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Visualizza versione completa : Tylesia e il perduto Fiore dell'Intelletto


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elisabeth
01-06-2012, 18.00.45
Reas sembrava un leone in gabbia......in cuor mio temevo che si fosse gia' pentito di essere andato via da Tylesia.......e io mi sentivo presa tra due fuochi.........ma guardavo Reas e sapevo che il suo era un cuore puro, lui amava Tylesia e la sua Regina come solo l'animo dei Cavalieri poteva....guardai fuori dalla finestra, il cielo era dei colori del sole calante......la gioia del crepuscolo..." Monaco, Tutto e' perduto credetemi, solo un uomo qui in questa stanza ha la capacita' di credere e di rischiare...donando la propria vita e quello e' Reas.....i cigni non sono vostre creature e come tali verranno via con noi, io amo la notte e la notte tutto si trasforma, la Dea Madre sara' con noi Monaco.....e se volete salva la vita vi pregherei di non intromettervi.....".......Il Cambiamento...questo si che era un atto di vita, i cigni cominciarono a muoversi dentro l'acqua come se quel luogo non fosse piu' un luogo amico, ilo momento stava iniziando....." Reas siate pronto a portare fuori di qui...qualsiasi creatura che a voi si presentera'.....correte piu' veloce che potete, io pensero' al Monaco......".......L'acqua ormai sembrava ribollire e piu' il canto dei cigni si affievoliva e piu' io mi avvicinai al Monaco...." Ditemi come volete impedire la cosa ?.."....

Guisgard
01-06-2012, 18.13.33
Il monaco fissò Elisabeth e improvvisamente estrasse un lungo coltello.
Si lanciò su Reas e lo ferì ad un braccio.
“Non è mortale questa ferita...” disse, tenendo poi il pugnale verso Elisabeth.
In quel momento Reas si accasciò al suolo e perse i sensi.
“La lama del mio pugnale è avvelenata...” mormorò il monaco “... e solo io conosco l'antidoto... neanche voi con i vostri poteri potete nulla, milady... ora sono io a dettare le regole del gioco...”

Talia
01-06-2012, 18.32.07
“Oh...”
Accolsi il cestino di ciliegie con un vivido sorriso e ringraziai l’uomo.
“Si...” risposi poi a Guisgard, in un sussurro “E’ davvero un bel pensiero! Questa gente deve amare molto i loro arciduchi... hai notato? Ne parlano tutti con così tanta deferenza e con sincero affetto... quest’uomo sembrava quasi venerare la Granduchessa...”
Per qualche attimo rimasi in silenzio... come riflettendo su quella verità che, forse per la prima volta, mi si era con chiarezza imposta davanti agli occhi... ripensai ad Andros e a Chymela, allora... ripensai alle volte che avevo tentato, a Maddala, di chiedere informazioni sui Taddei e a come mai ero riuscita ad ottenerne... sospirai... ed ancora una volta mi trovai ad interrogarmi su quelle visioni e su tutto il resto...
Guisgard era ripartito, intanto, seguendo la strada e le indicazioni dell’uomo. Luthien era diventata tanto brava, ormai, e tanto esperta nel seguire le indicazioni del cavaliere, che quasi non necessitava più della mia pur minima attenzione...
D’un tratto Luthien diminuì l’andatura, destandomi dai miei pensieri...

“Quanto mancherà ancora?” Mormorò Guisgard.
Ma proprio in quel momento, i due sentirono un vocio provenire dalla grotta.

Battei appena le palpebre, sorpresa di sentire in quel luogo quell’animato brusio di voci...
“Non lo so...” risposi a Guisgard, mentre le mia testa si voltava in direzione di quella grotta.
Rimasi in silenzio per qualche istante, tentando di cogliere qualche parola o di comprendere il senso di quel brusio indistinto... ma non ci riuscii...
“Ma che cosa succede?” chiesi dunque al cavaliere, accennando appena in quella direzione “Cosa c’è là?”

elisabeth
01-06-2012, 18.34.12
Tutto successe in fretta, il pugnale feri' Reas.....non era mortale, ma lo vidi accasciarsi al suolo, un odio tremendo si impossesso' della mia anima....." Voi dettare legge....chi siete per dettare legge ?...Dio puo' dettare legge, la lama del vostro coltello non puo' avere alcun potere su di me.....e neanche ilo vostro veleno....sarete maledetto perche' succhiero' il veleno dal corpo di Reas e lo spruzzero nelle vostre visceri.........e giuro ...morto lui...morto voi..".....Il mio corpo si fece corteccia...nessuna lama avrebbe potuto farmi nulla......il Monaco era in piedi e mi puntava il coltello.....mi inginocchiai accantoa Reas e con le dita della mia mano...gli segnai dei prondi solchi a croce sul punto in cui il pugnale aveva tracciato la linea mortale...." O mi date il vostro antitodo...o succhiero il veleno e vi apriro' in due il ventre....vi faro' morire di una morte che neanche al peggiore degli esseri umani si augura....."...

Guisgard
01-06-2012, 18.48.46
Guisgard non disse nulla e fece cenno a Sheyon di stare accanto a Talia.
Saltò allora giù da cavallo ed estrasse la spada.
Con prudenza si avvicinò alla grotta per vedere chi ci fosse al suo interno.
E vide due uomini che cercavano in diversi sacchi.
“Perchè” disse Guisgard entrando nella grotta “vi muovete come ratti nella penombra?”
Ai due uomini se ne affiancarono altri due.
“Ah!” Esclamò guisgard. “E' un nido di ratti!”
“Siete anche voi qui per i tesori?” Domandò uno di loro. “Tranquillo, li divideremo con voi.”
“Io non sono un ladro come voi!” Disse Guisgard.
“Il vecchio nasconde dei tesori, messere!”
“Sporchi ladri!”
I quattro, allora, estrassero dei bastoni e circondarono Guisgard.
“Avete una spada” fece uno di loro “ma noi siamo in quattro.”
Guisgard allora fischiò e un attimo dopo Sheylon arrivò nella grotta.
“Due contro quattro, pare.” Sorridendo il cavaliere.
I quattro, vistisi perduti, fuggirono via.
“Spaventali un po', Sheylon!”
E la tigre ricorse i quattro per un po'.
Guisgard allora tornò da Talia.
“Va tutto bene, gioia.” Avvicinandosi a lei.
Ma in quel momento si accorse che non erano da soli.
Un vecchio era giunto e li fissava.
“Chi siete?” Domandò Guisgard.
“Uno che vi è debitore, cavaliere.” Rispose. “Grazie per aver cacciato quei ladri.”

Guisgard
01-06-2012, 18.57.38
Il monaco sorrise.
“Non ho nulla da perdere, milady.” Disse ad Elisabeth. “Volete uccidermi? Mi fareste un piacere... ma morirebbe anche il vostro amico o marito che sia... vedete, il veleno è potentissimo ed è già entrato in circolo nelle sue vene... fra tre giorni sarà morto se io non gli somministrerò l'antidoto... ora, se volete, parleremo di un nostro possibile accordo...”

elisabeth
01-06-2012, 19.02.45
" Voi volete un accordo, e la morte non vi spaventa, devo dirvi che la morte non spaventa neanche me......non quanto mi spaventa l'odio che avra' per me Reas se dovessi aiutarvi.........ma la sua vita mi e' cara piu' della mia.......e sia..ditemi quello che devo fare.."...rimasi accanto a Reas, sapevo che lo avrei perduto, ma infondo non era mai stato mio....la sua vita.....avrei fatto questo per lui, anche se......avrebbe odiato se stesso per quello che sarebbe accaduto..

Talia
01-06-2012, 19.11.12
Lo sentii scivolare silenziosamente giù dal cavallo...
“Guisgard, ti prego...” mormorai, con un tono tra il preoccupato ed il rassegnato “Ti prego, stai attento!”
Ci fu qualche momento di silenzio... poi udii delle voci, un fischio e Sheylon che saltava in avanti... un attimo dopo grida e passi di corsa... tre o quattro uomini mi passarono davanti senza degnarmi di un solo sguardo e corsero via, con Sheylon alle calcagna...

Guisgard allora tornò da Talia.
“Va tutto bene, gioia.” Avvicinandosi a lei.
Ma in quel momento si accorse che non erano da soli.
Un vecchio era giunto e li fissava.
“Chi siete?” Domandò Guisgard.
“Uno che vi è debitore, cavaliere.” Rispose. “Grazie per aver cacciato quei ladri.”

“Oh...sei sempre il solito tu, vero?” iniziai a dire, in un tono falsamente severo, ma addolcito da un vago sorriso “Mai che tu possa essere almeno un po’ prudente...”
Ma subito tacqui, avvertendo quella nuova presenza... ed anche Guisgard se ne accorse... così mi voltai nella direzione da cui era giunta quella voce.

Guisgard
01-06-2012, 19.56.51
Il vecchio fece entrare Guisgard e Talia e pregò loro di accomodarsi su una panca in noce che lui stesso aveva costruito.
La grotta, infatti, era arredata con vari mobili, tutti fatti dal vecchio.
“Bene...” disse “... sono lieto di avervi miei ospiti. Sono sempre da solo.”
“Il mio nome è Guisgard” fece il cavaliere “e lei è Talia. Possiamo conoscere il vostro nome?”
“il mio nome?” Ripeté il vecchio. Oh, il mio nome ormai è taciuto da troppo tempo... ed anche io lo rammento a stento... solitamente sogno di notte e al mio risveglio ho ancora l'illusione di essere il protagonista di quei sogni... forse sono Alessandro di Macedonia, o forse Giulio Cesare... chi può dirlo!” E rise.
“Perchè vivete qui da solo?”
“Sono originario dell'Afraghingia” rispose “e sin da giovane ho nutrito il desiderio di sapere cose fosse nascosto nel mondo.”
“Ecco perchè quei ladri dicevano che eravate un cacciatore di tesori!”
“Eh, la stoltezza umana è pari solo all'avidità!” Ridendo il vecchio. “Tesori? Io chiamerei invece quelle cose con altro nome... meraviglie! Si, scoprire da dove provenisse l'acqua delle sorgenti, da dove sorgessero i fumi bollenti dalle viscere della terra e dove si formassero l'oro, l'argento e le altre pietre preziose. Ho così cominciato a vagare prima sui mari, poi tra boschi, colline e monti. In principio mi imbarcai su una nave che batteva bandiera Veneziana... alla nostra partenza, il cappellano di bordo recitò la Santa Messa e invocò su noi tutti la Divina Benedizione. Mai avevo pregato con tanto fervore prima d'ora. I miei nuovi compagni mi apparivano come eroi di un mondo sconosciuto, in balia di incredibili pericoli, ma protetti da una formidabile Fortuna. Il mare... sembra il custode dei più grandi tesori...”

Con i bastioni rivolti verso Occidente, a cento passi dalla fortezza marina aragonese, si estendeva un piccolo molo sottoposto al frizzante vento che soffiava dalle isole e agli screziati riverberi che il caldo Sole del Sud faceva tintinnare, come dobloni d'oro portati a riva dalla marea, su quella sterminata e sognante distesa blu.
Nel molo erano lasciate a galleggiare alcune imbarcazioni di pescatori, sospinte dalla dolce corrente del mare, dai colori un tempo vivaci e oggi sbiaditi e seccati dalla salsedine.
Il maestro aveva raccomandato a suo figlio di non muoversi ed attendere il suo ritorno.
Il ragazzino, dagli occhi vispi e azzurri come quel mare sferzato dal Sole, era allora rimasto su uno degli attracchi ai quali venivano legate le imbarcazioni, con lo sguardo rivolto verso il mare e l'immaginazione, dello stesso colore dei suoi occhi, già salpata dietro le scie lasciate dalle varie navi che avevano abbandonato il porto da quando era giunto con suo padre.
Poi, quasi senza che lui se ne accorgesse, la sua attenzione fu rapita da una barca capovolta, sulla quale un marinaio stava apportando dei lavori.
“Le donne sono come il mare.” Disse all'improvviso il marinaio, senza però voltarsi verso il ragazzo. “Basta guardarle per sognare e hanno sempre mille occhi languidi che le seguono.”
Guisgard restò incuriosito.
“Sei stupito, ragazzo?”
“Parlate a me, signore?” Domandò Guisgard.
“Sicuro.” Rispose il marinaio. “Vedi altri qui oltre noi due?”
Guisgard sorrise.
“Allora, sei d'accordo?”
“Su cosa, signore?”
“Sui sogni.”
“Quali sogni, signore?”
“Quelli che facciamo quando guardiamo le donne.”
Guisgard sorrise nuovamente.
“Si, sono come il mare le donne.” Continuò il marinaio, sempre lavorando alla sua barca. “Guardi il mare e subito immagini isole lontane, raggiungibili attraverso rotte mai battute, racchiuse nello scintillio di stelle sconosciute, perdute nella foschia che rende incantato l'orizzonte. E su quelle isole cominci ad immaginare di trovarci inestimabili tesori.” Alzò gli occhi e fissò il mare. “Non conta il colore dei suoi occhi, poiché c'è sempre qualcosa di tinto del medesimo pigmento.” Si voltò allora verso Guisgard. “E la tua? La tua di che colore ha gli suoi occhi?”
“Io, veramente...”
“Non c'è una ragazzina che ti fa girare la testa?” Domandò il marinaio. “O che ti faccia battere il cuore?”
Guisgard sorrise.
“Guarda il mare, il cielo e la costa tutt'intorno...” asciugandosi il sudore il marinaio “... se tutto questo spettacolo, improvvisamente, si ferma e muta colore e riflessi, allora sei innamorato.”
Guisgard lo ascoltava come rapito.
“Non mi credi?”
“Non saprei, signore.”
“Avanti, guarda...” indicando il panorama davanti a loro il marinaio “... guarda e conta fino a dieci... poi chiudi gli occhi.”
Guisgard fece come gli aveva detto.
“Ora riaprili” disse il marinaio “e dimmi cosa vedi.”
Guisgard aprì gli occhi e restò abbagliato dalla luce del Sole che sembrava riflettersi tutt'intorno e scintillare in infiniti bagliori dagli straordinari giochi cromatici.
Poi, pian piano, forme e immagini cominciarono ad apparirgli, mano mano che la vista si riabituava a quella luminosità.
Allora la grande scogliera di corallo, sulla quale giungevano a schiantarsi le spumose onde del mare, si mostrò come un luogo d'altri tempi, con torri d'avvistamento ed un grande faro bianco che illuminava l'accesso alla baia.
Navi variopinte, in balia dei venti, attraversavano le acque, ciascuna battendo bandiere di paesi esotici e misteriosi.
Il borgo pullulava di case piccole e bianche, tra le quali serpeggiavano viuzze strette ed intricate, simili ad un labirinto adoperato per difendere gli abitanti dai predoni e dai pirati.
Il ragazzo, così, sognò di salire su una di quelle navi e partire alla volta di luoghi lontani, inaccessibili, noti solo grazie a miti e leggende.
“E'...” mormorò “... è meraviglioso...”
“Ed ora dimmi...” disse il marinaio “... con chi vorresti viaggiare? Con chi vorresti vedere e conoscere queste meraviglie?”
Guisgard sorrise.
“Si narra” fece il marinaio “che oltre i mari vi sono delle isole fantastiche... tanti le hanno cercate...”
“Quali isole?”
“Sono le Isole Felici...” disse il marinaio “... laggiù vivono orsi bianchi, uccelli dal raro piumaggio, unicorni e cavalli alati, piante e fiori che non appassiscono... nel cielo prendono forma incredibili meraviglie, come aurore boreali e giorni e notti lunghe quasi quanto un anno... il Sole allora arriva a splendere anche a mezzanotte e le stelle cadenti piovono nell'oscurità, dispensando desideri e sogni... e in quelle isole nessuno invecchia mai e non vi è giorno senza felicità e gioia...”
“Un giorno le vedrò!” Esclamò Guisgard.
Il marinaio rise.
“Sicuro, amico mio!” Disse. “Anche io vorrei vederle! Per questo ho aggiustato la mia barca!”
“Ha un nome la vostra barca, signore?”
Il marinaio annuì e mostrò a Guisgard l'altro lato della barca.
“Consiglia...” lesse il ragazzo “... è la vostra bella?”
“Si.” Sorridendo il marinaio. “E un giorno, quando avrai una barca tutta tua, anche tu potrai dare a quella il nome della tua amata.”
“Si, sarebbe bellissimo!”
“Davvero?”
“Si, signore!”
“Aspetta, allora...” e cercò qualcosa nella sua barca “... ecco...” prendendo una barchetta di legno “... questa l'ho fatta io... è legno di sandalo, forte e compatto, l'ideale per navigare...”
“E' molto bella!” Disse Guisgard.
“Allora è tua!” Ridendo il marinaio. “Avanti, dimmi il nome.” Prendendo un pennellino.
“Quale nome?”
“Il nome della ragazzina che condurrai un giorno alle Isole Felici.”
Guisgard sorrise.
“Su, non essere timido.” Fece il marinaio. “Nessuno ci può sentire, siamo solo io e te. Anzi, scrivilo tu.” Dandogli la barchetta e il pennellino.
Guisgard allora scrisse quel nome sulla barchetta e quando la vernice fu seccata, il marinaio mise in acqua la barchetta.
“Dove andrà ora, signore?” Domandò Guisgard mentre le onde portavano via la barchetta.
“Lo sa il mare.” Rispose il marinaio. “Ma un giorno la rivedrai...”
“Davvero?” Fissandolo Guisgard. “E quando?”
“Quando troverai le Isole Felici...” disse il marinaio “... quella barchetta ti attenderà là...”
Il maestro tornò in quel momento e chiamò Guisgard per far ritorno a casa.
“Arrivederci, signore!” Salutò il ragazzo. “E grazie di tutto!”
“Buona fortuna, Sinuhe!”
“Chi sarebbe?”
“Un avventuriero e sognatore dell'antico Egitto.” Rispose il marinaio. “E ti affido alla sua stessa stella, amico mio.”
Tornato col maestro al Casale, Guisgard andò subito in cerca di Talia.
Raccontò così alla ragazza del marinaio e di ciò che avevano fatto.
“E...” mormorò “... ti sembrerà sciocco, ma ho scritto un nome su quella barchetta...”
“Davvero?” Fissandolo Talia.
Lui annuì.
“Talia, apparecchiamo?” Entrando uno dei fratelli.
“Si, ormai è pronta la cena.” Rispose lei. “Ho cucinato il pesce che avete portato tu e il maestro.” Rivolgendosi poi a Guisgard.
Lui non disse nulla.
“Ah, mi stavi dicendo qualcosa...”
“No, era solo una sciocchezza.”
“Dai, ti prego...” fece lei “... cosa mi stavi dicendo?”
“Nulla, una sciocchezza.”
“Se ripeti di nuovo la parola sciocchezza...”
In quel momento il maestro chiamò per farli andare a cenare.
“Andiamo, ci stanno aspettando...” disse Guisgard, per poi uscire e raggiungere gli altri a tavola.

“E trovaste davvero un tesoro?” Domandò Guisgard, destando, con la sua voce, Talia da quel ricordo lontano.
“Lo cercai per mare” rispose il vecchio “e poi decisi di vagare sulla terraferma, tra grotte e miniere abbandonate, chiese e castelli diroccati... fino a ritrovarmi qui... in questa grotta...”

Talia
01-06-2012, 20.58.50
Entrammo in quella grotta e ci sedemmo su di una panca... l’uomo ci fece accomodare e fu molto gentile con noi, raccontò della sua vita e dei suoi viaggi, di ciò che aveva amato e sperato in gioventù...
E fu ascoltandolo che, per qualche strana ragione, quel ricordo affiorò tra i miei pensieri... quel giorno lontano... Guisgard era tornato dal molo con gli occhi più brillanti del solito ed un largo sorriso sulla faccia, quegli occhi e quel sorriso che conoscevo bene, erano gli occhi ed il sorriso di quando era molto eccitato...
Indugiai per qualche attimo su quel pensiero ed un vago sorriso mi increspò le labbra... ed allora, quasi inconsciamente, cercai la sua mano e la strinsi forte...

“E trovaste davvero un tesoro?” Domandò Guisgard, destando, con la sua voce, Talia da quel ricordo lontano.
“Lo cercai per mare” rispose il vecchio “e poi decisi di vagare sulla terraferma, tra grotte e miniere abbandonate, chiese e castelli diroccati... fino a ritrovarmi qui... in questa grotta...”

“Talvolta si passa tanto e tanto tempo ad inseguire qualcosa, per poi scoprire che il vero Bene era con noi sin dall’inizio...” sussurrai quasi senza pensare.
Un attimo di silenzio... e subito mi schiarii la voce, e sorrisi.
“Una ricerca piena di meraviglie, dunque, la vostra, signore!” dissi in tono fin troppo leggero “Conoscerete mille e più storie incredibili, allora... avrete visto i luoghi più impensati, e misteriosi, ed affascinanti...”

Guisgard
01-06-2012, 21.01.11
Il monaco fissò Elisabeth.
“Non vi chiedo di fare nulla di male, milady.” Disse. “Vi chiedo di portarmi il Tesoro custodito a Tylesia ed in cambio avrete i cigni. Anche la vita del vostro amico non correrà rischi, se accetterete questo nostro accordo. Badate, però, che quel Tesoro è conosciuto veramente bene solo da due persone a Tylesia... dalla regina Destefya e dal suo precettore messer Cristansen... forse la sovrana preferirebbe mettervi a morte, anziché rivelarvi del suo Tesoro... cercate dunque il suo antico precettore... io attenderò qui il vostro ritorno... nel frattempo preparerò l'antidoto per il vostro amato cavaliere... non c'è altro... buona fortuna, milady...”

Lilith
01-06-2012, 22.02.52
Quando uscimmo dal labirinto, vedemmo che il castello era deserto ed io mi preoccupai subito: "Dove sono andati tutti? Poco tempo fa qui c'erano numerose persone!"
Redentos suonò le campane per attirare l'attenzione di qualche uomo, ma ci rendemmo conto che in quel luogo non vi era nessuno.
"Dove andremo ora?" chiesi ai cavalieri, guardando i boschi all'orizzonte.

Guisgard
02-06-2012, 02.47.22
“Comunque” disse Polidor a Tieste e a Cavaliere25 “possiamo portarci dietro l'oro. Caso mai sono le donne che rappresentano un problema, visto che continuano a fare baccano.”
“Se possiamo trasportare l'oro” replicò Tieste “allora possiamo fare altrettanto anche con le donne!”
E i due cominciarono a litigare.
“Accidenti!” Esclamò il falco. “Questi due sono arrivati alle mani! Cavaliere25, presto, separali prima che si facciano del male! Che idioti!”

Guisgard
02-06-2012, 02.59.00
“Forse” disse Redentos a Parsifal e a Lilith “Orco e sua moglie erano imprigionati qui da quella maledizione, o forse la fine dell'Avvilente Costumanza ha fatto comprendere a quella gente le grandi colpe di cui si erano macchiate.” Fissò allora la selva che circondava il castello. “Il nostro compito qui è finito. Riprenderemo il nostro cammino per Tylesia, dove ci attendono i nostri compagni.”
Prepararono i loro cavalli e lasciarono il castello.
Galopparono per un po' nella selva, fino a quando giunsero davanti ad una torre circondata da un giardino.
Tutt'intorno vi erano raggruppate diverse persone che gridavano ed agitavano mazze e bastoni.
“Ma cosa sta accadendo?” Fissando quello spettacolo Redentos.
“A morte la strega!” Urlavano. “Bruciamola viva!”

Guisgard
02-06-2012, 03.42.41
Il vecchio annuì a quelle parole di Talia.
“Si, ho visto molti luoghi ed ascoltato tante storie.” Disse. “Come i canti malinconici dei marinai alla Luna, o i versi che intonano i minatori prima di avventurarsi nel sottosuolo.” Fissò poi i suoi due ospiti. “Avete ragione, milady... spesso i tesori più grandi sono quelli che ci accompagnano ogni giorno, sin dall'inizio...”
“E il tesoro più importante che avete cercato?” Domandò Guisgard. “Forse una delle Sante Reliquie?”
“Le Reliquie hanno la capacità di unire la Terra al Cielo” rispose il vecchio “e di dispensare miracoli. Ma cosa rende davvero la Terra simile al Cielo? Cosa se non la Fede e l'Amore? E non sono forse queste due potenze a compiere i miracoli più grandi e belli? Comprenderete, allora, dolci amici, che il Tesoro più grande è quello che racchiude Fede e Amore.”
“E cosa incarna queste cose insieme?” Chiese Guisgard.
“La forma non è poi così importante.” Sorridendo il vecchio. “Sulla terra molte cose si celano sotto umili e semplici sembianze. Come un Calice, un Chiodo o una Lancia insanguinati, un Velo macchiato a Sangue, una scheggia di Legno, una Sindone con impressa una Forma Umana... oppure un Fiore...”
“Un Fiore?” Ripetè Guisgard.
“Si...” annuì il vecchio “... era proprio un Fiore quello che stava cercando un borghese che conobbi quando ero giovane... egli assoldò dei volontari ed intraprese un avventuroso viaggia per cercarlo... rammento il mio primo giorno al suo servizio... giungemmo presso un vecchio maniero abbandonato e ricoperto di sterpi e rovi... il borghese mi diede una lanterna ed un crocifisso di legno... trovammo allora un pozzo e scendemmo fin sul fondo, dove scoprimmo un passaggio segreto... e mentre attraversavamo quel punto, io mi sentivo eccitato e felice, seguendo la luce della mia lampada come fosse lo scintillio della stella guida dei giramondo... lì sotto scoprimmo un groviglio di cunicoli e gallerie... era come un regno sotterraneo, un mondo incantato... il gorgoglio dell'acqua tra le rocce, la lontananza della superficie abitata e civile, l'incerta ed irreale penombra e l'eco dei nostri passi mi facevano sentire come avvolto in una magia... già, il mestiere del cercatore di tesori deve essere benedetto da Dio... non vi è infatti disciplina che predisponga il cuore alla Fede e alla saggezza più di quella del cercatore di tesori.”
“Trovaste quel Tesoro poi?”
“No, perchè all'improvviso una parete crollò e bloccò il passaggio. Il borghese non volle darsi per vinto e continuò la sua ricerca, ordinando a noi altri, però, di ritornare in superficie... non seppi più nulla di lui e dei suoi compagni... ma giurai, sulla stima che provavo per lui, che avrei continuato quella ricerca... che avrei continuato a cercare quel Fiore...”
“E lo trovaste poi?”
“Fino ad oggi non sono ancora riuscito a trovarlo!” Esclamò il vecchio.
L'imbrunire cominciò a mostrarsi, stendendo un velo d'ombra sulla foresta e sulle pendici dei monti.
“Sta per fare notte.” Disse Guisgard. “Sarà meglio andare.”
“Dove siete diretti?”
“In una città che non dovrebbe distare troppo.” Rispose Guisgard. “La città di Faycus. La conoscete?”
“Si, non è lontana.” Disse il vecchio. “Non ci vado spesso, perchè evito i luoghi troppo affollati e preferisco la muta campagna o gli austeri monti. Però è prossima quella città. Ma non volete restare qui per stanotte? Per poi ripartire domattina?”
“Vi ringrazio.” Fece Guisgard. “Ma non mi sento sicuro a restare in una grotta. Perdonatemi, non per scortesia, ma non posso accettare il vostro invito.”
Il vecchio fissò lui e poi Talia.
“Si, posso comprendere.” Annuendo. “Vi auguro il meglio dalla vita, ragazzi miei. Che possa sorridervi ed illuminarvi come voi avete fatto con me oggi. Pregherò per voi.”
Guisgard allora salutò quel vecchio e preparò i cavalli.
Partirono subito dopo verso i due monti che apparivano lungo la strada.
Galopparono per un po', fino ad intravedere le mura di una città racchiusa proprio tra quei due monti.

elisabeth
02-06-2012, 12.38.26
Non mi chiedeva nulla di male....cosi' disse il Monaco, e allora se non era male, perche' non andava lui stesso a prendere questo Tesoro.....l'elenco delle vite che dipendevano da me sembrava allungarsi......Goz e ora Reas, " Mi state chiedendo l'impossibile, quel Tesoro e' nascosto e custodito come niente al mondo e credetemi, se metto piede a Tylesia e senza cigni, ci sara' piu' di una persona che vorra' la mia testa servita su un piatto d'argento........ma noi donne sembriamo avere un codice d'onore che si chiama Amore e alla fine per Amore si tenta anche per l'impossibile........cerchero' il precettore e spero che abbia almeno la compiacenza di ascoltarmi...".......diedi un bacio sulla fronte di Reas....sembrava che la morte stesse alitando sul suo viso......avevo poco tempo, Amare due Cavalieri....dovevo essere pazza, mi alzai da terra ed uscii da quella stanza, non volevo vedere null'altro.......volevo uscire, la notte era appena iniziata e se avessi cavalcato senza fermarmi alle prime luci dell'alba sarei arrivata a Tylesia.....scesi nel cortile del vecchio monastero......e senza stupore alcuno...trovai un bellissimo cavallo, era piu' nero della notte stessa.....con una mano strinsi la sua criniera e con l'altra montai in sella...........l'aria era fresca, e questo mi dava il senso dell'immenso piacere dell'odore umido della terra, ripercorsi il tragitto a ritroso.........e come per una strana magia il Cavallo sembrava in sintonia col mio stesso spirito...sembrava volasse....L'Alba..una palla di fuoco che si innalza tra gli alberi, Tylesia spelndida ai primi scoccare di luci.....frenai la corsa del mio amico e rimasi un attimo a guardare la porta della citta'.........dovevo cercare un precettore.....e dove trovarlo ?....il precettore era colui che si occupava dell'insegnamento , ma era anche colui che si occupava degli ordini militari.......bene sarei andata prima nella biblioteca del Palazzo......Messer Cristansen....cosi' aveva detto il Monaco.
Ripresi il mio cammino....ed entrai in citta', sembrava ci fosse uno strano fervore......ma forse ero io che avevo il cuore in tumulto e cosi' arrivai a Palazzo..........scesi da cavallo, ed entrando cercai la biblioteca.......questa era a pian terreno ed era cosi' grande cheprendeva tutta un'ala del palazzo, era grandissima ..alte mura di libri...grandi tavoli in legno intarsiato e sedie con alti schienali....sembrava deserta..sino a quando non sentii cadere un libro.....

Altea
02-06-2012, 18.13.47
Molti sguardi su di me, il capo si avvicinò spiegandomi erano dei mercanti, ma la cosa mi insospettiva...mercanti? e allora perchè parlano dei nemici di Tylesia, di quel loro capo che si sarebbe arrabbiato se avessero fallito..sospirai, ancora una volta mi ero imbattuta in qualcosa di strano.
"Milord..vi ringrazio per le vostre attenzioni anche se non ci conosciamo quindi mi sorprendo di questo vostro linguaggio" sorrisi rispondendo al loro capo che aveva appena proferito apprezzamenti sulla mia figura "il mio nome è..Altea. E voi come vi chiamate? Ebbene si, conosco Tylesia e vi sono approdata dopo una lunga avventura sul Calars, non sono originaria di quella città." mi sedetti sull'erba, ero stanca, strappai un fiore e ci giocavo tra le mani "Anzi, all'inizio fui portata come prigioniera nel palazzo reale dai Cavalieri del Tulipano ma la regina Destefya fu benevola e ci liberò e cosi fui una sorta di...ospite prigioniera" mostrai loro il fiore. "Vedete questo fiore? E' questo che voglio scoprire, dentro a un giardino inaccessibile si cela un fiore con un qualcosa di magico o celato." Scossi quei pensieri e fissai il capo cercando di carpire qualche smorfia nel suo viso o strano gesto "ma non conosco i suoi nemici..la Lacrima di Cristo, so solo che ci furono diversi incendi a Tylesia, si dice per opera di questi nemici e cosi io...e....un cavaliere..di nome Fyellon partimmo alla ricerca di questi nemici, ma trovammo mille ostacoli e nessuna traccia di questi presunti nemici".

Daniel
02-06-2012, 20.40.39
“Ora, Daniel.” Disse Giada. “Monta in groppa al cavallo e domalo. Ma ricorda che hai usato ben due incantesimi e dunque le tue forze sono al minimo. Attento a non sprecarle.”

Cercando di usare meno forze possibile, barcollando saltai agilmente in groppa al cavallo e mi tenni saldamente alla sua groppa.. C'è l'avrei fatta?

Parsifal25
03-06-2012, 15.03.33
Io credo che erano stati puniti.....e adesso sono liberi.......devo dire la verità, una tiepida malinconia attraversò il mio cuore; era vero......rischiavo la morte ma non la temevo poichè era per qualcosa di giusto.

Mi guardaì intorno, sorridevo.....e ad un tratto incrociaì lo sguardo di Belfagor:

"Ehilà amico mio....come stai? Sembra che non ti veda da un secolo......" dissi. "Ricomincia la corsa per il Longinius....", e scuotendo il capo, Belfagor comprese.

Salimmo in sella e porsi la mano a Lilith:
"Lilith.....vorresti galoppare insieme a me e Belfagor?"

Lilith
03-06-2012, 23.38.19
Parsifal mi propose di cavalcare con lui. Presi la sua mano e salii subito sul suo destriero.

Galoppammo insieme per alcune ore, per poi giungere dinnanzi ad una torre circondata da uomini pieni di rabbia; gridavano e agitavano i loro bastoni.
Riuscii a comprendere le parole di uno di loro. Volevano uccidere una strega.
Scesi da cavallo in un istante e mi diressi tra la folla senza pensare ai miei compagni di viaggio.
Cercai di avvicinarmi alla torre spingendo le persone, che imprecavano e si arrabbiavano con me. Mi rivolsi ad un uomo che sembrava meno agitato rispetto agli altri, domandandogli: "Dov'è la donna che volete uccidere?"

Nel mio passato avevo assistito numerose volte ad impiccagioni, roghi e lapidazioni di streghe. Erano spesso druidesse come me, ma anche semplici donne che si dedicavano alla magia ed alla guarigione. Nel mio cuore nutrivo un profondo odio per tutti coloro che desideravano la morte di queste persone e fu proprio in quel momento che esso si esternò.

Guisgard
04-06-2012, 03.26.24
Mentre Elisabeth si trovava nella biblioteca, all'improvviso, si udì un rumore.
“Libri, libri e ancora libri.” Disse un ometto che scendeva dai ripiani più alti della biblioteca. “Sono stufo di cercare fra questi libri. Ma perchè non ci pensano loro a trovare ciò che gli occorre?” Si accorse di Elisabeth. “Come siete entrata qui, milady? Non siete certo una che lavora qui, perchè non vi ho mai vista in questa biblioteca. Cercate un libro forse? Se è così, sappiate che avete scelto il momento sbagliato. Messer Cristansen si è dimesso da poco e qui dentro ora domina un gran caos.”

Guisgard
04-06-2012, 03.32.52
“I nemici di Tylesia...” disse il capo di quei mercanti ad Altea “... davvero non conoscete i suoi nemici? Strano, visto che siete stata in quella città... però avete detto di aver navigato sul fiume Calars... allora non siete originaria di queste terre, poiché nessuno a Tylesia naviga sulle sue acque... da dove venite, milady?” Sorrise. “Ma perdonatemi, non ho risposto subito alla vostra domanda... il mio nome è Heyto e come vi ho detto, insieme ai miei compagna ci occupiamo di commercio. E anche noi siamo giunti qui grazie al Calars.”

Guisgard
04-06-2012, 03.35.29
Appena Daniel saltò in groppa al cavallo, questo tentò di scalciare, nitrendo e dimenandosi con forza.
Ma alla fine, stremato, si accasciò di nuovo al suolo.
“Bravissimo, Daniel.” Disse Giada. “Sei riuscito a domarlo. Ora questo formidabile cavallo sarà il tuo destriero.”

Guisgard
04-06-2012, 03.39.49
Appena Lilith raggiunse quegli uomini inferociti dal loro fanatismo, fu subito afferrata con forze da uno di loro.
“Guardate.” Disse agli altri. “Vedete com'è abbigliata? Forse è anche lei una strega. Bruciamola!”
“Si!” Gridò un altro.
“Al rogo anche lei!” Urlarono tutti gli altri.
“Lilith!” Gridò Redentos. “Parsifal, hanno preso Lilith!”

elisabeth
04-06-2012, 09.24.24
Sentii una voce stizzita che parlottava tra le lunghe file di libri...un ometto che saltellava su e giu' per mettere a posto pile enormi di tomi......vedendomi mi parlo' a raffica....e senza saperlo mi diede informazioni sull'uomo che cercavo..." Buongiorno......sono qui in citta' da poco, la mia passione e' la lettura...ero venuta perche' cercavo Messer Cristansen, ma mi avete preceduta.......ho la necessita' di incontrarlo, sapete dove posso trovarlo ?.....e' importante..".....E mentre parlavo con l'ometto incominciai a passargli i libri da riporre nei ripiani......se non trovavo lui, dovevo andare dalla Regina, e questo mi sarebbe valsa la testa......

Parsifal25
04-06-2012, 12.40.18
"La ringrazio Damigella....." dissi.

Spronammo i nostri cavalli e proseguimmo il viaggio verso Tylesia, il destino di un popolo era nelle mani di coloro che volontariamente avevano seguito il richiamo della campana.

Passarono poche ore e ci ritrovammo nel bel mezzo di una folla inferocita:
"cosa era tutta quella confusione....."mi chiesi. In lontanzanza, si udivano le frasi di incitamento e condanna per una donna tacciata di stregoneria:

"Non può essere, non in presenza di Lilith.....non doveva vedere la scempiaggine e la crudeltà di noi uomini......"mi volsi verso Lilith per dirle che non doveva preccuparsi, ma non vi era......

"Lilith" gridaì. Scesi da cavallo e la inseguì.
Sapevo che sarebbe andata così, corsi tra la folla e vidi che anche lei stava per essere condannata.
"Fermi......in nome di Dio......cosa state facendo!!! Non siete autorizzati a condannarla". Dovevo escogitare qualcosa.

Altea
04-06-2012, 12.53.08
"No milord Heyto, io non ho mai visto i nemici di Tylesia ma ne ho sentito parlare molto, infatti come vi dissi ho visto appiccare incendi nella città, a dir degli abitanti, da parte dei loro nemici. E io e sir Fyellon siamo riusciti a scappare da Tylesia proprio per cercarli e sconfiggerli, ma non vi è traccia vedo, voi sapete qualcosa a riguardo?". Guardavo il loro capo e come sempre il mio sesto senso mi diceva di stare all'erta, dalle sue parole capii erano pure loro forestieri. "Vengo da molto lontano, non so nemmeno io per quanto abbiamo viaggiato sul Calars, purtroppo il barcone dove abbiamo viaggiato si distrusse sulle piene vicino alle cascate, sono sicura di tre superstiti oltre a me, degli altri non so nulla. Voi siete stati più fortunati vedo...ma perchè siete interessati a Tylesia?"
E in quel momento un pensiero mi balenò..Fyellon, mi sentivo sola e indifesa, più che altro per quel discorso che sentii parlare su delle ragazze sacrificate per Tylesia, forse fu un errore allontanarmi da lui, con lui mi sentivo sicura nonostante tutto...sospirai e scossi il capo pensando "che sciocca sono!!sciocca e sciocca, non faccio altro che mettermi nei guai".

Talia
04-06-2012, 16.44.19
Ascoltando le parole del vecchio qualcosa in me aveva sussultato... un uomo che cercava qualcosa di speciale, un Fiore... un uomo che aveva viaggiato per mari e per terre in cerca di quel tesoro, senza mai arrendersi... un intrigo di gallerie e grotte sotterranee ed il gorgoglio dell’acqua che filtrava tra le rocce... sì, qualcosa in me tremò perché quelle parole risvegliarono nella mia mente il ricordo di una visione...
Avevo avuto molte visioni da quando io e Guisgard avevamo lasciato il Casale e molte cose erano accadute... eppure ogni singolo frammento di quelle immagini era impresso in modo indelebile nella mia mente...
E così, a quelle parole del vecchio, proprio una di quelle visioni tornò con forza di fronte ai miei occhi... e rividi Andros ed i suoi compagni, e rividi quell'impossibile groviglio di grotte, rividi Chymela...
Esitai, tuttavia, dibattendomi nell'incertezza e nel dubbio... era possibile? O forse era solo una coincidenza? Era la mia immaginazione che galoppava? O forse era un segno?
Esitai, tuttavia... ero incerta... ed improvvisamente, per qualche ragione, ero di nuovo tesa... come chi è consapevole di star seguendo un cammino creato appositamente per lui ma non sa dove quella via conduca, non sa cosa dovrà affrontare per giungere alla meta eppure vede tutti quei piccoli segnali messi lì per lui e, traendo forza da essi, prosegue.
Restammo ancora per poco tempo in quella grotta... un attimo dopo, infatti, Guisgard decise che era tardi e rimandare ancora il nostro viaggio sarebbe stato pericoloso, risalimmo a cavallo dunque e ripartimmo.
Per tutto il resto della strada, tuttavia, rimasi in silenzio... pensierosa...
Quelle parole del vecchio continuavano a vorticarmi nella mente, così come quella visione e altre mille domande, congetture, sensazione...

Partirono subito dopo verso i due monti che apparivano lungo la strada.
Galopparono per un po', fino ad intravedere le mura di una città racchiusa proprio tra quei due monti.

Ad un tratto avvertii l’andatura di Peogora diminuire quasi impercettibilmente ed allo stesso tempo, senza bisogno di indicazioni, anche Luthien rallentò appena.
“Siamo arrivati?” chiesi dunque a Guisgard.

cavaliere25
04-06-2012, 17.23.43
mi misi tra i due litiganti e dissi ma che vi sta succedendo siete impazziti litigare per queste cose non ce bisogno di litigare forza prenderò io la decisione lasciamo tutto qui e ce ne andiamo dissi chiaro e fissai tutti con uno sguardo severo e irritato

Guisgard
04-06-2012, 17.43.41
XXV Quadro: Faycus

"Questo castello è tanto forte, e non credo proprio che prima del mio ritorno possa essere conquistato d'assalto, ma nessuno può guardarsi dal tradimento."

(I Romanzi della Tavola Rotonda, Fuga di Re Ban)



Avvistata la città tra i due monti, Guisgard sorrise.
“Siamo a Faycus, Talia.” Disse.
Spronarono allora i cavalli e raggiunsero la città ducale.
Oltrepassata la porta, risalirono fino alla parte alta del centro abitato, dove trovarono una locanda.
“Salute a voi!” Entrando Guisgard e conducendo con sé Talia.
“Benvenuti, signori!” Sorridendo il locandiere.
“Una bella stanza.” Fece Guisgard. “Anzi, la migliore che avete!”
“Certo, messere.” Annuendo il locandiere. “Gaien!” Chiamò. “Presto, conduci questi signori nella Stanza del Duca!”
“Del duca?” Ripetè Guisgard. “Non immaginavo tanto sfarzo!”
“E' detta così” fece il locandiere “perchè quando questa locanda era gestita da mio nonno, una sera di burrasca venne ad alloggiare qui un uomo in incognito. Solo dopo scoprimmo che si trattava di un nobile cugino dell'Arciduca. E così, da allora, quella stanza ha preso quel nome. Inoltre dalla finestra potrete vedere il maestoso castello ducale di Faycus.”
“Benissimo.” Ridendo Guisgard. “Sentito, gioia?” Rivolgendosi a Talia. “Per una notte saremo duca e duchessa.”
Gaien allora accompagnò i due nella stanza.
Rimasti soli, Guisgard aprì la finestra e subito apparve loro il monumentale castello ducale di Faycus.

Il nobile Taddeide si trovava proprio nella stanza dei trofei insieme all'abate Pinus.
“Dovete dimenticare quella ragazza, mio signore...” disse l'abate “... è inutile pensarci ancora.”
Andros fissava la campagna da una finestra.
“La corte di Sygma” continuò il religioso “è molto bella, lussuosa e capace di abbagliare i sensi. Sebbene non possa paragonarsi alla magnificenza che solo l'autorità ed il prestigio millenari possono dare alla nostra corte, essa dona molti svaghi a chi si lascia sedurre dalle sue forme. Io, per esempio, ho saputo che vi è in quel regno un magnifico giardino, forse simile a quelli dei vostri palazzi disseminati per il ducato, in cui fioriscono meravigliose rose e dal quale si può godere una superba vista della bellissima capitale di quel regno.”
Andros si voltò a fissarlo.
“E non penso sia sciocco credere” fece l'abate “che in tale splendore ella sia presa da ben altri pensieri. Perdonatemi, milord, ma dico ciò che penso.” Sorrise. “Mio signore, ci sono tante e belle dame nella nostra terra e nessuna fra quelle desidera altro che esservi amica, compagna e moglie.”
“Non vi è al mondo” disse Andros “un siero, una pozione o un unguento capace di ammansire il cuore? Se si, allora tutto sarebbe più facile.”
“Il cuore, milord, va domato con la forza dell'animo” replicò il religioso “e non con balsami e veleni. Soffrire in amore tocca a tutti, è quasi una legge, un tributo che quel sentimento impone al cuore.”
“Conoscete ciò che l'amore impone ai cuori, monsignore?”
“Capita” sorridendo l'abate “che molti giovani vengano a me per confessarsi e quasi sempre gli unici mali che li affliggono sono pene d'amore.”
“Già, soffrire e struggersi” mormorò Andros, tornando poi a fissare la campagna “spesso è un pegno richiesto a chi ama...”
“E sta a voi” disse il religioso “liberarvi di tale pena, fortunatamente. Sono certo che i bellissimi occhi di qualche dama vi aiuteranno in questo.”
In quel momento entrarono Tessio, Byrros e Pacos.

“Mi piace questo posto, sai, Talia!” Esclamò Guisgard, destandola da quella visione.
http://us.123rf.com/400wm/400/400/bonzodog/bonzodog0810/bonzodog081000023/3664155-le-rovine-del-castello-medievale-su-una-collina-alle-quali-sono-le-capre-al-pascolo.jpg

Daniel
04-06-2012, 18.08.07
Gli diedi una pacca gentile sul collo e feci sparire gli specchi..
"Ora devo dargli un nome? " dissi rivolto a Giada.. Poi mi avvicinai all'orecchio del cavallo e gli dissi :
<<Corri come il vento, portami a Tylesia!>>

Guisgard
04-06-2012, 18.33.00
“Messer Cristansen” disse l'ometto ad Elisabeth “credo lo troverete nella sua casa, visto che ormai ha deciso di rinunciare al suo incarico di Segretario della corte reale. Ma vi consiglio di evitare di farvi vedere in giro con lui... ormai si è attirato un gran numero di nemici qui al Palazzo ed anche la regina pare sia molto in collera con lui. Se volete, posso condurvi dal ministro Berengario, ora è lui, dopo la regina, l'uomo più autorevole di Tylesia. Io vi ho avvertita, poi scegliete voi cosa fare.”

Guisgard
04-06-2012, 18.51.27
Heyto fissò Altea e poi si voltò verso i suoi uomini.
“Il tempo comincia a mettersi per il peggio.” Disse. “Meglio mettere su le tende.”
“Si, signore.”
E gli uomini cominciarono a montare le tende.
“Si, stiamo fortunati.” Fece Heyto, tornando a fissare Altea. “La nostra barca ha navigato senza alcun problema. Forse perchè siamo comunque abituati a spostarci di terra in terra e sappiamo come affrontare le insidie di un viaggio. Per quanto riguarda Tylesia, siamo interessati ai suoi mercati. Infatti abbiamo intenzione di esporre lì le nostre merci. Ma, come ho detto, il tempo volge al peggio. Se volete, possiamo ospitarvi nelle nostre tende, milady.”

Talia
04-06-2012, 18.56.37
Ormai avrei dovuto saperlo che accadeva sempre così... quando ero meno pronta, quando ero più stanca o semplicemente quando meno me lo aspettavo, quando insomma ero con la guardia abbassata era il momento in cui quelle visioni mi coglievano. Sì, avrei dovuto saperlo, ormai! Avrei dovuto impararlo! Eppure non era così... eppure, per chissà quale ragione, quelle visioni riuscivano sempre a cogliermi di sorpresa...
Accadde anche quella volta, ed è per questo motivo che vacillai leggermente...
Sporsi le mani, dunque, e, trovando accanto a me un muro, mi ci appoggiai pesantemente...
Andros, l’abate, quei consigli... e poi i tre uomini che erano entrati... ero sicura di averli già visti... e quando rammentai dove il mio cuore ebbe un sussulto.

“Mi piace questo posto, sai, Talia!” Esclamò Guisgard, destandola da quella visione.

Sorrisi, tornando lentamente alla realtà...
“Davvero?” mormorai.
Guisgard era di buon umore, potevo sentirlo chiaramente... era di buon umore fin dal momento in cui avevamo varcato le porte della città... mi chiesi se ciò dipendesse dal fatto che si sentiva più al sicuro, adesso, o se ci fosse dell’altro...
“Ti piace?” ripetei quindi, muovendo qualche passo verso di lui ed avvicinandomi alla finestra da cui entrava un vento leggero e l’aria fresca delle sera “E cos’ha di speciale questo posto? Perché ti piace? Cosa vedi da questa finestra? Ti prego... oh, ti prego, Guisgard, descrivimi questo luogo... descrivimi ciò che ti piace di più, così sarà come se anche io potessi vederlo!”

elisabeth
04-06-2012, 19.07.50
Ecco, bel consiglio mi aveva dato il Monaco......un'altro che si aggiungeva alla lista delle teste cadenti....alzai gli occhii al cielo e sospirai...." Ho bisogno di vedere Messer Cristansen, ma non so dove sia la sua casa, fatemi un favore accompagnatemi nei pressi...e poi andate via.....ho bisogno di incontrarlo con una certa urgenza........ve ne saro' eternamente grata......."......mentre l'ometto parlava con me....basto' un tocco del mio dito perche' tutto andasse a posto......non avrebbe mai compreso che fossi io l'artefice......di quel piccolo ringraziamento...

Guisgard
04-06-2012, 20.13.59
Guisgard sorrise e prese accanto a sé Talia.
“Respira forte...” disse dolcemente alla ragazza “... senti l'aria pulita? E' anche profumata... assaporala con tutti i tuoi sensi... se riesci ad estraniarti da tutti i tuoi pensieri, potrai sentire l'odore della prima uva, degli albicocchi in fiore e delle querce sferzate dal vento che soffia dai monti... ascolta, Talia... senti questo lieve fiotto? E' un fiume che scorre accanto alla locanda... è talmente trasparente che è possibile quasi contare tutti i ciottoli addensati sul fondo... e poi c'è il castello... è maestoso, solenne e sembra che solo il vento possa volare sopra le sue torri... vorrei portarti in quel castello, Talia... si, vorrei condurti là... vagare tra le sue stanze ed immaginare, anzi sognare, di mille leggende, fatte di amori impossibili... credo che da quelle torri la Luna appaia più vicina che in qualsiasi altro luogo e forse si può addirittura toccare... il borgo comincia ad illuminarsi.” Sorrise. “E le luci soffuse sembrano riflettersi suoi monti vicini che dominano il paesaggio... vi è anche un convento poco più in alto della città...”
In quel momento si udì il rintocco di una campana.

L'osteria era colma di gente ed ovunque si udivano risate e schiamazzi.
“Capitano!” Chiamò una voce. “Capitano Cairius!”
Il militare si voltò.
“Posso presentarvi messer Alfion?” Fece l'uomo, indicando la persona che era con lui. “Egli è un grande combattente e si è guadagnato gli onori della battaglia del Taburn.”
“I miei omaggi, messere.” Con un lieve inchino Cairius.
“E' un onore per me, capitano.” Disse Alfion. “A Faycus non si sente altro che parlare di voi.”
“Si, la gente ama parlare. E spesso a sproposito.” Mormorò Cairius. “Spero almeno che dicano cose non troppo disdicevoli su di me.”
“Solo che siete un grande stratega ed un formidabile cavaliere.” Disse Alfion. “Per questo molti si chiedono il perchè non siate più a capo della Guardia Ducale.”
In quel momento si avvicinò l'oste.
“Milord...”
“Si?” Fissandolo Cairius
“C'è un uomo che chiede di voi. Sta aspettando fuori. Dice che è cosa urgente.”
Gli occhi azzurri di Cairius si accesero con attraversati da un lampo.
“Fate chiamare subito messer Reinz e messer Davis.” Ordinò il militare. “Che attendano al piano di sopra il mio ritorno.”
“Si, milord.” Annuendo l'oste.
Poco dopo, in una stanza al piano di sopra, si ritrovarono due figure.
“Cosa può volere?” Domandò Davis.
“E lo chiedi a me?” Fissandolo Reinz. “Ormai conosci quell'uomo. Più misterioso di Re Riccardo quando tornò dalla Terrasanta.”
“Ah, smettila.” Lo zittì Davis. “Risparmia le parole, visto che in prigione avremo molto tempo libero.”
“Prigione?” Fissandolo Reinz. “Non pronunciare più quella parola.”
“Forse preferisci impiccati?” Scuotendo il capo Davis. “O decapitati? Beh, cambia poco... così doveva finire, l'abbiamo sempre saputo... sin dal principio di tutta questa ignobile farsa...”
“Farsa?” Adirandosi Reinz. “Però non dicevi così quando ti furono promessi i Taddei d'oro e il titolo con tanto di terre e privilegi, amico mio! No, il denaro e i possedimenti sono reali. Eccome se lo sono.”
“Che pazzia ritrovare quella ragazza!” Esclamò Davis. “E ancora più pazzo io che ho accettato tutto questo!”
“Si, è vero...” disse Reinz “... sappiamo che quella ragazza forse giace sul fondo del fiume, o magari sepolta tra questi boschi. Anzi, forse i repubblicani l'avranno venduta al migliore offerente, destinandola così a morire di stenti o forse, peggio ancora, condannata ad essere schiava chissà di chi.”
“Si, lo sappiamo bene che ormai è morta.” Fece Davis. “E sfidare i Taddei è la cosa più stupida e pericolosa che si possa fare.”
“Già e tutto per un ritratto incompiuto...” mormorò Reinz.
Intanto, verso la parte bassa della città, una ragazza vagava solitaria presso il fiume.
Spettri e demoni quasi la chiamavano da quelle acque e specchiandosi la sua immagine le parve deformarsi.
Era pallida e malnutrita, vestita di stracci e sporca.
“E' quella?” Fissandola da lontano Cairius.
“Si, milord.” Annuì il suo servitore.
“Sei sicuro che nessuno la stia cercando?”
“E' una povera matta, milord.” Rispose il servitore. “Secondo me medita anche di togliersi la vita.”
Cairius allora si avvicinò alla ragazza, mentre questa ancora si specchiava nel fiume.
“Salute a voi.” Disse il cavaliere. “E' inutile che fissiate con tanto desiderio quelle acque. Non troverete sollievo e pace. Non lì dentro, almeno.”

Altri rintocchi di campana e Talia si destò da quella strana e inquietante visione.
“Si, davvero bello qui!” Fece Guisgard. “Ed il suo castello sembra magico!”

Altea
04-06-2012, 20.20.35
Sir Heyto ordinò ai suoi di preparare un piccolo accampamento per rifugiarsi dal maltempo che sembrava incombere, e ascoltai il suo discorso sul viaggio del Calars, rimasi pensierosa...nemmeno Goz conosceva cosi bene il Calars, loro sembravano conoscerlo molto bene.
Al suo invito di essere loro ospite sorsero mille perplessità...c'era qualcosa che non mi convinceva molto, ora parlavano di mercanzia da vendere a Tylesia mentre prima parlavano dei nemici di Tylesia e delle ragazze sacrificate...e ne cercavano un'altra ricordai bene.
"Io vi ringrazio sir Heyto, è stato un piacere fare la vostra conoscenza..ma penso che il mio caro cavaliere...sir Fyellon...mi stia aspettando più avanti e devo raggiungerlo." sorrisi cercando di non far capire fosse una bugia e indietreggiai per proseguire il cammino, a costo di prendere la pioggia.

Guisgard
04-06-2012, 20.30.00
L'ometto annuì ed accettò di condurre Elisabeth presso la casa di Cristansen.
E quando furono poco lontani, indicato alla maga l'edificio, l'ometto ritornò al palazzo reale.
Ora Elisabeth era davanti alla casa di colui che era stato il precettore della regina.
E davanti al giardino di quella casa si accorse di una ragazza intenta a leggere un libro.

elisabeth
04-06-2012, 20.40.22
L' ometto fu di parola e solerte....mi accompagno' sino alla casa del precettore.....era una casa su un unico piano...non vi era fumo che usciva dal camino.....ma fuori c'era una ragazza......stava leggendo, era bello poter vedere una donna che leggeva con tranquillita'....." Scusatemi, non volevo turbare la vostra lettura...ma avevo la necessita' di sapere se incasa c'era Messer Cristansen.....dovrei parlare con lui...."....Ero molto imbarazzata.....che cosa gli avrei dovuto raccontare a questo tizzio se mai ci fossi arrivata ?...

Guisgard
04-06-2012, 20.51.24
La ragazza fissò Elisabeth e sorrise.
“Salve.” Disse. “Cercate dunque mio padre? Come mai, se posso chiedere?”
In quel momento uscì un uomo.
Era di gentile aspetto, dai modi garbati e dallo sguardo arguto.
“Cosa accade, Vivian?”
“Questa dama chiede di te, papà.”
“Allora falla entrare.”
La ragazza fece così entrare Elisabeth e suo padre ricevette la maga nella sua biblioteca.
“Allora, milady...” fece Cristansen “... in cosa posso esservi utile?”

Guisgard
04-06-2012, 21.04.11
“Milady, il tempo è ancora incerto.” Disse Heyto ad Altea. “Restate qui con noi, abbiamo provviste e un posto caldo. Inoltre tra breve il mio cappellano celebrerà la Santa Messa. Domattina poi, vi condurremo noi dal vostro amico. Si, vi prego di restare poiché la selva è pericola in queste condizioni. E tra un po' farà buio.”

elisabeth
04-06-2012, 21.19.19
La ragazza aveva gli occhi vivacissimi.....non riuscii a dare risposta quando un uomo si presento' all' uscio........era alto e distinto, cortese nei modi e non sipreoccupo' di chiedermi chi fossi fuori dalla sua casa....ma ebbe la cortezza di farmi accomodare all' interno....era fresca e pulita....ed ebbi una morsa allo stomaco, imbarazzo o fame ?......meglio non chiederselo..." Perdonate se ho disturbato la vostra pace, non mi conoscete...mi chiamo Elisabeth, e non sono una cittadina di Tylesia, sono qui da qualche mese e devo dirvi che ne sono successe di cose......perdonate il mio imbarazzo.....ma per la prima volta nella mia vita io non so neanche da dove cominciare........Sono arrivata da voi dopo essere naufragata, sono stata accolta dalla vostra Regina neimigliori dei modi........ma poi le cose a Tylesia sono cambiate, aria di guerra........non chiedetemi come e perche', ma dovevo trovare due cigni, un mio caro amico rischia la vita, se io non gli portero' i suoi due cigni....la rischia lui e la rischio io........Voi conoscete il Comandante Reas.......un uomo di grande valore e fedelissimo alla sua Regina, tramite una mappa, lui ha riconosciuto dei luoghi dove andava da bambino .... e forse mosso a pieta' si e' prestato di accompagnarmi in questa avventura......in breve....siamo finiti in monastero ..immerso nella selva e li' abbiamo trovato i due cigni, cosi' come la mappa ci aveva indicato.............ma un Monaco ..il cui nome non conosco ha fatto di tutto per impedirci di portarli via...........a tal punto che con una lama avvelenata ha colpito Reas e senza un suo preparato morira'........la sua vita dipende da me.......se io non gli porto il fiore nascosto nel giardino di Tylesia....e' lui che mi ha dato il vostro nome......ha detto che solo voi avreste potuto aiutarmi................vi prego....non so cosa fare............"........dopo tanto tempo il pianto fu per me liberatorio.........

Altea
04-06-2012, 21.22.21
"Credete pure voi che durante la notte la selva si popola di strani fantasmi?? Credete voi negli spiriti? Forse si riempirà di strani esseri provenienti da uno strano mondo sotterraneo che non sono visibili all'uomo di giorno e si mostrano loro solo di notte alle persone pure di spirito" lo guardai sorridendo " D'accordo accetterò il vostro invito, siete molto gentile, ma poi ripartirò domani, non preoccupatevi posso viaggiare sola".

Lilith
04-06-2012, 23.14.51
Quegli uomini mi presero per le braccia con forza, accusandomi di stregoneria senza alcuna motivazione.
Trattenni il mio istinto e non reagii in maniera violenta, ma urlai e mi arrabbiai: "Come potete accusarmi senza motivo! Credete che io sia una strega solo perchè indosso vestiti diversi dai vostri? Non pensate che se fossi stata una maga malvagia vi avrei già uccisi attraverso un sortilegio? Lasciatemi andare e liberate la ragazza che siete intenzionati ad uccidere!" mentre gridavo, il mio sguardo incontrò quello preoccupato di Parsifal, che si stava avvicinando per venire in mio aiuto.

Guisgard
05-06-2012, 02.19.39
“Sei tu a dover dare un nome a questo cavallo, Daniel.” Disse Gaia. “Ora è il tuo destriero. Battezzalo come desideri e vedrai che ti sarà fedele per sempre. Nessuno infatti è mai riuscito a domarlo. E con questo formidabile destriero potrai andare ovunque vorrai.”



A quelle dure parole di Cavaliere25, Tieste e Polidor smisero di litigare.
“Un momento.” Disse l'essere che avevano salvato dal pozzo. “Avete diritto ad un ultimo desiderio ancora.”

Guisgard
05-06-2012, 02.35.46
A vedere Elisabeth in lacrime, Cristansen prese un fazzoletto per poi offrirlo alla maga.
Fece allora portare da sua figlia una tisana calda e qualche biscotto.
“In questa casa” disse Cristansen ad Elisabeth “non vi sono più servitori ed io e la mia famiglia facciamo di tutto per condurre una vita senza troppe mancanze. Purtroppo da quando mi sono dimesso dalla carica di Segretario, ho dovuto rinunciare a molte cose. Fortunatamente i miei familiari si sono adeguati subito a questa forzata austerità. Ho udito il vostro racconto e sono addolorato per il capitano Reas, che conosco e stimo da sempre. Quanto a Ciò che quel monaco chiede... sono sincero, ignoro come egli possa conoscere Ciò che è custodito nel giardino di Tylesia, ma è fuori discussione che la regina possa privare la città del suo Tesoro... ed io posso fare ben poco per voi, visto che il mio nome, per un grottesco disegno della sorte, sembra essersi macchiato di infamia...”
In quel momento ritornò la figlia di Cristansen.
“Papà... ci sono i soldati...”
Cristansen si alzò subito in piedi.
“Vogliate seguirci al palazzo, messer Cristansen.” Fece il capo dei soldati.
“Per quale motivo?”
“Vi sarà esposto tutto solo quando sarete là.”
“Papa!” Scossa Vivian.
“Non temere, figlia mia.” Sorridendo Cristansen.
“Prego, messere.” Fissandolo il capo dei soldati.
“Si, andiamo.”
E lasciarono la casa.
“Milady, perchè?” Rivolgendosi Vivian in lacrime ad Elisabeth. “Cosa vogliano da lui? E' l'uomo più buono che ci sia a Tylesia!”

Guisgard
05-06-2012, 02.45.41
Heyto sorrise a quelle parole di Altea.
“Non mi fanno paura gli spiriti” disse “ma le belve feroci e i serpenti. Per questo vi abbiamo offerto riparo presso il nostro accampamento, milady.”
Poco dopo il cappellano celebrò la Santa Messa e poi tutti loro si sedettero per mangiare.
Alla fine, fu indicata ad Altea la tenda destinata a lei.
“Andate pure a dormire, milady.” Fece Heyto. “Domattina, poi, riprenderemo ognuno il proprio cammino.”
Rimasto solo con i suoi, Heyto diede ordine di preparare il tutto per la partenza fissata all'alba.
“E la ragazza?” Domandò uno di loro.
“Possiede qualcosa...” mormorò Heyto.
“Pensate che possa essere adatta?”
“Forse.”
“Cosa vi rende indeciso, signore?”
“Ormai ne abbiamo viste morire così tante” rispose Heyto “che comincio a credere che tutti i nostri sforzi siano inutili per salvare Tylesia.”
“Cosa decidete allora?”
“Non abbiamo altra scelta...” disse Heyto “... Altea resterà con noi...”
La notte trascorse in fretta e giunse l'alba a rischiarare la selva.

Guisgard
05-06-2012, 02.57.36
Lilith fu spinta verso un albero e legata stretta al suo tronco.
Parsifal, che cercava di difenderla, fu invece colpito da diversi uomini armati con forconi e bastoni.
“Morte alla strega!” Disse uno di quei fanatici.
Redentos, allora, si lanciò in aiuto dei due ragazzi.
Estrasse la spada e ferì un paio di quei facinorosi e altri ne disarmò.
Ma erano tanti e tutti armati.
Con loro avevano anche dei cani che aizzarono subito contro il cavaliere.
In breve anche Redentos fu ridotto all'impotenza.
“Uccidiamo anche gli altri due insieme alla strega!” Gridò qualcuno.
Ma proprio in quel momento, una donna si affacciò dalla torre e cominciò ad agitare le mani, fino a far sorgere folgori dall'aria.
“Via da qui, bestie!” Urlò la donna della torre.
E spaventati quegli uomini fuggirono via.
La donna scese allora dalla sua torre e raggiunse Redentos, Parsifal e Lilith.
Liberò Lilith e si preoccupò delle condizioni di Redentos e Parsifal.
“Spero stiate bene, amici.” Disse la donna ai tre. “Grazie per aver tentato di difendermi. Vi prego, accettate la mia ospitalità.”

Parsifal25
05-06-2012, 04.01.54
"Oh....che dolore...." dissi toccandomi il capo......"certo che è dura fare il cavaliere...." dissi sorridendo.

Ero conciato male, ma ne è valsa pena. Non potevo permettere a quei balordi di ergersi a giudici.....nessuno ha il diritto di farlo.

Andaì verso Lilith e le chiesi: "Ti sei fatta male......ti chiedo scusa per la mia gente....non penso che ti sia giunta una buona impressione.....sempre pronti a condannare tutto e tutti.....per la sola paura e capacità".

"Maestro......come state? Mi spiace averle procurato questi dolori....."

Subito dopo....la donna che ci aveva salvato giunse verso di noi e con un caldo sorriso e calore, ci invitò ad entrare:

"Milady....la ringrazio per il suo intervento ed aiuto. Perdonate la mia reazione, ma non potevo permettere che potessero fare del male a Lilith......"

Improvvisamente, sentì una fitta all'addome.....il dolore era lancinante. E caddi.

elisabeth
05-06-2012, 10.28.52
Le miei lacrime sembravano dispese in una pozza che aveva radici infinite....l'uomo mi parlo' con tutta la bonta' che un buon cristiano ha per un'altro suo simile......dai da bere e da mangiare a chiunque bussi alla tua porta, e io questo avevo fatto.....solo che avevo portato con me un fardello immensamente grande... I soldati entrarono e lo portarono via con un celato rispetto......rimanemmo sole io e la Ragazza..ora le sue lacrime si univano alle mie.
Vivian, questo era il suo nome.....e chiedeva a me perche' la bonta' di un uomo veniva cosi' ingiustamente ripagata.
" Ascolta Vivian...so che in questo momento, tutto ti sembra ingiusto......la paura sta afferrando il tuo cuore e ogni cosa in te trema....l'uomo che ami di piu' al mondo sta subendo un'ingiustizia.....eppure qualcosa mi dice, che le cose andranno per il verso giusto....abbi fede in tuo padre, non temere mai le maldicenze su di lui....cammina sempre con la testa alta......questa sara' la tua risposta al male che gli stanno facendo.......".......La presi tra le braccia in un tenero abbraccio....e poggiai il mio viso sul suo capo...da li' potevo vedere fuori dalla finiestra, avevo perso anche quest'uomo.......e stavo perdendo ogni cosa in cui m'imbattevo..........ero disperata ?...no...mi sentivo inerme ed era terribile....la Regina....dovevo affrontare lei........" Vivian ascolta.......io devo andare a parlare con la Regina.... e devo arrivare da lei prima di tuo padre.....tu conosci un modo per arrivare nelle sue stanze, senza essere viste ?....".......Gli occhi della ragazza ripresero a brillare.......

Altea
05-06-2012, 10.43.45
Heyto sembrava una persona razionale e saggia, finalmente qualcuno che non credeva a leggende dettate da superstizioni.
Ci fu la Messa, pregai la Madonna...perchè potesse avere a cura Barius che ancora non avevo scordato e poi mi recai in tenda.
Non riuscivo ad addormentarmi, sentivo vociferare nella tenda dove si trovava Heyto e i loro uomini, ma preferii non andare ad ascoltare, sarebbe stato troppo pericoloso, finchè il sonno soprraggiunse e mi destai col sorgere del sole dal sonno.
Uscii dalla tenda e cercavo qualcuno per poter vedere il daffarsi, era mia intenzione andarmente, ma certo non da fuggitiva e volevo ringraziare tutti per la ospitalità.

Talia
05-06-2012, 16.53.12
Ascoltai le parole di Guisgard, le pause e le modulazioni della voce... e sorrisi.
Seguendo l’eco di quelle sue parole la mia mente vide tutto ciò che lui descriveva... vidi l’uva e gli albicocchi in fiore, sentii il gorgogliare del fiume ed il rumore del vento che fischiava tra le alte mura di quel castello, le sferzava e poi rotolava lontano verso quel convento, ne accarezzava le forme, ne ridisegnava la sagoma...
Poi all’improvviso tutto mutò.
Fu un attimo... per un istante la mia mente volò via con quel vento e misteriose immagini si mostrarono ai miei occhi...
L’osteria chiassosa, l’odore forte di cibo e di gente, quelle parole, gli occhi azzurri e profondi del capitano Cairius... e poi quei discorsi colti solo in parte, l’allusione ad una pena, ad una farsa e all’azzardo di sfidare i Taddei, ad un quadro incompiuto... quest’ultima cosa attrasse più di tutto la mia attenzione... un quadro incompiuto...
Ma tutto ciò fu presto spazzato via dalle sensazione che mi colsero poco dopo... una ragazza che vagava tra stradine e viottole, fino alle sponde del fiume... la visione mutò allora ed io vidi mille e più immagini, quelle stesse immagini che sconvolgevano la sua mente, che la turbavano, l’eco di ricordi o forse solo di sogni, schegge di luce in un mare di buio... ma lei non era pazza, anche se tutti la credevano tale... no, non era pazza... o forse si?

Altri rintocchi di campana e Talia si destò da quella strana e inquietante visione.
“Si, davvero bello qui!” Fece Guisgard. “Ed il suo castello sembra magico!”

“Sembra magico...” ripetei, quasi senza pensare “E forse un po’ lo è davvero!”
Per un attimo fu il silenzio... mentre quella visione continuava a volteggiare nella mia mente risvegliando mille e più sensazioni ed emozioni... infine, lo sguardo di Guisgard su di me mi riscosse...
“Sai... mi piacerebbe venire con te in quel castello...” mormorai, sorridendo appena “Mi piacerebbe davvero tanto!”

Guisgard
05-06-2012, 17.00.26
I mercanti si erano svegliati presto e Altea li trovò tutti indaffarati con i preparativi per la partenza.
Buongiorno, milady.” Disse Heyto. “Dormito bene? Sentite che bell'odorino? Abbiamo appena preparato una deliziosa colazione. Volete unirvi a noi? Subito dopo ripartiremo.”

Altea
05-06-2012, 17.11.55
I mercanti stavano preparandosi per la partenza, mi si avvicinò Heyto, col solito sorriso..lo guardavo in viso, solitamente non mi fidavo molto di chi mostrava troppa gentilezza all'inizio, io ero sempre restia nel dare subito la mia confidenza.
"Vi ringrazio sir Heyto, siete stato fin troppo gentile, ma io ora devo partire, davvero...grazie per la colazione ma stavolta dovrò rifiutare, spero non l'abbiate a male".

Guisgard
05-06-2012, 17.35.34
Guisgard sorrise a quelle parole di Talia.
“Allora” disse “bisognerà proprio andarlo a vedere.”
Prese la ragazza per mano e scesero al piano terra della locanda.
“Usciamo per un giro in città.” Fece Guisgard guardando il locandiere.
“A dopo, miei signori.”
I due scesero allora in città e visitarono il borgo che correva ad arroccarsi intorno al maestoso castello ducale.
Faycus era una città viva e vivace e le varie botteghe disseminate lungo le stradine donavano colori e profumi a tutto il centro abitato.
Come tutti i luoghi costruiti presso pendici e vallate, anche Faycus offriva una bellissima vista su prati in fiore, foreste rigogliose e borghi adagiati sui monti vicini.
Guisgard descriveva ogni cosa a Talia e più di una volta si erano trattenuti davanti ad un palazzo o ad una chiesa particolarmente caratteristici.
Presero poi la via che conduceva al castello e poco prima di arrivarci, Guisgard si fermò davanti ad un uomo che dipingeva all'angolo della via.
“Manca molto al castello?” Domandò al pittore.
“No, pochi metri, poi bisogna voltare a destra...”
“Cosa dipingete?” Chiese poi il cavaliere.
Il pittore lo fissò.
“Perdonatemi, ero solo curioso...”
Il Pittore sorrise.
“Mi chiedevo come mai non stavate dipingendo il panorama o il castello...”
“Bisogna dipingere ciò che ci ispira.”
“E cosa vi sta ispirando?”
“Una fanciulla.”
“Non vedo alcuna modella però...”
“E non ne vedrete in questo luogo, messere.” Disse il pittore.
“Cosa intendete?”
“In alcuni luoghi vi sono dei fantasmi...” rispose il pittore “... ed anche a Faycus ne abbiamo uno...”

Talia
05-06-2012, 19.06.01
Uscimmo dalla locanda e ci addentrammo per le stradine strette e torture del borgo... era sera e poche persone erano per strada, così potemmo passeggiare con calma... Guisgard descriveva tutto ciò che vedeva, soffermandosi su ciò che più lo colpiva o lo incuriosiva, rispondendo alle mie domande e ad ogni mia singola curiosità...
Poi Guisgard si fermò, come colpito da qualcosa... un pittore, intento nella realizzazione di un’opera... Guisgard si intrattenne qualche istante con lui, incuriosito, ed egli ci rivelò qualcosa che mi sorprese...

“In alcuni luoghi vi sono dei fantasmi...” rispose il pittore “... ed anche a Faycus ne abbiamo uno...”

“Un fantasma?” chiesi subito “Il fantasma di una fanciulla?”
Sorrisi leggermente... complesso era sempre stato il mio rapporto con questo genere di cose, poiché io fin dalla più tenera età avevo sempre avuto a che fare con sogni e visione, immagini dal futuro o ‘fantasmi del passato’ come amava chiamarli il Maestro... e poi c’era l’esperienza che avevamo avuto al Belvedere e di cui non avevamo più parlato... sospirai a tutti quei pensieri...
“Ed è quella fanciulla che state rappresentando?” sussurrai “Voi... voi l’avete, forse, veduta?”

Guisgard
05-06-2012, 19.13.09
Heyto fissò Altea, come a volerle leggere nel cuore e nell'anima.
“Partiremo tutti insieme, milady.” Disse. “Così non vi ritroverete a dover attraversare la selva da sola. Ormai manca poco alla partenza e potrete venire con voi. Saremo lieti di accompagnarvi dal vostro amico cavaliere.”
Fece allora cenno ai suoi e subito prepararono il tutto per ripartire.
“Vedrete che sarà un piacevole viaggio, milady.” Sorridendo Heyto. “Posso farvi un regalo?”
E mise al collo della ragazza un ciondolo con una pietra turchese.

Guisgard
05-06-2012, 19.31.12
A quelle parole di Talia, il pittore fissò il cielo di Faycus.
“Nessuno ha visto mai quella fanciulla, milady...” disse “... nessuno... forse qualcuno l'ha sognata, altri si sono illusi di vedere parte di lei in un sorriso, in uno sguardo o in un gesto... purtroppo, quando desideriamo troppo qualcosa, essa ci appare ovunque, in ogni luogo, in ogni sensazione, emozione e stato d'animo... spesso mai però nella realtà...”
“Parlavate di un fantasma poco fa...” chiese Guisgard.
“E un sogno irrealizzabile” fissandolo il pittore “non è forse un fantasma? Un rimpianto è il peggiore dei fantasmi... è un demone che non da tregua, che ti tortura ogni giorno...” restò poi un attimo in silenzio e alla fine sembrò destarsi da ciò che lo aveva spinto a parlare “... un pittore” sorridendo “ha l'ingrato compito di dover aprire il suo cuore e la sua anima... ed è in quei luoghi che si celano i nostri fantasmi... si, il castello è in quella direzione.” Indicando la strada. “E' molto bello e merita di essere visto. Anche se entrarci non è consentito a tutti.”
Guisgard ringraziò e fissò poi Talia.
“Andiamo a visitarlo allora?” Sorridendole.

Guisgard
05-06-2012, 19.43.40
Vivian fissò Elisabeth e si asciugò le lacrime.
“Entrare dalla regina...” disse “... conosco solo tre uomini che hanno accesso libero al palazzo... il confessore di sua maestà, sir Reas e fino a poco tempo fa mio padre... gli altri per vedere la nostra sovrana devono chiedere udienza, ma non è facile ottenerla... ci vorrebbe un piano per poter entrare nel palazzo... ma quale?”

Talia
05-06-2012, 20.13.53
Quelle parole del pittore mi stupirono... anch’egli parlava di un sogno... un sogno che sembra irrealizzabile, eppure un sogno rincorso, bramato, cercato... il sogno più bello che rischia di trasformarsi nel più terribile e nel più nero dei rimpianti...
Si, mi colpirono quelle parole... mi colpirono molto!
Ma subito l’artista ci precluse la via a qualsiasi altra domanda, indicandoci la via per il castello...

Guisgard ringraziò e fissò poi Talia.
“Andiamo a visitarlo allora?” Sorridendole.

Per un attimo ancora la mia attenzione indugiò su quel curioso individuo... appariva strano alla mia mente, insolito...
Ma solo per un attimo...
Poi sorrisi alle parole di Guisgard.
“Oh, si...” mormorai “Oh, si... ti prego!”
Riprendemmo dunque la stradina in salita verso quel castello...
“Peccato...” sospirai dopo qualche momento “Peccato, però, che non sia concesso entrarvi! Sarebbe stato così bello poterlo visitare... e vedere le sale... e salire sulla torre...”

Altea
05-06-2012, 20.27.13
Heyto mi fissava, uno sguardo indagatore, sembra volesse leggere dentro la mia anima, ma non mi spaventava affatto.
Sbiancai alle sue parole, non ci sarebbe stato Fyellon ad aspettarmi, risposi evasivamente "Sir Heyto, avete ragione, ci sono mille pericoli in giro ed è meglio non viaggiare sola, ho già avuto troppe disavventure, ma penso...che sir Fyellon ormai se ne sia andato, è un tipo particolare, sapete."
Sospirai augurandomi mi credesse quando mi chiese il permesso di farmi un regalo, sgranai gli occhi, non mi diede nemmeno il tempo di rispondere e subito mi trovai al collo uno stupendo ciondolo...di pietra turchese. "E'..bellissima.." dissi sorridendo "sapete il turchese è amato e usato in molti paesi del Medio Oriente, e poi ha il colore del Cielo sereno, ma perchè questo regalo? Non ho fatto nulla per meritarmelo".

Guisgard
05-06-2012, 20.56.35
Guisgard e Talia, giunsero così, poco dopo, davanti al castello.
Lo spiazzo che precedeva l'ingresso era libero e sembrava possibile potersi avvicinare.
“Il portone è semiaperto...” disse Guisgard “... e non vedo nessuno in giro... avviciniamoci...”
Passarono alcuni istanti e nessuno arrivò.
Allora Guisgard, sempre tenendo Talia per mano, si avvicinò alla porta e cominciò a sbirciare attraverso questa.
“Vedo un grande cortile...” mormorò “... fiorito... e poi dei cavalli... ma nessun altro sembra esserci...”
Allora, facendosi coraggio, sospinse la porta ed entrò, sempre con Talia per mano.
Il cortile era spazioso ed alternava arcate con pilastri, a scuderie, fabbriche e posti per il cambio della guardia.
Il camminamento di ronda era merlato e due alte torri congiungevano le mura del maniero, rafforzate ed abbellite da contrafforti e barbacani.
I due passeggiavano tra le ombre delle torri che si allungavano sempre di più, mentre la luce del tardo meriggio disegnava surreali e sognanti riflessi sulle bandiere e sugli stendardi che si agitavano al vento.
Ad un tratto giunsero davanti ad un androne che dava su una vasta scalinata interna.
La curiosità in Guisgard fu molto forte e il cavaliere cominciò a salire quelle scale.
Non diceva nulla a Talia, limitandosi a stringerle la mano.
“E' bellissimo qui, Talia...” sussurrò all'improvviso “... si, bellissimo...”
Alla fine si ritrovarono su un largo balcone che dava sulla corte interna.

Le verdi colline di Sygma sembravano disseminarsi su un paesaggio infinito, tappezzato da faggi, olmi, cipressi, da ampie distese di girasoli che parevano seguire il cammino del Sole e lussureggianti vigneti che come un manto animavano, resi vivi dal vento che quasi continuo soffia su quei luoghi, quello scenario.
Di tanto in tanto, come voluti da un immaginario pittore, spuntavano in lontananza isolate sagome di casali, castelli o chiese che parevano così rompere l'incantata atmosfera di cui erano intrise quelle terre.
Non di rado un viaggiatore poteva imbattersi in una cappellina o piccola cripta ai margini di una stradina o nel punto in cui una via diveniva sentiero e finiva per serpeggiare nei meandri sconfinati di quelle contrade.
E una di queste, dedicata a San Michele e che riproduceva l'immagine della cupola della sontuosa cattedrale della capitale sygmese, dominava una piccola collina sferzata dal sognante Sole pomeridiano.
“Qui sorgeva la città fantasma...” disse Chymela “... proprio qui, dove ora si trova la cappella all'Arcangelo Michele... ed è tutto ciò che resta della città di Altafonte...”
La principessa stava seduta nell'erba, all'ombra di un alto albero e con lei vi era Andros, intento a giocare con i capelli di lei attraversati dai riflessi del Sole.
“Volle sfidare il potere della capitale” continuò la principessa “e per questo fu rasa al suolo... da allora domina, su queste terre, il divieto di costruire, con la sola eccezione della Cappella di San Michele.”
“Allora dobbiamo ascoltare il vento?” Sorridendo Andros.
“Perchè mai?”
“Perchè si dice” spiegò Andros “che il vento porti con sé il lamento delle anime inquiete...”
“Si, forse bisognerebbe ascoltare quando si arriva in questo luogo... non è un privilegio concesso a tutti...”
“Sento già di amare questo luogo.” Disse il taddeide. “Così bello, sognante ed intriso di antiche leggende. Mi sento come quegli eroi dei poemi antichi, in balia della sorte, contro tutto e tutti e pronti a riscattarsi davanti al mondo, magari ritornando a casa e ritrovando la donna amata.”
Chymela sorrise.
“Vi è anche un'altra leggenda...” sussurrò poi lei “... una leggenda dimenticata forse anche dal vento...”
“Il vento non dimentica mai nulla...” mormorò Andros “... di quale leggenda parli?”
“Prima di essere distrutta” disse Chymela “gli abitanti di Altafonte riuscirono a portare fuori dalle mura della città tutto ciò che di prezioso era conservato in essa... e nascosero quell'inestimabile tesoro proprio qui intorno, almeno stando a quella leggenda...”
“Davvero?” Con un sorriso lui. “Anche un tesoro? Allora questo luogo è davvero perfetto per me!”
“Ah, si?” Voltandosi lei. “E perchè mai, mio signore?”
“Beh...” tornando a giocare con i capelli di lei lui “... c'è San Michele... il mito di una città fantasma... ed il suo inestimabile tesoro nascosto chissà dove... forse, chissà, proprio sotto dove siamo seduti noi ora...” rise.
“Io credo che questo luogo sia magico.” Fissando la cappella Chymela.
“Si, è come il cuore...”
“Il cuore?” Ripeté lei.
“Si...” annuì lui “... questo luogo conosce tante cose, ha visto ed udito la gioia di molte persone, fino al loro dramma e alla disfatta di un mondo... è battuto dal vento che gli rammenta di quella storia e nel suo ventre forse racchiude davvero quel tesoro perduto... si, questa terra è come il cuore...”
“Perchè il cuore?”
“Perchè il cuore” rispose Andros “proprio come questa terra è custode di tante cose... conosce la nostra gioia, la nostra paura, i nostri desideri e tutti i nostri sogni... e proprio come questa terra, il cuore può custodire un tesoro inestimabile...”
“Quale?”
“Ciò che proviamo...” sussurrò Andros “... i nostri sentimenti, il nostro amore...”
Lei si voltò e lo guardò senza dire nulla.
Lui allora la baciò con passione.
“Principe...” mormorò all'improvviso qualcuno.
Era un mercante di colore.
“Principe, acquista qualcosa.” Fece il mercante. “Qualcosa di bello per la tua principessa.”
“Non sai che non si deve interrompere un bacio?” Fissandolo Andros. “Ora dovrò baciare da capo questa bellissima principessa... oppure tornerà subito ad essere una rana.”
“Che scemo!” Ridendo Chymela.
“Per questo ho parlato adesso, principe.” Sorridendo il mercante. “Perchè tu sei felice e non mi sgriderai. E perchè così, forse, comprerai qualcosa.”
“Sei furbo, amico mio!” Esclamò Andros. “Su, vediamo cos'hai di interessante... vedi qualcosa che ti piace, bella principessa?”
“Non saprei, mio signore.”
“Questa!” Esclamò Andros. “Sembra la lampada delle favole! Da piccolo ho sempre sognato una così per giocarci!”
“Ti piacevano le lampade?” Domandò Chymela.
“Non le normali lampade.” Rispose Andros. “Ma una come questa.”
“Cos'ha questa di speciale?”
“Somiglia a quella di Aladino...” prendendo la lampada Andros “... conosci quella favola?” Fissando Chymela.
“Si...” sussurrò lei “... ma voglio sentirla raccontata da te...”
“Tutto comincia in una grotta piena zeppa di oro e gioielli...” disse lui “... piena di meraviglie e di oggetti preziosi... proprio come questa terra...”
Chymela lo ascoltava come rapita.
“Ma Aladino fu attratto solo da un oggetto...” continuò lui “... un oggetto magico, capace di realizzare qualsiasi desiderio...”
“Barattò tutto per una semplice lampada...” sorridendo Chymela.
“Si...” annuendo Andros “... poiché quella lampada custodiva qualcosa di meraviglioso... come i sogni...”
“E cosa fece con quella lampada?”
“Oh, realizzò i suoi desideri più sfrenati!” Esclamò lui. “Divenne un potente principe, amato, temuto e rispettato. Solo una cosa gli mancava per essere felice...”
“Cosa?”
“Una bellissima principessa...” sorridendo lui “... una principessa che aveva visto una mattina mentre attraversava il bazar... lui era ancora un povero ragazzo e lei, con un solo sguardo, gli rubò cuore e anima... allora, chiese al genio della lampada di farsi condurre da lei, davanti al suo palazzo... era una serata stella, con una meravigliosa Luna piena... strofinò la lampada e per magia il genio lo trasportò fino al palazzo reale... e lui fece poi svanire il genio...”
“Perchè?” Chiese lei.
“Perchè non aveva bisogno della magia per conquistarla.” Fissandola Andros. “No, non occorreva il potere della lampada per arrivare al suo cuore... certo, il genio gli aveva donato ogni ricchezza, ma il cuore della sua principessa era già intriso di magia e solo l'amore poteva conquistarlo... allora Aladino prese con sé la principessa e la condusse, col suo tappeto magico, oltre i palazzi e le torri della meravigliosa Bagdad... al di sopra delle nuvole rese argentate dalla Luna, volando tra il cielo chiaro di stelle ed il mare infinito, fino a raggiungere le bianche dune del deserto, tra miraggi millenari e oasi sgorganti di fresche acque trasparenti... e qui le sussurrò eterne parole d'amore, capaci di fermare il tempo e scandire, con il loro magico suono, ogni attimo della vita... e alla fine di quella magica notte, Aladino salutò così la sua amata... con queste parole... stanotte, amore mio, ti ho riscattata dall'amore di ogni tuo caro... perchè nessun altro, da ora in poi, potrà, saprà e vorrà amarti come ti amo io...”
Chymela sospirò e fissò il suo Andros con i suoi occhi luminosi.
“Oh, Andros...”
Ma in quel momento uscì la balia di lei dalla Cappella di San Michele.
“Milady, dove siete?” Chiamò la donna guardandosi intorno.
“E' l'ora, devo andare...” disse Chymela ad Andros.
Egli non rispose nulla, limitandosi a sorridere malinconicamente.
“Ma presto ci rivedremo...” sussurrò lei.
“Quando?”
“Lunedì, mio signore...”
Lei allora, portandosi una mano sulle labbra, gli mandò un dolce bacio e poi corse via, lasciando Andros a fissarla con in mano ancora la lampada di quel mercante.
“Principe...” fece questi “... comprerai qualcosa? Vuoi questa lampada?”
“Dimmi che è magica e ti crederò...” disse Andros “... dimmelo e ci crederò davvero... e la strofinerò, per chiedere che sia ogni giorno Lunedì... per sempre...”

"Chi siete voi?" Disse una voce, sorprendendo i due sul balcone. "Come siete entrati? C'è la morte per chi entra nel castello senza il consenso di lady Vicenzia!"

cavaliere25
05-06-2012, 23.10.43
io non ho desideri da chiedere e ora andiamocene abbiamo cosi piu importanti da fare forza muoviamoci e mi incamminai

Lilith
05-06-2012, 23.36.49
In poco tempo la situazione si cambiò completamente. La donna che quei contadini volevano uccidere riuscì ad intimorirli ed a farli scappare.
"Grazie..." balbettai io mentre cercavo di riprendermi dallo spavento, rivolgendomi a Parsifal ed a Redentos.
Accennai un inchino impacciato alla donna che i contadini avevano imprigionato e la ringraziai, chiedendole come fosse riuscita a spaventarli in quel modo.
Non fece in tempo a rispondermi, perchè Parsifal cadde a terra.
Vidi che aveva le mani sull'addome, quindi mi gettai in ginocchio accanto a lui e gli chiesi: "Parsifal... cos'è accaduto?"

Talia
06-06-2012, 01.04.16
Guisgard mi portò fino alla piazza e lì si fermò... era vagamente teso, lo sentivo... ma era deciso a proseguire. Attese per qualche attimo, come valutando la situazione... poi disse che il portone era aperto e riprese a procedere in quella direzione...
Io lo seguivo senza una parola... ero emozionata ed il cuore mi batteva forte... una vaga eccitazione mi faceva battere il cuore quando spinse il battente ed entrammo nella corte... eppure non dissi niente: mi fidavo ciecamente di lui ed il solo fatto che fosse lì mi faceva sentire tranquilla.
Salimmo una scala e giungemmo su di una terrazza... Guisgard era entusiasta, ed io con lui...
Sospirai...
E fu allora che quella visione mi colse... vidi Andros e Chymela su quella collina, vidi la cappella dalle pareti candide... e fu di nuovo una visione potente e assolutamente travolgente, una visione che mi rapì totalmente e che mi portò per un attimo via da lì. Era una curiosa emozione: ero su quella collina ma ero anche a Faycus, la mia felicità si confondeva con quella di Chymela ed i suoi sospiri erano i miei...

"Chi siete voi?" Disse una voce, sorprendendo i due sul balcone. "Come siete entrati? C'è la morte per chi entra nel castello senza il consenso di lady Vicenzia!"

Quella voce improvvisa mi trasse fuori da quella visione e mi fece sussultare violentemente...
I miei occhi si spalancarono spropositatamente, dunque, e le mie mani strinsero forte il braccio di Guisgard, in cerca di sicurezza. Non osavo parlare e non osavo muovermi, quasi non osavo respirare... solo la sua presenza mi permetteva di non sprofondare nella paura che mi aveva colta.

Parsifal25
06-06-2012, 01.10.38
"Damigella cara....." dissi ansimando. "Non temete......succede spesso......ma......stavolta credo di aver esagerato........"

Sicuramente....vi chiedete cosa possa essere......ebbene è il prezzo che bisogna pagare, quando ci si rivolge alle lettere dei Longiniu. Il mio maestro, molte volte mi ha illuminato e avvisato sui segreti e la maledizione della sua scrittura.....

"Parsifal.....ricorri a questo espediente solo quando vi è in gioco la sopravvivenza dell'anima......la scrittura risale agli antichi scritti della terra degli dei del Nord.....è stata ideata dalla elitè dei cavalieri asgardiani..... richiede un dispendio di energia.....non magica, ma umana.....talune volte....anche la vita...."

Sudavo freddo ma non potevo far preoccupare la mia compagna:
"La ferita si rimarginerà presto......" strinsi i denti dal dolore ed urlaì.....

Guisgard
06-06-2012, 03.34.55
Parsifal fu preso sulle spalle da Redentos e condotto, seguendo la donna che li aveva salvati, fin nella torre.

La nebbia scendeva in maniera sempre più decisa sulla selva, tanto fitta da rendere impossibile a Parsifal di riconoscere la strada che stava facendo.
Ad un tratto si accorse di non essere più nella selva, ma in una città.
Attraversava infatti una strada solitaria, silenziosa ed avvolta da una strana inquietudine.
Poi tre rintocchi di campana lo destarono dai suoi pensieri.
Da lontano vide alcune figure che vagavano silenziose.
Tentò di raggiungerle, ma esse entrarono in una chiesa la cui porta fu poi chiusa.
Accanto all'ingresso, Parsifal vide tre sagome intenta a fare qualcosa.
Stavano giocando ai dadi.
Ad un tratto uno dei tre si accorse di Parsifal.
“Il gioco...” disse “... vi piace giocare? Volete partecipare? Se si, allora dovete puntare... sono in palio le anime di coloro che vivono a Tylesia...”

In quel momento Parsifal riprese i sensi e trovò accanto al suo letto Redentos, Lilith e la misteriosa donna della torre.
“Come stai, ragazzo?” Domandò Redentos. “Ti senti meglio?”
“Massì...” sorridendo la donna “... sono sicura che si sente meglio e presto riotterrà le forze...”
“Grazie di tutto, milady.” Disse Redentos alla donna. “Ma perchè volevano uccidervi quegli uomini?”
“E' una lunga storia...” rispose lei “... lunga e vecchia... come il mondo... ma permettetemi di presentarmi... il mio nome è Granblu...” fissò poi Lilith “... ciò che cerchi non è lontano, ma difficilmente riuscirai a portarlo con te, ragazza mia...” disse col pensiero e solo la ragazza sentì queste sue parole “... lo so, puoi ascoltare le voci... lo so...” e sorrise.

Guisgard
06-06-2012, 03.37.47
Cavaliere25 era deciso a proseguire.
Anche Tieste e Polidor annuirono e si misero a seguirlo.
“Bene.” Disse Alberico il falco. “Avete deciso dove andare? Ritorniamo a Tylesia o preferite fuggire verso la selva?”

Guisgard
06-06-2012, 03.48.43
“Perchè siete una ragazza speciale.” Disse Heyto ad Altea. “E questo ciondolo ha il potere di proteggere chiunque lo indossi.” Sorrise. “Bene, sarà meglio mettersi in viaggio. Tylesia ci attende.”
La carovana si mosse e tutti loro partirono.
Heyto, seduto accanto ad Altea, prese una cetra e cominciò a suonare.
Poi a cantare questa enigmatica canzone:

“Gli occhi delle ragazze...
Non sono rondini, né cigni, ma bianche colombe...
Solcano i cieli e si perdono nel terso azzurro, come nel purpureo tramonto...
Gli occhi delle ragazze...
Si lasciano guardare ed anche amare se sai osservarli...
ma ti concederanno un solo volo nei loro colori, non smarrirti o li perderai...
Gli occhi delle ragazze...
Sanno sorriderti ed incantarti, ma talvolta anche piangere...
Dovrai ascoltarli e consolarli, poiché hanno bisogno di te, delle tue carezze e del tuo affetto...
Gli occhi delle ragazze...
Non abbandonarli mai, perchè vivono per te e dei tuoi sogni...
Gli occhi delle ragazze...
Non dimenticarli, potresti non perdonartelo mai...

E alla fine di questo canto, Altea, fissando Heyto, si accorse che egli stava piangendo.

Guisgard
06-06-2012, 04.09.55
“Sto aspettando una risposta.” Disse il soldato, mentre puntava il suo sguardo inquisitorio su Guisgard e su Talia.
“Veramente...” mormorò Guisgard, mentre col suo corpo tentava di fare scudo a Talia “... volevamo vedere il castello...”
“Come siete entrati?” Con voce severa il soldato.
“Il portone...” fissandolo Guisgard “... era aperto e...”
“Stai mentendo, gaglioffo!” Urlò il soldato. “Siete entrati strisciando, ecco come!”
In quel momento arrivarono altri due soldati.
“Cosa succede?” Chiese uno di loro.
“Ho scoperto questi due ladruncoli.”
“Allora gli daremo una lezione.” Disse uno dei due nuovi arrivati.
Si avvicinò a Talia e la prese per un braccio.
“Non osare toccarla, bastardo!” Gridò Guisgard, colpendolo poi con un pugno.
Gli altri due soldati, allora, lo bloccarono e cominciarono a picchiarlo forte, fino a farlo cadere a terra, dove continuarono a pestarlo con calci e a colpirlo con il legno delle loro lance.
“Che sta succedendo?” Arrivando un altro individuo, abbigliato con abiti sfarzosi.
“Abbiamo scoperto due ladruncoli nel castello, messer Paolo.”
“Dategli una lezione e poi incarcerateli.” Disse Paolo. “Anzi... metteteli alla gogna... e lasciateli là fino a domani. Poi mozzerete loro mani e piedi.”
“Si, messere.”
Ad un tratto si ud' un campanellino.
Paolo allora, scattò e corse via.
“Cosa accade?” Domandò una voce nel corridoio.
“Solo due ladruncoli, milady.” Rispose Paolo.
“Due ladri?”
“Si, un ragazzo ed una ragazza.”
“Una ragazza?”
“Si, milady.”
“Voglio vederla.”
“Subito, milady.”
Allora Paolo ritornò sul balcone.
“Presto, lady Vicenzia vuol vedere la ragazza.” Disse ai soldati. “Portatela subito dalla duchessa.”
“E di lui cosa ne facciamo?” Domandò uno dei soldati indicando Guisgard a terra.
“Mettetelo alla gogna fino a domani.” Ordinò Paolo. “All'alba gli mozzerete mani e piedi.”
I soldati annuirono.
Due portarono via Guisgard, mentre il terzo condusse Talia dalla duchessa.
Giunti in una grande sala, lasciarono lì la ragazza.
Con lei vi era anche Paolo.
“Ecco la ragazza, milady.” Disse l'uomo.
“Fatela venire avanti.” Con un cenno la duchessa.
Era seduta di spalle e fissava una finestra.
Paolo allora condusse Talia davanti alla duchessa.
“Ora uscite.” Disse la donna a Paolo.
“Qual'è il tuo nome?” Domandò la duchessa a Talia appena furono sole. “Perchè siete entrati con l'inganno nel castello'”

Altea
06-06-2012, 10.27.24
Rimasi stupita dalle parole di Heyto...per lui ero una ragazza speciale, mentre io mi consideravo una comune ragazza. "Coraggio Altea" pensai "ne hai superate di avventure e questi uomini hanno detto ti riporteranno a Tylesia...e devi farti forza".
"Grazie sir Heyto, accetto volentieri il vostro dono prezioso, so che questa pietra..o minerale..è un protettore."
Partimmo e Heyto iniziò a cantare e suonare una triste melodia:

"“Gli occhi delle ragazze...
Non sono rondini, né cigni, ma bianche colombe...
Solcano i cieli e si perdono nel terso azzurro, come nel purpureo tramonto...
Gli occhi delle ragazze...
Si lasciano guardare ed anche amare se sai osservarli...
ma ti concederanno un solo volo nei loro colori, non smarrirti o li perderai...
Gli occhi delle ragazze...
Sanno sorriderti ed incantarti, ma talvolta anche piangere...
Dovrai ascoltarli e consolarli, poiché hanno bisogno di te, delle tue carezze e del tuo affetto...
Gli occhi delle ragazze...
Non abbandonarli mai, perchè vivono per te e dei tuoi sogni...
Gli occhi delle ragazze...
Non dimenticarli, potresti non perdonartelo mai..."

Già, pensai, guardare negli occhi è scoprire l'anima di una persona ma si deve avere una dote innata per saperlo fare, non tutti ci riescono, guardai Heyto e vidi rivoli di lacrime amare sul suo volto, rimasi in silenzio, poi mi feci coraggio..."Heyto..posso chiamarvi cosi? che succede? che attanaglia il vostro cuore per farvi piangere..quella canzone era stupenda, forse vi ricorda la vostra amata?"

Talia
06-06-2012, 13.59.16
Accadde tutto in fretta... la voce di quel soldato, le parole di Guisgard, poi mi sentii afferrare per un braccio e gridai... urla, voci, colpi, parole cariche di rabbia e di disprezzo...
“Guisgard...”
Lo sentii cadere a terra e venir colpito e colpito ancora... non vedevo ed ero tanto spaventata che la mente e gli altri sensi non riuscivano a sopperire a tale mancanza...
“Basta!” imploravo, tentando di divincolarmi dalla presa di quel soldato “Basta, vi prego... smettetela... lasciatelo stare...”
Ma tutto sembrava perduto: nessuno ci ascoltava, nessuno ci credeva...
Poi accadde una cosa del tutto inattesa.
Giunse un altro uomo, messer Paolo, il quale disse che la duchessa voleva vedermi... ne rimasi sorpresa e stupita... voleva vedere me? La duchessa? Perché?
Ma non avevamo molta scelta... sentii i soldati portare via Guisgard quasi di peso e rabbrividii... mi sentivo male, non riuscivo a non pensare che era colpa mia se eravamo lì, che era colpa mia se si era convinto ad entrare in quel castello e che sarebbe stata tutta colpa mia se gli fosse accaduto qualcosa... non potevo pensarci... Guisgard si era sempre preso cura di me e non aveva mai permesso che mi accadesse niente di male... ed ora...

I miei occhi erano lucidi e spaventati, eppure qualche cosa di fermo e deciso vi era in essi...
Le mie labbra sfiorarono le sue ancora per un momento... tremavo... e mi sforzavo di non pensare a quanto tempo sarebbe dovuto trascorrere prima che avessi potuto vederlo di nuovo, prima che avessi potuto baciarlo ancora... tanto tempo, troppo...
Ma era necessario.
“Ora vai...” sussurrai infine, allontanandomi da lui di mezzo passo “Vai, ti prego! Vai, prima che sia troppo tardi!”
Lui mi osservava... mi avevano sempre colpita quei suoi occhi incredibilmente azzurri e quello sguardo così profondo... ad un tratto aprì bocca per parlare, ma io non glielo permisi, poggiando due dita sulle sue labbra...
“No!” mormorai, precedendolo “No, Amor mio, ti prego!”
Sospirai...
“So ciò che vuoi dire. So ciò che pensi... ma restare ancora qui è troppo pericoloso per te... i soldati di mio padre hanno già rischiato di catturarti più di una volta e se resterai ancora qui... oh, Andros... io temo che prima o poi ci riusciranno. E sai cosa ne sarebbe di te dopo! Ed io non posso permetterlo... non posso permetterti di farti catturare ed uccidere... no... neanche tu puoi chiedermi di sopportare questo! Io non sopravvivrei se ti accadesse qualcosa! Perciò devi partire... devi tornare a Capomazda... devi allontanarti da me...”
“Questa...” sussurrò lui dopo qualche istante “Questa è una prova troppo ardua, mia signora! Una prova troppo dura persino per il più valoroso dei cavalieri!”
I miei occhi si riempirono di lacrime, allora, ed io tornai ad stringermi a lui...
“Lo so...” mormorai, con la voce che tremava “Lo so, mio signore, mio dolce Amico... lo so... ma tu la compirai lo stesso, per me!”
Attimi di silenzio seguirono... di quel silenzio eloquente, più vivo di mille e più parole e discorsi, ma che di parole non aveva bisogno...
“E’ ora, signore!” disse all’improvviso una voce.
“Mi aspetterai, Chymela?”
“Per sempre, Andros. Per sempre!”

Giunti in una grande sala, lasciarono lì la ragazza.
Con lei vi era anche Paolo.
“Ecco la ragazza, milady.” Disse l'uomo.
“Fatela venire avanti.” Con un cenno la duchessa.
Era seduta di spalle e fissava una finestra.
Paolo allora condusse Talia davanti alla duchessa.
“Ora uscite.” Disse la donna a Paolo.
“Qual'è il tuo nome?” Domandò la duchessa a Talia appena furono sole. “Perchè siete entrati con l'inganno nel castello'”

Uscii di soprassalto da quella visione... ancora tremavo... l’angoscia di Chymela si confondeva e si sovrapponeva alla mia per la sorte di Guisgard, ormai... ero confusa... e mi sentivo come smarrita.
Quella domanda, tuttavia, così semplice e diretta, mi apparve come un’ancora...
“Io...” mormorai allora, sollevando gli occhi nella direzione da cui mi pareva provenisse quella voce di donna “Io mi chiamo Talia... e non siamo affatto entrati con l’inganno!”
Esitai appena un momento, poi sospirai...
“Vedete, signora... la colpa è mia! Questa sera, giungendo in città, abbiamo trovato alloggio alla taverna. Da lì, dalla finestra della stanza, si poteva vedere il Castello... ed io... io, scioccamente, ho detto a Guisgard che mi sarebbe piaciuto vederlo! Non credevo di far danno... E poi quando siamo giunti qui di fronte ed il portone era aperto, lui... ma non è stata colpa sua, milady! Lui voleva solo accontentare me. Si è sempre preso cura di me, ha sempre cercato di esaudire i miei desideri, anche quelli più sciocchi... ed ancora più adesso, da quando...” la mia mano corse ai miei occhi, ma non terminai la frase.
“Vi prego, milady...” ripresi allora a dire, mentre calde lacrime mi rigavano le guance “Vi prego... siate buona! Vi prego, non lasciare che venga punito... quell’uomo ha detto di metterlo alla gogna e poi di tagliargli le mani... ma lui non ha fatto niente! Non volevamo rubare, ve lo giuro... volevamo solo vedere! Oh, milady... vi supplico... punite me, semmai. Sono io che ho espresso quel desiderio così sciocco, io che gli ho chiesto di venire qui... dunque, se vi è una colpa, è mia! Fate punire me, milady, non lui... non lui, vi prego! Lui non ha fatto niente!”
Ero disperata, sfinita, spaventata... avevo parlato in fretta, come un fiume... e quando infine tacqui, scivolai a terra, come svuotata.

elisabeth
06-06-2012, 17.55.46
C'era poco da stare allegri,sembrava impossibile entrare nella stanza della Regina....Reas non c'era e il precettore era stato portato via dalle guardie.......ma il confessore.....il confessore aveva accesso,e doveva essere un frate....." Vivian,il confessore della Regina dovrebbe essere un Frate e se io mi travestissi da frate, non avrei problemi..potrei incontrare la Regina.....ma dove troviamo due sai ?......dovrai venire con me...e tu sei molto conosciuta, piu' di me...non abbiamo altra scelta,devo parlare con lei....."........Non avevo altra scelta, e non mi sembrava neanche una bellissima idea...ma non mi veniva in mente niente altro.....e dovevo stare lontana dalle grinfie di Guxio.....mi sentivo braccata......Vivian sembrava la mia unica speranza

Parsifal25
07-06-2012, 01.24.28
Caddi in un sonno profondo..... da tempo non riposavo come si deve anche se la situazione non era della migliori.....

Non intesi se ero sveglio o dormivo, ma ad un tratto mi ritrovaì nella selva i cui ero....non vi era nessun altro a parte me. Il tutto era circondato da una sinfnia silente e misteriosa; improvvisamente la scena cambiò radicalmente.....ero entrato in città.

Non conoscevo la zona, ma qualcosa mi tornò familiare....mi volsi verso il viale e sentì tuonare le campane di una chiesa: "Misericordia....il richiamo di Tylesia....", corsi verso l'entrata e vidi uomini che giocavano a dadi......si divertivano, ma non scommettevano a taddei bensì in "anime"......cosa voleva dire.....una cosa era certa....la guerra in Tylesia avrebbe macinato anime a fiotti.....

Era un avvertimento....forse una chiave di lettura per la mia parte in Tylesia.....ma....quale poteva essere il mio ruolo.....

Mi destaì di soprassalto, non riuscivo a comprendere quelle immagini....mi giraì intorno e mi ritrovaì in un letto e in una casa, accanto vi era il mio Maestro che mi chiese come stavo.....ed io risposi:

"Meglio.....anche se stavolta ho rischiato grosso". Vi era anche Lilith e la salutaì sorridendo:
"Buongiorno damigella.....la ringrazio per essermi stata accanto. Non lo dimenticherò, perdonatemi se vi ho spaventata."
"Ringrazio anche lei Milady......grazie per le sue cure e la vostra ospitalità...anche se la mia mente è piena di pensieri......quale è il mio ruolo" ed alzandomi misi la mano vicino alla fronte.

Guisgard
07-06-2012, 02.06.04
Heyto con ancora gli occhi lucidi cominciò a fissare Altea.
“Perdonatemi...” disse non volevo rendervi triste con quel canto... certo che potete chiamarmi Heyto... no, il canto non mi rammenta la mia amata... ma mi sussurra il ricordo di tante ragazze strappate alla vita... sono per loro queste mie lacrime... ed anche per voi, Altea... si, piango anche perchè, probabilmente, la vostra morte è l'unica speranza di salvezza rimasta a quella città...”

Guisgard
07-06-2012, 02.14.16
Vivian annuì a quelle parole di Elisabeth.
“E sia.” Disse la ragazza. “Vi aiuterò ad entrare a palazzo...”
Corse allora a cambiarsi d'abito, indossando un vestito più adatto per una visita a corte e ritornò poco dopo dalla maga dei boschi.
“Milady...” fissando Elisabeth “... quando giungeremo al palazzo, sappiate che sentirete dire molte sul conto di mio padre... ma si tratta solo di menzogne... egli è il migliore degli uomini...”
Si incamminarono allora verso il palazzo.
Giunte lì, Vivian condusse subito Elisabeth verso la cappella di corte.
Qui non videro nessuno, ma trovarono alcuni sai su un tavolo.
“Ecco i vostri sai, milady.” Mormorò Vivian.

Guisgard
07-06-2012, 02.26.51
“Presto sarai di nuovo in forze.” Disse Redentos a Parsifal.
“Dove siete diretti, cavaliere?” Chiese Granblu a Redentos.
“A Tylesia, milady.” Rispose il cavaliere. “Sto cercando mia moglie.”
“Comprendo...” fece lei “... ma dovete essere vigili, quella città è stretta in una morsa...”
“Conoscete Tylesia?”
“Si, cavaliere.” Annuì la donna. “E so che corre un grande pericolo...”
“Si, sappiamo che è sotto assedio.” Disse Redentos. “Mi chi sono i suoi terribili nemici? Si dice siano esseri sovrannaturali, forse demoni.”
“I veri demoni che minacciano Tylesia” fissandolo lei “sono celati fra le sue alte e belle mura...”
“Non comprendo, milady...” inquieto Redentos “... ma voi sembrate conoscere molte cose...”
“Vi ingannate.” Fece lei. “Io so solo che è conservato Qualcosa in quella città... Qualcosa di infinitamente prezioso...”
“Forse un Tesoro?”
“Si...” annuì la donna “... un Tesoro...”

Guisgard
07-06-2012, 03.13.49
“Ho sempre visto con fastidio” disse lady Vicenzia a Talia “le ragazze svenevoli e deboli. Un portone aperto non è un invito ad entrare ed un castello non è una chiesa dove è consentito a tutti di accedervi. Gli animali entrano dove vogliono, incuranti delle leggi cortesi, morali e giuridiche che esistono fra gli uomini. E dunque potrei comprendere solo se mi trovassi davanti a degli animali. Siete animali? Devo allora trattarvi come tali?” Finalmente si alzò da suo seggio che dava le spalle a Talia e si avvicinò alla finestra.
Era una donna anziana, ma dalla bella presenza.
Aveva lo sguardo severo e l'espressione austera.
“Ora ricomponiti e vieni avanti, in modo che possa vederti meglio.” Fissando Talia.

La ragazza sorrise.
“Oh, vi chiedo scusa!” Portando una mano alla bocca. “Mi sono mossa di nuovo! Di questo passo non finirete mai la vostra opera e la duchessa andrà su tutte le furie...”
“Comprendo” fissandola l'artista “che siate stanca... è una bella mattinata di Sole ed io vi costringo a restare su questo balcone a posare per me.”
“No, a me piace.” Disse lei. “Questo castello è bellissimo. E poi, non so, provo una curiosa sensazione a pensare che una parte di me sarà racchiusa in un'opera d'arte..”
“Opera d'arte?” Sorridendo l'artista. “Eh, siete troppo buona! Spero che la duchessa sarà altrettanto generosa alla fine del mio lavoro!”
Lei però, ad un tratto, chinò il capo e sembrò rattristarsi.
“Cosa avete?” Chiese l'artista.
“Pensavo...”
“A cosa?”
“E se non sarò io la ragazza del ritratto?”
L'artista si alzò e si avvicinò a lei.
“Se guardando quel quadro” continuò lei “non mi riconoscerò? Voi siete un grande artista e sapete di certo abbellire ogni cosa... lo farete anche con me ed alla fine non sarò io la ragazza che apparirà nel ritratto...”
“Voi siete molto bella.” Disse l'artista.
“Lo pensate davvero?”
“Certo.”
“Guardatemi...” sospirando lei “... non eccello in nulla... rido spesso, forse anche troppo... ed i miei occhi... non sono di nessun colore particolare... si dice che i Taddei abbiano gli occhi chiari, quasi un segno della loro nobile stirpe...”
“Ascoltate...” disse l'artista “... vi trovate qui perchè siete una ragazza speciale...tutto in voi è particolare, unico... soprattutto i vostri occhi... e sapete qual'è il mio compito? Ciò che sancirà il successo o il fallimento della mia opera?” Sorrise. “Il mio compito è quello di imprimere, così come sono, in vostri occhi ed il vostro bellissimo sorriso su questa tela. Riuscire a catturare lo splendore del vostro sguardo e la luminosità del vostro sorriso per trarre poi da essi un'opera d'arte.”
“Davvero?”
“Si...” annuì il pittore “... l'artista altro non è che un imitatore... imitare la natura e riprodurre ciò che sente nel suo cuore quando guarda le meraviglie del mondo... e questo sto facendo ora... sto cercando di copiare sulla mia tela la vostra bellissima immagine, così come appare ai miei occhi, per renderla immortale.”
“Allora riprendiamo!” Esclamò lei.

“Ho detto di venire avanti!” Con tono severo lady Vicenzia, destando Talia da quella visione. “Vieni avanti affinchè io possa vederti meglio! E bada che non voglio più ripeterlo!”

Altea
07-06-2012, 09.29.17
Heyto mi guardava, con quello sguardo profondo fino al cuore e l'anima e ascoltando le sua parole mi si raggelò il sangue, dovevo mantenermi calma.."Heyto, come dite? di che ragazze state parlando..a dir del vero io ascoltai i vostri discorsi quando ero nascosta tra la sterpaglia e vi sentii parlare di ragazze sacrificate per Tylesia, e della vostra paura per un vostro..padrone...che cercava..una ragazza perfetta. Mi volete spiegare? E perchè mai dovrei sacrificare la mia vita per salvare Tylesia? Tanto meno che in quella città non si crede a queste superstizioni, il vostro discorso mi sembra strano. Vi chiedo di lasciarmi andare..io Tylesia la salverò da viva" lo guardai con aria di sfida, mi aveva ingannato.

elisabeth
07-06-2012, 09.50.02
Vivian era una ragazza il cui pensiero volava velocissimo...amavo i giovani, il dolore non braccava il loro cuore era capace di reagire......la seguii docile come un'agnellino....sino a quando non giungemmo all'interno della Cappella...era fresca e profumava d'incenso.....su un tavolo dietro all'altare c'erano dei Sai......" Vivian, dovrai indossare con me il saio ...saremo un giovane monaco muto e un'anziano.....con un trucchetto la mia voce tendera' al maschile....., ma voi dovrete dirmi come arrivare alle stanze della Regina e achi chiedere di lei, per quanto riguardano le maldicenze.....abbiate fede davantia Voi c'e' una persona che ha una bella carriera in merito...quindi, facciamo un patto io non scoletro' quello che si dice sul conto di vostro padre e voi.....sarete sorda su quello che si dira' sul mio conto....e ora, Fratello mio il nostro tempo si sta ssottigliano...dobbiamo darci da fare"....ci cambiammo, appallottolammo i nostri vestiti....e li nascondemmo in un posto dove solo ragni e schifezze altre vi avevano dimora.....Vivian mi fece strada....

Talia
07-06-2012, 13.20.25
Respiravo piano, scossa da incontenibili sussulti... ma poi le parole di quella donna risuonarono secche ed inclementi per la stanza, mi parvero rimbombare tra le pareti senza nessun garbo, per poi rotolare fino a me e colpirmi forte, come uno schiaffo in piena faccia...
Tremai, allora, e per un istante fui pervasa dal più puro, sincero, assoluto moto d’ira che mai avessi provato...
Come si permetteva, mi chiesi... Che cosa ne sapeva quella donna, sprofondata negli agi del suo bel castello, di ciò che noi eravamo? Cosa ne sapeva di quello che avevamo dovuto soffrire? Cosa ne sapeva della paura, l’angoscia, la preoccupazione che mi attanagliavano il cuore? Cose ne sapeva di tanti sogni dorati e ferventi desideri, che avevamo sempre temuto di dover veder morire? Come poteva comprendere cosa significasse bramare qualche cosa al punto tale da mettere in gioco tutto pur di inseguire quella chimera?
Strinsi i pugni... e per un istante fui sul punto di gridarle contro tutta quella rabbia e quella paura...
Per un attimo... poi pensai a Guisgard, alla sua condizione ed al pericolo che correva, e riuscii a dominarmi. Inspirai profondamente, dunque, e tornai ad alzare la testa...
E fu a quel punto che quella visione mi colse... e fu potente, fu travolgente.
Un castello... forse proprio quel castello... un pittore ed una fanciulla... un ritratto da completare...
Ne rimasi scossa e colpita... era già la seconda volta che mi venivano mandate visioni simili a quella, da quando eravamo sulla strada per Faycus... cosa significavano, dunque? Chi era quella ragazza? Perché continuavo a vederla e perché continuavo a sentir parlare di quel quadro? Poteva esserci qualche nesso con le precedenti visioni che avevo avuto al Belvedere?
Queste e mille altre domande si accavallavano nella mia mente e si susseguirono, facendomi quasi dimenticare dove mi trovavo...

“Ho detto di venire avanti!” Con tono severo lady Vicenzia, destando Talia da quella visione. “Vieni avanti affinchè io possa vederti meglio! E bada che non voglio più ripeterlo!”

Quella voce severa mi riscosse... battei due volte le palpebre e tornai in quella stanza.
Rimasi immobile appena per un altro istante, mentre la mia mente tentava di individuare da dove provenisse quella voce... una volta che ne fui sicura, poi, mossi qualche passo in avanti e raggiunsi la donna. Solo un piccolo inchino, poi tornai ad alzare la testa verso di lei, con un’espressione assolutamente indecifrabile sul volto... in silenzio, in attesa.

Guisgard
07-06-2012, 17.34.31
XXVI Quadro: Un uomo per tutte le arti

“Il vostro desiderio che esista: che i meriti siano premiati,
che Dio vi coccoli e così via. Solo che non avete il coraggio
di accorgervene e continuate a pensare che il Paradiso sia nell'Aldilà,
questo indovinello ingoia i vostri destini, perchè pensando che sia nell'Aldilà
non fate niente per farlo esistere dove sarebbe il suo posto, cioè sulla terra.”

(Igor Sibaldi, Il Frutto Proibito della Conoscenza)



Vivian annuì a quelle parole di Elisabeth e in breve tempo le due divennero dei monaci.
La ragazza fece poi strada alla maga per condurla negli appartamenti reali.
Dalla cappella, però, le due dovevano attraversare un lungo corridoio e raggiungere poi le stanze che davano ad una delle torri del palazzo, dove si tenevano le questioni riguardanti la giustizia.
E i due monaci, poco dopo, si ritrovarono in un corridoio più piccolo, proprio nel momento in cui Cristansen lo attraversava con alcune guardie, fino a svanire dietro una delle tante porte che c'erano in quel luogo.
Vivian, davanti a quella scena, a stento riuscì a trattenersi, emettendo solo un gemito soffocato.
Cristansen fu condotto in una stanza dominata da una muta ed avvilente penombra.
Su un tavolo vi era una grossa candela, l'unica ad illuminare quel luogo e seduto stava un uomo con le braccia incrociate al petto.
“Salute, messer Cristansen.” Disse il ministro Berengario.
L'ex segretario di corte lo fissò senza dire nulla.
“Prego, sedetevi pure.” Indicando un'altra sedia Berengario.
“Posso conoscere le accuse che mi vengono mosse, messer ministro?” Domandò Cristansen dopo essersi seduto.
“Accuse?” Ripeté ridendo Berengario. “E chi ha parlato di accuse?”
“Mi è stato riferito” disse Cristansen “che sono stato portato qui per rispondere a delle accuse che mi erano state fatte.”
“Ah, la gente ama sparlare!” Esclamò Berengario. “Parlare non costa nulla e tutti vogliono sentirsi ascoltati. Questo è uno dei mali di questo mondo, non trovate?” Rise di nuovo. “Per carità, nessuna accusa. Diciamo, piuttosto, che siete stato chiamato per giustificare un certo vostro comportamento... come dire... ambiguo, ecco.”
Cristansen lo fissò come a voler comprendere le intenzioni del suo inquisitore.
“Ora faremo una cordiale chiacchierata” continuò Berengario “e tutto ciò che diremo sarà annotato da messer Frydom...” indicando un giovane munito di un grosso registro e apparso proprio in quel momento nell'incerto chiarore che illuminava la stanza.
“Allora annotate, messer Frydom...” fece Cristansen “... non vi sono accuse sul mio conto, come appena detto da messer ministro Berengario.”
“Ah, messer Cristansen...” ridendo nuovamente il ministro “... la vostra sagacia e la vostra arguzia non vengono mai meno...” annuì “... già, già... bene, direi allora di cominciare la nostra chiacchierata... messer Cristansen, perchè vi siete dimesso dalla carica di Segretario di Corte?”
“Perchè ritengo” rispose Cristansen “di aver dato tutto ciò che potevo al regno e dunque è giusto farsi da parte e lasciare ad altri il compito di servire sua maestà e Tylesia.”
“Siete sposato vero, messer Cristansen?”
“Certo.” Annuì l'ex segretario. “E questa è cosa risaputa. Il buon Dio mi ha concesso anche la grazia e la gioia di una figlia.”
“E dite... amate vostra moglie?”
“Certo, altrimenti non l'avrei sposata.”
“Dunque il sentimento chiamato amore è secondo voi essenziale ad un matrimonio?”
“Come l'acqua è vitale per la vita sulla Terra.”
“Non esistono dunque, a parer vostro, matrimoni senza tale sentimento?”
“Purtroppo si, come tristemente sappiamo.”
“E sono forse matrimoni meno validi?”
“Giuridicamente hanno lo stesso valore.”
“E i figli nati da questi matrimoni, diciamo, senza sentimento, vantano forse diritti minori rispetto ad altri figli?”
“Come vi ho detto” rispose Cristansen “giuridicamente hanno lo stesso valore.”
“E in cosa difettano?”
“Forse perchè non danno la felicità.”
“Allora” disse Berengario “i grandi matrimoni politici rendono tristi ed avviliti? Insoddisfatti e frustrati? Re e regine sono dunque vittime dell'infelicità?”
“Come posso giudicare gli altri?” Fissandolo Cristansen. “Non ci riuscite voi, che siete potente e temuto, con me, che invece sono mite ed indulgente, potrei forse riuscirci io con sovrani e aristocratici?”
“Siete un uomo prudente voi...” fece Berengario.
“Coerente, direi io.”
“Veniamo al dunque, messere...” vagamente adirato il ministro “... conoscete questo libro?” Mostrando a Cristansen un volume.
“Si...” annuì l'ex segretario “... è un trattato sulla sacralità dell'amore... scritto da sua maestà all'età di vent'anni.”
“L'amore...” agitato il ministro “... anzi, questo sentimento, perchè nulla possiede più degli altri sentimenti, è forse superiore a tutti gli altri? Possiede forse origini divine, come la Fede? O forse avete problemi a chiamarlo semplicemente sentimento?”
“Nessun problema.” Rispose Cristansen. “Lo chiameremo così, se a voi piace.”
“Rispondete!” Urlò Berengario. “Possiede origini divine quel sentimento?”
“Tutto ciò che domandate, messer ministro” disse Cristansen “lo troverete egregiamente esposto in quel libro.”
“Un libro scritto da voi e poi fatto firmare alla regina!”
“Ritenete così influenzabile sua maestà?”
“Aveva vent'anni e voi eravate il suo precettore! L'avete indotta a firmare queste falsità!”
“Sua maestà conosce la verità!”
“Perchè non avete firmato l'Atto Unico Reale?”
“Sapevo che volevate arrivare a questo...” mormorò Cristansen.
“Si, l'atto voluto dal Senato ed approvato da sua maestà, che bandisce dal regno lo studio della lirica amorosa e di qualsiasi filosofica idea su quel sentimento!” Disse Berengario. “Tutti hanno firmato! Tutti tranne voi! Perchè?”
“Perchè non firmerò mai un provvedimento che rende deficitaria la cultura del mio paese” rispose Cristansen “e sterili gli animi dei miei concittadini.”
“Siete dunque un traditore!”
“No, messer ministro...” fissandolo l'ex segretario “... ho giurato di servire al meglio questo regno, attraverso la ricerca della verità e nel nome della libertà... ed è ciò che sto facendo.”
“E' la vostra ultima parola?”
“Si, messere.”
“Bene.” Alzandosi Berengario. “Allora resterete imprigionato qui. Fino a nuove disposizioni volute da sua maestà. Guardia, accompagnate messer Cristansen nella torre.”
E Cristansen fu portato via ed imprigionato.
“Milady...” mormorò Vivian stringendo il saio di Elisabeth “... mio Dio... hanno imprigionato mio padre...”
http://moviesmedia.ign.com/movies/image/article/574/574981/jeremy-irons-20041221051651434-000.jpg

Guisgard
07-06-2012, 17.41.49
Heyto fissava Altea con un'espressione enigmatica, indefinita, mutevole e sfuggente.
I suoi occhi erano ancora umidi e tutt'intorno, quasi indifferente ai drammi degli uomini, la selva continuava a pulsare, animata com'era dal canto degli uccelli, dal lieve fruscio del vento tra gli alberi, dai riflessi del Sole sulle foglie e sui frutti, dal profumo dei fiori diffuso nell'aria.
Tutto in quella selva viveva eppure nelle parole di Heyto vi era un angosciante e macabro eco di morte.
“Milady...” disse “... molte ragazze sono state condotte in queste terra... qualcuna è stata rapita, qualcun'altra comprata, altre ancora si sono quasi offerte... il mio padrone è un uomo molto ricco e saggio... magnanimo anche e per questo ha preso a cuore la causa di Tylesia... coloro che assediano e minacciano quella città non sono esseri di questo mondo... la Lacrima di Cristo è una compagnia di demoni che errano nel mondo in cerca di anime... Tylesia è divenuta il loro prossimo bersaglio... comprenderete che un demone non può essere vinto da un esercito e dunque la salvezza di quella città non può passare attraverso le armi di questo mondo... occorre probabilmente un sacrificio per placare quei demoni e spingerli a ritornare nell'Oltretomba che li ha inviati... e così, il mio padrone ha cominciato ad inviare ragazze in questi luoghi, proprio in questa selva, tentando di saziare quei demoni erranti e di farli così andare via... purtroppo nessuna delle ragazze fino ad oggi offerte in sacrificio è riuscita a placare quei demoni... ma forse io ho motivo di credere che voi possiate riuscire dove tutte le altre hanno fallito... perdonatemi, Altea... io vi sto conducendo nel luogo in cui sarete sacrificata alla Lacrima di Cristo...” e si segnò tre volte, imitato subito da tutti i suoi uomini.

Altea
07-06-2012, 18.20.29
Ascoltavo attentamente le parole di Heyto, la cosa si stava facendo seria, ero partita per scovare i veri nemici di Tylesia e sconfiggerli, e ora mi si presentavano.
Credevo in Heyto, prima di iniziare l'avventura sul Calars ero scettica su tutto ma avevo visto talmente strani fenomeni che non mi sorprendevo più di nulla...quindi dovevo dare la mia vita per Tylesia? Toccai la spada e pensai a Fyellon e la sua armatura...che sventata..se solo fosse stato qui con me tutto ciò sarebbe stato più facile e quella armatura che indossava possedeva qualcosa di magico e potente.
"Heyto...che storia orribile, io non credevo la Lacrima di Cristo fosse tutto ciò, credevo in un esercito fatto di..uomini veri. Quelli sono battibili, i demoni..chissà, se si ha la Fede possono essere battibili" e mi feci il segno della croce seguendo il loro moto.
"Ma il vostro padrone? ricco e benestante...lui se ne sta tranquillo e da a voi tale onere? strano, se tiene cosi a Tylesia dovrebbe essere qui con voi..non ho paura sapete...e sia...mostratemi i nemici di Tylesia, non mi importa della mia sorte, ho promesso a me stessa di sconfiggerli, ho fatto tutto questo Cammino per liberarla..se il mio sacrificio servirà a portarle un pò di pace per un certo tempo ne sarò felice" guardai Heyto e i suoi uomini con indifferenza, e volevo andare a fondo di questa storia, essere consapevole quelli fossero i veri nemici di Tylesia, e toccai il turchese al collo.

elisabeth
07-06-2012, 18.56.06
Vivian era una donna....solo un gemito alla sofferta immagine del padre....ma a capo chino prosegui' il suo cammino senza dare nell'occhio......e in religioso silenzio, udimmo quello strano colloquio........Tutto regolare per Messer Berengario..potevo vederlo al tavolo con Guxio, la Regina stava proprio messa male....piu' si faceva vivo il colloquio...piu' la mia mano stringeva il braccio di Vivian.....poi fu il sielnzio, non avevo dubbi sul fatto che sarebbe stato imprigionato, falsi processi per uomini che non avevano alcuna decenza nei confronti della giustizia.....ero furiosa, L'Amore muove il mondo e loro ciechi erano mossi da che cosa ?.....sentii la frase di Vivian...e asciugai una lacrima comparsa sul suo volto all'improvviso...." Credo in Vostro padre, come credo nell'Amore piu' profondo.......dobbiamo arrivare alla Regina, o per molte persone sara' la fine, non solo per vostro padre.......L'Amore Vivian.....e' la linfa vitale che unisce l'anima al corpo.......non c'e' altra verita'...."...

cavaliere25
07-06-2012, 19.37.54
Torniamo a Tylesia li saremo un po al sicuro e troveremo riparo da qualche parte forza andiamo e guardai i miei amici

Daniel
07-06-2012, 22.10.30
“Sei tu a dover dare un nome a questo cavallo, Daniel.” Disse Gaia. “Ora è il tuo destriero. Battezzalo come desideri e vedrai che ti sarà fedele per sempre. Nessuno infatti è mai riuscito a domarlo. E con questo formidabile destriero potrai andare ovunque vorrai.”

Bene.. Allora se quel cavallo rappresentava il Destino di Tylesia lo avrei chiamato : Destiny! Ero geniale!
Mi avvicinai con calma all'orecchio dell'animale e gli dissi:
"Su Destiny.. Corri come il vento.. Portami a Tylesia!" E spinsi il cavallo al galoppo...

Lilith
07-06-2012, 23.49.31
Quando Parsifal si svegliò, mi sentii molto rassicurata e serena. Gli sorrisi e gli dissi:"Sono contenta che stiate bene"

Ascoltavo le parole di quell'enigmatica donna senza intervenire... diceva che a Tylesia c'era un tesoro che probabilmente bramavano delle persone crudeli.
"Sapete...dove si trova, questo tesoro?" le chiesi, incuriosita.

Guisgard
08-06-2012, 01.52.10
Cavaliere25 e i suoi compagni si avviarono dunque verso Tylesia.
Vi giunsero poco dopo, prima che la porta della città venisse chius e poterono così assistere a ciò che stava avvenendo in una piazza.
“Udite, udite...” diceva un banditore alla gente che si trovava lì “... la guerra dura ormai da troppo tempo e le nostre armate cominciano ad essere stanche. Molti soldati sono stati feriti durante gli scontri con i nostri nemici. Il nostro esercito richiede dunque aiuto e nuove forze. Chiunque voglia arruolarsi, sia esso un contadino, un artigiano, un mercenario o anche un vagabondo, venga a presentarsi alla Caserma Reale. La paga è buona e offrirete il vostro braccio alla causa di Tylesia.”
“Sentito, amici?” Voltandosi Tieste verso Cavaliere25 e Polidor. “Potrebbe fare al caso nostro, non credete? Una buona paga, un posto per dormire e nessun bisogno più di fuggire. Cosa ne dite?”




Il cavallo, udendo il nome pronunciato da Daniel, nitrì con forza e subito si lanciò al galoppo.
E dopo una lunga galoppata, Daniel ed il suo formidabile destriero giunsero a Tylesia proprio mentre il banditore stava leggendo il suo messaggio alla popolazione.
“Cavaliere...” disse un vecchio avvicinandosi a Daniel “... io non ho più l'età per combattere, ma se potessi mi arruolerei subito. Voi invece siete giovane e forte. Siete armato in maniera superba. Perchè non vi arruolate e combattete per Tylesia?”

Guisgard
08-06-2012, 01.58.03
Granblu si voltò a fissare Lilith.
“Si dice che questo Tesoro sia custodito all'intero del palazzo reale” disse “e solo la regina, sembra, conosca la sua esatta posizione. Nessun altro, infatti, pare abbia visto quella Meraviglia.”
“Di che Tesoro si tratta?” Chiese Redentos.
Gran blu sorrise.
“Perchè sorridete, signora?” Domandò incuriosito il cavaliere.
“Perdonatemi, cavaliere.” Disse la donna. “Sorrido perchè descrivere quel Tesoro è per me impossibile, come per voi è comprenderlo. Si tratta di un Qualcosa che non è di questo mondo e dunque possiede tutte le proprietà degli Oggetti Sacri.”
“Quali caratteristiche possiede?” Chiese Redentos.
“Le più grandi e potenti che si possano immaginare, cavaliere.”

Guisgard
08-06-2012, 02.00.54
Vivian si fece coraggio e riprese a camminare verso gli appartamenti della regina.
Ad un tratto, lei ed Elisabeth incrociarono alcuni cavalieri.
Erano dell'ordine del Tulipano.
“Da qui si arriva alle stanze della regina...” disse uno di quelli “... voi cosa cercate, monaci?”
Vivian allora fissò Elisabeth.

Guisgard
08-06-2012, 02.05.09
Heyto annuì e baciò la mano di Altea.
“Grazie, milady...” disse commosso.
La carovana proseguì ancora lungo il sentiero, giungendo infine in una radura irregolare.
Qui Heyto e i suoi decisero di fermarsi.
Poco più avanti scorreva un piccolo torrente e accanto alla sponda destra vi erano i resti di un antico altare pagano.
Su di esso era scolpito un bassorilievo in cui era raffigurato il sacrificio di Ifigenia.
Gli uomini di Heyto montarono le tende ed accesero un fuoco.
Il Sole cominciava a calare dolcemente oltre i monti che sorgevano all'orizzonte, mentre sulla selva scendevano inquiete ombre.
E tutti loro sembravano in attesa di qualcuno o qualcosa.
Tutti gli uomini, infatti, erano vigili ed armati.
“Parlatemi di voi, Altea.” Sedendosi accanto alla ragazza Heyto. “Raccontatemi del perchè siete giunta in queste terre e il motivo per cui tenete tanto alla salvezza di Tylesia.”

Guisgard
08-06-2012, 02.41.38
Lady Vicenzia fissò per un lungo momento Talia.
I suoi occhi quasi si schiantarono sulla ragazza ed il suo sguardo inquisitorio sembrò come voler penetrare fin nel cuore di Talia.
“Sei sporca” disse “e quel vestito sembra aver fatto la guerra. Mi vergognerei anche a spacciarti per una mia serva.”
Guardò poi gli occhi della ragazza e si accorse che fissavano incessantemente il vuoto della stanza.
La duchessa allora raggiunse un piccolo tavolino e si sedette.
“Tu sei cieca.” Mormorò. “Sei così dalla nascita, o hai perduto il bene della vista in seguito? Mi hanno detto che eravate in due e tu stessa hai nominato qualcuno prima... chi è?”
Intanto, nelle prigioni del castello, Guisgard era stato messo in cella.
Stava steso su una brandina maleodorante ed accusava dolori in varie parti del corpo.

Guisgard era quasi arrivato a cogliere la mela in fondo a quel ramo.
Era la più rossa e tonda e sembrava splendere di una luce particolare.
Talia osservava dal basso.
Guisgard allora allungò il braccio e arrivò quasi a toccare la mela.
“Attento a non cadere...” disse Talia.
“Ci sono quasi...” mormorò il ragazzo.
Si spinse ancora più in avanti ed alla fine riuscì ad afferrare la mela.
Ma proprio in quel momento perse l'equilibrio e cadde giù dall'albero.
“Guisgard!” Gridò Talia, correndo poi verso di lui. “Come stai? Ti sei fatto male?”
Il ragazzo strinse i denti, come a voler zittire il dolore e subito si massaggiò forte il viso e poi la testa.
“Oh, Cielo!” Esclamò Talia. “Come stai?”
“Quel dannato ramo...” fece Guisgard “... ho sentito che scricchiolava e per questo ho perso l'equilibrio...”
“Non dovevi arrampicarti fin lassù!”
“Accidenti...” scuotendo il capo lui “... che botta... però la tua mela non ha subito un graffio...” mostrando il frutto a Talia.
“Oh, il mio piccolo cavaliere temerario.” Sorridendo lei.
“Ho dolori ovunque, stramaledizione...”
“Su, fammi vedere dove ti fa male” sussurrò lei “e ti farò guarire io.”
“La mano...” mormorò lui “... non riesco a muoverla bene...”
E Talia gli diede un bacio sulla mano.
“E anche qui, alla spalla...” fece lui “... credo di avere un livido...”
Talia sorrise e gli baciò la spalla.
“E qui, sulla fronte...” indicò lui “... potrebbe spuntarmi un bernoccolo...”
Talia, allora, dolcemente gli baciò la fronte.
“E la guancia...” fissandola lui “... mi fa male anche qui...”
E lei gli baciò anche la guancia.
“Ma...” sussurrò lui “... il dolore più forte è qui... proprio qui...” portando un dito all'altezza della bocca.
Ad un tratto gli altri fratelli cominciarono a chiamarli.
“E' ora di andare...” disse lei “... ci stanno aspettando...”
Lo fissò per poi baciarlo vicinissimo alla bocca.
E corse via, lasciando il ragazzo con un intenso e sconosciuto sussulto a scuotergli il cuore.

Un rumore di passi e Guisgard si svegliò di colpo.
Per un attimo ripensò al sogno appena fatto, misto a quel ricordo lontano.
Si accorse però dell'arrivo di una guardia e nonostante il dolore saltò su, per poi avvicinarsi alle sbarre.
“Dov'è Talia?” Gridò con la forza che gli era rimasta. “Dov'è l'avete portata? Voglio vederla!” E continuò a gridare, stringendo forte le sbarre della cella.

elisabeth
08-06-2012, 09.38.18
Quei corridoi erano lunghissimi, sembravano non finire mai...camminare a testa bassa e pensare che ad ogni passo falso poteva costare la vita a reas o a Goz.....gia' Goz, chissa' cosa stava pensando in quel momento...speravo solo che non gli venisse mai in mente che lo avessi abbandonato.....du guardie.....ecco..il gioco stava iniziando.....detti due colpi di tosse e la mia voce si trasformo' in quella di un uomo avanti ocn gli anni... " Santi Ragazzi, avete fatto traballare questo cuore anziano.....i monaci sono in continua preghiera anche quando camminano in questi lunghi labirinti.....siamo attesi dalla Regina, vuole essere confessata, prima di dare udienza.......se volete ..possiamo confessare anche voi, non vi fara' certo del male...."...avevo alzato di pochissimo il capo....

Altea
08-06-2012, 09.47.54
Rimasi colpita dalla estrema gentilezza e sensibilità di Heyto, egli non era persona cattiva, sembrava la sua anima fosse veramente pura.
Arrivammo vicino a un piccolo torrente e lì ci accampammo, mentre gli uomini montavano le tende, guardavo in giro e i miei occhi si soffermarono su un altare pagano con un bassorilievo rappresentante un sacrificio, capii eravamo arrivati al luogo dove molte ragazze diedero la loro vita per Tylesia, ma dovevo essere forte...la paura era il peggior nemico in quel momento.
Mi sedetti in silenzio, cercando di riflettere ed Heyto si sedette vicino a me, egli voleva conoscermi meglio..a che sarebbe servito se fossi morta? Ma sarei rimasta viva, ne ero convinta.
"Volete sapere di me? Sono una ragazza normale del popolo che un giorno decise di sfidare la sorte su una barca tramite il Calars..assieme al mio caro maestro che sembra sia morto nel naufragio, mentre Dio ha voluto lasciarmi la Vita e lo ringrazio.
Non vi è un motivo perchè voglio salvare Tylesia, se si è stati a Tylesia si capiscono molte cose...e ciò che più mi ha colpito è quella assurda legge..che vieta l'Amore, dove il popolo deve nascondere e reprimere i propri sentimenti. Tylesia è stupenda, brilla di ricchezze e colori e profumi, ma senza l'Amore questi colori e bellezze sono sbiadite e non riflettono la loro magnificenza.
Sapete, nel Palazzo Reale..so vi è un Fiore nascosto in un giardino magnifico e inaccessibile, il mio sogno..è quello di vederlo...e di lasciare la gente di Tylesia libera di amare e gioire, e vivere in pace senza tutte le loro preoccupazioni sui loro nemici..anche se a volte mi sembra che il vero nemico di Tylesia risieda dentro essa"...e guardai quell'altare pregando la Regina degli Angeli.

Talia
08-06-2012, 10.36.01
La voce della duchessa era secca e dura, i suoi movimenti sdegnosi e quasi infastiditi dalla mia presenza... eppure continuava a tenermi lì, a studiarmi ed a farmi tutte quelle domande... ed io non potevo non chiedermi perché. Non potevo smettere di domandarmi che cosa ci fosse in me che tanto la interessava...
Alle sue parole sospirai appena...
“Si...” sussurrai “Immagino...”
Esitai solo un attimo...
“Mi rendo conto che tutto in me, dal mio aspetto al mio abito, sia alquanto sconveniente, milady, e me ne dispiaccio...” soggiunsi poi, senza riuscire a trattenermi “Ma vedete... abbiamo fatto un lungo viaggio... e non certo in una comoda e confortevole carrozza, ma a cavallo, fermandoci in locande o beneficiando della generosità e dell’ospitalità di qualcuno. E dunque... beh, non mi sembra poi così strano che il mio abito, che un tempo era così bello, e forse io stessa, possa risultare ormai non molto presentabile: siamo entrambi stanchi, sgualciti ed impolverati!”
Tacqui per un istante... ed abbassai leggermente la testa...
“La vista l’ho perduta durante il viaggio... c’è stato un incidente un giorno ed io sono caduta da cavallo. Ma Guisgard... beh, lui si è preso cura di me, non lasciandomi mai sola, neanche per un attimo...” sospirai, poi ripresi “Si, siamo in due... e Guisgard...”

“Talia... finalmente!” esclamò il Maestro, vedendomi entrare nella cappella “Sei in ritardo!”
“Si...” mormorai distrattamente “Si, scusa!”
L’uomo mi studiò per un istante con una strana espressione, come se vedesse in me qualche cosa di diverso... di stano... qualche cosa che, però, non riusciva bene a cogliere interamente...
“E quella?” chiese ad un tratto, notando quella mela rossa e lucida che continuavo a rigirarmi tra le mani con aria sognante “Dove l’hai presa?”
“Oh...” sussultai, come colta in flagrante, e istintivamente nascosi la mela dietro la schiena “Io...”
Il Maestro mi osservava, stupito.
“In... in giardino!” dissi in fretta, mentre la mia mente tornava rapida a Guisgard, a quell’albero, al volo, al bacio...
Sorrisi... poi inspirai profondamente e, facendo scivolare quella mela nella tasca del mio abito, oltrepassai l’uomo e mi diressi verso l’altare...
“Andiamo!” dissi, troncando ogni altra domanda “Siamo in ritardo, Maestro!”

“Beh...” conclusi con un leggero sorriso, osservando per un istante quel lontano ricordo che era scivolato tra i miei pensieri “Beh, Guisgard... lui è molte cose!”

Parsifal25
08-06-2012, 11.25.29
Ascoltavo i discorsi dei miei compagni, ma ero concentrato sul motivo del sogno che ho fatto e di quale fosse il mio ruolo nella salvezza di Tylesia.

La dama parlò dei demoni che avremo affrontato una volta giunti a destinazione....dentro di me sorrisi e dissi:

"Siamo pronti ad affrontarli tutti, questi demoni, li abbiamo conosciuti e sapevamo di cosa potevano essere capaci". Mi volsi verso la dama e continuaì "Milady, il tesoro di cui molti parlano e ne bramano il potere è "il Fiore dell' Intelletto" o "Lacrima di Cristo"......permetto di dirmi ciò perchè l'ho sognato più di una volta....esso è strettamente connesso con un giardino e con i rintocchi di una Grande Chiesa, probabilmente quella di Santa Sofia....."

Subito dopo, per avvalorare la mia ipotesi mostraì alla Dama il Libro degli Arcani Segreti ed il mio diario di viaggio, infine, porsi la mia domanda:

"Milady......quale è il mio ruolo in Tylesia....non riesco a capirlo....., è collegato aqualcosa il mio Longiniu?" dissi mostrandole il
ciondolo.

Lilith
08-06-2012, 22.14.14
Un tesoro del genere, oltre ad essere incredibilmente prezioso, se usato in maniera sbagliata, avrebbe potuto portare morte e distruzione.
"C'è la possibilità che qualcuno si possa impadronire di questo tesoro e che lo utilizzi per scopi crudeli?" le chiesi io, sempre più preoccupata. Mi resi conto che l'incontro con quella donna era voluto dal destino e che da quel momento in poi avremmo avuto delle responsabilità verso Tylesia e verso quel tesoro.

Guisgard
09-06-2012, 01.42.21
Granblu sorrise a quelle parole di Parsifal.
Poi prese il Libro e il diario che il cavaliere portava con sé e cominciò a sfogliarli.
“La Lacrima di Cristo” disse la donna “e il Tesoro custodito a Tylesia sono due cose differenti.” Sorrise al giovane cavaliere. “Quanto al vostro ruolo in tutto ciò, solo proseguendo questo cammino arriverete a scoprirlo. Nessuno, neanche io posso rispondere a ciò che domandate.” Si voltò poi verso Lilith. “Forse, il vero significato di quel Tesoro è già stato travisato, ragazza mia. Per questo Tylesia è sull'orlo della catastrofe.”

Guisgard
09-06-2012, 01.55.25
“A noi” disse uno dei cavalieri ad Elisabeth “non occorre alcuna confessione. Ci guadagneremo il tutto quando rispediremo all'Inferno quei demoni che assediano Tylesia.”
E risero forte.
“La regina non si trova nei suoi appartamenti.” Mormorò un altro di quei cavalieri. “E' scesa a passeggiare nel parco. E' lì che la troverete.”

Parsifal25
09-06-2012, 02.21.01
Entrambe appartenevano ad un'unica soluzione....."La salvezza di Tylesia...."

Il potere conservato in quelle mura deve veramente essere immenso.

Anche stavolta non ebbi risposta sul significato del Longiniu.....probabilmente, ho sbagliato ad allontanarmi dalla mia via dovevo proseguire lungo i miei passi.....

Vidi che la dama rimase catturata sia dai miei disegni che dal libro che avevo con me, chissà.....forse poteva insegnarmi qualcosa in più sui segreti da esso custoditi: " cosa ne pensate Milady.....sono di vostro gradimento i miei schizzi?" dissi per rompere la solennità della situazione......

Cosa ci volete fare è più forte di me, non riesco ad essere troppo circondato dalla serietà......

Guisgard
09-06-2012, 02.22.22
Heyto annuì lievemente a quelle parole di Altea.
“Io invece sono stato a Tylesia una sola volta.” Disse. “Ricordo, era una mattinata piena di Sole... con me c'era il mio padrone...” fissò Altea “... io non conosco la storia di Tylesia, né le sue leggi... a me interessa solo obbedire al mio padrone e salvarla. Altro non mi riguarda.” Sorrise. “Ora riposate, milady. Vi farà bene. E vi giuro sul mio onore che non soffrirete quando sarete chiamata a dare la vita per salvare quella città.”
Fece allora cenno ai suoi uomini e questi subito cominciarono a preparare una piccola tenda.
In essa lasciarono poi diffondersi profumi ed essenze e molte candele furono fatte ardere al suo interno.
“Quella è la vostra tenda, milady.” Disse Heyto ad Altea. “Quando sarete entrata, vi prego, indossate questo...” mostrandole un velo bianco “... poi riposerete in attesa del vostro destino...”

Guisgard
09-06-2012, 02.39.02
Granblu fissò Parsifal e sorrise.
“Siete molto bravo, cavaliere.” Disse fissando quei disegni. “E se posso essere sincera, questo è il mio preferito...” e mostrò a Parsifal il disegno che stava guardando.
Era raffigurato proprio Parsifal mentre si trovava davanti ad un cancello chiuso, dietro le cui sbarre era possibile vedere un'infinità di bellissimi fiori, molti dei quali sconosciuti.
Dal cancello fuoriuscivano poi bagliori di luce intensissimi, come se qualcosa di meraviglioso e straordinario fosse celato oltre quell'inferriata.
E fissando quel disegno, Parsifal si accorse di non averlo mai disegnato.
Infatti era la prima volta che lo vedeva.
“Bene.” Intervenne Redentos. “Noi vi siamo debitori, milady. E appena Parsifal si sentirà meglio, riprenderemo il nostro cammino verso Tylesia.”

Guisgard
09-06-2012, 03.10.21
Lo sguardo di lady Vicenzia si fece ancora più severo.
“Piccola impudente.” Disse fissando Talia. “Bada che non tollererò più questa tua sottile sfacciataggine. Il tuo visino angelico e quei modi in cui ostenti cortesia e dolcezza non mi incantano. Tu e il tuo amico siete stati trovati a girovagare per il castello come volgari ladruncoli. Evita dunque quell'aria da santarellina, che è del tutto fuori luogo adesso.” Tossì più volte, per poi tornare a sedersi.
In quel momento qualcuno bussò alla porta.
“Avanti.” Mormorò la duchessa.
“Milady...” entrando Paolo “... vi ho sentito nuovamente tossire e...”
“Oh, ma basta!” Lo zittì lei. “Portami piuttosto una tisana calda.”
“Perdonatemi, milady, ma il dottore dice...”
“Non voglio sentire altro!” Alterata la duchessa. “Per questo sono qui, no? L'aria di montagna è molto più sana di quella di Capomazda! Dunque non voglio sentire altre storie! Piuttosto, fate abbigliare questa ragazza come si conviene.” Indicando Talia a Paolo. “E' indecente che una mia dama di compagnia sia più simile ad una zingara o vagabonda, anziché ad un membro della corte ducale.”
Paolo mostrò un lieve inchino.
“Va con lui...” disse la duchessa a Talia “... ti affiderà alle servitrici, così che possano renderti presentabile. Penseremo in seguito ai tuoi modi ed alla tua discutibile educazione.”
Fece un cenno a Paolo e questi prese Talia con sé.
“Ah, milady...” fece Paolo prima di uscire con la ragazza “... cosa ne facciamo del tipo che era con lei?”
La duchessa fissò Talia.
"Forse è proprio colpa di quel..." mormorò la donna "... com'era il nome? Ah, si... Guisgard... si, probabilmente è colpa sua se questa ragazza ha preso una cattiva strada... che tipo è?" Chiese al suo consigliere.
"Credo" rispose Paolo "sia uno di quei vagabondi che vivono in cerca di fortuna, infischiandosene delle leggi e dei diritti altrui. Ho motivo di credere che sia violento e pericoloso, visto il modo in cui ha aggredito i soldati. Non mi meraviglierei, in verità, se fosse anche ricercato..."
"Allora" disse la duchessa "mettetelo alla gogna, esponendolo in pubblica piazza, così, se davvero vi è una taglia su di lui, qualcuno verrà a reclamarne la testa. Simile feccia non è gradita in queste terre."
"Si, milady" Con un inchino Paolo.

Altea
09-06-2012, 09.07.19
Entrai nella tenda che era stata adibita per me, come un rituale per il sacrificio, era ben arredata ma erano i profumi delle essenze e candele che mi attiravano..potevo riconoscerli alcuni...mirra, ambra, narciso, gelsomino.
Ma stordivano la testa.....ricordai le parole di Heyto...non avrei sofferto durante il sacrificio, come sarei morta? "No" pensai scuotendo il capo "ne uscirò indenne, Tylesia stessa mi aiuterà".
Indossai il velo bianco, era trasparente ma non troppo, e tutto diventò quasi celato davanti a me, forse volevano sacrificarmi durante il sonno? Ero come avvolta in una nebbia, iniziavo a respirare con fatica, il sonno iniziava a calare, forse era più un senso di stordimento, iniziava a girarmi la testa, mi stesi e mi addormentai in un leggero dormiveglia tenendo con una mano il turchese regalatomi da Heyto e con l'altra l'elsa della spada con il rubino...e pensai, mentre mi addormentavo, a tutti quei topi...che mi pervasero ovunque come delle anime liberate. Era un caso? Era inutile farsi domande in questo posto.

elisabeth
09-06-2012, 10.13.43
La vita per Tylesia, speravo che la slvassero, come tutti gli abitanti di quella strana citta'......." Voi uomini d'arme avete un unico confessore....la vostra spada in vita e nostro Signore nella morte....che Dio vi Benedica, vi ringrazio allora scenderemo nel parco...".....Feci un cenno a Vivian e cominciammoa a riprecorrere la strada a ritroso....si ritorna sempre da dove si e' venuti.......Viviana conosceva quei posti talmente bene che li avrebbe potuti percorrere anche ad occhi chiusi....e intanto un'altro giorno era passato....Goz potevo vederlo, chino su quell'armatura da finire.....sotto pressione e magari pensava io fossi lontana....Reas, lo avevo lasciato dormiente...nelle mani di un Monaco...se almeno lo fosse stato veramente e quello era il mio dubbio piu' grande...e ora anche il padre di Vivian....mi sentivo stanca, mi sentivo come se in ogni mio movimento si aggiungesse un anima da salvare.........Intanto scorgemmo la Regina......passeggiava tra fiori e piante di quel parco meraviglioso...sembrava non toccare terra.......diedi un colpo di tosse...e la vidi in volto, mi sentivo la gola chiusa........come potevo chiedere proprio a lei di darmi il suo bene piu' prezioso....Reas e il suo Precettore......forse loro si...per loro ...lo avrebbe compreso. " Vivian....fate parlare prima me.....e poi se le mie parole non dovessero bastare.....le vostre parole da figlia, potrebbero farle comprendere quanto e' grande l'Amore anche quando la nostra mente e' ofuscata dal dolore..."......Mi avvinai a Lei....ci guardava con uno sguardo malinconico, forse la sua mente stava andando oltre.....quando le fui davanti alzai il capo senza far scivolare il cappuccio........la mia voce usci' fuori come un lieve soffio........non c'era la maga e la Regina, c'erano due donne che cercavano di salvare quello a cui tenevano di piu'....." Vostra Maesta'....perdonatemi se mi presento a voi sotto mentite spoglie, ma ho la necessita' urgente di conferire con voi, senza che qualcuno sappia che io sia a Tylesia.....".....non riuscii neanche a respirare..tanta era la mia tensione

cavaliere25
10-06-2012, 23.01.43
Si dissi sarebbe un ottima idea arruolarsi vediamo dove arruolano le persone e andiamo anche noi ma stiamo sempre attenti amici non sappiamo cosa ci può attendere in questa città o dove andremo a combattere e mi guardai intorno

Lilith
10-06-2012, 23.17.08
Ascoltai la ragazza mentre parlava, poi vidi un meraviglioso disegno nel libro di Parsifal. "è bellissimo!" esclamai stupita.
Guardai Parsifal, ma mi parve sconcertato alla vista di quel capolavoro. "Vi sentite bene?" gli chiesi, cercando di capire che cosa lo avesse turbato.

Guisgard
11-06-2012, 01.11.32
La selva sembrava pulsare, mentre si apriva come a voler attirare ogni cosa nel profondo del suo selvaggio e ancestrale ventre.
Tutto appariva immobile, eppure Altea sentiva ogni cosa vivere attorno a lei.
Poi la nebbia, simile al velo bianco che avvolgeva il suo corpo, cominciò a scendere e a posarsi silenziosamente su ogni cosa.
Altea attraversava quel luogo a piedi nudi, mentre le sue mani sfioravano, come carezze, le larghe foglie che racchiudevano il sentiero davanti a lei.
Ad un tratto si ritrovò in una piccola radura, a stento illuminata dal pallore della Luna.
E proprio in quel momento si accorse di un poderoso cavaliere, bardato ed avvolto nella sua tunica di un colore indefinito e forse sconosciuto ai sensi di questo mondo, immobile sul suo destriero a guardarla.
Altea, quasi intimorita, proseguì lungo il sentiero, nonostante quel cavaliere la inquietasse e incuriosisse allo stesso tempo.
Ma dopo un po', la ragazza udì un nitrito e poi i passi di un cavallo che si facevano sempre più vicini.
Allora lei cominciò a correre.
Ma più correva, più sentiva quel cavaliere vicino.
E correva, mentre sul terreno i suoi piedi nudi cominciavano a lacerarsi e a perdere sempre più sangue.
Poi, inciampando in una radice, la ragazza cadde a terra.
Oramai il cavaliere era quasi riuscito a raggiungerla.

Altea svegliò di colpo.
Era sudata ed agitata, mentre la notte continuava ad avvolgere ogni cosa.
Poi, d'un tratto, cominciò ad udire dei passi.
Provenivano dalla selva e sembravano avvicinarsi sempre più alla sua tenda.

Guisgard
11-06-2012, 01.21.55
“Ecco, spunterà a breve...” disse lui “... spunterà qui, proprio fra questi cespugli, dove giunge il primo Sole del mattino e il muro di cinta ripara dalle correnti che soffiano attraverso il parco...”
“Come lo riconosceremo?” Chiese lei. “Non voglio che si confonda con gli altri.”
“E' come l'Amore...” sorridendo lui “... come quando si incontra l'uomo o la donna della propria vita... ci penseranno il cuore e l'anima a riconoscerlo...”

La regina Destefya, udendo la voce di Elisabeth, si voltò di scatto e restò a fissare prima lei, poi Vivian.
“Ma...” disse sorpresa la regina “... come siete entrate qui? Cosa vuol dire questa messa in scena?”

Guisgard
11-06-2012, 01.27.49
Tieste e Polidor annuirono a quelle parole di Cavaliere25.
“Alla Caserma Reale.” Disse Alberico. “Per essere arruolati dovete recarvi alla Caserma Reale. Questo diceva il banditore.”

Guisgard
11-06-2012, 01.44.00
“Si, è davvero un bellissimo disegno.” Disse Redentos. “Davvero bello.”
Ma Parsifal sapeva di non aver mai messo a mano a quel disegno.
“Siete molto bravo” fece Granblu, guardando il giovane apprendista di Redentos “con i disegni. I disegni sono tra le forme d'arte più antiche... mettere sotto forma di immagini e colori ciò che il nostro cuore vede e la nostra mente realizza, è stato ritenuto dagli antichi come una potente forma di magia, in cui la natura si manifesta attraverso l'uomo.”
Ad un tratto Lilith udì una misteriosa voce che come un lamento recitò:

“La sentenza è stata emanata.
Tylesia è dunque condannata.”

E lei sola sembrò aver udito quelle inquietanti parole.

Altea
11-06-2012, 02.02.23
Mentre dormivo fui assalita da incubi o visioni..

La selva davanti a me era viva, di rumori e profumi ma quel velo bianco mi impediva di vedere bene tutto ciò, camminavo facendomi largo tra le fronde con le mani e solo la Luna rischiarava il verde circostante. Sentivo il battito del mio cuore, il mio respiro affannoso e poi una figura...mi fermai...cercai di metterla a fuoco e su un cavallo vi era un Cavaliere maestoso celato da una tunica sconosciuta e robusto, non parlava e solo mi fissava. Io finsi di non vederlo e iniziai a correre, ma il velo impediva ogni visuale, ero scalza e i rovi e la sterpaglia ferivano i miei piedi finchè caddi a terra e mi accorsi del cavaliere vicino a me....

Mi svegliai di soprassalto, ero sudata e col velo mi mancava l'aria, ricordai quel sogno o visione...chi era quel Cavaliere? perchè scappai, egli non mi mostrò cattiveria alcuna..quando sentii dei passi da fuori e qualcuno che si avvicinava alla mia tenda, era Heyto? quel Cavaliere?

Parsifal25
11-06-2012, 02.39.35
Non avevo mai visto.....quel disegno......non lo avevo mai fatto.

"Ma......" stavo per pronunciare la frase, però mi fermaì. Quello è il giardino che ho intravisto nei miei sogni e nell' Arcanium..... sicuramente, voleva significare qualcosa.....

Vidi Lilith che mi fissava, era preoccupata per me ma non doveva temere stavo meglio.

"Lilith, Maestro....dobbiamo pertire immediatamente per Tylesia.....la sua fine è vicina....". Quel disegno che non avevo mai presentato, mi aveva trasmesso questo messaggio. Chissà.....un sesto senso o qualche cosa relativa al Longiniu.

Bisognava partire.

Guisgard
11-06-2012, 17.41.40
Altea si accorse che qualcuno si stava avvicinando alla sua tenda.
Ad un tratto, nell'enigmatico ed indefinito buio circostante, una figura apparve davanti alla tenda.
Indossava un lungo mantello ed il capo era celato da un cappuccio.
Un attimo dopo aprì la tenda ed entrò, restando per qualche istante a fissare Altea.

Talia
11-06-2012, 19.43.21
La duchessa si irritò alle mie parole e mi zittì molto seccamente... mi faceva arrabbiare quel suo tono e quell’atteggiamento di ostentata superiorità.... e tuttavia, per qualche curiosa ragione che non riuscivo a spiegare neanche a me stessa, trovai questo suo irritarsi per quelle mie poche parole vagamente divertente.
Rimasi in silenzio, tuttavia, mentre parlava... ed anche quando entrò Paolo, preoccupato per la tosse della sua signora, non mi mossi e non parlai...
E tuttavia, appena un istante dopo, quella donna così dura, burbera ed altera riuscì a sorprendermi come non credevo che fosse possibile...

"...Piuttosto, fate abbigliare questa ragazza come si conviene.” Indicando Talia a Paolo. “E' indecente che una mia dama di compagnia sia più simile ad una zingara o vagabonda, anziché ad un membro della corte ducale.”

I miei occhi si allargarono a dismisura e per qualche istante quelle parole parvero non riuscire a far breccia nei miei pensieri...
“Come?” mormorai... ma fu appena un sussurro appena percettibile...
Né la duchessa né Paolo badarono a quelle mie parole, tuttavia, continuando serenamente a tessere i loro piani e ad esternare le loro sensazione, assolutamente senza tener conto di me, quasi come se io non fossi presente... altra cosa, questa, che normalmente mi avrebbe indisposta non poco.
Ma fu ciò che dissero alla fine a scuotermi violentemente da quel mio stato di profonda sorpresa...

"Forse è proprio colpa di quel..." mormorò la donna "... com'era il nome? Ah, si... Guisgard... si, probabilmente è colpa sua se questa ragazza ha preso una cattiva strada... che tipo è?" Chiese al suo consigliere.
"Credo" rispose Paolo "sia uno di quei vagabondi che vivono in cerca di fortuna, infischiandosene delle leggi e dei diritti altrui. Ho motivo di credere che sia violento e pericoloso, visto il modo in cui ha aggredito i soldati. Non mi meraviglierei, in verità, se fosse anche ricercato..."
"Allora" disse la duchessa "mettetelo alla gogna, esponendolo in pubblica piazza, così, se davvero vi è una taglia su di lui, qualcuno verrà a reclamarne la testa. Simile feccia non è gradita in queste terre."
"Si, milady" Con un inchino Paolo.

Trattenni il respiro a quelle parole ed ogni singolo muscolo del mio corpo si irrigidì, il braccio che Paolo mi stava stringendo si tese in modo inconsulto...
“No!” esclamai...

“Ma non è giusto!” urlai.
Il Maestro non si voltò e non rispose... anzi, mi ignorò totalmente, come se non fossi lì o come se non stessi parlando.
“Non è giusto, Maestro!” tornai allora a ripetere “Non è giusto! E’ andato tutto bene, dopotutto... stiamo tutti bene... quel cavallo è stato riportato al monastero... è tutto come se non fosse accaduto niente!”
Per qualche attimo fu il silenzio nella Cappella, poi finalmente l’uomo parlò...
“Vai nella tua stanza, Talia! Non te lo ripeterò di nuovo!”
Un vivo fiotto d’ira mi percorse tutta, giungendo a farmi brillare gli occhi...
“Tu non mi ascolti!” sibilai, stringendo i pugni nel tentativo di dominarmi.
“E tu non ascolti me!” ribatté, la voce un poco più alta del solito, ruotando finalmente la testa verso di me “Non voglio sapere che cosa gli sia passato per la mente quando ha preso quel cavallo dalle scuderie del monastero, non voglio sapere ciò che voleva fare e non voglio neanche sapere che cosa c’entri tu in questa storia...” sentenziò “Ma Guisgard merita una punizione per ciò che è accaduto questo pomeriggio! Non può continuare a pensare di poter fare tutto ciò che gli passa per la mente senza che vi siano poi delle conseguenze! E’ ora che lo impari! Ed ora va’ in camera tua, Talia!”
L’uomo di fronte a me richiese gli occhi e tornò a fronteggiare l’altare... io rimasi immobile dove mi trovavo ancora per qualche istante, ma sapevo che non mi avrebbe detto niente altro... e così, poco dopo, mi decisi ad uscire dalla chiesetta per raggiungere la mia stanza...
Il tramonto era ormai sceso e nel giardino buio, appena rischiarato dalla luce lunare, vi era un’aria vagamente fredda.
Ad un tratto, inaspettatamente, una leggera risata mi raggiunse... mi fermai e mi voltai ad osservare quella figura che usciva dalla zona d’ombra subito accanto alla cappella e veniva verso di me...
“Fyellon...” mormorai “Che cosa c’è? Che ci fai qui?”
Lui sorrise...
“Oh, niente... trovo soltanto molto divertente questo tuo imperituro desiderio di tirarlo fuori dai guai... mi chiedo quando finalmente ti annoierai di questo... e di lui...”
“Smettila!” lo ripresi subito, prima che potesse continuare.
“Andiamo, Talia...” sussurrò allora, con voce bassa e suadente “E’ per te che lo dico, è per te che mi preoccupo... ed è per te, anche, che talvolta faccio cose di cui non vado molto fiero...”
Per un attimo non compresi... fissavo Fyellon e lui fissava me, mentre il vento spazzava il giardino facendo volare le foglie e piegando gli alberi della foresta...
Poi d’un tratto, inaspettatamente, quella verità fece breccia nella mia mente...
“Sei stato tu...” sussurrai “Sei stato tu a dire al Maestro di aver visto Guisgard su quel cavallo...”
Fyellon rimase in silenzio.
“E... e poi gli hai detto che ero andata con lui...”
“Io...” mormorò.
“E gli hai detto dove trovarci... la direzione che avevamo preso...”
“Talia...”
“Lo hai fatto, Fyellon?”
Per qualche attimo fu il silenzio...
“Si!” ringhiò poi, prendendomi per le braccia e scuotendomi “L’ho fatto per te, lo capisci? Per te...”
Ma non poté aggiungere altro... io mi divincolai e, con forza, mi allontanai di mezzo passo... tremavo di rabbia e di delusione, mi sentivo tradita, ferita... d’impeto sollevai una mano e lo colpii sul volto con tutta la forza che avevo.
Sentii quello schiaffo risuonare nel buio, poi scappai via.

“Voi non potete dire questo!” esclamai, la voce bassa e vibrante “Voi non lo conoscete... non sapete ciò che dite e non sapete ciò che ha fatto per me! Ogni volta che si è preso cura di me, ogni volta che mi ha protetta o che mi ha aiutata, ogni volta che mi è stato vicino... e sempre senza chiedere niente in cambio! E’ testardo e cocciuto... nessuno lo sa meglio di me. E’ avventato, imprudente e talvolta persino sconsiderato... ma ha il cuore più grande e più giusto che io abbia mai incontrato... e non merita di essere punito. Non merita di andare alla gogna! E se voi, ora, intendete mandarcelo lo stesso... beh... con tutto il dovuto rispetto, milady... state facendo un errore!”

Altea
11-06-2012, 20.18.40
La tenda si apri lentamente, non riuscivo a vedere bene, quel velo ostruiva la mia vista e il mio respiro e fu cosi che me lo levai definitivamente e respirai l'aria fresca della notte e ne fui rissollevata.
Davanti a me apparve una figura, potevo solo scorgerne l'ombra nel buio..indossava un lungo mantello con cappuccio, e repentinamente entrò nella tenda e mi guardava...come mi fissava il Cavaliere di quel strano sogno o visione.
"Chi siete Voi" disse balbettando "volete che mi metta ad urlare per attirare l'attenzione di tutti? No, non lo farò perchè fuggireste e voglio scoprire chi siete...orbene, scoprite il vostro volto e mostratemi la vostra identità." deglutii ma dovevo mostrarmi forte.

Guisgard
12-06-2012, 02.01.12
Redentos fissò con attenzione Parsifal, dopo che il suo discepolo aveva pronunciato quelle parole.
“Allora” disse il cavaliere “se ti senti meglio, ragazzo mio, è giunto il momento di ripartire per Tylesia.”
A quelle parole di Redentos, il sibilo del vento mutò in un lento e sinistro lamento, come se qualcosa di tetro ed angosciante si fosse liberato nella selva.
“Che il Cielo vi assista” fissandoli Granblu “e vi risparmi, amici miei.” Ed accarezzò teneramente il volto di Lilith.

Guisgard
12-06-2012, 02.14.17
La figura entrò tanto rapidamente, quanto silenziosamente nella tenda di Altea.
“Se urlate” disse “allora tutti quegli uomini accoreranno qui e voi sarete offerta come vittima in questa delirante farsa.” Sorrise lievemente e fissò con i suoi occhi vispi la ragazza. “Sapete che questo velo bianco non vi sta per niente male? Magari è un po' paganeggiante, ma sicuramente molto sensuale.” Aggiunse Fyelon per poi fare l'occhiolino ad Altea.

Guisgard
12-06-2012, 03.21.51
A quelle parole di Talia, la duchessa si alzò di scatto.
“Piccola impertinente...” disse per poi cominciare a tossire forte.
“Milady!” Avvicinandosi a lei Paolo. “Non dovete agitarvi!”
“E smettetela di trattarmi come se fossi impedita!” Fissandolo la donna. “Sono giunta qui perchè le troppe premure della corte di Capomzada mi davano ai nervi! E non voglio preoccuparmi anche delle vostre sciocche ed inutili cure!”
Paolo chinò il capo.
“Se non sbaglio” continuò la duchessa senza smettere di guardare il suo servitore “vi avevo detto di occuparvi di questa ragazza e di renderla almeno presentabile. Obbedite.”
“Si, milady.” Annuendo Paolo.
L'uomo prese allora con sé Talia e la condusse in una grande sala, per poi affidarla alle cure di alcune servitrici.
Queste, così, prepararono con cura la ragazza, lavandola e profumandola come si conveniva per una degna dama di compagnia e abbigliandola, infine, con un abito all'altezza del suo nuovo ruolo.
Paolo, ritornò dunque per riprenderla e riportarla dalla duchessa.

Le acque del fiume erano scure ed inquiete e nulla sembrava riflettersi su di esse.
Neanche la Luna che, pallida ed enigmatica, risplendeva silenziosa e mutevole nello sterminato cielo di Faycus.
La ragazza fissava immobile quelle acque, forse in cerca di un volto o di un cenno che la chiamassero a sé.
Ma anche il fiume sembrava non riconoscerla più.
“Smettetela” disse il capitano Cairius avvicinandosi a lei “di fissare quelle acque. Sapete quante prostitute, quante ladre, zingare, vagabonde o semplicemente povere pazze emergono ogni nuovo giorno da ogni fiume che attraversa ciascuna città del mondo? Ragazze senza più nome, né volto, né valore. E sapete qual'è la cosa peggiore? L'indifferenza o la pietà della gente che assiste a quegli spettacoli.” La fissò, cercando di leggere, attraverso gli occhi di lei, ciò che attraversava la sua mente ed il suo cuore. “Perchè siete fuggita da quel convento? Vi trattavano male? Erano cattive con voi? O forse vi hanno cacciato loro, perchè vi ritenevano una povera pazza? Una folle visionaria da abbandonare al suo destino?”

Paolo bussò e quei colpi sulla porta destarono Talia da quella misterioso ed angosciante visione.
“Milady, la vostra dama di compagnia è pronta.” Entrando con la ragazza nella sala.
La duchessa si voltò allora a fissare Talia, come a volerla studiare con molta attenzione.
“Andrebbe pettinata un po' più decentemente.” Mormorò la donna. “Ha dei bei capelli... e forse qualcosa sulle gote, della polvere di gerani, per ravvivare un po' quel pallore... e poi l'andatura... oh, assurdo...” scuotendo il capo “... assurdo... il volgo è capace di mutare una ragazza in qualcosa di inconcepibile e del tutto aliena al buon gusto e ai dettami della cortesia... e non si poteva abbigliare in maniera più appropriata?”
“Quest'abito” disse Paolo “era tra i vostri preferiti, milady.”
“Forse quando ad indossarlo è una ragazza cresciuta in un contesto civile.” Infastidita la duchessa. “E sia, non posso e non voglio adirarmi per una plebea. Potete andare...” facendo un cenno a Paolo.
“E del ladro catturato insieme alla ragazza?” Domandò il servitore. “Cosa ne facciamo, milady?”
“Non posso pensare a tutto ora!” Esclamò la donna. “Del resto sono qui per rilassarmi! Ci penserò dopo. Ora lasciateci.”
Paolo mostrò un lieve inchino ed uscì.
“E sia...” mormorò lady Vicenzia “... cerchiamo di fare del nostro meglio per una convivenza perlomeno accettabile... quando sei in mia presenza è bene che tu sappia cosa fare e cosa dire, ma soprattutto cosa non fare e non dire... io non concepisco che vengano usate in modo improprio parole come libertà, verità e giustizia... il popolo non può comprendere il loro senso e trovo insopportabile ascoltare qualcuno parlare di ciò che non conosce... tu hai qualche convinzione religiosa? Sappi che ogni giorno viene celebrata una messa al castello e voglio che tu sia con me ad ascoltarla... inoltre alle tre in punto di ogni pomeriggio io recito i Divini Misteri del Santo Rosario e per nessuno motivo al mondo voglio essere disturbata... ora raccontami di te, Talia... del luogo in cui sei cresciuta e del perchè sei giunta a Faycus...”
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Altea
12-06-2012, 09.40.21
Il cavaliere celato iniziò a parlare e ascoltando le sue prime parole un sorriso apparve sul mio volto, lo riconobbi subito...
"Fyellon" dissi con un impeto abbracciandolo "pensavo di non vedervi più, sono scappata da quel luogo angusto e quella Montagna perchè avevo capito non tenevate a Barius" parlavo sottovoce per non farmi sentire e gli feci moto di sedersi accanto a me in un angolo "Fyellon, quegli uomini mi hanno parlato della Lacrima di Cristo, non è un esercito di uomini ma demoni...e per sconfiggerli..sembra si debba superare questa prova del sacrificio, non siate scettico come sempre".
Gli strinsi la mano, non potevo credere che era venuto in mio soccorso..poi mi balenò quella visione avuta durante il sonno...chi era quel Cavaliere cosi maestoso? Mi sembrava di averlo già visto..e mi ricordai di quella apparizione nella chiesetta sconsacrata di un Cavaliere molto fiero e forte prima di arrivare al maniero di Sir Orco..forse era solo una mia impressione.

Parsifal25
12-06-2012, 13.40.39
Quel disegno che mi era apparso.....non credo che mentisse, poichè secondo me la soluzione del conflitto sta in quel giardino. Si narra di Tylesia come un luogo mistico e terribile ma non credo che tutti i suoi abitanti siano dei spregevoli assassini.....forse ero troppo ottimista, ma lo si deve pur essere talune volte.

"Maestro......possiamo andare. Mi sento meglio. Inoltre, le parole di Granblu mi hanno illuminato." dissi. "La ringrazio vivamente milady e non temete per le sorti di questa terra e di Lilith......è in gamba" dissi rivolgendo lo sguardo verso la mia compagna.

Osservandola, percepì che aveva riposto le sue speranze e fiducia nelle capacità di Lilith.....chissà......forse Milady Granblu si rispecchia molto in lei. Si dice che talune volte i più profondi legami vengono a formarsi soltanto attraverso lo sguardo di un passato che fu anche se cronologicamente ancestrale.......

Un ultimo sguardo a quella calda casa ed io con Lilith ed il Maestro ci allontanammo dalla sua sicurezza.

cavaliere25
12-06-2012, 15.43.15
bene ora che sappiamo dove andare ad arruolarci andremo senza dare nel occhio non si sa mai chi potremo incontrare forza andiamo e mi incamminai verso il posto dove il falco disse di andare mentre controllavo in giro

Guisgard
12-06-2012, 17.21.48
“Demoni” disse Fyellon ad Altea “ che assediano Tylesia? Sono dunque loro i misteriosi ed invincibili nemici che tengono in scacco quella città? E tutte le maestose e sfarzose chiese che si trovano laggiù? Non dovrebbero servire per tenere lontani demoni, diavoli e roba simile? O forse il Clero in quella città è solo come un mobilio, magari per rendere più caratteristica la fauna locale?” Rise e poi scosse il capo. “Ah, milady... possibile che le cose più assurde riescano sempre ad impressionarvi? A Tylesia non ci sono demoni, come non ve ne sono giù all'Inferno. Sono solo una delle tante pittoresche invenzioni della nostra Santa Madre Chiesa per tenere soggiogati i più superstiziosi e sciocchi. Questi uomini che avete incontrato nella selva sono solo dei fanatici che hanno deciso di sacrificarvi per spazzare via la loro ignoranza e la loro paura. Ora noi invece tireremo loro un bel tiro e fuggiremo via da questo luogo.”

Guisgard
12-06-2012, 17.25.13
Cavaliere25 e i suoi compagni giunsero così presso la caserma dove ci si poteva arruolare.
Si accedeva attraverso un grande cortile dal quale poi si arrivava ad un androne laterale.
Qui incontrarono un soldato.
“Non tutti possono entrare qui.” Disse. “Cosa cercate?”

Guisgard
12-06-2012, 17.39.47
Redentos, Parsifal e Lilith ripresero così il loro cammino verso Tylesia.
Di nuovo si addentrarono nel lussureggiante ventre della selva.
“Allievo...” disse Redentos a Parsifal “... c'è una cosa di cui non abbiamo ancora parlato... quando decidesti, insieme a Lilith, di affrontare l'Avvilente Costumanza in palio non vi era solo la liberazione di quel castello e dei suoi infelici abitatori... no, in palio vi era ben altro... come premio era stata infatti offerta una formidabile corazza... mentre attendevo il vostro ritorno da quel labirinto, alcuni nani che avevano servito Insegrid il fabbro mi parlarono di quell'armatura. Essa rende invincibili ed è consacrata ai Sacri misteri del Fuoco... e tu Parsifal, come vincitore dell'Avvilente Costumanza, hai diritto ad indossare quella corazza. Quel cavaliere che giunse al castello, rammenti? Tale sir Fyellon? Ebbene, egli rubò la corazza dopo aver ucciso il fabbro. Era giusto che tu sapessi, ragazzo mio.”
Ad un tratto, mentre udiva le parole di Redentos, Lilith sentì una misteriosa voce.
Essa, udita solo da lei, cominciò a recitare:

“Che il giovane cavaliere riprenda l'Armatura Rossa,
affinché la secolare questione del Longiniu risolvere possa.”

Talia
12-06-2012, 18.36.36
La duchessa impartì di nuovo quell’ordine ed io fui presa da Paolo, che mi portò via da quella stanza per poi affidarmi ad alcune donne.
Le sentivo affaccendarsi intorno a me, silenziosamente... mi sfilarono senza troppo garbo il vestito che avevo e mi infilarono in una vasca di acqua vagamente fredda... tremavo ed ero a disagio, ma nessuna di loro sembrava farci troppo caso... poi m rivestirono con un abito di stoffa morbida e frusciante di una ricchezza che, anche solo al tatto, mi parve persino eccessiva.
Pochi istante dopo sentii la porta tornare ad aprirsi e di nuovo la voce di Paolo mi raggiunse... la sua mano, allora, tornò a stringersi strettamente intorno al mio braccio e da lui fui condotta fuori, per alcuni corridoi ed attraverso molte porte e saloni...
E fu allora, camminando speditamente senza sapere dove andavo, che quella strana e spaventosa visione tornò a lambirmi la mente...
Vidi quella ragazza, vidi il suo volto magro e bianco, i suoi occhi larghi e spaventati... la vidi come riflessa nella acque cupe del fiume, la vidi e provai qualche cosa di curioso: quasi come se vedessi nei suoi lineamenti i miei, eppure non li avvertissi come familiari... ne fui turbata... ne fui profondamente scossa.

Paolo mostrò un lieve inchino ed uscì.
“E sia...” mormorò lady Vicenzia “... cerchiamo di fare del nostro meglio per una convivenza perlomeno accettabile... quando sei in mia presenza è bene che tu sappia cosa fare e cosa dire, ma soprattutto cosa non fare e non dire... io non concepisco che vengano usate in modo improprio parole come libertà, verità e giustizia... il popolo non può comprendere il loro senso e trovo insopportabile ascoltare qualcuno parlare di ciò che non conosce... tu hai qualche convinzione religiosa? Sappi che ogni giorno viene celebrata una messa al castello e voglio che tu sia con me ad ascoltarla... inoltre alle tre in punto di ogni pomeriggio io recito i Divini Misteri del Santo Rosario e per nessuno motivo al mondo voglio essere disturbata... ora raccontami di te, Talia... del luogo in cui sei cresciuta e del perchè sei giunta a Faycus...”

Chinai appena la testa a quelle parole... chiedendomi come poteva una sola persona essere tanto altera, sdegnosa ed arrogante eppure, quasi allo stesso tempo, così caparbiamente interessata a me e decisa a non lasciarmi semplicemente andare...
Esitai... incerta su che cosa dire... incerta, persino, su come sentirmi al suo cospetto...
Infine sospirai...
“Di me?” mormorai “Temo, milady, che di me non vi sia molto da dire. Il luogo in cui sono cresciuta era un antico casale, attorniato da un favoloso giardino, in mezzo ad un bosco. Al mattino l’aria fresca entrava dalle alte finestre e gonfiava le tende bianche e leggere, facendole volere in alto... ed allora il profumo dei gelsomini che ricoprivano gli archi della loggia saliva fino al primo piano, così delicato eppure così persistente... il ricordo più antico e più vero che possiedo riguardo al Casale è il profumo di quei gelsomini... è come se quello fosse per me il vero profumo di ‘casa’...”
Un lieve ed involontario sorriso mi increspò le labbra a quei ricordi...
“In inverno, invece...” proseguii dopo pochi istante, la voce bassa e leggera “In inverno il freddo era pungente da quella parte del bosco... allora il Maestro, mio padre, accendeva il grande camino nel salone. Prendeva tutta la parete est, quel camino, e a me piaceva tanto sentirlo crepitare nella penombra, quando la luce traballante della fiamma disegnava sulle pareti le immagini più bizzarre... ed allora noi giocavamo a riconoscere in quelle forme danzanti gli animali più curiosi o paesaggi incantati, vi vedevamo castelli e cavalieri in combattimento... ed intessevamo storie, e trame, e leggende... e Guisgard era il più bravo di tutti in questi giochi... lui riusciva a farci vedere mondi lontani e sconosciuti, riusciva a farci sognare. Il Maestro diceva che questa dote gli veniva dal cuore... diceva che se avesse trovato il modo per credere davvero in tutti i suoi sogni, allora e solo allora sarebbe diventato un vero cavaliere, un grande cavaliere...” sospirai “Era un uomo giusto, il Maestro... era un uomo lungimirante. Era stato un cavaliere importante, aveva riscosso fama e gloria... ma alla fama ed alla gloria non era interessato. Credeva nei suoi valori, invece... vi credeva fermamente. E vi ha creduto fino alla fine!”

Altea
12-06-2012, 18.45.34
Fissai Fyellon, per quel poco che potevo vedere nel buio in quella tenda leggermente rischiarata dalla Luna..scossi il capo e mi misi le mani tra i capelli.."Ma perchè doveva essere tutto cosi difficile?" pensai "Forse era meglio non tornasse, lui mi contraddice sempre".
Alzai il volto e con convinzione dissi.."Fyellon, mi spiace ma io rimarrò qui, perchè a Tylesia la gente parlava..dei demoni, voi potete tornarvene da dove siete venuto.Ma prima ditemi come sta Barius".

Guisgard
12-06-2012, 19.16.47
“Non siate sciocca.” Disse Fyellon ad Altea. “Volete davvero morire per niente? Domattina sarete sacrificata, ma Tylesia resterà nella morsa dei suoi nemici e voi sarete morta per niente. Se volete davvero salvare Tylesia, allora venite con me e lotteremo per la sua liberazione. Quanto a Barius... vi dirò tutto quando saremo lontani da qui.”

Altea
12-06-2012, 19.22.15
Rimasi per un bel pò a fissare la tenda silenziosamente...forse Fyellon aveva ragione.."D'accordo ma dobbiamo essere cauti a uscire da qui sapete? Potrebbero scoprirci...avete parlato di un piano o sbaglio? Volete indossare voi il velo e io la corrazza?" e riuscii a trattenere a stento una risata.

elisabeth
12-06-2012, 21.19.29
Potevo udire un canto antico uscire tra le pieghe del cuore della Regina...gia' l'Amore, chi avrebbe potuto cedere che tutto questo sarebbe successo per Amore........Era inorridita...alla nostra vista, come potevamo aver varcato quel luogo consacrato....." Nessuna messa in scena mia Regina....nessuna trovata teatrale, ma era l'unico modo per potervi parlare...per poter parlare al vostro cuore che a quanto pare non riesce piu' a battere, desidero informarvi su alcuni fatti, che probabilmente qualcuno vi ha tenuto nascosti......non fate un passo...non urlate...perche' se lo fate, qualcuno che vi e' molto a cuore morira' e adesso siccome siamo qui portate da Messer Amore....dovrete ascoltarmi......."......mi sedetti su una panchina vicina a noi..e sperai vivamente che Vivian e la Regina, facessero la stessa cosa....." Ascoltatemi....vi siete presa cura di Goz, lo avete sfamato, lo avete vestito e anche se per molti e' èazzo, voi non lo avete mai deriso...bene....sappiate che Goz sta lavorando per conto di Guxio...deve forgiare un'armatura, un'armatura invincibile.....ma chi poteva imporre a Goz questa richiesta ? la sottoscritta....dovete sapere che sono stata colpevolizzata di Stregoneria......ma solo se avessi convinto Goz alla costruzione di questa armatura.....avrebbe firmato per la mia innocenza.....Goz ha accettato, ma ad un patto che io ritrovassi i suoi cigni..e qui entra in gioco il Comandante Reas......era l'unica persona a cui avrei potuto raccontare ogni cosa....e cosi' e' stato, se vi ricordate qualche giorno fa...e' partito per andare in un luogo a lui conoscoiuto si n da bambino, ero con lui...secondo una mappa, fattami arrivare da Goz...lui conosceva quel posto e li' avrei trovato i suoi cigni.....ognuno ha le sue disgrazie e io ne devo avere una immensa......dopo qualche piccolo intoppo.....abbiato ritrovato i cigni..ma un Monachello.....ha avvelenato Reas...e mi ha ricattata, se non gli avessi portato il fiore celato nel vostro giardino privato.....lui non avrebbe dato l'antitodo a Reas e lo avrebbe lasciato morire......mi consiglia di farmi aiutare dal vostro precettore..il padre di Vivian, ma che volete, la fortuna non perseguita tutti....e cosi' il tempo di arrivare a lui...che questi viene portato via e segregato con accuse che trattano L'Amore....figuriamoci, mia Regina.......L'Amore e' primario..........non e' cosi' che la pensate ?.....no..non e' cosi' che la pensate.....perche' se cosi' fosse, non saremmo qui travestiti da monaci a parlarvi sotto minaccia.............Adesso...mia soave donna, voi forse avete perduto la persona amata....io ne ho persa piu' di una e non intendo perdere ancora qualcuno...a Vivian e' rimasto solo suo padre...un uomo che per voi darebbe la vita.......Sono stanca.....ma ho bisogno di Voi...ho bisogno che voi risorgiate come Donna e intendo Donna in tutta la sua essenza........se questo non succedera'...vi giuro che solo con l'aiuto del pensiero....sdradichero' ogni pianta...ogni filo d'erba..ogni albero..ogni essere vivente del vestro giardino"...........Non avevo piu' fiato.....avevo solo voglia di pregare....e questa volta avrei incendiato Tylesia......

Parsifal25
13-06-2012, 01.13.44
Riprendemmo il cammino ed io continuavo a ripensare a quello strano disegno che non avevo fatto ma mi era giunto fra le mie carte. Lilith er in sella con me e sembrava che anche lei pensasse.

Improvvisamente, il Maestro Redentos irruppe il silenzio parlandomi della prova da poco affrontata. Mi rammentò del premio dell'Avvilente Costumanza.....ricordavo dell'armatura......ma non sapevo che sir Fyellon avesse commesso una tale infamia, e Lady Altea.....come mai non è intervenuta, forse anche lei ha avuto la sua parte in questa storia, ma non posso permettermi di giudicare.....avreì potuto pensarci anche io però i miei dogmi parlano chiaro poichè si fondano sui più alti dettami dell'Antico Codice.

Oramai il premio era lontano e non sapevo come avreì potuto recuperarlo. Di certo, non mi sarebbe stato restituito gratuitamente......un prezzo da pagare ci sarebbe stato, forse quello più tremendo.......no......non mi sareì macchiato di un crimine così nefando.

Il volere divino saprà cosa farne dell'usurpatore ed assassino.

Guisgard
13-06-2012, 01.25.53
Fyellon annuì sorridendo a quelle parole di Altea.
“Sapete” disse “che non è poi una malvagia idea? Ma dubito che questa corazza riuscirà a mettere in evidenza le vostre grazie, milady.” Un attimo dopo si fece serio. “Ora cominciamo ad uscire da qui... con attenzione e molto lentamente...” aprì la tenda e fece cenno ad Altea di uscire con lui.
Ma appena furono fuori, subito si mostrarono alcune figure, come emerse dal buio circostante.
“Ci rincontriamo, cavaliere...” disse Heyto nel vedere Fyellon “... rammentate? Eravamo sulla stessa nave che attraversava il Calars...”
“Si, ora ricordo il vostro volto...” con un ghigno Fyellon “... e a quanto vedo non avete perso l'abitudine di mettere a morte delle povere ragazze...”
“Ora” fissandolo Heyto “non moriranno solo ragazze... uccidetelo!” Ordinò ai suoi uomini, che, a quell'ordine, estrassero le spade e circondarono Fyellon ed Altea.

Guisgard
13-06-2012, 01.41.02
La regina ascoltò Elisabeth senza battere ciglio.
Solo quando la maga terminò di parlare, Destefya guardò, ma solo per un momento, Vivian.
“Il capitano Reas” disse la sovrana di Tylesia “mi ha dunque mentito... era partito per questa assurda missione senza rivelarmi le sue reali intenzioni... ed io cosa dovrei fare adesso? Mettere a repentaglio il mio popolo per salvare uno solo dei miei sudditi, perlopiù bugiardo?” Si avvicinò al muretto e si appoggiò, come a voler cercare un sostegno. “Reas... anche voi, dunque, mi avete delusa...”
“Maestà!” Esclamò Vivian. “Mio padre è innocente e devoto alla corona! Aiutatelo!”
“Ragazza mia...” voltandosi a guardarla la regina “... vostro padre ha disobbedito ad un mio ordine e perciò ha tradito il suo popolo... non posso fare nulla per aiutarlo...” lo sguardo era fiero, ma nel fondo dei suoi occhi era possibile scorgere un dolore sconfinato.
“Forse questa questione” disse all'improvviso qualcuno “riguarda da vicino noi Cavalieri del Tulipano. E credo sia giusto mettere al corrente lord Guxyo di tutta questa storia.”
“Lady Shoyo.” Mormorò la regina. “Non vi siete fatta annunciare.”
“Perdonatemi, maestà, ma il protocollo di corte non è mai stato il mio forte.” Fissandola la ragazza guerriera. “Ora, col vostro permesso, condurrò lady Elisabeth da lord Guxyo. Ci penseremo noi cavalieri a risolvere questa faccenda.”

Altea
13-06-2012, 01.43.25
Seguii le parole di Fyellon, non senza inquietudine..Heyto e i suoi uomini sicuramente non mi avrebbero perso di vista poichè ero da "offrire" a qualche divinità o demone per Tylesia.
Lo seguii lentamente, egli aprì la porta della tenda, vi era un silenzio stranamente surreale e all'improvviso sentii delle voci e come pensai Heyto e i suoi uomini ci scoprirono.
Rimasi allibita quando ordinò ai suoi uomini di uccidere Fyellon...non pensavo Heyto arrivasse a questo gesto estremo.
Fummo circondati da quegli uomini e da ciò che capii loro due si conoscevamo dapprima, Fyellon era un combattente eccellente ma sarebbe riuscito da solo a sconfiggerli?
"Heyto vi prego, lasciate andare Fyellon...non uccidetelo, io rimarrò qui, e farò come da Voi richiesto e manterrò la promessa data, ma non fate del male al cavaliere" il mio volto si incrociò con quello di Fyellon "questa volta non voglio sentire ragioni, Fyellon, se vi daranno la grazia e vi libereranno dovete andarvene, non voglio che rischiate la vita per me".

Guisgard
13-06-2012, 02.46.30
“State indietro, Altea...” disse Fyellon con un tono di voce che non dava la possibilità di essere contraddetto “... non si può patteggiare con simili fanatici...” ed estrasse la spada.
Tutti allora si lanciarono contro il Cavaliere Rosso, che con violenza cominciò a rispondere a quegli attacchi.
Lo scontro fu durissimo.
Sembrava disperato, eppure Fyellon riusciva a tenere testa a quegli uomini.
Alla fine, però, uno dei pochi superstiti, approfittando della confusione, afferrò Altea e puntò la sua spada al collo della ragazza.
“Fermati, cavaliere!” Urlò a Fyellon. “Fermati o la tua amica sarà sacrificata ora!”

Guisgard
13-06-2012, 03.01.08
Lady Vicenzia ascoltò ogni parola di Talia, fissando con attenzione l'espressione della ragazza.
“E' cosa di certo sconveniente” disse la duchessa “che una mia dama di compagnia parli così spesso di un uomo. Da quanto ho potuto comprendere, quel tale... Guisgard?” Per poi tossire. “Rammentare i nomi altrui non è mai stata tra le mie vocazioni... dicevo, quell'individuo è tuo fratello, o un qualcosa di simile, vista la dubbia condizione che legava tutti voi a quel maestro... ebbene, sappi, che non voglio assolutamente sentire pronunciare in mia presenza nomi di persone estranee a questa corte... un detto antico recita... lontano dagli occhi, lontano dal cuore... faremo dunque in modo di allontanare il ricordo di quell'individuo da te...” prese allora il piccolo campanellino in ottone che aveva sul tavolino e lo fece suonare.
Un attimo dopo, Paolo ritornò nella sala.
“Milady...” mostrando un lieve inchino.
“Avvicinatevi, non posso urlare da qui.”
Paolo si avvicinò alla donna.
“Date ordine di liberare l'individuo che avete arrestato al castello.”
“Non volete più punirlo per essersi intrufolato nel castello, milady?”
“Forse è colpa mia...” mormorò la duchessa “... forse sono davvero diventata così vecchia da non essere più in grado di dare ordini convincenti ai miei servitori... sarà probabilmente per il tono più incerto della mia voce, o per questa tosse che mi perseguita dando alle mie parole meno efficacia... o forse, potrei pensare, che non sono più capace di scegliermi servitori all'altezza, in grado di comprendere subito i miei ordini senza aver invece bisogno di commentarli, giudicarli o, peggio ancora, di discuterli...”
“Perdonatemi, milady.” Annuendo Paolo. “Farò subito liberare il prigioniero.”
“Bene.” Disse la duchessa, per poi congedarlo con un cenno della mano. “Dove eravamo rimasti?” Rivolgendosi nuovamente a Talia. “Ah, si... non mi hai ancora detto del motivo che ti ha condotta a Faycus...” la fissò di nuovo col suo sguardo indagatore “... e smetti di pensare a quel gaglioffo... ora che è tornato libero, credimi, monterà in sella al suo cavallo e abbandonerà questo luogo... gli uomini conoscono il senso della paura come se fosse un istinto primordiale racchiuso dentro di loro e lui non metterà di nuovo alla prova la sua buona sorte...”
Poco dopo, nelle segrete del castello, tre soldati entrarono nella cella di Guisgard.
“In piedi, cane!” Urlò uno di quelli. “Vieni con noi!”
“Dove mi portate?” Chiese lui. “Voglio vedere Talia... dove si trova?”
I soldati lo spintonarono attraverso un lungo corridoio, senza però rispondere nulla a quanto domandava.
Giunsero così davanti al portone del castello e lo buttarono giù per le scale.
“Che vuol dire?” Gridò Guisgard. “Dov'è Talia?”
“Dimenticala, cane!” Urlò con disprezzo uno di loro. “E se ti rivediamo per la città, sai cosa ti attende!” E richiusero il portone.
Guisgard allora si lanciò contro quell'ingresso, urlando e mandando pugni e calci contro il legno.
Ad un tratto, però, qualcuno si avvicinò al cavaliere e cercò di portarlo via.
“Lasciatemi!” Gridò Guisgard, tentando di liberarsi da quella presa.
“Sto cercando...” a fatica quell'uomo “... di salvarvi la vita... e cercate di calmarvi, diamine...”
“Lasciami!” Con vigore Guisgard. “Hanno preso Talia! Devo liberarla!”
“Vi farete solo uccidere...” portandolo via quell'uomo “... se continuerete a gridare come un ossesso...”
Alla fine, vinto dalla disperazione e dalle percosse subite nel castello, Guisgard si accasciò, permettendo così a quell'uomo di portarlo via.

Altea
13-06-2012, 13.44.15
Fyellon non volle sapere ragioni, e non potei farlo persuadere, era più convinto che mai, estrasse la spada e lo vidi combattere, come sempre dimostrando quella abilità di Cavaliere che solo suo padre poteva avergli insegnato, doveva essere stato un grande guerriero.
A terra vedevo uomini morti, mi ricordai di quello scontro coi nani nella fucina, Fyellon non aveva pena per la morte di un uomo, io invece ero innoridita, stava uccidendo di nuovo anche per me, mentre io detestavo la violenza.
Ad un tratto sentii una forte stretta e vidi la lama di una spada sul mio collo, uno degli uomini di Heyto mi aveva preso e minacciava Fyellon di fermarsi o mi avrebbe uccisa subito..un impeto di rabbia mi pervase.."Smettela per carità cristiana...cosa state combinando? Heyto, voi dovevate sacrificarmi per placare i demoni che minacciavano Tylesia e il suo popolo...e voi e i vostri uomini cosa state facendo? vi state comportando al pari...usate la violenza e la minaccia peggio di quei demoni. Avete iniziato voi, sir Heyto, minacciando di uccidere Fyellon. Ebbene sappiate, che io non sono di vostra proprietà e non potete decidere della mia vita, morte e nemmeno su quella di Fyellon, dite al vostro uomo di riporre subito questa spada dal mio collo e parliamone civilmente".

Talia
13-06-2012, 17.15.53
“Perdonatemi, milady.” Annuendo Paolo. “Farò subito liberare il prigioniero.”
“Bene.” Disse la duchessa, per poi congedarlo con un cenno della mano. “Dove eravamo rimasti?” Rivolgendosi nuovamente a Talia. “Ah, si... non mi hai ancora detto del motivo che ti ha condotta a Faycus...” la fissò di nuovo col suo sguardo indagatore “... e smetti di pensare a quel gaglioffo... ora che è tornato libero, credimi, monterà in sella al suo cavallo e abbandonerà questo luogo... gli uomini conoscono il senso della paura come se fosse un istinto primordiale racchiuso dentro di loro e lui non metterà di nuovo alla prova la sua buona sorte...”

Libero...
In un lampo, quella parola fece breccia tra i miei pensieri spazzando via tutto il resto.
Ora che è tornato libero...
Niente gogna, dunque... nessuna punizione, nessuno scotto... nessun rischio di giungere alle orecchie dei cavalieri... sospirai ed un vago sorriso salì ad incresparmi le labbra... un sorriso che svanì appena un istante dopo, quando l’altra parte di me –non senza un filo di panico- iniziò a chiedersi dove fosse in quel momento, quanto fosse lontano...
Ma forse, pensai poi, non era il caso di irritare ulteriormente quella donna... non finché non avessi compreso che cosa volesse da me, almeno.
"Oh..." sussurrai quindi, nel vago tentativo di prender tempo "Avete ragione, milady... perdonatemi! Ma vedete... Faycus in realtà era solo una tappa di un viaggio. Un caso che mi sia fermata qui, si potrebbe dire... Un caso fortunato, tuttavia: da ciò che ho sentito ed appreso credo che sia un luogo davvero incantevole!"

Guisgard
13-06-2012, 18.13.14
XXVII Quadro: La leggenda della spada sepolta

“Un guerriero sa che la stella più lontana dell'Universo si manifesta nelle cose che stanno intorno a lui.”

(Paulo Coelho, Manuale del guerriero della luce)



Guisgard fissava il bicchiere davanti a lui, girandolo e rigirandolo fra le sue mani.
Lo sguardo era cupo e l'espressione stravolta.
“Eh, se questo tuo buon vino, caro oste, fosse invece un elisir...” disse Umans appoggiato al bancone con l'oste che lo fissava dall'altra parte “... di lunga vita, o magari capace di tramutare in oro i materiali vili... eh, caro oste, quanti problemi si potrebbero risolvere...” e scolò il bicchiere tutto d'un fiato.
“Quell'uomo che avete condotto qui...” mormorò l'oste indicando Guisgard che stava seduto ad uno dei tavoli “... cos'ha? E' forse muto? O pazzo? Non sarà, voglio sperare, un ricercato o qualcosa di simile.”
“Eh...” con un ghigno Umans “... il nostro uomo è malato...”
“Malato?” Ripetè l'oste. “Ed è grave?”
Umans però non rispose e raggiunse Guisgard al suo tavolo.
“Perchè mi avete portato via dal castello?” Domandò il cavaliere.
“Forse per non vedervi morto, messere.” Rispose Umans. “Meglio per voi andare via da questa città. E dimenticarvi di tutto e tutti.”
In quel momento un menestrello iniziò a strimpellare la sua lira.
“Miei signori...” disse “... per un piatto caldo vi ripagherò con qualcosa di straordinario... una storia... ma non una storia qualunque...”
“Avanti, menestrello!” Fece Umans. “Vediamo se sai davvero meritartelo quel piatto caldo!”
Il menestrello annuì e cominciò a suonare il suo strumento...

Il cielo.
Immenso, indefinito, imperscrutabile.
Attraversato da inquiete e smisurate nuvole, rese bianchissime e luminose dai vigorosi raggi del Sole che scolpivano sul loro manto contorni da sogno, quel cielo copriva l’inquieta terra tra la lussureggiante tundra di Taburingia e le grandi città del lontano Nord.
Alberi secolari e colline dalle forme incantate e primordiali rendevano spettrale ed immutabile quel remoto scenario.
Sareste riusciti a percorrere miglia e miglia senza incontrare nessuno e a fantasticare sulle misteriose presenze che, secondo leggende e tradizioni ormai dimenticate, abitavano quei luoghi inospitali e sperduti.
La strada, qualsiasi direzione si fosse scelta, mostrava sempre lo stesso desolante scenario.
L’unica fortuna, l'unica speranza per i viaggiatori di quei meandri maledetti era quella di imbattersi in uno di quei dimenticati villaggi che sorgevano dove le condizioni di vita apparivano più sopportabili.
Questi erano gli unici posti in cui la civiltà sembrava aver toccato quei luoghi e dove potevano trovarsi scorte e viveri per proseguire la risalita verso il mondo conosciuto.
E fu per questo motivo che quella mattina, al villaggio fortificato di Caias gli abitanti del posto videro giungere tre cavalieri pesantemente armati.
Veloci e silenziosi come avvoltoi che hanno fiutato la loro preda, arrivarono alle prime luci dell’alba, forse nascosti tra la foschia che la notte appena trascorsa aveva lasciato in quella landa.
Ebbero facilmente la meglio sulla debole squadriglia di mercenari che difendeva svogliatamente il villaggio, che serviva come tappa verso l'entroterra più profondo e raccolsero tutto ciò che era possibile trasportare.
Ma mentre stavano per andar via, emerse dal silenzio l’ultimo soldato della squadriglia.
“Prendete ciò che vi occorre e andatevene da qui!” Disse il sopravvissuto. “Siete feccia... e qui non ne vogliamo di gente come voi!”
“Non scaldarti troppo, amico!” Rispose uno dei tre. “Del resto non sono morte donne, né bambini! Quanto ai tuoi uomini, beh, avresti dovuto addestrarli meglio!” E rise di gusto, seguito dai suoi due compagni.
“Maledetti!” Ringhiò il superstite. “ Io, capitano Karlyon, giuro che vi darò la caccia fino in capo al mondo!”
“Karylon?” Ripetè colui che sembrava essere il capo dei tre criminali. “Pyt Karylon? Il famoso mercenario? Quelli che molti definiscono la spada più abile della Taburingia?”
“Se conoscete la mia fama” rispose Karylon “allora saprete che vi darò la caccia fino all’Inferno!”
“Non c’è bisogno di attendere tanto!” Disse il capo dei tre. “Raccogliete la spada di uno dei vostri compagni morti. Vi do la possibilità di vendicarli.”
“Non farlo, Feudis!” Gridò uno dei tre al suo capo. “Abbiamo ciò che ci occorre! E’ inutile perdere tempo con queste sfide!”
“Tranquillo, sarà questione di un momento!” Rispose Feudis. “Avanti, raccogliete quell’arma” gridò poi al suo avversario “e dimostrate di essere degno della vostra fama!”
Karylon raccolse la spada appartenuta ad uno dei suoi e si mise in posizione di scontro.
Un attimo dopo i due contendenti cominciarono a studiarsi come due bestie feroci che si contendono il controllo del territorio.
All’improvviso entrambi e con la medesima velocità cominciarono a vomitarsi addosso una pioggia di colpi avvolti dal bagliore e dal tintinnio delle loro spade.
Feudis però era abilissimo, scaltro e veloce. Colpì al busto il suo avversario, facendolo cadere al suolo.
Si fiondò poi verso di lui e un attimo dopo Karylon si accasciò su stesso.
“Non era poi così forte!” Gridò compiaciuto Feudis.
“Era necessaria questa perdita di tempo?” Gli chiese infastidito uno dei suoi.
“Certo che lo era, Duxa!” Rispose Feudis. “Io sono il miglior guerriero del mondo! E chi non è d’accordo dovrà dimostrarlo sul campo!”
Un attimo dopo, i tre criminali cavalcarono via, lasciando nel villaggio una nuvola di polvere ed una scia di morte...
http://www.svanningeskole.dk/Faelles/aviser/avis10/tundra.jpg

Intanto, nel castello, Talia era ancora al cospetto della duchessa.
“Un posto vale l'altro...” disse la donna “... sono le persone e le sensazioni che sanno trasmetterci a renderli speciali...” fissò dalla finestra “... qui è molto diverso da Capomazda... vi giunsi per via dell'aria pulita dei monti... e poi vidi lei...” mormorò quasi senza accorgersene.

Guisgard
13-06-2012, 19.09.28
“Sta zitta.” Disse ad Altea l'uomo che aveva puntato la spada al suo collo. “Rimettete giù la spada, cavaliere” rivolgendosi poi a Fyellon “o la vostra amica morirà. E non voglio più ripetervelo.”
Rapidamente, allora, Fyello contò gli uomini ancora vivi: erano una mezza dozzina, compreso quello che aveva preso Altea.
“Mettete giù la spada!” Gridò di nuovo quell'uomo.
“Io non amo sottostare a ordini” mormorò Fyellon con uno sguardo carico d'odio “o minacce...” e con un gesto tanto rapido, quanto improvviso, lanciò la sua spada contro l'uomo che teneva stretta Altea, colpendolo in piena fronte ed uccidendolo sul colpo.
La ragazza vide così cadere al suolo colui che la minacciava.
“Maledetto!” Gridò uno degli altri. “Ma ora sei disarmato! E per te è finita! Uccidiamolo!”
Ma proprio in quel momento, una violenta scossa di terremoto fece sussultare tutta la selva.

Talia
13-06-2012, 19.35.10
I miei occhi non potevano vedere che buio, ma la mia mente era aperta e completamente protesa ad ascoltare la duchessa...
La sentivo esitare, sentivo lo sbalzo delle sue emozioni cozzare contro di me... sentivo la sua voce ora alta ed arrogante, modularsi di tanto in tanto in un tono più basso e mite, tremante, vagamente sognante...
Sentivo che il cuore di quella donna era combattuto e che probabilmente era alla ricerca di qualche cosa... anche se non riuscivo a comprendere cosa fosse.
E poi quell’allusione...
“Purtroppo non ho mai visto Capomazda...” sussurrai “Ma ne ho sentito parlare, ed ho sentito dire che è grande e maestosa, con secolari ed imponenti edifici, giardini ed uno splendente palazzo ducale. Da quando sono arrivata a Faycus, invece, non ho colto che brevi commenti su questa città... mi concedereste, dunque, milady, l’ardire di chiedere a Vostra Signoria che cosa vi trovi di altrettanto bello, qui a Faycus? Sapete... da quando non posso più vedere, non posso che basarmi su sensazioni e stati d’animo... ma ciò è molto difficile di fronte ad un’intera città!”

elisabeth
13-06-2012, 19.38.48
Avevo pieta' per lei, avevo pieta' per lei sotto tutte le formeche il creato poteva darci il dono di conoscere.......era cosi'prigioniera del suo dolore che non riusciva a guardare oltre il suo naso......" Reas vi ha delusoe tradita.....il vostro mentore vi ha delusa e tradita....volete salvare il vostro popolo e invece non avete capito che ucciderete tutti.....e il vostro animo sara' talmente pesante,che neanche appoggiarvi a questo muretto potra' darvi sollievo.....".....Non mi voltai neanche alla voce di Lady Shoyo....sapevo che avrei dovuto pareggiare i conti, tolsi il cappuccio dalla mia testa...." Io non so se avro' ancora la possibilita' di salvare qualcuno.....vorrei tanto Vivian che vostro padre avesse giustizia, ma a Tylesia e' cosa rara.....Mia Regina vi auguro una splendida giornata...."......" Andiamo Lady Shoyo, non vorrei far aspettare troppo Lord Guxyo...."...voltai le spalle a quella donna che vrebbe potuto....ma che invece preferiva rimanere chiusa nel suo grande dolore.........incendiare quel Giardino.....sarebbe stato magnifico, nessuno avrebbe potuto raccogliere quel fiore....neanche l'unica persona che ne conosceva il profumo........Pensai a Reas...la sua morte era solo colpa mia..lo amavo eppure non avevo fatto nulla per strapparlo alla morte e per Goz.....anche per lui non ero stata in grado.......col saio indosso...arrivammo a palazzo

Lilith
13-06-2012, 19.45.23
Appena udii quella voce misteriosa la mia espressione divenne subito più preoccupata. "Dobbiamo andare" dissi ai cavalieri "Tylesia è in grave pericolo".
Ringraziai di cuore la dama Granblu e le promisi che un giorno ci saremmo incontrate nuovamente. Sentivo che quella donna avrebbe potuto insegnarmi molto.

Camminammo per un po' di tempo verso Tylesia, quando Redentos iniziò a parlare della corazza rossa. "Parsifal" dissi io, dopo che la voce mi parlò nuovamente "dovete avere quella corazza. Potrete così risolvere una questione secolare, del... Longiniu..." balbettai, cercando di ripetere fedelmente ciò che la voce mi aveva detto poco prima.
I cavalieri mi guardarono stupiti ed io volsi il mio sguardo verso la strada percorsa. "Deve essere qualcosa di importante per voi, vero?" aggiunsi, rivolgendomi a Parsifal.

Altea
13-06-2012, 19.56.49
Un solo colpo...uno solo...e ben assestato in fronte all'uomo che mi teneva prigioniera e cadde a terra priva di vita, non avevo parole, ma era l'unico modo per salvarmi. Poi vidi Fyellon guardare gli altri uomini ed era disarmato, estrassi la spada presa al fabbro, attirai l'attenzione di Fyellon e gliela lanciai quando sotto i miei piedi tutto cominciò a sobbalzare...mi misi in ginocchio ma la terra tremava ancora di più...furono pochi secondi ma furono come secoli, guardai i cavalieri e Fyellon, era un terremoto lo sapeva, nessuna ira di demoni...finita la scossa rimasi seduta in silenzio, certo non sarei mai scappata per la selva rischiando di farmi travolgere dagli alberi.

Guisgard
13-06-2012, 20.05.01
Il menestrello smise di raccontare per bere del vino portatogli da uno dei clienti.
“Su, forza.” Disse Umans. “Continua a raccontarci quella storia.”
Il menestrello annuì e riprese a suonare...

La vita scorreva tranquilla nella piccola cittadina di Solopas, dimenticata nel cuore della Taburingia.
Sede di contadini che ben sfruttavano la fertilità di quel luogo, il villaggio era stato in passato una tappa obbligata per la via che dava verso i monti.
Quella mattina la locanda di Philow era più affollata del solito.
Molti che avevano visitato la Fiera del Nord si erano ritrovati a scambiarsi, davanti ad un boccale di birra, opinioni sulle meraviglie che avevano visto laggiù.
L’allegria e lo stupore di quei racconti testimoniavano in pieno come qualche evento straordinario fosse l’unico modo per rompere la monotonia del posto.
E la Fiera del Nord riusciva ogni anno a scuotere il torpore di quei semplici e bonari contadini.
“Vi posso giurare” esclamò entusiasta Palm dopo il terzo o quarto boccale di birra “che quelle armi che ho visto avrebbero potuto perforare l’acciaio più rinforzato!”
“E’ la birra che ti fa dire queste cose” chiese ironico Vision “o è stato il Sole della tundra?”
“Il nostro Palm è talmente invaghito di armi e cavalieri vari” intervenne divertito Hunz “che vede quelle cose ovunque!”
“Magari ne parla anche con sua moglie la notte!” Aggiunse Vision, scolandosi il suo boccale e ridendo di gusto.
“Cosa potete saperne voi!” Rispose vagamente infastidito Palm, mentre sorseggiava la sua birra. “Io qui sono l’unico ad aver combattuto in guerra. E quando hai visto da vicino quei formidabili guerrieri, statene certi, qualsiasi altra cosa vi sembrerà poco più che una bazzecola!”
“Lo sappiamo, amico mio.” Intervenne Sepeng. “Non dimenticare però che chiunque viva in questo posto da almeno dieci anni ha dovuto combattere per guadarsi il pezzo di terra che ora possiede.”
Gli altri, a queste parole, annuirono tutti.
“Infatti!” Disse Palm. “Quindi dovreste comprendere il mio stupore davanti alle meraviglie di cui parlo.”
Ma proprio in quel momento nel locale entrò Andros.
Era un uomo silenzioso, asciutto, con lo sguardo sempre crucciato e l’espressione perennemente inquieta.
E questo suo tormento ben gli si leggeva sul volto, che appariva malinconico e distaccato, nonostante i bei lineamenti e la gradevole figura.
“Salve a tutti.” Disse entrando. “Philow, potreste darmi del sidro? Andrà bene qualsiasi gusto.” Chiese poi al locandiere.
“Certo, Andros.” Rispose cortese Philow. “Fanno mezzo Taddeo.”
“Hei, Andros…” chiamò all’improvviso Hunz “... non siete stato alla Fiera del Nord voi? Avreste trovato cose utili per il vostro emporio.”
“No, Hunz.” Rispose Andros mentre raccoglieva il resto dal bancone. “Non mi interessano queste cose.”
“Immagino.” Intervenne Palm. “La Fiera non è un posto per bottegai. Lì ci vanno i grandi mercenari o i cavalieri.”
Gli altri, a quelle parole, fissarono Palm come a volerlo riprendere.
“Che vuol dire, poi!” Esclamò Hunz, cercando di sminuire l’uscita del suo amico. “Neanche io sono un esperto di armi, eppure ci vado ogni anno!”
“Palm...” disse visibilmente contrariato Andros “... per voi chi non sa usare un’arma o non ha mai prestato servizio in guerra non è un vero uomo, giusto?”
“Ecco, veramente io…” farfugliò imbarazzato Palm.
“Avanti, Andros...” intervenne Hunz “... Palm non voleva certo offendervi.”
“Ma sì, Andros...” disse Philow “... siamo tra amici e si è alzato un po’ il gomito. Non è il caso di dar peso a questo genere di battute.”
“No, aspettate.” Li interruppe Andros, zittendoli con un cenno. “Avanti, Plam, ditemelo in faccia che non mi considerate un vero un uomo. Nemmeno degno di bere qui con tutti voi. E magari vi fa anche sorridere che io beva bibite dolciastre. Ditemelo, Palm! Ditemelo!”
“Non scaldatevi ora, Andros.” Intervenne ancora Hunz. “State ingigantendo una questione che non esiste nemmeno.”
“Lasciamo perdere.” Disse Andros. “Meglio che vada. Non vorrei rovinare una bevuta tra veri uomini.”
Detto questo, corse fuori, sbattendo la porta.
“Ma cosa diamine gli è preso?” Chiese dopo qualche istante Palm, rompendo l’imbarazzante silenzio che era sceso nel locale.
“Non ho mai visto Andros comportarsi così.” Disse Philow.
“Tranquilli.” Intervenne Sepeng. “Ora tornerà da sua moglie che lo calmerà dandogli un bicchiere di succo d’arancia!”
Ed una sonora risata alleggerì l’imbarazzo del momento.
Andros restò un attimo fermo nel bel mezzo della strada.
Il Sole batteva con vigore a terra e lui sentiva di impazzire.
Osservò con rabbia le bottiglie che aveva in mano.
Avrebbe voluto stringerle forte, fino a frantumarle tra le sue dita.
Si voltò di nuovo verso il locale e restò a fissarlo per alcuni istanti, con lo sguardo di chi portava nel cuore un’inquietudine senza fine.
Il suo viso era rigato dal sudore, che sembrava lacerargli la pelle, mentre i suoi occhi azzurri erano diventati vermigli per la rabbia...

La duchessa non rispose subito a Talia.
“Faycus...” mormorò “... è molto diversa da Capomazda... vi sono luoghi speciali, sospesi tra questo mondo e quello che ci sovrasta... resti di fortezze sannite, roccaforti longobarde, chiese e monasteri legate al monachesimo... vi è poi un luogo mistico e forse un giorno lo visiteremo insieme... o forse ci andrai non con me, se Dio vorrà...” tossì “... cos'è Faycus? Forse oggi è la mia casa... Capomazda non mi manca... fatta eccezione per quel ritratto...”

Guisgard
13-06-2012, 20.33.59
Elisabeth seguì Shoyo e i suoi uomini.
Fu condotta così da lord Guxyo.
“Sono lieto di rivedervi, milady.” Disse l'uomo. “E ho saputo che recate con voi grandi notizie. Uno dei miei vi ha sentito parlare alla regina... sapete, ho molti occhi ed orecchi in questa corte... così ho mandato lady Shoyo a chiamarvi...”
Ma proprio in quel momento, una forte scossa di terremoto fece tremare tutta Tylesia, causando danni e qualche vittima.

Talia
13-06-2012, 20.39.29
Fui molto colpita dalle parole della duchessa, sì come dal tono della sua voce, ora molto diverso...
“Un luogo mistico?” sussurrai dopo qualche momento, mentre una strana e curiosa agitazione si impadroniva di me, quasi che il mio inconscio avesse percepito qualche cosa che sfuggiva alla parte razionale della mia mente “Temo di non capire, milady... alludete forse ad un luogo di questa terra? Un luogo che Vostra Signoria vorrebbe visitare?”
Per qualche attimo esitai... sempre in balia di quella sensazione cui, tuttavia, non riuscivo a dare un nome... ed ero certa che mi stesse sfuggendo qualche cosa, un collegamento, forse un ricordo... era come un frammento, un immagine che restava appena al di là della mia capacità di scandagliare sogni, ricordi e visioni...
E poi, inaspettatamente, la mia mente fu attratta da qualcos’altro...
“Un ritratto, milady? Ma... Vostra Signoria può disporre di tutto ciò che desidera, può chiedere tutto ciò che vuole... come mai, dunque, proprio quel ritratto?”

elisabeth
13-06-2012, 20.55.07
Orecchie e occhi indiscreti.....non mancavano mai..." Parlavo con la Regina,non credo sia anche questo un divieto...almeno spero, visto che non essendo una cittadina di Tylesia, potrei non conoscere tutte le regole"...nessuno ebbe piu' il coraggio di dire nulla,la terra reclamava la sua onnipotenza e comincio' a far tremare ogni cosa, volevo stare ferma o scappare, ma le gambe non si muovevano......tutto....venne giu' parte del tetto....polvere ed urla si mescolarono, gente sepolta e Lady Shoyo che chiedeva il mio aiuto.....aiuto,come avrei potuto negarglielo.....incominciai a togliere pietre e legnio dalle sue gambe, sino a quando non fu libera....le diedi una mana per rimettersi in piedi........." E allora Lady Shoyo,forse e' il tempo di unirsi e andare a dare una mano......sempre se non vi sembra troppo, unirsi ad una come me..."......

Guisgard
13-06-2012, 21.06.55
Il menestrello si fermò ancora una volta per bere e poi, incitato dai presenti, riprese a suonare...

Andros intanto era tornato al suo emporio.
Ad attenderlo c’era una donna.
“Buongiorno, messer Andros.”
“Buongiorno a voi, madama.”
“Ricordate quel macinino per il sale da antiquariato che faceste arrivare direttamente da Winburg?”
“Certo, madama.” Rispose Adros. “Lo ricordo benissimo.”
“Ecco, c’è un problema.”
“Problema?”
“Si... purtroppo era danneggiato.”
“Danneggiato?” Ripetè Andros. “Ma se lo abbiamo provato proprio in questo negozio e funzionava benissimo.”
“Si vede che era già danneggiato.” Rispose la donna. “Forse il danno è peggiorato quando l’ho provato a casa mia.”
“Madama Marbeck...” disse Andros con il tono di chi cerca di restare calmo “... siete sicura di non averlo danneggiato voi? Magari accidentalmente?”
“Messere, ma dico!” Esclamò risentita la donna. “Sono una persona per bene, io!”
“Madama, vi ripeto che il macinino funzionava benissimo. E voi lo avete visto!”
“Allora state insinuando che l’ho rotto io!”
“Di certo non sono stato io, madama!”
“Non alzate la voce con me, messere!”
“Madama...” rispose Andros cercando di mantenere la calma “... non sto alzando la voce. Vi sto solo dicendo che il macinino funzionava perfettamente quando ha lasciato questo negozio.”
“Io non so allora cosa dirvi.” Ribatté la donna. “Comunque, non vi chiedo certo indietro il denaro. Ordinatemene un altro ed io prenderò quello.”
“E cosa dovrei farne io di questo che ho fatto arrivare direttamente da Winburg?”
“Non pretenderete certo che io li prenda entrambi!” Rispose risentita la donna. “Non saprei cosa farmene di un macinino rotto!”
“Madama, io…”
“E’ assurdo che voi pretendiate di vendermi due macinini, considerando poi che uno è rotto!”
“Madama, vi prego…”
“E che di certo non sono stata io a romperlo!”
“E va bene.” La zittì Andros. “Datemi questo maledetto macinino. Non lo volete più? E sia! Allora prendete tutto ciò che vi pare! Prendetevi l’intero negozio e tutta la maledetta merce che contiene!”
“Ma dico? Siete impazzito forse?”
“Andate via e lasciatemi in pace!” Disse Andros con gli occhi rossi dalla rabbia. “Andate via o io…”
“Madama Marbeck!” Intervenne una voce di donna. “Date a me questo macinino rotto. Me ne occuperò io.”
“Grazie, Chymela.” Rispose la donna. “Vostro marito oggi sembra strano ed intrattabile.”
“Si e scusatelo. Abbiamo avuto una giornata dura oggi.” Disse Chymela.
“Io ho bisogno di aria.” Fece Andros correndo fuori di corsa.
“Forse è colpa mia…” disse madama Marbeck. “… forse avrei dovuto tenermi il macinino rotto.”
Chymela non rispose nulla.
Fissava solo, attraverso la finestra, il marito che correva via, come se fosse inseguito da antichi fantasmi.
E quando venne l’ora di chiusura, serrò la porta del negozio ed attese il ritorno di Andros.
Questi tornò dopo alcune ore, quando ormai la sera era scesa serena sulla piccola cittadina.
Chymela era accanto al braciere ed ebbe un sussulto nel rivedere suo marito.
“Andros, sei tornato finalmente!” Gli disse correndogli incontro.
“Scusami, Chymela…” rispose lui con il viso stravolto e teso “... avevo bisogno di restare un po’ da solo.”
“Dove sei stato?” Chiese lei preoccupata.
“In giro.”
“Sei stato alla vecchia miniera abbandonata, vero?”
“Chymela, ti prego…”
“L'hai nascosta laggiù, vero?” Chiese lei con gli occhi inumiditi dalle prime lacrime. “Non è vero allora che te ne sei liberato! Hai ancora quella spada!”
“Chymela, la spada non c’entra niente…”
“Avevi giurato che avremmo avuto una vita tranquilla, come chiunque altro!” Gridò lei in lacrime. “L’avevi giurato!”
“Chymela, ascoltami…” sussurrò lui prendendola fra le braccia. “Ti ho promesso che avremmo avuto una vita come tutte le altre persone. E per questo che siamo giunti qui. E rispetterò questa promessa. Ora calmati.”
“Il tuo sguardo…” disse lei con la voce rotta “... conosco il tuo sguardo… i fantasmi che ti tormentano sono tornati… lo sento… e saremo costretti di nuovo a lasciare tutto e ricominciare da capo…”
“Chymela...” disse Andros asciugandole le lacrime e sorridendole “... non accadrà. Non ho il diritto di farti altro male. Ti amo… e la nostra vita è qui ormai.”
La strinse forte e la baciò.
Ma nel suo cuore, quegli antichi demoni erano ormai tornati per tormentarlo di nuovo...

La duchessa si alzò in piedi, avvicinandosi alla finestra.
"Perchè solo poche cose nella vita hanno valore." Disse a Talia. "Poche cosa hanno davvero un significato. E solo esse hanno il potere di scandire la nostra esistenza... per secoli un ritratto può giacere dimenticato, facendo magari sorridere ripensando alle storie che si porta dietro... conosci la leggenda del Nodo di Gordio? Per anni re e condottieri hanno pensato ad esso come una favola... fino a quando un uomo giunse a tagliarlo, spezzando in due la storia del mondo..."

Guisgard
13-06-2012, 21.34.11
Fyellon, approfittando della confusione, prese Altea per mano e corse verso la fitta vegetazione della selva.
“Presto, Altea!” Disse Fyellon, correndo fra sterpi e rovi. “Presto!”
Corsero senza voltarsi mai indietro.
Poi, un muto silenzio scese sulla selva.
Un silenzio a tratti insopportabile.
“Sembra...” ansimò Fyellon quando finalmente smisero di correre “... sembra che non ci stiano seguendo...”

Daniel
13-06-2012, 22.22.17
Guardai l'uomo e poi gli dissi:
"Buon uomo io già combato per Tylesia, ma non mi metterò mai al servizio sono un cavaliere libero"

Altea
13-06-2012, 22.26.45
Ad un tratto Fyellon mi prese bruscamente per mano e iniziò a correre stringendo forte la mia con la sua..la selva era fitta, non avevo nemmeno tempo di pensare cosa stesse succedendo e dove stessimo andando.
Quando ci fermammo, mi gettai a terra ansimando "Fyellon" dissi faticosamente "voi...siete un misto tra il razionale e l'irrazionale, so solo che non sto più capendo cosa stia succedendo della mia vita".
Poi seguì un muto silenzio, guardai la vegetazione circostante e le mie vesti lacere per i rovi e le sterpi.."Voi pensate che non ci stiano seguendo? potrebbero essere nascosti tra questa sterpaglia...forse è meglio che ci nascondiamo pure noi, e ripartiamo col sorgere del Sole...sempre non succeda qualcosa altro di strano. E mi sto chiedendo dove ci troviamo ora."

cavaliere25
13-06-2012, 23.12.19
Siamo qui per arruolarci con chi dobbiamo parlare chiesi alle guardie mentre mi guardavo intorno era uno stupendo posto aveva un giardino grandissimo poi guardai i miei amici e dissi sarebbe un lusso stare qui ci sistemeremmo per tutta la vita voi che ne pensate domandai sorridendo

Parsifal25
14-06-2012, 01.23.19
Il cammino verso Tylesia proseguiva.....nel frattempo Lilith che era in mia compagnia apparve con uno sguardo preoccupato:

"Qualcosa non va, Lilith?" le chiesi. Subito dopo, alzando lo sguardo verso di me Lilith mi parlò della corazza.....anche se.....con qualche dettaglio in più, poteva essere la chiave per scoprire la verità sul mio passato ed i Longiniu......non potevo crederci.

"Quale potrebbe essere il collegamento con il mio ordine e passato?" mi chiesi. Sarebbe stato bello averla per se, ma so quanto immane possa essere il potere della gloria ed onore. Se avessi pensato a me stesso avreì segnato la rovina di alcune vite e....non potevo farmi mietitore e giustiziere......

"Non preoccupatevi.......la soluzione verrà da sè. Confido nella giustizia divina......se veramente la corazza risulterà connessa al mio ordine......saprà quale sia la strada che essa seguirà...."

"Affrettiamoci, Tylesia è vicina.....cerchiamo di raggiungerla prima che salga la notte." Chiusi, sorridendo.

Guisgard
14-06-2012, 02.00.45
Fyellon annuì a quelle parole di Altea.
La selva appariva muta ed immobile, avvolta in una strana atmosfera di indefinita inquietudine.
“Si...” disse il cavaliere “... resteremo qui, la fitta vegetazione ci offrirà un riparo e un giaciglio fino al sorgere del Sole...” fece segno ad Altea di sistemarsi accanto ad un tronco cavo “pensavo a Tylesia... quel terremoto sarà stato avvertito anche là... ora riposate, io farò la guardia... ah, prima mi chiedevate di Barius... ebbene... è morto...” esitò “... è morto quando i minatori erano arrivati a un metro e mezzo da lui... ora riposate... a domani...”

Guisgard
14-06-2012, 02.08.11
Prima la terra che tremava, poi il caos ed il panico.
Guxyo diede ordine di radunare tutti i soldati.
Shoyo allora fece segno ad Elisabeth di andare con lei, per controllare danni ed eventuali feriti nel palazzo.
Giunte nel cortile, le due trovarono la regina insieme a molti della corte.
“Il giardino...” disse la regina “... accertiamoci che non vi siano danni al giardino... presto... controllate il giardino, il mio giardino...” era come traumatizzata.
“Maestà...” fece uno dei soldati “... non temete, il giardino non ha subito danni... anche il cancello è ancora ben chiuso.”
“Mio padre!” Gridò Vivian. “Maestà, mio padre è rinchiuso nelle prigioni! Vi prego, mandate qualcuno a controllare se sta bene!”

Guisgard
14-06-2012, 02.15.51
Mentre Redentos, Parsifal e Lilith erano in cammino verso Tylesia, una forte scossa di terremoto fece sussultare tutto intorno a loro.
I tre furono costretti a reggersi agli alberi lungo il sentiero.
E quando la scossa finalmente terminò, un angosciante silenzio avvolse la selva.
Un silenzio tanto innaturale, quanto insopportabile.
“La terra...” disse Redentos “... la terra sta vacillando sotto le colpe degli uomini... questo credo sia un segno... un segno che qualcosa di apocalittico sta per abbattersi qui... presto, riprendiamo il nostro cammino verso Tylesia... e voglia l'Onnipotente farci raggiungere in tempo quella città...”

Guisgard
14-06-2012, 02.21.45
“Allora, se siete un cavaliere, mettete la vostra spada al servizio di Tylesia.” Disse l'uomo a Daniel. “Nessuno vi chiede di servire un padrone, ma di unirvi a tutti noi per salvare la città.”
Ma proprio in quel momento, una potente scossa di terremoto fece tremare l'intera città, generando caos, paura, danni e feriti.



“Dovete parlare con me.” Disse il soldato a Cavaliere 25 e ai suoi compagni. “Ora registrerò i vostri nomi e vi mostrerò gli alloggi.”
“Si, stare qui” fece Tieste “ci permetterà di avere finalmente un luogo fisso in cui vivere.”
Ma proprio in quel momento una forte scossa di terremoto fece tremare l'intera città, generando il caos nella caserma.

Parsifal25
14-06-2012, 03.06.38
Un tremendo scossone fece vacillare la terra. I cavalli si spaventarono ma io ed il mio fidato Belfagor restammo saldi, tratteni a me anche Lilith poichè rischiava di cadere e riportare qualche ferita.

Redentos.....ci disse che ciò era un segno.....la terra andava ribellandosi a noi uomini; ciò che era scritto nel sacro libro andava verificandosi

"La terra avrebbe tremato per il giudizio universale.....i sigilli erano stati spezzati, le Chiese sarebbero capitolate e l'acqua avrebbe inghiottito il putrido del nostro animo e mondo......e soltanto.....il giusto avrebbe gioito della Gloria dei Cieli.....".

Non era più il tempo degli scherzi il nostro mondo sarebbe stato condannato e per cosa......per la cupidigia degli esseri umani. Noi siamo il niente, è senza un posto dove poter vivere saremo " vittime e carnefici dei nostri stessi fratelli".

Fissaì il Longiniu e lo baciaì, guardaì Lilith e Redentos:

"La resa dei conti è giunta." La chiamata dell'Ordine risuonava nel mio animo......chissà......se ci sarà un posto per me nella "Fortezza di Eternia"........

"Che Dio ci assista......andiamo Belfagor" spronandolo corsi verso il vento ed il mio destino.....

elisabeth
14-06-2012, 09.37.39
Lord Guxyo sembrava non aver temuto la scossa riusci' ad impatire ordini, perche' nessuna forza in grado di dare aiuto fosse dispersa.....In sogni lontani, avevo vissuto la vita dopo la catastrofe, bambini in lacrime , persone che vagano per raccogliere quello che gli e' rimasto.....genitori che accolgono tra le loro braccia figli mai appartenuti, ed e' in quei momenti, che l'umanita' si affre all'altro senza remore, senza appartenenza, gli aiuti ariivano da ogni contea, villaggio...ogni colore di pelle, ogni lingua da' il suo sostegno...mi scossi da quel sogno lontano e seguii Lady Shoyo....tutti erano fuori e quello che mi parve orribile, fu che il pensiero della Regina andasse al suo giardino.....sentii Vivian chiedere aiuto per il padre...come sentii chiedere aiuto da ogni parte....mi avvicinai a Vivian... " Mia Regina date la possibilita' a chi e' nelle carceri di uscire fuori.....o per loro sara' la fine, ci saranno altre scosse, mi avetet detto di non volere il male della vostra gente, e a meno che non si siano macchiati di qualche orribile omicidio...fateli mettere in un ampio spazio controllati da qualcuno delle vostre guardie, anche se penso che le vostre galere siano vuote..."....Lasciai Vivian per andare verso il giardino.....sembrava intatto....sembrava che nulla lo avesse sfiorato...misi la mano sul cancello e pensai a Reas....speravo che il Monaco gli avesse dato parte dell'antitodo, almeno per tenerlo in vita....il terremoto lo avevano subito anche loro.....la mia mano piano piano accompagno' parte del cancello ed esso si apri'......rimasi a guardare.....e come avvolta da un pensiero lontano vi entrai, fiori stupendi, colori mai visti.....profumi che si miscelavano dall'oriente all'occidente.....ma cosa c'era di raro in quel posto...con quali occhi avrei dovuto guardare.....

Altea
14-06-2012, 09.59.43
Il bosco ci diede un posto dove nasconderci, un colpo al cuore quando udii che Barius era morto, feci finta di nulla e mi stesi sull'erba bagnata, dispiaciuta.
Guardavo Fyellon.."Mi spiace davvero per quel ragazzo, nessuno in fondo lo ha mai capito" seguì un leggero silenzio "Tylesia? potrebbe essere che il terremoto si sia sentito fino laggiù, dipende dalla profondità dell'epicentro, me lo spiegò il mio maestro...mi auguro tutto sia tranquillo ovunque. Sembra quasi che dobbiamo iniziare noi ad adeguarci alla Natura e non essa a noi...è lei la Sovrana in questo mondo, e noi uomini non abbiamo ancora capito che dobbiamo rispettarla e non crederci superiori."
Mi addormentai, sperando l' Alba arrivasse subito col suo pallore candido a illuminare il giorno.

Talia
14-06-2012, 16.37.39
Rimasi in silenzio per svariati minuti, colpita dalle parole della duchessa... era una donna completamente diversa quella che si trovava di fronte a me adesso, era una donna tormentata ed alla ricerca di qualche cosa...
Avevo, adesso, la sensazione che stesse cercando di dirmi qualche cosa, ma che non trovasse il modo per farlo... oppure la colpa era mia, pensai... forse era a me che sfuggiva qualcosa...
“Si...” sussurrai poi “Avete ragione, in fondo... poche sono le cose che contano davvero, e si rischia di accorgersene sempre troppo tardi. Alessandro tagliò il nodo e conquistò l’Asia...” soggiunsi dopo un momento “Quel quadro, milady, che cosa rappresenta, invece?”

Guisgard
14-06-2012, 17.42.47
“Un momento.” Disse Guisgard, alzandosi dal tavolo ed interrompendo il menestrello. “I personaggi di questo racconto...” avvicinandosi al cantore “... quei nomi...”
“Ehi, voi!” Gridò uno dei presenti al cavaliere. “Perchè avete interrotto il racconto?”
“Quei nomi...” fissando Guisgard il menestrello “... chi sono?”
“Insomma, tornate a sedervi!”
“Al diavolo!” Voltandosi Guisgard. “Andatevene al diavolo!”
“Cosa hai detto?” Alzandosi quello. “Prova a ripeterlo!”
“Calmi, calmi.” Disse Umans, avvicinandosi a Guisgard e riportandolo al suo tavolo. “Ascoltiamo il resto e scopriremo tutto... continua, menestrello!”
Il menestrello allora riprese il suo racconto...

Il giorno seguente la vita riprese a scorrere semplice e chiassosa a Solopas.
La polvere e il vento continuavano, come sempre era stato e sempre sarà, a caratterizzare le giornate della piccola cittadina.
E quando giunse il primo pomeriggio, la locanda di Philow vedeva, come ogni giorno, radunarsi gli uomini del posto a chiacchierare e bere, per rilassarsi dopo la dura mattinata di lavoro che il poderoso Sole della tundra rendeva sempre pesante e sfiancante.
“Vi dico che è andata proprio cosi!” Disse Vision ai suoi increduli ascoltatori. “Ho udito questa storia da alcuni mercanti che hanno fatto sosta a Solopas ieri pomeriggio!”
“Vuoi dire” chiese stupito Hunz “che quel tipo ha sconfitto un mercenario solo per una stupida sfida?”
“Proprio cosi, amico mio!” Annuì Vision.
“E di cosa vi meravigliate?” Intervenne Palm. “State parlando di Feudis, uno dei peggiori criminali della frontiera! E’ il capo della feroce banda Torix, che assale carovane, borghi isolati e piccole ville lungo strade e sentieri. Si dice che sia il più abile guerriero dell’intera frontiera settentrionale!”
“Infatti” aggiunse Vision “e i testimoni giurano che così lo hanno chiamato i suoi due compari! Quel tizzone d'Inferno era proprio il temibile Feudis, il più feroce criminale della zona!”
“E perché mai ha ucciso quel capitano di ventura?” Chiese incuriosito Hunz. “Dopotutto era disarmato e la sua banda aveva razziato tutto il possibile. Senza dimenticare poi che avevano sgominato tutti gli altri membri della pattuglia di guardia!”
“Semplice, vecchio mio!” Rispose lesto Palm con l’aria di chi conosce a fondo questo genere di situazioni. “Feudis è ossessionato dalla sua stessa fama! Non concepisce che possa esistere un guerriero più abile di lui!”
“E non vi è, credetemi, un combattente più abile ed in gamba di Feudis!” Sentenziò Vision.
“Vi sbagliate, Vision.” Intervenne in quel momento una voce alle loro spalle. “Feudis non è il miglior combattente della frontiera.”
Tutti si voltarono stupiti e incuriositi verso quella voce.
Era Andros, che aveva ascoltato a lungo i loro racconti.
“Cosa ne sapete voi di queste cose, Andros?” Chiese quasi con noncuranza Palm.
“Feudis è molto abile, non lo nego...” rispose Andros con un sorriso quasi di beffa. “... ma non è il migliore fra gli spadaccini.”
“Come fate a dirlo?” Chiese Hunz stupito da quei discorsi di Andros.
“Semplice...” rispose questi “... perché io conosco il miglior guerriero della frontiera.”
Tutti lo fissarono allibiti e confusi.
“Vi prendete gioco di noi, Andros!” Esclamò Palm, senza dare molta importanza alle parole del giovane.
“Philow, mi servireste da bere, per favore?” Chiese Hero al locandiere. “Birra, perpiacere.”
Tutti furono meravigliati da quella richiesta.
“Di solito non bevete mai alcolici, voi…” disse il locandiere.
“Oggi mi va.” Rispose Andros con uno strano sorriso.
E dopo aver svuotato tutto il suo boccale, rivolgendosi a tutti i presenti, disse:
“Parlate di guerrieri e cavalieri. Ma li conoscete davvero? Ne avete mai visto uno in azione? Sapete cosa vuol dire colpire un uomo e lasciarlo agonizzante nelle lamiere della sua corazza? No, voi parlate di cose che non concepite nemmeno…”
Poi rivolto a Palm: “Guidate tutto il giorno una carretta colma di concime e letame, ma sapete che differenza c’è tra quella ed un destriero armato pesantemente? Sapete dare la caccia a mucche, maiali e polli… ma non immaginate nemmeno cosa significhi combattere contro un cavaliere bardato di ferro, che si muove e attacca ad una velocità che frantuma i vostri più semplici ed immediati pensieri! Non immaginate nemmeno cosa si provi a seguire un nemico attraverso la fessura del proprio elmo, dove perderlo vuol dire essere scoperti, senza difese, alla mercè della sua lancia o della sua spada! Capite di cosa sto parlando, Palm? Lo capite o sapete solo raccontare storie di cavalieri dopo aver bevuto con i vostri amici?”
“Sembrate molto esperto di queste cose, Andros…” intervenne Hunz profondamente colpito dalle parole del giovane.
“Già...” chiese Vision “... come fate a conoscere tanto bene questo genere di faccende?”
“Semplice, amici miei…” rispose Andros con un ghigno quasi visionario “… perché sono io il miglior cavaliere di tutto il ducato!”
Un irreale silenzio calò nel locale a quell’incredibile dichiarazione.
Rotto solo, dopo alcuni istanti, da Palm che rispose quasi con disprezzo:
“La birra ed il Sole vi hanno dato di volta al cervello!”
“Lo immaginavo, Palm.” Disse sarcastico Andros. “Sapevo che avreste risposto così. E sta bene. Radunatevi tutta nella piazza. Inizia lo spettacolo!”
Detto questo corse via dal locale.
Attraversò di corsa la strada principale della cittadina, passando proprio davanti al suo emporio.
Qui fu visto da Chymela.
La ragazza si era accorta dello stato in cui si trovava il marito e vedendolo andare verso la vecchia miniera sentì il cuore come fermarsi.
Sapeva che quegli antichi fantasmi avevano ancora una volta vinto Andros...

La duchessa non rispose a quella domanda di Talia.
Un irreale silenzio scese nella sala.
“Ci sono molti ritratti in questo castello...” disse all'improvviso, rompendo quel silenzio “... ed ancor più nel palazzo di Capomazda... e talvolta i ritratti sono come fantasmi... ti perseguitano, ti tormentano...” esitò “... ma non voglio parlare di queste cose ora... hai fame?” Chiese alla ragazza. “Io si...” e suonò il campanellino.
Un attimo dopo, Paolo si presentò nella stanza.
“Portateci qualcosa di fresco...” disse la duchessa “... succo di frutta... e dei biscotti.”
“Si, milady.” Annuì Paolo, per poi uscire.
“Non devi mai fare troppe domande.” Rivolgendosi la duchessa a Talia. “Potresti rischiare di apparire invadente, o peggio ancora interessata. Le persone in genere amano che gli altri si interessino a ciò che fanno o dicono. Tu invece non devi mai concedere troppo la tua attenzione o il tuo interesse agli altri. Mai. Neanche a chi ti è superiore per sangue o ruolo. A loro devi rispetto, obbedienza, lealtà. Non interesse. Rammentalo, Talia.”
In quel momento alcuni servitori portarono ciò che la duchessa aveva chiesto.

Talia
14-06-2012, 19.33.59
Ed improvvisamente mi resi conto del fascino, quasi dell’ ammirazione, che suscitava in me quella donna... quella sorta di dura corteccia, contro la quale mi ero scontrata in un primo momento, si era lentamente ammorbidita ed ora, in modo del tutto inatteso, quella donna mi appariva per ciò che era: una persona fuori dal comune, una di quelle persone di cui si leggeva nei libri e nelle leggende... un personaggio misterioso ed incredibile...
E poi vi era qualche cosa di speciale nelle sue parole, che mi rammentava i precetti del Maestro.
Sorrisi, dunque, a quel suo brusco cambio di tono e di registro... e, quasi che quel discorso si fosse fatto troppo opprimente per lei, lo deviò.
“Sono consigli preziosi, milady...” sussurrai dopo che i servitori ebbero lasciato tutto su di un basso tavolino di fronte alla loro signora e furono usciti di nuovo “Davvero preziosi! Una cosa mi chiedo, tuttavia... mi chiedo, onestamente, che cosa mai Vostra Grazia possa vedere in me per ritenere opportuno dedicarmi tanto tempo e tanta attenzione...”

Guisgard
14-06-2012, 20.41.28
Guisgard più ascoltava quella storia, più fremeva.
Era visibilmente agitato e tradiva una viva inquietudine.
Più di una volta, durante il racconto, il cavaliere era stato sul punto di interrompere nuovamente il menestrello e solo l'intervento di Umans gli aveva impedito questo suo proposito.
Il menestrello poi si fermò di nuovo, stavolta per bere ed assaggiare qualcosa che alcuni dei presenti gli avevano offerto.
Guisgard allora ne approfittò per avvicinarsi nuovamente al cantore.
“Quei nomi...” disse il cavaliere “... i nomi dei protagonisti... a chi appartengono?”
“Alla fine della storia” rispose il menestrello “comprenderete... altrimenti rovinerete il racconto.”
“Voglio solo sapere di quei due nomi.” Fissandolo Guisgard.
“Forse non hai capito, amico...” avvicinandosi a lui alcuni dei presenti “... qui vogliamo sentire la storia senza le tue continue interruzioni...”
“Massì, ora riprenderà il racconto!” Esclamò Umans. “Forza, menestrello! Riprendi a narrare!” E riportò Guisgard al tavolo.
Il menestrello ricominciò a suonare...

Andros giunse di corsa alla vecchia miniera.
Era sudato per l’intensa calura ed eccitato per quello che stava per fare.
Sentiva il cuore pulsargli con vigore nel petto ed un sorriso beffardo, simile ad un ghigno, gli si era fissato sul volto.
Raggiunse uno spuntone di rocce seminascosto da un folto cespuglio di rovi.
Qui, spostando alcune di quelle pietre, liberò un piccolo cunicolo e vi si calò dentro.
Era scuro la sotto, ma Andros si muoveva come chi conosceva bene il posto in cui si trova.
Seguirono alcuni infiniti istanti di irreale silenzio, ravvivati solo da un debole vento che faceva svolazzare qualche ramo secco tra le pietre e il terreno.
Ad un tratto, avvolto da una leggera nuvola di polvere, una figura emerse da quel cunicolo, impugnando qualcosa che sembrava quasi ardere per i bagliori che emanava.
Nella piazza in tanto, seguendo lo strano invito di Andros, tutti si erano radunati.
“Questa poi…” disse agli altri Palm “… un tipo, abituato a buttar giù succo di frutta, beve una birra che gli da alla testa e noi tutti a dargli corda!”
“Nessuno ti obbliga a star qui.” Rispose Hunz.
“Resto perché voglio proprio godermela questa bravata!” Disse Palm.
Ad un tratto, si udì un sibilo lontano.
E subito dopo, come condotto dal vento, Andros giunse nella piazza come un antico condottiero romano, pronto a meravigliare il popolo con il suo trionfo.
Restò alcuni istanti a fissarli compiaciuto, per poi estrarre la sua spada e mostrandola a tutti loro.
“Allora? Avete perso la voce?” Gridò Andros sovreccitato al centro della piazza.” Basta così poco per intimorirvi tutti?”
“Che mi venga un colpo!” Esclamò Hunz. “Andros… cosa significa?”
“Lo scoprirete presto!” Rispose Andros ridendo di gusto. “Avanti, si alza il sipario!”
Hunz si avvicinò allora al ragazzo e pian piano, come tante pecore che seguono cieche il proprio pastore, lo imitarono tutti gli altri abitanti della cittadina.
“Andros… ma come è possibile tutto ciò?” Chiese come intontito Vision.
“Ve l’avevo detto, no?” Rispose Andros. “Che ero io il miglior spadaccino in circolazione!”
Poi, fissando Palm, aggiunse:
”Avanti, mio buon amico… se ricordo bene i cavalieri e le armi sono la vostra passione! Avvicinatevi e guardate la mia spada! Avanti, avvicinatevi tutti!”
Attorno a lui si formò allora una vera e propria ressa.
Tutti erano incuriositi e meravigliati dalla superba spada del loro concittadino.
“Ma dove avete trovato questa meraviglia, Andros?” Chiese Hunz, ancora stupito.
“Sono stato educato sin da piccolo all'arte cavalleresca.” Rispose Andros. “Ho combattuto in decine di giostre ed ho partecipato a varie battaglie! Ed al mio fianco c’era sempre questa inseparabile compagna!” Concluse poi indicando la propria spada.
“Incredibile…” mormorò uno sbigottito Palm.
“Ha un nome questa spada messere?” Chiese un ragazzino a Andros.
“Certo che ha un nome!” Rispose lesto il taddeide. “Il suo nome è Parusia!”
“Parusia…” ripeté quel ragazzino con gli occhi sognanti.
“Ora è giusto che vi dimostri la veridicità delle mie parole!” Disse Andros ai presenti. “Siete un cultore di armi da guerra, vero Palm?”
“Io?” Ripeté questi quasi cadendo dalle nuvole. “Certo… immagino di si…”
“Lo siete oppure no, amico mio?” Chiese con decisione Andros.
“Certo che lo sono!” Rispose Palm riprendendosi dallo stupore causato da quella strabiliante situazione.
“Bene. E possedete uno scudo degno di tal nome?” Chiese Andros con il tono di chi ha dimestichezza verso questo genere di cose.
“Ho uno scudo acquistato ad una fiera ed appartenuto ad un arimanno longobardo!” Rispose con orgoglio Palm. “Un vero gioiello per chi conosce le armi e l'abilità degli armaioli di quel popolo!”
“Bene.” Disse Andros. “Andatelo a prendere, per favore. E quando sarete pronto, appendetelo a quell'albero laggiù.”
Palm corse a casa sua e fece come gli aveva chiesto Andros.
Tornato nella piazza, posizionò sull'albero il suo scudo ed attese.
“Sono pronto, Andros!” Disse verso il taddeide. “Quando volete!”
Andros allora montò in sella ad uno dei cavalli legati davanti alla locanda e si lanciò velocissimo verso l'albero su cui era stato posizionato lo scudo.
E quando gli fu a tiro, il taddeide lo colpì con un violento e preciso fendente, spaccandolo in due parti perfettamente uguali.
“E’ incredibile!” Gridò Hunz. “Ha tagliato in due quello scudo, stando in sella al cavallo! E con un colpo solo! Mai vista una cosa simile! Deve avere un'abilità straordinaria!”
E la stessa meraviglia si diffuse tra i presenti.
Qualche attimo dopo, Andros ritornò fra loro e fu accolto da tutti come un eroe...

“La solitudine” mormorò la duchessa “è come una lenta fiamma... troppo piccola per essere vista, eppure abbastanza forte da consumare pian piano ogni cosa al suo passaggio... non impietosirti...” cambiando vagamente tono “... non solo i vecchi e i malati sono soli... no, affatto... quasi tutti lo siamo... e sono soprattutto le persone speciali, fuori dal comune, ad esserlo di più... anzi, a rendersi conto di essere soli... gli sciocchi e gli stolti non ci badano... loro sanno confondersi con la moltitudine e la massa... sono invece i grandi che soffrono di solitudine... molti hanno cercato di dare un volto o un'immagine alla solitudine, eppure solo una volta io ho davvero visto la raffigurazione della solitudine... in un ritratto...”

Guisgard
14-06-2012, 21.19.11
Altea poco dopo si addormentò.
Feci sogni inquieti, dove immagini confuse le rammentavano di Tylesia, dell'Avvilente Costumanza e degli uomini che volevano sacrificarla.
Sognò poi del suo maestro e del naufragio del Carrozzone di Goz.
E alla fine di nuovo Tylesia con il suo monumentale splendore gli apparve nel sonno.
Ma in tutti quei sogni confusi e inquieti, qualcosa sembrava sempre rincorrersi.
Qualcosa di misterioso ed indefinito.
Qualcosa che appariva come una presenza costante, eppure reale.
Vicina, da potersi quasi vedere.
Poi, le prime luci del giorno destarono Altea dai suoi sogni.
Accanto a lei vi era Fyellon.
“Buongiorno, milady.” Disse sorridendole.
Anche la selva si era svegliata e la paura del terremoto sembrava essere stata dimenticata.

Guisgard
14-06-2012, 21.23.10
Elisabeth cominciò a guardare nel giardino.
In quel momento colori, profumi e suoni invasero il suo cuore.
Qualcosa di incomprensibile stava prendendo forma davanti a lei, facendola quasi sentire come parte di quello scenario.
Ad un tratto però, una mano forte afferrò la sua spalla.
“Qui non si può entrare senza il permesso della regina.” Disse il soldato. “Uscite, milady.” E richiuse il cancello del giardino, per poi riaccompagnare la maga dalla regina.
“Dite che dovremmo far uscire i prigionieri dalle prigioni?” Fissando Elisabeth. “Si, forse avete ragione... conducete i prigionieri nell'anfiteatro.” Ordinò ai suoi. “Resteranno lì, sorvegliati, fino a quando la situazione tornerà normale.”

elisabeth
14-06-2012, 23.03.31
Ero letteralmente rapita, la mia mente sembrava dissolta insieme ai profumi e a una figura che sembrava materializzarsi.....un tocco umano...mi fece sobbalzare..." Mi spiace, non so neanche come ci sia finita qui...."...Tornai dalla Regina,avendo la mente e il cuore in tumulto...la regina sembrava presa da mille pernsieri e quando mi vide,mi comunico'che i prigionieri sarebbero stati messi in liberta' vigilata nell'anfiteatro di Tylesia....." Vi ringrazio ....per aver ascoltato almeno questa mia richiesta, sarebbe beneandare a vedere se ci sono persone che hanno bisogno di aiuto"....mi avvicinai a Vivian.." Forse possiamo avvicinarci a vostro padre, non credo che qualcuno possa impedirci du vedere se hanno bisogno diaiuto ".....e cosi' mi avviai e mi avvicinai ad un gruppetto di uomini erano seduti a terra e alcuni soldati li controllavano.....notai subito il precettore e mi avvicinai a lui " Vedete Vivian ? vostro padre sta bene, non e' cosi' Messere ?...."...Il mio sguardo ando' oltre emiparve di scorgere una figura nel giardino, sembrava Reas...non poteva essere.....non poteva essere tornato senza che io lo avessi saputo......Stava bevendo da una coppa.....Dio mio, non aveva senso..eppure era li'..lo vedevo.." Perdonatemi Vivian solo un momento e ritornero' da voi".....Tornai verso il giardino e Reas sembrava dissolversi lentamente.....ero talmente presa, che non mi accorsi di un Cavallo che veniva verso di me, ilcavaliere non fece in tempo e fui sbalzata a qualche metro...... Mi sembrava di essere entrata in quel meraviglioso giardino..eppure una voce mi stava chiamando

Altea
14-06-2012, 23.40.41
Il mio sonno non fu per niente rigenerante ma confuso e contornato di sogni...di tutto ciò che avevo vissuto fino ad ora..

"Quel giorno che partimmo sul Calars e mi apparve il maestro che mi guardava fuori dalla finestra della sua casa mentre la madre severa lo richiamava e la sua decisione di imbarcarsi con me e il lungo viaggio....e i cigni, quei meravigliosi cigni che nuotavano quasi a ruota e che nessuno sembrava potesse separarli e messer Goz che comandava il Carrozzone...e poi il buio.. il fiume e la corrente che mi portavano via da tutto ciò e dal mio maestro per sempre.
E d'un tratto apparve Tylesia, maestosa, splendente e quasi surreale per la sua bellezza, il palazzo reale, Finn Roma che suonava...e di nuovo...le porte di Tylesia aperte, le porte del palazzo aperte ma soprattutto le porte del Cancello del Giardino aperte e il chierico proprio vicino alla Regina inginocchiata piangente tra i fiori.
E d'improvviso il volto di Sir Orco e la consorte che mi fissavano, quei viaggiatori che incontrammo e sfidarono l'Avvilente Costumanza e sentii di nuovi quei rintocchi delle campane...e mi portarono nella fucina e mi vidi prendere la spada col rubino e davanti a me solo la Corazza Rossa e migliaia di topi che mi circondavano ovunque.
Mi vidi ad un tratto sopra un altare pagano avvolta da quel velo bianco e Heyto che si avvicinava piano verso me, e scopriva il velo..."

Mi svegliai di soprassalto, il sole era sorto da un pò ed ero scossa da tutti quei sogni, ebbi come la sensazione di aver rivissuto di nuovo tutto il mio passato, ad eccezione di quel sogno della regina piangente nel giardino che mi perseguitava...sembrava qualcosa si nascondesse dietro tutti questi avvenimenti.
Fui destata dalla voce di Fyellon che mi sorrideva e preferii come sempre non raccontargli nulla di questi sogni, mai lo avevo fatto...anche perchè lui era incredibilmente scettico.
Mi alzai di scatto "Fyellon buongiorno, siete stanco? Io...ho dormito male, sarà stato per colpa di quella scossa di terremoto ma sembra sia tutto tranquillo ora ed è meglio che partiamo, che ne dite? Camminiamo per la selva in modo da non farci scoprire?"

Lilith
14-06-2012, 23.52.45
Dopo quella forte scossa di terremoto salii in fretta sul cavallo assieme a Parsifal, ero terrorizzata e non mi stavo rendendo conto di ciò che era accaduto; volevo solo scappare, andarmene in un altro luogo che non mi facesse pensare alla tremenda esperienza appena vissuta.

"Vi prego, andiamocene da questo luogo" dissi balbettando. Quando ripresi coscienza riguardo l'accaduto, chiesi ai cavalieri: "Quello non era un semplice terremoto, vero?" Sapevo riconoscere i terremoti; non ne avevo vissuti numerosi, ma li conoscevo bene perchè i druidi li veneravano: erano forze della natura che servivano a ricordare che gli uomini non avrebbero potuto mai divenire più forti degli déi. Quel terremoto però non era come gli altri, preannunciava un avvenimento negativo ed io ne ero estremamente spaventata.

Talia
15-06-2012, 02.14.14
La solitudine... sospirai a quelle parole... sospirai al pensiero di quanto e quanto profondamente avevo sofferti di solitudine dopo che Guisgard aveva lasciato il Casale... mi ero sentita così tanto sola da sentirmi smarrita, così tanto sola da morire dalla voglia di gridare e sentire di non aver la voce sufficiente per farlo...
Ed ora era accaduto di nuovo, lo avevano cacciato, se n’era andato... e di nuovo mi chiesi dove fosse... e di nuovo ne sentii la logorante lontananza.

Quell’uomo mi fissava... sentivo il suo sguardo insistente sulla mia schiena e sapevo che non se ne sarebbe andato...
Rimasi in silenzio alle sue parole, tuttavia, continuando a fissare le acque cupe del fiume... e vi rimasi per molti minuti, scrutando il mio volto riflesso, osservando quei lineamenti con la speranza di riconoscere in essi qualcosa, di sentir affiorare un qualche ricordo, un indizio... ma non accadde. Tutto ciò che rammentavo del mio passato, prima di quel monastero, non erano che immagini sfumate e fuggevoli, immagini prive di un significato chiaro e troppo rapide perché potessi soffermarmi a rifletterci...
Attimi di silenzio e di attesa...
Tutti mi credevano pazza... lo ero davvero? Me lo chiedevo spesso, ormai... chi ero? Da dove venivo? Cos’erano quelle immagini che mi affollavano la mente, altrimenti vuota?
“Il fiume ha un suo fascino...” sussurrai all’improvviso “Ma non nel senso che credete voi!”
Sollevai lo sguardo, dunque, e mi voltai a fissare il capitano Cairius...
“Questo fiume è buio e scuro come la mia memoria... chissà che osservandolo non riesca a scorgervi qualche cosa...” lo fissai per un istante, poi soggiunsi “Chi siete voi? Oppure... sapete forse chi sia io? Sapete... mi sento così sola in tutto questo buio!”

Vacillai per un istante... quella visione era stata tanto forte e tanto inattesa da spiazzarmi...
Inspirai profondamente, quindi, nel tentativo di restare in quella stanza... cosa avrebbe detto la duchessa se si fosse accorta de mio stato d’animo?
“In un ritratto, dite?” mormorai allora, nel tentativo di distrarre la sua attenzione “La Solitudine può dunque avere un solo volto?”

Guisgard
15-06-2012, 02.43.21
Tutto ciò ero apparso ad Elisabeth.
Immagini strane, confuse, enigmatiche ed irrazionali.
Cosa aveva visto davvero nel giardino?
Reas?

La fissava e poi, d'un tratto, cominciò a sorriderle.
Sembrava Reas, poi qualcosa del suo volto richiamò invece un altro sguardo, un'altra espressione.
Un'espressione familiare, forse suo marito.
O almeno questo parve alla maga.
E tutt'intorno infinite specie di fiori, molte delle quali sconosciute, abbandonate nel vorticoso scorrere delle stagioni che si susseguono e si rincorrono.
Elisabeth fissò ancora quel volto e di nuovo le parve diverso.
Stavolta era Fin Roma, il menestrello che di tanto in tanto si vedeva presso il parco del palazzo.
“Tylesia...” disse il menestrello “... è come un castello... il Castello del Doloroso Amore...”

Si, milady...” mormorò Cristansen e facendo così, con la sua voce, destare Elisabeth da quella visione “... sto bene...”
“Oh...” buttandogli le braccia al collo Vivian “... papà, mi manchi tanto!”
“Sono felice” disse l'uomo mentre stringeva sua figlia “che lady Elisabeth abbia vegliato su di te in mia assenza...”

Guisgard
15-06-2012, 02.53.24
“E' passata un'intera notte” disse Fyellon “e nessuno sembra essersi avvicinato. Forse il terremoto avrà fiaccato quegli uomini... anche perchè molti di loro erano già caduti a causa della mia spada...” si alzò e porse ad Altea alcuni frutti “... mangiate, sono la vostra colazione... li ho raccolti mentre dormivate. E quando sarete pronta, allora riprenderemo il nostro cammino.”
Ma appena terminato di parlare, sul suo volto apparve un'indefinibile espressione.
Un misto di stupore e meraviglia, di incredulità e sbalordimento.
“Ma questa...” correndo ad agguantare qualcosa piantata nel terreno “... questa è la mia spada... quella appartenente al corredo delle armi di questa corazza rossa...” ed estrasse la spada dal terreno “... come fa ad essere qui? L'avevo piantata nel bel mezzo della testa dell'uomo che vi aveva preso, rammentate? Lo rammentate, Altea? Lui era a terra davanti a voi, con ancora questa spada nella testa... come fa ora ad essere qui? Chi mai avrà riportato qui questa spada?”

Guisgard
15-06-2012, 03.11.30
Redentos restò turbato da quelle parole di Lilith.
Fissò prima Parsifal, poi Lilith.
“Damigella...” rivolgendosi alla ragazza “... perchè dite questo? Perchè pensate che quel terremoto sia particolare? Diverso?”
Ma proprio in quel momento, Lilith udì il sibilo del vento mutarsi in voce e parlarle:

“Non tornare a Tylesia, poiché sono già giunto io.
Sono arrivato perchè non vi sarà Misericordia da Dio.
Lascia che vi giunga solo il cavaliere, la cui sorte è segnata.
Impartirò allora giustizia e quella città ripiangerà di esser nata.”

Solo lei aveva udito quelle parole.
Ma cosa volevano dire?
Tylesia era condannata?
Perchè?
E chi era destinato ad imporre quella sentenza?
Forse la Lacrima di Cristo?
E chi era il cavaliere la cui sorte era già segnata?
E cosa avrebbe fatto ora Lilith?
Tornare a Tylesia, oppure no?

Guisgard
15-06-2012, 04.01.37
“Io sono solo un uomo che vuole aiutarvi...” disse Cairius a quella ragazza “... quel fiume è tanto buio, quanto freddo... non sfuggirete ai vostri demoni buttandovi in quelle acque, credetemi... questa città è piena di fantasmi... i peggiori, quelli che sanno tormentarti fino alla disperazione, alla follia e alla dannazione... forse tutto il ducato è un covo di fantasmi... forse il mondo intero è così... si, è così... e forse è questo che il mondo vuol farvi diventare... un fantasma...” la fissò, come se volesse studiare ogni parte del suo volto, ogni bagliore del suo sguardo ed ogni gesto, anche il più insignificante.
Cairius fissava quasi con ossessione il volto di quella ragazza.
Come se volesse quasi plagiarlo, modellarlo e renderlo credibile per chissà quale scopo.
“Chi sono io?” Continuò il capitano. “Forse un amico. Un vostro amico. E sapete cosa rende speciali gli amici? La loro volontà di aiutarci. Ed è quello che farò, se vi fiderete di me.” Sorrise quasi in modo impercettibile. “Io non so chi voi siete, ma so chi non siete... per questo voglio comprendere il perchè dei vostri racconti, di quelle strane e assurde storie rivelate a quella suora... ora venite con me...” porgendo alla ragazza la sua mano “... fidatevi, sarete al sicuro con me... anche dai vostri fantasmi...”

“La solitudine” disse la duchessa, destando Talia da quella visione così forte “ha sempre un solo volto. Un volto che ci appare a volte tanto lontano da farci dubitare persino della sua esistenza. Un volto che talvolta sembra destinato solo ai nostri sogni. Un volto che in notti come questa pare confondersi ora con la Luna, ora con tutte le altre stelle del cielo. Un volto che abbiamo ricamato tante di quelle volte sui nostri pensieri, che alla fine è divenuto lo stesso che diamo a tutti i nostri desideri più ambiti.” Restò un attimo in silenzio. “Si, la solitudine ha sempre un volto... forse anche tu, Talia, in questa momento, nel cuore di questa notte senza nome, stai prestando il tuo volto ai pensieri, ai ricordi e ai sogni di qualcuno smarritosi in una solitudine senza fine... una solitudine a cui avrà dato non solo il tuo volto, ma anche il tuo nome, ragazza mia...” tossì.
E quel colpo di tosse parve riportare la duchessa al freddo di quella notte.
Si, a Faycus la notte, quella notte, era quasi fredda.
Il freddo della solitudine.
Il suono del campanellino ruppe quel silenzio.
Un attimo dopo, Paolo si presentò nella sala.
“Mostrate a Talia la sua stanza.” Fece lady Vicenzia. “Quella accanto alla mia. Se avrò bisogno di qualcosa, allora chiamerò lei. Farò dunque a meno di voi per stanotte, messere.”
“Ma, milady...” mormorò Paolo “... la ragazza è cieca e potrebbe non essere in grado di occuparsi di voi e...”
“Talia è tutto ciò di cui ho bisogno, per stanotte.” Lo interruppe la duchessa. “Ora accompagnatela nella sua stanza. E... buonanotte, messere.”
Paolo mostrò un lieve inchino e prese con sé Talia, per condurla nella stanza a lei destinata.
Era una camera confortevole e della stessa tonalità dei gigli.
E qui la ragazza riposò fino al mattino successivo, quando il limpido Sole di Faycus giunse ad illuminare la Stanza del Giglio.

Altea
15-06-2012, 09.35.47
Presi i frutti offerti da Fyellon e mentre li stavo mangiando vidi Fyellon quasi sbiancare e correre verso un punto della terra, da qui estrasse la spada con cui uccise l'uomo che mi teneva come ostaggio, era sbalordito e lo ero pure io.
"Si certo, rammento, Fyellon, e in quella spada sembra non vi sia nemmeno segno di sangue." mi avvicinai a lui "Siete certo di non esservi addormentato un attimo stanotte? E non siano arrivati gli uomini di Heyto e questo sia un segnale? Ma è anche vero che la vostra corrazza ha qualcosa di speciale, ma voi non credete a queste cose."
Mi guardavo attorno ma tutto era silenzioso, tranne il rumore degli animali del bosco tra la vegetazione.

Talia
15-06-2012, 17.06.05
La mia mente vagava, come sospinta dalle parole di lady Vicenzia...
“Ma, milady...” sussurrai dopo qualche istante “Allora...”
Il campanellino però mi interruppe... perciò tacqui.

Un attimo dopo, Paolo si presentò nella sala.
“Mostrate a Talia la sua stanza.” Fece lady Vicenzia. “Quella accanto alla mia. Se avrò bisogno di qualcosa, allora chiamerò lei. Farò dunque a meno di voi per stanotte, messere.”
“Ma, milady...” mormorò Paolo “... la ragazza è cieca e potrebbe non essere in grado di occuparsi di voi e...”
“Talia è tutto ciò di cui ho bisogno, per stanotte.” Lo interruppe la duchessa. “Ora accompagnatela nella sua stanza. E... buonanotte, messere.”
Paolo mostrò un lieve inchino e prese con sé Talia, per condurla nella stanza a lei destinata.
Era una camera confortevole e della stessa tonalità dei gigli.

C’erano altre mille domande che avrei voluto porre alla dama... mille dubbi e incertezze, mille e più cose che non sapevo e che si assiepavano tra i miei pensieri...
Eppure tacqui.
Avevo imparato, ormai, quando era bene tacere e quando, invece, potevo parlare...
Mi inchinai appena...
“Buon riposo, milady!” mormorai, prima di voltarmi e seguire Paolo.
La stanza in cui fui accompagnata era ampia... la misurai in lungo ed in largo per diversi minuti, assaporando quel gradevole profumo che la pervadeva, come sprigionato dagli stessi mobili, dalle pareti perfino... poi raggiunsi il letto e vi sprofondai, cadendo immediatamente addormentata...

Lo fissavo, incerta e preoccupata... ero agitata e tremante... diceva di essermi amico, diceva che mi avrebbe creduta ed aiutata, diceva di sapere... eppure nessuno mi aveva creduta da che ne avevo memoria e meno ancora avevo trovato qualcuno disposto ad aiutarmi... ed ora quell’uomo mi offriva tutto quello, tutto in una volta... esitai, tuttavia... ne avevo passate tante che mi riusciva difficile, ormai, riuscire a fidarmi di qualcuno...
“Come lo sapete?” mormorai “Come sapete di quelle storie?”
Sorrideva quell’uomo... un sorriso così sereno, così sicuro... ed io lo osservavo in silenzio. Ed allora, in modo così inatteso, iniziai sentirmi più sicura... quel sorriso era così sicuro di sé e così rassicurante... quegli occhi fermi su di me e così limpidi...
Il fiume scorreva sereno alle mie spalle, quasi come un dolce richiamo... sorrisi appena ripensando alle parole di quell’uomo: lui credeva che volessi buttarmi... si, questo aveva detto, questo credeva... non poteva capire...
Ed improvvisamente, quasi senza rendermene conto, allungai appena la mano verso la sua...

Un sottile raggio di sole, insinuandosi tra le imposte della finestra socchiusa, giunse ad accarezzarmi il viso... così, lentamente, aprii appena gli occhi...
Non potevo vedere la luce che mi avvolgeva, ma potevo percepirla... così come percepivo con assoluta chiarezza quell’ovattato silenzio... lo ascoltai per alcuni istante, immobile... poi mi misi seduta.

Guisgard
15-06-2012, 18.02.56
Era giunta la notte ed il menestrello, invitato a riposare nelle scuderie dell'osteria, aveva interrotto il suo racconto.
Guisgard aveva preso una stanza insieme ad Umans ma non era riuscito a chiudere occhio.
Ripensava a quel racconto e ai suoi protagonisti.
Così, al mattino seguente, fu il primo a scendere giù e ad attendere il menestrello.
Questi, giunto nella stanza, riprese il suo racconto...

Andros scese dal cavallo e fu osannato da tutti come se fosse il primo uomo del mondo.
Ora finalmente il ragazzo era sereno.
Poteva gridare al mondo la sua gioia, la sua soddisfazione.
Ora tutti sapevano che era lui il migliore.
Il migliore di tutti.
Quegli uomini che fino a poco fa l’avevano visto come un semplice bottegaio, incapace anche di bere come un vero uomo, ora erano li, quasi a suoi piedi.
“Ho veduto grandi guerrieri combattere tra la latinità e l'Oriente greco… “ cominciò a dire Palm “… ma nessuno era capace di ciò che avete fatto voi oggi! Io credo… si, insomma… credo che nessuno possa starvi alla pari!”
“Ma perché mai vi siete nascosto fino ad ora, amico mio?” Gli chiese ancora incredulo Hunz. “Siete una vera e propria leggenda vivente!”
“Io ne ho visti tantissimi di cavalieri…” intervenne anche Vision “… ma nessuno possiede la vostra abilità, Andros!”
E nell’udirli, Andros era al settimo cielo.
“Oggi è un gran giorno!” Gridò Philow. “Ora anche la nostra sperduta cittadina può vantarsi di avere un degno cittadino! Tutti da me, offro io!”
Andros rise di gusto ed abbracciò tutti coloro che gli andavano incontro.
Ma in mezzo a tanta gioia ed allegria, tra mille voci e risate, avvertì, d'un tratto, un vuoto, una mancanza.
Si, qualcosa mancava a quel suo trionfo.
Cercò allora tra la folla.
Cercò un volto.
E cercò quel volto fino a quando non gli apparve tra quei mille volti tutti uguali.
Un volto che recava uno sguardo spento.
Era il volto di Chymela.
I suoi profondi occhi scuri erano ancora più belli del solito e lo fissavano trasmettendogli una grande, immensa delusione.
I lunghi capelli chiari che circondavano il suo bellissimo volto erano agitati dal vento che aveva iniziato a soffiare forte sulla piccola cittadina.
Lo fissò così per alcuni istanti, per poi correre via in lacrime.
“Andiamo, Andros, la birra ci attende!” Gli disse Vision.
“Cominciate a bere senza di me, ragazzi… “ rispose distrattamente.
Lasciò allora la compagnia e raggiunse Chymela nella loro casa.
La ragazza era stesa sul letto, in lacrime.
Andros le si avvicinò e si sedette accanto a lei sul letto.
“So cosa provi…” cominciò a dire “… perdonami, l’ho fatto di nuovo… domani lasceremo questa cittadina e ricominceremo da capo. E vedrai che saremo felici. Te lo prometto, Chymela.”
“Una nuova promessa?” Gridò lei sollevando finalmente il volto dal suo cuscino. “E a cosa dovrebbe servire? Ogni volta è sempre la stessa storia! La stessa maledetta storia! Io sono stanca! Stanca di fuggire e di ricominciare ogni volta!”
“Perdonami, ti prego…”
“Per cosa?” Chiese lei in lacrime. “Tanto accadrà di nuovo! Ieri è stato a Dussensia, oggi a Solopas e domani sarà in un altro posto! Cambiano i luoghi, ma non la storia!”
“Da domani sarà diverso, te lo prometto!”
“Basta, non promettere più!” Gridò Chymela. “Tanto è più forte di te! Non puoi cambiare! E’ la tua natura! Ti ho creduto fino ad oggi, ma ora è chiaro che tu non potrai mai mutare ciò che sei!”
“Chymela, io…” tentò di dire Andros.
“Ed ora lasciami, ti prego!” Lo interruppe lei. “Lasciami da sola!”
“Preparerò io i bagagli… partiremo all’alba.” Disse lui.
“No, io non verrò!” Sentenziò lei. “Io mi trovo bene qui e voglio restarci. Partirai senza di me! E se un giorno la guerra sarà finita, allora ritornerò a Sygma!”
Andros la fissò quasi incredulo.
Ma non poteva darle torto.
Cosa le aveva dato fino ad oggi?
Nulla. Niente stabilità, nessuna certezza. Niente che poteva definirsi una vita.
Era troppo da chiedere a chiunque.
La fissò per alcuni incalcolabili istanti, poi prese il suo mantello ed uscì fuori.
E vi restò per tutta la notte.
Il giorno seguente, essendo Domenica, tutti si ritrovarono nella chiesa della cittadina.
C’erano tutti, anche Chymela. Ma non Andros.
Ad un tratto la porta si aprì ed apparve la sua sagoma nella navata centrale.
Il sacerdote si zittì e tutti si voltarono.
“Perdonatemi se interrompo la Celebrazione.” Cominciò a dire Andros mentre si avvicinava all’Altare. “Volevo salutare tutti e sapevo di trovarvi qui. Sto partendo.”
Un brusio di stupore e meraviglia si diffuse nel sacro edificio.
“Partite?” Chiese Hunz. “E dove siete diretto?”
“Non lo so, forse a Nord.” Rispose Andros.
“Ma perché?” Chiese Palm.
“Vedete… quando si è stato un cavaliere, lo si resta per tutta la vita. E’ un marchio che non svanirà mai.” Rispose Andros con lo sguardo basso. “Ieri ho fatto una stupidaggine a rivelarvi la mia vera identità… ed ora è giusto che ne paghi le conseguenze.”
“Ma perché?” Chiese Vision.
“Perché la vita di un cavaliere è fatta di battaglie, scontri, duelli!” Intervenne a dire Chymela. “Quando sei un cavaliere la terra sotto i piedi scotta e non puoi fermarti mai per mettere radici!”
Andros la fissava senza dire nulla.
Era bellissima. Come non lo era mai stata.
E sembrava incarnare, in quel momento, tutti i sogni ed i desideri di Andros.
La sua giovinezza, le sue speranze e tutte quelle cose che costellavano il suo mondo.
E come ogni altra cosa, Andros sentiva che stava perdendo anche lei.

Qualcuno bussò alla porta della Stanza del Giglio.
Erano delle servitrici.
Aiutarono Talia a prepararsi e poi la condussero nella sala dove la duchessa attendeva per fare colazione insieme a lei.
“La colazione è il pasto più importante...” disse lady Vicenzia vedendo arrivare Talia “... così almeno dice il mio medico... io invece la preferisco perchè ormai è l'unico pasto che riesco a digerire bene... sai quando si è veramente vecchi? Quando si deve sottostare al proprio medico.” Tossì. “Su, facciamo colazione, poi usciremo... sono settimane che non metto piede fuori da questo castello... quando vi giunsi la prima volta fu per il matrimonio di mio nipote... mi era sembrato così caotico allora e tanto distante dal Belvedere... ma ora questo vecchio gigante addormentato” guardandosi intorno “è diventato il mio più fedele e devoto servitore e compagno...” fissò Talia “... ti piacciono i cavalli, vero? Ad ogni dama dell'alta società devono piacere. Soprattutto se di Capomazda. Appena terminata la colazione usciremo per un giro in carrozza...” fece cenno ai servi e questi servirono la colazione.

Guisgard
15-06-2012, 18.27.25
“No, stanotte nessuno si è avvicinato.” Disse Fyellon ad Altea. “Sono stato sempre sveglio a fare la guardia.” Fissò di nuovo la spada. “Forse questa spada possiede qualcosa... come questa mia corazza...” i suoi occhi brillavano “... si, non è una spada comune, ma comunque non può essere giunta qui da sola... io sono sicuro di non averla portata con me durante la fuga, visto che avevo la vostra di spada... voi neanche siete stata... allora?” Scosse il capo e si guardò intorno. “Meglio lasciare questo luogo... non mi piace... rimettiamoci in marcia verso Tylesia...” e fece segno ad Altea di andare.

Talia
15-06-2012, 18.32.51
Entrai nella stanza, accompagnata da alcune donne...
“Buongiorno, milady!” mormorai con un piccolo inchino, facendo poi qualche passo nella direzione che le servitrici mi avevano indicato.
La duchessa sembrava vagamente di buon umore quella mattina, mi stava aspettando per la colazione e, a quanto pareva, aveva anche voglia di uscire... non sapevo il perché, ma quest’ultima cosa mi sorprese.
“Il Belvedere?” mormorai alle sue parole, prima di riuscire a trattenermi “Sono stata al castello del Belvedere non molto tempo fa... un luogo magico, io credo!”
Sospirai... e per un attimo la mia mente si perse tra mille ricordi, e visioni, e sogni... ed in ognuno di essi c’era Guisgard... e allora, di nuovo, ne sentii forte la mancanza.
“Perdonatemi l’ardire, milady...” dissi poi, riscuotendomi da quei pensieri, come colta da un’idea improvvisa “Ma vi è una cosa che... vedete... è stato proprio nei pressi del Belvedere, se io ben ricordo, che ho sentito favoleggiare di un uomo... un illustre membro della vostra famiglia, io credo... ed ho sentito tante e tante di quelle meraviglie sulle sue gesta da restarne fortemente colpita... Andros, è il suo nome. Andros de’ Taddei... è forse, egli, l’illustre nipote di cui stavate parlando, Vostra Grazia?”

Altea
15-06-2012, 18.38.30
Guardai Fyellon stupita.."Perchè mai avrei dovuto metterla io li quella spada? Anzi, visto che ora avete la vostra vi chiederei di restiturmi la mia..anche se non so come si usa però ci tengo a lei, e me la sono meritata. E' grazie a me che possedete la corazza, Fyellon, anche se mi rammarico ancora, a mio avviso quella corazza rossa doveva andare a chi avrebbe vinto l'Avvilente Costumanza. Sapete che andare contro queste leggende non porta molto bene, ma dimenticavo...voi non ci credete." Guardavo il suo volto e lo sguardo, gli occhi illuminati dalla sua spada e da ciò che gli infondeva quella Corazza, eppure io ero convinta che Fyellon fosse un ottimo cavaliere e non avesse bisogno di nessuna corazza particolare "Andate avanti voi e procediamo per Tylesia...verso Oriente ricordate..non vorrei trovarmi di nuovo in una Montagna pericolante".

Guisgard
15-06-2012, 19.13.20
Quel racconto.
Aveva catturato l'attenzione di tutti i presenti.
Di nuovo il menestrello si fermò, stavolta per fare colazione.
“Insomma...” disse Guisgard “... ora capisco perchè ci sono tante pause in questa tua narrazione... ogni qualvolta ti fermi, qualcuno arriva ad offrirti da bere e mangiare.”
Il menestrello lo fissò stupito.
“Ma, messere...” mormorò.
“Avanti, finisci in fretta la tua dannata colazione” sbottò Guisgard “e poi riprendi il racconto, con la speranza che finisca prima di Mezzogiorno, o dovremo attendere anche la fine del tuo pranzo!”
“Ora mi hai proprio stufato, grand'uomo.” Avvicinandosi uno dei presenti al cavaliere. “Oste... lo butti fuori tu, oppure lo faccio io?”
“Provaci.” Fissandolo Guisgard.
Un attimo dopo erano in quattro a circondarlo.
“Fuori dai piedi.” Disse uno di quelli.
“Va bene, meglio andare a prenderci una boccata d'aria!” Esclamò Umans per poi prendere Guisgard sottobraccio.
“Non voglio uscire!” Esclamò Guisgard.
“Fuori dai piedi!” Ripetè quell'uomo.
“Si, si...” fece Umans “... un po' d'aria ci farà bene...”
Ed uscirono.
Guisgard però si sistemò alla finestra per ascoltare il seguito del racconto, che non tardò ad arrivare...

Andros ascoltava le parole di sua moglie.
E guardava i suoi occhi.
L’aveva delusa ancora una volta.
Ma infondo, pensava, cosa era lui veramente?
Lui era un cavaliere. E lo sarebbe stato per sempre.
E nulla avrebbe potuto cambiare le cose.
“Quando si spargerà la voce che il grande Andros vive in questa cittadina” continuò a dire Chymela “allora vedrete che arriverà gente da ogni dove e vorrà combattere contro di lui. Arriveranno per vendicarsi, per arrestarlo o anche solo per confrontarsi con lui! E questa città vedrà così la propria fine!”
“Chymela ha ragione.” Disse Andros. “Un cavaliere non può pretendere una vita normale. Se lo facesse allora si illuderebbe. Ora è giunto il momento che parta.”
Chymela lo fissò piangendo. Aveva la morte nel cuore.
“Un momento.” Intervenne a dire Hunz. “Dopotutto chi sa che voi vivete qui? Siamo nel bel mezzo della tundra e solo noi siamo in grado di rivelare a qualcuno il vostro segreto.”
“E’ vero, Hunz ha ragione!” Disse Vision.
“In fondo, siamo noi soli a sapere di voi, Andros.” Intervenne Palm.
“E’ un segreto troppo grande, amici miei.” Disse Andros.
“Temete che qualcuno lo riveli?” Chiese Hunz. “Allora giureremo tutti. E lo faremo in questo sacro luogo di Fede e preghiera. Siete tutti disposti a giurare di mantenere il segreto su Andros?” Chiese poi a tutti i presenti.
Tutti allora si alzarono e giurarono davanti alla santità di quel luogo che mai avrebbero rivelato quel segreto ad anima viva.
Chymela in lacrime corse ad abbracciare Andros.
“Da oggi il Cielo ci da un’altra possibilità.” Disse in lacrime. Ti prego, non roviniamola.”
“Ti giuro che non accadrà, amore mio!” Rispose Andros baciandola. “Te lo giuro!”
E da tutti partì un applauso spontaneo che echeggiò nella navata e sancì la sacralità di quel giuramento.
Intanto, a poche miglia da Solopas, tre pesanti cavalieri attraversavano veloci l’inospitale tundra.
Ad un tratto arrestarono la loro corsa.
“Caizan dista ancora molto, stramaledizione!” Esclamò uno dei tre guerrieri.
“Già ed i cavalli hanno bisogno di riposare.” Rispose un altro dei tre.
“Controlla la mappa, Duxa.” Ordinò quello che sembrava essere il capo. “Cerca di capire se c’è un luogo in cui poterci fermare.”
“Ehi, Feudis, sembra che abbiamo fatto centro!” Rispose Duxa. “A poche miglia da qui c’è un piccolo paese agricolo. Lì troveremo ciò che ci occorre!”
“Bene!” Esclamò Feudis. “Rechiamoci subito in quel luogo! Ci resteremo giusto il tempo di far riposare i cavalli! Andiamo!”
E così i tre temibili rinnegati della banda Torix si diressero verso Solopas.
Spinsero al massimo i loro cavalli, giungendo poco dopo nella piccola cittadina.
Questa appariva quasi deserta, visto che tutti erano in chiesa per la Funzione domenicale.
Per le strade vi era solo un gruppo di ragazzini che giocavano tra la polvere ed il vento che soffiava, echeggiando tra le case e gli stretti vicoli.
I ragazzini però, attirati dai rumori dei cavalli, corsero a spiarli.
E videro i feroci Torix rubare da alcune botteghe e dai pozzi che dominavano il centro della cittadina.
“Questo luogo sembra deserto!” Disse Duxa.
“Cosa ti aspettavi?” Rispose Mars, il terzo della banda. “Saranno tutti a coltivare la terra!”
“Ehi, guardate, abbiamo degli spettatori!” Disse Duxa indicando i ragazzini che li spiavano dall’ingresso di uno dei vicoli.
“Lasciali perdere!” Rispose Mars. “Prendiamo ciò che ci occorre e filiamo da questo luogo dimenticato!”
“Un momento…” disse all’improvviso Feudis, il capo dei tre “… ma laggiù c’è qualcosa che emana strani bagliori!” Ed indicò alcuni detriti che giacevano poco fuori dalla cittadina.
“Che ti importa!” Rispose Duxa. “Lascia perdere!”
Feudis però, incuriosito li raggiunse per accertarsi cosa fossero.
“Per la barba del demonio!” Esclamò. “Ma questi sono i resti di uno scudo! E sembra sia stato colpito in pieno!”
“Impossibile!” Esclamò Duxa. “Cosa vuoi che ci facciano qui i resti di uno scudo!”
“E’ uno scudo ti dico!” Gridò Feudis. “Ed è stato tagliato in due di netto! Ma chi sarà stato, in un luogo sperduto e fetido come questo?”
Poi, guardando i ragazzini li raggiunse. Cercò allora ti intimorirli puntando loro contro la sua spada.
“Avanti, piccoli…” cominciò a chiedere “… ditemi chi ha ridotto così questo scudo.”
Impaurito da quell’uomo, uno dei ragazzini, senza dire nulla, indicò la chiesa.
Feudis allora si voltò verso il sacro edificio, chiedendosi cosa volesse dirgli quel ragazzino.

La duchessa restò un attimo in silenzio.
Talia sentiva solo il rumore delle posate sul piatto e poi il latte che veniva versato nelle tazze.
“L'hai fatto di nuovo...” mormorò la duchessa “... ti sei dimostrata di nuovo troppo interessata a ciò che stavamo dicendo. Non siamo due amiche che fanno conversazione. Quando sei stata al Belvedere?” Chiese. “E con chi?”

Guisgard
15-06-2012, 19.32.35
Fyellon rise di gusto per quelle parole di Altea.
“Avete ragione, milady.” Disse. “Cosa farei senza di voi? Eh, si, siete la mia inseparabile ed insostituibile compagna di avventure. Quanto alle montagne maledette, non credo ci sia da preoccuparsi. Da ora in poi niente più soste. Tylesia ci sta attendendo. Ah, per la mia corazza...” facendosi serio “... è nostra, ci appartiene. E' meritato il suo possesso. E con essa salveremo Tylesia.” E sorrise.
Dopo un po', i due avvistarono un monastero diroccato.

Talia
15-06-2012, 19.42.35
Sospirai profondamente a quelle parole della duchessa. Sapevo che le avrebbe pronunciate prima ancora che lo facesse, dopotutto... però quelle domande mi assillavano da troppo tempo perché potessi lasciar cadere un’occasione tanto eccellente...
“Poco prima di giungere qui, milady...” risposi distrattamente “Gli abitanti del paese erano fieri di quel palazzo e così prodighi nel narrare leggende...”
Avevo mentito e lo sapevo... ma scelsi di non raccontare ciò che davvero era successo, non per il momento, almeno!
“Ed altrettanto prodighi erano di storie su vostro nipote Andros, l’arciduca...” proseguii, sempre con il medesimo tono ma calcando appena su quel grado di parentela “Sembrava non desiderassero parlare di altro!”
Sorrisi impercettibilmente, di un sorriso candido ed accomodante...
“Perdonatemi, Vostra Grazia, vi prego... parlo troppo, temo!”

Altea
15-06-2012, 19.43.27
"Ecco, ora ho scoperto perchè venite sempre alla mia ricerca, non sapete stare senza di me...ma mi avete seguito quando ero con Heyto?" gli risposi ridendo, era vero Fyellon mi dava sicurezza, era come un fratello per me anzi quasi proprio un cugino inseparabile, volsi lo sguardo e vidi un monastero che non sembrava abitato per le sue condizioni... "Guardate Fyellon, un monastero diroccato..secondo voi sarà abitato? Possiamo chiedere indicazioni per Tylesia".

Guisgard
15-06-2012, 20.19.46
Il menestrello tossì e poi riprese il suo racconto...

Intanto, nella chiesa un uomo che sedeva in fondo alla navata aveva udito degli strani rumori provenire dalle strade.
Si affacciò dalla porta e ritornò di corsa dentro con la faccia sbiancata dal terrore.
“Cosa avete, Larson?” Chiese Vision accorgendosi della sua grottesca espressione.
“Che…” tentò di rispondere Larson “… che… Iddio Onnipotente ci aiuti!”
“Cosa avete visto?” Chiese Hunz preoccupato dalle strane parole del vecchio Larson.
Ma questi non riuscì a rispondere niente.
Hunz allora si fiondò a vedere fuori.
Un attimo dopo rientrò con il volto teso.
“Allora?” Chiese quasi indispettito Palm.
“Sono appena giunti in città dei cavalieri…” rispose Hunz accigliato “… credo siano in tre…”
In un attimo il panico si diffuse nella chiesa.
“Cavalieri?” Ripeté Vision. “E cosa mai cercano in questo posto?”
“Non lo immagini?” Rispose Palm. “Scorte, viveri!”
Intanto, nella strada, Feudis continuava ad intimorire i ragazzini, chiedendo loro di quello scudo.
“Ragazzo, poco fa hai indicato la chiesa…” chiese con tono calmo ma fermo “… cosa volevi dirmi? Sta tranquillo, non ti farò del male. Puoi parlarmi tranquillamente.”
Il ragazzino allora, preso coraggio, indicò di nuovo la chiesa e rispose balbettando:
“E’… in quella chiesa…”
“Chi è in quella chiesa?” Domandò Feudis sempre più incuriosito.
“L’uomo… l’uomo che ha colpito lo scudo con la sua spada…”
“Uomo?” Ripeté meravigliato Feudis. “Che uomo? In questo posto dimenticato c'è qualcuno in grado di usare una spada? Ti stai prendendo gioco di me, ragazzo?”
Questi scosse la testa.
“No, signore.” Rispose. “ Ha davvero tagliato quello scudo… e con un colpo solo.”
“E’ vero, signore…” disse un altro dei ragazzini. “Andros è il più abile cavaliere del mondo!”
A quelle parole Feudis lanciò un grido di sfida.
“Ora lo vedremo se è davvero il migliore!” Esclamò poi.
“Lascia perdere, capo!” Intervenne Duxa. “Abbiamo i soldati del Gastaldo alle calcagna! Non possiamo perdere tempo con queste sciocchezze!”
“Al diavolo!” Rispose Feudis. “Un’ora in più o in meno non cambierà niente! Partiremo da qui quando avrò accoppato quel maledetto!”
“I soldati arriveranno presto” tuonò Duxa “ed io non voglio finire in gattabuia a causa dei tuoi giochino da spadaccino!”
“Zitto, maledetto!” Ringhiò Feudis. “Ora voglio che quel dannato esca dalla chiesa e venga a dimostrarmi di essere il migliore!”
Un momento dopo, uno dei tre cavalieri raggiunse la chiesa.
“Mi sentite là dentro?” Cominciò a gridare Mars. “Stiamo cercando un certo Andros! Fatelo uscire, altrimenti non rivedrete più i ragazzini che giocavano nelle strade!”
In un secondo, nella chiesa, si diffuse un’indicibile paura.
“Il mio bambino?” Gridò una donna. “Era fuori a giocare!” Aiutatemi!”
E con lei cominciarono a disperarsi anche le altre madri dei ragazzini.
“Vigliacchi!” Disse Hunz. “Hanno preso i ragazzi!”
“Hanno chiesto di Andros!” Disse Vision. “Ma perché? Cosa vorranno da lui?”
“E te lo chiedi?” Intervenne Palm. “Sua moglie ci aveva avvertiti. Si sarà già sparsa la voce che lui vive qui! E noi già ne stiamo pagando le conseguenze!”
Allora in quel momento la rabbia cominciò a diffondersi nella chiesa, mischiandosi alla paura che già dominava l’intero ambiente.
“Andros…” disse Vision “… voi siete l’unico che può aiutarci. Dovete salvare i nostri ragazzi!”
“Vision ha ragione!” Intervenne Philow. “Dopotutto siete il migliore! Riuscirete a stanare quei maledetti!”
“Ma sono tre!” Rispose Chymela. “Andros, per abile che sia, non può tenere testa a tre avversari contemporaneamente! Sarebbe un suicidio!”
“Lui ci ha messo in questa situazione!” Disse Palm. “Se non fosse stato per la sua bravata dello scudo, a quest’ora non ci troveremmo nei guai!”
Andros li ascoltava senza rispondere nulla.
Aveva lo sguardo basso e la fronte rigata dal sudore.
“Un momento, calmi!” Intervenne Hunz. “Non possiamo costringere Andros a battersi. La cittadina è nostra e dobbiamo difenderla noi!”
“E’ impossibile!” Gridò Palm. “Quelli sono guerrieri veri! Noi invece siamo semplici contadini! Sarebbe un massacro!”
“Allora andrò io!” Sentenziò Hunz. “Dopotutto sono stato io a chiedere ad Andros di restare. Io vi ho fatto giurare. E’ quindi giusto che affronti da solo questa situazione.”
“Sei folle…” disse Vision.
Intanto, da fuori si udì un poderoso nitrito.
“Avanti, lì dentro!” Gridò il cavaliere davanti alla chiesa. “Il mio capo sta aspettando! O ci consegnate quel certo Andros oppure useremo i vostri mocciosi come bersagli!”
“Vado!” Disse Hunz.
“Un momento.” Lo fermò Andros, rompendo il silenzio in cui si era chiuso. “E’ giusto che vada io.”
“Ma sono tre, Andros!” Gridò Chymela. “E’ un suicidio!”
“Quando si è quello che sono io…” rispose Andros guardandola con infinita tenerezza “… la vita non da mai un’altra possibilità. Perdonami, ti prego...”
“Perchè?” Fissandolo Chymela.
“Lo faccio per te...” con un malinconico sorriso “... per non destinarti ad una vita da fuggitivi...”
L’abbracciò forte e la baciò.
Si avvicinò poi all’Altare e si segnò tre volte.
Dopo di chè si diresse verso la porta, mentre il sacerdote lo benediceva.
“Andros!” Lo chiamò Chymela. “Ti amo…”
“Lo so.” Rispose Andros voltandosi e sorridendole.
Poi aprì la porta ed uscì.
E nella chiesa scese un funereo ed innaturale silenzio...

“Si...” disse la duchessa a Talia “... parli troppo e talvolta a sproposito.” Fissò il piatto davanti alla ragazza. “Bene, se non vuoi toccare altro, allora direi di prepararci.” E suonò il campanello.
Paolo entrò nella sala.
“Fate preparare la mia carrozza.”
“Milady?”
“Cosa accade?” Fissandolo la donna.
“No, è che mi stupisco...”
“Di cosa?”
“Che voi vogliate uscire proprio oggi...”
“Allora, quando lo stupore vi sarà passato, farete preparare come detto la mia carrozza.” Disse la donna. “E voglio un velo per Talia. Turchese, ma leggero, di seta persiana. Ed un diadema di corallo per fissarlo. Ha la pelle chiara e non voglio che il caldo di stamattina possa fargliela arrossare. E poi i suoi occhi. Meglio non affatichino con troppa luce.”
“Subito, milady.”
Poco dopo la carrozza lasciò il castello, per risalire la parte alta della città.
“Prima non mi hai più risposto.” Fece la duchessa. “Con chi sei giunta al Belvedere?”

Talia
15-06-2012, 20.46.53
La duchessa ordinò un velo per me ed un diadema... ero stupita!
Ordinò che si preparasse una carrozza e poi, prendendomi con sé, uscì dalla sala per raggiungere il cortile... il sole era alto quella mattina ed i profumi della vicina campagna in fiore mi raggiungevano e mi avvolgevano...

Poco dopo la carrozza lasciò il castello, per risalire la parte alta della città.
“Prima non mi hai più risposto.” Fece la duchessa. “Con chi sei giunta al Belvedere?”

"Oh..." mormorai a quella richiesta... si sarebbe alterata di nuovo, lo sapevo... ed un vago sorriso mi sfuggì a quella convinzione.
Sospirai...
"Con Guisgard!" risposi.

elisabeth
15-06-2012, 22.52.22
Ci sono momenti che la razionalita' si manifesta attraverso l'irrazionalita', avevo visto il volto delle persone amate....i fiori sparsi tra cambi di stagioni....il Catello del doloroso Amore......Fin Roma...allora esisteva, Reas mi aveva detto di non conoscerlo...sorrisi, mentre i miei occhi si velorono di lacrime e un immenso dolore pervase il mio essere......la Gioia di Vivian e le parole di Cristansen mi riportarono alla triste realta'....." Sono felice che possiate abbracciare vostra figlia Messer Cristansen, non sempre il buon Dio ci da' una seconda possibilità.......e se devodire il vero..Vivian e' stata una donna in gamba, io le ho chiesto aiuto e lei non ha mai esitato, anche quando la disperazione avrebbe potuto ofuscarle la mente, avete fatto un buon lavoro....e adesso perdonatemi, ma qui mi sembra di parlare ai sordi, forse il mio posto e' accanto ad un amico.....ho tentato di salvagli la vita....ma forse posso assisterlo prima del suo ultimo viaggio..."....Mi allontanai da loro,sentendomi eternamente sconfitta, tutta quella situazione non aveva piu' una logica.....Tylesia sarebbe andata in frantumi, ma almeno Reas avrebbe visto il mio volto, non era granche'.....ma morire in solitudine non lo auguravo neanche al peggior nemico, ultimamente anche come maga non valevo niente,una volta riuscivo a fare qualcosina......alzai gli occhi al cielo...mi chiedevo, perche' e da chi ero stata punita......cosi' continuai sino alla porta del palazzo, c'era molta gente in confusione e cercare un cavallo dopo il terremoto, era quasi impossibile, ne trovai uno che spazientito stava vicino ad un albero...era nero, bellissimo.....gli andai vicino molto lentamente......incominciai a parlargli come un lieve sussurro.....una volta vicina, incominciai ad accarezzarlo..sino a quando non lo sentii piu' tranquillo....

Lilith
15-06-2012, 23.23.26
Dopo aver udito quelle parole, gridai ai cavalieri di fermarsi. Avrei avuto bisogno del loro aiuto per comprendere quel messaggio. Temevo, però, che essi non mi avrebbero creduto.
"Cavalieri" dissi loro, cercando di ricevere la loro attenzione. "Io spesso odo una misteriosa voce che mi consiglia e che mi aiuta, è una voce che posso sentire solo io. Credetemi, vi prego, non ritenetemi pazza, poichè essa in passato mi ha già aiutato numerose volte, soprattutto durante l'Avvilente Costumanza. Ho appena udito un nuovo messaggio da questa misteriosa voce, ma sto iniziando a temere che essa non sia così benevola come pensavo. Ho bisogno del vostro nobile aiuto per capire cosa è meglio fare."
Li guardai e vidi nei loro volti una particolare attenzione, quindi proseguii: "La voce, che deve appartenere ad un uomo, poichè parla di se' come se fosse un uomo, mi ha detto che non devo dirigermi a Tylesia, perchè lui si trova già lì. Mi ha detto che è a Tylesia perchè Dio non sarà benevolo ed ha aggiunto di farvi andare solo il cavaliere la cui sorte è segnata. Infine ho udito queste parole, che mi hanno molto spaventata: 'Impartirò giustizia e quella città ripiangerà di esser nata' "
Guardai in viso i due cavalieri e sperai che potessero aiutarmi, in qualche modo.

Parsifal25
16-06-2012, 01.31.17
Io non dubitavo delle parole di Lilith......poichè molte volte ci è tornata utile.

Non posso neanche dire che fosse pazza, in quanto le mie visioni apparivano in sonno e da poco anche sul mio diario:

"Tranquilla Lilith.....io ti credo.....". La voce parlava che Tylesia sarebbe stata condannata e che il cavaliere che dovrà sacrificarsi deve essere solo lui lì presente.... ma chi poteva essere?

Attesi un poco e dissi: "Lilith.....credo che la verità ed il significato di questa voce e profezia possiamo ricavarlo solo quando arriveremo lì....." "La città è condannata, ma non credo che tutti gli abitanti la debbano pagare......io direì di proseguire..."

Guardaì gli altri, attendendo risposta.

Guisgard
16-06-2012, 03.43.43
Fyellon annuì a quelle parole di Altea e fece cenno alla ragazza di seguirlo.
Si avvicinò allora al piccolo ponte che conduceva verso il portone d'accesso al monastero.
Mise appena un piede su quel ponticello e accadde qualcosa.
“Per coscienza” disse una voce dall'alto delle mura “devo rivelarvi che quel ponte è pericolante e dunque pericoloso come una trappola mortale. Anche perchè, sotto le sue incerte assi, scorre un canale di melma e fango.”
“Chi ha parlato?” Guardando in alto Fyellon.
“Il vento.” Rispose quella voce. “Sono solo la voce del vento che vi porta un fraterno consiglio... riprendete la vostra strada e dimenticate questo luogo.”

Guisgard
16-06-2012, 03.54.12
Elisabeth era riuscita a guadagnarsi la fiducia di quel cavallo.
Ora aveva la possibilità di lasciare Tylesia per tornare da Reas.
Ma proprio mentre era accanto al cavallo, qualcuno le si avvicinò.
“Milady...” disse Vivian giunta all'improvviso “... è... è accaduta una cosa terribile...” piangendo “... i soldati stanno riportando i prigionieri nelle prigioni, visto che il palazzo non sembra aver subito danni molto gravi... e con essi vi è anche mio padre... è stato reso noto che verrà processato fra due giorni... capite, milady? Vogliono condannarlo per le sue idee! Milady, aiutateci!”

Guisgard
16-06-2012, 04.07.50
Anche Redentos restò molto turbato dalle parole udite da Lilith.
“Una voce” disse il cavaliere “che si manifesta ad una sola persona è un segno e contiene di certo un messaggio... ma da dove ci giunge questo messaggio? Dai Cieli o dagli inferi?” Restò allora qualche istante a riflettere.
Fissò, infine, prima Parsifal, poi Lilith.
“Si, anche io la penso come Parsifal...” mormorò “... solo giungendo a Tylesia potremo scoprire la verità... il messaggio sembra chiaro... se è stato rivelato a Lilith, allora riguarda comunque noi tre... io ho sempre creduto che il destino di ogni uomo sia segnato sin dalla sua nascita... e il nostro destino, ragazzi miei, credo passi indiscutibilmente per Tylesia... raggiungeremo allora, come deciso sin dall'inizio di questo nostro viaggio, quella città...” si avvicinò a Parsifal “... rammenta ciò che giurasti quando questa nostra avventura cominciò, ragazzo mio... giurasti di obbedirmi sempre ed in cambio io mi impegnai ad insegnarti tutte le mie conoscenze... quando saremo a Tylesia rammentalo, ragazzo mio... obbedirai ad ogni mio ordine, senza mai discutere. D'accordo?”

Guisgard
16-06-2012, 04.51.10
La duchessa si voltò verso Talia e restò a fissarla.
“Mi sembrava” disse con tono severo “di averti proibito di pronunciare ancora quel nome. Trovo tremendamente sconveniente che una mia dama di compagnia parli di uomini di così dubbia moralità. Soprattutto in mia presenza. Io non posso, ahimè, impedirti di pensare, ma di sicuro esigo un contegno rispettoso e all'altezza del ruolo che ora occupi. Forse dovresti trascorrere un po' di tempo nel convento di San Pasquale...” fissando il convento che dominava dall'alto l'intera città “... può darsi che le suore siano più adatte di me nell'impartirti i valori degni di una ragazza che si trova alla corte ducale...”

Suor Linda, quando ormai il convento cominciava ad abbandonarsi nel lungo ed austero silenzio che avrebbe scandito l'imminente notte, bussò alla cella, per poi entrarvi.
La ragazza era ancora sveglia, seduta sul piccolo lettino, mentre la debole luce di una candela era tutto ciò che illuminava, in modo vago ed incerto, quell'ambiente.
“Atlia...” disse la suora avvicinandosi a lei “... cosa significavano quelle parole? Era un'altra delle tue storie? Di quelle che ami inventare di tanto in tanto? Eppure era così diversa da quelle precedenti... e tremavi nel raccontarla... guardami, per favore...” sedendosi accanto a lei “... era così... reale... Atlia, ti prego, rispondimi... cosa significava quella storia? Perchè hai parlato del castello ducale e dei Taddei? E quel ritratto? Atlia, guardami, ti prego... devi stare attenta a ciò che racconti... potrebbero punirti e impedirti di dipingere... tu ami dipingere, vero? Allora sta attenta... promettimi che non inventerai più storie simili... lascia stare la famiglia ducale... promettimelo, Atlia...”
In quel momento suonò la campana della chiesa del Santissimo Salvatore.
Era il segnale che tutte dovevano ritirarsi.
“Devo andare...” mormorò suor Linda “... riposati e non pensare più a nulla... a domani, se Dio vorrà...” ed uscì, lasciando la ragazza in un abisso di solitudine e tristezza.

“E comunque...” fece la duchessa, destando Talia da quell'angosciante visione “... spero che tu ed il tuo amico non vi siate intrufolati con l'inganno anche nel palazzo del Belvedere, come accaduto quando siete stati scoperti qui al castello ducale...”
Un colpo di vento scostò il velo dal capo di Talia e subito lady Vicenzia le si avvicinò per accomodarglielo.
E in quel momento, grazie alla luce del Sole, infinitamente più viva e forte delle candele che la sera prima avevano illuminato le sale del castello, la duchessa si accorse della pietra rossa che la ragazza aveva al collo.
“Come hai avuto questa pietra?” Chiese meravigliata la donna. “Rispondimi!”

elisabeth
16-06-2012, 10.28.21
Nero come la notte...il suo manto era lucidissimo.....era spaventato, il terremoto era stato violento e gli animali lo subivano emotivamente piu' di tutti....ma lui si era calmato, annusando con le sue narici la mia mano.......ero pronta ad andar via....quando una voce di donna spense i miei pensieri...Vivian, nonostante il terremoto, e la paura di essere attaccati ancora avevano voglia, di fare una giustizia, che giustizia non era......." Vivian, basta piangere....e cominciate a pensare.......Ho problemi con tutta Tylesia e la Regina non ascolterebbe da me neanche un consiglio su quale dolce preferire dopo il pranzo, Guxyo....non mi ha graziata, il terremoto lo ha interrotto...cosa dovrei fare.......un atto di magia ?.....tranquilla a Tylesia non e' possibile...la mia magia si e' fermata fuori dalle sue mura, ho le visioni Vivian.......e cio' che vedo non mi sembra ne' brutto ne' bello.....e' tutto cosi' fermo e pesante qui, che neanche la vita sembra avere un decorso normale.........".....non so con chi stessi parlando..se con me stessa o con Vivian.....ma cosa potevo fare per suo padre......Goz, lui voleva i suoi cigni e i suoi cigni poteva averli solo tramite il padre di Vivian..........diedi una pacca sul sedere del cavallo, che volo' via come il vento..." Mi pentiro' di non aver seguito il cuore.....ma andremo a trovare un buon uomo, forse lui potra' darci una mano e se non fosse lui..ci appelleremo alla sua pazzia.."...e cosi' seguita da Vivian..andammo sino alla stanza dove avevo lasciato qualche tempo prima Goz....la porta era aperta, il terremoto qualche danno lo aveva fatto...la aprii lentamente e vi guardai dentro....chiamando a bassa voce Goz.....

Daniel
16-06-2012, 11.14.07
“Allora, se siete un cavaliere, mettete la vostra spada al servizio di Tylesia.” Disse l'uomo a Daniel. “Nessuno vi chiede di servire un padrone, ma di unirvi a tutti noi per salvare la città.”
Ma proprio in quel momento, una potente scossa di terremoto fece tremare l'intera città, generando caos, paura, danni e feriti.

<<preferisco agire per conto mio..>> Dissi al vecchio, ma ad un certo punto una forte scossa di terremoto si accanì su Tylesia
"Giada che succede?"

Altea
16-06-2012, 15.34.44
Seguii Fyellon, arrivammo vicino un piccolo ponte che dava all'entrata principale del monastero.
Appena Fyellon mise un piede sul piccolo ponte si udì una voce, mi guardai in giro ma non capivo da dove provenisse ma ero sbalordita...il vento?
"Siete il vento?" chiesi "Io parlo sempre col vento e a volte egli con me, e allora...diteci Vento, dove dobbiamo proseguire per arrivare a Tylesia? Che sta succedendo ora in quella città" chiesi non molto convinta e guardai Fyellon quasi ridendo, lui cosi scettico...immaginavo che avrebbe proseguito per il ponte.

Lilith
16-06-2012, 20.27.12
Ero commossa dal fatto che i due cavalieri mi credettero subito. Ero anche felice della loro decisione di proseguire verso Tylesia, poiché vi era qualcosa in me che voleva che io continuassi con sir Parsifal e sir Redentos il mio viaggio. "Allora è deciso. Andiamo a Tylesia." dissi io, guardando l'orizzonte. Una volta arrivata a Tylesia avrei visto l'uomo al quale apparteneva la misteriosa voce, poichè egli aveva detto di trovarsi già lì; gli avrei parlato ed avrei cercato di capire quali fossero le sue intenzioni e come mai avesse scelto proprio me.

Parsifal25
17-06-2012, 03.50.52
Rimasi contento del fatto che tutti quanti avevamo deciso di continuare..... chissà.....quali insidie e prove ci si pareranno innanzi. Ero veramente carico di adrenalina. Finalmente, potrò comprendere qualcosa in più sui miei sogni e lo strano disegno apparso nel mio diario.

Prima di proseguire, il Maestro Redentos mi rammentò la mia promessa: "Ascoltarlo ed Obbedirlo"; ed io risposi:

"Non temete Maestro, rispetterò il giuramento....ma non faccia cose avventate per proteggermi.....non lo sopportereì......non sareì degno del mio Ordine....." lo sorrisi per rassicurarlo e proseguimmo.

Guisgard
18-06-2012, 01.42.18
Elisabeth e Vivian erano giunte davanti a quella stanza, che sembrava però silenziosa e vuota.
Ma ad un tratto cominciarono ad udirsi dei rumori.
Come quelli tipici di una fucina.
Poi cessarono di colpo.
Un attimo dopo una figura si mostrò ad Elisabeth e a Vivian.
“Lady Elisabeth...” disse Goz, senza tradire apparentemente emozioni “... siete già di ritorno? Non vi attendevo così presto, ad essere sincero. C'è una strana sensazione a Tylesia. Paura e follia. La gente grida nelle strade e i soldati sono più austeri del solito. L'altro giorno un servo mi ha domandato del mio pranzo... ho chiesto dei carciofi, ma ormai non è più stagione... è triste tutto ciò... ormai è giunta l'Estate e col caldo lavoro male. Non riesco mai a concentrarmi come vorrei. Poi l'aria è sporca e non si riesce quasi mai a vedere oltre le mura di questa città...”

Guisgard
18-06-2012, 01.45.10
“Tylesia è sotto attacco.” Disse Giada, vibrando al fianco di Daniel. “E questi attacchi saranno sempre più devastanti.”
“Ehi, voi!” Gridò un uomo a Daniel, quando la scossa finalmente terminò. “Presto, mi occorre aiuto! Ci sono dei feriti da tirare fuori dalle macerie!”

Guisgard
18-06-2012, 01.56.00
Redentos sorrise prima a Lilith, poi al suo allievo Parsifal.
Ripresero così il loro cammino verso Tylesia.
Per la strada, però, intravidero una carovana.
Un uomo, allora, scese dal carro e fece cenno ai tre di fermarsi.
“Messeri.” Disse andando incontro ai tre. “In Nome del Cielo, ci occorre aiuto.”
“Cosa vi è accaduto?” Chiese Redentos.
“Un cavaliere ci ha attaccato a tradimento.” Rispose l'uomo. “Ci ha assaliti col favore delle tenebre e poi è fuggito approfittando del caos provocato dal terremoto. Hai ucciso molti dei nostri e ha portato via con sé una donna che era con noi.”
“Un solo uomo è riuscito ad uccidere diversi dei vostri” fissandolo Redentos “per poi rapire una donna?”
“Si.” Annuì l'uomo. “Egli era un cavaliere e combatteva come un demonio. Noi invece siamo solo dei mercanti.”
“In che direzione è fuggito?” Domandò Redentos. “Sapreste riconoscerlo?”
“Si...” disse all'improvviso un altro di quei mercanti “... indossava una corazza rossa. E non dimenticherò mai il suo sguardo.” Fissandolo Heyto, il capo di quegli uomini.
Lo sguardo poi di quest'ultimo si posò sulla giovane Lilith.

Guisgard
18-06-2012, 02.11.16
Fyellon alzò lo sguardo verso le alte mura del monastero diroccato.
“Allora” disse “se qui dimora solo il vento, vuol dire che il monastero è disabitato.” Si voltò verso Altea e fece cenno alla ragazza di seguirlo.
Prese allora a camminare sul piccolo ponte, fino a quando alcune assi scricchiolarono per poi spezzarsi.
Fyellon perse l'equilibrio e solo la sua abilità nel tenersi alle corde, che tenevano quel ponte, gli permise di non cadere nel fosso sottostante.
Si arrampicò allora fino alla fine del ponte, ritrovandosi così davanti all'ingresso del monastero.
“Altea...” voltandosi verso la ragazza “... raggiungetemi... camminate sul lato destro del ponte, dove le assi sono più resistenti... avanzate lentamente, senza lasciare mai le corde... vedrete che il passaggio sarà sicuro.” Cominciò poi a colpire con l'elsa della spada sul poderoso portone del monastero. “E visto che qui non nessuno verrà ad aprirci, mi aprirò allora io un varco per entrare.”
Ma pochi istanti dopo, qualcuno aprì il portone.
“Cosa volete qui?” Chiese un monaco.

Parsifal25
18-06-2012, 02.15.13
Il cammino riprese.....quando ad un tratto imbattemmo in una carovana di mercanti, anche se dalle vesti che utilizzavano non sembravano tali. Ci dissero che vennero attaccati a tradimento da un cavaliere in arme rossa, sentendo ciò chiesi:

"Il suo nome era Fyellon......, o mi sbaglio? Conosco il suo nome perchè ha incrociato la sua strada con la mia e si è macchiato di un terribile delitto..... Era in compagnia di qualcuno?"

Dopo un pò, notaì che colui che sembrava essere il capo soffermò lo sguardo su Lilith.....la cosa andava iniziando a insospettirmi tanto che chiesi:

"Perdonate Messere.....perchè fissate la mia compagna?"

Guisgard
18-06-2012, 02.22.52
“Quel cavaliere è giunto da solo.” Disse uno dei mercanti a Parsifal. “Nascondendosi come un ratto nel manto delle tenebre. Ci ha assaliti e poi si è portato via una ragazza che era con noi. Dite di conoscere il suo nome? Ed anche che si è macchiato di un grave delitto? Allora bisogna catturarlo subito! Se ci aiuterete a prenderlo, noi sapremo ripagarvi profumatamente.”
“Perdonatemi...” mormorò Heyto fissando Parsifal “... fisso la vostra compagna perchè lei mi ricorda tantissimo una fanciulla conosciuta tempo fa... posso conoscere il vostro nome, damigella?” Chiese poi a Lilith.

Talia
18-06-2012, 02.31.43
La reazione della duchessa giunse secca e precisa come l’avevo immaginata... ed io a stento riuscii a trattenere un sospiro...
“Mi rincresce avervi indisposta, Vostra Grazia... vogliate perdonarmi! E di certo non avrei mai contravvenuto a quel vostro ordine, che è ben vivo nella mia mante, se ciò non fosse stato necessario per rispondere alla vostra domanda...” mormorai con un candido sorriso sulle labbra.
Sorriso che si spense appena un istante dopo quando, in modo del tutto inatteso, quella visione si affacciò alla mia mente.
Atlia... trattenni il respiro e tentai di trattenere quelle immagini nella memoria il più a lungo, possibile... Atlia, mi ripetevo... chi era Atlia?
Respiravo a fatica... la mia mente lavorava frenetica...ero tesa, agitata, eppure vagamente emozionata per quella visione...

E in quel momento, grazie alla luce del Sole, infinitamente più viva e forte delle candele che la sera prima avevano illuminato le sale del castello, la duchessa si accorse della pietra rossa che la ragazza aveva al collo.
“Come hai avuto questa pietra?” Chiese meravigliata la donna. “Rispondimi!”

Sussultai a quella domanda improvvisa.
Istintivamente portai la mano al collo e strinsi quella pietra... quante cose mi aveva mostrato quella pietra...
“Questa pietra...” sussurrai poi, sforzandomi di mantenere la voce bassa e regolare “Questa pietra l’ho avuta in dono da un anziano uomo che sosteneva di aver conosciuto lord Andros in persona.”
Esitai un istante... non era una bugia, dopotutto... non del tutto!
“Non so perché abbia voluto che l’avessi io...” soggiunsi “Ma così è stato!”

Parsifal25
18-06-2012, 02.37.26
Non riuscivo a distogliere lo sguardo da Heyto......non mi ispirava fiducia.

In queste terre è facile imbattersi in qualcuno che è alla ricerca di persone dotate di particolari poteri, soprattutto se vuole acquisire gloria e fregiarsi del titolo di eroe che ha distrutto il Maligno.

Cercaì di proteggere damigella Lilith....temevo per lei tanto che le dissi all'orecchio:

"Ti prego Lilith, fidati di me....". La strinsi a me. "Fai attenzione...."

Quest'incontro non poteva essere meno indicato in quel momento.....il tempo stringeva e gli uccelli già annunciano la rovina.....

"Messeri......se dobbiamo catturare quest'uomo......dobbiamo proseguire verso Tylesia.....credo....che sia diretto lì."

Guisgard
18-06-2012, 02.58.47
“Tylesia...” disse Heyto fissando Parsifal “... perchè credete che il Cavaliere Rosso sia diretto proprio in quella città? E come mai lo conoscete? Prima avete accennato ad un delitto commesso da lui... quale?”

Guisgard
18-06-2012, 03.14.04
Il menestrello continuava il suo racconto, mentre l'osteria cominciava ad affollarsi sempre di più.
Così, seduti ai tavoli, altri ascoltatori incitarono il cantore per udire quell'avventura.
“Quel menestrello” disse Guisgard, sempre appoggiato alla finestra che dava all'interno del locale “mi da sempre più ai nervi! Sono certo che prolungherà quel suo racconto per ore, o forse per giorni, pur di scroccare altro cibo e altro vino!”
“Calmatevi.” Fece Umans. “Voi avete una particolare e vivissima abilità a ficcarvi nei guai, amico mio.”
“Io e te non siamo amici.” Voltandosi Guisgard.
“E dubito che qualcun altro” replicò Umans “vorrà esservi tale, visto il caratteraccio che vi ritrovate.”
“Ma tu cosa vuoi da me?” Sempre più infastidito Guisgard. “E' da prima del nostro arrivo qui che ci sei addosso. Cosa diavolo vuoi?”
“Aiutarvi, amico mio.”
“Non ho bisogno del tuo aiuto!”
“Volete rivedere una certa dama?” Fissandolo. “Allora fate il bravo. Diamo la possibilità a quel menestrello di terminare il suo racconto e dopo lo metteremo sotto torchio. Fidatevi, io sono il vostro Angelo Custode, amico mio.” E fece cenno a Guisgard di voltarsi a guardare dentro l'osteria.
Qui, infatti, il menestrello stava continuando il suo racconto...

Appena uscito dal sacro edificio, Andros si trovò davanti il poderoso cavallo di Mars.
“Immagino” disse questi “sia tu Andros, vero?”
“Si, sono io.”
“Bene, il capo ti stava aspettando!” E detto questo si diresse rapido verso i suoi compari.
Andros raggiunse allora anch'egli gli altri uomini della banda Torix.
Feudis lo fissò con attenzione.
“Sei tu dunque quell'Andros di cui mi hanno parlato i ragazzi!”Esclamò.
“Sono qui.” Disse Andros con uno sguardo di ghiaccio. “Ora lasciate andare i ragazzini.”
“Una cosa per volta, amico.” Rispose Feudis. “E’ vero? Sei uno spadaccino?”
“Si, sono stato un cavaliere.”
“Cosa vuol dire sei stato?” Chiese infastidito Feudis. “Chi è stato un cavaliere, fosse anche per un giorno o per un’ ora, lo sarà per sempre!”
Andros fissava quel criminale senza dire niente.
“Dove si trova la tua spada?” Chiese con rabbia Feudis.
“E' nascosta qui vicino.”
“Non perdiamo altro tempo.” Disse Feudis. “Va a prenderla e cominciamo!”
“Solo a due condizioni.” Fissandolo Andros.
“Quali sarebbero?” Chiese Feudis.
“I ragazzi devono essere lasciati andare.”
“E la seconda condizione?” Domandò ancora Feudis.
“Combatteremo fuori dalla cittadina.”
I tre si scambiarono rapide occhiate.
“E sia.” Rispose Feudis. “Combatteremo poco prima dell’inizio di questa fogna! Hai pochi minuti per andare a prendere la tua spada!”
“Siete in tre ed io uno solo. Come farò a sapere che non mi attaccherete alle spalle?” Chiese Andros.
“Tranquillo.” Rispose Feudis. “Basterò io solo per batterti. Ora va a prendere la tua spada, bifolco!”
I ragazzi allora furono lasciati andare ed i tre criminali raggiunsero il posto stabilito per lo scontro.
Andros ritornò alla miniera abbandonata.
Ripensava alla bravata del giorno prima.
E mentre si tormentava con questi pensieri, raggiunse la sua Parusia.
La impugnò e si diresse verso il luogo del duello.
Qui, intanto, i tre Torix erano alle prese con qualche discussione.
“Questa faccenda ci sta portando via troppo tempo!” Disse Duxa a Feudis. “I soldati potrebbero arrivare in qualsiasi momento!”
“Falla finita!” Rispose Feudis, mentre già accarezzava l’idea di aggiungere una nuova vittoria alle sue feroci sfide. “Vedrai che tra meno di un’ora saremo già in viaggio verso Caizan.”
“Al diavolo!” Disse col tono sempre più nervoso ed esasperato Duxa. “Mi sento la terra scottare sotto i piedi! E poi non mi piace fare la fine del topo preso in trappola.”
“E cosa vorresti fare?” Chiese infastidito Feudis.
“Comincerò ad andare.” Rispose Duxa. “Mi raggiungerete quando avrete finito.”
“Canaglia e vigliacco!” Lo insultò Feudis. “Va via! Ma senza scorte e provviste! Dovrai aspettare il nostro arrivo per averli!”
“Come vuoi.” Rispose Duxa e montò senza indugiare in sella al suo cavallo, prendendo poi la via verso la tundra.
Ma quando fu di spalle, Feudis lo colpì a tradimento con la sua scure e poi gli si avventò contro con la sua temibile spada.
L’arma cominciò a spaccareare e lacerare la corazza di Duxa, fino a penetrare nelle sue carni.
Duxa lanciò un grido disumano, mentre moriva nella sua armatura.
“Maledetto traditore!” Disse Feudis mentre osservava il suo ex complice senza vita tra le sue stesse lamiere. “Nessuno può fregarmi! Nessuno!”
Nella chiesa intanto avevano avvertito il rumore dello scontro.
In tutti sorsero ancora più paura e disperazione.
Chymela allora, vinta dal timore, senza pensarci su, uscì fuori dalla chiesa e corse verso il luogo del terribile duello.
“Dove andate, Chymela?” Gridò Hunz. “Tornate indietro! Tornate indietro!”
Ma la ragazza non ascoltava le sue grida.
L’unica cosa che sentiva erano i battiti del suo cuore che sembrava volerle esplodere nel petto, mentre correva verso suo marito...

“Sei impertinente.” Disse lady Vicenzia a Talia. “E le ragazze impertinenti non mi piacciono.” Tossì. “Quanto a quella pietra che porti al collo...” fissando la ragazza con occhi severi “... sappi che in giro ci sono tanti truffatori e lestofanti... e tentano di spacciare qualsiasi cosa come se fosse autentica... ci provano anche con le false Reliquie di Nostro Signore...”
Fece allora un cenno al cocchiere.
“Si, milady?”
“Portateci al convento.”
La carrozza allora si diresse verso il luogo indicato dalla duchessa.
Ma una buca nella strada fece sussultare la carrozza e per questo a Talia cadde in terra il libretto appartenuto ad Andros.

Talia
18-06-2012, 12.14.38
...non le piacevano.
Strinsi le labbra per impedirmi di rispondere... non le piacevano le ragazze impertinenti... beh, e a me non piaceva il modo in cui si riferiva a me ed a Guisgard, quasi stesse parlando di qualche cosa di estremamente sgradevole e sconveniente...
Inspirai profondamente, tuttavia, e mi costrinsi a restare in silenzio... tentando silenziosamente di convincermi che alimentare quella polemica non avrebbe portato a niente di buono.
Ed anche alla sua affermazione successiva non risposi... truffatori e lestofanti, diceva... non sapevo che cosa credesse e non tentai di indagare... credeva, forse, che qualcuno avesse tentato di vendermi quella pietra spacciandola per chissà quale rarità appartenuta alla famiglia ducale? Ebbene, decisi che l’avrei lasciata in quella condizione... non avevo nessun interesse a rivelale ciò che davvero era accaduto al Belvedere, a raccontarle del veccio guardiano, della fabbrica, di ciò che io e Guisgard avevamo vissuto... né intendevo renderla partecipe del mio dono e delle visioni che spesso avevo, specialmente da quando ero entrata in possesso di quella pietra... sì, decisi che sarebbe stato decisamente più semplice per me se la duchessa avesse continuato a credermi poco più che una ladruncola!

“Portateci al convento.”
La carrozza allora si diresse verso il luogo indicato dalla duchessa.
Ma una buca nella strada fece sussultare la carrozza e per questo a Talia cadde in terra il libretto appartenuto ad Andros.

La carrozza, svoltando immediatamente all’ordine della dama, sobbalzò violentemente. Io sussultai e mi appoggiai alla parete della carrozza... ed fu allora che, senza che me ne accorgessi, il libretto di Andros, che avevamo trovato al Belvedere insieme alla pietra e che Guisgard mi aveva temporaneamente affidato, mi scivolò dalla tasca e finì a terra.

cavaliere25
18-06-2012, 12.38.13
che sta succedendo dissi che cosa è stato questo boato e mi guardai intorno siamo sicuri dissi alla guardia che non siamo in pericolo qui e aspettai la risposta un po di paura mi venne ma mi controllai

Parsifal25
18-06-2012, 12.40.20
"Semplice......messere......sono venuto a conoscerlo nella mia breve permanenza presso il maniero di Orco il Rosso". Fu lì che incrociaì la prima volta il cavaliere.

Inoltre, conosco l'obiettivo del "nostro amico" poichè chi accompagnava il cavaliere,ovvero la dama che cercate, era molto interessata a giungere presso Tylesia e scovarne il mistero che la circonda......

"Perdonate messere, ma non mi chieda quale sia il mistero che sta conducendo il regno alla distruzione perchè anche io sto cercando di comprenderlo.....".

Iniziavano a seccarmi tutte queste domande, ma non bisognava perdere il controllo:

"Il delitto di cui il cavaliere si è macchiato è stato l'assassinio di poveri innocenti che difendevano il loro più grande tesoro....."l'armatura rossa" che attraverso le parole del fabbro ucciso sarebbe stata donata soltanto a colui che affrontando il demone che dominava sul maniero, ne avrebbe ricevuto la protezione.......chiunque si fosse sottratto a questa condizione o si impadronisse della corazza con l'inganno.....non sarebbe sfuggito alla maledizione che circondava l'armatura.

elisabeth
18-06-2012, 16.35.59
Il rumore del ferro contro il ferro..il caldo del fuoco, un uomo stanco...sudato, ci venne incontro era Goz.....mi parlo' di tante cose, e il suo parlare, anche s esembrava sconnesso..aveva un senso celato.....lo guardai con infinita tenerezza...." Salute a voi Goz....avete ragione a Tylesia sembra che tutto si afollia, pesno che la sua guerra sia iniziata, e la natura ha cominciato a dare i primi cenni di monito...il problema e' mio caro amico, che in questo posto ...sono ciechi e sordi......per quanto riguarda i vostri cigni, li ho visti e stanno bene.....ma ho bisogno del vostro aiuto....devo liberare un uomo dalle prigioni...se non libero lui, non rivedrete i vostri cigni e io non rivedro' piu' il capitano Reas.........e Vivian, la ragazza che e' qui con me, ha ancora bisogno di suo padre, ma pensate....la terra trema e loro domani lo giustizieranno.
Goz, vi prego...solo voi potete aiutarci...".....Avevo sempre pensato, che Goz non fosse pazzo.........Goz sapeva perfettamente cosa stava succedendo...e se mi avesse volutamente allontanare da Tylesia ?.....

Altea
18-06-2012, 17.25.59
Come il mio intuito immaginò Fyellon si fiondò senza pensarci sul ponte e infatti era molto pericolante, sobbalzai quando vidi le assi spezzarsi ma per fortuna riuscì anche stavolta a cavarsela e addirittura arrivò alla entrata del convento e mi fece segno di seguirlo...mi mostrava dove camminare, stavo attenta ma sotto i piedi sentivo veramente tremare le assi.."Fyellon, mi sento un pò come Lancilotto sul Ponte della Spada, solo che non ci sarà nessun principe o re ad aspettarmi" dissi per sdramattizzare la situazione, mi feci coraggio e mi avvicinai a lui e riuscii ad arrivare dove si trovava Fyellon, quando vidi improvvisamente un monaco scorbutico aprire il portone e parlarci severamente.
"Scusate, padre, ma se questa è la Casa di Dio, voi non potete impedire a nessuno di entrarci".

Daniel
18-06-2012, 22.00.26
"da dove? da dove viene attaccata?"
Ignorai a malincuore la richiesta di aiuto dell'uomo e andai sulle mura per cercare qualcosa, mi affacciai alla ricerca di qualcuno
"Giada aiutami dove sono? "

Lilith
18-06-2012, 23.34.49
Durante il nostro cammino incontrammo una carovana di mercanti che erano stati brutalmente attaccati da un cavaliere con una corazza rossa.
Quell'armatura spettava a Parsifal ed un uomo dalle intenzioni malvagie non aveva il diritto di utilizzarla. Di certo quell'uomo si sarebbe pentito in seguito, quando avrebbe avuto inizio la maledizione che avrebbe dovuto proteggere la corazza da uomini come lui.

Mi resi conto di essere osservata da uno di quei mercanti, che mi domandò il mio nome. Parsifal sembrava non fidarsi, ma io, anche se non lo conoscevo, non temevo quell'uomo poiché non mi sembrava malvagio. Gli risposi: "Il mio nome è Lilith e dubito fortemente che mi abbiate già visto altrove."

Parsifal, intanto, stava rispondendo alle domande postegli dai mercanti. Forse essi avrebbero continuato il cammino verso Tylesia assieme a noi per poter salvare la donna rapita. Erano persone innocenti e non meritavano tutto quello che avevano subito, quindi li avrei di certo aiutati.

Guisgard
19-06-2012, 01.49.19
Il monaco non disse nulla, limitandosi ad osservare Altea e Fyellon.
“Già, la casa del Signore...” disse il cavaliere “... o forse il Padrone non desidera ospiti oggi?”
Il religioso allora fece loro cenno di entrare.
Li ospitò in una grande stanza.
“Allora, cosa cercate qui?” Domandò poi loro.
“Solo un'informazione...” rispose Fyellon “... e magari accompagnata da quella sana Carità Cristiana che nelle prediche voi religiosi amate tanto sottolineare... e se ricordo bene, vi era anche una parabola nei Vangeli che ne parlava... anche se ora non ricordo il titolo... sapete, non amo molto leggere di quelle Cose...”
“Forse quella del Buon Samaritano.” Fissandolo il religioso. “Quale informazione vi occorre?”
“Ci interessa conoscere la via più breve per giungere a Tylesia.” Disse Fyellon.
“Non vi conviene andare a Tylesia...” mormorò il monaco.

Guisgard
19-06-2012, 01.54.44
Daniel si affacciò dalle alte mura di Tylesia ed osservò la sterminata selva che avvolgeva la città.
Tra la fitta vegetazione e le difese vi erano canali concentrici, in cui scorreva, con un moto perfetto ed infinito, l'acqua che scendeva dai monti vicini.
Era uno spettacolo straordinario.
Ad un tratto, però, il cavaliere vide qualcosa muoversi nella selva.
Prima lontana e confusa, poi sempre più vicina e nitida.
Era uno sterminato esercito che muoveva assedio a Tylesia.
Una muraglia di uomini e ferro si stava avvicinando, col solo scopo di cancellare la città dalla faccia della Terra.



Nel frattempo, passata la scossa di terremoto, nella caserma cominciò a diffondersi un gran caos.
Tutti correvano a destra e a sinistra, per controllare i danni e scoprire possibili feriti.
“La caserma è solida e ben costruita.” Disse la guardia a Cavaliere25 e ai suoi compagni. “Tuttavia meglio correre a vedere. Venite con me, così in caso di danni e feriti mi darete una mano. Presto.”
Giunsero allora nel cortile della caserma, dove si resero conto che una delle statue era crollata e sotto i detriti giaceva un soldato ferito.
“Presto!” Gridò la guardia a Cavaliere25 e ai suoi amici. “Datemi una mano a liberarlo!”
Ma il marmo della statua era troppo pesante e il poverino rischiava di morire schiacciato.
“E' troppo pesante, maledizione!” Urlò la guardia.

Guisgard
19-06-2012, 01.59.09
Heyto ascoltò Parsifal con attenzione.
“E' un bellissimo nome, damigella. Speciale, oserei dire...” disse rivolgendosi poi a Lilith “... e sia.. allora ci recheremo tutti a Tylesia. Posso sperare di avervi come compagni di viaggio, amici miei?” Chiese a Redentos, a Parsifal e a Lilith.
“Voi cosa ne pensate?” Domandò Redentos al suo discepolo ed alla giovane che era con loro.

Guisgard
19-06-2012, 02.02.19
“Avete solo una possibilità, milady...” disse Goz ad Elisabeth “... difendere domani messer Cristansen in tribunale... io vi ho osservata sin dall'inizio... non siete una donna comune... possedete valori e principi sacri, gli stessi che difende Cristansen... se vi sentite all'altezza, allora proponetevi come suo avvocato difensore... se riuscirete in questa impresa, egli per gratitudine vi accompagnerà a riprendere i miei cigni...”
Vivian fissò allora Elisabeth ed attese una sua risposta.

Guisgard
19-06-2012, 02.35.17
Era Mezzogiorno e l'oste portò del cibo al menestrello.
Questi posò a terra il suo strumento e cominciò a mangiare.
Nel cortile, invece, davanti a quella nuova interruzione, Guisgard cominciò a sbraitare ancora una volta.
“E' incredibile...” disse “... fra tutti i mendicanti, pezzenti ed accattoni del mondo quel menestrello non troverebbe nessuno al suo pari... di questo passo quel tipo prolungherà il suo racconto fino a confonderlo con l'Iliade e l'Odissea, pur di tenerci tutti incollati qui... ed è ovvio... più dura la sua storia, più gli danno da mangiare!”
“Volete darvi una calmata?” Fissandolo Umans. “Non vi basta essere stato messo alla porta di un'osteria? Guardate che è un buon primato, eh! Solitamente ci riescono solo i bari, gli ubriaconi e gli scrocconi.” E rise di gusto.
“Insomma, ma tu cosa vuoi da me?” Voltandosi a guardarlo Guisgard.
“Vi ho già detto...” sorridendo Umans “... sono il vostro Angelo Custode...”



Intanto, sulla strada che dal centro di Faycus portava al convento di San Pasquale, la carrozza ducale conduceva Talia e la duchessa attraverso un cammino dissestato.
E a causa di un sussulto della carrozza a Talia cadde in terra il libretto di Andros trovato al Belvedere.
Lady Vicenzia si accorse subito di questo e lo raccolse, per poi sfogliarlo.
Ad un tratto, la duchessa alzò gli occhi da quelle pagine e fissò la ragazza.
“Ma tu...” disse “... tu chi sei?”

cavaliere25
19-06-2012, 12.01.23
ci penso io dissi tirai fuori il medaglione e mi trasformai in un cavaliere mi avvicinai al poveretto e dissi stai tranquillo ti tirerò fuori da qui e mi misi in posizione di forza e tolsi quella pietra poi presi e alzai la guardi a e dissi ora siete salvo ora vi accompagnerò in infermeria cosi vi medicheranno e lo presi sotto braccio

Talia
19-06-2012, 12.50.51
Quella domanda mi sorprese.
Avevo capito subito che cosa era stato a scivolarmi dalla tasca a quello scossone ed a cadere a terra con un tonfo leggero... ero rimasta in silenzio, tuttavia.
Avevo sentito la duchessa chinarsi e prenderlo, poi sfogliarlo... ed avevo atteso.
Quella domanda, tuttavia, pronunciata con voce lieve e sinceramente stupita, quasi titubante, mi colse alla sprovvista.
Esitai per qualche istante... infine sospirai.
“Io...” mormorai allora “Io, milady, non sono nessuno! Ma... per qualche ragione, mi è stato concesso un dono. Un dono che richiede sacrificio e dedizione... e che oggi mi impone qualcosa da cercare. Sì... credo di essere una cercatrice, in fondo. Lo sono stata per tutta la vita... anche se sicuramente non per scelta! Quel libretto mi fu concesso insieme alla collana che avete appena notato... ed io credo che lì dentro vi siano molte risposte, molte chiavi che allevierebbero il mio compito... ma purtroppo, come potete ben immaginare, non posso leggerlo!”
Tacqui, infine... raramente ero stata tanto sincera con qualcuno riguardo al mio dono... eppure non ero spaventata, né intimorita. Al contrario, per la prima volta da quando l’avevo conosciuta, improvvisamente, sentivo di essere io a prevalere sulla duchessa e non il contrario. Era una sensazione audace, insolita... ma ero certa che anche lei la avvertisse.
“Ed ora, milady...” soggiunsi gentilmente, tendendo la mano “Posso riaverlo?”

Altea
19-06-2012, 13.59.53
Il monaco ci fissava in modo enigmatico...quasi volesse leggerci nel pensiero e nell'animo.
Fyellon iniziò a dibattere con lui riguardo alla fede religiosa ma il monaco notavo era molto sicuro di se, mi sembrava strano vedere un monaco di carattere cosi forte e non umile, sembrava quasi seccato della nostra presenza...quando udii il suo suggerimento di non dirigerci verso Tylesia.
"Padre, scusate..ma noi arriviamo da Tylesia e dobbiamo tornarci, abbiamo smarrito la strada...e chiediamo a voi come le pecore smarrite di indicarci la giusta strada" risposi con il suo stesso sarcasmo "sappiamo molto bene cosa sta accadendo a Tylesia quindi stiamo chiedendo una semplice domanda e ce ne andremo" nel frattempo mi guardavo attorno, mi chiedevo se quel monaco vivesse come un eremita.

Parsifal25
19-06-2012, 15.10.21
Guardaì il Maestro Redentos in cerca di uno sguardo d'intesa poichè non credevo che fossero dei semplici mercanti.....bastava osservare le loro arme.

Credo che il Maestro si sia accorto dalla verità che in un certo senso nascondevano...... e poi.....perchè questo ineteresse per Lilith.......da quello che abbiamo potuto osservare, questa terra è attraversata da un'alta percentuale di accusatori di fantomatici stregoni e streghe.

Se dovessimo proseguire il viaggio insieme di certo non avreì potuto staccare l'attenzione da Lilith. Supportato da codeste osservazioni risposi:

"Se per Lilith ed il Maestro non vi sono problemi......viaggeremo insieme.....". "Come si suol dire.....più siamo e meglio è.....non credete!!" e risi.

Daniel
19-06-2012, 22.23.46
Un esercito! Miseriaccia un esercito! Pensai su cosa potevo fare per salvare la città, o almeno prendere tempo.. Guardai il fiume.. Certo l'acqua! Chiusi gli ochhi e cercai la concentrazione... La Trovai e pronunciai l'incantesimo.. L'acqua comincio ad agitarsi e a muoversi.. Si innalzò in alte pareti spesse intorno alla città.. Quando vidi che le mura di acqua erano abbastanza alte schioccai le dita e l'acqua si ghiacciò all'istante formando un'alta e durissima parete di ghiacco che chiudeva la città! Corsi giù dalle mura fino al campanile della città dove inizia a suonare la campana d'allarme.. Poi uscii sul terrazzo e urlai
"SIAMO SOTO ATTACCO! TYLESIA è SOTTO ATTACCO!"

elisabeth
19-06-2012, 22.41.54
Guardai Goz e Vivian, come se avessi visto dei fantasmi........incominciai a camminare avanti e indietro nella stanza.....pensare...dovevo pensare..." Io mi chiedo, ma siete impazziti ?....io difendere messer Cristansen, Goz......io ho un lascia passare temporaneo, io per molti di Tylesia, sono una strega.......e poi, per i vostri Cigni, dovremmo prendere il fiore che e' celato nel agiardino della Regina.............Mi chiedo come diavolo sia finita in questa situazione..io parlare d' Amore in tribunale......".....mi fissavano senza proferir parola " E va bene, difendero' messer Cristansen, cosi' ci saranno due sentenze..una per lui ed una per me......Ditemi Goz....vedete del buono in tutto questo ?..."..

Lilith
19-06-2012, 23.59.31
"Sarei davvero lieta di viaggiare con questi sfortunati mercanti che necessitano del nostro aiuto" dissi con un tono che, se studiato attentamente, sarebbe potuto sembrare velatamente ironico. Infatti, dopo aver udito le parole di Parsifal e dopo aver notato la grande quantità di armi, iniziai a pensare che essi non fossero realmente mercanti. Ciò però non significava che non li avrei aiutati, poichè ancora non avevo prove del fatto che questi "mercanti" non fossero stati realmente aggrediti da un cavaliere malvagio.
Mi avvicinai a Parsifal ed a Redentos per poter parlare loro senza che gli altri uomini sentissero "Questi uomini... non credo siano realmente mercanti..." sussurrai timidamente.

Guisgard
20-06-2012, 01.37.59
Il monaco fissò Altea e poi sorrise.
“Certo...” disse “... vi indicherò la via per Tylesia... ma prima permettetemi di narrarvi una parabola...”
“Non credo sia il caso.” Fece Fyellon.
“Non preoccupatevi, non è molto lunga...”
E cominciò a narrare...

“Un uomo aveva due figli. Il più giovane di loro disse al padre: "Padre, dammi la parte dei beni che mi spetta". E il padre divise fra loro i beni. Pochi giorni dopo il figlio più giovane, raccolta ogni cosa, se ne andò in un paese lontano e là dissipò le sue sostanze vivendo dissolutamente. Ma quando ebbe speso tutto, in quel paese sopraggiunse una grave carestia, ed egli cominciò ad essere nel bisogno. Allora andò a mettersi con uno degli abitanti di quel paese, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Ed egli desiderava riempire il ventre con le carrube che i porci mangiavano, ma nessuno gliene dava. Allora, rientrato in sé, disse: "Quanti lavoratori salariati di mio padre hanno pane in abbondanza, io invece muoio di fame! Mi leverò e andrò da mio padre, e gli dirò: Padre, ho peccato contro il cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio; trattami come uno dei tuoi lavoratori salariati". Egli dunque si levò e andò da suo padre.”

“Sta zitto, frate!” Gridò Fyellon visibilmente alterato. “Vuoi forse farci la predica? Tieniti per te il tuo Vangelo e la tua propaganda clericale!”
Il monaco restò a fissarlo, senza però rispondergli nulla. Un attimo dopo riprese a narrare...

“Ma mentre era ancora lontano, suo padre lo vide e ne ebbe compassione; corse, gli si gettò al collo e lo baciò. E il figlio gli disse: "Padre, ho peccato contro il cielo e davanti a te e non sono più degno di essere chiamato tuo figlio". Ma il padre disse ai suoi servi: "Portate qui la veste più bella e rivestitelo, mettetegli un anello al dito e dei sandali ai piedi. Portate fuori il vitello ingrassato e ammazzatelo; mangiamo e rallegriamoci, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato". E si misero a fare grande festa. Or il suo figlio maggiore era nei campi; e come ritornava e giunse vicino a casa, udì la musica e le danze. Chiamato allora un servo, gli domandò cosa fosse tutto ciò. E quello gli disse: "È tornato tuo fratello e tuo padre ha ammazzato il vitello ingrassato, perché lo ha riavuto sano e salvo". Udito ciò, egli si adirò e non volle entrare; allora suo padre uscì e lo pregava di entrare. Ma egli, rispose al padre e disse: "Ecco, son già tanti anni che io ti servo e non ho mai trasgredito alcun tuo comandamento, eppure non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma quando è tornato questo tuo figlio, che ha divorato i tuoi beni con le meretrici, tu hai ammazzato per lui il vitello ingrassato". Allora il padre gli disse: "Figlio, tu sei sempre con me, e ogni cosa mia è tua. Ma si doveva fare festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato.”

Fyellon lo stava fissando con occhi che sembravano sul punto di ardere.
“Cosa vuoi da me, maledetto?” Fuori di sé il cavaliere. “Cosa?” Si lanciò allora sul monaco, per poi cominciare a stringergli la gola con le sue mani.

Guisgard
20-06-2012, 01.44.11
“Che io sia impiccato...” mormorò la guardia nel vedere Cavaliere25 bardarsi con la straordinaria Corazza Blu e salvare il soldato intrappolato “... mai visto niente di simile... siete un cavaliere formidabile! Lasciate stare il ferito, ci penseranno i miei soldati a portarlo in infermeria... voi venite con me... voglio presentarvi al comandante della caserma.”



Daniel aveva fatto suonare con forza la campana, per poi uscire fuori e gridare alla città di quell'attacco.
“Cavaliere...” disse all'improvviso un prete “... perchè avete suonato la campana? E perchè mai gridate con tanto ardore?”

Guisgard
20-06-2012, 02.03.04
Goz fissò Elisabeth.
“Anche Tylesia attende una sentenza, milady...” disse alla maga “... siamo tutti in attesa di giudizio e la giuria chiamate a decidere non fallirà, credetemi... sapete cosa insegnano gli esorcisti ai loro discepoli? Di non parlare mai col demone da scacciare... nessuna domanda, nessun contatto... e la stessa cosa va fatta con i demoni che abbiamo dentro... mai ascoltarli, o finiremo per dar retta alle nostre paure... difendere messer Cristansen è come difendere tutti noi... se sarà condannato, allora questa immensa tragedia troverà un drammatico finale...” accennò un lieve sorriso “... sapete perchè rimpiango l'Inverno? Per le castagne... io adoro le castagne... soprattutto se ancora calde... spero arrivi presto Settembre... si, se Dio vorrà...”
In quel momento si udì il suono della campana proveniente dalla Cappella Palatina.
“E' ora...” mormorò Goz “... si sta riunendo il Senato... esso deciderà la sorte di messer Cristansen... sarà dunque il Senato il vostro avversario, milady...”

Guisgard
20-06-2012, 02.21.20
Redentos ascoltò Lilith.
“Anche io credo che non siano mercanti...” disse poi a lei e a Parsifal, sempre attento a non farsi udire da Heyto e dai suoi uomini “... e ho la sensazione che siano molto interessati a noi... ma forse rifiutare il loro invito può essere rischioso... non credo infatti che ci lascerebbero andare così facilmente... quindi, meglio fingersi ingenui ed ideare nel frattempo un piano per fuggire da loro...”
Si avvicinò allora ai mercanti.
“Amici...” fissandoli “... abbiamo deciso... ci uniremo a voi per arrivare a Tylesia.”
I mercanti allora esultarono e si prepararono per partire.
“Gentile damigella...” disse Heyto a Lilith “... permetteteci di farvi un regalo... abbiamo con noi molte stoffe e tutte di pregevole fattura... recatievi sul carro blu e scegliete quale più vi piace.”
Poco dopo, la carovana si mise in marcia, portando con quei mercanti anche Redentos, Parsifal e Lilith.

Guisgard
20-06-2012, 02.57.58
“Sei un tipo strano...” disse Guisgard a Umans “... e continuo a non comprendere cosa tu voglia da me...”
“Cavaliere...” fece Umans come a voler richiamare l'attenzione di Guisgard “... il menestrello sembra abbia finito di mangiare...”
I due allora si voltarono a guardare di nuovo nella locanda, dove videro il menestrello sul punto di riprendere il suo racconto...

Intanto, nel luogo scelto per il duello, Feudis fremeva nell’attesa di quella fatale contesa.
Ad un tratto Andros apparve con in pugno la sua spada.
“Ti ritrovi un bel gioiellino fra le mani, bifolco!” Disse con meraviglia Feudis, nel vedere la superba Parusia. “Starò attento a non danneggiarla troppo… ho idea che la tua spada finirà nel mio corredo d'armi! Del resto è la tua testa che voglio, bifolco!”
E rise in modo grottesco.
Poi, rivolto al suo compare, aggiunse:
“Mars, conta fino a tre… sarà il segnale che darà inizio al duello!”
Per un attimo gli sguardi dei due contendenti arrivarono quasi a confondersi.
Al tre, Mars gridò.
Era il segnale.
I due cavalieri scattarono rapidi, cominciando a colpirsi a forte velocità.
Una pioggia di colpi cominciò a dirigersi verso Andros, mentre questo si spostava rapidissimo tra la polvere.
“Sei veloce, maledetto!” Gridò Feudis. ”Allora useremo le maniere forti!”
Estrasse così la scure e tentò di braccare sui due lati il suo avversario.
Andros allora cercò di evitare quei letali fendenti, ma uno di quei colpi andò a segno, ferendolo di striscio ad un fianco
“Un altro paio di colpi così e quel cane farà la fine degli altri, capo!” Urlò eccitato Mars.
Feudis riprese a vomitargli addosso i suoi terribili colpi e Andros solo a stento riusciva ad evitare l'attacco del suo nemico.
Feudis, più attaccava, più vedeva i suoi colpi fallire il bersaglio.
“Maledetto!” Gridò verso il suo avversario.
Ma continuò a bersagliarlo, con tutta la forza che aveva in corpo.
“Dannazione, sono scoperto!” Urlò all'improvviso.
A quel punto Andros si lanciò verso di lui.
La corazza di Feudis, sotto i colpi di Parusia, cominciò ad emanare bagliori incandescenti.
“Coprimi, Mars!” Ordinò Feudis.
Un attimo dopo, Mars si lanciò verso Andros.
“Ora sono due…” mormorò il taddeide, che non ebbe il tempo di aggiungere altro, ritrovandosi sotto i colpi del nuovo nemico.
Tentò di evitarlo, ma quei fendenti erano violentissimi.
Cercò allora di rispondere a quell'attacco, ma la ferita cominciò a bruciare intensamente, a causa della povere che vi si era attaccata sopra.
“Maledizione!” Urlò il cavaliere di Capomazda.
“Sei mio!” Disse Mars piombandogli addosso per il colpo decisivo.
Ma il Torix fece l’errore di avvicinarsi troppo.
In una frazione di secondo, Andros lo mise sotto tiro e menò due violenti fendenti.
Un colpo raggiunse la testa di Mars, facendo volare via l'elmo.
Il secondo gli mozzò la testa, uccidendolo dunque sul colpo.
Un’alta e soffocante nube di polvere si alzò tutt'intorno, rendendo praticamente impossibile vedere qualcosa.
Alcuni istanti dopo il vento iniziò a dissipare quella densa nuvola di morte e tutto intorno ad Andros cominciò a mostrarsi chiaramente.
Ciò che restava di Mars giaceva al suolo, ma di Feudis nemmeno l’ombra.
Intanto Chymela era giunta quasi sul luogo dello scontro.
Aveva avvertito i rumori della battaglia e vedeva piccole colonne di polvere alzarsi nel vento.
Corse allora più velocemente, con tutta la forza che aveva in corpo, come sospinta dal vento e dai battiti del suo cuore.
Nel frattempo, Andros continuava a guardarsi intorno.
Faceva caldo. Un caldo infernale che impediva quasi di pensare.
Ma lui doveva restare lucido.
Ad un tratto un sibilo si diffuse nel vento.
Andros si voltò e intravide la sagoma di Feudis dirigersi verso di lui, impugnando la sua spada.
L'eroe in quel momento vide tante immagini attraversargli la mente.
E tra queste vi era Chymela, la più bella di tutte.
Il suo sguardo, il suo sorriso e l'eco delle sue parole sembravano accompagnare ogni respiro dell'eroe.
Ebbe però solo il tempo di stringere con forza l'elsa di Parusia, dopo di che avvenne il mortale e devastante contatto tra i due contendenti.
Un sordo impatto sancì quel momento, per poi perdersi in un angosciante silenzio.
Chymela cadde al suolo poco più avanti.
Aveva gli occhi stravolti ed il suo cuore sembrava volersi fermare, mentre un Averno di polvere si alzava nel vento.

Il giorno dopo a Solopas giunse una squadriglia di soldati che fu accolta da un triste evento.
Tutta la popolazione seguiva un’austera e silenziosa processione, mentre la chiesa della cittadina sembrava scandirne il passo con il solenne rintocco delle sue campane.
“Sono il capitano Anwelf, della guardia del Gastaldo.” Disse l’ufficiale presentandosi ai cittadini che seguivano quel corteo funebre. “Siamo sulle tracce di tre feroci criminali. Dovrebbero essere giunti in questa cittadina.”
“Si, sono giunti ieri, capitano.” Rispose Hunz.
“Cosa è accaduto qui?” Chiese il capitano, notando i resti della violenta battaglia del giorno prima.
“I tre criminali, una volta arrivati in città, hanno sfidato un uomo che viveva qui da qualche tempo.” Spiegò Hunz. “Era stato un cavaliere, ma non so quale motivo abbia scatenato l’insensata battaglia. Forse odio e rancori personali.”
“Quell’uomo aveva delle armi?” Chiese il capitano.
“Si, una spada…” rispose Hunz. “… l’aveva nascosta in una miniera abbandonata. Ma, come potete vedere, dei quattro non è rimasto nulla.” Disse indicando i resti delle corazze e delle armi sparsi ovunque.
“Già, vedo…” mormorò il capitano. “… e sia, qui non c’è altro da fare. Del resto è destino che simili individui non riescano mai a fuggire dalle loro tristi e violente esistenze.”
Poco dopo, assicuratisi che tutto fosse tranquillo in città, i soldati ripartirono.
E quando furono lontani, la folla accorsa al funerale iniziò a scomporsi.
E da essa emersero un ragazzo ed una ragazza.
“E’ finita, vero Andros?” Chiese Chymela.
“Si, è finita per sempre.” Rispose lui. “Ora che Parusia è di nuovo sepolta, potremo cominciare a vivere una vita tutta nostra. E un giorno ritorneremo a Capomazda, per rinchiuderla nella Cappella della Vergine, come supremo simbolo di pace.”
“Ora siete due persone nuove” intervenne Hunz “e nessuno verrà più a cercare Andros il cavaliere... poiché tutti lo crederanno morto nella battaglia di Solopas. E quel tumulo dove riposa Parusia, sarà tutto ciò che resta della leggenda della spada sepolta.” Concluse indicando il luogo in cui era stata sotterrata la formidabile arma dei Taddei.
Tutti allora si strinsero con gioia attorno ad Andros e a Chymela, salutandoli in quella che da oggi sarebbe stata la loro nuova vita.
Perché quella vecchia era finita per sempre.
Confusa ed abbandonata nella medesima leggenda.
La leggenda della spada sepolta.
http://cineplex.media.baselineresearch.com/images/357170/357170_large.jpg

La duchessa restò a fissare Talia per qualche istante.
Chiuse poi il libretto e lo riconsegnò alla ragazza.
Per tutto il tragitto fino al convento nella carrozza dominò un irreale silenzio.
Poco dopo si fermarono proprio davanti al sacro edificio.
Il cocchiere scese e suonò la campanella che pendeva dal grande portone d'accesso.
Una finestrella allora si aprì e due occhi fissarono colui che aveva appena annunciato il loro arrivo.
Il portone così fu subito aperto e la carrozza entrò.
Nel cortile poi il cocchiere aiutò la duchessa e Talia a scendere.
“Milady, che onore.” Disse la badessa andando in contro a lady Vicenzia.
“Madre...” salutandola con un cenno del capo la duchessa “... volete condurci nel piccolo cimitero?”
La badessa annuì e pregò la duchessa di seguirla.
“Dammi il braccio, Talia.” Mormorò lady Vicenzia, per poi seguire la badessa insieme alla ragazza.
Giunsero così in un piccolo spiazzo, dove vi erano alcune lapidi.
Alla fine la duchessa si fermò davanti ad una che sorgeva quasi in disparte, circondata da fiori di campo e che recava un nome inciso sulla sua pietra.

elisabeth
20-06-2012, 08.12.54
Il caldo era infernale, il sudore si mischiava alla polvere dei crolli dovuti al terremoto....settembre, quando l'aria sarebbe stata piu' fresca e respirabile..Tutto era un giudizio, ma io avevo un'avversario che non conoscevo, mi sentivo data impasto ai leoni...." Goz....se l'aria fosse fredda, vorrei anch'io delle calde castagne da trattenere tra le mani.....in questo momento, ho la sensazione di avere carboni ardenti....e Si Goz, affrontero' il senato.....Ascoltate il vento, vi portera' notizia, perche' se andra' male...questo e' il nostro ultimo saluto....Vivian...rimanete con lui...lo preferisco, emotivamente sara' terribile, ma Goz ha mille argomenti per tenervi impegnata..."......Ero gia' stata nella stanza dove si riuniva il senato...cosi' ...apparentemente sicura di me....mi ritrovai dietro la grande porta......tre colpi...ed attesi

Parsifal25
20-06-2012, 11.21.35
Fortunatamente intesi che entrambe li compagni avevano avuto il mio stesso guizzo di intuito.

Era giusto il pensiero del Maestro, poichè, se non fossimo andati con loro vi era il rischio di imbattersi in duello......e non conoscendo le loro capacità sarebbe stato meglio agire di ingegno.

Comunicata la decisione, la compagnia dei "mercanti" rimase entusiasta.....anche se venne proposta a Lilith la possibilità di salire sulla carozza e provare una delle loro stoffe..... mi volsi verso lei come nel dirle: "non accettare......non sappiamo nulla di loro ed intenzioni.....agisci con prudenza.......".

Altea
20-06-2012, 15.33.14
Il monaco sembrava voler aiutarci ma prima ci chiese di ascoltarlo e iniziò a narrare la parabola del Figliol Prodigo, lo ascoltavo con attenzione ma Fyellon continuava a lamentarsi, lo guardai in viso era alterato e ne fui sorpresa. Il monaco continuò e finito di parlare davanti a me si presentò una scena che mai mi sarei aspettata.
Fyellon, senza motivo alcuno, si gettò contro il monaco e vidi le sue mani cingere il suo collo come per volerlo uccidere, nel volto di Fyellon vi era un misto di sensazioni ed emozioni, e tutte negative.
Mi gettai contro di lui per allontanarlo "Fyellon, cosa state combinando, ma siete impazzito? Avete intenzione di uccidere questo servo di Dio senza motivo?", ma vane erano le mie parole e Fyellon era più forte di me, guardai il monaco ed era quasi cianotico.

Talia
20-06-2012, 17.02.49
Senza parlare né opporre resistenza, porsi il braccio alla duchessa e lasciai che mi conducesse là dove desiderava andare.
Eravamo rimaste in silenzio per tutto il viaggio, dopo che la dama aveva scoperto il libretto ed io le avevo fornito quella spiegazione... sentivo i suoi occhi indagatori e ora vagamente sopresi su di me, ma non avevo fatto commenti in merito.
Infine ci fermammo...

Giunsero così in un piccolo spiazzo, dove vi erano alcune lapidi.
Alla fine la duchessa si fermò davanti ad una che sorgeva quasi in disparte, circondata da fiori di campo e che recava un nome inciso sulla sua pietra.

C’era uno strano silenzio intorno a noi... un silenzio teso, quasi vibrante. Io chiusi gli occhi e respirai il vento... la mia mente era piena di pensieri, di immagini di passate visioni...
“Vi è una pace quasi irreale in questo luogo...” sussurrai al termine di un lunghissimo silenzio “Questo sepolcro che Vostra Grazia desiderava visitare... accoglie una donna, vero? Atlia...”
La mia voce si spense in un sospiro... non sapevo perché avevo detto quella cosa, mi era sfuggita dalle labbra quasi senza che me ne accorgessi... eppure non vi era esitazione in me, né titubanza alcuna.

Guisgard
20-06-2012, 18.22.09
XXVIII Quadro: Il ritratto del Bacio

“Questo ritratto attirò subito l'attenzione del conte di Montecristo, perchè attraversò con passo rapido la stanza e si fermò di botto davanti ad esso.”

(Alexandre Dumas, il conte di Montecristo)



Andros camminava lungo il maestoso corridoio con le mani sugli occhi di Chymela che invece lo precedeva.
La ragazza rideva e teneva strette le sue dita contro quelle di lui.
“Non mi ero mai accorta che questo corridoio fosse così lungo.” Disse lei. “Non è che stai barando? Magari non siamo più nel tuo palazzo e mi stai portando invece chissà dove?”
“Sai che potrebbe essere un'idea?” Fece lui. “In effetti qui intorno ci sono tanti posticini appartati e molti romantici...”
“E immagino tu li conosca bene, vero, mio signore?”
Andros rise di gusto.
“E chissà quante dame avrai portato in quei posti!”
“Tutte le dame di Capomazda!”
“Allora forse qualcuna ti sta ancora aspettando, grande duca!”
“Eh, peccato che una certa biondina di Sygma mi abbia stregato...”
“Davvero? Beh, peggio per te!” Disse lei stizzita. “Ora togli queste mani dai miei occhi... mi è passata la voglia di vedere quella cosa... ora mi ritirerò nella mia stanza e tu, mio signore, potrai tornare in uno di quei posticini a te tanto cari... magari anche in buona compagnia!”
“Invece sto andando in un posto speciale...” sussurrò lui “... e voglio mostrarlo a te... e a te sola...”
“Vediamolo allora questo posto...” imbronciata lei “... ma solo perchè sono curiosa...”
Andros sorrise e i due ripresero a camminare verso la fine del corridoio.
Ad un tratto lui aprì una sfarzosa porta e un attimo dopo lei avvertì un'aria fresca ed avvolgente, intrisa di un profumo particolare e indefinibile.
Andros tolse le sue mani dagli occhi di Chymela e lei poté finalmente guardarsi intorno.
“Eccoci nella Sala del Duca...” disse Andros “... la più grande e sontuosa di tutto il palazzo...”
Ovunque vi erano quadri e ritratti e tutti di stimati maestri e artisti.
Paesaggi romantici ed inquieti con i colori del mare e della campagna, moli dimenticati e fari nella notte, temporali dalla primordiale forza e i primi raccolti della nuova stagione.
Poi ritratti della Vergine e del Bambino, con i Santi e con gli Angeli, intervallati dai volti di duchi e duchesse.
Poi, ad un tratto, lei si voltò verso la parete più lontana, dove vi era un quadro coperto da un lungo telo...
http://www.info2015expo.it/uploads/hayez-genesi-di-un-capolavoro.2.jpg

Talia sentì il braccio della duchessa scivolare via dal suo.
In quel momento la ragazza avvertì freddezza e distanza fra loro.
L'aria fresca di Faycus accarezzava i capelli di Talia e tutto sembrava svanire nel medesimo silenzio.
“Come conosci quel nome?” Rompendo quello strano incanto la duchessa. “Da chi lo hai sentito? Dalla gente in strada? O forse da qualche mio servo? Rispondimi!”

Guisgard
20-06-2012, 18.57.37
La voce di Altea scosse Fyellon, che finalmente mollò la gola del monaco.
Il religioso, libero da quella morsa, cadde a terra e tossì forte.
Fyellon invece ansimava, con gli occhi rossi per la rabbia.
Una strana smorfia era impressa sul suo volto, quasi da deformarne le fattezze.
“Perdonatemi...” disse con la voce ancora stravolta “... perdonatemi, Altea... andiamo... riprendiamo il nostro cammino verso Tylesia...” prese allora la ragazza per mano ed uscirono dal monastero.

Guisgard
20-06-2012, 19.10.21
Vivian, sebbene a malincuore, restò con Goz e fissò Elisabeth mentre si allontanava.
La maga raggiunse così il luogo dove si riuniva il Senato e dopo aver bussato, un servo aprì la porta.
“Milady...” disse fissandola “... cosa cercate? Qui non è consentito l'accesso al popolo. Mi spiace, ma non potete restare.”
“Cosa succede?” Arrivando un giovane.
“Messer Frydom, stavo appunto spiegando che...”
“Non potete entrare qui, milady.” Disse Frydom. “Io sono lo scriba del ministro Berengario. Qui tra breve ci sarà un processo. E solo i ministri, i loro uomini, l'imputato e gli avvocati possono essere presenti. Oltre, naturalmente, a sua maestà.”

Altea
20-06-2012, 19.22.20
Fyellon mollò la morsa ma era stravolto, il monaco era vivo per fortuna.
Fyellon mi afferrò e mi intimò di andarcene e prese la via dell'uscita e ci trovammo di nuovo sul ponte pericolante..."Fyellon sono stanca dei vostri colpi di testa...ma siete ammattito?"

Talia
20-06-2012, 19.25.17
Quella visione mi prese all’improvviso... mi colse alla sprovvista e mi portò via da lì con tanta violenza da farmi vacillare...
Ed allora i miei occhi tornarono ad accarezzare l’immagine di Andros ed il mio cuore prese a battere all’unisono con quello di Chymela, avvertii la sua gioia, la sua curiosità ed ogni altra pur piccola emozione che le attraversava il cuore, vidi quella sala speciale, i dipinti... e poi vidi quell’opera sulla parete più lontana, coperta da un telo...
Tentai un passo, allora... un passo verso quella parete... ma...

“Come conosci quel nome?” Rompendo quello strano incanto la duchessa. “Da chi lo hai sentito? Dalla gente in strada? O forse da qualche mio servo? Rispondimi!”

Sussultai.
La voce della duchessa mi colpì: tentava di suonare dura e severa, ma in realtà giungeva alle mie orecchie soltanto molto agitata, sorpresa al massimo stadio, tesa e vibrante...
Sorrisi in modo quasi impercettibile, rassicurante.
“Milady...” sussurrai dolcemente dopo qualche istante “Credetemi, non vi è ragione per non restare calmi. Sono stata molto sincera con voi... molto più di quanto non sia solitamente consigliabile nella mia condizione. Molte persone non credono, altre non capiscono... ma io sentivo che Vostra Grazia era diversa, perciò vi ho raccontato la verità!”
La mia mano corse involontariamente alla pietra che avevo al collo... la sfiorai appena, poi sospirai...
“Io, mio malgrado, conosco molte cose... alcune mi sono state narrate, altre mandate in dono... tra esse vi è anche quel nome! Ma, sapete... sfortunatamente non vi è un modo per controllare simili doni... ed è per questo che conosco molte cose e molte altre mi sono oscure! Conosco quel nome, sì... ma non so niente altro. Non ancora. E Vostra Grazia, forse, potrebbe aiutarmi!”

Guisgard
20-06-2012, 20.48.34
“Salute a voi, capomazdesi.” Disse Cairius entrando nella stanza. “Sperando che l'aver tralasciato se Guelfi o Ghibellini non abbia urtato la vostra vocazione di sudditi fedeli.”
“Alla buon ora!” Esclamò Reinz. “Dove eri finito? Qui siamo alla catastrofe!”
“Il solito esagitato.” Sorridendo Cairius.
“Temo che stavolta abbia ragione lui, Cairius.” Fissandolo Davis.
“Non ora, amici miei.” Disse Cairius. “Prima vorrei essere informato sulla nostra situazione patrimoniale e comprendere così la nostra capacità di azione.” Sedendosi poi.
“Davvero?” Sarcastico Reinz. “Bene, caro il mio capitano, ora ti illuminerò io. E sappi che la nostra situazione patrimoniale verrà spazzata anch'essa via da quella catastrofe di cui ti accennavo.”
“Cosa succede?” Chiese Cairius.
“Succede che proprio stamattina” rispose Reinz “siamo stati chiamati dal consiglio riunitosi nel palazzo del barone Mussuit.”
“Davvero? E cosa volevano?”
“Volevano pressapoco le medesime cose che noi promettemmo loro circa tre anni fa.” Disse Reinz. “Quando affermammo loro che lady Atlia non giaceva sul letto di un fiume, ma era viva e vegeta. Rammenti? E ricordi quanti giorni sono passati da allora? E quante ragazze abbiamo presentato loro spacciandole per lady Atlia? Ma come ho fatto ad essere così idiota da fidarmi delle tue strambe trovate!”
“Beh, quelle ragazze erano tutte molto carine” fece Cairius “e devi riconoscere che ho un certo gusto. Ma, rinfrescami la memoria, vecchio mio... chi è stata l'ultima? La bionda con gli occhi chiari?”
“No, quella è stata la terzultima.” Rispose Reinz. “L'ultima è stata la rossa con gli occhi verdi. Quella che trovasti in quel bordello. Che stupidaggine! Spacciare quella tipa per la ragazza del ritratto... conosceva tutti gli uomini di Faycus! Probabilmente solo con noi tre non era stata!”
“Parla per te, vecchio mio.” Con un sorriso Cairius.
“Stavolta siamo nei guai, Cairius.” Disse Davis. “Il consiglio ci ha dato un ultimatum.”
“Già, se fra tredici giorni non porteremo loro la vera lady Atlia, allora ci faranno impiccare per frode!” Esclamò Reinz.
“Ce ne hanno messo del tempo per capire!” Sarcastico Cairius.
“E la cosa non ti tocca?” Asciugandosi il sudore Reinz. “Al nostro prossimo imbroglio ci appenderanno alla forca!”
“Loro non riconosceranno mai la vera Atlia.” Disse Cairius. “Perchè ella si trova sepolta chissà dove. Loro cercano un fantasma. E i fantasmi non hanno né volto, né voce. E saremo noi a dare a quel fantasma un volto ed una voce.” E si diresse verso la porta.
Aprì e prese per mano la ragazza che attendeva nel corridoio insieme ad un vecchio servitore del capitano.
“Amici...” avanzando Cairius con quella ragazza “... vi presento lady Atlia. Su, non abbiate paura...” rivolgendosi a lei “... siete tra amici... avanti, avanzate verso di loro... tranquilla, vogliono solo osservarvi...”

“Sei impertinente, Talia.” Disse la duchessa con tono ritornato immediatamente fermo, destandola da quella visione. “Parli di cose che non conosci e delle quali ignori il valore. Sai quanti imbroglioni sono venuti da me con quel nome? Quanti hanno approfittato per torcermi denaro e terre? Anzi, da oggi in poi non pronunciare più quel nome in mia presenza. Intesi?”

elisabeth
20-06-2012, 21.58.32
Entrare, sarebbe stato difficilissimo, la prima volta fui condotta li' per volonta' della Regina...ma adesso ?.....Due uomini mi trattenevano con le stesse giustificazioni fuori dalla porta......" Messer Frydom, non vi e' stato comunicato nulla ?......sono l'avvocato difensore dell' imputato, sono qui per richiesta della figlia di Messer Cristansen.....Dite al ministro Berengario, che Lady Elisabeth e' qui per difendere Messer Cristansen...!..".... Feci dei sospiri profondi....ed attesi la risposta

Lilith
20-06-2012, 22.42.59
Risposi subito alla proposta di Heyto: "Vi ringrazio, ma io non indosso abiti di stoffe pregiate e non intendo farlo. Lo trovo un terribile spreco e in più non sono interessata all'abbigliamento. Grazie comunque della vostra gentile offerta"

In seguito dissi a Parsifal: "Non temete: non mi lascerò ingannare da questi uomini, ma voi restatemi sempre vicino... temo che possano rapirmi..."
Durante il viaggio non mi allontanai mai dai due cavalieri e mi guardai continuamente attorno per sentirmi sicura.

Guisgard
21-06-2012, 01.59.25
Fyellon appariva ancora visibilmente accigliato.
Altea gli parlava, ma lui sembrava assente, con la mente da tutt'altra parte.
“Perdonatemi per prima...” disse all'improvviso “... si, avevo quasi perso la testa... forse, si... forse dovrei scusarmi con quel monaco... non sarà una bella cosa e forse non vorrà nemmeno vedermi, ma voglio chiedergli scusa... voi però attendete qui, Altea... si, vi prego... sarà più semplice per me trovare le parole giuste... ritornerò presto...” e tornò nel monastero.
Qui vide il monaco che stava bevendo un liquore alle erbe per riprendersi dall'aggressione di poco prima.
Quando si accorse di Fyellon restò a fissarlo in silenzio.
I loro sguardi erano l'uno in quello dell'altro.
“Immagino” mormorò il monaco “siete tornato per terminare ciò che avete cominciato...”
Fyellon non rispose nulla.
Si avvicinò allora al monaco e prese dal camino una pietra sulla quale il religioso cuoceva il miele, per poi colpire violentemente la sua testa.
Colpì diverse volte, fino a frantumargli il cranio.
Prima di morire, però, il monaco aveva benedetto e perdonato il suo carnefice.
Fyellon, completato quell'assassinio, gettò di nuovo la pietra nel focolare e tornò da Altea.
“Altea!” Avvicinandosi alla donna. “Ho fatto. Non è stato né semplice, né piacevole, ma alla fine quel monaco ha accettato le mie scuse. Sapete? Voleva anche confessarmi, ma sinceramente non mi sembrava il caso. Dopotutto ho chiesto scusa all'uomo e non all'abito che indossava. Su, rimettiamoci in marcia, Tylesia ci attende!” E sorrise.

Guisgard
21-06-2012, 02.22.24
Heyto annuì a quelle parole di Lilith.
“Siete una damigella di rara saggezza e candore.” Disse con un sorriso.
Poi si avvicinò ai suoi uomini per indicare loro alcune direttive per il viaggio.
La carovana intanto proseguiva il suo viaggio verso Tylesia.
Ad un tratto Heyto diede ordine di imboccare un sentiero secondario.
“Perchè andiamo in questa direzione?” Chiese Redentos. “Così allunghiamo il tragitto.”
“In verità” spiegò Heyto “ci sta attendendo un nostro fornitore. Dobbiamo prelevare della merce da vendere poi a Tylesia. Non preoccupatevi, non impiegheremo molto tempo.”
Poco dopo giunsero presso una fattoria.
La carovana si fermò ed un uomo gli andò incontro.
“Messer Heyto.” Disse. “Vi stavo attendendo. Novità per me?”
“Forse si...” rispose Heyto, per poi voltarsi a fissare, per un momento, Lilith.
“Venite, ragazzi.” Disse Redentos a Parsifal e a Lilth. “Scendiamo dal carro per sgranchirci un po' le gambe.”
“Amici...” fece Heyto fissando i tre “... qui ci sono delle stanza se volete riposare un po'.”

Guisgard
21-06-2012, 02.36.02
“Io...” disse stupito Frydom ad Elisabeth “... io non sapevo, milady... venite, vi condurrò io stesso dal ministro Berengario... seguitemi, prego...” e la condusse dal ministro.
Giunti da lui, Frydom lo prese in disparte e gli spiegò tutto.
“E così” avvicinandosi Berengario ad Elisabeth “voi siete l'avvocato difensore di messer Cristansen... sapete di quale colpa si è macchiato il vostro assistito? Di alto tradimento. Davvero volete difendere un uomo simile? E sia... immagino vi interessi incontrare messer Cristansen, vero? Messer Frydom, accompagnate lady Elisabeth nella cella dell'imputato.”
Frydom chiese allora ad Elisabeth di seguirlo.
Poco dopo, la maga si ritrovò nella cella di Cristansen.
“Milady...” stupito questi “... cosa ci fate voi qui?”

Altea
21-06-2012, 02.39.11
Fyellon sembrò pentito del suo comportamento e volle ritornare nel convento per chiedere perdono al monaco, ero sopra quel ponte barcollante e pericoloso ma udivo voci concitate dentro il convento...quando vidi Fyellon uscire mi sorrise dicendo che era tutto a posto e che si poteva procedere..guardavo il suo volto..."Fyellon perchè avete una macchia di sangue al volto? vi siete ferito?" gli passai un dito su quella macchia ma non era una ferita e il suo volto ritornò candido e la mia mano sporca di sangue..."cosa significa questo Fyellon?" dissi e corsi verso l'entrata del convento.