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Visualizza versione completa : Curiosità Quali sono le terre di Re Artù?


Hastatus77
30-10-2011, 15.07.39
Nella discussione "Ritrovata la vera Tavola Rotonda? (http://www.camelot-irc.org/forum/showthread.php?t=1786)", siamo andati leggermente OT, iniziando a parlare dei possibili territori, che potrebbero essere appartenuti a Re Artù.
Su invito di Lancelot, ho deciso di aprire questa nuova discussione.

L'inizio dell'OT, è partito dal mio seguente intervento:

@Lancelot
Mi permetto di "correggervi"... mi sembra che citiate spesso la Cornovaglia... ma la maggior parte degli storici, tende a escludere che possa essere stato un territorio arturiano. Si rivolgono molto di più alla Scozia e al Galles.

Lancelot
30-10-2011, 15.54.31
Ci mancherebbe amico mio, siamo qui per discuterne :)
In particolare sapreste consigliarmi qualche testo dove vengano esposte le tesi che mi avete suggerito?
Da quelle che sono state le mie letture è emerso che la Cornovaglia è sempre stata parte integrante della leggenda arturiana, non solo perché una delle tre regioni storicamente "resistenti" nei confronti dell'invasione anglosassone, ma anche perché i regnanti di Tintagel (propabilmente il castello di Gorlois dove Uther giacque con Igraine) erano con molta probabilità affiliati, vassalli, o comunque alleati del regno di Dumnonia (l'odierno Devon), che alcuni tendono a identificare appunto con il regno dei Pendragon.

http://www.westcountryha.org.uk/wha/images/DevonCornwall.gif

In generale io credo che lo scenario "arturiano" sia rappresentato da tutta la zona grigia che vediamo nell'immagine qui sotto, ivi compresa l'Armorica, la regione che poi sarebbe divenuta nota come Bretagna, e che doveva essere la patria natia di Sir Lancillotto, che spesso viene appunto associato ad un'origine "francese".

http://nativebriton.files.wordpress.com/2009/10/342px-britonia6hcentury.png?w=342&h=600

Vi prego confrontiamo pure le nostre conoscenze perché l'argomento è quantomai appassionante :)
Se ritenete opportuno che ci spostiamo in un altra sede, ditemelo pure.

Hastatus77
31-10-2011, 14.31.05
Vi porto alcuni testi.
I primi che mi ricordo:

"Il mito della Tavola Rotonda (http://www.camelot-irc.org/forum/showthread.php?t=77)" di Norma Lorre Goodrich. In questo testo l'autrice colloca il regno di Artù in territorio scozzese, per l'esattezza nella zona dei valli di Antonino e Adriano.

"Le chiavi di Avalon (http://www.camelot-irc.org/forum/showthread.php?t=76)" di Steve Blake e Scott Lloyd. In questo testo, gli autori collocano il regno di Artù in territorio gallese. Secondo loro, il regno di Artù, non ha mai superato i confini del Galles.

Altea
31-10-2011, 22.56.29
Nel mio piccolo....anche io sono sempre stata convinta che re Artù visse in Cornovaglia, da quello che lessi in certi libri.

Altea
31-10-2011, 23.08.32
Ora ricordo che si fa un riferimento a Stonehenge a re Artù, e si dice che ivi sono poste le tombe di Uther Pendragran (padre di re Artù). E se non erro questo monumento sacro celtico si trova in Cornovaglia.

Hastatus77
01-11-2011, 14.19.24
Ora ricordo che si fa un riferimento a Stonehenge a re Artù, e si dice che ivi sono poste le tombe di Uther Pendragran (padre di re Artù). E se non erro questo monumento sacro celtico si trova in Cornovaglia.

Ricordate bene.
Stonehenge, la Danza dei Giganti, che secondo Goffredo di Monmouth, fu magicamente trasportata da Merlino dall'Irlanda in Inghilterra, su ordine di Uther, per costruire un memoriale in onore del fratello Ambrosio Aureliano.
Successivamente vi furono sepolti anche lo stesso Uther e Costantino III.

Stonehenge, non è propriamente in Cornovaglia, ma nei pressi.

Altea
01-11-2011, 17.53.54
Ricordate bene.
Stonehenge, la Danza dei Giganti, che secondo Goffredo di Monmouth, fu magicamente trasportata da Merlino dall'Irlanda in Inghilterra, su ordine di Uther, per costruire un memoriale in onore del fratello Ambrosio Aureliano.
Successivamente vi furono sepolti anche lo stesso Uther e Costantino III.

Stonehenge, non è propriamente in Cornovaglia, ma nei pressi.

Infatti non è in Cornwell, si può dire sul confine circa, ma questo ci può far pensare visto la vicinanza che il re abbia toccato il suo suolo, forse.

Lancelot
01-11-2011, 22.50.06
Grazie per il nuovo topic, che mi auguro caldamente con la partecipazione di tutte le nostre Dame e Cavalieri possa divenire uno dei più vissuti della nostra comunità, giacché il dibattito sui "luoghi" arturiani è a mio avviso molto stimolante.
Io penso che noi dobbiamo guardare ad Artù come un Re fra i Re, quindi un "primus" eletto fra pari come guida durante tempi ostili... In quest'ottica, cara sicuramente al mito ma chissà, magari anche alla storia, Lancillotto era figlio di un Re della Bretagna, Gorlois era il signore della Cornovaglia, si dialogava anche con alcuni regni Sassoni come la Northumbria, magari preoccupati che successive "invasioni" di tribù loro affini potessero mettere a repentaglio il potere appena costituito, etc.
Insomma, a me piace pensare al V-VI secolo come a un mosaico di piccoli regni diviso in due schieramenti contrapposti a livello etnico-razziale, sassoni e britanni, ma capace di instaurare poi un dialogo interetnico basato sul potere, sulle alleanze, e sul rispetto dei confini e della pace.
Una sorta di Italia del 1400, basata su un delicatissimo equilibrio di potere, dove Re Artù abbia giocato il ruolo di un Lorenzo De' Medici ma su scala più ampia e suffragata anche da una certa potenza militare che evidentemente il De' Medici non poteva avere all'epoca per imporsi oltre il livello di signoria regionale.
Perseguendo questa mia visione, Bretagna, Galles, Cornovaglia, Devon, Scozia, sono tutti luoghi "arturiani", nella misura in cui Cavalieri, Re, Dame che appaiono nei libri di Chretien e degli autori posteriori, credo vengano tutti da territori rintracciabili nella "zona grigia" della cartina di cui sopra.

Altea
01-11-2011, 23.23.24
Lancelot, io non ho letto quei manoscritti che avete nominato, ma in altri libri e forse nel mio immaginario ma questa vale poco, io penso come voi, che la vita di Artù e dei suoi cavalieri e della sua corte era nella zona grigia.
Per quello che ne so io poi, tra sassoni e britanni non vi è stato mai buon sangue.
Questa è quel poco che posso dire, ma la discussione è molto interessante. Ma dietro un mito ci sono sempre misteri e perplessità come queste.

Anne
02-11-2011, 13.01.51
Non ci ho mai pensato veramente!Ho sempre creduto che fosse vissuto in Cornovaglia...comunque grazie per l'interessante discussione!;)

Guisgard
03-11-2011, 21.14.38
Quando si parla di miti e leggende Arturiane, bisogna sempre ricordare che si tratta di una materia che non è racchiusa in una documentazione scritta ed accertata.
Le opere che trattano la materia di Bretagna, ossia i romanzi cortesi e gli scritti di Goffredo di Monmouth, non offrono nessun tipo di riferimento storico e geografico.
Nell’’Historiae Regnum Britanniae dello stesso Goffredo (opera inserita nel genere storiografico-cronachistico, ma in realtà questa definizione è molto “ottimistica”) la Britannia viene descritta come un luogo fiabesco ed incantato, partorita dalla fantasia sfrenata dell’autore che prende spunto da poche fonti scritte (Gilda, Nennio, Beda, gli Annales, Cambriae, oltre che da una massa di leggende orali che circolavano da tempo in Britannia, in Galles e in Bretagna).
L’opera abbandona di simboli, allegorie e metafore, soprattutto di tipo zoologico, e si rifà ad una cronologia ed una geografia impossibili e inverificabili.
Lavorando su quest’opera è praticamente impossibile per gli studiosi anche solo delineare il contesto in cui sono ambientate queste vicende.
A differenza di poemi classici, come quelli di Omero, di Arato da Soli, di Apollonio Rodio o di Virgilio, l’opera di Goffredo non offre nessun tipo di riferimento certo o anche solo riconoscibile.
E questo vale per qualsiasi altra opera riguardante il ciclo Bretone.
L’unico modo per avere almeno un’idea che possa in qualche modo avvicinarsi ad una possibile veridicità storica, è quello di immaginare la Britannia all’inizio del V secolo, quando venne abbandonata dalle legioni romani.
E’ proprio in questo contesto civilizzato e romanizzato che potrebbe aver preso forma l’epopea che poi le leggende ci hanno tramandato come Arturiana.
Allora, secondo questo ragionamento, le terre Arturiane potrebbero aver coinciso con l’Inghilterra centro-meridionale, zone appunto dove la romanizzazione era stata più presente.
Però, è solo una delle tantissime ipotesi che si possono fare su quell’antico e silenzioso passato.

Lancelot
03-11-2011, 22.05.23
C'è del vero in quel che dite, penso tuttavia che si possa procedere, per puro diletto, se non con un'intenzione presuntuosa di ricostruire la Storia attraverso le troppe nebbie del mito, a riscontrare le tante analogie che il mito arturiano presenta con fatti realmente certificati accaduti in Britannia nel V secolo. Ad esempio, è un fatto che l'espansione sassone dall'est verso l'ovest dell'isola si sia interrotta intorno alla metà del secolo e per circa 50 anni, attestandosi in corrispondenza di una sorta di "confine invisibile" che divideva l'isola a metà da nord a sud. Così come è un fatto che alcuni esuli britanni emigrarono in Bretagna dando poi vita ad alcune signorie locali, così come è accertato che vi furono scambi commerciali e rapporti politici fra l'Armorica-Bretagna e la Britannia, così come il mito arturiano testimonia...
Insomma, il senso del vostro discorso lo comprendo e condivido, ma per me è bellissimo voler dare una forma a quel mito che si ha la certezza abbia avuto, nelle sue parti essenziali, una base di verità. In fondo anche Troia e l'Iliade venivano considerate pura leggenda impossibile da riscontrare nella storia reale, eppure Schliemann dimostrò il contrario.

Guisgard
03-11-2011, 22.39.56
Messere, ciò che ho scritto non è frutto di opinioni personali (io sono il primo a sperare nella veridicità storica di re Artù!), ma di ciò che la storia, l’archeologia e la filologia hanno accertato fino ad ora.
Purtroppo fino all’anno Mille non c’è una documentazione scritta nelle isole Britanniche e tutte le ipotesi che possiamo fare restano, almeno per ora, tali.
Del periodo risalente all’invasione dei Sassoni, degli Juti e degli Angli si sa ben poco.
Quel poco di civiltà che la Britannia conosceva lo doveva alla dominazione romana e andati via i romani, il tutto finì nel caos.
Voi citate Omero ma lo fate, perdonatemi, in modo improprio in questo caso.
I poemi omerici hanno sempre racchiuso una dimensione geografica e storica (infatti in età ellenistica furono redatti manuali di geografia e storia su questi poemi. Basti ricordare il celebre “Catalogo della Navi”) e la stessa cosa non si può dire dell’opere di Goffredo di Monmouth.
Non solo Shliemann, ma anche Arthur Evans si rifece ad Omero nelle sue celebre campagne a Creta.
Ma, nonostante tutto, noi sognatori non smettiamo di credere riguardo ad Artù che “fu re in passato e sarà re in futuro!” :smile:

Altea
03-11-2011, 22.54.55
Ma qualcuno ser Guisgard sostiene che Artù non fosse un re...bensi un valoroso condottiero.

Guisgard
03-11-2011, 23.01.34
Si, milady, questa ipotesi è tutt'altro che improbabile.
Anzi, oggi la maggior parte degli studiosi ritengono che Artù, o almeno colui (o coloro) che ha dato il nome a questo personaggio, potesse essere un condottiero celtico romanizzato.
Una sorta di capo barbaro al comando di armate federate al servizio di Roma.
E sappiamo che molti altri esempi simili ci furono nella Tarda Antichità.
E questo spiegherebbe il perché proprio questo Artù si sia poi messo a capo della resistenza bretone contro gli invasori venuti dall’Est.
Da qualche parte dovrei avere un bellissimo saggio che raffigura Artù proprio sotto tre vesti: condottiero romano; comandante gallo-romano e capotribù celtico.
Appena lo ripesco posterò qualcosa :smile:

Altea
03-11-2011, 23.13.55
sarebbe molto interessante vedere questo Artù in diverse vesti e aspetterò con ansia.

Lancelot
04-11-2011, 10.54.30
Certamente quel che si sta dicendo all'interno di questa discussione rientra nel campo delle ipotesi e delle congetture, in assenza di una documentazione certa.
Credo tuttavia che ci siano delle ipotesi più fondate di altre, e mi piace pensare che parlandone fra appassionati possiamo avvicinarci forse al compromesso più storicamente credibile.
Anche io penso che Artù, se davvero è esistita una figura storica alla base della sua leggenda, sia stato un condottiero fortemente influenzato dalla cultura romana. La Cavalleria legionaria e il suo armamento pesante, poi, giustificherebbero il mito dei "Cavalieri della Tavola Rotonda" in un mondo in cui gli invasori barbari sicuramente non erano specializzati in unità a cavallo.
E' un fatto storico accertato che nel 180 d.C. l'imperatore Marco Aurelio introdusse in Britannia 5000 cavalieri sarmati armati di clibanus-segmentata (molto più pesanti della lorica da fanteria), ed è interessante supporre che la guarnigione del Bremetenacum Veteranorum, da essi composta, sia sopravvissuta nei secoli seguenti ed abbia magari rappresentato, anche dopo il ritiro delle truppe dalla Britannia da parte di Roma, il "nucleo" di quell'esercito romano-britanno che si oppose all'invasione sassone bloccandola per quasi un secolo, fino alla metà del VI.
Sempre parlando di ipotesi, il crollo di una civiltà e di un ordine costituito porta nella maggior parte dei casi all'emergere di potentati e signorie locali, e non è da escludersi che questo Artù, generale romano o capo celtico che fosse, sia assurto al ruolo di signore egemone fra i vari potentati, guidando i vessilli di guerra dei vari regni romano-britanni contro il nemico comune sassone.
Si voleva appunto capire, partendo dal presupposto che questa ipotesi fosse presa per buona, quale sarebbe stata, sempre ipoteticamente, l'area della Gran Bretagna interessata dal mito arturiano... E a mio avviso, le mappe della Britannia del V secolo che spaccano a metà la regione come se i Sassoni avessero trovato per oltre un secolo una fiera resistenza da parte di qualche potenza locale, rappresentano un'ipotesi molto suggestiva.

http://img248.imageshack.us/img248/2695/britainsettlement600192dh2.jpg

Fra l'atro questa mappa rappresenta l'espansione sassone intorno al 600 d.C., quindi già con un'ulteriore spinta di conquista rispetto a quello che dovrebbe essere il "periodo arturiano", chiamando con questo nome il periodo della fiera resistenza britanna e dei 50 anni di relativa pace fra i due contendenti instauratasi dopo la battaglia di Mons Badonicus nel 496 d.C (schiacciante vittoria romano-britanna solitamente attribuita da alcuni studiosi all'Artù storico, sempre che sia esistito). Il che renderebbe lecito pensare che, un secolo prima, i territori britanni fossero ancora più estesi, spingendo molto più a est i territori conquistati dagli anglosassoni.

A questo link (http://www.arsdimicandi.net/ad_1_00009d.htm) per chi fosse interessato si trova invece una disamina dell'armamento della cavalleria pesante romana. Non siamo certamente al livello delle armature del XIV e XV secolo, tuttavia il mito del Cavaliere armato a cavallo tramandatoci dalla leggenda non si discosta poi così tanto da quella che è stata la realtà.

Volevo poi specificare che non ho assolutamente intenzione di scavalcare chi, come Sir Guisgard, mi sembra di aver capito abbia dedicato vita e anni di studi alla passione per la storia; tutt'altro, vorrei da profano confrontare ciò che io credo con la sua competenza, proprio per uscirne entrambi arricchiti, se possibile :smile_lol:

Guisgard
04-11-2011, 14.57.48
sarebbe molto interessante vedere questo Artù in diverse vesti e aspetterò con ansia.

Milady, come vi ho promesso, cercherò quel materiale inerente ai diversi ruoli che re Artù potrebbe aver rivestito (solo il tempo di controllare nella biblioteca di famiglia, dove i miei nobili antenati, sempre sensibili al mecenatismo di corte, hanno raccolto nei secoli opere di ogni genere ;)).





Volevo poi specificare che non ho assolutamente intenzione di scavalcare chi, come Sir Guisgard, mi sembra di aver capito abbia dedicato vita e anni di studi alla passione per la storia; tutt'altro, vorrei da profano confrontare ciò che io credo con la sua competenza, proprio per uscirne entrambi arricchiti, se possibile :smile_lol:

Per carità, amico mio :smile_lol:
Qui siamo tutti appassionati e come spesso accade è dalla passione che si raggiungono i sogni più belli.
Io amo i miti arturiani nella stessa misura in cui appassionano voi, forse con l'unica differenza che ho sviluppato una concezione più critica verso le varie, seppur suggestive, ipotesi storiche (in realtà è l'unico mezzo che ho, se voglio convincere il mio professore di "Letteratura Medievale ed Umanistica" a farmi proseguire la strada per il dottorato... eh, dura la vita universitaria... :rolleyes:).
Quindi, vi prego non datemi "numeri" e meriti che non posseggo, amico mio :naughty:
In verità credo che noi due abbiamo la stessa cultura, la stessa passione e forse i medesimi sogni ;)

Taliesin
04-11-2011, 15.22.14
"...i medesimi sogni...", i medesimi sogni appunto.
Tanti anni fa nella rinascimentale città di Dante incontrai un vecchio marchese decaduto carico di anni, di debiti, di ricordi, di passioni e di sogni. Per tutta la vita aveva inseguito la figura di un condottiero britannico del VI secolo d.c. dal nome incerto Owein Dantwyein, soprannominato per le insegne he usava mostrare in battaglia assieme ai vessilli romani, semplicemente "Art", ovvero "Orso". Era soprannominato il Re Orso.
Ossessionato dal personaggio intraprese numerose battaglie di carta in vecchi testi consumati e società araldiche di passaggio per incoronarsi diretto discendete di quel prode condottiero. Rimasi con lui per qualche mese, incuriosito della mia musicalità, così affine ai suoi sognio di eterno fanciullo e devo confessare che un affetto primordiale invase la mia anima nell'accerezzare la fronte di quel povero vecchio, emozionarsi alle note del mio strumento ed alle parole delle mie canzoni. Prima di lasciare la sua vetusta dimora per una ridente casa famiglia sui colli bucolici, volle chiamarmi per un utlima volta e farmi un grande dono: una copia settecentesca dell'Historia Brittonum di Nennio, il primo grande testimone di un epoca che era già trascorsa e di un re che era già polvere. Custodisco come una reliquia quel ricordo di carta ingiallita e consunta, e devo dire che ogni qualvolta leggo del "dux bellorum", mi sembra di tornare in quel campo di battaglia, con lo scudo della fede al braccio, con la spada nell'anima e con un'altra canzone da scivere....
Cavaliere della Carretta niente è come sembra e come appare, ci sono cose che la nostra cienza e la nostra filosofia, come qualcuno molto più in alto di noi ha scritto in una sua tragedia, non possono spiegare....
Cavaliere dell'Intelletto, tutto il resto è silenzio...
Taliesin, il bardo

Lancelot
06-11-2011, 12.22.54
Questa mappa rende abbastanza bene quanto si fosse ridotto il dominio sassone sull'isola durante il periodo "di Artù", cioè a ridosso della battaglia di Badon Hill e alcuni decenni a seguire...

http://www.dcleaguers.it/wp-content/uploads/2011/11/phil032a.jpg

Anzi, credo sia lecito pensare che negli anni immediatamente seguenti la battaglia, all'apogeo della potenza britannica sotto questo nuovo leader carismatico dal nome non meglio precisato, ma che guidò i britanni in 12 battaglie leggendarie culminate poi nella riscossa di Badon Hill, la zona azzurra dei sassoni fosse se possibile ancora più assottigliata verso la costa, o forse addirittura scomparsa del tutto (Nennio parla di diversi sassoni che dopo Badon Hill ripresero il mare in fuga).

Io trovo tutte queste ipotesi e questo investigare veramente suggestivo....

Hastatus77
06-11-2011, 14.11.51
@Lancelot
Vi ricordo, che da regolamento, le immagini all'interno delle discussioni, non devono superare le dimensioni di 1024 pixel in larghezza e 900 pixel in altezza... per non sformare il forum.
Ho modificato la vostra risposta inserendo il link all'immagine.
Grazie.

Lancelot
06-11-2011, 19.58.01
Grazie a voi Sir Hastatus, e scusatemi per l'involontaria infrazione.
Ho ridimensionato l'immagine come prevede il regolamento :smile:

Guisgard
07-11-2011, 01.46.48
Lancelot, io ammiro la passione con cui esponete il vostro pensiero.
Ma vi chiedo di riportare le fonti quando citate teorie o ipotesi varie.
Vedete, una discussione come questa, che comunque cerca di delineare un possibile scenario storico, richiede dei riferimenti a cui attenersi e sui quali poi ampliare il dibattito.
Voi parlate di un’epoca tra le più oscure e misteriose dell’intera storia umana e più di una volta avete “delineato” contesti e situazioni che sembrano più legate a saghe “fantasy”, che a documentazioni storiche vere e proprie (vi comprendo, credetemi, perché anche io vorrei immaginare il mondo Arturiano simile a quello cortese cantato da Chretien de Troyes).
Questo, ovviamente, non è certamente un richiamo da parte mia, ci mancherebbe, ma solo un invito per rendere sempre più interessante e affascinante questa discussione.
Possiamo scrivere qualsiasi cosa inerente alla materia Arturiana, ma senza citare o riportare le fonti, perdonatemi, il tutto diventa relativo e non si da la possibilità a chi legge di poter approfondire l’argomento trattato :smile:

Lancelot
07-11-2011, 11.16.20
Nessun problema, accetto volentieri l'invito. Per chi volesse approfondire sulla battaglia di Badon Hill e le conseguenze che essa ebbe negli immediati 50 anni sull'espansione sassone in Britannia, consiglio questi due libri di Geoffrey Ashe:

From Caesar to Arthur
The British Recovery

Sfortunatamente non mi risulta siano stati tradotti in italiano quindi chi volesse dovrebbe cimentarsi con l'inglese.
Consiglio poi il saggio Il mito della tavola rotonda di Norma Lorre Goodrich, e della stessa autrice King Arthur, quest'ultimo temo inedito in Italia.
Infine, sulle tappe della conquista sassone, e la brusca interruzione e retrocessione della loro avanzata per buona parte del VI secolo d.C., consiglio questa mappa interattiva realizzata basandosi sugli studi del Dottor Peter Kessler, molto interessante:

http://www.historyfiles.co.uk/FeaturesBritain/BritishMapAD450-700.htm

Guisgard
07-11-2011, 15.09.37
Vi ringrazio, amico mio :smile:

Altea
07-11-2011, 15.28.38
Oh God, it's written in English even if I have no problems.

Intendevo, è scritto in inglese, io non ho problemi perchè lo conosco bene, non esiste una versione in italiano in qualche sito? cosi tutti possono leggere.;)

Hastatus77
07-11-2011, 21.29.52
No. Il saggio di cui parla Lancelot, che si intitola "From Scythia to Camelot" (L. Malcor, S. Littleton) (http://www.camelot-irc.org/forum/showthread.php?t=1726), purtroppo non è mai stato pubblicato in italiano.
Però si riesce a reperirlo in lingua inglese.

Siamo andati un po' OT... ritorniamo in carreggiata. :D

Altea
07-11-2011, 21.35.01
Grazie per la precisazione ora mi è più chiaro.:smile:

Guisgard
14-11-2011, 19.33.09
Ovviamente, come detto, cercare di trarre nozioni storiche da miti e leggende è sempre cosa complessa.
Anche se il ruolo di un archeologo è da sempre circondato da un alone di romanticismo e fascino, non bisogna dimenticare che egli è pur sempre uno studioso, non diverso quindi da uno scienziato.
E cercare di delineare i contorni, spesso labili e sfocati, della veridicità storica attraverso nozioni e fonti tutt’altro che accertate è spesso cosa assai complessa.
Un po’ come chiedere ad un matematico di risolvere un problema senza nessun dato certo, o di trovare l’incognita in un’equazione senza conoscere i valori noti.
Detto ciò, allora si può ben comprendere come sia marcato il confine che divide una teoria da un’enunciazione certa.
E, a proposito di teorie, vediamone qualcuna tra le più affascinanti (e forse verosimili):

_ Il volume “La ricerca della Britannia di Artù” di Geoffrey Ashe, sembra deciso ad identificare la mitica Camelot con la fortezza neolitica di Cadbury, ai confini tra il Somerset e il Dorset.

_ Camlann, il sito in cui secondo le fonti (con datazione incerta, che oscillerebbe tra il 539 e il 580) Artù morì in battaglia, potrebbe trovarsi in Cornovaglia, sul fiume Camel (Camlann deriva da Cambloganna, che significa “fiume contorto”).

_ Sir John Rhis elenca numerosi luoghi che, a suo dire, presentano più di un caratteristica in comune con la leggendaria Avalon (il luogo dove, secondo la leggenda, il corpo del sovrano era stato trasportato dopo la battaglia finale): Glastonbury, Gower, Aberistwyth, Anglesey, Puffin, solo per citarne qualcuno.
Secondo invece Norma Lorre Goodrich, Avalon è il castello di Peel nell’isola di Mann.
Ma Avalon è stato identificato anche con Avallon in Burgundia.

E queste sono solo alcune delle innumerevoli ipotesi che sono state fatte ed acclamate, ogni volta, dal popolo di “fedelissimi” arturiani come verità rivelate.
Come si può vedere, tutto ciò che abbiamo oggi su re Artù ed i suoi invincibili cavalieri sono solo leggende e miti animati dai sogni di (e noi siamo sicuramente fra questi) milioni di appassionati