Visualizza versione completa : Tylesia e il perduto Fiore dell'Intelletto
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cavaliere25
20-01-2012, 21.24.45
devo parlare ho visto qualcosa in una mia visione lasciatemi parlare vi prego dissi mentre iniziavo a muovermi non capivo piu cosa mi stava accadendo
Altea
20-01-2012, 21.31.46
"Rikeyra..che bel nome"..non appena dette quella parole il sorriso della bimba si rabbuiò di nuove e scoppio in lacrime, pensando alla madre e gettandosi addosso a me. Le accarezza piano il volto in fiamme e asciugai le calde lacrime "Io non ti abbandono, qui sei in salvo. E pure noi" guardai Elisabeth.
elisabeth
20-01-2012, 21.44.52
Qualcosa...oscuro' la mia mente......le lacrime della piccola....Altea che mi guardava...mi alzai di scatto dal letto....e cominciai a vacillare...." Altea, perdonate ma non riesco a respirare, la bambina, toglietele i fiori sulla testa.....stanno emanando uno strano odore...."......misi una mano sulla mia gola....era un odore come di putrido......" Tua madre...da chi e' stata uccisa, come si chiama tua madre..!.." facevo fatica a parlare.....e i fiori sulla sua testa si stavano liquefando..." Altea togliete quei fiori......".....sino a quando non caddi a terra........
Odore di fiori morti, di braccia che urlano vendetta
sangue fluente su abiti d'argento
corazze dorate che vuote vagano
per strade svuotate
Questo udii Elisabeth in un sonno di morte.....
Altea
20-01-2012, 21.56.56
Ad un tratto Elisabeth si alzò dal letto urlando..i fiori...i fiori...e lei che chiedeva chi era stato ad uccidere la madre mentre sveniva lentamente sul pavimento. Un fatto strano stava accadendo davanti i miei occhi quando volsi lo sguardo ai fiori, si stavano seccando, subito staccai quei fiori e mi avvicinai alla donna "Lady Elisabeth, come si sente?" presi una bacinella e le tamponai il viso con acqua fredda sulla fronte cercando di farla rinvenire, mentre la bimba era attaccata alla mia vesta con gli occhi spalancati.
elisabeth
20-01-2012, 22.06.11
Ripresi i sensi....non mi era mai successo, ma quell'odore nauseabondo mi aveva serrato la gola....." Tranquilla Altea....credo di sentirmi meglio.....datemi una mano che mi rimetto in piedi".....E cosi' fu, mi ritrovai seduta sul letto con un senso di nausea...che sconoscevo, la bimba sembrava realmente spaventata......ma quei fiori sulla sua testa....erano morti......forse qualcosa o qualcuno la stava usando..." tesoro non preoccupariti e' tutto a posto...."...mi alzai e le carezzai il volto......la mia mano per un attimo assunse l'aspetto di una vecchia centenaria.....mi accorsi che io non potevo toccarla.....presi i fiori che Altea aveva gettato a terra.......erano secchi.....erano polvere....
Altea
20-01-2012, 22.14.32
Fortunatamente lady Elisabeth riprese i sensi, sospirai serenamente. La aiutai a sedersi sul letto e vidi che cercava di rassicurare la bimba. Mi sedetti e notai uno sguardo di terrore nel viso della donna. Mi alzai di scatto e presi per mano la bimba "Milady, scusate io esco ho bisogno di prendere aria, porto con me Rikeyra". Uscii dalla stanza verso il ponte, sperando di trovare il mio maestro da qualche parte. "Sono solo dicerie" pensai "ma quei fiori si sono seccati davanti ai miei occhi".
elisabeth
21-01-2012, 13.17.03
Rimasi sola in cabina, avevo ancora la sensazione disgustosa della morte......Altea era uscita e sicuramente era terrorizzata da quello che era successo...il problema non era il terrore il problema era non capire......mi alzai da fatica dal letto....presi i fiori quasi resi in polvere e lo misi in un sacchetto che portavo nella borsa...e lentamente uscii dalla cabina........trascinavo i piedi ma arrivai al ponte...dove un vento gelido colpi' il mio volto.....aria era di quresto che avevo bisogno....
Guisgard
21-01-2012, 14.08.24
“Dovete stare calmo…” disse Jovinus a Cavaliere25 visibilmente agitato “… la febbre porta delirio e questo vi induce a fare incubi… ora non pensate più a nulla e riposatevi…”
La febbre non accennava a scendere e il boscaiolo era sempre più debole.
I due frati erano sempre più preoccupati: quasi tutti i marinai scesi in acqua erano morti a causa di quella febbre.
Elisabeth, intanto, dopo l’episodio dei fiori divenuti polvere, salì sul ponte, raggiungendo gli altri.
Qui era giunta anche Altea con la piccola Rykeira, in cerca del suo maestro Lainus.
L’uomo le vide e si avvicinò.
“Ma che bella bambina abbiamo qui!” Esclamò il maestro. “Con abiti asciutti sembri davvero una piccola principessa!” Le accarezzò i capelli e fissò poi Altea con un sorriso. “E qual è il tuo nome? Oh, sarà di certo il nome di una principessina…” tornando a guardare la piccola “… vuoi dirmelo, o devo indovinare io? Guarda che sono bravo in questo genere di cose?” Fece Lainus, sotto lo sguardo divertito della bambina.
Ma, all’improvviso, qualcosa richiamò l’attenzione di tutti.
Erano i colpi di un martello che inchiodava qualcosa.
“Bar, vecchio mio!” Disse Goz ad un suo vecchio marinaio. “Cosa stai facendo?”
Il vecchio stava inchiodando qualcosa al pennone più alto del Carrozzone.
“Sto difendendo il Carrozzone e noi tutti, capitano!” Rispose Bar, senza smettere di inchiodare.
“Ma… cos’è quella cosa che stai inchiodando al pennone?”
“E’ un fascio di crine di cavallo, capitano!”
“E’ a cosa serve?” Sempre più stupito Goz.
“E’ l’unico modo che abbiamo per difenderci da lei!”
“Lei chi?”
“La strega… ha molti nomi… Janara, Vammana…” fissandolo Bar “… e tutto ciò che sta succedendo è causa sua… sta uccidendo l’equipaggio con questa febbre… e si fermerà solo quando ci avrà annientati…”
“E’ assurdo, Bar!” Scuotendo il capo Goz. “E dove si trova questa strega?”
“Non lo so…” mormorò Bar, guardando il fiume con uno sguardo quasi delirante “… può essere ovunque…”
http://www.magicoveneto.it/Padovano/Tergola/PaludeOanara-111.jpg
cavaliere25
21-01-2012, 14.11.49
io non sto delirando dissi a grande voce ho visto da un oblò prima di buttarmi dal carrozzone dei cavalieri armati e ben corazzati poi la visione è sparita dissi ora cosa mi accadrà sto morendo? voglio sapere la verità cosa sta succedendo
Altea
21-01-2012, 14.43.15
Arrivai al ponte, il vento fresco ossigenò i miei pensieri, camminavo con Rykeira, la quale stringeva la mia mano, ad un tratto sentii una voce familiare e con mia rassicurazione vidi il mio maestro. Egli, teneramente, quasi si inchinò davanti a quella piccola bambina, mi sorpresi di questa tenerezza...."Rykeira, maestro...questo è il suo nome. Avete visto come è bella, ha la bellezza innocente di un bambino, quella più bella che possa esistere."
Fummo subito distratti da un rumore sordo, un vecchio mozzo stava puntando sulla prua una specie di amuleto, una strega? pensai...."Maestro, queste persone sono convinte che in questa barca penso e in questi luoghi aleggino misteriose forze, io sono più che convinta, che tanto più noi crediamo esse ci siano più vengano attirate. La loro paura è fonte di tali disgrazie loro pensino possano avvenire, tali da attirare forze negative".
Daniel
21-01-2012, 14.56.27
Vidi Elisabeth che si trascinava e corsi verso di lei:
<<Che cosa avete fatto??>> Presi una boccetta dalla mia sacca e gliela porsi:
<<Bevetela presto vi farà bene!>>
Poi fui distratto dal vecchio che parlava della strega.. Io avevo ragione, ma accusare Isolde subito non avrebbe avuto senso allora urlai:
<<Dov'è Isolde?>> Tutti mi fissarono..
Parsifal25
21-01-2012, 15.19.53
Ciò che nascondeva quel libro era un qualcosa di incredibile: immagini strane, scritte subliminali e finalmente..... il significato di quel crine.
Era deducibile che quel libro contenesse antiche pratiche di paganesimo e occulto. Il latino non era un problema complicato, quindi, era possibile riportare lo scopo del crine e il suo simbolismo. Presi il mio diario e riportai il tutto.
elisabeth
21-01-2012, 20.56.27
Alla voce di Daniel mi voltai verso di lui come fossi una sonnambula " Daniel, figlio mio .....la mia mano e' vecchia..la bimba, la sua testa e' avvolta dalle tenebre e dal male, lei deve essere solo un mezzo , e' stata investita da un energia negativa.......che c'e' in questa boccetta, Dio mi sento ubbriaca......Daniel devi fare una cosa importante, prendi questa fiala e danne da bere al boscaiolouna piccola parte, si riprendera' subito.......e nessun'altro morira' o verra' investito dalla malia......aiutato il boscaliolo tutto svanira'......e lascia stare Isolde....vedrai che avremo tutto il tempo per maledire il momento di averla incontrata...." Presi la boccetta che Daniel mi offriva e la mandai giu', sapevo che poco poteva fare....ma mi avrebbe aiutato, ad affrontare la situazione e l' energia di Daniel mi dava forza una forza che non avevo mai provato prima........sentii quindi martellare e guardai l'uomo sul pennone......o mio Dio la caccia alle streghe,Goz non sembrava ancora invaso da strane sensazioni.......ma se la paura si diffondeva per Isolde sarebbe stao molto piu' semplice mettere in atto i suoi piani, " Daniel vai e fai in fretta..."....mi appoggiai al passamano del ponte e osservai Altea con la bimba.........sono sicura che l sua dolcezza fara' miracoli........
Daniel
21-01-2012, 23.04.52
Guardai elisabeth accasciarsi..
<<Non ti lascerò certo qui!>> Schioccai le dita e feci comparire una nuvola su cui appoggiai Elisabeth..
<<Aspettatemi qui..>> Cosi velocissimo verso la satnza del Boscaiolo e dissi:
<<Fategli bere questa.. - Mi guardai intorno e urlai- PRESTO!>>
elisabeth
22-01-2012, 18.03.07
Mi sembrava di fluttuare tra la vita e la morte....era una dolce sensazione, quasi di oblio, fui poggiata amorevolmente su una coltre di eterea visione e varcai il bosco del silenzio......tutto dormiva e sembrava essere in attesa.....ogni albero si inchinava al mio passaggio.....ogni fiore si apriva emanando un profumo speziato.....sino a quando non vidi il padre di Daniel era li' come se ttendesse il mio arrivo...ed io incominciai a correre correvo senza mai raggiungerlo...metre Isolde apparsa dal nulla uccise l'amata figura...mi destai in preda all'affanno....e cercai di comprendere dove fossi.....
Chantal
22-01-2012, 23.58.25
La governante tentò di farsi forza.
Accennò un lieve e forzato sorriso e baciò teneramente il capo di Chantal.
“La Città dei Cieli…” mormorò, accompagnata dal rassicurante rumore della legna che si consumava nel focolare “… si, vi sono Angeli… essa ha quattro porte… ricordo che così recitava un mendicante giunto un giorno a casa mia… io ero una fanciulla e restai incantata dal suo racconto… diceva di essere stato un poeta poi caduto in disgrazia… al seguito di un potente signore, raccontava, aveva visitato contrade e regioni lontane… e mi narrò della Città dei Cieli e delle sue quattro porte… tante quanti sono gli elementi di cui è composto il mondo… e a guardia di quelle porte vi sono quattro cavalieri, simili ad Angeli…” mentre narrava di queste cose, calde lacrime rigavano il volto della governante, impaurita com’era dalla presenza di quei tre fuggiaschi.
Chantal ascoltava paziente,di una pazienza volta a smussare le acuminose spigolature di quella notte fatta di paura e sangue mentre la governante disquisiva su quella città fantastica locata nelle nuvole.
E ritmata di gemiti e lamenti.
Chiuse gli occhi e ricreò nella sua mente le immagini che la donna aveva così minuziosamente decritto.
Angeli che armavano cavalieri..questo le era rimasto impresso negli occhi di quella città dei Cieli.
Angeli che armano cavalieri..cavalieri simili ad Angeli..
http://www.sightswithin.com/Arthur.Hughes/Sir_Galahad.jpg
Oh!Come fu tenero al cuore di Chantal quel racconto così delicato e colorito di sogni della governante.
Appariva un sogno anche alla ragazza.
Lei che aveva sempre saputo essere i cavalieri gli esseri più vicini a Dio,le creature più degne di assimilarsi agli Angeli..lo udiva,ora,in quelle parole insorte nel cuore di una donna saggia e cara.
Quel racconto, finemente avvolto in una sindone di incanto e divinità, spezzava le sofferenze di quella notte che non accennava a cedere il passo ai lumi del giorno,pregna com'era,di tenebre e turbamenti..
In quella voce tremante della governante,tuttavia,Chantal aveva colto come un dissapore di chi evoca qualcosa di perduto o molto lontano.
Il ricordo di quel poeta disgraziato aveva,forse,riacceso in lei antichi e spenti sogni.
La ragazza convenne ascoltare in silenzio,senza domandare cosa procurasse una sì tremolante emozione alla donna nel narrare di quella città del Cieli e del suo cantore.
Desiderava solo che la donna lasciasse fluire dalla bocca e dai suoi occhi quei ricordi vissuti con tanta partecipazione e vibrante emozione.
Convenne abbandonarsi al dolce evocare di quelle immagini che la governante le proponeva come se davvero l'avesse veduta e attraversata la città dei Cieli.
Intanto,la governante,aveva preso ad accarezzare la ragazza teneramente,poggiando la sua mano sul capo di Chantal.
Emanava calore il grembo della donna che accoglieva il capo della ragazza,la donna prese a curare i capelli di Chantal,delicatamenti trattenuti da un nastro avorio che si intrecciava ad essi per tutta la lunghezza,essi apparivano morbidi e setosi al palmo della mano della donna che li lisciava come a volerli accomodare e coccolare.
Chantal sentì che la governante,a quel racconto,fosse riuscita a rasserenarsi un poco.Lo sentiva attraverso la sua mano che la donna lasciava scivolare sui suoi capelli in modo sicuro e leggero.
Per un momento parve che quel sorriso,inizialmente forzato e lieve della governante,si stesse vestendo di franca autenticità e sospirata speranza,e ne fu grata.
La ragazza,allora,alzò il capo e posò i suoi occhi in quelli della governante,e vide le sue lacrime scendere come un filo di perle sul volto della donna.Chantal tentò di asciugarle,anzi,raccoglierle con la punta delle dita,le sfiorò piano poggiando i polpastrelli sulla pelle non più giovane della donna,ma che al tatto ancora era morbida e vellutata,sebbene appena increspata dallo scorrere inesorabile del tempo sui suoi anni.
Poi,con un gesto inconsueto,stupì la donna fino a strapparle ancora un sorriso,un sorriso di meraviglia e di lieve commozione dinnanzi all'ingenuità della ragazza.
Chantal,infatti,poggiate le dita sulle guance della donna aveva lasciato che si impregnassero di quell'umore impalpabile e trasparente e così volatile al flebile calore trasudato dai pori,e piano piano aveva portato le dita umide delle lacrime della donna a poggiarsi sule sue labbra,come se queste volessero schiudersi in un bacio,lasciando che una lacrima della donna le affiorasse alla bocca per assaporarla.
E senza mai staccare gli occhi da quelli della donna Chantal accennò a queste parole:"Allora è vero,le lacrime hanno il sapore dei ricordi..Non sono salate,ma dolci come nettare di ambrosia.."
La governante,allora,la strinse al seno,come sorpresa da quella ragazza oramai donna che ancora riusciva a destare stupore in lei,pur saggia ed anziana,con i suoi semplici e fanciulleschi atteggiamenti.
E sembrò rasserenarsi un momento,inducendo anche in Chantal un sorriso che affiorava con leggerezza alle sue labbra.
E in quel momento di tenerezza tra le due si posò la triste realtà di quella notte a smorzarlo.
Un lamento.Un sofferto ed agonizzante sibilo..
Ad un tratto Vayvet cominciò a lamentarsi.
“Deve essere il delirio causato dalla febbre…” fissandolo la governante.
“No!” Saltò su all’improvviso il ferito.
Si guardava intorno ansimando.
Fissò le due donne: prima la governante, poi Chantal.
Un attimo dopo cadde di nuovo addormentato.
Chantal annuì alle parole della governante.
Sì,doveva essere a causa della febbre indotta da una ferita che,probabilmente,stava divenendo purulenta e infiammata.
Tuttavia il cuore di Chantal si strinse nella morsa della pena.
E nel sentirsi gli occhi di quel fuggiasco addosso la aveva indotta a credere che quell'uomo potesse essere persino pentito di ciò che aveva,inesorabilmente,procurato alle due donne.
Quell'uomo,lì,accanto al fuoco,sdraiato,con un pugnale che gli pendeva di fianco ed ancora la catenina con l'effige dellaVvergine stretta nella mano serrata a pugno,pur malvagio,forse,non sarebbe stato in grado di ledere o fendere neppure l'aria col suo respiro per quanto fosse provato e vinto dalle sue stesse miserie.
Si,Chantal riteneva il confidare degli uomini nella forza del ferro e dell'uso della violenza una debolezza che rendesse l'uomo ancorato alle sue miserie.
Ma ora era ferito quell'uomo,non più carnefice ai suoi occhi,ma fragile vittima di una sorte avversa.
Chantal lo udì lamentarsi e si voltò verso di lui,poi guardò la governante in cerca di un segno che le infondesse coraggio.
Le due si compresero anche senza parlare e gli occhi della governante le avevano dato quell'approvazione che Chantal aveva ricercato nel suo sguardo pur senza proferire parola alcuna.
Allora la ragazza si staccò dal grembo della donna,ed andò a prendere posto vicino al moribondo.
Si inginocchiò dietro di lui,sollevando appena la testa del f e poggiandola sulle sue ginocchia dove Chantal aveva ripiegato più volte l'orlo della sua lunga camicia perchè il capo dell'uomo affondasse nella freschezza del lino della sua veste.
L'uomo aveva la fronte calda e madida di sudore,anche i suoi capelli erano umidi,sebbene vigorosi,e l'uomo tremava sotto l'alta temperatura corporea che scuoteva i suoi muscoli percuotendoli dalle tempie fino al collo,poi alle spalle,infine alle braccia,percuotendo tutto il suo corpo.
E Chantal lo percorreva con gli occhi,attraversando la sua figura massiccia e ben tornita da muscolo a muscolo.
Gli poggiò un momento le mani con le sue palme sul petto,lasciando che le maniche della sua camicia facessero da fresco lembo di tessuto asciutto sulla pelle dell'uomo umida e calda,penetrò con esse sotto la vestaglia dalla quale era riparato senza scoprirlo per non raffreddarlo.Il petto dell'uomo era ansimante,e si scuoteva con violenza sotto i brividi e attraversato dagli affannosi e sofferti respiri.
Chantal potè anche apprezzare i contorni della ferita con la punta delle dita,era molto calda,lievemente imbevuta,lo percepiva da sopra la benda di fortuna utilizzata per fasciarla.
Le mani risalirono poi dal petto al collo dell'uomo.Qui,Chantal aveva imparato ad apprezzare la frequenza dei battiti cardiaci,tastò lievemente i muscoli del collo fino a che riuscì a percepire nel varco tra essi le carotidi sotto le sue dita,ed ascoltò.Ascoltò trattenendo il respiro i battiti che attraversavano il flusso delle arterie,si accorse del loro susseguirsi con una velicità tale che non lasciava dubbi ad una ipertermia febbrile.
Ma sapeva che solo lui,con le sue forze,avrebbe potuto superare quella notte che lo vedeva tanto provato.
Solo lui ed il suo robusto fisico.
Nè lei,nè la governante potevano nulla se non confidare in Dio e nella robustezza di quel corpo di maschio adulto ed allenato alla lotta.Almeno,era quello che appariva scrutando il suo fisico ben tornito.
Chantal cercò un momento lo sguardo della governante che se ne stava adagiata ancora sulla pietra accanto al camino a scrutare i movimenti della ragazza,questa annuì col capo,come in un cenno di approvazione a come stava agendo.
In fondo,Chantal faceva tenerezza alla governante che la guardava in ogni suo movimento in quella situazione così inusuale.
E Chantal si rincuorò a sapere d'essere assecondata.
Allora la ragazza portò le sue mani dal collo alle tempie dell'uomo,con esse asciugò il sudore,strofinando piano la fronte,poi lasciò che si posassero e a lungo ancora sulle tempie,cercando di costringerle nelle sue palme affinchè pulsassero con minor violenza e consentissero qualche momento di sollievo all'uomo.
Questi si era abbandonato al sonno,pur delirando,pur in uno stato di incoscienza.
Eppure,Chantal sussurrò qualcosa muovendo appena le labbra,accennò ad una dolce e vecchia canzone che le cantavano sempre quando da bambina si ammalava,una canzone di antichi sapori.
Una canzone lei cui strofe accoglievano gesti di amore e di coraggio di donne che vegliavano sui cavalieri alla guerra,e che forgiavano le loro armi nella pietà e nelle acque di fiori..
"C'era un giardino incantato..
dai fiori nascevano spade
d'amore e di petà eran forgiate
e come creature di acque di fiori innaffiate."
Chantal amava quella canzone,ed era cresciuta desiderando di emulare quelle donne che si ponevano a fautrici di virtù di grazia e miserricordia da infondere nel braccio dei cavalieri erranti..
I cavalieri erranti..
Ancora una volta si interrogò cosa potesse accomunare quel fuggitivo ad un cavaliere.
Niente,forse.O forse tutto.Erano uomini entrambi.Uomini dal braccio armato.
E Chantal avrebbe desiderato armare il braccio di quell'uomo di misericordia.
Ma non le importava ricercare una risposta o delle similitudini,ora le interessava che quell'uomo,in un modo o in un altro,superasse la notte e vivesse.
E Chantal aveva visto quella canzone sempre un po' magica,capace di suscitare buoni principi e soprattutto,capace di farle vedere in ogni uomo le virtù divine per i quali era stato creato e destinato.
Cantava per lui,per rasserenarlo,ma anche per se stessa,per riuscire a guardarlo con gli occhi del perdono dopo tutto.
Forse,Chantal,voleva che quelle immagini a lei tanto care entrassero nella mente di quell'uomo e lo inducessero a non compiere più malvagità,rinnegando di spargere sangue senza pietà.
Così,intonava sottovoce,con un tono appena udibile e percepibile solo da chi le era così vicino,solo da quell'uomo delirante e moribondo,il susseguirsi delle strofe che ancora riuscivano a suggestionarla fino a vedere animarsi le donne di cui ella stessa andava,ora,cantando..
http://www.sightswithin.com/Thomas.Wilmer.Dewing/The_Days.jpg
E mentre ne icordava le parole anche lei andava acquietandosi,lenendo il male che le procuravano quei concitati momenti.
E la governante sentì il suo spirito placarsi,sebbene fosse ancora irrequieta e preoccupata.
Intanto..l'attesa andava consumandosi piano tra i fremiti del cuore delle due donne e gli affannosi respiri di quell'uomo sofferente e delirante.
Guisgard
23-01-2012, 01.23.52
Daniel entrò di corsa nella cabina dove si trovava Cavaliere25.
All’agitazione del giovane apprendista mago, Jovinus lo fissò turbato.
“Perché arrivi qui gridando?” Alzandosi e avvicinandosi verso Daniel. “Questo ragazzo è molto malato” indicando il boscaiolo “e ha bisogno di riposo. Cosa agiti nella tua mano?” Fissando la fiala che aveva il mago.
In quel momento un uomo dell’equipaggio entrò nella cabina.
“Frate…” rivolgendosi a Jovinus “… come sta il boscaiolo?”
“Non bene, buonuomo…” rispose Jovinus.
“Purtroppo…” mormorò l’uomo “… anche l’ultimo dei marinai colpito da questa febbre è morto… è morto un’ora fa… cinque uomini uccisi… ormai è rimasto in vita solo questo povero boscaiolo, fra quelli che hanno contratto questa febbre…”
Guisgard
23-01-2012, 01.45.13
I colpi di Bar contro il pennone, per inchiodare quella coda di crine, sembravano come scandire un lungo ed inesorabile conto alla rovescia.
Quei colpi destarono Elisabeth da quella veglia e dalle visioni che essa aveva procurato alla maga.
Il Carrozzone scivolava apparentemente tranquillo sulle calme e calde acque del Calars.
“Insomma, Bar!” Visibilmente seccato Goz. “Perché diffondere questa superstizione a bordo?”
“Superstizione?” Fissandolo il vecchio marinaio. “Capitano aprite gli occhi! Alcuni uomini sono morti a causa di una misteriosa e letale febbre! E solo perché si sono tuffati nelle acque di questo fiume! E poi, diteci… dove stiamo andando? Dove ci sta conducendo questo viaggio?”
“Bar, cosa ti prende?”
“Capitano, c’è qualcosa di oscuro!” Esclamò Bar. “Qualcosa che ci sta seguendo, o che forse è già su questa nave!”
“Stai solamente diffondendo il panico a bordo.”
“Il capitano Goz ha ragione.” Intervenendo Lainus. “Capisco che siete uomini di mare e che avete a che fare con tutta una serie di tradizioni e leggende legate alla navigazione, ma tutto questo è ridicolo! Probabilmente le acque del Calars in questo punto sono avvelenate a causa di qualche palude o stagno! Non c’è nessuna stregoneria!” Si voltò poi verso Altea. “Forse sarà meglio portare dentro la piccola Rykeira, milady… è meglio che non ascolti questi discorsi…”
Il maestro si voltò allora verso Rykeira, ma rimase stupito da ciò che vide: accanto ad Altea non vi era più una bambina, ma una fanciulla di qualche anno più grande.
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Guisgard
23-01-2012, 02.33.34
Parsifal lesse ed annotò ogni cosa.
Nel libro era riportato un dialogo tra un frate di nome Isoleno ed un novizio:
NOVIZIO: “Sono pratiche pagane e lontane dai lumi della ragione…”
ISOLENO: “Figliolo... esistono pratiche oscure, rituali remoti eppure ancora vivi ed efficaci...”
NOVIZIO: “La Fede non illumina solo la verità e ciò che esiste realmente?”
ISOLENO: “Si, ma la Fece non nega l’esistenza di ciò che ci circonda…”
NOVIZIO: “Il paganesimo non è falso e bugiardo?”
ISOLENO: “Si, il paganesimo si... ma le forze del Male sono reali come lo siamo io e te in questo momento, figliolo...”
NOVIZIO: “Perché Dio permette al Male di esistere?”
ISOLENO: “Dio non crea il Male... esso nasce da solo... il Male è la negazione della Divina Volontà, figliolo...”
NOVIZIO: “Non comprendo...”
ISOLENO: “Un giorno comprenderai... questa è la perfezione del Creato... essa è il Bene e andare contro le sue leggi genera il Male...”
NOVIZIO: “E come difenderci dal Male?”
ISOLENO: “Riconoscendolo… ricordi la casa di quei contadini? Le capre sgozzate, le galline mutilate e i cavalli stremati come se avessero corso per tutta la notte? Rammenti cosa ho fatto ieri sera? Seguimi...”
NOVIZIO: “Il crine di cavallo che avete inchiodato sulla porta della loro casa... perché ora è intrecciato?”
ISOLENO: “Quel crine ha salvato quella gente… la bestia non è entrata nella loro casa stanotte… ha impiegato tutta la notte per intrecciare il crine e con l’albeggiare è poi fuggita via…”
NOVIZIO: “Che storia è questa? Quel crine è forse magico?”
ISOLENO: “Ti ho detto, figliolo… vi sono oscure tradizioni… antiche quanto il mondo…”
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Guisgard
23-01-2012, 02.58.17
Chantal e la governante fissavano quell’uomo, tra le mille inquietudini della notte.
Ad un tratto un rumore proveniente da fuori.
“Forse…” mormorò la governante “… forse è tuo padre…”
Sulla porta apparve allora una figura.
“Una di voi due venga qui…” disse Monty “… presto…”
La governante ebbe un attimo di paura.
“Avanti, non aver paura…” sbuffò l’uomo “… allora vieni tu… su, non ti accadrà nulla…” rivolgendosi a Chantal “… devi spiegarmi una cosa di questa casa… per meglio sorvegliarla…” spiegò Monty “… avanti, vieni e non farmi perdere tempo…” fissò poi la governante “… tu resta qui e bada che al capo non accada nulla…”
Vayvet, infatti, era ancora addormentato.
Talia
23-01-2012, 10.16.29
Quel ricordo... quel ricordo scivolò tra i miei pensieri senza alcun preavviso e mi si impigliò sul cuore... sorrisi tra me e me...
“...un giorno, quando sarò un cavaliere ricco di fama e onori, avrò per me questo luogo... si, difendendolo da chiunque ne avanzi pretese...”
Quanto tempo era passato... e tante, forse troppe, cose erano successe... eppure i suoi occhi, di quell’azzurro intenso, erano più che mai chiari e vividi nella mia mente... le sue parole, la sua voce e quel suo consueto tono tra il serio e il canzonatorio continuavano ad accarezzare spesso i miei pensieri...
“...difendendolo da chiunque ne avanzi pretese...”
Sospirai... se fossimo stati in una di quelle cavalleresche storie, quelle che quel mio ramingo fratello amava leggere e raccontare da ragazzo, non avrei avuto da preoccuparmi... in una di quelle storie egli sarebbe di certo tornato ed io non mi sarei più sentita tanto sola come in quel momento...
Avevo sempre creduto in quelle storie, anche se lui sosteneva il contrario... la mia fiducia era sempre stata totale e incrollabile...
E improvvisamente un altro lontano ricordo fece breccia tra i miei pensieri...
L’aria fredda e limpida del primo mattino bagnava ogni cosa di un candore quasi irreale, ad ogni passo l’erba quasi congelata scricchiolava sotto i miei piedi, le mie mani erano ben strette dentro il manicotto.
In pochi minuti giunsi sulle sponde del lago... ma c’era già qualcuno lì...
“Maestro!” esclamai, vagamente sorpresa.
L’uomo, al suono della mia voce, sussultò.
“Talia...” disse, voltandosi a guardarmi di scatto come chi è appena stato destato da lontani pensieri “Che cosa ci fai qui?”
Lo osservai per un istante... aveva gli occhi innaturalmente lucidi e un tono di voce fin troppo basso, mi aveva guardata per appena un attimo e subito si era voltato di nuovo a scrutare l’acqua limpidissima...
“Beh... potrei fare la stessa domanda, suppongo!” risposi, andando a sedermi vicino a lui.
L’uomo non rispose, limitandosi ad un leggero movimento della testa.
“Sei triste, Maestro?” domandai dopo qualche istante.
Per qualche minuto l’uomo non si mosse e non parlò, poi lentamente...
“Sai, Talia...” iniziò a dire “Io credevo di far bene qui... ogni cosa che ho fatto, io l’ho fatta per voi... per te e per i tuoi fratelli... premiando i più meritevoli e punendo ogni atto di ribellione, credevo di essere nel giusto... E invece ora capisco di aver sbagliato tutto!”
Sospirai... le immagini del giorno precedente, il giorno nel quale quel mio fratello era partito, erano ancora ben vivide nella mia mente...
“E così sei rimasto qui al lago tutta la notte...” mormorai.
“A pensare!” rispose.
“A pensare a...”
“A lui!” mi interruppe il maestro “Si!”
Sospirò, e i suoi occhi si fecero più cupi... rimase in silenzio per qualche momento, poi riprese: “Lui è sempre stato il più ribelle tra i miei figli... ogni giorno aveva mille idee stravaganti e non temeva di metterle in pratica... era bravo, certo... capace... eppure non sfruttava le doti che possedeva, sembrava non gliene importasse nulla... per questo spesso lo punivo: desideravo solo che smettesse di essere un bambino e che diventasse un uomo... desideravo insegnargli tutto ciò che sapevo... pensavo che sarebbe potuto diventare grande... il più grande, forse! Ed invece... invece così l’ho solo fatto fuggire! Non l’ho mai capito. Non ho mai fatto il pur minimo sforzo per capirlo ed ora è tardi... mi odia, odia questo posto... l’ho perduto! Ed ho fallito il mio compito.”
Rimasi a lungo in silenzio, osservando il profilo dell’uomo che mi stava accanto... e per la prima volta compresi quanto immenso bene doveva aver voluto a quel mio fratello ribelle... per la prima volta compresi quanto doveva aver sofferto per la sua partenza... e compresi anche quanto è facile dimenticare, nell’ora della disperazione, ciò che noi stessi si è insegnato.
“Ma tu, Maestro, non hai fallito il tuo compito...” dissi, dopo qualche momento di silenzio “Lui oggi se n’è andato, certo... ma tu hai ancora il tuo compito da assolvere... il compito di aspettare, come il padre del figlio prodigo e come ogni padre... Vedi, Maestro... io non credo che ti sia mai stato chiesto di impedire ai tuoi figli di fuggire, ma ciò che ti è stato chiesto è di preparare loro la via del ritorno.”
Quando la mia voce si spense l’uomo rimase immobile per qualche momento... poi si voltò a guardarmi e sorrise.
“Talia, cosa faremo per difendere il nostro diritto sul Casale?” Domandò uno dei due fratelli che la stavano seguendo, destandola così da quel lontano ricordo che sembrava volato via col vento che soffiava sul bosco.
Quella voce mi destò da quel lontano ricordo...
Voltai appena la testa e lo osservai un momento...
“Non lo so...” mormorai “C’è ben poco che possiamo fare da soli, temo... Scriverò al Vescovo, intanto!”
Parsifal25
23-01-2012, 12.33.11
Ciò che uscì fuori da quella traduzione sembrava il presagio di un'eterna lotta tra il Bene e il Male che perdura da secoli..... il paganesimo ha contribuito a salvare delle vite..... ma il Male è sempre in agguato.
Il paganesimo viene visto come una religione infima e malvagia, ma per dei contadini.....in particolare quelli, è stata un'ancora di salvezza. Il mistero del crine era stato svelato, una bestia immonda lo ha creato e la stessa lo conserverà come una maledizione poichè non è riuscita a concludere il suo rito. Era tempo di tornare dal mio Maestro ma prima di andar via volevo continuare a leggere quel libro, forse conteneva qualcosa di ancora più interessante..... mi sarebbe piaciuto tenerlo ma non credo che possa essere allontanato da quel sacro luogo.
Pensaì, e mi posi questo quesito: "Quale è il filo sottile che lega la realtà del Bene a quella del Male?"..... Se lo si scoprisse, l'uomo sarebbe in grado di scegliere la retta via?..... Non credo...., siamo esseri imperfetti ma non è detto che io non possa farlo. Mi decisi, avreì chiesto al frate se avessi potuto studiare quel libro, con il giuramento di riportarlo indietro una volta concluso il mio viaggio.
Altea
23-01-2012, 13.55.23
Il maestro stava guardando verso di me con un moto di terrore "Maestro, ma che vi succede?", egli puntava il dito verso la bimba senza riuscire a proferire parola, mi girai per guardarla e stupita mi volta verso il maestro "Ma che succede?Mi sembra che la nostra piccola milady non abbia nulla di strano". Più di qualcuno guardava la piccola bimba spaventato, e non riuscivo a capirne il motivo, era una bimba...normale.
cavaliere25
23-01-2012, 14.49.05
E' colpa mia dissi se i marinai che sono scesi in acqua con me sono morti la colpa è mia continuai a dire ed è giusto che anche io muoia come sono morti loro non sono degno di vivere e rimasi fermo senza un fiato
Daniel
23-01-2012, 16.29.45
Schiocchi Frati perchè non capiscono? pensai..
<<Sta per morire dategli questa benedetta boccetta!>> Dissi sgolandimi..
elisabeth
23-01-2012, 16.42.18
Vagavo ormai tra la vita e la morte.....tra il mondo degli uomini e quelli dei defunti....tra il mondo visibile e quelloo invisibile, mi alzai da terra riprendendo piano piano l'equilibrio, la voce di Goz era forte ed irritata....speravo sinceramente che Daniel avesse personalmente dato parte della fiala al boscaiolo..avevo la necessita' di avere il resto, intanto mi avvicinai a Goz..." Qualcosa vi sta sfuggendo di mano, il viaggio sta diventando....una storia strana, vero Goz?.....le avventure sono sempre una cosa stupenda e qui devo dire che i vostri ospiti saranno esauditi......vi ho detto che il Carrozzone e vostro ma non le acque che state navigando......imi spiace per i vostri uomini, ma non avrebbero dovuto immergersi....dove' Isolde, Goz...l'avete persa di vista ?.....anche questo potrebbe costarvi caro, e se devo dirvela tutta i vostri uomini incominciano a vedere le loro stesse paure prendere forma, cercate di non perdere la loro fiducia.....sarebbe una rovina"...Rimasi a guardare gli occhi di Goz.....due pozze...scure dove leggere la fine diventava angoscioso..
Guisgard
23-01-2012, 16.46.37
Ad un tratto alcuni dei ragazzi raggiunsero Talia e gli altri due che erano con lei.
Il signorotto e i suoi sgherri erano appena andati via, ma qualcos’altro sembrava averli turbati.
“Presto, venite a vedere!”
“Cosa succede?” Domandò uno dei due fratelli che erano con Talia.
Ma gli altri non risposero nulla e due di loro presero Talia per mano.
“C’è un demone nel giardino del Casale!” Agitato uno di quelli. “Presto, venite a vedere!”
Talia e gli altri due furono così trascinati nel giardino.
Una superba fiera, di grossa taglia e fogge vigorose, col manto chiazzato giallastro e screziato di nero, stava distesa fra i cespugli, leccandosi le poderose zampe.
Accortasi di loro, la feroce belva cominciò a fissarli con i suoi occhi fiammeggianti, restando tuttavia immobile.
I ragazzi fissavano quell’incredibile animale senza emettere nemmeno un alito.
Quella visione sembrava averli rapiti; paura mista a meraviglia avvertivano per quella belva che mai avevano visto.
“Il…” mormorò uno di loro “… il maestro una volta ci… ci parò dell’Oriente e delle sue meraviglie… di… di uomini dalla pelle bruna e di una terra fertile a forma e immagine di una mezza Luna…”
“Non…” lo richiamò uno dei suoi fratelli “… non fissarla in quel modo… finirà col comprendere che… che parli di lei…”
“La…” intervenne un terzo “… la stiamo… fissando tutti…”
“Forse è davvero un demone…” singhiozzando un altro ancora “… forse se raggiungiamo il Tempio saremo al sicuro…”
“Non è un demone…” riprese il primo che fra loro aveva parlato “… almeno credo… il maestro, vi dicevo… una volta mi parò dell’Oriente… e dopo la terra della Mezzaluna… narrava il maestro… dopo di quella, vi è un’altra terra… una terra da cui spunta il Sole ogni giorno… laggiù la gente ha la pelle gialla e vivono numerosi animali a noi sconosciuti… e il maestro mi parlò di un formidabile predatore… che gli uomini del posto chiamano mangiatrice d’uomini…”
“Cosa diavolo c’entra tutto questo?” Domandò uno dei suoi fratelli.
“Il predatore del racconto del maestro… si, ecco… era in tutto e per tutto simile a questa belva…”
“Ehi, ragazzi!” Urlò all’improvviso uno dei fratelli che non era con loro, facendoli saltare tutti su per lo spavento. “Ehi, siete qui!” Arrivando di corsa.
Ma un attimo dopo, davanti a quell’incredibile felino, anche lui restò pietrificato come gli altri.
“Cosa diavolo urli!” Lo riprese a bassa voce uno dei fratelli.
Ma il nuovo arrivato sembrava aver smarrito la parola.
“Allora, cosa dicevi mentre correvi qui?” Chiese quello che l’aveva richiamato. “Avanti, cosa dicevi?”
“C…” balbettò il nuovo arrivato “… c’è… c’è uno… c’è uno straniero davanti… davanti alla tomba del maestro…”
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Guisgard
23-01-2012, 17.05.19
“Normale?” Ripeté Lainus fissando Altea. “L’avete vista? Non c’è più quella bambina!”
“Cosa succede?” Domandò la fanciulla ad Altea.
Lainus la fissava con un moto di terrore.
“Non mi vuoi più bene, Altea?” Fece la ragazza.
“Chi sei tu?” Chiese Lainus alla fanciulla.
“Non mi riconosci?” Fissandolo lei. “Sono Rykeira…”
Tutto l’equipaggio sul ponte si avvicinò a loro.
“Cosa succede?” Domandò Goz.
“Dice di essere Rykeira…” disse Lainus “… ma è impossibile…”
“Ovvio!” Esclamò Goz. “Rykeira è una bambina… questa è un’adolescente!”
“Avete visto, capitano!” Urlò Bar. “E’ lei la strega!”
Tra l’equipaggio si diffuse il panico.
“Dobbiamo buttarla in acqua!” Inferocito Bar.
“Si, morte alla strega!” Gridò l’equipaggio.
“Ho paura…” fece la ragazza che diceva di chiamarsi Rykeira, stringendosi ad Altea.
“Sembra che abbiano trovato un’altra potenziale strega…” ridendo Isolde ed avvicinandosi ad Elisabeth, che era poco lontana da loro.
Daniel
23-01-2012, 17.11.44
Visto che nessuno si decideva a rispondermi infilai metà fiala in gola a cavaliere25 e uscii subito fuori.. C'era un macello.. Volevano buttare in mano la bambina.. Che non c'entrava niente.. Isolde stava importunando la bambina.. Corsi da Elisabeth e le infilai l'altra metà in gola.. E dissi a Isolde:
<<Strega mi devi ancora trasformare in un maiale? Sto aspettando!>> Poi corsi dalla bambina e mi misi tra lei e la folla e urlai:
<<NON è UNA STREGA! Ma è possibile che non sapete distinguere una strega quando la vedete?>> Avevo il fiatone.. Quel viaggio si stava rivelando un inferno..
Altea
23-01-2012, 17.11.47
Adolescente?? Il maestro aveva il viso pallido di terrore e sudava, sentivo quella voce "Non mi vuoi più bene Altea?" e gli uomini del Carrozzone addossarsi contro lei, puntandole il dito e accusandola di stregoneria, di volerla uccidere. Ad un tratto la vidi...Rikeyra era una adolescente. Deglutii...cose strane stanno accadendo, ma tutto era possibile in questo Carrozzone.
La ragazza mi guardava spaventata e si attaccò alle mie braccia, la presi per mano "Volete gettarla in mare? Allora getterete in acqua pure me. D'altronde di che vi meravigliate, non era il Carrozzone delle Meraviglie questo, dovevano accadere cose mai viste...e io mi sono imbarcata qui proprio per vederle". Mi misi davanti a Rykeira per difenderla. Ad un tratto il ragazzo che era sempre vicino a lady Elisabeth, arrivò pure a difendere la ragazzina. "Fatevi da parte" gli dissi "se butteranno in acqua loro la seguirò pure io".
Guisgard
23-01-2012, 17.17.07
La febbre era salita nuovamente.
E Cavaliere25 era di nuovo nel delirio.
Improvvisamente Daniel decise di agire, facendo bere metà di quella fiala al boscaiolo, senza attendere oltre i due frati.
Qualche istante dopo il boscaiolo cominciò a sudare.
Poi la febbre, finalmente, iniziò a scendere.
“Ora credo starà meglio…” mormorò Plautus “… Dio sia lodato…” segnandosi ed imitato subito da Jovinus.
“Veglia tu su di lui…” fece questi “… io voglio capire cosa è successo…” e salì sul ponte in cerca di Daniel.
elisabeth
23-01-2012, 17.22.52
Ma guarda la divina Isolde....magia e nel caos lei e' sorridente come sempre....." Ciao Isolde...ben tornata, sei stata in giro a mandare maledizioni?.....bene...adesso ci sei tu...io e la bimba, che cosa fantastica, l'unico che non immagina nulla e' il grande Goz......io gli ho parlato e non mi ha nenche ascoltata ...provaci forse a te dara' retta....."....mi avvicinai ad Altea e le misi un mano sulla sua spalla....." Tranquilla puoi prenderti cura di lei......ti saro' vicina"......mi voltai verso Isolde le sorrisi e me ne tornai nella mia cabina .....ero stufa di sentire cose assurde.....parlavo e parlavo con nessuno.....Goz era un'ottuso uomo di mare......che raccattasse tutte le creature del creato....problemi suoi.....mi spiaceva solo che a forza di imbarcare gente il carrozzone affondasse.......arrivai alla cabina e mi buttai sul letto......
cavaliere25
23-01-2012, 17.26.27
che roba mi avete fatto bere chiesi devo parlare col capitano continuai a dire devo avvertirlo del pericolo che stiamo correndo e cercai di alzarmi
Altea
23-01-2012, 17.29.45
Improvvisamente Elisabeth mi passò accanto....mettendomi una mano sulla spalla. Avvertii il suo appoggio morale, guardai tutto l'equipaggio e la gente sulla nave...nel loro volto vi era il volto della paura, della superstizione, dell'arretratezza.
Talia
23-01-2012, 17.34.14
Stavo per entrare in casa quando alcuni miei fratelli, che avevano scortato il prepotente signorotto fino alla fine del viale, tornarono indietro di corsa... gridavano e dicevano cose che non capivo... qualcuno balbettava, persino... uno di loro mi prese per mano e mi trascinò fino in giardino dove, finalmente, capii la causa di tutto quel trambusto.
Un animale... il più grande e il più affascinante che avessi mai visto... zampe larghe e possenti, un manto dai colori bellissimi e due occhi che sembravano studiarci e perfino capirci...
Incapace di trattenermi, come rapita, feci qualche passo avanti... lentamente mi avvicinai alla belva, un minuscolo passo dietro l’altro, la mano tesa...
“Ehi, ragazzi!” Urlò all’improvviso uno dei fratelli che non era con loro, facendoli saltare tutti su per lo spavento. “Ehi, siete qui!” Arrivando di corsa.
Ma un attimo dopo, davanti a quell’incredibile felino, anche lui restò pietrificato come gli altri.
“Cosa diavolo urli!” Lo riprese a bassa voce uno dei fratelli.
Ma il nuovo arrivato sembrava aver smarrito la parola.
“Allora, cosa dicevi mentre correvi qui?” Chiese quello che l’aveva richiamato. “Avanti, cosa dicevi?”
“C…” balbettò il nuovo arrivato “… c’è… c’è uno… c’è uno straniero davanti… davanti alla tomba del maestro…”
Quelle grida mi fecero sussultare e in fretta tornai indietro...
“Cosa?” chiesi, costringendo quel mio fratello a voltarsi un momento verso di me “Uno straniero... un altro? Ed è davanti alla tomba del Maestro?”
Li scrutai tutti per appena un attimo, ad uno ad uno... ero preoccupata... tutti quegli stranieri che giungevano al casale... e in un solo giorno...
“Qualcuno resti a tenerla d’occhio!” dissi, indicando la fiera “E non avvicinatevi! Torno subito!”
Poi mi voltai e mi avviai a passo svelto verso il casale, verso il piccolo giardino laterale in cui era stato inumato il Maestro, chiedendomi che cosa altro ancora avremmo dovuto affrontare quel giorno...
Ed in effetti, proprio di fronte alla semplice croce piantata nel terreno, trovai un uomo... era alto ed indossava una giubba dagli esotici colori, una pesante spada gli pendeva dal fianco... immobile con le braccia lungo il corpo e la testa china, mi dava le spalle.
Osservai quella figura, semicelata dall’ombra densa del sicomoro, per qualche istante...
“Milord...” dissi poi, facendomi finalmente avanti “Perdonatemi se giungo a disturbare la vostra meditazione... ma né io e né i miei fratelli vi abbiamo visto arrivare. Posso chiedere cosa vi porta al Casale degli Aceri, mio signore?”
Guisgard
23-01-2012, 17.47.06
La croce nel terreno che sembrava stagliarsi contro le meste luci del pomeriggio, ormai destinato a terminare.
“Ti odio!” Urlò il ragazzo al maestro. “Ti odio con tutto me stesso!”
Il maestro lo fissava in silenzio.
“Basta!” Ringhiò nuovamente l’apprendista. “Andrò via! Via da qui! Per non rivederti mai più! E diventerò un cavaliere! Il migliore e anche tu sentirai parlare di me! Spero di non rivederti più!”
E corse via.
Un mare di ricordi lo investirono in quel momento, alla vista di quella tomba.
Ma quell’immagine nella sua mente lo tormentava.
Il ricordo di quell’addio gridato con tanto odio non riusciva a lasciarlo.
Poi, d’improvviso, quella voce alle sue spalle.
Si volto e la vide.
“Attenta, Talia!” Gridarono gli altri fratelli, che qualche istante dopo la raggiunsero. “Chi sei straniero? Ti manda il signorotto?”
“Attenti, è armato!” Fece uno di loro.
Lo straniero però restò immobile, con gli occhi divenuti vermigli per il pianto.
Li fissava uno ad uno.
E soprattutto fissava lei.
Guisgard
23-01-2012, 17.58.21
Isolde bussò e poi entrò nella cabina di Elisabeth.
“Cosa succede?” Ridendo. “Hai conosciuto l’ottusità degli uomini? Io invece li trovo adorabili… sai…” chiudendo dietro di sé la porta “… ho messo gli occhi sul quel maestro… chissà che stanotte non gli faccia visita…” rise ancora “… però io non sono come te, Elisabeth… non provo astio verso di te… dopo posso lasciartelo…” e si lasciò cadere sul letto “… ah, ho notato il tuo apprendista… quel Daniel… devi dirgli di stare attento, o la strega che si aggira a bordo potrebbe anche trasformarlo in qualche animale… anche se la punizione peggiore è lasciarlo così com’è!” E si abbandonò ad una nuova risata.
Talia
23-01-2012, 18.10.26
“Attenta, Talia!” Gridarono gli altri fratelli, che qualche istante dopo la raggiunsero. “Chi sei straniero? Ti manda il signorotto?”
“Attenti, è armato!” Fece uno di loro.
Si voltò di scatto e finalmente lo vidi...
I miei occhi si allargarono ed il mio cuore probabilmente saltò qualche battito...
Erano passati molti anni, certo... almeno dieci... e lui non era più il ragazzo che ricordavo... no, era un uomo adesso... eppure quegli occhi erano esattamente gli stessi.
Istintivamente allargai un braccio, bloccando i miei fratelli dove si trovavano... ma i miei occhi non lasciarono quelli dell’uomo di fronte a me neanche per un istante...
“Ma no, sciocchi...” mormorai ai giovani che sentivo trepidanti e confusi intorno a me “Nessun signorotto... E’ il Cielo che lo manda!”
Un attimo di silenzio, di immobilismo... poi un sorriso, radioso e felice, mi si allargò sulle labbra.
“Sei tornato!” esclamai, correndogli incontro ed abbracciandolo forte, mentre una lacrima di gioia scendeva a rigarmi la guancia “Sei tornato, finalmente! Bentornato! Bentornato a casa!”
Guisgard
23-01-2012, 18.29.50
Lei gli corse incontro, sotto gli occhi stupiti dei suoi fratelli.
E poi lo strinse forte a sé.
Un abbraccio lungo anni, o forse lungo un’eternità.
Lui lasciò cadere la borsa che aveva con sé e abbracciò anch’egli Talia.
In un attimo sentì la fatica svanire e il dolore ammansirsi.
Non perché aveva dimenticato il maestro, ma perché avvertiva che lo stava dividendo con lei.
Le sue braccia stringevano forte Talia, come per esorcizzare la paura di vederla volare via.
Un alito di vento, improvviso, avvolse i loro volti nei lunghi capelli di lei.
Allora, per quel soffio di vento, il profumo del bosco si confuse con quello di lei.
E per un attimo gli passarono davanti le mille scene vissute con lei durante l'infanzia in quel bosco.
Tutti gli altri erano intorno a loro, ma in realtà sembravano essere stati portati via da quel vento.
“Talia…” mormorò alla fine uno di loro “… chi è questo straniero?”
Talia
23-01-2012, 18.59.22
Quell’abbraccio... lo stingevo forte, nascondendo il viso contro la sua spalla... e in quell’istante sentii di nuovo tutto piovermi addosso: la sua mancanza patita per anni ed anni, la perdita del Maestro, quel terribile segreto sulla sua morte, le pretese del signorotto sul casale... tutto! E tuttavia ora non ero più sola! Ora, come quando eravamo bambini, c’era lui con me... lui che era sempre stato il primo con cui mi confidavo... l’unico di cui mi fossi mai fidata ciecamente!
“Talia…” mormorò alla fine uno di loro “… chi è questo straniero?”
Quella voce, quasi un sussurro, mi riportò tra loro...
E così accantonai quei pensieri... ci sarebbe stato tempo, dopo! Ora era il momento della gioia, ora era il momento della felicità...
Allentai quindi l’abbraccio e mi allontanai appena da lui...
“Straniero?” mormorai, tornando a guardare prima lui e poi tutti loro con un sorriso “Non ditemi che davvero nessuno di voi riconosce più nostro fratello... Il nostro ritrovato fratello...”
Poi un pensiero improvviso mi colse...
“Nestos!” esclamai quindi, stringendogli il braccio “Oh, Nestos sarà così felice di vederti! Dobbiamo trovarlo... Vedrai... Vedrai! Sarà entusiasta del tuo ritorno!”
Guisgard
23-01-2012, 19.26.34
Talia e il fratello ritrovato avanzarono verso gli altri, che continuavano a guardare il nuovo arrivato con curiosità.
Nel mezzo del gruppo vi era Nestos.
Era immobile, come interdetto da quell’accadimento.
Il nuovo arrivato avanzò verso di lui sorridendo e con le braccia larghe.
Ma, quasi d’istinto, Nestos indietreggiò.
Il cavaliere lo fissò turbato.
Nestos invece guardò Talia e cominciò a gesticolare con il suo linguaggio…
(Non può tornare così... dov’era in tutti questi anni? Dove, mentre noi tutti crescevamo? E quando il maestro è morto? Non si può tornare quando è troppo tardi… non ha il diritto di tornare ora!)
E corse via.
Talia
23-01-2012, 19.56.53
(Non può tornare così... dov’era in tutti questi anni? Dove, mentre noi tutti crescevamo? E quando il maestro è morto? Non si può tornare quando è troppo tardi… non ha il diritto di tornare ora!)
Fissai Nestos... e i miei occhi divennero tristi.
Ero stata sciocca, ero stata infinitamente sciocca: nella mia personale gioia avevo deliberatamente ignorato i sentimenti degli altri... non avevo pensato ai loro sentimenti, ai loro pensieri e stati d’animo, a quanto Nestos aveva dovuto sentirsi solo dopo la partenza di quel suo fratello e a ciò che per lui doveva significare il suo ritorno proprio nel momento in cui aveva perso anche il Maestro...
Chinai la testa, tristemente...
“Temo che a Nestos occorra un po’ di tempo in più!” mormorai.
elisabeth
23-01-2012, 19.59.00
Sentii la porta aprirsi.......avevo gli occhi chiusi ma potevo vedere la bella Isolde entrare......e quando finii di ascoltarla.....mi raddrizzai sul letto e mi misi seduta......occhi negli occhi....." Io odiarti...ma perche' dovrei, infondo ti sei portata via il padre dei miei figli......infondo hai ucciso uno dei miei figli..e poi ..non so, magari per carita' Divina vuoi trasformare Daniel in un maiale......ma perche' dovrei avercela con te Isolde ,dolce cretura....io non ti odio.... sono quella che sono perche' non posso odiare...ma sai...il mio cuore te lo sei passato sotto i piedi, adesso hai messo gli occhi sul Maestro.......pensavo fosse Goz l'uomo dei tuoi desideri....".....mi alzai dal letto e cominciai a passeggiare avanti e indietro......"Isolde ti avverto......lascia stare questa gente, trovati altri divertimenti, il sangue umano per quanto ti possa sembrare strano....l'essere umano ha un valore infinito........non ho finito......Daniel e' intoccabile.....perche' se tocchi lui...tu sei finita......giuro su nostra madre......che tu non rivedrai neanche il buio delle tenebre....e ora esci subito da questa stanza..."
Guisgard
23-01-2012, 20.23.07
“Lasciami andare da lui…” mormorò il nuovo arrivato a Talia “… voglio parlare con lui…”
“Ma chi credi di essere?” Avvicinandosi un altro dei fratelli. “Arrivi qui come Ulisse e pretendi di sistemare ogni cosa! E poi nessuno può capire Nestos! Solo il maestro e Talia possono!”
Il cavaliere lo fissò senza dire nulla.
“Perché sei tornato?” Ribadì quello. “Per pietà? O perché sei ricercato?”
“Calmati..” cercò di farlo calmare un altro di loro.
“Lasciate che gli dica in faccia ciò che penso di lui!” Insistendo il ragazzo. “Avanti, da chi stai fuggendo? Dalle guardie del vescovo? O da qualche marito a cui hai ingravidato la moglie?”
“Basta!” Lo ripresero gli altri.
Ma il ragazzo era fuori di sé.
“Lo diceva sempre Fyellon!” Continuò con rabbia. “Sei un poco di buono! Perché non te ne vai? Non abbiamo bisogno di te! Vattene e non tornare più! Vattene prima che ritorni Fyellon! Ricordi? Giurò che ti avrebbe ucciso!”
A sentire il nome di Fyellon, il cavaliere ebbe un impeto di rabbia, che riuscì tuttavia a controllare.
“Vado a parlare con Nestos, Talia…” mormorò il cavaliere, per poi raggiungere il ragazzo scappato via.
Guisgard
23-01-2012, 20.40.55
Isolde rise a quelle parole di Elisabeth e si avviò verso la porta della cabina.
"Che paura, mi fai..." voltandosi "... mi sa che cercherò protezione fra le braccia del bel maestro…” ed uscì abbandonandosi nuovamente a quella sua inclemente risata.
Sul ponte, intanto, tutti i marinai avevano circondato Altea e la giovane Rykeira.
“Vogliamo quella ragazza!” Dicevano. “Ci porterà tutti alla morte! Vogliamo buttarla in acqua!”
“Siete tutti pazzi!” Gridò Lainus. “Nessuno di voi la toccherà!”
Uno dei marinai però si lanciò su Lainus e questi reagì.
Scoppiò una rissa e ovviamente, essendo tanti contro di lui, il maestro ebbe la peggio.
Fu pestato a sangue e di nuovo, poi, i marinai minacciarono la ragazza.
“Fermi, vi ordino!” Tuonò Goz.
A quelle parole la ciurma si fermò a fissarlo.
“E’ una strega, capitano!”
“Avete visto com’è cresciuta in poche ore?”
“Si, ci distruggerà tutti!”
“Nessuno la toccherà!” Urlò Goz.
Ma gli uomini, in balia della paura, strapparono Rykeira dalle braccia di Altea per buttarla in mare.
La ragazza gridava e si disperava, ma quegli uomini sembravano come impazziti.
Ad un tratto salì sul ponte Jovinus e davanti a quella follia collettiva intimò tutti di fermarsi.
Ma neanche il chierico riuscì a farli ragionare.
E mentre i marinai si accingevano a gettare Rykeira in acqua, qualcuno, all’improvviso, gridò.
“Il crine!” Urlò Bar. “La strega è qui! Il crine è intrecciato! E’ stata lei a farlo!”
Guisgard
23-01-2012, 20.47.22
Plautus, intanto, nella cabina con Cavaliere25, cercava di far calmare il boscaiolo.
“Non agitatevi, ragazzo…” disse “… dovete riposare, siete ancora debole… ogni sforzo vi renderà sempre più fiacco… quando sarete guarito potrete parlare al capitano… avanti, state tranquillo…”
Altea
23-01-2012, 20.47.26
Quegli uomini con la irruenza della loro superstizione si scagliarono contro di noi, inerte vidi il maestro picchiato a sangue..rimasi sbigottita. E' vero...a volte..l'ignoranza genera mostri..pensai.
Stavo per soccorrerlo quando Rykeira fu presa con cattiveria, tanti uomini contro una donna, un chierico cercò di intervenire ma fu troppo tardi. Mi affacciai al ponte e vidi lei che cercava aiuto con le braccia...lo avevo promesso e mi gettai sul fiume. Appena il mio corpo entrò a contatto con il fiume Calars sentii uno strano calore pervadermi, quasi fonti magiche mi sorreggessero, afferrai la mano di Rikeyra.."ci sono io con te non aver paura". Urlai alla ciurma "Io mi fermo qui, e non torno più sopra questo Carrozzone che doveva portarci in posti meravigliosi...continuate il vostro viaggio soli...maestro, se volete potete seguirmi altrimenti buon viaggio". Fu cosi che arrivai sulla sponda del fiume con la ragazza che mi fissava con occhi di ringraziamento.
cavaliere25
23-01-2012, 20.50.43
a quelle parole rimasi in silenzio e annui e mi misi a dormire dovevo salvare quelle persone erano in pericolo e anche io ma dovevo guarire in fretta se volevo agire e dopo poco mi riaddormentai
elisabeth
23-01-2012, 20.51.03
Nell'uscire dalla stanza Isolde aveva lasciata aperta la porta e sentii le urla provenire dal ponte....corsi di sopra e vidi una massa di marinai che guardavano la riva del fiume.........." Razza di animali....ma che state facendo......con una bambina, se continuate cosi'....le streghe si faranno sentire e non avrete modo di tornare alle vostre famiglie....."......" Altea ...vi prego ascoltate ...ritornate a bordo, nessuno tocchera' ne' voi ne' la bambina.......se rimarrete li Altea....troverete la morte....vi prego......ritornate in acqua.....sarete condotta sino al carrozzone e vi tireremo su "......sperai con tutto il cuore di essere ascoltata........
Talia
23-01-2012, 20.51.57
“Vado a parlare con Nestos, Talia…” mormorò il cavaliere, per poi raggiungere il ragazzo scappato via.
“Aspetta...” mormorai.
Tentai di trattenerlo, ma era già corso via.
Abbassai gli occhi... mi sentivo male, infinitamente male... quella discussione acre aveva straziato la piccola parte del mio cuore che ancora potevo dire integra, lacerandola in mille minuscoli pezzi...
“Bravi!” mormorai poi, tornando ad alzare lo sguardo sui miei fratelli “Bravi, tutti quanti! Bisticciare così... come bambini... proprio di fronte alla tomba del Maestro! Vi sembra il modo di accogliere un fratello, questo? Lui può anche aver sbagliato, può essere in ritardo di dieci anni e può avere alle calcagna tutti gli eserciti del regno, ma niente vi autorizza a parlare così! Niente vi autorizza a parlare di uccisioni e duelli... non dovreste neanche pensarle queste cose! E’ pur sempre vostro fratello! E se è vero che lui dovrebbe vergognarsi per aver atteso dieci anni prima di tornare a casa, è vero anche che voi tutti dovreste vergognarvi per l’accoglienza che gli avete riservato!”
Chiusi gli occhi e respirai il vento...
cercando di far sì che tutta la mia rabbia, la mia frustrazione, il mio dolore venissero portati via come le foglie del giardino...
Ma era difficile... troppo difficile!
Lentamente, quindi, mi voltai e mi avviai verso il bosco...
“Oh...” mormorai, soffermandomi dopo appena qualche passo “Mi fido di voi... non deludetemi!”
Poi ripresi a camminare...
Il lago...
L’unico posto in cui avrei potuto cercare di ricomporre i pezzi del mio cuore era il lago...
Altea
23-01-2012, 21.09.49
Vidi Lady Elisabeth che si sbracciava...guardai Rykeira...era tornata quasi bambina. "No milady...io mi fermo qui...sfiderò qualsiasi pericolo, non ho paura io. Mi sono sempre arrangiata da me. Preferisco la solitudine a questa compagnia e queste dicerie". Afferrai la mano della piccola e iniziai a correre per la riva fino a un piccolo boschetto e mi sedetti sotto un albero assieme a lei, speravo non mi trovassero laggiù. Ero stanca di tutti quei tafferugli, erano loro con le loro dicerie stavano facendo del male a Rykeira.
elisabeth
23-01-2012, 21.17.12
Accidenti agli uomini e alle loro superstizioni......mi gettai in acqua e nuotai verso la riva,,,,,,i sensi mi funzionavo benissimo.......c'era un freddo pauroso......guardavo gli alberi i loro occhi mi indicarono la strada e le foglie si sino a formare un sentiero.....sino a quando non le treovai.." Altea ..posso comprendere la decisione di una bambina, ma voi siete una donna adulta giudiziosa........restare qui significherebbe morte certa ....sapete benissimo che non mentirei......vi giuro sulla mia stessa vita chea bordo nessuno vi tocchera'......sempre che il piccolo tesoro...si comporti come tale e ora vi prego torniamo indietro..prima che faccia buio.."...tesi le mie mani verso Altea......
Altea
23-01-2012, 21.22.30
Lady Elisabeth riuscì a raggiungermi, me lo aspettavo...."la morte...a che morte dovrei sfuggire? cosa potrebbe causarla? vedete questo bosco...c'è cibo a volontà per sfamarmi..e il sole saprà guidarmi durante il giorno e la luna saprà cullare i miei sogni. Mi spiace, ho sbagliato milady...ho compiuto un passo falso. La mia sete di curiosità mi ha fatto fare un passo più lungo di quello che avrei dovuto fare. Quegli uomini...continueranno...a far del male a lei, a questa creatura, io non lo permetterò. Se tenete a me, lasciatemi andare"
elisabeth
23-01-2012, 21.27.58
L'ascoltai con una tristezza infinita...." Questo bosco e' la mia casa...Altea......non posso spiegarvi ora, non mi e' consentito.......ma vi prego...ascoltatemi....venite con me, qui non posso proteggervi......ci sono cose che non potreste capire.....".....mi avvicinai ad Altea...e le poggiai la mano sul cuore......gli alberi intorno si abbassarono e le trasferii tutta l'energia positivo che potevo darle..per farle sentire la verita' delle mie paole
Altea
23-01-2012, 21.32.10
Sentii la mano di Elisabeth sul mio petto, il cuore batteva forte, e una energia positiva stava entrando, sentivo il vento sussurrare echi di tempi lontani e di spiriti, un senso di calma si impossessò di me. Aprii gli occhi "io vi seguirò ma non su quel battello, non mi conoscete milady...vi ringrazio per la vostra cura, ma io, combatto per i miei ideali fino la fine."
Daniel
23-01-2012, 23.12.16
Mi guardai intorno in quel caos non vidi più Altea, Elisabeth e la bambina.. Sentii la malvagia risata di Isolde.. Corsi sul bordo della nave e cercai con l'occhio della mente una deelle tre.. Le trovai.. Guardai Isolde e dissi:
<<Non finisce qui tra me e te!>> Schioccai le dita e mi smaterializzai..
Mi materializzai davanti a le tre ragazze bagnate fradice..
<<MA CHE TI SALTA IN MENTE?>> urali verso Elisabeth.. Ero furioso..
elisabeth
23-01-2012, 23.22.52
Le fronde degli alberi si alzarono e il vento cesso'...pace e senso di pace.....la bimba era silenziosa ...e gurdava tanto me quanto Altea....." non avevo alcun dubbio Altea sulla vostra caparbieta' se decidete qualcosa nulla puo' farvi cambiare idea......ma devo ricordarvi che su quel carrozzone c'e' il vostro maestro e vi ricordo anche hc enon voleva venire con voi....ma voi caparbia gli avete pagato il viaggio......bene mia cara.....spero che vi siate accorta qunto lui sia strano, nella sua mente e nella sua anima si insinuera' una serpe......e colei che fara' questo sara' ancora piu' libera senza la vostra presenza, forse di lui non vi importa nulla, ma su quel carrozzone ce lo avete messo voi.....la bimba ha i suoi buoni motivi per stare qui e trattenervi su questa terra.........Altea ....se fossimo soli potremmo prendere tutte le decisioni che il nostro cuore ci chiede di seguire......ma voi avete fatto una scelta salendo col vostro maestro a bordo...e non posso credere che voi lo stiate abbandonando.........io tornero' a bordo.....il mio viaggio come il vostro e' unito da un filo sconosciuto......."..........rimsi in silenzio a fissare la bimba ..questa volta se si fosse intromessa avrebbe avuto la dimostrazione di come riuscivo ad infuriarmi......anche con chi aveva le sembianze di una cosi' dolce creatura, ma forse era abbastanza intelligente per rimnere in un sano mutismo.......perche' comunque anche se avesse tirato fiato...dalla sua bocca non sarebbe uscito nessun suono. Dniel si materializzo' come fosse uscito da una nuvola..." Daniel tesoro....adesso rimproveri anche tua madre ?.....sono stanca fradicia.....ti prego Daniel evita i sermoni e cerca di comprendere...Lady Altea si e'trovata ad affrontare uomini impauriti e capaci di tutto pur di togliere la vita a questa ragzzina....ha fatto quello che avremmo fatto tutti al suo posto......ma credo che ora abbia compreso che la vita di tutti noi dipende dal suo ritorno a bordo.....purtroppo gli eventi non possono fermarsi cosi'....quel carrozzone deve continuare il suo viaggio...."........intanto un piccolo alberello si piego' per darmi il modo di sedermi......." Grazie ne avevo proprio bisogno.....diventerai un albero bellissimo.....".....presi la mano di Daniel e la tenni stretta....era passato un sacco di tempo da quando lo avevanoportato via da casa.......quanto avrei voluto che suo padre e suo fratello fossero li'..........
Daniel
23-01-2012, 23.34.50
Guardai elisabeth.. E poi guardai le altre due.. Mi avvicinai a Elisabeth e sussurai..
<> Perchè mi sembra di conoscerti? >> dissi sedendomi accanto a leiu..
Guisgard
24-01-2012, 01.39.35
Tutto era accaduto così in fretta.
Forse troppo in fretta.
Elisabeth si adagiò sotto quell’albero e poté finalmente riposare.
Anche Altea e Rykeira fecero lo stesso.
Daniel invece appariva inquieto.
Troppe cose strane stavano accadendo.
La notte trascorse così, senza patemi.
La foresta aveva i suoi colori, i suoi suoni, i suoi profumi.
Appariva come uno scenario incantato, incontaminato ed idilliaco.
Giunse poi l’albeggiare e la foresta si destò col nuovo giorno.
Altea, Elisabeth e Daniel si svegliarono dal loro sonno.
Avevano ripreso le forze dopo le agitazioni e le paure del giorno prima.
Altea cercò Rykeira, ma accanto a lei non c’era più la ragazzina.
Ad un tratto i tre udirono dei passi.
Un attimo dopo, davanti ad Elisabeth, Altea e Daniel apparve una bellissima donna.
“Ben svegliati…” disse “… credo che ormai possiamo dirci al sicuro… gli uomini del Carrozzone qui non ci troveranno…” fissò Altea “… dimmi… mi vuoi sempre bene? Come la mia mamma?”
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Guisgard
24-01-2012, 01.53.42
Parsifal continuava a sfogliare quell’antico testo.
In esso erano raggruppati elenchi lunghissimi di demoni, tanti quanti sono nominati dalle tre grandi religioni monoteiste.
Inoltre erano elencati sortilegi e rituali per difendersi da ogni forma di forza oscura.
Vi era poi la narrazione del grandioso scontro tra Angeli buoni e angeli ribelli, della sconfitta di Lucifero e della sua cattività all’Infermo.
Il libro continuava con diversi brani della Bibbia spiegati e commentati da glosse dei Padri della Chiesa.
Infine, il testo si chiudeva con storie di diversi Santi, della loro passione, dei loro miracoli e della narrazione riguardante le loro Sante Reliquie.
“Trovato qualcosa di interessante, ragazzo?” Chiese Redentos entrando nella stanza.
Guisgard
24-01-2012, 02.05.24
Cavaliere25 si addormentò.
La febbre era calata in fretta e pian piano anche le forze cominciarono a ritornare.
Accanto a lui vi era sempre frate Plautus.
Dopo un paio d’or, il boscaiolo si svegliò.
“Vi sentite meglio, vero?” Sorridendo il frate.
In quel momento nella stanza giunse Jovinus.
“Come sta?” Domandò a Plasutus.
“Sta meglio…” rispose questi “… ormai la febbre è scese completamente…”
“Dio sia lodato…” fece Jovinus “… sul ponte invece sembra essere scoppiato il caos…”
“Perché?”
“Si è scatenata una caccia alle streghe” rispose Jovinus “e tutti ne sembrano ossessionati. I marinai se la stanno prendendo con la bambina… e la donna che era con lei, lady Altea, si è tuffata in acqua per sfuggire a quella follia…”
Melisendra
24-01-2012, 02.28.59
Non riuscivo a respirare.
Rimasi a lungo sospesa in quel blu infinito. Quell'umidità a cui appartenevo.
Mi scoppiava il petto.
Cercai di agitare le mani verso la salvezza. La salvezza era la luce, che vedevo filtrare nell'azzurro e nel violetto delle acque che mi circondavano. La mia voglia di vivere vinse sull'abbandono e cercai di risalire in superficie, tendendo tutti i muscoli del mio corpo nel tentativo di afferrare quei raggi di sole.
L'aria mi bruciò i polmoni e sputai copiosamente l'acqua che mi stava soffocando. Galleggiai esausta sul pelo dell'acqua.
Il sole era al tramonto. Mi domandai se avrei visto l'alba.
Lasciai che l'acqua mi cullasse e mi accompagnasse verso il mio destino. Mi abbandonai tra le braccia di quegli spiriti delle acque. Non c'era ragione di temere.
Avevo trascorso il mio tempo rincorrendomi con quegli stessi spiriti, come nebbia o come pioggia che sfiora la superficie dell'acqua. Appartenevo a quel blu profondo. Non eravamo in molte a incarnarci in corpi umani.
Osservai il mio corpo e mi soffermai ad ammirare incantata il colore trasparente della pelle, resa luminosa dai raggi del sole morente. Respirai a fondo, mentre la corrente mi muoveva come una foglia. Quanto spesso avevo riso e avevo rincorso le foglie. Era quello il mistero e il segreto della nostra lunga vita... scorrere spensierate al di fuori del tempo e del mondo umano. Nessuno poteva trattenerci o governarci, fino al momento in cui tutte noi saremmo tornate al Blu.
Rimpiansi le mie sorelle... ma forse loro erano lì, da qualche parte, a soffiare quel vento sulla mia pelle e a guidare la mia avventura.
Non succedeva spesso che una magia superiore ci rendesse umane. Ma qualcosa era cambiato e il mio tempo si era fermato: non c'era più l'infinita successione degli attimi e delle corse gioiose. Qualcosa mi aveva trattenuto. Il tempo si era impadronito di me e io... ero diventata umana.
Lentamente, mentre sorgevano le stelle, ero giunta su una riva quieta e ricca di vegetazione. Provai ad alzarmi, ma non ci riuscii. Rimasi lì, distesa sul bagnoasciuga, mentre le onde accarezzavano i miei fianchi. Scostai indietro i lunghi capelli scuri. Le mie mani sfiorarono la sottile rete di alghe che mi copriva a malapena. Non soffrivo il freddo o la stanchezza. Ero sorpresa. Mi guardavo attorno e il mondo mi appariva per la prima volta così vivido e pieno di misteri. Misteri? E io che pensavo di conoscere ogni cosa...
Il rumore della notte divenne dolce come le voci delle mie sorelle e mi addormentai, cullata da quella nenia. Sapevo che non mi avevano abbandonata.
Dormii, adagiata su un sasso concavo come il palmo di una mano. Dormii e sognai lo splendore zaffiro delle acque che mi avevano donato la vita.
Guisgard
24-01-2012, 03.03.23
Il rumore delle acque e il loro scorrere, leggero e quasi musicale, sui lucidi sassi che rappresentavano il fondale più trasparente e meno profondo.
E salendo verso la sponda, quelle acque arrivavano quasi ad accarezzare la pietra concava nella quale quella ragazza dormiva.
La stelle scintillavano attraverso quella foschia, segnando quasi una strada immaginaria, tracciata tra il Cielo e l’orizzonte sterminato.
Una strada capace di condurre in mondo lontano, forse al di là del mare e del tempo.
Poi, ad un tratto, si udì un pesante rumore di ruote solcare il sentiero che lambiva la scoscesa scogliera.
Uno di quegli uomini indicò qualcosa vicino all’acqua.
“Che mi prenda un colpo…”
“Cosa hai visto?” Chiese l’altro.
“Presto… punta verso il basso questa lanterna!”
“Vedi quello che vedo io?”
“Si… presto, chiama gli altri…”
Qualche istante dopo, scesero presso la sponda, fino a raggiungere il sasso concavo dove la misteriosa ragazza dormiva.
“Da dove salta fuori?”
“Avete visto com’è vestita?”
“Che sia una strega? Ho sentito che nei sabba si accoppiano col demonio nei luoghi più sperduti…”
“Non dire sciocchezze…”
“Allora sarà una prostituta…”
“Così giovane e bella? Non vedi la sua pelle? E i capelli poi? No, amici miei… niente affatto… questa ci farà guadagnare almeno mille Taddei… avanti, cominciate a fare spazio sul carro…”
Melisendra
24-01-2012, 03.20.31
La luce della lanterna aveva ferito i miei occhi. Feci appena in tempo a sussultare e a lanciare un gridolino di sorpresa.
Nel bagliore del fuoco riuscii solo a vedere le sagome di quegli uomini. Una parte di me era incuriosita, ma qualcosa mi gridava pericolo.
Li guardai a occhi sgranati e mi appiatti contro la liscia superficie del mio giaciglio, come se la terra avesse potuto proteggermi. Quegli uomini dicevano parole che non comprendevo del tutto.
L'istinto prese il sopravvento e cercai di gettarmi in acqua, convinta che il Blu mi avrebbe accolta e protetta, ma non ottenni altro che schiamazzi e schizzi d'acqua disordinati.
Fammi tornare a casa! Gridai con disperazione, nella mia mente.
Annaspai e gridai. Era la prima volta che sentivo la mia voce. Quel suono mi spaventò. Non avevo mai sentito un ululato così spaventato ed esitai a credere di esserne stata io l'artefice.
Guisgard
24-01-2012, 04.21.38
Nestos se ne stava all’ombra di una grossa quercia.
Piangeva e stringeva i pugni per la rabbia.
Ad un tratto udì il suono di un’ocarina.
“Non mi abituerò mai alla bellezza di questo luogo…” mormorò avvicinandosi alla quercia “… non c’è stata notte che non abbia rivisto tutto questo prima di chiudere gli occhi…” il cavaliere si appoggiò con la schiena contro il tronco della quercia “… ricordi quando giocavamo da piccoli? Io facevo Ulisse e tu Telemaco… o io Oreste e tu Pilade… il ritorno dell’eroe…” malinconicamente guardò l’immenso bosco che li circondava “… forse non si può tornare troppo tardi…”
Nestos lo ascoltava senza voltarsi.
Anche lui lo fissò.
Poi sorrise.
“Ehi, Nestos, vuoi conoscere un amico?” Per poi lanciare un fischio verso il giardino.
Qualche istante dopo, con un balzo, da un cespuglio emerse una gigantesca tigre.
Fissò un attimo i due fratelli, per poi raggiungere il suo padrone e accucciarsi ai suoi piedi.
“Si, lo so…” sorridendo il cavaliere e accarezzando la tigre “… so cosa stai pensando, Nestos… scommetto ti stai chiedendo da dove salta fuori, vero?”
Nestos sembrava rapito da quell’animale.
“Vuoi sapere la sua storia?” Domandò il cavaliere dagli occhi azzurri. “E magari il suo nome?”
Gli occhi di Nestos saltavano dalla tigre al suo padrone, come biglie impazzite.
“Avanti, fammi un cenno col capo” continuò il nuovo arrivato “ed io ti dirò il suo nome.”
Nestos, prima titubante, poi finalmente accennò un sorriso.
“Allora?” Ridendo il cavaliere. “Vuoi saperlo o no?”
Alla fine Nestos annuì.
“Sheylon…” fece lui “… ti presento mio fratello Nestos... avanti, non aver paura!” Rivolgendosi al ragazzo. “Avvicinati ed accarezzalo!”
Talia, nel frattempo, era al lago, immersa com’era nei suoi inquieti e malinconici pensieri.
Fissava le calme e chiare acque, specchiandosi in esse, mentre la sua immagine veniva di tanto in tanto alterata dalle leggere increspature del lago.
Il vento accarezzava i lunghi capelli, mentre i raggi del Sole sulle acque generavano bagliori che si riflettevano nei suoi occhi, liberando gli infiniti colori che quello sguardo era capace di suscitare in chi si fermava a guardarlo.
Ad tratto un’altra figura affiancò Talia nell’immagine riflessa sulle acque del lago.
“Forse non hanno tutti i torti…” disse il cavaliere “… forse non avevo il diritto di tornare ora… forse questa davvero non è più casa mia…”
Altea
24-01-2012, 09.20.46
Mi persi come in un oblio magico, sognai un bosco magico, incantanto, sfiorata dal vento, l'alba accompagnò il mio risveglio. Mi alzai e vidi vicino a me Daniel e Elisabeth che dormivano sereni. Ad un tratto un fruscio di vesti sull'erba e mi apparve una bellissima dama, sembrava apparisse dal nulla...."Mi vuoi bene Altea?" deglutii... Rykeira pensai. "Ma chi sei tui" le chiesi...chi sei. Se tu hai un animo nobile, certo che ti voglio bene, ma non ti conosco."
Talia
24-01-2012, 11.23.56
Silenzio...
Il vento sfiorava le cime degli alberi, giocava tra i rami facendo volare qualche foglia e poi, roteando, scendeva fino a me... accarezzava l’erba e il mio abito leggero, i miei capelli, poi scivolava sul pelo dell’acqua, increspando leggermente la liscia superficie del lago.
I miei occhi erano chiusi ma la mia mente, aperta e vigile, ascoltava ogni cosa... i rumori della Natura e quelli della mia anima... respirando lentamente e a ritmo cadenzato, ritrovai in parte la pace perduta...
Ad un tratto udii un leggero rumore di passi sull’erba... e lo riconobbi.
Si soffermò appena dietro di me, mi parve di percepire la sua esitazione... infine parlò.
“Forse non hanno tutti i torti…” disse il cavaliere “… forse non avevo il diritto di tornare ora… forse questa davvero non è più casa mia…”
Aprii gli occhi, finalmente, ed osservai la sua immagine riflessa nelle acque del lago, proprio vicino alla mia...
“Questa è stata sempre casa tua!” risposi “Anche quando sei fuggito via, anche quando l’hai odiata, anche quando l’hai rinnegata, anche quando credevi che non ti importasse niente di questo posto né di nessuno di noi. Questa è stata sempre casa tua e lo sarà sempre! Così come loro saranno sempre i tuoi fratelli... sempre, e per sempre... anche se non avete mai fatto molto per comprendervi a vicenda!”
Rimasi per un attimo in silenzio, lasciando che i miei occhi corressero fino alla sponda opposta del lago, che ne scrutassero ogni invisibile anfratto... poi, finalmente, mi voltai a guardare lui...
“Sono così felice che tu sia qui!” dissi “Ho pregato ogni notte per te. Pregavo perché tu stessi bene e pregavo perché ti fosse concesso, un giorno, di ritrovare la strada di casa!”
Sorrisi.
cavaliere25
24-01-2012, 12.14.54
Si dissi sto meglio grazie ora posso alzarmi dissi devo parlare col capitano su una visione che mi venne davanti mentre stavo male e rimasi seduto sul letto
elisabeth
24-01-2012, 12.42.16
Seduta su quel tronco che mi accolse come le piu' devote delle creture....Danil la sua voce era come un sussurro pieno di domande......eravamo tutti sfiniti..." Ti sembra di conoscemi Daniel ?.....ti sei avvicinato a me senza che tu te ne accorgessi....cosa ricordi della tua infanzia ?......hai tutta la notte per ricordare, il tempo in cui il mio volto non ti era presente...raccogli i tuoi ricordi durante il sonno...e io completero' il mio racconto..ora dormiamo, siamo esausti e la bimba mi sembra molto provata....mettiamoci sotto la grande quercia lei si chinera' su di noi per proteggere il nostro sonno......cosi' fu, stavo dormendo accanto a mio figlio, potevo toccare la sua iirequietezza, le domande lo stavano divorando come l'ansia e l'ira, ma quella notte doveva passare, perche' nel mio regno le creature si dovevano riunire...ogni cosa doveva essere fatta con giustizia, niente in quel mondo doveva essere toccato dalla malvagita'.....le ore passarono e il sole fece ritorno tra le tenebre del sonno....mi svegliai e vidi che Altea e Daniel erano in piedi......nell'alzarmi notai che il mio vestito era diverso....era l'abito del mio bosco una stoffa creta lavorando le cortecce intrecciata dalle felci ........fiori sparsi davano il colore del sole al suo tramonto, la mia verga era nella mia mano .....un legno secolare dove i simboli si intrecciavano asseconda degli ordini richiesti, ero tornata a casa e questo mi diede forza........vidi una donna, che parlava con Altea era Rykeira.......una domanda lecita......mi vuoi bene.....mi vuoi bene a prescindere della mia forza e della mia eta'...mi vuoi bene anche se non sono quella che vorresti io fossi...l'Amore incondizionato......." Altea, non c'e' bene e non c'e' male....l'uno puo' esistere senza l'altro......L' Amore non cerca la via della ragione.....Rykeira....voi conoscete le leggi del mio regno...."....
Altea
24-01-2012, 13.43.16
Guardavo il bosco era diventato silenzioso, e cercai il viso rassicurante di Elisabeth...e....era cambiata, era bellissima...era quel bosco. E captaii le sue parole..come se mi mandasse un segnale.."Mi vuoi bene Altea??... lei è l'amore, ma io non so che cos'è l'Amore, non ho pensato fino ad ora cosa fosse, ma dovevo impararlo." Guardavo Rykeira che mi fissava con occhi imploranti..."si ti voglio bene chiunque tu sia...perchè tu ti sei fidata di me".
elisabeth
24-01-2012, 14.23.34
" Altea.....l' Amore non si impara...l' Amore si nutre di noi come noi ci nutriamo di lui......l' Amore e' la vita stessa che ci e' stata donata, l' Amore e' cosi' semplice che a volte agli umani sfugge di di mano..".....Guardai Rykeira.....nessuno poteva stare nel mio regno senza conoscervi le leggi......il bosco stesso l'avrebbe risucchiata e spedita al centro dell' inferno....
" Daniel....la notte cosa vi ha portato ?....."
Guisgard
24-01-2012, 15.48.22
Alcune nuvole si erano addensate sul cielo sopra il bosco e solo a fatica il Sole riusciva a penetrare sulla verdeggiante macchia sottostante e sulle calme acque del lago.
“Mi sembra impossibile che il maestro non ci sia più…” sospirò lui, dopo essersi seduto accanto a Talia “… se ripenso al nostro ultimo incontro… a quello che gli gridai con tutto l’odio che avevo dentro… ed ora…” chinò il capo “… cerca una ragione… un motivo a tutto questo…” si voltò poi a fissare la ragazza “… forse tu sei l’unica che mi rivolge la parola qui… dimmi, Talia… come è morto il maestro? Era malato?”
Talia
24-01-2012, 16.14.35
“Mi sembra impossibile che il maestro non ci sia più…” sospirò lui, dopo essersi seduto accanto a Talia “… se ripenso al nostro ultimo incontro… a quello che gli gridai con tutto l’odio che avevo dentro… ed ora…”
Sospirai...
“Gridasti!” mormorai “Sì, gli gridasti quanto lo odiavi e quanto odiavi questo luogo... quanto odiavi ciascuno di noi... quando rimpiangevi l’essere finito qui...”
Mi voltai e lo osservai a lungo, poi mi strinsi nelle spalle...
“Ma eri arrabbiato, e lui questo lo sapeva! Sapeva molte cose. Capiva di te probabilmente molto più di quanto non ne capissi tu stesso, in quel momento!”
Sorrisi e allungai una mano a carezzargli la spalla...
“Non era arrabbiato con te! Ti voleva bene! Ed era certo che saresti tornato un giorno... ti ha aspettato. Ti ha aspettato a lungo!”
Silenzio accolse le mie parole.
Poi quella domanda...
si voltò poi a fissare la ragazza “… forse tu sei l’unica che mi rivolge la parola qui… dimmi, Talia… come è morto il maestro? Era malato?”
Abbassai precipitosamente lo sguardo sull’acqua di fronte a noi... poi lo portai lontano, sulla sponda opposta... incerta... parlare o tacere?
Ma lui non era come gli altri, non lo era mai stato...
“No...” mormorai “No, non era malato!”
Guisgard
24-01-2012, 16.36.30
“Sono stato al castello del visconte…” disse il maestro “… forse dimenticherà l’accaduto…”
Lui lo fissava senza dure nulla.
“Cosa hai da dire a tua discolpa?”
“Dov’è Talia?”
“Sto parlando con te...” schiaffeggiandolo il maestro “... non rispondermi con un’altra domanda!”
“Voglio vederla!” Ringhiò lui.
“Hai già fatto troppi guai, per ora.” Arrivando Fyellon.
“Sta zitto, tu!”
“Sei solo un pallone gonfiato!” Fissandolo Fyellon. “Un giorno ti darò una lezione…”
“Non aspetto altro…”
“Smettetela!” Li riprese il maestro.
“Voglio vedere Talia!” Gridò l’apprendista cavaliere.
“Non la vedrai.” Rispose il maestro.
“Hai rischiato di rovinare tutto.” Fece Fyellon.
“Fyellon…” fissandolo lui “... un giorno verrò a cercarti…”
“Basta!” Arrabbiato il maestro. “Resterai in punizione per giorni!”
“Sono stanco…” fissandolo l’apprendista “…sono stanco… tu mi odi ed io odio te, maestro… questa non è più casa mia…”
“Se vai via” disse il maestro “poi non tornerai più.”
“Andate tutti al diavolo!” Con impeto lui. “Talia!” Cominciò a chiamare. “Talia!”
Il maestro allora lo colpì nuovamente.
Lui cercò di reagire, ma il vecchio cavaliere lo spinse via.
“Vuoi attaccarmi, Guisgard?”
“Ti odio…” stringendo i pugni lui “… e non tornerò mai più qui…” e corse via.
“Fyellon…” disse il maestro “… non deve più avvicinarsi a Talia…”
“Forse non tornerà più, maestro…” replicò il figlio.
Quel ricordo, come sussurrato dal tempo e dal dolore.
Si voltò poi verso Talia.
“Talia…” mormorò “… come è morto il maestro?”
Talia
24-01-2012, 17.03.50
“Talia…” mormorò “… come è morto il maestro?”
Sentivo i suoi occhi su di me, ma non riuscivo a guardarlo a mia volta... tenevo i miei bassi...
E rividi il Maestro...
udii di nuovo le sue ultime parole...
poi rividi Fyellon...
e quella sensazione che avevo provato, così strana...
non vi avevo posto sufficiente attenzione...
e infine quel dolore... immenso, lancinante...
e poi il buio...
Gli occhi mi si riempirono di lacrime, tutte le lacrime che non avevo versato, tutte le lacrime che avevo tenuto dentro per proteggere i miei fratelli... lacrime e singhiozzi... dapprima leggeri, poi sempre più accorati...
Mi nascosi il viso tra le mani, ma non serviva... le mie sole mani non sarebbero bastate a contenere tutto quel dolore, quella rabbia, quella paura e quel senso immenso di smarrimento...
Infine, incapace di sostenere da sola tutto quel dolore, mi aggrappai a lui... proprio come accadeva quando eravamo piccoli, come avevo sempre fatto...
Mi chinai e appoggiai leggermente la testa sulla sua spalla...
“Abbracciami Guisgard!” mormorai “Abbracciami, ti prego... Non lasciarmi sola!”
Chantal
24-01-2012, 17.17.47
Chantal e la governante fissavano quell’uomo, tra le mille inquietudini della notte.
Ad un tratto un rumore proveniente da fuori.
“Forse…” mormorò la governante “… forse è tuo padre…”
Sulla porta apparve allora una figura.
A quel pensiero Chantal si sentì il cuore arrestarsi.
Desiderava tanto mettere fine a quei momenti,riabbracciare suo padre,e finalmente vedere sorgere l'alba del giorno.
Guardò l'uomo che ancora era adagiato sulla veste avvolta fino alle sue ginocchia,cercò di accomodargli il capo su un cuscino di fortuna che aveva ricavato precedentemete dal ripiegare numerose volte su se stessa la giubba e la camicia dell'uomo stesso nel tentativo di scostarsi appena un poco da lui.
Gli toccò la fronte imperlata e pallida,scottava ancora,ed era ancora delirante,continuando ad agitarsi nel sonno.
Ma ora anche il cuore di Chantal si agitava e ussultava alla speranza ed alla paura allo stesso tempo.
Speranza di sincerarsi sull'incolumità di suo padre e paura per lui,perchè quegli uomini senza scrupoli,potessero ferirlo o addirittura..ma si scosse,si scosse e trattenne malamente quel pensiero inquietante,non voleva neanche che le affiorasse alle mente.
Eppure,niente le dava certezza che potesse essere proprio suo padre alla porta.
Niente.
Chiunque poteva essere sopraggiunto.
Ma volle affidari un momendo a Dio e confidare nella sua misericordia affinchè quella notte,oramai volta a conclusione delle sue tenebre,precipitasse rovinosamente.
“Una di voi due venga qui…” disse Monty “… presto…”
La governante ebbe un attimo di paura.
Chantal vide la governante esitare in preda alla paura.le sorrise appena,come a volerle infondere coraggio,come a dirle di confidare nella buona sorte,come a voler ammansire i suoi respiri spezzati,e ricomporli in quelli di un'insperata serenità.
La donna comprese,ma i suoi occhi le comunicavano ancora terrore quando l'uomo si rivolse a Chantal:
“… allora vieni tu… su, non ti accadrà nulla…” rivolgendosi a Chantal “… devi spiegarmi una cosa di questa casa… per meglio sorvegliarla…” spiegò Monty “… avanti, vieni e non farmi perdere tempo…” fissò poi la governante “… tu resta qui e bada che al capo non accada nulla…”
Devi spiegarmi una cosa di questa casa..
Quelle parole..le fermarono il cuore all'improvviso,andando a infrangersi nei suoi antri.
Devi spiegarmi una cosa di questa casa..parole sussurrate in un sorriso dolce e malizioso anche Pierre le aveva pronunciate,e nel' udirle si animò tra i pensieri di Chantal un ricordo mai sopito che le faceva mancare il fiato..
Chantal se ne stava seduta sulla sponda del letto,con la coperta riversa sulle gambe,e adagiata nelle fresche lenzuola di batista,a spazzolare i suoi lunghi capelli nel buio attutito appena dal lume della Luna che lasciava penetrare i suoi argentei raggi attraverso i battenti appena socchiusi quando fu colta,inapettatamente, dall'aromatico profumo che andava diffondendosi come un velo sollevato da un alito,fino a che le avvolse i sensi,completamente.
Lo conosceva,e sapeva apprezzare da dove provenisse.
Chiuse gli occhi ed inspirò profondamente,continuando a spazzolarsi,poi le sue mani si abbandonarono all'inerzia,rapita e cullata dai suoi pensieri,e la spazzola scivolò sul letto.Allora la ragazza si ridestò,la raccolse,la strinse al petto e si riversò nel corridoio sul quale dava la sua stanza.Pochi passi e bussò alla porta accanto alla sua.
"Avanti!" La voce ferma le rivolse l'atteso invito.
La ragazza schiuse la porta ed avanzò piano,a piedi nudi,stringendo forte al seno la sua spazzola,come a voler raccogliere l'audacia,mentre ancora i capelli le cadevano ondulati sulle spalle.
"Chantal,non dormi?"La voce fendeva il silenzio.
"Sapevi che ero io?"Chiese la ragazza.
Il cavaliere annuì con la testa,senza voltarsi.
La stanza era avvolta nella luce calda e dorata di due candele accese sul davanzale della finestra,nel mezzo stava una ciotolina nella quale bruciava un incenso orientale che,sospinto dal fresco venticello notturno di fine estate,si stemperava nell'aria avvolgendo ogni cosa con i suoi aromi caldi e penetranti.
L'uomo se ne stava seduto sul pavimento guardando il nero orizzonte oltre la finestra,con gli occhi persi nelle costellazioni del firmanento.
Aveva la schiena dritta,le gambe incrociate e le braccia,tornite e muscolose che gli pendevano lungo il fusto fino a sciogliersi nelle mani che andavano poggiandosi con fermezza sulle ginocchia.
Ricercava la meditazione.
Il suo maestro gli aveva insegnato,oltre alle arti marziali,a praticare un'antica disciplina orientale per preparare la mente a placrsi degli affanni prima di ogni combattimento.
Ma il cavaliere,spesso,esercitava quella disciplina quando i suoi pensieri erano offuscati e turbati,sanciti da una amara malinconia..
Chantal avanzò lentamente,e mentre scivolava nella stanza come un'ombra fluttosa lo guardava.
Lo guardava e lo sentiva sulla pelle.
Conosceva ogni fibra di muscolo di quel ragazzo forgiato dalla disciplina e dagli allenamenti fisici.
Era ai suoi occhi la forza racchiusa nella pelle ambrata e trasparente.
Era la dolcezza avvolta nelle scolpite forme di un corpo statuario.
Era la bellezza che trasudava dai pori e investiva l'osservatore.
E se ne stava seduto Pierre,con le spalle rivolte verso la porta,quindi verso di lei,nel mezzo della stanza,con indosso solo un paio di pantaloni morbidi di un tessuto misto tra la seta e la lana,di colore nero,stretti in vita da una larga fusciacca di raso vermiglio e allacciati morbidamente alle caviglie.
E con quel dorso nudo che si slanciava nel robusto collo appena avvolto nei capelli dalle sfumature di nocciola,portati un po' lunghi e bradi,il cavaliere appariva a Chantal come l'ottava Meraviglia del mondo.
Senza accorgersene,la ragazza era giunta presso di lui.
Questi,immobile ed eretto nella schiena,lasciò che lei le si accomodasse dietro le sue forgiate e nude spalle.
Chantal si chinò sulle ginocchia,sedendosi sulla punta dei suoi talloni,come usavano le donne d'oriente,stringeva ancora la spazzola al petto che il cuore le percuoteva incessantemente di fronte al seminudo corpo di Pierre.
Non parlava,lo guardava solamente,lo guardava come chi vuole farsi entrare nell'anima qualcosa di così bello di cui si ha il timore di perderne le meraviglie se solo si osa chiudere le palpebre per un istante.
E si ritrovò col suo respiro sul collo dell'uomo.
E ne aveva già nostalgia.
Chinò appena la testa in avanti,come sommessa dal pudore,e con flebile voce si rivolse al cavaliere .
"Lascia che ti spazzoli i capelli.."Sussurrando la ragazza.
Lui annuì ancora con un cenno del capo,permettendoglielo.
E mentre Chantal glieli accarezzava con le morbide setole,le stesse che lasciava scivolare nei suoi lunghi capelli,cresceva in lei un irrefrenabile voglia di indigiare lì,vicinissimo a lui,per un tempo lungo lungo..
Rimasero così davvero a lungo,la ragazza morbidamente gli accomodava il capo,una spazzolata dopo l'altra,fino a che,riposta la spazzola,non continuò con le sue mani e prese a raccogliergli i capelli con le dita trattenendoli e raccogliendoli in una coda di cavallo che legò in una ciocca stessa della lucente e robusta chioma del cavaliere.
A quel modo,era capace di apprezzarne anche i fini lineamenti del volto che si elevavavo sul collo e che lei riusciva perfettamente a cogliere con i suoi sensi scorrendo gli occhi sulla nuca oramai nuda.
Percepiva tensione e turbameto fluire dalla pelle e dal calore di Pierre attraverso le sue mani,Chantal.
Lo conosceva,e sapeva cosa significasse per lui quella notte.
Poi questi,senza voltarsi,si portò una mano al collo,ove la ragazza teneva poggiata la sua,e nella sua trattenne la mano di Chantal,costringedola ancora al calore della sua pelle ed alla tensione dei suoi muscoli.
"Vieni qui."le disse poi in un sospiro."Di fronte a me.Vieni.Voglio guardarti."
Chantal allora si sollevò piano a quell'invocazione e andò a posarsi come egli le aveva domandato.Quegli occhi,verdi come le acque di un lago,profondi come una notte di speranza,luminosi e raggianti di una bellezza vitale e fresca di giovinezza la turbavano ogni volta che li penetrava,così se ne stava ora in piedi,di fronte a lui,col capo chino,le braccia abbandonate lungo i fianchi e gli occhi poggiati sul petto del cavaliere,a vederlo sollevarsi al respiro,a ricercare in esso la sagoma del cuore che pulsava.
Lei era avvilluppata appena in una sottoveste ampia e lunga fino ai piedi,raccolta in vita da una sottile banda dello stesso tessuto,dalle ampie maniche legate ai polsi e impreziosita da teneri ricami sul seno,una veste bianca come un raggio d'aurora che s'amalgamava con la sua pelle d'alabastro.
E il cavaliere la guardava.
Lui tese,poi,le braccia e le posò le mani sui fianchi.
"Guardami,Chantal..negli occhi,ti prego."Le disse attraendola un po' più a sè.
Poi il silenzio scese di nuovo tra i due,fino a che Chantal sollevò gli occhi in quelli di lui,come egli desiderava.
"Sii felice,Pierre."Sussurrò sottovoce penetrandogli lo guardo Chantal..
"Ti ordino di essere felice!"Si espresse la ragazza a voce rotta di commozione.
Il cavaliere,ancora seduto,ancora cingendole i fianchi nelle sue robuste mani,poggiò il capo in grembo a lei che se ne stava immobile,in piedi,trattenedo il respiro per non lasciare che fluissero i suoi timori per lui.
Allora Chantal prese ad accarezzargli il capo,stringendolo forte a sè e alzando un momento gli occhi al Cielo,chiudendoli serratamente e riaprendoli sgranati.Poi si chinò lievemente inarcando la schiena su di lui,e gli posò un bacio tra i capelli.
Un bacio,lungo,meditato,come a volerlo trattenere a sè con quel suo bacio sul capo,a occhi velati di malinconia.
Allora il cavaliere sembrò distendersi a quel gesto,sembrò rilassarsi e rincuorarsi nel calore di quel bacio tra i suoi capelli.
Rimase a lungo così,con gli occhi chiusi ed il suo volto premuto contro il ventre della ragazza.
Chantal gli tratteneva il capo nelle mani fino a che il cavaliere slegò le sue mani dalla presa ai fianchi e accolse quelle della ragazza nelle sue,schiudendo gli occhi per legarli a quelli di lei aperti u di lui.
E quando li vide,grandi ed umidi,ed interamente allargati a lui,le allungò la mano al viso,le accarezzò il mento,trattenebdolo tra due dite e in un sorriso lasciò scivolare la sua voce nella silenziosa stanza:"Ehi,mio piccolo fiore"..Sorridendole con gli occhi"..Devi spiegarmi una cosa di questa casa.."
Allora Chantal gli soffiò sugli occhi,e il suo alito investì leggermente il volto del cavaliere inducendolo a socchiudere le palpebre per un momento,la ragazza emise quel soffio come una carezza,accendendo in lui un luminoso sorriso sul volto.
Lui le posò la mano sulla bocca,come a vler intrappolare quel soffio nel suo pugno e liberarlo sul cuore,schiuse delicatamente le labbra di lei poggiando su esse i polpastrelli delle dita,e delineando il profilo della sua bocca continuò:"..Devi spiegarmi come posso rapire la sua luce,chiuderla nel sospiro di un bacio e portarla con me per sempre.Per sempre.."
L'incenso continuava a bruciare e le candele a consumarsi riflettendo i loro bagliori negli sguardi intrecciati di loro due,armati di cuor leggero in quella notte di Luna e di Stelle..
La luce di questa casa,diceva sempre di lei Pierre.
"Devi spiegarmi una cosa di quesra casa..come posso rapire la sua luce.."Le aveva domandato e ora facevano eco nella sua testa le vorticose parole di quel desiderio espresso alla magia della notte.La notte che lo avrebbe visto partire.
"Devi spiegarmi una cosa di questa casa.."Aveva detto quel forestiero in casa di Chantal scuotendole i pensieri e procurandole che quel ricordo si impossessasse delle sue facoltà intellettive e sensoriali..
Cosa le procurava evocare quel cavaliere e i suoi profondi ed intimi riflessi.
E in quella notte di scempio quei lumi emersi come dal buio,impreziosendo i suoi pensieri,rifrangevano in Chantal mille e più iridi.
Bastò un momento ad evocare la sua figura e il suo ricordo al suono di quelle parole,poi Chantal incrociò lo sguardo dell'aggressore e riemerse nella triste realtà di quella notte.
La voce scosciuta di un uomo ignaro,privo di pietà e sentimento di umanità aveva inquinato,col suo suono e le sue intenzioni,il profondo significato di quelle parole urtanti i sensi e i ricordi della ragazza.
Raccolse le forze e tutto ciò che le rimaneva ad attraversale la carne tremante e l'anima pulante.
Si sollevò adagio, rivolgendo ancora uno sguardo al febbricitante ferito,gli accomodò la vestaglia fino a sotto il mento liberandogli lancora le tempie dalle gocce di sudore,poi,passando accanto alla governante le allungò la mano,cercò la sua ,la strinse forte per qualche istante,cercò i suoi occhi per rinfrancarli e,facendole cenno di rimanere seduta lì,accomodata accanto al focolare,seguì l'uomo verso la porta che dava sul viale.
Respirò così piano Chantal che poteva sentire il suo cuore battere convulsamente ai mille timori ed alle numerevoli speranze che si stavano affacciando a quella circostanza al suono dei rumori provenienti da fuori.
Chiuse gli occhi e,con suo rammarico,aprendoli vide che quell'uomo ancora la fissava con aria di rimprovero per la sua esitazione.
Allora Chantal soffocò nell'anima i suoi pensieri e represse quell'invocazione che le era insorta in cuore..
"Padre.."Fu la necessità più invocata ed impellente,il nome più affiorabile alla bocca dei suoi pensieri,l'invocazione più sottratta al desiderio soppresso in fondo a se stessa.
E la notte,avvolta nel suo tenebroso manto ad accogliere l'eco dei lamenti e delle angoscie,sembrava non voler più abbandonare quella casa sul Calars..
http://u.jimdo.com/www8/o/sfc82c600e839372f/img/ib98bcafaf0d01c2b/1297488551/std/william-bouguereau-twilights.jpg
Daniel
24-01-2012, 20.19.13
" Daniel....la notte cosa vi ha portato ?....."
Notai che Elisabeth era cambiata.. Era l'essenza del bosco stesso..
<<No.. Mi dispiace.. Della mia infanzia porto solo questo..>>
http://www.misticoemagico.com/images/8a34_1.jpg
<<Ricordo di averlo da neonato ma non so nulla di lui.. Non so chi sono i miei veri genitori ne da dove vengo.. Nulla.. >>
Un pò di tristezza mi assalì..
Guisgard
24-01-2012, 20.50.58
La misteriosa ragazza cercò riparo in acqua, tra gli schizzi resi cromati dal pallore di quella sera e la fredda corrente che agitava le onde.
Ma non riuscì ad allontanarsi più di tanto, braccata com’era ormai da quegli uomini.
“Quella maledetta vuole sfuggirci!” Gridò uno di loro.
E subito un paio dei suoi compari si lanciarono in acqua, bloccando il tentativo di fuga della ragazza.
“Ora ti farò passare la voglia di scappare!”
“Fermo, non farle del male!” Lo riprese un altro. “Non dobbiamo sciuparle la pelle, altrimenti il suo valore diminuirà!”
La presero di peso e la condussero sul loro carro.
La legarono per bene e poi ripartirono.
“E cerca di fare la brava…” intimò alla ragazza uno di loro “… Marcus sa usare il gatto a nove code come nessun altro… sa far sentire dolore senza lasciare segni sul corpo…”
Il viaggio durò due ore, forse tre, fino a quando il carro giunse in un piccolo villaggio.
La ragazza fu fatta scendere e rinchiusa in una stanza umida e semibuia, insieme ad altre donne di diverse età.
“Sei…” mormorò una di quelle prigioniere “… sei stata catturata oggi, vero? Come ti chiami?”
elisabeth
24-01-2012, 20.55.09
Presi tra le mani il ciondolo di Daniel......" Daniel ...speravo ci fosse un momento speciale per il nostro incontro, ho sognato per anni il momento in cui ti avrei riabbracciato, ma anche nel nostro mondo le cose non vanno sempre come il nostro cuore desidera......."..Presi le sue mani tra le mie e incurante del fatto che ci fossero altre persone con noi....decisi che daniel doveva sapere "....Quel ciondolo, me lo regalo' tuo padre qualche giorno dopo il nostro incontro......allora vivevo nelle acque del lago e potevo uscire solo la notte.......amavo vivere la luna quando la sua ombra viveva il bosco e fu proprio lei a far scintillare l'armatura di un Cavaliere.......non ebbi subito il coraggio di avvicinarlo, ma un animale del bosco fece rumore e quando si volto' i nostri sguardi si unirono......Veniva dal Casato dei Fraser.........veniva dalle terre del nord, da quella notte rimanemmo insieme....e i nostri giorni sembravano vivere di amore puro.......conobbe cio' che ero...e lo accetto'........Divenni Regina dei Boschi e visse la nostra ritualita'.....ci sposammo con rito celtico e il nostro sangue venne unito.....nacque tuo fratello e dopo quattro anni nascesti tu.........Isolde la conosci, il fatto che divenni regina non fu di suo gradimento e allora c'era un unico modo per gferirmi a morte..........Amalio' tuo padre, facendolo uscire di senno vedeva solo lei.......e quando mi accorsi che tra lei e me sarebbe stata guerra, Chiamai il Grande Mago e vi diedi a lui, lo pregai di starvi accanto e di accudirvi.....a costo della sua morte......misi tra le tue fasce il dono di tuo padre.........Isolde, vinta......riusci' a rintracciare le vostre tracce e tuo fratello perse la vita....ma il Grande Mago riusci a portarti in salvo......Isolde non e' del tutto sconfitta e i tempi ancora non erano maturi per incontrarti.......ma Madre natura ha deciso per me.....e oggi ti ho difronte, sapendo di aver perso tutte le cose belle che tu e tuo fratello avreste potuto farmi vivere........".....credo di aver avuto la sensazione di morire per il dolore che stavo provando......ma Daniel aveva tutto il diritto di sapere
Guisgard
24-01-2012, 22.05.41
La donna sorrise ad Altea.
“Perché mi guardi stupita?” Domandò. “Non mi riconosci? Sono Rykeira.” Fissò poi Elisabeth e Daniel. “Neanche voi mi riconoscete?” Sorrise nuovamente. “Dobbiamo tornare sul Carrozzone… ci stanno cercando…” e guardò verso il fiume.
Ad un tratto si udirono delle voci.
Erano gli uomini del Carrozzone che le stavano cercando.
“Altea?” Chiamò la voce del maestro. “Dove siete?”
Altre voci si udirono, compresa quella di Goz:
“Lady Elisabeth? Lady Altea? Messer Daniel?” Gridava il capitano. “Dove siete?”
Guisgard
24-01-2012, 22.15.08
IV Quadro: Vendetta
(Prima di affrontare un combattimento importante, un guerriero della luce si domanda:
“Fino a che punto ho sviluppato la mia abilità?”
Egli sa che le battaglie che ha ingaggiato nel passato gli hanno sempre insegnato qualcosa. Eppure, molti di questi insegnamenti hanno fatto soffrire il guerriero più del necessario. Più di una volta ha perduto li proprio tempo, battendosi per una menzogna. E ha sofferto per uomini che non erano all’altezza del suo amore.
I vincenti non lo ripetono lo stesso errore. Perciò il guerriero rischia il proprio cuore solo per qualcosa di cui valga la pena.)
(Paulo Coelho, “Manuale del guerriero della luce”)
Talia si avvicinò a Guisgard e posò il suo volto sul petto di lui.
I suoi capelli erano profumati ed il suo respiro, che il cavaliere avvertiva sul suo collo, era dolce come la brezza fresca dopo un temporale estivo.
“Perdonami se…” mormorò Guisgard abbracciandola “… se non ero qui… il… il tuo pensiero non mi ha mai abbandonato… mai, neanche per un giorno… il mio cuore era qui con tutti voi…”
“Oggi il maestro andrà in paese…” avvicinandosi a lui Talia “… ed io sono libera, non dovrò fare alcun rituale al Tempio, se t’interessa…”
Lui si voltò a fissarla.
“Vuoi venire con me?” Domandò alla ragazza.
“Dove?” Illuminandosi lei.
“Vieni!” Prendendola per mano e correndo via. “Corro troppo?” Chiese fissandola.
“No, ma attento a non farmi stancare!” Ridendo lei.
Corsero così, come trascinati dal vento, fino a raggiungere una piccola collinetta immersa nel verde.
Guisgard coprì gli occhi di lei.
“Aprili solo quando sarò io a dirtelo, capito?”
Talia annuì divertita.
Lui allora respirò forte.
Si sentiva il padrone del mondo.
La prese per mano e fecero qualche passo.
“Ecco…” sussurrò Guisgard “… aprili…”
Lei fece come le disse lui e subito si mostrò uno scenario da favola davanti a lei.
Dominavano con un colpo d’occhio buona parte del verdeggiante bosco di Suessyon, tra infinite varietà di verde, attraversato da riflessi fatti di mille e più colori e profumi, tanti quanti erano i fiori che crescevano in quelle terre.
L’aria era pulita e profumata.
“Guarda!” Indicò raggiante Talia. “Si vede il Casale!”
Guisgard annuì e fissò il Sole.
“Manca poco...” disse.
“Per cosa?”
“Aspetta e vedrai…”
“Dai, sono curiosa!”
“Ecco…”
Il sole con i suoi raggi arrivò ad investire la lontana vetrata del Casale degli Aceri e subito infiniti riflessi, simili a dardi tinti di ogni colore conosciuto, scoccarono intorno a loro.
“Guisgard…” quasi accecata da quei bagliori Talia “… è… meraviglioso…sembra quasi che si possa… si possa sfiorare la luce e farla nostra…”
“Si…” sorridendo Guisgard, per poi prenderla per mano e farla sdraiare accanto a sé sull’erba profumata con le teste all’insù, mentre attorno ai due giovani continuava quella meravigliosa pioggia d’iride.
“Come hai trovato questo luogo?” Domandò lei.
“E’ forse qui che nasce l’arcobaleno…” rispose lui “… è bastato seguirlo…”
“Parli come se lo conoscessi…”
“Si...” rispose lui “… è bastato seguire questi bagliori… del resto li vedo ogni giorno…”
“Davvero?” Sorpresa lei. “E dove?”
“Quando guardo nei tuoi occhi…”
Lei sorrise, senza dire nulla.
“Sai…” dopo qualche istante lei “… oggi al Casale… ero un po’ malinconica e mi sentivo sola...”
“E ora?”
“Ora no…” sorridendo nuovamente lei “… ora non lo sono più…”
Quel ricordo attraverso in un attimo la mente di Guisgard, quasi cullato dal respiro di Talia.
“Non sei più sola…” disse lui “… sono tornato…”
Poi le sfiorò il volto e la fissò.
“Cosa è successo?” Le chiese. “Talia, cosa è accaduto al maestro?”
Melisendra
24-01-2012, 22.37.25
Per tutto il viaggio ero stata docile e silenziosa. Non era la paura a rendermi quieta, ma la mia indole che mi suggeriva di seguire tutti quegli eventi bizzarri, dopo che il Blu mi aveva rifiutato il suo aiuto. Intanto non potevo fare a meno di osservare con curiosità quel nuovo mondo.
La notte non era mai stata tanto oscura e le voci degli uomini tanto vivide. Le loro azioni erano sconcertanti. Dopo essere stata messa sul carro, con quelle scomode corde a trattenermi, avevo spiato quegli uomini e interpretato le loro parole. Dolore? mi domandai Cos'è il dolore?
I miei occhi si posarono sui volti aspri dei miei rapitori e percorsero ogni loro solco; ogni imperfezione e ogni singolo dettaglio provocava in me timore e ammirazione allo stesso tempo.
La porta si richiuse alle mie spalle.
I miei piedi nudi sfioravano la pietra fredda di quel luogo tetro. Perchè farmi una cosa del genere? Che cosa avevo fatto per meritarlo?
Ero rimasta immobile davanti a quella porta di legno grezzo, quasi sperando che si aprisse nuovamente, quando una delle donne presenti mi rivolse la parola.
Mi voltai verso di lei e faticai a comprendere quella lingua bizzarra. Non avevo mai parlato con nessuno. A noi non serviva parlare. Io e le mie sorelle non avevamo bisogno di parole... eravamo così trasparenti e cristalline, perfino le nostre menti erano pure e rapide come l'acqua che ci aveva create. Ma avevo sentito a lungo gli uomini parlare tra loro... marinai, madri, mogli che gridavano al vento la propria preoccupazione, bambini che strillavano sulla spiaggia e talvolta coppie di innamorati che si rincorrevano vicino agli scogli, dove il vento trascinava gli spruzzi d'acqua e ci faceva danzare in allegri mulinelli.
"Catturata..." mormorai con la voce roca. Catturare. I pesci si catturano..., pensai. I marinai li catturavano a largo, dopo aver gettato un'offerta alle acque perchè fossero benevoli. poi capii. "Sì." Mi schiarii la voce. "Oggi."
Cercai di ricordare tutto quello che sapevo sugli usi degli uomini.
"Come..." Guardai la ragazza con disappunto. Non avevo mai avuto un nome. I nomi servono agli uomini per chiamare le cose e farle proprie, per comprenderle e tentare di trattenerle in quelle parole che sono lo specchio del loro mondo. Gli uomini si chiamavano tra loro: si urlavano nomi che dovevano contenere in sè tutta l'essenza della persona a cui erano attribuiti. E noi facevamo eco alle loro grida, cantando dalla scogliera. Erano tremendamente divertenti...
Sfiorai i capelli della fanciulla con le dita. Erano di un colore chiaro e brillante, come raggi di sole che riscaldano il grano. Poi mi ricordai quello che aveva chiesto e le risposi, con voce ancora incerta, ma melodiosa. "Io... non so. Non serve un nome da dove vengo io." Sorrisi.
Altea
25-01-2012, 00.02.38
Mi sedetti sulle radici dell'albero, Rykeira mi guardava con quegli occhi...erano gli occhi dell'amore, quasi imploranti..basta pensai...non mi vuoi più bene Altea? non mi riconosci più Altea? "Ma cosa vuoi? Nemmeno mi conosci?" Ad un tratto sentii delle voci di uomini urlare i nostri nomi e sentii quelle del maestro, mi sembrava di vivere in un incubo, cosa volevano tutti da me? Volevo solo fermarmi in quel viaggio e ritornarmene a casa col maestro, nella vita di prima fatta di libri...anche di stenti...ma almeno assaporavo la cultura. Presi e scappai "Non mi troverete ora, lady Elisabeth non cercatemi per favore" e mi nascosi dietro un cespuglio di fiori profumati.
Guisgard
25-01-2012, 02.29.55
Altea si era nascosta con l’intento di non farsi trovare da Goz e dai suoi uomini.
Ma Rykeira le si avvicinò.
“Non devi nasconderti…” fissandola con un sorriso “… non ha motivo di fuggire… vieni, ritorneremo sul Carrozzone e riprenderemo il nostro viaggio… tu ed io… tu hai protetto me ed ora sarò io a proteggere te…”
Era davvero Rykeira quella donna?
Nel breve volgere di un giorno e di una notte era passata dalla fanciullezza all’età adulta.
Ora era una bellissima donna, ricca di fascino e sensualità.
Appariva sicura di sé e molto determinata.
“Avanti, Altea…” continuò “… torniamo sul Carrozzone e riprendiamo il nostro viaggio… su, dammi la mano… andrà tutto bene…”
Altea
25-01-2012, 02.33.28
Rykeira venne a cercarmi...la guardai mi tendeva la mano. Mi prometteva di starmi vicino, guardai i suoi occhi chiari e trasparenti fino a mostrare l'anima, mi fidavo di lei e le tesi la mano.
Guisgard
25-01-2012, 02.59.33
Rykeira prese la mano di Altea e fissando poi Elisabeth e Daniel fece cenno loro di seguirli.
Si avvicinò, sempre tenendo per mano Altea, al fiume, facendo in modo che Goz e i suoi le vedessero.
“Finalmente vi abbiamo trovato!” Disse Goz. “Perché siete scappata così, milady?” Rivolgendosi ad Altea.
“Non parliamone ora…” intervenne Lainus “… su, torniamo a bordo…” mettendo un mantello sulle spalle di Altea, per proteggerla dall’umidità di quel luogo.
Rykeira allora fece un passo in avanti e tutti la notarono.
“Chi siete?” Domandò Lainus.
“Un’amica…” sussurrò con sensualità la bellissima Rykeira.
Fissò allora Goz, come se volesse penetrare negli occhi di lui.
“E sia…” mormorò il capitano “… non indugiamo oltre… ritorniamo tutti a bordo e riprendiamo il nostro viaggio verso le sorgenti del Calars…”
“E questa donna?” Chiese un marinaio, indicando Rykeira.
“Verrà a bordo con noi.” Rispose Goz.
“Ma non sappiamo niente di lei, capitano…”
“E’ deciso.” Sentenziò Goz. “E ora tutti a bordo. Voglio riprendere subito il viaggio.” E si incamminò verso il Carrozzone.
Guisgard
25-01-2012, 04.04.26
La misteriosa ragazza sfiorava e scrutava i capelli della fanciulla che le aveva chiesto il suo nome.
“Non si usano nomi?” Turbata la donna. “Ma da dove vieni? Sei forse una pagana o roba simile?”
Altre tre ragazze si avvicinarono alle due e tutte fissavano incuriosite la misteriosa ragazza catturata sulla spiaggia.
“Dice che non ha un nome…”
“Che sciocchezze… forse è matta…”
“Forse ha perso il senno per lo spavento…”
“Parla a bassa a voce… Paula… sta tremando di paura… non parla più ormai…”
Tutte, allora, fissarono Paula che se ne stava in un angolo a tremare e a fissare il vuoto.
La notte trascorse muta, come un’ombra che attraversa, per un istante, la luce.
L’alba giunse presto.
Forse troppo presto.
E dopo un po’ le porte si aprirono.
Le ragazze furono prese a gruppetti di due o tre per volta e condotte chissà dove.
Fino a quando giunsero a prendere anche la misteriosa ragazza senza nome.
La condussero in una vasta ed affollata sala, sopra una sorta di palco.
Mille occhi furono subito su di lei.
Poi un uomo cominciò a parlare alla platea.
“Signori…” disse “… e ora il pezzo pregiato… guardatela… guardatela bene…” indicando le forme sensuali della misteriosa ragazza “… è una meravigliosa barbara… ignora i nostri costumi e le nostre tradizioni… non conosce neanche la nostra lingua e con ogni probabilità venera qualche antico culto fatto di primitive e istintive ritualità… ma cosa importa se non comprende nessun idioma del mondo civilizzato? Guardatela, signori… sarà il suo corpo a parlare… la pelle morbida e vellutata, i lunghi e voluminosi capelli… avanti, miei signori… chi desidera acquistare questa meravigliosa schiava? Chi è disposto a pagare per godere della sua bellezza e per deciderne il destino? Fate le vostre offerte allora!”
Un attimo dopo si scatenò una furiosa ed agitata asta.
Tutti bramavano quella misteriosa e bellissima ragazza senza nome.
Guisgard
25-01-2012, 04.32.53
Chantal seguì Monty, fra mille inquietudini e paure.
E mentre camminavano, l’uomo si fermò all’improvviso.
“E’ grande questa casa…” mormorò, facendo scivolare la fredda lama del suo pugnale sul collo di Chantal “… l’ideale per nascondersi… forse ci fermeremo per un bel po’… sei contenta?” Cominciò ad accarezzarla. “Ho sentito che prima chiedevi di vedere tuo padre… è qui? Posso condurti io da lui… se sarai un po’ gentile con me…”
Un ghigno di lussuria allora sorse sul suo volto.
E con gesto istintivo prese la ragazza, bloccandola poi contro il tronco di un albero del viale.
“Avanti, bella…” con desiderio “… vedrai che ti divertirai anche tu…” e cominciò a strapparle i vestiti.
Melisendra
25-01-2012, 04.33.16
Non avevo mai visto così tante persone tutte insieme.
Avevo attraversato quel luogo affollato di gente e mi trovavo in piedi di fronte a tutti loro. Il sole era ormai alto. Intorno a me non c'era traccia del mare o della meravigliosa natura in cui ero sempre stata libera: quello era un luogo abitato dagli uomini.
Cercai di ribellarmi alle mani solerti che mi facevano girare su me stessa e accarezzavano i miei capelli. Guardai l'uomo che si rivolgeva alla folla con aria offesa e mi ribellai quando mi costrinse a mostrare i denti.
"No!" gridai, divincolandomi. "Lasciami andare! Non mi toccare!"
Il mio sguardo andò a un punto lontano dell'orizzonte, ma non vidi nulla che non fosse stato fatto dalla mano dell'uomo. Abbassai gli occhi e mi si strinse il cuore pensando alle mie sorelle e alla perduta libertà.
Intorno a me gli uomini gridavano in modo incomprensibile.
Una folata di vento mi portò il profumo delle onde. Chiusi gli occhi e cercai di allontanarmi da quel caotico mondo. Sentivo le voci trasportate dal vento.
Cantavano. E io cantai con esso. Dapprima piano, flebilmente. Dalle mie labbra sgorgavano le parole di una lingua antica.
Uno strattone mi riportò alla realtà. Con indignazione cercai di liberarmi il polso.
Guisgard
25-01-2012, 04.50.12
Cavaliere25 chiese di potersi alzare.
In effetti stava meglio e le forze, pian piano cominciavano a tornargli.
Plautus allora lo accompagnò sul ponte del Carrozzone, per permettergli di parlare col capitano.
Ma sul ponte un marinaio spiegò loro che Goz era sceso a terra in cerca di Altea, Elisabeth e Daniel.
“Appena tornerà, potrete parlare col capitano.” Disse il marinaio.
Altea
25-01-2012, 09.14.13
Mi lasciai condurre dalle saldi mani di Rykeira fino alla sponda del fiume Calars, il maestro quando mi vide, con un nobile gesto mi pose il suo mantello..."Grazie maestro, sto bene, non preoccupatevi, solo che non riuscivo a stare più in mezzo a questo tafferuglio". Un marinaio iniziò a dibattere sul fatto di non volere Rykeira tra loro, io mi strinsi a lei, sarei scappata di nuovo ma Goz lo zittì. Cosi risalimmo sul Carrozzone, ma dentro di me non ero sicura di ciò che stavo facendo e andai subito a ritirarmi nella stanza, mi stesi sul letto riflettendo.
elisabeth
25-01-2012, 09.55.07
Altea aveva la sua crisi di coscienza o di non conoscenza, la voglia del ritorno al porto sicuro......guardai Rykeira e i suoi occhi mi parlarone di lei e di come si puo' trasformare un corpo ma non la profondita' dell'animo......quando udii gli uomini del carrozzone.....i miei abiti cambiarono, ritornando quelli che avevo sull' imbarcazione ma la mia verga rimase li' tra le mie mani.........Altea tento' di nascondere la sua presenza, non mossi un dito...sapevo che sarebbe stata ricondotta sul carrozzone, ma se cio' avveniva non era certo perche' l'avessi convinta io......Rykeira, stava svolgendo bene il suo compito.......eravamo pedine di un unica scacchiera...e lei stava radunando tutti i pezzi, solo cosi' si sarebbe potuto iniziare il nuovo gioco, quello dei destini, un intreccio infinito di situazioni sconosciute.......seguii le due donne e Daniel sino al fiume dove ritrovammo tutti....non riuscii a proferir parola, e riprendemmo cosi' il possesso del Carrozzone, guardai Daniel silenzioso come un vulcano pronto all'eruzione, ma sapevo che mio figlio infondo era un ragazzo saggio e avrebbe dominato i suoi istinti....cosi' doveva essere il fututo Grande Mago.......vidi Altea dirigersi verso la sua stanza....era stanca, e decisi di seguirla.....una volta dentro mi sedetti sul bordo del letto...e cominciai a fissare l'unico punto di luce di quel piccolo stanzino....." so che non state dormendo Altea, siete troppo in ansia per riuscire a riposare........troppe cose hanno sconvolto il vostro equilibrio in questi giorni e questo ha cominciato a dare fastidio alla vostra quotidianita',...i libri ..il vostro maestro..la vostra casa......tutto certo e sicuro e qui invece ?....Trovate una dolce bambina che vi chiede se le volete bene ?.....c'e' una cosa che dovete sapere, alle volte si mostrano a noi delle situazioni che rispecchiano il passato...vecchie cose che la nostra mente ha tenuta nascosta per non farci stare male......chissa' che non sia cosi' amica mia....!......"....mi sdariai sul letto e chiusi gli occhi..la verga la distesi al mio fianco, la natura mi dava forza....
Altea
25-01-2012, 11.44.51
La porta si aprì lentamente, sapevo già chi era...Elisabeth, il profumo del bosco, delle sue essenze erano svaniti ma non il suo alone magico.
Si sedette sul suo letto, mi girai per guardarla in una leggera penombra e la ascoltai in silenzio, come sempre, a volte quella donna sembrava mi conoscesse da molto tempo.."Si non sto dormendo, sono tormentata da mille dubbi Elisabeth, fino ad ora davo per scontato la mia vita fosse...lineare. O forse sono stata io a farla scorrere in questo modo orizzontale, ora qui in questo battello sto sbandando. E tutto ciò che fino in passato avevo creduto sta perdendo il suo potere nella mia mente...voi siete cosi istintiva, io sono troppo riflessiva milady. Rykeira...lei mi vuole bene, forse è l'unica persona che mi voglia bene e non capisco il motivo, ma lei non è arrivata per caso...". Un attimo di silenzio, poi notai si era addormentata, e mi alzai per coprirla con una coperta di lino, e notai la verga. Ritornai nel letto, ma il sonno non arrivava purtroppo.
cavaliere25
25-01-2012, 11.50.29
presi e mi avvicinai sul bordo del carrozzone e fissai la terra ferma e pensai perchè quelle persone sono scese a terra mi domandai perplesso ci deve essere qualcosa che non va e mi girai verso chi era sul ponte con me
Altea
25-01-2012, 11.58.24
Mi alzai dal letto, e uscii verso il ponte e notai quel ragazzo vicino al bordo della nave.."I miei omaggi messere, non ci conosciamo. Come state? so che vi prese una febbre tremenda, me lo raccontò il mio maestro ma noto siete guarito ora, ne sono contenta".
cavaliere25
25-01-2012, 12.10.37
mi girai e dissi grazie mylady si ora sto bene per fortuna la febbre è andata via io mi chiamo cavaliere25 e sono un boscaiolo e sono in compagnia dei due frati voi come vi chiamate?
Altea
25-01-2012, 12.27.05
Quel ragazzo sembrava molto cordiale e semplice "Felice di fare la vostra conoscenza, io mi chiamo Altea..e non sono che una semplice ragazza, sapete ho lasciato tutto perchè non sopportavo più di soccombere alle cattiverie di mia madre. E voi? vi ho visto con dei chierici."
cavaliere25
25-01-2012, 12.53.03
Avete un bellissimo nome mylady Altea dissi si sono in viaggio per aiutarli a costruire una chiesa sono un ragazzo in cerca di avventura ma mi sa che questo viaggio non sia propio un avventura ma una maledizione e rimasi a guardare quella donna
Altea
25-01-2012, 13.06.25
"Vi ringrazio per la vostra gentilezza...una chiesa??eh, qui in questo battello ci vorrebbe proprio una mano divina. Troppi strani fatti...non capisco stanno sfuggendo alla mia ragione"
Talia
25-01-2012, 15.45.06
Piansi a lungo e liberamente contro la sua spalla... piansi tutta la mia incertezza, il mio dubbio e la paura... piansi finché non mi sentii stanca, sfinita addirittura... poi le lacrime iniziarono diminuire, i singhiozzi a placarsi ed il mio cuore raggiunse quella sorta di dolorosa pace, nella quale la sofferenza, pur immensa, appare finalmente affrontabile.
“Non sei più sola…” disse lui “… sono tornato…”
Poi le sfiorò il volto e la fissò.
“Cosa è successo?” Le chiese. “Talia, cosa è accaduto al maestro?”
Guisgard parlava... la sua voce era così calda e rassicurante...
Sollevai gli occhi nei suoi e lo osservai per un momento... non gli avevo mai mentito, non ne ero mai stata capace, e non avrei certo iniziato in quel momento.
Sospirai...
“Quel giorno...” iniziai a dire, la voce bassa e armonica “Quel giorno il Maestro mi aveva parlato di te. Non lo faceva mai, lo faceva soffrire anche solo pronunciare il tuo nome... ma quel giorno... disse di aver visto il Cervo Bianco e allora tu gli tornasti alla mente con più forza che mai. Fu per questo, probabilmente, che mandò gli altri nel bosco... a cercare il Cervo, disse... ma probabilmente sapeva che non lo avrebbe mai neanche visto, figuriamoci catturarlo... no, probabilmente li mandò nel bosco perché voleva restare un po’ da solo con te, con il tuo ricordo... e andò alla Cappella, lasciando me nel frutteto.”
Abbassai gli occhi un momento, come cercando di raccogliere quei ricordi dolorosi che la mia mente, nel disperato tentativo di proteggersi, stava cercando di cacciare via. Poi tornai a guardarlo...
“Ed è stato allora che è arrivato lui. Era strano, diverso... i suoi occhi erano tristi, pieni di dolore... e la sua anima gridava. Avrei dovuto capirlo che c’era qualcosa che non andava, avrei dovuto saperlo ascoltare... ma non l’ho fatto... sono stata sciocca e superficiale: il mio primo errore! Anzi, forse non il primo, ma certamente il più grave! Ha detto di voler parlare con il Maestro ed è andato alla Cappella.”
Mi torcevo le mani... me le torcevo tanto forte da farmi quasi male, ma non ci facevo caso...
“C’erano segnali... segnali dappertutto... il vento mi gridava nelle orecchie e il sole, pur alto, non riusciva a scaldarmi affatto... tutti segnali, ma io non ho saputo coglierli. Avevo sentivo il disagio della sua anima, avevo visto il buio in fondo ai suoi occhi... ma... sono stata cieca e sorda! E poi... poi ho sentito quel dolore... quel dolore immenso proprio al centro del petto, come se mi stessero stappando il cuore... ho sentito il calore dell’anima del Maestro abbracciarmi prima di volere via... e ho finalmente capito! Ho capito quanto ero stata approssimativa nel guardare e frivola nell’ascoltare... quanto ero stata colpevole! Si, colpevole... quanto e, forse, anche più di lui!”
Abbassai di nuovo gli occhi un momento...
“Poi non ricordo più niente... credo di essere caduta a causa di quel dolore che mi bruciava il cuore ed aver perso i sensi. Mi sono svegliata tre giorni dopo. I fratelli mi hanno detto che avevano trovato il Maestro nella Cappella con... con il... il collo spezzato. Credono che sia stato un incidente!”
Tacqui per un istante, c’era un silenzio irreale intorno a noi, come se la Natura stessa si fosse quietata... poi riportai il mio sguardo nel suo...
“Io non ho detto loro niente di tutto questo... non potevo, lo capisci? Loro... loro sono solo dei ragazzi, sono impetuosi, impulsivi... e questo li avrebbe distrutti! Non potevo permetterlo! Il Maestro non avrebbe mai voluto che la sua morte portasse ad altre morti, ad odio, a guerre e duelli... non lo avrebbe voluto mai! Ed io ho fatto in modo che non accadesse!”
Presi la sua mano tra le mie e la strinsi...
“Ma ora... ora non so più che cosa fare! Mi sento così sola... e così colpevole! E... e ho paura! Ho così tanta paura, Guisgard!”
elisabeth
25-01-2012, 17.03.38
Il sonno e' ristoratore....e fui immersa come nelle acque calde in un sonno senza sogni.....mi svegliai serenamente avvolta in una calda coperta, Altea aveva fatto si che il mio riposo fosse protetto dal freddo......mi alzai,presi il legno e lo guardai....dall' Alfa all' omega......dal quadrato al cerchio....la vita era un immenso libro simbolico, il punto era che bisognava interpretarli e forse una vita sola non sarebbe bastata, ormai avovo visto 600 lune e chissa' ancora quante ne avrei dovute vedere.......qualche passo nella stanza e uscii fuori salii sul ponte..l'aria era fredda era un freddo umido...l'odore di foglie marce era portato dalla terra al fiume, c'era Altea sul ponte e il giovane boscaiolo, stava bene e la fiala gli aveva ridato forza.......lo vedevo ogni tanto agirarsi tra gli alberi nel bosco...aveva sempre cura di tagliare cio' che era possibile senza togliere la vita ai giovani arbusti...." Lady Altea....vedo che una boccata d'aria fa' bene a tutti....anche se l'umidita' evita di far respirare a pieni polmoni.......Il giovane boscaiolo...vedo che siete guarito finalmente..."....
Altea
25-01-2012, 17.12.25
Mentre parlavo col giovane ragazzo appena conosciuto lady Elisabeth ci raggiunse, sembrava serena "Avete dormito bene milady?...si per ora sono serena, ma mi tengo sempre pronta a qualcosa di nuovo in questo Carrozzone..delle sorprese.Avete visto.. Rykeira?"
elisabeth
25-01-2012, 17.16.23
" Grazie alla vostra coperta ho dormito serenamente.......sono felice che vi sentiate serena, e per quanto riguarda questo Carrozzone ......credo che sia un raccoglitore di anime simili.......non ho visto Rykeira.....ammesso e non cencesso che le sue sembianze siano ancora quelle di una bella donna........"........
Altea
25-01-2012, 17.20.17
Annuii mentre una lieve brezza fredda soffiava ...."Ci stavo pensando Lady Elisabeth, mi preoccupa il fatto che non si veda, e mi sono chiesta che cosa potesse diventare ora..ma non trovo nemmeno il mio maestro."
elisabeth
25-01-2012, 17.22.08
Il suo Maestro.....Isolde....Rykeira.....L'uomo ambito...." Altea....dove alloggia il vostro maestro ?..."....
Altea
25-01-2012, 17.27.12
Ad un tratto vidi il viso allarmato di Elisabeth.."il mio maestro è con il ragazzo che voi avete a cura, se non erro messer Daniel...ma succede qualcosa di strano? ditemelo vi prego."
elisabeth
25-01-2012, 17.31.46
" Altea in verita' io non ho piu' visto Daniel da quando siamo andati via dal bosco ....e non vedo il vostro maestro......non c'e' nulla di cui allarmarsi ma Isolde.....mi ha fatto una promessa e se la cosnosco come la conosco le mantiene le sue promesse....." Venite andiamo a cercarli...
Altea
25-01-2012, 17.33.27
"Una promessa...certo che vi seguo, non vorrei succedesse qualcosa al mio maestro, egli è cambiato da quando si trova qui."
elisabeth
25-01-2012, 17.35.56
" Altea cara ditemi cosa non e' cambiato da quando siamo su questo carrozzone.......e credo che ancora non abbiamo assistito alla vera essenza di questo posto...per quanto riguarda il vostro maestro faremo di tutto perche' non gli succeda nulla....ve lo prometto "...
Altea
25-01-2012, 17.45.24
"Penso che ancora il meglio debba accadere....e dobbiamo accertarci del mio maestro non vorrei fosse in pericolo"
elisabeth
25-01-2012, 17.47.08
Un uomo in pericolo...gli uomini sono sempre in pericolo quando sono in compagnia di belle donne...anche quando non si chiamano Isolde....." Spero che la sua intelligenza sia piu' forte della magia....."...
Guisgard
25-01-2012, 17.51.35
La misteriosa ragazza tentò di opporsi a quei tentativi volti a mettere in mostra la sua bellezza, ma fu tutto inutile.
“Avete visto, miei signori?” Fece il mercante di schiavi al suo pubblico. “Ha l’argento vivo addosso! E spetterà al suo prossimo padrone ammansirla! Avanti, amici miei! Quanto siete disposti ad offrire per una simile bellezza?”
Ormai l’asta era partita e a gran voce si udivano le offerte salire dalla platea.
“Cinquanta Taddei!”
“Io ne offro sessanta!”
“Sessantacinque!”
“Settanta per me!”
“Duecento Taddei!” Gridò all’improvviso una voce dal fondo della sala. “E tutti in oro!”
Tutti si voltarono a fissare colui che aveva fatto quell’incredibile offerta.
“Aggiudicata per duecento Taddei d’oro!” Sentenziò il banditore.
Guisgard
25-01-2012, 18.28.39
Altea ed Elisabeth lasciarono così Cavaliere25 sul ponte, per andare in cerca di Lainus che sembrava scomparso.
Al boscaiolo allora si avvicinò Goz.
“Vedo che vi siete rimesso, ragazzo mio!” Sorridente il capitano. “Il mio mozzo ha detto che avete chiesto di me. Cosa vi occorre?”
Nel frattempo, Altea ed Elisabeth si stavano recando verso la cabina di Lainus.
E giunte davanti alla porta sentirono provenire dall’interno gemiti e sorrisi di piacere.
Ad un tratto la porta si aprì e videro Isolde e Lainus nudi insieme sul letto.
Isolde allora fissò le due donne e sul suo volto, preso da lussuriosa passione, sorse un compiaciuto ghigno.
http://www.cinemedioevo.net/castello/images/pattolupi02.jpg
Altea
25-01-2012, 18.43.54
Raggiungemmo la cabina del maestro, senza pensarci su aprii la porta, dietro stava lady Elisabeth e vidi il maestro e Isolde in una forte intimità, lei mi guardava e sorrideva...guardai il viso di Elisabeth e poi vidi il mio maestro rivestirsi..."Maestro, noto che siete passato dalla cultura al divertimento. Eh ma non mi devo sorprendere di nulla in questo Carrozzone. Quanto a voi milady Isolde, non è da dama, quale io non sono visto le mie umili origini, presentarvi in queste condizioni ed esternare cosi..le vostre passioni".
Melisendra
25-01-2012, 18.48.54
"No!" Gridai, cercando di liberarmi. "Voi non potete!"
Inutilmente opposi una strenua resistenza.
Dentro di me mi posi molte domande e qualcuna trovò risposte in angoli della mia memoria: gli uomini erano crudeli, ci raccontava il vento, e ci ammoniva a rimanere lontane dalle città e dai luoghi da loro abitati. Era tutto inutile.
Rimasi immobile e guardai con pietà i miei carcerieri.
"E' dunque questo l'unica cosa che conoscete? La sopraffazione, il dominio e..." cercai di ricordare "il vostro denaro?" Sfiorai la mano che mi tratteneva e, delicatamente, la scostai dal mio braccio. "Farò quello che mi imponete, ma nessuno può dire di essere padrone della mia vita."
cavaliere25
25-01-2012, 18.51.28
Guardai il capitano e dissi mentre stavo male mi venne una visione di cavalieri con corazze luccicanti e ben armate dissi potrebbe essere qualcosa di brutto chiesi questo posto non è tranquillo dobbiamo andarcene a tutti i costi
Daniel
25-01-2012, 18.56.06
Cosa? Mia madre? Elisabeth mia madre? Strinsi il ciondolo più forte che potei.. Erano ore che non vedevo Elisabeth mi ero nascosto sul ponte.. Decisi di andare da lei.. La trovai davanti alla camera del Maestro di quella ragazza.. Era in rapporti stretti con Isolde.. La ragazza sembrava sconvolta.. Mi avvicinai e chiudendo la porta dissi:
<<Sgualdrina..>>
Abbracciai Elisabeth e le dissi
<<Parlami di mio padre..>>
Poi misi una mano sulla spalla di Altea e le dissi
<<Andiamo via da qua..>> E schioccando le dita le porsi una rosa Bianca..
Altea
25-01-2012, 19.04.28
Il ragazzo che era sempre in compagnia di Elisabeth arrivò trafelato, assistette a quella scena imprecando e poi chiuse la porta. Tutto avvenne in un attimo quando egli si avvicinò a me porgendomi per magia...una bellissima rosa bianca..la presi con cura "Messer Daniel, quale gentilezza. Allora in questa nave ci sono anche le sorprese che riempiono l'animo".
Daniel
25-01-2012, 19.20.08
Sorrisi alla donna e le dissi
<<Milady non preoccupatevi per il vostro Maestro è talmente impregnato di magia oscura che è come drogato.. Fà quello che lei dice lei..>>
Mi dispiaceva per lei..
Altea
25-01-2012, 19.34.21
Alzai le spalle..." è lui che si è lasciato trascinare dalla magia...per una volta sembra che...l'allievo ha superato il maestro!!come vedete io sono coi piedi per terra. Vi sembro troppo cinica?" dissi sorridendo
Guisgard
25-01-2012, 20.42.01
Goz ascoltò con attenzione le parole di Cavaliere25.
“Amico mio…” disse il capitano “… non datevi pena per queste cose. Eravate in preda ai deliri della febbre ed è normale che incubi e visioni vi siano apparse come reali… ora pensate solo a rimettervi in forze.”
Ai due si avvicinarono i frati Jovinus e Plautus.
“Capitano…” domandò il primo dei due chierici “… ma quando avrà fine questo viaggio? Sono ormai giorni che navighiamo.”
Goz estrasse da una tasca una piccola mappa con la morfologia del fiume.
“Ormai siamo già in terre sconosciute…” mostrando la cartina “… secondo i miei calcoli siamo prossimi alle sorgenti del Calars.”
cavaliere25
25-01-2012, 21.04.46
Finalmente tra poco saremo arrivati non vedevo l'ora speriamo di non trovare altre sorprese brutte dissi guardando i due amici monaci e goz
Guisgard
25-01-2012, 21.22.37
Talia cominciò a raccontare.
Le sue parole sembravano come salire, sul suo respiro incerto e tremante, fino al volto di Guisgard.
Lui ascoltava, fissandola negli occhi, parola per parola, seguendo i bagliori degli occhi di lei, resi di un acceso vermiglio, imperlati com’erano da quelle calde e dolorose lacrime.
Guisgard ascoltala la voce di Talia e i sussulti del cuore di lei, a contatto col petto di lui, sembravano accompagnare e rivelare una tensione prossima ad esplodere.
Il cavaliere seguiva il tono della ragazza e sembrava non capire, non comprendere appieno il tutto.
Talia parlava mentre le sue mani si torcevano l’una nell’altra, quasi come una punizione che la ragazza si stava infliggendo.
Poi, finalmente, prese la mano di lui e la strinse.
Forse con la stessa forza con cui aveva tormentato le sue mani fino ad un attimo prima.
Guisgard sentì il cuore come fermarsi, smettere di battere.
Tutto attorno lui sembrò svanire.
C’era solo Talia che si tormentava e tremava.
Poi il silenzio.
Un silenzio lungo come un attimo senza tempo.
“Chi…” mormorò dopo uno sforzo sofferto “… chi… chi è stato… Talia…” prendendo le sue braccia fra le mani e stringendole forte “… Talia, in nome del Cielo… chi è stato? Chi ha ucciso il maestro?” Fissandola con occhi divenuti incandescenti per il dolore e la rabbia.
http://moonwolves.files.wordpress.com/2009/12/kingdomofheaven1.jpg
elisabeth
25-01-2012, 21.42.19
Con Altea andammo alla ricerca della stanza del maestro.....la ricerca duro' poco...rumori inconfondibili si udivano da una porta, e li...trovammo il maestro in dolce compagnia....Isolde stava compiendo in maniera egregia il suo dovere......" Stupida Isolde ...... non hai un uomo nel tuo letto, hai solo un fantoccio......spero tu sia soddisfatta.....Ricorda una cosa rimarrai sola....e intorno a te solo terra bruciata.......".....Altea era sbiancata.....Daniel arrivo' come una furia......mi abbraccio' sino a togliermi il fiato.....quando vidi una rosa bianca tra le sue mani.....e con gesto pieno di affetto donarla ad Altea........" Daniel....accompagna Altea sul ponte..io devo dire qualcosa ad Isolde "........entrai cosi' nella stanza.....erano ancora sul letto....ma lui non era in sensi ... " Che ne dici di lasciarlo andare?.....magari e' il caso che incominci a dirmi che cosa vuoi "............Mi sedetti allora su una poltroncina vicino al letto ..nauseata dalla loro nudita'
Altea
25-01-2012, 22.08.52
Lady Elisabeth intervenì subito ed entrò dentro la camera, Daniel mi prese per mano e uscimmo verso il ponte. Mi allontanai da lui e mi affacciai alla nave guardando scorrere lieve il fiume Calars. Fissavo quell'acqua chiedendomi tra me e me "Perchè mi hai portato fino qua? per mostrarmi la vera natura delle persone? perchè l'acqua lava, purifica l'animo mostrando quella diabolica e quella angelica."
Guisgard
26-01-2012, 02.26.58
Elisabet restò nella cabina dove Isolde e Lainus avevano consumato la loro passione.
“Vedo che non ti turbano i nostri corpi nudi…” disse Isolde ad Elisabeth “… ma è giusto così…” alzandosi dal letto e coprendo il suo bellissimo corpo con uno scialle “… del resto, come dicevano gli antichi greci, nulla è perfetto come un corpo ben fatto…” rise, per poi avvicinarsi a Lainus e baciandolo in modo lascivo.
Un attimo dopo, il maestro cadde addormentato.
“Eh…” sospirò la donna “… carini gli uomini… ma spesso durano così poco… non sei d’accordo, amica mia?” E fissando Elisabeth rise nuovamente. “Cosa voglio? Questo mi chiedi? Oh, ma io voglio solo tornare a casa… la mia vera casa… e guarda la fatalità… questo Carrozzone è propri lì che si sta dirigendo…”
Parsifal25
26-01-2012, 02.35.56
Non mi ero reso conto del tempo che trascorreva.... quelle letture e nuovi studi mi avevano rapito. Ero arrivato alle ultime pagine.... finalmente ero riuscito a carpire alcuni importantissimi segreti e novità sul significato del Longiniu....
Ad un tratto sento chiamarmi, era il mio Maestro che veniva a rintracciarmi, mi chiese se avevo trovato qualche novità..... con un sorriso risposi che ero riuscito a svelare il segreto del crine
"Maestro, perdonate.....mi sono trattenuto a lungo. Non volevo rallentarla.... volevo dirle che avevo trovato e raccolto un bel pò di notizie che preferireì riferirvi in separata sede."
Mi guardaì intorno e chiesi:
"Il monaco è ancora sveglio? Volevo chiedere una delucidazione ed un grosso favore...anche...se credo..... sia un vano tentativo."
Guisgard
26-01-2012, 02.54.17
Colui che aveva fatto quell’incredibile offerta avanzò nella platea.
Era un giovane valletto, magro e dall’aspetto bonario.
“Il mio padrone chiede che la ragazza venga subito condotta nel suo maniero.” Cominciò a dire al banditore. “Fuori vi è una carrozza pronta a portarla via.”
“E sia.” Rispose il banditore. “Appena avvenuto il pagamento, il tuo padrone potrà disporre come più gli aggrada di questa schiava.”
Allora il valletto annuì, per poi fare un cenno ad alcuni uomini che erano con lui.
Questi posarono davanti al banditore quattro pesanti sacchetti carichi di monete d’oro.
“Contatele pure.” Fece il valletto.
I mercanti di schiavi non si fecero ripetere due volte quelle parole e subito controllarono il denaro.
Accertatisi dell’intera somma, lasciarono agli uomini che erano col valletto di condurre via la misteriosa ragazza.
“Valletto…” chiamò uno della platea “… chi è il tuo padrone? Dicci il nome di colui capace di spendere una simile cifra per una semplice schiava.”
“Perdonatemi, signori…” si scusò il valletto “… ma è volontà del mio padrone restare anonimo a questa platea.” E presa la ragazza, salutò con un inchino i presenti.
La ragazza senza nome fu allora fatta salire nella carrozza e messa a sedere accanto al valletto.
Ben tre uomini armati scortavano quella carrozza, che alcuni istanti dopo lasciò quel posto per svanire nella folta foresta.
Guisgard
26-01-2012, 03.01.46
Redentos annuì a quelle parole di Parsifal.
“Hai dimostrato pazienza e curiosità, mio buon discepolo…” disse “… doti essenziali per cominciare qualsiasi ricerca… e la ricerca, qualsiasi sia la sua meta ultima, è una superba metafora per rappresentare la vita di un cavaliere…” sorrise “… seguimi…”
Lo condusse allora nella stanza accanto, dove il chierico che li aveva ospitati era ancora accanto al fuoco.
“Se il sonno vi concede ancora qualche istante” fece Redentos “il mio apprendista desidera chiedervi qualcosa…”
“Certo, con piacere.” Sorridendo il chierico.
Melisendra
26-01-2012, 03.18.36
Per tutto il viaggio insistetti con il dare frequenti sbirciatine fuori dalla carrozza, scostando negligentemente le cortine che dovevano proteggermi dal mondo esterno. Appena rividi la foresta e ci lasciammo alle spalle la città, il mio umore tornò sereno. Tuttavia ero ancora scossa dall'accaduto e, dopo le prime nervose occhiate al mio accompagnatore, mi decisi a rivolgergli la parola.
"Perchè?" domandai. Mi mancavano le parole appropriate... avrei voluto chiedergli perchè ero stata portata in città, perchè quegli uomini urlavano e mi avevano strattonata come un pesce nella rete, perchè mi avevano scambiata con un sacchetto pieno di luccicanti sassetti dorati.
Tamburellai con le dita sui cuscini su cui ero seduta e giocherellai con la mia reticella sfilacciata, che ormai mi copriva a malapena.
Alzai nuovamente lo sguardo verso il giovane valletto e, un po' frustrata per l'impossibilità di liberarmi di tutti quegli interrogativi, continuai: "Dove... andiamo?" Poi mi illuminai di falsa speranza. "Casa? A casa..." Sospirai.
"Perchè sono qui?" domandai cupamente più a me stessa che a lui.
Guisgard
26-01-2012, 03.34.21
Il valletto gettò solo qualche fugace occhiata alla ragazza.
Sembrava indifferente.
Fissò di nuovo la strada dalla finestrella della carrozza, per poi tornare a guardare la nuova schiava del suo padrone.
“Si…” annuì “… andiamo a casa. Nella tua nuova casa.”
Il bosco, dalla carrozza, appariva muto e meraviglioso.
L’aria era pulita e fredda, mentre i raggi del Sole, come dardi di luce, filtravano attraverso la boscaglia, quasi ad illuminare il sentiero che la carrozza stava seguendo.
“Qual è il tuo nome?” Domandò poi alla ragazza. “E di quale terra sei originaria? Sei pagana o Cristiana?” La fissò allora da capo a piedi. “Sei stata catturata o venduta da qualcuno? Appartenevi già ad un padrone?”
Guisgard
26-01-2012, 04.06.04
Altea, immersa nei suoi pensieri, fissava le calme acque del Calars.
Le vedeva scorrere ed evaporare, illuminarsi sotto il Sole ed incresparsi al passaggio del Carrozzone.
In certi punti l’acqua era quasi trasparente, al punto da mostrare forme e sembianza che parevano emergere dal fondale, mentre in altre zone appariva vischiosa e addensata di foglie e fango, come se volesse celare un mondo sconosciuto inabissatosi in un lontano e dimenticato passato.
Ad un tratto, tra i caldi fumi che uscivano dal fiume, Altea vide qualcosa in lontananza.
Due vaste pareti rocciose concentriche, simili a due cinte murarie, emergevano dal fiume e racchiudevano quel passaggio.
La lussureggiante vegetazione che circondava il fiume, impossibilitata ad espandersi oltre a causa di quelle pareti di pietra, aveva cominciato a crescere in altezza, finendo per ricoprire totalmente quella fortificazione naturale.
Al centro di quelle pareti pietrificate si apriva un titanico passaggio, in tutto simile ad una ciclopica porta, nel quale giungeva, tra i caldi vapori e il gorgoglio delle acque, un meraviglioso arcobaleno.
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Melisendra
26-01-2012, 04.14.31
La carrozza prese una buca e io sobbalzai. Er diffidente verso quel mezzo di trasporto che mi impediva di vedere il mondo esterno e sembrava procedere in modo del tutto precario, ora rallentando e ora accelerando, sobbalzando e dandomi degli scossoni inaspettati.
Riflettei un attimo sulle domande che mi erano state poste.
"Mi hanno presa... ieri... vicino alla spiaggia, dove il fiume torna al Blu. Io vengo da lì. Lì ci sono le mie sorelle."
Mi schiarii la voce. "Non ho un nome... nessuno mi ha mai chiamata. Non avevo bisogno di un nome, prima... quando ero libera." Iniziavano a venirmi le parole. "Ma molto tempo fa... c'era un uomo che mentre risaliva il fiume cantava canzoni antiche e dolcissime, così lo accompagnammo... e ce n'era una che amavo. Parlava di una donna e il suo nome era..." Quel giovane bardo, lo ricordavo benissimo. Era partito dalla foce del fiume su una chiatta e aveva invocato la protezione delle acque. Così noi lo seguimmo, mentre cantava e suonava la sua musica. Lo avevamo seguito per giorni e ci eravamo spinte ben oltre i luoghi in cui eravamo solite giocare. Iniziavamo a credere che potesse addirittura vederci, oltre che presagire la nostra presenza al suo fianco. Ero certa che, guardando attraverso il velo dell'acqua, avesse visto il mio volto. Poi un'ombra cadde su quel viaggio gioioso. Le mie sorelle fuggirono, mentre il giovane si spingeva sempre più lontano e il pericolo si faceva sempre più imminente. Rimasi su una roccia, seduta ad aspettare il suo ritorno. Dopo qualche giorno, mentre mi specchiavo nell'aurora, vidi un corpo affiorare dall'acqua, spinto dalla corrente.
Noi non avevamo lacrime, quindi non potei piangerlo. Lo abbracciai con le mie braccia d'acqua e lo cullai fino a quando non trovai un canneto in cui riporlo, ululando insieme al vento la mia malinconia.
Tornai in me.
"Melisendra" mormorai, improvvisamente triste. "Puoi chiamarmi Melisendra."
Guisgard
26-01-2012, 04.40.08
Il valletto ascoltò le parole di quella misteriosa ragazza.
Sembravano, a quel servitore, parole senza senso.
E lui, abituato com’era ad obbedire senza discutere mai, non cercò nessun significato in ciò che quella ragazza diceva.
“Bene…” mormorò tornando a guardare la foresta dalla finestrella “… Melisendra… ora hai un nome… un nome con cui presentarti al tuo nuovo padrone…” la fissò nuovamente “… ti darò un consiglio… dimentica la tua casa ed il tuo mare… dimentica le tue sorelle e tutta la tua vita… ora appartieni al mio signore e a lui solo…”
La carrozza imboccò una stretto sentiero e cominciò a scendere verso una radura.
Poco dopo, dalla carrozza fu possibile vedere una grande ed austera costruzione.
Circondato e racchiuso da solide mura, sulle quali spuntavano ogni sorta di pianta e di arbusti conosciuti in quelle zone, apparve un antico castello.
Quattro torri ne scandivano la forma e nessun uccello sembrava in grado di volare oltre la loro altezza.
Ovunque, sulle murature, sventolavano stendardi neri come la pece, senza recare simboli o immagini.
Appena la carrozza fu vista da coloro che montavano la guardia al castello, si udì uno squillo di tromba.
Pochi istanti dopo, il ponte levatoio si abbassò, permettendo alla carrozza di entrare.
Il valletto saltò con agilità da quel mezzo e fece cenno a Melisendra di seguirlo.
La giovane fu condotta in una grande sala, dove stavano attendendo quattro donne dagli abiti variopinti.
“Conducetela nel gineceo” ordinò il valletto “e preparatela come si conviene.”
Le donne allora presero con loro Melisendra per portarla nel gineceo del padrone di quel castello.
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Melisendra
26-01-2012, 04.56.09
Mi mancò il fiato quando le pesanti porte si chiusero dietro di me.
I miei occhi non potevano credere all'immensità di quel palazzo di pietra. Pietra fredda e muta, non ridente come le rocce che conoscevo bene.
Inizialmente cercai di scacciare le donne che si erano affollate intorno a me e che sembravano determinate a togliermi il mio abito, ma quando vidi una grande vasca d'acqua fumante, in mezzo a quello che chiamavano gineceo, non potei resistere e vi entrai. Provai un poco di sollievo, ma quelle donne erano decise a non lasciarmi in pace.
Lasciai cadere la mia reticella e mi immersi nel bagno caldo.
Chiusi gli occhi, mentre le bolle argentate uscivano dalla mia bocca e i capelli mi galleggiavano tutt'attorno. A occhi chiusi mi parve quasi di essere di nuovo libera. Poi emersi.
Mi rivolsi alle donne: "Perchè sono qui? Dicono che mi hanno comprata, ma non può essere vero... chi? Chi è stato?"
Altea
26-01-2012, 09.26.30
Guardai verso l'orizzonte...davanti a me vidi due pareti rocciose stagliarsi ormai ricolme di vegetazione, sembrava un arco naturale pronto a farci passare. Ma ciò che mi affascinava di più era quell'arcobaleno dai mille colori.."E' strano pensai...un arcobaleno spunta sempre dopo una tempesta, ma tutto è calmo. Anche se fino ad ora il mio animo è stato in tempesta." Subito pensai al mio maestro, tornai verso la sua camera, sentivo le voci concitate di Isolde e Elisabeth..nulla più, entrai nella camera improvvisamente. Isolde era solo coperta da un leggero lenzuolo, ma il maestro giaceva inerte sul letto..."Maestro che vi succede? cosa è successo al maestro Lainus? Mi dica milady Isolde....se avete fatto qualcosa, stavolta chiederò io stessa a Goz di farvi scendere". La guardai con aria di sfida.
elisabeth
26-01-2012, 09.44.29
" Corpi nudi...perche' dovrebbero impressionarmi, la cosa piu' naturale del mondo mai cara....due macchine perfette....in quanto agli uomini, lo sapete Isolda, siamo sorelle...ma amiamo gli uomini in maniera diversa.....e tu lo sai perfettamente, hai avuto bisogno anche del mio per quanto la tua fame sia insaziabile...........poveretto..non sa quanto male gli hai fatto......e per quanto riguarda quel regno che tu vorresti Sorella Cara....questa volta tra me e te scorreranno fiumi di magico Sangue.......per te posso preparare un giaciglio all' inferno la tua lussuria sara' una fiamma che via sredra' per l'eterno..."...Il suo corpo stupendo e statuario.....trasudava un fetore nauseabondo come la sua anima..ma fummo interrotte da Altea..." Altea cara stavo giusto andando via e voi sarete cosi' amorevole da lasciar riposare il vostro maestro.......e lasciate stare Goz.....o sara' la prossima avventura di Isolde.......non e' vero mia cara ?......"........
Parsifal25
26-01-2012, 11.30.04
Il Maestro Redentos mi concesse i suoi complimenti e la possibilità di poter parlare con il chierico. Era ancora lì..... sinceramente, avevo un pò paura dopo la reazione di quei contadini non potevo immaginare come avesse reagito....
"Mi perdoni Padre..... volevo sapere..... chi è la prottetrice di queste terre? Negli Annali ho letto di tutto, è qualche appunto narrava che Santa Caterina era molto importante per i contadini di quaggiù."
"Nella mia ricerca sono incappato nel libro delle "Penitenze di Santa Caterina", sono rimasto incuriosito da questo libro solo che con l'intervento del Maestro De' Punici non ho vauto la possibilità di leggerlo.... e possibile custodirlo con la promessa di custodirlo e al termine del viaggio restituirlo nelle vostre mani?"
Altea
26-01-2012, 13.18.48
Elisabeth cercò di placare la mia rabbia, il maestro però non rispondeva.
"Convengo con voi milady..d'altronde ognuno è libero di prendere la sua strada. Lady Isolde, sapete...prima vi proteggevo e vi ammiravo, ora non capisco il motivo, ma in voi vedo uno sguardo diverso..lo sguardo della perfidia".
Talia
26-01-2012, 15.13.06
“Chi…” mormorò dopo uno sforzo sofferto “… chi… chi è stato… Talia…” prendendo le sue braccia fra le mani e stringendole forte “… Talia, in nome del Cielo… chi è stato? Chi ha ucciso il maestro?” Fissandola con occhi divenuti incandescenti per il dolore e la rabbia.
Potevo vederla... quella rabbia dolorosa e funesta si agitava sul fondo dei suoi occhi chiari, pronta ad esplodere... il suo respiro si stava facendo sempre più corto per l’ira...
Ma c’era qualcosa di peggio... c’era qualcosa di ben più grave e preoccupante... perché io lo conoscevo troppo bene e da fin troppo tempo per non prevedere quale sarebbe stata la sua reazione non appena avessi pronunciato quel nome...
“Mi raccomando, Talia... Giudizio!” ripeté per l’ennesima volta il Maestro, montando a cavallo.
Sorrisi...
“Non preoccuparti!” lo rassicurai di nuovo “Me lo hai detto e ripetuto... e poi... ci sono appena poche ore di cavallo da qui all’abbazia, sarai di ritorno prima di buio... ce la caveremo fino ad allora!”
Il cavaliere sospirò...
“Si...” disse, come chi tenta di convincere più che altro sé stesso.
Lo osservai partire al moderato trotto e svanire tra gli alberi del bosco, poi mi voltai e mi diressi verso il giardino.
Il tempo passò tranquillo, io avevo scoperto nell’occuparmi dei fiori del giardino una nuova passione e i miei fratelli avevano i loro compiti da portare a termine prima del ritorno del Maestro...
Poi, ad un tratto, Nestos irruppe nel mio piccolo angolo di paradiso... era visibilmente agitato, muoveva le mani tanto in fretta che non riuscivo a capire che cosa volesse dire...
“Calmati...” gli dissi “Calmati, per favore! Che succede?”
Ma lui non riusciva a spiegarsi... le sue mani tremavano e i suoi occhi sapevano solo trasmettermi un’urgenza cui non riuscivo a dare un nome... infine afferrò la mia mano e mi trascinò di corsa fuori dal giardino...
“Nestos... aspetta...” ansimai, correndogli dietro a fatica.
Ma lui non ci badò, continuava a tenermi la mano e a correre verso la radura dove il Maestro di solito li portava perché si esercitassero.
E solo quando vi giungemmo, io finalmente capii a cosa era dovuta la preoccupazione di mio fratello... proprio al centro della radura, illuminati dalla luce abbacinante di mezzogiorno, c’erano due ragazzi che si stavano azzuffando.
I miei occhi corsero da loro a Nestos, per poi tornare a loro... si picchiavano a testa bassa e senza risparmiarsi, si picchiavano l’un l’altro ostinatamente...
“Fermi!” urlai improvvisamente, come riscuotendomi... ma nessuno dei due parve udirmi.
“Fermi...” ripetei di nuovo, facendomi un po’ avanti per cercare di separarli “Fermi, vi prego... Smettetela!”
Cercai di mettermi tra loro, nel tentativo di dividerli, ma non fu una bella mossa... del tutto inaspettatamente ricevetti un violento colpo al braccio che mi fece volare a terra...
Gridai.
“Talia!” urlò Guisgard, lasciando andare l’altro e precipitandosi verso di me.
“Talia... che succede?” quasi contemporaneamente Fyellon, avvicinandosi a sua volta.
“Siete forse impazziti?” mormorai, rimettendomi in piedi a fatica “Perché stavate litigando?”
“Lui...” iniziò Guisgard.
“No... sei stato tu!” lo interruppe Fyellon, in tono furioso... poi indicò me e soggiunse “L’hai anche colpita!”
Gli occhi di Guisgard si allargarono un istante, per poi stringersi pericolosamente...
“Io?” sibilò “Io non lo farei mai... Tu l’hai colpita!”
“Bugiardo!”
“Pallone gonfiato!”
Di nuovo si lanciarono l’uno contro l’altro... ma io ero stremata...
“Basta!” urlai... e il mio grido echeggiò tra gli alberi, tanto alto che li indusse a fermarsi.
“Basta. Basta. Basta!” ero in piedi a pochi passi da loro, le mani strette a pugno e gli occhi lucidi, tremando “Sono stanca! Sono stanca dei vostri continui battibecchi, dei vostri litigi, sono stanca anche di vedervi sempre in punizione... sono stanca di voi! E’ inutile che litighiate, tanto non lo sapete chi di voi sia stato a colpirmi, non lo sapete perché non ci avete neanche fatto caso... non lo sapete perché vi stavate picchiando senza neanche pensare!”
Lacrime di rabbia presero a rigarmi le guance: “Voi non ci provate neanche ad andare d’accordo... e non vi importa niente di chi ci capita in mezzo, di chi soffre, di chi si prende le botte per cercare di dividervi! Siete stupidi... ed egoisti! E per questo... per questo io vi odio! Vi odio tutti e due!”
Li scrutai ancora per un istante, poi scappai via.
Quel ricordo mi attraversò la mente, velocissimo e terribile...
Chiusi gli occhi un momento, solo un momento per riprendere fiato, poi li riaprii e guardai in quelli di Guisgard... lo guardai per lunghi attimi, pregando il Cielo che desse a lui la forza necessaria a non farsi sopraffare e a me la capacità di aiutarlo a capire...
Infine dischiusi le labbra e, in un sussurro appena percepibile, mormorai: “Fyellon!”
Guisgard
26-01-2012, 18.19.58
Quel nome…
Fyellon…
Guisgard sentì la terra franargli sotto i piedi.
Dolore, rabbia, odio.
Tutto questo attraversava il cuore del cavaliere, stravolgendolo e rivoltandolo come un guanto.
Cercò di respirare forte.
L’aria sembrava mancargli.
Poi tirò un pugno contro la corteccia di un albero.
Un pugno così violento che la mano cominciò a sanguinargli.
“Fyellon…” mormorò mentre il suo volto mutò in una maschera di sofferenza e rabbia “… perché il maestro? Perché? Perché non sei venuto a cercare me?”
Poi pianse.
Pianse amaramente.
Era anche colpa sua.
Colpa sua che era andato via.
E maledì se stesso e la sua debolezza.
Si voltò verso Talia e la prese per le braccia.
“Perché hai taciuto fino adesso?” Domandò con gli occhi ancora arrossati da quelle lacrime. “Perché non mi hai raccontato tutto? Perché, Talia?” Una smorfia di straziante dolore gli impedì, per un momento, di parlare oltre. “Dov’è ora?” Ritrovando il fiato per continuare. “Dimmi dov’è andato Fyellon!”
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Guisgard
26-01-2012, 18.48.21
Melisendra non aveva resistito e si era immersa in quell’acqua fresca e rigenerante.
Era tornata, per un momento, libera e viva.
Ma le altre donne le si avvicinarono.
“Avanti, esci da lì che non abbiamo molto tempo.” Disse una di loro. “Devi essere pronta per stasera…”
“E vedendo come sei fatta…” fece un’altra di quelle, prendendo la reticella che fino a qualche istante prima era stata l’unico indumento indossato da Melisendra “… forse dovrai essere preparata anche per la notte…”
“Avanti!” Entrando un’altra donna e richiamando l’attenzione di tutte battendo le mani. “Il padrone sarà qui stasera!” Fissò allora Melisendra che stava nuda nell’acqua. “E questa?” Domandò alle altre.
“E’ nuova.”
“Tiratela fuori.” Ordinò la donna.
Fissò allora per bene Melisendra.
“Non c’è che dire…” mormorò “… è giovane, frizzante… almeno questa volta abbiamo diverse possibilità… non come quelle bretoni condotte qui la settimana scorsa e troppo rozze per i gusti del padrone…”
Fece allora portare diversi abiti di seta colorata e trasparente, fili d’oro e d’argento, insieme a sali ed essenza dall’esotico profumo.
“Dimentica ogni cosa del tuo passato…” disse sottovoce una di quelle donne a Melisendra mentre la preparava “… ora, come tutto ciò che vedi attorno a te, appartieni a colui che ti ha comprata e che può decidere delle tue sorti…”
Poco dopo, Melisendra era pronta per il suo nuovo padrone.
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Guisgard
26-01-2012, 18.57.03
Isolde rise alle parole, prima di Elisabeth e poi di Altea.
“Si, lasciatelo riposare, povero maestro…” accarezzando il torace di Lainus “… è molto stanco… credo dormirà per un bel po’…” rise di nuovo “… perché mi guardate così? Ho fatto l’amore con un uomo, tutto qui. Nulla di più naturale, amiche mie. Basta l’attrazione, la passione, il desiderio… sono una strega per questo? Perché un uomo mi ha desiderata? Allora tutte le donne sono un po’ streghe! Ma forse, amiche mie, mi odiate perché il maestro ha scelto me e non una di voi?” E di nuovo quella sua risata.
Le fissò ancora e poi uscì dalla stanza.
Talia
26-01-2012, 19.09.42
Rimasi immobile e con gli occhi bassi mentre si alzava, mentre colpiva un albero per sfogare la sua rabbia...
Infine mi alzai e lo raggiunsi...
Si voltò verso Talia e la prese per le braccia.
“Perché hai taciuto fino adesso?” Domandò con gli occhi ancora arrossati da quelle lacrime. “Perché non mi hai raccontato tutto? Perché, Talia?” Una smorfia di straziante dolore gli impedì, per un momento, di parlare oltre. “Dov’è ora?” Ritrovando il fiato per continuare. “Dimmi dov’è andato Fyellon!”
“Non lo so!” mormorai “Ti giuro che non so dov’è... se lo avessi saputo, sarei andata io da lui, probabilmente!”
Sospirai... poi presi il suo viso tra le mani, carezzandolo delicatamente...
“Però...” soggiunsi “Però ci sono tante, troppe cose che non sai... rivedremo Fyellon, ne sono certa... tornerà lui stesso, forse! Tornerà per te! E forse anche per me! Ma ci sono cose che tu devi sapere, prima...”
C’erano tanti e tanti ricordi che mi passavano per la mente, ricordi posteriori alla partenza di Guisgard, ricordi che si legavano, nei miei pensieri, al gesto di Fyellon...
E così decisi di dividerli con lui, tutti quei ricordi, mano a mano che mi fossero tornati alla mente...
“Maestro!” gridai, giungendo nel Tempio di corsa “Maestro... allora è vero?”
Il vecchio cavaliere terminò la sua preghiera, si inchinò all’altare, poi si alzò e si voltò verso di me...
“Talia... devo ancora rimproverarti perché corri nel Tempio? Non sei più una bambina, ormai!”
“Si...” annuii, arrossendo leggermente “Si, hai ragione, maestro! Ti domando perdono!”
L’uomo sorrise leggermente e attese che anche io fossi andata ad inchinarmi all’altare, poi parlò di nuovo...
“Allora... cosa vuoi sapere?” domandò, con un leggero sorriso sornione.
“Beh, se è vero!” risposi “Se è vero che Fylleon...”
“...è da oggi un cavaliere?” terminò Fyellon entrando nella Cappella e allargando le braccia in segno di vittoria “Si!”
“Oh, ma è meraviglioso!” esclamai, andandogli incontro “Meraviglioso!”
Lui mi sorrise, poi i suoi occhi si fecero seri e li spostò sul Maestro...
“Ed è per questo che sono qui ora, Maestro!” disse “Domani parto... sono venuto a reclamare la tua spada. In dono al migliore dei tuoi figli. Come avevi promesso!”
Gli occhi del Maestro si fecero un po’ più cupi, mentre lo osservava senza parlare.
“Figlio mio...” iniziò poi a dire “Tu oggi mi hai dato una grande gioia, ed io sono fiero di te! Immensamente fiero! ...Ma non chiedermi ciò che non posso darti!”
Gli occhi di Fyellon si allargarono... si allargarono tanto da sorprendermi...
“Tu...” mormorò poi, con la voce roca per la rabbia “Tu la conservi per... per lui?”
“Promisi quella spada al migliore dei miei figli...” lo riprese il Maestro “Ma ancora oggi, perdonami, non ho deciso chi sia a meritarla!”
“Ma lui... lui se n’è andato! Ti ha lasciato! Ha lasciato tutti! E tu...”
“Basta Fyellon!” il vecchio cavaliere si avvicinò al giovane e gli poggiò le mani sulle spalle “Fatti onore, figlio mio!” soggiunse, per poi voltarsi e uscire dalla Cappella.
“Vecchio sciocco, pazzo e sentimentale!” ringhiò lui, una volta che restammo soli “Gli dimostrerò che sbaglia! Lo dimostrerò a tutti voi!”
Si voltò quindi verso di me e mi fissò con rabbia...
“Si, lo so!” sbottò “Lo so benissimo che anche tu la pensi come il Maestro...”
“Fyellon...” mormorai “Fyellon... cosa dici? Tu sei mio fratello ed io ti voglio bene!”
“Tuo fratello!” scoppiando in una cupa risata, lui “Si... ma lui non l’hai mai chiamato ‘fratello’, non è vero? No, lui era lui!”
Improvvisamente mi venne di fronte e mi afferrò per le spalle, stringendomi con forza.
“Non accetto di essere secondo a nessuno! E sicuramente non accetterò di essere secondo al suo fantasma! Non lo accetto! Ti dimostrerò che ti sbagli... che il tuo preziosissimo Guisgard non era altro che uno sciocco pallone gonfiato! Lo dimostrerò a te, al Maestro e a tutti... e allora la sua spada sarà mia! La sua spada e il suo orgoglio spettano a me e a me solo! Io sono suo figlio! Il suo unico figlio!”
Mi lasciò andare con tanta forza da farmi finire contro una colonna... poi uscì dalla Cappella e non lo vidi più per molto tempo.
Melisendra
26-01-2012, 19.42.20
"Io non capisco..." mormorai, mentre quelle si affannavano ad asciugarmi. Più le guardavo e più mi girava la testa. Si muovevano come api indaffarate. E il loro ronzio era un sordo rumore di piccoli passi sul pavimento lucido.
Mi ero sentita tirare in tutte le direzioni, mentre quelle mi pettinavano, mi spruzzavano addosso nubi di un profumo che mi fece starnutire, passarono una polvere sottile sulla mia pelle e si intestardirono col farmi indossare più e più vesti, finchè non furono soddisfatte. Mi rifiutai di indossare i pesanti ornamenti che mi cercarono di cingere attorno al mio collo.
Quando finalmente giungemmo a un compromesso eravamo tutte stremate. Una di loro diede una strizzata al mio vestito, tirandone i lacci fino a strapparmi un gridolino di disappunto.
Le rivolsi uno sguardo offeso, ma non replicai.
Che bisogno c'era di tutta quella stoffa, tutto quel profumo intenso e di quegli artifici? Cercai di sciogliermi i capelli, ma quelle mi redarguirono dal farlo.
"Non voglio..." dapprima mormorai sottovoce e poi più forte. "Non voglio tutto questo. Non voglio sapere chi possiede queste cose... Non voglio essere chiusa qui dentro! Morirò, se rimarrò qui!"
Mi tolsi le scomode scarpine e strappai il velo che avevano con cura poggiato sui miei capelli e uscii da quella stanza. Corsi velocissima giù per le scale, alla disperata ricerca di una via d'uscita.
C'era un giardino di fronte a me. Era grande e bellissimo, forse, ma a me sembrava angusto e terribilmente malinconico. Quella natura addomesticata, con le piante bel allineate e le siepi in ordine, mi spaventò. Per un attimo rimasi pietrificata.
Sentivo rumori di passi dietro di me. Mi voltai e domandai, torva: "A causa di chi sono stata condotta qui?"
Altea
26-01-2012, 20.26.28
Isolde era cambiata davanti ai miei occhi, ora si era svelata per ciò che era veramente, ascoltai le sue parole, stava per uscire e le afferrai un braccio bisbigliandole "Milady Isolde...conosco il maestro prima di voi e per me è...era un maestro di guida culturale e spirituale, il fatto stesso che lo vedo privo di sensi in quel letto mi preoccupa, non le vostre stupide ciance, so che per voi è normale saltare da un letto all'altro come niente fosse". Mi avvicinai al maestro, presi il suo polso, era debole..."Lady elisabeth...forse il maestro non si sente bene"
elisabeth
26-01-2012, 20.59.25
La strafottente risata di Isolte........mi riporto' indietro nel tempo e vecchie ferite si riaprirono.......sentii il battito del mio cuore accellerare....non era perdita di controllo era solo la sana voglia di schiaffeggiarla all' infinito...si porpio cosi' sino a quando le mie forze fossero venute meno.......Altea era visibiente alterata e stava gettando su Isolde tutto cio' che le usciva dal cuore........" Fare l'amore con un uomo non e' stregoneria.......l'atto piu' bello ina assoluto e' l'amore e la passione tra un uomo e una donna.......ma il dramma nasce dalla scelta che gli uomini fanno Isolde..loro non scelgono liberamente, tu gli porti via l'anima..........e questo non e' Amore e sinceramente a questo prezzo puoi portarti a letto tutti gli uomini del mondo.........io preferirei che il mio uomo sia ben cosciente di quello che fa.....lo vorrei presente e la sua passione deve venirgli dal profondo delle visceri..........tu porti a letto uomini immersi nel lago dell' oblio.........."...mi ero avvicinata al volto di Isolte sino a respirare il suo stesso respiro potevo fondere i suoi occhi con i miei......senitivo che Altea stava chiedendomi qualcosa...ma non riuscivo a staccarmi da lei...sino a quando la mia mano non avvolse il suo bianco collo..........era un impulso forte...disarmante, il mio braccio si stava trasformando in ramo e tra qualche minuto la mia mano sarebbe diventata un artiglio........" Giuro Isolde......che divorero' ogni lembo delle tue carni......non rimarra' piu' nulla di te perche' lo disseminero' nei quattro angoli piu' remoti della terra..........pagherai tutto il male che hai fatto.....rimpiangerai di avermi portata ad esserti nemica..."............sentii attraverso la mia mano il fluire lento del sangue attraverso le sue carotidi............e mollai la presa......mi voltai verso Altea ancora vicino al suo maestro......" tranquila Altea....adesso darai da bere una cosetta al tuo maestro e almeno lui....riprendera' il buon senso....."...... voltai verso il tavolo e misi dell'acqua nel bicchiere......vi poggia la mano dopo averla versata e una piccola luce si mescolo' ad essa...." Ecco dategli questo ....gli fara' bene e state tranquilla.....il brutto tempo prima o poi passa sempre".....carezzai il volto di Altea ed uscii da quella stanza.........la rabbia mi faceva stare male.......andai sul ponte...daniel era tanto che non lo vedevo..infondo il carrozzone non era un posto dalle dimensioni infinite......forse il mio racconto lo aveva allontanato......che cosa mi sarei dovuta aspettare infondo, forse il mio destino era quello...un'imensa felicita' e poi il buio totale........
Altea
26-01-2012, 21.13.43
Fissavo le due donne, una ira profonda negli occhi di Elisabeth...ella poi si avvicinò a me per poi porgermi uno strano liquido..."Milady, spero veramente che lo faccia rinsavire". Mi sedetti vicino al maestro, gli alzai il collo e misi sulle sue labbra gocce di quella boccetta, sperando rinvenisse subito. Pensavo...non avrei chiesto nulla..forse era giunto il momento che imparassi da me ciò che era la vita, i sentimenti, e ogni cosa che ci circondasse. Poi un guizzo nella mia mente...Rykeira.
Guisgard
26-01-2012, 21.19.24
“Mi fai quasi paura, Elisabeth…” con un ghigno Isolde “… averti come nemica…” la fissò divertita “… e pensare che un tempo eravamo come sorelle…” si avviò allora verso la porta, per poi fermarsi e fissare Altea “… a voi forse amava darvi la sua cultura, le sue conoscenze… a me invece il vostro maestro ha pensato bene di offrirmi dell’altro…” rise ed uscì.
Poco dopo, Lainus riprese conoscenza grazie all’unguento che Elisabeth aveva dato ad Altea.
“Cosa succede…?” Svegliandosi Lainus. “Non ricordo nulla…”
Intanto, sul ponte del Carrozzone, anche altri marinai avevano visto ciò che poco prima era apparso ad Altea.
Goz fu subito avvertito e corse verso la prua.
“Cosa sarà accaduto?” Domandò Plautus a Jovinus.
“Seguiamo il capitano…” fece questi “… venite anche voi.” Rivolgendosi a Cavaliere25.
Raggiunti poi Goz e i suoi, anche ai due monaci e al boscaiolo si mostrò ciò che prima aveva visto Altea.
Le due monumentali pareti di pietra attraversate da quel meraviglioso arcobaleno.
“Cosa sarà, capitano?” Domandò un marinaio.
“Oltre quel varco…” rispose Goz “… vi sono le leggendarie sorgenti del Calars…”
cavaliere25
26-01-2012, 21.22.28
certo che vengo anche io ci mancherebbe che rimango qui ora mai qui è una sorpresa dietro l'altra dissi per fortuna che siamo ancora tutti vivi fino a questo momento continuai a dire era ora che arrivassimo appena arriviamo io vado per la mia strada non voglio rischiare di lasciarci la pelle su questo carrozzone
Guisgard
26-01-2012, 21.26.10
Il chierico si avvicinò a Parsifal e prese il libro.
“Le Penitenze di Santa Celerina…” ripeté fissando quell’antico volume “… erano anni che non lo prendevo in mano… risale al periodo dei primi Cristiani… questo libro ha un potere inimmaginabile… contiene rituali, esorcismi e altri rimedi contro ogni manifestazione delle Forze del Male…” fissò Redentos “… come giudicate il vostro allievo, cavaliere? E’ degno di un maestro come voi?”
“Se dovessi affidare a qualcuno la mia vita e quella dei miei cari” rispose Redentos “sceglierei senza esitazione lui…” indicando Parsifal “… un giorno sarà un grande cavaliere…”
“Affido a voi questo libro…” disse il chierico, dando il manuale all’apprendista “… sono certo che ne farete buon uso… e che Dio Onnipotente vegli sul vostro viaggio, nobili cavalieri…”
Altea
26-01-2012, 21.29.28
Guardai il maestro e scoppiai in una risata "Non ricordate nulla? proprio nulla...mi spiace per voi maestro, è davvero..un peccato, chiedetelo a milady Isolde". Mi alzai e uscii chiudendo la porta, mi recai sul ponte e vidi gli uomini stupiti guardare l'orizzonte, ancora si stagliava quel maestoso arcobaleno dai mille colori di un animo rasserenato, sembrava quasi volesse guidarci verso qualche posto.
elisabeth
26-01-2012, 22.22.33
Ero in preda ad emozioni contrastanti.....avevo voglia di tornare a casa...di scappare via, di chiudermi in quel silenzio fatto di mille sussurri, eppure avevo deciso di tornare sul Carrozzone ero in un angolo del Carrozzone, non volevo disturbare con la mia presenza la meraviglia che si leggeva negli occhi di quegli uomini....Goz era con i suoi uomini e poi vidi Lady Altea, se lei era li' il suo maestro si era rimesso in piedi, anche lei guardava estasiata quella meraviglia........mi accasciai a terra sedendomi sui talloni, avevo la testa sulle ginocchia....mi sentivo protetta, protetta dalla mia stessa persoa....cosi' era e cosi' doveva essere.......... loro gioivano io volevo solo calore......
Altea
26-01-2012, 22.26.17
Mi accorsi di una solitaria Elisabeth seduta e crucciata...mi avvicinai a lei..."Lady Elisabeth, avete salvato la vita al maestro sembra. Ora mi sembra debba io curare i crucci del vostro animo?? Io lo avevo detto milady...dovevamo stare in quel bosco...cosi tranquillo, laggiù sembrava il tempo si fosse fermato, era tutto..perfetto." E la abbracciai...uno slancio..strano un impeto cosi forte da parte mia.
elisabeth
26-01-2012, 22.32.30
percepii un'ombra e d alzai il viso...era Altea...mi alzai e risposi a quell'abbraccio che era l'effetto di un impeto che sgorgava dal profondo dell' anima.....ci sono cose che uniscono gli uomini, e spiegarselo e' solo una perdita di tempo...basta aprire le braccia e trasferire tutto l'Amore del mondo..." Vorrei poter dissolvere i miei pensieri in questo lago.....ma non e' possibile, il bosco Altea e' il modo perfetto..la natura e' armonica e tutto e' giusto e perfetto......ma abbiamo un compito ed e' nostro dovere portarlo a termine...ache quando a tutto quello che facciamo non c'e' nessuna spiegazione logica apparente......ma il vostro affetto..mi fa sentire meno sola........"
Altea
26-01-2012, 22.38.21
.."e io sono con voi Elisabeth, perchè da quando vi ho conosciuta molte cose si stanno aprendo ai miei occhi..e pure il mio cuore sembra..ecco quale era il motivo per cui dovevo salire su questo Carrozzone." le sorrisi, ella sembrava più rasserenata.
elisabeth
26-01-2012, 22.43.44
Ero piu' serena......." venite Altea andiamo a guardare questa grande meraviglia....al dila' dell'arcobaleno...."......io so cosa si cela..ma non mi e' consentito svelare.......
Altea
26-01-2012, 22.47.56
"Elisabeth..no, non svelatelo, perchè voglio scoprirlo da me stessa" e mi diressi verso il ponte, la nave avanzava lentamente verso quel tripudio di colori. "Spero solo non sia un miraggio"..pensai.
elisabeth
26-01-2012, 22.50.32
" Non vi svelerei nulla Altea non mi e' possibile farlo....ogni persona deve fare il prorpio percorso....voi trovete il vostro cammino e credetemi, farete tutto da sola....".........
Chantal
27-01-2012, 00.27.29
Chantal seguì Monty, fra mille inquietudini e paure.
E mentre camminavano, l’uomo si fermò all’improvviso.
“E’ grande questa casa…” mormorò, facendo scivolare la fredda lama del suo pugnale sul collo di Chantal “… l’ideale per nascondersi… forse ci fermeremo per un bel po’… sei contenta?” Cominciò ad accarezzarla. “Ho sentito che prima chiedevi di vedere tuo padre… è qui? Posso condurti io da lui… se sarai un po’ gentile con me…”
Un ghigno di lussuria allora sorse sul suo volto.
E con gesto istintivo prese la ragazza, bloccandola poi contro il tronco di un albero del viale.
“Avanti, bella…” con desiderio “… vedrai che ti divertirai anche tu…” e cominciò a strapparle i vestiti.
L'uomo di nome Monty sospinse la ragazza,trascinandola e infierendo con la lama dell'arma,fino al tronco di un grosso pino domestico che si stagliava nel cielo velato di foschia di quella gelida notte.
Gelida e cadenzata dall'arroganza e dalla spietatezza del più infierente e volgare dei fuggiaschi sopraggiunti nella casa.
Chantal si ritrovò immobilizzata nella stretta incessante dell'uomo rapito com'era dalla sua smania di usarle violenza.
Per un lampo trovò uno squarcio nei pensieri offuscati dalla paura e ripensò a quanto fosse stata stupida,alle nefandezze commesse in quella notte,alle conseguenze scaturite,e le sovvennereo le parole dell'uomo ferito,Vayvent:“Forse avete fatto tre cose sciocche…” ansimando Vayvet “… mi avete curato una ferita forse mortale… mi avete restituito il pugnale… e affidato alla protezione di questa catenina…”
Tre cose sciocche..quelle parole le risuonavano nella mente..Sciocca e stupida era stata Chantal in quella notte,sciocca,stupida ed incosciente..
Era tardi,non poteva più far nulla,e tremava e contraeva i muscoli,irrigidita da tanta malvagità.
Tentò con tutte le sue forze di svincolarsi dalle braccia che l'avevano afferrata,dimenandosi con tutti i muscoli del corpo,fino a contorcersi sotto le mani possenti e bramose dell'uomo.
Questi la costringeva contro il fusto,strappandole la veste lembo a lembo,e la ragazza tentava di dimenarsi carpita dai brividi e stremata,sbiancata e irrigidita dal terrore,non riusciva a parlare,non riusciva ad emettere suoni dalla bocca,respirava a respiri corti e il suo cuore pulsava così velocemente che Chantal temeva non avrebbe retto.
Tentava di resistere alla violenza bruta dell'uomo,e forzata al rigido e scabroso tronco cercava di difendersi,di proteggersi portandosi gli avambracci a coprirsi il volto,come se non vedendo in faccia e nascondendosi dietro di essi potesse riuscire a sfuggire a quella furia accecata.Si sforzava di urlare ma le forze le mancavano e la voce ancora le moriva in gola.
E più ella tentava di liberarsi,più questi la tratteneva,le costringeva il corpo contro il suo e la percuoteva sui fianchi.Con un braccio le premeva contro il seno,con l'altro stringeva forte un polso della ragazza per liberarle il volto dalle braccia di lei,e con tutto il suo corpo comprimeva contro il corpo della ragazza.
Chantal tentava e ritentava di gridare,ma il terrore le causava spasmo in tutti i muscoli,e le attanagliava la gola,che soffocava a causa della paura e dall'immobilità del diaframma alla presa sempre più costrittiva dell'uomo.
Ad un tratto la ragazza sentì il vento sul viso,un vento sibilante e repentino che si insinuava tra le braccia tenute in alto e congiunte e il volto stesso.
Sentiva solo quel vento a raggelarle il volto.
L'uomo serrava sempre più la stretta,e la teneva ferma continuando a strapparle la veste per violarla e umiliarla.
Chantal cercò di aggrapparsii forte al tronco,stringendo le palpebre e scostando il volto quanto più possibile dall'uomo,e cercando un appiglio sul quale fsrl leva per svincolarsi,allora con,un braccio portato dietro,prorompendosi lungo la corteccia si allungò fino a che sentì sotto la mano un tronchetto di edera abbarbicato alla corteccia,provò con disperazione a svellerlo,ma esso era così radicato che,pur scostandosi dal tronco non si spezzava.Ad un tratto l'uomo diede una forte spinta con tutto il corpo contro il petto della ragazza, con tale possenza e violenza che Chantal avvertì che le stava mancando il fiato,come soffocata nel petto pressato dalla brutalità dell'uomo.
E fu un attimo.Poi non percepì più niente,cadde,infatti,come una goccia,accasciata ai piedi dell'uomo.
"Ti avevo dato ordine di risparmiarlo,Monty"Diceva Vayvent.
"Ma,Vayvent,ha cercato un affondo con la spada."
"E tu hai ritenuto bene fare di testa tua?"
"Mi sono solo difeso,capo,non immaginavo che.."
"Non immaginavi cosa,stolto!"
"Non immaginavo che..che .."
"Stupido uomo,gli hai spaccato il cuore!"
"Cosa avrei dovuto fare,lasciarmi trafiggere?"
"Era solo un vecchio,Monty.Hai ucciso un vecchio!"
"Ma cosa ti prende,capo?Cosa ti succede..non capisco."
"Era un cavaliere,un vecchio cavaliere..."Sotto una smorfia di dolore per la ferita ancora viva parlava Vayvent
"Non ti riconosco,capo,cosa ti accade?"
"Ora porta qui la ragazza,sbrigati!"
"Padre!"Sopraggiunta la ragazza "Ahh!"Colta dal terrore che le si riversava negli occhi.
"Raccogli il suo cuore,raccoglilo e seppelliscilo!"Con contrizione Vayvent.
E la ragazza estrasse il cuore dal petto del padre e lo sollevò tenendolo stretto nelle mani,grondante di sangue,e cercando di ricomporlo nelle sue parti,svenendo,poi soffocata dal dolore e dalle lacrime.
Quest'iimmagine prendeva forma come un incubo nella mente della ragazza che giaceva priva di conoscenza.
Guisgard
27-01-2012, 02.21.39
Goz insieme ai suoi scrutava quel passaggio segnato dall’arcobaleno.
“Procediamo…” ordinò il capitano.
Si voltò e vide Elisabeth ed Altea.
“Mie signore…” avanzando verso di loro “… il nostro viaggio è forse giunto a destinazione… dopo quelle rocce scopriremo da dove nasce questo straordinario fiume. Ora, col vostro permesso, vado a dare alla ciurma gli ordini per proseguire.”
Un attimo dopo che Goz si era allontanato, Lainus salì sul ponte e si avvicinò ad Altea ed Elisabeth.
“Siete andata via di corsa, senza aggiungere altro…” rivolgendosi ad Altea “… cosa è accaduto? Mi sembrate contrariata, milady…” si voltò poi verso Elisabeth “… è avvenuto qualcosa che ignoro, signora?”
Nel frattempo, i due frati e Cavaliere25 avevano raggiunto i marinai a prua ed erano rimasti a fissare il passaggio fra le pareti di pietra e quel meraviglioso arcobaleno che le attraversava.
“Arrestate il Carrozzane!” Urlò all’improvviso una voce. “Bloccate la sua avanzata e torniamo indietro!” Era il vecchio marinaio Bar. “Oltre quelle pareti di pietra troveremo solo la morte!”
“Cosa succede, Bar?” Domandò uno dei marinai.
“Chiedetelo al vostro capitano!” Rispose il vecchio visionario. “Gli strumenti di bordo segnalano una rotta ignota! Chiedetelo al capitano! Anche le stelle di questi cieli sono sconosciute! Sconosciute come la sorte che ci attende! Goz, siate leale con i vostri uomini! Vi siamo fedeli e meritiamo la verità! Avanti, ditelo… ditelo che nelle stelle non è segnata nessuna rotta! Siamo giunti alla fine del mondo!”
Proprio in quel momento, Goz ritornò sul ponte e tutti i suoi uomini attendevano le sue parole.
“E’ vero ciò che dice Bar, capitano?”
Goz non rispose.
Salì allora sulla vedetta e tirò fuori un sacco pieno di monete, per poi inchiodarlo all’albero maestro.
“Questo è il denaro frutto dei biglietti venduti per questo viaggio…” gridò ai suoi “… tutti coloro fra voi che riusciranno a portare questo Carrozzone al di là di quelle pareti rocciose, potranno dividersi queste monete.” Fissò tutti loro con uno sguardo che sembrava frutto di una mente ormai alla mercè delle sue stesse ossessioni. “Avanti, miei prodi!” Urlò. “dirigiamoci dove nessuno è mai giunto!”
E con entusiasmo i suoi uomini risposero a quell’appello.
Guisgard
27-01-2012, 02.39.50
Melisendra era riuscita a scappare da quella sala colma di colori, essenze e profumi da far girare la testa.
Corse via per una grande scalinata marmorea, per poi attraversare una lunga sala e ritrovarsi infine in un meraviglioso giardino.
Ma fu subito raggiunta da alcuni eunuchi.
“Sei qui per volere del nostro padrone.” Disse uno di loro. “Ed anche tu gli devi obbedienza.”
La circondarono, ma quando furono sul punto di afferrarla, nell’aria si udì una melodiosa litania.
Un attimo dopo quella musica si interruppe e qualcuno avanzò tra la paradisiaca vegetazione di quel giardino.
“Cosa accade?” Chiese un giovane.
Aveva lunghi capelli chiari ed un’espressione sorridente.
Portava con sé una cetra.
“Una schiava è fuggita dal gineceo, sir.” Spiegò uno degli eunuchi.
Il giovane fissò Melisendra e le sorrise.
“Andate pure…” fece il giovane agli eunuchi “… me ne occuperò io…”
Quelli annuirono, per poi ritirarsi.
Rimasti da soli, il giovane si avvicinò a Melisendra, giocherellando con le dita sulle corde della sua cetra.
“Dafne, giovane e bella, fuggiva via…” disse “… fuggiva neanche lei sapeva da cosa… tu sai da cosa fuggiva? Ella fuggiva da ciò che di più magico esista… l’amore…” sorrise nuovamente, mentre le sue dita continuavano a far vibrare la cetra “… presumo tu non sia Dafne… qual è il tuo nome?”
Guisgard
27-01-2012, 02.58.49
E mentre tutti a bordo si apprestavano ad obbedire agli ordini di Goz, Rykeira vagava solitaria sul Carrozzone.
Fino a quando trovò Daniel.
“Messere…” sorridendo “… ho visto ciò che avete donato a lady Altea… quella rosa… io amo i fiori… ho sempre sognato di vivere in un giardino… donereste anche a me una rosa come quella? Anche di un pallido colore… anche prossima a sfiorire… ne avrei cura e nemmeno un petalo lascerei morire… potete farlo, messere?”
Melisendra
27-01-2012, 03.07.27
Ero ancora piuttosto agitata e sospettosa, ma risposi comunque alla sua domanda. "Melisendra... adesso."
Mossi qualche passo nel giardino, mentre mi liberavo di tutti gli orpelli che mi avevano fatto indossare. Mi tolsi una delle pesanti sopravvesti, bisticciando un po' con i nodi dei nastri, e rimasi lì, in piedi nell'erba, con una leggera veste colorata. Osservavo con stupore le siepi dalle forme fantasiose e le aiuole piene di fiori.
"Non dovrei trovarmi qui..." mormorai, accarezzando la corolla di un giglio. Anche i fuori di quel luogo erano rassegnati a vivere rinchiusi e domestici. Si preoccupavano solo di essere belli, senza gioia. "Non si può fuggire... quindi?", chiesi al fiore, ma niente in quel luogo mi sembrava dotato di uno spirito. Mi sollevai nuovamente in piedi e feci un giro su me stessa, osservando a lungo il luogo in cui mi trovavo.
"Perchè ci sono mura intorno a noi? E cos'è un gineceo?" domandai al giovane con la cetra. La sua musica mi ispirò fiducia. "Dove mi trovo? Lontani dal fiume? Calars... così lo chiamate voi, che dovete dare a ogni cosa un nome. Ti prego, dimmi." Ero ansiosa di sapere ogni cosa e di comprendere in quale mondo fossi stata gettata dalle onde del Blu.
Guisgard
27-01-2012, 03.25.43
Chantal si accasciò, vinta dal dolore, dalla paura e dalla fatica.
Monty la fissò con un ghigno: ora, infatti, la ragazza era una facile preda.
“Monty!” Gridò all’improvviso una voce. “Cosa fai, idiota!”
Era Vayvet uscito sul viale, aggrappandosi a fatica alla governante di Chantal.
La donna, nel vedere la ragazza svenuta ai piedi del brutale fuggiasco, si sentì morire.
“Cosa stai facendo, grosso idiota?”
“Ma…” farfugliò Monty “… capo, è solo una stupida ragazza… temi possa vendicarsi? Non temere, quando avrò finito con lei la strangolerò e sotterrerò nel suo stesso giardino.”
“Imbecille…” a denti stretti Vayvet “… in che modo poi riusciremo a fuggire? Credi che basterà la tua brutta faccia come lasciapassare?” Fissandolo. “Siamo braccati dalle guardie del vescovo” continuò Vayvet “e da quelle del Gastaldo… senza ostaggi finiremo in una morsa, pezzo di idiota… ora riporta quella ragazza in casa…”
Monty fece come il suo capo gli aveva ordinato.
Il fuggitivo, infatti, portò Chantal in casa, lasciandola davanti al cammino acceso.
Vayvet allora lo colpì con un pugno.
“E questa è l’ultima volta che disobbedisci ad un mio ordine…” disse a Monty “… non voglio correre il rischio di finire impiccato a causa delle tue bramosie… la prossima volta ti sgozzerò come un maiale… intesi?”
“Si…” mormorò Monty rialzandosi “… si, capo…”
E tornò a fare la guardia attorno alla casa.
Ma appena andato via Monty, Vayvet si appoggiò alla parete.
L’essersi alzato e l’aver colpito poi Monty, gli aveva riaperto la ferita.
“Santa Vergine…” fece la governante “… sanguinate di nuovo…”
“Non badate a me…” a fatica Vayvet “… pensate piuttosto alla ragazza… lo spavento le ha fatto perdere i sensi… a me serve solo un po’ di riposo…” e cadde a terra privo di conoscenza.
Guisgard
27-01-2012, 03.46.17
Il giovane riprese a suonare la sua cetra.
“Spesso delle mura servono a proteggere…” disse il giovane “… non sempre racchiudono o imprigionano…” le sue mani accarezzavano la cetra “… come questi fiori… essi sono protetti e custoditi… il caldo non giungerà a farli appassire ed il gelo non potrà bruciarli… crescono spontanei… non sono prigionieri…” la fissò e sorrise “… quanto al gineceo… non pensarci più… mi sembra di capire che non ti sia trovata bene lì…” smise di suonare “… da ciò che vedo non sei a tuo agio con questi vestiti, Melisendra… cosa desideri per essere felice? Tra un po’ il padrone sarà di ritorno e vorrà vederti sorridente… e renderti tale è il mio compito…”
Melisendra
27-01-2012, 04.07.43
Mi sedetti sul prato, ascoltando attentamente la sua melodia.
"Mi piace la tua musica... è sincera. Mi ricorda il rumore della pioggia estiva, quando cadono grandi gocce sul fiume che scorre tranquillo tra i sassi." Finii di scogliere una treccia e mi sedetti a gambe incrociate.
"Non puoi darmi qualcosa che ho già... io sono libera, anche se ci sono queste mura intorno a noi... ma se puoi continuare a suonare per me... sarò felice." Sorrisi, cercando di scacciare la malinconia che mi trasmettevano le alte torri. "C'era un uomo che suonava sul fiume, molto tempo fa... non possedeva niente a parte il suo strumento e i suoi canti. Era libero come me e le mie sorelle che lo spiavamo dall'acqua... lo vidi andare incontro alla fine sorridendo. Il pericolo non lo spaventava e non aveva bisogno di mura per nascondersi." Accarezzai il prato, solleticando la mia mano con i suoi sottili fili d'erba. "Quando lo ritrovai... aveva gli occhi chiusi e dormiva quel sonno che chiamate Morte, ma aveva il sorriso sulle labbra pallide." Sospirai. "Non sarebbe stato felice di morire tra le mura di un giardino... e cosa sono i pericoli al confronto della felicità?" Sollevai gli occhi verso il giovane. "Allora... parlarmi di questo padrone..." Azzardai un sorriso. "Anche lui ama la tua musica?"
Guisgard
27-01-2012, 04.34.26
Guisgard lasciò Talia e serrò i pugni.
Una smorfia di dolorosa e vana disperazione attraversò il suo volto.
Si portò le mani prima sul viso, poi fra i capelli.
Fissava il Cielo, cercando un senso, un perché a tutto quello.
“Avrebbe potuto uccidere anche te…” mormorò, tornando a fissare Talia “… lui mi ha sempre odiato… e non ha mai perdonato il maestro per…” non riuscì a continuare.
Sospirò.
“Talia…” riprese “… il maestro mi amava ed io sono riuscito solo e sempre a deluderlo… ed è morto a causa mia… se fossi stato qui…” fissò il lago “… avrebbe potuto uccidere anche te…” si voltò a guardarla “… e forse l’avrebbe fatto se non ci fosse stato quel…” esitò “… quel voto…” lasciò che il vento gli soffiasse sul volto “… non tornerà… no, non tornerà qui… ai suoi occhi non vi è nulla qui capace di farmi ritornare… lui non può immaginare che…” poi ripensò a quel ricordo di Talia “… la spada…” sussurrò.
L’acqua veniva spruzzata in ogni direzione.
La figura, agile e allo stesso tempo forte, del maestro sembrava librarsi in aria come se fosse il suo elemento naturale, per poi tornare in acqua.”
“Cosa stai facendo, maestro?” Chiese Guisgard.
“Mi alleno con un colpo segreto…”
“E’ efficace?”
“Se eseguito correttamente” rispose il maestro “nessuna difesa è capace di annullarlo.”
“Che colpo è?”
“E’ un colpo che solo i cavalieri del mio ordine conoscono… Il Colpo della Mezzaluna Nascente...”
“Un giorno mi insegnerai ad eseguirlo, maestro?”
Il maestro lo fissò.
E anche Guisgard restò a guardarlo.
“Solo se giurerai…”
“Cosa devo giurare, maestro?”
“Che eseguirai questo sacro colpo” fece il maestro “solo quando impugnerai questa spada.”
“Perché, maestro?”
“Perché vorrà dire che ti riterrò degno di portare la mia spada.”
“Lo giuro, maestro...”
Il vento si portò via quel ricordo.
“Talia…” disse alla ragazza “… dove si trova la spada del maestro? Voglio vederla…”
Altea
27-01-2012, 09.22.58
Il maestro ci raggiunse spaventato...lo presi per mano e lo condussi in disparte "maestro ci conosciamo da anni...so che siete una persona pacata e riflessiva, e vi ho preso a modello. Questo Carrozzone noto ha uno strano effetto...voi non ricordate nulla? Non ricordate di Isolde che venne da voi presumo, ecco vi siete amati...no non è la parola giusta perchè qui non vi era sentimento...vi siete lasciato trasportare con ella nell'oblio della passione". Poi delle urla...che succede, i marinai e quel vecchio mozzo sembrava subordinarsi alla volontà di Goz..."No" pensai "andate avanti...voglio rischiare".
elisabeth
27-01-2012, 09.34.11
La visione era fantastica...." Goz, io il mio viaggio non l'ho mai iniziato per cui non l'ho neanche finito.....viaggio da tante lune che neanche vi immaginate......ma volevo vedere cose caveste fatto davanti a questa meraviglia ignota......."......Altea era estasiata, ma senti la sua incertezza, aveva quasi paura di provare meraviglia..il suo Maestro usci sul ponte e ci avvicino'...".....Maestro, e' un piacere rivedervi su questo ponte ......vedo che tutto si e' messo a a posto, ma alle vostre parole mi sembra che abbiate vissuto qualche momento della vostra vita nell'oblio piu' totale....peccato, qualcuna sara' delusa da tutto questo...usare il corpo di un uomo non avendo la sua anima deve essere umiliante......non preocccupatevi...non vi accasdra' piu' nulla....state vicino alla vostra allieva e cercate di dare un buon esempio oltre che un buon insegnamento !....."...cosi' guardai l'ultima mossa di Goz...il denaro sulla paura....vince il denaro....gli uomini erano eccitatissimi...quanto Taddei per un mondo ignoto...e la vita aveva perso il suo valore.....incontrare la morte ?....i Taddei non avrebbero riportato in vita nessuno...........incominciai a passeggiare sul ponte formando un cerchio sotto il pennone.....sentii le dame del Lago.....Mi chiedevano di tornare in acqua di evitare quel viaggio........ma se volevo la mia pace e mantenere la pace del mio regno avrei dovuto proseguire......." Altea non dovete rischaire...dovete vivere e per voi ci sara' un mondo diverso...voi non state andando avanti per denaro....."...
Talia
27-01-2012, 09.47.30
“Avrebbe potuto uccidere anche te…” mormorò, tornando a fissare Talia “… lui mi ha sempre odiato… e non ha mai perdonato il maestro per…” non riuscì a continuare.
Sospirò.
“Talia…” riprese “… il maestro mi amava ed io sono riuscito solo e sempre a deluderlo… ed è morto a causa mia… se fossi stato qui…” fissò il lago “… avrebbe potuto uccidere anche te…” si voltò a guardarla “… e forse l’avrebbe fatto se non ci fosse stato quel…” esitò “… quel voto…”
Il voto!
I miei occhi si allargarono a dismisura a quelle sue parole.
Il voto...
Guisgard non ne aveva mai parlato prima... mai!
Abbassai un momento gli occhi, poi li riportai nei suoi...
“Il voto...” mormorai, stringendomi nelle spalle “Fyellon non ha mai creduto in quel voto... il Maestro vi credeva, ma Fyellon mi ha sempre detto di non pensarci! Lui è... è sempre stato l’unico che abbia mai appoggiato i miei dubbi su quel voto!”
Esitai un istante... poi soggiunsi...
“Non mi avrebbe mai uccisa! Non lo farebbe mai, Guisgard! Lui... lui è mio fratello! E’ mio fratello e in qualsiasi caso io gli vorrò bene. Non posso fare altrimenti, lo capisci? E’ mio fratello ed io non posso aver paura di lui! O almeno...” i miei occhi nei suoi si fecero più intensi “Almeno... non è per me che ho paura!”
lasciò che il vento gli soffiasse sul volto “… non tornerà… no, non tornerà qui… ai suoi occhi non vi è nulla qui capace di farmi ritornare… lui non può immaginare che…”
Per un attimo il mio cuore si fermò...
“Cosa?” mormorai, andandogli più vicino e fissandolo con gli occhi larghi “Che cosa non può immaginare?”
Ma il suo sguardo era già lontano... la sua mente era già altrove...
“Talia…” disse alla ragazza “… dove si trova la spada del maestro? Voglio vederla…”
Lo osservai ancora per un istante e, per qualche ragione, mi sentii delusa...
Un istante...
Poi gli sorrisi!
“Vieni!” dissi, sfiorando la sua mano “Vieni... ti mostrerò la spada!”
Mi voltai, quindi, e mi incamminai di verso il Casale.
Guisgard
27-01-2012, 15.53.38
Il giovane cominciò a suonare la sua cetra.
Le mani scivolavano, lente e delicate, su quelle corde come se fosse il suo respiro a farle vibrare.
“Ho sempre amato questo canto sai, Melisendra?” Sorridendo e parlando a voce bassa, come se temesse di coprire la musica. “Parla di un luogo lontano, forse neanche tanto diverso dal mondo da cui arrivi tu… parla di una città celata tra il Cielo e la Terra… una città che possiede, proprio come questo palazzo, anch’essa un giardino… e un giardino non è mai una prigione, Melisendra… no, le vere prigioni sono quelle che ci costruiamo noi stessi e nelle quali finiamo per rinchiuderci, perdendo il senso della vita e della libertà…” la fissò per un istante “… il mio nome è Heyto e sono il più fedele servitore del nostro padrone… non potrei narrarti di lui… ai miei occhi ha virtù che per te sarebbero sconosciute… ma lo incontrerai presto… e se io posso solo parlarti attraverso la musica, lui invece potrà mostrarti ciò che stai udendo ora…”
In quel momento si udì un corno suonare.
Era il segnale: il padrone era giunto.
Daniel
27-01-2012, 16.08.27
Il vento soffiava dolce sul mio viso.. Ero sul ponte ad ammirare la meta tanto ambita.. Dopo quelle rocce chissà... sì avvicinò la donna-bambina..
<<milady.. Sto pensando a un colore per voi già da tempo.. - dissi mentre guardavo l'orizzonte- Ecco questo è il vostro colore..>>
Schioccai le dita e una Rosa Nera come la pece con un unico petalo bianco in fondo mi comparve tra le mani.. La presi e la porsi con un enigmatico sorriso alla donna-bambina..
Guisgard
27-01-2012, 16.38.25
“Il voto...” mormorai, stringendomi nelle spalle “Fyellon non ha mai creduto in quel voto... il Maestro vi credeva, ma Fyellon mi ha sempre detto di non pensarci! Lui è... è sempre stato l’unico che abbia mai appoggiato i miei dubbi su quel voto!”
A quelle parole di Talia, Guisgard la fissò con una strana luce negli occhi.
Il solo sentire nominare Fyellon gli procurava rabbia e astio, ma sentirlo pronunciare da lei accendeva in lui qualcosa di incontrollabile.
Restò a fissarla per un istante che sembrò infinito, senza pronunciare nemmeno una parola.
Poi Talia prese la sua mano e lo condusse verso il Casale, fino al Tempio.
E davanti all’altare gli mostrò la spada del maestro.
Guisgard, in un primo momento rimase immobile, quasi confuso, poi si avvicinò all’arma.
La piccola cascata scendeva rapida ad alimentare il laghetto.
L’apprendista era stanco ed ansimava.
“Cosa c’è, Guisgard?” Fissandolo il maestro.
L’uomo stava sulla sponda del laghetto ed accanto a lui c’era Talia che osservava la scena.
“Sei stanco?” Ripeté il maestro.
“Si, maestro…” ansimando l’apprendista “… devo riposarmi… riprenderemo dopo…”
Stringeva la spada nelle mani, che il duro addestramento aveva ormai fatto sanguinare.
“Perché?”
“Come sarebbe?” Stupito Guisgard. “Sono ore che mi fai provare quel colpo... non sento più le mani… mi bruciano...”
“Posa la mia spada e va a riposarti.”
“Grazie, maestro…” avvicinandosi alla sponda lui “... riprenderò più tardi…”
“No!” Sentenziò il maestro. “Non toccherai più la mia spada!”
“Cosa?”
Allora il maestro fece segno a Talia di allontanarsi di qualche passo.
“La vita di un cavaliere è sacrificio…” disse “... e tu non hai spirito di sacrificio… sei un debole… insegnerò a qualcun altro il colpo.”
“Vuoi che mi scortichi le mani?” Ringhiò Guisgard. “Non riesco neanche a tenerla in mano questa spada!”
“Posala e va a riposarti!”
“E sia!” Urlò l’apprendista. “Guardami, maestro! Guardami bene!”
Riprese allora ad eseguire quel colpo.
Faceva vibrare la spada in aria, fendendo l’acqua con tanta rabbia da non sentire quasi più il dolore.
Lo fece una, due, tre volte.
Poi decine di altre volte.
Gridava ed ansimava, tra rabbia e sofferenza, sotto gli occhi del maestro.
Talia invece guardava altrove, tanto era brutale quella scena.
All’improvviso, dopo l’ennesimo fendente, la spada si illuminò sotto i raggi del Sole che squarciando l’acqua generarono una scia di cromata luminosità, per poi diffondersi in infiniti bagliori, simili a schegge incandescenti.
“Ci…” ansimò senza forze Guisgard “… ci… sono riuscito… La… La Mezzaluna… Nascente…” per poi cadere stremato e con le mani ormai rotte in acqua.
Il maestro annuì e si allontanò.
Talia allora corse in acqua per medicare Guisgard.
“Stai calmo…” mentre prendeva un unguento “… stai calmo ora, Guisgard…”
“Ci… sono riuscito… maledetto... guardami... guardami…” tentava di gridare l’apprendista al suo maestro, che però era ormai andato via.
Quel ricordo.
Prese allora la spada e ne estrasse una parte dalla fodera.
“Sono stato un cattivo figlio ed un cattivo allievo…” mormorò fissando quella luminosa lama “… vero, Talia?”
cavaliere25
27-01-2012, 18.47.06
Ascoltai tutta la discussione e poi dissi ma scusate perchè dobbiamo andare contro la morte avete cosi tanto fegato da morire per cosa continuai a dire non sarà un sacco di monete a far si che la morte o chi per altro non ci prenda se non vogliamo morire non dobbiamo passare per quelle rocce e fisai tutti
Talia
27-01-2012, 18.54.19
Prese allora la spada e ne estrasse una parte dalla fodera.
“Sono stato un cattivo figlio ed un cattivo allievo…” mormorò fissando quella luminosa lama “… vero, Talia?”
Sollevai gli occhi e lo fissai per un momento...
Era triste e la sua mente era lontana da lì, lontana da me... avrei dato qualunque cosa per raggiungerlo dovunque fosse, per stringerlo e rassicurarlo...
“Se questo fosse vero...” mormorai “Credi che lui ti avrebbe aspettato per tutti questi anni? Credi che avrebbe conservato questa spada? L’ha conservata per te... perché sapeva che saresti tornato un giorno!”
Esitai...
“Ed anche io...” soggiunsi in un sussurro “Sapessi quanto ho pregato per questo... perché tu tornassi! Ho pregato tanto! Ho pregato ogni notte, per dieci anni... Ed ogni giorno poi, quando mi accorgevo che non sarebbe accaduto, mi sentivo un po’ più triste. Ed ora... ora finalmente sei qui!”
Lo osservai ancora per un attimo... gli occhi di nuovo lucidi...
“Cosa ti ha convinto a tornare, Guisgard?” chiesi infine, con la voce che tremava forte.
Guisgard
27-01-2012, 19.25.53
“Siamo giunti fin qui” fece Jovinus fissando Cavaliere25 “e credo sia giusto continuare. Non possiamo fermarci.”
Goz annuì a quelle parole del frate.
Era deciso: il Carrozzone avrebbe proseguito il viaggio.
Ormai sembravano ad un passo dalla meta.
Imboccarono allora quel passaggio tra le rocce ed entrarono in una profonda gola, dalle alte e inarrivabili pareti a strapiombo.
Si udiva solo il forte ed incessante rumore della corrente del Calars, che in quel punto si era fatta più impetuosa.
Il Carrozzone, contro l’impeto delle acque burrascose, cominciò a vacillare e poi a scricchiolare.
“Date forza a prua!” Urlò Goz.
Ad un tratto un fortissimo vento cominciò a soffiare nella gola.
“Tirate giù le vele” ordinò Goz “o gli alberi si spezzeranno!”
Spruzzi d’acqua sempre più grandi giungevano sul ponte.
“Presto…” disse Lainus ad Altea ed Elisabeth “… scendiamo in coperta…”
Ma la natura sembrava essersi scatenata, come se il Calars si fosse stancato di loro.
All’improvviso un marinaio gridò: “Laggiù! Davanti a noi! Ci sono delle pietre che affiorano dalle acque! Se non le evitiamo, ci schianteremo in mille pezzi!”
Rykeira, che nel frattempo aveva ricevuto la rosa nera da Daniel, fissando il corso del fiume che mutava così velocemente, fece cenno al ragazzo di scendere sottocoperta.
“Devo dirvi qualcosa di importante, messere…” disse all’apprendista mago.
Ma proprio in quel momento fu suonato il corno come allarme.
Il Carrozzone, infatti, si stava schiantando contro quelle pietre.
L’urto fu titanico, lacerando lo scafo dell’imbarcazione.
Un attimo dopo l’acqua penetrò ovunque.
cavaliere25
27-01-2012, 19.30.07
Ecco avete visto a cosa siamo arrivati moriremo tutti qua rischiamo di affondare che facciamo domandai abbiamo dellle scialuppe per scendere stiamo rischiando lo sfracellamento della nave e stiamo imbarcando acqua si salvi chi può e mi gettai in acqua per raggiungere la riva
Altea
27-01-2012, 19.40.52
Il Carrozzone si avviava verso quell'arco fatto di pietre, un vento forte si levò , eppure il vento era da molto mio amico. Mi aggrappai al bordo della nave, la concitazione e la paura si era ormai diffusa, tutti erano spaventati. Sembrava come se il Calars, come una antica divinità, si fosse ribellato con impeto per il nostro voler celare i suoi misteri. Il maestro mi strattonava, incitandomi di andare in coperta, ma urtando la nave si lacerò, sarebbe stato più pericoloso. "Maestro non temete...non temete".
Daniel
27-01-2012, 19.44.26
La donna-bambina stava per dirmi qualcosa quando la nave si schiantò contro le rocce.. Stavamo imbarcando acqua saremmo morti... Scesi giù.. L'acqua era sempre più alta.. Mi tuffai e andai fino alla falla.. Richiamai a me tutte le energie che potevo e iniziai l'incantesimo.. Pian piano l'acqua iniziò a retrocedere e la falla si aggiustò.. Riuscii anche a placare la corrente del fiume.. Ma fini stremato per terra.. Riuscii solo a mandare un SOS mentale ad Elisabeth..
"Aiutami.. Sono giù.. Nella stiva.."
elisabeth
27-01-2012, 19.45.15
Le pareti di roccia erano simili a due colonne...erano le colonne della porta del Tempio...nessun umano doveva oltrepassare quelle colonne.......le rocce emergevano per proteggere il luogo sacro......non feci in tempo neanche a pensare......." Daniel non scendere sottocoperta e gettati in acqua......".....l'urto non diede a nessuno la possibilita' di scegliere cosa fare......chi era sul ponte fu sbalzato fuori con violenza....tavole di legno arrivavano in acqua come schegge impazzite.......l'acqua era calda....e....andi giu'....giu'..in un luogo a me familiare.......rividi ogni cosa..le mie sorelle volteggiavano tra le piante acquatiche......volevo rimanere ..ma ebbi ordine di risalire...e cosi' riemersi....il carrozzone sembrava un rottame che galleggiava......Daniel....o mio Dio.....per mio figlio dovevo e cosi' risalii a bordo senza sforzi e scesi nella stiva......cercai tra robbaccia e barili.....e trovai Daniel....mi inginocchiai accanto a lui ....." Ti prego tesoro.....sono qui vicino a te...s perdo anche te....sarebbe inutile andare avanti."...posai la mia mano sui suoi occhi e comincio' a sputare acqua........." Daniel...sono qui"........
Guisgard
27-01-2012, 20.00.26
Guisgard fissò gli occhi di Talia.
“Cosa mi ha spinto a tornare?” Senza togliere mai i suoi occhi da quelli di lei. “Forse è inutile parlarne ora… forse è inutile davvero, se me lo chiedi…”
All’improvviso giunse qualcuno.
Erano alcuni dei loro fratelli.
“Talia, dobbiamo parlarti…” disse uno di loro e tutti fissarono Guisgard “… da sola… vieni...”
Guisgard comprese.
“Ho bisogno di restare da solo…” mormorò, rimettendo la spada sull’altare “… vado via io, voi restate pure…”
Un attimo dopo uscì e si allontanò.
“Perché aveva la spada del maestro in mano?” Domandò a Talia uno di loro.
“Si, è di Fyellon” intervenne un altro “e verrà presto a reclamarla.”
“Ci penseremo dopo…” fece un altro ancora “… ora abbiamo il Casale a cui pensare… Talia, sono giunti alcuni cavalieri del signorotto che rivendica diritti sul Casale… affermano che il padrone è disposto a trattare… non vuole inimicarsi il vescovo, ma vuole farlo ad una condizione… che ci vada tu, adesso.”
“Te la senti, Talia?” Domandò uno dei fratelli. “I cavalieri stanno aspettando una tua risposta. Vogliono saperlo ora.”
Altea
27-01-2012, 20.07.16
Il Carrozzone vaccillava e improvvisamente mi sentii a contatto con quella acqua...era strano sentire che le impetuose acque erano calde, solitamente la forza e violenza è sempre legata al freddo. Riuscii a tornare a galla, e mi aggrappai a un pezzo della imbarcazione, mi guardavo attorno, il maestro non c'era, cercavo qualche volto familiare, il giovane boscaiolo era sulla riva. Rimasi ferma in quella acqua, non sapevo che fare...da una parte vi era la possibilità di raggiungere la riva, dall'altra la consapevolezza che nel Carrozzone vi fossero ancora il maestro e Elisabeth.
elisabeth
27-01-2012, 20.16.07
Daniel era li' tra le mie braccia.....ma c'erano altre persone che erano in acqua..chi era sul ponte era sbalzato fuori........il mio corpo' si sdoppio'.......Elisabeth serena con suo figlio tra le braccia ed Elisabeth che con l'aiuto della magia...torno' fuori per guardare in acqua..........feci il giro del ponte..parecchei tavole erano tolte .....l'alberomaestro era spezzato....e guardanod giu' in acqua vidi Altea......" Altea.......dovete risalire su...il vostro corpo in quell'acqua vi procurera' delle scottature senza che ve ne rendiate conto....prendete la fune che vi aiuto a venire su...2 e cosi' feci calai una fune in modo che potesse risalire...
Altea
27-01-2012, 20.24.32
Ad un tratto il volto familiare di Elisabeth, mi lanciò una fune...chiusi per un attimo gli occhi...come era forte il desiderio di raggiungere quella riva e lasciare tutto...ma mi fidavo di lei, lei era saggia, mi aggrappai alla fune e mi ritrovai davanti a Elisabeth..improvvisamente quel senso di calore provato nel fiume si trasformò in forte sensazione di gelo.
elisabeth
27-01-2012, 20.28.18
Presi tra le braccia Altea......." Forza Altea andiamo giu' a prendere qualcosa , tra un po' gelerai........queste acque non possono essere profanate e Goz....vorrei sapere dove' finito...........".......scendemmo nella stiva e mi ricongiunsi con Elisabeth.....solo qualche istante ci cui Altea non avrebbe avuto ricordo.......
Talia
27-01-2012, 20.31.47
Osservai Guisgard uscire lentamente... avrei voluto trattenerlo, ma non lo feci... e il cuore mi fece male! Lui mi aveva fatto male: le sue ultime parole e quella sua aria triste e vagamente rassegnata... non gli apparteneva quell’espressione!
Abbassai gli occhi... poi li rialzai sui miei fratelli...
“Ci penseremo dopo…” fece un altro ancora “… ora abbiamo il Casale a cui pensare… Talia, sono giunti alcuni cavalieri del signorotto che rivendica diritti sul Casale… affermano che il padrone è disposto a trattare… non vuole inimicarsi il vescovo, ma vuole farlo ad una condizione… che ci vada tu, adesso.”
“Te la senti, Talia?” Domandò uno dei fratelli. “I cavalieri stanno aspettando una tua risposta. Vogliono saperlo ora.”
Li fissai per un attimo... sorpresa...
“Io?” ripetei “Vogliono che ci vada io? ...Perché?”
Un attimo appena di esitazione, poi scossi le spalle...
“Va bene, va bene...” mormorai “Non importa. Andrò! Dopo tutto non abbiamo molta scelta!”
Uscii quindi dalla cappella e mi diressi verso il viale d’ingresso, dove trovai un piccolo manipolo di cavalieri...
“Miei lords...” dissi loro con un leggero inchino “Il vostro signore è cortese a concederci udienza... ed io sarò felice di parlare con lui! Vi prego... fatemi strada!”
Prima di allontanarmi, però, mi voltai e fronteggiai di nuovo i miei fratelli...
“Tornerò presto!” mormorai loro “Voi intanto trovate Guisgard e parlate con lui. E’ vostro fratello, il Maestro lo amava nonostante tutto e... ed io mi fido di lui! Mi fido totalmente di lui! Vi prego, parlategli... serenamente! Fatelo per me!”
Altea
27-01-2012, 20.32.09
Elisabeth mi invitò a raggiungerla nella nostra camera, le mie vesti erano bagnate "Milady, ma che abiti asciutti posso indossare? e poi in cabina può essere pericoloso, e l'acqua potrebbe entrare dal sotto...dove si trova il maestro"
elisabeth
27-01-2012, 20.35.35
" Altea...avete preso troppo freddo......siamo giu' nella stiva..non nella nostra camera....guardate qui c'e' Daniel.......e il vostro maestro...adesso andremo a cercarlo....non preoccupatevi.....so che gli siete affezionata...."....
Altea
27-01-2012, 20.45.01
Mi guardai attorno confusa..il ragazzo era quasi seminerte.."Elisabeth...mi fido di voi".
elisabeth
27-01-2012, 20.52.34
Uno scricchiolio...tremendo fece tremare lo scafo del carrozzone.......si aprino varie falle e l'acqua incomincio' a salire......" Altea...la stiva si sta riempendo di acqua......ascoltatemi il carrozzone sta andando a fondo, aiutatemi a tirare su Daniel e saliamo sul ponte........."......cosi' fu'......riuscii a salire sul ponte...il carrozzone si stava inclinando ..........e' ora di metterti all'opera Elisabeth.......Daniel aveva un braccio sulla mia spalla e l'altro su Altea....." Eppure amica mia......adesso faremo un salto.....avete visto giusto..la riva e' la nostra salvezza....".....schioccai le dita.....la verga prese vita nella mia mano e volammo...sulla riva.....del Fiume.........giusto in tempo per vedere il carrozzone andare a fondo....." Il vostro maestro e' vivo Altea..."........
Guisgard
27-01-2012, 20.58.22
In pochi istanti sembrò l’Apocalisse.
Il Carrozzone si rovesciò ed imbarcò tanta di quell’acqua da non riuscire più a stare a galla.
Daniel con un potente e difficile incantesimo aveva tentato di chiudere la falla, ma altre si erano aperte nello scafo.
E l’acqua del Calars era davvero calda in quel punto, tanto da rovinare gran parte delle assi che fissavano lo scafo.
Molti però preferirono gettarsi in acqua.
Poco dopo, ciò che restava del Carrozzone si frantumò.
Cavaliere25 riuscì a raggiungere le pareti rocciose, ma non vi era una riva e si ritrovò ben presto in balia di quella corrente.
Finì per bere tantissima acqua, fino a perdere i sensi.
Anche Elisabeth, che aveva con sé Altea e Daniel, non riuscì a trovare un posto a cui aggrapparsi, data la presenze di quelle rocce che di fatto impedivano ad una riva di formarsi.
Ad un tratto la donna vide alcune assi galleggiare e ormai stremata, con Altea e Daniel, si posò su quelle.
Goz, intanto, lasciò perdere il timone e corse nella sala dove si trovavano i due cigni.
Li prese con sé e si tuffò in acqua.
Molti trovarono riparo sulle assi galleggianti del Carrozzone e come tanti naufraghi restarono in balia della corrente del Calars.
“Ci siete tutti?” Gridò Goz, aggrappato ad una tavola di legno e tenendo con sé i cigni. “Rispondete all’appello! Rispondete!”
Altea
27-01-2012, 21.00.57
Acqua, acqua dappertutto...."Elisabeth..ve lo avevo detto era pericoloso". Subito ella mi zittì, e come mi disse presi Daniel, corremmo per le scale che ci avrebbero portato sul ponte, non sentivo il peso di quel ragazzo...ad un tratto un gesto innavvertito di Elisabeth, la sua verga...ci portò in salvo...ma ancora non del tutto, mi aggrappai a una grossa asse e li osservai il Carrozzone affondare senza nessuna speranza.
cavaliere25
27-01-2012, 21.17.06
io ero svenuto e nella mia mente galleggiavo e continuavo a essere in balia delle acque che mi portavano chissà dove forse lontano da quelle persone che mi erano amiche e che non avrei piu visto
Altea
27-01-2012, 21.21.46
Vidi quel ragazzo...quello che conobbi sul ponte ed era insieme a dei chierici lentamente affondare nell'acqua "salvatelo" gridai "il boscaiolo sta annegando, pensate solo a salvare voi stessi?". Mi tuffai nell'acqua, di nuovo quel calore, il caldo del Calars, ad un tratto vidi una luce come se mi guidasse e trovai il ragazzo che stava scendendo, lo afferrai e riaffiorai nell'acqua...il fiume Calars...sa essere benevolo e malevolo, con chi lo merita.
Melisendra
27-01-2012, 21.57.07
"Heyto..." ripetei, sdraiata sul prato. "Il cielo... è diventato di un bel colore ametista... sì, come le ametiste colorate..." Risi. "Che lingua strana è la vostra... suoni che costruiscono parole, che intrecciano significati e intenzioni! Heyto... cielo... ametista... padrone..."
Mi rigirai a pancia in giù e appoggiai il mento sulle mani.
"Sarete felici quando avrete dato un nome a tutte le cose che esistono al mondo? Chissà..." Mi attorcigliai una ciocca di capelli intorno al dito e la srotolai lentamente.
"Sono curiosa di conoscerlo... questo padrone... e di capire perchè lo ami tanto. Ci sono tante cose che voglio imparare..."
Un suono cupo e prolungato mi fece rizzare a sedere. Non assomigliava a niente che avessi udito prima. Sentii dei rumori provenire dal palazzo e cercai di indovinare cosa avesse potuto risvegliare la quiete di quello strano luogo.
La veste che ancora mi avvolgeva, del colore del tramonto e leggera quanto una nube, si gonfiò nella brezza serale. Quel soffio, come una promessa di libertà, mi scompigliò i capelli e mi fece sorridere.
Chantal
27-01-2012, 23.41.29
Chantal si accasciò, vinta dal dolore, dalla paura e dalla fatica.
Il fuggitivo, infatti, portò Chantal in casa, lasciandola davanti al camino acceso.
Chantal era stata portata in casa dal suo stesso aggressore su ordine di Vayvent,il ferito.
Priva di sensi,la fanciulla fu accomodata di fianco al fuoco acceso,adagiata sulla nuda pietra del pavimento.
La governante cercò di cambiarle la veste con cura e premura,prelevando un abito dal baule pronto per il viaggio.
L'amorevole donna,con grazia e delicatezza,le tolse la camicia lacerata di dosso,e la rivestì,ma poi, in apprensione perchè la ragazza non accennava a riprendersi,si agitò,cominciò a darle dei piccoli colpi sulle guance ed a scuoterla sollevandola per le spalle e poi ancora a tenerle il capo eretto stringendolo nelle sue mani.
La donna,in preda al panico,prese a pronunciare il nome di Chantal ripetutamente,urlando mentre continuava a scuoterla,la stringeva forte al suo petto e piangeva,piangeva e continuava ad invocarla per nome.
Ad un tratto la ragazza inspirò,inspirò così profondamente che la governante si rincuorò e pianse nel vederla finalmente riprendersi.
Aperrti gli occhi tutto le vorticava intorno,tutto le appariva contornato da un alone vermiglio,e la figura di Moonty,stagliata poco ditstante dalle due donne,causò a Chantal un acceso dolore in petto,tanto che la ragazza gridò così forte da riuscire ad accogliere tutti le grida soffocate mentre l'uomo cercava di abusare di lei.
Prese a respirare affannosamente,stringendosi in lacrimanti singhiozzi al petto della governante e in preda alla disperazione esprimeva pensieri incomprensibili alla donna.Tra le lacrime e i singhiozzi,infatti,le mancava il fiato all'evocare quella scena che le aveva attraversato la mente e che le toglieva la ragione.Non distingueva,infatti,tra il vero e l'incubo,non scindeva più quei momenti di concitazione dalle immagini che si animavano nei i suoi pensieri.
La governante non comprendeva le confuse parole della ragazza che ora si tormentava costringendosi il petto con le mani mentre si affannava a ripetere:"Gli hanno spaccato il cuore...lo hanno ucciso come una fiera..Sangue,sangue.. solo sangue..le mie mani corrotte del suo sangue.."Diceva queste parole soffocando tra i singhiozzi.
La governante era spaventata,stentava a seguirla in quel suo convulso e disperato discorrere in preda all'irrequietezza ed alla paura,cercò di trattenere la ragazza stringendole i polsi,allora vide sul palmo della mano di Chantal delle escoriazioni dalle quali grondava sangue,ma nonostante ciò non la seguiva,non capiva di cosa parlasse la ragazza,la credeva interdetta a causa del terrore che aveva vissuto,pensò solo che quell'uomo brutale l'avesse sconvolta.
In realtà la ragazza s'era ferita nel tentativo di sradicare un tralcio d'edera dal tronco dove era stata scagliata durante l'aggressione.
Chantal guardò le sue mani,poi se le portò alla testa per stringersi le tempie che le pulsavano irrefrenabilmente,il volto tutto bagnato di lacrime,i capelli appiccicati al viso ,sconvolti e umidii,e gli occhi rossi e sgranati palesavano il terrore da cui era posseduta.
Ad un tratto la ragazza,con impeto,spinse indietro la governante,allontanandola da sè e svincolandosi dai suoi tentativi di abbracciarla,si sollevò in piedi,trasse quanta più aria possibile nei suoi polmoni,ma si reggeva appena sulle gambe che erano rigide come rigido era tutto il suo corpo,la voce,invece,le tremava.Ma nonostante ciò,guardò entrambi gli uomini,quello alla porta e quello accasciatosi a terra,incapace di realizzare che quest'ultimo fosse privo di cocienza,e con tutta l'aria che aveva nei polmoni gridò:"Lasciate la mia casa!..Lasciate..Lasciatela..."E scoppiò in un ininterrotto pianto che le rubò tutte le forze fino a farle perdere l'equilibrio,incapace di sorreggersi oltre.
Un momento di follia sembrò attraversare realmente i pensieri della ragazza tanto che,incapace di rialzarsi,tremando e con le poche forze rimaste,si voltò verso il fuoco alle sue spalle,prelevò un tizzone ardente e puntandolo verso Monty ,tra singhiozzi e sussulti,riuscì a dire:"Lasciate ora questa casa...o io ..."Ma non concluse,non trovò la forza di portare a termine il suo pensiero.
I suoi occhi erano fermi e spalancati nel vuoto,poi si portarono sul fuggiasco ferito,mentre il fiato le mancava e il braccio teso che reggeva il fusto ardente aveva preso a tremarle.
La governante si spaventò,cercò di toglierle quel pezzo di legno infiammato dalle mani,ma Chantal lo stringeva con forza,pur tremando,la sua mano era così rigida,cos' stretta che la governante non riuscì a strapparglielo.
Poi,ad un tratto,Chantal si capacitò e prese coscienza che l'uomo di nome Vayvent si era di nuovo abbandonato al dolore pe la ferita,ed era privo di sensi.
L’essersi alzato e l’aver colpito poi Monty, gli aveva riaperto la ferita.
..e cadde a terra privo di conoscenza.
La governante allora,in preda alla disperazione,disse alla ragazza che Vayvent era in pericolo di vita, la sua ferita si era riaperta e l'unica cosa da fare per tutti loro era confidare nel Cielo.
Chantal,a quelle parole, lasciò cadere il tizzone,vinta da un tumulto di sensazioni che la sfiancavano,e la sua mano andava perdendo le forze un po' alla volta, si coprì gli occhi allagati di lacrime,poi si strinse le mani al petto tenendole congiunte serratamente,colta di nuovo da un profondo senso di pietà per quell'uomo moribondo e inerme, chiese alla governante:"Abbiate cura di lui,ve ne prego.."
Infine anch'ella si accasciò nuovamente sulle ginocchia stremata,protendendo le braccia verso la governante per ricercare il suo abbraccio.
elisabeth
28-01-2012, 10.28.03
Daniel......svegliati ti prego..lo afferrai di peso e misi parte del suo corpo su un'asse...lo tenevo ben saldo....senza sensi sarebba annegato...Altea cosrse in aiuto al Boscaliolo.....lo aveva trovato , con la verga feci in modo di aiutarla con le correnti...in mod che avrebbe potuto lasciarsi andare e poter trasportare il corpo del ragazzo vicino a noi.....ci radunammo, ci ritrovammo insieme mentre la voce di Goz .....chiamava tutti i superstiti......" Goz, non siamo tutti forse qualcuno e' svenuto e la corrente lo sta portando lontano...dobbiamo superare le colonne o non torveremo nessuna spona ad accoglierci..il problema e' che le acque si faranno piu' calde.....e le correnti saranno piu' forti se state vicini potro' aiutarvi a superare tutto questo..per il resto.....che Dio ci assista.....".....asciugai il volto di Daniel e lacrime amare comparvero tra i miei occhi.......Gran Dama dei laghi, una tua figlia e' qui in balia degli eventi.....so che oltrepassare le colonne sara' profanare il mondo della natura...ma aiutami almeno a mettere in salvo questa gente......La magia e' la cosa che ogni uomo desidera conoscere....il potere, ma quello che non sa e' che anche quel mondo ha delle regole e le regole devono sempre essere rispettate.......
Parsifal25
28-01-2012, 13.03.44
Non mi sareì mai aspettato tanta fiducia ripostami dal monaco, quando mi affidò il libro nelle mani venni attraversato da brividi di timore. Cercaì con lo sguardo il maestro Redentos ed un crocifisso, sarebbe stata una dura prova......quel libro non doveva condurmi verso la perdizione spirituale
Mi chinaì verso il monaco e dissi: "Padre, concedetemi la vostra benedizione". D'altro canto il Maestro Redentos mi sorprese per le splendide parole spese in mio favore:
"Non la deluderò, maestro" dissi sorridendo.
Il mio destino stava cambiando, codesto libro è un passo verso il cammino e preparazione del mio posto nel rango dei cavalieri. Era giunto il momento di riprendere la marcia.
Daniel
28-01-2012, 18.45.19
Riuscii ad aprire gli occhi e vidi me adagiato su una tavola.. Elisabeth era in difficoltà.. La mia vita in confronto alla sua? Niente.. Urlai con la mente verso tutti..
"SALVATI! Addio!"
Detto questo con le poche forze rimaste mi lasciai cadere in acqua... Mentre scendevo giù negli abissi più profondi iniziò a passarmi davanti tutta la mia vita.. L'infanzia con Il Supremo Mago.. E anche L'adolescenza trascorsa in un orribile villaggio pieno di pregiudizi.. La morte di mio fratello.. E poi quel Giorno.. Il giorno in cui conobbi La Strega.. Lì la mia vita sarebbe cambiata per sempre.. Non avevo avuto una gran bella vita.. Però almeno prima di morire avevo conosciuto mia madre e saputo di mio padre..
elisabeth
28-01-2012, 20.49.52
Daniel riprese coscienza improvvisamente........ma la mia felicita' fu talmente breve che alle sue parole.....rimasi allibita...Salvarmi ?...ma io non stavo rischiando nulla......lo vidi scivoolare in acqua come un peso morto.....voleva andare giu'.....lsciai andare la tavola......e seguii il corpo di mio figlio..sino al fondo del fiume..li' l'acqua era calda e piu' densa....mille occhi ci osservavo .......Guardai Daniel adagiarsi....sul fondale..sembrava dormire...ma ero sua madre e se potevoleggere nel cuore degli uomini potevo benissimo leggere nel suo......mi avvinai a lui e mi inginocchiai vicino al suo corpo......gli accarezzavo il volto.....un volto che mavo....." Daniel...so che mi stai ascoltando.....la decisione di mollare tutto ed andare via spetta solo a te,tu sei un uomo libero ese vuoi andar via ripsettero' la tua decisione......ma forse,sarebbe stato bellissimo poter vivevere questa avventura insieme magari avrei avuto la possibilita' di starti vicino, la tua vita forse non e' stata un gran cosa.....eppure ti assicuro che serviva ad insegnarti ad essere un uomo giusto.....governare gli elementi e'un responsabilita'grandissima.......e poi..avevo sperato che avresti cercato tuo padre..........lui non e' morto............la cosa peggiore per un genitore e' sopravvivere ai figli........e ho perso tuo fratello.....perdere anche te.......sara' come morire completamente.....Adesso io mi alzero' e tendero' la mia mano...se vuoi puoi risalire con me...se deciderai di lasciarmi......bastera' sentire dalle tue labbra ADDIO......e io risaliro' da sola "...cosi' mi alzai e tesi la mia mano verso Daniel....nelmio cuore solo una mut preghiera...
Daniel
28-01-2012, 23.12.14
Mio padre era vivo?? Allora no! non dovevo morire.. non dovevo lasciare Elisabeth da sola..
"Se avessi la forza di muovermi tenderei la mano.." dissi con la mente.. Non avevo più forze..
Altea
28-01-2012, 23.43.15
Vidi Elisabeth che stava cercando di far rinvenire quel giovane ragazzo, ella mi guardò e con le sue magie riuscì a farmi trasportare vicino a lei "La magia esiste allora...e io che avevo datto tutto per scontato, invece niente è scontato" pensai. Cosi mi trovai vicino a lei, tenevo il boscaiolo stretto a me, non so ancora per quanto avrei resistito. "Goz" urlai "il mio maestro...dove si trova, non lo vedo".
elisabeth
29-01-2012, 23.55.30
Sapevo che Daniel vrebbe fatto di tutto per ritrovare suo padre....fu un solo alito di vita.....ma Daniel veva trovato il motivo percui continuare a vivere......presi allora le sue mani e lo alzi verso di me.....lo presi tra le braccia e incominciai la risalita.....finche' non vidi la luce e uscimmo fuori.......c'erano ancora delle tavole sparse...ma tenevo Daniel e mi muovevo male...." Altea....tiprego Altea...aiutatemi a tirar su Daniel avvicinatemi una tavola........dobbiamo supoerare le colonne o non troveremo nessuna terra che potra' ospitarci "...
Altea
30-01-2012, 00.00.59
Elisabeth sembrava chiedermi in una preghiera di aiutarla a salvare il giovane, mi guardavo attorno...possibile pensai che tutti pensano a salvare solo se stessi? vidi un pezzo del galeone piatto che oscillavano sul Calars, cercai di avvicinarmi, con la forza che mi rimaneva vi posi il giovane boscaiolo. "Elisabeth...spero solo la corrente non se lo porti via, poichè è privo di sensi". Mi tuffai sotto acqua...e in superfice vidi una tavola di legno molto lunga, riafforai, l'acqua era calda e pregai non potesse danneggiarmi, mi appoggiai ad essa e mi sedetti sopra...feci cenno a Elisabeth.."riesci ad arrivare fino qui?"
elisabeth
30-01-2012, 00.21.07
Altea aveva compiuto un miracolo era riuscita a trovare una tavola abbastanza grande da poterci stare sopra........incominciai a muovermi verso Altea sino a quando con il suoaiuto non tirammo su Daniel......" Grzie Altea.....datemi il tempo di recuperare ilboscaiolo....prima che la corrente lo porti troppo lontano....".....quindi andai verso il Boscaiolo......l'acqua era calda e i vestiti incominciavano a darmi fastidio......raggiunsi il giovane.....era ancora privo di sensi...ma Altea lo aveva appoggiato su una tavola....quidni non feci alcun sforzo e lo portai verso la piccola zattera di fortuna........" Ecco Altea aiutatemi a tirarlo su......perfetto......Altea,daniel e il boscaliolo erano sulla zattera.......io vi ero attaccata sopra.......Goz sembrava spaesato......arroccato su una tavola di fortuna.....ma del maestro sembrava non esserci l'ombra......." Altea.....dobbiamo andare oltre, spero che in cuor vostro questo lo abbiate compreso.....e spero anche che Goz...segua la nostra scia....."......gettai la verga sulla zattera e saltai su......mi guardai ancora qualche attimo attorno...e poi puntai la verga verso le colonne.
Guisgard
30-01-2012, 02.36.55
L’acqua del Calars scorreva con forza, trascinando l’uno contro l’altro o contro le pareti di pietra i pezzi del Carrozzone, facendoli a brandelli.
“Rischiamo di restare schiacciati!” Urlò uno dei marinai superstiti, ancora aggrappato ad una delle assi galleggianti, sulle quali avevano trovato la salvezza coloro ancora in vita.
Solo un terzo dell’equipaggio era ancora sopra la superficie delle acque.
“Capitano…” gridò disperato Jovinus “… capitano… cosa facciamo?”
Anche altri si rivolgevano a Goz.
Ma questi sembrava ormai scosso da quella tragedia e si teneva stretto, con i suoi cigni, su ciò che restava dell’albero maestro.
“Jovinus!” Gridava Plaurus. “Jovinus, dove sei?”
“Sono qui, fratello!” Rispose l’altro frate. “Dio sia lodato! Siamo ancora vivi! E con quelle donne vedo anche Cavaliere25, grazie al Cielo!”
Il boscaiolo, infatti, era, ancora privo di sensi, su una grossa zattera insieme ad Elisabeth, Altea e Daniel.
“Capitano, cosa facciamo?” Urlò un altro dei marinai.
Goz, finalmente sembrò destarsi e si voltò verso i suoi.
“Non… non lo so…” mormorò “… non lo so, amici miei…” stringendo a sé i due cigni, come se fossero la cosa più preziosa del mondo.
Ad un tratto il vento cominciò a soffiare ancora più forte sul fiume, generando onde sempre più alte che iniziarono a scagliarsi contro quei naufraghi.
Alla fine, un’onda alta alcuni metri sconvolse le acque del Calars e tutti ne furono travolti.
Il Sole.
Splendeva sulle lussureggianti sponde del fiume, di un verde intenso e attraversato da riflessi rossi, rosati e giallini, frutto dei meravigliosi fiori che sbocciavano in quella terra.
Uccelli di un raro piumaggio animavano quel luogo, ingentilendolo con l’armonia del loro canto.
Ora il paesaggio era completamente diverso e non si vedevano più le alte pareti rocciose.
Elisabeth fu la prima a riprendere conoscenza.
Era ancora sulla zattera e con lei c’erano Altea, Cavaliere25 e Daniel, che poco dopo ripresero anche loro i sensi.
I quattro si guardarono intorno: il Calars sembrava essersi calmato e le acque scorrevano tranquille.
Tuttavia non c’era più traccia del resto dell’equipaggio attorno a loro.
All’improvviso i quattro videro del fumo alzarsi dalla boscaglia.
Guisgard
30-01-2012, 02.52.07
Heyto sorrise nel vedere Melisendra così sognante.
Cominciò nuovamente ad accarezzare la sua cetra, liberando, stavolta, una musica che sembrava possedere qualcosa di magico.
E iniziò a cantare:
“Tu sei una creatura speciale, Melisendra… da un nome ad ogni cosa ed esse nasceranno a vita nuova… il mondo è un giardino e tu sei la Primavera che fa sbocciare fiori nuovi, sconosciuti a chi ha attraversato l’Inverno… guardati intorno e specchiati in ciò che ti circonda… e tutto sarà a tua immagine, Melisendra…”
Un’ultima nota vibrò più delle altre, sciogliendosi poi in un eco che si confuse col vento che per un istante attraversò il giardino.
Poi il portone del maniero si aprì ed una sfarzosa carrozza entrò.
Tutti accorsero a rendere omaggio al signore del castello.
“Vieni, Melisendra…” dandole la mano Heyto “… ora conoscerai il tuo signore…”
E, da un piccolo cancelletto laterale del giardino, la condusse nel castello, in una vasta e sontuosa sala, al cui centro si trovava una tavola riccamente imbandita.
Guisgard
30-01-2012, 03.08.06
Rendetos e Parsifal trascorsero così la notte ospiti del chierico.
Al mattino il cavaliere chiese di confessarsi prima di riprendere il cammino.
Un’ora dopo, maestro e apprendista ripresero il loro viaggio.
Giunti in una radura, i due incontrarono una carovana di zingari.
“Salute a voi…” avvicinandosi a quelli Redentos “… vedo che possedete diversi cavalli… ne vorrei acquistarne uno per me ed uno per il mio apprendista…”
Uno di quegli zingari annuì e fece cenno al cavaliere di seguirlo.
“Aspettami qui, farò presto.” Disse Redentos a Parsifal.
Ma mentre attendeva il ritorno del suo maestro, l’apprendista udì una voce che lo chiamava:
“Ehi, messere… sono qui, nel carro…”
Era un nano legato con una catena al collo.
“Di grazia…” continuò “… potrei avere qualcosa da mangiare? Vedete, sono incatenato qui da due giorni e questi zingari non mi danno cibo… aspettano di vendermi, ma temo che morirò di fame prima di trovare padrone…” aggiunse fissando Parsifal.
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Melisendra
30-01-2012, 03.23.20
Presi la mano di Heyto e lo seguii fiduciosa delle sue parole, anche se il dubbio se ritenermi una prigioniera o meno, mi faceva rimanere in allerta, alla ricerca di una via d'uscita da quel giardino.
Di fronte alla tavola imbandita il mio spirito cedette e allungai la mano verso il vassoio d'uva scintillante che troneggiava come centrotavola. Non avevo mai assaggiato cibo umano. Non mi ero accorta di provare appetito, semplicemente non vi avevo dato alcun peso. Quando finalmente assaggiai un chicco d'uva, dolce e tuttavia asprigno, quasi feci un gridolino di gioia. Era deliziosa.
"I corpi hanno bisogno di nutrimento" mormorai, per tenerlo a mente. "Lo ignoravo..." Sorrisi.
Rumori di passi, sempre più vicini alla sala, mi fecero voltare verso la porta dorata, da cui presagivo che presto qualcuno sarebbe entrato a decidere della mia sorte. Intimidita, mi disposi dietro a Heyto, come se la sua musica avesse potuto proteggermi da quello che sarebbe successo.
Guisgard
30-01-2012, 03.28.48
La notte trascorse così, inquieta, con Chantal stretta alla sua governante.
Vayvet si lamentò per gran parte del suo sonno, a causa dello sforzo fatto per alzarsi e colpire poi il suo compagno.
All’albeggiare, finalmente, smise di lamentarsi.
Si svegliò circa tre ore dopo, sudato e visibilmente stremato.
Ma era vivo e cosciente.
Tentò di alzarsi, ma riuscì solo a sistemarsi alla meglio su quel giaciglio improvvisato.
“Come sta?” Chiese alla governate.
“Sta…” mormorò questa “… sta meglio… grazie a voi…” e strinse ancor più Chantal.
“Sono settimane che fuggiamo attraverso il bosco…” fece Vayvet “… senza incontrare nemmeno un prete… non posso biasimare i miei uomini…”
“Quell’uomo…” fissandolo la governante “… ha tentato di…”
“Fatela coprire meglio…” la interruppe il fuggiasco “… magari anche i capelli…”
“Sono uomini o bestie?”
“Mi sono fedeli…” replicò Vayvet “… e non sono tanto diversi da me… forse, se non fossi ferito, anche io avrei tentato…”
“No, voi non siete come loro!” Lo zittì la governante, forse per darsi forza ella stessa.
“Lo credete davvero?” Fissandola Vayvet. “Non giudicate chi non conoscete… ora preparate qualcosa da mangiare… abbiamo bisogno di essere in forze, io e i miei uomini… ci attende un lungo viaggio…”
“Allora ripartirete!” Esclamò rincuorata la governante.
“Andate, vi ho detto…” disse Vayvet “… e lasciate qui la ragazza…”
“No, non la lascerò da sola!”
“Andate, vi dico.” Con tono fermo il fuggitivo.
La governante, allora, chinò il capo e andò a preparare del cibo.
“Vi ha fatto male, Monty?” Domandò Vayvet appena rimasto solo con Chantal. “Sto parlando con voi…” fissandola “… e guardatemi quando vi rivolgo la parola…”
Guisgard
30-01-2012, 03.49.46
Melisendra si nascose dietro Heyto, come intimorita.
“Non devi aver paura…” sorridendo dolcemente lui “… vieni avanti e mostra la tua bellezza, amica mia…” prendendola per mano e guardandola negli occhi “… hai dei bellissimi occhi… ed il mondo sarà bellissimo riflesso in essi…”
In quel momento la porta si aprì ed una figura entrò nella sala.
C’era penombra in quell’ambiente e solo attorno alla tavola le candele accese riuscivano a dissiparla.
La figura si avvicinò ad una delle finestre e fissò la foresta circostante.
“Puoi andare, Heyto.” Disse l’uomo appena entrato.
Heyto mostrò a quello un lieve inchino e poi fissò Melisendra sorridendole.
Un attimo dopo abbandonò la sala.
“Non hai fame?” Chiese l’uomo a Melisendra, sempre dandole le spalle e celando il suo volto nella penombra. “Siediti pure…” indicando con un gesto la tavola imbandita.”
Guisgard
30-01-2012, 04.07.30
Talia trovò ad attenderla alcuni cavalieri.
Appena videro la ragazza presentarsi, i tre si scambiarono fra loro rapidissime occhiate che sembravano celare una sorta di tacita intesa.
La sciarono allora il Casale degli Aceri per recarsi al maniero del signorotto.
L’edificio appariva grezzo, con un grosso dongione centrale, al quale era addossata una struttura gentilizia di stile però grossolano e dall’aspetto poco curato, che spuntava da una folta vegetazione che aveva ormai quasi del tutto coperto una cinta muraria con base a scarpa e rafforzata da contrafforti.
Talia fu poi condotta in una vasta sala, scarsamente arredata e col soffitto in legno che l’umidità aveva appesantito notevolmente.
Qui trovò il signorotto svogliatamente abbandonato su un seggio dalla forma grossolana, che si divertiva ad infilzare una mela con un coltello.
Seduto al grosso tavolo al centro della sala stava un chierico intento a leggere un piccolo omeliario.
“Venite pure avanti, mia cara.” Disse il signorotto a Talia, andandole incontro.
Un attimo dopo nella sala entrò uno dei cavalieri del signorotto.
“Allora, abate, cosa ci dite?” Domandò il signorotto al chierico. “Intendo qualche notizia riguardo al Casale degli Aceri.”
“Cosa volete che vi dica, milord…” chiudendo, quasi infastidito, il suo libro di preghiere il chierico “… dovrebbe esserci un contratto da qualche parte, o delle annotazioni in qualche registro che chiariscano un po’ la questione…”
“Vostro…” con un ghigno il signorotto a Talia “… vostro padre ha mai posseduto simili registri?”
“Se li avesse avuti, milord, non sarebbe certo giunta qui.” Intervenne il chierico.
“E perché mai?”
“Perché, se così fosse, avrebbe dalla sua la protezione conferitale dal diritto.”
“Dunque nulla attesta le vostre pretese?” Rivolgendosi di nuovo a Talia il signorotto. “Perdonatemi, non ricordo il vostro nome…”
Il Casale avvolto da alte palme, che davano all’edificio un gusto esotico, come ricordo delle campagne in Oriente da parte dei cavalieri della Luna Nascente, si ergeva solenne e maestoso nel cuore del bosco di Suessyon, battuto com’era dall’asciutto vento che correva fino a scontarsi con i monti lontani.
Guisgard giunse correndo davanti al Tempio, dove trovò ad attenderlo il suo maestro.
“Maestro…” disse il cavaliere.
“Cosa cerchi qui, figliolo?”
“Voglio vedere Talia…”
“Da oggi non potrai più vederla.”
Un brivido corse per tutto il corpo di Guisgard a quelle parole.
Avrebbe voluto chiedere il perché, ma tacque.
Allora si voltò a fissare la porta del Tempio: era chiusa.
Corse vicino a quella per tentare di entrare, ma la porta sembrava impossibile da aprire.
“Non puoi entrare nel Tempio.”
“Perché?” Voltandosi verso il maestro.
“Sta avvenendo la consacrazione di tua sorella.” Rispose questi. “Sapevi che questo giorno sarebbe arrivato. A questo era destinata.”
“Non è vero!” Con rabbia Guisgard, tentando inutilmente di aprire quella porta. “Oggi le avevo promesso di portarla nel bosco con me!”
Il maestro lo fissava in silenzio.
“Lei mi sta aspettando!” Continuò Guisgard. “Le avevo promesso che sarei venuto! E non le ho mai mentito!”
“Quei momenti nel bosco erano solo sogni…” mormorò il maestro “... inutili e sciocchi momenti in cui chiudevi gli occhi davanti alla realtà...”
Guisgard cominciò allora a battere i pugni contro il pesante legno della porta del Tempio.
“Apri questa porta, maestro!”
Ma il vecchio cavaliere restò a fissarlo senza dire nulla.
“La…” all’improvviso Guisgard “... la vetrata laterale... si, entrerò da lì…”
E corse verso il lato del Tempio.
Ma qui vide una figura.
“Fyellon…” mormorò nel riconoscerlo
Quello lo fissava con un ghigno, per poi estrarre la spada.
“Figlio contro figlio…” urlò una voce come condotta dal vento “... fratello contro fratello... morte chiama morte...” era la voce del maestro.
Guisgard si voltò verso quella voce e vide tre tombe.
Quella al centro recava proprio il nome del vecchio cavaliere, mentre le altre due erano senza nome.
Il cavaliere si avvicinò alle tombe, ma proprio in quel momento udì le campane del Tempio.
Corse allora di nuovo verso la porta, pensando di non trovare più il maestro ad impedirgli di entrare.
Giunto davanti al sacro edificio, trovò la porta finalmente aperta e vi entrò.
Ma il Tempio era vuoto.
Guisgard fissò allora le sei statue che adornavano, tre per parte, le due navate laterali: la Carità, la Fede, la Misericordia, l’Obbedienza, l’Umiltà e il Perdono.
“Talia!” Cominciò a gridare. “Talia, dove sei?”
“Talia!” Gridò, destandosi da quel sogno.
Sheylon lo fissò mugugnando.
Guisgard ansimava e stringeva fra le mani la fredda erba che aveva fatto da giaciglio al suo tormentato riposo.
Dopo un attimo di smarrimento si guardò intorno e riconobbe il laghetto poco distante dal Casale.
Aveva dormito all’ombra di un albero presso la sponda.
Alzò poi gli occhi e si accorse di non essere solo con la sua tigre in quel posto.
Davanti a lui, infatti, erano appena giunti i suoi fratelli.
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Melisendra
30-01-2012, 04.34.08
L'appetito mi era improvvisamente passato.
Non sapevo nemmeno io se quello che covavo dentro di me fosse nervosismo o curiosità. Mi avvicinai alla tavola e mi sedetti.
"Sei tu quello che chiamano padrone... non è così?" domandai, accigliata. "Per quale motivo mi trovo qui? Perchè non posso tornare dal luogo da cui provengo?" Mi imbronciai, ripensando a tutte le disavventure che erano successe da quando avevo lasciato il Blu.
Altea
30-01-2012, 09.10.57
Il panico era totale...se solo avessi potuto salvare tutti...osservai Goz e come teneva quei cigni, una morsa al cuore!! Ad un tratto ascoltai Elisabeth.."come pensai...il mio maestro non si vede", un rivolo di lacrime scendeva sul mio viso, ma non fui nemmeno in tempo a pensare che una grossa onda si impossessò di noi, dopodichè il buio.
Una luce lieve e calda mi sveglio, aprii lentamente gli occhi, vidi solo il volto di Elisabeth, mi alzai di scatto. "Dove siamo??" le chiesi. Davanti a me si presentava un paesaggio surreale, fantastico. Vidi vicino a noi Daniel e il boscaiolo...e nessun altro. Il Calars sembrava ci avesse salvati? O era un altro dei suoi inganni. Il posto sembrava un Paradiso in Terra.
elisabeth
30-01-2012, 09.39.52
Goz era sfinito e la sua forza era svanita, stringeva quei cigni come fossero la sua vita stessa...." Goz avvicinati a noi...non stare li' ".....cercai di trascinarlo con la verga, ma non ne ebbi il tempo ....un muro di acqua ci travolse e fu un attimo...un attimo interminabile..in cui non persi il tempo......la quiete....una musica impercettibbile che mi fece aprire gli occhi, eravamo li' solo Daniel Alte e il boscaiolo....solo noi all'apparenza......il cuore prese a battermi in petto come non mai.......Altea stava incominciando a svegliarsi, " Altea siamo passati oltre.....non piangete vi prego....il vostro maestro non e' morto...state tranquilla...e adesso approdiamo....dobbiamo toccare terra..i nostri vestiti sono ormai cotti......"...e cosi' la verga ci condusse a terra....dove adagiammo i due giovani....ancora imbambolati......non avevo il cuor leggero.....quel paradiso era per pochi.....ma ero la regina dei boschi e dovunque mi trovassi....era il mio regno...cosi' improvvisamente il mio abito prese forma...un intreccio di erba e fiori...e cosi' feci per Altea e i due giovani....mi sedetti allora pensierosa...solo noi in salvo ?....assurdo...tanta grazia solo per loro......Altea e il boscaiolo erano i profani....qualcosa doveva ancora accadere.......
Parsifal25
30-01-2012, 12.10.21
La notte trascorse serena; ed il mattino seguente un nuovo sole illuminò il nostro cammino. Prima di riprendere la marcia, il Maestro De' Punici si confessò dal prete ed io rimasi ad attenderlo eseguendo un paio di rosari.
Terminato il tutto, salutammo il monaco e continuammo la marcia. Era giunto il momento di parlargli di ciò che avevo scoperto, ma nell'attimo in cui volevo cominciare il Maestro decise di fermarsi a comprare dei cavalli, cosa alquanto strana, Belfagor era allenato per compiere lunghi viaggi; probabilmente li voleva far riposare. Trovammo una carovana di zingari e codesti vendevano i destrieri, il Maestro si allontanò con loro ed io rimasi ad attendere.
Non mi fidavo degli zingari hanno sempre secondi fini..... passò del tempo e vedendo che il Maestro non tornava iniziaì a preoccuparmi. Scesi da cavallo è mi misi alla ricerca, ma nell'istante in cui posso piede per terra sento una voce che chiedeva aiuto.
Non mi fidavo, i miei sensi erano allerta affidaì il libro e la borsa a Belfagor e gli sussuraì:
"Amico, se vedi qualche strano movimento nasconditi e corri verso la radura. Attendimi vicino all'albero più vecchio." Caricaì il Covenant e andaì verso il carro, un nano era prigioniero. Che ci faceva in quel posto, mi chiesi.
Altea
30-01-2012, 13.27.56
Mi guardai, le mie vesti erano cambiate...i colori erano quelli di un bosco quieto..il verde del fresco muschio e i colori delicati dei fiori. Scossi il capo..."Elisabeth...siete stava voi?? ho preso i colori del vostro Regno". Guardai l'orizzonte....indicai un rivolo di fumo che si levava..."Guarda Elisabeth...se c'è del fumo, significa che qualcuno ci deve abitare penso..dobbiamo svegliare Daniel e il boscaiolo". Mi avvicinai al giovane boscaiolo, toccai la mano, era calda...lo scuotevo per svegliarlo.
Guisgard
30-01-2012, 16.25.15
La tavola era imbandita con diverse pietanze dall’aspetto delizioso e vari liquori ed elisir dai colori brillanti.
Le candele emanavano una luce calda e rassicurante e rendevano gli occhi di Melisendra ancor più luminosi.
“Si, sono il tuo padrone…” disse il misterioso uomo “… e questa sarà la tua casa…”
In quel momento entrò un servitore nella sala.
Si inchinò al suo signore e poi cominciò a servire in tavola.
“Sei qui per ubbidire ad ogni mio volere…” continuò il padrone “… e la tua sorte dipenderà dalla tua devozione verso di me…”
Il servitore, finito il suo compito, si voltò verso il padrone, inchinandosi nuovamente.
“Mangia…” disse il padrone “… tutto è stato preparato per te…” aggiunse per poi voltarsi verso Melisendra e mostrando finalmente il suo volto.
Un volto celato da una maschera di porcellana.
http://images.movieplayer.it/2003/02/22/gerard-butler-ne-il-fantasma-dell-opera-5283.jpg
Talia
30-01-2012, 16.30.15
Quel posto non mi piaceva!
Varcai con i cavalieri il pesante portone che dava accesso al cortile centrale di quel grezzo maniero, poi fui introdotta in una sorta di saletta di rappresentanza e da qui in una vasta sala che un tempo, forse, poteva anche essere stata ricca ma che ormai risultava, come a mio avviso il resto dell’edificio, trascurata e cadente.
Mi guardai intorno un istante con circospezione, senza riuscire del tutto a cancellare dal mio viso quell’aria largamente critica... poi notai il signorotto che, alzatosi dal suo rude seggio, si stava avvicinando a me. Mi inchinai appena.
“Dunque nulla attesta le vostre pretese?” Rivolgendosi di nuovo a Talia il signorotto. “Perdonatemi, non ricordo il vostro nome…”
“Talia!” dissi, prendendo per la prima volta la parola da quando ero entrata.
Avvertivo su di me gli sguardi del signorotto e di quel chierico, dall’aspetto tanto mellifluo e compiacente da darmi i brividi, ma non lasciai che essi influissero sul mio umore né, tantomeno, sul mio contegno.
I miei occhi rimasero per qualche momento in quelli del signorotto, sorridendo serenamente come chi non teme menzogne né raggiri... infine, con un lieve sorriso sulle labbra, iniziai a parlare.
“Vi sono degli antichi testi, conservati al Casale, che narrano di quando e come quei possedimenti furono concessi ai Cavalieri della Luna Nascente, di come essi li accettarono per loro stessi e per i loro figli e figli dei loro figli finché i loro più sacri valori non fossero venuti meno... sono volumi molto antichi, redatti da un monaco di nome Edalberto e sarò ben lieta di mostrarveli, un giorno o l’altro...”
Un breve momento di silenzio accolse le mie parole. Attesi appena un istante, poi ripresi...
“Quanto poi ai documenti che attestano la veridicità di ciò che dico... è Sua Grazie, il Vescovo, che li conserva... e se voi...” soggiunsi, voltandomi verso il chierico “Se voi, padre, vorrete avere la compiacenza di scrivergli, sono certa che egli non potrà che confermare ciò che vi sto dicendo!”
I miei occhi rimasero per un istante, inclementi, sul volto paffuto del chierico, per poi tornare sul signorotto...
“Bene, mio signore... Vi ringrazio per avermi dato modo di spiegarvi ciò... e sono certa, alla luce di quanto vi ho appena detto, che ogni cosa si risolverà al meglio!”
Sorrisi leggermente e, stando sempre bene attenta a mantenere il più stretto e il più rigido contegno, tornai ad inchinarmi appena...
“Ed ora, milord... poiché suppongo che non vi siano altre faccende in cui potrei esservi utile, vi chiedo licenza di tornare a casa!”
Daniel
30-01-2012, 16.36.15
Non capivo più niente.. Sentivo voci lontane e acqua... Ad un certo punto sentii qualcosa di pesante travolgermi e il buio mi accolse nelle sue fredde braccia..
Mi risvegliai in una splendida penombra creata dagli alberi sulle rive del fiume.. Ero vestito di foglie.. Ero a petto nudo con una specie di bermuda casalingo fatto d foglie e qualche fiore blu.. Era opera di Elisabeth.. Infatti la trovai lì in un bellissimo vestito verde.. Mi avvicinai e le dissi ridendo..
<<Ma cos'è sto coso?>> oi tornando serio le dissi:
<<Gli altri? Sento le loro Aure ma non li vedo..>>
Ero preoccupato.. Sopratutto per la scia di fumo che vedevo in lontananza..
Altea
30-01-2012, 16.43.52
Mi girai e vidi Daniel in piedi vicino a Elisabeth..corsi verso lui... mi soffermai ad osservare il suo buffo vestimento, mentre io mai avevo avuto vesti cosi belle. "Daniel....sono Altea..perchè non rispondi?" dissi sorpresa, sembrava quasi non mi vedesse.
Daniel
30-01-2012, 16.47.21
Mi girai.. Qualcuno mi chiamava ma non vedevo nessuno..
<<CHi è?>> urlai..
Altea
30-01-2012, 16.50.12
Rimasi sbigottita..."Sono Altea...ti ricordi di me, non mi vedi...?"..anche qui ancora misteri pensai...allora è il Calars ad avere strani effetti. Mi sedetti sulla riva guardando il fiume, pensando che forse aveva portato via pure il maestro...e ora mi sentivo sola, pure invisibile alle persone che mi circondavano.
Daniel
30-01-2012, 17.01.14
Mi avvicinai allìaura di qualcuno che c'era sulla riva del Calars.. La toccai.. E puff ebi una visione del futuro.. Una donna della nave, Altea, era per terra morta.. Piena di sangue e orribili bestie si cibavano della sua carne..
<<NOOOOOOOO!>> Mi risvegliai e Altea era lì che mi guardava.. Che cos'era?
Guisgard
30-01-2012, 17.02.50
“Quanta fretta, milady” Esclamò il signorotto, per poi avvicinarsi ancor di più a Talia. “Volete già andare via?”
“Perdonatemi, milady…” fece il chierico con aria insofferente “… ma temo che la questione sia un po’ più complessa… e di certo sua grazia non ha né il tempo, né probabilmente la voglia di intromettersi in simili questioni…” la fissò “… vedete, il sacro Ordine della Luna Nascente non esiste più… vostro, perdonatemi, il vostro tutore, perché di quello si trattava, è stato l’ultimo membro di quella compagnia… e secondo la regola dell’ordine quei cavalieri erano sotto il diretto controllo della Chiesa e dunque, naturalmente, ad essa vanno tutti i suoi beni…”
“Abbiamo tra noi un nuovo Salomone!” Esclamò divertito il signorotto. “O forse, dovrei dire, un Santo, vista tanta saggezza! Chi era il più saggio tra i santi, padre?”
“Per carità…” alzandosi il chierico “… lasciamo stare i Santi…” tornò a fissare Talia “… milady, per concludere, non vi sono eredi oltre la Chiesa… voi, come quelli che chiamate fratelli, siete orfani…”
“Bastardi, padre…” intervenne il terzo uomo, il cavaliere entrato per ultimo “… voi non potete dirlo, lo dico dunque io…”
“Si, le cose stanno così…” annuendo il chierico “… e dunque siete solo ospiti in quel Casale… visto che è già stata fatta un’offerta al vescovo per il suo acquisto…”
Il signorotto rise.
“Ora perdonatemi…” prendendo le sue cose il chierico “… ma temo che il mio compito sia finito… che Dio ci protegga e ci risparmi…”
E accompagnato dal cavaliere lasciò la sala.
“Sembra dunque che la questione sia risolata, milady…” disse il signorotto a Talia “… il Casale appartiene a me ora… a meno che…” accarezzando i lunghi capelli della ragazza “… non si riesca a trovare un accordo… diciamo, soddisfacente per entrambi…”
Altea
30-01-2012, 17.11.37
Riflettevo guardando il Calars, ora scorrere lento...quando fui destata da un urlo...il cuore iniziò a battere forte...che succede?? mi voltai di scatto e vidi il volto impaurito di Daniel...che ora pronunciava il mio nome. Mi avvicinai a lui..."Che succede?" chiesi.
Guisgard
30-01-2012, 17.18.17
Giunti sulla riva, Elisabeth, Altea, Daniel e Cavaliere25 sembravano alle prese con un altro sortilegio.
Uno dei tanti che li aveva colpiti da quando il Carrozzone di Goz si era avventurato in quel viaggio.
Quel fumo che vedevano in lontananza cominciò ad aumentare.
All’improvviso si udirono dei passi nella selva circostante.
Ad un tratto diversi cavalieri dalle pesanti armature si mostrarono ai quattro.
Avevano gli elmi che coprivano i loro volti ed un tulipano come stemma sugli scudi.
“Chi siete voi?” Domandò uno di quelli.
“Forse sono delle spie…” fece un altro di quei cavalieri.
E subito Elisabeth, Altea, Cavaliere25 e Daniel si ritrovarono circondati da quelli.
Talia
30-01-2012, 17.36.30
Guardai il chierico prendere le sue cose ed uscire... le sue parole ancora mi bruciavano sulla pelle... ciò che aveva detto, ma soprattutto il modo in cui lo aveva detto, avevano causato in me un forte senso di repulsione... e, probabilmente per la prima volta in vita mia, mi sorpresi ad odiare qualcuno!
“Sembra dunque che la questione sia risolata, milady…” disse il signorotto a Talia “… il Casale appartiene a me ora… a meno che…” accarezzando i lunghi capelli della ragazza “… non si riesca a trovare un accordo… diciamo, soddisfacente per entrambi…”
Riportai i miei occhi su di lui di scatto...
Essere rimasta da sola in quella sala con quell’uomo mi fece rabbrividire.
“Milord...” mormorai, indietreggiando istintivamente di alcuni passi “Milord, voi non avete bisogno del Casale... non vi occorre! Avete questo grande palazzo e molti uomini al vostro comando! Mentre noi... noi abbiamo solo quel posto, i nostri ricordi e... e i nostri valori! Vi prego... siate magnanimo ed il Cielo vi ricompenserà per questo!”
Altea
30-01-2012, 17.38.32
Ad un tratto...rumore sordo e forte di zoccoli di cavallo, da dove provenivano? Uno scintillio offuscò i miei occhi, mi parai con le mani e la visuale sembrava più nitida...ma non meno scioccante...cavalieri?? chi erano quei cavalieri, avevano come stemma un tulipano e non sembravano affatto accomodanti, tutt'altro..ci intimarono di presentarci.
"Scusate cavalieri, forse siamo in territori di vostra proprietà, ma siamo qui per misteriose circostanze. Eravamo in un battello e naufragrammo, potete dirci in che terra ci troviamo?"
Guisgard
30-01-2012, 17.59.53
Guisgard si svegliò da quell’inquietante sogno.
Sheylon fissava i figli del maestro.
“Non abbiate paura…” mormorò Guisgard avvicinandosi al laghetto e lavandosi la faccia “… Sheylon aggredisce solo gli estranei…” si asciugò il viso “… ah, dimenticavo… gli estranei qui siamo solo io e la mia tigre…”
I fratelli ascoltavano le sue parole in silenzio.
“Tranquilli, non sarete più costretti a preoccuparvi per me…” continuò il cavaliere “… oggi stesso ripartirò…”
Stupore e meraviglia attraversò il volto dei suoi fratelli.
“Tanto qui non c’è più posto per me…” aggiunse Guisgard “… e poi ho una faccenda da sistemare…” il volto di Fyellon attraversò, per un momento, la sua mente “… si, sarà meglio per tutti…”
“Vigliacco!” Gridò uno di quelli. “Sei solo un vigliacco! Sai solo fuggire! Si, vattene! Se solo ci fosse Fyellon!”
“Idiota!” Colpendolo Guisgard e facendolo cadere.
“Si, bravo…” fece il fratello colpito “… si, picchiami ancora… e poi picchiaci tutti… ti credi forte, vero? Ma sei solo un vigliacco… penseremo noi al Casale e a Talia… vattene via…”
“Scusami, non dovevo…” porgendogli la mano Guisgard “… perdonami, ti prego…”
Ma lui rifiutò la mano del cavaliere.
“E’ meglio che io vada…” mormorò Guisgard “… dov’è Talia? Voglio salutarla…”
“E’ al castello…” rispose uno di loro “… per difendere il nostro diritto sul Casale…”
“Al castello?” Stupito il cavaliere. “Che castello? Da sola?”
“Si, erano le condizioni…”
“Perché non mi avete avvertito?” Urlò Guisgard.
“Perché non ti è mai importato nulla di noi…”
Sheylon balzò in piedi.
http://imgb.fulltono.es/planetatierra/2011/07/22/el-maravilloso-tigre-de-vengala2.jpg
Al castello, del signorotto, intanto, Talia era rimasta sola con lui.
“Davvero vi interessa così tanto quel posto?” Fissandola lui. “E forse possiamo intenderci… Talia…” accarezzandole le braccia “… sei molto bella sai… resta qui stanotte… anzi per una settimana… e forse rinuncerò al Casale… non credo che una trovatella come te abbia scrupoli di questo genere… dietro quel viso angelico so che hai il fuoco vivo addosso…” e le strinse forte un braccio.
cavaliere25
30-01-2012, 18.23.30
io non riuscivo a svegliarmi era come se ero morto e navigavo navigavo per chissà dove nella mia mente ad un tratto mi svegliai di colpo apri gli occhi e rimasi immobile per capire dove mi trovavo mi guardai in torno e mi ritrovai su una zattera mi chiesi come ci ero finito li
Guisgard
30-01-2012, 18.29.07
“Sta zitta!” Tuonò uno di quei cavalieri ad Altea. “Le spie non hanno diritto di parlare!”
“Cosa ne facciamo?” Domandò ai suoi uno di quelli. “Li giustiziamo qui?”
In quel momento dalla selva avanzarono altri tre di quei cavalieri.
“Cosa succede?” Domandò uno di quelli, tradendo però una voce femminile. “Chi sono questi?” Fissando Altea, Elisabeth, Daniel e Cavaliere25.
“Credo siano spie, milady.”
“Chi siete voi?” Domandò il cavaliere donna ai quattro sopravvissuti del Carrozzone.
Melisendra
30-01-2012, 18.33.46
Nel vedere il suo volto non fu la maschera a colpirmi, ma i suoi occhi.
Erano profondi e scuri.
"Ma... io vi conosco... non è così?" Sembrava pazzesco perfino a me. "Ho già visto i vostri occhi! Voi... conoscete i segreti del nostro fiume..."
Per un attimo i ricordi affiorarono in superficie.
Tornai a non avere altro che non il mio corpo fatto di luce e acqua. C'erano tutte le mie sorelle e insieme ci prendevamo cura del fiume, mentre il Blu si prendeva cura di noi. Ci era stato impedito di risalire il fiume fino alla sorgente, ma io, disubbidiente, mi avventuravo sempre più lontano dai luoghi sicuri. Dopo la morte del mio poeta ero piombata nella malinconia... un umore insolito per noi figlie del fiume. Ero sempre più tormentata dalle domande e dalla curiosità. Perchè sorrideva ancora, il mio poeta, quando lo avevo adagiato ormai morto nel canneto? Perchè era andato incontro alla sua fine con quel sorriso sul volto? Cosa lo aveva spinto a risalire il fiume?
Quella tempesta di domande creava uno stridore nell'armonia del fiume, perciò iniziai a nuotare sempre più lontano dalle mie sorelle.
Avevo trovato una laguna in cui trascorrevo la maggior parte del giorno, accarezzando i giunchi e districando i fiori selvatici perchè crescessero rigogliosi. Talvolta mi addormentavo sotto un salice, al sicuro tra le sue radici, mente il vento faceva oscillare la sua lunga chioma.
Sentivo il corpo sempre più pesante, come se le mie preoccupazioni gli avessero fatto perdere leggerezza. Ogni volta, dopo essere uscita dal fiume, era sempre più difficile tornarvi.
Un giorno, stavo versando lacrime d'acqua nel punto in cui avevo celato il corpo del mio suonatore, quando un rumore mi sorprese. Mi voltai di scatto, ma nella penombra della vegetazione non riuscii a vedere altro che due occhi scuri e profondi che mi guardavano. Guardavano proprio me. Ero talmente scioccata dal fatto che un umano mi avesse vista che rimasi immobile sulla riva. Era vietato. Non potevo mostrarmi al mondo umano.
Mi mossi verso l'acqua e vi entrai fino alla cintola, ma rimasi lì, immobile ed eretta nella luce del sole morente. Improvvisamente mi senti cingere da molte mani e trascinare verso la corrente. Vidi i loro volti sotto la superficie increspata dalla brezza: erano arrivate a prendermi. Con un sospiro, lasciai che mi abbracciassero.
Sentii la mia pelle tornare liquida e i miei capelli confondersi con la corrente. Tornammo a casa. Ma avevo infranto una delle nostre leggi.
Il respiro mi si fermò in gola, quando fui consapevole della realtà: esiliata, ero stata esiliata.
"Non tornerò mai a casa..." mormorai con voce rotta. "Non le rivedrò mai più..." Era troppo doloroso per accettarlo.
Un sentimento fino ad allora sconosciuto mi fece fremere l'animo di sdegno e furia. "Devozione? Voi volete la mia devozione? Avevo già dato la mia devozione a chi doveva amarmi e proteggermi dal mondo... eppure non mi ha protetto da quegli uomini, quando mi hanno trascinata fuori dall'acqua! Che valore può avere la devozione in questo vostro mondo?"
Nascosi il volto tra le mani e sentii lacrime vere bagnare le mie guance.
Altea
30-01-2012, 18.34.47
Uno dei cavalieri inveì contro di me, intimandomi il silenzio..volevo reagire a tale arroganza ma era meglio tacere. Altro rumore di cavalli a galoppo e arrivarono altri cavalieri, lo stesso tulipano come simbolo. Ci pensavo su..il tulipano, perchè quello stemma?
Rimasi ancora più perplessa nell'udire la voce di una donna dietro quegli elmi..doveva essere a capo della cavalleria e senza esitare ci chiese notizie.
La fissavo, chissà cosa si celava dietro..."Milady, come spiegavo a questi cavalieri siamo dei naufraghi, il nostro battello è affondato e ci troviamo qui, senza sapere che Terra sia. Siamo in pace"
Guisgard
30-01-2012, 19.22.29
Il padrone fissò Melisendra.
La fissava come se potesse leggere attraverso i suoi occhi.
I profondi occhi scuri di lui davvero sembravano avere questo potere.
“La tua devozione” disse il padrone a Melisendra “l’ho acquista e mi spetta… sarai tu a decidere come… data da te… o presa con la forza da me…”
In quel momento entrarono due ancelle con dei vassoi.
Ma mentre servivano, una di quelle fece cadere del vino sulla tavola.
Il padrone allora la prese con forza ed estrasse un pugnale affilato.
“Abbiate pietà, mio signore!” Piangendo l’ancella.
“Al mio servizio voglio la massima devozione!” Urlò lui, per poi strapparla la veste e mostrando il ventre nudo di lei.
Fissò allora Melisendra.
“Ecco come mi faccio obbedire, Melisendra!” Disse, mentre si apprestava ad uccidere l’ancella.
Talia
30-01-2012, 19.38.32
“Davvero vi interessa così tanto quel posto?” Fissandola lui. “E forse possiamo intenderci… Talia…” accarezzandole le braccia “… sei molto bella sai… resta qui stanotte… anzi per una settimana… e forse rinuncerò al Casale… non credo che una trovatella come te abbia scrupoli di questo genere… dietro quel viso angelico so che hai il fuoco vivo addosso…” e le strinse forte un braccio.
“Milord...”
Tentai di sottrarre il braccio a quella presa... ma era troppo forte per le mie sole forze.
“Milord, vi prego...”
Il cuore mi stava sprofondando in basso... sempre più in basso... gli occhi del signorotto erano su di me, potevo sentirli ardere sulla mia pelle... avrei dato qualsiasi cosa perché la smettesse di guardarmi in quel modo, avrei dato qualsiasi cosa per essere da un’altra parte, avrei dato qualsiasi cosa per non sentirmi tanto sola...
“Talia... è una sciocchezza!”
“Vi dico di no!”
“Non ce la puoi fare...”
“Si, invece! Si che posso!”
“E’ una follia... il Maestro si arrabbierà!”
“Voi lo fate... lo farò anche io!” ribattei “Ve lo farò vedere io!”
Ansimavo per la fatica... ma ero determinata, una determinazione che probabilmente assomigliava molto a testardaggine.
Era una specie di prova, quella... una prova di abilità e di equilibrio cui i miei fratelli, a turno, si sottoponevano... una volta per ciascuno, solo coloro che ne avevano il coraggio ala forza. Quel giorno io, Fyellon, Sabant e Pidge ci eravamo lanciati in una discussione che ci avrebbe portati lontano: loro sostenevano che solo i più forti tra loro erano in grado di superare la Prova e che alcuni dei fratelli non sarebbero mai stati in grado neanche di tentare... io me ne stavo in silenzio, ascoltandoli, finché quei discorsi e una buona dose di quel loro malcelato compiacimenti mi indussero a dir loro che secondo me chiunque poteva affrontarla...
Era stata una sciocchezza, ora lo sapevo... ma loro avevano riso di me, avevano detto che solo i più forti potevano affrontare la Prova... Nestos e Brand ad esempio non ce l’avrebbero mai fatta... e di certo non io, una ragazza!
Era stato allora che mi ero alzata stizzita ed ero corsa al torrente, con loro al seguito...
Ed era per quello che ora mi trovavo lì, a vari metri di altezza, sospesa sopra le rapide di quel gelido torrente...
Tentai di riprendere fiato... ma le mani mi erano diventate fredde e riuscivo a tenermi a fatica...
“Ammettilo, Talia... non ce la fai!” commentò Pidge, con uno sgradevole ghigno di vittoria sul volto.
“Stai zitto, sciocco!” sbottai, con quel filo di voce che mi era rimasto...
E feci un altro passo, poi ancora uno... avevo freddo ora, avevo freddo dappertutto, ma mi sentivo i polmoni in fiamme e ad ogni respiro era peggio...
Ancora un passo, piano...
Ma l’umidità aveva reso scivoloso il ponticello, e all’ennesimo passo...
fu un attimo...
un grido!
I miei piedi sfiorarono l’acqua gelida ed una scarpa fu trascinata via, l’orlo del mio abito si bagnò... ma le mie mani strinsero la corda ed io rimasi appesa a mezz’aria, con l’acqua corrente che mi lambiva le caviglie ed un profondo terrore sul viso...
“Talia... Talia, tieniti forte!”
“Aiuto!” gridai, volgendo lo sguardo sui miei fratelli “Aiutatemi... per favore!”
Ma loro erano quasi più spaventati di me... e se ne stavano lì immobili, come pietrificati...
E la corda scivolava tra le mie mani... scivolava sempre più...
Guardavo l’acqua... e quelle rocce proprio sotto di me...
E il terrore aumentava...
Poi d’un tratto, inaspettatamente, una mano si serrò intorno al mio polso...
“Non guardare giù!” disse una voce a me tanto cara e familiare “Guarda su! Guarda me!”
I miei occhi, già pieni di lacrime, si sollevarono verso quella voce ed un sorriso affiorò sulle mie labbra...
“Guisgard...” mormorai “Guisgard... non lasciarmi!”
“Non ti lascio!” rispose il ragazzino, sforzandosi di tirarmi su “Certo che non ti lascio... dai, vieni su. Aiutami!”
Con qualche sforzo e con il suo aiuto, riuscii a issarmi di nuovo sul ponticello e a raggiungere la sponda più vicina...
“Ma che cosa credevi di fare?” sbottò poi, appena fummo entrambi al sicuro “Sei matta? E voi, poi... che cosa...”
Ma fu interrotto dal mio abbraccio.
“Hai ragione!” mormorai stringendolo forte con entrambe le braccia “Hai ragione, hai ragione, hai ragione...”
“Saresti potuta cadere...” mormorò a sua volta.
“Lo so...” mi sentivo sollevata ora, così tanto sollevata che calde lacrime di paura e di gioia presero a rigarmi le guance, mentre tornavo a guardarlo.
“Promettimi che non farai più una cosa tanto stupida!” disse.
“E tu promettimi che, in ogni caso, ci sarai!” risposi.
Quel ricordo lambì la mia mente e vi portò una ventata di aria fresca...
Guisgard... oh, Guisgard... avrei dato qualsiasi cosa per vederlo entrare in quella stanza e risolvere tutto, come quando eravamo bambini...
E invece non eravamo più bambini... e le cose erano più complicate ora...
Sollevai gli occhi e fissai il signorotto...
“Vi prego...” mormorai “Vi prego, lasciatemi. Mi state facendo male!”
Melisendra
30-01-2012, 20.04.15
"No!" gridai. "Vi prego! Fermatevi!"
Ricacciai indietro rabbia e lacrime. Sebbene fossi rimasta attonita da quel gesto violento, accorsi verso di lui, che brandiva un pugnale e posai la mia mano sull'elsa.
"Non fatelo..." Le mie mani sfiorarono la lama affilata e la sentii premere.
"Avete ragione..." guardai nei suoi occhi scuri come la notte "Ma siate misericordioso e sarete amato e obbedito... e io vi obbedirò." Una volta pronunciate quelle parole mi parve di cadere in un vortice che mi strappava ogni speranza di libertà e mi soffocava con lacci stretti come quelle trappole che spezzavano le zampe agli uccellini.
"Heyto vi ama con tutta la sua musica... ci deve essere qualcosa in voi che abbia suscitato il suo amore... mostratemi la vostra misericordia." Lo supplicai.
Guisgard
30-01-2012, 20.30.23
“Avanti, non essere sciocca…” disse il signorotto a Talia, ormai preso dalla sua lussuria “… non fare la difficile, vedrai che ti piacerà…” e la spinse sul seggio.
“Sciocca trovatella…” togliendosi la giubba “… dovresti essere felice che un nobile si interessi ad un’orfana come te…”
In quel momento entrò il suo fedele cavaliere.
“Cosa vuoi?” Gridò il signorotto.
“Devo parlarvi, signore…”
“Adesso?”
“Si, è importante…”
“Cosa vuoi?” Avvicinandosi al suo fedele. “Non vedi cosa sto facendo qui?”
“Si, ho visto…” gettando uno sguardo verso Talia “… siete impazzito?”
“Come sarebbe?”
“Volete bruciare all’Inferno?” Fissandolo il fedele. “Quella ragazza è una sacerdotessa… è consacrata! Si era deciso di costringerla a concedersi… non a prenderla con la forza…”
“Sono solo sciocchezze!”
“Davvero?” Replicò il cavaliere al signorotto. “Sapete a chi erano devoti i cavalieri della Luna Nascente? Ai tre Arcangeli! Non temete la loro ira, signore?”
Il signorotto fu attraversato da un brivido.
“Voglio quella ragazza!” Disse dopo un attimo di silenzio.
In quel momento entrò un servitore.
“Milord…”
“Cos’altro c’è?” Gridò il signorotto.
“C’è un cavaliere che chiede di essere ricevuto.”
“Non ho tempo!”
“Che cavaliere?” Domandò il fedele.
“Dice di essere un membro dell’Ordine della Luna Nascente…”
“Cosa?” Turbato il nobile. “Come può essere?”
“Sei sicuro?” Chiese il fedele al servitore.
Questi annuì.
“Esistono ancora?” Fece il signorotto.
“Pare di si…” mormorò il fedele “… meglio scendere giù e riceverlo, milord…”
“Sorveglia la ragazza.” Ordinò il nobile al servo.
E insieme al suo fedele cavaliere scesero ad incontrare il misterioso visitatore.
Nella sala delle udienze trovarono un cavaliere abbigliato alla maniera dei membri della Luna Nascente: lungo mantello scuro e cappuccio a celare il capo.
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elisabeth
30-01-2012, 20.50.20
Daniel era buffo nel suo pannolone verde foglia.....ma questo era cio' che la natura ci offriva.....Altea aveva visto il fumo in lontananza e fumo non voleva sempre dire focolare ....... Daniel sembrava spaventatissimo..guardava Altea con terrore, gli andai vicino..... " Daniel tranquillo, era solo una visione....il pannolone ti sta benissimo.." cercai di tranquillizzarlo.......e il fumo si fece polvere e la polvere si fece rumori zoccoli.....e cavalieri si presentarono al nostro cospetto.......Altea ebbe la prima reazione e si presento' loro ...gridando pace....." Signora....siete la signora di queste terre ?.....Siamo naufraghi.....le onde dello stesso fiume ci hanno portato su queste lande...siete padrona delle nostre vite....se e' il sangue che vi interessa....."
Cavaliere25 sembrava in preda ad una grande confusione.....lo eravamo tutti....ma la mia verga incomincio' a mandare segni alla mia mano....
Guisgard
30-01-2012, 21.12.59
“Messere, vi supplico…” fece il nano a Parsifal “… datemi da mangiare… questi zingari non lo faranno… aspettano che qualcuno mi acquisti, ma di questo passo morirò di fame… siate clemente, messere…” fissò poi il libro che l’apprendista aveva conservato “… ah, vedo che vi interessate ai libri di magia, messere…”
In quel momento Redentos e lo zingaro ritornarono.
“Ho acquista due cavalli” disse il cavaliere a Parsifal “che ci permetteranno di dare il cambio ai due destrieri che cavalchiamo. Così avremo sempre cavalcature riposate durante il viaggio.”
Altea
30-01-2012, 21.35.39
Elisabeth sembrava più sicura di me, io temevo invece..per la nostra sorte.."è cosi" pensai "il Calars ha voluto farci credere di averci salvato la vita ma ha voluto farci prolungare la nostra agonia...ci uccideranno..è giunto il mio momento..Dio mi preservi".
Daniel
30-01-2012, 22.46.30
Cavalieri.. Inveivano contro di noi.. Ci accusavano di essere spie.. Allora mi avvicinai senza paura.. E alzai la manica mostrando il tatuaggio che mi conferiva La Dominazione degli Elementi..
<<Io Sono Daniel Dominatore degli elementi.. Lei è Elisabeth Regina Dei Boschi mentre loro due sono semplici apprendisti.. Come vedete non possiamo essere spie!>> Tenevo lo sguardo fissi verso il Cavaliere-Donna..
Talia
30-01-2012, 23.36.11
Il signorotto mi spinse con tanta forza da farmi cadere sul seggio...
“No...” gridai “No... cosa fate?”
Tentai di alzarmi, di fuggire... ma lui mi teneva.
Fui sollevata quando entrò quel cavaliere...
Poi giunse anche il servitore...
“Milord…”
“Cos’altro c’è?” Gridò il signorotto.
“C’è un cavaliere che chiede di essere ricevuto.”
“Non ho tempo!”
“Che cavaliere?” Domandò il fedele.
“Dice di essere un membro dell’Ordine della Luna Nascente…”
“Cosa?” Turbato il nobile. “Come può essere?”
“Sei sicuro?” Chiese il fedele al servitore.
Questi annuì.
“Esistono ancora?” Fece il signorotto.
“Pare di si…” mormorò il fedele “… meglio scendere giù e riceverlo, milord…”
“Sorveglia la ragazza.” Ordinò il nobile al servo.
E insieme al suo fedele cavaliere scesero ad incontrare il misterioso visitatore.
I due uomini uscirono ed io, lentamente, tornai a respirare.
Ci fu qualche minuto di silenzio, minuti nei quali cercai di tornare in me, di accantonare per un istante quello spavento e quel senso di smarrimento...
C’era un cavaliere, avevano detto...
Un Cavaliere della Luna Nascente...
Ed era lì, in quel palazzo...
A quel pensiero, per qualche ragione, mi sentii infinitamente sollevata.
Poi i miei occhi caddero sul servitore... se se stava immobile ed in silenzio, vicino alla porta... come chi è abituato a dover essere invisibile, quasi inesistente...
Ma nessun uomo è invisibile, mi aveva insegnato il Maestro... ogni uomo merita la nostra attenzione ed ogni riguardo...
Gli sorrisi dunque, accennando verso di lui un minuscolo inchino in segno di saluto e di rispetto.
Guisgard
31-01-2012, 02.38.00
Il padrone fissò Melisendra con i suoi profondi ed enigmatici occhi neri.
Restò per qualche istante senza dire nulla, poi, con un gesto improvviso e forse meditato, rimise a posto il suo pugnale.
“Per questa volta…” disse fissando la misteriosa ragazza giunta dal blu “… ti concederò quanto chiedi…” lasciò allora andare l’ancella che per lo spavento si accasciò poi in lacrime.
“Andate via…” ordinò alla sue due schiave, per tornare poi a mangiare
.Di tanto in tanto fissava con quel suo inquietante sguardo la ragazza seduta di fronte a lui.
Finito di cenare, due servi entrarono per portare via i suoi piatti e la coppa nella quale aveva bevuto.
“Questo palazzo è molto grande…” rivolgendosi a Melisendra “… nessuno dei miei servitori conosce l’esatto numero delle stanze che si trovano in esso… se qualcuno si perdesse attraversando i lunghi corridoi, potrebbe impiegare giorni a ritrovare l’uscita…” un servo gli portò un piccolo vassoio sul quale c’era un boccettino contenente un pallido elisir ed un bicchiere di cristallo “… acquistai tempo fa questo palazzo…” continuò sorseggiando un po’ di quell’elisir “… si dice sia maledetto… l’antico proprietario uccideva le donne che sposava, per poi nascondere i cadaveri nelle stanze di questo oscuro labirinto… ogni qualvolta restava vedovo si risposa… e la catena dei suoi omicidi restava ininterrotta…” smise di bere “… sai, Melisendra, perché ho acquistato questo maniero? Perché forse quell’antico proprietario era un mio antenato… ed è per questo che celo il mio volto… forse per non farmi riconoscere, visto, come affermano molti, l’incredibile somiglianza fra me e quel sanguinario assassino…” si alzò, avvicinandosi alla ragazza “… pare uccidesse le sue mogli durante la prima notte di nozze… dopo aver fatto più e più volte l’amore con quelle sfortunate… prima la passione, poi la morte… non trovi che sia una fatale ed affascinante unione? Quasi mistica direi… passione e morte… piacere e dolore… come fare l’amore col demonio in persona… cedere la propria anima tra i sussulti che il piacere sa dare… e poi, prima dell’alba, perdere anche il corpo…”
Si avvicinò ancor di più a Melisendra, come a volerla baciare.
Un attimo dopo la ragazza si perse nell’infinito buio che regnava negli occhi del suo misterioso padrone.
Al mattino, destata dal chiarore del nuovo giorno che illuminava la sua stanza, Melisendra si svegliò da sola in un morbido letto, avvolta tra lenzuola bianchisse e profumate.
Ed udì una musica provenire dal corridoio.
Non era però la cetra di Heyto.
http://sp2.fotolog.com/photo/18/18/62/the_sun_dancers/1193258318_f.jpg
Melisendra
31-01-2012, 03.13.51
Riuscivo a malapena a tenermi in piedi, quando scesi dal letto barcollai run poco e dovetti sedermi nuovamente. Mi girava la testa e dentro di me non riuscivo a trovare pace.
Era forse quella la mia punizione? Che cosa sapevo io del mondo?
Intorno a me c'erano molti oggetti che non avevo mai visto. Non avevo mai dormito così profondamente, ma quel letto... non mi piaceva. Malinconicamente ripensai a tutte le volte che mi ero addormentata lasciando che fosse la corrente a cullare la mia fantasia.
Ripensai alle strane parole che mi aveva detto il padrone: amore... passione... e altri concetti che non avevo ben afferrato. Avrei interrogato Heyto in proposito. Spalancai le tende della camera e lasciai entrare il sole e il profumo del giardino.
La musica che giungeva dal corridoio attirò la mia attenzione e così, senza curare di vestirmi, con indosso la sola veste da camera, mi avventurai fuori dalla stanza, seguendo le note.
Non riuscii tuttavia a capire da dove provenisse quella musica e ben presto mi inoltrai in luoghi che non avevo mai visto, aprendo porte che non conoscevo e attraversando atrii. Mi fermai indecisa ad un bivio. Scelsi una porta di legno intagliato, dalla quale sentivo provenire quella musica che mi aveva come ipnotizzata. La aprii.
Guisgard
31-01-2012, 03.42.13
Melisendra aprì quella porta e si ritrovò in una meravigliosa stanza piena di ritratti alle pareti e mobili di gusto antico.
Calici dorati, vasi d’argento e poi ceramiche pompose e dalla pregevole fattura, teste di animali impagliati, armi che pendevano dai muri e Immagini Sacre ovunque.
La Santa Vergine col Bambino, gli Angeli e i Santi.
E dall’altra parte della stanza stava un uomo che suonava con vigore e trasporto un organo.
Sembrava voler domare e condurre emozioni, sensazioni e stati d’animo attraverso le note che forgiava su quell’organo.
Quell’uomo viveva la sua musica e da quella musica sembravano prendere forma immagini inquietanti e sofferenti.
Immagini che Melisendra quasi poteva vedere e comprendere.
La musica, come il vento che oltrepassa il Cielo prima e la Terra poi, attraversava quella stanza, per poi penetrare nella mente e nel cuore di Melisendra.
Alla fine, come vinto, quell’uomo fermò le sue mani sui tasti dell’organo, lasciando vibrare un ultimo eco di quella musica.
“Ti avevo detto di non vagare in questo palazzo da sola…” disse senza voltarsi “… e non seguire mai questa musica quando la senti…” prese allora la maschera che stava accanto a lui e la indossò. “Ho dato ordine di servirci la colazione…” voltandosi finalmente verso la ragazza “… dopo mi accompagnerai nel giardino… ho bisogno d’aria e della luce del Sole…” Melisendrà notò i suoi occhi lucidi, come se il suo padrone avesse pianto fino a poco fa.
L’uomo si avvicinò alla ragazza e insieme scesero nella sala per la colazione.
Guisgard
31-01-2012, 04.10.03
Quei misteriosi cavalieri avevano circondato Elisabeth, Altea Daniel e Cavaliere25.
Daniel tentò di parlare, ma il cavaliere donna, che sembrava essere il comandante di quel manipolo, lo zittì con un calcio sul volto.
“Non osare mai più” disse con disprezzo quella “alzare il tuo sguardo su di me…”
“Mi sembra chiaro che siano spie, milady.” Fece uno dei cavalieri.
Il cavaliere donna zittì con un cenno quel suo uomo e fissò Elisabeth ed Altea.
“Naufragi?” Ripeté. “Volete dire che siete giunti attraverso il fiume?”
“Questa è la prova che mentono, milady.” Fece un altro di quei cavalieri. “Nessuno può risalire da Sud il Calars.”
“Perché avete navigato verso questa regione?” Chiese la donna ai quattro naufraghi. “Cosa cercavate in queste terre? Parlate, se tenete alla vita!”
A quel punto si levò l’elmo e mostrò finalmente il suo volto ai quattro naufraghi.
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Guisgard
31-01-2012, 04.18.16
Il signorotto ed il suo fedele guardaspalle scesero nella sala dove solitamente si ricevevano gli ospiti.
“Salute a voi, cavaliere…” disse il signorotto “… cosa vi ha spinto a farci visita?”
Il cavaliere della Luna Nascente, sempre col capo celato dal cappuccio, salutò con un lieve inchino.
“Sono tornato ora dalla Spagna, milord…” rispose “…gli infedeli si combattono anche lì, non solo in Terrasanta…”
“Salverete così la vostra anima” sorridendo il signorotto “e quella di molti Cristiani, cavaliere.”
“Non sempre è facile, milord…” mormorò il cavaliere “… vedete, il demonio s’impegna molto nel conquistarle… e spesso è troppo tardi per strapparle al suo fatale artiglio…”
“Ignoravamo che il vostro Ordine esistesse ancora, cavaliere…” intervenne il fedele del signorotto “… l’ultimo membro della Luna Nascente pare sia morto qualche giorno fa…”
“Non è facile uccidere un cavaliere della Luna Nascente, messere…” fissandolo il cavaliere “… siamo protetti dai Santi Arcangeli di Dio… Gabriele ci consiglia, Raffaele ci guida e Michele ci arma…”
“E’ vero dunque ciò che si dice sul vostro valore, cavaliere…” fece il signorotto “… siete degni campioni della Cristianità… ma, mi perdonerete, ancora ignoro i motivi di questa vostra visita… cercate forse infedeli nel mio castello?”
“E giusto per dissipare i nostri dubbi, cavaliere…” disse il fedele del signore del castello “… volete darci la prova della vostra appartenenza al Sacro Ordine della Luna Nascente?”
Il cavaliere allora mostrò loro una spada che recava come simbolo una mezza Luna attorno ad una Croce.
A quel simbolo, il signorotto ed il suo fedele soldato restarono meravigliati.
Nella sala al piano di sopra, intanto, il servitore stava fermo sulla porta, come un cane che attende il ritorno del proprio padrone.
I suoi occhi erano però fissi su Talia.
“Dovresti essere furba…” disse, senza che sul suo viso si mostrasse la più impercettibile delle espressioni “… ormai il luogo dove hai vissuto fino ad oggi con i tuoi fratelli bastardi è destinato a finire nei domini del mio signore… se sarai accomodante con lui, forse, potrebbe tenerti qui per qualche mese, o magari anche per qualche anno… almeno fino a quando la tua bellezza non sia sfiorita… poi, se sarà misericordioso, potrebbe anche prenderti come sguattera e farti invecchiare qui… non disdegnare questa possibilità…” rise e mostrò una bocca con pochissimi denti “… anche a mia madre è toccata una sorte simile… la chiamò qui il padre del mio signore… io però sono nato in seguito alla storia che mia madre ebbe con uno stalliere… non guardarmi cosi!” Urlò all’improvviso. “Non guardarmi con quegli occhi! Io sono stato fortunato! Se fossi stato concepito durante le notti che mia madre passò col suo signore, a quest’ora sarei morto! Invece ora sono qui! Non giudicare mia madre, capito!” Ringhiò ancora contro Talia. “Tu non sei migliore di lei! Anche tu diventerai una concubina! E se il mio padrone dopo deciderà di cacciarti, allora finirai in mezzo ad una strada! E forse, quando uscirai da qui, i tuoi fratelli saranno tutti morti! Tutti!” Fissandola con uno sguardo carico di risentimento e cupa disperazione.
Ad un tratto, Talia cominciò a sentire puzza di bruciato.
Un attimo dopo del fumo iniziò ad uscire dal pavimento ligneo della stanza.
Melisendra
31-01-2012, 04.43.48
Lo seguii senza dire una parola. Dire qualunque cosa sarebbe stato inutile... quello che avevo sentito attraverso la sua musica non poteva essere espresso a voce senza infrangerlo in mille pezzi.
Le ancelle andavano e venivano, trasportando vasi di succhi profumati e soffici cibi dal profumo speziato, che solleticavano il mio appetito. Sentivo lo sguardo del mio strano padrone su di me. La mia veste da camera, blu scuro, come le profondità delle acque che non avrei mai rivisto, era così leggera che svolazzava e si gonfiava ad ogni mio passo. Ripiegai con cura una manica su se stessa, mostrando un polso candido e sottile. Presi una delle brocche e imitai i movimenti delle altre ancelle. Gli servii una coppa di quel succo e gli porsi un vassoio di frutta.
Assaggiai quello che le ancelle mi porgevano, ma mi accorsi che non ero abituata a quel cibo ricco, quindi mi limitai a piluccare qua e là. Esitai, ma a un certo punto infransi il silenzio: "Ancora non capisco... Cosa sono io? Un altro dei fiori e degli ornamenti del vostro giardino perfetto?"