Visualizza versione completa : Tylesia e il perduto Fiore dell'Intelletto
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Parsifal25
06-08-2012, 13.48.20
Anche i miei nuovi compagni credevano che io ero uno dei predestinati, ma come potevo capirlo se non ho avuto modo di testarlo.
Alla mente mi tornarono i ricordi ove il mio caro padre e maestro mi diceva:
" Parsifal......lo sei un predestinato......questo lo so ma non correre dietro le chimere in quanto la vera lotta è in terra, no nei sogni......." .
Come potevo credere a ciò se il mio compito era quello di servire i deboli, onorare gli antichi precetti e ritrovare l'ordine perduto dei Longiniu......
"Caro Gaston.....non sono sicuro che ciò che la leggenda dice sia vero.....il mio compito e precetti sono altri. Devo ritrovare la verità sul mio Ordine e sicuramente, devo salvare Tylesia dalla rovina......ma adesso.....ho un debito da ripagare con voi e non voglio che tu ed i tuoi confratelli paghino la rabbia del Consiglio...." mi voltaì e divenni cupo.......anche se.....
Non vorreì perdere la possibilità di inseguire una leggenda, ma come posso fare....
Guisgard
06-08-2012, 19.23.00
XXXIII Quadro: L'Oracolo del Bastione
“Ma Parzival doveva poi lamentare che gli fosse stata tolta l'armatura: in un momento in cui non era disposto a intendere scherzi, un buffone ciarliero, con parole arroganti, quasi fosse adirato con lui, invitò l'intrepido ospite a venire al signore del castello.”
(Wolfram Von Eschenbach, Parzival)
Gaston osservò Parzival per qualche istante, per poi fare cenno al cavaliere di seguirlo.
Lo stesso fece anche con i suoi amici nani.
Raggiunsero così una cava.
Penetrarono al suo interno, fino ad ad arrivare presso un profondo antro.
Qui, apparvero loro infiniti ed inafferrabili riflessi.
Ciascuno di un colore diverso.
Accarezzavano ed irradiavano le rocce, diffondendo nell'ambiente un alone figlio di tutti quei riflessi, che unendosi fra loro generavano una sconosciuta tonalità di rosso.
Così, simili a tanti fiori, scintillii e bagliori sbocciavano tra stalattiti, pareti rocciose e venature che si aprivano nelle pietre di quel luogo.
Ma poi, avvicinandosi, essi apparvero per ciò che erano agli occhi di Parsifal.
Pietre di una consistenza ignota agli uomini e di quello stesso rosso vivo che impreziosiva quell'ambiente.
“Questo è il Carbone Rosso...” disse Gaston a Parsifal “... lo stesso materiale con cui è stata fabbricata la Corazza Rossa... secoli fa, i regnanti di Tylesia concessero queste terre ai nostri antenati. Essi si sarebbero sdebitati costruendo una portentosa corazza da donare poi alla Corona di quella città. Ogni dieci anni a Tylesia si teneva un torneo per assegnare quella corazza... amico mio...” fissando Parsifal “... quella corazza vi spetta. Siete stato voi ad essere scelto per indossarla ed è vostro compito dunque ritrovarla. Lasciate questo luogo ed insieme alla vostra amata partite per ritrovarla.”
Gli altri nani annuirono a quelle parole.
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Guisgard
06-08-2012, 19.28.02
Quel sogno era così reale che Altea ne fu subito presa.
Ma ad un tratto qualcosa la destò.
Si svegliò di colpo, da sola, in quel luogo sconosciuto e forse pericoloso.
Attorno a lei dominava ovunque un profondo silenzio.
Ad un tratto, però, cominciò ad udire dei passi.
Prima lontani e incerti, poi sempre più vicini e chiari.
Qualcuno o qualcosa si stava avvicinando.
All'improvviso vide una sagoma in lontananza.
Quella si fermò, per un momento, a fissarla per poi riprendere a camminare verso di lei.
Daniel
06-08-2012, 22.29.16
Ci pensai su.. Era pericoloso, potevo anche essere catturato, ma tanto cosa avevo da perdere? Però c'era anche Mirna in gioco.. Sì, ma se non trovavo l'altro cavalire sarebbe stato ucciso dalla Lacrima di Cristo.. Esasperato dissi ai cavalieri:
<<Va Bene vi seguiremo..>>
E poi mi rivolsi a Giada:
"Ho fatto bene secondo te?"
Altea
06-08-2012, 23.17.00
Mi destai da quello strano sonno o catalessi tanto che mi parve di aver visto davvero quel cavaliere misterioso che spesso apparriva.
Attorno a me solo una strana e inquietante quiete quando sentii dei passi e una sagoma verso me, impugnai la spada a due mani alzandola pronta ad attaccare.."chi siete?"..Mi guardavo attorno sentivo solo il battito del mio cuore e sentivo degli occhi puntati addosso a me.
Guisgard
07-08-2012, 03.00.48
Quella figura avanzò ancora di qualche passo verso Altea, per poi fermarsi a fissarla.
I fumi caldi del Calars, misti all'afa che infestava quel luogo, rendevano incerta e incostante quella misteriosa visione.
Poi, pian piano, raggiunta dal pallore lunare, quella figura cominciò a delinearsi in maniera sempre più netta.
Bagliori vermigli iniziarono a scintillare, fino a quando il luminoso metallo rosso che la rivestiva divenne lucente come una torcia.
“Non perdete mai occasione” disse Fyellon “di seguire questi vostri colpi di testa... che bisogno c'era di incamminarvi da sola fin qui? Volete forse affrontare i misteriosi abitanti di queste terre da sola? Talvolta vi comportate come una bambina, sapete? Eppure non dovreste, visto che siete una donna. Una bella donna e dunque è ancora più assurdo ciò che avete fatto. Ignorate forse che le tribù barbare violentano e poi uccidono le donne che catturano? O forse eravate decisa a difendere la vostra virtù e la vostra vita impugnando quella spada? Non c' è che dire... una donna contro chissà quanti barbari... si, davvero coraggiosa... o forse solo incosciente...” scosse il capo “... devo ammetterlo... proteggervi è una delle cose più complicate che mi siano capitate...” sorrise “... su, andiamo a cercare quell'erba...”
In quel momento cominciò ad albeggiare.
“Siamo fortunati...” fece Fyellon “... è giunto il nuovo giorno... meravigliosa, vero?” Indicando l'alba. “Si, davvero meravigliosa...”
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Guisgard
07-08-2012, 03.15.42
A quelle parole di Daniel, i due uomini annuirono e fecero loro cenno di seguirli.
Per tutto il tragitto i due non rivolsero alcuna parola a Daniel e a Mirna.
Anche Giada, nonostante la domanda di Daniel, restò in silenzio.
Mirna, invece, appariva inquieto.
“Cavaliere...” disse a Daniel “... siete certo di aver fatto la scelta giusta? Possiamo davvero fidarci di questi due uomini?”
Ma proprio in quel momento giunsero presso un grande palazzo che sorgeva verso la periferia di Tylesia.
Il portone d'ingresso si aprì e i due uomini, seguiti da Daniel e Mirna, entrarono.
Giunsero così in una grande sala dove seduto ad una tavola imbandita stava un uomo che mangiava.
“Milord...” fece uno dei due uomini “... abbiamo trovato due volontari da arruolare per la vostra battuta di caccia.”
“Fateli avvicinare.” Ordinò il nobile.
E quando si trovò davanti i due volontari, gettò loro uno sguardo indagatore.
“Ditemi...” mormorò “... siete esperti di caccia? Caccia grossa intendo...”
Altea
07-08-2012, 16.34.56
Quella figura prese un volto e identita'..Fyellon. Strano..ogniqualvolta ero in pericolo grave e mi apparriva quella figura del maestoso cavaliere appena desta ecco che arrivava Fyellon.
"Si e' un'alba incantevole.. quel sole ad Oriente appena nato da al cielo delle belle sfumature vermiglio azzurre e speriamo sia di buon auspicio. Andiamo a cercare quella pianta e vorrei chiarire che vi sbagliate sul mio conto..non sono una bambina forse solo testarda..".
Guisgard
07-08-2012, 20.27.36
Fyellon, a quelle parole di Altea, si abbandonò ad una sonora risata.
“E sia.” Disse. “Avete ragione, sarà meglio avviarci subito. Prima troveremo quell'erba, prima finirà questa poco tranquilla avventura.”
I due così si incamminarono.
Ad un tratto, nel bel mezzo della selva, apparve una piccola casa.
“Che diavolo ci fa una casa qui?” Sorpreso Fyellon. “Chi mai potrebbe costruire in un luogo simile?” Fissò Altea. “Comunque, lo scopriremo presto...” fece cenno alla sua compagna di viaggio di seguirlo e cominciò ad avvicinarsi a quella casa.
Bussò, senza però ricevere risposta.
Bussò una seconda volta e poi una terza.
Alla fine, finalmente, si udì un rumore provenire dall'interno.
“Chi è?” Domandò una voce di bambino.
“Siamo dei viaggiatori” rispose Fyellon “e cerchiamo un posto per riposare.”
“Nostra madre ci ha detto di non aprire a nessuno.”
“Ma noi siamo brava gente.”
“Nostra madre ci ha detto di non aprire a nessuno.” Ripetè il bambino.
Altea
07-08-2012, 21.01.22
Effettivamente era strano ci fosse una casa in quel posto quasi timorato da Dio..Fyellon busso' alla porta ma il bambino non ci voleva aprire.
"Effettivamente fai bene a non fidarti degli estranei ma ci puoi dire in che posto ci troviamo almeno?"
elisabeth
07-08-2012, 21.33.44
Parole che avevano un senso...parole di un uomo che aveva deciso di vivere solo o si sentiva veramente solo.......e chi non lo era......" I miei amici Messere sono ormai in ogni posto che circonda il vostro territorio o in questa bellissima dimora.........e io non riesco a trovarli !!!...anche voi pensereste di essere stata abbandonata...pero' il buon senso prevale sui primi attimi di smarrimento.........La musica e' fantastica quasi irriconoscibile se non ad orecchio umano.....che ha una sensibilita' particolare.....io so chi suona ed e' vostro figlio..............piu' che vostro figlio...penso che sia uno schaivo...a cui e' stata tolta la lberta'......in una gabbia dorata ovviamente......ma cosa vale tanto oro..se non c'e' il senso dell' umano rispetto...".....lo vidi voltarsi...con movimenti lenti e misurarti.....una maschera il suo volto..su occhi di lava...istintivamente feci un passo indietro......
Taliesin
07-08-2012, 22.20.15
...e mentre osservavo il suo corpo scagliarsi come una divina icona, sul tappeto magnifico dei versi, appresi del suo dolore e del suo tormento, di una promessa mancata, di un viaggio mai percorso, e non un suono poteva uscire dalla mia gola arsa di desiderio arcano, financhè Ella volgendomi le bianche spalle percorse il sentiero dell'Addio tra i rimpinati di una malinconica canzone che indorava le mie nere feritoie della notte...
Daniel
07-08-2012, 23.15.50
Guardai Mirna con occhi pieni di angoscia
<<Non lo so Mirna... Non lo so..>>
I due uomini ci portarono in questo enorme palazzo, entrammo in una sala riccamente decorata, che aveva alla fine un grande camino d'Ardesia..
Guardai l'uomo che si ingozzava e respulsi un conato di nausea..
<<Certo Milord.. Siamo abituati a peggio.. Per arrivare fin quaggiù ho combattuto con il demonio in persone..>>
Ripensando alla strega sulla nave di Goz un brivido mi percorse la schiena..
<<Comunque per i miei servigi intendo avere un pagamento diverso dall'oro..>>
Parsifal25
08-08-2012, 01.14.19
Mi condussero all'interno di una grotta, e ciò che vidi era indescrivibile.
I colori, le luci, i suoni e le brezze tingevano quell'ambiente di una magica ed armoniosa melodia.....non potevi non rimanerne rapito....... tanto che mosso da spirito gioioso chiesi ad i miei amici:
"Cosa è questo fantastico luogo, non senbra proprio una miniera......anzi"
I nani mi raccontarono la storia di questo antro e quei dettagli unici che mi permisero di approfondire la leggenda della Corazza Rossa; mi invitarono ad intraprendere il mio viaggio...... ma come avreì potuto uscire di qui e rompere la mia promessa al saggio.
Gaston mi ha aiutato e non posso permettere che possa pagarne le spese. Era la prima volta che non sapevo come comportarmi......
Guisgard
08-08-2012, 01.45.07
“Nella selva.” Disse il bambino ad Altea.
“E non possiede un nome preciso questa zona della selva?” Chiese Fyellon.
“Non so.”
“Puoi dirci almeno quando tornerà tua mamma?” Domandò Fyellon.
“Non so.” Rispose il bambino. “E' andata a cercare qualcosa da mangiare perchè avevamo fame.”
“Perchè parli al plurale?” Chiese ancora il cavaliere. “Non sei solo in casa?”
“No, ci sono i miei due fratellini con me.”
“Ascolta, piccolo...” fece Fyellon “... da quanto tempo è uscita vostra madre? Da un'ora, due?”
“Da cinque giorni.”
“Cinque giorni?” Ripetè il cavaliere. “E non è ancora tornata?”
“No.”
“E' mai stata via così tanto?”
“No, mai...”
Fyellon allora si voltò verso Altea.
“Non credo che una madre lasci da soli i propri figli per tanto tempo...” fissandola “... e questo luogo non mi ispira alcuna tranquillità... voi cosa pensate?”
Guisgard
08-08-2012, 02.27.38
Quel misterioso uomo restò a fissare Elisabeth per un lungo ed indecifrabile momento.
I suoi occhi sembrarono prendere fuoco, attenti e decisi com'erano a voler quasi penetrare nell'animo della maga e metterlo a nudo.
“Milady...” disse con un tono di voce leggero, quasi etereo “... un saggio una volta disse che esistono tre legami fondamentali a questo mondo... quello tra il padre ed il figlio, quello tra il maestro ed il suo allievo e quello, infine, tra il padrone ed il proprio servo...” prese due calici colmi di vino e ne offrì uno ad Elisabeth “... come vedete, dunque, non vi è poi molta differenza tra l'essere padre o padrone verso il proprio figlio o il proprio servo... il mondo è scandito da rigide gerarchie ed ogni cosa è retta da un proprio ordine... paradossalmente anche noi due, in questo momento, siamo uniti da un particolare legame... io sono possessore di questa torre e voi mia ospite... non trovate forse che anche in questo nostro rapporto, alla fine, siano irrisorie le differenze che potrebbero invece definirci padrone e serva?” Si abbandonò ad una lieve risata. “Ci sono tutte le caratteristiche per descriverci come tali... siete qui, nella mia dimora, sotto le mie leggi e le mie volontà... affascinante, vero?” Rise di nuovo. “Ma non temete, milady... nessuno vi tiene prigioniera e nessuno vi impone nulla. Siete libera di entrare ed uscire da questa torre. Alla fine, come vedete, siete una gradita ospite...” sorseggiò un po' di quel vino “... e dimenticate quella musica udita, milady... compreso colui che era impegnato a suonarla... immaginate sia stato un incubo... e null'altro...” posò il calice sulla tavola “... ho un discreto appetito... mi farete compagnia, spero...”
In quel momento entrò il servitore con diversi vassoi colmi di varie delizie culinarie.
Guisgard
08-08-2012, 03.15.07
Gaston si accorse del dubbio e dell'inquietudine di Parsifal.
“Amico mio...” disse il nano “... comprendo i vostri dubbi... vi sentite legato a noi da quell'impegno impostovi dalla nostra comunità... eppure vi dico una cosa... l'ordine che regna a Tylesia e in tutte queste terre è fondamentale anche per il nostro villaggio... se Tylesia infatti venisse attaccata e vinta, anche noi nani ne subiremo le conseguenze... per questo è vitale che i leggendari Cavalieri dei Quattro Elementi siano attivi e pronti a difendere l'ordine prestabilito... voi siete stato scelto per essere il Cavaliere Rosso ed è vostro dovere trovare l'armatura che vi spetta di diritto... a poco servirebbe restare qui e lavorare in questa miniera... se il nostro capo villaggio avesse saputo del compito impostovi dal Fato, allora di sicuro vi avrebbe sciolto da ogni pegno o responsabilità verso il villaggio... ma dovete decidere voi cosa fare... ciò che ci rende unici sono le scelte che facciamo...”
Guisgard
08-08-2012, 03.22.12
Lord Anton, a quelle parole di Daniel, alzò lo sguardo e fissò il giovane cavaliere.
“Interessante...” disse asciugandosi le mani e la bocca “... e sentiamo... quale ricompensa intendete chiedere per i vostri servigi? Ma badate che poi richiederò impegno e valore al pari delle vostre richieste...” aggiunse con tono deciso, per poi bere del vino dalla sua coppa “... avanti, vi ascolto... non ho né tempo, né voglia, né possibilità di perdere tutto il giorno con voi...” dopo aver bevuto tutto il vino nella coppa.
Altea
08-08-2012, 11.13.19
La madre non era tornata da cinque giorni.."Non saprei che dire Fyellon, forse la madre si e' assentata un attimo e le accadde qualcosa di brutto, non avete detto pure voi che una donna non deve camminare sola nella selva" dissi sorridendo. Comunque avete ragione meglio proseguire, non otterremo nulla qui".
Daniel
08-08-2012, 11.30.17
Guardai con asprezza l'uomo e poi gli dissi:
<<Noi chiediamo in cambio dei nostri servigi, di trovare per noi un'altro cavaliere con la mia stessa corazza, ma di un colore diverso..>>
elisabeth
08-08-2012, 13.39.27
Ogni uomo e' legato ad un altro che sia esso padrone o servo.....padre o figlio, carnefice o prigioniero..........ma il legame tra padre e figlio non ha paragoni....uan strana alchimia....unisce i due elementi.......la coppa piena di vino colore dell'ambra e l'odore di psezie lontane....mi fece sentire fuori dal mondo reale........il mio dolore era intenso...sembrava il dolore della perdita......mi sentivo tra le braccia...di chi potevano soffocarti o amarti all'infinito, bevvi un lungo sorso di vino e mi sembro' di essere proiettata in mondo fatto di profumi e canti...di musica struggente....pientanze furono portate ...tante pietanza, incominciai a ridere...ma quenti eravamo..io non vedevo nessuno.." Parlate bene....siete affascinante ....le parole...hanno conquistato mondi inesplorati......hanno scatenato guerre e portato pace......sono libera di circolare in questo palazzo.....e voi chi siete ?....il mio padrone.......ho un padrone, sono sicura che anche voi ne avete uno...ne abbiamo tutti uno.......ve lo grantisco.......quella musica mi piace, adoro quella musica........mi ha affascinata e mi ha portata dritta da vostro figlio.......forse sono una pazza........ma l'ascolterei per una vita intera.........mi gira la testa....forse ho bevuto a stomaco vuoto....e' meglio che mangi qualcosa................."........mi sedetti a capotavola...qualcuno aveva spostato la sedia perche' io potessi sedermi...e quando lo feci...qual volto sembrava cosi' vicino al mio.........che ne ebbi timore...
Guisgard
08-08-2012, 19.03.15
Fyellon fissò prima Altea, poi di nuovo quella casa.
“Anche io” disse “temo che sia accaduto qualcosa allora loro madre... comunque, noi possiamo farci ben poco... proseguiamo...”
“Signori!” Esclamò all'improvviso il bambino dall'interno. “Il mio fratellino sta male! Sono giorni che non mangiamo e ormai non resiste più!”
“Cosa si sente?” Chiese Fyellon.
“Non risponde!” Rispose il bambino. “Lo chiamiamo e non ci risponde!”
“Apri la porta.” Disse il cavaliere. “Facci entrare a vedere.”
“Ma non posso...”
“Fallo, o non potremo aiutarti!”
Guisgard
08-08-2012, 19.06.06
Lord Anton restò a fissare Daniel.
“Un cavaliere...” mormorò “... ma allora appartenete a qualche ordine cavalleresco? O forse a qualche compagnia particolare? Chi siete e perchè cercate altri cavalieri come voi?”
Guisgard
08-08-2012, 19.34.25
Il misterioso uomo cominciò a mangiare, senza però mai alzare il suo sguardo dal volto di Elisabeth.
“Dite” disse “di avere un padrone, milady? Sarei curioso di conoscerne il nome... siete dunque sua serva? Affascinante... si, davvero affascinante... sapete cosa diceva l'imperatore Domiziano? Un uomo che i posteri hanno definito folle e crudele, ma forse solo per l'invidia che nutrivano verso il suo saper essere davvero libero... ebbene, Domiziano diceva che basta un prezzo per mutare un uomo in un servo... e il vostro padrone quanto ha pagato per avervi ai suoi servigi?” Rise, per poi sorseggiare altro vino. “Non mi stupisce l'effetto che quella musica riesce ad avere su di voi... essa è arte, sebbene diabolica... infatti il mio sventurato e maledetto figlio altro non è che un demone... e per il vostro bene vi consiglio di dimenticarlo, insieme alla sua malefica musica...”
elisabeth
08-08-2012, 21.38.01
Speluccai soltanto della frutta col pane, mi sembrava di avere una fame da non poter restire e invece lo stomaco si era richiuso quando il Padrone di quella Torre comincio' a parlare......" Il Mio Padrone ?....il mio padrone non ha dovuto pagare alcun prezzo..perche' io non sono una sua serva, il Mio padrone e' colui che ha fatto si che venissi al mondo su questa terra....egli e' clui che fa si' che ogni giorno possa ammirare le bellezze del mio creato.....lui non mi mette catene...e non mi chiude in una stanza pensando che io sia un demone........Lui vuole che io sia una donna libera e che la mia liberta' sia frutto del rispetto delle sue regole.......Credo di parlare anche per voi e credo che abbiamo in comune lo stesso padrone.........Forse lo amiamo in maniera diversa......ma questo e' solo un dettaglio.........per quanto riguarda la musica...non credo che sia opera del male.........solo il male puo' sapere se e' male...Voi, siete il male ?...."
Altea
08-08-2012, 22.18.43
Il bambino non voleva aprire ma disse che un fratellino si sentiva male.."Fyellon io non sono in cattiva fede..ma siamo sicuri non sia una trappola? Mi aspetterei l'impossibile dopo queste avventure, cosa sappiamo noi cosa si cela dietro quella porta".
Guisgard
09-08-2012, 03.30.02
“Se dobbiamo attenderci trappole e pericoli” disse Fyellon ad Altea “anche dietro la voce di un fanciullo, allora siamo davvero giunti in un mondo viscido e malvagio.” Si voltò allora di nuovo verso la porta. “Piccolo, mi senti? Io mi chiamo Fyellon e sono un cavaliere. Sai che cos'è un cavaliere?”
“Un cavaliere con la spada?” Chiese il bambino.
“Si, con la spada e con indosso una luccicante corazza.” Rispose il cavaliere. “Ti piacciono allora i cavalieri?”
“Si...” fece il bambino “... perchè difendono i deboli dai cattivi...”
“Esatto!” Esclamò Fyellon. “Ed aiutano tutti coloro che sono in difficoltà... ti fideresti tu di un cavaliere?”
“Si...”
“Allora facciamo così...” propose Fyellon “... io resterò immobile davanti a questa porta e tu mi vedrai dal buco della serratura... così capirai che non ti sto mentendo e che sono davvero un cavaliere...”
Passarono così alcuni istanti, senza che nessuna voce giungesse più dall'interno della casa.
Ad un tratto la serratura scattò e la porta si aprì.
Apparve così un bambino sulla soglia.
“Siete un vero cavaliere...” mormorò.
Fyellon sorrise ed annuì.
“Portaci dal tuo fratellino, piccolo.” Disse poi al bambino.
Questi annuì e fece entrare in casa il cavaliere e la dama.
I due videro così un bambino steso su un lettino.
Era pallido e senza sensi.
“Presto, Altea...” fece Fyellon “... cerchiamo di capire come sta e di cosa ha bisogno...”
Guisgard
09-08-2012, 03.50.38
Il misterioso uomo smise di mangiare e fissò Elisabeth in maniera enigmatica.
“Il Male...” disse “... che cos'è davvero il Male? Voi lo sapete, milady? Tutti gli uomini definiscono questo come Male e quell'altro come Bene, o viceversa... giustificano azioni terribili, spacciandole per buone e giuste, condannando invece ciò che compiono, magari con lo stesso criterio, i propri simili... l'Imperatore Carlomagno, Paladino della Fede, massacrò intere popolazioni di Slavi, al punto da tingere di rosso l'intero corso del Danubio, con l'intento di convertirli all'unico vero Credo... i Crociati assalirono la Terrasanta, massacrando Islamici ed Ebrei, spacciando il tutto come Volontà di Dio... e vogliamo parlare dei complotti e degli assassinii che hanno portato sul trono la maggior parte dei sovrani cattolici d'Europa?” Sorseggiò del vino. “Come vedete, milady, per gli uomini concetti come Bene e Male hanno definizioni alquanto relative... quanto al vostro Padrone...” sorrise “... cosa sappiamo di lui? Nulla, se togliamo ciò che viene narrato dai Testi Sacri... ma la Chiesa ha mentito su molte cose, come la Santa Inquisizione e le stesse Crociate... perchè dunque crederle ancora? Affermano che l'Onnipotente sia Misericordioso, eppure non Ha avuto pietà a condannare il Suo figlio più bello e potente, facendolo miseramente cadere dai Cieli che invece Lui stesso aveva affidato alla sua potestà...” il suo sguardo mutò in un qualcosa di indefinito e sfuggente “... prima accennavate a mio figlio ridotto in catene... vi ho consigliato di dimenticarlo, eppure avverto sfiducia nei miei confronti da parte vostra... e sia...” asciugandosi la bocca con un tovagliolo “... se fosse lui stesso a confessarvi ciò che vi ho detto io, mi credereste?”
Altea
09-08-2012, 11.34.20
Fyellon, come sempre, mi ribatte'..lo osservavo e rimasi stupita come quel cavaliere che usava la propria forza e maestria per sconfiggere il nemico ora usasse la spada per aiutare un bambino per cui era veramente preoccupato.
Il bimbo ci accompagnò vicino al fratellino, toccai la mano del bimbo, era ancora calda, presi una pezza e la bagnai con acqua fresca, tamponai la bocca del bimbo per idratarlo.."Tu hai visto cosa e' successo al fratellino, ti ha detto cosa si sentiva?" dissi rivolgendomi al bimbo che ci apri' la porta.
Guisgard
10-08-2012, 02.37.01
“Sono giorni che ormai non mangiamo...” disse il bambino ad Altea “... e lui, che è il piccolo fra noi, non ha più resistito...”
In un angolo a fissarli, stava un terzo bambino.
Erano infatti tre fratellini.
“Questi bambini hanno bisogno di mangiare.” Fece Fyellon fissando Altea. “Io ora uscirò a cercare qualcosa, voi nel frattempo resterete con loro. Così veglierete anche sul piccolo steso sul letto. Mi raccomando, Altea... chiudete ben la porta appena io sarò uscito e non aprite a nessuno che non sia la loro madre. Io cercherò di tornare il prima possibile.” Sorrise come a volerla tranquillizzare e poi uscì.
“Si salverà il nostro fratellino?” Chiese il bambino ad Altea.
“Voi chi siete?” Domandò l'altro bambino, restato in silenzio a fissarli fino a quel momento. “Siete marito e moglie?”
Altea
10-08-2012, 09.27.46
Rimasi sola coi tre bimbi, chiusi bene la porta e mi sedetti vicino al letto del bimbo aspettando Fyellon tornasse con il cibo.."Non siamo marito e moglie..siamo solo amici, anzi lui sarebbe un cavaliere che deve proteggermi dai pericoli. Perché lo chiedi?"chiesi sorridendo al terzo bimbo.
Mi alzai e mi diressi verso delle ampolline..riconobbi una dal colore mielato quasi, la aprii e annusai, era proprio melissa. Mi avvicinai al bimbo sul letto e ne misi un po' sul suo naso sperando di farlo rinvenire.
Guisgard
10-08-2012, 18.10.57
Fyellon attraversò la selva in cerca di cibo.
Ad un tratto si accorse di un leprotto.
Prese allora il suo arco e con un colpo preciso trafisse l'animale con una freccia.
Ma mentre era sulla via del ritorno, il cavaliere cominciò ad avvertire una strana sensazione.
Come se qualcuno lo stesse seguendo.
All'improvviso, dalla vegetazione emersero delle ombre.
Erano talmente veloci che sembravano quasi volare.
In un attimo assalirono il cavaliere, armate com'erano di affilatissime lame che uscivano dai lunghi mantelli che le coprivano.
Scoppiò così un duro scontro.
Fyellon affrontò i misteriosi assalitori con l'ardore della sua spada, ma quelli erano degli avversari formidabili.
Lo scontro fu duro, ma alla fine il cavaliere riuscì a mettere in fuga quei nemici.
Nella casa dei tre fratellini, intanto, Altea si stava prendendo cura del bambino ammalato.
E grazie a quella melissa il piccolo riprese i sensi.
“Evviva.” Disse il fratellino maggiore. “Si è risvegliato.”
“Grazie, signora.” Fece l'altro. “Grazie per aver fatto guarire il nostro fratellino. Prima ho chiesto di voi e del cavaliere perchè... beh... perchè siete belli tutti e due!”
In quel momento qualcuno bussò alla porta.
“Altea, aprite!” Disse Fyellon. “Sono tornato.”
elisabeth
10-08-2012, 18.20.18
Mi sentivo confusa....non ero lucida....il male il bene..." Le Crociate le hanno indette gli uomini...in nome di Dio e credetemi Lui non ne sapeva niente....la Sacra inquisizione l'ha inventata la Chiesa in nome di Dio ...e Lui non ne sapeva nulla..............io ho la sensazione che l'uomo abbia sporcato tutto cio' che ha toccato....che questo appartenga alla Chiesa e non....e comunque non faccio di tutta l'eba un fascio.........Vostro figlio vi teme....cosa volete che mi dica....solo quello che nel tempo gli avete fatto credere....giorno dopo giorno........eppure non vi odia....lui pensa davvero di essere tutto il male del mondo.........Vengo con voi solo se vedro' con i miei occhi...se le catene sono il mezzo piu' giusto per la sua sicurezza..."......Mi alzai dalla sedia e gli andai accanto......attesi che si alzasse e che mi portasse da lui
Guisgard
10-08-2012, 18.47.03
Quel misterioso uomo sorrise ad Elisabeth.
“Eppure” disse “i Vangeli affermano, per bocca di Cristo stesso, che tutto ciò legato in terra dalla Chiesa, lo sarà poi legato anche nei Cieli... dunque, se la Chiesa sbaglia, possiamo dire, è Volontà di Dio...” si alzò e prese Elisabeth sottobraccio.
I due allora si recarono nella stanza dove si trovava il figlio del padrone.
Il giovane era incatenato e stava chino sull'organo che ormai da qualche ora non suonava più.
“Perchè non suoni più?” Chiese l'uomo al ragazzo.
“Perchè voi non volete...”
“E come mai non voglio?”
“Perchè la mia musica è maledetta...”
“Lady Elisabeth...” indicando la maga “... vuole chiederti alcune cose... rispondi con la massima sincerità...”
elisabeth
10-08-2012, 18.56.34
" Tacete ....la Chiesa e' nata per Volonta' di Dio.......ma chi la abita..sono solo uomini e come tali..peccatori"......mi feci condurre nella camera che avevo abbandonato qualche ora prima.....era la stessa e il ragazzo era li' chino sulla tastiera......e il padre..gli fece le sue domande....ed io cosa potevo chiedere ad un uomo che sembrava chino sotto un macigno che pesava tutte le disgrazie del mondo ?......" Ditemi ....voi avete suonato giorno e notte ed io ho udito la vostra musica......sarei impazzita se non avessi trovato il cuore da cui essa nasceva e quando l'ho trovata.........vi ho ascoltato rapita.........se la vostra musica e'portatrice di disavventure....perche' io sono rimasta immune...spiegatemelo...quale colpa state espiando......perche' vostro padre e' diventato anche il vostro giudice...".......il volto del ragazzo rimase impassibile...era illuminato dalla luce delle candele......ed io ero accanto a suo padre...il suo braccio si era impossessato del mio
Talia
10-08-2012, 19.08.30
Quelle voci... poi quelle braccia che mi afferrarono e mi trascinarono di nuovo via... mi caricarono su un altro cavallo e di nuovo galoppammo... io tentai di divincolarmi, allora, tentai di liberarmi... ma tutto ciò che feci e che tentai fu assolutamente inutile, poiché la mia forza era assolutamente niente in confronto a quella di quegli uomini.
E fui portata nelle prigioni.
Stregoneria...
Quella, dunque, era la mia accusa!
“Non è vero!” esclamai “Non è vero... non sono una strega!”
Ma la mia difesa suonava ben debole di fronte alla loro parole... esitai solo per un attimo... poi tesi una mano, individuai un muro e lì mi rannicchiai, a terra, con le gambe piegate strette nella braccia, il mento sulle ginocchia e gli occhi chiusi.
“...e così il cavaliere, dopo aver superato tutte quelle prove ed aver dimostrato il suo valore in mille modi, dopo essere giunto presso quel regno nel quale mai nessun altro avrebbe osato addentrarsi e dopo aver sfidato e sconfitto il malvagio signore di quelle terre, riuscì finalmente a riscattare la salvezza della sua amata.”
La voce di Guisgard si spense ed intorno a noi non rimase che il silenzio della foresta ed il debole fruscio del vento tra gli alberi.
Per qualche tempo restammo così, immobili... poi il ragazzino ruotò lo sguardo su di me e rimase a fissarmi...
Sapevo perché.
Solitamente a quel punto delle sue storie io applaudivo, o sorridevo, o ponevo delle domande... quel giorno, invece, il mio silenzio ed il mio immobilismo, la mia assoluta mancanza della pur minima reazione dovette essergli sembrata curiosa, o almeno insolita.
Si voltò a fissarmi, dunque... ma io non dissi niente.
La mia mente era cupa, quel giorno... i miei pensieri erano pesanti... e per qualche sciocca ragione mi sentivo quasi in collera con lui. Sì, perché nella sue storie tutto andava sempre bene, tutto aveva un lieto fine... ed a me piaceva crogiolarmi in quel mondo che sapeva creare ogni volta solo per me, solo per noi... poi però arrivavano giornate come quella, nella quale mi era svegliata di soprassalto e madida di sudore freddo... quei giorni nei quali facevo quei sogni che sembravano così veri...
“E se non ci fosse riuscito, invece?” domandai all’improvviso, sull’onda di quei cupi pensieri.
Lui si limitò a fissarmi più intensamente, come tentando di capire cosa avessi di strano e diverso quel giorno...
“Se il cavaliere avesse perso contro il suo avversario?” rincarai “O se non si fosse affatto recato in quelle terre? Se non avesse voluto rischiare tanto? Oppure se... che so... se quella dama avesse voluto liberarsi da sola? Possibile che nelle tue storie le dame debbano sempre aspettare qualcuno che le salvi?”
Guisgard sollevò un sopracciglio, senza staccare i suoi occhi dai miei... le mie parole suonavano chiaramente provocatorie e lui lo sapeva... solo che non sapeva il perché... ed io non ero dell’umore giusto per spiegarglielo.
“Che cosa succede?” domandò, soltanto.
“Niente!” ribattei secca.
Per qualche altro attimo mi osservò... poi sorrise.
“Beh... cosa c’è di male? Dimmi...” soggiunse scherzosamente “Tu non vorresti essere salvata?”
Non avrebbe dovuto dirlo.
Lo fissai per qualche attimo, sentendo crescere in me quel misto di paura e di rabbia...
“No!” dissi... e lo dissi più duramente che potei, tanto da colpirlo...
E probabilmente ci riuscii perché per qualche attimo rimase in silenzio. Poi incrociò le braccia dietro la testa e si distese al sole...
“Bene...” mormorò, con quell’aria noncurante che in quel momento contribuì solo a farmi arrabbiare ancora di più.
“Bene!” sbottai.
“Bene!” ribadì.
Questa volta fui io ad osservarlo in silenzio... le gambe distese sull’erba, le braccia dietro la testa ed il viso al sole, sereno in quell’espressione di arrogante noncuranza dietro cui sapeva rinchiudersi con tanta abilità... ed in quel momento, osservandolo mentre le immagini di quel sogno orribile continuavano a vorticarmi in mente, fui probabilmente molto vicina a detestarlo...
“Non verresti, dunque?” domandai infine.
“Dove?” domandò con voluta indifferenza.
“A... a salvarmi!” mormorai “Se fossi... se per caso fossi rinchiusa... o in pericolo...”
Il volto di Guisgard rimase del tutto impassibile per tutti i lunghi minuti nei quali continuai a fissarlo... infine sorrise appena, senza però degnarsi di aprire neanche un occhio...
“A salvare te?” domandò “E perché mai? Non avevi detto di non voler essere salvata? Com’era? Ah, si... avevi detto che le dame non dovrebbe sempre aspettare di essere salvate, ma potrebbero anche salvarsi da sole! Giusto? E’ questo che vuoi, no?”
Quella risposta leggera, sarcastica, mi fece male...
Non ebbi il coraggio né la forza di dire niente... lentamente mi alzai, mormorando qualcosa che suonò un po’ come ‘va’ al diavolo’, e mi avviai verso il Casale.
Per una frazione di secondo sperai che dicesse qualcosa per fermarmi, ma non lo fece... e così aumentai il passo ed un istante dopo ero svanita tra gli alberi.
Ed intanto quel sogno continuava a vorticarmi in mente... era stato così vero... così realistico... e mi aveva fatto così paura...
Avevo anche desiderato raccontarglielo, all’inizio... ma poi le cose avevano preso una piega diversa e così...
Correvo per la foresta senza neanche guadare dove andassi, ormai... mi sentivo come se qualche cosa di ruvido ed ingombrante mi si fosse incastrato in gola e mi impedisse persino di respirare...
Ero quasi arrivata al limitare della foresta, là dove gli alberi cedevano il posto al prato e poi al giardino, separati da essi solo da una bassa staccionata, quando una mano mi strinse il polso, costringendomi prima a fermarmi e poi a voltarmi...
Per qualche attimo restammo immobili, l’uno negli occhi dell’altra... i suoi, limpidi ed indagatori, tentavano di scorgere nei miei, adesso vermigli, ciò che mi aveva indotta a tale risoluzione...
“Verrei!” disse ad un tratto, senza preavviso.
“Va’ al diavolo, Guisgard!” mormorai, chinando la testa per sottrarmi da quegli occhi.
Lui non rispose subito... la presa della sua mano sul mio braccio era salda... poi lentamente iniziò ad allentarla, fino a diventare appena una carezza...
“Che cosa succede?” chiese allora “Che cosa c’è, Talia? ...E non dire che non c’è niente perché so che non è vero!”
Quella mano che teneva stretta la mia e quello sguardo, ora non più indagatore ma dolce e vagamente preoccupato, sciolsero il mio animo e di nuovo quella cieca paura tornò a farsi irrazionalmente largo in me... però adesso non mi sentivo più sola.
“E’ stato qualcosa che ho visto stanotte...” iniziai a dire “Era così vero! Era così reale... quasi una visione...”
Guisgard sorrise...
“Talia... è stato solo un sogno!”
“No! No, Guisgard... tu non capisci...” tremavo sempre più vistosamente “Tu non sai... tu non l’hai visto... ma non era solo un sogno! So ciò che dico e so ciò che ho visto: non era un sogno normale!”
I suoi occhi tornarono seri, allora... annuì.
“Perdonami... Dimmi che cosa hai visto, ti prego!”
“Ho visto delle prigioni... ho visto che mi rinchiudevano lì... dicevano che ero una strega e che dovevano bruciarmi... ed io avevo così paura... e mi sentivo così colpevole...”
“Perché colpevole?” chiese lentamente.
“Non lo so...” mormorai, scuotendo appena la testa “Aveva a che fare con qualche cosa che avevo fatto... qualche cosa che avevo fatto pensando di far bene, di risolvere la situazione...”
“Quale situazione?”
“Non lo so... so solo che era una situazione che mi spaventava... non vedevo via di uscita e perciò ho preso, infine, quella decisione... e poi... non so... qualcuno si era fatto male, credo!”
“Chi? Chi si era fatto male?” chiese ancora.
“Non lo so!” dissi... e lo dissi quasi urlando questa volta, gli occhi lucidi e le guance rigate di sottili lacrime.
“Ed io?” mormorò quasi a fatica “Io non c’ero nel tuo sogno?”
Per un attimo lo osservai... poi scossi la testa...
“No...” mormorai “Tu non c’eri! Io... io ricordo che ti pensavo... ma non sapevo dov’eri... e forse tu non sapevi dov’ero io... e...”
La mia voce si spezzò, questa volta irrimediabilmente ed io non riuscii più a continuare.
“Va bene... basta!” mormorò allora Guisgard.
Mi attrasse allora a sé e per qualche lungo minuto mi strinse forte tra le braccia... mi sentivo calda e sicura lì, mi sentivo protetta... e piansi.
Poi, lentamente, tornò a guardarmi...
“Basta così! Ascolta... io verrei a cercarti! Lo sai, vero? Verrei ovunque! E ti troverei ovunque! ...Mi credi?”
Annuii.
“Di’ che mi credi, Talia!”
“Ti credo, Guisgard!”
“Ricordatelo!”
Battei le palpebre... non sapevo quanto tempo era passato, potevano essere stati pochi minuti o molti giorni...
Intorno a me c’era silenzio, ora... ma io non ci badai molto...
Quel lontano ricordo era tornato alla mia mente quasi spontaneamente... ed ora, finalmente capii tutto... quel sogno era stato davvero una visione... ed io avevo visto proprio quel momento in quel giorno lontano...
‘io verrei a cercarti! lo sai, vero? verrei ovunque! e ti troverei ovunque!’
Sospirai.
Oh, Guisgard...
Guisgard
10-08-2012, 20.53.58
Guisgard era con quella bellissima prostituta, seminascosta da un'enigmatica penombra.
“Talia...” disse lui “... Talia... cosa ci fai qui?”
Lei fece allora un passo avanti, avvicinandosi così alla luce delle candele.
Allora il suo viso fu ben visibile dal cavaliere.
I suoi tratti, così simili a quelli di Talia fino ad un istante prima, cominciarono a mutare.
La somiglianza restava, ma ora appariva chiaro che lei non era Talia.
La pelle era bianca e delicata proprio come la sua ed i capelli erano dello stesso colore.
Eppure il volto era diverso, come lo erano i tratti e l'espressione in generale.
Aveva due o tre anni più di Talia e qualcosa nelle movenze che le distinguevano.
Sorrideva quasi a stento, senza lasciarsi mai andare ad una qualsiasi espressione facilmente riconoscibile.
E poi gli occhi.
Erano diversi da quelli di Talia.
Verdi, attraversati da una indefinibile luce e intrisi di un ostentato orgoglio.
“Talia...” disse lei “... così dunque mi chiamerai stanotte?”
“No, è solo che...” mormorò Guisgard “... per un momento io...”
“Vuoi chiamarmi così mentre faremo l'amore?”
“No, non voglio chiamarti così...”
“E' il suo nome, vero?”
“Si...”
“Lei ti ama?”
“No...” rispose lui “... per lei sono come un fratello...”
“Stanotte io sarò lei allora... per te...”
Lui la fissò.
“Però, se vorrai baciarmi dovrai pagare di più...” aggiunse “... baciare una prostituta costa più che fare l'amore con lei... però, se vorrai, stanotte bacerai la tua Talia, cavaliere...”
In quel momento, però, qualcuno bussò alla porta.
“Chi è?” Chiese Guisgard.
“Guisgard...” entrando Sangò “... è successa una cosa terribile... dobbiamo tornare alla locanda...”
“Cosa è accaduto?”
“I soldati...” fissandolo il menestrello “... hanno portato via Talia e ucciso la tigre che era con voi...”
Guisgard impallidì.
Un attimo dopo, i due, uscirono dalla stanza e raggiunsero Umans nell'anticamera al pianterreno, sotto lo sguardo enigmatico della bellissima prostituta.
Intanto, nelle prigioni della Città Alta, Talia era da sola, in una cella umida e semibuia.
Sentiva passi confusi e voci accavallate provenienti dai corridoi di quelle segrete.
Ad un tratto la porticina alle grate della porta si aprì, ed un uomo gettò all'interno il suo sguardo.
“Questa è la strega?”
“Si, così hanno detto i soldati...” mormorò un'altra voce da fuori “... dobbiamo strapparle la lingua per renderla inoffensiva...”
“E se chiamassimo un prete?”
“Perchè mai?”
“Così, da farci scrivere qualcosa e bruciarla poi viva!”
“Troppo complicato.” Fece l'altro. “Strappiamole la lingua ed il gioco è fatto.”
“Ma dici che è viva?”
“Certo che lo è?”
“A me non sembra...”
“Cosa vorresti fare?”
“Controlliamo.” Cominciando ad aprire la porta. “Se è davvero morta, allora non voglio tenerla qui un'ora di più. Si dice che le streghe morte portino la peste!”
“Ma stiamo attenti!”
Un attimo dopo, i due carcerieri entrarono nella cella.
“Forse dorme...”
“O forse si è davvero uccisa...”
“O magari il demonio è passato a prendersela...”
“Sei sveglia, strega?” Chiese uno dei a due a Talia, che stava rannicchiata a terra.
Guisgard
10-08-2012, 21.20.16
“Mio padre...” disse il giovane ad Elisabeth “... mio padre ha ragione... io sono maledetto ed anche la mia musica lo è... siete fortunata ad essere ancora in vita, poiché le sue note portano dolore e morte... ed io meriterei proprio la morte e se sono ancora vivo è solo grazie alla misericordia di mio padre...”
“Mio Padre invece” intervenne l'uomo “non è stato altrettanto Misericordioso con me... afferma di esserlo con tutti, ma con me invece è stato un Giudice senza clemenza...” fissò suo figlio “... tu paghi le colpe di tua madre... sei condannato, figlio mio... e nessuno può farci niente...” guardò poi Elisabeth “... avete altri dubbi riguardo a questo miserabile?”
Altea
10-08-2012, 21.23.42
Il piccolo riprese i sensi e i bimbi erano felici.."Ti ringrazio per il complimento piccolo ma ora non riesci ancora capire..ma per amare la bellezza e' relativa..ci si innamora e basta.Comunque io e il cavaliere non siamo innamorati solo amici"sorrisi mentre sentii bussare alla porta e riconobbi la voce di Fyellon.
Aprii la porta e lo vidi stravolto,lo presi per un braccio e lo feci entrare.."Che vi e' successo?"
Talia
10-08-2012, 21.25.17
Voci lontane, confuse, indistinte... o forse era solo la mia mente che era lontana da lì... ero confusa, stanca, spaventata...
Mi chiedevo dove fosse Guisgard... se avesse già scoperto Sheylon... che cosa avrebbe pensato...
Con dolore mi chiesi se mi avrebbe odiata almeno quanto io mi odiavo per la sorte di Sheylon...
Ma misi da parte quell'idea per il momento... era dolorosa... era troppo dolorosa...
Poi udii la porta della celletta aprirsi e due voci...
“Cosa vorresti fare?”
“Controlliamo.” Cominciando ad aprire la porta. “Se è davvero morta, allora non voglio tenerla qui un'ora di più. Si dice che le streghe morte portino la peste!”
“Ma stiamo attenti!”
Un attimo dopo, i due carcerieri entrarono nella cella.
“Forse dorme...”
“O forse si è davvero uccisa...”
“O magari il demonio è passato a prendersela...”
“Sei sveglia, strega?” Chiese uno dei a due a Talia, che stava rannicchiata a terra.
La mia mente elaborò in un secondo l'unica via di fuga possibile...
dire che non ero una strega? Discolparmi? Tentare di spiegare?
Impensabile!
Nella migliore delle ipotesi avrebbero solo messo in pratica i loro propositi... nella peggiore...
Rabbrividii.
Ma se avessero creduto a quell'idea, invece...
se avessero creduto che ero morta davvero...
allora che scopo avevano di farmi altro?
Fu un attimo, un istinto...
quasi smisi di respirare, mantenni gli occhi chiusi e rimasi perfettamente immobile.
Daniel
10-08-2012, 22.20.37
Guardai l'uomo e poi gli dissi:
<<Io le uccido il mostro, lei mi trova il cavaliere, niente domande o si può trovare un altro cacciatore..>>
Parsifal25
11-08-2012, 01.53.07
Il senso del dovere e la grande fiducia che i miei nuovi compagni avevano riscontrato ed identificato in me andava sempre più a delinearsi.
Non avevo ancora ben chiaro il perchè l'Armatura Rossa mi avesse scelto, forse il mio percorso era già delineato bastava coglierlo e divenirne il protagonista e presi una decisione.
"Non comprendo.....questa scelta, ma se è la seguente.......rispetterò ciò che mi attende.
Il problema però sussiste......come rintraccio l'usurpatore.....oramai è molto lontano e qualora lo incontrassi non posso strappargli la vita....."
Il tempo stringe, Tylesia è in pericolo e anche le altre razze......devo sbrigarmi.....
Guisgard
11-08-2012, 02.32.13
Fyellon entrò e chiuse la porta dietro di sé.
Era avvolto nel suo mantello, ansimava ed un vago pallore tingeva il suo volto.
“Perdonate il ritardo...” disse, gettando sul tavolo il leprotto cacciato nella selva “... ma ho avuto un incontro alquanto inaspettato...” sorrise lievemente “... guardate qua...” mostrando ad Altea la sua mano macchiata di sangue “... vedete? E' sangue. E che io sappia gli spiriti non ne perdono quando vengono attaccati, come non ne versano le creature bestiali, visto che questo è sangue umano...” annuì “... vi dicevo io che le nostre misteriose Locuste non avevano nulla di soprannaturale... però, c'è da dire, sono degli ottimi combattenti, visto che sono riusciti anche a procurarmi un graffio...” si accasciò allora a terra “... infatti...” aprendo il mantello e mostrando ad Altea una leggera ferita ad un braccio “... sembra siano riusciti a colpirmi...”
“Sta male il cavaliere!” Gridò uno dei tre fratellini.
Guisgard
11-08-2012, 02.42.19
A quelle parole di Daniel, gli uomini di Anton scattarono subito verso il ragazzo.
“Come osi, lurido verme, rivolgerti così al nostro signore!” Disse uno di quelli.
Ma con un gesto Anton li zittì.
“Avete del coraggio vedo...” fissando poi Daniel “... si, mi piacciono i coraggiosi. E sia... voi vi impegnerete a servirmi nella mia battuta di caccia ed io poi farò trovare il cavaliere che state cercando.” Strinse la mano a Daniel. “Affare fatto.” Poi scoppiò a ridere. “Ma devo avvertirvi che non stiamo dando la caccia a nessun mostro, ma solo ad un dannato bufalo. Il Bufalo Orbo... un animale imprendibile!”
Diede poi ordine ai suoi uomini di alloggiare Daniel e Mirna in una stanza.
I due furono così condotti nella loro stanza.
“Ora cercate di riposare.” Fece l'uomo che li aveva condotti lì. “Domani partiremo all'alba.” E andò via.
“Il Bufalo Orbo...” mormorò Mirna “... che animale sarà? E perché tanto uomini per catturare un solo animale? Voi cosa ne pensate?” Chiese a Daniel.
Guisgard
11-08-2012, 02.48.22
“Forse c'è una strada, amico mio...” disse Gaston a Parsifal “... esiste un luogo da sempre legato al mito del Cavaliere Rosso... esso è detto il Bastione del Cavaliere e al suo interno si trova un oracolo... forse potremmo chiedere un responso per comprendere come riavere la vostra corazza... cosa ne dite?”
Guisgard
11-08-2012, 03.35.30
Guisgard e Sangò scesero subito al piano di sotto, trovando ad attenderli Umans e Samond.
Quest'ultimo era appena giunto dalla locanda e spiegò al cavaliere l'accaduto.
Partirono allora tutti verso la Lucciola.
Arrivati alla locanda, trovarono sulla porta la locandiera ancora stravolta per l'accaduto.
“E' terribile, cavaliere...” disse in lacrime la donna.
“Come ho fatto ad essere così stupido!” Con rabbia Guisgard e tirando un pugno contro un albero. “Non avrei dovuto lasciarla qui da sola!”
“Voi non potevate saperlo...” fece la locandiera “... sono venuti armati... e hanno avuto la meglio anche contro quel vostro grosso animale...”
“Dov'è ora Sheylon?” Domandò Guisgard.
“E' nella stalla, ma...”
Il cavaliere corse subito a vederlo.
Ed entrando vide la sua tigre sulla paglia, con ancora le frecce conficcate.
Si avvicinò e cominciò ad accarezzarla dolcemente.
Sheylon subito aprì gli occhi.
“Amico mio...” piangendo Guisgard.
La tigre tentò di alzare la testa, ma senza riuscirci.
“No, non sforzarti...” mormorò lui “... devi stare tranquillo... hai fatto il tuo dovere, sai? Ti sei battuto bene... non preoccuparti...” tentò di aggiungere tra le lacrime “... la ritroveremo... si, la ritroveremo... ma tu non devi sforzarti... non devi lasciarmi da solo, Sheylon...”
“La tengono in vita quelle frecce...” entrando Samond, seguito poi dagli altri “... estratte quelle, non tarderà a...”
“Silenzio!” Lo zittì Guisgard.
“Forse frate Vitus...” disse la locandiera.
“Cosa?” Domandò Sangò.
“Forse lui può tentare di salvarla...”
“Ormai è spacciata.” Sentenziò Samond.
“Se apri di nuovo quella bocca” alzandosi Guisgard “giuro che te la richiuderò con il letame!” Fissò poi la locandiera. “Chi è frate Vitus?”
“Un frate che conosce l'arte della medicina.”
“Andiamo a prenderlo.”
“Ci andrò io.” Disse Sangò. “Voi restate vicino alla vostra tigre.”
E in quello stesso istante partì.
“Perchè è scesa da sola?” Sempre in lacrime la locandiera. “Perchè non mi ha avvertita?”
“Credo che abbia incontrato quel sergente di sua spontanea volontà.” Mormorò Samond. “Le donne sono particolari... evidentemente quel sergente era riuscito ad affascinarla...”
“Ora mi hai stancato!” Afferrandolo per il bavero Guisgard. “Mi hai stancato davvero, figlio di...”
“Calmiamoci tutti!” Intervenne Umans. “Non è il momento di litigare tra noi!”
“Sapete risolvere i vostri problemi solo tirando pugni, vero?” Fece Samond.
“Tu non sei un problema!” Gridò Guisgard. “Sei solo un lurido bastardo!”
“Basta!” Urlò Umans, per poi spingere via Guisgard. “Calmatevi, per Giove!”
In quel momento ritornò Sangò.
Con lui vi era anche il frate.
Nel frattempo, nelle prigioni, i due carcerieri erano entrati nella cella di Talia.
“Non risponde...” fece uno dei due.
“Forse è morta davvero...” mormorò l'altro “... e ora? Chiamo un prete?”
“Per fare cosa?”
“Beh...”
“Idiota!” Scuotendo il capo. “Una strega ormai non possiede più un'anima da salvare!”
“Allora?”
“Allora faremo così... la chiuderemo in un sacco, per poi gettarla nel fossato che corre attorno alle mura. Così scorrerà fino alle cloache... saranno i topi a mangiarne le carni...”
Presero allora un sacco e senza accertarsi d'altro, circa lo stato della prigioniera, la chiusero al suo interno.
“Non stringere troppo i lacci del sacco...”
“Perchè?”
“Così l'acqua penetrerà prima, appesantendola e facendola poi scivolare sul fondale... meglio non correre il rischio che qualcuno la veda galleggiare...”
Portarono allora il sacco, con la prigioniera al suo interno, sulla torre delle prigioni, per poi gettarlo giù nel fossato sottostante.
Un attimo dopo, Talia era in acqua.
Parsifal25
11-08-2012, 13.13.39
Iniziammo a pensare come raggiungere e trovare una via d'uscita per l'incontro fatidico con il destino.
Ad un tratto, Gaston espose la sua idea......dovevamo raggiungere il Bastione del Cavaliere, una peculiarità del Cavaliere Rosso.....soltanto in questo modo avremo potuto ripristinare la profezia.
"Possiamo procedere, amico mio" risposi.
elisabeth
11-08-2012, 18.49.12
Mi scostai per guardare meglio padre e figlio..in uno potevo osservare la rotondita' del viso e il bianco incarnato...i capelli gli facevano da cornice..nel padre ..solo la possenza del suo fisico ..il volto era celato e a me rimaneva sconosciuto.....ma cio' che rimane sconosciuto ad una maga..potra' essere il mondo esoterico....mentre il mondo essoterico si apre a lei senza riserve......." Misericordia.....Miserabile...la colpa di una madre che ricade su un figlio......Questa (indicando le catene alle caviglie del ragazzo) Messere me la chiamate Misericordia ?......e vostro padre non e' stato cosi' Misericordioso, perche' ha reso inguardabile il vostro volto o la madre di vostro figlio ha fatto si che non poteste piu' mostrarvi al mondo.........c'e' una cosa che non comprendo...una madre che abbandona il proprio figlio....i figli si salvano a costo della propria vita........Le stelle e i pianeti...Madre natura ...i cambiamenti...esiste tutto, e l'uomo decide se rendersene schiavo oppure no......sono mesi che vado in giro per queste terre e mi accorgo che non esiste piu' Amore e Misericordia.......con chiunque io parli.....e' una parola che ha perso il senso...e anche Voi a quanto pare fate parte di questo strano stralcio di vita.......Non sono morta io ne' voi ne' il vostro servo per la musica di vostro figlio.........lo sono forse i miei amici ?...."...
Daniel
11-08-2012, 23.57.03
Guardai il ragazzo e posandogli una mano sulla testa gli dissi:
<<MMm non lo so.. Ma mi sto preoccupando.. tu che pensi? >>
"E tu?" dissi rivolto a Giada..
Talia
12-08-2012, 12.04.13
I due carcerieri non impiegarono molto tempo a prendere la loro decisione... mi credevano una strega e mi credevano morta... e di certo non volevano tenermi lì un istante di più!
Mi raccolsero quindi da terra senza neanche guardarmi... sentivo che i loro sguardi mi evitavano e ne fui sollevata perché, se si fossero soffermati ad osservarmi, si sarebbero di certo accorti che ero ancora viva.
In fretta, quindi, mi infilarono in quel sacco che poi chiusero frettolosamente...
Passarono alcuni minuti... sentii che mi sollevavano e mi trasportavano attraverso corridoi e scale, ma non fiatai... poi sentii di nuovo l’aria fresca della sera penetrare dalla lenta legatura e raggiungere il mio volto, la inspirai avidamente... ma fu solo un attimo di sollievo... poi i due uomini mi fecero dondolare due volte per poi lasciarmi cadere nel vuoto.
Trattenni a stento un grido...
Il sacco che mi conteneva ruotò su se stesso varie volte per l’impeto del lancio, tanto da farmi perdere l’orientamento... e poi, all’improvviso, con un tonfo sordo finii nel canale.
Ero scossa, stordita per quel volo inatteso... ma l’acqua gelida mi risvegliò all’istante.
Il sacco si bagnò subito e divenne pesante, mi sentivo trascinare verso il basso... presi un grosso respiro e fu appena in tempo, prima che in sacco iniziasse ad affondare ed io non avessi più aria... infilai allora a fatica le mani fuori dalla legatura, graffiandomele senza farci caso... e per molti minuti combattei con il legaccio... sapevo che se non fossi riuscita ad aprirlo sarei sicuramente affogata... ma, un po’ per la paura che mi stava assalendo ed un po’ perché l’acqua aveva gonfiato la corda, non riuscivo a sciogliere quel nodo... combattevo disperatamente, con entrambe le mani, sebbene lo spazio di movimento dei miei polsi stretti dalla corda fosse tanto poco... ed il sacco, pesante, mi trascinava sempre più verso il fondo...
Ed in quell’istante pensai a tante cose...
pensai a Sheylon ed alle sue ferite, pregai perché non fossero letali...
pensai al Casale ed ai miei fratelli, a Nestos, a Brand, a Pidge, a tutti... pensai a quanto bene volevo loro e a quanto mi mancavano...
pensai al Maestro, a ciò che aveva sempre cercato di insegnarmi e a tutto l’impegno che aveva sempre messo nel proteggermi e nel tenermi al sicuro...
pensai a Fyellon ed a quel gesto insano che aveva compiuto, pensai al perché lo aveva compiuto...
pensai a padre Anselmo ed ai suoi consigli...
pensai ai Cavalieri della Luna Nascente, al perché fossero tanto convinti e determinati nel volermi prendere, al perché non nutrissero neanche un minuscolo dubbio circa quel mio destino mentre io invece ne nutrissi tanti in merito...
pensai a tutto ciò che avevo appreso in quel viaggio... pensai al Belvedere, ad Andros e Chymela, alla misteriosa ragazza di Faycus, alla duchessa, al vecchio del pozzo, ai misteri di Gioia Antica... pensai al perché tutto ciò fosse stato messo sulla mia strada...
ma più di tutto e più di tutti, pensai a Guisgard...
pensai a tutte le cose che non gli avevo mai detto, a tutto ciò che avremmo ancora potuto fare e vedere insieme e per le quali non ci sarebbe stato più tempo se fossi affogata lì, pensai a quanto desideravo rivederlo almeno un’ultima volta, a quanto mi mancavano i suoi occhi limpidi e quel sorriso che lo illuminava quando era felice, pensai a come era sempre riuscito a farmi sentire serena e sicura, a scacciare dal mio cuore ogni paura ed ogni preoccupazione, pensai alla disperazione per la sua partenza ed alla gioia per il suo ritorno, pensai alle sue mani, a come mi sentivo quando stingevano le mie...
E poi si sciolse.
Sentii il nodo all’improvviso allentarsi, la corda scorrere ed il sacco aprirsi...
Ero stanca, stremata... l’acqua mi riportò a galla, respiravo a fatica, e la corrente prese a trascinarmi chissà dove... avrei tanto voluto uscire da quel canale ma non ne avevo la forza...
Poi all’improvviso, inaspettatamente, urtai contro qualcosa... mossi le mani... sentii terra e qualche basso arbusto... la riva... con le ultime, poche forze che mi erano rimaste mi aggrappai a quelli arbusti e mi tirai fuori dall’acqua, tossendo e ansimando... ero completamente bagnata ed avevo freddo, l’acqua ancora mi lambiva le caviglie, ma le mie forze erano ormai esaurite... scivolai a terra e nell’oblio dei sensi.
Altea
12-08-2012, 22.37.00
Appena Fyellon cominciò a raccontare ciò che successe guardai istintivamente i bambini temendo per la madre..eppure vivevano qui presupponevo e la donna conosceva le Locuste.
D'un tratto Fyellon si accascio' a terra mostrandomi la ferita, che era superficiale.."Ma che vi succede cavaliere?Eppure la ferita non e' profonda, lo feci sdraiare sul letto dove prima vi era il bimbo, accesi il caminetto e misi una pentola di terracotta con dell'acqua a scaldare, cercai delle pezze pulite..Quando l'acqua fu tiepida mi avvicinai a Fyellon e con l'acqua così. sterilizzata tampoonai sulla ferita per disinfettare e alla fine avvolsi la ferita con la benda pulita e strinsi forte.."Oggi faccio la infermiera, vi sentite bene?".
Guisgard
13-08-2012, 02.46.32
Gaston annuì e tutti gli altri nani esultarono per quella decisione di Parsifal.
“E sia.” Disse il nano al giovane cavaliere. “Partiremo subito.”
“Attenti a non farvi sorprendere dagli anziani.” Fece un altro di quei nani.
“Per questo andremo solo io e Perrol con il cavaliere.” Spiegò Gaston. “Io conosco la strada che conduce al Bastione. E una volta consultato l'Oracolo, ci separeremo e noi due ritorneremo al villaggio.”
“Sicuro.” Fece Perrol.
Così, prese alcune provviste per il cammino, Parsifal e i due nani si avviarono verso la loro nuova avventura.
Uscirono, attraverso una grande cava, dal villaggio e intrapresero un sentiero che tagliava in due la selva.
Camminarono per due giorni e due notti, fermandosi solo per qualche ora di riposo e per mangiare.
Alla fine, giunti in una radura irregolare, trovarono un pozzo nel bel mezzo di quel luogo.
E accanto al pozzo stava una giovane ragazza.
Guisgard
13-08-2012, 02.54.49
“Si...” disse il misterioso uomo ad Elisabeth “... si, i vostri amici sono morti. Tutti. E sapete perchè? Chiedetelo allora al mio miserabile figlio...” fissò il giovane “... anzi, dillo tu... dillo alla nostra lady Elisabeth cosa è accaduto ai suoi amici...”
“Io...” mormorò il giovane “... io... sono stato io... li ho uccisi con la mia musica...” chinando il capo “... le note della mia melodia hanno procurato a ciascuno di loro una terribile morte...”
“Racconta tutto, figlio mio...”
“La più giovane...”
“Vivian...” mormorò il padre.
“Si...” annuì il figlio “... si, lei... si è suicidata dopo avermi sentito suonare... si è tolta la vita gettandosi dalla torre...”
“Continua, figlio...”
“Poi i due uomini...” ansimando il giovane “... la mia musica li ha resi frenetici, spingendoli a battersi, fino a massacrarsi a vicenda...”
“Avete udito, milady?” Voltandosi l'uomo verso Elisabeth. “Ora comprendete?”
Guisgard
13-08-2012, 02.57.52
Mirna scosse il capo.
“Non so cosa pensare...” disse a Daniel.
Ad un tratto Giada vibrò.
“Daniel, hai deciso di affrontare questa prova... ora dovrai andare in contro al tuo destino...”
“Ma...” incredulo Mirna “... la vostra spada ha parlato! Com'è possibile? C'è forse un trucco? Come ci siete riuscito?”
Guisgard
13-08-2012, 03.08.52
Altea medicò la ferita di Fyellon ed il cavaliere riprese in breve il suo colorito naturale.
“Si...” ansimando lui “... si, ora va meglio...” sorrise “... e sapete una cosa? Non siete niente male come infermiera...” tentò di ridere, ma la ferita era ancora aperta “... quelle Locuste...” tornando serio “... mi hanno aggredito con una velocità impressionante...”
“Cosa sono le Locuste?” Chiese uno dei tre fratellini.
“Sono animali che vivono nella selva.” Rispose Fyellon.
“Sono stati loro a ferirvi?”
“Si, ma ora sto meglio.”
“E se vengono qui?”
“Tranquillo, ho dato loro una bella lezione.” Sorridendo Fyellon. “Vedrai che non si faranno più vedere. Piuttosto, non si era detto che una tavola imbandita manca da un bel po' qui? Su, forza, apparecchiate! Ora la nostra abile Altea ci preparerà un bel leprotto arrosto... anzi, cominciate ad accendere il camino.”
“Si!” Esultando i bambini.
“Altea...” mormorò il cavaliere, attento che i tre fanciulli non udissero “... quelle Locuste sono letali... li ho visti... non credo che la madre di questi bambini sia ancora viva... purtroppo...”
“Signora...” avvicinandosi uno dei tre ad Altea “... dopo mangiato ci racconterete una favola? La mamma lo fa sempre... ci aiuta a dormire sereni...”
Guisgard
13-08-2012, 04.00.06
“Oggi è un giorno speciale.” Disse Guisgard.
“Davvero?” Fissandolo Talia.
“Certo!” Esclamò lui.
“E posso chiederti il perchè?”
“Beh, perchè sto preparando una nuova storia!”
“Dici sul serio?”
Lui annuì, sorridendo e tradendo soddisfazione.
“Che storia sarà?”
“Eh...” portandosi le mani dietro la testa lui “... vuoi che ti rovini la sorpresa?”
“Dai, ti prego...”
“Eh...”
“Dai...” avvicinandosi a lui “... sapere, sapere...”
Lui la fissò e sorrise.
“Ti prego...” fissandolo lei “... dai, solo qualche indiscrezione... che storia sarà?”
“Eh... chissà...”
“Cavalleresca?” Domandò lei. “Fantastica?”
“Chissà...”
“Uffa!” Sbottò lei. “Tutti questi chissà! Fai come vuoi... non ti chiederò più niente!” Voltandosi dall'altra parte.
“Non ti interessa più la mia storia?” Avvicinandosi lui.
“Tu non vuoi dirmi niente...” imbronciata lei.
“Beh, perchè non so neanche io quale sarà.”
“Ecco, mi prendi in giro!” Scostandosi lei.
“No, è la verità.”
“Che vuoi dire?”
“Quello che ho detto...” avvicinandosi di nuovo lui “... perchè neanche io so quale sarà la prossima storia...”
Lei si voltò a fissarlo incuriosita.
“Perchè sarai tu a sceglierla...”
“Io?” Ripetè lei.
“Si...” sorridendo lui “... sarai tu...”
“E come?”
“Preparerò tre storie e tutte diverse...” disse lui “... e sarai tu a scegliere la più bella...”
“Davvero?” Sorridendo lei.
Lui annuì.
“Tre storie diverse?”
“Si...” rispose lui “... ed avranno solo una cosa in comune...”
“Cosa?” Chiese lei.
“Il nome della loro eroina...”
“La loro eroina...” ripetè lei.
“La mia eroina...” sussurrò lui “... da sempre e per sempre...”
Talia si svegliò.
Si trovava in un letto e sentiva attorno a lei dei rumori che tradivano la presenza di qualcuno.
“Ben svegliata, milady...” disse una voce anziana “... avete scelto un bel momento per svegliarvi... stanotte diverse stelle cadenti hanno attraversato il cielo...” era la voce di una donna “... i vostri abiti sono quasi asciutti, ormai...”
Altea
13-08-2012, 10.45.42
Fyellon riprese colorito e ascoltai le sue parole soprattutto quando i fratellini si allontanarono.."Come facciamo a lasciarli soli e dobbiamo prendere quella pianta pure"..quando uno dei tre mi si avvicinò e mi alzai.
Accesi nuovamente il caminetto, pulii la lepre e poi con un ferro la misi a cuocere sopra il fuoco.
"E' da molto che abitate qui con la mamma? Non mi sembrate del luogo" chiesi al più grande, mentre nella casa si diffondeva il profumo della lepre che arrostiva, e aprii una finestra.
Guisgard
13-08-2012, 16.40.52
“Viviamo qui con la nostra mamma da sempre...” disse il fratellino più grande ad Altea “... la mamma dice sempre che qui si vive in pace, che la gente non verrà mai a sparlare e nessuno ci darà mai fastidio... però si vede che lei è sola... certe notti la sento piangere...”
“Su!” Esclamò Fyellon, tentando di far sorridere il bambino. “Non sentite che odorino? Ormai quel leprotto sarà quasi pronto!”
“Ma non aveva dei cuccioli?” Chiese il secondo fratellino. “Forse era la loro mamma ed ora i suoi piccoli la stanno aspettando.”
“Oh, non devi preoccuparti di questo, piccolo.” Sorridendo Fyellon. “Mi sono accertato, sai? Viveva da solo nella selva, quel leprotto. Anzi, alcuni animali mi hanno detto... ma sapete tenere un segreto?”
“Certo!” Esclamarono i piccoli.
“E sia, mi fiderò...” fece Fyellon “... allora, alcuni animali mi hanno detto che questo leprotto era in realtà un po' burbero e litigava con tutti gli altri abitanti della selva.”
“E come mai?”
“Pare...” parlando sottovoce il cavaliere “... pare che fosse vittima di un incantesimo...”
“Oh...” meravigliati i bambini.
“Si...” annuì Fyellon “... e solo se sarà mangiato da tre piccoli cavalieri, alla fine potrà essere liberato e tornare ad incarnarsi in un leprotto meno scontroso.”
I piccoli risero e si strinsero al cavaliere.
“Altea!” Esclamò. “Allora, è pronto il nostro lauto pranzo?”
“Perchè non vi sposate?” Chiese uno dei fanciulli. “Voi catturate gli animali e lei li cucina. E vi ha pure guarito da quella figura.”
“Ma voi non sapete” disse Fyellon “che la nostra Altea è già innamorata.”
“E di chi?”
“Eh, lei è follemente innamorata dell'avventura.” Rispose il cavaliere. “E la sua vera passione sono i guai. Infatti, nessun altro è capace di finirci dentro come fa lei!” E scoppiò a ridere.
Talia
13-08-2012, 16.50.06
Mi svegliai con un sospiro ed un vago sorriso che mi sfiorava le labbra per quel sogno, frutto di un lontano ricordo.
Mi occorse, dunque, qualche istante per rendermi conto di ciò che stava accadendo... rumori... movimento...
Mossi impercettibilmente le gambe, portai una mano al viso e la spostai appena a sfiorarmi i capelli... mi sentivo confusa ed un po’ stordita, ma stavo bene... e questo, come pure il fatto di essere ancora viva, dovetti ammettere che mi stupì un poco.
“Ben svegliata, milady...” disse una voce anziana “... avete scelto un bel momento per svegliarvi... stanotte diverse stelle cadenti hanno attraversato il cielo...” era la voce di una donna “... i vostri abiti sono quasi asciutti, ormai...”
Battei le palpebre un paio di volte... quasi sorpresa di udire quella voce sconosciuta così vicina...
“Cosa...” mormorai “Cos’è successo? Chi siete? Dove mi trovo?”
Guisgard
13-08-2012, 18.19.14
“Tranquilla...” disse la donna anziana a Talia “... ora siete al sicuro...”
Ad un tratto una voce chiamò.
La donna si alzò e raggiunse l'altra stanza.
“Allora, si è svegliata?” Chiese una voce maschile.
“Si...” rispose la donna.
“Allora può lavorare!”
“E' ancora debole...”
“Se può mangiare, può anche lavorare!”
“Non sappiamo neanche chi sia...”
“L'abbiamo trovata presso il canale...” mormorò l'uomo “... era una vagabonda o forse una prostituta che avrà tentato il suicidio... e dunque, secondo la legge, ora ci appartiene perchè l'abbiamo salvata.”
La donna non disse più nulla.
“Ora voglio vederla.” Aggiunse l'uomo.
I due allora entrarono nella stanza di Talia.
“Come ti chiami?” Chiese l'uomo. “Sappi che da oggi sei la nostra serva. Questa sarà la tua casa e non potrai più lasciarla. Se non ci obbedirai, sappi che la legge mi da il potere di ucciderti. Tutto chiaro?”
Intanto, alla locanda della Lucciola, il frate aveva appena medicato Sheyllon.
“Allora?” Chiese Guisgard.
“Mai visto un animale simile...” mormorò il frate.
“Sopravviverà?”
“E' presto per dirlo...” rispose il frate “... solo se passerà la notte... per ora, dunque, possiamo solo aspettare...”
“Sangò...” voltandosi Guisgard verso il menestrello “... mi accompagneresti alla caserma dei soldati?”
“Cosa?” stupito il menestrello.
“Si, voglio incontrare quel sergente...” fissandolo Guisgard “... solo così potrò riavere Talia.”
“Andare lì è un suicidio!” Disse Sangò. “Sei pazzo!”
“E' inutile...” intervenne Umans “... tentare di ragionare con lui è impossibile...”
“Allora ci andrò da solo.” Mormorò Guisgard.
“Ti arresteranno.” Scuotendo il capo Sangò.
“Vegliate su Sheylon.” Disse Guisgard, per poi avviarsi.
“Aspettate, testone!” Gridò Umans.
“Cosa vuoi?”
“Venire con voi.” Sorridendo Umans. “Siamo amici, no?”
E i due, insieme al menestrello, andarono in città.
elisabeth
13-08-2012, 18.54.21
Io ero disperata...disgustata....avevo la nausea....." Voi siete impazziti, nessuno e' morto, nessuno muore perche' qualcuno ha deciso di impregnare queste mura di musica......state dicendo il falso, io non sento la morte...io non sento nulla, ho provato abbandono..ma non morte, perche' volete convincerrmi del contrario......dove sono i loro corpi...voglio vedere i loro corpi e sarete voi a portarmi nel luogo della loro sepoltura......".....lancia un fulmine sulle catene del ragazzo...ed egli fu libero.." E adesso che il mostro e' stato liberato...volete togliervi voi la maschera o devo farlo io.........?...."...
Talia
13-08-2012, 19.21.52
Sentii una voce chiamare e la donna uscì...
Voci basse e concitate nell’altra stanza... poi la porta si aprì di nuovo...
“Come ti chiami?” Chiese l'uomo. “Sappi che da oggi sei la nostra serva. Questa sarà la tua casa e non potrai più lasciarla. Se non ci obbedirai, sappi che la legge mi da il potere di ucciderti. Tutto chiaro?”
Esitai...
Ero ancora un po’ confusa, ma non tanto da non capire che la situazione era tutt’altro che rosea... quei due mi avevano trovata sul bordo del canale, mi avevano salvata ed ora pretendevano una ricompensa per questo... era tutto perfettamente chiaro... eppure, nonostante tutto ciò, quei due non mi sembravano soggetti pericolosi, né malvagi.
Riflettei un momento...
“Si, signore!” mormorai poi, nel tono più morbido e innocente che possedessi “Comprendo perfettamente! Devo a voi la mia vita e vi sono infinitamente grata per questo! Vedete... ho avuto un incidente mentre andavo in città e sono così caduta nel canale... pensavo di annegare e sarebbe di certo stato così se non fosse stato per voi! Ed è per questo che desidero ripagare la vostra generosità, il coraggio con cui mi avete tirata fuori da una così terribile situazione... per questo lavorerei con gioia per voi, con immensa gratitudine... solo una grazia vi chiedo, miei signori...”
Esitai... la mia mente lavorava frenetica... dovevo convincerli a mandare un messaggio a Guisgard... dovevo fargli sapere dov’ero... ero preoccupata per lui ed ero certa che anche lui fosse preoccupato... ma mi chiedevo come... come convincerli a chiamare Guisgard?
Cosa dire loro?
Su cosa far leva?
Sorrisi appena, per dissimulare quella piccola pausa esitante...
“Una grazia soltanto!” ripresi, decidendomi infine “Lasciate che qualcuno porti un messaggio alla locanda per me... c’è una persona che forse mi starà cercando... un cavaliere... un grande cavaliere... oh, lui vi sarà grato per questo... sono certa che offrirà anche una ricca ricompensa, a chi gli fornisse informazioni circa la mia sorte!”
Dissi quest’ultima cosa quasi con noncuranza, ma con tutti i sensi ben tesi a cogliere ogni loro reazione... dopo tutto pensai che niente avrebbe smosso quell’uomo se non la sua avidità... ed ora la priorità era mandare a Guisgard un segno... pur labile... un segno a qualsiasi costo.
Guisgard
13-08-2012, 19.55.49
A quelle parole di Talia, l'uomo e sua moglie si destarono come morsi da una tarantola.
Si allontanarono allora di qualche passo.
“Un cavaliere...” disse lui “... hai sentito? O pensi che ci stia mentendo?”
“Perchè mai?”
“Potrebbe appartenere ai mentitori...”
“No.” Sentenziò la donna.
“Come fai a dirlo?”
“Non senti l'accento?” Fece lei. “Non è di queste terre.”
“Hai ragione...” annuì lui “... dici che c'è da fidarsi?”
“Credo di si... cosa abbiamo da perdere?”
Tornarono allora accanto a Talia.
“E in che modo sei legata a questo cavaliere?” Chiese l'uomo alla ragazza. “Ma bada di non farci un brutto tiro, intesi?”
Nel frattempo, Guisgard, Umans e Sangò erano giunti presso la caserma che si trovava davanti all'ingresso per la Città Alta.
Si avvicinarono ad una sentinella e subito Guisgard domandò del sergente.
“Il sergente Iwan...” disse la sentinella fissandolo “... cercate proprio lui?”
“Si, signore.” Annuì Guisgard.
“E cosa cercate da lui?”
“Dovrei parlargli.” rispose Guisgard. “ci fu uno sciocco diverbio e vorrei ora chiarirmi...”
“Forse l'avete già fatto...”
“Cosa intendete dire?”
“Aspettatemi qui.” E si allontanò.
Un attimo dopo arrivarono altri soldati.
“E lui!” Esclamò la sentinella, indicando Guisgard.
Gli soldati lo bloccarono.
“Ma cosa ho fatto?” Urlò Guisgard.
“Il sergente Iwan è sparito l'altra notte” rispose uno dei soldati “e voi siete sospettato per questo. Alcuni testimoni vi hanno visto litigare con lui l'altro giorno in città.”
“Fermi, sono innocente!” Tentando di divincolarsi il cavaliere.
“Sta zitto!”
“Io non c'entro!” Gridando Guisgard. “Io l'altra notte ero...”
“Dove?”
“Era al Ninfale Gioioso.” Intervenne Sangò.
“Avete testimoni?” Chiese uno dei soldati. “Ha parlato con qualcuno?”
“Con una ragazza!” Rispose Guisgard.
“Mi prendi per un'idiota?” Sbottò il soldato. “Nessun giudice crederebbe alla testimonianza di una prostituta!”
E lo portarono via.
“Ed ora?” Chiese Umans a Sangò.
“Per lui è la fine...” mormorò questi.
Guisgard
13-08-2012, 20.17.32
Le catene ai pieni del giovane svanirono e lui fu libero.
Il padre però, a quel gesto di Elisabeth, lanciò un grido disumano.
Il giovane, allora lo aggredì.
I due lottarono e alla fine il giovane strozzò a mani nude suo padre.
Fissò allora Elisabeth e poi tolse la maschera al suo genitore.
Il volto dell'uomo era sfigurato.
“Era...” disse ansimando alla maga “... era un demonio... ha torturato per anni mia madre e me... ma grazie a voi ora sono libero... e lui è morto per sempre...”
Talia
13-08-2012, 20.25.14
Avvertii la loro esitazione e ne gioii segretamente... li avevo interessati!
Si allontanarono di qualche passo, allora... li sentii confabulare e poi tornarono da me...
Ma volevano saperne di più... pensai che fosse logico...
Valutai la cosa, dunque... non potevo raccontare una bugia troppo grossa o non ci avrebbero creduto, né potevo dire loro com’erano davvero andate le cose o si sarebbero spaventati... decisi allora per una mezza verità!
“Lui è mio marito!” dissi candidamente “Eravamo venuti qui per trovare un po’ di serenità, per cercare un lavoro ed avere una nuova vita... poi c’è stato quell’incidente... sono caduta nel canale... e sono certa che lui adesso sia molto in pena per me! Certamente mi starà già cercando... e se non dovesse trovarmi...” lasciai il discorso sospeso ma feci un gesto vago con la mano che poteva significare molte cose e niente.
“Mentre invece...” soggiunsi “La sua gratitudine verso chi gli portasse mie notizie...”
Sospirai e feci un altro piccolo gesto leggero, volutamente misurato e falsamente noncurante.
“Oh... e se, magari, voi foste così cortesi... così gentili da portargli un mio messaggio...”
Altea
13-08-2012, 20.30.17
"Infatti..sir Fyellon..voi siete appena campato a un grave pericolo.. chi e' ora che si mette nei guai?" risposi appoggiando una teglia in coccio sul tavolo con la lepre pronta.
Feci sedere i fratellini e servii loro la pietanza e mi sedetti al tavolo.."Mangiate piano..e vostro padre?".
Osservavo Fyellon ma ero piena di dubbi..abitavano qua da molto e ritenevano il posto tranquillo..e non conoscevano le Locuste, eppure la madre avrebbe dovuto avvisarli di tale pericolo.
Mi alzai dal tavolo e feci cenno al cavaliere di alzarsi.."Ma non vi sembra strano che questi bimbi abitano qui da tempo e non conoscano le Locuste?E che dobbiamo fare ora, il tempo incalza e noi dobbiamo trovare quella pianta ma non possiamo abbandonare questi bimbi."
elisabeth
13-08-2012, 20.39.04
Una scena agghiacciante........attimi che sembravano durare un'eternita', padre e figlio che lottavano confermando un odio che non aveva confini umani.....e alla fini, un triste epilogo.....il figlio uccide suo padre e la maschera...come ultimo atto di sfregio nei suoi confronti volo' via.......un volto deformato da fiamme arse a carne viva....la smorfia del dolore ...era un demonio...chi dei due era un demonio ?...non lo sapevo piu' neanche io......" Avete ucciso vostro padre......perche'....siete capace di uccidere.........non credevo..."...invece di indietreggiare gli andai vicino....volli guardare i suoi occhi...volli sentire il suo affanno..." Ditemi....dove sono i miei amici..."...
Guisgard
13-08-2012, 21.03.33
I due ascoltavano con attenzione ogni parola di Talia e seguivano con la medesima applicazione i gesti che la ragazza abilmente metteva loro sotto gli occhi.
E più lei parlava, più loro sembrano come ipnotizzati dalle conseguenze di ciò che diceva.
“La moglie di un cavaliere...” disse ad un orecchio la donna a suo marito “... potrebbe portarci dei guai...”
“Zitta, donna!” Esclamò lui. “Lascia parlare tuo marito... ehm...” tornando a fissare Talia “... tuo... ehm, volevo dire vostro marito... sarà giustamente in pena... noi due, io e mia moglie, siamo buoni Cristiani e vi abbiamo portata qui per Carità... volevamo farvi lavorare perchè siamo poveri ed una mano qui servirebbe come l'aria... ovviamente sareste stata una figlia per noi... ora però che sappiamo la verità...”
“Chiedile della ricompensa...”
“Stai zitta, cagna!” Urlò lui. “Ehm... milady... noi abbiamo agito, come detto, per Carità Cristiana... ma ora vostro marito... essendo un nobile cavaliere... beh, potrebbe risentirsi... e se non ci credesse? Se si arrabbiasse con noi? Come riuscire a farci credere da lui? A portargli un vostro messaggio?”
Intanto, a Gioia Antica, Guisgard era stato trascinato nelle prigioni.
Qui vi erano anche i soldati che avevano abbandonato il corpo di Iwan nel bosco, per coprire così l'accaduto di quella notte.
E nel vedere Guisgard e sentendo le accuse contro di lui, riconobbero subito quel colpo di fortuna per loro.
La morte di Guisgard, infatti, cadeva propizia per chiudere definitivamente quella storia.
Presero allora il prigioniero e rafforzarono le accuse contro di lui con la loro testimonianza.
A quel punto la sorte di Guisgard era segnata.
Lo presero così con forza e lo portarono nel cortile per impiccarlo.
Nel frattempo Guisgard si dimenava e gridava la sua innocenza.
Ma tutto era inutile.
E nonostante ciò, il prigioniero continuava ad invocare la testimonianza della ragazza del Nnfale.
Il cappio però si strinse attorno al suo collo.
Ma proprio mentre stavano per tirarlo, qualcuno bloccò l'esecuzione.
“Fermi, in nome della regina.” Disse una voce dall'alto di una torre. “Conducete il prigioniero da sua Maestà.”
Guisgard
13-08-2012, 21.17.40
“Era un demonio...” disse il giovane ad Elisabeth “... e meritava di morire... venite, vi condurrò dai vostri compagni...”
Scesero così nelle segrete della torre e in una cella il giovane mostrò ad Elisabeth i suoi amici.
Li liberò ed essi riabbracciarono la maga.
“Milady...” fece Reas “... dobbiamo tornare a Tylesia... sono stanco di cercare cigni, mentre la mia città rischia la catastrofe...”
Anche Cristansen era daccordo.
“Allora” mormorò il giovane “permettetemi di aiutarvi...”
Condusse così li condusse nelle scuderie e mostrò loro una favolosa carrozza.
“Con questa giungerete in breve tempo a Tylesia.” Spiegò loro. “E che il Cielo vi assista, amici miei.”
Guisgard
13-08-2012, 21.27.04
“In verità” disse Fyellon ad Altea “qui tutto è strano...” si voltò a guardare i bambini che mangiavano tranquillamente “... se la loro madre non tornerà, allora li porteremo con noi... non abbiamo altra scelta...”
Ad un tratto, però, si udì una voce da fuori.
“Avete sentito?” Fece Fyellon.
“Altea...” chiamava quella voce “... Altea, dove siete? Mi riconoscete? Sono il vostro maestro... Altea... rispondetemi...”
Talia
13-08-2012, 21.46.44
“Oh, ma certo... certo!” risposi in fretta alle preoccupazioni dell’uomo “Certo... comprendo perfettamente che le vostre intenzioni erano buone! Ed anche lui comprenderà! E, non temete, vi crederà! Basterà che...”
Esitai... ciò che mi era passato per la mente mi spaventò... e, quasi inconsciamente, cercai un’altra soluzione... ma un’altra soluzione non c’era... non ce n’era una altrettanto rapida... non c’era se volevo che Guisgard credesse a quei due e che li seguisse immediatamente...
Sospirai...
“Basterà che gli consegniate questa!” conclusi, sfilandomi lentamente dal collo la collana di Chymela e porgendola ai due.
“Lui riconoscerà quest’oggetto... lo riconoscerebbe tra centinaia! E vi crederà! Ma badate di fare molta attenzione nel trasportarlo, poiché vi teniamo in un modo speciale. E mi raccomando di non consegnare questo ciondolo a nessun altro se non a lui... avete capito bene? Adesso andate... il suo nome è Guisgard e lo troverete alla locanda, io penso... e se non fosse là...” esitai, poi ripensai a Umans e all’uomo di nome Samond, ripensai alle inconsce sensazioni che quei due mi avevano causato “Se lui non fosse là, non fidatevi di nessuno! Di nessuno, avete capito? Parlare soltanto con la locandiera e non fidatevi di nessun altro! E tenete celato il ciondolo fino all’arrivo di Guisgard! Va bene?”
Altea
14-08-2012, 01.27.13
Portare i bambini con noi....era una follia soprattutto portarli a Tylesia.
Non ebbi il tempo di controbattere quando udii una voce fuori..diceva di essere..il mio maestro.
Non potevo crederci..mi avvicinai alla porta per uscire ma mi fermai..quando mi aveva vista?Era vero o una trappola.
"Maestro...non che non vi creda ma voi stesso mi insegnaste che si deve andare a fondo alle cose..come siete certo che sia Altea."
Guisgard
14-08-2012, 03.39.32
“Altea, sono io...” disse di nuovo il maestro “... non mi riconoscete?”
Allora Fyellon corse verso la finestra per guardare fuori.
“Restate dove siete, Altea.” Ordinò alla sua compagna di viaggio. “E non rispondete più.” Aprì allora la finestra. “Chiunque siete la fuori...” urlò “... andate al diavolo e cercate di restarci!” Portò la mano sulla sua spada.
Ad un tratto la voce che affermava di essere il maestro cessò ed un irreale silenzio scese tutt'intorno.
Poi, all'improvviso, cominciarono ad unirsi dei passi.
Prima lenti, poi sempre più veloci.
“Questi passi...” mormorò Fyellon “... sono gli stessi che ho udito nel bosco... sono loro!” Urlò.
Sulla casa, allora, cominciò a cadere una pioggia di frecce incandescenti, colpendo ogni cosa e facendo divampare in un istante un grande incendio.
“Maledizione!” Con rabbia il cavaliere. “Vogliono costringerci ad uscire!”
Il fumo cominciò ad invadere l'interno della casa e l'aria divenne subito irrespirabile.
“Se restiamo ancora qui” disse Fyellon “moriremo asfissiati... ma se usciamo ci attaccheranno le Locuste!”
Intanto, i tre fanciulli, iniziarono tutti a tossire a causa del fumo.
Guisgard
14-08-2012, 04.25.29
Talia si sfilò la collana con la pietra rossa appartenuta a Chymela e subito quell'uomo la prese fra le sue mani.
Il Sole filtrava a fatica tra quelle foglie di verde purissimo come giada, mentre tutt'intorno nel giardino un vento fresco portava con sé i profumi della Primavera.
Lei stava appoggiata con la schiena contro il tronco di un albero, mentre Andros aveva la testa sulle sue ginocchia.
“Ti starò di certo annoiando con questa storia...” disse lui.
“Sai bene che non è così, tutt'altro...” fissandolo lei ed accarezzando con una mano i suoi capelli “... tu sai affascinarmi come nessun altro quando mi parli... non so, ma ascoltandoti io penso a tante cose...”
“Nessuno crede che esista quel Fiore...” mormorò lui “... nessuno... e forse neanche tu, vero?”
“Io non ti faccio battere il cuore, vero?” Fissandolo lei. “Dimmi la verità, Andros...”
Lui la guardò.
“Sai, quando sono a Sygma non faccio altro che prendere dei quadri e delle cartine che raffigurano queste terre...” sussurrò lei “... e le fisso per ore... perchè non mi chiedi mai di Sygma? Perchè non esprimi mai la volontà di vedere la mia terra?”
“Un giorno vedrò Sygma...”
“Stanotte ho fatto un sogno, sai?” Interrompendolo lei. “Eravamo io e te e passeggiavamo in un mercato... ad un tratto, davanti, ad un venditore di gioielli, io mi fermavo a guardare tre collane... ognuna aveva un pendaglio diverso... uno con una perla, un altro con un'acquamarina e l'ultimo con una pietra rossa... io ti chiedevo quest'ultima, la desideravo ardentemente, forse come non ho mai desiderato altro in vita mia... ma tu, alla fine, mi compravi la collana con la perla...” accarezzò il volto di Andros “... no, io ci credo... io credo nell'esistenza di quel Fiore... e tu devi cercarlo, Andros... cercarlo con tutte le tue forze, perchè è reale...”
“Chiarore, io...”
“Si, è reale quel Fiore...” interrompendolo nuovamente lei “... ti chiedi come faccio a saperlo? Perchè lo sogni e lo cerchi con una tale sicurezza, con una così instancabile e cieca Fede, che per forza di cose deve esistere davvero...”
“Bene, milady...” mormorò quell'uomo, appena Talia lasciò scivolare nelle sue mani la collana di Chymela, destandola così da quella enigmatica visione “... la porterò a vostro marito... ora riposate...” e insieme a sua moglie uscirono dalla stanza.
“Che pietra è?” Chiese la donna, appena furono da soli in cucina. “Quanto può valere?”
“Non ne ho idea...” fissando la pietra lui “... non credo di aver veduto mai una pietra come questa...”
“Se vale molto” disse la donna “allora vuol dire che sono ricchi... vuol dire che lei ha detto la verità...”
“Allora uscirò a cercare suo marito...” mormorò lui.
“Perchè mai?”
“Come sarebbe?” Fissandola lui. “Per portargli il messaggio di sua moglie. Così verrà a riprendersela e ci lascerà una ricompensa.”
“Quanto sei sciocco!” Esclamò lei. “Per questo siamo ridotti in miseria!”
“Cosa vuoi, cagna?”
“Se questa pietra vale molto, credi che lui ti ripagherà allo stesso modo?”
“Cosa vuoi dire?”
“Voglio dire” spiegò lei “che se questa pietra vale abbastanza, allora la terremo noi. Sarà essa a ripagarci.”
“E cosa ne faremo della ragazza?” Chiese lui. “La terremo qui con il rischio che suo marito la ritrovi? A quel punto la nostra sorte sarebbe segnata, vecchia strega!”
“Pensiamo prima a capire il valore di questa pietra...” disse lei “... ci sarà tempo, poi, per decidere cosa farne della ragazza...”
“Si, buona idea...” fissando di nuovo la pietra rossa lui “... allora la porterò al vecchio Alprando... lui è un esperto di queste cose e poi viene da una terra lontana, da Capomazda... questo lo rende sicuro e fidato, non potendo infatti appartenere alla razza dei mentitori...”
“Si, vai.” Annuì lei. “Io nel frattempo resterò con la ragazza.”
L'uomo uscì e la donna tornò da Talia.
“Come vi sentite, milady?” Domandò alla ragazza. “Su, siate serena... mio marito è andato a portare il messaggio al vostro cavaliere...” si sedette accanto a lei “... su, raccontatemi di voi...come siete giunti, voi e vostro marito, a Gioia Antica?”
Altea
14-08-2012, 16.07.27
Come immaginavo era una trappola, provai un vuoto dentro me...per un attimo pensai di poter rivedere il maestro.
All' improvviso ci attaccarono con frecce incandescenti..presi dei panni e li bagnai mettendoli di fronte al mio viso e dei bimbi per proteggerci dal fumo..Fyellon era incerto, rimasi allibita..."Cavaliere uno sforzo uscite ed attaccateli e io mentre combattete portero' i bimbi fuori dalla casa..sono armata."..estrassi quella spada, la pietra rossa sembrava fuoco come quello della fucina del fabbro.
Talia
14-08-2012, 18.03.40
La mia mano teneva stretta la catenella in fondo alla quale era appesa la pietra di carbonchio... la trattenni per qualche minuto, poi la lasciai scivolare delicatamente sentendola atterrare nel palmo della mano dell’uomo...
Fu un attimo... un brivido che mi percorse la schiena... quelle immagini che mi attraversarono la mente... non le capii... non compresi quella visione... e ne fui spaventata...
Istintivamente, quindi, ristrinsi subito il pugno... ma era troppo tardi: la catenella era già scivolata via...
Ed allora un’orribile sensazione mi invase... un senso di smarrimento, di paura, di angoscia... tentai di scacciarlo, di ignorarlo... ma tutto fu vano.
Sospirai... e, quando sentii i due uscire e richiudersi la porta alle spalle, mi lasciai cadere all’indietro, sul cuscino morbido, e mi presi la testa tra le mani.
Le immagini di quella visione continuavano ad affacciarsi tra i miei pensieri... Andros... Andros a Gioia Antica... i suoi dubbi... Sygma... e poi quel nome: Chiarore...
Lentamente riaprii gli occhi ed osservai quel buio screziato di vivide luci colorate che sempre mi accompagnava...
Chiarore... continuavo a pensare a quel nome... Chiarore...
E poi qualcosa scattò nella mia mente e finalmente rammentai dove avevo già udito quel nome. Rammentai del nostro arrivo a Gioia Antica, della curiosità di Guisgard per quel quadro nella sala dei tavoli e delle parole della locandiera in proposito... in proposito al ritratto della regina Chiarore Azzurra...
I miei occhi si spalancarono... Chiarore Azzurra... trattenni il respiro e balzai sul letto...
“Andros!” esclamai, mentre un cupo senso di smarrimento iniziava a pervadermi tutta e quasi senza che ne comprendessi il motivo.
la donna tornò da Talia.
“Come vi sentite, milady?” Domandò alla ragazza. “Su, siate serena... mio marito è andato a portare il messaggio al vostro cavaliere...” si sedette accanto a lei “... su, raccontatemi di voi...come siete giunti, voi e vostro marito, a Gioia Antica?”
Udii la porta aprirsi di nuovo e la donna entrare... poi le sue parole...
Sospirai...
“Siamo...” mormorai lentamente “Siamo giunti qui in cerca di una vita serena... lontana dagli impegni, dagli obblighi... sarebbe stato così facile avere una vita felice, in fondo non volevamo niente di speciale, solo poter stare insieme... ed invece niente è andato bene... niente...”
La mia voce si perse nel vuoto e la mia mente corse lontana, a cercare quella di Guisgard... iniziavo a sentirmi male, adesso... a sentirmi perduta...
Era una sensazione curiosa... insolita... forse sciocca... eppure finché avevo portato il ciondolo di Chymela al collo mi era sentita, in qualche modo, protetta... ma ora...
Mi chiesi dove fosse Guisgard... mi chiesi fra quanto sarebbe arrivato... pregai che arrivasse presto.
Guisgard
14-08-2012, 18.29.31
XXXIV Quadro: Alla ricerca del perduto Fiore Azzurro
“Era così ferma nel desiderare che quella porta si aprisse che la porta, alla fine, si aprì. Rebecca non disse nulla, ma si buttò fra le braccia di Jasper Gwyn, il solo posto al mondo in cui, aveva deciso, sarebbe stato giusto piangere e non smettere per ore.”
(Alessandro Baricco, Mr Gwyn)
“Su...” disse la donna a Talia “... non scoraggiatevi. Vedrete che vostro marito verrà presto a riprendervi. Aspettante un momento...” e tornò nell'altra stanza “... ecco...” ritornando con una tazza fumante “... prendete questa tisana... l'ho fatta poco fa, ma è ancora calda... vi aiuterà a riposare... ma ditemi, da quale terra giungete e qual'è il vostro nome?”
Guisgard, intanto, era stato condotto in una grande torre, che faceva da ingresso al palazzo reale attraverso la parte occidentale del primo corso delle mura cittadine.
Due guardie lo spingevano lungo un austero corridoio, fino a giungere in un'ampia anticamera.
Due funzionari allora si avvicinarono al cavaliere, che aveva le mani incatenate dietro la schiena.
“Perchè...” fissandoli “... perchè sono stato condotti qui?”
“Avevi chiesto giustizia, no?” Chiese una voce di donna da dietro ad una tenda azzurra.
“Si, è vero...” mormorò Guisgard.
“E solo qui potrai trovarla.”
Guisgard fu subito colpito da quella voce.
Era una voce straniera per quelle terre.
Un accento che nessuno aveva nella propria cadenza.
Nessuno tranne Talia.
“Chi siete?” Domandò Guisgard.
“Tu se qui per rispondere alle domande” disse la donna “e non per farle. Cosa ne hai fatto del sergente?”
“Non ne so niente...”
“E' la tua parola contro quella di diversi testimoni.”
“Hanno detto di avermi visto litigare con lui” replicò lui “ma non di avermi visto mentre lo uccidevo.”
“Affermi di avere anche tu un testimone.”
“E' vero.” Annuì lui. “Ma nessuno vuole ascoltarlo.”
“Perchè mai?”
“Perchè...” esitò Guisgard “... perchè è una prostituta...”
“Davvero? Io credo alle prostitute.”
Guisgard fissò la sagoma che si intravedeva oltre la tenda azzurra.
“Si, io crederei alla testimonianza di una prostituta...” continuò quella voce “... esse non sanno mentire... vedono forse il loro corpo, ma non il loro cuore... tu puoi amare una prostituta per qualche moneta, ma non potrai baciarla se non pagando ben oltre il vile desiderio di lussuria...” si avvicinò alla tenda “... dimmi il nome di quella prostituta e la farò chiamare affinchè testimoni a tuo favore.”
“Io...” fece Guisgard “... io non conosco il suo nome...”
“Hai fatto l'amore con una donna, senza neanche conoscerne il nome?”
“No, non ho fatto l'amore con lei.”
“Forse stai mentendo” disse la donna “e forse neanche esiste quella prostituta.”
“Invece esiste!” Ribadì Guisgard.
“Non ti credo!” Decisa quella voce. “E sarai dunque condannato a morte!” Sentenziò.
“No!” Gridò Guisgard.
La tenda allora si aprì ed una figura si mostrò.
“Sua altezza la regina Chiarore Azzurra!” Annunciò un funzionario.
“Ma tu...” stupito Guisgard “... tu sei...” fissandola “... tu sei la ragazza del Ninfale Gioioso!”
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Talia
14-08-2012, 19.30.09
Presi la tazza dalle mani della donna e sospirai portando quella tisana fumante alle labbra...
Ne gustai per qualche attimo il profumo, prima di assaggiarlo... era morbida e leggermente amara... e mi rilassò un poco...
“Talia...” mormorai, dopo aver sorseggiato la tisana per qualche momento “Il mio nome è Talia... e...”
Sorrisi...
“Oh, non temete... non mi sto scoraggiando! No... perché io so che lui arriverà... arriverebbe comunque, anche se non foste andati a chiamarlo... mi troverebbe ovunque! Lo ha già fatto in passato! Non mi lascerebbe mai da sola a lungo... mai! Me lo ha promesso!”
Smisi di sorseggiare la tisana e, in preda ad una fulminea sensazione, ruotai appena la testa verso la piccola finestra alla mia sinistra da cui, sentivo, entrava una debole luce...
“Si... arriverà!” mormorai.
Guisgard
14-08-2012, 19.49.09
La donna restò a fissare Talia.
Il fumo della tazza sembrava formare immagini mutevoli, sfuggenti, che poi parevano quasi animarsi.
Allora lei rivedeva se stessa ed i suoi fratelli, il maestro ed il Casale.
E poi udì quasi la musica dell'ocarina di Guisgard e cominciò a ballare con lui.
"Si, verrà..." disse la donna "... ora riposate... avete bisogno di dormire..."
Intanto, al palazzo reale, Guisgard aveva visto il volto della regina.
E a quelle sue parole, il cavaliere fu subito colpito da alcuni soldati.
“Come osi!” Ringhiò uno di loro “Rivolgerti così alla regina!”
La regina li fermò con un cenno.
“Maledizione...” ansimando Guisgard “... da quando sono qui... non faccio altro che prenderle... senza riuscire a ridarle mai indietro...”
“Sarai dunque giustiziato.” Sentenziò la regina.
“Perchè?” Fissandola Guisgard. “Sai bene...”
“Cane!” Gridò un soldato, per poi colpirlo con un calcio. “Come osi rivolgerti così alla regina?”
“Sapete bene...” mormorò tossendo il cavaliere “... sapete bene che sono innocente...”
“Perchè dovrei saperlo?”
“Perchè quella notte...”
“Un uomo che va con le prostitute” fece lei “non ha onore.”
“Sapete bene che non ci sono stato...” disse lui “... e sapete anche per quale motivo ero là...”
“Mi stai dando della prostituta?”
“Sto solo dicendo” replicò lui “che sono innocente...”
“Allora dovrai dimostrarlo davanti all'Oracolo.”
“Oracolo?”
In quel momento entrarono dei portantini che conducevano tre bambini.
Due maschietti ed una femminuccia.
Uno era di razza bianca, l'altro invece con la pelle scura, mentre la bambina aveva tratti orientali.
La regina li fissò e battè le mani.
E i piccoli cominciarono a recitare:
“Tre uomini si trovano in un Giardino meraviglioso e fissano un bellissimo Fiore.
Il primo si contenta di ammirare il Fiore senza però toccarlo mai.
Il secondo decide di vendere tutto ciò che possiede e acquistare quel Giardino, anche se non sceglierà mai di cogliere il Fiore.
Il terzo, infine, coglie il Fiore, ma solo per sottrarlo alla vista di tutti gli altri e conservarlo nella sua dimora.
Chi fra i tre uomini possiede veramente quel Fiore?”
“In base alla tua risposta” disse la regina a Guisgard “deciderò la tua sorte.”
Guisgard annuì, per poi restare a riflettere.
Ripensò allora al viaggio fatto con Talia e all'eremita incontrato dopo il Belvedere.
“Io non so chi possiede davvero il Fiore...” fissandola “... ma se il Fiore rappresentasse la cosa per me più preziosa allora io fra loro tre vorrei essere di sicuro...”
La regina allora si chinò per ascoltarlo.
“Il terzo...” sussurrò Guisgard “... perchè io non dividerei mai il Fiore con nessun altro...”
La regina con un cenno fece ritirare l'Oracolo.
“Vuoi salva la vita?” Fissando Guisgard. “Allora faremo un patto...” e si sedette sul suo trono “... questa città vive per concessione di un antico patto... da secoli vi regna una dinastia di Sygma... questo perchè Gioia Antica funge da baluardo tra i confini dei due regni... da quando su queste terre fu imposta la terribile maledizione della Gioia...”
“Io non comprendo...”
“La maledizione” interrompendolo lei “secondo qualcuno può finire completando un ritratto o cogliendo il Fiore... ebbene, voglio il Fiore! Portamelo e sarai risparmiato.”
“Ma io non so dove si possa trovare!”
“Per ora è nella città di Tylesia.”
“Cosa vuol dire per ora?”
“Che presto non lo sarà più.” Rispose lei. “Perciò partirai subito.”
“Un momento...” scuotendo il capo Guisgard “... io non lascerò questa città senza Talia.”
“Chi è Talia?”
“Ve ne parlai al Ninfale!”
“Carogna!” avvicinandosi un soldato.
“Fermo!” Ordinò la regina al militare. “Il mondo è pieno di donne, troverai altrove un'altra compagna.”
“Non potrò.” Scuotendo il capo Guisgard.
“Perchè?”
“Perchè Talia...” disse lui “... è mia moglie.”
“Menti!”
“Perchè mai?”
“Lei non ti ama!”
“E voi cosa ne sapete?”
“Lo dicesti tu!”
“Quando?”
La donna restò in silenzio.
“Avrai un anno di tempo per portarmi il Fiore...” dopo quel momento di smarrimento lei “... altrimenti io mi prenderò la tua vita.”
In quel momento un gigantesco cavaliere, armato di una grossa scure, entrò nella sala.
Era bardato con una corazza cromata, sulla quale si specchiava l'intera corte.
Era alto ben oltre l'altezza media e sembrava impossibile da battersi.
“Anion...” disse la regina “... il cavaliere del Tempo... egli verrà con te e se allo scadere dell'anno non avrai trovato il Fiore, lui prenderà la tua vita...”
Guisgard
14-08-2012, 21.18.23
La casa prese subito fuoco ed Altea fece appena in tempo a portare fuori i bambini.
Fyellon allora estrasse la spada e si lanciò fuori un attimo prima che tutto crollasse.
Ma usciti fuori, su tutti loro si lanciarono le terribili Locuste.
Avevano lunghi mantelli ed affilate lame che uscivano dalle maniche.
Fyellon si lanciò nella mischia, ma più ne colpiva, più quelli sembravano sbucare come funghi.
In un attimo fu accerchiato e a nulla valse la sua straordinaria corazza: gli aggressori, infatti, lo disarmarono.
E circondarono anche Altea e i bambini.
Ma questi erano un bersaglio troppo facile e l'attenzione delle Locuste fu tutta per loro.
Fyellon, allora, approfittando della situazione, riprese la spada e scappò via.
Una delle Locuste fu sul punto di inseguirlo, ma i suoi compagni lo fermarono.
Avevano Altea e i bambini e questo sembrava soddisfarli.
Ad un tratto accadde qualcosa di incredibile.
I tre fratellini accanto ad Altea cominciarono a cambiare aspetto.
Fino a diventare tre donne.
Tutte conosciute da Altea: Isolde, Rykeira (che i nostri lettori ricorderanno nella prima parte di questa storia) e Asser.
Le Locuste si prostrarono ai loro piedi.
“Ci ritroviamo, lady Altea...” fissandola Isolde.
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Talia
14-08-2012, 21.27.56
Scossi la testa alle parole della donna...
“Sto bene!” esclamai.
Ma non era vero... non stavo bene... improvvisamente qualche cosa di pesante era sceso sul mio cuore e sulla mia anima... qualche cosa di inspiegabile eppure così reale ed opprimente...
Inconsciamente tentai di attribuirne la colpa agli ultimi avvenimenti... Sheylon, il sergente, i soldati, la prigione, il volo nel canale e quell’istante in cui ero quasi annegata...
Tentai di convincermi che era tutto quel susseguirsi di eventi ad avermi scossa a tal punto...
Ma non era vero... non era vero... ed io lo sapevo.
Silenzio e quiete dentro e fuori di me... pace... il fruscio del vento ed i battiti del mio cuore avevano lo stesso suono, lo stesso ritmo... il mio respiro si confondeva con il crepitare leggero dell’acqua del ruscello...
L’universo mi parlava... tutto intorno a me aveva una propria voce, un proprio battito... e tutto era in pace.
Poi d’improvviso quella sensazione...
Un dolore proprio in mezzo al cuore...
Paura...
Smarrimento...
Preoccupazione...
E gridai. Gridai forte.
“Talia...” udii la voce del Maestro, non era molto lontana “Talia che cosa succede?”
Il cavaliere uscì dal Casale e venne di corsa verso di me, tremante in mezzo al giardino...
“Talia!” mormorò, raggiungendomi ed inginocchiandosi vicino a me.
“Maestro...” riuscii a mormorare dopo appena qualche istante “Presto... presto... Guisgard... sta male! Presto, Maestro! Presto!”
L’uomo mi fissò stupito per qualche istante...
“Talia...” esclamò, poi “Talia... ma che cosa dici? Come puoi...”
Ma la mia agitazione, il mio volto sconvolto e la mia voce rotta lo indussero a tacere...
“L’ho sentito, Maestro... l’ho sentito! Un istante prima tutto era calmo, sereno... poi l’ho sentito! Te lo giuro! Ti prego... ti prego, Maestro, devi andare a prenderlo! Devi! Ti prego!”
L’uomo mi fissò ancora per un istante... non capiva, lo sapevo... ma si fidava di me e delle mie sensazioni. Mi fissò appena per un momento, dunque... poi, annuendo, si alzò e tornò di corsa verso il Casale, da dove tornò con la sua spada in mano... mi lasciò una rapida carezza rassicurante e partì rapido verso il bosco...
Io tremavo ancora... ma non mi mossi e non distolsi gli occhi dal punto nel bosco in cui era sparito il cavaliere...
I miei fratelli erano partiti presto, quel giorno... il Maestro aveva assegnato loro un compito... qualcosa da trovare, nel bosco, e da riportare al Casale... tutto era andato bene all’inizio, poi quella sensazione orribile...
Rimasi con gli occhi incollati sul bosco ed il cuore in subbuglio per molto tempo... ogni attimo, ogni istante era un tormento...
Poi, quando già le ombre iniziavano ad allungarsi sul prato, li vidi ricomparire... prima qualche sagoma... poi delle figure... ed infine li riconobbi...
“Guisgard!” urlai, correndo loro incontro “Guisgard... come stai? Come sta, Maestro?”
“Sto bene...” esclamò subito il ragazzino, tentando di divincolarsi dalla presa del cavaliere che lo trasportava in braccio, tenendo ben ferma la gamba sinistra, sotto il pantalone lacerato e sanguinante “Sto bene... Maestro, mettimi giù!”
“Oh, sta zitto, Guisgard...” lo zittii io, la voce cupa e tremante “Non è vero... guarda la tua gamba... guarda... oh, Maestro...”
Il cavaliere sorrise appena...
“Sta tranquilla, Talia...” disse “Non è niente! Il nostro intrepido Guisgard ha solo cercato di fare l’eroe...”
“Non volevo fare l’eroe!” sbottò lui, seccato.
Il cavaliere sorrise appena...
“Quel cinghiale, se ho ben capito, si era lanciato su Brand e Loran... giusto?”
I due fratelli interpellati annuirono... i loro volti erano ancora vagamente turbati...
“E tu ti sei messo in mezzo per aiutarli...” proseguì l’uomo con voce severa, raggiungendo allora il porticato e sistemando il ragazzino dolorante su di una panca di pietra “Io capisco che le tue intenzioni fossero nobili, Guisgard... ma è stato pericoloso e sciocco ciò che hai fatto, lo capisci? Potevi farti molto più male, potevi ferire quell’animale e renderlo ancora più pericoloso, potevi fare molto male... sei stato... Santo Cielo, sei stato davvero...”
Ma la sua voce fu sovrastata dalla mia, che fino a quel momento era stata immobile con gli occhi spalancati e le mani davanti alla bocca...
“Sei stato coraggioso!” esclamai, lanciandomi su di lui “Oh, Guisgard... così coraggioso...”
Aprii gli occhi di scatto, destandomi all’improvviso da quel dormiveglia in cui ero scivolata...
“Guisgard!” gridai, saltando su...
Ero agitata e tremavo forte... quel sogno, infatti, aveva risvegliato in me quell’antico ricordo e mi aveva permesso di riconoscere quella sensazione... la stessa sensazione di quel giorno lontano, tanti anni prima... la sensazione che fosse in pericolo...
Il cuore mi batteva forte... quasi mi scoppiava... e tremavo.
Altea
14-08-2012, 23.25.43
Tutto stava diventando strano..e Fyellon sembrava rischiare la vita, era vero le Locuste erano esseri pericolosi ma davanti ai miei occhi un evento strano..i tre fratellini non erano altro che Isolde, Rykeira che chiedeva sempre se le volessi bene e Asser.
"Isolde..ci si rivede..siete voi l'artefice di questi..trucchetti?"uno sguardo di astio per cio' che successe al maestro. "Cosa volete da me?Vi ho lasciata a Tylesia in vesti..di dama di compagnia ".
Parsifal25
15-08-2012, 01.38.06
Il clamore che andò a presentarsi, mi risultò inaspettato.......tutti credevano in me e nella mia "leggenda" -anche se......non ero convinto del tutto-.
Presi parola e dissi loro: "Calma cari amici, potrebbero scoprirci....."
Poco dopo, Gaston e Perroll decisero di unirsi a questa missione, non volevo mettere la loro vita in pericolo, ma......era impossibile ragionare con un nano quando prende la sua decisione. Sorrisi al sol pensiero.
Avevamo da poco lasciato quelle grotte, finalmente ero tornato in superficie.....confesso......mi sentivo molto più sollevato......proseguimmo lungo il bosco finchè non ci fermammo dinanzi ad un pozzo, volevamo dissetarci.....ma ciò che vidi non era possibile narrarlo.
Sempre nei pressi di codesto pozzo, vidi una giovane ragazza che vi era rannicchiata.....non potevo compiere alcun gesto......probabilmente, riposava.
Guisgard
15-08-2012, 03.32.05
Le tre donne fissavano Altea con enigmatici ed inquietanti sorrisi.
“Altea...” disse Isolde “... perchè tanto astio? Eppure eravamo buone amiche. Il vostro maestro? Ancora rimpiangete quell'uomo? Così debole da non riuscire nemmeno a resistere ai richiami della carne?” Rise. “Si, questo luogo è merito mio... anticamente vi si bruciavano le streghe... ed io ho voluto farne il mio feudo... Tylesia è ormai lontana, amica mia... anzi, vi consiglio di dimenticarla. Quella città è condannata. Un nemico potente ed implacabile la sta per distruggere. Ma, come detto, non datevi peso per questo... voi non ritornerete mai a Tylesia... il vostro viaggio termina qui... tra un momento ordinerò alle mie Locuste di attaccarvi e per voi sarà la fine... anche il vostro amico cavaliere vi ha abbandonata... è fuggito via... ha preferito salvare se stesso... addio, amica mia...”
Fece un cenno e subito una delle Locuste si lanciò verso Altea.
Ma prima che arrivasse a toccarla, una freccia trafisse l'aggressore, uccidendolo sul colpo.
“Chi ha osato fare questo?” Urlò Isolde.
Guisgard
15-08-2012, 03.39.17
Nel vedere arrivare Parsifal e i due nani, la damigella si alzò e cominciò ad avvicinarsi ai tre.
“Salute a voi, amici miei.” Disse sorridendo loro. “Vi stavo aspettando.”
“Aspettavate noi?” Stupito Gaston.
“Si, voi.” Annuì lei. “Sono mesi che attendo un valente cavaliere per proporgli una prova da superare.”
“Che prova?” Chiese Gaston.
“Bevete a questo pozzo” disse la damigella a Parsifal “e poi provate a suonare il corno che troverete nel secchio.”
“Perchè mai?” Domandò Gaston.
“Perchè è nel destino di questo giovane cavaliere.” Rispose la damigella, indicando Parsifal.
Guisgard
15-08-2012, 04.17.15
Alprando osservava e scrutava ogni riflesso e rilievo di quella pietra rossa, con una grande lente convessa, attraverso la luce di una candela.
“Allora...” disse l'uomo che aveva portato quella pietra “... ditemi qualcosa...”
“Ancora un momento...” zittendolo con un cenno Alprando “... già...” mormorò poi e riponendo la pietra sul tavolo.
“Dunque?” Chiese l'uomo. “Quanto vale secondo voi?”
“Beh...” rimettendo la lente in un astuccio Alprando “... così, su due piedi, non è facile a dirsi... di sicuro possiede un suo valore, un po' per la rarità della pietra, un po' per il taglio, la manifattura e il trattamento generale... ma ditemi... come ne siete entrato in possesso?”
“Ecco, io...”
“Un uomo come voi non può certo averla comprata” fissandolo Alprando “e di sicuro non l'avete vinta al gioco.”
“Come fate a dirlo?” Brontolò l'uomo. “Sono un giocatore, io.”
“Ed io non lo metto in dubbio.” Replicò Alprando. “Ma dubito che il possessore di un simile oggetto possa poi utilizzarlo come piatto in una volgare partita di dadi. Forse si tratta di merce rubata?”
“Ma cosa dite!” Esclamò l'uomo. “Sono un uomo onesto, io!”
“Riuscite a far convivere in voi l'animo del giocatore con l'indole dell'uomo onesto? I miei complimenti dunque.”
L'uomo non rispose niente.
“Ma comunque” continuò Alprando “a me non interessa questo. Sono invece molto più incuriosito dal modo in cui questa pietra sia entrata in vostro possesso.”
“Ebbene, l'ho trovata.” Disse l'uomo. “Si, l'ho trovata... presso il canale sotto le mura... e poi, quasi per caso, ho saputo che un certo cavaliere, il suo proprietario molto probabilmente, è intenzionato a ritrovarla... pare abbia promesso una lauta ricompensa...”
“Si, ora comprendo.” Annuì Alprando. “E voi siete venuto qui per capire se il valore di questa pietra sia più o meno lontano da quella ricompensa... giusto?”
“Beh, non ci vedo niente di male.”
“Oh, il Bene e il Male sono inversamente proporzionali tra loro e l'unica incognita è rappresentata, purtroppo, dalla coscienza umana.”
“Cosa significa?”
“Nulla, fandonie filosofiche di un cinico e passivo osservatore del mondo e dei suoi simili.” Rispose Alprando.
“Insomma, quante vale questa pietra?” Domandò l'uomo.
“Possiamo dire” fissandolo l'altro “che il suo valore può essere anche inestimabile, ammesso voi siate un innamorato.”
“Cosa intendete dire?”
“E' Carbonchio” rispose Alprando “e possiede un valore assoluto in Amore. Posso darvi un consiglio? Riportatelo al suo legittimo proprietario. Per lui, infatti, questa pietra non ha prezzo e vi ricompenserà a dovere, statene certo.”
A quelle parole, gli occhi dell'uomo si accesero di una forte avidità.
“E' un dono questo” continuò l'altro “d'altri tempi. Tempi di grandi amori e di grandi amanti. Il proprietario di questa pietra non è un uomo comune, come non è un sentimento comune quello che egli prova per la sua amata. Che voi sappiate, ha una donna, vero?”
“Si...” mormorò l'uomo “... credo di si...”
“Rendetegli la pietra” disse Alprando “e lui vi ricompenserà. Altrimenti, oltre alla sua ira, incapperete nel castigo di qualcuno ben più pericoloso.”
“Cosa intendete dire?”
“Parlo del castigo di messer Amore.” Sorridendo Alprando. “Mai dividere i suoi prediletti... un grande poeta una volta scrisse... Amor ch'a nullo amato, amar perdona...”
“Come fate a sapere tutte queste cose?”
“Nella mia terra” spiegò Alprando “abbiamo conosciuto un amore simile... di un duca che donò una pietra uguale a questa alla sua amata... rendete questa pietra al suo possessore e sarete ricompensato...”
“Allora mi chiedo...” disse Guisgard fissando la regina “... perchè proprio io?”
“Perchè hai tutto da perdere.” Rispose lei.
Guisgard allora si voltò verso il gigantesco cavaliere di nome Anion.
“Se fallirò sarà dunque lui ad uccidermi?”
“Si.” annuì la regina.
“E sia...” fissandola Guisgard “... partirò adesso stesso. Ma non prima di aver riavuto Talia.”
“Più tempo passerai qui a cercarla” disse la regina “e meno ti resterà per trovare il Fiore.”
“Non lascerò questa città senza di lei.”
“Allora non abbiamo altro da dirci.” Alzandosi dal trono lei. “Fossi in te partirei subito. Ammesso che ti sia cara la vita.” E svanì dietro una grande porta che si richiuse subito dopo il suo passaggio.
Guisgard, allora, liberato dalle catene, fu accompagnato fuori dal palazzo reale.
Nello stesso momento, Talia, a casa di quei coniugi, si era appena destata da quel sogno.
L'angoscia per la sorte di Guisgard, che ella ignorava, la paura per la piega che avevano preso gli eventi e lo smarrimento causato dal non avere più con sé la pietra di Chymela, tormentavano l'animo della ragazza.
La donna si era allontanata appena Talia era stata colta da quel sonno leggero.
Tornò dopo alcuni istanti, con una nuova candela, che posò sul comodino accanto al letto, in sostituzione di quella consumata.
“La luce tiene compagnia...” mormorò la donna “... io non riesco a dormire se non brucia almeno una candela nella stanza...”
In quel momento qualcuno bussò alla porta.
La donna allora andò verso la soglia.
“Chi è?” Chiese senza aprire.
“Sono io, donna.” Rispose suo marito.
Lei allora aprì e l'uomo entrò.
Ma non era solo.
elisabeth
15-08-2012, 11.57.00
Senti' la mia mano prendere la sua ed insieme scendemmo nelle segrete...c'era tanfo di umido e sporco..la luce era quasi inesistente......speravo veramente che per quel ragazzo iniziasse una nuova vita.....ne aveva bisogno, le catene non segnano solo la carne....spappolano anche la nostra anima.....lo seguivo sperando che non fosse una trappola, sino a quando dietro alle sbarre di una cella....li vidi.....Come mi aveva promesso..furono liberati e abbracciai tutti loro.....la speranza di vederli vivi non mi aveva mai abbandonata.......ma c'era stato un momento in cui mi sentii impotente......alle parole di Reas..." Avete ragione...non possiamo piu' andare alla ricerca dei cigni.....ma Vivian e suo padre, non possono rientrare a Tylesia.....anche se in questo momento di grande caos non credo che ci sia qualcuno che guarderebbe sotto i cappucci di due monaci.......".....e cosi' fu....fummo condotti verso le scuderie e li' c'era una magnifica carrozza......tutti salirono ed io...." Sapevo che in voi non c'era nulla che avrebbe potuto fare del male.....continuate a suonare..la vostra musica sara' la delizia per le creature della selva....quando tutto sara' finito ..magari vero'a vedere come state, intanto vi ringrazio per l'aiuto che ci state dando..."...lo abbracciai di slancio e salii sulla carrozza............questa parti' senza esitazioni.........Tylesia era la citta' da raggiungere.......mi sedetti vicina a Vivian...." Spero che non ci siano piu' demoni da esorcizzare.....siamo stanchi abbastanza"..strinsi la sua mano tra le mie...e cercai di chiudere gli occchi.......forse potevo riposare....
Parsifal25
15-08-2012, 12.33.55
La fanciulla si destò e con voce squillante ci accolse con grande trepidazione.
Ascoltaì la sua storia, attendeva il mio arrivo da tre mesi ma come poteva essere....., ammetto che rimasi alquanto stupito, tutti volevano qualcosa da me.
Scambiammo qualche parola finchè non mi disse che mi attendeva una sfida......., ancora prove......non ci avreì mai fatto l'abitudine e risi.
Con fare circospetto e accorto mi avvicinaì al pozzo, osservaì il fondo e la prima cosa che mi passò per la mente e di controllare se vi era qualche incongruità con il suo contenuto.
Altea
15-08-2012, 13.56.38
Alle parole di Isolde mi guardai attorno, non potevo credere Fyellon mi avesse lasciata li come un cavaliere vigliacco.
"Noi amiche? Vi confondete con un'altra, Isolde, ebbene Elisabeth aveva ragione sul vostro conto...e la pagherete.." ma non finii di parlare che vidi una Locusta aggredirmi, sembrava l' esercito stregato e armato di quella donna.
E d'un tratto vidi una smorfia su quell'essere, qualcuno lo aveva trafitto a morte con una freccia.
Silenzio..la voce di Isolde che chiamava l'artefice del gesto che mi salvò la vita..i miei occhi che guardavano attorno increduli e stupiti.
Guisgard
16-08-2012, 03.26.32
Salutato il giovane della torre, Elisabeth, Reas, Cristansen e sua figlia Vivian lasciarono quel luogo e si diressero verso Tylesia.
“Non so cosa troveremo in città” disse Reas, che si era messo alla guida del carro “ma a questo punto credo abbia ben poca importanza ormai...”
Camminarono per un paio di miglia attraverso la selva, fino a quando incontrarono un pastore.
Costui era tutto preso dal portare via il suo gregge.
“Andiamo bene per Tylesia?” Chiese Reas.
“Si...” annuendo il pastore “... seguite sempre il sentiero...”
“Come mai siete così agitato?” Domandò Cristansen. “Eppure è una giornata soleggiata, l'ideale insomma per far pascolare le pecore.”
“Queste terre non sono più sicure.” Fissandolo il pastore. “Tra breve non ci saranno più legge e ordine. Le truppe di Tylesia ormai stanno abbandonando il territorio e la popolazione tutta si sta preparando per un grande esodo.”
“Cosa diavolo state dicendo?” Stupito Reas.
“La verità.” Rispose il pastore. “La regina Destefya ha dato ordine al popolo di lasciare la città. Un terribile terremoto ha distrutto le mura di Tylesia e ora si teme l'attacco decisivo da parte dei nemici del regno.”
“La Lacrima di Cristo!” Esclamò Reas. “Non c'è tempo! Dobbiamo tornare a Tylesia!”
E spronato il cavallo, la loro carrozza subito ripartì.
Guisgard
16-08-2012, 03.41.08
La Locusta stramazzò al suolo a causa di quella freccia.
Ad un tratto Isolde, Rykeira, Asser e le loro Locuste furono circondate da una folla armata di forconi, zappe, pale e torce.
In mezzo a loro stava un cavaliere dalla robusta corporatura e il nobile portamento.
Isolde, allora, diede ordine alle sue Locuste di attaccare e scoppiò subito uno scontro con quella gente.
Molti caddero uccisi, ma il loro numero permise alla fine di avere la meglio sulle Locuste.
Gran merito della vittoria era da attribuire al cavaliere giunto insieme a loro.
E vinte le terribili Locuste, il cavaliere si avvicinò alle tre donne.
“Aveva ragione questa gente...” disse Redentos “... davvero dunque in questo luogo venivano compiuti orrendi delitti... e voi ne siete le responsabili.”
Quella gente allora si lanciò sulle tre donne e le bloccarono.
Prepararono un grosso rogo ed un fuoco per giustiziarle.
Rykeira e Asser cominciarono a gridare come pazze, maledicendo ed inveendo contro tutti loro.
Ma fu inutile.
Furono legate e bruciate vive.
Isolde, invece, riuscì a liberarsi e allontanandosi di qualche passo fece poi apparire una densa nuvola di fumo.
“Siete dei folli” fissando tutti loro “se pensate di catturarmi e darmi poi alle fiamme! Per ora finisce qui... ma ritornerò!” E svanì in quella nuvola di fumo, incurante delle grida e delle disperate richieste d'aiuto di Rykeira ed Asser ormai avvolte dalle fiamme.
E nel vedere la strega svanire così, quella gente si inginocchiò e cominciò a pregare, invocando la Protezione Divina contro le Forze del Male.
“Come state, milady?” Avvicinandosi Redentos ad Altea. “Fortunatamente siamo giunti appena in tempo. Chi siete voi? E perchè vi trovavate qui con quelle tre streghe?”
Guisgard
16-08-2012, 03.48.03
Parsifal si avvicinò al pozzo e cominciò a controllare se non nascondesse qualche cosa.
“State tranquillo, cavaliere...” disse la damigella avvicinandosi a lui “... non vi sono trappole o altri pericoli qui...” prese allora un po' di quell'acqua e ne assaggiò “... ecco, avete visto? Tutto è in ordine... bevete ora... poi nel secchio troverete un corno... suonatelo e la vostra avventura comincerà, se Dio vorrà...”
http://www.jeditemplearchives.com/galleries/2012/Review_ObiWanKenobiTPMTVC/Review_ObiWanKenobiTPMTVC_stillC.JPG
Altea
16-08-2012, 10.57.39
Una folla di gente e a capo un maestoso cavaliere..subito iniziò una lotta tra loro e le Locuste.
Mi nascosi dietro degli alberi pregando e vedendo gente morire..ma le Locuste furono sconfitte e le tre donne accerchiate e come tutte quelle accusate di stregoneria arse vive..già.. il Bene contro il Male. Isolde era potente o tremendamente furba e riusci' a scappare e uscii dal mio nascondiglio..la gente urlava di gioia per la vittoria ma io non trovavo nulla per essere felice,mi guardavo attorno e cercavo invano Fyellon, sbigottita dal suo comportamento.
Ad un tratto il cavaliere a capo di quell'esercito di gente comune si avvicinò a me ed ebbi un sussulto.."I miei omaggi cavaliere, noi ci siamo già conosciuti..non ricordate..al maniero di sir Orco, voi eravate con una ragazza e un cavaliere che sfidarono l'Avvilente Costumanza. Sono stata tratta con l'inganno da Isolde e le altre due streghe mentre cercavo una pianta..per salvare un principino che sta morendo. "
Talia
16-08-2012, 13.13.22
Ferma... immobile con le gambe piegate e la testa reclinata sopra le ginocchia, riflettevo...
Stavo tentando di ritrovare un briciolo di razionalità che mi consentisse di accantonare quelle sgradevoli sensazioni... in fondo, mi dicevo, esse potevano essere niente altro che il frutto della mia paura e della preoccupazione... in fondo, non c’era ragione di preoccuparsi tanto... in fondo, avevamo già affrontato molte pessime situazioni, io e Guisgard, ed eravamo sempre riusciti a cavarcela... in fondo, mi ripetevo, l’uomo se n’era già andato da tempo e dunque non avrebbe potuto tardare molto a tornare...
Ed intanto la mia ansia aumentava...
Già, mi ripetevo, perché non era ancora tornato? Dov’era? Dov’era Guisgard?
E ad ogni momento il mio respiro si faceva più corto... più teso...
In quel momento qualcuno bussò alla porta.
La donna allora andò verso la soglia.
“Chi è?” Chiese senza aprire.
“Sono io, donna.” Rispose suo marito.
Lei allora aprì e l'uomo entrò.
Ma non era solo.
Sollevai la testa di scatto...
“Guisgard...” sussurrai, all’udire la voce dell’uomo nell’altra stanza parlare con sua moglie.
Le mie mani tremavano, ora... il cuore mi batteva tanto forte che quasi non riuscivo ad udire niente altro...
Senza pensarci neanche un istante, dunque, scesi dal letto e corsi alla porta chiusa...
“Guisgard!” gridai, spalancandola.
elisabeth
16-08-2012, 18.24.18
Mi guardai alle spalle mentre ci allontanavamo dalla Torre...speravo tanto che riuscisse a costruire qualcosa di buono...dopo tanta disperazione...mi rimisi comoda seduta al fianco di Vivian...e imiei oensieri correvano, Goz non avrebbe riavuto i suoi cigni, ma avevamo tolto dalle catene un figlio che aveva ricevuto dal padre solo barbarie......quando ci fermammo per chiedere informazioni ad un pastore.....ascoltai i vari discorsi..Reas era in preda ad una sincesra preoccupazione per le sorti di Tylesia e Cristansen aveva il volto tirato...certo quello che avevano passato non era poco...ma La Lacrima di Cristo gli aveva tolto il respiro........la carrozza sembrava volare su quella strada disastrata......Vedevo il volto di Reas sudare per lo sforzo di far andare il cavallo senza far ribaltare lacarrozza....." Cristansen, credo di aver fatto ogni cosa.....da un po'di tempo a questa parte,senza chiedere o se ho chiesto non mi e' stata data risposta....ora...a meno che non saltassimo da questa carrozza.....andremo tutti a Tylesia....Reas non si fermera' davanti a nulla......voglio sapere da Voi cose' la Lacrima di Cristo....."....attesi....ma infondo mi sembrava di attendere il nulla...qualcosa nel mio cuore si stava chiudendo in una morsa.....non c'era nulla di finito..doveva ancora iniziare
Guisgard
17-08-2012, 02.32.56
Redentos fissò Altea per diversi istanti, per poi, con sua sorpresa, ricordare il suo volto.
“Vi chiedo perdono, milady.” Disse. “Ora rammento... ci incontrammo quasi di sfuggita in quella turbolenta situazione... si, adesso ricordo perfettamente il vostro volto.” Sorrise e con un lieve inchino salutò la ragazza. “Si, quelle streghe avevano posto in queste terre il loro oscuro dominio... una pianta, avete detto? Allora forse possiamo aiutarvi... questi uomini” indicando le persone che erano con lui “vivono da sempre in questi luoghi e conoscono tutti i segreti che dimorano quaggiù... descriveteci la pianta che state cercando e vedrete che subito sapranno procurarla per voi.”
Guisgard
17-08-2012, 02.45.52
Cristansen fissò Elisabeth ed assunse un'espressione grave e preoccupata.
“A Tylesia” disse “tutti sono convinti che la Lacrima di Cristo sia una compagnia di arcidemoni, giunta dagli inferi per strappare alla nostra città il suo più grande Tesoro... ossia, il Fiore dell'Intelletto.”
Intanto, la carrozza condotta da Reas sembrava quasi volare su quel sentiero e divorava con avida velocità la distanza che la separava da Tylesia.
“Il Fiore...” continuò Cristansen “... è un Qualcosa di particolare, di assoluto e di inestimabile... è come i più grandi doni che la vita possa fare all'umanità e dunque è raro... fiorisce infatti in un tempo e in un luogo stabilito da una Volontà superiore... e Tylesia è stata scelta come giardino per ospitarlo... volete sapere come è fiorito? Ebbe, questo accadde anni fa... in un giardino presso il palazzo reale, due innamorati si giurarono amore eterno... lui era un soldato di ventura e lei l'erede al trono del nostro regno... lui seminò il Fiore come supremo Simbolo e Pegno del loro amore... ma quella storia fu vittima delle miserie umane e alla fine fu vinta dalla follia degli uomini... lui allora abbandonò la città e lei impose al suo popolo un folle principio di vita... alienare, ossia, l'amore ed etichettarlo come il peggiore dei castighi per gli uomini... e paradossalmente, quello che doveva essere il più alto Emblema dell'amore, divenne invece, agli occhi della regina e del suo popolo, il simbolo della razionalità, della logica e della Ragione... ossia, gli eterni nemici dell'Amore vero ed eterno...”
Guisgard
17-08-2012, 03.09.07
L'uomo entrò in casa e lanciò uno sguardo su sua moglie, che continuava a fissarlo come chi aspetta di sentire qualche parola attesa da chissà quanto tempo.
Ma egli non disse nulla, limitandosi solo a fare un cenno, che nelle sue intenzioni doveva rassicurare la donna.
Entrò dunque, ma non era solo.
La donna allora restò a fissare colui che era giunto con il marito, senza però rivolgergli alcuna parola.
La porta che dava all'altra stanza si spalancò all'improvviso e Talia apparve sulla soglia, chiamando il nome di Guisgard.
“Talia...” disse il cavaliere nel vederla “... Talia!” Per poi lanciarsi verso di lei ed abbracciarla forte. “Come stai? Cosa ti è accaduto? Ti hanno fatto del male?” Stringendola fra le sue braccia.
“E' lui dunque il marito...” mormorò la donna.
“Si...” annuì l'uomo “... e deve essere un gran signore... è scortato da un maestoso cavaliere che lo segue come un'ombra... non ho mai visto una simile guardia del corpo... credo che sia un principe di quelli stabilitisi in Terrasanta in seguito alle Crociate... uno di quei Campioni della Cristianità che si sono guadagnati un principato, un titolo e l'Indulgenza per tutte le colpe terrene... insieme, naturalmente, ad un inestimabile tesoro... magari strappato agli infedeli...”
“Ma ti ha promesso una ricompensa?”
“Certo, donna...” fissandola e facendole segno di tacere “... l'ho incontrato alla locanda... è giunto poco dopo di me... e appena gli ho parlato di sua moglie è quasi impazzito dalla gioia... sono certo che lei è una principessa che lui ha vinto a qualche sultano o a qualche emiro del fiabesco Oriente...”
Altea
17-08-2012, 11.24.41
Ebbi un attimo di smarrimento guardandomi attorno.."Milord...anche se prendessi quella pianta non saprei più come tornare al maniero di quel re" risposi sospirando per la vita di quel bimbo "il cavaliere che mi accompagnava..sir Fyellon.. si e' dileguato impaurito per le Locuste ed egli aveva disegni della pianta e su come arrivarci e tornare. Non mi resta che andare verso la mia meta..Tylesia. "
Talia
17-08-2012, 16.48.08
Allungai le braccia nell’udire la sua voce e, appena un istante dopo, Guisgard mi raggiunse...
Ero così felice ed avevo il cuore così pieno di gioia che credevo sarebbe potuto esplodermi da un momento all’altro...
Stretta tra le sue braccia non riuscivo a smettere di sorridere né di piangere per la gioia... ed all’improvviso tutto mi tornò alla mente: il sergente, i soldati, la prigione, i due carcerieri, il volo nel canale, quell’istante in cui credevo che sarei affogata... ma niente di tutto quello mi spaventava più, adesso... e poi, sopra a tutto, mi tornò alla mente la sua mancanza... quell’angoscia di sentirlo lontano, la paura che avrebbe potuto non ritrovarmi...
Tremavo... e lentamente inclinai la testa, nascondendo il viso contro la sua spella e bagnando la camicia con le lacrime che mi rigavano le guance...
“Scusa...” mormorai, dopo qualche momento “Oh, Guisgard... scusami... ti prego, scusami... sono stata così sciocca... così presuntuosa... ed ho rovinato tutto...”
Singhiozzavo, ormai... e non riuscivo più ad arginare le lacrime...
“Anche... anche Sheylon! Mi odio, è stata tutta colpa mia. Io non volevo... ma è stata tutta colpa mia!”
Guisgard
17-08-2012, 17.10.10
Redentos, nell'ascoltare quelle parole di Altea, annuì.
“Allora, se ciò vi piace, possiamo fare la medesima strada, milady...” disse “... anche io, infatti, sono diretto a Tylesia e secondo quanto mi hanno detto costoro” indicando le persone attorno a loro “non è molto distante. Partite con me, dunque?”
Guisgard
17-08-2012, 18.26.58
Guisgard, con un gesto leggero e delicato, simile ad una carezza, sfiorò con le dita la bocca di Talia.
“Non preoccuparti ora...” disse con un sussurro “... ora siamo insieme e lasceremo questa città, dimenticando tutte le difficoltà che ci sono capitate...”
Il cavaliere, allora, lasciò tintinnare sul tavolo un bel pò di quelle monete che aveva avuto da Ludovico De'Taddei a Faycus.
L'uomo e sua moglie, nel vederle, si lanciarono subito a raccoglierle, per poi ringraziare il cavaliere per la sua generosità.
“Grazie, milord!” Baciandogli le mani l'uomo. “E che Dio vi benedica! A voi e alla vostra deliziosa sposa!”
“Grazia, milord!” Esclamò anche la donna. “Grazie!” In lacrime.
Guisgard e Talia, allora, presero la via per la locanda.
Giunti, trovarono ad attenderli la locandiera e Sangò.
E con loro vi erano anche Umans ed il suo compare Samond.
La donna corse ad abbracciare Talia, mentre Umans andò in contro al cavaliere, sorridendogli e stringendogli la mano.
Ed anche Sangò salutò sia lui che lei, emozionato e sinceramente commosso.
Samond, invece, restò in disparte a fissare la scena, apparentemente senza mostrare alcun eccesso emotivo.
Guisgard poi, prese Talia e le sussurrò di seguirlo.
La portò così vicino alla stalla.
E quando i due furono entrati, Guisgard accompagnò la ragazza di qualche passo fino a quando guidò le sue mani verso qualcosa di soffice e caldo.
E a contatto con le mani di Talia, Sheylon cominciò a farle le fusa e a strofinare la sua testa contro di lei.
Talia
17-08-2012, 20.55.19
Le mie mani affondarono nella pelliccia morbida e calda... sentii allora il respiro regolare della tigre, poi quel sordo e basso gorgoglio con cui sempre ci accoglieva ed infine la sua grossa testa che si alzava e si strusciava contro di me...
“Sheylon!” esclamai, la voce alta, sorpresa e carica di gioia.
Mi chinai appena e cinsi la testa di Sheylon con entrambe le braccia... ero incredula ma così felice...
Per qualche momento rimasi immobile, abbracciando e accarezzando Sheylon... chiedendogli sommessamente scusa per ciò che era successo, per le sue ferite e per la mia sciocca presunzione...
Infine lasciai Sheylon... lo sentii strusciarsi contro il mio abito ancora per un momento, poi si distese e si accomodò ai nostri piedi... e così io tornai ad alzare lo sguardo su Guisgard...
Non potevo vederlo, sebbene lo desiderassi tanto... eppure potevo sentirlo... sentivo i suoi occhi su di me e percepivo il suo sorriso, sentivo la sua gioia per la guarigione di Sheylon, sentivo il suo cuore battere...
E all’improvviso la mia gioia si intensificò... ed una sorta di caldo fuoco mi si accese nel cuore... perché mi accorsi che Guisgard lo aveva fatto di nuovo, come quando eravamo piccoli, come aveva sempre fatto, da sempre: era arrivato ed aveva sistemato ogni cosa...
Sospirai... ma non riuscii a contenere quel sentimento tanto forte... così, all’improvviso, feci mezzo passo avanti e lo abbracciai... lo abbracciai forte, lo abbracciai come se non ci sarebbe stato un dopo e come se non ci fosse mai stato un prima, come se quel momento fosse tutto ciò che possedevo. E forse era così.
Altea
18-08-2012, 01.18.01
Il cuore batteva forte..dunque Tylesia non era lontana.
Accettai di proseguire con quel cavaliere che sapevo essere uomo saggio e mi presentai dicendogli il mio nome.
Guisgard
18-08-2012, 04.25.41
Redentos fu molto lieto della decisione presa da Altea e insieme, così, partirono alla volta di Tylesia.
Il cavaliere montò sul suo cavallo e fece salire Altea in sella all'altro che teneva con sé, che utilizzava per dare il cambio al suo destriero ed evitare così che si affaticasse.
Si allontanarono allora dalla sponda del Calars e si addentrarono ancor più nel verde ventre della selva.
Cavalcarono per un giorno intero, fino a quando da lontano avvistarono le guglie e i palazzi della meravigliosa Tylesia.
“Eccoci giunti, finalmente...” disse Redentos “... dopo tanto vagare, ecco Tylesia davanti a noi...”
La città appariva però diversa dall'ultima volta che Altea ci era stata.
Le possenti mura che la difendevano non c'erano più e ovunque si vedevano carovane che abbandonavano il centro abitato.
“Sembra una città in rovina...” mormorò Redentos “... come mai la gente vuole abbandonarla?”
Guisgard
18-08-2012, 04.43.19
Guisgard strinse anch'egli Talia a sé.
La strinse con forza, come a volerla tenere fra le sue braccia per sempre ed evitare che altri eventi giungessero a separarli.
“Ora siamo di nuovo tutti e tre insieme...” disse “... il frate che ha curato Sheylon ha detto che possiamo trasportarlo... per un paio di giorni ancora dovrà sforzarsi poco, ma poi potrà tornare a correre come prima...” le sorrise e le accarezzò il viso, spostando all'indietro una ciocca di capelli ribelli, che sembrava voler danzare sul volto della ragazza e rimise al suo collo la pietra di Carbonchio donata da Andros a Chymela “... il nostro viaggio non è ancora concluso, Gioia... sono successe alcune cose... ma ti racconterò tutto con calma... ora sarà meglio andare...”
Anion, il cavaliere che per ordine della regina seguiva Guisgard come un'ombra, era in sella al suo mastodontico cavallo, fermo ad attenderlo qualche passo fuori la staccionata della locanda.
“Ma chi è quello?” Chiese Umans indicando quel poderoso cavaliere.
“Un amico.” Sorridendo Guisgard. “Quale strada può condurci ad una città chiamata Tylesia?” Chiese poi alla locandiera e a Sangò.
“Tylesia...” ripetè la donna “... non credo di aver mai udito un nome simile... e tu?”
“No, giunge nuovo anche a me...” fece il menestrello.
“Potreste chiedere ai due guardiani...” disse la donna.
“Chi sarebbero?” Domandò Guisgard.
“Sono le due sentinelle che controllano l'ultimo baluardo al confine di Gioia Antica.” Rispose la donna. “Anche se...”
“Anche se?”
“Anche se...” mormorò lei “... ecco, possono nascondere un'insidia...”
“Quale?”
“Si tratta di due sentinelle che ogni tre ore” spiegò la donna “si danno il cambio. Vengono scelte dall'esercito regolare e sono accoppiate sempre con lo stesso criterio...”
“Ossia?”
“Vengono, cioè, scelte da entrambe le razze che formano il nostro esercito.”
“Dunque” intervenne Sangò “dai veritieri e dai mentitori. In pratica, una sentinella risponderà sempre dicendo il vero, mentre l'altra invece mentirà spudoratamente.”
“E se a darvi l'informazione sarà uno dei mentitori” fece la donna “voi sarete indirizzati da tutt'altra parte e forse non troverete mai la città che state cercando.”
“Roba da matti!” Esclamò Umans.
“Non c'è modo per distinguerli?” Chiese Guisgard.
“Apparentemente no.” Rispose la locandiera. “Neanche noi che viviamo qui da sempre siamo in grado di farlo. Ogni razza veste sempre e solo di un colore... dunque una indossa una giubba rossa e l'altra una verde... ma ignoriamo come abbinare i colori con la loro indole...”
“Non abbiamo molto scelta...” disse Guisgard “... cercheremo di capirlo quando li vedremo...”
Lui e Talia, allora, salirono sul carro in cui era stato messo Sheylon e salutati tutti loro partirono da quel luogo.
Dietro al carro erano state legate anche Peogora e Luthien.
Guisgard e Talia raggiunsero così l'ultimo avamposto della città, dove si trovavano le due sentinelle.
E come avevano detto sia la locandiera che il menestrello, una vestiva di verde e l'altra di rosso.
Controllarono il carro e poi i due viaggiatori, per vedere se tutto fosse in ordine.
“Potete andare.” Disse uno dei soldati.
Guisgard li fissò e sorrise.
“Cosa ci trovate di così divertente?” Domandò uno dei due soldati.
“Nulla, signore.” Rispose Guisgard. “E' che abbiamo saputo che in questa città convivono due razze... e la cosa curiosa è che interpretano la vita in maniera totalmente differente... una, ossia, mente costantemente, mentre l'altra concepisce solo la verità... per me è straordinario... infatti, a vedervi non si trova alcuna differenza... ditemi, signore...” rivolgendosi al soldato più vicino al carro “... fate parte di quella razza che dice sempre la verità?”
“Abla.” Rispose quel soldato nel suo idioma.
In quel momento, l'altro soldato si avvicinò anch'egli al carro.
“Abla vuol dire si.” Spiegò a Guisgard e a Talia. “Però lui appartiene alla razza dei mentitori.”
Il cavaliere allora si voltò pensieroso verso Talia.
Chi dei due soldati diceva il vero?
E come scoprirlo?
http://www.alicia-logic.com/capsimages/pc_201BloomKnightley.jpg
Parsifal25
19-08-2012, 15.42.32
Avvicinatomi al pozzo e controllato che non vi fossero trappole, decisi di sottopormi alla prova.
Non riuscivo a comprendere il perchè e la dinamica di quel gesto, ma mi lasciaì guidare dalle sensazioni.......bevvi l'acqua, presi il corno e cominciaì a suonarvi all'interno.
Uno strano tepore mi avvolse.......spero di non aver commesso qualche errore.
Altea
19-08-2012, 18.17.55
Finalmente dopo lungo vagare arriva a Tylesia ma
la felicità subito divenne delusione..la città quasi distrutta e
la gente che fuggiva.
E mi venne alla mente un sogno fatto mesi prima..ricordavo nel sogno fatto la città senza sorveglianza e in rovina..e il cancelle aperto con la regina in lacrime e il fiore scomparso.
Mi voltai verso il cavaliere che mi accompagnava e feci lui cenno di seguirmi.
Corsi per T ylesia finché giunti a palazzo entrai e camminavo per il giardino.
elisabeth
19-08-2012, 20.27.15
Ascoltai Cristansen cullata dalla folle corsa di Reas.....guardai l'uomo con gli occhi pieni di lacrime.....era unastoria che conoscevo...la storia degli umani " Cosa puo' fare un Amore grande, puo' far diventare folli oppure ragionevoli e logici a tal punto di dimenticare il motivo per cui il nostro cuore ha imparato a battere"......guardavo le spalle contratte di Reas, potevo percepire lo sforzo di tenere le redini, l'ansia lo stava consumando......" Cristansen....sapete una cosa ?..Un giorno parlai al comandante Reas e gli raccontai quello che il cuore mi diceva..lui non volle neanche ascoltarmi, pero' io sapevo che non potevo mentire ....non su quello che Amore......eppure , guardatelo ora......sta correndo perche' la sua terra e' indifesa e perche' la sua Regina ha bisogno di lui...anche questa e' una forma di Amore, eppure lui non lo ammetterebbe...."......Tylesia ormai era visibile...si vedeva del fumo qua e la'...ma il suo splendore non era del tutto perso...Reas entro' in citta', per Cristansen non c'erano problemi, la gente andava via e il caos sembrava regnare in ogni posto, nessuno avrebbe fatto caso a loro......scesi dal carro e rimasi in silenzio....non c'erano parole......c'era solo pura follia
Talia
20-08-2012, 12.57.31
Guisgard mi aiutò a salire sul carro su cui fu poi sistemato anche Sheylon.
Da qui abbracciai la buona locandiera e salutai Sangò... erano stati buoni e generosi con noi ed io ero felice di averli potuti conoscere.
Alla domanda di Umans, poi, mi resi conto che c’era qualcun altro con noi... un cavaliere... ne avvertivo la silenziosa presenza... avrei volto sapere che cosa ci faceva quel cavaliere con noi, ma Guisgard aveva accennato a cose che erano successe poco prima e probabilmente quel cavaliere rientrava in quelle novità... così non feci domande per il momento, ci sarebbe di sicuro stato tempo, in seguito, per parlare e raccontarci tutto ciò che era avvenuto nel tempo in cui eravamo stati lontani.
E tuttavia la domanda successiva di Guisgard mi colpì e concentrò tutta la mia attenzione...
Tylesia...
Sobbalzai... Tylesia?
E così, di colpo, un’antica e lontana visione mi tornò alla mente con la violenza di un uragano...
“Maestro...” sollevai gli occhi per chiedere ancora, ma la voce mi morì in gola...
Quello spazio indefinito nel quale ci trovavamo aveva iniziato a prender lentamente forma... cupole e palazzi stavano iniziando ad affiorare e a comparire davanti ai miei occhi, guglie, mura, torri... e tutto brillava di riflessi d’oro e d’argento che si andavano specchiando in una verde laguna, alimentata da mille zampillanti piccole cascate...
“Maestro...” ripetei, incapace di smettere di guardarmi intorno “Ma... ma dove siamo?”
L’uomo si guardò intorno a sua volta, per un istante, come incuriosito...
“Oh, si!” disse poi “Ora capisco la tua meraviglia, Talia... questa è una città bellissima. Forse la più bella città del mondo!”
“Qual è il suo nome, Maestro?”
“Il suo nome? Oh, il suo nome riecheggia di storie e di leggenda presso molti popoli e in molte culture...”
“Qual è, Maestro?” lo incalzai.
Lui mi osservò per un attimo...
“Tylesia!” disse poi “Questo è il suo nome.”
“Tylesia...” ripetei in un sussurro, in modo da tenerlo a mente “Tylesia!”
“Perché lo chiedi?”
“Perché...” spiegai, riportando lo sguardo su di lui “Perché io ho visto questa città! L’ho vista in alcune visioni...”
“L’hai vista?” i suoi occhi si allargarono appena “Oh... questo è curioso!”
“Perché?”
“Davvero curioso...” ripeté.
“Perché, Maestro? Perché dici che è curioso?”
Lui mi sorrise...
“Perché...” iniziò a dire.
Ma la luce aveva iniziato ad affievolirsi... e l’anziano cavaliere mi sembrava sempre più lontano...
“Maestro...” chiamai “Maestro... aspetta!”
Ma era davvero troppo lontano ed io non udivo più la sua voce.
Vacillai... e dovetti tenermi stretta al sedile del carro per non rischiare di cadere mentre partivamo...
Tylesia...
Quel nome continuava a vorticarmi in mente...
Era passato tanto di quel tempo da quando avevo avuto quelle visioni ed erano accadute tante di quelle cose che lo avevo quasi dimenticato...
Ed ora?
Mi chiesi che cosa avesse spinto Guisgard a partire alla ricerca di quel luogo...
Perché volava recarsi là?
Cosa cercava?
C’entrava qualcosa il cavaliere che ci stava accompagnando?
Mi sentivo inquieta, improvvisamente... e la pietra di Chymela, che finalmente era di nuovo al mio collo, aveva ripreso a bruciare intensamente...
Mille e mille domande mi vorticavano in mente... preoccupazioni... e stavo proprio per condividere tutte queste mie perplessità con Guisgard, quando il carro si fermò e quelle due sentinelle ci vennero incontro...
Guisgard e Talia raggiunsero così l'ultimo avamposto della città, dove si trovavano le due sentinelle.
E come avevano detto sia la locandiera che il menestrello, una vestiva di verde e l'altra di rosso.
Controllarono il carro e poi i due viaggiatori, per vedere se tutto fosse in ordine.
“Potete andare.” Disse uno dei soldati.
Guisgard li fissò e sorrise.
“Cosa ci trovate di così divertente?” Domandò uno dei due soldati.
“Nulla, signore.” Rispose Guisgard. “E' che abbiamo saputo che in questa città convivono due razze... e la cosa curiosa è che interpretano la vita in maniera totalmente differente... una, ossia, mente costantemente, mentre l'altra concepisce solo la verità... per me è straordinario... infatti, a vedervi non si trova alcuna differenza... ditemi, signore...” rivolgendosi al soldato più vicino al carro “... fate parte di quella razza che dice sempre la verità?”
“Abla.” Rispose quel soldato nel suo idioma.
In quel momento, l'altro soldato si avvicinò anch'egli al carro.
“Abla vuol dire si.” Spiegò a Guisgard e a Talia. “Però lui appartiene alla razza dei mentitori.”
Il cavaliere allora si voltò pensieroso verso Talia.
Chi dei due soldati diceva il vero?
E come scoprirlo?
Avvertii lo sguardo di Guisgard su di me, ma io ero perplessa quanto lui...
“Uno solo dice il vero, dunque? Mentre l’atro mente sempre?” gli mormorai, pianissimo, all’orecchio...
Riflettevo...
Come capire chi dei due mentiva? Non avevamo che le loro parole su cui basarci...
Iniziai a valutare le loro risposte, dunque...
Se la prima sentinella avesse detto il vero, l’altro doveva essere per forza il mentitore... eppure in quel caso il secondo avrebbe detto la verità sostenendo che ‘Abla’ voleva dire ‘si’...
Non poteva dunque essere... non se i mentitori non potevano che mentire spudoratamente...
“E’ il secondo che dice la verità, Guisgard!” sussurrai quindi, tornando a protendermi appena verso di lui “Il primo è il mentitore! Pensaci... è un fatto logico: solo se il primo ha mentito alla tua domanda rispondendo di si, hanno allora completamente senso le parole del secondo... non credi?”
Tacqui un attimo, riflettendoci ancora un secondo...
“Si...” ripetei poi, sempre parlandogli piano all’orecchio “Si, io credo che sia del secondo che ci possiamo fidare!”
Daniel
22-08-2012, 00.29.39
Guardai Mirna e gli dissi distrattamente:
<< Semplice magia..>>
Poi mi concentrai sul paesaggio.. un bellissimo tramonto.. Quanto tempo era passato? Mi sembrava infinito.. Avevo perso i contatti con tutti.. Perfino con mia madre.. ero rimasto da solo.. A parte Giada.. La sfiorai con un dito.. un'amica leale e fedele.. Ma questa strada dove mi avrebbe portato? Guardai Mirna.. un giorno avrei voluto un figlio.. magari come lui.. chissà.. Gli accarezzai la zazzera di capelli e cingendogli le spalle gli dissi:
<<Che ne dici di andare in qualche taverna? Ho una fame!>>
Guisgard
24-08-2012, 01.59.37
Mirna sorrise a quelle parole di Daniel, ma un attimo dopo Tylesia cominciò a tremare, fino a quando i due compagni videro crollare miseramente molte delle strutture di quella città.
“Daniel...” disse impaurito Mirna “... il... il terremoto!”
E in città si diffuse il panico.
Alcune ore dopo, Altea e Redentos entrarono a Tylesia, tra la confusione e la paura generale, fino a raggiungere il palazzo reale, il cui portone d'ingresso era miseramente crollato.
E da lontano videro alcuni funzionari nel cortile che ascoltavano una donna parlare: era la regina Destefya.
In quel momento anche il carro con Elisabeth, Reas, Cristansen e Vivian entrò a Tylesia.
E giunto davanti al palazzo, Reas saltò giù, facendo cenno ad Elisabeth e agli altri di seguirlo.
Ed anche loro arrivarono al cospetto di quel nobile gruppetto, formato dai funzionari di corte e dalla regina di Tylesia.
“Bisogna abbandonare la città, maestà.” Disse un funzionario alla regina.
“Io non lascerò mai Tylesia ed il mio popolo.” Fissandoli la regina. “Io non voglio sopravvivere a Tylesia ed al suo Fiore.”
In quel momento, un forte colpo di tosse scosse la regina.
La regina portò una mano davanti alla bocca e si accorse che la tosse aveva macchiato di sangue il palmo.
Destefya fissò con gli occhi spalancati la sua mano sporca di sangue ed ebbe paura.
“Cosa avete, maestà?” Domandò un funzionario.
“Nulla...” mormorò lei “... ora andate... accertatevi che i soccorsi siano giunti ad ogni angolo della città... usate anche l'esercito se necessario...”
“Ma come?” Stupito un altro dei funzionari. “L'esercito è impegnato contro i nostri nemici!”
“Abbiamo perso la guerra...” fissandoli lei “... cerchiamo di salvare almeno il popolo... ora andate...”
I funzionari obbedirono e rimasta sola, Destefya prese il ciondolo che aveva al collo, dal quale pendeva una chiave di platino.
Si avvicinò al cancello del giardino, lo aprì e vi entrò.
Guisgard
24-08-2012, 02.30.44
Parsifal, suonato il corno, vide comparire, un attimo dopo, un misterioso cavaliere, bardato con una solida corazza ed armato di tutto punto.
Il volto era celato dall'elmo e sul suo scudo era impresso un misteriosissimo simbolo, che il giovane Parzifal non riconobbe subito.
“Seguimi.” Disse con una voce dura, marcata e solenne.
Si addentrarono così nella selva, fino a raggiungere una piccola cappellina di marmo.
Al suo interno vi era una bambina che giocava con dei fogli bianchi, sottratti ad uno scrivano seduto accanto a lei.
La piccola era felice e bellissima, mentre l'uomo appariva scarno e vecchio.
Strappò dalle mani della piccola quei fogli, per poi scriverci su alcune parole.
Ma terminato di scrivere, le lettere di quelle parole scivolavano via dai fogli, lasciandoli così di nuovo bianchi.
La bambina allora li riprendeva e di nuovo lo scrivano li sottraeva con astio dalle sue mani, per poi scrivere nuovamente e vedere ancora una volta le lettere scivolare via.
“Sai chi sono questa bambina e questo scrivano?” Chiese il cavaliere a Parsifal. “Essi giunsero qui molto tempo fa, per unirsi in matrimonio. Allora erano entrambi fanciulli, ma col tempo lui è invecchiato, mentre lei è rimasta sempre della stessa età.” Lo fissò. “Sai il perchè di questo? Perchè il loro è un matrimonio impossibile, in quanto le cose eterne non possono mai congiungersi con quelle mortali ed effimere. Sai dunque riconoscere cosa rappresentano questa bambina e questo scrivano?”
Altea
24-08-2012, 02.48.02
Ovunque vi era il panico generale..Tylesia era piena di macerie ma ciò che vidi scostandomi tra il gruppo di gente fu ancora più doloroso.
La regina Destefya era in ginocchio e non sapeva cosa fare, mi avvicinai a lei e la vidi tossire e dalla sua bocca uscì sangue, le chiesi che successe ma ella non rispose.
Poi mi accorsi di un carro che arrivò e sopra riconobbi Elisabeth e Reas, ma la confusione era tanta che non ebbi nemmeno il tempo di parlare, udii solo che Tylesia era ormai in pericolo e pure la gente..per un attimo pensai a Fyellon con rabbia, mi aveva abbandonata mentre a Tylesia vi era bisogno di lui e lo odiai con tutta me stessa per la promessa non mantenuta.
Mi avvicinai alla regina.."Maestà, io rimarrò al vostro fianco, sono Altea, vi ricordate di me, una delle sopravvissute al naufragio del Calars, per qualsiasi cosa io sarò al vostro fianco, per servirvi".
La regina si alzò e prese un ciondolo e vi era una chiave di brillanti, si avvio verso il cancello..sapevo cosa era, era la chiave per aprire il lucchetto di diamanti intuii, ed entrare nel giardino...che custodiva il prezioso fiore, il cuore batteva forte.
Guisgard
24-08-2012, 03.13.11
La regina Destefya fissò Altea.
“Non seguitemi...” disse con un filo di voce “... per favore...”
Girò la chiave nel prezioso lucchetto ed entrò nel misterioso giardino...
Guisgard
24-08-2012, 03.31.13
Guisgard fissò Talia con aria pensierosa.
“Si...” annuendo “... non può che essere così, come dici tu... da quel che dicono, la parola Abla non può che significare si... e allora per forza di cose è il secondo a dire il vero...” prese la mano della ragazza “... si, faremo come dici e ci fideremo della seconda sentinella...” il cavaliere allora si rivolse proprio al secondo soldato “... perdonatemi...”
“Cosa?”
“Ci occorre un'informazione, signore...”
Il soldato annuì.
“Dobbiamo recarci in una città chiamata Tylesia...” spiegò Guisgard “... la conoscete?”
“Tylesia?” Ripetè il militare. “Certo! Ho udito quel nome molte volte e ho anche visto più di uno dei suoi monumentali palazzi!”
Guisgard sorrise.
“Nelle leggende però!” Continuò la sentinella. “E nelle illustrazioni dei libri di favole!”
“Come sarebbe?”
“La città che cercate” disse il soldato “è un mito. Ma se proprio volete cercarla in un luogo che non sia un disegno o un quadro, allora dovete per forza di cose attraversare il fiume Calars.”
“Calars?” Ripetè Guisgard.
“Si, perchè solo oltre quel fiume” rispose la sentinella “può trovarsi una città sconosciuta, visto che quella regione è ignota ai più e può contenere qualsiasi cosa.”
“Come possiamo arrivare al Calars?”
“Seguite la strada verso Est.” Spiegò il militare. “Ma badate di non allontanarvi mai da quella direzione. Alla fine troverete il Calars. Non passerà inosservato, visto che le sue acque sono perennemente calde.”
Guisard e Talia, allora, presero la strada verso Est, sempre seguiti dal misterioso Anion.
“Dobbiamo arrivare a Tylesia, Talia...” disse il cavaliere “... per trovare qualcosa che sembra infinitamente prezioso... qualcosa simile ad una Reliquia... il Fiore Azzurro...”
Guisgard, così, raccontò tutto a Talia; della regina Chiarore Azzurra e del pegno che ella aveva imposto sulla vita del cavaliere.
Solo, infatti, portando il meraviglioso Fiore a Gioia Antica lei avrebbe risparmiato la vita di Guisgard.
E Anion in tutto questo rappresentava una sorta di giudice, custode e carnefice della vita del cavaliere.
Dopo alcune miglia, il carro arrivò presso la sponda di un fiume che emanava vapori e nuvole di fumo.
Su una piccola banchina era ormeggiato un battello, sul quale stava un uomo.
“E' questo il Calars?” Domandò Guisgard.
“Conoscete forse altri fiumi così caldi?” Ridendo l'uomo.
“Bene.” Annuì Guisgard. “Noi dobbiamo giungere nella regione dove sorgono le sue acque...” fece Guisgard “... potreste accompagnarci?” E lanciò un sacchetto di monete sul ponte del battello.
“Certo, messere!” Raccogliendole l'uomo. “Solitamente la corrente e i venti si calmano solo di Venerdì, anche se solo il Cielo ne conosce il perchè... partiamo dunque?”
“Certo!” Esclamò Guisgard.
Fecero allora salire il carro sul battello e poco dopo partirono.
Anion, invece, li seguiva via terra, percorrendo a cavallo la sponda del caldo fiume e senza perdere mai di vista il battello.
Daniel
24-08-2012, 11.39.50
Tutto cominciò a tremare.. In città era scoppiato il panico.. Lì vicino il portone del palazzo reale era caduto..
<<Mirna corriamo lì entro!>>
Iniziai a correre ed entrando nel palazzo vidi una nobile gruppetto.. C'erano persone che mi sembrava di conoscere.. Spalancai gli occhi erano quelli dlla nave di Goz.. C'erano Altea ed Elisabeth..
<<Siete voi?>> Domandai urlando..
Altea
24-08-2012, 15.48.03
La regina mi intimò di fermarmi e obbedii, non volevo rovinare quel momento, forse voleva stare sola ma cercavo di seguirla con lo sguardo ed ero preoccupata per la sua salute..quel Giardino pure aperto doveva rimanere un mistero..guardavo dentro cercando di vedere cosa vi era e la sua bellezza.
Ad un tratto sentii un ragazzo pronunciare il mio nome, mi voltai di scatto e dopo un pò lo riconobbi..era il figlio di Elisabeth, Daniel.."Saluti Daniel, venite vicino la regina è sola nel Giardino e ha bisogno di aiuto, ma non entrate".
elisabeth
24-08-2012, 20.42.01
Seguimmo Reas....raggiungendo il piccolo corteo Reagale....la Regina era molto dimagrita .......i suoi occhi erano infossati e il suo colpo di tosse e il suo sguardo alla mano.....era tisi, ma lei era la Regina e non poteva perdersi d'animo......enon deluse nessuno il suo popolo doveva essere messoal sicuro, la sua mano ando' sicura alla chiave del suo giardino...sapevola storia e per nulla al mondo l'avrei seguita.....non le rimaneva molto. Altea .....ero felice di rivederla....un volto amico, non riuscii a raggiungerla.......la voce di Daniel mi arrivo' dritta al cuore....mi voltai verso di lui e lo abbracciai.....il Signore lo aveva protetto...." Come stai ragazzo mio....sei un uomo ormai, credevo ti fossi dimenticato di me...."...vidi Altea avvicinarci esalutarci con gioia...ma quando senti' quello che aveva da dire..." Non avvicinatevi alla Regina......lei , non sta bene e la sua malattia e' contagiosa......forse ha solo bisogno di stare da sola e il suo mondo e' interamente racchiuso in quel giardino....tutto l'amore del mondo e' racchiuso li'......e' andata a riprenderselo..".....rimasi stretta a mio figlio mi era mancato tanto.....C'era Vivian e Cristansen.....erano accanto a noi........e ora, cosa sarebbe successo ?
Daniel
25-08-2012, 00.15.22
Abbracciai con calore mia madre..
<<Quanto tempo..>> le sussurrai..
<<Ciao Altea.. La regina è malata?>> Non mi convinceva lasciarla lì da sola.. Sciolsi l'abbraccio di mia madre e senza neanche pensarci entrai nel giardino..
Guisgard
25-08-2012, 03.01.30
Daniel, in un attimo, decise di seguire la regina, lasciando dietro di sé Elisabeth ed Altea.
Ma anche Reas cominciò a seguire la regina.
La donna era entrata nel giardino e iniziò a percorrere il lungo viale fiorito, attorniato da zampillanti fontane dai superbi giochi d'acqua e da sculture di classicheggiante perfezione.
Raggiunse allora un altare di marmo, dal quale fuoriuscivano i più bei fiori mai sbocciati a questo mondo.
Ma al centro di quell'ara marmorea, dove sembrava essere stato destinato Qualcosa di immensamente prezioso, stava un bellissimo vaso di alabastro.
Il vaso era però vuoto.
Nel vederlo, Destefya lanciò un gemito, per poi prendere un po' del terreno che era stato messo in esso.
“Il...” disse con un filo di voce la regina “... il... il mio Fiore... dov'è?”
In quel momento, qualcosa di incredibile accadde in quel giardino.
Tutti i fiori, tutte le piante e tutti gli alberi cominciarono a seccare miseramente uno dopo l'altro.
Anche l'acqua delle fontane si consumò in un attimo.
“E'...” gettandosi a terra la regina “... è... la fine... abbiamo perso...”
In quello stesso momento, ma fuori dal giardino, Redentos, che era ancora accanto ad Altea, all'improvviso vide una figura affacciarsi da una delle torri del palazzo.
“Calunda!” Chiamò ad un tratto il cavaliere, per poi correre verso la torre.
In breve vi entrò e raggiunse poi l'ultimo piano.
Chiamò più volte quel nome, cercando la donna che aveva visto in quella torre.
Alla fine, la trovò, da sola, in una stanza.
“Calunda, amore mio...” disse Redentos.
“Redentos...” sorridendo lei.
“Allora mi riconosci, anima mia?”
“Si, ora si...” rispose lei “... ti stavo aspettando... ora saremo insieme... per sempre...” e si strinsero, per poi unirsi in un bacio che sembrava fatto di Eternità.
In quel momento una nuova scossa di terremoto devastò ancora una volta Tylesia, distruggendo altri edifici e abbattendo varie parti del palazzo reale.
E tra esse anche la torre in cui si trovavano Redentos e sua moglie Calunda.
Altea
25-08-2012, 21.09.58
Abbracciai Elisabeth e Daniel, notai Redentos salire su una torre e una dama ivi al balcone ma fui destata da delle urla nel Giardino, mi voltai e come in quel sogno..tutta la bellezza di quel Giardino era svanita e attecchite..già, le cose belle e preziose come i sentimenti belli e puri vanno curati e preservati per non farli morire. E la regina era piangente, il Fiore scomparso e mi avvicinai alla regina e un gesto fulmineo mi porto' ad abbracciarla.
Ma fu un attimo, la Terra iniziò a tremare nuovamente..un terremoto..e nuovi palazzi crollarono, uscii dal Giardino e vidi un cumulo di macerie..e la torre distrutta.
"Un cavaliere" urlai "era in quella torre e vidi una dama al balcone. Presto si deve scavare per vedere se sono ancora vivi".
Daniel
25-08-2012, 23.26.50
Il giardino era magnifico.. Fiori mai visti e piante bizzarre spuntavano ovunque.. Ad un certo punto la reina disse qualcosa e vidi un vaso vuoto su un altare scolpito... Ad un certo punto tutto quello splendore svanì.. Rimasero solo foglie secche e morte.. La regina piangeva.. C'era un altro uomo nel giardino.. ma io ero attirato da un cupo ronzio.. Camminai nel giardino superando la regina ed inoltrandomi nella foresta morta.. il ronzio aumentva fino a quando arrivai ad una collina.. Il ronzio era ormai molto forte.. e Sulla collina ormai ricoperta di erba secca e dura terra vidi un fiore.. bellissimo.. Una rosa rossa scarlatta.. Contenuta in una teca di cristallo.. ed era lì.. Che fluttuava tranquilla nella sua teca.. Stavo sognando? Era reale ciò che vedevo?
Guisgard
27-08-2012, 03.15.55
Le Grida di Altea attirarono solo Reas e Cristansen, visto che tutti gli altri soldati erano impegnati a prestare soccorso in altre parti della città.
Tuttavia, la torre in cui Redentos e sua moglie erano saliti era ridotta ormai in un cumulo di macerie ed appariva inutile ogni tentativo di soccorso.
“Ormai Tylesia è un cumulo di macerie” disse Destefya “ed ovunque vi è solo pianto e dolore. Voglio che tutti voi lasciate la città, per mettervi in salvo e ricominciare una nuova vita.”
“Non senza di voi, maestà!” Esclamò Reas.
“Il mio posto è qui” fissandolo la regina “e non voglio abbandonarlo. Ora andate, è un ordine. E voi, capitano, non mi avete mai disobbedito.”
“Mia regina...” chinando il capo Reas.
Destefya si voltò poi verso Cristansen.
“Perdonatemi, messere...” sorridendogli “... voi avevate ragione ed io torto...”
La regina allora ordinò nuovamente a tutti loro di andare, per poi incamminarsi e svanire tra i fiori del giardino.
“Dobbiamo andarcene da qui.” Rivolgendosi Cristansen a Reas.
Questi annuì ed uscirono dal giardino.
“Andiamo, abbandoniamo Tylesia.” Disse Cristansen fissando Elisabeth, Altea e Vivian.
Nel frattempo, Daniel si era allontanato.
Si ritrovò nella selva e davanti ai suoi occhi cominciarono ad apparire visioni ed illusioni.
Giunse allora presso un piccolo colle e vide nuovamente Tylesia.
In città dominava il caos.
Tra le macerie, il giovane cavaliere vide i corpi straziati di individui che conosceva.
Riconobbe infatti Kojo e molti cavalieri del Tulipano, morti tra le rovine dei palazzi mentre forse erano impegnati in saccheggi e furti.
E tra quei detriti vide anche il corpo senza vita del malvagio leader dei Tulipani, lo scaltro ed ambizioso Guxyo.
Altea
27-08-2012, 15.30.09
Ero desolata...come la desolazione che regnava a Tylesia.
Guardai la regina, era stanca e pallida.."Maestà, ho affrontato tante prove e avventure per ritornare e salvare Tylesia e ora voi mi dite di andarmene da qui. Io rimarrò vicino a voi e vi aiuterò. Questo è un terremoto, purtroppo devastante...però prima o poi finirà e si dovrà pensare poi a ricostruire la città ancora più splendente, voi vi arrendete cosi facilmente? Non mandate via la gente, dovà essere di aiuto dopo finito questo periodo.
E..fareste bene a farvi visitare da un dottore".
Mi avvicinai a quel luogo dove doveva esserci stato un tempo quel Fiore..come mai ora era scomparso.
Il Giardino era diventato una sterpaglia, arido..come il cuore di chi ha perso il significato dell' Amore.
Guisgard
27-08-2012, 17.09.42
La regina non rispose niente a quelle parole di Altea, limitandosi a fissarla ed a sorriderle.
Poi si voltò e svanì in quel bellissimo giardino.
“Obbedirò anche stavolta, maestà...” disse Reas, per poi uscire e correre in città.
“Tylesia ha mancato...” disse in quel momento una voce rivolgendosi ad Altea, ad Elisabeth, a Cristansen e a Vivian “... a questa città era stato fatto un gran Dono, ma essa non è riuscita a comprenderlo...”.
Era il menestrello Fin Roma.
“Cosa intendete dire?” Chiese Cristansen.
“Il Fiore...” fissandoli il menestrello “... l'avete battezzato come il più alto simbolo ed ideale della Ragione, dell'intelletto, abbagliati, com'eravate, dai vostri dolori, dalle vostre pene, dalle vostre debolezze e dai vostri limiti. Avete imposto la vostra visione delle cose, invece di lasciarvi illuminare dal Tesoro che vi era stato donato. Le cose più preziose e belle della vita, spesso, vengono date non per merito, ma per privilegio... come la Fede e l'Amore... e così, il Fiore vi è stato tolto. Per questo Tylesia sarà distrutta... perchè ha mancato, non facendo fruttare il Dono che aveva ricevuto.”
“Vi sbagliate!” Esclamò Vivian. “Il Fiore ci è stato rubato da alcuni esseri malvagi! Demoni! Chiamati Lacrima di Cristo!”
“Vi ingannate ancora, damigella.” Sorridendo Fin Roma. “Quelli che credete essere una compagnia di arcidemoni, sono in realtà Angeli... Angeli inviati a riprendere il Fiore...”
Altea
27-08-2012, 17.18.28
Rimasi ferma ad ascoltare le parole di Finn Roma annuendo, ma rimasi stupita..erano Angeli?
"Finn Roma ha ragione, per troppo tempo l'Amore è stato negato in questo posto come la Fede in Dio..e noi siamo esseri umani, troppo inferiori a queste Divinità se cosi vogliamo chiamarle. Si è creduto di volere imporre leggi a Esseri Superiori..diteci Finn cosa possiamo fare ora per salvare Tylesia? Gli Angeli sono Creature di Luce, non possono volerci male ma solo portarci messaggi per migliorare".
Talia
27-08-2012, 18.47.52
Raggiungemmo finalmente il fiume e Guisgard, scorgendo un battello, si accordò perché ci portasse verso la regione indicataci dalla sentinella. Salimmo così sull’imbarcazione che prese subito a risalire il fiume...
Sentivo le acque calme battere contro i fianchi della barca ed il fumo caldo che saliva dal fiume sfiorarmi il viso... sospirai profondamente ripensando a tutto ciò che Guisgard mi aveva raccontato... al luogo dove eravamo diretti, all’imposizione della regina, al Fiore...
Il Fiore...
Il Fiore Azzurro...
Il Fiore di Andros...
E di nuovo, improvvisamente, si fece largo in me la sensazione che ogni nostro passo si muovesse lungo una linea precedentemente tracciata... ogni cosa che avevamo fatto, ogni luogo in cui eravamo stati era come un tassello di un grande mosaico... ed ora, improvvisamente, Guisgard doveva andare a Tylesia per cercare un Fiore... un Fiore che già Andros aveva cercato...
Sospirai e chinai la testa sulla spalla di Guisgard...
Ed allora, lentamente, iniziai a parlare... a raccontare tutto ciò che era successo da quando avevo deciso di affrontare il tenente da sola, affrontarlo per proteggere Guisgard... raccontai di Sheylon, di Iwan, dei soldati, della casa in cui mi avevano portata e poi della prigione, raccontai dei carcerieri e di come si erano convinti a buttarmi nel canale, raccontai il volo e la paura di annegare, raccontai dei due coniugi che mi avevano trovata e di quel sogno che avevo fatto, il ricordo della visione, le parole del Maestro proprio su una città di nome Tylesia...
“Ho paura, Guisgard...” mormorai, infine “Non ho paura per me... ho paura di che cosa potrebbe significare tutto questo per te! Ho paura perché sento che è colpa mia se siamo finiti qui, su di una barca diretti chissà dove in cerca di qualche cosa che non si sa se esista davvero. Ho paura perché, se dovessi perderti di nuovo, credo che potrei morirne. Ho paura perché tutto ciò che desideravo era essere felice con te ed invece non abbiamo trovato che problemi e complicazioni!”
Guisgard
27-08-2012, 19.24.59
“Sei...” disse Guisgard “... sei stata avventata, Talia... poteva accaderti qualcosa di male ed io...” prese la sua mano e la strinse “... ora però siamo insieme... e tu, giurami, che mai più mi nasconderai qualcosa...”
Sheylon emise un gemito, come a voler annuire.
“E comunque non devi temere nulla...” aggiunse il cavaliere “... perchè nessuno più ci separerà da oggi...”
Ad un tratto, davanti alla barca si mostrò una vasta barriera fatta di fumo, che sembrava voler salire fino al Cielo.
Erano i caldi fumi del Calars.
La barca era infatti giunta presso una grande cascata.
“Ecco le sorgenti del Calars...” disse il barcaiolo.
Le correnti però apparivano aumentate, tanto da scoraggiare di avvicinarsi oltre.
Questo perchè i recenti terremoti avevano stravolto il bacino che ospitava la cascata.
Inoltre ovunque c'era odore di zolfo che saliva dal sottosuolo.
“Oltre non possiamo andare...” fece il barcaiolo.
“Non importa.” Disse Guisgard.
Prese allora il carro e il barcaiolo li fece sbarcare sulla sponda più navigabile del fiume.
“Seguite sempre quel sentiero e non lasciatelo mai.” Indicò il barcaiolo. “E che Dio vi assista.”
Guisgard annuì e poi avviò il carro nella direzione del sentiero.
Un attimo dopo li affiancò il poderoso Anion.
Guisgard lo fissò e un ghigno apparve sul suo volto.
“Hai fame, vecchio mio?” Chiese ironico al misterioso suo custode. “Sai, mi sono sempre chiesto quanto cibo occorra per sfamare un colosso come te!”
Anion però non rispose nulla.
Camminarono per alcune miglia, fino a quando si ritrovarono davanti uno spettacolo maestoso.
Una città, sebbene molto danneggiata da terremoti, ancora meravigliosa, colossale, con i suoi marmi bianchi e policromi, il trionfo dell'ambra, dell'ametista, dell'argento e dell'oro sui palazzi, suoi monumenti e sulle guglie ancora in piedi.
Il vapore con i riflessi del Sole sulle alte cupole e su ciò che restava delle colossali mura, generavano giochi di luce forse sconosciuti a molti che vivono al di qual del Calars.
E fra questi impulsi cromatici di fiabesche fattezze dominavano però il lamento dei sopravvissuti, il pianto e il lutto per i morti.
“Siamo a Tylesia, Talia...” mormorò Guisgard “... o almeno, a ciò che ne resta...”
Ma proprio in quel momento, udirono dei passi.
Ma Guisgard non vide nulla intorno a loro.
Talia invece, come in una visione, vide una processione di cavalieri.
Sette cavalieri precedevano il corteo, bardati con corazze cromate e armati di tutto punto.
Dietro di loro vi erano alcuni penitenti che si battevano con verghe i fianchi e la schiena.
Seguivano poi otto vergini vestite di bianco e in cerchio racchiudevano una fanciulla, vestita con seta d'oro, che in mano portava qualcosa.
Era un vaso d'oro, con incisioni bellissime, coperto da un panno di lino bianchissimo come nessun'altra cosa a questo mondo.
Tre uomini con lunghi sai e visi coperti da cappucci portavano ciascuno tre Croci: una di legno, una di marmo e un'altra gemmata.
Chiudevano il corteo tredici cavalieri bardati ed armati come i primi sette, seguiti da alcuni suonatori di flauto.
La processione svanì nei caldi vapori del Calars.
Un silenzio innaturale scese poi nella selva.
Guisgard allora si voltò di nuovo verso Tylesia.
Le acque si erano improvvisamente ritirate.
“Sta per accadere qualcosa...” mormorò “... meglio affrettarci e andare in città a cercare il Fiore...”
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Talia
27-08-2012, 20.55.17
Tylesia... mille sensazioni diverse mi colsero quando arrivammo in quella città... sensazioni contrastanti... dapprima sollievo, poi angoscia... dapprima gioia, poi preoccupazione e sgomento...
E poi quella visione...
La processione... i cavalieri, i penitenti, le fanciulle, gli incappucciati... sussultai, memore di un’antica e lontana visione... e tremai.
Giunse così, quella visione... inattesa... implacabile... e mi sfilò davanti agli occhi quasi potessi vederla davvero...
Mi lasciò sorpresa e turbata.
Un silenzio innaturale scese poi nella selva.
Guisgard allora si voltò di nuovo verso Tylesia.
Le acque si erano improvvisamente ritirate.
“Sta per accadere qualcosa...” mormorò “... meglio affrettarci e andare in città a cercare il Fiore...”
La voce di Guisgard mi riscosse...
“O forse qualcosa è già accaduto!” mormorai in risposta, mentre il carro ripartiva verso la città.
Guisgard
28-08-2012, 02.28.50
Fin Roma si voltò verso Altea.
“Non si può fare più nulla.” Disse il menestrello. “Tylesia è condannata. Obbedite piuttosto alla regina e lasciate questa città prossima alla catastrofe.”
E proprio in quel momento una nuova scossa di terremoto, ben più potente delle precedenti, fece sussultare ancora una volta Tylesia.
I palazzi ancora in pieni cominciarono a sgretolarsi e nelle strade si aprirono delle crepe che finirono per ingoiare tutti coloro che si erano riversati per le vie, per paura di morire sotto le macerie della propria casa.
“Presto, dobbiamo uscire da qui!” Gridò Cristansen ad Altea, ad Elisabeth e a Vivian.
Prese allora tutte loro e le portò fuori dal palazzo reale.
In quello stesso momento un sordo boato scoppiò tutt'intorno e un attimo dopo una muraglia d'acqua si gettò sulla città ormai morente.
“Presto, salite!” Urlò Reas che li aveva raggiunti con una carrozza. “Dobbiamo lasciare Tylesia, o sarà la fine!”
Cristansen fece allora salire Altea, Elisabeth e Vivian sulla carrozza e partirono verso l'unica porta della città ancora in uso.
La vettura correva rapida tra le strade, con Reas che non risparmiava i cavalli.
Molti tentarono di bloccare la carrozza, per appropriarsi dei cavalli, ma il capitano riuscì a tenerli lontani con l'uso della sua frusta.
Alla fine la carrozza attraversò la porta ed uscì dalla città, mentre alle sue spalle l'acqua travolgeva tutto e tutti, come se un Castigo Divino si stesse abbattendo su Tylesia.
Reas riuscì così a condurre la carrozza sui colli vicini, al riparo dall'inondazione che aveva completamente coperto la città.
“Che Dio abbia pietà di noi...” mormorò Cristansen, mentre teneva fra le braccia sua figlia in lacrime. “E' la fine di un mondo...”
“Cosa accadrà ora?” Mormorò Reas.
“Forse nascerà un mondo nuovo e più durevole, spero...” rispose Cristansen.
Ma Reas fissava in lacrime quello spettacolo, ripensando alla sua regina che aveva scelto di morire insieme alla sua città.
Guisgard
28-08-2012, 03.25.14
XXXV Quadro: Il Cavaliere Bianco
"Il guerriero sa che un grande sogno è costituito da tante cose diverse, così come la luce del sole è l'insieme di milioni di raggi."
(Paulo Coelho, Manuale del guerriero della luce)
Guisgard si voltò verso Talia, stupito per quelle misteriose parole pronunciate dalla ragazza.
“Talia...” disse il cavaliere “... cosa vuoi dire?”
“Era la Lacrima di Cristo.” Mormorò all'improvviso Anion, rompendo così il silenzio che lo aveva accompagnato fino a quel momento. “Giunta per portare via il Fiore da Tylesia.”
“Cosa?” Sempre più turbato Guisgard. “Portare via il Fiore? Portarlo dove?”
Anion però non rispose nulla.
“Allora?” Avvicinandosi a lui Guisgard. “Non mi rispondi? Dove porterà il Fiore? Avanti, dimmelo! E' in ballo la mia vita, visto che la tua regina mi ha messo in questo guaio!”
Sheylon alzò la testa e cominciò a ringhiare, come se avesse avvertito qualcosa.
E proprio in quel momento una scossa di terremoto fece tremare la città e il territorio tutt'intorno.
E qualche istante dopo, un sordo boato scosse ancor più la terra, seguito da gigantesche onde d'acqua che travolsero Tylesia.
Guisgard allora raggiunse Talia, cercando di reggersi al carro, ma tutto intorno a loro tremava.
“Ma cosa diavolo...” riuscì solo a dire Guisgard.
“Signori!” All'improvviso una voce. “Presto, per di qua!”
Era un bambino.
Guisgard allora saltò sul carro, si sincerò che Talia stesse bene e poi cominciò ad incitare i cavalli.
“Tieniti forte a me, Talia!” Gridò il cavaliere, per poi guidare il carro nella direzione indicata dal bambino, che avvicinatosi saltò anch'egli sul carro.
“Dove, ragazzo?” Chiese Guisgard, mentre l'acqua stava travolgendo tutto intorno a loro.
“Seguite quella radura!”
Il carro allora si lanciò velocissimo dove aveva detto il bambino.
E corsero fino ad imboccare una piccola salita che dava sulla parte alta di una rupe.
Salirono così fino alla cima, dove apparve un grande palazzo su un maestoso ponte, circondato dall'acqua.
“Qui saremo al sicuro, signori.” Disse il bambino. “L'acqua non ci farà più nulla qui.”
“Dove siamo?” Domandò Guisgard.
“A casa...” rispose il bambino “... e il mio nome è Fianò, signore...” lo fissò incuriosito “... si, siete uguale a come vi ho sognato...”
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Altea
28-08-2012, 10.46.25
Tutto successe in fretta e non ebbi nemmeno il tempo di realizzare cosa stesse succedendo...Tylesia prima fu scossa da un terremoto e ora stava sprofondando nell'acqua. Mi chiedevo, se Dio era benevolo perchè aveva voluto punire degli innocenti? Quante vittime innocenti ci saranno state...rimasi in silenzio.
Mi chiesi quale era stato alla fine il mio compito, ero partita da Tylesia per sconfiggere il suo nemico e finalmente una volta tornata dopo tanto peregrinare e lottare la vedevo sprofondare.
Daniel
28-08-2012, 12.09.02
Tutto distrutto.. tutti uccisi.. Era tutto immerso nel caos più totale..
"Giada cosa devo fare?" ero nel panico.. Salìì in cima alla collina e cn tutto il potere che avevo urlai nelle menti di tutti gli abitanti di Tylesia..
"Cavalieri delle corazze! Dove siete? Serve il vostro aiuto!"
Talia
28-08-2012, 17.23.05
“La Lacrima di Cristo...” ripetei, quasi sovrappensiero, alle parole del misterioso cavaliere.
La Lacrima di Cristo... riflettevo... avevo già visto quella processione, li avevo già visti giungere per prendere il Fiore...
Il vento ululava tra le nuvole che inquiete si rincorrevano e contorcevano nel Cielo.
Si poteva indovinare la forza di quel vento che soffiava senza sosta sulle cime della boscaglia, rendendole quasi deformi nei tronchi e con i rami protesi tutti in un sol senso, come se implorassero clemenza in quel giorno d’ira.
La torre si ergeva muta e austera, con la base sommersa da incolti cespugli spinosi e le murature ricoperte da sterpi e rampicanti.
E sembrava or ora sul punto di capitolare a quell’assedio portato dalle forze della natura.
Talia fissava l’inquieta boscaglia con i capelli in balia del vento e i pensieri alla mercè di una lenta malinconia mista a solitudine.
“Non restate qui al freddo, milady…” disse la badessa “... rientrate, vi supplico... ora che avete riacquistato la vista potrete vedere il Fiore... ma se resterete qui allora c’è il pericolo di ammalarvi di nuovo...”
Ad un tratto alcune novizie salirono correndo.
“Per l’Amor del Cielo!” Le riprese la badessa. “Che modi sono questi? Non siete più delle fanciulle!”
“Madre…” rispose una di quelle “… siamo qui per vedere lo spettro... dicono appaia per lamentarsi al crepuscolo...”
“Si, vogliamo vedere il fantasma del vecchio cavaliere ucciso dal suo stesso figlio!” Disse un’altra di loro.
“Nessuna vedrà niente!” Sentenziò la badessa. “E ora su, ognuna nella propria celletta!”
Ma appena rimasta sola, Talia fu scossa dal suono di una tromba.
Si affacciò e vide qualcosa.
Un lungo corteo di cavalieri preceduti da 7 chierici dai lunghi abiti neri.
Ciascuno di questi portava una Croce gemmata dai superbi bagliori.
Dietro di loro alcuni penitenti si flagellavano e si lamentavano, mentre qualche passo più indietro avanzavano dei monaci che recitavano orazioni tratte dalla Liturgia dei Morti.
Appresso, finalmente, avanzavano i cavalieri.
Erano preceduti da un cappellano che portava una Croce di legno spoglia e umilissima.
I cavalieri, 13 in tutto, indossavano corazze di un colore simile alla nebbia.
Il corteo era chiuso da un carretto, guidato da un gobbo, che trasportava una bara chiusa.
“Non potremo resistere al lungo!” Gridò la badessa che era di nuovo salita in cima alla torre. “Milady…” fissando Talia “... milady... vale davvero tanto difendere il tesoro rinchiuso in questa torre?”
Tremai mentre quella visione mi tornava alla mente, chiara e nitida come appena vissuta...
‘Vale davvero tanto difenderlo?’ aveva chiesto la badessa...
Era possibile farlo? mi chiedevo io adesso.
Rimasi pensierosa a lungo... preoccupata, perché ora non erano più soltanto in ballo le mie visioni e qualsiasi cosa le mandasse, ma ora in ballo c’era la vita stessa di Guisgard... e questo mi spaventava più di qualsiasi altra cosa!
Poi, improvvisamente, una scossa di terremoto mi riscosse da quei pensieri... gridai e mi aggrappai al carro, mentre la terra tremava e schizzi d’acqua mi raggiungevano il viso e le braccia... Guisgard, allora, balzò di nuovo sul carro e partimmo... tremavo, tenendomi stretta al suo braccio...
Salirono così fino alla cima, dove apparve un grande palazzo su un maestoso ponte, circondato dall'acqua.
“Qui saremo al sicuro, signori.” Disse il bambino. “L'acqua non ci farà più nulla qui.”
“Dove siamo?” Domandò Guisgard.
“A casa...” rispose il bambino “... e il mio nome è Fianò, signore...” lo fissò incuriosito “... si, siete uguale a come vi ho sognato...”
Esitai... mentre le mie mani, lentamente, allentavano la presa sul braccio di Guisgard...
“A casa?” mormorai, come riprendendomi solo a fatica dallo spavento.
Poi le ultime parole del ragazzino mi sorpresero...
“Sognato?” domandai, voltandomi in scatto verso di lui e tornando, istintivamente, a stringere il braccio di Guisgard, come a volerlo proteggere “Che cosa hai sognato?”
Guisgard
28-08-2012, 18.09.31
“Ho sognato il Cavaliere Bianco.” Disse Fianò a Talia.
Il bambino fece poi loro segno di seguirlo e li condusse in quel palazzo tra il ponte sospeso sulle acque.
Era un edificio solenne, figlio di un'architettura sconosciuta per quel tempo, dove il gotico sembrava sbocciare da forme romaniche di una insolita delicatezza.
Non mancavano però anche richiami classicistici, capaci di mutare in forme ora pompose, ora sofisticate.
All'interno, invece, il monumentale palazzo mostrava un aspetto più austero, quasi simile a quello di una cattedrale, con forme essenziali e slanciate come si possono ammirare in gran parte delle chiese del tempo.
“Papà, sono a casa!” Chiamò Fianò.
“Piccolo scellerato!” Arrivò gridando suo padre. “Dove sei stato? Ti avevo detto di restare qui, perchè fuori non è sicuro!”
“Stai tranquillo, papà.” Sorridendo il bambino. “Sto bene.”
L'uomo si accorse di Guisgard e Talia.
“Papà, Tylesia è...”
“Si, lo so.” Annuì suo padre, per poi fare cenno ai tre di seguirlo.
Così, Guisgard, Talia e Fianò, condotti dal padre di questi, raggiunsero un grande terrazzo e davanti a loro si mostrò un'immagine tanto apocalittica, quanto incredibile.
Dove fino a poco prima sorgeva ciò che restava di Tylesia, ora invece vi era un grande lago, proprio nel cuore della selva, con caldi fumi che dalle acque si libravano nel cielo.
“Dov'è finita Tylesia?” Chiese Fianò.
“Travolte dalle acque...” rispose suo padre.
“Nessuno si è salvato?”
“Solo pochi superstiti, dispersi ora nella selva.”
Il padre di Fianò si voltò allora verso Guisgard e Talia.
“Chi siete, signori?”
“Io sono un cavaliere ed il mio nome è Guisgard... lei è Talia.”
“Siete profughi da Tylesia?”
“No, siamo arrivati qui proprio oggi” fissandolo Guisgard “e ci siamo trovati nel bel mezzo di questa tragedia.”
“Volevate visitare Tylesia?”
“Cercavamo Qualcosa...”
In quel momento qualcuno bussò alla porta.
“Forse sono dei superstiti.” Disse il padre. “Corri ad aprire, Fianò.”
Il bambino obbedì e poco dopo tornò con un ospite.
“Salute a tutti voi, miei signori.” Avanzando questi. “Mi chiamo Fin Roma e sono un menestrello. Cerco ospitalità per stanotte.”
Talia
28-08-2012, 20.05.10
Guidati dal ragazzino, entrammo nel palazzo ed incontrammo suo padre... ero sorpresa... ci invitarono ad entrare e ci offrirono ospitalità senza chiederci niente ed accontentandosi delle poche informazione che dette loro Guisgard, circa il nostro arrivo e i nostri interessi a Tylesia...
Ero sgomenta... la città sembrava essere franata sotto un terremoto e poi dissero che le acqua calde del fiume l’avevano completamente sommersa... dovunque c’era disastro e desolazione... gran parte della popolazione non era riuscita a salvarsi, dissero, ed i pochi dispersi si trovavano nella foresta...
Ed allora a me mancò l’aria!
Aveva visto la città di Tylesia in molte, moltissime visioni... eppure c’eravamo arrivati soltanto quando ormai era caduta... com’era possibile? Perché?
E poi il Fiore... perché era stato portato via?
E quel ragazzo che aveva detto di aver sognato Guisgard... il Cavaliere Bianco, aveva detto... che cosa significava?
La testa mi girava forte... sempre più forte... ed io ero confusa... mille e più domande si affacciavano alla mia mente ed ognuna portava con sé mille altri dubbi e questioni...
Poi qualcuno bussò alla porta.
In quel momento qualcuno bussò alla porta.
“Forse sono dei superstiti.” Disse il padre. “Corri ad aprire, Fianò.”
Il bambino obbedì e poco dopo tornò con un ospite.
“Salute a tutti voi, miei signori.” Avanzando questi. “Mi chiamo Fin Roma e sono un menestrello. Cerco ospitalità per stanotte.”
Inspirai, sorpresa... e tentai di scacciare quella marea di sensazioni che mi stavano dominando...
“Giungete, forse, dalla città distrutta?” domandai, allora, al nuovo venuto “Giungete solo? Non ci sono altri superstiti con voi?”
Guisgard
28-08-2012, 20.49.16
“Si, giungo da Tylesia.” Disse Fin Roma a Talia. “Sono solo e la città è ormai distrutta e i pochi superstiti sono fuggiti sulle montagne.”
“Cosa accadrà loro?” Chiese il padre di Fianò.
“Col tempo spetterà a loro edificare una nuova Tylesia.”
“Come è potuto succedere?” Scuotendo il capo il padre di Fianò.
“E' stata colpa della Lacrima di Cristo, papà!” Con rabbia Fianò.
“No, chi è causa del suo mal pianga se stesso.” Disse Fin Roma.
“Perchè tutto questo?” Mormorò il padre.
“Per il Fiore.” Fissandolo Fin Roma. “La Lacrima di Cristo è stata inviata per portarlo via.”
“Portarlo dove?” Fece Guisgard. “E cos'è la Lacrima di Cristo?”
“Sono Angeli...” rispose il menestrello “... inviati per portare il Fiore in un nuovo luogo. Probabilmente in questo momento hanno già scelto la Sua nuova dimora.”
“Angeli?” Ripeté Fianò.
“Si, Angeli.” Ribadì Fin Roma.
“Parlateci del Fiore!” Disse Guisgard. “Dove cercarlo? Come riconoscerlo?”
“Chi ha la fortuna di vederlo” spiegò il menestrello “lo riconoscerà subito... basta liberarsi da ogni paura... poiché è la paura che rende ciechi...” e fissò Talia.
“Sono perduto...” alzandosi Guisgard “... non lo troverò mai...”
“Cercate il Fiore” disse Fin Roma “come se fosse la cosa più preziosa del mondo...”
Guisgard si voltò verso Talia.
“Papà...” avvicinandosi Fianò al suo genitore “... è lui il cavaliere del mio sogno...” indicando Guisgard.
“Già, l'hai detto anche prima...” mormorò questi “... cosa hai sognato, ragazzo?”
“Il Cavaliere Bianco...” rispose lui “... aveva il vostro volto...”
“Seguitemi, cavaliere...” disse il padre di Fianò e li condusse in una sala colma di armi di tutti i generi e di tutti gli imperi conosciuti.
E tra esse vi era una corazza bianca posta contro una parete.
“Questo è il Cavaliere Bianco.” Indicò il padre di Fianò.
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Talia
29-08-2012, 17.23.24
Il menestrello Fin Roma ci parlò di ciò che era accaduto a Tylesia, della Lacrima di Cristo e del Fiore...
Poi quelle parole...
‘...basta liberarsi da ogni paura... poiché è la paura che rende ciechi...’
Avvertii il suo sguardo su di me a quelle parole... e sussultai, portando istintivamente una mano a stringere il ciondolo di Chymela...
La paura...
E pensai a quanta paura avevo avuto io... la paura per la sorte di Guisgard e la paura di perderlo, la paura che i Cavalieri della Luna Nascente ci trovassero, la paure per quelle visioni, la paura di non riuscire a decifrarle, e poi la paura di non vedere più i miei fratelli, la paura per l’anima di Fyellon, la paura di aver deluso il Maestro...
Tante, forse troppe paure.
Sospirai... ed allora avvertii anche un altro sguardo su di me, uno sguardo dolce e che conoscevo così bene... allungai una mano, dunque, e carezzai piano quella di Guisgard, ricambiando così quel suo sguardo.
“Papà...” avvicinandosi Fianò al suo genitore “... è lui il cavaliere del mio sogno...” indicando Guisgard.
“Già, l'hai detto anche prima...” mormorò questi “... cosa hai sognato, ragazzo?”
“Il Cavaliere Bianco...” rispose lui “... aveva il vostro volto...”
“Seguitemi, cavaliere...” disse il padre di Fianò e li condusse in una sala colma di armi di tutti i generi e di tutti gli imperi conosciuti.
E tra esse vi era una corazza bianca posta contro una parete.
“Questo è il Cavaliere Bianco.” Indicò il padre di Fianò.
Il silenzio più assoluto cadde nella sala a quelle parole dell’uomo... sentivo gli sguardi di tutti, vagamente ammirati e stupiti, rivolti alla parete di fronte a noi, ma io non potevo vedere che cosa quella parete ospitasse...
Esitai per qualche momento...
Poi, lentamente, avanzai di qualche passo... le mani tese avanti a cercare il motivo di tanta meraviglia...
Un passo esitante... poi un altro... ed un altro ancora...
Infine le mie dita sfiorarono una superficie fredda, liscia e resistente...
Avanzava verso di me come portato dal vento. La luce che rifletteva sulla sua corazza candida gli donava un’aura abbacinante che feriva i miei occhi, e tuttavia ero assolutamente incapace di distogliere lo sguardo... la sua bellezza, la sua magnificenza erano tali da impedire ai miei occhi di abbandonarlo, fosse stato anche solo per un istante. Una bellezza terribile, la magnificenza di quel cavaliere possente e letale, spietato con ogni nemico...
Tremavo... ma non tremavo di paura, no. Tremavo di emozione e di turbamento.
Avanzava verso di me, e ad ogni passo la terra tremava e la luce si faceva vieppiù intensa ed accecante...
Poi, quando giunse a qualche distanza da me, si fermò.
E solo allora mi accorsi che non era solo: altri tre Cavalieri erano con lui e lo attendevano, arretrati di appena qualche passo.
Uno aveva la corazza di un verde brillante, possente e salda come la terra.
Un altro indossava una corazza blu come il mare più profondo, con la tunica che sventolava appena ed un’ascia che emanava riverberi dello stesso colore.
L’ultimo portava una corazza di un rosso intenso e vagamente screziato, tanto da apparire quasi avvolto dalle fiamme e spaventoso all’aspetto.
I miei occhi vagarono tra i tre cavalieri solo per un attimo, poi tornarono sul Cavaliere Bianco... una parte di me era triste, una parte di me desiderava che restasse... e così, quasi istintivamente, allungai una mano e la tesi verso di lui.
Il Cavaliere la fissò per appena un istante, ma non la prese... non poteva... gli altri lo stavano aspettando...
Ed io lo sapevo.
Sospirai.
Poi, lentamente, sollevai la mano per una carezza, giungendo a sfiorare la celata con la punta delle dita, e sorrisi.
Un sorriso triste, ma incoraggiante... un sorriso che non lo abbandonò neanche per un momento mentre si voltava e si allontanava con gli altri tre Cavalieri.
Ero triste... ma non avevo più paura, adesso: sarebbe tornato.
Le mie dita si staccarono di scatto dal freddo metallo della corazza ed io, inspirando in modo profondo, vacillai vistosamente.
Quella visione era stata chiara, nitida, potente... tremai... ed istintivamente cercai la mano di Guisgard.
Guisgard
29-08-2012, 19.56.45
Guisgard, sfiorato dalla mano di Talia, la strinse come a voler rassicurare la ragazza di ogni sua preoccupazione.
Da una bifora penetrava un raggio di Sole che pareva danzare sul volto e sui capelli di lei.
Poi, quasi come a riflettersi, la luce toccava l'elmo della corazza proprio sulla visiera.
“Insomma...” disse Guisgard “... perchè ci avete condotti qui?”
“Perchè Fianò vi ha sognato.” Rispose il padre del bambino.
“Già, ma cosa ha sognato?”
“Cavaliere...” fissandolo il padre di Fianò “... ascoltatemi... e anche voi...” rivolgendosi a Talia e a Fin Roma “... antiche leggende parlano di quattro cavalieri destinati a proteggere Tylesia... quello Blu, quello Verde, quello Rosso e quello Bianco... quattro custodi, tre dei quali io ignoro l'ubicazione o anche l'esistenza, vegliano sulle corazze... lo scopo di queste armature è quello di difendere Tylesia... ora però che la città è andata distrutta non c'è più motivo che la corazza bianca resti qui... deve andare via... e qui entrate in scena voi, messere...”
“Io?” Ripetè stupito Guisgard.
“Si, Fianò vi ha sognato accanto alla corazza...” annuì il padre di Fianò.
“Un momento...” interrompendolo il cavaliere “... io non voglio certo diventare un mito o una leggenda solo perchè una vecchia tradizione...”
“Aspettate.” Disse il padre del bambino. “Non vi ho detto questo. Nessuno può scegliere chi sarà il Cavaliere Bianco, se non la sua stessa corazza. Voglio solo affidarvi una missione... anzi, chiedervi una grazia... portate via la corazza...”
“Per farne cosa?” Domandò Guisgard.
“Portatela via, per lasciarla poi in un luogo adatto...”
“Quale?”
“Una chiesa.” Rispose l'uomo. “Una chiesa dedicata a San Michele Arcangelo. In queste terre ve ne sono parecchie. Una chiesa qualsiasi, purchè dedicata all'Acangelo, andrà bene.”
“Io devo cercare il Fiore...”
“Troverete presto una chiesa e lascerete la corazza.” Fissandolo l'uomo. “Vedrete che non vi darà peso.”
Fece allora loro segno di uscire e Fianò li condusse sul terrazzo.
“Talia, siediti qui...” disse Guisgard, accompagnandola accanto ad un'amaca “... non voglio che tu ti affatichi troppo... appena ti sentirai, riprenderemo il nostro cammino...”
“E i Cavalieri che vi inseguono?” Fissandolo il menestrello.
“Come sapete di questo?”
“Vi daranno sempre la caccia.” Disse Fin Roma.
“Chi siete voi?”
“E' importante?”
Guisgard allora si voltò verso il lago, dove un tempo dominava Tylesia.
“Tutto perduto...” mormorò “... è la fine?”
“No, è solo l'inizio, Cavaliere...” rispose Fin Roma “... vi stanno cercando... e stanno cercando la vostra Talia...”
“Cosa posso fare?”
Fin Roma sorrise.
“I Cavalieri la cercano perchè credono appartenga a loro, promessagli dal vostro Maestro...” disse il menestrello “... ma se invece fosse vostra? La vita, ragazzo mio, non è che un immenso gioco di ruolo, dove ognuno, consciamente o inconsciamente, possiede un ruolo... ma chi, invece, può viverlo davvero il proprio ruolo?”
“Chi siete voi?” Domandò nuovamente Guisgard.
In quel momento tornò il padre di Fianò con una scatola cromata e lucidissima.
“Ecco, la corazza...” dandola a Guisgard.
“Lì dentro?” Stupito questi. “Impossibile! Quella corazza è...”
“E' qui dentro.” Fece il padre del bambino. “Ma non apritela mai. Intesi?”
Guisgard annuì e prese la scatola, fissandola e provando una strana inquietudine.
Guisgard
29-08-2012, 20.08.12
I superstiti da Tylesia, tra cui Altea ed Elisabeth, quando la situazione si calmò, scesero di nuovo a fondovalle, fino a raggiungere la sponda più tranquilla e stabile del Calars.
Qui, alcuni militari, erano riusciti a portare in salvo delle imbarcazioni per navigare il fiume.
“Ascoltate...” disse Reas “... alcune imbarcazioni prenderanno il Calars per raggiungere il suo delta. Sappiamo che dall'altra parte vi è un mondo sconosciuto per noi. Lady Altea e lady Elisabeth provengano da lì e possono guidarci. Chi invece vorrà restare qui, per ricostruire la città, allora comincerà insieme a me una nuova vita. Decidete voi.”
Intanto, su una cima vicina, Daniel aveva invocato l'arrivo degli altri cavalieri.
“Daniel...” disse vibrando Giada “... questo sarà il tuo compito... trovare gli altri tre cavalieri... devi farlo, Daniel... la tua missione non è finita...”
Altea
29-08-2012, 20.19.59
Raggiungemmo di nuovo il Calars, vi erano imbarcazioni e tanto fervore..ascoltai attentamente Reas e risposi in tono sicuro.."No, non tornerò indietro...senza prima avere ricostruito Tylesia, io rimarrò qui".
elisabeth
29-08-2012, 21.15.39
C'e' un periodo nella vita di tutti noi che diventa per un po' la citta' di Tylesia......terremoti..devastazioni, cose stupende cadere giu' e distruggersi per un niente.....ero passata tra corpi feriti, tra urla di aiuto eppure quale giardino aveva un'anima......cavalieri lottavano senza tregua e Reas non ci aveva mai persi di vista...Daniel si stava comportando in maniera stupenda..suo padre sarebbe stato orgoglioso di lui......e cosi' ando' per la sua strada......andare via o rimanere.....cosa doveva scegliere la Signora dei Boschi........qual'era il mio compito, ero salita sul Carrozzone eppure ancora non lo sapevo, la natura mi chiamava.....esisteva in me.......Altea non aveva esitato..la sua sicurezza era ammirevole, guardai Vivian.....e forse pensai che un giorno in qualsiasi momento.sarei potuta tornare a casa......" Forse e meglio dare una mano.....a chi ne ha bisogno....Tylesia ha voglia di amore e braccia.....io resto"....
Talia
29-08-2012, 21.26.49
Mi sedetti dove Guisgard mi aveva indicato e chiusi gli occhi... quella visione era ancora così vivida nella mia mente... e poi le parole dell’uomo sui quattro cavalieri... proprio i quattro cavalieri che avevo appena visto...
i difensori di Tylesia, aveva detto...
ed ora che Tylesia non c’era più, qual era il loro compito?
E poi c’era il sogno del bambino... che cosa significava quel sogno?
Sospirai, prendendomi la testa tra le mani...
tutte quelle domande che mi si accavallavano in mente mi confondevano e mi stremavano...
“E i Cavalieri che vi inseguono?” Fissandolo il menestrello.
“Come sapete di questo?”
“Vi daranno sempre la caccia.” Disse Fin Roma.
“Chi siete voi?”
“E' importante?”
Guisgard allora si voltò verso il lago, dove un tempo dominava Tylesia.
“Tutto perduto...” mormorò “... è la fine?”
“No, è solo l'inizio, Cavaliere...” rispose Fin Roma “... vi stanno cercando... e stanno cercando la vostra Talia...”
“Cosa posso fare?”
Fin Roma sorrise.
“I Cavalieri la cercano perchè credono appartenga a loro, promessagli dal vostro Maestro...” disse il menestrello “... ma se invece fosse vostra? La vita, ragazzo mio, non è che un immenso gioco di ruolo, dove ognuno, consciamente o inconsciamente, possiede un ruolo... ma chi, invece, può viverlo davvero il proprio ruolo?”
“Chi siete voi?” Domandò nuovamente Guisgard.
In quel momento tornò il padre di Fianò con una scatola cromata e lucidissima.
“Ecco, la corazza...” dandola a Guisgard.
“Lì dentro?” Stupito questi. “Impossibile! Quella corazza è...”
“E' qui dentro.” Fece il padre del bambino. “Ma non apritela mai. Intesi?”
Guisgard annuì e prese la scatola, fissandola e provando una strana inquietudine.
Avevo sollevato gli occhi a quelle parole del menestrello ed ero rimasta ad ascoltare la sua conversazione con Guisgard, interrotta brevemente dal padre del ragazzo di ritorno con la corazza...
Esitai per qualche momento... poi mi alzai in piedi...
“Messer Fin Roma, perdonatemi...” mormorai, avanzando di qualche passo “Dite di venire da Tylesia... dite di essere un menestrello, un cantore... ma ciò che dite ha per me ben altro suono!”
Mi fermai esattamente di fronte a lui... non potevo vederlo con gli occhi, e tuttavia mi sembrava che la mia mente riuscisse a distinguerlo molto bene...
“Dite che non ha importanza chi voi siate, ma io non sono d’accordo... perché voi conoscete fatti che riguardano persone a me molto care... voi sembrate conoscere fatti sulle persone per me più care al mondo... Guisgard... il Maestro... perciò vi porrò, adesso, la domanda che già vi è stata posta... chi siete realmente?”
Parsifal25
30-08-2012, 01.41.02
Terminata la prova, innanzi a me apparve un eccelso e maestoso cavaliere. Aveva un simbolo con se ma non riuscivo a comprenderne il significato, poco dopo ci addentrammo nella foresta e senza far parola mi condusse in una cappellina.
Arrivato dinanzi ad essa, il cavaliere presentò la scena e mi porse la seconda prova....mi chiedevo, tra me e me, il perchè di tutto ciò.......ma oramai non si poteva più tornare indietro......
La seconda prova era basata sulla simbologia dei due protagonisti: il vecchio scarno e emaciato e la bambina rosea e vivace, entrambe rappresentavano un modus, ma quale poteva essere?
Iniziaì con il primo e risposi:
"il vecchio....rappresenta lo status dell'uomo di oggi, stanco e incapace di riconoscere la beltà delle piccole cose, mentre la bambina la felicità e l'appagamento derivante dalle cose banali della vita......"
Guisgard
30-08-2012, 03.07.43
A quelle parole di Altea ed Elisabeth, tutti i superstiti, come attraversati da un nuovo fervore, esultarono e cominciarono, uno dopo l'altro, prima gli uomini, poi le donne, gli anziani e i bambini, a proporre se stessi per ricostruire una nuova Tylesia.
Vincere la natura, ma non solo.
Avevano voglia di ricominciare, cancellando tutti quegli errori che avevano condotto i tylesiani alla catastrofe.
Reas, allora, commosso per ciò che vedeva, corse verso Altea ed Elisabeth e le abbracciò forte.
Poi prese una verga e cominciò a segnare a terra delle linee.
“Presto, anche voi.” Disse rivolgendosi a tutti loro. “Cominciamo a disegnare il nuovo perimetro della città... poi invocheremo su di essa la Benedizione Divina.”
In quel momento due monaci, con i sai sporchi di fango, si fecero avanti tra la folla.
“Messere...” disse uno di loro “... sono Jovinus e questi” indicando l'altro monaco “è frate Plautus... giungemmo in queste terre per costruire una chiesa in qualche zona desolata e convertire molti alla Fede Cristiana... ma ora serve qui una nuova chiesa e noi la costruiremo tutti insieme... e in questa” mostrando una scatola che recava con sé “è conservata una Santa Reliquia... si tratta di una delle pietre adoperate per il martirio di Santo Stefano... è ancora macchiata con il suo sangue... una volta costruita la nuova chiesa, sarà conservata al suo interno... e Santo Stefano sarà il patrono della nuova Tylesia...”
Tutti allora si strinsero attorno ai due monaci, che recitarono così la Santa Messa per benedire i lavori per la nuova città.
E alla fine tutti loro si unirono in un solo canto all'Altissimo, fatto di amore e speranza per il futuro.
Guisgard
30-08-2012, 03.18.17
A quelle parole di Parsifal, il misterioso cavaliere che lo accompagnava scosse il capo.
“Cerchi la soluzione” disse “ricorrendo a dei ragionamenti complessi, invece di affidarti alle tue sole sensazioni ed emozioni. Hai ancora molta strada da fare, ragazzo. Le due figure che vedi, la bambina e lo scrivano, rappresentano in realtà rispettivamente il Cuore e la Ragione. Ecco come appaiono nella realtà. E rammenta, invece, che un cavaliere deve sempre e solo seguire il suo cuore per riuscire nelle imprese che gli verranno inviate. Ti ho condotto qui perchè il tuo compito non è concluso. Io so che sei in cerca di qualcosa di grande, che riguarda te stesso e le tue origini. Ma prima dovrai recuperare ciò che ti è stato donato e che tu non hai saputo custodire... parlo della corazza rossa. Devi allora inseguire colui che ha rubato le vestigia del Cavaliere Rosso, affinchè sia tu poi ad indossare quell'armatura. Cercalo senza sosta, Parsifal. Solo così potrai compiere il tuo destino.”
Il cavaliere condusse allora Parsifal in una piccola cappella e lì ascoltarono la Santa Messa.
Si confessarono e mangiarono il Corpo di Nostro Signore.
Finita la celebrazione, il misterioso cavaliere salutò Parsifal e poi svanì nella selva.
Ora il giovane cavaliere conosceva il suo destino.
Guisgard
30-08-2012, 04.16.57
Fin Roma fissò Talia e sorrise lievemente.
Poi cominciò ad accarezzare lo strumento musicale che aveva con sé.
“Chi sono...” disse “... forse tante cose, o forse niente... forse sono un volto intravisto di sfuggita tra la folla e chiamato ad impersonare uno dei tanti chierici vaganti, uno di quegli allegri menestrelli o forse solo un giullare di se stesso... posseggo solo il mio nome, che mi fu dato da mio Padre e con il quale Egli mi chiama durante certe sere d'Inverno per farsi allietare dal mio canto... conoscete il mio nome, milady... e non vi occorre altro...”
“Ti disturbo, mio signore?” Chiese Talia avvicinandosi a Guisgard, intento a scrivere alcune cose su un foglio di carta. “Che fai di bello?”
“Mi manca un ultimo personaggio per la recita che organizzano i monaci...”
“Quale?” Domandò lei.
“Non so... un personaggio speciale...”
“Cioè?”
“Un menestrello...” rispose lui “... ma che in realtà rappresenti, anzi, personifichi qualcosa...”
“Cosa?”
“Messer Amore...” mormorò lui “... ma voglio dargli un nome speciale...”
“Messer Amore non va bene?”
“No, vorrei qualcosa di particolare...” spiegò lui “... qualcosa che ne descrivi le sue meraviglie... come... si, ad esempio, come l'Amor Cortese... ma detto così non suona bene come nome...”
“Allora scrivilo in un altro modo.” Disse lei.
“E come?”
“Non so, che suoni in maniera più musicale.” Rispose lei. “Scrivilo in francese.”
“Non conosco il francese...”
“Un Lancillotto che non conosce la sua lingua madre!” Esclamò divertita lei. “Che vergogna!”
“Spiritosa!”
Lei allora rise, per poi avvicinarsi ancor più e sussurrargli all'orecchio quella cosa in francese.
Quel ricordo durò un attimo, poi, destandosi, Talia non avvertì più la presenza del menestrello.
Ma prima che potesse dire qualcosa, Guisgard le si avvicinò, approfittando che gli altri si erano allontanati.
“Forse è giunto il momento di ripartire, Talia...” disse il cavaliere, fissandola negli occhi “... ma forse il menestrello ha ragione, quando dice che presto i Cavalieri della Luna Nascente ritorneranno e ricominceranno a darci la caccia senza tregua... e noi non abbiamo più molto tempo per fuggire, visto che l'anno di tempo, concessomi dalla regina Chiarore Azzurra per trovare il Fiore, pende su di noi come una Spada di Damocle...” la sua voce si fece incerta e tremante “... ed io... io non posso esporti a questi rischi e a questi pericoli... forse, come dice il menestrello, c'è un solo modo per liberarci di quei Cavalieri, un solo modo per strapparti ai loro piani, a quel giuramento che sembra volerti destinare ad un'esistenza lontana da qui... lontana da me...” strinse le mani di lei “... ma io non voglio... non voglio che tu sia mia solo per un compromesso, solo per strapparti ad un giuramento imposto con la forza... io...” chiuse gli occhi come a voler cercare la forza dentro di se “... io” riaprendoli e facendoli sprofondare in quelli di lei “ho sofferto e sopportato di tutto pur di averti con me, di starti vicino... mi sono inimicato gli uomini e le loro istituzioni... e forse anche il Cielo... ho finto di dormire in quelle notti inquiete quando tu invece riposavi serena accanto a me, senza poterti mai toccare, mai accarezzare, mai baciare... fingermi tuo fratello, tuo amico, in questo insopportabile gioco fatto di ruoli e di recite è forse la cosa più terribile che ci sia, ben peggiore della vergogna e della morte destinatemi da quei Cavalieri... eppure, ho sopportato tutto solo per averti accanto... già, averti con me, eppure mai veramente nel mio cuore... ma ora... ora io non posso accettare anche questo... non posso fare come mi ha suggerito il menestrello e come mi consiglia il buon senso... non posso e non voglio indossare un'altra maschera e giurare davanti a Dio, pur sapendo che non sarai mai mia, che non riuscirò mai a conquistarti, a farti innamorare di me... sapendo che, per quante parole io potrò strappare alla terra e al Cielo, non riuscirò comunque ad avere il tuo amore per me...” esitò e ormai la sua voce era rotta “... perchè, Talia... io ti amo... ti amo di un amore infinito, infaticabile, inclemente... un amore che arde e mi consuma giorno dopo giorno, notte dopo notte... io ti amo da sempre... sin da quando, fanciullo, giunsi al Casale... io ti amo di un amore vero e che rinnega questi inganni, questi giochi e queste finzioni... un amore non fatto d'aria e di parole, ma di respiro, di sangue e di anima... io ti amo, Talia... e ti amerò per sempre...” i suoi occhi azzurri erano ormai diventati vermigli e calde lacrime rigavano il suo volto “... si, per sempre... perchè a questo mondo esistono le cose eterne... ed eterno è il mio amore per te... come eterna, lo so, è la mia maledizione perchè non ti avrò mai...” accarezzò il volto di lei “... perdonami... ma ora non ho la forza di lasciarti...” e la baciò con passione.
Con un bacio lungo come la sofferenza di questi lenti anni e intenso, come i battiti del suo cuore che sembrava scoppiargli nel petto.
http://www.alicia-logic.com/capsimages/pc_229KnightleyBloom.jpg
elisabeth
30-08-2012, 17.29.35
Tutti esultarono alla decisione unanime per la ricostruzione.......dopo la distruzione si tende sempre a mettere su..pietra sopra pietra , per riprendere a vivere.......Vidi Reas comportarsi come varebbe fatti un nuovo capo branco....era lui che alcuni segni importanti avrebbe delimitato le mura di Tylesia.........Due Monaci e la costruzione di una chiesa......rinasceva il pensiero all' amore, mi allontanai da loro, giusto il tanto da guardare la scena da lontano ero una maga......ero una donna che pregava Madre Terra....c'era posto per una come me ?.......Giusto il tempo di dare una mano...e poi lla vita sarebbe ripresa da dove l'avevo lasciata...
Altea
30-08-2012, 18.01.26
Guardavo la gente, i loro volti che dopo la disperazione conoscevano la speranza e la fiducia in un domani migliore..Tylesia ora apparteneva al popolo, alla gente comune, che forse non la avrebbe resa splendente e luccicante come prima ma sicuramente sfavillante dell' Amore e della Fede che era andata persa e ora trionfava.
Avevo preso la mia decisione, la mia vita sarebbe stata in questa nuova Tylesia, piena di meravigliosi fiori..i sorrisi di bimbi in festa.
Talia
30-08-2012, 18.18.01
Le parole del menestrello mi stupirono e risvegliarono in me quell’antico ricordo...
Guisgard, la recita... e poi quel nome... già, un nome poteva racchiudere molte cose...
Quel ricordo sfumò tra i miei pensieri silenziosamente, così com’era arrivato, lasciando sulle mie labbra appena un vago sorriso.
Sorriso, che regalai a Guisgard, quando, appena un istante dopo, mi raggiunse...
Ma prima che potesse dire qualcosa, Guisgard le si avvicinò, approfittando che gli altri si erano allontanati.
“Forse è giunto il momento di ripartire, Talia...” disse il cavaliere, fissandola negli occhi “... ma forse il menestrello ha ragione, quando dice che presto i Cavalieri della Luna Nascente ritorneranno e ricominceranno a darci la caccia senza tregua... e noi non abbiamo più molto tempo per fuggire, visto che l'anno di tempo, concessomi dalla regina Chiarore Azzurra per trovare il Fiore, pende su di noi come una Spada di Damocle...” la sua voce si fece incerta e tremante “... ed io... io non posso esporti a questi rischi e a questi pericoli... forse, come dice il menestrello, c'è un solo modo per liberarci di quei Cavalieri, un solo modo per strapparti ai loro piani, a quel giuramento che sembra volerti destinare ad un'esistenza lontana da qui... lontana da me...” strinse le mani di lei “... ma io non voglio... non voglio che tu sia mia solo per un compromesso, solo per strapparti ad un giuramento imposto con la forza... io...” chiuse gli occhi come a voler cercare la forza dentro di se “... io” riaprendoli e facendoli sprofondare in quelli di lei “ho sofferto e sopportato di tutto pur di averti con me, di starti vicino... mi sono inimicato gli uomini e le loro istituzioni... e forse anche il Cielo... ho finto di dormire in quelle notti inquiete quando tu invece riposavi serena accanto a me, senza poterti mai toccare, mai accarezzare, mai baciare... fingermi tuo fratello, tuo amico, in questo insopportabile gioco fatto di ruoli e di recite è forse la cosa più terribile che ci sia, ben peggiore della vergogna e della morte destinatemi da quei Cavalieri... eppure, ho sopportato tutto solo per averti accanto... già, averti con me, eppure mai veramente nel mio cuore... ma ora... ora io non posso accettare anche questo... non posso fare come mi ha suggerito il menestrello e come mi consiglia il buon senso... non posso e non voglio indossare un'altra maschera e giurare davanti a Dio, pur sapendo che non sarai mai mia, che non riuscirò mai a conquistarti, a farti innamorare di me... sapendo che, per quante parole io potrò strappare alla terra e al Cielo, non riuscirò comunque ad avere il tuo amore per me...” esitò e ormai la sua voce era rotta “... perchè, Talia... io ti amo... ti amo di un amore infinito, infaticabile, inclemente... un amore che arde e mi consuma giorno dopo giorno, notte dopo notte... io ti amo da sempre... sin da quando, fanciullo, giunsi al Casale... io ti amo di un amore vero e che rinnega questi inganni, questi giochi e queste finzioni... un amore non fatto d'aria e di parole, ma di respiro, di sangue e di anima... io ti amo, Talia... e ti amerò per sempre...” i suoi occhi azzurri erano ormai diventati vermigli e calde lacrime rigavano il suo volto “... si, per sempre... perchè a questo mondo esistono le cose eterne... ed eterno è il mio amore per te... come eterna, lo so, è la mia maledizione perchè non ti avrò mai...” accarezzò il volto di lei “... perdonami... ma ora non ho la forza di lasciarti...” e la baciò con passione.
Con un bacio lungo come la sofferenza di questi lenti anni e intenso, come i battiti del suo cuore che sembrava scoppiargli nel petto.
Le sue parole... la sua voce che si faceva sempre più bassa, tremante, profonda...
Inizialmente non capivo che cosa stesse cercando di dirmi, non capivo che cos’era che gli aveva suggerito il menestrello, non capivo come poteva sperare di liberarsi dai Cavalieri... e mi spaventai, credendo che avrebbe potuto di nuovo mettersi in pericolo.
“Guisgard...” mormorai, tentando di interromperlo...
Ma lui non badò a me, continuando a palare con quello strano tono... con quella voce vibrante...
Le sue parole...
Poi iniziai a capire... ed allora il mio cuore prese a tremare più forte... tremava ad ogni parola e ad ogni pausa... tremava forte e presto iniziò a volare, a volere sempre più in alto...
E poi quel bacio.
Un bacio dolce ed infinito... mentre le sue lacrime mi bagnavano le guance, mischiandosi alle mie.
“Oh, Guisgard...” mormorai poi, poggiando la mia fronte contro la sua e stringendomi tra le sue braccia “Oh, Guisgard... dimmelo ancora! Dimmelo di nuovo, ti prego! Dimmelo, e dimmi che è tutto vero... che non è solo un sogno!” sospirai appena, poi ripresi a parlare, la voce bassa e tremante “Tu... tu non sei mai stato per me solo uno dei miei fratelli, no... mai! Tu eri molto di più... eri tutto! Eri ciò che volevo, ciò che sognavo, ciò che desideravo... irrazionalmente forse, ma in modo così profondo e caparbio! Ed è per questo che quando te ne sei andato ho sofferto così tanto... credevo che presto ci avresti dimenticati tutti, credevo che avresti dimenticato me... credevo che non ti importasse niente di me! E poi sei tornato... ed è stato come un raggio di sole... ma c’erano così tante nuvole intorno a noi...”
Tacqui...
Le mie mani stringevano la sua camicia ed i miei occhi erano fissi nei suoi... erano spalancati e lucidi i miei occhi, poiché non esisteva assolutamente niente al mondo che io desiderassi poter vedere, fosse stato anche solo per un minuto, se non lui... niente che desiderassi vedere ancora, niente all’infuori dei suoi occhi e del suo volto...
“Tu sei sempre stato tutta la mia vita, Guisgard... sei sempre stato quanto di più bello e di più vero io abbia mai avuto... sei sempre stato tutto ciò che desideravo... ma...”
Esitai... ed all’improvviso abbassai gli occhi, per evitare che vi vedesse il buio, la paure ed il dolore dentro...
“Ma questo, Amore mio, non ci salva! Averti infine confessato questo, non ci salva! Al contrario... questo ci condanna! Ci condanna ancora di più, perché se già prima l’idea di perderti era insopportabile... ora, quella stessa idea, equivale alla morte... alla più orribile e triste delle morti...”
La mia voce tremò forte, tanto forte da costringermi a tacere...
“Abbracciami, Guisgard...” mormorai poi “Abbracciami, Amore! Stringimi... perché non voglio più perdere neanche un minuto! Neanche un istante voglio più stare senza te!”
Guisgard
30-08-2012, 19.34.26
Una lieve brezza, proveniente dai monti vicini, attraversando il grande lago sorto sulle rovine di Tylesia, giungeva poi ad accarezzare la terrazza, portando con sé un profumo misto di acqua e terra.
Un profumo caldo, primordiale, accompagnato da sconfinati suoni, frutti dell'infinito vibrare e tintinnio di alberi, piante e fiori al passaggio di quel vento lento e malinconico.
Le mani di Guisgard prima scivolarono lungo le braccia di Talia, per poi tornare ad accarezzare il suo volto e ad affondare tra i suoi lunghi capelli.
Poi gli occhi si aprirono e i suoi cercarono quelli di lei.
Al collo di Talia la pietra di Carbonchio rosso brillava come mai prima d'ora.
E poi le parole di lei che penetrarono fino in fondo al cuore di lui.
E al suono di quelle parole, della voce della sua amata, Guisgard restò a fissarla quasi sconvolto.
Incredulo lasciava che la voce di Talia lo raggiungesse per poi avvolgerlo e posarsi su di lei.
“Tu...” disse in un sussurro, ingoiando le lacrime insieme a quelle intense ed indescrivibili emozioni “... tu... mi ami? Mi ami anche tu, amore mio? Mi ami... mi ami... oh, Dio! Amore mio... amore mio adorato...”
E la strinse a sé, come a voler fermare il tempo in quell'attimo infinito.
“Ti giuro...” tenendola a sé “... che nessuno ci separerà più...” si voltò allora verso Fin Roma “... avete detto di essere un chierico, vero? Quindi potete...”
“State parlando di una cosa Santa, cavaliere...” fissandolo il chierico “... una cosa Sacra ed eterna...”
“Tutto ciò che vi è di Sacro ed Eterno nella mia vita” rispose Guisgard “mi conduce a Talia... ella è il più grande dono che Dio mi abbia fatto...”
Fin Roma annuì.
Il padre di Fianò pose un velo bianco sul capo di Talia, che scendeva fino a toccare i suoi piedi.
Guisgard allora prese la mano di lei ed unite furono benedette da Fin Roma, che proclamò la loro unione, il vincolo che faceva di loro una sola carne ed un solo spirito, davanti a Dio Onnipotente.
“E ciò che Dio Ha unito” proclamò alla fine il chierico “nessuno potrà mai separarlo.”
http://lh3.ggpht.com/_1RaJb2xGPh8/TCe_pVKaNII/AAAAAAAACY0/7BdSuuKKO2I/aotc-anakin_padme29.jpg
E Guisgard baciò nuovamente la sua Talia.
E si baciarono non più come fuggiaschi, come sacrileghi, come spergiuri, come traditori.
Ma si baciarono come marito e moglie.
http://3.bp.blogspot.com/-5s8B4-YvyME/Tx2uBVz-9aI/AAAAAAAABUA/yeHK0xeP_So/s1600/image%25283%2529.jpg
Daniel
30-08-2012, 23.17.21
"Come faccio Giada! Sono introvabili!"
Uscii dal giardino e andai in città... Regnava il caos.. Palazzi ridotti in frantumi.. Gente morta per strada.. Ma da lontano notai una cosa strana.. Quel palazzo che notai giorni prima non solo era ancora lì in piedi .. Ma era come se lui non c'entrasse nulla con Tylesia.. A fatica raggiunsi il palazzo e varcai l'enorme portone del 15°esimo secolo..
<<C'è nessuno?>>
Guisgard
31-08-2012, 04.52.31
Daniel entrò in quel palazzo, ma non vide nessuno.
“E' abbandonato, Daniel...” disse Giada “... ormai i superstiti sono andati tutti via...”
Ma proprio in quel momento si udì un vigoroso nitrito.
Nel cortile del palazzo, infatti, vi era un bellissimo cavallo bianco, legato ad un albero.
“Il tuo posto non è più qui, Daniel...” fece Giada “... devi partire e andare in cerca degli altri tre cavalieri... io ti aiuterò a trovarli... ma non ora... ora devi riposare, poiché presto riprenderà il tuo cammino... e quel cavallo bianco sarà il tuo destriero per il viaggio che ti attende... perchè tu sei il Cavaliere Verde, non dimenticarlo mai...”
Il Sole sorse oltre il lago che aveva preso il posto di Tylesia, rischiarando l'Oriente e forse anche il futuro di quella terra.
In attesa che una luce infinitamente più forte di quella della Sole, torni ad illuminare il mondo.
La luce del perduto Fiore azzurro...
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Guisgard
31-08-2012, 05.24.44
Il chierico e menestrello Fin Roma attraversava, in una giornata luminosa ed asciutta, un viale impreziosito da tutti i fiori conosciuti, fino a giungere presso un maniero incantato.
http://www.tg0.it/articoli/2005/sigurta3.jpg
E preso il suo strumento, sedutosi sotto un cipresso, iniziò a recitare:
"Chi vincerà dunque la sfida voluta dalla regina Chiarore?
Chi porterà nel suo reame il meraviglioso e sfuggente Fiore?
Ma noi sappiamo che esiste già un luogo in cui Esso è custodito,
forse sospeso tra terra e Cielo, tra mari e Oceani, è stato poi udito.
E dove il Fiore sia adesso conservato nessuno per ora saperlo potrà,
ma che sia nel tempo, passato o futuro, ritrovatolo mai poi appassirà!
Cercatelo così, cercatelo senza sosta, seguendo sempre quel che il cuore consiglia!
Cercatelo, poiché solo il Fiore Azzurro renderà la vostra vita una quotidiana meraviglia!”
E sorridendo, dopo aver riposto il suo strumento e salutato con un lieve e cortese cenno, entrò nel castello e svanì in un favoloso giardino.
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Fine...?
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