Visualizza versione completa : Tylesia e il perduto Fiore dell'Intelletto
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Guisgard
14-02-2012, 21.06.13
Spaventati dalla tigre, tutti i presenti arretrarono verso le pareti della locanda, mentre alcuni zingari, temendo il peggio, scapparono dalle finestre.
Talia aiutò Guisgard ad alzarsi, sotto gli occhi del locandiere e di Sheylon.
Il cavaliere tossì ancora per un po’.
I due si avviarono verso le scale, seguiti dal felpato e sicuro passo della mangiatrice d’uomini.
“Sto bene…” mormorò Guisgard dopo alcuni scalini “… non ho bisogno di nulla… e poi l’hai detto tu… non merito nulla, no? Tu piuttosto…” voltandosi verso Talia “… cosa ci fai qui? Dovresti essere al Casale insieme ai tuoi fratelli…”
Giunsero davanti alla stanzae subito il cavaliere, sostenuto fino a quel momento dalla ragazza, si lasciò cadere poi sul letto, mentre Sheylon si stese davanti alla porta.
Un attimo dopo la figlia del locandiere portò la bacinella d’acqua e le bende.
Restò però davanti all’uscio, intimorita com’era dalla presenza di Sheylon.
“Ho…” mormorò visibilmente impressionata dalla tigre “… ho portato l’acqua e le bende… l’acqua è fredda… come avete chiesto…”
Melisendra
14-02-2012, 21.17.43
Non ero convinta che se ne fossero andate, quindi scesi la scala e mi recai sul ponte inferiore. Non c'era altra luce che quella della luna. C'era una scaletta lì.
Mi liberai di tutti i miei veli, rimanendo solo con pochi gingilli e una veste leggera che sfiorava appena il suolo. Scesi verso l'acqua, fino a rimanere seduta a poca distanza dalla superficie liscia dell'acqua.
"Sono certa che mi sentiate..." Dissi ad alta voce. "E' tutto diverso da come l'immaginavo... e avevate ragione voi. Non avrei dovuto ribellarmi... permettere che il mio amore andasse ad abbracciare un mortale, che i miei pensieri si facessero così densi e pesanti, che tutto questo mi trascinasse lontano..." Strinsi a me le ginocchia, mentre parlavo come se fosero state lì. FOrse erano davvero lì.
"Non ho rinnegato niente di quello che ero... vorrei che capiste che mi sono solo trasformata, come l'acqua... che ghiaccia e si scioglie nuovamente, per tornare nel nostro fiume. Siamo fatte di questo, vero? Siamo il mutamento, ma rimaniamo sempre le stesse." Vidi un guizzo a poca distanza da me.
"E se potessi tornare... forse non è troppo tardi..."
Mi chinai per osservare meglio, con le mani appoggiate alla piattaforma.
Guardai in basso. Uno scintillio.
Ero così vicina alla superficie che i miei capelli la sfioravano.
"Siete voi? Mostratevi..."
elisabeth
14-02-2012, 21.21.29
Lunghi interminabili istranti in cui i nostri occhi si scontrarono le immagini del naufragio furono disegnate nella mente della Sovrana......Cosi' fu e cisi' fu detto......Fui consegnata alle cure di Reas.....fuori dalla porta della sala del trono, Reas si decise che era ora di cambiare abbigliamento, e cosa a cui non ero abituata fui coperta da tessuti ricchi e i miei capelli presero forma in una bellissima acconciatura....ero affascinata da tutte quelle ragazze che si muovevano intorno a me con grande naturalezza.....una volta pronta mi fu indicata la stanza in cui mi attendeva il Capitano.....una volta in sua presenza, il suo complimento mi fece sorridere.....".....Vi ringrazio Capitano, vi siete preso cura di me e delle mie povere foglie, pero' potevate stare tranquillo non mi avrebbero abbandonato, mi chiedo cosa ne pensate voi di tutta questa storia.......infondo solo qualche ora fa ero una perfetta sconosciuta.....il vostro canto ha fatto si che vi donasse una creatura dei boschi, mi sa che non canterete piu'...."...questa volta fui io a ridere di gusto......in genere sonogli uomini a regalare fiori alle donne.....e invece mi sembro' giusto omaggiare il mio accompagnatore.....chiusi le mie mani a coppa e quando le aprii c'era una magnifica rosa bianca....".....Reas, questa e' un dono della regina dei boschi......desidero che stasera la portiate con voi sulla vostra giubba, non e' molto ma vi proteggera', sara' in grado di farvi mantenere lucido in qualsiasi momento, amate molto la vostra Regina e so che sarete una delle poche persone che la difendera' rendendo libero questo Regno.......non sono una povera visionaria come sostiene Lady Isolde, vi assicuro che non ho mai mentito ne a voi ne' a sua Maesta........ma adesso se mi offrite il vostro braccio , possiamo andare aquesta favolosa cena, anche se non so dove sia andata la mia amica Lady Altea......".......e cosi' misi la mia mano sul suo braccio......
Altea
14-02-2012, 21.35.39
Il cappellano mi invitò a sedermi, e cosi feci, la pietra era fredda come il vento che soffiava da est sempre in quel giardino.."Ovunque leggo odi tristi in questo giardino..e poi è vuoto, un giardino cosi bello di fiori dovrebbe essere pieno di allegria, gente invece è solo e non può donare tutta la sua bellezza". Rimasi un attimo in silenzio..."Comunque, vi ero venuta a cercare perchè volevo sapere qualcosa su...lady Isolde, la conoscete?"
Chantal
15-02-2012, 00.58.17
Chantal, dopo quell’inquietante sogno, era tornata ad adagiarsi presso l’albero dove aveva lasciato il suo cavallo.
Ad un tratto sentì dei gemiti e dei lamenti.
Era Vayvet che si agitava nel sogno.
Quell'uomo,era come un impenetrabile forziere di pensieri,schivo,riservato,totalmente incapace di affidare fiducia al mondo intero.Silenzioso e pieno di rancore,eppure,i suoi occhi sembravano essere attraversati da una luce che Chantal desiderava carpire e scindere in scintille che mostrano la purezza della sua fonte.
Ora se ne stava in balia del sonno e di chissà quali immagini che gli attraversavano l'anima.E sembrava innocuo.
La ragazza vedeva in quell'espressione,resa fragile dalla naturalezza di ciò che la dlineava,una velata bontà che le appariva come una grezza gemma che nel cuore possiede lo splendore della bellezza.
Chissà,forse si ingannava,forse il fatto che quell'uomo,nel sonno,sembrasse più "umano",più indifeso,la traevano in errore.
Eppure,non s'era mai ingannata,e nel vederlo,adesso,così in preda ai suoi affanni,disarmato della sua forzata brutalità,voleva davvero ritenere essere lui diverso da uno spietato fuorilegge.
Voleva credere alle sue sensazioni Chantal,e fidarsi di lui.
La ragazza lo vedeva agitarsi ed inquietarsi mentre cercava di dormire e provava un profondo senso di tristezza in cuor suo,ma anche di tenerezza per quell'uomo dal volto tanto provato dalla vita e dai suoi dissapori.
Avrebbe voluto svegliarlo,rassicurarlo,pronunciargli parole di conforto,offrirgli il calore di una carezza insorta dalla sua mano,ma egli era stato così scostante,tanto era pieno di disprezzo dal ritenersi giudicato da lei stessa.
Chantal pensò d'aver sbagliato tutto,d'aver agito con incauta istintività,e mille dubbi la tormentavano,ma ora contava ciò che sarebbe accaduto in futuro a lei ed a quei fuggiaschi,e mentre cercava di penetrare in quei lineamenti corrugati e,a tratti,persino belli,di quell'uomo che si dimenava affannosamente nel suo agitato sonno, vide che stava per destarsi.
Vayvet allora saltò su.
Ansimava e si guardava intorno confuso.
Poi respirò forte e cominciò a calmarsi.
Quel sogno l’aveva come svuotato.
Chantal s'apprestò un poco all'uomo che le appariva visibilimente scosso.
Nen essendo stata capace di riaddormentarsi,la ragazza lo aveva visto e sentito agitarsi nel sonno molto a lungo,percependo che i suoi pensieri fossero ben più vividi ed inquietanti di quanto lei potesse immaginare.
Rimase lungamente in disparte per discrezione,e per evitare di creare disagio o di violare l'intimità di quei momenti di abbandono durante i quali il fuggiasco aveva ceduto ai ricordi di un inquieto sogno,forse, e s'era agitato rimanendo interamente in balia della confusione.
Solo quando s'accorse che,prendendo ad inspirare forte e frequentemente,questi si stesse calmando,Chantal gli si fece più vicino.
L'uomo ansimava ancora,però,ed accortosi della presenza della ragazza si tirò su cercando un contegno che gli facesse nuovamente assumere la sua aria di sicurezza e padronanza.
In quel frangente vide la fresia scivolargli dal petto.Rimase qualche istante smarrito,come perplesso,la guardò che s'era posata al suo fianco sfiorandogli appena la mano,fece quasi per raccoglierla,ma come un impeto improvviso si impossessò di lui,come una volontà di respingere tutto ciò che è fragile e delicato.
E Chantal si mortificò in cuor suo,vedendo l'avversità che egli voleva palesare anche dinnanzi ad una piccola cosa bella a lui riservata.
Vayvet riassunse in breve la sua espressione di indifferenza.
Ma i suoi occhi lo tradivano,il suo sguardo dichiarava turbamento ed inquietudine,tuttavia Chantal lo rispettò col silenzio.
Poi,gli occhi dell'uomo si fecero inclementi nel guardare con severità la ragazza,tanto ch'ella avvertì un senso d'imbarazzo e di disagio per l'essersi accostata tanto a lui,fece,così,per scostarsi,ma qualcosa di incoercibile la tratteneva,come a non voler abbandonare quell'uomo in balia del suo tormento,allora tese appena la mano,come a volergli indicare di non fare sforzi,di rimanere ancora sdraiato e cercare di rilassarsi.Cercò parole di delicata attenzione,al fine di indurlo a ritrovare serenità,ma l'imbarazzo si accresceva in lei,tanto che si affacciava al suo cuore un senso di soggezione.Poi,si fece coraggio e domandò:"E' a causa della ferita che avete avuto un sonno agitato,milord?Vi ho visto affannarvi durante esso."
La ragazza pronunciò queste parole a capo chino,era tanto vicina all'uomo da comprendere che questo avrebbe potuto destare in lui solo disappunto.
Molti pensieri le balzarono alla mente in quel frangente,e cercò di sradicare da essi il timore d'essere fraintesa e ritenuta invadente ma,in fondo,non si curava di questo,ciò che realmente l'aveva turbata era stato il vedere quell'uomo agitarsi in sonno e non comprendere cosa realmente gli attraversasse il cuore fino a turbarlo.
Chantal gli aveva parlato senza guardarlo,e questo le aveva suscitato come un pensiero di avversione percepito da quell'uomo,decise,così,di scoprirsi il volto,lasciò cadere il cappuccio sulle spalle,scoprendo un viso che sbiancava sempre più ad ogni tentativo di interloquire col fuggiasco,ed il suo pallore s'andava accentuando man mano che le ciocche dei capelli,rese lucide e dai riflessi malva dal candore della luna,le si accomodavano sul volto e sul collo,libere dal copricapo.
Allora si accostò ancora un poco e,con voce molto flebile si sentì di dire:"Vayvet,.."Ma,appena udito il nome pronunciato dalla sua bocca Chantal ebbe come un sussulto,si ritrasse,così,e sollevando appena la mano interponendola tra le sue labbra e il volto dell'uomo in segno di scuse,come chi ha commesso un'imprudenza grave,si riprese:"Vi chiedo perdono,milord,non avrei dovuto pronunciare il vostro nome.."Poi cercò invano di coprirsi nuovamente col cappuccio,ma era così terrorizzata che le mani le tremavano,allora inspirò profondamente e,guardandolo ancora negli occhi concluse il suo pensiero domandando con un filo di voce:"Vi fa male la ferita?"
Talia
15-02-2012, 11.50.49
I due si avviarono verso le scale, seguiti dal felpato e sicuro passo della mangiatrice d’uomini.
“Sto bene…” mormorò Guisgard dopo alcuni scalini “… non ho bisogno di nulla… e poi l’hai detto tu… non merito nulla, no? Tu piuttosto…” voltandosi verso Talia “… cosa ci fai qui? Dovresti essere al Casale insieme ai tuoi fratelli…”
I miei occhi si spostarono su di lui e per un attimo gli lanciai un’occhiata torva... ma poi, quasi incapace di trattenermi, sorrisi e scossi appena la testa.
“Io sono esattamente dove devo essere!” mormorai.
Giunsero davanti alla stanzae subito il cavaliere, sostenuto fino a quel momento dalla ragazza, si lasciò cadere poi sul letto, mentre Sheylon si stese davanti alla porta.
Un attimo dopo la figlia del locandiere portò la bacinella d’acqua e le bende.
Restò però davanti all’uscio, intimorita com’era dalla presenza di Sheylon.
“Ho…” mormorò visibilmente impressionata dalla tigre “… ho portato l’acqua e le bende… l’acqua è fredda… come avete chiesto…”
“Grazie!” dissi gentilmente, precipitandomi verso la porta, così da non dover costringere la ragazzina ad avvicinarsi a Sheylon più di quanto desiderasse.
“Sai...” soggiunsi poi, sorridendole “Non devi avere paura, Sheylon è cattivo... però odia i prepotenti!”
Probabilmente non l’avevo convinta, ma mi parve che mi sorridesse appena uscendo e richiudendosi la porta alle spalle.
Ed io, allora, girai a mia volta le spalle alle porta ed osservai Guisgard.
Se ne stava steso sul letto con gli occhi chiusi e la testa leggermente all’indietro... per qualche attimo rimasi immobile, fissandolo... chiedendomi se stesse davvero sprofondandoo in una sorta di dormiveglia o se, semplicemente, non avesse intenzione di parlarmi.
Lentamente mi avvicinai, dunque, appoggiai la bacinella e le bende su di un piccolo e sgangherato tavolino e mi sedetti sul bordo del letto...
“Gli altri hanno lasciato il Casale...” iniziai a dire, la voce bassa e suadente “Sua Grazia, il Vescovo, li ha arruolati tutti nella sua Guardia... beh, quasi tutti... ho affidato Nestos e, forse, Brand a padre Anselmo...” sospirai “Avevo dato a Nestos una lettera per te... una lettera nella quale ti spiegavo tutto... temevo che non ti avrei rivisto tanto presto! Temevo che... beh, te n’eri andato dicendo quanto mi odiavi... ed io...”
Mi interruppi... lui era sempre immobile, anche se avevo la vaga sensazione che mi stesse ascoltando...
Sospirai profondamente e mi sforzai di cambiare tono...
“Avanti, adesso...” dissi, bagnando una benda nell’acqua gelida e poi strizzandola bene... il ricordo della sua reazione di poco prima mi tornò alla mente, allora, e mi fece sorridere...
“Sai...” dissi, sfiorandogli appena i capelli con la punta delle dita “Se, con tutte le botte che ti sei preso, tamponassi i lividi con l’acqua calda, domani mattina probabilmente staresti peggio di ora... l’acqua fredda, invece, pur essendo poco piacevole, ti farà stare bene domani!”
Sorrisi, e la mia voce si fece appena più dolce...
“Aventi, cavaliere... è ora di dimestrarmi il tuo valore: vediamo che cosa ti hanno fatto!”
Parsifal25
15-02-2012, 12.19.46
Lo spettacolo che si parava dinanzi agli occhi era magico. Non avevo mai visto nulla del genere, la corrente del fiume condizionava la vegetazione circostante come un pittore sulla sua tela. I miei occhi si illuminarono di meraviglia e commozione..... ringrazio Iddio per tutto ciò.
Andava calando la notte ed era giunto il momento di accamparsi ed abbandonare la corrente del fiume poichè sapevamo che dopo il venerdì diveniva pericoloso. Non cfredo che avremmo avuto difficoltà a proseguire il viaggio a cavallo.
Nel preparare il fuoco mi accorsi che sul fiume andava pogiandosi una strana imbarcazione; sicuramente vittima della maledizione del Calars. Abbandonaì la postazione e mi diressi a cavallo verso quello strano mezzo di trasporto, forse poteva esserci qualcuno o qualcosa di importante che avevano dimenticato gli sventurati naufraghi. Era giusto controllare e riportare oggetti di valore o altro alle rispettive famiglie.
cavaliere25
15-02-2012, 14.35.27
presi il saio e lo indossai e dissi grazie mille si li conoscevo quei due frati mi erano simpatici avevano una meta da raggiungere quella di costruire una loro chiesa e visto che non li rivedrò piu porterò avanti io la loro missione voi che ne pensate dissi rivolgendomi al monaco
Guisgard
15-02-2012, 16.55.32
Melisendra era vicinissima all’acqua.
Poteva quasi specchiarsi, mentre il leggero e delicato calore che saliva dal Calars le accarezzava il volto.
Ad un tratto, tra la schiuma e le increspature vide qualcosa.
Forse degli occhi, poi qualcosa simile a dei volti.
E quei volti giunsero, agli occhi della ragazza, quasi a sorriderle.
Ma, all’improvviso, qualcuno, con una morsa d’acciaio, le afferrò un polso.
“Cosa volete fare?” Tirandola a sé Fyellon. “Queste acque sono profonde e lo stacco di temperatura vi causerà di certo una paralisi alle gambe! Se volevate fuggire” fissandola negli occhi “avete scelto il modo sbagliato!”
Guisgard
15-02-2012, 17.07.07
Reas sorrise a vedere quella rosa.
“Siete molto abile, milady!” Disse ad Elisabeth. “Dove avete imparato questo trucco? E’ illusionismo, vero? Però, siete davvero brava! Se non fossimo scientificamente certi che la magia e tutto il resto non esistono, beh, penserei proprio a quella dopo il vostro giochetto!”
Prese allora la mano di Elisabeth e la condusse nella sala destinata alla grande cena.
Giunti i due, vi trovarono solo pochi degli invitati.
Tra questi c’erano Shoyo e Kojo, entrambi con gli abiti ufficiali della Compagnia del Tulipano Imperiale.
Nel vedere Elisabeth ed il capitano, lanciarono loro enigmatiche occhiate.
Guisgard
15-02-2012, 17.14.54
Il chierico ascoltò in silenzio le parole di Altea.
“Non vi ingannate, milady…” disse Fin Amor “… in questo palazzo e in tutta Tylesia dominano sentimenti ed emozioni cupe… tristezza, rimpianto, nostalgia e rassegnazione…” fissò poi il cancello d’oro, chiuso con il lucchetto di diamante, che si trovava poco distante da loro “… questo palazzo possiede in realtà un giardino ed è quello…” indicando con un cenno il meraviglioso cancello “… e lì ci sono fiori meravigliosi, degni di tal nome… e non solo…” tornò ad accarezzare la sua lira “… lady Isolde? Io non la conosco, milady… vedete, non mi occupo troppo di giudicare gli uomini… amo più guardare ai loro cuori… in essi, milady, troverete sempre la verità…”
Guisgard
15-02-2012, 17.20.31
Parsifal, fissando il fiume, si era accorto di quel relitto.
Si avvicinò allora alla sponda del Calars per vedere se ci fossero dei superstiti.
Ad un tratto scorse qualcosa aggrappato al legno: era un uomo.
Sembrava privo di conoscenza, con le mani appoggiate a ciò che restava di quell’imbarcazione.
Poi il relitto passò sotto l'alone della Luna e permise all'apprendista di Redentos di riconoscerne meglio i tratti.
Sembrava un monaco.
Guisgard
15-02-2012, 17.34.54
Padre Nicola fissò Cavaliere25.
“Ti dona il saio!” Esclamò. “Forse dovresti farci un pensierino e diventare monaco!” Rise. “La vocazione è un dono e nessuno potrà mai appropriarsene. Se è nel tuo destino, accadrà come la cosa più naturale di questo mondo.” Ritornando al suo solito tono severo ed austero.
Prese allora la scatola.
“Questa scatola contiene qualcosa di speciale…” mostrandola al boscaiolo “… qualcosa di preziosissimo… inestimabile…” aprì la scatola.
Al suo interno era conservata una pietra.
Appariva come una comunissima pietra, di quelle che si vedono ovunque.
Ma c’era qualcosa impresso sulla sua superficie.
Una macchia rossa.
Nella scatola poi c’era anche una piccola targhetta con inciso qualcosa in latino.
“Questa pietra” disse padre Nicola a Cavaliere25 “è una Reliquia giunta dalla Terrasanta… è una delle pietre con cui fu lapidato Santo Stefano, il Primo Martire…” fissò il boscaiolo “… i due monaci di cui parli avevano portato con loro questa Reliquia…”
http://2.bp.blogspot.com/-O1zeH8BjH-M/TZW_enugVBI/AAAAAAAAACs/76YQjRY-hAE/s1600/Pisa-S.Stefano_Lapidazione%2Bdi%2BS.Stefano.jpg
Altea
15-02-2012, 17.47.28
Ascoltai silenziosamente le parole del chierico, egli diceva sempre la verità, pensai fosse stata una fortuna conoscerlo in quel palazzo. "Dunque..dietro a quel cancello vi si nasconde un giardino..misterioso, e come mai non è aperto?Perchè rinchiudere tale bellezza?? Avete ragione..saper leggere nel cuore delle persone è una dote di pochi, spero di riuscirci come ne siete capaci voi, ora se permettete rientro in palazzo, fa piuttosto freddo".
Mi congedai dal Cappellano promettendogli che presto ci saremmo visti, entrai a palazzo, vidi in un salone del gran fermento e ivi notai Elisabeth vestita in modo meraviglioso col suo cavaliere, era bellissima e raggiante ed ero felice per lei, ma preferii tornare nella mia camera. Non trovavo ancora un senso al mio essere in quel posto d'incanto, non avevo nulla da festeggiare...pensai.
Melisendra
15-02-2012, 17.58.48
Gridai per la sopresa.
"Cosa?" Domandai confusa. Mi voltai nuovamente verso la superficie dell'acqua, ma ormai non c'erano più.
"No, non volevo scappare, cavaliere." Lo rassicurai. "Io... mi sono sporta troppo... credevo di aver visto qualcosa..."
Uno scintillio attirò nuovamente il mio sguardo. Continuavano a seguirci.
Mi sedetti su una piccola panca liscia, su cui era stata abbandonata una rete da pesca. Giocai con le sue maglie fitte.
"Forse non lo sapete, ma lungo questo fiume ci sono delle meravigliose grotte ricoperte di cristalli, al loro interno la luce si riflette con una meravigliosa tonalità azzurra. Un azzurro luminoso... è molto diverso dal Blu profondo a cui appartengo..." Sospirai. "Mi sono sempre domandata cosa ci fosse oltre quelle grotte, risalendo il fiume... ma mi era vietato oltrepassarle. Così io spesso vivevo lì e quello era il mio baluardo, da cui potevo guardare l'orizzonte e sperare che qualcosa mi portasse via da lì..."
Alzai lo sguardo sul cavaliere.
"A quanto pare i nostri desideri sono più potenti di quel che pensiamo... E noi ci stiamo dirigendo proprio laggiù. Verso il pericolo. Almeno questo è ciò che ho sempre saputo."
elisabeth
15-02-2012, 22.28.05
" Illusione....manipolazione....Scienza, una rosa bianca....Reas se non credete alla Magia finisce che vi sparisco sotto il naso....facciamo cosi' voi tenete comunque quella rosa...male non vi fara' e se qualcuno vi chiedera'....dite che e' apparsa sulla vostra giacca senza che ve ne siete accorto....."...mi prese per mano ed andammo verso i saloni....immensi , affreschi ai soffitti .....e quadri alle pareti, tappeti di seta coprivano marmi rosa.....ero tranquilla accanto a Reas....anche senon ero in vena di feste e festini avrei vcoluto accanto a me Altea e avrei voluto avere del tempo per parlare con Daniel, ma una strada misteriosa mi stava portando in bocca ai lupi......Shoyo e Kojo erano presenti nelle loro bellissime divise, sfoggiai il mio piu' bel sorriso guardando el loro facce tra lo stupito e il sospettoso...io una perfetta sconosciuta......temuta come spia al braccio del capitano delle guardie reali.......potevo vedere correre i loro pensieri.....torbidi come le acque dell'inferno......." Credo che stasera saremo una coppia molto osservata.....un comandante che porta a spasso una spia.....vi rovinerete la carriera.......che ne dite forse la grande guerriera e il suo compagno voglio fare quattro chiacchiere tra amici...".....e tutto questo lo sussurrai all'orecchio dei Reas cosi' come e' solito fare una dama in confidenza con il suo accompagnatore.......
Daniel
15-02-2012, 22.39.52
La selva...
Sterminata e verdeggiante, intrisa di mille colori e profumi, mentre le forme degli alberi sembravano mutare sull’orizzonte sterminato...
“Daniel...” una voce di ragazza “... Daniel… li senti? Io si... sono ovunque, ci circondano... devi ribattezzarmi... devi farlo... altrimenti sarò inservibile... Daniel... il battistero della cattedrale...”
“Giada!” Chiamò un cavaliere dal superbo aspetto.
Daniel lo riconobbe: era quello raffigurato sul sarcofago.
E quella voce svanì in un eco infinitesimale che si disperse nel cuore di Daniel.
Mi risvegliai.. Giada.. Chi era?..
<<Nigros.. Chi è Giada?>>
Mi avvicinai di nuovo alla spada.. Mi attirava.. dovevo prenderla.. Ma non adesso..
Guisgard
16-02-2012, 02.12.01
Reas prese sottobraccio Elisabeth e si diressero verso la grande tavola al centro.
“Non ditemi che voi credete alla magia, milady?” Sorridente Reas. “Sapete perché la civiltà di Tylesia è la più evoluta al mondo? Perché abbiamo vinto ogni superstizione e ogni sciocco legame con il passato. Concetti come magia, stregoneria, fortuna e sfortuna, ma anche fatalità, caso o destino non dimorano più nei nostri libri e ai nostri figli insegniamo a credere alle uniche cose che possono nutrire l’animo umano… la Fede Religiosa e le scienze. Questa consapevolezza è il nostro più grande traguardo. Ed è per questo che siamo in guerra… i nostri nemici vogliono sottrarci il simbolo della nostra felicità e prosperità.”
I due attraversarono la sala sotto gli occhi ammirati di molti dei presenti.
Gli ospiti, infatti, avevano cominciato a riempire quell’ambiente.
“Si, dite il vero, milady…” continuò Reas “… stasera saremo molto osservati e perché no, anche chiacchierati. Del resto un ufficiale reale e una bella donna, se visti insieme, fanno sempre effetto. Quanto ai nostri amici sir Kojo e lady Shoyo, beh, suggerirei di ignorarli.” E fece l’occhiolino ad Elisabeth.
Guisgard
16-02-2012, 02.54.57
Intanto, negli appartamenti reali, qualcuno si agitava nel sonno.
“Perché hai deciso di risalire il Calars?” Domandò Destesya, mentre gli accarezzava i capelli.
“Perché ero in cerca di un tesoro...” rispose lui, cullandosi stando con la testa sulle ginocchia di lei.
“E…” sussurrò lei “… dimmi… l’hai trovato poi quel tesoro?”
“Come fai?” Chiese lui fissandola.
“A fare cosa?”
“Come fai a racchiudere tutto il mondo nei tuoi occhi?”
“Chissà a quante avrai detto queste cose…” arrossendo lei e poi voltandosi a guardare il cielo.
“Se fossi un poeta, è vero…” prendendo la sua mano “… l’avrei fatto…ma sono solo un innamorato…”
“Sciocco…”
“Sono sciocco perché amo, mia bella principessa?”
“Sei sciocco e basta…”
“Uno sciocco innamorato…” fece lui.
“Smettila...”
“E’ un ordine, maestà?”
“Sei uomo da sottostare agli ordini che ti vengono dati?”
“Si, sei tu ad imporli...”
Lei non rispose nulla.
“Obbedirei ad ogni tuo ordine...” continuò lui “… a tutti tranne uno...”
“Quale?”
“Quello di non amarti più...” alzandosi lui e avvicinandosi al volto di lei “... è questo che volevi ordinarmi?”
“Vorrei…” rattristandosi lei “... a volte vorrei... vorrei non essere più principessa ed erede al trono... una follia... si, è una follia pensare a questo... ma per seguire una follia bisogna essere pazzi...”
“Io lo sono?”
“Cosa?” Fissandolo lei.
“Pazzo.” Rispose lui. “Sono abbastanza pazzo?”
“Credo di si…” accennando un leggero sorriso lei “... si, credo proprio tu lo sia…”
“Allora farò una follia...” sorridendo lui.
“Ma tu non sei principe di nessun regno...” scuotendo il capo lei, ma visibilmente divertita dalle sue parole “… tu sei libero…”
“Io non sono libero...” sospirò lui, per poi avvicinarsi ancor più a lei “… ma farò la follia… di portarti via!” E la prese in braccio, cominciando poi a volteggiare sul prato. “La senti, principessa? La senti la musica? Io si e voglio ballare!”
“Sei pazzo!” Ridendo lei. “Pazzo! Pazzo! Pazzo!”
E ballarono fino al crepuscolo.
Il sognò finì in quel ballo e lei, come ogni volta, si svegliò in lacrime.
Restò per alcuni istanti a fissare l’etereo pallore della Luna da una delle finestre.
Qualcuno bussò.
“E’ ormai buio, maestà.” Restando sulla porta l’ancella. “Dovete prepararvi, tutti attendono voi.”
“Ho…” con la voce rotta la regina “… ho dormito molto?”
“Per tutto il pomeriggio, maestà.”
“Preparate l’abito per la cena…”
L’ancella annuì.
Dopo un po’ la regina uscì dai suoi alloggi.
La sala si riempì e tutti ormai attendevano solo la regina.
Infatti, un attimo prima, era giunta anche Isolde.
Ad un tratto apparve anche Altea.
Ma la ragazza lasciò subito la sala.
E quando fu nel corridoio, si ritrovò davanti la regina accompagnata dai suoi ministri.
Aveva un volto triste ed uno sguardo cupo.
E Altea, fissandola, si accorse che gli occhi della sovrana erano rossi come quelli di chi aveva appena smesso di piangere.
In quegli occhi, la regina, aveva ancora impresso l’incanto di quel ricordo divenuto sogno.
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Guisgard
16-02-2012, 03.07.50
Fyellon restò a fissare e ad ascoltare Melisendra.
Guardò poi le acque del Calars e la vegetazione che circondava quel luogo.
“Si, lo penso anche io…” mormorò “... i nostri desideri sono potenti… sono la cosa più potente che esista al mondo… forse sono lo slancio che ci permette di vivere…” allora si sedette accanto a lei “… davvero sono così belle quelle grotte? Allora desiderate di vederle e di esplorarle. Desideratelo con tutta voi stessa e sono sicuro che accadrà.”
Continuava a fissarla.
Era giovane, Melisendra.
Poco più che fanciulla.
Di lei, lui ignorava tutto.
Quel viaggio appariva sempre più misterioso.
Come la sua meta.
“Dove siete diretta?” Domandò alla ragazza. “Dal vostro padrone? Vi attende forse alla fine di questo viaggio?” Esitò per un momento. “In voi scorgo una sorta di tenue rassegnazione, intrisa di un’enigmatica malinconia…voi non siete felice.”
Guisgard
16-02-2012, 03.22.50
Quel nome.
Chantal aveva pronunciato, quasi racchiuso in un sospiro, il suo nome.
Vayvet allora, all’improvviso, le prese la mano.
Era fredda e sudata la mano del fuggitivo.
“Il mio nome…” mormorò “… sono due anni che non sento pronunciarlo da una voce femminile… quasi ne avevo dimenticato il suono… per un po’ ho odiato il mio nome, sapete?” Il suo respiro cominciava ad ammansirsi e l’agitazione, pian piano, abbandonava il volto del fuggiasco. “Poi, col tempo, mi è diventato indifferente…” strinse, per un attimo, la mano della ragazza, quasi a farle male “… voi tremate… perché? Vi faccio davvero così tanta paura? Eppure vi siete avvicinata a me così tanto da rischiare quasi la vita… sapete che quando un reietto, un rinnegato, un fuggiasco come me sogna è pericoloso? Potrebbe sognare i suoi carnefici e scambiarvi per essi, finendo così per sgozzarvi… o sognare gli spiriti di coloro a cui ha tolto la vita e perdere il senno… vi sta così a cuore la mia ferita, milady? Ebbene, sappiate che essa è niente, in confronto ad un’altra ben peggiore che porto dentro… una ferita dalla quale non guarirò mai…” lasciò la mano di Chantal.
Guisgard
16-02-2012, 03.28.46
Nigros rimise la spada accanto al sarcofago.
“Giada hai detto?” Voltandosi verso Daniel. “Come conosci questo nome? Dimmi la verità… chi è stato a dirtelo?”
Fissò allora il sarcofago.
“Non puoi conoscerlo…” mormorò “… e nessuno ormai rammenta più gli antichi miti di queste terre… la Ragione ha vinto su tutto… non c’è più posto per gli echi del passato… per questo siamo più deboli…” tornò a fissare Daniel “… Giada è la spada che hai impugnato poco fa… è la formidabile spada del Cavaliere verde, uno degli antichi guardiani di Tylesia…”
Melisendra
16-02-2012, 04.00.11
"Non lo so..." Mormorai. "Non so nulla nemmeno di me stessa..."
Presi la sopravveste e il velo che avevo abbandonato e li indossai.
"Non dovrei essere qui... avrei dovuto obbedire... non oltrepassare le grotte... celarmi alla vista e... non provare questa marea di sentimenti... è così difficile! Sento ora malinconia, ora gioia... a volte il pensiero mi culla nella nostalgia e poi mi inganna con la speranza per il futuro." Mi sentivo in balia di una corrente così forte quale non avevo mai affrontato. "Ho sempre pensato che non ci fosse altro al di fuori della quiete dell'acqua che scorre tra queste rive... Ma ora..." guardai verso l'orizzonte sfuocato "Mi domando cosa ci sia laggiù... questa eterna domanda che mi tormenta, forse avrà una risposta... e forse solo così avrò pace."
Feci per risalire verso il ponte.
"Heyto dice che il mio futuro sarà quello di attraversare l'Inferno... per tornare al mio Paradiso..." Scrollai lievemente le spalle, un po' per la brezza e un po' per il disappunto. "Non so cosa sia l'Inferno o il Paradiso."
Guisgard
16-02-2012, 04.06.24
Guisgard se ne stava sul letto, con un braccio davanti agli occhi e l’altra mano sul fianco ancora indolenzito.
“Dovevi essere qui?” Mormorò con tono che voleva essere distaccato. “E perché mai? I tuoi fratelli sono altrove, al Casale o dal vescovo… o magari chissà in quale altro posto… si, dovresti essere altrove, a preoccuparti per loro… tu tieni a loro e devi proteggerli… anche quando sono dei vili e sporchi assassini…”
Sheylon fissava Guisgard e Talia.
“E poi, se sono andato via” continuò “vuol dire che quel posto proprio non fa per me… detesto il Casale… mi ha causato solo problemi…” lasciò cadere il braccio, liberando finalmente lo sguardo che per un attimo si posò su Talia “… anzi, forse la parola giusta è odio… odio tutto ciò che c’è laggiù… vuoi condannarmi per questo? Infondo, meglio odiare che provare indifferenza… meglio fissare con rabbia qualcuno, che lanciargli un’occhiata di noncuranza… forse ti vergognavi di me… si, avere un fratello che gioca d’azzardo e che va a donne non è cosa degna di una…” si voltò verso la finestra “… una futura sacerdotessa…” tornò a guardare il soffitto e i suoi occhi erano attraversati da una luce indefinita e apparivano più lucidi “… pagare una donna ha i suoi vantaggi, sai? Non pretende altro da ciò che si è pattuito… e può fingere per te qualsiasi cosa… può così essere una regina, una cortigiana o anche una monaca se vuoi…” la guardò, i suoi occhi erano ora carichi di rabbia “… e se la paghi bene puoi chiamarla come desideri… allora puoi fare l’amore davvero con chi vuoi… e farlo molte volte, per tutta la notte…”
Un’enigmatica smorfia attraversò il suo volto e guardando la benda che Talia aveva appena strizzato, con un gesto allontanò la mano di lei.
“Sto bene, non mi servono la tua pietà e i tuoi sensi di colpa…” tentò allora di alzarsi, ma un capogiro lo fece ricadere nel letto “… maledetti zingari…” tenendosi il capo e il fianco sinistro “… sanno picchiare forte…”
Sheylon si abbandonò ad un grugnito.
http://ecologia.guidone.it/wp-content/uploads/2011/02/anca-artificiale-tigre-170.jpg
Guisgard
16-02-2012, 04.17.35
Fyellon si alzò anch’egli.
“Il Paradiso e l’Inferno” disse a Melisendra “sono solo condizioni in cui vogliono rinchiudersi gli uomini. Nessuno è destinato ad attraversare inferni… la felicità non esige dolore… e tu non sei tenuta ad obbedire a nessuno se non vuoi…”
Il cavaliere avvertì quasi l’impulso di toccarla e trattenerla.
“Io non so cosa ci sia oltre questo fiume” continuò “o alla fine di questo viaggio. Forse la felicità, o forse una nuova terra da cui fuggire… tu puoi scoprirlo se vuoi… ma fallo da donna libera, senza padroni a cui obbedire… forse esiste davvero un Paradiso oltre queste acque… e magari attende proprio te…” fissò le acque che cominciava a schiarirsi per l’albeggiare “… ho una sorella… anch’ella è stata destinata a privazioni e infelicità… sempre in nome di un ipotetico Paradiso… ho conosciuto tanti uomini e tutti invocavano un loro Paradiso, chiamato con nomi sempre diversi… ma per accedervi era sempre richiesto un prezzo troppo alto, fatto di pene, mancanze e sofferenze… ed io sono stanco del dolore… e tu, Melisendra? Tu non brami essere felice?”
Melisendra
16-02-2012, 05.09.41
Meditai su quelle parole.
"Ho dato la mia parola..." La mia mano si mosse a stringere la veste sopra il petto. "E poi... non mi lasceranno libera proprio adesso... prima che il sacrificio sia compiuto..."
Salii con circospezione sul ponte e iniziai a camminare nervosamente accanto alla balaustra, da cui potevo osservare il paesaggio.
"Siete gentile, cavaliere... nessuno lo è mai stato senza voler ottenere qualcosa da me. Per questo vi consiglio cautela a bordo di questa nave... Heyto farà tutto ciò che è in suo potere per difendere la sua missione... e il potere è una cosa che non manca a lui e al mio padrone..."
Altea
16-02-2012, 09.18.25
Recandomi verso la stanza feci un incontro inaspettato...la Regina...mi inchinai leggermente e la guardai, rimassi scossa...ella aveva pianto, si notavano i suoi occhi e la sua tristezza "Maestà, i miei omaggi...perdonate la mia irruenza di prima per essermene andata cosi, ma volevo andare in quel bellissimo giardino dove ci sono dei fiori bellissimi. E se vorrete perdonarmi, vorrei recarmi nelle mie stanze, non ho molto interesse alla festa di stasera...penso capirete". La guardai, il cuore batteva forte, come avrebbe reagito...la Regina è sola e triste e non può manifestare se stessa per il rango sociale che possiede, pensai.
cavaliere25
16-02-2012, 11.57.18
chi lo sa cosa mi riserverà la vita dissi sorridendo poi continuai a dire è una bella reliquia guardandola bene sapete mi sono affezionato a voi signore siete come un padre e anche se mi riprendete ogni tanto lo accetto perche so che lo fate per insegnarmi qualcosa e rimasi in silenzio
Daniel
16-02-2012, 16.21.33
antichi cavalieri di Tylesia? Instintivamente presi di nuovo la spada in mano pregando di sentire ancora quella voce..
Guisgard
16-02-2012, 16.35.29
Il volto di Fyellon mutò in una smorfia indecifrabile.
“Sacrificio?” Ripeté.
Salì anch’egli sul ponte e raggiunse Melisendra.
“Siete dunque imprigionata su questa nave!” Esclamò. “Di quale sacrificio parlavate?”
Ma proprio in quel momento, dall’altra parte del ponte apparve Heyto.
Al suo fianco stava il capitano della nave.
“Melisendra, c’è un vento freddo sul ponte.” Chiamò Heyto. “Vieni, meglio rientrare nella tua cabina.”
Si accostò poi al volto del capitano, come a volergli parlare sottovoce.
“Quel cavaliere…” mormorò “… avevate assicurato circa la sua presenza a bordo… a me invece sempre un po’ troppo interessato a Melisendra… non credo che il padrone comprenderà… anzi, ne sarà molto turbato…”
“Ci penserò io, signore.” Annuendo il capitano.
Guisgard
16-02-2012, 16.39.43
La regina fissò Altea.
Fu un attimo.
Un respiro quasi impercettibile, come a volersi racchiudere nelle sue emozioni.
“Giardino?” Ripeté. “Nessuno può accedere al giardino del palazzo. Soprattutto gli stranieri.” Continuò a guardarla, per poi scuotere leggermente il capo. “Ah, comprendiamo… forse voi parlavate del nostro parco… come mai non siete attratta dalla festa di stasera? Non amate la mondanità? Curioso per una giovane donna… o forse siete una religiosa?”
Talia
16-02-2012, 16.47.14
Restai assolutamente immobile mentre parlava, fissandolo... i miei occhi, di un colore indefinito come le mille e più sensazioni che li attraversavano, non si staccarono da lui neanche per un istante... lo osservai tentare di alzarsi e ricadere rovinosamente sul letto, e tuttavia rimasi immobile.
Quando infine tacque, un denso silenzio calò nella stanza.
“Bene...” dissi dopo qualche minuto, sollevando appena un sopracciglio ma senza smettere di osservarlo “Hai finito? Hai finito di dire stupidaggini? Hai finito di compiangerti? Hai finito di comportarti come un bambino? Già... questo mi sembri adesso: un bambino testardo e ostinato. Vorrei che la smettessi... e che ti comportassi da uomo, tanto per cambiare!”
Di scatto mi alzai dal letto e feci qualche passo verso la finestra, come tentando di raccogliere le idee... poi tornai a guardarlo.
“Tu dici di odiare il Casale e tutti noi... ma non è quello il punto, e lo sai! ...Ma tu davvero pensi di essere il solo a soffrire per la morte del Maestro?” domandai, gettandogli in faccia uno sguardo penetrante “Credi di essere il solo ad essere arrabbiato e confuso, a sentirti in colpa, a rimpiangere di non esserci stato? Beh, ti do una notizia: non è così! Ognuno dei tuoi fratelli si sente esattamente come te! Esattamente! ...E poi ci sono io! Io... che ero lì quando è successo, ero nel giardino, e non ho fatto niente. Io che avrei dovuto capirlo, avvertire le vibrazioni sbagliate dell’anima di Fyellon, dato che si supponeva fosse questo il mio compito, e non ne sono stata capace! ...Vuoi scambiare i tuoi sensi di colpa con i miei, Guisgard? Vuoi farlo? Con me che...” esitai, la mia voce tramava violentemente ormai ed i miei occhi erano lucidi “Con me che, senza più il Maestro, non so più che cosa sono! Non so più che senso dare a tutto questo!”
Abbassai gli occhi un momento, poi li rialzai su di lui... e mi sforzai di sorridere, ma ciò che ne risultò fu soltanto un sorriso quanto mai privo di allegria, un sorriso tetro...
“Io... io sono stata ceduta dai miei genitori per un voto! Capisci? Uno stupidissimo, inutile voto! Hanno dato via me, tutta la mia vita, in cambio della salvezza delle loro terre... anche se io non volevo! Io...” la mia voce si abbassò vertiginosamente e calde lacrime presero a rigarmi le guance “Io volevo solo essere... normale! Io voglio essere normale! Tu non sai che cosa significhi sentirsi in trappola... ogni giorno. Vivere dentro una gabbia dorata e sentirsi soffocare ogni volta che qualcuno accenna al futuro. Mi dimenticavo di tutto questo solo quando tu mi portavi via...” per un istante un debole e fuggevole sorriso mi sfiorò le labbra tra le lacrime, mentre mille antichissimi ricordi mi attraversavano la mente “Ti ricordi? Correvamo fino a non avere più forze e poi tu inventavi mille storie... storie meravigliose e sempre diverse, descrivevi luoghi lontani... e allora io mi dimenticavo di tutto il resto. Ed ero felice! Ma neanche quello è durato... perché tu te ne sei andato, ed io mi sono ritrovata di nuovo nella mia gabbia. Da sola!” respiravo a fatica ormai, tremavo “Il Maestro era la mia ancora... lui era così sicuro... lui sapeva quello che dovevo fare, e così... così io mi sono illusa che se avessi fatto finta, se mi fossi sforzata di essere ciò che lui vedeva in me... allora prima o poi, magari, avrei trovato un posto per me... un posto nel mondo deve anche io avrei potuto avere un senso, significare qualcosa per qualcuno... Ma ora il Maestro non c’è più. Se n’è andato... proprio come tutte le persone che io ho amato: i miei genitori, lui... tu! Ed io non troverò più quel posto... mai più!”
Un denso silenzio accolse le mie parole...
Non avevo mai parlato con nessuno di quelle cose, di quella nera paura, di tutta quella rabbia che avevo dentro... e mi sentii svuotata.
Gli voltai le spalle ed osservai per un istante il buio infittirsi fuori dalla finestra... mi sentivo gli occhi rossi e bagnati di pianto, ma non mi importava.
“Non è mia intenzione rovinare la tua vita, comunque...” mormorai dopo un lunghissimo momento “E ti prometto che domani mattina me ne andrò, se questo è ciò che desideri! Ma ora, ti prego...” in fretta mi asciugai gli occhi, ma non trovai il coraggio di tornare a guardarlo, così rimasi immobile “Ti prego... permettimi di prendermi cura di quei lividi, o domani faticherai anche a camminare!”
Guisgard
16-02-2012, 16.57.21
“E fai bene, ragazzo!” Disse padre Nicola a Cavaliere25. “Esistono tre gradi di rapporto al mondo… il re e il suo vassallo… il padre e il figlio… il maestro e il suo discepolo… ricordalo.”
Prese una borsa ed un mantello.
“Ora uscirò per raccogliere alcune erbe.” Fece il frate. “Bada tu alla casa e metti legna sul fuoco, in modo che non si spenga.”
Padre Nicola allora uscì.
Ma rimasto solo Cavaliere25, dopo circa un’ora, qualcuno bussò alla porta.
“Aprite, in nome del Cielo!” Disse una voce da fuori. “Aprite, vi supplico! Aprite o perderò mia moglie!”
Melisendra
16-02-2012, 17.02.03
"Arrivo, Heyto" Raccolsi lievemente le gonne e mi affrettai a abbidire, ma prima mii voltai nuovamente verso il cavaliere. "Siate accorto... non mettere a rischio voi stesso per un destino sul quale non avete alcun potere..."
Raggiunsi Heyto e il capitano.
"Credo che quel cavaliere sia turbato dal misterioso destino di questo viaggio almeno quanto me..." Guardai Heyto cercando un po' di comprensione. "Sono molto ansiosa di sapere dove giungeremo con la vostra nave, Capitano..."
Prima di seguire Heyto nelle cabine gli domandai "Ma... forse voi potreste dirmi fin dove ci spingeremo... e cosa ci attende una volta giunti a destinazione..." Mi avvicinai a lui, aspettandomi una risposta sincera. Speravo. "Vi prego, Capitano... voi sapete dove siamo diretti?"
Guisgard
16-02-2012, 18.05.35
Guisgard, alle prime parole di Talia, aveva cercato di zittirla.
Come se temesse di ascoltarla.
Aveva cercato di impedirle di continuare, ma lei era come un fiume in piena.
E poi la sua voce, i suoi occhi.
Tremava mentre parlava ed il suo sguardo si arrossiva, luccicando tra le prime calde e vermiglie lacrime.
Le sue parole gli facevano male.
E ancor più le sue lacrime.
“Chi è il prossimo?” Gridò Guisgard nell’emporio.
“Ancora uno di quei dannati orfani!” Con disprezzo uno dei ragazzi del paese.
“E’ comodo battersi cinque contro uno, vero?” Ringhiò Guisgard. “Mio fratello era da solo… vedetevela con me, vigliacchi… vi aspetto uno alla volta!”
I ragazzi avevano infatti malmenato Hug, uno dei figli del maestro.
“Diamogli una lezione, ragazzi!” E circondarono Guisgard.
Lui era testardo e a nulla erano servite le raccomandazioni del maestro sul fatto di non mettersi nei guai.
I due, infatti, avevano accompagnato Talia in paese per acquistare delle spezie, ma poi si ritrovarono coinvolti in una rissa.
“Avanti, maledetti!” Aspettandoli Guisgard.
Era deciso.
“Addosso al trovatello!” Gridarono i ragazzi.
“Guisgard, vieni subito via!” Gridò all’improvviso una ragazza appena entrata.
Lui si fermò, lasciando sorpresi anche i ragazzi che volevano menarlo.
“Tu e Hug” senza voltarsi verso Talia “tornate al casale. Io vi raggiungo dopo.”
“Tu verrai con noi!” Decisa Talia. “Altrimenti nessuno tornerà al Casale!”
“Io non accetto ordini, capito!” Voltandosi verso di lei. “Io faccio quello che mi pare!”
Ma, guardandola, si accorse delle sue lacrime.
“Torniamo al casale, Guisgard.” Senza distogliere i suoi occhi lucidi da lui. “Riportami a casa.”
“Hanno detto che siamo trovatelli…” mormorò lui “… a me non importa, ma hanno fatto piangere te…”
“Tu mi fai piangere…” sospirò lei “… e ora, ti prego, voglio tornare a casa…”
“Avanti, gradasso! Ti fai comandare da una ragazza?”
Guisgard strinse i pugni per la rabbia, ma non rispose nulla.
Un attimo dopo i tre lasciarono l’emporio.
Lui odiava vederla piangere.
Ma restò infine ad ascoltare ogni sua parola.
Poi le si avvicinò per medicarlo.
Lui restò col capo chinato sul cuscino senza dire o fare nulla.
“Tu non hai colpe…” mormorò, rompendo finalmente il suo silenzio “… no, il maestro non è morto a causa tua… e…” fissandola negli occhi “… tu non sei sola, Talia… non lo sarai mai…” la fissò.
Fissò il suo volto, poi i lunghi capelli, le bianche mani.
Cominciò allora a sfiorarle i capelli.
“Perché non mi guardavi quando sei entrata?” Mormorò, mentre la debole luce dell’unica candela accanto al letto si rifletteva nei suoi occhi chiari. “Perché? Ti vergognavi? Perché ero con quella zingara? Era una donna… come te, Talia…” la sua mano cominciò ad accarezzare quella della ragazza “… o perché sei mia… mia sorella io non posso guardarti? Sei… sei bella, sai? Forse troppo bella… tanto bella da odiare…” i suoi occhi iniziarono a socchiudersi.
Il vino e le troppe emozioni cominciavano a dare i loro effetti.
“La testa…” continuò lui “… mi fa male… come… come quella volta… ricordi? Quando caddi dall’albero…” la sua mano sfiorò, come una leggera carezza, la gamba di lei “… sai… il nome di quella donna… l’avrei chiamata… come…” e cadde addormentato.
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Talia
16-02-2012, 19.09.00
La sua voce si era fatta via via sempre più calda, mentre parlava... poi incerta, quasi tremante...
Io ero tornata a sedermi sul bordo del letto ed avevo iniziato a tamponare i lividi con le bende bagnate nell’acqua gelida...
La sua mano, che prima aveva sfiorato i miei capelli, era poi scesa a cercare la mia... avevo allora alzato gli occhi nei suoi... erano ancora vagamente rossi ed intensamente lucidi i miei occhi... mentre i suoi, chiarissimi, brillavano nella debole luce della candela.
“La testa…” continuò lui “… mi fa male… come… come quella volta… ricordi? Quando caddi dall’albero…” la sua mano sfiorò, come una leggera carezza, la gamba di lei “… sai… il nome di quella donna… l’avrei chiamata… come…” e cadde addormentato.
Lo osservai ancora per un attimo... era scivolato nel sonno senza neanche accorgersene. Sorrisi leggermente, poi sollevai la coperta e la adagiai delicatamente sopra di lui...
“Già...” sussurrai “Quando cadesti dall’albero... cadesti solo per prendermi quella mela... quella rossa, quella più alta... tanto alta da essere quasi irraggiungibile...”
Sospirai... perdendomi, per un istante, in quel ricordo...
“Sei sempre stato così testardo!” sussurrai ancora, sfiorandogli i capelli “Così ostinato...”
Di nuovo sorrisi, poi mi chinai e gli detti un leggero bacio.
“Dormi, mio intrepido cavaliere... e che i tuoi sogni possano essere meravigliosi!”
Guisgard
16-02-2012, 20.09.19
Guisgard si addormentò.
Si addormentò col volto di Talia racchiuso nell’ultimo bagliore che i suoi occhi avevano raccolto.
L’immagine di lei si spense, pian piano, come quando il crepuscolo dei sogni giunge a ricoprire il mondo reale per sostituirlo con il mondo che ognuno di noi ricerca, per accendersi poi nei suoi sogni.
Sognò molte cose.
Sognò Il Casale degli Aceri e il bosco di Suessyon.
Sognò le colline e il mare, le foreste e i monti.
Sognò isole lontane, perse nella foschia e alla deriva lungo un orizzonte fiabesco.
Sognò questo e molto altro ancora.
E in ogni sogno c’era lei.
“Maestro, dov’è Talia?”
“Non puoi vederla, Guisgard…”
“Perché?”
“Nessuno può vederla, ormai…”
“Io la vedrò!”
Il maestro lo fissò.
“Dimmi dove si trova?”
Il maestro allora si voltò verso un cancello.
Era d’oro ed un lucchetto scintillante c’era a tenerlo chiuso.
Guisgard tentò di avvicinarsi, ma il maestro lo fermò.
“Non riuscirai ad aprirlo…nessuno può riuscirci...”
Ma il cavaliere tentò lo stesso di aprirlo.
Ma tutto sembrava inutile.
Ad un tratto si udirono dei cavalli.
“Sono giunti... sono venuti per prendere Talia e portarla via…”
“Portarla via? Dove, maestro?”
Guisgard guardò il maestro ma al suo posto vi era una tomba.
Si voltò allora verso il rumore di quei cavalli e non vide più nessuno.
Allora cominciò a chiamare il nome di lei.
Ed un doloroso senso di solitudine lo prese.
“Talia!” Saltando su Guisgard ed afferrando la mano di lei che era ancora accanto al letto. “Talia, non andare via!”
I suoi occhi erano grandi ed arrossati, mentre il respiro rotto ed irregolare.
Restò a fissarla per alcuni istanti che parvero infiniti.
La sua mano era fredda e stringeva con forza il polso di lei.
Guisgard
16-02-2012, 20.25.05
Daniel sembrava meravigliato da ciò che Nigros aveva raccontato.
Quel sarcofago e la misteriosa spada che aveva accanto.
Il ragazzo impugnò di nuovo quella superba arma, sperando in una nuova visione.
Ma Nigros gli tolse subito la spada dalle mani.
“Non è un giocattolo!” Risentito l’uomo. “C’è gente che è morta per custodirla!”
Seguì un lungo momento di silenzio.
“Vieni, usciamo da qui…” fece Nigros.
E si avviò verso la porta di quella misteriosa stanza.
Guisgard
16-02-2012, 20.36.09
Il capitano fissò Melisendra.
“Siamo diretti verso una città assediata da un nemico inclemente e invincibile…”
“Capitano!” Lo interruppe Heyto. “Se non sbaglio avete una nave da governare!”
Il capitano annuì.
“E vi ricordo di risolvere quella certa questione…” continuò il musico “… altrimenti ci penserò io a farlo.”
“Non temete, signore.” Annuendo nuovamente il capitano. “I miei rispetti, milady.” Salutando Melisendra, per poi allontanarsi.
Heyto allora prese per mano Melisendra.
“Vieni, l’aria è troppo fredda” mormorò “e tu sei vestita con abiti troppo leggeri. Ho fatto preparare un bagno caldo per te.”
Il capitano, raggiunta poco dopo la sala del timone, diede indicazione ai marinai per proseguire.
“Domani, a Dio piacendo, sarà Venerdì…” disse ai suoi uomini “… il Calars allora ci permetterà di raggiungere le sue sorgenti… e finalmente anche quest’altro viaggio di morte sarà terminato…”
“Viaggio di morte?” Entrando Fyellon. “Insomma, cosa sta succedendo? Cosa nasconde questa nave?”
“Vi avevo detto di starne fuori!” Voltandosi il capitano. “Mi avevate dato la vostra parola d’onore!”
elisabeth
16-02-2012, 20.38.49
" Voi pensate che la magia non esista ?... allora voi sarete un bel sogno...perche' vi accorgerete che io vivo in un mondo di favole.......il mio vestito era l'opera di fate e folletti.....e la gente che ci guarda e' affascinata dal fatto che sono una perfetta sconosciuta al braccio del comandante delle guardie......e' curiosa la gente e' curiosa....ricordate una cosa Reas...la religione e la scienza, non sempre vanno a braccetto, eppure per voi e la vostra gente e' motivo di vita, ma la vita e' fatta di altro.....e non per questo ci si deve sentire eretici, e comunque avete ragione....vediamo di vivere al meglio questa serata, anche se respiro un'aria un po' pesante...."...e cosi' un po' altera al braccio di reas...mi sentii trasportata nel tempo...mi rividi al braccio del mio amato, camminare per i sentieri erbosi tra alberi secolari......non c'erano barriere tra di noi, tutto sembrava completarsi al meglio, il dono dei nostri figli fu' una gioia immensa......una fitta al cuore mi riscosse dai pensieri, era ancora pesante poter solo pensare di essere stata vilmente abbandonata.......forse l'Amore riusciva a prendere altri corsi...........guardai Reas e lo seguii docilmente quella sera si sarebbero aperte le danze
Guisgard
16-02-2012, 20.52.40
Elisabeth, al braccio di Reas, attraversò la sala, tra i tanti occhi che li seguivano.
Ad un tratto, però, si udirono delle grida.
Tutti allora corsero verso le finestre.
Una delle torri era in fiamme.
“Allarme!” Gridarono i soldati. “Siamo attaccati!”
Il panico scese nella sala.
“Maledizione!” Fece Reas. “Restate qui, milady!” Fissando Elisabeth.
Un attimo dopo corse fuori.
Dalle finestre si vedeva la torre avvolta da grosse fiamme, mentre parti della muratura crollavano miseramente.
“Non erano mai giunti ad attaccare direttamente Tylesia!” Urlò qualcuno dei presenti. “Le nostre mura non li fermeranno!”
“Presto, raggiungiamo gli altri!” Disse Kojo a Shoyo. “E bisogna avvertire subito lord Goxyo!”
“Con questo trambusto” fece la donna guerriera “sarà già al corrente di tutto!”
“Hai scelto la città sbagliata in cui vivere…” mormorò Isolde avvicinandosi ad Elisabeth “… o forse quella giusta in cui morire…”
Talia
16-02-2012, 20.55.57
Ero rimasta sveglia ad osservarlo mentre dormiva.
Mi era mancato così tanto in tutti quegli anni, ed avevo così paura di perderlo di nuovo...
Avevo paura... paura al solo pensiero che avrei potuto non vederlo più, per chissà quanto tempo.
E così ero rimasta lì, immobile ed in silenzio, osservandolo dormire...
“Talia...”
“Maestro!” mormorai, voltandomi di scatto vero la porta.
L’uomo, che aveva fatto capolino nella stanza, entrò silenziosamente e si richiuse la porta alle spalle...
“Talia... ma che cosa ci fai qui?”
Io tornai a guardare il ragazzino steso nel letto di fronte a me e sospirai... era pallido e sembrava dormire...
“Non credo che stia molto bene, Maestro!” mormorai, avvilita “Oggi ha dormito per quasi tutto il giorno!”
Il Maestro si avvicinò e lo osservò per un istante, poi toccò la sua fronte con le mano e i suoi occhi parvero rabbuiarsi...
“Ha ancora la febbre alta... domani mattina torneremo da padre Anselmo e ci faremo preparare un altro po’ di quel rimedio!” sentenziò “Vieni, ora! E’ tempo che tu vada a dormire!”
“No!” ribattei, accomodandomi meglio dalla sedia “Io credo che starò qui ancora un po’!”
L’uomo mi fissò per appena un istante, come se volesse studiarmi, infine annuì ed uscì in silenzio.
“Oh, andiamo, Guisgard...” mormorai, una volta rimasta sola con lui “Andiamo, svegliati... Ti prego! Ti prego, svegliati!”
“Talia!” Saltando su Guisgard ed afferrando la mano di lei che era ancora accanto al letto. “Talia, non andare via!”
I suoi occhi erano grandi ed arrossati, mentre il respiro rotto ed irregolare.
Restò a fissarla per alcuni istanti che parvero infiniti.
La sua mano era fredda e stringeva con forza il polso di lei.
Quel suo risveglio improvviso mi fece sussultare sulla sedia...
“Guisgard!” esclamai, stringendo a mia volta la sua mano incredibilmente fredda “Calmati... va tutto bene!”
Lentamente spostai la mano sulla sua spalla e lo spinsi di nuovo indietro, facendolo di nuovo sdraiare sul cuscino...
“E’ stato solo un sogno!” mormorai, con voce dolce e rassicurante “Niente di più. E’ tutto a posto! Va tutto bene... non vado da nessuna parte, se non vuoi! Da nessuna parte, te lo prometto!”
Altea
16-02-2012, 21.05.13
La Regina in uno sguardo fulmineo mi rivolse la parola, ora sembrava come in preda a un misto di gelosia e angoscia..."Maestà, io non comprendo la diversità tra un giardino e un parco, non conosco bene questo palazzo...so che è un posto dove regna la quiete con tanti bei fiori...e vi è un bellissimo cancello dorato, che cela delle meraviglie a mio parere". La fissai un attimo, ella mi guardava negli occhi.."Maesta, ho bisogno di stare tranquilla, sono venuta fin qui perchè attirata dalle parole di uno sconosciuto che prometteva che qui avremmo trovato cose straordinarie, ho fatto un lungo viaggio, ho perso una persona cara...e mi chiedete se voglio festeggiare?"
Daniel
16-02-2012, 23.04.41
Seguii Nigroso fuori.. Ma non mi sarei arreso.. Sarei tornato.. Contattai Elisabeth e le dissi:
"Dove sei? Devo parlarti.."
Melisendra
17-02-2012, 02.08.02
"Heyto..." richiamai la sua attenzione mentre, nascosta da una tenda, illanguidivo dentro a una vasca d'acqua fumante. "Non mi avevi detto che saremmo giunti in una città..." meditai "Non ho mai visto una città..."
Sciacquai i capelli e mi sedetti nuovamente nella tinozza piena di acqua profumata. Scostai un poco il telo, temendo che Heyto se ne fosse andato o non mi stesse ascoltando.
"Coraggio... dimmi di più..."
Mi alzai e uscii dalla vasca. Mi avvolsi in un telo e oltrepassai la tenda.
"E non ti preoccupare per quel cavaliere..."
Guisgard
17-02-2012, 02.22.19
VII Quadro: La Compagnia del Tulipano Imperiale
("Grazie all'esempio di questi infelici immortali, i Luggnaggiani non temono la morte.")
(Jonathan Swift, "I viaggi di Gulliver")
Il fiero e severo sguardo della regina si fissò, per alcuni istanti, su Altea.
“Ogni giardino” disse “cela meraviglie.” Poi, d’un tratto, il suo voltò sembrò come ammansirsi e un bagliore di luminosa carità, per un attimo, attraverso la sua eterea bellezza. “Avete perso una persona cara? Allora possiamo comprendervi… gli uomini spesso non condividono lo stesso ceto, la stessa lingua o la medesima Fede… ma l’umana condizione è uguale per tutti, così che nobili e villani, Cristiani e infedeli vivono le stesse pene e miserie… si, possiamo comprendervi. Ma badate, milady, che la solitudine non è un rimedio al dolore. Anzi, spesso è un lento veleno che rende sterili il cuore e lo spirito. Non appartatevi. Piuttosto, condividete ogni momento con gli altri… vedrete che il vostro animo sentirà meno le pene.”
Ma proprio in quel momento giunsero anche nel corridoio le grida che annunciavano un attacco.
“Cosa accade?” Domandò la regina ad un soldato che correva nel corridoi.
“Siamo sotto attacco, mia regina! La torre Est è in fiamme!”
Ad un tratto, alla regina si avvicinò Shoyo accompagnata da due dei suoi cavalieri.
“Vostra maestà non è al sicuro qui.” Disse la donna guerriera. “Vi prego di seguirci. Penseremo noi cavalieri del Giglio Imperiale alla vostra sicurezza.”
“Lady Shoyo…” fissandola la regina “… io resterò qui nella mia corte. E da qui governerò e difenderò Tylesia e il suo popolo.”
“E’ lord Guxyo che ci ha inviati per trarvi al sicuro, maestà.”
“Avvertite lord Guxyo” replicò la regina “che sono ancora io la regnante qui e spettano a me le decisioni ultime.”
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Guisgard
17-02-2012, 02.37.36
Melisendra era immersa nella calda e profumata acqua della tinozza, mentre Heyto stava dall’altra parte, separato dalla ragazza da due grossi teli opachi.
Restò lì tutto il tempo, in silenzio, facendo vibrare, di tanto in tanto, le corde della sua cetra.
Melisendra poi, terminato il suo bagno, si presentò a lui avvolta in un lungo telo.
“Infatti non mi preoccupo di quel cavaliere…” disse quasi con non curanza Heyto “… e neanche tu dovresti… ormai la mezzanotte è passata e oggi è Venerdì… questo viaggio è prossimo così a giungere al termine… probabilmente, domattina, al tuo risveglio non sarà più su questa nave quel cavaliere…” posò su un tavolino la sua cetra “… si, alle sorgenti del Calars sorge una città… ma non pensarci, Melisendra… noi ci fermeremo molto prima di raggiungerla…” si alzò, avvicinandosi ad una delle finestrelle che davano sull’acqua.
L’aria era chiara e infinite stelle scintillavano nel cielo.
Non vi erano altre luci, perché ovunque dominava quella fitta vegetazione.
Ad un tratto un marinaio bussò alla porta della cabina.
“Perdonatemi, signore…”
“Cosa succede?” Chiese Heyto.
“Mi manda il capitano.” Rispose il marinaio. “Tra poco avverrà il rito del maialino. Se volete assistere, allora vi prego di seguirmi sul ponte.”
“In verità non so…” fece Heyto voltandosi poi verso Melisendra “… è tardi e fuori è freddo… e in tutta sincerità non so se valga la pena tornare sul ponte per assistere ad una cerimonia fatta di superstizione e spreco…”
Guisgard
17-02-2012, 02.57.38
Nigros portò così via Daniel da quella stanza.
Il medico si assicurò di chiudere bene la porta, custodendo poi la chiave in una tasca.
E all’apprendista mago non sfuggì quel gesto: ora sapeva dove l’uomo l’aveva conservata.
“Vieni con me…” disse poi al ragazzo.
Lo portò allora in una sorta di stanza sotterranea, simile ad un laboratorio di alchimia.
Pozioni, filtri e soluzioni colorate bollivano in fiale, boccette e ampolle di varie forme e dimensioni.
“Ecco, questo è un po’ il mio regno…” orgoglioso il dottore “… qui mi estraneo dal mondo e ne ricerco i segreti.”
Oggetti strani, sconosciuti e inquietanti si trovavano in quel luogo.
Animali mummificati, pelli di vari rettili inchiodate alle pareti, corni e ossi di belve sconosciute e persino quattro teschi umani.
Simboli e segni di enigmatico significato erano incisi su pergamene e copertine di codici.
“Questo è il covo del mio sapere, ragazzo mio…” mostrando quelle cose a Daniel “… avanti, non essere timido… chiedi pure ciò che vuoi… cosa vuoi sapere? Dei miti antichi? Dei popoli d’Asia? O delle diverse religioni che sono diffuse al mondo? Sai che in Oriente gli uomini possono attraversare corpi solidi? E anche piegare oggetti di metallo?” Rise. “Il sapere è tutto, ragazzo mio… vivere in un luogo ed ignorarne le fattezze, la storia e i suoi significati nascosti, beh, è come non vivere affatto!”
Guisgard
17-02-2012, 03.25.54
Guisgard si era svegliato di soprassalto a causa di quell’inquieto sogno.
E svegliandosi aveva preso la mano di Talia, stringendola poi a sé.
Il volto della ragazza e il suono della sua voce rassicurarono, pian piano, il cavaliere.
Il suo respirò, un pò alla volta, tornò normale e anche il sudore smise di rigare la sua fronte.
Stese di nuovo la testa sul cuscino e accennò un lieve sorriso alla ragazza.
Ma non lasciò la sua mano.
La teneva stretta sul petto e Talia poteva avvertire il battito del suo cuore.
“Ho sognato tanti luoghi…” mormorò chiudendo gli occhi “… i luoghi della nostra infanzia… e quelli di cui ci parlavano i bardi e i cantastorie durante le feste e le fiere in paese… si confondevano gli uni con gli altri… ma noi attraversavamo quei luoghi come se ne fossimo il re e la regina…” aprì per un momento gli occhi e la guardò “… ricordo una poesia udita in una di quelle feste… recitava che se si desidera a tal punto di vedere qualcosa, essa allora ci apparirà in sogno… vorrei fare ancora di quei sogni… ma solo sogni belli… mi dai il permesso di sognarti?” Sorrise e chiuse di nuovo gli occhi. “Se mi dirai di si, sono sicuro che ci ritroveremo nei miei sogni… Talia…”
Poi, dopo un pò, Guisgard si riaddormentò.
Talia restò così accanto a lui per quasi tutta la notte, fino a quando verso l’alba, stanca, il sonno la prese.
Sheylon alzò il capo e li vide entrambi addormentati.
Si avvicinò allora ai piedi del letto e si accovacciò a terra come a voler vegliare sul loro sonno.
Melisendra
17-02-2012, 03.37.34
"Io... io vorrei assistervi", dichiarai.
Avevo indossato un abito blu notte e mi ero spazzolata i capelli, che mi ricadevano sulle spalle come un manto.
"Si tratta di un... sacrificio? E' così?" domandai. Senza aspettare risposta presi uno scialle e seguii il marinaio. Sapevo che Heyto non me lo avrebbe impedito. DI cosa avrebbe dovuto preoccuparsi? Non potevo scappare da quella nave.
"E' una notte troppo bella per dormire..." Mormorai, guardando il cielo stellato.
Guisgard
17-02-2012, 03.56.56
Heyto fissò Melisendra, ma non si oppose al desiderio della ragazza.
La seguì allora sul ponte.
“Si, si tratta di un sacrificio…” disse “… è una sorta di cerimonia molto antica… si sgozza un piccolo maiale per poi donarne il sangue alle acque… le grida dell’animale, si crede, servono ad allontanare gli spiriti maligni… alla fine la carne viene cotta sul ponte stesso della nave e tutti i presenti ne mangiano per avere i benefici del rituale.”
“Sono lieto di vedervi assistere al rituale.” Andando incontro ai due il capitano della nave.
“Melisendra sembra molto incuriosita da questa cosa.” Disse Heyto.
“Beh, è molto pittoresca ed antica.” Fece il capitano. “Sapete, milady, che essa era già nota agli antichi vichinghi quando invasero nel X secolo l’Europa? Le loro caratteristiche navi” spiegò alla ragazza “erano agilissime e capaci di risalire i fiumi. Questo permetteva loro di giungere in maniera inaspettata praticamente ovunque. Il rituale del maiale fu poi preservato dai normanni, i vichinghi, cioè, che avevano abbandonato le scorribande navali per stanziarsi nelle terre francesi. La tradizione vuole che nessun altro tipo di animale sia mai stato usato al posto del maiale, perché esso non viene mangiato dagli infedeli saraceni.”
Il capitano allora chiese permesso e si congedò da loro due.
Raggiunse il luogo del sacrificio e cominciò il rituale.
“Si, è un sacrificio, Melisendra…” mormorò Heyto “… un sacrificio volto a preservare questa nave, il suo equipaggio e tutti i passeggeri… spesso, per quanto inumano possa sembrare, il sacrificio di uno rappresenta la salvezza di tanti…”
Un po’ più indietro, anche Fyellon assisteva al rituale.
Il suo sguardo però cadde più volte su Melisendra e sul suo nobile accompagnatore.
Melisendra
17-02-2012, 04.20.53
Avevo ascoltato affascinata la spiegazione del capitano e mi apprestai ad assistere al rituale.
Osservai con attenzione tutto il rituale, arginando ogni paura dietro a una sorta di freddo distacco. Assaggiai a malapena la carne cotta della vittima.
"Heyto... sarà così? Userete un... coltello?" domandai senza tradire emozione alcuna. "No, non fa nulla... non ditemelo..."
Mi strinsi nello scialle, rabbrividendo un pochino.
"Quindi questa è la mia ultima notte..." dissi tra me e me, osservando le acque scure e immobili, mentre riflettevano una pallida luna. Ormai ci eravamo lasciati alle spalle le grotte azzurre da un pezzo e le mie sorelle erano rimaste laggiù... a custodire i loro segreti. I loro segreti... segreti dei quali non facevo più parte. Mi domandai se davvero volessi tornare a casa. Al mio mondo. Forse aveva ragione Fyellon. Forse c'è sempre un'occasione per essere felici. Ma che ne sapevo io? Non avevo mai avuto tali occasioni... e quella era la mia ultima notte.
"Se solo avessi un'occasione..." mormorai, mentre il vento accarezzava le mie guance, come per dirmi che almeno lui non mi aveva abbandonata.
Silenziosamente scesi al ponte inferiore, dove la nave era più vicina all'acqua e osservai bene per valutarne i pericoli. Sembrava tranquilla. La riva si intravedeva nel buio.
Il sacrificio aveva distratto tutti... poteva essere quella la mia occasione.
Altea
17-02-2012, 09.34.13
Ascoltavo le sue parole..era come se parlassi...con una amica, era strano. Improvvisamente la Regina era diventata come una buona consigliera, aveva ragione, ma questo era il mio carattere....solitario, e non penso sarei riuscita a cambiare.
Ad un tratto urla concitate, arrivarono i Cavalieri del Tulipano con lady Shoyo e Lord Guxyo, ci avvertirono che il castello stava andando in fiamme, che stava succedendo...attacco da parte di chi?
Ma la Regina...come il capitano di una nave, non voleva uscire e la vidi ribellarsi con impeto ai loro ordini.
"Maestà, non dovete mettere in pericolo la Vostra vita, venite, usciamo dal Castello, vi fidate di me?" le dissi tendendole la mano...rimasi scossa da quel mio gesto.
Talia
17-02-2012, 12.08.39
Stringeva la mia mano con forza, ed io non potevo non chiedermi che cosa mai avesse sognato per esserne scosso a tal segno...
Mi spostai dunque dalla sedia, tornando a sedermi sul bordo del suo letto...
“Non preoccuparti...” mormoravo “Va tutto bene... tutto bene!”
Il suo cuore batteva forte sotto la mia mano, ma pian piano tornò ad essere regolare ed anche il suo respiro si rasserenò...
“Ho sognato tanti luoghi…” mormorò chiudendo gli occhi “… i luoghi della nostra infanzia… e quelli di cui ci parlavano i bardi e i cantastorie durante le feste e le fiere in paese… si confondevano gli uni con gli altri… ma noi attraversavamo quei luoghi come se ne fossimo il re e la regina…” aprì per un momento gli occhi e la guardò “… ricordo una poesia udita in una di quelle feste… recitava che se si desidera a tal punto di vedere qualcosa, essa allora ci apparirà in sogno… vorrei fare ancora di quei sogni… ma solo sogni belli… mi dai il permesso di sognarti?” Sorrise e chiuse di nuovo gli occhi. “Se mi dirai di si, sono sicuro che ci ritroveremo nei miei sogni… Talia…”
Sorrisi appena...
“Certo!” sussurrai “Tutte le volte che vuoi... e poi, all’alba, mi racconterai quei sogni... come facevi un tempo...”
La mia voce era bassa e melodica... e, per un attimo, mi parve di essere tornata indietro a tanti, troppi anni prima...
Lentamente gli occhi di Guisgard si chiusero e la sua presa sulla mia mano si allentò appena... io tuttavia non mi mossi...
Per qualche tempo rimasi lì, immobile, osservando quel vago sorriso che gli aleggiava sulle labbra e chiedendomi che cosa stesse vedendo... poi, senza che quasi me ne accorgessi, il sonno mi prese... i miei occhi si chiusero, la mia testa scivolò sul suo petto e la realtà si confuse con il sogno...
elisabeth
17-02-2012, 14.10.13
La conversazione tra me e Reas fu interrotta da urla ed agitazione...il Comandante fu chiamato per prendere il prosto che gli spettava in quel momento....Tylesia sembrava essere stata attaccata.......vidi quindi andar via Reas...e allo stesso tempo andai alla finistra per vedere una torre in rovina sotto roventi fiamme......tra le fiamme abbi la visione di demoni sbavanti....che palesavano l'orgoglio della distruzione....Daniel apparve alla mia mente, doveva parlarmi, aveva bisogno di me..." Daniel sono nei saloni e tu dove sei....ti sento a tratti....."......Isolde in tutto il suo splendore apparve al mio fianco...aveva il calore delle fiamme......vivere o morire, " Isolde cara, sorella diletta sapete perfettamente che se la mia venuta a Tylesia si trasformasse nella mia tomba...voi verrete con me....vi voglio accanto a me....tra le mie spoglie le vostre...."......E guardandola con sfida......guardai le fiamme.....e soffia leggera..sino a quando vento e pioggia non si abbatterono sulle mura devastate.........almeno nessuna vita era costata a quel primo atto di guerriglia
cavaliere25
17-02-2012, 14.45.01
chi siete dissi avvicinandomi alla porta e apri lentamente dentro di me dissi ecco rimango solo per un momento e iniziano i problemi e aspettai che la persona dal altra parte mi rispose
Daniel
17-02-2012, 15.50.18
Nigros mi porto in un luogo fantastico..
<<è bellissimo...>> dissi senza fiato..
<<Sì c'è una cosa che voglio sapere.. - lo guardai dritto negli occhi, il mio sguardo azzurro e gelido imponeva sempre soggezzione su tutti- chi è Giada?>> Avrei dovuto rubare quella chiave..
Parsifal25
17-02-2012, 16.33.08
La magica atmosfera che colorava il fiume era indelebile.... è stato un bene esserci fermati in tempo e goderci un così mistico spettacolo. Mi avvicinaì a quel relitto e notaì che sembrava un'imbarcazione per passegeri di un lontano regno.
Improvvisamente, la luna rischiarò quelle acque e vidi che aggrappato a quel relitto vi era un uomo.....indossava un saio, intesi che era un monaco. Mi precipitaì verso il fiume e soccorsi quell'uomo.
Mi affidaì alle mie nozioni di medicina e prestaì il mio aiuto. Lo avvolsi nel mantello e attesi il suo risveglio.
Guisgard
17-02-2012, 21.13.50
Il rituale.
Le grida del maiale e poi il suo sangue gettato come libagione nel Calars.
Poi la carne servita dalla ciurma ai passeggeri.
Fyellon non volle assaggiarne.
Il cavaliere restò però in disparte.
Lui e Heyto si scambiavano fugaci occhiate.
Si studiavano e si sfidavano tra l’odore della carne arrostita, i canti dei marinai e i fumi caldi del Calars che salivano fino a rendere sfocato e incantato il cielo.
“Non so come avverrà…” disse Heyto a Melisendra “… non voglio mentirti, Melisendra… non so se sarà lento e doloroso, oppure rapido e indolore… l’unica cosa che posso dirti è che ogni volta sono stato io ad accompagnare quelle che ti hanno preceduta… ed ogni volta ho fissato nel mio cuore i loro sguardi… qualcuna piangeva, qualcun'altra gridava… alcune hanno tentato di fuggire, altre ancora di togliersi la vita prima… ma dal destino non si può fuggire… e tutte sono state sacrificate… voglio essere sincero…” fissandola nel profondo dei suoi occhi “… spero che tu sia quella giusta… quella capace di pagare ed estinguere col suo sacrificio questo inumano tributo che viene richiesto…” di più non disse.
Melisendra poi si allontanò, raggiungendo il ponte inferiore.
“Domattina raggiungeremo la laguna della selva, signore.” Avvicinandosi il capitano a Heyto.
“Bene, capitano…” annuendo Heyto “… tenete d’occhio quel cavaliere, mi raccomando.”
“Non temete, signore.”
La nave giunse così alla grande gola di pietra, dove il Carrozzone di Goz era stato travolto dalla burrasca.
Ma essendo Venerdì, le acque del Calars apparivano calme, così da permettere alla nave di superare la gola di pietra.
Guisgard
17-02-2012, 21.26.36
Appena Altea prese la mano della regina, alcuni cavaliere si avvicinarono alle due donne.
Avevano lo stemma del Tulipano impresso sulle corazze e sui mantelli.
“Maestà, nessuno lascerà il palazzo!” Disse uno di loro. “Penseremo noi a voi.”
“Come osate dirci cosa fare?” Veemente la regina.
“E’ per il vostro bene, maestà.” Rispose il cavaliere. “Ora vi condurremo da lord Guxyo.”
“Non andremo in nessun posto!”
“Maestà, noi abbiamo giurato di servire lord Guxyo fino alla morte.” Fissandola il cavaliere. “E i suoi ordini non vanno mai discussi, ma solo eseguiti. Non riconosciamo nessun altra autorità, quando si tratta di obbedirgli. Ora voi ci seguirete… per il bene vostro e quello di tutta Tylesia.”
Il tono del cavaliere era fermo e la regina capì che andava assecondato.
Presero anche Altea e insieme alla regina si diressero dal loro comandante.
Risalirono la torre più alta del palazzo, detta Degli Eretici.
Anticamente vi venivano incarcerati i nemici della Fede e i cavalieri del Tulipano l’avevano scelta come loro residenza nel palazzo.
Così, la regina ed Altea furono lasciate nella sala più alta della torre.
La regnante aveva uno sguardo cupo e stringeva le mani per la rabbia.
“Non temete, milady…” voltandosi poi verso Altea, cercando di tranquillizzarla.
Guisgard
17-02-2012, 21.37.10
Il cielo si coprì all’improvviso e subito una fitta pioggia, attraversata da forti folate di vento, si abbatté sul palazzo.
Alla fine l’incendio della torre fu ammansito da quella pioggia e per i soldati e i servi fu possibile spegnerlo del tutto.
“I miei complimenti, cara Elisabeth…” battendo le mani Isolde ed apparendo visibilmente divertita “… se costoro sapessero che è stata la magia a salvare il loro palazzo, allora sono certa che rivedrebbero le loro idee su ciò che è reale e ciò che invece è fantasia…”
Elisabeth però apparve leggermente stanca, a causa di quell’incantesimo appena fatto.
“Sei inerme, amica mia…” sorridendo Isolde “… potrei ucciderti facilmente ora… ma non lo farò… no, solo chi non si odia si vuol vedere morto… perché morendo si smette di soffrire… io invece ti odio… e ti lascerò vivere ancora per un pò… così da vederti soffrire ancora… saranno i nemici di Tylesia ad ucciderti… come uccideranno tutto il popolo insieme alla sua amata regina…” e andò via ridendo.
Altea
17-02-2012, 21.58.09
Per un attimo la mano della Regina prese la mia, fu come sentire un caldo abbraccio...lo sentivo..ella era di animo puro. Ma un cavaliere venne subito a dividerci, intimandoci di andare con loro, la Regina cercò di ribellarsi, ma non era abbastanza...forte...per farsi valere e cosi li seguimmo verso una torre. Salivamo le scale e le scale andavano a girare come girava a me la testa, rimasi in silenzio, si sentivano solo i passi e l'umidità di quel posto, e ci rinchiusero dentro.
La regina era adirata, serrava i pugni e cercò di farmi coraggio, mi avvicinai e di nuovo posai la mia mano sulla sua "Maestà, non sono io che devo aver paura...Voi vi adiraste con Lady Elisabeth quando vi avvertì di stare attenta a chi vi circondava, e sapete..io stessa sentii una notte mentre stavo nel terrazzo della mia camera Lord Guxyo parlare con la vostra donna cavaliere del Tulipano...e dissero che avrebbero fatto in modo di liberarsi di me e dei miei amici, e non capisco ancora il motivo. Non dovete temere, sono io qui con Voi...ma sappiate preferisco morire piuttosto di sottostare ai loro ordini".
Guisgard
18-02-2012, 02.10.56
Cavaliere25 aprì la porta e subito vide alcuni uomini sulla porta.
“Abbiamo bisogno del frate che vive qui…” disse uno di loro.
Il boscaiolo aveva indosso il saio datogli da padre Nicola e fu scambiato da quegli uomini per un vero frate.
“Siete voi il frate, vero?” Fissandolo quell’uomo. “Vi prego, mia moglie è in balia di un demonio… sono giorni ormai che non tocca cibo e acqua… sta marcendo in un letto, tra grida disumane e bestemmie gridate contro il Cielo… aiutatemi, vi supplico…” e si inginocchiò ai piedi di Cavaliere25.
Guisgard
18-02-2012, 02.19.17
Parsifal, accortosi dell’uomo su quel relitto, si lanciò in suo soccorso.
Lo trasse sulla riva e gli praticò le prime cure del caso.
L’uomo, che era un monaco, cominciò a sputare acqua per poi riprendere pian piano conoscenza.
“Dove sono…” scuotendo il capo “… ora rammento… il Carrozzone… l’equipaggio… e poi la bufera…” sgranò gli occhi “… mio Dio… Plautus… Plautus dov’è?” Voltandosi verso il fiume. “C’era un altro monaco con me… siamo rimasti aggrappati a quel pezzo di legno fino a quando… non ho perso conoscenza… dov’è ora?”
Guisgard
18-02-2012, 02.30.05
Nigros fissò Daniel e poi scosse lievemente il capo.
“Sei testardo a quanto vedo…” accennando poi un lieve sorriso “… e sia… la determinazione, del resto, è anch’essa una virtù… Giada è il nome della spada che hai impugnato poco fa… è una delle quattro spade dette Lame Immortali, forgiate ciascuna nella furia dell’elemento naturale che simboleggiano… le quattro spade appartengono ai corredi d’armi di quattro cavalieri… in verità questa è una leggenda molto antica e oggi a Tylesia quasi più nessuno se ne ricorda… anzi, oggi è quasi blasfemia credere a quella leggenda…”
Ad un tratto si udirono delle grida.
Nigros, turbato, corse verso la porta ed uscì nel corridoio.
“Cosa succede?” Domandò ad uno dei servitori che correvano spaventati.
“Siamo attaccati!” Gridò questi. “Hanno colpito una delle torri del palazzo! Che il Cielo ci salvi!”
“Andiamo a vedere!” Disse Nigros voltandosi verso Daniel.
Ma un altro servitore, giunto subito dopo il primo, li tranquillizzò.
“L’incendio è stato spento grazie anche ad un acquazzone giunto molto opportunamente.”
“E i nemici?” Chiese Nigros. “Attaccano ancora?”
“No, pare sai siano ritirati per il momento.” Rispose il servitore.
Guisgard
18-02-2012, 03.21.47
La regina fissò Altea e poi chinò lo sguardo.
Era triste, amareggiata e forse anche rassegnata.
Sospirò, per poi tornare a guardare Altea.
“Si, quei cavalieri non sono certo come quelli narrati nei romanzi cortesi…” con un fil di voce “… ma sono forti e potenti… sono dei mercenari abituati a combattere contro orribili nemici… siamo stati costretti ad assoldarli… loro sono l’unica speranza che resta a Tylesia ed al suo popolo di sopravvivere… ma consci della loro forza, i Cavalieri del Tulipano hanno instaurato una dittatura di fatto, imponendo un regime militare giustificandolo con la situazione di pericolo che viviamo…”
Ma proprio in quel momento le porte della sala si aprirono.
Tre cavalieri entrarono e con loro vi era anche Shoyo.
Un attimo dopo, nella stanza giunse anche un quarto uomo.
Era di corporatura robusta e dal portamento fiero.
Indossava abiti militari di alto rango.
Ma ciò che colpiva era l’espressione del suo volto.
Lo sguardo enigmatico e i tratti compassati, come se emozioni indefinite attraversassero il suo animo.
“E’ sempre un onore ed un piacere vedervi, maestà.” Disse l’uomo guardando la regina Destesya.
“Lord Guxyo…” fissandolo la regina “… vogliamo sperare che questa spiacevole situazione sia dovuta soltanto all’incapacità dei vostri uomini di comprendere gli ordini che impartite loro.”
“Non potrei mai affidare” rispose con un sorriso Guxyo “la vostra sicurezza e quella di questa città a uomini incapaci di obbedirmi, maestà.”
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Guisgard
18-02-2012, 04.34.35
Guisgard vedeva distese sterminate, attraversate da strade larghe e battute dal Sole, immerse in regioni selvagge e sconfinate.
Ora gli apparivano conosciute, famigliari, un momento dopo, invece, ignote e misteriose.
Forse le aveva viste da piccolo col maestro, quando si recavano in paese o forse quando il vecchio cavaliere seguiva le tracce del cervo bianco.
Un attimo dopo, poi, gli sembravano eteree e incantate, simili ai paesaggi illustrati nei libri cavallereschi.
Camminava in quei luoghi avvertendo un’indefinibile leggerezza nel suo animo.
C’era gente che attraversava quei posti.
Un momento erano stanchi per la guerra, un attimo dopo felici e spensierati a festeggiarne la fine.
Poi, finalmente, verso il tardo meriggio, mentre sulla campagna irrompevano gli ultimi bagliori purpurei del tramonto morente, la sua anima si acquietò e tutto attorno a sé si fece più definito e costante.
Poi sedette ad una ricca e allegra tavolata.
Gli offrivano pietanze e vini prelibati, con una dolce musica che allietava l’atmosfera.
Sedeva presso una spaziosa staccionata, dalla quale si poteva abbracciare con un colpo d’occhio tutta la campagna, fino a quando questa mutava nel verdeggiante bosco.
E lontano, immersa nel cuore del bosco, gli apparve una ricca residenza dai colori pastello sui quali andava a spegnersi l’ultimo Sole del giorno.
“Quell’uomo non esce mai dalla sua dimora.” Disse qualcuno a tavola.
“Però è molto ospitale.” Fece un altro.
“E’ gentile di animo oppure è così perché l’ha visto davvero?”
“Allora voi ci credete?” Stupito un altro dei commensali. “Credete davvero che abbia visto quel tesoro di cui parla spesso?”
“Non è mica un tesoro vero! Uno scrigno con monete e gioielli!”
“E’ infinitamente più prezioso! Perché può realizzare il sogno più grande!”
“Qual è il vostro sogno più grande?” Chiese uno a tutti loro.
“Avete visto?” Entusiasta un altro. “C’è l’uva! Anche se non è stagione! E sembra anche buona!”
In quel momento Guisgard si accorse che quella staccionata gli era familiare.
Si voltò e vide il dondolo sospinto dal vento.
E su quel dondolo c’era una figura.
La riconobbe, era Talia.
Allora si alzò e lasciò la tavola e gli altri commensali, per poi andare verso la ragazza.
Lei guardava verso la campagna, lasciandosi dondolare dal vento.
I lunghi capelli le coprivano le spalle ed una camicetta sottile, di un pallido colore, le disegnava con grazia ogni forma.
“Perché non mi hai detto di essere qui da sola?” Fissandola lui. “Sarei giunto prima a farti compagnia.”
Sperava di esserle mancato.
Sperava, anzi desiderava, che fosse lì per lui.
E fu sul punto di chiederglielo.
Ma poi non lo fece.
Guisgard aprì gli occhi.
Dalla finestra si facevano sempre più vivi i primi raggi dell’alba.
Una luce fresca e vivace giunse a danzare prima sul viso, poi sul petto del cavaliere.
Il respiro di Talia sfiorava il suo collo e i suoi lunghi capelli scendevano come una carezza sulla pelle di lui.
Lei aveva la testa quasi sul suo cuore ed una mano della ragazza gli carezzava il petto.
Talia era ancora addormentata e Guisgard restò a fissarla per tutto il tempo, mentre l’albeggiare si bagnava e si specchiava su di lei, come un bagno di luce dai riflessi dorati, capace di lavare via ogni tristezza e paura.
Altea
18-02-2012, 09.23.21
La Regina iniziò ad aprirsi, forse anche per la rabbia che aveva preso il soppravvento...capii, questo Regno di fiaba era solo e desolato e la Regina pur di salvarlo avevo accondisceso all'aiuto di persona senza scrupolo che però si impossessarono di esso...erano loro i veri nemici del regno, per un attimo ebbi la sensazione che quell'incendio non fosse stato altro che una messa in scena da parte loro.."Maestà, qualcuno verrà a liberare Tylesia da queste persone, io sono qui quando volete...forse ho attraversato il Calars proprio perchè era destino incontrarvi." La porta si apri, improvvisamente e irruentemente, erano i Cavalieri del Tulipano, vi era Lady Shoyo che ci guardava con sorriso soddisfatto, e poi entrò un altro cavaliere, era imponente, la faccia serafica, era Lord Guxyo.
La regina cambio espressione e il suo volto dolce diventò di pietra, ma rispose a tono al cavaliere, mi rammaricavo...Regina un giorno questo Regno sarò di nuovo vostro.
Poi notai che egli mi fissava, io lo guardavo in silenzio, non avevo intenzione di conversare con egli, mi si presentò davanti..."I miei omaggi messere, cavaliere...come devo chiamarvi" gli rivolsi un lieve sguardo "Spero che ci sia un buon motivo perchè mi trovi rinchiusa in questa torre, sembra l'incendio si sia spento e....che possiamo tutti tornare nelle nostre stanze"
elisabeth
18-02-2012, 10.29.58
C'era magia .....la vita era in se' un atto magico.....le mie forze erano state messe a dura prova, ma non potevo veder uomini morire....per la crudelta' della loro voglia di potere....." Isolde, l' Odio e' pari all' Amore...sono forze contrastanti che si uniscono...se mi odi vuol dire che ancora tieni a me...l'indifferenza sarebbe stata una scusa migliore per il tuo abbandono, non ti ho fatto nulla....e tu invece a me hai portato via tutto eppure dici di ordiarmi...non so cosa c'entri tu con Tylesia...questo mondo non ti appartiene......io verro' uccisa, ma sai che morira' solo il mio corpo terreno.....vedrai che il male non potra' regnare neanche questa volta.......il male e' degli inferi...."...cosi' fu detto...e mi accasciai tenendomi alla finistra...solo un attimo...solo un attimo per riposare...e sarebbe stato dinuovo il giorno
Talia
18-02-2012, 11.29.33
...centinaia e centinaia di cupole dorate.
E dopo le cupole, si mostrarono infinite torri, palazzi, bastioni e cattedrali.
Un’incommensurabile città, magnifica e superba, si mostrò agli occhi della ragazza.
Una città arroccata in cima ad una rupe, circondata da una verde laguna alimentata da centinaia di piccole cascate di acqua calda.
Le sue cupole erano di ambra verde pallida, le guglie d’oro purissimo e d’argento scintillante, i camminamenti merlati lastricati di porcellana e agata, le mura, investite dalla luce solare riflessa sulla laguna, di infinite e mutevoli tonalità policrome.
I miei occhi brillavano in quella magnificenza, il mio sguardo accarezzava cupole e torri, guglie e bastioni, seguendo ogni riflesso ed ogni riverbero...
Eppure, pure in quella celestiale atmosfera, qualcosa strideva contro il mio cuore... una sensazione sgradevole, le sensazione che vi fosse qualche cosa di male tra quelle mura, come una nota stonata...
Tentai di affinare la vista, ma non riuscivo a vedere oltre quell’apparente serenità...
Poi d’un tratto, come in risposta alle mie sensazioni, vidi fiamme divampare da uno dei bastioni... il disagio del mio cuore aumentò, allora... e per un attimo sentii caldo, come se fossi lì, sentii l’aria che mi veniva a mancare, sentii lo sfrigolare del fuoco e tutta la sua distruttiva presenza intorno a me... per qualche momento, poi accadde qualcosa che riportò pace nel mio cuore... un acquazzone... ed in quel provvidenziale acquazzone mi parve di cogliere il sussurro di una donna, il suo benefico intervento.
Poi, ad un tratto, come portata dal vento, tutto intorno a me cambiò...
Quella luce verde e vagamente soffusa che regnava nella radura del bosco di Suessyon mi avvolgeva e mi faceva sentire serena... accanto a me, Guisgard se ne stava seduto in silenzio a fissare il cielo.
“Dici che esiste davvero?” domandai infine, stendendomi sull’erba, in modo da poter vedere le nuvole correre sopra di me in quel ritaglio di cielo coronato dalle fitte chiome degli alberi.
“Cosa?”
“Quella città di cui parli... strade di porcellana, palazzi d’oro, cupole d’argento...”
“Certo!” ribatté subito “Certo che esiste davvero... una città meravigliosa, il luogo più bello del mondo!”
“Questo è il luogo più bello del mondo!” lo corressi.
Lui si voltò di scatto a guardarmi e, sul suo volto, quell’aria fortemente critica e vagamente sconcertata dipinse con assoluta chiarezza ciò che pensava... lo fissai appena per un momento, poi risi.
“Non sai quello che dici!” disse infine, scuotendo la testa con aria quasi rassegnata “Dici questo solo perché non hai mai visto quella città!”
“Neanche tu l’hai mai vista!” ribattei.
“No...” ammise “Ma la vedrò, un giorno!”
Per un attimo fu il silenzio...
“Guisgard... come si chiama quella città?”
“Non lo so...” rispose lui, dopo aver riflettuto per un attimo “Quell’uomo... quello che raccontava questa storia in paese... non l’ha detto!”
“Non fa niente!” conclusi con un’alzata di spalle “Ad ogni modo... qualunque sia il suo nome... prometti che ci porterai anche me, un giorno, in quella città!”
Il ragazzino abbassò i suoi occhi chiarissimi nei miei per un attimo, come studiandomi... infine sorrise: “Te lo prometto!”
Visioni ed antichi ricordi si erano succeduti nella mia mente per tutta la notte... infine, richiamata da chissà che cosa, con un profondo sospiro mi svegliai.
I primi raggi del sole filtravano dalla finestra chiusa e diffondevano un vago chiarore nella stanza, tutto era silenzio intorno, tutto era quiete.
Lentamente spostai gli occhi verso l’alto e subito incontrai quelli azzurri e profondi di Guisgard... sorrisi.
Parsifal25
18-02-2012, 11.52.30
Il monaco riprese conoscenza..... aveva reagito bene alle cure.
"Fratello, come vi sentite? Avete bisogno di altro....."
La prima reazione che ebbe, era quella di rintracciare un suo confratello, Plautus lo andava cercando arditamente. Dal canto mio, volevo dirgli che non avevo visto nessun altro a parte lui. Non mi sembrava il momento adatto, ma qualcosa dovevo dire:
"Fratello, purtroppo oltre a te non ho visto nessun altro...... mi spiace..... possiamo fare un tentativo, ma..... "
Daniel
18-02-2012, 23.07.44
Mentre arrivò il servitore rubai la chiave dalla tasca di Nigros senza farmi vedere e poi gli dissi...
<<Vai a vedere magari è successo qualcosa!>>
E su vattene! Pensai..
Guisgard
20-02-2012, 02.16.44
Il monaco, a quelle parole di Parsifal, si alzò, anche se a fatica, guardandosi poi intorno.
“Dobbiamo cercarlo!” Disse visibilmente agitato. “Deve essersi salvato! Io e lui abbiamo una missione! Aiutatemi a cercarlo, vi supplico! In Nome del Cielo!”
In quel momento si udirono dei passi.
“Cosa succede, Parsifal?” Domandò Redentos. “Chi è quest’uomo?” Fissando il monaco.
“Mi chiamo Jovinus e sono un monaco…” rivolgendosi al nuovo arrivato “… sono giunto qui con un mio confratello di nome Plautus… ma una burrasca ha travolto la nostra imbarcazione… ma sono certo che lui è ancora vivo!”
Guisgard
20-02-2012, 02.18.59
Nigros corse via, per cercare di capire cosa stesse succedendo nel palazzo.
Daniel però era riuscito a sottrargli la chiave di quella misteriosa stanza.
Ora aveva la possibilità di ritornarci…
Guisgard
20-02-2012, 02.39.58
Lord Guxyo fissò Altea.
“Chiamatemi signore, milady…” disse alla ragazza “… perché sono signori di uomini… chiamatemi maestro, poiché insegno l’arte della guerra e del potere… ma potete chiamarmi in altri infiniti modi, senza sbagliare mai, perchè io sono molte cose…”
“Egli è lord Guxyo, comandante supremo della Legione del Tulipano Imperiale.” Facendo un passo avanti Shoyo.
In quel momento arrivarono altri cavalieri di quello stesso ordine e con loro vi era Kojo.
“Milord, l’incendio è stato domato.” Disse. “Una squadriglia sta controllando dalle mura e pare non ci sia più nessuno fuori alla città.”
“Controlleremo domani, col favore della luce.” Fece Guxyo.
“Allora” disse la regina “potete farci riaccompagnare, lord Guxyo.”
“Quanta fretta, maestà.”
“Fateci riaccompagnare” fissandolo la regina “e dimenticheremo questo vostro gesto.”
“Dimenticate che io posso decidere come voglio, quando si tratta della vostra sicurezza, mia regina.” Sorridendo Guxyo.
In quel momento entrarono Reas ed alcuni dei suoi uomini.
“Cosa accade qui?” Domandò. “Va tutto bene, maestà?”
“Si, capitano.” Rispose la regina. “Lord Guxyo ci aveva fatto portare qui per proteggerci… ed ora stava dando ordine ai suoi cavalieri, visto sfumato il pericolo, di farci ricondurre fuori da questa torre… ma essendo giunto voi, capitano, libereremo da tale onere i cavalieri di lord Guxyo.”
“Prego, maestà…” mostrando un inchino Reas “… seguiteci e vi ricondurremo nei vostri alloggi…”
“Andiamo, lady Altea.” Disse la regina e insieme alla ragazza andarono via con Reas e i suoi soldati.
“Quel capitano Reas comincia a stancarmi…” mormorò Shoyo.
“Quei nuovi arrivati…” fece Kojo “… sembrano aver conquistato la fiducia della nostra sovrana… la ragazza che accompagnava la regina non era niente male…”
“A voi le donne” fissandolo Shyo “ispirano solo pensieri lussuriosi, vero?”
“Perché, servono forse ad altro?” Ridendo il cavaliere. “Oh, ovvio che non voi non ricadete in quella categoria… so bene che vi sentite un cavaliere e non una donna.”
“Teneteli sott’occhio…” interrompendoli Guxyo “… quegli stranieri non mi convincono… e sarebbe sciocco da parte nostra sottovalutarli…”
“Si, milord.” Risposero Kojo e Shoyo.
Guisgard
20-02-2012, 02.45.14
Elisabeth si sedette per riacquistare le forze.
Il suo intervento aveva ammansito l’incendio della torre, ma aveva lasciato la donna un po’ indebolita.
“Tylesia è in balia di strane forze…” disse Isolde avvicinandosi a lei “… si contendono questo mondo e i suoi tesori… ed io intendo partecipare a questa contesa… bada di non interferire, altrimenti me la pagherai cara…” e ridendo si allontanò.
Alcuni istanti dopo, giunsero nella sala la Regina e Altea, scortate da Reas e dai suoi uomini.
Guisgard
20-02-2012, 03.00.04
Guisgard stava lì, sveglio.
La fissava e quando Talia, dopo essersi svegliata, lo guardò, lui le sorrise.
La luce del nuovo giorno entrava dalla finestra e diffondeva un leggero alone dorato in tutta la stanza, mentre da fuori si udiva il gioioso canto degli uccelli e i primi segni di risveglio del paese.
Sheylon era ai piedi del letto ed il suo pesante respiro tradiva il sonno in cui era abbandonata.
Guisgard respirò forte, gonfiando il petto e chiudendo gli occhi.
Poi di nuovo il suo braccio cinse Talia.
Avvertiva solo un leggero mal di testa, a causa dei vino della sera precedente, ma si sentiva sereno.
“Che profumino sale da sotto!” Esclamò. “Pane bianco, latte caldo! Ti va di fare colazione? Ah, già, dimenticavo!” Sorridendo. “Frutta fresca per te! Ricordi quando scendevo nel giardino del Casale a raccoglierne per la tua colazione? E quella volta che caddi dall’albero? Mi sembra ancora di sentire le grida del maestro!” E rise.
Sheylon aprì gli occhi e sbadigliò.
“Vado a prendere qualcosa da mangiare…” disse alla ragazza “… se mi aspetti qui, faremo colazione a letto, come fanno i gran signori!” Le diede un bacio sulla fronte e saltò giù dal letto. “Attendete qui, milady…” mostrando un vistoso inchino “… e vi delizierò con magnifiche leccornie! Pernici di Francia, grano tostato alla maniera dei Turchi, crema e marmellate di Provenza e un cesto di frutta fresca di stagione!” Le fece l’occhiolino. “Ovviamente, ci vorrà un tocco di fantasia, mia signora. Un po’ di immaginazione e del pane appena sfornato, accompagnato da latte caldo e un po’ di frutta, vedrete, si muteranno in tutte quelle cose che vi ho elencato.”
Si voltò allora verso la tigre che lo fissava incuriosita.
“Ora prenderò il mio bel destriero” continuò lui “e volerò nelle dispense imperiali per prendere la vostra colazione, milady!” Fissò di nuovo Talia e rise. “Poi, al mio ritorno, mi racconterai ciò che hai sognato. Andiamo, Sheylon!” Guardando la sua tigre. “Vediamo se sono rimasti alcuni avanzi di quegli zingari per la tua colazione!” E ridendo uscì dalla stanza.
elisabeth
20-02-2012, 09.35.41
Il sudore di imperlava la fronte, e una lieve nausea mi impediva di stare in piedi......." Strane forze Isolde ?....non ci sono strane forze per noi, questo luogo e' sacro Isolde e tu lo sai, facciamo parte di questo stesso luogo come l'acqua che lo passa ed avvolge o la natura che lo culla....non venirmi a parlare di forze...tu sai che se certi uomini si impossesseranno di Tylesia anche per te sara' la fine, le tue avide mani non avranno nulla......io proteggero' questo luogo...e tu sai perche'..."......Si volto' ridendo era nelle sue consuetudini....e io rimasi li' seduta......e per un attimo vidi Daniel, era pronto a tutto lui.....e perche' no era pronto a salvare Tylesia cosi' come avrebbe fatto ogni uomo o donna di buoni costumi......non mi accorsi che nel frattempo entrarono la Regina Reas e Altea, erano agitati e mi alzai con gran fatica per un miserevole inchino........ma il mio sudore stava svanendo e la nausea cominciava a lasciare andare il mio essere..." Altea...sia lodato il cielo finalmente vi ritrovo......" le andai incontro chiudendola in un caldo abbraccio.......un solo sussurro al suo orecchio " Isolde e' tra noi".....
Altea
20-02-2012, 13.59.20
Il cavaliere si presentò, era fiero e sicuro di se stesso...del suo potere..."I miei omaggi...Sir..Guxyo" lo fissavo, era alquanto enigmatico.
D'un tratto entrarono altri cavalieri e Kojo, l'alleato di lady Shoyo da quel che avevo capito, per annientarci. Iniziò una lite tra la Regina e quei cavalieri..cosa...volevano rinchiuderci in quella Torre, lo avevo sospettato.
Ma a un tratto Reas venne in nostro aiuto, ringraziai il Cielo, la Regina vidi si rasserenò, a quanto pare i Cavalieri del Tulipano non avevano molto potere su lui, o fingevano...cosi fummo liberate, e uscendo notai un certo sguardo su me da parte della donna cavaliere e soprattutto da parte di Kojo che mostrava uno strano sorriso, mi voltai senza nemmeno guardarlo.
Mentre scendevo quelle scale, pensai che dovevo stare accanto alla Regina, dovevo capire dove stava la verità, ormai si era aperta e mi aveva raccontato ciò che stava succedendo a Tylesia e con mia sorpresa mi trovai nel salone del ricevimento, mi guardai...certo il mio vestito non era proprio adatto alla situazione e vidi mille occhi puntati su noi.
D'un tratto il mio cuore inquieto si placò nel vedere Elisabeth, lessi pure nel suo volto la sicurezza nel vedermi, mi venne incontro...e mi sussurrò di Isolde...risposi sussurrando "Non è di Isolde che dobbiamo avere paura, ne parleremo in camera...e spero presto".
Talia
20-02-2012, 14.03.48
Sorrisi alle parole di Guisgard, ma non dissi niente... ero felice: avevo dormito bene, profondamente, anche se non ricordavo affatto di essermi addormentata la sera prima... e pensavo che anche lui avesse riposato bene, mi sembrava sereno quella mattina, tranquillo come non lo vedevo da fin troppo tempo.
Poco dopo uscì dalla stanza con Sheylon ed io rimasi distesa sul letto... osservando una piccola crepa che correva sul soffitto ed assaporando quel momento di assoluta pace.
Poi d’un tratto, senza il minimo preavviso, i sogni di quella notte riaffiorarono alla mia mente... avevo di nuovo visto quella città, la città che mi era apparsa in una visione mentre ero al Casale... probabilmente la stessa città, scoprii con viva sorpresa, di cui già una volta avevo sentito parlare...
Coincidenze?
I saggi dicevano che niente nel Cosmo avveniva per coincidenza, ma che ogni cosa ci veniva mandata per un motivo... qual era, dunque, il motivo di quelle visioni?
Cosa c’era in quella città?
Lentamente, mi tirai su e mi misi seduta. Allungai, quindi, una mano verso la piccola sacca da viaggio che avevo portato con me... ci frugai distrattamente dentro per un istante e ne estrassi una spazzola di legno levigato con cui iniziai a spazzolarmi ritmicamente i capelli.
Era una mia piccola mania, quella, della quale il Maestro aveva sempre riso... tuttavia, per quanto lui lo trovasse bizzarro o divertente, la verità era che, da sempre, spazzolarmi i capelli mi aiutava a riflettere.
Per qualche tempo rimasi in quel modo, con la mano che si muoveva regolare e lo sguardo perso nel vuoto... finché un rumore, subito dietro la porta, mi riscosse. Battei le palpebre, allora, e tornai a fissare il battente...
“Guisgard?” chiamai, mentre un vago sorriso mi aleggiava sulle labbra.
cavaliere25
20-02-2012, 14.36.04
il frate che che cercare non ce ora è uscito io sono solo un boscaiolo è andato a cercare delle erbe se volete vi posso aiutare io e aspettai una sua risposta mentre lo guardavo
Guisgard
20-02-2012, 17.25.28
Guisgard tornò nella stanza e trovò Talia mentre si spazzolava i capelli.
Il Sole mattutino, sebbene ancora incerto e velato da alte e sottili nuvole, sembrava aver trovato un tenero giaciglio tra i capelli di lei, rendendoli ancora più chiari e luminosi col suo alito dorato.
Attorno alla sua figura, infatti, un alone di aureo splendore aveva preso forma, avvolgendola e disegnando come incantato il suo delicato profilo.
“Guarda che scherzavo prima…” avanzando verso il letto “… non sono riuscito a trovare una colazione degna di gran signori… ma a quanto vedo tu ti sei preparata come una principessa…” la fissò “… sei bellissima, sai? Io credo che tu sia la ragazza più bella del mondo…” sorrise, posando il cesto con la colazione sul letto “… sai, da piccolo, ascoltando i cantastorie e i loro racconti sui cavalieri di Artù o sui paladini di Francia, le varie eroine io le ho sempre immaginate col tuo volto…”
In quel momento Sheylon entrò nella stanza e con un balzo arrivo sul letto, tra loro due.
“Razza di tempesta!” Gridò Guisgard alla tigre. “Quando capirai che non sei un gatto da stanza!”
Ma la tigre brontolò e annusò il cesto con la colazione.
“Avrai la tua parte, ma dopo!” Prendendo lui quel cesto. “Ora scendi dal letto!”
Preparò allora sul letto la colazione per Talia.
Si avvicinò poi alla finestra e restò a guardare la campagna.
“Non mi hai più raccontato di ciò che hai sognato…” con un tono che tendeva a farsi più cupo e malinconico “… appena avrai finito di fare colazione e ti sarai preparata…” esitò “… ti riporterò al Casale… così, potrò partire e compiere ciò che devo…”
Sheylon lo fissò, per poi accovacciarsi a terra.
In quel momento il Sole rientrò e il cielo si fece nuvoloso.
http://images.ados.fr/photo/hd/3485284348/private-category/img_77976_1-983823683.jpg
Guisgard
20-02-2012, 17.44.03
Altea ritrovò Elisabeth.
Questa le parlò di Isolde.
“Vi hanno oltraggiato, maestà?” Domandò Reas alla regina.
“Non oserebbero tanto, capitano.”
“Non sottovalutateli, mia regina.” Fissò poi Altea. “Voi come state, milady?”
In quel momento ai quattro si avvicinò Isolde.
“Sembra che l’attacco sia stato respinto…” sorridendo “… sono certa che il merito è tutto vostro, mio bel capitano.”
“Siamo stati fortunati, milady…” rispose Reas “… hanno attaccato la torre e poi si sono ritirati.”
Nella sala, all’improvviso, arrivarono alcuni cavalieri del Tulipano.
La regina fece cenno di dare inizio alla cena.
“Sarete mio cavaliere stasera, capitano?” Domandò Isolde a Reas.
“Milady, come ufficiale della guardia” rispose il militare “devo prepararmi ad intervenire in ogni momento… dunque potrei non essere un degno accompagnatore…”
“Allora mi contenterò di deliziarvi nel ballo, se vorrete.” Sorridendo Isolde.
Cominciò il ballo.
“Posso avere l’onore di questo ballo, milady?” Avvicinandosi Kojo ad Altea.
Guisgard
20-02-2012, 17.46.22
Quegli uomini fissarono Cavaliere25.
“Come sarebbe a dire?” Stupito uno di loro. “Ma se indossate un saio? Un boscaiolo non può vestirsi come un religioso! Perché non volete aiutarci? Il demonio è entrato nella mia casa e voi avete il dovere di aiutarmi!”
Daniel
20-02-2012, 17.49.35
Uscii di soppiatto dalla stanza e feci a ritroso la strada ritornando davanti alla porta di quella sala.. Freneticamente aprii la porta e corsi alla spada e la presi in mano.. Prendendolo in mano fu come se una folata di vento gelido mi colpisse in faccia.. Avrei avuto un'altra visione?
Talia
20-02-2012, 17.53.35
Sorrisi a Guisgard quando entrò nella stanza... aveva un cesto pieno di leccornie e lo poggiò sul letto, spazzando via in un istante tutti i miei pensieri su sogni e visioni.
Poi Sheylon balzò sul letto e mi fece rimbalzare tanto forte che per poco non caddi...
Risi, tuttavia, ed abbracciai la grossa testa della tigre...
“Povero Sheylon!” mormorai, mentre Guisgard lo sgridava e lo faceva scendere... di nascosto sfilai un pezzo di pane dal cesto e glielo lanciai, facendogli l’occhiolino ed un gesto complice.
Si avvicinò poi alla finestra e restò a guardare la campagna.
“Non mi hai più raccontato di ciò che hai sognato…” con un tono che tendeva a farsi più cupo e malinconico “… appena avrai finito di fare colazione e ti sarai preparata…” esitò “… ti riporterò al Casale… così, potrò partire e compiere ciò che devo…”
Sheylon lo fissò, per poi accovacciarsi a terra.
In quel momento il Sole rientrò e il cielo si fece nuvoloso.
Fu un attimo... appena un istante... rimasi immobile e senza parole, sentendo come se quel sorriso mi si stesse congelando sul volto... e quella nera paura tornò ad affiorare nella mia anima.
...Al Casale?
Involontariamente rabbrividii... mentre quella parte della mia anima, fatta di dolore paura e sensi di colpa, tornava violentemente alla ribalta... l’avevo messi da parte la sera precedente quei sentimenti, dopo averne parlato con lui, dopo averli finalmente affrontati... ma ora...
No, non poteva! Non poteva lasciarmi lì!
Mi alzai quindi dal letto e, lentamente, mi avvicinai al cavaliere...
“Guisgard...” mormorai, prendendo la sua mano e tirandola appena, perché si voltasse verso di me “Guisgard, io non voglio! Non voglio tornare al Casale! Non posso! Ti prego! Vedi... l’ho lasciato! L’avevo appena lasciato, con Sheylon e Luthien, quando sono giunta qui! Ed ora...” esitai “Ora, pensavo... che forse... se vuoi... potrei... potrei venire con te! Magari!”
Altea
20-02-2012, 18.20.38
Reas volle sincerarsi sullo stato della Regina e poi con gentilezza si preoccupò anche del mio, pensavo fosse veramente una fortuna per Elisabeth aver conosciuto un gentil cavaliere...quando...arrivò Isolde. E si mise a corteggiare spudoratamente il cavaliere, senza mezzi termini...mi venne in mente il maestro. Non volli nemmeno rivolgerle la parola, iniziò la musica e ad un tratto si avvicinò a me...Kojo. Disprezzavo quell'uomo, mi guardava in modo strano e mi invitò pure a ballare, fui sul punto di rifiutare ma forse la cosa poteva essere a mio vantaggio, volevo chiedergli dell'incendio, sperando sempre di riuscirci.
Guisgard
20-02-2012, 18.35.24
Daniel ritornò in quella stanza.
E subito impugnò la spada.
Inizialmente non accadde nulla.
Poi quel vento.
Un vento nato nel seno stesso della terra.
La terra, l’elemento di quella corazza.
Poi un capogiro.
I cavalieri lo circondavano.
Lui era immobile.
“Daniel...” sussurrò Giada “... Daniel…”
I cavalieri si avvicinarono.
Il cielo sembra avvolto da un eterno crepuscolo, animato dalla furia degli elementi conosciuti.
I cavalieri attaccarono.
“Daniel!” Gridò Giada.
Un riflesso di luce e poi il rosso del sangue di quei cavalieri.
Li aveva abbattuti come se fossero rami secchi.
Poi Daniel si ritrovò sulla riva di un lago.
Si specchiò.
E vide l’immagine di un superbo cavaliere, ricoperto da una corazza dai riflessi simili di giada purissima.
Un rumore di passi, poi la voce di Nigros che chiamava dall’altra stanza.
“Daniel, dove sei finito?”
La voce del dottore aveva fatto svanire la visione, ma l’immagine di quel misterioso cavaliere era ben ferma nella mente di Daniel.
http://gamingsrapture.com/wordpress/wp-content/uploads/2011/04/whiteknightchronicleswa.jpg
Daniel
20-02-2012, 18.43.11
Un'altra visione! E stava arrivando Nigros! Corsi alla porta e la chiusi a chiave sempre stringendo la spada! Poi mi andai a nascondere dietro a una colonna e dissi rivolto alla spada!
<<Giada Dove sei? Rispondimi!>>
Era in pericolo? E perchè ero un cavaliere così imponente? Cosa volevano dire quelle visioni? A un certo punto calo il gelo nella sala e mi sembrò di vedere alla finestra un essere col mantello..
http://www.marge.it/hpwebsite/immagini/dissennatore.gif
Guisgard
20-02-2012, 20.49.54
Visioni, enigmatiche emozioni e mutevoli sensazioni.
Poi dubbi, incertezze, inquietudini.
Questo e molto altro ancora avvertiva Daniel.
Fissava la spada e tentava di interrogarla, mentre da fuori Nigros continuava a chiamare.
Al dottore allora venne un sospetto: controllò le sue tasche e si accorse di non avere più la chiave.
Nigros, così, cominciò a bussare alla porta.
“Apri, Daniel!” Gridava. “So che sei lì dentro! Apri questa porta, ti dico! Aprila subito!”
Guisgard
20-02-2012, 21.32.22
Kojo si avvicinò ad Altea e le sorrise.
Il suo sguardo era racchiuso dall’impenetrabile riflesso dei suoi occhi scuri.
Il viso allungato e con un perenne ghigno impresso sulla bocca, come se conoscesse ogni sensazione ed emozione di chi gli stava d’avanti e quella voce con un velato accento nordico davano al suo ritratto qualcosa di enigmatico e mutevole allo stesso tempo.
“La musica, si dice, è per gli animi nobili, milady…” mostrando alla ragazza un pugnale intarsiato con pregevole fattura “… una volta prestai servizio presso un barone Cristiano in una sperduta isola dell’Egeo… egli era malato, sapete? Si, viveva un’innaturale passione per una sua figlioletta… ogni notte si recava nella sua stanza e abusava di lei… e di giorno, il ricordo di tale sentimento, gli procurava vergogna e dolore… mi ordinò allora di mettere fine a tutto questo, incaricandomi di uccidere nel sonno sua figlia… che vigliacco, vero? Incapace di suicidarsi, preferiva vedere morta l’innocente e sfortunata figlia… mi diede allora questo pugnale… esso è vergine, perché non ha mai conosciuto sangue… ed è ancora tale, milady…” sorridendo “… sapete perché? Perché quella notte non uccisi la ragazza… ma suo padre… e lo feci con le mie mani… lo strangolai nel sonno, quando forse sognava il suo peccato…” prese la mano di Altea e le consegnò il magnifico pugnale “… è vostro, milady… come tributo alla vostra bellezza…” e le baciò la mano “… posso avere l’onore di ballare con voi?”
http://s3.amazonaws.com/wimgo-photos/render/10121648/medium.jpg
Guisgard
20-02-2012, 21.46.51
Il suo sguardo era basso.
Poi Guisgard fissò Talia negli occhi.
“Talia…” sussurrò, mentre con una mano cominciò a sfiorare i capelli di lei “… il maestro mi ha sempre insegnato che nessuno sfugge al suo destino… sono arrivato tardi al Casale e questo non riuscirò mai a perdonarmelo… ma ora devo e voglio rimediare…” le sue mani scesero dai capelli alle spalle e poi alle braccia di lei “… tu… tu vuoi bene ai tuoi fratelli e mai riusciresti a vedere il male in loro… io invece… io invece odio Fyellon con tutto me stesso, di un odio sterminato… questo provo per lui… mentre per te…” sospirò “… questa missione è pericolosa e se ti accadesse qualcosa so che impazzirei… invece al Casale so che saresti al sicuro… credimi, è la soluzione migliore…” accennò un sorriso, come se quello fosse il più insostenibile degli sforzi “… tu però, in realtà, verrai con me… il tuo pensiero non mi abbandona mai, anzi è la mia forza… e se Dio vorrà un giorno ritornerò…” chiuse gli occhi e soffocò le sue emozioni “… ti prego, non guardarmi così, Talia…” voltandosi poi verso la finestra “…non rendermi tutto ancora più difficile... vado a preparare i cavalli… tu, appena sarai pronta, mi troverai giù ad attenderti…” scosse il capo e uscì dalla stanza, sotto gli occhi di Sheylon.
La tigre si avvicinò a Talia e strofinò la testa vicino alla mano di lei.
Poco dopo, Guisgard aveva sellato e fatto uscire i cavalli dalla stalla.
Intanto, al Casale degli Aceri il Sole del mattino aveva già scandito le preghiere dei monaci.
Con padre Anselmo erano giunti anche alcuni francescani per occuparsi delle funzioni nel Tempio e per portare fiori freschi davanti alle statue custodite in esso.
Dal convento, i religiosi, avevano portato pane e ortaggi, insieme a del lavoro da compiere per rispettare i precetti del proprio Ordine.
Nestos e Brand, gli unici figli del maestro rimasti, assistevano divertiti all’immagine dei monaci al lavoro, mentre quest’ultimi raccontavano loro scene tratte dalla vita di San Francesco.
Ad un tratto, però, tra loro calò di colpo il silenzio.
All’ingresso del Casale, infatti, erano apparsi alcuni cavalieri, seguiti da diversi uomini a piedi ed abbigliati alla maniera dei monaci greci orientali.
“Chi sono, padre?” Domandò Brand ad uno dei francescani.
Il religioso non rispose nulla, ma prese con sé il ragazzo.
Padre Anselmo, allora, avanzò verso quei cavalieri.
Questi procedevano con passo lento e si guardavano intorno.
“Che Dio vi benedica, miei signori.” Disse padre Anselmo andandogli incontro.
“E che vi risparmi, padre.” Rispose uno di loro che sembrava essere il capo di quella compagnia.
“Cosa vi spinge in queste terre, miei signori?”
“Ciò che ha esortato voi, padre.”
“Sono il mio ministero e la mia vocazione a farmi stare qui, miei cavalieri.,”
“E lo stesso è per noi, padre.”
Padre Anselmo li fissò.
“Forse capirete guardando questo, padre…” continuò il cavaliere, per poi mostrare il sigillo sotto il suo mantello: era quello dell’Ordine della Luna Nascente.
Padre Anselmo, nel vedere quel simbolo, restò turbato.
“Pensavo fossero scomparsi i cavalieri di tale ordine…”
“Forse in Occidente, padre.” Rispose il cavaliere. “Ma in Oriente ve ne sono ancora. E da lì noi giungiamo. Maria di Cipro donò al nostro ordine una fortezza sull’isola di Lemno, che divenne il nostro quartier generale.”
“E cosa vi spinge qui, miei signori?”
“Sono Carolus di Montesquien” fece il cavaliere “ed ero presente anni fa quando il mio signore giunse qui per onorare il suo voto presso l’Altissimo…”
Padre Anselmo ascoltava in silenzio.
“Di lì a poco” continuò il cavaliere “per ringraziare il Cielo di essere sopravvissuto ad una guerra combattuta al fianco del mio signore, entrai nell’Ordine della Luna Nascente… sir Fatigas, colui che viveva in queste terre, ha cresciuto una fanciulla, figlia del mio signore, per destinarla al ruolo di sacerdotessa della nostra confraternita… abbiamo appreso della morte del nostro cavaliere e siamo giunti qui per portare con noi la ragazza… essa onorerà il voto di suo padre e servirà l’Onnipotente.”
A quelle parole, tutta la compagnia si segnò tre volte.
Altea
20-02-2012, 21.52.27
Rimasi sola con Kojo, la sua presenza mi infastidiva, oltre al fatto che sapevo ora ciò che stavano facendo al regno della Regina. D'un tratto mi narrò una storia, lo guardai...non ero stupita, d'altronde di racconti e leggende come queste ne sentii parlare..dal mio maestro. Egli mi mise tra le mani quel pugnale..."è una sfida?" pensai "vuole vedere se accettando sono dalla sua parte e tradisco la Regina, certo quel pugnale potrebbe servirmi visto sono in pericolo e potrei rischiare la vita". Con un gesto restituii il pugnale al cavaliere "Vi ringrazio milord, ma non penso di averne bisogno, non sono abituata a tramare o uccidere le persone nel sonno..cosa vedo che è di vostra consuetudine. Scusate, ma tutto questo trambusto dell'incendio mi ha creato un forte mal di testa, mi congedo da Voi e da questa stanza". Subito mi allontanai, non avrei mai accettato nulla dai..nemici...da coloro che mi accusarono e mi accusavano di essere una spia, da coloro che stavano facendo del male alla Regina. Cosi, entrata in stanza, mi stesi nel letto e lentamente mi addormentai, aspettando il ritorno di Elisabeth per raccontare ciò che era avvenuto.
Daniel
20-02-2012, 22.43.56
Nigros urlava di aprirmi.. Ma mi si erano bloccate le gambe e non riuscivo a muovermi.. le mani erano incollate alla spada.. La bocca si era serrata e non riuscivo a parlare.. Che stava succedendo?
Talia
21-02-2012, 01.41.37
Rimasi immobile con gli occhi spalancati mentre parlava, fissandolo... ero incapace di parlare, come se qualcosa di ingombrante mi si fosse incastrato in gola e mi tagliasse la parola.
Poi uscì... ed il rumore della porta che si richiudeva alle sue spalle mi fece sussultare.
“Testardo!” mormorai, sentendo il cuore sprofondarmi chissà dove.
I miei occhi ruotarono quindi su Sheylon, che stava strofinando la grossa testa contro la mia mano...
“Vuoi consolarmi, Sheylon?” domandai, ricambiando lentamente la carezza “O stai solo tentando di convincermi che ha ragione lui? Già... è così, vero? Tu sei d’accordo con lui! Con lui, con il Maestro, con i miei fratelli, con mio padre... Siete tutti uguali, in fondo!”
Mi voltai e feci qualche passo verso il letto... avevo un sapore amaro in bocca, un sapore che non riuscivo a scacciare...
“Sì, siete tutti dannatamente uguali!” sbottai, tornando a guardare la tigre “Tutti a decidere ciò che è giusto e ciò che è sconveniente. Ciò che è bene e ciò che non lo è. Tutti a dire ‘Talia, devi fare questo’ e ‘Talia non devi fare quello’... devi, non devi, puoi, non puoi... tutti! Tutti, Sheylon! Capisci? Tutti! Mentre nessuno si è mai neanche lontanamente degnato di chiedersi che cosa Talia voglia, che cosa desideri, che cosa sogni... A nessuno è mai interessato di domandarsi se Talia sia mai stata felice!”
Con un gesto stizzito della mano colpii la caraffa metallica dell’acqua poggiata sul basso tavolino e la feci volare a terra, con un fragore assordante... mi appoggiai quindi al tavolo e respirai profondamente, tentando di riacquistare il controllo...
“Beh, c’è una novità...” mormorai dopo qualche momento “Talia è stufa ormai! Maledettamente stufa!”
Passarono molti minuti prima che mi decidessi a scendere... avevo vagliato ogni singola possibilità, avevo persino accarezzato l’idea di fuggire... ma fuggire verso dove? E poi... tentare di sfuggire a Guisgard tra le vie del paese in sella a Luthien era pura follia...
No, probabilmente conveniva tentare di assecondarlo, mi dissi.
Sospirai, infine, e mi decisi a scendere a scala.
Attraversai la locanda con Sheylon alle calcagna e senza guardarmi intorno, uscii in strada e mi diressi con passo marziale verso Luthien.
“Sai...” mormorai a Guisgard, ma senza guardarlo, accarezzando appena la cavallina di un delicato grigio perla “Puoi raccontare a te stesso che il Casale sia il luogo più sicuro del mondo, ma questa è solo una favola... un modo per permettere a te stesso di stare tranquillo, e lo sai! Una volta...” proseguii, con un piccolo sospiro “Una volta conoscevo un ragazzino speciale, un ragazzino coraggioso e capace di qualsiasi cosa... beh, lui sosteneva che nessun luogo al mondo poteva essere sicuro se lui non era con me! ...Mi manca quel ragazzino. Mi manca il suo entusiasmo, la sua gioia di vivere, quella sua voglia di condividere con me ogni cosa ed ogni momento... non aveva mai paura, lui. E neanche io avevo mai paura quando lui era con me!”
Sollevai gli occhi su Guisgard per un istante... desideravo ferirlo con lo sguardo più glaciale che possedevo, ma non ci riuscii... tutto ciò che riuscii a gettargli in faccia, dunque, fu soltanto paura, rabbia, infelicità...
“E comunque...” proruppi, quasi gridando “Conosco la strada, non c’è bisogno che mi accompagni in nessun posto!”
Scossi le briglie e partii al galoppo.
elisabeth
21-02-2012, 09.39.25
Mi staccai dall' abbraccio di Altea, forse c'erano altri pericoli ma il perricolo terreno mi preoccupava poco...Isolde era tutta un'altra storia......Reas si preoccupo' della Regina e di Altea.....e Isolde ovviamente si occupo' della salute di Reas.....era tutto un circolo vizzioso......ogni dama trovo' il suo cavaliere.......ed il ballo inizio' per ognuno di loro , tranne per la Ragina che inquieta sembrava guardare un punto senza fine. Lascia la sala, ero ben salda sulle mie gambe e le forze aveva ripreso ogni parte del mio essere.........scesi le scale e mi avviai alla torre...........rivoli di fumo avevano l'odore acre delle fiamme....le pietre erano nere e c'era un via vai di persone che ancora incredule tentavano di comprendere l'accaduto.......passavo tra di loro e ne sentivo le voci....potevo ascoltare il tumulto delle loro emozioni ....ma sapevo in cuor mio che la storia era scritta e che quello era solo un piccolo pezzo di un grande disegno.........Daniel stava vivendo il suo grande momento, stava incontrando parti del suo inconscio che prendevano vita nelle sue visioni........Un giorno avrebbe preso dignitosamente il mio posto.......voltandomi potevo vedere gli ospiti della Sala muoversi ballando.....come delle tragiche marionette...l'ombra proiettata era la visione piu' strana.......un tragico momento e la voglia di danzare, che strani gli uomini........mi accorsi solo allora che avrei potuto lasciare quel luogo senza che nessuno se ne accorgesse.......avevo dimenticato che potevo essere o non essere in ogni posto.......e che in quella avventura io mi ero quasi umanizzata..........c'era un gatto tra le pietre fumanti, era nero con gli occhi verdi, rimasi a guardalo......sembrava il mio Pico della Mirandola..........un attimo di nostalgia nei confronti di casa.......forse quella gente aveva bisogno di aiuto ed incominciai a spostare le pietre cadute dopo l'incendio....dare una mano mi avrebbe allontanato da tristi pensieri....
cavaliere25
21-02-2012, 16.31.00
va bene vi aiuterò fatemi solo prendere le cose necessarie e vedrò di aiutarvi questo saio me lo diete il frate presi un pezzo di carta w una matita e scrissi sono andato a eliminare un demone in una casa tornerò presto cari saluti èpoi mi girai verso quegli uomini e dissi sono pronto andiamo
Guisgard
21-02-2012, 16.58.16
Guisgard restò a fissare Talia mentre galoppava via in sella a Luthien.
Lui scosse il capo e fissò Sheylon.
Un attimo dopo montò in sella al suo cavallo e fece cenno alla tigre di andare.
Talia, nel frattempo, galoppava attraverso il bosco.
Ad un tratto cominciò a sentire una musica provenire dalle sue spalle.
Era Guisgard che la seguiva, poco più indietro, proseguendo a passo lento.
Suonava la sua ocarina e lasciava al suo cavallo il compito di avanzare, come se conoscesse a memoria la strada.
Ad un tratto Luthien tradì nervosismo: era infatti apparso, con un balzo dai cespugli, Sheylon.
Il passo del cavallo, allora, si fece più lento e incerto e poco dopo Guisgard affiancò Talia.
“Quando c’era il maestro” disse lui, smettendo di suonare “era lui ad occuparsi del tuo vivace caratterino…” sorrise, tenendo sempre lo sguardo basso “… ma ora spetta a me farlo, cara sorellina… non penserai mica che ti lasci girovagare per il bosco da sola? Ci sono in giro tanti malintenzionati e questo sentiero non è affatto sicuro per una giovane e graziosa ragazza…” le fece l’occhiolino “… e posso assicurarti che i maschietti, davanti a tanta bellezza, si lasciano sempre trasportare da pessimi pensieri, sorellina.” Si abbandonò allora ad una sonora risata. “Su, ora si torna al Casale. Anzi, sono certo che avranno preparato una bella festa per il tuo ritorno. Eh, ti vogliono bene tutti. Beata te.”
Nello stesso momento, le cose al Casale prendevano sempre più forma.
“Questo vostro arrivo” disse padre Anselmo ai cavalieri “ci lascia alquanto sorpresi…”
“Posso comprenderlo.” Annuì Carolus. “Del resto, tutto è stato pattuito anni fa. Sir Fatigas conosceva il destino della ragazza.”
Padre Anselmo non rispose nulla.
“Un’altra cosa, padre…” fissandolo il cavaliere “… la spada di sir Fatigas…”
“Milord?” Incuriosito il chierico.
“Si, dobbiamo prendere anche quella spada.” Disse Carolus. “Essa reca inciso il sigillo del nostro ordine sull’elsa… e ora che sir Fatigas è morto, non possiamo lasciarla incustodita.”
Quelle ultime parole risuonarono nella mente di Nestor.
Il ragazzo, allora, corse via.
Raggiunse il Tempio e prese di nascosto la spada.
Aveva con sé anche la lettera di Talia.
Un attimo dopo, uscì dal Tempio.
Guisgard
21-02-2012, 17.07.45
Altea si voltò per andare via, ma Kojo le afferrò una mano.
“Adoro le donne che non hanno paura, sapete?” Fissandola negli occhi e sorridendo compiaciuto. “Si, mi piace scorgere in esse ardore e audacia, passionalità e coraggio. Prendete questo umile dono, milady…” stringendo nelle mani di lei il pugnale “… potrebbe esservi utile… qualcuno, magari, potrebbe giungere di notte… si, mi sento più sicuro sapendovi armata…” la fissò con i suoi occhi scuri e indefiniti come la notte “… sono certo che ci incontreremo presto, milady… molto presto…”
Un attimo dopo Altea lasciò la sala per ritornare nella sua stanza.
Guisgard
21-02-2012, 17.11.39
Daniel era scosso.
Profondamente scosso.
Quelle visioni così reali, quelle immagini che sembravano sul punto di materializzarsi davanti ai suoi occhi.
Poi la voce di Nigros che lo chiamava.
E finalmente quello stato di tepore svanì.
Daniel poteva di nuovo muoversi.
Giada, forse per un involontario rilassamento del giovane, cadde a terra, echeggiando nella stanza.
“Apri, Daniel!” Gridò Nigros.
Guisgard
21-02-2012, 17.28.17
Cavaliere25 seguì così quegli uomini.
Salirono su un carretto e si inoltrarono nella selva.
Il cielo era cupo e un freddo vento ululava tra le alte cime degli alberi e i monti vicini.
Nell’aria si respirava qualcosa di enigmatico, mutevole, inquietante.
Gli uomini non dissero nulla per tutto il viaggio.
Alla fine, il carretto arrivò davanti ad una piccola casa.
Era fatiscente e tutt’intorno si sentiva un fetido che toglieva il respiro.
“Mia moglie è chiusa li dentro…” disse l’uomo a Cavaliere25 “… nessuno osa avvicinarsi… chiunque ci prova si ritrova ad essere aggredito dal demone che la possiede…”
Talia
21-02-2012, 17.33.14
La mia piccola fuga durò poco... decisamente poco!
Guisgard e Sheylon mi raggiunsero in pochi minuti e mi bloccarono... Luthien si innervosì, tanto che dovetti fermarla per farla calmare...
“Quando c’era il maestro” disse lui, smettendo di suonare “era lui ad occuparsi del tuo vivace caratterino…” sorrise, tenendo sempre lo sguardo basso “… ma ora spetta a me farlo, cara sorellina… non penserai mica che ti lasci girovagare per il bosco da sola? Ci sono in giro tanti malintenzionati e questo sentiero non è affatto sicuro per una giovane e graziosa ragazza…” le fece l’occhiolino “… e posso assicurarti che i maschietti, davanti a tanta bellezza, si lasciano sempre trasportare da pessimi pensieri, sorellina.” Si abbandonò allora ad una sonora risata. “Su, ora si torna al Casale. Anzi, sono certo che avranno preparato una bella festa per il tuo ritorno. Eh, ti vogliono bene tutti. Beata te.”
Smontai da cavallo e, prendendo Luthien per le briglie, feci qualche passo...
“Traditore!” sibilai a Sheylon, passandogli di fronte.
Camminai per qualche momento, consentendo così alla cavallina di tornare tranquilla... quando finalmente ciò avvenne, lasciai le briglie e le carezzai delicatamente il muso...
“Lo trovi divertente?” mormorai, sollevando su Guisgard uno sguardo furibondo “Bene... mi fa piacere! Mi perdonerai se non rido, ma io non ci trovo niente di allegro in tutto questo! Per te è un gioco, forse... una prova! Ma che cosa ne sai tu di cosa significhi per me, questo? Tu che te ne vai di nuovo, io che di nuovo resto da sola... da sola al Casale aspettando che da qualche parte decidano che cosa fare di me... mio padre o, non so, chiunque sia il mio ‘possessore’ ora! Già... perché io appartengo a qualcuno... è sempre stato così... come... come un oggetto qualsiasi! E tu lo trovi divertente! Trovi che ci sia da ridere!”
Inspirai profondamente, i miei occhi erano larghi, incandescenti e vagamente lucidi... la mia voce bassa e aspra...
“Vuoi andartene, Guisgard? Vuoi andare a fare il vendicatore solitario in giro per il mondo? Bene... vai! Vai... non ti trattengo più, dato che non vuoi! Ma lasciami in pace, almeno!”
Mi voltai, quindi, e presi a camminare in direzione opposta a dove si trovava lui. Luthien mi seguì.
Guisgard
21-02-2012, 17.50.24
Guisgard sorrise e Sheylon brontolò.
“Ti ha offeso, amico mio?” Disse alla tigre. “Eh, benvenuto nella gilda! La gilda di quelli detestati da lady Talia!” E rise di gusto.
Si mosse allora a passo lento nella direzione di Talia.
“Suvvia, mi fai un bel sorriso?” Affiancando la ragazza. “Eh, adoro quando mi tieni il broncio e lo sai! Quante volte da piccoli, dopo averti fatto arrabbiare, ho poi dovuto trovare il modo di farmi perdonare? E chi ti dice che non possa riuscirci ancora?”
Ad un tratto si alzò un vento freddo.
Il cielo allora cominciò a minacciare pioggia.
Guisgard, all’improvviso, si chinò verso Talia e la prese in braccio, facendola poi sedere in sella accanto a lui.
Afferrò le redini di Luthien e le legò al suo cavallo.
“Passeggerei per ore con te, mia cara…” fissando Talia con un sorriso “… ma temo che tra un po’ giungerà una tempesta… non sarà stata causata dalla tua ira verso di me?” Rise nuovamente e lanciò al galoppo il suo cavallo. “Mi raccomando, tieniti stretta o finirai per cadere!”
Galopparono così fino al Casale degli Aceri.
Guisgard
21-02-2012, 17.57.37
Elisabeth era intenta ad aiutare quella gente dopo l’incendio alla torre, quando all’improvviso giunge qualcuno.
Erano dei funzionari del regno.
“Una donna che si presta ad un lavoro da uomini…” avvicinandosi uno di quelli ad Elisabeth “… ben fatto, milady… del resto, ciò che può fare un uomo, può benissimo essere eseguito anche da una donna…” diede una mano alla donna, per aiutarla ad alzarsi “… milady, sono Berengario di Taburn, Primo Ministro del regno… posso conoscere il vostro nome?”
Talia
21-02-2012, 18.12.35
“Passeggerei per ore con te, mia cara…” fissando Talia con un sorriso “… ma temo che tra un po’ giungerà una tempesta… non sarà stata causata dalla tua ira verso di me?” Rise nuovamente e lanciò al galoppo il suo cavallo. “Mi raccomando, tieniti stretta o finirai per cadere!”
Galopparono così fino al Casale degli Aceri.
"Mettimi giù, razza di incoscente!" sibilai, stingendo con entrambe le mani la sua camicia "Se mi fai cadere, io..."
Ma lui non mi ascoltava... al contrario, correva come il vento.
Io tentai oppormi per qualche momento, ma tutto era inutile, il vento mi sibilava nelle orecchie e mi costringeva a chiudere gli occhi...
Poi finalmente il cavallo diminuì l'andatura ed io tornai a guardarmi intorno... gli alberi si stavano diradando, un debole sole illuminava ogni cosa di una tonalità particolare...
Poi vidi due alte colonne di pietra ed una sagoma familiare...
Eravamo al Casale.
Spostai gli occhi su Guisgard... avrei voluto dirgli mille cose... e invece non dissi niente.
Guisgard
21-02-2012, 18.40.46
Arrivarono al Casale.
Guisgard fissò Talia.
“Non ti avrei mai fatta cadere…” e per qualche istante il suo braccio restò stretto attorno ai fianchi di lei “… e se hai pensato il contrario, allora sei stata sciocca…”
I volti erano tanto vicini che i loro respiri sembravano unirsi e confondersi.
Poi lui ebbe quasi un sussulto, come a volerla stringere a sé ancora di più.
Come a voler cercare le sue labbra e lasciare che tutto il mondo morisse e si annientasse in quel momento.
Ma fu un attimo ed il suo sguardo si destò un istante dopo da quella sensazione.
“Ecco, ora ti sentirai al sicuro…” mormorò senza togliere mai i suoi occhi da quelli di lei “… ora nessuno di prenderà, forzandoti a fare ciò che non vuoi…”
Scese dal cavallo e aiutò poi Talia a fare lo stesso.
Un attimo dopo, Brand, riconoscendo la sorella, corse verso di lei.
Subito dopo apparvero padre Anselmo e i frati francescani.
Infine, restando però qualche passo più indietro, arrivarono quei cavalieri.
Nel vederli, Guisgard restò turbato.
Riconobbe poi il sigillo della Luna Nascente.
Restò inquieto.
“E’ lei, padre?” Domandò Carolus, mentre fissava Talia.
“Si, milord.” Annuì il chierico.
“Cosa sta succedendo?” Domandò Guisgard.
“Lui chi è?” Fissandolo Carolus. “Perché era con la ragazza?”
“Non temete, milord…” fece padre Anselmo “… è uno dei suoi fratelli.”
Guisgard avvertì un’angoscia nel cuore.
“Talia, ti prego, seguimi…” prendendo la mano della ragazza padre Anselmo “… accompagnami nel Tempio…”
E lì, rimasti da soli, il chierico raccontò tutto a Talia.
Guisgard si mise in disparte e qualche istante dopo gli si avvicinò Brand.
“Cosa c’è?” Chiese il cavaliere al fratello. “Mi detesti anche tu, immagino…”
Brand fece no con il capo.
Poi si sedette accanto a lui.
“Cosa sta succedendo, Brand?” Fissandolo Guisgard. “Dimmelo, ti prego…”
Talia
21-02-2012, 19.18.17
“Talia, ti prego, seguimi…” prendendo la mano della ragazza padre Anselmo “… accompagnami nel Tempio…”
E lì, rimasti da soli, il chierico raccontò tutto a Talia.
Rimasi immobile, con gli occhi fissi in quelli di Padre Anselmo per un tempo indeterminato quando ebbe finito di parlare...
Mille pensieri mi vorticavano nella mante, tanto velocemente da produrre un frastuono capace di stordirmi!
Sapevo che qual giorno sarebbe arrivato... lo avevo sempre saputo... eppure non me lo ero mai immaginato. Al contrario, avevo sempre fatto di tutto per non pensarci. Per crederlo lontano, in un futuro indefinito e indefinibile.
Ed invece...
Pensai a Guisgard, alla sera precedente, alla nostra colazione di quella mattina... se solo mi avesse portata via... se solo...
Di colpo chiusi gli occhi ed inspirai profondamente.
“Capisco...” mormorai infine, riaprendoli e costringendomi a tornare a guardarlo “Però, credevo... insomma... il Maestro ha sempre detto che sarebbe spettato a me decidere il momento di abbracciare quel destino. Insomma... so di non avere scelta, ma almeno... almeno il momento!”
elisabeth
21-02-2012, 19.28.06
Non avevo piu' pensato a nulla tranne che a spostare pietre.....la gente era cordiale e nessuno mi chiese nulla,tranne che farmi spazio e collaborare...la cosa migliore quando si stava riflettendo su cosa fare....avevo sentito il rumore dei cavalli...ma nonalzai la testa dal mio lavoro sinoa quando una voce non si rivolse alla mia persona.......avevo le mani nere e le unghie spezzate, il volto era quello di una crbonaia...e il mio bell'abito da ballo adesso non avrebbe fatto girare gli occhi di nessuno....ma mi sentivo piu' in sintonia con quel mondo......" Si...penso anch'io che la donna ha le stesse capacita' di un uomo e viceversa....e' possibile compensarsi......sono Lady Elisabeth Fraser......perdonate se non posso porgervi la mano...non e' nelle condizioni giuste per Vostra Eccellenza....."...........
Guisgard
21-02-2012, 19.43.04
Padre Anselmo fissò Talia.
Restò a guardarla per qualche istante, poi scosse il capo.
“Forse neanche il maestro immaginava questo giorno…” mormorò “… forse ignorava il loro arrivo… forse aveva pensato a te in questo Tempio e non nel lontano mare Egeo… ma ora tutto è relativo, figlia mia… pensa a te come una privilegiata, una fortunata… sarai come una regina con tanti campioni… e potrai fare tanto bene… aiutare i poveri e proteggere i deboli… Talia…” avvicinandosi a lei “… stai servendo Dio… e forse sei nata per questo ruolo…”
Prese allora la mano della fanciulla ed uscirono dal Tempio.
Trovarono ad attenderli i francescani e gli uomini giunti dall’Oriente.
Nel vedere Talia, i cavalieri mostrarono un solenne inchino.
“Siamo giunti per te dall’Oriente…” disse Carolus alla ragazza “… da oggi per te inizierà una nuova vita.”
“Dov’è Nestos?” Domandò il chierico a Brand.
“Non so…” rispose il ragazzo “… è un bel po’ che non si vede…”
“E l’altro tuo fratello?” Chiese ancora padre Anselmo. “Quello giunto con Talia?”
“E’ andato via…” rispose Brand “… è corso via in sella al suo cavallo poco fa… era deluso e arrabbiato…”
“Noi partiremo all’alba.” Disse Carolus.
“Così presto?” Stupito padre Anselmo. “Talia non potrà neanche salutare gli altri suoi fratelli?”
“Non abbiamo tempo, padre.” Fece Carolus. “Il nostro vascello partirà domani presto… siamo attesi a Tessalonica.”
“Allora sarà meglio che tu vada a riposare, Talia.” Disse il chierico alla ragazza.
Era ormai buio.
Talia fu allora accompagnata nella sua stanza da padre Anselmo e dopo averla confessata e benedetta, il chierico la lasciò.
Anche Carolus e i suoi andarono a dormire.
Così, sul Casale, una malinconica e silenziosa sera scese a ricoprire tutto.
Guisgard
21-02-2012, 20.00.46
Berengario sorrise ad Elisabeth.
“Il lavoro nobilita sempre, milady.” Disse. “Non devo perdonarvi nulla. Vedendovi, non ho potuto fare a meno di cogliere il vostro sguardo… credo siate una donna molto in gamba.”
In quel momento giunse Reas.
“Cosa fate, milady?” Meravigliato. “Ci sono i servitori e i soldati! Vi prego, lasciate questa ingiusta fatica!” E prese le mani di Elisabeth, come a volerla allontanare da lì.
“Il capitano Reas infondo dice il vero…” sorridendo Berengario “… dedicatevi ad altro, milady… qualcosa di più degno della vostra intelligenza… dono assai raro.”
In quel momento arrivò anche la regina, scortata dalle sue dame e da Isolde.
“Lady Elisabeth…” fece la regina fissando la donna “… non siate sciocca! E’ lodevole il vostro impegno, ma fuori luogo…”
“Magari riesce bene questo lavoro alla nostra dama…” sorridendo Isolde “… del resto, come afferma lei stessa… lady Elisabeth ama i boschi e i lavori campestri.” E rise.
“Lasciate questo lavoro” ordinò la regina ad Elisabeth “e abbigliatevi come si conviene ad un ospite.” Fece cenno alle sue dame. “Accompagnate lady Elisabeth nei suoi appartamenti e procuratele abiti adatti. Dopo averle offerto un bagno caldo.”
elisabeth
21-02-2012, 20.20.35
Ero confusa, io non ero ne stanca ne' tanto meno pensavo di essere nel posto sbagliato....improvvisamente la mia presenza li' fece scomodare anche la Regina e questo mi mise in imbarazzo......Isolde ovviamente era dolce come una bacca velenosa......" Lady Isolde avete ragione......amo i boschi i fiori e adoro la povera gente che lavora...perche' quando il male distrugge il bene ricostruisce......ma forse per voi e' troppo faticoso comprendere..."....Reas prendendomi per le mani mi fece uscire fuori dalle macerie....." Vi ringrazio....ma uscendo dal palazzo avevo la necessita' di prendere aria.....e alle volte l afatica aiuta a riflettere....sua eccellenza il Ministro e' troppo buono ha visto forse doti che io non ho....per quanto riguarda voi Vostra Maetsa' perdonate se vi ho offesa con il mio comportamento.....faro' in modo di essere piu' presentabile...".....Fui condotta nella mia stanza dove mi fu preparata una vasca con acqua calda e fiori di vaniglia.....l'acqua era veramente un dono prezioso...e cosi' dopo essermi spogliata, mi immersi sino al collo......respirando i vapori di vaniglia.........la mia camera era comunicante con quella di Altea.....ero ad occhi chiusi e sentendo strani rumori ..sorrisi...forse Altea era venuta a trovarmi
Altea
21-02-2012, 20.40.20
Mi destai da quel sonno, sentii dei rumori provenire dalla camera di Elisabeth, scesi lentamente dal letto, mi avvicinai alla porta comunicante, vidi la luce di un lume rischiarare l'uscio...forse era tornata? provai a bussare, sperando fosse lei, non mi sentivo sicura sola in quel posto.
elisabeth
21-02-2012, 20.44.36
Entrare in acqua era fantastico........quando sentii bussare alla porta....presi istintivamente il telo che avevo sulla sedia accanto......." Altea sei Tu....?..."......
Altea
21-02-2012, 20.47.39
Udii la sua voce e come sempre il cuore rallentò il suo battito..."Elisabeth, sono Altea, devo parlarvi di cosa molto importante"..fissai quel pugnale, e lo facevo roteare tra le mani..non capivo bene se quelle parole di Kojo erano un avvertimento..o una sua minaccia.
elisabeth
21-02-2012, 20.53.49
" Entrate Altea.....non indugiate oltre......ho voglia di vedervi....".....
Altea
21-02-2012, 20.58.53
Entrai lentamente nella stanza, senza far rumore, vi era aroma di vaniglia..la nostra lady Elisabeth sta prendendo piena femminilità, pensai sorridendo.
La vidi avvolta in un asciugamano..."Elisabeth, perdonami se ti disturbo a questa ora...ma volevo parlarti di ciò che è avvenuto stasera...durante l'incendio. Per puro caso trovai la Regina mentre le fiamme divampavano e...i Cavalieri del Tulipano ci hanno rinchiuso in una torre...dicono per salvaguardare la regina"..sospirai, fino ad ora avevo sempre avuto con me il maestro vicino a darmi i consigli, ora ero sola e questo mondo mi sembrava strano e pericoloso "la Regina si è aperta con me...ha detto che..ha dovuto chiedere aiuto a Loro, contro...i nemici. E i Cavalieri del Tulipano hanno preso pieno potere dittatoriale...ma chi sono questi nemici?? Ho come l'impressione che quell'incendio non sia stato del tutto casuale" e mi sedetti sul suo letto pensierosa.
elisabeth
21-02-2012, 21.11.02
Finalmente rividi Altea e questo mi diede una grande felicita'....ascoltai Altea e provai le sue emozioni......" Purtroppo, Tylesia e' contesa......ci sono forze del male e qui entra anche la nostra cara Isolde....e le forze del bene....e la Regina e' protetta.....Il comandante Reas sara' per lei una grande forza......e noi Altea Dobbiamo aiutarli....ora ascoltatemi siete stanca...andate a riposare....in questo stato ne io ne te possiamo essere utili....sono qui , qualsiasi cosa hai bisogno non devi far altro che chiamarmi......
Altea
21-02-2012, 21.21.52
Elisabeth seppe, come sempre portarmi quella sicurezza di cui necessitavo.."Si avete ragione, questo Regno è conteso, ma io sarò sempre dalla parte della Regina...domani potremo parlarne a mente fresca..buonanotte Elisabeth..e fate dolci sogni" sorrisi ammicandole.
Ritornai lentamente nella mia stanza, cercando di non far rumore, sembrava quasi che in quel castello i muri parlassero da sè, vidi il pugnale sul tavolino, e lo misi sotto il letto...certo era sempre una arma di difesa. Mi cambiai velocemente e mi misi sotto le coperte, guardavo fuori dalla finestra e pensavo al Cappellano, l'indomani sarei andata a sincerarmi se stesse bene, e mi addormentai rischiarata dal chiarore della Luna...ma...nel dormiveglia avvertivo un calore nella guancia provenire proprio dove era posizionato il pugnale, mi addormentai...e strani sogni invasero il mio sonno..
"la immagine di una donna rinchiusa in una torre simile alla Regina, fiamme che circondavano il castello...e laggiù cavalieri...nemici o amici? e vidi me correre, scappare, cercare di uscire da quel castello quasi incantato, e cercavo di aprire disperatamente quel cancello d'oro".
Mi svegliai di soprassalto madida di sudore "che succede?" pensai "deve essere frutto di ciò che ho vissuto oggi, il mio inconscio ancora è turbato." Mi stesi nel letto..volevo fuggire da li, ma come?
elisabeth
21-02-2012, 23.43.06
Accompagnai alla porta Altea,ma non la chiusi completamente......il fuoco nel camino ardeva levando assieme al lume della candela dei segni sulle pareti....la stanza aveva una luce che andava a ricoprire i colori delle foglie in autunno...mi avvicinai alla vasca......il profumo della vaniglia era ancora forte.......l'acqua era tiepida......mi inginocchiai....ed immersi il mio braccio....ei incominciai a muoverlo in circolo creando dei piccoli cerchi, e li' vidi il mio bosco....era stupendo quando improvvisamente lunghe lingue di fuoco...si attorcigliarono ai miei amati alberi.....tutto era in pericolo......tolsi il braccio dall'acqua ed andai vicino al camino...improvvisamente un vento gelido alito' al mio cuore........e le fiamme sembrarono ondeggiare ........forse dovevo riposare........eppure mi sentivo inchiodata al pavimento...
cavaliere25
22-02-2012, 12.53.03
scesi dal carretto e dissi voi finchè non ve lo dirò io non entrate e mi avvicinai alla casa apri la porta ed entrai e la richiusi dietro di me e mi guardai intorno alla casa
Talia
22-02-2012, 15.43.39
Padre Anselmo mi invitò a tornare nella mia stanza... ed io non discussi: volevo restare sola, in fondo... avevo bisogno di restare sola!
La sera era scesa velocemente sul casale... tanto, forse troppo, velocemente.
Mi accostai alla finestra e guardai il giardino...
Guisgard... Brand aveva detto che se n’era andato... inspirai profondamente e mi costrinsi a chiudere in fondo al cuore quel vivo senso di angoscia che provavo, quella paura, tutti quei rimpianti... Guisgard... quanti sentimenti per lui nel mio cuore... i più assoluti, i più forti, i più vivi... da sempre... e, probabilmente, per sempre.
E poi c’era Nestos... il mio piccolo Nestos... mi chiesi dove fosse, che cosa stesse facendo... avevo fatto una promessa a Nestos, una promessa che non avrei più potuto mantenere...
In preda a questi e mille altri pensieri, ma nel vivo tentativo di placarli, mi allontanai dalla finestra e mi andai a sedere sull’ampio e soffice cuscino che usavo per meditare...
Chiusi gli occhi e mi sforzai di placare la mente... e lentamente i rumori si andarono affievolendo...
“Talia! Finalmente!” esclamò una voce a me molto familiare.
“Maestro?”
Lo spazio intorno a me era luminoso ed indefinito, l’anziano cavaliere mi sorrise.
“Maestro...” mormorai, guardandomi intorno “Dove siamo?”
“Siamo...” anche l’uomo si guardò intorno “Non lo so, Talia! Ma ti stavo aspettando... è molto che ti aspetto. Credevo che saresti giunta prima!”
“Lo so, Maestro...” annuii mestamente “Ma non è facile... non più!”
“Perché?”
“Beh... prima Fyellon... lui ha... lui ti ha... ed io... oh, Maestro... io credo di averlo odiato!”
“Fyellon è tuo fratello, Talia!” mi riprese subito lui, nel tono più austero che aveva “So che cosa ha fatto... lo rammento! Ma... non dimenticare che le sue colpe sono le mie colpe! Ed anche...”
“...anche le mie!” conclusi, completando la sua esitazione.
“Non prendere questo nel modo sbagliato, figlia mia!” disse allora “Non ti sto incolpando... ma tu ed io avevamo un compito... e forse, in parte, abbiamo sbagliato!”
“Lo so, Maestro!” mormorai, annuendo tristemente “Abbiamo agito con leggerezza... abbiamo agito senza guardare alle conseguenze!”
“E tuttavia...” mi corresse l’uomo “Sono le nostre scelte, prima di tutto il resto, a dimostrare ciò che siamo veramente! Fyellon poteva scegliere cosa fare... ed ha scelto la via dell’odio! Di questo tu non hai colpa!”
Sospirai...
“Desideravo trovarlo... trovarlo e parlargli... convincerlo a fare ammenda per il suo gesto... e credevo che forse, così, avrei salvato la sua anima!”
“La sua anima potrà forse essere salvata...” mormorò lui, quasi sovrappensiero “Vi sono molti modi nei quali il destino agisce... e tu... non so... non escludo che potrai rivederlo, presto o tardi!”
“Non credo!” dissi piano “Non credo che lo vedrò più. Non credo che vedrò più nessuno!”
L’uomo sollevò lo sguardo e mi fissò incuriosito...
“Domattina parto!” spiegai, sempre con il medesimo tono “Sono giunti dei Cavalieri della Luna Nascente per me. Vado a... Tessalonica! Credo!”
Lui annuì leggermente, poi tornò a guardarmi...
“Non sento gioia nella tua voce, tuttavia! Come mai?”
Non risposi.
“Oh, Talia...” mormorò dopo qualche momento “Sapevi che questo giorno sarebbe arrivato, in fondo! Lo hai sempre saputo!”
“Si, Maestro...” mormorai “Lo sapevo!”
“E dunque?”
“Non mi piacciono le costrizioni!”
“Lo so... neanche a me sono mai piaciute! Ma questo è il tuo destino!”
“E’ il destino che altri hanno scelto per me!” ribattei.
L’uomo rimase in silenzio per qualche momento, scrutandomi...
“Sai...” disse infine, sospirando appena “Mi hai sorpreso! Credevo... sì, credevo che ti saresti comportata diversamente. Ed invece... domattina parti, dopotutto. Non hai fatto né detto niente per opporti!”
Mi strinsi nelle spalle...
“Ho tentato di fuggire...” mormorai “Sapevo che sarebbero arrivati dopo che... beh, dopo che tu ne sei andato! Lo sentivo! Perciò, credo, ho lasciato il Casale! Ma non è servito! Ed ora...” esitai “Ora non c’è più molto da fare, penso. Ora loro sono qui, ed io appartengo loro. Temo che la vecchia Talia sia destinata a morire.”
“E Guisgard?”
Quella domanda, così a bruciapelo, mi sorprese.
Sollevai gli occhi di scatto e la mia mente vacillò... tutto intorno a me iniziò a farsi sfocato, ad allontanarsi...
“Ti stai distraendo, Talia...” disse la voce del Maestro, da qualche parte vicino a me “Concentrati! Svuota la mente!”
Lo feci... o almeno tentai di farlo... per qualche attimo non accadde niente, poi la luce tornò vivida ed io vidi di nuovo il Maestro.
“Io...” tentai di giustificarmi.
“Capisco!” mormorò lui, ignorandomi “Non è cambiato niente, in fondo!”
Sollevai gli occhi nei suoi...
“No!” dissi seccamente “Niente... ed infatti se n’è andato! Di nuovo!”
“Davvero?” chiese l’uomo, lanciandomi in risposta uno sguardo incuriosito.
“Già!”
“E come mai?”
“Ha importanza?” domandai seccamente.
Lui sorrise leggermente...
“Certo che ne ha, figlia mia!”
“Non lo so...” mormorai, con un profondo sospiro “Diceva di voler trovare Fyellon, diceva di sentirsi in colpa... ma forse ha solo paura. Paura di fermarsi ed affrontare i suoi fantasmi!”
“...ed i suoi sentimenti!” soggiunse l’uomo “La tua stessa paura, mi sembra di capire!”
“Io non ho affatto paura!” mormorai, abbassando però in fretta la sguardo.
“Il destino ha molte strade...” disse lui, dopo qualche momento “E non è detto che scelga sempre la più diretta. Né quella che noi ci attendiamo!”
Per qualche tempo rimasi con gli occhi a terra, riflettendo su ciò che aveva detto... il destino ha molte strade... ma allora...
“Maestro...” sollevai gli occhi per chiedere ancora, ma la voce mi morì in gola...
Quello spazio indefinito nel quale ci trovavamo aveva iniziato a prender lentamente forma... cupole e palazzi stavano iniziando ad affiorare e a comparire davanti ai miei occhi, guglie, mura, torri... e tutto brillava di riflessi d’oro e d’argento che si andavano specchiando in una verde laguna, alimentata da mille zampillanti piccole cascate...
“Maestro...” ripetei, incapace di smettere di guardarmi intorno “Ma... ma dove siamo?”
L’uomo si guardò intorno a sua volta, per un istante, come incuriosito...
“Oh, si!” disse poi “Ora capisco la tua meraviglia, Talia... questa è una città bellissima. Forse la più bella città del mondo!”
“Qual è il suo nome, Maestro?”
“Il suo nome? Oh, il suo nome riecheggia di storie e di leggenda presso molti popoli e in molte culture...”
“Qual è, Maestro?” lo incalzai.
Lui mi osservò per un attimo...
“Tylesia!” disse poi “Questo è il suo nome.”
“Tylesia...” ripetei in un sussurro, in modo da tenerlo a mente “Tylesia!”
“Perché lo chiedi?”
“Perché...” spiegai, riportando lo sguardo su di lui “Perché io ho visto questa città! L’ho vista in alcune visioni...”
“L’hai vista?” i suoi occhi si allargarono appena “Oh... questo è curioso!”
“Perché?”
“Davvero curioso...” ripeté.
“Perché, Maestro? Perché dici che è curioso?”
Lui mi sorrise...
“Perché...” iniziò a dire.
Ma la luce aveva iniziato ad affievolirsi... e l’anziano cavaliere mi sembrava sempre più lontano...
“Maestro...” chiamai “Maestro... aspetta!”
Ma era davvero troppo lontano ed io non udivo più la sua voce.
Aprii gli occhi di colpo.
“Maestro!” mormorai di riflesso... ma ero di nuovo da sola nella mia stanza ed intorno a me era buio.
Mi alzai e di nuovo mi avvicinai alla finestra, restando per qualche momento a scrutare l’orizzonte oscuro...
“Tylesia...” sussurrai contro il vetro “Tylesia!”
Infine abbandonai la finestra e mi lasciai scivolare sul letto... e subito caddi in un sonno profondo.
Guisgard
22-02-2012, 17.08.31
VIII Quadro: Fuga tra la neve caduta ai Piedi di Cristo
("Vuthering Heights è il nome della dimora del signor Heathcliff: <<vuthering>> è un aggettivo dialettale molto significativo, che descrive il tumulto atmosferico a cui la sua posizione è esposta quando fa tempesta.")
(Emily Bronte, "Cime Tempestose")
La sera e poi la notte.
Attraversarono velocemente, quasi in un incanto, quel tempo indefinito e cullarono l’inquieto sonno di Talia.
Poi i versi della notte, forse lo strascico dei sogni che volano via e infine l’etereo riflesso dell’aurora che, pian piano, si diffondeva dolcemente tutt’intorno.
Ad un tratto dei rumori svegliarono Talia.
Provenivano dalla finestra.
Dopo qualche istante la ragazza comprese la loro natura: erano i passi di alcuni di quei cavalieri giunti al Casale dall’Oriente.
Passeggiavano nel giardino e controllavano la situazione.
Poi, dopo un po’, altri rumori furono uditi da Talia.
Stavolta erano più vicini.
Un attimo dopo, una figura apparve sulla finestra.
Con agile balzo la scavalcò ed entrò nella stanza.
Talia fissò la figura fino a quando, avanzando quella fino ad incontrare il chiarore che l’albeggiare liberava nella stanza, ne riconobbe le fattezze.
“Presto, Talia…” disse Guisgard “… vestiti… non c’è tempo… sorvegliano l’intero Casale…”
Fuori era freddo e il cavaliere si slacciò il mantello per poi darlo alla ragazza.
“Dopo metti anche questo…” porgendole il mantello.
Corse allora verso la finestra e spiò nel giardino.
“Se ho calcolato bene il tempo impiegato dai due cavalieri a percorrere lo spazio fino all’androne…” mormorò “... si, tra qualche istante potremo uscire da qui e tentare di raggiungere il viale degli aceri…”
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Guisgard
22-02-2012, 17.35.43
Elisabeth aveva lasciato la porta chiusa e un attimo dopo udì dei rumori.
“Vi occorre qualcosa, milady?” Vedendola accanto alla vasca la cameriera. “Ho qui abiti fra cui potrete scegliere.” E li posò sul letto. “Se vi occorre altro, basta che suoniate il campanellino, milady. Il mio nome è Tya e sono ai vostri ordini.” Mostrò un inchino ed uscì.
La cameriera, poi, si diresse in un’altra stanza e vi entrò.
“Novità, mia cara?” Domandò Kojo a Tya.
“Le due straniere hanno parlato fino a poco fa, signore…” fece la ragazza “… soprattutto quell’Altea mi sembra molto vicina, almeno emotivamente, alla regina… l’altra invece, quella Elisabeth, parla di forze oscure attorno alla città…”
Kojo restò pensieroso.
“La nostra lady Elisabeth sembra amare molto il mondo dell’occulto…” mormorò il cavaliere “… e forse ne resterà scottata ella stessa… quanto ad Altea…” sorrise “… penserò io a lei…” fissò la cameriera “… ottimo lavoro, ragazza mia… tieni d’occhio le nostre belle straniere… va e non deludermi…”
“Si, milord.” Ed uscì dalla stanza.
Guisgard
22-02-2012, 17.36.55
Quel sogno aveva turbato Altea.
Ad un tratto qualcosa la destò dai suoi pensieri.
Era un servitore che bussava alla porta.
“Milady…” entrando il servo “… sir Kojo mi manda a chiedervi, se ciò vi aggrada, di raggiungerlo nel parco del palazzo per una passeggiata… egli desidera mostrarvi il palazzo e le sue meraviglie.”
Guisgard
22-02-2012, 17.49.02
Un buio profondo ed angosciante avvolse Cavaliere25 appena entrò nella stanza.
Poi, pian piano, i suoi occhi si abituarono al buio.
Non si trovava in una stanza, ma solo in un piccolo vestibolo aperto che dava su un orticello.
Ad un tratto, vide una sagoma prendere forma.
Era una fanciulla.
“Chi sei tu?” Domandò al boscaiolo. “Perché la mia mamma mi ha abbandonata qui?”
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Altea
22-02-2012, 17.51.31
Sentii del vociferare nella stanza di Elisabeth...poi sentii bussare alla porta, chi era mai a questa ora della notte?? Scesi dal letto e mi vestii in fretta, aprii la porta e trovai davanti a me un servo....un invito da parte di sir Kojo?..cosa voleva da me? Dovevo saperlo.."Dite al vostro padrone di attendermi ai giardini, ma riferitegli che conosco già le meraviglie di quel posto" risposi con una certa rabbia.
Chiusi la porta, mi sedetti a uno scrittoio portando con me un piccolo lume e in un biglietto scrissi con calamaio "Elisabeth, mi trovo in giardino con sir Kojo..su suo invito. Se avessi bisogno, stai in guardia". Mi avvicinai alla porta di Elisabeth e feci scivolare il biglietto sotto la porta...mi misi il mantello, stavo per uscire..poi una intuizione, mi avvicinai al letto e presi il coltello sotto il cuscino e lo nascosi bene, dentro il vestito.
Scesi veloce le scale, speravo di essere comunque al sicuro...dovevo fare tutto questo per la Regina..io...volevo ridarle il suo Regno..ecco perchè il Calars mi aveva fatto arrivare fino qui risparmiandomi la vita, qualsiasi cosa succedesse gliene avrei parlato. Sentivo i miei passi sul lastricato alabastrato, mi guardavo attorno...dove si trovava? Il cuore batteva forte..no non dovevo aver paura..e se mi avesse uccisa a sangue freddo?
Talia
22-02-2012, 17.54.07
“Guisgard!”
Balzai giù dal letto... gli occhi spalancati e il respiro corto...
Corsi alla finestra e mi affacciai appena... non c’era nessuno... lo afferrai, quindi, e lo tirai dentro la stanza, chiudendo poi in fretta la tenda sottile...
“Sei pazzo!” mormorai “Pazzo! E se... se ti trovano qui? Se ti avessero visto? Non sarebbero stati clementi. Non dovresti essere qui, lo sai... non avresti dovuto...”
Ma mi mancò l’aria e tacqui.
Le mie mani carezzarono le sue spalle, poi il suo viso... infine, d’impeto, lo abbracciai...
“Credevo che te ne fossi andato...” mormorai al suo orecchio “Credevo che te ne fossi andato senza neanche una parola... credevo... credevo che fossi lontano ormai! Oh, Guisgard... sono così felice che tu sia qui... così felice...”
Per qualche attimo rimasi così... non volevo lasciarlo... infine, tuttavia, tornai a guardarlo e sorrisi...
“Presto, Talia…” disse Guisgard “… vestiti… non c’è tempo… sorvegliano l’intero Casale…”
Fuori era freddo e il cavaliere si slacciò il mantello per poi darlo alla ragazza.
“Dopo metti anche questo…” porgendole il mantello.
Corse allora verso la finestra e spiò nel giardino.
“Se ho calcolato bene il tempo impiegato dai due cavalieri a percorrere lo spazio fino all’androne…” mormorò “... si, tra qualche istante potremo uscire da qui e tentare di raggiungere il viale degli aceri…”
Lo fissai per un istante, attonita... quasi incapace di capire...
Poi, lentamente, mi avvicinai a lui e lanciai a mia volta un’occhiata verso il basso...
“Il... il viale?” mormorai, con la voce che tramava forte “Guisgard... che cosa dici? Che cosa vuoi fare?”
Inspirai profondamente e tornai a sollevare una mano sul suo viso...
“Guisgard... questo non è un gioco, lo capisci? Non lo è più! Se... se ti prendono... se scoprono che stai tentando di farmi uscire...” rabbrividii “Questa sarebbe la tua condanna... ed io... io non posso farlo! Non posso... condannarti a morte! Io... io morirei, se ti accadesse qualcosa!”
La mia mano era sulla sua guancia, ma tremava forte... i miei occhi erano lucidi...
“Ho paura!” mormorai.
Guisgard
22-02-2012, 18.11.22
Gli occhi di Guisgard non sembravano concedere clemenza a tutta quella situazione.
“Fa presto a prepararti, Talia…” con tono deciso “… non abbiamo molto tempo…” prese le mani di lei nelle sue “… io non me ne andrò da qui senza di te… e tu non partirai per l’Oriente… no, non accadrà, non ti porteranno via…” le strinse le braccia “… non lo permetterò, capisci?”
Un rumore e lui si voltò verso la finestra.
“Dobbiamo fuggire ora, oppure mai più…” mormorò “… tra pochi istanti ricompariranno quei due cavalieri…”
Scavalcò la finestra e si aggrappò ad un ramo di un albero che cresceva lungo la muratura.
Fece poi cenno a Talia di saltare verso di lui.
“Avanti, ti prenderò al volo…” disse sottovoce “… forza, Talia…” tendendole le braccia.
Guisgard
22-02-2012, 18.27.40
Altea scese nel parco del palazzo.
Luci soffuse disegnavano le forme e le immagini di quel luogo ed un senso di silenzio avvolgeva ogni cosa.
Poi ad un tratto dei passi.
Una figura vestita di nero, dal portamento fiero e lo sguardo enigmatico si avvicinò ad Altea.
“Si narra che Venere assumesse ogni notte una forma di donna diversa” avanzando Kojo “per incontrare il suo amato Adone…” sorrise “… e sono certo che stanotte ha scelto la vostra immagine, milady…” le baciò la mano delicatamente “… siete bellissima, sapete? Una dea, se posso osare. E trovo che questi abiti non vi rendano onore… in Oriente ho sentito parlare di una principessa… si vestiva solo di gioielli… oro, argento, smeraldi e rubini sulla sua pelle nuda…” prese allora un sacchetto dalla sua tasca e ne estrasse una magnifica collana d’oro, con una meravigliosa pietra preziosa incastonata in un pendaglio “… questa credo sia l’unica cosa degna di coprirvi, milady…” mettendo al colo di Altea quella meravigliosa collana.
Altea
22-02-2012, 18.40.26
Sentivo l'avanzare di passi..era lui pensai. Mi voltai e vidi un'ombra scura avvicinarsi per poi rischiararsi alla luce della Luna Piena.
Egli si avvicinò a me, leggermente mi allontanai, quell'uomo mi infastidiva, e poi iniziò a narrare la storia di Venere e Adone e pensai al bassorilievo che avevo visto quel giorno con il Cappellano. Si avvicinò a me, narrandomi la storia di una principessa Orientale...quelle principesse di cui mi parlava il maestro...e con mia sorpresa vidi una pietra verde brillare e mi trovai un bellissimo gioiello al collo..."Sir Kojo, prima mi trattate da spia e ora mi riempite di regali? Vedete...forse mi avete presa come una di quelle dame che si fanno conquistare con gioielli, vestiti, e qualsivoglia, ma vi siete sbagliato sapete??" Mi tolsi la collana e gliela restituii "Anzi penso stia molto meglio al collo di lady Shoyo" e con un sorriso mi avviai velocemente verso il luogo dove solitamente trovavo il Cappellano sperando di trovarlo.
Talia
22-02-2012, 18.46.50
I miei occhi erano larghi e spaventati...
Lo fissavo senza parlare, lo fissavo mentre un misto di paura e di speranza si agitavano nel mio cuore.
Desideravo andare con lui... lo desideravo più di qualsiasi altra cosa al mondo! Eppure... non riuscivo a non pensare che quel mio gesto sarebbe stata la sua condanna a morte... una follia... una cosa assolutamente sconsiderata...
Lo guardavo... e più lo guardavo e più prendevo coraggio dal suo sguardo fermo e dalle sue mani salde sulle mie braccia... avrei potuto fare qualsiasi cosa con lui... avrebbe potuto persuadermi di qualunque cosa, fin’anche la più assurda... ne aveva sempre avuto il potere.
Infine, senza distogliere gli occhi dai suoi, annuii lentamente...
Un rumore e lui si voltò verso la finestra.
“Dobbiamo fuggire ora, oppure mai più…” mormorò “… tra pochi istanti ricompariranno quei due cavalieri…”
C’era un foglio di carta ed una penna d’oca sul basso tavolo accanto a noi...
Lo afferrai e scrissi in fretta...
‘Il Destino ha molte vie.
Se davvero il mio è a Tessalonica, allora ogni via mi ci condurrà.
In caso contrario, domando il vostro perdono e la vostra benedizione.
Che il Cielo vi protegga.
Talia’
Scavalcò la finestra e si aggrappò ad un ramo di un albero che cresceva lungo la muratura.
Fece poi cenno a Talia di saltare verso di lui.
“Avanti, ti prenderò al volo…” disse sottovoce “… forza, Talia…” tendendole le braccia.
Inspirai profondamente...
Poi gli tesi la mano e, chiudendo gli occhi, scavalcai il davanzale.
Guisgard
22-02-2012, 19.30.06
I momenti si susseguirono velocemente.
Il cielo si schiariva sempre più e un leggero vento cominciò a soffiare su Suessyon.
Fu un attimo e Talia saltò dalla finestra, ritrovandosi tra le braccia di Guisgard.
Il vento copriva ogni altro rumore.
Un attimo dopo, i due scivolarono tra i rami e il tronco dell’albero, per ritrovarsi poi a terra.
Guisgard si guardò rapidamente intorno.
Prese la ragazza per mano e corsero tra i cespugli e le piante del giardino, fino a ritrovarsi presso il viale che dava accesso al Casale.
Restarono dietro ad uno degli aceri che come secolari guardiani sorvegliavano l’accesso, mentre Guisgard controllava la situazione.
Il vento soffiava sempre più sul bosco e ogni rumore sembrava confondersi in esso.
Guisgard, allora, fece uno strano verso che attraversò il sibilo di quel vento.
Un attimo dopo un cavallo apparve in fondo al viale e alla sua sella era legato un secondo destriero.
“Raggiungiamo i nostri cavalli, Talia…” mormorò Guisgard.
Ma proprio in quel momento qualcuno apparve alle loro spalle.
“Fermi dove siete!” Estraendo la spada uno dei cavalieri giunti al Casale il giorno prima.
Guisgard
22-02-2012, 19.33.54
Kojo restò infastidito dal gesto di Altea.
Allora, preso dalla collera, la raggiunse, afferrandola per un braccio.
“Rammentate che qui siete un’estranea, milady!” Fissandola negli occhi. “E se siete saggia vi consiglio di farvi delle amicizie! Presto molte cose cambieranno a Tylesia e forse vi occorrerà protezione quando ciò avverrà! Badate, potete essere trattata da dama e con tutti i riguardi ora… ma se rifiuterete, allora, un giorno potrei avervi come schiava! E allora resterete ai miei ordini!” La strinse a sé e la baciò con impeto.
Altea
22-02-2012, 19.52.10
Sir Kojo iniziò a segurmi, iniziai a correre ma egli era più veloce, mi prese per un braccio, la stretta era forte..non riuscivo a liberarmi...iniziò a inveire contro di me...ecco la sua vera indole...minacciandomi addirittura di rendermi sua schiava quando egli mi strinse forte e mi bacio, con l'altra mano riuscii a prendere il pugnale e lo allungai verso il suo stomaco, cercai di divincolarmi da quel bacio...che mi aveva disgustato.."Osate farlo di nuovo" premendo il pugnale" e vi ammazzo..mi avete fatto voi questo dono vero? e io lo uso contro il nemico...siete sicuro sia io la vera..estranea qui? Non persone che si sono impadronite in modo ingiusto di Tylesia? Sappiate che questo vostro gesto e le vostre parole non saranno certo innosservate, e ora lasciatemi andare" mentre pensavo che l'indomani sarei andata a raccontare tutto alla Regina..e Reas.
Talia
22-02-2012, 20.03.07
Il cuore mi batteva tanto forte che quasi non riuscivo ad udire nient'altro...
La mia mano era stretta in quella di Guisgard, ed io strinsi la sua a mia volta nel tentativo di farmi coraggio... attraversammo il giardino, il frutteto, giungemmo al viale e due cavalli arrivarono ad un richiamo...
Poi proprio quando credetti di essere in salvo...
Ma proprio in quel momento qualcuno apparve alle loro spalle.
“Fermi dove siete!” Estraendo la spada uno dei cavalieri giunti al Casale il giorno prima.
Mi voltai di scatto, con un vivo terrore dipinto sul volto...
"Milord..." mormorai.
I miei occhi corsero a Guisgard un momento, poi tornarono a lui...
"Al lago, milord!" dissi, sforzandomi di apparire serena "Mio..." esitai "Mio fratello merita una benedizione con l'acqua pura di quel luogo, prima della nostra partenza!"
Guisgard
22-02-2012, 20.34.08
“All’alba?” Fissandoli il cavaliere. “Una benedizione da fare alle prime luci del giorno? Muovendovi come ladri tra cespugli e alberi?”
“Dubitate di ciò che dice?” Guardandolo Guisgard.
Il cavaliere restò pensieroso.
Abbassò poi la spada.
“Allora vi accompagnerò io…” disse “… la sacerdotessa non può avventurarsi da sola per boschi alle prime luci del giorno… andate, vi seguo.”
Così, Guisgard e Talia si diressero verso il lago, mentre il cavaliere li seguiva.
I due si scambiarono solo un rapido sguardo, come se lui volesse tranquillizzare lei.
“Avete combattuto in Terrasanta?” Domandò Guisgard, come se volesse prendere tempo.
“Cosa ti importa?” Mormorò il cavaliere. “Prosegui e facciamo presto a raggiungere il lago.”
“Un giorno combatterò anche io per il Santo Sepolcro…”
“Continua a camminare.”
“E’ vero che i Saraceni scorticano vivi i prigionieri di guerra?”
“Vuoi smetterla con queste domande?” Seccato il cavaliere. “Se vuoi, posso dirti come nell’antica Roma venivano puniti coloro trovati in compagnia di una vestale.”
“Cosa c’entra questo?”
“Cammina e sta zitto.”
Giunsero al lago.
“Avanti, procediamo con la benedizione.” Guardandoli il cavaliere.
Guisgard allora si mise di fronte a Talia, per poi inginocchiarsi.
Ma poi, improvvisamente, con rapido gesto, lanciò un pugno di terreno negli occhi del cavaliere e lo aggredì.
Scoppiò una colluttazione.
Il cavaliere però, estrasse un pugnale dalla cintura e ferì Guisgard ad una mano.
“Ora avrai ciò che meriti, bastardo…” con rabbia il cavaliere, dopo aver raccolto la sua spada precedentemente caduta “… non sai che nessuno può aggredire un cavaliere della Luna Nascente?”
Ma proprio in quel momento qualcosa di veloce e letale aggredì il cavaliere.
Sheylon, sotto il suo peso, fece così cadere a terra il guerriero che finì trafitto dalla sua stessa spada.
Guisgard
22-02-2012, 20.52.55
Kojo schiaffeggiò con forza Altea.
“Volete uccidermi con questo pugnale?” Stappandolo dalle mani della ragazza. “Davvero pensate basti così poco?”
Allora lo prese a due mani, lacerandosi la pelle a contatto con la lama, fino a spezzarlo in due.
Lo lasciò così cadere a terra.
“Un cavaliere del Tulipano Imperiale” fissandola con odio “è invincibile! E nessuna donna si è mai lamentata delle sue attenzioni…” accarezzandole il viso “… ma ha poca pazienza, rammentatelo…” e afferrò con forza i capelli di Altea, per poi baciarla nuovamente.
Alla fine la spinse contro una colonna, portando le mani attorno al collo di lei.
“Posso avervi come e quando voglio…” mormorò, mentre una delle sue mani scendeva lungo il petto di lei “… anche qui se volessi… ma saprò aspettare… conosco quelle come voi… verrete voi stessa ad implorarmi di prendervi come schiava…” finalmente la lasciò “… e badate bene di non svelare ad alcuno di questo nostro appuntamento… a meno che non vogliate vederlo morto.” E si allontanò ridendo.
Altea
22-02-2012, 21.41.43
La sua mano...nella mia guancia in un doloroso schiaffo, ma non era questo che mi stava facendo male, egli si rivolgeva a me con ira e odio...ecco chi rovinava l'incantato splendore di Tylesia.
Un gesto preso dalla collera, col pugnale si lacerò la pelle per farmi capire che nulla poteva temere, e poi con forza mi prese di nuovo, in un bacio, volevo allontanarmi ma mi blocco e sentii le sue mani su di me..ascoltai le sue parole...e si allontanò e gli urlai "Vi sbagliate, non verrò mai a cercare...io non cerco l'odio e la cattiveria..ma l'amore".
Detto questo iniziai a correre per il giardino, per fortuna riuscii ad entrare prima di lui...e mi trovai davanti alle stanze della Regina, davanti vi erano dei servitori "devo parlare con la Regina", non lo temevo, avrei rischiato il tutto per tutto, schiava..e di cosa pensai?
Talia
23-02-2012, 01.46.40
Successe tutto in fretta... tanto in fretta che non riuscii a fermarli...
Il battibecco. La zuffa. La ferita di Guisgard. L’arrivo di Sheylon.
Gridai... e mi avvicinai di qualche passo all’uomo steso a terra... per qualche attimo rimasi immobile, in piedi, inorridita e terrorizzata...
Poi il mio sguardo si sollevò ed incontrò quello di Guisgard.
Anche lui era immobile... di fronte a me... con la mano che sanguinava vistosamente...
Corsi quindi verso di lui e, delicatamente, presi la mano ferita tra le mie...
“E’ stato un incidente...” mormorai, senza però smettere di tremare “Un brutto incidente!”
Anche la mia voce tremava forte... tentai di dominarla, ma non ci riuscii...
“Oh, Guisgard... non capisci? Poteva succedere il contrario... potevi esserci tu lì...” chiusi gli occhi e chinai la testa sul suo petto per mascherare le lacrime “E tutto per colpa mia! ...Abbracciami, Guisgard! Ti prego!”
Chantal
23-02-2012, 02.23.22
Quel nome.
Chantal aveva pronunciato, quasi racchiuso in un sospiro, il suo nome.
Vayvet allora, all’improvviso, le prese la mano.
Era fredda e sudata la mano del fuggitivo.
“Il mio nome…” mormorò “… sono due anni che non sento pronunciarlo da una voce femminile… quasi ne avevo dimenticato il suono… per un po’ ho odiato il mio nome, sapete?” Il suo respiro cominciava ad ammansirsi e l’agitazione, pian piano, abbandonava il volto del fuggiasco. “Poi, col tempo, mi è diventato indifferente…” strinse, per un attimo, la mano della ragazza, quasi a farle male “… voi tremate… perché? Vi faccio davvero così tanta paura? Eppure vi siete avvicinata a me così tanto da rischiare quasi la vita… sapete che quando un reietto, un rinnegato, un fuggiasco come me sogna è pericoloso? Potrebbe sognare i suoi carnefici e scambiarvi per essi, finendo così per sgozzarvi… o sognare gli spiriti di coloro a cui ha tolto la vita e perdere il senno… vi sta così a cuore la mia ferita, milady? Ebbene, sappiate che essa è niente, in confronto ad un’altra ben peggiore che porto dentro… una ferita dalla quale non guarirò mai…” lasciò la mano di Chantal.
Chantal aveva ascoltato in un silenzio religioso quelle parole.
E davvero tremava.
Ma non perchè temesse quell'uomo,forse per la gelida senazione che le vaniva da quelle parole così dolorose.
Erano dure nel loro più profondo significato,ma fluivano dalla bocca di Vayvet come una fragile ammissione,quasi una confessione.
La ragazza ne fu sorpresa,come se quell'uomo,tanto prevenuto verso di lei,ora le stesse affidando fiducia.
Ed in cuor suo Chantal non avrebbe voluto tradirla quella fiducia.
Perciò ascoltava senza dire nulla,quasi senza fiatare.
Aveva lasciato che il fuggitivo le stringesse la mano,e non l'aveva ritratta proprio per ricambiare a quella fiducia venuta dall'uomo.
Era così coinvolto dai suoi ricordi che nel denudarsi di quei suoi pensieri probabimente neanche s'era accorto di stringere la mano di Chantal con tanta forza da farle male.Ma quando poi la lasciò cadere,Chantal si sentì pervasa da un raggelo improvviso,come se di nuovo si stesse alzando una barriera di comunicazione tra loro.
E questo le causò dispiacere.
La ragazza s'apprestò a indugiare di fianco all'uomo,gli prese di nuovo la mano,era fredda come ghiaccio,e velata di sudore,ma anche quella di Chantal era gelida,allora la ragazza tenne sospesa con il suo esiguo palmo la robusta mano di Vayvet,senza però stringerla,non poteva,del resto,non aveva forze ed era titubantesuli suscitare reazione nell'uomo,ma voleva infondergli coraggio e lasciare che si pronunciasse ancora sulle sue inquietudini,solo così sarebbe giunta a comprenderne la vera natura,e ciò che gli anelava nel cuore.Sempre tenendogli la mano sospesa,la ragazza cercò nella cintura della vita un fazzoletto,lo prese e se lo accostò alla guancia abbandonandosi per un attimo al ricordo del profumo di casa.Era un fazzoletto di finissima tela di fiandra,di un bianco avorio da sembrare luminoso,e con un angolo interamente ricamato nei toni del blu che andavano sfumandosi nell'azzurro,al centro del disegno creato con fili sottilissimi vi era ricamata con punti a nodino piccoli e ravvicinati l'iniziale del suo nome,la lettera C,ornata da piccole volute e qualche rosellina a punto vapore.
Mentre lo teneva sulla guancia ebbe come la sensazione che si fosse scaldato appena,nonostante la freddissima aria della notte che con inclemenza le sferzava il viso.
Così,caldo com'era, porse il fazzoletto a Vayvet perchè si asciugasse la fronte e le mani dal sudore provocatogli dall'agitazione del sonno.
L'uomo lo afferrò con un'espressione di perplessità,e lo strinse nel pugno mentre ancora cercava la mano della ragazza,quella che cadeva al suo fianco e che egli aveva già stretto in quel momento di abbandono alla sua confessione.
Chantal cercava di non pensare ai pericoli ai quali quel fuggiasco potesse esporla,desiderava solo sperare che non si ingannasse sulla sua natura,respirava profondamente senza mai guardarlo in volto,non mentre parlava e si apriva esponendosi in una fragile emotività.
Doveva aver sofferto molto quell'uomo i cui occhi erano tristi e cupi,e doveva aver pianto anche nella vita,pensava la ragazza nell'ascoltarlo.
Non le era mai apparso malvagio,nè volgare,come se serbasse un qualcosa di nobile e cavalleresco nel suo portamento.
Rimasero per indefiniti istanti così,lei a tenergli sospesa la mano,giusto appena appena racchiusa nelle sue piccole dita,e l'uomo a guardare il fazzoletto mentre aveva aperto il pugno,entrambi un po' abbandonati ciascuno ai propri pensieri.
Poi,il fiore.
Chantal,nel voltarsi verso l'uomo che aveva preso a muoversi senza alzare gli occhi dal fazzoletto,incrociò il fiore col suo sguardo.Il ferito s'era appena tirato su con la schiena per sedersi in modo più eretto,e la ragazza vide quella fresia recisa nella notte.
E con quel fiore una rivelazione.
Vayvet lo aveva raccolto mentre narrava di sè,forse, e Chantal era intenta a tenere lo sguardo chino per timore e per rispetto di quelle rivelazioni.
L'uomo lo aveva preso da terra ove giaceva, e lo aveva adagiato tra i due sbieghi della sua camicia tenuta slacciata fino ad un palmo dalla fossetta giugulare,i lacci della quale gli cadevano sui vigorosi muscoli fissati alle clavicole,ma da quel varco che esponeva il manubrio dello sterno Chantal scorse qualcosa che le illuminò gli occhi d'improvviso.
Come un segno di benevolenza le apparve quel che vide..
La ragazza aveva visto,infatti,che Vayvet indossava la catenina con l'ovale donatogli da lei nella casa,e la fresia,poggiata dentro la camicia,nel mezzo della sua slacciatura,emergeva con i suoi bianchi petali ad incornciare la figura della Vergine sul cimelio raffigurata.
Il calore del petto di Vayvet faceva sì che si sprigionassero tutte le essenze di quel fiore selvatico meravigliosamente dolce nel profumo e diafano nelle forme .
Avrebbe voluto chiudere gli occhi Chantal ed abbandonarsi a quel profumo ma non vi riuscì.Paura frammista a speranza,malinconia mischiata a soggezione la attraversavano come un campo di esili spighe di lavanda battuto dal vento del nord.
Vayvet continuava a narrare accoratamente quel piccolo scorcio del suo passato,incurante dei mille turbamenti che reggevano le membra della ragazza.
Ci fu un momento in cui Chantal si sentì rincuorata nel vedere che Vayvet indossasse l'immagine della Vergine.
Come se ora fosse più protetta,accolta nella protezione della sfera Celeste,poichè se l'uomo l'aveva tenuta con seèquella catenina,era sicuramente capace di pietà e misericordia.
E solo pietà e misericordia l'avrebbero potuta trarre in salvo da quella involontaria fuga che la vedeva costretta a seguire quei fuggiasci.
Chantal,per un momento,si abbandonò al ricordo di come fossero venuti via dalla casa così furtivamente,mentre la ragazza l'aveva lasciata in preda a sentimenti di sconforto e di dolore per l'essersi resa responsabile,senza volerlo,della morte delle due guardie del Castaldato.Ora le sembrava impossibile ritrovare quell'oggetto così simbolicamente importante per lei.
Non aveva più pensato a quella catenina Chantal,forse era certa che Vayvet l'avesse abbandonata proprio in quel suo giaciglio presso il focolare della casa.
Invece no.Vayvet nella sua lucidità aveva provveduto a curarsi anche di quell'oggetto a lui,forse,inutile,ma per Chantal di profondo significato affettivo e caramente prezioso.
Chantal non pronunciò alcuna parola al riguardo,volse solo lo sguardo al Cielo,reclinando appena la testa all'indietro,e si abbandonò ad un sospiro di conforto..
E mentre la fanciulla ancora sentiva quel dolce profumo di fresie ad a sfiorarle i sensi,forse causatole più dalla purezza di quell'immagine sull'ovale che dal fiore stesso ,guardò il firmamento,e solo dopo alcuni istanti si voltò a guardare negli occhi l'uomo che ancora se ne stava semisdraiato al suo fianco.Fu per un momento infinitesimale che lo fissò accoratamente,forse perchè rapita da un repentino senso di tenerezza,poi,quasi senza badarci,si ritrovò ad invitarlo a guardare verso quello scorcio di Cielo che si intravedeva tra le cime degli alberi,e in un sussurro la ragazza gli svelò i suoi pensieri.."Guardate lassù,milord.Se scrutate la volta con attenzione,leggerete il vostro nome affidato alle stelle..ed esso non vi sarà più indifferente,ma bello agli occhi, e caro al cuore.."
Vayvet esitava,allora la ragazza rimarcò:"Il vostro nome,mio signore..dite risultarvi indifferente..non desiderate riconoscerlo leggendolo nelle stelle?"E con un cenno della testa lo invitò a seguirla con lo sguardo fino a guardare le costellazioni invernali.
E Vayvet davvero guardò il firmamento.
Quello zefiro freddo e leggero che aveva spazzato via la foschia s'era reso complice di denudare il cielo di ogni nube,ed ora,la notte senza veli mostrava tutte le sue infinite bellezze,scevra di qualunque ornamento che non fosse la grazia del luccichio delle stelle.
Chantal lasciò accarezzarsi il viso da quell'alito di vento fresco e carezzevole, sebbene avesse già le guance infreddolite,ma sembrava voler così affidare ad esso ogni inquietudine,come se,attraversandole i pensieri,quel vento potesse condurla lontana da lì.
E fu così.
Quel vento..soffiava forte,soffiava come a sollevarla degli affanni,dissipando con leggerezza di piuma le sue inquiete sensazioni.
E nel conforto dell'immagine della Vergine chiuse gli occhi..
"Ora va tutto bene,Pierre.E' tutto finito."Rassicurandolo Chantal.
"Non so...ho perso il controllo.Ho creduto che Dio me lo domandase."Le rispose il cavaliere.."Ti prego,perdonami!"
"Come avrebbe potuto Nostro Signore domandarti questo?"Accarezzandogli la fronte la ragazza.
"Io non credevo.."Tentando di spiegarle il Cavaliere.
"Lo so..ora è passato,sii sereno."Rincuorandolo Chantal.
"E' una follia,Chantal..una follia anche solo averlo pensato,averlo creduto giusto.."Turbato il cavaliere.
"Si.una follia!"Commossa Chantal mentre si discosta un po' dal cavaliere.
"Aspetta,ti prego..ti prego,Chantal."Fermandola il cavaliere e stringedola a sè.
"Ho avuto paura,sai?"Con gli occhi lucidi la ragazza.."Ho creduto di comprendere sempre ogni tua azione,ogni tua decisione..Stavolta..oh..ho temuto.."Non riuscendo ad ultimare la ragazza e portandosi una mano chiusa alla bocca.
"No,Chantal,tu no..non puoi perdere fiducia in me,.ho sempre creduto che tu non avresti mai smesso di comprendermi.Ma ora ho bisogno del tuo perdono,Chantal."Trattenendola nel suo abbraccio.
"Ti perdono,Pierre.E ti comprendo.Ma non pensare mai più ad una schiocchezza simile.Mai più."Scostandosi un poco lei da quell'abbraccio così stretto.
"Ho pensato a te,Chantal,ed ho compreso tutto."Afferrandola per le braccia e trattenendola il cavaliere.
Allora Chantal indugiò e si lasciò abbracciare,abbandonandosi con la testa sulla spalla del cavaliere.
E in quel momento giunse il padre di Chantal.
Le acque del fiume erano calme,sulla sponda giacevano abbandonati la spada,l' usbergo è l'elmo del cavaliere.
Il padre guardò il cielo,il vento soffiava forte e freddo e faceva correre le nuvole irrefrenabilmente,come ad ammassarle verso occidente..
Ma il fiume sembrava non incresparsi a quel vento,Anzi,scorreva placido e cristallino.
"E' stato il Cielo.."Disse ascoltando il mormorio del fiume..Poi,volgendosi a Chantal:"Raccogli la spada,Chantal.Sii tu a raccoglierla."
Chantal allora si staccò da Pierre e si incamminò verso il fiume,le gambe le tremavano,tremava tutta.Raccolse la spada come le era stato chiesto,la tenne sospesa tra le mani incerte e poi la trasportò stringendola forte al petto,mentre l'elsa era tenuta all'altezza del volto.
Attese che Pierre la guardasse prima di affidarla a suo padre perchè fosse lui a consegnargliela.
Ma questi le domandò di restituirla lei per lui al cavaliere.
E Chantal annuì.
Quando si trovò con i suoi occhi in quelli del cavaliere,la lama della spada fu fatta scivolare nel teerreno.
"Un Angelo!Un Angelo ti ha teso le braccia,Pierre."Disse con voce placida la ragazza."Ed ora appartieni alla schiera degli Angeli,cavaliere!"Concluse la ragazza abbassando lo sgardo.
"Chantal ha ragione,figliolo!,avendoli raggiunti il padre."Da cavaliere,Pierre,servirai Nostro Signore.."
"Padre..io ho colpe.Tutte le colpe.."Chinando il capo il cavaliere.
"No,figliolo.Alcuno ha colpa,nemmeno tu.Solo la sorte!"Dandogli una pacca sulla spalla l'anziano cavaliere della Guardia Reale.
Chantal,allora,pose la sua mano sull'elsa della spada,e con l'altra cercò la mano di Pierre fino a portarla sulla sua,fino a stringerla sul pomo e lasciare che finalemte impugnasse nuovamente la spada.
Il cavaliere si asciugò la fronte sudata con l'avambraccio,inspirò profondamente e,brandita la spada,la sollevò al Cielo.
Il sole si infrangeva sulla lama riflettendo tutto intorno bagliori luminosi come lunghi ed accecanti fili di luce,ed uno di questi si posò negli occhi di Chantal.
La ragazza,per difendersi,indietreggiò e quel raggio luminoso le cadde sul collo,poi,man mano che arretrava di un passo,finì col posarsi,sull'ovale lucido e levigato che portava al collo,facebndolo risplendere del volto in esso ritratto.Era la Vergine.
Il cavaliere,così,abbassò la spada e allungò la mano verso la catenina di Chantal,fino a sollevare il ciondolo per stringerlo nel suo pugno.
"Avete ragione,padre.."Disse il cavaliere senza però staccare gli occhi da Chantal.."é con la spada che servirò le Milizie Celesti."
In quel momento il vento si placò e le acque del fiume presero a luccicare mentre una nuvola bianca,maestosa come un altare si stagliava all'orizzonte ed invocava la preghiera.
Quel ricordo si impossessò di Chantal repentinamente lasciandole l'amaro sapore della solitudine.
Pierre,suo padre,figure importanti e tanto distanti da lei in quella notte.
Come avrebbe voluto che sopraggiungessero a trarla in salvo,ma chissà dove erano in quel momento e se erano in pena per lei.
Le vennero gli occhi lucidi.
Quell'ovale,il cavaliere,suo padre..disgiunti eppure uniti,vicino a lei,stretti nel suo cuore e nella sua mente.
Chantal fece volontariamente cadere i suoi occhi ancora una volta sul ciondolo che emergeva dal petto del fuggiasco e si strinse forte nella cappa,lasciando la mano dell'uomo e avvolgendosi nel caldo tessuto.
E quando,impossessatasi nuovamente delle sue sensazioni ritornò a guardare Vayvet negli occhi,s'accorse che l'uomo era più sereno.Il suo volto,infatti,ora era asciutto,e le sue tempie appena accarezzate dalle ciocche tenute incuratamente e smosse dal vento,si tenevano salde,solo allora Chantal,memore delle ultime parole del fuggitivo,si fece coraggio di porgli una domanda.Con voce flebile e fioca,quasi racchiuse in un sussurro lasciò fluire le parole:"Una ferità così grave,milord,vi viene solo dal cuore..Chi vi causa tanto dolore?"
Daniel
23-02-2012, 11.20.05
Corsi verso la porta e l'aprii.. Nella stanza io vedevola figura.. Lasciai la spada dietro la colonna.. nascosta.. Guardai Nigros e gli urlai:
<<Cos'è quello? E dov'è Giada? E perchè ero un cavaliere?>>
Ero scosso..
cavaliere25
23-02-2012, 14.00.47
Guardai la fanciulla e dissi io sono cavaliere25 e sono un boscaiolo la tua mamma non ti a abbandonato tu sei qui perchè devi essere guarita e io sono qui per aiutarti non aver paura non ti farò del male e guardai la fanciulla con occhi tristi
Guisgard
23-02-2012, 17.33.39
Altea era giunta davanti alle stanze della regina.
Era visibilmente scossa e agitata.
In quel momento giunse qualcuno: era Berengario, il primo ministro.
“Cosa vi succede, milady?” Domandò alla ragazza. “Mi sembrate spaventata… è accaduto qualcosa? Presto, portate una tisana per calmarla.” Ordinò ai servi. “Venite, dovete stare tranquilla, qui siete al sicuro.” E le fece cenno di sedersi per calmarsi.
Guisgard
23-02-2012, 17.34.23
“Guarire?” Ripeté la fanciulla fissando Cavaliere25. “Guarire da cosa? Io soffro perché sono sola… anche tu lo sei, vero? Anche tu non hai più nessuno, lo so… vuoi restare con me qui? Giocheremo insieme oggi giorno e nessuno ci separerà mai… così non saremo più tristi io e te…”
Guisgard
23-02-2012, 17.37.57
Nigros, a quelle parole di Daniel, restò turbato a fissare il ragazzo.
“Giada…” mormorò “… il Cavaliere Verde… sei davvero sicuro? Sei davvero certo di averlo visto? Eppure ciò è impossibile… ormai sono 300 anni che è addormentato… imprigionato in quel suo sonno secolare… un sonno senza sogni… mentre qui a Tylesia si vive ormai di incubi…”
Guisgard
23-02-2012, 17.43.15
Guisgard fissava il corpo senza vita di quel cavaliere.
Il suo sguardo era cupo, il volto tirato e l’espressione indefinita.
Il vento, inclemente, batteva ormai con vigore sul bosco e aveva spazzata via dal cielo ogni nuvola, liberando quella tersa e luminosa mattina.
Soffiava tra i suoi capelli come a volerlo scuotere.
Sheylon aveva il respiro pesante e fissava il vuoto che sembrava farsi largo alla fine del viale racchiuso dagli aceri.
Mille pensieri, come una marea straripante, si accavallavano nella mente di Guisgard.
Aveva attaccato un cavaliere.
E non un cavaliere comune, ma un consacrato.
I Cavalieri della Luna Nascente erano a metà tra i chierici e i guerrieri, aggredire dunque uno di loro era considerato quasi un atto ereticale.
Era dunque colpevole davanti al Cielo e davanti agli uomini.
Talia si avvicinò a lui, poggiando prima il capo sul petto di lui e poi abbracciandolo.
Quasi con fare meccanico, cinse il braccio di lei e strinse a sé la ragazza.
Cosa pensava?
Cosa attraversava davvero il cuore di Guisgard?
Era pentito?
Ne era valsa la pena tornare indietro?
Per cosa?
Era reale ciò che l’aveva spinto a tutto quello?
O solo un’illusione?
Cosa sentiva in questo momento Guisgard?
Per un istante, che apparve come infinito, tutto attorno a lui sembrò perdere significato.
La voce di Talia, per un momento, sembrò perdersi e confondersi nel vento.
Come se quel vento volesse portare via con sé tutto.
Cosa sarebbe rimasto quando avrebbe smesso di soffiare?
Forse, più nulla, se non la sua colpa.
Questo temette Gusgard.
Ed ebbe paura.
Più della pena per quella sua colpa.
Non rispose niente alla ragazza.
Fissò ancora quel cadavere.
Poi, d’improvviso, gli si avvicinò
Lo trascinò tra i cespugli, nascondendolo bene.
Come un criminale, un assassino, nascondeva il suo delitto con la speranza di guadagnare tempo sui suoi inseguitori.
Si segnò con la Croce e recitò qualche preghiera.
E un pensiero, terribile e assoluto, lo raggiunse: il suo arrivo al Casale degli Aceri aveva portato solo morte.
Prese poi i cavalli e fece cenno a Talia di partire.
Un attimo dopo, fratello e sorella, seguiti da Sheylon, lasciarono il Casale degli Aceri.
Guisgard
23-02-2012, 17.57.35
Vayvet per un pò restò a fissare il cielo stellato, come se le parole di Chantal lo guidassero verso il firmamento e la delicatezza delle sue parole lo cullassero in quell’infinito scintillio di astri e sogni.
Poi, a quell’ultima domanda di Chantal, circa il suo dolore, il fuggiasco ebbe un sussulto.
Una maschera enigmatica si posò sul suo volto e il fuggitivo tradì quasi insofferenza.
Allora si alzò e avanzò di qualche passo verso gli ultimi ardori del fuoco morente.
“Ognuno di noi porta qualche pena nell’animo e nel cuore…” mormorò “… forse solo nell’ingenuità della fanciullezza ignoriamo il dolore…” si voltò verso Chantal “… preparatevi… tra meno di un’ora ripartiremo…”
Andò allora dai suoi compagni, dando loro ordine di ripartire al più presto.
In breve furono pronti a riprendere il viaggio.
“Sai dove andare, capo?” Domandò Haro a Vayvet.
“Verso Nord…” fece questi “… dobbiamo raggiungere terre in cui la giurisdizione del Gastaldo non ci sia più… solo così avremo una possibilità…”
Ad un tratto si udì un nitrito e poi un tonfo.
“Cosa succede, Monty?” Domandò Vayvet.
“Si era azzoppato il cavallo, capo…” rispose Monty “… ho dovuto sopprimerlo col pugnale…”
“Maledizione!” Esclamò Vayvet.
“Come faremo ora?” Chiese Haro. “Non possiamo certo proseguire con tre soli cavalli…”
“Escluso.” Pensieroso Vayvet.
“Allora?” Impaziente Monty. “Uccidiamo la ragazza e prendo il suo cavallo?”
“Sta zitto, sai solo causare noie.” Zittendolo Vayvet. “Haro…” rivolgendosi poi all’altro compagno “… tu resterai con la ragazza… mentre io e Monty andremo in cerca di un cavallo… occhi aperti, mi raccomando.”
“Si, capo.”
Vayvet e Monty allora presero due cavalli e si allontanarono.
“Resta seduta accanto a quell’albero…” disse Haro a Chantal “… e bada di non tentare niente di azzardato.”
E si sdraiò accanto ad una siepe, sotto il tepore del Sole pomeridiano.
elisabeth
23-02-2012, 19.35.01
Il rumore della porta che si apriva mi fece ritornare con i piedi per terra, era Tya cosi' si era presentata...mi porto' tre bellissimi abiti e li poso' sul letto....." Come una favola....un castello....una calda e profumata vasca per il bagno e voi mia cara, come dama personale........devo ritenermi un ospite molto particolare.....ringraziate chi vi manda.....se avro' bisogno vi faro' chiamare.." ......Tya ando' via e richiuse la porta alle sue spalle...
Il vento comincio' a soffiare prima lento e poi gelido portando le parole di Tya e.....quella voce...mi ricordava qualcuno, gia' il tenero spasimante di Altea......La parola occulto, faceva al caso di chi non conosceva...occulto e' mondo celato......per me nulla era nascosto.....ma questo gli sarebbe stato spiegato nel momento giusto caro il mio aitante Kojo......
Andai veros il letto e scelsi il vestito che almeno al momento mi sembrava piu' sobrio......e mentre finni di allacciarlo vidi sotto la porta che divideva la stanza tra me e Altea..un foglietto......andai a leggerlo.
Kojo era un uomo prepotente e violento, e il suo modo di fare poteva solo esasperare una causa gia' pesante da subire......presi quindi il foglietto lo piegai e lo misi nel corsetto....uscii quindi dalla stanza, e camminando tra i corridoi......sentii la presenza di qualcuno che camminava sulla traccia della mia ombra........non accellerai il passo..proseguii tranquillamente, .....volevo vedere Tya....avevo bisogno di mangiare..e eli era colei che doveva soddisfare ogni mia richiesta......Pensai ad Altea, ma lei era una donna forte e se avesse avuto bisogno di me sapeva che le sarei comparsa al fianco......come avrebbe fatto la piu' brava delle Maghe......infondo ero o non ero la regina dei Boschi.....chissa' che faccia vrebbe fatto il comandante Reas..se mi fossi tramutata in tronco.....
Daniel
23-02-2012, 21.27.56
Lo guardai spaesato e confuso e gli dissi..
<<Il cavaliere ero io..>>
Altea
23-02-2012, 22.21.59
Subito mi raggiunse un uomo molto nobile e gentile, si presentò come Berengario, primo ministro..era uomo di fiducia? Non sapevo più confusa a chi credere o meno...subito mi portarono una tisana.."Scusate milord, io ho grande necessità di parlare con la Regina, ancor di più con sir Reas...è cosa urgente, potete farmi la compiacenza di cercarli?"
Guisgard
24-02-2012, 00.30.11
Berengario tentò di far calmare Altea.
Si sedette accanto a lei e cercò di tranquillizzarla.
“Sua maestà starà riposando…” disse il ministro “… quanto al capitano Reas, temo che sia impegnato… vedete, abbiamo subito un nuovo attacco e stavolta hanno tentato di colpire il cuore di Tylesia, ossia il suo palazzo reale… il capitano sta organizzando la difesa del regno… ma, vi prego, non abbiate timore… io sono il primo ministro del reame e di me potete fidarvi… godo della fiducia assoluta di sua maestà… raccontatemi tutto ciò che vi preoccupa, milady…”
Guisgard
24-02-2012, 00.44.27
Nigros fissò Daniel per qualche istante, poi si voltò verso un dipinto.
Sembrava a tema sacro, con quattro Angeli che vegliavano su Tylesia, ciascuno nascendo da uno dei quattro elementi conosciuti.
“Tylesia ha deciso di zittire il suo passato…” disse restando a fissare il quadro “... le sue leggende e i suoi miti… ad un tratto il regno si è svegliato, mettendo al rogo secoli di conoscenze… secoli in cui i nostri antenati avevano svelato alcuni dei segreti in cui l’Onnipotente Ha racchiuso la natura e il Creato tutto… magia, alchimia, destino, spiritismo… tutto questo e molto altro ancora ha perduto valore e significato… la Ragione è divenuta l’unica vera disciplina… la sola capace di rendere felice l’uomo…” un ghigno nacque e morì, nel medesimo istante, sul suo volto “… che assurdità… ed ora con questa sola arma, la nostra Ragione, si vuole vincere e allontanare un nemico infinitamente più forte di noi, che possiede conoscenze antiche più del mondo… un nemico deciso a distruggerci…” si voltò verso Daniel “… ritieniti fortunato, ragazzo mio… hai visto in sogno l’antico splendore di queste terre… ma era solo un sogno, residuo di un passato relegato nelle leggende e nel mito… e dunque spento per sempre…”
Guisgard
24-02-2012, 01.03.43
Elisabeth camminava in quei corridoi.
Dipinti, statue, animali impagliati, scudi e armi, tutto questo e molto altro ancora, di un sapore nobile e solenne, abbelliva e impreziosiva quel luogo.
Ad un tratto la maga dei boschi si sentì seguita.
“Questo vestito vi sta molto bene, milady.” Disse Tya, mostrando un lieve inchino. “Vi occorre qualcosa?”
Altea
24-02-2012, 09.36.54
Mi accomodai sulla sedia, era impossibile parlare con la regina e sir Reas..guardai il Primo Ministro. Gli mostrai la mia guancia ancora rossa e dolorante "Come vedete ho ricevuto un bel ceffone da parte di sir Kojo..se posso chiamarlo signore, con tanto di minacce e ha osato...approffittare pure di me. Io non accetto questo comportamento...vi prego milord, fatemi uscire da qui, non dirò assolutamente nulla di ciò che ho visto in questo castello."
cavaliere25
24-02-2012, 11.41.36
certo anche io sono rimasto solo ma cerco sempre di trovare nuove persone tu come ti chiami dissi avvicinandomi lentamente misi una mano dentro il saio e tenni in mano una boccetta di acqua benedetta
Talia
24-02-2012, 13.16.27
Silenzio...
Dopo l’incidente al cavaliere, Guisgard non aveva più detto neanche una sola parola.
Aveva fatto ciò che doveva quasi meccanicamente, poi aveva preso i cavalli e mi aveva fatto cenno di salire in sella.
Non avevo replicato.
Non avevo osato oppormi.
Ma un grande vuoto si era spalancato dentro di me!
Era pentito... la mia mente non riusciva a formulare nessun altro pensiero.
Era pentito di essere tornato, pentito avermi aiutata a fuggire... tutto ciò che gli avevo procurato, fin dal primo momento, erano stati soltanto guai.
Cavalcavo in silenzio, con gli occhi fissi davanti e me e la mente che sembrava poter esplodere da un momento all’altro...
Non so per quanto tempo cavalcammo, ma infine iniziai a sentirmi stanca ed indolenzita... aprii la bocca per dirlo... ma subito la richiusi, quando i miei occhi incontrarono il suo sguardo cupo...
Strinsi di più le briglie, così... e mi costrinsi a restare in sella.
E il tempo passava... silenzioso e lento... Luthien procedeva tranquilla, mezzo passo dietro al cavallo di Guisgard, senza che fosse necessario per me far caso alla strada... e questo mi consentiva di pensare... e pensare mi portava sempre più dolore e senso di colpa...
Infine, incapace di trattenermi oltre, ma senza avere il coraggio di guardarlo...
“Mi dispiace!” mormorai “Mi dispiace così tanto... vorrei che potessi perdonarmi!”
Daniel
24-02-2012, 16.14.25
Lo guardai affascinato dalla storia che mi aveva raccontato.. Poi mi voltai e lo guardai dritto negli occhi..
<<Non è detto.. Lei mi vuole far compiere una missione o qualcosa del genre per salvare questa terra.. Mi ha parlato di una certa Fillory.. Cos'è?>>
Guisgard
24-02-2012, 16.52.52
Galoppavano.
Il Sole era stato clemente e risplendeva forte nel cielo terso di quella mattinata di Febbraio.
Galoppavano tra il lussureggiante bosco, battuto da un vento senza nome e avvolti in un silenzio a tratti insopportabile.
Poi quelle parole di Talia.
“Di cosa dovrei perdonarti?” Senza distogliere lo sguardo dalla strada Guisgard. “Non vedo cosa tu abbia fatto per chiedere il mio perdono.”
I monti.
Ora apparivano più vicini.
Abraham Merritt scriveva che per raccontare una storia, un sogno o anche un’intera vita, occorrevano un luogo in cui ambientare il tutto e due occhi per ispirarci.
Lasciate che vi parli della terra dove regnarono i nobili Taddei.
Fissandola si arriva a perdere la vista, finendo per confondere e smarrire il confine che separa la Terra dal Cielo.
Tutt’intorno, addormentati in un secolare sonno, sono adagiati antichi borghi e cittadine, ciascuna con una storia fatta di miti e leggende conosciute ormai solo dal vento.
Piccoli e brevi corsi d’acqua serpeggiano nella rigogliosa campagna e querce, salici, faggi e olmi scandiscono, come antichi miliari romani, le strade che dalla capitale raggiungono ogni altro feudo.
Cosa occorre ora per dar vita a tutto questo?
Per renderlo reale?
Per animare questo mondo dai tratti fiabeschi, eppure concreto e vero come la cosa più reale che esista?
Forse quegli occhi di cui accennava Merritt.
Guisgard finalmente si voltò a fissare Talia, guardandola negli occhi.
“Perché pensi che debba perdonarti?”
Ma in quel momento comparve un gregge lungo la strada.
Il pastore, avvicinandosi e vedendo Sheylon, si impaurì, mentre i suoi cani cominciarono ad abbaiare da lontano alla tigre.
“Non abbiate paura!” Disse Guisgard al pastore. “Non accadrà nulla alle vostre pecore! Diteci, piuttosto, dove siamo? Che contrada è questa?”
Il pastore, dopo qualche attimo di titubanza, fece qualche passo verso di loro.
“Siamo ormai presso le pendici del monte Summus…” rispose “… vedete la montagna?” Indicando un piccolo monte innevato che dominava la zona. “Non è molto imponente, eppure quest’anno la neve ne ha ricoperto gran parte… siete ai Piedi di Cristo, messere.”
“I piedi di Cristo?” Ripeté Guisgard.
“Si, messere…” annuendo il pastore “… così è chiamato questo luogo alle pendici del Summus… e quando fa freddo al punto da nevicare, noi pastori diciamo che cade la neve anche ai Piedi di Cristo.”
http://www.monstersandcritics.de/downloads/downloads/articles3/131035/article_images/image3_1238177559.jpg
Guisgard
24-02-2012, 21.01.33
Nel vedere il volto di Altea ancora segnato dallo schiaffo di Kojo, Berengario restò per un momento in silenzio.
Si voltò poi verso i servi e fece loro cenno di uscire, ma dando anche l’ordine di portare un unguento per medicare.
“Milady…” tornando a guardare Altea “… viviamo in tempi difficili e Tylesia è in una morsa… i nostri nemici ci minacciano dall’esterno, mentre all’interno viviamo la guerra fredda tra la regina e i Cavalieri del Tulipano Imperiale… loro non attendono altro che un pretesto per minacciare la casa reale… se scoppiasse uno scandalo a causa di ciò che sir Kojo ha fatto a voi, allora tutto andrebbe perduto… e la regina correrebbe il serio pericolo di essere spodestata… vi chiedo di essere cauta… del resto non sarebbe facile accusare quel cavaliere… perché siete andata da sola con lui nel parco? Così si giustificherebbe, puntando il dito contro il vostro onore di dama… no, datemi ascolto, milady… meglio far finta di niente… fatelo per la regina…”
In quel momento giunse una servitrice con l’unguento.
Berengario allora ordinò alla ragazza di medicare Altea.
“In breve quel segno svanirà dal vostro bel viso, milady…” mormorò il primo ministro.
Guisgard
24-02-2012, 21.08.08
La fanciulla fissò Cavaliere25.
“Aiutami…” mormorò “… mi tengono prigioniera qui dentro… non mi fanno uscire mai… mi passano il cibo da una fessura che si apre nella porta… non vedo mai la luce del Sole… sono dei fanatici… mi maltrattano… dicono che in me vive un demone… capisci? E’ orribile… e per questo motivo mi trattano come un animale… non mi fanno uscire mai da qui… se fosse vero ciò che dicono, perché allora non mi portano neanche in chiesa? Un luogo benedetto scaccia i demoni, ma loro invece mi tengono segregata qui… aiutami, ti supplico… sei la mia unica speranza…”
Guisgard
24-02-2012, 21.13.11
“Fillory” rispose Nigros “era un nome… il nome della cavalla che cavalcava il Cavaliere Verde secondo la leggenda… fu con lui durante l’ultima battaglia in cui qualcuno indossò la corazza…”
Si avvicinò allora al sarcofago.
“Sono secoli che non viene aperto…” mormorò per poi guardare Daniel “… una legge emessa direttamente dal re, secoli fa, ha vietato l’utilizzo di questa corazza e delle altre tre che completano il corredo degli antichi guardiani di Tylesia… come vedi non si può neanche aprire questo sarcofago, senza incorrere in una terribile pena…”
Altea
24-02-2012, 21.28.37
Ascoltai le parole del Primo Ministro...."Lord Berengario, scusate ma chi sono questi nemici di Tylesia? come si chiamano?? Vedete sono andata sola nel giardino per avere più notizie da parte di sir Kojo, pensavo cosi di aiutare la Regina...per favore fatemi andare via da qui, troverò un posto dove stare in città. Non si fermerà qui lord Kojo, ha già detto che se mi ribello ancora a lui...me la farà pagare, sono in pericolo qui"
Daniel
25-02-2012, 18.51.55
Dovevo aprire quel sarcofago.. Era chiuso da un possente catenaccio.. Senza pensarci due volte presi la spada e frantumai il catenaccio facendo aprire il sarcofago..
<<Ma noi non lo diremo a nessuno che lo abbiamo aerto vero?>> dissi guardando Nigros sorridendo
Parsifal25
26-02-2012, 14.52.45
La richiesta del monaco non poteva essere rinviata..... se lui era convinto.... allora cercheremo il modo di trovarlo...
Iniziai a perlustrare il luogo dell'impatto in cerca di qualche indizio; mentre procedevo si udirono dei passi era il Maestro Redentos che si era destato ed era venuto a cercarmi...
Sentì che si presentarono, ma ero concentrato nella ricerca del confratello di Jovanus, nulla poteva distrarmi. Ogni minuto che passava poteva essere fatale.
Guisgard
27-02-2012, 02.03.32
IX Quadro: Il Cavaliere Verde
(“Hrodgar parlò. Scrutava l’elsa, reliquia antica.
C’era su incisa la storia del conflitto secolare, di quando
il Diluvio distrusse, la gonfia mareggiata, la razza dei giganti.”)
(Beowulf)
Daniel vibrò un colpo fortissimo con la spada sul catenaccio che chiudeva il sarcofago.
Tuttavia non riuscì nemmeno a scalfirlo con quel fendente.
“Se quel sarcofago” ridendo Nigros “si potesse aprire così facilmente, allora, ragazzo mio, non avrebbe nulla di speciale!” Prese la spada dalle mani di Daniel e la poggiò di nuovo accanto al sarcofago. “Esiste solo un modo per aprire questo sarcofago… almeno stando all’antica leggenda che parla del Cavaliere Verde…” indicò allora al ragazzo un’incisione all’altezza del cuore scolpito sul sarcofago “… la chiave per aprire questo sarcofago è celata in un posto inaccessibile e l’unico indizio è questa incisione… e se tu hai davvero sognato il Cavaliere Verde allora chissà che tu non sia un prescelto.” E rise di gusto.
L’incisione così recitava:
“Il frutto che cresce al freddo del palazzo,
cercalo di tal colore, cercalo se non sei pazzo.”
Nigros, allora, restò a fissare l'immagine scolpita sul sarcofago.
http://3.bp.blogspot.com/_64luqGBJtsE/TNPv_7faUMI/AAAAAAAABUo/9kKinnYEhsk/s1600/Cecil-Kain.jpg
Guisgard
27-02-2012, 02.17.11
Redentos, udita la storia del naufragio per bocca di Jovinus, cominciò a setacciare la zona insieme a Parsifal e al monaco.
Alla fine però, giunto l’albeggiare, i tre si fermarono.
“Forse con la luce del giorno saremo più fortunati…” disse Redentos al monaco “… anche se, è bene dirlo, sopravvivere ad un naufragio come quello che ci avete raccontato non è cosa facile…”
Jovinus, a quelle parole, chinò il capo e apparve affranto.
Redentos allora portò il monaco accanto al fuoco, dove trovarono ad attenderli Avid il nano.
E il cavaliere raccontò anche a lui la storia del naufragio.
E mentre Redentos, Parsifal, Jovinus e Avid si scaldavano davanti al fuoco, nell’aria si diffuse un lento e austero rintocco di campane.
“Una chiesa nel bel mezzo di questa selva?” Stupito il nano. “Come può essere?”
Guisgard
27-02-2012, 02.22.01
A quelle parole di altea, Berengario la fissò pensieroso.
“I nemici di Tylesia?” Chinando poi il capo. “Sono ormai anni che siamo assediati da un nemico tanto misterioso, quanto terribile. Un nemico che sembra avere come unica ossessione la totale volontà di annientarci…”
In quel momento giunse Reas.
Il capitano aveva udito ogni parola di Altea.
“Vi hanno minacciata?” Avvicinandosi alla ragazza. “Perché non siete venuta da me?”
Altea
27-02-2012, 02.27.41
Ascoltai le parole di Lord Berengario...quel nemico non aveva un nome? un volto...pensai??era finzione forse??
In quel momento arrivò Reas, un pò mi sentii rissolevata"Vi cercai milord ma mi dissero eravate impegnato..almeno Voi, fatemi uscire da questo castello fatato ma ingannatore...sir Kojo mi assillerà vi prego...o fuggirò da sola".
Guisgard
27-02-2012, 03.02.58
Reas fissò Altea.
“E fuori da qui pensate forse di essere al sicuro?” Avvicinandosi ancor di più alla ragazza. “Lo pensate davvero? Fuori da questa città è il caos! Siamo assediati da un nemico implacabile e tra le mura del palazzo si muovono come serpi quei cavalieri del Tulipano! Cosa vi hanno fatto? Forse Kojo ha osato toccarvi? Ditemelo, vi prego!”
“State calmo, capitano…” intervenne Berengario.
“Statene fuori, per favore.” Voltandosi Reas. “Comincio ad essere stanco di quei prepotenti!”
“Volete scatenare uno scontro all’interno del palazzo, capitano?”
“Si, se continueranno a comportarsi come fossero i padroni!” Gridò Reas. “Cosa vi ha fatto quel bastardo, milady?” Rivolgendosi di nuovo ad Altea.
http://farm6.staticflickr.com/5173/5510636492_b4fdb6e626.jpg
Altea
27-02-2012, 03.10.28
I due cavalieri iniziarono a battibeccare...uno voleva celare ciò che si nascondeva nel castello, l'altro voleva la verità...Reas era infervorito..."Milord, si è vero... Lord Kojo mi ha schiaffeggiata e ha cercato di abusare di me..solo perchè non ho accettato una collana. E' stato tremendo, orribile come lo è quell'uomo, mi ha minacciato se non accondiscenderò ai suoi voleri, mi renderà schiava..schiava di cosa? ecco perchè mi cerco la libertà, fuori sarà peggio? ma sarò libera di muovermi come voglio"
Guisgard
27-02-2012, 03.25.07
Ad udire quelle parole di Altea, Reas perse il controllo.
Uscì di corsa e si diresse verso la torre dove alloggiavano i cavalieri del Tulipano.
“Ora il capitano cercherà lo scontro con sir Kojo!” Disse Berengario ad Altea. “Potrebbe finire in un duello e forse con la morte di uno dei due! Perdonatemi, ma siete stata avventata a raccontargli tutto! Il capitano Reas è un uomo che si lascia dominare dai suoi stati d’animo e questo ora non possiamo permettercelo qui a Tylesia!”
Reas, intanto, era arrivato nella torre e chiese di vedere Kojo.
“Cercavate me, capitano Reas?” Con un ghigno il cavaliere.
cavaliere25
27-02-2012, 12.05.17
Guardai la bambina e dissi certo che ti aiuto ora proviamo una cosa presi la bottiglietta di acqua benedetta e dissi ora vediamo se riesco a scacciare via il demone che vive dentro di te
Altea
27-02-2012, 13.28.41
Sentii le accuse di Lord Berengario...la colpa era mia? mia.. che ero stata portata qui con la forza, che avevo subito questo genere di angherie e io ero quella che veniva accusata..e Reas salì verso la torre dei Cavalieri per avere vendetta, ma la vendetta ero sicura non era verso di me, ma verso tutti i soprusi che quei Cavalieri facevano a Tylesia, la Regina e a quel castello. Avrei potuto salire e fermare tutto, ma non era certo mio compito..la causa non era mia. Così mi allontanai, ormai ero decisa...il Calars mi aveva portato in questo posto incantato ed ero partita come una viaggiatrice senza meta e senza motivo, ma nulla viene per caso, la nostra vita è come un cammino e come un fiume scorre e sa dove portarci, solo noi dobbiamo seguire l'andamento di quel fiume che è il nostro destino.
Mi addentrai nel giardino, lentamente, senza farmi vedere e notare...mi avvicinai a quel cancello d'oro, presi il lucchetto, era troppo duro, non vi era modo di uscire, avrei potuto scavalcare il cancello ma le inferiate erano appuntite, troppo rischioso...mi sedetti di fronte al cancello, improvvisamente davanti a me apparì qualcosa di strano, una strana luce, alzai gli occhi al Cielo e la Luna sembrava volesse aiutarmi...come un raggio di sole illuminava quei diamanti e formavano un alone che andava a riflettersi in un lembo del fiume che scorreva sia dentro e fuori del giardino, misi una gamba dentro...l'acqua era profonda...la Natura voleva aiutarmi. Mi tuffai, e nuotai, nuotai, non so nemmeno io dove ma vedevo quel bagliore che mi guidava fino a un punto dove riemersi...e il Calars mi fu benevolo, mi voltai e dietro le mie spalle vidi solo il Castello...ero uscita finalmente. Presto mi rialzai, ero bagnata fradicia ma non mi importava, iniziai a camminare per un sentiero alberato finchè vidi delle luci e mi trovai nella città di Tylesia e come una bimba ammiravo il suo splendore, mi incamminai verso una stradina, onde evitare mi potessero trovare.
Talia
27-02-2012, 15.31.42
Il sole brillava alto nel cielo terso e la campagna si distendeva intorno a noi pacifica e silenziosa, come immersa in un leggero sonno. Lo scalpiccio regolare dei nostri due cavalli era, insieme al passo felpato di Sheylon, l’unico rumore che rompeva quella quiete, altrimenti assoluta e quasi ovattata. Era inverno, e nonostante ciò quel giorno l’aria era così tiepida ed intensamente profumata che sembrava voler annunciare l’imminente arrivo della primavera.
Eppure, pure in quest’apparente pace, un occhio attento avrebbe forse potuto scorgere i germi di una latente inquietudine...
La mia schiena rigida, il respiro lento e gli occhi che, pur tentando di restare fissi sulla strada, correvano invece spesso, ad intervalli quasi regolari, al cavaliere che cavalcava al mio fianco, avrebbero forse potuto indicare quanto il mio cuore fosse pesante nel petto.
Guisgard finalmente si voltò a fissare Talia, guardandola negli occhi.
“Perché pensi che debba perdonarti?”
I miei occhi incontrarono i suoi per un istante ed allora, quasi colta di sorpresa, io li distolsi...
“Perché...” iniziai lentamente a dire “Perché io...”
Ma subito venni interrotta da un uomo che comparve dalla leggera curva in fondo alla stretta strada con il suo gregge di pecore.
Ma in quel momento comparve un gregge lungo la strada.
Il pastore, avvicinandosi e vedendo Sheylon, si impaurì, mentre i suoi cani cominciarono ad abbaiare da lontano alla tigre.
“Non abbiate paura!” Disse Guisgard al pastore. “Non accadrà nulla alle vostre pecore! Diteci, piuttosto, dove siamo? Che contrada è questa?”
Il pastore, dopo qualche attimo di titubanza, fece qualche passo verso di loro.
“Siamo ormai presso le pendici del monte Summus…” rispose “… vedete la montagna?” Indicando un piccolo monte innevato che dominava la zona. “Non è molto imponente, eppure quest’anno la neve ne ha ricoperto gran parte… siete ai Piedi di Cristo, messere.”
“I piedi di Cristo?” Ripeté Guisgard.
“Si, messere…” annuendo il pastore “… così è chiamato questo luogo alle pendici del Summus… e quando fa freddo al punto da nevicare, noi pastori diciamo che cade la neve anche ai Piedi di Cristo.”
Sospirai leggermente alle parole dell’uomo...
“La neve ai Piedi di Cristo...” ripetei, quasi sovrappensiero, sollevando contemporaneamente gli occhi verso la sommità del monte che il pastore ci stava indicando “E’ un nome insolito... ditemi, vi prego, buon uomo... vi è forse una ragione per cui questa zone è detta ai Piedi di Cristo?”
Daniel
27-02-2012, 17.28.41
“Il frutto che cresce al freddo del palazzo,
cercalo di tal colore, cercalo se non sei pazzo.”
Questo recitava l'inciose.. un frutto.. Di colore sicuramente verde.. Ma io.. Forse.. Senza pensarci due volte corsi fuori dalla sala.. l'altra volta io l'avevo sentito.. Era debole ma c'era.. Corsi per i corridoi fino ad arrivare ad una piccola stretta scalinata buia tra due arazzi.. Si sentiva una leggera traccia magica.. Iniziai a scendere di leto visto che era molto stretto.. Man mano che si scendeva era sempre più buio ma i muri si allargavano.. La traccia magica saliva di intensità.. Dopo parecchi scalini arrivai ad un corridoio nero come la pece.. Alla fine una leggera luce biancastra.. Corsi sempre più veloce fino ad arrive in un enorme sala.. Era lunga con sei navate laterali.. Nelle prime quattro navate era rappresentato un cavaliere diverso per ogni navata.. Nelle ultime due quattro enormi e potenti draghi.. Alla fine su un altare si trovava un piccolo piedistallo.. Da lì proveniva la luce.. Mi avvicinai e trovai una strana mela verde-trasparente al cui interno c'era una piccola chiave dorata.. Cercai nigros con la mente e gli dissi:
"L'ho trovata".
Guisgard
27-02-2012, 17.37.50
Cavaliere25 prese la boccettina con l’acqua benedetta per scacciare il demone.
Ma prima che il boscaiolo arrivasse ad usarla, la fanciulla soffiò e la boccettina cadde a terra, frantumandosi in mille pezzi.
Un attimo dopo, la porta dietro Cavaliere 25 si chiuse a chiave.
“Allora anche tu sei come gli altri…” mormorò la giovane “… anche tu credi che io sia malvagia… sei come tutti loro… vuoi farmi del male… io ti avevo dato la mia fiducia e tu invece hai cercato di colpirmi a tradimento… sei cattivo… come tutti loro… si, sei malvagio…”
Ora Cavaliere25 era bloccato in quella stanza.
Guisgard
27-02-2012, 17.51.40
Quella bellissima visione aveva avvolto Altea.
Prima la Luce, poi le calde acque del Calars, infine le chiese, i palazzi e le case di Tylesia.
Ma fu un attimo.
Poi la realtà.
Altea si destò da quel miraggio così reale, eppure solo frutto di una visione.
E Altea si ritrovò nuovamente davanti al cancello d’oro.
“Non potevate uscire dal palazzo attraverso questo cancello, milady…” disse Fin Roma “… esso non da all’esterno del palazzo, ma nel suo inaccessibile e meraviglioso giardino…” sorrise e smettendo di suonare si avvicinò alla ragazza “… l’uscita del palazzo è dall’altra parte…” indicando un viale che si trovava in direzione opposta alla loro “… siete triste… forse vi sentite sola…” riprendendo a suonare “… Tylesia è molto bella e sono certo che vi scalderà, almeno per un pò, il cuore…”
Ma proprio in quel momento arrivò Reas.
“Vi stavo cercando, milady…” fissando Altea “… perché siete qui da sola? E poi oggi soffia un vento freddo su Tylesia… meglio entrare al caldo nel palazzo… venite, vi accompagno io…”
Intanto, quasi senza far rumore, Fin Amor era andato via, come sparito.
Altea
27-02-2012, 18.06.34
D'un tratto mi destai, quella luce sembrava affievolirsi come un miraggio..che era successo? Mi trovavo di nuovo nel giardino del Palazzo, quando udii la voce del Cappellano...ero disperata, mi trovavo di nuovo li, prigioniera, ma egli mi venne vicino, indicandomi un sentiero che portava al cancello di uscita.."Grazie sir Finn, grazie per avermi indicato quella strada, non mi sento sola..nè triste, mi sento prigioniera e sto rischiando la mia vita qua dentro..." non riuscii neppure a finire il discorso che subito sir Reas mi trovò nei giardini e con gentilezza mi invitò a tornare nel Palazzo...e il Cappellano svanì come quella visione.
"Sir Reas, vi ringrazio della vostra gentilezza ma vorrei stare un pò sola nel giardino, se permettete, il vento può essere anche piacevole a volte e rinfresca i propri pensieri. Vi ringrazio della gentilezza".
Guisgard
27-02-2012, 18.07.45
Quella mela di giada trovata da Daniel, sotto i raggi del luminoso Sole pomeridiano, liberava lunghi e sognanti riflessi che animavano quell’ambiente.
All’interno la chiave dorata scintillava con una purezza primordiale.
Il ragazzo era fuori di sé dalla felicità per aver trovato quella chiave.
Aveva anche pensato intensamente a Nigros per avvertirlo di quella straordinaria scoperta.
Ma in quel momento Daniel sentì dei passi alle sue spalle.
Si voltò e vide una figura.
“Cosa ci fai qui?” Fissandolo Shoyo. “Chi ti ha dato il permesso di andare in giro per il palazzo? Forse vuoi un’altra lezione? Magari vederti mozzata anche l’altra mano?”
Un attimo dopo giunsero anche quattro cavalieri del Tulipano.
“Va tutto bene, milady?” Domandò uno di loro.
“Si, è solo questo sciocco ragazzo…” rispose la donna.
“Ah, sei qui, birbante!” Arrivando Nigros e guardando Daniel. “Ti mando nelle cucine e tu perdi tempo a girovagare! Ora ti punirò io! Avanti, vieni con me, subito!” Si voltò poi verso Shoyo. “Spero non vi abbia recato noie, milady?”
“Dottor Nigros…” fece la lady guerriera “… i cani vanno tenuti al guinzaglio… la prossima volta fate più attenzione a cosa fa il vostro assistente… questa volta è stato fortunato.”
Nugros annuì e portò via con sé Daniel.
Guisgard
27-02-2012, 18.14.17
Reas fissò Altea.
Il forte e freddo vento soffiava e gonfiava i capelli della ragazza e lasciava nei suoi occhi una luce di tristezza.
“Siete triste…” fissandola il capitano “… lo avverto chiaramente… sono i vostri occhi a rivelarlo… restare da sola non vi aiuterà… tra un po’ la regina uscirà dai suoi appartamenti e resterà in compagnia delle dame di palazzo… anche voi potrete stare lì…” la prese per mano “… non siete in pericolo… non in questo palazzo… è una promesso questa che vi faccio… nessuno vi importunerà più…” sorrise “… sapete cosa? Stasera ho voglia di vedere le luci della città, i suoi colori e i suoi suoni. Vi va di uscire per una passeggiata tra le strade di Tylesia?”
Guisgard
27-02-2012, 18.31.48
Il pastore, a quelle parole di Talia, alzò gli occhi verso il monte Summus.
“Questa zona è battuta dall’uomo sin dalla più remota antichità, milady…” disse “… da quando, forse, l’uomo cominciò a sfruttare la terra per sopravvivere… è una zona bassa, fertile e al riparo dai venti secchi. I pascoli sono floridi e ruscelli freschi e incontaminati scendono a valle a fecondare il suolo… per questo è chiamata ai Piedi di Cristo, perché è come se fosse al riparo da tutto…”
Guisgard si guardò intorno.
“Giungono spesso stranieri da queste parti?” Domandò al pastore.
“E’ una zona che segna un crocevia tra il Nord e il Sud…” rispose questi “… non è dunque raro che forestieri attraversino queste terre.”
“E voi ne avete visti negli ultimi tempi?”
“Forse un paio.”
“Vi era un cavaliere tra quelli?”
“Un cavaliere?” Fissandolo il pastore. “Intendete come voi, signore?”
“Si, come me…”
“Io no… no di certo… ma forse potrebbero essere giunti…” massaggiandosi la barba incolta il pastore “… forse per la Festa delle Candele… si, spesso i soldati di ventura vengono qui per quella festa… non per devozione religiosa, ma per bere, mangiare e conquistare qualche pastorella…”
Guisgard restò in silenzio.
Lui cercava un cavaliere.
E forse poteva essere giunto davvero in quella terra.
“Dove si terrà questa festa?”
“Proseguite seguendo sempre la strada, cavaliere…” spiegò il pastore “… alla fine troverete il villaggio… lì si celebrerà la Festa delle Candele.”
“Grazie…” con tono cupo Guisgard “… vieni, cavalchiamo da un bel pò…” voltandosi verso Talia “… giunti al villaggio potrai riposarti…” e spronò il suo cavallo.
Altea
27-02-2012, 18.38.05
Reas mi prese la mano per rassicurarmi...."Non mi sento triste..ovvero la mia tristezza è dovuta al fatto di essere rinchiusa come una prigioniera e non so per quale reato ...la Regina presto sarà con le sue dame di compagnia?" mi rasserenai "D'accordo, ella è persona di animo nobile e gradisco la Sua compagnia".
Improvvisamente il capitano della guardia mi propose una camminata fuori dal castello...non potevo crederci..avrei potuto vedere quella città in tutta quiete, assaporarne in tranquillità tutta la sua bellezza. "Vi ringrazio milord, accetto volentieri questo vostro invito, arrivai qui come prigioniera e l'unico ricordo che ho di essa erano gli insulti dei cittadini".
Daniel
27-02-2012, 19.19.29
Nogros mi portava via da Lady Shoyo.. Non avrei mai potuto ringraziarlo.. Mi aveva salvato talmente tante volte il collo.. Ma mentre mi portava via guardai disperato la mela e la chiave.. Poi appena fummo fuori dalla portata di Lady Shoyo gli dissi:
<<Era la chiave! L'abbiamo trovata! Anzi l'ho trovata! Possiamo aprire il sarcofago ora!>>
Lo guardai intensamente..
elisabeth
27-02-2012, 20.34.51
Strane statue e animali di tutte le razze erano com trofei appesi alle mura, avrei voluto le teste di slcuni uomini...sarebbero state piu' appropiate, tirai su le gonne e allungai il passo sino a quando piano piano incominciai a rallentarlo...........e alla fine Tya si presento' ...." Mia cara, volevo infatti ringraziarvi per la scelta degli abiti, anzi volevo ringraziare la persona che vi ha chiesto di curare la mia persona....ho come la sensazione che qualcuno tenga cosi' tanto a me da controllare ogni mio movimento, forse ha il timore che io possa farmi male.....".....accrezzai volutamente il volto della donna......le accarezzai il volto come si fa' con i bimbi che hanno appena smesso di piangere.......incominciai ad intonare una nenia dai suoni orientali........." Parlami Tya e portami da quello ch e' il tuo padrone.....fallo Tya perche' io te lo chiedo con amore...."..........una lieve brezza dagli odori spezziati arrivo' al mio volto........tale era la mia sapienza....che attesi serena le sue parole...
Guisgard
28-02-2012, 02.02.58
Quel tocco di Elisabeth e Tya restò sotto il suo controllo.
La voce della maga dei boschi cominciò ad echeggiare, lenta e cadenzata, nella mente della cameriera e questa perse ogni volontà.
“Sir Kojo è il mio signore…” disse Tya “… egli mi ha ordinato di sorvegliarvi e di riportare a lui ogni vostra parola e azione…”
La ragazza allora si diresse verso le scale e fece cenno ad Elisabeth di seguirla.
Poco dopo raggiunsero una delle stanze della Torre degli Eretici, dove alloggiavano i Cavalieri del Tulipano Imperiale.
Qui le due trovarono Kojo intento a scegliere fra diverse spade.
Nel vederle, il cavaliere restò un attimo turbato.
“Lady Elisabeth…” sorridendo.
A quelle parole del suo padrone, Tya si destò dall’incanto di Elisabeth.
“Milord…” mormorò spaventata “… io… non so come sia giunta qui… forse mi ha seguita… vi giuro che non ricordo nulla…”
“Stai tranquilla, mia cara…” avvicinandosi a lei Kojo “… non è successo nulla… eh, la nostra lady Elisabeth è donna scaltra e tu sei troppo ingenua… non è colpa tua…”
“Allora non siete in collera con me, padrone?”
“E perché dovrei?” Accarezzandole i capelli Kojo.
“Grazie, milord…” sorridendo Tya.
Ma, con un gesto tanto rapido quanto improvviso, Kojo afferrò il collo della ragazza e lo spezzò, lasciandola poi cadere senza vita ai suoi piedi.
Con un cenno, poi, congedò il servitore con le spade.
“Ora siamo soli, milady…” rivolgendosi ad Elisabeth “… cosa posso fare per voi?”
Guisgard
28-02-2012, 02.25.37
Reas fissò Altea e sorrise.
“Allora vado a prepararmi…” disse “… del resto mi occorre una divisa degna di una dama come voi. Farò presto… mi attenderete nel padiglione? Si, lì è più riparato dal vento.” E corse a prepararsi.
Ma poco dopo, Altea fu raggiunta da Isolde.
“Ah, adoro il vento freddo…” fece la donna “… schiarisce l’aria e spazza via le nuvole…” fissò Altea “… sono felice che il capitano Reas abbia deciso di distrarsi… e sono lieta che sarete voi ad accompagnarlo in città… così non penserà a domani…” un ghigno apparve sul suo bellissimo volto “… quando sarà costretto ad affrontare sir Kojo in singolar tenzone… a causa vostra, milady…”
Guisgard
28-02-2012, 02.59.09
Nigros trascinava via Daniel.
Giunsero allora dietro una robusta colonna.
“Non hanno sospettato nulla…” mormorò il dottore “… non potevano… loro non sono di Tylesia ed ignorano le nostre leggende…” fissò poi Daniel “… devi stare attento quando incroci quei cavalieri… capito? La regina ha firmato un documento che concede loro dei poteri praticamente illimitati fino a quando reggerà questo stato di guerra… in pratica possono fare il bello e cattivo tempo qui a Tylesia… quanto alla chiave… si, sei riuscito a trovarla… comincio a credere che forse non erano solo sogni quelli che hai visto… ma è necessario che tu sappia la leggenda dei Quattro Guardiani… torniamo nel mio laboratorio…”
E giunti, Nigros cominciò a raccontare:
“Quando Tylesia raggiunse il massimo del suo splendore, il re decise, per difenderla dall’avidità dei popoli pagani, di costruire una speciale guardia della città… chiamò allora i migliori maestri armaioli e fra questi ne scelse i quattro migliori. Ciascuno di loro ebbe il compito di costruire un’armatura speciale, dai tratti divini… a Tylesia erano conservate delle straordinarie reliquie… quattro Pietre particolarissime, forgiate ciascuna con l’essenza di uno dei quattro elementi che costituiscono il mondo… la Pietra Bianca costituita dalla forza dei venti che attraversano l’Aria… la Pietra Rossa plasmata dalle folgori che alimentano il Fuoco pulsante del sottosuolo… la Pietra Blu lavorata dalla forza dell’Acqua che riempie il mare e gli oceani… e infine la Pietra Verde estratta dal cuore vivo della Terra… queste Pietre adornavano la mitica corona di Lucifero, segno del suo primato su tutti gli altri Angeli del Signore, ma alla sua caduta le Pietre si staccarono e caddero sulla Terra…”
Sorrise allora a Daniel.
“Ragazzo mio, queste leggende oggi non possono più essere raccontate…” continuò “… a Tylesia domina la Ragione e non c’è più spazio per gli antichi miti… non farne dunque parola con nessuno…”
Prese allora una chiave di ottone che teneva conservata insieme a molte altre, tutte di materiali diversi, per darla poi a Daniel.
“Ritorna nella stanza della Mela Verde” disse “e sostituisci questa con la chiave vera… nessuno si accorgerà della differenza… bada però a non farti scoprire… va e sii prudente, ragazzo mio.”
E si voltò a fissare un dipinto che raffigurava la caduta di Lucifero.
http://antonellalorusso.altervista.org/caduta.jpg
Altea
28-02-2012, 09.07.35
Come detto da Reas mi recai verso il padiglione quando mi accorsi di una donna che mi stava seguendo, mi voltai di scatto e vidi la bellissima Isolde, mi si avvicinò e mi parlò del capitano e del duello...la quale insinuava era dovuto a causa mia....ancora le colpe su me? "Isolde..che piacere rivedervi...allora vi ricordate di me? Sembrava aveste perso la memoria alcuni giorni fa davanti la Regina." La guardai, ella rideva "Non dovete rivolgermi la parola, per colpa vostra il mio maestro è caduto nella sventura..e per quanto riguarda sir Reas, vi state sbagliando, il duello non è dovuto a me, ma a tutto quello che riguarda Tylesia, e ora sparite dalla mia vista" le dissi con odio. Avrei cercato di parlarne con lui durante la visita a Tylesia, dovevo andare in città...e lì avrei saputo cosa fare.
cavaliere25
28-02-2012, 11.09.05
No dissi non sono cattivo come gli altri voglio solo aiutarti a sconfiggere il demone che ce in te ero bloccato non potevo uscire dovevo trovare un modo per aiutare quella bambina e di salvarmi io mi guardai in torno per trovare un posto da sedermi visto che non potevo andarmene
Talia
28-02-2012, 16.17.09
Ringraziai il pastore con un cenno ed un sorriso, poi subito mi affrettai a seguire Guisgard.
La strada proseguiva pianeggiante e regolare, serpeggiando appena tra i prati che si adagiavano con grazia tra le basse colline... non sapevo più da quanto tempo eravamo a cavallo, potevano essere passati due o tre giorni... era stato freddo, poi caldo, poi ancora freddo... e la mia stanchezza iniziava ormai a diventare difficilmente gestibile.
Allungai appena il passo, dunque, ed accordai l’andatura del mio cavallo al suo...
“Guisgard...” mormorai, quindi “Guisgard, ti prego... fermiamoci! Fermiamoci anche solo per un momento! Io...”
Ma proprio in quell’istante Luthien, che di certo non era più riposata di me, vide qualcosa sulla strada che la spaventò... si bloccò di colpo, dunque, alzandosi senza preavviso sulle zampe posteriori... fui colta alla sprovvista... strinsi le briglie, ma non riuscii a tenermi in sella... scivolai con un grido e caddi a terra... e per qualche attimo non vidi più niente.
Guisgard
28-02-2012, 17.14.34
Le giornate cominciavano ad allungarsi e l’aria, almeno dove giungeva il Sole, era gradevole.
La Primavera iniziava ad avvicinarsi e un fresco vento da Nord-Ovest si affacciava su Suessyon.
Talia ora stava meglio e la febbre era ormai scesa.
Non poteva ancora uscire, il maestro non le permetteva ancora di farlo, così la ragazza si contentava di stare alla finestra e cantare seguendo il cinguettio degli uccelli e il profumo dell’aria del mattino.
Ma ad un tratto udì un suono.
Era l’ocarina di Guisgard.
“E’ più facile sfidare draghi…” canticchiava il ragazzo “…o scoccare frecce contro il Sole… che salire le tue belle trecce... o seguire la tua voce quando canti…”
Lei rise e rispose cantando:
“E cercherai draghi nella foresta... e altre torri da scalare... o resterai sempre il mio Amico più sincero?”
“Ho veduto due bambini nel bosco...”cantando e arrampicandosi alla finestra lui “... erano mano nella mano… ma forse era troppo presto per abbandonarsi ad un sogno tutto loro…”
Lei rise.
“E quel sogno?” Domandò.
“Arriverà il tempo.” Rispose lui.
“Quando?”
“Magari quando un fiore che sta sbocciando” raggiungendo il davanzale della finestra lui “sarà fiorito…”
Lei allora colse un fiore da una delle piante sulla finestra e lo lasciò cadere sulle mani di lui.
Ma un soffio di vento lo portò via.
Guisgard cercò allora di prenderlo al volo ma perse l’equilibrio e cadde.
Talia lanciò un grido e si affacciò per guardare in giù.
Ma Guisgard riapparve di colpo proprio davanti a lei.
I due restarono l’uno davanti all’altra, in silenzio, per qualche istante.
Occhi negli occhi e i respiri che si confondevano.
“L’ho preso…” sussurrò poi lui, mostrando a lei quel fiore.
Talia, dopo quel ricordo sognato, aprì gli occhi lentamente.
Dopo un pò si guardò intorno.
Era in una casa di legno, con un camino acceso.
Era stesa su un letto e proprio in quel momento entrò una donna.
“Ben sveglia, milady!” Disse. “Come vi sentite?”
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Guisgard
28-02-2012, 17.45.11
Cavaliere25 pensava come comportarsi in quella situazione, quando la fanciulla cominciò a piangere.
“La Fede…” piangendo “… tu non hai la Fede… i tuoi amici monaci? Li hai abbandonati… li hai traditi…” e cominciò a mutare voce, parlando poi come il monaco Jovinus “…. Cavaliere25… perché ci ha abbandonato? Perché non sei tornato indietro a cercarci? Volevi aiutarci a costruire una chiesa e invece la tua Fede è crollata come un castello di sabbia… e il nostro sangue ricadrà su di te…”
Talia
28-02-2012, 17.52.36
Lentamente aprii gli occhi.
Nel mio cuore e nella mente erano ancora ben vive quelle immagini ed un leggero sorriso mi affiorò sulle labbra...
Buio.
Mi occorse qualche istante per rendermi conto di aver aperto gli occhi ma di non riuscire a vedere altro che buio... un buio strano, come non lo avevo mai visto... un buio attraversato da lampi di luce improvvisi e repentini...
Mi sollevai appena dal letto... c’era un camino acceso da qualche parte: lo sentivo scoppiettare e crepitare, ne avvertivo il calore e l’odore... un odore sottile e particolare che mi dette la sensazione di trovarmi in una stanza con pareti pavimento e soffitto di legno...
Sensazioni.
Sensazioni che mi sfioravano e che si imponevano alla mia mente come assolute certezze.
Sensazioni che resero la mera verità un po’ più lenta da essere assimilata...
Una verità che, tuttavia, presto si impose su tutti i miei pensieri: non ero al buio... io non vedevo più.
proprio in quel momento entrò una donna.
“Ben sveglia, milady!” Disse. “Come vi sentite?”
Panico.
Avvertii la porta che si apriva e una voce di donna... non la riconobbi... e quella nera, cupa paura che si era impossessata di me mi impedì di soffermarmi a valutarla...
“Guisgard!” urlai d’istinto, con tutto il fiato che avevo in corpo, mentre una lacrima di terrore mi rigava la guancia “Guisgard! Aiuto!”
Guisgard
28-02-2012, 18.09.04
A quelle grida di Talia, la donna si spaventò e corse a tranquillizzarla.
"State tranquilla, gli occhi si devono abituare!" Disse abbracciandola. "Siete caduta da cavallo! Vedrete che tutto si schiarirà a poco a poco! Ora rasserenatevi!" Prese una tazza di tisana calda che aveva portato, ma Talia era ancora traumatizzata e quasi la fece cadere in terra, tanta era la sua agitazione.
Le sue grida erano giunte fin nel cortile che precedeva la casa dei pastori.
E Guisgard era proprio nel cortile, con alcuni di quei pastori.
“Vedrete che la festa vi piacerà, messere.” Fece uno di quelli.
“A me interessa trovare un uomo…” mormorò lui.
“Che uomo cercate?” Chiese un altro di loro.
Ma proprio in quel momento il cavaliere si voltò di scatto verso la casa.
Un attimo dopo, lasciati i pastori, corse verso l’abitazione.
Entrò dentro e trovò Talia che gridava, con la donna incapace di farla calmare.
“Lasciatela!” Avvicinandosi lui al letto. “Ci sono io, Talia! Cosa succede? Sono qui, calmati!” E la strinse forte a sé.
Alzò allora gli occhi sulla donna e vide il suo volto impallidire.
Guisgard
28-02-2012, 18.31.20
Isolde a quelle parole di Altea rise.
Rise forte.
“Mia cara sciocca sognatrice…” disse con astio “… questa città è segnata… tutti i suoi abitanti lo sono… un nemico formidabile si è mosso per cancellarla dalla faccia della terra… e nulla potrà fermarlo… quanto a voi e al bel capitano… non affezionatevi troppo… sir Kojo lo farà a pezzi domattina… anzi, vi consiglio di fargli passare una bella serata… sarà probabilmente l’ultima… ma se non lo farete voi, allora ci penserò io… è molto affascinante!” E rise di nuovo, per poi allontanarsi.
Poco dopo tornò Reas.
“Siete pronta, milady?” Sorridendo ad Altea. “Tylesia ci attende.”
Talia
28-02-2012, 18.42.05
La voce della donna... le sue parole aumentarono solo il mio terrore... ero caduta da cavallo, aveva detto... ne avevo solo un vago ricordo...
Tentò di mettermi qualcosa tra le mani... ma tremavo tanto che tutto mi scivolò dalle mani...
Poi, d’un tratto, dei passi che conoscevo... ed una voce a me molto più che cara...
“Lasciatela!” Avvicinandosi lui al letto. “Ci sono io, Talia! Cosa succede? Sono qui, calmati!” E la strinse forte a sé.
Le sue braccia si strinsero intorno a me ed io lentamente tornai a respirare con regolarità... tremavo, però... tremavo tanto e non riuscivo a smettere, mentre le mie mani stringevano convulsamente la camicia sulle sue spalle.
Lentamente, quasi tentando di racimolare un po’ di coraggio sollevai gli occhi... ma c’era solo buio davanti a me, un buio che si infittiva sempre più... chiusi gli occhi, stringendoli con forza, poi tornai ad aprirli piano, carica di speranza... la speranza di poterlo vedere ancora... desideravo vederlo, desideravo vedere Guisgard più di qualsiasi altra cosa al mondo...
Ma ogni speranza fu presto mortificata e resa vana dall’evidenza.
Inspirai, quindi, forte per farmi coraggio... poi, delicatamente le mie mani si mossero... seguii le spalle di Guisgard, gli sfiorai il collo, i capelli ed infine gli carezzai le guance...
La sua espressione era seria... potevo sentirlo dal modo in cui serrava la mascella... ed avvertivo il suo sguardo sul mio viso.
“Guisgard...” mormorai “Io... Guisgard, io non vedo più! Non vedo niente!”
Guisgard
28-02-2012, 19.31.30
La voce di Talia.
Le sue parole.
Le sue mani su di lui.
E poi il suo respiro prima irregolare, poi finalmente più calmo.
Ma quelle parole riecheggiavano nella mente di Guisgard.
Le sentiva ogni istante come ripetersi all’infinito.
E a quel puntò il mondo parve franargli sotto i piedi, con un sordo ed inesorabile dolore crescergli nel cuore.
La donna li fissava senza dire niente e un attimo dopo giunsero nella stanza i pastori che erano stati con Guisgard nel cortile fino a poco prima.
Guardavano la donna con occhi stravolti.
Questa allora li prese con sé e usciti dalla stanza raccontò loro ogni cosa.
Passarono alcuni istanti.
Istanti nei quali mille immagini, pensieri e ricordi attraversarono il cuore di Guisgard.
Ma lui doveva essere forte.
Forte per tutti e due.
“Talia…” sussurrò accarezzandole il capo “… è… è solo a causa della caduta… sono certo che è momentanea questa cosa…” allora scostò il capo e le accarezzò il volto “… andrà tutto bene… mi credi, vero? Non ti ho mai mentito e non comincerò ora… presto la luce tornerà ad illuminare i tuoi bellissimi occhi… e nel frattempo ci sarò io accanto a te… e ricorda, piccola… anche nell’oscurità più profonda e silenziosa, quando tenderai la mano troverai la mia ad afferrarla…” le baciò dolcemente la fronte e la fece stendere “… ora riposa tranquilla… io sarò qui a vegliare sui tuoi sogni…” e le tenne la mano fino a quando Talia non apparve un pò più calma.
I pastori, nel frattempo, avevano chiamato il medico del villaggio.
Questi visitò la ragazza e poi raggiunse tutti loro nell’altra stanza.
“Allora, dottore?” Impaziente Guisgard.
“La cecità è stata causata dal forte colpo…” spiegò il medico “… ha battuto la testa e questo ha provocato la perdita della vista…”
“Ma guarirà?” Domandò Guisgard.
“Credo sia temporanea la cosa…” spiegò il dottore “… ma non possiamo dire quanto tempo ci vorrà… potrebbe essere questione di giorni, forse settimane… ma anche mesi… o anni… mi spiace…”
La donna scoppiò in lacrime e i pastori si rammaricarono.
“Che disgrazia…” in lacrime la donna “… come è potuto succedere?”
“Il cavallo…” mormorò uno dei pastori “… si è imbizzarrito all’improvviso…”
Guisgard invece restò in silenzio.
Rabbia e disperazione si susseguivano in lui.
Poi, in un impeto incontrollato, afferrò la sua spada e corse verso le scuderie.
Talia
28-02-2012, 20.17.21
“Talia…” sussurrò accarezzandole il capo “… è… è solo a causa della caduta… sono certo che è momentanea questa cosa…” allora scostò il capo e le accarezzò il volto “… andrà tutto bene… mi credi, vero? Non ti ho mai mentito e non comincerò ora… presto la luce tornerà ad illuminare i tuoi bellissimi occhi… e nel frattempo ci sarò io accanto a te… e ricorda, piccola… anche nell’oscurità più profonda e silenziosa, quando tenderai la mano troverai la mia ad afferrarla…” le baciò dolcemente la fronte e la fece stendere “… ora riposa tranquilla… io sarò qui a vegliare sui tuoi sogni…” e le tenne la mano fino a quando Talia non apparve un pò più calma.
Chiusi gli occhi e, cullata dalla sua voce, mi distesi di nuovo sul letto...
Mille pensieri si agitavano nulla mia mente, pensieri di ogni tipo: ricordi, frammenti di sogni lontani... colori e luci... mille e più immagini che forse non avrei più potuto vedere...
Però la mano di Guisgard stringeva la mia e questo mi dava pace, sicurezza, tranquillità.
Passò qualche momento in cui vagai tra il sonno e la vaglia... poi, ad un tratto, la porta si aprì di nuovo ed entrò un uomo... disse di essere un dottore...
I pastori, nel frattempo, avevano chiamato il medico del villaggio.
Questi visitò la ragazza e poi raggiunse tutti loro nell’altra stanza.
Per qualche momento rimasi immobile dove mi trovavo, allungando le orecchie per sentire ciò che avveniva nell’altra stanza... la porta però era chiusa e tutto ciò che riuscivo a cogliere era il crepitare del camino alla mia sinistra...
Sospirai quindi e mi alzai, avvolgendomi le spalle con una coperta di lana che avevo trovato al tatto sul letto.
Mi misi in piedi, dunque... dapprima in modo un po’ incerto poi, facendomi via via sempre più sicura, iniziai a muovere i primi passi. Con una mano tenevo la coperta stretta, mentre l’altra era tesa avanti a sondare lo spazio... inciampai in una sedia e per poco non caddi, ma mi ripresi in tempo, la spostai e continuai a procedere... raggiunsi un muro, era ruvido ma caldo... lo seguii con la mano, finché le mie dita non riconobbero una porta... cercai dunque la maniglia e la aprii...
Riconoscere da dove giungevano le voci fu più complicato... ma infine, lentamente, riuscii a trovare l’apertura di un’altra porta... sempre tastando con la mano lo stipite, la varcai appena...
C’erano persone in quella stanza, uomini ed almeno una donna... riconobbi la voce di colei che mi aveva curata al mio risveglio...
“Guisgard...” mormorai allora “Cosa succede? Che dice il dottore?”
Un momento di silenzio seguì le mie parole... avvertii una vaga sorpresa aleggiarmi intorno...
Ma non era ciò che mi interessava...
Mi concentrai meglio...
“Non è qui!” conclusi infine “Guisgard non è qui, vero? Dov’è andato?”
Guisgard
28-02-2012, 21.03.00
La donna andò incontro a Talia.
“Non dovevate alzarvi, milady…” disse “… potevate cadere… venite, vi riaccompagno nell’altra stanza, dovete riposare…”
Nel frattempo, Guisgard era giunto nelle scuderie.
Ansimava per la rabbia e stringeva in mano la spada.
Luthien lo fissava ignara delle intenzioni del cavaliere.
Lui estrasse la spada e la impugnò a due mani.
Fissò la cavalla e avvicinò al collo dell’animale la lama.
Ma proprio in quel momento lo sguardo finì sulla sella, appesa poco distante, dalla quale scendeva un drappo di colore rosa.
In quel momento l’immagine di Talia in sella a Luthien gli ritornò alla mente.
Non poteva uccidere la cavalla.
Sarebbe stato un altro dispiacere per lei.
Lasciò cadere a terra la spada e pianse amaramente.
In quel momento arrivò uno dei pastori.
Gli poggiò una mano sul capo e raccolse la spada.
“E’ stata una disgrazia, messere…” mormorò “… la cavalla è un magnifico animale… sarebbe un peccato abbatterla…”
Guisgard prese la spada e la conficcò nelle robuste travi della scuderia, per poi uscire ed allontanarsi.
Camminò per un pò, fino a raggiungere la fine del villaggio.
Era in balia dei suoi sensi di colpa.
Prima il maestro, poi Talia, pensava.
Non era stato capace di difendere le persone per lui più importanti.
Alzò il capo, come a cercare conforto nel vento e vide qualcosa.
Una vecchia chiesa poco più avanti.
Ad un tratto sentì dei canti.
“Sono gli officianti.” Disse qualcuno.
Guisgard si voltò e vide una vecchia.
“Sono gli officianti per il Ludus che aprirà la Festa delle Candele…” continuò la vecchia “… e poi per voi giovani ci sarà la Tenzone tra l’Inverno e la Primavera, per scegliere la reginetta del villaggio.”
“Che chiesa è quella laggiù?” Domandò Guisgard.
“E’ la vecchia Chiesa della Vergine del Pozzo…” rispose la vecchia “… apre solo una volta l’anno… a Pentecoste…”
Daniel
28-02-2012, 22.34.05
Presi la chiave con cura e la misi in tasca.. Poi guardai Nigros per qualche istante.. In lui riconoscevo una figura paterna.. Prima di andare via gli dissi..
<<Prega per me..>> Corsi di nuovo giù per le scale.. Ritornai alla sala.. I cavalieri non c'erano dovevano essere andati via.. Entrai di soppiatto passando di lato attraverso le navate e dietro le colonne.. Arrivai alla mela.. La sua lucentezza mi abbagliava.. Vidi che potevo toccare la mela e non sentirla sotto le dita come se fosse fatta di aria.. Con delicatezza scambiai le due chiavi e corsi via... Corsiper i corridoi del palazzo quando sentii delle voci e mi chiusi in un ripostiglio delle scope.. Erano solo delle guardie.. Ma ad un certo punto la chiave iniziò a vibrare ed emanare magia pura ed io avvertii che stava arrivando un'altra visione..
Talia
29-02-2012, 11.15.45
La donna andò incontro a Talia.
“Non dovevate alzarvi, milady…” disse “… potevate cadere… venite, vi riaccompagno nell’altra stanza, dovete riposare…”
Le mani della donna cinsero le mie spalle, facendomi voltare e conducendomi fuori dalla stanza.
Anche lei tremava leggermente.
Sorrisi, dunque, ed appoggiai la mia mano libera sopra la sua...
“Siete una buona donna, signora... ed io vi sono così grata per esservi presa cura di me! Ma vedete... io sto bene. Non ci vedo, è vero... ma per il resto sto bene!”
Sospirai...
“Sapete cosa mi piacerebbe? Uscire fuori, al sole... sentirne il calore sulla pelle, respirare il vento, ascoltarne il fruscio... Vi prego... dopotutto, che cosa può accadermi se mi siedo per qualche momento fuori dalla vostra casa? Vi prego, signora... Vi prego, accompagnatemi fuori!”
cavaliere25
29-02-2012, 17.18.32
stai lontano da me demone che possiedi questa bambina esci da questo corpo farò di tutto per eliminarti tirai fuori il crocifisso e lo tenni stretto e lo voltai verso la bambina
Guisgard
29-02-2012, 17.38.40
“Così ripaghi la nostra amicizia!” Disse la bambina, parlando sempre con la voce del monaco Jovinus. “Così ci avresti aiutato a costruire quella chiesa? Tu non hai Fede e sei destinato a perire!”
Si avvicinò allora a Cavaliere25 e strappò dalle sue mani il Crocifisso.
“Sta scritto…” continuò la bambina, sempre con la voce del monaco “…Guarite gli infermi, mondate i lebbrosi, risuscitate i morti, scacciate i demoni; gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date...”
Allora dai capelli finalmente la fanciulla mostrò il suo volto.
http://www.downrightcreepy.com/article_contest_ring_samara.jpg
cavaliere25
29-02-2012, 17.44.52
rimasi sbigottito a vedere quella bambina trasformasi in un mostro non avevo più mezzi per combattere il demone in lei mi allontanai per un po di metri e dissi io non vi ho lasciati mi sono perso e un altro monaco mi a trovato voi siete sempre miei amici e lo sarete sempre ovunque voi siate e rimasi immobile e in silenzio
Guisgard
29-02-2012, 17.46.13
Un corteo di cavalieri, di ogni razza e religione, passa in rassegna a cavallo di superbi destrieri e accompagnati ciascuno da paggi, valletti e ancelle.
Poi una processione religiosa che scandiva ogni passo intonando una litania alla Vergine Maria.
E ogni invocazione era seguita da uno squillo di tromba.
Poi, infine, apparve un superbo cavaliere bardato da una magnifica corazza verde e che impugnava una spada dalle fattezze non terrene.
Tutti gli altri cavalieri allora si inchinarono a quello, fino a quando raggiunse un altare, sul quale pose la sua bellissima spada.
Il cavaliere allora si voltò verso tutti gli altri e sollevò la visiera del suo elmo, mostrando ai presenti il suo volto: era Daniel.
La visione durò un attimo infinitesimale, eppure al giovane sembrò lunga quanto un giorno.
Aveva vissuto totalmente quell’esperienza.
Guisgard
29-02-2012, 17.57.09
“Ci hai traditi…” gridò la bambina con la voce di Jovinus “… ci hai traditi e abbandonati… i nostri corpi hanno lottato per giorni contro la corrente del fiume… ti abbiamo chiamato fino a quando le acque non ci hanno riempito e fatto esplodere i polmoni… ora verrai con noi nel regno dei morti per espiare le tue pene…” e si lanciò su Cavaliere 25.
Ma proprio in quel momento la porta della stanza si aprì ed entrò qualcuno.
“Demone!” Gridò padre Nicola. “Lascia questo corpo e ritorna negli inferi! Indietreggia, bestia! Immondo peccatore! Obbedisci! E’ Cristo nostro Signore a comandartelo! E’ il Suo Santissimo Corpo a comandartelo! E’ il Suo Preziosissimo Sangue a comandartelo!” E lanciò contro la fanciulla delle gocce di Acqua Benedetta.
Questa allora restò lacerata, come se quelle gocce fossero frustate.
Si dimenò, grugnì, bestemmiò e inveì contro il Cielo, ma alla fine il demone lasciò quel corpo martoriato dalla diabolica possessione.
La fanciulla allora cominciò a piangere e a chiamare i genitori.
Questi allora, udendo la voce della loro figlia, corsero ad abbracciarla.
“Perché sei venuto da solo qui?” Chiese padre Nicola a Cavaliere25. “Non puoi affrontare da solo un demone! Ti avevo detto di non ascoltare mai le loro parole e tu invece ti sei messo addirittura a chiacchierare con quel demonio!”
cavaliere25
29-02-2012, 18.00.07
lo so ho sbagliato ho cercato di aiutare quella bambina ma credo che non sia fatto per queste cose poi mi avvicinai alla bambina e dissi come ti senti ? poi mi girai e dissi grazie mille per avermi salvato sia me che questa bambina
Daniel
29-02-2012, 22.25.00
Quella situazione iniziava a non piacermi.. Perchè ero io? .. Corsi fuori dal ripostiglio e andai nel laboratorio di Nigros dove lo trovai a leggere un libro.. Corsi da lui e gli dissi tutto.. La chiave.. La visione.. Io cavaliere.. E poi gli dissi:
<<Che vuol dire tutto questo?>>
Guisgard
01-03-2012, 01.44.59
X Quadro: Il Cavaliere Blu
("L'eroe giacque là senza sonno fino a che vide il grigiore dell'alba. Il giorno non dava ancora molta luce, che subito il suo cappellano fu pronto a cantare messa a Dio e a lui.")
(Wolfram Von Eschenbach, Parzival)
La fanciulla era ora tra le braccia dei genitori, ancora un pò scossa e indebolita ma ormai fuori pericolo.
Fissò Cavaliere25 e mostrò un lieve sorriso al ragazzo.
“Andiamo, è tardi.” Disse con tono severo padre Nicola al boscaiolo.
E senza aggiungere altro s’incamminò verso il cuore della selva.
I due giunsero così presso uno stagno alimentato da un canale che scorreva tra ciottoli vecchi di millenni.
Dall’altra parte della sponda, dove il canale generava una piccola cascata, c’era una stretta grotta scavata nel granito e un salice con le sue foglie ne ostruiva l’entrata.
“Questo luogo è santo…” mormorò padre Nicola senza però voltarsi verso Cavaliere25 “… quando vieni qui devi abbandonare il tuo spirito a due sole cose… pregare ed ascoltare…” e quelle sue parole furono accompagnate solo dal sibilo del vento.
http://www.daveallenphotography.com/gallery/lgrotto.jpg
Guisgard
01-03-2012, 01.48.50
Nigros fissò Daniel.
Gli si avvicinò e prese la chiave.
“Non lo so…” mormorò “… non so perché a te… ignoro ogni cosa… non immaginavo neppure un suo risveglio… eppure, a quanto pare, sta accadendo… e sembra che abbia scelto te, ragazzo… già, sembra che il Cavaliere Verde abbia scelto proprio te…”
Guisgard
01-03-2012, 03.14.29
La donna, a quelle parole di Talia, guardò i pastori che erano rimasti in casa ed uno di questi annuì.
“Massì, è una bella giornata di Sole!” Esclamò la donna sorridendo alla ragazza. “E il Sole non ha mai fatto male a nessuno! Venite, faremo una passeggiata nel cortile fino allo steccato che da sulla strada!”
Appena fuori, il tepore delle Sole e una fresca brezza riempirono l’aria, attraversata dal cinguettio degli uccelli e dal fruscio delle foglie degli alberi, che vibravano come tanti sonaglini.
Poi si udirono risa, canti e tante voci che sembravano accavallarsi e confondersi tra loro.
“Tutti sono in attesa della Festa delle Candele.” Disse la donna. “I vecchi preparano pane, formaggi, vino e uova, mentre i giovani provano i costumi per le ballate… in chiesa stanno preparando il tutto per la processione e la Santa Rappresentazione… il villaggio si sta animando tutto per questa importante festività.”
Guisgard, nel frattempo, incuriosito dalla piccola chiesetta che sorgeva fuori dal villaggio, lasciò il centro abitato fino a raggiungerla.
Il Santo edificio, in pietra bianca, sorgeva alla fine dello stretto sentiero e uno spiazzo si estendeva alle sue spalle.
Il portico d’ingresso, di un bianco immacolato, era spalancato, mentre la porta che dava all’interno dell’edificio era chiusa.
Su tutto sembrava essere calato un cupo silenzio.
All’improvviso, dallo spiazzo alle spalle della chiesetta, cominciarono ad arrivare dei rumori.
Guisgard, allora, incuriosito da quei rumori, raggiunse lo spiazzo.
E con suo stupore si ritrovò in un piccolo cimitero.
I suoi occhi si fermarono allora sul grosso salice piangente che sorgeva nel centro di quello spiazzo, sul cui tronco era stata inchiodata una lapida che recava queste parole:
“Sono fuggito per tutta la vita dalla morte
e non mi sono accorto che la stavo solo rincorrendo.”
Poi, di nuovo quei rumori attirarono la sua attenzione.
Un uomo, gobbo e deforme, stava scavando due fosse ai due lati di una tomba.
Poi, a fatica, l’uomo sollevò una lapide di pietra, fissandola poi con forza accanto ad una delle due fosse.
Guisgard si avvicinò e lesse la lapide della tomba tra le due fosse:
“Qui giace il padre e maestro perfetto, devoto al Signore ed alla sua famiglia.”
Il cavaliere allora fissò la lapide appena issata dal gobbo e lesse ciò che vi era inciso:
“Qui giacerà colui che peccò contro il Cielo e contro il padre, maledicendo se stesso e la sua anima.”
“Sono due tombe queste fosse, vero?” Domandò al gobbo.
Questi si voltò e rise, per poi annuire.
“Chi vi sarà seppellito?”
Il gobbo fissò la lapide appena issata e indicò le parole che vi erano incise.
“Non c’è alcun nome.” Disse Guisgard.
Il gobbo fissò nuovamente la lapide e poi il cavaliere, scuotendo il capo.
“Non sai leggere?”
Il gobbo rise e scosse nuovamente il capo.
Guisgard, allora, guardò l’altra fossa, che recava anch’essa una lapide però ancora chinata sul terreno.
Il gobbo si avvicinò e tentò di sollevarla, ma inutilmente.
La seconda lapide infatti sembrava molto più spessa e pesante di quella issata precedentemente dal gobbo.
Questi tentò nuovamente di alzarla, ma anche stavolta il suo sforzo fu inutile.
“Vuoi una mano?” Chiese al gobbo.
Ma proprio in quel momento si udì un rintocco di campana.
Proveniva dalla chiesetta.
“Mi avevano detto” mormorò Guisgard “che questa chiesetta veniva aperta solo a Pentecoste…”
Il gobbo lo guardò e rise.
“Ma comprendi ciò che dico?”
Il gobbo annuì.
“Devi confessarti?” Domandò al cavaliere. “Devo chiamare il prete?”
“Allora la chiesetta è aperta davvero?”
Il gobbo rise nuovamente, per poi aprire la borsa che aveva con sé ed estraendo qualcosa.
“Guarda è mio…” mostrando un teschio umano al cavaliere.
“Vai in giro portandoti dietro questo teschio?”
“Si…” portandoselo al petto il gobbo e pulendolo con la sua giubba “… mi piace…”
Guisgard sorrise e scosse il capo.
“Non ti piace?”
“No…” fece il cavaliere.
“Hai paura della morte allora?”
“La morte…” sospirando Guisgard “… non so, non ci ho mai pensato… forse hanno paura della morte quelli che temono di perdere qualcosa… forse i potenti, i ricchi… io non ho nulla… forse per questo non ho mai avuto paura della morte…”
“Cavaliere senza paura…” ridendo il gobbo.
“No, ti sbagli…” sorridendo Guisgard “… ho avuto paura un sacco di volte… forse anche adesso ho paura… paura dei miei sensi di colpa… paura, forse, della solitudine…”
“Cavaliere solitario!” Ridendo nuovamente il Gobbo.
“Già… ho perduto il mio maestro…” fece il cavaliere “… ho smarrito la sua spada… sono braccato e forse condannato…”
“Cavaliere triste!” Esclamò divertito il gobbo.
“Sognavo fama e gloria…” fissandolo Guisgard “… e probabilmente non raggiungerò più la Terrasanta per farmi onore… e forse non riuscirò mai a conquistare la donna dei miei sogni…”
“Cavaliere innamorato!” Ridendo il gobbo.
“Mi credi pazzo, vero?” Sorridendo il cavaliere.
Il gobbo rise.
Di nuovo il rintocco della campana.
“Ma chi la sta suonando?” Voltandosi verso la chiesetta Guisgard. “Il prete?” C’è davvero un prete dentro?”
Il gobbo rise di nuovo.
“Verrai alla festa del villaggio?” Domandò al gobbo.
“Non mi fanno uscire…”
“Chi non ti fa uscire?”
Il gobbo allora tentò nuovamente di alzare la lapide, ma neanche stavolta ci riuscì.
“Aspetta, ora ti aiuto io…” avvicinandosi a lui Guisgard.
Ma il gobbo, improvvisamente, lasciò la lapide e corse via.
Aveva dimenticato a terra il teschio estratto dalla borsa.
“Cosa cercate?” Domandò all’improvviso una suora.
Guisgard la fissò.
“E’ chiusa la chiesa, non lo sapete?” Continuò la suora. “Ed anche il cimitero. Non potete star qui.”
“A chi appartengono queste due fosse?” Domandò il cavaliere.
La suora lo fissò senza rispondere nulla.
“Andate via.” Disse dopo qualche istante, per poi allontanarsi e sparire nel silenzio di quel luogo.
Daniel
01-03-2012, 15.42.25
Lo guardai confuso..
<<Ha scelto me per cosa? E poi non è morto?>>
Sempre più domande.. E sempre meno risposte..
cavaliere25
01-03-2012, 16.21.23
Guardai padre Nicola e dissi siete arrabbiato con me? domandai pensavo di fare un gesto buono ma credo che ho sbagliato e che quelle persone mi hanno visto col saio e hanno pensato che fossi un monaco io gli dissi che non ero un monaco ma un boscaiolo e che se volevano li aiutavo sapendo che non ero in grado e rimasi in silenzio aspettando un sio commento
Guisgard
01-03-2012, 16.21.44
Nigros fissò Daniel e gli fece cenno di sedersi.
“Potrei raccontarti molte cose…” disse “… ma nulla riuscirebbe a colmare la verità e a fartela comprendere… a Tylesia è stato bandito tutto il mondo magico e soprannaturale… solo la Ragione è verità… è il credo di questo triste regno… se qualcuno ora ci trovasse qui, a tentare di aprire questo sarcofago, allora finiremmo nei guai, ragazzo mio… avanti, null’altro posso dirti… inserisci la chiave e apri il sarcofago…”
Guisgard
01-03-2012, 16.25.55
Padre Nicola restò in silenzio.
Rimase a fissare la stagno e le acque increspate dal vento.
“Devo recitare delle orazioni…” disse dopo qualche istante a Cavaliere25 “… resta qui a vegliare…” e si allontanò.
Dopo un pò, il boscaiolo udì dei passi.
In quell’istante una figura apparve tra i cespugli.
Aveva una lunga tunica ed un cappuccio ne celava il capo.
Si avvicinò allo stagno e cominciò a fissarne le acque.
Scuoteva il capo e si rammaricava.
cavaliere25
01-03-2012, 16.33.18
guardai quella figura e dissi voi chi siete se posso chiedere? domandai io sono cavaliere25 e sono un boscaiolo sono con un monaco che si chiama padre Nicola lo conoscete? rimasi a guardare quella figura cercando di vedere il suo volto
Guisgard
01-03-2012, 16.46.46
La figura, fiera e di robusta statura, continuava a fissare le acque dello stagno e nelle mani stringeva un Rosario.
Poi si voltò verso Cavaliere25, sempre tenendo celato il suo volto sotto il cappuccio.
“Conosci un monaco, ragazzo?” Chiese. “Allora sei ben fortunato… io invece non ne conosco e vivo da solo segregato in questa selva… ho perduto la corazza in queste acque e non posso più recuperarla… tempo fa feci un voto… promisi al Cielo di far recitare una Messa proprio davanti a questo stagno, per benedire la mia corazza, ma da allora non ho mai incontrato nessun uomo di Chiesa per far compiere il mio antico voto… e ora, temo, che la mia anima brucerà all’Inferno per aver mancato a quella solenne promessa…”
In quel momento si udì un verso scendere dal cielo.
Un attimo dopo un superbo falco scese sul braccio della figura incappucciata.
http://www.alicia-logic.com/capsimages/lh_003NavarreCity.jpg
elisabeth
01-03-2012, 23.27.43
Seguii Tya....che avvolta dalla mia magia mi fece raggiungere la stanza di Kojo.......una vaolta li' Tya si scosse rendendosi conto che mi aveva portata davanti al suo padrone.....a poco valsero le sue scuse e lui come un essere abominevole......a sangue freddo spense quella giovane vita......si affloscio' come un sacco vuoto emettendo un suo sordo emanado odore di morte........ora ...ero rimasta io e lui....." Siete un uomo di poche parole Sir Kojo, e a quanto pare per voi la vita deve valere molto poco......infondo Tya vi era fedele....mi chiedo cosa fareste a chi oserebbe mettere in dubbio un vostro ordine, oppure non vedo in voi il lato sensibile che si confonde tra le pieghe della vostra anima. Avete un anima Sir Kojo ?.....".....mi avvicinai a lui girandogli intorno, come se ammirassi la sua figura......e allo stesso tempo cercando di sopprimere la voglia irrefrenabile di farlo svanire nel nulla.....
Altea
02-03-2012, 01.42.56
Fissai Isolde "Vi garantisco che stanotte la mia conversazione con sir Reas sarà solo di normale compagnia..non vorrei rovinarvi il piacere di allietare la sua serata...milady" e sorrisi...non capivo dove volesse arrivare..per il semplice fatto che vedevo il capitano della guardia solo come un buon amico, infatti ero preoccupata per quel duello.
Ad un tratto il cavaliere mi raggiunse.."Sono pronta sir Reas, a vedere le meraviglie di questa città"...in cuor mio speravo invece di poter sfuggire dalla sua vista per cercare la libertà.
Guisgard
02-03-2012, 01.51.57
Elisabeth fissava Kojo provando sdegno e orrore per come aveva ucciso la ragazza.
Il cavaliere, invece, guardava la donna con uno sguardo compiaciuto.
“Già, la povera Tya…” mormorò con un ghigno “… ma era condannata la poverina, sapete? All’Inferno, alla dannazione eterna direbbero i chierici… oh, non che io creda a questa cose… lungi da me appoggiare le fandonie degli ecclesiastici… ma la povera Tya si era davvero macchiata di orrendi crimini… ha ucciso un bambino… si, con le sue stesse mani… appena nato… la sciocca villana voleva tenerlo… pensava che l’aver passato una notte con me bastava al suo bastardo per prendersi il mio nome… eh, stolta ragazza… e lei, pur di restare al mio servizio, decise di sopprimere quel suo figlio…” rise “… no, questo genere di cose non mi commuovono affatto… anche mia madre mi concepì ignorando il nome di mio padre… Tya invece è stata più fortunata… lei si diceva certa che il bambino fosse mio…” afferrò all’improvviso il braccio di Elisabeth e spinse la donna contro la parete “… voi donne… conoscete mille arti per confonderci, vero?” Portandole una mano contro il suo volto. “Ne approfittate perché avete il potere di farci fare ciò che volete…” e la sua mano scese prima sul collo, poi sul petto di Elisabeth, fino a stringerle la gamba “… domani all’alba mi attende un duello col vostro capitano Reas… non vi va di consolarmi? Potrei non sopravvivere…” e rise nuovamente, per poi lasciare e spingere via la donna.
Prese allora i suoi guanti ed il mantello.
“Ora devo andare, milady…” fissandola compiaciuto “… ma non temete, sarò io a vincere quel duello… e verrò poi a prendermi il premio che mi spetta… attendetemi, mia cara…” e uscì dalla stanza ridendo.
Guisgard
02-03-2012, 02.17.05
Reas arrivò e sorrise ad Altea, per poi salutare anche Isolde.
“Volete unirvi a noi, milady?” Domandò Reas alla donna.
“Oh, no di certo, capitano.” Sorridendo Isolde. “Non vorrei mai rompere l’idillio che questa passeggiata saprà donarvi. Ho sentito del duello, capitano… una serata tranquilla vi farà bene…”
“Milady…” fissandola il capitano “… vi pregherei di non farne parola con sua maestà…”
“Sarò muta come un pesce!” Esclamò Isolde, per poi andare via.
Così, Altea e Reas uscirono dal palazzo.
Attraversarono la grande piazza dove sorgeva accanto al palazzo anche la maestosa cattedrale di Tylesia.
Nella piazza c’era poi una bellissima statua, che i nostri lettori hanno già visto al nostro arrivo a Tylesia.
La statua raffigurava un cavaliere con scudo e spada.
E sul piedistallo c’era una lastra che recava una scritta:
“A Vigilyo,
che brevemente vegliò su
questa città e per sempre
veglierà nella sua anima.
Regina Destefya”
“Ecco davanti a voi, milady, una delle città più straordinarie del mondo!” Esclamò Reas. “Sarò il vostro Cicerone! Ditemi, cosa volete ammirare oggi della nostra città? Non so, amate l’architettura grandiosa? Allora potrebbe piacervi il monumentale anfiteatro! O forse vi affascinano le corse con le bighe? Se è così non abbiamo altra scelta che recarci al Circo Magno! Se invece volete rilassarvi, beh, nulla è più adatto di una bella visita alle nostre grandiose terme! Su, approfittate di questo cavaliere d’eccezione!” E sorrise.
Altea
02-03-2012, 12.42.27
Ascoltai il discorso di sir Reas con Isolde..ci incamminammo e arrivamo alla piazza e Reas mi mostrò la statua di un cavaliere dove riportava un effige..
"A Vigilyo,
che brevemente vegliò su
questa città e per sempre
veglierà nella sua anima.
Regina Destefya”
"Sir Reas, questa città è magnifica, sembra tranquilla e mi sembra strano che tutti sostengono vi sono nemici in agguato se noi ci stiamo camminando tranquillamente, e nel cuore della notte pure"...il mio istinto era quello di fuggire ma pensai che forse la Regina aveva bisogno di qualcuno fidato vicino.
Cosa vorrei visitare? Quella bellissima cattedrale...vi è forse una statua della Regina dei Cieli e degli Angeli? Forse è meglio veniate pure voi...a chiedere protezione per domani mattina...per il duello. Siete stato avventato, ma sono certa che non è per colpa mia, come mai la Regina non dovrà sapere nulla?" lo fissai quasi con sguardo di rimprovero.
Talia
02-03-2012, 16.38.21
Guidata dalle donna, attraversai la casa ed uscii in giardino.
Mentalmente contai i passi che separavano la stanza in cui mi trovavo dalla porta d’ingresso e tentai di memorizzare ogni quanti passi mi faceva girare... la casa non era molto grande e pensai che, in caso di bisogno, ritrovare la strada da sola sarebbe, forse, potuto essere semplice.
Poi uscimmo nel cortile, e tutti quei pensieri e le congetture furono subito spazzati via...
Il sole doveva essere alto, quel giorno... il suo tepore sulla mia pelle mi fece sentire subito meglio... il rumore del vento tra le fronde degli alberi, il profumo del bosco, il cinguettare degli uccelli, lo scricchiolio leggero dell’erba sotto i miei piedi...
Inspirai profondamente, godendomi a pieno ognuna di quelle sensazioni... ed un vago sorriso mi increspò le labbra.
Poi, all’improvviso, altri rumori si confusero a questi...
“Tutti sono in attesa della Festa delle Candele.” Disse la donna. “I vecchi preparano pane, formaggi, vino e uova, mentre i giovani provano i costumi per le ballate… in chiesa stanno preparando il tutto per la processione e la Santa Rappresentazione… il villaggio si sta animando tutto per questa importante festività.”
“Oh...” mormorai, voltandomi verso la donna più per abitudine che per altro “Una festa, dite? Ma è... è meraviglioso!”
Non ero mai stata ad una festa... il Maestro mi permetteva raramente di recarmi a Suessyon, e certamente mai in occasioni di quel genere...
“Una festa...” ripetei, quasi sovrappensiero.
Sentivo canti e risa, sentivo voci eccitate che si confondevano l’una con l’altra... chiusi gli occhi e mi lasciai trasportare dalle sensazioni...
“Quanto mi piacerebbe andare a quella festa...” sussurrai, e le mie parole si persero nel vento.
Guisgard
02-03-2012, 16.42.31
“I nostri nemici ci assediano dall’esterno, milady.” Disse Reas ad Altea. “Dentro le mura di Tylesia non corriamo rischi.” Si fece poi pensieroso. “La regina non ama i duelli, anzi ne ha vietato ogni genere qui a Tylesia… per questo ho chiesto a lady Isolde di non farne parola con lei… vedete, lady Altea… purtroppo la regina ha subito un grave lutto proprio a causa di un duello… ma ora basta con questi argomenti tristi!” Sorridendo. “Non voglio pensare a nulla, ma solo divertirmi! La cattedrale di Tylesia ci attende!”
Così, Reas condusse Altea nella magnifica cattedrale della città.
E appena entrati, un magnifico spettacolo prese forma davanti ai loro occhi.
Cinque navate intervallate da arcate classicheggianti, scandite da colonne di marmo policromo, correvano fino all’abside, in cui dominava un superbo mosaico di Cristo Benedicente.
Affreschi di pregevole fattura correvano sotto il matroneo, nel quale delle monache recitavano i Divini Misteri del Santo Rosario.
Mentre i due si avvicinavano all’altare, passarono davanti ad un confessionale dal quale uscì una donna.
“Mio marito è morto durante l’incendio della torre…” mormorò “… e forse è morto per nulla…”
“E’ morto da eroe, invece.” Replicò Reas.
“Invece no…” scuotendo il capo la donna “… stanotte ho sognato di lui… aveva la corazza lacerata ed il viso sfigurato dal fuoco… e mi ha profetizzato la distruzione di Tylesia…”
elisabeth
02-03-2012, 17.00.56
La scelta di allevare un figlio o di seguire il proprio aguzzino......l'Amore aveva un percorso perverso nell'animo degli uomini........la scena divenne disgustosa e mi ritrovai tra le mani di Kojo......era viscido e pretenzioso....fare scenate od insultarlo serviva a poco.....e quando il suo alito si allontano' dal mio viso....e la sua figura usci' da quella stanza.....chiusi gli occhi e mi piegai su me stessa,fissavo il corpo inerme di Tya, anche lei aveva creduto nell'amore di un uomo....e le era costata la vita..le andai vicina e le chiusi gli occhi, e ne coprii il corpo con il suo mantello.....dovevo uscire di li', se mi trovavano accanto al cadavere avevo poche probabilita' di essere creduta e poi c'era Reas, il duello.......uscita dalla stanza percorsi i corridoi che portavano al giardino, avevo l'esigenza di confrontarmi con la natura.....Daniel era svanito nel nulla.......ma lo sentivo protetto....e cosi' mi avvicinai ai miei amati alberi.......la morte di Tya...mi aveva ferita profondamente, mi sentii colpevole...
Guisgard
02-03-2012, 17.06.20
“La Festa delle Candele è attesa da tutti qui nel villaggio!” Sorridendo la donna a Talia. “Ci sarà la Santa Messa e poi la rappresentazione del Ludus… e poi il momento più atteso dai giovani del villaggio… la Tenzone tra l’Inverno e la Primavera dopo di che si sceglierà la reginetta della nuova stagione.”
In quel momento giunsero anche i pastori che erano in casa.
“Si, l’aria di questa bella giornata” disse uno di loro “le farà bene. Forse potrà anche venire alla festa, non credete?”
“Si, magari per sentire l’atmosfera, senza farla stancare troppo però.” Aggiunse la donna. “Potrebbe assistere alla Messa e poi al Ludus… così da non perdersi almeno l’inizio della festa.”
“Ma povera ragazza!” Esclamò uno dei pastori. “Solo la Messa e la Sacra Rappresentazione, per poi ritornare a casa? Tutti i giovani del villaggio poi assisteranno al resto e lei da sola chiusa in casa?”
“Si, in effetti non è molto attraente la cosa…” fece l’altro pastore.
“Si, ma non può sforzarsi nelle sue condizioni.” Disse la donna. “E poi con chi andrà alla festa? Con voi due? Come andarci con gli zii!”
E risero tutti.
cavaliere25
02-03-2012, 17.15.04
che bel falco avete è vostro domandai se aspettate che ritorna il frate che è con me proviamo a chiedegli se possiamo fare una messa cosi non finite al inferno e cosi potete tenere buona la promessa fatta che ne pensate domandai sorridendo
Talia
02-03-2012, 17.25.25
Sorrisi alle loro ultime parole... ero commossa dalla loro gentilezza e dal modo in cui si stavano prendendo cura di me.
"Vi sono così grata..." dissi "Siete così buoni!"
Poi subito tornai a tacere...
Una festa...
Mi sarebbe piaciuto andare a quella festa, ma...
"Guisgard non è ancora tornato!" mormorai.
Non era una domanda: io sapevo che non era ancora tornato.
Per qualche attimo rimasi in silenzio... la mente persa in mille lontani pensieri...
"Credo che mi siederò un po' qui!" dissi poi, ridestandomi improvvisamente "Al sole! Lo aspettarò!"
Guisgard
02-03-2012, 17.27.55
Elisabeth raggiunse gli alberi nel parco del palazzo, quando sentì una dolce melodia.
“Tristano di Cornovaglia ama solo Isotta
e disperato la cerca e per lei prega, e lotta.
Non è un dardo nel cuore, ma un giavellotto,
quel che trafisse d’amor di Ginevra Lancillotto.
Seguite la scia della freccia d’or che mai è svanita.
così vedrete quando il romanzo si mischia alla vita.”
Erano le rime di un menestrello.
“Cercate l’antica saggezza negli alberi, milady?” Domandò alla donna. “Il tempo passato è concluso, perché ogni verità è celata nel nostro cuore. Lì solo bisogna cercare.” Sorrise.
Guisgard
02-03-2012, 17.42.27
I pastori annuirono a quelle parole di Talia e anche la donna si convinse.
“Però qualcuno deve restare con lei…” disse quella “… se le occorre qualcosa…”
In quel momento arrivò Sheylon.
Nel vederlo, i pastori restarono visibilmente turbati.
La tigre, invece, con indifferenza passò loro davanti e si sdraiò ai piedi di Talia.
“Credo che la ragazza sia ben custodita.” Fece uno dei pastori.
Così, tutti loro rientrarono in casa.
Talia aveva il viso scaldato dal sole e accarezzato dalla lieve brezza che scendeva dal monte Summus.
I capelli ondeggiavano con delicatezza e i riflessi del giorno donavano ad ogni ciocca un riflesso differente.
Ad un tratto un’ombra si avvicinò.
Sheylon si voltò di scatto e il cavaliere fece cenno di restare in silenzio.
Arrivò allora alle spalle di Talia, attento a non far rumore, per poi metterle al collo un ciondolo.
Era un pendaglio con al centro un’Acquamarina incastonata.
“Era l’ultimo ciondolo rimasto…” sussurrò Guisgard a Talia “… ho fatto a botte con un innamorato che voleva darlo alla sua ragazza… ma alla fine sono riuscito ad averlo… sembra che solo con uno di questi ciondoli si potrà partecipare alla Tenzone per la nuova stagione… ora anche tu sei iscritta alla gara…” sorrise e soffiò, delicatamente, tra i lunghi capelli di lei.
Altea
02-03-2012, 17.54.03
Entrammo in dignitoso silenzio..nella Casa del Signore...quella cattedrale era di una magnificenza incredibile e si elevava al Cielo come dono al Signore e alla candida Regina. Pensavo alle parole di Reas "la regina aveva perso una cara persona in un duello". Non concepivo come si potesse risolvere una questione con la violenza invece che con la semplice parola, poi vidi una bellissima statua. La Madonna era seduta su un trono ed attorno a Lei vi erano tanti bellissimi Angeli a venerarla, presi un..giglio...da un grande vaso e lo posai pregando, quando fui destata da una donna che uscendo dal confessionale piangeva il marito morto nell'incendio. Reas cercò di calmarla...il sogno? era lo stesso mio sogno, mi avvicinai alla donna..."milady, fatevi coraggio...sarà un caso ma pure io ho fatto lo stesso sogno, fiamme in tutto il castello, non può essere un caso" e mi rivolsi a Reas sbigottita.
Guisgard
02-03-2012, 17.54.43
La figura incappucciata annuì a quelle parole di Cavaliere25.
“Si, è il mio falcone…” disse “… ora non posso restare… ma sei un buon giovane e sono certo che riferirai al frate quanto a me detto…” mostrò allora un monile al boscaiolo.
Sopra vi era inciso l’elmo di un cavaliere.
“Questo è un dono per la tua generosità…” donandolo a Cavaliere25.
Un attimo dopo andò via, svanendo nella selva.
Poco dopo ritornò padre Nicola.
elisabeth
02-03-2012, 18.04.09
Un canto lieve ed armonioso...parole che scaldano il cuore....un dardo parti'.....e lo vidi..scoccato tra i raggi del sole...Tylesia raggiunse....e il mio senso si fece vigile..e Reas vidi tra le strade della citta' spendente....." La maga dei boschi vi benedice...perche' saggio il vostro canto lenii ill suo cuore....siano benedette le vostre parole...."......Una rosa regalai al cantore e corsi verso Tylesia e le sue strade sia prirono al mio passaggio....Reas..lo vidi...galante era con Altea...e frenai la mia corsa, mi sembrava di disturbare il loro peregrinare spenzierato.......ma la cosa era importante...quindi mi avvicinai..." Reas, Altea..come sono felice di vedervi......"....erosenza respiro e trafelata....e inconsapevolmente le miei mani presero le mani di reas...i suoi occhi erano profondi e sinceri....e l'ombra di Kojo...sembrava appesantire la sua sorte
Guisgard
02-03-2012, 18.05.22
Reas fissò Altea e la donna.
“Siamo in guerra” disse “ed è normale essere turbati ed inquieti. I sogni non sono altro che frammenti delle nostre sensazioni ed emozioni. Non esistono sogni rivelatori. Anzi è contro la legge di Tylesia credere a queste cose.”
Prese allora la mano di Altea e si allontanarono.
“Venite, vi mostrerò i bellissimi affreschi della cattedrale.”
Il capitano mostrò così ad Altea le opere conservate in quel sacro luogo.
Nella cattedrale vi erano poi sepolti gli antichi sovrani di Tylesia.
“Queste sono le tombe” spiegò Reas “dei genitori della nostra regina… re Tudyr e la regina Anglyana.”
Talia
02-03-2012, 18.11.28
Da quella improvvisa e ben sensibile tensione tra i pastori capii che non eravamo più soli...
“Ciao Sheylon!” mormorai, allungando appena una mano contro cui la tigre appoggiò la testa per un momento.
Chiusi gli occhi, quindi, e sollevai il mento quel tanto che bastava perché il sole mi illuminasse completamente il viso... e così rimasi per qualche tempo, respirando il vento...
Ad un tratto un’ombra si avvicinò.
Sheylon si voltò di scatto e il cavaliere fece cenno di restare in silenzio.
Arrivò allora alle spalle di Talia, attento a non far rumore, per poi metterle al collo un ciondolo.
Era un pendaglio con al centro un’Acquamarina incastonata.
“Era l’ultimo ciondolo rimasto…” sussurrò Guisgard a Talia “… ho fatto a botte con un innamorato che voleva darlo alla sua ragazza… ma alla fine sono riuscito ad averlo… sembra che solo con uno di questi ciondoli si potrà partecipare alla Tenzone per la nuova stagione… ora anche tu sei iscritta alla gara…” sorrise e soffiò, delicatamente, tra i lunghi capelli di lei.
Addirizzai appena la schiena, mentre la catenella scivolava intorno al mio collo... poi la mia mano corse a sfiorare con delicatezza la liscia pietra...
“E’... è bellissima!” mormorai “Bellissima! E... beh, ha ancora più valore dato che ti è costata addirittura un duello!”
Sorrisi leggermente... mentre le mie dita continuavano a giocherellare con quel ciondolo, esplorandone ogni millimetro.
Poi, improvvisamente, un pensiero mi colse...
Una domanda... quaalcosa di cui, al Casale, non avevo mai sentito parlare...
“Guisgard...” chiesi, voltandomi appena verso di lui “Che cosa... che cos’è una Tenzone? Che vuol dire che sono iscritta?”
Altea
02-03-2012, 18.13.06
Guardai Reas stupefatta, mentre mi portò ad ammirare la cattedrale e mi trovai davanti a coloro che diedero i natali alla dolce regina, mi soffermai a pensare e mi rivolsi al capitano..."Sir Reas, non capisco molto il vostro carattere...voi non fareste nulla per offendere la regina eppure violate una sua legge e volere del cuore volendo fare un duello..e venite a dire a me che è contro la legge di Tylesia credere nei sogni premonitori"..non ebbi il tempo di finire quando apparve Elisabeth, ella correva per la navata e ci raggiunse stringendo le mani di Reas...in lei leggevo il volto dell'Amore e sorrisi di gioia nel vederla.
Guisgard
02-03-2012, 18.45.18
A quella domanda di Talia, Guisgard sorrise lievemente.
La fissava, mentre il Sole le illuminava gli occhi e il vento le accarezzava i capelli.
Giocava con quel ciondolo e con l’espressione vagamente incuriosita attendeva una risposta da lui.
In fondo era come una bambina.
Una candida bambina in un corpo di bellissima giovane donna.
Com’è grande e meraviglioso il mondo, Talia.
Pensava lui.
Tutto da scoprire.
Infinite cose lo animano.
E ciascuna forse attende di avere un nome nuovo.
Quello che vorrai dare tu ad ognuna di quelle.
Vorrei farti scoprire e conoscere il mondo intero, Talia.
Per poi regalartelo.
Anche a costo di doverlo conquistare pezzo per pezzo.
Si, sei come una bambina da viziare e stupire.
Da meravigliare e forse conquistare.
“Una tenzone è una gara, una sfida.” Disse Guisgard. “Una vecchietta mi ha raccontato come avverrà la cosa… due attori si vestiranno per impersonare l’Inverno e la Primavera e inizieranno a sfidarsi enunciando ciascuno i propri pregi e denigrando, nello stesso tempo, i difetti dell’altro… alla fine due pastori, il più vecchio e il più giovane del villaggio, impersonando due figure pastorali chiamate Palemone e Dafny, faranno da giudici alla contesa…” sorrise “… e poi comincerà la parte più attesa, dove tutte le ragazze del villaggio si contenderanno il titolo di Principessa della Nuova Stagione.”
Prese allora Talia per mano e avanzarono nel centro di quel cortile.
Il pallido Sole del meriggio morente rendeva l’aria intrisa di una lieve malinconia, ma su tutto vinceva l’attesa del villaggio per la festa.
“In verità” fece Guisgard “noi bareremo… perché tu dovresti essere fuori concorso, visto che sei la più bella… ah, ovvio che non dovrai dare confidenza a nessun giovanotto… a meno che non ti stia particolarmente antipatico.” Fissò La tigre. “Ehi, Sheylon, se qualcuno si avvicina sai cosa fare, vero?” E rise. “Sai, Sheylon viene dalle Indie e lì sono tutti gelosi! Conobbi, una volta un fachiro gelosissimo! Che per stare sicuro faceva dormire la moglie su un letto di chiodi!” E rise di nuovo.
“Ma per l’Amor del Cielo!” Uscendo nel cortile la donna. “Deve stare calma! Non si può agitare!”
“Le sto parlando della festa!” Esclamò Guisgard. “Visto che vi parteciperà!” E indicò alla donna il ciondolo al collo di Talia.
Guisgard
02-03-2012, 19.00.36
Elisabeth aveva raggiunto di corsa Altea e Reas nella cattedrale.
“Cosa succede, milady?” Domandò alla donna il capitano.
Elisabeth stringeva le mani del soldato ed era palese la sua agitazione.
“Non vi sentite bene?” Fissandola Reas. “Venite, sedetevi su uno dei banchi… ora rilassatevi...”
elisabeth
02-03-2012, 19.15.15
Mi feci condurre su una panchina della Chiesa...Altea era li' che mi guardava con aria interrogativa....e io mi sentivo una sedicenne al suo primo incontro.......forse ero in procinto di impazzire, ma era la prima volta in tutta la mia lunga vita che volevo impazzire dicendo quello che pensavo tutto di getto....." Altea perdonami io non voglio disturbare il vostro momento......ma ho la necessita'....di parlare..e' come se nonpotessi tacere.....Il regno tutto perira'.....ci sara' distruzione e guerra...le fiamme che avete visto non sono niente a confronto.....ho saputo dal quel viscido serpente di Kojo che voi , Reas, avete un duello con lui........sara' intenso e le forze vi sembreranno sfuggirvi da ogni parte del vostro corpo....io.....vi prego Reas....lasciate che vi protegga, la vostra vita mi e' molto cara, non so cosa sia successo guardandovi negli occhi.....ho visto il mondo che mi appartiene...............Quando Kojo mi ha detto che la sua vittoria sara' uccidervi.......avrei voluto morire inj quello stesso momento.....vi amo Reas....."......avevo parlato senza prendere respiro...avevo forse turbato ogni istante ....... ma a me non importava piu' nulla.....era meraviglioso sapere di poter ancora amare...
Talia
02-03-2012, 19.16.22
Lo ascoltavo con il cuore carico di meraviglia e stupore... una gara... una gara in versi... e poi una contesa...
“Io parteciperò?” mormorai... era così strano... tutto ciò che stava accadendo era strano, e nuovo...
Sorrisi...
“In verità” fece Guisgard “noi bareremo… perché tu dovresti essere fuori concorso, visto che sei la più bella… ah, ovvio che non dovrai dare confidenza a nessun giovanotto… a meno che non ti stia particolarmente antipatico.” Fissò La tigre. “Ehi, Sheylon, se qualcuno si avvicina sai cosa fare, vero?” E rise. “Sai, Sheylon viene dalle Indie e lì sono tutti gelosi! Conobbi, una volta un fachiro gelosissimo! Che per stare sicuro faceva dormire la moglie su un letto di chiodi!” E rise di nuovo.
Rideva... era così tanto tempo che non lo sentivo ridere a quel modo...
Ed ero così felice che fosse tornato a ridere!
Mi sembrava quasi di poterlo vedere.
“Io parteciperò...” mormorai poi, stringendo appena la sua mano “Se tu prometti di non perdermi di vista neanche per un secondo!”
Altea
02-03-2012, 20.33.41
Elisabeth parlava trafelata...l'incendio, il mio sogno premonitore, Tylesia in fiamme..il duello e poi quella frase "vi amo Reas"..rimasi un pò stupita ma sorrisi nascondendo il viso, che stava succedendo alla mia cara amica? Ma era bello vederla cosi..innamorata...lei era felice. Lentamente, li lasciai soli, volevo che vivessero quel momento soli, non volevo rovinare quell'attimo cosi splendente. Cosi iniziai ad aggirarmi sola per la Cattedrale, molta gente si rivolgeva ai Santi, alla bellissima Regina e a Dio per cercar conforto...e Dio è buono verso i suoi Figli ed ero certa avrebbe protetto Tylesia.
Guisgard
02-03-2012, 20.35.33
Reas restò a fissare Elisabeth per qualche istante.
“Inventereste di tutto, vero?” Con lo sguardo duro. “Pur di non farmi partecipare a quel duello, non è così?” Scosse il capo. “E’ da tanto tempo che volevo sistemare questa faccenda! Sono stanco dei soprusi di sir Kojo e dei suoi cavalieri! Gli darò ciò che merita! Ora, perdonatemi, ma vi ricondurrò al palazzo… è tardi e domani all’alba mi attende il duello…” aggiunse guardando Elisabeth e poi cercando con lo sguardo Altea.
Ma proprio in quel momento degli uomini entrarono nella cattedrale: erano i soldati della guardia reale.
“Signore, è tardi e dovete tornare al palazzo.” Disse uno di loro. “Domani vi attende il duello con sir Kojo.”
“Si, stavamo appunto per tornare al palazzo.” Annuendo Reas.
Altea
02-03-2012, 20.43.07
Ad un tratto senza tante remore le porte della cattedrale si aprirono, io guardavo da lontano Reas ed Elisabeth ma non vedevo affetto nel volto di Reas, nè amore...speravo che la cara Elisabeth non avesse preso un abbaglio..a volte..l'Amore è ingannatore.
Vidi lo sguardo di Reas verso di me e capii che voleva tornassi vicino loro, le guardie ci dissero di tornare al castello...per il duello che presto sarebbe avvenuto. Non c'era modo di fermarlo..non dissi nulla, volevo che Elisabeth gli salvasse la vita, e cosi mi apprestavo a tornare in quella gabbia dorata solo dopo pochi minuti di libertà, ma molto preziosi..
Guisgard
02-03-2012, 20.45.34
I colori e poi i suoni, i canti, le risa e le voci che si accalcavano.
In un attimo il villaggio divenne in festa.
Ovunque c’erano coppie che danzavano, tavoli imbanditi delle bontà culinarie del posto, cantori che motteggiavano e numerosi sguardi di ragazze innamorate.
“Mi raccomando, fate attenzione, messere!” Si raccomandò la donna.
Guisgard annuì e poi con Talia si mischiò alla folla.
“Visto?” Sorridendo alla ragazza. “Siamo venuti fin qui per trovarti una mamma!”
Fu così celebrata la Messa e poi avvenne la rappresentazione del Ludus, chiamato anche Dramma Sacro.
Dopo queste funzioni religiose molto sentite, si cominciò a preparare il tutto per la tenzone.
Così, mascherati, apparvero due pastori: uno impersonava l’Inverno, l’altro la Primavera.
E così cominciarono:
PRIMAVERA: “Giungi o cuculo e scaccia via il freddo e il gelo!”
INVERNO: “Ti inganni, poiché il cuculo porta siccità e carestia!”
PRIMAVERA: “Il cuculo canta gioioso all’aria nuova!”
INVERNO: “Il cuculo compare quando le scorte sono terminate e la terra non da ancora frutti!”
PRIMAVERA: “Non solo il cuculo, ma tutto si desta al caldo Sole e al giorno lungo!”
INVERNO: “Lavorare, ecco cosa! Ma invece nel mio regno ci si riposa al caldo fuoco e non si lavora! Saranno le nuove stagioni a servirmi con i loro raccolti!”
PRIMAVERA: “Non un signore, ma un tiranno che affama e spaventa! Questo è l’Inverno!”
A questo punto compaiono Palemone e Dafny che sentenziarono:
“Arretra duro Inverno e invece avanza dolce Primavera! Fioriscano i teneri germogli e rivestano di profumo e colori la terra che, fecondata dal nuovo Sole, ridesti gioia nei puri cuori!”
E sancita la vittoria della Primavera, il villaggio esultò e si abbandonò alla gioia della festa.
“Posso avere l’onore di ballare con voi, milady?” Domandò Guisgard a Talia e mostrando un vistoso inchino. “Ed anche la gioia di prendere il vostro strascico?”
La musica cominciò e tutti ballarono.
L’imbrunire era giunto e con esso la sera.
Le luci del villaggio rendevano come incantato quel luogo e tutti si divertivano e sognavano.
Alla fine del ballo Guisgard portò Talia presso i tavoli imbanditi per assaggiare alcune delle leccornie della festa.
Appoggiato al parapetto del piccolo ponte che scavalcava il canale, vi era un cantastorie.
“Eh, quanti sospiri!” Ridendo.
“Cosa dite, amico mio…” fissandolo Guisgard “… c’è una ragazza più bella di lei a questa festa?”
“Io non ne vedo, messere!” Sorridendo il cantore. “Parteciperà alla gara per la Principessa?”
“Certo!” Annuì Guisgard. “Anzi, avrebbe dovuto impersonare la primavera! Non siete d’accordo?”
“Certo!”
“Sentito, gioia?” Rivolgendosi Guisgard a Talia. “E lui se ne intende, vero?”
“Naturale!” Esclamò il cantore. “Conosco i versi più belli che parlano delle eroine più famose! E sapete da cosa si nota un’eroina? Dagli occhi! Perché non vi voltate a fissarmi, milady? Mi ritenete così brutto?”
Guisgard lo fisso e scosse il capo.
Il cantastorie comprese e chinò il capo.
“E ditemi, amico mio…” fece Guisgard “… a quale eroe ed eroina volete paragonarci?”
“Ah, sicuramente ad Orfeo ed Euridice!” Strimpellando la sua lira il cantore. “Visto che non vi lasciate mai la mano!”
Guisgard sorrise.
In quel momento una voce zittì tutto e tutti, annunciando l’inizio della gara per scegliere la Principessa della Nuova Stagione.
Daniel
02-03-2012, 21.44.05
Mi avvicinai con calma al sarcofago.. Il lucchetto era pieno di graffi segno delle diverse forzatre avvenute nei secoli.. Presi la chiave la inserii nel lucchetto e girai.. Scattò un meccanismo pieno di ingranaggi che fece aprire il sarcofago e una luce abbagliante offfuscò la vista e tutto l'interno della stanza..
elisabeth
02-03-2012, 22.14.05
I suoi occhi divennero di ghiaccio il suo volto assunse un'espressione di di grande indignazione......ero confusa, mio Dio pensai......il mio sentimento ha ferito il suo amor propio...poi vidi i suoi occhi cercare Altea e li' compresi forse che chi era di troppo ero io......" Nessuno mi ha mai insultata come avete fatto voi oggi......non vi avrei mai dichiarato il mio Amore solo per evitarvi un duello, ho perso molto di piu' che l' amore di un uomo.....la vostra testardaggine vi portera' a rischiare la vostra vita, se non volete ascoltare me fatelo almeno per Altea...."....soldati vennero a chiamarlo, e lui ando' via, la Chiesa era grande, il gelo che mi entro' nelle vene....mi rese l'animo di ghiaccio, sentii i pensieri di Altea, si aspettava che lo salvassi......l'avrei fatto.....perche' infondo quando si ama non ci si deve aspettare nulla, queste sono le regole che governano l'universo...l'amore e' amore a prescindere da ogni cosa......uscii dalla Chiesa correndo cosi' come vi ero entrata.......Kojo se avessi fermato lui......avrei evitato che succedesse il peggio.....andai cosi' negli alloggi dove avrebbe riposato Kojo.........lo avrei atteso, infondo per chi si sentiva gia' un vincitore il premio era gia' cosa certa.........
Altea
02-03-2012, 22.49.14
Fissavo Elisabeth, il suo sguardo scosso, leggevo lacrime trattenute e lo sguardo serafico di Reas...eppure mi sembrava un uomo di nobili sentimenti, ricordai quella notte quando li vidi nel parco del palazzo, e poi durante la cerimonia in nostro onore, Elisabeth era bella e raggiante vicino lui..poi un impeto della mia cara amica...ella come arrivò, corse via, e sparì nel nulla, forse piangendo calde lacrime. Camminavo in silenzio, quando uscimmo dalla cattedrale, per non profanare quel luogo, decisi di affrontarlo "Sir Reas, lady Elisabeth vi ha dichiarato il suo amore...proprio col cuore in mano. E' raro che una dama dica a un cavaliere che lo ami, solitamente è il contrario, e io pensavo voi foste innamorato di lei. Io penso l'abbiate ferita e che forse dobbiate delle scuse..la lasciate fuggire cosi? Oh no...un cavaliere sarebbe accorso subito dietro la sua dama per cercare di rimediare, per rassicurarla...del suo Amore. E se proprio non vi fosse Amore avrebbe cercato di rincuorarla. Siete freddo o è solo colpa dei pensieri del duello?" lo guardai, pensai all'Amore, fino ad ora non avevo mai amato veramente nessuno e dopo ciò che avevo visto, l'orgoglio ferito di una dama innamorata ero più convinta a chiudere il mio cuore...proprio come quel cancello dorato con un chiavistello di diamante che nessuno e niente può scalfire...solo un diamante uguale ad esso.
Parsifal25
03-03-2012, 02.54.42
L'albeggiare si avvicinava.... le ricerche non portatrono alcun risultato..... le interrompemmo e decidemmo di attendere le prime luci del nuovo sole.
Il monaco che avevamo salvato, ci raccontò la storia di quel terribile naufragio....andavo sempre più convincendomi che non avremmo più rivisto il fratello di Jovinus, fissaì quelle acque e dissi:
"Chissà, quante anime sono state inghiottite da quella corrente?". Mentre pensavo a ciò, un rintocco di campane scosse quel silenzio.... Avid si spaventò e chiese come mai si sentissero delle campane. La situazione mi insospettì e poco dopo decisi di andare in avanscoperta.
Guisgard
03-03-2012, 14.17.00
Reas restò a fissare Elisabeth per alcuni istanti.
I suoi occhi scuri riuscirono quasi a penetrare quelli di lei.
E allora, per un attimo infinitesimale, la maga dei boschi vide una luce, intensa e pulsante, sfrecciare tra lei e il capitano della guardia.
“Si può amare qualcuno senza nemmeno conoscerlo?” Domandò alla donna. “No, non si può… nulla sfugge al raziocinio, nemmeno l’amore… comprendo ciò che avete fatto e ve ne sono grato, milady… avete mentito per farmi evitare quel duello… ma ora devo andare…” e con un inchino si congedò da lei e da Altea.
Tuttavia Altea lo raggiunse e gli parlò.
“Non sono freddo, milady…” disse Reas “… ma solo lucido e realista… ciò che penso è ciò che ho detto nella cattedrale… credete che il mio cuore sia freddo? No, è solo attento a non cadere nelle illusioni… a causa di quelle, le illusioni, Tylesia è stata sottosposta al caos… ora perdonatemi, ma devo andare…” fissò la ragazza ancora per un istante e poi andò via con i suoi uomini.
Nel frattempo Elisabeth aveva raggiunto gli alloggi di Kojo.
Le si avvicinò subito un servitore del cavaliere.
“Posso esservi d’aiuto, milady?” Domandò alla maga.
Guisgard
03-03-2012, 14.26.50
Parsival mostrò l’intenzione di seguire il rintocco di quelle campane, ma subito Redentos lo chiamò:
“Aspetta, Parsifal… meglio andare tutti insieme… questi luoghi sono per noi sconosciuti ed essere prudetenti non fa mai male.”
Così, tutti insieme, si incamminarono nella selva.
Il cielo era coperto e l’aria era tornata ad essere fredda.
Tutto appariva come incantato, avvolto da un mistico silenzio.
Anche il vento taceva.
“Sembra abbia smesso di suonare quella campana…” mormorò Avid il nano “… come faremo ora a trovare il luogo in cui veniva suonata?”
Ma proprio in quel momento, si udì una voce all’improvviso.
“Redentos, amore mio…” echeggiò nell’aria “… non fermarti, vita mia… non smettere mai di cercarmi, anima mia…”
“Calunda!” Gridò Redentos. “Calunda, dove sei?” Si voltò poi verso i suoi compagni. “Avete udito anche voi, vero? Avete sentito quella voce?”
“Si, milord!” Annuì il nano.
“Era chiara e reale!” Intervenne Jovinus. “E proveniva da quella parte!” Indicò il monaco.
Allora la nobile compagnia si lanciò verso quella direzione.
Poco dopo giunsero in una piccola radura, dove sorgeva una cappellina.
Davanti a questa un uomo stava scolpendo un bassorilievo.