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Visualizza versione completa : Il Giorno di San Michele


Guisgard
30-09-2011, 14.35.03
Ieri, 29 Settembre, è stato il giorno in cui si celebra la festa dei Santissimi Arcangeli di Dio, Michele, Gabriele e Raffaele.
Il giorno di San Michele non è un giorno come tutti gli altri nella mia antica e nobile terra.
Questo giorno è scandito da una ritualità particolare.
Al Primo Angelo di Dio è consacrata la nobiltà guerriera che governa le mie terre e in diversi luoghi santi, dove si ricordano le apparizioni di San Michele, vengono celebrate feste e giostre in cui fanno sfoggio i più alti ideali della Fede e della cavalleria.
Ma San Michele, per me, ha un valore particolare.
Ricordo quando da piccolo mio padre mi portava sul monte che i miei antenati battezzarono Sacro, dove sorge uno dei più antichi e visitati santuari micaelici.
E nel mio cuore è ancora vivo lo stupore e la meraviglia che provai quando vidi per la prima volta l’immagine dell’invincibile Arcangelo accanto all’altare.
Mai avevo visto nulla di simile.
La Bilancia che aveva nella mano sinistra, con la quale condannava il maligno, e la lancia nella mano destra con cui lo trafiggeva.
Mi era stato raccontato da mia madre che nulla è bello come un Angelo di Dio e che loro sono i cavalieri dei Cieli.
Forse in quel momento capii che sarei diventato un cavaliere.
E proprio in un fresco e luminoso pomeriggio di Settembre, come quello di oggi, mio nonno mi narrò questa storia che aveva come protagonista San Michele…
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Viveva nelle mie terre un uomo pio e devoto alla Fede Cristiana.
Egli possedeva un ricco feudo, che amministrava per conto del re.
Costruì un possente castello ed una cinta muraria per difenderlo dai nemici della Chiesa e della corona.
E per preservare le sue terre dal male oscuro degli inferi, sotto consiglio del vescovo, commissionò al più abile artigiano del posto una statua raffigurante San Michele Arcangelo.
Fece così benedire la statua, ponendola poi in una sontuosa cappella.
Nel lasciare le sue ricchezze all’unico figlio, l’uomo si raccomandò che quella statua non fosse mai tolta, ma sempre lasciata come guardiana del feudo.
Il figlio però, che aveva nome Ugo, non condivideva col padre le stesse virtù.
Era miscredente e fannullone ed in breve sperperò le ricchezze avute in eredità.
Così, per sostenere se stesso e la sua bellissima moglie, cedette alle richieste di un duca suo vicino, vendendogli la preziosa statua lasciatagli dal padre.
Una sera bussò alla sua porta un misterioso viandante.
Chiese ospitalità e si fermò per una notte.
L’uomo affascinò subito lo stolto Ugo con giochi di prestigio e mostrandogli le sue monete d’oro.
Il viandante era capace di duplicare oro e argento e questo stupì lo sciocco feudatario.
“Se avessi questa vostra arte” disse Ugo al viandante “accomoderei tutte le mie difficoltà...”
“Vuoi essere ricco?” Fissandolo il viandante. “Basta davvero solo questo per renderti felice?”
“Chi siete voi?” Domandò incuriosito Ugo.
“Ho molti nomi...” rispose il viandante “… qualcuno mi chiama Belzebù, qualcun altro Mefistofele, altri ancora Asmodeo… ma per tutti sono il diavolo!”
“Mi prendete in giro!”
“Credi?” Sorridendo il diavolo. “E come potrei allora duplicare e triplicare oro e argento davanti a te, se non fossi realmente il diavolo?”
“Cosa volete da me?”
“Se mi concederai tua moglie per stanotte e la tua anima per l’eternità, io realizzerò qualsiasi tuo desiderio.”
“Vi darò ciò che desiderate...” fece Ugo “… ma in cambio dovete garantirmi questo... voglio essere felice non solo in questa vita, ma anche all’Inferno!”
Il diavolo annuì e i due sancirono l’innaturale patto.
Quella notte così sua moglie dormì col diavolo, per tornare nel letto di suo marito solamente all’alba.
E sorto definitivamente il Sole, la donna svegliò suo marito.
“Felice, svegliati! E’ ora di alzarsi! Abbiamo molto da fare stamattina!”
Il marito pian piano cominciò a svegliarsi.
“Avanti, su!” Chiamò la donna. “Vienimi a dare una mano, Felice!”
“Come mi hai chiamato?” Sorpreso l’uomo.
“Sei ubriaco sin dal mattino? Avanti, alzati dal letto, Felice!”
“Felice?”
“Ora non ricordi neppure più il tuo nome? Allora controlla sulla lapide che segna l’inizio della tua proprietà e sui registri demaniali!” Ironica la moglie. “Hai quel nome sin dalla nascita e l’hai dimenticato in una notte?”
L’uomo allora capì di essere stato giocato dal diavolo.
“Quell’uomo…” mormorò.
“Si, un gran signore!” Sorridendo con malizia la donna. “E mi ha anche lasciato una borsa di monete d’oro, dopo essere stata con lui tutta la notte!”
Folle per la disperazione, il marito, ormai beffato e dannato dal demonio, si avventò sulla donna e la strangolò, per poi dar fuoco alla sua casa e perire fra quelle stesse fiamme.
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Emrys
30-09-2011, 16.40.01
Mio signore!
Come al solito introducete argomenti interessanti, correlati da storie e racconti avvincenti (e terribili).
Ma questa volta, coi complimenti, devo farvi un rimprovero.
Comprendo, dal nome dell'immagine, che avete cercato un Faust e che qualche stolto vi abbia indirettamente fornito il dipinto che chiude il vostro racconto.
Ebbene, l'uomo che vi è ritratto non è un Faust, ma uno dei miei artisti preferiti: Arnold Böcklin. Per l'esattezza, il quadro s'intitola "Autoritratto con la Morte che suona il violino" (più o meno, l'ho tradotto dall'inglese).
Molti suoi quadri sono avvincenti: il mio preferito (e purtroppo anche quello di Hitler) è la terza versione de "L'isola dei Morti". Ma anche "Il Tempio" e "Il Santuario di Ercole" incontrano la mia preferenza.

Per tornare in tema e all'Arcangelo guerriero, Michele: è chiaro che voi siete diventato cavaliere perché eravate suo devoto, oppure siete diventato suo devoto, perché cavaliere lo eravate già allora! :smile:
Per una simile ragione, forse, io provo ammirazione per S. Antonio Abate: quello del porcellino, non il guerriero! :D

Altea
30-09-2011, 20.33.14
grazie per questo racconto su un cavaliere che è anche un Angelo Maggiore e sono onorata di averlo come Santo Patrono del luogo dove abito. E domenica per festeggiarlo nelle vie cittadine ci saranno giochi e divertimenti come avete menzionato voi, per ricordare questo cavaliere

Guisgard
01-10-2011, 20.41.46
Emrys: amico mio, è sempre una gran gioia rivedervi per le strade di Camelot :smile:
Si, come dite, questa storia è avvincente ma anche terribile.
Quanto all’immagine che ho inserito sotto il racconto, posso dirvi, in tutta sincerità, che non volevo metterne una che raffigurasse Faust.
Inizialmente l’avevo anche cercata, ma nessuna attinente a quel mito mi aveva convinto.
In verità io ne cercavo un’altra che avevo visto, qualche giorno fa all’università, come illustrazione del poema “La Visione di Vetti” di Valafrido Strabone.
Purtroppo però non sono riuscito a trovarla ed alla fine ho scelto questa, perché mi dava l’idea della morte, oltre che della dannazione (Sant’Ireneo infatti affermava che “si muore solo quando si perde l’anima”).
Sul capolavoro di Arnold Böcklin, “L’Isola dei Morti”, vi dirò che mi “invitate a nozze: quel quadro infatti mi ha stregato da sempre ed è il mio preferito in assoluto.
E’ un capolavoro e non a caso ha conquistato molti grandi personaggi (e non solo il fanatico e famigerato Fuhrer della Germania Nazista): a me personalmente basta solo vederlo per avere un vero e proprio attacco “d’ispirazione cronica” :smile_lol:



Lady Altea: allora sono certo che da voi sarà davvero una piacevolissima giornata, Domenica :smile:
Io amo molto le caratteristiche feste che si tengono nei vari paesini e borghi antichi (ma fortunatamente anche in qualche centro più grande), pieni di folclore e tradizioni.
Hanno un fascino particolarissimo e sanno rapire con le loro atmosfere; quei luoghi sono piccole oasi in cui si conservano valori e meraviglie quasi scomparse altrove.

Altea
01-10-2011, 20.45.43
e dovreste vedere Guisgard una frazione della mia cittadina, in pratica un piccolo borgo dove ancora risiedono i conti, con un magnifico castello, il torrente con il mulinello e loro spesso aprono il castello per delle feste per tutti. Avete ragione, manterenere queste tradizioni sono un bene, guai a perderle e non trasmetterle ai posteri

Guisgard
01-10-2011, 20.52.59
Ma se dite così, milady, finisce che vengo anche io alla festa :smile_lol:
Dalle vostre parole mi sembra quasi di vedere quell'affascinate spettacolo dal sapore antico e dalle atmosfere d'altri tempi!
Si, mi piacerebbe davvero poter assistere a quella festa e chissà che un giorno, se Dio vorrà, non ci venga sul serio!
Fortunatamente le cose belle trovano sempre il modo di conservarsi e sopravvivere ai tempi ed alle mode del momento :smile:

Chantal
02-10-2011, 20.22.13
"Morvàn,Morvàn.."Nel delirio invocava la madre.
Ma Morvàn non l'udiva,era in guerra.
"Morvàn,Morvàn.."Ripetevano gli astanti."Muore la madre senza più rivedere Morvàn suo!"
"Oh,Dio buono!Qual sorte orribile per questa donna agonizzante,dipartirsi senza il figlio,senza il frutto del suo grembo."Cantavano in coro le ancelle della casa vestita a lutto.
"Presto!Sta morendo,olio Santo portate!E pregate,pregate,pregate!"Diceva il frate.
Ma la madre:"Morvàn,Morvàn,figlio mio.Tu solo fosti orgoglio e gioia.Vieni a questa madre che se ne diparte dalla vita e brama ancor riaver sul grembo il capo tuo.."
Ma Morvàn stringeva la spada,e per pianure e per colline andava errando col destriero suo dal manto,di neve,bianco.
Ecco!Apparve un Angelo sulla sua via.
"Morvàn!"Chiamò.E come vento lo scosse e lo destò.
"Chi sei!"In guardia e spada in pugno urlò Morvàn!
"Son Michele,Arcangelo di Dio!"
"Mio signore,son vostro servo!"Chinandosi al cospetto dell'Angelo il cavaliere.
"Tua madre,o figlio,sta morendo e agogna riveder una volta ancora il volto tuo!"
"Ma,Signore mio,ho viaggiato molte Lune,e molti giorni ho già marciato,come giungere al cospetto suo in tempo breve,perchè viva ancor io la ritrovi?"
"La tua Fede,figlio,scandirà il tuo tempo.Presto!Vai!Tempo oltre non indugiare se tua madre brami riabbracciare!"
Morvàn spronò con tanta forza che come nuvola in burrasca si lanciò il destriero suo sulla via del ritorno.
"Morvàn,figlio mio!Tu sei quì,ora in Cielo l'anima mia può riposar!"Sorrise la madre mentre al Cielo già volgeva gli occhi.
"Madre,perdona il figlio tuo!"Pianse e invocò Morvàn,e sul suo grembo il capo chino pose.
La Madre prese ad accarezzarlo,sui capelli e poi sul viso,ed ancora sui capelli e poi sul viso.Non smetteva.Non smetteva di accarezzare il figlio suo.E al suo grembo lo stringeva tra il pianto suo e gli ultimi sospiri.
"Madre mia,son cavaliere,e vado errando come si conviene.Ma nel cuore ho amore e pena per chi al seno mi allattò!"Morvàn piangeva in quell'addio e la mano di sua madre baciava e stringeva.
"Morvàn,figlio adorato.San Michele ho io implorato.Ora posso andare al Padre,la mia vita nei tuoi occhi ho ritrovato!"
E lucidi,gli occhi della madre,in quelli del figlio si posarono.
Poi l'ultimo respiro,e mentre ancor stringeva in grembo il capo di suo figlio,la sua mano perse forze e vita,e in un'ultima carezza,dai capelli al grembo suo scivolò con abbandono.
E sul grembo Morvàn non più sussulto colse,ma la Morte a placarle ogni affanno.
Strinse ancora la sua mano nella sua e al suo petto strinse il corpo esanime della madre,e il capo riverso sostenne con pietà.La strinse forte e la abbracciò.Poi all' Angelo della Morte la affidò.
(Ispirata a Breus)

Signore,quanto ci avete narrato è infelice e sublime insieme.
Avete legato un dolce ricordo di infanzia con la tragica miscredenza di un uomo perdutamente dannato.
Ma io,pur nutrendo pietà per quella figura che ha così amaramente ceduto alle lusinghe del Diavolo,sono più trascinata dalla delicatezza dei vostri pensieri che,puri e autentici,posano un velo di grazia sulla dannazione stessa di chi non crede.
E l'accostamento tra il primo Angelo delle Milizie Celesti e lo scintillio delle armature dei cavalieri non può che evocare il me il ricordo delll'antica ballata di Breus.
La leggenda narra che Morvàn non giunse in tempo a riabbracciare sua madre.
,Ma,ricordate?
"Non c'è uomo più bello , figlio mio, più bello, no, d'un angelo di Dio". "Ma sì, ce n'è, mammina, se permetti, ce n'è mammina, cavalier son detti."Cavalier son detti,gli uomini più vicini agli Angeli di Dio.Per questo,indegnamente,poichè io non so certo scrivere,nè ho la presunzione di definire "scritti" i miei pensieri,ho voluto ridare alla Madre e al Figlio quell'ultimo incontro fatto di sguardi supplichevoli e carezze,ingentiliti ed addolciti dalla Misericordia di un Angelo di Dio.Prendete queste mie parole come una testimonianza di fede da parte mia.Null'altro hanno a pretendere.Intanto,però,vi ringrazio.Grazie dell'aver celebrato la Memoria di S.Michele.Quanto rimane,Guisgard,ed è la vera meraviglia dei vostri scritti,è che voi accogliete in petto il cuore di Cavaliere.

Guisgard
05-10-2011, 21.26.40
Grazie per le vostre parole, milady.
Sin da piccolo ho sempre unito l’immagine degli Angeli con quella dei cavalieri.
Poiché, come ho scritto, l’una evoca l’altra nel mio cuore.
Vi ringrazio anche di aver riportato la bellissima poesia di Breus, il cavalier de cavalieri: essa mi è molto cara e rileggerne i versi è sempre motivo di Gioia per me :smile:

Morrigan
06-10-2011, 04.56.24
Esistono talvolta nella vita alcune piccole gioie segrete.
Chiamatele, se volete, silenziose soddisfazioni del cuore.
Come quando ritrovate un vecchio amico d’infanzia e scoprite che ha ancora lo stesso sorriso di un tempo, o come quando tornate in un luogo dopo molti anni, e scoprite che l’aria è sempre la stessa e le piccole e incantevoli tradizioni sono rimaste immutate.
Allo stesso modo, mio signore Guisgard, respira il mio cuore ogni qual volta, passando da Camelot, vi trova un vostro nuovo racconto, un pensiero o una riflessione, che ormai stanno a questo luogo come irrinunciabili piccole perle dissaminate qua e là, per la gioia dei viandanti.

Anche quest’anno vedo con gioia che avete ricordato di celebrare San Michele con una nuova storia.
Bella e terribile, la definirei.
Esattamente gli stessi aggettivi che ho sempre usato per descrivere la sensazione suscitata in me dallo sguardo di questo Arcangelo, e voi, mio devoto signore, sapete bene quanto io sia legata alla sua figura, che ritorna sovente in molti luogo che io amo particolarmente.

Per ringraziarvi della suggestione che ci avete donato, vorrei farvi anche io un piccolo dono in cambio.
Poiché, come anche altrove avete sottilineato, le vostre storie, delicate o drammatiche che siano, nascono sovente dalle fascinazioni e dalle leggende legate intimamente alla vostra terra o alla vostra infanzia, ecco, mio caro, il mio umile presente: un brano di un autore che già tempo fa ebbi la fortuna di farvi apprezzare.
Mi è piaciuto, mentre lo leggevo, immaginare che il ragazzo della storia foste voi, come se questo passo fosse stato scritto appositamente pensandovi.

“Don Angelino aveva fatto decorare la barca da un pittore di carretti, che ci aveva buttato l’anima, perché era la prima volta che gliene affidavano una […] L’aveva dipinta tutta, compresa la carena, fino alla chiglia, come se l’avessero dovuta tenere per sempre a galleggiare sui cavalletti, nel limbo delle barche, senza mai farle vedere il mare.
Al ragazzo era rimasta impressa la fiancata destra, perché aveva riconosciuto la storia. L’aveva trovata qualche anno prima, dentro una rivista che sua nonna portava a casa la domenica, di ritorno dalla messa. Nelle figure si vedevano due paladini che combattevano in duello. Poi, uno veniva ferito a morte e l’altro gli toglieva l’elmo. E si scopriva che il ferito non era un uomo, ma una ragazza con i capelli biondi. E la ragazza chiedeva al paladino di essere battezzata, prima di morire, perché lei era turca, o qualcosa del genere. E il paladino riempiva l’elmo con l’acqua del ruscello e battezzava la donna, che poi moriva felice.
Si chiamava Clorinda […] Gli era sfuggito una specie di sighiozzo, quando aveva finito la storia. E si era sorpreso a tirare dei respiri lunghi, perché gli tremava un po’ il mento, e quando aveva visto la figura con i capelli della donna che uscivano dall’elmo aveva sentito qualcosa di salato che gli scivolava giù per la gola”

(Santo Piazzese, Il soffio della valanga)



PS – Mio caro bardo e mio diletto cavaliere… Bӧcklin… risvegliate in me le profonde emozioni di chi ha avuto la fortuna di passare lunghe ore a rimirare quella tela da vicino… emozioni che vorrei sapervi trasmettere, che temo impossibili da descrivere a parole, lontani da quel quadro che entrambi qui citate come il vostro preferito...

Emrys
06-10-2011, 08.39.25
@Chantal

Mia signora, che bell'episodio avete narrato. Giustizia divina per un valente cavaliere e l'arcangelo guerriero che ruba il "posto" all'arcangelo messaggero per onorare una madre devota e il suo devoto figlio. Un episodio che potrebbe incastonarsi benissimo nella storia originale, come uno squarcio nel tempo e nello spazio, come in una realtà parallela.
Molto brava! :smile_clap:


@Morrigan

Mia Signora! (mia Dea!)
Che bello vedervi comparire tra le vie di Camelot!!!
E sentirvi parlare del vostro, quasi, alter-ego maschile, mentre gli "donate", nel descriverlo, lo sguardo "bello e terribile" - che in altri tempi, in altri luoghi, apparteneva a voi - mi ha stappato un sorriso! :p
E Böcklin! Potevo forse dubitare? Che lo apprezziate e che, soprattutto, abbiate avuto il piacere (e la fortuna) di ammirarlo da vicino, non mi stupisce affatto! E, poiché io non lo conosco e a Roma ci sono stato raramente e sempre di fretta, ditemi: l'Isola dei Morti somiglia davvero al Cimitero degli Inglesi? Siete stata nei pressi del suo studio a guardarla da lì?
Perdonate, mia Signora (mia Dea!), la sfrontatezza con cui vi ho sottoposto ad un simile interrogatorio. Prima o poi soddisferò questa insana cusiosità, trascorrendo un po' più di tempo nella città che dicono eterna... Presto, spero, visto che di certo, a differenza vostra, l'eternità non mi appartiene! :p

@Sir Guisgard
Mio Signore ed amico! (oggi uso la formula piena; mai dimenticata, ma...)
Grazie per la sempre calorosa accoglienza che riservate a questo povero vecchio. Rende il momento della visita - già carico di piacere nel pregustare i volti amici che incontrerò e i discorsi che ascolterò e a cui parteciperò - ancor più gioiosa!
Anche nel vostro caso, non mi stupisce sapervi ammiratore di Böcklin; non potrebbe essere altrimenti!

(eh, lo so! Pecco tanto di presunzione, perché implicitamente accosto la mia mente alle vostre! :p)


Mi inchino (scricchiolando) a tutti voi, mie signore e mio signore, e torno nella mia grotta!


P.S. - Confermo la mia preferenza per questo quadro, tant'è che da due o tre anni è anche lo sfondo fisso di "questo" schermo! Certo... l'originale sarà un'altra cosa! :D

Guisgard
07-10-2011, 05.35.48
Eh, ma quanti complimenti, amici miei!
Io ne sono lusingato, anche se, ad essere onesto, non è che io poi abbia tutti questi meriti visto che la storia mi fu raccontata tempo fa e non ho fatto altro che riportarla qua :smile:

Lady Morrigan: che bello questo frammento di racconto che ci avete riportato.
Non ho riconosciuto subito l’autore, ma devo dire di essermi immedesimato all’istante in quel ragazzo!
Come lui, anche a me basta poco per sognare davanti ad un’immagine…
Ricordo la bellissima e superba statua di San Michele in chiesa ed io a perdermi nel fissarla.
Restavo non so quanto tempo a raccontare i miei sogni, le mie fantasie alla statua dell’Arcangelo.
Allora immaginavo i cavalieri, le avventure e gli amori che animavano i romanzi e i film cavallereschi, giurando a me stesso che un giorno anche io avrei vissuto tutto questo.
Scriveva Rafael Sabatini che gli uomini più fortunati sono quelli che non dimenticano i sogni fatti da bambini.
E se a dirlo è l’autore di straordinarie storie che hanno fatto sognare milioni di lettori, beh, allora c’è da credergli ;)


P.S. - Confermo la mia preferenza per questo quadro, tant'è che da due o tre anni è anche lo sfondo fisso di "questo" schermo! Certo... l'originale sarà un'altra cosa! :D

Emrys, amico mio, sapete che mi avete dato un'intrigante suggerimento!
In verità non avevo mai pensato di mettere quel quadro come sfondo del monitor!
Chissà che un giorno o l'altro non decida di farlo (anche se, ad essere sinceri, sono molto legato anche all'immagine che c'è ora sul mio monitor) :smile_lol:

Emrys
07-10-2011, 08.23.40
Chissà che un giorno o l'altro non decida di farlo (anche se, ad essere sinceri, sono molto legato anche all'immagine che c'è ora sul mio monitor) :smile_lol:

Lo so, questo intervento è O.T., ma la domanda sorge spontanea: è possibile che l'immagine ritratta sul vostro monitor sia quella di un certo fiore? :D

Bene!... Ehm... Dov'è che avevo messo quel secchio regalatomi da Lady Llamrei?...

Talia
07-10-2011, 13.24.11
Mio signore...
che racconto!
Che storia!
Affascinante, misteriosa, spaventosa e avvincente insieme... come ogni volta mi son trovata a leggere con assoluta avidità e come ogni volta, al termine, mi son trovata a cercare tra le righe quel quid che, immancabilmente, ponete e che è sempre un piacere sottile scoprire...
Molte cose potrei dirvi in merito, milord... ma forse, temo, non è questo il luogo né il momento. Chissà, forse un giorno ve ne sarà occasione!

E a tutti voi, che avete arricchito e impreziosito il già prezioso intervento di sir Guisgard... Morrigan, Emrys, Altea, Chantal... che dirvi, miei cari? Tornare in città e poter leggere tanto profonde e splendide parole è una gioia e un privilegio per me...
Per questo vi rendo omaggio.

:smile_wave_lady:

Guisgard
07-10-2011, 15.00.15
Lo so, questo intervento è O.T., ma la domanda sorge spontanea: è possibile che l'immagine ritratta sul vostro monitor sia quella di un certo fiore? :D

Bene!... Ehm... Dov'è che avevo messo quel secchio regalatomi da Lady Llamrei?...

Amico mio, voi non potete vedermi in questo momento, ma nel leggere queste vostre parole sto sorridendo :smile:
Eh, voi siete un attento ed arguto osservatore e sapete ben leggere in chi vi circonda; vi dirò, mio buon bardo, che l'immagine sul mio monitor è intimamente legata a quel certo fiore, perchè rappresenta il suo contorno, inteso come scenario, ideale.
Del resto, come diceva un grande poeta, "per cercare il fiore più bello bisogna seguire il profumo e i colori del giardino nel quale è custodito" ;)



Molte cose potrei dirvi in merito, milord... ma forse, temo, non è questo il luogo né il momento. Chissà, forse un giorno ve ne sarà occasione!



Ed io, se Dio vorrà, attenderò quel giorno, milady :smile:

Guisgard
30-09-2013, 16.31.44
Ieri è stato il giorno della Festività di San Michele Arcangelo ed anche quest'anno, per celebrarla, voglio narrarvi una vecchia storia che mi fu raccontata da piccolo...



Maddola è un'antica cittadina a Nord della capitale Capomazdese, posta ai piedi dei monti, dandole la possibilità di dominare con lo sguardo una ridente vallata.
Maddola è famosa in tutto il ducato, oltre e soprattutto per il culto dell'Arcangelo Michele, per la coltivazione delle castagne e di una rarissima e pregiata qualità di mele, unica nel suo genere, che cresce solo in queste zone.
E grazie al raccolto e alla vendita di questi prodotti, i Maddolesi possono dirsi benestanti.
La città ha la forma di un vasto borgo, con alte mura e torri di avvistamento sparse sulle pendici dei monti tutt'intorno.
Questo perchè in passato doveva permettere ai Maddolesi di potersi difendere da un terribile percolo: i Longobardi.
Questi invasori, infatti, a quel tempo erano Ariani ed avevano ancora costumi barbari, rozzi e violenti.
Assalivano le città, le saccheggiavano, portando via oggi cosa preziosa, insieme a donne e bambini, per poi bruciarle radendole al suolo.
Altre volte invece le conquistavano, vi si insediavano e rendevano la popolazione schiava.
Ecco perchè i Maddolesi stavano sempre in guardia.
La posizione della città permetteva loro di controllare l'intera vallata e al minimo segnale di pericolo avvistato dalle torri o da qualsiasi finestra di una delle abitazioni, si faceva suonare il campanile della chiesa e scattava l'allarme.
La porta della città veniva chiusa e ciò permetteva ai Maddolesi di respingere l'attacco dei feroci barbari.
Un anno il raccolto di castagne e di mele fu molto abbondante, per Grazia di Dio, permettendo ai Maddolesi di riempire molti più depositi del solito.
E proprio nel giorno di San Michele accade poi qualcosa.
Alcuni giovani aveva catturato una piccola civetta e la portarono in piazza per mostrarla a tutti.
Voleva impagliarla e metterla in bella mostra dove tutti potessero vederla.
I vecchi della città, però, essendo la civetta l'animale simbolo del casato dei nobili Taddei, questi ultimi consacrati proprio all'Arcangelo Michele, decisero di lasciarla andar via, proprio come dono per il loro Angelo Patrono.
E la civetta fu fatta volare via.
Quella notte, poi, una terribile tempesta scoppiò, tormentando l'intera vallata con lampi, tuoni, fulmini ed una pioggia fitta ed intensa.
I Maddolesi pensarono così che ciò fosse un segno assai fortunato.
Infatti in una simile notte non c'era pericolo delle scorrerie longobarde.
E così, senza organizzare i consueti turni di guardia, andarono tutti a letto, stanchi com'erano per aver da poco festeggiato proprio il giorno di San Michele.
Ma contro ogni aspettativa, dal buio della notte e dal furore della tempesta emersero le sagome minacciose dei terribili Longobardi.
Ancora oggi gli studiosi non sanno da dove derivi il loro nome, se dalle lunghe barbe che portavano o dalle micidiali alabarde con cui erano armati, ma fatto sta che proprio con il loro terrificante aspetto e le affilate armi che impugnavano raggiunsero in breve la porta della città che non era sorvegliata.
Ma proprio in quel momento le campane della chiesa cominciarono a suonare senza sosta, svegliando così tutta la popolazione.
I Maddolesi allora, accorgendosi di essere attaccati, raggiunsero subito le mura della città ed ebbero l'idea, anche un po' disperata, di prendere le ceste di castagne in esubero, di incendiarle e di gettarle poi giù dai bastioni.
Le castagne, ormai ardenti, appena raggiunsero il suolo cominciarono a scoppiettare come tante piccole bombe.
I rozzi Longobardi, davanti a questa scena, credendosi di trovare di fronte ad una nuova arma sconosciuta, scapparono via spaventati.
Cessato il pericolo, i Maddolesi corsero subito verso la chiesa, per scoprire che avesse suonato le campane proprio in quel momento, salvando così la città dalla rovina.
Raggiunta la chiesa, si accorsero che non vi era neanche il sacerdote e allora si chiesero chi avesse suonato le campane.
Salirono sul campanile e con loro grande meraviglia trovarono la giovane civetta liberata proprio il giorno prima, con gli artigli impigliati sulle corde ancora oscillanti delle campane.
Com'era stato possibile ciò?
Oggi, molti affermano che si trattò solo di un caso fortuito, in quanto il forte vento nella tempesta, a loro dire, aveva spinto via la civetta dal bosco, portandola verso la chiesa ed essa, per sfuggire alla furia del vento, si era tenuta con gli artigli sulle corde delle campane, facendole suonare incessantemente.
Che poi i Longobardi si trovassero in quel preciso momento alla porta della città, questa, dicono, era stata soltanto una coincidenza.
C'è qualcuno, almeno, che afferma proprio questo.
E forse la verità sta nel cuore di chi legge questa antica storia.
Ma la cosa importante è che quella notte, per un fortuito caso oppure no, Maddola riuscì a salvarsi dalla furia dei Longobardi.
E ancora oggi, davanti alla chiesa della città, vi è una civetta in ardesia scolpita per ricordare quell'evento.
http://img00.elicriso.it/it/animali_regno/athene_noctua/a-noctua.jpg

elisabeth
30-09-2013, 16.38.45
Santo a me caro San Michele Arcangelo...........grazie di aver ricordato oggi alla gente di Camelot.....bella storia

Altea
30-09-2013, 16.52.32
Davvero affascinante...oppure può essere stato proprio un segnale di uno dei grandi Arcangeli e della sua presenza.
Ed io, essendo San Michele proprio il mio Santo Patrono, penso di credere che pure egli abbia aggiunto un pò del suo potere.
Grazie per questo bel racconto :smile:

Taliesin
30-09-2013, 17.57.50
Il Giorno di San Michele,
nell'anno di grazia millesettecentonovantatrè, un nobile signore della guerra decaduto nell'estrema povertà nelle nefandezze dei suoi sfarzi andati, in una sorta di estremo riscatto della sua anima, volle costruire con l'aiuto di un mastro vasaio, una grande statua in onore del santo traumaturgo e volle polra sul balcone della sua casa di pietra alle pendici di un medioevo crepuscolare. Un grande falò venne innalzato in onore del Santo ed un pallone aeostatico di provenienza provenzale venne scagliato in cielo per celebrare quell'insolito evento propiziatorio come a salutare la stagione estiva che lasciava spazio all'atunno decadende. Era logicamente un'allegoria della sua vita...ma oggi come allora, dopo tanto tempo, un Bardo riecheggia con la sua musica in quel rione dimenticato dagli uomini moderni, e una stella si illumina alta nel cielo come a simboleggiare il passaggio di Dei o di Re...in una sorta di abbraccio ancestrale tra gli uomini e il Divino....

Taliesin, il Bardo

Guisgard
01-10-2014, 20.24.59
Lunedì è stata la festività di San Michele Arcangelo, patrono della mia Capomazda e custode della stirpe dei nobili Taddei.
E come è ormai tradizione a Camelot, in onore di questa solennità, io giungo a narrarvi una delle tante Grazie che il Principe delle Milizie Celesti ha diffuso nel mio felice ducato...



Tempo fa, quando ormai il re aveva riconosciuto Capomazda ai fedeli Taddei, il duca Taddeo detto il Vecchio volle donare al sé ed alla sua stirpe una degna dimora.
Fece così costruire un grandioso palazzo, destinato ad ospitare la magnificenza della sua corte.
Quando la sontuosa costruzione fu terminata, il duca chiamò a sé non solo tutti i suoi familiari, ma anche quelli di sua moglie, ossia i nobili membri della stirpe dei Dantoi.
Essi vissero dunque in quella corte insieme ai Taddei, senza pagare tributi o pegni e ciò grazie alla generosità di Taddeo il Vecchio.
Ma quando questi morì allora i Dantoi si sentirono in diritto di vantare pretese sul palazzo, riconoscendolo come propria dimora.
Ciò portò ben presto ad uno scontro con i discendenti del Vecchio.
Così i più giovani fra i Taddei cominciarono a scontrarsi sempre più spesso con i pari età appartenenti alla famiglia dei Dantoi, generando caos e disordine nel ducato.
Ed infine, riunitisi i saggi anziani sentenziarono che per ridare serenità a Capomazda doveva terminare questa faida.
Si decise allora che otto fra i migliori e più giovani guerrieri Taddeidi avrebbero sfidato altrettanti giovani guerrieri della stirpe Dantoide.
Così Ardas, il migliore fra i Taddei sfidò, insieme a sette compagni, Guin, il più forte e superbo dei Dantoi e sette dei suoi più potenti familiari.
E la sfida fu fissata proprio il giorno di San Michele.
Così, i sedici eroi passarono la notte preghiera.
Secondo la tradizione infatti quel giorno si poteva ottenere qualsiasi Grazia dall'Arcangelo Michele.
Allora Guin ed i suoi chiesero al Divino Angelo armi e corazze degne della sfida, mentre Ardas e gli altri Taddei invocarono la sola presenza di San Michele in mezzo a loro durante la battaglia.
E quando giunse l'alba, davanti allo stupore generale, alcuni vassalli dei Dantoi si presentarono a Capomazda con armi appena forgiate, degne dell'imminente impresa.
Guin ed i suoi le indossarono e a tutti apparvero ancora più belli e potenti.
Quando i due schieramenti si ritrovarono sul campo di battaglia, il solo vedere i Dantoi così superbamente armati causò inquietudine ed incertezza nei Taddei.
La sfida poi cominciò ed in breve Guin ed i suoi fecero scempio degli eroi Taddeidi, tanto che Ardas, nel vedere ciò, colto da paura, lasciò il campo e fuggì nella vergogna, consegnando di fatto il palazzo ai Dantoidi.
Ardas, maledicendo la sua vigliaccheria, galoppò senza sosta, fino a raggiungere il Monte Sacro, luogo in cui era apparso l'Arcangelo Michele secoli prima.
Salito in cima, si recò verso la chiesa per chiedere perdono, ma la trovò chiusa.
E questo gli apparve come un segno che condannava la sua codardia.
E mentre si affliggeva davanti al cancello chiuso, udì dei passi.
Vide così giungere qualcuno.
Era un bellissimo cavaliere, anch'egli giunto per pregare in quella chiesa.
Vedendo poi Ardas afflitto ed in lacrime gli si avvicinò per chiederne il motivo.
Il Taddei allora narrò ogni cosa al cavaliere.
E questi, per consolarlo, cominciò a raccontargli un'antica storia.
Una storia dimenticata dagli uomini.
Era quella in cui si descrivevano le grandiose imprese di Ardea, capostipite dei Taddei.
Un racconto epico e mistico, ricco di allegorie e significati celati.
E man mano che udiva di quelle gesta, Ardas cominciò ad avvertire meno dolore e pena verso se stesso, fino a provare una sconosciuta voglia di rivalsa.
Terminato il racconto, ringraziò il cavaliere e tornò a Capomazda.
Qui riprese le sue armi e corse poi col suo carro più volte intorno al palazzo eretto da suo nonno ed ora dimora dei Dantoi.
E ad ogni giro lanciava la sua sfida a Guin ed ai suoi compagni.
Questi allora, decisi ad eliminarlo una volta per tutte, indossarono le loro fantastiche corazze ed uscirono per affrontarlo.
Ardas però, nel vederli, essendo impari lo scontro, corse verso il bosco.
E più lui correva, quelli con più foga lo inseguivano.
Il Taddeide raggiunse infine una piccola grotta e vi entrò.
Così fecero poi altrettanto Guin ed i suoi compagni.
Ma essendo l'antro di quella caverna molto stretto, i Dantoidi furono costretti a calarsi uno alla volta, dando così la possibilità ad Ardas di sfidarli tutti in singolar tenzone ed uscirne sempre vincitore.
Alla fine si ritrovò faccia a faccia con Guin.
La sfida fu lunga e drammatica e solo alla fine Ardas ebbe la meglio, uccidendo anche il più superbo dei Dantoi.
Tornò allora al palazzo e fu accolto come un eroe e portato in trionfo dalla sua gente.
Il giorno dopo, per ringraziare San Michele per quella vittoria, condusse le armi dei Dantoi alla chiesa sul monte, lasciandole come dono.
Qui raccontò ai monaci della sua vittoria e chiese poi di poter pregare davanti alla statua dell'Arcangelo.
Ma, raggiunto l'altare, fissando la statua si accorse che il volto di San Michele era lo stesso del cavaliere che gli aveva raccontato di Ardea de' Taddei.
Ardas allora cadde in ginocchio e pianse di gioia davanti all'altare.
Da quel giorno il poema di Ardea si diffuse in tutto il ducato, fino agli estremi confini del regno, come più alta rappresentazione dell'ideale religioso e cavalleresco di ogni uomo.
http://img0.liveinternet.ru/images/attach/b/3/29/432/29432596_32b85c6fc3c4.jpg

Altea
01-10-2014, 21.02.06
Mentre leggevo il racconto avevo proprio pensato quel cavaliere fosse l' Arcangelo..e a dimostrazione che non è la corazza a fare valoroso una stirpe o un uomo ma il suo animo puro e coraggioso..d'altronde l' Arcangelo sfidò il Demonio da solo, senza grandi armate.
Grazie sir Guisgard, per aver ricordato pure questo anno il mio santo patrono..strana coincidenza.

Galgan
01-10-2014, 23.38.45
C'è una preziosa lezione, in quanto avete narrato, sir Guisgard, una lezione che, attualmente, tendiamo con errore a gettare alle ortiche.
Nella nostra folle, insulsa ricerca del materiale e del banale, ci attacchiamo solo a quello che è effimero, desideriamo oggetti, bei manufatti, perché questi ci danno potenza ed importanza; con le belle armi e le splendenti armature marciamo sul campo di battaglia, ed esso si apre al nostro passaggio.......
Eppure, siamo in errore.
Chi chiese all'Arcangelo la cosa più semplice, eppure più potente, consegnò a se stesso le chiavi della vittoria; la propria presenza, le proprie savie ma incoraggianti parole, lì stava la soluzione.....
Sembra semplice, eppure spesso siamo portati a chiedere una bella armatura, più che una parola di saggezza.
Grazie, sir Guisgard.

elisabeth
02-10-2014, 17.33.55
Un mio caro amico mi regalò qualche anno fa l'immaginetta di Michele Arcangelo......che ancora custodisco gelosamente.........Grazie Sir Guisgard.....

Guisgard
06-10-2014, 02.11.38
Lady Altea, le coincidenze non esistono.
Nulla infatti accade per caso.
Ricordatelo sempre.

Sir Galgan, oggi è facile definirsi cavaliere.
Molti pensano che basti dirlo, che basti scriverlo.
Ma l'essenza cavalleresca richiede molto di più.
Richiede grandi valori.
Come la vostra Fede Religiosa che traspare nei vostri scritti.
In un mondo non solo così indifferente, ma spesso anche ostile alla Fede, il vostro essere Credente è un valore speciale, unico.

Lady Elisabeth, sono certo che quell'immaginetta vi proteggerà sempre.

Guisgard
29-09-2016, 18.14.49
Oggi è la festa dell'Arcangelo Michele e nel malinconico candore di questo pomeriggio di tardo Settembre un velo passato accarezza il mio cuore...



Il dorato Sole del pomeriggio inondava il campetto in quel tardo Settembre già in odore di compiti e giornate di scuola.
Le urla dei ragazzini rimbombavano qua è là, senza però distrarre la bionda fanciulla così presa dai suoi appunti su quei fogli bianchi.
“Uff...” disse lui raggiungendola e lasciandosi poi cadere accanto a lei su quella panchina all'ombra del sicomoro “...è ancora troppo caldo per i miei gusti...”
“Eppure hai parato quel rigore...” lei senza alzare lo sguardo dai suoi fogli.
“Allora mi hai visto...” fissandola lui con i suoi occhi azzurri.
“Certo.” Scrivendo lei.
“Pensavo fossi troppo presa dai tuoi appunti...” cercando di sbirciare sui fogli.
“Ehi!” Spostandosi lei. “Che fai?”
“Nulla...” tornando a fissare il campetto lui “... quanti segreti... che pensi? Che mi interessino i tuoi tanti spasimanti?”
“Ti odio...” lei “... e comunque non scrivo di nessun spasimante...”
“Sei anche bugiarda...”
“Io non dico mai bugie!”
“Ah, no?” Guardandola lui. “Ho letto... Andrè e Camille... patetico...”
“Cosa è patetico?” Con sguardo infastidito lei.
“I protagonisti di ciò che scrivi...” mormorò lui “... chi sono? Anzi, no... meglio non saperlo... dopotutto ognuno ha le conoscenze che merita... torno a giocare con gli altri...”
“Si, vai... è meglio...” riprendendo a scrivere lei.
“Ehi, Guisgard!” Gridò uno dei bambini che giocavano. “La palla!” Indicando il pallone che era rotolato fino alla panchina.
Lui annuì e si alzò.
“Torno a casa...” fece lei “... vado...” quasi attenendo una risposta da lui.
“Non aspetti che finiamo la partita?”
“No...” prendendo un foglio blu ripiegato più volte lei.
“Cos'è?” Chiese lui.
“Un origami...” rispose lei “... l'ho avuto alla festa di San Michele...”
“Un origami?” Ripetè lui.
“Si, è un foglio di carta ripiegato...” spiegò lei “... è un'arte Giapponese...”
“E cosa rappresenta?” Domandò lui.
“Un Fiore...” svelò lei “... il Fiore Azzurro... quello di cui parli sempre tu...”
“Posso vederlo?”
“Si, ma non rovinarlo...” dandoglielo lei.
“E' molto bello...” osservandolo lui “... ora capisco...”
“Cosa?”
“Te l'avrà dato uno dei tanti idioti che ti girano intorno, no?”
“Sei proprio...”
“Cosa?” Lui a lei.
“Sei proprio ottuso!” Riprendendosi il Fiore lei, per poi correre via.
“Aspetta!” La fermo lui prendendola per un braccio.
“Lasciami...”
“Aspetta...”
“Cosa vuoi?” Con gli occhi rossi lei.
“Perchè piangi?”
“Lasciami!” Gridò lei, scappando via.
Nel correre via però perse l'origami.
Lui si chinò e lo raccolse.
“Il racconto, il Fiore, quelle lacrime...” tra sé e sé lui “... chissà a chi pensava...”
“Ehi, Guisgard!” Gli altri bambini. “Dai, tiraci il pallone!”
“Si...” annuì lui, per poi calciare forte il pallone verso di loro.
“Dai, vieni?” Ancora loro.
Lui guardò il pallone che rotolava nel campetto e poi il Fiore di carta azzurra nella sua mano.
E corse via.
Verso il paese, verso la festa di San Michele.
Sperando di trovarla là e di poterle parlare.
Sperando di farla ballare e forse di trovare il coraggio per chiederle di quel racconto e del Fiore di carta azzurra.
http://www.zonalocale.it/archivio/eventi/processione-san-michele-2015-video.jpg

Clio
29-09-2016, 18.24.42
Sono sempre meravigliosamente pieni di poesia gli scritti che come scrigni custodiscono i vostri ricordi più preziosi.
E questo, non è da meno.
Un altro bellissimo gioiello che avete donato a tutti noi.
Perciò grazie, per questo bellissimo scritto.

Altea
29-09-2016, 18.26.26
Sir Guisgard,
oggi mi avete letto nel pensiero..grazie perchè ogni anno dedicate un pensiero al Santo Protettore del luogo dove vivo.
Ho pregato San Michele Arcangelo, oggi, che sia sempre il Guerriero che mi indichi la Luce e mi dia la forza di lottare.

Lady Gaynor
30-09-2016, 11.20.32
Mio Cavaliere, sono certa che quella bionda fanciulla pensasse solo a voi... e allo stesso modo sono sicura che l'abbiate poi trovata a quella festa e che, tra una parola e un ballo, lei vi abbia confessato che il Fiore Azzurro era per voi, solo per voi...

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Taliesin
30-09-2016, 12.00.30
A voi che siete l'ultimo Custode, come non fare appassire questi Fiori disseminati in un Giardino senza acqua e senza stelle Cavaliere dell'Intelletto?

Spesso manca l'anima che come soffio di sole non riesce più a raccogliere i frutti della semina, e brandelli di floglie morte, calpestate dal vento dei ricordi, volteggiano similimente ad un girone dantesco dove il fluttuare di Anime in Festa rimane appeso alle emozioni di chi l'ha vissute...

Taliesin, il Bardo

Altea
29-09-2017, 01.02.14
Tra poche ore le campane della chiesetta antica di fronte al mio salotto e quelle del duomo dall' altra parte, quella della Chiesa Madre che porta il tuo Supremo Nome inizieranno a suonare a festa...accorrete...oggi San Michele, il Capo delle Milizie Angeliche, dobbiamo festeggiare e ringraziare.

Mio Caro Patrono e Protettore, sono tante le cose devo chiederti ma non succede solo il 29 settembre ma ogni qualvolta vedo la tua statua o icona con il drago morto sotto di te e tu..Cavaliere del Cielo trionfante ci sproni a essere combattivi.

Forza e coraggio contro i nemici e le cattiverie di ogni giorno, scaccia i Mali del Mondo che sono rappresentati da quella bestia malefica sotto i piedi.

Fammi guerriera..Guerriera di Buone Virtù, sempre Fedele alle tue Milizie.

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Guisgard
01-10-2017, 06.27.05
Per il giorno di San Michele Arcangelo...

Ti portai nel boschetto sacro a San Michele...
Dove luccicavano le pietre, le foglie, i fiori e poi il Sole...
Era questo Sole, mio e tuo e ce lo spartimmo...
Con usignoli ed allodole che ruzzavano, cantavano e tralucevano piume rosate fra i verdi salici, i bruni allori e i frondosi noci...
Nel boschetto sacro a San Michele tra grotte verdi di sete d'Amore e blocchi di carbone e bruma velati di cenere...
Nel boschetto sacro a San Michele il sonno ti avvolse come pianta di calmo lume e la notte alitava diafana...
Sotto il platano, presso l'acqua fra le betulle giungevano spicci sogni senza spine e senza ossa...
Tra rupi, dossi e pini rupestri, una cappella ocre e chiusa da cardini rugginosi...
Il prato con i suoi zampilli di pioggia oltre gli infranti selci, nella tua mano e nella tua voce come pomici di flauto nel vago inumidire di un sospiro...
Oltre la chiesa giungemmo a scrutarne le mura dal lato dell'ombra, dove i bastioni calavano dall'alto sul bucolico litorale spalancato e la luce forbiva diamanti alle murature...
Nel boschetto sacro a San Michele tra vigneti nudi, ligi e sarmenti, rinvigoriti dal tratto d'acqua gentile...
E guardai i grandi occhi, le curve labbra, dai riccioli d'oro, la pelle e l'alabastro...
Sudato il Sole calava pugnando e dal profondo della caverna una civetta destata cantò sopra la luce del vespro come freccia su scudo...
Allora sorse la Luna nuova e la vecchia aveva in grembo...
E tu non ridesti più quando sulla rupe spalancasti gli occhi chiari all'Arcangelo che si esercitava col dardo di fuoco...
È un mistero il boschetto sacro a San Michele...
La prima cosa che Dio fece è l'Amore...
La seconda il lungo viaggio per cercarlo e raggiungerlo...
Lo scoprimmo del boschetto sacro a San Michele...
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Altea
29-09-2018, 20.31.10
E come promesso...e per rendere omaggio a San Michele, il nostro Capo delle Milizie Celesti..eccomi qui con un piccolo pensiero.

Purtroppo i mali di stagione mi hanno impedito di uscire oggi ma la Chiesa grande di fronte a me si staglia illuminata attorno al buio che già a questa ora fa da padrone.
Ma è la Luce celeste del mio e nostro Santo Patrono che illumina, soprattutto i cuori sofferenti, le anime cupe e spronandole ad una battaglia verso i miseri, il maligno che possono essere pure le avversità della vita.
Rinnovo la mia Preghiera a Te, o Santo della mia città e della mia anima, illuminami della tua Celeste Luce, fammi forte nella tempesta e nelle vie che intraprenderò per essere una tua Fedele Guerriera.

Buona San Michele Arcangelo.

Guisgard
30-09-2018, 23.45.39
Grazie, milady, per aver acceso la luce della scrittura e dei pensieri in questo spazio dedicato al grande Santo protettore di Camelot.
Grazie per aver ricordato la festività di questo giorno in cui non ho potuto scrivere, ma che da sempre è nel mio cuore.
Ed avete dimostrato anche voi di averlo nel vostro questo giorno :smile:

Altea
29-09-2019, 11.47.07
Hanno detto che oggi ti festeggeranno alle ore 19.
Eppure nel Cielo già so che ci sei a diffondere la tua Luce con le tue Milizie Celesti, presto la cappellina vicino casa inizierà pure a darti onore.
E guarderò il Cielo e la tua immagine forte di Guerriero Divino, la tua spada che trafigge il demone drago.
So che mi insegnerai ancora la Forza, ad esser combattiva, a sconfiggere i momenti cattivi. Mi riempirai della tua Luce Divina, Angelo Supremo.
Sarò sempre tua fedele guerriera terrestre e sempre pronta a diffonderla.
Ma proprio mentre scrivo queste frasi le campane della chiesa Medioevale di San Michele hanno iniziato a suonare a festa.
Buon San Michele Arcangelo, mio unico patrono..

https://paolotescione.altervista.org/wp-content/uploads/2017/01/11205977_824937530894740_2400568177759945854_n.jpg

Guisgard
30-09-2019, 16.16.09
Il giorno di San Michele... quanti ricordi...
Chissà che non ci sia una vecchia storia da raccontare per la festa del nostro Arcangelo...

Altea
30-09-2019, 17.58.23
Me lo auguro Milord, ogni anno ci regalate un prezioso racconto..

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Altea
29-09-2020, 14.08.41
https://i.pinimg.com/474x/4f/c6/4f/4fc64f01dcaa7e7a2a8b2314722677a5.jpg

Guisgard
01-10-2020, 16.12.54
Un pò fantasy questo San Michela Arcangelo, milady, ma rende l'idea :smile:
Per festaggiare il Principe delle Angeliche Schiere ci inventeremo qualcosa di speciale :smile_lol:

Altea
05-10-2020, 14.37.09
Un pò fantasy questo San Michela Arcangelo, milady, ma rende l'idea :smile:
Per festaggiare il Principe delle Angeliche Schiere ci inventeremo qualcosa di speciale :smile_lol:

Infatti milord e non sapevo se postarlo o meno ma mi piace il suo atteggiamento, osservate lo scenario dietro..rispecchia il mondo attuale.E nel buio di questa società lui risplende di Luce Divina, forse ammonisce o quella mano puntata indica il nostro mondo e ci invita al coraggio e cambiamento. Sono curiosa ,su cosa volete inventare di speciale. Le vostre idee attraggono sempre.

Guisgard
06-10-2020, 03.50.20
Troppo gentile, milady :smile:

Altea
07-10-2020, 16.18.07
Troppo gentile, milady :smile:
È la verità milord,spero di essere in queste lande,ricevere una gradita sorpresa da parte vostra per qualsiasi occasione sarebbe cosa ben lieta per il mio animo.

Guisgard
09-10-2020, 02.07.29
Grazie, lady Altea ;)