Lady Ailleann
04-09-2011, 18.31.48
I miei omaggi, popolo di Camelot!!:smile_wave:
Proprio ieri, mentre mi dilettavo nella lettura delle vostre storie variopinte, ho dovuto fare un'associazione del vostro gioco di ruolo, al quale parteciperò molto presto anch'io naturalmente, con un altro, che risale agli albori del 1800. Partirei da un presupposto: avrete sicuramente sentito parlare di una delle prime autrici che ha dato vita e spessore al romanzo gotico. Sto parlando proprio della sensazionale Mary Shelley, creatrice di quell'abominevole e terrificante mostro Frankestain, ideato dall'omonimo Dr Victor Frankestein. Ma una fanciulla fragile e timida come la Shelley, come può aver partorito una simile idea, a dir poco agghiaciante??
Ce lo spiega proprio lei nell'introduzione all'edizione dell'opera del 1831.
Ora immaginatevi in Svizzera, a Ginevra, nell'estate del 1816, nell'anno in cui la Shelley e suo marito visitarono il paese e divennero vicini di Lord Byron ( sì, proprio lui!!) il quale all'epoca stava componendo il terzo canto del Child Harold. Tuttavia quell'estate fu umida ed inclemente, tanto che la pioggia continua costrinse loro per giorni a rimanere in casa.Dunque, quale occupazione potevano svolgere quattro illustri scrittori, senza ancora computer a disposizione???
<< Facciamo un gioco: ognuno di noi scriverà una storia ...>> esordì Lord Byron un mattino, << ..... di fantasmi >>, aggiunse dopo. Fu così che il nobile scrittore iniziò una storia, di cui pubblicò un estratto alla fine del suo componimento Mazeppa, mentre un altro concorrente, Polidori, ebbe un'idea orribile su una dama dal cranio scheletrico. Il marito della Shelley era invece più portato a dar corpo a sentimenti alla luce di un immaginario brillante che al congegno dei meccanismi di una storia, per di più di paura. I concorrenti, infatti, dovevano elaborare una storia che parlasse delle misteriose paure insite nella natura, in grado di suscitare brividi d'orrore e capace di far sì che i lettori avessero paura di guardarsi alle spalle, di far gelare il sangue e ed accelerare i battiti del cuore. A stuzzicare la fervida immaginazione della Shelley fu una conversazione, origliata dalla stessa, avvenuta tra il marito e Lord Byron sul conto del Dr Darwin e del suo intento di svelare il mistero sulla "rianimazione" di un corpo esanime, privo di vita. Insomma,
indovinate un po' chi vinse????
Proprio ieri, mentre mi dilettavo nella lettura delle vostre storie variopinte, ho dovuto fare un'associazione del vostro gioco di ruolo, al quale parteciperò molto presto anch'io naturalmente, con un altro, che risale agli albori del 1800. Partirei da un presupposto: avrete sicuramente sentito parlare di una delle prime autrici che ha dato vita e spessore al romanzo gotico. Sto parlando proprio della sensazionale Mary Shelley, creatrice di quell'abominevole e terrificante mostro Frankestain, ideato dall'omonimo Dr Victor Frankestein. Ma una fanciulla fragile e timida come la Shelley, come può aver partorito una simile idea, a dir poco agghiaciante??
Ce lo spiega proprio lei nell'introduzione all'edizione dell'opera del 1831.
Ora immaginatevi in Svizzera, a Ginevra, nell'estate del 1816, nell'anno in cui la Shelley e suo marito visitarono il paese e divennero vicini di Lord Byron ( sì, proprio lui!!) il quale all'epoca stava componendo il terzo canto del Child Harold. Tuttavia quell'estate fu umida ed inclemente, tanto che la pioggia continua costrinse loro per giorni a rimanere in casa.Dunque, quale occupazione potevano svolgere quattro illustri scrittori, senza ancora computer a disposizione???
<< Facciamo un gioco: ognuno di noi scriverà una storia ...>> esordì Lord Byron un mattino, << ..... di fantasmi >>, aggiunse dopo. Fu così che il nobile scrittore iniziò una storia, di cui pubblicò un estratto alla fine del suo componimento Mazeppa, mentre un altro concorrente, Polidori, ebbe un'idea orribile su una dama dal cranio scheletrico. Il marito della Shelley era invece più portato a dar corpo a sentimenti alla luce di un immaginario brillante che al congegno dei meccanismi di una storia, per di più di paura. I concorrenti, infatti, dovevano elaborare una storia che parlasse delle misteriose paure insite nella natura, in grado di suscitare brividi d'orrore e capace di far sì che i lettori avessero paura di guardarsi alle spalle, di far gelare il sangue e ed accelerare i battiti del cuore. A stuzzicare la fervida immaginazione della Shelley fu una conversazione, origliata dalla stessa, avvenuta tra il marito e Lord Byron sul conto del Dr Darwin e del suo intento di svelare il mistero sulla "rianimazione" di un corpo esanime, privo di vita. Insomma,
indovinate un po' chi vinse????