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Altea
01-10-2011, 13.16.24
Entrai nella nuova dimora, sebbene fosse una dimora di caccia era arredato in stile nobile e di buon gusto, mi guardavo attorno frastornata ma presto avrei preso confidenza con quel luogo nuovo, anzi ora era la mia dimora. Mi rivolsi a Angry "i miei omaggi signora Angry, non ci siamo presentate ma dovremmo passare molto tempo assieme. Ho conosciuto Lord Carrinton per caso e subito si è interessato a me, io provengo dalla corte di Irlanda, i miei genitori sono i conti O' Kenninghton e mio padre è un valoroso cavaliere alla corte. Sono venuta fino in Inghilterra perchè volevo conoscere questi luoghi, e Camelot...mi ha sempre affascinata studiandola con il mio maestro sui libri. Anche se vi devo ammettere mi manca molto il verde della mia terra natia e pure i miei genitori". Mi recai verso una grande stanza di bellissime fattezze e con arredi chiari, quella doveva essere la mia stanza "Aspetto i miei bagagli, e soprattutto i miei vestiti, nel frattempo gradirei un buon the Angry. Ah, e se posso anche un calamaio e della carta, devo scrivere una missiva". Mi stesi sul letto e lentamente mi addormentai, pensando a Lyo. Come potevo rivederlo? Gli dovevo la vita, ma ora mi avrebbe odiata sapendo che ero qui, in questa casa. Il mio non era amore, ma nutrivo per lui una profonda amicizia, era la prima persona che mi aveva riservata della gentile attenzione in queste lande. Mi persi poi in un sonno profondo.

Guisgard
01-10-2011, 20.10.06
Hagus allora chiese al locandiere due stanze: una per sé ed una per Melisendra.
I due furono così condotti al piano di sopra per prendere possesso ciascuno della propria stanza.
“Milady, io sono nella stanza accanto alla vostra” disse Hagus a Melisendra “e se vi occorre qualcosa non esitate a chiamarmi. Vi auguro una serena notte.”
Ma poco dopo, quando per le strade anche gli ultimi schiamazzi sembravano spegnersi, Melisendra cominciò ad udire qualcosa.
Era una lenta e malinconica melodia che pareva provenire dal basso, dalla strada.
E più la ragazza sentiva quel suono, più le sembrava familiare.

“E’ un nuovo servitore, padre?” Chiese Melisendra mentre insieme a suo padre scendeva nelle scuderie.
“No, non è un semplice servitore...” spiegò suo padre “... egli ha tutta la mia fiducia e poi è un ragazzo molto in gamba... è un passionale, con un gran cuore, anche se cela tutto questo dietro quella grande rabbia che racchiude dentro di sé... ma ora lo conoscerai.”
Giunsero nelle scuderie, ma di Tyler non vi era traccia.
“Dov’è andato quel ragazzo che è giunto con me stamani?” Chiese il signore di Beauchamps agli stallieri.
“Fino a un attimo fa era qui...” rispose uno di questi “... quel ragazzo sembra essere come il vento... inquieto ed incostante.”
Ad un tratto Melisendra sentì una singolare melodia, che proveniva da dietro le scuderie.
Seguì quel suono e trovò un ragazzo che suonava soffiando in una larga foglia che teneva stretta alla bocca.
E appena questi vide Melisendra smise di suonare, restando quasi incantato dall’immagine di lei.

Quella musica nella notte aveva ridestato in lei quell’antico ricordo.
Un ricordo che sembrava quasi confondersi con l’inquietudine e la malinconia di quella notte.

Guisgard
01-10-2011, 20.17.41
Angry ascoltò quasi con distacco le parole di Altea.
“Milady, io sono Angry, la vostra governante…” disse “... per qualsiasi vostro bisogno chiedete pure a me. Presto Roowey porterà qui i vostri bagagli.” Si allontanò per qualche istante, per poi ritornare con la carta ed il calamaio che la ragazza aveva chiesto. “Se vi occorre altro suonate pure il campanellino che c’è sul vostro comodino. Con permesso, milady.”
“Saresti dovuta restare in Irlanda…” mormorò con un filo di voce, quasi impercettibile, mentre usciva dalla stanza.

Guisgard
01-10-2011, 20.27.04
Il Presbitero Tommaso e Cavaliere25 attraversavano il lungo corridoio che li avrebbe condotti allo studio di Missan.
“Cavaliere25…” ripetè il chierico “… vedi questa?” Mostrando al ragazzo un’immaginetta di San Michele Arcangelo. “Osserva attentamente…” chiuse la mano, per poi riaprirla vuota. “Magia? No, non è magia…” e sfiorò con la mano i capelli del giovane aiutante di Missan “… ecco dov’era San Michele Arcangelo… nascosto tra i tuoi capelli.” Mostrando di nuovo l’immaginetta santa. “Tienila con tè, Cavaliere25…” fissandolo “… San Michele ti proteggerà sempre…” e diede l’immaginetta al giovane.
Un attimo dopo giunsero davanti allo studio di Missan

Altea
01-10-2011, 20.39.29
Il mio sonno fu turbato da profondi incubi, mi svegliai di soprassalto, quasi non ricordavo più dove mi trovassi, poi mi ripresi e mi guardai attorno, ancora indossavo gli abiti ma vidi che i miei bagagli erano stati portati nella stanza. Mi avvicinai allo scrittoio con la candela in mano, e mi accorsi che Angry aveva portato ciò di cui avevo bisogno per mettermi in contatto con i miei genitori.

Mia adorato padre, mia amata madre
molte cose strane sono occorse in questi giorni qui in terra d'Inghilterra.
Ho fatto la conoscenza con un giovane cavaliere, messer Lyo, un giovane che mi salvò la vita da dei gaglioffi. Ma soprattutto ciò che cambiò la mia vita fu l'incontro con Milord Carrinton, egli mi sta ospitando nella sua dimora di caccia, ovviamente egli dimora nel suo palazzo a Camelot. A mio servizio ci sono dei fedeli suoi servitori, quindi non dovete temere per me. Non ho mai voluto confessarvi che Lady Sophia con me è stata scortese, infatti quasi me ne sono andata da casa sua perchè offese il mio sangue irlandese e l'Irlanda intera, ella era solo interessata alla vostra rendita. Ora sarò io a provvedere ad essa, ringrazio voi madre per i bellissimi vestiti e gioielli che mi mandate, sapete benissimo che non amo andar per negozi, e ringrazio voi padre per quella catenina di diamante a forma di trifoglio, con un significato particolare. Mi mancate molto, vorrei potervi incontrarvi, sono nelle vostre mani. E ogni notizia potete mandarmi ne sarei lieta.
Con affetto e amore, vostra figlia Altea Costance O'Kenninghton.

Chiusi la lettera, la sigillai con la cera lacca e con uno stampino preso dal mio borsello impressi il simbolo del nostro casato. Ora dovevo farla recapitare ai miei genitori ma ci avrei pensato domani mattina.

La casa era avvolta nel silenzio, aprii la porta e mi incamminai scalza a curiosare nelle varie stanze, quando entrai in una stanza da letto sontuosamente arricchita con arazzi e appeso un ritratto di una donna bellissima, rimasi a bocca aperta davanti tale bellezza ma anche perplessa. Non sapevo se stessi facendo la cosa giusta, troppe cose stavano accadendo.

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Guisgard
01-10-2011, 20.59.18
Daniel e Marco, trovati quegli zingari accampati nella campagna, decisero di tornare al Belvedere e riferire ogni cosa a Guisgard.
E giunti al palazzo, trovarono ai cancelli alcuni soldati del duca.
Con loro vi era anche Arthos.
“Cosa ci fate qui, voi due?” Chiese vedendo i due fratelli. “Sir Guisgard non vi aveva concesso una bella licenza per spassarvela un po’? Siete così ligi al dovere da rifiutare anche un po’ di sano divertimento?” E rise di gusto.

Daniel
01-10-2011, 21.12.03
<<Dobbiamo riferirgli una certa cosa.. Ma perche voi siete qui?>>
Dissi guardando prima Arthos e poi le guardie...

cavaliere25
02-10-2011, 19.27.19
Lo guardai e gli sorrisi e dissi grazie signore ecco siamo arrivati e bussai alla porta dello studio e aspettai che mi rispondesse qualcuno mentre presi l'immaginetta e la misi in tasca

elisabeth
02-10-2011, 23.17.40
Restai ad ascoltare Monsieur sulla festa di S.Michele.....e mi sentivo colpita da una strana sensazione di pura follia........mi ero tolta il mantello ..avevo udito campane, lamenti antichi......mi ero sentita strattonare...e mi ero coperta il volto.....eppure lui era li' impassibile che continuava a parlare serenamente dei suoi ricordi..........chi mi aveva strattonato.....cosa erano quegli strani suoni provenienti da altri luoghi..e perche' quel maledetto segno al braccio mi bruciava ogni qualvolta avevo una sensazione emotiva molto forte.......non aprii bocca con Monsieur....accolsi con un sorriso tirato l'invito ad andare a riposare,e mi feci accompagnare docilmente nella stanza che mi fu assegnata......feci solo un cenno del capo nella direzione di quell'uomo che sembrava non vedermi neanche............infono, c'eravamo incontrati da qualche giorno.....Entrai nella mia stanza, era piccola ma pulita, poggia sulla sedia il libro e il mantello....Tolsi il vestito e mi lavai il viso e le braccia.....e mi distesi tra le coperte, avevo molto freddo,forse era la stanchezza............o forse la solitudine, andai con la mente tra la mia gente....tra di loro non ero mai sola, si viveva in armonia, dove le leggi della natura venivano scanditi dal tempo......e dalla luce che il sole e la luna ci concedeva.....Incomincia a cullarmi cercando di prendere sonno...........qualcosa mi sveglio', un rumore o una voce.....con la mente annebbiata dal sonno...non riuscii a mettere a fuoco....mauna cosa mi rimase viva...." Hai un fratello...cercalo..... hai un fratello "...la voce...ma il segno sul mio braccio mi favìceva male..un male da togliere il fiato......

Chantal
03-10-2011, 01.53.54
Esetien narrò tutto l'accaduto mentre la ragazza s'affrettava a cambiarsi,e quando udì l'esito di quella meledetta missione Chantal rimase impietrita.Per un momento la sua mente aveva arrestato il turbolento flusso dei pensieri.
"Il palazzo del procuratore della Repubblica."Sibilò in un respiro di chi cerca fiato nello sconcerto.
Si portò una mano sugli occhi che ancora recavano traccia di bistro,e quando si guardò le dita sporche di quella nera sostanza cosmetica,si turbò come se quel colore,d'improvviso,la richiamasse al nero velo del lutto,presago del pericolo che stesse correndo suo zio.Le si gelò il sangue.
Pochi istanti dopo si ritrovò ad abbracciare il ragazzino che ancora si agitava nel rievocare la disavventura.
"Io devo andare al Palazzo del Procuratore,Esetien.E,forse è meglio per te che ritorni a casa da tuo nonno,magari a quest'ora,con l'aiuto del Buon Dio,sta meglio e potrebbe avere bisogno di te!"
Non era certa che così avrebbe esposto il ragazzo a minor pericoli,ma in quella casa non avrebbe trovato altra compagnia che la solitudine,e forse,la minaccia della guardia repubblicana di lì a poco.
"Prendi dalla dispensa qualcosa da portare con te,tutto ciò che occorre a te ed ai tuoi cari,riempi un cesto e poi tornatene a casa.Sii prudente e non fermarti a raccontare niente ad alcuno di quanto è accaduto a te e a mio zio ieri sera.Ora,però,devo laciarti."
Chantal raccolse le rose che aveva portato con sè dalla cappella,le costrinse in un cesto dal manico ampio e precedette Esetien nell'uscita.
Per le vie giovani e fanciulle in preda all'euforia si rincorrevano e danzavano canticchiando motivetti che schernivano nobili e clero.Qualcuno invocava liberà e uguaglianza.Fattori,artigiani,donne di malaffare si muovevano senza meta,i carri trasportavano uomini e bestie nelle più disparate direzioni.La calca andava infittendosi man mano che Chantal si portava verso la piazza centrale.
"La bouquetière..la bouquetière.." Ripeteva impacciata e quasi senza voce,temendo di tradirsi.E se qualcuno le si accostava si sforzava a dire:"La fleur.Prenez une fleur,monsieur!"..e poi.."Achetez une fleur,mon ami.Pour votre mère,ou donnez t-elle à la dame votre."Si affannava a essere convincente,ma tremava nella voce e nel corpo,tremava al punto che si sarebbe voluta abbandonare a un pianto poichè la disperazione la travolgeva,la stessa farsa alla quale si stava prestando la rendeva inquieta e sconsolata.Finchè,camminando tra la folla,si ritrovò di fronte al Palazzo del procuratore.
Il cuore prese a tamburare,ma quella era l'unica via per giungere ad apprendere notizie veritiere su suo zio.
Si fermò,rimase qualche istante senza respiro,in preda al terrore.Qualcuno la urtò violentemente tentando di inveire contro di lei poichè bloccava l'accesso alle scale,allora la ragazza si scosse,si guardò intorno e nella folla afferrò il braccio di un ragazzino:"Ragazzo!"Chiamò."Vieni qui,prendi tutti questi fiori e portali in offerta al Santuario della Beata Vergine Maria.Corri,fa presto ed invoca una preghiera per le anime del Purgatorio."E gli lasciò insieme alla cesta una moneta.
Ora non le rimaneva che fronteggiare le autorità.Qualunque cosa potesse accaderle,non sarebbe stata peggiore della perdita di suo zio.
Si portò dinnanzi al grande portone e,incautamente ma con orgoglio e fierezza,si annunciò alle guardie:"Sono Chantal de la Merci,nipote di padre Adam de la Merci e chiedo di essere ricevuta dal procuratore poichè mio zio è stato condotto qui,in arresto,ieri sera".

Melisendra
03-10-2011, 02.24.42
L'indomani mattina mi svegliai in quella piccola stanza dall'aria semplice e un po' arrangiata. Non aveva nulla a che vedere con lo sfarzo dei palazzi che avevo conosciuto ma, per la prima volta dopo tanto tempo, mi svegliai senza l'angoscia per i giorni che mi attendevano. Mi stiracchiai, pensando a Tyler, che avevo ritrovato e che aveva promesso di starmi accanto. Mi sentivo rincuorata.
Scesi nella sala della locanda e mi servirono una colazione umile, ma molto gustosa.
Mi recai nelle stalle, poichè mi era stato riferito che Sir Hagus era stato mattiniero e forse avrei potuto incontrarlo lì.

Lady Gaynor
03-10-2011, 21.15.14
Gaynor stava per prendere una decisione che le avrebbe cambiato la vita. Dopo aver riflettuto sull'operato del suo compagno, capì che il rapimento di una donna che non aveva alcuna colpa era stato un atto ignobile... lasciare un essere umano innocente in una cella, in preda al terrore, era un gesto che lei non poteva nè comprendere, nè tantomeno tollerare, per cui dopo una lunga e penosa riflessione decise che non se ne sarebbe stata con le mani in mano.
Si presentò dunque alla cella dove avevano imprigionato Giselle e vi trovò Mercien di guardia. Facendo leva sulla sua condizione di servo, con tono arrogante gli disse: "Vai pure adesso, resto io con la prigioniera, ho giusto voglia di fare quattro chiacchiere tra donne."

Guisgard
05-10-2011, 01.55.36
Arthos sorrise ed avanzò verso Daniel e suo fratello.
“Noi siamo i cavalieri di lord Tudor.” Disse. “Le nostre spade e i nostri cuori sono al suo servizio. Sempre. Noi sorvegliamo la sua casa e vegliamo sul suo sonno. Non è vero, amici miei?” Rivolgendosi alle guardie.
“Si, messere!” Risposero in coro queste.
“Il buon sir Guisgard” fece Arthos tornando a parlare ai due fratelli “sarà di certo in dolce ed invidiabile compagnia. Dico bene, amici?” Chiedendo alle guardie.
Queste annuirono ridendo.
“Eh, sir Guisgard sa godersi la vita come pochi!” Continuò Arthos. “E’ uscito qualche ora fa dal palazzo. Speriamo solo che la dama di turno non sia sposata!”
“O almeno che il marito non maneggi la spada meglio di lui!” Esclamò una delle guardie.
E tutti risero di gusto.
“Noi, come detto, siamo i fedeli cavalieri di suo zio” riprendendo la parola Arthos “e forse potete riferire a noi in assenza di sir Guisgard.” Aggiunse fissando Daniel e Marco.

Guisgard
05-10-2011, 02.22.25
Altea fissava quel ritratto.
Era raffigurata una donna bellissima.
Lunghi e ricci capelli d’ebano, accomodati alla moda di Cipro, incorniciavano un viso perfetto, dai lineamenti delicati e raffinati.
Un colorito roseo lambiva qual volto, impreziosito da grandi e profondi occhi verdi, mentre carnose e vermiglie labbra conferivano a quell’immagine un’esotica sensualità.
Altea restò rapita da quella figura, che appariva così reale da sembrare quasi imprigionata in quel quadro.
Ad un tratto la bella principessa irlandese avvertì come un senso di freddo.
Le parve allora di vedere un’ombra spostarsi velocemente nella penombra.
Ma fu un attimo.
Poi di nuovo l’angosciante solitudine che trasmetteva quel bellissimo ritratto.
“E’ lady Cassandra Carrinton…” disse all’improvviso una voce alle spalle di Altea “… è morta qui, in questo palazzo, anni fa… e da allora il suo spirito non ha più abbandonato questo luogo… non dovevate entrare in questa stanza, milady…” continuò la vecchia Angry “… lord Carrinton non permette a nessuno di accedervi… venite, ho preparato una tisana calda e dei biscotti… prego, seguitemi…” aggiunse la vecchia servitrice, mentre la donna del ritratto le fissava enigmatica.
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Guisgard
05-10-2011, 02.33.55
Fatto colazione, Melisendra uscì dalla locanda per raggiungere le stalle.
Qui trovò Hagus intento a controllare alcuni ragazzi inviati dal locandiere per preparare i loro cavalli.
“Ecco, messere, i cavalli sono pronti.”
“Grazie, ragazzi.” Rispose Hagus ai due. “Ecco, questi sono per voi.” E lasciò loro due taddei d’argento.”
Si accorse allora della ragazza.
“Buongiorno, milady.” Salutando Melisendra. “I cavalli sono pronti… appena vorrete, ripartiremo per il Belvedere… ma non vedo il vostro amico…”
E proprio in quel momento si udirono delle grida provenire dallo spiazzo davanti alla locanda: tra un capannello di persone due uomini sembravano sul punto di sfidarsi.
“Sporco cane plebeo…” mormorò con rabbia un uomo abbigliato con abiti sfarzosi ed animato da modi superbi “… ora ti insegnerò io come ci si rivolge a chi ti è superiore per nascita…”
E di fronte a lui stava Tyler, con gli occhi fiammeggianti ed i lineamenti tesi, come una belva braccata dal cacciatore.

Guisgard
05-10-2011, 03.11.45
Il mare.
I riflessi dorati del Sole sulle acque, il rumore delle onde contro gli scogli e l’odore di salsedine nell’aria.
Elisabeth fissava quel mare e lasciava che il vento le accarezzasse i capelli.
“Cosa ci sarà oltre quell’orizzonte sconfinato?” Si chiedeva, cercando di immaginare luoghi lontani, dai contorni incantati e dalle atmosfere fiabesche.
“Forza, c’è il libeccio!” Gridò un vecchio marinaio. “Usciamo ora e al ritorno avremo vento favorevole!”
“No possiamo prendere il mare ora…” rispose un giovane marinaio “…o sarà il mare che prenderà noi...”
“Ma se è calmo!”
“La tempesta è annunciata da lieve brezza...” replicò un altro marinaio “... anche io credo sia meglio restare qui per oggi...”
Ad un tratto una barca entrò nel porto, fino a raggiungere il molo.
“Dite... il mare è agitato?” Chiese il vecchio marinaio all’uomo che era su quella barca.
“Stanno venendo a prendermi…” mormorò questi “... preso saranno qui...”
In quel momento si udirono dei rintocchi di campane.
“Sono le campane del Castello dell’Eremo...” fece un marinaio “… suonano quando un prigioniero è fuggito... presto il porto sarà pieno di soldati repubblicani...”
Tutti allora fissarono l’uomo sulla barca.
Questi alzò il capo e mostrò il suo volto: era Monsieur.
Guardò allora Elisabeth, con occhi cupi e la fronte rigata dal sudore.
La sua faccia era una maschera d’inquietudine.

Elisabeth si svegliò di colpo.
La giornata era soleggiata ed una lieve brezza scuoteva le cime degli alberi che raggiungevano la finestra della sua stanza.
Dalla staccionata della tavernetta proveniva un rumore.
Era Monsieur che spaccava la legna.
Era senza camicia e guardandolo Elisabeth si accorse dei segni che l’uomo aveva sulla schiena: erano frustate.

Guisgard
05-10-2011, 04.12.19
Il ragazzino fissò Chantal e poi scoppiò a ridere.
“Il Santuario?” Ripeté. “Non ci sono più né chiese, né santuari, né basiliche! Le hanno chiuse ed incendiate tutte! E tu sei una traditrice! Traditrice! Traditrice!” Cominciò a gridare, mentre quella sua risata quasi deformava il suo grottesco volto.
Avvicinatasi poi all’ingresso del palazzo del procuratore, la guardia le fece cenno di attendere.
Alcuni istanti dopo tornò dalla ragazza.
“Seguitemi, repubblicana.” Disse.
Passarono quasi due ore davanti all’ufficio del procuratore, poi, finalmente,questi si decise a riceverla.
“Venite avanti, prego.” Disse nel vederla. “Venite, non abbiate paura. Però non ho molto tempo, dunque vi chiedo di essere concisa. Grazie.”

Guisgard
05-10-2011, 04.48.32
Nel frattempo, Gaynor era scesa nelle prigioni.
“Non mi era stato comunicato nulla del genere…” mormorò Mecien “… e sia, gli ordini, del resto, li date voi… io resterò nei paraggi, presso l’uscita dalle prigioni… se vi occorre qualcosa chiamatemi…” e si allontanò.
Gaynor allora si accostò alle sbarre della cella.
Giselle era rannicchiata in un angolo di questa, col capo chino sulle ginocchia piegate contro il petto.
I capelli erano sciolti ed avvolgevano le spalle e il petto.
Nel sentire Gaynor, alzò la testa e la fissò per qualche istante.
“Cosa volete ancora da me?” Con un filo di voce. “Perché non mi uccidete subito? Non chiedo altro che pietà e misericordia…” e fissava tra le lacrime il volto di Gaynor, che come un’enigmatica figura si presentava a lei tra il silenzio e la desolazione di quelle prigioni.
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Guisgard
05-10-2011, 04.57.31
Il Presbitero Tommaso venne così ricevuto da Missan.
“Io non credo di avere il piacere di conoscervi…” disse l’ambasciatore nel vedere il chierico.
“Ma in questo immenso dramma che chiamiamo vita…” fissandolo questi “… un volto, una voce possono significare tutto come niente…”
“Siete forse un filosofo?”
“Perché no…” sorridendo il chierico “… del resto, cosa davvero differenzia un filosofo da un burocrate, o da un poeta, o anche da un profeta… un legislatore non è forse, in qualche modo, egli stesso un filosofo, essendo la sua dottrina, il diritto appunto, una scienza astratta?”
“Il diritto una scienza astratta?” Ripeté sorpreso Missan. “Ma se è l’unica, insieme alla matematica, al servizio della ragione.”
“E’ fatto dagli uomini” fissandolo Tommaso “e dunque è imperfetto, inesatto.”
“Chi siete voi?”
Tommaso si slacciò leggermente il mantello e mostrò il crocifisso che aveva al collo.
“Siete forse un chierico?” Chiese Missan, mentre un lampo attraversava i suoi occhi. “Spiacente, ma non credo possa esserci dialogo tra noi, io...”
“Oh, ma io non sono qui per convertirvi...” sorridendo Tommaso “… la sorte della vostra anima è già decisa... sono qui per proporvi uno scambio...”
“Non avete nulla che possa interessarmi.” Con disprezzo Missan.
“Lo credete?” Fissandolo Tommaso con i suoi penetranti occhi azzurri. “L’altro giorno è sparita una donna... una donna francese, come voi... forse rapita…”
“Non comprendo le vostre parole…” con indifferenza Missan.
“Magari, voi, essendo ella francese… non negherete il vostro aiuto nelle ricerche...”
“Credo che non potrò più dedicarvi altro tempo…”
“Ed io, come detto, potrei ricompensarvi…”
“E come?” Con un ghigno Missan. “Magari con una benedizione?”
“Infatti solo una benedizione potrebbe far cadere nelle vostre mani il Giglio Verde...”
“Il Giglio Verde?” Turbato Missan. “Cosa ne sapete voi del Giglio verde?”
“Beh, io sono il suo confessore…”
“Mentite!”
“Un prete non mente mai…” sorridendo Tommaso “... per questo voi odiate tanto i preti…”
“Allora lo conoscete?”
“Conosco il suo cuore e la sua anima.”
“Ah!” Battendo Missan un pugno sul tavolo con fare trionfante. “Sapevo che quel maledetto era in combutta con la Chiesa! Chi è dunque?”
“Il Giglio Vede? Oh, ma il Giglio Verde può essere tanto un Angelo, quanto un demonio. Spesso possono apparire simili… ricordate la Bibbia? Non era un Angelo quello che sterminò i primogeniti egizi? Lo era davvero, anche se agli Egiziani non sembrò tanto angelico… e quello che tormentò Giobbe? Non era forse un demonio mandato da Dio per tentare il suo fedele servitore?” Di nuovo quei suoi occhi chiari si fissarono sull’ambasciatore. “Ecco dunque come un Angelo può essere spesso confuso con il demonio…”
“Beh, forse vi deluderò, ma il demonio non esiste.” Con sufficienza Missan. “E’ solo un’invenzione della Chiesa per impressionare e sottomettere con la superstizione e l’ignoranza il popolo.”
“Come fate a dirlo?” Impassibile Tommaso. “Proprio voi che avete visto l’Inferno e la dannazione dei dannati. Voi e i vostri compagni, che avete rinchiuso i vostri simili in quelle prigioni, simili a tanti gironi infernali. Voi che vi siete proclamati giudici e carnefici. Oh, signor ambasciatore, il demonio esiste vi dico… se c’è Dio, c’è anche il demonio, mi sembra logico…. e chiunque sia, Angelo e demonio, il Giglio Verde è stato inviato anche per voi… e non sarete voi a trovarlo, ma sarà lui a trovare voi… Angelo o demonio che sia, è stato inviato per voi… inviato da Dio…”
“So per certo che Dio non esiste, prete!” Alzando la voce Missan. “Non esiste!”
In quel momento una raffica di vento spalancò una finestra, facendo morire le candele e gettando la stanza in una cupa penombra.
Missan, quasi impressionato ed intimorito, corse a chiudere la finestra, come a voler zittire l’ululato del vento.
Si voltò poi di nuovo verso il chierico, ma questi non c’era più.
La stanza era vuota.
Missan allora corse nel corridoio e chiamò i suoi uomini a gran voce.
“Quel chierico…” mormorò visibilmente agitato a Cavaliere25 e agli altri “… era qui, con me… ma poi è sparito… qualcuno l’ha visto uscire? Aggirarsi nel palazzo?”
“No, signore…” risposero alcuni dei suoi “… eravamo qui fuori e nessuno è uscito dal vostro studio.”
“Non può essere…” mormorò Missan “… cercatelo… cercatelo in tutto il palazzo… non può essere svanito come… come il vento…”

Altea
05-10-2011, 09.59.40
Fissavo quel volto etereo e mi sentivo in preda ad emozioni strane, quasi avvertii un gelido soffio di vento al collo, il cuore iniziò a battere forte, e una figura si mosse come un lampo. Cercai di far forza su me stessa e controllare le mie emozioni, quel quadro evocava inquietudine quando udii la voce di una donna che mi destò.
"Angry, siete voi. Scusate, volevo conoscere il palazzo, la porta era aperta, era l'unica stanza che non mi avevate mostrato. Vi prego, non dite a Lord Carrinton che ho preso accesso a questa stanza, avete ragione mi sento frastornata, ma è stato come se un vento gelido mi avesse portato fino a qui." Guardavo la vecchia governante scrutarmi con gli occhi sgranati ed impauriti. "Gradirei volentieri quella tisana e quei biscotti, immagino fatti da voi, saranno deliziosi. E gentilmente, portatemi dell'acqua calda, ho bisogno di un bel bagno rilassante."
Rientrai nella mia stanza, chiusi la porta, quando misteriosamente la finestra si apri facendo fischiare il vento. Corsi a chiuderla, quel posto iniziava a farmi paura dopo le parole di Angry, chi era milady Cassandra Carrinton? non potevo chiederlo al Milord, poichè si sarebbe arrabbiato con me e mi avrebbe cacciato da quella dimora.
Vidi la lettera sullo scrittoio, la afferrai e scendendo velocemente le scale uscii nel giardino e lì trovai il vecchio Roowey, già al lavoro di buon mattino . "Messer Roowey, presto, ho da chiederle una cortesia. Deve recarsi subito alla dimora del duca Jones Wilkinson, qui chiedete di messer Patrick Williams, ditegli che vi manda Lady Altea Costance O'Kenninghton. Egli è in partenza per l'Irlanda oggi, consegnate a lui questa missiva e dite che ho chiesto di porla personalmente tra le mani di mio padre". Patrick Williams era un vecchio di animo nobile e gentile, qui mi ebbe a cura poichè grande amico d'infanzia di mio padre e a suo servigio per molti anni, sapevo che la missiva sarebbe arrivata sicura nelle mani di mio padre, forse avrei avuto delle notizie sui Carrinton dall'Irlanda.
Rientrai a Carrinton Hall e trovai Angry in cucina pronta a prepararmi la tisana e mi sedetti "Angry, mi soffermo qui con voi, ormai ho perso il sonno." Notai che la governante non parlava, ma mi scrutava in modo strano. Bevvi la tisana calda, sentii piano piano riscaldarmi l'animo e gustai i deliziosi biscotti, ma davanti a me vi era sempre quel volto stupendo. Mi alzai di scatto "Angry, vado nella mia stanza, per quel bagno caldo seguitemi, dobbiamo anche aprire i miei bagagli e mettere ogni cosa con ordine. E devo prepararmi, oggi Lord Carrinton aveva detto mi avrebbe portato in un bel posto. Chissà quali altre misteriose sorprese mi aspetteranno, e poi parlano della mistica Irlanda. Laggiù ero più tranquilla" parlavo salendo le scale mentre Angry mi seguiva e mi accorsi che la stanza di Lady Cassandra era chiusa. Le essenze e il profumo della lavanda si espandevano nella stanza, era l'essenza che più adoravo, sapeva togliere stanchezza e pensieri negativi, proprietà studiate nei miei vecchi tomi sulle piante.
Quando tornai nella stanza vidi che Angry aveva provveduto a sistemare ogni cosa e addirittura aveva preparato il vestito da indossare, la invitai a lasciarmi sola nella stanza. Riposi il vestito e ne scelsi un altro, e posi la spada che mio padre mi donò sotto il letto. Era meglio non farla notare. Poi ridiscesi le scale e mi avviai nella biblioteca per guardare i tomi e leggere qualcosa. Ma Angry notavo mi seguiva, proprio come uno spirito e guardavo fuori la finestra, quel vento forte che reiniziò a soffiare come a preannunciare una tempesta.

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cavaliere25
05-10-2011, 10.04.11
Dissi ma come è possibile che sia sparito cosi nel nulla e mi diressi per i corridoi a cercarlo sprando di trovarlo e capire chi era veramente non sapevo dove cercare allora segui gli altri cavalieri

Daniel
05-10-2011, 19.47.56
Io e Marco riferimmo dell'avvistamento degli zingari sulla strada raccontando tutto nei minimi particolari.. Finii e aspettai la sua risposta..

Lady Gaynor
06-10-2011, 00.36.54
"Giselle - è così che vi chiamate, vero? - Giselle... ascoltatemi bene perchè non so quanto tempo avrò a disposizione prima che Missan mi faccia richiamare... Io vi aiuterò ad uscire di qui, non so nè quando nè come, ma vi giuro sul mio onore che lo farò. So bene che vi risulta difficile fidarvi di me, ma nelle condizioni in cui siete non credo possiate ottenere di meglio. So che vorreste fuggire in questo stesso momento, ma ora come ora non saprei come fare ad eludere la sorveglianza, non ho preparato alcun piano di fuga... Vorrei trovare un modo per avvicinare lord Tudor, ma non è così semplice. Però ho avvertito la vostra padrona del pericolo che correva, quindi confido che possa essere lei stessa a parlare con lord Tudor, che così potrebbe decidere di mandarmi a chiamare con qualche scusa. Dopotutto, i mezzi non gli mancano di certo. Se avessi un minimo appoggio qui fuori, il che equivale a dire un paio di cavalli ed un uomo di scorta, non avrei alcun problema a farvi uscire di qui, le chiavi sono quelle appese alla parete, ma senza cavalli non possiamo nemmeno pensare di potercela fare... Vi prego, non piangete più, abbiate fiducia in me e vedrete che tutto si risolverà, nessuno vi farà dal male, non lo permetterò..."

Guisgard
06-10-2011, 01.41.36
Missan era visibilmente agitato.
Gli occhi tradivano rabbia mista ad incredulità ed il respiro era rotto per la tensione.
“Cercatelo in tutto il palazzo!” Urlò ai suoi uomini. “Cercatelo in ogni angolo, anche nei giardini! Ricorderò il nome di chi mi porterà quel chierico! Come quello di chi se lo farà sfuggire!”
I suoi allora misero sottosopra il palazzo, ma del misterioso Presbitero Tommaso nemmeno l’ombra.
Poco dopo Raos bussò allo studio di Missan.
“Signore, è giunta questa lettera da Magnus.”
Missan prese la lettera e congedò il fedele servitore.
Intanto, gli uomini dell’ambasciatore erano ancora in cerca del misterioso chierico.
“Quel prete doveva essere di sicuro un fantasma!” Esclamò il capitano della guardia. “Nessuno l’ha visto, eppure è svanito!”
“Come è riuscito ad uscire dal palazzo senza lasciare tracce, capitano?” Chiese uno dei soldati.
“Mi prenda un accidente se lo so!” Rispose il capitano. “Ormai sarà già lontano, quel dannato…”
Riorganizzò allora i suoi uomini, assegnando loro turni di guardia e giri d’ispezione.
“Tu, ragazzo…” rivolgendosi poi a Cavaliere25 “… qui ormai c’è poco da fare… torna nelle prigioni a sorvegliare la prigioniera, così da poter dare il cambio a Mercien.”

Guisgard
06-10-2011, 02.08.42
Altea, pian piano, cominciava a prendere possesso di quella casa.
Era una dimora molto antica e lo sfarzo testimoniava la sua natura aristocratica.
La nobildonna irlandese assaggiò la tisana calda insieme ai biscotti che Angry aveva preparato per lei.
La vecchia governante seguiva Altea quasi come un’ombra e la ragazza sentiva gli occhi di Angry fissi su di lei.
E non solo quelli.
Quella casa, infatti, sembrava avere mille occhi inquieti ed indagatori che la seguivano: gli occhi di qualche ritratto, delle statue nei corridoi, persino gli elmi delle armature parevano fissarla.
Ma anche qualcos’altro sembrò turbare Altea: il buio.
La casa, infatti, era perennemente avvolta dalla penombra o, in certi passaggi, addirittura dal buio.
Grosse e spesse tende coprivano molte delle finestre che si aprivano lungo i corridoi o nelle varie sale del palazzo.
Angry seguì, a debita distanza, Altea fino a quando la giovane entrò nella biblioteca per leggere.
“Tu non sarai mai come lei…” mormorò la vecchia governante, mentre chiudeva la porta della biblioteca “… nessuna di voi lo sarà mai…”
Qualche istante dopo qualcuno bussò alla porta della biblioteca.
“Perdonatemi, milady, se interrompo le vostre letture…” disse Roowey ad Altea “… volevo dirvi che ho consegnato la lettera secondo le vostre raccomandazioni… essa ora è in mano a sir Patrick Williams, che la consegnerà personalmente a vostro padre.” Sorrise. “Milady… sono lieto che siate venuta a dimorare in questo palazzo… era da tanto che mancava una gentile presenza femminile e sono certo che farete bene a questa vecchia casa e a tutti noi… la luminosità del vostro sguardo squarcerà le tenebre che ormai da troppo tempo avvolgono queste mura… ma che sciocco che sono!” Massaggiandosi il viso. “Vi sto annoiando con le mie chiacchiere e forse anche distraendo dalle vostre letture! Ora mi ritiro, col vostro permesso... per qualsiasi cosa chiamatemi ed io sarò da voi…” e mostrò un lieve inchino.

Guisgard
06-10-2011, 04.03.31
“Degli zingari accampati qui vicino?” Ripeté Arthos dopo aver udito il racconto di Daniel e Marco. “Beh, si raccontano strane leggende su di loro, non è vero, ragazzi?” Voltandosi verso i soldati.
“Si dice che mangino i ragazzi troppo curiosi!” Disse uno di questi.
“E che con la loro pelle facciano strumenti musicali!” Aggiunse un altro.
“Però, pare, che le loro donne siano bellissime!” Fece eco ai primi due un terzo soldato.
“Davvero?” Fece Arthos. “E voi, ragazzi, ne avete visto di belle donne fra loro?” Chiese a Daniel e a suo fratello.
“Beh, se sono ritornati qui, non credo ne abbiano incontrate!” Intervenne uno dei soldati, per poi scoppiare a ridere.
Un attimo dopo tutti gli altri lo imitarono.
“Suvvia, ragazzi!” Ridendo anche Arthos. “Stiamo scherzando! Del resto svagarsi un po’ fa sempre bene!” Fissando i due fratelli.
“Già, magari con qualche bella zingara!” Aggiunse uno dei soldati continuando a ridere.
“Quegli zingari staranno cercando solo un luogo in cui accamparsi” tornando serio Arthos “e fino a quando non causano noie possono pure restare dove sono.”
In quel momento apparve una figura davanti a loro.
“Lyo, cosa ci fai in piedi?” Stupito Arthos. “Devi riposare!”
“Sto meglio, tranquillo, amico mio…” rispose il giovane cavaliere “… sono stanco di restare chiuso fra quattro mura… ho bisogno di uscire, cavalcare nella campagna…”
“Ti sei bevuto il cervello?”
“Vuoi vedermi rammollito, Arthos? Ho bisogno d’aria… voglio uscire col mio cavallo.”
“E dove saresti diretto, di grazia?” Domandò Arthos.
“Non so…” rispose Lyo “… ho bisogno d’aria…”
“Perché una vocina mi dice che vuoi recarti da lady Sophia?”
Lyo non rispose.
“Devi toglietela dalla testa, amico mio…” continuò Arhos.
“Di chi parli? Io non ti capisco…”
“Lo sai… parlo della bella irlandese… lady Altea… amico, lei non prova alcun interesse per te… su, devi dimenticarla, al mondo ci sono tante altre ragazze…”
“Smettila di dirmi cosa fare o non fare!” Lo interruppe Lyo. “Non sei mio padre!”
Montò allora sul suo cavallo.
“Aspetta, Lyo…” prendendo le redini Arthos “… bada però di non toglierti la benda sull’occhio ferito… il dottore ha detto che il rischio di perderlo è ancora molto alto… e per essere più tranquillo ti farò accompagnare da due uomini… ehi, voi due!” Rivolgendosi a Daniel e Marco. “Andrete con lui e gli farete da scorta.”
E così, Lyo, Daniel e Marco, presero la strada verso il palazzo di lady Sophia.

Guisgard
06-10-2011, 04.14.38
Giselle ascoltò le parole di Gaynor.
Prima con sospetto, poi, vedendo la passione con cui la bella ginestrina le parlava, cominciò a nutrire una sorta di esile speranza nel cuore.
“Ditemi…” mormorò Giselle “… perché volete tradire i vostri compagni? Io vengo da quella che un tempo si chiamava Animos e conosco bene la fazione di voi ginestrini… siete dei fanatici imbevuti delle vostre convinzioni… ora dite che siete disposta ad aiutarmi, a tradire coloro che fino a ieri erano come fratelli per voi… perché? Perché dovrei fidarmi?”
Ma un attimo dopo qualcuno si avvicinò alle due donne.
“Madame…” disse Mercien a Gaynor “… l’ambasciatore vi ha mandata a chiamare… vuole che lo raggiungiate subito nel suo studio… pare sia cosa urgente.”

cavaliere25
06-10-2011, 12.24.50
Certo signore vado subito alle prigioni e mi incamminai verso la prigione a dare il cambio a Mercien

Altea
06-10-2011, 17.26.56
Osservavo scrupolosamente i tomi nella biblioteca ben fornita, presi uno a casaccio e mi accomodai sulla poltrona. Quella stanza era buia, come del resto tutto il palazzo, qualcosa di tetro avvolgeva l'aria e non capivo perchè Angry continuava a seguire ogni mio passo e mi guardasse con quello sguardo astioso. Aprii il libro, parlava di gesta di antichi cavalieri e mi appassionai alla lettura quando qualcuno bussò alla porta. "Prego, avanti" esclamai. Era Roowey, mi informò della avvenuta consegna della lettera e tutto di un fiato lo udii proferire strane parole, per poi uscire frettolosamente. Anche Roowey sembrava parlare in modo alquanto oscuro, come avrei potuto io ridare splendore a questa dimora, e perchè mai? Chiusi il libro, quella casa e quel buio mi stava soffocando, sapevo di avere un appuntamento con Lord Carrinton, non sapevo a che ora fosse venuto e decisi di uscire, volevo respirare aria pura nonostante il vento soffiava forte. Se il milord desiderava incontrarmi sarebbe venuto a cercarmi lui. Certo mi aveva dato ospitalità nella sua dimora, ma quella sembrava una prigione.
"Angry, io esco. Vi informo perchè Lord Carrinton doveva venire a prendermi, vado a fare una sana cavalcata tra il verde di questo meraviglioso paesaggio".
Uscii senza dare altre spiegazioni, entrai nella stalla e trovai Roowey, chiesi di sellare un cavallo e subito mi presentò davanti un bellissimo destriero dal manto color corvino. Gli accarezzai il muso per tranquilizzarlo, salii in groppa e arrivai al cancello di uscita. In quei pressi si trovava Jones, il fattore, chiesi di aprire il cancello e subito mi sentii meglio fuori da quelle mura, e iniziai a galoppare finchè trovai il posto tanto desiderato, i verdi prati e il ruscello e la piccola cascata. Mi guardai attorno, del capanno nessuna traccia, portai il destriero ad abbeverarsi e mi sedetti in riva al fiume fissando la mia immagine riflessa sulle acque cristalline del ruscello. "E' tutto cosi strano" pensavo, quel luogo era l'ideale per rischiararsi le idee "perchè il milord si è preso tanto a cura di me, per poi lasciarmi sola in quella casa buia, quella casa è peggio di quella di Lady Sophia, almeno laggiù vi era vita. Sembra quasi mi voglia tenere rinchiusa da tutto e da tutti."

elisabeth
06-10-2011, 19.28.17
La notte fu agitata e quanto mai il risveglio.....mi avvolsi nel mantello e mi affacciai alla finestra, qualcuno faceva un rumore scadenzato......ricordavo il sogno fatto e il volto di Monsieur........ero in ansia, quell'uomo ora prendeva vita anche nei miei sogni.....potevo ancora sentire la brezza del mare, invece era un soffio di vento che entrava dalla finestra, non mi sporsi.....rimasi ferma..potevo vedere benissimo cio' che succedeva sotto..Monsieur, spaccava la legna, era a petto nudo e potevo immaginare il suo volto sudato dalla fatica......stavo rientrando, non volevo che mi vedesse, non era conveniente....ma qualcosa attrasse la mia attenzione, uno strano luccichio sulla sua schiena,erano delle sottili strisce di pelle cicatrizzata, lunghi cordoni su tutta la shiena...erano segni di fustate......allora mi venne in mente il sogno....." la campane suonano quando qualcuno evade dalla prigione" e io a tavola avevo sentito suonare le campane..........Monsieur, non mi aveva rivelato chi fosse, questi erano i patti......ma non mi sembrava una cattiva persona. Cosi' mi vestii e lasciai il mantello e la sacca in stanza, scesi nello spazio che si trovava dietro la locanda......" Fate sempre esercizio prima di colazione ?.......pensavo di potermi sedere con voi e poi riprendere la strada......" ...feci finta di andar dietro ad un'oca e mi trovai alle sue spalle......non seppi quale fu l'impulso che mi fece appoggiare la mano su quelle cicatrici.....ma le sentii ancora brucianti e colme di sangue......" Non vi e' stato fatto un gran regalo in questa vita......se un giorno vorrete parlarne, sappiate che di cicatrici ne posseggo tante anch'io "........." bene Monsieur se riuscite a mettervi in ordine in poco tempo, ve ne sarei grata..ho una fame da Lupo di Mare....."

Lady Gaynor
06-10-2011, 21.51.32
“Ditemi…” mormorò Giselle “… perché volete tradire i vostri compagni? Io vengo da quella che un tempo si chiamava Animos e conosco bene la fazione di voi ginestrini… siete dei fanatici imbevuti delle vostre convinzioni… ora dite che siete disposta ad aiutarmi, a tradire coloro che fino a ieri erano come fratelli per voi… perché? Perché dovrei fidarmi?”
"Io non sono come loro..." Gaynor stava per continuare a spiegarsi, quando fu interrotta dall'arrivo di Mercien, così si zittì subito.
“Madame…” disse Mercien a Gaynor “… l’ambasciatore vi ha mandata a chiamare… vuole che lo raggiungiate subito nel suo studio… pare sia cosa urgente.”
"Benissimo, vado immediatamente... In quanto a te " disse rivolgendosi a Giselle, "ti lascio in buona compagnia, finiremo il nostro bel discorsetto un'altra volta."

Melisendra
07-10-2011, 01.50.53
I rumori mi avevano fatto accorrere all'esterno delle scuderie. Sentivo nell'aria che Tyler si era cacciato in qualche guaio. Ormai riuscivo a fiutarli i guai.
Osservai la scena con indignazione e mi schiarii la gola per attirare l'attenzione dei contendenti.
"Monsieur! Che cosa succede qui?" domandai imperiosa.

Guisgard
07-10-2011, 02.06.20
Hagus fissò Melisendra, per poi tornare a guardare il centro della scena.
“Non lo so, milady…” mormorò “… sto cercando di comprenderlo anche io…”
“Ora la pagherai, canaglia!” Gridò sir Whigan a Tyler.
“Milord!” Intervenne Hagus. “Cosa sta succedendo?”
“Noi permettiamo a questi bifolchi di camminare liberi nella nostra terra” rispose Whigan “e loro credono di poter fare il bello e cattivo tempo! Ma ora costui avrà una degna lezione… così impererà che bisogna tremare di fronte a chi gli è superiore per nascita!”
“Essere nobili” ringhiò Tyler “da forse il diritto di mancare di rispetto ad una dama?”
“Zitto, cane!” Urlò Whigan con la spada in pugno.
“Prima disonorate il buon nome di una nobile di Francia e poi attaccate un uomo disarmato…” fissandolo con rabbia Tyler.
“Le bestie come te non godono dei normali diritti che si concedono agli uomini liberi!”
“Io non sono lo schiavo di nessuno!” Replicò Tyler.
“Milord, costui è disarmato.” Disse Hagus a Whigan.
“Peggio per lui allora!”
Hagus allora estrasse la sua spada e la lanciò a Tyler.
“Rovinate dunque la mia questione, sir?” Voltandosi Whigan.
“Affatto, sir.” Rispose Hagus. “La rendo soltanto equa, visto che avete deciso di conferire a tale questione il valore di sentenza.”
“E così sarà!” Sentenziò Whigan, per poi lanciarsi contro Tyler.
Un attimo dopo la parola passò alle armi.

Melisendra
07-10-2011, 02.29.25
"Signori! Siete impazziti?" gridai, mentre la gente lì radunata li incitava alla lotta e ormai il clamore delle spade risuonava nell'aria del giorno.
Rimasi in silenzio, col cuore in gola, a osservare l'esito di quello scontro che mi appariva tanto insensato. Dentro di me ero certa dell'abilità di Tyler con la spada, già molte volte ne aveva dato prova, ma in quel momento era quella sua predisposizione per le dispute e le questioni d'onore a irritarmi. Un uomo con più buonsenso non avrebbe dato alcun peso alle parole di quello sbruffone addobbato a festa che presto si sarebbe trovato a faccia in giù nel fango della strada. Sospirai spazientita, mentre i due uomini si battevano.

Guisgard
07-10-2011, 02.42.18
Le parole di Melisendra non sortirono effetto e la contesa continuò.
Whigan menava fendenti con rabbia, ma Tyler parava e ribatteva ogni colpo.
Ad un tratto Whigan cercò un affondo, ma Tyler lo schivò, per poi ferire al volto il superbo aristocratico.
“Maiale, come hai osato?” Portandosi la mano sul volto sanguinante Whigan. “Il mio volto! Il mio volto!”
“Milord, lasciate che veda!” Correndo un suo servitore.
“Ora nessuna donna vi degnerà più di uno sguardo…” con disprezzo Tyler “… neanche quelle di strada… forse le uniche che ancora vi concedevano le loro grazie…”
“Giuro che me la pagherai, cane…” mormorò Whigan.
“Il primo sangue!” Intervenne Hagus. “Secondo le regole il duello e dunque terminato!”
Tyler allora consegnò la spada a Hagus e raccolse il suo mantello da terra.
Fissò poi Melisendra, senza però dire nulla.
“Ora, milady, vi prego di affrettarci.” Disse Hagus a Melisendra. “Dopo questo duello non è più sicuro per il vostro amico restare qui… i servitori di sir Whigan staranno già meditando vendetta… i cavalli sono pronti, sarà meglio partire subito per il Belvedere.”

Melisendra
07-10-2011, 03.31.46
"Avete ragione, Sir Hagus... dovremmo affrettarci a lasciare questo luogo."
Montai a cavallo e, quando fummo tutti pronti a partire, lo spronai rapidamente al galoppo. Quando fummo sufficientemente lontani dal luogo del duello, rallentammo la nostra corsa. Mi affiancai a Tyler sulla stradina polverosa, tenendo un passo che mi consentisse di parlargli.
"Era proprio necessario?" ero seria. "Non potevi semplicemente lasciare perdere?"

Guisgard
07-10-2011, 03.42.13
Tyler lanciò solo un’occhiata a Melisendra.
“Certo che era necessario…” disse, tornando a fissare la strada davanti a loro “… quel pallone gonfiato aveva bisogno di una lezione… anche chi non ha sangue blu nelle vene possiede un orgoglio, cosa credi… ma tu cosa ne puoi sapere… non hai mai capito niente di me… lo diceva sempre tuo padre… io appartengo ad un altro mondo… un mondo diverso dal vostro…” tornò a fissarla “… e sai cosa? Sono felice di non essere come te.” E spronò il cavallo, aumentando così la sua andatura.
In lontananza, intanto, apparve la sagoma del Belvedere che dominava tutto il paesaggio.

Melisendra
07-10-2011, 03.53.14
Spronai il cavallo.
"Cosa? Non sei come me? Non sei come noi?" lo inseguii. Lo avevo appena ritrovato, ma era già riuscito a seccarmi. "Testardo e puntiglioso! E questa storia dell'onore... esiste perfino il buonsenso, lo sai? E questo buonsenso dobbiamo usarlo per non dare nell'occhio in queste circostanze!" Lo fulminai con un'occhiata.
"A cosa ci ha portati l'orgoglio se non alla rovina? Mio padre si sbagliava su di te... sei esattamente come noi! Sei proprio come ti ha insegnato che un uomo deve essere! Ma impara a usare la testa, in nome di Dio!"
Non avevo mai imprecato in vita mia, ma quello mi parve il momento opportuno per iniziare, sottolineando il risentimento che provavo per le parole di disprezzo che Tyler mi aveva gettato addosso.

Guisgard
07-10-2011, 04.19.12
Tyler si voltò di scatto verso Melisendra e quasi la fulminò con lo sguardo.
“Ah, sono dunque come voi ora?” Con astio. “Davvero? E allora perché tuo padre mi allontanò da casa vostra? Perché mi fece andar via? Forse perché avevo messo gli occhi sulla sua preziosa figlia? Aveva forse paura che il mio sangue impuro, sangue di bastardo, potesse mischiarsi a quello blu della sua gemma?” Un lampo d’ira attraversò i suoi occhi. “Ma ora che hai bisogno di me sono diventato improvvisamente del tuo stesso rango! Ora che sei rimasta sola, vero? Beh, cerca allora di trattenere il tuo orgoglio!” Restò a fissarla con una smorfia di profondo rancore. “Tu… tu non sai neppure cosa aveva detto quell’uomo… tu… tu non hai mai capito nulla…”
“Va tutto bene, milady?” Chiese Hagus davanti a quella scena.
“Si…” rispose Tyler senza distogliere i suoi occhi da quelli di Melisendra “… state tranquillo, sir… va tutto bene…” e galoppò veloce verso il Belvedere.

Guisgard
07-10-2011, 04.45.37
Le acque erano limpide e Altea poteva specchiarsi chiaramente in quel ruscello a cui il Sole, che filtrava tra i rami degli alberi, donava riflessi di giada.
Il vento che soffiava a Carrinton Hall in quell’angolo di bosco era divenuto lieve brezza che sembrava accarezzare, col suo soffio, i rossi capelli della ragazza.
Ad un tratto Altea sentì un profumo.
Ma non ebbe il tempo di voltarsi, perché due mani alle sue spalle, delicatamente, le misero al collo un particolare monile.
Era formato da una piastra di ottone con sopra incastonato un meraviglioso corallo.
“Questo ciondolo” disse lord Carrinton alle sue spalle “mi fu venduto da un pellegrino che tornava da Tessalonica… mi raccontò di averlo ricevuto in dono da un domenicano alla corte dell’Arconte di Atene…” sfiorò delicatamente i capelli di Altea “… si narra che abbia uno speciale dono… in esso pare infatti che vi sia racchiuso un desiderio… provate ad esprimerlo quando ci sarà la Luna piena…” si sedette accanto alla ragazza, sulla sponda di quel ruscello “… un cantastorie una volta recitò una ballata… in essa si diceva che non vi è dono più bello di un desiderio… ed io, oggi, faccio a voi tale dono…” e le sfiorò la mano con un bacio “… perdonatemi se vi ho raggiunta qui, ma a Carrinton Hall Angry mi ha detto della vostra uscita a cavallo… e qualcosa mi diceva che vi avrei trovata qui… infatti in questo luogo è avvenuto il nostro primo incontro…” sorrise "... ditemi, milady, vi trovate bene a Carrinton Hall?"

Guisgard
07-10-2011, 05.00.59
Cavaliere25, come gli era stato ordinato, raggiunse le prigioni dove trovò ad attenderlo Mercien.
“Eccoti finalmente.” Disse l’uomo al ragazzo. “Ho bisogno di bere qualcosa. Mi raccomando, sorveglia bene questa prigioniera.” E si allontanò.
E dopo qualche istante Cavaliere25 si sentì chiamare.
“Signore, per favore, vorrei chiedervi una grazia…” fece Giselle “… vorrei… vorrei avere una Bibbia… ho bisogno di pregare… vi prego, portatemi una Bibbia…”

Guisgard
07-10-2011, 05.05.27
La mano di Elisabeth.
La mano di Elisabeth sulla sua schiena causò un brivido al misterioso Monsieur.
I muscoli dell’uomo, umidi per il sudore e resi caldi dalla fatica e dal sole, ebbero quasi un sussulto al tocco di Elisabeth.
L’uomo si voltò allora di scatto, afferrando la mano della donna.
I suoi occhi fissarono quelli di Elisabeth per alcuni, interminabili, istanti.
“Le vere cicatrici sono quelle dell’anima…” mormorò, rompendo finalmente quel silenzio “… quelle non smettono mai di bruciare…”
Stringeva con forza la mano di Elisabeth.
La donna era quasi alla sua mercè, come abbandonata al volere di quell’uomo per lei senza nome e senza passato.
Gli occhi di lui scesero su tutta la figura di lei.
Era bella Elisabeth, avvolta in quella lunga veste accarezzata dal vento.
“Non dovreste parlare delle vostre cicatrici…” aggiunse Monsieur “… né di ciò che vi riguarda così intimamente… siete una donna… una bella donna… e viaggiare da sola potrebbe essere pericoloso…”
Lasciò finalmente la mano di Elisabeth.
Prese poi uno straccio e si asciugò il petto e le spalle dal sudore.
“Si, anche a me è venuta fame, madame…” disse dopo essersi rimesso la sua camicia “… andiamo ad assaggiare le famose focacce del nostro taverniere.”

Guisgard
07-10-2011, 05.17.22
Gaynor, ricevuto il messaggio di Mercien, raggiunse subito Missan.
L’ambasciatore era nel suo studio, ancora visibilmente agitato a causa dell’incontro col misterioso Presbitero Tommaso.
“Vieni pure avanti, Gaynor…” disse Missan vedendola sulla porta “… odio questo paese…” mormorò “… sento che ci sono nemici ovunque… spie, traditori… siamo osservati, studiati, odiati, condannati...” terminò di scrivere la lettera che aveva davanti, per poi sigillarla con la ceralacca. “Voglio che tu parta stasera stessa per Animos.” Tornando a fissare la ragazza. “Consegnerai questa lettera direttamente a De Jeon… sono le liste di proscrizione a cui stavo lavorando… in esse ci sono nemici politici, perlopiù Pomerini, nobili ed ecclesiastici. Queste liste hanno già la convalida ufficiale del Tribunale del Popolo e quindi hanno valore di vere e proprie condanne a morte. De Jeon sta attendendo questi nomi da tempo ormai. Va dunque ed al tuo ritorno mi riferirai di suoi eventuali ordini. Non c’è altro. A Dover ti sta già attendendo la nave che ti porterà a Calais.”
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Talia
07-10-2011, 12.48.43
Talia aveva colto tutti loro di sorpresa.
Si era prima liberata da quella morsa, poi, raccogliendo un bastone, aveva addirittura ferito un paio di loro.
Poi quelle sue parole.
“Sta mentendo!” Gridò uno di loro.
“Si, anche io lo penso!” Aggiunse un altro. “E’ furba! Molto furba!”
“Sa bene che non possiamo denunciarla alla Guarda Repubblicana! Visto che siamo pedinati e spiati!”
“Si, uccidiamola!”
“Un momento…” disse colui che aveva parlato prima durante la riunione “… lasciatela parlare… vediamo cosa vuol dirci… per ucciderla ci sarà sempre tempo…”

“Oh... finalmente qualcuno con un po’ di buonsenso!” dissi con leggerezza, ignorando vistosamente quell’ultima affermazione.
Mossi lo sguardo tra loro, esaminando ogni volto con attenzione, infine i miei occhi si posarono sull’uomo che aveva parlato per ultimo e su di lui rimasero per un tempo indefinito, regalandogli un leggero ed enigmatico sorriso.
“Molto bene...” ripresi quindi a dire, portando le mani dietro la schiena e passeggiando tra loro, in modo da apparire perfettamente a mio agio “Come dicevo, sono più che certa che potremmo giungere ad un accordo, voi ed io... un accordo vantaggioso per tutti... un accordo che potrebbe portare voi finalmente fuori da queste umide catacombe, e me... beh, me esattamente dove voglio arrivare! Vedete... io ho i miei buoni motivi per desiderare di aiutarvi. Motivi personali, lo confesso! Motivi tutt’altro che politici! Ma, forse proprio per questo, non meno pressanti e valenti dei vostri. Non credete?”

“Muoviti Talia!” disse il ragazzino, voltandosi e tendendomi la mano.
“Aspetta, ti prego!” ansimai, tentando di stargli dietro.
“Non c’è tempo!” mi incalzò lui “Dobbiamo correre se vuoi riuscire a tornare prima che le suore si accorgano che sei scappata...”
Afferrai la sua mano e lasciai che mi aiutasse ad issarmi ancora più in alto...
“E’ una pazzia esser saliti quassù!” mi lasciai sfuggire, gettando un’occhiata fugace al vuoto sotto di noi.
Lui si voltò di scatto e mi squadrò con i suoi occhi neri e profondi...
“Hai paura?” chiese seccamente, quasi con rimprovero, poi la sua voce si fece acre e carica di sarcasmo “O forse le tue preziose suore ti hanno infine convinta che è una cosa sbagliata? Sacrilega, perfino! Basta che lo dici, eh! Se non ti interessa più vedere la città dalla cima del campanile, basta che lo dici! Te ne puoi tornare giù anche subito! Da sola, però!”
Si voltò per andarsene, ma io lo trattenni, afferrandolo per il bordo della maglia logora e sgualcita che indossava...
“Non ho paura!” dissi con orgoglio “E non si tratta neanche del resto: io faccio quello che mi pare, lo sai... e se ti ho detto che voglio venire con te a vedere la città dall’alto, vuol dire che ci voglio venire!”
Lo fissai per un istante, quasi mordendomi la lingua... non sapevo perché lui, con le sue parole, riuscisse sempre a farmi fare quello che voleva, eppure era così. Lo faceva con tutti. Aveva il dono naturale dell’eloquenza, quel ragazzino... e per giunta lo sapeva sfruttare!
Sospirai... ormai era fatta, comunque!
“Non ho paura!” ribadii, poi lanciai un’altra occhiata verso il basso e soggiunsi “Però dammi la mano. Per favore!”
Lui sorrise e strinse la mia mano nella sua... e riprendemmo a scalare il tetto liscio del campanile.

Battei le palpebre e quel ricordo scivolò via dalla mia mente così com’era giunto.
Mi voltai e fissai i miei occhi di nuovo in quelli dell’uomo: “L’accordo è questo: io sono piuttosto convinta di poter arrivare ad Ostyen con una certa facilità. Sono attrice in una compagnia itinerante e come tale posso viaggiare molto senza destare troppi sospetti... posso raggiungere la capitale di Animos e tentare di avvicinare i luoghi del potere... Animos... o Magnus, come pare si debba dire di questi tempi! Da lì potrei fornirvi informazioni, potrei essere invisibile o appariscente a nostro vantaggio, potrei ascoltare e vedere, potrei essere i vostri occhi e le vostre orecchie nella capitale dei Ginestrini... un domani potrei giungere ad essere le vostre braccia... le vostre labbra, perfino!”
Feci una pausa, che in quel momento mi parve di grande effetto teatrale, poi ripresi... quasi sussurrando...
“Riflettete... quante possibilità ci sono che vi capiti un’altra occasione come questa? Quante occasioni per riuscire a tornare alla ribalta? Voi... costretti a nascondervi e a riunirvi in segreto... la bilancia, rimasta in equilibrio fino a questo momento, sta rischiando di pendere dalla parte dei vostri nemici, ormai! Ma io... io potrei essere quel minuscolo, insignificante piccolo peso che potrebbe riportare l’ago dalla vostra parte...”
Feci qualche passo avanti, infine, e mi avvicinai all’uomo che mi stava di fronte, al centro del gruppo, quello che aveva parlato come fosse il capo, e piantai i miei occhi nei suoi, accostandomi a lui più di quanto non fosse necessario...
“Riflettete, monsieur... non trovate che potrei esservi utile?” chiesi, in tono malizioso “Finanche molto utile?”

Altea
07-10-2011, 20.38.23
Fui destata dai miei pensieri, dal sentire una presenza dietro di me, un delizioso profumo sembrò cingermi le spalle, non ebbi il tempo di voltarmi quando notai un bellissimo monile ornare il mio collo. Mi girai lievemente e vidi Lord Carrinton vicino a me, che mi sorrideva. Fissavo il milord mentre mi parlava, non si poteva notare la sua avvenenza, peccato che egli non sapesse quanto difficile fu anche in corte di Bretagna per molti cavalieri toccare il mio cuore. Cercavo un cavaliere che mentre mi faceva battere il cuore, nutrisse per me un profondo amore. Ma i cavalieri sembravano interessati più alla mia dote che ad altro.
"Milord, vi ringrazio per questo dono stupendo poichè stupendo è il valore del suo significato più del suo valore economico. Un desiderio? e cosi sia, ma se desiderio deve essere tale deve rimanere nascosto nel mio cuore".
Egli era di estrema gentilezza, ma purtroppo il mio animo era tormentato da troppi pensieri, soprattutto quel quadro riapparve e non mi permetteva di parlare liberamente. Ma alla domanda su Carringhton Hall cambiai subito espressione e liberamente espressi il mio rammarico "Ah, mi chiedete della vostra lugubre dimora? Perdonatemi milord, ma è di atmosfera assai gotica. E' buio...e poi penso che Angry non mi abbia di buon occhio. Laggiù mi sento diversa, mi affievolisco e mi annoio molto. Non prendetevela a male milord, ma avete chiesto il mio parere e io ve l'ho dato. Ancora non mi conoscete ma sono di temperamento particolare. Non sarebbe possibile renderla più luminosa e piacevole?". Chiesi fissando i suoi profondi occhi neri, i quali celavano tutti i misteri che avrei voluto sapere come quella della dama misteriosa.
"Altra cosa milord, un giorno vi vidi assieme a una bellisima dama. Ella cavalcava un meraviglio cavallo bianco, sembravate felici assieme e innamorati. Ella è la vostra gentile dama? Se cosi fosse, sarei lieta di conoscerla". Sorrisi, aspettando curiosa la reazione di Lord Carrinton, certo egli era forte di carattere, di potere, era abituato ad avere tutti ai suoi piedi, ma io ero molto arguta e nutrivo alcuni dubbi sui dileggi amorosi del nobile aristocratico.

elisabeth
07-10-2011, 21.09.42
La mia mano divenne livida, era brutale nel modo di parlare , trattenni il respiro, sino a quando non decise di lasciarmi andare....." Monsieur, mi spiace, toccarvi e' stato solo un atteggiamento istintivo....non volevo procurarvi alcuna emozione.......le cicatrici dell'anima...sono piu' intime delle cicatrici del corpo........ e comunque non volevo diventare cosi' intima con voi......e se avreste voluto farmi del male, avreste avuto tutto il tempo per farlo.....Mangiamo e vi prego...voglio riprendere il cammino..questo viaggio sta durando un'eternita'....".....Presi a massaggiarmi la mano, mi sentivo agitata....come non lo ero mai stata........avevo i suoi occhi disegnati nei miei...mi aveva esplorato l'anima e non potevo permetterglielo...nessun uomo...nessuno...poteve leggere la mia anima....neanche Mensieur.....

Guisgard
07-10-2011, 21.12.14
Nell’antro di quelle catacombe scese un irreale silenzio mentre Talia parlava a tutti loro.
“Già, un’attrice!” Esclamò all’improvviso uno di quelli. “E magari sta già recitando la sua parte con noi!”
“Gaven ha ragione!” Intervenne un altro. “Perché dovremmo crederle? Magari sta mentendo solo per salvarsi la vita!”
“Oppure, forse, la sua messa in scena nasconde solo una vile trappola! Una trappola preparata apposta per noi!”
“Si e forse lei è proprio una ginestrina!” Gridò un altro ancora.
“Silenzio…” disse colui che aveva dato la possibilità a Talia di parlare.
Fissò allora la ragazza con i suoi occhi indagatori.
“In verità” rivolgendosi poi a Talia “la vostra è un’ottima idea… Ostyen è la roccaforte dei Ginestrini, la loro città culto e simbolo del governo repubblicano… già, darei qualsiasi cosa per avere occhi, orecchie e labbra fra le sue mura…”
“Signore, non possiamo fidarci…” intervenne uno di loro.
“Già, darei qualsiasi cosa…” riprese l’uomo dopo aver zittito il suo compagno con un cenno “… ma non la vita dei miei uomini… se mi fidassi di voi, mademoiselle, metterei in pericolo la vita dei miei uomini e le ultime speranze di riportare questo stato alla ragione, quella vera…” esitò “… io non so quanto ci sia di vero nelle vostre parole e nelle vostre intenzioni, ma non posso correre il rischio di fidarmi di voi… sono tempi difficili, dove il fratello uccide il fratello ed il figlio tradisce la propria madre… essere il capo è una condanna, non un onore… si finisce per decidere costantemente sulla vita altrui… ed è angosciante… ma non posso fare diversamente… che Dio abbia pietà di tutti noi…” chiuse per un istante gli occhi, per poi aprirli e fissare nuovamente Talia “… uccidetela e fate fare al suo cadavere la stessa fine degli altri.” Sentenziò.
“Si, signore!” Esclamò uno dei suoi.
“Un momento!” Disse all’improvviso una voce celata fra loro.

Guisgard
07-10-2011, 21.21.22
Monsieur ed Elisabeth ritornarono nella tavernetta e subito il taverniere servì loro delle focacce calde.
Il pasto era ottimo, degno della nomea delle focacce di quel posto, ma l’atmosfera era pesante.
La colazione trascorse in un assoluto silenzio.
Monsieur, cupo ed inquieto, non rivolse mai, per tutto il pasto, la parola ad Elisabeth.
Finito di mangiare si alzò e si avviò verso l’uscita.
“Preparatevi, madame…” voltandosi verso Elisabeth “… io intanto vado a procurare dei cavalli per il viaggio… sarò di ritorno fra un’ora al massimo.” Ed uscì.
“Allora, madame…” sparecchiando il taverniere “… come erano le focacce? E come vi siete trovata nella mia tavernetta? Siete la compagna di viaggio del mio migliore amico, dell’uomo a cui devo la mia vita e dunque vi ho trattati come sangue del mio sangue.”

Guisgard
07-10-2011, 21.44.40
Lord Carrinton sorrise e fissò il cielo che cominciava a tingersi dei colori della sera.
“Ho studiato e viaggiato nelle migliori corti europee, milady…” disse ad Altea “… conoscendo dame e cavalieri di ogni genere. Ed ho presto realizzato che la nobiltà, anche quella più antica, è spesso imprigionata nei suoi stessi limiti… come una bellissima donna che si vede riflessa in uno specchio e si compiace della propria bellezza… ma guardare solo in se stessi è, ahimé, un limite… spesso la ricerca della bellezza, dello sfarzo e della cortesia rende l’animo appassito e poi sterile… in un simile animo non dimorano la sincerità, la lealtà e la semplicità… le sole virtù degli animi nobili…” fissò il monile che le aveva appena donato “… ma in voi vedo che non difettano tali pregi… siete sincera e non temete di mostrarlo, milady…” sorrise “… conosco molte dame, mia signora… ma ciò non vuol dire che provi interesse per tutte loro… certo, mi piace la loro compagnia, trovo piacevole conversare, uscire a cavallo o passeggiare nella verde campagna che ci circonda insieme a loro, come, del resto, faccio con i miei amici o gli altri nobili del regno… spesso, milady, curare i rapporti in seno alla nostra aristocratica società è più un impegno, un dovere, che un vero piacere…” sorrise nuovamente “… quanto alla vecchia Angry, beh, in verità è al servizio della mia famiglia da molto tempo, ben prima della mia nascita ed è per questo che continuo a tenerla con me.” La fissò poi incuriosito. “Comunque è impossibile ciò che dite… ella non può avervi in antipatia… sinceramente credo sia impossibile nutrire per voi qualcosa che non sia ammirazione e, permettetemi, amore…” restò un attimo in silenzio “… voi siete la padrona a Carrinton Hall e potete disporre di quella casa a vostro piacimento…” riprese a dire “… la vecchia Angry forse trova inopportuno o fastidioso il Sole, il colore del cielo ed il canto degli uccelli. Strappate pure ogni tenda, anche le più preziose. Aprite ogni finestra o vetrata… ed invitate la luce del giorno ad invadere ogni angolo di quella dimora… trovo sia un’ingiustizia negare la vostra compagnia a qualcuno… anche al Sole, alla Luna ed a tutte le stelle del firmamento…” le sfiorò nuovamente la mano con un bacio.
Poi la fissò con un sorriso compiaciuto.
“Che ne dite di andare a comprare nuove tende per Carrinton Hall?” Propose alzandosi in piedi. “Conosco un piccolo e variopinto mercato frequentato dai migliori sarti e tessitori del reame! E sono certo che lì troveremo tende dai colori adatti a giovare al vostro umore, milady!”

cavaliere25
07-10-2011, 22.04.24
Mi girai verso la donna e dissi certamente ma ora non posso andarvela a prendere signora dissi devo aspettare che ritorni il mio amico e dopo ben volentieri ve la vado a prendere e rimasi fermo a guardarla

Guisgard
07-10-2011, 22.09.03
"Grazie, gentile signore..." disse Giselle a Cavaliere25 "... voi... voi possedete un cuore nobile, misericordioso e caritatevole... che Dio vi protegga sempre..." sorridendo al giovane.
Poco dopo ritornò Mercien.
"Ah, ci voleva quasta bella bevuta!" Stiracchiandosi. "Tutto bene qui?" Chiese poi a Cavaliere25.

cavaliere25
07-10-2011, 22.30.13
si si la prigioniera a chiesto una bibbia per pregare sarebbe possibili fargliela avere? domandai gentilmente mentre guardavo quella donna che non mi sembrava cattiva

Altea
07-10-2011, 22.54.17
Ascoltando le parole di Lord Carinnton sembrava si sentisse prigioniero di un mondo che non le apparteneva, che faticosamente doveva curare e portare avanti un nome tanto nobile che forse un pò gli stava stretto, e in quel momento fui riconoscente ai miei genitori che mi hanno sempre resa libera nonostante il mio rango, ma forse se fossi nata di opposto sesso avrei dovuto rimpiangere tale libertà.
"Mi scusi se sono stata innopportuna con queste domande, sapete voi siete e lo sapete benissimo, di aspetto meraviglioso, nobile e curate le vostre ricchezze. E per questo, come la mia adorata madre mi spiegò, molte dame non si fanno scrupoli pur di avere un nobile come voi al loro fianco. Ma voi avete capito perfettamente il mio carattere noto, nonostante mi conoscete da poco. E mai avrei potuto osare rubarvi ad altra dama, anche se immagino avete e state spezzando molti cuori", sorrisi al nobile toccando il monile. "Ritornando ad Angry" e mi feci seria "non trovo compagnia assieme ad essa, si limita solo ai servigi. La mia dama di compagnia, invece, era solita parlare e scherzare, come mi manca. Ma la vostra proposta mi allieta, vi seguirò volentieri al mercato, la vostra dimora è cosi bella che deve risplendere di luce propria ai raggi del sole." Detto questo allungai il braccio e presi per mano il nobile aristocratico, un gesto raro da parte mia, ma sentivo che il milord in fondo era persona di animo buono.

Lady Gaynor
08-10-2011, 01.04.35
Nell'udire la richiesta di Missan, Gaynor andò su tutte le furie.
"Credi forse che io sia il tuo galoppino? Siamo venuti qui per compiere una missione insieme, ma non ho letto da alcuna parte che io debba essere ai tuoi ordini... Farmi altre due traversate per portare una lista di condannati a morte? Non se ne parla proprio, hai portato un servo con te, ebbene... servitene! Io per oggi ho terminato qui, ti saluto, caro compagno!"
Così dicendo, Gaynor girò sui tacchi e uscì dalla stanza.

Guisgard
10-10-2011, 03.17.33
Mercien fissò quasi stravolto Cavaliere25.
“Un Bibbia?” Ripeté. “Vuoi portare una Bibbia alla prigioniera? E sentiamo…” portando le mani sui fianchi “… vuoi chiederla direttamente all’ambasciatore? Spiegando che la tua intenzione è solo quella di salvare l’anima di questa sfortunata?” Rise forte. “Mio ingenuo amico… non sai che i Ginestrini non odiano nulla più della religione? Della Chiesa soprattutto? Loro non credono né in Dio, né nell’anima e né nella compassione e nella pietà per i nemici! Ora, se non vuoi fare la stessa fine della prigioniera, togliti queste sciocchezze dalla testa e cerca di parlare il meno possibile con lei!” Scosse il capo. “Ecco… mi è tornata di nuovo sete… vado a farmi un altro sorso… tu resta di guardia ed evita qualsiasi discussione con la prigioniera.” Ed andò via.

Guisgard
10-10-2011, 03.44.01
Lord Carrinton sorrise ad Altea.
“Un cuore, milady, non si spezza tanto facilmente, credetemi.” Disse. “Il cuore di una donna poi è molto più forte di quello di un uomo. Infatti voi dame potete legare ai vostri cuori anche quelli dei più valenti cavalieri di questo mondo.” Alzò lo sguardo verso il Cielo che il fresco ed asciutto vento aveva reso terso e luminosissimo. “Voi rubarmi ad alta dama, mia signora? Ma io non appartengo a nessuna ed oggi, col vostro consenso, sarò il vostro cavaliere, il vostro accompagnatore ed il vostro servitore.” Le tese la mano per aiutarla ad alzarsi. “La mia dimora, per essere bella come dite, chiede solo di risplendere della vostra bellezza, lady Altea.” Si avvicinò allora ai loro cavalli ed aiutò la dama d’Irlanda a salire in sella, per poi raggiungere entrambi il mercato delle stoffe di Camelot.
Era questo un luogo vivacemente affollato ed animato da profumi, voci e suoni dei più svariati e pittoreschi tipi.
La folla si accalcava lungo i bordi della viuzza nella quale i banchi facevano mostra di tessuti, stoffe e veli che caratterizzavano il mercato.
Appena giunti, Carrinton attirò l’attenzione di un grosso omone che oziava ai piedi di una bottega.
Nel vedere il bel nobile, l’omone lo raggiunse ed al cenno di lui cominciò a farsi spazio fra quella folla, permettendo così a Carrinton ed Altea di raggiungere un banco che si trovava nel bel mezzo di quella viuzza.
“Milo, vedo che hai fortuna con la tua merce!” Disse Carrinton al venditore.
“Mio signore!” Con un profondo inchino questi. “La mia fortuna è conoscere un grand’uomo come voi! Ciò che mi appartiene è vostro, compresa quella fortuna di cui dite!”
“Milo è un mercante di stoffe molto abile…” fece Carrinton fissando Altea “… è un serbo e quindi conosce il fatto suo… ma forse riusciremo a fare buoni affari oggi.”
“Oh, ma per le amiche del mio signore ci sono prodotti bellissimi e prezzi bassissimi.” Disse il mercante serbo. “Scegliete pure, mia signora…” rivolgendosi ad Altea “… ditemi qual è il vostro colore preferito ed io vi servirò.”

Guisgard
10-10-2011, 04.23.30
Missan, davanti a quella reazione di Gaynor, ebbe un sussulto.
La raggiunse, per poi afferrarle un polso.
“La repubblica richiede sacrifici da parte di tutti, mia cara compagna…” disse piantando i suoi occhi cupi in quelli verdi e luminosissimi di lei “… anche io preferirei fare altro che stare qui, in questo stramaledetto paese, a dar la caccia ad un gruppo di briganti mascherati. Ma devo, ragazza mia… lo devo alla repubblica e a me stesso… sai cosa ci capiterà se non riusciremo a catturare quel dannato Giglio Verde? Che le nostre teste balzeranno via dai nostri colli in un baleno. Capisci?” Ed un ghigno apparve sul suo volto. “Ricordi quel giorno nella piazza di Santa Maria della Guardia? Eravamo dietro le barricate… i soldati del principe marciavano verso di noi… ricordi ciò che mi dicesti quel giorno? Mi dicesti di non temere la morte… ma solo la disperazione dei tuoi familiari se tu fossi caduta sotto le armi dei soldati… ebbene, mia cara, dimmi… come stanno i tuoi adorati familiari? Oh, spero bene, perché occorre essere in salute per sopravvivere alle segrete del Castello di Sortuary, o a quelle della fortezza d’Avighion… vedi queste liste di proscrizione?” Mostrando la lettera alla ragazza. “Beh, se tu ora rifiuti ancora di obbedirmi… ecco… io sarò costretto ad aggiungere i nomi dei tuoi familiari… allora, mia bella rivoluzionaria, cosa mi rispondi?” E la fissò con uno sguardo che non prometteva misericordia o compassione. “Come vedi… ti tengo in pugno… non puoi fare altro che obbedirmi… obbedire ad ogni mio ordine, ad ogni mio capriccio…” e le accarezzò il volto, per poi tentare di baciarla.
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cavaliere25
10-10-2011, 10.47.38
Rimasi turbato da ciò che mi disse Mercien poi mi sedetti sulla sedia e rimasi a guardare in giro per quella stanza dentro di me mi chiesi perchè quella donna mi fece quella richiesta

Guisgard
10-10-2011, 14.52.21
Andato via Mercien e rimasto solo davanti alla cella Cavaliere25, Giselle, facendosi coraggio, si avvicinò al suo giovane carceriere.
“Signore, per la Misericordia che il Buon Dio anche dall’alto della Sua Croce non ha smesso di donare ai Suoi figli, ve ne prego…” con la voce rotta “… chiedo solo una Bibbia per cercare il conforto e la forza nella preghiera… io provengo dalle terre di questi uomini che mi hanno catturata e so che odiano ogni cosa legata alla Fede… chiedo dunque a voi, mio buon giovane… chiedo a voi solo un atto di pietà… procuratemi una Bibbia e giuro davanti a Dio Onnipotente, dal quale invoco sostegno e forza, che non vi chiederò altro, né vi causerò problemi… solo questo vi chiedo… siete tanto giovane da poter essere mio figlio… e come una madre vi sto supplicando… aiutatemi ad affidarmi all’Onnipotente…” e scoppiò a piangere.

Altea
10-10-2011, 14.57.16
Camminavo tra le vie del mercato, accanto al milord, la gente era veramente entusiasta oggi, notavo allegria, euforia, Fui attratta dalle stoffe da strani colori aranciati d'Oriente, mi soffermai per vederle, ma notai che Lord Carrrinton chiamava qualcuno. Egli mi prese il braccio e mi accompagnò presso un uomo possente che il milord chiamò "Milo", notavo un certo servilismo da parte di questo venditore. "Eh si, Lord Carrinton possedeva un forte carisma e potere, questo era il lato negativo di lui" pensai "sarebbe stato più bello un incontro tra due persone che non si vedevano da molto, senza inchini e smancerie. Perchè dover mostrare tanta umiltà?". Fui scossa dalle parole del venditore "I miei saluti messer Milo, è un piacere fare la vostra conoscenza. Mi chiedete quali sono i miei colori preferiti...l'azzurro del cielo che sovrasta la mia Irlanda, e il bianco delle nuvole che viene a trovarlo per divertirsi con egli, il verde splendente dei nostri prati che hanno dato colore ai miei occhi e l' oro come il sole che rende brillante tutti questi colori".

Guisgard
10-10-2011, 15.29.07
Milo fece un inchino ad Altea e si allontanò per qualche istante.
Ritornò poi con varie stoffe, tutte raffinatissime e dei colori indicati dalla dama irlandese.
“Queste stoffe, milady, provengono tutte dai più importanti mercati e bazar che ci sono ad est delle Cicladi.” Spiegò il mercante serbo. “Questa seta, ad esempio, è la stessa che veniva portata nel gineceo del sultano di Bagdad, perché era l’unica che vestiva la sua moglie preferita… guardate, milady, è verde come la giada più preziosa ed è inoltre impreziosita da questi ricami dorati alla maniera di Ceylon… e poi abbiamo queste varie tonalità d’azzurro… osservatele, mia signora, sono capaci di raffigurare tutti i vari umori che il cielo assume ad ogni stagione… ed infine, la più ricercata e sofisticata seta del Catai… toccate voi stessa… bianchissima come l’anima dei Santi, pura come la coscienza di un bambino e leggera come i sospiri di una donna innamorata…scegliete pure con calma quella che più soddisfa il vostro gusto, milady.”
“Tutte.” Disse lord Carrinton al serbo. “Hai sentito, no? A lady Altea piacciono sia l’azzurro, sia il bianco, sia il verde. Dunque le prenderemo tutte. Del resto Carrinton Hall ha molte finestre.” Sorridendo poi alla ragazza. “E ovviamente arricchiremo il tutto con fili d’oro finissimi.”

cavaliere25
10-10-2011, 15.33.35
Signora dissi gardandola negli occhi avete sentito cosa a detto il mio amico non vi posso aiutare anche se lo vorrei ma rischierei molto capitemi signora non lo faccio per cattiveria ma devo solo attenermi agli ordini se no anche io sarò messo in cella continuai a dire chiedetelo voi al mio amico e vediamo cosa vi risponde e mi rimisi in silenzio

Altea
10-10-2011, 15.51.30
"Messer Milo le sue stoffe sono di una bellezza rara, che avendo l'imbarazzo della scelta, come dice lord Carrinton, abbiamo preso la decisione di acquistarle tutte. Un altro favore, vidi in una bancarella delle stoffe di colore aranciato, delle donne misteriose e affascinanti orientali di cui il mio maestro ne parlava molto e io ne fui conquistata, ne avete anche voi? Vorrei portarla a una sarta di fiducia, vorrei farmi fare un bel vestito, ma che non sia troppo scargiante" sorrisi al venditore e poi sotto voce a Lord Carrinton "Milord, ma voi dovete sempre fare la voce grossa, perdonatemi, questo gentil messer usa cortesia, perchè trattarlo in modo cosi altero." La mia voce si fece più dura, lo fissai in quegli stupendi occhi neri e vi lessi stupore.

Talia
10-10-2011, 16.00.31
“Vi sbagliate...” dissi scuotendo la testa, mentre l’uomo stava ancora parlando “Vi sbagliate, e per un motivo semplicissimo: voi non dovete affatto fidarvi di me, perché non occorre che io sappia niente di voi e dei vostri piani, niente di preciso! Così come non occorre che voi sappiate niente di me e di ciò che mi spinge a far questo... questo vi tutelerebbe, credo! E tutelerebbe anche me...”
I miei occhi rimasero fermi nei suoi, in attesa.
Lo vedevo riflettere, valutare... il cuore mi batteva forte e le gambe mi tremavano... sapevo che tutto il mio futuro dipendeva da quell’uomo, la mia vita dipendeva dalle sue decisioni, quella promessa che avevo fatto a me stessa tempo prima e tutto ciò che essa comportava per il mio passato e il futuro era in ballo... mille e più pensieri mi vorticavano in testa, mille paure.
Eppure non mi mossi e non parlai oltre, sapevo che la decisione spettava a lui ora e niente di ciò che potevo fare o dire, ormai, avrebbe avuto più peso.
Ero immobile, con la schiena diritta e le braccia lungo il corpo, gli occhi fermi e il mento alto... attendevo.
Poi quelle sue parole...

“...non posso correre il rischio di fidarmi di voi… sono tempi difficili, dove il fratello uccide il fratello ed il figlio tradisce la propria madre… essere il capo è una condanna, non un onore… si finisce per decidere costantemente sulla vita altrui… ed è angosciante… ma non posso fare diversamente… che Dio abbia pietà di tutti noi…” chiuse per un istante gli occhi, per poi aprirli e fissare nuovamente Talia “… uccidetela e fate fare al suo cadavere la stessa fine degli altri.” Sentenziò.

La terra mi mancò sotto i piedi, mentre un brivido mi correva lungo tutta la schiena... spalancai gli occhi e lo fissai, senza parole...
Il tempo mi parve che si fosse fermato all’improvviso e il silenzio di quell’antro mi sembrò diventare opprimente... e poi il freddo: improvvisamente mi accorsi di quanto fosse freddo laggiù... troppo, troppo freddo!
Inspirai e serrai i denti, mantenendo lo sguardo fisso su di lui... sentivo che il mio corpo era teso e tutti i sensi all’erta, ma non scorgevo via di fuga... ero sola laggiù... mi sentii in gabbia, in trappola...
Mi sembrò che fosse passato un secolo quando, infine, qualcuno parlò.

“Un momento!” Disse all’improvviso una voce celata fra loro.

Vidi che tutti si voltarono di scatto verso il punto da cui era giunta quella voce... e io con gli altri, chiedendomi cosa stesse per accadere... chiedendomi cosa ne sarebbe stato di me... sperando, inconsciamente, in una alquanto improbabile via di fuga.

Daniel
10-10-2011, 17.22.09
Ci incamminammo silenziosamente per circa venti minuti.. Poi decisi di rompere il ghiaccio..
<<Beh non possiamo mica viaggiare in silenzio tutto il tempo.. Io sono Daniel e lui è mio fratello Marco.. Sono lo scudiero di Sir Guisgard nipote di Lord Tudor.. E tu? Chi sei?>>
Guardai Marco che annuì con il capo..
<<E.. se posso chiedere.. Dove ti stiamo accompagnando?>>
Aspettai una risposta da quel misterioso personaggio..

elisabeth
10-10-2011, 21.33.39
Mangiai in silenzio le focacce, e qualsiasi altra cosa mi avessero servito, lo avrei mangiato senza sentirne ne il profumo ne il sapore.........ascoltai Monsieur.....senza guardarlo in faccia....e lo sentii uscire dalla taverna....vidi avvicinare l'oste e lo ascoltai con un debole sorriso sulle labbra......" Gli volete veramente bene, me ne sono accorta quando lo avete visto....il vostro abbraccio era carico di sincero affetto.....vi ha salvato la vita, deve essere uno dei suoi compiti...ha salvato anche la mia, se non fosse stato per lui sarei stata invischiata in una guerriglia, che non mi apparteneva, eppure mi ha trascinata via......ho apprezzato questo gesto.....e' difficile occuparsi di chi non si conosce, si vivono tempi in cui si preferisce salvare la propria pelle, magari non si chiama sano egoismo, forse si chiama sopravvivenza....... ho visto la sua schiena, e aver toccato le cicatrici.....lo hanno chiuso in un triste silenzio.....non volevo ferirlo piu' dei segni che porta addosso...comunque devo ringraziarvi....non dimentichero' il modo in cui mi avete accolta....".......rimasi cosi' in silenzio con le mie emozioni ....

Guisgard
10-10-2011, 22.19.07
Giselle, a quelle parole di Cavaliere25, non riuscì a trattenere le lacrime.
“Vi prego…” con le lacrime che rigavano il suo volto “… io… io non ho altre speranze oltre voi… voi non siete come loro, siete diverso, lo sento… se lo chiedessi all’altro carceriere lui correrebbe a dirlo al suo padrone… vi prego… ascoltatemi…” cercando di farsi coraggio “… voi potete uscire ed entrare quando volete… ecco, quando vi danno il permesso di allontanarvi… non vi sarà difficile procurarvi una Bibbia… basta raggiungere una chiesa… vi prego… nessuno potrebbe sospettare di voi…”

Guisgard
10-10-2011, 22.25.43
Milo, a quella richiesta di Altea, annuì e corse nel carretto che aveva dietro il suo banco.
Nel frattempo lord Carrinton restò, in principio, molto sorpreso da quelle parole di Altea, poi un sorriso apparve sul suo volto.
“Trovate che sia stato molto duro con lui, milady?”
In quel momento Milo tornò con altre stoffe.
“Ecco, mia signora…” disse il serbo “… ho tre tipi di aranciato… questo proviene da Persepoli… ha tonalità che sfociano nel purpureo verso i bordi, dove il ricamo di gusto esotico impreziosisce ancora di più questa stoffa… quest’altro invece è molto semplice, di chiaro stile mozarabico, proviene da Granata e pare che le dame d’Aragona e di Catalogna non ne sappiano fare a meno… infine questo…” mostrando la terza stoffa “… viene direttamente dalla lontana Cina… è un arancio molto forte, come il Sole che ogni giorno sorge da quelle remote contrade… scegliete quale fra queste stoffe è la vostra preferita, mia signora.”
“Milo, rispondi sinceramente…” all’improvviso Carrinton.
“Lo sono sempre con voi, mio signore.” Chinando il capo il serbo.
“Trovi che io sia troppo duro con te?”
“Il vostro tono è quello di chi è nato per comandare…” rispose il mercante “… il mio invece è quello di un servo… perché io sono il vostro umile servitore, mio signore…”
“Vedete, milady?” Fece Carrinton rivolgendosi ad Altea. “Egli non mi trova duro o scortese… ma siccome è il vostro giudizio quello che per me conta, io riparerò al mio tono evidentemente troppo fermo… Milo…” fissando il mercante “… grato dei tuoi servigi e della tua onestà, io ti pagherò il doppio ciascuna di queste stoffe ed inoltre sostituirò quei due tuoi ronzini” indicando i cavalli davanti al carro del serbo “con due buoni cavalli che vinsi ad una corsa con alcuni gentiluomini di Londra.”
Il serbo allora si inginocchiò davanti a Carrinton e si prostrò a ringraziarlo.
“Avete altri dolci rimproveri per me, mia signora?” Chiese Carrinton baciando delicatamente la mano di Altea.

Guisgard
10-10-2011, 22.31.11
Il Taverniere ascoltò Elisabeth e rimase alla fine turbato.
“Quelle ferite…” mormorò “… sono vecchie di almeno… tre o quattro anni, credo… ma voi sembrate ignorare il suo dramma… io credevo che voi… posso domandarvi chi siete, madame? Lo conosco da una vita e so che non è uomo da facili avventure sentimentali… chi siete dunque voi? Perdonatemi se vi appaio scortese ed inopportuno, ma per me lui è come un fratello..."

Altea
10-10-2011, 22.40.10
"Milord, il vostro è dileggio o lo state facendo col cuore? Sapete cosa sia un cuore? Io, per l'educazione ricevuta ho capito che certo noi nobili siamo nati tali, e siamo più fortunati per la vita che conduciamo rispetto a queste persone. Ma messer Milo non ha nulla meno di noi, ha sangue che scorre nelle vene, anche se non di sangue nobile, ha ossa, muscoli, il suo corpo è fatto come il nostro....e il suo cuore milord ha gli stessi sentimenti che celano e provano i nostri cuori. Ciò che differenzia è il solo fatto di essere nato in una casa diversa. Orbene, mi auguro che questi doni voi stiate facendo vengano proprio dal vostro cuore, e ricordate, a volte non sono i doni a comprare la simpatia delle persone, ma la gentilezza e la bontà di animo. Si ho altro da rimproverarvi, ma sono stata abbastanza cattiva oggi" e sorrisi al milord.
"Messer Milo, si alzi per carità, non ha bisogno di questi gesti, lei è un bravo venditore e deve esser fiero del suo lavoro e della bellezza delle stoffe. Scelgo la prima stoffa, quella proveniente da Persepoli. Mi aggrada questo porpora, dona una sfumatura particolare. Potrebbe farmela recapitare presso la bottega della sarta a Wirkley Street, vi è solo lei come sarta, la bravissima Liza. Poi andrò personalmente per cercare un modello. Siete gentilissimo, penso io e voi avremmo modo di vederci spesso" con un sorriso, tirai fuori dalla sacca delle monete e pagai la stoffa, non avrei permesso lo facesse Lord Carrinton, mi sembrava mi avesse presa in giro con quel suo atteggiamento.

Guisgard
11-10-2011, 01.57.43
I tre avevano già percorso un bel pezzo di strada, quando Daniel si decise a rompere quel silenzio tra loro.
E a quelle parole del giovane scudiero di Guisgard, Lyo, voltandosi, rispose:
“Avete ragione… vi chiedo scusa, ragazzi, ero assorto nei miei pensieri… vi sarò di certo sembrato sprezzante… vi chiedo scusa, amici miei…” sorrise ai due fratelli “… vi hanno costretto a farmi da scorta e posso immaginare il vostro malessere… beh, credo sia giunto il momento di fare conoscenza… il mio nome è Lyo Bahyle e sono un cavaliere di lord Tudor…” fisso con aria benevola i due fratelli “… ragazzi, io sono diretto alla dimora di lady Sophia per… per motivi di… massi, perché celarlo!” Esclamò. “Io sto andando lì per cercare una ragazza… e voi non siete obbligati a seguirmi e farmi da balie… vi libero dunque da questo impegno, amici miei.”
Marco allora prima fissò Daniel, poi gli si avvicinò.
“E’ stato gentile a dispensarci da ciò che ci avevano ordinato al palazzo del Belvedere…” mormorò all’orecchio del fratello “… però costui ha un occhio ferito e non mi sento di lasciarlo da solo… non dimenticare poi che nel bosco abbiamo visto quegli zingari accampati… cosa ne pensi, Daniel?”

Guisgard
11-10-2011, 02.53.01
Davanti a quelle monete mostrate da Altea, il mercante Milo scosse il capo e respinse, con garbo, la mano della ragazza.
“Mia signora queste stoffe sono già pagate.” Disse chinandosi in segno di rispetto.
“Il cuore…” mormorò lord Carrinton “… lasciate che vi narri una storia, milady… ero piccolo, forse attorno ai dieci anni… e a casa nostra giunse a farci visita una lontana parente. Con lei c’era una ragazzina… era sua nipote… ed in quel momento mi apparve come la cosa più bella che avessi mai visto… ricordo che era in collera con sua zia… voleva mettere un vestito, ma la nobile dama non era d’accordo… la ragazzina lo mise lo stesso, di nascosto, e la zia la schiaffeggiò davanti a me… lei corse via in lacrime…” esitò un istante, dove il suo sguardo sembrò perdersi negli esotici colori di quelle stoffe sul banco “… poco dopo io uscii in giardino a giocare e lei, la ragazzina, era lì, accanto ad una fontana… <<sai, eri davvero bella con quel vestito>>... le dissi… lei mi fissò, si asciugò le lacrime e infastidita rispose... <<perché allora non hai detto nulla? Sei rimasto zitto mentre lei mi schiaffeggiava... perché ora sei venuto a dirmelo?>>...” sul volto di Carrinton comparve, per un momento, un leggero e malinconico sorriso “… <<perché io sono un cavaliere e tu una dama... e i cavalieri non vogliono che le dame piangano>>... le risposi un po’ ingenuamente... <<un cavaliere segue sempre il cuore... e tu non l’hai fatto... sei rimasto zitto>>... replicò stizzita lei...”
Carrinton sfiorò l’elsa della sua magnifica spada.
“Restai male davanti alle parole di quella ragazzina...” continuò “... perché aveva ragione… e da quel giorno giurai a me stesso che avrei seguito sempre e solo il mio cuore… che avrei seguito sempre e solo i miei desideri... per questo odio le convenzioni, le falsità e le ipocrisie dell’aristocrazia…” fissò Altea “… questo è per rispondere ai vostri dubbi, milady…” smise di sorridere, mentre qualcosa d’indefinito attraversava i suoi inquieti occhi neri.
Fece poi cenno all’omone che li aveva accompagnati in quell’affollato mercato e quello, annuendo, corse a prendere i loro cavalli.
“Ma badate, lady Altea…” voltandosi di nuovo verso la bella dama irlandese “... ciò che ho fatto, proprio perché mi veniva dal cuore, era per voi… e solo per voi... di tutto il resto a me non importa… fosse anche il mondo intero... ricordatelo sempre…” fissò poi Milo “… per domani quelle stoffe devo essere a Wirkley Street, dalla sarta indicata da lady Altea.”
“Si, mio signore.” Annuendo Milo.
Un attimo dopo l’omone si avvicinò, facendo segno che i loro cavalli erano pronti.

Guisgard
11-10-2011, 03.55.53
Quella voce e poi tutti a voltarsi verso di essa.
In un attimo il nutrito gruppetto che circondava Talia si aprì e qualcuno avanzò verso il centro della scena, dove si stava per consumare quel dramma.

“Rientra in casa, Adelyen!” Disse la balia alla ragazza. “L’aria della sera si è fatta fredda e poi non sta bene per una ragazza restare fino a tardi sul suo balcone!”
“Si, arrivo, balia...” sospirando alla Luna la giovane.
Ad un tratto udì dei passi nella notte.
Un’ombra nella strada e una luce nello sguardo di lei.
“Sei tu, Armand?”
Una figura prese vita proprio sotto il suo balcone.
“Armand!” Chiamò di nuovo lei.
“Armand non è qui...”
“Chi siete voi?” Chiese la ragazza.
“La Notte...” rispose la figura “... funesta... perché ha smarrito i sogni... i vostri ed i miei...”
“Dov’è il mio Armand?”
“Caduto all’angolo di una strada...” mormorò la figura “... egli aveva la bellezza, ma non gli è servita contro di loro... dovevo morire io e non lui... nessuno piangerebbe ora la mia morte...”
“E dovevate morire al suo posto!” In lacrime lei. “Armand! Il mio Armand!” E si accasciò in lacrime sotto la muta Luna.
La stessa silenziosa ed enigmatica Luna che illuminava, col suo pallore, la strada dove in lacrime andava svanendo la figura.

“Cosa c’è?” Chiese uno di loro a colui che li aveva fermati. “Perché ci hai interrotti?”
Era una figura coperta da un lungo mantello marrone ed un cappuccio sul capo.
“Non potete ucciderla…” disse “… lei non c’entra nulla con quei giovani giunti qui…”
“Come fai a dirlo?” Chiese un altro dei presenti.
L’uomo col cappuccio alzò lievemente la testa e guardò verso il loro capo.
“La ragazza ha detto la verità…” mormorò a l’uomo che aveva sentenziato la condanna di Talia “… lei non ci tradirà… non è una nostra nemica…”
“Come fai ad esserne certo?” Domandò il capo.
“Perché lei è davvero un’attrice…” rispose l’uomo incappucciato “… è... mia sorella Talia e lavora con me nella compagnia teatrale del vecchio Essien…”
Il capo, dopo che un’enigmatica espressione aveva attraversato il suo volto, annuì e fece cenno ai suoi di liberare l’audace Colombina.

cavaliere25
11-10-2011, 11.57.11
a quelle parole di Giselle rimasi un attimo zitto e poi dissi va bene vi farò questo favore ma che resti una cosa tra me e voi dissi guardando la donna vedrò di trovarvi questa bibbia almeno potrete pregare e mi rimisi in silenzio aspettando che dicesse qualcosa

Altea
11-10-2011, 12.37.35
"Salii sul mio bel destriero dal manto corvino, lo accarezzai, lui diventerà il mio compagno di cavalcate" pensai "e caro amico mio ne avrai strada da fare con me". Vidi Lord Carrinton salire sul suo cavallo, corrucciato, e iniziò la nostra cavalcata, in silenzio, egli non proferiva parola e il suo bel volto era silenzioso.A quel volto mi stavo ormai affezionando e questo non doveva accadere. "Cosa ho fatto" continuai a riflettere "stupida sciocca ragazza impertinente e orgogliosa, aveva ragione mia mamma a chiamarmi cosi. Certo avevo già capito che l'aristocrazia gli stava stretta ma non potevo dimenticare come aveva trattato Lyo, le parole di Lyo che lo descrivevano come un pallone gonfiato, e invece? Mi ritrovo davanti un'altra persona, dal cuore nobile ma che non so per quale motivo mostra sempre il suo potere con gli altri. Questo uomo è un controsenso."
Presi per prima la parola, "Milord, mi spiace se vi ho offeso per qualche motivo, so che a volte dovrei mordermi la lingua senza esternare i miei pensieri, ma sono fatta cosi, a volte pure sbagliando magari. Sapete cosa mi ha colpito di voi? Avevo notato che voi non amate molto l'aristocrazia, sembra che il vostro nome vi pesi, perchè avendo trascorso la giornata assieme a voi ho scoperto una persona diversa da quello che dimostrate di essere. Mentre, quando siete davanti alla gente comune, davanti alla corte vi dimostrate duro, non negate che con queste umili persone siete piuttosto duro, non ho capito che in realtà forse la vostra è solo una falsa facciata e il cavaliere vero è quello con cui parlo davanti a un ruscello. Mi odiate vero? Vi ho ferito, ho ferito i vostri sentimenti e la vostra persona, vi chiedo perdono. Non mi merito tutto quello che state facendo per me. Ora possiamo tornare a Carrington Hall, sembra la notte voglia arrivare, non pensate?". Avevo rovinato la bellezza di quella giornata, soprattutto al milord, volevo rimanere sola tra quelle mura...buie...anche se al sol pensiero sopraggiungesse la notte rabbrivido. Pensai che quella notte dovevo recarmi in quella stanza misteriosa per capire di più sull'identità di quel quadro e se Angry mi avesse scoperta, sarebbe stata lei stessa a dirmi tutto ciò che sapeva.

Talia
11-10-2011, 14.06.18
Seguii lo scambio di battute tra l’uomo che mi stava di fronte e l’altro, quello che si era fatto avanti e aveva parlato in mia difesa... un lungo mantello gli cadeva dalle spalle fino a terra e un pesante cappuccio era calato sul suo volto, ma la voce... quella voce mi fece sussultare.
Inclinai la testa nel tentativo di sbirciare sotto il cappuccio, ma tutto ciò che colsi fu il bagliore dei suoi occhi che corsero dal capo dei Pomerini a me, per poi tornare subito a lui.
E fu così che fui liberata.
“E così sei qui... che gioia rivederti, fratello mio!” dissi, non senza una punta di ironia, all’uomo incappucciato, massaggiandomi i polsi indolenziti dalla stretta troppo forte di quegli uomini “Non saresti dovuto sgattaiolare via senza una parola, sai? E’ stata una vera fatica ritrovarti!”

Guisgard
11-10-2011, 14.55.19
A quelle parole di Cavaliere25, Giselle sorrise ed un lampo illuminò, per un breve istante, i suoi occhi.
“Che Dio vi conservi e vi preservi da ogni male, figlio mio!” Esclamò in un impeto di commossa gioia. “Vi giuro davanti alla Madre di Nostro Signore che nessuno conoscerà mai questa grazia che accettate di farmi! Nessuno!”
In quel momento si udirono dei passi seguiti da un canticchiare sgradevole e stonato.
“Eccomi qui, amico mio!” Disse Mercien a Cavaliere25. “Ah, nulla è come il vino! E’ un nettare che possiede il raro dono di rendere le miserie della vita tanto dolci da sembrare gioie!” E rise forte.

Guisgard
11-10-2011, 15.24.30
A quelle parole di Altea, un sorriso illuminò il bellissimo volto di Carrinton e la malinconia sembrò così solo un dimenticato e sbiadito ricordo.
“Nulla che proviene da voi, milady, potrebbe offendermi.” Disse. “In voi non vi è male e solo la gioia io traggo da ogni vostro gesto… anche il più insignificante…” sorrise nuovamente “… odiarvi poi… non potrei mai… neanche volendolo, temo… un uomo, milady, può apparire con molti volti, ma in realtà sono solo infinite maschere che è costretto a portare… e talvolta queste maschere sono simili a catene, rendendo la vita un prigione…” si sciolse il lungo codino e liberò al vento i suoi lunghi capelli d’ebano “… dite di non meritare ciò che faccio per voi? Ma io non ho fatto nulla, mia signora… io non vi negherei mai ciò che il denaro può acquistare… siano stoffe pregiate, dimore principesche o anche il mondo intero… quale merito ho per questo? La mia famiglia è ricca da generazioni e dunque chiunque, se fosse al mio posto, farebbe come me… no, milady, voi meritate ben altro… meritate ciò che ti più prezioso un uomo possiede… il suo cuore… questo meritate…”
Giunsero così a Carrinton Hall.
“Questa è la vostra dimora, mia signora…” fece Carrinton “… trasformatela come più vi aggrada… datele il vostro volto e sarà degna del leggendario palazzo dell’imperatore Domiziano…” le sfiorò delicatamente la mano “… ora devo lasciarvi, mia signora… sono atteso da un affare importante… spero di rivedervi presto…” un attimo dopo galoppò fino a svanire nella verdeggiante campagna.

Guisgard
11-10-2011, 15.39.05
Nell’antro delle catacombe scese un insolito silenzio, mentre l’uomo incappucciato si avvicinava a Talia.
“Già…” mormorò alla ragazza “… ti avevo detto di restare al carrozzone… la tua curiosità un giorno o l’altro ti procurerà dei guai e non sempre ci sarò io ad aiutarti…” scosse il capo “… aveva ragione nostra madre… doveva chiuderti in convento… ma di questo passo finirò io per accontentare questa sua volontà…” si voltò allora verso il capo “… credo che ora la situazione sia tranquilla fuori… meglio che vada, o il vecchio Essien finirà con il preoccuparsi visto che questa pettegola ha lasciato, come immagino, le prove senza avvisare nessuno…”
“Tienila d’occhio, amico mio” disse un altro del gruppo “o ti farà ammattire questa peste.”
“Già, almeno fino a quando non troverai qualcuno che se la porti via come moglie!” Replicò un altro.
E risero tutti.
“E sia, torneremo tutti alle nostre case…” annuendo il capo “… mi raccomando, fratelli, state in guardia…”
Un attimo dopo tutti lasciarono, a gruppetti, quel luogo.
Così, Talia ed il suo salvatore, si ritrovarono, poco dopo, sulla via che riconduceva al paesino.

Altea
11-10-2011, 15.54.41
Arrivammo a Carrinton Hall, seguivo il milord che galoppava veloce in tutta la sua bellezza, e aperti i cancelli trovammo subito Roowey davanti la porta di casa, pronto a prendere il mio cavallo. Appena scesa da cavallo il milord dopo i saluti se ne andò, lasciando in me qualcosa di malinconico, già mi mancava la sua presenza.
Entrai in dimora e trovai Angry già all'entrata che mi guardava con fare circospetto "I miei saluti Angry, come state? è stata una giornata divertente, sapete abbiamo acquistato nuove tende per la dimora. Ora vado a farmi un bagno rilassante, poi scendo per la cena. Penso andrò a letto presto stasera", con un sorriso e un lieve inchino salii ed entrai nelle mie stanze, aspettando l'arrivo dell'acqua calda per ristorarmi, mi guardai attorno, e mi chinai sotto il letto e notai con stupore che la mia spada, di valore immenso oltre economico anche per il significato, era sparita. Chi mai aveva osato fare questo? "Angryyy" urlai arrabbiata.

Guisgard
11-10-2011, 16.10.08
Andry aveva accolto con freddezza il ritorno di Altea.
La casa sembrava aver assunto le sembianze di quella vecchia servitrice: cupa e silenziosa.
E mentre rientrava in casa, Altea ebbe l’impressione di vedere qualcuno alla finestra della stanza dove era conservato il ritratto.
Eppure quella stanza era chiusa e a nessuno era permesso entrare…
Angry accompagnò la sua padrona fin nella sua stanza a riposare.
Un attimo dopo la dama irlandese si accorse della sparizione della sua spada.
“Mi avete chiamato, milady?” Entrando nella stanza Angry.

Altea
11-10-2011, 16.17.59
"Questa casa...che strani misteri nasconde, o forse è solo suggestione" pensai tra me e me con il cuore che batteva forte, più che altro per la misteriosa sparizione della spada.
Entrò Angry con il solito sguardo altero e rivolgendomi a lei con tono arrabbiato "chi ha fatto oggi le pulizie? chi ha osato curiosare tra le mie cose? è sparito un oggetto di grande valore della mia stanza, se non mi verrà restituito ne parlerò con Lord Carrinton. E poi seguitemi." mi avviai verso la stanza del ritratto."Aprite questa porta, ho visto un'ombra qui dentro, ora mi racconterete tutta la storia di questa stanza e della dama del dipinto".

Talia
11-10-2011, 16.24.16
L’allusione a mia madre mi fece irrigidire e per un istante mi mancò l’aria...

La piccola stanza era buia e quasi del tutto vuota, ad eccezione del povero letto e del grande crocifisso che lo sovrastava.
Chiusi la porta e, di malavoglia, feci qualche passo avanti...
“Volevate vedermi, Soeur Loanne?” mormorai.
L’anziana suora tossì, poi la sua voce flebile giunse fino a me, quasi come un lamento: “Sì, Talia... avevo chiesto di te... vieni, vieni avanti, mia cara...”
Mi accostai al letto di qualche passo... suor Loanne era la suora più anziana dell’intero convento e mi dispiaceva che si fosse ammalata, ma non mi andava di stare lì... ancora due passi verso di lei, trattenendo a stento la smania di scappare via...
“Devo parlarti, Talia...” mormorò lei, prendendo all’improvviso la mia mano tra le sue “Un segreto... un segreto, bambina mia... ma è giusto che tu sappia... per tanti anni ho tenuto il segreto ma ora non più, devo dire la verità prima che sia tardi... e sperare così di trovare un po’ di pace per la mia anima... adesso, subito!”
Tentai di svicolare la mia mano ma non ci riuscii.
Ero spaventata, confusa... e non capivo di che cosa stesse parlando quella vecchia suora in punto di morte... non capivo perché, qualsiasi cosa fosse, volesse dirla proprio a me!
“Soeur Loanne...” tentai di dire “Calmatevi... vado a chiamare qualcuno, se volete... la Madre Superiora!”
“No!” l’anziana suora parve rianimarsi per un istante “No, ti prego, ascoltami... io sto morendo... ma tu... tu... c’è una cosa che devi sapere...”

Le risate di quegli uomini mi riportarono al presente...
E un minuto dopo stavo di nuovo camminando sotto le stelle, in direzione della cittadina.
Camminammo in silenzio per qualche momento. Lui mi stringeva il braccio, costringendomi così a camminare mezzo passo davanti a lui...
Gli lanciai un’occhiata obliqua, incerta sul da farsi, ma ben presto non potei più trattenermi...
“Grazie, comunque...” mormorai, tanto per rompere il silenzio, ma subito cambiai argomento “E adesso? Dobbiamo convincere Essien a cambiare piazza e ad andare ad Ostyen...”

Guisgard
11-10-2011, 16.28.35
“Calmatevi, milady…” con freddezza ed indifferenza Angry ad Altea “… la vostra spada è al sicuro… i servi sono tutti devoti e fidati… solo voi, perdonatemi, siete estranea in questa casa…” ed un lampo attraversò i suoi occhi grigi “… la vostra spada è stata presa da Roowey… aveva l’elsa da lucidare e mi sono presa la libertà di chiedere a lui di pulirla… quanto alla stanza, sono spiacente, ma sono gli ordini di lord Carrinton… nessuno vi può accedere.”

Altea
11-10-2011, 16.39.51
"Milady" deglutii cercando di calmarmi "chi vi ha dato il permesso di prendere un oggetto di mia proprietà senza chiedermelo prima? Non si ripeta più, ne parlerò con Lord Carrinton, come chiederò a lui di aprirmi queste porte." Sospirai, avrei voluto riprendere il cavallo, uscire e dormire all'aperto piuttosto che in quella casa. "Ora portatemi subito quell'acqua calda e lasciate stare la cena, mi è passato l'appetito, penso andrò subito a riposare". Mi avviai verso la mia stanza, mi sedetti sul letto e pensai a quella parola "siete un'estranea".

Guisgard
11-10-2011, 16.53.34
La strada per il paesino era avvolta da un cielo terso ed azzurrissimo, che sembrava sul punto di schiacciare sotto di esso quel mondo violento e confuso.
“Essien tiene alla sua compagnia…” mormorò l'uomo incappucciato a Talia “… Dio solo sa il perché poi… e dunque non mi andava che lo spettacolo saltasse a causa dell’assenza della sua musa comica…” si accomodò meglio il cappuccio, per non mostrare alcuna parte del suo volto “… dove hai lasciato il tuo bel soldato innamorato? Pensavo che voi due foste inseparabili… e perché mai prendere la strada per Ostyen?” Chiese con un tono tra lo stupore ed il sospetto. “Essien ha tracciato il suo itinerario e questo non comprende Ostyen come tappa…”

cavaliere25
11-10-2011, 17.38.26
vedendo Mercien dissi potrei spostarmi avrei un bisogno urgente dentro di me sapevo che non era vero e speravo che mi credesse per farmi uscire da li sapevo gia dove andare

Daniel
11-10-2011, 20.58.26
Fissai quel ragazzo.. Aveva forse qualche anno più di me..
<<Mi è stata affidata una missione.. E io non mi tiro mai indietro.. Se ci avevano ordinato di accompagnarti visto che ci hai liberato noi ora abbiamo deciso di accompagnarti..>> sorrisi al giovane..
<<Che ne dici di parlarci di questa ragazza allora?>>

elisabeth
11-10-2011, 21.30.10
Chi ero, non ero nessuno..il punto era proprio questo...non ero nessuno. Come spiegarlo a quell'uomo, quell'uomo che difendeva il suo migliore amico.....suo Fratello....." Non siete inopportuno, avrei fatto la stessa cosa per una persona a me cara......vengo dalla foresta di Scissy si trova a Mont Saint Michel, vivo in una congrega che si dedica al culto del Grande dono dell' universo.....in vita mia ho conosciuto solo mia madre, il mio padrigno non era degno di essere chiamato essere umano....ma questo il destino ha messo sul mio cammino, al'eta' di dieci anni sono stata venduta dal mio padrigno ad un uomo Saggio che mi ha fatto conoscere la potenza dell' Amore universale... Sono stata inviata a cercare il Duca di Beauchamps dal mio maestro......trovando lui avrei trovato informazioni sulla mia famiglia e allo stesso tempo avrei dovuto donargli un libro.......Avevo chiesto informazioni in giro, quando Monsieur mi ha tirata fuori tra una guerriglia tra fazioni......Ecco perche' mi trovo con lui, e non chiedetemi perche' non prendo una strada diversa, non lo so, e' come se non vi fossero strade senza di lui......tante cose nascono e muiono in me...non posso spiegarvi, ma se lui me lo chiedesse andrei in capo al mondo..perche' so che non mi tradirebbe, tutto e' scritto. Questa notte in sogno ho scoperto di avere un fratello e di essere legata a lui dal segno che ho sul braccio.......so che c'e' del vero nei sogni, attraverso di loro conosciamo ogni piccola parte della nostra storia che sia passato presente o futuro......e di una cosa potete essere certo , non metterei mai in pericolo la vita di Monsieur......non potrei togliere nulla a chi mi ha dato senza riserve...."...... parlai tutto d'un fiato....senza mai togliere lo sguardo dalle mie mani.......ero intimidita, impaurita.....ero in balia di strani sentimenti, sapevo che la verita' avrebbe potuto mettere a repentaglio la mia vita.......se quello era il mio destino l'avrei accettato e non era remissione la mia ...era solo consapevolezza.......alzai allora lo sguardo su l'Oste .....

Guisgard
12-10-2011, 01.46.31
“Certo, ragazzo!” Disse Mercien a Cavaliere25. “Vai pure… restare in queste prigioni mette ansia e restarci troppo lungo credo possa portare alla pazzia. Vai… tra un’oretta poi verrai a darmi il cambio… in tutta sincerità” aggiunse “… comincio ad averne abbastanza di questo posto… mi chiedo quando l’ambasciatore si deciderà ad eliminare questa donna…” si voltò allora verso la cella in cui si trovava Giselle e fece diversi gesti osceni alla donna, per poi abbandonarsi ad una grossa risata.
“Vai pure, ragazzo.” Tornando a fissare Cavaliere25. “Vai, io schiaccerò un sonnellino in tua assenza.” E si sistemò davanti alla cella.

Guisgard
12-10-2011, 02.01.18
“Mio fratello ha ragione…” disse Marco “… ti accompagneremo. In tre il cammino è più piacevole.”
Lyo fissò Daniel e Marco ed un sorriso illuminò il suo volto.
“Grazie, amici miei.” Sussurrò ai due ragazzi. “Grazie…”
Così, i tre ripresero il cammino.
“Volete che vi parli di lei?” Durante il cammino Lyo. “Io non farei altro, credetemi… il mio pensiero è sempre rivolto a lei… è una ragazza speciale… i suoi capelli sono di un rosso delicato, simile al Sole nel cuore del tardo meriggio…” sorrise “… una ciocca ribelle scende spesso sul suo bellissimo volto e lei, quasi senza badarci, ci gioca intrecciandola fra le dita… la sua pelle è bianca come la ceramica greca e nei gli occhi sembrano essere racchiusi i mille colori che vestono il giorno durante il suo tragitto dall’aurora al crepuscolo… io più volte ho attraversato quei colori… mi capita spesso di notte, nei miei sogni…”
“Ehm…” fece Marco quasi timoroso di interrompere Lyo “… ha un nome questa donna? Da come ne parlate sembra uscita da un poema…”
Lyo sorrise, come se le parole di Marco lo avessero destato da un sogno ad occhi aperti.
“Certo che ha un nome…” rispose “… il buon Dio Ha dato un nome ad ogni Sua creazione… Altea…” sospirò “… il suo nome è Altea…”
In quel momento i tre videro in lontananza la dimora di lady Sophia.
Poco dopo raggiunsero il cancello di quella casa.

Guisgard
12-10-2011, 02.21.33
“Allora” disse il taverniere ad Elisabeth “ritarderete la vostra missione? La vostra ricerca del duca di Beauchamps, madame? E solo per seguire lui?” Assunse una strana espressione, accompagnata da un lieve sorriso. “Forse dovreste conoscere meglio il vostro compagno di viaggio… ho notato che non pronunciate mai il suo nome… l’avete chiamato più volte solo Monsieur… perché? Non conoscete il suo vero nome?” Le fece segno di sedersi, mentre lui prendeva una sedia anche per sé. “Io invece posso dire di conoscerlo come nessun altro…” continuò il taverniere “… talvolta occorrono anni per conoscere davvero una persona, altre volte invece non basta neanche una vita intera… vi sono poi uomini che racchiudono nello sguardo tutto loro stessi e ti basta fissarli, anche solo per un istante, per comprendere tutto di loro… ricordo quel giorno come fosse ieri… faceva caldo… un caldo afoso nella baia di Cuma… ero stato arruolato a forza su una nave di Marsiglia e avevamo fatto sosta in quel porto a pochi chilometri a Nord di Napoli… di lì a poco saremmo ripartiti verso il Marocco… sapete chi sono coloro che su una nave vengono arruolati a forza? Sono gli ultimi della società, gente senza onore né diritti… eravamo poco più che zavorra a bordo… tutti ci guardavano con disprezzo… quella mattina il capitano era più nervoso del solito e per un nonnulla decise di darci una dimostrazione di forza… sorteggiò alcuni di noi per farci assaggiare il gatto a nove code… io fui tra i fortunati ad essere estratti…” rise amaramente, mentre la fronte era rigata dal sudore “… ci fecero inginocchiare sotto il Sole… con la schiena nuda ed il sale sotto le ginocchia… il mozzo era già pronto a frustarci, quando udimmo una voce fiera e decisa… mi voltai e lo vidi… disse qualcosa all’orecchio del capitano e questi, mordendosi le labbra, diede ordine di liberarci… non ho mai saputo cosa disse al capitano… ma da quel giorno, su quella nave, noi arruolati a forza fummo trattati come esseri umani…”

Guisgard
12-10-2011, 02.42.59
Angry, a quelle parole di Altea, annuì, rispondendo in modo freddo e distaccato:
“Come desiderate, milady.”
Andò allora a preparare l’acqua per il bagno della dama irlandese.
Questa, intanto, era nella sua stanza, a ripensare a ciò che la vecchia servitrice le aveva detto.
E mentre era immersa in quei pensieri, le parve di udire qualcosa.
Come una musica che accompagnava una calda voce di donna.
Era il suono di una cetra e la voce che cantava aveva un accento straniero.
Il canto proveniva dall’ala ovest del palazzo, proprio dove si trovava la stanza del ritratto.
Era un canto malinconico, che a tratti appariva come un lamento.
In quel momento il vento cambiò e l’aria si fece di colpo fredda.
All’improvvisò qualcosa destò Altea: qualcuno aveva bussato alla porta.
“Milady…” disse Angry “… l’acqua per il vostro bagno è pronta…” mostrò un lieve inchino ed uscì.
Nel frattempo, il misterioso canto era cessato.

cavaliere25
12-10-2011, 10.14.44
Presi e andai lungo il corridoio dovevo trovare una chiesa e recuperare un bibbia era un lungo corridoio e in fondo vidi una porta e mi dissi andiamo a vedere che ce dietro e allora mi avviciniai a quella porta sempre stando attento apri quella porta e mi ritroia in una grande sala davanti a me si vedeva una vetrata tutta colorata e intorno delle panche e mi avvicinai di piu e cercai quella bibbia sperando di trovarla non potevo stare troppo assente dovevo fare in fretta prima che qualcuno sospettasse qualcosa ad un certo punto mi girai e su una piccola panca vidi un libro lo presi e lo sfogliai e dissi eccola lo trovata presi il libro e lo nascosi sotto la mia mantella e mi diressi fuori dalla chiesa

Altea
12-10-2011, 10.41.14
Aspettavo pazientemente nella stanza da bagno, osservando le mie essenze, avrei scelto il bergamotto. Ad un tratto fui destata da un canto soave e una musica dolce, che quasi mi ipnotizzava. "E' la voce di quella donna misteriosa" pensai, quando Angry entrò nella stanza per portarmi l'acqua calda. Subito mi ristorai con le mie essenze preferite ma presi nel frattempo una decisione folle, non sarei rimasta un minuto in più in quella casa senza sapere la verità. Andai nella mia stanza, mi vestii con una bella veste color azzurro e presi un mantello nero incappucciato.
Scesi in silenzio le scale e mi avviai verso le stalle dove Roowey ancora lavorava. "Roowey" esclamai. Il buon vecchio stalliere sussultò ma con un sorriso e un inchino mi salutò. "Potete rendermi la spada?" E iniziai a parlare con lui a voce bassa "mi devo recare nel palazzo di Lord Carrinton, è una questione importante, una questione che mi toglie il sonno e l'appetito e ne devo parlare subito con lui. Dalla sua risposta e decisione, ne seguiranno altre mie molto importanti. Vuole sellare il mio cavallo? Non preoccupatevi, sono armata come vedete" sguainando la spada dal fodero che Roowey mi aveva restituito" e mi celerò con questo mantello." Aspettai impaziente che il gentil stalliere prepararasse DarkMonn, cosi lo avevo chiamato.

Guisgard
12-10-2011, 15.17.54
Roowey restò un attimo turbato dalle parole e dalla determinazione di Altea.
“Ma…” mormorò “… milady… uscire da sola? Non so… lord Carrinton ha affidato a noi servitori la vostra sicurezza… e se ora vi lasciassi uscire da sola per la campagna… beh, il mio padrone se la prenderebbe con me… non potete attendere qui il suo arrivo? Sarebbe più prudente e…”
“Non hai sentito cosa ti ha ordinato lady Altea?” Lo interruppe all’improvviso una voce.
Era Angry.
“Devi sellare subito il suo cavallo!” Continuò la vecchia servitrice.
“Ma farla uscire da sola non è prudente e lord Carrinton potrebbe arrabbiarsi per questo…”
“Lord Carrinton ha detto di esaudire ogni suo volere.” Quasi con disprezzo Angry. “Avanti, obbedisci alla tua padrona…”
Roowey allora sellò Dark Moon, sotto il cupo e sinistro sguardo di Angry.
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Talia
12-10-2011, 15.20.53
“Già, Essien ha ormai tracciato l’itinerario... ma forse potremmo comunque convincerlo a modificarlo... dopo tutto Ostyen è la capitale, dunque una piazza come nessun altra...”
Osservai per qualche istante quel cielo che si andava schiarendo sempre più...
“Perché?” soggiunsi poi, lanciandogli una mezza occhiata “Beh... mi era sembrato di capire che ai tuoi amici farebbe comodo avere qualcuno lì...”
Mi bloccai all’improvviso e trassi con forza il braccio indietro, sottraendolo alla sua presa.
“E tu, comunque...” chiesi fronteggiandolo “Tu, che cosa ne sai? Come mai sei tanto informato sulle intenzioni di Essien e sui suoi piani? Mi piacerebbe proprio saperlo!” esitai un istante, poi soggiunsi “E magari saperlo prima di arrivare in città e correre a recuperare quello sconsiderato di un soldato, cui accennavi... Spero solo non abbia bevuto troppo o Essien lo farà a pezzi e la prossima volta io non avrò nessuna scusa per sgattaiolare via...”

Guisgard
12-10-2011, 15.23.29
Cavaliere25 aveva trovato la Bibbia in quella piccola chiesa nella campagna circostante al palazzo del governatore.
Ma mentre il giovane si avvicinava all’uscita, un’ombra gli si parò davanti.
“Rubi persino nella casa del signore?” Con tono minaccioso quell’ombra.

Altea
12-10-2011, 15.31.14
"Non preoccupatevi Roowey, non vi succederà nulla, mi assumo la completa responsabiltà delle mie azioni" afferrai una mano del buon vecchio stalliere per rassicurarlo, quando sentii quella voce dura, non mi voltai nemmeno ma mi sorprese molto il suo modo di fare e quelle parole.
"Angry, scusate è un affare tra me e Roowey, vedo siete abituata a comandare in questa casa, ma dovete capire sono io ora la padrona qui a Carrington Hall. Rientrate pure a casa, Roowey sta eseguendo un mio ordine, non un vostro." Detto questo salii in groppa a Dark Moon, e dissi a Roowey di aprirmi il cancello. Quella donna era proprio piena di astio e il suo volto si rendeva acido. Non avrei accettato più questo suo comportamento ma soprattutto, volevo si facesse chiarezza sul perchè non dovevo entrare in quella stanza, del perchè io ero una estranea. Se milord Carrinton si fosse rifiutato di rispondere alle mie domande, non avrei esitato a prendere il primo battello per l' Irlanda. Ormai non aveva più senso rimanere in Inghilterra, mi ero sbagliata su quel posto, la gente non era consona ai modi gentili avevo notato, l'unica cosa positiva era stato vedere quei posti narrati dal mio maestro. Spronai il cavallo e in un attimo mi trovai nella strada rischiarata dalla luna piena verso il palazzo del milord, me lo aveva indicato quel giorno Lyo.

Guisgard
12-10-2011, 15.44.42
L’uomo incappucciato fissò Talia per quel suo improvviso gesto.
“Già… dimenticavo che solo il bel soldato può toccare Colombina…” quasi con indifferenza “… a Tafferuille questo non è permesso…” scosse leggermente il capo “… sei talmente abituata a recitare quella dolce maschera, sensibile e docile che poi, nella realtà, sembra quasi grottesco rendersi conto della tua vera indole… quanto al vecchio Essien, l’itinerario è noto a tutti… ne parla spesso, anche quando recita da solo qualcuno dei suoi monologhi… ma forse sei troppo impegnata a guardarti a quello specchio che hai nel camerino… forse con la vana speranza di vederci riflessa la vera Colombina… “ si voltò a fissare la strada “… andiamo a recuperare il tuo dolce amante… anche perché trovarne uno tanto bello non è semplice…” e riprese a camminare, quasi non curandosi più di lei.

cavaliere25
12-10-2011, 15.47.21
Hem no signore è che non cera nessuno e poi lo presa solo in prestito dissi tutto intimorito l'avrei riportata appena avrei potuto voi chi siete dissi guardando quel ignota figura

Guisgard
12-10-2011, 15.52.46
A quelle parole di Altea, Angry accennò un lieve e forzato inchino, per poi andare via.
Roowey invece si ammutolì, limitandosi solo a fissare Altea.
Sembrava intimorito da quella donna, da Angry.
“Ecco…” mormorò “… Dark Moon è pronto… e siate prudente, mia signora…”
Uscita dal palazzo, Altea prese la strada verso la dimora di lord Carrinton.
Vi giunse poco dopo e trovò all’ingresso alcune guardie che la fermarono, chiedendone l’identità.

Altea
12-10-2011, 15.59.01
Dark Moon galoppava veloce e sicuro, sembrava quasi sapesse le mie intenzioni portandomi verso il palazzo, arrivammo davanti ad un enorme cancello con un grande stemma. Il palazzo era enorme e sontuoso, venni destata da delle guardie che mi intimarono di presentarmi. Tolsi il cappuccio e mostrai loro il mio volto "Sono milady Altea Costance O' Kenninghton, è una cosa urgente, devo conferire con Milord Carrinton. Potete avvisarlo della mia presenza?".

Guisgard
12-10-2011, 16.04.52
La navata di quella chiesetta era semibuia e tutto appariva sfocato in quell'austera penombra.
“In prestito?” Ripeté quell’ombra il cui volto era coperto da buio. “Mi credi tanto sciocco, ragazzo? Stavi rubando… rubando nella casa del Signore… e questo porta alla dannazione…”
Dalla penombra allora emersero i suoi occhi azzurri e luminosi, come attraversati da uno scintillio di mille folgori.
“Io chi sono?” Fissando con quei suoi occhi Cavaliere25. “Sono una di queste statue” indicando con una mano i Santi che si trovavano lungo le pareti della navata “che si è animata per punirti…”
Ed infatti, una delle nicchie che ospitavano le statue dei Santi era vuota…

Daniel
12-10-2011, 16.09.25
<<Wow..>> Doveva proprio essere innamorato di quella ragazza pensai.. L'aveva descritta come una dea.. Poco dopo ci ritrovammo di fronte a un grande palazzo.. Il cancello era di ferro battuto pieno di ghirigori.. Il palazzo era una reggia.. Fatto di mattoni rossi e pietra grigia.. Aveva un portone riccamente decorato.. Le finestre erano bifore placcate in oro... <<è bellissimo..>> Una guardia si avvicinò a noi.. Era molto alta.. Aveva un'armatura splendente.. E con fare minacciosa ci disse:
<<Chi siete?>> Guardai Lyo..

Guisgard
12-10-2011, 16.10.15
Le guardie si scambiarono un rapido sguardo.
“Lord Carrinton non si trova qui a palazzo, milady.” Rispose una di loro ad Altea. “E’ uscito stamani presto. Non sappiamo quando ritornerà.”
“E’ uscito con la sua carrozza” intervenne l’altra guardia “e ciò vuol dire che erano faccende d’affari, milady. Temo dunque che tornerà solo in tarda serata.”

cavaliere25
12-10-2011, 16.16.19
Guardai qella figura con occhi rammaricati e dissi è che una donna che hanno portato qui che ora sta in cella mi a chiesto di procuragli una bibbia me lo a chiesto per favore io non sono un ladro dissi lo so che dovevo chiedere il mermeso ma nessuno sa che io sono qua e se lo sanno verrò messo dietro le sbarre per aver portato queta bibbia a quella donna lo sto facendo per un atto di cuore verso quela donna mi capite signore dissi con voce stridula non ho mai rubato invita mia ve lo giuro ora dovrei andare prima che mi vengano a cercare e aspettai una sua risposta

Altea
12-10-2011, 16.18.23
Guardai sgomenta le guardie, certo loro non potevano sapere dove si recasse il milord e ricordo disse aveva un affare urgente.
"Si so, il milord oggi ha trascorso la giornata assieme a me. Vorrei chiedervi una cortesia, io dimoro a Carringhton Hall. Potete avvertire il milord al suo ritorno di venire subito nella dimora dove risiedo? Io lo aspetterò a qualsiasi ora, ditegli che è un affare importante, ma nulla di grave. Non voglio egli si spaventi inutilmente." Rimasi delusa, ma non mi arrendevo, a costo di aspettarlo tutta la nottata, già ero pronta a partire per l'Irlanda. E poi l'ora era tarda, era strano che fosse ancora fuori per affari importanti. Ringraziai le guardie con un cenno della mano, e ripresi il mio cammino verso quella casa, Angry sarebbe stata felice nel vedermi tornare cosi, ma non dovevo nessuna spiegazione, non doveva nemmeno sapere se avessi incontrato il milord. Se fosse stato per lei mi avrebbe dato in pasto ai briganti, mentre il buon vecchio Roowey si era preoccupato per me.

Guisgard
12-10-2011, 16.23.43
Lyo fece un cenno a Daniel e a Marco, come a volerli tranquillizzare.
“Sono Lyo Bahyle e sono un cavaliere di lord Tudor…” presentandosi “… vorrei vedere lady Altea. Sono… sono un suo amico…”
La guardia fissò i tre.
“Lady Altea non è più ospite in questo palazzo, messere.” Disse.
“Come sarebbe?” Stupito Lyo.
“Ci penso io, grazie Carow.” Giungendo lady Sophia e congedando la sua guardia. “Lady Altea non è più qui.”
“E dove si trova, milady?” Chiese Lyo.
“Vedete…” con finto pudore la dama “… è ospite di lord Carrinton.”
“Ospite?”
“Si, messere…” annuendo lei “… temo di si… donne come quella sembra si affezionino presto… specialmente se i loro protettori sono affascinanti e ricchi. Sono spiacente… siete un bravo giovane e meritate di certo una dama degna del vostro nobile animo.”
“Voi mentite!” Gridò Lyo. “Mentite, infangando l’onore di lady Altea!”
“Sarà meglio portarlo via…” mormorò sottovoce Marco a Daniel “… o finirà col mettersi nei guai…”
“Badate a come parlate, messere.” Accigliata lady Sophia. “O ne parlerò con lord Tudor.”
“Risponderete a lui di queste vostre menzogne!” Urlò Lyo.
“Allora vi consiglio di recarvi a Carrinton Hall, la residenza di caccia di lord Carrinton…” sorridendo la dama “… così appurerete voi stesso se le mie sono menzogne o meno.”

Guisgard
12-10-2011, 16.42.08
Altea si avviò così verso Carrinton Hall.
La strada che tagliava in due la campagna inglese era densa dei profumi che annunciavano ormai l’imminente Autunno.
Il Sole accarezzava quel verdeggiante scenario con i suoi raggi prossimi a baciare il cielo d’Occidente.
Carrinton Hall apparve alla fine della strada, quasi incantata e ingentilita dalle querce che circondavano il suo viale d’accesso.
Il cancello si aprì e la dama portò Dark Moon nelle scuderie, che erano insolitamente vuote.
E recandosi verso l’ingresso, dalle cucine Altea udì una conversazione.
“Lei non è la padrona qui.” Disse Angry. “Nessuna potrà mai più esserlo. Non a Carrinton Hall.”
“Beh, il padrone sembra essersi molto affezionato e…”
“Che sciocchezze!” Lo zittì Angry, rompendo uno dei piatti che stava lavando. “Si stancherà presto di lei!”
“Questa casa ha bisogno di una ventata di vita…” mormorò Roowey “… ci sono troppi fantasmi qui…”
“Ora basta!” Voltandosi la vecchia servitrice. “Questa casa ha avuto già una sua padrona e nessuna potrà mai prendere il suo posto!” Con astio la donna. “Ed ora torna al tuo lavoro!”
Roowey allora si alzò e tornò nelle scuderie.

Altea
12-10-2011, 16.53.55
Ascoltai il discorso tra i due, e irruppi nella stanza "Fermatevi Roowey, ho portato Dark Moon a riposarsi. Ordunque chi era questa padrona? Non preoccupatevi Angry, sarà Lord Carrinton a dirmelo, non voglio risposte da voi, se egli non proferirà parola sparirò presto da questa casa, cosi come sono venuta. Se invece Lord Carrinton mi chiarirà ogni cosa, sappiate che è mia intenzione rimanere e chiederò una giovane dama di compagnia, ovviamente voi rimarrete qui Angry, per la fedeltà con cui avete servito i Carrinton fino ad oggi". Mi sedetti sulla sedia e chiesi una buona tazza di the fumante, quando improvvisamente il fattore Jones arrivò correndo annunciando l'arrivo a Carrinton Hall di tre giovani: un cavaliere in compagnia di due scudieri. Dissi di farli entrare.

elisabeth
12-10-2011, 17.18.38
sedetti obbediente li' dove l'oste mi aveva indicato e rimasi in silenzio ascoltando il suo racconto, potei avvertire l'odore del sudore misto alla paura degli uomini in attesa delle fustate.......ricordavo il mio quando attendevo le cinghiate del mio padrigno......per me mai nessuno prese le mie difese....il cuore mi batteva in petto come se avesse voluto uscire fuori da quella gabbia che lo imprigionava........l'oste fini' il suo racconto e io ripresi fiato......" Non so come si chiama, dopo avermi tirato fuori dai guai..mi disse di chiamarlo Monsieur e di non fare domande...ho rispettato la sua richiesta, rispetto gli altri sperando che gli altri rispettino me, non so chi sia e dove sia diretto.....voi mi chiedete se per lui posso decidere di rallentare la mia ricerca.......io mi trovo qui e non so dove questa strada mi portera' e non gli e lo chiedero', non lo faro' mai,lui sa dove devo andare e perche'....sono una sciocca vero ?...mi fido di un uomo che non conosco, ma voi pensate veramente che si possa conoscere qualcuno ?........Sinceramente penso che non conosco neanche me stessa, dovrei diffidare di lui, come dovrei diffidare di voi.......ma se lo facessi..dovrei diffidare della vita stessa...di tutto cio' che mi circonda......mi avete raccontato una storia bellissima, il vostro dolore la paura di aver perso tutto...e invece avete trovato colui che oggi chiamate Fratello.....non so cosa mi riserva tutto questo, non so se riusciro' nella mia impresa......sino ad ora Monsieur mi ha trattata con rispetto.....ed io lo ripaghero' con tutto l'Amore che conosco.......e badate che io parlo di un Amore che e' al di sopra del terreno sentimento....".......

Guisgard
12-10-2011, 17.33.00
Il taverniere fissò incuriosito Elisabeth.
“Beh, del resto come si può amare un uomo di cui non si conosce nulla?” Mormorò. “Né il nome, né la storia della sua vita.” Riempì due bicchieri di vino. “Beveteci su, madame… l’amore è forse l’ultimo pensiero di noi miserabili… forse è solo per i ricchi aristocratici, i valorosi cavalieri e le belle dame che ispirano le loro gesta… quanto a lui, poi… beh, l’uomo che chiamate Monsieur non credo si sia mai innamorato… forse per lui l’amore neanche esiste…” la fissò “… dite… volete conoscere il suo vero nome? O per voi un nome non conta nulla?”

elisabeth
12-10-2011, 17.40.26
".....Io parlo di un Amore che non tiene confini, non parlo dell'a more che vivono i ricchi o gli aristocratici....io parlo dell' Amore per un essere umano, e pre tutto cio' che di bello ci puo' donare la vita.....non mi sono chiesta se lui ha mai amato, ama o amera'.....la cosa non e' affar mio...mi basta chiamarlo Monsieur...se vorra' e quando vorra'...sara' lui a dirmi il suo nome...."...

Talia
12-10-2011, 17.49.12
Sollevai un sopracciglio e lo osservai mentre mi voltava le spalle e si allontanava... un vago sorriso mi aleggiò sulle labbra per un momento, ma lo repressi e ripresi a camminare in fretta.
“Sai cosa trovo divertente?” dissi, accordando il mio passo al suo “Il fatto che, dopotutto, il misterioso Tafferuille e l’impulsivo Renart non siano in fin dei conti così diversi... Finite con il credere alle stesse cose, indulgete agli stessi stereotipi e finite con il fare gli stessi madornali errori...”
Sospirai e sollevai gli occhi al cielo...
“Tu credi davvero che Colombina sia così docile? Credi davvero che sotto quell’aspetto sognante e sospiroso non vi sia nient’altro? Che non possa avere un'anima, un cervello, delle capacità... o dei desideri? Già... certo che lo pensi! Questo è ciò che ogni uomo pensa, è quello che vi piace credere...”
Di scatto tornai a guardarlo...
“...ed è precisamente questo il motivo per cui io entrerò ad Ostyen ed arriverò esattamente dove voglio arrivare! Dopotutto la dolce, remissiva, sospirosa, innamorata Colombina che paura può fare ad un esercito di intrepidi soldati? Perché mai dovrebbero, tutti quegli uomini, prestarle più attenzione di quella bastevole ad accarezzarle i capelli?”
Intravedevo, sotto il cappuccio, appena il bagliore dei suoi occhi fissi su di me... ricambiai lo sguardo con un mezzo sorriso poi, facendogli allegramente l'occhiolino, ripresi a camminare tranquillamente.

Guisgard
12-10-2011, 18.33.17
L’uomo col cappuccio scosse il capo come a volersi mostrare indifferente a quelle parole di Talia.
“Io e lui somigliarci?” Mormorò. “Questo è da vedersi.” Sentenziò. “Quanto a Colombina… io la conosco bene, come pochi altri potrei dire… il teatro è la mia vita e ogni sua maschera non ha alcun segreto per me… di Talia invece ignoro ogni cosa… ma solo perché di lei non me ne occupo… per me il mondo inizia e finisce sulla scena, racchiuso dal sipario e dal sfondo… un vero attore è colui che sa unire se stesso alla maschera che indossa… e tu…” fissandola con i suoi occhi chiari “… tu, puoi dire di riuscirci?” Si accomodò meglio il cappuccio. “Gli attori che vivono soltanto sulla scena i loro personaggi sono esseri meschini, degne figure dello squallore di questo mondo senza slanci… ombre destinate all’infelicità… quanto poi ai soldati di Ostyen… beh, non dubito che si lasceranno ammaliare, come tutti, dalla dolcezza della tua Colombina…” sottolineando quel tua…”… per il resto, per me puoi arrivare ad Ostyen, a Parigi o anche in capo al mondo… non è affar mio…” ed affrettò il passo, come a volersi allontanare da lei.
Intanto, da lontano, cominciò a mostrarsi il paese ed il luogo in cui Talia aveva dato appuntamento a Renart.

Talia
12-10-2011, 19.16.31
“Oh, suvvia, monsieur Tafferuille...” sorrisi “Non ti pare di peccare un tantino di presunzione a parlare così? La cosa più importante per un attore, sostiene qualcuno, è la vita e il viverla... in ogni sua emozione ed in ogni sua pur minuscola piega... niente conta di più, non le sue convinzione e tantomeno il suo ‘io’!”
Eravamo alla porta della città, ormai... la varcammo in silenzio e in silenzio piegammo per una delle stradine che portava alla piazza centrale.
“Quanto alla mia Colombina... non so quanto valga! Non oso sperare che sia buona secondo le tue aspettative...” soggiunsi, non senza una punta di pungente ironia “...ma sarà mia cura migliorarla! Sarà mia cura diventare lei o forse, non potendo far ciò, sarà mia cura farla diventare me... Dopotutto tu mi insegni, monsieur, che fin troppo labile è il confine tra realtà e sogno, tra finzione e verità, tra il teatro e la vita...”
Avevamo quasi raggiunto il luogo in cui Renart doveva ormai essere ad attendermi, così tacqui.

Lady Gaynor
13-10-2011, 00.49.20
Il sibilo di uno schiaffo lacerò l'aria e Gaynor fissò compiaciuta il segno rosso sulla guancia di Missan. "Non provarci mai più, viscido verme, o ti giuro sul mio onore che ti pianto un coltello nel cuore con le mie stesse mani." Gaynor fremeva di rabbia, ma si impose di continuare a parlare. "E per quanto riguarda le tue minacce, so bene che non hai il potere esecutivo di vita o di morte sulle persone, non sei abbastanza in alto, per quello ci pensa De Jeon. Ed io a questo punto mi imbarcherò ben volentieri, così almeno ti starò lontano. E non credo che De Jeon sarà così contento della tua condotta verso di me, dalle minacce alle avances... E dire che ti volevo bene veramente, che mi fidavo di te... Ora dammi quella busta, ho una missione da portare a termine."

Guisgard
13-10-2011, 01.58.34
“Capisco, siete una filosofa, madame…” disse il taverniere ad Elisabeth, mandando giù l’ultimo sorso di vino nel suo bicchiere “… beh…” continuò “… sappiate che l’uomo che chiamate Monsieur è diverso da tutti gli altri… in lui il bene ed il male sembrano annullarsi… ha un codice di comportamento tutto suo… un codice che farebbe impallidire un chierico e infuriare un soldato… egli è un uomo di un’altra epoca, capace di amare ed odiare come nessun altro… è un filosofo, un contrabbandiere, un guerriero, talvolta persino un poeta… vive in un mondo suo, un mondo che sembra aver smarrito… è un Ulisse che vaga in balia delle miserie di questo mondo, che come onde tentano di avvilirlo… è un Enea che sulle spalle porta un Anchise fatto di dolore e malinconia…è un Cesare che oltrepassa ogni giorno il Rubiconde che separa il mondo dei vivi da quello dei morti…” la fissò “… egli è il tipo d’uomo che, se io fossi donna, non potrei fare a meno di innamorarmene…” sorrise “… ma che stupido!” Esclamò. “Sono in compagnia di una bella donna e perdo tempo parlando di un altro uomo!” Cambiò poi di colpo espressione. “Per Giove!” Alzandosi di scatto. “Dimenticavo i Salmi del prete!” E corse a prendere un libro nella vecchia credenza davanti a loro. “Questo libro di Salmi mi fu consegnato un mese fa da un prete… era un uomo strano… troppo affascinante per essere un chierico, ma troppo dotto per essere un nobile… mi disse di darlo solo ad una persona, che prima o poi sarebbe di certo passata da qui… e sapete chi è quella persona alla quale consegnare questo libro? Il vostro Monsieur…” fissando Elisabeth.
http://img822.imageshack.us/img822/7112/arw6c.jpg

Guisgard
13-10-2011, 02.20.50
Lyo aveva gli occhi rossi di rabbia dopo aver udito quelle parole di lady Sophia.
Il suo volto era una smorfia di astio e delusione.
Saltò allora in sella al suo cavallo e galoppò verso Carrinton Hall.
“Presto, Daniel!” Gridò Marco. “Seguiamolo! Credo possa mettersi nei guai, visto lo stato in cui si trova!”
I tre così giunsero alla dimora di caccia di lord Carrinton.
Qui, il fattore Jones li condusse da Altea.
E quando Lyo si trovò davanti alla bella irlandese, il suo volto divenne una maschera di ghiaccio.
“Allora è vero…” mormorò fissando Altea “… vivete qui… ospite di quell’uomo… che sciocco sono stato…”
In quel momento arrivò anche Roowey.
“Cosa succede qui?” Domandò. “Va tutto bene, milady?” Rivolgendosi poi ad Altea.
“State tranquillo…” disse Lyo “… la vostra padrona non ha nulla da temere da me… non la toccherei neanche con un dito ora…”

Guisgard
13-10-2011, 02.43.32
Missan si toccò la guancia colpita da Gaynor.
La fissò ed ebbe un impeto di rabbia.
“Sciocca!” Afferrandola per le braccia. “Credi davvero che mi manchino i mezzi per farti rimangiare questo tuo odio? Credi davvero che non abbia il potere di farti torturare fino a sentirti gridare parole di pietà ed amore verso di me?” La fissò per un istante che alla ragazza parve infinito.
Poi, improvvisamente, quella morsa si allentò.
Missan la lasciò e si avvicinò ad una delle finestre.
“Non dimenticare mai ciò che io ho fatto per te…” mormorò guardando la campagna avvolta nel silenzio della notte “… grazie a me tu sei entrata nel partito dei Ginestrini… ti sono stato accanto in ogni momento… ti ho protetta, difesa e proposta ai vertici del governo… dimentichi quando mi ferirono nella guerriglia scoppiata a rue du Tucaire? La sciabola di quel soldato era destinata a te… e fu il mio corpo a farti da scudo… chi ti ha introdotto in questo mondo fatto di ideali, libertà ed uguaglianza? Tu forse avrai dimenticato le lunghe chiacchierate, le letture che facevamo nel palazzo delle Ginestre… io invece no, non l’ho dimenticato… chi ti ha insegnato a tirare di spada?”
Si voltò fissandola di nuovo.
“Stai cambiando, Gaynor…” sussurrò “… qualcosa in te sta mutando… lo leggo chiaramente nei tuoi occhi… il mio è stato un impulso, un impeto di rabbia… sono stato ospitato tante volte a casa tua… la tua famiglia mi è cara come fosse la mia… non potrei mai farvi del male…” il suo sguardo finì sulla lettera che era sul tavolo “… prendi quella lettera e portala a De Jeon… la repubblica ha bisogno di noi… lo gridano i suoi ideali ed il sangue dei suoi martiri… va, Gaynor… va e torna presto…”

Guisgard
13-10-2011, 03.54.09
“Tu non sarai mai la mia Colombina.” Disse con tono freddo Tafferuille a Talia. “Non potresti mai esserlo.” Da quel cappuccio emergevano solo quei suoi occhi azzurri come un cielo inquieto e tormentato.
Il paese di Cardien.
Il crepuscolo ormai era prossimo e l’imbrunire tingeva col suo manto le case ammassate lungo le viuzze e raccolte tra le vecchie mura di età gallica.
Renart li vide da lontano.
Riconobbe Talia e cominciò a chiamarla, per poi raggiungerli.
“Ehi,, ma dove eri finita?” Chiese. “Sono qui da un pezzo! E questo chi è?” Voltandosi verso l’uomo col cappuccio.
Ma questi, senza rispondere nulla, continuò a camminare, dirigendosi dove era accampata la compagnia.
“Ma chi diavolo era quello?” Domandò di nuovo Renart a Talia.

Guisgard
13-10-2011, 04.16.46
La misteriosa ombra fissò con quei suoi occhi chiari Cavaliere25.
“Allora non sei solo un ladro…” disse “… ma anche un assassino… sei complice dei rapitori di quella donna… credi forse che questa Bibbia possa lavare le tue colpe? Che possa assolvere i tuoi peccati? Credi davvero che la misericordia che stai mostrando per quell’infelice salvi la tua anima?” Accennò un sorriso beffardo. “No… le tue colpe sono peggiori di quelle dei tuoi complici… loro sono miscredenti, atei, rinnegati… ma tu invece, giungendo qui a rubare questa Bibbia, mostri di conoscere il dono della Fede… per questo per te non ci sarà la pietà mostrata al buon Samaritano, né il perdono concesso al Figliol Prodigo… no, per te ci sarà il giusto castigo…”
Un raggio di Sole riuscì allora a penetrare nella navata, giungendo a sfiorare i volti delle statue di San Giacomo e di San Michele, che sembravano puntare le loro armi, la spada il primo e la lancia il secondo, verso Cavaliere25.
Un attimo dopo la porta della chiesetta si aprì alle spalle di quella misteriosa ombra, rivelandone così finalmente il volto e dando forma ed immagine, grazie alla luce del giorno, a quel mondo fino a quel momento celato nella penombra.
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Altea
13-10-2011, 11.07.04
Appena vidi arrivare Lyo con stupore gli corsi incontro, finalmente lo vedevo dopo molto tempo e volevo sincerarmi sul suo stato di salute. Rabbrividii nel vedere il suo volto gelido e sentire le sue parole taglienti come la spada che portava. "Lyo, che succede? Come stai? Perchè mi parli con questo tono, non è come credi, sono stata solo invitata qui a dimorare dal milord ma egli abita in altra dimora, questa ora è la mia dimora ora". Vidi indietreggiava con sguardo d'odio. "Accomodatevi in casa, vi prego, posso raccontarvi tutto"

Guisgard
13-10-2011, 14.50.17
Lyo si ritrasse di colpo a quelle parole di Altea.
Nel suo sguardo vi erano astio e rancore.
L’occhio libero dalla benda la fissava mentre vampate d’odio infiammavano il suo pallido chiarore.
“La sola idea di mettere piede in questa casa” disse col più profondo disprezzo “mi da il voltastomaco.”
“Cosa facciamo, Daniel?” Chiese sottovoce Marco a suo fratello.
In quel momento si sentì una carrozza arrivare.
Era quella di lord Carrinton.

elisabeth
13-10-2011, 16.41.10
Ascoltai ogni parola di quell'omone, e quando lo defini' il MIO MONSIEUR......mi venne da sorridere.......le persone non appartenevano a nessuno che non a se stesse, questo era quello che la gente non comprendeva......." Io una filosofa......non mi sarei mai definuta tale....ma se vi fa piacere pensarlo a me va bene, ritenete Monsieur un uomo dagli antichi codici......forse e' per questo che non ho mai dubitato di lui.......voi mi avete detto cose stupende di lui.......e io non posso fare a meno di gioirne...."...guardavo incuriosita il libro che nel frattempo l'oste teneva tra le mani......il libro dei salmi......." Cosa curiosa.....anche per Monsieur il dono di un Libro.....il Libro Sacro per lui.....il Libro dell'universo per un altro uomo......posso vedere questo libro ?......ve lo rendo subito non dubitate ".....Lo presi cosi' dalle sue mani, aveva una copertina in cuio nero...ed un legaccio intorno, lo aprii con cura.....aveva l'odore delle foglie secche......incominciai a sfogliarlo sino a quando mi accorsi che c'era un cartoncino a mo' di segna pagina, anche se sapevo che non era corretto qualcosa mi spinse a seguire il segno, questo si aprii sul salmo 114 e 115...........Non a Noi, Signore, non a noi, ma al tuo nome da' gloria,per il tuo amore, per la tua fedelta'............questa frase era segnata col carboncino nero.......richiusi il libro, avevo la sensazione di essermi intromessa in qualcosa di intimo e personale......" Ecco, ve lo rendo, vi sono grata per avermi parlato di lui......faro' in modo di proteggerlo da quel mondo a lui sconosciuto.......".....e per la prima volta mi bagnai le labbra con del vino...

Altea
13-10-2011, 17.32.08
"Lyo, smettetela ora, non ho nulla da farmi perdonare nè da spiegare, vi state dimostrando come sempre arrogante e impulsivo, mille volte vi ho detto che questo non vi avrebbe giovato. E' cosi che mi vedete? Allora sarò la Altea che credete sia ora, non avete capito niente di me. Vi ho portato in salvo quella notte dell'agguato in groppa del vostro destriero fino al Belvedere, ho dovuto coprire le vostre bugie dette di fronte a Lord Carrinton, spacciandovi per mio consorte solo per avere un pretesto per baciarmi, ed egli voleva farvela pagare ma gli feci capire fu solo un gioco...da ragazzi. Anche se per me fu un gesto che non approvai.E quando vi salutai al Belvedere vi dissi chiaramente, che vi vedevo come un carissimo amico, cosa credevo foste fino a pochi minuti fa."
Ad un tratto udii un nitrito di cavalli e con stupore vidi arrivare la carrozza del milord. Il cuore iniziò a battere forte, temevo qualcosa di orribile potesse accadere a Lyo, in preda alla completa ira. Mi avvicinai ai due scudieri "Messeri, vi prego, portate via Lyo. Correrebbe gravi rischi se osasse dire una parola in più sulla mia persona davanti a Lord Carrinton. E soprattutto sarebbe in grado di compiere qualche gesto inconsulto temo".

Daniel
13-10-2011, 20.22.33
Come al solito l'esperienza da ladro torna utile.. Ci fiondammo in casa tra lo stupore generale.. Salimmo sul terrazzo.. Sotto c'era il giardino.. Lyo era una statua.. Marco spaventatissimo.. Dalla terrazza vidi che Lord Carrinton entarava.. Andammo sulla punta della terrazza.. Sotto c'era il muro della residenza..
<<è basso.. Dobbiamo buttarci.. Lyo e Marco andate per primi..>>
Lyo e Marco saltarono giù.. Scavalcarono il muro e presero i cavalli.. Mi precipitai subito dopo di loro.. Presi il cavallo e urlai..
<<VIA! VIA!>>
Mandammo i cavalli al galoppo.. Quando il castello era una macchiolina lontana dissi..
<<Ahahah c'è l'abbiamo fatta anche stavolta..>> e diedi il cinque a mio fratello..

cavaliere25
13-10-2011, 22.00.06
rimasi immobile da quello che stava accadendo dentro nella chiesetta non riuscivo a parlare ero come pietrificato presi e scappai fuori dalla chiesetta e mi allontanai a tutta fretta dalla paura

Altea
13-10-2011, 22.55.37
Guardai con sbigottimento quel guizzo felino che caratterizzava quello scudiero, quando sparirono dalla mia visuale senza nemmeno accorgermene.
Mi avvicinai a Roowey e bisbigliai "Roowey mi raccomando, non dite nulla di quanto è accaduto oggi. Quel cavaliere era mio amico, mi salvò la vita e io salvai la sua, ma vedo che egli non mi è riconoscente come lo sono stata io. Questa storia mi ha rammaricata molto, e non vorrei discuterne con il milord", presi una mano dello stalliere e gli sorrisi amichevolmente, nei suoi occhi leggevo onestà e bontà.

Lady Gaynor
14-10-2011, 01.22.00
Gaynor cominciò a piangere, grossi lacrimoni le scendevano copiosi e silenziosi mentre ascoltava colui che fino a quel momento era stato il suo migliore amico. "Io non ho dimenticato niente... niente... sei tu che sei cambiato, sei tu che mi stai mostrando un volto che io non conoscevo..." Fra i singhiozzi, prese la lettera dal tavolo e corse via, verso la carrozza che l'avrebbe portata al porto.

Guisgard
14-10-2011, 02.47.56
Tutto era accaduto in un lampo.
Daniel e Marco, come due audaci filibustieri, abituati alle situazioni precarie e rischiose, avevano tratto via Lyo da quell’impiccio.
Ora correvano tutti e tre in direzione opposta a Carrinton Hall.
Ma Lyo era confuso, arrabbiato e deluso.
“Come stai?” Chiese Marco al cavaliere.
“Mi sento un idiota…” rispose Lyo “… un grosso idiota… io non ho fatto altro che pensare a lei notte e giorno… e lei invece si cullava nello sfarzo e nel lusso di quel nobile… ma giuro sul mio onore che non finisce qui! Carrinton capirà che non può prendersi tutto ciò che vuole!”
“Calmati ora.” Fece Marco. “Mettersi contro un aristocratico è sempre pericoloso… e poi ho sentito che lord Carrinton è il miglior spadaccino di Camelot.”
“Questo lo vedremo…” mormorò Lyo, mentre nei suoi occhi non smetteva di ardere la fiamma dell’odio.
Un attimo dopo però sembrò come destarsi da quegli inquieti pensieri.
“Comunque, vi sono debitore ragazzi…” disse ai due fratelli “… se mi fossi ritrovato Carrinton davanti, avrei sicuramente perso le staffe… voi però siete davvero in gamba!” Esclamò. “Dal modo in cui siamo usciti da quel palazzo nessuno potrebbe prendervi per semplici scudieri!”
“In verità, siamo cresciuti con la dura legge della strada…” fissandolo Marco “… e se non sai adattarti a quella legge, alla fine soccombi…”

Guisgard
14-10-2011, 03.29.46
Elisabeth sfogliò delicatamente il libro e lesse il Salmo segnato col carboncino.
Richiuse poi il libro e lo rese al taverniere.
Ma dalle pagine cadde a terra un biglietto.
Era ripiegato più volte ed era stato nascosto con cura fra le pagine del testo sacro.
“Un biglietto…” raccogliendolo il taverniere “… mah…” sbuffò “… meglio rimetterlo dov’era…” riponendolo fra le pagine del libro.
Un attimo dopo Monsieur entrò nella tavernetta.
“Rieccomi…” avanzando verso Elisabeth ed il suo amico taverniere “… ora abbiamo anche due buoni cavalli. Siete pronta per rimetterci in viaggio, madame?” Chiese ad Elisabeth.
“A chi avevi detto del tuo arrivo qui?” Domandò il taverniere.
“A nessuno.” Rispose Monsieur. “Anche perché solo all’ultimo momento ho deciso di venirci.”
“Beh, allora c’è qualcuno capace di leggere il futuro, o di prevedere le tue mosse…”
“Che vuoi dire?”
“Qualcuno ha lasciato questo libro di Salmi per te.” Rispose il taverniere, dandogli il libro. “Era un prete.”
“Un prete?” Ripeté Monsieur mentre prendeva il libro dalle mani del taverniere.
Lo sfogliò rapidamente.
“Ah, si…” sussurrò “… grazie per averlo conservato. E’ ora di andare, madame.” Fissando Elisabeth.
“Mi raccomando…” disse il taverniere abbracciandolo “… stai sempre in guardia… che Dio ti assista, amico mio.”
“Grazie, fratello.” Rispose Monsieur.
“Che Dio preservi anche voi, madame.” Voltandosi il taverniere verso Elisabeth.
I due allora uscirono dalla tavernetta e montarono in sella ai loro cavalli, per poi svanire, subito dopo, nella boscaglia circostante.

Guisgard
14-10-2011, 03.54.47
Roowey sorrise ed annuì a quelle parole di Altea.
Un attimo dopo dalla carrozza di lord Carrinton scese qualcuno.
Erano dei valletti, accompagnati da una donna.
“Milady…” inchinandosi questa davanti ad Altea “… sono qui con le vostre stoffe. Ho cominciato a lavorarci ed ora mancano solo pochi aggiusti… se volete farmi la cortesia di mostrarmi i vostri gusti, terminerò in breve tempo il tutto. Così le vostre tende saranno pronte.” Aggiunse la sarta Liza.
Questa spiegò poi ad Altea che alcuni servitori di lord Carrinton avevano portato le stoffe nella sua sartoria a Wirkley Street, pregandola di lavorarci su e recarsi poi a Carrinton Hall per terminare il tutto sotto la sguardo della dama irlandese.
“E’ volontà di lord Carrinton incomodarvi il meno possibile” continuò la sarta “e per questo mi ha incaricato di venire qui ad ultimare il lavoro. I valletti hanno portato in casa le stoffe… controllate se il tutto è di vostro gradimento, milady.”

Melisendra
14-10-2011, 04.30.41
Sollevai la mano per rassicurare Sir Hagus, che aveva un cipiglio un po' preoccupato.
Rincorsi Tyler, spronando il cavallo e gli urlai: "Capito niente? Non hai mai voluto dirmi niente! Non mi hai mai parlato di te o di quello che pensi! Te ne stai sempre chiuso come un riccio, come se il mondo fosse sempre tutto contro di te! Sei maledettamente cocciuto!"
Lo affiancai.
"Per quanto riguarda papà... cosa pensavi che sarebbe successo? Me ne sono andata per evitarti problemi e per evitare di peggiorare le cose..." Strinsi le redini con nervosismo. "Siamo fortunati che gli sia nemmeno venuto il sospetto che..." la mia voce tremò, "siamo fortunati che ti abbia solo allontanato... perchè ti voleva bene. Altrimenti sarebbe stato peggio."
Poi il risentimento rimontò dentro di me.
"Ma cosa credi? Che sia sempre stato semplice per me? Solo con la prigionia ho capito che ho vissuto tutta la vita dentro una gabbia dorata! Mi sono sentita libera solo quando eravamo rimaste io e Giselle... decise a ricominciare una vita lontano da Animos..." sospirai "Che mio padre mi perdoni... ma cosa mi ha lasciato a parte doveri verso il nostro sangue, verso il nostro onore, verso il nome che mi ha dato? La sopravvivenza a ogni costo non è vita. Come non lo è stato crescere accanto a lui come un bel purosangue che un giorno avrebbe donato a qualcuno a suggello di un patto di alleanza..." esitai "Sai con chi ha stretto quel patto? Con un Pomerino... ecco con chi! Invece di accettare la sconfitta dei Du Blois... ora tutte le speranze gravano sulle mie spalle."
Assestai al cavallo un lieve colpo con i talloni e lo lanciai al galoppo.
"Se pensi di essere stato l'unico a soffrire... ti sbagli di grosso!"

Guisgard
14-10-2011, 04.48.21
“Straordinario il tuo scritto di ieri, repubblicano!” Esclamò uno dei ragazzi che lo circondavano.
“Davvero notevole, amico mio!” Aggiunse un altro di loro.
A turno, così, ciascuno di quegli studenti mostrò il proprio entusiasmo a Missan.
Se De Jeon era il demagogo per eccellenza, colui in grado di malleare a suo piacimento gli umori delle masse, Missan era il filosofo del partito.
L’uomo capace di fissare i punti fondamentali del movimento ginestrino, di elaborare teorie e dogmi sul ruolo spettante alla Ragione nella vita dell’uomo.
“E dicci…” fece uno di quegli studenti che gli stavano attorno “… occorre una legge specifica per confiscare i beni ecclesiastici, oppure vengono considerati direttamente patrimonio del popolo?”
“Secondo me dovrebbero essere venduti!” Disse un altro di loro. “Trovo sia pericoloso lasciare intatti quadri e statue di soggetto religioso! Il popolo deve dimenticare queste superstizioni!”
“Si, bravi!” Intervenne una ragazza che aveva assistito a quel dibattito da lontano. “Pensavo che il nostro unico scopo fosse quello di liberarci dei tiranni, non pure della cultura!”
“Gaynor.” Sorridendo Missan nel vederla arrivare.
“Tu sei una donna, cosa ne sai di queste cose!” Con indifferenza l’ultimo studente che aveva parlato. “Non possiamo correre il rischio che il popolo continui a vivere nella superstizione!”
“Si, ma neanche correre il rischio di vederlo sguazzare nell’ignoranza.” Replicò Gaynor.
“Cosa ne sai, tu?” Intervenne un altro. “Passi il tuo tempo a leggere di poesie e romanzi sull’Amor Cortese! Quelli come te credono che l’arte sia migliore della filosofia, della retorica, della grammatica e degli scritti giuridici!”
“Tanto si sa che le donne non utilizzano mai la Ragione per quello che dicono e fanno!” Aggiunse un altro di loro. “Falla tacere, Missan!”
“Per secoli l’aristocrazia ed il Clero hanno fatto tacere il popolo” fece Missan “ed il solo pensiero di fare altrettanto mi da la nausea. Dite il vero, amici miei… il sonno della Ragione partorisce sempre belve voraci…ed il crederci arrivati è solo l’inizio della catastrofe, perché anche in cima al mondo vi è l’ombra dell’abisso che ci minaccia…” fissò poi Gaynor “… quanto alla poesia, essa non ha bisogno di nulla, neanche della verità… essa stessa genera la verità...” si allontanò allora da quel capannello di studenti e fece cenno a Gaynor di venir via con lui “… amici miei... non vi è nessuno tra voi che valga questa ragazza... ella non è solo Ragione… ma anche, e soprattutto, cuore...”

La carrozza giunse al piccolo porto e Gaynor si destò da quel ricordo.
Un ricordo intriso di amara malinconia per dei tempi che sembravano ormai smarriti in quella notte battuta dal vento.
“Madame…” disse il cocchiere “… il battello per Calais vi sta attendendo.”

Guisgard
14-10-2011, 05.03.51
Il vento.
Ululava, correndo lungo la campagna.
Sferzava le cime più orgogliose e superbe degli alberi, gonfiava le nuvole che navigavano da Occidente e schiariva l’aria fino ad allargare alla vista un orizzonte che sembrava ora sterminato.
E, nel suo ululare, quel vento sembrava celare un lamento.
Un lamento lontano.
Melisendra, Hagus e Tyler cavalcavano in quel lamento, tra inquietudini e paure.
Tyler non aveva risposto nulla a Melisendra.
A quella sua durezza aveva opposto il suo rabbioso silenzio, come era suo solito fare.
Poco dopo i tre giunsero al Belvedere, dove furono subito fatti entrare per poi essere ricevuti da lord Tudor.
Il duca era nella biblioteca ed attendeva da un pezzo il loro ritorno.
Hagus allora prese i documenti e gli atti che indicavano i signori di Du Blois come i legittimi proprietari di Trafford Bridge e li consegnò a Melisendra.
“In qualsiasi momento, milady, potete prendere possesso della vostra dimora.” Disse lord Tudor a Melisendra.

Altea
14-10-2011, 09.56.36
Con sorpresa vidi scendere la sarta Liza ma la feci accomodare in casa, guardai le stoffe e il lavoro e mi complimentai con ella. "Ottimo lavoro milady Liza, venite andiamo a vedere come accomodarle alle finestre". Notai Angry che ci seguiva con lo sguardo astioso, poi la feci accomodare nella mia stanza e mi raccomandai di mettervi tende color azzurro, bianco e oro.
Chiesi poi della stoffa aranciata, ella estrasse dei disegni, li scrutai accuratamente, chiusi la porta e scelsi il modello e la sarta iniziò a prendermi le misure "Milady Liza, vi ricordate di Lady Florencia de Mistrad? è una ragazza di buona famiglia, ricordo era la dama di compagnia di una anziana signora amica di Lady Sophia. Sapete dove ella dimora? Dovrei mandarle una missiva". Pensavo ancora a Lyo, trattenevo a stento le lacrime, e di Lord Carrinton non si sapeva ancora nulla. Forse avevo sbagliato tutto.

Guisgard
14-10-2011, 14.58.54
Una carrozza nera trainata da una pariglia di robusti stalloni baschi raggiunse la scogliera in balia del vento.
Il Cielo si gonfiava e si contorceva di ampie ed inquiete nubi che sembravano voler avvolgere e sradicare i pilastri che reggevano la volta celeste.
Un attimo dopo l’arrivo della carrozza, dagli alberi che lambivano quelle rocce una figura si avvicinò ad essa e vi entrò.
All’interno la figura vi trovò un uomo, solo a stento illuminato dal grigiore del cielo che filtrava da una delle finestrelle.
“Era necessario questo nostro incontro?” Chiese l’uomo a quella figura.
“Temo di si…” rispose questa, che un attimo dopo allentò il bavero della giubba e si tolse il cappello, mostrando così il suo vero volto “… vi ricordo i nostri accordi…” aggiunse Missan.
“Li rammento perfettamente.” Rispose l’uomo della carrozza.
“Dobbiamo trovare il Giglio Verde…” fece Missan “… è in gioco la mia testa…”
“Lo troveremo.”
“Lui conosce ogni mia mossa…”
“Come sarebbe?”
“Lo so…” agitato Missan “… credo abbia spie ovunque… occhi in ogni angolo ed orecchi ad ogni angolo…”
“Siete paranoico.”
“Conoscete un certo Presbitero Tommaso?”
“Mai sentito…” rispose l’uomo dopo un attimo di riflessione.
“Quel prete affermava di conoscere il Giglio Verde!” Fissandolo Missan. “E’ giunto nel palazzo come un’ombra!”
“Invece di occuparvi dei fantasmi, prestate attenzione ai vivi…” avvicinandosi l’uomo a Missan “… il palazzo di lord Tudor è un crocevia per i nostri nemici…”
“Cosa intendete?” Stupito Missan.
“Ho ragione di credere che strani movimenti avvengano in quel luogo…” spiegò l’uomo della carrozza “… quella nobile fuggita dal vostro paese, la dama di Du Blois...”
“Ebbene?” Tradendo impazienza Missan.
“Credo che presto prenderà possesso dei feudi appartenuti alla sua famiglia.” Rispose il misterioso uomo della carrozza. “Abbandonate ogni pretesa su quelle terre.”
“Lo vedremo…” mormorò Missan, appoggiando la testa all’indietro “... la bella Melisendra non costituirà più un problema… ma, anzi, una potente alleata…”
“C’è dell’altro…” fissandolo l’uomo “… ricordate il foglietto marchiato dal simbolo del Giglio che mi mostraste?”
“Si, certo…”
“Bene, l’ho fatto analizzare da un mio servitore greco… era intriso di un profumo particolare… lo stesso che usa un uomo di fiducia di lord Tudor…”
“Chi?”
“Sir Hagus.”
Missan si morse la lingua.
“Il profumo proviene dai fiori del giardino del palazzo dei Tudor” continuò l’uomo “e pare sia il preferito di sir Hagus.”
“Interessante…”
“Presto lord Tudor darà un nuovo ricevimento… e noi sapremo dove cercare…”
“Ottimo, amico mio!” Esclamò Missan. “Sarete ricompensato a dovere!”
“Lo spero bene.”
“Io mantengo sempre la parola data.”
“Ma il denaro pattuito non mi basta più.”
“Come sarebbe a dire?” Turbato Missan.
“A tempo debito conoscerete cosa voglio.” Disse l’uomo della carrozza.
“Voi aiutatemi a catturare colui che presta il volto ed il cuore al Giglio Verde” con un ghigno Missan “ed io esaudirò ogni vostra richiesta.”
Una stretta di mano sancì allora quel patto tra Faust ed il suo Mefistofele.
Un attimo dopo, ricopertosi di nuovo, Missan scese dalla carrozza e questa scomparve nell’echeggiare di quel vento, mentre l'ambasciatore restò a fissare il mare agitato.
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Daniel
14-10-2011, 15.21.53
<<Già..>> dissi con voce malinconica.. Quella vita non mi mancava affatto.. Però mi ha accompagnato durante l'infanzia e l'adolescenza..
<<Comunque.. Caro Lyo che vuoi fare adesso?>>

Chantal
14-10-2011, 17.34.57
Il ragazzino fissò Chantal e poi scoppiò a ridere.
“Il Santuario?” Ripeté. “Non ci sono più né chiese, né santuari, né basiliche! Le hanno chiuse ed incendiate tutte! E tu sei una traditrice! Traditrice! Traditrice!” Cominciò a gridare, mentre quella sua risata quasi deformava il suo grottesco volto.
Avvicinatasi poi all’ingresso del palazzo del procuratore, la guardia le fece cenno di attendere.
Alcuni istanti dopo tornò dalla ragazza.
“Seguitemi, repubblicana.” Disse.
Passarono quasi due ore davanti all’ufficio del procuratore, poi, finalmente,questi si decise a riceverla.
“Venite avanti, prego.” Disse nel vederla. “Venite, non abbiate paura. Però non ho molto tempo, dunque vi chiedo di essere concisa. Grazie.”


Chantal rimase incredula dinnanzi alle accuse di quel ragazzo.In preda allo sconcerto non realizzò quanto fossero gravi,nè lo scherno che le era stato usato con quella risata beffarda.Si diresse dalla sentinella e dopo essersi annunciata ascoltò le parole della guardia che la conduceva verso gli uffici del procuratore,ma non replicò,non era certo sua preoccupazione in quel momento che un soldato potesse ritenerla repubblicana,ciò che le interessava era apprendere dello stato di salute di suo zio,sicuramente provato e non certo ben acclamato,dai suoi sequestratori.
Quando fu ricevuta si armò di coraggio,frenò il petto ansimante e manifestò le ragioni che l'avevano condotta in quel luogo,sebbene scostante per indole verso ogni forma di fazione politica:
"Grazie dell'avermi recevuta,signore,sebbene mi si potesse ricevere con maggior prontezza ma,evidentemente,affari più importanti vi hanno tenuto impegnato quale il definire lo stato di prigionia di mio zio."Parlò senza interruzione,per non tradire inquietudine."Perdonate,forse non sono stata annunciata,sono Chantal de la Merci,nipote di padre Adam de la Merci e gradirei apprendere di lui nell'immediatezza,giacchè manca da casa da ieri sera,dopo essere stato condotto qui con la forza dai vostri soldati."
Si avvicinò allo scrittoio muovendosi nella stanza cupa e silenziosa senza mostrarsi titubante o impaurita,dritta sulla schiena e con le braccia lungo i fianchi si fermò con lo sguardo fisso negli occhi del procuratore e,con quanta più naturalezza e certezza potessero appartenerle,aggiunse:"Usatemi la cortesia di riferire ai vostri uomini che non sono una repubblicana.I vostri intenti non mi riguardano,ma soprattutto,non trovano riscontro nei miei ideali.Lì fuori c'è gente che muore di fame ogni giorno,che vive di stenti e si dimena negli orrori del dolore causato dalla malattia e le uniche speranze per quelle creature disperate sono la carità ed i sacramenti e voi,signore,voi avete condotto qui in arresto uno tra i pochi uomini che veramente conosce l'opera della misericordia.Un ministro di Dio,si,ma prima ancora un uomo giusto e prodigo che da valore alla parola "umanità" attraverso il suo credo ed il suo operato.E' pur vero che fame e miserie esistessero da prima di questi cambiamenti,ma non saranno i vostri criteri ad eguagliare i popoli ed ad annullare i titoli o le discrepanze di sangue,poichè in essi pur vi è abuso.E per quanto avrei da dirne in merito,non è affar mio quanto lo sono,invece,lo stato di libertà e la salute della mia famiglia.Pertanto,non abbandonerò questo palazzo senza che abbiate rilasciato padre Adam".

elisabeth
14-10-2011, 18.59.56
Vidi entrare Monsierur e mi alzai dalla sediolina in cui ero rimasta per tutto quel tempo.......lo osservai, aveva l'aria fresca di chi aveva respirato i profumi del bosco.....lo vidi pensieroso quando prese dalle mani dell'amico fraterno il libro dei Salmi, dapprima stupore e poi la sicurezza di chi sa......" Ero sicurissima che avreste trovato degli ottimi cavalli.....a quanto pare siete un uomo dalle mille risorse....comunque sappiate che sono pronta a partire......."..poi rivolgendosi all'oste..." Vi ringrazio per aver avuto nei miei riguardi lo stesso senso di fratellanza che avete per Moniseur...non lo dimentichero'.."..mi avvicinai all' uomo e gli stampai sulle guance due sonori baci.....uscii dunque dalla taverna e saltai sul cavallo che mi fu indicato.....era bianco con qualche chiazza marrone, ma la sua bellezza era una stella sulla fronte......" E' un cavallo bellissimo, era tanto che non cavalcavo....mi avete lasciata in ottima compagnia, e' una persona di buon cuore il vostro amico......mi ha parlato di voi......siete misto tra il giorno e la notte, si puo' tremare al vostro cospetto, maallo stesso tempo ci si puo' sentire al sicuro...........un uomo da amare, cosi' la pensa il vostro amico, una sola cosa gli ho chiesto di tacermi, il vostro vero nome......vorrei che foste voi a dirmelo, se volete potete mandarmi un messaggio in un bigliettino ripiegato in piu' parti.....a quanto vedo....chi vi conosce preferisce comunicare cosi'..........mi son permessa di guardare il libro dei salmi.......siete un uomo di chiesa ?......"......gli trottavo al fianco, cercando di tenere il passo.......l'aria era fredda e pulita, ero a casa.....tra gli alberi del bosco......mi sentivo protetta da quell'ambinte....potevo affrontare ogni cosa................

Guisgard
14-10-2011, 21.58.50
La luce inquieta del giorno aveva invaso la navata, mostrando il volto di quell’ombra: era il Presbitero Tommaso.
Cavaliere25, per lo spavento, corse allora verso l’uscita della chiesa.
Ma una morsa d’acciaio al polso lo bloccò.
“Stai dimenticando qualcosa…” disse il chierico fissandolo con quei suoi occhi di ghiaccio e tenendolo fermo per il polso “… eri venuto qui per questa…” mostrandogli con l’altra mano la Bibbia.
Il chierico allora gli consegnò la Bibbia e mollò il polso del giovane, lasciandolo così libero di andare, mentre tutt’intorno alla chiesa dominava la furia del vento.

cavaliere25
14-10-2011, 22.05.50
non riuscivo a capire che stava succedendo per aver preso una bibbia senza permesso si scatenasse tutto quello presi e apri la porta e usci senza voltarmi e corsi fino alle celle e prima di avvicinarmi mi fermai a riprendermi e ritornai tranquillo nelle prigioni

Guisgard
15-10-2011, 02.21.24
Il procuratore della Repubblica di Magnus.
Era un uomo magro, dai capelli di un pallido simile ad uno sbiadito color paglia.
Gli occhi piccoli e chiari, il viso allungato e le labbra sottili.
Appena vide Chantal, cosi fiera e determinata, fronteggiarlo senza soggezione e timore, l’uomo si tolse quella sua maschera fatta di formale cortesia, per indossarne una più austera e solenne, come se fosse pienamente conscio del suo ruolo di sommo giudice dei suoi simili.
A Magnus i Ginestrini avevano sostituito Dio ed i precetti della Sua Chiesa con i dogmi della Ragione ed il procuratore Robert De Bodien, questo il nome del magistrato che Chantal si trovò davanti, aveva piena coscienza di tutto ciò.
Robert, davanti alle parole della giovane, si accomodò subito al suo scrittoio e cercò tra i registri il nome dell’uomo nominato da lei.
“Adam de la Merci…” leggendo ad alta voce “… si, è stato portato qui stanotte…” alzò poi gli occhi sulla ragazza “… ebbene, mademoiselle, qual’è dunque il motivo della vostra visita? Sinceramente siete stata estremamente chiara ed esaustiva… tanto da rendere quasi superfluo il mio ruolo…” chiuse i registri “… il ruolo del procuratore della repubblica è quello, sommo ed assoluto, di illuminare la ragione umana con i dogmi della giustizia… ma voi lo avete fatto benissimo al posto mio… avete chiaramente detto chi era l’uomo condotto qui e che ora ne chiedete la liberazione…” si alzò e cominciò a camminare intorno a Chantal “… padre Adam lo avete chiamato… un chierico dunque… non sapete che la rivoluzione ha sciolto ogni ordine religioso? Ignorate dunque che ogni forma di superstizione, di stregoneria e cialtroneria, atta a rendere l’uomo schiavo dell’ignoranza e dell’irrazionalità è stata messa fuorilegge? Ovviamente in questo vanno incluse tutte le credenze religiose…” si fermò proprio alle spalle di Chantal e vi restò alcuni istanti senza dire nulla.
“Forse voi, come dite, rifiutate e magari disprezzate i valori della repubblica…” riprese “… ma essi sono reali, come lo siamo io e voi adesso… ed è compito mio farli rispettare…con le parole se posso, con le azioni se devo.” Aggiunse con un tono che si sforzava di rendere quasi sinistramente profetico.
http://celq.com/vincentcassel/vincentcassel008.jpg

Guisgard
15-10-2011, 02.40.53
“Lady Florencia de Mistrad?” Ripetè la sarta Liza, fissando Altea. “Non credo di conoscere il luogo dove si trovi ora, milady… ma se volete posso chiedere direttamente a lady Sophia. Immagino lei sappia dove si trovi ora lady Florencia.”
In quel momento Angry entrò nella stanza con un vassoio.
“Ho preparato del latte caldo e qualche biscotto, milady.” Disse ad Altea.
Poi il suo sguardo cadde sulle tende che aveva cucito Liza.
“Milady…” mormorò con uno strano pallore “… avete forse deciso qualche cambiamento? Gradirei esserne informata, così da poter al meglio svolgere il mio ruolo… vedete, da sempre ho pensato io alla cura di questa casa e sono certa di poterlo fare ancora… vi è dunque qualcosa che non vi aggrada nell’arredamento di Carrinton Hall, milady?”

Lady Gaynor
15-10-2011, 02.45.28
“Madame…” disse il cocchiere “… il battello per Calais vi sta attendendo.”
Gaynor indugiò ancora qualche secondo con lo sguardo rivolto verso il palazzo in cui aveva appena lasciato Missan, poi, col cuore colmo di pena, salì sulla carrozza.

Guisgard
15-10-2011, 02.59.46
Monsieur fissò con uno stupito sorriso Elisabeth.
“Madame, se non vi conoscessi almeno un po’, direi quasi che siete gelosa…” e rise di gusto “… state tranquilla, stavo solo scherzando! Un nome…” disse in un sussurro “… è davvero tanto importante un nome? Potrei chiamarmi Gaston come Jean… Pierre come Vincent… se mi chiamassi Alain o Andrè, cambierebbe forse qualcosa? Mi renderebbe migliore o peggiore? Monsieur forse vi fa dubitare di me? Un nome è dunque davvero così importante, madame?”
Il vento.
Compagno fedele di queste maschere impegnate in questo grande dramma.
Sorridere, piangere, odiare, amare, lottare e pregare.
La vita cos’è se non un grande copione dal quale apprendiamo di noi stessi?
E l’Autore di quel copione non era ancora pago.
Il sipario era ancora alto e la scena ancora viva di emozioni, sensazioni e passioni.
“Io un uomo di chiesa?” Continuò Monsieur. “E chi può dirlo… ditemi, vi sembro un prete? Anzi, ora sono curioso… cosa sono secondo voi, madame? Ditelo pure sinceramente… ho imparato a sorridere delle molteplici opinioni che animano questo nostro vecchio mondo… tutti i grandi ne hanno una... sovrani, duchi, conti, vescovi, abati. Di opinioni intendo. E con l’avvento dei Ginestrini, tutti ora hanno l’illusione di possederne una… e la vostra opinione su di me?”

Guisgard
15-10-2011, 03.20.15
Lyo arrestò di colpo il suo cavallo.
“Ma cosa sto facendo?” Mormorò.
“Cosa succede ora?” Chiese Marco.
“Sto scappando di fronte a quell’arrogante di Carrinton…” quasi parlando a se stesso Lyo “… sto facendo quello che fanno tutti in sua presenza… chino il capo e mi piego alla sua volontà…”
“Non pensare a queste cose.” Fece Marco. “Su, torniamo al Belvedere. Un po’ di riposo ti farà vedere tutto sotto una luce diversa. Vero, Daniel?” Voltandosi verso suo fratello.
“Al diavolo Carrinton e quelli come lui!” Ed improvvisamente Lyo lanciò al galoppo il suo cavallo, in direzione di Carrinton Hall.
“Fermati!” Gridò Marco. “Sei impazzito?”
Ma Lyo era già lontano.
“Presto, Daniel, dobbiamo raggiungerlo e fermarlo!” Disse Marco. “O temo si metterà in grossi guai!”

Guisgard
15-10-2011, 03.43.40
Cavaliere25 fuggì via dalla chiesa e dal misterioso chierico.
Chi era davvero il Presbitero Tommaso?
A Cavaliere25 era sembrato come un fantasma, uno spettro, un essere giunto dall’Aldilà.
Il giovane servitore dell’ambasciatore giunse così al palazzo del suo signore.
Ripresosi un po’ da quello spavento, scese poi nelle prigioni.
“Ehi, alla buonora!” Esclamò Mercien nel vederlo arrivare. “Dove eri finito? Pensavo ti fossi dileguato! Beh, come darti torto del resto. Queste prigioni sono di una noia mortale e questa dannata” indicando col capo la povera Giselle in cella “non fa altro che piangere. Su, ora tocca a te fare la guardia… io ho bisogno d’aria.” Ed uscì, lasciando Cavaliere25 a sorvegliare la prigioniera.

Altea
15-10-2011, 09.20.57
Appena sentii menzionare Lady Sophia un senso di disgusto mi pervase, quella donna era arrogante e falsa, una vera attrice. "Vi ringrazio Liza, ma da molto non sento più notizie di Lady Sophia e sinceramente il suo comportamento nei miei confronti non è stato molto consono, offendendomi pure davanti a Lord Carrinton per le mie origini. Scriverò alla baronessa Kate Stewart, la quale mi sembra dimori proprio nei dintorni del palazzo di Lord Carrington per avere notizie."
Ad un tratto Angry, senza nemmeno bussare, entrò nella stanza portando una buona merenda. "Come è furba" pensai " il suo era solo un pretesto per entrare e curiosare, fosse per lei potrei patire la fame a vita". Udii con noncuranza le parole di disappunto della vecchia governante e risposi "Non l'ho deciso io, è stato un volere di Lord Carrinton poichè trovavo la casa troppo buia ed egli mi propose di dare luce con nuove tende. Quanto al mio vestito...penso non debba darvi spiegazioni".
Il nostro discorso fu destato dal rumore degli zoccoli di un cavallo seguito da voci concitate, mi affacciai al balcone e con sorpresa vidi di nuovo Lyo.
Da lassù gridai "Lyo cosa fate di nuovo in questa casa? siete venuto per darmi nuove accuse? Coraggio tornate al Belvedere, ne va anche della vostra salute."

elisabeth
15-10-2011, 10.16.25
....Giochiamo ?... e perche' no, il viaggio sembrava aver preso una strana piega, ero partita consapevole di dover fare parecchia strada a piedi, ma di far presto ritorno a casa...e mi ritrovo dopo due settimane a cavalcare affianco ad un uomo di cui potrei conoscerne alcune gesta.....ma di non conoscere il suo nome.......e per la verita' potrebbe essere un chierico come un assassino........" Caro il mio Monsieur.....sappiate che sono gelosissima di voi....se qualche bella dama vi distoglie dalla mia persona...io non arrivero' mai a destinazione, ammesso e non concesso che mi ci stiate portando.....per quanto riguarda il vostro nome, se questo avesse avuto importanza, il vostro amico alla taverna sarebbe stato ben lieto di dirmelo......e poi perche' non dirvelo,forse avete creato Monsieur solo per me, se cosi' fosse, da donna, ne sarei lusingata......Chissa' se il mio maestro aveva letto tra le stelle, che questo viaggio lo avrei fatto scortata da un uomo di piacevole aspetto e a quanto pare anche la classe non manca ai vostri atteggiamenti.......sicuro di se e pronto ad affrontare ogni emergenza, e a sangue freddo potete essere maestro......la vostra lama e' da voi sapientemente indirizzata..........Chi potreste essere.....non un chierico......sarei davvero in cattive acque, il Sacro con il Profano........Forse un principe.......attento Monsieur.......vi state accompagnando ad una Popolana........."...........non lo avevo mai guardato in volto.....avevo guardato la strada.........forse non volevo fargli notare, quanto fossi divertita....a quella conversazione........ma come in tutte le cose be..e, la ruota del tempo gira di una mezza tacca e il vento porta notizie......campane a morto e canti di disperazione....il bosco portava notizie di eventi, che non sempre vivevano il presente.....poteva essere passato e poteva essere futuro....." Avete sentito Monsieur.......?......"

Daniel
15-10-2011, 15.30.52
<<Ma cavolo!>> imprecai e mi lanciai al galoppo inseguendo Lyo.. Già non lo vedevo più essendo notte.. Arrivai sotto al muro da dove eravamo scesi.. Il cavallo di Lyo era la sotto..
<<NO!>>
Io e Marco scendemmo da cavallo e rasenti al muro ci avvicinammo fino al portone dove era Lyo.. A bassa voce dissi:
<<Lyo.. Vieni via.. Andiamo..>>
Ma Lyo non mi ascoltava e bussò alla porta.. Io e Marco ci gettammo in un cespuglio lì vicino.. Per ironia della sorte aprì la porta Lord Carrinton in persona..

Talia
15-10-2011, 17.11.55
Renart li vide da lontano.
Riconobbe Talia e cominciò a chiamarla, per poi raggiungerli.
“Ehi,, ma dove eri finita?” Chiese. “Sono qui da un pezzo! E questo chi è?” Voltandosi verso l’uomo col cappuccio.
Ma questi, senza rispondere nulla, continuò a camminare, dirigendosi dove era accampata la compagnia.
“Ma chi diavolo era quello?” Domandò di nuovo Renart a Talia.

“Ma come, Renart... non riconosci più il nostro amico Tafferuille?” gli sussurrai scherzosamente, appoggiandomi al suo braccio e dirigendomi con lui verso il carrozzone.
“Come vedi, sono riuscita a trovarlo...” proseguii dopo un istante, sempre con lo stesso tono “...anche se, forse, sarebbe più corretto dire che è stato lui a trovare me, piuttosto!”
I miei occhi corsero avanti e studiarono per qualche istante l’uomo dal lungo e pesante mantello, che ci precedeva di svariati passi...
“Ma in fondo questi sono dettagli!” soggiunsi, parlando quasi più a me stessa che non al soldato al mio braccio “Ciò che conta alla fine è che adesso io e lui, che la cosa gli piaccia o no, siamo sulla stessa barca... una barca dalla quale io non ho la pur minima intenzione di scendere... almeno non finché la cosa potrebbe essere utile!”

“E tu chi sei?”
Quei due occhi nerissimi e profondi mi avevano studiata per molti minuti prima di formulare quella domanda... io addirizzai la schiena con aria di sfida e mi sforzai di sostenere il suo sguardo, ma non risposi.
“So io chi è!” disse ad un tratto la voce sgradevole di Gwendaline Dupont, la figlia del carpentiere “E’ una dell’Istituto! Che cosa ci è venuta a fare qui?”
“Quelle dell’Istituto non scendono mai in città!” aggiunse un altro “Perché è qui, allora?”
“Si...” rincarò un’altra ragazza, con i capelli rossicci e troppe lentiggini sul naso “E quando vengono, comunque, se ne stanno tra loro. Non giocano mai con noi!”
“E’ vero!” mi incalzò, scuotendomi leggermente, uno dei ragazzini che mi stavano stingendo le braccia. Mi avevano sorpresa, qualche momento prima, aggirarmi intorno alla vecchia capanna di pesca, il loro quartier generale, il luogo in cui erano soliti incontrarsi ogni giorno, così mi avevano presa e mi avevano portata di fronte agli altri, quasi fossi una prigioniera di guerra.
Il ragazzo che stava al centro del gruppo e che, con ogni evidenza, doveva essere il loro capo fece loro un cenno, al quale tutti tacquero...
“E’ vero?” disse poi, senza staccare quegli occhi inquisitori dalla mia faccia neanche per un istante “Vivi all’Istituto?”
“Si!” risposi.
“Che cosa sei venuta a fare qui, allora?”
Osservai qualche istante di silenzio, certa che la tensione intorno a me stesse crescendo, poi iniziai a parlare, quasi con noncuranza: “Vi ho sentiti dire che avete intenzione di salire su al vecchio faro... Il faro è abbandonato da tantissimi anni e nessuno c’è mai entrato dentro...”
“E allora?” domandò lui, muovendo quasi inconsciamente una mano a scapigliarsi i capelli corvini.
Sorrisi come chi è certo del proprio vantaggio, poi infilai la mano in una delle tasche del mio soprabito e ne estrassi una grossa chiave...
“Io posso farvi entrare!” esclamai.
Un improvviso brusio si levò sul gruppo...
“Chi dice che sia la vera chiave?” disse qualcuno.
“Si, ma... il vecchio faro...” rispose qualcun altro.
“E se fosse solo un trucco per farci sorprendere e sgridare?” domandò Gwendaline.
“E se volesse solo prendersi gioco di noi?” piano un’altra ragazzina.
Il ragazzo dagli occhi neri, che era rimasto in silenzio per qualche momento, saltò giù dal tavolo su cui si trovava e mi venne di fronte; era più alto di me e i suoi occhi neri, visti da vicino, incutevano una sorta di indistinta soggezione...
“E’ davvero la chiave del faro?” domandò, fissandomi.
“Sì!”
“Che cosa vuoi in cambio?”
“Voglio venire con voi!”
“Come ti chiami?”
“Talia... e tu ti chiami Philip, lo so!”
Lui mi scrutò per qualche lungo minuto, valutandomi... infine un vago, enigmatico sorriso sghembo gli si allargò sul volto.
“Sei irrispettosa e testarda, sei determinata, ostinata e sicura di te... perciò mi piaci!” mormorò.
Senza aggiungere altro si voltò e fronteggiò gli altri...
“Io dico che Talia è a posto!” sentenziò “Da oggi è con noi!”

Per qualche momento quel ricordo occupò totalmente la mia testa, in modo tanto potente da farmi dimenticare tutto il resto... Philip e il nostro primo incontro, sembrava essere passato un secolo da allora... sembrava essere passato un secolo da quando vivevo all’Istituto...
Chiusi gli occhi, tuttavia, e mi sforzai di mettere da parte quel ricordo per tornare al presente.
“Ma perché perder tempo a parlare di questo?” domandai, tornando a guardare Renart e sforzandomi di apparire naturale “Dimmi piuttosto, mio valente soldato... è stata gradevole la tua permanenza alla taverna?” soggiunsi, non senza una punta di malizia.

Guisgard
15-10-2011, 17.30.30
Gaynor così salì a bordo della nave diretta a Calais, in Francia.
Il mare non era per niente calmo e questo rendeva ancora più malinconico e triste il cuore della bella rivoluzionaria.
La solitudine.
Era sola Gaynor.
Lo era ormai da tempo.
Orfana di quei giorni felici trascorsi all’Accademia del Parnaso.
De Jeon, Oxio, Missan e gli altri compagni di quei tempi gioiosi sembravano ora solo ombre ed echi di un passato lontano.
Allora si sentivano in grado di conquistare il mondo intero.
Conquistarlo e cambiarlo, renderlo un posto migliore.
Questo era il loro scopo, il loro sogno.
E lei sentiva che non sarebbe più tornato quel passato.
Nulla è peggio che ricordare la gioia nella tristezza.
Ed il mare sembrava avere il suo stesso umore.
“Brutto momento questo per mettersi in mare, madame.” Disse all’improvviso il mozzo avvicinandosi a lei. “Non solo il mare è ingrossato dal vento… reso inquieto dal suo lamento… no, non vi è solo il lamento del vento… vi è anche quello dei suoi fantasmi…” sgranò allora gli occhi “… ogni volta che lasciamo questo porto… celata nella foschia o confusa nel pallore d’argento che la Luna lascia sulle acque… quella nave ci segue… l’abbiamo vista quasi tutti… per qualcuno è Caronte, il nocchiero infernale, per altri è una nave fantasma il cui equipaggio ignora di essere morto e cerca disperatamente di tornare a casa… madame, questo vento già altre volte ci ha accompagnato ed ogni volta quella nave maledetta…”
“Vuoi stare zitto!” Gridò ad un tratto il capitano, interrompendo il visionario racconto del suo mozzo. “Torna a prua e cerca di renderti utile, piuttosto!”
Il mozzo si allontanò.
“Non badateci, madame…” fece il capitano a Gaynor “… da che mondo è mondo i marinai convivono con la superstizione… andate nella vostra cabina… qui c’è troppo vento. Vi avvertirò io quando avvisteremo Calais.”
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cavaliere25
15-10-2011, 22.26.25
aspettai che si allontanò Mercien e mi avvicinai alla cella e dissi signora ho qualcosa per voi avvicinatevi e tirai fuori la bibbia ecco quello che mi avete chiesto ma badate bene a non farvela scoprire ho se no passeò dei guai molto seri e aspettai che la donna prese la bibbia per poi allontanarmi e sedermi come se non fosse successo nulla

Lady Gaynor
16-10-2011, 21.18.39
Un assolato pomeriggio sulle scale dell'Accademia, quattro amici che tra sorrisi e cuori infiammati discutevano utopicamente di uguaglianza e libertà.
"Non possiamo continuare così all'infinito, non si può sottostare alle regole dettate dal clero e dalla nobiltà. Chi sono loro per poter comandare noi, chi ha dato loro il diritto di considerarci inferiori? Forse il loro Dio? Ah, ma del loro Dio io me ne infischio altamente, e voi, compagni miei?" Così dicendo, De Jeon fece un'occhiolino agli altri tre.
"Io non userei propriamente l'espressione 'me ne infischio', è troppo da proletari, ma il senso è sicuramente quello..." rispose Missan ammiccando a sua volta.
"Ci vorrebbe una rivoluzione, non c'è che dire... rovesciare il potere dell'aristocrazia e soprattuto del clero, far loro scontare a colpi di spada tutti i crimini commessi nei secoli, tutti i soprusi e gli abusi che la storia ci ha tramandato, e allora si che potremmo parlare di giustizia. Bisognerebbe creare una Repubblica, dove sia il popolo a comandare, dove si possa scegliere autonomamente cosa fare e chi venerare... Ci pensate? Riappropriarci dei nostri diritti in nome dell'uguaglianza, non sentire più la mano pesante dei potenti gravare sulle nostre teste, non dover più subìre gli sguardi arroganti dei gran signori al cospetto delle nostre umili vesti... Già, una rivoluzione è proprio ciò che servirebbe." A parlare era stato Oxio, il più anziano dei quattro, un personaggio che incuteva rispetto al primo sguardo.
"E sentiamo, chi dovrebbe farla questa rivoluzione? Tu? Noi? Ci armiamo di una spada nella destra e di un libro nella sinistra e scendiamo in campo? O magari ci svegliamo una mattina e indiciamo una pubblica assemblea in piazza?" Gaynor si alzò e, compiendo una giravolta su se stessa, continuò rivolta ai suoi amici "Mi raccomando, se un giorno doveste decidere veramente di rovesciare il sistema, lasciate parlare me alla folla, i miei occhi verdi e il mio smagliante sorriso potrebbero essere d'aiuto..." Ridendo, cominciò a scendere le scale dirigendosi verso la piazza. "Sbrigatevi voialtri, che il pomeriggio passa in fretta e abbiamo tante cose ancora da discutere. Tra l'altro, c'è un passo di filosofia che non ho ben capito e che qualcuno di voi dovrebbe avere la cortesia di spiegarmi. In premio, a casa mia vi aspetta una buonissima torta di mele."
"Non m'inganno di certo nell'affermare che per la torta di mele di tua madre siamo disposti ad aiutarti tutti e tre! Dico bene, fratelli?" disse Missan.
"Dici benissimo, anzi, abbiamo già perso troppo tempo..." rispose De Jeon ridendo. "Andiamo dunque!"

La malinconia destata da quel ricordo, e ce n'erano a migliaia di simili, trafisse Gaynor come una pugnalata. Cos'era rimasto di quei sogni? Cos'era rimasto di quell'amicizia fraterna? Nulla, soltanto una scia di sangue lunga chilometri e dei dittatori che ormai la consideravano niente più che una loro affiliata, obbligata a sottostare ai loro ordini. E me la chiamano libertà, questa? Uguaglianza? Poveri illusi, e povera me che ho capito troppo tardi...
Le parole del marinaio riscossero Gaynor dai suoi pensieri, ma il suo discorso ebbe soltanto il potere di farla incupire ancora di più. Decise di seguire il consiglio del capitano e rifugiarsi nella sua cabina perchè in effetti il mare era molto mosso ed il vento terribile ma, una volta dentro, un profondo senso di disagio la spinse ad uscire di nuovo in cerca di compagnia. Il sentir parlare di fantasmi l'aveva resa inquieta, per cui indossò un pesante mantello con cappuccio ed uscì di nuovo sul ponte.

Guisgard
17-10-2011, 02.08.31
Angry, a quelle parole di Altea, non rispose nulla e si ritirò, palesando però fastidio.
Ad un tratto dei rumori e poi una figura si mostrò nel cortile del palazzo: era Lyo.
Roowey rincorse il giovane.
“Non potete giungere qui senza invito, messere.” Disse il servitore. “Ora abbiate la compiacenza di andarvene.”
In quel momento arrivò anche Altea e parlò al giovane cavaliere.
“State tranquilla…” rispose mostrando indifferenza questi “… non sono qui per voi… sinceramente delle vostre sorti a me non interessa più nulla… sono qui perché desidero incontrare il padrone di casa.” Queste ultime parole risuonarono con un profondo senso di disprezzo verso tutti coloro che abitavano quel luogo.
“Lord Carrinton non è qui, messere.” Disse Roowey.
“Dobbiamo portarlo via da qui, Daniel!” Fece Marco a suo fratello, mentre entrambi spiavano tutta la scena da un cespuglio presso il cancello d’ingresso. “Prima che si metta seriamente nei guai!”
Il giovane allora fissò prima Daniel e poi Lyo nel cortile del palazzo.
“Al diavolo!” Esclamò. “Viene, Daniel!” E si avvicinò a Lyo. “Andiamo, in questo posto non vi è nulla per noi.” Prendendolo per un braccio.
Ma proprio in quel momento una carrozza entrò nel cortile.
“Eppure credevo di essere stato chiaro…” scendendo dalla carrozza lord Carrinton “… sir Guisgard doveva tenere lontano da me i suoi cani…” fissando i tre.
“Questi due scudieri sono con me!” Disse Lyo a Carrinton.
“Questo, mio buon cavaliere, non rende meno forte il mio disappunto…” replicò Carrinton “... vi ricordo che ho diritto di vita e di morte sulle mie terre…” ed un lampo attraversò il suo sguardo.

Guisgard
17-10-2011, 02.21.49
“Una popolana?” Ripeté con un sorriso Monsieur. “Beh, non potrebbe essere altrimenti, visto che di nobili dame in questo paese non se ne vedono più.” Accarezzò lievemente il suo cavallo. “Monsieur… beh, posso dirvi che mai nessuno mi ha chiamato così in passato, né io ho mai vantato la pretesa di essere così etichettato… quindi posso dire che Monsieur lo sono solo per voi… il vostro viaggio… avevo promesso di accompagnarvi sulla strada per Ostyen… le cose però sono cambiate… non so se a voi gradite o meno… anche io ora sono diretto nella capitale, dunque, a voi piacendo, saremo compagni di viaggio per un altro tratto di strada… avanti, vi faccio una proposta… risponderò ad una vostra domanda. Una soltanto però. Intesi?” La fissò divertito.
Poi, a quelle parole di Elisabeth, si guardò intorno.
“No, madame…” mormorò “non ho udito nulla… voi avete forse sentito qualcosa?” Guardando turbato Elisabeth.

Guisgard
17-10-2011, 02.28.15
Giselle prese la Bibbia dalle mani di Cavaliere25.
“Che Dio vi benedica, ragazzo mio…” mormorò in lacrime “… voi non siete come questa gente... siete diverso… grazie…”
Si sedette allora in un angolo della cella, si sfece il segno della Croce e cominciò a sfogliare la Bibbia.
Ma tra quelle pagine trovò qualcosa: un biglietto.
E nel leggerlo sbiancò.
Si avvicinò allora alle sbarre e chiamò Cavaliere25.
“Ditemi… vi prego… chi vi ha dato questa Bibbia?” Visibilmente agitata. “Dove l’avete trovata? In nome del Cielo, ditemelo!”

Guisgard
17-10-2011, 02.47.54
“Bah… sinceramente non ti capisco…” mormorò Renart mentre fissava Talia “… stessa barca? Cosa vuoi dire? Cosa hai da spartire con quello, tu?” Guardò poi davanti a loro la sagoma di Tafferuille che si allontanava. “Alla taverna? Mah, nulla di che…” continuò con fare distratto “… ho bevuto qualche bicchiere e cantato qualcuna delle canzoni che un gruppo di gitani ha improvvisato… poi, per il resto del tempo, ho atteso te nel luogo del nostro appuntamento…”
Poco dopo i tre giunsero al carrozzone.
Qui erano in atto le prove per uno degli spettacoli che la compagnia aveva nel suo repertorio.
“Alla buonora!” Esclamò il vecchio Essien. “Lieto che non abbiate perso la strada per ritrovarci! Temevamo di aver smarrito Colombina ed il suo spasimante!”
“Padrone, siamo giovani ed ogni tanto qualche svago ci sarà pur concesso, no?” Sorridendo malizioso Renart e stringendo a sé Talia.
“Non durante il tempo da dedicare alle prove!” Tuonò Essien. “E da quando poi la tua favella è diventata così lesta ed arguta? Ti consiglio di conservare questo tuo insolito estro per le prove, mio buon Adone!”
“Adone?” Ripeté sorpreso Renart. “Cos’è, il nome di un nuovo personaggio nello spettacolo? Avete cambiato copione, padrone?”
“Hai ragione, amico!” Mordendosi le labbra Essien. “Tu non puoi interpretare Adone… no, per te occorre un altro mitico bellone… vediamo… si, Narciso!” Esclamò sarcastico. “Tanto bello da innamorarsi della sua stessa immagine riflessa… ma tanto scemo da morire nel cercare di abbracciarla!”
Renart sgranò gli occhi.
“Avanti, indossate i costumi che tocca a voi!” Continuò Essien, fissando Talia ed il bel soldato.
“Essien…” mormorò Tafferuille “… prima di cominciare dovrei parlarti…”
“E’ urgente?”
“Temo di si…” rispose l’uomo dalla maschera.
Essien allora, senza batter ciglio, si allontanò con lui nella campagna che circondava il carrozzone.

Guisgard
17-10-2011, 04.19.24
Gaynor era ritornata sul ponte della nave.
Il vento era forte e scuoteva il mare, insieme agli animi della ciurma.
Quel vento sembrava recare con sé un lamento.
Il lamento dei dannati dell’Inferno.
Ad un tratto uno dei marinai indicò qualcosa che dalle tenebre pareva prendere forma.
Seguirono attimi di confusione mista a preoccupazione.
Qualcuno gridò, qualcuno altro inveì contro il Cielo.
Altri invece maledirono se stessi.
Una sagoma scura si avvicinò e speronò la nave.
Alcuni uomini saltarono sul ponte e cominciarono a scontrarsi con la ciurma.
Gaynor era confusa.
“Madame, andate sottocoperta, presto!” Gridò qualcuno dell’equipaggio.
Ma qualcuno le si avvicinò, prendendola e facendole perdere i sensi.

"Hai letto, ti piace?" Chiese Gaynor a Missan.
"Si, l'ho letto ieri notte." Rispose questi.
"Allora?"
"Beh, un trattato sull'Amor Cortese non è proprio ciò che gli altri si aspettano da te."
"Non mi interessa il loro giudizio." Disse Gaynor. "Tu cosa ne pensi?"
"E' scritto bene, è gradevole, si legge tutto d'un fiato..."
"Ma?"
"Gaynor..." fissandola Missan "... storie di amanti, di grandi amori... hanno ormai fatto il loro tempo... e poi tutti quei richiami alla religiosità... sai che gli altri non apprezzerebbero se leggessero..."
"L'amore, quello vero, è sacro!" Replicò lei. "E non è di questo mondo! In qualsiasi modo tu lo voglia chiamare!"
"Stai solo perdendo il tuo tempo e le tue energie con queste sciocchezze..." con un sorriso bonario lui "... dai, dimentica tutte queste cose... domani sarà un giorno importante... ci riuniremo nel Palazzo della Ginestra."

Gaynor fu destata da quel sogno, eco di un ricordo lontano, da quel lieve alone che le riscaldava il volto.
Proveniva da una lampada.
La ragazza si guardò allora intorno.
Era in un morbido letto, avvolta in preziose e profumate sete d’Oriente.
La stanza era abbellita da diversi monili, tele e mobili di gusto esotico e nell’aria era diffusa la delicata fragranza di un’essenza sconosciuta, ma ammaliante per i sensi.
Nel mezzo della stanza, proprio davanti al letto in cui si trovava, vi era un tavolino d’ebano, intarsiato di madreperla, con varie incisioni raffiguranti scene di caccia alla tigre e ad altri animali rari o leggendari.
Sul tavolino vi erano diversi calici di cristallo e ottone, ricolmi di un qualche elisir del colore della porpora più pura.
Ed alzando lo sguardo, Gaynor, si accorse di non essere sola; nella stanza vi era infatti un ragazzo dalla pelle scura e di corporatura esile.
Era abbigliato con vesti di gusto orientale e la fissava senza dire nulla.
In quel momento Gaynor si accorse di non avere null’altro addosso, da quelle sete che l’avvolgevano.
http://ferragus.blog.lemonde.fr/files/2010/11/michele-mercier.1289813138.jpg

Altea
17-10-2011, 09.24.00
Mi accomiatai dalla sarta e scesi velocemente le scale, arrivata al giardino trovai già il buon vecchio Roowey il quale, però, stava facendo valere il suo compito di custode. Mi avvicinai a Lyo e sentii ancora parole di disgusto nei confronti miei e di tutte le persone che vi dimoravano "Messer Lyo" risposi "voi che siete cosi puro e nobile di spirito, cosi umile potreste darci delle ottime lezioni. Non sapete che sono fuggita dalla casa di Lady Sophia poichè ella proprio davanti a Lord Carrinton mi umiliò per le mie origini irlandesi? Perchè viveva alle spalle di rendita dei miei genitori? Fu un caso quella notte, dopo avervi portato al Belvedere, volevo ritornare a casa sola, ma il vostro buon amico mi disse che sarei stata accompagnata da dei cavalieri di Lord Tudor, improvvisamente arrivò il milord e mi offri di essere accompagnata a casa, e voleva ringraziare Lady Sophia....della ospitalità che dava a me e...al mio consorte, ovvero voi. Se lo avesse detto a quella vipera, ella ci avrebbe messa nei guai, ho dovuto dire tutta la verità per salvare me e voi dalle vostre menzogne, ero spaventata da questo milord per come voi lo avevate descritto e cosi accettai tutto ciò che egli mi proponeva. Poi....poi conoscendolo bene ho capito che non era quel pallone gonfiato che voi ne avevate parlato, solo pochi possono conoscere il vero Lord Carrinton. Lyo, io vi devo la vita, ma voi cosi mi state come minacciando, di compiere qualcosa di terribile se non vi do il mio amore? Ma l'amore non si può ottenere con la forza". Non finii di parlare per far ragionare Lyo, quando i due scudieri arrivarono per portarlo via ma fu troppo tardi. Con un galoppo veloce i cavalli della carrozza del milord arrivarono ed egli scese, adirato, ora era diventato quel milord che non conoscevo. Vidi i quattro presi da una furibonda lite. Mi avvicinai, ero stanca di questi comportamenti, questa ostilità tra le persone e quasi urlai "miei cavalieri, smettetela per carità. Noto che la mia presenza crea solo disordini in queste lande, ho preso la mia decisione. Stanotte salperò e me ne tornerò in Irlanda." Mi voltai verso Lyo "cosa pensate io sia? che gioisca di favori da parte di questo milord? io e il milord siamo solo ottimi amici, mai e poi mai egli nutrerebbe dell'amore per me e fu sempre uomo di rispetto". Con le lacrime agli occhi mi rivolsi a Lord Carrinton, per un attimo mi soffermai su quel bel volto e scossi il capo "mi scusi milord, me ne devo andare via da qui. Da quando sono arrivata in Inghilterra ho solo trovato persone ostili, non parlo di voi, e messer Lyo qui presente pure fu uno dei pochi che mi mostrò la sua benevolenza ma vedo che l'amore lo sta accecando". Detto questo entrai in casa e ordinai a Angry di aiutarmi a preparare i bagagli.

cavaliere25
17-10-2011, 12.04.58
Guardai la donna e dissi lo pressa in chiesa perchè cosa succede dissi tutto agitato cosa avete letto continuai a dire mentre la giardavo e aspettai una sua risposta

Talia
17-10-2011, 16.43.52
Non risposi alle domande di Renart... lui non sapeva, non immaginava neanche, e comunque non avrebbe mai potuto capire! Era molto meglio che continuasse a crogiolarsi nelle sue convinzioni... era molto meglio che continuasse a vedermi soltanto come una Colombiana... era molto meglio per tutti, soprattutto per lui!
Raggiungemmo il carrozzone e io subito mi diressi verso il baule che conteneva tutti i nostri costumi, iniziando a rovistare in cerca di quello più adatto per le prove in corso in quel momento...
Udii lo scambio di battute tra Renart ed Essien, ma non vi posi molta attenzione... sorrisi a Fantine, venuta ad aiutarmi con la ricerca del costume, ma non risposi a nessuna delle sue curiose domande sulla temporanea sparizione mia e del soldato...
Poi, inaspettatamente, colsi quello stralcio di conversazione sussurrata...

“Essien…” mormorò Tafferuille “… prima di cominciare dovrei parlarti…”
“E’ urgente?”
“Temo di si…” rispose l’uomo dalla maschera.
Essien allora, senza batter ciglio, si allontanò con lui nella campagna che circondava il carrozzone.

Non sollevai gli occhi dal baule e non mossi un muscolo... rimasi immobile, silenziosa, ma con tutti i sensi all’erta... e quando finalmente azzardai a lanciare un’occhiata ai due, li vidi di spalle allontanarsi a passo lento...
Gli altri non si erano accorti di nulla, presi com’erano dall’allestimento delle prove, dalle loro parti, dagli aggiustamenti ai costumi o alle battute... persino Renart era occupato: pressato da Tissier che si era imposto di insegnargli a sospirare alla luna in modo un tantino più convincente...
Per un attimo fui incerta su che cosa fare.
Mi chiesi che cosa sapesse Essien di Tafferuille e dei Pomerini... mi chiesi se, per caso, non fosse quella la ‘cosa urgente’ che aveva da dirgli...
Avrei dovuto fidarmi di Tafferuille? O forse, più propriamente, avrei soltanto dovuto farmi i fatti miei...
E tuttavia...
Con quale diritto si intraprende una strada se poi non si ha il coraggio o la determinazione per percorrerla?
Lesta come un lampo e senza pensarci oltre, afferrai il piccolo paniere di vimini abbandonato accanto al baule dei costumi e, cogliendo il momento più giusto, scivolai silenziosamente dietro il carrozzone... Essien e Tafferuille erano piuttosto lontani, ormai, ed era abbastanza improbabile che si accorgessero di me. Sorrisi. Poi mi infilai tra gli alberi e presi a seguirli di nascosto.

Daniel
17-10-2011, 17.06.05
<<Che cosa hai combinato?>> Urlai a Lyo
Entrai in casa mentre Lord Carrinton, Lyo e Marco litigavano ancora..
Il servo di Lady Altea non voleva farmi passare ma alla fine ebbi la meglio su di lui e salii le scale.. Il corridoio era tutto buio ma una camera emetteva la luce fioca di una candela.. Mi avvicinai ed entari.. Lady Altea era sul letto che piangeva.. Mi avvicinai senza sapere neanche io quello che stavo facendo..
<<Milady non piangete.. State bene?>>

Altea
17-10-2011, 17.21.10
Salii nella mia camera, sentivo le voci concitate quasi affievolirsi, solo il silenzio di quelle stanze cupe rotte dal mio inconsueto pianto.
"Altea" pensai "piangi? è raro che io pianga, cosa mi sta succedendo?".
Ad un tratto sentii la porta della stanza aprirsi, pensai fosse Angry subito pronta a prepararmi i bagagli. Alzai lo sguardo e con stupore invece mi trovai di fronte quello scudiero, sul momento trasalii ma poi rimasti stupita da quelle sue parole di conforto.
"Non molto bene messere come vedete" sospirai "vi ringrazio per il vostro interessamento. Non riesco più a capire cosa stia succedendo, tutto questo come sempre è dovuto all'impeto di Lyo. Vedete, io non voglio partire...vorrei rimanere qui. Ma so che se rimanessi Lyo si metterebbe nei guai per me, e ancor di più non capisce che io ho sempre promesso a lui una profonda amicizia, che lui ha tradito. Sir Carrinton, disse che se avrebbe osato avvicinarsi a me o dirmi una mala parola, gliela avrebbe fatta pagare. E Lyo non conosce dove sono i suoi limiti, si crede invincibile. Infatti gli dissi di non arrischiarsi a uscire con quell'occhio malconcio ma fa di testa sua. E non voglio nemmeno che Lord Carrinton compia qualche gesto di ira verso Lyo, sapete sembra un uomo duro ma in realtà io lo conosco per persona diversa. E se ora sentite quel parapiglia nei piani di sotto è tutta colpa mia".

Daniel
17-10-2011, 17.25.27
<<Non penso proprio milady.. Quello che sta succedendo là sotto è tutta colpa di Lyo.. Ha la testa dura.. Non capisce quando deve tacere e agisce d'impulso comunque non dovete per forza partire.. Io avrei un idea..>> Dissi con sguardo furtivo

Altea
17-10-2011, 17.41.30
"Allora se lo dite anche voi, non sono solo mie supposizioni." esclamai stupita" un'idea? orbene, ditemi messere."

Daniel
17-10-2011, 18.37.17
<<Non bisogna per forza tornare in Irlanda milady.. Potete sempre andare in un'altra città di questo splendido paese e ricominciare una nuova vita.. Io vi scorterò ovunque vogliate.. Più di questo non posso fare.. Se poi volete tornare in Irlanda non sono io a impedirvelo però vi chiedo di non farlo.. Lyo è impulsivo ma ci tiene moltissimo a voi.. dovevate sentire quando parlava di voi.. Sembrava che parlasse di un Angelo.. è davvero innamorato di voi milady..>>

Altea
17-10-2011, 19.23.25
"Infatti è qui il problema messere, il fatto che Lyo sia follemente innamorato di me, questo l'ho capito dal primo momento, ma io non provo sentimenti d'amore per lui, ma di grande amicizia, è ben diverso. Non voglio illuderlo di più, e lui non vuole capirlo. Non sarebbe qui ora, mi auguro solo che nei piani bassi non si stia pure svolgendo un duello, ci mancherebbe solo questo. Andare in un altro paese? Vedete, io sono venuta qui solo per vedere Camelot, poichè ho tanto desiderato vederla. Però potrei andare in altra casa, lontano da entrambi. Ad esempio parlavo prima con una sarta che venne qui per provare delle tende e farmi un vestito di una certa Lady Kate Stewart, è una duchessa, anche se abita vicino al palazzo di Lord Carrinton e il Belvedere. Forse la conoscete? è una donna veramente estroversa e allegra, diversa da tutte le dame di corte anche se donna di grande onore. Infatti non ho mai capito come mai frequentasse Lady Sophia, penso solo per buona facciata poichè a volte pure bisticciavano. Che ne pensate? siete disposto a mandarle una missiva da parte mia chiedendole ospitalità?". Ma lo dissi con rassegnazione, il dover separarmi da tutto ciò che circondava Lord Carrinton mi rabbuiava, mi stava affezionando troppo a lui.

Daniel
17-10-2011, 20.00.03
<<Che missiva Milady non servirà a niente! Lyo non vi lasceràmai andare.. E neanche Lord Carrinton.. Su preparatevi.. Fate i bagagli scapperemo ora vi accompagnerò da questa Dama e giuro sulla mia testa che vi accetterà tra e sue dame di compagnia! Non c'è tempo se quei due continuano a litigare domani saremo a un funerale.. Quando avrete finito di prepararvi e saremo già lontani il vostro servo andrà a dire ai due litiganti che ormai siete fuggita.. Che ne dite?>> Dissi guardando Lady Altea con sicurezza negli occhi

Altea
17-10-2011, 20.13.09
Guardai sbigottitai il ragazzo "Messere...dama di compagnia? Ma io sono di famiglia aristocratica, mio padre è uno dei cavalieri migliori del regno in Irlanda. Comunque non soffermiamoci su queste cose, Lady Kate sa chi sono, quindi presto andiamo via di nascosto.."

elisabeth
17-10-2011, 20.26.57
Fermai il mio cavallo, avrei voluto fargli mille domande.....ma non mi sembrava educato anche se ero una popolana...anzi una donna della foresta........" Perdonate Monsieur, ma il rintocco di campane ci segue da quando abbiamo lasciato la taverna dapprima lento, poi piu' insistente. Lamenti odo lamenti, ma non chiedetemi se di giovani o anziane donne, odore di sangue e sale.........non mi era mai successo.......andiamo avanti , proseguiamo non vi preoccupate.......Dicevate che potrei farvi solo una domanda.......bene.....da che parte state in tutta questa storia...?......Sacro o Profano ?...."..........una cosa mi aveva rattristato, prima o poi le nostre strade si sarebbero divise....provai uno strano senso di abbandono......era tutto cosi' strano

Guisgard
17-10-2011, 20.32.53
A Carrinton Hall la tensione ora si poteva tagliare con un coltello.
“Andate vi da questa casa” minacciò lord Carrinton “finché potete farlo con le vostre gambe.”
“Voi non mi fate alcuna paura, milord…”
“Ovvio…” replicò Carrinton “… feccia come voi, con sangue bastardo nelle vene, non si rende neanche conto della nobiltà quando la vede.”
Lyo allora, fuori di sé dalla rabbia, colpì al volto Carrinton.
Questi sorrise.
“Vi rendete conto, vero, di ciò che avete fatto?” Con aria compiaciuta. “E di cosa accadrà ora?”
“Sono a vostra disposizione…” con orgoglio Lyo.
“Domani mattina, dietro il vecchio monastero Dei tre Arcangeli.”
“Ci sarò.”
“Avete dei padrini?” Domandò Carrinton.
“I due scudieri che sono con me.”
“A domani allora.”
Lyo annuì, poi si voltò verso Marco.
“Chiama Daniel…” disse “… qui non abbiamo altro da fare.”
Marco allora corse a cercare Daniel.

Altea
17-10-2011, 20.42.52
Sentii delle urla più concitate, mi affacciai alla balaustra di radica e udii quelle parole. "Messere, ho sentito parlare di un duello domani mattina". Scesi le scale e mi scagliai contro Lord Carrinton prendogli le mani: "vi prego milord, per il mio bene e se tenete a me, lasciate perdere, non voglio nessun duello vi prego. Ricordatevi ciò che vi dissi su come mi vede il mio cuore, ora vi vedo con occhi diversi."

Guisgard
17-10-2011, 20.48.40
Tafferuille avanzò di qualche passo nella campagna, seguito in religioso silenzio dal vecchio Essien.
Il vento era ancora forte sopra Cardien ed il suo sibilo sembrava fare eco nel cuore del capocomico che, conoscendo ormai il suo misterioso amico, sentiva come uno strano presentimento.
“Essien, ascolta.” Cominciò a dire il pittoresco Tafferuille. “Una volta, colui che ora ricordo come mio maestro sul grande palcoscenico della vita mi disse…<<ragazzo mio, vuoi davvero diventare attore?>>... ed io …<<si, credo di si...>> lui allora mi fissò… <<ascoltami… essere attore è cosa buona… non essere attore è ugualmente cosa buona... ma credere, sperare o tentare di essere qualsiasi cosa è il modo migliore per non essere nulla nella vita…>>.”
Essien lo fissava turbato e col viso un po’ da ebete.
“Non comprendo, amico mio…”
“E’ presto detto.” Appoggiandosi ad un albero Tafferuille. “Nella vita occorre ambizione, anche per dei burattinai della sorte come noi… Cardien non è differente da Coupon, come Cardiff non è migliore di Ansel…”
“Non comprendo…” fece Essien “… eppure abbiamo riscosso un po’ successo nei teatri di questi paesini…”
“Occorre ambizione, amico mio.” Sentenziò quasi Tafferuille. “Il paese è in ginocchio; la gente ha la stessa fame di prima, se non di più, ha visto l’oppressione dei nobili sostituita da quella dei Ginestrini, non ha più un Dio da incolpare per le sue miserie e vive con lo spettro tutt’altro che fasullo di una possibile invasione da parte delle grandi potenze cattoliche d’Europa!” Lo fissò, quasi ad aspettarsi chissà quale reazione dal vecchio capocomico. “Il teatro può dunque essere l’unico modo per evadere dalla triste e cupa realtà in cui è piombata la gente di questa nazione.”
Essien annuì quasi come un riflesso incondizionato.
“Non comprendi, vecchio mio?” Domandò Tafferuille. “E’ il nostro tempo!” Esclamò. “Ed abbiamo approfittarne!”
“Ma come?”
“Ci occorre un giusto scenario…” fissandolo Tafferuille “… il Théatre Royal di Ostyen!”
Essien sbiancò e fu solo per un caso che non stramazzò a terra senza sensi.
“Ma…” balbettò “… ma è assurdo… lì si esibiscono attori veri…”
Tafferuille lo fissò di traverso.
“No, non volevo dire che tu…” correggendosi Essien “… si, insomma… oltre te nessuno di noi ha grande esperienza… si, Gobert è stato costumista al Théatre di Saint Giuly, ma non vi ha mai recitato… Fantine ha nozioni di dizione e Tissier è figlio di uno dei più antichi burattinai di Lilla, ma queste cose non li rendono certo degli attori… Talia è vispa, bella ed intelligente e probabilmente potrebbe realizzare qualsiasi cosa, ma su un palcoscenico come il Théatre Royal temo perderebbe la favella per l’emozione… quanto a Renart… bah… non lo farebbero neanche entrare in un teatro come quello!”
“Ovvio che l’arte dell’improvvisazione non può essere proposta in un teatro simile…” disse Tafferuille “… ma la compagnia non è poi tanto malmessa e credo che potrebbe imparare ed interpretare degnamente almeno un tre o quattro sceneggiature di buon livello.”
“E chi le scriverebbe?”
“Si potrebbero affittare le capacità di uno scrivano e le competenze di qualche drammaturgo fallito.” Rispose Tafferuille. “In una grande città d’arte come Ostyen madonna sfortuna ha molti figli, credimi.”
“Cosa c’è sotto?” Chiese improvvisamente Essien. “Non sei tipo da voli pindarici o alla Icaro… perché mi hai fatto questa proposta?”
“Perché non voglio che la parola falliti sia abbinata alla nostra compagnia.” Rispose Tafferuille fissandolo con quei suoi magnetici occhi azzurri.

Lady Gaynor
18-10-2011, 01.38.49
Gaynor ebbe un fremito di paura. Chi l'aveva catturata e portata in quel posto? E perchè era nuda? D'un tratto si alzò dal letto avvolgendosi un lenzuolo intorno al corpo e si avvicinò al giovane moro, parlandogli in francese: "Chi sei tu? E perchè sono qui? Rispondimi, ti prego, spiegami cosa sta succendendo..."

Melisendra
18-10-2011, 01.49.59
Presi i documenti e li sfogliai. Non sapevo nulla di come si leggessero.
Era sempre stato mio padre a occuparsi di quelle cose.
Le poche volte che mi ero dimostrata interessata all'amministrazione mi era stato intimato gentilmente di tornare con gioia a occupazioni meno noiose e di lasciare che fossero gli uomini a portare il fardello di tali seccature. Certamente lui sarebbe stato capace di trovarmi un marito all'altezza di quei compiti e non mi avrebbe costretta a stare china sui conti con gli amministratori delle nostre proprietà fino a farmi dolere gli occhi.
Mi ricordai di come ero docilmente tornata sui miei passi e, fuori dalla biblioteca, ero tornata nel solarium dove Giselle e mia madre sedevano con le altre dame.
"Mio signore, siete stato oltremodo gentile nell'occuparvi in questo modo di me..." mi inchinai "Ve ne sarò per sempre riconoscente."
Esitai. Non ero certa che fosse la cosa migliore da fare... precipitarmi là? Una parte di me desiderava correre verso quella che prometteva di diventare la mia nuova casa. Là forse avrei saputo qualcosa di più su mia madre. Non era mai stata prodiga di racconti sulla sua giovinezza o sulla sua terra d'origine. Non sapevo nulla neppure della sua famiglia. Avevo tante cose da imparare su di lei.
"Manderò un messaggio perchè si preparino per il mio arrivo... e leggerò attentamente questi documenti stasera stessa. Ignoro cosa mi abbia lasciato in eredità mia madre e spero solo di essere all'altezza del compito..." Mi voltai verso Tyler e lo presentai al Lord. "Milord, costui è l'uomo di cui vi parlavo... Tyler del Kent... è stato uno dei più valorosi e fidati uomini di mio padre e mi proteggerà dalle trame dei repubblicani."

Guisgard
18-10-2011, 02.12.58
Marco era riuscito a ritrovare Daniel ed insieme a Lyo avevano poi abbandonato Carrinton Hall.
Durante il tragitto verso il Belvedere, Lyo non disse nulla.
Aveva il volto cupo e lo sguardo scuro.
Sapeva che l’indomani avrebbe dovuto affrontare quello che veniva considerato da tutti come il miglior spadaccino di Camelot.
Lord Carrinton aveva affrontato diversi duelli e ne era sempre uscito vincitore.
E Lyo sapeva tutte queste cose.
Marco fissava in silenzio suo fratello.
Neanche lui aveva molta voglia di parlare.
Poi, si fece forza:
“Ci andrai al duello, Lyo?”
“Ovvio, che domande.” Voltandosi il giovane cavaliere verso Marco.
“Ma lui è…”
“Lo so.” Interrompendolo Lyo. “Vorrà dire che morirò per mano del migliore spadaccino del regno…”
“Non mi piaci quando parli così…”
“Non piaccio a me stesso.” Fissando la strada Lyo. “Domani verrete con me, ragazzi, a farmi da padrini…” si voltò verso i due fratelli “… grazie per essermi stati sempre accanto, amici miei…” sorridendo con un velo di malinconia nello sguardo.

Guisgard
18-10-2011, 02.30.42
Tyler fece un passo avanti ed accennò un inchino col capo.
Lord Tudor rispose annuendo.
“Si, controllate ogni cosa.” Disse poi il duca rivolgendosi a Melisendra. “Il vostro messaggero partirà stasera stessa. La vostra camera è sempre pronta ad ospitarvi. Ricordate che voi siete la padrona qui al Belvedere.” Sorrise. “Per qualsiasi problema con quei documenti, sir Hagus è a vostra disposizione, milady.”
Il duca allora salutò la dama e insieme al fedele Hagus lasciarono la stanza.
“Resteremo qui per molto?” Chiese Tyler alla ragazza. “Non ne vedo il motivo. Non sappiamo in che stato si trovi Trafford Bridge… ci sarà da lavorare…” si avvicinò a lei “… dimmi la verità… hai paura, vero? Paura di andare a vivere da sola laggiù?” La fissò negli occhi. “Che fine ha fatto la ragazza che non temeva di uscire a cavalcare sola con me? La rivoluzione ti ha scossa così tanto?”

Guisgard
18-10-2011, 02.52.31
Dopo che Lyo, Daniel e Marco avevano lasciato Carrinton Hall, Altea scese di corsa nel cortile.
E a quelle sue parole, lord Carrinton la fissò con uno sguardo di ghiaccio.
“Il fatto che io tenga a voi non è in discussione, milady.” Disse alla dama irlandese. “Sapete benissimo che vi anteporrei a qualsiasi altra donna di questo mondo, ma questa è una questione d’onore. Quel gaglioffo ha insultato il mio onore… mi ha colpito ed è mio diritto chiedere soddisfazione…” e dopo un attimo di esitazione, il suo sguardo mutò e la sua mano prese quelle di Altea “… mi vedete con occhi diversi… cosa intendete dire? Come appaio ora al vostro cuore?”

“Non esiste una donna simile!” Disse con astio la donna. “Non esiste! E dunque la tua ricerca è vana!” E la sua risata echeggiò nella sala.
“Pensavo fossi tu quella donna...” mormorò il nobile “… ti credevo come Alcesti... pronta a dar la vita per quest’amore...”
“L’amore non esiste, sciocco!” Con astio quella bellissima donna. “Il visconte di Assex era innamorato di me... avrebbe dato tutto per me, eppure la tua spada ha saputo spaccare in due quel suo cuore che sembrava vivere solo per me! E così, ora il tuo onore è salvo!”
Angry entrò in quel momento nella sala.
“Chiama il cocchiere, Angry!” Ordinò la donna. “Ho bisogno d’aria! D’aria! Questa casa mi soffoca! Al mio ritorno voglio più luce!”
“Si, milady.” Mostrando un lieve inchino la vecchia governante.

Quel ricordo attraversò come un lampo il cuore e lo sguardo di Carrinton.
Poi, i suoi occhi tornarono sul bel volto di Altea.

Guisgard
18-10-2011, 03.09.48
Monsieur restò inizialmente turbato dalle parole di Elisabeth.
“Va bene, proseguiamo…” mormorò “… ma con prudenza…”
L’uomo, infatti, aveva ormai compreso che Elisabeth possedeva una sensibilità non comune.
Forse sarebbe accaduto qualcosa da lì a poco.
I due galopparono per un miglio o due.
“Da che parte sto?” Voltandosi verso Elisabeth dopo un lungo silenzio. “Beh, mi sembra ovvio… dalla mia, madame!” Accennò un lieve ed enigmatico sorriso. “Dio non ha certo bisogno di alleati… quanto ai profani, beh, loro hanno già tutto l’aiuto che può fornirgli qualche satanasso dell’Inferno…” scosse divertito il capo “… voi donne siete quanto di più enigmatico esista a questo mondo… non comprenderò mai quando provate astio, quando gelosia o quando solamente invidia… il mondo per me, madame, è bianco o nero… sono un uomo pratico… quanto a voi, avete sprecato con quella domanda la possibilità di scalfire questa mia maschera.” La fissò e scoppiò a ridere.
Intanto il crepuscolo si era già fatto annunciare.
La boscaglia era divenuta fissa e Monsieur decise di fermare lì i cavalli.
“Continuare col buio sarebbe da sciocchi.” Disse smontando da cavallo. “Ci accamperemo qui, madame.” Aiutando Elisabeth a scendere. “Aiutatemi a raccogliere un po’ di legna secca per stanotte… la notte è fredda da queste parti…”

Melisendra
18-10-2011, 03.42.49
Feci cenno a Tyler di sedersi.
Mi accomodai alla scrivania e sparpagliai i documenti sul tavolo, leggendo prima un foglio e poi un altro, cercando di memorizzare quel lungo elenco di nomi e proprietà. C'era una descrizione completa del feudo, un elenco preciso di tutto ciò che apparteneva alla mia famiglia e una stima delle rendite annuali. Su quei fogli erano annotate le dimensioni delle proprietà e i nomi dei mezzadri, dei collaboratori e dei servitori che erano legati da vincoli di vario genere a quelle terre. Chiunque avesse compilato quei documenti era stato molto preciso... non gli era sfuggito nemmeno uno spillo. Perfino i contenuti delle cassapanche del castello erano segnati con dovizia di particolari. Qualcuno si era preoccupato di segnalare i punti di confine con altre proprietà e scrivere una breve descrizione delle dispute che in passato i Wendron avevano avuto col vicinato. Come avrei potuto ricordare tutto?
Sollevai lo sguardo dai fogli e cercai di riordinarli.
"Tyler..." mormorai, mentre le mie mani accarezzavano la pergamena. Sollevai lo sguardo e incrociai i suoi occhi "Sono cambiate molte cose... la rivoluzione mi ha fatto comprendere quanto poco sapessi della vita prima che ne fossi travolta... perciò voglio essere preparata a qualunque cosa mi si presenti... ma non temere: non ti tratterrò qui nell'ozio. Domani partiremo per Trafford Bridge." Ero dubbiosa, ma non c'era motivo per indugiare oltre. A quanto pare disponevo di tutte le informazioni che potevano servirmi. "Mancano alcune informazioni... non c'è scritto niente sugli uomini che mio padre aveva assoldato per occuparsi della sicurezza del castello... ho bisogno di un elenco di nomi di uomini fidati. Non vorrei che i repubblicani pensassero di infiltrare le loro spie tra le guardie di mio padre. E l'elenco dei mercantili autorizzati ad attraccare al porto... è semplicemente ridicolo questo numero... se le potenzialità della posizione e della corrente è quella di cui si parla, penso che dovremo intensificare il traffico... penso che diffonderemo la voce che lady Melisendra Du Blois accoglierà profughi e patrioti di Animos nella baia di Trafford Bridge..." ci avevo riflettuto e poteva funzionare "E chissà che il misterioso Giglio Verde e i suoi uomini non accettino una simile ospitalità."

Guisgard
18-10-2011, 03.47.35
Giselle aveva un pallore cadaverico e tremava quasi senza sosta.
Fissò Cavaliere25 senza riuscire a dire nulla.
Poi, come destatasi, mormorò:
“Questa Bibbia… chi è stato a darvela?” Aprì allora il Testo Sacro e mostrò al giovane il biglietto che lei stessa aveva trovato fra quelle pagine un momento prima.

“La morte è spesso consolazione per i sofferenti e premio per i devoti.
Bisogna essere forti perché essa è liberazione.
Ma è sempre meglio vivere.
Coraggio.”

Recitava quel biglietto.
E come unica firma vi era il simbolo di un fiore.
http://profile.ak.fbcdn.net/hprofile-ak-snc4/186812_100002236981666_7866171_n.jpg

Guisgard
18-10-2011, 04.15.06
Tyler fissò Melisendra ed ascoltò ogni sua parola.
“Già… sei cambiata…” accennando un sorriso “… sei cambiata… ora non sei più la ragazzina viziata e ribelle di un tempo… ora sei una donna…” si avvicinò alla scrivania “… si, controllare il porto è come mettere occhi ed orecchi su tutti i battelli che giungono da Calais…” Tyler era diventato un marinaio e quelle sue parole tradivano tutta la sua esperienza e conoscenza “… devo farti i complimenti… vuoi trasformare Trafford Bridge in un avamposto contro i ginestrini e in una tappa nuova per i profughi… ma questo, lo sai, attirerà i repubblicani sulle tue terre… comunque, controllerò io tutti gli uomini e ne assolderò degli altri se sarà necessario… quanto al misterioso Giglio Verde... c’è qualcosa che non ti ho detto… tempo fa, quando giunsi qui a Camelot… ero in cattive acque… affamato, senza soldi né onore… decisi allora di rubare per sopravvivere… e pensai che il posto meno pericolo fosse una chiesa… visto che gli unici soldati erano statue di Angeli… ma fui scoperto… il prete mi bloccò cogliendomi alla sprovvista… ma poi riconobbe il marchio sui miei vestiti… erano ancora quelli che mi aveva dato tuo padre… <<conosci i signori i Du Blois?>> Mi domandò. Io annuii. Mi chiese allora di tutti voi… io raccontai della rivoluzione e della vostra probabile morte… ma egli mi zittì, spiegandomi che un suo penitente, l’uomo chiamato Giglio Verde, aveva tratto in salvo uno di loro… mi diede allora del denaro e mi lasciò andare…” fissò la finestra che dava sulla campagna “… io lo credetti un visionario e scappai via, senza dar credito alle sue parole… non chiesi il suo nome… ma ricordo il suo volto… e quei suoi occhi luminosi ed azzurri…”

Melisendra
18-10-2011, 04.44.03
"Come?" Mi si illuminarono gli occhi. Una traccia. Potevo ancora sperare di liberare Giselle. "Allora andremo a visitare quest'uomo... spero che la deviazione non ci porti troppo lontano... come hai detto tu, ci sarà tanto lavoro da fare a Trafford Bridge." Sorrisi. "Inoltre..." aggiunsi, un po' tetramente. "Devo assolutamente confessarmi... è da tanto che non assolvo i miei doveri spirituali."
C'era una cosa che avevo urgente bisogno di confessare. Forse avrei ricevuto l'assoluzione, forse no. In fondo non ero veramente pentita. Mi sforzai di sorridere.
"Sia ben chiaro... non desidero tradire il Giglio Verde, ma ho bisogno di lui per liberare Giselle... e per avvicinarmi abbastanza a Missan..." Strinsi il pugno e lo battei stizzosamente sui documenti ben impignati, che attutirono il colpo. Un'ombra passò sul mio viso, ma la scacciai subito.
"Cambiata, dici? Penso di essere sempre la stessa, caro Tyler... penso di aver convogliato tutte quelle energie in qualcosa di più utile e concreto di quanto facessi prima... non vorrei che ci rimanessi male nello scoprire che sono ancora la testarda di un tempo!"

http://portiarediscovered.mu.nu/archives/Portia%202.jpg

Guisgard
18-10-2011, 05.06.08
Tyler prese una mappa che si trovava accanto a quei documenti.
“Per Trafford Bridge dobbiamo prima risalire da Ovest…” seguendo il tragitto con un dito “… questo ci porterà dunque a tagliare in due il villaggio… la chiesetta dove trovai quel prete era poco fuori il centro abitato… non ci porterà via molto tempo… da lì poi prenderemo la strada maestra che porta a Camelot, dove noi però devieremo circa cinque miglia prima verso la costa…”
In quel momento Tyler alzò gli occhi e si ritrovò con lo sguardo in quello di Melisendra.
“Allora sono lieto che tu sia rimasta la testarda e ribelle di un tempo…” sorridendo “… infatti mi ero ripromesso di domarti, ricordi?”
Ad un tratto un rumore fece voltare di scatto Tyler.
“Perdonatemi…” intimorita una cameriera.
“Da quanto sei lì?” Fissandola Tyler.
“Sono appena arrivata, messere…”
“Non è vero…” scuotendo il capo Tyler “… ti ho sentita… sei lì da qualche istante.”
“Ecco…” quasi balbettando lei “… in verità… non volevo disturbare ed attendevo qui sulla porta… posso servire questa tisana?”
Tyler annuì, senza però distogliere il suo sguardo da lei.
In quel momento entrò lord Tudor.
“Ancora sveglia, milady?” Stupito il duca. “Capisco l’eccitazione per la vostra nuova dimora, ma credo sia meglio per voi riposare.”
“Si, sua signoria ha ragione…” fece Tyler fissando Melisendra “… domani ci attende un lungo viaggio. Meglio andare a letto.”
I servi di lord Tudor allora mostrarono una stanza per gli ospiti a Tyler ed in breve il Belvedere cadde in un sonno profondo.
Ma non Tyler, animato com’era da inquietudini ed ansie.
“Chi era quel prete?” Pensava nel suo letto. “E in che modo è legato al Giglio Verde? Già, il Giglio Verde… dove sarà in questo momento…?”

Guisgard
18-10-2011, 05.40.37
Gaynor tentava di parlare a quel ragazzo dalla pelle mora, ma questi non rispondeva nulla, limitandosi a fissarla con i suoi occhi d’ebano.
“Shamarc non può rispondervi, milady.” Disse all’improvviso una voce entrando nella stanza. “Egli ha fatto voto al Profeta di non rivolgere parola a nessun altro uomo di questo mondo, al di fuori del suo padrone.” Fissò allora il giovane Shamarc. “Non sei un buon Anfitrione… devo ricordarmi di non lasciarti mai con i miei ospiti…”
Il giovane mutò espressione ed un lampo di terrore attraversò i suoi occhi.
“Non temere, Shamarc…” tranquillizzandolo il suo misterioso padrone “… il tuo compito non è quello di essere cortese… ma solo di obbedire ai miei ordini…” Shamarc fece un inchino col capo “… ora vai pure…”
Un attimo dopo il giovane dalla pelle mora uscì dalla stanza.
“Perdonatemi se non ero presente al vostro risveglio, milady…” disse l’uomo avvicinandosi al tavolino e riempiendo due calici con l’elisir poggiato su di esso “… ma non penso possiate lamentarvi della mia ospitalità… siete fortunata… visto che voi sola siete sopravvissuta dell’equipaggio di quella nave.”
Era un giovane uomo, dai capelli bruni ed abbigliato alla maniera dei marinai dei porti persiani.
I suoi modi erano di una gentilezza quasi ostentata, mentre i suoi lineamenti, per quanto era possibile vedere, apparivano regolari e gradevoli.
Indossava infatti una benda a mo di maschera, che copriva la parte superiore del viso.
Da essa però fuoriuscivano due occhi azzurri che, sotto l’alone della lampada che illuminava la stanza, assumevano inquieti ed enigmatici riflessi di una indefinita bellezza.
“Il nettare degli dei è l’ideale, mia bellissima Sherazade…” offrendo uno dei due calici a Gaynor “…per brindare alla vostra bellezza ed alla mia fortuna nell’avervi qui nel mio eremo…”
http://www.affinities.net/wikimg/13526/DonJ.jpg

elisabeth
18-10-2011, 09.04.42
" Satanasso, Monsieur la natura non e' opera del Satanasso......potete guardare il sorgere del sole o il tramonto dove il purpureo del cielo si fonde col velato pianto della luna ?.....simile bellezza ed equilibrio non puo' far pensare al maligno........Dite che mi sono giocata una possibilita' ?.....il bianco e il nero mio Signore, sono una risposta degna sia per un profano che per un chierico.......la luce e le tenbre, il giorno e la notte.....degno di un animo in equilibrio, ricordate che l'uomo non cammina sulle mattonelle di un pavimento a scacchi....cammina sul quel filo che e' il bordo tra una mattonella bianca e una nera...........siete stato molto esaustivo Monsieur !!...In quanto a noi donne, se voi uomini foste piu' attenti sapreste perfettamente quello che sono i nostri pensieri.......e' una questione di sensibilita', un piccolo dettaglio Signore......".....Mi feci aiutare nello scendere da cavallo, mani sicure mi poggiarono a terra....distolsi lo sguardo dal suo viso cosi' improvvisamente vicino al mio e seguii il suo consiglio...cominciai a cercare legna per il fuoco..." So quanto puo' essere fredda la notte in un bosco, e' questo il mondo in cui vivo e' la mia casa e la mia famiglia........credetemi Monsieur, gli atteggiamenti degli uomini possono gelare piu' di quelli di madre terra...."......mi misi in ginocchio e ammucchiai con cura la legna raccolta unendo un mucchietto di foglie secche......I rumori del bosco di notte erano cosi' famigliari alle mie orecchie che riempirono il mio animo di pace.......

Altea
18-10-2011, 09.47.00
"Come vi vedo milord?" guardandolo fisso negli occhi scuri, ora ancora di più del colore delle tenebre "con quella paura e quel timore che provavo appena vi incontrai. Il vostro onore? E' per voi onore uccidere delle persone per una offesa...allora io che dovrei fare? sono stata ferita non fisicamente ma con le parole da molte persone. Siete stato testimone quando Lady Sophia mi sbeffeggiò per le mie origini, infangando anche il nome dei miei genitori e del mio popolo. Fate come volete, ma io me ne andrò da questa dimora. Non approvo questi metodi, e ora offendetevi pure, ma questo è il mio pensiero. Ma io non sono nessuno per potervi impedire cosa fare." Pensai di recarmi presso milady Kate Stewart, forse era la soluzione migliore, quella casa mi opprimeva, nessun cambiamento estetico avrebbe potuto cambiare il clima che si respirava e io stavo troppo vicino al milord, e questo incuiteva i miei pensieri anche se in modo positivo. Poi dissi un' ultima parola "stanotte ci sarà luna piena" e con un gesto toccai l'amuleto che egli mi regalò ed entrai in casa, avviandomi verso le mie stanze per scrivere a Lady Kate. Ormai non era nemmeno più mio interesse sapere del mistero del quadro.

cavaliere25
18-10-2011, 10.35.57
Guardai la donna e dissi in chiesa è successo qualcosa dissi avevo trovato una bibbia e la nascosi sotto la mantella e a un certo punto mi trovai davanti una figura che mi disse che ero un ladro era una statua che si era risvegliata da una nicchia della cappella non so chi era so solo che mi sono spaventato molto in quel momento dissi guardando la donna non capisco cosa voglia dire quel biglietto e quel disegno continuai a dire e aspettai

Daniel
18-10-2011, 17.15.58
<<Non ci penso neanche una volta a farti uccidere!>>
Presi un librone che avevo rubato a casa di Altea e lo sbattei con violenza dietro la nuca di Lyo che svenne e cadde da cavallo..
Marco mi guardava sbigottito..
<<Non possiamo lasciarlo andare Marco mi capisci? Se ci va muore! Ora torniamo indietro a prendere Lady Altea e scappiamo a casa di Lady Kate..>>
Caricai Lyo sul mio cavallo e ritornai per l'ennesima volta indietro..
Arrivato sotto casa Di Lady Altea, Lord Carrinton non c'era più.. Salii di sopra e trovai Altea che scriveva..
<<Non c'è tempo per le parole su andiamo..>> Negli occhi avevo paura perchè non sapevo neanch'io quello che stavo facendo..

Altea
18-10-2011, 17.20.49
Lord Carrinton se ne era andato sbattendo la porta, senza proferire una parola, rivoli di lacrime scendevano dal mio volto ambrato, quasi offuscavano le parole che stavo scrivendo per unirsi a loro, il candore delle mie lacrime con il nero dell'inchiostro, lo stesso colore degli occhi del cavaliere che per la prima volta in vita mia mi stava facendo piangere.
Ad un tratto sentii la porta aprirsi piano piano e vidi di nuovo quel giovane scudiero..."Che fate qui nuovamente? Di che parole state parlando." Non avevo pace in quelle terre, sospirai

Daniel
18-10-2011, 17.32.53
Mi avvicinai e le posai un mano sulla spalla..
<<Su andiamo via da questo posto..>>

Altea
18-10-2011, 17.36.27
"come mai tenete cosi tanto a me e alla mia sorte? non mi conoscete nemmeno. Sentite, dobbiamo solo avviarci senza farci scoprire nelle scuderie, li si trova il mio fido Darkmoon. E dovete scortarmi fino a casa di Lady Kate, cosi nessuno potrà seguirmi. Questa casa non mi appartiene più purtroppo, non riesco a starci" sorrisi al ragazzo, mi fidavo di lui.

Daniel
18-10-2011, 18.49.42
<<Non ripetetelo due volte..>>
La presi per mano e la trscinai rasente al muro fino alle cucine.. Mi guardai intorno.. Non c'era nessuno.. Ancora una volta le mie doti di ladro mi tornarono utili.. Riuscimmo ad arrivare fino al giardino..
<<Dobbiamo strisciare..>> dissi a voce bassissima
Strisciammo fino alle scuderie.. Arrivati dentro il buoi era padrona.. A tentoni mi avvicinai a una finestra e la aprii.. La flebile luce della luna filtrò e illumino Altea.. Perchè la stavo aiutando? Neanche la conoscevo.. Non c'è tempo per pensare..
<<Andiamo?>> le dissi con dolcezza

Altea
18-10-2011, 19.17.11
"Messere i miei complimenti, che abilità avete, sapete pure io sono famosa per questi scatti felini, sapete quante volte mia madre mi sgridava perchè uscivo di sera in giardino a guardare la volta celeste senza destare nessuno nel sonno". Arrivammo nella stalla, il ragazzo aprì la finestra come per indicare la libertà e la luna fece capolino, una bella luna piena ed argentea inondava il mio viso e presi in mano quel ciondolo, finzione o realtà? cosa vi era di vero nella storia di quel ciondolo? Chiesi solo una cosa...in quel momento pensai agli altri e chiesi di dare a Lyo e Lord Carrinton il giusto comportamento per domani mattina e che le vite di entrambe potessero essere salvate.
Salii in groppa a Darkmoon, e raggiunsi il ragazzo. ovviamente mi ero premurata a portare un mantello per celarmi. Temevo che qualcuno potesse riconoscermi

Daniel
18-10-2011, 19.44.01
La dama salì sul cavallo e io presi le redini.. Furtivamente uscimmo da una porticina secondaria non sorvegliata e prendemmo il mio cavallo su cui c'era Lyo.. Marco non si vedeva.. Dove cavolo era finito? Altea guardava inorridita Lyo..
<<Vi spiego dopo.. Ora andiamo via..>>
E così Io e Altea lanciammo i cavalli al galoppo verso la dimora di una dama sperando che l'accogliesse..
<<In qualunque caso.. Casa mia è sempre a vostra disposizione..>> le dissi con un sorriso

Altea
18-10-2011, 19.54.11
Inorridii nel vedere Lyo riverso sul cavallo di quel ragazzo, ma preferii non fare domande come disse egli, non vi era tempo. "Potete chiamarmi Altea comunque...a casa vostra? e dove è casa vostra? penso dimorate presso Lord Tudor.Non ho ancora avuto di conoscere il milord, nonostante tutti ne parlino."

Melisendra
18-10-2011, 20.14.16
Mi ero ritirata nelle mie stanze, dopo aver affidato i documenti a Tyler e aver salutato calorosamente il buon Lord Tudor.
Mi infilai sotto le coperte e faticai a prendere sonno.
Quella notte sognai il palazzo di Beauchamps e il piccolo tempio di pietra seminascosto dall'edera, dove mi nascondevo a leggere libri. Vi avevo trascorso le liete ore della mia giovinezza. Quando mi svegliai ero riposata e pronta a mettermi in viaggio.
Non avevo fatto preparare alcun bagaglio eccetto una piccola borsa in cui avevo accuratamente celato i gioielli di mia madre. Mi vestii con abiti dai caldi colori autunnali e mi coprii con un pesante mantello da viaggio.
Sentii la mancanza di Giselle.
Scesi nel piazzale di fronte al palazzo, dove la servitù aveva preparato tutto per la partenza. Ero pronta ad accomiatarmi da Lord Tudor.
Scrutai le persone lì radunate, cercando Tyler.

Daniel
18-10-2011, 22.31.19
<<Dimoro presso Lord Tudor è vero ma ho sempre una casa.. Più o meno..>> dissi ripensando malinconicamente alla vecchia Torre..

Altea
18-10-2011, 22.37.29
"Vi ringrazio giovane scudiero, non conosco ancora il vostro nome, ma è meglio mi tenga lontana dalla vostra dimora, nemmeno vi conosco. Non prendetela come una offesa ovviamente" e a un tratto passammo davanti alla residenza di Lord Carrinton, dal palazzo si vedevano dietro le tendi flebili luci, segno che il milord era in dimora. Più avanti si trovava la residenza di Lady Kate.

Talia
19-10-2011, 00.11.21
Li avevo seguiti a debita distanza, scivolando silenziosa come un gatto da un albero all’altro. Finché, ad un tratto, Tafferuille si fermò e si voltò a fronteggiare il vecchio capocomico...
Io mi acquattai dietro la base nodosa di un grande albero e rimasi in ascolto, le orecchie tese e l’animo in subbuglio.
Tafferuille iniziò a parlare... la sua voce profonda e musicale riempiva l’aria, facendo vibrare ogni singola corda del mio animo: capii subito che mi ero sbagliata, capii subito che quel discorso non avrebbe portato a ciò che temevo potesse rivelare quanto piuttosto a ciò che speravo di riuscire ad ottenere...
Essien esitava, si muoveva a scatti, era agitato e preoccupato, era perplesso... ma ciò che mi colpì davvero fu la capacità dialettica del misterioso Tafferuille, il suo saper far leva sui punti giusti, il suo velato alludere a qualcosa che ad Essien stava fin troppo a cuore: il bene della compagnia...

“Ci occorre un giusto scenario…” fissandolo Tafferuille “… il Théatre Royal di Ostyen!”

Quelle parole giunsero naturali, come il logico risultato di un ragionamento ineccepibile... e la reazione di Essien fu più che ovvia: sgomento, incredulità, spavento... ma Tafferuille parve non notarlo e di certo non si perse d’animo... pronunciata da lui, quell’idea folle, sembrava avere un senso... detto da lui, con quel tono fermo e calmo, sembrava la soluzione più ovvia...
E, inconsciamente, un leggero sorriso mi si allargò sul volto.
Tafferuille...
Chi era davvero Tafferuille?
Chi si celava sotto quella scorza dura e apparentemente impenetrabile?
Li osservai ancora per un istante, Essien e Tafferuille... e qualcosa di indefinito prese a muoversi in me: Ostyen... Saremmo andati ad Ostyen, dopotutto... Sapevo che il futuro mi attendeva ad Ostyen, così come il passato... e quell’idea che tante e tante volte avevo accarezzato nella mia mente, quel proposito che mi aveva invaso l’anima quasi inquinandola, iniziò in quel momento a prendere una sua forma definita, iniziò ad avere dei contorni, iniziò ad apparirmi realizzabile...
All’improvviso mi riscossi.
Arretrai di molti passi, sempre in assoluto silenzio, e solo quando fui certa che nessuno dei due uomini mi avrebbe ormai notata, mi voltai e presi a correre verso il carrozzone.
“Eccoci qua!” dissi agli altri, facendo teatralmente ingresso a passo lento nel gruppo e sventolando il panierino di vimini nel quale avevo confusamente gettato qualche fiore strappato in corsa “Sono stata a cogliere i fiori che mi servono per la prossima scena... quelli che dovrò donare a Renart! E ora che abbiamo tutto e tutto è a posto possiamo cominciare con le prove!”
Mi lisciai il vestito con la mano libera, sistemai meglio i fiori nella piccola cesta e sorrisi, con l’aria più innocente e candida che possedevo.

Guisgard
19-10-2011, 01.59.16
Tutto al Belvedere era pronto per la partenza di Melisendra.
La ragazza scese nel cortile e vi trovò lord Tudor ad attenderla.
“Ragazza mia…” sussurrò emozionato il vecchio duca “… per il legame che avevo con vostro padre e con…” esitò “… vostra madre, voi mi siete cara come una figlia… in qualsiasi momento questo palazzo è casa vostra. Rammentatelo sempre.” Le baciò teneramente la fronte. “Mi raccomando, in voi scorre l’ultimo sangue dei Du Blois… siatene sempre orgogliosa… vi occorre una scorta, milady?”
“No, milord.” Disse Tyler avanzando verso di loro. “Penserò io a madame Melisendra. L’ho sempre fatto, sin da quando ero al servizio della sua nobile famiglia.”
Lord Tudor fissò prima quel giovane, poi Melisendra.
“E sia…” abbozzando un sorriso “… milady, credo siate in ottime mani… forse le migliori... che il Cielo vi assista, vi guidi e vi risparmi.”
“Appena vorrai, partiremo.” Disse Tyler avvicinandosi a Melisendra.
I cancelli del Belvedere si aprirono ed una nuova vita spalancava le sue porte davanti alla giovane signora di Beauchamps.

Guisgard
19-10-2011, 02.05.35
Intanto, Altea, Daniel e Lyo, ancora privo di sensi, giunsero nella dimora di lady Kate.
La donna era impegnata con i suoi giardinieri nel suo giardino.
“E queste?” Domandò ad uno di loro.
“Sono le rose inviatevi da sir Guisgard, milady.”
“E lui?” Chiese la donna al giardiniere. “Non… non ha lasciato alcun biglietto per me?”
“Ha solamente detto che queste rose arrivano direttamente dalle Fiandre, coltivate da un fioraio di sua fiducia.” Rispose il giardiniere. “Esse sono quelle che vi aveva promesso per il vostro giardino.”
“Capisco…” delusa la dama “... a volte penso che quell’uomo si giovi di essere uno dei migliori partiti del regno... ah…” sospirando.
“E le rose, milady?”
“Disponetele nelle anfore di Maiolica.” Ordinò la dama.
Nel frattempo uno dei servitori si avvicinò ad Altea, Daniel e Lyo.
“Desiderate, miei signori?” Chiese loro.

Guisgard
19-10-2011, 02.22.37
Lord Carrinton era tornato nel suo palazzo.
Se ne stava su una sedia con il calice ricolmo di vino ed il cuore pieno di inquietudini.
Il suo bel viso era una maschera di sudore ed i lunghi capelli scendevano disordinati sul collo e sulle spalle.
Il viso di Altea gli appariva in ogni istante.
Il suo sorriso, l’eco delle sue parole, il profumo dei suoi capelli.

“Ho bisogno di nuovi abiti…” disse lei mentre si spazzolava i capelli “... lord Tudor darà un nuovo ricevimento ed io non voglio sfigurare... del resto sono la più bella dama di Camelot...”
Carrinton la fissava stando in piedi accanto alla finestra.
“Tu non mi ami...” mormorò.
“Che sciocchezze.” Con indifferenza lei.
In quel momento entrò Angry con un nuovo abito.
“Mettilo pure sul letto, Angry...” indicò lei alla governante.
“Siete bellissima, milady.” Sorridendo questa.
“Dillo allora al tuo padrone...” alzandosi lei ed avvicinandosi al letto “... lui che invoca l’amore… mio caro, l’amore non esiste... la bellezza si... ed è mia.” E rise. “Angry, fa portare i miei vestiti a Carrinton Hall.”
“Che vuol dire?” Domandò Carrinton.
“Che mi trasferisco là.” Rispose lei. “Tranquillo, reciterò la mia parte di moglie devota e perfetta... ma voglio la tua tenuta di caccia... Angry, aiutami ad indossare il mio abito.” Ordinò poi alla sua fedele governante.
Carrinton uscì dalla stanza stizzito.
“Che sciocco…” sussurrò lei.
“Non badateci, milady.” Disse Angry. “Voi siete la più bella, la più raffinata dama di Camelot... nessuna prenderà mai il vostro posto.”
“Giuramelo, Angry.”
“Lo giuro, mia signora...” fissandola la governante “... io non permetterò mai a nessuna di prendere il vostro posto... sia in queste terre, sia nel cuore di lord Carrinton...”

Carrinton, dopo quel ricordo, ebbe un sussulto e lanciò il bicchiere contro la parete, frantumandolo in più pezzi.
Corse allora verso le scuderie e prendendo il suo cavallo migliore galoppò poi verso Carrinton Hall.
Entrò nel cortile e chiamò Altea più volte.
“Non è più qui, milord.” Uscendo nel cortile Angry. “Quella donna ha lasciato questa casa insieme a quel cavaliere ed i suoi scudieri.”
Carrinton ebbe un impeto di rabbia.
“E’ come tutte le altre, milord…” avvicinandosi a lui Angry.
“Sta zitta!” Facendosi indietro lui.
E, rimontato a cavallo, galoppò via da Carrinton Hall.

Melisendra
19-10-2011, 02.49.16
"Milord, spero di poter ricambiare la vostra ospitalità e di potervi presto invitare a visitare le terre di mia madre..." mi inchinai "Spero vogliate porgere i miei saluti alla vostra pupilla e a vostro nipote." Sorrisi. "Vi invierò mie notizie e non esiterò a consultare la vostra saggezza, poichè so per certo che avrete sempre ottimi consigli da offrirmi... Vi ringrazio dal più profondo del mio cuore." I miei occhi esprimevano il sincero affetto che provavo per quell'uomo che mi aveva aiutata in quei momenti di difficoltà.
Montai a cavallo e mi sistemai il cappuccio sulla fronte.
"Possiamo andare, Tyler... fatemi strada..." Temevo che, se avessimo esitato oltre, i miei timori avrebbero preso il sopravvento.
Varcammo i cancelli e improvvisamente, cullata dall'andatura del mio cavallo, percepii di nuovo quella strana sensazione di solitudine e libertà.

Guisgard
19-10-2011, 02.57.32
Melisendra e Tyler galoppavano nella verdeggiante campagna ormai densa di quella foschia che sembra celare e confondere i desideri con le illusioni.
In breve giunsero al villaggio.
“Mi dicesti di voler incontrare quel prete di cui ti parlai.” Disse Tyler. “Sei sempre della stessa idea? O preferisci andare direttamente a Trafford Bridge?”

Melisendra
19-10-2011, 03.17.21
Ero assorta nei miei pensieri, quando Tyler mi rivolse la parola.
"Come dici?" scossi la testa. "Ah, ma certo... sì, prima cercheremo quel prete e poi ci dirigeremo a Trafford Bridge..."
Riflettei un attimo, cercando di mettere in ordine le idee.
"Pensi che lo troveremo? Al momento è l'unico indizio che abbiamo sull'esistenza del Giglio Verde... e l'unico collegamento che possiamo sfruttare per arrivare a lui... vale la pena provare a mandargli un messaggio..."

Guisgard
19-10-2011, 03.53.21
“A cosa stai pensando?” Chiese Tyler a Melisendra. “Ti sento lontana e distratta…” la fissò per qualche istante “… quel prete…” continuò “… è dunque per questo che vuoi incontrarlo… tu giustamente temi i repubblicani e ti guardi le spalle da loro… ma anche quell’uomo ed i suoi seguaci poterebbero essere pericolosi... il Giglio Verde… forse, cercando di avvicinare un uomo simile si rischia solamente di attirare la sua collera…” spronò di colpo il suo cavallo, per aumentare l’andatura “… ma, come si sa, sei tu che comandi… sei la padrona, mentre io sono solo un tuo sottoposto, poco più che un servo… andiamo, ti condurrò da quel prete…”
Superato così il centro abitato, i due si ritrovarono di nuovo in piena campagna, per avvistare poco dopo un’antica ed austera sagoma, circondata da cipressi e olmi, in uno spiazzo racchiuso da un vecchio muro di età tardoantica.
Quella forma strana e silenziosa, dalle murature consumate dal tempo e dalle intemperie, immersa in quell’angolo di vecchia Inghilterra, apparve così davanti ai due giovani.
“Ecco la chiesa dove incontrai quel prete…” mormorò Tyler, col volto di un condannato graziato dal suo boia, che fissa il patibolo a cui era stato destinato.
http://images.placesonline.com/photos/4042_pienza_antica_pieve_di_corsignano.jpg

Melisendra
19-10-2011, 04.27.12
"Tyler... so bene che può essere pericoloso, ma Giselle corre pericoli assai peggiori..." sospirai "Quando la smetterai di credere che io pensi a te come un qualunque servitore? Sai anche tu che non è così."
Smontai da cavallo e osservai l'edificio silenzioso.
"Bè, se non altro sappiamo che questo prete ti ha lasciato andare grazie allo stemma dei Du Blois... dunque non credo ci sia niente di cui aver timore... inoltre... credo sia giunto il momento di mondare la mia anima dei peccati che la macchiano..." mi incamminai verso la porta dell'austero edificio.
Appena vi entrai fui investita da un intenso profumo di incenso e i miei occhi dovettero abituarsi alla tenue luce delle candele votive.
Mi inchinai di fronte all'altare e gettai indietro il cappuccio che mi copriva, lasciando solo il velo a celarmi il capo.
Mi segnai, domandandomi ancora una volta se c'era stata una qualche ragione che mi aveva trattenuta dal rivolgere a Dio le mie preghiere, durante quei terribili mesi. Il crocefisso di pietra rimase muto e freddo di fronte ai miei occhi, mentre vi cercavo conforto. Forse avevo smesso di credere.

Guisgard
19-10-2011, 04.55.22
La navata era immersa in un’austera penombra.
Sull’altare un solenne crocifisso in pietra, forse di età romanica, sembrava quasi intimorire ed ammonire, mentre ai suoi due lati si trovavano, rispettivamente, la statua della Vergine col Bambino e quella dell’Arcangelo Michele che trafiggeva il maligno.
Le poche candele lasciavano sulle pareti della navata inquieti bagliori, che sembravano giocare con le ombre che prendevano forma in quell’incerto alone.
Melisendra però non era l’unica ad affidare la propria sorte all’Altissimo.
La voce di una donna recitava, quasi a cadenza regolare, una litania dedicata alla Madre di Dio.
“Vergine Venerabile… prega per noi… Vergine Prudentissima… prega per noi… Vergine Potente… prega per noi… Vergine Clemente… prega per noi...” e quelle invocazioni sembravano l’unica cosa capace di scandire il tempo che dominava in quel luogo “… Stella del Mattino… prega per noi… Salute dei malati… prega per noi… Torre del Cielo… prega per noi… Torre di Davide… prega per noi… Casa d’Oro… prega per noi…”
La voce terminò di recitare la litania e si avvicinò all’altare.
Si inginocchiò fissando Melisendra e mostrandole un lieve sorriso.
Era una monaca.
http://www.daemonstv.com/wp-content/uploads/2011/04/CAMELOT-Lady-of-the-Lake-Episode-4-8-550x309.jpg

Guisgard
19-10-2011, 05.03.30
Giselle ascoltò il racconto di Cavaliere25 e poi nascose con attenzione la Bibbia sotto la paglia della cella.
“Mi raccomando, non dite ad alcuno di questa Bibbia e soprattutto del misterioso biglietto che c’era al suo interno.” Disse Giselle al giovane servitore di Missan. “Forse non tutto è perduto…”
In quel momento ritornò Mercien.
“Tutto bene qui, ragazzo?” Chiese a Cavaliere25. “Ti ha dato noie la prigioniera?”

Guisgard
19-10-2011, 05.07.07
“Vi racconterò una cosa di me, madame…” disse Monsieur ad Elisabeth, mentre ammucchiava la legna secca che aveva raccolto “… io mi stupisco raramente di qualcosa o di qualcuno… tutto ciò che mi circonda mi è indifferente… ma c’è ancora qualcosa che riesce a turbarmi… e cioè quando vedo compiere una buona azione… lo so, ora sorriderete, ma, vedete, io nutro pochissima stima per i miei simili e mi sorprendo dunque quando vedo qualcuno compiere un gesto di generosità o di amore… del resto, come diceva Platone, la maggior parte degli uomini sono malvagi…” la fissò, accennando un sorriso “… immagino ciò che state pensando ora… ma, vi dirò, questo mio modo di vedere le cose mi rende immune da tante situazioni che spesso affliggono o mortificano la maggioranza delle persone… io non posso essere tradito, perché non mi fido di nessuno… non posso essere abbandonato, perché sono un solitario… questo fa si che io non venga né amato, né odiato… ecco, forse io mi posso definire uno dei rari casi di libertà assoluta… la libertà, infatti, trova i suoi limiti nella convivenza con gli altri, perché la mia libertà termina dove inizia la vostra… ma io, essendo solo, non ho limiti, né vincoli verso alcuno.”
Accese allora il fuoco e fece cenno alla donna di prendere posto accanto alla fiamma.
“Il nostro amico taverniere ha pensato bene di fornirci di qualche provvista per il viaggio…” aprendo la borsa che aveva con sé “… pane, formaggio, vino e frutta… una degna cena, non vi pare?”
La fiamma si era ben avviata e Monsieur fece scogliere un po’ di quel formaggio sul pane, per poi scaldare i loro animi col vino del taverniere.
La notte era stranamente silenziosa e le loro ombre sembravano danzare davanti ai bagliori del fuoco.
Il volto di Monsieur appariva ancora più enigmatico ed indefinito, illuminato com’era da quella inquieta fiamma.
Ed Elisabeth vide nel suo sguardo una misteriosa ed intensa luce, che attraversava i suoi occhi e rendeva ancora più indecifrabile quel misterioso uomo.

Guisgard
19-10-2011, 05.14.53
Qualche istante dopo, Essien e Tafferuille ritornarono al carrozzone.
Il capocomico aveva l’aria pensierosa e lo sguardo basso, come chi era preda di un’illogica, e quindi incontrollabile, paura.
Tafferuille era invece insolitamente allegro.
Scambiò qualche battuta con Gobert, ormai già con indosso i panni di Arlecchino, e sussurrò qualcosa a Fantine, facendola sorridere e sospirare come solo le spontanee e nello stesso tempo maliziose popolane sanno fare.
Le prove cominciarono ed ognuno, in quell’aria spensierata e gioiosa, impersonò al meglio il proprio ruolo.
La giornata passò così abbastanza velocemente.
La compagnia allora si preparò per lo spettacolo.
Il suo ingresso nella cittadina, come sempre scenografico e roboante, aveva attirato l’attenzione degli animi semplici che vi abitavano.
C’era dunque molta attesa e curiosità per lo spettacolo.
Questo avvenne nella piazza centrale di Cardien, dove per l’occorrenza le autorità avevano dato il permesso di montare un baraccone munito di palcoscenico, sfondo e sipario.
Il pubblico accorse in massa e nonostante l’incerta platea predisposta per accoglierlo, restò abbastanza calmo, allontanando così una delle paure più concrete che affliggeva il povero Essien.
E così, in quell’improvvisato scenario, cominciò la commedia L’amante spadaccino.
Arlecchino e Ragonda inaugurarono la scena, impersonando una vecchia coppia che con il proprio dialogo decantava le gioie e i dolori dell’amore.
Poi fu il turno di Brighella nei panni del furbo servo di Renart, che con le sue astuzie era riuscito ad attirare Colombina sul suo balcone per incontrare il suo innamorato padrone.
Toccò allora ad Essien, nei panni di Pantalone, aprire la seconda parte della commedia con uno dei suoi proverbiali monologhi, questa volta incentrato sugli amori giovanili e sui guai che spesso causano.
“Tocca a te, Talia!” Disse Gobert da dietro il sipario alla ragazza. “Affacciati dal balcone e attacca col tuo monologo alla Luna per invocare il tuo Renart!”
http://www.monstersandcritics.de/downloads/downloads/articles2/45619/article_images/image3_1197105012.jpg

Melisendra
19-10-2011, 05.15.37
Mi lasciai cullare da quella litania.
Quando mi si avvicinò rimasi ne fui quasi turbata. Quel luogo sembrava non avere niente a che fare col mondo reale, quella pace e quel silenzio interrotto solo dalla preghiera, sembrava riflettere una sorda eco.
"Perdonate, Sorella, se disturbo i vostri esercizi spirituali, ma mi domandavo se in questa chiesa posso trovare un prete che ascolti la mia confessione..."

Altea
19-10-2011, 09.16.25
Arrivammo nella bella residenza di Lady Kate, ella era moglie di un duca, e rimase vedova giovane, a differenza delle altre dame che Lady Sophia ospitava nella sua casa, ella si sposò per amore. Ma era una donna molto esuberante, estrosa ma di buon gusto e di buon onore. Ella mi aveva sempre avuto in simpatia, pensai più volte che frequentasse la dimora di Lady Sophia per facciata, per non destare problemi di rapporti tra la nobiltà, ma più volte tra loro si scatenavano liti profonde. Era anche dama di buon gusto e amava circondarsi di cose belle.
Mi rivolsi allo scudiero "Forse è meglio che vi allontaniante, cosa penserebbe Lady Kate se vi vedesse con...Lyo steso sopra il vostro cavallo. Grazie di tutto, spero di rivedervi presto".
Ad un tratto arrivò un servitore chiedendomi di presentarmi " I miei omaggi, vorrei parlare con Lady Kate, ditele sono la contessa Altea Costance O' Kenninghton e scusatemi per l'ora tarda". Scesi da cavallo per mostrarmi meglio, ella era solita chiamarmi "contessa", il mio titolo nobiliare, ma io non amavo mai farne sfoggio. Mentre aspettavo guardavo da lontano la dimora dei Carrinton, mi rivolsi alla luna piena sperando che il milord si rinsavisse per l'indomani mattino, quel duello era insensato. Poi trasalii "che sciocca, dovevo chiedere allo scudiero dove si sarebbe tenuto quel duello, sentii solo parlare dei tre Arcangeli".

cavaliere25
19-10-2011, 10.31.08
No dissi guardando Mercien tutto tranquillo la prigioniera non a detto una parola dissi guardando Giselle

brianna85
19-10-2011, 11.04.02
era tardi molto tardi sul tavolo un piccolo bagliore ...un unica candela accesa in tutta la casa, presi un foglio e scrissi una lettera al mio amato theo.
mio caro theo mi hai chiesto in sposa e subito dopo un figlio ed io non ti ho dato risposta,ero terrorizzata mi sono rinchiusa nelle mie stanze per giorni per riflettere ed oggi ho preso coscienza delle tue parole,ne sarei onorata di divenire tua moglie. firmai la lettera e mi accasciai sulla scrivania e mi addormentai

elisabeth
19-10-2011, 18.16.36
Quanto era strano il silenzio....eppure quanti suoni racchiudeva.....il suono della sua voce si spense improvvisamente, lasciandomi pensierosa e poco convinta di cio' che Monsieur aveva detto. "....Voi siete veramente convinto di cio' che mi avete detto?....io non credo, magari avete provato a vivere nell' indifferenza o a non fidarvi di nessuno...eppure io per voi ero una sconosciuta....ma non vi siete tirato indietro quando mi avete tolta dalo caos cittadino, mi avete portata a casa vostra...potevo essere chiunque, avete condiviso con me il vostro cibo......Le persone che vi hanno accolto alle catacombe, non mi sembravano indifferenti alla vostra persona e il Taverniere si e' definito vostro fratello e l'affetto che vi lega e' straordinariamente tangibile......Nessuno puo' esimersi a provare affetti....noi nasciamo per amore e muoriamo perche' un disegno divino ci fa avrcare un'altra porta e ci mostra un'altra esistenza......Il Vostro sguardo non e' freddo...ne' ostile e' lo sguardo di un uomo che ha gioito ed ha sofferto........".......Platone.....e la Caverna....ombre e sensazioni.........mai la verita'.......tolsi il mio mantello e lo aprii sulla nuda terra vicino al fuoco...mi sdraiai e guardando la luce delle fiamme...." Sapete cosa penso Monsieur?.....e se questo libro che porto con me ..non sia stato un pretesto per trovarmi sul cammino di un uomo come voi ?......la vita e' cosi' strana.....e anche le cose piu' semplici,diventano complicatissime ai nostri occhi.....".....rimasi a guardare le fiamme.....e l'ape prese vita

Talia
19-10-2011, 19.55.15
Al cenno di Gobert, uscii da dietro il sipario e mi accostai lentamente al posticcio balcone che era stato sistemato al centro della scena... indossavo un vestito di un azzurro tenue bordato di un sottile pizzo bianco e un candido scialle di una stoffa solo apparentemente pregiata, Fantine adorava quel vestito ed era riuscita a convincermi che era esattamente ciò che ci voleva per la fragile e sospirosa Colombiana.
Feci ancora qualche passo nel silenzio più totale, sospirai e sollevai gli occhi al cielo, poi li riabbassai appena e lasciai che il mio sguardo scivolasse sulla platea, che sfiorasse le loro teste come se non le vedesse e corresse invece più lontano a cercare qualcuno che non era lì...
Percepivo gli sguardi di tutti su di me, percepivo l’attesa e l’empatica partecipazione...

“Talia...Talia...”
La voce familiare mi raggiunse, là dove mi trovavo... mi irrigidii e poi, in fretta, piegai le ginocchia, rannicchiandomi dietro il parapetto.
“Talia... Talia, dove sei?”
Sentivo i passi echeggiare per l’ampia aula, si avvicinavano in fretta, si fermavano un momento, poi riprendevano... erano sotto di me, ormai!
“Talia... Talia, per carità, rispondi!”
La voce si era fatta preoccupata ormai... addirittura angosciata... e una morsa mi strinse il cuore.
“Sono qui!” dissi con voce flebile, alzandomi di nuovo lentamente in piedi.
Suor Amélie sollevò gli occhi e li posò su di me... per un istante un lampo di sollievo le attraversò lo sguardo poi, subito, una lunga ruga le solcò la fronte...
“Ma Talia... che cosa ci fai lassù?” disse, quasi con esasperazione.
“Non stavo facendo niente di male...” mi giustificai “Stavo solo giocando!”
La giovane suora mi fece debolmente segno di scendere e io ubbidii subito... Soeur Amélie, sempre così dolce gentile e comprensiva, era forse l’unica persona al mondo capace di convincermi a fare ciò che voleva.
“Se la Madre Superiora ti avesse vista...” disse quando le fui di fronte, carezzandomi piano i capelli “Sai che non vuole che giochi in chiesa! Oggi, poi... perché eri salita sul pulpito?”
“Beh... fingevo di essere su un balcone!” dissi “Attendevo il mio innamorato e...”
“Innamorato?” mi guardò per un istante, profondamente sorpresa... poi sorrise: “E... dimmi, pensavi a qualcuno in particolare per caso?” soggiunse.
La fissai per un istante e mi sentii arrossire fino alla radice dei capelli...
“No!” risposi in fretta “Certo che no! Era solo un gioco... solo uno stupidissimo gioco!”
Mi voltai e feci per fuggire via... mi sentivo strana: imbarazzata, tremante, agitata...
Lei mi afferrò per una mano e mi trattenne.
“Non c’è niente di male, Talia!” disse con voce dolce, abbracciandomi teneramente “Se anche fosse, non ci sarebbe niente di male... sei una bambina, dopotutto, e hai tutto il diritto di sognare, tesoro... E quello era davvero un bel gioco!”
Quell’abbraccio caldo e profumato mi calmò subito, così tornai a guardarla...
“Ti voglio bene, Soeur Amélie!” mormorai.
Una strana luce le attraversò lo sguardo per un attimo, poi sorrise...
“Anche io te ne voglio!”

Un battito di palpebre... quello fu il tempo che quel ricordo impiegò ad attraversarmi la mente... un battito di palpebre, un palpito del cuore...
Ma mi riscossi... tutti gli sguardi erano su di me, ancora un piccolo sospiro e iniziai a parlare.

Daniel
19-10-2011, 19.56.58
Mi ritrovai da solo nel folto del bosco con Lyo svenuto..
<<E adesso che faccio?>>
Stavo andando nel panico quando iniziò a sorgere il sole che illuminò un vecchio capanno abbandonato.. Perfetto! Avrei nascosto Lyo la dentro per non farlo combattere e poi sarei andato a chiedere consiglio a Sir Guisgard.. POrtai Lyo nel capanno lo legai per bene e lo chiusi dentro..
<<Scusami Lyo ma devo salvarti la vita..>> Gli dissi
Marco era scomparso non lo trovavo più.. Salii sul cavallo stanchissimo e mi recai al bevelvedere.. Entrai nel palazzo e Chiesi a una guardia..
<<Dov'è Sir Guisgard?>>

Guisgard
19-10-2011, 19.59.21
La suora fissò Melisendra.
“Si, questa è la chiesa di padre Tommaso…” disse “… ma ora lui non c’è… non so quando tornerà, milady… se volete, potete attenderlo qui… ma, come detto, non so quando potrebbe tornare.”
Tyler era in piedi infondo alla navata.
Osservava quel luogo e ne subiva la mistica atmosfera.

Guisgard
19-10-2011, 20.18.38
Lo scudiero annuì a quelle parole di Altea e informò lady Kate di quella visita.
La nobildonna subito corse incontro ad Altea.
“Contessa!” Abbracciandola. “Che gioia! A cosa devo questa piacevole quanto inaspettata visita? Sono davvero felice di rivedervi! Su, accomodatevi in casa!”

Guisgard
19-10-2011, 20.52.58
Talia aveva appena invocato la Luna come solo Ariana seppe fare dai giardini del palazzo di Cnosso.
Fissava il buio e forse attendeva il suo Teseo.
Ad un tratto un’ombra.
Osservò la Luna e seguì il suo alone fino al balcone di Colombina.
Il suo volto appariva ancor più bello, inondato com’era da quel pallore d’argento.
Erano soli.
Lui e lei.
Lei fissava la Luna e lui fissava lei.
Entrambi pregavano la bellezza di quelle loro visioni.
“Colombina…” sussurrò lui “… dov’era celato il filtro, dimmi? Il filtro che mi ha reso folle d’amore per te… come quello di Tristano…” sospirò “… ma che stolto! A me non occorre un filtro per amarti. Tu non sei Isotta, perché lei non aveva mani abbastanza bianche e trecce abbastanza bionde… tu non sei nemmeno Euridice, perché gli inferi non sono abbastanza vasti per nasconderti a me… tu non sei Arianna perché non mi occorre un filo per giungere a te ogni notte… non sei Rossane perché io, a differenza di Alessandro di Macedonia, non baratterei un impero per te… no, tu sei tutte loro… e nell’amarti mi rendi, ogni volta, come uno di quei grandi che amarono quelle donne!” Si avvicinò al balcone, attento che il pallore lunare non illuminasse il suo volto, mentre tra il pubblico era sceso un religioso silenzio. “Colombina…” sospirò “… il tuo nome nel mio sospiro… potessi racchiudere anche il tuo cuore in questo mio pugno! Io ti amo da sempre… ogni mia impresa, ogni mia avventura, tutto me stesso è indirizzato a te… mostrami il tuo volto da quel balcone e muterai questa notte nel giorno più luminoso… calami i tuoi capelli ed io saprò intrecciarli nel più bel racconto mai scritto… oh, Colombina… amore mio… vita mia… mio mondo… mio tutto!”

Altea
19-10-2011, 20.53.39
Mi strinsi forte a Lady Kate, come per sentire quel calore materno che ora mi mancava. "Milady" risposi mentre ci incamminavamo lungo il sentiero pieno di fiori e alberi profumati "mi scuso per questa improvvisa visita senza nemmeno un avviso. Ma ho bisogno del vostro aiuto, ricordate Lady Sophia vero? Immagino sappiate sono fuggita da quella casa, sono stata offesa nel mio orgoglio come lei era solita fare ma questa volta davanti...a Milord Carrinton. Egli mi offrì ospitalità nella sua dimora di caccia, Carrinton Hall" osservavo Lady Kate mentre ascoltava silenziosamente ma sgranando gli occhi "e mi disse che potevo disporre della casa, ma vi trovai un ambiente ostile, una prigione. Mi credete? Prigioniera di una vecchia governante. Oggi successe il peggio, arrivò un cavaliere di Lord Tudor che conobbi alcune settimane fa, il quale si è perdutamente innamorato di me, vedendomi lì andò fuori di senno tanto è vero che colpì Lord Carrinton e...si sono sfidati a duello. Così ho pensato di fuggire, e ho pensato a voi. Potreste darmi soggiorno gentilmente? Ho ancora tutti i miei oggetti presso Carrinton Hall, se non vi sono di disturbo milady".

Melisendra
19-10-2011, 21.27.25
"Attenderò finchè mi è possibile... se non dovesse arrivare, ditegli che Melisendra Du Blois è passata a porgergli i suoi saluti prima di procedere verso Trafford Bridge... mi è stato detto che forse conosceva mio padre, Alexandre Thierry Du Blois..." Posai delle monete nella cassetta dell'elemosina e accesi due ceri alla memoria dei defunti. Uno per mio padre e uno per mia madre.
"Nel frattempo rimarrò qui in preghiera... il Cielo sa che per troppo tempo sono rimasta lontana dal conforto che solo la preghiera può offrire."
Posai i ceri sul piano di marmo. Le fiammelle oscillavano flebilmente.
Mi inginocchiai e iniziai a pregare per tutte le anime che erano state crudelmente strappate alla vita durante la rivolta. Eppure ce n'era una che continuava a non ispirarmi pietà cristiana. Quel ricordo aveva fatto germogliare qualcosa di oscuro nel mio cuore, qualcosa che rimaneva celato alla vista degli altri, ma che aveva profondamente gettato radici.
Sarei mai stata perdonata? Non c'era rimorso dentro di me. Lambrois si era meritato quella fine. Avrei solo voluto essere io a impugnare il coltello, al posto del sicario.
Chinai il capo e ricominciai a pregare.

Chantal
20-10-2011, 01.32.34
A quelle parole,pronunciate con ostentato tono autoritario da parte del procuratore,Chantal si voltò di scatto per ritrovarselo di fronte,con occhi severi a scrutarla.Lo lasciò fare,tacendo per alcuni istanti.Il suo sangue fremeva facendole percepire il volto avvampato,e dopo aver indugiato nella staticità per alcuni attimi ancora,mosse le braccia e si portò le mani alla nuca,prendendo a snodare il nastro che le raccoglieva i capelli liberandoli,improvvisamente,in una cascata morbida,lievemente ondulata,che s'andava accostandosi al viso scarno ed al collo sottile,e si portava a scivolare dalle spalle avviluppate nella bianchissima chemise che indossava.
In quel suo gesto inatteso,quasi esauritosi nell'incoecibilità,non staccò mai il suo sguardo dal procuratore,poichè egli intendesse che ella non avrebbe ceduto,sebbene l'autorevole posizione dell'interlocutore,a battersi per la sua causa.
Poi,con tono fermo e deciso,gli occhi ancora immobili,il volto disteso in ogni suo lineamento,Chantal rispose all'uomo che,visibilmente sorpreso e insolitamente perplesso,non s'era mosso da dove ella l'aveva trovato nel voltarsi:"Porgetemi il vostro pugnale,di grazia",tendendo la mano verso il procuratore.
Vide l'uomo sgranare gli occhi senza rispondere nè staccare lo sguardo da lei.
La ragazza,allora,incalzò:"Procedete,signore.Il vostro pugnale."
Ancora una volta le sembrava di scorgere immobilità e perplessità di quell'uomo.Ma forse era il suo stato d'animo a distorcere la visione del vero.
Allora Chantal prese a raccogliere i setosi capelli portandoli tutti su una sola spalla.Muoveva le sue mani in quella tenera e fluida massa con inusuale disinvoltura,date le circostanze,facendola fluire con le dita lievemente divaricate accompagnando piccole ciocche in avanti che finivano con l'accarezzarle tutta una metà del volto.Si muoveva quasi come a voler avvolgere e sfiorare in un gesto intimo quella sua ricchezza come accarezzasse le corde del suo strumento.
E qui,chinando lo sguardo,percepì l'amarezza del ricordo di quelle serene serata,quando i riflessi crepuscolari si affacciavano come ambrati e muschiati filamenti di cielo alla grande vetrata della sala a lambire i ricordi e gli animi,trascorse a suonare per suo zio.
Distolse,poi,i suoi occhi perduti in quell'immagine che era insorta tra i suoi pensieri per riportarli in quelli del procuratore,stavolta il viso della ragazza appariva particolarmente intriso di femminilità e fragilità,di un chiarore d'alabastro,favorito dal contrasto creatosi con quel manto ontano accostato al viso ad assecondarne le linee.
Così,riprese quanto aveva incipiato:"Il vostro ruolo,signore,esige il mio rispetto per voi,poichè vi eleggete a garante delle leggi del paese le quali,nel bene o nel male,è giusto che vadano osservate ed applicate affinchè esse istituiscano ordine ed istruiscano al rispetto,ma io non ho varcato la soglia di questo palazzo per rivolgermi all'autorità che rappresenta la vostra persona,quanto all'uomo e ai suoi valori.Ebbene,onorato procuratore,non intendo interferire col vostro operato quanto vi domando di rivedere le vostre posizioni in merito all'arresto di mio zio.Padre Adam è,come voi,garante della morale e dell'amore verso la famiglia,ma,a differenza di voi,la sua famiglia è allargata a miseri sfortunati e onesti cristiani che osservano i sacramenti di Nostro Signore.Qualora lo desideriate,potrete raccogliere centinaia di testimonianze a suo favore che dimostrino la sua estraneità a fatti di corruzione e di induzione alle superstizioni che inquinano e minacciano,mio malgrado,e come voi stesso affermate,l'ordine clericale."
Prese un forte respiro e concluse:"Vi darò dimostranza della sua innocenza pagando un prezzo,io per lui.Mi priverò dell'unica virtù che posseggo,la mia preziosa chioma,recidendola da me stessa e abbandonandola al vostro cospetto".
Ed ancora una volta tese la mano,quasi sollevandola all'altezza del cuore dell'uomo,in attesa del fendente col quale espletare il suo sacrificio.
Erano parole ed intenzioni di una ragazza in preda alla disperazione,e desiderosa di giustizia e rispetto per la vita di un uomo a lei caro consacrato a Dio ed agli uomini.Ma non possedeva mezzi,nè era nelle sue facoltà di potersi affidare all'intercessione di alcuno,poichè in quel momento,ad Animos,ovvero in quella oramai riconosciuta come nuova Repubblica di Magnus,tutti erano contro tutti,pur di preservare i propri possedimenti ed anche la ben più cara vita.
Sperava,in quel modo,di sortire una qualunque reazione che smuovesse la coscienza di un uomo che lei riusciva a vedere non diverso dai suoi simili,sebbene rivestisse una delle più alte cariche del paese.
Si ricorda che correva l'anno del Signore 1471,a quel tempo le donne usavano portare i capelli molto lunghi,poichè ritenuti ricchezza ed elemento fondamentale di bellezza e completezza per una dama,e il trattamento del reciderli era riservato,in segno di umiliazione e punizione,alle schiave,alle adultere o a qualunque donna avesse trasgredito la morale della famiglia o di un vincolo sacro.
Ma anche alle suore era imposto il tagliare i capelli,in quanto,prendendo i voti,avrebbero voluto,così,dimostrare di abbandonare ogni desiderio di voluttuosa vanità,e raramente,ricorrevano a questa pratica donne a lutto che,sulla tomba di un parente prossimo,sacrificavano ciò che avevano di più caro pur d'esprimere il loro dolore.
Chantal sapeva cosa avrebbe significato privarsi di quell'elemento di femminilità tanto pregiato,ma non le interessava che potesse essere "etichettata" come una volgare donnuccia punita ed umiliata per chissà quali colpe.Sperava solo di poter dimostrare ch'era determinata nelle sue intenzioni e,magari,indurre a credere alla veridicità delle sue parole.
Si sentiva stringersi il cuore nella morsa del terrore al solo pensiero che suo zio potesse venir giustiziato ingiustamente.
E anche le forze,man mano che incalzavano i suoi timori,prendevano ad abbandonarla,tanto che cominciò a tremare tutta,anche la sua mano,ferma pochi istanti prima,tradì visibilmente la sua inquietudine.
I suoi occhi,inoltre,s'irrigidivano sempre più senza mai abbandonare la figura dinnanzi a lei,ansimava in petto,e corti respiri le occorrevano per rimanere ancora immobile,decisa e pienamente lucida in quella circostanza a lei tanto ostile,in attesa di quella deiscenza che avrebbe spezzato il silenzio che la turbava.

Guisgard
20-10-2011, 01.52.56
“Capisco, milady.” Disse la monaca a Melisendra. “Padre Tommaso è stato costretto da impegni improvvisi a lasciare questa chiesa. Spero possa tornare in tempo per potervi incontrare.” Salutò allora la ragazza e si ritirò nella sagrestia.
Melisendra così restò immersa nella preghiera, unica consolazione alle angosce che attanagliavano il suo cuore.
Trascorse un’ora o forse più.
Del prete però nessuna traccia.
Tyler aveva cominciato a passeggiare nella navata, sotto gli sguardi delle statue e la poca luce delle candele votive.
Di tanto in tanto sollevava gli occhi verso Melisendra.
“Sei cresciuta forse davvero troppo in fretta…” pensava il giovane “… quel matrimonio forzato, poi la rivoluzione, la disgrazia abbattutasi sulla tua famiglia ed infine questo triste destino di esule… si, sei dovuta davvero crescere troppo in fretta, Melisendra…”

Guisgard
20-10-2011, 02.12.12
Il procuratore fissò Chantal.
I suoi occhi piccoli e chiari sembravano interrogarsi su quella ragazza.
Poi un ghigno animò quel suo volto scarno.
“I vostri capelli?” Ripeté quasi divertito. “E per cosa? Farli valere come riscatto? O forse come pegno? Beh, madamoiselle, sappiate che la giustizia non si paga in questo modo. Non riscatterete così i crimini di vostro zio.” Si appoggiò al suo scrittoio. “Venite qui a parlare di Dio e di Cristianità. Tutte cose che il lume della ragione ha sconfitto, dimostrandone la falsità. Venite qui, con orgoglio e superbia, atteggiandovi quasi come una martire. Beh, non lo siete. Nessun Cristiano è un martire. Vi siete ingrassati per secoli sulle miserie della povera gente. Ed ora quella giustizia che tanto avete invocato è giunta. Ma non ad opera di un dio. No, ma ad opera degli uomini, che destatisi dall’ignoranza e dalla superstizione, nelle quali la vostra Chiesa li aveva gettati, ora si destano e reclamano una giusta sentenza. Una sentenza che ora sta a me emettere.” La fissò con disprezzo. “Vostro zio è colpevole… colpevole come tutto il Clero… ed io, come un sommo Minosse, decreterò la sua pena… una pena degna delle sue colpe…”
http://dreamworlds.ru/uploads/posts/2008-12/1228239867_pacte_des_loups02.jpg

Melisendra
20-10-2011, 02.20.15
Mormorai le ultime preghiere prima di alzarmi. Avevo le gambe intorpidite e le mani infreddolite. Il vento soffiava fuori dalla chiesa e si poteva sentire il suo sussurro.
Mi segnai e mi allontai dall'altare.
"Forse dovremmo andare... nemmeno io sono così imprudente da viaggiare durante la notte... è meglio non esporci a inutili rischi." Dissi, rivolta a Tyler, che aveva passato quell'ora a osservarmi. Avevo sentito il suo sguardo su di me e mi ero sfuggevolmente domandata cosa pensasse.
Mi sistemai il cappuccio sul capo.
"Va tutto bene, Tyler?" sorrisi debolmente, alla luce delle candele.

Guisgard
20-10-2011, 02.39.45
Melisendra si alzò e si diresse verso Tyler.
“Era da un bel po’” disse questi “che non entravo in una chiesa per pregare… c’è una pace quasi irreale qui… forse in quest’ora sono stato davvero sereno… come non mi capitava da tempo…” parlava e si guardava intorno “… sai, davanti a quell’altare… non so, ma mi sei apparsa diversa… la ragazzina che ho conosciuto ad Animos è di colpo cresciuta…” fissandola. “Si…” mormorò “… forse è meglio andare…”
I due allora uscirono dalla chiesa e rimontarono in sella ai loro cavalli.
Un attimo dopo erano di nuovo sulla strada per Trafford Bridge.
Galopparono così tra alberi sferzati dal vento ed un cielo che enigmatico celava e poi mostrava le sue stelle.
Una danza di nuvole attraversava quel cielo, quasi confondendosi con le tenebre che sembravano aver di colpo raggiunto il firmamento.
E in tutto questo il sibilo del vento echeggiava sinistro e cupo attorno a loro.
Ad un tratto l’aria si fece più umida.
Risalirono una bassa collina che dall’atra parte delle sue pendici dava l’accesso alla costa.
E qui, tra l’odore del mare ed il fruscio delle onde, apparvero le alte scogliere di Trafford Bridge.
“Ecco il castello.” Fece Tyler, indicando con un dito una maestosa costruzione che dominava con la sua sagoma imponente quel gotico scenario.

Guisgard
20-10-2011, 03.03.56
Il fuoco sembrava danzare davanti ad Elisabeth.
“Mi state dando troppa importanza, madame.” Disse Monsieur. “Non penso che il vostro destino contemplasse di farvi incontrare uno come me… se così fosse” sorridendo “allora dovreste essere in collera. Pensateci… potevate incontrare un cavaliere, di quelli che si leggono nei poemi e nei romanzi, ed invece vi è toccato uno come me… senza una goccia di sangue blu nelle vene, né terre, né castelli.” Rise di gusto.
Ad un tratto qualcosa attirò il suo sguardo.
Fece allora cenno ad Elisabeth di non parlare, né fare rumore.
Qualche istante dopo delle ombre emersero dal buio e cominciarono ad avvicinarsi ai due.
“Qualsiasi cosa accada non muovetevi…” disse con un fil di voce ad Elisabeth.
Un attimo dopo due uomini comparvero davanti a loro.
“Salute a voi…” fece uno dei due “… stanotte l’aria è fredda… voglio sperare che non rifiuterete un po’ del calore di questo fuoco a due poveri soldati…”
“Sicuramente…” intervenendo l’altro “… siamo tutti fratelli a questo mondo…”
Monsieur annuì.
I due allora si avvicinarono al fuoco e si slacciarono i lunghi mantelli, mostrando i loro abiti.
Erano due guardie repubblicane.
“Cosa vi spinge a viaggiare nel cuore di una notte così fredda?” Domandò uno dei due a Monsieur.
“Siamo diretti ad Osyen…” rispose Monsieur “… sono in cerca di un lavoro per mantenere mia moglie.”
“Ah, così questa bella signora è vostra moglie…” fissando Elisabeth quell’uomo. “E non temete di esporla a qualche pericolo facendola viaggiare di notte in questi boschi?”
“Già, si potrebbero fare brutti incontri…” disse l’altro “… non siete d’accordo, madame?” Rivolgendosi ad Elisabeth.

Chantal
20-10-2011, 03.09.26
Chantal inorridì a quelle parole,comprese che in quell'uomo imperversava una folle bramosia di esercitare il suo potere in modo vendicativo.
S'era illusa che fosse un giusto.
S'era illusa che fosse un uomo comprensivo e caritatevole.
Ma lei,lei sapeva quanto fossere mendaci quelle affermazioni,eppure si contenne dall'esprimergli tutto il suo sdegno.
Soffocò la sua collera,del resto,a cosa le sarebbe valsa di fronte a quell'irragionevole abuso di esercizio di condanna in nome della giustizia.
"Il martirio..non sapete di cosa parlate.."Gli palesò.
"Io non sarò certo una martire in questa folle sete di sangue sulle quali si ergono le fondamenta della Repubblica".Non potè fare a meno di esprimersi,e aggiunse:"No,martire non di certo,non io.Ma figlia e nipote,donna e cristiana,non vi resta che procedere al mio arresto,poichè io ammetto,dichiaro e ribadisco di venerare la Croce.E seguirò mio zio nella sua stessa sorte,poichè se egli è colpevole di carità e fratellanza,tale sono io,da lui allevata secondo gli insegnamenti religiosi impartitimi".
Stringeva in una mano il nastro,ed anche l'altra la strinse in un pugno,eppure,non si mosse di un solo passo mentre con gli occhi seguiva i movimenti convulsi di quell'uomo che le appariva privo di ragione.
Quei momenti sembravano interminabili,quante cose avrebbe voluto gridare in faccia a quell'uomo che ora per lei rappresentava una minaccia simile a Satana,ma lo avrebbero,forse,scalfito,le sue disprezzanti parole?
E,lasciare quel luogo,salvare se stessa e abbandonare suo zio,come l'avrebbe fatta sentire e vivere?
Eppure,neppure per queste impressioni vi fu tempo,nè circostanza,tutto ciò che vedeva era sangue,sangue fluire ed allargarsi fino a corromperla,e udiva grida infernali che si levavano dalla sua immaginazione come a rapirla.
Attese,dunque,nello squallore della sonorità di quella risata,che fosse condotta in arresto.
Poichè non vi era pietà alcuna in quell'uomo.
E Chantal lo riconosceva.

Melisendra
20-10-2011, 03.11.59
"E' così..." esitai a trovare le parole, mentre con una mano sistemavo il mantello. "austero..."
Cercai di non farmi impressionare da quella vista e di non metterlo a confronto con la gaiezza e i vivaci colori del castello di Beauchamps. Anche il paesaggio non aveva nulla a che fare con la spensierata campagna che circondava la residenza della mia infanzia. Non c'erano campi dorati o prati verdeggianti, ma una scogliera brumosa a picco sul mare, dominata dall'imponente castello.
I venti sembravano scivolare sulle sue mura come carezze.
Tutto intorno il sole illuminava una campagna dormiente, qualche albero solitario che si ergeva sfidando i venti e piccole fattorie disseminate qua e là, la cui presenza era segnalata dal fumo del focolare.
Il sole stava tramontando ormai.
"Non riesco a credere che mia madre sia cresciuta qui..." mormorai.

Guisgard
20-10-2011, 03.20.05
Lady Kate ascoltò il racconto di Altea e restò turbata per quegli eventi.
“Vi comprendo, baronessa…” disse “… lady Sophia è una donna ricca di pregiudizi e gelosie… quanto a lord Carrinton… è un peccato vedere un uomo così da solo… molte dame accetterebbero con gioia di diventare la nuova lady Carrinton…” scosse lievemente il capo “… ma quell’uomo sembra non essersi mai ripreso dalla disgrazia che lo colpì quattro anni fa… però, devo dire, che mi ha sorpreso il suo invito a Carrinton Hall… non ha mai concesso ad alcuna dama di poter disporre delle sue proprietà… a voi invece, come mi avete raccontato, ha addirittura dato le chiavi della sua magnifica tenuta di caccia… mi piacerebbe vederlo ritornare alla vita… è troppo giovane per chiudersi in questa solitudine…” fece allora cenno ad Altea di seguirla.
Le due dame si ritrovarono così in casa.
“I duelli…” mormorò “… sembra che gli uomini non riescano a farne a meno… lord Carrinton non ne ha mai perduto uno. Egli è davvero, come dicono tutti, il miglior spadaccino di Camelot. Per quel vostro corteggiatore, il cavaliere di lord Tudor, non credo ci siano speranze.” Suonò allora un campanellino e subito arrivò una servitrice. “Prepara la stanza degli ospiti.” Ordinò lady Kate. “Lady Altea sarà da oggi nostra gradita ospite.”

Guisgard
20-10-2011, 03.45.15
Tyler fissò prima quello scenario desolato, poi Melisendra.
“Si, è molto diverso dalla tua casa di Animos…” mormorò “… ma credo che un luogo non sia poi così diverso da un uomo… un uomo solo è infatti spesso cupo, malinconico, deluso, disilluso, carico di rabbia… è allo stesso modo queste terre, abbandonate ed ignorate per chissà quanto tempo, ora ci appaiono tetre, lugubri e desolate… questo luogo, Melisendra, è intimamente legato a te… sulla sua terra, oggi arida e battuta da questo vento inclemente, vi è la fatica ed il sudore della tua gente, della tua famiglia… è come un figlio abbandonato ed ora ritrovato… oggi è tutto ciò che ti resta… e deve essere la tua forza… devi trarre forza da essa… dalla terra cupa e ferita di Trafford Bridge… essa ha la tua anima, ora sta a te dare a questa terra anche il tuo volto. Io so che puoi farcela, Melisendra.”
Tyler allora sfiorò la mano di Melisendra, mentre il vento scuoteva e gonfiava i lunghi capelli rossi di lei, sotto un cielo reso purpureo ed inquieto dagli ultimi bagliori del Sole morente.
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Guisgard
20-10-2011, 03.56.47
Daniel era ritornato al Belvedere.
Qui chiese di Guisgard, ma nessuno seppe dargli notizie certe.
Poi giunse qualcuno.
“Sir Guisgard è partito per una battuta di caccia.” Disse Jalem al giovane scudiero. “Credo tornerà fra qualche giorno, a Dio piacendo. Perché lo stavi cercando?”
In quel momento arrivò anche Marco.
Il giovane appariva affaticato e spaventato.
“Sono riuscito a sgattaiolare via da quella casa poco prima di finire nelle mani degli uomini di lord Carrinton.” Spiegò a suo fratello. “Ma dov’è Lyo?” Domandò poi preoccupato.

Melisendra
20-10-2011, 04.05.40
La loquacità di Tyler mi sorprese. Non era solito abbandonarsi a simili discorsi.
MI sembrò di percepire un'apertura nella dura corazza che lo proteggeva dal mondo esterno. Ciò mi rese felice, ma nel contempo inquieta.
Non volevo si ripetesse ciò che era accaduto a Beauchamps. Avevo bisogno della sua amicizia e della sua vicinanza, ma non era necessario complicare le cose ravvivando la speranza in qualcosa che non avrebbe mai potuto avere un lieto fine. Non credevo più nelle favole.
Scostai la mano dalla sua, con gentilezza.
"Grazie, Tyler..." gli sorrisi "Ciò che dici mi infonde coraggio..."
Spronai il cavallo e avanzai verso la strada che conduceva al castello.
Osservai da quell'altezza ciò che accadeva in basso, nella baia: eccolo lì, il porto. Una strada scendeva dolcemente dall'altra parte della scogliera, dove lo strapiombo si addolciva, e conduceva a un borgo illuminato e pieno di vita. Alcune navi erano attraccate al molo. Sembrava in arrivo una tempesta. A largo già si notavano i bagliori dei lampi. Ma l'insenatura della baia avrebbe protetto gli abitanti di Trafford Bridge.
Giunti alla porta delle mura che circondavano il castello, lasciai che fosse Tyler a parlare per annunciare la nostra presenza.

Guisgard
20-10-2011, 04.24.07
Tyler, inizialmente, restò turbato dal gesto di Melisendra.
Restò a fissare la mano con cui aveva sfiorato quella di lei.
I due poi avanzarono verso il castello.
Era un’austera e muta costruzione del periodo normanno.
Probabilmente edificato su un antico avamposto bretone.
Due grosse torri circolari racchiudevano la costruzione gentilizia, vero cuore e nucleo del castello, dentro la quale si trovava un vasto cortile ottogonale.
I due entrarono allora attraverso il ponte levatoio all’interno del maniero.
Furono così subito raggiunti dagli occhi sospettosi ed inquisitori di un uomo di mezza età, alto e magro, dagli occhi vispi ed il volto rugoso.
“Salute a voi.” Disse Tyler. “Questa è Melisendra Yolande Demetra Du Blois, Duchessa di Beuchamps… e giunge oggi per prendere possesso di queste terre, appartenenti per diritto alla sua famiglia.”
L’uomo allora chiamò qualcuno.
“Mary!” Gridò. “Mary, presto, vieni fuori!”
Un attimo dopo una donna uscì nel cortile.
Aveva qualche anno in meno di colui che l’aveva così improvvisamente chiamata.
“Milady…” chinandosi l’uomo “… sono Gerard, custode di questo castello… e questa è mia moglie Mary… fu il duca vostro padre, che Dio gli conceda pace, ad offrirci questo incarico. Dopo i terribili fatti avvenuti nel vostro paese, restammo qui in attesa che qualcuno giungesse ad informarci sulla sorte di questo luogo.”
“I miei omaggi, mia signora.” Fece Mary.
“Vi sono altri che lavorano qui?” Chiese Tyler.
“No, non più.” Rispose Gerard. “Dopo la rivoluzione i fattori e gli stallieri hanno predato molti dei beni qui custoditi e sono andati via. Solo io e mia moglie siamo rimasti.”

Guisgard
20-10-2011, 04.39.28
Mercien fissò Cavaliere25 ed annuì.
Ad un tratto si udirono dei passi.
Era Raos, il servo di Missan.
“Come sta la prigioniera?” Chiese avvicinandosi alle sbarre.
“Come tutti coloro che sono costretti a stare in gabbia.” Rispose Mercien.
“Beh, fatela mangiare e bere come si conviene.” Disse Raos. “Ha bisogno di forze e di essere presentabile.”
“Che vuol dire?” Domandò Mercien.
“E’ così difficile da capire?” Fissandolo Raos. “L’ambasciatore ha richiesto la sua compagnia per stanotte.”
Mercien allora scoppiò a ridere.
“Eh, il nostro ambasciatore!” Esclamò.
Raos annuì e andò via.
“Su, che stasera ti faremo divertire, amica mia!” Disse Mercien a Giselle.
E questa, con vivo terrore negli occhi, si voltò a fissare Cavaliere25, come a chiederne inconsciamente l’aiuto.
Poi, davanti alle impietose ed inumane risate di Mercien, la donna si abbandonò ad un pianto disperato.

Guisgard
20-10-2011, 05.01.16
Esiste davvero quel luogo.
I giovani amanti, durante le feste annuali, si ritrovavano presso quelle antiche rovine.
E qui Theo aveva condotto Brianna.
Il giovane cavaliere narrò alla ragazza la storia di quel luogo e dei tanti amanti che vi giunsero affinché custodisse i loro sogni.
“Brianna...” disse Theo “… io sono solo un cavaliere e tu forse meriteresti un principe o un re… non ho terre, né castelli... ma quanto di più importante io posseggo, oggi voglio offrirlo a te... ed è il mio cuore...” mostrò allora un anello alla ragazza “... nulla ho chiesto alla vita... nulla fino ad oggi… ed in questo momento, in questo luogo magico, io sento di volere solo una cosa... l’infinito battito del tuo cuore... dimmi di si, ti prego...”

Brianna si svegliò da quel sogno.
E si accorse in quel momento di aver fatto cadere, inavvertitamente, qualcosa dal tavolo.
Era un biglietto ripiegato più volte.

Melisendra
20-10-2011, 05.19.31
Mi guardavo intorno e mi sentivo osservata dalle antiche pietre di quel castello.
Nemmeno il palazzo di Beauchamps poteva vantare una storia tanto antica e un po' mi intimoriva.
Smontai da cavallo e rivolsi un sorriso al custode e a sua moglie.
"Sono lieta di sapere che mio padre non è stato dimenticato..." sorrisi, facendo cenno alla coppia di alzare il capo. "Sono particolarmente interessata a quali offese abbia subito la casa di mia madre, dopo la rivoluzione... ma credo che sia più saggio affrontare questo discorso seduti accanto al fuoco."
Scrutai le finestre non illuminate. Sembrava davvero che fosse stato abbandonato. Solo una luce proveniva dall'interno. Non esclusi che l'unico locale caldo fosse la cucina.
"Siamo infreddoliti e affamati... questa sera risparmiamoci cerimonie. A quanto pare dovremo essere frugali..." Seguii i due sposi all'interno del castello, ma senza oltrepassare l'ingresso principale. Passammo attraverso una porticina che si apriva sul cortile.
"Tyler... credevo che mio padre si servisse di un gruppo di suoi uomini di fiducia per difendere il castello... com'è possibile che lo abbiano abbandonato?" domandai.
Avevo ragione. Nella cucina, calda e accogliente, le mie guance ripresero colore. Mi tolsi il pesante mantello e strinsi addosso uno scialle di lana. Mi sedetti su una panca, appoggiando negligentemente i gomiti sul tavolo di legno grezzo. Dalla parete alle mie spalle penzolavano tegami e mazzetti di erbe. Il profumo intenso per un attimo mi fece pensare a casa.
Presi una tazza di brodo bollente e ne bevviun sorso. Mi parve di esserne rigenerata. "Ditemi... cosa è successo qui?"

Guisgard
20-10-2011, 05.43.02
Melisendra, Tyler e i due coniugi entrarono nel castello per scaldarsi e mangiare qualcosa.
“Nelle avversità si vedono i veri sentimenti ed i veri legami…” disse Tyler a Melisendra “… restare fedeli è difficile, soprattutto quando non vi è più nulla a cui aggrapparsi…” fissando il fuoco con uno sguardo inquieto “… già… più nulla…” si destò, prendendo un po’ di quel brodo e continuando a passeggiare nervosamente per la stanza.
“E’ successo che questo castello, una volta abbandonato da tutti o quasi, è divenuto come una specie di prigione…” fece Gerard, rispondendo alle parole di Melisendra “… spoglio, freddo, muto, tetro… noi, come i guardiani dei porci di Ulisse, siamo rimasti ad attendere non sappiamo più nemmeno cosa… forse solo la sorte… gli uomini che custodivano questo luogo, una volta giunta la notizia della fine dei Du Blois, hanno preso tutto ciò che poteva essere trasportato e sono andati via… i due amministratori pagati da vostro padre per controllare i beni di queste terre, alla notizia della presa del potere dai parti dei Ginestrini, hanno intascano tutto il denaro, sparendo poi per sempre… io e Mary” continuò “viviamo coltivando la campagna circostante… una vita dura, fatta di sacrifici… col terrore sempre vivo di ritrovarci quei dannati rivoluzionari davanti, con le loro pretese su queste terre…”
“Ma ora non accadrà, vero, milady?” Chiese preoccupata Mary a Melisendra. “Ora che voi siete qui, loro non oseranno più spaventarci… è così, mia signora?”
Tyler fissò in quel momento il volto di Melisendra.
La ragazza si trovava adesso in una situazione che rischiava di schiacciarla per sempre.

cavaliere25
20-10-2011, 09.29.22
Guardai Mercien e poi Giselle e dissi andate voi ho vado io a prendere del cibo e del acqua chiesi sapvo che la donna era terrorizzata ma cosa avrei potuto fare ho dire pensai e rimasi ad aspettare una risposta da Mercien

Altea
20-10-2011, 10.27.17
Rimasi sbigottita nel sentire le parole di Lady Kate ma fui lieta che ella mi accolse nella sua dimora, era allegra, armoniosa e calda. "Milady Kate vi ringrazio molto, dovremmo predisporre per andare a prendere i miei bagagli a Carrinton Hall. Potete però spiegarmi meglio che disgrazia accadde al milord?". Le presi le mani "Tengo molto a lui, e pure sono spaventata per quel duello, ha parlato di una cappella dei Tre Arcangeli, comunque egli non deve sapere dimoro qui, per ora."

brianna85
20-10-2011, 11.13.54
era davvero un luogo magico dove i sogni mi giravano attorno ma in un lampo svanirono nel frastuono del calamaio rovesciato a terra ,appena mi accorsi di ritrovarmi tra le mura di casa mi alzai frettolosamente e pulii immediatamente quella macchia sul tappeto ancora immersa nel mio sogno ,nulla la macchia non veniva via non pensai al valore di quel tappeto lasciatogli dalla madre ma alla nuova importanza di quell'unica macchia a forma di cuore come se volesse lanciare un messaggio brianna guardò dalla finestra il tempo era grigio grigio come il suo umore e la lontananza del suo theo...

Talia
20-10-2011, 12.50.24
Abbassai appena gli occhi, come attirata da quei dolci versi, e li socchiusi, fingendo di tentare di scorgere colui che, ancora celato dalle tenebre, aveva sospirato tali appassionate invocazioni...
“Sei tu, mio amore?” mormorai allora “Sei tu, anima mia, che giungi tanto silenziosamente e con tanta passione parli? Se è l’amore che detta tali parole al tuo cuore, mio adorato, parla ancora... parla, ti prego, e io risponderò! Parla, amor mio... perché ogni tua parola, ogni tuo gesto è vita per me. Non vi è vita senza di te, non può esservi nessuna felicità se tu non ci sei.”
Feci una piccola pausa, durante la quale neanche una mosca volò sulla platea. Con la coda dell’occhio vidi Essien, dietro la quinta della scenografia, farmi cenno di attendere per prolungare ancora quel momento di pathos che la povera gente di Cardien già stava respirando.
Lo feci. Riabbassai lo sguardo, sospirai e protesi delicatamente il mio corpo in avanti, come se bramassi soltanto raggiungere colui che aveva appena parlato.
Dopo un momento, tuttavia, ripresi...
“Perché non ti mostri, dunque, amor mio? Perché resti nell’ombra e non permetti ai miei occhi di incontrare il tuo caro volto... i miei occhi che nient’altro desiderano se non vederti, le mie mani che bramano soltanto di incontrare le tue... vieni, dunque, vita mia... vieni e sussurrami ancora parole d’amore...”

Melisendra
20-10-2011, 18.51.25
"Questa terra è tornata legalmente in possesso del casato dei Du Blois... qualunque altra pretesa è illegittima..." risposi, cercando di celare i miei dubbi su quella difficile situazione. "Immagino dovrò occuparmi personalmente dell'amministrazione... sarebbe d'aiuto se potessi dare un'occhiata ai vecchi registri dei conti... immagino che quelli non siano stati portati via. E bisognerà mostrare ai fittavoli e agli abitanti del porto che devono pagare le tasse così come facevano sotto l'autorità di mio padre." Sorseggiai il brodo. "Non sarà facile..."
Mi strinsi nello scialle.
"Domattina, dopo una buona dormita, avrò le idee più chiare..." posai la tazza. "Un qualunque giaciglio andrà bene... o almeno... credo che dovremo accontentarci finchè queste sale non torneranno alla gloria di un tempo..."
Mi alzai dal tavolo.
"Portate dei giacigli accanto al fuoco... dormiremo qui... a che scopo congelare negli appartamenti padronali?"
Aiutai Mary a sistemare dei giacigli vicino al caminetto. Sapevo che l'indomani mattina i miei abiti avrebbero odorato di legna bruciata, ma era necessario essere pratici.
Sprimicciai dei cuscini freschi di bucato, che probabilmente Mary aveva conservato con cura in qualche cassapanca. Anche le lenzuola, sebbene semplici e di tessuto grezzo, erano pulite e profumate.
Mi sciacquai il volto in una bacinella.
"Tyler..." gli indicai un giaciglio. "Io mi sistemerò qui invece." Riuscii a dominarmi e a non arrossire. Che sciocchezza! Non dormivamo certo insieme! C'era una distanza più che ragionevole tra i due letti. Non c'era ragione per imbarazzarsi. Decisi di non pensare a quanto Giselle o mia madre o mio padre avrebbero disapprovato quella sistemazione. In fondo era colpa loro se mi trovavo da sola, con Tyler a dire il vero, ad affrontare quel disastro. Dentro di me ero arrabbiatissima con tutti loro. Ingiustamente, certo, ma pur sempre arrabbiatissima.
"Grazie... grazie per esservi presi cura della casa di mia madre in mia assenza... Buonanotte." Congedai quelle due brave persone e mi sedetti sulle calde coperte del mio giaciglio. Esitai, ma poi mi voltai verso il muro e iniziai a sciogliere i lacci del corpetto.
Le candele erano tutte spente e solo la fiamma guizzante nel caminetto illuminava la stanza. Scivolai fuori dal vestito da viaggio e rimasi con una veste leggera e la sopravveste. Velocemente mi ravvivai i capelli con le mani e mi infilai sotto le coperte.
Sospirai e mi rannicchiai, cercando di prendere sonno.
"Andrà tutto bene..." sbadigliai "C'è sempre una soluzione..."