Chantal
25-08-2011, 15.50.51
Questa discussione nasce su suggerimento del cavaliere Hastatus77 al quale vanno i miei ringraziamenti.
Wagner,Wilhelm Richard
Compositore tedesco che musicò due delle opere più raffinate della letteratura cortese,il "Tristano e Isotta" ed il "Parsifal".
Opere controverse e finalizzate alla rappresentazione di due distinti momenti della vita di Wagner ,ma anche due concetti idealistici quali l'amore e la religione che ben hanno trovato slancio nella letteratura cortese dei romanzi di cui sopra.
Il "Tristano e Isotta"(Tristan und Isolde) fu intrapeso in un periodo di vita in cui Wagner attraversava vicissitudini sentimentali ma anche economiche controverse.L'opera,infatti,insorse nella mente dell'autore come tributo alla celebrazione dell'amore vero,scopo ultimo e meta di felicità degli uomini.l'Amore agognato come un sogno che a lui,in quel momento veniva negato,poichè attraversava il trambusto di una realazione sentimentale con una donna,Mathilde,moglie di un suo ospite durante un soggiorno zurighese presso Wesendock.Questo amore extraconiugale fu causa delle separazione del compositore da sua moglie.Da quì l'inizio di una spregiudicata ricerca di risorse finanziarie a sovvenzionare le sue opere,nonchè il desiderio dell'inscenare e musicare il Sogno d'Amore che unico dona felicità agli uomini.Un sogno ideale,un Amore sconfinato che trionfi su ogni congiura del Fato,L'appertenersi accecante di due anime che si posseggono e che ben trovavano i loro modelli ideali nelle figure di Tristano e Isotta,secondo Wagner.
Il "Parsifal" segue il "Tristan und Isolde" e incentra il pensiero del compositore sulla peculiarità della consacrazione spirituale della religione mettendo in luce quel rito eucaristico nel quale si conclude il percorso religioso secondo aspetti preponderanti all'affermazione di una cultura germanica superiore tanto cara al compositore stesso.
Per comprendere questo concetto nelle sue più sublimi sfaccettature occorrerebbe apprendere di quel saggio"Religione e Arte"in cui Wagner espone il suo pensiero secondo cui la religione appartenga all'arte,nel senso che debba essere prerogativa dell'arte quella di salvare la religione.
L'aura che avvolge il "Parsifal"di Wagner è,appunto,pregna di sacralità soprattutto nelle scene del Graal presentate nel I e III atto,non manca,però,nella completezza dell'opera quell'aspetto di ambiguità e paradosso di cui spesso la religione si accompagna nella poetica moderna.
Wagner fu molto categorico,non si conosce per quali motivi,su una sua esplicita volontà che il "Parsifal"fosse unicamente rappresentato a Bayreuth dove per la prima volta andò in scena.
Uno dei commenti più esplicativi sul reale senso di comprensione del "Parsifal" viene,a mio avviso,da "Oltrecultura",periodico di informazione,spettacolo e cultura che asserisce,in merito all'opera del Wagner:"Fin dal Preludio la triade di virtù teologali Amore-Fede-Speranzaviene esposta e trasfigura nella morale umana che, contraendo debito da Schopenhauer,Wagner fa discendere dalla compassione, che, in Parsifal assume una potenza capace di superare le pulsioni sessuali e, si badi bene, scardinare persino la trappola edipica tesa all'eroe puro-folle da Kundry.Il concetto di compassione in Wagnerfu motivo di aspro scontro con Nietzsche; il musicista tuttavia, propone una pietas dolorosa, non una luminosa e gratificante carità cristiana, quanto un senso di colpa che conduce alla consapevolezza; l'uccisone di un cigno scava nell'animo del ragazzo e rappresenta un'iniziazione. "Durch Mitleid wissend" (consapevole attraverso la compassione), ecco la sostanza programmatica della "redenzione del redentore".
Il "Parsifal" fu opera alquanto discussa,non tutte le critiche l'accolsero favorevolmente,ma di sicuro ha lasciato un segno nel panorama della musica classica,tanto che Claude Debussy si espresse così:"Parsifal è uno dei più bei monumenti sonori che mai siano stati innalzati alla gloria imperturbabile della musica".
Per comprendere profondamente quale fosse l'idea di "opera" di Wagner,mi piace sempre ricordare che egli stesso amava affermare di essere prodigo di illuminazioni mirabili che presentava un'unica volta quasi sfiorandole di sfuggita,tanto che talvolta,disperò di poter realizzare le sue visioni sonore con i mezzi a sua disposizione,poichè tanto era fervida la sua genialità che egli non trovava riscontro in alcun mezzo terreno per realizzare quanto il suo pensiero fosse capace di concepire(e "Il Crepuscolo degli Dei"fu la perfetta espressione di quanto sopra affermato).
Tristano e Isotta
Dramma musicale in tre atti,su libretto dello stesso Wagner.
Si narra che,durante la partitura e la scrittura dell'opera,Mathilde,amica amata ed amante di Wagner,fosse la sua interlocutrice privilegiata.
L'ispirazione è tratta dal poema "Tristano"di Goffredo di Strasburgo.
Differente fonte di ispirazione tra l'opera letteraria e quella musicale fu la fatalità del filtro,poichè nell'opera musicata stessa,esso non funge da mezzo di innamoramento,quanto da rivelatore confessionale di una verità preesistente,cioè amore reciproco e taciuto tra i due amanti.
In realtà il filtro magico serve alla rappresentazione teatrale per poter palesare sulla scena l'eruzione di sentimenti delicati ed inesplorabili che trovano albergo nelle profondità dell'essere umano,quasi come rilegati nell'inconscio.
L'opera di Wagner ha esordio con una scena drammatica e centrale narrata da Isotta,la quale nutre in seno due forti sentimenti contrastanti,il desiderio di vendetta sulla morte di Marold da parte di Tristano e l'amore che le si sta insinuando in petto con sempre maggior preponderanza verso il suo uccisore.
Il Preludio.
Il raffinato musicologo Sergio Sablich commenta l'opera annunciando che il preludio concentra in una lenta elaborazione sinfonica uno stato d'animo unico,ancorchè dissociato(..)
Wagner scriveva che quella di Tristano e Isotta è la storia di "un desiderio eterno, struggente, della beatitudine e della miseria dell'amore; mondo, potere, gloria, onore, cavalleria, lealtà, amicizia: tutto gettato via come un sogno senza sostanza; una cosa sola lasciata in vita: il desiderio, desiderio insaziabile, uno struggimento, una brama, un languore eternamente rinnovato; una sola via di redenzione: morte, fine di tutto, un sonno senza risveglio". Questo stato d'animo costituisce il contenuto poetico e musicale del Preludio.
Questo stato d'animo costituisce il contenuto poetico e musicale del Preludio, che circoscrive in una lunga catena di stadi successivi quell'insaziabile passione che si dilata - è ancora Wagner a parlare - "dalla prima timida confessione [motivi del Dolore e del Desiderio] al più dolce prolungamento [motivi dell'Angoscia di Tristano e dello Sguardo], per ansiosi sospiri, speranze e timori, lamenti e desideri, gioia e tormento, alla più possente delle sollecitazioni, allo sforzo più poderoso nella ricerca della breccia per la quale si aprisse al cuore ardente all'estremo la via che mena all'oceano dell'infinita gioia d'amore. Invano! Il cuore ricade esausto, per struggersi d'una brama che mai sarà esaudita, poiché ogni appagamento reca nella sua scia solo un rinnovato desiderio, finché nell'estrema prostrazione l'occhio languente ha la fuggevole visione del conseguimento della gioia sublime: la gioia della morte, del non più essere, della redenzione finale in quel regno meraviglioso dal quale tanto più siamo allontanati, quanto più tentiamo di penetrarvi con forza".
Ed eccolo ,il preludio.
http://www.youtube.com/watch?v=3kK1fNen230
Atto I
(Ambientato sulla nave di Tristano)
Isotta,la principessa Irlandese che Tristano sta conducendo presso suo zio Re Marke in Cornovaglia,è nella sua tenda quando le viene annunciato dall'ancella Brangania che verso sera approderanno sulle coste della Cornovaglia.Isotta è agitata e chiede che vanga condotto da lei Tristano,ma questi rifiuta poichè non può,in alcun modo,abbandonare il timore.Il suo scudiero,Kurwenald,avendo assistito,schernisce Isotta intonando una canzone che ricorda come Marold,fidanzato di Isotta,fosse stato ucciso da Tristano.Isotta rimane turbata da quanto udito dall'improvvisato cantore e narra ogni suo turbamento alla sua ancella,Brangania,rivelandole che ella stessa aveva curato le ferite dell'uccisore,Tristano,tratta da lui in inganno poichè s'era a lei mostrato quale cavaliere ferito di nome Tancris.
Brangania cerca di apportarle conforto ricordandole dei filtri magici in suo possesso.
Isotta la esorta a preparare un filtro di morte per Tristano,ma l'ancella ha compassione della principessa e di Tristano,decidedo di preparare un filtro d'amore,invece.
Approdati sulla costa,Isotta convoca nuovamente Tristano il quale comprende il suo desiderio di vendetta e le offre la sua spada perchè ella possa farsi giustizia uccedindolo,ma Isotta rifiuta e gli offre in cambio la coppa.Credendo trattarsi del filtro di morte da lei richiesto,anch'ella beve dalla coppa.In preda all'effeto del filtro,i due rimangono a contemplarsi fino all'ardente desiderio di stringersi in un abbraccio,col quale si ultima questo primo Atto.
Di questo I Atto,ecco il momento dello scherno e l'angoscia in preda alla quale si ritrova Isotta.
VOCE DELLO SCUDIERO
(Isotta non lo vede,può udirne solo la voce che proviene dall'altro)
A Ovest
vaga lo sguardo;
a Est
corre la nave.
Fresco soffia il vento
verso la patria:
bimba mia d'Irlanda,
dove dimori?
Sono i soffi dei tuoi sospiri
che gonfian le mie vele?
Soffia,soffia,o vento!
Ahi!Ahimè bimba mia!
Ragazza d'Irlanda,
selvaggia,amorosa ragazza!
ISOTTA
(Trasalendo all'improvviso)
Chi osa schernirmi?
(Si guarda intorno turbata)
Brangania,tu?
Di',dove siamo?
BRANGANIA
(Risponde)
Fasce d'azzurro
si levano ad Est;
dolce e veloce
velaggia la nave:
su calmo mare avanti sera
tocchiamo terra.
ISOTTA
Quale terra?
BRANGANIA
La verde spiaggia di Cornovaglia.
ISOTTA
Mai,Mai!
Nè oggi,nè domani!
BRANGANIA
(Lascia cadere la tende e s'affretta verso la sua signora)
Che sento!Signora!Ah!
ISOTTA
(Tra sè)
Razza bastarda!
Indegna degli avi!
Dove,madre,
smarristi il potere
di comandare mare e tempesta?
Oh!Domata arte
di maga,
che distilla solo balsamici filtri!
Ridestati in me
audace potenza;
esci dal petto
dove ti celasti!
Udite il mio volere
venti sgomenti!
Infuri il turbine,
si scateni la tempesta!
Destate dal sonno
questo sognante mare,
svegliate dall'abisso
la sua crucciosa avidità!
Mostrategli la preda
Che gli offro!
Infranga questa superba nave
e ne ighiotta la sfracellata carcassa!
E quanto vive sulla nave,
quanto vi respira,
a voi,venti,lascio in compenso!
Atto II
(Fuori al Palazzo di Re Marke)
Giardino davanti alla stanza d'Isotta alla quale conducono lateralmente alcuni gradini.Chiara,deliziosa notte estiva..
Nella notte d'estate Brangania si trova con Isotta e regge una torcia accesa.Lo spegnimento della fiamma sarà il segnale che Tristano coglie per giungere.In lontananza si odono i corni della partita i caccia di Re Marke.Isotta è impaziente e nonostante l'ancella le dice di nutrire timore per un agguato da parte di Melot che odia Tristano,ella spegne la torcia.Tristano giunge a cingere nelle sue braccia Isotta,è un momento di dolcezza,di abbandono,i due amanti dimentichi del tempo,vengono bruscamente interrotti da Brangania poichè l'alba è sopraggiunta,ma questi la ignorano fino a quando non sono nuovamente interrotti da un urlo dell'ancella;è sopraggiunto Kurwenald che grida a Tristano che stanno per giungere i cacciatori.Ma Tristano desidera,piuttosto l'esilio,esorta Isotta a seguirlo ma nel mentre Melot lo ferisce con la spada.
Ho scelto il momento in cui i due amanti si abbandonano in seno alla notte.
TRISTANO
(Stringe a sè Isotta)
Così morimmo,
perchè,inseparati,
in eterno uniti
senza fine,
senza risveglio,senza sospetto,
senza nome,
in preda all'amore,
consacrati a noi stessi,
vivessimo solo d'amore!
ISOTTA
(Levando gli occhi su di lui come in estasi,pensosa)
Così morremo,
perchè inseparati.
TRISTANO
In eterno uniti
senza fine.
ISOTTA
Senza risveglio
TRISTANO
Senza sospetto.
ENTRAMBI
Senza nome,
in preda all'amore,
consacrati a noi stessi,
vivessimo solo d'amore!
Isotta,come soggiogata,avvicina la testa al petto di Tristano.
VOCE DI BRANGANIA
Attenti!
Attenti!
Già s'approssima al giorno la notte.
TRISTANO
(sorridendo,chino su Isotta)
Devo porgere ascolto?
ISOTTA
(Adorante,osservando Tristano)
Lasciami morire!
TRISTANO
Devo vegliare?
ISOTTA
Mai destarsi!
TRISTANO
Deve il giorno
destare ancora Tristano?
ISOTTA
Lascia che il giorno
ceda alla morte!
TRISTANO
La minaccia del giorno
dunque,così sfideremmo?
ISOTTA
(entusiasta)
Al suo inganno per sfuggire in eterno!
TRISTANO
Il suo splendore crepuscolare
non ci allontanerebbe mai?
ISOTTA
(Sollevandosi)
In eterno duri per noi la notte!
(Tristano la segue,s'abbracciano con passione,esultazione).
ENTRAMBI
Oh,eterna notte,
dolce notte!
Eletta,sublime
notte d'amore!
Chi tu hai stretto,
a chi hai sorriso,
come senza timore
sarebbe mai da te destato?
Ora bandisci il timore,
o nobile morte,
con ardore bramata
morte d'amore!
Nelle tue braccia,
a te consacrati,
calore sacro e antico,
liberi dall'affanno del ridestarsi.
TRISTANO
Come comprenderla,
come lasciarla,
questa voluttà?
ENTRAMBI
lontana dal sole
lontana dal dolore
quotidiano della separazione!
Atto III
Tristano,ferito,viene trasportato da Kurwenald nel suo castello,in Bretagna.Mentre Tristano giace nel suo letto,ode un pastore suonare una nenia che annuncia la venuta di Isotta,Tristano si precipita per andarle incontro,ma nel delirio cade morto.Isotta,vedendolo,sviene al suo fianco.
Nel frattempo sbarcano anche Re Marke e i suoi per combattere contro i Britanni.Melot(nemico di Tristano) viene ucciso da Kurwenald,ma anche questi muore a seguito delle ferite riportate.Re Marke,turbato,apprende della storia del filtro preparato da Brangania e,commosso,narra ai suoi uomini d'essere giunto per perdonareTristano e permettrgli di riallacciarsi a Isotta.
Ma Isotta non crede a nulla e cade morta su Tristano.
Queste le ultime parole di Isotta riversa sul corpo di Tristano morto.
ISOTTA
Dolce e lieve
come sorride,
cime l'occhio
incantevole egli apre
vedete,amici?
Forse non lo vedete?
Sempre più luminoso
come risplende,
raggiante quasi stella
in alto si leva?
Non lo vedete?
Come il suo cuore ardito si gonfia,
colmo e sublime
nel petto gli zampilla?
Come dalle sue labbra
tenere e soavi
un dolce respiro
molle s'effonde.
Amici,vedete!
Non lo sentite?
Non lo vedete?
O forse io sola odo
questa melodia,
che sì mirabile,
sì soave,
dolente per voluttà,
tutto esprimendo,
soavemente conciliante
da lui riverberando,
penetra in me,
in alto si lancia,
dolcemente echeggiando
risuona a me d'intorno?
Più chiare risuonando,
fluttuandomi appresso,
son forse onde
di teneri zefiri?
son forse onde
di voluttuosi vapori?
Mentre si gonfiano,
mi sussurrano intorno,
devo respirarle?
Devo aspirarle?
In esse svanire?
Dolcemente
nei vapori esalare?
Nel flusso ondeggiante,
nell'armonia risonante,
nello spirante universo
del respiro del mondo
annegare,
inabissarmi,
senza coscienza
suprema voluttà!
Isotta,come trasfiguarata,s'accascia dolcemente nelle braccia di Brangania sul cadavere di Tristano.
Marke benedice gli amanti.
Cala il sipario.
Ed ecco il finale.
http://www.youtube.com/watch?v=NLAbS3meaLE
I brani riportati sono tratti dal libretto "fondazione teatro La Fenice"di Venezia per le rappresentazioni teatrali al Malibran.
Parsifal
Dramma sacro in tre atti.
Espressione in forma artistica della religione.
Nel commento di Michele Girardi che accompagna il libretto e la guida all'opera redatta da "la Fenice prima dell'Opera 2004-2005",si legge che il Parsifal è un'opera "cattiva",intesa nell'interpretazione del pensiero niezscheriano che definisce il Parsifal un'"opera della malvagità,della brama di vendetta,del segreto veneficio contro i supposti della vita,un'opera cattiva".
Anche dal Marinetti viene una critica negativa all'opera affiancando un inusuale binomio Tango-Parsifal.Egli,infatti asserisce:"come il tango argentino "minaccia di imputridire tutte le razze,generalizzandole",tale ribadisce che"Parsifal è peggio,poichè inocula(...)una incurabile nevrastenia musicale".
Da contro,c'è chi sostine che"Legato estremo dell'arte magica del suo creatore,il Parsifal è il dono di Wagner a tutta l'arte moderna,un dono che germoglia nei giardini fin-de-siècle e che vive,perciò,di profonde quanto insolubili contraddizioni";Michele Girardi,per l'appunto.
Atto I
(si svolge presso il lago sacro del dominio del Graal)
La bella Kundry giunge al lago dove Gurnemanz è in attesa dell'arrivo di Amfortas insieme ai suoi scudieri.
Kundry porta un balsamo per lenire le ferite di Afmortas il quale,pur ringraziandola,desidera morire per dar sollievo ai suoi patimenti.
Gurnemanz,durante l'attesa,narra del cavaliere klingsor e di come Amfortas fosse stato da questi privato della lancia di Longino,l'arma che trapassò il costato di Cristo.Ma Amfortas poteva riscattarsi di tale disavventura grazie a un "puro folle" divenuto"per pietà saggio".Ultimato il racconto da parte di Gurnemanz,uno dei cigni sacri dell'ordine del Graal viene colpito da una freccia.Compare a questo punto un giovane che ne nutre pietà.Questi,interrogato da Gurnemanz,non sa narrare nulla di sè,ma Kundry lo riconosce e lo identifica come Parsifal,annunciandogli una triste verità sulla sua famiglia.Parsifal rimane scosso dal racconto di Kundry e perde i sensi.Viene,in seguito,condotto da Gurnemanz al castello del Graal,come quel "puro folle" di cui narrava.Nel tempio il vecchio Re Titurel,insieme ad altri cavalieri,convince Amfortas a rinnovare il sacro rito scoprendo il Graal,il calice si illumina di luce viva dinnanzi a Parsifal presente,il quale non comprende appieno il miracolo,e Gurnemanz decide di scacciarlo,ma una voce ripete la profezia del "puro folle".
Ho estratto la scena in cui viene coilpito il cigno.
GURNEMANZ
Opera inaudita!
Hai potuto uccidere quì nella foresta sacra,
la cui silente pace t'avvolgeva?
Non ti s'accostarono nel bosco mansuete bestie,
salutandoti insieme pie ed amiche?
Che mai ti cantava dai rami gli uccelletti?
Che mai t'ha fatto quel cigno fedele?
In volo s'era alzato la femminella sua a cercar,
per volare con lei sul lago in cerchio,
Ch'egli,così stupendo,al bagno consacrava.
E meraviglia non n'avesti?Solo t'attrasse
a tiro d'arco selvaggio e puerile?
Era a noi caro.A te,ora,a che serve?
Ma guarda,dunque!Quì l'hai colpito;
ancora il sangue si raggruma,pendono fiacche le ali,
le candide piume macchiate di scuro,
l'occhio spento,ne cogli lo sguardo?
(Parsifal ha ascoltato con commozione,spezza l'arco e getta vie le frecce)
Ti rendi conto del tuo misfatto?
(Parsifal si porta le mani sugli occhi)
Dommi,ragazzo,riconosci la tua gran colpa?
Come l'hai potuta commettere?
PARSIFAL
Non lo sapevo.
Ma anche la scena in cui si ode la voce di Titurel dietro il giaciglio di Amfirtas è di straordinaria bellezza.
TITUREL
Figlio mio,Amfortas,sei tu pronto al rito?
Potrò io oggi vedere ancora il Graal e vivere?
Debbo morire senza la guida del Salvatore?
AMFORTAS
Ahimè!Ahimè!Quale tortura!
Padre mio,oh!Una buona volta adempi tu al rito!
Vivi,vivi,e lasciami morire!
TITUREL
Nella tomba io vivo per benignità del Signore,
ma troppo,per servirlo,io sono debole.
Tu espia nell'ufficio la tua colpa!
Scoprite il Graal!
AMFORTAS
No,lasciatelo velato!Oh!
Come nessuno,nessuno misura lo strazio,
che la vista mi desta per voi estasiante!
Che cos'è la ferita,del dolor suo il furore,
contro il tormento,la pena dell'inferno,
d'essere a questo rito condannato!
Doloroso retaggio cui io sono votato,
io,peccatore unico fra tutti:
dover ministrar l'augusto santuario,
ed invocar sui puri la sua benedizione!
Oh,punizione!Punizione senza eguali,
ahimè,del regno della Grazia offeso!
Verso di quello,verso il sacro saluto,
io debbo struggermi aspirando;
da pena salutifera del mio animo profondo
a Lui debbo arrivare.
L'ora s'appressa:
un raggio luminoso scende sulla sacra coppa:
il velo cade.
(con lo sguardo fisso innanzi a sè)
Del sacro vaso il divino contenuto
s'infoca forte,fulgendo;
trafitto dallo spasimo di una suprema gioia,
la fonte di quel sangue sacrosanto,
io già la sento nel mio cuore fluire.
L'onda del mio proprio sangue peccatore
in fuga folle,deve allora in me stesso refluire,
nel mondo delle peccaminose mie brame
con terrore selvaggio traboccare.
Ed ecco nuovamente la porta forzare,
onde a torrenti ora 'effonde,
quì,attraverso questa ferita,simile alla Sua,
inferta dal colpo della medesima lancia,
che in croce aperse ferita al Redentore.
Attraverso di quella,con lagrime di sangue,
pianse il Divino per l'onta dell'umano,
in santo sospirar di compassione.
E da quella ora a me,in luogo santo tra i santi,
a me,ministro dei beni più divini,
di redentore balsamo custode,
sgorga il cocente sangue peccatore,
da quella fonte di brame sempre rinnovato,
che penitenza alcuna ha!mai non fermerà!
Pietà!Pietà!
D'ogni pietà,Signore!Ah!Pietà!
Il mio retaggio prendimi,
chiudi la mia ferita,
santo possa io morire,
puro risani in te!
FANCIULLI E ADOLESCENTI
"Per compassione sapiente,
il puro folle:
costante attendilo,
cui io ho detto"
CAVALIERI
Così ti fu promesso:
sicuro attendi:
adempi oggi al rito"
VOCE DI TITUREL
Scoprite il Graal!
Atto II
Klingsor persuade Kundry a sedurre Parsifal,poichè ella è strumento nelle sue mani per ammaliare i cavalieri del Graal al fine di renderli impuri.
Kundry ha un duplice volto,da un lato questo desiderio di seguire i dettami di Klingsor,dall'altro un incoercibile bisogno di redimersi per riscattarsi delle sue colpe,essendo ella la donna che sul Golgota aveva deriso il Cristo.
Ella agisce conducendo Parsifal in un giardino incantato,gli narra di sua madre Herzeleide causandogli dolore e promettendogli di risollevarlo da quel dolore con l'amore.
Ma Parsifal non cede nel ricordo del Graal.Allora Kundry lo supplica narrandogli del suo essere dannata e di come potebbe salvarsi se Parsifal acconsentisse a giacere con lei.
Parsifal ancora una volta non si smuove dalla suo essere integro,Kundry,allora,è costretta a invocare aiuto,giunge il mago Klingsor con in mano la lancia di Longino,ma nel momento in cui la scaglia contro il giovane Parsifal,l'arma miracolosamente rimane sospesa sul capo del giovane che l'afferra tracciando con essa il segno della croce.D'improvviso il giardino in cui si trova si muta in deserto e Kundry sviene.
Quì riporto la scena di quando Parsifal si ritrova con Kundry nel giardino,dopo aver desistito dalle tentazioni delle fanciulle sbocciate come fiori.Kundry rivela a Parsifal il dolore che la madre ha patito quand'egli dipartì.
PARSIFAL
Tutto questo,ho dunque sognato?
(Si volta per guardare da dove giunge la voce che ha udito)
PARSIFAL
Hai tu chiamao me,il Senzanome?
KUNDRY
Io ho chiamato te,o puro folle,
"fal parsi",
Te,puro folle,"Parsifal"
Così chiamò morendo,in paese d'Arabia
tuo padre Gamuret te,suo figlio,
te,chiuso ancora nel grembo di tua madre,
con tal nome,morendo,ei salutava;
per apprenderlo,io quì ti ho atteso:
Che t'ha portato qui,se non brama di saperlo?
PARSIFAL
Mai io ho veduto,nè pur sognato,quel che ora
io vedo,e di sgomento mi riempie.
Sei fiorita anche tu da codesta siepe fiorita?
KUNDRY
No,Parsifal,o puro folle!
Lontana,lontana è la mia Patria!
Sol perchè tu mi trovassi,io qui m' indugiai;
Di lungi io son venuta,ove molto io ho scorto.
Il bimbo io vidi al seno della Madre,
il suo primo balbettare ancor mi ride all'orecchio.
Il dolore nel cuore,
come rideva anche Dolor di cuore,
allor che ai suoi dolori
dava esultanza il pascolo degli occhi!
Sull'erbe tenere dolcemente adagiato,
lui soavemente con carezze addormentava;
a lui con ansia e con affanno
brama materna il sogno sorvegliava;
lui risvegliava al mattino
la cocente rugiada delle lagrime materne.
Un pianto solo ella fu,e atto di dolore
per l'amore e la morte di tuo padre;
il guardarti da simile sciagura,
valse a lei qual comando d'altissimo dovere.
Dall'armi lunge,da scontri e furor di uomini,
ella ti volle in silenzio celare e custodire.
Affanno solo ell'era ah!Ed ansietà:
ma novella non te ne doveva mai pervenire.
Non ne senti ancora il grido e il lamento
di lei,quando lontano t'attardavi?
Ma,oh!Qual era a lei il ridere di gioia,
quando,dopo il cercar,ti raggiungeva!
Che se poi con furore ti cingeva il suo braccio,
non ti balzava al bacio il cuor in petto?
Pure l'angoscia tu non ne sentisti,
nè dei suoi dolor la tempesta,
quando alfine,più non ritornando,
si dissipò la tua traccia.
Notti e giorni ella attese,
finchè il tormento le s'ammutolì,
in lei l'angoscia consumò il dolore.
Morte ella vagheggiò in silenzio;
il cuore le spezzò il dolore:
Dolor di cuore morì.
PARSIFAL
Ahimè!Ahimè!Che cosa ho fatto!Dov'ero io mai?
O madre!O cara,o dolce Madre!
Tuo figlio?Tuo figlio doveva ucciderti?
O folle!Sciocco ed ebbro folle!
Dove arrestasti tu di lei dimentico,
di lei,di lei dimentico?
Dolce,carissima madre!
Atto III
Gurnemanz scorge Krundy,la soccorre.
Giunge un cavaliere armato,Gurnemanz gli intima di deporre l'arma poichè è venerdì santo,questi obbedisce e si abbandona alla preghiera.E' Parsifal.E narrerà a Gurnemanz del Graal e del suo scopo.Apprende a sua volta che il Re Titurel è morto e Amfortas è ferito.Parsifal si duole della sua partenza che lo ha tenuto lontano tanto a lungo.Kundry ripeterà al Parsufal lo stesso gesto di cospargergli i piedi con unguento per asciugarli con i suoi capelli,come era avvenuto al Cristo.Gurnemanz proclama Parsifal Re del Graal,e Parsifal può battezzare Kundry.Poi entrambi sono condotti al capezzale del Re morto.Quì si rinnova il miracolo del "puro folle".Parsifal guarisce Amfortas risanandogli la ferita per mezzo della lancia sacra e il Graal viene scopeta mentre si alza in volo una colomba bianca.
Ecco le ultime battute di Parsifal che chiudono la scena.
PARSIFAL
Sanato sii,purificato e assolto!
Poichè io sono,che,oramai al tuo rito adempio.
Benedetto sia il tuo dolore,
che la forza suprema della compassione
e la potenza d'un purissimo sapere
dono ad un intimo folle!
La santa lancia
ecco,io vi rendo!
Oh!Di quale miracolo altissimo trionfo!
Da quella ch'ebbe potere di chiudere tua ferita,
un santo sangue scorre contemplo,
bramoso volto alla congiunta fronte,
che nell'onda del Graal colà fluisce.
Non deve più rimaner chiuso:
Scoprite il Graal!Apritene lo scrigno!
TUTTI
Miracolo d'altissima salute!
Redenzione al Redentore!
(La tela viene calata lentamente)
I testi scritti sono contenuti nel libretto ad opera de"la Fondazione Teatro La Fenice di Venezia".
Di seguito,il finale musicato del "Parsifal".
http://www.youtube.com/watch?v=4q-55eHg1-g
Nota.La scelta dei testi scritti e dei pezzi musicali presentati in questa discussione sono dettati semplicemente da un gusto personale.
Ma potrà essere arricchita ulteriormente da chiunque desiderasse esprimere in musica o parole le conoscenze e le sensazioni che questo Artista sa suscitare.
Una menzione a parte merita un'opera propriamente detta Romantica del Wagner,il "Lohengrin"che,insieme alle due opere "Vascello Fantasma" e "TannHauser" viene inclusa,appunto,nelle "Opere Romantiche".
Il legame che unisce il Lohengrin alle opere Arturiane è che,nella vicenda,viene rivelato che il cavaliere Lohengrin risulta essere figlio di Parsifal.
Sarà mia premura,qualora lo gradiate, trattare anche di quest'opera per completezza di informazioni sulle opere ispirate ai Romanzi Cortesi.
Grazie.
Wagner,Wilhelm Richard
Compositore tedesco che musicò due delle opere più raffinate della letteratura cortese,il "Tristano e Isotta" ed il "Parsifal".
Opere controverse e finalizzate alla rappresentazione di due distinti momenti della vita di Wagner ,ma anche due concetti idealistici quali l'amore e la religione che ben hanno trovato slancio nella letteratura cortese dei romanzi di cui sopra.
Il "Tristano e Isotta"(Tristan und Isolde) fu intrapeso in un periodo di vita in cui Wagner attraversava vicissitudini sentimentali ma anche economiche controverse.L'opera,infatti,insorse nella mente dell'autore come tributo alla celebrazione dell'amore vero,scopo ultimo e meta di felicità degli uomini.l'Amore agognato come un sogno che a lui,in quel momento veniva negato,poichè attraversava il trambusto di una realazione sentimentale con una donna,Mathilde,moglie di un suo ospite durante un soggiorno zurighese presso Wesendock.Questo amore extraconiugale fu causa delle separazione del compositore da sua moglie.Da quì l'inizio di una spregiudicata ricerca di risorse finanziarie a sovvenzionare le sue opere,nonchè il desiderio dell'inscenare e musicare il Sogno d'Amore che unico dona felicità agli uomini.Un sogno ideale,un Amore sconfinato che trionfi su ogni congiura del Fato,L'appertenersi accecante di due anime che si posseggono e che ben trovavano i loro modelli ideali nelle figure di Tristano e Isotta,secondo Wagner.
Il "Parsifal" segue il "Tristan und Isolde" e incentra il pensiero del compositore sulla peculiarità della consacrazione spirituale della religione mettendo in luce quel rito eucaristico nel quale si conclude il percorso religioso secondo aspetti preponderanti all'affermazione di una cultura germanica superiore tanto cara al compositore stesso.
Per comprendere questo concetto nelle sue più sublimi sfaccettature occorrerebbe apprendere di quel saggio"Religione e Arte"in cui Wagner espone il suo pensiero secondo cui la religione appartenga all'arte,nel senso che debba essere prerogativa dell'arte quella di salvare la religione.
L'aura che avvolge il "Parsifal"di Wagner è,appunto,pregna di sacralità soprattutto nelle scene del Graal presentate nel I e III atto,non manca,però,nella completezza dell'opera quell'aspetto di ambiguità e paradosso di cui spesso la religione si accompagna nella poetica moderna.
Wagner fu molto categorico,non si conosce per quali motivi,su una sua esplicita volontà che il "Parsifal"fosse unicamente rappresentato a Bayreuth dove per la prima volta andò in scena.
Uno dei commenti più esplicativi sul reale senso di comprensione del "Parsifal" viene,a mio avviso,da "Oltrecultura",periodico di informazione,spettacolo e cultura che asserisce,in merito all'opera del Wagner:"Fin dal Preludio la triade di virtù teologali Amore-Fede-Speranzaviene esposta e trasfigura nella morale umana che, contraendo debito da Schopenhauer,Wagner fa discendere dalla compassione, che, in Parsifal assume una potenza capace di superare le pulsioni sessuali e, si badi bene, scardinare persino la trappola edipica tesa all'eroe puro-folle da Kundry.Il concetto di compassione in Wagnerfu motivo di aspro scontro con Nietzsche; il musicista tuttavia, propone una pietas dolorosa, non una luminosa e gratificante carità cristiana, quanto un senso di colpa che conduce alla consapevolezza; l'uccisone di un cigno scava nell'animo del ragazzo e rappresenta un'iniziazione. "Durch Mitleid wissend" (consapevole attraverso la compassione), ecco la sostanza programmatica della "redenzione del redentore".
Il "Parsifal" fu opera alquanto discussa,non tutte le critiche l'accolsero favorevolmente,ma di sicuro ha lasciato un segno nel panorama della musica classica,tanto che Claude Debussy si espresse così:"Parsifal è uno dei più bei monumenti sonori che mai siano stati innalzati alla gloria imperturbabile della musica".
Per comprendere profondamente quale fosse l'idea di "opera" di Wagner,mi piace sempre ricordare che egli stesso amava affermare di essere prodigo di illuminazioni mirabili che presentava un'unica volta quasi sfiorandole di sfuggita,tanto che talvolta,disperò di poter realizzare le sue visioni sonore con i mezzi a sua disposizione,poichè tanto era fervida la sua genialità che egli non trovava riscontro in alcun mezzo terreno per realizzare quanto il suo pensiero fosse capace di concepire(e "Il Crepuscolo degli Dei"fu la perfetta espressione di quanto sopra affermato).
Tristano e Isotta
Dramma musicale in tre atti,su libretto dello stesso Wagner.
Si narra che,durante la partitura e la scrittura dell'opera,Mathilde,amica amata ed amante di Wagner,fosse la sua interlocutrice privilegiata.
L'ispirazione è tratta dal poema "Tristano"di Goffredo di Strasburgo.
Differente fonte di ispirazione tra l'opera letteraria e quella musicale fu la fatalità del filtro,poichè nell'opera musicata stessa,esso non funge da mezzo di innamoramento,quanto da rivelatore confessionale di una verità preesistente,cioè amore reciproco e taciuto tra i due amanti.
In realtà il filtro magico serve alla rappresentazione teatrale per poter palesare sulla scena l'eruzione di sentimenti delicati ed inesplorabili che trovano albergo nelle profondità dell'essere umano,quasi come rilegati nell'inconscio.
L'opera di Wagner ha esordio con una scena drammatica e centrale narrata da Isotta,la quale nutre in seno due forti sentimenti contrastanti,il desiderio di vendetta sulla morte di Marold da parte di Tristano e l'amore che le si sta insinuando in petto con sempre maggior preponderanza verso il suo uccisore.
Il Preludio.
Il raffinato musicologo Sergio Sablich commenta l'opera annunciando che il preludio concentra in una lenta elaborazione sinfonica uno stato d'animo unico,ancorchè dissociato(..)
Wagner scriveva che quella di Tristano e Isotta è la storia di "un desiderio eterno, struggente, della beatitudine e della miseria dell'amore; mondo, potere, gloria, onore, cavalleria, lealtà, amicizia: tutto gettato via come un sogno senza sostanza; una cosa sola lasciata in vita: il desiderio, desiderio insaziabile, uno struggimento, una brama, un languore eternamente rinnovato; una sola via di redenzione: morte, fine di tutto, un sonno senza risveglio". Questo stato d'animo costituisce il contenuto poetico e musicale del Preludio.
Questo stato d'animo costituisce il contenuto poetico e musicale del Preludio, che circoscrive in una lunga catena di stadi successivi quell'insaziabile passione che si dilata - è ancora Wagner a parlare - "dalla prima timida confessione [motivi del Dolore e del Desiderio] al più dolce prolungamento [motivi dell'Angoscia di Tristano e dello Sguardo], per ansiosi sospiri, speranze e timori, lamenti e desideri, gioia e tormento, alla più possente delle sollecitazioni, allo sforzo più poderoso nella ricerca della breccia per la quale si aprisse al cuore ardente all'estremo la via che mena all'oceano dell'infinita gioia d'amore. Invano! Il cuore ricade esausto, per struggersi d'una brama che mai sarà esaudita, poiché ogni appagamento reca nella sua scia solo un rinnovato desiderio, finché nell'estrema prostrazione l'occhio languente ha la fuggevole visione del conseguimento della gioia sublime: la gioia della morte, del non più essere, della redenzione finale in quel regno meraviglioso dal quale tanto più siamo allontanati, quanto più tentiamo di penetrarvi con forza".
Ed eccolo ,il preludio.
http://www.youtube.com/watch?v=3kK1fNen230
Atto I
(Ambientato sulla nave di Tristano)
Isotta,la principessa Irlandese che Tristano sta conducendo presso suo zio Re Marke in Cornovaglia,è nella sua tenda quando le viene annunciato dall'ancella Brangania che verso sera approderanno sulle coste della Cornovaglia.Isotta è agitata e chiede che vanga condotto da lei Tristano,ma questi rifiuta poichè non può,in alcun modo,abbandonare il timore.Il suo scudiero,Kurwenald,avendo assistito,schernisce Isotta intonando una canzone che ricorda come Marold,fidanzato di Isotta,fosse stato ucciso da Tristano.Isotta rimane turbata da quanto udito dall'improvvisato cantore e narra ogni suo turbamento alla sua ancella,Brangania,rivelandole che ella stessa aveva curato le ferite dell'uccisore,Tristano,tratta da lui in inganno poichè s'era a lei mostrato quale cavaliere ferito di nome Tancris.
Brangania cerca di apportarle conforto ricordandole dei filtri magici in suo possesso.
Isotta la esorta a preparare un filtro di morte per Tristano,ma l'ancella ha compassione della principessa e di Tristano,decidedo di preparare un filtro d'amore,invece.
Approdati sulla costa,Isotta convoca nuovamente Tristano il quale comprende il suo desiderio di vendetta e le offre la sua spada perchè ella possa farsi giustizia uccedindolo,ma Isotta rifiuta e gli offre in cambio la coppa.Credendo trattarsi del filtro di morte da lei richiesto,anch'ella beve dalla coppa.In preda all'effeto del filtro,i due rimangono a contemplarsi fino all'ardente desiderio di stringersi in un abbraccio,col quale si ultima questo primo Atto.
Di questo I Atto,ecco il momento dello scherno e l'angoscia in preda alla quale si ritrova Isotta.
VOCE DELLO SCUDIERO
(Isotta non lo vede,può udirne solo la voce che proviene dall'altro)
A Ovest
vaga lo sguardo;
a Est
corre la nave.
Fresco soffia il vento
verso la patria:
bimba mia d'Irlanda,
dove dimori?
Sono i soffi dei tuoi sospiri
che gonfian le mie vele?
Soffia,soffia,o vento!
Ahi!Ahimè bimba mia!
Ragazza d'Irlanda,
selvaggia,amorosa ragazza!
ISOTTA
(Trasalendo all'improvviso)
Chi osa schernirmi?
(Si guarda intorno turbata)
Brangania,tu?
Di',dove siamo?
BRANGANIA
(Risponde)
Fasce d'azzurro
si levano ad Est;
dolce e veloce
velaggia la nave:
su calmo mare avanti sera
tocchiamo terra.
ISOTTA
Quale terra?
BRANGANIA
La verde spiaggia di Cornovaglia.
ISOTTA
Mai,Mai!
Nè oggi,nè domani!
BRANGANIA
(Lascia cadere la tende e s'affretta verso la sua signora)
Che sento!Signora!Ah!
ISOTTA
(Tra sè)
Razza bastarda!
Indegna degli avi!
Dove,madre,
smarristi il potere
di comandare mare e tempesta?
Oh!Domata arte
di maga,
che distilla solo balsamici filtri!
Ridestati in me
audace potenza;
esci dal petto
dove ti celasti!
Udite il mio volere
venti sgomenti!
Infuri il turbine,
si scateni la tempesta!
Destate dal sonno
questo sognante mare,
svegliate dall'abisso
la sua crucciosa avidità!
Mostrategli la preda
Che gli offro!
Infranga questa superba nave
e ne ighiotta la sfracellata carcassa!
E quanto vive sulla nave,
quanto vi respira,
a voi,venti,lascio in compenso!
Atto II
(Fuori al Palazzo di Re Marke)
Giardino davanti alla stanza d'Isotta alla quale conducono lateralmente alcuni gradini.Chiara,deliziosa notte estiva..
Nella notte d'estate Brangania si trova con Isotta e regge una torcia accesa.Lo spegnimento della fiamma sarà il segnale che Tristano coglie per giungere.In lontananza si odono i corni della partita i caccia di Re Marke.Isotta è impaziente e nonostante l'ancella le dice di nutrire timore per un agguato da parte di Melot che odia Tristano,ella spegne la torcia.Tristano giunge a cingere nelle sue braccia Isotta,è un momento di dolcezza,di abbandono,i due amanti dimentichi del tempo,vengono bruscamente interrotti da Brangania poichè l'alba è sopraggiunta,ma questi la ignorano fino a quando non sono nuovamente interrotti da un urlo dell'ancella;è sopraggiunto Kurwenald che grida a Tristano che stanno per giungere i cacciatori.Ma Tristano desidera,piuttosto l'esilio,esorta Isotta a seguirlo ma nel mentre Melot lo ferisce con la spada.
Ho scelto il momento in cui i due amanti si abbandonano in seno alla notte.
TRISTANO
(Stringe a sè Isotta)
Così morimmo,
perchè,inseparati,
in eterno uniti
senza fine,
senza risveglio,senza sospetto,
senza nome,
in preda all'amore,
consacrati a noi stessi,
vivessimo solo d'amore!
ISOTTA
(Levando gli occhi su di lui come in estasi,pensosa)
Così morremo,
perchè inseparati.
TRISTANO
In eterno uniti
senza fine.
ISOTTA
Senza risveglio
TRISTANO
Senza sospetto.
ENTRAMBI
Senza nome,
in preda all'amore,
consacrati a noi stessi,
vivessimo solo d'amore!
Isotta,come soggiogata,avvicina la testa al petto di Tristano.
VOCE DI BRANGANIA
Attenti!
Attenti!
Già s'approssima al giorno la notte.
TRISTANO
(sorridendo,chino su Isotta)
Devo porgere ascolto?
ISOTTA
(Adorante,osservando Tristano)
Lasciami morire!
TRISTANO
Devo vegliare?
ISOTTA
Mai destarsi!
TRISTANO
Deve il giorno
destare ancora Tristano?
ISOTTA
Lascia che il giorno
ceda alla morte!
TRISTANO
La minaccia del giorno
dunque,così sfideremmo?
ISOTTA
(entusiasta)
Al suo inganno per sfuggire in eterno!
TRISTANO
Il suo splendore crepuscolare
non ci allontanerebbe mai?
ISOTTA
(Sollevandosi)
In eterno duri per noi la notte!
(Tristano la segue,s'abbracciano con passione,esultazione).
ENTRAMBI
Oh,eterna notte,
dolce notte!
Eletta,sublime
notte d'amore!
Chi tu hai stretto,
a chi hai sorriso,
come senza timore
sarebbe mai da te destato?
Ora bandisci il timore,
o nobile morte,
con ardore bramata
morte d'amore!
Nelle tue braccia,
a te consacrati,
calore sacro e antico,
liberi dall'affanno del ridestarsi.
TRISTANO
Come comprenderla,
come lasciarla,
questa voluttà?
ENTRAMBI
lontana dal sole
lontana dal dolore
quotidiano della separazione!
Atto III
Tristano,ferito,viene trasportato da Kurwenald nel suo castello,in Bretagna.Mentre Tristano giace nel suo letto,ode un pastore suonare una nenia che annuncia la venuta di Isotta,Tristano si precipita per andarle incontro,ma nel delirio cade morto.Isotta,vedendolo,sviene al suo fianco.
Nel frattempo sbarcano anche Re Marke e i suoi per combattere contro i Britanni.Melot(nemico di Tristano) viene ucciso da Kurwenald,ma anche questi muore a seguito delle ferite riportate.Re Marke,turbato,apprende della storia del filtro preparato da Brangania e,commosso,narra ai suoi uomini d'essere giunto per perdonareTristano e permettrgli di riallacciarsi a Isotta.
Ma Isotta non crede a nulla e cade morta su Tristano.
Queste le ultime parole di Isotta riversa sul corpo di Tristano morto.
ISOTTA
Dolce e lieve
come sorride,
cime l'occhio
incantevole egli apre
vedete,amici?
Forse non lo vedete?
Sempre più luminoso
come risplende,
raggiante quasi stella
in alto si leva?
Non lo vedete?
Come il suo cuore ardito si gonfia,
colmo e sublime
nel petto gli zampilla?
Come dalle sue labbra
tenere e soavi
un dolce respiro
molle s'effonde.
Amici,vedete!
Non lo sentite?
Non lo vedete?
O forse io sola odo
questa melodia,
che sì mirabile,
sì soave,
dolente per voluttà,
tutto esprimendo,
soavemente conciliante
da lui riverberando,
penetra in me,
in alto si lancia,
dolcemente echeggiando
risuona a me d'intorno?
Più chiare risuonando,
fluttuandomi appresso,
son forse onde
di teneri zefiri?
son forse onde
di voluttuosi vapori?
Mentre si gonfiano,
mi sussurrano intorno,
devo respirarle?
Devo aspirarle?
In esse svanire?
Dolcemente
nei vapori esalare?
Nel flusso ondeggiante,
nell'armonia risonante,
nello spirante universo
del respiro del mondo
annegare,
inabissarmi,
senza coscienza
suprema voluttà!
Isotta,come trasfiguarata,s'accascia dolcemente nelle braccia di Brangania sul cadavere di Tristano.
Marke benedice gli amanti.
Cala il sipario.
Ed ecco il finale.
http://www.youtube.com/watch?v=NLAbS3meaLE
I brani riportati sono tratti dal libretto "fondazione teatro La Fenice"di Venezia per le rappresentazioni teatrali al Malibran.
Parsifal
Dramma sacro in tre atti.
Espressione in forma artistica della religione.
Nel commento di Michele Girardi che accompagna il libretto e la guida all'opera redatta da "la Fenice prima dell'Opera 2004-2005",si legge che il Parsifal è un'opera "cattiva",intesa nell'interpretazione del pensiero niezscheriano che definisce il Parsifal un'"opera della malvagità,della brama di vendetta,del segreto veneficio contro i supposti della vita,un'opera cattiva".
Anche dal Marinetti viene una critica negativa all'opera affiancando un inusuale binomio Tango-Parsifal.Egli,infatti asserisce:"come il tango argentino "minaccia di imputridire tutte le razze,generalizzandole",tale ribadisce che"Parsifal è peggio,poichè inocula(...)una incurabile nevrastenia musicale".
Da contro,c'è chi sostine che"Legato estremo dell'arte magica del suo creatore,il Parsifal è il dono di Wagner a tutta l'arte moderna,un dono che germoglia nei giardini fin-de-siècle e che vive,perciò,di profonde quanto insolubili contraddizioni";Michele Girardi,per l'appunto.
Atto I
(si svolge presso il lago sacro del dominio del Graal)
La bella Kundry giunge al lago dove Gurnemanz è in attesa dell'arrivo di Amfortas insieme ai suoi scudieri.
Kundry porta un balsamo per lenire le ferite di Afmortas il quale,pur ringraziandola,desidera morire per dar sollievo ai suoi patimenti.
Gurnemanz,durante l'attesa,narra del cavaliere klingsor e di come Amfortas fosse stato da questi privato della lancia di Longino,l'arma che trapassò il costato di Cristo.Ma Amfortas poteva riscattarsi di tale disavventura grazie a un "puro folle" divenuto"per pietà saggio".Ultimato il racconto da parte di Gurnemanz,uno dei cigni sacri dell'ordine del Graal viene colpito da una freccia.Compare a questo punto un giovane che ne nutre pietà.Questi,interrogato da Gurnemanz,non sa narrare nulla di sè,ma Kundry lo riconosce e lo identifica come Parsifal,annunciandogli una triste verità sulla sua famiglia.Parsifal rimane scosso dal racconto di Kundry e perde i sensi.Viene,in seguito,condotto da Gurnemanz al castello del Graal,come quel "puro folle" di cui narrava.Nel tempio il vecchio Re Titurel,insieme ad altri cavalieri,convince Amfortas a rinnovare il sacro rito scoprendo il Graal,il calice si illumina di luce viva dinnanzi a Parsifal presente,il quale non comprende appieno il miracolo,e Gurnemanz decide di scacciarlo,ma una voce ripete la profezia del "puro folle".
Ho estratto la scena in cui viene coilpito il cigno.
GURNEMANZ
Opera inaudita!
Hai potuto uccidere quì nella foresta sacra,
la cui silente pace t'avvolgeva?
Non ti s'accostarono nel bosco mansuete bestie,
salutandoti insieme pie ed amiche?
Che mai ti cantava dai rami gli uccelletti?
Che mai t'ha fatto quel cigno fedele?
In volo s'era alzato la femminella sua a cercar,
per volare con lei sul lago in cerchio,
Ch'egli,così stupendo,al bagno consacrava.
E meraviglia non n'avesti?Solo t'attrasse
a tiro d'arco selvaggio e puerile?
Era a noi caro.A te,ora,a che serve?
Ma guarda,dunque!Quì l'hai colpito;
ancora il sangue si raggruma,pendono fiacche le ali,
le candide piume macchiate di scuro,
l'occhio spento,ne cogli lo sguardo?
(Parsifal ha ascoltato con commozione,spezza l'arco e getta vie le frecce)
Ti rendi conto del tuo misfatto?
(Parsifal si porta le mani sugli occhi)
Dommi,ragazzo,riconosci la tua gran colpa?
Come l'hai potuta commettere?
PARSIFAL
Non lo sapevo.
Ma anche la scena in cui si ode la voce di Titurel dietro il giaciglio di Amfirtas è di straordinaria bellezza.
TITUREL
Figlio mio,Amfortas,sei tu pronto al rito?
Potrò io oggi vedere ancora il Graal e vivere?
Debbo morire senza la guida del Salvatore?
AMFORTAS
Ahimè!Ahimè!Quale tortura!
Padre mio,oh!Una buona volta adempi tu al rito!
Vivi,vivi,e lasciami morire!
TITUREL
Nella tomba io vivo per benignità del Signore,
ma troppo,per servirlo,io sono debole.
Tu espia nell'ufficio la tua colpa!
Scoprite il Graal!
AMFORTAS
No,lasciatelo velato!Oh!
Come nessuno,nessuno misura lo strazio,
che la vista mi desta per voi estasiante!
Che cos'è la ferita,del dolor suo il furore,
contro il tormento,la pena dell'inferno,
d'essere a questo rito condannato!
Doloroso retaggio cui io sono votato,
io,peccatore unico fra tutti:
dover ministrar l'augusto santuario,
ed invocar sui puri la sua benedizione!
Oh,punizione!Punizione senza eguali,
ahimè,del regno della Grazia offeso!
Verso di quello,verso il sacro saluto,
io debbo struggermi aspirando;
da pena salutifera del mio animo profondo
a Lui debbo arrivare.
L'ora s'appressa:
un raggio luminoso scende sulla sacra coppa:
il velo cade.
(con lo sguardo fisso innanzi a sè)
Del sacro vaso il divino contenuto
s'infoca forte,fulgendo;
trafitto dallo spasimo di una suprema gioia,
la fonte di quel sangue sacrosanto,
io già la sento nel mio cuore fluire.
L'onda del mio proprio sangue peccatore
in fuga folle,deve allora in me stesso refluire,
nel mondo delle peccaminose mie brame
con terrore selvaggio traboccare.
Ed ecco nuovamente la porta forzare,
onde a torrenti ora 'effonde,
quì,attraverso questa ferita,simile alla Sua,
inferta dal colpo della medesima lancia,
che in croce aperse ferita al Redentore.
Attraverso di quella,con lagrime di sangue,
pianse il Divino per l'onta dell'umano,
in santo sospirar di compassione.
E da quella ora a me,in luogo santo tra i santi,
a me,ministro dei beni più divini,
di redentore balsamo custode,
sgorga il cocente sangue peccatore,
da quella fonte di brame sempre rinnovato,
che penitenza alcuna ha!mai non fermerà!
Pietà!Pietà!
D'ogni pietà,Signore!Ah!Pietà!
Il mio retaggio prendimi,
chiudi la mia ferita,
santo possa io morire,
puro risani in te!
FANCIULLI E ADOLESCENTI
"Per compassione sapiente,
il puro folle:
costante attendilo,
cui io ho detto"
CAVALIERI
Così ti fu promesso:
sicuro attendi:
adempi oggi al rito"
VOCE DI TITUREL
Scoprite il Graal!
Atto II
Klingsor persuade Kundry a sedurre Parsifal,poichè ella è strumento nelle sue mani per ammaliare i cavalieri del Graal al fine di renderli impuri.
Kundry ha un duplice volto,da un lato questo desiderio di seguire i dettami di Klingsor,dall'altro un incoercibile bisogno di redimersi per riscattarsi delle sue colpe,essendo ella la donna che sul Golgota aveva deriso il Cristo.
Ella agisce conducendo Parsifal in un giardino incantato,gli narra di sua madre Herzeleide causandogli dolore e promettendogli di risollevarlo da quel dolore con l'amore.
Ma Parsifal non cede nel ricordo del Graal.Allora Kundry lo supplica narrandogli del suo essere dannata e di come potebbe salvarsi se Parsifal acconsentisse a giacere con lei.
Parsifal ancora una volta non si smuove dalla suo essere integro,Kundry,allora,è costretta a invocare aiuto,giunge il mago Klingsor con in mano la lancia di Longino,ma nel momento in cui la scaglia contro il giovane Parsifal,l'arma miracolosamente rimane sospesa sul capo del giovane che l'afferra tracciando con essa il segno della croce.D'improvviso il giardino in cui si trova si muta in deserto e Kundry sviene.
Quì riporto la scena di quando Parsifal si ritrova con Kundry nel giardino,dopo aver desistito dalle tentazioni delle fanciulle sbocciate come fiori.Kundry rivela a Parsifal il dolore che la madre ha patito quand'egli dipartì.
PARSIFAL
Tutto questo,ho dunque sognato?
(Si volta per guardare da dove giunge la voce che ha udito)
PARSIFAL
Hai tu chiamao me,il Senzanome?
KUNDRY
Io ho chiamato te,o puro folle,
"fal parsi",
Te,puro folle,"Parsifal"
Così chiamò morendo,in paese d'Arabia
tuo padre Gamuret te,suo figlio,
te,chiuso ancora nel grembo di tua madre,
con tal nome,morendo,ei salutava;
per apprenderlo,io quì ti ho atteso:
Che t'ha portato qui,se non brama di saperlo?
PARSIFAL
Mai io ho veduto,nè pur sognato,quel che ora
io vedo,e di sgomento mi riempie.
Sei fiorita anche tu da codesta siepe fiorita?
KUNDRY
No,Parsifal,o puro folle!
Lontana,lontana è la mia Patria!
Sol perchè tu mi trovassi,io qui m' indugiai;
Di lungi io son venuta,ove molto io ho scorto.
Il bimbo io vidi al seno della Madre,
il suo primo balbettare ancor mi ride all'orecchio.
Il dolore nel cuore,
come rideva anche Dolor di cuore,
allor che ai suoi dolori
dava esultanza il pascolo degli occhi!
Sull'erbe tenere dolcemente adagiato,
lui soavemente con carezze addormentava;
a lui con ansia e con affanno
brama materna il sogno sorvegliava;
lui risvegliava al mattino
la cocente rugiada delle lagrime materne.
Un pianto solo ella fu,e atto di dolore
per l'amore e la morte di tuo padre;
il guardarti da simile sciagura,
valse a lei qual comando d'altissimo dovere.
Dall'armi lunge,da scontri e furor di uomini,
ella ti volle in silenzio celare e custodire.
Affanno solo ell'era ah!Ed ansietà:
ma novella non te ne doveva mai pervenire.
Non ne senti ancora il grido e il lamento
di lei,quando lontano t'attardavi?
Ma,oh!Qual era a lei il ridere di gioia,
quando,dopo il cercar,ti raggiungeva!
Che se poi con furore ti cingeva il suo braccio,
non ti balzava al bacio il cuor in petto?
Pure l'angoscia tu non ne sentisti,
nè dei suoi dolor la tempesta,
quando alfine,più non ritornando,
si dissipò la tua traccia.
Notti e giorni ella attese,
finchè il tormento le s'ammutolì,
in lei l'angoscia consumò il dolore.
Morte ella vagheggiò in silenzio;
il cuore le spezzò il dolore:
Dolor di cuore morì.
PARSIFAL
Ahimè!Ahimè!Che cosa ho fatto!Dov'ero io mai?
O madre!O cara,o dolce Madre!
Tuo figlio?Tuo figlio doveva ucciderti?
O folle!Sciocco ed ebbro folle!
Dove arrestasti tu di lei dimentico,
di lei,di lei dimentico?
Dolce,carissima madre!
Atto III
Gurnemanz scorge Krundy,la soccorre.
Giunge un cavaliere armato,Gurnemanz gli intima di deporre l'arma poichè è venerdì santo,questi obbedisce e si abbandona alla preghiera.E' Parsifal.E narrerà a Gurnemanz del Graal e del suo scopo.Apprende a sua volta che il Re Titurel è morto e Amfortas è ferito.Parsifal si duole della sua partenza che lo ha tenuto lontano tanto a lungo.Kundry ripeterà al Parsufal lo stesso gesto di cospargergli i piedi con unguento per asciugarli con i suoi capelli,come era avvenuto al Cristo.Gurnemanz proclama Parsifal Re del Graal,e Parsifal può battezzare Kundry.Poi entrambi sono condotti al capezzale del Re morto.Quì si rinnova il miracolo del "puro folle".Parsifal guarisce Amfortas risanandogli la ferita per mezzo della lancia sacra e il Graal viene scopeta mentre si alza in volo una colomba bianca.
Ecco le ultime battute di Parsifal che chiudono la scena.
PARSIFAL
Sanato sii,purificato e assolto!
Poichè io sono,che,oramai al tuo rito adempio.
Benedetto sia il tuo dolore,
che la forza suprema della compassione
e la potenza d'un purissimo sapere
dono ad un intimo folle!
La santa lancia
ecco,io vi rendo!
Oh!Di quale miracolo altissimo trionfo!
Da quella ch'ebbe potere di chiudere tua ferita,
un santo sangue scorre contemplo,
bramoso volto alla congiunta fronte,
che nell'onda del Graal colà fluisce.
Non deve più rimaner chiuso:
Scoprite il Graal!Apritene lo scrigno!
TUTTI
Miracolo d'altissima salute!
Redenzione al Redentore!
(La tela viene calata lentamente)
I testi scritti sono contenuti nel libretto ad opera de"la Fondazione Teatro La Fenice di Venezia".
Di seguito,il finale musicato del "Parsifal".
http://www.youtube.com/watch?v=4q-55eHg1-g
Nota.La scelta dei testi scritti e dei pezzi musicali presentati in questa discussione sono dettati semplicemente da un gusto personale.
Ma potrà essere arricchita ulteriormente da chiunque desiderasse esprimere in musica o parole le conoscenze e le sensazioni che questo Artista sa suscitare.
Una menzione a parte merita un'opera propriamente detta Romantica del Wagner,il "Lohengrin"che,insieme alle due opere "Vascello Fantasma" e "TannHauser" viene inclusa,appunto,nelle "Opere Romantiche".
Il legame che unisce il Lohengrin alle opere Arturiane è che,nella vicenda,viene rivelato che il cavaliere Lohengrin risulta essere figlio di Parsifal.
Sarà mia premura,qualora lo gradiate, trattare anche di quest'opera per completezza di informazioni sulle opere ispirate ai Romanzi Cortesi.
Grazie.