Visualizza versione completa : Tylesia e il perduto Fiore dell'Intelletto
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Altea
31-01-2012, 09.27.19
La donna era troppo sicura di se stessa, inveì contro Daniel, erano convinti fossimo delle spie..e ancor di più non ci credevano, poichè per loro era impossibile attraversare quel fiume misterioso. La donna mostrò le sue sembianze..forse era segno non voleva farci del male.
"Cosa cercavamo milady? perchè lo abbiamo attraversato? anche io me lo sto chiedendo...siamo stati attirati da un uomo che ci ha fatto rischiare la vita". Fissai Elisabeth in cerca di un suo aiuto.
elisabeth
31-01-2012, 09.54.09
Vidi cadere Daniel...aveva del sangue che gli usciva dalla bocca...mi chinai e gli asciugai la bocca con i lembi del mio vestito......." Ti prego Daniel taci non sempre la magia..puo' essere esposta non subito per lo meno".....mi rialzai ed affrontai la donna....." Eravamo in viaggio sul fiume..come semplici spettatori di questa immensa bellezza che e' la natura......ma la natura non l'ha presa cosi' e ha mandato in frantumi la nostra imbarcazione..........eravamo in acqua......solo alcune assi ci hanno permesso di rimanere a galla senza andare giu' .......forse la natura ha compreso che degli innocenti non possono morire cosi' senza una logica spiegazione e un onda ci fatto oltrepassare le colonne............i fiume ci ha tolto, il fiume ci ha restituito......la vostra violenza non riesco a comprenderla.....non abbiamo armi..non abbiamo nulla....e voi avete solo sete di sangue...o avete imparato qualcosa di meglio in questo posto......di pace......?..."...andai vicina al suo cavallo...infondo ero figlia di quei luoghi e se c'era qualcuno che non era al suo posto era Lei e non io......chi erano ?.......Gli occhi si Lei erano scuri e oltraggiosi....e i miei le penetrano in corpo come una sana minaccia.........fai ancora del male a queste persone e ti prometto che non avri pace finche' vivi......
Talia
31-01-2012, 11.28.05
Rabbia, frustrazione, disperazione, paura... tante e tante cupe emozioni potevo leggere nel volto di quel disgraziato.
Se ne stava fermo vicino alla porta, con le spalle un po’ curve... ma il tono aspro della sua voce aumentava ad ogni parola...
Lo osservai per qualche istante, senza parlare... infine mi alzai e, con passo sereno, gli andai di fronte.
“Io non ti giudico!” dissi, con voce dolce “Né giudico tua madre. Non potrei mai farlo! Ma una cosa penso... penso che sbagli su quest’uomo: egli non è il tuo padrone. Nessun uomo può possederne un altro. Nessun uomo può, o dovrebbe, poter decidere della vita e della morte dei suoi simili... Nessuno. Perché tutti, allo stesso modo, siamo creature del Cielo... tu, io, il tuo signore, tua madre... e ciò che ci rende diversi l’uno dall’altro sono soltanto le nostre azioni, le nostre scelte e ciò che di giusto facciamo...”
Lo osservai ancora per un istante, mentre un leggero sorriso mi sfiorava le labbra...
“Non sottovalutare il potere che non vedi, amico mio... perché esso non è certo inferiore a quello che vedi! E tu... tu sei ancora in tempo per fare ciò che è giusto...” mormorai “Non aver paura!”
Ad un tratto, Talia cominciò a sentire puzza di bruciato.
Un attimo dopo del fumo iniziò ad uscire dal pavimento ligneo della stanza.
Mi interruppi...
Mossi lo sguardo intorno per un istante, osservando quel fumo che filtrava dalle assi del pavimento... poi riportai gli occhi sull’uomo di fronte a me, senza una parola.
cavaliere25
31-01-2012, 12.29.29
Guardavo tutti i miei amici poi dissi dove sono i due frati li avete visti? domandai tutto preoccupato che succede ora continuai a dire siamo naufraghi e in terre a noi sconosciute e guardai quelle persone che dicevano che eravamo spie
Altea
31-01-2012, 14.38.39
Vidi Elisabeth sicura rivolta verso la donna e i suoi cavalieri, quando mi accorsi che il giovane boscaiolo si era destato ed era spaesato. Mi avvicinai lentamente a lui, gli feci un cenno con la mano di attenzione.
cavaliere25
31-01-2012, 15.11.08
Vidi una donna che mi fece un segno con la mano la guardai e dissi mylady Altea state bene? chiesi gentilmente dove siamo e chi sono queste persone che fine hanno fatto i clerici che stavano con me e gli altri continuai a dire e aspettai una sua risposta
Altea
31-01-2012, 17.24.14
Cercai di calmare il boscaiolo, si agitava...e se quelle persone si fossero innervosite o avvessimo compiuto un passo falso?
Daniel
31-01-2012, 18.14.37
Cosa si era permessa di fare? Darmi un calcio? Elisabeth mi zittiva ma io non avevo paura di loro.. Mi alzai in piedi e li immobbilizzai.. Grazie ai miei poteri non potevano muoversi.. Mi avvicinai e guardai negli occhi la donna..
<<Osa mettermi di nuovo una mano addosso Lurida sgualdrina e ti giuro e ti riempirò talmente tanto di calci da farti vomitare sangue! >>
Poi presi Elisabeth sulle spalle e iniziai a correre nella foresta lasciandomi il mondo alle spalle..
Altea
31-01-2012, 18.46.40
Rimasi ferma ad osservare la scena, Daniel aveva perso la testa...aveva inveito contro quella donna, senza nemmeno sapere se era in buona fede..scappò via portandosi via Elisabeth, rimasi sola...ma non potevo lasciare il boscaiolo, si trovava sperduto..avrei potuto scappare..ancora due vie..due scelte...salvare lui e stare li o scappare?
elisabeth
31-01-2012, 19.08.41
Dio dei Fulmini......ma che cosa aveva nel sangue questo ragazzo......insulto' la donna..la minaccio' per bene...lascio' tutti con un palmo di naso e mi sentii sollevare come un sacco sulle sue spalle......correva tra gli alberi..sino a quando non decisi di intervenire......." Daniel mettimi giu', hai combinato un guaio grande come tutto il nostro regno......"...Figurarsi era come parlare al muro.....allora .....invocai il tempo..." rallenta o tempo rallenta il suo andamento.....ferma o tempo il suo movimento....grazia o Silenzio la sua lingua..perche' il silenzio esca dalle sue labbra..."...e cosi' fu...rallento' la sua andatura sino a rimanere fermo di colpo......scesi dalle sue spalle..." Bene Daniel....il tuo primo pensiero e' stato salvare me...lo hai fatto..ora dobbiamo far arrivare sino a noi Altea e il boscaliolo...e il poveretto si trova in stato confusionale........vuoi utilizzare la tua magia ?....vogliamo giocare a fare i maghi.?...bene......ma prima vediamo di risolvere qualche problemino pratico....intanto..tu starai fermo e silente......" Luce di boschi....vola da Altea e fa che ella nel tempo e nell'aria raggiunga la vostra Regina.."...alzai la verga.....e la luce volo' via.....
Altea
31-01-2012, 19.22.13
Una strana forza sembrava impossessarsi di me, fu come trovarsi in un dormiveglia..in un vortice, non capivo cosa stesse succedendo, ma mi trovai improvvisamente in una radura e il boscaiolo vicino a me...mi sedetti perplessa scuotendo la testa.
elisabeth
31-01-2012, 19.27.50
Vortica vortice luce del mondo....eccoli qui ...e vidi Altea e il boscaiolo...ero davvero felice, Daniel..sapevo che era furioso, ma se solo avesse creduto in me....avrebbe compreso che volevo solo il oro bene...." Altea ben arrivata....spero sia tutto a posto.....prendete, e' un frutto..e' molto dolce ma vi fara' bene".....diedi il frutto ad Altea, ma avevo i sensi in allerta....quei cavalieri....non avrebbero abbandonato le loro prede...
Altea
31-01-2012, 19.31.23
Davanti a me apparve Elisabeth..ora avevo capito tutto. Ella mi pose un frutto, lei era il Bosco e conosceva i suoi segreti.."Grazie Elisabeth" dissi mentre mangiavo il frutto "ma dove sono andati quei cavalieri che ne pensate voi?? In che Terra possiamo trovarci, il mio maestro..." mi fermai un attimo e un velo di tristezza si impossessò di me.
elisabeth
31-01-2012, 19.42.10
Le vidi mangiare il frutto....ma la sua mente era un mulinello di pensieri.....il suo cuore era tra le braccia della tristezza..." Quante domade Altea, avete ragione magia.....viaggi nel tempo....e il vostro maestro, il vostro maestro e' tenuto in vita sul letto del fiume le mie sorelle lo stanno proteggendo.....quando sara' necessario saranno loro a riportarlo tra noi, non temete per lui, per quanto riguarda i Cavalieri.....loro sono i protettori.......questo e' un mondo stupendo..ma come ogni cosa, c'e' il male e il bene......e loro possono essere entrambi le cose......noi dobbiamo cercare di stare lontano da loro sino a quando non riusciremo a capirare chi sta dalla nostra parte.......Questo era il mondo che voleva Isolde......e questo non devo dimenticarlo......"......Intanto sciolsi dall' incantesimo Daniel.....e siccome le sue orecchie riuscivano a sentire..speravo bene che avesse udito cio' che avevo detto.....
Altea
31-01-2012, 19.48.31
Guardai Elisabeth e quel frutto..."perchè mi state facendo mangiare questo frutto?? è strano vero come posso fidarmi di voi...potrebbe pure essere avvelenato. Sapete, io non do nulla per scontato nella vita, prima di fare qualcosa...mi devo fidare di quella persona" la guardai sorridendo.
elisabeth
31-01-2012, 19.54.09
" Altea....mangiate tranquilla quel frutto...vi dara' solo la forza necessaria per affrontare le prossime ore...se avessi voluto farvi del male, di occasioni non me ne sono mancate......non e' da me che dovrete difendervi....e ora vi prego....sgombrate la vostra mente dai cattivi pensieri......riposate...".....
Guisgard
31-01-2012, 19.57.48
Tutto era accaduto in fretta.
Troppo in fretta forse.
La magia utilizzata da Daniel, essendo lui un semplice apprendista e non ancora un mago vero, riuscì ad intontire uno solo di quei cavalieri.
Dopo la mente del ragazzo volò via, immaginando di portare Elisabeth in braccio via da lì.
Ma era solo illusione.
In realtà Daniel, con quel suo incantesimo, aveva perso le forze e restò alla mercè di quei cavalieri.
Solo Elisabeth era riuscita nel suo intento: era infatti svanita portandosi dietro Altea e Cavaliere25.
I cavalieri presero Daniel, a terra senza forze, per percuoterlo a sangue.
Lo picchiarono fino a quando la donna cavaliere non li fermò facendo loro un cenno.
“Sciocco ragazzo…” disse lei fissando Daniel “… ora imparerai che in queste terre comandiamo noi…” fissò allora i suoi ed annuì.
Due cavalieri presero Daniel ed un terzo gli mozzò la mano sinistra.
Il giovane apprendista quasi perse i sensi per il dolore.
“Legatelo a quell’albero.” Ordinò poi la donna cavaliere.
I suoi obbedirono.
“E gli altri che sono fuggiti?” Domandò uno dei cavalieri. “Hanno usato la magia… dobbiamo inseguirli?”
“No…” rispose la donna “… abbiamo catturato questo sciocco ragazzo… non lo lasceranno nelle nostre mani… sono certa che torneranno indietro e patteggeranno la resa…”
Altea
31-01-2012, 20.03.39
Mi guardai attorno, sussultai...vicino a me vi era il boscaiolo..ma Daniel, fui destata da delle grida di un ragazzo...che stava succedendo?? " Elisabeth...ma non vi siete accorta che Daniel non c'è..e queste urla?"
elisabeth
31-01-2012, 20.20.46
Daniel.......la mia mente aveva creato solo una visione......avevo creato una situazione che esisteva solo per togliermi dal cuore la verita'........Daniel non mi aveva salvato.....non avevo paralizzato la sua corsa........avevo solo salvato Altea e il boscaiolo.............Mio Dio stavo impazzendo......guardavo il frutto mangiato da Aleta.....il boscaiolo ancora li' e le urla di mio figlio......non potevo cadere nella loro trappola ma non potevo neanche lasciare mio figlio nelle loro mani......" Dio mio Altea....ho perso gia' un figlio..e perdere Daniel sarebbe insopportabile........".....
Altea
31-01-2012, 20.24.06
Elisabeth era in preda al dolore, la abbracciai..."Non temere Elisabeth, lasciamo qui il boscaiolo, andiamo a cercare Daniel, sono con voi anche a costo di rischiare la mia vita."
elisabeth
31-01-2012, 20.29.32
" Vorrei non mettere in repentaglio la vita di nessuno....vorrei non essere mai salita su quel carrozzone........eppure siamo qui....il boscaiolo lo lasceremo qui......le creature del bosco lo mettranno sulle nostre tracce a ppena si svegliera'.......noi torniamo indietro..ma non per la via solita.......passeremo nel tunnel che c'e' sotto terra......voglio andare a scovare la loro dimora.....seguiremo il rumore degli zoccoli......."...e cosi' il boscaiolo fu sistemato sotto un albero..protetto da ogni evenienza..intanto...mi aprii un varco tra le radici di una quercia...e mi calai tra le sue radici......" Vieni Altea non aver paura....
Altea
31-01-2012, 20.32.21
La presi per mano e dei mondi a me oscuri si aprirono...sentivo tutti i profumi del bosco, vidi Elisabeth illuminata da una strana aurea, camminavamo in quel cunicolo, sentivo il freddo della terra e del muschio addosso ma anche il calore e la protezione della corteccia dell'albero.
Guisgard
31-01-2012, 20.36.45
La colazione si tenne nella grande anticamera che dava sul magnifico giardino.
Melisendra servì della frutta e del succo al suo padrone, per poi limitarsi solo ad assaggiare un po’ di quel cibo servito dalle ancelle.
“Si, esattamente…” rispose il padrone a quelle parole di Melisendra “… sei un fiore… uno fra i mille che colorano e profumano il mio giardino…” la fissò “… ma la debolezza della natura umana, mio bel fiorellino, spinge gli uomini ad avere preferenze… sta te divenire il fiore prediletto del tuo signore…” guardò poi i vassoi davanti alla ragazza “… bene, se a te non va di mangiare altro, c’è qualcosa che voglio mostrarti…” si alzò porgendo la mano a Melisendra.
La condusse così nel cuore del giardino, tra gli austeri colori di fiori sconosciuti alla ragazza.
Grandi palme adornavano una piazzetta animata da sculture dalle pose classicheggianti.
Al centro vi era una vasca rivestita di laterizi policromi, con nel mezzo uno scoglio ricoperto di corallo e alghe.
“Le mie ancelle” disse il padrone “mi hanno detto che nutri una profonda passione per l’acqua… questa vasca è profumata e se vuoi è sta riempita per te, Melisendra…”
elisabeth
31-01-2012, 20.39.02
L'odore a me familiare mi diede forza..tenevo la mano di Altea ..dapprima fredda man mano piu' calda....ero attenta molto attenta...incominciavo a sentire i rumori degli zoccoli dei loro cavalli...erano nervosi, loro sentivano la mia presenza......" Altea cio' che vedi e' il mondo sotterraneo...e' la vita stessa che si nasconde alle malvagita' dell'uomo.....avete afferto la vostra vita per mio figlio e di questo tutta la natura vi sara' debitrice......".......mi fermai di colpo...e sentii il battito del cuore di Daniel....la mia ira era incalcolabile.......i loro cavalli cominciarono a nitrire e io mi fermai...dovevano spostarsi prima o poi ...e mi avrebbero mostrato la strada da seguire per la loro tana.......
Altea
31-01-2012, 20.48.33
Seguivo silenziosamente elisabeth...e in quel silenzio si sentivano solo i nitriti e gli zoccoli dei cavalli...voci concitate di cavalieri.."i cavalieri del tulipano" pensai "il tulipano...eppure il maestro..il maestro mi narrò quella fantastica storia di una Mille e Una Notte..dove nei Paesi della Mezza Falce gli innamorati si donano quel fiore come pegno d'amore...e come mai questi cavalieri osavano profanarlo cosi con l'odio?"
Guisgard
31-01-2012, 20.57.14
I misteriosi Cavalieri del Tulipano stavano all’erta.
Alcuni circondavano l’albero al quale era legato Daniel, ormai senza forze e conoscenza a causa del tanto sangue perso dalla ferita, altri invece fissavano la selva circostante, in attesa dell’arrivo dei fuggiaschi.
“Tra poco farà buio, milady.” Disse uno di quei cavalieri.
La donna fissò il Cielo e l’imbrunire che avanzava.
“Forse è rischioso attardarci ancora…” fece un altro di loro “… tra un’ora le porte della città verranno chiuse…”
“Lo so.” Lo zittì la donna cavaliere.
Estrasse allora la spada.
“Attenderemo per qualche altro istante…” continuò “… se non verranno, allora mozzerò la testa a questo ragazzo…”
elisabeth
31-01-2012, 21.05.47
" Altea cara...l'Amore e l'odio viaggiano sulla stessa linea di forza.........e qui chi governa sono le forze......"...mi misi all'ascolto....non svrebbero portato con loro Daniel..lo avrebbero ucciso li', poteva esere la verita' ma poteva anche essere un giochetto perverso per farci uscire allo scoperto....della donna non mi fidavo...." Altea...ascolta io usciro di qui e tu avrai il varco aperto..quello che succedra' sara' pauroso ma tu dovrai farti forza sei l'unica salvezza....dovrai pensare tu a Daniel..io pensero' ai cavalieri.....".......Il mio abito si fece di erba fresca le mie braccia si tramutarono in rami..le mie mani in artigli..i miei capelli si sciolsero dalla treccia.....alzai le braccia in alto e sfondai la terra.....ed uscii fuori con un urlo da far tremare le tenebre.......
Guisgard
31-01-2012, 21.18.44
Il fumo.
Ne usciva sempre di più dal pavimento ligneo.
In pochi attimi la stanza ne fu invasa e solo a stento si riusciva a respirare.
Il servo che doveva sorvegliare Talia fu subito preso dal panico.
Si affacciò dalla finestra e cominciò a gridare:
“Il castello va a fuoco!”
Allora corse verso la porta per aprirla.
Ma una fiammata lo prese in pieno, facendogli andare a fuoco la faccia.
Cominciò a gridare e a correre per la stanza, fino a quando, giunto vicino alla finestra, finì per cadere di sotto.
Talia allora guardò verso la porta ormai aperta ed uno spaventoso spettacolo si mostrò ai suoi occhi.
Folgori, che consumavano le vecchie murature del castello e che incenerivano le assi in legno del soffitto, avevano generato un muro impenetrabile.
Talia si sentì in trappola.
Ad un tratto la ragazza vide qualcosa tra le fiamme.
Due occhi fiammeggianti, come se un demone stesse emergendo da quell’Inferno.
“Talia!” Gridò all’improvviso una voce. “Talia, dove sei? Talia!”
Un attimo dopo, quegli occhi fiammeggianti che Talia aveva visto, emersero dal fuoco ed un superbo felino balzò nella stanza.
http://www.artprints.com/images/EURO/large/euro2400-1337.jpg
Melisendra
31-01-2012, 21.19.10
Ero meravigliata. Non c'erano parole per descrivere la bellezza di quell'angolo del giardino. Eppure era inquietante.
Lo scoglio era bellissimo ed emanava bagliori perlati. La vegetazione era rigogliosa e le piante acquatiche galleggiavano con i loro colori al filo dell'acqua. L'interno della vasca era incrostato di ametista lucente, che riempiva l'acqua di bagliori violetti e azzurrini.
Senza dire una parola accarezzai i fiori delicati.
Sapevo che il mio rapporto col Blu era stato spezzato. Ero stata cacciata, come una discepola disubbidiente. La mia mano sfiorò l'acqua fresca e io osservai i bagliori riflettersi sulla mia pelle.
Scostai le ninfee ed entrai nell'acqua, lentamente. Provai una sorta di conforto, mentre mi immergevo. Ma era un pallido ricordo della mia vita precedente. Niente avrebbe cambiato quello che ero diventata: umana.
Mi appoggiai al bordo della vasca e guardai verso colui che era l'artefice di tutto quello.
"Siete felice in questo giardino?" domandai in modo molto diretto e poi aggiunsi, dubbiosa "E se io... se io non volessi essere solo un fiore? Io voglio conoscere... apprendere... imparare... ci sono tante cose che ignoro. Solo così riuscirò a riempire il vuoto sento... non voglio morire con questo vuoto. Essere un fiore non può essere tutto..."
Mi alzai e mi voltai verso di lui che mi guardava.
"Non mi avete ancora detto il vostro nome..."
Il vento mi appiccicò gli abiti al corpo, mentre io uscivo da quel luogo troppo bello per essere reale.
Altea
31-01-2012, 21.29.11
Elisabeth con forza straordinaria, dopo avermi detto cosa fare...uscì da quella Terra, e si presentò davanti a quei cavalieri, uscii dal cunicolo. Non c'era più il sottobosco a proteggermi, cercai Daniel...e una scena raccappricciante si presentò. Lo vidi legato a un albero, sporco di sangue che usciva da una mano mozza, mi feci coraggio, non potevo deludere Elisabeth e mi avvicinai a lui, era privo di sensi, vidi a terra una pietra pungente e mi misi a tagliare la corda, che si spezzò e il giovane cadde a terra.
Guisgard
31-01-2012, 21.47.53
A quel grido di Elisabeth, i cavalieri si voltarono verso di lei.
Altea, nel frattempo, si avvicinò a Daniel e tagliò le corde che lo tenevano legato all’albero.
Ma fatto questo, la ragazza si ritrovò puntata contro la spada di uno di quei cavalieri.
Allora a lei si avvicinò la donna cavaliere che la schiaffeggiò.
“Sapevo che non avreste lasciato da solo questo sciocco ragazzo…” indicando Daniel “… bene, ora verrete con noi.” Fece un cenno ad alcuni dei suoi e subito questi incatenarono i polsi e le caviglie di Elisabeth e di Altea.
Poi, altri due cavalieri presero Daniel svenuto e lo caricarono su uno dei cavalli.
“Ora verrete con noi…” disse la donna cavaliere alle due prigioniere “… e badate di non crearci problemi… il vostro amico ha bisogno di cure o morirà dissanguato… più presto allora giungeremo a destinazione, più speranze avrà di conservare la sua miserabile vita.”
Un attimo dopo, quei cavalieri partirono, portandosi dietro, come prigionieri, Elisabeth, Altea e Daniel.
Guisgard
31-01-2012, 22.05.47
Melisendra uscì da quella vasca, con gli abiti bagnati, che modellavano ogni forma del suo corpo.
Il padrone allora fece un cenno alle ancelle e queste svestirono la ragazza di quegli abiti bagnati, asciugandola e rivestendola con un lungo velo di seta.
“Non vuoi essere un fiore, Melisendra?” Fissandola il padrone. “Un fiore vive della luce del Sole, del nutrimento della terra, della vitalità dell’acqua… se un fiore viene strappato al suo giardino potrebbe morirne… tu non temi la morte?”
In quel momento giunse Heyto nel giardino.
“Salute a te, Melisendra.” Fece il giovane. “Vorrei parlarvi, mio signore.” Rivolgendosi poi al suo padrone.”
Questi annuì e si mise in disparte col suo servitore.
“Allora?” Fissandolo il padrone.
“Siete deciso, padrone?”
Questi però non rispose.
“E’ lei?” Chiese Heyto. “E’ lei che avete scelto?”
“Forse.” Rispose il padrone.
“Devo dunque far preparare la nave?”
“Non lo so ancora.” Pensieroso il signore del castello. “Forse deciderò stanotte…”
“Signore non abbiamo molto tempo…”
“Lo so…”
Daniel
31-01-2012, 23.07.06
No.. Non mi sarei arreso.. Ero pure un semplice apprendista.. Ma c'era un incantesimo abbsatnza facile da compiere e molto potente Che solo e soltanto Il Supremo Mago conosceva.. Mi insidiai con le poche forze rimaste nella mente della donna cavaliere e iniziai a Urlare.. Urla di dolore da far scoppiare la testa.. Nel frattempo chiesi ad Elisabeth..
<<Come.. stai?>> Ero molto stanco..
Melisendra
31-01-2012, 23.17.09
Passeggiai a lungo nel giardino, ammirandone tutto lo splendore e apprezzando la bella giornata soleggiata.
Ancora non riuscivo a capire quale fosse, da lì in poi, lo scopo della mia vita. Avevo sempre custodito il fiume e vissuto in perfetta armonia con esso. Non avevo mai avuto altro scopo o desiderio che non fosse di seguire la sua corrente e rimanere lì, sempre mutevole e uguale a me stessa, proprio come l'acqua, che cambia di forma, ma mai di sostanza.
Rimasi seduta all'ombra di un albero, mentre il sole iniziava a scendere dietro le mura. Le guardai con insofferenza. Non volevo rimanere rinchiusa per sempre.
Tornai alla vasca e mi sembrò piccola e scioccamente bella.
Stavo seguendo il perimetro del giardino, quando giunsi a un grande cancello.
Osservai quel poco del mondo di fuori che potevo scorgere attraverso la porta riccamente intarsiata.
Mi parve di vedere qualcosa, ma forse erano solo ombre, perciò feci per tornare verso il palazzo.
Ero ansiosa e nervosa come un uccellino in gabbia.
Guisgard
01-02-2012, 02.35.12
Heyto restò a fissare il suo padrone senza dire nulla.
L’uomo sembrava tormentato da mille e più pensieri.
Il suo sguardo, scuro ed indecifrabile, ora appariva incerto, incapace di lasciarsi attraversare da quei bagliori che spesso correvano nei suoi occhi, segno di impeto ed ardore non comuni.
“Ho giurato, Heyto…” mormorò “… ho giurato che li avrei liberati… che avrei pagato qualsiasi prezzo…”
“Lo so, mio signore.” Annuì lievemente il servitore.
“E’ bella, vero?”
“Si, mio signore.” Rispose Heyto. “E’ giovane è bella.”
“Hai mai veduto una ragazza più bella ed innocente?” Fissandolo il padrone. “Talvolta, quando mi fermo a guardarla, mi sembra quasi di vedere una creatura non di questo mondo… forse un Angelo… ed io la sto…”
“Mio signore…” lo interruppe Heyto “… sapevamo che era un prezzo troppo alto… un peso troppo grande da pagare… ma non abbiamo altra scelta…”
“Quante ragazze hai sbarcato questo mese?”
“Non pensateci, signore…”
“Dimmelo, Heyto!”
“Sette, padrone…”
“Sette…” mormorò il padrone del maniero “… sette innocenti… e l’altro mese?”
“Padrone, non angustiatevi oltre…”
“Quante, Heyto?” Fissandolo il suo padrone. “Quante ne hai sbarcate l’altro mese oltre il Calars?”
“Otto, mio signore…”
“Mio Dio…” sussurrò il padrone.
“Pensate però che quella gente è ancora in vita…” fece Heyto, posando una mano sulla spalla del suo padrone “… se la città non è stata ancora presa è solo grazie a voi…”
“Non è vero, Heyto…” scuotendo lievemente il capo “… non sono serviti a niente quei sacrifici… quelle poverette sono state sacrificate per niente…”
In quel momento Melisendra si avvicinò, come a voler tornare verso il palazzo.
Heyto fece un cenno al suo padrone, per indicare la ragazza.
“Hai già finito il tuo bagno, Melisendra?” Domandò il padrone, voltandosi verso di lei.
Parsifal25
01-02-2012, 02.37.46
Ero molto scettico..... quel nano non me la conta giusta, poichè risulta impossibile che un si faccia catturare in quel modo.
Inoltre risulta troppo strano che possa conoscere la magia. I nani sono addestrati per il combattimento e l'arte della forgiatura.
"I suoi occhi sono caduti su questo libro messere..... non sapevo che anche la sua razza amasse la magia?". Il libro lo nascosi per bene e iniziai ad ottenerlo sott'occhio.
"D'accordo....la libererò ma non ora.....le lascerò una punta di freccia in modo che possa tagliare le corde." Nell'attimo in cui stavo per consegnare la lama, il Maestro Redentos tornò con le nuove cavalcature. Non vi era altra soluzione, affidaì la lametta tra le mani del nano raccomandandogli ciò:
"Faccia attenzione,esca e fugga quando lo zingaro sarà distratto. Li conosco bene i metodi di questa gentaglia......"
Mi allontanaì dal carro e raggiunsi il Maestro.
Guisgard
01-02-2012, 02.56.18
Redentos ritornò con due nuovi cavalli.
Scambio un cenno d’intesa con lo zingaro e si voltò poi verso Parsifal.
“Possiamo riprendere il cammino, ragazzo mio.” Disse il cavaliere al suo discepolo. “Ora abbiamo la possibilità di far riposare i cavalli ad intervalli regolari e questo ci permetterà di spostarci con notevole velocità.”
I due ripresero così il cammino.
Galopparono per alcune miglia, fiancheggiando il Calars, fino a quando, poco prima del crepuscolo, decisero di accamparsi in una radura irregolare.
Redentos accese il fuoco e con la balestra catturò una lepre.
La cucinò per bene sul fuoco e la divise poi col suo apprendista.
“Questo nostro viaggio…” mormorò il cavaliere, mentre il fuoco animava bagliori nei suoi occhi “… mi chiedo quando avrà fine… non vi è nulla di più incerto e tormentato che vagare in cerca di una terra ignota… Ulisse era ben più fortunato di noi… lui almeno conosceva l’aspetto della sua Itaca e la rotta per raggiungerla…”
Ad un tratto un rumore nel buio interruppe le parole di Redentos.
“Chi è là!” Gridò il cavaliere estraendo la sua spada. “Avanzate e annunciatevi!”
Un attimo dopo, dalle tenebre, una grottesca figura prese forma, avanzando verso di loro.
E quando il fuoco riuscì ad illuminarla, quella figura mostrò il suo aspetto ai due cavalieri.
Era il nano che Parsifal aveva visto presso la carovana degli zingari.
Guisgard
01-02-2012, 03.12.19
Cavaliere25 era stato lasciato da Elisabeth e Altea in una parte della selva abbastanza distante dal luogo in cui si trovavano i misteriosi Cavalieri del Tulipano.
Poco dopo, il boscaiolo si svegliò, ritrovandosi da solo in quel luogo.
Ma, alcuni istanti dopo aver aperto gli occhi, sentì dei passi attorno a sé.
All’improvviso un uomo apparve davanti a lui.
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Altea
01-02-2012, 09.01.48
Vidi la donna arrivare addosso a me, uno schiaffo e la mia guancia bruciava..."Non permettetevi mai più, chi vi da questo diritto". Non ebbe nemmeno il tempo di ribattere che i cavalieri furono addosso a noi e ci fecero prigioni...ascoltai le parole della donna cavaliere, sembrava volesse salvare la vita a Daniel. Non potevo reagire, ero legata mani e piedi...e ora..dove ci porteranno??
elisabeth
01-02-2012, 09.56.48
La magia molto spesso e' un arte antica di forze alle quali l'uomo non e' abituato a reagire.....ma una seppur grande maga davanti alla vita del figlio abbassa le sue difese....non potevo e non volevo finche' ne avrei avuta speranza lasciar morire Daniel...mi sentivo sconfitta, inutile .... mi lasciai legare mani e piedi.....mi lasciai portare sul carro e con me c'era Altea, a cui chiesi in una muta preghiera di scusarmi.......l'unica felicita' era poter stare accanto a Daniel......la mia forza gli accarezzo' il volto, le mie lacrme bagnarono le sue aride labbra......e con un filo di voce mi chiese come stavo ?
" Daniel tesoro mio.....vederti vivo mi fa brillare l'anima.....hai disperso tutte le tue forze.....usare la magia e' un grande dono e va usato centellinando ogni tua decisione.....ti prego, se mi vuoi bene abbi fiducia in me, riprenditi e rafforzati solo cosi' mi potrai essere d'aiuto...! ".......guardai Altea, tra donne c'era un legame straordinario....le menti si comprendevano..." Altea segui sempre il tuo cuore vedrai che non ti trarra' ma in inganno.......insieme usciremo da questa storia......fosse l'ultima cosa che faccio....."....
Altea
01-02-2012, 12.54.29
Elisabeth mi fissava, i suoi occhi penetravano i miei e il mio cuore..potevo sentire..quel dolore. "Elisabeth" pensai "quanto devi star male per quel ragazzo, che sembra curi come tuo figlio, e io ho voluto portartelo in salvo. Ce la faremo, siamo arrivate fin qui..indenni...e continueremo indenni."
cavaliere25
01-02-2012, 13.04.53
chi siete voi dissi guardando quel uomo dove sono i miei amici che sta succedendo dannazione continuai a dire e aspettai una risposta da quel uomo
Guisgard
01-02-2012, 16.19.39
V Quadro: Tylesia
(“Guai, però, a chi sente la nostalgia del mondo esterno e abbandona la valle: ecco che il tempo in agguato piomba sull’impaziente fuggitivo, il quale, aggredito dall’età, invecchia rapidamente e muore.”)
(James Hilton, "Orizzonte perduto")
Elisabeth, Altea e Daniel erano stati fatti prigionieri da quei misteriosi cavalieri.
Furono così condotti, incatenati, attraverso quella folta selva.
Il Calars continuava a scorrere liberando nell’aria i suoi caldi aloni di vapore, ma tutt’intorno la temperatura si era sensibilmente abbassata.
Era una regione fredda quella e i prigionieri cominciarono ad avvertire sempre più l’aria gelida.
La compagnia, così, giunse in una piccola radura ed il Cielo che li sovrastava assunse un colore indefinito, mentre sterminati banchi di nuvole lo attraversavano.
Ma, ad un tratto, quelle nuvole mutarono forma e si mostrarono per quel che erano davvero.
I raggi del Sole, investendole, traevano da quelle nuvole sfolgoranti bagliori che andarono a disegnare centinaia e centinaia di cupole dorate.
E più la compagnia di quei cavalieri avanzava, più nel Cielo quelle immagini prendevano forma.
E dopo le cupole, si mostrarono infiniti torri, palazzi, bastioni e cattedrali.
E poi, l’alone che avvolgeva quell’incredibile visione svanì, disegnando altissime mura che sembravano avere le proprie fondamenta nel cuore stesso della terra.
Un’incommensurabile città, magnifica e superba, si mostrò ai loro occhi.
Una città arroccata in cima ad una rupe, circondata da una verdeggiante laguna alimentata da centinaia di piccole cascate di acqua calda.
Le sue cupole erano di ambra verde pallida, le guglie d’oro purissimo e d’argento scintillante, i camminamenti merlati lastricati di porcellana e agata, le mura, investite dalla luce solare riflessa sulla laguna, di infinite e mutevoli tonalità policrome.
Uno dei cavalieri suonò il corno e la porta di quella magnifica città si aprì, permettendo alla compagnia dei Tulipani e ai loro prigionieri di entrare fra quelle ciclopiche mura.
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Altea
01-02-2012, 17.03.17
Quel viaggio sembrava infinito, dato da quel silenzio, me ne stavo zitta, non osavo proferire parola, ogni tanto ascoltavo i cavalieri parlare ma non capivo. Perchè mai ci avevano fatto prigionieri? La giustizia insegna che qualcuno che abbia compiuto un peccato o delitto sarebbe stato punito, ma noi quale avevamo compiuto?
Il Calars emanava vapore caldo, il caldo iniziò a farsi pesante, poi all'improvviso...freddo, nuvole. Era una sensazione strana, il sudore causato dal vapore caldo del Calars e anche dalla paura dava una sensazione strana addosso a contatto con il vento freddo.
"Per favore, lasciateci liberi" urlai ai cavalieri, ma loro non ascoltavano.
Chiusi gli occhi...quella era una lenta agonia.
Un tratto, una piccola luce proveniente dalle nubi mi sfiorò il viso..il Sole sembrava volesse consolarmi o parlarmi. Le nuvole prendevano sembianze strane e d'un tratto davanti a noi si presentò una città..era meravigliosa. "Mio Dio pensai...mai ho visto una città del genere, non ricordo nemmeno nei miei studi col maestro so solo che è affascinante..ma chissà potrebbe essere pericolosa. Dove vorranno portarci ora? In qualche prigione immagino, che destino questo, ho peccato forse perchè ho voluto vedere ciò che vi è aldilà del mondo?" pensai. E fissavo quelle cupole dei colori ambrati propri del bosco, e gli elementi dell'oro e argento, cosi diversi tra loro, uno luminoso e l'altro freddo...la porcellana e mille altre bellezze.
E una laguna e il rumore scrosciante delle cascate che voleva rasserenare il mio animo inquieto.
Melisendra
01-02-2012, 18.43.29
Osservai un'ultima volta il sole che rifletteva i ruoi raggi sulle mura di quel luogo.
"Non vedo niente di buono nel colore dei raggi del sole morente... e il vento soffia triste lontano da qui. L'acqua è muta." Una folata di vento si portò via le mie parole e gonfiò i veli della mia tunica. "C'è qualcosa... in questo luogo immobile... qualcosa che nessuno riesce a pronunciare..."
Si era alzato il vento. Forse ancora riuscivo a sentire le voci lontane che mi portava. E forse lui riusciva a sentire me, come quando mi accarezzava e giocava con la superficie dell'acqua del fiume.
Ondeggiai su me stessa, come se volessi volare via e lo sentii avvolgermi. Accompagnò i miei movimenti, come un danzatore. O come la carezza d'addio di un innamorato.
Danzammo insieme finchè, con un bacio leggero sulla mia guancia, non volò via, mentre la sera si avvicinava sempre di più.
"Non mi abbandonare..." mormorai... "Digli che mi dispiace!" Lo pregai.
elisabeth
01-02-2012, 20.42.06
Semmai il viaggio di un uomo fosse segnato dal tempo il mio era segnato dallaconsapevolezza...." Grazie Altea poter contare su qualcuno e' la cosa piu' importante al mondo...non ci sono beni terreni che possono ricompensare l'amicizia di una persona nella sua piu' grande lealta'.....ce la faremo perche' al mondo nulla abbiamo fatto....ecco perche' ce la faremo ".......e cosi' fu il grido di Altea ai cavalieri e il loro silenzio.....la vita di Daniel...appesa al tempo, al tempo che non esiste...........e poi la magnificenza,la visione eccelsa di mondo capovolto...il riflesso dell'immensa ricchezza alchiarore delle nuvole...come cielo cosi' in terra.......avevo freddo, eppure rivoli di sudore percorrevano le parti pu' intime della mia pelle.......freddo e caldo....tutti i sensi erano svegli ...e Al suono del corno le porte furono aperte..e il carro degli impuri entro' nelle mura della citta'.......tutto doveva rimanere cheto in me, nessuna perdita di forze, perche' sapevo che giustrizia sarebbe stata fatta.......forse avremmo dovuto lottare per ottenerla.....ma forse questo doveva essere...per un' Altea che aveva sete di conoscenza..per un Daniel che avrebbe dovuto imparare l'umilta' e il rigore dell'anima....e per me ..perche' forse non avevo sofferto abbastanza......." Altea.....ricordatevi che conoscere voi e' stata un dono del cielo.....mi siete stata vicina anche qundo avete dubitato di me......ed ora siamo pronte ad andare avanti...l'inizio della storia sta solo prendendo forma".......e il carro continuava ad andare avanti
Altea
01-02-2012, 21.46.46
Il carro continuava ad andare avanti, guardando Elisabeth, i suoi occhi parlavano da soli, e solo chi ha l'animo puro ha il potere di farlo. Le sorrisi, per celare la mia paura.
Guisgard
02-02-2012, 01.33.03
Cavaliere25 aveva finalmente ripreso i sensi.
Si era ritrovato da solo in mezzo a quella selva e i suoi compagni di viaggio, Elisabeth, Altea e Daniel, sembravano essere spariti.
Davanti a lui però vi era un uomo.
Era alto, di robusta costituzione e indossava un saio.
Aveva occhi penetranti con i quali fissava il boscaiolo.
“Sembra che il Calars” disse il chierico “abbia attirato un bel pò di visitatori da queste parti…” sorrise “… vuoi forse seguire le orme di Giacobbe o di Mosé? O magari ti hanno venduto i tuoi fratelli, come accadde a Giuseppe? Ma hai fatto male ad avventurarti in questi luoghi… loro avevano il favore di Dio!” E scoppiò a ridere.
Guisgard
02-02-2012, 01.36.20
Il padrone fissò Melisendra che si avvicinava.
Il vento accarezzava i suoi capelli e la veste che la copriva.
“Avete ordini per me, signore?” Chiese Heyto, come chi è pronto a congedarsi.
“Si, stasera sarò occupato a causa di una certa faccenda.” Rispose il padrone. “Farai tu compagnia a Melisendra. Esaudisci ogni suo desiderio.”
“Sarà fatto, mio signore.” Chinandosi col capo Heyto.
Il signore del castello fissò per qualche altro istante Melisendra, per poi allontanarsi ed uscire dal giardino.
“Allora, Melisendra…” sorridendo Heyto “… come preferisci trascorrere questa sera?”
Guisgard
02-02-2012, 03.19.48
La compagnia dei Tulipani entrò così in quella magnifica e fiabesca città.
Elisabeth, Altea e Daniel erano partiti col Carrozzone di Goz per raggiungere le leggendarie sorgenti del Calars, ma ora, dopo quel lungo viaggio, avevano finalmente visto quel luogo, scoprendo quell’incredibile città tra le acque ed il Cielo.
Appena la compagnia attraversò la grande porta della città, Elisabeth, Altea e Daniel videro un maestoso arco, con al centro una lastra di marmo finemente incisa, che recava la scritta:
“Porta della Concordia”
Nel vedere entrare il manipolo di cavalieri con quei prigionieri, la gente che affollava le strade della città si avvicinò incuriosita.
La compagnia avanzò attraverso la grandiosa strada lastricata che tagliava in due la città, tra l’attenzione e lo stupore del popolo.
“Sono loro, milady?” Avvicinandosi un ragazzino alla donna cavaliere che guidava la compagnia. “Sono i nostri nemici? Li avete catturati? Siamo salvi dunque?”
Ma la donna ignorò quel ragazzino.
Tutti fissavano quei tre prigionieri.
Li fissavano con stupore, curiosità, diffidenza.
La strada pullulava di passanti che come greggi irregolari riempiva ogni angolo ed ogni passaggio.
Un grande bazar correva sul lato sinistro della strada, nel quale si accalcava una ressa senza precedenti.
Odori e profumi, essenze ed aromi, colori e bagliori riempivano quel luogo, attirando gente come la luce richiama le falene.
Superata quella moltitudine, i cavalieri con i loro prigionieri salirono l’Agorà, che sorgeva al centro della città e ne era il suo punto più alto.
Da lì era possibile vedere il camminamento che correva sulla cinta muraria e parte del favoloso paesaggio che circondava la città.
Al centro della piazza dominava la maestosa cattedrale, di un’architettura tanto prodigiosa quanto ignota alle nostre conoscenze.
Accanto a questa, sempre nel centro della piazza, si ergeva il magnifico palazzo reale.
Una superba costruzione che sembrava eretta per raggiungere i Cieli.
Costruita con una pietra sconosciuta nelle nostre terre, che emanava, a contatto con la luce del giorno e sotto gli effetti dei caldi fumi del Calars, un alone cangiante e multicolore.
Ben sette torri racchiudevano il perimetro del palazzo e da ciascuna di esse scaturiva un colore diverso: rosa perla, verde acqua, azzurro madreperla, pallida aurora, bianco puro, viola crepuscolare e vermiglio tramonto.
E tra il palazzo e la cattedrale stava una statua di superbe fattezze, sul cui piedistallo si trovava una lastra dai riflessi di ametista e argento.
E sulla lastra erano incise queste parole:
“A Vigilyo,
che brevemente vegliò su
questa città e per sempre
veglierà nella sua anima.
Regina Destefya”
Arrivati davanti al palazzo, si fecero avanti alcuni valletti.
“Salute a voi, lady Shoyo.” Salutò uno di quelli nel vedere la donna cavaliere.
“Abbiamo qui dei prigionieri…” disse lei “… avvertite lord Goxyo."
Il valletto annuì e i cavalieri con i tre prigionieri furono fatti entrare nel palazzo reale.
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Altea
02-02-2012, 09.18.50
Entrammo nella città magica e surreale..."è un sogno" pensai "e presto mi sveglierò da dove sono venuta e vicino alla mia arcigna madre"..il carro procedeva, la gente ci attorniava..nemici?? liberazione? Ma come ci accusavamo di crimini senza prima sapere chi fossimo, guardai Elisabeth e continuai a starmene zitta...ero troppo nervosa per apprezzare lo scintillio, lo sfarzo di quella città, il bazar era stupendo, volevo correrre con quella gente e poter godere di quei profumi dolci e inebrianti. Ci trovammo di fronte al palazzo, le porte si aprirono, dentro rispecchiava la bellezza di quella città, le pietre più belle risplendevano. Finalmente il nostro viaggio sembrava avessi avuto fine, i cavalieri fecero chiamare un milord, forse era il padrone del castello?? Non mi importava più di niente...ma speravo almeno egli avrebbe ascoltato le nostre ragioni.
cavaliere25
02-02-2012, 12.42.47
ma voi chi siete e cosa potete capire dei miei amici dissi ci siamo persi lungo il viaggio ancora non mi avete detto come vi chiamate e csa ci faccio qui io ero insieme a due clerici avevo una missione da portare avanti ma a quanto pare il destino mi a giocato un brutto scherzo e abbassai lo sguardo e rimasi zitto
Parsifal25
02-02-2012, 14.51.46
"Il viaggio sarebbe terminato presto"..... avreì voluto dire al Maestro, ma non potevo ancora dirlo. Non avevo ancora avuto modo di presentargli la lettera che ho trovato e ciò che ero riuscito a scoprire da qual libro che mi era stato donato.
Sarebbe stato l'attimo buono, ma ad un tratto la spada del Maestro Redentos vibrò nell'aria ed io, puntaì e caricaì il mio arco verso il cespuglio. La figura che avanzava era tozza e muscolosa, quell'immagine non mi era nuova.
Improvvisamente la luce del fuoco scandagliò quell'ombra, era il nano che avevo liberato.
"Messere che ci fa qui? Adesso è libero di andare dove vuole perchè ci ha seguito. Spero non abbia qualche intenzione sul libro che mi ha visto."
elisabeth
02-02-2012, 15.53.47
Il carro andava avanti ed entrammo in citta' la cosa mi lascio' indifferente, la gente voleva i colpevoli......e in quel carro sembravamo delle bestie, ed era quello che mi stava dando un fastidio senza precedente, non ci avevanoneanche dato il tempo di aprire bocca e gia' ci condannavano.......Umano...spaventosamente umano.....il volto di Daniel era bianco....come la neve mai calpestata.....avevo paura per lui, ma la paura avrebbe frenato le mie doti e dovevo essere forte....." Altea, vi siete irrigidita, purtroppo non e' un sogno.......sarebbe stupendo se cosi' fosse e invece eccoci in Piazza ad aspettare una sentenza......Saro' una vecchia maga da strapazzo eppure sento ancora un filo di buona energia......forse ci sara' chi ascoltera' le nostre parole.....forse ci sara' chi non lascera' morire mio figlio.....Voglio vedere il sorriso sul vostro volto in noi non c'e' peccato...."......non potevo stringerle la mano...eravamo incatenate da ore....ma Altea sapeva che sopra le nuvole c'e' sempre il sole......
Talia
02-02-2012, 16.01.11
Successe tutto in fretta... il fumo, che aveva iniziato a filtrare appena tra le assi del pavimento, in breve tempo riempì la stanza e l’aria divenne irrespirabile...
Il servitore perse la testa... iniziò a gridare e a correre da una parte all’altra della stanza... io no... io, pietrificata dal terrore, mi accostai ad una parete e lì rimasi... lo osservavo... lo osservavo con gli occhi sbarrati, incapace di muovermi e di parlare...
Infine, sempre più in preda al panico, l’uomo scivolò, perse l’equilibrio e precipitò giù dalla finestra che aveva appena aperto...
Gridai.
Il fumo intanto stava saturando l’aria della stanza... iniziai a sentirmi debole, sempre più debole... non riuscivo più a respirare.
Lingue di fuoco lambivano le pareti, incendiando i tendaggi e gli arredi lignei... il seggio aveva preso fuoco così come il tavolo...
E lentamente, un po’ per la paura e un po’ per la mancanza d’aria, mi accasciai sul pavimento.
Ad un tratto la ragazza vide qualcosa tra le fiamme.
Due occhi fiammeggianti, come se un demone stesse emergendo da quell’Inferno.
“Talia!” Gridò all’improvviso una voce. “Talia, dove sei? Talia!”
Un attimo dopo, quegli occhi fiammeggianti che Talia aveva visto, emersero dal fuoco ed un superbo felino balzò nella stanza.
Quell’animale attraversò le fiamme con un solo balzo, fermandosi proprio di fronte a me...
Lo fissai per appena un istante, poi mi concentrai su quella voce... quella voce che avevo sentito e che mi stava chiamando...
Era reale quella voce, mi chiesi, o soltanto frutto della mia immaginazione?
“Guisgard...” mormorai, con la poca aria che mi era rimasta “Guisgard... sono qui... aiuto!”
Guisgard
02-02-2012, 16.01.39
Il chierico fissò Cavaliere25 e poi scosse il capo.
“Volevate fare una gita di piacere sul Calars?” Con tono di rimprovero. “Solo gli stolti affrontano una natura avversa! Come vi sentite?” Domandò poi al boscaiolo. “Potete muovervi? Tra poco farà buio e non è prudente restare qui.”
Guisgard
02-02-2012, 16.30.38
Il fuoco.
Consumava tutto, compresa l’aria.
Talia, infatti, faticava a respirare e pian piano anche a vedere davanti a sé.
Poi, all’improvviso, quell’animale emerse dalle fiamme.
Un ruggito e poi i suoi occhi sulla ragazza.
Poi quella voce che Talia riconobbe.
Un attimo dopo, guidato dalla voce di lei, apparve il cavaliere.
Si calò il cappuccio e si avvicinò a lei.
“Come stai, Talia?”
Sheylon ruggì nuovamente: tutto sembrava sul punto di crollare.
Guisgard si tolse il mantello e con quello avvolse la testa e le spalle di Talia.
Prese con sé la ragazza e seguì la sua tigre che si lanciò tra quelle lingue di fuoco.
Di corsa scesero le scale che già scricchiolavano sotto quell’Averno di fiamme.
Fortunatamente il dongione, dove era stata rinchiusa Talia, fu la parte che più resistette all’incendio.
Così, i due, preceduti dalla tigre, raggiunsero prima il cortile, poi il portone e si ritrovarono finalmente fuori da quella trappola incandescente.
Pochi istanti dopo e gran parte del castello crollò orma carbonizzato.
“Come stai, Talia?” Ansimando Guisgard. “Ma cosa ti è saltato in mente?” Cambiando umore e accigliandosi. “Perché sei venuta da sola in questo posto? Cosa volevi fare? Se ti fosse accaduto qualcosa?” Avvicinandosi e stringendola per le braccia. “Rispondi! Rispondi Talia! Perché non sei venuta prima da me?” I suoi occhi erano ancora lucidi a causa del fumo che avevano attraversato.
Ma incontrati quelli di lei, in breve ripresero il loro colore naturale ed anche l’animo del cavaliere si rasserenò.
“Li…” mormorò “… li ho uccisi tutti… chi non è caduto sulla mia lama è poi morto tra le fiamme…” parlava come se volesse scacciare la paura.
La paura di averla persa.
Ad un tratto un brontolio seguito da un grugnito.
“Già, mi stavo dimenticando di te…” fece il cavaliere voltandosi verso la sua tigre “… si, hai ragione, amico mio… non vi siete ancora presentati… Talia, questo gattone è Sheylon!”
Daniel
02-02-2012, 17.55.59
Il carro ci porto in una mistica città magica.. Sentivo la magia dappertutto.. Non avevo più le orze.. Lo sentivo stavo per morire.. Col pensiero chiamai Elisabeth e Altea e dissi:
"Elisabeth.. Se non avessi mai intrapreso questo viaggio non ti avrei mai conosciuta.. E quindi anche se ho erso la vita sono contento di aver conoscuto mia madre.. Non dirmi di resitere perchè ormai è inutile.. Sento l'energia che mi abbandona mi rimane poco.. Vorrei abbracciarti per un ultima volta ma non possiamo.. BEh.. Addio.."
Detto questo mi ritirai nella mia mente e lì sul pavimento di uno schifoso carro aspettavo la morte..
Guisgard
02-02-2012, 21.21.15
Elisabeth, Altea e Daniel furono fatti scendere dal carro e ancora incatenati condotti in una monumentale sala.
Due fila di colonne di granito correvano fino ad un alto e vasto abside, nel quale stava un sontuoso seggio.
Daniel non riuscì nemmeno a fare un passo e cadde a terra senza forze.
“Alzati, cane!” Gli intimò uno di quei cavalieri.
“Non ne ha la forza.” Disse lady Shoyo. “Aiutatelo… deciderà lord Goxyo sulla sua sorte e su quella di queste due donne.”
Daniel fu così aiutato da due cavalieri.
I tre prigionieri furono poi condotti davanti al seggio sotto l’abside.
Un attimo dopo, da una tenda laterale, uscì un cavaliere.
Era alto e magro.
“Lady Shoyo…” sorridente questi “… vedere voi è come restare incantati davanti alla Luna…”
“Un uomo come voi, sir Kojo, non si lascia certo incantare dalla Luna…” rispose la donna.
“Eh, milady…” scuotendo il capo lui “… quell’armatura può ingannare gli altri, ma non me… sotto quell’acciaio si nasconde una donna… una bellissima donna…”
“Sir…” quasi incurante lei “… posso sciogliere ogni vostro dubbio in qualsiasi momento, circa il mio valore cavalleresco… scegliete voi il luogo e duelleremo.”
“Il luogo?” Ridendo lui. “Ma io già so dove vorrei affrontarvi, mia bellissima Clorinda… nelle mie stanze!” E rise di gusto.
“Mi concedete un vantaggio, dunque!” Fissandolo lei. “Lì siete di sicuro meno pericoloso, che sul campo di battaglia!”
A quelle parole, il cavaliere restò in silenzio.
“Voglio vedere lord Goxyo.” Disse Shoyo. “Subito.”
In quel momento entrò un valletto.
“Miei signori, sua maestà vuole che siano condotti a lei i prigionieri.” Annunciò il nuovo entrato.
“Dite alla regina” replicò Kojo “che penseremo noi ai prigionieri.”
“Perdonatemi, miei signori…” spiegò il valletto “… ma ella insiste…”
Shojo annuì e fece cenno ai suoi di condurre i prigionieri nella sala del trono.
“Dannazione…” mormorò Kojo “… quando impareranno che ora comandiamo noi!”
Shojo lo fissò, per poi seguire i suoi uomini verso la sala del trono.
Così, Elisabeth, Altea e Daniel furono portati nella stanza più importante del palazzo.
Mosaici, dipinti e arazzi con scene di caccia e di guerre animavano le sue pareti, mentre centinaia di candele ardevano in candelabri d’oro massiccio come se fosse mezzogiorno.
Larghi finestroni correvano tutti intorno al soffitto e sotto ciascuno di essi vi era una pianta dai frutti sconosciuti per noi abitanti del mondo al di qua del Calars.
Tre sontuose fontane abbellivano la sala con getti d’acqua colorata e con ogni specie di fiore che galleggiava tutt’intorno.
In fondo alla sala c’era il magnifico trono, tutto in oro bianco, corallo e giada, sul quale erano adagiate pelli d’ermellino.
E una bellissima donna era seduta su quel seggio.
“Portate qui i prigionieri.” Ordinò.
I tre furono allora condotti davanti a lei.
“Pensiamo siano spie, maestà.” Disse Shoyo.
“Spie?” Fissandola la donna sul trono. “E per conto di chi?”
“Dei nostri nemici, mia regina.”
“Ignoravo che i demoni si servissero di spie.” Disse la regina. “Quel ragazzo sanguina ed è pallido.” Fissando Daniel.
“Si è meritato quella punizione.” Spiegò Shoyo.
“Se non erro non sono stati ancora dichiarati colpevoli.” Replicò la regina. “E fino a quando ciò non avverrà, saranno trattati con umanità. Medicate quel ragazzo.” Ordinò ai suoi servi la regina.
Daniel fu così condotto in una stanza per essere medicato.
“Chi siete?” Domandò la regina ad Elisabeth e ad Altea. “Parlate! Come e perché siete giunti qui?”
http://pad.mymovies.it/cinemanews/2009/7726/cate_blanchett.jpg
Altea
02-02-2012, 21.47.10
Ci accompagnarono per i lunghi corridoi di quel palazzo...si sentivano solo i nostri passi pesanti, guardavo Daniel, stava male...temevo per la sua vita.
Ci fecero accomodare in una sala e apparve un misterioso uomo, con mia sorpresa si mise a proferir parole d'amore con la donna cavaliere..."Che sciocchezze" pensai "Noi stiamo qui a pensare alla nostra sorte e loro amoreggiano come niente fosse?" Guardai Elisabeth, se solo avessi potuto parlare...ma ad un tratto entrò un valletto, parlando di una regina. Capii dalle parole che non scorreva buon sangue tra loro e la loro regina, come se forse si fossero impossessati di quel regno o stessero tramando qualcosa.
Seguimmo la donna guerriera, che capii si chiamava Lady Shoyo, e ci fece accomodare in una stanza veramente sontusa, guardai il soffitto e rimasi a bocca aperta...ma che meraviglia, sopra di me sembrava scorrere il Calars con la sua bellezza...ma una voce mi destò, una voce alquanto benevola..era la regina, mai vidi una creatura cosi meravigliosa, elegante ed eterea, sembrava uscita da una favola.
Ella si premurò della salute di Daniel e pure della nostra sorte...e poi si rivolse a Elisabeth e me, lanciai alla mia compagnia di venture uno sguardo d'intesa.
Feci un leggero inchino..."I miei omaggi...vi ringrazio prima di tutto per averci accolto con benevoli parole. Non sappiamo perchè ci troviamo qui, ma vi giuro che siamo venuti in pace, e infatti Daniel fu ingiustamente punito. Siamo partiti da una città lontana, in una specie di barca dove un uomo, messer Goz, voleva scoprire cosa vi fosse al di là del Calars...ma la sventura ha voluto che la nave affondò e noi naufraghi ci trovammo ignari nelle vostre Terre." Non avevo più la forza di parlare, ella mi fissava e mi spiazzava.
elisabeth
02-02-2012, 22.12.04
Daniel stava veramente male,ormai era alla fine le sue forze stavano per svanire.....abbracciarti Daniel '...ti abbraccero' perche' starai davanti a me come il giovane sano e robusto che sei........si accascio' sul pavimento e il mio cuore fu trapassato da una lama.....i soldati lo aiutarono e noi fummo sospinte all'interno di un palazzo magnifico....mi rizzai sulla schiena nonostante avessi mani e caviglie con i ferri......Un Cavaliere apparve e tenne con la donna che ci aveva catturato una conversazione ben articolata.....ognuno voleva sfidarsi a duello...lei con la spada lui tra le lenzuola......e come animali attendemmo la fine della nauseabonda discussione......quando un valletto ci rese onore con la fine della discussione e nonostante il malcontento della Donna fummo introdotti nella sala del Trono......Una Donna stupenda dall'incarnito simile all'alabastro sedeva sul trono....una donna con una grande forza interiore.....il suo animo ebbe pieta' di Daniel e il mio pensiero ebbe motivo di gioia....la ricchezza di quel luogo era d ala sciar senza parole, un sogno dove l'arte di mille scalpellini...di orafi e vasai....uniti a grandi esperti di tessuti...diventava realta'...Altea prese la parola e spiego' l'accaduto....quando mi accorsi che era il mio turno..il silenzio in quel momento non aveva valore..........mi avvicinai ancor di piu' ad Altea....." La mia amica ha spiegato cosa ci e' successo.....forse la nostra poca umilta' ci ha portato a desiderare di varcare le porte di questo mondo......ma e' stata la natura stessa a trascinarci da questa parte......un'onda ha fatto si che ci ritrovassimo sulla vostra terra...tra le acque calde......siete stata clemente col ragazzo, avete il senso della giustizia, non siamo spie....non conosciamo i vostri nemici perche' non conosciamo i vostri amici.............la natura stessa non vi ha protetto....."........Speravo tanto che nessuno mi riconoscesse, infondo malconcia com'ero sarebbe stato impossibile...il mio sguardo si poso' su quella donna Clorinda...cosi' mi sembrava si chiamasse.....e se noi fossimo solo un modo per poter distrarre la Regina....da lei ?...chi era lavera spia.....
Guisgard
03-02-2012, 01.45.06
Il nano avanzò verso il fuoco fissando Parsifal.
“Non allarmatevi, miei signori.” Disse ai due che gli puntavano contro le armi. “Vedete, noi nani abbiamo un codice di comportamento e da questo dipende il nostro unico vero bene… l’onore. Voi mi avete aiutato a fuggire, messere” fissando Parsifal “ed io sono in debito con voi.”
“Non hai alcun debito, nano.” Fece Redentos. “Anzi, forse ne abbiamo noi uno con quegli zingari, visto che ti abbiamo sottratto a loro.”
“Ero stato rapito da quegli individui, cavaliere” replicò il nano “e grazie a voi ora sono tornato libero.”
“E sia, allora.” Fissandolo Redentos. “La questione è dunque chiusa. Sei libero e vai con Dio.”
“No, cavaliere… sono in debito con il vostro amico” indicando Parsifal “ed il mio onore mi impone di seguirlo fino a quando non mi sarò sdebitato.”
Redentos si accorse che quel nano era alquanto determinato.
“E in che modo pensi di sdebitarti?” Domandò il cavaliere.
“Ripagando con la stessa moneta… salverò anche io la vita a questo ragazzo.”
“Sei dunque un guerriero?”
“No, un bardo.” Rispose il nano. “E questa è la mia sola arma.” Mostrando una crotta.
“Vuoi riscattare il tuo debito suonando e componendo versi?” Sorridendo Redentos.
“Lo riscatterò come il Cielo me ne darà la possibilità, milord.”
“Qual è il tuo nome?”
“Avid, il nano, milord.”
“Cosa ne pensi?” Chiese Redentos a Parsifal. “Accettiamo i suoi propositi?”
Guisgard
03-02-2012, 02.04.15
La regina ascoltò prima le parole di Altea e poi quelle di Elisabeth.
“Che storia assurda!” Esclamò Shoyo. “Nessuno può navigare da Sud il Calars! E se anche fosse, nessuno ne uscirebbe indenne!”
“Vi siete eretta a giudice, milady?” La interruppe la regina. “Cosa sapete di queste persone? Solo che si trovavano nella selva, mi sembra di capire…”
Shoyo chinò il capo in segno di rispetto.
“La loro storia” continuò la regina “mi sembra molto simile a quella narrata dall’uomo dei cigni… anch’egli scambiato da voi per una spia…” fissando la donna cavaliere.
“E infatti ne sono ancora convinta, maestà.” Disse questa. “Come sono convinta che queste due donne mentono.”
“Vedremo…” fece la regina “... per ora resteranno al palazzo, come è accaduto per l’uomo dei cigni. Nel frattempo decideremo la loro sorte.”
“Lord Goxyo forse non approverà…”
“Sono io la regina!” La zittì la sovrana. “E ho parlato. Così sia scritto e così sia fatto.”
Shoyo chinò di nuovo il capo davanti alla monarca.
“Resterete qui a palazzo” disse la regina fissando Elisabeth e Altea “e sarete libere di muovervi fra le sue mura… ma per ora non vi sarà concesso di uscire.” E diede ordine ai servi di togliere loro le catene.
Guisgard
03-02-2012, 02.11.59
Daniel fu condotto in una stanza per essere medicato.
“Cosa è accaduto a questo ragazzo?” Domandò un uomo ai due servitori che avevano portato lì Daniel.
“Ha avuto la sfortuna di incontrare i cavalieri di lady Shoyo.” Rispose uno dei due servi. “Dottore, fate attenzione, potrebbe essere un nemico.”
“Va bene…” annuendo l’uomo “… andate pure… mi occuperò io di lui…”
Daniel aveva perso molto sangue e la ferità cominciava ad infettarsi.
L’uomo allora sterilizzò il taglio e coprì la carne ancora viva con stoffa essiccata e poi bruciata, mista a fango e sughero.
Vi aggiunse poi alcuni unguenti particolari per fermare una possibile emorragia.
Dopo un pò Daniel riprese finalmente i sensi.
“Ben svegliato, ragazzo mio!” Disse l’uomo. “Ne avevi di sonno, eh!” E rise di gusto.
Parsifal25
03-02-2012, 02.29.13
Rimasi esterefatto da quelle parole, io ho solo fatto il mio dovere..... un uomo non può privare la libertà ad altri uomini. Essa è il dono più grande.
"Maestro..... ho solo svolto il mio dovere e rispettato ciò che mi diceva il cuore. Non penso di meritare tutto ciò."
Riposi l'arco e dissi: "Messere, crede veramente che possa essere insignito di ciò?" chiesi al nano.
"Servendo me.....e come foste di nuovo prigioniero, ne vale la pena?"
Fissaì il Maestro e dissi:
"Maestro..... può unirsi a noi? Ma non come servo bensì come amico"
Tali parole sembravano stemperare il sospetto che avevo.... ma non era così. Il libro prestatomi non doveva cadere nelle mani di persone che avrebbero pensato a se stessi. Scopriremo con il tempo quali sono i suoi intenti. Per adesso, ci segua dissi tra me e me.
Guisgard
03-02-2012, 03.15.42
Redentos sorrise a quelle parole di Parsifal.
“Hai sentito, Avid?” Fissando poi il nano. “Ti unirai a noi come amico, non come servo.”
“Di più non posso osare chiedere.” Rispose il nano. “Preferirei avere al mio fianco un amico fraterno, anziché mille servi. Madonna Amicizia mi aiuterà a sdebitarmi col vostro giovane amico.”
Redentos allora invitò il nano a scaldarsi accanto al fuoco insieme a loro.
“Siete cavalieri erranti, miei signori?”
“Una specie…” sistemando altra legna sul fuoco Redentos “… del resto ogni cavaliere è sempre in cerca di qualcosa…”
“E voi di cosa siete in cerca, di grazia?”
“Non sono poi tanto diverso da te, buon nano…” rispose Redentos “… la differenza è che tu vuoi sdebitarti, mentre io invece devo riscuotere un credito…”
“E a chi domanderete quel credito, milord?”
“A Dio Onnipotente…”
Il nano si segnò tre volte e così fece anche Redentos.
“E dove riscuoterete il vostro debito?”
“In un luogo tanto lontano e ignoto” fissando l’immensità della notte il cavaliere “che nessuno sembra conoscerlo… un luogo chiamato Tylesia…”
“Tylesia…” ripeté il nano “… la città posta tra le acque e i Cieli…”
Redentos lo fissò turbato.
“Conosci quel luogo?” Domandò quasi incredulo.
“Ne conosco la fama, milord…” rispose il nano “… e forse anche la sua ubicazione…”
Altea
03-02-2012, 09.08.35
Elisabeth continuò dove io non ebbi coraggio di parlare più, la Regina sembrava benevola, e iniziò una accesa discussione con Lady Shoyo, quella donna non mi piaceva per niente, doveva celare qualche mistero.
Poi udii parlare di un uomo dei cigni...."Goz?" pensai....volevo esporre alla regina che il capitano della nave era proprio lui, ma pensai che forse dovevo aspettare il momento giusto.
La regina ordinò di liberarci, finalmente potevo sentire le mie mani e i piedi liberi.."Vi ringrazio..maestà, grazie per averci dato una possibilità." Ma non ero sicura dentro di me, dovevo stare attenta alla donna cavaliere e il suo seguito.
Daniel
03-02-2012, 09.35.02
Mi svegliai in una specie di studio medico.. Stavo un pò meglio ma mi sentivo ancora male.. Prima non ero molto cosciente di ciò che mi accadeva ma ora sì.. Mi guardai la mano e urlai..
<<AAAAH! DOV'è LA Mia MANO?'>>
Guardai con occhi disperati quell'uomo che rideva..
elisabeth
03-02-2012, 11.40.06
Lady Shoyo era oltremodo contrariata, era come se dovesse trovare dei colpevoli ad ogni costo e piu' ne trovava piu' la sua strada sarebbe stata sgrombra per i suoi strani piani, la Regina era una donna saggia. Potei avvertire cio' che succedeva a Daniel, era stato portato dal Cerusico e lo aveva medicato con cio' che il bosco gli aveva donato.......evitandogli un'emorragia.......era sveglio e florido la sua forza potevo sentirla vibrare in tutto ill mio essere.....la mia mente si mise in contatto con la sua.." Daniel....ascoltami ti prego...sii cordiale col cerusico..non esplodere nella tua arte magica, scopriamo prima cosa succede e bada nessuno deve sapere chi sei...forse e' l'unico modo per uscire vivi da questa storia.."...cosi' la mia mente invase Daniel........" Mia Regina vi ringrazio per averci dimostrato il vostro intendere la giustizia.....nessuno di noi due oltrepassera' mai le mura della vostra citta', chiedo solo di poter vedere il ragazzo..la sua salute mi sta molto a cuore....spero che lady Altea sia felice di accompagnarmi......e inoltre desidero dirvi che madre Natura ha un suo disegno...e alle volte cio' che noi sembra impossibile..puo' veramente accadere...essere qui e' stato solo un suo volere...".......liberata dalle catene mi massaggiai i polsi..erano doloranti ma meglio il dolore che una morte spietata e Lady Shoyo.....sapeva come infliggere pene dolenti ai suoi nemici.........Chi ero lo avrei tenuto in serbo.....a tempo debito i conti si sarebbero pareggiati.........la pazienza conduceva alla saggezza e la saggezza apriva le porte all'equilibrio....ogni cosa avrebbe trovato posto.....mi voltai verso Altea " Cara amica mia un po' di respiro in questo momento di grande affanno.....voi e mio figlio siete sato il dono piu' bello e solo per un Taddeo....".....
cavaliere25
03-02-2012, 11.49.59
si dissi posso muovermi guardando quel uomo poi io non ero a fare una gita ero in cerca di lavoro in città e incontrai due monaci che erano diretti in un posto per costruire una chiesa è la prima volta che vedo questi posti non li conosco voi dove alloggiate? sapete dopo posso passare la notte ? chiesi e aspettai la risposta
Parsifal25
03-02-2012, 14.26.33
Avid conosceva il luogo che il Maestro Redentos ricerca da anni...... ecco perchè riconobbe quel libro.... Avid conosceva leggende, magie e arcani misteri, il mio sospetto andava declinando, ma era meglio essere accorti.....
Interuppi il silenzio per informare il Maestro dei risultati sulla mia ricerca in quel monastero.
"Maestro, ho trovato molte traccie e risolto molti enigmi in quella biblioteca.... penso sia giunto il momento di conferire."
Tiraì fuori il mio diario di viaggio e gli spiegaì il significato mistico di quel crine.
"Ecco qui, il crine di cavallo che abbiamo ritrovato presso la casa nella radura, è una pratica pagana. La leggenda narra che un demonio che sconfinava nella valle indisturbato creò codesto amuleto. Serviva per renderlo forte ma nello stesso tempo per condannarlo.... infatti tale pratica venne attuata da un contadino che appendendo un crine di cavallo fuori la porta per evitare di essere ucciso, obbligò il demonio ad intrecciarlo e ad allontanarsi da qual luogo"
Inoltre dal diario stesso tiraì fuori la lettera che avevo trovato e la consegnaì al mio Maestro
"Maestro le consegno anche questa lettera.....non ho aperto perchè Lei la doveva prima vedere. Ecco a lei...... "Di Lattanzio Falcone, sul resoconto dei padri domenicani oltre il Calars"
Guisgard
03-02-2012, 15.12.27
Daniel si svegliò di colpo e cominciò ad urlare.
“Già, la tua mano…” disse l’uomo che l’aveva medicato “… è stata tagliata di netto e attorno alla manica c’erano tracce di erbe e fiori particolari... ti hanno catturato nella selva sul Calars, vero?” Si avvicinò al giovane apprendista e controllò il polso del ragazzo. “Si, l’infezione si è arrestata… guarda il lato positivo, non hai più una mano, ma almeno la cancrena non ti mangerà anche il resto del corpo.” Lo fissò. “Chi sei? Perché ti hanno mozzato una mano?”
Guisgard
03-02-2012, 15.23.38
Il chierico fissò Cavaliere25 ed abbozzò un sorriso.
“Cerchi dei monaci ed un luogo per dormire?” Dandogli la mano ed aiutandolo ad alzarsi da terra. “Allora oggi è il tuo giorno fortunato, ragazzo! Andiamo, non è tanto sicuro restare qui.”
I due, così, attraversarono un tratto di quella selva, fino a raggiungere un grosso spuntone roccioso sul quale era addossata un’antica costruzione.
Si trattava di un qualche edificio di origine militare, adattato a chiesa.
Il chierico aprì la pesante porta e fece segno al boscaiolo di entrare dentro.
Richiusa la porta alle loro spalle, l’uomo riavviò il fuoco nel cammino e mise una pentola accanto al fuoco.
“Riscaldati pure…” disse poi a Cavaliere25.
Ma proprio in quel momento, il boscaiolo vide una piccola scatola in legno adagiata su un mobile: era la stessa che avevano i due monaci, Jovinus e Plautus, saliti con lui sul Carrozzone.
Daniel
03-02-2012, 18.44.57
La mia mano? L'avevano tagliata? Mi alzai di scatto e iniziai a correre in tondo urlando:
<<Lamiamanolamiamanolamiamanolamiamanolamiamanolamia manolamiamanolamiamanolamiamano>>
L'uomo mi guardava male ma io ero nel panico non avevo più la mano!
elisabeth
03-02-2012, 19.02.57
Mi si rizzarono i capelli sulla testa..le urla furiose di Daniel mi arrivarono come fulmini a ciel sereno......incominciavi a diventare ansiosa...dovevo trovare Daniel....." Mia Regina se permettete io mi congederei......ore su quel carro in catene....ho bisogno di camminare.....che ne dite lady Altea, ci sono giardini stupendi e fontane dagli zampilli di acqua pura.....andiamo a medicare il nostro corpo e la nostra anima...con queste stupende visioni....".....feci un inchino ed attesi che Altea salutasse
Altea
03-02-2012, 19.06.28
Ad un tratto sentii delle urla di ragazzo...sembravano quelle di Daniel, che stava succedendo, rabbrividii. Elisabeth cercò di congedarsi dalla Regina e capii vi era un motivo..."Maestà, grazie per questa ospitalità, pure io desidererei finalmente godere della bellezza di questo posto, chiedo congedo, sono a Vostra disposizione per ogni evenienza" e mi congedai con un leggero inchino.
elisabeth
03-02-2012, 19.12.24
E cosi' uscii dalla sala del Trono.....ero perfettamente consapevole che lady Shoyo ci avrebbe fatto pedinare, ma io non volevo far altro che cercare Daniel...era uscito fuori di mente........e incominciammo a percorrere un lungo corridoio...le urla di daniel eran forti.....ma sembrava che il corridoio si allungasse..piu' camminavamo piu' il corridoio si allungava..." Alteae' la mia impressione o noi nonstiamo facendo nessun passo.....sembra di non ruscire ad andare avanti..."....
Altea
03-02-2012, 19.29.12
Uscimmo da quella bellissima stanza...passai davanti a uno specchio, mi vidi stanca, scompigliata, con miseri vesti.."come mi sono presentata davanti a una bellissima Regina" pensai. Iniziammo a camminare per il corridoio, il mio sguardo era attento, non mi fidavo di Lady Shoyo ma ancor di più di quell'uomo con cui aveva parlato. Ad un tratto Elisabeth mi parlò..il corridoio..."si.. hai ragione sembra allungarsi, una illusione ottica?"
elisabeth
03-02-2012, 19.39.17
Le parlai...mentre la vidi specchiarsi.....e si...eravamo veramente due spie di ultima categoria, sporche i vestiti a tratti strappati e i capelli che avevano l'aria di non vedere acqua da tempo......." Lady Altea non crucciatevi oltremodo.....forse il nostro abbigliamento avra' rafforzato il nostro racconto...due spie in brandelli, credo che la Regina abbia avuto un atto di compassione nei nostri confronti.......e per quanto riguarda questo corridoio...e' cosi' strano.....guardate un uscita nel giardino.....arrivare a Daniel sara' un problema...forse un po' d'aria ci fara' bene, sino ad ora abbiamo pensato poco a noi stesse......"....
Altea
03-02-2012, 19.48.39
"Avete ragione Elisabeth, cosi siamo più credibili....due vere naufraghe, solo mi chiedo per quanto dovremmo stare in queste condizioni...spero almeno ci diano una stanza e non ci facciano dormire in una fredda prigione." Elisabeth mi indicò una uscita sul giardino, l'idea mi allettava, poichè avevo visto dei fiori meravigliosi e volevo finalmente godere di quelle bellezza rara. "Andiamo cara amica..dopo di voi..e non temete a Daniel ci penseremo dopo, non penso gli faranno del male, forse urlava per il dolore alla mano."
elisabeth
03-02-2012, 20.00.53
Altea aveva ragione......eravamo una vera pezza, nel vedere il giardino e l'acqua calda con i suoi vapori...chiusi gli occhi e pensai .....come mi mancavano i privilegi del bosco.....mi sentivo pienamente Donna e cosi' guardai quei splendidi fiori......" Altea guarda, la natura e' stupenda....e anche se non siamo decenti....ella mi ha riconosciuta..."
Altea
03-02-2012, 20.19.12
Il giardino emanava profumi di ogni genere dovuto alle varie varietà dei fiori, Elisabeth mi mostrò un laghetto, toccai l'acqua, era calda e emanava vapori, e sopra vi era un maestoso gelsomino dal profumo intenso.."E' vero Elisabeth, la natura ci offre doni che l'essere umano non è in grado di fare...sapete?? vorrei tuffarmi in questo laghetto per rigenerarmi e godere della Natura stessa, ma presumo siamo...controllate".
elisabeth
03-02-2012, 20.26.40
L'acqua era invitante....ma non potevamo toccarla....alcune fonti potevano essere sacre...." Per ora possiamo solo guardare....non c'e' stato vietato nulla se non uscire dalle mura..ma non c'e' stata offerta alcuna possibilta' di ristoro e questo vorra' dire qualcosa..un'ospitalita' un po' particolare..per ora godiamoci queste meraviglie......anche perche' nessuno puo' impedircelo..." Mi sedetti sul bordo della fontana.....riuscendone a sentirne il calore......avevo una gran desiderio di vedere Daniel.....ma avevo anche la voglia di interropere quel senso di inutilita' che mi opprimeva.......guardai Altea.....era una donna forte.....ed ingenua......aveva voglia della vita stessa.....avevo avuto fortuna ad incontarre lei...speriamo che la fortuna continuava a sorriderci....
Guisgard
03-02-2012, 21.32.38
Redentos prese quella lettera dalle mani di Parsifal e cominciò a leggerla:
“Monsignore, abbiamo da poco attraversato la sponda ovest del Calars.
Ormai credo di poter dire che siamo giunti in una regione sconosciuta. I monti che la racchiudono sono alti ed imbiancati dalla nave, a dimostrazione del clima freddo che imperversa in queste terre.
Eppure il fiume continua ad essere caldo, liberando nell’aria dense vampate di calore.
Frate Sardus, insigne studioso di teologia e appassionato delle discipline naturalistiche, ci aveva messo in guardia…a suo dire il contrasto tra il calore liberato dal fiume e l’aria gelida di questa regione può generare violente variazioni climatiche.
E di questo ne avemmo conferma dopo qualche giorno…
Mentre il nostro viaggio proseguiva, ci ritrovammo all’improvviso in una stretta gola di pietra, sotto i colpi di un formidabile vento.
Las nostra imbarcazione si rovesciò, spezzandosi poi in più parti.
Alla fine solo alcuni di noi si salvarono da quel terribile naufragio.
La Provvidenza volle donarci un rifugio tra le rocce.
Attendemmo in quella grotta la fine della tempesta, per poi ritornare indietro, attraverso un folto ed impenetrabile bosco.
La nostra spedizione verso le sorgenti del Calars è fallita miseramente.”
Redentos ripiegò la lettera e restò pensieroso.
“Già…” mormorò “… molti ricercano quelle sorgenti… per alcuni, oltre il fiume si trovano inestimabili tesori… per altri un luogo paradisiaco… per altri ancora, oltre il Calars vive una civiltà tanto antica quanto avanzata… chissà cosa si nasconde davvero oltre quel fiume…”
“Tutto ciò che avete detto, milord.” Rispose Avid il nano.
Redentos lo fissò incuriosito.
“Secondo le leggende che si raccontano nelle mie terre, alle sorgenti del Calars vi è la mitica città che state cercando… Tylesia…”
Guisgard
03-02-2012, 21.48.46
Elisabeth ed Altea, congedatesi dalla regina, raggiunsero un bellissimo parco.
Stradine lastricate ed abbellite da statue di gusto classicheggiante, cespugli coperti di fiori, alberi carichi di frutti e fontane che disegnavano superbi giochi d’acqua si mostrarono alle due naufraghe.
L’aria era fredda ed il cielo pulito e nel parco dominava un’intensa varietà di profumi, tutti nascenti da quei meravigliosi fiori.
Ad un tratto Elisabeth e Altea videro, poco distante da loro, un cancello tutto in oro battuto, con lance a testa d’alabastro come grate.
Un massiccio lucchetto di diamante, dunque impossibile anche solo da scalfire, teneva chiuso quel cancello.
Un servo allora si avvicinò alle due donne.
“La regina vi manda queste pelli…” disse “… qui il clima è freddo e i vostri abiti non potranno ripararvi dal gelo della notte.”
Erano delle bellissime pellicce, che avrebbero coperto e riparato dal freddo le due belle naufraghe.
cavaliere25
03-02-2012, 22.39.17
Guardai quella scatola e dissi dove l'avete presa quella o chi ve la data avvicinandomi al l'uomo che fine hanno fatto i miei amici continuai a dire dove ci troviamo di chi è questo posto chiesi ancora e mentre parlavo mi guardavo intorno
Altea
03-02-2012, 23.11.09
Scrutavo quel bellissimo parco, c'era quiete e si sentiva solo il rumore dei zampilli dell'acqua e del cinguettio degli uccelli..sentivo il profumo del gelsomino, a me tanto caro.
Ad un tratto il sole fece luccicare un cancello..mi avvicinai, era superbamente ricco, d'oro e guardai il lucchetto, era di diamante. Rimasi sbalordita da tale ricchezza...chissà dove si trovava la chiave. Era impossibile rompere il lucchetto, poichè fatto strano della natura solo il diamante scalfisce se stesso.
Iniziava a fare freddo, rabbrivvidii e ci raggiunse un servitore con delle pellicce in mano, dicendoci che la regina, benevolmente, ce le aveva fatte pervenire per non passare la notte all'agghiaccio. "Come scusate? Potete ritornarle alla Regina, ringraziando,siamo sopravvissuti a un naufragio e non ho paura certo del gelo. Noto che siete molto ospitali in questo Regno, dovremmo pure dormire nel giardino..è cosi sia e la mia coperta sarà la Volta Celeste con la Luna splendente e le stelle a farle da contorno." Mi sedetti su una panchina...non mi importava se recassi offesa, ma io mi sentivo offesa, mi ero già sottomessa abbastanza, e forse...forse...avremmo potuto scappare da quel cancello.
Chantal
04-02-2012, 00.10.31
“Come sta?” Chiese alla governate.
“Sta…” mormorò questa “… sta meglio… grazie a voi…” e strinse ancor più Chantal.
“Sono settimane che fuggiamo attraverso il bosco…” fece Vayvet “… senza incontrare nemmeno un prete… non posso biasimare i miei uomini…”
“Quell’uomo…” fissandolo la governante “… ha tentato di…”
“Fatela coprire meglio…” la interruppe il fuggiasco “… magari anche i capelli…”
Come si sentisse,si domandava quell'uomo di Chantal.
Neanche la ragazza sapeva darsi una risposta,si sentiva svuotata dei pensieri e incapace di reagire nel corpo.
Era provata,disillusa,forse.
Disillusa del mondo e dei buoni sentimenti che aveva senpre creduto reggerlo.
Poi quelle parole..
“Fatela coprire meglio… magari anche i capelli…”
Chantal ascoltava silenziosamente,e a quelle parole seguì un istintivo gesto da parte della ragazza,cioè sfiorarsi i capelli e tentare di raccoglierli.
Si,Chantal aveva dato molta importanza all'incoraggiamento del fuggiasco verso la governante perchè la aiutasse a rivestirsi ed a coprirsi anche i capelli.
Lasciare giù i capelli,per Chantal,significava denudare una parte della sua intimità,significava mostrarsi vulnerabile,ma in quel momento era importante per lei tenere i capelli sciolti,cascanti sul viso,perchè la facevano sentire protetta,il fatto che le ciocche le cadessero sulle guance e sugli occhi, coprendoli in parte,la rassicurava,la faceva sentire rifugiata dentro un piccolo mondo impenetrabile e inviolabile,dietro il quale nascondeva anche i suoi pensieri.
I suoi pensieri .. erano immobili come i suoi occhi.
E i suoi occhi erano sconcertati,umidi,e temeva che fossero spenti dinnanzi all'orrore di quella notte.
Invece non erano spenti i suoi occhi.No,erano vividi e luminosi,di una luce che piano piano stava affiorando nuovamente ai suoi pensieri.
La governante le porse un lembo ricamato,un fazzoletto bianco prelevato sempre dal baule,quello che Chantal usava per coprirsi il capo quando si recava in chiesa.Era di fattura semplice e di trama impalpabile,Chantal lo raccosle e se lo posò sui capelli,ma senza annodarselo,e questo le procurò che le scivolasse presto sulle spalle sebbene in parte le tenesse nascosti i capelli che le cadevano sulla schiena.
Chantal nutrì un senso di disagio improvviso,percepiva gli occhi del fuggiasco su di lei.
Ed era così.La ragazza se ne stava accoccolata vicino al fuoco,ancora scossa dai brividi,si era portate le ginocchia al petto e le tratteneva con le braccia avvolte intorno ad esse,le sue mani,fredde e pallide,le penzolavano,invece,come se non avesse forza di reggerle e muoverle,nè permettere loro di compiere il minimo gesto.,mentre il ferito la guardava.
Per un momento Chantal voltò il capo verso il fuoco lasciando che la luce delle fiamme come un riverbero si posasse nei suoi occhi,il viso prese un po' di quel rossore che le veniva dal calore del focolare,ed i muscoli,prima irrigiditi dalla paura e dal freddo,presero a sciogliersi con morbidezza.
Chantal sospirò leggermente,aveva preso coscienza dell'accaduto ed ora si sentiva più sollevata,anche più rincuorata.
Guardò attraverso le fessure dei battenti i primi raggi di sole che si affacciavano alla casa sul Calars filtrando tra gli infissi,penetrando dolcemente ad accarezzare l'aria ed i suoi contenuti.Quella luce,flebile e sinuosa,le distendeva i sensi,sciogliendo le sue paure.
Non riuscuva a rendersi conto del tempo che scorreva inesorabile,non seppe quqntizzare quanto a lungo fosse rimasta così,in raccogimento con i suoi pensieri,in balia dei suoi stati d'animo.
Poi di nuovo quella voce..
“Vi ha fatto male, Monty?” Domandò Vayvet appena rimasto solo con Chantal. “Sto parlando con voi…” fissandola “… e guardatemi quando vi rivolgo la parola…”
Quella voce la stava forzando ad scoltare,a rispondere,ad abbandonare il suo ssilenzio e sforzarsi di interloquire con quell'uomo ancora debole ed accasciato poco distante da lei.
Non credeva di riuscirci,eppure..la risposta le uscì limpida,decisa,come capace du superare la berriera di difesa che aveva creato intorno a lei nel momento in cui aveva abbandonato la follia di commettere una terribile sciocchezza.
Perchè una vera sciocchezza era quella che le aveva attraversato la mente quando,impugnando un tronchetto acceso,aveva desiderato di incendiare la casa per porre termine allo scempio.
Ora,però,si sentiva disarmata di fronte a quella domanda che,dietro la brusca cornice di severità,celava una sentita premura verso di lei da parte di quell'uomo i cui occhi non recavano il cupo velo di uno spirito sanguinario,sebbene lo fosse stato in quella notte per necesità,e che invece adesso appariva a Chantal solo come un ricercatore di quiete e pace,il perseguitore di una qualche tregua al suo cruento mondo di malvagità.
Allora Chantal desiderò di guardarlo negli occhi e leggervi direttamente ciò che stava sentendo,e proprio negli occhi del fuggiasco ferito trovò quella conferma,e la forza necessaria a rispondergli.
"Ho avuto paura,monsieur."Rispose la ragazza scrutando il suo sguardo con benevolenza,per poi chinare il capo e tornare a fissare un raggio di Sole che disegnava una luminosa scia sospesa attraverso la quale minuscoli e impercettibili corpuscoli fluttuavano anche solo al suo respiro che smuoveva l'immobilità dell'aria.
"E la vostra ferita,"concluse a tono di voce molto basso"vi fa male?"
Parsifal25
04-02-2012, 00.55.31
Le mie orecchie non potevano credere a ciò che ero riuscito a riportare alla luce, una lettera scritta di mano presso l'ingresso di Tylesia. Rimasi basito dinanzi a ciò.
Il Maestro Redentos sembrava molto preoccupato su ciò. Lo fissaì e chiesi:
"Maestro....come mai questa espressione così cupa? Non siete contento, finalmente avete ottenuto che, probabilmente, Tylesia non è frutto della vostra immaginazione. Manterette i vostri propositi".
Guardaì Avid e dissi: "Caro amico, siete sicuro che ciò che raccontano le leggende corrisponda a realtà, sapete..... io credo molto in queste "vere fantasie".... proprio come il dilemma che racchiude questa croce donatami. Possiamo raggiungerla?"
Non potevamo buttare la spugna, eravamo ad un passo per svelare la verità sulla "leggendaria" Tylesia.
Guisgard
04-02-2012, 02.04.14
Il servitore sorrise a quelle parole di Altea.
“Le pellicce” spiegò “occorrono per ripararvi dal freddo, poiché avete deciso di passeggiare nel parco del palazzo. Sua maestà ha già ordinato di farvi preparare una stanza. E ovviamente potete prendere possesso in qualsiasi momento del vostro alloggio, mie signore.” Chinò il capo. “Io stesso vi condurrò alla vostra stanza.”
Guisgard
04-02-2012, 02.11.07
Il chierico sistemò il fuoco e poi mescolò la minestra che aveva messo a riscaldare.
“I tuoi amici?” Fissando Cavaliere25. “Non conosco i tuoi amici. Perché dovrei sapere della loro sorte?” Si voltò poi a fissare la scatola di Jovinus. “Sei curioso, sai?” Tornando a guardare il boscaiolo. “Non sai che è scortese fare troppe domande quando si è ospiti in casa d’altri?”
Guisgard
04-02-2012, 02.29.54
Avid fissò Parsifal.
“Conosco sin da piccolo” disse “la leggenda della mitica Città posta tra le acque e i Cieli… e ciò che è stato scritto in quella lettera” indicando il documento appena letto da Redentos “è conosciuto da sempre dai membri del mio villaggio. Nessuno può pensare di raggiungere Tylesia sfidando il Calars. La città si trova in una regione freddissima e il contrasto dell’aria col calore sprigionato dal fiume genere terribili tempeste.”
“Per terra è possibile raggiungere quella città?” Chiese Redentos.
“Impossibile, milord.” Rispose il nano. “Tylesia è protetta dalle acque nascenti del Calars. Solo risalendo il fiume è possibile raggiungerla.”
“Il nostro viaggio è dunque destinato a fallire?”
“Forse no, milord…”
Redentos lo fissò.
“Secondo la tradizione” continuò il nano “vi è un momento in cui il Calars si ammansisce e diviene navigabile per tutto il suo corso…”
“In quale momento?”
“Il Primo Venerdì di ogni mese…” rispose Avid.
“Allora risaliremo il Calars proprio quel giorno.” Disse Redentos. “Ora conosciamo la meta del nostro viaggio, allievo…” rivolgendosi poi a Parsifal “… lì troverò ciò che cerco… e forse anche tu scoprirai qualcosa riguardo al simbolo che porti sempre con te…” indicando la Croce di Longiniu.
Guisgard
04-02-2012, 02.47.51
Vayvet si sistemò meglio sulla sedia.
Con una smorfia tradì il dolore che quella ferita ancora gli procurava.
“Siete combattuta, vero?” Domandò a Chantal. “Non sapete se sperare o meno nella mia morte. Si, posso leggere il disprezzo nei vostri occhi, ogni volta li posate su di me… se io morissi, chi terrebbe a bada i miei compagni? Questo pensate, vero? Tuttavia, la mia presenza vi provoca disgusto… come vi chiamate?” Chiese alla ragazza. “Questa è l’ultima volta che ve lo chiedo…” mormorò con tono minaccioso.
Altea
04-02-2012, 09.10.37
Il servitore scoppiò in una sonora risata "Ride" pensai "io vi trovo molto da piangere". Egli, però, con sorpresa ci disse che quelle pellicce erano per la nostra passeggiata e che ci avevano assegnato una stanza. Mi coprii con una pelliccia, è vero...il vento era implacabile e freddo, era quello che ci voleva. Era strano come qui il tempo cambiasse in modo cosi repentino.
"Le nostre stanze?" dissi al servitore "grazie, se volete accompagnarci anche perchè sarei molto stanca". Guardai Elisabeth chiedendomi se ci avrebbero messe assieme o lontane per non comunicare.
cavaliere25
04-02-2012, 12.33.41
Scusatemi signore per le mie domande ma quella scatola lo vista in mano hai due clerici che stavano con me e vedendola qui mi è venuto spontaneo chiedere dove la avete presa sembra saporita la minestra da suo profumo dissi sorridendo a quel uomo
Talia
04-02-2012, 15.55.30
“Come stai, Talia?” Ansimando Guisgard. “Ma cosa ti è saltato in mente?” Cambiando umore e accigliandosi. “Perché sei venuta da sola in questo posto? Cosa volevi fare? Se ti fosse accaduto qualcosa?” Avvicinandosi e stringendola per le braccia. “Rispondi! Rispondi Talia! Perché non sei venuta prima da me?” I suoi occhi erano ancora lucidi a causa del fumo che avevano attraversato.
Ma incontrati quelli di lei, in breve ripresero il loro colore naturale ed anche l’animo del cavaliere si rasserenò.
“Li…” mormorò “… li ho uccisi tutti… chi non è caduto sulla mia lama è poi morto tra le fiamme…” parlava come se volesse scacciare la paura.
La paura di averla persa.
La sua voce, leggermente più alta del solito, e quel tono incalzante, agitato...
Lo fissavo con gli occhi spalancati e lucidi, incapace di parlare... ero talmente felice di vederlo... talmente felice che fosse lì...
Ma a quelle ultime parole abbassai lo sguardo per un istante, poi lo portai lontano... verso ciò che restava di quel grigio maniero... e allora, lentamente, mi allontanai da lui di qualche passo...
“Li hai uccisi...” mormorai con voce rotta “Li hai uccisi a causa mia... potrai mai perdonarmi?”
Rimasi in silenzio per qualche istante, poi sospirai...
“L’ho fatto per loro!” ripresi a dire, con gli occhi sempre fissi su quelle rovine fumanti “Per loro... loro sono la mia famiglia. La nostra famiglia! Ed io mi sento così responsabile... se il Maestro non c’è più è principalmente per colpa mia, e non potevo permettere che venissero anche buttati fuori dal Casale... non potevo... non avrebbero avuto nessun altro posto dove andare! Io... io pensavo che quest’uomo volesse soltanto conoscere le nostre ragioni, che volesse soltanto parlare dei nostri diritti...”
Un brivido improvviso mi corse lungo la schiena, scuotendomi tutta...
“Come ho potuto essere tanto sciocca?” mormorai, la voce carica di rimprovero verso me stessa...
Chiusi gli occhi, cercando di controllare quel brivido di orrore e di paura... ma fu vano.
E allora, d’istinto, mi voltai di nuovo verso di lui e lo abbracciai, stringendomi forte a lui... potevo sentire il suo cuore battere contro il mio e il suo respiro sereno, anche se leggermente alterato... questo mi tranquillizzò un poco.
“Ti ricordi...” mormorai poi, sollevando appena lo sguardo e portandolo nel suo “Ti ricordi quando mi promettesti che ci saresti stato sempre per me? Eravamo solo due bambini... ma io mi fidavo così tanto di te... mi sembrava che non ci fosse cosa che tu non potessi fare o situazione che tu non potessi risolvere...”
I miei occhi si fecero appena più cupi...
“Se solo tu sapessi quante volte ho pensato a quel giorno, durante questi dieci anni... se solo sapessi quanto ho pensato a te... quanto ti ho atteso... quanto...” esitai solo un attimo poi soggiunsi “Quanto ho sofferto per la tua partenza. Credevo che non ti importasse più niente di noi... che non ti importasse più niente di me...”
Grida... urla... parole basse e cariche ti rabbia...
Immobile, in cima alle scale, li sentivo litigare... ma non avevo il coraggio di scendere...
Era anche colpa mia se stavano litigando, ed io non avevo il coraggio di scendere ad affrontarli...
Poi, ad un tratto, quelle parole...
“Vuoi attaccarmi, Guisgard?”
“Ti odio, Maestro... ti odio e tu odi me... non tornerò mai più qui!”
Passi affrettati, poi la porta sbatté e tutto ciò che rimase fu silenzio.
Un silenzio rotto, dopo appena qualche istante, dalla voce del Maestro...
“Fyellon...” disse “...non deve più avvicinarsi a Talia!”
“Forse non tornerà più, Maestro...” replicò il figlio.
Io rimasi immobile lì dove mi trovavo per un istante, il sangue gelato nelle vene...
Mi sentivo sprofondare... sprofondare sempre più... non poteva andarsene, non poteva... aveva promesso!
Di scatto, allora, mi alzai e corsi nella mia stanza, verso la finestra... e lo vidi... stava percorrendo il viale...
“Voltati...” mormorai contro il vetro freddo “Voltati, ti prego... voltati...”
Ma non lo fece e pochi minuti dopo era sparito alla mia vista.
Un nero terrore si impossessò di me, le ginocchia mi cedettero ed io scivolai a terra, distrutta.
Non so quanto tempo passò, non so per quanto tempo rimasi lì, immobile, respirando a fatica... ma ad un tratto qualche leggero colpetto sulla porta mi ridestò.
Non risposi.
Ancora due colpi, poi la voce del Maestro...
“Talia... sei sveglia? Posso entrare?”
Ancora una volta non mi mossi, non parlai...
Silenzio, immobilismo... poi la porta si socchiuse e la testa del Maestro fece capolino...
“Talia...” mormorò, poi però mi vide ed il suo tono cambiò...
“Talia!” esclamò allora allarmato, corse verso di me e mi raccolse dal pavimento “Talia, mia piccola bambina...”
Con delicatezza mi adagiò sul mio letto, restando poi immobile e fissarmi...
Io tenevo il volto basso, scrutando il pavimento di fronte a me ma senza vederlo davvero.
“Talia, ti prego...” mormorò dopo qualche momento, la voce ora tremante di preoccupazione “Ti prego, dì qualcosa!”
Mi occorse un grande sforzo per ritrovare le parole e tornare a parlare, sentivo come qualcosa nella gola che mi impediva di dire alcunché e il cuore era diventato pesante.
“Se n’è andato!” mormorai infine, senza muovere lo sguardo “L’ho visto... l’ho visto percorrere il viale e...”
“Talia... a proposito di questo...”
“Perché l’ha fatto?” lo interruppi, senza neanche ascoltarlo “Perché? Io mi fidavo di lui! E lui se n’è andato... mi ha lasciata... esattamente come hanno fatto mio padre e mia madre... perché? Io credevo che lui fosse diverso...”
“Talia, ascolta...”
“No!” gridai, sentendo all’improvviso una gelida furia sopraffare tutto quel dolore, come se la mia anima stesse disperatamente cercando un modo per sopravvivere “Non voglio ascoltare... non voglio più ascoltare nessuno! Io... io gli volevo bene... io ero... e... e credevo che anche lui fosse... credevo che tenesse a me... credevo che ci sarebbe stato sempre... me lo aveva promesso!”
Gli occhi dell’uomo si allargarono a dismisura...
“Ora basta, Talia!” ingiunse, poi “Tu non sai quello che dici. Ed io non voglio più sentir parlare di questo, intesi?”
Finalmente alzai lo sguardo e lo puntai su di lui... i miei occhi erano rossi e lucidi ma il mio tono, quando parlai, era fermo...
“Va’ via, Maestro!” dissi “Voglio restare sola!”
“Talia...”
“Va’ via!”
I giorni che seguirono furono tra i più cupi che io rammentassi... dolore, incertezza, solitudine e quell’oscuro senso di abbandono...
Finché, una mattina, non trovai il Maestro che piangeva sulle rive del lago... e capii molte cose.
Quel ricordo mi sfiorò la mente ed attraversò i miei occhi mentre il mio sguardo era nel suo... erano passati tanti anni e tante cose erano successe, mi chiesi se e quanto anche noi eravamo cambiati...
Ad un tratto un brontolio seguito da un grugnito.
“Già, mi stavo dimenticando di te…” fece il cavaliere voltandosi verso la sua tigre “… si, hai ragione, amico mio… non vi siete ancora presentati… Talia, questo gattone è Sheylon!”
Mi riscossi e volsi lo sguardo sulla tigre...
“Sheylon...” mormorai con un sorriso, avvicinandomi cautamente e chinandomi appena “Oh... ti ringrazio infinitamente, Sheylon, per avermi trovata là dentro... e sono assolutamente felice di fare la tua conoscenza!”
Allungai una mano e sfiorai con la punta delle dita la testa dell’enorme felino... era bellissimo e la sua pelliccia era morbida e liscia... per qualche istante mi persi nella contemplazione di Sheylon... mi sentivo più tranquilla, ora, come se quella creatura avesse il potere di donare serenità alla mia anima...
Poi tornai a guardare Guisgard.
Lo osservai per un lungo istante, incerta... tutte le parole del mondo non sarebbero bastate ad esprimere tutto quello che avevo da dirgli, tutto quello che provavo per lui, da sempre... e forse non sarebbe neanche stato necessario... non era mai stato necessario parlare molto per comprenderci, fin da quando eravamo bambini.
Infine sospirai...
“Vorrei che tu potessi giurarmelo di nuovo, sai Guisgard?” mormorai, avvicinandomi a lui “...O che tu volessi giurarmelo di nuovo! Anche adesso! Qui! Come facesti quel giorno... quando mi promettesti che non mi avresti mai lasciata e che ti saresti preso cura di me!”
elisabeth
04-02-2012, 20.23.09
Osservavo tutto con molta attenzione.....sino ad arrivare a quel bellissimo cancello in oro..un diamante per chiusura...alabrastro per adorno....che sfarzo, che magnifico sfarzo.......passai la mano sul diamante...la pietra era fredda e sotto la mia mano cambio' colore....il blu diede vita al verde e il verde si tramuto' in rosso.........Preziosa roccia....un servitore fermo' la mia mano..e i miei pensieri, pelli.....pelli per riscaldarmi,animali del bosco e mi vennero i brividi........ne presi una tra le mie mani ma non la misi sulle spalle........sorrisi quando ascoltai Altea....amava dire le cose come le sentiva, senza molte cerimonie......" Grazie, portate i nostri ringraziamenti......alla Regina, e' stata molto ospitale verso degli sconosciuti....".......Avrei voluto passare la notte nel giardino, tra il mio mondo....avrei voluto vestirmi di petali di rosa..........ma non mi era ancora concesso.......appoggiai la mia mano sul braccio di Altea..." Andiamo amica mia..andiamo a riposarci, avete gli occhi pieni di pianto....vedrete che vi sentirete meglio......rendiamoci presentabili....."...mentre seguivamo il servo sussurrai ad Altea " non preoccupatevi se non staremo nelle stesse stanze......nessuno potra' dividerci...."......
Chantal
04-02-2012, 20.59.32
Vayvet si sistemò meglio sulla sedia.
Con una smorfia tradì il dolore che quella ferita ancora gli procurava.
Il volto contratto,il fiato corto,il petto ansimante,questo vedeva di quell'uomo Chantal.E poi..poi c'erano i suoi occhi.
Quegli occhi che talvolta le esprimevano disprezzo,talaltre,invece,premura.
Chi era realmente?
E da cosa e chi fosse in fuga?
Chantal si domandava questo e temeva di compatirlo,temeva di nutrire pena,sapeva non essere giusto compatire gli uomini,eppure,non riusciva a comprendere quali fossero i sentimenti suscitati dentro di lei da quell'uomo e dai suoi incongruenti atteggiamenti.
Incongruenti come le sensazioni che nutriva lei,altalenanti tra la pietà e la rabbia,la misericordia e la condanna.
Condannarlo,poi,per cosa?
Condannarlo per aver strappato arbitrariamente la vita ai suoi ingannatori?Che,probabilmente,non avrebbero esitato a fare lo stesso con lui?
Oppure difenderlo,giutifiucarlo perchè aveva avuto pietà di lei impedendo che il suo complice le usasse violenza,consumando la sua innocenza per sempre.Si,per sempre.
“Siete combattuta, vero?” Domandò a Chantal. “Non sapete se sperare o meno nella mia morte. Si, posso leggere il disprezzo nei vostri occhi, ogni volta li posate su di me… se io morissi, chi terrebbe a bada i miei compagni? Questo pensate, vero? Tuttavia, la mia presenza vi provoca disgusto.."
A quelle parole rivoltele con tanta arroganza Chantal rimase impietrita,tuttavia,usare ancora silenzio a quell'uomo avrebbe significato esprimergli davvero disprezzo o rancore,e lei sapeva di non nutrirne,sapeva di non essere realmente capace di sentimenti così forti e discutibili.Sentì,allora,di doverlo fronteggiare,sentì di doversi esprimere e mettere in chiaro la sua verità.
Pertanto,si alzò lentamente da quell'angolino,suo rifugio,vicino al focolare,e mosse qualche passo verso l'uomo.
Camminò adagio,camminò con incertezza,ma giunse proprio di fronte a lui,ad un passo dalle sue gambe tenute allungate con incuranza mentre cercava,senza troppa formalità,di sostenersi sulla sedia sulla quale si era riversato,e in posizione sconcia per il troppo dolore.
Quando lo potè scrutare bene in volto arginò ogni suo sopetto,ogni malcontento e gli rispose:"Voi,milord,giudicate me ed il mio cuore incurante dei sentimenti che lo attraversano.Forse..forse..se voi foste capace di arginare il disprezzo che si riversa dai vostri occhi,potreste comprendere che non mi causate certo disgusto,monsieur."
Inspirò,poi, profondamente,e in quel frangente quel fazzoletto che le copriva le spalle scivolò sul pavimento.Chantal lo raccolse,chinandosi e abbasando lo sguardo sul candore di quel lembo di tessuto.Rimase così per qualche istante,infine lo raccolse,e si sollevò in piedi irrigidendosi e rimanendo immobile di fronte a quell'uomo,sentiva che lo stava fronteggiando e doveva reggere il suo sguardo per convincerlo di ciò che certamente non provava in quel momento,e Chantal non provava disprezzo,ma tenerezza,forse.Teneva quel fazzoletto sul palmo della mano,trabordante da esso.
Allungò il braccio verso l'uomo ferito,e lasciò che il fazzoletto di voile usato per coprirsi i capelli fluttuasse fino a giacere sulle gambe dell'uomo che egli ancora teneva allungate.E con voce ferma aggiunse:"E' bianco,lo vedete?"Indicando il fazzoletto."Eppure..eppure..sono certa che non riusciate a vederlo che nero!E,magari,riterrete di essere anche nella ragione!"
L'uomo la guardò con severità,quasi interdetto.
Esitò un momento,Chantal,prima di riprendere:"E,forse è questo il vostro errore,vedere in altri ciò che,invece,voi nutrite dentro di voi."
Poi,il ferito le domandò ancora il suo nome.
"… come vi chiamate?” Chiese alla ragazza. “Questa è l’ultima volta che ve lo chiedo…” mormorò con tono minaccioso.
A quel punto,tra i pensieri di Chantal si aprì uno squarcio.Un brivido la attraversò,gli occhi le si sgranarono e quel ricordo la percorse in ogni fibra con incoercibile forza.
Era il primo pomeriggio di un giugno assolato e caldo.
Fuori dai cancelli della sagrestia tutti i bambini attendevano impazienti l'ora della catechesi.
Tutti si intrattenevano con giochi freschi ed allegri,chi a rincorrere le farfalle nelle aiule ai bordi del sentiero,chi canticchiava i motivi corali della domenica,e chi si burlava dei suoi compagni.
Chantal,invece,se ne stava col suo libro in mano a ripetere la lezione che si portava come compito.
Un libro illustrato che la catechista le aveva donato con una graziosa ed amorevole dedica scritta solo per lei.Vi erano immagini sacre,luminosissime,in quel libro,e la bambina si perdeva in esse,ed una in particolare attraeva Chantal inverosimilmente,era la rappresentazione del Cristo attorniato dai bambini.Gesù che sorrideva loro,ed aveva le braccia aperte,come se quelle braccia planassero come ali verso le creature che gli andavano incontro.
Chantal,sotto quella luce pomeridiana,calda ed ambrata che conferiva un alone dorato alle ingiallite pagine del suo libro,sentì gli occhi affaticati,tanto che avvertì necessità di staccarli da quelle pagine che riflettevano bagliori chiarissimi,tanto da penetrarle,attraverso gli occhi,fino all'anima.
Sollevò gli occhi e,di fronte a lei,con la schiena rivolta verso il muretto,un bambino dai capelli d'oro e dagli occhi del chiarore del cielo la stava guardando attentamente.
Chantal nutrì imbarazzo,non lo conosceva,ma lui la guardava così incessantemente che le creava un senso di disagio.
Poi questi abbandonò la sua aria seria e prese a sorriderle,ma Chantal non gli sorrise di rimando,anzi,si fece più cupa in volto.Richiuse il suo libro,lo teneva in una mano e si sistemò il vestitino con l'altra per spezzare il suo imbarazzo,il vento e la corsa per raggiungere puntuale la lezione le avevano fatto slacciare il fiocco che portava al collo,Lo sistemò,prese,poi,a scuotere un po' l'ampia gonna dalla polvere e dal polline che le si era appiccicato addoso correndo per i campi che aveva attraversato per raggiungere la chiesa,ma quando sollevò la testa,quel bambino la stava ancora guardando.
Allora Chantal lo guardò a sua volta.
E questi,come incoraggiato,le domandò:"Come ti chiami?"
"Chantal!"Rispose con tono secco e deciso la ragazza.
E lui continuava a guardarla.
Allora Chantal sentì di dover ricambiare la domanda."E tu?"Chiese sempre con aria seria.
"Antoine!"Rispose questi.
I due bambini rimasero a fissarsi ininterrottamente,il sole brillava e tra le nuvole bianchissime s'era creata una deiscenza per permettere ad esso di mostrarsi radioso.
Giunse una suora ad aprire i cancelli,tutti i bambini si accalcarono ad entrare,tutit tranne Chantal ed Antoine che rimasero per un tempo lungo ad ascoltare l'eco dei nomi che si erano appena rivelati.
Quand'ecco che giunse Pierre,prese Chantal per mano e la attrasse a varcare la soglia del cancello per andare a seguire la lezione.
Chantal lo seguiva,col capo,però,rivolto a guardare quel bambino che,invece,non sarebbe andato con loro.
Ad un tratto Pierre le domandò:"Chi è?"
"Antoine"Rispose Chantal.
"Lo conoscevi di già?"
"No,l'ho conosciuto oggi!"Rispose la bambina.
Pierre si fermò di scatto,le afferrò le spelle e gliele strinse,scuotendola un poco.
"Gli hai rivelato il tuo nome?"Guardandola negli occhi con tono di rimprovero.
Chantal non rispose,allora Pierre comprese,e comprese anche d'essere stato tanto brusco da intimorirla.
Cambiò tono,allora,e prendendole le mani aggiunse:"Non farlo più.Un nome è intimo,non devi rivelarlo agli sconosciuti.!"
Chantal non apprese cosa volessero significare quelle parole,ma annuì.
Chantal ripensò a quel giorno,ed a quei momenti,e per un'ulteriore volta il figgiasco le domandava il suo nome.
Ma ella non rispose,e non rispose certo a causa di quel ricordo,non rispose perchè non avrebbe desiderato udirlo da quel ferito,perchè egli non riusciva a comprendequant'ella fosse stata sincera nell'esprimergli di non nutrire disprezzo per lui.
Ma,soprattutto,non desiderava lei stesso pronunciarlo.
Non lo desiderava perchè quel nome era una parte inviolabile di lei da indurla a custodirlo nell'antro dele sue corde vocali senza liberarlo.
E poi,e poi..non lo riteneva necessario dopo quella notte.
Allora sminuì i suoi pensieri pur consapevole di non dire il vero:"Il mio nome.Non è poi importante.E non occorre che voi lo conosciate,esso non cambierà quanto è accaduto questa notte ma,soprattutto,non cambierà voi dopo averlo appreso."
Parsifal25
05-02-2012, 14.22.03
Avid conosceva quel posto.... le leggende della sua terra parlano chiaro ed anche questa lettera non può essere una menzogna.
Per un attimo, il Maestro sembrava che volesse tornare indietro sui suoi passi. Aveva paura di fallire. Anche l'uomo più eccelso ha i suoi cali, ma fortunatamente ciò è durato poco.
Avid spiegò che per raggiungere Tylesia dovevamo risalire il fiume e partire il Venerdì di questo mese, avevo perso la cognizione del tempo, chissà quando dovremo tempo abbiamo viaggiato......
Il Maestro richiamò la mia attenzione affermando che questa impresa avrebbe portato anche alla spiegazione del mio simbolo, non ero più nella pelle. Ero pronto a tutto pur di scoprire la verità e la fine della ricerca di Tylesia.....
Guisgard
06-02-2012, 16.21.25
Il Chierico fissò Cavaliere25 con aria severa.
“Ho trovato quella scatola…” si avvicinò di colpo al boscaiolo “… non dovresti fare tante domande, sai! Potrebbe essere pericoloso! Meglio non impicciarsi degli affari altrui! Questa scatola l’ho sottratta durante un esorcismo! Non temi il demonio tu?”
Guisgard
06-02-2012, 16.23.51
“Allora non indugiamo oltre!” Disse Redentos al nano. “Partiamo subito!”
“Volete raggiungere il Calars ed imbarcarvi?” Domandò Avid.
“Si, naturale.”
“Dobbiamo procurarci una barca” fece il nano “e non ce ne sono molte che navigano su quel fiume…” aggiunse ironicamente.
“Pagheremo qualcuno.”
“Nessuno ci accompagnerà.”
“Allora acquisteremo una barca e partiremo da soli.” Replicò il cavaliere.
“Siete proprio deciso, milord…”
“Si.”
“Cosa si trova oltre il Calars che vi spinge a tanto?”
“La mia anima, il mio cuore, il mio mondo.”
Il nano restò in silenzio.
“Ora dormiamo…” sedendosi accanto al fuoco Redentos “… farò io il turno di guardia… non ho molto sonno…”
Trascorse così ciò che restava di quella notte.
Poco dopo l’alba, i tre partirono.
Raggiunsero verso metà mattinata un piccolo villaggio sulla sponda del Calars.
“Dove possiamo trovare un’imbarcazione per risalire il fiume?” Domandò Redentos ad una donna che vendeva frutta all’ingresso del centro abitato.
“Non troverete nessuno che vi porti sul Calars.” Spiegò la donna.
“E nessuno può venderci una barca qui?”
“L’unico che possiede delle barche” rispose quella “è il vecchio Maroc… lo troverete laggiù…” indicando una banchina presso la sponda orientale del fiume.
Redentos ringraziò e insieme a Parsifal e Avid raggiunse la banchina.
Guisgard
06-02-2012, 16.30.34
Elisabeth ed Altea furono così condotte nella loro stanza da quel servitore.
Era una grande stanza, arredata con gusto e con una sottile predilezione per la luminosità.
Era infatti esposta a Sud, dunque ben illuminata, con due ampie bifore che davano sul parco e sul misterioso cancelletto d’oro.
I mobili erano intarsiati con avorio e madreperla, mentre tappeti dai vistosi colori ricoprivano il pavimento.
In due ciotole erano lasciate a bruciare alcune foglie di una qualche essenze sconosciuta alle due donne, ma che liberava nell’aria un delicato profumo.
Il servo andò via ed un istante dopo giunse una vecchia servitrice.
“Per qualsiasi vostro bisogno” disse ad Elisabeth e ad Altea “io sono a vostra disposizione.”
Si avvicinò poi alle finestre per sistemare le bellissime tende colorate e notò qualcuno passeggiare nel parco.
“Povera mia regina…” mormorò quasi senza badarci “… ogni giorno la stessa pena… ogni giorno a cogliere quel fiore promessole e mai più donatole…”
cavaliere25
06-02-2012, 16.47.35
io non temo nessuno dissi guardando quel uomo neppure il demonio in persona e vi chiedo scusa se vi ho fatto innervosire se vi da fastidio me ne vado e trovo un altro posto e rimasi in silenzio e fisso a guardarlo
elisabeth
06-02-2012, 17.00.57
Fummo condotte in una stanza , bella da lasciar senza fiato....era calda ed accogliente...un profumo particolarmente spezziato era diffuso in tutto l'ambiente............tolsi le scarpe e camminai sui tappeti dai colori brillanti mi sembrava di stare co i piedi in un prato pieno di fiori.........quando entro' una donna...era anziana, e con passo sicuro ando' verso le bifore....sistemo' le tende.....e senza volere mi avvicinai a lei...parlava della sua regina....seguii il suo sguaro......Ella passeggiava e il cancello d'oro era aperto...." Cosa succede alla vostra regina.......quale fiore potrebbe mancare in un posto cosi' bello......I desideri di una ragina sono esauditi ancor prima che ella le esprima..".....Mi avvicinai alla donna e la guardai......ci sono fiori che non esistono......nel mondo umano....
Guisgard
06-02-2012, 17.04.46
Vayvet restò a fissare Chantal.
Astio e rabbia attraversarono i suoi occhi.
Era sudato, la barba incolta e l’espressione stravolta per la ferita.
Eppure i bei tratti del suo volto erano ancora ben visibili.
Forse, se non fosse stato ferito, avrebbe sfogato quell’impeto di rabbia, ma dovette trattenersi.
“Forse perché non mi va di scavare tombe senza nome, sciocca di una ragazza…” mormorò “… tentò poi di placare la sua ira “… riprendetevi il vostro velo e copritevi il capo…” con disprezzo “… e badate…” fissandola con i suoi occhi penetranti “… badate di non avvicinarvi troppo a me e di sfiorarmi di nuovo… forse non vi rendete conto cosa vul dire per un uomo restare chiuso quattro anni in un cella senza vedere mai una donna…”
Ad un tratto si udirono dei passi.
“Capo!” Entrando Monty come una furia. “Si stanno avvicinando due guardie! Forse provengono dalla prigione! Che facciamo? Le accoppiamo?”
“No…” scuotendo il capo Vayvet “… o presto ci ritroveremo un’intera squadriglia alle calcagna… chiama Haro e nascondetevi in casa…”
Monty annuì ed obbedì.
“Presto, voi…” rivolgendosi a Chantal “… mettevi lì, accanto al fuoco e reggetemi il gioco… e badate di non fare scherzi o vi sgozzeremo tutti come animali al macello…”
Un attimo dopo qualcuno bussò alla porta.
La governante aprì e due guardie entrarono in casa.
Guisgard
06-02-2012, 17.22.44
Il chierico non rispose nulla alle parole di Cavaliere25.
Riempì allora due ciotole di minestra e ne offrì una al boscaiolo.
“Tu sai cosa c’è in quella scatola?” Domandò il chierico. “Hai mai chiesto ai monaci di cui parli di mostrarti il contenuto?”
Ad un tratto fissò il cielo da una delle finestre.
“E’ ora…” mormorò “… sono atteso… devo ammansire il dramma di quella gente…” si alzò di colpo e indossò un mantello per coprirsi dal freddo.
“Resta qui, al caldo…” disse a Cavaliere25 “… e bada che il fuoco non si spenga… io cercherò di tornare il prima possibile…” prese allora con sé la scatola ed uscì con fare misterioso.
Chi era quel chierico?
Perché aveva la scatola appartenuta ai due monaci amici di Cavaliere25?
Perché tanto mistero attorno a lui?
E se non fosse un vero chierico?
Se avesse ucciso o fatto del male a Jovinus e Plautus?
cavaliere25
06-02-2012, 17.25.35
Aspettai che uscisse e poi usci anche io senza farmi notare lo segui dovevo capire chi fosse e perchè aveva quella scatola appartenente hai due monaci scomparsi chissà che non li ritrovo pensai dentro di me
Guisgard
06-02-2012, 17.29.04
La servitrice lanciò uno sguardo su Elisabeth e si pentì di aver parlato ad alta voce.
“Nulla, non badateci…” mormorò “… madonna Malinconia non risparmia nessuno, indifferente com’è al colore del sangue… che sia rosso o blu poco conta… le umane tristezze e miserie il Buon Dio le Ha distribuite su tutti, grandi e piccoli, ricchi e poveri…” mostrò un lieve inchino ed uscì.
Nel parco, intanto, ben visibile dalla stanza di Elisabeth ed Altea, un uomo si avvicinò alla regina.
Era ben fatto e vestiva un’uniforme.
Moro, con leggeri baffi, aveva modi gentili e cortesi.
Si inchinò alla sovrana e scambiò con lei qualche battuta.
Lei però appariva distante.
Annuì, fece cenno al militare di alzarsi e poi si allontanò.
L’uomo allora restò a fissarla, per poi avvicinarsi al cancello d’oro.
E lì restò alcuni istanti, mentre un freddo e malinconico vento soffiò sulla città.
elisabeth
06-02-2012, 18.09.26
Lo sguardo della donna era pieno di rammarico....e le sue parole erano giuste, Il destino di ogni uomo qualsiasi fosse la sua provenienza......era costellato di gioia e di tristezza......c'erano cuori pero' che sembravano non riuscire a sopportarne il fardello......il mio sguardo la sguii sino a che usci' dalla stanza e io tornai a spiare quella Donna cosi' fragile che sembrava essere il fiore piu' delicato di quel meraviglioso giardino....Un uomo in divisa le venne accanto....un sorriso....una parola briosa, in undiscorso che non aveva ascolto....Lei rimase indifferente...solo un cenno e lui rimase solo, accanto al cancello d'oro............Un vento gelido....che porta la voce della malinconia...un soffio freddo che filtra sotto ogni porta in quella grande citta'...eppure l'uomo era li', neanche un movimento.....solo i suoi pensieri...sembravano prendere vita.....intanto il soffio di quel vento entro' nella mia stanza....il mio vestito vibro' e la mia pelle divenne chiara come alabastro....e la malinconia invase il mio essere............accasciandomi al suolo......come foglie secche d'inverno.....
Guisgard
06-02-2012, 20.02.06
Il medico allora bloccò Daniel, che sembrava come impazzito dopo essersi svegliato ed aver visto il suo polso mozzo.
“Stai calmo!” Urlò. “Stai calmo!”
Lo prese di peso e lo portò, a fatica, sul letto dove fino a quel momento il giovane apprendista aveva dormito.
Gli fece allora odorare alcuni sali che subito calmarono Daniel.
“Ecco…” fece il medico “… ora rasserenati e fa lunghi respiri “uno… due… così… tre… quattro…”
Si sedette così accanto a lui.
“Sei stato fortunato a perdere solo la mano…” continuò “… ora su, raccontami tutto… chi sei, da dove vieni e cosa hai fatto per farti mozzare una mano dai cavalieri di lord Goxyo…”
Guisgard
06-02-2012, 20.14.13
Cavaliere25 attese qualche istante e poi uscì per seguire il chierico che l’aveva ospitato.
Si addentrò così nella selva che appariva impenetrabile e sterminata.
L’aria era gelida e i monti tutt’intorno erano imbiancati dalla neve, mentre un freddo vento si abbatteva con una furia non comune.
Tuttavia il Calars continuava ad emanare fumi caldi che salivano al cielo e si addensavano come sottili nuvole.
Il sibilo del vento, simile ad un insieme indefinito di voci lontane, ben presto confuse il boscaiolo, facendogli perdere le tracce del chierico.
Ad un tratto cominciò a sentire dei rumori.
Rumori che divenivano sempre più chiari e riconoscibili: erano passi di animali.
Diversi animali.
Qualche istante dopo, Cavaliere25 vide dei bagliori nel buio.
Poi quei bagliori presero forma: erano gli occhi di un branco di feroci lupi.
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Guisgard
06-02-2012, 20.22.18
Elisabeth restò così, malinconica e silenziosa, nella sua stanza.
Poi qualcosa la destò.
Era un leggero canto.
Il canto era dell’uomo in uniforme che aveva parlato qualche istante prima con la regina.
Ora, davanti a quel cancello, fissava Venere che per prima illuminava il Cielo lasciato orfano dal crepuscolo e la bellezza ancestrale della Luna, resa ancora più magica dalle alte e fredde nuvole che la velavano.
Cantava quel militare.
Cantava una canzone.
Una canzone fatta di malinconiche immagine smarrite in un passato lontano e reso fiabesco dalla tristezza del presente.
cavaliere25
06-02-2012, 20.32.25
mi girai e mi vidi circondato da lupi con denti ben affilati e che ringhiavano ero in trappola se mi muovevo mi avrebbero attaccato e sbranato allora cercai di stare calmo e di non agitarmi per non dare a loro una buona scusa per attaccarmi allora iniziai a guardare intorno per cercare un appiglio ho una via di fuga ma in quel buio non riuscivo a vedere nulla
guardai a terra e vidi vicino a me un ramo lo raccolsi e lo tenni ben stretto e pronto a difendermi
Guisgard
06-02-2012, 20.45.06
I lupi in breve circondarono Cavaliere25.
Ringhiavano e lo fissavano con i loro occhi feroci.
L’aria era gelida e la fame li aveva resi ancora più pericolosi.
E dopo un istante che parve infinito, una di quelle belve balzò verso il boscaiolo, afferrando con le zanne il ramo che quello brandiva per difendersi.
Anche un altro lupo balzò, azzannando il braccio del ragazzo e facendolo cadere a terra nella neve.
cavaliere25
06-02-2012, 20.48.26
rimasi a terra con il braccio sanguinante non avevo speranza era arrivato il mio momento non sarei riuscito a uscirne vivo pregai che quei lupi affamati se ne andassero ma era una cosa improbabile sapendo di avere trovato carne fresca
elisabeth
06-02-2012, 20.54.02
Ero persa persa nel momento stesso in cui vidi quella scena.....
ma ogni cosa si riesce a destare......e la voce di quell'uomo volo'
verso l'alto....La luna splendida e luminosa rischiarava il buio di quella notte il
vento soffiava impetuoso lasciando posto al silenzio........ma Venere illuminava gli occchi di quell'uomo....non potevo vederlo ma lo vedevo con gli occhi della mia anima.....quel canto....quel canto mi lascio' stordita....io conoscevo quel canto, io conoscevo quella voce......mi allontanai inorridita dalla finestra.....mentre il cuore mi martellava in petto.....non badai al fatto che non avevo nulla che un semplice vestito fatto di foglie, ma uscii dalla mia stanza correndo, raggiungendo il giardino.......seguendo quello che era un canto al passato....
Guisgard
06-02-2012, 21.13.32
I lupi si lanciarono tutti su Cavaliere25, lacerandogli i vestiti e graffiandolo su gran parte del corpo.
Il boscaiolo vedeva la ferocia di quelle belve e i loro occhi spietati.
Poi il buio.
Un lupo si lanciò contro di lui e lo azzannò alla gola, fino a strappargli via la carne e le vene.
Il boscaiolo saltò su e gridò.
Qualche istante dopo comprese che aveva solo sognato.
Era in un letto ed il suo corpo aveva bende ed unguenti dappertutto.
Il chierico si avvicinò al suo letto, porgendogli una ciotola fumante.
“Bevi questo, ti sentirai meglio…” mormorò col suo solito accento severo “… sei stato fortunato… si, tanto sciocco, quanto fortunato… abbiamo sentito i passi dei lupi e siamo tornati indietro…”
Infatti nella stanza c’era anche un altro uomo.
“Grazie al Cielo” disse questi “quelle bestiacce l’hanno solo ferito… certo che è da pazzi attraversare la selva col buio…”
“Da pazzi?” Ripeté il chierico. “Da idioti!”
Guisgard
06-02-2012, 21.16.31
Elisabeth corse così nel parco, guidata da quel canto.
E vedendola arrivare, il militare smise di cantare.
“Salute a voi, milady.” Fissandola meravigliato. “Non fa un tantino freddo per uscire così?” Indicando il suo strano abitato. “Siete forse una ninfa dei boschi? Beh, spero per voi che le creature fatate non abbiano i nostri stessi sensi, o vi buscherete un malanno!” Rise di gusto e le si avvicinò, per poi coprirla col suo mantello.
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cavaliere25
06-02-2012, 21.18.06
guardavo quei due uomini e dissi grazie di avermi salvato avevo pensato il peggio lo so sono stato idiota ad avventurarmi in quella selva e di sera mi dispiace davvero e rimasi in silenzio mentre bevevo quel liquido che era nella ciotola e dissi che roba è che sto bevendo? poi continuai a dire anche se morivo non avrebbe importato a nessuno non ho nessuno qui non ho piu amici gli unici che avevo conosciuto sono scomparsi
Guisgard
06-02-2012, 21.22.08
Mentre fissava ed ascoltava Talia, Guisgard fu attraversato da una marea di sensazioni ed emozioni.
E negli occhi di lei, il cavaliere vedeva la stessa luce di quel giorno lontano…
Il giorno dopo il suo arrivo al Casale, lui se ne stava da solo presso il giardino degli aceri.
Gli altri bambini lo guardavano con curiosità e anche con un pizzico di diffidenza.
Lui appariva ombroso e malinconico.
Aveva detto si è no qualche parola ed era rimasto quasi sempre accanto all’uomo che l’aveva trovato presso le antiche rovine.
Solo di lui sembrava fidarsi.
Poi c’era lei.
Quella ragazzina dai capelli chiari che aveva sorriso nel vederlo.
Trascorsa la prima notte al Casale, il piccolo Guisgard era uscito presto per starsene da solo nel giardino.
Ad un tratto, incuriosito, decise di muovere i primi passi per esplorare e conoscere quel mondo per lui nuovo e misterioso.
E si ritrovò davanti al Tempio.
Qui, su una mezza colonna di marmo, vi trovò adagiato un libro.
I suoi occhi si fermarono su quel volume e spinto da un’irrefrenabile curiosità, allungò una mano e lo prese.
Sulla copertina vi era impresso un nome a lettere colorate.
“Talia.” Lesse, per poi restare turbato.
Era un nome o una parola per lui sconosciuta, scritta magari in una lingua a lui ignota?
Cominciò allora a sfogliare quel libro.
Su alcune pagine c’erano scritte frasi e pensieri, mentre in altre vi erano dei disegni.
Sfogliando quel libro, Guisgard si sentì agitato da una sensazione a lui ignota.
Qualcosa di dolce colpì il cuore del ragazzino.
Ad un tratto udì dei passi e chiuse subito quel libro.
Giunse così l’uomo che l’aveva trovato.
Ma non era solo.
Dietro di lui avanzava una bambina e nel vederla Guisgard non poté trattenere un’espressione meravigliata.
Era la ragazzina che gli aveva sorriso la sera prima.
Aveva sui sette anni, dalla figura aggraziata, snella ed elegante, dall’aspetto luminoso e gioviale, con fianchi così stretti da essere afferrati da una mano adulta.
La pelle era chiara come l’alabastro e fresca come un fiore di campo appena sbocciato.
Aveva una testolina graziosa ed ammirabile, con due occhi vispi e luminosissimi, nei quali i vivaci raggi del Sole mattutino correvano e danzavano, donando bagliori e riflessi di ambrato splendore.
Folti e lunghi capelli chiari scendevano con vivace disordine, come un manto simile al pittoresco chiarore che ricopre le colline quando l’Estate comincia a ritrarsi per lasciare il posto all’Autunno nascente.
“Ed ecco qui il nostro nuovo ospite, mia cara!” Esclamò il maestro rivolgendosi alla bambina.
“Non parla molto però.” Sorridendo lei.
Sorrideva spesso.
“Vedo che ti ha incuriosito il mio libro.” Continuò lei.
Guisgard non rispose nulla.
“Vedrai che qui ti troverai bene…” fissandolo la bambina “… questa è una grande famiglia e qui siamo tutti fratelli... e nessuno ci separerà mai, vero maestro?” Alzando poi gli occhi sull’uomo accanto a lei.
Questi annuì.
“Mi dici il tuo nome?” Domandò lei al ragazzino. “Oh, ma che scortese… io non ti ho detto ancora il mio... piacere, io sono Talia…” facendo un passo avanti e mostrando un leggero inchino.
Con un’impercettibile movimento del capo, Guisgard sembrò destarsi da quel ricordo.
“Sono qui, no?” Fissandola ed accennando un velato sorriso. “Non avrei mai potuto lasciarti qui, da sola... ora…” mormorò “... ora non pensare più a ciò che è successo... vieni, ti riporto a casa…”
Sheylon grugnì.
Tornarono allora verso il Casale, senza che il cavaliere dicesse nulla per tutto il tragitto.
Sembrava incupito nei suoi pensieri.
Arrivati a casa, trovarono ad attenderli gli altri fratelli.
Tutti allora si avvicinarono a Talia per abbracciarla forte.
Lei aveva il viso sporco di fuliggine ed era spettinata, mentre il suo abito appariva spiegazzato.
“Come stai, sorellina?” Chiese uno di loro.
Il cavaliere, intanto, quasi evitando tutti loro, riportò nel Tempio la spada del maestro, che aveva utilizzato per fingere la sua appartenenza all’ordine della Luna Nascente.
Poi restò davanti all’altare a pregare.
elisabeth
06-02-2012, 21.37.21
Arrivai sino a lui scarmigliata ed affannata, sembravo una ragazzina in attesa di qualcuno che si conosce da tanto tempo e di cui si aspetta il ritorno....smise il suo canto e potei finalmente guardarlo negli occhi.....quegli occhi.....ero li' ad ascoltare la sua risata, il mio vestito....giusto il mio abito, cosi' strano, cosi' fuori da ogni logica....." perdonate se vi ho disturbato, ma ho sentito quel canto e ho avuto la sensazione di conoscervi.......".......mi poso' il suo manto sulle spalle e uno strano calore pervase l'intero mio essere........"......Avete indovinato Signore...sono una creatura dei boschi e il freddo non e' mio nemico.."...Mi tolsi il manto dalle spalle....lo baciai e glielo resi......" Grazie per vostro canto....."...Mi voltai e ripresi la strada per il palazzo.......
Daniel
06-02-2012, 23.00.21
Mi stesi e iniziai a parlare:
<<Sono Daniel.. Dominatore dei quattro elementi e allievo del Supremo Mago.. Giorni fa arrivò Goz in città per portarci con la sua nave alla sorgente del Calars.. ma a metà strada salì Isolde sulla barca.. Un orribile strega che c'è ne ha fatte passare di tutti i colori prima di farci schiantare contro le rocce.. Mi sono risvegliato sulla sponda del Calars quando arrivano i cavalieri e quella pazza del loro comandate.. Io sono un pò troppo esuberante e mi hanno tagliato la mano.. Poi mi hanno diviso da mia madre e una mia amica e sono arrivato qui..>>
Era come togliersi un peso mi sentivo svuotato..
Melisendra
06-02-2012, 23.54.00
Mi ero inoltrata nuovamente nel giardino, ignorando Heyto. Forse mi avrebbe seguita, ma in quel momento avevo altro per la testa e non c'erano lussi e piccoli piaceri a sufficienza per distogliermi dalle domande che il vento aveva portato con sè.
Rimasi a lungo in meditazione, sdraiata sulla nuda terra, affondando le dita nel terriccio, mentre potevo quasi sentire l'erba crescere attorno al mio corpo.
E' morto... Devi fartene una ragione... Non puoi rimanere attaccata al suo ricordo... sai, che non è nella nostra natura... fermarci... Noi scorriamo libere come l'acqua di cui siamo fatte... niente ci imprigiona... nemmeno il ricordo...
Soffiavano attraverso di me, cercando di vincere la mia ostinazione con le loro voci gorgoglianti.
Ma io ero muta. Ero diventata come un sasso lanciato sul fondo del fiume.
Non lasciare che ti fermi... non lasciare che questo ci separi... non potrai più nuotare con noi, nè tornare al Blu... Ti preghiamo... vieni via... via... via... con noi...
Mi raggomitolai sempre di più, col mio corpo che si faceva sempre più pesante. Non riuscivo più a seguire il fiume. Già troppe volte avevo sfidato il nostro divieto di risalirlo oltre il limite. Ero arrivata fino alle cascate e ben oltre. Avevo udito il vento raccontarmi di luoghi meravigliosi e pericolosi. Lui vi era stato e anche il mio suonatore.
Addio, sorellina... Addio...
Il mio corpo era andato a fondo. E per la prima volta aprii gli occhi e gridai nel silenzio delle acque Blu.
La notte trascorse rapida, finchè l'alba non mi colse all'improvviso. Mi ero addormentata.
Camminai sulla rugiada mattutina e mi immersi nella vasca color ametista. I colori si riflettevano con miriadi di sfumature. Chiusi gli occhi, mentre i capelli mi galleggiavano attorno come una corona. Mi abbandonai all'incanto e rimasi sott'acqua tanto a lungo che quasi mi parve di essere tornata a casa.
La superficie si infranse sopra di me e sentii qualcuno estrarmi a forza da quel calore quasi materno, in cui si erano persi i miei pensieri.
Talia
07-02-2012, 00.11.17
Tornarono allora verso il Casale, senza che il cavaliere dicesse nulla per tutto il tragitto.
Sembrava incupito nei suoi pensieri.
Arrivati a casa, trovarono ad attenderli gli altri fratelli.
Tutti allora si avvicinarono a Talia per abbracciarla forte.
Lei aveva il viso sporco di fuliggine ed era spettinata, mentre il suo abito appariva spiegazzato.
“Come stai, sorellina?” Chiese uno di loro.
“Bene...” mormorai, abbracciando e rassicurando uno ad uno tutti i miei fratelli “Va tutto bene! Davvero!”
Dovevo avere un aspetto pessimo, stropicciato e malconcio... non ci avevo fatto caso fino a quel momento, ma me ne resi conto allora dal modo in cui i miei fratelli mi guardavano, dalle loro parole e dalle domande preoccupate che iniziarono a pormi una dopo l’altra...
Tentai di arginare quella loro preoccupazione, tentai di frenare le domande... ma non era semplice.
Notai che Guisgard evitò quell’incontro, così come aveva evitato di parlarmi e di guardarmi per tutta la strada fino al Casale, preferendo deviare verso il Tempio... e mi chiesi che cosa gli stesse passando per la mente. Il primo istinto fu di seguirlo... ma lo dominai: probabilmente aveva davvero bisogno di restare un po’ da solo... e probabilmente gli altri fratelli, in quel momento, avevano ben più bisogno di me.
Lasciai che mi conducessero in casa, quindi. Mi sedetti con loro, parlando e raccontando tutto ciò che era accaduto al castello, riportando le parole del chierico e i gesti del signorotto, descrivendo l’arrivo di Guisgard e di Sheylon...
I miei occhi, di tanto in tanto, correvano alla finestra... lentamente il cielo iniziò a scurirsi e l’aria a farsi cupa... il giardino, tuttavia, rimase deserto: nessuno vi si aggirava, né vidi nessuno uscire dal Tempio...
Era passato del tempo ed era ormai piuttosto tardi quando convinsi i miei fratelli a ritirarsi nelle proprie stanze... ad uno ad uno si alzarono e, salutando, si diressero verso la scala...
Io rimasi immobile al mio posto, dando loro ad uno ad uno la buonanotte... e solo quando rimasi da sola nell’ampia sala mi decisi ad alzarmi a mia volta.
Lentamente raggiunsi la scala e la oltrepassai, dirigendomi verso l’alta porta vetrata che dava sul giardino... la aprii e la varcai, silenziosamente... il giardino era ampio e, anche a quella tarda ora, profumato...
Mi aggirai per qualche momento tra le piante, godendomi il silenzio e l’aria serena, poi mi diressi verso il Tempio... vi era, a poca distanza dalla porta della Cappella, un enorme sasso squadrato... lo raggiunsi, dunque, e qui mi sedetti... non volevo disturbare Guisgard nel Tempio, né importunarlo prima che fosse pronto... ma lo avrei atteso.
Guisgard
07-02-2012, 01.48.54
“Ehi, voi!” Chiamò quel militare. “Lady dei boschi!” Corse allora verso Elisabeth. “Non credo di conoscervi…” rise “… e almeno per due motivi… non frequento creature dei boschi e solitamente non dimentico una bella donna una volta vista.” Rimise il mantello sulle spalle di Elisabeth. “Questo potete tenerlo, almeno fino a quando non indosserete qualcosa di altrettanto caldo.”
Rise.
“Sono sir Reas, capitano della guardia di sua maestà.” Presentandosi ad Elisabeth. “E voi, misteriosa creatura dei boschi?”
Guisgard
07-02-2012, 01.57.48
“E’ una tisana che ti rimetterà al mondo.” Disse il chierico a Cavaliere25. “Queste sciocchezze sono dettate dallo spavento e dalle ferite” fissandolo con sguardo severo “oppure sei solito fare uscite del genere?” Scosse il capo. “Non esistono uomini inutili e veramente soli… io vivo da solo in questa selva eppure mi sento tutt’altro che solo…”
“Padre…” alzandosi l’uomo e avvicinandosi al chierico “… per mia figlia?”
“Sta tranquillo, Maltoc…” dandogli una pacca sulla spalla il chierico “… appena la neve smetterà di cadere, io tornerò da te…”
“Forse sarà troppo tardi…”
“Purtroppo hai visto anche tu…” fissandolo il chierico “… il sentiero è bloccato e ci sono lupi ovunque…”
“La bestia peggiore è nella mia casa…”
“Su, ora reciterai con me i Divini Misteri del Gaudio…” prendendo un Rosario il chierico “… vedrai che la Vergine aiuterà te e la tua famiglia…” si voltò poi verso il boscaiolo “… dovresti pregare anche tu con noi, per ringraziare il Cielo di esserti salvato dai lupi.”
L’uomo annuì e il chierico cominciò a recitare il Santo Rosario.
Guisgard
07-02-2012, 02.06.21
Il medico ascoltò con attenzione il racconto di Daniel.
“Siete giunti qui risalendo il Calars?” Meravigliato. “Beh, devo dire che è una bella pazzia! Quanto ai cavalieri che ti hanno mozzato la mano… sei stato fortunato che non abbiano scelto invece di farti volare via la testa… sono dei mercenari, assoldati per difendere Tylesia… sono detti la Legione del Tulipano Imperiale…” si lisciò i baffi “… comunque io sono Vigros, medico di corte... ah… hai citato una strega nel tuo racconto… si, ora rammento… hai detto Isolde… perché dici che è una strega? Ne sei certo? Accusare qualcuno di stregoneria è molto grave… soprattutto se si tratta della prima consigliera della regina…”
Guisgard
07-02-2012, 02.18.26
Due robusti servitori fecero uscire Melisendra dall’acqua.
L’avvolsero in una coperta di lino e la condussero poi nel palazzo.
Mentre attraversava i lunghi corridoi insieme a quei servitori, Melisendra udì di nuovo la musica dell’organo.
Era travolgente, avvolgente, inebriante.
Chi la stava suonando, era chiaro, viveva totalmente quelle emozioni che racchiudeva nella musica.
Melisendra fu riportata nuovamente nel gineceo, dove fu lasciata alle cure delle ancelle.
Queste l’abbellirono con sete, diademi e gioielli vari.
Fili d’oro e d’argento furono intrecciati anche nei suoi morbidi capelli.
Una delle ancelle lasciò cadere una boccettina di profumo ai piedi della ragazza e si chinò poi per raccoglierla.
“Devi essere forte…” rivolgendosi sottovoce a Melisendra e fingendo di temporeggiare “… ovunque ti porteranno, devi essere forte ed affrontare con coraggio il tuo destino…”
Poco dopo giunse Heyto.
“Sei molto bella, sai?” Fissandola. “Vieni, siamo pronti per partire.”
Guisgard
07-02-2012, 02.48.50
Talia restò a parlare per un po’ con i suoi fratelli.
Dopo il racconto di quanto accaduto al castello del signorotto, alcuni di loro restarono perplessi.
Si divisero così su come giudicare Guisgard.
Certi cominciarono ad ammorbidirsi nei suoi confronti, altri invece restarono fermi sulle loro convinzioni.
Prima di andare a letto, poi, accennarono alla ragazza di una proposta del vescovo: egli li aveva invitati ad arruolarsi tutti nella sua guardia, come gesto di affetto e rispetto verso il loro padre adottivo, sempre fedele e devoto alla Chiesa.
Avevano tre giorni per decidere su quella proposta.
Detto ciò e salutata la loro sorella, i ragazzi andarono a letto.
Nel Tempio, intanto, Guisgard era ancora davanti all’altare.
Fissava la spada del maestro e numerose immagini correvano nel suo cuore e nella sua mente.
“Diventerò un cavaliere, maestro! Il Primo fra tutti i cavalieri!”
Il maestro sorrideva ed annuiva.
“Qual è il segreto dell’invulnerabilità di un vero cavaliere, maestro?” Serrando i pugni lui. “Dimmelo, maestro!”
“Non è nella corazza o nelle sue armi…” fissandolo il maestro “... ma nel suo cuore... segui sempre il tuo cuore, Guisgard... esso non ti mentirà...”
“Perché hai ucciso il cavallo, maestro?”
“Perché era rimasto zoppo e soffriva.”
“La mamma non poteva accudirlo?”
“No, era solo al mondo.” Rispose il maestro. “Ed era vecchio. Tutti invecchiano… anche io un giorno sarò vecchio e debole.”
“Ma penserò io a te, maestro!”
Il maestro rise.
“Non mi credi?” Fissandolo lui. “Io ti difenderò sempre! Lo giuro, maestro!”
“Lo so, ragazzo mio!” Prendendolo in braccio. “Lo so!”
“Perdonami, maestro…” mormorò in lacrime “… perdonami se sono stato un pessimo allievo e un pessimo figlio… perdonami se ho abbandonato tutti voi… perdonami e che possa perdonarmi anche il Cielo per non essere stato qui quando…” pianse amaramente “… Dio mio, perdonami…”
Trascorse così buona parte della notte.
Poi, verso l’albeggiare, finalmente Guisgard uscì dal Tempio.
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elisabeth
07-02-2012, 09.42.28
Mi avvolse nel suo caldo mantello.....no..non mi conosceva, ma a tratti aveva per me un'aria cosi' familiare.....mi portava inidetro nel tempo, quando conobbi il padre di Daniel...forse era questo che mi aveva fatto sussultare..." Non avete mai conosciuto una creatura dei boschi ?....e' quasi incredibile sentirvelo dire, qui dove la natura ne fa da padrona.....comunque il mio vestito e' reduce di tante burrasche e ha assunto un aspetto...misero..vi assicuro che era molto meglio....ma se ci tenete portero' il vostro manto almeno sino a quando non riusciro' a mettere qualcosa di piu' decente.....Siete quindi il comandante delle guardie della regina, ho fatto un incontro importante stanotte.....mi chiamo Elisabeth e sono solo una naufraga niente re e regine nella mia vita........"..mi voltai e lo guardai negli occhi..."...Siete cosi' galante....e poi non sono una gran bellezza.....ma vi chiedo una cortesia....mio figlio e' a palazzo..e' stato curato dal vostro cerusico......mi accompagnereste da lui ?..."......poggiai la mia mano sulla sua...e d'istinto la tolsi immediatamente........una forte vibrazione passo' tra me e lui.....
Chantal
07-02-2012, 11.55.09
Vayvet restò a fissare Chantal.
Astio e rabbia attraversarono i suoi occhi.
Era sudato, la barba incolta e l’espressione stravolta per la ferita.
Eppure i bei tratti del suo volto erano ancora ben visibili.
Forse, se non fosse stato ferito, avrebbe sfogato quell’impeto di rabbia, ma dovette trattenersi.
“Forse perché non mi va di scavare tombe senza nome, sciocca di una ragazza…” mormorò “… tentò poi di placare la sua ira “… riprendetevi il vostro velo e copritevi il capo…” con disprezzo “… e badate…” fissandola con i suoi occhi penetranti “… badate di non avvicinarvi troppo a me e di sfiorarmi di nuovo… forse non vi rendete conto cosa vul dire per un uomo restare chiuso quattro anni in un cella senza vedere mai una donna…”
"Avete ragione,milord.Io non posso comprendere gli istinti che vi indurrebbero a prendere con la forza ciò che non vi è dovuto.Forse sono solo una sciocca ragazza come dite,ma non mi impedirete,finchè sarete ferito e sofferente,di starvi accanto."
Detto questo,Chantal raccolse il fazzoletto come le era stato ordinato,ma non per coprirsi i capelli,sebbene le fosse stato intimato.Lo ripiegò più volte su se stesso,con cura,era fresco di bucato,bianco e profumato,e la ragazza lo utilizzò per asciugare il sudore dal volto dell'uomo.
Questi cercò di impedirglielo ma la ragazza non smise di agire,non si interruppe perchè,nonostante tutto,nutriva tenerezza per le sofferenze di quel fuggiasco.
Ma questi sembrava non voler riconoscerle ragione alcuna,eppure,Chantal non si lasciò intimorire ancora..
"Non me lo impedite,ve ne prego"Disse sotto voce la ragazza all'uomo.."Non mi impedite di fare l'unica cosa che ritengo esservi dovuta,adesso,in nome della Grazia di Dio."
Man mano che gli tamponava la fronte,Chantal sentiva nel suo petto un acceso dispiacere.Era stata colta,talvolta,da un profondo senso di inutilità.Non aveva mai visto morire alcuno prima di quella sera,tuttavia,conosceva lo sguardo implorante di chi,in preda al terrore della morte,non distingue più d'essere in mani amiche o nemiche,ma si abbandona alla disperazione ed alla misericordia.
Ad un tratto,la ragazza ritrasse la mano bruscamente che anche il ferito percepì un repentino cambiamento negli occhi della ragazza.
Ella,infatti,aveva gli occhi lucidi e,in un gesto inconsulto,si portò la mano alla bocca come per ricacciare quel pensiero sopraggiunto improvvisamente..
Il padiglione del soccorso,allestito con alcune tende di fortuna,si trovava ai bordi di quel freddo terreno di battaglia,sulla collina verdeggiante del primo fresco sbocciare dei prati primanerili.
La tenda raggiunta da Chantal era stata armeggiata nel lato sud del campo,vi penetravano i tiepidi raggi del sole marzolino che facevano capolino in quell'aria appesantita dall'acre odore degli infusi alcoolici,dei tessuti carnei bruciati e del sangue fresco.
"Presto,adagiatelo lì!"Entrando e urlando due uomini con una brandina di fortuna sulla quale giaceva un uomo dal ventre trafitto.
"Chantal,cosa ci fai qui.Esci immeditamente!"La voce sopraggiunta in un secondo momento la ammoniva.
Ma Chantal era rimasta impietrita,incapace di muoversi od eseguire la volontà di quella voce.
"Ti ho detto di uscire,Chantal.Adesso!"
"Padre..io.."Senza ultimare la frase la ragazza,ancora immobile in un angolino mentre nella piccola tenda satura delle grida di dolore di quel moribondo si agitavano due guardie per adagiarlo su un giaciglio.
Ma la tenda era così andusta che d'improvviso Chantal si ritrovò addossata da quella brandica col ferito agonizzante.
"Ha tradito.Cosa facciamo?"Disse una delle guardie al comandante.
"Sta morendo.Non conta da che parte stia.Che muoia in pace."Rispose il comandante.
Poi questi,rivolgendosi a Chantal:"Piccola mia,vieni via..lascialo alla misericordi di Dio."
Ma in quel momento,una voce da fuori chiamò forte,era un altra guardia:"Comandante!Accorrete,presto!"E l'uomo uscì in fretta,e sull'uscio spostò un poco la cortina del padiglione e guardò sua figlia,come ad implorarle di abbandonare quel luogo,ma la ragazza esitò con gli occhi,e l'uomo cedette alla sua volontà.
Chantal se ne stava come di sasso vicino a quella barella di fortuna che era stata disposta tanto in fondo alla tenda da toccarle le ginocchia.Si chinò lievemente e passò la sua mano sulla fronte del moribondo,ma non aveva parole,nè sapeva cosa fare.E si rialzò,così,per lasciarlo morire dignitosamente,lontano dai suoi occhi a scrutarlo come a volerlo giudicare.
Lei,però,non voleva giudicarlo,nè violare quel momento così mistico ed inafferrabile di quando un'anima di sta dipartendo dal corpo,così ritenne di dovergli rispetto,ed il rispetto che in quel momento poteva usare a quell'uomo era lasciarlo morire senza il suo sguardo pietoso poggiato su di lui.Si alzò,allora,e fece per allontanarsi.
Ma fu trattenuta per la veste.
"Aspetta!"Si espresse l'uomo con un filo di voce,in preda all'agonia.
Allora Chantal si voltà indietro,titornò sui suoi passi e attese come le era stato chiesto.
"Mia figlia...ha la tua età.."Cercò di esprimere l'uomo,ma le parole venivano fuori sillabate e sofferte,interrotte dalla tosse e dall'affanno che lo attanagliava,poichè andava pian piano dissanguandosi.."Ho tradito...ma dille...dille.."Sempre più andando scemando le sue forze ed il tono affaticato della voce.."Dille..(mentre tossiva)..che ho combattuto fino alla fine.."
Nel dire questo,stringeva sempre con maggior impeto la piega della veste della ragazza con la quale la tratteneva a sè.
Chantal scoppiò in lacrime,la presa dell'uomo era così stretta da impedirle di muoversi dal suo posto.I muscoli del corpo del ferito erano già in preda agli spasmi che sembrava preannunciare quel rigor mortis che impressiona e raggela il sangue.
E gli occhi erano riversi mentre il flebile respiro ancora resisteva,nonostante quel ventre dilaniato e saguinante.
Chantal,immobile,rigida,in preda solo al pianto,non riusceva a muoversi,guardava il petto dell'uomo affaticarsi irrefrenabilemente e sollevarsi convulso con respiri sempre più corti e deboli,e la mano insanguinata,forte e chiusa,a trattenerle la veste vicino alle gambe la inquietava,ma non sapeva reagire.
Poi la prese nelle sue,pian piano aprì le dita serrate con violernza e l'uomo ,oramai privo di forze,la lasciò fare.
Allora Chantal si inginocchiò di nuovo al suo capezzale,gli strinse la mano appiccicosa di sangue rappreso nelle sue e gli sussurrò:"Un padre non è mai un traditore per una figlia,ma un eroe,da qualunque parte si schieri.."
L'uomo le sorrise,chiuse gli occhi,e lasciò che piano piano la sua mano scivolasse dalle palme della ragazza,abbandonandosi senza forze.
Respirava ancora,come chi non vuole cedere alla morte neanche al suo ultimo respiro.
E resisteva alle sue sofferenze.
Nel frattempo li raggiunse nuovamente il comandante,prese Chantal con la forza e la condusse fuori dalla tenda.
E lì la strinse al suo petto,per calmarla,per riscaldarla.
"Se avrai misericordia di lui.."Disse il comandante alla ragazza.."Dio lo accoglierà nella sua sfera degli Angeli e gli perdonerà i suoi peccati.."
E Chantal si strinse forte al petto del padre,armato e abietto di sangue.
Si strinse a lui così forte che sentì placarsi i suoi inghiozzi e le sue paure.
In quel momento uscì dalla tenda un soldato,fece cenno di no con la testa,il comandante,allora,stringendo con un braccio la ragazza con l'altro si segnò.
Chantal,invece,cercò gli occhi della guardia che aveva colto l'ultimo respiro del moribondo e questi,nel vederla,le disse."Se n'è andato col sorriso sulle labbra di chi ha ottenuto il perdono.."
E Chantal abbracciò più forte il padre.
Rivedendo il volto contratto dal dolore e deturpato dal sudore freddo che copioso lo inumidiva di quel fuggiasco ferito,Chantal non aveva potuto far a meno di ripensare ad un momento in cui s'era trovata a fronteggiare gli occhi impauriti ed eloquenti di una sofferenza atroce e condannabile.
Condannabile perchè alcuno,buono od ingiusto che sia,dovrebbe conoscere quel dolore inferto dal ferro e venuto dal braccio di un altro uomo ad esercitare giustizia terrena.
Ma le sue erano ritenute debolezze di ingenua fanciulla che,sognante,credeva in valori incapaci di coesistere con la cruda realtà della malvagità dell'animo umano.
Si accorse d'essersi arrestata a quel pensiero,e mentre meditava di riprendere le cure del ferito fu scossa dalla voce di quell'uomo,suo aggressore e complice del fuggiasco.
“Capo!” Entrando Monty come una furia. “Si stanno avvicinando due guardie! Forse provengono dalla prigione! Che facciamo? Le accoppiamo?”
“No…” scuotendo il capo Vayvet “… o presto ci ritroveremo un’intera squadriglia alle calcagna… chiama Haro e nascondetevi in casa…”
Monty annuì ed obbedì.
“Presto, voi…” rivolgendosi a Chantal “… mettevi lì, accanto al fuoco e reggetemi il gioco… e badate di non fare scherzi o vi sgozzeremo tutti come animali al macello…”
Un attimo dopo qualcuno bussò alla porta.
La governante aprì e due guardie entrarono in casa.
Chantal si alzò in piedi e si diresse verso quegli uomini.Le guardie avevano già raggiunto il cuore della stanza,avanzando con imperioso atteggiamento.
"In cosa posso servirvi,miei signori?"Domandò,allora,la ragazza a questi,accennando un lieve inchino col capo e accomodandosi i capelli che le cadevano sciolti ed incuranti sulle spalle.
cavaliere25
07-02-2012, 12.10.45
Ascoltai il clerico che recitava il rosario e mi misi anche io a pregare e dentro di me pensai chissà cosa il futuro avrà in riservo per me e guardai i due monaci e dissi vi ringrazio di cuore sognori per avermi salvato da quei lupi assetati di sangue e piegai il capo
Talia
07-02-2012, 14.32.01
Rimasi a lungo seduta su quella pietra... pensando.
Il Vescovo aveva fatto un’offerta davvero generosa ai miei fratelli, proponendo loro di arruolarsi nella guardia vescovile... in questo modo avrebbero avuto di nuovo una casa, insieme alla possibilità di dimostrare il loro valore, facendo così dimenticare con le opere i loro natali non precisamente aristocratici...
Certo... se avessero accettato e fossero partiti, io non li avrei più visti per molto e molto tempo, forse mai più. Questo pensiero mi fece mancare l’aria: volevo infinitamente bene ai miei fratelli, a tutti ugualmente ed a ciascuno in modo diverso...
E tuttavia non potevo pensare a questo, in quel momento... nessuno di noi poteva pensarci, poiché in gioco c’era il loro bene e tutto il loro futuro. Ed era proprio per questo motivo che avevo suggerito loro di pensarci su durante la notte, ciascuno per se stesso... con l’intenzione di parlarne di nuovo il giorno seguente.
E poi c’era Guisgard... Guisgard, con quel suo animo indomito ed imprevedibile, con quella sua testa calda, con quel suo cuore grande che pure da sempre aveva cercato di tenere nascosto sotto quella spessa corazza... che cosa voleva fare Guisgard? Che cosa aveva in mente e nell’anima?
Sospirai...
Infine Fyellon... mi chiesi dove fosse e a che cosa stesse pensando... mi chiesi che cosa dovevo fare con quel mio fratello caduto così tanto in basso...
Tante, troppe domande e poche risposte si aggiravano dentro di me... mi ferivano... mi scuotevano...
“Ho fatto un sogno stanotte!” mormorai, togliendomi le scarpe e lasciando scivolare un piede alla volta nell’acqua fresca del lago.
Il Maestro mi lanciò appena un’occhiata fuggevole per poi tornare ad osservare i miei fratelli che, con l’acqua fino alla vita, erano intenti nei loro esercizi.
“Uno strano sogno...” proseguii io “Un sogno diverso da quelli che faccio talvolta... non so, Maestro... questo sembrava così... così vero!”
L’uomo di nuovo non parlò, ma i suoi occhi erano fermi adesso e io sapevo che mi stava ascoltando.
“Mi trovavo sulle sponde di un fiume in quel sogno, con gli altri... dal fiume si alzava una densa nebbia, simile a vapore... noi avevamo paura, paura di caderci dentro... poi ad un tratto tu sei comparso sull’altra riva. Nel vederti, alcuni di noi decisero di lanciarsi in acqua e raggiungerti... ma tu ce lo hai vietato, hai detto di tornare indietro perché nessuno può attraversare quel fiume... ricordo di aver avuto paura...”
Osservai per un attimo i miei fratelli, erano provati, affaticati... poi tornai a guardare il cavaliere...
“Perché faccio questi sogni, Maestro? Cosa significano?”
L’uomo tacque per un istante... infine sospirò...
“Non lo so, Talia! Non lo so, davvero! Io sono solo un cavaliere, mentre tu... tu possiedi un dono speciale! E se c’è qualcuno che può trovare delle risposte, piccola mia, quel qualcuno sei solo tu! Rammentalo!”
Il tempo era passato lento ed inesorabile mentre mille ricordi, pensieri e domande si rincorrevano dentro di me...
L’aria si era fatta fredda, infine... rabbrividii, ma rimasi lì dove mi trovavo.
Infine, proprio quando l’oscurità iniziò a diradarsi ed il cielo ad assumere quella vaga sfumatura violetta che precede l’alba, Guisgard comparve sulla soglia del Tempio.
Il suo passo era stanco e lo sguardo affaticato, ma era lì... gli sorrisi dolcemente.
Guisgard
07-02-2012, 16.01.35
Guisgard uscì dal Tempio e restò a fissare l’alba.
Pian piano un soffuso e roseo chiarore invase il paesaggio circostante ed una strana luce si accese nei suoi occhi.
Poi si voltò a fissare Talia.
“E’ sconveniente” disse “dire alla propria sorella che può benissimo gareggiare con l’alba?” Si avvicinò alla ragazza.
Aveva il viso pallido per il freddo.
“Da quanto tempo sei qui?” Strofinando le sue mani sulle spalle e sulle braccia di lei per scaldarla. “Non ti bastava battere l’aurora?” Sorridendo lui. “Volevi anche oscurare Venere?” Le accomodò una ciocca di capelli ribelli con una carezza. “Talia, la prima stella del mattino!” Rise.
Un attimo dopo, però, i suoi occhi tornarono cupi.
“Talia…” mormorò “… stanotte ho giurato… ho giurato davanti a Dio e sopra la spada del maestro… oggi lascerò il Casale…” esitò “… e partirò in cerca di Fyellon… vendicherò il maestro!”
In quel momento, un vento gelido si alzò sul Casale degli Aceri e un gemito partì da Sheylon che fissava i due.
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Guisgard
07-02-2012, 16.17.58
Reas sorrise ad Elisabeth.
“Una donna non deve mai giudicarne un’altra…” disse “… neanche se stessa! Almeno così affermava un antico filosofo! Venite, qui è troppo freddo e le vostre foglie rischiano di cadere!” Rise di gusto. “Meglio dunque non dare scandalo!”
Si avviarono così verso il palazzo.
“Vostro figlio?” Ripeté poi. “Dunque siete sposata. E’ stato fatto prigioniero? Per quale motivo?”
Guisgard
07-02-2012, 16.22.38
Il chierico, l’uomo e Cavaliere25 passarono così buona parte della notte a pregare.
La mattina non fu meno rigida per il freddo, ma la neve aveva smesso di cadere.
“Pensate sia possibile andare verso casa?” Domandò l’uomo.
“Si…” annuì il chierico.
Prepararono allora il tutto per partire.
Il chierico prese con sé dell’acqua benedetta e una stola viola.
“Il ragazzo viene con noi?” Chiese l’uomo. “Potrebbe esserci utile… lo vedo giovane e forte.”
“Vieni con noi, ragazzo.” Disse il chierico a Cavaliere25.
Talia
07-02-2012, 16.23.58
“E’ sconveniente” disse “dire alla propria sorella che può benissimo gareggiare con l’alba?” Si avvicinò alla ragazza.
Aveva il viso pallido per il freddo.
“Da quanto tempo sei qui?” Strofinando le sue mani sulle spalle e sulle braccia di lei per scaldarla. “Non ti bastava battere l’aurora?” Sorridendo lui. “Volevi anche oscurare Venere?” Le accomodò una ciocca di capelli ribelli con una carezza. “Talia, la prima stella del mattino!” Rise.
Sorrisi, osservando i suoi occhi così chiari e profondi...
E quel modo che aveva di ridere... come a voler scacciare ogni cosa malvagia o triste.
“Sarebbe sconveniente se tu lo dicessi solo per cortesia, se non lo pensassi davvero!” mormorai. Poi soggiunsi: “Ho passato qui la notte... pensando. E aspettandoti.”
Tremavo appena per il freddo, ma le sue mani in breve scaldarono le mie braccia... e in quell’istante fui davvero felice. Completamente felice. Appena per un istante, poi...
Un attimo dopo, però, i suoi occhi tornarono cupi.
“Talia…” mormorò “… stanotte ho giurato… ho giurato davanti a Dio e sopra la spada del maestro… oggi lascerò il Casale…” esitò “… e partirò in cerca di Fyellon… vendicherò il maestro!”
In quel momento, un vento gelido si alzò sul Casale degli Aceri e un gemito partì da Sheylon che fissava i due.
I miei occhi si allargarono a dismisura... Per un attimo mi mancarono le parole, mi mancò l’aria, mi parve che la terra mi stesse franando sotto i piedi... tutto stava precipitando, tutto ciò che amavo stava crollando...
“No...” mormorai infine, con un filo di voce appena percettibile “No, ti prego! Ti prego, non farlo, non andare via! Non lasciarmi da sola... di nuovo!”
cavaliere25
07-02-2012, 16.25.00
va bene dissi guardandoli mi alzai e mi sistemai per andare con loro ma dove siamo diretti domandai mentre li guardavo
elisabeth
07-02-2012, 16.37.23
Mi lasciai coprire le spalle......e lo seguii all'interno del palazzo..." Avete ragione Comandante, meglio non dare scandalo....anche se devo confessarvi che non cadrebbe una foglia neanche se il vento avesse deciso di liberare tutte le sue forze.......Per quanto riguarda mio marito,diciamo che ha deciso di condividere la sua vita con un'altra donna io evidentemente non gli bastavo piu'....ma in tutto questo c'e' un figlio e non e' prigioniero..almeno spero......non abbiamo fatto nulla per essere considerati prigionieri.......anche se la guardia armata che mandate nei boschi, non e' dello stesso parere....se non fosse stato per la vostra Regina, le nostre teste rotolerebbero per le vie della citta'....ad esempioper tutti quelli che hanno intenzione di diventare spie.......".....mentre gli stavo accanto.....mi venne da ridere...." Spero che voi non pensiate che io sia una spia ?....."...
Guisgard
07-02-2012, 16.42.07
Guisgard fissò Talia per alcuni istanti senza dire nulla.
Poi il suo sguardo, da cupo, si fece quasi di fuoco.
“Perché non vuoi?” Afferrandola per le braccia. “Dimmi perché, Talia? Non vuoi vedere morire fratello contro fratello? E’ per questo, vero? Perché nonostante tutto tu provi affetto anche per quel cane! Pensavi che dimenticassi tutto, continuando a vivere come se nulla fosse? Passare qui i miei giorni, fingendo di non avere rimorsi, di non provare pentimento e disprezzo per me stesso? Questo credevi, Talia?” La sua voce tremava quasi per la rabbia. “Restare qui ed aspettare di vederti consacrata ad una vita che non concepisce nessuno dei miei sogni? Io sono andato via da qui proprio per questo! Per questo!” Lasciò le braccia di lei e indietreggiò di qualche passo. “Io… io non ho famiglia… capisci? Non ho nessuno! Non voglio nessuno! Non ho mai avuto niente! Odio questo posto… odiavo il maestro e… odio me stesso!”
Sheylon si alzò in piedi.
Guisgard restò a fissare Talia.
“E… odio anche te…” e corse via, seguito poi dalla sua tigre.
Daniel
07-02-2012, 17.01.50
ebbi un sussulto..
<<COSA? La.. cosa??>>
Isolde.. Lì? La causa di tutti i nostri mali?
Senza pensarci due volte contattai col pensiero Elisabeth e le urlai:
"Isolde è La prima consigliera di stò posto! Dove sei?"
Ero sconvolto..
Guardai il medico e gli dissi
<<Isolde è la causa di questo -e gi mostrai la mano- e di molte altre ferite.. Esterne e interne.. è una creatura orribile..>>
Non poteva essere..
elisabeth
07-02-2012, 17.51.08
Mentre cercavo di farmi accompagnare da Daniel..........mi investii un vento di aria gelida....era talmente forte che le vibrazioni fecero cadere il mantello dalle mie psalle e ogni foglia del mio vestito cambio' colore..il verde era sparito..ora apparivano come il colore dell'autunno......Daniel.....Isolde che c'entra Isolde.......dove sono.....non lo so il palazzo e' cosi' grande.....solo un attimo Daniel solo un attimo......Incominciai a correre salendo scale e percorrendo lunghi corridoi ..sino a quando non aprii una porta.....
Daniel
07-02-2012, 18.51.42
Elisabeth mi diceva un attimo ma non arrivava...Il tempo scorreva.. Decisi di andare via.. Scesi da letto e correndo via urlai al medico..
<<Grazie di tutto!>>
Corsi su e giù per scale e corridoi.. Arrivai ad un enorme porta di legno Nero.. La varcai... All'interno una grandissima stanza con volte a crocera e colonne composite.. Una ventina di navate al cui interno si trovavano libri di ogni genere.. Alla fine della navata centrale sotto un enorme rosone di tutte i colori inciso di strani segni c'era un leggio.. Mi avvicinai.. Sopra v era posato uno strano libro.. La copertina era azzurra come il cielo.. Decisi di aprirlo.. Al solo tocco ebbi la sensazione di attraversare mille epoche passate e di andare in quelle future.. Non mi piaceva quel posto.. Ad un certo punto la porta si chiuse.. Decisi di mantenere la calma e mandando l'immagine di dove ero dissi a Elisabeth:
"Aiuto.."
Guisgard
07-02-2012, 20.38.50
Il chierico, appena usciti fuori, si voltò verso Cavaliere25.
“Siamo diretti a caccia, amico mio…” disse col suo tono severo “… a caccia di bestie! Quelle vere! Hai paura?” E gli diede un crocifisso di legno da mettere al collo. “Indossalo.” Fissandolo negli occhi.
Un attimo dopo si avviarono verso la casa dell’uomo che era con loro.
cavaliere25
07-02-2012, 20.44.02
indossai il crocifisso che mi diede il clerico e dissi no non ho paura non ho avuto paura dei lupi che erano assetati di sangue posso anche venire a ciaccia di anima dannate e guardai serio il monaco
Guisgard
07-02-2012, 21.34.50
Daniel corse via come il vento, per poi ritrovarsi in una grande sala piena di libri.
Poco dopo il suo ingresso, la porta di quella stanza si aprì ed entrò una donna: era lady Soyo.
“Ancora tu?” Fissandolo. “Dovevi essere a farti medicare, per poi comparire davanti ai carcerieri! Ma come vedo, sei già guarito… e sia, ti porterò io in prigione!” Ed estrasse la spada.
Un attimo dopo la porta si aprì ed entrò qualcuno.
“Cosa accade qui?” Chiese Vigros il medico.
“Il vostro paziente è guarito” rispose Shoyo “ed ora io lo porterò dove merita di stare… al fresco!”
“Guarito?” Sorridendo il medico. “Vi sbagliate, milady… devo ancora sistemargli la mano…” si voltò verso Daniel “… andiamo, ragazzo...”
Guisgard
07-02-2012, 21.53.38
Elisabeth, investita da quelle sensazioni, corse via, lasciando cadere a terra il mantello datole da Reas.
Il capitano della guardia restò sorpreso per un istante da quella reazione della donna, per poi lanciarsi al suo inseguimento.
Elisabeth però entrò in una stanza dove erano riuniti alcuni cavalieri.
“Forse avete scambiato questa stanza per le cucine o la dispensa!” Disse uno di loro.
“Come osate entrare cosi?” Alzandosi in piedi un altro di quelli.
Al centro della sala stava seduto colui che sembrava essere il loro superiore.
“Vedo che la nostra regina” ridendo sir Kojo “permette ai prigionieri di correre a loro piacimento per il palazzo… e di abbigliarsi in maniera equivoca… siete forse un’attrice di pantomima? Magari per spettacoli… particolari?”
E tutti i suoi scoppiarono a ridere.
In quel momento nella stanza giunse Reas.
“E’ con voi questa donna, capitano?” Domando Kojo.
“Si, milord.”
“Beh, dovreste portarle in camera le donnine che ingaggiate per le vostre notti, capitano.”
E di nuovo i suoi cavalieri risero.
“Badate a ciò che dite, milord.” Replicò Reas. “I soldati di Tylesia non pagano le donne per ottenerne i favori… a differenza di altri…”
“Vi chiedo scusa per l’equivoco, amico mio…”
“Non siamo amici, milord.” Fissandolo Reas. “Venite, milady…” prendendo Elisabeth e avviandosi verso la porta.
E di nuovo Kojo e i suoi risero forte.
http://swoonworthy.net/wp-content/uploads/2011/07/alan-rickman-robin-hood.jpg
Guisgard
07-02-2012, 22.04.10
Chantal aprì la porta e i soldati entrarono.
“Veniamo dalla Fortezza di Santa Lucia, milady…” disse colui che sembrava essere il capo di quelli “… stiamo cercando sei evasi… si tratta di due bande, ciascuna formata da tre individui…” ma in quel momento si zittì “… voi chi siete?” Domandò a Vayvet.
Nel frattempo il fuggiasco si era strappato un lembo della camicia e si era fasciato il capo all’altezza della fronte, per coprire il più possibile il volto.
“Io…” mormorò…” io sono… sono il padrone di casa… e lei è mia moglie…” indicando Chantal.
Il soldato fissò la ragazza.
“E’ così, milady?” Domandò a Chantal.
Altea
07-02-2012, 22.20.17
Da quel magnifico terrazzo avevo visto tutto...ero fuori, e avevo assistito a una scena bellissima. Lady Elisabeth vi ho visto ricoperta di petali di rosa, mentre parlavate con quel cavaliere, vi ho visto scappare ed egli inseguirvi nel buio della notte rischiarato dalla eterea Luna, che protegge tutti gli innamorati, quasi avendo paura di perdervi...è bastato uno sguardo.
Daniel
07-02-2012, 22.22.42
Ad un certo punto entrò Lady Shoyo ma grazie a Virgos riuscii a scappare..
<<Grazie mille - gli dissi quado eravamo fuori- posso farvi una domanda? Che ha di sbagliato quella donna?>>
Talia
08-02-2012, 00.29.36
Quelle parole urtarono il mio cuore e la mia mente con una forza tale da ferirli, forse irrimediabilmente...
‘E... odio anche te...’
Non lo aveva detto a voce molto alta, eppure mi parve quasi che stesse gridando...
‘E... odio anche te...’
Anche me... anche me!
Era stata sempre la più terribile delle mie paure, quella... l’idea che in quella vita che Guisgard odiava e che tentava di dimenticare fossi compresa anche io... quel pensiero era stato a lungo il mio incubo, il mio tormento...
Spalancai gli occhi e lo fissai... senza parole... lo fissai voltarsi e fuggire via, spinto da tutta quella rabbia forse troppo a lungo repressa...
Avrei voluto mettermi a gridare... e, da qualche parte, la mia anima lo stava facendo davvero, piangeva e gridava, si dimenava... io invece non mi mossi: ero certa che, se avessi tentato anche un solo passo, le mie gambe avrebbero ceduto sotto il peso di quel dolore.
Lo osservai mentre se ne andava...
‘E... odio anche te...’
Quelle parole mi risuonavano in testa, gridavano nelle mie orecchie... non riuscivo a non pensarci... e calde lacrime presero a rigarmi le guancie, sempre più copiose, sempre più disperate...
‘E... odio anche te...’
Chiusi gli occhi...
“Io no...” mormorai infine, e le mie parole si persero nel vento “Io no! Io ti ho sempre amato, invece... forse persino troppo!”
Guisgard
08-02-2012, 01.12.46
Il chierico, l’uomo e Cavaliere25 imboccarono il sentiero e penetrarono nel cuore della selva.
Il nuovo giorno era spuntato e i raggi del Sole nascente filtravano nel lussureggiante mondo che circondava i tre.
“Pensate che mia figlia si salverà, padre Nicola?” Domandò l’uomo al chierico.
“Possiamo solo confidare in Dio.” Rispose questi.
“E’ solo una bambina…”
“Devi essere forte.”
Altre parole non furono dette.
Dopo un pò, i tre giunsero davanti ad una casa.
E quando padre Nicola si avvicinò, seguendo l’uomo, alla porta, dall’interno si udì un grido disumano, da far rabbrividire.
“Prima di entrare” disse padre Nicola a Cavaliere25 “fatti il segno della Croce.”
Guisgard
08-02-2012, 01.32.37
Vigros portò via Daniel da quella stanza sotto gli occhi attenti di Shoyo.
“Lady Shoyo intendi?” Chiese a Daniel mentre si allontanavano. “A me basta che appartenga a quella compagnia di cavalieri… La Legione del Tulipano Imperiale… non mi piacciono e dunque cerco di evitarli… e anche tu dovresti… hai visto di cosa sono capaci, no? E sei stato fortunato che ti abbiano mozzato solo una mano e non anche la testa…”
Giunsero così di nuovo nell’infermeria.
“Ora stenditi su quella brandina…” disse Vigros mentre prendeva alcuni dei suoi attrezzi “… vediamo cosa si può fare per quella tua mano…” cominciò allora a sfogliare un grosso volume “… è più facile che un qualsiasi metallo si muti in oro…” mormorò “… o che la cera prenda vita?” Fissò Daniel e abbozzò un sorriso.
“Dai, dammi il polso mozzato…” avvicinandosi all’apprendista con una ciotola ed alcuni utensili.
Arrotolò del filo di ferro attorno ad una sfera d’argento e lo fissò al polso di Daniel.
Dopo ricoprì il tutto con cera calda e quando questa cominciò a raffreddarsi la lucidò con una miscela di porcella ed estratto minerale.
Finito ciò, fece ispirare dei sali a Daniel e questo cadde addormentato.
Al suo risveglio il giovane apprendista si ritrovò con entrambe le mani.
“E’ in tutto simile all’altra mano…” spiegò Vigros “… solo che è di cera… ovvio non puoi articolarla come se fosse vera, ma nessuno noterà la differenza con l’altra mano… ah, cerca di stare lontano dalle fonti di calore, o si scioglierà come accaduto alle ali del mitico Icaro!” E rise di gusto.
Guisgard
08-02-2012, 01.42.57
Altea era rimasta a fissare la scena dalla finestra della sua stanza.
E rimase lì fino a quando Elisabeth e il capitano della guardia non rientrarono nel palazzo.
Un attimo dopo altre figure attraversarono il parco sotto lo sguardo di Altea.
Era lady Shoyo con alcuni dei suoi cavalieri.
“Quei nuovi arrivati non mi piacciono…” disse lei.
“Pensate sempre che siano spie, milady?” Domandò uno dei cavalieri che erano con lei.
“Non lo so…” mormorò lei.
“Forse bisognerà avvertire lord Goxyo…”
“Si, sarà meglio di si…” annuì Shoyo “… la regina è stata troppo clemente, invalidando le nostre decisioni… e a lord Goxyo questo non piacerà…”
Guisgard
08-02-2012, 02.53.49
Guisgard correva tra rabbia e delusione.
E corse fino a quando ebbe fiato, fermandosi davanti ad un albero, per poi cominciare a tirare pugni contro la sua corteccia.
Ansimava e biasimava se stesso.
“Sarebbe stato meglio per tutti…” mormorò “… se non fossi mai tornato…”
Ad un tratto un brontolio.
“Cosa vuoi tu?” Voltandosi verso la sua tigre. “E non fissarmi così!” Tirò un altro pugno contro la corteccia. “Sapevo di essere solo… sapevo che non avrei avuto nessuno dalla mia parte…” fissò di nuovo la tigre “… si, voglio essere solo… voglio dipendere solo da me stesso… e da solo partirò per ritrovare quel cane di Fyellon…” poggiò la schiena contro il tronco e si lasciò cadere ai piedi dell’albero. “Ora voglio solo dimenticarmi di tutto e tutti… e poi partire, andare via e non tornare mai più qui…”
Sheylon grugnì.
Il vento.
Se si sa ascoltarlo saprà sempre narrare qualcosa.
Di mondi lontani, di gioie e dolori, di sogni e desideri, di paure e speranze.
Le sue parole sembravano accarezzare i capelli di Talia, attraversando la sua tristezza, sussurrandole qualcosa.
E sotto quel vento, gli alberi del Casale parevano chinarsi e fargli eco col fruscio delle loro foglie.
Fruscio che diventava come musica che accompagnava il racconto del vento…
Un Cielo sterminato, attraversato da un oceano di nuvole gonfie e lucenti, si mostrò ai suoi occhi.
Ma, ad un tratto, quelle nuvole, come forgiate e rese livide dal vento, mutarono forma e si mostrarono per quel che erano davvero.
I raggi del Sole, investendole, lasciavano su quelle nuvole sfolgoranti bagliori che andarono a disegnare centinaia e centinaia di cupole dorate.
E dopo le cupole, si mostrarono infinite torri, palazzi, bastioni e cattedrali.
Un’incommensurabile città, magnifica e superba, si mostrò agli occhi della ragazza.
Una città arroccata in cima ad una rupe, circondata da una verde laguna alimentata da centinaia di piccole cascate di acqua calda.
Le sue cupole erano di ambra verde pallida, le guglie d’oro purissimo e d’argento scintillante, i camminamenti merlati lastricati di porcellana e agata, le mura, investite dalla luce solare riflessa sulla laguna, di infinite e mutevoli tonalità policrome.
Fu un attimo, infinitesimale e sfuggente.
Una visione che attraversò la mente e il cuore di Talia.
Poi qualcosa la destò definitivamente da quella misteriosa visione.
“Talia, cosa fai qui?” Domandarono i suoi fratelli, da poco svegliatisi. “Ma tu hai pianto!” Accorgendosi delle sue lacrime.
“Cosa ti è successo, Talia?”
“Forse sei ancora spaventata per essere stata da sola al castello?” Domandò uno dei fratelli.
“Forse hai nostalgia del maestro?” Fissandola un altro di loro. “Vero, sorellina?”
“O di Fyellon…” fece un altro ancora “… manca anche a tutti noi…”
“Aspettate!” Esclamò un altro. “Forse è stato Guisgard a farla piangere! Lui è una testa calda, un egoista e un prepotente! Dov’è ora?”
E proprio in quel momento tutti loro udirono dei passi.
Era Sheylon che ritornava dal bosco, dove era scappato via Guisgard.
Ma la tigre era ritornata sola.
http://www.invivo.fiocruz.br/media/benji11web.jpg
Chantal
08-02-2012, 11.41.57
“Io…” mormorò…” io sono… sono il padrone di casa… e lei è mia moglie…” indicando Chantal.
Il soldato fissò la ragazza.
“E’ così, milady?” Domandò a Chantal.
Chantal guardò imperterrita prima il fuggiasco,poi portò gli occhi sulle guardie.
“E’ così, milady?” ..“E’ così, milady?” .....“E’ così, milady?” .....
Quella domanda si infrangeva come un'eco sulle frastagliate scoscese della sua ragione.
Esitò molto a lungo prima di rispondere,come a voler raccogliere tutte le forze nella sua voce.
In realtà,la verità era tutto ciò che avrebbe dovuto dire,e la verità era che quei fuggischi si erano insinuati in casa,avevano tenuto in ostaggio le donne,e chissà per quanto ancora le avrebbero minacciate.
Nei suoi pensieri si accavallarono molte risposte a quella domanda.
“E’ così, milady?"
Ancora le risuonavano nella mente.
Per un momento Chantal si spostò col pensiero e con lo sguardo sulla governante,alla ricerca nei suoi occhi,o in un qualunque cenno da parte sua, della risoluzione a tutta quella vicenda e,forse,anche la saggezza per dare una risposta a quella domanda,ma la donna,ancora impaurita e scossa,sembrava come incapace di qualunque espressione del volto,di qualunque reazione del corpo.
Chantal rabbrividì improvvisamente,e sbiancò come un'anima esangue,aveva avvertito che su di lei ricadeva ogni responsabilità delle azioni che avrebbero seguito a quella risposta.
Si allontanò un poco dalle guardie,sentiva i loro occhi addosso e l'impazienza dell'attesa di un suo cenno,ma Chantal aveva bisogno di trovare la risposta in qualcosa di più importante della verità stessa,ed ora,quel qualcosa di importante,ricadeva negli occhi e nel volto di un uomo ferito,un fuggiasco sfuggito alla legge,un assassino di suoi simili che però...però..aveva avuto pietà di lei,risparmiandole quell'atroce violenza che sarebbe certamente venuta dal suo complice a turbarla per sempre..
Si ritrovò,cosi,ad aver mosso i suoi passi incoercibilmente verso il fuggiasco,questi giaceva comunque ansimante e sofferente poco distante dal fuoco.
Chantal,allora,temporeggiò.
Andò prima vicino al fuoco per governarlo,quando la fiamma fu viva,alta e sufficientemente forte da riempire con le sue lingue di fuoco tutta la stanza,come a spezzare le tenebre della notte appena trascorsa,si voltò verso l'uomo ferito,gli tolse dalla fronte la benda usata per celare i suoi tratti scoprendogli totalmente la fiaccia,gli prese,poi, il volto tra le mani,costringendolo a guardarla negli occhi.
E così la ragazza rimase per indefiniti istanti,senza parlare,solo penetrando gli occhi del fuggiasco.
Questi ebbe un sussulto,sudò freddo più di quanto la ferita non lo avesse costretto a farlo,fissò gli occhi della ragazza che erano immobili su di lui,e tremava.
Un uomo forte e robusto,un uomo dal sangue freddo ed assassino,stava tremando nel poggiare gli occhi in quelli di una sciocca ed ingenua fanciulla che in nome della verità era in procinto di tradirlo.
Chantal lo fissava,penetrandogli l'anima con i suoi occhi,con il suo sguardo implacabile che non lasciava trapelare la minima esitazione,il minimo timore.
E,sempre scrutandolo negli occhi,mentre ancora gli reggeva il volto nelle mani,la ragazza rispose alle guardie.
"Si.E' così."
Seguirono silenzio e fermezza.
Anche l'aria aveva smesso di vibrare a quell'affermazione.
Ma Chantal aveva voluto pronunciare quelle parole senza mai staccare i suoi occhi da quelli del fuggiasco.
Ed in essi,ora ricercava la salvezza.
Talia
08-02-2012, 12.27.35
Quelle immagini mi attraversarono la mente ed il cuore prese a battermi forte... sogni premonitori, visioni... avevo sempre avuto quel dono, fin dalla più tenera età... ma ora... era dal giorno della morte del Maestro che la mia mente, chiusa dal dolore e dai sensi di colpa, non si apriva a tal punto...
Rimasi scossa da ciò che vidi...
Quella città mi era apparsa bellissima come un sogno, eppure un vago senso di disagio mi tormentava il cuore... perché?
Mi chiesi che luogo mai poteva essere quello... mi chiesi dove si trovasse... e soprattutto mi chiesi come mai quella visione era stata mandata a me, perché se c’era una cosa che avevo imparato circa quel mio ‘dono’ era che non vedevo mai niente per caso, ma per tutto ciò che veniva mandato alla mia mente c’era una ragione...
“Talia, cosa fai qui?” Domandarono i suoi fratelli, da poco svegliatisi. “Ma tu hai pianto!” Accorgendosi delle sue lacrime.
“Cosa ti è successo, Talia?”
“Forse sei ancora spaventata per essere stata da sola al castello?” Domandò uno dei fratelli.
“Forse hai nostalgia del maestro?” Fissandola un altro di loro. “Vero, sorellina?”
“O di Fyellon…” fece un altro ancora “… manca anche a tutti noi…”
“Aspettate!” Esclamò un altro. “Forse è stato Guisgard a farla piangere! Lui è una testa calda, un egoista e un prepotente! Dov’è ora?”
L’arrivo dei miei fratelli mi riscosse da quei pensieri...
“Sto bene!” dissi, asciugandomi in fretta gli occhi e sforzandomi di sorridere.
“Volevo parlare con voi, anzi...” soggiunsi dopo un momento, anche per cambiare discorso “Ho pensato molto questa notte... e credo che l’offerta del Vescovo sia molto generosa! Non trovate? La vita qui è stata bella, meravigliosa... ma ora, che il Maestro non c’è più, le cose sono cambiate... e probabilmente qui non avreste più nessun futuro! Dovete pensare a questo... e decidere... ciascuno secondo il proprio cuore! Ed ora ditemi... cosa vi ha consigliato la notte?”
E proprio in quel momento tutti loro udirono dei passi.
Era Sheylon che ritornava dal bosco, dove era scappato via Guisgard.
Ma la tigre era ritornata sola.
Mi voltai di scatto e lo vidi...
Sheylon avanzava verso di noi, silenziosamente.
Feci così segno ai miei fratelli di aspettare e mi diressi verso la tigre, fermandomi proprio di fronte alla fiera.
“Sheylon...” mormorai inginocchiandomi, in modo che il mio viso si trovasse proprio di fronte ai suoi occhi, ed iniziando a carezzarlo delicatamente “Cosa ci fai qui da solo, Sheylon? Si è arrabbiato anche con te? Lo so... è testardo e orgoglioso... lo è sempre stato!”
Sospirai, e di nuovo sentii gli occhi bruciarmi forte... ma repressi le lacrime.
“Io lo so quello che devo fare, Sheylon!” sussurrai di nuovo “Lo so! Ma ho paura!”
Per qualche attimo rimasi così... carezzando ritmicamente la tigre, i miei occhi fermi nei suoi, tentando di trarre dalla fiera tutta la forza che mi occorreva per fare ciò che era necessario...
Infine mi alzai e tornai a guardare i miei fratelli...
“C’è una cosa che devo fare con urgenza!” dissi loro “Immediatamente... poi parleremo di nuovo del vostro futuro!”
Li raggiunsi, li osservai per un istante con un sorriso che sperai risultasse rassicurante, poi li oltrepassai e mi diressi verso il Casale.
cavaliere25
08-02-2012, 12.41.57
mi feci il segno della croce e poi dissi chi abita in questa casa domandai poi guardai l'uomo e dissi state tranquillo signore andrà tutto bene
Altea
08-02-2012, 13.23.38
Fui destata da dei passi sul viale di quelle magnificenze, fuori vi era silenzio e mi abbassai per non farmi notare, ma potevo udire chiaramente le parole di Lady Shoyo...la nostra vita era di nuovo in pericolo.
Uscii silenziosamente dalla stanza, iniziai a camminare per il corridoio, ma i miei passi si sentivano, non sapevo nemmeno dove stessi andando e dove andare, ero alla ricerca di Elisabeth, temevo per lei e per il suo adorato "figlio"...come è brutto sentirsi impotenti. Mi fermai un attimo, potevo sentire il mio cuore battere forte...avevo paura. Questo non era buon segno, non potevo avere paura...la paura trasforma anche le cose positive in quelle negative, non facendo trovare una via d'uscita. Dovevo trovare la Regina, e parlarle e raccontarle ciò che avevo sentito, avevo letto nei suoi occhi qualcosa di celato e misterioso. Ma dove trovarla?
Daniel
08-02-2012, 15.03.37
Mi risvegliai dopo molto tempo.. Avevo di nuovo la mia mano.. La guardai stupefatto..
<<Grazie mille!>> dissi guardando Vigros..
<<Ora.. Cosa faccio mi nascondo? In prigione non ci vado..>> Sarei scappato?
elisabeth
08-02-2012, 19.14.38
Speravo di trovare Daniel in quella stanza ero entrata come una furia.....rimanendo senza parole alla vista di Cavalieri che si riunivano, avevano degli abiti diversi da quelli di Reas.......e anche il loro modo di ridere e di parlare non somigliava al suo.....avevo il viso in fiamme " Mi spiace Signori, non volevo disturbare il vostro riposare......anche perche' non vi sarei di nessun aiuto ne' per la cucina....ne' per il vostro letto...."...stavo tornando indietro sui miei passi quando Reas.......venne a tirarmi fuori da problemi seri.....e la breve discussione tra lui e un altro pari...mi fecero intendere che li' ci si divideva in due fazzioni.....un unico luogo due eserciti......uscita fuori da quella stanza e lontana dall'essere udita....mi rivolsi a Reas..." Mi avete coperta le spalle.......prendendovi cura della mia salute e in quella stanza vi siete schierato dalla mia parte.....voi lo sapete che potrei essere condannata...qualcuno ritiene che io sia una spia,anzi che io , mio figlio e la mia amica lady Altea siamo delle spie........avete involontariamente aiutato tre probabili candidati alla pena capitale..........ascoltate...non sentite nulla ?...."......Lo presi per mano e chiudendo gli occhi seguii quel suono....." Reas questi sono i passi di Altea......credo che dovro' andarle incontro.....se e' uscita dalla stanza c'e' un motivo serio....per quanto riguarda voi credo di avervi procurato gia' abbastanza guai........la regina deve essere una donna molto fortunata per vervi al suo fianco..."...
Altea
08-02-2012, 19.29.06
e correvo per quel corridoio...ricordavo le parole di Elisabeth...questo corridoio sembra allungarsi...era vero più correvo e più sembrava non avere fine, fino a quando vidi della luce, e delle figure e mi fermai subito, un sorriso sul mio volto...Elisabeth e quel cavaliere del giardino.
"Elisabeth...è successo qualcosa di tremendo.." parlavo affannatamente per la corsa, la paura..."Lady Shoyo e il suo compagno hanno intenzione di imprigionarci...dobbiamo fuggire da questo palazzo o parlare con la regina"
Guisgard
08-02-2012, 20.06.15
Quel lungo silenzio.
Quegli attimi fatti d’incertezza, timore, paura.
Vayvet si era sentito, in quei lunghi momenti, come perso, smascherato.
Cercò di pensare in fetta.
Prendere la ragazza come ostaggio e cercare così una via di fuga.
Ma anche in quegli istanti di vibrante tensione, il fuggiasco aveva tentato comunque di restare lucido.
Era ferito.
Non poteva fare molto.
Allora tutta la sua vita gli attraversò il cuore e la mente.
Forse era giunta la fine.
Poi le parole di Chantal.
Ormai insperate.
Ma finalmente giunte.
“Non vi basta la parola di un gentiluomo, capitano?” Voltandosi Vayvet verso il capo di quelle guardie. “Volete forse chiederlo anche al buon prete che ci unì in matrimonio? O magari al testimone delle nozze?”
“Era per assicurarmi, messere…” spiegò il militare “… sto solo facendo il mio dovere… purtroppo quei fuggiaschi sono pericolosi, sono bestie…”
“Comprendo, capitano.” Accomodandosi meglio sulla sedia Vayvet. “Ma, vedete, mia moglie è particolarmente impressionabile e vedervi piombare così in casa, chiedendo poi di quei fuggitivi...”
“Ma voi siete ferito, messere!” Esclamò il capitano.
“Si, un incidente di caccia…” minimizzando Vayvet “… ma nulla di che, grazie al Cielo… mia moglie saprà accudirmi…” fissando Chantal.
“Allora non abbiamo altro da fare qui.” Fece il capitano. “Lascerò comunque due uomini nei paraggi… questa casa è isolata e dunque rappresenta l’ideale per quei maledetti.”
“Vi ringrazio, capitano.” Sorridente Vayvet. “Mi sentirò più sicuro sapendo dei vostri uomini qui intorno.”
Le guardie uscirono e Vayvet tirò un sospiro di sollievo.
Un attimo dopo, Monty e Haro uscirono dai loro nascondigli.
“Dannati…” mormorò Monty “... sembravano quasi intenzionati a non voler andare più via… che il diavolo li porti!”
“Cosa facciamo con quelle due sentinelle, capo?” Domandò Haro.
“Ci penseremo, tranquillo…” rispose Vayvet “… siete stata brava…” rivolgendosi poi a Chantal “… si, davvero brava…”
elisabeth
08-02-2012, 22.59.10
Quel rumore di scarpe in quel corridoio lungo e solitario....si materializzo' vicinoa a me e a Reas ....come un raggio di sole in un giorno di passata tempesta...era Altea....che aveva dandirne di cose terribili....." Capitano Reas vi presento la mia amica Lady Altea e come avete udito con le vostre orecchie siamo in guai seri.....ora abbiamo du e strade..scappare o presentarci alla regina.....il punto e' che devo riunirmi con Daniel....non esco di qui se non lo porto con me......altro punto....Ho sentito delle vocine strane correndo in questi corridoi....due eserciti....e Isolde.....mi cara Altea, conosciamo gia' la stupenda creatura........vedete Reas, credo che noi siamo solo il pretesto perche' qualcuno possa sovvertire l'ordine delle cose...........e non credo di essere disposata a sacrificare la mia vita..per far contento qualcuno che neanche conosco....."........
Chantal
08-02-2012, 23.13.19
… rispose Vayvet “… siete stata brava…” rivolgendosi poi a Chantal “… si, davvero brava…”
"Siete stata brava.."Ripetè Chantal nella sua mente mentre si abbandonava ad un sospiro e si sollevava per raggiungere la governante, la quale era rimasta interdetta di fronte all'affermazione della ragazza.
Mosse pochi passi,in quel frangente si accomodò i capelli,li raccolse e li annodò con una stringa improvvisata,poi,volgendosi verso la governante,previo un abbraccio lungo e rassicurante,le domandò se se la sentisse di andare a prelevare dell'acqua fresca,sebbene questo comportasse raggiungere il pozzo.
E l'operosa donna annuì.
Chantal guardò Vayvet dritto negli occhi e a voce bassa,come se parlasse a se stessa disse:"Credete davvero che sia stata brava?"Poi spalancò la finestra,il sole mattutino scaldava la profumata aria della capmagna ed i vapori che provenivano dal fiume conferivano al mattino una carezzevole vellutatezza.Chantal chiuse gli occhi e si abbandonò per qualche istante alla freschezza ed alla dolcezza di quel giorno sorto così affannosamente,respirò profondamente e sospirò alle nuvole che correvano veloci sospinte dal vento un pensiero,uno dei mille che le attraversavano il cuore,inudibile ed inafferrabile a chi era con lei in quella stanza.
Lasciò la finestra aperta e ritornò presso il focolare,una guizzante fiamma faceva capolino tra due tronchetti di faggio che ardevano e profumavano di linfa aromatica,Chantal sentì quel fuoco rasicurante, e il fresco venticello proveniente dalla valle del Calars e che penetrava in casa sembrava portare sulla sua scia una promessa di libertà.
Dalle bianca tenda filtrava una luce candida e i suoi ricami creavano,sotto le movenze delle volute che si generavano col soffio d'aria fresca,delicate immagini che si proiettavano nella stanza,e giocavano a ombre che si rincorrevano.
Mentre si abbandonava a questi giochi di luce,Chantal s 'accorse che un raggio di sole feriva gli occhi del fuggiasco,così la ragazza si frappose tra l'uomo e la fonte luminosa,perchè non giungesse a infastidirlo.
E quella posizione fu tanto gradita anche alla ragazza,poichè i raggi diretti sorti da est la investivano di spalle riscaldandole piano e con delicato tepore la schiena e le braccia.
Tuttavia,non rimase così a lungo,ma andò verso il ferito per esprimergli una richiesta.
"Consentite alla mia governante di raggiungere il pozzo e prelevare acqua fresca."Disse con sicurezza.Poi, guardando uno dei complici,colui che aveva sorvegliato fuori,prima,e ritornando con lo sguardo al ferito:"Siate generoso,ordinate loro di lasciarla fare serenamente,vi do la mia parola che ella non tradirà,pertanto,non raggiungerà le guardie per denunciarvi."
Vayvet sembrò guardarla con sospetto,allora Chantal cercò di rassicurarlo:"Comprendo il vostro disappunto,messere,ma è mattino,e dell'acqua fresca gioverà a noi tutti."
Intanto,Chantal prelevò da una cesta di fianco al focolare delle nocciole e le mise ad abbrustolire,poi ritornò vicino al ferito,senza toccarlo apprezzava che non era più sudato,e che la ferita non aveva sanguinato molto, dato che le bende apparivano solo lievemente macchiate.
Guardò l'uomo mentre gli porgeva il lembo di camicia che egli stesso s'era strappato per coprirsi il volto e che la ragazza gli aveva tolto,adagiandolo presso le sue mani.
Poi asserì:"Ho certezza che lascerete la mia casa di vostra volontà,ed io pregherò il Cielo che vi sostenga e protegga tutti noi.Avete ritenuto cosa sciocca da parte mia affidarvi alla protezione della mia catenina,ma dovete all'intercessione della Vergine la vostra vita."Poi si voltò di nuovo verso il fuoco e prelevò in un panno una manciata di nocciole tostate.."Non è molto,ma io e la mia famiglia avremmo dovuto intraprendere un viaggio questa mattina,pertanto,le vivande sono state prelevate dal fattore.Ciò di cui mi nutrirò io,da ora sarà anche il vostro cibo,se vorrete esere grato al Cielo con me di questo di cui mangeremo".
E si diresse verso la credenza in cerca di un arnese per sgusciare i frutti.
E quando fu di ritorno domandò:"Vi fa ancora male la ferita?"
Chantal ostentava sicurezza e disinvoltura,ma nel suo cuore si agitavano ancora paura ed inquietudine.Evitò volutamente di meditare sulla risposta data alle guardie onde tormentarsi oltre,pur essendo certa di non aver agito in nome della giustizia,ma non se l'era sentita di condannare quell'uomo,e sperava che le sue percezioni potessero condurla alla fine di quella orrenda vicenda di orrore e di sangue
Ma quando,muovendosi nella stanza,vide sul tavolo da pranzo ancora i petali di anemoni non raccolti,e lievemente appassiti,fu assalita da un profondo senso di angoscia e solitudine da farle inumidire gli occhi.
Fu allora che,alzando lo sguardo su quell'uomo,Monty,che aveva tentato di usarle violenza,ebbe un profondo senso di smarrimento che le fece mancare il fiato e sbiancare in viso improvvisamente.
Altea
08-02-2012, 23.55.17
Elisabeth, appena iniziò a parlare il mio cuore si placò in quiete. Mi presento il cavaliere e parlò ancora di quella donna..Isolde...e due eserciti..ricordavo vagamente le visioni sul Calars di quel giovane boscaiolo.
"I miei omaggi sir Reas" mi presentai a quel cavaliere il quale sembrava come l'ombra di Elisabeth "penso che la mia amica vi abbia spiegato tutto ciò che vi è accaduto" cercavo di parlare sottovoce "sembra siamo in pericolo, ho sentito dal giardino la voce di Lady Shoyo con l'uomo che ci accolse appena arrivati..sembrano convinti noi siamo delle spie, e ci vogliono togliere di mezzo, siamo in pericolo."
Era incredibile, pensai, come quella città dalle guglie luminescenti, che ostentava una bellezza da far venire i brividi celasse misteri cosi oscuri.
Guisgard
09-02-2012, 01.25.42
VI Quadro: La regina Destefya
("Amor, ch'a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer si forte,
che, come vedi, ancor non m'abbandona.")
(Dante Alighieri, "Divina Commedia, Inferno")
Nigros osservò Daniel e sorrise nel vederlo felice.
“Fuggire?” Ripeté il medico. “E dove? E’ impossibile fuggire da questo palazzo… i cavalieri del Tulipano Imperiale lo sorvegliano notte e giorno… sorvegliano tutta Tylesia ormai…” si alzò e cominciò a passeggiare nella stanza “… forse possiamo trovare una soluzione… potrei chiedere a sua maestà una grazia… massì! Seguimi, ragazzo!”
I due, allora, si diressero verso la sala del trono, dove il medico chiese di essere ricevuto dalla sovrana.
“Mi raccomando…” disse a Daniel “… ora che la regina ci riceverà, tu lascia parlare me… e intervieni solo se sarai interrogato…”
Qualche istante dopo, la porta si aprì e un servitore fece cenno ai due di entrare.
Sul trono li attendeva la regina.
“Salute a voi, vostra maestà!” Esordì con un inchino Nigros. “Perdonatemi se giungo così al vostro cospetto…”
“Sapete bene, dottor Nigros” lo interruppe lei “che attendevamo i vostri risultati in merito a quella certa faccenda…”
“Perdonatemi, maestà, ma non ho ancora ultimato le mie ricerche…” rispose il medico “… e proprio per questo sono qui… ho bisogno di un aiutante e questo giovane sembra possedere le abilità e le capacità adatte…”
“Tu sei il ragazzo ferito ad una mano, vero?” Rivolgendosi a Daniel la regina. “Qual è il tuo nome e qual è la tua storia?”
http://expedientmeans.files.wordpress.com/2008/03/elizabeth.jpg
Guisgard
09-02-2012, 01.30.44
Reas condusse via Elisabeth.
Aveva uno sguardo carico di rabbia.
“Non so cosa mi abbia trattenuto…” mormorò “… se non avessi giurato a sua maestà…” fissò poi Elisabeth “… si, ho un debole per le cause disperate…” cercando di ingoiare la rabbia e sorridere “… detto tra noi, la mia vera vocazione è quella di prendere le difese delle donne ormai condannate!”
La donna prese poi la mano del capitano e accennò di una sua compagna.
Pochi istanti dopo, Altea li vide e li raggiunse.
“Calmatevi, milady!” Fece Reas, dopo aver ascoltato le sue parole. “Nessuno può imprigionarvi qui senza il volere della regina.” Fissò allora di nuovo Elisabeth. “Due eserciti? In verità dovrebbe essercene uno soltanto… ma in realtà uno dei due ha instaurato una vera e propria dittatura sulla città…” restò poi stupito “… avete nominato lady Isolde? Come la conoscete?”
Guisgard
09-02-2012, 01.59.47
Vayvet acconsentì alla richiesta di Chantal e permise alla governante di andare a prendere dell’acqua fresca.
“La ferita va meglio…” mormorò, senza distogliere mai lo sguardo dalla ragazza “… se quei soldati avessero chiesto il nome di mia moglie? Io lo ignoro… e sarei stato scoperto per questo…” si alzò, anche se a fatica e si avvicinò alla ragazza “… provate davvero così tanto disprezzo per me e per i miei compagni? Al punto da temere anche di rivelare il vostro nome?” Restò a fissarla per alcuni istanti, poi scosse il capo e si avvicinò alla finestra. “Tranquilla, al massimo tra un paio di giorni andremo via… così dimenticherete in fretta le nostre facce…” ma proprio in quel momento, Vayvet sussultò. “Presto…” disse a Chantal “… fate finta di niente… le guardie non sono la fuori e probabilmente stanno entrando in casa… continuate a recitare la vostra parte…” e tornò a sedersi.
La porta dopo qualche istante si aprì e Monty entrò nella stanza.
Aveva le mani sporche di sangue.
“Cosa è accaduto?” Domandò Vayvet.
“Quelle due guardie…” mormorò Monty “… mi fissavano in uno strano modo…”
“Cos’altro hai combinato, imbecille?” Alzandosi Vayvet.
“Capo… mi provocavano ed alla fine io…”
Entrò Haro.
“Capo, questo idiota ha ucciso le due guardie a sangue freddo…” raccontò “… gli avevo detto di non fare idiozie… non c’era motivo, ma lui le ha aggredite per il solo gusto di ucciderle…”
“Stupido, pezzo d’asino!” Gridò Vayvet e prendendo Monty per il bavero.
Poi lo colpì più volte.
Restò allora a fissarlo.
“Che motivo avevi di uccidere quei due soldati?” Urlò. “Presto verranno altri due soldati per il cambio di guardia e allora scopriranno tutto! Imbecille!” Sbuffò e restò a riflettere. “Haro… va con lui e nascondete i due cadaveri… partiremo appena farà buio… qui non possiamo più stare…”
“Ma la tua ferita, capo?” Fece Haro.
“Fate come vi ho detto.” Ordinò Vayvet. “Si rivolse poi a Chantal. “Voi o la vostra governante verrete con noi… ci serve qualcuno come ostaggio…”
Proprio in quel momento ritornò la governante.
Aveva udito le ultime parole di Vayvet e per la disperazione lasciò cadere a terra il secchio con l’acqua appena presa.
Guisgard
09-02-2012, 02.06.59
Padre Nicola, l’uomo e Cavaliere25 entrarono così in quella casa.
Attorno ad un focolare acceso trovarono alcune donne a recitare i Divini Misteri del Santo Rosario.
Nel vedere il chierico, una di quelle si buttò ai suoi piedi in lacrime.
“Salvate la mia bambina, padre…”
“Possiamo solo confidare in Dio, figlia mia…” disse padre Nicola alzando da terra la donna.
In quel momento un altro urlo disumano si udì in casa.
“Vattene prete!” Gridò una voce tanto spaventosa quanto grottesca. “Questa casa è mia!”
Padre Nicola, allora, quasi incurante di quel terribile monito, preparò ciò che aveva portato con sé.
Indossò la stola viola e baciò il Crocifisso che aveva al collo.
Prese poi una boccettina di acqua benedetta e fece cenno all’uomo e a Cavaliere25 di seguirlo.
“Quando saremo in quella stanza” fissando il boscaiolo “farai tutto ciò che ti dirò… non ascoltare ciò che ti dirà invece il demone… esso tenterà di impressionarti, impaurirti, di farti vacillare… mischierà la verità alla menzogna per vincerti… ma tu lo ignorerai…”
Un attimo dopo, padre Nicola aprì la porta e i tre entrarono nella stanza, dove trovarono uno spettacolo agghiacciante: una bambina, dai lineamenti orrendamente deformati e sfigurati, legata nel letto.
E nel vedere i tre, cominciò a fissarli con uno sguardo carico di primordiale odio…
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Guisgard
09-02-2012, 02.33.59
Talia si diresse così verso il Casale e Sheylon accennò a seguirla, per poi fermarsi davanti alla porta.
“Talia era strana…” disse uno dei fratelli agli altri “… è accaduto qualcosa…”
“Forse ha litigato con Guisgard…” fece un altro di loro “… quel dannato ha portato solo disordine e casini!”
“Ragazzi, il Casale è nostro!” Un altro ancora. “Lui non ha più diritti qui! Affrontiamolo e cacciamolo via!”
“Si!” In coro quasi tutti.
“Ma prima occupiamoci di nostra sorella…” disse il primo che aveva parlato “… è lei la nostra priorità… siete decisi riguardo al vescovo?”
“Si, tu ci hai ripensato invece?”
“No, ma arruolandoci chi resterà poi con Talia?”
“Nestos!” Rispose uno di loro. “Lui non è tagliato per la vita militare e quindi resterebbe qui con lei.”
Intanto, nel Casale, appena entrata Talia trovò Nestos.
Stava sfogliando un libro.
Lui aveva sempre amato leggere le storie degli antichi eroi mitologici e quelle dei cavalieri.
Sin da piccolo, mentre gli altri suoi fratelli si allenavano alle discipline cavalleresche, lui andava nella biblioteca a leggere i libri che il maestro teneva conservati.
Guardò Talia e cominciò a gesticolare…
(E’ andato via, vero? E’ partito di nuovo? Ho fatto bene a non affezionarmi di nuovo a lui…)
elisabeth
09-02-2012, 09.02.08
Altea era in pieno fermento, voleva andar via da li'...voleva tornare alla sua vita e io desideravo la stessa cosa.....fu' improvviso ebbi come un mancamento e comincia a vorticare in quel corridoio....porte che si aprivano e si chiudevano con fragore e il viso di Isolde ..... che a tratti semmbrva sorridermi e a tratti no........mi vidi al fianco di Daniel, lui era dalla regina, ci era riuscito....ora stava alla sua maturuta'.......sussurrai al suo orecchio....." Daniel tesoro spiega alla ragina chi sei mantenendo il tuo riserbo sulla tua vera natura, evita che si insospettisca sulla nostra presenza nella sua citta'..ci serve il suo aiuto....ricorda che sono al tuo fianco".....Girai quindi in senso orario e la mia mente si fermo' li' dove aveva incominciato il suo viaggio....".....Reas..forse non vi abbiamo detto veramente tutto, ci siamo imbarcati sul Carrozzone.....dovevamo solo vivere dei momenti particolari sul letto del fiume caldo, strane circostanze ci hanno indotto a prendere su creatute abbandonate sulla riva....una di queste e' Isolde, ha raccontato delle cose assai strane......e' cosi' il fiume ci ha rifiutato e una tempesta credibile solo al mare ha frantumato il nostro Carrozzone, solo alcuni di noi si sono salvati e francamente non so neache chi...se non mio figlio Altea e un giovane che abbiamo lasciato nel bosco...era svenuto e abbiamo deciso di noj portarlo allo scoperto.....dovete sapere che un onda di straordinaria grandezza ci ha riportato al dila' delle colonne...nessuno a fatto nulla per oltrepassare le porte oltre il fiume, so bene che non e' concesso...............Isolde.....la cosnosco da parecchie lune, tante quante voi non immaginate e vi assicuro che in lei una volta c'era un animo buono...oggi in lei non vi e' luce alcuna.....non so che ruolo abbia in questa corte, ma e' veramente pericolosa.......il punto e' che raccontare questa storia non sara' facile......perche' tra me e Isolde c'e' una storia rimasta in sopseso........mio figlio e' al cospetto della regina, spero solo riesca a mantenere la calma e che la mia saggezza si posi sulle sue labbra e fermenti nella sua mente.........Reas...non so come andra' a finire tutto questo...ma sappiate che vi ringrazio almeno per averci ascoltato...."......in tutto questo mio racconto avevo trattenuto la mano di Altea...avevo bisogno di sentire la vicinanza di una persona amica, di qualcuno che mi aveva dimostrato di aver messo a repentaglio la sua vita per mio figlio.......una donna si unisca ad una donna quando al tremor dell' inizio dell'inverno si devono accendendere i fuochi....perche' essi daranno inizio alla luce
Altea
09-02-2012, 09.28.55
Vidi Elisabeth barcollare, cadde e in preda a uno strano delirio ricordi e presagi si insinuarono nella sua mente, le tenevo stretta la mano per darle coraggio, per farle sentire la mia presenza "Elisabeth...andrà tutto bene...tutto bene, andremo via da qui vedrai" guardai Reas "ho visto un cancello in oro fuori dal giardino, come possiamo uscirne?"
cavaliere25
09-02-2012, 10.30.06
guardai quella bambina se si poteva chiamare cosi poi guardai il clerico e dissi signore ma che li è successo a questa povera bambina ? e la guardai e dentro di me pensai che vita orrenda che sta facendo questa persona e rimasi in silenzio
Chantal
09-02-2012, 11.51.07
“La ferita va meglio…” mormorò, senza distogliere mai lo sguardo dalla ragazza “… se quei soldati avessero chiesto il nome di mia moglie? Io lo ignoro… e sarei stato scoperto per questo…” si alzò, anche se a fatica e si avvicinò alla ragazza “… provate davvero così tanto disprezzo per me e per i miei compagni? Al punto da temere anche di rivelare il vostro nome?”
"Sapete perchè non vi ho rivelato il mio nome?"Disse la ragazza fissandolo negli occhi."Proprio perchè vi ostinate a ritenere,ingiustamente, che io disprezzi voi ed i vostri compagni."
Esitò qualche momento,poi riprese con severità:"Voi..voi..credete di poter riversare sul cuore delle persone l'odio ed il disprezzo che ricade dai vostri occhi!"
Infine si voltò,dandogli le spalle e stringendo i pugni mentre chinava il capo come chi,rimasta delusa ancora una volta,cede alla rassegnazione.
"Non sono io a disprezzare voi,milord,ma voi a disprezzare me!"Disse con audacia la ragazza senza voltarsi per guardarlo negli occhi,ma con lo sguardo rivolto verso l'orizzonte che penetrava nella casa attraverso la finestra.
Ma quando fece per voltarsi e ritornare a guardare l'uomo in volto comparve nuovamente Monty.
Aveva le mani sporche di sangue.
“Cosa è accaduto?” Domandò Vayvet.
“Quelle due guardie…” mormorò Monty “… mi fissavano in uno strano modo…”
“Cos’altro hai combinato, imbecille?” Alzandosi Vayvet.
“Capo… mi provocavano ed alla fine io…”
Entrò Haro.
“Capo, questo idiota ha ucciso le due guardie a sangue freddo…” raccontò “… gli avevo detto di non fare idiozie… non c’era motivo, ma lui le ha aggredite per il solo gusto di ucciderle…”
Chantal fu colta da un repentino mancamento,la sua fronte si corrugò in mezzo agli occhi,cercò un sostegno,vi era la sedia su cui sedeva Vayvet,si appoggiò alla spalliera stringendo fortemente con le mani quell'appiglio,e la presa era così tenace che le braccia le si irrigidirono.La ragazza lasciò cadere la testa in avanti,in preda allo sconcerto ed all'orrore.
Improvvisamente le lacrime le affiorarono agli occhi,lacrime di rabbia,lacrime di amarezza e delusione,poi,sentì venir meno le sue forze,le gambe le tremavano ed il cuore le batteva a ritmi soffocanti e convulsi,cadde,così, in ginocchio,lasciando scivolare le mani dalla sedia,oramai non più capaci di mentenersi salde ad essa.
"Ancora una volta ho fallito miseramente.."Disse tra le lacrime la ragazza."Ancora..ancora,..ancora.."Ripeteva senza rassegnazione e scuotendo la testa.
"Mi sto sporcando le mani di sangue,mi sto rendendo assasina al pari vostro..."Singhiozzando."Lo capite questo?"Alzando la voce verso Vayvet,e lasciandosi cadere sul pavimento.
"Lo capite questo?"Ripetè a voce soffocata la ragazza,mentre si portava le mani al volto e si copriva gli occhi.
"Due uomini..due guardie..morte a causa della mia incoscienza...Dio mio..potrai mai perdonarmi per questo?"Sussultava in preda ai singhiozzi la ragazza.
Rimase così,accasciata sulle ginocchia,incapace di una qualunque reazione,piangendo e disperandosi.Avvertendo i respiri sempre più affannosi allagati dalle lacrime che con incoercibile irruenza si riversavano dalla sua disperazione.
"Se non avessi...se non avessi..."A voce rotta tentava di dire mentre si addossava tutte le colpe di quei due omicidi.
Ma era totalmente incapace di realizzare quanto si stava verificando tra Vayvet ed i suoi complici.
“Stupido, pezzo d’asino!” Gridò Vayvet e prendendo Monty per il bavero.
Poi lo colpì più volte.
Restò allora a fissarlo.
“Che motivo avevi di uccidere quei due soldati?” Urlò. “Presto verranno altri due soldati per il cambio di guardia e allora scopriranno tutto! Imbecille!” Sbuffò e restò a riflettere. “Haro… va con lui e nascondete i due cadaveri… partiremo appena farà buio… qui non possiamo più stare…”
“Ma la tua ferita, capo?” Fece Haro.
“Fate come vi ho detto.” Ordinò Vayvet. “Si rivolse poi a Chantal. “Voi o la vostra governante verrete con noi… ci serve qualcuno come ostaggio…”
Chantal neanche le sentiva più le parole rivoltele,era solo in collera con se stessa per l'aver permesso,inconsciamente e scioccamente,che si consumasse un ulteriuore dramma al prezzo del sangue di due innocenti.
Melisendra
09-02-2012, 12.57.08
Le vesti e i monili che indossavo mi erano assai d'impaccio nei movimenti. Sospirai, ma non protestai. Avevo percepito qualcosa, mentre ero assorta in giardino in quella profonda meditazione.
"Ti prego, Heyto..." mormorai, seguendo il giovane "So che c'è qualcosa di cui sono all'oscuro... vite spezzate... una profonda e cupa disperazione... Ti prego... dimmi cosa sta succedendo..."
Poi mi balenò un ricordo lontano e mi soffermai di colpo.
C'era un tempio sul fiume, vicino alle grotte abitate da me e dalle mie sorelle. Gli uomini vi facevano sacrifici per ottenere la nostra benevolenza. All'epoca eravamo forti e potenti. Bambini conducevano capretti candidi, a cui avevano dorato corna e zoccoli... il sangue di quegli innocenti scorreva sull'altare e cadeva al suolo, evocando spiriti ctoni.
"Heyto..." gli strinsi il braccio "questa sembra la preparazione per un sacrificio... Dimmelo! Hai la mia parola che non disubbidirò, ma se sto andando incontro al Destino, preferisco guardarlo in faccia!"
Fissai bene i miei occhi nei suoi, mentre la mia voce sferzava l'aria e risuonava nella sala vuota.
Il vento spalancò una finestra e ci fece sobbalzare. La sua carezza era gentile sul mio volto, come a volermi rassicurare.
"Non mentirmi... chiedo solo di conoscere la verità."
Guisgard
09-02-2012, 16.44.23
Reas ascoltò la storia raccontata da Elisabeth.
“Vi condurrò davanti a sua maestà…” disse il capitano “… e lì racconterete ogni cosa… però, sono sincero… non comprendo le vostre parole su lady Isolde… ella è una donna straordinaria… l’unica vera amica della nostra regina… sono certo che vi sbagliate sul suo conto… ad ogni modo vi prego di non farne parola alla regina di questo vostro rancore verso lady Isolde…” si voltò poi verso Altea “… il cancello che avete visto non conduce fuori dal palazzo… no, quel cancello porta direttamente al cuore di questo palazzo…”
Fece allora segno alle due donne di seguirlo.
Giunsero così davanti alla sala del trono.
“Puoi annunciarci a sua maestà?” Chiese Reas ad un servitore.
“Sua maestà ha concesso udienza a messer Nigros.” Spiegò il servo. “Abbiate la compiacenza di attendere qualche istante, sir Reas.”
Altea
09-02-2012, 16.50.42
Rimasi perplessa ascoltando quel cavaliere, dunque quel cancello non portava ad una uscita...ma era una sorta di entrata, non capivo più nulla.
E Isolde?? Ancora ricordo ciò che successe al mio maestro, il fatto che poi non ricordasse più nulla, ma preferei tacere. Era meglio parlarne con la Regina, volevo conoscerla meglio e cosi lo seguii aspettando udienza.
Guisgard
09-02-2012, 17.17.00
Heyto fissò Melisendra.
Per un istante si specchiò nei lucidi occhi di quella ragazza.
Poi sospirò qualcosa, come se stesse provando un dolore senza fine.
“Si, Melisendra… sarai sacrificata… sacrificata per il bene di molti…”
Chinò il capo.
Ordinò poi ai servi di preparare la carrozza.
E di nuovo si udì quella musica.
Si diffondeva come una solenne sinfonia per il tutto il palazzo ed il giardino.
Alcuni istanti dopo, la carrozza attendeva Melisendra e Hayto.
Da una delle finestre, il padrone fissò quella scena ed una gran pena s’impossessò del suo cuore.
La carrozza abbandonò poi il palazzo.
Per tutto il tragitto Heyto non disse nulla.
Alla fine arrivarono al porto.
Un vascello li stava aspettando.
Heyto condusse così Melisendra a bordo.
“Quando partiamo, capitano?” Chiese il musico.
“Tra poco, messere.” Rispose il capitano. “Domani è Venerdì ed il Calars sarà clemente.”
Hayto annuì e fece cenno a Melisendra di seguirlo verso le loro cabine.
“Ah, messere…” fece il capitano “… c’è una novità…”
“Cosa succede?” Voltandosi Heyto.
“Abbiamo un passeggero a bordo…”
“Come sarebbe?” Stupito Heyto. “Sapete che il mio signore non vuole estranei. Chi è questo passeggero? Perché vuol dirigersi oltre il Calars?”
“Non lo so, messere…” fece il capitano “… so che è un soldato di ventura che vuol rifarsi una vita… ha pagato una cifra che non potevo rifiutare, ma ha assicurato che non darà problemi… credo di potermi fidare di lui…”
“Badate che ogni cosa ricadrà su di voi.” Disse Heyto.
Il capitano annuì.
Heyto e Melisendra allora raggiunsero le loro cabine.
Poco dopo, il misterioso passeggero giunse presso la nave.
“Salute a voi, capitano…” salutando il comandante della nave che stava sul ponte.
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Guisgard
09-02-2012, 17.30.43
Padre Nicola fissò Cavaliere25 senza rispendere nulla.
Cominciò allora il rituale.
Si segnò e benedisse la bambina, i due che erano con lui, ossia l’uomo e Cavaliere25, per poi spargere l’Acqua Santa per tutta la stanza.
A contatto con l’Acqua Benedetta, la bambina cominciò a gridare, bestemmiare e maledire il prete.
“Figlia mia…” in lacrime l’uomo.
“Uscite!” Ordinò padre Nicola a questi. “Basteremo io e questo ragazzo!” Indicando il boscaiolo.
L’uomo obbedì.
“Scioglimi e ti darò piacere, prete!” Disse la bambina con quella sua voce grottesca e spaventosa. “Liberami e ti darò il mio corpo!”
Padre Nicola, incurante, continuava a recitare il rituale romano contro gli esorcismi.
E più recitava, più la bambina si contorceva e gridava.
Poi fissò Cavaliere25.
“Io so cosa vuoi tu!” Gridò al boscaiolo la bambina. “Liberami e ti darò ciò che vuoi! Ti renderò felice! Ricco e potente! Ti darò la donna che ami! Liberami e avrai tutto ciò che desideri! Liberami, ti prego!”
Guisgard
09-02-2012, 17.39.08
Chantal sembrava assente, vittima com’era del suo rimorso.
Vayvet allora le si avvicinò e la schiaffeggiò.
“Morte chiama morte.” Disse alla ragazza. “O loro, o io e i miei compagni. Capite? Questo mondo non è perfetto e non lo sarà mai. Ci sarà sempre chi piangerà e chi invece riderà. Ora, se non volete altro sangue sulla coscienza, fate come vi ho ordinato.” Fissò la governante. “Una di voi verrà con noi, l’altra resterà qui. Così sarò certo che non correrà ad avvertire le guardie. Avanti, decidete…” rivolgendosi nuovamente a Chantal “… voi o la vostra governante?”
Un attimo dopo, Haro e Monty ritornarono.
“I cadaveri di quei maledetti sono ben nascosti, capo.” Spiegò Haro. “Attendiamo solo i tuoi ordini per partire.”
Talia
09-02-2012, 18.17.37
(E’ andato via, vero? E’ partito di nuovo? Ho fatto bene a non affezionarmi di nuovo a lui…)
Mi soffermai e fissai Nestos per qualche attimo...
“Non so dov’è...” mormorai “E non so che cosa gli stia passando per la mente! Però... Tu non dovresti dire questo, sai Nestos? Tu gli vuoi bene... dovresti fidarti di lui!”
Appena un momento di silenzio, poi però sospirai e gli carezzai appena una spalla...
“Ora andiamo... ci sono molte cose da fare e poco tempo per farle!”
In fretta mi diressi verso una piccola stanza, alla quale si accedeva da un alta porta di legno massiccio alla sinistra della scala... la stanza ospitava un grande tavolo ed alcuni scaffali, nei quali il Maestro conservava carte e codici.
Subito mi accomodai al tavolo, scelsi tre fogli bianchi, una penna e dell’inchiostro... poi iniziai a scrivere.
Scrissi senza sosta per molti minuti, scrissi uno dopo l’altro tutti e tre i fogli... scrissi tre lettere.
La prima lettera la scrissi al Vescovo.
Una lettera piena di gratitudine, nella quale lo ringraziavo per essersi offerto di accogliere i miei fratelli nella sua Guardia ed invocavo su di lui le benedizioni del Cielo.
La seconda lettera la scrissi per padre Anselmo.
Padre Anselmo, del vicino convento dei frati, era un uomo buono. Era stato, da sempre, il confessore del Maestro ed anche il mio, era uno di quegli uomini che sapevano capire le persone e star loro vicine. A padre Anselmo scrissi una lunga lettera nella quale lo pregavo di stare vicino a Nestos e a chi, tra i miei fratelli, avesse deciso di non arruolarsi nella Guardia Vescovile. Lo pregai di accoglierli e dare loro fiducia, lo pregai di prendersi cura del Casale e dei nostri ricordi... almeno fino al mio ritorno.
L’ultima lettera, infine, la scrissi a Guisgard.
Erano soltanto poche righe... lentamente sollevai il foglio e la rilessi:
‘Mio carissimo Guisgard,
se ti scrivo è per chiederti perdono.
Perdono, per tutte le volte che ti ho ferito o deluso... per tutte le volte che sono stata testarda, impulsiva, sciocca. E per tutte le volte che ancora lo sarò. Ti chiedo perdono, se mai non dovessi avere la possibilità di farlo personalmente.
Ho, infatti, deciso di partire. Lo farò immediatamente, subito dopo aver sistemato le ultime, poche faccende che qui mi competono.
Parto in cerca di Fyellon... sì, avevi ragione: nonostante tutto gli voglio ancora un po’ di bene. Dopotutto lui è mio fratello, che persona sarei se non gliene volessi più?
Non è, però, per questo che ho deciso di cercarlo... no, io voglio trovarlo e convincerlo a denunciare il suo gesto al Vescovo. Solo così, penso, la sua anima potrà trovare un po’ di pace... e forse, un giorno, anche la mia.
E, ciò che più è per me importante, solo così io credo che potrò impedire a te di trovarlo e di compiere un gesto irreparabile. Non posso, infatti, permettere che tu comprometta la tua anima per qualcosa di cui io ed io sola ho colpa... perché se la tua anima morisse, Guisgard, io morirei con lei.
Perdonami dunque. E perdona questo sentimento folle che mi ha sempre tenuta legata a te e che il maestro trovava tanto sconveniente.
Perdonami, se puoi.
Tua per sempre,
Talia’
Posai il foglio sul tavolo e sospirai... poi, scrissi su tutti e tre i destinatari, li sigillai e mi alzai in piedi.
Salii nella mia stanza e mi cambiai d’abito, togliendo quello leggero e dai colori vivaci che indossavo e scegliendone invece uno dai colori più tenui e di stoffa più spessa.
Quando, poi, tornai in giardino i miei fratelli erano ancora lì...
Sorrisi loro.
“Queste sono per voi...” dissi, porgendo le tre lettere “Quelli di voi che si recheranno dal Vescovo gli porteranno la prima lettera e tutta la mia riconoscenza. Chi, invece, ha deciso di non andare...” proseguii verso i miei fratelli più giovani “Consegnerà questa a Padre Anselmo, che saprà cosa fare!”
Feci una breve pausa, cercando con gli occhi Nestos...
“L’ultima...” dissi quando lo trovai “Vorrei che tu la consegnassi a Guisgard per me!”
Il mio sguardo li abbracciò tutti per un istante, con infinito affetto...
“E’ stato bello crescere con voi!” dissi “E’ stato bello potervi chiamale ‘fratelli’... ed io vi porterò tutti nel mio cuore, per sempre! Ora però devo andare... vado...” esitai, ma una mezza verità era sempre meglio di una bugia “Vado a cercare Fyellon! Ci sono cose che vanno dette, cose che deve affrontare!”
Di nuovo sorrisi...
“Sono fiera di voi... vi prego, fate in modo che lo sia sempre!”
Li abbracciai ad uno ad uno, rassicurai coloro che mi parvero più preoccupati... infine mi voltai e mi diressi verso la stalla.
“Sheylon!” mormorai, bloccandomi all’istante.
La tigre era ancora lì, mezzo passo dietro di me... gli sorrisi, poi mi inginocchiai e lo abbracciai...
“E’ stato bello conoscerti, Sheylon... bellissimo!” dissi, accarezzandolo.
Un altro breve, doloroso attimo... ma mi feci coraggio: nella stalla Luthien mi aspettava, dovevo partire subito.
Guisgard
09-02-2012, 18.50.01
Talia era decisa.
Voleva cercare quel suo fratello smarritosi.
Era pronta a partire, a lasciare il Casale degli Aceri.
E dopo aver salutato Sheylon, si diresse verso la stalla per sellare la sua amata Luthien.
Ma, voltandosi, Talia si accorse che Sheylon la seguiva come un’ombra.
Ed entrando nella stalla, i cavalli furono spaventati dalla presenza del superbo felino.
Sheylon, infatti, si era accucciato sulla soglia, quasi a voler sorvegliare la ragazza.
All’improvviso si presentò Nestor e cominciò a gesticolare
(La spada del maestro… resterà qui ora che tutti andranno via? Portala con te e donala a Fyellon… credo sia giusto così…)
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Melisendra
09-02-2012, 19.14.44
Heyto mi aveva aiutato a indossare correttamente il mio velo, dopo essere scesi dalla carrozza. Non avevo rivisto il padrone, così avevo incessantemente chiesto a Heyto dove fosse lui, che disponeva della mia sorte. Un'altra domanda che continuavo a porgli era... per il bene di chi? Chi avrebbe tratto vantaggio dal mio sacrificio? Sapendolo, forse, sarei andata incontro a quel passo col cuore più leggero. Mi venne in mente il sorriso dolce e immobile a pelo dell'acqua sul volto del mio suonatore.
Heyto parlava col capitano della nave, quella buffa costruzione galleggiante che amavo guardare, durante la mia vita acquatica, ormai tanto tanto tempo fa. Mi incamminai sul ponte, rifiutando di rimanere rinchiusa in cabina, dove mi sentivo soffocare, ma continuai a indossare il velo, seguendo le istruzioni del mio accompagnatore.
Le voci di Heyto e del capitano si confusero col rumore delle vele mosse dal vento e le grida di qualche marinaio. Guardai con curiosità verso le persone affaccendate lungo i moli del porto. Tutta quella gente e quella vitalità mi sopraffecero e quasi mi sentii felice di essere lì.
Sentii Heyto rivolgersi con tono seccato al suo interlocutore, che si affrettò a giustificarsi, ma li lasciai alle loro parole. Passeggiai lungo il ponte superiore, tenendo ben fermo il velo davanti al viso. Avrei voluto correre e vedere ogni cosa, danzare, quasi. Ma rimasi composta a osservare i marinai indaffarati. Poi guardai verso prua. Là, ci saremmo diretti proprio oltre quello che la mia vista poteva scorgere.
Un colpo di vento mi strappò il velo di mano, tanto ero assorta.
Lo vidi volare via, leggero e libero. Con una fitta di dispiacere pensai che era libero nell'aria come io non sarei più stata.
Talia
09-02-2012, 19.22.18
“Sheylon!”
Mi voltai di scatto, sorpresa dal nervosismo dei cavalli...
“Sheylon... che cosa fai qui? E’ da Guisgard che devi andare... io sto partendo, sai?” dissi, avvicinandomi a lui e carezzandogli la testa.
Ma la tigre non parve darmi ascolto... al contrario, si accucciò sulla soglia, come a volermi aspettare...
“Sei testardo, eh!” mormorai allora, vagamente divertita “Non mi sorprende che tu e lui andiate tanto d’accordo!”
Fu in quel momento che entrò Nestos...
All’improvviso si presentò Nestor e cominciò a gesticolare
(La spada del maestro… resterà qui ora che tutti andranno via? Portala con te e donala a Fyellon… credo sia giusto così…)
“La spada non spetta a Fyellon!” risposi, con gli occhi leggermente più cupi “O sarebbe stato il Maestro stesso a donargliela, prima che partisse! No... faremo esattamente ciò che avevamo stabilito con quella spada: resterà qui!”
Rimasi per un momento in silenzio, riflettendo...
“Nestos...” ripresi poi a dire “Vi è una chiave che chiude un vano segreto proprio sotto l’altare. Il Maestro me ne parlò una volta, mi disse che custodiva quella chiave in un cofanetto di alabastro nella sua stanza... va’ a prenderla e nascondi la spada in quel vano, poi riponi di nuovo la chiave!”
Tacqui, osservandolo... ma poi, in fretta, mi avvicinai a lui e lo abbracciai...
“Mi mancherai, Nestos! Mi mancherai tanto! Ma non temere...” tornando a guardarlo “Tornerò! Tornerò, te lo prometto! Tornerò e recupereremo insieme quella spada... e quel giorno, forse, sapremo anche a chi spetta!”
Gli sorrisi... poi, allontanandomi da lui, mi diressi verso Luthien...
“Ci aspetta una lunga cavalcata, mia piccola amica... molto più lunga del solito, temo!”
Salii in sella, dunque... e fu allora che vidi che anche Sheylon si era alzato in piedi...
Gli sorrisi, scossi appena la redini e partii.
Guisgard
09-02-2012, 19.39.58
Talia si lanciò al galoppo verso il bosco e subito Sheylon la seguì.
La ragazza, come Angelica spaventata, indifferente ai sogni dei paladini Cristiani e alle brame dei campioni dell’Islam, si addentrava nel bosco, tra fiori e frutti che nel crepuscolo sembravano murare forma e profumi.
Il bosco un momento sembrava aprirsi e un attimo dopo richiudersi, come a volerla rapire e tenerla prigioniera.
Talia, così, in sella a Luthien, attraversò prima l’imbrunire, poi il crepuscolo, giungendo infine nel seno della sera.
Avvistò allora il paesino di Suessyon, tutto arroccato attorno al castello del baronale, nel quale aveva prestato servizio suo fratello Fyellon.
Guisgard
09-02-2012, 20.04.59
Melisendra restò a fissare il suo velo volare via.
Ma, ad un tratto, qualcuno afferrò quel velo.
“Il vento…” sussurrò il cavaliere “… sarebbe bello se potessimo seguirlo…” fissò quel velo e poi si avvicinò a Melisendra “… resto spesso a fissare il vento… sentirlo sul mio volto, carpirne il profumo… si, il profumo…” sorrise “… il vento porta con sé il profumo delle terre che attraversa…” guardò il cielo e sorrise “… e forse questo vento ci sta narrando del luogo che presto visiteremo…” le restituì il velo “… il mio nome è Fyellon… e il vostro?”
Talia
09-02-2012, 20.30.13
Raggiunsi Suessyon che già stava diventando buio... c’ero stata soltanto una volta, molto molto tempo prima, con il Maestro...
Di quel breve antico viaggio, tuttavia, conservavo soltanto ricordi frammentari.
Mi addentrai, dunque, con circospezione tra le stradine strette e tortuose che, snodandosi tra mille e più incroci, salivano gradualmente verso la parte alta dell’agglomerato, là dove si trovava quell’antico ed imponente edificio.
Luthien procedeva con passo regolare al moderato trotto, Sheylon ci seguiva a breve distanza... io chiusi gli occhi e respirai il vento, chiedendomi se davvero di lì a poco avrei incontrato Fyellon... chiedendomi dove fosse Guisgard in quel momento e se avesse letto la mia lettera... ma il futuro restò oscuro per la mia mente confusa... tentai di indagarlo, di concentrarmi con la speranza che nuove immagini venissero mandate a me, nuovi indizi... ma non avvenne.
Sospirai.
Riaprii gli occhi e vidi che eravamo giunti in una piccola piazza dalla forma irregolare, di fronte a me la strada procedeva in salita per un breve tratto, per poi aprirsi su di un imponente portone ligneo decorato da borchie in ferro lucido, sorvegliato da due guardie.
Lentamente mi voltai e osservai Sheylon per un momento... che fare?
Guisgard
09-02-2012, 20.44.45
Sheylon si fermò accanto a Luthien, che tradiva nervosismo nel vedere quella tigre.
Talia era così giunta nel centro abitato di Suessyon.
Ad un tratto Sheylon saltò su.
Fissava una delle stradine cittadine.
Restò così per alcuni istanti, per poi voltarsi verso Talia.
La fissò diritta negli occhi e un attimo dopo si lanciò rapida in quella stradina.
Melisendra
09-02-2012, 20.57.54
Scrutai il nuovo venuto rimanendo in silenzio. Era molto affascinante. I suoi tratti virili e il suono della sua voce mi fecero arrossire le guance. Non avevo mai visto molti uomini e non erano molti quelli che avevano colpito i miei occhi con la loro bellezza. Avevo spiato molti mortali, mentre attraversavano le acque del fiume, ridendo del loro singolare aspetto insieme alle mie sorelle, ma non avevo mai parlato con nessuno di loro.
Presi il velo, sfiorando per un attimo la sua mano con la punta delle mie dita.
"Il vento racconta molte cose e non sa trattenere segreti. E' un buon amico... proprio perchè non sa mentire. Tuttavia non può rispondere alla domanda che gli pongo..." Scesi i gradini, mentre il vento imperterrito gonfiava le mie vesti a giocava con i miei capelli.
"Melisendra... è il mio nome" risposi sorridendo. Sistemai il velo nuovamente sul mio capo. "O almeno mi chiamano così il giovane Heyto e il mio signore."
Abbassai un attimo lo sguardo sui pesanti bracciali che ornavano i miei polsi, ogni singolo accessorio, scintillante e pregiato, mi ricordava che non appartenevo a me stessa. Ma avevo fatto una promessa a quel mio strano padrone e l'avrei rispettata. Avrei seguito il mio destino, come avevo sempre fatto, accettandolo.
Sollevai lo sguardo su Fyellon e gli domandai: "Forse voi sapete dirmi dove è diretta questa nave... penso che siate certamente più informato di me. Io non so nulla di questo mondo. Conosco solo la foce del fiume, laggiù verso sud, e il grande giardino del mio signore." Giocai nervosamente con i bracciali, che tintinnarono. "Allora... dove siamo diretti?"
Talia
09-02-2012, 20.58.53
La reazione di Sheylon mi sorprese... non si era mai comportato in quel modo!
Mi aveva guardata un attimo, come a voler dire qualcosa, poi era scattato verso una di quelle stradine...
"Sheylon!" esclamai "Sheylon, aspetta!"
Subito scossi le briglie...
"Vai, Luthien!" ingiunsi "Vai! Presto!"
Ci lanciammo così al galoppo, inseguendo Sheylon per le stradine strette e tortuose... il cuore mi martellava nel petto... una sorta di nuova, inebriante eccitazione si era impadronita di me...
Poi d'un tratto Sheylon si fermò, ed anche noi ci arrestammo.
elisabeth
09-02-2012, 23.16.11
All'affermazione di Reas....mi sentii triste...." Perdonatemi Reas ma non ho l'abitudine di parlare male di qualcuno ....e se ho parlato di Isolde e' perche' ne ho dei buoni motivi.......comunque non ne parlero' alla Regina...vi assicuro che la verita' verra' fuori senza che nessuno di noi ne forzi gli eventi......adesso possiamo seguirvi.....andiamo dalla regina e che il suo cuore sia pronto ad ascoltarci.."....e sosi' fu....ma qualcuno era in udienza prima di noi....dovevamo aspettare.....giocavo con uan foglia del mio vestito e......avvertii la presenza di Daniel...dalla Regina c'era Daniel...." Reas...ascoltate li' c'e' mio figlio...mio figlio sta parlando con la Regina ...io devo vederlo....vi prego fate in modo che io possa vederlo...."....presi entrambi le sue mani e le strinsi tra le mie.....avevo tanta di quella voglia che lui potesse avvertire la mia disperazione.....avevo voglia che qualcuno comprendesse la mia disperazione........Altea era l'unica che mi aveva compresa senza alcuna spiegazione.......
Altea
09-02-2012, 23.41.39
Vidi Elisabeth in quel gesto improvviso, prendere la mano a Reas, rimasi stupita, la vedevo diversa e ne ero felice di questo..lei si fidava di lui, e lui sapeva darle quella sicurezza per lottare. Stavo aspettando impazientemente, a quanto pare Daniel era dalla Regina, si diceva, cosi a lievi passi mi allontanai e riuscii a scendere nel giardino. Camminavo con il vento che impetuoso mi inebriava del profumo di quei fiori, delle spezie ed essenze che vidi in quel bazar...come avrei voluto andarci, libera e percepire ciò che mi dava il profumo del bergamotto, della Rosa d'Oriente..e mentre pensavo a tutto questo per magia mi apparì..eccola, un bellissimo albero di Camelie, presi una e ne assaporai il profumo, era la prima volta che potevo toccarla con mano. Ma ad un tratto la mia attenzione fu destata da quel cancello in oro...mi avvicinai, con la mia Camelia in mano, e guardai il chiavistello di diamante..."Ma dove mai porterà questo posto".
Chantal
09-02-2012, 23.44.38
Spiegò Haro. “Attendiamo solo i tuoi ordini per partire.”
Occorse del tempo a Chantal per riprendersi.Il fuggiasco era stato crudo,e la ragazza comprese che non fosse un uomo da mediazione,ma aveva la tempra del leader,così non lo osteggiò.Infine, non ne aveva la forza nè si sentiva dello stato d'animo di reagire o giudicare ed aventualmente giustificare le sue o le altrui responsabilità.
Vayvet stabilì di partire coi favori della notte,questo lo avrebbe esposto di meno alle forze delle milizie,permettendogli di guadagnare un vantaggio sulle guardie del Castaldato.
Tutto il giorno trascorse in religioso silenzio.
Chantal e la governante erano rimaste l'una accanto all'altra,e sebbene la questione sollevata da Vayvet avesse turbato le due donne,alcuna delle due,fino all'ultimo momento,si espose sulla propria decisione.In realtà Chantal conosceva già quale sarebbe stata la sua decisione,ma aveva preferito che il giorno scorresse senza l'agitazione dei fatti prestabiliti.
Dal canto suo,la governante confidava nel Cielo,impegnando il suo tempo nella recita delle preghiere.
I fuggiaschi,invece,si erano divisi,come già s'era verificato nella notte precedente,Haro e Monty sorvegliavano la casa da fuori,Vayvet,invece,tentò di riposarsi,sebbene non avesse ceduto un solo momento alla sua inclinazione di scrutare con sospetto quella ragazza che,visibilmente scossa,cercasse di mantenere un contegno ed una calma che lo destabilizzavano.
Calata la notte Vayvent si replicò,domandando alle due donne di comunicargli chi li avrebbe seguiti.
Avanti, decidete…” rivolgendosi nuovamente a Chantal “… voi o la vostra governante?”
"Io"rispose la ragazza con fermezza,"Io verrò con voi."Ribadì col cuore che le balzava in gola.
La governante fu colta da un improvviso sussulto,si precipitò verso la ragazza e la abbracciò,in lacrime e cercando di convincerla che la cosa giusta da fare fosse che lei prendesse il posto di Chantal,essendo,a suo dire,più anziana e meno esposta agli interessi di quegli uomini privi di scrupoli e ignari delle buone maniere.
Ma Chantal la tranquillizzò e trovò anche la forza di sorriderle amorevolmente,spiegandole che confidava in Vayvet,essendosi dimostrato comunque ragionevole e benevolo con lei.
Infine,Chantal raccomandò alla governante,non appena fosse sorto il nuovo giorno,di cercare suo padre,trattenuto,sperava la ragazza,da qualche imprevisto o urgenza,e rasserenarlo sul suo ritorno che,le promise,sarebbe avvenuto presto.
Nel buio appena infranto dai pallidi raggi della Luna,Vayvet guidò i suoi e la ragazza nelle scuderie,
Furono prelevati quattro cavallitra ,quelli già ferrati per il viaggio non più intrapreso.
A Chantal fu concesso di montare il suo,e questo la rassicurava e la faceva sentire meno sola ed abbandonata.
Il suo cavallo,un maschio Holsteiner dal manto bianco e lucente che in quella notte nerissima brillava come una muminosa stella dalla luce azzurrina,nitriva per la diffidenza verso gli estranei,ma Chantal riuscì comunque a rassicurarlo carrezzandogli il muso ripetutamente e sussurrandogli qualcosa all'orecchio.
Ma anche Chantal era agitata e turbata,e il suo compagno lo percepiva al tatto.Del resto,la conosceva da tempo.
Vayvent trovò allora il modo di rincuorare e tranquillizzare la ragazza,domandandole,accennando un impercettibile sorriso,se,come s'era ostinata a fare col suo,avrebbe celato a lui anche il nome del cavallo.
Chantal gli sorrise leggermente di rimando,scuotendo la testa,quasi un poco divertita dall'idea di beffarsi di lui,e,ancora una volta non rispose.
Vayvent non insistette oltre,comprendendo che fosse già traumatizzante per la ragazza tutta quella circostanza.
Lasciarono il viale della casa adagio,poi a ritmo più sostenuto presero a galoppare verso Nord,imboccando la vallata del Calars.
Monty e Haro li anticipavano,quasi come due sentinelle.
Vayvet e Chantal cavalcavano uno di fianco all'altra,pochi passi indietro.
Vayvent,di tanto in tanto,si percuoteva il petto tentando di tenere la mano salda sulla ferita,probabilmente gli doleva,sebbene volesse mostrarsi forte e duro.
E alternava a quell'azione il massaggiarsi il collo,anche egli era stanco e provato,i suoi muscoli tradivano rididità e turgidità dovuta a mancato riposo.
Non si vedeva molto nel buio,l'unica luce era il luminoso astro del cielo che in quella vallata del Calars, umida e velata di foschia,non si mostrava nitido ma contornato da un alone che conferiva a quella Luna quasi piena un'insolita magia.
Chantal fu attraversata da una moltitudine di pensieri che si susseguivano e la tormentavano.Non sapeva a cosa andasse incontro,non aveva avuto notizia alcuna del padre,viaggiava verso l'ignoto con dei fuggiaschi ricercati e,a quell'ora,sarebbe dovuta essere in viaggio verso Pierre.
Il freddo della notte la faceva tremare,si avvolse nella cappa,cercando di tenere al caldo anche le mani che stringevano le redini,il cappuccio tendeva a scivolarle al trotto e sospinto dal venticello notturno che le accarezzava il volto e le soffiava nell'anima e nei pensieri reconditi e malinconici ricordi,ed ella era costretta ad accomodarselo ripetutamente.
E la nostalgia di casa e dei suoi affetti l'assalì improvvisamente,tanto che la ragazza seguiva quegli uomini quasi fosse assente da quei luoghi attraversati e lontana da quegli uomini.
Si levò,poi,un aromatico profumo di muschio che le fece comprendere d'essere prossimi al lago.
Quel profumo era a lei inconfondibile,una sola volta lo aveva sentito,ma le era rimasto impresso nei ricordi e nei sensi.
Ripensò a quando lo avevano prediletto come sosta nel loro viaggio verso sud quel lago dalle acque lucenti come il cielo che incontra la giada,si ricordò della lettera di Pierre che solo il giorno prima stringeva al petto ed annusava caldamente,e ricordò di come suo padre avesse acconsentito al viaggio mai intrapreso e che lei tanto desiderava compiere.
E poi,le fiere notturne,presago di pericolo ed inquietudini,o forse,solo amplificatori delle sue angosce.
Chantal cercò di respirare quel profumo e scacciare i suoi timori,ma fu solo più inquieta,allora ruppe il suo silenzio e volgendosi verso Vayvet domandò:"Da chi fuggite?Solo dalle guardie del Castaldato?"
Guisgard
10-02-2012, 02.54.07
Reas restò colpito da quel gesto di Elisabeth.
“Va bene, milady…” sussurrò il capitano alla donna “… vi condurrò davanti alla regina e potrete vedere vostro figlio…”
Reas allora fece cenno al servitore di farli entrare.
Il suo ruolo a corte gli consentiva di vedere la regina molto più spesso di quanto fosse normalmente consentito agli altri cortigiani.
Reas ed Elisabeth si presentarono così davanti alla regina.
Nella sala vi erano anche il medico Nigros e Daniel.
“Presumo che sia importante” disse la regina “il motivo che vi ha spinto a chiedere udienza, capitano…”
“Perdonatemi, maestà.” Chinandosi Reas. “Volevo parlarvi dei visitatori giunti a Tylesia…”
“Si, stavo giusto parlando con il dottor Nigros” fece la regina “e di uno dei nuovi arrivati…” fissò Elisabeth “…. voi vi sarete fatto un’idea sul loro conto, immagino…” domandò al capitano.
“Si, maestà.” Annuì Reas. “Ed è positivo… se così non fosse, non mi sarei permesso di condurre a voi lady Elisabeth…”
Guisgard
10-02-2012, 03.23.04
Altea si era allontanata da Reas e da Elisabeth.
Passeggiò nel parco, fino ad avvicinarsi nuovamente al bellissimo cancello d’oro chiuso con quel lucchetto di diamante.
Restò a fissarlo, in balia dei suoi pensieri.
“A chi appartiene davvero quel meraviglioso fiore?
Chi lo custodirà sopra ogni cosa in fondo al cuore!
Dimmi, mia musa, tal meraviglia come si conserva?
C’è chi lo guarda, chi lo possiede e chi lo preserva!
Come potrò chiamarlo mai in quel mistico verziere?
Battezzalo come il tuo sogno più grande, cavaliere!”
E finito di recitare quei versi, il cantastorie si avvicinò ad Altea.
“Salute a voi, bella dama!” Con un inchino. “Non temete il freddo voi? O bastano i vostri sogni a riscaldarvi?”
Guisgard
10-02-2012, 03.33.44
Fyellon ascoltava con un sorriso le parole di Melisendra.
La ragazza parlava e gesticolava con un candore non comune.
“A dire il vero” voltandosi verso l’orizzonte che sembrava inghiottire le acque del Calars “non conosco la meta di questo viaggio… anzi, ad essere completamente sincerò vi dirò che ho fatto di tutto per non saperlo… cerco una terra tanto remota da far perdere ogni mio ricordo in coloro che ho conosciuto… una terra che mi accolga per quello che sono… un esule… un esule da tutto ciò che ho cercato di conquistare e che invece mi è stato sottratto…” il suo sguardo si perse, per un momento, tra la vegetazione che cresceva sulle sponde del fiume e che i densi vapori che nascevano da questo rendevano sfocata ed incantata “… voi avete parlato del vostro padrone… siete dunque una schiava?”
Guisgard
10-02-2012, 03.54.19
I cavalli procedevano nella foresta e tutto intorno ai quattro fuggitivi, man mano che l’imbrunire avanzava, assumeva forme inquietanti e sconosciute.
“Da cosa fuggiamo?” Ripeté Vayvet senza però fissare Chantal. “Forse dal mondo… un mondo che non ci ha mai accettati veramente…” strinse la mano contro la ferita, come a voler attutire gli scossoni provocati dall’andatura del suo cavallo “… come voi, del resto… neanche voi ci accettate, visto che mi avete negato anche il vostro nome…” accennò un sorriso “… ma lo comprendo… io vi ho negato la libertà… così saremo pari…”
Monty rise forte.
“Una volta in salvo” rivolgendosi a Vayvet “cosa ne faremo di lei, capo?” Fissò Haro e rise forte. “Seguiremo le regole, no? Le regole che abbiamo sempre rispettato… la tireremo a sorte per vedere chi la possiederà per primo!”
“Vedremo…” mormorò Vayvet.
“Ma come, capo?” Stupito Monty. “Abbiamo sempre fatto cosi!”
“Hai già fatto un sacco di idiozie.” Fece Vayvet. “Ora smettila di seccarmi.”
Monty scosse il capo.
Ad un tratto Vayvet aumentò il passo e raggiunse una radura irregolare.
“Passeremo qui la notte.” Voltandosi verso gli altri, che erano rimasti più indietro di qualche passo.
“Non temere piccola…” mormorò Monty avvicinandosi a Chantal “… presto io e te ci divertiremo non poco… e vedrai che quando avrò finito con te, perderai quell’aspetto da brava ragazza che ti hanno cucito addosso…”
Giunti anche i tre nella radura, il gruppo si apprestò a trascorrere lì la notte.
Haro accese un piccolo fuoco, giusto per scaldarsi, mentre Monty raccolse qualche frutto per la cena.
“Haro…” fece Vayvet “… farai tu il primo turno di guardia… poi toccherà a Monty…”
Poco dopo, i due fuggiaschi si addormentarono, mentre Haro si sistemò presso una roccia e cominciò il suo turno di guardia.
Guisgard
10-02-2012, 04.23.18
Sheylon, col suo passo felpato e la sua agilità, correva in quelle stradine.
Due passanti si ritrovarono davanti il grosso felino e restarono impietriti, increduli, credendolo una visione frutto della notte imminente.
Incurante, la tigre proseguì la sua corsa, mentre alle sue spalle Talia in sella a Luthien cercava di stare dietro a quel superbo animale.
Sheylon alla fine arrestò la sua corsa davanti ad una locanda, dalla quale provenivano grida, risate e musica.
Il Felino fissò la porta del locale, per poi correre verso una delle finestre che davano al suo interno.
Un capannello di gente circondava un tavolo, sul quale c’erano dei bicchieri e diversi pugnali.
“Avanti, cavaliere…” alzandosi uno zingaro “… vediamo quanto vi assisterà ancora la vostra fortuna!” Buttò giù tutto d’un sorso l’ennesimo bicchiere e prese poi uno dei pugnali sul tavolo.
Mirò contro la parete, sulla quale era stato dipinto uno scudo, per poi lanciare il pugnale proprio al centro del disegno.
“Centro anche stavolta!” Gridò. “E ora a voi e alla vostra fortuna!”
Il cavaliere lo fissò ed abbozzò un sorriso.
Si alzò e per un attimo barcollò, come se tutto attorno a lui girasse senza sosta.
Respirò forte e svuotò un altro bicchiere.
Scosse poi il capo come a volersi destare.
Prese il pugnale e lo baciò, per poi lanciarlo, un attimo dopo, verso lo scudo dipinto alla parete.
Il suo pugnale si conficcò proprio al centro, facendo cadere quello lanciato precedentemente dallo zingaro.
Tutti allora urlano di gioia e applaudirono quel colpo lanciato da Guisgard.
Questi, visibilmente brillo, si lasciò cadere su una panca alle sue spalle, ridendo all’esaltazione di chi lo circondava.
“E’ stata solo fortuna!” Esclamò lo zingaro.
“Bevi e non pensarci, Djan!” Disse uno dei presenti.
“Fortuna?” Avvicinandosi al cavaliere una zingara. “Spero di no, messere!”
“Perché, dolce amica?” Ridendo Guisgard.
“Perché, come si dice…” con fare malizioso lei “… sfortunato al gioco, fortunato in amore… e tu hai vinto una notte d’amore, messere! Ed io sono il tuo premio per quel magnifico centro!”
“Già, godetevi la vostra dannata fortuna, cavaliere!” Con rabbia Djan lo zingaro.
“Come ti chiami, angelo?” Chiese Guisgard alla donna.
“Oh, stanotte sarai tu a scegliere il mio nome, messere…”
E tutti risero di gusto.
http://images.moviepostershop.com/captain-blood-movie-poster-1924-1020512653.jpg
Altea
10-02-2012, 09.24.36
Guardavo attraverso quel cancello ma davanti a me non riuscivo a scorgere nulla, tenevo stretta quella Rosa d'Oriente quando udii proferire delle parole..
“A chi appartiene davvero quel meraviglioso fiore?
Chi lo custodirà sopra ogni cosa in fondo al cuore!
Dimmi, mia musa, tal meraviglia come si conserva?
C’è chi lo guarda, chi lo possiede e chi lo preserva!
Come potrò chiamarlo mai in quel mistico verziere?
Battezzalo come il tuo sogno più grande, cavaliere!”
Mi voltai di scatto..un cantastorie?? Sorrisi e mi avvicinai a lui.
"I miei omaggi, molto belli questi versi, a chi sono dedicati? alla Regina? è un indovinello per entrare dentro un Regno magico oltre quel cancello?? Non stavo sognando mio cantastorie, in questo posto freddo è difficile sognare ma voi mi avete fatto sorridere e io vi dono in cambio questo"...e allungai la mia mano per dargli quel fiore.
cavaliere25
10-02-2012, 11.42.46
Guardai la bambina e dissi no non vi libero mi spiace dentro di me sentivo male vedendo quella scena ma dovevo essere forte poi guardai il clerico e dissi riusciremo a salvare questa bambina dal quel mostro che se impossessato? domandai e aspettai
Parsifal25
10-02-2012, 12.08.15
Giungemmo alle porte del villaggio e ci dirigemmo verso una donna che vendeva prodotti agricoli..... il Maestro Redentos chiese se vi era qualcuno che potesse venderci una barca o accompagnarci, ma non ottenemmo granchè. Finchè la Provvidenza ci indicò un uomo ed una banvhina dove era ormeggiata la barca. Sarebbe stata la nostra occasione per intraprendere questa ricerca ed il viaggio che ci avrebbe portato nel magico Calars.
"Speriamo che faremo presto" dissi tra me e me.
"Chissà, il destino che aveva in serbo per noi".
Melisendra
10-02-2012, 13.20.41
Ero un po' delusa. Chinai il capo.
"A quanto pare nessuno lo sa... e chi lo sa non vuole dirmelo..." lanciai un'occhiata a Heyto, ancora sul ponte.
"Schiava?" Riflettei un attimo "Sì, suppongo sia ciò che sono... Si comprano... gli schiavi si comprano... e Heyto mi ha comprata al mercato di questo porto per il suo padrone, che ora è anche il mio." Il vento si era levato di nuovo e soffiava come a volerci sospingere verso l'ignoto che attendeva entrambi. "Forse è il mio destino... Non si combatte il destino, lo si accetta. Ma in questo io non sono mai stata brava... Immagino di potermi definire esule anch'io. Esule da un luogo che non vedrò mai più finchè respiro."
Feci un cenno a Heyto, che mi osservava dal ponte superiore.
Talia
10-02-2012, 16.19.18
Smontai da cavallo e mi avvicinai a Sheylon...
“Beh, si può sapere che cosa ti è preso? Che cosa ci sarà mai qui che...”
Ma il resto della frate mi morì in gola quando fui sufficientemente vicina alla finestra per poter vedere all’interno della taverna...
“Oh...”
Per molti minuti rimasi lì, immobile, come pietrificata... i miei occhi seguivano i movimenti di quella gente quasi meccanicamente, quasi contro la mia volontà.
“E’ per questo dunque, Sheylon, che mi hai fatta venire qui?” mormorai infine, la voce bassa e vagamente roca, come se riuscisse molto a fatica ad uscirmi di gola “Perché potessi godere di questo spettacolo?”
In fretta distolsi lo sguardo... mi dava fastidio guardare, mi faceva male...
Squallido... sì, pensai che quella fosse la definizione più corretta per la scena cui avevo appena, involontariamente, assistito: era squallida!
Mille sensazioni si agitavano in me... rabbia, dolore, delusione, tristezza, un vago senso di solitudine... in preda a ciò mi diressi verso la porta ed afferrai con decisione la maniglia...
Per un attimo rimasi lì... in piedi di fronte alla porta, tentando con tutta me stessa di trovare il coraggio per spingerla... eppure la mano mi tremava tanto e tanto convulsamente che anche solo scostarla risultava un’impresa.
“Al diavolo!” sbottai alla fine, voltando le spalle al battente e chiudendo gli occhi... un momento...
Ma subito un nitrito di Luthien e un basso e sordo brontolio di Sheylon mi indussero a tornare tra loro, proprio mentre una potente raffica di vento ci investiva...
“E va bene!” sospirai “Va bene! In fondo non credo che il signore di questo posto ci concederà udienza prima di domani mattina, vero?”
Stringendo i pugni per farmi coraggio, dunque, tornai a fronteggiare la bassa porta della locanda... poi, senza pensarci troppo, afferrai la maniglia e la spalancai...
Il potente vento che si era alzato fece dunque irruzione nella piccola stanza rettangolare: lambì il mio corpo, gonfiando lo spesso mantello che mi scivolava dalle spalle e facendomi volare i capelli, e poi rotolò all’interno portando con sé nuvole di polvere, foglie secche e quant’altro.
Io rimasi sulla soglia per un istante, muovendo gli occhi tra le persone che si trovavano lì, indugiando un istante su Guisgard ma evitando accuratamente di guardare la donna appesa al suo collo, infine mossi qualche passo immediatamente seguita da Sheylon.
“Noi vorremmo una stanza dove poterci riposare...” dissi con voce carezzevole e suadente all’uomo dietro al bancone quando lo raggiunsi, accennando appena alla tigre “Almeno fino a domani mattina! E vi sarei grata, signore, se fosse lontana dalla confusione! Oh...” soggiunsi, sempre con il medesimo tono “Qui fuori c’è il mio cavallo... non sareste magari così gentile da offrire un ricovero anche a lei?”
Guisgard
11-02-2012, 02.10.27
Il cantastorie sorrise ad Altea.
“Questo fiore è per me?” Guardando il bel fiore nella mano della ragazza. “Oh, ma non dovreste privarvene, milady… vedete…” strimpellando la sua lira “… secondo una leggenda longobarda, i sogni, quando giungono nel mondo mortale, assumono l’immagine di un fiore… siete giovane e bella e a mio dire dovreste donarlo ad un bel messere, capace di conquistare il vostro cuore con gesta degne del suo dolce e cortese battito.” Di nuovo mostrò un lieve e delicato inchino. “I miei versi? Erano solo dedicati al vostro sguardo che fissava oltre quel cancello. Però forse, chissà, potrebbero anche celare la chiave per quel mondo di cui accennavate… dite che fa freddo? Si, ma non abbastanza da rendere i sospiri di una donna insensibili al cuore del proprio cavaliere… permettete che mi presenti a voi, milady… sono Fin Roma il Cappellano!”
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Altea
11-02-2012, 02.28.51
Ritrassi subito la mano che porgeva la Camelia, e guardaii il cancello. Rimasi impietrita..cosa mai stava dicendo questo cantastorie? Lo fissai per un attimo in silenzio, non sapendo se fidarmene o meno, visto le persone che ivi vivevano..."I miei omaggi messer Fyn Roma, io mi chiamo..Altea. Ahimè avete letto male sia nel mio cuore che nei miei pensieri, poichè i miei sospiri non erano per nessun cavaliere...triste vero per un narratore di amori come voi?" dissi con sospiro forzato.
Guisgard
11-02-2012, 03.07.31
Padre Nicola continuò a recitare il rituale dell’esorcismo.
Fissò poi Cavaliere25 con i suoi occhi penetranti e fece un leggero cenno, come a volergli dire di continuare a vegliare.
Poi si avvicinò alla bambina e la segnò tre volte con l’Acqua Santa.
A quel tocco, la bambina urlò e si dimenò fino a sfinirsi.
Ma con le ultime forze rimaste, rivolgendosi a Cavaliere25, mormorò:
“Non rivedrai mai più i tuoi amici frati… non costruirete nessuna chiesa perchè questo luogo è mio… anzi, non uscirai mai più da questa selva…”
“In nome di Gesù Cristo e del suo Preziosissimo Sangue” gridò padre Nicola “abbandona questa bambina, demone! E’ Lui che lo comanda!” E toccò la piccola col suo Crocifisso benedetto.
Poi, sfinito, il chierico si appoggiò al muro.
Ad un tratto la bambina cominciò a vomitare, per poi cadere con la testa all’indietro sul letto.
Padre Nicola allora aprì la porta e fece cenno ai genitori di entrare.
E nel vedere la piccola corsero ad abbracciarla.
“Padre…” in lacrime il papà della piccola “… grazie…”
“Ringraziate Dio.” Fece il chierico.
Uscì allora all’aperto per riprendersi dalla fatica.
Si lavò il viso nella piccola fontana davanti alla casa e poi fissò Cavaliere25.
“Sei stato bravo, ragazzo…” mormorò per poi sorridergli.
Guisgard
11-02-2012, 03.21.45
Redentos, Parsifal e il nano Avid, come indicato loro dalla donna, raggiunsero la casa del venditore di barche.
“Salute a voi, buon uomo…” disse il cavaliere al vecchio Maroc “… ci occorre una delle vostre barche.”
“Le do solo in noleggio, milord.”
“Io voglio acquistarla.”
“Impossibile, non mi priverò di nessuna delle mie barche.”
“Vedete…” spiegò Redentos “… stiamo per cominciare un viaggio del quale io e i miei compagni ignoriamo ogni cosa… non voglio dunque recarvi danno…”
“Un viaggio verso l’ignoto?” Fissandolo Maroc.
“Forse.”
“Allora non se ne parla.”
“Pagherò il doppio del valore per averne una.”
“Neanche per il triplo.” Scuotendo il capo il venditore.
“Vi prego, ci serve una barca…”
“Cercatela altrove.”
“Non vi sono altre barche nei paraggi…” fece Redentos “… cercarla renderebbe ancora più lunga la nostra ricerca…”
“Conoscete almeno il nome della vostra meta?”
“Tylesia…”
Maroc restò turbato.
“Non accetterò soldi…” disse ai tre “… ma vi darò la barca…”
“Davvero? E il vostro guadagno?”
“Mi porterete una cosa” rispose Maroc “quando ritornerete.”
“Forse non ritorneremo…” fissandolo il cavaliere.
“Se tornerete, mi porterete ciò che chiedo…”
“Cosa?” Domandò Redentos.
“Qualcosa di quel luogo…” rispose Maroc “… sceglierete voi cosa…”
“Si, avete la mia parola.” Annuendo Redentos.
Guisgard
11-02-2012, 03.40.55
Fyellon ascoltò ogni parola di Melisendra.
“Il destino, damigella…” fissandola “… il destino… non esiste, nulla è scritto… siamo noi gli artefici delle nostre fortune o delle nostre miserie… e mi rifiuto di credere che una ragazza giovane e bella come voi, sia vittima della volontà di pochi… e che chiami poi tutto questo col nome di destino…” lasciò poi che il vento spettinasse i suoi capelli biondi “… quindi, se ho ben compreso, chi vi ha acquista si trova a bordo, vero?”
In quel momento, incuriosito da quella conversazione, ai due si avvicinò Heyto.
“Melisendra, non stare troppo sul ponte…” disse alla ragazza “… l’aria è fredda.” Fissò poi Fyellon. “Siete il passeggero imbarcato all’ultimo momento, cavaliere?”
“Si, messere.” Rispose Fyellon.
“Vedete, credo sia spiacevole tutto ciò…” fece Heyto “… la nave è stata prenotata tutta dal mio signore… egli non ammette estranei nei suoi affari… il capitano ci aveva assicurato sulla vostra cortese discrezione, ma vedo che la situazione è ben diversa.”
“Stavo solo scambiando qualche parola con lady Melisendra.” Replicò Fyellon. “Non immaginavo che ciò recasse disturbo a qualcuno…”
“Potrebbe, cavaliere.” Fissandolo Heyto.
“Forse dovrebbe decidere lady Melisendra con chi trascorrere il suo tempo, messere.”
“Ella appartiene al mio signore.” Rispose Heyto. “Come questo viaggio… e voi siete ospite su questa barca.”
“Ho pagato il biglietto, messere.” Mostrando il biglietto a Heyto.
“E solo quello avete acquistato, cavaliere.” Replicò questi. “Vieni, Melisendra, rientriamo nelle nostre cabine.” Rivolgendosi poi alla ragazza.
Guisgard
11-02-2012, 03.49.46
Fin sorrise a quelle parole di Altea.
“C’è sempre una storia d’amore” disse “da narrare a questo mondo. Grazie a Dio.” Accarezzò la sua lira. “Vi rivelerò un segreto… mi annoiavo e rattristavo prima del vostro arrivo, milady… qui, purtroppo, nessuno parla d’Amore, sapete? E capirete che per me è un dramma, visto che mi guadagno da vivere con i versi e le rime di codesto sublime sentimento… e così, non posso fare altro che strimpellare alla Luna ed esercitare le mie funzioni di chierico… anzi, vi consiglio di non dire ad alcuno di aver parlato con me… pare che la mia presenza in questo posto non sia molto gradita… probabilmente mi sopportano solo perché sono un chierico!” E rise di gusto.
Guisgard
11-02-2012, 04.31.53
Talia, come accompagnata dal vento, entrò nella locanda.
Nel vederla tutti restarono meravigliati.
Ma, un attimo dopo, i loro sguardi tradirono turbamento e spavento.
La ragazza, infatti, era accompagnata dalla fedele tigre, un animale che quasi tutti i presenti non avevano mai neanche visto in un libro.
“Ma quel…” mormorò il locandiere fissando Sheylon “… quell’animale… non sarà pericoloso?”
“Io ne vidi uno, una volta!” Fece uno degli zingari. “Si, in un circo! E ricordo che il padrone affermava che occorrono trenta chili di carne al giorno per sfamare una bestia simile!”
“Secondo me arriva a mangiarsi anche un uomo intero!” Aggiunse un altro dei presenti.
Il locandiere, allora, senza mai perdere di vista la tigre, fece cenno ad uno dei suoi figlioli di andare a prendere il cavallo della ragazza e portarlo nella stalla.
“Però la stanza va pagata prima…” rivolgendosi di nuovo a Talia “… e viene il doppio, a causa di quel vostro animale…” indicando Sheylon.
“Allora, hai deciso come chiamarmi stanotte, cavaliere?” Fece la zingara buttando le braccia al collo di Guisgard.
“Talia!” Saltando su il cavaliere.
“Talia…” sorridendo la donna “… e sia, mi chiamerai così quando troverai piacere nel farmi tua per tutta la notte…”
“Ehm…” balbettò Guisgard “… magari un’altra volta, angelo…” e si diresse poi verso Talia, barcollando e urtando molti dei presenti.
"Ehi, mi lasci così, cavaliere?" Gridò la zingara.
“Ehi, il vino ti rende focoso, eh?” Urlò divertito uno di quelli a Guisgard. “Una non ti basta! Vuoi anche la biondina!”
E tutti risero.
“Attento alla tigre che si porta dietro!” Gridò un altro.
E di nuovo si udirono le grasse risate dei presenti.
Alla fine Guisgard riuscì ad arrivare al bancone, dove Talia stava parlando con il locandiere.
“Ma perché continuate a girare tutti?” Scuotendo la testa, come a volersi liberare dai capogiri.
“Perché avete annaffiato la vostra gola” rispose il locandiere “con tre grosse giare del vino della casa!”
Guisgard zittì con un cenno infastidito il locandiere e poi tornò a fissare Talia.
“Cosa diamine ci fai qui?” Rivolgendosi a lei. “Dovresti essere al Casale a quest’ora…”
“Eh, amico mio…” avvicinandosi lo zingaro col quale aveva gareggiato e dandogli una pacca sulla spalla “… si vede che si annoiava la tua amica da sola!” E scoppiò a ridere.
Ma, con un pugno rapido e improvviso, Guisgard lo colpì facendolo cadere pesantemente su di un tavolo, che lo zingaro frantumò.
A quel punto scoppiò una rissa generale.
Altea
11-02-2012, 09.32.59
Ascolta attentamente le parole di quel messere, facendo girellare quella Camelia tra le mie mani "Perdonatemi...padre...se mi sono rivolta in questo modo a voi, soprattutto per le funzioni che espletate. Avete ragione, in questo palazzo e in questa città si respira solo l' Odore dell' Odio, sapete che sono qui come prigioniera? E non capisco il motivo, anzi in questo momento dovrei essere con i miei compagni davanti alla Regina per cercare di avvisarla che la sua donna cavaliere vorrebbe farci fuori". Presi un attimo di respiro e mi sedetti su una panchina, gli sorrisi, quell'uomo mi era simpatico "Messer Fyn, o Padre Fyn...io vi lascerò parlare dell' Amore finchè le stelle brilleranno e la vostra Musa in Cielo rischiarerà la notte, senza di voi i sogni non esisterebbero. Non preoccupatevi, serberò la nostra promessa, non dirò nulla di voi, e mi auguro ancora di trovarvi in questo giardino, ma ora devo andare a cercare i miei compagni...ne va della nostra vita". Con un cenno della testa mi accomiatai e salii le scale di alabrastro e ambra cesellata che portavano alla porta d'ingresso al castello, a passi veloci mi recai vicino al Salone Reale, ma Elisabeth era già entrata e cosi chiesi a una guardia vicino se potesse farmi la cortesia di entrare.
Daniel
11-02-2012, 10.30.53
La sala del trono era magnifica.. Mi inchinai e dissi..
<<Sono Daniel vostra maestà..>>
E iniziai a raccontare la mia storia proprio com l'avevo raccontata al medico senza bugie.. Alla fine mi sentivo di nuovo svuotato e mentre aspettavo dissi a Elisabeth:
"è il momento.."
Parsifal25
11-02-2012, 11.49.42
Trattammo l'acquisto con il venditore di barche ma sembrava un'impresa molto complessa, era testardo e contrariato all'idea di venderci la barca, mi chiesi il perchè... anzi avrebbe guadagnato pure un bel gruzzolo.
In attesa di ordini presi il mio diario e decisi di imprimere su una delle sue pagine il fiume che ci avrebbe condotto al sacro luogo. Improvvisamente, l'uomo decise di affidarcela senza aver alcun compenso.... rimasi perplesso ma alla fine sentì nominare Tylesia....sicuramente ne sapeva qualcosa...ero pronto a chiedergli cosa sapesse ma avanzò una richiesta, quest'uomo voleva come compenso un oggetto speciale. Cosa poteva mai desiderare un barcaiolo?
Questo ci avrebbe riscattato dal debito,salimmo in barca....
Il viaggio stava per cominciare.
cavaliere25
11-02-2012, 12.10.08
Grazie dissi guardando il prete voi come state vi vedo sfinito dovete riposarvi non è stato facile quello che avete fatto e gli sorrisi poi dissi ma quello che a detto il demone su i miei amici frati e sulla chiesa cosa devo pensare dissi guardandolo con un aria pensierosa
elisabeth
11-02-2012, 20.13.15
Reas senti' qualcosa che lo indusse a non dubitare delle mie parole, lasciai le sue mani, quando mi accorsi che Altea aveva preferito allontanarsi.....sembrava che ognuno di noi stesse cercando la strada giusta per riuscire ad uscire indenni da quella storia......Reas decise cosi' di condurmi al cosptetto di sua maesta'....entrai lentamente restando sempre dietro di lui......mentre i miei occhi cercarono quelli di Daniel e vidi che none ra solo.....c'era il cerusico con lui.....Daniel.....l'istinto materno era quello di prenderlo tra le braccia....ma vidi Reas spostarsi e lasciarmi spazio rimanendo visibile agli occhi della Regina......si, pensai, Daniel hai ragione, dobbiamo dire chi siamo, ma di Isolde ne parleremo quando sara' il momento....... feci un inchino e presi la parola" Vi ringrazio Vostra Maesta' per avermi dato udienza nonostante foste gia' impegnata, ma Danil e' mio figlio e sapendo che lui era qui ho chiesto al vostro Capitano di anticipare la nostra udienza,sentivo l'urgenza di sapere come stava.......sono Lady Elisabeth figlia di Cherys principessa delle acque......e come sua figlia ora sono Regina dei boschi.......vi sembrera' assurdo da parte mia ...dirvi quello che magari dovrei tacere.....ma alle volte l'istinto e' piu' forte della ragione......Voi non mi conoscete e chiedere al vostro istinto di fidarsi sarebbe azzardato, ma se voi riusciste a guardarmi negli occhi...forse potreste comprendere le mie paure......tra le mura di questo castello...tra i giardini di questa citta'....tra i fiori che voi stessa amate guardare......si insinua una serpe, che non ammette errore che non ascolta giustizia e' infido e biforcuto........e' viscido e strisciante, sembra alle volte di strana natura, impalpabile al tocco fetido all'olfatto.....se siamo qua e' la natura stessa che ci ha voluto......e' lei che ci ha spinto nella vostra terra....il destino degli uomini e' fatto di libero arbitrio.........il mio no ".......mi avvicinai cosi' a Daniel e gli poggiai il mio braccio sulle sue spalle e la mia energia passo' tra le sue stanche....membra
Melisendra
12-02-2012, 17.45.58
Avevo assistito a quello scambio di battute ed ero rimasta in silenzio, trattenendo il velo al suo posto sul mio capo.
"Heyto..." mormorai "Ti prego, non succede nulla di male."
Mi guardai attorno, mentre il vento soffiava con insolita tranquillità. Aveva quasi smesso di soffiare. Che intendesse non favorire le vele della nostra nave?
"Preferirei restare sul ponte... dove l'aria è migliore..." ma chinai il capo "Ma verrò con te... credo che ci siano domande alle quali forse mi risponderai, una volta salpati..." Gli ricordai la nostra conversazione precedente, quando aveva magistralmente eluso le mie incalzanti domande su quale fosse il mio destino e chi ne fosse la causa.
"Sir Fyellon, io abbraccio la mia sorte quale che sia... sono lieta che voi pensiate altrimenti." Prima di seguire Heyto passai di fianco al cavaliere e, in un soffio, gli dissi: "Buon viaggio, cavaliere..."
Con un turbine di veli leggeri, che mi si incollavano addosso ad ogni movimento, scesi verso le cabine.
Guisgard
13-02-2012, 01.59.50
La regina annuì a Daniel.
“Comprendiamo ciò che avete provato…” disse “… ma, in tutta sincerità, possiamo anche capire, seppur sforzandoci, le ragioni che hanno spinto i cavalieri di lady Shoyo a quel gesto estremo. Però, da ciò che vediamo, la vostra mano sembra essere ricresciuta. E se per certo i lumi della ragione ben ci istruiscono circa l’inesistenza di arti oscure, quali la magia e la negromanzia, allora dobbiamo per forza di cose ritenere miracolosa la ricrescita della vostra mano.”
“Perdonate, maestà…” facendo un passo avanti Nigros “… la mano che vedete è, ahimé, finta. Essa è di cera, anche se in tutto e per tutto simile ad una vera.”
“La vostra abilità e le vostre conoscenze” fece la regina “sanno sempre sorprenderci, dottor Nigros.”
“Ho cercato di fare il possibile per questo ragazzo.” Mostrando un inchino questi. “E’ in gamba e dai nobili sentimenti. Ed è per questo che vi chiedo la grazia di poterlo avere come assistente.”
“Gode già della vostra fiducia, dunque?”
“Si, maestà.”
“E sia.” Annuì la regina. “Ma dovrà prima superare un periodo di prova. Al termine del quale, se la vostra opinione su di lui resterà questa, potrà essere ufficialmente vostro apprendista e assistente.”
“Vi ringrazio, maestà.”
La regina si voltò poi verso Elisabeth ed ascoltò anche le sue parole.
“Una serpe in seno dite…” fissandola “… sapete che questi sospetti sono molti gravi? Tylesia ed il suo popolo hanno dei nemici… nemici terribili, ma fuori le sue mura. Le vostre insinuazioni sulla nostra corte sono inaccettabili.”
In quel momento Reas, avvertito dal servitore, fece entrare Altea e la condusse al cospetto della regina.
“Questa è lady Altea, maestà.” Presentando la ragazza alla sovrana.
Ma proprio in quell’istante qualcuno entrò nella sala del trono.
“Venite pure avanti, lady Isolde.” Disse la regina alla donna appena entrata.
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Guisgard
13-02-2012, 02.36.19
Presa una delle barche del vecchio Maroc, Redentos, Parsifal e Avid partirono.
Ma prima, il barcaiolo aveva dato loro una cartina.
Era molto antica e su di essa era tracciato qualcosa di misterioso e preziosissimo: il corso del Calars, fino alle sue sorgenti.
E proprio nelle sorgenti del fiume, la cartina segnava l’ubicazione della favolosa Tylesia.
Navigarono così seguendo il corso di quel caldo fiume.
Man mano che avanzavano, la vegetazione che circondava il Calars mutava sensibilmente.
Le piante e gli alberi, compresi i loro frutti, apparivano più rigogliosi e maturi di come normalmente erano abituati a vederli i tre viaggiatori.
Una selva lussureggiante cominciò a farsi strada e ad avvolgere tutto.
“Sono i caldi vapori del Calars” spiegò Avid il nano “che rendono così il paesaggio circostante. D’ora in poi assisteremo a degli spettacoli naturali molto diversi da quelli che siamo abituati a vedere.”
La barca proseguì ed in breve raggiunse le pareti di roccia dove era naufragato il Carrozzone di Goz.
Attraversarono così la lunga gola rocciosa, fino ad arrivare presso un vasto canale.
Qui la corrente del Calars cominciava ad aumentare d’intensità.
“Partendo il Venerdì” disse il nano (infatti il viaggio dei tre era cominciato tre giorni fa) “abbiamo approfittato della clemenza del Calars. Ma ormai un nuovo giorno sta sorgendo, essendo prossima la mezzanotte, dunque proseguire oltre sarebbe un suicidio.”
Redentos consultò la cartina e annuì.
“Si, meglio raggiungere una delle sponde del fiume” mormorò “e scendere a terra. Proseguiremo a piedi. I cavalli hanno riposato abbastanza a bordo.”
Scesero così a terra ed essendo notte decisero di accamparsi ed accendere un fuoco.
Guisgard
13-02-2012, 02.47.38
Padre Nicola respirò forte e pian piano si riprese da quello sforzo.
“Il demone” disse a Cavaliere25 “tenta di ingannarci, di ammaliarci, di confonderci. Esso non ha speranza di farci del male fisico, se siamo protetti dalla Fede, allora mira a sconfortarci e a renderci disperati. Perdere la Fede e con essa la speranza, è quanto di peggio possa accadere ad un uomo. Ricordalo. A questo mirano i demoni… vogliono farci precipitare in un abisso senza luce, fino ad annientare la nostra forza e la nostra voglia di vivere.” Si alzò. “Torniamo a casa…” mormorò “… lì ti racconterò della scatola che ho trovato e che tu dici essere appartenuta ai due monaci che conoscevi…”
I due, così, lasciarono quella casa e tornarono alla loro dimora.
Altea
13-02-2012, 03.05.15
Sentivo parlare all'interno della Stanza Reale, quando la porta mi si aprì e fui condotta davanti alla Regina..Reas mi presentò, mi inchinai "Ci siamo già conosciute maestà" stavo parlando quando venni immediatamente fermata da quelle parole...Lady Isolde. Mi voltai di scatto, era lei, bellissima in un abito sontuoso, mille pensieri mi tornarono in mente e l'ultimo...quel ricordo del maestro con lei, che mai più vidi..."Non voglio vedere questa donna in questa stanza" dissi in tono di disprezzo...le parole mi uscirono spontanee di bocca e rimasi perplessa.
Guisgard
13-02-2012, 03.07.39
Quelle parole sussurrate da Melisendra, con una dolcezza che al cavaliere parve infinita e quasi ultraterrena, restarono a lungo, come un eco, nella mente di Fyellon.
Si voltò poi a fissare il Calars e i caldi fumi che salivano dalle sue acque.
Allungò la mano e giochicchiò in quel temperato alone, come se fosse uno dei veli che avevano avvolto Melisendra, rapendola e portandola via.
Si avvicinò allora al capitano e chiese notizie su di lei e sul suo misterioso padrone.
“Statene fuori, cavaliere.” Rispose il capitano. “Ricordate la vostra promessa… nessuna domanda e nessuna intromissione…”
Heyto e Melisendra, intanto, avevano raggiunto la cabina della ragazza.
“Dovresti riposare, Melisendra.” Disse il musico.
Diede poi ordine ad alcune ancelle di servire loro da mangiare e da bere.
“Sei turbata o solo sconfortata?” Chiese Heyto alla ragazza, una volta congedate le ancelle. “Cosa cela il tuo cuore? Cosa volevi chiedermi?”
Guisgard
13-02-2012, 03.49.50
A quelle parole di Altea, la regina la fissò indispettita.
“Milady, vi ricordiamo che siete al cospetto della regnante di Tylesia!”
“Maestà, vi chiedo di scusare lady Altea…” disse Reas “… è ancora scossa per il viaggio travagliato che ha affrontato.”
“Sir Reas, badate che non tollereremo più questo genere di comportamento.” Risentita la regina.
Reas mostrò un inchino alla regina.
“Oh, vostra maestà non ha motivo di adirarsi…” fece Isolde “… il lungo viaggio, come ben spiegato dal nostro sir Reas, di certo ha scosso i nostri ospiti… forse la dama” indicando Altea “mi ha confuso con qualcun altro… io infatti non conosco nessuno di loro, ma, da come ho compreso, essendo amici del nostro valente capitano allora di certo meritano una degna ospitalità.”
“Vi ringrazio, milady.” Disse Reas.
“Sono io a ringraziare voi, capitano.” Sorridendo Isolde. “Anche se dovrei essere indispettita, mio buon cavaliere…”
“Indispettita?” Stupito Reas.
“Si, mi prometteste una passeggiata presso le caserme reali, dove addestrate i nostri soldati.” Rispose Isolde. “Oppure devo pensare che anche voi riteniate le donne poco adatte a visitare quei luoghi? Perché, magari, finiamo col distrarre i vostri uomini dal loro dovere di bravi soldati?”
“Sono vostro debitore per quella promessa, lady Isolde.” Sorridendo Reas.
Altea
13-02-2012, 09.09.52
A quelle mie parole la Regina si adirò, per un attimo credetti che mi avrebbe portato fuori dalla stanza e ordinato alle Guardie di portarmi in cella...non mi credeva??sembra amica di Isolde, ma la meraviglia fu scoprire che Isolde proclamasse di non conoscermi..o fingeva di non conoscermi.
Non risposi, solo vidi che stava spudoratamente invitando Reas a fare una camminata con lei e guardai Elisabeth.
"Maestà Vi chiedo scusa per la scortesia, forse ho preso un abbaglio, ella assomiglia moltissimo e porta lo stesso nome di una milady in viaggio con noi e...che ha fatto del male a una persona mia cara. Ora scusatemi, chiedo congedo". Uscii dalla stanza e tornai correndo verso il giardino, stavo cercando il chierico, egli forse sapeva chi fosse quella donna, era un uomo interessante e sembrava conoscere mille verità, e iniziai a incamminarmi in quel luogo stupendo tra alberi fioriti e arcate in fiore e profumate alla sua ricerca.
Talia
13-02-2012, 11.30.07
Ruotai gli occhi su Guisgard, quando mi raggiunse, e lo osservai con sguardo glaciale per qualche istante... aveva pericolosamente barcollato per arrivare fino a me e si era poi appoggiato al bancone, quasi faticasse a stare in piedi... non lo avevo mai visto in quel modo.
E tuttavia, nonostante una irrefrenabile voglia di prenderlo a schiaffi si stesse facendo strada in me, non gli dissi niente.
Rimasi semplicemente in silenzio, fissandolo... gli occhi fiammeggianti, furenti.
“Cosa diamine ci fai qui?” Rivolgendosi a lei. “Dovresti essere al Casale a quest’ora…”
“Eh, amico mio…” avvicinandosi lo zingaro col quale aveva gareggiato e dandogli una pacca sulla spalla “… si vede che si annoiava la tua amica da sola!” E scoppiò a ridere.
Ma, con un pugno rapido e improvviso, Guisgard lo colpì facendolo cadere pesantemente su di un tavolo, che lo zingaro frantumò.
A quel punto scoppiò una rissa generale.
Accadde tanto in fretta non riuscii a bloccarlo...
L’uomo colpito da Guisgard cadde tanto pesantemente contro un tavolo da romperlo, al che subito altri due uomini si lanciarono sul cavaliere... in breve fu il caos.
Io indietreggiai, schiacciandomi contro il bancone... abbassai gli occhi e notai che Sheylon non era più vicino a me...
“Fateli smettere!” implorai allora il proprietario della taverna, lanciando una rapida occhiata a Guisgard per poi tornare a guardare lui “Voi siete il padrone di questo posto, no? E allora, per l’amor del Cielo, fateli smettere!”
Melisendra
13-02-2012, 13.37.54
"Come, Heyto? Come avverrà?" Domandai, senza addolcire la pillola. "Devi dirmi come intendete sacrificarmi... il vostro scopo, forse... Ma soprattutto come intendete farlo!"
I miei bracciali tintinnarono. Mi sentivo le gote pallide e un lieve tremore nella voce acuta.
"Non mi ribellerò... Ci ho pensato. E forse questo è l'unico modo che ho per tornare a casa... Quindi puoi dirmi tutto, ogni orribile dettaglio, e io non tornerò indietro. Farò quel che chiedete."
Feci una pausa.
"C'è niente di più gradito di un sacrificio in cui la vittima stessa si offre senza riserve?" Tacqui, facendo appello a tutto il mio coraggio.
cavaliere25
13-02-2012, 15.05.48
stavo iniziando a volergli bene a quel clerico infondo non era cattivo anzi era come un padre nei miei confronti pensai dentro di me mentre rientravamo a casa da quella avventura demoniaca
elisabeth
13-02-2012, 17.32.35
Come potevo sperare di essere presa in considerazione........avrei voluto incenerire Isolde, forse sarebbe cambiato poco ma almeno per me sarebbe cambiato molto......mio figlio era stato messo nelle mani del cerusico....c'era sempre qualcuno che mi portava via un bene prezioso....speravo solo che fosse in buone mani.......levai il mio braccio dalle psalle di Daniel......e mi rivolsi alla Regina...." Pensate che io sia una stolta ?....pensate che io voglia mettere la mia testa sotto la mannaia del boia per simpatia verso di lui ?......sapete una cosa........il tempo e' il malanno del mondo ma solo perche' alla fine dimostra a tutti delle grandi verita' e anche per voi ci sara' il tempo.....per capire, spero solo che non sia troppo tardi...."....mi accorsi solo allora della comparsa di Altea e quella di Isolde........la buona e brava Isolde, che amabile creatura, non conosceva nessuno di noi......o forse sperava che nessuno di noi fosse sopravvissuto alla tragedia del carrozzone...vuoi vedere che eravamo una sorpresa anche per lei ?.......come al solito stava manipolando il povero Reas....e Altea al ricordo del suo maestro volo' via dalla sala Reale......io invece ero li', come se non avessi piu' neanche un'identita'.........speravo che Reas fosse diverso..ma in realta' gli uomini erano tutti uguali e questo Isolde lo sapeva bene....cosi' in un attimo in cui il silenzio sembrava regnare......" Isolde sorella cara..possibile tu stia vivendo uno stato di amnesia ?......c'eravamo viste dopo tanto tempo sul Carrozzone e non abbiamo avuto neanche il tempo di parlare serenamente delle nostre vite....visto che la tragedia ci ha coinvolte......Altea e il suo maestro, eravamo insieme ricordate ?..io sul ponte e voi sotto coperta....".....cosi' le andai incontro e l'abbraccia....sussurrandole all'orecchio " Spero che il mio grande amore per me ti riporti in mente tutto l'accaduto".....
Guisgard
13-02-2012, 20.34.46
Altea corse, così, verso il parco che fronteggiava il palazzo reale.
L’aria era fredda e il cielo limpido e solo alcune guardie e qualche servitore animavano quel luogo.
Altea si guardò intorno, ma non c’era traccia del chierico menestrello.
Ad un tratto, nel parco giunsero due cavalieri accompagnati da una donna: erano lady Shoyo e due dei suoi.
E appena riconosciuta Altea, le si avvicinarono.
“Incantevole il palazzo reale, vero?” Fece la donna guerriera. “Ora poi che voi e i vostri compagni avete avuto la protezione di sua maestà…” la fissò con astio “… ma ricordate che la forza è di chi possiede armi… un regno appartiene a chi è capace di difenderlo… e i veri signori di Tylesia siamo noi Cavalieri del Tulipano Imperiale! Tenetelo bene a mente!”
I cavalieri che erano con lei si abbandonarono ad una sonora risata.
Guisgard
13-02-2012, 20.38.41
Padre Nicola e Cavaliere25 attraversarono così la selva e giunsero nella loro dimora.
Il chierico accese il fuoco nel camino e mise a bollire dell’acqua per poi preparare un infuso.
“Questo ci farà bene…” porgendo una tazza di quello al boscaiolo.
Si sedettero così davanti al fuoco.
“Sai cosa diceva Sant’Ireneo?” Fissando Cavaliere25. “Che la più grande vittoria del diavolo non è stata quella di far mangiare il Frutto dell’Eden ad Adamo ed Eva… no, la più grande vittoria del maligno è stata quella di convincere l’uomo della sua inesistenza… e difendersi da un nemico del quale si ignora l’esistenza… è quasi impossibile…”
Guisgard
13-02-2012, 20.51.21
Isolde fissò Elisabeth ed accennò solo un sorriso.
“Chiunque voi siate, milady…” con tono amichevole “… vi do il benvenuto a Tylesia.”
“La nostra dama” fece la regina guardando Isolde “parla di grandi verità. Verità che a suo dire noi ignoriamo e che presto, invece, ci verranno mostrate con nostro danno.”
“Io credo, vostra maestà, che ella mal conosca i nostri costumi.” Rispose Isolde. “In verità non credo di aver compreso il senso delle sue parole…” si voltò di nuovo verso Elisabeth “… forse ha perduto qualcuno di caro… e per questo, posso immaginare, abbia smarrito il senno… è abbigliata in maniera discutibile ed anche i suoi modi tradiscono origini non certo aristocratiche… ma non credo meriti biasimo… forse, invece, solo pena…”
“Maestà…” facendo un passo avanti Reas “… lady Elisabeth è ancora scossa per la tragedia del naufragio…”
“Naufragio?” Ripeté Isolde. “Ella è giunta navigando il Calars?”
“Si, milady.” Annuì Reas.
“Ma ciò è impossibile!” Esclamò Isolde. “Nessuno può giungere qui risalendo il Calars! Esso è il confine tra Tylesia ed il resto del mondo!”
“Eppure è così.”
“E’ ciò che vi ha detto lei, capitano!” Fissandolo Isolde.
“Si ed io le credo.”
“Le donne sanno confondere gli uomini, capitano…”
“Cosa avete da dire per discolparvi?” Domandò la regina ad Elisabeth.
Guisgard
13-02-2012, 21.02.59
Heyto ascoltò le parole di Melisendra senza però guardarla mai in viso.
Il musico, infatti, teneva gli occhi bassi sulla sua cetra, accarezzandola delicatamente e liberando un suono lento e malinconico.
“Non mi hai parlato del luogo da cui provieni, Melisendra…” mormorò “… sai, a volte ho provato ad immaginarlo… forse anche a sognarlo… deve essere un mondo bellissimo se è riuscito a concepire una creatura come te…” finalmente la fissò “… solo in te, dolce amica, ho visto la vera purezza… forse sei un Angelo… un Angelo smarrito che ora ignora il ricordo del Paradiso… e forse ritornerai nel tuo Paradiso… ma per raggiungere il Paradiso, bisogna spesso attraversare l’Inferno… e all’Inferno ora sei destinata, Melisendra… perché è lì che ti stiamo portando…”
La ragazza in quel momento, fissando Heyto, si accorse che dolorose lacrime scendevano sul suo volto.
Altea
13-02-2012, 21.10.18
Percorrevo velocemente quel giardino, mi chiedevo se avessi fatto bene a lasciare Elisabeth ma esigevo parlare con il chierico, ma non lo trovavo...avevo avuto un'altra visione? Quando fui fermata dalla donna guerriero, si mise davanti a me con aria di sfida con alcuni cavalieri del Tulipano, non sapevo se destestavo più quella donna o Isolde..."La spada deve essere usata per un giusto ideale milady, voi per cosa la usate? per diletto?? o perchè vi sentite forte con essa...non mi fate paura sapete, e dite pure ai vostri cavalieri, se posso chiamarli tali, che le loro sonore risate mi stanno infastidendo..e ora se permettete, sono venuta a fare una sana passeggiata nel giardino, la vostra presenza non mi è gradita" detto ciò me ne andai, non sopportavo che mi si incolpasse per cose non fatte e ricordai le trame contro di noi ascoltate la scorsa notte, solo che la Regina non aveva creduto. Camminavo, ma dove stavo andando in questo palazzo pensai??
Guisgard
13-02-2012, 21.13.22
Lo zingaro frantumò il tavolo col suo peso e un attimo dopo i suoi compagni lasciarono i loro posti per raggiungere Guisgard.
Il cavaliere era quasi stordito dal vino e fu facile preda per quegli zingari.
“Tenetelo fermo, questo bastardo…” alzandosi l’uomo che aveva rotto il tavolo “… ora gli daremo una bella lezione…” e lo colpì allo stomaco con un pugno.
Guisgard si accasciò a tossire, per poi alzare di scatto la testa e colpire con una gomitata uno dei due che lo tenevano fermo.
Tentò di colpire anche l’altro, ma aveva bevuto troppo ed un capogiro lo fece quasi cadere a terra.
Gli zingari allora lo raggiunsero e cominciarono a prenderlo a calci, fino a stenderlo sul pavimento.
“State indietro, milady!” Disse il locandiere a Talia, cercando di proteggerla dal clamore generale. “Meglio non immischiarsi negli affari degli zingari. E poi” aggiunse “non voglio farli arrabbiare ancora di più… mi distruggerebbero il locale…”
Con Guisgard a terra, lo zingaro che lui aveva mandato contro il tavolo estrasse un lungo coltello.
“Ora ti farò un bel disegno sul viso, maledetto…” afferrandolo per il collo “… così la tua passione per le donne avrà un duro colpo…”
E proprio quando la lama dello zingaro era vicino al volto di Guisgard, accadde qualcosa.
Un ruggito, simile ad un sordo boato, ammutolì e zittì tutti i presenti.
Sheylon con un balzo raggiunse il suo padrone e fece indietreggiare con la sola presenza quegli zingari.
La tigre, però, si lanciò contro quello che impugnava il coltello e lo fece cadere a terra.
Lo zingaro gridava per la disperazione e per la paura, ma nessuno osava avvicinarsi a quella belva.
Guisgard tentò di alzare la testa, ma riuscì solo a tossire.
Sheylon allora gli si avvicinò, lasciando lo zingaro con la camicia lacerata e qualche graffio sulla pelle.
Chantal
13-02-2012, 22.49.22
I cavalli procedevano nella foresta e tutto intorno ai quattro fuggitivi, man mano che l’imbrunire avanzava, assumeva forme inquietanti e sconosciute.
“Da cosa fuggiamo?” Ripeté Vayvet senza però fissare Chantal. “Forse dal mondo… un mondo che non ci ha mai accettati veramente…” strinse la mano contro la ferita, come a voler attutire gli scossoni provocati dall’andatura del suo cavallo “… come voi, del resto… neanche voi ci accettate, visto che mi avete negato anche il vostro nome…” accennò un sorriso “… ma lo comprendo… io vi ho negato la libertà… così saremo pari…”
Chantal chinò il capo a quelle parole,dentro di lei si affacciarono un senso di smarrimento e di mortificazione.
Si,fu mortificata da quel dire,da quei pensieri così espressamente rancorosi..
"Neanche voi ci accettate.." Il suono di quelle parole urtava violentemente contro la sua concezione di amore,e quella frase sembrava scomporsi in tante breccioline di pietra lanciate a sommergerle il cuore.
La ragazza si strinse nella cappa di velluto ancor più forte,aveva ancora più freddo,guardò un momento la cupa foresta intorno,le parve desolata e desolante,poi,nonostante l'aria gelida,si scoprì il volto abbassando il cappuccio del suo mantello,e col suo cavallo si avvicinò di più accanto all'uomo ferito.
Ogni volta che tentava di parlargli col cuore,la ragazza faceva in modo che lui potesse guardarla negli occhi,come se i suoi occhi fossero capaci di una verità impronunciabile o sfuggevole alle parole.
Quando vi si fu accostata molto vicino,tanto che i due cavalli camminavano allo stesso passo,questi si voltò verso di lei e Chantal trovò la forza di controbattere a quel dire tanto spigoloso quanto rammaricante.
"Io credo che siate in errore,milord.Fuggite da qualcosa che vi appartiene e che è meraviglioso.Non si aprono tutte queste bellezze ai vostri occhi?Questi boschi vi appartengono,le sue creature vi appartengono,la Luna di questa notte che si sta mostrando così generosamente vi appartiene.E voi,voi,milord..appartenete a tutto questo...Gli uomini..fuggire dagli uomini..fuggire da chi non vi accetta...fuggire da me..perchè?Non è amore che vorreste nutrire e ricevere?Non è verità che vorreste perseguire?"
Gli occhi di Chantal si fecero accesi di orgoglio e lucidi di certezza mentre riprendeva:"Smettete di fuggire,milord,ed abbracciate la vita...gli uomini sono coraggio,così come le donne sono creazione.Non siete diverso dai vostri simili,ed io,milord..io che credete disprezzi voi e i vostri compagni..io non sono diversa da voi..certo,disapprovo spezzare la vita e abusare della forza,ma il disprezzo,milord,non può esistere,non può appartenere a me come a voi.."
Esitò un momento,volgendo lo sguardo al Cielo,poi riprese.."Amare l'inamabile.. solo questo può renderci davvero diversi a questo mondo.Solo questo.."
Chantal s'accorse che Vayvet non la guardava più in volto,come contrariato dalle sue parole,o forse,cosa più terribile,disturbato da esse e dalla presenza stessa della ragazza,ma questa,pur conscia di quello che stava vivendo,pur capace di essere solo una prigioniera in balia della furia di quei fuggiaschi era come desiderosa di sfidare la sua sorte e,forse,i pensieri di quell'uomo,allora arretrò un poco col suo cavallo e si fermò.
Il fuggiasco fu costrtto a fare lo stesso,poichè sorvegliava a vista la ragazza,e Chantal,al chiarore della luce della Luna,con gli occhi fermi,sicuri e percettibilmente lucidi,immobile e con le redini strette nelle mani esortò Vayvent a guardarla:"Guardatemi,milord.Guardatemi in volto...Ritenete davvero di dover scappare da me?Ritenete davvero di non essere accettato da me?Eppure..io vi ho dato fiducia quando non vi ho tradito con le guardie."
Ma l'uomo,appena udite queste parole,riprese a cavalcare voltando le spalle alla ragazza.
Chantal,allora,prese a seguirlo,si sentiva delusa,affranta,e sola.
Sola in quella notte fredda e buia,in quei luoghi ululanti di tenebre,accanto a quegli uomini così distanti,così impenetrabili..
Monty rise forte.
“Una volta in salvo” rivolgendosi a Vayvet “cosa ne faremo di lei, capo?” Fissò Haro e rise forte. “Seguiremo le regole, no? Le regole che abbiamo sempre rispettato… la tireremo a sorte per vedere chi la possiederà per primo!”
Quell'uomo,la sua voce,i suoi pensieri,la inquietavano,la turbavano e le faceva gelare il sangue.
Chantal rabbrividì solo udendone il tono della voce,le sensazioni che quell'uomo,Monty,suscitava in lei dopo l'accaduto nel giardino di casa la rendevano totalmente incapace di seguirne anche solo il ragionamento.
Rabbrividiva così tanto ad udirne la voce,a ritrovarselo a guardare,che non aveva neppure udito ciò che aveva detto.
La fanciulla si nascose di nuovo il volto nel cappuccio,aveva freddo,ma il freddo le proveniva non solo dal gelo di quella notte ma dall'ignoto verso il quale stava procedendo.
Ad un tratto Vayvet aumentò il passo e raggiunse una radura irregolare.
“Passeremo qui la notte.” Voltandosi verso gli altri, che erano rimasti più indietro di qualche passo.
“Non temere piccola…” mormorò Monty avvicinandosi a Chantal “… presto io e te ci divertiremo non poco… e vedrai che quando avrò finito con te, perderai quell’aspetto da brava ragazza che ti hanno cucito addosso…”
Giunti anche i tre nella radura, il gruppo si apprestò a trascorrere lì la notte.
Haro accese un piccolo fuoco, giusto per scaldarsi, mentre Monty raccolse qualche frutto per la cena.
“Haro…” fece Vayvet “… farai tu il primo turno di guardia… poi toccherà a Monty…”
Poco dopo, i due fuggiaschi si addormentarono, mentre Haro si sistemò presso una roccia e cominciò il suo turno di guardia.
Chantal li seguiva ammutolita,stringendosi nelle braccia ed avvolgendosi nella cappa per riscaldarsi,ancora una volta aveva subito con disappunto la volgarità di Monty,ma era rimasta in silenzio,e sempre a testa china,solo una volta aveva cercato lo sguardo di Vayvet,come se sentisse che quel fuggiasco fosse diverso dagli altri,e nei suoi occhi aveva ricercato un briciolo di compassione.
Ma gli occhi di Vayvet erano impenetrabili,fermi,severi,inespressivi di misericordia.
Mentre i tre si accordavano sui ruoli,Chantal raccolse delle erbe e delle foglie da offrire al suo compagno di viaggio in quel viaggio tanto oscuro.
La ragazza si sedette un po' scostata da tutti,poggiò la schiena ad un albero,e per ricercare un po' di calore prese ad accarezzare una zampa anteriore del suo cavallo,come se,a sentirlo vicino a lei,fosse più protetta e rassicurata,meno abbandonata a se stessa.
Poi chiuse gli occhi cedendo al freddo..
La radura era avvolta in una nebbiolina leggera e muschiata che si poggiava su ogni cosa,e sulle acque del lago la bruma sembrava galleggiare e fluttuare come una nuvola venuta a baciare lo specchio cristallino.
Chantal immergeva i piedi nell'acqua resa fredda dalla gelida aria notturna.
Tremava scossa dai brividi,ma come un'incoercibile volontà di afferrare e raggiungere qualcosa di sfuggevole,si addentrava nelle acque abbandonando la riva.
Poi,come rapita dalla scia della Luna,aveva preso a seguirne la via,camminando nelle acque sempre più discosta dalla sponda,fino a ritrovarsi immersa fino alla vita,mentre la veste le fluttuava intorno,in quelle acque rese argentee dai bagliori della regina della notte e mosse leggermente da uno zefiro leggero e carezzevole.
Assorta nei suoi pensieri e col nao sollevato alla luna,Chantal sembrava non curarsi delle profondità del lago.
D'un tratto emerse dalle acque il fuggiasco,con indosso ancora la camicia lacerata a rendere esposta la ferita,:"Siete impazzita,milady?"Nuotando verso la ragazza."Le acque sono profonde ed ancor più minacciose di notte."Afferrando,poi,la raggazza e cercando di tirarla fuori.
"Lasciatemi!"Rispose la ragazza col petto ansimante ed il cuore che la percuoteva come un tamburo impazzito.
"Lasciatemi qui,lasciatemi seguire questa scia argentea che mi condurrà alla città dei Cieli."Fece la ragazza svincolandosi dalla presa del ferito.
"Annegherete,se non uscirete da queste acque.Vi impongo di tenervi salda a me e farvi condurre a riva!"Rispose l'uomo mentre affannosamente la trascinava per le braccia.
"No.Non potete fare questo!Lasciatemi,vi prego..lasciatemi andare.."Gridava la ragazza cencando di scostarsi e liberarsi dalla stretta dell'uomo.
Ma questi la attraeva sempre più a sè e la teneva afferrata per la vita trascinandola nelle acque con tutta la sua forza per impedirle di rimanere sommersa e per ricondurla a riva.
"Vi ho detto di lasciarmi!"Continuando ad implorare la ragazza con tutta la voce in gola,e liberatesi le mani cercava sempre più di respingerlo lontano da lei con tutta la forza del suo esile corpo.
"Lasciatremi andare! Lasciatemi.."In lacrime la raggazza e percuotendogli il petto con forza e con disperazione pur di liberarsi dalla sua presa.
"Non siate sciocca!Le acque sono gelide,morirete se non tornate subito a riva!"Stringendola più forte a sè l'uomo ed immobilizzandola per trarla fuori dalle acque.
Ma più questi la costringeva a rimanere aggrappata a lui e più la ragazza lo percuoteva al petto con i pugni per liberarsi.
Ad un tratto la ferità del fuggiasco si aprì sotto quei colpi e quelle percose e prese a sanguinare come un rivolo sotto le mani di Chantal.
Il fuggiasco,allora,lasciò la presa liberando la ragazza e si costrinse il petto con le mani per tamponare la ferita,ma il sangue colava copioso,e l'uomo sentiva venir meno le sue forze dal dolore e dal dissanguamento,tanto che il suo viso si contraeva e si incupiva attimo dopo attimo.
Chantal era libera,ora,libera da quell'uomo,libera di seguire la scia sulle acque e raggiungere la città dei Cieli,ma da argentea che era dapprima,ora quella via luminosa rifletteva i rossi bagliori del sangue,e come gocce di rubino scintillanti ai raggi della luna avvolgeva la ragazza ed il fuggiasco
Chantal guardò Vayvet,la sua camicia era porpora di sangue,poi guardò alla sua sottoveste,anche questa,da bianca,era divenuta porpora di sangue in quelle acque che accoglievano i lamenti e le sofferenze di Vayvet.
Ad un tratto Vayvet cercò di chiamare la ragazza,ansimante,per invocare il suo aiuto.Chantal aveva paura,tanta paura,e più l'uomo respirava affannoamente e più lei si portava lontano da lui,verso il cuore di quelle nere acque,incapace di tornare indietro,come rapita dal cuore del lago.
Poi,Vayvet s'accasciò,privo di sensi,ed il suo corpo esangue venne pian piano sommerso dalle acque,fino a non riemergere più.
Allora Chantal emise un grido di orrore che echeggiò per tutta la radura.
Fu un attimo,un attimo in cui Chantal aveva ceduto al sonno,forse per la stanchezza,o per il rigore delle temperature invernali.
Si svegliò di soprassalto,il cuore le batteva così forte che se lo sentiva in gola,ma era stato tutto un sogno.
Un sogno.Null'altro.
Forse a causa della nostalgia di casa,della mancanza di quell'abbraccio che solo la governante le sapeva offrire,e dei suoi rassicuranti racconti,per questo aveva sognato di voler raggiungere la città dei Cieli,o forse,lei desiderava davvero raggiungere un mondo sospeso,fatto di amore,luce e buoni sentimenti,ove ognuno raggiunge gli ideali del proprio cuore e vive nelle meraviglie dei sogni e dei desideri,sposando la gioia.
O,forse,solo un presagio,un presagio che lei,o Vayvet potessero essere in pericolo.
Comunque,quel sogno l'aveva scossa e turbata.Si alzò in piedi,accarezzò il muso del suo cavallo e si guardò intorno.
Vayvet dormiva poco lontano da lei.La figura inquietante di Monty era molto più distante,ed Haro sonnecchiava a capo chino vicino al fuoco.
Chantal aveva tanto freddo,nè quel fuoco acceso nè il suo caldo mantello di velluto la scaldavano.
Ripensò al sogno,ripensò alla strada fatta,ripensò ai fuggiaschi cercando di immaginare dove fossero diretti,ma non trovva risposte.
Deiderava scappare,fuggire via,per quanto sarebbe sfuggita a quegli uomini brutali e scaltri?
Allora respirò forte,e cercò di non farsi abbandonare dal coraggio.In cuor suo credeva a Vayvet e nutriva speranza che sarebbe stato lui stesso a liberarla.Allora fece qualche passo dai toni di una passeggiata notturna,annuasava la fresca aria della notte alta e cercò un varco tra le cime degli alberi per scorgere il firmamento,ma la foschia celava tutte le stelle,allora chinò il capo a scrutare le zolle del terreno e le foglie secche che scricchiolavano sotto i suoi passi.
Ad un tratto,tra una fitta maglia di radici,scorse un fiore.Era una fresia bianca che brillava sotto un raggio di luna in quella buia notte,sembrava una luccicante pietra con i suoi petali candidi e luminestenti..
Chantal si chinò a raccoglierla,nell'annusarla i suoi pensieri furono avvolti dal olce e delicato profumo di quel fiore che sbocciato sotto una coltre di brina,lasciò che i suoi petali le sfiorassero le guance e sospirò,abbandonandosi ad un sorriso.
Se quel fiore aveva vinto il rigido inveno,anche lei avrebbe superato quelle difficoltà.
Poi tornò indietro,verso il suo giaciglio.Vayvent dormiva ancora,nessuno dei tre s'era accorto della sua momentanea asszenza.Raggiunse piano,senza fare il minimo rumore Vayvet,per non svegliarlo,si chnò di fianco al fuggiasco che dormiva coperto fino al collo dalla sua giubba,sembrava avere la fronte corrugata da chissà quali pensieri infelici.
Chantal lo scrutò a lungo,l'uomo respirava serenamente,come se,pur inquietato dai pensieri,il sonno fosse sopraggiunto per lui come un amico che rinfranca.
Allora Chantal gli poggiò sul petto la fresia,proprio all'altezza che celava la ferita.
"Non vi farà più male.."sussurrò la ragazza con un filo di voce impercettibile,forte del fatto di non essere udita,e sfiorando leggermente il tessuto della giacca che l'uomo s'era appoggiata addosso.."non vi farà più alcun male questa ferita,ve lo prometto.."
Gli accomodò meglio la giubba sollevandogliela fino al mento per proteggerlo dall'umidità della notte e,infine, ritornò a poggiarsi al tronco dove aveva legato il suo cavallo,e adagiatasi sulla nuda terra,riprese con dolcezza ad accarezzare la zampa del suo compagno,mentre questi scuoteva lentamente la testa e sollevava lo zoccolo come a volerle rispondere con la sua gestualità.
Daniel
13-02-2012, 23.34.41
Isolde! ì? In una stanza in mia presenza? Urlai a Elisabeth in mente:
"Tienimi fermo o la ammazzo!"
Poi mi avvicinai e facendo l'inchino più profondo e buffo che potevo dissi
<<Salve milady mi presento sono Daniel..>>
Una donna più falsa e bugiarda di lei non l'avevo mai vista..
Guisgard
14-02-2012, 02.17.36
Altea aveva affrontato faccia a faccia Shoyo e i suoi cavalieri.
La donna guerriera restò a fissare Altea allontanarsi.
“Sciocca ragazza…” mormorò.
“Volete che le sia data una lezione, milady?” Chiese uno dei suoi cavalieri.
“No, meglio evitare ogni tipo di problema…” rispose Shoyo “… ne parlerò direttamente a lord Goxyo…”
Altea, intanto, allontanandosi aveva raggiunto una piccola edicola in marmo.
Nel mezzo c’era un bassorilievo raffigurante Afrodite che piange Adone.
“Piange la regina quel suo bell’amor ormai perduto.
Piange ogni notte, dove ogni suo sogno lei ha venduto.
Ripensa ella al passato, a quella scelta triste e dolorosa.
Guarda nel buio e cerca uno sguardo e una mano gioiosa.
Fissa la Luna e conta mille volte ogni stella nel firmamento.
Piange e poi ripensa, maledicendo quel suo vano pentimento.”
“Salute a voi, milady.” Mostrando un lieve inchino Fin Amor. “Vedo che amate questo nostro parco e tutte le meraviglie che vi sono in esso. Come questa edicola di classicheggiante bellezza… fu fatta costruire dalla nostra regina pochi giorni dopo la sua incoronazione…”
Guisgard
14-02-2012, 02.46.07
Chantal, dopo quell’inquietante sogno, era tornata ad adagiarsi presso l’albero dove aveva lasciato il suo cavallo.
Ad un tratto sentì dei gemiti e dei lamenti.
Era Vayvet che si agitava nel sogno.
Correvano i cavalli.
Correvano per la campagna.
Correvano sotto gli speroni dei cavalieri che li cavalcavano.
E giunti al castello, quei cavalieri chiesero del loro signore.
“Quali notizie, Lorenz?” Chiese Vayvet.
“Tutto sembra perduto, milord…”
“Il Conte ha deciso, dunque…”
“Si, milord…” annuì Lorenz.
“La terra non è più nostra...”
“Possiamo ancora combattere...” cercando di spronarlo Lorenz “... molti uomini si stanno armando per seguirci!”
“No, no...” quasi zittendolo Vayvet “... il nostro tempo è finito... incontrerò Grippus... lui è il braccio destro del Conte...”
“Non andate da solo...”
“Devo.” Voltandosi Vayvet. “Raduna tutti gli uomini e scioglili da ogni voto... seguiranno il Duca... questo eviterà ogni altro spargimento di sangue...”
“Non accetteranno di abbandonarvi!”
“E’ un ordine.” Sentenziò.
Un’ora dopo, Vayvet col suo cavallo raggiunse l’accampamento di quelli che assediavano il castello.
Chiese di Grippus e fu condotto al suo cospetto.
“Saggio…” nel vederlo il braccio destro del Conte “... saggio ad arrendervi...”
“Accetto ogni condizione...” fissandolo Vayvet “... liberate lady Ghirelya...”
“Solo quando firmerete la rinuncia ad ogni pretesa sulle terre di Nagoya...”
“Cosa devo fare?”
“Tornate al castello” rispose Grippus “e portatemi il documento di rinuncia firmato da voi.”
“Libererete lady Ghirelya?”
“Avete la mia parola…” fissandolo Gruppus.
Vayvet allora saltò su.
Ansimava e si guardava intorno confuso.
Poi respirò forte e cominciò a calmarsi.
Quel sogno l’aveva come svuotato.
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Guisgard
14-02-2012, 03.09.02
Isolde, guardando Daniel, accennò solo un lieve sorriso, tradendo indifferenza e quasi una punta di fastidio.
“Salute a voi, messere.”
Nigros allora prese la parola:
“Maestà, ora chiedo di potermi ritirare. Devo ancora insegnare molto al mio nuovo apprendista.”
“Si, andate pure.” Fece la regina. “E siate un buon discepolo, giovane Daniel, così da non tradire la fiducia e la benevolenza che vi abbiamo mostrato.”
Nigros e Daniel, così, lasciarono la sala del trono.
Il medico condusse il giovane mago nel suo laboratorio.
E lì, attraverso una porta laterale, lo portò in una stanza molto più grande.
Armi di ogni genere e di ogni tradizione erano esposte, insieme a corazze, stoffe e drappi dai rari e spettacolari disegni.
Icone Sante erano ovunque e in fondo alla stanza faceva bella mostra un pesante sarcofago fatto di bronzo e ceramica smaltata.
Impressa su di esso stava l'immagine di una superba corazza.
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elisabeth
14-02-2012, 09.11.46
Stavo quasi per credere che Isolde non ci avesse riconosciuti, ma fu solo un momento un momento straordinario quasi riuscissi a rivivere gli ultimi momenti del nostro naufragio......Nigros stava portando via Daniel e fiche' era protetto da lui nulla poteva succedergli..........che buffa la vita c'era sempre qualcuno o qualcosa che miportava via gli affetti, ma se anche il mio cuore ne stava piangendo, il fatto di essere sola mi rendeva piu' forte......se Isolde si fosse impossessata della mente della Regina usurpandola anche il mio Regno ne avrebbe sentito le conseguenze.......avevo un apsetto pococ Signorile era vero, una donna vestita di fradice foglie non era po presa in grande considerazione...ma Reas, riusciva a restarmi accanto....lo guardai incredula quando cerco' di difendere la mia causa davanti alla Regina, c'era allora un uomo che riusciva a non cadere tra le braccia amorevoli di Isolde......ma la Regina mi fece una domanda e mi voltai a risponderle....".....E' cosi' Maesta, il Carrozzone su cui eravamo saliti e' stato letteralmente sfasciato da onde anomale, ci siamo ritrovati tra assi di legno e uomini urlanti......il Calars e' un fiume e la violenza delle sue onde ci ha fatto pensare al rifiuto del fiume stesso.....forse c'eravamo spinti troppo arrivando alle porte di un mondo a molti sconosciuto......ma vi dissi appena arrivata che il fiume ha solo negato ad alcuni di noi di passare oltre...perche' un'altra onda ci ha fatto passare tra le colonne e ci siamo riparati nel bosco.......il resto lo conoscete gia'.....il trattamento subito non e' stato dei mogliori, ma il vostro senso di giustizia ha compensato quei momenti..........Per quanto riguarda voi Lady Isolde, non giudicate mai le persone dal loro modo di vestire esse potrebbero sorprendervi....e anche se a voi puo' sembrare assurdo.....avete difronte una Regina......le foglie marce che indosso sono vive ma non ai vostri occhi...."........fare magie...non mi conveniva, ma una cosa potevo......soffiai lievemente verso la Regina....un soffio fatto di tempo...fatto di ricordi e portai alla sua mente solo la visione del nostro naufragio nulla di piu'.....Isolde sarebbe stata per lei una prossima sorpresa......" Vi ringrazio Reas.....vi ringrazio per avermi creduta...."...
Altea
14-02-2012, 09.47.05
Continuai a camminare a passo deciso, sentivo il loro vociferare, sapevo che stavano parlando di me ma non me ne curavo finchè vi fu solo il silenzio e ad un tratto mi bloccai davanti a un bellissimo bassorilievo..lo riconoscevo...era la Dea Venere e il bel Adone, e vi era una scritta
"Piange la regina quel suo bell’amor ormai perduto.
Piange ogni notte, dove ogni suo sogno lei ha venduto.
Ripensa ella al passato, a quella scelta triste e dolorosa.
Guarda nel buio e cerca uno sguardo e una mano gioiosa.
Fissa la Luna e conta mille volte ogni stella nel firmamento.
Piange e poi ripensa, maledicendo quel suo vano pentimento.”
Rimasi per un attimo sgomento e poi...quella voce mi destò..il Cappellano pensai, mi voltai ed era li, come se apparisse come un fantasma.
"Messer Fin, stavo cercando proprio voi...sono felice di incontrarvi. Avevo bisogno di parlarvi...questi versi? sono bellissimi, ma anche tristi. La Regina...sembra una Regina che prova dolore."
Talia
14-02-2012, 11.37.49
“Cosa?”
Mi voltai di scatto alle parole del locandiere...
“Ma voi non potete... non potete lasciare che...” la mia voce tremava forte e non riuscii a terminare la frase.
Quegli uomini, intanto, avevano accerchiato Guisgard e lo stavano pestando. Io tentai di andare verso di loro, volevo fermarli, volevo fare qualcosa... ma l’uomo mi teneva contro il bancone, tentando forse di proteggermi... iniziai a tremare...
Poi, d’un tratto, accadde qualcosa...
Un poderoso ruggito di Sheylon fece sussultare tutti, la tigre balzò tra Guisgard e gli zingari, lanciandosi poi su quello che impugnava il coltello e facendolo finire a terra...
“Sheylon, no!” urlai, divincolandomi dalla stretta del locandiere e facendomi un poco avanti “Lascialo, Sheylon... lascialo!”
Lo zingaro gridava per la disperazione e per la paura, ma nessuno osava avvicinarsi a quella belva.
Guisgard tentò di alzare la testa, ma riuscì solo a tossire.
Sheylon allora gli si avvicinò, lasciando lo zingaro con la camicia lacerata e qualche graffio sulla pelle.
Chiusi gli occhi un istante, quando la tigre lasciò l’uomo, e respirai profondamente per riprendere il controllo...
“Siete stato fortunato!” dissi poi, tornando a guardarli ma senza riuscire a celare una viva nota di disprezzo nella voce gelida “A Sheylon non piacciono i coltelli... e meno ancora se sono puntati verso il suo padrone!”
Poi Guisgard tossì...
Voltai quindi le spalle agli zingari e corsi verso di lui...
“Incosciente!” gli mormorai, inginocchiandomi vicino a lui “Dovrei... dovrei essere arrabbiata con te! Farmi spaventare così... io... io ti...”
Ma, incrociando il suo sguardo, tacqui.
“Andiamo...” dissi allora, con un sospiro ed un sorriso fuggevole “Ce la fai ad alzarti?”
Facendo attenzione, quindi, gli passai un braccio intorno al torace e lo aiutai a rimettersi in piedi e, un po’ sostenendolo e un po’ sospingendolo, ci avvicinammo al bancone.
“Queste sono per la stanza!” dissi al locandiere, facendo tintinnare sul bancone alcune monete “E... vi prego, potreste portarmi di sopra una bacinella d’acqua ed alcune bende? Fredda, l’acqua!” soggiunsi dopo appena un istante, lanciando un’occhiata obliqua a Guisgard “Che è, comunque, più di quanto si meriti!”
Così dicendo ci avviammo verso la scala...
“Andiamo Sheylon!” chiamai, salendo i primi gradini.
Melisendra
14-02-2012, 12.24.31
"No, Heyto... non piangere. Se questo è il mio destino, sono pronta. Io sono come l'acqua che scorre nel letto del fiume... e non desidero altro che tornare ad esso. Io appartengo a queste acque... e se c'è solo una possibilità per me di tornare là... sono pronta ad affrontare ciò che chiami Inferno... qualunque cosa pur di ritornare a casa. Ho un debito verso il mondo che mi ha allontanata e forse questo viaggio mi aiuterà a pagarlo." Asciugai con il mio velo le lacrime di Heyto e posai la mia mano sulla sua. "Suona la tua dolce musica e lascia che il destino tessa la sua tela..."
Mi coprii nuovamente col velo e mi incamminai verso il ponte, lasciando Heyto alla sua musica, che sapevo l'avrebbe confortato. In cuor mio non ero più spaventata. Non c'era altro che quieta rassegnazione e una sorta di impazienza per ciò che doveva avvenire. Speravo ardentemente che, una volta abbracciata la fine, sarei tornata al Blu. Forse mi sarebbe stato concesso.
Il ponte superiore era quasi deserto. I marinai erano indaffarati sul ponte inferiore. Mi sedetti in un luogo riparato, da cui potevo guardare l'acqua che si increspava. Mi tolsi un bracciale di giada e lo gettai in acqua, come offerta. Scorsi un volto a me caro e un triste sorriso, poco prima che il bracciale venisse inghiottito dalle onde. Erano lì.
"Non andate via..." Sapevo che mi avrebbero seguita, ma solo per un tratto, fin dove gli sarebbe stato consentito dalle nostre regole. Sospirai, cercando di scorgermi di più per rivederle.
cavaliere25
14-02-2012, 16.14.55
mentre sorseggiavo quel infuso ascoltai attentamente il clerico di ciò che parlava poi dissi da quanto tempo vivete da queste parti ? domandai sorridendo
Daniel
14-02-2012, 17.41.16
Nigros mi portò in una grande stanza piena di armi e armature di ogni genere.. Sul fondo della stanza c'era un pesante sarcofago fatto di bronzo e ceramica smaltata.. Impressa su di esso stava l'immagine di una superba corazza.. Accanto al sarcofago una bellissima spada di cristallo Nero.. Era come se una forza misteriosa e arcana mi spingesse a impugnare quella spada.. La sfiorai leggermente e 1000 anni e oltre di guerre e battaglie si riversarono nella mia mente.. Sangue, dolore, violenza e morte.. Mi staccai dalla spada ma ne ero di nuovo attratto.. La impugnai ignorando le sensazioni che provavo.. riuscivo a maneggiarla come se fosse fatta di legno.. Mi avvicinai a Nigros con la spada in mano e dissi:
<<Cos'è questa? E quello? >> dissi indicando con la spada il sarcofago..
Guisgard
14-02-2012, 20.18.25
La regina osservò con attenzione Elisabeth.
I loro sguardi restarono così, l’uno nell’altro, per diversi istanti.
E qualcosa fu captato dalla regnante.
Di questo ne fu certa Elisabeth.
“E sia…” fece la regina “… potete andare…” fissando Elisabeth e Reas.
Il capitano salutò con un inchino la regina e portò fuori dalla sala Elisabeth.
“Forse è il caso che vi cambiate, milady…” disse il capitano “… non è conveniente essere così abbigliati qui nel palazzo. Venite con me, prego…”
E la condusse presso alcune giovani dame di compagnia della regina.
“Capitano Reas, che piacere!” Correndo quelle verso il militare.
“Posso chiedervi una grazia, ragazze?”
“Quale, capitano?” In coro quelle.
“Vogliamo rendere degna della sua bellezza questa dama?” Indicando Elisabeth. “Sono certo che qui c’è qualcosa che possa mettere in risalto il fascino della nostra lady Elisabeth.”
“Chi è lei?” Domandò una delle ragazze.
“E’ con voi forse?” Chiese un’altra.
“E’ appena giunta al palazzo” spiegò Reas “e stasera deve essere degna di partecipare alla cena voluta da sua maestà.”
Le ragazze allora presero diversi abiti fino a quando ne trovarono uno adatto ad Elisabeth.
E quando l’ebbe indossato, la maga dei boschi tornò dal capitano Reas che attendeva in un’altra stanza.
“Siete incantevole, milady…” sorridendo il militare “… del resto, con questo freddo quelle foglie rischiavano di cadere e lasciarvi scoperta.” Ridendo di gusto.
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Guisgard
14-02-2012, 20.21.31
Fin Roma sorrise e mostrò un inchino ad Altea.
“Volevate parlarmi?” Fissandola. “Ebbene sono qui, milady.”
Fece allora cenno alla ragazza di sedersi con lui su una panchina.
“La regina di Tylesia…” mormorò il chierico mentre le sue dita sfioravano la sua lira “… dite che è triste? Perché? Cosa vi fa pensare ciò, milady?”
Guisgard
14-02-2012, 20.39.38
Melisenda fissava le acque del Calars, senza però riuscire a vedere nulla.
La nave solcava il fiume, sospinta da un freddo e silenzioso vento, dirigendosi verso un ignoto destino.
Pian piano la vegetazione che circondava il fiume diventava sempre più folta e lussureggiante, mentre sconosciuti profumi venivano dagli alberi che ne infoltivano le sponde.
L’imbrunire si faceva strada nel cielo e sulla boscaglia, mentre ormai solo Venere illuminava il crepuscolo morente.
“E’ di nuovo sul ponte…” mormorò Fyellon, osservando Melisendra dalla prua.
“Si, ma cercate di non pensarci, messere.” Fece il capitano. “E’ una schiava ed appartiene al suo padrone.”
“Dove viene condotta?” Domandò il cavaliere. “E chi è il suo padrone? Perché non si mostra? E’ su questa nave?”
“Cavaliere, vi ricordo la vostra parola d’onore.” Fissandolo il capitano.
“E sia…” sospirò Fyellon “… beh, ditemi almeno dove approderemo.”
“Risaliremo il Calars.” Rispose il capitano.
“E cosa troveremo?”
“Voi cosa cercate?”
“Io? Un luogo per ricominciare.” Fissando la sera Fyellon.
“Fuggite dunque da qualcosa, cavaliere?” Domandò improvvisamente Heyto, arrivato quasi di sorpresa tra i due.
“Solo da una vita che non ha più nulla da darmi.” Fissandolo Fyellon.
“E chi vi dice che oltre il Calars troverete qualcosa di diverso?”
“Forse l’istinto…” rispose il cavaliere “… chissà che non trovi ciò che tutti bramano…” per un attimo guardò verso Melisendra “… qualcosa per cui valga la pena di ricominciare…”
“Presto questo viaggio finirà” disse Heyto “e le nostre strade si separeranno per sempre. Vi auguro di trovare ciò che meritate, cavaliere.” E si allontanò.
Guisgard
14-02-2012, 20.48.19
Nigros restò sorpreso e turbato.
Daniel stava impugnando quella bellissima e misteriosa spada.
“Dove l’hai trovata?” Domandò al giovane. “Dimmi la verità!”
La selva...
Sterminata e verdeggiante, intrisa di mille colori e profumi, mentre le forme degli alberi sembravano mutare sull’orizzonte sterminato...
“Daniel...” una voce di ragazza “... Daniel… li senti? Io si... sono ovunque, ci circondano... devi ribattezzarmi... devi farlo... altrimenti sarò inservibile... Daniel... il battistero della cattedrale...”
“Giada!” Chiamò un cavaliere dal superbo aspetto.
Daniel lo riconobbe: era quello raffigurato sul sarcofago.
E quella voce svanì in un eco infinitesimale che si disperse nel cuore di Daniel.
“Ehi, parlo con te!” Scuotendolo Nigros. “Cosa fai, dormi?” Tolse la spada dalle mani di Daniel e a fatica, come se fosse di pietra, la rimise accanto al sarcofago. “Non devi toccare nulla quando vieni in questa stanza. Ricordalo.”
Guisgard
14-02-2012, 20.52.31
“Sono l’ultimo monaco rimasto in questo luogo desolato…” rispose padre Nicola alla domanda di Cavaliere25 “… i miei confratelli sono tutti morti ormai…” si alzò e andò in un’altra stanza, per poi tornare alcuni istanti dopo.
“Se vuoi restare qui” fissando il boscaiolo “indossa questo. Così sembrerai un monaco e sarai protetto dalle forze del male.” Lanciandogli un vecchio saio.
Prese poi la scatola appartenuta a Jovinus e Plautus.
“Davvero conoscevi chi possedeva questa scatola?” Domandò a Cavaliert25.