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Visualizza versione completa : Il Giglio Verde


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elisabeth
20-10-2011, 21.00.57
Ma di che stava parlando, ricchezze, cavalieri .......ma possibile che gli uomini pensavano che il valore della vita potesse essere calcolato con benei materiali?......Mi alzai da terra,egli andai vicino " Monsieur...guardate le mie mani, non sono lisce come quelle delle dame di corte, non hanno dita ornate da gioielli.....sono ruvide le mie mani, conoscono la robustezza della terra, il freddo dell'acqua dei laghi e dei ruscelli..........e poi io non vi ho chiesto nulla, da quando vi conosco vi seguo come seguirei una persona che conosco da anni, forse non sarete l'uomo migliore del mondo...e io non saro' la donna migliore del mondo.......".......all'ordine di Monsieur mi zittii immediatamente .......due uomini, ascoltai cio' che si dissero e ammirai la freddezza di Monsieur....ma quando quell'uomo mi rivolse la domanda.....mi irrigidii....non mi piaceva.....istintivamente come si confaceva alle donne....mi misi alle spalle di Monsieur...."....Non credo che ci sia qualcuno che farebbe del male ad una donna malata.....solo mio marito per infinita pieta' sta cercando di prendersi cura di me, almeno finche' il Signore non mi tiene in vita.....".....Poggiai cosi' la mano sul braccio di Monsieur.....chiusi gli occhi e incominciai a respirare ascoltando il battito del mio cuore...nelle mie orecchie solo il rumore ritmico del cuore...tum..tum..tutum.....sino a quando un vento impietoso incomincio' a soffiare tra le fronde degli alberi......veloce e gelido...tanto freddo che incomincio' a congelarsi ogni cosa.......i due sconosciuti battevano i denti e i piedi sperando di prendere calore ma i loro capelli incomincaiavano a gelarsi.....e il vento soffiava, ma le fiamme del falo' erano ferme e confortevoli........la mia mano sul braccio di Monsieur era fermna e sicura....tranquillo il tuo cuore restera' caldo........quando mi accorsi che i due sconosciuti erano paralizzati dal freddo...." Monsieur.....prendiamo le nostre cose e andiamo via...il vento ci aiutera' ancora un po' nel frattempo i due uomini rimarrannocosi' per un paio di ore e noi potremmo essere lontani....."...Tolsi la mia mano dal braccio di Monsieur e gli posai sulle spalle il mio mantello....misi la borsa tracolla e mi avvicinai ai cavalli....era ora di riprendere il viaggio..la notte ci avrebbe protetti

Guisgard
20-10-2011, 21.09.02
Le parole di Chantal.
Erano fiamme, folgori e maledizioni sugli ideali repubblicani.
Quelle parole rappresentavano tutto ciò che la repubblica odiava e condannava.
I suoi occhi.
Chantal conteneva in essi tutto il disprezzo verso quell’uomo e verso i valori che rappresentava.
E più parlava, più i suoi pugni si serravano.
Ad un tratto un urlo.
Il procuratore prese il pugno di Chantal e lo strinse come a volerlo frantumare nelle sue mani.
“Taci, stolta ragazza!” Urlò. “Non sai nemmeno cosa stai dicendo! Non hai rispetto dei veri martiri! Quei martiri resi tali perché osteggiavano il potere occulto della tua Chiesa! Dipingete il vostro Dio come misericordioso e giusto, ma poi fate dell’intolleranza la vostra arma più temibile! Dio non esiste! Non dimora nessuno oltre le nuvole, se non il Sole e gli altri pianeti che formano l’universo!”
Ansimava.
Aveva parlato con odio.
Un odio primordiale che i Ginestrini si portavano dentro.
Un odio che aveva rappresentato la loro vera forza.
“Dio non esiste!” Gridò ancora. “Ma esiste l’inferno! Si, quello si… ed è la giusta dimora per quelli come te e tuo zio…” corse allora a sedersi e cominciò a scrivere qualcosa su un foglio di carta.
Suonò poi il campanellino che aveva sul tavolo.
Un attimo dopo un soldato entrò nella stanza.
“Porta via questa prigioniera.” Ordinò il procuratore. “Domattina poi voglio che venga rinchiusa nella Fortezza di Arbou.”
E mentre la guardia portava via Chantal, il procuratore, fissandola, le disse:
“L’imperatore Diocleziano è passato alla storia per aver dato alla tua Chiesa un gran numero di martiri…” sorrise con un ghigno “… ma io ho l’ambizione di fare meglio… ma non vi renderò martiri agli occhi della storia… no, perché quando avrò finito con voi credenti, la storia non si ricorderà neanche più di voi…”
La guardia allora condusse via Chantal, mentre la delirante risata del procuratore echeggiava in quella tetra e cupa atmosfera.
Qualche istante dopo, Chantal si ritrovò in una cella umida e semibuia.

Guisgard
20-10-2011, 21.59.18
“Oh, Cielo!” Esclamò lady Kate a quelle parole di Altea. “Non conoscete la terribile disgrazia accaduta a lord Carrinton?” Fece cenno alla dama irlandese di sedersi e continuò. “Vedete, lord Carrinton si sposò cinque anni fa con una dama francese… era del regno di Animos, ma vantava in realtà origini greche ed il suo nome era Semanide…” sospirò per quei ricordi “… era una donna di rara bellezza… aveva tutto… grazia, fascino, intelligenza, cultura… erano una coppia bellissima… lui, col suo fascino tormentato, lei solare e sensuale… tutti invidiavano lord Carrinton e lady Semanide…” chinò poi il capo, quasi rattristata “… poi un disgraziato giorno… la ritrovarono senza vita… era stesa sul letto della sua stanza a Carrinton Hall… non sono mai state accertate le vere cause della morte… ma da quel momento tutto è cambiato nella vita di lord Carrinton… anche la sua bella dimora di caccia appare segnata per sempre da quella disgrazia…”

Guisgard
20-10-2011, 22.02.05
Melisendra, così, si ritrovò sotto le coperte.
Calde e pulite, anche se non erano quelle raffinate a cui era abituata lei.
Mille pensieri attraversavano la sua mente.
Ma la stanchezza, pian piano, ebbe il sopravvento.
Ma prima di essere travolta dal sonno, Melisendra udì dei passi.
Poi intravide una figura sbiadita che la fissava.
Sembrava Tyler.
Un attimo dopo si addormentò.
Il Gallo cantò presto.
Prima ancora che il nuvoloso ed inquieto cielo di Trafford Bridge si lasciasse schiarire dall’aurora.
Un profumo di latte caldo e pane appena sfornato destò Melisendra dal suo sonno.
Mary stava preparando un’ottima colazione.
Dal cortile provenivano i rumori dei ceppi spaccati dalla scure di Gerard.
“Buongiorno, milady.” Salutò Mary. “Tra un momento la colazione sarà pronta.” Apparecchiò alla meglio la tavola. “Ora chiamo anche mio marito… quel vostro servitore… quel giovane messere giunto con voi… è uscito presto stamani…”
Un attimo dopo Gerard rientrò in casa.
“Buongiorno, lady Melisendra.” Togliendosi il capello e mostrando un lieve inchino verso la ragazza.

Daniel
20-10-2011, 22.20.01
<<Dicci dov'è!>> dissi all'uomo
Mancavano poche ore allo scontro.. E se Lyo si fosse svegliato prima di allora sicuramente sarebbe uscito e sarebbe andato a morire.. Guardai con occhi terrorizzati l'uomo aspettando una risposta..

Altea
20-10-2011, 22.24.51
Ascoltai il racconto di Lady Kate, prima rabbrivvidii al solo pensiero che Lord Carrinton avesse perso cosi la sua donna amata, una storia veramente triste e misteriosa. "Ma come sarà morta la sua consorte?"pensai. Il sol pensiero di aver dormito in un posto così funesto tanto funereo mi fece per un attimo girare la testa.
"Lady Kate, non sapevo nulla di tutto ciò, solo che episodi strani accadevano in quella dimora, sentivo le voci e un canto di una donna, avvertivo la presenza di lei, perchè una notte vidi una sontuosa camera aperta e lì scoprii un dipinto di una dama meravigliosa. Allora doveva essere la sfortunata consorte di Lord Carrinton. Il regno di Animos? Non ne ho mai sentito parlarne, mi informerò su dei tomi." Mi alzai camminando nervosamente per la stanza pensierosa "Milord Carrinton, avrei dovuto chiedervi a voi la storia di quella donna, chissà quanto avete sofferto e ancora soffrite per queste pene d'amore. E io sono nulla in confronto!". Toccai l'amuleto che mi regalò e guardai la luna "Lady Kate, è possibile far recapitare al milord questo amuleto stasera stessa?" glielo mostrai addosso "me lo ha regalato lui, ma ora che so questa storia non voglio avere più a che fare con egli, mi sembra che mi abbia usata solo per dimenticare sua moglie e se teneva a me, mi avrebbe dovuto raccontare tutto".

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Guisgard
21-10-2011, 02.00.28
Sulla sala regnava un silenzio assoluto.
Il pubblico sembrava rapito da quella scena.
La bella Colombina sul suo balcone a sospirare per un misterioso amante avvolto dal manto della notte.
“La notte…” sussurrò lui nell’oscurità “… essa potrebbe essere l’unica amica, l’unica compagna, la sola alleata… essa cela il mio volto… e se esso non fosse quello che tu aspetti? Quello che tu immagini ed invochi? Se io non fossi lui, ma solo un altro tra i mille e più che sospirano per te, dolce Colombina? So che il mio cuore non teme paragoni con alcuno, perché nessuno potrebbe amarti come ti amo io… ma il mio volto… forse esso perderebbe quella contesa… allora resterò nelle tenebre, che fanno da schermo tra i sogni e le illusioni, tra le speranze e le paure, tra il mondo del bianco da quello del nero… resterò qui fino a quando non mi dirai che è solo me che vuoi, Colombina… fossi anche l’ultimo dei servi, come il primo dei re… dipende da te rendermi primo o ultimo, re o servitore…”
“Tocca a te, vai!” Disse ad un tratto Essien da dietro il sipario.
Un attimo dopo una sagoma apparve sul palcoscenico.
Bello come il Sole, meravigliosamente abbigliato e con lo sguardo verso quel balcone.
“Ecco, Colombina!” Disse così Renart appena giunto.
Si avvicinò al balcone e si arrampicò fino a raggiungere Colombina, dove ricevette il premio più ambito: il suo bacio.
Il pubblico allora saltò su applaudendo con entusiasmo.
E nel clamore generale, sotto il balcone di Colombina, un’ombra, resa opaca dalla bellezza di Renart, svanì nell’abbraccio della notte.
“Molto bene!” Esclamò Essien, appena calato il sipario. “Siete stati tutti molto bravi! Anche tu, Renart! E tu, Talia… sei sempre deliziosa!”
E mentre la compagnia si complimentava e festeggiava, Tafferuille si avviò, solitario, verso il retro di quel teatro improvvisato.

Chantal
21-10-2011, 02.24.29
"Aspettate,buon uomo."Implorò la ragazza alla guardia appena fu richiusa la porta di ferro della cella.
Questi appariva di giovanissima età,era,forse,un ragazzo di leva reclutato per infoltire qull'esercito di uomini assoldato ad istituire le milizie della Repubblica,poteva essere un suo coetaneo,magari uno studente ginestrino o,semplicemente un militante che ora prestava corpo alla Repubblica.
Aveva trascinato Chantal fino alle segrete senza pronunciare una sola parola,e neppure l'aveva guardata in volto quella ragazza che non appariva dissimile da una qualunque altra giovane coetanea di Animos,ed ora, voltata la chiave in quella serratura che rappresentava non solo la punizione corporale,bensì,la negazione dei diritti umani a nome di liberazione dai pregiudizi,le negava attenzione.
"Aspettate,vi prego."Ripetè portandosi col volto nella feritoia della porta.
Ma udì solo il rinserrare della chiave nella toppa di metallo.
E Chantal fu sola in quella prigionia ingiusta e mortificante.
Da una finestrella posta in alto,impossibile da raggiungere,scorgeva la luce infiltrarsi con flebili raggi declini di pallido sole autunnale,si portò sotto di essa perchè quei raggi le cadessero addosso come pioggia.
Tremava.
Come avrebbe desiderato che quella guardia le avesse prestato ascolto,avrebbe voluto domandargli in quali carceri era stato condotto padre Adam.Sicuramente avrebbe potuto fornirle la risposta e,magari rassicurarla sulle condizioni di suo zio.Ma non s'era voltata,non le aveva prestato ascolto,negandole pietà.
Pietà.
Potevano mai conoscere l'esercizio della pietà quegli uomini comandati da una creatura così spietatamente terribile quale s'era mostrata il procuratore?
Eppure,Chantal ci aveva provato,Aveva provato a invocare il soldato,e questi non le aveva usato compassione.
Sotto quei raggi che tangenzialmente penetravano nella stanza la ragazza tese le braccia,si liberò in un pianto ed invocò la Divina Misericordia,con le palme aperte cercava quella mano dal Cielo,ad accarezzarle il volto o i capelli,attraverso l'immagine della Vergine,Madre e Salvatrice di tutte le anime.
In realtà qull'improvviso scatto a proclamarsi pubblicamente discepolo di Cristo era stata una folgorazione che l'aveva rapita.
E,almeno,ora che si trovava agli arresti aveva certezza che la guardia repubblicana sarebbe rimasta lontana da casa sua.
Del resto,si trattava di una questione di tempo,poichè se anche le fosse stato permesso di lasciare il palazzo in libertà,era sempre imparentata ad un esponente del clero e,prima o poi,sarebbe stato emesso anche per lei un mandato di cattura che avrebbe condotto le guardie fino a casa sua per espletare le modaltà d'arresto.
E questo avrebbe esposto la sua residenza,con il segreto che custodiva, a sopralluoghi,costituendo una minaccia per la suora e quelle creature che suo zio tanto aveva preservato dai pericoli impartendo loro rifugio in quella cappella nascosta al mondo.
Quegli sguardi,quei corpicini deformi,la loro incredulità e anche gli accennati sorrisi,freschi della loro incoscienza e della loro innocenza sovvertirono ogni altro suo pensiero.
Persino la giovane sorella sembrava ancora invocare il suo nome ad echeggiare tra le affrescate mura di quel luogo mistico e rassicurante scoperto per volere di Dio.
"Zio.."sussurrò a se stessa,"come hai potuto celarmelo?"
Ed ora,quale sorte era stata loro riservata?
Invocò il Cielo affinchè quelle anime già tanto sofferte per natura fossero preservate dal sacrificio.
L'umidità della cella si posava sempre più inclemente sui vestiti,sui capelli,su quel viso sbiancato e sulle mani nude di inanimato pallore facedole avvertire freddo e riducendola ad una creatura tremante,inerme e fragile che iniziava a percepire intorpidimento dei sensi.Sotto quei flebili raggi,Chantal si riversò in ginocchio e si portò le mani al volto per tenere lontana la luce dagli occhi,una luce che feriva,poichè provava desiderio d'abbandono.
E nel guardarsi la mano spoglia del suo anello realizzò ancora una volta d'aver smarrito ogni bene a lei più caro.
Tra le lacrime che le alteravano i lineamenti del viso prese a singhiozzare,soffocando ogni emozione.
"Dio Misericordioso,non ho saputo liberare quegli angeli.Perdono."Fu l'ultimo pensiero che attraversò Chantal ripensando a qull'inatteso e sconcertante incontro con un volto della natura a lei ignoto,e ascoso nei corpicini di quei bambini.
Poi i brividi la scuotevano tutta da offuscare ogni pensiero,oltre a governare le sue carni.

Guisgard
21-10-2011, 03.19.22
Lady Kate fissò Altea, mentre questa ancora toccava quell’amuleto che aveva al collo.
“Baronessa…” disse “… lord Carrinton non è uomo da sentimenti tanto blandi o meschini. Io posso dire di conoscerlo bene. Egli non oserebbe mai ingannare qualcuno. E’ nobile il suo blasone come lo sono il suo animo ed il suo cuore. Egli amava molto sua moglie e dopo la morte di lei nessuno ha mai udito storie sentimentali sul suo conto. E, perdonatemi, lui sa bene che il ricordo di sua moglie resterà sempre conservato nel suo cuore.” Lady Kate guardò poi l’amuleto di Altea. “Se conosco bene lord Carrinton, dubito che accetterà indietro quell’amuleto. Però, se volete, darò ordine ad una mia servitrice di riportarlo a lord Carrinton.”
Suonò allora un campanellino ed un attimo dopo una servitrice comparve nella stanza.
“Oleine, ti recherai nella dimora di lord Carrinton per consegnargli una certa cosa.” Disse lady Kate, per poi voltarsi verso Altea. “Se siete proprio decisa, Oleine restituirà per voi quell’amuleto a lord Carrinton…”

Guisgard
21-10-2011, 03.28.06
Jalem fissò turbato Daniel.
“Ti ho già detto dove si trova in questo momento sir Guisgard.” Disse, vagamente infastidito dal tono di Daniel.
“Qui non otterremo nulla, Daniel!” Fece Marco a suo fratello. “Ormai manca poco all’ora fissata per il duello! Meglio raggiungere il luogo dove si terrà la contesa… sono certo che Lyo troverà il modo di arrivarci in tempo! E’ una testa calda, quello!”

Guisgard
21-10-2011, 03.47.03
Monsieur fissò stupito e turbato i due soldati paralizzati da chissà quale sortilegio.
Guardò poi Elisabeth, ma non disse nulla alla donna.
Raccolse allora in fretta le loro cose e legò al suo cavallo quelli dei due soldati.
Per un attimo poi si fermò di nuovo a fissare quei due uomini in balia di un freddo tanto innaturale, quanto opportuno.
“Li ucciderei volentieri…” mormorò “… spaccherei in un attimo le loro teste con una di queste pietre qua intorno… si, lo farei davvero… lo farei, ma temo di ritrovarmi poi posti di blocco e controlli ovunque lungo la via di Ostyen… si, solo per questo li lascio in vita… ma col desiderio che mai rinneghino i loro valori…” disse con un profondo odio “… così che il demonio possa far scempio, quando saranno al suo cospetto, delle loro anime…”
Quelle ultime parole erano contro ogni valore cristiano.
Come, del resto, lo era l’odio con cui le aveva pronunciate.
Fece allora un cenno ad Elisabeth ed entrambi montarono in sella ai loro cavalli, lasciando così quel posto.
Per un tratto di strada, Monsieur non disse nulla.
Poi, all’improvviso, cominciò a parlare ad Elisabeth:
“Non voglio sapere come siete riuscita a paralizzare quei due soldati… ma chi siete veramente voglio saperlo.” Si voltò verso di lei. “Chi siete, madame?”

Guisgard
21-10-2011, 03.52.21
Brianna aveva tentato di far sparire quella macchia, ma non ci era riuscita.
Ma proprio accanto a quella macchia si trovava quel misterioso biglietto, caduto un momento prima dal tavolo.
Era intriso del profumo di Theo.
Era dunque suo?
E perché era stato ripiegato con tanta cura?

Guisgard
21-10-2011, 03.58.03
“Vado io a prendere un po’ di cibo e di acqua per lei!” Disse Mercien a Cavaliere25. “Detesto restare troppo a lungo qui dentro! Almeno così prenderò un po’ d’aria!” E si allontanò.
Giselle allora, rimasta sola con Cavaliere25, raggiunse le sbarre e chiamò il giovane servitore dell’ambasciatore.
“Vi prego, aiutatemi!” Piangendo la donna. “Avete sentito cosa vogliono farmi? Non potete abbandonarmi a questa terribile sorte! Vogliono farmi violentare dall’ambasciatore! Voi non siete come loro e non potete lasciare che mi facciano una cosa tanto orribile! Vi prego, dovete aiutarmi!” Allungò la mano attraverso le sbarre e toccò quella di Cavaliere25. “Vi supplico… vi chiedo di aiutarmi…”

Guisgard
21-10-2011, 05.55.46
Gaynor fissava quel misterioso uomo, mentre il suo corpo nudo era avvolto tra le preziose sete di quel letto.
L’uomo si avvicinò ed offrì uno di quei calici alla donna.
“Assaporate questo elisir, milady…” disse con voce bassa e calda “… è la panacea per ogni tristezza e dolore…”
Si sedette allora su uno sfarzoso seggio posto proprio davanti al letto e restò a fissarla per qualche istante.
All’improvviso si udì un intenso e formidabile scroscio d’acqua abbattersi su quel luogo.
“Anche il tempo sembra inquieto, milady…” mormorò l’uomo con la maschera “… pioggia, tuoni, fulmini e vento…” sorrise “… ma qui, non temete, siete al sicuro…” sorseggiò dal suo calice, per poi alzarsi ed avvicinarsi alla donna “… perdonate, ma sono stato costretto a togliervi i vestiti…” sussurrò, coprendo con quelle sete la bellissima gamba della ginestrina che si vedeva dalle lenzuola “… ma vi assicuro che nessuno dei miei servitori ha potuto vedervi senza di essi… non l’avrei permesso…” finì, con un ultimo sorso, l’elisir nel suo calice “… ho dovuto, milady… sapevo che nascondevate qualcosa… qualcosa di molto prezioso…” e mostrò la lettera che Gaynor, per ordine di Missan, doveva portare a De Jeon.
Il misterioso uomo mascherato allora si sedette ed aprì con calma quella missiva.
Lesse velocemente e subito i suoi occhi, da quell’azzurro vivissimo, divennero fiammeggianti.
Si alzò allora di scatto e fissò la donna.
“Milady, avrò l’onore di ospitarvi qui, nel mio eremo…” disse “… i miei servitori si occuperanno di ogni vostro bisogno fino al mio ritorno…” mostrò un lieve inchino ed uscì dalla stanza, lasciando Gaynor sola in quel fiabesco luogo a metà tra sogno e illusione.
Raggiunse poi alcuni dei suoi uomini, posti a guardia di quel luogo.
“Cosa accade, capo?”
“Devo tornare subito a Camelot…” rispose l’uomo mascherato “… non c’è molto tempo… alcuni di voi verranno con me, gli altri sorveglieranno la prigioniera.”
“Si, capo.”
“Mi raccomando…” fissandoli “… deve essere trattata con ogni riguardo…”
Quegli uomini annuirono.
“Ora presto, preparate tutto ciò che mi occorre per il prossimo travestimento!” Ordinò ai suoi, mentre si sfilava dal volto la sua maschera.
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Altea
21-10-2011, 09.46.53
Annuii con la testa "Ne sono convinta Lady Kate. E poi vorrei precisare che tra me e il milord non vi è alcuna storia in corso. Ci lega, anzi ci legava solo una profonda amicizia."
Consegnai l'amuleto a Oleine "Voglio che lo consegnate nelle stesse mani del milord, ditegli che è da parte della Contessa Altea" "Così ora sarò per voi milord" pensai in modo da fargli capire che non desideravo più nessun contatto con lui, anche se mentivo a me stessa.
"Lady Kate, ora vorrei andare nelle mie stanze, avete dei tomi su questo regno di Animos?vorrei informarmi meglio."

elisabeth
21-10-2011, 10.20.55
Monsieur sembrava veramente nervoso, lo capivo, i due uomini e quel vento di cui non ne capiva la provenienza, forse ero stata avventata, l'uomo comprendeva solo cio' che vedeva, la parte essoterica della vita , ma c'era qualcosa che doveva osservare con piu' accuratezza....la parte esoterica dello stesso mondo........facemmo un buon tratto di strada dove i miei pensieri cercavano fondamento in quello che mi stava accadendo.....se solo avessi potuto sentire il mio Maestro, perche' mi aveva mandato via con quella scusa....perche' tale essa sembrava....quando Monsieur riprese a parlare e a quanto pareva era intenzionato a sapere qualcosa di piu' sulla mia vita ".....Avete cambiato idea per un po' di vento Monsieur..?....quando mi avete incontrata mi avete chiesto l'assoluto riserbo sulle nostre identita', sono rimasta fedele al patto.....anzi, voi sapete da dove provengo, sapete che non ho piu' una famiglia e sapete che vivo in una comunita'.......e per essere corretti conoscete anche il mio nome.....e io invede di voi cosa conosco.....nulla, solo che avete salvato la vita ad un uomo che vi chiama Fratello e vi vuol bene veramente, so che mi avete protetta, a quanto pare a me puo' bastare e a voi no. Il problema di molti uomini e' che si fermano all'apparenza, ma se fossero piu' attenti si accorgerebbero di come la vita funzioni in maniera piu' semplice di come cerchino di intenderla. Cerchiamo di dormire la notte pregando che i sogni popolino il nostro sonno......simuliamo la morte Monsieur....l'intorpidimento delle nostre membra, il rallentamento del nostro respiro......ecco che la nostra anima si libera dal corpo...e ritorna a casa....questo e' il sogno Monsieur....arteficio di un'altra porta che riusciamo ad aprire.......noi siamo ciclici......cosi' come lo e' la natura........Pensate che siamo migliori solo perche' essere pensanti ?.....Quanto ci sbagliamo, noi siamo solo il completamento di tutto l'universo....il punto e' che la natura lo sa...e continua nel suo cammino, l'uomo ogni tanto si perde, nella sua sete di conoscenza e allora, nasce l'odio..la sete di potere, Amare per avere poi una scusa per uccidere..........Ecco chi sono Monsieur.......sono il mio passato il mio presente e il mio futuro.........Questa e' Elisabeth......ricordate che in un tempo in cui le popolazioni vivevano spostandosi nelle vasti terre...le donne erano le depositarie di tutta la conoscenza......poi l'uomo ha cominciato a seminare....a costruire case e chiese.....e li' ha cercato di soffocare la donna..........ma anche questa e' una falsita' che l'uomo si e' costruito intorno.........Io ho chiesto aiuto al vento......il ritmo del mio cuore si e' unito ad esso.......non ho avuto bisogno di uccidere......ho solo fermato le loro intenzioni...forse ho solo rallentato cio' che comunque potra' accadere...ma piu' avanti......ho chiesto Tempo al tempo..........."...........Basta con le parole..........esse ora aleggiavano intorno a Monsieur.........poteva comprenderle...accettarle perche potessimo arrivare a destinazione..ed infine perche' no....poteva denunciarmi....l'inquisizione lo avrebbe ringraziato profumatamente

Rodolfo
21-10-2011, 12.00.49
" All'improvviso lo avvolse una luce dal cielo e,cadendo a terra, udì una voce che gli diceva: << Saulo, Saulo, perchè mi perseguiti?>>. Rispose: <<Chi sei, o Signore ?>>. Ed egli: << Io sono Gesù, che tu perseguiti! Ma tu alzati ed entra nella città e ti sarà detto che devi fare>>."

Meditava su questi sacri versi,assorto nei suoi pensieri,preoccupato dalle angoscianti notizie che in quegli ultimi mesi erano giunte a Roma dalle lontane terre della bassa Normandia,dall'antico Principato di Animos.

Rodolfo,devoto e fedele cavaliere della Santa Sede, nel suo lungo e periglioso cavalcare, tra fitti boschi e lande desolate,interrotte di tanto in tanto da minuti pascoli, campi arati ed isolati casolari,in cui poteva trovare locande dove cercare ristoro e rifugio per il suo inseparabile andaluso,nelle fredde notti autunnali del nord, non riusciva fare a meno di porsi più volte,stupito e contrariato, il quesito: " Come può l'uomo sostituirsi a Dio e porsi al di sopra dei suoi simili fino a decretarne, a suo esclusivo arbitrio, la vita o la morte ? Non è forse questa la peggior empietà e la più arrogante superbia?"

Solcato lo stretto lembo di mare che separa Calais dalle bianche scogliere di Dover, dopo altri,pochi giorni di viaggio, senza incontare particolari imprevisti, in una giornata di fine ottobre, rallegrata da
un vivido sole, mentre le nuvole sembravano concedere una breve tregua, giunse davanti all'imponente cancellata,in pietra e ferro battuto, che si apriva sul giardino di siepi e aiuole,faggi e tigli, impreziosito da marmoree statue classicheggianti di dee ed eroi,estendendosi a perdita d'occhio,che precedeva il maestoso Belvedere di Lord Tudor.

Presentate le sue credenziali agli uomini di guardia davanti al cancello, concessogli di varcare la soglia, al piccolo trotto percorse il sentiero ghiaiato,circondato dai caldi colori delle foglie avvizzite e accarezzato dai variegati profumi degli arbusti e delle piante che riempivano il giardino,
fino a giungere davanti all'ingresso del palazzo, dove, smontato da cavallo, ne consegnò le redini ad un palafreniere che gli si era fatto incontro, per poi presentarsi al maggiordomo, uscito ad accoglierlo,che lo accompagnò all'interno,tra sale lussuose e lunghi corridoi istoriati da quadri,arazzi e cimeli, fino a raggiungere la lignea porta oltre la quale avrebbe incontrato Lord Tudor in persona.

Il maggiordomo,poggiando la mano sulla maniglia di quella porta, gli chiese la grazia di fermarsi e attendere il suo ritorno. Nell'attesa, estrasse,da sotto il bruno mantello di pelle, aperta la bisaccia che portava a tracolla, una lettera sigillata su cui soffermò per un attimo lo sguardo.

Dopo qualche minuto la porta tornò ad aprirsi, il maggiordomo lo chiamò e gli fece cenno di avanzare ed entrare nella stanza. Prontamente seguì l'invito e, varcata la soglia, si trovò di fronte ad un signore elegantemente vestito, dall'aspetto altero, che, seduto su una comoda poltrona rivestita di purpureo velluto,dietro un'ampia scrivania, cosparsa di pergamene e raffinate suppellettili, lo stava attendendo, con uno sgardo fiero e deciso.

Rodolfo lo riverì con un profondo inchino e salutò secondo il costume dell'Urbe " Ave vobis, Lord Tudor ". Rialzatosi, si avvicinò alla scrivania e gli porse la lettera che recava con sè in mano: " Vi consegno questa lettera, vergata e sigillata da Sua Eminenza il Cardinale Ulivieri. In essa troverete scritto il motivo della mia presenza qui a Camelot" .

Attese quindi, in silenzio, che il gentiluomo ne avesse terminata la lettura e appreso quanto vi era stato scritto.

Daniel
21-10-2011, 15.56.49
<<Non hai capito forse? Non deve combattere!>> Ero irritato.. Andai nelle scuderie e presi un cavalo.. Al galoppo raggiunsi il capanno dove si trovava Lyo.. Scesi da cavallo e vidi Lyo che usciva.. MI nascosi dietro un'albero con un bastone in mano.. Aspettai il momento giusto e lo colpi di nuovo dietro la nuca.. Lyo cadde svenuto per la seconda volta..
<<Speriamo di non averti ucciso..>>
Lo caricai sul cavallo e raggiunsi la dimora di Lady Kate.. La guardia non mi faceva entrare e allora le dissi:
<<Vi prego chiamate Lady Altea.. è urgente!>>
Vidi una guardia entrare nel palazzo..

Altea
21-10-2011, 17.15.23
Mi stavo rilassando, sdraiata sul letto e guardando il soffitto mi appariva il bel volto di Lord Carrinton quando sentii bussare alla porta.
"Avanti" dissi alzandomi subito dal letto pensando fosse Oleine di ritorno dalla dimora del milord, quando vidi entrare una imbarazzata guardia che balbettando mi informò che uno scudiero chiedeva di me, con un cavaliere riverso sopra il suo cavallo.
Ebbi la strana sensazione che si trattasse del ragazzo che mi aveva accompagnata fino al palazzo di Lady Kate e chiesi alla guardia di portarmi da loro. Quando arrivammo al cancello i miei dubbi diventarono certezze e guardai di nuovo stupita Lyo riverso sul cavallo "I miei saluti scudiero, ma che succede? Non ditemi che è avvenuto il duello e Lyo è stato ferito".

Daniel
21-10-2011, 20.20.38
<<Milady.. Non sto che sto facendo.. Ho fermato Lyo per evitare di farlo scontrare ma non so dove metterlo mi aiutate?>>

Altea
21-10-2011, 20.27.23
"Messere, ma perchè è ancora svenuto? Mi spiace ma non posso esservi di aiuto, in questo modo mettere in guai Lady Kate. Però vi do un consiglio, so che egli è caro amico di un cavaliere di Lord Tudor, mi sembra si chiami Arthos. Recatevi da lui e raccontategli tutto, egli saprà il da farsi".

Daniel
21-10-2011, 20.39.28
<<Mi accompagnereste? Vi prego sono davvero nei guai..>> Avevo uno sguardo perso.. Lady Altea era la mia ultima speranza..

Altea
21-10-2011, 20.46.10
Per un attimo esitai, poi pensai non potevo negare un favore a colui che mi aveva portato qui e cambiato la vita.
Dissi alla guardia di andare a prendere Darkmoon e poco dopo arrivò col nero stallone.
"Ora possiamo andare...ma sappiate che lo faccio solo per il favore che mi avete fatto e per salvare la vita a Lyo".

Daniel
21-10-2011, 20.48.44
<<Dopo di voi milady non ho idea di dove si trovi questo Arthos.. Lo scontro dovrebbe essere già iniziato da un pezzo.. Lyo si sta per svegliare.. Quindi facciamo in fretta..>>
Ero tesissimo

Altea
21-10-2011, 21.00.06
Fissai lo scudiero "Mi dovete scortare voi messere, si trova presso il Belvedere, è un cavaliere di Lord Tudor, e comunque sarebbe meglio per tutti che questo duello non avvenisse. Una buona stretta di mano? sarebbe la soluzione migliore, non credete?"

Daniel
21-10-2011, 22.08.50
<< E secondo voi Lord Tudor lo farà? Quelli lì hanno una mentalità chiusa devono sempre fare gli esagerati!>> dissi con tono stizzito <<Non li capisco perchè se fai un errore devi pagare col sangue? Che senso ha' Non impari nemmeno la lezione perchè muori! Comunque andiamo da Arthos>> Al galoppo arrivammo fino al Belvedere.. Ci avviammo alla caserma dei cavalieri dove chiesi a un giovane..
<<Scusa sai dov'è Sir Arthos?>>

cavaliere25
21-10-2011, 22.08.56
presi la mano della donna e dissi cosa posso fare guardando la donna io non sono nessuno continuai a dire non ho nessun diritto di parola sul ambasciatore mi dispiace signora non so come protrei aiutarvi e feci un passo indietro dalle sbarre

Altea
21-10-2011, 22.17.17
Ascoltai le parole del giovane scudiero "Non so se il milord si accontenti di una semplice stretta di mano, ormai egli è diventato un mistero anche per me. Forse se gli parlassi....ma non ne ho intenzione."
Seguii il ragazzo in silenzio, pensierosa, sperando che Arthos potesse risolvere la situazione, ma certo per un cavaliere non era onore non presentarsi a un duello.

Lady Gaynor
21-10-2011, 22.44.25
“Milady, avrò l’onore di ospitarvi qui, nel mio eremo…” disse “… i miei servitori si occuperanno di ogni vostro bisogno fino al mio ritorno…” mostrò un lieve inchino ed uscì dalla stanza, lasciando Gaynor sola in quel fiabesco luogo a metà tra sogno e illusione.

Gaynor versava in uno stato di intorpidimento mentale. Non si capacitava di ciò che le succedeva intorno, tutto le sembrava irreale, persino il suo stato d'animo, il suo strano silenzio di fronte a quell'uomo. Un altro improvviso scroscio d'acqua la distolse dal suo torpore e lei si impose a quel punto di pensare. Chi poteva mai essere quell'uomo mascherato? Assurdamente aveva qualcosa di famliare, ma non riusciva a focalizzare cosa. La sua mente corse al momento in cui lui aveva preso la lettera di De Jeon e ricordò l'odio e l'ostilità che gli aveva letto nello sguardo. Che fosse un membro del Giglio Verde? Questo pensiero improvviso la rianimò, se così fosse stato sarebbe bastato parlargli e fargli capire che poteva fidarsi di lei, che lei stessa era giunta alla conclusione che quella carneficina andava fermata... potevano collaborare, perchè no?
Con uno scatto si alzò dal letto, tenendosi il lenzuolo stretto intorno al corpo, e si avvicinò ad uno dei servitori.
"Presto, richiama il tuo capo, ho qualcosa di molto importante da dirgli, qualcosa che riguarda De Jeon e la Repubblica di Magnus. Su, vai, convincilo a tornare qui e gli garantisco che non se ne pentirà."

Melisendra
22-10-2011, 01.49.43
Una volta appreso con disappunto che Tyler era andato via senza dire nulla, mi apprestai a fare colazione.
Mi ero rivestita alla meglio con l'abito da viaggio. Non avevo portato altri vestiti con me, tranne alcuni capi di biancheria. Mi affrettai a legare i capelli in una treccia composta e terminai un boccone di pane e confettura.
"Madame..." non sapevo con che titolo rivolgermi a Mary. "Dovreste aiutarmi a compiere un piccolo inventario del contenuto del castello... insomma, immagino che qualche bene appartenuto a mia madre sia rimasto..." esitai "avrò bisogno di vesti per i giorni a venire... dal momento che non ho portato nulla con me da Animos." Mi sistemai una manica. "Certo qualcosa potremo rimediare negli armadi..." Sperai. "Inoltre, Monsieur, sono molto interessata di vedere i libri dei conti e la biblioteca... potremmo iniziare con una visita del castello?" Mi spolverai le vesti e mi alzai da tavola.

Guisgard
22-10-2011, 02.19.50
Gerard annuì alle parole di Melisendra.
“Vi mostrerò io il castello, milady.” Disse il guardiano alla ragazza.
Le mostrò così tutto il pianterreno e buona parte del secondo piano.
Infine visitarono la biblioteca, nella quale trovarono diversi registri, documenti ed atti riguardanti l’amministrazione del castello.
Nel frattempo Mary aveva raccolto alcuni abiti appartenuti alla madre di Melisendra.
Non erano moltissimi e neanche dei più preziosi e raffinati, essendo scampati ai furti dei vari servitori del castello, ma abbastanza per dare un minimo di varietà al guardaroba della dama francese.
Poi, all’improvviso, qualcuno si presentò al castello.
Un attimo dopo Gerard condusse una ragazza da Melisendra.
“Salute a voi, milady.” Disse la ragazza. “Forse voi non rammentate il mio volto, ma sono Ines, una delle governanti al servizio di lord Tudor al Belvedere. Ebbene, sua signoria, soddisfatto del mio lavoro durante il vostro soggiorno nel suo palazzo, ha deciso di inviarmi presso di voi. Questa è la lettera scritta di suo pugno, nella quale mi raccomanda al vostro servizio, milady.” E consegnò a Melisendra la lettera.

Guisgard
22-10-2011, 02.44.35
Lyo si svegliò di colpo.
Inizialmente intontito, non comprese subito la situazione.
Poi, pian piano, realizzò l’accaduto.
“Il duello…” mormorò “… devo andare a quel duello…” fissò allora Daniel e Marco “… il duello… devo andarci…”
“Lyo, ti prego…” preoccupato Marco.
Ad un tratto giunsero alcuni cavalieri.
“Sir Lyo!” Esclamò uno di loro. “Sapevamo di trovarvi qui!”
“Chi siete voi?” Domandò Lyo ai nuovi arrivati.
“Ci manda lord Carrinton.” Rispose il cavaliere. “Vi sta attendendo per il duello. Non è onorevole farlo attendere… o forse avete paura di affrontarlo?”
“Sono pronto.” Fissandoli Lyo. “Portatemi sul luogo del duello, dove affronterò il vostro padrone come stabilito.” Si voltò poi verso Daniel e Marco. “Voi, se avete intenzione di opporvi ancora a questo duello, restate pure qui… ho bisogno di padrini, non di chi mette in pericolo il mio onore.”
“Non possiamo lasciarlo andare da solo!” Fece Marco guardando Daniel.
“Vi porterò con me solo se accetterete di farmi da padrini a quel duello.” Disse Lyo. “Altrimenti restate pure qui.” Si strappò allora la benda dall’occhio, nonostante le raccomandazioni del medico. “Avviamoci, dunque.” Fissando i cavalieri di lord Carrinton.
Si voltò un’ultima volta, per lanciare uno sguardo, di vivo disprezzo, verso Altea.
Un attimo dopo, lui e quei cavalieri, erano già sulla strada per il Monastero dei Tre Arcangeli.

Guisgard
22-10-2011, 03.14.25
Rodolfo era giunto da Roma a Camelot.
Si presentò al Belvedere da lord Tudor, al quale consegnò una lettera da parte del cardinale Ulivieri.
Il duca lesse attentamente quella lettera:

“Mio signore ed amico, in questi tempi di empia Fede ed ingiustizie trionfanti, le voci giunte a Roma su quanto accaduto nel Regno di Animos, oggi Repubblica di Magnus, hanno scosso l’animo di sua Santità e addolorato il suo cuore.
Molti figli della Fede sono caduti, vittime della rivoluzione o condannati da tribunali incapaci di riconoscere le norme del diritto e quelle della natura.
Se ai nobili, nonostante confische ed umiliazioni, è stato possibile scegliere tra l’esilio e la morte, lo stesso atteggiamento non è stato tenuto verso i membri del Clero, i quali, con il più alto disprezzo verso le loro tuniche ed il loro ministero, sono stati messi a morte come bestie.
Noi ignoriamo, come tutte le altre potenze Cattoliche d’Europa, cosa stia ora accadendo a Magnus.
Non sappiamo quanti membri della nostra Chiesa sono morti e quanti ancora in vita.
Il governo che regge la Repubblica di Magnus, quello dei Ginestrini, sembra animato da un odio primordiale ed assoluto verso la Cristianità e qualsiasi altra forma di religiosità.
Convinti che il Pastore non può abbandonare il proprio gregge, sua Santità vuole conoscere tutto ciò che è possibile sapere su questi eventi.
Vi inviamo dunque sir Rodolfo, membro del nobile ordine dei Cavalieri dello Scudo Cruciforme, con l’incarico di indagare sulla vera natura degli uomini chiamati Ginestrini.
Confidiamo nel vostro aiuto e nel vostro sostegno, lord Tudor.”

La lettera recava la firma del cardinale Ulivieri.
Lord Tudor fissò allora Rodolfo.
“Messere, Camelot ed il suo re sono i primi servitori di Nostro Signore Gesù Cristo e della Sua santa Chiesa.” Disse lord Tudor. “Vi offriremo dunque tutto il nostro sostegno per questa vostra delicata missione. Sappiate però che abbiamo di fronte gente scaltra, senza scrupoli pur di raggiungere i propri scopi. Qui a Camelot è giunto l’ambasciatore della Repubblica di Magnus… il suo nome è Missan… e lui, sul suolo di Gran Bretagna, rappresenta non solo il suo governo, ma anche l’intero partito dei Ginestrini.”

Melisendra
22-10-2011, 03.46.52
Presi la lettera dalle mani di quella donna e la lessi.
Il suo volto non mi era nuovo.
La scrutai e vici una ragazza solare e dal sorriso aperto. Se la raccomandava Lord Tudor, mi dissi, non c'era niente di cui preoccuparsi, certamente sarebbe stata un valido aiuto.
"Siete la benvenuta, Ines... il vostro arrivo è provvidenziale, poichè ci sono molti cambiamenti da apportare a questo luogo..." le mura spoglie di quei saloni mi mettevano ancora a disagio. L'austerità di quelle pareti coperte solo da pochi ritratti di persone a me sconosciute era insopportabile se confrontata con i ricchi arazzi che ornavano le sale di Beauchamps. "Venite..." mi diressi nelle cucine, il cui ambiente rustico era pulito e gradevole. "Al momento non facciamo caso alle formalità... riposate e poi vi accorderete con Mary sulle vostre mansioni..." le indicai una panca e versai sia a me che a lei dell'acqua fresca.
"Ci vedremo dopo... se mi cercate sono nella biblioteca a consultare i registri..." presi lo scialle di lana. "Ah, forse sarà il caso di riscaldare lo studio... portate un braciere, Gerard..."
Una volta nello studio, dopo essermi indaffarata a trasportare registri polverosi e consunti, mi accomodai su un'imponente sedia e iniziai a sfogliare i documenti, confrontando tra loro numeri e nomi. Le mie mani accarezzavano le pagine e poi si posavano sugli intagli dei braccioli. Chissà quante generazioni si erano sedute su quell'opera d'arte consumata dal tempo. Mi guardai intorno. Libri, mappe, pergamene... nessuno era andato a frugare tra di esse e non sembrava mancare nulla.
Mi dolevano gli occhi. Non ero abituata a leggere tanto e a concentrarmi in quel modo, strizzando gli occhi per leggere meglio la cattiva grafia dei precedenti amministratori.
Posai un momento il capo sulla pila di registri. Per un momento solo, mi dissi. Una vertigine mi colse all'improvviso nel dormiveglia e un rumore mi scosse all'improvviso. Alzai il capo e vidi che qualcuno aveva posato delle candele sul tavolo e fuori era ormai il tramonto. Mi massaggiai le tempie, frastornata.

Guisgard
22-10-2011, 03.49.07
Monsieur ascoltò con attenzione ogni parola di Elisabeth.
“Quando ho visto quei due soldati paralizzarsi sotto l’alito di quel vento” disse “mi è sembrato quasi di sognare… non è la prima volta che vi vedo dire o fare cose apparentemente assurde… almeno per me, intendo… all’inizio, devo confessarvi, vi ho anche creduta pazza… poi, pian piano, ho quasi imparato a convivere con questa vostra sensibilità… ma la scena dei due soldati… beh, quella va oltre ogni ragionevole dubbio…” la fissò per un istante “… però avete ragione voi… perdonatemi se sono venuto meno al nostro patto… prometto che non chiederò più nulla di voi…”
Ad un tratto il vento si alzò ed il cielo si addensò di alte e spesse nuvole.
Bagliori lontani e boati che echeggiavano tutt’intorno annunciavano un’imminente tempesta.
“Meglio affrettarci, madame.” Disse Monsieur. “Una tempesta in piena notte, mentre si attraversa questo bosco, non è proprio il massimo.”
Galopparono allora più speditamente, fino a quando dal buio e dalla pioggia che cadeva fitta emerse una sagoma lontana.
Era un vecchia casa che sorgeva nel bel mezzo di quel bosco.
“Il Cielo è benigno stanotte.” Indicando quella casa Monsieur.
I due allora la raggiunsero e lui bussò con vigore alla porta di quella dimora.
“Chi è che disturba il mio riposo?” Gridò qualcuno dall’interno.
“Siamo viaggiatori.” Rispose Monsieur. “Il tempo è inclemente… vi prego, ospitateci per la notte.”
“Non c’è posto qui per voi!” Urlò la voce dall’interno. “Andate via e che la fortuna vi assista!”
“Lo farei, credetemi…” insistette Monsieur “… ma viaggio con una donna e non posso condurla sotto un simile tempo.” Mentre la pioggia gli bagnava il volto.
“Non è affar mio!” Fece quella voce. “Continuate il vostro cammino e non seccatemi oltre!”

Guisgard
22-10-2011, 03.59.22
Melisendra si destò da quel sonno e vide le candele poste sul tavolo.
“Ah, ben svegliata, milady!” Disse Ines sorridendo, mentre entrava con un vassoio. “Vi ho portato una tisana calda. Bevetela ora, prima che si freddi… vi farà sentire meglio…” posando la tazza proprio davanti a lei “… Mary mi ha pregato di dirvi che la cena sarà servita fra breve… vi occorre altro, milady?”
In quel momento cominciò a piovere.
Dalla finestra della biblioteca si poteva ammirare un cielo tormentato da nuvole scurissime, squarciate da bagliori che illuminavano a giorno le scogliere circostanti.
“Cosa ci fai tu qui?” Chiese improvvisamente una voce. “Quando sei arrivata?”
Ines si voltò di scatto verso la porta.
C’era Tyler che la fissava con uno sguardo cupo.
“Dite… dite a me, messere?” Balbettando lei. “Mi… mi avete quasi spaventata…”

Melisendra
22-10-2011, 04.20.15
"Tyler!" Gridai, spaventata a mia volta dalla sua improvvisa apparizione. "Dove eri sparito? E' tutto oggi che non ti vedo..." Mi frenai dall'esprimere la mia preoccupazione.
"Lei? Lei... bè, è arrivata con una lettera firmata da Lord Tudor... poche ore fa." MI sgranchii le gambe e mi avvicinai alla finestra. Il temporale sembrava furioso. Mi sentii rinvigorire nell'aria che odorava di pioggia e salsedine.
Mi avvicinai alla tisana e la presi tra le mani.
Poi mi bloccai nel preciso momento in cui stavo per accostarla alla bocca.
"Perdonate, Ines... ma devo essere prudente..." le porsi la tisana "Sono sicura che non vi offenderete se vi chiedo di assaggiare un sorso della tisana che mi avete portato... e se vi offendo... bè, capirete che le circostanze mi hanno imposto simili scrupoli."

Guisgard
22-10-2011, 04.36.25
Ines fissò turbata ed un po’ confusa prima Tyler, poi Melisendra.
“Non comprendo, milady…” mormorò “… però non ho alcun problema ad assaggiare la vostra tisana…” ne sorseggiò così un po’ “… ottima… davvero ottima… ecco a voi…” restituendo la tazza a Melisendra.
“Si, rammento il tuo volto…” avvicinandosi Tyler alle due ragazze “… eri al servizio del duca a Camelot... dov’è la lettera di presentazione?”
“Oh… non saprei…” fissandolo Ines “… forse è in mano al custode, o forse in quella di sua moglie… o magari, non so, è finita nel camino e sul braciere… però lady Melisendra ha potuto leggerla…”
La ragazza allora mostrò un lieve inchino a Melisendra ed un sorriso, un po’ malizioso, a Tyler ed uscì poi dalla biblioteca.
“Dovresti essere più attenta…” disse Tyler a Melisendra “… non puoi concedere la tua fiducia a chiunque bussi alla tua porta…”

Guisgard
22-10-2011, 04.49.33
“Voi invece potete!” Disse Giselle a Cavaliere25. “Il luogo dove avete preso questa Bibbia, lo ricordate? Forse lì si trova il misterioso autore di questo biglietto!” Indicando il biglietto trovato fra le pagine della Bibbia. “Dovete tornare in quella chiesa e cercarlo! Vi supplico, non abbandonatemi!” Piangendo lei.

Melisendra
22-10-2011, 04.51.23
Inarcai un sopracciglio, mentre bevevo la tisana senza preoccuparmi di scottarmi. Il calore si diffuse in tutto il corpo. Sentii le guance nuovamente tiepide e colorite.
"Bè, per adesso non ho ragione di temere il peggio... Missan ha chiaramente fatto intendere che gli servo viva." Posai la tazza e misi a posto un paio di registri. "Dove sei stato? Quando mi sono svegliata eri già uscito..." Posai una nuova pila di documenti da leggere sulla scrivania e cercai di non lasciargli intuire che avevo temuto che se ne fosse andato.
Sospirai mentre passavo in rassegna vecchi alberi genealogici e alcune raccolte di corrispondenza privata. Non mi erano di alcun aiuto, quindi rimisi tutto in ordine e mi voltai verso Tyler.

Guisgard
22-10-2011, 05.03.53
Tyler osservò Melisendra bere prima la sua tisana, poi sistemare i documenti che aveva letto.
“Avevo bisogno d’aria.” Disse alla ragazza. “Di passeggiare sulle scogliere e di vedere il mare. E poi volevo conoscere un po’ questo luogo… fino al borgo dei marinai… rendermi conto della gente che vi abitava… ho chiesto un po’ in giro riguardo a questo castello… e sembra che non goda di una fama poi tanto allegra…” camminò un po’ nella stanza, gettando uno sguardo, di tanto in tanto, su qualcuno dei libri conservati “… forse stasera ritornerò di nuovo al borgo… vuoi venire con me? Magari ti interessa conoscere la gente che abita le tue terre… e non temere…” accennando un sorriso sarcastico “… non ti terrò per mano lungo la strada…”

Melisendra
22-10-2011, 05.20.48
"Vorrei che riuscissi a non lanciare simili frecciate..." mormorai stancamente, finendo di sistemare i fogli.
"Verrò volentieri... immagino sia mio dovere iniziare a conoscere questa terra e le persone che vi abitano..." mi spolverai i vestiti dalla polvere. Avrei dovuto chiedere a Mary di arieggiare la biblioteca l'indomani e di togliere un po' la polvere che ricopriva certi scaffali. Avevo passato il pomeriggio a tossire, mentre frugavo tra i ripiani.
"A cosa ti riferisci? Di che fama parli?"
Uscimmo dalla biblioteca.

Guisgard
22-10-2011, 05.31.23
“Volevo solo metterti a tuo agio” disse Tyler a Melisendra “e magari tranquillizzarti sulle mie intenzioni.” Lasciarono così la biblioteca.
“La gente al borgo” continuò “non vede di buon occhio questo castello... pare che lo ritengano maledetto... una maledizione che, secondo le loro credenze, è stata poi la causa della rovina della tua famiglia… tua madre non ha mai accennato ad una qualche leggenda legata a questo maniero? Io ho cercato di saperne di più, ma la gente di mare è spesso troppo legata alle superstizioni e difficilmente si apre con gli estranei…” si voltò di nuovo con quel suo ironico sorriso “… però, chissà, potresti provare tu a chiedere di questa cosa… del resto l’estraneo qui sono io… tu invece sei la loro signora e la padrona della terra su cui vivono…”

Guisgard
22-10-2011, 05.51.44
L’umidità della cella procurava a Chantal brividi su tutto il corpo.
O forse era la paura a causarli?
Poi quella paura, unita alla stanchezza, la spinse a chiudere gli occhi.

Il Sole irradiava il cortile della scuola.
Studenti delle classi superiori passeggiavano in quel luogo, andando avanti e indietro, tra capitoli ripetuti ad alta voce, libri sfogliati in silenzio e chiacchierate spensierate in quel mattino di Primavera.
“Aspettami qui, Chantal.” Disse Padre Adam alla bambina.
Sorrise e la lasciò sopra una panca di quel cortile.
“Consegno alcuni libri al priore” continuò il chierico “e poi andiamo a casa. Non ci metterò molto. Fa la brava, mi raccomando.”
Dopo un po’, Chantal sentì delle giovani voci a pochi passi da lei.
Sotto un arco alcuni giovanissimi studenti parlavano ad alta voce.
“Eh, la fai facile tu!” Disse uno di loro. “Sei nobilissimo e sicuramente tuo zio ti avrà fatto frequentare chissà quale grande maestro dell’arte della spada!”
“Si, è vero!” Gli fece eco un altro. “Dai, ammettilo!”
Lo studente a cui i primi due parlavano era girato di spalle e Chantal non poteva vederlo in volto.
“Però eravate tutti entusiasti quando ho dato quella lezione a Pierre Loren!” Disse lo studente che dava le spalle a Chantal. “Quello sbruffone non si permetterà più di recarci offese solo perché siamo inglesi!”
“Ma noi siamo tutti con te!” Esclamò un altro di quegli studenti. “Però ammettilo... sai usare la spada così bene solo perché hai avuto un grande maestro!”
“Si, è vero.” Annuì lo studente voltato di spalle. “Ho avuto il miglior spadaccino del mondo come maestro.” E mentre parlava fendeva l’aria con un ramo secco.
“Quale spadaccino?”
“Mi spiace…” fissandoli lo studente che dava le spalle a Chantal “... ho giurato di non rivelare mai a nessuno il suo nome.”
“Beh, almeno puoi darci qualche lezione?” Domandò uno di loro.
“E perché mai?” Ridendo lo studente che Chantal non poteva vedere. “Ci sono io a proteggervi, no? Ma forse, se sarete buoni, un giorno vi insegnerò un paio di colpi infallibili!”
“Il solito modesto!”
E tutti loro risero come solo una compagnia di veri amici sa fare.
“Andiamo, Chantal…” fece padre Adam “… scusami se ti ho lasciata sola… vieni, torniamo a casa.”

Un rumore di passi svegliò la ragazza da quel sogno misto ad un ricordo.
Un attimo dopo due guardie si presentarono davanti alla sua cella.

Guisgard
22-10-2011, 06.03.13
Il servitore fissò incuriosito Gaynor.
Era abbigliato all’orientale ed un turbante, fissato con una spilla di corallo, avvolgeva la sua testa.
“Il mio e vostro signore” mormorò “non può più raggiungervi per ora… tornerà appena gli sarà possibile…”
Ad un tratto le candele che illuminavano quella stanza si spensero di colpo.
“Non sai, Alijaid, che non si rifiuta mai nulla ad una bella donna?” Disse una voce dalla penombra che ora dominava la stanza. “La nostra affascinante e sensuale Criseide deve essere trattata come si conviene… sono certo che il mio amico Sidonio di Cipro pagherebbe qualsiasi cifra per una schiava simile…” dal buio si intravedeva a stento la sua ombra, appena sfiorata da un lieve pallore proveniente da una piccola finestrella posta in alto e che illuminava i suoi profondi occhi azzurri, unica parte del suo volto riconoscibile. “Lasciaci soli, Alijaid…” ordinò al suo servitore.
“Si, mio signore.” Per poi sparire un attimo dopo.
Gaynor, avvolta in quelle profumate e preziose sete, era in balia del buio e di quel misterioso uomo che ora sembrava confondersi con la quasi totale oscurità che dominava in quella stanza.
“Avete chiesto di me, milady…” sussurrò quel misterioso uomo, avvicinandosi ancora di più al corpo quasi nudo di Gaynor, coperto solo da quelle leggerissime sete “… siete apparsa ansiosa di potermi parlare… vi ascolto…” aggiunse dalla penombra che ora, al posto della maschera che non indossava più, celava quel misterioso volto agli occhi della bella Ginestrina.
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Altea
22-10-2011, 09.37.04
Vidi Lyo che stava prendendo i sensi, stavo quasi avvicinandomi a lui per sincerarmi del suo stato fisico quando arrivarono dei cavalieri portanti lo stemma della casata dei Carrinton. Ascoltai le loro parole e rimasi delusa" allora egli non ha cambiato idea, perchè è tanto piena di ira, sono giorni che non lo vedo, non mi ha nemmeno cercata, ha solo pensato a questo duello. Spero la servitrice sia riuscita a restituirgli l'amuleto, ci manca solo fosse appartenuto alla moglie. Inizio ad odiarvi Lord Carrinton" mi destai dai pensieri, quando incrociai lo sguardo cupo di Lyo che mi osservava con astio. Non ebbi il tempo di dirgli che mi ero trasferita presso Lady Kate, per fargli capire che non avevo approvato il comportamento di Lord Carrinton, e nemmeno il suo e i cavalieri partirono per il duello assieme a Lyo e ai due giovani scudieri.
"Su Darkmoon, dobbiamo seguirli ma fai piano, non devono notare la nostra presenza" speravo di poter fare qualcosa per fermare uno spargimento di sangue inutile. Arrivammo alla Cappella dei Tre Arcangeli, mi nascosi e alzai il cappuccio del mantello di velluto scuro. Mi guardavo attorno per cercare il bel volto del milord, se forse avessi potuto incontrarlo prima del duello avrei cercato di fargli cambiare idea.

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Lady Gaynor
22-10-2011, 15.23.25
Al sentire la parola "schiava", Gaynor ebbe un fremito di paura. Che io mi stia sbagliando e il Giglio Verde non c'entri nulla? Forse che sono caduta nella trappola di un mercante di schiavi? La ragazza cercò di riprendersi e di non mostrare la propria debolezza. "Criseide, dite? Devo dedurre quindi che a voi spetta il ruolo di Agamennone? Peccato che non ci sia nessun padre che verrà a chiedervi di liberarmi, ma spero ugualmente di non fare una brutta fine..."
Lungi dal provare la stessa leggerezza del tono che aveva usato, Gaynor continuò: "Vi ho fatto richiamare perchè ho notato l'ostilità con la quale avete letto la lattera indirizzata a De Jeon. Lo scopo della mia missione in Inghilterra era di scoprire chi si celava dietro al Giglio Verde, l'organizzazione che sta rovinando i piani dei repubblicani a Magnus. Quando ho accettato e sono venuta qui, non avevo idea della follia che anima i cuori di Missan e De Jeon, troppi anni sono stata cullata tra le braccia della loro amicizia e non mi ero resa conto che i nostri ideali di libertà e uguaglianza si fossero trasformati in una simile tirannia. Appena mi sono resa conto dei loro veri piani, ho cercato di avvisare una persona che credevo fosse in pericolo, ma Missan ha fatto imprigionare la sua dama di compagnia ed io mi ero prefissata di liberarla, quando voi mi avete rapita. Ditemi, è sbagliata l'opinione secondo la quale voi appartenete al Giglio Verde? Se invece è così, vi supplico di credere alla mia buona fede, io voglio le stesse cose che volete voi ed avrei agito come meglio potevo per evitare altri spargimenti di sangue... potremmo collaborare, nessuno sospetta di me e quindi avrei modo di agire liberamente, non credete?"
Gaynor si fermò per riprendere fiato, quando realizzò che era ancora coperta dal solo lenzuolo a parlare di fronte allo sconosciuto. Arrossì violentemente, e si rivolse all'uomo con tono sommesso. "Vi pregherei inoltre di farmi riavere i miei abiti, o quantomeno qualcosa con cui coprirmi, vi dirò che come Criseide non sono avvezza alla nudità di fronte agli uomini..."

Talia
22-10-2011, 16.02.14
Le voce di Tafferuille riempì la sala... era profonda e musicale la sua voce e io potei distintamente avvertire l’effetto che essa sortì sul pubblico: un fremito scosse ogni singolo spettatore e i cuori iniziarono a battere più forte. Era effettivamente buio nella zona del palco al di sotto del mio finto balcone, nonostante ciò potevo distintamente scorgere quegli occhi di un azzurro intenso sotto la maschera variopinta, occhi tanto profondi da tendere quasi al blu... li osservai per un istante, notando forse per la prima volta quanto fossero enigmatici e allo stesso tempo affascinanti quegli occhi.
All’improvviso Renart fece il suo ingresso sulla scena.
Il giovane soldato non era un grande attore, i suoi movimenti risultavano talvolta goffi e il timbro della sua voce era spesso inappropriato, tuttavia il suo indiscusso bell’aspetto riusciva a compensare ciò, facendo sempre breccia negli spettatori.
Renart si arrampicò fino a me, mi prese la mano nella sua e mi baciò...
E il sipario si chiuse.

“Molto bene!” Esclamò Essien, appena calato il sipario. “Siete stati tutti molto bravi! Anche tu, Renart! E tu, Talia… sei sempre deliziosa!”
E mentre la compagnia si complimentava e festeggiava, Tafferuille si avviò, solitario, verso il retro di quel teatro improvvisato.

Ricambiai un abbraccio di Fantine e risi al buonumore dirompente di Gobert, mi complimentai con tutti e con tutti festeggiai... poi, voltandomi, notai Tafferuille che si allontanava da solo e in silenzio. E, pensierosa, rimasi ad osservarlo sparire oltre la tenda di fondo.

Rodolfo
22-10-2011, 17.25.56
Rodolfo sorrise soddisfatto e riconoscente all'offerta di sostegno prefiguratagli da Lord Tudor, poggiando,con sguardo fiero, la destra sopra l'elsa della spada:

" Non lo dubitavo messere! Ero sicuro che avrei ottenuto per la buona riuscita di questa importante missione quanto il Santo Padre, il Cardinale Ulivieri e la mia umile persona speravamo da voi, dal vostro re e dalla vostra gente. Insieme potremo mettere a nudo anche i più profondi pensieri e sentimenti di questi uomini senza timor di Dio e senza scrupoli. Poi, la presenza qui a Camelot dell'ambasciatore di quel governo usurpatore gioca a nostro favore".

Sospende poi per un attimo il suo parlare,volgendo gli occhi verso una delle finestre che guarda sul giardino illuminato dalla vivida luce del mattino,per poi riprendere,

" Spero di poter presto incontrare quell'uomo, così da poterne studiare da vicino l'aspetto e il portamento, così da poterne ingaggiare un serrato,pacato,almeno spero,e ragionato confronto ".

Torna a fermarsi per un attimo,fissando gli occhi su un calamaio adagiato sulla scrivania, assorto, per poi chiedere consiglio a Lord Tudor:

" E se invece di presentarmi a quell'uomo con la mia reale identità, lo avvicinassi, fingendomi di essere un affiliato della setta segreta,diffusa a Roma, legata alla memoria di quel Cola di Rienzo che un secolo fa usurpò il governo dell'Urbe al Papa, instaurando una repubblica, e spiegandogli che son giunto fin qui sospinto dal desiderio di conoscere lui,l'uomo di cui, nelle osterie di Roma, più si decantano le virtù ? Che ne pensate? Non sarebbe meglio disposto a parlare apertamente,senza remore,bugie e mezze parole?"

elisabeth
22-10-2011, 18.56.10
Il vento...perche' messere vento portate anche la pioggia...Ascoltare Monsieur mi faceva sorridere e arrabbiare allo stesso tempo.....era una persona di grande cultura....non avrebbe accettato di buon grado cio' che non capiva se non avesse avuto una buona apertura mentale......Grazie Signore avevi messo sul mio cammino un uomo intelligente.....sorrisi...guardando i bagliori dei lampi all'orizzonte...sino a quando uno scroscio d'acqua ci investii violentemente.......Monsieur fu il primo a vedre quella casa....ma il tono del proprietario non era amichevole......infondo aprire la porta in quel luogo e di notte poteva essere motivo di morte......Vidi Monsieur grondante d'acqua.....misi una mano sulla sua bocca per zittirlo......" Monsieur, non aprira' mai quella porta...la sua vita vale piu' di una donna in difficolta', siamo bagnati sino alle ossa........venite gli alberi possono essere degli ottimi rifugi......pero' prima voglio battere alla porta di questo nobile uomo...."........A palmo aperto battei tre volte alla porta...intervallati da qualche secondo.....si sentii un rantolo provenire da quella piccola dimora.......e come se il mio cuore si fermasse riconobbi la voce del mio patrigno........" Monsieur vi prego andiamo via......non importa se piove o c'e' vento....vi scongiuro andiamo via.......".....la Porta si apri' di scatto....e i miei occhi guardarono dopo anni i suoi...e tutti i ricordi riaffiorarono alla mia mente.......Elisabeth Ragione e cuore non va daccordo......ascolta il cuore...a.scoltalo.......lacrime scesero sul mio volto...che si univano alla pioggia....." Vi prego Monsieur...."...e la voce lascio' il posto a silenziosi singhiozzi...

Daniel
22-10-2011, 19.39.39
Io non seguii Lyo ma lo seguì Marco.. Decisi comunque di vedere il duello.. Quando arrivai notai Lady Altea nascosta dietro un edificio che ci osservava.. Piano piano mi allontanai dal gruppo che si preparava alla lotta .. Mi avvicinai e le dissi all'orecchio..
<<Se mi aiutate eviteremo uno spargimento di sangue..>>

Altea
22-10-2011, 19.45.55
Scrutavo attentamente i cavalieri, cercavo milord Carrinton, quel mattino non voleva offrire un alba calda, ma bensì vi era una leggera nebbia. Ad un tratto sentii un tocco alle spalle...stavo quasi per urlare mi girai di scatto e vidi il giovane scudiero "Che spavento!ma non siete al duello, mi sembra dovevate essere uno dei padrini di Lyo." Ascoltai lo scudiero, di cui ancora ignoravo il nome e annuii "sono qui per questo, vi ho seguito di nascosto. Voglio cercare di parlare con Lord Carrinton, è ovvio che egli non si ritirirà dal duello, significherebbe la sconfitta al duello, ma almeno di risparmiare la vita a Lyo".

Daniel
22-10-2011, 20.11.12
Sorrisi e gli indicai la spada di Lord Carrinton..
<<Se li distraete io rubo la spada del Lord..>>
Ma la dama non si muoveva allora feci una cosa che forse non dovevo fare.. Spinsi la dama che finì al centro della piazza tra Lord Carrinton e Lyo.. Tutti gli sguardi erano su di lei.. Sgattaiolai dietro al muretto e grazie alla mia arte di Ladro rubai tre spade.. Quella di Lord Carrinton e quelle dei due soldati..
<<Ahahah come mi piacciono queste situazioni..>> dissi a mè stesso mentre mi nascondevo dietro un palazzo nascondendo le spade in un canale di scolo lì vicino..

Altea
22-10-2011, 20.22.11
Improvvisamente mi sentii prendere con la forza e mi ritrovai al centro dei due duellanti, vidi il ragazzo che con il solito guizzo stava prendendo le spade al bel Lord e alcuni cavalieri. Sir Carrinton era disarmato, mentre Lyo sembrava pronto a sventare un fendente. Urlai al giovane scudiero "è stata una sciocca manovra messere, il duello ora non è ad armi pari". Vidi negli occhi di Lyo una ira incontrollabile, temetti per Lord Carrinton, il quale guardava lo scudiero come se volesse ucciderlo con le proprie mani. "Padre mio datemi la forza" pensai. Il giovane scudiero non avrebbe immaginato a questo colpo di scena, posi la sinistra all'interno del mantello ed estrassi dal fodero la spada donatomi da mio padre, il verde smeraldo brillava. "Lord Carrinton" urlai lanciandogli la spada "questa è per voi".

Daniel
22-10-2011, 20.27.49
<<MA COSA FATE?>> urlai a Lady Altea
Mi lanciai tra i due duellanti e saltai addosso a Lyo che cadde perdendo la spada.. Velocemente la raccolsi e rubai quella che Lord Carrinton che aveva in mano.. Tutto in pochissimo tempo tanto che mi stupii di me stesso..
<<CORRETE VIA!>> Urlai a Lady Altea
Salii velocemente sul cavallo e iniziai a galoppare freneticamente lontano da li..

Altea
22-10-2011, 20.37.45
"la mia spada" urlai a quel ragazzo, non ci pensai due volte, salii a bordo di Darkmoon e più veloce dello scudiero gli dissi mentre il vento scompigliava i nostri capelli "Cosa avete combinato? non conosco il vostro nome...ma prima di tutto ridatemi la mia spada, è dono di mio padre.Ma non avete notato l'ira di Lyo? Avrebbe ammazzato il milord che era disarmato. Non avrei permesso di piangere sopra la sua tomba. Lyo è in preda a una furia tale, che in questo momento potrebbe essere addosso a Lord Carrinton cercando di ammazzarlo con le sue stesse mani. Lui non ha accettato che io ho rifiutato il suo amore, ed è impulsivo di natura." Sospirai nuovamente "Vogliamo tornare nel luogo del duello e restituire il maltolto, correrete seri guai pure voi.....guardate ci parlo io con Lord Carrinton, a volte sembra ascoltarmi". Mi voltai e vidi le guardie del milord che ci stavano raggiungendo, una di loro mi prese e mi intimò di fermarmi. Mi fermai ingenuamente, e prese le briglie di Darkmoon ridendo e dicendomi che mi stava portando alle celle di Lord Carrinton per aver interrotto quel duello e quindi aver cospirato contro il suo padrone.

cavaliere25
22-10-2011, 22.28.08
Guardai Giselle e dissi va bene per voi lo farò ma che resti tutto fra noi che non vanfa a saperlo nessun altro al infuori di noi due dissi diventando serio

Chantal
23-10-2011, 12.01.33
Quel ricordo fece rabbrividire ancora di più Chantal,era insorto prepotentemente infrangendo il suo desiderio di abbandono e forzandola ad evocare immagini che sentiva non appertenerle.
Ragazzi intenti in discorsi sulla maestria del tirare di spada..
Perchè mai quel ricordo?
Come una beffa,giungeva.
Proprio in quei momenti in cui nessuno spadaccino era stato inviato dalla Divina Provvidenza a sottrarre suo zio da quell'ingiusto arresto da parte della guardia repubblicana.
S'era rannicchiata sulla fredda,sporca e umida pietra del pavimento della sua cella,si strinse il volto nelle mani a non voler vedere,a voler ricacciare quel ricordo da dove era venuto.
E il rumore dei passi provenienti dal passaggio fecero il resto.
Più passi udiva,più si confondeva,ma se anche quelli fossero stati frutto della sua angoscia?
La ragazza comunque si levò,si portò contro la porta,appoggiandosi ad essa,con tutto il corpo si premeva contro il rigido metallo a cercare di vedere attraverso la feritoia un'anima pia.
Ma s'illudeva ancora,e lo sapeva.Non vi era clemenza o misericordia alcuna in quel luogo di perdizione.
Era inzuppata,forse di umidità,forse dell'aspro sudore che le generava la paura sin da quando aveva varcato la soglia di quel luogo di orrore e dannazione.
E non smetteva di tremare un istante,anzi,quel ricordo le aveva solo trasmesso altra irrequietezza e sconcerto.
Gli inglesi..così lontani da Animos.Suo zio li aveva conosciuti,gli inglersi.Alcuni li aveva educati,istruiti alle più dotte discipline letterarie,nonchè ai precetti di Dio,attraverso i sacramenti.Probabilmente,anche quel ragazzo che Chantal ricordava di aver visto solo di spalle figurava,un tempo, tra gli allievi di suo zio.E che fosse davvero abile di spada come ella ricordava,chi s'era ritrovato a liberare padre Adam da quelle sofferenze?
Alcuno.
Chantal ricacciò quel ricordo infelice ed impressionante,e provò pena,pena per le sorti del suo amato tutore.
Ma anche fremeva di rabbia contro l'accademia,le istituzioni,gli amici,tutto e tutti che ora non potevano nulla per mettere fine alla follia in cui imperversava la Repubblica.
Attese,allora,quasi ancorandosi a quella porta chiusa,col viso premuto in quell'angusto spazio,i gomiti piegati e costretti lungo il freddo e arrugginito metallo a sorreggere i pugni che stringevano le sbarre,e le gambe che le cedevano,mentre non ricercava forze in quella disperazione,ma altro cedimento.E strinse gli occhi di nuovo per piangere,inumidendo ancora una volta il volto già deturpato da quel freddo sudore.

Daniel
23-10-2011, 13.10.17
Ci ritrovammo chiusi in una cella puzzolente..
<<Come faremo a uscire?>> pensai.. Guardai le sbarre.. Poi un'idea mi balenò in testa.. Non la usavo da molto tempo.. Però mi ricordavo come si faceva..
<<Lady Altea.. Vi fidate di me? Lo scudiero Daniel?>>

Altea
23-10-2011, 15.13.11
Guardai lo scudiero, da quando ero entrata in quella cella la mia bocca non proferiva parola. "Daniel, è questo il vostro nome" mi rivolsi al giovane scudiero che aveva proposto un'altra idea e scossi il capo "Pensate, forse il milord si trova qui sopra nelle sue belle stanze e io sono qui, in queste celle fredde e puzzolenti, e senza un motivo. Ho cercato pure di salvargli la vita, non ha visto quella guardia che gli passai la mia spada?Per fortuna me l'avete restituita prima che arrivasse quella antipatica guardia. Dunque è cosi che opera Lord Carrinton, senza sentire le ragione delle persone, li rinchiude in celle e fa operare i suoi cavalieri. Certo, lui ha altro da fare che corteggiare dame, promettere a loro il suo cuore, dare a loro doni, andare a ricevimenti e per i suoi affari del Casato per aumentare le proprie rendite. Che sciocca sono stata!!" Sperai che Lady Kate mandasse qualcuno a cercarmi per uscire da li. "Comunque ditemi la vostra proposta, però vi chiedo di non agire frettolosamente, avete lo stesso impeto di Lyo. Poi valuterò, altrimenti piuttosto voglio starmene in queste celle, almeno saprò che rinchiusa qui dentro finalmente avrò....della pace". Arrivò una guardia con del pane raffermo e una minestra ma rifiutai quel cibo.

Daniel
23-10-2011, 22.07.49
<<Ehm.. Come dirvelo.. Quando i miei genitori sono morti io e mio fratello Marco siamo stati un periodo con una nostra zia.. Ehm lei era una strega! E mi ha insegnato la magia.. Se volete posso ridurre in cenre quelle sbarre e andare via..>> Indicai la finestra lì vicino che dava sulla strada.. E aspettai la risposta di Altea

Altea
23-10-2011, 22.48.52
Non rimasi sorpresa dalle parole di Daniel "Sapete, vi credo, io provengo da una terra di druidi e sacerdotesse, l'Irlanda. Ho avuto modo di vedere qui un druido, di parlarne e....non ci sono più tracce di lui." Osservai lo scudiero un pò inquieta "poi quando ero assieme a Lyo incontrammo una zingara e un nano, Lyo li trattò con arroganza e loro..è come se gli lanciassero una maledizione. Gli dissero che sarebbe morto a causa della sua impulsività per mano di un cavaliere. Capite ora i miei timori?"
Osservai quelle sbarre, mi sentivo quasi svenire per il forte odore di muffa e la mancanza di aria. "Daniel, se volete potete andarvene, non vi voglio trattenere qui. Io confido nella venuta di Lady Kate...anzi". I miei occhi smeraldini ebbero un bagliore "Potreste recarvi voi stesso da Lady Kate e dirle che mi trovo in queste celle, cosi potrà venire a prendermi e parlerà direttamente con il milord, questo gesto forse gli farà capire che non può ottenere nulla con l'atteggiamento rude che ostenta, che oltre a far male a se stesso lo fa anche alle persone che gli stanno vicino".

Guisgard
24-10-2011, 01.59.16
Dopo il gran caos causato da Daniel e la cattura di questi e di Altea da parte delle guardie di lord Carrinton, il duello avvenne regolarmente.
I padrini di Carrinton avevano offerto ai due duellanti delle nuove e spade e la contesa cominciò.
Lyo ed il nobile si fronteggiarono con fierezza, senza risparmiarsi.
Il cavaliere di lord Tudor, potendo usare entrambi gli occhi, si difese bene dagli attacchi di Carrinton.
Almeno inizialmente.
Dopo un po’ l’occhio cominciò a fargli male e la sua difesa iniziò a mostrare falle.
Carrinton era davvero uno spadaccino straordinario ed in breve disarmò Lyo.
Il cavaliere era ora in balia del nobile, quasi in attesa del corpo mortale…
Intanto, nelle prigioni del palazzo dei Carrinton, scesero all’improvviso due guardie.
Una condusse via Altea, mentre l’altra portò Daniel in una nuova cella.
Qui vi erano vari strumenti di tortura ed il giovane scudiero fu legato ad un grosso palo.
Nella cella vi era anche un boia che cominciò a frustare Daniel.
Lo frustò fino a sfinirlo, lacerandogli la schiena.
Alla fine lo scudiero, ormai quasi privo di sensi, fu slegato ed abbandonato sulla paglia di quella cella.
“Così impari ad intrometterti negli affari di lord Tudor…” mormorò il boia prima di uscire “… ora resterai qui dentro a marcire… fino a quando lord Carrinton non avrà deciso sulla tua sorte.”
Così, Daniel restò, quasi svenuto, in quella cella fatta di sole pietre.
Era praticamente impossibile uscire da lì; non solo per l’impenetrabilità di quella prigione, ma anche perché nel corridoio vi erano diversi uomini armati a fare la guardia.

Guisgard
24-10-2011, 02.12.36
Altea fu condotta fuori da quella prigione e nel cortile del palazzo dei Carrinton vide lady Kate.
La dama le andò incontro e la salutò calorosamente.
“Baronessa…” sospirò “… grazie al Cielo state bene! Vedete, c’è stato un errore… le guardie di lord Carrinton, nel dare la caccia a quel furfante di uno scudiero, hanno per errore catturato anche voi… appena saputo questo, lord Carrinton, non solo mi ha fatto chiamare per ricondurvi a casa con me, ma ha anche fatto punire gli uomini che avevano osato condurvi in prigione…” sorrise e abbracciò con affetto la dama irlandese “… ora, vi prego, torniamo a casa… avete bisogno di riposo…”.
E mentre si avvicinava la carrozza di lady Kate per riportale a casa, Altea, voltandosi, vide da una delle finestre del palazzo lord Carrinton che le osservava.
Il nobile, dopo il duello, era dunque vivo.

Altea
24-10-2011, 02.20.03
Mentre le guardie mi portavano fuori dalle prigioni, le mie orecchie non fecero a meno di sentire le urla di dolore di Daniel "la pagherete anche per questo Lord Carrinton" pensai trattenendo le lacrime. Appena vidi la luce nel giardino mi accorsi che Lady Kate mi aspettava, mi raccontò l'accaduto ma ero turbata. Ad un tratto vidi il bel nobile che ci osservava da una stanza.."Lady Kate, prima vorrei conferire con quel gentile e nobile milord che ci sta osservando e mi creda non sarà una conversazione pacata. Potete aspettarmi a casa, devo sincerarmi che a Lyo non sia successo nulla." Baciai sulla guancia lady Kate la quale contraccambiò con un bacio sulla fronte e mi diressi verso l'ingresso della dimora "Prego, vorrei entrare" dissi a una guardia "sono la contessa Altea, non occorre mi accompagniate o dite al vostro padrone che voglio conferire con lui, so che si trova in dimora".

Guisgard
24-10-2011, 02.28.10
Altea sembrava decisa.
“Quanto a messer Lyo…” disse lady Kate “… ecco… è sano e salvo… ora credo sia già ritornato al Belvedere… vedete, baronessa… lord Carrinton l’aveva disarmato ed era suo diritto ucciderlo… ma inspiegabilmente ha invece voluto risparmiarlo… nessuno sa perché… ah, dimenticavo…” mostrando qualcosa ad Altea “… questo è il vostro ciondolo… la mia servitrice mi ha detto che lord Carrinton si è rifiutato di riprenderlo… a volte quell’uomo è impenetrabile nei suoi pensieri… e sia…” aggiunse “… se avete deciso di parlare con lord Carrinton, allora io vi attenderò a casa…” la salutò, per poi lasciare il palazzo con la sua carrozza.
La bella irlandese allora chiese ad una guardia di poter vedere il signore del palazzo.
Fu così condotta in una grande sala, dove lord Carrinton osservava da una finestra la bella ed inquieta campagna inglese.

Altea
24-10-2011, 02.35.35
La guardia non volle farmi entrare sola, e mi accompagnò, quella dimora era splendente, non aveva nulla a che fare con Carrinton Hall, seguivo silenziosa ma piena di collera ma ero felice Lyo era salvo. La guardia bussò alla porta, entrò e mi fece poi cenno di entrare. Vidi Lord Carrinton di spalle, guardava verso la finestra. "Voi...." esclamai "non so come definirvi. Mi sembravate diverso da quello che tutti dicevano, anzi che qualcuno mi disse foste, invece vi siete dimostrato irascibile e pieno di odio. E...mi avete messa in una prigione, parlo della vostra dimora di caccia in balia di una governante pazza che ha giurato eterna fedeltà a....Semanide!!!!"

Guisgard
24-10-2011, 02.47.07
Lord Carrinton non si voltò subito.
Nemmeno quando udì la voce di Altea.
Ma quando la ragazza pronunciò quel nome, Semanide, si voltò di scatto.
Il suo bel volto era contratto da una sofferenza che sembrava logorarlo ed i suoi occhi apparivano quasi spenti.
La fissò per alcuni interminabili istanti.
“Avrei dovuto uccidere Angry…” mormorò “… si, avrei dovuto farlo… quella donna mi ricorda in ogni istante il mio peccato più grande… la mia vergognosa colpa…” si portò una mano sul volto, per poi passarla nel lungi capelli neri “… se siete qui per il duello…” tornando a fissarla “… sappiate che il vostro cavaliere è salvo… a differenza del mio onore… è tornato credo dal suo padrone… era dunque quello il desiderio che avete chiesto al ciondolo? La sua salvezza? Ebbene, egli è vivo… ho fatto come mi avete chiesto…” chiamò allora un servo “… lady Altea deve ritornare da lady Kate…” disse al servitore “… da ordine che sia condotta lì con la mia carrozza… milady…” rivolgendosi di nuovo ad Altea “… non credo ci sia più nulla da dire… addio…” e qui la voce sembrò quasi mancargli.
“Si, milord.” Annuendo il servo. “Prego, milady, seguitemi e vi farò subito condurre da lady Kate.” Disse ad Altea.

Altea
24-10-2011, 02.54.05
"Grazie servitore, ma ho ancora intenzione di fermarmi" feci cenno di allontanarsi e mi accomodai su un divanetto. "Si, era quello il desiderio, ma...vorrei precisare che Lyo non è affatto il mio cavaliere. Il mio cuore è libero, ora! Ma ho chiesto che vi fosse risparmiata la vita pure a voi, ricordate che non si è mai invincibili nella vita. Quanto a Angry, non fu lei che mi parlò di Semanide, anzi cercava il modo di non svelarmi nulla, chiesi informazioni a Lady Kate, poichè vidi il suo ritratto una notte, e da quella volta sentivo la sua voce, una musica soave. Non riuscivo più a rimanere in quella casa. So tutto...milord, so che è venuta a mancare in maniera misteriosa, ma voi non dovevate mettermi in quella casa." Lo fissavo mentre i suoi occhi si rabbuiavano ancor di più, ma subito distolsi lo sguardo.

Guisgard
24-10-2011, 03.06.40
“Allora è stata lady Kate a raccontarvi di lei…” disse Carrinton fissando Altea “… era inevitabile… tutti a Camelot conoscono quella storia… quella donna riesce a farmi del male anche da morta…” si voltò a fissare la campagna “… non ho mai permesso a nessuno di entrare a Carrinton Hall dopo la marte di mia…” esitò “… moglie… a nessuno… poi ho incontrato voi… qualcuno una volta disse che dagli spettri del passato può salvarci solo l’amore… ma forse per me quella salvezza non esiste… quei fantasmi continueranno a tormentarmi per sempre…” si abbandonò allora in un lungo silenzio “… essere abili con la spada non è poi una grande virtù…” riprese a dire “… ho vinto tanti di quei duelli da non ricordare più neanche il loro numero… avrei potuto uccidere quel cavaliere… è bravo, ma non abbastanza… ma non l’ho fatto! Perché? Per voi, milady… perché non riuscirei a rifiutarvi nulla… anche a discapito del mio onore… che beffa…” sorridendo malinconicamente “… quante volte ho invocato il Cielo… per incontrare uno spadaccino migliore di me… per trovare la morte per mano sua e liberarmi dai miei tormenti…” ebbe un impeto di rabbia “… vattene via, Altea… ti prego, va via… o non riuscirò più a separarmi da te… portala via!” Voltandosi verso il suo servo.
“Milady, vi prego…” avvicinandosi questi ad Altea “… dobbiamo andare…”

Altea
24-10-2011, 03.15.39
"E se invece rimanessi qui milord? Cosa fareste?" esclamai senza nessuna paura.
"Ecco di nuovo la sua irascibilità, se solo sapesse quanto lo stimo, ancora!!"pensavo mentre mi fissava "non merita tanto dolore, ora rivedo quel cavaliere vicino a un fiume."
"Io me ne vado se questo è il vostro volere, ma sappiate non mi vedrete più" gli dissi allora tra le lacrime, lanciando il ciondolo sopra un tavolino di ebano.

Guisgard
24-10-2011, 03.26.17
Carrinton non rispose nulla.
Il servitore condusse allora via Altea.
La ragazza fu fatta salire sulla carrozza di Carrinton, che partì poi verso la dimora di lady Kate.
Nella sala, rimasto solo, Carrinton prese quel ciondolo e restò a fissarlo.
In quel momento rivide i tanti momenti trascorsi insieme ad Altea.
E gli tornarono alla mente la sua voce, i suoi sguardi, l’eco del suo sorriso e il profumo dei suoi magnifici capelli rossi.
La carrozza intanto proseguiva verso il palazzo di lady Kate.
In una stradina di campagna alberata, sembrava perdersi tra i mille colori e gli intensi profumi dell’Autunno.
La campagna inglese, col suo intenso verde, con le colline che apparivano quasi incantate in lontananze, i casali tra gli alberi e gli austeri castelli di un’epoca ormai antica era un malinconico scenario per le mille sensazioni che ora animavano l’animo ed il cuore di Altea.
Ad un tratto però la ragazza udì un cavallo.
Sembrava cavalcare a grande velocità verso la carrozza.

Altea
24-10-2011, 03.31.55
Senza voltarmi scesi le scale con il servitore che mi fece salire sulla carrozza, osservavo quei paesaggi tanto sognati e decantati...o mia Irlanda, che male ho fatto a lasciarvi. Gli esuli cantano di voi con nostalgia e io invece vi ho ripudiata e vi siete vendicata, ma presto tornerò da Voi, mia dolce Patria.
Udii un trotto veloce di un cavallo, il cuore iniziò a battermi forte, cosa sarebbe successo ora?

Guisgard
24-10-2011, 03.50.45
Il veloce Cavallo si accostò alla carrozza ed il suo cavaliere intimò al cocchiere di arrestare la sua corsa.
La porta della vettura si aprì e colui che aveva fatto arrestare la carrozza vi entrò.
“Altea…” sussurrò Carrinton “… ho rinunciato già abbastanza alla vita… ho perso già troppo tempo, chiudendomi così nel mio dolore…” allora prese in braccio la ragazza giunta dall’Irlanda e la fece salire con sé sul cavallo.
“Torna al palazzo!” Ordinò al cocchiere.
“Si, milord.” Rispose questi.
Un attimo dopo Carrinton spronò il suo destriero e questo si lanciò rapido verso la campagna.
Galoppava forte, mentre il nobile stringeva a sé la bella Altea.
E più penetravano in quel bucolico scenario, più quel verdeggiante mondo sembrava aprirsi ed avvolgerli nel suo seno.
Galopparono così fino a raggiungere una radura, immersa in una pace quasi irreale.
Il cavallo aveva finalmente arrestato la sua corsa e Carrinton teneva stretta a sé Altea.
La ragazza poteva quasi udire il cuore di lui che batteva forte.
Il silenzio avvolgeva i due; un silenzio interrotto solo dal battito del cuore di Carrinton.
“Non so come ci sei riuscita…” sussurrò lui a lei “… forse con un gesto, tanto semplice quanto magico… o forse con una parola, o magari un sorriso… o forse solo pronunciando il mio nome… non so come tu ci sia riuscita… ma in un attimo hai cancellato ogni mio rimpianto ed ogni mia tristezza verso il passato…” con un braccio strinse ancora più forte il corpo di lei, morbido e sensuale, al suo “… io non ti lascerò più andare… e se anche tu fuggissi nella tua Irlanda, io verrei a cercarti, per rapirti e tenerti con me…”

Guisgard
24-10-2011, 03.59.11
I passi.
Poi il rumore delle chiavi che aprivano la cella.
Un attimo dopo Chantal si ritrovò davanti alcuni soldati della repubblica.
Uno di questi la prese con forza, portandola fuori dalla cella.
La ragazza fu così condotta, attraverso un lungo e freddo corridoio, nel cortile di quel palazzo e fatta poi salire su un carro.
C’era anche un’altra ragazza.
Tremava dalla paura ed un pallore cadaverico sembrava renderla più simile ad un fantasma, che ad una creatura reale.
Aveva gli occhi consumati dal pianto e i lineamenti quasi deformati dal dolore.
Le due prigioniere furono così condotte via con quel carro.
“Signore…” chiamò debolmente quella ragazza ad uno dei soldati che guidavano quel carro.
“Cosa vuoi?”
“Per pietà, vi supplico…” con la voce quasi contratta per la paura “… dove ci state conducendo?”
I due soldati si scambiarono un veloce sguardo.
“In un posto.” Rispose.
“E dove?” Domandò ancora lei.
“Sta zitta!” Con durezza il militare.
Lei allora tornò a fissare il vuoto in silenzio.
E Chantal, fissandola, si accorse che quella ragazza sussurrava a se stessa qualcosa sottovoce: erano preghiere.

Guisgard
24-10-2011, 04.15.28
Lord Tudor fissava con ammirazione Rodolfo.
Quel cavaliere era animato da profondi valori e solidi ideali.
Ed era evidente che una forte Fede religiosa sosteneva il suo animo.
“Ora capisco perché monsignor Ulivieri ha scelto voi per indagare su questa storia, messere…” disse il duca “… i nostri nemici sono uomini tanto malvagi quanto astuti. Essi adoperano valori quali la libertà e l’eguaglianza solo per proteggere tutto l’odio e l’astio che provano verso l’aristocrazia e soprattutto la Chiesa. Una tirannide è sempre un male… perchè opprime il popolo fisicamente, fino a schiacciarlo… ma la dittatura ginestrina è ben peggiore… essa non solo opprime nel fisico, ma anche nello spirito. Perché imponendo al suo popolo anche in cosa credere, essa ne affossa l’anima, rendendola sterile alla vita stessa. L’uomo è stato creato per glorificare Dio” continuò lord Tudor “ed è innaturale negare dunque la presenza del Divino.” Si voltò poi a fissare la campagna che avvolgeva il Palazzo del Belvedere. “Il vostro piano è lodevole, cavaliere… ma molto rischioso… l’ambasciatore Missan è un individuo scaltro e velenoso… e quando sarete nella sua dimora nessuno, nemmeno io, potrà proteggervi. Sarete alla mercè delle sue spie e delle sue guardie. Vi sentite dunque di affrontare questa rischiosa impresa da solo?”
In quel momento fu annunciato Lyo.
“I miei omaggi, mio signore.” Entrando questi.
“Salute a te, ragazzo.” Fece lord Tudor. “Ma dove eri finito?”
“Avevo una questione da risolvere, milord.”
“Bene…” annuendo il duca “… lascia che ti presenti un nobile cavaliere giunto ora dall’Italia…. Sir Rodolfo, appartenente all’Ordine dello Scudo Cruciforme. Questi è invece sir Lyo Bahyle, un mio fedele cavaliere.”
“Onorato, messere.” Fece Lyo rivolgendosi a Rodolfo.

Guisgard
24-10-2011, 04.21.54
Quella porta si era aperta.
Un uomo dal volto austero e lo sguardo freddo fissava Monsieur ed Elisabeth.
“Cosa cercate nel cuore della notte?” Domandò quasi con disprezzo quell’uomo.
“Riparo.” Rispose Monsieur, per poi fare un segno ad Elisabeth, come a volerla tranquillizzare.
“Non c’è posto qui.” Scuotendo il capo quell’uomo.
Era evidente che non aveva riconosciuto ancora Elisabeth.
“Possiamo pagare noi.” Disse Monsieur.
“Davvero?”
“Certo.”
“E sia…” fece l’uomo “… entrate…”
Un attimo dopo Monsieur ed Elisabeth si ritrovarono davanti ad un camino acceso.
“Che tempo infernale!” Esclamò l’uomo mentre gettava un ceppo sul fuoco. “Anche il demonio, secondo me, preferisce rintanarsi con una simile tempesta! E voi…” fissando i suoi due ospiti “… come mai invece vi ritrovate a viaggiare con un tempo simile?”
“Dobbiamo raggiungere Ostyen.” Rispose Monsieur.
“Capisco…” annuendo l’uomo “… beh, immagino siate marito e moglie, vero?”
“Si…” fece Monsieur.
“Allora vado a prepararvi una stanza per trascorrere la notte…” disse l’uomo “… voi, intanto, riscaldatevi pure…”
Ad un tratto apparve un grosso molosso che ringhiava.
“Buono tu!” Gridò l’uomo al suo cane.
“Tenete lontano da noi quella bestiaccia.” Disse Monsieur.
“State tranquillo…” ridendo l’uomo “… il mio cane aggredisce solo sotto mio ordine!” E andò a preparare la stanza per loro.
“Va tutto bene, madame?” Chiese Monsieur ad Elisabeth, appena rimasero soli.

Guisgard
24-10-2011, 04.42.42
Lo spettacolo era andato bene e l’ingenuo e semplice pubblico di Cardien si era divertito non poco davanti al talento della compagnia del Miles Gloriosus.
La poesia di Tafferuille, la delicatezza di Talia e la presenza di Renart avevano conquistato tutti.
Essien non stava più nei panni per la contentezza.
Ma quando il vecchio capocomico aveva visto Tafferuille defilarsi, allora, quasi fosse un segnale, lo seguì.
I due restarono a parlare per alcuni minuti.
Essien poi ritornò fra i membri della sua compagnia, mentre Tafferuille si allontanò.
“Amici miei…” esordì il capocomico “… anche Cardien, come accadde a Capua sotto le milizie puniche di Annibale, è ai nostri piedi. Questa tenera e semplice gente di campagna sembra aver molto apprezzato il nostro estro. Se Alessandro il Grande costruì le sue conquiste con le mirabili battaglie di Gaugamela prima e di Isso poi, anche noi possiamo dire di aver fatto lo stesso, dopo i nostri successi ad Arbey, Cancyell e quello di stasera qui a Cardien.” Riprese fiato. “Ma lo stesso Alessandro dovette poi far rotta verso la splendida capitale Persepoli per dirsi davvero vincitore agli occhi degli uomini e della storia. E anche noi dunque abbiamo un’ultima conquista prima di definirci davvero dei vincitori.”
“Di cosa parlate, padrone?” Chiese Gobert.
“Di Ostyen, amico mio.”
A quel nome la compagnia si ammutolì.
“Già, Ostyen.” Ripeté Essien, quasi a volersi convincere da solo di quell’audace e forse folle impresa.
“Ma non abbiamo mai recitato in un teatro vero…” mormorò Tissier.
“Beh, allora sembra sia giunto il momento.”
“Ma, padrone…” tentò di farlo ragionare Gobert.
“Basta così!” Interrompendolo Essien. “E’ deciso! Ora tutti a cena, offro io, e poi a letto! Si parte domani all’alba per Ostyen!”

Guisgard
24-10-2011, 04.48.50
“Grazie, messere!” Disse Giselle a Cavaliere25. “Che Dio vi benedica per la vostra bontà! E speriamo che voi riusciate davvero a trovare l’autore del biglietto nascosto nella Bibbia!”
Poco dopo Mercien ritornò con del cibo e dell’acqua per la prigioniera.
“Ecco…” gettando il tutto nella cella “… mangia che ti occorreranno forze per stanotte!” E si abbandonò ad una grossa risata.

Guisgard
24-10-2011, 05.32.28
“Avete assaggiato l’elisir che vi avevo offerto, milady?” Chiese il misterioso uomo a Gaynor. “Gli orientali credono sia capace di ammaliare a tal punto i sensi, da renderci quasi felici…” la fissava dalla penombra che, come una sua alleata, teneva celato il suo volto agli occhi della bella Ginestrina “… curiosa gente gli orientali, sapete? Hanno un concetto molto particolare della vita e degli uomini… l’essere schiava, come voi dicevate, non è per loro segno di degrado o sofferenza… molte delle più belle eroine de Le mille e una notte sono delle schiave…” si avvicinò a lei e con una mano tolse via quelle sete dal corpo di Gaynor.
La ragazza era ora nuda davanti a lui.
Davanti a quell’uomo tanto misterioso, quanto inquietante.
Nella stanza la penombra sembrava giungere ovunque, ma bastava da sola a nascondere il bellissimo corpo di Gaynor agli occhi di quell’uomo?
E se non fosse un uomo?
Se fosse davvero il Giglio Verde?
E chi era il Giglio Verde?
Un Angelo, un demone o davvero soltanto un uomo?
Ad un tratto Gaynor avvertì il calore del corpo di quell’uomo accanto al suo.
Erano vicini, riuscendo quasi a sfiorarsi.
Poi qualcosa coprì la sua sensuale nudità.
Una veste scese leggera sulle forme della ragazza, prima sulle spalle, poi sui seni, fino ad accarezzare i fianchi e le gambe di Gaynor.
“Questa clamide è appartenuta alle schiava favorita del Sultano di Bagdad…” disse quell’uomo “… l’ho acquista per una cifra folle… una cifra capace di far fallire qualsiasi corona Europea… quella schiava era bellissima… da far perdere il senno a chiunque…” sussurrava alle sue spalle “… ma posso dire che era nulla al vostro cospetto, milady… ed ora voi siete qui… abbandonata al mio volere…” per un attimo calò il silenzio nella stanza “… un nome…” riprese a dire “… mi chiedete un nome… può davvero un nome racchiudere l’identità di un uomo? Ma voi siete mia ospite… e voglio accontentarvi, mia bella Criseide… chi volete che io sia , dunque? Vi ho rapita sul mare, potrei dunque essere Sinuhe l’egiziano, o il mitico Gilgamesh… e perché no Giasone, Ulisse o Enea? Potrei essere Sinbad il marinaio...” sorrise “… vi piacciono questi nomi? Ne preferite altri? Sentiamo… avete un grande amore? Un amore passato, come quelli che si leggono nei romanzi? Quelli capaci di farci sentire veramente vivi e ci spingono a credere nell’esistenza dell’Aldilà solo per rivederli? Beh, potreste chiamarmi con quel nome, se lo preferite… se poi invece, milady, desiderate tanto incontrare il Giglio Verde, allora non vi negherò neanche questo…” portò allora la sua mano destra sotto il pallido alone che penetrava nella stanza, mostrando un bellissimo anello che recava il simbolo di un fiore stilizzato… il Giglio Verde…”
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brianna85
24-10-2011, 10.51.36
brianna mettre guardava delle vecchie foto cominciò a ricordare i bei momenti passati con la sua amica di infanzia altea come si divertivano quante risate ma crescendo si erano perse um po di vista presero strade diverse allimprovviso la porta si spalanco e si trovò di fronte la balia agitata... saputo dei casini di daniel le prigioni e il rilascio di altea parti immediatamente per andarla a trovare e assicurarsi che stia bene fece preparare la carrozza qualche vestito e parti...

Altea
24-10-2011, 12.17.15
Non immaginavo minimamente che il milord ci stava inseguendo, quando lo vidi entrare nella carrozza il cuore mi sussultò, una sorta di sorpresa e gioia nel vedere di nuovo il suo bel volto.
Il destriero galoppava tra il verde intenso delle radure e gli alberi sembravano volessero formare un arco per consentire il nostro passaggio.
Ci fermammo in una vasta radura, c'era silenzio: avvertivo i battiti del cuore del milord, allora quel cuore c'era e batteva ancora dopo molto tempo, dopo gli accadimenti del passato che forse un giorno egli mi avrebbe svelato.
Sentii la sua stretta avvicinarmi a lui, il cuore rimbalzava in gola, ancor più dopo le sue parole.
"Milord" risposi "nemmeno io ho provato un sentimento tanto forte. L'amore non va spiegato, e non si deve cercare di spiegarlo per non sciuparlo. So solo che ogni luogo senza di Voi per me sarebbe un luogo di desolazione e tristezza. Cosa ci ha uniti? Il destino." E mi strinsi a lui in un abbraccio.

Rodolfo
24-10-2011, 16.34.33
Tante ipotesi si abbozzavano a cascata nella mente di Rodolfo circa il modo di avvicinare l'ambasciatore del governo usurpatore e di carpirne il maggior numero di informazioni e il più possibile veritiere, nè gonfiate dall'alterigia nè mozzate dal sospetto. Punto fermo era invece la volontà di incontrare quell'uomo,accettando di buon grado ogni possibile rischio che ciò avrebbe potuto comportare.

Ascoltò attentamente ogni parola di Lord Tudor, di tanto in tanto movendo il capo,dimostrandone la sua piena condivisione.
Ebbe modo anche di sussurrare, come interrogandosi " Come può esserci libertà dove si vuole imbrigliare la stessa coscienza dell'uomo?
Come può esserci uguaglianza dove c'è chi impone anche con la minaccia e la violenza delle armi il proprio convincimento e chi invece è perseguitato, privato della libertà e della vita a causa della sua fede?"

Ancor prima che potesse rispondere alla cruciale domanda di Lord Tudor, venne annunciato l'ingresso di un certo messere Lyo.
Rodolfo trattenne la risposta che aveva già formulato in cuor suo, per convenire alle dovute presentazioni con il nuovo arrivato, che gli venne descritto da Lord Tudor essere un suo fedele cavaliere.

Voltatosi verso la porta, portando la destra sull'elsa della spada e il palmo della sinistra sul petto, chinò leggermente il capo in segno di riverenza e lo salutò :

" Ave vobis, messer Bahyle. L'onore è tutto mio."

Tornò a voltarsi verso Lord Tudor, aspettando da lui una parola,un'occhiata o un qualunque altro cenno con il quale gli rinnovasse quanto gli aveva chiesto prima dell'annuncio e poter così alludere in risposta a quella domanda.

Daniel
24-10-2011, 16.49.41
Mi risvegliai dopo parecchie ore.. Io qui dentro non ci sto! Ancora frustate.. Ancora sofferenze..
<<BASTA!>> le mie urla frustrate risuonarono nelle segrete ma nessuno le sentì..
Decisi che era ora di rispolverare un pò i vecchi incantesimi di mia Zia..
Mi concentrai tesi la mano verso la porta:
<<Alohomora..>> La serratura scattò e la porta si aprì..
Uscito dalla prigione nel corridoio nel corridoio c'erano tutte le guardie.. Decisi allora di tornare dentro e di aspettare la mia sorte..

elisabeth
24-10-2011, 17.22.15
Lasciai parlare solo Monsieur.....non riuscivo a mettere insieme i pensieri sembravano farfalle impazzite, era improbabile che mi riconoscesse, erano passati molti anni ero una bambina quando fui portata via, ormai ero una donna.....Gli anni non avevano cambiato nulla di quell'uomo, la cattiveria sembrava non aver scalfito la sua fisionomia, soldi....il denaro per lui valeva piu' degli affetti......affetti, non aveva amato neanche mia madre, le serviva solo una sguattera a tempo pieno.....e visto che l'aveva sposata non doveva neanche pagarla....un piatto caldo di acqua sporca che lui osava chiamare minestra e un pavimento sudicio dove dormire.......chiusi gli ochhi per non dar di stomaco ...e quando li riaprii vidi un cane bavoso e ringhioso come il suo padrone, l'istinto mi fece guardare negli occhi il cane........gli animali erano degli esseri particolari....erano gli uomini che li rendevano violenti e sanguinari.....non avendo avuto dal padrone nessun tipo di comando...decise di seguirlo ed io mi sedetti...su una sedia vicino al fuoco......l'acqua incomincio' ad evaporare dai miei vestiti.....mi sentivo una nuvola.....".....Grazie Monsieur.....e' la seconda volta per stanotte che vi dovete prendere cura di me da marito.....e pensare che la vostra vita sino a qualche giorno fa era piu' libera e tranquilla o per lo meno non dovevavte occuparvi di nessuno.......L'uomo che e' salito a prepararci la camera..e' il mio padrigno.....e' un ubriacone e' violento....e' un uomo spregevole.....non crede a nulla se non al dio denaro..per lui e' tutta merce in vendita. che si tratti di cose o di esseri umani.......sono stata venduta per molto poco a quello che e' oggi il mio maestro..mi ha tolta dall' inferno della violenza e della fame.......mia madre non mi ha mai potuto dare l'amore che si deve ad una figlia.......neanche lei sapeva bene di cosa si trattasse.....era una bambina quando nacqui io...figuriamoci per lei ero un peso........ma come tutti i bimbi ho avuto il mio angelo custode e ho potuto continuare a vivere in un mondo dove si insegna la pace e il rispetto e la parola Amore assume confini che a pochi e' dato conoscere........Ora era scritto che io lo rincontrassi.....credevo di aver superato molte cose e invece per un attimo ne ho avuto ancora paura, ma ringrazio il buon Dio di aver avuto voi vicino........"........tolsi il cappuccio dalla testa...ero stanca e un misto di sensazioni invasero il mio cuore........avrei diviso la mia stanza con Monsieur, cosi' come avrei diviso un posto vicino al fuoco in mezzo al bosco......speravo solo che si facesse presto giorno...volevo andar via di la'......ma qualcosa mi diceva che la strada era veramente ancora lontana...........

cavaliere25
24-10-2011, 21.52.49
Guardai Mercien e poi Giselle dentro di me dissi chissà che avrà fatto di cosi brutto per farsi odiare cosi e rimasi fermo a guardare senza dire una parola

Guisgard
25-10-2011, 02.17.41
Lord Tudor scambiò alcune parole con Lyo.
Il cavaliere poi, accusando alcune vertigini, chiese al suo signore il permesso di potersi ritirare.
Rimasto solo con Rodolfo, lord Tudor riprese il discorso che l’arrivo di Lyo aveva interrotto.
“Come vi dicevo, messere, il vostro piano è tanto ambizioso, quanto geniale.” Disse il duca. “Tuttavia non vi nascondo che occorrerà molta prudenza da parte vostra. L’ambasciatore Missan è uomo molto scaltro, oltre che viscido come una serpe.”
Prese allora una cartina di Camelot e delle terre circostanti.
“Ecco…” indicando un punto sulla cartina “… i miei informatori affermano che qui si trova il palazzo nel quale dimora Missan. Si tratta di una residenza aristocratica, ma il suo padrone è rimasto nell’anonimato. Questo ci fa pensare che i Ginestrini possono avere un qualche contatto qui a Camelot…” alzò gli occhi dalla cartina e fissò il cavaliere giunto da Roma “… e qui, messere, anche io vi incaricherò di una missione… oltre ad indagare su Missan e sul suo credo politico, vi chiedo di scoprire se davvero quell’uomo possiede degli appoggi nel nostro reame. Capire, insomma, se a Camelot ci sono traditori che si sono venduti alla causa di quegli sporchi Ginestrini. E’ un incarico molto delicato… ma ho fiducia in voi, cavaliere.”

Guisgard
25-10-2011, 02.45.12
A quelle parole di Elisabeth, Monsier le si avvicinò.
“Non dite altro…” sussurrò per non farsi sentire, mentre il ceppo sul fuoco si consumava rumorosamente “… quell’uomo non può più farvi del male… l’alba giungerà presto e ripartiremo da questo posto…”
Ad un tratto riapparve di nuovo quel feroce molosso.
Fissava ora Monsieur, ora Elisabeth con quei suoi occhi neri e carichi di primordiale rabbia.
“Buono tu!” Lo ammonì il suo padrone. “La vostra stanza è pronta… seguitemi…”
Monsieur prese per mano Elisabeth e insieme seguirono il padrone di casa.
Questi mostrò loro una stanza non molto grande, umida e squallida, arredata da un paio di sedie malmesse ed un letto dall’aspetto tutt’altro che accogliente.
“Ora vi lascio soli…” mormorò l’uomo “… sarete stanchi… buonanotte.” E andò via.
“Beh, non sarà la dimora di Circe che accolse Ulisse” disse Monsieur guardandosi attorno “e neanche quella di Armida dove fu incantato Rinaldo, ma per stanotte andrà più che bene.”
Sistemò allora alla meglio le due sedie, vi accomodò sopra il suo mantello ripiegato a mo di cuscino e si sdraiò.
“Mettetevi a letto, madame.” Fissando poi Elisabeth. “Quel letto non sarà certo morbido e profumato, ma vi offrirà un onesto giaciglio per questa notte.”
Un attimo dopo qualcuno bussò alla porta.
Monsieur saltò su e si avvicinò all’uscio.
“Chi è?”
“Sono io…” rispose il padrone di casa “… ecco, volevo solo offrirvi un bicchiere di vino…”
“Vi ringrazio, ma non importa.” Fece Monsieur.
“Suvvia, non vi ho neanche dato da mangiare…”
“E’ tardi, siamo stanchi.”
“Avanti, un po’ di buon vino non si rifiuta mai.” Insistette l’uomo.
Monsieur allora aprì e l’uomo, sorridendo gli offrì un bicchiere di vino.
“Allora?” Chiese.
“Devo dire che è buono.” Rispose Monsieur.
“Bene.” Sorridendo l’uomo. “Ora sento di aver almeno in parte soddisfatto i miei doveri di padrone di casa. Buonanotte, amici miei.”
Monsieur chiuse la porta e tornò sul suo scomodo giaciglio.
Ma ad un tratto cominciò a tenersi la testa.
Sembrava confuso, quasi intontito.
Tutta la stanza girava attorno a lui.
Cercò allora di alzarsi da quelle sedie, ma perse l’equilibrio e cadde.
In quel momento la porta si aprì.
“Marito e moglie che dormono separatamente…” con un ghigno il padrone di casa “… immagino che la signora allora si sentirà sola…”
Monsieur tentò di rialzarsi, ma l’uomo lo colpì violentemente con un calcio alla testa, facendogli perdere definitivamente conoscenza.
“Ora ti faccio divertire io…” disse poi l’uomo fissando Elisabeth.
Si avvicinò allora alla donna e la schiaffeggiò, per poi buttarla sul letto e immobilizzarla.

Guisgard
25-10-2011, 02.52.20
Mercien si sedette accanto alla cella e fissò Cavaliere25.
“Dai, tocca te prendere un po’ d’aria.” Disse. “Va pure a farti un giretto… resterò io di guardia qui.”
A quelle parole, Giselle guardò Cavaliere25, quasi a voler ricordare al giovane servitore ciò che si erano detti prima del ritorno di Mercien.

Guisgard
25-10-2011, 02.58.48
Brianna, in pena per la sua amica Altea, giunse così al palazzo di lady Kate.
La nobile dama, vedendo la giovane Brianna, le andò incontro, accogliendola con calore e gentilezza.
La condusse in casa, dove le sue servitrici servirono alle due dame biscotti caldi ed un delicato liquore aromatico.
“A cosa devo l’onore della vostra visita, lady Brianna?” Domandò sorridendo lady Kate.

Guisgard
25-10-2011, 05.06.37
Un leggero vento accarezzava le cime degli alberi, diffondendo ovunque nell’aria un dolce profumo, mentre le colline tutt’intorno era già tinte coi colori dell’Autunno.
Altea era avvolta nel forte abbraccio di Carrinton ed il silenzio, dopo le loro parole, aveva riempito l’eco dei loro sospiri.
Il nobile, allora, prese dolcemente le redini del cavallo e questo s’incamminò lungo un sentiero tracciato tra le foglie cadenti e quella delicata melodia che sembrava racchiusa nel sibilo del vento.
I passi del destriero penetravano nella tenera ed umida terra che aveva visto, per buona parte del giorno, cadere un lenta e costante pioggerellina.
Per un tratto di quel sentiero non ci furono parole tra i due.
Qualcuno una volta scrisse che il silenzio è tutto ciò che occorre per ricordare un’immagine vista in sogno.
E quella rivelazione era stata davvero come un sogno.
Carrinton si era subito perso negli occhi di quella ragazza giunta dalla verde Irlanda.
E subito il suo cuore gli aveva sussurrato che era pronto a rinascere, a rifiorire all’amore.
Per troppo tempo Carrinton si era chiuso in quel doloroso passato, negandosi alle gioie della vita.
Sembrava destinato a questo oblio dei sensi, della passione e della Gioia.
Ma poi lo sguardo di lei aveva dissolto tutto.
In un istante tanto infinitesimale da apparire ora quasi eterno.
Come il sospiro che racchiuse quel nome pronunciato ora dal nobile.
“Altea…” accarezzandole i capelli, mentre attraversavano quel sentiero che appariva fiabesco “… lascia subito la casa di lady Kate… voglio che tu ti trasferisca nel mio palazzo… stasera stessa… ti voglio con me… e non vi è luogo a questo mondo che possa tenerti lontana dal mio cuore…” fissandola e perdendosi nei suoi meravigliosi occhi che luccicavano degli incantati riflessi di quella selva “… che sia Camelot, l’Irlanda o qualcuno dei mondi sconosciuti e fantastici, sospesi tra il Cielo e la terra, che i poeti disegnano nei loro versi non avranno mura abbastanza alte e spesse per poterti custodire lontana da me…”
Ad un tratto il cavallo si fermò presso un piccolo laghetto.
Le sue acque erano blu ed una bianca e fresca sorgente lo alimentava.
Il fondo era tanto trasparente da permettere di vedere i ciottoli che la corrente aveva reso lucidi e levigatissimi.
Lo stagno era coperto, per buona parte, da uno spuntone di roccia modellato dal vento e arso dal Sole, che con la sua ombra generava superbi riflessi di mille colori tra gli spruzzi d’acqua che fuoriuscivano dalla sorgente.
E nel cuore di quella roccia vi era un’insenatura naturale, nella quale si intravedeva una statua bianca.
“In questo luogo” disse Carrinton ad Altea “il console Mario Fulvio, durante la dominazione romana della Britannia, fece costruire un magnifico giardino, raccolto attorno ad un tempietto dedicato alla dea dell’amore Venere…” indicando la statua nella roccia “… fu il suo modo di ringraziare la dea, per avergli fatto incontrare la donna che amò poi per tutta la vita, Gueverren, una bellissima bretone… e secondo la leggenda proprio in questo luogo, dove un tempo vi era il suo favoloso giardino, chiese all’amata di diventare sua moglie…” allora Carrinton prese fra le braccia Altea e sorrise “… e nello stesso modo, in questo luogo consacrato ad Amore, io chiedo a te… vuoi essere mia moglie?”
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cavaliere25
25-10-2011, 09.52.38
Guardai Mercien e dissi va bene grazie e mi incamminai sapevo che dovevo ritornare in quella chiesa e mi diressi propio li ad un certo punto arrivai davanti alla porta vevo un po di paura ad entrare ma mi feci coraggio ed entrai e iniziai a guardarmi intorno per cercare quella figura che avevo incontrato

brianna85
25-10-2011, 10.16.43
lady kate che piacere rivedervi ho s<puto di altea e che si trova qui in casa vostra, ditemi come sta adesso vorrei vederla se non vi dispiace....

Talia
25-10-2011, 12.27.53
Un leggero sorriso mi si allargò sulle labbra alle parole di Essien...
Saremmo andati ad Ostyen...
Ostyen...
Un momento di soddisfazione sfrenata mi pervase e mi fece girare la testa. Tuttavia, come sempre accadeva in quei momenti, l’euforia durò poco e presto tornò ad assalirmi quel senso fastidioso di ineluttabilità che ormai sempre mi accompagnava.
Essien se ne stava davanti a noi, dissimulando la paura che quell’idea faceva a lui per primo con un atteggiamento sbrigativo e un po’ burbero. Lo osservai e non potei non domandarmi cosa avrebbe detto se avesse potuto leggermi dentro... c’era stato un tempo nel quale avevo avuto spesso la sensazione che potesse farlo davvero, un tempo nel quale mi ero chiesta che cosa sapesse davvero di me, o che cosa sospettasse...

Colaubain era un piccolo paese, di quelli nei quali tutti si conoscono e la vita comunitaria assume quasi i contorni di una famiglia allargata.
A Colaubain le case erano povere ma pulite e, parimenti, nessun abitante del villaggio era ricco ma tutti avevano di che vivere più che dignitosamente.
La fortuna di Colaubain, in verità, era il monastero che si ergeva sulla collina e che dominava e vegliava sul paese come una madre sulla prole.
Il monastero di Saint Germaine era stato un tempo molto ricco e potente, con il tempo le cose erano cambiate e da quanto più nessuna figlia della famiglia reale era giunta ad assumere il ruolo di badessa il prestigio di Saint Germaine era molto calato. Purtuttavia, poiché il monastero e l’adiacente paesino di Colaubain avevano la fortuna di sorgere su una delle maggiori vie di pellegrinaggio, individui di ogni sorta avevano continuato a giungere in città contribuendo, in qualche maniera, a tenerla viva.
Quel giorno, in sella al mio cavallo, entrai a Colaubain con il cuore in subbuglio.
Avevo vissuto lì per gran parte della mia vita, tutti i miei più antichi ricordi erano legati a quel luogo che era stato, ed era, forse l’unico che io avessi mai potuto chiamare ‘casa’.
Non immaginavo neanche, quella mattina, che il cielo plumbeo che ci sovrastava presagisse a tanto dolore, rabbia, disperazione... Un dolore e una rabbia che non mi avrebbero mai più lasciata, una disperazione che presto avrebbe iniziato a desiderare di esser vendicata.
Sistemammo il carrozzone nella piccola piazza... a me sembrava quasi di vivere in un sogno, mi sembrava di impazzire e ben presto iniziai a non stare più nella pelle. Colaubain era molto cambiata rispetto ai miei ricordi: non erano passati molti anni dalla mia partenza, ma quelli erano anni nei quali le cose cambiavano in fretta e radicalmente... forse troppo in fretta, forse troppo radicalmente.
Aiutai gli altri a trovare la giusta collocazione per il nostro carro e a scendere in necessario per allestire il palco... ma non riuscii a lungo a dominare quella voglia di ‘casa’... poco dopo, dunque, mi defilai dal gruppo e presi, prima a passo svelto poi addirittura di corsa, a risalire la stretta e tortuosa stradina che saliva alla collina. Avevo percorso centinaia e centinaia di volte quella strada, ma mai come quel giorno con il cuore in gola e che batteva all’impazzata.
Non mi ero accorta, in quella mia smania di arrivare, che Essien mi aveva vista allontanarmi e mi aveva seguita. Non mi ero accorta dello sguardo preoccupato e teso che il vecchio capocomico aveva continuato a tenere su di me fin dal nostro ingresso in città. Non avevo affatto pensato, come invece Essien aveva fatto, che al mio arrivo sulla collina avrei potuto trovare ciò che in effetti poi trovai...
Se Essien non fosse stato con me quel giorno forse non sarei mai più stata in grado di ritrovare la strada per tornare al carrozzone. Mai prima avevo sofferto tanto, mai prima ero stata tanto arrabbiata.

La mia mente, quasi automaticamente, mi fece emergere da quel ricordo: ciò che era avvenuto dopo, ciò che avevo scoperto una volta giunta alla collina, era troppo doloroso da essere ripercorso e ricordato ancora una volta.

“E’ deciso! Ora tutti a cena, offro io, e poi a letto! Si parte domani all’alba per Ostyen!”

I miei occhi rimasero in quelli del vecchio Essien ancora per un istente... gli volevo bene, Essien probabilmente era stato la cosa più vicina ad un padre che io avessi mai avuto.
Gli sorrisi, dunque, e lo presi sotto braccio mentre ci incamminavamo...
“Non temere...” gli sussurrai “Ce la caveremo anche ad Ostyen... quelli come noi se la cavano sempre!”

Guisgard
25-10-2011, 15.29.25
Cavaliere25, approfittando del momento di libertà dal turno di guardia, si allontanò dal palazzo dell’ambasciatore per ritornare alla chiesa.
Attraversò uno stretto sentiero che tagliava in due la campagna, per poi ritrovarsi proprio davanti alla chiesa.
Il sacro edificio, immerso nel suo austero alone, aveva la porta aperta.

Parsifal25
25-10-2011, 15.33.45
Ripresi il mio viaggio in compagnia del mio fidato destriero Belfagor dopo aver sostato presso il villaggio di Sheffield, ove conobbi un vecchio eremita che mi parlò del pendaglio che avevo ricevuto in dono dal mio maestro e di un manoscritto che dovevo recuperare per poterne sapere di più, mi disse che avreì dovuto affrontare un viaggio nell'oscurità della Grotta di Dudek ed affrontare la saggezza di un potente druido il quale mi mise alla prova misurando le paure del mio animo e la purezza del mio cuore soltanto dopo ciò avreì avuto il manoscritto. Con fatica e dolore riuscì a superarla e devo dire che è stata la lotta più difficile della mia vita...."combattere contro me stesso"...., ma mi ha forgiato ed aiutato nel continuare a intraprendere la verità sui Longiniu. Ripensando a ciò mi trovaì dinanzi alle mura di Ostyen e varcaì il ponte. Era illuminata e così piena di vita questa cittadina come potevo non esserne trascinato. Mi fermaì alla locanda, consumaì il mio pasto e sentì vociferare sulle nozze di Altea che si sarebbero tenute a breve. Spinto dalla curiosità e dalla possibilità di poterne sapere di più su questa cittadina decisi di rimanervi.

Lancelot
25-10-2011, 15.34.58
Pur consapevole dell'importanza della missione diplomatica del mio signore, non posso abituarmi all'idea di quanto sia sprecata la sua saggezza lontano dalla Repubblica. Mai come in questi frangenti la fazione ginestrina avrebbe bisogno della mente acuta di Lord Missan, mentre tutto ciò che di buono abbiamo costruito rischia di essere fagocitato dai deliri di onnipotenza di De Jeon.
Che il mio signore si sia finalmente reso conto della necessità di tornare in patria al più presto? Che sia per questo che mi ha fatto chiamare, per allestire i necessari preparativi?
Certo è che molto abbiamo appreso da questa Terra. Camelot rappresenta ciò che Magnus aspira a diventare... Un regno di rettitudine e giustizia. Possibilmente però, libero dai nefasti influssi clericali e aristocratici, sin troppo abbondanti invece in questo reame. Mi chiedo fino a quando la grandezza di Camelot potrà durare, appesantita com'è da tali fardelli...
Ma non è certamente un problema nostro. Magnus è appena nata e molti sono ancora i nemici da sconfiggere, e la nostra Repubblica non poggia su fondamenta poi così salde, non finché ginestrini e pomerini continueranno a tirarsi reciprocamente per le maniche.
E poi questo maledetto Giglio Verde... Sento il suo lezzo nauseabondo persino in questi assolati, tranquilli corridoi. Del resto neanche la possente Camelot può rendersi impermeabile alle cospirazioni, e Iddio solo sa quanto la liberalità dei regnanti si traduca in una moltiplicazione delle sedizioni.
Toh, sono arrivato. Porgo i miei rispetti ai due commilitoni impeccabilmente di guardia alla porta di Lord Missan, con il consueto saluto marziale di Magnus, portando con un rapido, secco gesto il mio pugno destro all'altezza del cuore.
Faccio cenno di aprire le pesanti porte di quercia della stanza.

"Mio signore, avete chiesto di me?"

Guisgard
25-10-2011, 15.35.53
“Lady Altea” disse lady Kate a Brianna “è venuta a stare qui con me. Ed è un vero onore avere una tal dama ospite a casa mia. Ora però si trova al palazzo di lord Carrinton. Immagino sarà lui stesso a riaccompagnarla qui. Potete attenderla qui con me, damigella.”

brianna85
25-10-2011, 15.46.22
cetramente lady kate è un piacere trascorrere um po di tempo in vostra compagnia sono sempre sola nella mia dimora e chiacchierare con voi mi fara bene ho tante cose da raccontarvi.

Parsifal25
25-10-2011, 16.01.20
Girando per le vie e le stradine tortuose della città vidi che tutti i suoi abitanti erano intenti a portare il loro contributo per i preparativi delle nozze. Pensaì tra me "Lady Altea, è veramente amata dal popolo, chissà se avrò la possibilità di conoscerla?". Mentre camminavo tra queste vie mi trovaì dinanzi ad una chiesa illuminata dalla fioca fiamma di alcune torcie, uno strano tepore entrò nel mio animo come se una forza mi spingesse ad entrarvi e varcare la sua soglia, non sapevo cosa mi avesse conservato quel luogo.

cavaliere25
25-10-2011, 16.09.06
Entrai senza esitazione iniziai a guardarmi intorno e cercare quel uomo che avevo visto dovevo a tutti i costi sapere la verità su quel biglietto nella bibbia e comincia a girovagare per la chiesa

Parsifal25
25-10-2011, 16.16.48
All'interno della chiesa vi erano rappresentate le gesta di San Giorgio, uccisore dei Draghi e dal lato opposto affreschi che rappresentavano le gesta di San Michele Arcangelo. Durante questo mio perdermi tra tali bellezze, la mia attenzione cadde sulla sagoma di un individuo che girava tra le navate della chiesa, mi allontanaì da quegli affreschi e mi rivolsi a lui: "Perdonate Messere, posso chiederle qualche delucidazione su questo luogo e su questa Chiesa?"

Guisgard
25-10-2011, 16.17.43
E venne il giorno della partenza.
Cardien diventava sempre più piccola alle spalle del carrozzone della compagnia e la strada a fatica serpeggiava tra le basse colline di quelle terre.
Si sentiva solo il rumore del carro che si trascinava sul terreno ed il canto degli uccellini.
Ad un tratto Tafferuille tirò fuori la sua ocarina e cominciò a suonare.

Il teatro era deserto e solo due figure animavano il palcoscenico.
“Allora è deciso?” Disse Tafferuille.
“Si…” rispose lei, fredda e indifferente “… sposerò il marchese di Florenza...”
“Perché?” Chiese con rabbia Tafferuille.
“Mi renderà felice.”
“Mi fai pena…”
“Io?” Fissandolo lei. “Sei solo una maschera... cosa ne sai della felicità?”
“Non potrà mai amarti come ti amo io…”
“Che sciocchezza.” Fece lei, per poi voltarsi.
“Se mi ami…” implorò lui “…non andartene via…non lasciarmi…”
Lei esitò per un istante, poi, senza voltarsi, andò via.
Tafferuille si chinò, maledicendo se stesso.
E fu in quel momento che si accorse di quel ragazzino.
I due si fissarono.
“Non dovresti piangere…” mormorò il ragazzino “…tu sei uno spadaccino invincibile… sei Tafferuille…”
Questi allora sorrise.
“Questa a me non serve più…” disse al ragazzino “… a te forse porterà più fortuna…” gli lanciò la maschera e svanì oltre il sipario.
“Sei qui, discolo!” Gridò padre Alain.
“Si, volevo vedere il teatro…” si giustificò il ragazzino.
“Ora faremo i conti!”
“Che succede?” Arrivando padre Adam.
“Questo discolo si era nascosto qui!” Spiegò padre Alain.
Padre Adam fissò il ragazzino.
“Perché l’hai fatto?” Domandò.
“Volevo solo vedere il teatro…”
“Resterai in punizione nella tua camera fino a domani.” Disse il chierico. “Così avrai tempo per ripensare a ciò che hai fatto.”
“Posso tenere questa?” Chiese il ragazzino mostrando la maschera lanciata da Tafferuille.
“Si, puoi…”

“E quali spettacoli metteremo in scena una volta giunti ad Ostyen, padrone?” Chiese Gobert, destando Tafferuille da quel ricordo e dalla sua musica.
“Vedremo…” mormorò Essien preoccupato “… vedremo…”

cavaliere25
25-10-2011, 16.22.53
Guardai quella persona a me sconosciuta e dissi salve a voi messere io mi chiamo cavaliere25 non saprei darvi risposte non la conosco bene questa chiesa dissi guardandomi in giro e aspettai che mi chiedesse altro

Parsifal25
25-10-2011, 16.36.45
Con tanto garbo e gentilezza questa persona mi rispose ed io replicaì " la ringrazio per avermi concesso la parola,il mio nome è parsifal25 sono lieto di fare la sua conoscenza, sono appena giunto in questa cittadina e in questa terra e uno strano tepore mi ha portato in questo luogo".

cavaliere25
25-10-2011, 16.39.08
cosa vi a portato qui messere? dissi sedendomi su una panca della chiesa io sono in cerca di una persona voi non avete visto nessuno domandai mentre guardai le statue che erano in quella chiesetta sapevo ciò che cercavo ma non sapevo se potevo fidarmi di quel uomo

elisabeth
25-10-2011, 16.40.01
Sentii il calore della mano di Monsieur nella mia...e salii in quella che quell'uomo chiamava camera era indegno chiamarla anche stalla.....una volta dentro Monsieur fece di tutto per tranquillizzarmi e farmi riposare ....sembrava dispiaciuto oltre modo dal mio passato........ma nessuno poteva farci nulla, quando tutto avvenne all' improvviso, ero rannicchiata nel letto,quando con orrore Monsieur perse contatto con la realta'........e quell'essere nausebondo ubriacosino alle ossa...mi fu addosso.....era una massa enorme di grasso ed alchool.....respiravo a malapena....mentre sentivo la sua bocca sul mio collo....sentivo la rabbia venirmi su dal profondo delle viscere.....sola eternamente sola.......le sue mani erano rozze....mentre le sue parole erano degne dei luoghi peggiori dove gli auguravo doveva finire la sua lurida vita........ero sfinita.........forse era meglio che morissi.....la morte era l'unica cosa che ero riuscita ad invocare...quando una luce alle spalle della Bestia....illumino' la stanza......sembrava nata dal nulla......ma servi' a far mollare la presa a l'uomo, ero giovane e lui era grasso ed ubriaco e questo gioco' a mio favore....riuscii a sgattaiolare da sotto alla sua mole e a piazzarmi dall'altro lato della stanza.......dalla mia borsa l'Ape prese vita " Tra il melograno....siete la Sorella madre...che il vostro pungiglione possa donare il sonno perenne a colui che porta male".........Un lieve ronzio......un alito di vento...........un urlo di dolore....e un uomo riverso sul pavimento ..........andai vicina a Monsieur il cui respiro era regolare....."......Avete fatto tutto quello che avete potuto il vostro pensiero era puro...ma il male ha le sue strade......".......e il giglio verde che avevo sul braccio..inizio'a bruciare ......

Guisgard
25-10-2011, 16.53.08
Monsieur riprese conoscenza.
Restò confuso per qualche istante, poi fissando Elisabeth e vedendo poi a terra quell’uomo comprese ogni cosa.
“Ha osato toccarvi?” Chiese ad Elisabeth. “Ditemi, state bene?”
Si alzò allora appoggiandosi alla sedia.
Era dolorante, ma riusciva a stare in piedi.
“Meglio andarcene da qui…”
Ad un tratto riapparve il molosso.
Ringhiava e sbavava.
“State indietro, madame…” fece Monsieur.
Elisabeth aveva da poco usato la magia ed ora non poteva fare altrimenti contro quel cane.

Parsifal25
25-10-2011, 17.00.40
Compresi che di quel cavaliere avreì potuto fidarmi anche se era la prima volta che lo vidi, decisi di raccontargli della mia storia. " nobile messere, mi trovo qui perchè ho intrapreso un lungo peregrinaggio alla ricerca di documenti che potessero spiegarmi il significato dell'ordine a cui appartengo anche se era formato solo da me e dal mio defunto maestro ossia i Longiniu e di questo pendaglio". Tiraì fuori dal mio collo il pendaglio e lo mostraì a codesto cavaliere. La sua forma raffigurava una lancia alata che puntava al cielo e ad un occhio che non sembrava essere simile a quella umana.

cavaliere25
25-10-2011, 17.03.36
Guardai il pendaglio e dissi molto bello io invece sto cercando un uomo dissi che mi deve dare delle risposte su delle cose devo far luce su un foglio trovato in una bibbia che presi da questa chiesa

elisabeth
25-10-2011, 17.05.12
Fui felice di rivedere in piedi Monsieur, si muoveva a scatti, la botta in testa gli aveva provocato un bel trauma....." Non preoccupatevi per me non mi ha toccata, sono solo un po' stanca ma sto bene.....piuttosto..come vi sentite,n c'era qualcosa in quel vino che vi ha avvelenato la mente.....avete bisogno di scaricare quel veleno o il mal di testa sara' atroce....".....stavo cercando tra le mie cose quando il cane fece il suo ingresso....." Monsieur.....credetemi.....potrebbe anche sbranarci e io lo lascerei fare......non riesco neanche ad alzre un dito senza sentire piangere ogni mio muscolo.......vi sembrero' una piagnona.....ma questo dolce cagnolino e' affar vostro....se posso darvi un consiglio.......fategli comprendere che gli siete amico..gli animali hanno una grande sensibilita'...".....sprofondai sulla prima sedia disponibile

Talia
25-10-2011, 17.07.31
Il carro procedeva lento lungo la strada polverosa. Il rumore sommesso delle ruote di legno sul selciato, lo scalpiccio dei cavalli e i rumori della campagna erano tutto ciò che si udiva... poi, d’un tratto, quella melodia.
Lasciai che quella musica mi cullasse, che dirigesse i miei pensieri... lasciai che la calmasse, che la lenisse... e per un po’ mi parve che la cosa funzionasse.

“E quali spettacoli metteremo in scena una volta giunti ad Ostyen, padrone?” Chiese Gobert, destando Tafferuille da quel ricordo e dalla sua musica.
“Vedremo…” mormorò Essien preoccupato “… vedremo…”

Tornai a guardare Essien e Gobert...
“Dovremo rinnovare il nostro campionario, suppongo...” suggerii “Credo che molti dei nostri copioni non potrebbero andare affatto bene per una città come Ostyen!”

Guisgard
25-10-2011, 17.07.58
E mentre Cavaliere25 e Parsival discutevano fra loro, qualcuno apparve nella navata.
Fissò i due messeri e poi si avvicinò.
“Non sapete che questa è la Casa del Signore?” Disse. “Venite qui e rompete il suo austero silenzio con le vostre chiacchiere.”
“Sir Haugus…” lo chiamò all’improvviso una suora “… cosa accade?”
“Nulla, sorella.” Rispose Hagus. “Ho solo richiamato questi due messeri a tenere un comportamento degno della Casa del Signore.”

Parsifal25
25-10-2011, 17.08.18
Compresi la sua premura di trovare quell'uomo e decisi di chiedergli se quest'ultimo avesse potuto darmi dalle risposte su questo pendaglio e sull'origine di questa struttura.

cavaliere25
25-10-2011, 17.11.03
Guardai quel uomo e dissi scusatemi signore non volevamo fare rumore ho disturbare nessuno voi chi siete dissi guardandolo negli occhi poi guardai anche la suora che quella volta che era successo il fatto non c'era ma che stava syccedendo dissi tra me e me non sto capendo piu nulla

Parsifal25
25-10-2011, 17.13.55
Sentì una voce che mi richiamava a mantenere un comportamento decoroso all'interno della Casa del Signore,mi voltaì e chiesi ammenda del mio comportamento barbaro e indelicato. Tornaì alla mia ricerca.

Parsifal25
25-10-2011, 17.37.56
Con un cenno di capo salutaì Messer cavaliere25 e tornaì alle mie ricerche. Nel più assoluto rispetto rimasi rapito dalla maestosità di questa chiesa e pensaì tra me: "chissà chi grande artsita ha compiuto un così magnifico capolavoro, spero di poter incontrare l'uomo che cercava anche Messer Cavaliere25....forse avrebbe potuto aiutarmi, non solo per saperne di più su questa struttura,ma anche dal pendaglio che portavo a petto. Rimasi in contemplazione ed in preghiera che dolce suono ha la voce del silenzio.

cavaliere25
25-10-2011, 17.40.22
Guardai quel l'uomo e dissi hei che ne dici se ci aiutiamo a vicenda mi sembri una persona fidabile e aspettai seduto e pensare cosa poteva dire quel biglietto nella bibbia ma non riuscivo ad arrivare a nessuna risposta

Guisgard
25-10-2011, 17.41.43
Monsieur avanzò di qualche passo, senza distogliere mai lo sguardo dal molosso.
“Buono, bello…” mormorava al cane “… su, fai il bravo…” mentre quello ringhiava.
Si avvicinò al cane, sempre mostrandosi calmo.
Ad un tratto il cane balzò verso di lui e lo aggredì.
Seguirono momenti concitati.
Fino a quando, il molosso cadde trafitto dal pugnale di Monsieur.
Questi allora si alzò, con la camicia insanguinata a causa dei morsi del cane.
“Andiamo via da questo posto, madame…” disse poi ad Elisabeth.

Parsifal25
25-10-2011, 17.45.44
All'improvviso la voce di cavaliere25 ruppe quel silenzio, sentì che avremo potuto aiutarci a vicenda,il mio cuore era colmo di gioia finalmente qualcuno con cui condividere la mia storia e con uno sguardo d'intesa accettaì la sua proposta. Ritornaì in contemplazione.

cavaliere25
25-10-2011, 17.48.17
bene dissi dobbiamo trovare quel l'uomo a tutti i costi poi guardai Haugus e dissi voi non sapete nulla di una figura che si aggira in questa chiesa dissi aspettando che mi dasse una risposta positiva

elisabeth
25-10-2011, 17.53.58
Quella era la casa degli orrori.....una volta ucciso il cane fu messoaccanto al padrone, la camicia di Monsieur era lacera ed insanguinata....andare via...si dovevamo andare via...le prime luci stavano nascendo, ma dovevamo darci un contegno,in quelle condizioni sporchi di sangue e laceri avremmo destato sospetti....."Monsieur dovete togliere i resti della vostra camicia e lasciarvi pulire la ferita, ho dell'unguento all'aglio posso almeno disinfettarla.......cerchiamo di riprendere il nostro cammino nelle migliori condizioni possibili......siamo stanchi entrambi.....ma se ci facciamo forza saremo un buon appoggio l'uno per l'altro.....".......Mi voltai per prendere la boccetta dalla mia sacca e delle pezze di lino......attesi cosi' che Monsieur si togliesse la camicia...

Altea
25-10-2011, 18.04.56
In quell'atmosfera luccicante di verde e blu, sembrava che il tempo per un attimo si fosse fermato, in un attimo di infinità eternità. Seguivo le parole di Lord Carrinton, guardando il laghetto e la statua della dea dell'Amore e della Bellezza, qualità che appartenevano al milord. Sembrava quasi ci fossimo addentrati in una atmosfera surreale dove nè il passato, presente e futuro esistesse. Non mi aspettai quelle parole tanto nobili dal milord, ma soprattutto che nutrisse per me sentimenti cosi nobili. "Lord Carrinton, voi mi volete come vostra sposa? siete certo delle vostre nobili intenzioni? Ebbene se cosi fosse....sarei onorata di essere vostra consorte ora e nell'eternità". Mi avvicinai alla statua e guardai la mia immagine riflessa sul laghetto e aggiunsi "Però, dovrete aspettare prima che mi rechi presso la vostra dimora" e guardai il milord ridendo "Prima, immagino, dobbiate contattare i miei nobili genitori, quando avrete il consenso da parte di mio padre, il conte O' Kenninghton, allora verranno celebrate le nozze." In verità ero fermamente decisa a sposare il bel milord, anche se i miei genitori si fossero opposti, ma mi sentivo in dovere nei loro confronti.

Rodolfo
25-10-2011, 18.12.05
Il suo imbarazzo ebbe ben presto motivo di venir meno dal momento che il cavaliere, da poco giunto, si sentì costretto ad accommiatarsi, a causa di alcune vertigini.

Lord Tudor riprese il discorso e Rodolfo prontamente,sicuro di sè, gli rispose:

" Anche a costo della mia stessa vita, è mio dovere e mia ferma volontà incontrare quell'uomo. Sono giunto fin qui con il preciso incarico
di fare luce su quella setta,sui loro propositi ed,eventalmente, sui loro piani. Non posso permettermi di indietreggiare,per timore della mia incolumità e della mia vita, quando molte vite sono state spezzate e molte altre
rischiano di conoscere la stessa sorte"

Lord Tudor prese poi una cartina, la stese sulla scrivania,facendo spazio tra le varie suppellettili, e gli indicò il punto in cui era situato il palazzo che ospitava Missan.
Il nobiluomo alzò quindi lo sguardo verso Rodolfo chiedendogli il favore di indagare sull'esistenza di possibili complici dei Ginestrini a Camelot, oltre che sul proprietario di quel palazzo,di cui restava ignota l'identità.

Il cavaliere accolse di buon grado la richiesta di Lord Tudor:

" Accolgo ben volentieri il vostro invito, pregando Dio che l'affidamento vostro e della Santa Sede nella mia persona possa essere ben ripagato ".

Detto questo, aggrottò le ciglia, ricapitolando per bene nella mente i suoi doveri, e ritenendo che fosse giunto il momento di passare all'azione, prese congedo da Lord Tudor, portando la destra sul petto e reclinando leggermente il capo in segno di riverenza,

" Valete! Che Dio ci assista e possa premiare la nostra sincera fede in Lui e gli ideali a cui abbiamo consacrato la nostra vita"

Guisgard
25-10-2011, 18.12.38
“Beh, si…” fece Gobert a quelle parole di Talia “… in effetti i nostri spettacoli improvvisati non possono essere adatti alla platea di Ostyen…”
“Voi siete pazzi!” All’improvviso Tissier. “Ostyen… la città simbolo e culto dei Ginestrini, bah! Ma vi chiedo… sapete cosa vuol dire? La classe dirigente! Vi immaginate cosa significa recitare davanti ai pezzi grossi del partito Ginestrino?”
“Oh, Cielo…” sospirò impaurita Fantine.
“Già!” Esclamò Tissier. “E ad Ostyen c’è la Guardia Repubblicana ovunque! Controllano tutto e tutti! E le arti! Ah, dico, le arti!”
“Le arti cosa?” Domandò Renart che ci stava capendo poco.
“Non sapete che i grandi regimi tendono a censurare e controllare le arti?”
“Dacci un taglio!” All’improvviso Tafferuille. “Siamo degli attori, non dei criminali. Non abbiamo nulla da temere.”
Calò il silenzio tra loro, rotto poi solo dall’autorità di Essien.
“Aristofane e Menandro facevano satira nell’antica Grecia!” Disse. “E non vedo dunque quali problemi ci siano!”
“Beh, ci provò anche Cicerone a Roma…” mormorò Tissier “… ma Marco Antonio fu di tutt’altro parere… e De Jeon, da quel che si dice, è molto più simile ad un Domiziano, che ad un Marco Antonio…”
“Bah, chiacchiere!” Sentenziò Essien.
Il giorno trascorse così.
Poi la notte e di nuovo l’alba.
E fu allora che tutti loro intravidero la sagoma di Ostyen in lontananza,

Parsifal25
25-10-2011, 18.34.52
La notte era vicina, in quel momento decisi di uscire dalla chiesa poichè le porte erano pronte per la chiusura lanciaì un ultimo sguardo all'affresco di San Giorgio e abbandonaì quel luogo sacro. Notaì che anche cavaliere25 era rimasto lì ad attendere una risposta da sir Hagus, ma l'ora era tarda e avvicinandomi a lui gli porsi i miei saluti e con la speranza di incrociarlo nuovamente domani, tornaì lungo il piazzale e mi diressi alla locanda dove avevo lasciato in custodia Belfagor decidendo di passarvi il crepuscolo. Stendendomi sul letto mi balzava in mente ancora l'affresco di San Giorgio,ma perchè? La figura di Sir Hagus che forse avrebbe potuto aiutarmi e la nascita di una nuova amicizia con cavaliere25. Chiusi gli occhi e aspettaì il nuovo giorno.

Talia
25-10-2011, 18.59.41
Seguii in silenzio quello scambio di battute, muovendo gli occhi tra loro...
Tissier aveva ragione, ne aveva da vendere. Ostyen voleva dire un pubblico totalmente diverso da quello cui eravamo abituati, voleva dire controlli e un’attenzione ai retroscena politici di cui non ci eravamo mai curati, voleva dire allargare il nostro scenario e le nostre menti, voleva dire avviare un rapporto con personaggi e personalità molto variegati e dai molteplici, complessi risvolti psicologici...

“Beh, ci provò anche Cicerone a Roma…” mormorò Tissier “… ma Marco Antonio fu di tutt’altro parere… e De Jeon, da quel che si dice, è molto più simile ad un Domiziano, che ad un Marco Antonio…”

Mi voltai di scatto a quelle parole e fissai Tissier per qualche istante...
Un Domiziano! Era questo ciò che ci attendeva?
E per un istante mi sentii in colpa... portare la compagnia lì per un capriccio, per quella maledetta rabbia che da quel giorno a Colaubain non mi aveva mai più abbandonata...
Per un istante!
Poi il senso di colpa, pian piano, si dissolse a restare viva e dolorante fu solo quella rabbia, quella furia nera e distruttiva che mi riempiva l’anima fino alla più piccola piega.
Sollevai gli occhi, neri più che mai e più che mai decisi, e incrociai per un istante quelli azzurri di Tafferuille... fu allora che mi resi conto che eravamo soltanto io e lui a sapere la verità: soltanto io e lui sapevamo di dover andare ad Ostyen per qualcosa di diverso dal bene della compagnia... io sapevo perché dovevo andarci, ma il suo motivo qual era?

Guisgard
25-10-2011, 19.44.57
“Si, venite avanti, capitano.” Disse Missan a Lancelot.
L’ambasciatore sistemava alcuni documenti.
“Questo paese ci è ostile…” continuò il Ginestrino “… come la Troade lo era per gli Achei e le Gallie per i romani. Ci vedono come eretici, miscredenti… ci fissano con disprezzo dall’alto della loro maledetta nobiltà. Questa Camelot pullula delle loro spie… maledetti aristocratici… ma un giorno il mondo sconfiggerà i loro privilegi e quelli della loro amata Chiesa…” sistemò quei documenti e si alzò in piedi.
“Accompagnatemi…” aggiunse “… abbiamo un appuntamento importante con il nostro uomo a Camelot…”
Chiamò allora un servitore, facendosi portare il mantello.
“Andiamo, capitano Lancelot.”

Lancelot
25-10-2011, 19.53.49
"Vi seguo, mio signore."

Condividevo le perplessità di Lord Missan, Camelot si ispirava a principi di uguaglianza e libertà, l'insegnamento del vecchio Re Artù Pendragon era ancora forte negli Ideali e nella morale pubblica di quel regno. Eppure ho avuto modo di vedere con i miei occhi quanto sia misera la condizione del popolino, e di quali privilegi godano coloro che sono nati sotto nobili natali.
Dubito che in un regno come questo, qualcuno di umili origini come me sarebbe potuto diventare capitano e cavaliere.
Anche per questo, non potrò mai ottemperare completamente al mio debito di gratitudine nei confronti di Lord Missan. Lui ha saputo guardare alla nobiltà nel mio cuore, anche quando ero vestito di soli cenci.

Guisgard
25-10-2011, 20.48.11
Il carrozzone raggiunse la porta di Ostyen.
Gli ufficiali di guardia controllarono i documenti e la licenza di Essien e lasciarono poi la compagnia entrare in città, ammonendo però che parate in costume dovevano avvenire solo una volta fissato il giorno dello spettacolo.
Ostyen era diversa da ogni altra città di Magnus.
La rivoluzione aveva impoverito molte zone e molti centri della nazione, facendo anche scomparire diversi villaggi.
Ma Ostyen era rimasta delle stesse dimensioni delle altre grandi città europee.
Era la città culto dei Ginestrini e lì convogliavano tutte le risorse della repubblica.
Le strade pullulano di gente, banchetti, carri e quant’altro riempisse lo spazio circostante.
Per alcuni poeti costretti ad emigrare o uccisi dal regime, Ostyen era la città senza voce.
Forse perché i campanili delle chiese non potevano più suonare le loro campane.
Talia fissava la strada davanti al carrozzone.
Era colma di volti, voci, ma le appariva deserta.
Dove conduceva quella strada?
Cosa c’era alla fine di essa?
Sogni o illusioni?
Il Sole morente proiettava lunghe ombre che pian piano avvolgevano le case ammassate su se stesse, dando un senso di malinconia a quello scenario.
E Talia fissava la sua ombra che sembrava galleggiare a causa della traballante andatura del carrozzone.
Ad un tratto un’altra ombra sfiorò la sua.
Era quella di Tafferuille.
Ed insieme, ora, quelle due ombre sembravano percorrere quella strada.
L’uomo dalla maschera variopinta si era adagiato accanto a dei barili usati per la polvere colorata da usare sulla scena.
“Ecco, ci sistemeremo laggiù.” Indicò. Essien alla compagnia.
Era uno spiazzo appena fuori le mura vecchie della città.
Qui la compagnia si sistemò alla meglio.
“Avanti, stasera è festa!” Esclamò Essien. “Avete tutti la serata libera!”
“Ottimo!” Disse Renart. “Avanti, Talia, andiamo a farci un giretto! Siamo finalmente in una grande città!”

Lady Gaynor
26-10-2011, 00.28.09
Quando l'uomo misterioso le tolse via il lenzuolo dal corpo, Gaynor temette il peggio e calde lacrime cominciarono a scorrerle lungo le guance, silenziose al punto da passare inosservate al buio della stanza. Quando poi sentì una veste scivolarle addosso, riprese a respirare normalmente e pian piano si lasciò ammaliare suo malgrado dalla bellissima voce dello sconosciuto, che le stava parlando con tono suadente di schiave e sultani...
C'era qualcosa in lui che la fece persuadere di non essere in pericolo, non avrebbe saputo dire cosa, ma d'un tratto capì che non le avrebbe fatto del male.
Un nome…” riprese a dire l'uomo “… mi chiedete un nome… può davvero un nome racchiudere l’identità di un uomo? Ma voi siete mia ospite… e voglio accontentarvi, mia bella Criseide… chi volete che io sia , dunque? Vi ho rapita sul mare, potrei dunque essere Sinuhe l’egiziano, o il mitico Gilgamesh… e perché no Giasone, Ulisse o Enea? Potrei essere Sinbad il marinaio...” sorrise “… vi piacciono questi nomi? Ne preferite altri? Sentiamo… avete un grande amore? Un amore passato, come quelli che si leggono nei romanzi? Quelli capaci di farci sentire veramente vivi e ci spingono a credere nell’esistenza dell’Aldilà solo per rivederli? Beh, potreste chiamarmi con quel nome, se lo preferite… se poi invece, milady, desiderate tanto incontrare il Giglio Verde, allora non vi negherò neanche questo…” portò allora la sua mano destra sotto il pallido alone che penetrava nella stanza, mostrando un bellissimo anello che recava il simbolo di un fiore stilizzato… il Giglio Verde…”


Quando lui le mostrò l'anello, Gaynor si sentì sollevata e il suo viso riacquistò un po' di colore.
"Milord, ad onor del vero posso dire di non essermi mai trovata in una simile condizione... nessun uomo ha mai osato tanto con me ed il mio cuore non ha ancora mai palpitato per alcuno, ma una volta rivelata la vostra identità, mi sento più al sicuro nuda in questa stanza che vestita di un'armatura a Magnus. Vi supplico di credere alla mia buona fede quando vi dico di essere un'alleata e non una nemica e, visti i vostri successi nel contrastare i folli piani di De Jeon e Missan, mi rimetto completamente a voi e a quel che riterrete opportuno per me. Avete dimostrato saggezza e coraggio ed io voglio esservi d'aiuto. Il coraggio non manca neppure a me, per la saggezza ho ancora molto da imparare, ma potete addurlo alla giovane età e alla mancanza d'eperienza. Ho passato quasi tutta la mia vita sui libri, circondata dalla mia famiglia e dai miei amici che hanno sempre fatto di tutto per preservarmi dalle insidie del mondo. Come sia cambiato tutto questo non ne ho idea, e non vi nascondo che il mio cuore è colmo di pena. Ciononostante, non posso più sentirmi parte dei loro piani, non posso e non voglio più condividere il loro folle progetto di un regime di sangue... Vi prego, permettetemi di sposare la vostra causa..." Queste furono le parole di Gaynor, prima di prendere la mano dell'uomo misterioso fra la sua e stringerla forte.

Parsifal25
26-10-2011, 00.56.31
Non mi accorsi di quanto tempo avessi dormito, infatti mi svegliaì alle prime luci del tramonto che penetrarono dalla finestra della stanza e dissi tra me: "ma da quanto tempo non dormivo così" mi sentì veramente sollevato dopo questa lunga dormita. Presi le mie cose e scesi giù alla locanda per mettere qualcosa di caldo nello stomaco. La città era più viva che mai, sentivo risate,chiacchiere di paese e donzelle che parlando tra di loro stavano decidendo come vestirsi a festa, chissà cosa animasse tutto ciò mi affacciaì dall'uscio della locanda e vidi che una compagnia errante preparava il palco per esibirsi, ne fui subito rapito tanto è vero che mi avvicinaì ad essa e lì rimasi. Ho sempre sognato vedere,conoscere.....e perchè no recitare in una compagnia errante...sembravo un fanciullo sognatore che soltanto per aver ottenuto una spada finta ed un mantello da cavaliere si sentiva il padrone dell' universo, ma purtroppo il mio destino era un altro. Rimasi nel piazzale e osservaì con dedita e fulgida preparazione i preparativi.

Guisgard
26-10-2011, 02.05.43
Le loro immagini riflesse in quelle acque limpide e trasparenti.
Il dolce scorrere di quella fonte, i mille riflessi scintillanti che luccicavano sulle levigatissime e bianche pietre, la statua di Venere quasi a benedire l’incanto che avvolgeva i due innamorati.
Tutto appariva perfetto.
Carrinton accarezzò prima il volto, poi il collo della bella Altea.
La mano del nobile si perse nei morbidi e profumati capelli di lei.
Poi la baciò.
Un bacio appassionato, intenso, fatto di sospiri e dolci sapori.
Quello scenario paradisiaco sembrava chiudersi per proteggere i due amanti.
“Arriverei in capo al mondo” disse Carrinton ad Altea “pur di guadagnarmi il diritto di averti come moglie…” la fissò e sorrise “… chiederò a tuo padre di concedermi la sua gemma più preziosa, con tutti i suoi sogni e desideri… ed il mio unico impegno sarà quello di realizzarli tutti e renderla felice…” la baciò di nuovo.
Un lieve e piacevole vento, dolce e musicale, si alzò sullo stagno.
Penetrando nella luce di quel Sole d’Ottobre, sembrava fare l’amore con i bagliori che scintillavano attraverso le foglie degli alberi.
Poi l’aria fresca della sera.
I due amanti risalirono a cavallo e lui avvolse lei nel suo caldo abbraccio ed entrambi nel suo prezioso mantello.
Poi galopparono via.
Carrinton condusse Altea al palazzo di lady Kate.
“Raccogli tutte le tue cose…” le sussurrò “… scriverò a tuo padre, chiedendogli la tua mano… e manderò poi i miei servi a prenderti, per farti condurre al mio palazzo…” la baciò di nuovo e poi ritornò nella sua dimora.
Il nitrito del cavallo aveva destato coloro che abitavano nel palazzo.
Subito fu informata lady Kate, che raggiunse così all’ingresso Altea.
“Bentornata, baronessa!” Salutandola. “Spero abbiate trascorso una bella giornata. Con noi vi è anche lady Brianna…” indicando la damigella “… era venuta qui perché desiderosa di incontrarvi, baronessa.”

Altea
26-10-2011, 02.17.36
Arrivammo a palazzo di Lady Kate, difficile era togliersi dal caldo tepore che riscaldava il mio cuore e sorridendo risposi al milord "Sappiate che Lord O' Kenninghton è molto severo, ecco da chi ha preso la sua dolce pupilla".
Aspettai che il milord sparisse dalla mia visuale, e salii in dimora e trovai Lady Kate che con il suo dolce sorriso mi avvisò dell'inaspettato arrivo di una amica d'infanzia, Lady Brianna.
"Lady Kate, mi date una meravigliosa notizia, dove si trova la mia cara amica? Oggi il destino è dalla mia parte, soprattutto per quanto riguarda Lord Carrinton, ho una sorpresa per voi" dissi guardando la dama, la quale mi guardava maliziosamente. Sembrava carpire i miei pensieri.

Guisgard
26-10-2011, 02.25.10
“Lady Brianna è qui, baronessa.” Disse lady Kate. “E non vedeva l’ora di rivedervi. Avete belle notizie?” Sorridendo con una punta di malizia… oh, baronessa… non oso immaginare… o meglio… credo sia quasi fiabesco ciò che sto immaginando ora… ma vi prego… non teneteci sulle spine… rivelateci cosa rende così luminoso il vostro sguardo…”
E le tre dame si accomodarono nel salone del palazzo di lady Kate.
La nobildonna e Brianna attesero così di udire dalla bocca di Altea il motivo della sua felicità.

Guisgard
26-10-2011, 02.29.34
Parsifal era tornato alla locanda.
Il frastuono però della Camelot notturna, tra balli, canti e qualche saltimbanco, l’aveva destato dal suo riposo.
Ad un tratto udì delle voci.
“Ehi, voi!” Lo chiamò qualcuno. “Si, dico a voi, messere! Dite, vi andrebbe di giocare un po’ ai dadi con noi? Vedete, stiamo aspettando che giunga il segnale da parte di uno dei nostri, per recarci tutti al porto. Abbiamo dunque necessità di ammazzare il tempo.”
Erano alcuni zingari, dagli occhi dipinti e dai pittoreschi abiti, che giocavano ai dadi nella locanda.

Altea
26-10-2011, 02.36.19
Abbracciai Lady Brianna "quanto tempo, sono cosi felice di vedervi, proprio in questo momento. Ricordate quando corravamo nelle brughiere e facevamo arrabbiare le nostre governanti?"
Ci accomodammo nel salotto di Lady Kate, le due dame mi fissavano impazienti e iniziai a soddisfare la loro curiosità "Sembra ci sarà un matrimonio presto, qui a Camelot. Dicono che Lord Carrinton voglia sposarsi, anzi ne è proprio convinto e si è dichiarato alla sua bella dama, con estremo romanticismo" annuii sorridendo.

Guisgard
26-10-2011, 02.36.21
Intanto, Cavaliere25 si trovava nella chiesetta insieme a sir Hagus.
“Una figura?” Ripeté l’uomo. “Di quale figura parlate?” Chiese al giovane servitore di Missan.
“Forse il nostro giovane viandante” avvicinandosi ai due la monaca “sta cercando padre Tommaso…” si voltò poi verso Cavaliere25 “… perché lo state cercando, messere? Vi occorre forse qualcosa?” Domandò al giovane.

Guisgard
26-10-2011, 02.43.40
“No, non posso crederci!” Esclamò sorpresa lady Kate. “Lord Carrinton vuole sposarsi? Ma… ma lui non ha mai mostrato alcun interesse verso nessuna dama di questo reame, dopo… si, insomma… dopo la tragica scomparsa di sua moglie…”
“Eh, si vede allora che il nostro bel nobile ha incontrato una donna davvero speciale.” Disse lady Beth, la sorella maggiore di lady Kate.
La donna era appena arrivata e subito, incuriosita dai discorsi che stavano facendo Altea, Kate e Brianna, si unì alle tre dame.
“Ma questo è un evento epocale!” Sempre più sorpresa Kate. “Su, baronessa…” fissando Altea “… non teneteci sulle spine… voi conoscete il nome di questa misteriosa dama che sembra aver rapito il cuore di uno degli uomini più ambiti del nostro reame?”

Guisgard
26-10-2011, 02.51.38
Monsieur si sfilò la camicia, nonostante buona parte di essa fosse ormai praticamente attaccata alla ferita.
Questa causava un dolore quasi insopportabile al misterioso compagno di viaggio di Elisabeth.
Brandelli di pelle erano venuti via con la camicia ed il pericolo di un’infezione era concreto.
“Non andate tanto per il sottile, madame…” mormorò Monsierur “… sono abituato al dolore fisico…” il petto nudo e sudato aveva tutti muscoli contratti, mentre la ferita continuava a sanguinare “… avanti… sono pronto…” aggiunse per poi mettersi in bocca un pezzetto di legno da stringere tra i denti.

Guisgard
26-10-2011, 03.02.21
Lord Tudor ringraziò Rodolfo, per poi salutarlo.
Ma prima di congedare definitivamente il cavaliere, gli affiancò un suo fedele servitore.
“Questi è Iwane…” disse il duca a Rodolfo “… è un mio servo fedele… è giunto oggi dai miei territori del Nord e nessuno a Camelot lo conosce… egli vi scorterà fino al palazzo dove alloggia Missan… potete fingere, per non destare alcun tipo di sospetto, che Iwane sia vostro servo, o vostro scudiero. Decidendo il suo ruolo, insomma, in base al vostro piano, messere. Se invece ritenete che agire da solo vi assicuri maggiori vantaggi, allora, una volta giunto al palazzo di Missan, rimanderete indietro Iwane.”
Così, Rodolfo e Iwane lasciarono il palazzo del Belvedere e presero la via verso il palazzo dell’ambasciatore.
Ad un certo punto una lussuosa dimora prese forma nella boscaglia che circondava Camelot.
“Ecco, milord…” indicò Iwane a Rodolfo “… quello è il palazzo dove dimora l’ambasciatore.”
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Parsifal25
26-10-2011, 03.29.37
Tornaì verso la locanda, di colpo la mia attenzione fu scossa dalle voci di un gruppo di persone che mi chiamava ad unirmi alla loro compagnia, erano degli zingari, giocavano a dadi e mi chiesero con garbo di giocare con loro. Non sapevo se fidarmi, questi uomini giocavano ai dadi un gioco alquanto rischioso per la propria borsa. Li ringrazaì dell' invito, ma preferivo rimanere in disparte ad osservare e studiare le pagine del manoscritto che avevo recuperato da Dudek e riportaì su di un foglio l'affresco di San Giorgio presente nella chiesa della città. Sareì ritornato lì il giorno seguente con la speranza di poter incontrare Sir Hagus e chiedergli delle informazioni sulla Chiesa e sul pendaglio che portavo al collo; gettando la coda dell'occhio sulla mia sacca di denari, studiaì quel libro e l'immagine di San Giorgio.

Guisgard
26-10-2011, 03.33.06
La carrozza condusse così Missan ed il suo fedele capitano Lancelot, attraverso la fitta e lussureggiante boscaglia che avvolgeva quelle terre.
Missan appariva nervosa ed ansioso.
Gettava rapide e furtive occhiate dal finestrino della carrozza, mentre il cielo si addensava sempre più di alte e sottili nuvole.
“Un chierico…” mormorò all’improvviso, mentre il suo sguardo si spostava rapidamente dal finestrino al volto di Lancelot “… un chierico… ricordo perfettamente il suo volto… e quei suoi penetranti occhi azzurri… giunse inaspettato e mi fece quello strano discorso, dove affermava di essere addirittura il confessore del Giglio Verde… si presentò come Presbitero Tommaso… poi svanì nel nulla, proprio sotto i miei occhi…” una smorfia indecifrabile mutò l’espressione del suo volto “… appena vi sarà possibile, capitano, indagate su quel chierico… e rammentate bene quel nome… Presbitero Tommaso…”
La carrozza giunse così presso una vecchia casa nobiliare abbandonata nel cuore del bosco.
Solo il vento sembrava dimorarvi.
“E’ strano…” guardando fuori dalla carrozza Missan “… non è mai giunto in ritardo il nostro uomo…”
Ad un tratto si udì qualcosa.
Un attimo dopo un’altra carrozza giunse nello spiazzo davanti alla vecchia casa nobiliare.
“Eccolo, è lui.” Disse Missan. “Venite…” facendo segno a Lancelot di seguirlo.

Guisgard
26-10-2011, 03.42.05
“Avanti, di cosa avete paura, messere?” Disse lo zingaro a Parsifal. “Non vi va di giocare con noi?” E risero forte.
“Eh, non ci sono più gli uomini di una volta!” Esclamò una donna che si intratteneva con loro. “Una volta i cavalieri affrontavano draghi, oggi invece, a quanto pare, hanno anche paura di lanciare dei dadi!”
“Su, soltanto qualche tiro, amico mio!” Disse un altro di loro. “Sceglierete voi la posta in palio, su!”
“Ehi, non voglio disordini qui dentro.” Giungendo il locandiere con del vino per quegli zingari. “Bevete, pagate e poi andatevene.”
“Ehi, non sembri molto cortese, mio buon locandiere!” Fissandolo colui che sembrava il più sveglio fra quegli zingari. “Non sai che i clienti vanno trattati con i guanti?”
“Insomma, volete giocare oppure no?” Fece la donna fissando Parsifal. “O avete davvero paura di far rotolare due dadi?”

Guisgard
26-10-2011, 04.54.30
Un’ombra.
Gaynor aveva davanti a sé solo un’ombra, che sembrava confondersi in quell’indefinita penombra che rendeva surreale e quasi fiabesco quel luogo.
“I vostri dubbi sul regime ateo e sanguinario dei vostri compagni repubblicani vi fa onore, milady…” disse il misterioso Giglio Verde “… ma, vedete, quando si decide di abbandonare, come ho fatto io, il mondo dei vivi, le loro passioni, i loro sogni, beh, allora il nostro animo assume le fattezze dell’Oltretomba e tutto ci appare scuro, torbido, indegno… sono come un Orfeo che scende nell’Ade senza però avere la volontà di trarre con sé alcuna Euridice… o anche come un Oreste senza timore alcuno della giusta ira delle Erinni…”
I suoi occhi.
Brillavano in quell’incerta penombra che sembrava scivolargli addosso, come una fedele compagna, con la volontà di celare il suo volto allo sguardo di Gaynor.
Forse davvero quell’uomo giungeva dall’Oltretomba.
Forse non era più neanche un uomo, ma uno spettro.
“E questo mi ha reso indifferente verso i miei simili…” continuò “… indifferente ai loro dolori e alle loro debolezze…” sorrise lievemente “… non avete mai amato alcuno, dunque? Io invece vi ho rinunciato… l’ho fatto quando ho patteggiato con l’oscurità… non ho dato come pegno la mia anima, come fece Faust… l’anima non ci appartiene… ho barattato invece il mio volto… per cosa? Ma per averne altri mille, milady. Mille volti, mille maschere, sotto cui celare i miei intenti… così posso essere un marinaio, un cavaliere, un prete, un mendicante, persino un Ginestrino, sapete? E voi invece? Chi siete? Forse una novella Giuditta? Giunta qui per prendere la mia testa?” Rise. “Dovrei dunque credere alle vostre parole, mia bella Sherazade? Vi catturo su di una nave colma di Ginestrini… con una lettera affidatavi da Missan per il vostro capo De Jeon… e poi mi dite di provare disprezzo per il vostro regime? Sapete cosa conteneva quella lettera? Nomi… nomi da dare in pasto al boia… come Caronte voi traghettavate quelle anime verso il peggiore dei gironi infernali… no…” sussurrò “… non posso fidarmi di voi… se da questa fiducia che chiedete dipendesse solo la mia vita, allora lo farei… ma vi sono in ballo tante altre vite, milady… e non posso rischiare…”
In quel momento entrò qualcuno e la stanza si illuminò quasi per magia.
Erano due servitori di razza araba con vassoi ricolmi di varie pietanze, acqua, vini e liquori.
I due recavano con loro anche diverse specie di piante e fiori di esotiche forme e fragranze.
Apparecchiarono il tutto, abbellendo la tavola anche con quelle piante e quei fiori, per poi ritirarsi.
Ora la stanza era illuminata ed anche il misterioso Giglio Verde era tornato ad essere visibile agli occhi di Gaynor.
E ancora quella maschera copriva il suo volto.
“Siete mia ospite…” disse lui invitandola a sedersi “… o forse dovrei dire mia schiava, mio ostaggio… ma spesso, come vediamo ne Le Mille e una notte, le prigioni possono essere dorate… posso avere l’onore della vostra compagnia alla mia tavola, milady?”
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Altea
26-10-2011, 09.26.27
Ad un tratto arrivò Lady Beth e si sedette vicino alla nobile sorella, vidi le tre dame davanti a me scrutarmi in modo curioso, la scena sembrava alquanto ridicola ma mi trattenni dal sorridere: "Orbene, il milord come infatti sostiene Lady Kate per molto tempo fu catturato dagli spettri del passato, sembra quasi un incantesimo si fosse destato sopra lui e tutti gli abitanti della dimora" le tre dame si fecero più vicine con in mano un buon liquore aromatico "poi arrivò un vento, un vento forte a scuotere i suoi sentimenti e nello stesso tempo un sole caldo a scaldare il suo cuore come un cielo bizzarro...d'Irlanda. E fu cosi che dopo vari tentennamenti, ma non certo quelli dettati dal cuore, ma per paura di subire altro dolore il milord si fece trascinare da questo vento impetuoso e sulle rive di un laghetto chiese a una dama di nome Altea di divenire sua moglie". Sorrisi, vidi le tre dame a bocca aperta guardarsi tra loro. E mi ritrovai stretta tra le braccia di Lady Kate.

cavaliere25
26-10-2011, 11.09.26
si è un uomo che mi a detto che era una delle statue di questa chiesa dissi devo parlargli assolutamente è una cosa importante devo avere delle risposte su un foglio che ho trovato in una bibbia che presi di qui senza permesso e aspettai una risposta da uno dei due

Lancelot
26-10-2011, 11.19.19
"Presbitero... Tommaso..."

Ripeto lentamente il nome rivelatomi da Lord Missan, come per imprimerlo con forza nella mia memoria.
Un chierico, dice. Effeminati, lenti e rammolliti, tali si presentano. Non è gente che sparisca nell'ombra, o che sia capace di furtività.
A meno che...

Improvvisamente la mia mente corre a ciò che si racconta sulla fondazione di Camelot, su una fede basata su una commistione di mistica cristiana e di liturgie dell'antica religione... I primi sacerdoti erano un po' maghi e un po' servi di Dio, e forse lo sono ancora...

"Lo staneremo, mio signore."

L'incedere di una seconda carrozza si palesa con forza attraverso il rumore di zoccoli e ruote sul selciato. Sembra che il nostro appuntamento sia infine giunto.
Il mio signore si appresta a scendere dalla nostra carrozza, e io gli sono subito dietro.

Parsifal25
26-10-2011, 15.01.23
Notaì che con insistenza questi zingari volevano per forza farmi giocare... sinceramente fui molto colpito dalle parole di quella donna che insinuava la mia incapacità di non saper affrontare i pericoli, cosa ne vuole sapere lei di tutto quello che ho patito per giungere sin qui. La rabbia stava insinuandosi nel mio cuore avreì voluto estrarre la spada per farle assaggiare di quanto sangue si sia macchiato, ma il mio codice e gli insegnamenti del mio maestro mi tornarono alla mente e tranquillizaì il mio spirto. Non avreì voluto allontanarmi dai miei studi e dal mio lavoro, ma per farle rimangiare ciò che aveva detto decisi di partecipare. La posta sarebbe stata 5 scellini a condizione che si sarebbe giocata una sola mano. Non adoravo questi giochi.

Rodolfo
26-10-2011, 17.53.51
Prima di congedarlo, Lord Tudor assegnò a Rodolfo un suo fedele servitore affinchè lo accompagnasse al palazzo dove era alloggiato il ginestrino Missan,e ne potesse poi disporre a sua discrezione, attribuendogli un ruolo nel suo piano oppure lincenziarlo una volta giunto a destinazione.

Una volta lasciato il Belvedere, in sella al suo Albios, Rodolfo ebbe modo di conversare con Iwane anche per stabilire insieme il da farsi, una volta raggiunta la meta:

" Iwane, la tua guida mi è assai preziosa. Più esitante sarebbe stato,altrimenti, il mio incedere. Quanto però al cosa fare,una volta raggiunto il palazzo, credo che la cosa migliore sia che tu non mi segua
all'interno. Ti prenderai cura dei nostri cavalli,attendendo il mio ritorno nella locanda più vicina,badando bene che sia munita di una valida stalla dove poterli strigliare, rifocillare e far riposare. Alle spese ci penserò io."

Concordato ciò, proseguirono la loro marcia, pressochè senza proferire verbo, lungo vie e vicoli interni a Camelot e boscosi sentieri dell'intorno,finchè si ritrovarono a pochi piedi dalla poderosa porta in mattoni,oltre la quale si poteva scorgere il caldo rosso delle tegole e la sobria pietra vista delle pareti di una lussuosa dimora che Iwane gli indicò essere il palazzo verso il quale erano destinati.

Ringraziatolo per la sua sicura guida e ricapitolato quanto si era precedentemente stabilito, smontò dal suo cavallo,lo affidò a Iwane,e mentre questi si allontanava, s'incamminò, con passo deciso,verso la porta dove una guardia gli intimò di fermarsi,quindi, di presentarsi e dichiarare cosa lo aveva spinti fino a lì.

Prontamente Rodolfo rispose all'intimazione e al domandar dell'uomo: " Ave! Il mio nome è Flavio Petrucci e vengo da Roma."

Girando gli occhi all'intorno,come ammirato dalle bellezze che lo circondavano, proseguì dicendo: " Mi è stato riferito da miei fidati informatori di oltre Manica, di sincera fede repubblicana"

Interruppe poi,di colpo,corrugando la fronte, il suo parlare con un borbottio, " Ahimè, a Roma per ben due volte il popolo ha sollevato il capo per abbattere la tirannide del papa re e restaurare le antiche gloriose istituzioni repubblicane, e per due volte ha visto infrangersi il suo sogno sotto i colpi mortali delle spade"

Ricomposto il volto,riprese quindi il suo discorso dicendo:

" Mi è stato riferito,dicevo, che qui avrei potuto trovare Sua Eccellenza, messer Missan, illuminata guida e ambasciatore della Repubblica di Magnus, la cui fama di eroismo e virtù è giunta fino nella lontana Urbe".

Mentre parlava, quell'uomo non smetteva di fissarlo in cagnesco, squadrandolo da capo a piedi. Solo dopo che ebbe concluso la sua presentazione, voltò lo sguardo verso l'interno, lanciando un sonoro fischio al quale gli corse incontro un giovane garzone, cui ordinò di avvisare il maggiordomo della visita, affinchè quest'ultimo andasse ad informarne il padrone e,una volta ricevute istruzioni sul da farsi, lo raggiungesse per riferirgli quanto gli fosse stato ordinato.

elisabeth
26-10-2011, 18.57.59
Il cane aveva causato delle ferite profonde sulla sua pelle......" venite Monsieur il fuoco nelo camino dovrebbe ancora essere acceso, e da qualche parte ci sara' pure qualche camicia.....non credo che verremo accusati di furto se prendiamo qualcosa......".....C'era una cassapanca, l'aprii e all'interno trovai vecchie coperte e due camice, non erano nuove ma sembravano pulite....presi un lenzuolo le cui toppe erano innumerevoli ma per pulire le ferite e per bendarlo andava bene......" E adesso amìco mio andiamo a darci una sistemata....prima che l'infezione faccia salire la febbre..".......ci recammo vicino al camino, sul tavolo trovai una brocca d'acqua taglia a pezzi il lenzuolo e comincia a lavare le ferite.....prima con delicatezza e poi con piu' forza...sino a togliere i residui di bava....." Mi spiace se vi faccio male ....ma e' l'unico modo per evitare il peggio......e poi siete un uomo, siete pronto alle battaglie alle sofferenzed..questo forse non e' nulla per voi......"......Una volta pulito il petto e parte della schiena, gli passai dell'unguento all'aglio.........fasciando cosi' ogni parte........" Adesso...metterete la camicia e vedrete che il peggio sara' passato.......come vi sentite Monsieur.....la botta in testa ?.....e' quella che mi preoccupa di piu' ripsetto ai graffi del cane......se vi gira la testa o avete nausea ditemelo.....e'importante........mi spiace ma non posso prepararvi nulla per colazione....in questa casa..non toccherei nulla....neanche se ci fossela tavola piu' imbandita rispetto a quella del re..........vuol dire che ilborbottio del nostro stomaco ci fara' compagnia..........e adesso...usciamoda qui..e' stata una notte lunga.......e piena di sorprese.....per me e' stato un bel banco di prova...."........aiutai Monsieur ad allacciarsi la camicia e a mettersi il mantello ..la fasciatura gli impediva i movimenti......presi il mio mantello e la borsa....e una volta fuori di casa.....andai a cercare i cavalli....

Guisgard
26-10-2011, 19.07.20
Ci fu un forte stupore attorno ad Altea.
Le sue parole avevano causato incredulità e poi meraviglia.
“Oh, baronessa!” Esclamò lady Kate, per poi abbracciare commossa Altea. “Questo è davvero un miracolo! Nessuno qui a Camelot potrà crederci! Lord Carrinton si sposerà di nuovo e lo farà proprio con voi, amica mia!”
Anche lady Beth, ripresasi dalla sorpresa, si congratulò con Altea.
“Diteci, milady…” disse “… come ci siete riuscita? Come avete fatto a conquistare il cuore di lord Carrinton?”
“La baronessa non è una donna comune…” sorridendo lady Kate “… e comprendo benissimo la scelta del nobile Carrinton di volerla come moglie!”
“Ora però si dovrà organizzare un matrimonio degno di questi bellissimi sposi!” Esclamò lady Beth.
“Naturale.” Annuendo lady Kate. “Un matrimonio al quale parteciperà tutta Camelot.”

Guisgard
26-10-2011, 19.23.28
Missan e Lancelot si avvicinarono alla carrozza appena giunta.
Al suo interno vi era un uomo avvolto in un nero mantello e con un cappuccio a celargli il capo.
“Oggi vi siete fatto attendere…” disse Missan, mentre dal cielo scuro cadeva senza sosta un’insistente pioggia.
“Non ho molto tempo…” mormorò l’uomo nella carrozza “… chi è l’uomo che vi segue?”
“La mia guardia del corpo, il capitano Lancelot.” Rispose Missan. “State tranquillo, è un mio fedelissimo.”
“Lo spero per voi.”
“Per noi.” Precisò Missan con uno strano sorriso.
“Come dicevo, non ho molto tempo…”
“Vi ascolto.” Annuì Missan.
“Ormai ne sono certo…” disse l’uomo nella carrozza “… sir Hagus fa parte della banda.”
“E’ lui il Giglio Verde?” Chiese Missan.
“Non so dirlo con precisione…” rispose l’uomo nella carrozza “… so soltanto che lui è nella banda…”
“Come procederemo quindi?”
“Lo faremo cadere in trappola.”
“Come?”
“Lo costringeremo a portarci dal resto della banda…” spiegò l’uomo nella carrozza.
“Credete che anche lord Tudor sia coinvolto?”
“Può darsi.” Rispose la spia. “Scopriremo anche questo.”
“Siamo vicini alla vittoria…” con un ghigno Missan.
“Ora devo andare…” disse la spia nella carrozza.
Un attimo dopo la carrozza svanì nella boscaglia sferzata dalla pioggia.
“Sir Hagus…” mormorò Missan fissando il fedele Lancelot “… forse ora il misterioso Giglio Verde ha un nome…” di nuovo quel suo inquietante ghigno “… ritorniamo al palazzo, capitano. Mi lascerete lì, per poi intraprendere le vostre ricerche su quel chierico di cui vi ho parlato.”
E i due ritornarono al palazzo.

Guisgard
26-10-2011, 19.38.47
Iwane annuì a quegli ordini di Rodolfo e portò con sé i loro cavalli.
Il cavaliere giunto da Roma poté così presentarsi al palazzo dell’ambasciatore.
Qui fu portato davanti ad un uomo dalle vesti sgargianti e dallo sguardo che non sembrava palesare emozioni.
“Sono Raos, il servitore di sua eccellenza l’ambasciatore Missan.” Disse. “Egli ora non si trova qui e non so informarvi quando vi farà ritorno.”
Ma proprio in quel momento si udì il rumore di una carrozza.
Missan era tornato.
Subito i suoi servi gli andarono incontro.
“Signore…” rivolgendosi a lui Raos “… qualcuno ha domandato di voi…” indicando Rodolfo.
“Chi siete voi?” Chiese Missan all’uomo inviato dalla Santa Sede.

Guisgard
26-10-2011, 19.46.27
Medicato Monsieur, Elisabeth corse a prendere i cavalli.
Poco dopo i due ripresero il loro cammino.
“Vi sono debitore, madame…” disse Monsieur “… grazie per questa fasciatura… quanto alla botta in testa, non temete… ho la testa dura!” E rise di gusto, per poi tenersi la ferita. “Forse è meglio non agitarmi troppo, almeno per un po’…” sorridendo.
Proseguirono lungo la campagna, tra la pioggia che sferzava i loro corpi ed il fango in cui affondavano gli zoccoli dei loro cavalli.
Ad un tratto una sagoma lontana prese forma nel buio e nell’umidità.
“Ecco Ostyen, madame…” indicò Monsieur “… la città culto del regime… da quando è scoppiata la rivoluzione non ho avuto più modo di ritornarci… chissà come ci accoglierà…”
E proseguirono verso la città.

Guisgard
26-10-2011, 19.59.34
Nella locanda Parsifal accettò alla fine di giocare con quegli zingari.
Il gioco però non sorrise al cavaliere, facendogli perdere le sue 5 monete.
“Avanti, non abbattetevi!” Disse lo zingaro. “Voglio essere magnanimo e darvi la possibilità di rifarvi… cosa ne dite di rilanciare? Oggi mi sento generoso… voglio puntare addirittura un Taddeo d’argento!”
“E dove lo trova un Taddeo d’argento un pezzente come te?” Fece all’improvviso un uomo che aveva osservato la scena.
“Cercate rogna, amico?” Fissandolo lo zingaro.
“Non sono tuo amico, sporco zingaro.”
Gli zingari allora si alzarono tutti dal tavolo, mostrando a quell’uomo sguardi minacciosi.
Ma subito all’uomo si affiancarono due compagni armati.
“Hai qualche problema, zingaro?” Domandò l’uomo.
Gli zingari, davanti a quei tre uomini armati, chinarono il capo e uscirono dalla locanda.
“Dimentichi qualcosa…” fece l’uomo allo zingaro “… le 5 monete che hai sottratto a questo ragazzo…” indicando Parsifal.
“Ho vinto.” Disse lo zingaro. “Sono mie.”
“Hai barato…”
Lo zingaro allora lanciò sul tavolo le 5 monete e andò via.
“Ma mi vendicherò…” mormorò uscendo.
“Queste sono vostre…” disse l’uomo a Parsifal, mostrando le 5 monete.

Guisgard
26-10-2011, 20.03.59
“Un foglio?” Ripeté Hagus, fissando Cavaliere25. “Di che foglio parlate? E poi cosa significa questa storia della statua? Forse avete bevuto, o magari solo sognato, messere. Questa è una chiesa, non un teatro.”
“Non siate duro con lui, sir Hagus…” intervenne la monaca “… mi sembra un bravo giovane… forse sta cercando padre Tommaso…” voltandosi poi verso Cavaliere25 “… se davvero cercate lui, allora vi consiglio di attenderlo qui… forse tornerà fra non molto.”

elisabeth
26-10-2011, 20.05.29
" Non ringraziatemi...diciamo che ci siamo dati una mano.....e in quanto a testa...credo proprio che la vostra testa sia pari alla roccia......eppure per quanto dura la roccia si fa amorevolmente scalfire dall'acqua.....e voi cos a riuscirebbe a scalfirvi....".....La pioggia veniva giu' senza riserve, ero zuppa, avevo freddo e mi sentivo il naso gelido......gli schizzi di fango degli zoccoli dei cavalli avevano riempito le mie gambe.......quando seguii con lo sguardo quello di Monsieur e vidi Ostyen.......avvertii una certa angoscia nella voce di Monsieur......gli eventi non erano dei migliori e ionon p0otevo essergli di aiuto....." Monsieur se la mia persona dovesse esservi di intralcio vi prego di proseguire per la vostra strada ......vi capiro'.."

cavaliere25
26-10-2011, 20.44.46
io presi una bibbia tempo fa senza chiedere il permesso a nessuno la dovevo portare a una donna che sta in cella dissi e dentro a questa bibbia c'era un foglio con scritto una frase e devo capire cosa vuole dire quel messaggio e guardai la monaca e dissi d'accordo aspetterò qui in sua attesa

Altea
26-10-2011, 20.53.40
"Come ci sono riuscita mie dolci dame e amiche? Semplicemente essendo me stessa, quando conobbi il milord non ero alla ricerca di ricchi nobili da sposare, fu il destino a farci legare, ed è per questo che questo amore è cosi nobile e puro. Sapete benissimo, Lady Kate, non sono mai stata avvezza a legarmi ai cuori dei cavalieri, tanto è vero che mia stessa madre era preoccupata per il mio futuro" risposi sorridendo.
Mi avvicinai poi a Lady Kate e la scostai in modo tale che Lady Beth non ascoltasse "Milady, Carrinton ha chiesto di preparare i miei bagagli entro stasera, scriverà una lettera a mio padre ma vuole che io nel frattempo dimori presso di lui. A dire il vero io gli spiegai che volevo rimanere presso la vostra dimora fino alle nozze, sapete mi sento un pò frastornata, ma egli insiste. E c'è qualcosa che mi preoccupa, la sua governante Angry che si trova a Carrinton Hall e non mi vede di buon occhio, temo possa congiurare contro di me. Che mi consigliate? Avete una ottima dama di compagnia fidata da poter far venire assieme a me in modo tale che possa stare tranquilla? Oppure mi consigliate di rimanere presso di Voi finchè non si celebreranno le nozze. Temo anche che il milord possa avere preso un abbaglio, e poi si possa pentire". Strinsi le mani alla dolce Lady Kate aspettando un consiglio come fosse una madre.

Guisgard
27-10-2011, 02.52.38
Monsieur ed Elisabeth giunsero così ad Ostyen.
Ostyen.
Meravigliosa, immensa, con le sue, un tempo, fiorenti chiese romaniche e gotiche.
Le alte torri appartenute alla fiera aristocrazia del principato, tanto alte e maestose da voler quasi toccare il Cielo e finite oggi ad assumere l’ingrato ruolo di aridi pilastri che sostengono un firmamento nel quale i Ginestrini avevano spento ogni riflesso di divinità e luce.
C’era gente ovunque.
Di ogni età e razza.
Assieme ai francesi vi erano ispanici, italiani, bretoni, slavi e persino qualche greco.
Tutti attratti dai venti di libertà che il partito dei Ginestrini aveva fatto soffiare sull’immagine della neonata repubblica.
Mancavano però arabi ed ebrei.
Loro non potevano piegarsi ai comandamenti della Ragione.
Loro non avrebbero potuto rinnegare il loro Dio e i Suoi Profeti.
Ad ogni angolo di strada vi era un comizio, o comunque qualcuno che tentava di scaldare gli animi ed aizzare l’odio popolare contro i nobili esiliati e i chierici ancora in quelle terre, nascosti chissà dove.
Questi novelli Demostene che urlavano alla folla erano perlopiù studenti, imbevuti di tutte quelle idee che avevano fatto rivoltare i Ginestrini contro il potere dell’Antico Regime.
“E sia, me ne ricorderò…” disse Monsieur ad Elisabeth, non senza una punta di sarcasmo “… quando la vostra compagnia diventerà pericolosa per la mia incolumità, allora vi avvertirò, per poi abbandonarvi sotto qualche ponte, madame.” La fissò accennando un ironico sorriso. “Nel frattempo abbiate la compiacenza di calarvi nel ruolo che occorre alla nostra tranquillità… ditemi… moglie o sorella?”
http://i.telegraph.co.uk/multimedia/archive/01624/crowe-cate_1624721c.jpg

Guisgard
27-10-2011, 03.05.22
“Una prigioniera?” Ripeté stupito Hagus, senza distogliere mai lo sguardo da Cavaliere25.
“Santa Vergine!” Segnandosi la monaca.
“Voi siete a conoscenza di un rapimento” disse Hagus “e non fate nulla? Avete avvertito le autorità? Chi è la donna tenuta prigioniera? E dove si trova? Rispondete!” Con tono aspro e severo Hagus.
Nella chiesa cominciò a diffondersi un odore di incenso e i raggi del Sole penetravano, squarciando le nuvole addensate in cielo, attraverso le vetrate delle navate.
E in quel mistico e austero scenario, gli sguardi delle statue dei Santi sembravano preannunciare un solenne ed assoluto giudizio su quelle terre.

Guisgard
27-10-2011, 03.26.59
Lady Kate sorrise teneramente ad Altea.
“Baronessa…” disse “… vi parlerò come una madre… conosco lord Carrinton da tempo… egli è uomo di nobilissimi natali e purissimi valori… uomini come lui non adoperano mai con leggerezza la parola amore… io sono portata a credere che egli in vita sua solo due volte abbia pronunciato le parole ti amo...” accarezzò il bel volto di Altea “… a sua moglie ed ora a voi… ma lei non c’è più, imprigionata in un doloroso passato fatto di fantasmi e rimpianti… un passato che voi avete sconfitto, baronessa, liberando così lord Carrinton dal suo dolore… ed è per questo che egli vi ha scelto come moglie… le anime si riconoscono, mia signora…” prese allora la mano di Altea fra le sue “… però dobbiamo comunque farli un po’ penare questi uomini, non trovate? Il bel nobile vi vuole già da subito nel suo palazzo? Eh, ma lui dovrebbe sapere che per cogliere un fiore occorre attendere il momento opportuno… sono d’accordo con voi, baronessa… resterete qui, in questa casa, fino al giorno del sospirato matrimonio. Sono certa che questo renderà ancora più impaziente il bel Carrinton. Quanto alla vecchia Angry… si, conosco un po’ quella donna… era molto legata alla moglie di lord Carrinton, ma non credo costituirà un problema… ho diverse dame di compagnia che godono della mia fiducia… ne sceglieremo una che vi seguirà nella vostra nuova dimora.”
“Cosa sono tutti questi segreti?” Avvicinandosi lady Beth ad Altea e Kate.
“Invece di impicciarti di queste cose, dovresti darti da fare anche tu, cara sorella!” Fissandola Kate. “Bisogna far venire qui madame Fyannel, per cucire il bel abito da sposa che si sia mai visto a Camelot!”
Lady Beth annuì.
“Fidatevi di noi, baronessa.” Disse Kate ad Altea. “Madame Fyannel è stata la nostra Maestra di cucito e non vi è sarta migliore a Camelot. Vedrete che realizzerà per voi un abito degno delle nozze di una regina!” Fissando il bellissimo e sorridente volto di Altea.
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Guisgard
27-10-2011, 03.35.36
Daniel era ancora rinchiuso in quell’umida ed impenetrabile cella.
La schiena sembrava andargli a fuoco, a causa delle frustate che gli erano state inflitte e la testa gli girava a tal punto da renderlo quasi intontito.
Ad un tratto lo scudiero udì dei passi, per poi vedere la porta della cella aprirsi.
“Eccoti qui, gaglioffo!” Entrando un soldato. “Forse in Cielo vi è qualcuno che protegge anche i balordi come te!” E rise forte. “Oggi è il tuo giorno fortunato… lord Carrinton si sposerà presto e per celebrare il lieto evento ha ordinato la liberazione di tutti i prigionieri. Avanti…” liberandolo dalle catene “… vattene via di qua e non farti rivedere mai più.”
Poco dopo, Daniel fu fatto uscire dal palazzo dei Carrinton.
Era di nuovo libero.

Altea
27-10-2011, 09.31.36
Le parole di Lady Kate mi rassicurarono, ma non completamente. In verità le mie paure era turbate dalla presenza del ricordo della bella Lady Semanide, temevo di non esserne all'altezza, che Lord Carrinton non l'avesse ancora dimenticata, ma ancor più temevo Angry.
Sorrisi alle due nobili sorelle "Vi sono grata per tutto questo, per essermi vicina in questo momento. Se permettete mi ritiro nelle mie stanze."
Mi stesi sul letto, non riuscivo ad addormentarmi per le emozioni del giorno, poi mi persi nei pensieri e mi destai nei sogni. Improvvisamente sentii un bisbiglio, delle voci, un lontano canto e una voce soave che sembrava sussurrarmi all'orecchio, mi svegli improvvisamente con il cuore che batteva forte. Scrutai la camera vuota, solo rischiarata dal candore della luna. Un sogno? Realtà? Suggestione?

cavaliere25
27-10-2011, 09.59.12
io sono un aiutante di Lord Missan la donna si chiama Giselle pultroppo io non posso fare nulla è per questo che sono qui devo scoprire di piu su quel biglietto che c'era nella bibbia sto cercando di aiutare la donna di nascosto la donna si trova nelle prigioni del castello continuai a dire mentre guardavo la chiesa e assaporavo quel profumo

Lancelot
27-10-2011, 10.37.14
L'uomo in nero si era presentato all'appuntamento come un condannato si presenta al patibolo. Alla ricerca spasmodica di una via di fuga inesistente.
L'odore della sua ansia frustrata aveva saturato l'aria circostante, e mi aveva riempito le narici.
Probabilmente deve essere un uomo bene in vista, altrimenti non avrebbe avuto così paura di compromettere la propria posizione.
Ad ogni modo ci ha lasciato un nuovo nome su cui lavorare... Sir Hagus. Un cavaliere, evidentemente. E il Presbitero Tommaso. Nobiltà e clero, non v'erano dubbi in merito. Siano dannati per l'eternità...

Non sono riuscito a pensare a un miglior modo per trovare informazioni che fingermi un devoto servo di Santa Madre Chiesa.
Non ricordo l'ultima volta che sono andato a messa, ma da quando il mio signore Missan mi ha affidato l'arduo compito di scovare questo chierico, so che mi sto recando nelle case di Dio di tutta Camelot tre volte al dì. I giardini di ogni chiostro, i silenzi di ogni confessionale, il lento incedere di ogni processione. Nulla sarebbe sfuggito alla mia "devozione".
Prima o poi dovranno far capolino, nell'orgia di sussurri e di bisbigli che anima quelle aule sante, le parole "presbitero"... e "tommaso"...

Talia
27-10-2011, 13.46.23
Quando varcammo le porte di Ostyen e ci addentrammo per il dedalo di strade e stradine una strana sensazione mi pervase... avevamo viaggiato in lungo e in largo per Magnus ma nessuna delle città che avevamo visto era neanche lontanamente simile alla capitale: si respirava, lì, un’aria del tutto diversa... sembrava, tranne che per qualche particolare dissonante, che il tempo si fosse addirittura fermato in quella città... si sarebbe detto che non ci fosse povertà ad Ostyen, né scontento... o, piuttosto, ebbi l’impressione che quel genere di cose non fosse considerato ammissibile!
Il carrozzone procedeva lento e traballante tra la folla che invadeva la via ed io mi persi osservando la mia ombra fluttuare su quel mare di volti... Tafferuille era lì, vicino a me, con quella sua solita aria noncurante, quasi che niente di ciò che lo circondava lo interessasse davvero, quasi non fosse la sua vita quella...
Poi all’improvviso, sorto da chissà quale angolo della mia memoria, un lontano ricordo mi passò davanti agli occhi...

La stanza era piccola e spoglia. Ad eccezione del vecchio crocifisso di legno, assolutamente niente adornava le pareti e il letto, nel quale io ero adagiata, era l’unico mobile presente. Mio unico svago, in quel luogo, era la stretta ed alta finestra che si apriva proprio sulla parete di fronte... avevo passato giornate intere guardando il cielo fuori da quel vetro, durante la mia malattia, avevo osservato a lungo le nuvole e giocato a riconoscere in esse forme di ogni sorta.
Ed era proprio quel gioco che stavo facendo quando, anche quel giorno, come ogni giorno, Suor Amélie entrò nella stanza e si richiuse la pesante porta di legno alle spalle.
“Come ti senti, oggi?” chiese, accostandosi rapidamente al letto.
“Meglio!” risposi.
Lei mi toccò la fronte con aria critica, mi passò la mano sulle guance e si chinò per esaminare da vicino i miei occhi.
“Si...” confermò dopo un istante “Stai davvero meglio, grazie al Cielo!”
La giovane suora, quindi, si sedette sul bordo del mio letto e aprì il libro che aveva portato... quel libro dal quale ogni giorno, fin da quando mi ero ammalata, quasi un mese prima, veniva a leggermi un capitolo.
Passammo così quasi un’ora...amavo quei momenti che suor Amélie dedicava soltanto a me, quei momenti che sottraeva i suoi doveri per fare compagnia ad una ragazzina ammalata e costretta a letto, quei momenti che spendevamo leggendo e parlando di ogni cosa.
“Oh...” disse ad un tratto, interrompendosi “Ieri è tornato quel tuo amico a chiedere di te!”
“Philip?” chiesi, sentendomi all’improvviso estremamente allegra.
Lei mi osservò per un istante ancora, poi sorrise ed annuì...
Stavo per chiederle di più, ma la giovane suora estrasse da una tasca della sua nera veste un foglietto un po’ stropicciato e piegato in quattro parti... me lo porse senza una parola, io lo aprii e iniziai a leggere.
Era una lettera... una lettera che parlava di pomeriggi trascorsi al sole e di corse per raggiungere la scogliera, una lettere piena di colori, di suoni e di profumi, una lettera piena di sensazioni e di sorrisi. E terminava con queste parole: ‘So che vorresti essere stata con noi in ciascuna di queste avventure, e anche io lo avrei voluto. Ma la suora con cui ho parlato, Amélie, dice che stai migliorando e io so che presto potrai tornare da noi. Forse ti annoi lì in quel cupo e triste convento tutta da sola e senza mai poterti alzare dal letto... ma sappi una cosa: quando ti senti più sola e triste non avrai che da guardare il cielo e pensare che anche io lo sto guardando. Se riconosci un albero tra le forme delle nuvole, sappi che anche io lo sto vedendo. Se vedi un coniglio, una nave, una casa, sappi che anche io li sto guardando.
A presto, dunque.
Philip’
Scorsi quelle parole per più e più volte... poi, con il cuore in gola, sollevai lo sguardo su suor Amélie, che era rimasta immobile ad osservarmi.
“E’ un bravo ragazzo, dopotutto...” disse lei, rompendo il silenzio “Un po’ testardo, forse... voleva a tutti i costi venire a vedere come stavi ed ho faticato a convincerlo che non era assolutamente possibile per lui entrare qui!”
Sorrisi debolmente a quelle parole, immaginando la scena.
“Non si rassegnava all’idea di non poter constatare con i suoi occhi che stai guarendo...” proseguì, scuotendo il capo “Ma gli ho detto che, se migliorerai ancora, forse la prossima domenica ti sarà concesso di alzarti dal letto per venire alla Messa e che, quindi, avrebbe magari potuto vederti in chiesa.”
Sollevai un sopracciglio e le lanciai un’occhiata tra lo scettico e il divertito...
“Philip?” domandai “Philip De Jeon? E’ assurdo... non viene mai alla Messa e non ci verrà neanche questa volta. Non di sua volontà, soeur Amélie. Mai!”
Lei mi lanciò un’occhiata altrettanto scettica e altrettanto divertita...
“Chissà, Talia! Chissà!”
Philip quella domenica venne alla Messa.
Lo vidi in fondo, in una delle ultima file, mi salutò con la mano e sparì prima del termine della funzione. Io cominciai a sentirmi meglio di giorno in giorno, ma passò più di un mese prima che potessi di nuovo essere in grado di sgattaiolare fuori dal convento per correre alla vecchia capanna di pesca dove c’erano gli altri, dove c’era Philip.
Quella fu la prima volta che vidi il mio amico Philip De Jeon entrare in una chiesa durante una funzione e senza che fosse sua madre a costringerlo... e da quello che si diceva in giro, probabilmente era stata anche l’ultima.

Quel ricordo mi attraversò gli occhi, il cuore e l’anima...
Sollevai lo sguardo al cielo e guardai le nuvole... era tanto, troppo tempo che non lo facevo più. Era tanto tempo che avevo giurato che non lo avrei fatto mai più. E ora, mio malgrado, ero venuta meno a quel giuramento, proprio quel giorno nel quale, per la prima volta dopo tanti anni, io e Philip eravamo di nuovo sotto lo stesso cielo...
Quel pensiero mi fece male.

“Ecco, ci sistemeremo laggiù.” Indicò. Essien alla compagnia.
Era uno spiazzo appena fuori le mura vecchie della città.
Qui la compagnia si sistemò alla meglio.
“Avanti, stasera è festa!” Esclamò Essien. “Avete tutti la serata libera!”
“Ottimo!” Disse Renart. “Avanti, Talia, andiamo a farci un giretto! Siamo finalmente in una grande città!”

Mi voltai e fissai Renart per qualche momento... povero, ingenuo Renart che non pensava ad altro che a vivere di giorno in giorno.
Sorrisi, mio malgrado...
“Va bene!” annuii, sforzandomi di apparire altrettanto allegra.

Rodolfo
27-10-2011, 18.02.58
Il garzone tornò alla porta come gli era stato ordinato e l'uomo che se ne stava di guardia fece cenno a Rodolfo di entrare nell'atrio,invitandolo a seguire il ragazzo.
Questi lo condusse verso i gradini che conducevano all'ingresso del palazzo, davanti al quale si stagliava la figura di un uomo dalle vesti sgargianti e dallo sguardo imperscrutabile.
Gli si presentò con il nome di Raos e gli spiegò che era il servitore dell'ambasciatore. Proprio mentre questi lo stava informando che il suo padrone era fuori e non sapeva quando avrebbe fatto ritorno,
la loro attenzione fu destata da uno strepitar di zoccoli e di ruote sul selciato dell'atrio. L'uomo interruppe il suo verbare e scese di fretta i gradini,seguito da altri servi,che uscirono di gran carriera dal palazzo, indirizzandosi verso la carrozza.

Rodolfo,incuriosito, si voltò e,lentamente, seguì il corteo,mantenendo una certa distanza. Una volta che la carrozza si fu fermata, una mano spostò la tendina ed un volto d'uomo si affacciò a fissare l'esterno. Raos,riverito quell'uomo con un profondo inchino, imitato dagli altri servi che si erano ordinati ai suoi fianchi, aprì lo sportello e,calata la pedana, lo aiutò a scendere per poi indicargli Rodolfo.

Interrogato, il cavaliere lo salutò, portando sul petto il pugno destro, e rispose: " Il mio nome è Flavio, Flavio Petrucci, e vengo da Roma. Sono un fervente sostenitore della causa republiccana nell'Urbe.
La vostra fama vi precede ovunque messere. In Italia e in qualsiasi altra parte dell'Europa che ho avuto modo di attraversare e visitare,giungendo fin qui,ho sentito molte persone tessere le vostre lodi.
Il desiderio che mi ha spinto a cercarvi fino a questo palazzo,dove,da fidati amici di oltre Manica,mi è stato riferito vi trovavate, è quello di conoscere di persona l'uomo,il pensatore, il rivoluzionario che oggi può realizzare quanto nei secoli addietro Arnaldo da Brescia e Cola di Rienzo tentarono nella città eterna,sempre memore dell'eroico gesto di Bruto e Cassio, senza però essere stati premiati dalla sorte.
Chiedo quindi umilmente a Vossignoria di concedermi udienza."

http://www.anziani.it/UserFiles/Cesaricidio.jpg

Parsifal25
27-10-2011, 18.10.58
Alla fin fine lo avreì sospettato che ci fosse sotto un escamotagè....notaì in volto lo zingaro che era appena stato ripreso da quel Nobile Signore, lo ringraziaì del suo intervento e gli chiesi se potevo essergli utile in qualche cosa. Oggi giorno è difficile trovare persone che prendano le tue difese e ti rischiarino gli occhi dagli imbrogli e dal marcio che ci circonda.

Daniel
27-10-2011, 18.37.16
Realizzai che ero libero solo quando fui fuori dalla prigione.. Ero dolorante.. Le ferite sanguinavano e stavo male.. Mi avviai a piedi verso il belvedere ma la strada era troppo lunga per me in quelle condizioni.. Dopo circa dieci minuti ero stremato e caddi a terra svenendo.. Sperai che almeno qualcuno mi avrebbe trovato.. Ma non fini di formulare il pensiero che i buio mi avvolse e caddi in un sonno profondo e tormentato..

elisabeth
27-10-2011, 19.19.09
Entrata in citta', mi sentivo una bimba presa dall'euforia della meraviglia, chiese stupende dove i maestri muratori avevano sapientemente scolpito ogni pietra rendendo leggibile l'essenza della vita....guglie gotiche e archi romani.....la cultura sembrava farne da padrona tra le strade brullicanti di personaggi strampalati....giovani studenti...filosofi convinti....con barbe bianche e rilucenti....ognuno aveva l'assoluta conoscenza......."...Monsieur...voi pensate che dal Caos l'uomo possa ottenere la liberta' ?.....credo che queste bellezze murarie dovrebbero far comprendere all'uomo quanto la perfezione della regola possa far edificare queste meraviglie che saranno viste avanti nel tempo da uomini di ogni conoscenza........Mi lascerete sotto un ponte ?......siete magnificamente gentile Sir.....Continuero' ad essere vostra moglie.....mi sentiro' piu' protetta....la gente si fara' meno grilli per la testa, una dama accompagnata dal suo sposo....tutta un'altra storia.........e poi..il gusto di rovinarvi la piazza.......sara' divertente, vi avverto...sono gelosa......".......Risi di gusto...per la prima volta dopo l'incontro con il mio patrigno mi sentii finalmente libera...forse la malasorte mi si sarebbe parata difronte ancora una volta.....ma in quel momento....la parte peggiore del mio passato era morta..ed io ero viva......finalmente viva.....come l'ape che mi ronzava nella borsa...amica ape........amica fedele........" Suvvia Monsieur non vi faro' fare una cattiva figura......e poi prima arrivero' a consegnare questo libro e prima vi libererete di me........e chissa' che non mi mancherete........."......

Guisgard
27-10-2011, 19.43.37
Monsieur si abbandonò ad una sonora risata.
“Rovinarmi la piazza?” Ripeté ad Elisabeth. “Magari sarò io a rovinarvela! Vi confiderò una cosa… sono geloso da morire!” E rise di nuovo. “E sia… mia dolce consorte, prego… la città è tutta per noi… ah, dimenticavo…” estraendo alcuni fogli dalla sua borsa “… ho bisogno di un nome… qualsiasi nome andrà bene… non posso certo rivolgermi a mia moglie chiamandola Madame!”

elisabeth
27-10-2011, 19.46.49
.." Chiamatemi Elisabeth e' il mio nome e non sono conosciuta.....e ditemi amore mio ..come dovrei chiamarvi ?.....".....Mi sembrava cosi' strano, eppure cosi' stranamente famigliare.....

Guisgard
27-10-2011, 19.47.59
Figure sbiadite e poi il colore del sangue e l’odore dell’odio.
Queste immagini tormentavano il sogno di Daniel.
Ad un tratto il giovane scudiero avvertì una strana sensazione.
Tutto attorno a sé sussultava e si muoveva.
Cominciò a sentire delle voci e a vedere delle ombre.
Ombre che divennero pian piano sempre più nitide.
Riprese conoscenza.
Dopo qualche istante si rese conto di tutto: era su un carro, insieme a degli uomini che non conosceva.

Daniel
27-10-2011, 19.50.11
Mi trovavo in un carro.. Dove sono?.. A fianco a me c'erano due ragazzi mentre dall'altro lato due omoni.. Un ragazzo dai capelli rossi mi sorrise e io timadamente gli chiesi:
<<Scusate chi siete? E io dove sono?>>

Guisgard
27-10-2011, 19.54.01
Quella sensazione avvertita da Altea.
Eppure non c’era nessuno attorno a lei.
Ed anche il cortile del palazzo sembrava vuoto.
La campagna era verdissima e il cielo grigio ed inquieto sembrava renderla quasi incantata nella sua bellezza.
Ad un tratto qualcuno la chiamò.
“Baronessa, sono lady Kate…” dall’altra parte della porta “… state riposando? Appena vi sarà possibile vi prego di raggiungerci nel salone al pianterreno… c’è una sorpresa per voi…”

Altea
27-10-2011, 20.01.14
Mi destai da quel torpore, mi alzai dal letto e mi rinfrescai il viso con dell'acqua fresca. Ero destinata a vivere i fantasmi del passato di Lord Carrinton? Era stato un sogno o ella vagava ancora attorno alla vita del milord anche dopo la sua scomparsa?Dicono che gli animi inquieti vagano e non avranno mai pace nemmeno nella eternità.
Sentii la voce di Lady Kate, mi rissollevai un attimo.
"Una sorpresa?" aprii la porta e il sorriso della nobile mi rasserenò "accompagnatemi subito, sono curiosa". E in un attimo le inquietudini di un passato segreto sparirono.

Guisgard
27-10-2011, 20.21.05
Monsieur fissò Elisabeth.
“Tranquilla, non vi chiederò se questo è davvero il vostro vero nome…” disse sorridendo “… voi chiamatemi Emile… un nome come tanti altri…” scosse poi il capo divertito “… amore mio suona bene… magari ripetetelo davanti alle guardie e chissà che non vi prendano sul serio.”
Avanzarono allora verso la porta della città.
Qui furono fermati da due guardie repubblicane e Monsieur mostrò loro due visti.
“E così siete marito e moglie…”
“Si, signore.” Annuì Monsieur.
“E perché siete giunti ad Ostyen?”
“Per trovare lavoro, signore.”
“Da dove venite?”
“Da Cardien, signore.” Rispose Monsieur. “Ma la crisi che attanaglia il paese ci ha spinti verso la capitale…”
La guardia fissò poi Elisabeth.
“Va bene, passate pure.” Disse.
Un attimo dopo Emile ed Elisabeth entrarono in città.
“Per stanotte dobbiamo trovare una sistemazione…” fece Emile ad Elisabeth.
Raggiunsero così una locanda e presero una stanza per la notte.

Guisgard
27-10-2011, 20.27.34
Quel ragazzo fissò Daniel ma non rispose nulla.
“Sei in nostra compagnia, non vedi?” Disse colui che sembrava essere il capo di quel gruppo. “E dovresti esserci grato!”
Avevano costumi pittoreschi ed uno strano accento.
I loro occhi erano dipinti e indossavano anelli ed orecchini.
Daniel allora comprese tutto: erano zingari.
Ma in quel momento il giovane scudiero avvertì un dolore alla schiena.
“Non muoverti…” mormorò il ragazzo dai capelli rossi “… ti abbiamo medicato le ferite, ma sono ancora aperte…”
“Già, qualcuno sembra si sia divertito a lacerarti la pelle a colpi di frustate…” fece il capo di quegli uomini.

Daniel
27-10-2011, 20.30.35
<<Dove mi portate?>> chiesi fissando l'uomo..

Guisgard
27-10-2011, 20.30.45
Hagus allora afferrò il polso di Cavaliere25.
“Ti presti a servire un uomo che rapisce delle donne?” Fissandolo Hagus. “Ma che razza di persona sei? Sei un vigliacco! Ecco cosa! Un vigliacco!”
La presa di quell’uomo sembrava di ferro e impediva qualsiasi movimento a Cavaliere25.
“Ora chiameremo le autorità, così tu e il tuo signore avrete la giusta punizione!” Disse Hagus.

elisabeth
27-10-2011, 20.31.04
" Emile...mi piace....allora vi diro' mon amour e' piu' francese che ne dite..molto piu' romantico, anzi, ti daro' del tu Emile, sarebbe assurdo darti del voi...saro' la piu' devota delle spose credimi..."...e cosi' riuscimmo a passare le guardi infondo non eravamo gli unici ad entrare nella capitale in cerca di lavoro, doveva essere un period terribile......Emile cerco' una locanda, la cosa che mi lascio' pensierosa furono i due lasciapassare che aveva con se.....era un uomomisterioso...faceva bene....meno sapevo e meglio era....anche se mi infastidiva il fatto che non si fidasse di me..io gli avevo sempre detto la verita'........entrammo nella locanda, era molto differente dall'ultima ...era piu' grande.....ci accolsero con indifferenza, ma infondo quella era una grande citta'....ci diedero una stanza.....e prima di cenare ...ne prendemmo possesso..."....Emile...ascolta..il mio vero nome e' Elisabeth non e' ho altri..sino ad ora non ti ho mai raccontato nessuna bugia....non sono cresciuta con questi insegnamenti......e desidero che questa notte tu condivida con me questo letto.....il fatto di dormire insieme....non ci portera' a fare altro...so che sei un uomo d'onore...e non si fara' nulla che non si vorra' in due...".....

Guisgard
27-10-2011, 20.38.40
Lady Kate accompagnò Altea nel salone al pianterreno.
E qui trovarono un uomo di mezz’età, dall’aria attenta e lo sguardo curioso.
“E’ lei?” Chiese a lady Kate indicando Altea.
“Si.” Rispose questa. “Non è una bellissima dama?”
“Oh, si.” Annuì lui. “Bellezza bretone… limpida, fresca, che cela però una sottile sensualità, propria degli animi romantici e sognanti. Credo si potrà fare un ottimo lavoro con tali premesse.”
“Oh, è meraviglioso!” Esclamò raggiante Kate. “Non vedo l’ora di vedere il vostro lavoro ultimato! Dove si svolgerà il tutto?”
“Non so, milady…” guardandosi attorno l’uomo “… questo salone è molto bello… di gusto classico… anche i quadri sono notevoli… ma, ad essere sincero, mi ispira anche il vostro giardino… al momento mi suggerisce almeno un paio di idee…”
“Oh, che gioia!” Sempre più entusiasta Kate.

Altea
27-10-2011, 20.49.15
Ascoltavo incuriosita Lady Kate e il gentil messere che parlavano tra loro, mi chiedevo anche come egli si permettesse di fare dei complimenti ma soprattutto giudicare il mio aspetto fisico, bensì in modo positivo.
"Se non sono indiscreta" chiesi alla dolce nobile "potrei sapere di che si tratta? Solo allora accossentirò". E seguii Lady Kate che quasi non ascoltava presa da strani preparativi e sorprese. Uscimmo sul giardino e mi guardai attorno, la serata offriva dei colori stupendi e intravidi lontano la dimora di Lord Carrinton, ebbi un sussulto. In fondo i cerimoniali di corte mi avevano sempre annoiata, avrei preferito trascorrere un paio di ore conversando con egli ma Lady Kate mi forzò a seguirla prendendomi il braccio. "E un matrimonio segreto in una chiesetta solo con testimoni?" pensai tra me e me.

Guisgard
27-10-2011, 20.59.42
Intanto, Parsifal era in quella locanda, davanti a quel misterioso uomo che aveva scoperto il trucco degli zingari.
“Si, potresti esserci utile, ragazzo…” disse l’uomo a Parsifal “… vedo che sei abbigliato da cavaliere… dì un po’… ti va di guadagnare qualche soldo e fare un po’ di tirocinio?”
I suoi amici si scambiarono una rapida occhiata e sorrisero.
“Per essere cavalieri occorre avere un buon maestro…” continuò quell’uomo “… io sono Fountaine de Acernou e sono un cavaliere… oltre che il miglior cacciatore di taglie di Francia. Questi due che vedi alle mie spalle” indicando i suoi compagni “sono i miei fedeli scudieri… dì… vuoi unirti a noi? Ho bisogno di un terzo uomo per l’incarico che devo portare a termine.”

Guisgard
27-10-2011, 21.09.30
Emile, come ora voleva farsi chiamare Monsieur, fissò Elisabeth.
La fissò per un lungo istante.
Poi sorrise lievemente.
“Come sei ingenua, moglie mia…” disse posando su una sedia la sua borsa “… si, comincio davvero a credere che tu non conosca né bugie, né malizia… ma sottovaluti te stessa…” prese con delicatezza il braccio di lei e la portò davanti allo specchio che stava proprio accanto al letto “… capelli lungi… pelle delicata… bei lineamenti… e poi mani calde al tatto… un corpo sensuale…” fissando lo specchio dove entrambi si riflettevano.
Lei era davanti e lui alle sue spalle.
Elisabeth sentiva il petto di lui contro la sua schiena.
“Sei una donna, moglie mia…” continuò lui “… una bella donna… ed io non tocco una donna da… da non so più neanche quanto tempo… se dormissi in quel letto con te… beh…” sorrise “… sarà meglio che scenda un po’ giù, per bere qualcosa…”
Si avvicinò alla porta.
“Un buon bicchiere mi aiuterà a dormire meglio…” voltandosi di nuovo verso di lei “… tu cerca di dormire… mon amour…” ed uscì.

elisabeth
27-10-2011, 21.27.09
Emile con delicatezza mostro' la mia figura allo specchio, tocco' la mia mano sfioro' la mia schiena e sussurro' al mio orcchio perche' io udissi le sue parole sentendo il calore del suo alito.......rimasi ad occhi chiusi davanti allo specchio e lo sentii andare via.......avevo un forte calore che sentivo salire all'altezza dello stomaco che mi faceva battere forte il fuorte il cuore......aprii gli occhi e per la prima volta non vidi il mio volto.....vidi il volto di una donna dagli occhi luccicanti dalle gote imporporate dalla gola lievemente arrossata.......portai indietro i capelli e mi accarezzai il volto scendendo sul collo......imbarazzata ritiari la mano...e voltai le spalle allo specchio......non sarei riuscita a dormire neanche io.....non sapevo cosa provava un uomo e non capivo coasa provavo neanche io....ma eranosensazioni forti ed ero agitata..infastidita....scesi al piano di sotto e cercao Emile.....lo torvai ad un tavolo...un bicchiere tra le mani e lo sguardo assorto....mi avvicinai e mi sedetti accanto a lui...." Emile.....se stasera non bevo......non riusciro'a prendere sonno.....posso farvi compagnia....?...devo confessarvi che non ho mai bevuto in vita mia...se non qualche rara volta......."....

Guisgard
27-10-2011, 21.37.58
Missan ascoltò con attenzione le parole di Rodolfo.
"Forse mi fate troppo omaggio, messere..." disse l'ambasciatore "... io e i miei compagni non abbiamo fatto altro che dar voce al popolo ed alla sua millenaria volontà di libertà... io non ho molto tempo da dedicarvi, ma uno scambio di battute con chi condivide i nostri stessi ideali e valori fa sempre bene..." sorridendo "... prego, seguitemi..."
Un attimo dopo i due si ritrovarono nello studio di Missan.
"Eccoci..." fece questi "... vi ascolto..."

Guisgard
27-10-2011, 22.12.01
Lancelot vagava per le chiese di Camelot in cerca di quel nome.
Tommaso.
“In città non ci sono preti con questo nome…” gli spiegò un monaco “… forse in qualche chiesetta di campagna… o forse potrebbe trattarsi della cappella del Belvedere di lord Tudor… una volta a settimana un prete giunge lì per celebrare la messa… magari è il prete che state cercando, messere…”

Chantal
28-10-2011, 01.23.27
La ragazza fu così condotta, attraverso un lungo e freddo corridoio, nel cortile di quel palazzo e fatta poi salire su un carro.
C’era anche un’altra ragazza.
Tremava dalla paura ed un pallore cadaverico sembrava renderla più simile ad un fantasma, che ad una creatura reale.
Aveva gli occhi consumati dal pianto e i lineamenti quasi deformati dal dolore.
Le due prigioniere furono così condotte via con quel carro.
“Signore…” chiamò debolmente quella ragazza ad uno dei soldati che guidavano quel carro.
“Cosa vuoi?”
“Per pietà, vi supplico…” con la voce quasi contratta per la paura “… dove ci state conducendo?”
I due soldati si scambiarono un veloce sguardo.
“In un posto.” Rispose.
“E dove?” Domandò ancora lei.
“Sta zitta!” Con durezza il militare.
Lei allora tornò a fissare il vuoto in silenzio.
E Chantal, fissandola, si accorse che quella ragazza sussurrava a se stessa qualcosa sottovoce: erano preghiere.

Chantal osservò quel vano tentativo di interloquire con chi stringeva tra le dita,incurante,la vita altrui.Scrutò a lungo quella inerme creatura,la sua fragilità e,probabilmente,la sofferenza affratellavano le due ragazze,tuttavia,ella era capace di pregare nella disperazione,laddove Chantal non trovava le parole per invocare il Padre Suo.
Da quando era stata condotta in arresto s'era chiusa in un silenzio incorruttibile,le uniche parole pronunciate erano state rivolte alla giovane guardia che l'aveva umiliata,negandole pietà,e chiudendo la porta in faccia alla sua disperazione.
Ed ora era lì,deportata come una volgare traditrice e non riusciva ad aprirsi neppure a quella fanciulla che divideva la sua orribile sorte.
Rimase a lungo a guardarla,ad ascoltare le sue preghiere,ad ammirarla,quasi,d'essere capace di quella forza di invocare Dio che lei,nonostante la forte educazione religiosa impartitale,non riusciva a fare.
Pensava,invece,affranta nel suo dolore,alle miserie che avrebbe lasciato in eredità ai bambini ed alla suora nascosti in casa sua.
E si interrogava.
Si interrogava sulle sorti di suo zio,sui motivi che l'avevano visto costretto a tacerle una verità tanto cruda quanto la disperazione umana.
Disperazione.
Questo era quanto la attraversava.Disperazione per la vita di padre Adam,disperazione per quei corpicini deformi di creature del peccato,o forse,disperazione di Angeli,la cui santità era stata deturpata dalla natura.
E disperazione per se stessa in quel momento.
Si rannicchiò sollevando le ginocchia al petto.Pativa il freddo,ma non riusciva più a scindere da cosa le fosse causato.L'orrore,forse,la miseria di quell'esistenza di cui lei aveva sempre solo udito e che ora non doveva più immaginare,vi era dentro.Ora sì che conosceva le miserie della condizione umana,quelle che passano dalle carceri,dalla dannazione,e dall'ingiustizia,talvolta senza peccato.
Ad un tratto fu come se per la prima volta spalancasse gli occhi su quella realtà,le mancò il respiro,si portò le mani alle tempie per strigerle forte,sempre più forte,a voler contenere quella collera che le percorreva le vene e si concentrava nella sua mente come a farle rasentare la pazzia.
La carrozza procedeva,l'assordante rumore degli zoccoli e delle ruote stridolanti si confondeva con il mormorio di quella ragazza alla quale avrebbe voluto strigersi.La cercò con lo sguardo,ma lei aveva il capo chino e in quella sua litania era così assorta da non far caso alla presenza di un'altra donna accanto a lei.Chantal pensò,per la prima volta nella sua vita,che il dolore,per quanto accomuni gli esseri umani,fosse un'entità individuale.A ciascuno il suo.Ad ognuno diverso,eppure,dello stesso tormento.
Allora abbracciò il suo,confidando solo in ciò che aveva in cuore.Guardò fuori,la campagna addormentata,il cielo nella sua immensità,la natura nella sua placidità facevano di quel giorno un prezioso ricordo di bellezza da legare agli occhi,e ripensò a suo zio,a ciò di cui era stato capace,alla caparbietà che ella gli riconosceva e che,sicuramente gli era stata da maestra per trasportare quei bambini,insieme ad una sorella,da Camelot fino ad Animos.E trovò in quel pensiero la forza di accennare un sorriso.Nessuno sforzo di quell'uomo si poteva ritenere vano,lui,così schietto,così pieno di misericordia,così uomo che riconosceva ai suoi simili le limitazioni dell'opera del divino e li migliorava perchè ritornassero a tendere alla perfezione divina,quell'uomo aveva potuto molto,quell'uomo dal primordiale nome Adam aveva potuto tutto.Ed ora Chantal sapava di quanto era stata parte di quel tutto.
Ritornò con gli occhi sulla ragazza e,con un gesto di carità,le prese una mano e la strinse nelle sue.Questo era parte di quel tutto che le era stato impartito ed aveva posseduto ed ora sapeva di dover dividere.

Melisendra
28-10-2011, 01.24.09
Io e Tyler stavamo percorrendo la ripida discesa che conduceva al borgo.
Fortunatamente ero una cavallerizza abbastanza abile da non preoccuparmi degli zoccoli del cavallo che talvolta scivolavano sui ciottoli. Mi coprii il volto con il velo. L'aria mi stava scompigliando i capelli.
Mi ero lavata e rivestita con gli abiti che Mary aveva tirato fuori da vecchi bauli. Quel vestito poteva benissimo essere appartenuto a qualcuna delle mie partenti, forse addirittura a mia madre. Il broccato era impreziosito da antichi ricami. Il colore scuro faceva risaltare freschezza della mia carnagione. Era un rosso così scuro da apparire nero. Mi ricordava il colore del sangue e, prima di indossarlo, un brivido mi era corso lungo la schiena. Avevo faticato a chiudere i numerosi lacci, ma la nuova ragazza era stata rapida e efficiente. Con pazienza aveva allacciato fino all'ultimo nastro e si era premurata di sbiancare il pizzo che fuoriusciva dalle maniche.
Quel colore figurava sullo stemma dei Wendron. Lo avevo intravisto nel salone e lo vedevo spesso negli appartamenti di mia madre: un grifone rosso scuro coronato da tre gocce d'oro. Il motto dei Wendron si trovata ricamato sotto di esso: "Vigila." Considerata la posizione del castello e quella del porto, adesso ne capivo l'origine.
"Tyler..." interruppi il silenzio che si era creato da quando avevo rinunciato a cogliere le sue provocazioni e lui si era annoiato a lanciarmele. "Dovresti tornare alla chiesetta che abbiamo visitato... ormai padre Tommaso dovrebbe aver ricevuto il mio messaggio... mi sarei aspettata come minimo una risposta, una lettera... in fondo conosceva mio padre... forse gli è successo qualcosa..." il cavallo esitò e dovetti spronarlo, "E' l'unico collegamento, l'unica traccia che può condurmi dal Giglio Verde... è essenziale trovarlo."
Meditai.
"Ed è essenziale ricostituire un corpo di guardia al castello... così non si può andare avanti. E' triste e desolato. Mette i brividi." Le luci del borgo erano sempre più prossime.
"Credo che domattina partirò per andare a cercare il prete..." sapevo che presto sarebbero giunte delle proteste. "Ma tu... è necessario reclutare soldati per difendere il castello e gli abitanti delle mie terre dalle pretese di Missian e degli altri avidi signori dei feudi vicini, che certamente, in assenza di un erede avranno già pensato a come spartirsi Trafford Bridge. Solo tu puoi occupartene. Io non ti sarei di alcun aiuto."
Il mio cavallo nitrì.
"E non temere... non correrò rischi... sarò di ritorno entro sera."
Udii delle voci e un profumo di stufato provenire dalla taverna della piazza del borgo. In lontananza sentivo le onde infrangersi contro la riva e vedevo il profilarsi di navi e mercantili ormeggiate.
"E ora... sarà bene annunciare a questa gente che le terre dei Wendron hanno un legittimo erede. E che non intendo cedere ai compromessi di Magnus o di chiunque altro. Se necessario mi rivolgerò a Camelot per riportare ordine su questo suolo."

Guisgard
28-10-2011, 01.58.30
Ad un tratto il carro si arrestò di colpo, per riprendere poi la sua marcia dopo alcuni istanti.
La ragazza guardò prima Chantal poi la finestrella che metteva in comunicazione con i due soldati alla guida della vettura.
“Perché ci siamo fermati di colpo, signore?” Domandò.
“Perché dovevamo svoltare.” Rispose la guardia.
“E siamo dunque giunti?”
“Si…”
“E dove siamo, signore?”
“Guarda tu stessa…”
La ragazza allora si accostò alla finestra con le sbarre che dava sulla strada e vide in quel momento la terribile verità.
Una scura e spaventosa sagoma si stagliava contro il cielo velato da inquiete e tormentate nebbie.
“Oh, mio Dio...” arretrando lei “… la… la Fortezza di Arbou… no, Dio, no…”
“Sta zitta, cagna!” Gridò una delle guardie.
E giunta davanti al terribile maniero, la carrozza attese che venisse aperto il portone.
E come la porta degli inferi mostrò al sommo poeta La Città Dolente, così quell’ingresso si spalancò davanti alla carrozza, pronto ad accogliere quei dannati nei terribili gironi dell’Inferno della Fortezza di Arbou.
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Chantal
28-10-2011, 02.11.05
La fortezza di Arbou.
Chantal rabbrividì.
Scorse la ragazza al suo fianco,visibilmente sconvolta,che ora taceva.Taceva la sua preghiera.
Chantal si strinse a lei,le posò un bacio sulla testa,tra i capelli, e chiuse gli occhi.
Quando li riaprì erano colmi di lacrime.
L'immaginazione non riusciva a contenere l'orrore delle torture che sarebbero state inflitte ad entrambe una volta varcata la soglia di quel luogo.Posò una mano sulla bocca della ragazza nel tentativo di calmarla,per poi accarezzarla,ma ancora Chantal rimase in silenzio.Nel rispettoso silenzio che avvolgeva il loro destino.

Guisgard
28-10-2011, 02.16.25
Melisendra e Tyler erano ormai giunti al borgo dei marinai.
“Il Giglio verde…” mormorò Tyler “… sempre questo nome… sembra ormai un’ossessione…” scosse il capo e scalciò via un sasso che si ritrovò davanti “… e se tu riuscissi a trovarlo, cosa faresti dopo? Lo costringeresti ad arrendersi a Missan ed ai suoi sgherri? Forse il fatto che tu sia l’ultima dei Du Blois, ti ha un po’ dato alla testa! Vuoi andare a cercare quel prete da sola?” Rise forse per la rabbia. “E’ buffo… vuoi circondare il castello di guardie per proteggerlo dai Ginestrini… e poi parti da sola alla ricerca di quel prete, infiascandotene di tutto e di tutti!”
Si ritrovarono così nella piazzetta detta Dei Marinai.
Era il cuore del borgo, animato da due locande, poste ai margini delle due viuzze laterali che convergevano all’interno della piazzetta.
Tutt’intorno vi erano quelle tipiche case di marinai che si possono vedere lungo le coste della Corsica e della Francia Meridionale.
Il borgo infatti era abitato quasi del tutto da marinai di origine francese.
Sulla piazza dominava una grande statua della Vergine Santissima, illuminata da diversi ceri e candele.
“Fermati, se in trappola!” Gridò un bambino. “Sei in nostro potere, maledetto Giglio Verde! Prendiamolo!” Ordinò ai suoi compagni.
“Non mi prenderete mai!” Fuggendo via un altro bambino, con in mano una spada di legno e sul volto una maschera.

Melisendra
28-10-2011, 02.35.31
Scostai il velo e ravvivai i capelli. Respirai appieno quell'aria frizzante.
"Bè, se mi muovessi con una scorta, temo che sarei eccessivamente identificabile... Vestite la mia cameriera e circondatela di guardie... sarà sufficiente a ingannare l'occhio. Da sola posso passare quasi inosservata... dimentichi tutte le volte che sono scappata da Beauchamps in sella a quel vecchio ronzino che apparteneva allo stalliere? Sono sempre tornata a casa... anche quando papà mandava te o quegli altri a inseguirmi e a trascinarmi a forza davanti a lui." Era vero. Talvolta scappavo, per amore di solitudine e tranquillità.
"Da sola non posso liberarmi di Missan, ma con l'aiuto del Giglio Verde... potrei riuscirci. E fornendogli il porto come base per le incursioni nella repubblica di Magnus, posso procurare numerose seccature a quei pomposi repubblicani."
Il mio viso si illuminò al solo pensiero di rovinare i sogni di gloria degli uccisori della mia famiglia. Era quasi la stessa macabra gioia che avevo provato nello scoprire che mio marito, il repubblicano Lambrois, era morto. Avevo fatto scivolare nella mano dell'assassino un bracciale d'oro che era appartenuto a mia madre. L'oro dei Wendron aveva vendicato l'assassinio di una di loro. Mio padre, tremai nel pensarlo, ma corrispondeva a verità, sarebbe stato orgoglioso di me. Mi ero subito accertata che la morte di mio marito fosse sembrata avvenuta per una banale rissa nella bisca in cui passava le notti nella capitale.
Non intendevo più servirmi di un sicario. Solo se fossi stata io in prima persona a punire gli assassini, i miei cari si sarebbero potuti dire veramente vendicati. E io e loro avremmo riposato in pace.
Evitai la traiettoria del bambino che correva e vociava verso i compagni.
Mi avvicinai a Tyler e afferrai il suo braccio. Gli strinsi la mano tra le mie.
"Tyler, non c'è ragione per continuare a trattarmi come la ragazzina che ero a Beauchamps..." gli sorrisi "Ora abbiamo la possibilità di ricominciare daccapo... vuoi darmi almeno una chance?"

Guisgard
28-10-2011, 02.44.42
La carrozza si arrestò e la porta si aprì.
Le due prigioniere furono fatte scendere.
Prima Chantal, poi quella ragazza.
“Queste vanno nell’ala Ovest.” Disse una delle guardie ai carcerieri.
Ad un tratto apparve una figura.
Era trasandata e mormorava qualcosa.
Erano bestemmie.
“Altre prigioniere?” Fissando le due guardie.
“Si.” Rispose una di quelle.
“Colpe?”
“Quella era una novizia…” indicando la ragazza “… è stata trovata mentre si nascondeva in un vecchio convento abbandonato… l’altra…” facendo segno verso Chantal “… è la parente di un chierico. Pare abbia confessato di essere credente proprio davanti al procuratore.”
“Bene, almeno mi portate un po’ di vita…” disse l’uomo arrivato per ultimo “… comincio prima con questa!” E prese con sé la ragazza.
Questa urlava e si dimenava, ma la presa di quell’uomo era troppo forte.
L’uomo e la ragazza allora si allontanarono, tra le urla disperate di quest’ultima.
“Andiamo…” mormorò uno dei carcerieri a Chantal.
La condusse così in una buia ed umida cella.
“Sei credente, vero?” Fissandola il carceriere mentre la rinchiudeva in quella cella. “E noi ti mostreremo l’Inferno.” Aggiunse per poi abbandonarsi ad una grottesca risata.
Un attimo dopo Chantal era sola nelle tenebre di quella prigione.

Guisgard
28-10-2011, 03.07.45
“Ricominciare?” Ripeté Tyler fissando Melisendra. “Ricominciare cosa? Sono qui, per tua stessa volontà, come tua guardia del corpo. Devo occuparmi del castello e assoldare uomini per la sua sicurezza.” Fissò le luci della piazzetta. “Ma tranquilla… farò appieno il mio dovere…”
Ad un tratto qualcosa finì proprio davanti ai piedi di Tyler: era una spada di legno.
La raccolse e la fissò.
“Posso riaverla, signore?” Avvicinandosi un bambino.
“Tu sei il Giglio Verde?” Fissandolo Tyler.
Il bambino si illuminò tutto e sorrise.
“Si, sono io!”
“C’è posto per me nella tua banda?”
Il bambino arrossì e cominciò a ridacchiare.
“Dico sul serio…” continuò Tyler “… voglio entrare nella tua banda.”
“Dovete però lasciare qui la vostra fidanzata…” fece il bambino indicando Melisendra “… le donne non possono entrare nella banda.”
“Credi sia la mia fidanzata?”
“Beh, vi tenete per mano…”
“Quando diventerai grande” disse Tyler “allora capirai che le donne, per ottenere quel che vogliono, riescono a farci credere qualsiasi cosa.”
“Alain, vieni!” Chiamarono da lontano gli altri bambini.
“Ora devo andare…” mormorò il piccolo.
“Dimentichi la spada…” disse Tyler.
“Tenetela voi, messere.” Rispose il piccolo mentre si allontanava. “Così vi difenderete dalla vostra fidanzata.”
Tyler allora fissò Melisendra e sorrise sarcastico.
“Vieni…” disse alla ragazza “… ti offro da bere… anche se non sono il tuo fidanzato…”
Ed entrarono nella locanda.

Chantal
28-10-2011, 03.07.55
Blasfemie,urla,risa..
Ce n'era abbastanza perchè Chantal rompesse il suo silenzio.
Quali parole?
Quale preghiera?
Sgranò gli occhi a sapersi inutile,a sapersi incapace verso se stessa e quelle sue compagne.
Si,compagne.Dividevano luoghi,terrore,paura,disperazione e,probabilmente,anche la dannazione.
Fu condotta quasi sollevata in peso in quella cella,nonostante il tentativo di dimenarsi,e l'assordante rumore di violenza che ancora le riempiva i sensi non le facevano percepire il silenzio della sua solitudine in quell'angusto e tetro luogo.
Era debole,sporca,col volto rigato dal sudore,dal bistro colato,e i suoi capelli..oramai le cadevano sul viso come il velo del lutto.
Il buio generava nella sua immaginazione inquietanti immagini,e l'eco delle grida di quelle donne la tormentavano.
Si portò le mani sui seni,poi lungo le gambe,aveva paura di quello che le avrebbero riservato.
Pianse la sua condizione di donna,la sua femminilità,la sua debolezza.
Si accostò ad una parete con la schiena ,era esausta,tanto da stentare a reggersi sulle gambe,ma non cedeva,non permetteva a quella stanchezza di lasciare che si abbandonasse alla nuda pietra.Si sorresse alla parete,e lì immaginò il suo inferno,l'inferno riservato alle donne,forse non meno cruento di quello adottato per gli uomini,ma un inferno umiliante,terribile,disumano che avrebbe attraversato le sue carni,mortificandole,violandole.
E lì,poggiata ad una parete,rimase con gli occhi sempre vigili,aperti,sgranati come chi non è più capace di richiuderli neppure dinnanzi alla morte.

Guisgard
28-10-2011, 03.16.25
“Si, lo so…” disse una voce a Chantal “… il dolore… questo mondo è solo dolore…” sospirò.
Si intravedeva la sua sagoma nel buio della cella.
“Li senti?” Indicando ciò che li circondava. “Gridano… ogni cella di questa fortezza è un girone degli inferi… tutti gridano e maledicono se stessi… i più disperati maledicono anche Dio… già, Dio… dicono che soffra con tutti i suoi figli… qualcuno dei prigionieri afferma di averlo visto… torturato, insultato e poi giustiziato… ma io non l’ho veduto mai… no, Dio non arriva in questo luogo… questa fortezza è stata fatta a somiglianza dell’Inferno… e Dio non giunge mai all’Inferno…”

Chantal
28-10-2011, 03.26.55
Chantal trasalì.
"Chi sei?Dove sei?Non riesco a vederti!"
Cercò nel buio,Chantal,ma era così accecata dalla paura che non vedeva.
Iniziò a vorticare,si strinse la testa tra le mani.
"Rispondi,ti prego!"
Ripetè con convulsione la ragazza.
Respirava con affanno,vedeva solo violenza con quei suoi occhi che non cercavano un solo momento di riposo,tanto che non scindeva più tra le immagini della sua mente e quelle reali.
Prese a muoversi tastando la parete,ma tremava,le sue mani non sentivano nulla sotto i polpastelli,erano irrigidite,rese insensibili dal freddo,camminava con la schiena contro le mura,e poi,un umprovviso senso di calore la disarmò.
Pur non vedendo,aveva la sensazione che vi fosse un corpo vicino a lei,udiva il respiro spezzare quell'umidità.Ma,forse,il terrore la stava rendendo folle.

Melisendra
28-10-2011, 03.27.18
"D'accordo..." mormorai prima di entrare nella rumorosa locanda, "Ma non ti ho mai fatto credere di essere il mio fidanzato... avevamo stretto un patto, mi pare... vivere, senza porci troppe domande. Ma dovresti sapere che tengo a te più che a chiunque altro."
Entrai.

Guisgard
28-10-2011, 03.56.12
Tyler e Melisendra entrarono così nella locanda.
L’ambiente appariva gaio e spensierato.
I due si sedettero ad un tavolo ed ordinarono del vino della casa.
Tyler fissava il mare da una delle finestre.
Ad un tratto apparve la luce di una delle navi che attraversavano la Manica.
“Quella nave giunge dalla Francia…” mormorò mentre sorseggiava il vino dal suo bicchiere “… chissà come sarà il tempo laggiù… forse a quest’ora dormono… e questa notte sembra tanto lunga da apparire eterna… forse è notte ovunque in questo momento…”
Restarono a quel tavolo per un po’.
Poi Tylere fece segno a Melisendra di voler uscire.
Passeggiarono allora sul piccolo molo.
Il mare appariva calmo, forse troppo, ed avvolto da una leggera nebbia.
“Eh… sono notti come queste che la Satrapia attraversa il canale…” mormorò all’improvviso qualcuno.
Era un vecchio pescatore che cuciva una rete.
“E’ la vostra nave?” Chiese Tyler.
“Non siete di queste parti, vero?” Sorridendo il vecchio.
“No… l’avete capito dall’accento?”
“Non solo…”
“E da cosa?”
“Beh… non conoscete la Satrapia.”
“E’ talmente famosa da queste parti?” Domandò incuriosito Tyler.
“E’ famosa ovunque…” fissandolo il vecchio “… è la nave del Giglio Verde…”

Melisendra
28-10-2011, 04.11.10
Mi si illuminarono gli occhi. Non potevo credere alla mia fortuna.
"Dite davvero?" domandai al vecchio.
"Immagino che se è così, non dovrò andare troppo lontano..." mormorai a Tyler.
"Pensate sia possibile accedere a quella nave?"

Guisgard
28-10-2011, 04.16.24
“Sembra che questo luogo echeggi di quel nome…” mormorò Tyler “… ad ogni passo pare esserci qualcosa che richiami il Giglio Verde…”
Il vecchio sorrise.
“Salire sulla Satrapia?” Ripeté fissando Melisendra. “Ma questo è impossibile… a meno che non sia lui stesso a volerlo… ma perché tenete tanto a salire su quella nave, milady?”

Melisendra
28-10-2011, 04.41.07
"Diciamo... per dovere di ospitalità..." il mio viso si illuminò "visto che ormeggia nel porto del feudo di Trafford Bridge, che è stato di mia madre, Loyanna di Wendron."
Mi sporsi verso il molo.
La brezza era calata. La nave appariva maestosa mentre la nebbia la accarezzava.
"Tyler, forse è destino, no?" Mi voltai verso di lui e sorrisi.

Guisgard
28-10-2011, 04.45.08
Intanto, in un luogo posto forse lontano da tutto, Gaynor si trovava in compagnia di quel misterioso uomo.
“Spero vi piaccia la cucina orientale…” disse alla ragazza “… possiede dei sapori molto forti, intensi e contrastanti… sapete che la maggior parte del giorno un mussulmano la trascorre pregando? Buffo, no? Voi e i vostri compagni odiate tanto la Fede religiosa, mentre invece loro non riescono a farne a meno… non avete sete?” Indicando i diversi liquori sul tavolo. “Io ne adoro i colori… questo, ad esempio… è verde come la giada e si dice faccia innamorare… quest’altro invece è rosso come un tramonto dopo una tempesta… pare aiuti a sognare ciò che più si desidera… quello giallo invece… si dice causi morte apparente…”
Ad un tratto entrò un servitore e sussurrò qualcosa all’orecchio del misterioso uomo mascherato.
“Ora devo lasciarvi, milady…” alzandosi dalla tavola “… ma voi continuate pure a mangiare… i miei servitori vi custodiranno come nemmeno gli uomini di Re Salomone seppero fare con la regina di Saba… qui siete la padrona e loro vi obbediranno in tutto, esaudendo ogni vostro capriccio… chiedete e tutto vi sarà concesso… tranne, ovviamente, la libertà… a presto, milady…” ed uscì.
Raggiunse allora una piccola stanza dall’altra parte del corridoio e qui trovò altri suoi fedeli.
“Non c’è tempo…” disse “… devo tornare a Camelot… la nave è pronta?”
“Si, mio signore.” Rispose uno dei suoi.
“Avete preparato il tutto per il mio prossimo travestimento?”
“Secondo i vostri ordini, padrone.”
“Salpiamo subito allora.” Ordinò.
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Guisgard
28-10-2011, 04.59.23
Il vecchio smise di cucire la sua rete.
“Voi siete…” mormorò fissando Melisendra “… la figlia di lady Loyanna?”
“Si, buon uomo.” Annuì Tyler. “Ella è la padrona di questo feudo.”
“Oh, ma allora è un gran giorno questo per noi…” sorridendo il vecchio “… guardandovi ora, mi accorgo che siete bella quanto lei…”
“Voi avete mai visto il Giglio Verde?” Chiese Tyler.
“Egli non mostra mai lo stesso volto.”
“Perché ha deciso di intraprendere questa lotta?” Fissandolo Tyler. “Magnus non è neanche il suo paese… non comprendo… perché?”
“Perché altri non possono.” Rispose il vecchio.
Una luce apparve all’orizzonte.
“La vita è come un porto…” canticchiò il vecchio “… e noi siamo come tante navi…”
“Noi lo stiamo cercando…” lo interruppe Tyler.
“Lui lo sa.”
“Chi siete voi?” Domandò Tyler.
“Solo un vecchio pescatore.” Sorridendo il vecchio.
“Forse sarà meglio tornare al castello…” disse Tyler a Melisendra “… si è fatto tardi…”

Melisendra
28-10-2011, 05.18.32
"Immagino che sarebbe inutile cercare di salire sulla nave senza il suo consenso..." scrutai dubbiosa il ponte della Satrapia.
"Potreste..." esitai "Potreste fargli sapere che Melisendra du Blois vorrebbe incontrarlo? Scelga lui il luogo adatto... che sia la sua nave o il castello dei Wendron." Scrutai gli occhi chiari del vecchio che sedeva incurvato di fronte a me. "Siete molto caro a ricordarvi di mia madre..." Depositai una moneta nel suo paniere malconcio.
"Andiamo, Tyler... avete ragione... è tardi e domani sarà un'altra lunga giornata." Mi coprii col cappuccio del mantello e mi diressi nuovamente verso la piazzetta. Montai a cavallo e lo spronai.

Guisgard
28-10-2011, 05.27.23
Il vecchio pescatore sorrise ed annuì a quelle parole di Melisendra.
Poi la ragazza, insieme a Tyler, montò a cavallo e ritornò al castello.
Qui i due trovarono ad attenderli il fedele Gerard.
“Milady, siete attesa…” disse il guardiano “… c’è un prete che chiede di voi… dice che lo stavate aspettando…”
Fece allora strada e accompagnò Melisendra all’interno del castello.
E qui la ragazza trovò il chierico.
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Guisgard
28-10-2011, 05.40.27
Gli zingari fissavano Daniel, abbandonandosi a grosse risate.
“A vedere il mare, amico mio!” Esclamò quello che sembrava il capogruppo. “Non ti piace il mare?” E rise forte.
Il carro correva rapido nella campagna, sussultando e scricchiolando.
“Avrai l’onore di conoscere il nostro capo, ragazzo!” Continuò lo zingaro. “E sarà lui che deciderà circa la tua sorte.”
Il ragazzo dai capelli rossi fissò Daniel e gli fece un cenno con la testa, come a dirgli di non preoccuparsi.

Guisgard
28-10-2011, 05.43.39
Lady Kate fissò Altea e sorrise.
“Oh, baronessa…” disse “… costui è Montgomery di Hannery ed è uno dei più apprezzati pittori del reame! E’ stato lord Carrinton ad inviarlo qui, per farvi ritrarre! Il vostro futuro consorte vuole un magnifico ritratto per abbellire il vostro palazzo!”
“Beh, perdonatemi, mie signore, ma temo che dobbiamo affrettarci.” Fece l’artista.
“Avete deciso dove ritrarre la baronessa?” Domandò Kate.
“Si, direi in giardino.” Rispose l’artista. “La bellezza di milady sfuma in quelle armoniose fantasie di idilli pastorali. Possiede un che di genuino, fresco, incontaminato che la rende simile a quelle eroine descritte nelle elegie di ambientazione pastorale. Si, il giardino è il luogo ideale per raffigurare il fascino di milady.”
“Meraviglioso!” Esclamò Kate.

Guisgard
28-10-2011, 05.50.28
“Non dovreste bere allora…” mormorò Emile a Elisabeth “… andate a letto… anzi, andate via da questa città e da questo paese…” e buttò giù l’ultimo sorso di vino “… ma non sono vostro padre… e nemmeno vostro marito, dunque, se vi va di bere…” si voltò allora verso il locandiere “… portaci altro vino!”
Un attimo dopo il locandiere servì loro un’altra brocca di vino.
“Perché mi avete rivelato il vostro vero nome?” Fissandola. “Elisabeth… è un bellissimo nome… ma, d’altra parte, qualsiasi altro nome sarebbe stato bello… già, qualsiasi… perché siete scesa qui? Il letto non era abbastanza comodo?”

Guisgard
28-10-2011, 06.01.11
Così, Talia e Renart raggiunsero il centro di Ostyen.
Come sempre le strade apparivano brulicanti di ogni sorta di umanità.
Diversi studenti, qua e là, agli angoli delle strada o fuori a qualche bottega, tenevano piccoli comizi, tutti volti a suscitare sussulti ed applausi tra gli indifferenti passanti.
Nelle piazze invece dominavano i canti e i balli dei giovani che la rivoluzione aveva reso felici e senza più pensieri.
Renarti indicò il vecchio ponte che metteva in comunicazione la città nuova con quella vecchia.
Qui passeggiavano diverse coppiette, tra sospiri ed occhi languidi.
“Sei pensierosa…” mormorò il bel soldato “… cos’hai? Ah, certo… sei preoccupata per lo spettacolo… sta tranquilla, alla fine la gente è sempre la stessa… indipendentemente dal posto in cui vive. Ci applaudiranno anche qui, come hanno fatto altrove.”
Si guardò intorno e sospirò, come se si sentisse pronto per compiere chissà quale impresa.
Proprio come faceva il suo personaggio sulla scena, quando riusciva a conquistare il cuore di Colombina.
“Sai, ci ho pensato a lungo…” disse alla ragazza “… voglio sposarti. Si, è questo che voglio. E voglio farlo qui, ad Ostyen. Magari subito dopo il primo spettacolo.”
Ad un tratto, un gruppo di giovani invase quel tratto del ponte, cominciando a cantare e a motteggiare.
Poi una bella ragazza dalla carnagione chiara e gli occhi languidi, staccatasi dal gruppo, iniziò a ballare.
“Avanti, Amelie!” Gridò uno dei suoi compagni. “Recitaci qualche verso!”
Lei si voltò e li fissò divertita.
Annuì e cominciò a recitare:

“Chi mai sarà? E da dove mai verrà?
E Magnus, tutta inquieta, dov’è non sa!
La repubblica lo cerca e non si arrende
e catturerà quel dannato Giglio Verde!”

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Altea
28-10-2011, 09.56.07
"Un quadro?" esclamai con una punta di disapprovazione "Mi spiace ma ora non mi sento di posare e comunque desidererei che Lord Carrinton parlasse prima con me delle sue idee."
Lady Kate e il pittore mi guardarono stupiti, non avevo intenzione di rimpiazzare la moglie scomparsa anche in un dipinto, quel dipinto che inquietava i miei sogni.
Rientrai in dimora, andai verso le stalle e chiesi di sellare il mio destriero, ne volevo parlare con il milord, e non sopportavo che si decidesse per me. Anzi ero intenzionata a chiedere a Lord Carrinton di aprirmi subito quella stanza a Carrinton Hall e raccontarmi i fatti avvenuti, era inutile rimandare, dovevo sapere tutto prima delle nozze. Subito arrivai in dimora e chiesi di parlare con egli.

Lancelot
28-10-2011, 11.21.20
"Avete i miei ringraziamenti, bravo monaco, mi hanno parlato molto bene di questo presbitero, come persona pia in grado di restituire la pace anche alla pecorella più smarrita del suo gregge..."

Saluto il monaco, e decido di spendere i prossimi giorni nell'osservazione della cappella che mi ha menzionato, prima eventualmente di abbandonare Camelot per le campagne.

Mi reco così al Belvedere, una modesta cappella a pochissimi metri dal Palazzo Reale, adiacente ad una delle principali piazze di Camelot. Riservata, discreta. Il luogo ideale per camuffare un incontro segreto.
Oggi mi soffermo a bere una tisana alla taverna, domani mi fingo interessato a far spessorare dal fabbro la mia armatura, l'indomani ancora mi rivolgo a un venditore di stoffe per una nuova tunica color verde. E intanto scruto, osservo, studio... e aspetto.

cavaliere25
28-10-2011, 12.27.26
Guardai Hagus er dissi io sono innocente signore non sono un vigliacco io non so cosa abbia fatto quella donna continuai a dire fatemi arrestare se volete ma vi dico che sono innocente e poi lasciatemi che mi fate male

Talia
28-10-2011, 12.56.23
Io e Renart salutammo gli altri e ci incamminammo verso il centro della città. Passeggiavo in compagnia del soldato, ma la mia mente era lontana da lì... la mia mente volava tra Colaubain e quella umida e buia catacomba a Cardien, tra le immagini del passato e quelle del presente... tutto mi pareva sospeso in una duplice dimensione, entro la quale era però difficile distinguere i contorni esatti... Ginestrini e Pomerini, Francia e Inghilterra, giustizia e vendetta, odio e amore...
D’un tratto la voce di Renart interruppe il filo dei miei pensieri...

“Sei pensierosa…” mormorò il bel soldato “… cos’hai? Ah, certo… sei preoccupata per lo spettacolo… sta tranquilla, alla fine la gente è sempre la stessa… indipendentemente dal posto in cui vive. Ci applaudiranno anche qui, come hanno fatto altrove.”

Mi voltai a guardarlo e non potei trattenere un sorriso... Renart... per lui le cose avevano un unico valore ed un unico significato, per lui tutto ciò che aveva valore e importanza era chiuso dentro il carrozzone di Essien. Il resto non lo interessava, probabilmente nella sua testa ‘il resto’ non esisteva neanche.
Tuttavia quel sorriso mi morì sulle labbra un istante dopo, non appena lui pronunciò quelle parole...

“Sai, ci ho pensato a lungo…” disse alla ragazza “… voglio sposarti. Si, è questo che voglio. E voglio farlo qui, ad Ostyen. Magari subito dopo il primo spettacolo.”

Di colpo il mio cuore divenne insostenibilmente pesante, strinsi i denti e per qualche istante lo fissai con sguardo dolente...
Renart!
Gli volevo bene, dopotutto!
Gli volevo bene perché, nonostante tutto, Renart era uno spirito semplice... era una di quelle anime cui basta poco per esser soddisfatte, un’anima che non si interessa di niente altro che del proprio orticello e su quello costruisce tutta la sua esistenza, nel bene e nel male, nella prosperità e nella miseria... E forse, chissà, era davvero quella la ricetta della felicità! Forse era quella la scelta giusta in quei tempi difficili... il guaio era che io non avevo la possibilità di scegliere... io, volente o nolente, ero stata scelta da una sorte avversa tanti e tanti anni prima.
Inspirai profondamente, infine, e mi sforzai di tornare a sorridere tristemente...
“Renart...” mormorai, sollevando una mano a carezzargli la guancia “Oh, mio buon Renart... perché? Perché vuoi fare questo a te stesso? Eppure un po’ mi conosci e sai bene che tu meriti qualcosa di meglio. Sai come sono fatta... sai che sono inquieta, difficile... sai che non sarei mai una buona moglie, non sarei mai capace di essere la moglie che tu desideri... finirei con il farti male, Renart... finiremmo per farci del male entrambi!”
Mi protesi e gli poggiai un leggero bacio sulla guancia... era il primo vero bacio che gli avessi mai dato...
“Quelle come me non sono fatte per diventare mogli... lo hai detto tu stesso una volta, ricordi? Ed avevi ragione! Quelle come me hanno troppi fantasmi dentro l’anima, troppe ferite, troppo dolore con cui convivere...”
All’improvviso, però un gruppo di giovani irruppe tra noi e mi interruppe.

“Avanti, Amelie!” Gridò uno dei suoi compagni. “Recitaci qualche verso!”
Lei si voltò e li fissò divertita.
Annuì e cominciò a recitare:

“Chi mai sarà? E da dove mai verrà?
E Magnus, tutta inquieta, dov’è non sa!
La repubblica lo cerca e non si arrende
e catturerà quel dannato Giglio Verde!”

Il Giglio Verde... anche ad Ostyen si parlava di quel Giglio Verde...
Doveva dare davvero un bel daffare alla Repubblica per esser così, sulla bocca di tutti...
Li fissai per un momento, vagamente incuriosita... ma subito distolsi lo sguardo: avevo già troppi pensieri e troppe ombre che mi inseguivano per potermi curare anche di quel fantomatico Giglio Verde.
Voltai quindi le spalle a quel gruppo di giovani e tornai a guardare Renart...
“Perdonami!” mormorai, osservandolo “Perdonami, ti prego... ma non posso! E’ meglio così, credimi... è meglio per tutti!”
Poi, prima che il soldato potesse avere il tempo di ribattere, mi allontanai e un attimo dopo ero già scomparsa tra la folla.

Guisgard
28-10-2011, 14.57.12
Giunta al palazzo dei Carrinton, Altea vi trovò un soldato davanti all’ingresso.
“Lord Carrinton non è in casa, milady.” Spiegò il militare alla dama irlandese. “E’ uscito poco fa col suo cavallo. Lo fa spesso per cavalcare nella campagna silenziosa. Desiderate attenderlo qui?”
Ma proprio in quel momento Altea udì un nitrito.
Si voltò e vide Carrinton sul suo cavallo.
Era tra alcuni alberi, abbastanza lontano dal palazzo, ma ben riconoscibile.
Soprattutto agli occhi di lei.

Guisgard
28-10-2011, 15.19.58
”E pretendi che io creda a queste tue parole?” Disse Hagus fissando Cavaliere25. “Ora diresti qualsiasi cosa pur di cavartela!”
“Forse questo giovane dice il vero, sir Hagus…” intervenne la monaca “… forse davvero è stato travolto da una situazione più grande di lui…”
“Non ditemi che credete alle sue scuse, sorella?”
“Dico solo che forse dobbiamo dargli la possibilità di parlare…”
Hagus allora allentò la presa, sempre però tenendo fermo il polso di Cavaliere25.
“E sia…” mormorò “… raccontaci tutto, ragazzo…”

Guisgard
28-10-2011, 15.33.38
Lancelot erano giorni ormai che vagava attorno alla campagna del Belvedere.
Era stato anche nella taverna e per le strade del villaggio.
Sempre in cerca di indizi e tracce di quel misterioso chierico.
Ad un tratto, una mattina, fu avvicinato da due uomini.
Erano abbigliati con la tipica uniforme della guardia ducale, i fedelissimi di lord Tudor.
“Salute a voi, messere.” Disse uno dei due a Lancelot. “Vi abbiamo visto spesso da queste parti… siete di sicuro in cerca di qualcosa… possiamo aiutarvi?”
Il tono di quel militare era tutt’altro che amichevole.

Lancelot
28-10-2011, 15.43.01
Uniformi della Guardia Ducale. E volevano allontanarlo da lì. Quasi una conferma che quel posto era in qualche modo "caro" a Lord Tudor, e non solo, la cosa più grave è che sembravano prendere corpo le ipotesi millantate dall'uomo misterioso di una possibile partecipazione del Duca ai piani del Giglio Verde.
Vediamo fin dove sono disposti a spingersi...

"Siete molto gentili a offrirmi il vostro aiuto ma, in verità, non ne ho bisogno. Le cose procedono magnificamente già da sé, la giornata è bella, il clima mite, e questa piazza mi è davvero congeniale. Qui riesco a ritemprarmi dai miei molti doveri, e nella sua quiete trovo ristoro. Mi auguro che questo non contravvenga alle vostre leggi, miei signori."

elisabeth
28-10-2011, 15.51.23
Rimasi impietrita......il suo umore aveva il movimento delle foglie d'autunno spostate dal vento...sembravano impazzite.....avrei voluto piangere..piangere di rabbia.....vidi la brocca ricolma di vino...e la nausea mi riempi' la bocca.......".....Urlate..ditelo ad alta voce Emil che per me non siete nulla, non siete un marito, un padre un fratello....ditelo....volete che me ne vada..e perche' non me lo avete detto prima, chi vi ha tenuto dal farlo, vi ricordo buon uomo che vi ho chiesto solo un' informazione..non vi ho chiesto protezione, perche' so perfettamente prendermi cura di me stessa......sai che ti dico Emil....non meriti neanche la carezza di una prostituta...neanche quella...adesso salgo prendo la mia roba e mene vado tolgo il disturbo..puoi tenerti illetto la stanza e la tua boria di uomo vissuto....la verita' per me e' sacra...e moriro' in nome della verita'......."...Spostai ilbicchiere ricolmo di vino verso la sua parte......spostai la sedia indietro e mi alzai....una lacrima scivolo' sulla mia guancia.....non tentai neanche di fermarla.....mi voltai e salii in camera..una volta dentro.....cercai la mia borsa.......la mia borsa, ma dove diavolo era finita, non c'era eppure era li'...o Signore dove poteva essere..."...Accidenti a te Emil......accidenti a te...".....in mezzo alla stanza...adesso le miei lacrime scendevano copiose.....da dove dovevo cominciare...chi mi aveva seguita..........

Guisgard
28-10-2011, 15.56.37
”Sono qui…” disse quella voce a Chantal “… sono sempre stato qui… non mi vedi? Ti sono sempre stato accanto… quando ricamavi, cucivi e un ago ti pungeva il polpastrello… o quando non ti andava di mangiare nel refettorio del convento… non volevi stare con gli altri bambini, ricordi? Io ero la tua sola compagnia…”
Chantal sentì i passi della sentinella che andava avanti e indietro tra le celle.
“Io solo posso aiutarti adesso…” continuò quella voce “… e tu lo sai…”

cavaliere25
28-10-2011, 16.00.35
hanno portato quella donna nelle prigioni ma non so il motivo o cosa abbia fatto e sta sera dovrà concedersi al governatore mi a chiesto di aiutarla venendo qui e trovando la persona a cui chiedere risposte ma non so come salvarla dissi vi chiedo aiuto datemi una mano per favore e rimasi ad aspettare

Guisgard
28-10-2011, 16.08.46
Emile restò al tavolo a bere.
Sorseggiava quel vino rosso mentre le parole di Elisabeth ancora echeggiavano nella sua testa.
Fissò poi le scale ed un impeto si impossessò di lui.
Corse allora al piano di sopra, nella loro stanza.
“Se tu fossi una prostituta” entrando nella stanza “tutto sarebbe più semplice… potrei pagarti e non avere alcun debito con te. Non dovrei rivelarti il mio vero nome, il mio passato e farei l’amore con te senza neanche guardarti negli occhi…”
In quel momento il locandiere si presentò sulla porta.,
“Cosa accade qui?” Chiese. “Vi ho visto correre su di corsa… e poi alzare la voce… va tutto bene?”

Guisgard
28-10-2011, 17.13.20
Renart si morse la lingua ed una smorfia di rabbia attraversò il suo volto.
“Stupida ragazza!” Disse fra sé. “Se non sarai mia, sappi che non sarai di nessun altro!”
Allora tentò di seguirla, ma Talia si era già confusa fra la folla.
Il soldato cercò, ma lei sembrava svanita, quasi assorbita da quei volti tutti uguali.
“Talia, dov’eri finita?” Avvicinandosi ad una ragazza dai capelli chiari che gli passò accanto.
“Cosa vuoi?” Voltandosi questa. “Fila via e non importunarmi!”
“Scusatemi, mademoiselle…” fece lui.
Non era lei.
Renart cercò ancora.
Altre ragazze dai capelli chiari e con la sua corporatura attraversarono quella folla, ma nessuna era Talia.
Alla fine, stanco, Renart si appoggiò ad una delle colonne della piazza e tirò un pugno per la rabbia sulla dura pietra.

Le strade di Ostyen.
Dove portavano?
Ognuno trovava qualcosa alla fine di quelle.
I Ginestrini, percorrendole, erano arrivati in alto.
Il Clero e l’aristocrazia, invece, avevano trovato la rovina alla fine di quelle strade.
E Talia ora le attraversava.
“De Jeon…” udì all’improvviso.
Si voltò.
Erano due soldati della Guardia Repubblicana.
“Si, la decisione è sta presa direttamente da lui.” Continuò il soldato. “La parata avverrà fra tre giorni e a quanto pare lui terrà un discorso davanti al popolo.”

Altea
28-10-2011, 17.39.57
Una guardia mi fermò davanti alla dimora del milord, ero un pò spazientita, ero la futura moglie del suo padrone ed egli mi impediva di entrare?
Sentii un nitrito, anche se la notte era avvolta da una leggera nebbia riconobbi la sagoma del bel milord. "Vi ringrazio" mi rivolsi alla guardia e mi congedai. Tra alcuni alberi vi era Lord Carrinton che solitario cavalcava pensieroso, scesi da cavallo, e presi le briglie di Darkmoon, il quale come sempre, fido amico, capiva al volo i miei pensieri, cercava di non destare rumore coi suoi zoccoli. Lo legai, e mi sedetti su un tronco di albero, guardando il milord che non si era accorto della mia presenza. "E' cosi che lo vidi la prima volta" pensai "seduta sul tronco di un albero, presa da una interessante lettura ed egli cavalcava felice con una bella dama."
Rimasi silenziosa, fissandolo nascosta. Qualcosa forse turbava i suoi pensieri?

Guisgard
28-10-2011, 19.02.36
Le due guardie, a quelle parole di Lancelot, si scambiarono rapide occhiate.
“Beh, messere, da queste parti amiamo molto la calma e siamo sempre attenti a chi giunge a farci visita.” Disse una di loro. “Però abbiamo delle leggi che tutti devono rispettare… le terre tra il Belvedere ed il villaggio sono sotto il controllo di sua signoria il duca e chiunque le attraversi deve consegnare le armi.”
“E quella spada che pende dal vostro cinturone, messere, contraddice a quelle leggi.” Intervenne l’altra guardia. “Dunque, vi chiediamo di consegnarci la vostra spada, messere.”

Guisgard
28-10-2011, 19.09.31
Lord Carrinton restò in silenzio tra quegli alberi, contemplando chissà quali pensieri.
Poi si destò all’improvviso, come se avesse avvertito la presenza di Altea.
Allora un sorriso illuminò il suo bel volto.
Spronò il cavallo e raggiunse la ragazza.
“Marte si avvicinò a Venere…” sussurrò “… la mirò, contemplandone l’aurea bellezza… mormorando poi… in terra e nei cieli non vi è nulla di così perfetto...” scese da cavallo e baciò con passione la dama irlandese.
L’imbrunire si calava con dolcezza sulla verdeggiante campagna, in attesa di abbandonarsi all’incanto del crepuscolo.
“Esprimi un desiderio, amor mio…” fissandola Carrinton “… ed io lo realizzerò per te… foss’anche più grande del mondo intero…”

Altea
28-10-2011, 19.20.26
Lord Carrinton si accorse della mia presenza, quasi me ne pentii, poichè volevo spiarlo nella silenziosità per carpire i segreti della sua mente.
La notte rendeva il milord ancora più affascinante nella sua tenebrosità.
"Davvero posso esprimere un desiderio? Ma per ora, non per l'eternità". Mi feci seria "Sono scappata dalla casa di Lady Kate, lo so..lo so, sono incorreggibile ma non volevo farmi fare il ritratto che volevate. Il motivo? Mi ero appena destata nel sonno quando, non so se fosse suggestione, ma udii quelle voci che mi tormentavano l'animo a Carrinton Hall. Quel quadro, racchiude misteri. Vi prego portatemi laggiù, voglio vedere quella stanza e che mi parliate di cosa successe alla vostra...moglie.So vi costa fatica, ma fatelo per me".

Lancelot
28-10-2011, 19.30.49
Osservo le due Guardie, per un attimo valuto l'opportunità di rispondere positivamente alla loro richiesta. Poi ripenso al mio ruolo, al dovere di proteggere la vita di Lord Missan contro ogni nemico palese o nascosto, e la mia linea di condotta cambia drasticamente. Se consegnassi la spada, mi esporrei a pericoli che non potrei fronteggiare, e, a differenza di queste guardie, il Giglio Verde mi conosce sin troppo bene.
Se d'altro canto non la consegnassi, questi bravi soldati andrebbero sicuramente a riferirlo al loro Lord, nella migliore delle ipotesi; nella peggiore, si potrebbe addivenire a uno scontro. Devo cercare di evitare entrambe queste cose. Rivelarmi, ma senza destare troppi sospetti... Devono credere che sia il mio orgoglio di cavaliere a dettare la mia ritrosia.

"Gentili soldati, la vostra è una richiesta cui non mi è possibile ottemperare, a meno di mancare al compito per cui sono giunto a Camelot. Io sono il capitano Lancelot, comandante della guardia di Lord Missan di Magnus. Cavaliere consacrato, e possessore del diritto di amministrare giustizia sulle mie terre. Vi sembra accettabile da parte mia essere trattato come un guitto qualsiasi? Lord Tudor in persona mi ha dato pegno della sua fiducia e amicizia, ospitando me e il mio signore nella sua ridente città, la mia parola d'onore di Cavaliere che non avrete fastidi sarà tutto ciò di cui avrete bisogno per considerare svolto egregiamente il vostro lavoro. Ed ora, vi prego, lasciate che mi disseti un poco."

Così dicendo, riprendo in mano la mia birra e comincio a sorseggiarla, celando il crescente fastidio.

elisabeth
28-10-2011, 21.14.17
In mezzo alla stanza il viso bagnato dalle lacrime rosso dalla disperazione.......i pugni serrati dalla rabbia....e lui che mi urlava che preferiva io fossi una prostituta......per poter far l'amore con me pagandomi.....il denaro era alla base di ogni buon dovere...io ti pago e tu stai zitta....non sai chi sono e a te sta bene......una qualsiasi merce di scambio tutto molto piu' semplice...le cose invece si stavano complicando ....certo il caro buon Emil si stava complicando la vita.....La verita'.....dove non c'e' impegno che importa conoscere la verita'..........L'oste fece il suo ingresso..nel bel mezzo della scena madre......e sapevo nella mia immensa ignoranza che se avessi continuato a piangere ed a urlare avrei dato adito a fare domande imbarazzanti e dare motivo di sospetto....." Nulla credetemi nulla.........sono in attesa e le mie voglie fanno infuriare il mio sposo..........le reputa capricci......e forse ha ragione lui..mi rendo conto che e' tutto passato..."...mi toccai dolcemente il ventre con l'espressione piu' ingentilita che potevo......lo udii dire qualcosa sulle donne e ando' via........"....Emil credetemi, pensavo di voi cose diverse, ho sempre temuto l'uomo nel suo essere....mi ero affidata a voi....per la prima volta mi ero sentita diversa..avevo provato qualcosa che non ho saputo spiegare neanche a me stessa.......e voi cosa avete fatto........avete spezzato quel sottile filo di fiducia che mi legava a voi...........i sentimenti esistono Emil...esistono.....la verita' esiste.....e comunque.....devi sapere che la mia borsa con il libro e' sparita....nessuno sa' della mia esistenza, nessuno mi conosce eppure il libro e' svanito......quel libro Emil....e' di un potere straordinario....puo' essere la mia vita o la mia condanna a morte......ora...avete un vero motivo per cui dovete lasciarmi andare....."...

Daniel
28-10-2011, 23.01.27
avrei voluto usare un incantesimo e scappare ma non potevo.. Ero troppo stanco.. Il ragazzo dai capelli rossi sembrava l'unico ad avere compassione i me.. Dopo parecchie ore il carro si arrestò.. "E adesso che mi succederà?" pensai spaventato..

Talia
28-10-2011, 23.05.17
Fuggire da Renart fu facile, fu facile in mezzo a quella confusione mischiarsi alla folla e svanire...
Camminai a lungo senza neanche guardare dove andavo, e forse neanche mi importava... per quanto mi seccasse ammetterlo, ero triste. Ero triste perché sapevo che Renart non avrebbe capito la mia scelta, sapevo che si sarebbe arrabbiato e che probabilmente avrebbe dato in escandescenze... non mi preoccupavo per me, non mi importava cosa avrebbe detto a me, ma speravo solo non facesse qualche sciocchezza, o stavolta Essien non gliel’avrebbe mai perdonata!
Continuai a camminare a lungo, immersa in questi e mille altri pensieri... senza la pur minima voglia di tornare al carrozzone perché là ci sarebbe stato Renart e ci sarebbero stati tutti gli altri, e a me non andava di parlare, di spiegare, di giustificarmi...
Poi d’un tratto, come una secchiata di acqua gelida sulla schiena, colsi quel nome e quello stralcio di conversazione...


“De Jeon…” udì all’improvviso.
[...]
“Si, la decisione è sta presa direttamente da lui.” Continuò il soldato. “La parata avverrà fra tre giorni e a quanto pare lui terrà un discorso davanti al popolo.”

Mi voltai di scatto e fissai quegli uomini che stavano parlando... li fissai per qualche momento in silenzio, incapace di parlare o di reagire, incapace di muovermi, incapace quasi di pensare...
Quel nome, udito così per caso, quasi a tradimento, senza che fossi preparata...
Un brivido mi percorse tutta la schiena...
Infine, tuttavia, una parte della mia testa riuscì a recuperare un minimo di autocontrollo...
Mi accostai, quindi, alle due Guardie e sfoderai l’aria più candida e ingenua che possedevo...
“Perdonatemi...” dissi “Ho udito per caso ciò che dicevate e... dite che il repubblicano De Jeon terrà un discorso? Il repubblicano Philip De Jeon? Sapete... ho udito ogni sorta di meraviglie su di lui e mi piacerebbe tanto poter andare ad ascoltare ciò che avrà da dire... potreste dirmi dove si terrà la parata di cui parlate e, soprattutto, dove si trova il luogo dal quale lui parlerà?”

Rodolfo
28-10-2011, 23.57.46
Con le sue accorate parole era riuscito a conquistare la simpatia e il favore dell'autorevole ginestrino e con esse la possibilità di sfruttare al meglio il tempo che gli veniva concesso per compiere la sua delicata missione. Poco o molto fosse risultato quel tempo non importava,l'importante era trovare le parole giuste e puntare sui temi che più potevano fornirgli risposte utili alla sua ricerca.

Raggiunto lo studio che il padrone del palazzo aveva destinato al suo celebre o celeberrimo, che dir si voglia, ospite, invitato da questo a prender parola,
mentre si guardava intorno come meravigliato da tanta magnificenza esordì:

" Esimio signor Ambasciatore,sono tante le domande che mi piacerebbe porle,ma cercherò di essere il più breve possibile per non tediarvi troppo nè tantomeno rubarvi troppo del vostro tempo,davvero prezioso per le sorti del popolo che reggete.

Innanzitutto che rapporto c'è fra voi e la plebe ? Cioè questa vi segue con vivace partecipazione o tende a essere distaccata, indifferente o mostra più di qualche difficoltà di comprensione e abbisogna di essere spronata, essendo stata tenuta troppo a lungo nel torpore di una remissiva schiavitù ? E cosa fate nel quotidiano per assicurarvene il favore e la fedeltà?

Poi, per popolo,intendete tutto il popolo di Magnus, senza distinzioni di ceto,di ricchezza, di opinioni politiche, proprio come nell'antica Roma repubblicana per Stato s'intendeva l' imprescindibile unione della plebe e dei patres riuniti nell'atavica istituzione del Senato? Oppure avete inteso diversamente il concetto di popolo da quello classico, rivolgendo il vostro favore verso una sola parte di esso, escludendone un'altra? In tal caso,cosa pensate sia meglio fare della parte esclusa dal concetto di popolo?

La pietà religiosa è compatibile con le classiche istituzioni repubblicane? Per l'antica Roma sì, per voi? Se sì, perchè giungono invece voci che non consentite nessuna fede religiosa,nessun culto?
Temete che i vari religiosi potrebbero complottare contro di voi, contro la Repubblica, per ristabilire la diarchia trono altare? Non c'è il rischio,che,dando la caccia a tutti i religiosi,indiscriminatamente,vi alieniate il favore di alcuni abitanti di Magnus,compresi quelli più poveri? Che colpa imputare contro la Giustizia -parola pronunciata da Rodolfo con particolare enfasi e sollevando il palmo della destra a indicarne la maestà - a chi,di quei religiosi, si è comportato con benevolenza verso i più deboli, i più poveri e i più indifesi, con onestà verso i cittadini tutti ? Sempre che a Magnus non ci siano e non ci siano mai stati religiosi di questo genere. Anche Arnaldo da Brescia,uno dei martiri della causa repubblicana,era,mi tocca ammettere per amor del vero, per quanto mi sia indigesto, un religioso. Un religioso che predicava,tra l'altro, il recupero delle virtù di povertà e carità della chiesa primigenia, in contrapposizione alla corruzione e alle mollezze della curia romana.

In caso di una crociata indetta contro la Repubblica dal papa, potreste contare di appoggi esterni? Purtroppo Cola di Rienzo a Roma non poteva contare che sul suo popolo, voi avete provveduto a garantirvi alleati al di fuori di Magnus? Se non l'avete ancora fatto,mi raccomando fatelo al più presto,per non rimpiangerlo un domani,qualora,sciaguratamente, vi ritrovaste i principi, soliti ad arruffianarsi le benemerenze del papa, ad assediare la vostra bellissima terra! E,in particolare, mi raccomando, dato che l'Inghilterra dispone di molte risorse, cercate appoggi anche qui, sempre che non ci abbiate ancora pensato.
A proposito del padrone di questo palazzo siete già sicuro di potervi fidare? Ne avete già conquistato un sincero sostegno alla causa?"

Poste queste domande, attese fiducioso risposte,sorridendo al suo interlocutore.

Melisendra
29-10-2011, 00.59.21
"Padre", mi inchinai e lo salutai rispettosamente, "Siete il benvenuto... Mary, fate portare qualcosa di caldo... sicuramente gioverà trovare conforto da una notte così fredda." Mi rivolsi nuovamente al chierico. "Sono lieta di incontrarvi, ma cosa vi conduce lontano dalla vostra chiesa in una notte come questa?"
Rivolsi uno sguardo nervoso a Tyler. Non comprendevo.

Parsifal25
02-11-2011, 02.22.17
Un' improvvisa aura di gioia e calore mi avvolse il cuore...."ne sareì onorato Signore,spero che la mia presenza non intralci le vostre faccende". Inoltre, la possibilità di poter guadagnare qualche moneta in più e il grande onore di poter servire un maestro d'arme in modo da poter imparare nuove tecniche o arti fanno sempre bene all'intelletto umano. Chissà, forse costui potrà anche aiutarmi nella mia ricerca sui Longiniu. Attesi istruzioni.

Guisgard
03-11-2011, 02.25.40
Tyler fissava quel chierico.
Lo fissava con un’espressione enigmatica ed inquieta.
Poi, ad un tratto, i suoi occhi chiari incontrarono quelli del giovane servitore dei Du Blois.
Per un istante restarono sovrapposti gli uni sugli altri.
Poi Tyler abbassò lo sguardo.
“Ogni notte è particolare, milady…” disse il chierico tornando a fissare Melisendra “… suor Beatrice mi ha detto della vostra visita in chiesa e di come chiedeste di me… se Nostro Signore si è degnato di raggiungere i peccatori e i pagani fino nelle loro case, beh, non vedo perché io non debba fare altrettanto con voi, che di certo non siete paragonabile a quei miscredenti.” Accennò un lieve sorriso. “Ebbe, milady, ditemi… in cosa posso aiutarvi?”

Guisgard
03-11-2011, 02.41.12
A quelle parole di Altea, lord Carrinton ebbe un sussulto.
I suoi occhi neri e lucenti furono attraversati da un’ombra di inquietudine.
“Mi chiedi di parlarti del mio passato…” disse fissando il cielo che cominciava ad illuminarsi di stelle “… un passato fatto di sofferenza, malvagità, rancore…” si passò la mano tra i lunghi capelli “… non volevo renderti partecipe di quel dolore, di quell’infamia…” sospirò, cercando quasi consolazione nel silenzio che l’avvolgeva “… ma se vuoi… ti mostrerò ciò che chiedi…”
La prese con sé, facendola salire in sella davanti a lui.
Cavalcarono allora verso Carrinton Hall.
Attraversarono la campagna fino a quando apparve la sagoma del palazzo.
Al nitrito del suo cavallo subito il cancello d’ingresso venne aperto.
Carrinton condusse così Altea dentro il palazzo, salendo al piano superiore fino a raggiungere la porta di quella misteriosa stanza.
Ma i due trovarono la vecchia Angry proprio davanti alla porta.
“Salute a voi, milord.” Disse al suo padrone, senza però degnare di uno sguardo Altea. “Come mai non avete annunciato il vostro arrivo a Carrinton Hall?”

Guisgard
03-11-2011, 02.51.45
Le due guardie fissarono Lancelot.
Il cavaliere di Magnus beveva la sua birra senza, almeno apparentemente, tradire emozioni.
“Bevete la vostra birra e poi andatevene.” Disse con disprezzo uno dei due militari.
“Già…” mormorò il suo compagno “… sua signoria, per dovere e per cortesia, ha concesso ospitalità a voi e al vostro padrone… ma fossi in voi non tirerei troppo la corda… la gente di Magnus non è molto amata da queste parti e non mi stupirei se… vi accadesse qualcosa… qui non c’è posto per chi sputa sui valori dell’aristocrazia e manda i chierici al macello!” Aggiunse con tono risentito.
“Vi abbiamo dato un consiglio, messere…” fece l’altro che aveva parlato per primo “… vi conviene seguirlo!”

Guisgard
03-11-2011, 03.22.15
Missan ascoltò con attenzione ogni parola di Rodolfo.
Fissò allora il cavaliere in incognito, mostrando un sorriso compiaciuto.
“La repubblica” disse “è la più alta forma di governo. Essa è l’unica a non cadere nei mali che attanagliano le altre forme di potere. Voi, amico mio, sembrate ben conoscere gli antichi valori sui quali il popolo di Roma fondò la sua grandezza. Allora non vi saranno ignote le parole di Polibio, il quale spiegò meglio di chiunque altro i motivi che resero Roma padrona del mondo.” Un servitore entrò e servì loro del liquore aromatico. “Prego, bevete pure.” Fece Missan al suo ospito. “Come dicevo…” dopo aver sorseggiato un po’ di quel liquore “… la monarchia è destinata a divenire tirannide, mentre l’aristocrazia a degenerare nell’oligarchia… la repubblica invece sfugge a tutto ciò… in essa trovano equilibrio tutte le forze politiche e sociali… proprio come nell’antica Roma… i consoli rappresentavano il potere monarchico, il senato quello aristocratico e i tribuni della plebe, infine, incarnavano quello popolare e democratico… e, come ben sapete, Roma fondò il suo impero ben prima dell’avvento del principato… etruschi, sanniti, magno greci e poi Cartagine e i regni ellenistici d’Oriente caddero ben prima sotto il dominio romano.” Rise compiaciuto. “Cesare asservì la Gallia quando era triunviro e Ottaviano rese l’Egitto provincia poco prima di prendere il potere nelle sue mani. Gli imperatori, tolto il governo di Traiano, si limitarono a controllare le immense conquiste del passato. Come vedete, amico mio, la repubblica è davvero il governo ideale. Quanto al potere, esso a Magnus appartiene al popolo. Infatti, noi Ginestrini veniamo da popolo e ne siamo la sua più alta espressione.” Si alzò e cominciò a camminare nella stanza. “La religiosità… essa è la vera cattività in cui versa l’uomo… essa è nemica della Regione e della libertà… e fino a quando esisterà un solo stato religioso a questo mondo, allora nessun uomo potrà dirsi libero da questa minaccia. Quanto ad un’eventuale crociata contro Magnus, beh, mentirei se vi dicessi di non temere quest’eventualità… il papato ci odia perché rappresentiamo l’antidoto al suo veleno e sappiamo che è nei piani di Roma proclamare una crociata contro di Magnus… ma il nostro popolo si batterà contro tutto e tutti. L’uomo è nato libero e non vi è alcun dio che possa negare questa verità!” Tornò a sedersi. “Alleati qui in Inghilterra? Qui ci odiano…” lo fissò poi con uno sguardo enigmatico “… avete accennato ad un padrone per questa casa… chi vi ha rivelato questa cosa?"
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Guisgard
03-11-2011, 03.33.20
Emile restò turbato da quelle parole di Elisabeth.
“Hanno rubato il vostro libro?” Fissandola.
Si voltò allora di scatto e chiamò il locandiere.
Spiegò così l’accaduto a quell’uomo e s’infuriò davanti al suo stupore.
“Se il libro di mia moglie non salterà fuori” gridò “allora voi ne pagherete le conseguenze!”
“Non alteratevi, monsieur…” balbettò il locandiere “… vi assicuro che qui siamo gente onesta…”
“Al diavolo!” Inveì Emile.
Cacciò il locandiere fuori e chiuse la porta a chiave.
“Siete certa di aver cercato ovunque qui?” Rivolgendosi ad Elisabeth. “Cercate ancora… io proverò al piano di sotto e magari intorno alla locanda… voi aspettate qui il mio ritorno. E stavolta cercate di restarci in questa stanza.” Ed andò a cercare la borsa di Elisabeth.
Rimasta sola, la donna si accorse che Emile aveva lasciato sul letto il Libro dei Salmi che gli aveva consegnato il suo amico.
E dalle pagine di quel libro usciva una parte del biglietto che era stato nascosto in esse.

Guisgard
03-11-2011, 03.37.53
Hagus allentò ancora di più la presa con cui teneva bloccato Cavaliere25.
“Allora sei disposto a tradire il tuo padrone?” Chiese fissandolo. “Come mai questa decisione? Devo crederti davvero? O stai solo cercando di salvarti la vita?”

Guisgard
03-11-2011, 03.44.00
Il carro degli zingari si fermò di colpo.
Daniel era bloccato al suo interno, prigioniero di quegli uomini.
“Tra un po’ il nostro capo si farà vedere…” disse lo zingaro che sembrava essere la guida del gruppo “… e sarà lui a decidere riguardo alla tua sorte.”
Daniel sentiva il rumore del mare provenire da fuori.
Dopo qualche istante alcuni di quegli zingari scesero dal carro.
“Stai tranquillo…” fece il ragazzo dai capelli rossi a Daniel “… il capo è un uomo straordinario. Non credo esista qualcuno più giusto di lui. Sei in buone mani. Qual è il tuo nome?” Domandò al giovane scudiero.

Guisgard
03-11-2011, 03.52.51
Fountaine de Acernou fissò compiaciuto Parsifal.
“Avevo visto giusto!” Esclamò. “Sei un ragazzo sveglio, in gamba!”
I suoi due compagni dietro di lui annuirono a quelle parole.
“Sappi però che sarà un duro e lungo apprendistato.” Continuò Fountaine. “Dovrai essere scaltro e rapido ad apprendere ogni cosa io potrò insegnarti. La vita di un cacciatore di taglie e tutt’altro che semplice. Si rischia la vita ogni giorno e anche quando si dorme bisogna tenere almeno un occhio aperto. Per i primi tempi non percepirai guadagno, visto che ti prenderò al mio servizio come apprendista. Un giorno poi, se saprai meritartelo, riceverai una paga. Ti è tutto chiaro?”

Guisgard
03-11-2011, 04.15.12
Le due guardie si voltarono a quelle parole di Talia.
“La parata partirà dalle mura vecchie di Ostyen, dove si tennero i primi combattimenti della rivoluzione, per attraversare la città e terminare poi alla Place des Martyrs.” Spiegò una di quelle. “E il repubblicano De Jeon parlerà al popolo proprio dal centro della piazza.”
La Meiria.
Scorreva calma e malinconica, mentre il Sole morente sembrava sciogliersi in mille e più riflessi purpurei sulle sue acque.
In essa si specchiava il profilo delle case, che dal colle Degli Albani, dove era posta la parte più antica di Ostyen, scendevano fino a perdersi nel caos della città nuova.
Il fiume tagliava letteralmente in due la città ed il suo corso secolare pareva scorrere via, quasi indifferente, agli umori, ai sogni e alle illusioni di quella gente.
“La parata ed il discorso si terranno domani.” Aggiunse la guardia. “E credo proprio che accorrerà tutta la città.”

cavaliere25
03-11-2011, 09.50.08
No dissi io sono una persona buona non potrei mai fare del male a qualcuno dissi sto parlando seriamente quella donna mi sta a cuore anche se non la conosco di persona ma c'è qualcosa in lei che mi lega e aspttai

Altea
03-11-2011, 11.04.15
Notai che la mia richiesta aveva reso inquieto il milord, notavo la sua cavalcatura veloce e nervosa e uno strano silenzio era calato tra noi, ma non avrei mai potuto sposare un uomo senza conoscerne il passato e i suoi misteri.
Arrivati a Carrinton Hall un brivido freddo pervase la mia schiena, salimmo la scala sempre in dignitoso silenzio, e rispettavo quel silenzio perchè erano segno di inquietudine da parte di Lord Carrinton.
Arrivammo davanti a quella porta, nella dimora si respirava ancora l'aria tetra e d'improvviso si presentò davanti a quella stanza misteriosa Angry, con il suo solito viso severo.
Udii le sue parole e non riuscii a trattenermi "Come osate rivolgervi cosi a Lord Carrinton? Egli è il padrone della dimora e non deve certo avvertirvi di quando vuole recarsi qui.Ora gentilmente lasciateci soli." La fissai con aria di sfida.

Lancelot
03-11-2011, 11.42.38
Chinando cortesemente il capo saluto le Guardie, accompagnando con un sorriso il mio parlare...

"Sua Signoria sarà felice di conoscere queste vostre parole, non temete, saranno riferite con dovizia di contenuti e toni usati."

Come 'suggeritomi' dagli armigeri, sorseggio la mia birra prendendomi ben più del tempo necessario ma, trascorsa mezza clessidra, decido di dipartirmi dal Belvedere. In fondo che occhi indiscreti non siano graditi in quel posto è cosa chiara, riferirò a Lord Missan ciò che ho appreso, lui saprà meglio di me come meglio muoversi.

Ciò pensando, dirigo nuovamente verso gli appartamenti del mio Signore.