Visualizza versione completa : Mie Poesie (Drusus)
Drusus
26-01-2012, 17.57.17
Mio buon Drusus... sono senza parole!
Voi già sapete con quanto trasporto io sempre vi leggo, sebbene solitamente desista dall'appesantire questo vostro delicato spazio con i miei, talvolta sciocchi, commenti!
Questa volta però, spero mi perdonerete, non so trattenermi... e giungo così a porgervi il mio più sentito e più vivo Grazie per aver voluto condividere con noi qualcosa di così bello...
:smile_clap:
Dolce Talia, i Vostri commenti non sono mai sciocchi, nessun commento è sciocco. Son felice che date ascolto a ciò che scrivo e Vi prego Talia, ogni cosa che desiderate scrivere,scrivetela :)
Drusus
29-01-2012, 18.09.14
IGNOTA
No, non so chi tu sia,
Eppure so il tuo nome:
Ti chiami leggiadria,
E beltade il cognome.
Del volto l’ armonia
E gigli tra le chiome:
Il cuore sento alliso
Poscia quel tuo sorriso
Drusus
29-01-2012, 22.04.47
A CHIARA
Or sì cheggio se com’ un evo
Tengo alito nel tuo pensiero?
S’ ancor brillo come splendevo
Ne l’ alma tua qual cavaliero ?
Quero se t’ ho come t’ avevo
O se non t’ aggio qual straniero ?
Tutto questo al cielo dimando,
Pur se more lo cuor tremando!
Altea
29-01-2012, 23.47.43
rimango sempre più estasiata davanti tali versi :smile_clap:
Drusus
30-01-2012, 06.32.31
E Voi sempre dolce, sempre affettuosa in ogne favella :) Grazie Altea
Taliesin
30-01-2012, 19.01.58
"Ignota" mi ricorda molto un mio peccato di gioventù quando vagavo per le corti del paese in cerca di ispirazione per comporre le mie canzoni...
C'è molta fanciullezza e spensieratezza in quei versi Messere Drusus, che il signore del cielo e degli acquitrini, preservi sempre il vostro cuore bambino..
Taliesin, il bardo
Drusus
02-02-2012, 22.52.39
LA SAGGEZZA DEL DEFUNTO
Addosso a me lo sudario
Che più non puoto levare.
Chiuso ‘l sasso, solitario
Col fosco vado a giocare.
Il tormento e lo calvario
Sì più non ho da penare;
Ma ora solo è primario
Lo silenzio e meditare:
Mirra ed aromi spalmate
Sul mio viso fiorente un dì,
E le monete adagiate
Su chi il viver assai patì.
L’ amorte membra lavate
E l’ odor che su me morì;
Femmine di un’ arte armate,
Arte ch’ in vita non servì.
Mai com’ ora ben voluto:
Han sì guardi su me tutti;
Sì dovevo esser moruto
Per aver d’ amor li frutti?
In vita ‘l ben è taciuto:
Rido a trovarlo ne’ lutti.
Drusus
03-02-2012, 21.28.25
"Ignota" mi ricorda molto un mio peccato di gioventù quando vagavo per le corti del paese in cerca di ispirazione per comporre le mie canzoni...
C'è molta fanciullezza e spensieratezza in quei versi Messere Drusus, che il signore del cielo e degli acquitrini, preservi sempre il vostro cuore bambino..
Taliesin, il bardo
Grazie mille Taliesin :) questa ragazza la vedo ogni tanto, ma ogni volta che i nostri guardi s'incontrano vi sono saluti ed un sorriso nato dal saluto stesso. Ella è molto dolce in volto e nel suo sorridere :)
Drusus
14-02-2012, 13.57.32
ER GATTO DE ROMA
Sai chi a Roma è ppiù affortunato?
E’ chi sta ne li Fori da padrone:
Sta lì fermo, tutto spaparacchiato
Da prima de l’ incendio de Nerone:
Lo vedi disteso, tutto abbacchiato,
O fa le poste de sotto ar portone;
Poi tranquillo, doppo d’ aver magnato
Su un coccio dorme co’ soddisfazzione!
Ce metterebbi la mano sur foco
Ma sicuro nun me ce vedo affatto:
So’ nato certo pe’ vive co’ poco
Ma de sicuro nun me magno er ratto.
Lasso er sorcio a chi l’ accoppa pe’ gioco
Tra cocci e chiese: lasso tutto ar gatto!
Talia
15-02-2012, 12.56.52
Una vera novità è quest'ultimo componimento, Drusus...
una novità nel tema e nel linguaggio.
Ma vi confesso che mi è piaciuto tantissimo... l'ho trovato così fresco, e allo stesso tempo così sincero e schietto...
E poi piacevole alla lettura! :smile_clap:
http://img194.imageshack.us/img194/5853/gattow.jpg (http://imageshack.us/photo/my-images/194/gattow.jpg/)
Altea
15-02-2012, 13.51.35
stupenda sir Drusus :smile_clap:...io che adoro i gatti poi e avete citato pure il nome del mio gatto...Nerone.
Drusus
15-02-2012, 16.51.59
Ah sì? si chiama Nerone? visto? non sapendolo eppure l'ho citato :) Grazie ad ambe due per i Vostri complimenti :) ho scelto il dialetto romanesco poiché ho descritto appunto il gatto simbolo dei monumenti della mia città :) qua ovunque una persona si volge nel centro storico,vi sono gatti su gatti :)
Altea
15-02-2012, 16.55.07
Ah sì? si chiama Nerone? visto? non sapendolo eppure l'ho citato :) Grazie ad ambe due per i Vostri complimenti :) ho scelto il dialetto romanesco poiché ho descritto appunto il gatto simbolo dei monumenti della mia città :) qua ovunque una persona si volge nel centro storico,vi sono gatti su gatti :)
si Nerone perchè è tutto nero...e porta tanta fortuna :smile: Interessante che il gatto è simbolo della vostra citta..sir Drusus.
Drusus
15-02-2012, 17.11.42
si Nerone perchè è tutto nero...e porta tanta fortuna :smile: Interessante che il gatto è simbolo della vostra citta..sir Drusus.
Il simbolo è la Lupa con sotto Romolo e Remo. Io intendevo dire che, oggi come oggi, tra i ruderi il gatto la fa da padrone: infatti a Roma i gatti dei Fori Imperiali e di Largo Argentina sono protetti
Altea
15-02-2012, 17.34.11
Il simbolo è la Lupa con sotto Romolo e Remo. Io intendevo dire che, oggi come oggi, tra i ruderi il gatto la fa da padrone: infatti a Roma i gatti dei Fori Imperiali e di Largo Argentina sono protetti
ah intendevate di Roma, certo...e so anche dei gatti di Roma e di chi si prende cura di loro, per fortuna.
Drusus
15-02-2012, 17.38.07
ah intendevate di Roma, certo...e so anche dei gatti di Roma e di chi si prende cura di loro, per fortuna.
si ci sono delle persone che si occupano dei gatti, sicuramente stanno meglio ora che nell' 800 :)
Drusus
17-02-2012, 20.23.09
LA FOGLIA
D’ autunno tra mille foglie
Una fra tante è diversa:
Come l’ altre essa si toglie
Dal ramo per sorte avversa.
Una lacrima ella coglie
Che pare nell’ ombra immersa:
Or siede sulle sue spoglie
Ma con alma quiete e tersa.
Un omo passa e non vede
Che col piè l’ ha calpestata;
Essa è fra le meste prede
D’ una vita mal sbocciata.
E’ lì, ma niuno s’ avvede
Ch’ ella giace abbandonata.
Drusus
18-02-2012, 11.02.03
IL VINO
Pranza con noi, bianco o rosato,
Dolce o no ma atto in ogne guisa,
Ch’ aitar deve poscia mangiato
Lo gran ruttar e nostre risa:
Da li Greci ha accompagnato
Gli evi, scarsa e nobil divisa;
Cagion del vero e barcollato,
Frate de chi aveva alma lisa.
Laude a lo bianco: bono in pesce
Che lieta fa la cordial panza,
E quando al finir il tòno esce
Tutta beltade sua in noi avanza!
Laude al rosso, ch’ il riso cresce
E s’ eclissa ogne mal gueglianza:
E quando allegro l’ oste mesce
L’ alma ancide sua lamentanza.
Ora alziam li nostri bicchieri
Che ne lo ber saremo uniti;
Qua italiani, qui forestieri
Che l’ acre vita c’ ha infiacchiti.
Ma ecco che arrivano i coppieri
E il vin ci farà divertiti.
Drusus
03-03-2012, 23.12.34
LETTERA DI ACHILLE A CHIRONE
Su lo mar d’ Ilio son a te scrivente
Poscia per Elena l’ aver pugnato;
Alle navi Argive va la mia mente
A te pensar, figlio di Crono amato!
Udir tua favella il desio possente,
E del Pelio l’ odor più profumato;
Il tuo dir d’ esser rude ma clemente
E tutto ciò per cui ivi son formato.
Ed ecco: lo mar de sangue troiano
Colora di scarlatto gli schinieri
Argivi, le gote e la greca mano
Ove lieta la cetra cantava ieri.
Salute a te, d’ ogne virtute sano,
Ch’ avrai magione ne li miei pensieri.
Drusus
04-03-2012, 13.28.24
PERCHE’ DI PACE IL VOLTO MIO SI PINGA
Perché di pace il volto mio si pinga
E se pote la mossa alma chetare,
La mia voce più non resti solinga
E risa, vista qual tristo giullare:
Vorrei ch’ il riso di rider non finga
E dello spirto il mal non fosse amare;
Che sospiro un amor ch’ a se mi cinga
Ma troppo è lo pavento di tremare.
Nell’ agognar sol io costì rimango
Bramando rifulga meco lo sole:
Ma quando solingo ogne fiate piango
M’ avveggio che neppure ‘l sol me vòle,
Ch’ ei l’ è più cupo dello nero fango
Per il cuor mio che sanza luce dole!
Altea
04-03-2012, 23.11.04
questa ultima poesia, è un pò triste ma è molto intensa Sir Drusus, i miei complimenti :smile_clap: quando passate a lasciarci i vostri preziosi versi rimango sempre più colpita della vostra bravura.
Drusus
05-03-2012, 07.32.16
questa ultima poesia, è un pò triste ma è molto intensa Sir Drusus, i miei complimenti :smile_clap: quando passate a lasciarci i vostri preziosi versi rimango sempre più colpita della vostra bravura.
...ed io sempre lusingato dai Vostri complimenti dolce Altea :) grazie mille per ogni tua lusinga rivolta ai miei versi :) spero ti sia piaciuta anche l'altra di Achille :)
Altea
05-03-2012, 13.12.51
...ed io sempre lusingato dai Vostri complimenti dolce Altea :) grazie mille per ogni tua lusinga rivolta ai miei versi :) spero ti sia piaciuta anche l'altra di Achille :)
Io adoro tutte le vostre poesie, o le tue poesie..:)..e noto che sei sempre più bravo..aspetto la prossima :smile:
Drusus
05-03-2012, 14.52.21
possiamo anche darci del tu Altea :) ti ringrazio ancora e mi fa piacere che segui il mio operato :)
Drusus
11-03-2012, 11.51.59
ED OR DI PIU’ M’ ARDE ‘L DESIO
Quale ad omo miglior ventura
Che l’ occhi tuoi lieti incontrare?
Quale ad omo peggior iattura
Che l’ occhi tuoi dover lassare?
Non so dir: a pensar l’ è dura
Ch’ il tuo guardo vorria mirare;
Ed or di più m’ arde ‘l desio
De far il tuo guardo e cuor mio!
Altea
13-03-2012, 22.29.08
Drusus mi ero persa questa tua ultima poesia...:smile_clap: ordunque mi auguro che il suo cuore e sguardo siano tutti per te
Drusus
14-03-2012, 09.30.54
Drusus mi ero persa questa tua ultima poesia...:smile_clap: ordunque mi auguro che il suo cuore e sguardo siano tutti per te
Grazie mille amica, ma i suoi guardi ora son per un altro :(
Altea
14-03-2012, 17.09.51
Grazie mille amica, ma i suoi guardi ora son per un altro :(
E allora il mio augurio sarà più forte, che il suo sguardo si posi verso il tuo bell'animo.
Drusus
14-03-2012, 17.20.17
E allora il mio augurio sarà più forte, che il suo sguardo si posi verso il tuo bell'animo.
che dolce!!! :) grazie mille :)
Taliesin
14-03-2012, 17.28.53
Tanti anni fa,
girovagando tra i menadri delle corti del Paese, al tempo in cui ero giovane e sciocco, inseguendo la perfezione melodica dell'antica musica dialettale, attraversando le lastricate strade di via Ghibellina nella medioevale Fiorenza, mi sono imbattuto in un vecchio canuto carico d'anni e di sapere, che accogliendomi cortesemnete tra gli scaffali polverosi della sua libreria, mi presentò un vecchio libro ingiallito che conteneva gli scritti inediti, allora come ora, del poeta maledetto Folgore da San Gimignano....
Ebbene Ser Drusus, in alcuni vostri scritti mi ricordate quel lontano amico di cui musicai diversi sonetti, esibendoli ad gni angolo delle cittadine toscane...La vostra "corrispondenza d'amorosi sensi" ha certamnete conquistate le vetuste pareti di Camelot, la moderna, ed i cuori delle anime gentili che sanno rispecchiarsi nella vostra linfa...
Con rispetto e devozione...
Taliesin, il bardo
Drusus
14-03-2012, 17.37.22
Taliesin Vi rendo onore per queste Vostre parole ch'a me s'involano leggiadre e colpiscono le pareti de lo cuor meo. Spero vivamente che l'operato mio dia quies e boni momenti a chicchessia, ad ogne persona ch'ivi passi :)
Drusus
15-03-2012, 10.51.57
PARIGI
Parigi, loco del mio dolore
Ove sboccia dagli sguardi il fiume;
Cittade di non egual splendore,
Sì d’ ogne core speranza e lume.
Sei d’ amanti ‘l fiato a tutte l’ ore,
Unico de la nostra alma nume:
Sola stella in questo scuro porto,
Unica fonte in un morente orto.
Taliesin
15-03-2012, 14.19.41
Un omaggio insolitamente fuori contesto dalle sue romaniche origini e dei domini delle scorribande barbare di perduta memoria alto medievale, e tra un linguaccio articolato ed antico ho intravisto una figura ottocenetsca come uscita dal romanzo di Dumas, e come il Conte di Montecristo avete ancora una volta con sentimento, conquistato Parigi....Amico mio.
Taliesin, il bardo
Drusus
15-03-2012, 14.30.31
Un omaggio insolitamente fuori contesto dalle sue romaniche origini e dei domini delle scorribande barbare di perduta memoria alto medievale, e tra un linguaccio articolato ed antico ho intravisto una figura ottocenetsca come uscita dal romanzo di Dumas, e come il Conte di Montecristo avete ancora una volta con sentimento, conquistato Parigi....Amico mio.
Taliesin, il bardo
Si Teliesin, mi son basato specialmente su la Belle Epoque,che adoro. Debbo però dire che io non rimango colpito da questa mia poesia. Forse non è uscita bene
Taliesin
15-03-2012, 14.35.43
Vedete Messere...
i miei polverosi scaffali sono comi di canzoni mai scritte e mai terminate, testi illeggibili, note sparpagliate che spesso si raccolgono in qualche cosa di preciso che nel tempo e nello spazio in cui furono generate avevano un senso...ebbene credo che ogni piccola goccia di splendore che trasuda dalla parte artistaica di ognuno di noi ci rappresenti...anche quelle che come dite voi, non sono riuscite bene...
Drusus
15-03-2012, 15.20.32
Vedete Messere...
i miei polverosi scaffali sono comi di canzoni mai scritte e mai terminate, testi illeggibili, note sparpagliate che spesso si raccolgono in qualche cosa di preciso che nel tempo e nello spazio in cui furono generate avevano un senso...ebbene credo che ogni piccola goccia di splendore che trasuda dalla parte artistaica di ognuno di noi ci rappresenti...anche quelle che come dite voi, non sono riuscite bene...
Grazie Taliesin, mi avete tirato su di morale :) si, avete ragione in lo che dite :) posterò in questi giorni un'altra opera :)
Altea
15-03-2012, 21.23.01
eh Drusus, mi hai fatto venire in mente una delle mie poesie preferite in assoluto, "Parigi di notte" di Jacques Prevert.
Drusus
16-03-2012, 19.01.22
Grazie che ciò da me scritto vi ha fatto ricordare il grande Prevet. Sono lusingato di ciò :)
spero che quest'altra vi piaccia :)
LA VITA
In suso a la candela v’ è lo foco
Ove il suo dovere l’ è dar calore:
Il suo danzar è come fosse gioco,
Ma più d’ esto sì pote sere orrore.
Di sicuro, penso, che di qui a poco
Finirà quello suo rovente ardore:
Tristo qui tremula e lo vedo fioco
E sì morente lo suo bel tremore.
Com’ egli è la vita: lieta arde tanto
Quando la gioventù cavalca fiera;
Nessuna mestizia, ma tutta vanto;
Eppur anch’ essa alfine giunge a sera
Ch’ allor ci dona quel oscuro pianto:
E come la candela divien cera.
Altea
16-03-2012, 20.56.05
Molto bella pure questa, diversa dalle altre, un pò filosofica se non sbaglio pure.
Drusus
31-03-2012, 11.36.57
FATTA L’ ITALIA, OR FAMO L’ ITALIANI
Me ricordo che quanno annavo a scola
E parlavamo der Risorgimento,
L’ inzegnante ce narrava qual fola
E con foga de quell’ avvenimento:
De Garibardi, de Morelli a Nola
E d’ Azeglio, che doppo quer momento,
Conscio che l’ Italia nun ze fa sola,
Disse co’ vanto, ma pur con tormento:
“Fatta l’ Italia, or famo l’ italiani !”.
E de sicuro ciaveva raggione:
Ma chi comanna oggi so’ ciarlatani
E venneno l’ Italia ar ppiù’ riccone.
Andato è l’ onor de fieri romani;
A noi ce divide puro un pallone!
Altea
31-03-2012, 13.04.59
l'ultimo passaggio è proprio bello..certo io che sono..interista convinta..so quanto mi divida un pallone dagli altri italiani
complimenti Drusus per questa singolare poesia :smile_clap:
Drusus
31-03-2012, 14.26.04
l'ultimo passaggio è proprio bello..certo io che sono..interista convinta..so quanto mi divida un pallone dagli altri italiani
complimenti Drusus per questa singolare poesia :smile_clap:
Grazie mille Altea :) sì, ho voluto far intendere appunto, che noi italiani non siamo uniti, solo la nostra terra ora è unita e senza dogane ma noi italiani siamo ben lungi dall'essere uniti,purtroppo direi. C'è chi discende da gGreci e Normanni, come il sottoscritto,chi dagli Etruschi, chi da Celti e Galli, chi da Spagnoli, Alemanni e Francesi e poi chi dagli Arabi e Fenici, quindi è palese che l'italiano di oggi abbia dentro le sue vene una infinità di etnie, ed il miscuglio di diversi e tante etnie non potrò mai combaciare e creare amore,purtroppo
Altea
31-03-2012, 14.53.53
Grazie mille Altea :) sì, ho voluto far intendere appunto, che noi italiani non siamo uniti, solo la nostra terra ora è unita e senza dogane ma noi italiani siamo ben lungi dall'essere uniti,purtroppo direi. C'è chi discende da gGreci e Normanni, come il sottoscritto,chi dagli Etruschi, chi da Celti e Galli, chi da Spagnoli, Alemanni e Francesi e poi chi dagli Arabi e Fenici, quindi è palese che l'italiano di oggi abbia dentro le sue vene una infinità di etnie, ed il miscuglio di diversi e tante etnie non potrò mai combaciare e creare amore,purtroppo
Il fatto è che dovremmo saper apprezzare ogni bellezza di queste etnie diverse per poterci definire tutti italiani, ma non potrà mai esserlo purtroppo.
Drusus
02-04-2012, 14.13.58
IL MIO AMOR PER ELLA E’ MAGGIOR CHE PRIA
Il mio amor per ella è maggior che pria
Che lasso ogne dì mi tormento ancora;
E non passa minuto, e non passa ora,
Ch’ il mio cuor non dole esta bramosia.
Ch’ io desio di lei tutto quel che sia
Che tutto senza quel riso in me plora,
E par che neppur la pace m’ indora
D’ allor ch’ il guardo suo da me sen gìa.
Ammetto che sol lei m’è cara al cuore
E tutte leggiadre donne non bramo:
Fossero il più bel trono del calore
O dell’ istesso amore il bel richiamo;
Ma nullo apparirebbe il lor bagliore
Ch’ ancor sì grido fortemente: t’ amo!!
Altea
02-04-2012, 15.57.05
veramente unico ed eterno il tuo amore..che non verrà mai scalfito..sempre i miei complimenti :smile_clap:
Talia
02-04-2012, 17.08.04
Quest'ultimo sonetto, mio buon Drusus, è di una delicatezza più unica che rara... è lieve e pieno di una dolce poesia...
I miei complimenti, come sempre!! :smile_clap: :smile_clap:
Drusus
28-04-2012, 14.45.05
L’ ORIGINE DEI ROMANI D’ OGGI (in dialetto romanesco)
Se sente di’ da gente assai romana
Che cianno er sangue puro e sì divino,
Che la loro è la mejo alma italiana,
E chi è d’ un antro posto è sol burino.
Dicheno che provengheno da Diana,
Poi dall’ Augusto Cesare Macrino,
Ma nun zanno che Roma è ‘na puttana
E chi dice: “ io so’ puro “ è sol cretino:
Sì perché della gloria ormai passata,
De li Sabini, Volsci e de Romani,
Quant’ acqua sotto i ponti è poi cascata?
Dovrebbero esse nani marsicani
E de Fiuggi e Subiaco la parlata:
Ma ora so’ mezzi bionni qual Germani,
Cianno d’ ogni reggione la calata
E puro l’ ignoranza de li cani.
Je verebbe da ride a Romoletto,
Si vedesse ora er bullo tutto fico
Che penza de discenne dar suo tetto.
Difatti bel romano, caro amico,
Tante matrone schiusero ner letto
Le cosce ar cazzo bionno d’ Alarico.
Taliesin
30-04-2012, 15.02.06
Messer Drusus,
in epoche passate, specialmente nella Roma bucolica di Papa Sisto, "quello che 'un perdona manco Cristo", avreste senz'atro fatto al fine di Cecco Solafica, nobile nonno del più famoso Cecco Angiolieri, ovvero vi avrebbero "..mozzato lo capo attondo", sempre che alti porporati o nobili mecenati non avessero interferito per voi...
Invece in questo passaggio temporale, all'angolo di queste moderne porte, potete solo suscitare stupore ed emozione, specialmente nelle giovani donzelle e nei nobili blasonati che, con i cuori a forma di salvadanai vuoti, farebbero carte false per avervi tra le mani...
Mi avete ricordato un poeta dialettale fiorentino, che conobbil molti anni fa' all'angolo della sua novantunesima primavera: era un benestante, discendente da una nobile famiglia rinascimentale, con una grande passione per le lettere antiche e con l'aridità di numerosi nipoti attorno al capezzale.
Mi raccontò al sua storia, e quel racconto divenne ovviamente una mia canzone...passeggiando di notte tra le vie del centro, come i suoi predecessori risorgimentali, lasciava biglietti irriverenti, su temi politici o di vita vissuta anche in modo verace, sulle antiche edicole della città o in prossimità di esercizi commerciali o di stazione di autobus...il suo nome era soltanto Pasquino III.
Grazie dunque messere,
poichè con il vostro scritto di poeta maledetto, mi avete riportato alla mente il sorriso di quel simpatico vecchietto di un'epoca scomparsa...
Taliesin, il bardo
Drusus
30-04-2012, 15.09.59
Messer Drusus,
in epoche passate, specialmente nella Roma bucolica di Papa Sisto, "quello che 'un perdona manco Cristo", avreste senz'atro fatto al fine di Cecco Solafica, nobile nonno del più famoso Cecco Angiolieri, ovvero vi avrebbero "..mozzato lo capo attondo", sempre che alti porporati o nobili mecenati non avessero interferito per voi...
Invece in questo passaggio temporale, all'angolo di queste moderne porte, potete solo suscitare stupore ed emozione, specialmente nelle giovani donzelle e nei nobili blasonati che, con i cuori a forma di salvadanai vuoti, farebbero carte false per avervi tra le mani...
Mi avete ricordato un poeta dialettale fiorentino, che conobbil molti anni fa' all'angolo della sua novantunesima primavera: era un benestante, discendente da una nobile famiglia rinascimentale, con una grande passione per le lettere antiche e con l'aridità di numerosi nipoti attorno al capezzale.
Mi raccontò al sua storia, e quel racconto divenne ovviamente una mia canzone...passeggiando di notte tra le vie del centro, come i suoi predecessori risorgimentali, lasciava biglietti irriverenti, su temi politici o di vita vissuta anche in modo verace, sulle antiche edicole della città o in prossimità di esercizi commerciali o di stazione di autobus...il suo nome era soltanto Pasquino III.
Grazie dunque messere,
poichè con il vostro scritto di poeta maledetto, mi avete riportato alla mente il sorriso di quel simpatico vecchietto di un'epoca scomparsa...
Taliesin, il bardo
Ti ringrazio vivamente dei tuoi complimenti :) sono felice se con il mio scritto sono riuscito a farti tornare alla mente quel nobile signore,nobile sicuramente anche nel suo animo :)
Drusus
30-04-2012, 15.10.35
CHE DANNO E’ QUESTO AMORE
Che danno è questo amore
Che malo ogn’ or mi fu;
Del cuor mio predatore
Me pose in servitù.
Più d’ esso, dice il core,
Saria meglio laggiù:
Là dove regna il male,
Che più d’ esso è leale.
Guisgard
04-05-2012, 21.31.45
Messer Drusus, è da tempo che non mi fermo a commentare i vostri versi.
Sono sempre stato affascinato dalla vostra maestria e dalla vostra ispirazione.
Però, permettetemi, quest'ultima poesia mi appare troppo buia e negativa...
Per quanto doloroso possa essere un amore, esso è sempre fonte d'ispirazione, sia per artisti, sia per cavalieri.
Non martoriatelo con la vostra tristezza, con la vostra delusione e con la vostra angoscia, amico mio.
E' grazie ad esso che riuscite a donarci queste intense e meravigliose poesie.
E' per merito di quest'amore che riuscite a vivere quelle forti e anche inquiete, tormentate passioni, capaci poi di animare il vostro straordinario estro poetico.
Qualcuno ha scritto che il grande Amore è sempre l'unico nutrimento per il cuore, perchè anche nella sofferenza lo purifica per poi elevarlo a ben maggiori altezze.
Perdonatemi se ho espresso il mio pensiero in contrasto con il vostro.
Chiudo con quanto scrisse un anonimo poeta della Spagna Mozarabica: “E' più grande la volontà di Amore di renderci felici, che la nostra nel volerlo essere.”
I miei omaggi, messer Drusus :smile:
Drusus
06-05-2012, 00.30.21
Sir Guisgard, Vi ringrazio sempre per i commenti. Vi dico che pur scrivendo con sofferenza,vi è gioia nel soffrire per amore,una gioia immensa,sconfinata :)
Anche quando ama stando assieme ad una persona,soffro per quell'amore,sapendo che quell'attimo sarà eterno,ma allo stesso tempo non eterno,e ciò mi fa soffrire
Drusus
06-05-2012, 00.34.01
IL MIO AMOR PER ELLA E’ MAGGIOR CHE PRIA
Il mio amor per ella è maggior che pria
Che misero ogne dì me dolgo ancora;
E non passa minuto, e non passa ora,
Ch’ il cuor si strugge, plora e ancor desia.
D’ ella sì tutto agogno quel che sia
Che del suo volto privo il cuor mio plora,
E par manco la pace qua m’ indora
D’ allor che quello guardo poi sen gìa.
Ella è solinga e cara nello cuore
E graziose fanciulle più non bramo:
Fossero il più bel trono del calore,
O dell’ istesso amore il bel richiamo;
Ma nullo apparirebbe il lor bagliore
Che fortemente il grido: amor mio, t’ amo!!
Drusus
06-05-2012, 00.49.01
ED OR DI PIU’ M’ ARDE ‘L DESIO
Ad omo miglior qual ventura
Che l’ occhi tuoi lieti incontrare?
Ad omo qual tetra sventura
Ch’ i tuoi occhi dover poi lassare?
Non dico: pensar l’ è già dura:
Vorria sol quel guardo mirare;
E sento or che m’ arde ‘l desio
Di fare il tuo guardo e cuor mio!
Altea
06-05-2012, 01.11.24
che dirti? che ogni volta mi stupisci e mi incanti...lo sai già. Stupenda la penultima, cosi sentita, ma anche le altre, quando ti leggo mi sembra di sentire i tuoi veri sentimenti...che siano tristi o allegri...sempre forti e passionali sono per il tuo Amore.
Drusus
06-05-2012, 09.19.56
che dirti? che ogni volta mi stupisci e mi incanti...lo sai già. Stupenda la penultima, cosi sentita, ma anche le altre, quando ti leggo mi sembra di sentire i tuoi veri sentimenti...che siano tristi o allegri...sempre forti e passionali sono per il tuo Amore.
Grazie dolcissima Altea,come sempre dolce e nobile nel commentare i miei scritti :) :)
Guisgard
07-05-2012, 20.14.56
Sir Guisgard, Vi ringrazio sempre per i commenti. Vi dico che pur scrivendo con sofferenza,vi è gioia nel soffrire per amore,una gioia immensa,sconfinata :)
Anche quando ama stando assieme ad una persona,soffro per quell'amore,sapendo che quell'attimo sarà eterno,ma allo stesso tempo non eterno,e ciò mi fa soffrire
I vostri sono sentimenti tanto forti, quanto assoluti, amico mio.
Spiegare ciò che si prova non è sempre facile, anche se voi avete lo straordinario dono di poterlo fare con la maestria dei vostri versi.
Da parte mia vi ringrazio di esservi soffermato, per un momento, a discorrere con me della vostra arte poetica.
E vi ringrazio ancora una volta per aver scelto la nostra Camelot come uditorio per le vostre bellissime poesie, messer Drusus :smile:
Drusus
07-05-2012, 20.47.10
I vostri sono sentimenti tanto forti, quanto assoluti, amico mio.
Spiegare ciò che si prova non è sempre facile, anche se voi avete lo straordinario dono di poterlo fare con la maestria dei vostri versi.
Da parte mia vi ringrazio di esservi soffermato, per un momento, a discorrere con me della vostra arte poetica.
E vi ringrazio ancora una volta per aver scelto la nostra Camelot come uditorio per le vostre bellissime poesie, messer Drusus :smile:
Ed io ringrazio sì Voi messere per lusingarmi ogni qual volta poso qua in Camelot i miei versi :) Vi ringrazio vivamente poiché fa sempre piacere ricevere elogi quando si crea un qualcosa :)
Drusus
12-05-2012, 11.54.19
EPITAFFIO
Tanto in codesta vita s’ è penato
Ch’ ora la morte abbraccia me qual manza:
E rido che lo verme ha qua pranzato
Assaporando a pieno questa panza.
Sono contento che hai di me gustato,
Mi spiace sol per l’ osso: quello avanza!
Taliesin
22-05-2012, 09.44.20
Messere Drusus,
con questa pennellata di poeta maledetto o di rimatore giocoso, avete fatto sortire il sole dal buio malinconico che il Cavaliere dell'Intelletto aveva manifestato nella vostra precedente composizione amorosa sull'eterno dilemma tanto decantato in ogni tempo e in ogni spazio...
Sinceramnete e caramente provo dispiacere per il povero vermicello che, trovando l'osso, ha dovuto arrestare il suo "fiero pasto"...
Taliesin, il bardo
Drusus
09-06-2012, 09.42.12
DESIO NELL’ ALMA AMOR GENTILE E FINO
Desio nell’ alma amor gentile e fino
Che nella vita il cuor non ha saggiato:
Rosso qual sangue vivo e puro vino
Da versare sul cuore abbandonato.
Spero in un dolce amore sopraffino
Ch’ i’ possa benedire d’ esser nato;
E se dovria morir un dì vicino
I’ priego Iddio di farlo innamorato.
Ecco che priego cento, mille e tante
Fiate per poi trovare quel ch’ è danno,
Per poi guardar, sebben per un istante
Il più ferale e immenso gran tiranno:
Colui ch’ io bramo e sogno sia galante
Ma anco che sia letizia e non inganno
Drusus
07-08-2012, 18.26.18
A MARZIA
Chioma dal bel castano, ancor io sento
Il tuo aroma volar tra l’ alma e core,
Riso che lungi scaccia ogni tormento,
Che più del sole scalda e tien bellore.
Poi quella voce: ammanta pure il vento
Sfiorando ogne beltade e lindo fiore,
E dessa è dell’ amore il bel accento
Ch’ acceca pur le stelle dal bagliore.
In questo bel pensiero ancor ti miro
Andar per ermi prati sempre amena,
Tanto da far tacere a Dio il respiro
E fare più gentil la terra piena,
Onde tu passi e giocondo sospiro
Ch’ un dì saremmo Achille e Polissena.
Chantal
07-08-2012, 23.10.42
A MARZIA
Chioma dal bel castano, ancor io sento
Il tuo aroma volar tra l’ alma e core,
Riso che lungi scaccia ogni tormento,
Che più del sole scalda e tien bellore.
Poi quella voce: ammanta pure il vento
Sfiorando ogne beltade e lindo fiore,
E dessa è dell’ amore il bel accento
Ch’ acceca pur le stelle dal bagliore.
In questo bel pensiero ancor ti miro
Andar per ermi prati sempre amena,
Tanto da far tacere a Dio il respiro
E fare più gentil la terra piena,
Onde tu passi e giocondo sospiro
Ch’ un dì saremmo Achille e Polissena.
Che Donna fortunata la Vostra Marzia.
E' molto che non Vi raggiungo qui, mio malgrado, cavaliere Drusus.
Vi prego, perdonatemi per questa mia mancanza. Ma non dimentico mai la liricità dei vostri versi che si fanno cuore e anima di poeta.
Come vorrei che le mie parole si facessero suono, e la mia voce canto..e rendervi omaggio per questa poesia così bella.
Si, così bella che è un incanto.
Sono solo parole le mie, purtroppo, ma vogliono dirvi ..Grazie..:18015:
Drusus
08-08-2012, 09.05.42
Che Donna fortunata la Vostra Marzia.
E' molto che non Vi raggiungo qui, mio malgrado, cavaliere Drusus.
Vi prego, perdonatemi per questa mia mancanza. Ma non dimentico mai la liricità dei vostri versi che si fanno cuore e anima di poeta.
Come vorrei che le mie parole si facessero suono, e la mia voce canto..e rendervi omaggio per questa poesia così bella.
Si, così bella che è un incanto.
Sono solo parole le mie, purtroppo, ma vogliono dirvi ..Grazie..:18015:
Vi ringrazio Chantal, grazie per le Vostre bellissime parole riguardanti i miei versi :) sono sempre lieto se possano dar grato ad una persona :)
Son felice se suscito così tanta ammirazione :)
Altea
08-08-2012, 11.16.43
Caro Drusus, e' molto non vi leggo e ritornate trionfante con una splendida ode vedo..fortunata colei per cui la vostra penna ha saputo donare si splendidi e sentiti versi.
Drusus
08-08-2012, 14.56.52
Caro Drusus, e' molto non vi leggo e ritornate trionfante con una splendida ode vedo..fortunata colei per cui la vostra penna ha saputo donare si splendidi e sentiti versi.
ringrazio anche le Vostre parole Altea,solo ch'essa non ricambia :))
Altea
08-08-2012, 17.42.39
ringrazio anche le Vostre parole Altea,solo ch'essa non ricambia :))
Non ricambia? E voi continuate a dedicarle queste sentite parole perché parlano del vostro Cuore.
Drusus
08-08-2012, 18.19.34
Non ricambia? E voi continuate a dedicarle queste sentite parole perché parlano del vostro Cuore.
Indubbiamente io continuerò :) il fatto è che lei non mi conosce sotto questo punto di vista poetico,mi conosce come uno che andava a scuola con lei anni fa :((
Guisgard
08-08-2012, 18.56.41
Amico mio, io leggo sempre i vostri scritti, anche quando non mi fermo ad esprimere la mia sincera ammirazione verso di voi.
Si dice che i poeti possono tutto con i loro versi.
Nulla, dunque, deve spaventarvi quando volgete il cuore e la penna verso la vostra musa ispiratrice.
Nelle vostre parole io leggo un coraggio ed una forza che sono i segni più chiari e vivi di un sentimento forte, di un amore vero e tangibile.
E davanti ad una simile forza nulla può apparire inarrivabile o irrealizzabile.
Lady Chantal dice il vero, quando afferma che la vostra Marzia è una donna fortunata.
Ma lo siete anche voi, poiché avete trovato in lei una straordinaria ispiratrice.
Qualcuno ha scritto che un innamorato non deve mai temere nulla.
Continuate allora a scrivere, mio buon poeta, poiché gli innamorati, quelli veri, non perdono mai.
Drusus
08-08-2012, 19.57.35
Amico mio, io leggo sempre i vostri scritti, anche quando non mi fermo ad esprimere la mia sincera ammirazione verso di voi.
Si dice che i poeti possono tutto con i loro versi.
Nulla, dunque, deve spaventarvi quando volgete il cuore e la penna verso la vostra musa ispiratrice.
Nelle vostre parole io leggo un coraggio ed una forza che sono i segni più chiari e vivi di un sentimento forte, di un amore vero e tangibile.
E davanti ad una simile forza nulla può apparire inarrivabile o irrealizzabile.
Lady Chantal dice il vero, quando afferma che la vostra Marzia è una donna fortunata.
Ma lo siete anche voi, poiché avete trovato in lei una straordinaria ispiratrice.
Qualcuno ha scritto che un innamorato non deve mai temere nulla.
Continuate allora a scrivere, mio buon poeta, poiché gli innamorati, quelli veri, non perdono mai.
Messer Guisgard, sempre vivamente grazie per la Vestre parole. Sì, un innamorato non deve temere nulla, apparte, a mio avviso, l'amore stesso :) : esso è quanto di più ferale esista al mondo , ma anche quanto di più potente. Racchiude ogni profumo della vita ed ogni paura, ogni gioia ed ogni tormento. Esso è un essere perfetto :)
Drusus
28-10-2012, 19.41.54
BUONANOTTE
Del bosco s' addormon i fiumi
E i lupi s' accucciano accanto,
Si smorzano flebili i lumi
E i bimbi zittiscono il pianto.
S' acquetano giochi d' infanti,
Facezie e sorrisi del giorno,
I guardi amorosi o distanti
Che son dell' amore il contorno.
Le lacrime e i volti affannati,
Le mani pulite o corrotte,
Sognando son tutti bëati
E cantano al suon della notte;
E cantano i cieli stellati
Un canto che fa: “buonanotte”.
ALLO SCRIVERE
Nel mentre io scrivo, forte ancor mi doglio
Ch’ il viso ratto a lacrimar s’ appresta,
Ed io m’ avveggio ch’ una penna resta
La mia solinga amante ed il mio scoglio:
E’ dessa il solo abbraccio nel cordoglio,
La rosa bella e amata mai funesta,
La mia fanciulla cara, dolce e onesta
Che meco geme trista sovra il foglio.
Dolce ti guardo ch’ a scriver m’ accingo
E d’ amarezza tutta faccio usanza:
La man s’ avviva e alfine amor dipingo
Che sovra un foglio veggio ancor speranza.
Ma al terminar lo scritto vo solingo
E in cuor afflitto qual morte ch’ avanza.
S’I’ QUEGLI ANNI POTESSI FAR TORNARE
Qualor l’ anni potessi far tornare,
Io vedrei dalla dolce finestrella
Il volto tuo benigno poi spuntare:
Quella fanciulla voce assai monella,
E quelle labbra infanti a me sì care
E splendenti ove tacque la favella.
Qualor il sol potessi riportare,
Vedrei ancor te, carissima mia stella.
brianna85
28-10-2012, 21.40.02
Molto bella complimenti
Altea
29-10-2012, 16.10.14
Mi stupisci sempre più. E ogni volta leggo le tue sensazioni tra questi versi :smile_clap:
Drusus
06-11-2012, 11.23.24
Grazie, sempre vivissimi ringraziamenti per i vostri elogi :)
Ora qui di seguito un mio pensiero rivolto ad un amico sincero:
IL VINO
Con noi banchetta, bianco oppur rosato,
Dolce o no eppur adatto in ogne guisa,
Ch’ aitar dovrïa poscia aver mangiato
Lo gran ruttare e gioconde le risa:
Da li Romani e Greci ha accompagnato
I tempi, povera o nobil divisa;
Sola cagion del vero e barcollato,
Frate d’ ogne alma dallo mondo ancisa.
Läude al bianco: bono assiem al pesce
Che sì gioconda fa cantar la panza,
E poscia aver cantato il tònoˇesce
In sua beltade che sì forte avanza!
Läude al rosso, ch’ ogne riso cresce
E già s’ oscura la mesta gueglianza:
E quando allegro l’ oste il tutto mesce
Il cuore ancide l’ afflitta dottanza.
Ora eleviamo su in alto i bicchieri
Che ne lo ber ci sentiremo uniti;
Fra noi pöeti mesti e puttanieri
Posti dal mondo a merde ed infiacchiti.
Ed ecco giungon tosto li coppieri
E bagnati dal vin saremo arditi
Drusus
25-11-2012, 22.20.17
L’ AMOR TACIUTO
Resto qua fermo e soffro, e son malato
Ch’ il vento più non dona i dolci abbracci,
E sono servo eppur innamorato
Di te ch’ omai sei lungi e in cuor mi scacci,
Di quei soavi baci ove ho vissuto
Tanto ma tanto amor, ora taciuto.
Drusus
25-11-2012, 22.20.46
LA BREVE PARTITA
Si sta giocando breve una partita
Ma in esto gioco bèn non sono adatto;
In essa veggo ovunque la sortita
Ma ancor non opro quella porta affatto:
Un dì la morte strapperà la vita
Dicendo a noi pedine “scacco matto!”
E vi saranno i lieti e gli scontenti
Tutti in egual misura, re e serventi.
Talia
26-11-2012, 16.13.00
Oltremodo lieta di tornare a leggervi, messer Drusus... vi porgo il mio saluto.
In particolare non posso che omaggiarvi per gli ultimi due componimenti. Entrambi bellissimi e tanto commoventi per il mio cuore, seppure così diversi tra loro.
E non posso che ringraziarvi, ancora una volta, per queste piccole perle che di tanto in tanto vi premurate di lasciarci.
Drusus
26-11-2012, 20.20.28
Oltremodo lieta di tornare a leggervi, messer Drusus... vi porgo il mio saluto.
In particolare non posso che omaggiarvi per gli ultimi due componimenti. Entrambi bellissimi e tanto commoventi per il mio cuore, seppure così diversi tra loro.
E non posso che ringraziarvi, ancora una volta, per queste piccole perle che di tanto in tanto vi premurate di lasciarci.
Sono io che omaggio la Vostra visita incantevole Dama :) è sempre a grato 'l cuore quando ogne persone giugne in esto loco a farmi visita :)
Vi ringrazio sempre :)
Cheyenne
06-12-2012, 18.57.14
Vi faccio i miei complimenti messer Drusus!!
Drusus
06-12-2012, 19.28.27
Vi faccio i miei complimenti messer Drusus!!
Grazie mille Cheyenne :))
Taliesin
07-12-2012, 14.33.46
Messere Drusus,
con la vostra "breve dipartita", in un altro spazio, in un altro tempo, ma sempre nella stessa direzione ostinata e contraria, mi avete fatto ricordare una struggente lirica di un mio caro amico fragile, che adesso canta nel vento....Voglio riproporvela per il gusto degli occhi e dell'anima.
Taliesin, il bardo
"Uomini senza fallo, semidei
che vivete in castelli inargentati
che di gloria toccaste gli apogei
noi che invochiam pietà siamo i drogati.
Dell'inumano varcando il confine
conoscemmo anzitempo la carogna
che ad ogni ambito sogno mette fine:
che la pietà non vi sia di vergogna.
C’era un re che aveva due castelli
uno d’argento uno d’oro
ma per lui non il cuore di un amico
mai un amore né felicità...
Banchieri, pizzicagnoli, notai
coi ventri obesi e le mani sudate
coi cuori a forma di salvadanai
noi che invochiam pietà fummo traviate.
Navigammo su fragili vascelli
per affrontar del mondo la burrasca
ed avevamo gli occhi troppo belli
che la pietà non vi rimanga in tasca.
Giudici eletti, uomini di legge
noi che danziam nei vostri sogni ancora
siamo l’umano desolato gregge
di chi morì con il nodo alla gola.
Quanti innocenti all’orrenda agonia
votaste decidendone la sorte
e quanto giusta pensate che sia
una sentenza che decreta morte?
Un castello lo donò
e cento e cento amici trovò
l’altro poi gli portò mille amori
ma non trovò la felicità...
Uomini cui pietà non convien sempre
male accettando il destino comune
andate, nelle sere di novembre
a spiar delle stelle al fioco lume
la morte e il vento, in mezzo ai camposanti
muover le tombe e metterle vicine
come fossero tessere giganti
di un domino che non avrà mai fine.
Uomini, poiché all’ultimo minuto
non vi assalga il rimorso ormai tardivo
per non aver pietà giammai avuto
e non diventi rantolo il respiro
sappiate che la morte vi sorveglia
gioir nei prati o fra i muri di calce
come crescere il grano guarda il villano
finché non sia maturo per la falce.
Non cercare la felicità
in tutti quelli a cui tu hai donato
per avere un compenso
ma solo in te, nel tuo cuore
se tu avrai donato
solo per pietà”.
tratto da: FABRIZIO DE ANDRE' Corale (leggenda del re infelice) - 4:48
(testo di Fabrizio De André; musica di Fabrizio De André e Gian Piero Reverberi) Album: Tutti morimmo a stento (1968)
Drusus
07-12-2012, 22.02.49
Messere Drusus,
con la vostra "breve dipartita", in un altro spazio, in un altro tempo, ma sempre nella stessa direzione ostinata e contraria, mi avete fatto ricordare una struggente lirica di un mio caro amico fragile, che adesso canta nel vento....Voglio riproporvela per il gusto degli occhi e dell'anima.
Taliesin, il bardo
"Uomini senza fallo, semidei
che vivete in castelli inargentati
che di gloria toccaste gli apogei
noi che invochiam pietà siamo i drogati.
Dell'inumano varcando il confine
conoscemmo anzitempo la carogna
che ad ogni ambito sogno mette fine:
che la pietà non vi sia di vergogna.
C’era un re che aveva due castelli
uno d’argento uno d’oro
ma per lui non il cuore di un amico
mai un amore né felicità...
Banchieri, pizzicagnoli, notai
coi ventri obesi e le mani sudate
coi cuori a forma di salvadanai
noi che invochiam pietà fummo traviate.
Navigammo su fragili vascelli
per affrontar del mondo la burrasca
ed avevamo gli occhi troppo belli
che la pietà non vi rimanga in tasca.
Giudici eletti, uomini di legge
noi che danziam nei vostri sogni ancora
siamo l’umano desolato gregge
di chi morì con il nodo alla gola.
Quanti innocenti all’orrenda agonia
votaste decidendone la sorte
e quanto giusta pensate che sia
una sentenza che decreta morte?
Un castello lo donò
e cento e cento amici trovò
l’altro poi gli portò mille amori
ma non trovò la felicità...
Uomini cui pietà non convien sempre
male accettando il destino comune
andate, nelle sere di novembre
a spiar delle stelle al fioco lume
la morte e il vento, in mezzo ai camposanti
muover le tombe e metterle vicine
come fossero tessere giganti
di un domino che non avrà mai fine.
Uomini, poiché all’ultimo minuto
non vi assalga il rimorso ormai tardivo
per non aver pietà giammai avuto
e non diventi rantolo il respiro
sappiate che la morte vi sorveglia
gioir nei prati o fra i muri di calce
come crescere il grano guarda il villano
finché non sia maturo per la falce.
Non cercare la felicità
in tutti quelli a cui tu hai donato
per avere un compenso
ma solo in te, nel tuo cuore
se tu avrai donato
solo per pietà”.
tratto da: FABRIZIO DE ANDRE' Corale (leggenda del re infelice) - 4:48
(testo di Fabrizio De André; musica di Fabrizio De André e Gian Piero Reverberi) Album: Tutti morimmo a stento (1968)
Bè, io vi ringrazio d'aver omaggiato la mia pagina con questi meravigliosi versi, veritieri ed eterni, meravigliosi e sempre attinenti :) Stupendi, senza parole naturalmente
Drusus
26-12-2012, 20.00.35
IL POETA
Questo il poeta: candida colomba
Fra un nero stormo di brutali corvi,
Unico fiore sulla tetra tomba,
Deriso accento nei discorsi torvi.
Grazioso canto in uno smorto coro
Che nell’ esser solingo ha il suo tesoro.
Altea
28-12-2012, 01.43.42
E' un piacere risentirti mio caro amico..e aspetto una futura visita presto per allietarmi dei tuoi versi.:smile_clap:
Cheyenne
28-12-2012, 08.56.26
Rinnovo i miei complimenti messere, è sempre un piacere sentire le vostre poesie.
Drusus
09-02-2013, 10.31.03
Ave !!! pria di porre un novo componimento poetico, tengo e m'è grato a dire che non posso passare assai tempo su Camelot ma, appena posso i' sempre giungo in esta amata cittade per poter porre quel che creo.
Alsì uno magno saluto a tutti li cittadini d'esto benegno loco e grazie infinite per ogne Vostro gentil commento che sempr' arrecate ad esti miei umili versi.
Or pongo ciò ch' ei a scrivere pochi dì da ora. Non l'è uno malo componimento verso l' amore, ma vuol sì essere una riflessione su d'esta cosa meravigliosa,memorabile e pur anco dolente.
Buona lettura...
L’AMORE
Meraviglia: zampilla dolce e pura
Che ne vediam lo fondo ed è sincera,
Un dono per li cuori e per natura
Ch’ essa è beltà per l’occhi e terra intera.
Ma ben di guardia state bòn signori,
Che qual se fosse pioggia passeggera
Pòte passare forte negli ardori
Per poi finir nel fango e nella fogna;
Quindi ponete usbergo negli amori,
Ch’in essi v’è purezza e v’è menzogna.
Per terminar il dico a tutti quanti:
Chi ci donò l’amor ci diè la gogna.
Taliesin
09-02-2013, 16.01.27
L'eterna lotta tra Amore che vieni e Amore che vai...
Per voi che dipingete attraverso i pennelli della poesia antica, Messere Drusus, possa giungervi il Suo straziante grido d'amore, mai assopito...
Taliesin, il bardo
Fabrizio De Andrè - Volme III (1968)
"Amore che vieni, Amore che vai"
Quei giorni perduti a rincorrere il vento
a chiederci un bacio e volerne altri cento
un giorno qualunque li ricorderai
amore che fuggi da me tornerai
un giorno qualunque ti ricorderai
amore che fuggi da me tornerai
e tu che con gli occhi di un altro colore
mi dici le stesse parole d'amore
fra un mese fra un anno scordate le avrai
amore che vieni da me fuggirai
fra un mese fra un anno scordate le avrai
amore che vieni da me fuggirai
venuto dal sole o da spiagge gelate
venuto in novembre o col vento d'estate
io t'ho amato sempre, non t'ho amato mai
amore che vieni, amore che vai
io t'ho amato sempre, non t'ho amato mai
amore che vieni, amore che vai
Drusus
09-02-2013, 16.07.13
L'eterna lotta tra Amore che vieni e Amore che vai...
Per voi che dipingete attraverso i pennelli della poesia antica, Messere Drusus, possa giungervi il Suo straziante grido d'amore, mai assopito...
Taliesin, il bardo
Fabrizio De Andrè - Volme III (1968)
"Amore che vieni, Amore che vai"
Quei giorni perduti a rincorrere il vento
a chiederci un bacio e volerne altri cento
un giorno qualunque li ricorderai
amore che fuggi da me tornerai
un giorno qualunque ti ricorderai
amore che fuggi da me tornerai
e tu che con gli occhi di un altro colore
mi dici le stesse parole d'amore
fra un mese fra un anno scordate le avrai
amore che vieni da me fuggirai
fra un mese fra un anno scordate le avrai
amore che vieni da me fuggirai
venuto dal sole o da spiagge gelate
venuto in novembre o col vento d'estate
io t'ho amato sempre, non t'ho amato mai
amore che vieni, amore che vai
io t'ho amato sempre, non t'ho amato mai
amore che vieni, amore che vai
Il canto dell'amore giunge sempre nei cuori che han bisogno d'amore !!!
Altea
10-02-2013, 14.07.10
I miei saluti caro amico Drusus..e' un lieto piacere leggere i vostri nuovi versi..ma ditemi l'Amore e' dunque sfuggevole o ingannatore? I vostri versi mi han posto questo quesito nell' animo..
Drusus
10-02-2013, 16.53.41
I miei saluti caro amico Drusus..e' un lieto piacere leggere i vostri nuovi versi..ma ditemi l'Amore e' dunque sfuggevole o ingannatore? I vostri versi mi han posto questo quesito nell' animo..
Salve Altea, lieto di leggerVi. L' amore, a mio avviso, è sfuggevole, ingannatore, protervo ma al tempo stesso docile,gentile e perfetto. Attenzione ad aver cautela con l'amore: amare, gioire e sognare al tempo stesso son dolore, tristezza e magone :)
Tutto ciò vale la pena di viverlo, sempre e comunque. Viva l' amore :)
Il tempo si è come fermato.
Le vostre parole racchiudono una bellezza e una saggezza che da molto tempo ha abbandonato questa povera terra.
Vi ringrazio immensamente, per le emozioni che mi avete donato in questa calda domenica d'inverno.
Vi porgo i miei omaggi, Messer Drusus, e i miei più vivi complimenti per gli splendidi versi racchiusi in questo angolo di Camelot.
Non essendovi mai capitata, non ho potuto fare a meno di tornare indietro e leggere le vostre poesie dei tempi passati.
E ognuna di esse mi ha donato un'emozione nuova, un brivido, un battito di cuore, un sorriso. E, di nuovo, per ognuna di queste emozioni, vi ringrazio.
Drusus
10-02-2013, 17.53.42
Il tempo si è come fermato.
Le vostre parole racchiudono una bellezza e una saggezza che da molto tempo ha abbandonato questa povera terra.
Vi ringrazio immensamente, per le emozioni che mi avete donato in questa calda domenica d'inverno.
Vi porgo i miei omaggi, Messer Drusus, e i miei più vivi complimenti per gli splendidi versi racchiusi in questo angolo di Camelot.
Non essendovi mai capitata, non ho potuto fare a meno di tornare indietro e leggere le vostre poesie dei tempi passati.
E ognuna di esse mi ha donato un'emozione nuova, un brivido, un battito di cuore, un sorriso. E, di nuovo, per ognuna di queste emozioni, vi ringrazio.
Son Io che ringrazio Voi per i Vostri omaggi :)
Non posso far almeno di scrivere, quando ho l'ispirazione, in quella lingua ch'ora tutti dicono esser desueta,ma essa è nel mio animo e la esterno scrivendo ciò che provo e soffro.
Grazie vivamente Clio per i Vostri dolci omaggi :)
Vi auguro che sia sempre così!
Non cessate di farvi trovare pronto quando l'ispirazione arriva.. poichè ciò che create è davvero degno di essere letto..
so bene quanto le parole non trovino pace se non vengano impresse su carta..
Quante emozioni si perderebbero, se non ci si facesse trovare pronti al richiamo dell'ispirazione!
Vi auguro, dunque, che quella voce sia sempre limpida e chiara nella vostra mente e nel vostro cuore.
(... e ovviamente di leggere ancora i vostri componimenti.. :D)
Guisgard
12-02-2013, 01.52.59
Drusus, amico mio, sono lieto e onorato di vedere la vostra arte giunta di nuovo nella nostra Camelot.
Si, questo componimento è alquanto ombroso verso il più nobile dei sentimenti, ma lungi da me discutere sui dardi di messer Amore, che sono spesso indecifrabili per noi comuni mortali.
E non posso non restare ammirato da come, ancora una volta, riuscite a piegare ogni argomento alla vostra maestria.
Voi siete poeta vero, messer Drusus.
E lo dico davvero :smile:
Drusus
13-02-2013, 18.42.50
Drusus, amico mio, sono lieto e onorato di vedere la vostra arte giunta di nuovo nella nostra Camelot.
Si, questo componimento è alquanto ombroso verso il più nobile dei sentimenti, ma lungi da me discutere sui dardi di messer Amore, che sono spesso indecifrabili per noi comuni mortali.
E non posso non restare ammirato da come, ancora una volta, riuscite a piegare ogni argomento alla vostra maestria.
Voi siete poeta vero, messer Drusus.
E lo dico davvero :smile:
Grazie Messer Guisgard del Vostro sincero plauso. Sì, la poetica sull' Amore in questa poesia è assai mesta e ombrosa ma alfìn l'Amore oltre a dar gioia, non da forse sgomento, pavento e ombre? Alsì ho pensato di raffigurarlo in esta guisa :)
Drusus
18-02-2013, 15.49.08
LA BASILICA DI SAN PIETRO
Tu, de marmo vestuta ed elegante
Che t’alzi in su nel ciel celeste e fino,
Di pace eppur di sangue gran garante
In terra la magion del tron divino.
Dell’ omo a l’occhi lo splendore innante
Ma il credo more e domina il quattrino,
Che se Gesù tornasse ancora a retro
Farebbe stalle indove c’ è San Pietro !!
Cheyenne
17-03-2013, 18.27.02
Complimenti sir Drusus..come sempre :smile_lol:
Drusus
17-03-2013, 18.52.41
Complimenti sir Drusus..come sempre :smile_lol:
Grazie a te per la tua gentilezza :)
Altea
17-03-2013, 22.22.03
i miei saluti caro amico Drusus,
è molto che non ci allietate con una delle vostre belle poesie e mi auguro di leggerne presto.
Drusus
05-06-2013, 18.16.44
EPITAFFIO ( 1° versione )
Tanto in codesta vita s’ è penato
Ch’ ora la morte stringe me qual manza:
E rido che lo verme ha qua pranzato
Assaporando a pieno questa panza.
Sono contento che hai di me gustato,
Mi spiace sol per l’ osso: quello avanza!
Ma poco male, afferma il verme corto:
Pur sanza l’ osso i’ campo, tu sei morto
EPITAFFIO ( 2° versione )
Tanto in codesta vita s’ è penato
Ch’ ora la morte stringe me qual manza:
E rido che lo verme ha qua pranzato
Assaporando a pieno questa panza.
Sono contento che hai di me gustato,
Mi spiace sol per l’ osso: quello avanza!
Ma poco male, afferma qua lo verme:
Pur sanza l’ osso i’ campo, tu sei inerme
2)
LA MORTE NON SI PUO’ CANGIARE
Tutto se può cangiare
Nella nostrana vita:
Da chi se vòle amare
Alla donna appassita.
Ma attenzione a bramare,
Che poi la dipartita
Verrà per reclamare
Il fin della partita:
Oprirà queste porte
Che credevam serrate;
Vòte saran le sporte
De monete dorate,
E pagherà la morte
L’ orazione del frate.
3)
CHE DANNO E’ QUESTO AMORE
Che danno è questo amore
Che malo ogn’ or mi fu;
Del cuor mio predatore
Me pose in servitù.
Più d’ esso, dice il core,
Saria meglio laggiù:
Là dove regna il male,
Che più d’ esso è leale.
4)
QUESTO MIO AMOR PER LEI E’ MAGGIOR CHE PRIA
Questo mio amor per lei è maggior che pria
Che misero ogne dì me dolgo ancora,
E non passa minuto, e non passa ora,
Ch’ il cuor si strugge, plora e ancor desia.
D’ ella sì tutto agogno quel che sia
Che del suo volto privo il cuor mio plora,
E par manco la pace qua m’ indora
D’ allor che quello guardo poi sen gìa.
Ella a me l’ è solinga e cara in cuore
E graziose fanciulle più non bramo:
Fossero il più bel trono del calore
O dell’ istesso amore il bel richiamo;
Ma nullo apparirebbe il lor bagliore
Che fortemente il grido: amor mio, t’ amo!!
5)
ED OR DI PIU’ M’ ARDE ‘L DESIO
Ad omo miglior qual ventura
Che l’ occhi tuoi lieti incontrare?
Ad omo qual tetra sventura
Ch’ i tuoi occhi dover poi lassare?
Non dico: pensar l’ è già dura
Che ancora odo forte l’ amare;
E sento or che m’ arde ‘l desio
Gli stracci del cuor nell’ oblio!
6)
PERCHE’ DI PACE IL VOLTO MIO SI PINGA
Perché di pace il volto mio si pinga
E se pote la mossa alma chetare,
Questa mia voce non più sia solinga
E risa, vista cupa qual giullare:
Spero in un riso che rider non finga
E dello spirto il mal non fosse amare;
Che sospiro un amor ch’ a se mi cinga
Ma troppo è lo pavento di tremare.
Costì nell’ agognar sol io rimango
Bramando sì rifulga meco il sole:
Ma quando veggio innante lo mio rango
M’ avvedo che neppure il sol me vòle,
Ch’ esso l’ è meco cupo più del fango,
Per questo cuor che sanza luce dole!
7)
LA SAGGEZZA DEL DEFUNTO
Or qua sovra me il sudario
Che non pòto più levare.
Chiuso il sasso, solitario
Con il fosco vo a giocare.
Il tormento ed il calvario
Or non tengo da penare;
Ma sicuro l’ è primario
Il silenzio e meditare:
Mirra e spezie qua spalmate
Su quel volto vivo un dì,
E monete poi adagiate
Su chi il viver poi patì.
Le mie morte ossa lavate,
E l’ odor ch’ in me morì;
Di quest’ arte donne armate
Sì che pria non mi servì.
Mai da tutti ben voluto,
Han riguardi su me tutti;
Ma dovevo esser moruto
Per d’ amor aver li frutti?
Sempre il bene fu taciuto:
Rido avendolo ne’ lutti.
8)
IGNOTA
Io non so poi chi tu sia,
Ma conosco il tuo bel nome:
Il tuo nome è leggiadria,
E beltade per cognome.
De lo volto l’ armonia
Ed i gigli tra le chiome:
Il mio cuore sento alliso
Quando scorgo il tuo sorriso.
9)
S’ I’ QUEGLI ANNI POTESSI FAR TORNARE
S’ i’ quegli anni potessi far tornare,
Vedrei dalla tua dolce finestrella
Quel tuo volto benigno già spuntare:
I dolci occhi, la voce assai monella,
E quelle labbra infanti a me sì care
E splendenti ove tacque la favella.
S’ i’ quegli anni potessi riportare,
Vedrei ancor te, carissima mia stella.
9) S’I’ QUEGLI ANNI POTESSI FAR TORNARE - (seconda versione)
Qualor l’ anni potessi far tornare,
Io vedrei dalla dolce finestrella
Il volto tuo benigno poi spuntare:
Quella fanciulla voce assai monella,
E quelle labbra infanti a me sì care
E splendenti ove tacque la favella.
Qualor il sol potessi riportare,
Vedrei ancor te, carissima mia stella.
10)
AMORE LONTANO
Amore lontano
Ancora ti chiamo,
Ti chiedo la mano,
Amandoci andiamo!
Il cuore profano
Dichiara che t’ amo:
Amore perduto,
E’ tutto taciuto.
11)
A POLISSENA
Sei ancor il mio miraggio,
Il mio sogno or disfatto:
Lama del mio coraggio,
Cagion di farmi matto.
Sei lo pavento ch’ aggio
Per esto amor non atto;
Ma te d’ amar non dutto
In esto amor in lutto.
12)
QUIETE
Qua cammino tra fusti d’ ulivi
E fra resti di amabili zolle,
Impalmando giocondo i bei clivi
Dallo grande allo piccolo colle:
L’ indorato silenzio ch’ è quivi
E il bagnato terreno poi molle;
Io qua veggio il disegno di Dio:
Della pace si sente il fruscio.
13)
L’ AURORA IN MONTAGNA
Il dolce freschetto al mattino
Abbraccia le valli innevate,
La legna qua asciutta al camino
In dolci casette assonnate.
Al fiume sorride un gran pino,
Le lupe e le lor cucciolate;
Solingo qua a braccia conserte:
I monti mi fan da coperte!
14)
IL RISVEGLIO D’ AUTUNNO
Or cadon d’ autunno le foglie
E veste di giallo il terreno;
Il vento lo gelo raccoglie
E fa capoccella il sereno:
E’ grato ch’ il cuor non si doglie,
Di gioia trabocca sì pieno:
E canta l’ augel mattiniero
Il dolce sorriso più mero.
15)
IL VENTO SUL COLLE
Sull’ altura fredda il vento
Mi carezza il cuor solingo;
Posa il cielo qua un accento
Sovra il cuore mio ramingo.
Le vocette odo montane:
Sì graziose e assai lontane.
16)
ER FINE URTIMO
Se po’ vive da re oppur nella stalla
E de sicuro a l’ omo questo cambia;
Ma prima o dòppo tutti uscìmo a spalla
E solamente er verme ce guadambia.
Semo qua vivi e mò nun ce penzamo:
Passe er tempo e de sotto se n’ annamo.
17)
ER GATTO DE ROMA
Lo sai chi drento Roma è fortunato?
E’ chi sta ne li Fori da padrone:
Lo vedi sempre lì spaparacchiato,
Da prima de l’ incendio de Nerone:
Sta là steso sur coccio ed abbacchiato,
O fa le poste sotto a un ber portone;
E poi tranquillo, doppo aver magnato,
Su li cocci s’ addorme qual pigrone!
Ce metterei le mano sovra er foco,
Ma si ce sto a penzà nun me va affatto:
Sto qua pe’ vive ar monno pur co’ poco
Ma nun me sto a magnà de certo er ratto.
Do er sorcio a chi l’ accoppa sì pe’ gioco
Tra chiese e cocci: lasso tutto ar gatto!
18)
FATTA L’ ITALIA, OR FAMO ‘STI ITALIANI
Me ricordo che quanno annavo a scola
E se sentiva di’ “Risorgimento”,
L’ inzegnante narrava sì qual fola
E foga dell’ immane avvenimento:
De Mazzini e Morelli fu de Nola,
E d’ Azeglio, che poscia quer momento,
Nun volenno lassà l’ Italia sola
Disse co’ vanto e puro assai tormento:
“Fatta l’ Italia or famo ‘sti italiani !”.
E de certo ciaveva poi raggione,
Ma chi comanna mò so’ ciarlatani
E venneno l’ Italia ar ppiù’ riccone.
Or l’ onore è fuggito de’ romani:
Qua ce divide puro un zol pallone!
19)
L’ ORIGINE DEI ROMANI D’ OGGI
Se sente di’ da gente assai romana
Ch’ er sangue cianno puro, e sì divino,
Ch’ è la loro la mejo alma italiana,
E chi è d’ un antro posto è sol burino.
Dicheno che provengheno da Diana,
Poi dall’ Augusto Imperatòr Macrino,
Ma nun lo sanno: Roma è ‘na puttana
E chi se dice “puro “ è sol cretino:
Sì perché della gloria ormai passata,
De quei Volsci, Sabini e de Romani,
Quant’ acqua sotto i ponti è poi cascata?
Dovrebbero esse nani marsicani
E de Fiuggi e Subiaco la parlata:
Ma ora so’ mezzi bionni qual Germani,
Cianno d’ ogni reggione la calata
E puro l’ ignoranza de li cani.
Je verebbe da ride a Romoletto,
Si mo vedesse er bullo tutto fico
Che penza de discenne dar suo tetto.
Difatti bel romano, caro amico,
Tante matrone schiusero ner letto
Le cosce ar fusto bionno d’ Alarico.
L’ ORIGINE DEI ROMANI D’ OGGI ( sec.versione )
Se sente di’ da gente assai romana
Ch’ er sangue cianno puro e sì divino,
Ch’ è la loro la mejo alma italiana,
E chi è d’ un antro posto è sol burino.
Dicheno che provengheno da Diana,
Poi dall’ Augusto Imperatòr Macrino,
Ma nun lo sanno: Roma è ‘na puttana
E chi se dice “puro “ è sol cretino:
Sì perché della gloria ormai passata,
De quei Sabini, Volsci e de Romani,
Quant’ acqua sotto i ponti è poi cascata?
Dovrebbero esse ometti marsicani
E de Subiaco e Fiuggi la parlata:
Ma ora so’ mezzi bionni qual Germani,
Cianno d’ ogni reggione la calata
E puro l’ ignoranza de li cani.
C’avrebbe assai da ride Romoletto,
S’ ora vedesse er bullo tutto fico
Che penza de discenne dar suo tetto.
Difatti bel romano, caro amico,
Tante matrone schiusero ner letto
Le cosce ar cazzo bionno d’ Alarico.
20)
DRENTO ALLA CHIESA
Proprio adesso all’ inizio settimana,
Dietro Piazza Navona, lì vicino,
Hanno svejato er boss della Magliana
Seporto nella chiesa: Renatino.
La cosa fu sicuro un poco strana:
Mette drento alla chiesa un assassino,
Però la cosa arquanto, molto arcana,
E’ che morì pulito qual bambino.
Difatti nelle chiese, cardinali
E papi cianno avuto seportura
Essenno ommini forti oppur banali,
Speranno nella grazia imperitura.
Ma la grazia nun bacia i criminali
Puro si cianno sordi e assai curtura.
21)
OH AMOR, AMOR MAI ABBRACCIATO
Amor, seppur sereno mai abbracciato
Che de lo cuor il riso fai soffrire!
Amore, mai felice dimostrato
Che nel cingerti lento andai a morire;
Dolce ora il sole mòre qua adagiato
Per me solo nel lieto suo imbrunire,
Ma ne lo tramontare ei sì guardato
Te, amore mio, guardarmi già partire.
Dolce amore, a me ancor assai piacente
Che questo cuor non posso più domare,
Perdona me, fanciullo ora incosciente
Ch’ il viso tuo vorrà giammai lassare;
Che se il fo non saria d’ amor valente
Di questo dir che voglio sol te amare!
22)
DI NOVEMBRE RICORDO LA BRUMA
Di novembre ricordo la bruma
Ove alfine poi tacquero i cuori,
E veder dell’ amor quella piuma
Adagiarsi su nuovi rossori.
Ora il vento d’amor non profuma
E gremiti di dolo gli allori;
Ma la voce tua ancor sento calda
Nello core e nell’ alma mia balda.
23)
L’ AMOR QUAL USBERGO
Guardo negli anni tergo
E dolce s’ erge il volto:
Dolce, dal lieto gergo,
Che fece me uno stolto;
Eppur fu qual usbergo
Nel cuor d’ amore folto:
Ma l’ usbergo non resse
E morte mi concesse.
24)
UN SOLDATO SUL PIAVE
A morir per la Patria son andato,
Di certo la parola ho mantenuto:
Son pastorello e fanciullino armato
Che sogna ritornar vivo o caduto!
Questo mio volto spento è sol tornato,
Il mio sangue alle zolle ho qua ceduto;
Sotterra son vivente sanza pianti:
Bimbi vedemmo il sol, morimmo fanti!
25)
IL SOLDATO DELL’ ISONZO
“Ghirba e la mia bisaccia,
Giovine il cor in petto;
Imberbe questa faccia
E pioggia m’ è da tetto.
Son de la morte caccia
Nell’ indossar l’ elmetto!”
Dissi quel dì di maggio
Nel morir con coraggio!
26)
DESIO D’ AMORE
Sei ‘l più bel sorriso,
Sei ‘l più cupo pianto.
Sei ‘l più bello viso,
Il più bello incanto.
Sei ‘l cuore mio liso,
Sei ‘l tristo mio canto.
Mi desto pensante:
Perisco all’ istante.
27)
A CARPINO NELLA DAUNIA
Boschi d’ ulivi e verde il bello manto,
Col sol che lento bacia la laguna,
E par che sia maggior più d’ un incanto
Quando poi vien la sera: e ad una ad una,
Le case pingon rosso i lor muretti.
Resto qui fermo e guardo in su la luna:
E par ch’ il tutto sian dei bei quadretti
Che mai veder si puote e si potrà.
Veggio poi l’ alba sovra i bianchi tetti
Splendere pria che poscia appassirà.
28)
PRIA CH’ UN DI’ L’ AMOR TRAMUTI
Era lieto il calor dello sfiorarsi
Tra l’ arbusti del gelido invernale,
E gli occhi dolci e ardenti nel guardarsi
Sorridono all’ amore: di lor male.
Là, dal verde protetti, colmi ed arsi
Dal caldo e quieto bacio forestale,
E poi del nostro amor fiati cosparsi;
Amor che l’ alma avrà destìn ferale.
Il venticello sfiora li capelli
Dei nostri cuor omai d’ amor perduti:
S’ ode il canterellare degli augelli
Prïa ch’ un giorno il dolce amor tramuti,
E canteranno ancora i menestrelli
Prïa ch’ i nostri guardi andran perduti
29)
LA VITA
In suso a la candela vive il foco
Ch’ è certo il suo dovere dar calore:
Il suo danzar lo veggio quale gioco,
Che pur alfin giocando si fa orrore.
Penso, sicuramente, che fra poco
Cadrà quel suo rovente e vivo ardore:
Mesto e tremante il veggio corto e fioco
Ma forte e ardito avanza il suo tremore.
Com’ egli è pur la vita: arde sì tanto
Quando la gioventù cavalca fiera;
Niuna mestizia, colma assai di vanto;
Eppur anch’ essa alfine giunge a sera
Ch’ allor ci dona oscuro il grande pianto:
E come la candela si fa cera.
30)
AMORE, PURO E MECO MAI ABBRACCIATO
Amore, puro e meco mai abbracciato
Che de lo cuor il riso fai soffrire!
Amore, mai felice dimostrato
Che nel cingerti andai lento a morire;
Dolce ora il sole muore qua adagiato
Per me solo nel dolce suo imbrunire,
Ma ne lo tramontare ei sì guardato
Te, amore mio, guardarmi già partire.
Dolce amore, a me ancor assai piacente
Che lo mio cuor non posso più domare,
Perdona me, fanciullo ora incosciente
Ch’ il viso tuo vorrà giammai lassare;
Che se il fo non saria d’ amor valente
Del mio dir che ti voglio sempre amare!
31)
UN RAGAZZO DEL ‘99
Novantanove: vado, m’ han chiamato,
Ti stringo mesto al petto madre mia!
Sì pria fanciullo, or giovine ed armato
Per l’ asburgico fier respinger via !
Se poi c’ avranno al fronte massacrato,
Dite vi prego a mamma, a chicchessia:
Che qui morimmo arditi, fieri e stretti
Lasciando il cuor e giovani gli elmetti!
32)
LA GUERRA
La guerra: tanti e tanti contadini
In pace coltivanti il lor terreno;
Per secoli arrangiati ad assassini
Senza nessun perché, sanza alcun freno.
Niuno mai dica “ eran sol dei cretini ” :
Lor valevan sì niente, se non meno,
Per chi gli comandava bona morte
Nel mentre si ballava nella corte
33 )
LA FOGLIA
Or d’ autunno tra le foglie
Fra le tante una è diversa:
Come l’ altre poi si toglie
Da lo ramo e in terra versa.
Una lacrima essa coglie
Che ora par nell’ ombra immersa:
Trista siede sulle spoglie
Della sua alma quiete e tersa.
L’ omo passa e poi non vede
Che col piè l’ ha calpestata;
Giace quieta tra le prede
D’ una vita mal sbocciata:
Ma nessun di noi s’ avvede
Ch’ ella giace abbandonata.
LA FOGLIA ( 2° versione, sonetto )
Ora d’ autunno tra le belle foglie
Fra tutte quante sol una è diversa:
Come l’ altre essa cade e poi si toglie
Dal bel suo ramicello e in terra versa.
Essa una lacrima solinga coglie
E par che sia nell’ ombra tutta immersa:
Siede silente e trista sulle spoglie
Di quella sua alma bona, quiete e tersa.
Un omo passa e di sicur non vede
Che con l’ umano piè l’ ha calpestata;
Quieta ella giace tra l’ immense prede
D’ un’ acre vita mala e mal sbocciata:
Ma nel passar nessun di noi s’ avvede
Ch’ ella nel freddo giace abbandonata.
34)
DESIO NELL’ ALMA AMOR GENTILE E FINO
Desio nell’ alma amor gentile e fino
Che nella vita il cuor non ha saggiato:
Rosso qual sangue vivo e puro vino
Da versare sul cuore abbandonato.
Spero in un dolce amore sopraffino
Ch’ i’ possa benedire d’ esser nato;
E se dovria morir un dì vicino
I’ priego Iddio di farlo innamorato.
Ecco che priego cento, mille e tante
Fiate per poi trovare quel ch’ è danno,
Per poi guardar, sebben per un istante
Il più ferale e immenso gran tiranno:
Colui ch’ io bramo e sogno sia galante
Ma anco che sia letizia e non inganno
35)
IL TRAPASSO D’ UN POETA
Il trapasso d’ un poeta
E’ deserto di fanfara:
E’ dolenza che s’ accheta
Per chi dorme nella bara.
Ma Caronte è prediletto
Se un poeta è maledetto.
36)
A POLISSENA
Chioma dal bel castano, ancor io sento
Il tuo aroma volar tra l’ alma e core,
Riso che lungi scaccia ogni tormento,
Che più del sole scalda e tien bellore.
Poi quella voce: ammanta pure il vento
Sfiorando ogne beltade e lindo fiore,
Ed essa è dell’ amore il bel accento
Ch’ acceca pur le stelle dal bagliore.
In questo bel pensiero ancor ti miro
Andar per ermi prati sempre amena,
Tanto da far tacere a Dio il respiro
E fare più gentil la terra piena,
Onde tu passi e giocondo sospiro
Ch’ un dì saremo Achille e Polissena.
37)
SI MUORE SOLI
Fra tante molteplici genti
Son ito a morir osannato:
I miei anni non giungon a venti
Ma il cuor di baldanza è forgiato.
Son dolci de’ monti li vènti
Seppur il mio sangue è gelato,
E niuno poi sente quel duolo:
Disteso qua in terra sei solo.
38)
ALL’ ANFITEATRO FLAVIO.
Or t’ innalzi solingo e silenzioso
Nell’ indorato cuor d’ esta città;
Tu, per cagion di morte assai glorioso,
Sola per Vero e Prisco libertà.
Di folte risa e sangue rigoglioso
Ne lo mentre la vita qua sen va,
Per il desio del volgo sì bramoso
D’ atroce morte, dolo e crudeltà.
Per il divino Imperatòr il riso,
Ch’ era serioso e cupo ai gladiatori
Ch’ a te porgevano tremanti il viso:
Liberi o schiavi ma di morte attori,
Atti scultori del tuo marmo intriso
D’ odio, di sangue mesto e di dolori.
39)
SOLITUDINE
Ho sicur la compagnia
D’ un arbusto nel Sahara,
D’ un piangente in birreria,
D’ un defunto nella bara;
Solo in cuor qual poesia
Dallo viver resa amara,
Qual infante nero gatto,
Come un sano detto matto.
40)
A DIO
Oh Divino, qua sospiro
La munifica tua voce,
Che tu doni a me il respiro
Che Gesù non ebbe in croce.
Oh Divino, ch’ io ti miro
Co’ nemici sempre atroce:
Baldanzoso nella grazia
Per lo spirito in disgrazia.
41)
SU MORTE AVANZA!
Su morte avanza! Veggio i passi scuri.
Avanti, vieni al lume, fatti audace!
Veggio nei cupi abbracci i miei futuri,
Odo nelle favella la mia pace.
Il tuo manto sorride ai morituri,
Il tuo velo c’ ammanta sempr’ edace
E quella scure, amica veritiera,
Mi sarà della vita più leggera
42)
LETTERA DI ACHILLE A CHIRONE
Son su lo mare d’ Ilio a te scrivente
Poscia per la spartana aver pugnato;
Vola da navi Argive la mia mente
A te pensar, figliòl di Crono amato!
Il tuo parlar desio ora assai possente,
E del Pelio l’ odor più profumato;
Il tuo dir d’ esser rude ma clemente
E la tua gran bontà che m’ ha curato.
Ed ecco: il mar di sangue, ma troiano,
Colora di scarlatto gli schinieri
De li soldati Argivi, e questa mano,
Adatta fra cantori e li guerrieri,
Farà sperar le mogli d’ Ilio invano
Per te che m’ insegnasti volentieri.
43)
LA CROCEROSSINA
Con voi vissuta, chiamata “sorella”:
Mai così tanto amor ebbi sperato!
Certo l’ Italia volle me qual stella
Tra lo feràl terrore a noi donato.
Per quei fieri visetti, io, vostr’ ancella,
Oh quanti valorosi ei qui salvato!
Ma poscia abbandonai me nella guerra
Ed ora vi sorrido da sotterra.
44)
PILGRIMAGE OF GRACE
Quella verde distesa infinita
E quei corpi dal capo reclino,
Ogne spirto chiedente a Dio aita
Ma silente risponde il divino.
La baldanza del cuore è smarrita
Ma ugualmente verrà dato il vino;
Or la croce si stende morente
In quel prato tradito e dolente
45)
LA CAR – BONA – RA
Nel nome contiene sì “bona”
Ma parla non della padrona,
Ma questa sì tiene un bel lato
Ch’ il Giotto ha sicur poi baciato,
Ch’ ancor a venir qua ce sprona!
46)
ALLO SCRIVERE
Nel mentre io scrivo, forte ancor mi doglio
Ch’ il viso ratto a lacrimar s’ appresta,
Ed io m’ avveggio ch’ una penna resta
La mia solinga amante ed il mio scoglio:
E’ dessa il solo abbraccio nel cordoglio,
La rosa bella e amata mai funesta,
La mia fanciulla cara, dolce e onesta
Che meco geme trista sovra il foglio.
Dolce ti guardo ch’ a scriver m’ accingo
E d’ amarezza tutta faccio usanza:
La man s’ avviva e alfine amor dipingo
Che sovra un foglio veggio ancor speranza.
Ma al terminar lo scritto vo solingo
E in cuor afflitto che la vita avanza.
47)
BUONANOTTE
Del bosco s' addormon i fiumi
E i lupi s' accucciano accanto,
Si smorzano flebili i lumi
E i bimbi zittiscono il pianto.
S' acquetano giochi d' infanti,
Facezie e sorrisi del giorno,
I guardi amorosi o distanti
Che son dell' amore il contorno.
Le lacrime e i volti affannati,
Le mani pulite o corrotte,
Sognando son tutti bëati
E cantano al suon della notte;
E cantano i cieli stellati
Un canto che fa: “buonanotte”.
48)
IL VINO
Con noi banchetta, bianco oppur rosato,
Dolce o no eppur adatto in ogne guisa,
Ch’ aitar dovrïa poscia aver mangiato
Lo gran ruttare e gioconde le risa:
Da li Romani e Greci ha accompagnato
I tempi, povera o nobil divisa;
Sola cagion del vero e barcollato,
Frate d’ ogne alma dallo mondo ancisa.
Läude al bianco: bono assiem al pesce
Che sì gioconda fa cantar la panza,
E poscia aver cantato il tònoˇesce
In sua beltade che sì forte avanza!
Läude al rosso, ch’ ogne riso cresce
E già s’ oscura la mesta gueglianza:
E quando allegro l’ oste il tutto mesce
Il cuore ancide l’ afflitta dottanza.
Ora eleviamo su in alto i bicchieri
Che ne lo ber ci sentiremo uniti;
Fra noi pöeti mesti e puttanieri
Posti dal mondo a merde ed infiacchiti.
Ed ecco giungon tosto li coppieri
E bagnati dal vin saremo arditi
49)
LA BREVE PARTITA
Si sta giocando breve una partita
Ma in esto gioco bèn non sono adatto;
In essa veggo ovunque la sortita
Ma ancor non opro quella porta affatto:
Un dì la morte strapperà la vita
Dicendo a noi pedine “scacco matto!”
E vi saranno i lieti e gli scontenti
Tutti in egual misura, re e serventi.
50)
L’ AMOR TACIUTO
Resto qua fermo e soffro, e son malato
Ch’ il vento più non dona i dolci abbracci,
E sono servo eppur innamorato
Di te ch’ omai sei lungi e in cuor mi scacci,
Di quei soavi baci ove ho vissuto
Tanto ma tanto amor, ora taciuto.
51)
SATIRA
Fratello italiano
Di laghi e di monti,
Di sangue romano
Non vedi gli affronti?
Tu paghi, ma invano,
Le tasse e i tuoi conti,
Ma guarda il coniglio
Che siede in Consiglio:
Fa bona figura
A suon di parole:
“L’Italia l’ è dura!”
Or dice a gran mole;
Ma cosa sicura
Ch’ il popolo dole,
Ma il ricco, lui pranza
E gode de panza.
52)
AMOR CHE SEI FELLONE
Dolce Amore, bel fellone,
Sempre fuggi la mia pace,
Sei maestro e sei timone
Dello viver dolce e face:
Giammai lieto ma burlone,
Di virtute più mordace,
Con la morte alla tenzone
Ma più d’ ella sei mendace!
Te ch’ il cuore mi donasti
E dolermi fu beltà!
Sempre amarla mi lasciasti
Sorseggiando ilarità.
Il mio sogno poi calcasti
Sempre fida alla viltà.
53)
DEL CUL LA LIBERAZIONE
La supposta ha ora conquiso
Il mio culo mal tappato
E d’ antica merda anciso!
Ride lindo poi stappato:
Di letizia tutto intriso
Ora poscia aver pugnato!
Sante l’ armi della pugna:
Gran supposta con la prugna.
54)
IL DESIO
In cuor mi veggio fra un bicchier di vino
E gran risate, sanza pien la sacca,
A goder d’ un amico a me vicino
E del sollazzo d’ una gran baldracca.
In cuor mi veggio gaio su un triclino
Molto a goder lo fiore d’ una vacca,
Ma poi mi desto nel mio mondo amaro
Perdendo il sogno e il fiore tanto caro.
55)
L’ ADDIO
Ecco, come promisi sono andato
Lasciando in terra il pìcciolo d’ un fiore,
I canti al vento che nessuna ha amato
E quegli spasmi che donò l’ amore.
Fido il pugnale che mi fe’ beato
Pur se nell’ atto colsi il gran tremore,
Ma poi il desio di divenir passato
Mi fe’ sì gaio che spaccommi il cuore.
Or basta, vi saluto e dico Addio,
Ch’ il mio posto nell’ Ade non sia preso
Nell' andar io m’ accingo a modo mio:
Vestito bene, afflitto in cuore e in volto
Per aver su pietade o no da Dio,
Tolgo ‘l disturbo d’ audace ma stolto.
56)
DOLCE RECORDANZA
Sento quel bacio andato ch’ or favella
Al cuor dolente e fortemente è il pianto.
Tocco la dolce bocca tenerella
E la bimbetta chioma quale incanto;
Mi dòle ancor la voce allegra e bella
E poi il suo guardo, pria bòno, poi affranto,
Or più non da al mio spirto quella pace
Ch’ un dì scaldommi il cuore, ma ch’ or tace.
57)
IL MIO CUORE
Oh morto giovinetto,
Oh quieto fanciullino,
Dell’ alma lo mio tetto,
D’ amore il mio camino.
Sì, parlo del mio cuore,
Mio solo dittatore
58)
A FAUSTO
Ridente il volto gentile e canuto,
L’ inceder calmo, flebile e arrancante,
Incorniciato da un sorriso arguto
Sedendosi poi lasso ma elegante.
Sì tanto ha amato, ben certo ha vissuto:
Favella con sorriso assai galante
Ch’ alle graziose dame mai è taciuto!
E’ de lo viver poeta e cantante.
D’ età vetusta e amica bastone
Arriva salutando più e più volte;
Ei ch’ assaggiò li giorni di Ghïone,
Di genti misere e di genti colte.
Sì tanto buòn dal volto assai burlone,
Le sue facezie son di vita folte
Che de lo male tòlgon ‘l magone,
E dentro i cuor sicuro stanno avvolte.
Poi dalla sedia s’ alza pian pianino
Che quel suo orloggio gli dice d’ andar:
Lento saluta, e quieto ‘l suo cammino
Lo porta alla magione a strimpellar;
E poi, pria di dormir, fa l’ occhiolino
E lieto incede quel che fu a sognar.
59)
IL POETA
Questo il poeta: candida colomba
Fra un nero stormo di brutali corvi,
Unico fiore sulla tetra tomba,
Deriso accento nei discorsi torvi.
Grazioso canto in uno smorto coro
Che nell’ esser solingo ha il suo tesoro.
60)
VADO SOVENTE E GODO NEL PECCATO
Vado sovente e godo nel peccato,
Che di sicur saria maggior delitto
Sfogar solingo a mano il cazzo dritto,
Per poi lasciar lo seme ripudiato.
Vado sovente e di sicur m’ è grato
Dal godimento immondo esser trafitto,
E nel baciar sentire il gelo fitto
Di quello smorto fiore lacerato.
M’ ergo giocondo e vispo nella tana
E quel che dico è tutto tràn che lazzo:
Che quella sia animista oppur cristiana
Giammai ne cale al cuor nel mio sollazzo.
A grato godo forte la puttana
Ma l’ alma trema pur gode il cazzo
61)
LA NOTTE
Silente il male e grida forte il bene:
Ora s’ innalza il sogno fin la luna,
S’ acquetano rancori e grandi pene
E chiudon le finestre ad una ad una.
Riposa il sole, i raggi e le sue lene
E chi pacato sogna nella cuna.
Abbracciamo il silenzio calmo e bello
Ch’ all’ alba tosto sorgerà l’ avello.
62)
L’AMOR QUAL DONNA
Meraviglia: zampilla dolce e pura
Che ne vediam lo fondo ed è sincera,
Un dono per li cuori e per natura
Ch’ essa è beltà per l’occhi e terra intera.
Ma ben di guardia state bòn signori,
Che qual se fosse pioggia passeggera
Pòte passare forte negli ardori
Per poi finir nel fango e nella fogna;
Quindi ponete usbergo negli amori,
Ch’in essi v’è purezza e v’è menzogna.
Per terminar il dico a tutti quanti:
Chi ci donò l’amor ci diè la gogna.
63)
LA BASILICA DI SAN PIETRO
Tu, de marmo vestuta ed elegante
Che t’alzi in su nel ciel celeste e fino,
Di pace eppur di sangue gran garante
In terra la magion del tron divino.
Dell’ omo a l’occhi lo splendore innante
Ma il credo more e domina il quattrino,
Che se Gesù tornasse ancora a retro
Farebbe stalle indove c’ è San Pietro !!
64)
DEL CUL LA LIBERAZIONE
La supposta or ha conquiso
Il mio culo mal tappato
E d’ antica merda anciso!
Qua sorride ch’è stappato:
Di letizia tutto intriso
Ora poscia aver pugnato!
Sante l’ armi della pugna:
Gran supposta con la prugna.
( Dedicata alla liberazione dalla stitichezza )
65)
L'ORA DE PRANZA'
E' l'una e mezza e coce già la pasta:
Aggiungo un po' di sale, giusto un dito,
Ed allo favellare dico "Basta!"
E' l'ora de magnà, buon appetito!
66)
SE STAMANE SARIA LO GIORNO APPRESSO
Se stamane saria lo giorno appresso
Sicur saria contento più dell' ora,
Che d'oggi il favellar non è lo stesso
Di quello di domàn alla controra.
E pur s'oggi è miglior del ier decesso,
Ove chiedeo: - domàn saròˇancora? -
Sarò domani afflitto più d'adesso,
Quando, pensando a ciò che m'addolora,
Benedirò lo giorno già passato
(Che l'è quest'oggi, indove ancor respiro)
Ove tenea la voce nel creato
Ma anco incerto,tremante e con deliro,
Chiedëo e chiedo: - l'oggi è ben andato,
Vivrò domàn la festa od il martìro?
67)
SE NE DOVEVA ANDA’
Se ne doveva andà
Ora, vecchietto e stanco.
Ma lui sta ancora quà
Per questo Stato ranco.
Mò che ce sto a penzà:
P' imbrogli sotto banco
Dimo che bravo è stato:
Ma va a morì ammazzato!!
68)
SACRO EPPUR PROFANO
Si drento Roma vòi trovà puttane
Esperte e bone, nun annà lontano,
Nun te imbarcà de fora: le profane,
Ma le migliori, stanno ov’ è Cristiano.
Nulla è sicur mancante alle mondane,
Là se sta bene: cianno er sacrestano,
Er prete, er Cardinàl che porta er pane
E puro er falegname d’òr romano,
Che ringrazianno tutti pe’ l’offerte,
Da padre va donando in piena notte
Er da campà da sotto le coperte.
“Daje una màn dovemmio, so’ corrotte.
Aitar dobbiamo quelle cosce aperte
Eliminando il male in belle potte”
69)
DOPPO PRANZO
Se semo sbafacchiati er tavolino
Co’ tanto de vinello e coratella.
E’ l’ora che se famo un zonnellino
Che a Roma noi chiamamo “pennichella” .
Drusus
05-06-2013, 18.17.19
fino ad oggi ho composto queste,spero piacciano :)
Altea
05-06-2013, 22.04.26
Mio caro amico Drusus
che dire....ogni poesia narra una storia a sè e tu porti una ventata di calore...quel carisma e calore che le tue parole e poesie emanano.
Complimenti...sei sempre più bravo..:smile_clap:
Drusus
05-06-2013, 22.34.10
Mio caro amico Drusus
che dire....ogni poesia narra una storia a sè e tu porti una ventata di calore...quel carisma e calore che le tue parole e poesie emanano.
Complimenti...sei sempre più bravo..:smile_clap:
Gentilissima Altea ti rendo grazie per le tue dolci parole nei confronti dei miei versi :) spero ti piacciano e spero una di esse possa colpirti più delle altre :)
Altea
05-06-2013, 22.41.29
Certamente...in particolar modo mi ha colpita.."QUESTO MIO AMOR PER LEI E’ MAGGIOR CHE PRIA"
Drusus
06-06-2013, 13.34.37
Certamente...in particolar modo mi ha colpita.."QUESTO MIO AMOR PER LEI E’ MAGGIOR CHE PRIA"
Si, è dedicata ad una ragazza con la quale stavo anni fa. Ancora oggi ho innanzi a me i suoi occhi ed oggi,dopo anni che purtroppo l'ho persa, il mio amore per lei è maggiore, come scrivo, molto più grande di prima. Questo accade in ogni persona,penso, dopo aver perduto un qualcosa di molto raro
Altea
06-06-2013, 14.24.17
Si, è dedicata ad una ragazza con la quale stavo anni fa. Ancora oggi ho innanzi a me i suoi occhi ed oggi,dopo anni che purtroppo l'ho persa, il mio amore per lei è maggiore, come scrivo, molto più grande di prima. Questo accade in ogni persona,penso, dopo aver perduto un qualcosa di molto raro
Allora sono versi ancora particolari i tuoi che rivelano un animo davvero raramente particolare.
Drusus
06-06-2013, 14.30.03
Allora sono versi ancora particolari i tuoi che rivelano un animo davvero raramente particolare.
se riesci a percepire l'amore che vi è in quei versi, allora anche te hai quell' animo particolare Altea :)
Grazie mille :)
Drusus
23-06-2013, 08.38.23
VEGGO LONTAN LONTANO, SOVRA UN COLLE
Veggo lontan lontano, sovra un colle,
Vallate e borghi d’ èrnici orizzonti,
E più li miro e più lo cuor ribolle
Nello saperti lungi fra que’ monti.
Veggo le tue boschive e nuove zolle
Indove regnan l’ albe e li tramonti,
Indove agogna andar lo cuore folle
Per ermi campi, ruscelletti e ponti,
A rimirare ancora il tuo visetto
E rincontrare l’occhi di fanciulla
Che fortemente tengo in fondo al petto.
Veggo degli Èrnici al piè la betulla
E di Canterno i pioppi al bel laghetto,
Ma del tuo bel visìn non scorgo nulla .
Lancelot
23-06-2013, 09.11.09
Queste poesie sono clamorosamente belle... Complimenti di cuore, davvero.
Bravissimo!
Eilonwy
01-07-2013, 01.41.20
Sono delle poesie meravigliose, veramente complimenti :smile_clap::smile_wub: