne la reazione. Presi dalla cintola l'anello di Lord Cimarow e glielo mostrai.
"E non è la sola cosa che mi ha detto..." dissi sottovoce. "A quanto pare aveva veramente un misterioso alleato... incappucciato, di cui non ha mai visto il volto e di cui non conosce il nome, qualcuno che gli aveva promesso ogni ricchezza... e che gli ordinò con molta precisione di assoldare te e i tuoi mercenari."
Nascosi nuovamente l'anello.
"Sono tornata da te per non ripetere gli errori del passato."
Scivolai su uno scranno, mi doleva ogni singola parte del corpo, ma l'elisir mi stava rilassando.
"Avevano intenzione di tradirti tutti... ma io no. E ora Lord Cimarow è solo un mucchietto di cenere."
Mi avvicinai a lui. "Capomazda non deve cadere... hai capito, vero, chi c'è dietro a tutto questo? Per quanto ancora faremo il suo gioco?"
Guisgard
13-06-2011, 06.51.37
Gouf ascoltò ogni singola parola di Melisendra e fissò con attenzione l’anello di Cimarow.
“Si, sospettavo del loro tradimento…” disse “… ma non sarei il Cavaliere del Gufo se temessi gli intrighi di esseri come Cimarow, de Saint-Roche e i loro sgherri… quando i capomazdesi accetteranno lo scontro, sul campo di battaglia non cercherò solamente l’Arciduca e i suoi cavalieri… ma anche de Saint-Roche…”
Prese alcune pelli da un baule e coprì le spalle di Melisendra.
“Arrivati a questo punto” continuò “che Capomazda sopravviva o meno mi è del tutto indifferente… ma con il suo tesoro ripagherò la lealtà dei uomini… domani porteremo l’assedio alla cittadella ducale… perché? Perché devo vendicare Aytli… l’Arciduca l’ha uccisa, lo so… ed io cercherò il suo volto sul campo di battaglia…”
Si versò altro vino.
“Non hai risposto alla mia domanda… perché sei qui? Per chiedermi di uccidere il tuo oscuro signore che si nasconde a Capomazda? Beh, potresti farlo tu… sei sempre stata brava ad uccidere… a Capomazda saranno fieri di te… hai fatto loro un grande favore uccidendo lord Cimarow… perché sei stata tu, lo so…”
Ed in quel momento quel ricordo tornò a tormentarlo.
“Diglielo, Melisendra… diglielo che verrai con me di tua spontanea volontà!”
Lui la fissava, ma lei sfuggiva al suo sguardo, mentre l’oscuro uomo col cappuccio si abbandonava alla sua delirante risata.
“Sei solamente uno sciocco, Gouf...” ridendo “... uno sciocco!”
Guisgard
13-06-2011, 06.58.22
Icarius fissò Sayla e le sorrise all’improvviso.
“Certo che ho fiducia in te…” disse “… come potrei non averne? Sei l’unica che ancora sembra credere in me…” e abbracciò teneramente la ragazzina. “Sai…” come a voler scacciare via i pensieri e le inquietudini che lo tormentavano “… mi sarebbe piaciuto avere una sorellina! In verità ne ho una, sentendo gli altri, ma credo sia in giro da qualche parte per il mondo… io comunque non la ricordo minimamente…” e rise di gusto.
Fissò allora la luce proveniente da fuori ed il suo sguardo si fece serio.
“Oggi è la Sacra Festività di Pentecoste…” continuò “… e la dama della Pieve mi disse di tornare da lei proprio dopo questa Solennità… ma prima devo risolvere una questione... tu, nel frattempo, cerca Lho…”
Il cortile era ancora gremito di gente e solo stento le guardie riuscivano a trattenere il misterioso Cavaliere Custode.
Questi continuava ad inveire contro l’Arciduca e profetizzava l’imminente sciagura su tutti loro, se il nipote di Rauger e figlio di Ardross avesse continuato a reggere il ducato.
“Se dite il vero, cavaliere, vi darò la possibilità di provarlo.” Gridò Icarius.
Tutti si voltarono verso di lui ed un solenne silenzio scese sul cortile.
“In che modo?” Chiese il cavaliere.
“Secondo gli usi della cavalleria…” rispose Icarius “… come impongono le tradizioni normanne che hanno conquistato questa terra…”
“Non chiedo di meglio, milord…” annuendo il cavaliere.
Questi allora raggiunse il suo scudiero e si preparò a montare a cavallo.
Icarius chiamò i suoi servi, dando ordine di preparare il suo cavallo e le sue armi.
“E’ una pazzia, milord!” Cercando di farlo desistere Izar.
“Sono d’accordo, mio signore!” Avvicinandosi August. “Non dovete dimostrare niente a nessuno!”
“Lo credi davvero?” Chiese Icarius fissandoli entrambi.
Poco dopo, tutto fu pronto per la sfida.
I due campioni, Icarius da un lato ed il Cavaliere Custode dall’altro, si prepararono, con lance e scudi in pugno, a battersi.
I cavalli allora furono lanciati alla carica ed un attimo dopo l’immane scontro frastornò l’intero palazzo.
Le lance si spezzarono e spaccarono in diverse schegge, mentre gli scudi ne uscirono quasi del tutto deformati.
In un primo momento i due contendenti restarono ciascuno in sella al proprio destriero, ma poi il Cavaliere Custode si lasciò cadere al suolo.
Una scheggia della lancia del suo avversario l’aveva trafitto ad una spalla.
Icarius lo raggiunse e, saltando dalla sella, gli si lanciò sopra.
“Vi arrendete senza condizioni?” Gridò Icarius al suo avversario, mentre gli puntava al collo il Pugnale di Misericordia, quello che i cavalieri usavano per dare il colpo di grazia ai loro avversari, o per chiederne la resa.
“Siete il vincitore…” ansimando il misterioso cavaliere “… mi consegno a voi senza condizioni…”
Icarius allora ritirò la lama del pugnale ed il suo avversario si levò l’elmo, mostrando finalmente la sua identità.
Era il barone Gwinet de Ceraw.
“Traditore!” Gridò qualcuno nel vedere quel volto.
“A morte quel marrano!” Gridò qualcun altro.
Icarius zittì tutti con un gesto.
“Ciò che avete fatto” disse fissando il suo avversario “è indegno del vostro titolo… nessuna punizione, oltre la morte, sarebbe adatta… tuttavia, ripagherete alla vostra infedeltà e viltà combattendo per Capomazda… vi è una guerra ed il vostro braccio è necessario.”
“Giuro solennemente che combatterò con voi e per voi, mio signore.”
Gwinet allora fu condotto via per essere medicato.
Tutti poi raggiunsero Icarius, esultanti ed entusiasti per il valore dimostrato dal loro signore.
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Melisendra
13-06-2011, 07.47.03
"Non sono qui per sentire nuovamente ciò che pensi di me..." dissi, senza celare l'amarezza che provavo.
"E non sono qui neppure per richiedere la tua protezione. Nè per me nè per Uriel." L'orgoglio. Maledetto orgoglio.
"Sono qui per chiederti tempo. Non attaccare Capomazda. Possiamo fare un patto... io scoprirò chi ha ucciso Aytli e tu per tre giorni ti impegnerai a non attaccare. Sai anche tu che la morte di Cimarow creerà scompiglio tra i suoi alleati e domani qualcuno si tirerà indietro. Gli equilibri sono cambiati... ora i baroni si litigheranno la parte di Lord Cimarow e cercheranno di prevalere nell'accaparrarsi il suo potere. Il tuo attacco dovrà aspettare comunque."
Bevvi un po' d'acqua.
"Se tra tre giorni non sarò qui, seguirai i tuoi piani, ma se entro l'alba del quarto giorno ti porterò il suo assassino... non attaccherai la città, ma accerchierai l'esercito di Sir Saint-Roche bloccandogli la via di fuga e sederai la rivolta, come alleato della città. Posso procurarti un accordo: l'assassino di Aytli, la salvezza e le ricchezze di Saint Roche."
Probabilmente mi avrebbe dato della pazza.
"Oppure posso rimanere qui. E' sorprendente quanto sia rapido il fuoco a bruciare ogni cosa..." Passai la mano su un braciere e la fiamma crebbe e si agitò come un gatto a cui si accarezza la schiena.
"Sai che lo faccio anche per te... Non voglio che tu commetta l'errore che ci metterebbe nelle mani di chi ha organizzato tutto questo... Non lascerò che ci divida di nuovo..." Mi avvicinai a lui e gli toccai una guancia, mentre le pellicce ormai erano scivolate dalle mie spalle. "Non so cosa ho fatto per meritare questo astio... ti prego, Gouf... fidati di me! Voglio solo che questo finisca, voglio solo che torniamo liberi, lontano da intrighi e magie!"
Non voglio dover sacrificare anche te... come Lord Cimarow, pensai con la tristezza negli occhi.
cavaliere25
13-06-2011, 11.48.23
Accidenti dissi questa non ci voleva anche una guerra sta per scoppiare e per la donna che facciamo dissi guardando Finiwell
Lady Morgana
13-06-2011, 13.35.25
Mi alzai di scatto e uscii a passo svelto dalla stanza. Chiesi a dei servi se sapevano ove si travasse Lho, ma nessuno sapeva darmi risposta.
Stavo per chiedere ove fossero le sue stanz per ndare a controllare, quando sentii Icarius inveire contro il misterioso Cavaliere Custode, che si trovava ancora davanti al palazzo.
Si sarebbero affrontati con le armi.
Scrutai da una finestra il duello, col fiato sospeso, poi il cavaliere cadde rovinosamente da cavallo e lord Icarius gli fu immediatamente sopra e gli chiese la resa puntandogli un coltello alla gola.
Il cavaliere annuii, facendosi aiutare dal duca si alzò da terra, per poi sfilarsi l'elmo.
Sentii le urla indignate di Izar.
Quell'uomo è... un barone?
Mi immaginai l'uomo che veniva giustiziato nella piazza per alto tradimento, invece Icarius fu benevolo e gli disse che in cambio della sua vita, il barone avrebbe combattuto per il suo esercito durante l'imminente battaglia.
Il barone accettò e Icarius ordinò quindi a due servi di curare le ferite che gli aveva procurato.
Ossevai la folla che si era radunata intorno ai due sfidanti e vidi un viso familiare.
Lho...
Scesi nel cortile e mi feci largo tra i curiosi, per poi giungere vicino a Lho che esultava, per la vittoria del suo signore.
Mi misi in punta di piedi e gli bisbigliai poche parole all'orecchio.
"Dovete prepararvi, signore. Tra poco partiremo e ci serve il vosrto aiuto. Il Nobile Taddei, richiede la vostra presenza in questo viaggio. Ci vediamo qui fuori tra un'ora."
Detto ciò sparì tra la folla.
Rientrai a palazzo e mi diressi a passo svelto verso le mie stanze, quado sentii Luna chiamarmi a gran voce, procurandomi un forte giramento di testa.
Mi appoggiai al muro e respirai profondamente.
Luna... Cosa c'è?
Ma mi rispose solo il silenzio.
Dopo qualche minuto sentii finalmente la sua voce cristallina, ma era insolitamente carica di preoccupazione e paura.
Verdammt? Dove siete? Avevi detto che ci saremmo trovati a metà strada e invece... Verdammt, ho visto due eserciti pronti ad attaccare Capomazda. Non ha scampo, la città cadrà!
Calmati Luna e dimmi la tua esatta posizione. Dove ti trovi?
Io... Non lo so... Ma se resci a seguire il mio flusso di potere, ti guiderò fio a me.
Va bene.
Entrai precipitosa nelle mie stanze e preparai la sacca, in cui misi, varie erba, alcune piccole armi e il voluminoso libro datomi da Icarius.
Corsi poi in cortile, ove tovai Lord Icarius e Lho che discutevano.
Mi schiarii la gola e parlai.
"E' ora di andare. Vi farò io da guida, se siete d'accordo..." dissi lanciano un'occhiata a Lho.
"La persona che ci aiuterà, già ci attende." dissi poi rivolta ad Icarius.
La ritroveremo... Lady Talia...
Talia
13-06-2011, 15.25.00
Quella nuvola solitaria giunse a solcare il cielo e, per un istante, oscurò i raggi del sole che inondavano il cortile, il giardino e il palazzo in cui mi trovavo... e allora riuscii a distinguere ciò che aveva prodotto quel fastidioso riflesso.
Fu solo per un attimo che riuscii a vedere quelle due lunghe file parallele di lance disposte con cura, quasi come si fa con dei trofei. Vi era un elmo su ogni lancia e ciascuno di essi mostrava qualche ammaccatura o qualche lacerazione...
Fu un attimo, un colpo d’occhio... poi la nuvola passò oltre, velocemente com’era giunta, e di nuovo il sole tornò ad inondare ogni cosa con una luce potente e chiarissima, togliendomi di nuovo la possibilità di vedere.
Eppure quell’immagine non se ne andò dai miei occhi, la mia mente continuò a vederla anche quando non mi fu più possibile distinguerla e qualcosa in essa mi turbò profondamente...
Cos’era?
A chi appartenevano quelle lance? A chi erano appartenuti quegli elmi?
E chi era che ne faceva, con tanta disinvoltura, sfoggio?
Questi pensieri fecero tremare la mia anima e il mio cuore.
Voltai quindi le spalle alla finestra e, a rapidi passi, mi diressi verso la porta.
Shezan mi aveva detto che vi era qualcuno ad attendermi nel verziere... ebbene, sarei andata a quell’incontro, decisi. Desideravo delle risposte, desideravo sapere cos’era accaduto e accertarmi che niente di male fosse successo ad Icarius... ero preoccupata per lui, molto preoccupata: le sue grida, nella Pieve, erano l’ultima cosa che ricordavo chiaramente!
Mi accostai alla porta, presi un lungo respiro e abbassai la maniglia, spingendo il battente.
Lady Dafne
13-06-2011, 17.38.57
"Se solo ci fosse Pasuan..." aveva detto proprio così Zimail. Mi salì una rabbia nel cuore che avvampai.
"No!" dissi con nervosismo "No! Pasuan deve rimanere fuori da questa storia! Pasuan non deve sapere nulla di ciò che sta accadendo e soprattutto non deve sapere che io sono qui a casa vostra" dicendo queste parole guardai con occhio torvo la vecchia servitrice. Cercai di farle capire che non avrebbe dovuto dire una parola alle donne del villaggio.
"Appena la febbre di mio figlio sarà scesa me ne andrò via. Per favore, non dire a nessuno che sono qui" dissi alla donna. Mi rivolsi poi a Zimail
"Siete molto gentile, signore, ad accompagnarmi nel bosco. Fate tutto ciò che è in vostro potere per salvare il mio bambino. Ve ne prego! Anzi vi chiedo scusa se vi reco tanto disturbo".
Mi chinai poi sulla cesta nella quale Hubert respirava a fatica e sudava
"Stai tranquillo piccolo, la mamma ora va a procurare delle medicine per curarti, vedrai che starai meglio! Tieni duro piccolo, lo so che sei un bambino forte!". Si mise a piangere piano, non aveva nemmeno la forza di fare quello.
Mi lanciai il mantello sulle spalle, mi calai il cappuccio sul viso e mi voltai verso Zimail
"Sono pronta, signore. Quando volete possiamo incamminarci!"
Guisgard
13-06-2011, 21.49.49
Dafne e Zimail lasciarono verso il pomeriggio la casa del vecchio e si diressero nel bosco.
Seguirono un vecchio sentiero che tagliava in due quella verdeggiante macchia verde e si ritrovarono ai margini di una radura irregolare.
Qui, l’esperto Zimail subito trovò le erbe che stava cercando e ne raccolse in quantità sufficiente per curare il piccolo Hubert.
“Possiamo andare, damigella.” Disse Zimail.
Ma ad un tratto i due sentirono dei rumori.
“Presto, nascondiamoci qui!” Fece il vecchio, indicando un grosso tronco cavo.
Un attimo dopo quattro cavalieri armati, accompagnati da due molossi dall’aspetto feroce, giunsero presso i margini della radura.
“Presto, cerchiamo della legna per la sera.” Mormorò uno di loro.
“Altro che legna…” replicò un altro dei quattro “… per scaldarmi basterebbe una donna… chissà quanto dovremo attendere per averne qualcuna…”
“Tranquillo… quando prenderemo Capomazda potrai avere tutte le donne che desideri!”
E tutti e quattro scoppiarono a ridere.
Guisgard
13-06-2011, 22.06.05
La donna con gesti delicati tesseva quella sua tela dai variopinti colori e dai raffinati riflessi.
La stanza era ampia e soleggiata, con diversi monili dal gusto antico.
Ogni tanto, quasi senza badarci, si accarezzava qualcuna delle lunghe ciocche che cadevano sul suo bianchissimo e nobile volto.
Ad un tratto si voltò verso Sayla.
“Ti attendevo…” disse “… non c’è molto tempo… cerca la torre diroccata... cercala, Sayla… cercala... io sarò lì...”
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“Si, andremo noi tre…” fece Icarius dopo le parole di Sayla.
La giovane però appariva turbata dalla visione che gli era appena apparsa.
“Sayla… va tutto bene?” Chiese Icarius, accorgendosi di quella strana espressione sul viso della fanciulla.
Guisgard
13-06-2011, 22.29.26
Gouf restò a fissare Melisendra.
Un silenzio che, alla ragazza, apparve eterno.
Ed in quel silenzio i suoi occhi erano fissi in quelli di lei.
Il nero nel verde.
Il verde che avvolgeva il nero.
“Tieni molto a Capomazda a quanto vedo…” disse distogliendo di colpo il suo sguardo da quello di lei “… a me sono indifferenti i tuoi propositi… mi interessa solo scoprire che ha ucciso Aytli… le devo questo, almeno…”
Si voltò a fissare l’imbrunire che cominciava ad avvolgere ogni cosa.
“Se Cimarow è morto davvero” continuò quasi con indifferenza “allora credo che anche de Saint-Roche si ritirerà presto… forse passeranno diversi giorni prima che ci giungano nuovi ordini… attenderò quegli ordini… ma lo farò per avere le mani libere, non per altro…” sorseggiò altro vino “… poi mi muoverò... o mi porterai il colpevole o andrò a cercarlo io…”
Si voltò allora verso Melisendra.
“Il colpevole è l’Arciduca…” fissandola “… e nessuno potrà salvarlo… nemmeno tu…”
Finì il suo vino.
“Ora vattene…” mormorò “… ma bada di non farti trovare a Capomazda se dovessimo attaccarla… perché non risparmierò niente e nessuno… vattene ora…”
Melisendra
13-06-2011, 22.46.17
Mi rimisi il mantello sulle spalle e lo allacciai.
Fuori era buio e non sapevo con certezza la strada da intraprendere.
Mi sporsi sulle carte appoggiate sul tavolo e gli diedi un'occhiata. C'era solo una strada da seguire.
"Non metto in dubbio che non risparmierai nessuno..." dissi amaramente.
"Ci vediamo, Gouf... tornerò, puoi starne certo."
Non riuscii a guardarlo negli occhi. Uscii dalla tenda e chiesi che portassero il mio cavallo.
Lady Dafne
13-06-2011, 22.56.52
Mi sentii trascinare dietro un folto cespuglio poco prima che quei quattro ci potessero vedere. Trattenni il respiro temendo che anche quello avrebbe potuto tradirci. Mi raggomitolai tutta raccogliendo le ginocchia al petto cercando di occupare meno posto possibile per far nascondere anche il povero Zimail. Era stato così gentile ad accompagnarmi fin lì, mi sarebbe spiaciuto tanto se gli fosse successo qualcosa.
I due uomini intanto si avvicinarono, potevo vedere i loro piedi tra le foglie, ma non mi sembravano troppo vicini. Li sentii parlare
“Presto, cerchiamo della legna per la sera.” Mormorò uno di loro.
“Altro che legna…” replicò un altro dei quattro “… per scaldarmi basterebbe una donna… chissà quanto dovremo attendere per averne qualcuna…”
"Se mi trovano sono spacciata!" pensai... Mai come in quel momento avrei voluto avere vicino Pasuan, mi aveva salvato tante volte. Se fosse stato lì mi avrebbe salvato anche in quella circostanza, invece lui mi aveva liquidata dimenticando tutto. Alla fine non era poi molto diverso da quei quattro bruti: cercava le donne solo per divertirsi!
Mi persi in questi pensieri e non sentii la frase più importante
“Tranquillo… quando prenderemo Capomazda potrai avere tutte le donne che desideri!”
La frase che annunciava l'assedio di Capomazda e poteva far naufragare il mio piano di tornare immediatamente alla mia vecchia casa. Forse avrei dovuto rimanere in quel paesino di pastori e contadini molto più tempo del previsto. Mi resi conto solo in seguito di questo pericolo osservando lo sguardo torvo di Zimail.
Guisgard
14-06-2011, 01.34.18
I soldati riportarono il cavallo a Melisendra, mentre Gouf fissava il tutto dall’entrata della sua tenda.
Un lieve e fresca brezza si alzò sul bosco, percorrendo l’intero accampamento ed accarezzando gli stendardi e gli emblemi conficcati nel terreno.
Gouf allora si voltò verso i monti lontani, le cui sagome si alzavano sfocate e mutevoli nelle infinite tenebre che racchiudevano quella notte.
La notte.
Dominio di segni e sogni, sensazioni, emozioni, speranze ed illusioni.
“Faccio il mio solito giro d’ispezione…” disse Gouf alle guardie mentre si allontanava dalla tenda.
Melisendra era andata via, quasi inghiottita da quella notte, come uno dei tanti sogni che la popolavano.
Il cavaliere avvertì un profondo senso di solitudine.
Una solitudine antica.
Sua madre, Aytli e tanti compagni d’arme… tutti svaniti in notti non diverse da questa.
Ed anche Melisendra sembrava essere svanita come quelle innumerevoli ombre.
Tutto questo pensava Gouf, mentre quella brezza si era ormai mutata in un incerto sibilo che pareva condurre con sé echi lontani di un tempo ormai inesorabilmente perduto.
Melisendra
14-06-2011, 02.08.37
L'aria era fresca e la foresta silenziosa. Nonostante la lunga cavalcata a cui mi ero costretta e le braccia e le gambe che mi dolevano, mi costrinsi a continuare.
Costeggiai a lungo i territori paludosi, mentre il cavallo sprofondava pericolosamente nelle buche del terreno. Dovetti smontare per guidarlo su terreni sicuri. L'unico modo per stare lontana dalle strade principali era quello di affrontare qualche scomodità. Fino a quando giunsi a una strada di terra battuta che ben ricordavo.
Spronai ripetutamente il cavallo ad andare sempre più veloce. Non potevo fermarmi.
La prudenza avrebbe voluto che mi fermassi per la notte all'accampamento, ma non desideravo rimanere troppo a lungo sotto lo sguardo accusatorio di Gouf.
Il cavallo ormai era allo stremo. Era tutto il giorno che eravamo in viaggio.
Da lontano scorsi le luci lontane dei fuochi delle mura di Capomazda, inconfondibili nella notte. Strinsi le redini e incitai il cavallo.
Una volta sotto le mura gettai all'indietro il cappuccio e gridai: "Apritemi! Vi prego! Dite al Capitano Monteguard che Melisendra è tornata e porta notizie urgenti per lui e il Duca."
Ero allo stremo. A stento riuscivo a stare in sella. Sentii che anche le ultime forze mi stavano abbandonando.
Guisgard
14-06-2011, 02.13.10
Zimail fissò Dafne con uno sguardo scuro e preoccupato.
Si sentivano ancora le risate dei quattro cavalieri, quando i molossi cominciarono a tradire una certa agitazione.
“I cani…” disse uno dei cavalieri “… cosa diavolo hanno? Sembrano nervosi!”
“Forse vogliono solo correre liberi per questa radura…” rispose uno dei suoi compagni “… liberali per qualche momento…”
E appena liberi i due molossi cominciarono ad avvicinarsi al tronco cavo in cui erano nascosti Dafne e Zimail.
“Ehi, sembra abbiano fiutato qualcosa!”
“Forse qualche scoiattolo, o qualche lepre.”
“Forse un topo.”
“Magari una volpe!”
Tutti risero a quell’esclamazione del cavaliere.
“No, davvero, sembrano aver trovato qualcosa…”
Zimail, capendo che stavano per scoprirli, fissò Dafne e con lo sguardo le intimò di restare in silenzio e ben nascosta.
Un attimo dopo, all’improvviso, saltò su e si mostrò ai quattro cavalieri.
I cani nel vederlo cominciarono a ringhiare ed a schiumare.
“Pietà, miei signori!” Gridò spaventato il vecchio.
“Ehi, c’era davvero un grosso topo allora!” Esclamò uno dei cavalieri nel vederlo.
Di nuovo una sonora risata si udì dai quattro.
“Cosa ci fai nascosto come un verme, vecchio?” Chiese uno di loro.
“Ero venuto a cercare delle erbe, miei signori…”
“Per farne cosa?”
“Sono un medico e mi occorrevano per alcune medicine…”
“Un medico?” Ripeté uno dei cavalieri.
“Si, mio signore…” annuendo Zimail.
“E dimmi, vecchio… sono sempre stanco ultimamente… soprattutto al mattino… credo siano le ossa… cosa mi consigli? Un po’ di sano movimento?”
Gli altri tre risero, cercando di immaginare dove volesse arrivare il loro compagno.
“Beh, si…” fece Zimail “… fare movimento è sempre importante, fa bene al corpo ed allo spirito.”
“Allora comincia a correre, verme!” Esclamò il cavaliere. “E cerca di essere veloce… altrimenti i nostri molossi ti faranno fare una gran brutta fine!”
Zimail allora cominciò, per quanto poteva, a correre.
Un attimo dopo, tra risate e bestemmie, i cavalieri ordinarono ai loro cani di inseguire il povero vecchio.
Guisgard
14-06-2011, 02.31.58
Alle grida di Melisendra, una sentinella si affacciò dalle mura.
Un attimo dopo la monumentale Porta dei Leoni fu aperta e la ragazza fatta entrare.
Le guardie la condussero poi nella caserma, dove si trovavano August e Gervan.
“Chiamate subito il capitano.” Ordinò August ai suoi.
Poco dopo Monteguard raggiunse quella stanza.
“Milady, finalmente!” Esclamò nel vederla. “Cominciavo ad essere in pena… ho, come dire, visto in sogno il vostro messaggio… ma quella donna ci è sfuggita… voi come state? Che notizie recate dal castello di sir Cimarow?”
Melisendra
14-06-2011, 02.51.50
La gola mi bruciava dal gridare che avevo fatto e accettai con gratitudine l'acqua che mi venne offerta. Qualcuno prese il mio mantello e mi offrì uno scranno dove sedermi.
Aprii il borsello appeso alla mia cintura e ne estrassi l'anello di Lord Cimarow.
Lo porsi al Capitano.
"Ci è voluto più del previsto... ma Lord Cimarow è morto. All'alba. E con lui è bruciato anche tutto il castello."
Mi sgranchii le gambe, distendendole.
"Rimangono il Cavaliere del Gufo, sul lato Ovest del Lagno", dissi indicando una carta. "E Sir Ivan de Saint-Roche -probabilmente sarà proprio questi a prendere il posto di Lord Cimarow- e i baroni ribelli si trovano sul lato opposto. Ogni via di fuga è tagliata, impedita dalla palude."
Trassi un respiro profondo.
"Tuttavia c'è una possibilità...e tre giorni di tempo per valutarla."
Scelsi con cura le parole, ma ero troppo stanca per mettere in fila i pensieri.
"Il Cavaliere del Gufo potrebbe allearsi con Capomazda, ma ci sono delle condizioni: la completa libertà per lui e i suoi di andarsene dopo aver sedato la ribellione, le ricchezze di Saint-Roche per il suo esercito e... la vita di colui che ha ferito a morte quella donna da cui vi avevo messo in guardia. Sono qui per scoprire chi è stato e condurlo all'accampamento. Mi spiace, ma temo che questa sia l'unica soluzione per evitare la rovina."
Raccolsi le mani in grembo e attesi che mi rispondesse.
Guisgard
14-06-2011, 03.12.24
A quelle parole di Melisendra, Monteguard scambiò un rapido sguardo con August e Gervan.
“Sir Cimarow è dunque morto…” disse il capitano fissando l’anello del traditore“… resta però il suo esercito che sta cercando di stringerci in una morsa…”
“Il Cavaliere del Gufo non si alleerà mai con noi!” Intervenne August. “E poi troppi crimini hanno insanguinato il suo nome… no, quell’uomo va preso e condannato!”
“Resta comunque un avversario temibile, forse addirittura invincibile.” Disse Gervan.
“Nessuno è invincibile.”
“Sinistre leggende girano intorno a lui…” mormorò Gervan.
“Capitano, cosa facciamo?” Chiese August. “Credo sia fuori discussione consegnare qualcuno a quell’uomo… del resto quella donna era una spia ed andava catturata e giustiziata.”
Monteguard restò a riflettere.
“E chi è questo barone de Saint-Roche?” Domandò Gervan.
“Sarà una sorta di braccio destro di sir Cimarow.” Rispose August.
“Milady…” disse Monteguard fissando Melisendra “… siete stanca… andate a riposare, noi nel frattempo decideremo sul da farsi… penserò io ad avvertire sua signoria e Izar… e… grazie… davvero un ottimo lavoro. Siete stata brava ad ingannare il Cavaliere del Gufo senza farvi scoprire. Vi auguro un buon riposo.”
Guisgard
14-06-2011, 03.18.45
La Luna, pallida ed incantata, rifletteva il suo alone d’argento su quello scorcio di giardino, disegnando magiche ed eteree espressioni sulle statue che lo abbellivano.
Il lento e malinconico suono dell’ocarina sembrava accarezzare l’incanto di quella notte che avvolgeva ed ammaliava ogni cosa, in uno scenario dominato dal sognante bianco e nero della Luna persa nel firmamento.
“Siete bravo a suonare quell’affare!” Disse il ragazzino avvicinandosi a Guisgard.
“Ah, sei ancora tu…” mormorò il cavaliere “… pensavo fossi tornato a casa…”
“A casa ormai non c’è più nessuno” fissandolo il ragazzino “e posso andare in giro come più mi piace.”
“Capisco…” annuendo stancamente Guisgard “… beh, credo dovresti andare ora… grazie ancora per avermi accompagnato ad assistere allo sclerale di quel cavaliere.”
“L’Arciduca è stato in gamba a batterlo, vero!”
“Già…” mormorò Guisgard.
“Io mi chiamo Gavron…”
“Piacere…”
“Siete bravo a suonare quell’affare.”
“Affare?” Replicò Guisgard fissando la sua ocarina. “Questa si chiama ocarina.”
Gavron sorrise.
“Ora vai… voglio restare da solo…”
“Io mi sento sempre triste quando sono da solo…”
“Da piccolo ti sembra così, ma da grande, vedrai, ricercherai un pò si solitudine.”
“Non credo.”
Guisgard saltò giù dal muretto dove si era sdraiato e si sgranchì le gambe.
“Dove andate ora?” Chiese il ragazzino.
“A cercare la mia ambita solitudine!”
“Posso accompagnarvi?”
“Ma dimmi un pò…” fissandolo Guisgard “… tu sai cosa vuol dire la parola solitudine?”
“Si, è quando si è tristi perché da soli!”
Guisgard scosse il capo.
“Ascoltami, piccolo…” avvicinandosi al ragazzino “… io sono un solitario di natura, chiaro? Amo sentire il fruscio degli alberi in un bosco deserto, o lo scorrere di un torrente tra ciottoli lisci e levigati in uno scenario vergine, cavalcare dove l’unica voce che odo è quella del mio eco, o…”
“Cosa vuol dire vergine?” Domandò Gavron.
“Cosa?”
“Avete detto vergine… cosa significa quella parola?”
Guisgard si massaggiò una guancia.
“Vergine vuol dire…”
“Si?”
“Vuol dire pura, incontaminata.”
“Ah, ho capito. Grazie.” Annuendo e sorridendo. “Mi fate ascoltare un’altra volta la vostra… ehm…”
“Ocarina.” Mormorò Guisgard. “Si, ma bada che sarà una ninna nanna però!”
“Sarebbe bello…” fissando il cielo Gavron “… la mamma me ne cantava una ogni notte… sapete, ora lei è in Cielo… lassù.”
“Si, è lassù…” fissando il cielo Guisgard ed accarezzando la testa del piccolo Gavron.
Melisendra
14-06-2011, 03.27.15
Li guardai torvamente. Non volevo ci fossero equivoci.
"Non ho alcuna intenzione di tradire nessuno, miei signori. Sono qui per giungere a un accordo... al Cavaliere del Gufo non interessa Capomazda e se attaccherà e riuscirà a penetrare nella città... lascerà ogni cosa in balia dei suoi uomini. Posso garantirvi che questa città timorata di Dio diventerà un vero Inferno."
Mi alzai.
"Sono tornata perchè a quanto pare avevo dimenticato qualcosa tra queste mura..." mi osservavano con molta attenzione.
"A quanto pare covate una serpe in seno. Non un semplice traditore, ma colui che disegnò il progetto di conquista di Capomazda e si servì di Lord Cimarow per metterlo in atto."
Sapevo che questo li avrebbe sorpresi. Forse spaventati. A nessuno piace avere un traditore sotto il proprio tetto.
"Me lo ha confessato proprio lui, bè, prima di morire..." Abbassai lo sguardo sull'anello con sigillo ancora appoggiato sul tavolo.
"Non ho fatto tutto questo perché Gouf porti a termine l'assedio e quel verme l'abbia vinta. E non sono nemmeno un'assassina costosa, visto che ciò che voglio è solo scovare quel ragno tessitore e avere l'occasione di ucciderlo."
La stanchezza mi rendeva cupa. E vendicativa.
"Ho ragione di pensare che si tratti dello stesso uomo malvagio che mi tenne prigioniera per molti anni, fino a quando non riuscii a fuggire. Penso sia un mio diritto esigere la sua vita."
Guisgard
14-06-2011, 03.40.14
“Milady, che abbiate intenzione o meno di tradirlo, sappiate che il Gufo è un nostro nemico giurato.” Disse August. “Nemico di Capomazda, della Chiesa e della Fede che ci governa. E’ un assassino, un sanguinario e probabilmente il demonio gli ha già preparato un posto all’Inferno. Perciò fossi in voi…”
“Va bene, August…” lo zittì Monteguard “… va bene così, grazie… puoi andare… anche tu Gervan…”
“Capitano… e per quanto riguarda quel traditore?” Chiese Gervan. “Lady Melisendra ci ha fornito altri indizi sulla sua presenza, ma fino ad ora ogni nostro sforzo per trovarlo si è rivelato inutile…”
“Bisogna continuare a cercarlo…” fissandoli Monteguard “… potrebbe essere ovunque… tra i nostri cavalieri, tra il popolo… e forse, se lady Melisendra ha ragione circa la sua identità, a quest’ora potrebbe già aver saputo del suo ritorno a Capomazda… milady…” rivolgendosi alla ragazza “… state attenta e non fidatevi di nessuno… evitate di lasciare la cittadella… vi farò scortare da qualche mio cavaliere… noi lo troveremo e lo giustizieremo… vi do la mia parola… ma fino ad allora bisogna essere prudenti…”
Melisendra
14-06-2011, 03.58.25
"Sir August, se non erro..." mi rivolsi a quell'uomo scrutandolo con attenzione. Le sue parole avevano risvegliato certi miei dubbi in proposito alla scelta di campo che avevo compiuto. "Anch'io sono un'assassina. Qualcuno mi chiama strega per qualcosa che non è stato il demonio a darmi, ma la natura... Devo aspettarmi di trovare un rogo nel cortile una di queste mattine a venire?"
Considerati i miei trascorsi con la Chiesa e qualche maldestro tentativo di linciaggio di cui ero stata la protagonista, avevo le mie ragioni per essere dubbiosa.
"Perdonatemi, Monteguard, ma non cedo su questo punto: quell'uomo sarà mio. Non vostro o della giustizia di Capomazda." Ero molto seria.
"Sicuramente sa già che sono dentro le mura. Se volete stanarlo allora dovrete usare un'esca. Quell'uomo vuole sopra ogni cosa la distruzione di Capomazda. Quando saprà che l'ultimo ostacolo a tale progetto sono le condizioni di Sir Gouf, andrà a cercare quell'uomo e lo ucciderà prima che io possa condurlo al campo nemico. Perciò vi consiglio di dirmi di chi si tratta, prima che lo scopra lui. Quali cavalieri hanno inseguito quella donna? E quali si sono battuti con lei?"
Guisgard
14-06-2011, 04.18.52
Monteguard ed i suoi due cavalieri apparvero pensierosi e turbati.
“In verità, milady, molti dei nostri hanno inseguito quella donna” disse August “ed alcuni di loro non sono più ritornati… voi dite che ella è morta, eppure nessuno dei miei è venuto a riferirmi di questa cosa… e colui che ha ucciso quella donna, se fosse un nostro cavaliere, non avrebbe alcun motivo per tenerlo nascosto…”
“Milady…” prendendo la parola Monteguard “… parlate di un’esca… ma è fuori discussione che io sacrifichi uno dei miei per catturare la spia di cui parlate… e comunque non abbiamo la minima idea di chi sia stato ad uccidere quella donna…”
“Perché siete così certa che sia stato uno dei nostri ad ucciderla?” Chiese Gervan a Melisendra. "Potrebbe essere stato un brigante, o uno dei tanti cacciatori di taglie disseminati su queste terre."
Melisendra
14-06-2011, 04.35.12
"Penso che solo qualcuno molto abile nel combattimento abbia potuto uccidere uno dei migliori cavalieri dell'esercito di Sir Gouf. Lady Aytli non si sarebbe lasciata sopraffare da un volgare brigante. Ho visto quella donna combattere e vi assicuro che siete fortunati che non possa più calpestare un campo di battaglia. Inoltre... si era presentata qui da voi come cacciatrice di taglie... non avrebbe senso per un cacciatore di taglie attaccarne un altro. E di sicuro in molti sapevano che vi aveva portato il corpo di Lord Nyclos."
Tamburellai pensierosamente sul tavolo con la punta delle dita.
"Se i vostri non vi hanno riferito l'accaduto... allora è stato qualcuno che non risponde a voi, Capitano. In fondo Capomazda è piena di cavalieri stranieri... o sbaglio?" Sarebbe stato più difficile di quanto pensassi. E avevo solo tre giorni.
"Non voglio che lo sacrifichiate. Ma far sapere che lo scambio avverrà, anche se non sarà così, potrebbe indurlo dal rivelarsi. E probabilmente si adirerà quando saprà che sono coinvolta. Possiamo solo trovare quest'uomo e aspettare. Ma abbiamo solo tre giorni. Poi gioirà nel vedere l'esercito attaccare le mura. Per quanto ne sappiamo potrebbe essere pronto ad aprirgli le porte della città." Tacqui.
Guisgard
14-06-2011, 04.50.16
Monteguard si alzò e cominciò a camminare nervosamente per la stanza.
“Quel che dite è giusto…” disse il capitano a Melisendra “… difficilmente un brigante potrebbe vincere un cavaliere di quel livello… anche l’ipotesi del cacciatore di taglie va scartata… uno spadaccino qui a Capomazda nel bel mezzo di una guerra… non ha senso…” come a riflettere ad alta voce.
“E’ inutile star qui a ragionare su ipotesi e possibilità…” intervenne August “… se questo fantomatico spadaccino è qui, bisogna trovarlo. E subito.”
“Bisognerà essere cauti…” mormorò Gervan “… dobbiamo cercarlo con attenzione e prudenza… visto che, come dite, potrebbe essere un’altra spia…”
“Non credo sia coinvolto con le spie di sir Cimarow…” disse August “… se così fosse non avrebbe attaccato Aytli… potrebbe essere chiunque… magari un sicario inviato da qualche altro barone ribelle, o qualcuno deciso a vendicarsi di lord Icarius… ce ne sono tanti in giro…”
“Non abbiamo molto tempo, comunque.” Fece Gervan. “Iniziamo le ricerche… ma occhio e non date nulla per scontato…”
Melisendra
14-06-2011, 05.05.12
"Nessuno dei vostri uomini ha incontrato persone armate durante l'inseguimento?" Sospirai. "Bè, suppongo che domani sapremo se qualcuno ricorda qualcosa."
Mi massaggiai un polso dolorante e mi scostai i capelli dalla fronte. Non sapevo se essere fiduciosa.
"Sono quasi certa che il vostro traditore si trovi a palazzo e sia molto ben informato. Inoltre... potrebbe avere qualunque aspetto. E' molto abile in quel genere di illusioni." Per un attimo mi sommerse l'angoscia. "Quindi, a parte voi, Monteguard, non ho ragione di fidarmi di nessuno."
Presi le mie cose e mi alzai, un po' faticosamente.
"Scenderò nella città bassa e troverò una camera alla locanda. Mi auguro che siate fortunati e che i soldati ci possano fornire qualche indizio."
Mi inchinai.
Guisgard
14-06-2011, 05.25.01
“Potete tranquillamente fidarvi di me” disse il capitano a Monteguard “e dei miei luogotenenti.” Indicando August e Gervan. “Loro vi terranno d’occhio… meglio essere prudenti. Ora andate pure a riposarvi, ma evitate inutili rischi. Domattina radunerò l’intera guardia ducale ed avvertirò sua signoria.”
Monteguard salutò con un inchino Melisendra e liberò i due cavalieri che erano con loro.
Restò così da solo nella stanza, in balia d’inquietudini e timori.
Nello stesso momento, in un luogo oscuro due figure complottano segretamente.
“Era con Monteguard e due dei suoi cavalieri, mio signore.”
L’uomo incappucciato restò in silenzio.
“Credo abbia raccontato molte cose al capitano…” continuò il fedele seguace “… sono stati un bel pò a parlare nella caserma.”
“Sciocco di un Gouf…” mormorò l’oscura figura “… l’hai fatto di nuovo… ti sei di nuovo fidato di lei… lei che probabilmente ti ha appena venduto ai tuoi nemici… se quella donna è qui, può voler dire solo due cose… o è fuggita prima del ritorno di Aytli… oppure Aytli non è mai tornata al castello…”
Di nuovo restò in silenzio per qualche istante.
“Melisendra…” sussurrò la sinistra figura “… stavolta dovrò punirti molto severamente… e tu sai che conosco bene il modo di farti soffrire…”
http://tomgpalmer.com/wp-content/uploads/legacy-images/Lord%20Sidious.jpg
Melisendra
14-06-2011, 05.43.55
Una volta giunta alla locanda e accordatami con la padrona, mi chiusi la porta alle spalle e mi lasciai cadere su una sedia. Ero troppo impolverata per sedermi sul letto. Grazie al cielo non c'erano specchi che potessero mostrarmi la mia immagine.
Attesi pazientemente che una cameriera riempisse una tinozza e la aiutai a far scaldare l'acqua sul fuoco. Una volta lasciata sola e in ammollo nell'acqua calda mi sentii meglio.
Quel tepore mi confortò, anche se la freddezza di Gouf ancora mi feriva. Ma cosa potevo aspettarmi? Non ero stata migliore di lui.
A malincuore uscii dall'acqua calda e mi asciugai. Rimasi seduta accanto al fuoco, mentre le ciocche di capelli si asciugavano.
Una ragazzina arrivò per svuotare la tinozza e portare via i vestiti sporchi. Sistemai le mie cose, svuotando la bisaccia dei pochi vestiti che avevo portato con me.
Poco dopo mi infilai sotto le coperte.
Sperai in sogni tranquilli. Sperai di sognare mio figlio.
Sprofondai nel cuscino.
Guisgard
14-06-2011, 06.05.18
Il paese era deserto ed avvolto da una malinconica ed angosciante foschia.
I monti circostanti, dentro i quali, come una conca, quel luogo sembrava essere sprofondato, apparivano simili ad una grande gabbia, una prigione, oltre la quale non era possibile fuggire.
Melisendra camminava per quelle silenziose ed umide stradine, avvertendone l’inquieta ed innaturale solitudine.
I suoi piedi nudi sembravano come scivolare sulle pietre levigate e bagnate della stradina.
Gunse così presso un ponte, sul quale vi erano due uomini anziani.
“Non avrebbero dovuto costruire il paese su questo fiume...” disse uno dei due all’altro “... se straripa sarà la fine per tutti noi...”
Melisendra passò oltre, fino a ritrovarsi in una piccola piazzetta, sulla quale sorgeva la modesta chiesetta del posto.
La ragazza si avvicinò alla porta, ma una monaca le impedì di procedere oltre.
“Questa messa” spiegò la monaca “è per i defunti… domattina sarà celebrata quella ordinaria.”
Ad un tratto la campana suonò e la monaca svanì nel nulla.
“Presto, si stanno battendo!” Gridò qualcuno dal campanile della chiesa. “Correte, c’è anche il Cavaliere del Gufo.”
Melisendra cercò di raggiungere il luogo del duello, ma finì per perdersi tra le stradine del paese.
Ad un tratto udì dei canti e qualcuno che recitava una litania.
Un attimo dopo vide passare una processione per la festività di Sant’Antonio.
Dietro il santo, portato in spalla da alcuni devoti, vi erano dei fanciulli con il capo coperto da veli.
Uno di questi alzò la testa e fissò Melisendra.
Era Uriel ed aveva gli occhi consumati dal pianto.
“Quel cavaliere sembrava invincibile…” mormorò qualcuno nella processione “... eppure è stato sconfitto…”
Melisendra allora si voltò di nuovo verso la statua del santo, ma, incredibilmente, non c’era più l’immagine di Sant’Antonio.
Al suo posto, adagiata su un carro, vi era una bara.
Il lieve chiarore penetrò nella stanza, sfiorando il viso di Melisendra.
La ragazza si svegliò dolcemente, senza sussulti.
Ma un attimo dopo l’inquietudine per quel misterioso sogno cominciò a farsi strada dentro di sé.
Guisgard
14-06-2011, 06.16.20
Aperta la porta, Talia si ritrovò davanti ad un lungo corridoio.
Dall’altra parte, ad attenderla, c’era Shezan.
Questi salutò con un inchino la Granduchessa di Capomazda e la invitò a seguirlo.
Scesero una lunga e larga rampa di scale, ritrovandosi così in una vasta sala illuminata da ampie vetrata che salivano fino al soffitto a volta.
Shezan condusse poi Talia fuori dal palazzo, verso il verziere.
Qui, al centro, si trovava un ampio padiglione costruito tra quattro robusti olmi, sotto il quale si trovava, intenta a leggere un libro, una donna di straordinaria bellezza.
L’eunuco accompagnò Talia a quel padiglione, mentre varie persone, fanciulli ed adulti, apparivano tra gli alberi e le piante di quel giardino.
Ovunque nell’aria vi era una dolce e sognante melodia, accompagnata da diverse voci che recitavano ed interpretavano versi e rime di gusto amoroso.
“Milady, lady Talia è qui…” disse Shezan alla donna del padiglione.
“Benvenuta al Palazzo dell’Amorosa Gioia, milady.” Voltandosi lady Layla. “Spero che la stanza sia stata di vostro gradimento.”
http://media.sundancechannel.com/UPLOADS/blog/wp_fullfrontal/images/2010/02/robin_gladiator_03.jpg
Guisgard
14-06-2011, 06.19.48
Finiwell e Cavaliere25 avevano visto il potente esercito di Gouf accampato ai margini del bosco.
“Lasciamo perdere quella donna” disse Finiwell “e fiondiamoci a Capomazda ad avvertire gli altri su ciò che abbiamo appena visto!”
E dopo una rapida cavalcata i due giunsero a Capomazda.
Era ormai giorno ma, arrivati in caserma, non trovarono il capitano Monteguard.
“Ora si trova al palazzo ducale.” Spiegò un soldato. “Credo sia stato ricevuto da sua signoria.”
“Allora ci recheremo anche noi là!” Fece Finiwell. “Andiamo, ragazzo!” Rivolgendosi a Cavaliere25.
Talia
14-06-2011, 12.37.36
Seguii Shezan giù per la rampa di scale e poi attraverso quella sala, dalla quale uscimmo in giardino... tutto lì era sorprendentemente candido, luminoso, arioso...
Quando giungemmo in prossimità di quel padiglione iniziai a vedere molte persone affacciarsi e fare capolino tra la vegetazione, mi parve che tutti guardassero me e Shezan con curiosità, ma evitai di ricambiare i loro sguardi, tenendo il mio fermamente fisso sulla donna che stava seduta sotto l’ampio pergolato.
“Milady, lady Talia è qui…” disse Shezan alla donna del padiglione.
“Benvenuta al Palazzo dell’Amorosa Gioia, milady.” Voltandosi lady Layla. “Spero che la stanza sia stata di vostro gradimento.”
Accennai un minuscolo e delicato inchino...
“La vostra accoglienza, mia signora, è deliziosa e impeccabile!” dissi gentilmente “Shezan si è, molto cortesemente, messo a mia disposizione e mi ha offerto abiti e gioielli degni delle corti dei più grandi Imperatori...”
Feci una piccola pausa, restando per un momento a studiare la donna di fronte a me...
“Tuttavia...” soggiunsi poi, mentre il mio sguardo si faceva più scuro e profondo “Egli mi ha invece negato ciò che più desidero. L’unica cosa che desidero, anzi. Egli dice, cioè, di non potermi fornire nessun tipo di risposta. Perciò sono a chiedere a voi, milady, ciò che già, invano, domandai a lui: notizie di mio marito!”
cavaliere25
14-06-2011, 17.47.52
Va bene dissi a Finiwell speriamo che resti li il capitano non dobbiamo perdere tempo dobbiamo avvertirlo subito di cio che sta accadendo e dobbiamo prepararci alla battaglia
Lady Dafne
14-06-2011, 18.52.46
Approfittando della confusione provocata dalle risa dei cavalieri ed essendosi allontanati i cani, scattai su veloce dal nascondiglio e corsi via più veloce che potevo. Mentre fuggivo pregavo Dio di risparmiare il buon Zimail dalle fauci di quei terribili cani. Sapevo di non essere troppo lontana dal paesino che avevo lasciato poche ore prima.
Vi arrivai all'ora del tramonto, stanca e senza fiato ma sana e salva. Non pensai a riposarmi, corsi subito a casa di Zimail dove c'era Hubert, ma non entrai. Lasciai il sacchetto con le erbe medicinali sulla siglia e diedi due colpi alla porta. Non aspettai che aprissero, speravo che la vecchia fantesca sapesse come preparare la medicina per il bambino.
Corsi via verso l'unica persona che avrebbe potuto salvare il vecchio, ero diretta a casa di Pasuan. Trovai la porta aperta, non ebbi tempo per meravigliarmi di ciò, pensai solo ad entrare. Mi diressi subito in camera del cavaliere, lui era lì pallido e smunto.
"Vieni presto! Alzati! Non c'è tempo da perdere! Mi devi seguire subito nel bosco, Zimail è in pericolo... Dio non voglia che sia già morto. Mi aveva accompagnato nel bosco per prendere delle erbe mediche per curare Hubert che è molto malato. Siamo stati sorpresi da quattro cavalieri malvagi, avevano dei cani, Zimail per salvare me si è fatto scoprire da loro. I cani l'hanno inseguito.... Dio! Io... io... non so se è ancora vivo, sono dovuta fuggire e sono appena arrivata in paese".
Mi lanciai in ginocchio sul letto, mi allungai e riuscii a prendere la pesante spada che era stata appesa sul muro di testa. Mi avvicinai a Pasuan e senza che potesse dire nulla gli legai il fodero intorno alla vita poi gli presi il viso tra le mani:
"Vieni Pasuan, torna ad essere quello che eri! Io sarò i tuoi occhi, tu devi essere il braccio, il coraggio e la destrezza... io e te, assieme, ce la possiamo fare! Dobbiamo salvare Zimail! Lui ti ama come un figlio, ho visto come parlava di te, comportati ora come se lui fosse tuo padre!"
Morrigan
14-06-2011, 19.36.07
Morrigan fu sbalzata fuori da quella visione con una violenza inusuale. Stringeva tra le mani il suo medaglione, e allora comprese perchè la testa aveva cominciato a pulsarle così dolorosamente. Stava cercando di spingere al massimo i poteri di quell'amuleto, anche oltre i comuni incantesimi che le erano stati insegnati. E quello strumento sembrava aver chiesto in cambio qualcosa, come compenso per quell'abuso. Si portò una mano alla tempia, e con l'altra si appoggiò ad un tavolo. La testa le girava. Cercò una sedia, vi si abbandonò. E lì, in quel silenzio perfetto della stanza, Morrigan chiuse gli occhi e cominciò a ragionare...
... quella donna... quella donna della visione... io l'ho già vista... Lancillotto... un bambino che sia come Lancillotto... ma è Guisgard!
I suoi occhi si spalancarono nel buio, facendosi di colpo attenti...
... si, adesso rammento! E' la visione che ho rubato a Guisgard, ecco dove ho visto quella donna! Rasyel, si chiama Rasyel... ed è la stessa Rasyel di cui abbiamo cercato notizie al convento... e... e...
Morrigan trattenne il fiato. Il resto del suo ragionamento aveva quasi bloccato la sua mente, come se il suo stesso intelletto avesse deciso di censurarsi... perchè quell'idea che stava per formulare era troppo grave e terribile per essere trasformata in coscienza e fatto...
...e Ardross... è il duca di cui ho visto il ritratto.. ed è... è il padre di Icarius! Oh, mio Dio!
Si nascose il volto tra le mani... non voleva nemmeno pensarci... "Per te non sarà mai come l’altro tuo figlio, vero?"... la voce di Rasyel le risuonava nella mente come se l'avesse udita davvero in quella stanza...
Oh, mio Dio! Allora... Icarius e Guisgard... e il ducato...
In quel momento fu colta da un profondo sgomento...
Che sto facendo? Che sto facendo? E soprattutto... perchè?
La testa cominciò a girarle, il petto a farle male... Guisgard era uno dei Taddei... ne aveva già avuto il sospetto, ma non ne aveva la certezza... gli occhi... i loro occhi... qualcosa che aveva notato e che l'aveva già fatta sobbalzare... ma poi aveva scacciato quell'idea dalla sua mente, bollandola come assurda e bizzarra... adesso non poteva più sfuggire a quelle domande: che cosa voleva Guisgard? E cosa cercava davvero lì, a Capomazda?
"Mio Dio... moriremo... moriremo tutti!" mormorò, mentre il fiato le veniva meno.
E con quel pensiero, gettò il capo indietro, chiuse gli occhi e decise di non pensare più a nulla. Avrebbe aspettato... se solo Ravus avesse fatto più in fretta!
Guisgard
14-06-2011, 20.52.38
“Calmati ora!” Disse Pasuan a Dafne. “Perché vi siete avventurati nel bosco da soli? Una ragazza ed un vecchio! Che pazzia!” Scuotendo il capo. “Ora accompagnami alla stalla…”
Giunti alla stalla, i due montarono in sella al cavallo di Pasuan.
“Bene…” mormorò il cavaliere “… ora guidami tu, Dafne… indicami la strada esatta da seguire… e qualsiasi cosa accada resta sempre vicino a me!”
Un attimo dopo i due ragazzi galopparono verso il bosco.
Guisgard
14-06-2011, 21.02.03
“Questo è quanto…” disse Monteguard rivolgendosi ad Izar e a Ravus “… ma sua signoria?” Chiese poi.
“E’ tutto il giorno che non si vede…” rispose Izar “… dal suo ritorno passa molto tempo in compagnia di quella ragazzina… ora a loro due si è unito anche sir Lho… e tutto questo mentre il ducato rischia di essere travolto dalla guerra…”
“E’ comprensibile, ha perso sua moglie…”
“La vita è fatta di priorità, capitano” replicò Izar “ed il ducato viene prima di tutto. Non dimentichiamo che lord Icarius è uno dei Taddei.”
“Dobbiamo pregare e confidare in Dio.” Intervenne Ravus.
Izar annuì.
“Ora devo tornare in caserma…” fece il capitano “… col vostro permesso, miei signori…”
“Anche io ho diverse cose da fare.” Gli fece eco Ravus.
Nella sala restò così solo Izar.
Poco dopo l’abate tornò nel suo studio, dove, con suo stupore, trovò qualcuno ad attenderlo.
“Lady Morrigan, che sorpresa…” disse il chierico “… a cosa devo questo piacere?”
Melisendra
14-06-2011, 21.10.08
Rimasi a osservare il soffitto, stiracchiandomi pigramente.
Il sole filtrava dalla finestra, sfiorando il cuscino e riflettendosi nei bagliori dorati delle venature del legno. Mi rigirai, sprofondando il viso tra le coperte.
Rammentando quello strano sogno, però, una strana sensazione mi colse, come una specie di presagio. Cercai di scacciare quei timori, in fondo era stato solo un sogno.
Mi alzai e versai dell'acqua nel bacile e mi sciacquai il volto. La freschezza dell'acqua lavò via i cattivi pensieri e la paura. Non aveva senso avere paura. Il destino si sarebbe compiuto comunque, quindi la paura non mi sarebbe servita a niente.
Presi un vestito. Il meno sobrio che possedessi, di un allegro color ciliegia. Lo scopo era quello di non passare inosservata, sapevo che mi avrebbe osservata.
Mi coprii le spalle con uno scialle e uscii per le strade.
Mi diressi nuovamente verso il palazzo.
La giornata era davvero gradevole, come se il sole non dovesse mai tramontare sulla città, come se non ci fossero tenebre ad attenderla.
Affrettai il passo.
Morrigan
14-06-2011, 21.19.13
Morrigan sobbalzò, udendo la voce di Ravus alle sue spalle. Si levò in piedi, cercò di assumere di nuovo l'aria ansiosa e sofferente che aveva simulato prima di entrare, ma non ci fu bisogno di impegnarsi molto, giacchè il forte dolore alle tempie arrecatole dalla visione le aveva già reso il colorito pallido e gli occhi stanchi.
Si voltò verso l'abate, giunse le mani e lo fissò con occhi agitati.
"Padre mio, ho bisogno del vostro pio consiglio in un'ora di grande bisogno!" disse in fretta, implorandolo con la voce e con lo sguardo al contempo "Vi prego di ascoltarmi, anche se l'ora è tarda... ho commesso un grande peccato..."
Guisgard
14-06-2011, 21.36.06
La giornata era fresca ed un vento asciutto, gradevole e per niente forte, accarezzava le alte torri e le secolari mura della cittadella.
“Sei il solito racconta storie, Gavron!” Disse uno dei bambini del gruppo. “Tu non conosci nessun cavaliere!”
“Si, è un’altra delle sue fandonie!” Rincarò la dose un altro di loro. “Ricordate quando raccontava di un drago che abitava la campagna dietro casa sua?”
“Si, diceva che dormiva da secoli dentro il pozzo accanto a casa sua!”
E tutti risero forte.
“Vi dico che non è una bugia!” Esclamò Gavron. “Conosco davvero un cavaliere!”
“Si, sir Lancillotto del Lagno!” Ridendo uno dei bambini.
“Questa si che è buona!”
“Siete solo degli sciocchi…” mormorò Gavron.
“Andiamo, ragazzi!” Disse il capobanda. “E’ inutile star qui con questo perdente! Andiamo a giocare dietro il convento!”
Tutti andarono via, tranne l’unica bambina del gruppo.
“Neanche ti mi credi, Redanya?”
“Davvero conosci un cavaliere?” Chiese la piccola.
“Si, ti giuro che è vero.” Rispose Gavron.
“Allora ti credo…” sorridendo lei “… ha una spada?”
“Certo!” Esclamò Gavron. “Ed è molto bella!”
“E una dama?”
“Beh, questo non lo so…” mormorò Gavron “… ma perché mi fai questa domanda?”
“Perché ogni cavaliere vero ha sempre una dama, per essere suo devoto campione e salvarla da ogni pericolo.”
“Beh, posso chiederglielo quando lo rivedrò…”
“Mi porti con te quando lo rivedrai?” Domandò la piccola Redanya.
“Non so…” scuotendo il capo Gavron “… è un tipo solitario…”
“Ah…” sospirò delusa la bambina.
Gavron la fissò.
“Massì, ti porterò con me!”
“Dici davvero, Gavron?”
“Si!”
“Oh, grazie!”
“Andiamo a cercarlo!” Prendendola per mano lui.
“Si, andiamo!” Rispose felice lei.
E i due bambini andarono in cerca del loro cavaliere.
Lady Dafne
14-06-2011, 21.49.16
Mi sembrò quasi impossibile che Pasuan non opponesse resistenza alla mia richiesta di aiuto. Fino a quel momento, dopo l'incidente, aveva sempre gettato la spugna pinagendo sè stesso. Mi sembrò diverso, anzi no, mi sembrò il solito Pasuan, il cavaliere che avevo conosciuto molto tempo prima. Ma non andai oltre con i pensieri. Lo presi sottobraccio e lo condussi con passo deciso verso le scuderie. Salimmo sul suo cavallo
"Bene Pasuan, ora avanza deciso, non ci sono ostacoli davanti a te e il bosco dove dovremmo trovare Zimail è qui vicino. Ti guiderò io verso il sentiero".
Avanzammo, prima in modo titubante e poi sempre più veloci, arrivammo in prossimità del sentiero, poggiai le mie mani sugli avambracci di Pasuan. Se dovevamo andare a sinistra stringevo leggermente il braccio sinistro, e così per la destra. Fummo presto vicino al luogo dell'infausto incontro
"Ci siamo, siamo stati aggrediti qui. Non vedo nessuno qui intorno, nè i cavalieri, nè i cani, e nemmeno Zimail... dove sarà? Come starà? Pasuan... Pasuan! Vedo del sangue... molto sangue..." lo sconforto si sentiva tutto nel tono della mia voce "No!!! Io, io mi sento in colpa..." iniziai a piangere.
Melisendra
14-06-2011, 22.05.53
Notai in fondo alla strada, vicino a una fontana, un gruppetto di bambini.
Ero assetata, quindi mi avvicinai per prendere un po' d'acqua.
Mentre raccoglievo l'acqua fresca nelle mani e mi dissetavo, udii quei discorsi infantili. Sorrisi e, mentre scrollavo le mani per asciugale, mormorai tra me e me: "Tutti i pozzi ospitano draghi..." Mi asciugai le labbra con un fazzolettino, mentre mi sembrava di sentire la voce di Uriel che parlava del suo drago.
Guisgard
15-06-2011, 01.52.56
Una meravigliosa ed etera Luna brillava nel cielo di Capomazda.
Il suo pallido alone si rifletteva sulle antiche murature dei palazzi nobiliari, sui doccioni delle solenni chiese e sulla merlatura delle imponenti mura.
I discorsi di quei bambini avevano acceso, nel cuore di Melisendra, un vago senso di malinconia.
Una malinconia che sembrava mischiarsi alle indefinite sensazioni che portava con sé quella notte.
Di cosa si va in cerca durante la notte?
Probabilmente dei sogni.
I sogni che si celano e si confondono nel muto silenzio che avvolge lo scintillio del firmamento, o della vaga e sottile foschia che accarezza le lontane sagome dei monti dove luci remote segnalano luoghi dispersi in quell’incanto notturno.
I due bambini sembrarono svanire in una delle tante stradine laterali, impegnati com’erano a cercare il loro fantomatico cavaliere.
“Questa musica…” disse Redanya “… la senti?”
“Si, proviene dal boschetto!” Rispose Gavron. “Seguimi!”
“Buonasera, messere…” salutò il bambino fissando il robusto ramo dell’albero sul quale il novello Paride cantava alla Luna, argenteo pomo di desideri e sogni lontani.
“Ma tu non dormi mai?” Chiese il cavaliere smettendo di suonare.
“Ecco…” farfugliò Gavron “… la mia amica voleva conoscervi…”
Guisgard si voltò e fissò i due ragazzi.
Redanya lo guardò e sorrise.
“Salute, milord!” Inchinandosi.
Melisendra
15-06-2011, 02.14.02
Avevo passato la giornata girando per la città, ascoltando le chiacchiere del mercato e cercando non so qualche segno della presenza di quel farabutto.
Senza in indugiare oltre mi diressi alla caserma. Forse Monteguard aveva scoperto qualcosa.
Una luna particolarmente grande e inquieta splendeva nel cielo, illuminando il mio cammino, mentre i fuochi brillavano sulle mura della città, lottando contro le tenebre.
Una del genere non andava sprecata. Avrei fatto bene a inoltrarmi nella foresta a cercare i miei spiriti protettori. Dall'incendio non mi avevano più cercata. Dovevo ricordare loro il nostro patto.
Entrai nella caserma e mi guardai attorno, cercando di scorgere Monteguard o uno dei suoi cavalieri.
Guisgard
15-06-2011, 02.30.19
La caserma era silenziosa e solo poche sentinelle attraversavano il piccolo cortile adiacente alla poderosa struttura.
Tuttavia la stanza del capitano Monteguard era illuminata.
All’interno il capitano era alle prese con due dei suoi.
“Mi avete atteso all’uscita del palazzo ducale…” disse “… spero sia importante… novità su quella donna?”
“La donna ci è sfuggita, capitano, ma non per la sua abilità.” Cominciò Finiwell.
“Davvero? E per quale altro motivo?”
“Perché noi abbiamo desistito dall’inseguirla.”
“Vi avevo dato ordini precisi. Dovevate catturare quella donna.”
“Capitano, quando ascolterete ciò che abbiamo da dirvi, comprenderete il motivo della nostra decisione.”
“Un corno!” Gli ordini vanno sempre eseguiti!” Esclamò il capitano. “Fortuna per voi che quella donna non potrà più nuocerci!”
“Perché mai?”
“Perché è morta!”
“E chi l’ha uccisa?”
“Bella domanda…” fissandolo Monteguard “… avanti, ditemi cosa vi ha fatto rinunciare all’inseguimento.”
“Capitano… l’esercito di Cimarow ci ha stretto in una morsa… ormai tutte e due le grandi arterie del ducato, il passo Delle Cinque Vie e lo Stretto di Saggesia, sono nelle mani dei nostri nemici… un vasto e temibile esercito è accampato a poche miglia al di qua del confine… credo che presto verranno ad assediarci…”
“Ne siete certi?”
“Abbiamo visto con i nostri stessi occhi…” annuendo Finiwell “… io e Cavaliere25 siamo rimasti sconvolti da quella immagine…”
“Va bene… andate a riposarvi un pò… ci aspettano giorni difficili… andate.”
Finiwell e Cavaliere25 salutarono ed uscirono dalla stanza.
Melisendra
15-06-2011, 02.52.33
"Buonasera, Capitano." Dissi comparendo sulla porta. Avevo ascoltato a sufficienza.
"Nessuna notizia utile, vero?" Accennai con una punta di delusione.
Trassi un profondo sospiro.
"Solo due giorni..." mormorai nuovamente preoccupata. Feci per andarmene, ma mi soffermai. "Suppongo dovrò attingere ad altre fonti..."
Mi avvolsi nello scialle e accennai un saluto col capo, quindi mi affrettai verso l'uscita, lasciando che mormorassero pure alle mie spalle.
Una volta raggiunti i giardini del palazzo mi soffermai in attesa. Nemmeno un alito di vento. Osservai meglio il cielo e le fronde degli alberi. Niente.
"Dove siete?" sussurrai. "Ho bisogno di voi... mostratemi il cammino..."
Attesi che si manifestassero. Non potevano essere lontani. Una torcia tremò come stuzzicata da un vento invisibile.
Mi sedetti sull'erba, in attesa di qualcosa.
Guisgard
15-06-2011, 02.54.55
“Smettila di piangere, Dafne!” Disse Pasuan. “Ora scendiamo da cavallo e portami vicino a quelle tracce di sangue.”
E controllate quelle tracce, Pasuan restò a sentire il vento.
“Siamo controvento…” mormorò “… perciò sarà complicato cercare di capire la direzione presa da Zimail…” prese un pegno di terreno e lo strinse “… montiamo in sella e seguiamo il sentiero… Zimail è abbastanza esperto da sapere che in queste zone seguire il sentiero è l’unico modo per non perdersi…”
Ripresero allora il cammino, senza mai allontanarsi dal sentiero.
Percorsero alcune miglia, fino a ritrovarsi davanti ad un bivio.
Una grande quercia divideva in due il sentiero.
Il lato destro era polveroso e scosceso, mentre quello di sinistra appariva melmoso e stretto.
Pasuan chiese a Dafne di descrivergli le due parti del sentiero e dopo le parole della ragazza scelse quale strada prendere.
“Seguiremo il lato di destra…” disse “… la melma è pericolosa, perché può sempre celare pericoli… se finissimo in una palude o nelle sabbie mobili sarebbe la fine.”
Presero dunque il sentiero di destra e dopo un pò si ritrovarono davanti ad una piccola cappelletta di gusto bretone, nella quale era raffigurata Santa Agnese.
Ai piedi di questa vi era una giovane donna che piangeva e si disperava.
Guisgard
15-06-2011, 03.05.13
La Luna invadeva con la sua luce buona parte dei giardini, disegnando tra gli alberi e le statue indefiniti ed enigmatici giochi di luci ed ombre.
Ad un tratto un’ombra si allungò alle sue spalle, deformandosi una volta raggiunti i gradini dove era seduta Melisendra.
“Notti come queste sono davvero insopportabili…” disse Izar giungendo alle spalle della ragazza “… nulla sembra rispondere alle nostre preoccupazioni, ai nostri timori… il capitano Monteguard mi ha raccontato ogni cosa… la morte di sir Cimarow e l’imminente attacco guidato dal terribile Cavaliere del Gufo… a volte vago tra i meandri di questo palazzo, in cerca neanche io so di cosa… vorrei che lord Rauger fosse qui… dopo la sua morte Capomazda ha vissuto solo inquietudini… a volte temo che questa prova da superare sia troppo grande per noi… vi prego, milady, parlatemi dell’ultimatum… cosa accadrà se il Gufo non avrà avuto il nome di colui che ha ucciso la sua fedele guerriera? Voi siete stata in quel castello e sicuramente avrete avuto modo di studiarne i comportamenti e l'indole... pensate sia possibile trattare con lui? Offrendogli oro per sé e per i suoi?”
Melisendra
15-06-2011, 03.31.08
Mi voltai non appena vidi quell'ombra. E riconobbi quell'uomo.
Mi domandai se avesse capito quello che stavo facendo, ma non parve dare importanza alle mie parole, anche se le avesse udite.
Lo ascoltai attentamente.
"Posso dirvi che non vuole ricchezze per sè, ma solo per ricompensare la lealtà dei suoi uomini. I quali gli sono davvero fedeli fino alla morte. Per se stesso vuole solo l'assassino della sua più cara e fedele amica."
Tacqui un istante. Osservando le ombre.
"Se non otterrà ciò che vuole distruggerà la città. Non ci sarà pietà."
Nulla, niente che mi facesse indovinare la loro presenza.
"Piuttosto sono preoccupata del suo alleato, se così possiamo chiamarlo, visto che si ucciderebbero a vicenda con grande soddisfazione... mi riferisco a Sir Ivan de Saint Roche. Ha l'aria di una volpe astuta ed è un uomo infido. Sir Gouf sarebbe più che lieto di lanciarsi su di lui con la ferocia di un mastino."
Smisi di concentrarmi sugli incerti profili degli alberi e mi voltai verso il mio interlocutore.
"Bisogna trovare quell'uomo. Mi spiace dirlo, ma è uno scambio quasi generoso, considerando l'indole del Cavaliere del Gufo. La vita di un solo uomo potrebbe salvarne molte..." Poi mi scossi. "Come sta il caro Ravus? Ha già iniziato a pregare per la mia anima quando ha saputo del mio ritorno?" sorrisi ironica.
Il vento mi agitò le vesti e mi scompigliò i capelli. Forse qualcosa si muoveva. Forse non erano troppo lontani. I miei sensi li sentivano.
Guisgard
15-06-2011, 03.45.15
Izar sorrise.
“Il buon Ravus sta pregando per tutti noi, milady…” disse “… e Dio solo sa quanto ne abbiamo bisogno…”
“Melisendra…” sussurrò la sua voce “... Melisendra...”
“Uno scambio equo dite…” continuò Izar “… sarò sincero… in tutta questa storia non riesco più a comprendere dove sia la ragione e dove il torto… e forse non troveremo mai l’assassino di quella donna… forse si nasconde, forse è già fuggito chissà dove…”
“Non puoi celarti ai miei occhi…” di nuovo la sua voce “…ti vedo… ti sento... non puoi evocare nessuno… perché nessuno ti salverà...” la sua delirante risata “… io posso leggerti nel cuore… e scoprire ogni tuo segreto… avverto la tua paura… sento l’odore della tua anima in pena...” queste ultime parole dell’oscuro signore echeggiarono fino all’ossessione nella sua mente.
“Perdonatemi, milady…” quasi incuriosito Izar “… ma sembrate celare, nelle vostre parole, una sorta di fatale ed inesorabile ammirazione verso quell’uomo… del resto è un assassino… un feroce assassino… eppure, in voi avverto rispetto verso quel temibile cavaliere…” sorrise di nuovo “… ma si sa, un filosofo come me cerca di leggere nel cuore degli uomini, nella speranza di comprendere il motivo delle azioni che poi, inesorabilmente, portano drammi e tragedie in questo mondo… perdonatemi se sono stato indiscreto ed invadente…” si alzò dai gradini “… ora mi ritiro… buonanotte, milady…”
Ed andò via.
Guisgard
15-06-2011, 03.53.03
Ravus annuì e fece segno a Morrigan di inginocchiarsi per la confessione.
“Monsignore…” disse Rasyel scostando il velo dal suo volto “... forse ho peccato nell’ innamorarmi di lui, ma credetemi non ho potuto fare altrimenti...”
“Milady…” scuotendo il capo Ravus “... il nostro cuore va ammansito, educato a quelli che sono i precetti della Fede...”
“Credete sia possibile imporre la nostra volontà al cuore?”
“Mia signora, siete una donna tanto bella quanto colta... questo non è un poema, o un romanzo cavalleresco... in ballo non vi è solamente un tradimento matrimoniale, ma la sicurezza dell’intero ducato…”
“Tradimento?” Lo interruppe lei. “Non è giusto definire così i miei sentimenti...”
“Ragionate, in nome di Dio…”
“Si, Dio!” Esclamò Lei. “E’ stato Dio a donarmi quest’amore! Prima ero morta e con esso sono tornata a vivere! Ero spenta e la sua luce ha riacceso in me la vita! Questo per me è un miracolo! Un dono di Dio! Non vi è male in tutto ciò!”
“E sua moglie, milady?” Chiese quasi indispettito Ravus. “Anch’ella lo ama! E forse non meno di voi! E’ dunque destinata a soffrire? Soffrire come tutti noi? Perché da questa storia nascerà solo dolore e rovina!”
“Vi sbagliate…” sospirò lei chinando il capo “…non può amarlo come lo amo io… nessuna a questo mondo potrebbe...”
Di nuovo una visione aveva attraversato il cuore di Morrigan.
“Vi ascolto, milady…” aggiunse il chierico alla ragazza “… parlatemi del vostro peccato che tanto vi tormenta…”
Melisendra
15-06-2011, 04.07.10
"Certe volte stento a capire io stessa il significato delle mie azioni..." risposi distrattamente, mentre quella voce mi riecheggiava nella testa.
"Buonanotte, milord..." camuffai il mio malessere evitando lo sguardo di Izar.
Mi alzai e mi incamminai verso gli alberi, per celarmi alla vista di chi sarebbe potuto sopraggiungere dai gradini.
"Vieni, allora..." mormorai, certa che mi stava sentendo. "In memoria dei vecchi tempi..."
Respirai a fondo.
"So che siete qui! Mostratevi!" ordinai agli spiriti. Poco dopo si alzò il vento che ben conoscevo. Lo seguii, percependo il loro richiamo nel movimento delle fronde degli alberi e scorgendo qualche ombra guizzante.
Potevo solo mettere un passo davanti all'altro, fiduciosa.
Guisgard
15-06-2011, 04.19.08
Ombre.
Inquiete immagini forse provenienti da un oscuro mondo remoto, o forse solo da noi stessi.
Melisendra osservava gli alberi ondeggiare a quel leggero soffio della notte, per poi, d’improvviso, arrestarsi fino all’immobilità
L’incantatrice ben conosceva quelle sensazioni.
Erano lì.
Svanita la voce e la presenza dell’antico nemico, ora la ragazza avvertiva di nuovo la loro presenza.
L’acqua di una delle monumentali fontane del verziere s’increspò e la Luna parve assumere una luce sconosciuta.
Ora poteva chiedere.
Chiedere ciò che le occorreva.
Loro avrebbero ascoltato la sua voce.
Melisendra
15-06-2011, 04.37.39
"Sapete cosa mi occorre..." dissi loro. "Se non lo troveremo, gli dirò la verità e consegnerò me stessa. In fondo sono stata io a causare la morte di quella sciocca." Era una delle possibilità che stavo prendendo in considerazione. Almeno per temporeggiare.
Mi sdraiai nell'erba, per meglio sentirne la forza e attingerne.
Poi un vento improvviso si levò, come se avesse voluto spazzarmi via. Mi alzai, stringendo lo scialle intorno al corpo. Era un vento insolitamente insistente.
"Non fate scherzi..."li ammonii. "Dove accidenti mi state portando?" domandai n po' seccata.
Guisgard
15-06-2011, 04.49.02
Il vento.
Fu un istante.
Quasi a scuotere l’incanto della notte.
Poi quel sibilo svanì nello stesso modo in cui era giunto.
Ma lasciò un eco.
Una melodia.
Malinconica, inquieta che sembrava sorgere dal vibrare delle foglie degli alberi e dai riflessi che la Luna lasciava sui fiori del verziere.
Quel suono proveniva dall’altra parte del giardino.
Da una figura adagiata sotto una delle marmoree statue che adornavano quel luogo.
Melisendra
15-06-2011, 05.01.05
Incespicai nell'erba, impigliandomi col vestito.
"Ora basta... smettetela! Non è divertente... se vi avessi chiesto di incendiare qualcosa non sareste stati così... maldestri..." sibilai, mentre cercavo di tenere un equilibrio.
Il vento cesso e finalmente potei orientarmi.
"Qui? Qui ci sono solo statue!" Sapevo che raramente gli spiriti erano affidabili, che avrebbero iniziato a diventare bizzosi e dispettosi, ma avevo sperato che scegliessero un momento diverso.
Mi scostai i capelli dal volto ed proruppi in uno sfogo di rabbia.
"Sentito? Solo statue!", gridai risentita. Lanciai una pigna contro una di esse, mentre cercavo di liberare l'orlo dello scialle da un ramo in cui mi ero impigliata.
Frustrazione.
Non mi ero accorta della musica, ma ci feci caso quando cessò.
Guisgard
15-06-2011, 05.15.06
La musica cessò appena Melisendra colpì una delle statue con una pigna.
“Ehi…” disse qualcuno nascosto ai piedi della statua “… Capomazda è già sotto attacco? Però, ad essere sincero, pensavo volessero predare i suoi tesori e non prenderli a colpi di pigna!” E rise di gusto. “Milady, dovreste contenere la vostra rabbia…” continuò “... il fatto che il vostro spasimante vi abbia fatta arrabbiare, non è un buon motivo per prendervela con queste povere statue!” Scostò il capo verso la statua colpita. “Mmmm…” mormorò “… bel gruppo marmoreo, non c’è che dire… Paride ed Elena…” li odiate perché a causa loro è scoppiata una guerra, milady? O forse avete tirato quella pigna solo per far smettere il suono della mia ocarina?"
Melisendra
15-06-2011, 05.45.44
"Chi è là?" Mi bloccai appena in tempo prima di aggiungere qualche imprecazione a coronamento della mia sfuriata.
Nuovamente un vento invisibile mi sospinse. Per un attimo rimasi così, sospesa tra le parole e le azioni. Sorpresa.
Mi avvicinai con cautela al gruppo di statue che, celato dall'ombra mi aveva nascosto la presenza di qualcuno. Appena lo vidi lo riconobbi.
"Voi? Qui?" ero sinceramente sbalordita. E molto grata agli spiriti. Pentita di averli redarguiti in quel modo.
"Vi avevo confuso con questo..." lanciai un'occhiata poco interessata alle statue "lezioso gruppo di statue."
Mi avvicinai.
"Bè, la pigna non era rivolta a voi..." lo guardai un po' imbarazzata. Era stato inappropriato perdere le staffe in quel modo. "Ma... ma cosa ci fate nascosto così nell'ombra?"
Raccolsi le gonne e mi appoggiai a una piccola statua rappresentante un fauno, abbandonata tra le felci e l'erba alta.
Guisgard
15-06-2011, 06.09.16
“Confuso con Paride? Uhm… lusingato del paragone, milady…” disse Guisgard “… peccato che non ci sia però nessuna Elena ad attendermi… e nessuno dei frutti che pendono da questi rami sembra in grado di accontentare le richieste di una dea…” sorridendo e fissando le albicocche che, sotto la luce della Luna, emanavano riflessi vermigli.
Restò a fissarla seduto ai piedi del gruppo marmoreo.
“Cosa ci faccio qui? Beh… perché adoro i bei posti quando sono al riparo dal chiasso diurno… e voi invece? Chi vi ha fatto arrabbiare a quel modo? Non mi direte che basta qualche statua… come l’avete chiamata? Ah, si… leziosa per farvi perdere così le staffe! No, dico che qualcuno vi ha fatto arrabbiare…” accennando di fischiettare alla Luna.
“Avanti, se promettete di non tirarmi altre pigne, potrò tentare una sorta di esperimento…” sorridendo con fare guascone “… il mio maestro di cortesia, alle cui cure mia madre mi aveva affidato, soleva dire che la musica, come la poesia, può dar vita ad ogni cosa… cosa dite, vogliamo provare con queste statue? Su, sceglietene una e vediamo se la mia ocarina riuscirà a sciogliere il freddo marmo che le riveste… e magari, chissà, anche a far svanire quel fare imbronciato che copre il vostro bel volto, milady!” E le fece l’occhiolino.
Guisgard
15-06-2011, 06.34.19
Layla accennò un sorriso, mentre con un delicato gesto spostò una bionda ciocca che il vento rendeva ribelle su quel bellissimo volto.
“Vostro marito…” disse a Talia con disarmante candore “… già, vostro marito… i libri” indicando quello che aveva in mano “sono colmi di deliziose sciocchezze sull’amore… Amore, in essi, è dipinto come un invincibile e bellissimo re, disposto a tutto per difendere e rendere felici i suoi devoti… e così, bardi, poeti e musici ci narrano delle sue incredibili imprese sul Tempo, sulla Distanza… Amore vince su tutto, dicono… e lo dicono così bene da convincere gli stolti a crederci davvero…” la fissò “… però su una cosa i libri non mentono, milady… non mentono quando ci parlano del tempo perduto… un nemico troppo forte anche per Amore… il tempo perduto… il passato… il luogo in cui racchiudiamo, come uno scrigno, i momenti più belli… ma essi, riguardo all’amore, non torneranno più…”
Si spostò di qualche passo fuori dal padiglione, lasciando che il Sole di Giugno, ammansito da una lieve brezza, la illuminasse.
“Vostro marito non tornerà, amica mia…” continuò Layla “… e non perché qualcuno glielo impedirà… ma semplicemente perché così è scritto… forse riacquisterà la memoria e tornerà quello di prima, o magari, più semplicemente, incontrerà un’altra donna che gli farà dimenticare il passato… sorte invidiabile, non trovate?” Chiese. “Del resto, quale più grande magia si chiede ad Amore se non quella di cancellare il nostro passato e donarci una nuova vita, felice e ricolma di gioia.”
Ripose il libro sul tavolo.
“Qui potete essere voi stessa, milady…” tornando a fissarla “… nessuno pretenderà da voi l’immagine di dama cortese e timorata che tanto amavano a Capomazda… accontentatevi di ciò che avete, milady… lasciate ai bardi ed agli aedi gli slanci e gli incanti d’amore… loro sapranno imprigionarli in sublimi versi e ispirate rime che andranno a nutrire i nostri sogni notturni… al sorgere del Sole quei sogni non ci serviranno più… accontentatevi di ciò che siete e di ciò che avete…” ripeté “...col tempo poi vi illuderete che basterà questo a rendervi felice…”
Dall’altra parte del cortile i fanciulli si divertivano a giocare con i molossi.
“Vi va di accompagnarmi nel verziere?” Domandò a Talia. “Tra i suoi alberi troveremo un dolce riparo da Sole…”
Layla allora invitò con un gesto Talia a seguirla.
Ed entrate nel verziere, Talia si ritrovò davanti ciò che aveva visto dalla sua camera: le lance conficcate nel terreno e messe in fila, sopra le quali vi erano elmi di ogni genere e specie.
Lady Morgana
15-06-2011, 15.47.55
Icarius mi guardava preoccupato.
"Si, si, sto bene..." mi affrettai a rispondergli.
"Ora dobbiamo andare, vi prego di non farmi domande e seguirmi, se non oso chiedere troppo..." sospirai.
"Dobbiamo raggiungere la Torre diroccata, una volta là sarà molto più facile trovare Lady Talia..."
Mi inoltrai nel bosco, calandomi il cappuccio sulla testa, ma dovetti fermarmi immediatamente, scossa da tremiti incontrollabili.
Qualcosa stava cercando di farsi strada dentro di me.
Abbassia nuovamente le mie barriere mentali e una strana sensazione percorse tutto il mio corpo.
Poi ritornai in me e tutto mi fu chiaro.
Il sentiero da seguire... è il potere di Luna...
Ma perchè prima mi ha fatto vedere quella strana scena? E chi era quella donna?
La strada da seguire ora mi appariva chiara, la seguimmo e in poco tempo giungemmo davanti alla Torre diroccata.
La Torre era molto vecchia, ma si ergeva ancora imponente su una piccola collinetta.
Poi vidi una figura affacciarsi ad una delle tante finestre della Torre.
I lunghi capelli biondi, acconciati in una splendida treccia, i profondi occhi blu come l'oceano risplendevano, nel buio della notte.
Sorrisi.
Luna...
Mi tolsi il cappuccio che mi copriva la testa e lasciai che i corti capelli rossi, mi sfiorassero dolcemente le spalle.
La salutai con la mano e aspettai.
Sparii improvvisamente dalla finestra e la sentii scendere le scale in tutta fretta.
Poi la porta si aprì e Luna comparve sulla soglia.
"Luna!Amica mia! Quanto tempo! Se ci fai entrare, facciamo le presentazioni." dissi sorridendo.
Talia
15-06-2011, 16.58.55
Ascoltai le parole di Layla in silenzio, giocherellando distrattamente con una mela che avevo preso da uno dei cesti di frutta posati sui bassi tavoli. Quando la sua voce si spense, riappoggiai il frutto e sollevai gli occhi su di lei, osservandola per un istante, poi sorrisi...
“Dipingete un ben triste scenario, milady. E quel che è peggio è che sembrate davvero sicura di ciò che andate affermando....” sospirai appena, senza lasciare che quell’espressione serafica abbandonasse il mio volto neanche per un istante, poi ripresi “Dite che non verrà più? No, non lo credo! Dite che riacquisterà la memoria? Beh, può darsi... ma ha detto che sarebbe venuto e lo farà. Non perché qualcuno lo obblighi, come voi dite, ma perché mi ha fatto una promessa un giorno, e vi terrà fede. Quanto a me... siete in errore se credete che potrei essere me stessa in un posto diverso da Capomazda o che là non trovai quella felicità che voi mi promettete qui... vedete, se mai ho avuto un unico, minuscolo pregio è la capacità di saper trovare la gioia nelle piccole cose: in uno sguardo, in un momento, in una parola detta a mezza voce, in un sorriso appena accennato... a me basta così poco per esser felice: chiudere gli occhi e vedere davanti a me quelli meravigliosi di mio marito, sapere che sta bene e che un giorno, che sia in questo mondo o nell’altro, lo rivedrò. E nessuno, né voi, né quell’assurda guerra, né questa sciocca maledizione, potrete privarmi di questo!”
Scesi anche io i gradini e lasciai che il sole mi illuminasse il volto e il vento leggero mi facesse volare appena i capelli.
Dall’altra parte del cortile i fanciulli si divertivano a giocare con i molossi.
“Vi va di accompagnarmi nel verziere?” Domandò a Talia. “Tra i suoi alberi troveremo un dolce riparo da Sole…”
Layla allora invitò con un gesto Talia a seguirla.
Ed entrate nel verziere, Talia si ritrovò davanti ciò che aveva visto dalla sua camera: le lance conficcate nel terreno e messe in fila, sopra le quali vi erano elmi di ogni genere e specie.
Annuii impercettibilmente alle sue parole, invitandola con un piccolo gesto a farmi strada... e dopo appena pochi passi a noi si aprì innanzi quella sorta di inquietante viale costituito da lance ed elmi disposti parallelamente nel terreno...
“Curioso manufatto...” mormorai, scorrendo con lo sguardo la lancia a me più vicina fino ad osservare l’elmo che brillava là in alto “E’ questo, forse, uno dei vostri trofei, milady?” chiesi, ostentando un tono leggero ma che non celava del tutto una vaga ironia “A chi appartenevano queste lance prima di finire ad ornare il vostro giardino?”
Lady Dafne
15-06-2011, 17.12.52
Vidi in lontananza la chiesetta, era dritta davanti a noi, il sentiero ci avrebbe condotto proprio lì davanti
"Prosegui diritto Pasuan, non ci sono ostacoli lungo il percorso. A circa un miglio da qui vedo una chiesa, forse Zimail si è rifugiato lì dento".
Proseguimmo il viaggio, io guardavo con sospetto tutta l'area circostante, anche Pasuan mi sembrò guardingo, almeno così giudicai la rigidità dei muscoli della sua schiena e delle sue braccia.
Non c'era nessuno nei paraggi ma, quando fummo nei pressi della chiesetta vidi una giovane donna seduta sul sagrato
"Pasuan! C'è, c'è una ragazzi lì seduta, è proprio lì davanti la porta della chiesa. Mi sembra spaventata. Vado a vedere che cos'ha, non mi sembra pericolosa...".
Detto questo scesi da cavallo e mi avvicinai alla ragazza che piangeva e si disperava:
"Ehi, che succede? Perchè piangi ragazza?? Possiamo aiutarti?"
Volevo anche chiedere se avesse veduto il vecchio Zimail ma mi sembrò così scossa che non osai... attesi che fosse lei a parlare. Intanto presi la mano di Pasuan, tutta quella situazione mi stava facendo cadere nello sconforto.
Melisendra
15-06-2011, 19.54.17
Lo osservai bene. A meno che gli spiriti non mi avessero ingannata, mi trovavo davanti all'uomo che stavo cercando. Un po' mi dispiacque. In fondo era stata anche colpa mia. Se non avessi detto niente a Monteguard sulla presenza di Aytli a Capomazda, probabilmente non ci sarebbe stato bisogno di un capro espiatorio.
"Anche voi non sorridereste se vi trovaste nei miei panni..." sospirai. "Tuttavia se avessi saputo di trovarvi qui, vi avrei cercato nei pressi delle Tre Grazie, a sciogliere il freddo marmo che le riveste, più che qui a fare da terzo incomodo ai due amanti..." Scherzai.
Accarezzai il fauno e i grappoli d'uva che gli scendevano dalla fronte. Buffa statua. "Lasciamo queste statue alla loro pace. Vi propongo una tregua: lascerò stare le pigne, se mi lancerete uno di quei frutti dall'aspetto esotico... come avete detto che si chiamano?"
Sorrisi, accennando a quegli scuri piccoli pomi che pendevano da un ramo a poca distanza da lui. Non avevo mai visto frutti simili. Sicuramente provenivano da qualche terra lontana.
"Pensavo che una volta recuperato un cavallo ve ne sareste andato... che cosa vi trattiene in questa città? Intendete combattere nella guerra che ormai si prepara?", domandai.
Morrigan
15-06-2011, 20.01.01
Di nuovo una visione aveva attraversato il cuore di Morrigan.
La ragazza levò gli occhi a fissare Ravus, lo stesso Ravus che era nella visione e che stava in piedi di fronte a lei… perfetto, pensò, perfetto… i colpevoli sono sempre così pieni di sospetti… ed è facile risvegliare in loro la memoria di ciò che più temono di dover riportare a galla!
E quella nuova visione che aveva avuto non era che uno strumento in più per la sua farsa. Avrebbe usato Rasyel, il suo fantasma… anzi, ancor più, sarebbe stata Rasyel! Avrebbe riportato in vita il suo amore, usando le sue stesse parole! Avrebbe ricostruito quella scena e così avrebbe messo alle strette la coscienza di Ravus!
Si levò in piedi, e al cenno dell’abate rifiutò di inginocchiarsi. Non voleva una confessione, non si sarebbe spinta a questo, quindi cercò di aggirare l’offerta con eleganza. Si mise a girare per la stanza, torcendosi le mani, preoccupata.
“La confessione… no, vi prego… non sono ancora pronta” disse con voce esitante “ma il consiglio di un uomo di Dio… sono certa che voi mi saprete mettere sulla buona strada…”
Si fermò, lo inchiodò con lo sguardo.
“Padre, io amo un uomo… non sorridete, vi prego, pensando che sia una leggerezza, tipica di ogni donna! Non lo è. Giacchè l’uomo che amo è un nobile molto potente. Da lui, dalla sua vita e dalle sue scelte dipendono le fortune e le sfortune di un enorme casato…”
Esitò, scrutò ancor meglio gli occhi del vecchio religioso, per cercare di comprendere quali sentimenti avessero messo in moto le sue parole, quindi proseguì, con voce rotta dall’emozione.
“… ed inoltre … egli è già sposato!”
Tese la mano verso Ravus, come se avesse voluto impedirgli di parlare.
“Aspettate… so cosa state per dire. Conosco la dottrina della Chiesa, e conosco la gravità del mio peccato”
E Morrigan chiuse gli occhi un istante, per riportare alla mente l’immagine ardente e dolente al contempo di Rasyel, per sentire scorrere dentro la sua stessa anima le parole di quella donna.
“So che forse ho peccato nell’ innamorarmi di lui, ma credetemi non ho potuto fare altrimenti! Ed inoltre so anche che nessuna può amarlo come lo amo io… nessuna a questo mondo potrebbe!”
Guisgard
15-06-2011, 20.57.31
Icarius subito manifestò ai suoi servitori la volontà di voler partire.
Izar, ovviamente, tentò di far desistere il suo signore da quella che sembrava essere un’avventata decisione.
L’arciduca però non volle sentire ragioni.
“Torneremo prima che la guerra entri nella sua fase decisiva!” Disse al filosofo.
Chiamò poi il suo giardiniere e si fece consegnare quel prezioso fiore che aveva nome Mia Amata.
E sellati tre cavalli, uno per sé, uno per la giovane Sayla ed uno per il fedele Lho, partirono da Capomazda per quel viaggio verso l’ignoto.
"Chi emigra per trovare una donna, troverà una donna.
Chi emigra per trovare Allah, troverà Allah."
(Detto del Profeta Maometto)
Sayla indicò la strada da seguire.
La ragazzina sembrava esperta e molto a suo agio in quel genere di situazioni.
Attraversarono la campagna, per ritrovarsi poi nel folto bosco.
L’umidità regnava sovrana in quel luogo, dopo la forte pioggia abbattutasi su Capomazda.
E nel bel mezzo del bosco ai tre apparve un’antica torre diroccata.
Sembrava disabitata, ma all’improvviso Sayla cominciò a salutare qualcuno.
“Non vi è nessuno in questa torre…” mormorò Lho “… credo sia disabitata da anni… meglio proseguire…”
Ma proprio in quel momento una donna apparve sulla porta della torre.
Era bionda ed etera, con lunghi capelli e una veste bianchissima.
“Vi do il benvenuto, nobili viaggiatori…” sorridendo “… prego, la mia dimora è a vostra disposizione…” invitandoli ad entrare.
“Meglio non fidarci, mio signore.” Disse Lho ad Icarius.
“Tutta questa storia sembra un grottesco incanto…” rispose Icarius “… a questo punto abbiamo ben poca scelta… forse quella donna potrà aiutarci nella nostra ricerca.
Ed entrarono nella torre.
Guisgard
15-06-2011, 21.09.53
“Dafne, non devi mai allontanarti da me!” Disse Pasuan alla ragazza. “Ricordalo!”
Poi fissò la dama in lacrime.
“Cavaliere, damigella…” piangendo lei “… il mio amato… oh, è terribile… mi aveva dato appuntamento davanti a questa cappellina, ma è tutto il giorno che non si vede… comincio a credere che possa essergli accaduto qualcosa di terribile…”
“Posso chiedervi del perché di questo appuntamento qui, milady?” Domandò Pasuan.
“Perché noi due ci amiamo!” Rispose la ragazza. “Ma mio padre ed i miei fratelli non vogliono! Allora abbiamo deciso di fuggire, trovandoci qui per partire…”
“Quando sarebbe dovuto giungere il vostro amato?”
“All’alba, cavaliere…”
Pasuan restò pensieroso.
“Aiutatemi, vi prego!” Gridò lei in lacrime. “Aiutatemi!” Urlando disperatamente.
Guisgard
15-06-2011, 21.19.29
Ravus scosse il capo a quelle parole di Morrigan.
“Fermatevi e non andate oltre, milady.” Disse il chierico. “Il male ci tenta in molti modi ed il peccato è un veleno subdolo per la nostra anima.” Si alzò e raggiunse il suo scrittoio. “Volete dunque togliere ad un’altra donna il suo legittimo sposo? Conoscete i dieci Comandamenti che Dio diede al Profeta Mosè? Ebbene, non possiamo desiderare ciò non ci appartiene! Desistete da questi propositi, milady. L’amore è un dono per raggiungere la felicità… e la nostra felicità non può passare per l’infelicità degli altri!”
Lady Dafne
15-06-2011, 21.34.26
"Se potremo vi aiuteremo, lasciate solo che parli un momento da sola con Sir Pasuan" dissi io sorridendo. Mi voltai poi verso il cavaliere e prendendolo a braccetto lo portai alcuni metri lontani dalla giovane. Mi fermai le mi misi proprio davanti a lui, mi avvicinai molto e abbassai la voce. Non volevo essere udita
"Pasuan, non so se possiamo aiutare questa donna, noi stiamo cercando Zimail! Non sappiamo dove sia, potrebbe avere bisogno di urgenti cure. Non so se sia il caso di andare dietro alle vicissitudini amorose di questa ragazza... forse il suo amato c'ha solo ripensato. Possiamo riaccompagnarla a casa e proseguire per la nostra strada. Sta anche venendo buio, Pasuan, dovremmo cercare un riparo per la notte. Conosci qualche posto qui vicino?"
Guisgard
15-06-2011, 21.51.54
“Spero che il vostro amante non sia geloso, milady…” disse con tono ironico Guisgard a Melisendra “… altrimenti mi ritroverò in un bel duello… e per esperienza so che gli sfidanti più pericolosi sono quelli innamorati!” Raccolse alcuni dei frutti indicati dalla ragazza, per poi offrigliene.
“Assaggiateli e se ne varrà la pena” sorridendo “troveremo un nome anche per loro… sempre se ciò non disturberà o allarmerà il vostro amante!”
Fissò poi l’aria fresca della sera.
“Milady, vi apparirò cinico, ma sarò sincero…” mormorò “… io non combatto che per me stesso. Non ho altra causa che non sia la mia e soprattutto non sono portato a far mie le guerre degli altri.”
Sorrise di nuovo con quel suo fare guascone.
“Posso capire la guerra per la bella Elena…” indicando il gruppo marmoreo alle loro spalle “… ma non credo che Capomazda possa offrirmi un simile premio in cambio della mia spada… chissà cosa disse mai il buon Paride ad Elena” fissando le statue “per conquistare la donna più bella del mondo… perdonate, vi apparirò pedante con questa storia, ma in verità mi ha sempre incuriosito tanto.” E rise di gusto.
Guisgard
15-06-2011, 22.01.28
Pasuan restò un attimo a riflettere.
“Non conosco nessun posto in queste terre…” disse “… e poi, stramaledizione, non posso neanche tentare di orientarmi…” respirò con rabbia “… si, forse hai ragione… c’è Zimail da trovare e poi in queste condizioni non posso certo mettermi a fare il Lancillotto per risolvere i guai di quella ragazza… torniamo da lei e riportiamola a casa sua… del resto non possiamo certo lasciarla qui, visto che fra poco sarà buio immagino…”
I due tornarono dalla ragazza e Pasuan la invitò a farsi riaccompagnare a casa.
Lei inizialmente si oppose, ma poi, visto ormai l’avvento del crepuscolo, a malincuore accettò.
Si voltò un’ultima volta indietro verso la cappellina e si abbandonò ad uno straziante pianto.
Dopo un pò i tre giunsero presso un palazzo arroccato su una piccola collinetta.
“Ecco, vivo qui…” mormorò la ragazza “… vi prego, accettate la mia ospitalità… è buio e voi, cavaliere, non avete il conforto della vista… domattina poi, se vorrete, ripartirete per il vostro viaggio.”
Lady Dafne
15-06-2011, 22.34.02
Ero molto stanca, ero davvero parecchio tentata di accettare la proposta di quella ragazza. In più non sapevo dove altro condurre Pasuan che ovviamente non poteva vedere, mi sentii anzi un po' in colpa per aver chiesto a lui di scegliere un posto per la notte. Presi la parola senza attendere di sentire ciò che aveva intenzione di fare Pasuan.
"Damigella, vi ringraziamo molto e siamo ben felici di accettare il vostro invito. Ci basterà un semplice giaciglio e un po' d'acqua per il cavallo. Nulla di più. Domani mattina partiremo presto, vero Pasuan? Vi chiedo un'ultima cosa, potremmo disporre un'unica camera? Non temete, noi abbiamo già un figlio, non sarà un'alcova illegittima..."
Più tardi, quando fummo sitemati all'interno della camera mi avvicinai a Pasuan
"So che sei contrariato, so che tra noi è finita, ma non avevo alcuna intenzione di restare a dormire sola in un posto sconoscuito come questo. E poi, sei stato tu a dirmi di non allontanarmi mai da te. Ecco fatto, sono qui. Comunque tranquillo, ci sono due letti divisi!" finii la frase, mi levai il vestito e lo poggiai su di una sedia, alzai le coperte e mi coricai poi ricominciai il discorso
"Pasuan, sono in pensiero per Hubert, starà bene? L'ho lasciato alle cure della fantesca di Zimail, era molto malato, io sono qui e non con lui.... sono stata una pazza! Ci servivano quelle erbe però, non sapevamo che avremo trovato quei marrani... Dio, proteggi tutti noi!"
Lady Morgana
15-06-2011, 22.43.17
Guardai meglio la donna e capii perchè non rispose al mio saluto. Non era Luna, ma allora...
Entrai sospettosa nella Torre.
Le assomiglia in modo impressionante. E' la donna che ho visto nella visione.
Aspettai che la donna servisse qualcosa da bere e poi mi alzai.
"Se volete scusarmi, mie signori, vorrei parlare un momento con questa gentile signora." dissi rivolta ad Icarius e Lho.
Presi poi in disparte la donna.
La fissai e cercai di entrare nella sua mente, per scoprire i suoi ricordi, ma aveva delle forti barriere a proteggerli.
"Chi sei? Io stavo aspettando un'altra persona... Perchè mi avete mandato quella visione?"
Questa donna possiede un potere molto forte, più forte di quello di Luna...
E se fosse...
Dopo che la misteriosa donna rispose alle mie domande, tornammo da l'Arciduca e dal suo fedele amico.
"Spero non siate deluso mylord," dissi rivolto ad Icarius.
"E' lei la donna che ci aiuterà a ritrovare vostra moglie, la Granduchessa e vi assicuro che ella è la migliore. Quindi, visto che d'ora in poi sarà lei la nostra guida, le lascio la parola..." dissi sedendomi su una scomoda seggiola di legno.
Melisendra
16-06-2011, 01.41.39
Lo scrutai, inarcando un sopracciglio.
"Non comprendo il vostro entusiasmo... ma penso che Paride le abbia detto le solite cose che gli uomini dicono alle donne e che le più sciocche ascoltano come se nessuno avesse mai detto cose tanto belle dall'inizio dei tempi. Invece gli innamorati si assomigliano un po' tutti... e cadono nelle medesime banalità."
Presi un frutto, lo spolverai lievemente con un lembo della manica e lo addentai, assaporandone la consistenza e il sapore dolce.
"Ecco... credo di essere stata più cinica di voi...", dissi come se fossi stata una bambina colta a commettere qualche marachella.
"Comunque non mi piacciono le guerre... nessuno è felice quando si combatte una guerra. Io invece voglio essere felice." Mormorai, addentando nuovamente il frutto.
"Una guerra combattuta per una donna è il modo migliore per offenderle tutte, le donna... e poi quando si ama qualcuno si fanno cose ben più interessanti dell'agitare una spada e correre ad azzuffarsi."
Osservai il nocciolo liscio del frutto che avevo in mano.
"Un frutto così bello e delizioso contiene un nocciolo altrettanto gradevole... e sono pronta a scommettere che sia velenoso."
Nell'aria c'era il profumo scaturito da quel piccolo pomo dai colori del sole. Mi era rimasto sulle mani. Giocherellai con quel nocciolo, tenendolo nel mezzo del palmo della mano.
"Ad ogni modo non temete per la vostra incolumità... nessuno si sentirà in dovere di sfidarvi a duello... ma sembra quasi che vi dispiaccia!" Sorrisi.
Guisgard
16-06-2011, 02.05.48
Guisgard la fissò vagamente divertito.
“Non so se quel nocciolo sia o meno velenoso…” disse “… ma di sicuro al suo interno avrà qualche sostanza amarognola…” assaggiò anche lui uno di quei prelibati frutti “… che contrasto, vero? Fuori vellutato, colorato e polposo… mentre all’interno duro e dal sapore tutt’altro che dolce… un pò come voi, milady!” Rise. “Vi burlate degli innamorati e delle loro gesta, ma dite di aspirare alla felicità. Secondo i bardi e i poeti non vi può essere felicità senza l’amore. Sono portato a credere che il vostro misterioso amante l’abbia fatta davvero grossa per indurvi a pronunciare parole cosi aspre contro gli innamorati.” La fissò come a volerne scrutare qualche reazione. “Nessuno dunque giungerà a sfidarmi per voi? Beh, devo allora pensare che il vostro amato o è un poeta che predilige la lira alla spada, oppure che ignori totalmente gli incanti di madonna Gelosia! Si, non nascondo che un pò mi dispiace non potermi misurare con questo vostro misterioso amante.”
Raccolse allora un altro di quei frutti e si avvicinò a Melisendra.
“Albicocche…” sussurrò “… si chiamano albicocche, milady… hanno un unico difetto, ossia, come gli abbagli amorosi, durano poco meno di un’Estate… altrimenti sarebbero perfette… guardate…” aprendone una perfettamente in due parti “… qualche aeda da esse ha ricavato una sublime metafora sull’anima gemella e la perfezione amorosa.”
Guisgard
16-06-2011, 02.32.59
Pasuan si sedette sul letto, mentre Dafne si spogliava per andare a letto.
“Hubert è in buone mani, non temere...” disse lui “… al villaggio avrà tutte le cure del caso… però sei stata davvero una pazza ad andare da sola nel bosco col vecchio Zimail… speriamo di ritrovarlo sano e salvo…”
Si alzò e cominciò a spogliarsi anche lui.
Si tolse la camicia, mostrando la cicatrice causatagli dal colpo a tradimento di sir Lyowel, per poi mettersi anche lui sotto le bianchissime e profumate coperte del suo letto.
“Ora dormi e non pensare più alle difficoltà incontrate fino ad ora…” sistemandosi il cuscino “… domani ripartiremo in cerca di Zimail e delle erbe che occorrono per il piccolo Hubert... lascio la candela accesa” avvertendone il calore accanto al letto “in modo che non ci sia buio totale per te nella stanza… buonanotte, Dafne…”
La notte trascorse, nonostante tutto, tranquilla per i due ragazzi.
L’alba si annunciò con i suoi raggi dorati che, invadendo la stanza, la riempirono di un luminoso alone.
Dafne si svegliò con un delicato raggio di Sole che le accarezzava il volto.
Istintivamente cercò Pasuan.
Il cavaliere era davanti ad una finestra, immobile, a lasciarsi illuminare da quei primi raggi di Sole.
Ad un tratto qualcuno bussò ed un attimo dopo entrò nella stanza.
“Buongiorno a voi, miei signori…” salutò la ragazza incontrata il giorno prima presso la cappellina nel bosco “… vi ho fatto preparare la colazione dai nostri servitori… i sono latte caldo, biscotti, focacce, miele e frutta fresca…” si sforzò di sorridere, per poi invece scoppiare in un doloroso pianto “… vi supplico, miei signori, dovete aiutarmi! Il mio amato, il mio amato… sento che è perduto ormai!”
“Calmatevi, damigella…” tentò di tranquillizzarla Pasuan “… vi prego, non piangete così…”
“Oh, cavaliere, stanotte ho scoperto che il mio amato è stato catturato dai miei fratelli! E sono certa che lo uccideranno! Vi prego, aiutatemi!” Si voltò poi verso Dafne. “Damigella, fate qualcosa, vi supplico! In nome dell’amore che portate verso questo cavaliere! Si vede che il vostro sentimento è puro e superiore a qualsiasi ostacolo! Voi conoscete il dono della felicità… vi prego, fate in modo che anche io possa conoscerla! Sono certa che a voi questo cavaliere non rifiuterà nulla! Se sarete voi a chiederlo, egli mi aiuterà! Lo so, lo sento! Non abbandonatemi!”
Melisendra
16-06-2011, 02.51.54
"Albicocche, dunque... e quello che mi avete fatto è un inusuale complimento..."
Lo guardai, incuriosita e riflettei sulle sue parole.
"Non capisco questa mania delle persone di sentirsi sole e imperfette, mancanti di qualcosa..." riflettei ad alta voce "Io invece penso che siamo già completi. L'amore sfiora questa unicità e la fa risuonare di note musicali, ma certe volte è semplice tempesta e frastuono. L'amore apre crepe, talvolta spacca le persone come voi avete fatto con quell'albicocca... che nome buffo..."
Strinsi il mio nocciolo. Ne percepii le imperfezioni e i bordi irregolari.
"In realtà l'amore non ha mai aperto, in me, crepe tanto terribili... sono un'incantatrice, lascio semplicemente che fluisca, senza imprigionarlo in grandi dighe che possano cedere sotto la sua irruenza. La gelosia... è una di quelle dighe. Non si può amare qualcuno di cui non ci si fida." Quell'ultima considerazione mi fece pensare al Cavaliere del Gufo. E pensai che quell'affermazione gli si addicesse alla perfezione.
"Il modo migliore di apprezzare la felicità è diventare come l'acqua dei fiumi, che non si ferma e scivola accarezzando le pietre."
Ricambiai lo sguardo indagatore, con una nota di divertimento negli occhi.
"Se qui c'è un poeta, si tratta sicuramente di voi!" Risi. "Se la vostra abilità con la spada è pari a quella delle vostre parole, posso certamente procurarvi un duello che appaghi il vostro desiderio di mettervi alla prova!"
Guisgard
16-06-2011, 03.19.54
Guisgard fissò quell’albicocca e sorrise.
“Siete davvero un’incantatrice, milady? Beh, ad incantare, oltre al vostro aspetto, bastano benissimo le vostre parole…” disse Guisgard “… sembrate una filosofa… e mi chiedo se davvero, in fondo al vostro cuore, credete sul serio a ciò che avete detto…” chinò il capo e restò un attimo in silenzio, con fare pensieroso “… io un poeta? Eh, fosse vero, milady! Mia madre desiderava un destino simile per me… un poeta, o un pittore, o magari anche un musico… tutto, fuorché un cavaliere… ma poi mi chiedo, un poeta è davvero tanto diverso da un cavaliere? Entrambi sanno adoperare al meglio la propria arma, che sia una penna, o una spada ed entrambi sono capaci di affascinare i posteri con le loro opere, o le loro imprese. E poi…” sorridendo “… entrambi hanno il potere di conquistare la donna amata… ma per voi, come dite, gli artifici verbali non servono... forse per questo amate parlare tanto di duelli?” Cercando di svelare cosa nascondessero quei suoi bellissimi occhi verdi. “E sia, lady incantatrice… siete una Circe, una Medea o un’Armida? Chi è il vostro misterioso campione contro il quale volete farmi duellare? Un Ulisse, un Giasone o un Rinaldo?”
Guisgard
16-06-2011, 03.38.16
Icarius ascoltò le parole della giovane Sayla ed annuì.
La misteriosa donna sorrise ai suoi ospiti ed offrì loro un gustoso e colorato elisir.
Quel posto sembrava davvero uscito da un romanzo cavalleresco.
La torre era diroccata e danneggiata in molti punti, mentre sterpi e rovi invadevano gran parte delle sue antiche murature.
I mobili al suo interno erano in buona parte consumati dal tempo e dall’umidità e numerose candele, danzanti sotto l’alitare del vento, illuminavano quegli ambienti.
“Stanotte la Luna si tinge di rosso” disse la misteriosa donna “e gioca a nascondersi sotto un manto fatato…” servì loro un pò di quell’elisir “… eppure il bosco sembra assorto in un irreale silenzio… ma non fatevi ingannare, quel silenzio cela un’infinità di lamenti… tanto angoscianti e terribili da nascondersi ai nostri cuori…”
“Milady, io voglio solo raggiungere la Pieve nella brughiera e riavere mia moglie…” fissandola Icarius.
“Quella Pieve è solo l’inizio, mio signore…” rispose con disarmante candore quella donna “… come la porta di un castello… solo attraversandola potrete conoscere torri, mura e prigioni del maniero…”
“Cosa intendete dire?” Chiese l’ultimo dei Taddei.
“Che il cammino è lungo e periglioso…” guardandolo lei “… e nessuno vi ha mai fatto ritorno…”
“Mia signora…” tentò di dire Lho, ma lei lo zittì.
“E’ tardi e sarà meglio andare a letto…”
“No, ripartiremo subito, milady.” Fece Icarius.
“La notte cela nebbie e foschie” rispose lei “e in esse si nasconde la tentazione… e la tentazione porta al peccato… e questo alla dannazione… seguitemi, vi mostrerò le vostre stanze…”
“Cosa facciamo, milord?” Domandò Lho.
“Resteremo qui…” rispose Icarius “… per poi, se Dio vorrà, ripartire domani.”
La donna accompagnò Icarius e Lho nelle loro stanze, ma fece segno a Sayla di restare con lei ancora un pò.
La portò in cima alla torre, da dove si dominava buona parte del bosco.
“Perché ti sei unita a loro?” Le chiese. “Sai bene che le vite degli umani non possono attraversare le nostre… e poi quest’impresa è disperata, insuperabile, neanche noi possiamo fare più di tanto… pensaci, Sayla, puoi ancora tornare indietro… lascia questi disperati al loro dramma… il nemico da affrontare è troppo più forte di te… e vi sta già aspettando, avendo percepito l’odore delle vostre anime…”
Melisendra
16-06-2011, 03.51.17
Risi di gusto. Non c'era che dire... a metà tra la lusinga e la sfacciataggine.
"Non potrei mai prendere in prestito tali altisonanti nomi... sono solo Melisendra." RIsposi, facendo spallucce.
"Quanto al duellante che ci manca... davvero vi misurereste con tali eroi? Non conoscete dunque la paura?" Lo presi in giro scherzosamente e decisi di stuzzicarlo.
"Forse dovreste essere meno imprudente, cavaliere, potrei essere davvero pericolosa come Circe, vendicativa come Medea o manipolatrice come Armida."
Scrutai il cielo per cogliere un soffio di vento o qualche segno. L'aria era immobile, mentre la luna splendeva.
"Non metto in dubbio che potrei cambiare le mie opinioni, in fondo ogni cosa muta, io non faccio eccezione, anzi... se non cambiassi mai idea penserei di vivere in modo sterile, senza assaporare le sfumature di questa vita."
Una ventata gelida mi investì. Mi insospettii e mi voltai a osservare gli alberi alle mie spalle.
"Non mi avete ancora detto cosa vi trattiene in questa città in guerra... avete cortesemente aggirato la domanda..." lo guardai di sottecchi.
Guisgard
16-06-2011, 04.19.27
“Finalmente sono riuscito a strapparvi una risata che non sia intrisa di velata ironia o sarcasmo!” Disse Guisgard divertito. “Davvero riunite in voi tutte le doti di quelle leggendarie donne, milady? Beh, allora forse dovrei cominciare ad invidiare il vostro misterioso amante! Anche perché, riflettendoci, loro avevano una cosa in comune che m’ispira particolarmente… erano tutte e tre follemente innamorate dell’eroe di turno!” Rise di gusto.
Si alzò come a volersi sgranchire le gambe.
“Perchè sono ancora a Capomazda mi chiedete? Beh, credo che in fondo ognuno cerchi sempre qualcosa… un tesoro che ti cambi la vita, una donna che la renda simile ad uno dei tanti romanzi d’amore e cavalleria, un rivale con cui regolare un vecchio conto in sospeso…” sorrise sarcastico “… io però, ahimé, non ho nulla di tanto romantico che mi impone di restare qui… come voi stessa avete ricordato prima, sono ancora in cerca di un buon cavallo… e certe notti” sussurrò “la tentazione di galoppare via da tutto e tutti è davvero forte…” si slacciò il mantello e lo adagiò sulle spalle di Melisendra per ripararla dall’aria fredda della notte.
“E a voi” chiese “cosa vi trattiene ancora qui, milady?
Guisgard
16-06-2011, 04.42.58
Layla sorrise alle parole appassionate di Talia.
“Sapete perché l’amore è sulla bocca di tutti, milady? Perché ha il dono di poter essere utilizzato in maniera leggera da chiunque.” Disse. “Così ci ritroviamo versi e rime che sembrano capaci di sollevare il mondo, rendendolo come il più meraviglioso dei regni. Anche se poi, il più delle volte, restano solo parole vuote e senza suoni, capaci solo di ammaliare gli uomini con l’illusione dei sogni, per lasciarli poi in balia di un’inesorabile pazzia.”
Le due dame entrarono poi nel verziere, ritrovandosi così di fronte a quelle inquietanti lance conficcate nel terreno, con in cima elmi di ogni genere.
“Non bramo trofei tanto effimeri.” Rispondendo Layla alle parole di Talia. “Questo che vedete è la dimostrazione di quanto vi dicevo… di come, cioè, l’amore sappia rendere pazzi gli uomini…” restò un attimo a fissare quelle lance.
“Questi elmi sono appartenuti a tutti coloro che hanno tentato di superare La Dolorosa Costumanza.”
Ed a quelle parole di Layla un vento gelido, accompagnato da un sinistro lamento, attraversò il verziere, quasi a rompere il suo illusorio incanto.
Melisendra
16-06-2011, 05.08.08
Accettai il mantello con gratitudine. Sorrisi delle parole del cavaliere, guardandolo con un misto di approvazione e ammirazione.
"Vi rispondo con le vostre parole... bè, eccettuato l'amore, che corre lontano dalla mia spinosa persona, è tutto il resto che mi trattiene qui. E la speranza. Spero che la città non cada."
Un po' amaramente pensai a Gouf, che non intendeva desistere dai suoi propositi, che si adirava, che mi accusa, che non intendeva scacciare l'odio dal suo cuore. Che voleva solo una cosa, per poi abbandonare l'assedio e desistere dai suoi intenti distruttivi.
"Ricordate e siate prudente, se continuerete a inseguire quei sogni, che le donne innamorate sono tutte molto, molto pericolose... come coi folli, non ci si può ragionare." Risi, ma non era troppo lontano dalla verità.
Tornai seria.
"Finita questa guerra e sistemati i conti col passato prenderò un cavallo e andrò a nord... tornerò nelle terre selvagge in cui sono cresciuta, lontano da questi intrighi." Sospirai. Io e Uriel saremmo stati liberi. "Non siete l'unico che vorrebbe galoppare via da qui."
Guisgard
16-06-2011, 05.31.33
“In tutta sincerità, milady…” disse Guisgard abbandonando, per un momento, i suoi modi di scanzonato guascone “… di uomini e donne veramente felici grazie all’amore ne ho veduti solo nelle poesie e nei romanzi…” mentre quel vento freddo sembrava ammansirsi pian piano “… ma, da piccolo, nei miei libri cercavo altro… cercavo invincibili cavalieri che nessuno poteva attaccare… cavalieri coraggiosi e senza punti deboli…” restò a fissare qualcuna di quelle statue che immobili sembravano indifferenti spettatori di quella scena.
Poi si destò all’improvvisò, come se, a fatica, fosse riuscito a scacciare la pallida angoscia che gli stava nascendo nel cuore.
“Anche io un giorno, a Dio piacendo, tornerò nelle terre in cui sono cresciuto…” tornando a fissare Melisendra “… sempre che riesca a trovare un cavallo abbastanza veloce da farmi dimenticare tutto il resto!” E rise di gusto.
Melisendra
16-06-2011, 05.48.24
Osservai lo spiraglio che si era aperto in lui e dal quale potevo indovinare meglio chi fosse, sotto quell'instancabile voglia di scherzare. Per un attimo vidi qualcuno che si faceva scudo col proprio sorriso.
"Vi capisco... a nessuno piace ammettere che ci sia una crepa nella propria armatura, ma non esistono persone invincibili e cavalieri perfetti. Come non esistono le dame cantate dai trovatori."
Mentre osservavo le ombre che creavano dei giochi di chiaroscuro sui volti delle statue e quasi le animavano, mi domandai se quegli occhi di pietra fossero i soli ad osservarci.
"Ditemi, siete un ospite del palazzo? Non mi sembra di avervi visto nella caserma con il Capitano Monteguard."
Guisgard
16-06-2011, 06.01.34
“Dite che di cavalieri invincibili non ce ne sono? Eppure in questo posto tutto parla di straordinari eroi, perfetti campioni della Fede e superbi alfieri dei più alti valori cavallereschi.” Disse Guisgard. “Già, questo posto…” guardandosi intorno.
“Finirò con l’odiarlo!” Pensò.
“Sono qui perché, come ormai ben sapete, mi ritrovo senza una degna cavalcatura…” tornando a sorridere “… sono tempi difficili e cercano buone spade da arruolare, senza badare troppo agli stendardi, o alla reputazione di chi assoldano. Ma a voi ho già rivelato il mio segreto, circa il mio essere cinico spettatore di fatti ed eventi verso i quali sono del tutto indifferente.” E le strizzò l’occhio. “Ma non ditelo a nessuno, mi raccomando… qui a Capomazda i cavalieri devono essere senza macchia e senza peccato!” E rise di nuovo.
L’alba stava sorgendo e si udì il cambio della guardia presso il palazzo ducale, mentre nella caserma cominciavano a svegliarsi i primi cavalieri chiamati a rapporto dal capitano Monteguard.
Lady Morgana
16-06-2011, 13.25.54
Dopo che ci ebbe mostrato le nostre stanze, la donna mi portò nella parte più alta della Torre, per parlare. Avevamo molte cose da chiarire.
Ma le sue parole mi irritarono e non poco.
"Io... Senta, non voglio litigare con lei, visto che per Luna è una persona molto importante, ma io aspettavo vostra figlia, non voi!" respirai a fondo e mi calmai un poco.
"Anche se Luna è più debole di Voi, è più comprensiva. Devo aiutarli, sai bene la missione che mi è stata affidata dal Sommo Sacerdote. Ciò che è successo è solo un piccolo contrattempo." la fissai negli occhi, sperando che sparisse.
Come si permette di parlarmi in questo modo?
"E come osi dire che Theenar, il Signore del Sangue è meno potente di questa stupida maledizione?" non riuscivo a contenere la mia rabbia e urlai parole d'odio contro quella donna infedele.
"Ora devo andare, ma domattina, voi ci indicherete ove si trova Lady Talia e poi tornerete alla Tana. Non voglio essere intralciata da Voi..."
Detto questo, me ne andai nella stanza indicatami dalla madre di Luna e, affacciandomi alla finestra guardai incantata il cielo.
Sì, questa notte ci sarà la luna di sangue... Tra poco dovrò compiere il rito...
Mi sedetti per terra, presi il mio pugnale e mi feci dei piccoli tagli sui palmi delle mani e le rivolsi al cielo; poi recitai la solita preghiera e raccolsi delle gocce del mio sangue in una piccola ampolla, che, appena possibile, avrei consegnato al Mio Signore in segno di fedeltà.
Talia
16-06-2011, 13.51.41
Anche io rimasi in silenzio con lei, fissando quelle lance.
“Io non ho alcun interesse a discutere con voi, mia signora!” dissi poi, riprendendo in parte il discorso di poco prima “E meno ancora bramo convincervi di alcunché! Però mi piacerebbe sapere che cosa mai vi può aver spinta a tanta disillusione... non può certo sperare di trovar la felicità chi, come voi, sembra aver ormai rinunciato a cercarla, milady!”
La vidi voltarsi verso di me e mi parve di scorgere un lampo di stizza nei suoi occhi...
“Questi elmi sono appartenuti a tutti coloro che hanno tentato di superare La Dolorosa Costumanza.”
Ed a quelle parole di Layla un vento gelido, accompagnato da un sinistro lamento, attraversò il verziere, quasi a rompere il suo illusorio incanto.
Rabbrividii a quel vento, quel lamento che si diffuse nell’aria mi gelò il sangue... perché io conoscevo quel suono e quel soffio: erano quelli del misterioso cavaliere.
Mossi per un attimo gli occhi intorno, cercandolo... non lo vidi, ma sapevo che c’era... ne avvertivo la presenza come già era avvenuto in passato...
“La Dolorosa Costumanza?” domandai quindi, riportando gli occhi su Layla mentre un vago senso di paura mista a preoccupazione stava affiorando in me “Di che cosa si tratta?”
cavaliere25
16-06-2011, 16.51.07
io amico mio mi vado a stendere sul letto e cerco di dormire un po dissi rivolgendomi a Finiwell caso mai ci si trova a bere alla locanda e mi avviai verso la caserma
Guisgard
16-06-2011, 21.07.32
La donna della torre raggiunse Sayla e restò a fissarla per tutto il tempo di quel suo rituale.
“Amica mia…” disse appena la giovane terminò il suo rituale “… io non sono tua nemica… né lo sono del tuo nobile amico… ma il custode della maledizione è troppo potente… se hai deciso di seguire Icarius in questa impresa, allora né io, né nessun altro ti impediremo di farlo… ma sappi che la prova da superare è terribile, forse umanamente impossibile da portare a termine… perché, come tu sai, il peccato richiede una pena per essere estinto… e la Luna Rossa della notte scorsa ne è un segno…”
In quel momento Icarius e Lho uscirono dalla torre.
Avevano riposato ed erano pronti per ripartire.
“Milady…” fece Icarius “… vi sono debitore per l’ospitalità… perdonateci se siamo costretti a ripartire subito…”
“Conosco ciò che vi ha spinto ad intraprendere questo viaggio, mio signore… seguite quello stretto sentiero” indicando il passaggio che tagliava il fitto bosco “e vi ritroverete alla Pieve…”
“Grazie, milady…” inchinandosi Icarius “… e che Dio vi benedica…”
Detto ciò, i tre ripartirono seguendo le indicazioni della donna.
Lady Dafne
16-06-2011, 21.16.06
“Damigella, fate qualcosa, vi supplico! In nome dell’amore che portate verso questo cavaliere! Si vede che il vostro sentimento è puro e superiore a qualsiasi ostacolo! Voi conoscete il dono della felicità… vi prego, fate in modo che anche io possa conoscerla! Sono certa che a voi questo cavaliere non rifiuterà nulla! Se sarete voi a chiederlo, egli mi aiuterà! Lo so, lo sento! Non abbandonatemi!”
Rimasi letteralmente a bocca aperta dopo aver sentito quelle parole! Penso di averci messo un tempo infinito a rispondere, non capivo come quella ragazza potesse aver detto quelle cose. Noi due innamorati?? Oh no, no, no... come poteva venirle in mente una cosa del genere?? Guardai Pasuan sperando che fosse lui ad intervenire per far finire quella buffonata ma lui non sembrava intenzionato a rispondere. Avrei voluto dirle:
"Cara Signorina, vi sembra che se questo cavaliere fosse veramente innamorato di me, come dite voi, questa notte si sarebbe comportato come un orso bruno in letargo?? Ovvio che no!" ma capii che non potevo rispondere così e allora restai zitta. Poi decisi di rispondere alla vera domanda postaci dalla giovane
"Damigella, comprendiamo bene la vostra tristezza e la vostra preoccupazione ma noi dobbiamo cercare un nostro conoscente che si è perso nel bosco. E' molto anziano e non sappiamo se sia ancora vivo. Poi ricordare che cosa vi dissi ieri sera? Noi siamo genitori di un neonato, dobbiamo tornare da lui. Pasuan, qual è la tua opinione?"
Melisendra
16-06-2011, 21.24.42
"Non temete, non tradirò il vostro segreto!" promisi solennemente.
Mi voltai in direzione del sole nascente e pensai che era ora di muoversi.
"Credo si sia fatto tardi, devo andare a cercare il Capitano Monteguard... mi aveva promesso una scorta..."
Bè, come se potesse servirmi a qualcosa, come se potesse contrastare quel demonio!, pensai, sentendo il sangue ribollirmi nelle vene.
Mi tolsi il mantello che il cavaliere mi aveva appoggiato sulle spalle e glielo restituii.
"Questo posto cela più insidie di quanto siano disposti ad ammettere."
Guisgard
16-06-2011, 21.26.28
Guisgard allora, giunto il nuovo giorno, salutò Melisendra.
“Milady…” disse accennando un lieve inchino “… resterei con voi ancora, anche perché sono incuriosito di duellare col vostro misterioso amato…” scherzò “… ma sono anche io atteso altrove… i miei omaggi…”
Si incamminò allora verso la Porta dei Leoni, per poi uscire dalla cittadella fortificata.
Raggiunse le mura del borgo e s’incamminò verso la campagna.
Il Sole cominciava a scendere oltre la lieve foschia che avvolgeva l’orizzonte, diffondendo un purpureo candore sulla campagna, resa come incantata da quell’atmosfera.
Poi, giunto presso una grossa quercia, cominciò a chiamare.
“Peogora!” Gridò. “Peogora!”
Un attimo dopo si udì un nitrito ed un meraviglioso cavallo dal manto argentato e con una macchia scura sul dorso, raggiunse il cavaliere.
“Eccoti, amica mia!” Esclamò Guisgard mentre la cavalla giocava con lui. “Perdonami, ma sai che non potevamo giungere insieme qui!”
La cavalla nitrì.
“Si, ma devi concedermi che senza sella sei molto più libera per le tue corse nella campagna!” Ridendo Guisgard. “Su, manca poco e potremo far far ritorno nelle nostre terre… manca poco ormai…” accarezzandola.
http://img.photobucket.com/albums/v670/trishy-h/BLOB/orlandokoh2.jpg
Guisgard
16-06-2011, 21.45.34
Pasuan restò un momento in silenzio.
“Damigella…” disse poi rompendo il suo silenzio “… siete certa di quel che dite? Davvero il vostro amato è stato catturato dai vostri fratelli? Ne avete le prove?”
“Si, ho udito io stessa le loro parole…” rispose in lacrime la ragazza “… dicevano di averlo preso e che erano intenzionati ad ucciderlo… aiutatemi, vi supplico…”
“E sapete dove si trova adesso il vostro amato?”
“Si, i miei fratelli parlavano di una vecchia tomba abbandonata nel bosco…” annuì la ragazza “… è lì che hanno nascosto il mio Ludovici… che disgrazia, mio Dio…”
“Sapreste arrivare a quella tomba?” Chiese Pasuan.
“Si, li ho sentiti descrivere la strada per raggiungerla…”
“Allora facciamo così…” propose il cavaliere “… io e Dafne fingeremo di ripartire, salutando tutti voi… poco dopo, con una banale scusa, voi uscirete e ci raggiungerete alla cappellina… da lì arriveremo alla tomba nel bosco…”
“E sia.” Disse la ragazza.
Così, Pasuan e Dafne salutarono tutti e finsero di ripartire.
“Dafne…” fece Pasuan quando ebbero raggiunto la cappellina “… non ho avuto il cuore di lasciare nei guai quella ragazza… appena liberato il suo amato ripartiremo alla ricerca di Zimail, tranquilla…”
Lady Dafne
16-06-2011, 21.58.55
Assecondai la decisione di Pasuan, nonostante tutto mi fidavo di lui.
Partimmo così verso la cappellina, ormai la nostra tecnica si era affinata e procedavamo spediti in groppa al fedele cavallo. Mi avvicinai al suo orecchio e, sperando che mi sentisse, gli sussurrai
"Pasuan, se ci fosse bisogno di usare la spada, come potremmo fare? Hai avuto modo di pensarci questa notte? Io farò ciò che tu mi dirai...".
Melisendra
16-06-2011, 22.02.47
Dopo aver fatto una sorta di lavata di capo agli spiriti per il loro comportamento inappropriato e dispettoso, mi incamminai di corsa verso la caserma.
Cercai dappertutto il Capitano Monteguard e lo trovai intento a ispezionare i suoi cadetti.
"Buona giornata, Capitano! Ho delle notizie che potrebbero interessarvi... ho trovato il nostro uomo."
La brezza mattutina fece sventolare i gonfaloni lì riuniti nel cortile e agitò le mie gonne. In mano tenevo ancora quel nocciolo di albicocca.
Guisgard
17-06-2011, 01.43.20
Monteguard salutò Melisendra e la invitò ad entrare nella sua anticamera, dove solitamente riceveva i suoi cavalieri e discuteva di questioni più o meno importanti.
“E così siete riuscita nella caccia…” disse il capitano una volta che i due restarono da soli “… mi congratulo, milady… e ditemi, chi è il nostro uomo? Immagino sia uno dei miei cavalieri, vista l’abilità dimostrata…”
Guisgard
17-06-2011, 02.07.07
La voce di Dafne, accompagnata dal suo delicato respiro, accarezzò l’orecchio ed il volto di Pasuan.
“Ovviamente” disse il cavaliere “spero non si arrivi ad usare le armi, anche perché non siamo nelle condizioni migliori per poterlo fare…”
Strinse le redini del suo cavallo e con le braccia racchiuse la ragazza, che stava seduta sulla sella davanti a lui, in un abbraccio protettivo.
“Però è giusto parlarne, così da non trovarci del tutto impreparati davanti a tale circostanza…” continuò “… ascoltami, Dafne, qualora io fossi costretto a combattere tu seguirai alla lettera queste mie indicazioni… per prima cosa ti allontanerai dal luogo dello scontro e con la voce mi guiderai circa la posizione del nemico, asseconda se mi sarà davanti, di fianco o alle spalle… ricorda sempre queste mie parole, Dafne…”
Giunsero così presso la cappellina.
Attesero allora la dama all’ombra di quella cappellina.
Le vecchie murature erano ricoperte da rampicanti, mentre gli alberi che la circondavano l’avevano racchiusa, intrecciando fra loro i rami, in una sorta di gabbia verdeggiante.
“Dafne…” sussurrò all’improvviso Pasuan “… mi descrivi questo luogo? Sento una gradevole brezza che mi accarezza i capelli ed il viso… e sento questa brezza scuotere con delicatezza le foglie degli alberi…” accennò un sospiro, quasi a voler far sua l’atmosfera di quell’angolo di bosco “… e, ti prego…” aggiunse “… mi descrivi anche come sei vestita tu? Per favore…”
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Guisgard
17-06-2011, 03.10.49
“La felicità…” disse Layla a Talia “… che cos’è la felicità, milady? Cosa provoca la felicità? Dove si trova la felicità?” Con un deciso movimento del capo spinse via i capelli che il vento le aveva portato sul viso. “Io qui ho tutto, vedete?” Indicando il palazzo ed il verziere. “Ho servi, familiari ed amici che allietano le mie giornate. Conosco la letteratura, l’arte, la musica e da esse traggo diletto e conoscenza per rinvigorire il mio spirito. Posseggo i migliori cavalli del mondo per le mie cavalcate in queste terre. Amo viaggiare e ho visto posti incantevoli, meravigliosi, tanto da volerli poi ricreare in questa mia dimora. Cercate, milady!” Esclamò. “Cercate e troverete gli infiniti e favolosi aspetti che animano il mondo, perfettamente riprodotti in questo palazzo… scrigni di Francia, porcellane dal Giappone, tappeti persiani, sete dal Catai, cristalli da Venezia, Icone da Bisanzio… e guardate il mio giardino… esso racchiude i canoni di bellezza e perfezione di ogni civiltà conosciuta… neanche la mitica Babilonia potrebbe gareggiare con gli artifici floreali dei miei giardinieri.”
La fissò con un sorriso compiaciuto.
“E ditemi… non barattereste qualsiasi cosa per vivere in un tale sogno? Davvero l’amore può riempire un’intera vita annullando tutto il resto? Io non ci credo e la gioia che mi circonda ne è la testimonianza.”
Si voltò poi verso quelle lance ed un’ombra scese sul suo volto.
“La Dolorosa Costumanza? Mi chiedete cosa sia?” Sospirò. “Essa può essere tante cose… qualsiasi cosa segua un suo meccanico, costante ed inesorabile corso… qualsiasi cosa che si protenda oltre il giorno e la notte, oltre i sogni e la realtà, oltre la virtù ed il peccato, oltre il tempo… ed oltre la vita…” i suoi occhi apparvero per un attimo sbiaditi ed indefiniti, senza più quella superba ed altera sicurezza in se stessa “… la Dolorosa Costumanza può essere un lutto indelebile, un morbo incurabile, un’eterna malinconia, un pianto ininterrotto… un instancabile rituale fatto di timori, debolezze e rimorsi da compiere per tener a bada, illudendoci, le nostre paure più grandi ed oscure… la Dolorosa Costumanza può essere il passato, ricolmo, come uno scrigno, di rimpianti che assumono poi l’immagine di terribili fantasmi, o di invincibili demoni… ma la Dolorosa Costumanza può essere anche l’attesa… l’attesa della Gioia… un’attesa logorante e straziante, capace di durare anche un’intera vita senza vedere mai una fine… avete mai atteso qualcuno contro ogni regola e dogma del tempo e dello spazio, milady? E’ doloroso, credetemi… e può divenire un’ossessione… un’attesa fatta di piccole ritualità, forse senza valore, ma capaci, presto o tardi, di prendere possesso della nostra vita… ed allora si diventa una marionetta che agisce senza volontà, se non quella di seguire una consuetudine, un’usanza… un inesorabile e dolorosa costumanza…”
Poi le risate dei fanciulli che giocavano con i cani e il suono dei flauti dei musici destarono Layla dal cupo incanto in cui sembrava essere caduta.
“L’aria comincia ad essere fresca…” disse “… meglio rientrare…”
Guisgard
17-06-2011, 03.35.10
Cavaliere25 stava riposando tranquillamente, quando qualcuno lo svegliò di colpo.
“Non c’è tempo per dormire, ragazzo!” Disse Finiwell scuotendolo con vigore. “Il capitano Monteguard ha convocato tutti i cavalieri e i cadetti in vista dell’imminente battaglia. Forza, vestiti e seguimi nel cortile.”
Nel cortile c’era la grande adunata.
Tutti si misero in fila, in attesa degli ordini.
“Cavalieri, cadetti…” parlò loro August “… ormai il momento tanto atteso è giunto… tra poco potrete mostrare il vostro valore… da noi dipende la sopravvivenza di Capomazda… il nostro nemico è forte, esperto, deciso e malvagio… non si fermerà fino a quando l’ultimo dei nostri ideali non sarà nel fango… questa non è solo una guerra per difendere città e terre… no, c’è molto di più in ballo… ci sono dei valori, dei principi, delle leggi superiori a qualsiasi codice esistente… noi oggi non difendiamo solo i colori di Capomazda… noi oggi difendiamo la verità, la libertà e la Fede… come l’Arcangelo Michele insieme agli altri Angeli giusti scacciò Lucifero e i suoi, fermando la loro folle scalata al Cielo, così noi oggi siamo chiamati a difendere tutto ciò che è giusto, sacro ed eterno… oggi Capomazda, per un giorno, sarà la vostra Gerusalemme… siete pronti, fratelli?” Gridò August fissando i suoi uomini e tutti risposero con lo stesso ardore.
Morrigan
17-06-2011, 04.30.20
Morrigan lo fissò con attenzione mentre le parlava. Ravus non aveva tradito alcuna emozione. E l'assenza, pensò lei, talvolta è la migliore prova di una presenza...
Sarebbe andata avanti.
Nel suo cuore invocò Rasyel, affinchè il suo spirito non l'abbandonasse... la chiamò, la chiamò oltre il tempo e lo spazio, oltre la vita e la morte, oltre l'odio e l'amore... siamo donne tutte e due... e sebbene ella non avesse ancora incontrato un amore come quello di Rasyel, e sebbene non fosse madre, tuttavia era stata figlia... anche lei figlia di un dolore... Rasyel... Rasyel!
"Conosco perfettamente i Comandamenti" rispose "e comprendo bene le vostre parole, e proprio per questo mi occorre il vostro consiglio!"
Esitò un istante. La sua mente andò a cercare la traccia esatta delle parole che aveva letto insieme a Guisgard. Voleva riuscire a ricordarle alla perfezione, per riuscire meglio nel suo inganno.
"Perchè, vedete... in questa storia c'è in ballo qualcosa di grosso, padre! Vi ho già detto di come quest'uomo sia molto influente, e... voi di certo sapete bene che un bambino illegittimo è una sciagura in tempi difficili come questi!"
Tacque, mentre i suoi occhi andavano a fissarsi sul viso del religioso. Stava immobile, a testa alta, al centro della stanza, come se con le sue parole volesse sfidare il mondo. Tra le dita stringeva il suo ciondolo, mentre la sua mente era in quell'attimo totalmente conquistata dal suo obiettivo.
Guisgard
17-06-2011, 04.53.41
Ravus fissò Morrigan quasi turbato.
“Un uomo influente? E chi sarebbe, milady? E’ forse di queste terre? E’ uno dei baroni dell’Arciduca? Oppure è di un altro ducato? Rispondetemi…” disse, chiudendo di colpo il libro che aveva preso precedentemente sul scrittoio.
Si alzò e cominciò a passeggiare per la stanza.
“Milady, sapete bene che viviamo in tempi difficili…” continuò “… lo stesso futuro del ducato è in pericolo… ora, in Nome del Cielo, raccontatemi tutto… tutto, milady…”
Morrigan
17-06-2011, 05.09.14
Morrigan quasi lottò contro se stessa per non mostrarsi soddisfatta. L'imperturbabilità di Ravus si era rotta, e lui cominciava a sembrare molto scosso dalle sue parole. La ragazza lo fissò guardinga, come se dovesse proteggersi.
"No, io..." balbettò "Non posso. Non so nè di chi io possa davvero fidarmi in questo luogo, nè cosa potrebbe mai accadermi se tale segreto fosse conosciuto... potrebbero scacciarmi, potrebbero separarmi dal mio bambino... forse potrebbero anche ideare qualcosa di peggio..."
Si avvicinò a Ravus. Gli strinse la mano con forza, febbrile, mentre con l'altra continuava a carezzare il suo ciondolo come se volesse levigare quella già perfetta madreperla.
"... ditemi, voi che cosa fareste in un simile frangente?"
Domandando questo lo fissò, occhi negli occhi, per non perdere nessuna sfumatura, mentre il suo cuore, cullato dall'incantesimo che ripeteva nella propria mente, non faceva che invocare un nome... Rasyel... Rasyel... fammi vedere cos'è accaduto!
Melisendra
17-06-2011, 05.24.14
Sorrisi.
"E' uno straniero." Girai intorno a una sedia. "Avete pensato alla richiesta del Cavaliere del Gufo? Il Duca l'accetterà?"
Ero indecisa se fare quel nome.
"Purtroppo, invece, non ho ancora idea di chi sia il traditore che cerchiamo e dove si nasconda. Solo solo che è molto adirato in questo momento. E che mi ha osservata da quando ho rimesso piede in città."
Inaspettatamente risi.
"Tutta questa attenzione che mi presta potrebbe quasi essere lusinghiera..."
Osservai Monteguard, in attesa di una sua reazione.
Guisgard
17-06-2011, 05.35.28
Monteguard ascoltò con attenzione ogni parola di Melisendra.
“L’arciduca al momento non è qui a Capomazda…” disse “… ma dubito che possa accettare un simile scambio… la vita di un uomo per l’intero ducato…” restò pensieroso “… forse tempo fa avrebbe accettato… ma oggi non so… lord Icarius è molto cambiato dopo l’incidente al Lagno… immagino che questa decisione, se sua signoria non dovesse ritornare in tempo, spetterà ad Izar…”
Si alzò con insofferenza.
“Il traditore vi osserva?” Chiese. “Credo che ci stia osservando tutti! Ed a questo punto, da come lo dipingete, molto probabilmente sa che stiamo cercando il misterioso assassino della donna fedele al Gufo…” la fissò “… chi è il misterioso cavaliere che ha ucciso quella donna, milady? Ditemi il nome…” mentre Melisendra stringeva in una mano il nocciolo di albicocca.
Melisendra
17-06-2011, 05.44.26
"Non conosco i dettagli su come sia potuto accadere, ma so che è stato lui... il suo nome è Guisgard. Siamo giunti a Capomazda il medesimo giorno. Vi ricordate di lui, immagino."
Giocherellai con il nocciolo, un po' pensierosa.
"Dovete tenerlo d'occhio." Suggerii.
"Questo mi ricorda che mi avevate promesso una scorta... assegnatemi quell'uomo. Potete?"
Guisgard
17-06-2011, 05.51.43
Monteguard restò un momento a riflettere.
“Ho un vago ricordo di un cavaliere sconosciuto giunto qui lo stesso giorno del vostro arrivo. Con voi c’erano anche l’abate Ravus ed un’altra dama… lady Morrigan, mi sembra di ricordare…”
Si massaggiò nervosamente la guancia.
“Dunque non è uno dei nostri…” continuò “… siete certa di volere lui come scorta? Potrebbe non bastare per proteggervi dal misterioso traditore… ma poi…” mormorò “… bisognerà convincere quel cavaliere a farvi da guardia del corpo… non essendo direttamente sotto la mia autorità, in teoria, potrebbe anche rifiutarsi…”
Melisendra
17-06-2011, 06.11.03
"Naturalmente... ma voi potete addurre come scusa il fatto che tutti i vostri uomini sono impegnati nella difesa della città..."
Improvvisamente una specie di morsa mi strinse all'altezza della gola.
Mi mancò il respiro. Cosa a cui decisamente non ero avvezza.
Portai la mano alla gola. Quella sensazione passò rapidamente.
Non seppi spiegarmi quale potesse esserne la causa.
"Se mi cercate, mi troverete nella biblioteca del palazzo..."
Mi inchinai e rapidamente uscii di lì.
Guisgard
17-06-2011, 06.23.29
Monteguard salutò Melisendra e poi subito fece chiamare uno dei suoi.
“Va in cerca di un certo Guisgard…” disse “… è un cavaliere e dovresti cercarlo tra la cittadella ed il borgo… quando l’avrai trovato conducilo subito a me.”
“Si, capitano!” Ed uscì.
Monteguard allora si avvicinò ad una delle finestre e restò a guardare i suoi uomini radunati, mentre August impartiva loro gli ordini.
“Chi sarà questa misteriosa e fantomatica spia?” Si chiedeva. “E soprattutto… come è penetrata a Capomazda?”
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Melisendra
17-06-2011, 06.38.33
Quasi mi persi nei lunghi corridoi del palazzo, nel tentativo di trovare la biblioteca.
Un'altra celebre gemma di cui poteva fregiarsi il ducato era proprio la quantità di codici e manoscritti che aveva raccolto e conservato. Un'incredibile e variegata concentrazione di antichi testi.
Finalmente trovai la sala giusta.
Nessuno mi fermò dall'accedere agli scaffali.
Non sapevo con precisione cosa stavo cercando, ma da subito sospettai che non fosse il luogo giusto, che mi fossi sbagliata. Gli scaffali traboccavano di testi sacri e trattati teologici. Provai a cercare altrove. Erbari e testi filosofici. Retorica e grammatica.
Scostai qualche pergamena, ma tutto ciò che trovai non si accostava minimamente ai miei interessi.
MI lasciai andare su una poltroncina. Erano ore che sfogliavo testi.
Cosa pensavo? Che a Capomazda conservassero i testi oscuri che avevo studiato nella biblioteca del mio signore? Che preservassero su pergamene il ricordo di antichi riti? Sciocchezze... se non Ravus, in molti prima di lui si erano certamente premurati di far scomparire quei testi dalla loro timorata città.
Mi doleva la testa.
La consapevolezza che non avevo strumenti da usare come difesa che non fossero quegli spiriti indisciplinati me la fece dolere ancora di più.
Guisgard
17-06-2011, 06.58.42
Nella biblioteca vi erano diversi ritratti, perlopiù di chierici e nobili esponenti del casato.
E proprio sotto uno di questi ritratti, in cui era raffigurato un giovanissimo Rauger, Melisendra notò, quasi casualmente, una piccola credenza chiuda a chiave.
Su una delle porte serrate vi era impresso il disegno di una spada.
E quando Melisendra lo vide, avvertì un sensibile aumento del suo mal di testa.
“Zio…” disse il piccolo Icarius “… quando potrò vederla?”
“Dopo Pentecoste.” Rispose Rauger.
“Sapete… stanotte credo di averla sognata…”
Rauger si voltò a fissarlo.
“Era luminosa ed avvolta da nuvole…” continuò il fanciullo “… inizialmente credevo stesse volando… ma poi mi sono accorto che precipitava invece… e terminò la sua corsa sulle murature della torre più alta di questo palazzo…”
“Sai che quella spada non è un’arma comune, vero?”
“Si, zio…” annuì Icarius.
“E sai che chi impugna quella spada senza avere Fede è destinato alla sconfitta?”
“Si, lo so…” rispose “… non vedo l’ora che arrivi Pentecoste, così potrò vedere Parusia…”
Quella visione, improvvisa ed enigmatica, attraversò la mente di Melisendra, per poi svanire nel nulla, lasciando solo un eco inquieto.
I rumori della servitù nei corridoi destò Melisendra da tutto ciò.
Guisgard
17-06-2011, 07.08.28
Ravus cominciò a mostrare insofferenza.
“Temete che io possa tradire il vostro segreto? Ciò è impossibile, milady!” Disse il chierico a Morrigan. “Tuttavia, se temete questo, allora confessatevi!” Esclamò. “Fatelo ed avrete il segreto confessionale ad ammansire i vostri timori nei miei confronti!”
La carrozza correva rapida attraverso il bosco.
La strada era incerta e resa viscida dalla pioggia.
“Presto, presto!” Urlava Rasyel al cocchiere.
Questi frustava a sangue i cavalli in quella disperata corsa.
Poi, finalmente qualcosa apparve lungo la strada: era una locanda e ad attendere la carrozza vi erano un uomo ed una donna.
I loro nomi erano Mamian ed Esetien.
“Ecco, inginocchiatevi qui, milady.” Disse Ravus, destandola da quella visione.
Melisendra
17-06-2011, 07.18.08
Una spada? Caduta dal cielo?, mi domandai, massaggiandomi le tempie.
Presi un libro che descriveva l'uso officinale di certe erbe velenose e lo sfogliai un po' svogliatamente.
Il mio sguardo tornò sulla raffigurazione di quella spada.
Sembrava richiamare l'attenzione.
Chiusi il volume che avevo in mano e lo riposi al suo posto. Non avrei trovato nessuna soluzione ai miei problemi in una tisana calmante.
Mi avvicinai a quella credenza e provai ad aprirla.
Era chiusa.
Attesi che la servitù se ne fosse andata e riprovai ad aprirla. Estrassi dal borsello uno spillone per capelli e cercai di far scattare la serratura.
Guisgard
17-06-2011, 07.28.48
La serratura, neanche troppo resistente, scattò e la porticina della credenza si aprì verso Melisendra.
Al suo interno vi erano diversi volumi, molti dei quali illustrati con pregevoli raffigurazioni dallo stile latinizzante.
E subito uno di quei libri attrasse l’attenzione della ragazza.
Sulla copertina vi era disegnata la stessa spada incisa sulla credenza.
E vi era un nome, inequivocabile: Parusia, la spada dei Taddei.
Ma aperta la prima pagina di quel libro un’inquietante immagine si mostrò a Melisendra.
Uriel correva verso di lei con le mani insanguinate.
Piangeva e si contorceva per la paura.
E quando raggiunse sua madre quel sangue sulle sue mani, da rosso vivissimo, divenne nero e denso.
Istintivamente Melisendra chiuse di colpo il libro e la visione svanì.
“Ti stavo aspettando, mia adorata…” disse improvvisamente una voce alle sue spalle “… ora ci ricongiungeremo e resteremo insieme per sempre…”
E la delirante risata dell’oscuro signore echeggiò nella biblioteca e poi in tutto il palazzo ducale.
Talia
17-06-2011, 12.57.18
Le sorrisi.
“Mia signora...” dissi gentilmente “Voi confondete l’agiatezza con la felicità. Confondete la gioia con il piacere, il lusso, l’opulenza... Vedete, io ho vissuto in una corte per tutta la vita: niente mi mancava a Sygma, niente mi veniva negato, potevo fare ciò che volevo e avere ciò che desideravo. Quasi lo stesso è stato a Capomazda. Eppure, milady, i momenti di maggiore felicità li ho forse conosciuti in un umile borgo perso in mezzo alla brughiera...”
Sospirai e sollevai gli occhi al cielo terso, notando che stava iniziando ad imbrunire...
“Voi chiedete a me cosa sia la felicità...” mormorai “A me lo chiedete, che ho creduto per un tempo, che mi è parso interminabile, di averla perduta, per poi scoprire, quando un giorno mi è piovuta addosso in modo tanto inatteso, che non l’avevo mai davvero posseduta prima. Ma io penso che nessuno possa dirvi cosa sia la felicità, milady... perfino un poeta o un maestro di lettere, che saprebbe certo trovare parole sublimi per descriverla, non potrebbe però portarvi a conoscerla davvero: non potrebbe mai spiegarvi il vero valore di quella gioia indistinta e potente o di quell’intenso sfarfallio che avvolge il cuore ed inebria l’anima...”
La mia voce si fece bassa, pensosa... e per un attimo restammo così, in silenzio... poi le parole di Layla, in risposta alla mia domanda di poco prima, mi riscossero.
Puntai quindi gli occhi su di lei, ascoltandola con attenzione... e più la ascoltavo e più il mio cuore diveniva triste... era lontana da lì in quel momento, era chissà dove in un passato misterioso ai miei occhi...
E improvvisamente provai dispiacere per lei.
Poi le risate dei fanciulli che giocavano con i cani e il suono dei flauti dei musici destarono Layla dal cupo incanto in cui sembrava essere caduta.
“L’aria comincia ad essere fresca…” disse “… meglio rientrare…”
Mi voltai subito e la seguii senza commenti, avevo gli occhi bassi e la mente che ancora indugiava sulle sue parole.
Infine, raccogliendo il coraggio e voltando appena la testa dalla sua parte, dissi: “Perdonatemi, mia signora, ma devo chiedervelo... Chi siete voi realmente? Come mai siete qui?”
Lady Morgana
17-06-2011, 14.42.20
"Infatti, nessuno può impedirmi di aiutare Icarius. E voi sapete che io non sono completamente umana..." le dissi, in modo freddo, ripensando alle sue parole.
ma sappi che la prova da superare è terribile, forse umanamente impossibile da portare a termine…
"Io non sono completamente umana..." ripetei convinta, dopo che la donna ebbe lasciato le mie stanze.
Mi misi poi una camicia da notte e dormii.
Luna mi fece visita in sogno.
Luna stava seduta su una piccola seggiola di legno e mi parlò pacatamente...
"Cara Verdammt, mi dispiace di non essere potuta venire, ma come avrai già avuto modo di scoprire, ho mandato mia madre per aiutarvi. Se ne avrò la possibilità vi raggiungerò più tardi.
Non sono potuta venire perchè ho avuto un piccolo contrattempo, ma non ho voglia di parlarne ora...
Comunque, in questi giorni ho cercato la presenza di Lady Talia, ma non l'ho trovata... la tengono nascosta anche ai miei occhi, mi dispiace.
Ci vediamo presto..." poi sparì in una nuvola di polvere e...
...mi svegliai improvvisamente.
Il giorno dopo ripartimmo, prendendo un sentiero indicatoci dalla donna.
Dopo un'ora buona, arrivammo finalmente alla pieve.
Era là, bellissima e terribile allo stesso tempo, come la donna che aveva spezzato il meraviglioso incanto dell'Amore di Icarius e Talia.
Lady Layla...
Un forte senso di oppressione mi serrò la gola, ma poi riuscii a parlare.
“Qui abbiamo visto Lady Talia per l'ultima volta. Sono certa che è stata portata via da quei misteriosi cavalieri... Sarà difficile sconfiggerli...” dissi ripensando al nostro scontro. Li rividi alzarsi come se nulla fosse, come se non fossero state appena inferte loro ferite mortali...
“Ora, se volete scusarmi, ho un mio metodo per cercare Lady Talia. Voi nel frattempo potete cercare degli indizi circa la direzione che hanno preso...” dissi rivolta ad Icarius e a Lho ed entrai a passo svelto nella pieve.
Mi sedetti sul suo freddo pavimento e un brivido mi percorse la schiena. Osservai l'affresco e pensai che era davvero un peccato rovinarlo, perchè era molto bello. Risi. Il mio Signore sarebbe stato molto contento.
Presi un sasso che avevo trovato al di fuori della pieve e disegnai sul pavimento un ettacolo enorme e mi ci sedetti in mezzo. Presi poi l'ampolla in cui era racchiuso il mio sangue e lo versai come sacrificio, richiamando alla mia mente l'immagine di Talia.
Theenar, Signore del Sangue, rivelati alla tua figlia prediletta, rivelati a Verdammt la maledetta.
Una sola cosa pretendo da Voi, ritrovare Lady Talia.
Ove si trova ella? Spezza le catene che ancora ti tengono imprigionato nel buio della tua mente, Mio Signore, sei stato finalmente liberato!
Un'immagine si presentò alla mia mente. Un luogo, bellissimo, magico... Ove bambini giocavano felici e c'era anche una reggia, bellissima. Ed una donna altrettanto bella che conversava con un'altra donna. Lady Layla e Lady Talia stavano sedute, vicino a quello che doveva essere un verziere. Poi guardai il cielo, un cielo limpido e bellissimo, ma notai una cosa alquanto strana. Era come se sopra quel luogo incantato ci fosse una specie di enorme cupola. Poi la visione svanì ed io mi ritrovai sdraiata sul pavimento della pieve.
Ma una frase mi martellava la testa, una strana voce che mi parlava. Non era Luna e tanto meno sua madre, no. Era la voce di un uomo, anzi, di un Dio. “Cerca la dimora degli immortali, ne parla il libro...” poi la voce di Theenar si spense e tornai alla realtà.
Il libro? Quale libro? Icarius mi diede un libro...
Improvvisamente la vista mi si annebbiò, le palpebre divennero pesanti e l'ultima cosa che percepii fu una fitta tremenda al braccio, ove c'era il Segno Maledetto.
"Mio Signore..." mormorai, prima di accasciarmi svenuta sul freddo pavimento della pieve.
Lady Dafne
17-06-2011, 19.08.53
"Questo posto? Beh sembra essere sul culmine di una piccola collina ma la strada che conduce alla cappellina sale così dolcemente che non si percepisce la salita. E' una chiesetta piccola, isolata, immaginati una tipica pieve di campagna. Sembra che non venga usata da molto tempo, chissà che c'è dentro... non riesco a vedere perchè la porta è chiusa, sembra anche essere molto pesante. Intorno, hai ragione tu, ci sono molti erbusti e cespugli sono di certo cresciuti spontaneamente perchè tra le loro radici si intravvede un vecchio lastricato, forse una volta era il sagrato. C'è ombra ora, una grande quercia ci sta riparando dal sole. Sembra un posto così ameno, anch'io l'avrei scelto come cornice ideale per gli incontri di due innamorati" sospirai... il romanticismo che ispirava quel luogo mi metteva solo malinconia. Continuai
"Io invece indosso un vestito bianco, almeno, quando partii ieri lo era. Ora è un po' polveroso. Fortunatamente però non si è strappato, è un miracolo perchè, come ben sai, a me piacciono molto i vestiti a più veli... ma sono anche i più delicati" rimpiansi un po' che Pasuan non potesse vedermi, sapevo che gli sarei piaciuta. Li mettevo per lui i vestiti multivelo, avevo visto più volte che si imbambolava ad osservare i tessuti aderire alla mia figura ad ogni movimento. Come mi lusingavano quegli sguardi, mi era sempre sembrato che Pasuan mi amasse in tutto il mio essere, invece quel maledetto incidente aveva pregiudicato tutto.
Ero e restavo sempre una donna però e, con fare civettuolo, non persi l'occasione per ronzargli intorno. Volevo capire se, anche senza il beneficio della vista, i suoi sensi avrebbero risposto solerti come un tempo. Mi avvicinai e, giocando con uno dei bottoni della sua giubba mormorai:
"Riesci ad immaginare questo posto? Riesci ad immaginare questa natura incontaminata?" poi, abbassando notevolmente il tono della voce e avvicinandomi al suo viso "riesci ad immaginare me?".
Guisgard
17-06-2011, 21.21.53
Guisgard accarezzava il muso di Peogora, mentre il suo sguardo si perdeva, assorto e vagamente inquieto, nella verdeggiante campagna animata da un fresco vento di terra.
“Che meraviglioso cavallo!” Disse una giovanissima voce alle sue spalle.
Il cavaliere si voltò di scatto.
“E’ vostro, mio signore?” Chiese Gavron.
“E tu da dove sbuchi?” Domandò Guisgard stupito. “Mi hai seguito, vero?”
“No, è che passavo da queste parti…”
“E cosa diamine ci facevi da queste parti, sentiamo?”
“Ecco, venivo a raccogliere mele e…”
“Non vedo mele in queste posto” con tono severo Guisgard “e nessun altro tipo di frutta!”
“Però ci sono dei bellissimi fiori, cavaliere!”
“Si può sapere perché mi stai sempre alle costole?”
“Ho letto che ogni cavaliere ha sempre uno scudiero…”
“E lasciami immaginare…” lo interruppe Guisgard “… tu hai riconosciuto in me il cavaliere a cui fare da scudiero. Giusto?”
Gavron sorrise ed annuì.
Guisgard scosse il capo.
“Mi dispiace deluderti, ragazzo mio…” disse poi il cavaliere “… ma se sogni avventure ed eroiche gesta, con me caschi male! Io del cavaliere romantico e cortese non ho nulla”
“Io invece credo voi siate un gran cavaliere!”
“Eh, sei gentile, amico mio!”
“Come si chiama il cavallo?” Chiese poi il bambino.
“La cavalla” precisò Guisgard “si chiama Peogora!”
“Oh, è femmina!” Esclamò il bambino. “Piacere, Peogora! Io sono Gavron!”
“Che fine ha fatto la tua amichetta dell’altro giorno?”
“Oh, Redanya…” ripeté con un sospiro il fanciullo “… l’altra volta tornò a casa tardi e sua madre ora non vuole più che esca a giocare con me…” aggiunse con tristezza.
“Avanti, amico mio…” fece Guisgard dandogli una pacca sulla spalla “… ora non pensarci. Vedrai che in futuro ne avrai di tempo per immalinconirti a causa di una donna. Ma noi abbiamo il modo per scacciare la tristezza, sai?”
“Davvero?”
“Certo!” Esclamò Guisgard. “Andremo in cerca di fortuna e di divertimenti!”
“Cos’è quella cosa che avete in mano?”
“Questo?” Fissando il nocciolo di albicocca con cui aveva giocherellato, quasi senza accorgersene, fino a quel momento. “Oh, questo… beh, chissà che non sia un portafortuna! Anzi, ora andremo subito a metterlo alla prova!”
“E Come?”
“Giocando ai dadi!”
E così, salutata Peogora, che tornò a nascondersi nella boscaglia vicina, i due tornarono al borgo.
“Ehi, locandiere!” Disse Guisgard appena entrò nella locanda. “Servimi subito del buon vino, quello della casa, insieme ad un monumentale boccale di uno dei tuoi famosi intrugli fatti con la frutta per il mio giovane compagno d’arme!”
Gavron lo fissava divertito e con gli occhi colmi di ammirazione.
Ma accanto al locandiere vi erano tre cavalieri che discutevano con lui.
“E’ lui…” mormorò ai tre il locandiere.
“Siete voi sir Guisgard?” Domandò uno dei cavalieri.
“Beh, dipende…” mormorò Guisgard.
“Da cosa?”
“Se siete qui a causa di vostra moglie o meno…” rispose sarcastico Guisgard.
“Attento che la vostra insolenza potrebbe portarvi guai seri.”
“Calma, ci penso io…” intervenendo un altro dei tre “… sappiamo che siete voi sir Guisgard… siamo qui per ordine del capitano Monteguard… dovete seguirci perché egli chiede di vedervi…”
“Che onore…” sorridendo Guisgard “… anche la scorta mi ha mandato il capitano…”
“Seguiteci, prego…”
“Beh, sembra che il mio portafortuna, per ora, abbia fatto cilecca, ragazzo mio…” voltandosi verso Gavron “… ora torna a casa…”
Ed il bambino restò a fissarlo mentre i tre cavalieri lo conducevano via.
Guisgard
17-06-2011, 21.45.44
Pasuan le sorrise.
“Certo che riesco ad immaginarti…” disse “… l’unico conforto che mi consente di non impazzire, perduto come sono in queste perenni tenebre, è la tua immagine che mi appare di continuo… ma non con tratti sfocati o alterati… io ti vedo chiaramente, come ti mostrasti a me l’ultima volta che ebbi la fortuna di scorgere la luce del Sole. Ed il sole, nella mia memoria e nel mio cuore, coincide con la luminosità della tua bellezza…” sospirò, mentre un velo di malinconia scese sul suo volto “… poi ci sono i sogni che, come ultimi baluardi dei miei ricordi felici, giungono a visitarmi ogni notte… ed in quei sogni ci sei tu… ti rivedo così come la prima volta a casa tua, poi come in quei giorni trascorsi alla vecchia torre, o in sella al mio cavallo nel bosco circostante il mio villaggio… ti sogno ogni notte, Dafne…” sfiorandole il collo ed il petto con una mano “… sei come una perduta immagine di felicità che attraversa il mio cuore avvolto nel buio di questa ingiusta pena… mi appari bellissima e lontana… ed allora mi sveglio in preda all’angoscia… l’angoscia di non poter più rivedere il tuo bellissimo volto…”
In quel momento giunse la dama che stavano attendendo.
“Eccomi, miei signori…” salutandoli “… sono pronta per condurvi a quella tomba…”
Guisgard
17-06-2011, 22.04.50
“Sayla…” disse Icarius scuotendola lievemente “… Sayla, svegliati...”
“Sembra svenuta.” Mormorò Lho. “E poi… questi strani segni attorno a lei… credo abbia praticato un qualche oscuro rituale…”
“Questa ragazza sta facendo di tutto per aiutarci…”
“Mio signore…” disse Lho “… non ci sarà di nessuno aiuto invocando potenze malefiche sul nostro cammino…”
“Di malefico c’è solo questo maledetto incanto che vuole portarmi via Talia!” Con rabbia Icarius. “Quando il nostro popolo giunse in queste terre secoli fa, sottomise le popolazioni indigene, insieme alle loro tradizioni ed ai loro dei… ma a me hanno insegnato che il divino è celato in ogni infinitesimale aspetto del mondo che ci circonda… ed io invocherò ogni manifestazione dell’Onnipotente pur di liberare me ed i miei discendenti da questa orribile maledizione!”
Tornò a fissare Sayla.
“Sayla, svegliati…” chiamava “… ti prego, svegliati… non abbandonarmi anche tu ora…”
Lady Dafne
17-06-2011, 22.11.37
Sentii la voce della ragazza, mi voltai di scatto e compresi subito quel che stava accadendo.
"Che tu sia maledetta! E' una trappola!" urlai. Cercai istintivamente la mano di Pasuan, ero intenzionata a trascinarlo via di lì. Come potevano mai opporsi una donna e un cavaliere cieco ad un'imboscata? La mia mano vorticò nell'aria dietro la mia schiena ma non trovai quella di Pasuan. Mi voltai allora e lo vidi dritto e già in posizione. Aveva impugnato la sua lunga spada ed era già sulle difensive. Mi ricordai quel che mi aveva detto, la promessa che gli avevo fatto: "Sarò i tuoi occhi" gli avevo detto. Mi misi dietro di lui
"Pasuan, sono qui, sono dietro di te. Ascoltami, ti guiderò io come abbiamo fatto con il cavallo. La donna è davanti a te, sarà a quindici passi circa". Mi sembrò che Pasuan grugnisse
"Fidati di me Pasuan, di me e del tuo braccio... e ricorda sempre: nonostante tutto io ti amerò sempre!"
Guisgard
18-06-2011, 02.28.02
Pasuan, sentendo le drammatiche parole di Dafne, saltò su ed estrasse rapido la spada.
“Resta dietro di me, Dafne!” Disse.
“Amici miei…” stupita la donna “… cosa accade? Perché mostrate quest’ostilità verso di me?”
“State indietro e non avvicinatevi!” Le intimò Pasuan. “Anche se siete una donna non esiterò a colpirvi, se minaccerete la vita di Dafne!”
“Io non comprendo, cavaliere…” turbata la dama, mentre si avvicinava di qualche passo.
“Indietro vi ho detto!” Urlò Pasuan. “Sento dalla vostra voce che vi siete avvicinata!”
“Cavaliere, se avessi voluto farvi del male” fermandosi e cercando di calmarlo “l’avrei fatto durante la notte scorsa, quando voi e la vostra donna dormivate sereni ed ignari nella mia dimora. Lì avrei potuto contare sull’aiuto dei miei fratelli e dei miei servitori. E non avrei impiegato molto a vedervi morti entrambi, se solo l’avessi voluto. Perché dunque condurvi qui, nel bosco, davanti a questa sacra cappellina, per poi farvi cadere in trappola?”
Pasuan restò pensieroso a quelle parole.
“Ho chiesto il vostro aiuto perché non conosco nessun altro.” Continuò la ragazza. “A casa non posso fidarmi di nessuno, perché i miei servitori sono tutti fedelissimi ai miei fratelli. L’altro giorno era giunta a pregare davanti a questa cappellina proprio per chiedere aiuto al Cielo. E poco dopo siete giunti voi, cosi giovani, belli ed innamorati. Mi siete apparsi come un tenero riflesso di come sarebbe stata la mia vita, insieme a Ludovici, se avessimo potuto coronare il nostro sogno di amore eterno. Questa è la sola verità, amici miei… e posso giurarvelo davanti a questo santo luogo.”
Guisgard
18-06-2011, 03.27.56
“Oggi niente lezioni di cortesia, musica o canto…” disse lui destandosi da quella lieve veglia in cui sembrava essere caduto da qualche minuto “… no, oggi ti voglio tutta per me!”
“Sai bene che non posso disertare quelle lezioni…” rispose Layla accennando un sorriso “... già i maestri dicono che tu mi stai portando su una cattiva strada.”
“Davvero? Dicono questo di me?”
“Si” annuendo lei “e temo che questi loro timori siano già giunti alle orecchie di mio padre.”
“Sai cosa ti dico? Hanno proprio ragione!” Esclamò lui. “Vieni, è una giornata troppo bella per restare qui all’ombra di questa quercia!” Prendendola per mano ed alzandosi di scatto.
“Non hai sentito quel che ti ho detto? Non hai paura di mio padre?”
“Cosa ho da perdere? Lui mi odia già!”
“Non è vero, sciocco!” Scuotendo il capo Layla. “Sai bene che non è vero, altrimenti non ti permetterebbe di venire a palazzo!”
“Vieni, Layla...”
“Dove vuoi portarmi?” Chiese lei divertita. “Sei proprio matto!”
“C’è un piccolo borgo perso oltre la boscaglia.” Fece lui. “Stasera lì si celebrerà la festa di San Vitaliano! Voglio portarti là, è un posto che sembra fuori dal mondo e dal tempo. Pare fatto apposta per accogliere chi si ama!”
“Si e a quante altre l’hai mostrato quel posto, dimmi?” Chiese lei con un filo d’ironia. “Dimmi la verità, quante ragazze ci hai portato prima di me?”
Lui si fermò di colpo e la fissò.
“La verità? Si, ne ho portate altre… ma in questo momento non ricordo più né i loro nomi, né le loro voci e nemmeno i loro volti…”
“Non giocare con me...” fermandosi lei e restando a fissarlo “... non farlo, ti prego...”
Lui la guardò senza dire nulla, per poi baciarla con passione.
Per un attimo qualcosa attraversò gli occhi di Layla.
Forse un ricordo sbiadito, un’emozione rapita al passato, o forse solo un’antica emozione ridestata dal vento.
“Sono una donna, milady…” voltandosi verso Talia “… una donna, come lo siete voi… e questo posto è il luogo in cui ho deciso di vivere…”
Fece un lieve cenno a Talia per farsi seguire al padiglione.
E passando di nuovo accanto alle lunghe lance con gli elmi sulla punta, la Granduchessa di Capomazda si accorse che su una di quelle non vi era nessun elmo.
Morrigan
18-06-2011, 04.56.31
Lei lo fissò per un istante con occhi allucinati. Quelle visioni che andavano e venivano ad intermittenza nella sua testa la stavano gettando in uno stato di profonda prostrazione, e questo era un bene per Morrigan, giacchè rendeva la sua recita perfettamente credibile.
Tuttavia quelle visioni erano ancora imperfette. Qualcosa in quella stanza, o nella presenza di quell'uomo la collegava a Rasyel e le permetteva di entrare in contatto con la memoria di lei, ma non era ancora abbastanza. A lei servivano anche i ricordi di Ravus, perchè probabilmente era quell'uomo a possedere la chiave che Guisgard stava cercando.
"No, no..." esclamò con voce febbrile a quella richiesta dell'abate.
Indietreggiò, facendosi scudo con la mano.
"Parlate di segreto confessionale, ma voi lo sapete bene, padre, che ci sono segreti che voi stesso non sareste in grado di mantenere! Pensate... se questo bambino fosse una minaccia per qualcuno... se fosse, per esempio una minaccia per il ducato di Capomazda... ditemi, fino a che punto sareste disposto a rispettare il vostro mandato di confessore?"
La sua voce cresceva, si era fatta sempre più agitata. A quel punto gli andò vicino, fin quasi a sfiorarlo, quindi, scuotendo il capo con occhi nervosi, estrasse un pugnale dal suo stivale.
"No, padre... so che esistono per alcuni uomini valori più alti di un tale segreto... persino per uomini di chiesa come voi! Forse l'unico modo per essere sicura che nessuno vorrà il mio male, è farla finita, adesso!"
E mentre diceva questo, con la mano che le tremava vistosamente, puntò il pugnale al petto, proprio sotto lo sguardo di Ravus.
Guisgard
18-06-2011, 05.00.57
Guisgard fu condotto nella caserma dai tre cavalieri, che lo lasciarono in una sorta di saletta per le udienze.
Accanto alla porta d’ingresso vi erano due vecchie armature, mentre sulla porta opposta era appeso uno scudo con due spadini incrociati fra loro.
Il cavaliere attese abbastanza a lungo, senza che nessuno giungesse a portargli notizie.
E proprio quando cominciava a tradire insofferenza, qualcuno finalmente entrò nella saletta.
“Sir Guisgard…” disse il soldato “… il capitano vi attende.”
“Pensavo si fosse dimenticato di me.” Accennando un sorriso irriverente Guisgard.
Fu allora accompagnato nell’anticamera dove solitamente Monteguard riceveva le sue visite.
“Capitano, sir Gusgard è qui.” Annunciò il soldato.
“E chi diavolo sarebbe questo sir Guisgard?” Chiese quasi infastidito Monteguard, come se fosse stato interrotto da un qualcosa di molto importante.
“L’uomo che avevate chiesto di vedere, signore.”
“Vedere quest’uomo? E perché mai? Non so neanche chi diavolo sia!”
Guisgard intanto fissava il soffitto con un sorrisetto sul volto.
“Signore, è stato portato qui per vostro ordine.”
“Cosa ha fatto?” Chiese il capitano, come a voler rammentare la cosa.
“E’ accusato di aver preso parte ad un duello, signore.”
“Duello?” Intervenne Guisgard. “Io non ho fatto nessun duello qui a Capomazda!”
“Silenzio!” Tuonò Monteguard. “I prigionieri parlano solo quando sono interrogati!”
“Prigioniero? Io non ho fatto niente!”
“Portalo via!” Sbottò Monteguard. “Stare in gattabuia gli farà comprendere chi comanda qui!”
“Ma io non ho fatto nulla, maledizione!” Protestò Guisgard.
Cercò allora di agitarsi, ma subito arrivarono altri due soldati che, insieme a quello che era nell’anticamera, lo condussero via.
Guisgard urlò e si dimenò, ma i tre lo portarono a forza nella prigione della caserma, rinchiudendolo poi in una cella.
“Al diavolo, maledetti!” Gridò da dietro le sbarre, mentre i tre soldati andavano via.
“Capitano, è in cella.” Disse il soldato tornato da Monteguard.
“Bene…” mormorò questi “… una notte al fresco lo ammansirà, così da renderlo più propenso al dialogo quando, a Dio piacendo, domani gli parlerò.”
“Si, signore.” Battendo i tacchi il soldato e andando poi via.
Guisgard
18-06-2011, 05.10.10
Ravus spalancò gli occhi di fronte a quel proposito di Morrigan.
“Siete impazzita!” Disse visibilmente scosso. “Volete aggiungere peccato su peccato! Datemi quel pugnale e non fate altre sciocchezze!”
Si avvicinò a lei e tese la mano.
“Avanti…” con voce bassa e rassicurante “… datemi quel pugnale e calmatevi… nessuno qui vuole giudicarvi, né tanto meno condannarvi… forza, datemi quel pugnale e vedrete che tutto si accomoderà… c’è sempre una soluzione…”
Morrigan
18-06-2011, 05.35.33
La voce rassicurante dell'abate parve calmare la ragazza e, almeno momentaneamente, farla desistere dal suo intento. Morrigan si fingeva ancora agitata e il coltello era ancora poggiato sul suo ptto, ma aveva ripreso lentamente a respirare con calma.
"Va bene..." mormorò dopo qualche istante "va bene... avete ragione voi..."
Abbassò il pugnale, lo girò, come avesse voluto porgerlo all'abate, ma in quel gesto Morrigan fu lesta, e con una impercettibile torsione del polso, sfiorò con la lama la mano dell'abate, tagliandolo.
Appena si accorse di essere riuscita nel suo intento, lasciò cadere in terra l'arma e si portò una mano alle labbra, fingendo stupore ed imbarazzo.
"Oh, mio Dio..." esclamò "perdonatemi!"
Ed estratto dal corsetto un candido fazzoletto, si affrettò ad asciugare la leggera ferita che aveva inferto all'abate.
Quindi lo guardò, con occhi di nuovo calmi, imploranti.
"Perdonatemi, vi supplico... avete ragione voi... questa terribile storia mi ha sconvolta... padre mio, solo voi potete darmi conforto, voi e Dio! Adesso ho bisogno di calmarmi e di riflettere sulle mie azioni... Domani, domani a mezzogiorno verrò da voi, in cappella, per la confessione, e lì accetterò di fare tutto quello che voi consiglierete!"
Si inchinò rapida, con un gesto deferente, baciò la mano dell'abate che ancora stringeva, quindi, raccolto il pugnale da terra, uscì di corsa dalla stanza, senza dare a Ravu sil tempo di ribattere nulla.
Appena fu fuori da lì, iniziò a correre. Con il fazzoletto macchiato stretto attorno al suo amuleto, corse verso le scale che conducevano ai torrioni ad Est del grande palazzo. Quando fu infine all'aria aperta, cercò un posto riparato, all'ombra delle merlature di pietra, lontano dal passaggio della ronda. Lì si lasciò cadere sulla pietra fredda e finalmente prese fiato.
Prese il pugnale, lo esaminò, quindi lo pulì con un dito e passò quel sangue sopra la madreperla, come aveva fatto in precedenza con Guisgard. Strinse l'amuleto tra le mani, chiuse gli occhi e abbandonò lo spirito in quell'invocazione...
"Per il sangue rosso che adesso ti ha macchiato
riveli a me il ricordo di colui che l'ha versato.
Al sangue del cavaliere lo dovrai unire
per dirmi ciò che Guisgard vuole scoprire..."
Ad occhi chiusi continuò a ripetere la formula, senza alcuna esitazione, mentre la sua mente cominciava piano ad affondare nelle brume di quella visione che aveva invocato...
Lady Dafne
18-06-2011, 12.18.35
Non credevo ad una sola parola di quelle che erano uscite dalla bocca di quella donna. A parte la prima impressione, quella ragazza mi era sempre sembrata strana. Ma Pasuan aveva ceduto, voleva aiutarla, e io l'avevo assecondato. Quando sentii però quella frase
“… sono pronta per condurvi a quella tomba…”
No, avevo ragione io, c'era qualcosa di strano in quella donna, non mi fidavo, lo dissi a Pasuan
"Non crederle, non devi assolutamente crederle! E' una sporca bugiarda! Dovresti vedere i suoi occhi, sono rossi, sono indiavolati. Altro che ragazza indifesa, questa qui ci vuole morti. Pasuan ascoltami! Andiamocene via! Non darle retta!" temevo che lui si sarebbe fatto convincere della presunte buone intenzioni di quella strega.
Non sapevo che fare, iniziai a guardare tra i cespugli, forse la ragazza non era sola. Forse aveva portato altri guerrieri. In quel caso saremmo morti di certo. Mormorai piano all'orecchio di Pasuan affinchè lei non mi sentisse
"Sto cercando di capire se qui vicino potrebbero essere nascosti altri soldati. Non vedo nulla di strano. Per le tue conoscenze, cosa dovrei vedere se dei soldati fossero nascosti tra gli alberi?".
Lady Morgana
18-06-2011, 13.01.10
Sentii Icarius cercare di svegliarmi, ma Lho non sembrava dello stesso avviso.
Ascoltai la loro accesa discussione, mentre cercavo di alzarmi o perlomeno di muovermi. Ma mi era impossibile anche solo aprire gli occhi.
Una sensazione orribile s'impossessò di me. Mi sentivo come se il mio corpo fosse morto e la mia anima fosse rimasta imprigionata dentro di esso.
Poi finalmente quella terribile sensazione svanì ed io riuscii ad aprire gli occhi e a muovermi.
Afferrai saldamente il polso di Icarius e lo guardai dritto negli occhi. "No, non vi abbandonerò Nobile Taddei, almeno finché non avremo trovato vostra moglie. Ma, se non siamo tutti d'accordo, non potrò continuare questo viaggio insieme a voi. Se Lho crede che ciò che pratico sia oscuro e malefico e non volete che lo pratichi, non potrò più aiutarvi..." dissi lanciando un'occhiataccia a Lho. Mi alzai poi in piedi e con fare un poco vanitoso, raccontai ciò che avevo visto.
"Comunque, grazie al mio rito oscuro..." dissi guardando nuovamente Lho. "...so dove si trova Lady Talia, anche se per sapere il sentiero da seguire per arrivarci, mi servirà del tempo..."
Mi chinai, cercando con la manica della mia tunica, di togliere almeno un po' del sangue che avevo versato sul pavimento della pieve; intanto ripensavo alle parole di Theenar...
Cerca la dimora degli immortali, ne parla il libro...
Presi la mia sacca e ci frugai dentro, tirando fuori il voluminoso libro datomi da Icarius.
Uscii poi dalla pieve e mi sedetti sotto l'ombra di un grande albero.
La Dimora degli Immortali...
Guisgard
18-06-2011, 17.16.28
Ravus, dopo che Morrigan era scappata via così improvvisamente, cominciò a ripensare alle parole della ragazza.
Allora un vago senso d’inquietudine cominciò a farsi strada in lui.
Il timorato uomo di Dio iniziò a vedere antichi fantasmi farsi strada in quell’incerto presente.
Sentì allora che quel peso cominciava ad essere troppo forte ed opprimente per lui e decise di volerne condividere l’angoscia con qualcun altro.
Raggiunse così il filosofo Izar.
“E perché vi hanno messo in allarme le parole di quella ragazza? Io non ci vedo niente di tanto strano…” disse questi dopo aver udito il racconto del chierico.
“Ma non capite? Pare che in tutto ciò sia coinvolto qualcuno della nobiltà del ducato e questo, ora come ora, è praticamente una sciagura!” Rispose confusamente Ravus. “Potrebbe portare a spaccature nelle nostre schiere! E poi, a voi non ricorda nulla tutto ciò?”
Izar lo fissò.
“Non c’è bisogno di rievocare antichi fantasmi…” mormorò.
Poi, quasi senza accorgersene, il suo sguardo cadde sulla mano ferita del chierico.
“Avete un taglio ad una mano, monsignore.” Indicò.
“Uh, cosa? Ah, si… è stata quella ragazza, era sconvolta…”
Izar, a quelle parole, sembrò destarsi all’improvviso.
“Quella ragazza” con sguardo enigmatico “vi racconta tutto ciò… fatti gravissimi e delicati, senza chiedere la confessione e proteggersi quindi dietro il segreto confessionale… minaccia poi di uccidersi… ma, calmatasi all’improvviso, vi ferisce ad una mano e scappa via…”
“Si, proprio così.” Annuì Ravus. “Tutto è andato come vi ho raccontato poco fa.”
“E quel pugnale?”
“L’aveva con sé quando è scappata via.”
Izar sembrò come fulminato.
“Non datevi più pena per questo, monsignore…” assumendo un attimo dopo un’espressione indefinita “… fatti simili accadono di continuo, dove l’illusione di un amore eterno e più forte di ogni ostacolo spinge a credere i più sciocchi che tutto sia permesso agli impulsi del cuore… probabilmente qualche barone avrà sedotto la nostra bella spadaccina, per poi abbandonarla ai suoi effimeri sogni di un amore da romanzo… dimenticate tutta questa storia…” sorridendo “… e se ci saranno strascichi, cosa che escludo quasi del tutto, penserò io a tutto… ora andate, siete stanco… dovete celebrare la messa ed il vostro animo deve essere sereno… andate, monsignore…”
Ravus annuì ed andò via, vagamente rasserenato dalle parole di Izar.
Ma rimasto da solo il filosofo, una cupa espressione sorse sul volto, quasi alterandone i lineamenti.
http://members.shaw.ca/david.p.z.888/star_wars/pics/palpatine.jpg
Guisgard
18-06-2011, 17.50.17
Sayla si sedette e cominciò a sfogliare il voluminoso codice conosciuto come Le Angosce di Santa Lucia.
Cercò, fino a quando trovò un capitolo che cominciava con il titolo di “La Dimora degli Innamorati”.
“Vi è un luogo, che i più credono al di fuori del mondo e del tempo, le cui torri è possibile scorgere in quelle chiare e luminose giornate sferzate dal vento che annunciano l’arrivo di una nuova stagione.
In realtà quel luogo è molto più vicino di quanto non si creda, celato com’è nel passato di ciascuno di noi.
Il chierico Balquerano, assetato di sapere e conoscenza, vi giunse casualmente mentre era alla ricerca dio alcune Sante Reliquie.
Ma il chierico non poté visitarlo, in quanto, essendo un monaco e dunque senza dama, gli fu vietato l’accesso.
Altri partirono per trovare quel luogo, di cui tutti ignorano l’aspetto, ma nessuno di loro fece mai ritorno.
Secondo il saggio Valdiano quel luogo è segnato da una terribile ed oscura tradizione, detta Dolorosa Costumanza.
Chi decide di intraprendere il viaggio per trovare quel luogo incantato, dovrà solo imboccare uno dei tanti Sentieri Perigliosi che attraversano la vita di ognuno di noi.
Tre sono i Sentieri Perigliosi conosciuti fino ad oggi: quello che conduce alla Torre Diroccata, quello che porta alla Pieve di Gyaia e quello che termina al Cimitero della Guardia.”
“Sayla, tu hai tutta la mia fiducia...” disse Icarius avvicinandosi alla ragazzina “... ho affidato la mia vita, quella di mia moglie e il futuro del mio ducato nelle tue mani.” Sorrise. “Dimmi, hai trovato qualche traccia in quel libro?”
Guisgard
18-06-2011, 18.08.07
“Prendi il mio braccio” disse Pasuan a Dafne “e spostiamoci sottovento. Col caldo che c’è oggi, se qualcuno è nascosto nei cespugli attorno a noi riusciremo a sentirne l’odore…”
Intanto stringeva la spada nervosamente, tenendo le orecchie ben aperte a qualsiasi verso o rumore sospetto.
“Cavaliere, dunque non mi credete?” Urlò la dama. “A niente servono le mie parole e le mie lacrime? E voi, damigella…” fissando Dafne “… avete il cuore tanto arido da non provare alcuna pena per me? Voi avete tutto, un amore forte ed un uomo bello e valoroso… giungendo prima non ho potuto fare a meno di vedervi in dolce ed intimo atteggiamento… e mai vidi un uomo accarezzare con tanto amore la donna amata… perché allora non volete che anche a me tocchi una tale fortuna? Il vostro cavaliere non ha il dono della vista, è vero, ma io getterei via i miei stessi occhi e quelli di Ludovici pur di poter condividere con lui un’eternità senza luce, ma comunque stretta fra le sue braccia…” pianse di nuovo.
“Cercate pure tra questi cespugli” aggiunse dopo essersi asciugata gli occhi “ e poi nel bosco circostante! Cercate pure! Non troverete nessuno perché sono sola! Sola!” Gridò disperata. “Ora pregherò davanti a questa cappellina… se voi volete andare, fatelo pure… io non ho altro da dirvi…”
Melisendra
18-06-2011, 18.23.35
Istintivamente Melisendra chiuse di colpo il libro e la visione svanì.
“Ti stavo aspettando, mia adorata…” disse improvvisamente una voce alle sue spalle “… ora ci ricongiungeremo e resteremo insieme per sempre…”
E la delirante risata dell’oscuro signore echeggiò nella biblioteca e poi in tutto il palazzo ducale.
Sobbalzai a quelle parole. Le mie mani artigliarono il libro che stringevo, come gli artigli di un gatto colto di sorpresa.
Mi voltai di scatto.
Vederlo lì era surreale. Mi attraversarono d'un tratto una marea di emozioni.
"Voi? Sapevo che era questione di tempo prima che usciste dalla vostra tana..."
arretrai d'un passo.
"Da quanto mi osservi? Da quando sono giunta a Capomazda o da prima? Prima che mi immischiassi nelle sorti di questo regno?"
Lo scrutai, celando le mie paure, mentre ascoltavo attentamente gli spiriti agitarsi e fremere.
Lady Morgana
18-06-2011, 18.26.28
Lessi, avida di sapere, quando Icarius mi chiamò.
Alzai la testa di scatto e lo guardai. Sul suo viso era dipinta la Speranza.
"Sì, ho trovato qualcosa." gli risposi
"Ma non so quanto potrà esserci utile..." aggiunsi tristemente.
Indicai la pagina ad Icarius e lessi ad alta voce, il pezzo più interessante.
"Chi decide di intraprendere il viaggio per trovare quel luogo incantato, dovrà solo imboccare uno dei tanti Sentieri Perigliosi che attraversano la vita di ognuno di noi.
Tre sono i Sentieri Perigliosi conosciuti fino ad oggi: quello che conduce alla Torre Diroccata, quello che porta alla Pieve di Gyaia e quello che termina al Cimitero della Guardia." citai.
Stetti in silenzio per qulche secondo.
"Secondo Voi cosa significa? Qui dice che se vogliamo trovare il luogo ove è imprigionata Lady Talia, dobbiamo imboccare uno dei Sentieri Perigliosi... Ma noi ne abbiamo seguiti già due! Quello che porta alla Torre Diroccata e quello che porta qui, alla Pieve di Gyaia..." dissi un poco seccata.
"Mancherebbe solo quello che porta al Cimitero della Guardia... Voi ne avete mai sentito parlare Mylord?" chiesi curiosa.
Ma in quella strana lettura erano altre le parole che mi avevano colpito maggiormente.
quel luogo è segnato da una terribile ed oscura tradizione, detta Dolorosa Costumanza.
"Nobile Taddei." lo chimai per riattirare la sua attenzione.
"Qui dice inoltre che in quel luogo c'è una specie di tradizione, detta Dolorosa Costumanza. Voi ne avete mai sentito parlare?" scrutai un poco quel libro misterioso.
Poi notai che la luce stava svanendo e guardando il cielo vidi nuvole nere avanzare verso di noi, poco dopo, cominciò a piovere, costringendoci così a rifugiarci nella pieve, mentre io attendevo con impazienza la risposta di Icarius.
Se non saprà rispondermi, l'unica cosa che mi rimarrà da fare sarà contattare Luna... ma spero di non dover arrivare a questo, sono troppo debole a causa dell'evocazione...
Guisgard
18-06-2011, 18.30.43
Poi Melisendra avvertì un leggero capogiro.
Chiuse gli occhi per un istante.
“Milady…” disse la servitrice “… siete qui… avevo sentito dei rumori e non mi spiegavo cosa fossero, visto che sapevo esserci nessuno in questa stanza…”
Era stata un’allucinazione.
O forse una visione.
“Posso esservi d’aiuto?” Chiese la donna a Melisendra. “Volete che avverta messer Izar della vostra presenza? O monsignor Ravus?”
Melisendra
18-06-2011, 18.40.04
Quasi tentai di afferrare l'aria. Scrutai con diffidenza il pavimento di fronte a me, dove poco prima si ergeva la figura scura del mio nemico.
Mi voltai verso la servitrice che mi aveva parlato.
Il mio mal di testa si acuì.
"No... non scomodateli." Appoggiai il libro e misi tutto a posto.
Poco dopo uscii da quelle sale e tornai nel cortile.
La vista mi doleva alla luce del sole, come se ferisse i miei occhi.
Mi sedetti su una panca di pietra e mi massaggiai le tempie.
MI sforzai di reagire e mi diressi verso la caserma, a cercare il Capitano.
Guisgard
18-06-2011, 18.46.03
Icarius restò perplesso.
“Cosa ne pensate, Lho? Quel che c’è scritto nel libro vi dice niente? Io non ho mai sentito parlare di quelle cose…” disse Icarius ai suoi due compagni di viaggio.
Lho scosse il capo.
“Allora non abbiamo altra scelta!” Esclamò l’Arciduca. “Dobbiamo andare in cerca dell’ultimo Sentiero Periglioso che ci resta da attraversare! Il Cimitero della Guardia…”
La pioggia non durò molto ed i tre uscirono dalla Pieve.
Prima però di riprendere il cammino, Icarius pregò davanti all’altare e poi accanto alla statua di Santa Lucia.
“Il sentiero prosegue oltre la Pieve…” indicò Lho “… è in pratica una strada obbligata… non ci resta che seguirla e addentrarci nella brughiera…”
Icarius annuì e fece segno di andare.
I tre proseguirono per un pò, tra picchi rocciosi e desolate lande, in cerca di una qualche traccia del misterioso cimitero.
“In questo posto” mormorò Icarius “la vita sembra un miraggio… riusciremo mai a trovare qualcosa?”
In quel momento arrivarono ai piedi di una piccola altura, dietro la quale si udivano provenire delle voci.
“Cosa saranno queste voci?” Domandò Icarius ai suoi compagni.
“Sembra una litania…” rispose Lho “… come se qualcuno si lamentasse…”
Guisgard
18-06-2011, 18.52.08
Giunta alla caserma, Melisendra fu condotta dal capitano Monteguard.
Questi ricevette la ragazza nella sua anticamera.
“Abbiamo il nostro uomo, milady…” disse il capitano “… in verità, quando è giunto qui era abbastanza indisposto, tanto che ho pensato di farlo rinchiudere un pò in cella… spero per lui che il fresco della prigione abbia fatto calmare i suoi bollenti spiriti.”
Melisendra
18-06-2011, 19.02.12
Lo guardai con aria interrogativa.
"Era proprio necessario? E con quale pretesto lo avete condotto qui?", domandai.
Continuai a massaggiarmi una tempia e per un attimo mi sentii meglio.
"Cosa intendete dirgli? La verità?"
Posai entrambe le mani in grembo.
Lady Morgana
18-06-2011, 19.27.20
Appena smise di piovere, c'incamminammo; percorremmo l'ultimo dei tre Sentieri Perigliosi: il Cimitero della Guardia.
Dopo una buona mezz'ora di cammino, arrivammo ad un'altura.
Mi fermai di colpo, davanti a quell'inquietante paesaggio. Rimasi in silenzio, immobile, mentr Icarius e Lho discutevano sul da farsi.
Percepivo un'enorme potere provenire da quello strano luogo e giungere fino a me.
Mi feci coraggio e guardai di nuovo.
La valle era una landa desolata e deserta. E delle voci giunsero alle nostre orecchie, voci lente, strazianti...
Il nome è proprio azzeccato... ll Cimitero della Guardia...
Guardai a valle, ma non riuscii a capire da dove provenissero quelle strane ed inquietanti voci.
Vidi poi un bagliore e sentii rumore di spade, ma non vi era nessuno.
Improvvisamente ricordai la visione che avevo avuto nella pieve.
Ma certo, la cupola!
Se la memoria non m'ingannava, tempo addietro avevo studiato una formula magica per evocare una specie di scudo che rende invisibile ciò che c'è all'interno, ma solo per coloro che guardano da fuori di esso. Ovviamente anche lo scudo è invisibile e si vede quindi solo il paesaggio circostante.
Due piante poco lontane da me avvizzirono, mentre rubavo loro il mana. Finalmente ritornai in forze.
Mi concentrai a fondo e dopo svariati minuti una luce azzurrina scaturì dalle mie dita e si spinse fino da dove proveniva il clangore delle spade, ove venne fermata di colpo.
Come avevo previsto, c'era uno scudo magico. La luce azzurrina l'avvolse fino a mostrare ai nostri occhi un'enorme cupola.
"Nobile Taddei, credo che siamo vicini a vostra moglie più di quanto pensiate..." dissi rivolta ad Icarius.
Poi li guardai entrambi.
"Ora cosa facciamo?"
Guisgard
20-06-2011, 01.32.20
Monteguard si alzò e cominciò a passeggiare nell’anticamera.
“Sono un militare da non so neanche più quanti anni” disse a Melisendra “e ho visto tutti i generi di uomini d’arme… cavalieri, avventurieri, soldati di ventura, briganti… posso dire di aver maturato la convinzione che ognuno di loro agisca secondo un proprio codice di comportamento… sia ben chiaro che non si tratta sempre di un codice d’onore, o di stampo cavalleresco… ma piuttosto di una propria regola di vita, di un’ideologia spesso maturata secondo canoni personali e derivata dalla storia di ciascuno di essi…” tornò a sedersi “… ed il nostro uomo non sfugge a questo codice… uomini come lui devono sentirsi minacciati per cominciare a ragionare… per essere ben disposti, ecco… l’ho fatto venire qui facendogli capire che aveva commesso un reato… il duello che ha ingaggiato con la donna seguace del Gufo, visto che i duelli qui sono vietati… l’ho fatto chiudere in cella per fargli capire che non scherzo…” porta qui il prigioniero.” Ordinò al soldato fermo sulla porta in attesa di ordini. “Gli diremo che siamo a corto di uomini e lui è stato fortunato…” rivolgendosi di nuovo a Melisendra “… potrà cavarsela offrendo un degno servizio al ducato… ossia scortando una donna in pericolo…”
Guisgard
20-06-2011, 01.51.52
“Ne sei sicura, Sayla? Oh, non chiedo altro!” Disse Icarius guardando la giovane. “Non chiedo altro che ritrovarla!”
“Ma queste voci da dove diamine arrivano?” Fece Lho mostrando insofferenza ed agitazione per quella situazione.
Spronò allora il suo cavallo e raggiunse la cima della piccola altura.
Le voci erano più intense e vicine, ma ancora non si vedeva nessuno.
“Cos’avete scoperto, Lho?” Chiese Icarius raggiungendo il fedele guerriero.
“Nulla…” mormorò questi “… non si vede nessuno… come se queste voci fossero portate dal vento…”
Ma in quel momento qualcosa si notò nella desolata landa davanti a loro.
“C’è qualcuno laggiù…” indicò Lho.
Era un uomo anziano che teneva un asinello per le redini.
“Avviciniamoci per chiedere del Cimitero della Guardia.” Disse Icarius.
“Si, ma facciamo attenzione, mio signore.”
“E’ solo un vecchio, Lho.”
“Può darsi, ma la prudenza non è mai troppa…”
I tre allora raggiunsero il vecchio ed il suo asinello.
“Salute a voi, buon uomo.” Salutò con cortesia Icarius.
“I miei omaggi, nobili viaggiatori.” Rispose questi.
Era un uomo di avanzata età e vestito con umili abiti.
Il suo sguardo era gentile ed i modi pacati.
Ciò che però incuriosì i tre, era quel fiore, un giglio, che aveva con sé.
Melisendra
20-06-2011, 02.49.57
"Non intendevo certo criticarvi, milord... perdonatemi" mi scusai.
"A questo proposito, credo di aver avuto un contatto con il traditore, ma nulla più di un gioco malvagio. Chiaramente non teme di usare i propri poteri tra le mura del palazzo."
Riflettei.
"Non sono nemmeno sicura di cosa voglia realmente." Mi soffermai pensierosa a guardare fuori dalla finestra, mentre il mio mal di testa era quasi del tutto placato.
"Procedete pure, Capitano... credo che possiate liberarlo adesso."
Ormai mancava soltanto un giorno.
Mi domandai se sarebbe stato opportuno portarlo all'accampamento anche senza l'approvazione di Izar.
Guisgard
20-06-2011, 03.02.55
“Avanti, potete uscire…” disse la guardia al prigioniero “… il capitano vuole vedervi!”
“Andate tutti al diavolo…” mormorò il prigioniero sdraiato sulla paglia.
“Insolente, stai chiedendo troppo alla tua stella amica!”
“Cosa succede?” Chiese un’altra guardia avvicinandosi alla cella.
“Sembra che il fresco della prigione non abbia sortito effetti su di lui!”
“Ci penserà il capitano! Portiamolo da lui!”
Poco dopo le due guardie portarono il prigioniero nell’anticamera del capitano.
“Potete togliergli quelle catene.” Fece Monteguard. “Siete stato comodo in cella?”
“La paglia era morbida ed il rancio non del tutto disgustoso…” rispose Guisgard “… la compagnia invece era migliore di quella che mi ritrovo qui, sebbene i ratti mi diano il voltastomaco…”
“Insolente, io ti…”
“Lascialo stare.” Disse Monteguard alla guardia.
In quel momento Guisgard si accorse di Melisendra.
“Probabilmente ci arriverò anche da solo…” mormorò “… ma mi piacerebbe sapere da voi cosa sta succedendo qui… e soprattutto cosa volete da me…”
Melisendra
20-06-2011, 03.14.04
Rivolsi una rapida occhiata a Monteguard e mi accinsi a parlare.
"Cavaliere, sembra che di recente abbiate combattuto un duello con una donna. Per questa ragione siete qui. Non cercate di negare, sarebbe inutile... tuttavia credo che il Capitano vi darà l'opportunità di riparare a tale errore."
Fui concisa. E lanciai un'altra occhiata nervosa al Capitano, indecisa se scendere nei particolari e svelargli anche il resto. Perciò tacqui.
Guisgard
20-06-2011, 03.39.52
“Cosa ne sapete voi di quel duello? Cosa sta succedendo veramente? Io…”
“Calmatevi e non aggravate oltre la vostra posizione.” Lo interruppe Monteguard. “Minacciare non vi servirà a niente. Siamo in guerra ed io ho il potere di far impiccare chiunque, se è per il bene del ducato.”
“L’altra sera allora era una sorta di tranello, vero?” Con tono minaccioso Guisgard e tentando di avvicinarsi a Melisendra. “Mi avete avvicinato per poi mettervi d’accordo col capitano!”
“Calma!” Bloccandolo le due guardie.
“Nessuno ha tramato alle vostre spalle.” Disse Monteguard. “Ora calmatevi. Sappiamo di quel duello e di come è finito.”
“Come sapete queste cose?” Chiese Guisgard senza togliere lo sguardo da Melisendra.
“Le domande le faccio io, cavaliere.” Fissandolo Monteguard. “Rispondete ora… è stato un duello regolare? Uno contro uno, intendo? E non mentite.
“Se sapete già tutto perché lo chiedete a me?”
“Rispondete.” Sentenziò Monteguard. “Non ho il dono della pazienza io.”
“Non ho bisogno di mentire…” mormorò Guisgard “… ho ucciso una donna… peggio non avrei potuto fare… sebbene certe donne sanno essere viscide come serpi…” aggiunse tornando a fissare Melisendra.
“I duelli sono vietati e quella donna occorreva catturarla viva.” Spiegò Monteguard. “Però ha ucciso diversi dei nostri… quindi, in un certo senso avete reso un servigio al ducato.”
“Andate al diavolo…”
“Un’altra uscita così e ti spezzo un braccio.” Minacciò una delle guardie.
“E per questo che vi offro un’altra possibilità…” fece Monteguard “… lady Melisendra deve recarsi in un luogo… un luogo pericoloso dove probabilmente è attesa dai nostri nemici… io non ho uomini a cui affidare la sua sicurezza… ed ecco che entrate in gioco voi… scorterete lady Melisendra in questo suo viaggio, dopo di ché sarete libero… libero di lasciare questo ducato, perché quelli come voi non sono desiderati qui.”
“E se mi rifiutassi?” Domandò Guisgard.
“Allora domani all’alba il vostro corpo penzolerebbe dalla più alta torre di Capomazda. Parola mia.” Rispose Monteguard.
“Canaglie…”
“Allora, cosa decidete?”
“Non mi date molta scelta…” scuotendo il capo Guisgard “… e sia, accetto… sebbene spero che il diavolo vi porti via tutti!”
Monteguard sorrise.
Melisendra
20-06-2011, 04.11.04
Mi avvicinai al cavaliere, osservandolo.
"Potete credere quel che vi pare di me, messere. Ma mi seguirete e non cercherete di scappare, poichè in quel caso dovrei servirmi di metodi poco piacevoli per limitarvi la fuga."
Presi il mio scialle e me lo misi sulle spalle.
"Se può farvi stare meglio, non sapevo che foste voi l'assassino di Aytli. Quando l'ho capito me ne sono dispiaciuta. Anche se la vostra imprudenza nel farle lasciare Capomazda avrebbe potuto condannarmi a morte... nonostante tutto non è stato così."
Mi rivolsi al Capitano Monteguard.
"Lascerò la città in poche ore, preferisco mettermi in viaggio al più presto. Se vorrà fermarmi, sono quasi certa che lo farà fuori da queste mura. Quello di oggi era solo un avvertimento."
Mi inchinai.
Guisgard
20-06-2011, 04.23.42
“Dispiacervi per me? Ne faccio a meno del vostro dispiacere…” disse Guisgard a Melisendra.
“Come desiderate, milady.” Fece Monteguard alla ragazza. “Siate prudente, mi raccomando.”
“Che il diavolo vi porti via tutti…” mormorò Guisgard.
“Avete il diavolo un pò troppo sulla bocca, amico mio.” Ridendo Monteguard. “Badate che porta male.”
“So io cosa mi porta male…”
“Ascoltate…” prendendolo per un braccio Monteguard “… siete un’ottima spada e infondo anche un buon cavaliere… avete ucciso una donna e questo vi ha fatto male, lo so… ora però potete rimediare salvandone un’altra… so leggere negli occhi degli uomini… e nei vostri c’è del coraggio e della lealtà… vi affido lady Melisendra… obbedite ai suoi ordini e seguitela ovunque andrà… che Dio vi protegga.”
“Avete finito?” Chiese con sguardo accigliato Guisgard. “Bene, addio.”
Ed uscì, seguendo Melisendra.
Melisendra
20-06-2011, 04.48.08
Una volta in strada mi sentii addosso la sensazione di essere osservata.
Non ero di molte parole, più concentrata nel guardarmi attorno senza far notare quanto fossi realmente in allarme.
Infilai la strada per la locanda e una volta lì andai a radunare le mie cose. Dopo di che ci incamminammo fuori dalle porte della città.
Senza dare spiegazioni, una volta raggiunto il limitare della foresta, dissi agli spiriti: "Lo avete trovato?"
Erano meno indisciplinati della sera precedente. Forse avevano capito quanto fosse indispensabile il loro aiuto in quella situazione. Ma in quel momento non mi riferivo all'oscuro signore che forse ci stava osservando.
Mi riferivo a Pandemonio.
"Portatelo da me..." Il vento cominciò a soffiare, mentre quelli danzavano gaiamente. Dovettimo attendere un po' prima di sentire un rumore di zoccoli e di veder spuntare il mio fedele compagno di viaggi. Riconobbi il suo nitrito ancor prima di vederlo spuntare, narici frementi e impaziente, dalla macchia.
"Pandemonio! Mi sei mancato tanto!" gli corsi incontro, abbracciando il suo muso color del fumo e gioendo nel rivedere i suoi occhi vellutati e quel suo orgoglioso scuotere il testone, per poi darmi qualche allegro colpetto col muso.
"Dobbiamo andare... Pandemonio potrà senza dubbio portare entrambi. CI accamperemo vicino alla palude in serata." Sistemai una bisaccia sul dorso di Pandemonio e gli accarezzai nuovamente la criniera scura. Nitrì come se quelle sdolcinatezze gli sembrassero eccessive, ma non si sottrasse. In fondo era pur sempre un fiero cavallo da guerra.
"D'accordo, d'accordo, la smetto con queste sdolcinerie da bamboline..." Sorrisi.
Guisgard
20-06-2011, 05.02.42
Guisgard restò a fissare Melisendra giocare col suo cavallo.
“E sia, ma lo condurrò io il cavallo!” Disse Guisgard.
Montò allora in sella ed aiutò la ragazza a salire dietro di lui.
“Verso la palude, allora…” mormorò “… badate però di stringervi bene a me… la brughiera non ha strade, ma solo sentieri naturali scavanti dall’acqua e dal vento… e detto tra noi…” aggiunse sarcastico “… non penso di fermarmi a raccogliervi dopo una vostra caduta, milady…”
Pandemonio allora si lanciò verso la brughiera, nel luogo indicato dalla sua padrona.
Melisendra
20-06-2011, 05.16.03
"Mi stavate più simpatico quando parlavate di Paride..." mormorai, acida. "E detto fra noi, dubito che farete più di un passo senza di me. Non credo che il vostro atteggiamento piaccia a Pandemonio..."
Quello nitrì, scuotendo la criniera come in segno di approvazione.
"Non avrei voluto mettervi in mezzo..." dissi, sinceramente. Purtroppo avevo poco da dispiacermi. Era sempre così. Mi dispiaceva sempre portare sventure, ma ciò non mi aveva mai impedito di farlo. Tuttavia ero sincera.
Guisgard
20-06-2011, 05.25.07
“Parlerò di Paride quando avrò la fortuna di incontrare un’Elena” disse Guisgard con sarcasmo “e non una Medea! Quanto a lui…” indicando Pandemonio “… beh, tale padrona, tale cavallo!”
I due galopparono fino ad addentrarsi nella brughiera, giungendo infine presso la palude.
“Che luogo spettrale…” mormorò Guisgard guardandosi intorno “… io qui non ci starei nemmeno da fantasma.” Scese allora da cavallo ed aiutò Melisendra a fare altrettanto.
“Ed ora che siamo qui cosa faremo, mia signora?” Con tono ironico. “Accenderemo un fuoco per farvi ballare un bel sabba? Oppure vi farete un giretto sulla vostra scopa?”
Melisendra
20-06-2011, 05.43.46
"No, ma potrei provare piacere nel trasformarvi in rospo... mio signore!" replicai, con una finta riverenza.
"Pandemonio! Fai la guardia..." schioccai un bacio in direzione del cavallo, che andò a pascolare poco lontano. "Non avrete paura di qualche ombra e del sibilare del vento, cavaliere..."
"Accenderemo un fuoco ed attenderemo... Cosa? Non lo so di preciso." Raccolsi qualche ramo secco nelle vicinanze e poi iniziai a svuotare le bisacce.
"So bene che uccidere una donna possa avervi sconvolto."
Lo scrutai mentre accendeva il fuoco. Il tramonto era iniziato e quel luogo si stava riempiendo di ombre.
"Aytli non avrebbe esitato a tagliarmi la gola, una volta tornata al castello di Lord Cimarow, quasi certamente ormai sapeva tutto. Ma non ha fatto in tempo. E ora il Cavaliere del Gufo vuole vendetta."
Alimentai il fuoco con qualche ramo secco.
Guisgard
20-06-2011, 05.57.52
Il fuoco iniziava a prendere vigore, mentre tutt’intorno cominciava a diffondersi la luce delle fiamme.
“Beh, se io diventerò un rospo” disse sorridendo “alla nostra favola non mancherà che una cosa per essere perfetta… una bella principessa! Non vi dico, ovviamente, a chi darei il ruolo della strega cattiva!”
Gettò altra legna sul fuoco.
“Aytly si chiamava dunque…” sussurrò divenendo serio e fissando i bagliori del fuoco “… era molto bella… molto… cos’era esattamente quella donna per il Cavaliere del Gufo?”
Ma, all’improvviso, Guisgard saltò su, guardando verso la debole luce del Sole.
“Presto, copritevi il capo col cappuccio…” mormorò a Melisendra “… e qualsiasi cosa accada restate in silenzio…”
Un attimo dopo tre figure a cavallo comparvero tra le incerte ombre della brughiera, per poi cominciare ad avanzare verso di loro.
Melisendra
20-06-2011, 06.04.29
"Siete tanto divertente..." sussurrai, poco prima di avvistare tre figure a cavallo dirette verso di noi.
Mi coprii con il cappuccio e osservai bene le figure in avvicinamento.
Possibile che fossero uomini dell'accampamento, così vicino alla palude? Ero certa che nessuno si avvicinasse troppo a quella zona.
Ormai il fuoco aveva segnalato la nostra posizione. Strinsi il pugnale sotto il mantello e vidi le fiamme elevarsi più forti, tutto d'un tratto. Sapevo che mi avrebbero protetta.
Guisgard
20-06-2011, 06.21.34
Le tre figure si avvicinarono fino a raggiungere Guisgard e Melisendra.
“Salute, amico.” Disse uno dei tre uomini a cavallo.
Erano vestiti con pelli e calzoni di cuoio fino alle ginocchia e calzavano sandali stretti con lacci lungo i polpacci.
“Sono giorni che camminiamo senza incontrare anima via.” Continuò l’uomo.
Guisgard annuì.
“Questo fuoco è proprio una benedizione…” aggiunse “… le notti nella brughiera sono così umide… possiamo farvi compagnia?”
Guisgard fece segno loro di sedersi.
Erano ben armati e sulle braccia avevano dei tatuaggi.
“Cos’ha la tua amica?” Indicando Melisendra.
“E’ malata…”
“Di cosa?”
“Peste…” mormorò Guisgard sempre tenendo il capo chino “… siamo diretti sul monte dell’Arcangelo a Capomazda… ma forse lei non ci arriverà mai…”
“Peste?” Ripeté l’uomo. “Eh, ma allora noi possiamo aiutarti.”
Guisgard lo fissò con la coda dell’occhio.
“Wako ha avuto la peste. Vero, Wako?”
“Si, quella che scoppiò ad Avignone…” rispose il compagno.
“Già, la gente diceva che era stato a causa dei papi…” ridacchiando l’uomo “… ma Wako è guarito. Si, lui è un buon Cristiano e Iddio l’ha risparmiato.”
I suoi due compari cominciarono a ridere.
“Avanti, Wako…” lo incitò l’uomo “… da un’occhiata a quella povera ragazza… a te il morbo non può far più male ormai.”
“Lasciamola in pace…” disse Guisgard “… non vuole mostrare il suo volto, consumato com’è ormai dalla malattia…”
“Ma noi vogliamo aiutarla…” sorridendo l’uomo “… avanti, Wako, da un’occhiata a quella sfortunata…”
Guisgard allora fece scivolare la mano sotto il mantello, lungo l’elsa della spada, fingendo con l’altra di accomodare il fuoco.
“Wako si avvicino a Melisendra, che teneva il capo ben celato dal cappuccio.
“Soffri molto, ragazza?” Chiese. “Ora darò un’occhiata, tranquilla… avanti, mostrami il tuo viso…”
Guisgard
20-06-2011, 06.28.44
Morrigan recitò quella formula ed attese.
Ad un tratto il vento si fermò e le stelle, per un istante, quasi smisero di brillare nel firmamento.
La carrozza dopo quella folle corsa si fermò davanti al convento.
Tre uomini, coperti da lunghi mantelli, scesero e bussarono alla porta di quel santo luogo.
“Aprite, in nome di sua signoria lord Rauger!” Disse uno di loro.
“Cosa accade?” Domandò il novizio.
“Sappiamo che nascondete una donna con un bambino!” Gridò l’uomo. “Dovete consegnarcela, in nome dell’Arciduca e di sua grazia il vescovo!”
“Il convento ora è chiuso” rispose il novizio “e voi qui non potete entrare!”
“Aprite oppure noi…”
“Cosa?” Lo interruppe un’altra voce che affiancò quella del novizio. “Qui domina la legge di Dio, non quella degli uomini! Andate via!”
“Sono giunti qui per me…” in lacrime Rasyel, nascosta in una cella del convento “... è la fine...” stinse a sé il piccolo Guisgard e cominciò a pregare.
“Fatevi forza, milady…” mormorò il monaco che le stava accanto.
“Non ho altra scelta… mi consegnerò a loro... ma senza il bambino...”
Rasyel allora, come detto, si presentò sulla porta del convento, arrendendosi ai suoi inseguitori.
“Vogliamo solo il bambino, milady.” Disse uno dei tre che la braccava.
Ad un tratto si udirono dei cavalli.
“Fermi, cani!” Gridò uno dei cavalieri appena giunto.
“Sono sir Gemmyl ed i suoi uomini!” Fece uno dei tre, riconoscendo i nuovi arrivati. “Sono i compagni di lord Ardross!”
Scoppiò allora uno scontrò armato ed in breve i nuovi arrivati ebbero la meglio.
“Milady...” disse Gemmyl a Rasyel “... il ducato non è più un luogo sicuro per voi ed il bambino. Almeno fino a quando lord Ardross non avrà risolto tutto. Siamo qui per condurvi in luogo più sicuro...”
“Dove?” Chiese Rasyel. “Voglio vedere prima Ardross!”
“Non è possibile ora, milady...”
“Dove mi porterete?” Domandò spaventata. “Quando potrò vedere Ardross?”
“Non lo so, mia signora...”
“Questo è suo figlio!” Gridò mostrando il piccolo Guisgard che piangeva. “Non è diverso dal figlio che avuto da sua moglie!”
“Mia signora...” col capo chino Gemmyl “... proprio perché questo bambino rappresenta un pericolo per il futuro erede che hanno deciso di eliminarlo...”
“E’ suo figlio!” Piangendo Rasyel.
“Per lord Rauger è il piccolo Icarius il legittimo erede... e considera il vostro bambino solo un bastardo... ecco perché dovete venire con noi... presso il lago di Partya lord Ardross ha fatto costruire un palazzo di cui nessuno conosce l’ubicazione... lì sarete al sicuro...”
“Al sicuro...” sussurrò Rasyel stringendo il suo bambino “... in una prigione...”
Ad un tratto la visione svanì.
Morrigan avvertì un capogiro, per poi destarsi all’improvviso.
Samsagra sembrava arderecome non mai.
In quel momento Morrigan li vide.
Erano alcuni uomini armati che la circondavano.
Poi qualcuno si fece strada fra loro.
“Abbiamo interrotto un qualche tuo rituale?” Domandò un uomo col capo coperto da un cappuccio. “Hai forse invocato qualche spirito, amica mia? Beh, forse hai commesso un errore... perché per te, stanotte, è giunta solo madonna Morte…”
A quelle parole del misterioso uomo, tutti gli altri estrassero le spade.
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Melisendra
20-06-2011, 06.49.32
"Ti piacerebbe che non ci arrivassi..." sibilai, facendo segno agli uomini di non avvicinarsi.
Ero alquanto irritata.
Mi tolsi il cappuccio e osservai quegli uomini con uno sguardo torvo. GUigard incluso, che degnai di un'occhiata seccata.
"Siamo viaggiatori come voi. Potete trascorrere qualche ora accanto al fuoco. Io e il mio... simpatico compagno di viaggio partiremo prima dell'alba."
Mi sistemai il mantello, presto avrebbe iniziato a fare più freddo e l'umidità della palude non aiutava.
"Cosa ci fate in questa zona desolata?" feci segno di accomodarsi accanto al fuoco, mentre li scrutavo con attenzione, valutando quante armi portassero con sè e cercando di stabilirne la pericolosità.
Sentii un uccello gridare e scomparire nella palude spettrale, mentre il vento ricominciava a soffiare.
Lady Morgana
20-06-2011, 14.09.10
Guardai perplessa Lho, ma poi ricordai che loro non potevano vedere la mia magia, essendo quella di un Dio.
"Io credo che le voci che udiamo provengano dall'interno di quella cupola, ma voi non potete vederla, a causa di un potente incantesimo..." spiegai a Lho e Icarius.
Poi Lho guardò nuovamente a valle e scorse un anziano signore, che camminava per quella landa deserta, tenendo un asino per le redini.Icarius e Lho non ascoltarono ciò che avevo detto loro e corsero incontro a quell'uomo.
Perchè non mi danno mai ascolto? Icarius ha mentito, non ha più fiducia in me e Lho... Lui mi odia...
Tentai di fermarli, di spiegargli ciò che avevo visto, ma erano già troppo lontani e la mia voce svaniva, portata via dal vento.
Osservai l'anziano signore e notai un particolare.
Portava con se un profumato giglio, ma c'era qualcosa di strano.
Lì, non c'era nulla, ma quel giglio era fresco, come se fosse stato appena colto.
"Viene dalla cupola..." sussurrai senza farmi udire da nessuno.
"Buongiorno, messere." lo salutai, piegando un poco la testa, in segno di rispetto.
"Portate con voi un bellissimo fiore, signore. Un giglio, il mio preferito!" sorrisi ingenuamente, guardando il vecchio negli occhi.
"Potrei chiedervi, se non oso troppo, cosa gli avete fatto, per non farlo appassire?" domandai, con finta curiosità.
Sapevo esattamente come aveva fatto.
Mentre parlavo con l'anziano signore, avevo fatto degli impercettibili movimenti e molto lentamente stavo alzando il braccio.
Ero molto vicina alla cupola, ne avvertivo l'immenso potere.
Allungai ancora un poco il braccio e sentii un lieve pizzicore alla mano e le mie dita scomparvero.
Ritrassi immediatamente la mano, per paura che il vecchio se ne accorgesse.
Fantastico... scommetto che è stata quella donna a creare la cupola, Layla, se non sbaglio... Non vedo l'ora di rincontrarla...
Talia
20-06-2011, 19.43.51
Vidi qualcosa attraversare gli occhi di Layla... un sogno forse, o magari un ricordo... fu un attimo, durante il quale il suo sguardo mutò, illuminato da una luce nuova e di una intensità assoluta... poi lei sbatté le palpebre e quella luce, qualsiasi cosa fosse, scomparve di nuovo...
“Sono una donna, milady…” voltandosi verso Talia “… una donna, come lo siete voi… e questo posto è il luogo in cui ho deciso di vivere…”
“Il posto in cui avete scelto di vivere?” mormorai in risposta alle sue parole “Eppure a me non avete dato la medesima possibilità di scelta...”
Stavo per seguirla, quando il mio sguardo cadde sulla lancia a me più vicina... e notai che su di essa non vi era nessun elmo...
Questa dettaglio mi sorprese!
Mi fermai di scatto, dunque, fissandola.
Poi, quasi senza accorgermene, allungai una mano e sfiorai l’asta lucida con la punta delle dita... mentre i miei occhi correvano verso l’alto e osservavano la punta che scintillava per gli ultimi bagliori della sera.
Perché quell'insolito dettaglio in quel luogo che sembrava segnato dalla più rigida e pedante perfezione?
Lady Dafne
20-06-2011, 19.44.26
La donna ripeteva in continuazione di essere sola, io non le credevo! Sospettavo qualcosa, non volevo darle ascolto.
"Pasuan, non mi fido! Andiamocene ti prego! Non starla a sentire, questa è un'incantatrice!!" dissi con rabbia sperando che Pasuan mi ascoltasse.
“Ora pregherò davanti a questa cappellina… se voi volete andare, fatelo pure… io non ho altro da dirvi…”
"Non avete nient'altro di meglio da fare che pregare, mia cara? Il vostro amato potrebbe essere sottoposto a sopprusi e torture e voi vi rifugiate nella preghiera? Ascoltate il consiglio di una donna che ama veramente il suo uomo: combattete per lui, liberatelo, aiutatelo ma....fatelo SOLA! Noi non rischieremo la vita per una causa che non ci riguarda mentre voi, che tando agognate il nostro aiuto, perdete tempo pregando davanti ad una chiesa diroccata e probabilmente sconsacrata" ero furente.
"Andiamo via Pasuan, ho un neonato al quale badare! Serviamo più là che qui!!"
cavaliere25
20-06-2011, 20.40.15
Guardai Finiwell e dissi e ora che si fa io non sono ancora addestrato per fare una guerra che devo fare domandai tutto preoccupato
Guisgard
21-06-2011, 01.44.18
I tre uomini si scambiarono un rapido sguardo.
“Allora la storia della peste era solo una sporca bugia, lurido maiale!” Disse con un’espressione rabbiosa l’uomo accanto a Guisgard. “Volevi prenderti gioco di noi!”
Nello stesso momento Wako afferrò con una mano il polso di Melisendra, mentre con l’altra prese la donna per la gola.
“Sai che sei davvero un bel bocconcino!” Esclamò facendo osceni versi con la lingua.
“Non toccarla, cane!” Saltando su Guisgard e lacerandogli un fianco con un rapidissimo colpo di spada.
L’altro uomo allora gli si lanciò contro, ma il cavaliere lo colpì con un pezzo di legna ardente al volto.
Quasi nello stesso momento però Guisgard si ritrovò addosso il terzo dei tre che tentò di colpirlo con la sua possente scure.
Il cavaliere parò il corpo, ma la sua spada non resistette a quell’urto e si spezzò in due.
“Vediamo come te la cavi ora, maledetto bastardo!” Con un’espressione bestiale il suo avversario.
Un attimo dopo l’uomo si lanciò su Guisgard, che però fu lesto a schivarlo ed a farlo poi inciampare nel fuoco ancora acceso.
Avvolto fra fiamme l’uomo cominciò a correre e ad urlare per quella landa, fino a cadere poco dopo a terra, nel disperato tentativo di spegnere il fuoco che lo stava consumando.
Ma dopo alcuni attimi di straziante dolore, si arrese a quelle fiamme che gli anticiparono, come una terribile visione, quelle ben più potenti dell’Inferno.
Melisendra
21-06-2011, 02.11.07
"Perchè avete fatto qualcosa di tanto stupido?"
Senza pensarci due volte chiamai gli spiriti.
Con un gesto della mano indicai le fiamme e queste guizzarono, come feroci mastini a fauci spalancate sugli uomini.
Scossi le gonne per allontanare la fiamma da me.
"Sono vostri, miei cari... tranne..." mi avvicinai a uno di loro, che a terra si agitava, cercando di spegnere quelle fiamme che gli erano volate addosso. "Questo."
Dissipai le fiamme con un gesto, mentre quelli correvano sugli altri.
Mi rivolsi a quell'uomo dolorante e terrorizzato.
"Allora... prima che la tua sofferenza finisca... dimmi chi siete. Non siete semplici viaggiatori... perciò la verità. O dirò loro che possono continuare a giocare con te."
Mi sedetti, pensierosa.
"Ah e risparmiati le imprecazioni... quanto sarebbe saggio far arrabbiare una strega?" Sorrisi amabilmente.
Che differenza faceva? Che mi credessero pure una strega, per quel che mi importava.
"Scusa, Guisgard..." mi rivolsi verso il cavaliere. Non avrei saputo decifrare la sua espressione, perciò tornai a concentrarmi sul superstite, colpendolo lievemente con la punta dello stivale.
Guisgard
21-06-2011, 02.31.54
L’uomo ai piedi di Melisendra aveva il volto orrendamente sfigurato dalle fiamme e sembrava impossibilitato a parlare.
“Lasciate perdere…” disse Guisgard prendendo una delle loro spade da terra “… non credo possa rispondere alle vostre domande. Il dolore l’avrà reso pazzo a questo punto. Però posso soddisfare io la vostra curiosità… sono mercanti di schiavi… li ho riconosciuti dai tatuaggi… avete fatto una cosa molto stupida…” mentre spegneva ciò restava del fuoco “… vi avrebbero stuprata per giorni e poi venduta ad uno dei tanti mercati di schiavi diffusi nella regione… la prossima volta, almeno fino a quando resterete sotto la mia responsabilità, cercate di seguire le mie indicazioni, oppure finiremo in guai seri…” si voltò allora nella direzione dalla quale erano giunti i tre “… probabilmente precedevano una carovana… vedo la polvere in lontananza… il fuoco li avrà già attirati da questa parte… dobbiamo andarcene. E alla svelata, altrimenti ci ritroveremo addosso almeno una trentina di quei maledetti… richiamate il vostro cavallo, mentre io prenderò uno dei loro, disperdendo gli altri due, così da confondere le nostre tracce…” si avvicinò ai cavalli dei superstiti e si voltò di nuovo verso la ragazza “… ah, milady… non voglio le vostre scuse, né il vostro grazie… non mi interessa nulla di quello che avete voi… voglio solo che questa storia finisca presto…” e scelse dei tre il cavallo migliore.
Guisgard
21-06-2011, 02.50.20
“Aspetta, Dafne…” disse Pasuan.
La misteriosa ragazza, intanto, era intenta a pregare, in lacrime davanti alla cappellina.
“Dafne, ascolta…” continuò Pasuan “… io so cosa significa soffrire per amore… e conosco anche come ci si sente ad essere impotenti davanti alle avversità… forse io e quella ragazza non siamo tanto diversi… anche a me hanno strappato l’immagine di chi amo… queste tenebre, nelle quali sono stato condannato, non sono dissimili dalla tomba nella quale lei giura sia stato rinchiuso il suo amato… io forse non potrò più avere la Gioia di rivedere il volto di chi amo…” esitò per un momento “… ma non voglio che anche altri siano condannati a questo supplizio…” cercò il voltò di Dafne e con una mano accarezzò dolcemente la sua bocca “… perdonami, ma il mio cuore mi dice di agire in questo modo… aiuterò quella ragazza… mi fido di lei… ma non ti obbligherò a seguirmi… decidi tu cosa fare, Dafne…”
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Melisendra
21-06-2011, 02.55.28
Salii sul mio cavallo e osservai meglio il paesaggio che ci circondava.
Un canneto. Poteva essere una soluzione.
Attesi che anche il mio accompagnatore montasse a cavallo e diressi Pandemonio verso le propaggini della palude. Lì nessuno si sarebbe avventurato.
"Mercanti di schiavi? In tal caso hanno fatto la fine che meritavano... nessuno merita una vita di schiavitù."
Mi chinai per evitare i rami di un albero e la cascata di foglie che scendevano da esso. Il sole era quasi tramontato del tutto.
"Non sono sotto la vostra responsabilità... come vedete posso provvedere alla mia sicurezza."
Rallentai e smontai, guidando il cavallo su sentieri più sicuri.
"Qui potremo riposare qualche ora. Anche perchè credo di dovervi spiegare per quale ragione abbiamo lasciato Capomazda così rapidamente."
Raggiungemmo un tronco d'albero abbattuto, che aveva aperto un comodo spiazzo nella vegetazione.
Feci cenno agli spiriti di sparpagliarsi, nessuno si sarebbe avvicinato. Quelli accesero tanti fuochi fatui e rimasero ad aleggiare come fantasmi nella vegetazione circostante, guizzando e nascondendosi. Erano ancora eccitati dal macabro pasto. Ma erano benevoli. La loro luce azzurrina diffuse un gradevole chiarore.
"Non temete, non ci faranno alcun male... non sono cattivi. Sono solo... ehm, vivaci." Non era il termine più appropriato, ma era vero. Non erano malvagi e nemmeno crudeli. Erano soli. Erano come bambini desiderosi di piacere a ogni costo. "Sono come bambini. Sono vivaci e un po'...ingordi. E amano che qualcuno si prenda cura di loro." Aggiunsi, tristemente "La solitudine li uccide."
Danzarono innocui e sbarazzini, rincorrendosi nell'aria. Allungai la mano e vi girarono intorno, come gatti affettuosi. Era fuoco che non bruciava, leggero più dell'aria e timido come la fioca luce dell'ultimo raggio di sole.
"Mi domandavate di Aytli, prima che ci interrompessero..." mi stiracchiai lievemente le gambe e appoggiai la schiena al tronco. "Non era la donna del Gufo, era la sua più cara amica e il suo miglior cavaliere. Da quel che so di lei era spietata quanto lui."
Guisgard
21-06-2011, 03.21.34
Guisgard restò a fissare gli strani segni che operarono gli spiriti.
Melisendra sembrava totalmente a suo agio in mezzo a loro.
Che strana e misteriosa donna, pensava Guisgard.
Di tanto in tanto osservava il suo volto e le espressioni che assumeva.
In certi momenti gli appariva come una donna fredda, distaccata, altera.
Forse calcolatrice e sicuramente conscia del suo straordinario fascino.
Un fascino non meno potente di quelle sue arcane arti.
Un fascino che forse utilizzava per i suoi intenti.
Altre volte invece gli appariva come una ragazza dai tratti quasi ingenui e sbarazzini.
Guisgard restava sorpreso a fissarla mentre conversava, con tono familiare, con quelle misteriose entità che sembravano accompagnarla in ogni luogo.
A volte il cavaliere aveva la singolare sensazione che lei giocasse con quegli spiriti.
Eppure, nel profondo dei suoi meravigliosi occhi che brillavano come smeraldi, Guisgard sembrava riconoscere un vago e tormentato senso di solitudine.
“Si, è vero…” disse slacciandosi il mantello e accomodandolo dietro la schiena della ragazza che si era appoggiata ad uno scomodo tronco d’albero “… la solitudine uccide… ma quegli spiriti non sono soli… hanno voi…”
Scelse un giaciglio tra due lisce rocce di granito e vi si appoggiò.
“Si, ho sentito parlare del Cavaliere del Gufo e delle sue tristi gesta…” continuò, mentre da una tasca estrasse la sua ocarina “… dicono che non abbia mai conosciuto né sconfitta, né pietà… feroce come Achille, indomito come Sigfrido… entrambi però avevano un punto debole… ognuno di noi, infondo, possiede un punto debole, che tiene gelosamente nascosto per non apparire troppo debole agli occhi degli altri…” la fissò per un momento “… tranquilla, milady, non bramo avervi sotto la mia responsabilità…” mormorò con un indecifrabile sorriso.
E cominciò a suonare la sua ocarina.
Melisendra
21-06-2011, 03.57.08
Smisi di accarezzare le fiammelle e mi voltai a guardare il cavaliere.
"Ciò che avete sentito corrisponde a verità... è incredibilmente forte e spietato. Certe volte pazzo d'ira. Ho avuto modo di assistere ai suoi eccessi, dettati da orgoglio e desiderio di sfidare qualsiasi dio a fulminarlo per le sue azioni."
Mi mordicchiai pensosamente un labbro, mentre una fiammella mi spingeva lievemente il braccio, come per attirare nuovamente la mia attenzione.
"C'è qualcosa di implacabile dentro di lui... ma di debolezze, non ne ho mai scorta nessuno attraverso i suoi occhi scuri."
Abbassai lo sguardo e ripresi a solleticare lo spirito, che corse via lasciando un eco di risa inaspettato, che mi fece sorridere mio malgrado.
"Sarebbe tutto più semplice se io prendessi la sua vita..." mormorai, appoggiandomi meglio addosso al tronco.
Guisgard
21-06-2011, 03.58.54
Il vecchio fissò Sayla e rispose con un inchino al suo saluto.
“Dolce fanciulla…” disse “… sono lieto che abbiate lodato la bellezza di questo fiore… esso però conserverà ancora per poco il suo candore, se non verrà donato a Colei a cui è stato destinato…”
“Cosa intendete dire?” Chiese incuriosito Icarius.
“Vedete, esso è stato destinato ad una donna…” spiegò il vecchio “… ma non ad una donna qualsiasi…”
“A quale donna allora?” Domandò Icarius sempre più colpito dal racconto del vecchio.
“Non posso descrivervela perché non ho mai avuto la fortuna di vederla.” Rispose Il vecchio. “So solo che si trova nella grande basilica a volta.”
“Una basilica a volta?” Ripetè Icarius. “Forse è la cupola di cui ci parlavi, Sayla!” Rivolgendosi poi alla fanciulla.
“Si, mio signore.” Annuì il vecchio. “Ed attende che questo fiore le venga consegnato.”
“E perché temporeggiate?” Chiese Lho.
“Perché è un’impresa al limite delle umane possibilità!”
“E perché mai?” Sempre più incuriosito Icarius.
“Perché questo fiore deve essere consegnato solo alla dama più bella fra quelle che si trovano nella basilica.” Rispose il vecchio. “Nella basilica vi sono tantissime dame, tutte di rara bellezza, ognuna accompagnata da un valente cavaliere. Se qualcuno, giungendo nella basilica, dovesse consegnare il fiore alla dama sbagliata, allora tutti gli altri cavalieri lo attaccherebbero, uccidendolo in breve tempo per la sua fellonia!”
“Mai udita una storia simile!” Esclamò Lho.
“Già…” mormorò pensieroso Icarius “… un’impresa ben più pericolosa di tutte le dodici fatiche di Ercole messe insieme… com’è possibile decidere e sentenziare sulla bellezza di una donna? Essa è un qualcosa di unico ed irripetibile! Non esiste una donna simile o paragonabile ad un’altra! La vera bellezza di una donna sta unicamente negli occhi del suo amato! Questa impresa è destinata a fallire miseramente!” Sentenziò l’ultimo dei Taddei.
Il vecchio chinò il capo addolorato.
“Noi siamo diretti al Cimitero della Guardia.” Disse poi Icarius. “Sapreste indicarci la strada?”
“Conosco quel luogo, mio signore…” rispose il vecchio “… ma non vi giungerete mai…”
“E perché mai?” Chiese Lho.
“Perché vi si accede solo attraverso la basilica a volta.” Rispose il vecchio. “E per attraversarla bisogna risolvere l’impresa di questo fiore.” Mostrando di nuovo ai tre il suo giglio. “Ma abbiamo tempo fino al tramonto. Dopo che il Sole sarà tramontato, infatti, la messa nella basilica terminerà ed il fiore seccherà…”
“Allora siamo perduti…” mormorò Icarius “… cosa ne pensi, Sayla?” Voltandosi poi verso la sua giovane compagna di viaggio.
Guisgard
21-06-2011, 04.13.33
“Prendere la vita di un cavaliere così potente…” disse Guisgard smettendo di suonare “… voi? Siete audace, milady.” Sorridendo. “Il mio maestro soleva recitarmi una vecchia canzone… lo faceva nelle chiare sere d’Estate, quando le stelle scintillavano nel firmamento e sembravano sussurrarti i sogni più belli e di come realizzarli… e quella canzone recitava che un cavaliere custodisce la sua vera forza nel suo cuore… non deve dunque temere nessun nemico se il suo cuore è saldo… ma scegliere solo a quale donna donare il suo cuore, affinché ella sappia custodirlo…”sorrise di nuovo “… stando ai versi di quella vecchia canzone allora, milady, l’unica possibilità che avevate era quella di prendere il suo cuore… ma secondo ciò che si racconta su di lui, quel cavaliere non possiede né cuore, né anima…” restò un attimo in silenzio, mentre il vuoto della brughiera sembrò, per un istante, avvolgere ogni cosa “… e forse è questo il segreto della sua invulnerabilità… quel cavaliere non tiene a nulla e dunque non ha paura di perdere nulla… perché forse ha già perduto ogni cosa…” e riprese a suonare malinconico.
Melisendra
21-06-2011, 04.35.10
"Audace?" Sollevai un sopracciglio, lanciando un'occhiata scettica e divertita. "Non posso prendere la sua vita... sarebbe una colpa troppo grave che si andrebbe a sommare a tante altre quasi trascurabili. Sono una codarda. Avrei potuto prendere la sua vita... ma...."
Ascoltai quella malinconica melodia, perdendomi tra le sue note.
Improvvisamente scorsi, sotto la luce della luna, una fila di cavalieri adornati a festa, come per una parata. Erano sottili,quasi trasparenti, come se li vedessimo attraverso l'acqua. A malapena si accorsero della nostra presenza, forse cogliendo le note della musica, ma continuarono la loro lenta cavalcata. I loro abiti erano riccamente adornati e i loro cavalli brillavano sotto la luna.
Accanto a ciascun cavaliere cavalcava una dama.
Mi voltai verso Guisgard per essere certa che li vedesse anche lui.
Li guardai con curiosità. Mi volsi verso le tremule fiammelle che ormai si erano posate tra le canne circostanti e lentamente si affiochivano.
"Non avevo mai visto niente di simile..." sussurrai, osservando quegli spiriti antichi. Poi capii. "Ma oggi è il Solstizio d'Estate... e in queste ore qualunque cosa può mostrarsi ai nostri occhi umani."
Lentamente, come se si stesse offuscando la superficie di uno specchio, svanirono, tornando celati dai veli della realtà umana.
Una quiete si diffuse nell'aria e nel mio cuore.
Sorrisi.
Guisgard
21-06-2011, 04.47.19
Guisgard restò sorpreso e turbato da quella visione.
Si voltò a fissare Melisendra e si accorse di una strana luce nei suoi occhi.
Erano reali, oppure no? Si chiese.
Ma quella visione, simile ad un sogno, svanì troppo in fretta per scoprirlo.
“E’ uno dei vostri incanti, milady? Cosa significava ciò che ho appena visto? Io…” disse per poi zittirsi “… chi siete veramente voi? Perché mi avete condotto qui? Cosa volete da me?”
Morrigan
21-06-2011, 04.53.48
“Sono sir Gemmyl ed i suoi uomini! Sono i compagni di lord Ardross!”... “Milady... siamo qui per condurvi in luogo più sicuro...”
“Dove? Voglio vedere prima Ardross!”... “Per lord Rauger è il piccolo Icarius il legittimo erede... e considera il vostro bambino solo un bastardo... ecco perché dovete venire con noi... presso il lago di Partya...”
“Al sicuro... in una prigione...”
... in una prigione... una prigione... Gemmyl... Icarius... il lago di Partya... Morrigan si sforzava per non perdere nemmeno un frammento, per non scordare nulla di quella visione... ma l'immagine si andava pian piano sbiadendo, e lei doveva sforzarsi sempre più per trattenerla nella sua mente. Poi la scena divenna di colpo buia e Morrigan si destò di colpo, con la testa che le pulsava forte dal dolore e Samsagra che sembrava chiamarla a gran voce.
Fu allora che li vide, uomini armati di spade pesanti che le stavano puntando le loro armi addosso. Era circondata e inerme, così come si trovava, seduta sulla pietra fredda con le spalle addossate alle merlature di quel corridoio. Non aveva alcuna possibilità di fuga.
Mentre si rendeva conto di quanto problematica fosse la sua posizione, qualcuno si fece avanti tra quegli armigeri.
“Abbiamo interrotto un qualche tuo rituale?” Domandò un uomo col capo coperto da un cappuccio. “Hai forse invocato qualche spirito, amica mia? Beh, forse hai commesso un errore... perché per te, stanotte, è giunta solo madonna Morte…”
Morrigan lo fissò, cercando di penetrare l'ombra che gli copriva il viso. Riconoscerlo era impossibile, anche perchè la luce di quella notte era a mala pena sufficiente a scorgere le sagome, tuttavia Morrigan ebbe l'impressione di cogliere qualcosa di familiare in quell'uomo. Non ebbe però il tempo di approfondire quella sensazione, perchè gli uomini armati la pressarono ancor di più con la loro minaccia. Doveva pensare, e farlo in fretta. La fuga l'aveva già esclusa, ma anche afferrare Samsagra e sperare di avere la meglio su tutti quegli uomini era solamente un'impresa folle... quindi non le restava altro da fare... doveva continuare la sua recita, fingersi inerme e spaventata e sperare così di guadagnare un po' di tempo... tempo... tempo per cosa?
Forse in fondo al cuore una speranza l'aveva, anche se non l'avrebbe mai ammessa... tempo... tempo perchè Guisgard si accorga che non sono arrivata al nostro appuntamento... tempo perchè possa allarmarsi e venirmi a cercare... tempo perchè mi possa salvare... ma no, è una follia!
Scacciò dalla mente quell'idea. Era sola. Poteva solo tentare di giocare quella carta, per non morire... o almeno per non morire subito!
Guardò l'uomo incappucciato palesando tutta la sua paura. Con la mano tremante, tese verso di lui l'amuleto che stringeva tra le dita.
"Rituale, mio signore?" balbettò, mostrandosi confusa e spaventata "Spiriti? E' solo un medaglione, signore... appartenuto a mia madre... tenetelo, se vi piace... tenetelo pure... prendetelo, se per voi è tanto importante!"
... tanto senza conoscere l'incantesimo non potrete farci nulla!
"E poi, signore... perchè queste spade?" proseguì, sgranando gli occhi come una bambina colta da vivo stupore "Io non ho fatto nulla! Ero andata dal mio confessore questa sera... da padre Ravus... chiedete a lui! E adesso cercavo solo un posto tranquillo per la mia anima e per le mie preghiere! Cosa mai vi ho fatto per giustificare tutto questo?"
... Guisgard, dove sei? Che fine hai fatto? Se non fai in fretta, forse non arriverò nemmeno a dirti quel nome... Gemmyl... Icarius... il lago di Partya...
Melisendra
21-06-2011, 05.16.04
Ero ancora incantata da quella visione.
Mi rivolsi a Guisgard, cercando di tenere il filo di tutte quelle domande.
"No, non sono stata io... abbiamo assistito a una cavalcata degli Spiriti Antichi... erano dei, eroi leggendari, un tempo erano l'antico popolo di queste terre... ora sono solo ombre per noi." Scrutai l'oscurità, ma ormai non c'era più nulla, solo il silenzio del canneto. "Probabilmente anche loro ci hanno visto come noi abbiamo visto loro... sono deboli. Non possono più oltrepassare quel confine che ci separa. La Fede di Capomazda li ha allontanati per sempre, tranne in certe notti."
Sospirai, pensando inevitabilmente che avrei dovuto fare lo stesso.
"Anche io appartengo a un mondo che ormai... non ha più ragione di essere."
Quelle parole mi uscirono di bocca troppo rapide perchè potessi fermarle. Ne ero convinta. Cercai di allontanare quei tristi pensieri.
"Siete qui perchè Capomazda non era più sicura per voi e... ad essere onesta, non lo è nemmeno il luogo in cui vi sto portando. A Capomazda un nemico potente, colui che ha scatenato questa guerra, vi vuole morto. E fidatevi di una che conosce bene i suoi malefici metodi... non sarebbe stata una rapida spada a porre fine ai vostri giorni. La ragione per cui vi vuole morto è che potete intralciare i suoi piani."
Lo osservai per essere certa di non averlo confuso.
"Il Cavaliere del Gufo non prenderà la città, molte vite saranno risparmiate... e i baroni traditori saranno puniti... se avrà l'uomo che ha ucciso Aytli. Perciò siamo diretti al suo accampamento. Entro l'alba."
MI zittii. Scrutando nuovamente la palude.
"Non vi ucciderà. Se lo conosco bene, vi sfiderà a duello."
Attirai uno spirito perchè ci illuminasse con la sua tenue luce.
"Se avete un'idea migliore... vi ascolto."
Guisgard
21-06-2011, 05.31.41
A quelle parole di Melisendra, Guisgard saltò su.
“Mi state portando dal Gufo!” Disse tra lo stupore e la rabbia. “Cioè… stiamo andando da un uomo che ha barattato la salvezza di Capomazda con la mia vita? Dovrei dunque sacrificarmi, facendomi sgozzare come un agnello sacrificale, per salvare un luogo verso cui non ho nessun affetto ed interesse? E mi fate tanto idiota da credere a ciò che dite? Che mi vogliono morto a Capomazda? E perchè mai? Non ho rapporti con nessuno laggiù e non mi sono mai intromesso in faccende che non mi riguardano!” Scosse il capo, camminando nervosamente avanti ed indietro.
“Si, mi credete un idiota, senza alcun dubbio!” Esclamò. “E forse lo sono davvero! Si, lo sono… sto qui a parlare di vecchie canzoni, di donne e cuori… mentre voi mi state servendo su un vassoio d’argento a quel fanatico eretico! Che idiota che sono… avrei dovuto immaginarlo già l’altra notte…” accennò un sorriso di beffa “… io farfugliavo di Paride, di Elena e voi invece eravate Medea che si apprestava a sacrificare Apsirto!”
Respirò profondamente.
“Si, ho un’idea migliore…” mormorò “… tornerò a Capomazda e cercherò di dimenticare voi e tutti i vostri spregevoli incanti…”
Melisendra
21-06-2011, 05.52.49
"Se tornerete in città sarà Monteguard a inviarvi legato e imbavagliato al campo di Gouf. Sempre che non vi trovi prima il nostro nemico comune e vi uccida. Siete invischiato in questa faccenda da quando avete ucciso Aytli."
Gli spiriti gli sbarrarono la strada, spingendolo nella mia direzione.
"E' vero, non nutro affetto per Capomazda, specialmente quando penso che a tutti piace vedere un bel rogo..." Mi alzai e mi avvicinai a lui.
"Ma non posso pensare di starmene ferma ad assistere a un massacro. Nessuno sarà risparmiato. Nemmeno donne e bambini."
Fissai bene il mio sguardo nei suoi occhi, mentre gli spiriti se ne stavano in allerta, allineati alle sue spalle.
"Non ho intenzione di farvi uccidere come un agnello sacrificale... avremmo potuto raggiungere l'accampamento poco dopo il tramonto, ma ho preferito sostare qui per parlarvi. Se fosse stato un inganno, non vi sareste accorto di nulla."
Feci segno agli spiriti di acquietarsi e disperdersi pure. Non c'era bisogno di usare le maniere forti.
"Potete scegliere. Tornate a Capomazda o meglio... sparite da queste terre oppure venite con me e affronterete il fato e la spada del Gufo."
Mi chinai vicino al tronco d'albero e raccolsi il suo mantello, quindi glielo lanciai.
"Ma sappiate che cercherò lo stesso di impedire che attacchino la città... se ve ne andrete, mi accuserò dell'omicidio di Aytli. Forse mi ucciderà, forse mi lascerà vivere, forse... forse mi ucciderà ed attaccherà lo stesso Capomazda. Non ne ho idea. Gli ho fornito ragioni per uccidermi in abbondanza."
MI voltai e chiamai Pandemonio.
"Fate come volete... continuate a cantare di vecchie ballate, donne e amore. Da quanto posso ricordare, nessun bardo ha mai celebrato una fuga."
Accarezzai il muso di Pandemonio, mentre i fuochi svanivano.
Guisgard
21-06-2011, 05.55.18
Il misterioso uomo fece cenno ad uno dei suoi e questi strappò il medaglione dalle mani di Morrigan.
Lo consegnò nelle mani del suo signore e questi esaminò il magico monile.
Samsagra nel frattempo ardeva come non mai.
E questo, incredibilmente, fu avvertito da quell’uomo.
“Tu nascondi troppe cose…” disse fissando Morrigan “… troppi segreti…”
“La disarmiamo, signore?” Chiese uno dei suoi.
“No, non toccate quella spada…” mormorò “… lo farà lei… getta a terra quella spada…” ordinò a Morrigan “… fallo o tra un momento di te non resterà più nulla…”
I suoi, infatti, attendevano solo un suo cenno per uccidere la ragazza.
Guisgard
21-06-2011, 06.03.53
Guisgard non prese il mantello lanciato da Melisendra e lo lasciò cadere a terra.
“Monteguard mi rimanderà nel Gufo…” disse “… e sia… allora vorrà dire che è destino… ma sarò io a scegliere il mio destino…” si guardò intorno “… ditemi, sono preda di un altro vostro trucco? Sono imprigionato qui dai vostri spiriti?”
Si accorse allora di essere libero.
Restò a fissare Melisendra per qualche altro istante, per poi raggiungere il cavallo.
“Del destino di Capomazda, del Gufo e di voi a me non interessa nulla…” mormorò dopo essere salito in sella “… e quando tornerete dal Gufo, che sembrate conoscere così bene, vi consiglio di mettere da parte i vostri incanti… adoperate invece solo la bellezza, milady… quella basterà per i vostri scopi, credetemi…”
E cavalcò via.
Ma mentre si allontanava, una forte angoscia scese sul suo cuore.
Melisendra
21-06-2011, 06.12.03
Socchiusi gli occhi, quando sentii quelle parole determinate.
Non dissi nulla, montai in sella e galoppai via, verso l'accampamento.
Non eravamo lontani.
Feci la mia apparizione giungendo dalla palude.
Mi scoprii il volto e lentamente indirizzai il cavallo verso le tende.
L'alba era ormai sorta. La nebbia umida della palude si stava diradando e io apparivo come uno spirito della palude stessa.
Senza che nessuno mi fermasse, smontai, lasciai Pandemonio fuori dall'accampamento e mi diressi verso la tenda di Gouf.
Guisgard
21-06-2011, 06.17.56
Melisendra, come se davvero fosse uno spettro, giunse all’accampamento e poi alla tenda di Gouf, senza che nessuno la fermasse.
Dalla tenda uscì un cavaliere che portava via una ragazza in lacrime e col viso pieno di lividi e percosse.
“Avanti bella…” disse il cavaliere alla ragazza “… il divertimento per te non è ancora finito… il padrone è stato generoso a concederti anche a noi… vedrai che ti faremo divertire…”
Malisendra entrò nella tenda e trovò il Cavaliere del Gufo a bere vino.
“Perché sei qui da sola?” Domandò vedendola. “Dovevi portarmi un uomo…”
Morrigan
21-06-2011, 06.25.32
... essere sulle ginocchia degli dei... ricordava che Madelaine usava talvolta questa espressione... Morrigan non aveva mia osato chiederle cosa esprimessero realmente quelle parole. Sapeva solo che la vecchia shamana tracciava uno strano segno nell'aria, qundi dalle labbra lasciava sfuggire quella frase... essere sulle ginocchia degli dei... ma quando Madelaine lo diceva c'era una strana serenità, una bizzarra forma di quieta accettazione in quelle parole... Morrigan non provava nulla di simile!
Forse era Samsagra, che ardeva al suo fianco e quasi sembrava dover prendere fuoco da un istante all'altro, senza che lei potesse in alcun modo nasconderla... forse era la voce di quell'uomo, la sua calma inquietante, la sua freddezza e quella strana impressione che la ragazza ricavò dal suo atteggiamento, che egli potesse percepire Samsagra... è mai possibile? come ne ha il potere?
“La disarmiamo, signore?” chiese uno di quegli uomini in quel momento.
“No, non toccate quella spada…” mormorò “… lo farà lei… getta a terra quella spada…” ordinò a Morrigan “… fallo o tra un momento di te non resterà più nulla…”
"La spada sta dove sta il suo padrone... invecchia accanto a lui, o muore sul suo corpo... la spada non ha vita lontano dalla mano che l'ha addomesticata..."
La voce di Morven si dispiegava calma, mescolandosi dolcemente all'ultimo canto degli uccelli. Era sera, e il sole brillava ad Ovest, caldo e raggiante prima di scomparire all'orizzonte.
"Se questo è vero per ogni spada, lo è ancor di più per Samsagra!"
Si era voltato e l'aveva fissata. Morrigan, che si stava allenando nella sala tirando a dei bersagli di paglia, si fermò di colpo, quasi obbligata da quello sguardo.
"Poggia la spada per terra, Morrigan..."
Lei eseguì.
Morven fece un cenno ad uno degli scudieri che stava aiutando la giovane negli esercizi.
"Raccogli la spada della tua signora!" gli ordinò.
Lo scudiero si chinò, ma per quando tentasse, non riuscì a muovere Samsagra di un solo millimetro.
Morven lo lasciò tentare per qualche minuto, quindi si levò dal suo seggio e li raggiunse al centro della sala. Senza alcuno sforzo prese Samsagra e la porse nuovamente a Morrigan.
"Per un giuramento che fu fatto, Samsagra appartiene ormai alla nostra famiglia, ma questo non sarebbe comunque sufficiente per impugnarla. Samsagra sceglie da sè il proprio cavaliere, e da questi mai si separa. Ed il custode è uno e uno soltanto, come un innamorato fedele al quale si faccia una promessa perenne. Un giorno, quando tu avrai visto e compreso tutte le sue visioni, quando Samsagra sarà legata a te come parte del tuo corpo, e attraverso di lei sentirai e toccherai, forse allora nemmeno io potrò più stringerla e sollevarla..."
Lentamente estrasse la spada dal fodero. Lentamente, chè già sentiva il fiato e l'ansia di quegli uomini che la tenevano sotto tiro...
... mia Samsagra... mi aspetterai?
In quel sospiro, Morrigan abbandonò la spada sulla pietra fredda...
... io non ti lascio, Samsagra... in vita o in morte, tornerò per portarti con me...
Sollevò lo sguardo verso l'uomo che la sovrastava sempre più minaccioso.
"Il ciondolo di mia madre... la spada di mio padre... pensate che questo basti a spogliarmi di ciò che sono, signore?" chiese con voce calma, quasi dolce "Ma il mio casato ha una storia antica e il mio nome risuona ancora nelle dolci terre di Francia... e questa notte voi venite qui, mi minacciate senza un motivo... io non ho fatto male a nessuno, signore... badate alla vostra dignità... se mi uccideste... davanti a Dio!..."
Ma non terminò quella frase. Sospirò e distolse gli occhi da quell'uomo, dalle spade e dalle corazze che la circondavano. Li levò al cielo, cercando le stelle... forse anche lui le stava guardando in quel momento... le stesse stelle... oh, Guisgard... se potessi scrivere quel nome nel cielo e tu potessi leggerlo... almeno potrei morire sapendo di aver mantenuto la mia parte di accordo... oh, Guisgard... è come diceva Madelaine quando ero bambina... sono sulle ginocchia degli dei...
Guisgard
21-06-2011, 06.29.57
Layla si voltò a fissare Talia.
“Milady…” disse mentre un sorriso compiaciuto sorse sul suo volto “… siete troppo intelligente per credere davvero a ciò che mi avete appena detto… siamo io e voi sole qui, lontane da tutto e da tutti, non mentiamoci… ognuno di noi è artefice delle proprie scelte e, di conseguenza, responsabile della sua felicità…”
Fissò poi la lancia che Talia stava accarezzando.
“Quella lancia, milady è qui sapete da quanto tempo? E’ stata piantata nel momento in cui vostro marito ha perso la memoria, ritrovando qualcos’altro…” si avvicinò anch’ella alla lancia “… se amate davvero vostro marito, allora pregate che non giunga mai qui… che vi dimentichi, che incontri un’altra donna e che se ne innamori magari… una donna che possa liberarlo da questo giogo… che, per il suo amore, riesca davvero a vincere quell’oscura maledizione… e liberare tutti noi da questo tormento… lui sarà finalmente felice, voi potreste ritornare a Sygma, dimenticando Capomazda ed io, a Dio piacendo, ritrovare la serenità perduta… perché ormai” mentre un velo di malinconia scese sul suo volto “è l’unica cosa che ancora bramo possedere…”
“Milad, milady!” Gridarono all’improvviso due bambini appena giunti. “Stiamo giocando alle stagioni e a Morgan è toccato il ruolo dell’Estate!” Disse uno dei due indicando l’altro che gli stava accanto.
“Si” fece il piccolo Morgan “ed io ora possiedo il potere di parlare ai fiori… ditemi, milady… guarirò?”
Layla si commosse.
“Lo chiederò alla margherita!” Esclamò Morgan.
“No!” Facendosi seria lei. “Alla margherita no! Essa ti mentirà, come ha sempre fatto!” Gridò.
I due bambini restarono in silenzio, mortificati.
“Guarirò, milady” Domandò di nuovo Morgan.
Layla non rispose.
“Riuscirò almeno a vedere la fine dell’Estate?” Chiese.
“Non lo so, piccolo mio…” sospirando Layla “… non lo so…”
In quel momento arrivò, correndo, Shezan.
“Perché i bambini sono venuti qui?” Chiese Layla con tono severo. “Ti avevo detto che dovevano giocare nel cortile! Non voglio che vengano vicino alle lance!”
“Perdonatemi, milady.” Inchinandosi Shezan. “Non accadrà più.”
“Fa preparare per la cena.” Ordinò Layla. “Io e lady Talia rientreremo. L’aria comincia ad essere fresca.”
“Si, mia signora.” Rispose l’eunuco.
Melisendra
21-06-2011, 06.31.39
Lo osservai bene, rimanendo silenziosa.
"Mi è scappato... era un forestiero, purtroppo l'ho perso nella palude. Chissà dove sarà ora... spero in qualche pantano a sprofondare insieme alle sue canzoni" dissi, senza battere ciglio.
"Ti ho portato me stessa." Feci una lunga pausa. "Vedila in questo modo... puoi uccidere me. D'altronde non mi sembra che il pensiero non ti abbia mai sfiorato... è stata anche colpa mia se Aytli è caduta in questa dannata guerra."
Mi avvicinai con cautela.
"Sono qui per consegnarti la mia vita. A tuo piacimento."
Chinai il capo.
In quel momento sentii nuovamente il peso delle catene intorno ai polsi.
"Ma risparmia la città. Basta sangue."
Guisgard
21-06-2011, 06.40.32
Gouf la fissò negli occhi per un tempo indefinito.
E poi, improvvisamente, la colpì con uno schiaffo.
“Ah, Melisendra…” disse “… da quando ti lasci scappare così facilmente le tue prede?”
Riempì di nuovo la sua coppa di vino.
“I tuoi incanti, i tuoi poteri?” Chiese con un ghigno. “Il nome…” mormorò “… voglio il suo nome… oppure massacrerò tutti i maschi di Capomazda, qualsiasi sia loro età…” sorseggiò altro vino “… e se non l’avrò trovato a Capomazda, allora passerò a trucidare i maschi, siano essi bambini, uomini e vecchi, di Poggio del Sole…”
Talia
21-06-2011, 11.53.14
Le parole di Layla penetrarono nella mia mente provocando un frastuono assordante...
... E’ stata piantata nel momento in cui vostro marito ha perso la memoria, ritrovando qualcos’altro...
... se amate davvero vostro marito, allora pregate che non giunga mai qui... che vi dimentichi...
Parole che materializzarono il peggiore dei miei incubi.
Mi resi conto allora che lo avevo sempre saputo, avevo percepito subito l’orrore che quelle lance rappresentavano e il pericolo cui Icarius si stava esponendo, eppure avevo tentato con tutta me stessa di ignorare quella sensazione e quel pensiero... mi ero illusa, o avevo tentato di farlo.
Icarius...
La mia mano si strinse intorno alla lancia e la serrò con forza.
Dove sei, amor mio?
Cosa stai facendo?
A cosa stai pensando?
A questo pensavo, mentre il mio cuore si faceva peso e gli occhi iniziarono a bruciarmi forte... perché dovevamo sopportare quell’ingiustizia? Perché dovevamo pagare per una colpa che non era la nostra?
Poi giunsero quei bambini...
Mi voltai e li osservai parlare con Layla, ma non li vedevo davvero... la mia testa colse distrattamente le loro parole e forse ne fu colpita, ma niente altro che non fosse Icarius poteva riempire la mia mente in quel momento... solo lui c’era, solo per lui c’era posto: improvvisamente non mi importò più niente di nient’altro...
“Fa preparare per la cena.” Ordinò Layla. “Io e lady Talia rientreremo. L’aria comincia ad essere fresca.”
“Si, mia signora.” Rispose l’eunuco.
Le afferrai la manica e la trattenni.
“Vincere questa maledizione, avete detto?” chiesi, tentando di mantenere la voce ferma ma senza riuscirci troppo “Dite che esiste un modo per farlo?”
Sospirai...
“Mia signora, non esiste niente al mondo che io desideri di più che rivedere mio marito, che poter guardare nei suoi occhi ancora una volta, o che poterlo riabbracciare, fosse anche per un momento soltanto... ma vi rinuncerò, milady. Vi rinuncerò volentieri se questo potrà salvargli la vita! Vi prego, quindi... Vi imploro, ditemi se c’è un modo per farlo! Deve esserci qualcosa che io possa fare per riscattarlo in qualche maniera...” le presi le mani e la mia voce si spezzò appena “Io, mia signora, baratterei qualsiasi cosa con la sua salvezza... baratterei la mia vita in cambio della sua, se fosse necessario. Vi prego, milady... per l’amor del Cielo, aiutatemi!”
Lady Dafne
21-06-2011, 19.25.33
"E sia! Ti seguirò Pasuan... sarò al tuo fianco, ricordi? Io gli occhi, tu la spada..." Baciai la sua mano e sorrisi. Alzai il viso, lo baciai "tu però tienila sguainata quella spada, non si sa mai, non mi sento sicura...".
Gli presi la mano e mi voltai verso la ragazza, camminai verso di lei e le poggiai una mano sulla spalla
"Ti aiuteremo, ma dovrai essere svelta. Dicci dove si trova il tuo amato..."
Melisendra
21-06-2011, 20.02.45
"No..." dissi con un filo di voce.
Non sentivo nemmeno dolore alla guancia, ma sentii sapore di ferro in bocca.
Caddi in ginocchio davanti a lui e gli abbracciai le ginocchia.
"No... ti prego! Non puoi farlo!"
Panico, paura. Mi sentivo come se qualcuno stesse stritolandomi.
Era inflessibile.
"Guisgard. Si chiama Guisgard. E credo sia diretto in città."
Gli strinsi una mano.
"Ti prego... non fare del male a Uriel!" presi fiato. "Hai la mia parola che farò tutto ciò che vorrai! Ogni cosa! Metto la mia vita nelle tue mani... ma lascia stare Uriel!"
Gli spiriti erano inquieti. Avrebbero voluto vedermi ribellare.
Fu così che iniziò un vento cos' forte che in pochi istanti la luce cambiò e il cielo si rabbuiò.
Guisgard
21-06-2011, 21.09.18
Guisgard cavalcava nella brughiera inquieta e spettrale.
La notte, poi l’albeggiare.
Un manto variegato di colori, tinte ed ombre mutevoli che parevano contorcersi e grugnire attraversarono ed animarono la desolata landa abbandonata.
Cavalcava sotto la Luna, appena spuntata nel primo chiarore diurno, che lo fissava muta ed enigmatica.
Il suo cuore era alla mercè di sensazioni ed emozioni difficilmente definibili.
Rabbia, angoscia, malinconia, solitudine ed inquietudine.
La brughiera gli appariva sterminata, come se non ci fossero limiti e confini a quella distesa di rocce, erba e melma.
Come se tutto il mondo ne fosse invaso.
E cercò allora con lo sguardo la sagoma di Capomzada.
La mitica città dei Taddei gli sembrò allora imprigionata in quel sinistro sepolcro secolare.
Perduta e remota in quella brughiera, Capomazda ciaceva ai suoi occhi senza nome, né splendore.
Immersa non più nelle sue imprendibili mura, ma in un destino primordiale e maledetto.
Come lui.
Anche lui si sentiva maledetto e condannato.
Da quando esisteva Capomazda?
Forse prima di Samasarca, forse prima di Babilonia, prima di Troia.
Ma erano i suoi valori ed ideali ad apparire a tutti eterni ed immutabili.
Valori che però, ora, sembravano essere stati vinti dalle forze del male.
Valori che apparivano ora, a qual cavaliere, incapaci di proteggerlo.
Guisgard e Capomazda sembravano condividere la stessa sorte.
Quella di essere maledetti.
Capomazda si era destata al nuovo giorno ed ora si apprestava ad accogliere il Crepuscolo, con tutti i suoi spettri e le sue paure.
Nel giungervi Guisgard avvertì una fitta al cuore.
Guisgard
21-06-2011, 21.42.24
La ragazza fissò Dafne e poi Pasuan.
“Grazie, cavaliere…” disse commuovendosi.
Si voltò verso la cappella e si segnò tre volte.
“Andiamo, la tomba non è lontana…”
Si addentrarono così nel cuore del bosco, fino a giungere presso un borgo piccolo ed isolato.
Ad un tratto alcuni bambini si avvicinarono ai tre.
“Guardate!” Indicò uno di loro. “Un cavaliere cieco! Ha bisogno di una donna per camminare senza andare a sbattere contro qualche albero!”
La ragazza li guardava senza dire nulla.
Giunsero allora presso una locanda.
“Perdonate, messere…” disse la ragazza all’uomo sulla porta della locanda “… dobbiamo andare presso la Tomba Abbandonata… potete dirci se è aperta?”
“Il cancello che conduce alla tomba ora è chiuso, milady. Aprirà domattina all’alba.”
La ragazza si voltò verso Pasuan e Dafne.
“Allora non ci resta che prendere alloggio per la notte.” Mormorò. “Potete darci due stanze? Una per me ed una per questo cavaliere e la sua dama?”
L’uomo diede loro due stanze e fece preparare una buona cena per i tre ospiti.
“Mi spiace darvi altre noie…” disse la ragazza a Pasuan e Dafne “… ma purtroppo la Tomba ora è chusa.”
Guisgard
21-06-2011, 21.48.20
Gouf fissava Melisendra senza tradire emozioni.
“La vita di Aytli vale quelle di tutti gli uomini ed i fanciulli di questo sporco mondo.” Disse.
“Guisgard…” ripeté poi “… se è diretto in città allora mi renderà tutto più facile…”
Chiamò allora uno dei suoi.
“Ai vostri ordini, milord.”
“Manda un messo a sir de Saint-Roche… si muoveranno come deciso prendendo Capomazda da ovest… noi invece ci muoveremo da nord… la distruzione dei Taddei è cominciata…”
Chiamò allora i suoi servitori per la sua vestizione.
Guisgard
21-06-2011, 21.54.32
L’uomo incappucciato diede ordine di catturare Morrigan e di portarla via.
“Giustiziatela dietro il vecchio mulino…” disse ad uno dei suoi.
Rimasto poi solo cercò di prendere Samsagra, ma la spada sembrava pesare quanto un palazzo.
“Quest’arma è magica…” mormorò “… ma se non potrò averla io, allora nessun altro potrà…”
Diede allora ordine ai suoi di murare quella spada, rivestendola di calce e pietrame.
Morrigan, intanto, fu condotta presso il vecchio mulino.
La legarono ad un albero e cominciarono i preparativi per la sua esecuzione.
Guisgard
21-06-2011, 22.11.04
Monteguard era indaffarato a sistemare alcune cose nella biblioteca della caserma, quando si accorse di non essere solo.
“provate solo a dare l’allarme” disse Guisgard alle sue spalle “e vi giuro che vi infilzo come uno spiedo. Tanto non ho molto altro da perdere ormai.”
“Dov’è lady Melisendra?” Chiese Monteguard. “Cosa ne avete fatto?”
“Io non uccido di proposito le donne…” mormorò il cavaliere “… anche se sono delle canaglie…”
“Perché siete tornato?” Domandò Monteguard. “E’ stato sciocco da parte vostra.”
“Sto cercando alcune cose…” rispose Guisgard “… e poi potrò lasciare questo posto…”
“Dubito che riuscirete più a farlo…”
“Dite? Vedremo…”
“Cosa volete da me?” Chiese Monteguard.
“Un lascia passare…” rispose Guisgard “… firmato da voi… nessuno oserà metterlo in discussione…”
Guisgard estrasse la spada e la puntò contro la gola di Monteguard.
“Ho già preparato la lettera…” mostrando il documento Guisgard “… firmatela e me ne andrò…”
“Siete pazzo…”
“Firmatela, vi dico!”
“Posso anche farlo… ma appena uscirete da questa stanza vi farò arrestare e poi impiccare!”
“Sono troppo prezioso per voi…”
Monteguard firmò la lettera.
Guisgard la controllò e poi tramortì il capitano, lasciandolo svenuto.
Un attimo dopo lasciò la caserma.
Melisendra
21-06-2011, 22.24.18
Lo guardai, senza più speranze ormai.
Uscire da quell'accampamento sembrava impossibile.
Per andare dove? Aveva un'arma puntata dritta sulla mia gola... Uriel.
Qualunque cosa avessi fatto, le mie colpe, la sua vendetta si sarebbe riversata su di lui.
"E sia... ma sappi che non è il solo nemico che si nasconde a Capomazda."
Ero ancora a terra, priva di forze. Come svuotata.
"L'ho visto."
Mi sfiorai la guancia dolorante.
"Hai già scelto quali saranno le mie catene? Di cosa vuoi punirmi con esattezza?" Mi alzai in piedi e per un attimo i miei occhi scintillarono furibondi, dietro al velo di lacrime. "O magari non sono io... sei tu... che non ammetti che in qualche modo distorto hai per un attimo provato qualcosa nella tua vita che non sia rabbia o dolore!"
Mi voltai, pensando che forse non sarei uscita viva da quella tenda. L'aria tremò, mentre il vento sferzava l'accampamento.
"Come ho potuto pensare di amarti... sei arrivato a minacciare la vita di nostro figlio, tuo figlio... l'unica cosa pura che hai fatto in tutta la tua vita." bisbigliai.
Lady Dafne
21-06-2011, 22.29.30
"Va bene attenderemo, ormai vi abbiamo promesso il nostro aiuto..." risposi alla ragazza. Ero ancora sospettosa ma tutto sommato quella locanda mi sembrava un posto accogliente. Ero solo un po' preoccupata, pensavo a Hubert e mi chiedevo se stesse bene. Non ero mai stata lontana da lui se non per poche ore e adesso mi apprestavo a passare la seconda notte lontana.
Cercai di consumare in fretta la cena, subito dopo salutai la donna e mi chiusi in camera. Non vedevo l'ora di rimanere sola con Pasuan per potergli parlare liberamente.
"Ascolta, cosa ne pensi di tutta questa storia?" dissi appoggiandogli le mani sulle spalle "Pasuan, chiamami pazza, visionaria, insicura, ma quella donna mi sembra strana... Ti prego Pasuan, promettimi che starai in guardia!" poi mi avvicinai alla sedia sulla quale aveva appoggiato i suoi vestiti; guardai dentro lo stivale destro ed estrassi un piccolo pugnale
"Senti Pasuan, che ne dici se lo tenessi io questo? potrei legarmelo alla gamba, con la gonna sopra nessuno noterà nulla. Potrebbe esserci utile, non ne ho mai usato uno prima ma, se ce ne fosse bisogno..."
Guisgard
22-06-2011, 01.50.44
"Come ho potuto pensare di amarti... sei arrivato a minacciare la vita di nostro figlio, tuo figlio... l'unica cosa pura che hai fatto in tutta la tua vita."
Quelle parole di Melisendra sembrarono attraversare l’animo di Gouf, quasi scivolando tra le onde del suo odio, senza però lasciare tracce.
“Che curiosa leggenda esiste in questo luogo...” disse Aytli fissando quei fiori “... i Capomzdesi negli ultimi mille anni pare non abbiano avuto altra attività oltre la guerra... eppure i suoi bardi cantano delle meraviglie di questo fiore...” si chinò a raccoglierne uno “... chissà se davvero tra i petali di questa margherita si cela la felicità di chi la sfoglia...”
“Non essere sciocca, Aytli!” La riprese Gouf.
“Guarda com’ è candida…” sussurrò lei, adagiandosi quel fiore tra i capelli.
“Ora basta!” Fece Gouf, strappandole quel fiore. “Queste sciocchezze mi irritano! Piuttosto, prendi una squadriglia e comincia a controllare questo territorio! Siamo qui per combattere, non per sfogliare sognanti i fiori di questa maledetta terra!”
Quel ricordo, come un lampo, illuminò lo sguardo di Gouf.
Ma fu solo per un breve ed effimero istante.
“Io non voglio punirti...” fissando Melisendra “… sei stata tu a chiuderti nella prigione in cui vivi… ma forse, infondo, non è neanche colpa tua… ognuno di noi può solo seguire la sua natura ed il suo destino…”
Entrarono i servi per la vestizione.
“Assedierò Capomzda e tutti i ducati di questo regno.” Con un inumano impeto d’odio. “Anche il mondo intero, se sarà necessario. Ridurrò alla fame tutti, uomini, donne e bambini. E non mi fermerò fino a quando non avrò trovato quell’uomo… così da poterlo immolare sulla tomba di Aytli.”
Fissò di nuovo la ragazza.
“Se conosci un modo per condurlo a me, allora ti consiglio di farlo…” continuò “… allevierai le pene di molti e forse salverai diverse vittime innocenti…”
Morrigan
22-06-2011, 03.13.30
L'unico pensiero piacevole che riusciva ad avere in quel momento era l'immaginare quell'uomo che sicuramente stava tentando di sollevare Samsagra. Al pari del suo scudiero, in quel lontano pomeriggio della sua memoria, doveva apparire sicuramente goffo e inerme, di fronte all'immobilità di roccia di quella splendida spada. Quasi le venne dal ridere al pensiero, e dovette frenare quel sorriso sarcastico, prima di indispettire gli uomini che la stavano scortando presso il vecchio mulino.
Eppure, per quanto banale potesse sembrare, qual pensiero era l'unica gioia di Morrigan in quel momento. Sapere che Samsagra non avrebbe potuto essere di nessuno la riempiva di una strana esultanza. Per il resto, ogni pensiero era ben triste.
Aveva pensato che un atteggiamento inoffensivo le avrebbe fatto guadagnare almeno un po' di tempo. Aveva creduto che mostrandosi collaborativa, quell'uomo avrebbe voluto interrogarla, prima di decretarne la morte... altro tempo che avrebbe potuto guadagnare, pensava.
Ma al contrario, non le era stato dato altro tempo, ma questo non faceva altro che dimostrare che, in fondo, qualunque fosse stata la sua reazione, in ogni caso l'avrebbe condotta a morte certa. E di un tale destino, Morrigan non aveva che da biasimare se stessa! Già, perchè lei era stata la sola artefice della propria sventura. Aveva lasciato la propria casa e si era imbattuta in centinaia di traversie al solo scopo di trovare un uomo e di compiere la propria vendetta. E proprio nel momento in cui quell'uomo era comparso all'orizzonte, proprio quando lei gli era arrivata più vicina che mai, si era fatta distogliere dalla sua meta... stupida, stupida, stupida! Aveva esitato, aveva dato ascolto all'istinto e non al raziocinio, e si era lasciata coinvolgere in quella bizzarra ricerca. Alla fine, pensò, non ne era valsa nemmeno la pena, dal momento che Guisgard non si era nemmeno preoccupato di capire che fine lei avesse fatto. A quest'ora, pensò, sarà di certo in compagnia della sua ocarina, o in qualche locanda a giocare a dadi, o tra le braccia di qualche bella donna... quel pensiero le diede una grande tristezza al cuore. Vide la sagoma del vecchio mulino disegnarsi di fronte a lei... è questa la fine? Non sembra quasi possibile! Morire... è quasi incredibile... non così, almeno... non vorrei morire... morire, senza nemmeno aver mai amato... quel pensiero le giunse così improvviso al cuore da lasciarla sorpresa.
Intanto erano giunti e gli uomini, dopo averla legata ad un albero, cominciarono i preparativi per l'esecuzione.
Fu in quel momento che un nuovo pensiero travolse la sua mente... io non vorrei morire? Io non voglio affatto morire! E una nuova speranza le animò il cuore... non è finita finchè non è finita... è così che va!
Allora prese a concentrarsi sulle azioni che gli uomini stavano svolgendo attorno a lei. Scrutò ogni movimento e studiò ogni singolo oggetto passasse tra le loro mani, ogni singolo orpello del loro vestiario, ogni ramo ed ogni foglia... a volte la salvezza, si disse, è racchiusa nelle forme più insignificanti!
Guisgard
22-06-2011, 04.21.37
Pasuan si lasciò cadere sul letto.
Era una sensazione bella e riposante quella di sentire le fresche e pulite lenzuola sulla pelle.
Il giorno era stato caldo, ma la sera aveva portato un’aria più gradevole.
Nella stanza, non troppo grande ma comoda ed accogliente, era diffuso un piacevole odore di lavanda che si mischiava a quello di alcune erbe aromatiche che si trovavano in piccoli vasetti di terracotta sopra al davanzale della finestra aperta.
La luce proveniva da due sole candele poste accanto al letto, che rischiaravano delicatamente la stanza, generando un soffuso alone che, complice il vivace color lillà delle pareti con i tanti fiori stilizzati ricamati su di esse, animava quell’ambiente con un’atmosfera quasi fiabesca.
Dalla finestra soffiava una leggera brezza che rendeva vivaci le deboli fiamme di quelle candele.
“E dimmi…” accennando un sorriso Pasuan “… una volta impugnato quel pugnale cosa faresti? Secondo me finiresti solo per farti male!” E rise di gusto. “Ricordami” aggiunse divertito “di darti qualche lezione uno di questi giorni! Ti ci vedo, sai, a tirare di spada!”
Si sistemò meglio sul letto e le fece cenno di raggiungerlo.
“Il locandiere è stato premuroso e gentile.” Disse. “Ci ha portato il cibo in camera… ci avrà creduto stanchi, o magari si è solo preoccupato di non far affaticare troppo un povero cieco…” sorrise un pò malinconico “… su, vediamo cosa ci ha portato!” Esclamò come a voler scacciare quella malinconia, mentre le candele col loro tremolio sembravano quasi far congiungere, come in un bacio, le loro due ombre. “Ehi, del pane fresco! Sai, Dafne, il pane è un pò il simbolo della mia terra… guarda qui, è come la gente che abita questi luoghi…” prese la mano di lei e, spezzando il pane, le fece sentire la fragranza e d il profumo “… assaggiane un pezzetto…” portandone un pò alla bocca di lei “… mastica piano… senti? Puoi avvertire il grano d’orato che ingentilisce le nostre campagne… la legna dei nostri alberi che alimenta i nostri forni… senti…” posando delicatamente la mano di lei su quella pagnotta ancora calda “… è croccante fuori, ma soffice dentro… caldo e soffice…” sussurrò.
Portò poi la mano di lei sul suo petto, lasciandosi accarezzare.
Le sfiorò allora i capelli, poi il viso ed il collo, fino a posare la mano sul suo petto, accarezzandolo delicatamente.
“Sei bellissima, Dafne…” sospirò
Guisgard
22-06-2011, 04.39.22
“Non preoccuparti, ragazzo mio, una guerra non è poi tanto diversa da quei caotici giochi che si fanno da piccoli.” Disse Finiwell mentre passeggiava con Cavaliere25 per le strade della cittadella. “Mentre da fanciulli volevamo primeggiare per gioco, oggi invece lo facciamo per sopravvivere! In fondo” aggiunse con tono spavaldo “la vita altro non è che un grande gioco, dove ognuno interpreta il proprio ruolo.”
Voltarono la piccola stradina che tagliava trasversalmente la parte più esterna della cittadella e si ritrovarono presso il vecchio mulino.
Ed in quel momento videro tutto.
Una ragazza legata ad un albero, circondata da diversi individui col capo coperto pronti ad ucciderla.
Uno di loro allora alzò al cielo la sua mano armata di pugnale deciso a giustiziarla.
Ma proprio in quel momento una freccia trafisse quella mano.
“Secondo me è uno spreco ammazzare una donna tanto bella!” Esclamò Finiwell con ancora in braccio la sua balestra. “Preparati, amico mio…” disse poi a Cavaliere25 “… credo che la festa sia appena cominciata…”
http://www.fantasymagazine.it/imgbank/NEWS/vanhelsing.nb.jpg
Melisendra
22-06-2011, 04.57.31
Non ero sicura di fare la cosa giusta. Tutto ciò che avevo fatto ci aveva portati, volente o no, a quell'assedio. E molto altri ce ne sarebbero stati.
Continuare a lottare contro il destino aveva ancora senso?
Rimasi in silenzio a guardare mentre i suoi servi lo vestivano dell'armatura.
"Una volta chiuse le porte della città sarà in trappola."
Sussurrai.
"Penso risponderà a una vostra sfida... sempre che lui non lo abbia già preso."
Chinai il capo.
"Credo che il Capitano Monteguard sarebbe più che felice di lanciarvelo giù dalle mura..." aggiunsi, sarcastica.
"Una cosa mi consola... il pensiero che se mai vi affronterete... uno di voi due morirà." Gli rivolsi un'occhiata malevola.
Guisgard
22-06-2011, 05.11.29
Gouf si voltò a fissarla, per poi sorridere beffardo e tornare a guardare la sua immagine riflessa allo specchio.
“Deve essere davvero un valoroso ed abile cavaliere” disse sarcastico “se insinua in te il dubbio sull’esito del duello…” fece cenno ai suoi servi e questi si allontanarono “… non restare così, l’aria della martire non ti si addice… come quella della moglie e della madre.”
Si allacciò il mantello e lo lasciò cadere lungo la sua impenetrabile armatura nera.
“Eppure mi deludi, Melisendra…” in altri tempi saresti riuscita a portarlo qui tranquillamente “… come mai ora te lo sei lasciato sfuggire? Il tuo fascino è sempre notevole! O forse ora ti fai scrupoli nel raggiungere i tuoi scopi vendendo il tuo corpo?” Sorrise di nuovo, ma stavolta amaramente. “Togliti quel dolore bugiardo dal volto, mia cara… per quanto mi riguarda puoi lasciare questo posto anche adesso… né tu, né quel tuo figlio bastardo suscitate il mio interesse… anche perché, se quel cavaliere dovesse sfuggirmi, come promesso verrò a cercare tuo figlio… e stanne certa che lo troverò.”
“Milord, sir de Saint-Roche è già in cammino verso Capomazda!” Annunciò uno dei suoi entrando nella tenda.
“Bene, da ordine a tutti di prepararsi…” fece Gouf “… partiremo all’alba.”
Melisendra
22-06-2011, 05.45.05
"Non è dolore... è disprezzo."
Lo guardai velenosamente.
"Puoi star certo che morirai prima di avvicinarti a Uriel... non osare minacciarlo. Non osare..."
La sua armatura mi impediva di usare qualunque incanto.
"La prossima volta che ci incontreremo, farò ciò che avrei dovuto già compiere da molto tempo..."
Mi avvicinai all'uscita della tenda.
Guisgard
22-06-2011, 05.51.50
Gouf si voltò di scatto a fissarla.
“Non osare mai più minacciarmi!” Disse Guardandola negli occhi con uno sguardo carico di malvagità. “Rifallo e ti strangolerò con le mie stesse mani! Ora vattene e non chiedere troppo alla tua buona stella!” Le lasciò andare il braccio, quasi spintonandola via. “Chissà che tu non sia fortunata e che quel cavaliere arrivi ad uccidermi!” E si abbandonò ad una delirante risata.
Melisendra
22-06-2011, 06.14.38
Poco fuori dall'accampamento mi aspettava Pandemonio.
Si era nascosto nei pressi della palude.
Appena lo vidi sembrò accorgersi del mio stato d'animo e accolsi con piacere le sue delicate spinte col muso contro la mia spalla. Lo accarezzai, come per rassicurarlo, mentre in realtà stavo cercando di rassicurare me stessa.
"Cosa faremo, amico mio?" lo guardai come se lui celasse una risposta in fondo ai suoi occhi vellutati.
Montai in sella e ci allontanammo nella palude.
L'atmosfera era sempre più inquietante. Perfino la nebbia era salita dal terreno, come per sottolineare le forze oscure che insidiavano quelle terre.
Lasciai che Pandemonio decidesse da solo il cammino tra i canneti.
Una volta fuori di lì si lanciò al trotto lungo la strada.
Mi era indifferente dove saremmo andati. Non avevo più un posto dove andare.
Guisgard
22-06-2011, 06.26.46
Pandemonio si lanciò nella brughiera.
L’alba cominciava ad illuminare il cielo d’Oriente e le ombre della notte sembravano ritirarsi per tornare negli inferi che le avevano generate.
Dove sarebbe giunto Pandemonio?
Sembrava diretto oltre l’orizzonte, dove tutto diventava sfocato ed indefinito.
Dove i sogni si confondono con l’illusione.
Da cosa ci divide l’orizzonte?
Forse dal passato?
Se anche così fosse, non avrebbe potuto difenderci dai suoi demoni.
Melisendra si sentiva abbandonata.
Forse anche gli spiriti l’avevano lasciata.
Restava solo quel cavallo.
Pandemonio correva rapido nel vento che cominciava a salire dalla nuda e primordiale brughiera.
Il vento.
Sapeva che la sua padrona amava il vento.
In esso era protetta.
Protetta da quei demoni che giungono a tormentarci.
E più Pandemonio correva, più il vento soffiava, avvolgendo il superbo destriero e la sua padrona.
Ad un tratto però tutto cessò.
Melisendra sentì dei sordi boati scuotere il suo cuore, la sua anima e poi quell’infelice e tumultuosa terra.
In quel momento si accorse dell’esercito di de Saint-Roche che marciava verso Capomazda, trascinandosi dietro il terribile ariete destinato a violare la secolare Porta dei Leoni, ultimo baluardo tra il bene ed il male.
Guisgard
22-06-2011, 06.43.45
Layla fissò Talia che la teneva per un braccio.
I suoi occhi azzurri furono attraversati da un lampo e sul suo volto comparve un sorriso.
Un sorriso però enigmatico.
“La maledizione” disse “è una condanna e come tale richiede un colpevole ed una pena.”
Poi si voltò e s’incamminò verso il palazzo.
Giunte al palazzo, le due dame furono accompagnate da alcune servitrici in una grande sala.
Ampie vetrate si aprivano lungo la parete opposta all’ingresso, con all’esterno cespugli e piante rampicanti che si aprivano a ventaglio proprio davanti a quelle finestre, per filtrare e rendere più gradevole la luce del Sole, essendo quella sala rivolta ad Oriente.
La tavola era già imbandita e le due dame presero posto.
“Commovente l’amore che palesate per vostro marito, milady.” Con voce fredda Layla. “Tanto commovente da strapparmi quasi compassione… e voglio offrirvi qualcosa che non ha prezzo… la serenità.”
Batté allora le mani e subito una servitrice giunse con un vassoio.
Sul vassoio vi era un’ampolla di cristallo finissimo, con un fondo di giada.
Layla fece un leggero cenno alla servitrice e questa riempì con l’elisir contenuto nell’ampolla un calice di ottone.
“Conoscete il mito di Alcesti, milady?” Chiese Layla a Talia. “In verità vi dirò che fra tutti, compresi quelli fantasiosi che narrano del viaggio di Giasone e di quello di Ulisse, esso è il più incredibile.” Diede ordine alle servitrici di portare via il suo piatto, sebbene non avesse toccato quasi nulla. “Quel mito” continuò “è più fiabesco di qualsiasi novella de Le Mille e una notte e nello stesso tempo più ingegnoso ed ingannevole delle stupefacenti Metamorfosi di Ovidio.”
La servitrice portò il vassoio col calice accanto alle due dame.
“Ditemi, mia signora…” disse Layla a Talia “… voi se foste stata al suo posto, per amore di vostro marito, avreste bevuto il veleno come fece la devota e virtuosa Alcesti?”
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Talia
22-06-2011, 11.27.05
La tavola riccamente imbandita, la luce tenue e dolce che entrava dalle alte finestre, l’aria mite e profumata che permeava perfino i muri di quell’ampia sala, le piante verdi e fiorite che si scorgevano oltre i leggeri tendaggi... tutto in quella sala sembrava voler trasmettere serenità e pace, eppure io mi sentivo inquieta e agitata come non mai.
Seduta a quella tavola, fissavo la donna di fronte a me... aveva riacquistato il suo contegno e la sua freddezza, ostentava un distacco che io non riuscivo più a ricambiare.
Poi parlò.
Rimasi in silenzio, soppesando ogni sua parola e ogni suo gesto, seguendo solo distrattamente i movimenti delle servitrici che andavano e venivano...
La servitrice portò il vassoio col calice accanto alle due dame.
“Ditemi, mia signora…” disse Layla a Talia “… voi se foste stata al suo posto, per amore di vostro marito, avreste bevuto il veleno come fece la devota e virtuosa Alcesti?”
Pose quell’ultima domanda quasi con sdegno... o almeno così mi parve.
Io osservai ancora un istante di quieto silenzio, valutando il suo volto, e quando parlai la mia voce risultò calma, sebbene la mia anima non lo fosse affatto.
“Mito interessante quello di Alcesti...” dissi, mentre le mie dita prendevano a giocherellare distrattamente con il lembo del tovagliolo “Ma non lo definirei fantasioso, né incredibile... Grande forza dà il cuore all’uomo, persino alla più misera delle anime umane. E anche quand’anche quell’amore non fosse che un’illusione, come voi lo avete definito poco fa, quella forza non ne risulterebbe meno potente...”
Spostai le mani, posandomele in grembo, e sollevai gli occhi sul suo volto, regalandole un sorriso leggero: “Potrei dirvi che farei la stessa scelta di Alcesti senza pensarci su neanche un istante, mia signora... ma mi credereste?”
E fu allora che i miei occhi caddero sul calice posato tra me e lei, lo fissai un momento, poi tornai a guardarla...
“O forse è proprio questo che mi state proponendo? La mia vita in cambio della salvezza di Icarius? Possedete in fondo un animo romantico se è questo che avete in mente...”
Sorrisi...
“Sarebbe una scelta talmente facile, mia signora... Eppure, dopo che ci avete tanto malamente separati alla Pieve, come posso credere che terreste fede ad un patto di tal genere?”
Lady Morgana
22-06-2011, 12.24.42
Ascoltai rapita il racconto del vecchio, in religioso silenzio.
Quindi quel fiore è destinato ad una donna, che si trova all'interno di questa cupola. E se risolveremo questo enigma, potremo continuare il nostro viaggio per l'ultimo dei sentieri perigliosi, quindi Lady Talia non si trova qui...
Mi rattristai. Pensavo finalmente di aver trovato Talia, ma eravamo comunque sulla buona strada.
"Cosa ne penso, milord? Io credo che dobbiamo tentare. Ma non so se la cupola in cui dobbiamo entrare faccia passare chiunque..." dissi rivolta ad Icarius.
"Signore, ditemi, sapete forse se la cupola ha una specie di incanto che respinge determinate persone?" aggiunsi rivolta al vecchio.
Lo guardai sospettosa. Non mi fidavo di lui.
"Dobbiamo sbrigarci. E inoltre, chi sarà di voi a sentenziare chi è la dama più bella che si trova nella basilica a volta?" chiesi sorridendo maliziosa.
Chissà, magari nessuno di noi si dovrà sacrificare per ciò, magari troveranno veramente la dama più bella, ma tutto dipende da quanto è grande questa basilica.
Risi al pensiero di Lho ed Icarius, circondati da dame affascinanti.
Ma quella era una faccenda seria.
Attesi con impazienza la risposta del vecchio, intanto cercavo di ripensare alle lezioni in cui ci chiedevano di evocare una cupola simile a quella e cercai di ricordarmi se c'era qualche incantesimo da superare per entrare, ma non ricordavo nulla.
In quei giorni avevo in mente solo una cosa, anzi una persona: il Cavaliere del Gufo.
cavaliere25
22-06-2011, 17.41.44
Estrassi la mia spada e mi misi in posizione di attacco mentre guardavo Finiwell dissi andiamogli addosso amico mio e salviamo quella fanciulla e inizia a correre verso gli uomini incappucciati
Lady Dafne
22-06-2011, 18.45.56
Appoggiai il pane sul tavolo dopo averne mangiato un pezzetto
"Sì, hai ragione è molto buono, è caldo, ha un buon profumo" usai quegli aggettivi per il pane quando in realtà pensavo a Pasuan. Tenevo la mia mano appoggiata al suo petto, sentivo i suoi muscoli e la leggera peluria sotto il palmo. Mi accorsi che anche lui, arditamente, aveva poggiato la sua mano sul mio petto. Non dissi nulla, non tentai di levargliela, sentivo solo il mio cuore battere forte come un tamburo; ero sicura che anche lui lo sentisse. Alzai il viso, lo guardai. Era in parte illuminato dalla luce tremolante delle candele, ebbi come la sensazione che i suoi occhi non fossero più persi nel vuoto, ma che riuscissero a vedere i miei. Mi sembrava tornato il Pasuan che avevo conosciuto. Posai poi lo sguardo sulle guance, sulla bocca e sul mento, sorrisi esclamando
"Ti è cresciuto un filo di barba, mi piaci così... sembri più vecchio della tua età, sei.... sei più virile". Questa volta ero stata io ad essere audace.
Avevo il corpo, l'anima e la mente percorsi da mille sensazioni diverse che mi avevano fatto perdere la cognizione del tempo, dello spazio e del mio stesso essere.
Lo baciai sulla bocca, prima dolcemente e poi con maggiore trasporto. Poi mi staccai da lui e camminai verso le due candele, soffiai con delicatezza e le spensi
"Ho spento le candele" dissi piano "ora nemmeno io potrò usare la vista, ma ti vedo ancora attraverso le mani, la bocca, le orecchie e soprattutto attraverso il mio cuore".
Tornai vicino a Pasuan, lo feci girare con le spalle rivolte al letto e abbracciandolo lo sbilanciai all'indietro facendolo cadere e lasciandomi andare a mia volta. All'orecchio gli sussurrai
"A proposito, per quanto riguarda la storia del pugnale, non insegnarmi la guerra... insegnami l'amore".
Guisgard
22-06-2011, 20.52.33
Layla sorrise, mentre sorseggiava dalla sua coppa.
“Io non posso offrirvi la vita di vostro marito” disse “in cambio della vostra…. non ho questo potere, milady… ma posso alleviare le vostre pene… del resto, cos’ha generato questa terribile maledizione? L’amore, ecco cosa. Ed io vi offro la possibilità di annullare la morsa che vi attanaglia in tutto ciò… e non vi chiedo neanche di fidarmi di me…” guardò verso una delle finestre “… mi chiedevate di quella lancia… quella destinata a reggere tutto ciò che resterà di vostro marito, quando sarà giunto qui… ebbene, quel calice contiene forse l’unica cosa capace di salvare voi e vostro marito… quel calice contiene Il Pegno del Cuore…”
A quel nome un soffio di vento animò le foglie che coprivano le vetrate, lasciando poi nella stanza un senso di sconforto, rassegnazione e malinconia.
Melisendra
22-06-2011, 21.08.01
"Corri... torniamo a Capomazda..." sussurrai a Pandemonio.
Strinsi le redini.
Non potevo lasciare perdere e andarmene, anche seera forte la tentazione di fuggire via, andare a prendere Uriel e scappare per sempre. Ma non sarebbe servito a niente.
Cavalcammo velocemente, precedendo quel maledetto esercito.
Una volta in città gridai alla sentinella di guardia sulle mura: "E' iniziata! Due eserciti... stanno arrivando!"
Una volta dentro lasciai Pandemonio alle cure di un giovane stalliere e mi diressi da Monteguard.
Guisgard
22-06-2011, 21.27.36
Pasuan prese Dafne fra le sue braccia e la strinse con passione, mentre le sue labbra spegnevano quel desiderio, per troppo tempo tenuto celato, sulla bocca di lei.
Le mani del cavaliere spogliarono Dafne di ogni sua veste e l’avvolsero poi fra quelle lenzuola candide e profumate d’amore.
La loro passione attraversò quella notte come solo i sogni sanno fare.
Dafne, spegnendo quelle candele, aveva seguito Pasuan nel suo mondo fatto di buio e silenzio.
Come Euridice, si era totalmente affidata al suo Orfeo.
Ed Amore, mio signore, aveva aperto loro un mondo nuovo.
Un mondo al di là dei sogni e di quella notte.
Un’infinità di volte Pasuan fece sua Dafne in quella meravigliosa notte.
I loro corpi vibravano sotto le note che quella passione suscitava loro.
L’ardore con cui Pasuan la fece sua, accese in Dafne un ardore di donna mai provato prima, rendendola bella e luminosa come non mai.
E dopo le stelle, il Sole giunse ad illuminare quella stanza, trovando i due giovani amanti stretti l’uno sull’altra.
Pasuan si svegliò, con Dafne addormentata sul suo petto.
Le accarezzò la pelle ed i capelli per rendersi conto di non aver sognato in quella notte appena trascorse.
E si sentì felice.
Guisgard
22-06-2011, 21.39.35
A quelle disperate grida di Melisendra, la porta della cittadella si aprì.
Poco dopo giunse dal capitano Monteguard.
“Milady, cosa sta succedendo? Le sentinelle mi hanno riferito del vostro allarme…” disse questi “… cosa avete visto precisamente?”
Ad un tratto arrivò August visibilmente agitato.
“Capitano!” Gridò. “Capitano, stanno arrivando!”
Il capitano lo fissò.
“Alcuni mercanti appena giunti” continuò il cavaliere “affermano che due poderosi eserciti stanno giungendo qui… uno da Est e uno da Nord… siamo in una morsa… ormai è impossibile scongiurare l’assedio…”
Monteguard fissò di nuovo Melisendra.
“Il Gufo dunque ha deciso di continuare questa guerra anche senza più il suo signore…” mormorò.
Guisgard
22-06-2011, 22.08.03
“La cattedrale non ha nessun incanto, se non quello legato al giudizio di questo fiore.” Disse il vecchio fissando Sayla.
“Allora” intervenne Lho “se non vi è alcun incanto, dove si trova quella cattedrale? Perché non si vede? Eppure si odono le voci di questa misteriosa litania!”
“La cattedrale è laggiù, proprio davanti a voi, miei signori.” Indicò il vecchio.
E poco distante da loro apparve la misteriosa Cattedrale.
“Un attimo fa non era là!” Esclamò Lho.
Icarius la fissò senza dire nulla.
“Sayla ha ragione…” disse l’Arciduca “… a chi toccherà il giudizio della più bella?”
“Io non oso rischiare tanto…” mormorò il vecchio.
“Mio signore, il Sole è quasi tramontato…” disse Lho.
“Andrò io…” fece Icarius “… se è questo l’unico modo per proseguire il nostro viaggio, allora non abbiamo altra scelta…”
Lho fissò il suo signore preoccupato.
Il vecchio diede il giglio ad Icarius.
L’ultimo dei Taddei spronò allora il suo cavallo e si diresse verso la cattedrale.
“Seguiamolo, Sayla.” Disse Lho alla ragazza.
Icarius raggiunse la cattedrale e vi entrò.
L’edificio era esternamente pregevole, con colonne e capitelli di classicheggiante splendore e perfezione.
Marmi policromi e statue di un’imponenza non comune animavano la sua facciata.
Ma, una volta entrato, Icarius vide tutt’altro spettacolo.
La cattedrale era infinitamente vecchia ed orribile.
Gremita di navate sterminate, culminava con un soffitto tanto alto che lo sguardo doveva fermarsi e perdersi tra l’oscurità, le crepe e le ragnatele.
Le murature erano intrise di umidità, come se le pietre piangessero ed ovunque nell’aria era diffuso un disgustoso odore di putrefazione.
Grandi incensieri pendevano dalle navate, ma erano spenti, permettendo così a quel fetido di contaminare ogni cosa in quel luogo.
La sala terminava con una grande abside nella quale si trovava la statua della Santa Vergine, mentre sopra di essa pendeva un grande Crocifisso col Cristo inchiodato su di esso.
Quell’ambiente era gremito di gente.
Cavalieri dal superbo aspetto ed armati di tutto punto erano accompagnati da dame bellissime, come solo nelle favole era possibile incontrare.
“Può un luogo tanto terribile” pensò Icarius “veder celebrare messa al suo interno ed ospitare cavalieri e dame tanto belle?”
Melisendra
22-06-2011, 22.14.13
"Sì" risposi, ancora col fiatone," e intende avere la testa di quell'uomo... a proposito? E' tornato in città?"
Ci incamminammo sulle mura.
"Se è così vi consiglio di lanciarlo giù dalle mura!", aggiunsi acidamente.
Mi avvicinai a scrutare l'orizzonte tra le merlature.
Si coglieva un polverone in lontananza.
"Hanno un ariete spaventoso... e una gran quantità di schiavi per trasportarlo e usarlo per abbattere la Porta dei Leoni."
Lady Dafne
23-06-2011, 00.11.11
La mattina giunse troppo presto e si portò via una notte indimenticabile. Mi svegliai controvoglia sentendomi accarezzare i capelli, mi resi subito conto di dove fossi e con chi fossi. Ne fui profondamente felice!
Senza aprire gli occhi e senza parlare iniziai ad accarezzare il petto di Pasuan per poi scendere lungo il braccio fino ad intrecciare le sue dita nelle mie. I ricordi della notte passata erano ancora chiari nella mia mente, qunte sensazioni provate. Mi ero sentita avvolta in una nuvola di amore, un amore adulto, sincero e vero; un amore passionale, puro e forte. Un amore che non avevo mai vissuto. Un amore del quale non avrei mai più fatto a meno, per nulla al mondo. Alzai il viso, apersi gli occhi e guardai il corpo di Pasuan illuminato dal sole e solo a tratti coperto dalle lenzuola. Com'era bello! Lo baciai
"Buongiorno Caro, ben svegliato!" lo baciai ancora, con più trasporto, avrei voluto essere sua ancora una volta ma non andai fino in fondo "Torniamo a casa, Caro! Andiamo a prenderci Hubert e formiamo una vera famiglia, serena e piena di amore! Basta con la guerra e gli atti di eroismo, solo io e te... e i nostri figli!"
Guisgard
23-06-2011, 01.38.38
Monteguard lanciò un’occhiata a Melisendra.
“Si, quell’uomo è tornato…” disse “… e la prima cosa che ha fatto, pare, sia stata quella di venire da me… perché è tornato?” Chiese. “Cosa c’è qui da spingerlo a rischiare tanto? Avrebbe potuto mettersi in salvo, fuggendo magari oltre i confini del regno…” restò perplesso “… anche perché, adesso, come tutti noi, sembra rimasto in trappola…” fissando la polvere che in lontananza annunciava l’avvicinasi dei loro nemici.
“Ditemi, milady…” continuò “… consegnando quel’uomo servirà a qualcosa? Il Gufo arresterà i suoi propositi?”
Melisendra
23-06-2011, 01.51.34
"No, dubito che desisterà dalla sua intenzione di distruggere l'intera città... certo, se scoverà l'uomo che ha ucciso Aytli lo ucciderà nel più tremendo dei modi..." scrutai nuovamente l'orizzonte, "Ma ormai è troppo tardi."
Tacqui per un attimo.
"Ma consideratelo un mio desiderio... quello di far provare a quel cavaliere l'ebrezza del volo." Feci un sorriso sarcastico.
"Vorrei tanto sapere che cosa cerca qui..."
Guisgard
23-06-2011, 02.00.56
Monteguard seguì l’enigmatico sguardo di Melisendra e fissò anch’egli l’orizzonte, dal quale sarebbero spuntati, a momenti, i loro nemici.
Ormai era una sorta di fatale ed inesorabile conto alla rovescia.
“Quell’uomo…” disse Monteguard tornando a fissare Melisendra “… perché odiate tanto quell’uomo? Forse vi ha fatto del male quando vi è sfuggito? Beh, neanche a me sta simpatico, devo dire… ma io ho giusti motivi per detestarlo… ho ancora il bernoccolo alla nuca che mi ha lasciato come ricordo, quel furfante!”
Melisendra
23-06-2011, 02.20.49
"E' seccante ammetterlo, ma credo di non avercela con lui, ma con me stessa..." mormorai.
"Avrei dovuto trascinarlo all'accampamento... o ancora meglio... avrei dovuto eliminare il Cavaliere del Gufo quando ne avevo l'occasione. Ora è troppo tardi." Strinsi un pugno."Sono stata negligente."
Mi guardai attorno, cercando di cogliere la presenza degli spiriti, ma non vidi nulla.
"Cosa intendete fare adesso?"
Guisgard
23-06-2011, 02.29.00
“Uccidere quell’uomo” disse Monteguard “è quasi impossibile. Ovunque si sentono storie sulle sue tristi gesta, sui suoi crimini e sulla sua crudeltà. Non fatevene una colpa, non potevate fare niente. Anzi, avete fatto già troppo. Il Cavaliere del Gufo sembra protetto dall’eco della sua stessa malvagità… una malvagità oscura…”
Fissò di nuovo l’orizzonte e poi i suoi uomini che si preparavano all’attacco.
“Abbiamo ben poco da fare…” mormorò “… possiamo solo combattere e vendere cara la pelle…”
Ad un tratto giunse Izar.
“Capitano!” Con fare preoccupato. “Alcuni dei vostri sono giunti al palazzo per dare l’allarme! Siamo davvero attaccati?”
“Temo di si…” annuendo Monteguard. “Milady…” rivolgendosi a Melisendra “… non restate qui, è troppo pericoloso. Vi vorrei sapere al sicuro. Magari nel palazzo. Seguite Izar, egli vi darà un alloggio al palazzo.”
Guisgard
23-06-2011, 02.44.53
La Cappella della Vergine era deserta.
Le statue dei santi sembravano fissare con dolore ciò che stava accadendo a Capomazda, mentre l’aureo splendore dei mosaici che animavano la volta pareva segnato dall’inesorabile scorrere del tempo, che osserva muto ed indifferente i destini degli uomini.
“Dove sono” disse fra sé il cavaliere “i tuoi Santi ed i tuoi Angeli, Capomazda? Nessuno sembra giungere al tuo capezzale… dove sono gli invincibili Taddei, tuoi divini signori? Chi ascolterà il grido ed il dolore del tuo popolo?”
Sorrise beffardo.
“Tu appartieni a quella stirpe, figlio mio…” guardandolo negli occhi sua madre “... la storia e la grandezza dei Taddei scorre anche nei tuoi occhi… giurami che lo rammenterai sempre! Giuramelo, Guisgard!”
Guisgard scosse il capo a quel ricordo.
Fu allora che guardò sull’altare e vide l’ara di pietra.
Si avvicinò, fino quasi a toccare quella nuda ed antica pietra.
Accarezzò i bassorilievi che narravano delle gesta di Ardea e delle sue favolose Questioni.
“Miti e leggende…” mormorò “… questo luogo ne è pieno… ma nessun mito e nessuna leggenda potrebbero nulla contro l’odio del Cavaliere del Gufo…”
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Melisendra
23-06-2011, 02.55.23
Chinai lievemente il capo in segno di rispetto all'arrivo del filosofo.
Izar aveva il consueto aspetto austero e i suoi occhi corsero all'orizzonte. Mi incuriosì il suo autocontrollo.
"Siete molto gentile, Capitano..." gli sorrisi, accettando l'offerta.
Ripensai alla visione del mio signore, quando mi era apparso nella biblioteca... tanto mi avrebbe trovata comunque, ovunque mi nascondessi. Avrebbe trovato un modo per raggiungermi. Tanto valeva restare a palazzo.
Seguii Izar e abbandonammo il perimetro delle mura.
Guisgard
23-06-2011, 03.05.44
Melisendra seguì il filosofo.
“Presto, una stanza per milady!” Disse ad un servitore appena furono nel palazzo. “Ora potrete riposare, milady…” rivolgendosi alla ragazza “… vi farà bene… ora perdonatemi, ma la mia presenza è attesa altrove… per qualsiasi cosa non esitate a chiamare i servitori.” E si congedò da lei.
Il servo accompagnò Melisendra nella sua stanza, lasciandola poi da sola.
Un attimo dopo uno strano tepore avvolse la ragazza.
“Mamma!” Sentì. “Mamma! Mamma!”
Quella voce sembrava giungere dal cortile.
E sembrava essere quella di Uriel.
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Melisendra
23-06-2011, 03.45.55
La porta si era chiusa dietro di me e finalmente potevo rimanere sola con i miei pensieri. Mi lasciai andare a un sospiro, che non avrei saputo nemmeno io dire da dove mi giungesse. Mi sentivo nauseata da tutto quello che stava accadendo.
Avevo appena socchiuso gli occhi e mi ero sdraiata sul letto.
Quella voce interruppe i miei pensieri.
Quella voce...corsi alla finestra, con apprensione. Poteva essere Uriel? No di certo! Si trovava al sicuro, al Poggio del Sole.
Non vidi nulla, così mi precipitai fuori dalla stanza, giù per le scale.
Nel cortile, sotto il porticato, mi fermai e rimasi in silenzio, per cogliere nuovamente quella voce.
Guisgard
23-06-2011, 04.01.41
La notte era scesa inesorabile.
Il cortile era avvolto in una inquietante penombra, mentre una leggera foschia rendeva sfocata ogni cosa ci fosse in quel luogo.
Melisendra era sola con i suoi fantasmi ed i suoi incubi, mentre tutta Capomazda si apprestava ad affrontare i suoi.
“Mamma!” Disse di nuovo quella voce.
Un attimo dopo un’ombra sembrò correre fra gli alberi del giardino poco distante.
“Non vieni a prendermi, mamma?” Chiese qualcuno celato chissà dove, attraverso la voce di Uriel. “Io ho tanta paura, sai… ho fatto un incubo stanotte… mamma, vieni, ho paura…”
Ad un tratto un vento freddo si alzò nel cortile.
Fu solo un istante, ma sufficiente a lasciare nella ragazza un senso di angoscia e disperazione.
“Sei coraggiosa, non c’è che dire…” disse qualcuno emergendo dalle tenebre “… hai cercato di salvare Capomazda… lodevole…” accennò una risata compiaciuta “… ma vedi, mia diletta, il destino di questo ducato è già segnato… e tu sai che porto sempre a termine i miei intenti…”
Si avvicinò, era lui.
Melisendra lo riconobbe subito.
“L’imperatore Domiziano…” continuò “… grande uomo, sai… chiedeva, anzi imponeva, al suo popolo di chiamarlo Dominus et Deus… Signore e Dio… e lo era davvero, sai? Era davvero potente come un Dio… sai perché? Perché aveva il potere sulle vite dei suoi sudditi… ed anche io ho questo potere… posso sterminare l’intera popolazione di questo luogo… posso uccidere il tuo caro Gouf… ed uccidere anche te… e non solo te…” sorrise.
“Mamma! Aiuto, vuole uccidermi!” Gridò di nuovo la voce di Uriel.
“Ma anche tu, in questo caso, puoi avere lo stesso potere dell’imperatore Domiziano…” mormorò l’oscuro signore “… puoi decidere della vita di tuo figlio… puoi decidere se farlo vivere o morire… dipenderà da te, mia cara… da come esaudirai i miei ordini…” e si abbandonò ad una sinistra risata.
Melisendra
23-06-2011, 04.17.15
"Quale sgradita sorpresa..." sibilai. "Come al solito vorresti che ti aiutassi a mettere in atto i tuoi ambiziosi progetti..."
La sua cupa risata mi aveva fatto accapponare la pelle, ma rimasi impassibile. Non potevo cedere.
"E da vigliacco quale sei... tu, che celi il tuo volto... pensi che otterrai il mio aiuto minacciando ciò che ho di più caro. Non pensi che, invece, potrebbe solo aumentare il mio desiderio di ucciderti?" Lo guardai con disprezzo.
"Quali ordini ancora vuoi che esegua? Non ti basta la distruzione di questa città? Perchè non torni all'Inferno che ti ha creato?"
Guisgard
23-06-2011, 04.29.20
L’oscura figura accennò un sorriso a quelle parole di Melisendra.
“Ho sempre ammirato il tuo coraggio, mia cara…” disse “… e ne hai davvero da vendere… nessuno dei grandi cavalieri di queste terre oserebbe rispondere così a chi può uccidere in qualsiasi momento la persona a loro più cara…” fece qualche passo verso di lei “… Capomazda è ormai condannata… nessuno potrà salvarla… nessuno.” I suoi occhi divennero bianchi e luminosi. “Vi è solo una remota possibilità per questo luogo… Parusia!” Disse quasi sussurrando. “Quella spada è forse l’arma più potente mai creata… solo l’Arciduca può impugnarla… ma quello stolto non potrà farlo… egli infatti è in cerca della sua sciocca moglie e non tornerà mai più a Capomazda… a quest’ora forse la Maledizione che flagella i Taddei lo starà già chiudendo nella sua infernale morsa… ma non posso correre rischi… se egli infatti riacquistasse la memoria prima di perdere la vita in quell’impresa, sono certo che lascerebbe perdere il suo fiore di Sygma per ritornare qui… e potrebbe avere la pessima idea di difendere Capomazda… no, Parusia deve cadere in mio possesso!” Esclamò con rabbia. “Ora! Essa è custodita nella Cappella della Vergine, in un’ara di pietra sull’altare. Io non posso prenderla, poiché quel luogo mi impedisce di adoperare i miei poteri… ma tu invece puoi… va nella cappella e portami quella spada… fallo ed io ti lascerò libera di vivere in pace con tuo figlio…”
Melisendra
23-06-2011, 04.46.06
Spalancai gli occhi, sorpresa.
"Una spada? Vuoi quella spada? E poi... mi lascerai in pace?"
Lo guardai di traverso. Sospettosa.
"Dov'è l'inganno? E cosa ne sarà degli abitanti di questa città?"
Non potevo fidarmi. Non mi fidavo di nessuno, tanto meno della sua parola.
"Per quale ragione tanto odio verso Capomazda?"
Improvvisamente un vento misterioso soffiò nel chiostro, creando piccoli mulinelli e sollevando polvere.
Sorrisi, erano tornati da me.
Guisgard
23-06-2011, 05.03.30
“Si, voglio quella spada.” Disse. “E poi il mio piano sarà perfetto.” Sorrise. “Non voglio ingannarti… non ne avrei motivo… sono ad un passo dal realizzare la mia più grande impresa… un’impresa di distruzione, dolore, morte e lutto… dopo non avrò più bisogno di te… mi sei stata sempre fedele in passato e non reclamerò la tua vita…” esitò “… perché voglio distrutta Capomazda? Per vendetta!” Esclamò. “Perché mi è stato tolto qualcosa che nessuno potrà più ridarmi! Tutto mi hanno tolto i Teddei… tutto…” la fissò “… ti racconterò tutto… affinché tu possa fidarti di me e portarmi ciò che ti ho chiesto…”
Ad un tratto tutto sembrò mutare e poi fermarsi attorno a loro.
“Ero un giovane chierico e filosofo presso un nobile signore….” prese a raccontare “… le sue terre erano forse tra le più belle di questo mondo… immerse com’erano lungo scogliere modellate dalle secolari onde del mare, sotto un Sole che scaldava ed animava ogni cosa… fui precettore della sua giovane figlia… era bella, bellissima! Passavamo intere giornate insieme e più cresceva, più diventava bella! Fino a quando accese in me un innaturale desiderio… la volevo! Bramavo il suo corpo più di qualsiasi altra cosa al mondo! Organizzai io il suo matrimonio… un matrimonio di convenienza per suo padre… sapevo che ella non amava suo marito e ciò faceva si che restasse in qualche modo ancora mia… poi, un nefasto giorno, in confessione mi disse di essersi innamorata di un uomo… era uno dei Taddei… impazzii di rabbia e dolore! Giurai che se non fosse stata mia, non sarebbe stata di nessuno! Il loro amore finì tragicamente, ma io ero riuscito ad entrare nelle grazie dell’Arciduca di Capomazda e padre di colui che lei amava! E da allora ho cominciato a tessere i fili per la mia vendetta!” Rise di nuovo.
“Ora sai che puoi fidarti di me…” mormorò “… portami la spada… ora… e sarai libera.”
Melisendra
23-06-2011, 05.23.35
Mentre raccontava quella storia, le immagini di quella vicenda mi passarono innanzi, rincorrendosi e mostrandomi gli eventi.
Rimasi attonita.
"Sei ancora più pazzo di quanto pensassi..." lo scrutai, senza riuscire a vederne il volto.
"TI porterò quella maledetta spada... e poi sparirai per sempre." Avanzai di qualche passo, mentre i mulinelli di vento mi danzavano attorno.
"E non torcerai un capello a mio figlio... mai!"
"E ora dimmi dove si trova quella cappella e che questa sia l'ultima volta che prendo ordini da te!"
Guisgard
23-06-2011, 05.29.19
L’oscura figura sorrise compiaciuta.
“Pazzo? Forse…” disse “… del resto l’odio e l’amore hanno da sempre fatto girare questo mondo… ma tu non puoi saperlo… tu ignori cosa sia l’amore… e questa è la nostra forza… l’averlo bandito per sempre dalle nostre vite!”
Si voltò verso il palazzo.
“Eccola, laggiù…” indicò “… oltre il palazzo… quella è la cappella… va e portami la spada… e poi potrai andartene da questo luogo… va, a quest’ora è deserta la cappella…”
Melisendra
23-06-2011, 05.48.49
Non correvo per non dare nell'occhio. Non volevo dare l'impressione di andare in un luogo preciso.
Ormai era scuro e solo la luce delle torce mi illuminava la strada.
Mi ero sistemata un velo sul capo e camminavo lungo il selciato.
La cappella era silenziosa. Non sembrava esserci nessuno nei dintorni.
Scostai lievemente il velo e, timidamente, spinsi la porta ed entrai.
Il profumo di incenso mi avvolse appena entrata. Le candele votive ardevano, spandendo nell'aria un piacevole profumo di cera.
Osservai l'altare.
Per un attimo la quiete di quel luogo mi avvolse, con la stessa forza suadente del profumo dell'incenso che bruciava.
"… del resto l’odio e l’amore hanno da sempre fatto girare questo mondo… ma tu non puoi saperlo… tu ignori cosa sia l’amore… e questa è la nostra forza… l’averlo bandito per sempre dalle nostre vite!"
Quelle parole riecheggiarono nella mente. Aveva ragione. Avevo asservito ogni sentimento alla ragione, alla necessità, a qualunque scopo mi prefiggessi. Ero così spaventata. Ogni volta che facevo un passo verso la vita, tornavo a nascondermi dietro le mie certezze. E l'unica certezza che conoscevo era me stessa.
In realtà non ero mai uscita da quella prigione illusoria in cui avevo passato la vita. L'avevo portata con me.
Provai quasi l'impulso di pregare, di gettarmi di fronte all'altare e rimanere lì, a galleggiare in quella quiete a pregare. Ma non potevo.
Mi avvicinai all'altare e iniziai a frugare, cercando il luogo dove fosse nascosta quella spada.
Guisgard
23-06-2011, 05.59.52
L’ara di pietra apparve a Melisendra proprio sopra l’altare.
In essa vi era conservata Parusia, la spada appartenuta un tempo a San Michele ed ora custodita dai Taddei.
Si narra che quella spada abbia permesso a San Michele di trafiggere Lucifero, ad Ardea di superare le terribili Questioni che martoriavano quelle terre e ad Ardeliano di conquistare Sygma.
Poteva ora salvare Capomazda?
E chi l’avrebbe impugnata?
Melisendra però non poteva rincorrere miti e leggende.
Fece morire dentro di sé quel desiderio di preghiera per obbedire, un’ultima volta al suo malvagio signore ed essere finalmente libera.
“Da incantatrice ora siete divenuta guerriera?” Disse all’improvviso qualcuno alle sue spalle. “O forse avete deciso di offrire questa spada al Cavaliere del Gufo affinché lasci in vita la gente di questo ducato?” Chiese Guisgard fissandola senza tradire emozioni.