Visualizza versione completa : Spiritualità Cavaliere: tra spiritualità e senso del dovere
Rohan
17-07-2011, 19.42.29
Spesso si classifica il cavaliere come una persona nobile o comunque di rango elevato perché pronto a sacrificarsi per la sua terra e per i deboli oltre che capace di dare battaglia, se necessario. Lo si lega, almeno in una prima fase della sua evoluzione durante il medioevo, necessariamente alle armi e alle funzioni della guerra, successivamente troviamo un cavaliere con regole e modi di vivere più raffinati. C'è un elemento però che, anche se mutante, rimane una costante della descrizione classica del cavaliere: la sua fede; il cavaliere, infatti, è sempre circondato da un alone di spiritualità legata a Gesù Cristo e a Dio (o, per i "Mori", ad Allah) e raggiunge questo culmine con i Templari e le canzoni di gesta di Rolando. Ora voglio porvi una domanda: secondo voi il cavaliere deve avere per forza fede? Intendo, per essere nobile di animo e compiere buone azioni deve necessariamente essere legato a Dio o comunque ad una religione? :smile:
Mi scuso se un argomento del genere è già stato intrapreso da qualche altra dama o messere :smile:
Daniel
17-07-2011, 19.55.31
Io sono credente ma secondo il mio parere (che magari sarà anche inutile) non per forza un cavaliere per essere nobile d'animo e compiere buone azioni deve essere credente! Se un cavaliere è nobile d'animo lo è indipendentemente dalla fede che professa..:smile: Ci possono anche essere cavalieri credenti ma che sono crudeli, cattivi e abusano del loro potere e poi ci possono essere persone, magari non credenti, che sono molto più pure e nobili d'animo di questi cavalieri.. (Questo è il mio parere scusate se è inutile..:()
Rohan
17-07-2011, 20.10.43
Daniel un vecchio saggio una volta diceva "ascolta l'ignorante, anch'egli ha una storia da raccontare", bè, se bisogna ascoltare l'ignorante non vedo perché dovrebbe essere inutile il tuo commento dato che non hai ignorato il mio argomento :smile: comunque io non mi ritengo credente, eppure penso che un cavaliere, in effetti, possa anche fare a meno nella fede in una religione: del resto ci sono valori universali che prescindono dalla religione, o no?
lady Lucrezia
17-07-2011, 23.29.22
Domanda interessante, Sir Rohan:neutral_think:. Mi trovate d’accordo con voi e con Sir Daniel. Certamente esistono valori universali che prescindono dalla religione, e la nobiltà d’animo di un cavaliere non credo si basi necessariamente su Dio o su di una qualsivoglia religione. Secondo il mio modesto parere, esistono numerose categorie di fede, e non solo quelle legate a qualcosa di trascendentale. Un cavaliere, come viene decantato dai poeti, si muove in nome di ciò che ritiene più giusto, in nome della libertà, della lealtà, del coraggio e dell’altruismo. E questi non devono essere obbligatoriamente tutti ideali dipendenti in un qualche modo dalla credenza in una religione. Certamente, soprattutto nel periodo medievale, la fede in Cristo aveva una rilevanza non indifferente, ma, secondo me, la purezza d’animo, il senso dell’onore e il valore sono cose indipendenti dalla religione…:smile:
Rohan
18-07-2011, 01.15.42
Quindi potremo dire, signori, che la religione ha "assorbito" con un'operazione di sincretizzazione quei valori rendendoli propri...:smile: e potremmo affermare che il cavaliere deve per forza credere in degli ideali? O può essere indipendente da tutto e da tutti? Insomma...non deve avere una qualche missione, esplicita o tacita?
i primi cavalieri seguivano la religione pagana dei loro padri, religione estremamente pratica visto che gli dei erano presenti nelle forze della natura, negli alberi, nei fiumi, insomma la natura era sacra. seguire la religione poteva servire a non aver paura di un torrente in piena o ad attraversare un bosco... poi è arrivato il cristianesimo (argòmento in cui sono più che ignorante) ma sicuramente alcuni cavalieri non si sono convertiti... rispondo alla vòstra domanda sir rhoan... ognuno di noi ha degli ideali per cui vivere e alzarsi ogni mattina, non dobbiamo dimenticare che i cavalieri erano semplici esseri umani, come lo siamo noi. per cui malvagi o buoni che fossero i loro ideali sicuramente almeno uno lo avevano... questa ovviamente è solo la mia opinione...
llamrei
18-07-2011, 11.51.47
Daniel un vecchio saggio una volta diceva "ascolta l'ignorante, anch'egli ha una storia da raccontare",?
veramente è tratta da "desiderata":neutral_think:
llamrei
18-07-2011, 12.00.34
Mi soffermerò con più calma su questo argomento.
Essendo una tematica molto particolare e che racchiude infinite sfumature e diversi interi tomi...credo necessiti di una maggiore attenzione, proprio per la varietà di situazioni all'interno.
La cavalleria non è solo quella concepita dall'amor cortese. La cavalleria nasce ben prima, secoli addietro con caratteristiche, rituali ben diversi da quelli comunemente conosciuti e, aggiungerei, più affascinanti.
Ottima domanda, questa, Rohan;)
Se vi può interessare, vi era già un argomento simile
http://www.camelot-irc.org/forum/showthread.php?t=238&highlight=cavalleria
Rohan
18-07-2011, 12.06.36
Gentilissima dama Llamrey, leggerò attentamente il vostro riferimento, che pare completo e articolato :smile:
llamrei
18-07-2011, 12.25.38
Llamrey,
(in un modo o nell'altro ancora non mi chiamate con il nome corretto...è così difficile non storpiare un nome proprio?;))
Lieta di essere stata utile. Spero troverete qualche informazione interessante in quel topic aperto, ormai, molto tempo fa:smile_wave:
Morris
18-07-2011, 12.35.04
Non esistono migliori leggi o regole... se non la pura stessa immedesimazione e altruismo... indotti dalla mera vitale coscienza.
Un cavaliere può, infatti, aver già fede in qualcosa od in qualcuno, può perderla durante il cammino, può ottenerla successivamente o può non averla mai.
L'importante è che sia giusto, leale e fedele ai principi già espressi.
Anche se non esistesse nulla di divino.. e se fossimo nati da un broccolo... credo che avremmo comunque l'istinto di elevarci a qualcosa di sacro.
Bravi: Rohan, Daniel, Lucrezie, Lara e Llamrei!!!!:smile_clap:
Sir Morris
Rohan
18-07-2011, 12.42.58
Grazie Sir Morris, ma, vedete, porre l'attenzione su temi "oscuri" come questi, approfondendo la figura del cavaliere e le sue sfumature, ritengo sia di vitale importanza per questa città e per i suoi valori, affinché non vadano persi e affinché siano alimentati da dubbi concreti che meritano risposte :smile:
Morris
18-07-2011, 13.08.38
Ho fatto i complimenti a voi ed agli altri scrivani, messere.
Questo è il più importante argomento... e sono ben lieto di parteciparvi.
Il vostro "Ma, vedete" non lo comprendo.
Sir Morris si scusa comunque.
Rohan
18-07-2011, 13.18.18
Intendevo che è sempre bene porre l'accento su simili questioni, nulla da ridire con il vostro scritto :smile: comunque, dama Llamrei, ho letto il vostro riferimento e in modo particolare ho notato che il cavaliere, come avete già accennato poc'anzi, assume già dei connotati in età barbarica (non toccati quindi da senso spirituale nel senso più stretto ne tanto meno da quello cristiano) e che assume definizioni religiose, guarda caso, con i Carolingi, sempre distintisi per le guerre a favore della cristianità (che porterà poi al Sacro Romano Impero). Possiamo dunque affermare che la religione e la spiritualità nella cavalleria altro non sono che delle sfumature "accessorie"? :smile:
Hastatus77
18-07-2011, 14.24.29
La spiritualità nella cavalleria, è dovuta al fatto che per molto tempo la religione è stata una componente molto importante nella vita degli uomini... era una linea guida molto "forte".
Se la cavalleria nascesse oggi, molto probabilmente la componente religiosa non avrebbe un grande valore... perché essere giusto, leale, ecc... non vuol dire essere cristiano.
Quindi dovendo trattare la cavalleria al giorno d'oggi, direi che religione e spiritualità sono un'accessorio.
Rohan
18-07-2011, 14.29.23
Eppure quando nacque la cavalleria si giurava fedeltà al proprio capo, non al dio di turno...come si spiega questo?
Hastatus77
18-07-2011, 14.43.23
Eppure quando nacque la cavalleria si giurava fedeltà al proprio capo, non al dio di turno...come si spiega questo?
La cavalleria, intesa come corpo di uomini che combattono a cavallo, è nata ben prima della nascita degli ordini cavallereschi, dal quale voi mi sembra siate partito.
Infatti l'idea di cavaliere inteso come "... persona nobile o comunque di rango elevato perché pronto a sacrificarsi per la sua terra e per i deboli..." nasce nel medioevo. E la cerimonia di investitura era molto legata alla religione, quindi, prima di giurare fedeltà al proprio capo, si giurava fedeltà a Dio.
llamrei
18-07-2011, 14.53.54
Esattamente come ha esposto Hastatus. La religione è stata un surplus successivo quando il senso di cavalleria era già ben radicato. A fianco ai valori canonici (prodezza in battaglia, rispetto alla donna, al proprio signore) viene aggiungo anche il rispetto verso il proprio Dio. Questo aspetto è molto più carico nel periodo in cui la cavalleria abbraccia le crociate e uno dei loro scopi, ossia quello di liberare i luoghi sacri alla cristianità. Successivamente va ad affievolirsi travasando questo sentimento verso la donna amata, ad esempio
Taliesin
18-07-2011, 15.09.21
E' veramente affascinante seguire l'inchiostro del vostro ragionamento diluirsi tra le pagine incorporali di questa bizzarra realtà virtuali signori...
La levatura degli argomenti trattati mi porta indietro nel tempo in cortili di primavera, all'epoca dei salotti di Marie de France, dove la cavalerria era già stilizzata da trovieri e trovatori.
Vi inviterei a leggere il testo originale della Tavola Ritonda di Rustichello o Rusticiano da Pisa, lo stesso rimatore che aiutò Marco polo in carcere nella stesura de "Il Milione". Leggendo, tra l'iatliano arcaico, capirete che anche il buon Artù aveva abbandonato al speranza di rappresentare quello che il suo cuore fanciullo aveva sempre idealizzato: la cavalleria.
Vi ringrazio per i vostri pensieri davvero interessanti e vi auguro ancora buon viaggio, almeno fino a quando ci sarà concesso percorrere...
Taliesin, il bardo
Rohan
18-07-2011, 15.31.11
Grazie Sir Hastatus, dama Llamrey e bardo Taliesin per le vostre considerazioni sapienti :smile: ora la questione mi è molto più chiara :smile:
llamrei
18-07-2011, 15.32.37
dama Llamrey Perfavore....ve l'ho già detto...è fastidioso aver il proprio nome storpiato...Prestate più attenzione, grazie
Rohan
18-07-2011, 16.01.32
Perdonatemi dama Llameri, è stato un mio errore, non accadrà più.
llamrei
18-07-2011, 16.35.49
Va bene Rohan,
Vorrei suggerire, in merito a quasto argomento, tre testi che mi son venuti in mente proprio nello specifico.
Due sono di Duby:
Guglielmo il Maresciallo e La donna il cavaliere e il prete
un altro è di Florì, Cavalieri e cavalleria nel Medioevo
credo di averli già citati nell'altro topic, ma in caso...melius abundare quam deficere;)
Rohan
18-07-2011, 17.26.18
Si, come dico sempre io, melius abundare :smile: e in ogni caso gli spunti servono sempre ad approfondire e a far riflettere...da notare che Guglielmo il maresciallo è citato anche nel film "Robin Hood" del 2010 e rappresenta anche un personaggio dallo spiccato senso del dovere e della lealtà...
Secondo me una persona, e di conseguenza un cavaliere, non va giudicata per la religione che professa.....conosco persone atee che sono meravigliose, gentili, disponibili,servizievoli e con un cuore veramente puro.....questo non esclude che ci siano anche credenti con un cuore grande....secondo me comunque una persona non va giudicata per la fede, ma per i gesti che compie e per il suo carattere in generale....:smile_wub:
Lady Anne:heartbeat:
llamrei
18-07-2011, 18.58.59
Si, come dico sempre io, melius abundare :smile: e in ogni caso gli spunti servono sempre ad approfondire e a far riflettere...da notare che Guglielmo il maresciallo è citato anche nel film "Robin Hood" del 2010 e rappresenta anche un personaggio dallo spiccato senso del dovere e della lealtà...
Ignoro il film che citate ma avallo il vostro concetto ossia che egli rappresenta un personaggio ligio al dovere e alla lealtà. L'avete letto? Credo che in esso troverete molte risposte alle vostre interessanti domande;)
Rohan
18-07-2011, 22.08.40
Non, non l'ho letto ma potrebbe essere una mia prossima lettura, non appena finisco l'altra miriade di libri che mi sono ripromesso di leggere :smile_lol:
Daniel
18-07-2011, 22.41.03
Daniel un vecchio saggio una volta diceva "ascolta l'ignorante, anch'egli ha una storia da raccontare", bè, se bisogna ascoltare l'ignorante non vedo perché dovrebbe essere inutile il tuo commento dato che non hai ignorato il mio argomento :smile: comunque io non mi ritengo credente, eppure penso che un cavaliere, in effetti, possa anche fare a meno nella fede in una religione: del resto ci sono valori universali che prescindono dalla religione, o no?
Ah ok grazie:D E da £ignorante" penso che si ci sono valori universali che prescindono dalla religione.. E infatti per questo un cavaliere non deve per forza essere credente!:smile:
Rohan
19-07-2011, 00.45.06
Non so se esiste già un topic come questo, e mi scusino i moderatori se esiste già :smile:
Era mia volontà porre l'accento su una questione un po' particolare: oggi esistono i cavalieri? Insomma, persone con dei valori come la gentilezza, la disponibilità, la purezza di cuore, pronti a sacrificarsi per gli inermi con modi di fare galanti e modi di pensare nobili? Immagino di si, voi cosa ne pensate? Ne vale la pena? Dovremmo essere tutti un po' cavalieri? Io credo di si: la gentilezza, la purezza d'animo, il coraggio, la sincerità sono virtù non molto apprezzate nel mondo di oggi; esse infatti non ci portano ne ricchezza ne progresso materiale e quindi bene evitarle, si crede, per fare spazio a iniziative meno "nobili" ma più redditizie...voi che ne pensate? :smile:
joselhito
19-07-2011, 11.39.07
esistono, rari da trovare ma esistono, persone che non guardano alla materialità del proprio ritorno ma che umanamente fanno cio' che ritengono giusto. Molte persone hanno l'idea che un Cavaliere debba per forza ignorare la parola, no' essa è la prima fondamentale arma che deve essere usata e solo quale extrema ratio quella della spada.
un Cavaliere che userà la spada, anche sapendola usare, saprà nel proprio io che ha fallito.
la Gentilezza d'animo, la Galanteria e il sapersi porre in ogni circostanza senza dare mai addosso a coloro che non riescono cio' è quello che fà un Cavaliere.
Rohan
19-07-2011, 12.04.06
Vedo che condividiamo gli stessi concetti, me ne rallegro:smile:
Rohan
19-07-2011, 12.05.17
E se la parola e la gentilezza sfociassero nell'ipocrisia? Se ci fosse bisogno di sacrificare una parte nobile di se stessi per salvarne una parte maggiore? Si potrebbe essere considerati ancora cavalieri?:neutral_think:
Nonostante quello che può pensare la maggior parte della gente i cavalieri sono sempre esistiti e per sempre esisteranno... oggi sono costretti a nascondersi, mimetizzarsi in mezzo alle altre persone per celare la loro identità. se venissero scoperti verrebbero derisi, presi di mira dalle persone che hanno dimenticato ciò che era il codice cavalleresco.
Intendevo che è sempre bene porre l'accento su simili questioni, nulla da ridire con il vostro scritto :smile: comunque, dama Llamrei, ho letto il vostro riferimento e in modo particolare ho notato che il cavaliere, come avete già accennato poc'anzi, assume già dei connotati in età barbarica (non toccati quindi da senso spirituale nel senso più stretto ne tanto meno da quello cristiano) e che assume definizioni religiose, guarda caso, con i Carolingi, sempre distintisi per le guerre a favore della cristianità (che porterà poi al Sacro Romano Impero). Possiamo dunque affermare che la religione e la spiritualità nella cavalleria altro non sono che delle sfumature "accessorie"? :smile:
non chiamateli accessori, piuttosto delle motivazioni per vivere e combattere.
Rohan
19-07-2011, 14.10.23
Immaginate un mondo pieno di cavalieri, gente cioè con un cuore puro che mirano solo alla salvaguardia di valori e dei più deboli :surprised_eek: voi vorreste essere cavalieri?
Rohan
19-07-2011, 14.13.13
Ma vedete, dama Lara, le motivazioni le avevano anche prima, ovvero difendere la propria terra, morire per l'onore e per il proprio signore: dopo, credo, la religione ha fatto propri quei valori ma, analizzandola, è stata un accessorio non indispensabile :neutral_think:
llamrei
19-07-2011, 14.33.17
ci sono persone cosi. Ma non vengono definiti cavalieri. Ormai il termine è vetusto al giorno d'oggi ma non lo spirito che li anima. Mi vien da pensare a Madre Teresa..non è un cavaliere ma di certo era animata dai migliori propositi
Rohan
19-07-2011, 14.40.15
O Karol Woityla, o Giovanni Falcone e Paolo Borsellino...uno dei problemi dei giorni nostri non è essere cavaliere ma addirittura riconoscerlo...spesso si definiscono "cavalieri", nel senso di persone meritevoli e degne di nota gente senza meriti ne capacità grandiose!
Guisgard
19-07-2011, 14.43.09
Secondo me bisogna ben distinguere “Cavalleria” da “Codice Cavalleresco”.
La prima è nata nell’antichità e se guardiamo all’evolversi del mondo greco possiamo vedere come la cavalleria nasce in seno all’aristocrazia (combattere in maniera “individuale”, con il proprio equipaggiamento era un segno distintivo di potere e ricchezza), per poi essere affiancata dagli “opliti” pesantemente armati che derivavano invece da arruolamenti di tutta la popolazione (e qui contava il combattere uniti, in maniera collettiva, difendendo col proprio scudo il compagno al proprio fianco. Il senso, insomma, della Falange Corazzata, quella che permise ai greci di sconfiggere i persiani nel 480 Avanti e Cristo e che fece in seguito la fortuna dei Macedoni di Filippo prima e di suo figlio Alessandro poi).
Il “Codice Cavalleresco” nasce invece nel medioevo Cristiano e quindi trae da esso i suoi più alti valori ed ideali.
E questi sono fondamentali per un cavaliere.
Non tanto perché un cavaliere deve definirsi Cristiano, ma perché deve far suoi quei valori che sono propri della Cristianità (altruismo, generosità, amore, ricerca della perfezione spirituale, ecc).
La più alta impresa per un cavaliere è la ricerca del Santo Graal e questa la si può intraprendere solo possedendo quei valori.
Ripeto, non conta definirsi Cristiano, ma possedere quei valori, che sono poi valori universali, al di là della cultura e del credo di ogni individuo.
Rohan
19-07-2011, 14.46.39
Quindi possiamo affermare che: il Cavaliere ha un credo, che sono quei valori universali come la lealtà, il coraggio, la sincerità, l'eleganza e al tempo stesso quegli stessi valori possono (ma non devono) essere interpretati in chiave cristiana :smile:
Guisgard
19-07-2011, 14.50.49
Esatto.
Ma che sono poi, non lo dimentichiamo, i valori fondamentali su cui si basa la Fede Cristiana.
Un samurai, tanto per fare un esempio, ha valori totalmente diversi da quelli di un cavaliere, proprio perchè è "nato" in un contesto culturale, sociale e religioso, totalmente differente.
Rohan
19-07-2011, 14.51.42
Allora in questo modo potremmo affermare che, con valori differenti, esistono più tipi di cavalieri nel senso più lato.
Guisgard
19-07-2011, 14.54.51
No.
Il cavaliere è tale perchè segue quei determinati valori.
Se così non fosse, non sarebbe un cavaliere come storicamente lo si intende.
Un guerriero mussulmano, o uno indù, o il già citato samurai sono differenti dal cavaliere proprio perchè seguono valori ed ideali totalmente diversi.
E questo deriva dal fatto che provengono, come detto, da contesti culturali, sociali e religiosi differenti.
llamrei
19-07-2011, 15.00.55
O Karol Woityla, o Giovanni Falcone e Paolo Borsellino...uno dei problemi dei giorni nostri non è essere cavaliere ma addirittura riconoscerlo...spesso si definiscono "cavalieri", nel senso di persone meritevoli e degne di nota gente senza meriti ne capacità grandiose!
Appunto: il titolo è solo un paliativo. E' un termine vetusto che sta ad indicare un insieme di ideali. Ora si potrebbero identificare le persone -che un tempo avresti indicato come "cavalieri"- con altri termini
Rohan
19-07-2011, 15.25.43
Ad esempio, dama Llamrei? :smile:
llamrei
19-07-2011, 16.13.15
santo, ad esempio
llamrei
19-07-2011, 16.15.25
I nomi citati sono solo quelli più famosi.
Vi sono "cavalieri " (intesi sia come genere maschile ma anche femminile, ovviamente) che operano nell'anonimato più assoluto ma che il loro operato è altrettanto nobile di quelli giunti alla ribalta
Rohan
19-07-2011, 16.19.39
Vero, penso anche a uomini e donne ridotti alla povertà, che nonostante tutto, mantengono una famiglia e alta la loro dignità...
llamrei
19-07-2011, 16.22.04
Non solo: prova a pensare al prete di periferia che si arrabatta con quel poco che gli viene concesso dai superiori per tirare avanti a delle situazioni inverosimili all'interno del suo contesto sociale...o chi offre il proprio aiuto nei luoghi più impensabili del mondo, a chi allunga la mano alla persona che ormai ha perso ogni speranza.. e tutte queste persone lo fanno nel silenzio più totale..
Rohan
19-07-2011, 16.27.11
...e spesso non ricevono molta gratitudine...e qui si pone la seconda domanda della questione da me posta: ne vale la pena esserlo? Se si, perché? Io credo di si, in fondo il bene ripaga sempre...o no? :smile:
llamrei
19-07-2011, 16.31.36
si, vale la pena. Perché non si fa per avere qualcosa in cambio o meglio: si fa per aver SI' qualcosa in cambio, ma non nel senso materiale o sottoforma di riconoscimento pubblico dell'ammirevole operato offerto, ma quel qualcosa in cambio è il semplice "grazie" che si riceve da chi si è offerto qualcosa di nostro...
se vogliamo possiamo definirlo "egoismo pulito" ... la gratificazione che ne riceviamo quando vediamo che qualcosa fatto è andato bene e che qualcun altro ora sta un pò meglio...
Rohan
19-07-2011, 16.33.38
Bene, credo che a questo punto la questione sia risolta :smile:
llamrei
19-07-2011, 16.36.15
Mi fa piacere;)
La parcella te la farò avere tramite l'eunuco di Guisgard. Mi raccomando: che la frutta sia di buona qualità:smile_wave:
Rohan
19-07-2011, 22.03.45
Ahahah, va bene, grazie :smile_lol:
Lancelot
23-10-2011, 21.50.59
Vorrei spendere anche io due parole su questo argomento, se mi è concesso.
Io credo che un Cavaliere non sia nulla senza la sua fede, quest'ultima intesa come la ferma credenza in dogmi o assunti non comprovati ma basati sulla propria personale convinzione, o sull'autorità più alta di chi se ne fosse fatto portavoce (ad esempio, la Chiesa).
Un Cavaliere per definizione dedica la propria vita al sacrificio nello sforzo perpetuo di "elevarsi". Ma non ci si può elevare a qualcosa in cui non si creda, e che ci faccia da guida come un faro nella notte.
E' evidente che la differenza fra un semplice uomo buono e un Cavaliere, è la volontà di incarnare attraverso le proprie azioni un modello ideale e assoluto di "Sacro" all'interno del mondo terreno. Se l'uomo comune è "pellegrino" su questa Terra, il Cavaliere, attraverso il servizio e l'Ideale (che il sacro laico morale corrisponda all'etico cristiano, è un caso ma non una conditio sine qua non), diviene a sua volta guida e faro per gli altri, e si libera dalla condizione di "pellegrino" salvando se stesso dall'assenza di significato, e quindi da una vita vuota. Non è la libertà dal peccato che il Cavaliere ricerca, ma la libertà dall'assenza di significato, dallo spreco della propria vita. "Nel servirci l'un l'altro, diveniamo liberi."
Morris
24-10-2011, 11.17.00
Un Cavaliere raggiunge la propria elevazione proprio quando agisce, finalmente, senza alcun riferimento esterno... a prescindere da tutto:
fede, codice, dogma, etc.
La coscienza è al di sopra di tutto e diventa l'essente..il fondamento!
Sir Morris