Visualizza versione completa : Tylesia e il perduto Fiore dell'Intelletto
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Guisgard
03-03-2012, 14.37.48
Il sarcofago si aprì davanti a Daniel e a Nigros e subito una luce verde e potentissima investì i due.
Daniel non vide più nulla.
Come se avesse perso la vista.
Poi, dal buio emersero delle voci.
“Stella della Mattina...”
“Prega per noi.”
“Porta del Cielo…”
“Prega per noi.”
“Regina dei Profeti...”
“Prega per noi.”
“Regina dei Martiri…”
“Prega per noi.”
“Regina di tutti Santi…”
“Prega per noi.”
“Regina della Chiesa…”
“Prega per noi.”
Poi il silenzio.
Un attimo dopo, Daniel cominciò a vedere una luce.
E una voce gli parlò:
“Daniel... sono Giada... ci stanno circondando… sono ovunque... il loro potere è spaventoso… capace di offuscare il Sole e la luce della ragione...”
Poi, finalmente, Daniel tornò a vedere.
Era in un paesaggio battuto dal vigore della natura.
Stava in piedi a dominare con lo sguardo su una terra che appariva sconfinata.
E indossava una corazza.
Una corazza verde...
Il sarcofago era aperto e quella visione svanita.
“Eccola, Daniel…” indicò Nigros “… guarda nel sarcofago… è l’armatura del Cavaliere Verde…”
E Daniel, nel vederla, riconobbe subito che era la stessa che aveva indossato in quella straordinaria visione.
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Daniel
03-03-2012, 19.48.16
All'interno del sarcofago si trovava l'armatura.. Mi attirava verso di lei.. La toccai e una luce verde mi invase per pochi secondi nei quali l'armatura si montò da sola sopra di me.. La spada si sollevo e venne nella mia mano e una voce mi diceva.. Compi la tua missione.. Guardai Nigros e gli dissi:
<<Quale missione?>>
elisabeth
03-03-2012, 20.07.05
Avevo ancora negli occhi la luce intensa che vidi negli occhi di Reas, l' Amore non era una questione di tempo, l'Amore era alchimia pura......l'Amore era fatto di sensazioni, di attimi.......leggeri tocchi potevano fare battere il cuore come se fosse pronto ad esplodere...........ma il punto era un'altro, non volevo che innocenti perdessero la vita ed innamorata o no avrei comunque voluto impedire quel duello.....i miei pensieri furono arrestati dalla voce di un uomo...un servitore a quanto pare di Kojo....." Desideravo essere annunciata al vostro Signore.....ditegli che Lady Elisabeth desidera parlargli....."..........era l'ultima cosa umana che facevo...poi la mia vera natura avrebbe preso il suo giusto posto........
Altea
04-03-2012, 00.43.09
Ascoltai le parole di Reas...."l'Amore...no, non poteva essere solo conoscenza..Amore era qualcosa di magico, un qualcosa che scoppiava all'improvviso, il maestro mi raccontò che uno scrittore disse che..l'Amore non è spiegabile, e non si deve spiegarlo se non lo si vuole rovinare".
Reas si allontanò da me...con le guardie, Elisabeth era scappata, e mi trovavo sola, a Tylesia, non potevo crederci...che la Regina dei Cieli e degli Angeli fosse stata benevola? Mi guardai attorno e imboccai una stradina e iniziai a correre, si udivano i miei passi sul lastricato alabastrato, mi tolsi le scarpe e corsi scalza per non farmi udire, guardavo il Cielo e la Luna si rifletteva sulle cupole di Tylesia. Era vero??...ero libera??
Parsifal25
05-03-2012, 01.31.11
La scelta di proseguire insieme,rincuorò le nostre speranze.... seguimmo il suono di quelle campanema ad un tratto tutto tacque.
Avid, sembrava disorientato e perso.... aveva paura di andare oltre, ma all'improvviso una voce di donna, incoraggiava il nostro gruppo a proseguire. IL Maestro Redentos rimase incredulo e la sorpresa fu ancora più grande perchè quella voce era quella del suo amore.....
"...... mi manchi...." dissi tra me. Proseguimmo verso quella voce e per la radura, il percorso era irto, sembrava non finisse mai..... finchè ad un tratto, non giungemmo dinanzi ad una cappellina. Ai piedi di essa vi era un uomo che scolpiva un bassorilievo, ci avvicinammo con cautela e dissi:
"Perdonate messere, cosa ci fate qui? Cosa state facendo?"......
Guisgard
05-03-2012, 16.50.20
Di nuovo quelle visioni.
E stavolta era stata grandiosa agli occhi di Daniel.
Ma, un attimo dopo, tutto svanì.
Daniel vide l’armatura, bellissima e dalle fattezze quasi ultraterrene, riposta nel sarcofago.
“L’armatura vuole darti un messaggio…” disse Nigros “… ormai è chiaro che tu sei il prescelto ad indossarla… forse sei chiamato a difendere Tylesia dai suoi terribili nemici… tuttavia dobbiamo essere cauti, ragazzo mio… la legge del regno osteggia tutto ciò che è irrazionale, contro i valori dell’intelletto… se qualcuno scopre che siamo riusciti ad aprire il sarcofago, temo, ci farà arrestare… dobbiamo trovare il modo di portare l’armatura in un luogo sicuro, così da poter scoprire tutti i suoi segreti…”
Guisgard
05-03-2012, 16.54.35
Il servo, a quelle parole di Elisabeth, annuì ed entrò in una stanza.
Un attimo dopo uscì e fece cenno alla donna di entrare.
“Sir Kojo vi attende, milady.”
Elisabeth entrò e trovò il cavaliere ad attenderla.
“Sapevo che ci saremmo rivisti presto, milady…” sorridendo lui “… anche se, devo ammetterlo, non così presto…”
Riempì allora due calici e ne offrì una alla donna.
Talia
05-03-2012, 16.57.02
I rumori della festa, la musica, le risa, lo scalpiccio di centinaia di piedi che danzavano... tutto ciò, intorno a me, mi causava una sorta di vaga eccitazione...
Ed anche io e Guisgard danzammo... volteggiavo, tenendomi stretta a lui... non vedevo assolutamente niente, ma in fondo non mi importava: non avevo paura perché sapevo che non sarebbe accaduto niente di male, ero sicura che lui non l’avrebbe mai permesso...
E poi, senza preavviso, un ricordo lontano mi attraversò la mente...
Nella calde sere estive il profumo fresco del bosco giungeva fino al Casale e cullava i miei sogni...
Tuttavia quella sera era diversa: quella sera ero inquieta.
Il Maestro si era ritirato a meditare nel Tempio, i miei fratelli erano nel cortile e giocavano ai cavalieri tra grida e risa, Guisgard era sparito... ed io ero nervosa.
Nessuno si preoccupava troppo delle sue sparizioni, ormai... accedeva, talvolta, che si allontanasse senza darne preavviso, girovagava per il bosco anche se nessuno sapeva dove andasse né perché... ed anche quella volta, come molte altre, nessuno - né il Maestro né i fratelli - dettero peso a quella sua improvvisa ed inspiegabile sparizione. Nessuno, tranne me.
Già... anche perché solo io sapevo ciò che era accaduto quel pomeriggio.
Quella insensata corsa fino al palazzo del Visconte, dietro a quelle carrozze fin troppo scintillanti... la curiosità, la sorpresa, l’emozione... poi le loro parole e le promesse... i miei occhi larghi di meraviglia...
Guisgard non mi aveva detto neanche una parola quando eravamo tornati al Casale, non mi aveva neanche guardata... e poi era uscito ed era scomparso...
Ero molto più che nervosa, ormai... ero preoccupata.
Poi d’un tratto, attraversando il cortile e percorrendo sovrappensiero il Viale, udii un debole fischio ed una voce...
“Talia!”
Mi voltai di scatto e lo osservai un momento... era seminascosto tra gli alberi... ma riconobbi la voce.
“Guisgard!” mormorai correndogli incontro “Ma dov’eri? Dove sei stato? Ero così in pena...”
“Vieni!” disse solo, prendendo la mia mano e conducendomi nel bosco, lontani dalle luci del casale.
“Allora?” domandai, quando finalmente si decise a fermarsi... era buio fitto e tutto ciò che riuscivo a vedere erano i suoi occhi chiari, cupi come non mai “Che cosa succede?”
Lui esitò per un istante, poi allungò le mani e mi mostrò qualcosa... un fagotto di stoffa candida e liscia.
Le mie dita sfiorarono quel ‘qualcosa’ per appena un istante e subito lo riconobbero... fui stupita, sorpresa, emozionata e felice... ed un vago sorriso mi sfiorò le labbra.
“Come lo hai avuto?” chiesi.
Lui si strinse nelle spalle, poi si avvicinò e mi consegnò quel fagotto: “E’ per te!”
Le mie mani accolsero quel ricco abito di quella leggera stoffa bianca con una delicatezza quasi reverenziale... per qualche attimo rimasi immobile, fissandolo... fissando l’abito, poi il ragazzino di fronte a me, poi ancora l’abito ed ancora lui...
“Sei tornato fin là per prenderlo?” chiesi infine “Sei tornato a prenderlo per... per me?”
Lui non rispose subito... infine, con un sussurro appena percettibile, disse: “A te non deve mancare niente!”
Di nuovo sorrisi...
Allora, senza una parola, aprii l’abito per poi indossalo sopra il mio semplice vestito, facendolo scivolare dalla testa, ed aprii poi le braccia, facendo un piccolo giro su me stessa...
“Che dici?” domandai infine “Potrei sembrare una gran dama?”
Anche lui sorrise... poi sfilò di tasca la sua ocarina ed iniziò a suonare una lieve melodia...
“Vuoi ballare, milady?” chiese ad un tratto, smettendo di suonare.
“Certo che lo voglio, milord!” risposi, con un piccolo inchino.
E così danzammo... danzammo per molto tempo, seguendo l’eco di quella melodia...
Quel ricordo attraversò la mia mente velocissimo... lasciando dietro di sé un retrogusto dolce ed amaro insieme...
“Ti ricordi quella volta che abbiamo ballato nel bosco, Guisgard?” domandai allora “Ti ricordi quell’abito bianco? Era così bello... e la tua ocarina sembrava suonare da sola... Dimmi, ti ricordi di quella sera?”
Sorrisi per qualche attimo... poi leggermente mi incupii...
“Di quella che fu la tua ultima sera al Casale...” soggiunsi in un sussurro.
Alla fine del ballo Guisgard portò Talia presso i tavoli imbanditi per assaggiare alcune delle leccornie della festa.
Assaggiai alcune delle cose che mi misero tra le mani... erano buone... anzi, il fatto di non poter vedere ciò che mangiavo mi faceva scoprire mille e più nuovi sapori...
Scoprii che vi era un cantastorie lì vicino a noi quando Guisgard scambiò qualche parola con lui...
“Conosco i versi più belli che parlano delle eroine più famose! E sapete da cosa si nota un’eroina? Dagli occhi! Perché non vi voltate a fissarmi, milady? Mi ritenete così brutto?”
Guisgard lo fisso e scosse il capo.
Avvertii la tensione crescere a quelle parole... i muscoli del suo braccio si tesero e la sua mano si strinse, anche se impercettibilmente...
“Sshhh... rilassati!” sussurrai, al suo orecchio “Lui non poteva saperlo... non fa niente!”
Ma subito fui interrotta da una voce che annunciava l’inizio della gara... strinsi di più la mano di Guisgard, allora, e mi voltai in direzione di quella voce...
“Che cosa succede?” domandai piano.
Guisgard
05-03-2012, 17.39.23
“Inizia la tenzone per nominare la più bella dama per la nuova Primavera!” Disse il cantastorie.
“Davvero?” Fissandolo Guisgard. “Allora dobbiamo prepararci! Canterete qualcosa per noi, mentre siamo in gara?”
“Certo, messere!” Sorridendo il cantastorie.
“Andiamo, Talia.” Disse lui a lei.
Così, i due ragazzi raggiunsero il centro della piazzetta, dove di lì a poco sarebbe iniziata la gara per scegliere la più bella.
Il Sole era ancora alto sull’orizzonte e la sua luce rendeva come assopito il paesaggio, dando a tutto un’aria di sapore antico.
Ma la vivacità per la festa destava gli animi e li rendeva gioiosi.
Guisgard, sempre tenendo Talia per mano, si avvicinò al banco centrale e prese una coccarda come segno dei partecipanti, per poi fissarla tra i capelli di Talia.
“Perdete solo il vostro tempo, messere…” mormorò all’improvviso uno dei presenti.
“E perché mai?” Incuriosito Guisgard.
“Perché sono due anni ormai che la corona di più bella spetta a Rykele…”
“E’ davvero così bella?”
“Si, è molto bella…” rispose l’uomo “… e poi a difendere i suoi colori vi è Fauno, il più abile e forte del villaggio…”
“Forse lo straniero viene davvero da molto lontano, a quanto pare…” disse all’improvviso qualcuno.
“Fauno!” Gridarono felici molti dei presenti.
“Si, in effetti vengo da lontano…” rispose Guisgard al nuovo arrivato “… e ad essere sincero non conosco le gesta e la fama di voi pastori…” sorrise con fare guascone “… solitamente leggo di draghi e cavalieri, non di pecore e dei loro guardiani…”
Fauno lo guardò con un impeto di rabbia.
“Preparati a lottare per la tua bella!” Disse.
Guisgard annuì.
In quel momento si avvicinò una bellissima ragazza.
“Quest’anno la gara pare sarà più divertente…” sorridendo Rykele.
“Non più del solito…” con astio Fauno.
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Guisgard
05-03-2012, 17.43.33
Altea correva tra le strade di Tylesia.
Correva libera e finalmente senza tristezza nel cuore.
I marmi policromi, le alte guglie e le maestose cupole, i palazzi che lambivano il cielo e i sontuosi crocifissi che si ergevano come a voler congiungere il Cielo e la terra riflettevano lo splendore di quella città, che di terreno aveva ben poco.
Ad un tratto Altea udì delle voci.
Erano tre bambini.
“Io sono Lancillotto!” Esclamò uno di loro. “In guardia Mordred!”
“Ti infilzerò, dannato cavaliere!” Rispose l’altro.
E cominciarono a scimmiottare un duello con le loro spade di legno.
“Attento, mio campione!” Disse la bambina.
“Stai tranquilla, Ginevra, vincerò e ti porterò via con me!” Fece il bambino che impersonava Lancillotto. “E saremo felici per sempre! Andremo nelle Isole Felici, dove nessuno invecchia, mia regina!”
“L’amore vero non esiste!” Replicò il bambino nei panni di Mordred. “Tutti lo sanno ed io ti batterò!”
In quel momento arrivò una donna ad interromperli.
“Bambini!” Li richiamò. “Sapete che queste cose non si dicono! Se passano i soldati e vi sentono? Forza, tornate dentro!”
Altea
05-03-2012, 18.10.17
Correvo libera per le incantevoli e incantate strade di Tylesia, finalmente la scorgevo in tutta la sua bellezza, ad un tratto davanti a me si presentarono tre simpatici bambini, mi fermai a guardarli giocare..Lancillotto contro Mordred, e la sua amata Ginevra.
Mi avvicinai a loro.."Complimenti...sarete dei bravissimi cavalieri un giorno, e tu.." guardando le bellissima bimba dai lunghi capelli e dagli occhi del Cielo "una dama bellissima e cortese". Ad un tratto arrivò una donna e pose fine al loro gioco, intimando che le guardie sarebbero potute arrivare.
Raggiunsi la donna..."I miei omaggi milady, scusate io non sono del posto, ma cosa stavano facendo di male questi bambini? stavano solo giocando e parlando d'amore, perchè sarebbe pericoloso un simil gioco?"
Daniel
05-03-2012, 18.24.38
Dovevamo portare fuori l'armatura?
<<Semplice!>> Dissi guardando Nigros..
Presi un pezzo di legno lì vicino a feci una copia del sarcofago con l'aiuto della magia.. Poi mi avvicinai al sarcofago vetro e lo rimpicciolii fino a farlo diventare grande quanto un sassolino.. Misi il sarcofago finto al suo posto e poi dissi a Nigros:
<<Ora?>> sorridevo perchè quell'avventura mi intrigava sempre di più
Guisgard
05-03-2012, 18.40.06
La donna fissò Altea.
“Allora venite davvero da molto lontano” spiegò lei “se ignorate le leggi che reggono Tylesia! Beh, sappiate che in queste terre è bandito ogni mito ed ogni leggenda sull’amore… anzi, discorsi che vanno contro queste leggi sono pericolosi per la popolazione e vengano aspramente puniti dalle autorità… nessuno ne è esente, neanche i bambini… anzi, i bambini non devono crescere con queste false e bugiarde convinzioni… l’amore è un sentimento, nulla di più, nulla di meno… è figlio di questo mondo e come tutte le cose terrene è sottoposto alle leggi naturali, dunque nasce, cresce e muore… non dura per sempre…”
Talia
05-03-2012, 18.44.57
Lasciai che Guisgard mi trascinasse avanti... stringevo la sua mano, preoccupata di poterlo perdere... coglievo solo stralci di conversazioni mentre avanzavamo, coglievo mezze parole e discorsi avviati...
Sentivo che c’era agitazione e attesa intorno a quell’evento... ma ancora non capivo bene di che cosa si trattasse...
Poi sentii le mani di Guisgard appuntarmi qualcosa tra i capelli...
“Che cos’è?” chiesi in un sussurro, sfiorando con le dita quella coccarda.
Non capivo... non vedevo... ma lo sentivo parlare con i pastori e la conversazione mi turbava un poco...
Fauno lo guardò con un impeto di rabbia.
“Preparati a lottare per la tua bella!” Disse.
Lottare?
Quella parola si impose su tutti i miei pensieri... non mi piaceva quella parole e non mi piaceva la voce alta ed arrogante che l’aveva pronunciata...
Chiusi gli occhi, li strinsi forte e poi li riaprii nella speranza di vedere... ma non accadde niente.
Ero sempre in quel buio cupo, attraversato di quando in quando da bagliori di luce sfolgoranti...
“Guisgard!” esclamai quindi, tendendo una mano verso la sua voce.
Altea
05-03-2012, 18.48.19
Rimasi sbigottita a queste parole..soprattutto perchè a Tylesia sarebbero cresciuti bambini senza sapere il significato dell' Amore..ma l' Amore è un'indole dello Spirito, difficile vietarlo.
"Vi ringrazio milady, non ero a conoscenza di...questa buffa Legge, ma sono in un posto straniero e lo rispetterò, scusate." Mi allontanai per quelle strade, d'altronde la cosa non doveva interessarmi più di tanto, anzi dovevo cercare un posto dove rifugiarmi, non avevo nessuna intenzione di tornare a Palazzo. A costo di andare fuori città incontro...ai nemici? non erano poi miei nemici, io con questo posto non avevo niente a che fare.
Guisgard
05-03-2012, 19.27.28
Guisgard strinse la mano di Talia.
“Stai tranquilla, è una festa.” Sussurrò ad un orecchio della ragazza.
Le dame allora furono fatte avanzare verso il centro della piazza.
“Aspettate, lei non…” mormorò Guisgard.
Ma una delle donne annuì e sorrise.
Prese allora Talia e accompagnò la ragazza dove si trovavano le altre aspiranti vincitrici.
Guisgard la seguì con lo sguardo fino a quando non fu insieme a tutte le altre.
Il suono di una campanella, di quelli che usano i pastori sui monti, destò Guisgard.
“Inizia la gara…” disse Fauno “… sei pronto?”
“Dobbiamo sfilare noi?” Stupito Guisgard. “La scelta non era su una delle dame? Guarda, senza offesa, ma io sono molto più bello di te, amico!” E rise di gusto.
“Basta con queste sciocchezze!” Esclamò Fauno.
Fu allora appesa una castagna ad un alta trave.
“Le castagne” spiegò uno dei pastori “sono doni che l’Inverno fa… uno dei suoi pochi doni… la fine della stagione delle castagne segna la vigilia della Primavera… bisogna che ogni cavaliere colpisca la castagna con una freccia… chi ci riuscirà permetterà alla propria dama di vincere!”
Tutti applaudirono.
I primi contendenti provarono, ma le loro frecce passarono lontane dal bersaglio.
Toccò poi a Fauno.
“Avanti, mio campione!” Sorridendo Rykele. “Colpisci quella castagna e ti ricompenserò con un bacio!”
“Uomo fortunato Fauno!” Esclamarono molti.
Fauno sorrise e poi tese il suo arco.
Lanciò la freccia e colpì di striscio la castagna, tra l’esultanza generale.
Fece poi cenno a Guisgard di procedere col suo tiro.
Il cavaliere tese l’arco e prese la mira.
La castagna, appesa al filo, oscillava ed era mancante di un piccolo pezzo.
Guisgard scoccò la freccia.
Il maestro gli aveva insegnato ad usare le armi che formavano il corredo di un cavaliere.
Un attimo dopo la sua freccia spaccò in due la castagna, tra l’incredulità dei presenti.
Ma l’incredulità durò poco.
Tutti, allora, si lanciarono verso il vincitore, donandogli la Corona della Primavera da dare alla vincitrice.
Guisgard passò accanto a Rykele e la ragazza lo fissò.
Era molto bella.
Guisgard sorrise lievemente e passò oltre, fino a raggiungere Talia.
E mise tra i suoi capelli la Corona della Primavera, tra la gioia e gli applausi dei presenti.
“Un bel bacio al cavaliere!” Gridò qualcuno a Talia.
“Non può, è suo fratello!” Disse uno dei pastori.
“Un vero peccato, allora…” con un sorriso Rykele.
Cominciarono i festeggiamenti per la vittoria.
Guisgard fissava Talia.
Era bellissima e quella sua bellezza lo rese quasi inquieto.
Come se facesse male al cavaliere.
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Guisgard
05-03-2012, 19.58.01
Altea proseguì fino a quando si ritrovò davanti ad una locanda.
Sull’insegna era raffigurata una civetta accanto alla Luna.
Dall’interno giungevano voci e risate.
Da una delle finestre era possibile vedere dentro e la variopinta umanità che animava quel luogo.
“Fate la carità, milady…” disse all’improvviso qualcuno “… fate la carità ad un figlio della sfortuna…” era un mendicante mutilato “… ho perso una gamba e l’occhio destro in guerra… ho servito la patria contro i suoi terribili nemici… ed ora sono povero e solo… fatemi la carità, milady…”
Altea
05-03-2012, 20.51.32
La gioia del momento svanì subito, forse era meglio camminare cauta, anche perchè potevano esserci in giro le guardie reali e riconoscermi..vidi lontano una locanda delle luci e una insegna con una civetta e una luna..buon segno pensai.
Ad un tratto apparve un mendicante, mi chiedeva la carità, era anziano mutilato.."Messere, io non sono ricca, sono qui senza casa e dimora come voi...però aspettate". Misi la mano al collo, vi era una piccola catenina dono del mio maestro in oro, la tolsi e gliela donai "Ecco a voi, sappiate è l'unica cosa preziosa che mi lega a una persona a cui tengo molto e ve la consegno, potete venderla e ricavarne dei soldi".
Guisgard
05-03-2012, 21.11.58
Il mendicante prese la collana e ringraziò Altea.
“Che Dio vi benedica, milady!” Disse. “Grazie per aver aiutato un povero mutilato! Ho servito Tylesia e come premio sono stato abbandonato da tutti… ho perso una gamba che mi fu strappata dai feroci nemici che minacciano il regno… e nessuno mi ha offerto ricompense e onori…”
Ringraziò di nuovo ed entrò nella locanda, che traboccava di musica e spensieratezza.
elisabeth
05-03-2012, 21.19.49
Fui introdotta nella stanza dove Kojo forse si riposava prima di ogni duello, c'erano parecchie armi......la sua voce mi arrivo' alle orecchie come un gelido vento, la mia presenza era quasi irreale, riempi' due calici di vino ambrato.....ne presi uno dalle sue mani e ne odorai la fragranza.....era un misto di uve e frutti...." Gradevole sensazione all'olfatto per questo vino e credo che il sapore sia la delizia di ogni buon conoscitore......devo dire che alla fioca luce delle candele i vostri occhi ne assumono lo stesso colore.....L'ambra....bellissimi colori del miele al cui centro un insetto viene catturato ed immortalato, vorrei regalarvi un viaggio .....prima del duello, anche se so che il povero Capitano Reas avra' poche possibilita' di vittoria....vorrei donarvi il premio prima del vostro incontro....."......Posai il calice sul tavolino.....posai le mie labbra sulle sue....e scostandomi, battei tre volte le mie mani......Il paesaggio cambio'.....un prato immenso tra alberi secolari......io e Kojo ..." guardate ci vuole molto poco perche' intorno a noi le cose cambino.....un battito di mani....un alito di vento il freddo umido della natura al risveglio.....e possimo sentirci soli ed inermi, e le nostre armi diventano inutili, vi sentite offeso dal Capitano Reas ?.....o pensate che uccidendolo voi siate piu' libero di agire per il meglio dei vostri intenti ?........o magari portarmi a letto puo' bastarvi......".....alzai le mani al cielo e il vento mosse tutte le foglie in un vortice ululante.......e tutto cambio' il calore della stanza ritorno'....insieme ai due calici di profumato vino...il cui contenuto era cambiato ed accarezzando il volto di Kojo avvicinai il calice alle sue labbra....
Guisgard
05-03-2012, 21.21.11
Daniel con quel trucco sostituì il sarcofago vero con uno finto.
Però, come spesso accadeva, il giovane aveva sottovalutato gli effetti della magia.
Un lieve torpore lo prese, facendogli poi perdere i sensi a causa dello sforzo.
In quella sorta di veglia, Daniel visse visioni e sogni.
Tutto confuso, sfuggente e mutevole.
Fino a quando riprese di nuovo i sensi, un’ora dopo circa.
E trovò accanto a sé il dottor Nigros.
Guisgard
05-03-2012, 21.29.11
Quel paesaggio.
Tutto mutò in un attimo, per poi ritornare come prima un istante dopo.
Kojo apparve turbato e fissò Elisabeth.
“Chi siete voi?” Domandò alla donna. “Chi siete veramente?” Continuò a fissarla per diversi istanti che apparvero come infiniti. “Siete un’incantatrice o cosa?” Allora afferrò la donna e la portò a sé. “Volete dunque vendermi il vostro corpo? Potrei prenderlo lo stesso e lo sapete…” allora la baciò con ardore.
elisabeth
05-03-2012, 21.35.49
" le vostre labbra senza il sapore del vino.....come faranno a farmi perdere la testa, io non voglio vendervi niente....voi mi volete e anch'io ho desiderio di voi.....infondo sono una donna...niente altro che una donna.....l'illusione della immagini e' solo un attimo Kojo...solo un meraviglioso attimo.........vi prego beviamo insieme...e poi lasciamo che il desiderio ci trascini per mano....la notte prima di una grande vittoria.....non trovo altro modo per vivere questo momento..."...ancora stretta tra le sue braccia gli porsi il calice......doveva bere....solo cosi' potevo evitare quel duello
Altea
05-03-2012, 21.36.21
Ascoltai le parole del mendicante...i nemici di Tylesia...allora esistevano davvero, aveva poca importanza, non mi sentivo in pericolo. Forse vi era una via d'uscita in questa città, mi sedetti sul ciglio di una fontana, gli spruzzi d'acqua iniziarono a bagnarmi il volto e capelli...forse dovevo rinfrescarmi le idee e l'animo. E dove sarei andata? Ma che facevo in questa città? Mi voltai e guardai la Luna riflettersi sull'acqua della fontana, aspettando un segno...
cavaliere25
06-03-2012, 00.35.29
Padre è appena andato via un uomo non mi a detto chi era ma mi a detto che doveva far dire una messa per non essere maledetto e mi a dato questo elmo cosa vuol significare chiesi sorridendogli e aspettai una sua risposta
Daniel
06-03-2012, 11.30.43
L'incantesimo mi fece svenire per qualche minuto, quando ripresi i sensi Nigros era lì accanto a me.. Lo guardai e gli dissi:
<<Allora? Va bene?>>
Talia
06-03-2012, 11.40.19
Fui trascinata via... sentivo voci concitate intorno a me, grida, sospiri, invocazioni...
Non sapevo dove fossi... avevo perso l’orientamento da tempo, ormai. E la mano di Guisgard era scivolata via dalla mia...
“E’ una festa...” mormorai tra me, rammentando le sue parole “E’ solo una festa...”
Sospirai, dunque, profondamente e mi misi in ascolto: forse non vedevo, pensai, ma potevo contare su altri sensi...
Fu allora appesa una castagna ad un alta trave.
“Le castagne” spiegò uno dei pastori “sono doni che l’Inverno fa… uno dei suoi pochi doni… la fine della stagione delle castagne segna la vigilia della Primavera… bisogna che ogni cavaliere colpisca la castagna con una freccia… chi ci riuscirà permetterà alla propria dama di vincere!”
Tutti applaudirono.
“Oh...” mormorai, capendo finalmente ciò che stava accadendo.
Chiusi dunque gli occhi e mi concentrai... così avrei potuto ‘vedere’ meglio... vedere con la mente.
I primi a scagliare la freccia furono dei giovani pastori... molto giovani e molto poco abili con l’arco, almeno a giudicare dai loro tiri deboli e sprecisi.
Poi fu la volta di qualcuno un po’ più abile... dotato di un po’ più di forza, senza dubbio... la freccia, tuttavia, sibilò irregolare, come se avesse preso una pessima rotazione... segno di scarsa perizia, pensai tra me e me.
Infine tirò l’uomo con la voce arrogante... lo sentii vantarsi... e poi una ragazza, poco distante da me, gridò forte. L’uomo tirò l’arco con forza... con molta forza... decisamente troppa perché il tiro potesse risultare anche preciso. Ed appunto... seppi che l’avrebbe al massimo sfiorata prima ancora che avvenisse. Ed avvenne ciò che avevo immaginato... lo capii dal sottile rumore della castagna solo in parte colpita... poi il filo che sobbalzava e oscillava...
Urla, grida, ovazioni...
Sorrisi... pensando che di certo, da quelle parti, non dovevano aver visto molti buoni arcieri di recente: il Maestro avrebbe imposto ai suoi allievi almeno due settimane di punizione e di esercizi ininterrotti dopo un tiro come quello!
Ma la folla esultava e così anche io applaudii appena.
Infine udii un passo familiare... udii il rumore degli stivali sulla pedana di legno, mentre si sistemava saldamente su entrambe le gambe. Udii lo scricchiolare della corda mentre la tendeva appena, per testarne la resistenza. Udii il modo in cui la rilasciava subito, quasi con stizza, e sorrisi vagamente intuendo che quell’arco non doveva affatto essere di suo gusto. Poi pizzicò appena la corda, ancora una volta... lo sapevo... era il suo modo di lanciare, quello... lo stesso modo di lanciare del Maestro... ed infine incoccò la freccia e la tese.
“Impegno, dedizione ed esercizio! Questo è tutto ciò a cui devi pensare!” disse il Maestro, allontanandosi “Esercitati! Quando riuscirai a far centro al primo colpo, allora potrai dirti un arciere discreto!”
Il ragazzo osservò il cavaliere allontanarsi. Poi sistemò meglio nel terreno il ramo che fungeva da bersaglio, si allontanò di dieci passi e, incoccando una freccia, tornò a fronteggiarlo.
La prima freccia mancò il ramo piantato a terra di pochissimo e finì contro il tronco di un albero lì dietro. Guisgard la fissò con evidente disappunto per qualche momento... poi incoccò una seconda freccia, prese la mira e...
Stava proprio per lanciare quando si bloccò ed osservò meglio il ramo, che gli era sembrato essersi mosso.
Batté le palpebre un paio di volte, poi tese di nuovo la corda... ma di nuovo si bloccò ad un lieve movimento di quello... ed un vago sorriso gli sfiorò le labbra.
Ripose quindi la freccia e tornò verso il bersaglio... la vegetazione era fitta in quell’angolo di bosco oltre il lago: cespugli, arbusti...
Il ragazzo aggirò il suo bersaglio e si mise ad osservare là intorno...
Io, acquattata dietro un alto cespuglio di gelsomino, risi piano... lo vedevo cercare poco distante da me... ed appena si voltò dalla parte opposta, lasciai cadere il secco rametto che avevo usato per spostare il suo bersaglio e corsi via, ridendo.
Corremmo tra gli alberi, io fuggendo e lui inseguendomi... finché, ad un tratto, la sua mano si strinse intorno al mio polso ed entrambi cademmo a terra, rotolando e ridendo giù per il leggero declivio...
“Hai di nuovo mancato il bersaglio...” dissi infine, senza riuscire a smettere di ridere, quando il terreno tornò regolare “Temo che la tua mira non sia molto buona, mio povero arciere!”
“Beh... forse era il bersaglio ad essere imperfetto...” rispose, ridendo a sua volta.
“Oh, io credo che dovresti ringraziarmi, invece... chi altri ha la possibilità di esercitarsi su di un bersaglio mobile, dimmi?”
Quel lontano ricordo attraversò la mia mente in un lampo, lasciando dietro di sé l’eco di risa e felicità... ed, al suo ricordo, sorrisi.
Il silenzio nella piazza era denso... mi soffermai ad ascoltare il vento, sapendo che anche Guisgard lo stava ascoltando... un vento leggero che mi faceva volare appena i capelli e che, di certo, faceva oscillare quella castagna... un oscillazione leggera, tuttavia, regolare e dunque calcolabile...
Ci fu ancora un momento di immobilismo... poi uno schiocco, un sibilo e l’inconfondibile rumore della castagna che si spaccava...
Un gridolino di soddisfazione mi sfuggì dalle labbra senza che riuscissi a trattenerlo, risi poi e battei le mani... e nel silenzio generale la mia voce cristallina e gioiosa sovrastò ogni cosa... per un attimo... poi fu inghiottita dalle urla, dagli applausi e dalle grida dei pastori.
Guisgard sorrise lievemente e passò oltre, fino a raggiungere Talia.
E mise tra i suoi capelli la Corona della Primavera, tra la gioia e gli applausi dei presenti.
Le mie dita sfiorarono per un istante quei fiori tra i miei capelli... erano vellutati e freschi... sorrisi.
Poi lentamente cercarono Guisgard di fronte a me e, trovandolo, si mossero delicatamente sulle sue guance e sulla bocca... anche lui stava sorridendo...
“Beh, devo ammettere...” mormorai piano, avvicinando il mio viso al suo “Che la tua mira è davvero molto migliorata!”
E sorrisi divertita.
Guisgard
07-03-2012, 02.11.39
Kojo, a quelle parole di Elisabeth, rise ed un lampo di lussuria attraversò il suo sguardo.
Prese allora il calice e lo scolò tutto d’un fiato.
Lo gettò via e cominciò a baciare la donna con fare lascivo.
Prima il volto, poi il collo e il petto, mentre le sue mani scendevano lungo i fianchi e poi sulle gambe di lei.
Prese allora la donna e la spinse su un comodo e vellutato giaciglio che si trovava alle loro spalle.
“Non ho bisogno del vino” disse con la bocca già inebriata dal desiderio di lei “per farvi provare piacere…”
Guisgard
07-03-2012, 02.22.07
Redentos, Parsifal, Jovinus e Avid giunsero così presso quella cappellina.
Qui trovarono un uomo che scolpiva un bassorilievo.
“Io?” Voltandosi l’uomo verso Parsifal. “Io qui sto lavorando. Sono stato incaricato di riparare questa cappellina… ed infatti la lastra da fissare in essa è quasi ultimata…”
“Ditemi, avete udito una voce di donna?” Domandò Redentos.
“No, milord.”
“Eppure l’abbiamo udita tutti…” fissandolo il cavaliere “… veniva proprio da questo luogo…”
“Mi spiace, ma io non ho udito alcuna voce.”
“Chi siete?” Chiese Avid all’uomo.
“Io sono il Maestro delle Gesta di Amore.”
“E a cosa state lavorando?”
“A questo bassorilievo…” rispose l’uomo “… esso raffigura Laodamia che si getta nel fuoco insieme alla statua dell’amato marito Protesilao…”
Guisgard
07-03-2012, 02.26.47
Nigros fece bere un estratto di erbe a Daniel ed il giovane, in breve, riprese le forze.
I due allora, poco dopo, lasciarono il laboratorio del dottore.
Scesero nei sotterranei fino alla cloaca che correva sotto il palazzo.
“Qui nessuno ci troverà…” mormorò Nigros “… avanti, ragazzo, prendi il sarcofago che hai miniaturizzato e riportalo alle sue reali dimensioni…”
Guisgard
07-03-2012, 02.34.02
Padre Nicola fissò il monile che il misterioso uomo aveva donato a Cavaliere25.
Un attimo dopo lo sguardo del chierico apparve turbato.
“Hai veduto il volto di colui che ti ha dato questo monile?” Domandò al boscaiolo. “No, non puoi averlo visto… quell’uomo non ha volto, né corpo…” strinse nel pugno quel monile “… hai avuto una visione, ragazzo mio… una visione però reale… reale come lo siamo io e te… e questo monile ne è la testimonianza…”
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Guisgard
07-03-2012, 02.45.39
Altea fissava la Luna, in balia dei suoi malinconici ed inquieti pensieri.
Poi, ad un tratto, la ragazza udì dei passi.
Una figura si avvicinava dal buio della strada.
Aveva un portamento fiero ed un incedere sicuro.
Giunse davanti alla locanda e proprio in quel momento si accorse di lei.
“Forse la Luna” disse sorridendo “proprio stasera ha deciso di assumere fattezze umane?”
Guisgard
07-03-2012, 03.29.02
Le mani Talia sfiorarono il viso di Guisgard e questi sorrise.
Per un attimo quei suoi pensieri inquieti sembravano essere svaniti.
O forse il cavaliere aveva solo tentato di dimenticarli.
“Si…” sussurrò lui alla ragazza “… e devo ammettere che i tuoi dispetti di un tempo, quando ti divertivi a spostare i miei bersagli, hanno dato i loro frutti.”
Riprese la musica e tutti ricominciarono a danzare.
“Beh, visto che ho avuto un qualche merito nella tua elezione a reginetta di Primavera” disse Guisgard a Talia “credo di essermi meritato un ballo con la più bella.”
I due, così, ballarono per festeggiare la loro vittoria.
“Deve essere tutta per voi, messere?” Avvicinandosi uno dei pastori che li avevano ospitati al loro arrivo al villaggio. “Non merito un ballo anche io con la più bella?”
Guisgard sorrise e con un inchino passò la mano di Talia in quella del buon pastore.
“Ma solo perché potreste essere suo padre” scherzò il cavaliere “e perché vostra moglie vi tiene d’occhio!”
Restò così a fissare la ragazza mentre ballava col pastore, applaudita e salutata da tutti gli altri.
Una pastorella portò poi al cavaliere un boccale di birra.
“Grazie, amica mia!” Ridendo Guisgard.
Un sorso di quella birra e poi tornò a fissare le danze e a cercare Talia tra la folla.
Ma non riuscì più a vederla.
Tutti danzavano e cantavano ma lei era smarrita.
Lui cominciò allora a chiamarla e a guardarsi intorno, ma lei sembrava sparita.
Poi, vide due figure di spalle che si allontanavano.
Lui era biondo e lei aveva lunghi capelli chiari.
Camminavano mano nella mano.
Guisgard li riconobbe subito: era Fyellon che andava via con Talia.
Sgomento e poi rabbia si impossessarono di lui.
Lasciò cadere il boccale di birra e si lanciò dietro i due.
Comminava a spintoni tra la folla, con il viso contratto per l’ira e col cuore che batteva all’impazzata.
Cercava di farsi strada tra le danze e le risate della gente e sembrava non riuscire mai ad avvicinarsi ai due che andavano via.
Finalmente li raggiunse e prese per il braccio Fyellon.
“Non osare toccarla, bastardo!” Gridò.
“Che diavolo vuoi tu?” Voltandosi il pastore.
“Chi è questo, Peter?” Stupita la pastorella che era con lui.
Aveva preso un abbaglio.
Erano due innamorati e non Fyellon e Talia.
“Io…” mormorò Guisgard “… io… vi chiedo scusa, mi sono sbagliato… credevo… perdonatemi, vi prego…”
Ma proprio in quel momento si udirono dei rumori.
Un gruppo di cavalieri era giunto nel villaggio e sfoggiava un maestoso stendardo: era quello dell’Ordine della Luna Nascente.
“Che nessuno lasci la piazzetta!” Gridò uno di loro. “Stiamo cercando due fuggitivi! E chi li aiuterà a nascondersi sarà punito severamente! Sua Grazia il Vescovo ci ha concesso il diritto di vita e di morte su queste terre!”
Scoppiò il caos tra i presenti.
Talia si sentì allora smarrita, spintonata a destra e a sinistra dalla confusione generale.
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Altea
07-03-2012, 10.57.27
Fissavo la Luna in attesa di risposta....pensai ad Elisabeth, mia cara amica, lei sapeva come guidarmi, ora dovevo andare avanti da sola.
Udii dei passi, mi voltai ma non riuscivo a guardare bene di chi fossero, qualcuno si stava dirigendo alla locanda, il suo portamento era fiero. Poi vidi quell'ombra fermarsi e udii le sue parole...mi guardai in giro, vi ero solo io..si rivolgeva a me? "Scusate, chi siete Voi? Non riesco a vedervi al buio e non sono del luogo". Speravo di non imbattermi certo in un ubriacone che andava a proferire rime d'amore, a quanto sembrava.
Talia
07-03-2012, 15.43.12
Danzavo volteggiando nella piazzetta... Guisgard aveva ceduto il posto ad uno dei buoni pastori che ci avevano ospitato e lui, a sua volta, lo aveva fatto con altri... due giri ed un cambio mano, due giri ed un altro cambio... ma non ero preoccupata... c’era buona gente lì ed io, infine, mi ero rassicurata: anche se non potevo vedere, infatti, ero certa che niente di male poteva accadere in quel villaggio...
Ben presto la testa iniziò a girarmi, però... chiesi così di potermi fermare ed allora l’uomo che stringeva la mia mano, con un ultimo volteggio, mi lasciò cortesemente ai margini della piazza.
C’erano risa ed aria di festa intorno a me...
“Guisgard?” chiamai, allungando appena le mani di fronte a me... ma non ottenni risposta.
Mi mossi, allora, sempre tenendo le mani avanti... ma tentare di orientarsi con l’udito era, in quella confusione, un’impresa disperata...
Poi, d’un tratto, accadde qualcosa...
“Che nessuno lasci la piazzetta!” Gridò uno di loro. “Stiamo cercando due fuggitivi! E chi li aiuterà a nascondersi sarà punito severamente! Sua Grazia il Vescovo ci ha concesso il diritto di vita e di morte su queste terre!”
Prima quell’imperioso scalpiccio di cavalli... poi quella voce stentorea... e poi ancora urla, grida, confusione...
La gente cominciò ad agitarsi e a correre da ogni parte, spintonandomi ovunque e mandandomi ripetutamente a sbattere contro sedie, tavoli e non sapevo che cos’altro...
“Guisgard...” invocai nel buio e nella confusione più totale, ma non volevo gridare per non attirare l’attenzione dei cavalieri... e così rimasi lì, tentando disperatamente di restare in piedi e di non venir sopraffatta dalla folla in subbuglio.
Infine, l’ennesimo spintone mi mandò a sbattere contro il tronco di un albero... le mie mani sfiorarono la corteccia e ne esplorarono l’enorme circonferenza... lo aggirai, dunque, con circospezione e mi acquattai lì dietro, spaventata.
Guisgard
07-03-2012, 16.39.15
XI Quadro: Il Palazzo del Belvedere e il Cavaliere Pensoso
(“Ho dormito solo un po’ più del solito, e ho fatto molti sogni inquieti, finché non mi è parso un sogno leggiadro, che non dimenticherò presto, e che mi pare fosse qualcosa un po’ più di un sogno.”)
(Novalis, Enrico di Ofterdingen)
Talia era confusa e intimorita e cercava di nascondersi dietro quell’albero, mentre attorno a lei era scoppiato un gran caos.
Ad un tratto una mano strinse quella della ragazza e la portò via.
“Andiamo, Talia…” disse Guisgard “… approfittiamo della confusione per raggiungere i cavalli…”
Così, mischiandosi alla ressa generale, i due, a fatica, raggiunsero la stalla dove erano i loro cavalli.
Qui trovarono ad attenderli uno dei pastori che li avevano aiutati.
“Cavalcate verso Nord…” mormorò questi “… cavalcate fino al grande acquedotto romano… oltrepassatelo e sarete salvi… penseremo noi a ritardare quei cavalieri…”
“Io…” fece Guisgard “… io vi sono grato, amici miei…”
“Ora andate” disse il pastore “e che il Cielo vi guidi.”
Presero i cavalli e galopparono via.
Galopparono così fino a quando apparve ai loro occhi, solenne e monumentale, un antico acquedotto romano, simile ad una grande porta.
Una porta tra due mondi…
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Guisgard
07-03-2012, 17.06.08
La figura si avvicinò ad Altea e mostrò finalmente le sue fattezze.
Era un cavaliere dal nobile e gentile portamento.
“Allora sono fortunato…” disse “… neanche io sono del posto e mi sono imbattuto in voi che siete nella mia medesima situazione… pare infatti che ci si faccia coraggio a vicenda, tra forestieri, quando si è in una contrada straniera…” mostrò un lieve inchino “… però, devo dire, che un cavaliere vaghi solitario è quasi normale, anzi epico e romantico insieme, ma che una bella ragazza si ritrovi da sola in una città, perlopiù straniera, beh, la cosa è alquanto singolare…” sorrise “… o forse siete una ninfa? Una di quelle creature che si leggono nei romanzi e che compaiono ai cavalieri erranti?”
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Talia
07-03-2012, 17.10.11
La mano di Guisgard... la sua voce... mi si aprì il cuore.
Mi alzai senza fare domande e lo seguii senza esitare... giungemmo così alle stalle e a me furono messe tra le mani le briglie di Luthien...
“Dovrai essere brava, ora...” le sussurrai all’orecchio, balzando in sella “Dovrai portarmi tu, Luthien... seguire Guisgard... fare ciò che lui dice...”
Sospirai... ma mi fidavo di Luthien. E mi fidavo di Guisgard.
Un attimo dopo, dopo aver ringraziato il buon pastore, stavamo già galoppando via...
Galoppavamo in silenzio, il vento tra i capelli e la luce calda del sole morente sul volto.
Poi, all’improvviso, Guisgard si bloccò ed anche Luthien di fermò di colpo.
“Che cosa c’è?” chiesi piano “Dove siamo? Cosa vedi?”
Altea
07-03-2012, 17.17.17
La figura si fece avanti per far apparire un cavaliere dai biondi capelli, egli iniziò a parlarmi...non era conveniente che io fossi sola in questa citta??perchè ero una donna...pensai tra me e me, ma scossi il capo.
"I miei omaggi, se mi trovate qui seduta in questa fontana non è un miraggio, non sono una ninfa ma una comune mortale...e sono fuggita...anzi sto errando senza una meta da molto tempo, ma è una storia che a Voi non appartiene." Mi avvicinai a lui..."Il mio nome è Altea...ma vi suggerisco di non parlare in questo modo cosi...cortese e poetico, per una strana Legge di questo Regno...Tylesia, è bandito far uso di tali parole" risposi, pensando a cosa avesse portato questo cavaliere fino qui e come fosse entrato senza il controllo delle Guardie.
elisabeth
07-03-2012, 17.18.21
Bevve il vino senza distogliere il suo sguardo dal mi viso.....le sue mani ormai avevano preso possesso di ogni lembo della mia pelle, le sue labbra erano intinte del rosso vino...e lasciavano traccia sul mio collo....persi l'equilibrio e mi ritrovai distesa tra cuscini di raso e coperte di pelliccia il corpo di Kojo....mi fu sopra ...i miei pensieri cominciarono a correre.....essere toccata in quel modo mi dava strana sensazione......ma quando avrebbe fatto effetto il vino....doveva essersi gia' assopito....e invece la sua forza sembrava crescere, attimo dopo attimo......incominciai ad agitarmi..." Non ho mai pensato che voi abbiate bisogno del vino per poter prendere cio' che volete da una donna...mi dispiace solo che ve lo prendiate senza lasciare respiro........siete cosi' spietato ?...o e' solo una facciata che vi siete creato per ottenere tutto cio' che volete........io sono qua e mi sto concedendo..perche' correre se abbiamo tutta una notte.....infondo non vi sembra il caso prima di un duello alzarvi domattina con una donna accanto ?.."........Avevo la netta sensazione che qualcosa non stava andando per il verso giusto........
cavaliere25
07-03-2012, 17.19.08
No non lo visto in volto dissi guardando il prete mi a solo detto di dirvi della messa in questo posto e mi donò quello che avete in mano cosa rappresenta ? domandai guardandolo negli occhi
Guisgard
07-03-2012, 17.44.39
Cavalcarono fino all’acquedotto per poi oltrepassarlo.
Sheylon era con loro.
Poi, appena superato l’acquedotto, Guisgard arrestò la sua corsa.
Luthien fece lo stesso.
Erano giunti in una valle e lui si guardava intorno.
“Siamo giunti in una terra che non conosco…” disse a Talia “… e poi questo acquedotto… sembra dividere in due la strada… cosa ci sarà da quest’altra parte?”
Sheylon grugnì.
“Tu come stai, Talia?” Domandò il cavaliere. “Sei stanca?”
Ma proprio in quel momento apparvero tre uomini lungo la strada.
Dai loro abiti era facile comprendere le loro identità.
Vi era un domenicano, un rabbino ebreo ed un imam mussulmano.
Parlavano vivacemente tra loro.
“Perdonatemi…” li interruppe Guisgard “… siamo stranieri in queste terre… potreste indicarci la città o il paese più vicino?”
“Dipende…” disse il domenicano.
“Da cosa?” Chiese incuriosito Guisgard.
“Da quello che cercate…” rispose il rabbino.
“Cerchiamo solo un luogo che possa accoglierci.”
“Non è vero, voi cercate altro, cavaliere…” fissandolo il domenicano.
Guisgard si voltò verso Talia e poi tornò a guardare i tre.
“Si, cerco un uomo…”
“La strada seguirà tre direzioni a breve…” spiegò il domenicano “… quella di mezzo vi condurrà verso le colline…”
“Quella di sinistra sui monti…” intervenne il rabbino.
“Quella di destra invece” disse poi l’imam “verso la piana attraversata da un fiume…”
Guisgard si rivolse allora a Talia:
“Scegli tu… che strada vogliamo imboccare?”
Guisgard
07-03-2012, 18.22.08
Kojo sorrise a quelle parole di Elisabeth.
“La notte passa in fretta” disse “e domattina sarò pronto per il mio duello…”
Baciò la donna prima sulle labbra, poi sul viso e sul collo, mentre le sue mani cominciarono ad allentare i lacci del vestito di lei.
Ma proprio in quel momento entrò qualcuno.
“Ricomponetevi, sir Kojo.” Fece Shoyo. “Ora non c’è tempo per queste cose… rivedrete dopo le vostre donnine.”
“Così entrate nei miei alloggi?” Infastidito Kojo.
“Questo è il quartiere generale della compagnia” rispose la lady guerriera “e voi avete il dovere di far rispettare la disciplina.”
“Domani ho un duello ed ora devo svagarmi.” Disse il cavaliere.
“Non ci sarà alcun duello.” Fissandolo la donna. “Lord Guxyo vi ha evitato di battervi.”
“Come sarebbe?”
“Non abbiamo tempo per queste cose.”
Kojo allora si alzò e si sistemò.
Shoyo fissò poi Elisabeth.
“Ah, siete voi…” mormorò “… i miei complimenti allora, milady…”
Guisgard
07-03-2012, 18.31.05
Il cavaliere sorrise a quelle parole di Altea.
“Ahimé, è dunque vero…” sospirò “… nel mio errare non ho mai veduto ninfe e fate e allora devo proprio convincermi che esse non esistono, se non nei sogni dei poeti e dei cantori…” si lavò il viso da una fontanella accanto all’ingresso della locanda “… però, ad essere sincero, non ne sento la mancanza… vagare ed incontrare una donna bella come voi non fa di certo rimpiangere muse e ninfe… quanto alla magia poi, beh, un incontro come questo è già intriso di magia, non pensate?” Si asciugò il volto e torno a fissare Altea. “Il mio nome è Fyellon e sono un soldato di ventura, milady. Posso avere l’onore di offrirvi qualcosa da mangiare e da bere in questa locanda? Fatelo per amore verso la cavalleria… farete compagnia ad un povero cavaliere errante.” E sorrise.
Altea
07-03-2012, 18.42.46
"Piacere di conoscervi...messer Fyellon..ma voi continuate a proferire parole troppo..dolci diciamo...volete farvi arrestare dalle Guardie? Io accetto il vostro invito ma vi conviene parlare in modo..normale..altrimenti in locanda potreste correre seri pericoli..anzi vorrei chiedervi come mai siete entrati a Tylesia sfuggendo al controllo dei Cavalieri del Tulipano, io vi sono entrata da prigioniera senza aver commesso nessun reato". Fissavo il cavaliere, qualcosa mi diceva di stare attenta, era una strana sensazione.
Talia
07-03-2012, 18.47.12
“Siamo giunti in una terra che non conosco…” disse a Talia “… e poi questo acquedotto… sembra dividere in due la strada… cosa ci sarà da quest’altra parte?”
Sheylon grugnì.
“Tu come stai, Talia?” Domandò il cavaliere. “Sei stanca?”
Chiusi gli occhi e respirai il vento... una terra che non conosceva, aveva detto... ed io mi sorpresi a pensare che fosse davvero una terra con strani profumi, quella... profumi nuovi per me: profumo dolce di fiori ed acre di erba, profumi vivaci e briosi a momenti ed inebrianti e forti in altri...
“Si...” mormorai, riaprendo gli occhi “Sto bene!”
Ma non aggiunsi altro perché tre voci mi interruppero.
Ascoltai Guisgard parlare con loro... mi sembrava, dal suono della sua voce, che fosse perplesso... eppure non replicò.
“Scegli tu… che strada vogliamo imboccare?”
Sorrisi appena...
“Scegliere la via da seguire è facile sull’onda delle sensazioni...” osservai tra me “Il difficile, semmai, è mantenere quel proposito nei momenti di difficoltà!”
Con garbo, chinai appena la testa per ringraziare i tre uomini... ed, con un sorriso a Guisgard, incitai appena Luthien a proseguire per la via centrale...
Fatti solo pochi passi, tuttavia, mi fermai di nuovo, folgorata da un pensiero.
“Miei signori...” mormorai allora, tornando a voltare impercettibilmente la testa dalla loro parte “Ancora una domanda, vi prego. Sapete... io ho visto una città. Una città con guglie d’oro e d’argento, con palazzi di maiolica che risplendono al sole, con alte mura candide e con strade lastricate di lucida ceramica... una città che sorge su di una calda e fumante laguna... ditemi, miei signori, avete mai sentito parlare di una tale meraviglia?”
Guisgard
07-03-2012, 19.32.20
A quelle parole di Talia, i tre si scambiarono rapide occhiate.
“Una città di tali fattezze” fece il domenicano “è sconosciuta ai più. E forse dimora solo nei sogni.”
“O forse nei cuori.” Intervenne l’ebreo.
“O, chissà, nello spirito.” Disse l’imam.
“In verità” avanzando di un passo il domenicano “noi cerchiamo qualche altra cosa…”
“Qualche cosa che, chissà, può trovarsi in una città simile a quella da voi descritta…” disse l’ebreo a Talia.
“Racchiusa, forse, nel miraggio che ha incantato il vostro sogno…” aggiunse l’imam.
“Cos’è che cercate?” Domandò incuriosito Guisgard.
“Ciò che cerchiamo ha molti volti.” Rispose il domenicano.
“Allora come farete a riconoscerlo?”
“Ognuno di noi cerca il volto che conosce.”
“Perché cercate quella cosa?”
“Per trovare la felicità.” Rispose l’ebreo.
L’imbrunire, intanto, si faceva annunciare.
“Meglio ripartire, Talia…” disse Guisgard.
Ringraziò allora i tre, per poi, con la ragazza e la tigre riprendere il cammino.
“Allora la strada centrale!” Esclamò mentre cavalcavano.
Poco dopo, finalmente, videro un paese adagiato sulle colline lontane.
Imboccarono così la strada che conduceva al centro abitato, ma poco prima di raggiungerlo qualcosa di strano apparve ai due.
“Che cosa strana…” mormorò Guisgard “… la strada è quasi completamente ricoperta da rose bianche… sono ovunque… molte delle quali sono rovinate…”
Il vento soffiava sulla strada e faceva volare i petali in ogni direzione.
Alcuni dei quali arrivavano ad accarezzare il volto di Talia.
elisabeth
07-03-2012, 20.20.21
Non avevo mai provato la netta sensazione di sentirmi una prostituta.....tra le mani di un uomo per evitare un duello...di un uomo che magari si era dimenticato anche della mia esistenza........una cosa ero in grado di fare, dividereil mio corpo dalla mia anima, potevo vedermi inerme tra le braccia di Kojo....eppure la mia pelle era arrossata per l'avidita' delle labbra di quell'uomo.....ma avevo il dono di non percepirlo.....Shoyo, non avrei mai pensato che quella donna un giorno mi avrebbe portato buone notizie....il duello era stato naturalmente annullato.....sentii il corpo dell'uomo allontanarsi dal mio.....ed ebbi la stupenda sensazione di essermi liberata di un peso......vidipero' lo sguardo disgustato della donna, una donna cavaliere che in realta' avrebbe dovuto avere dei sani principi....ma che in fondo era spietata con tutti e con il mondo femminile in particolare.......mi rialzai reggendo il corpetto per evitare di rimanere nuda....e mentre cercavo di risistemarmi...." Vi ringrazio Shoyo...siete stata provvidenziale, anche se la pensate diversamente, ci sono momenti in cui l'apparenza inganna.......ci sono molte armi a nostra disposizione e con ognuna di essa si puo' trovare la via d'uscita.....e credetemi, il fato mi e' stato propizio..."..............salutai Kojo e Shoyo....ed uscii dalla stanza, avevo un senso di nausea che mi attanagliava lo stomaco.....dovevo raggiungere la mia stanza, il fatto che il duello era stato scongiurato.....mi aveva appagata per tutte le umiliazioni subite...............
Talia
07-03-2012, 20.30.03
Ascoltai le parole dei tre uomini con vivo interesse... avevo la sensazione che esse celassero più di quanto non riuscissi in quel momento a comprendere, così le ponderai e le mandai a memoria.
Poi Guisgard li ringraziò e proseguimmo il cammino...
Poco dopo, finalmente, videro un paese adagiato sulle colline lontane.
Imboccarono così la strada che conduceva al centro abitato, ma poco prima di raggiungerlo qualcosa di strano apparve ai due.
“Che cosa strana…” mormorò Guisgard “… la strada è quasi completamente ricoperta da rose bianche… sono ovunque… molte delle quali sono rovinate…”
Il vento soffiava sulla strada e faceva volare i petali in ogni direzione.
Alcuni dei quali arrivavano ad accarezzare il volto di Talia.
Socchiusi ripetutamente gli occhi, mentre quei petali volavano a sfiorarmi la pelle...
“Rose bianche?” mormorai “La rosa bianca è simbolo di purezza... Chi può averle lasciate su questa strada?”
Sollevai una mano e qualche petalo rimase incastrato tra le mie dita...
“Sono ancora freschi!” soggiunsi “Andiamo... affrettiamoci ad arrivare in città, forse lì scopriremo il loro significato!”
Un vento gelido si era alzato in quel momento... un vento che non mi sembrava promettere niente di buono... e tuttavia non dissi a Guisgard quest’ultima cosa, non volevo che si preoccupasse più di quando non lo fosse già.
Guisgard
07-03-2012, 20.37.11
Elisabeth ora vagava per il palazzo, con ancora la sgradevole sensazione che Kojo le aveva fatto provare.
Ad un tratto un servitore le andò incontro.
“Milady, la regina vi ha fatto chiamare.” Disse. “Prego, seguitemi.”
E la condusse dalla sovrana.
“Venite pure avanti, lady Elisabeth…” fece la regina “… sin dal vostro arrivo siamo stati colpiti dai vostri modi e dalle vostre conoscenze… e vogliamo quindi sottoporvi una certa questione… tempo fa giunse qui a Tylesia un uomo… era vestito di stracci e faceva strani discorsi… forse ha perduto il senno ed ogni altro bene… siete disposta ad incontrarlo, milady?”
elisabeth
07-03-2012, 21.26.59
Volevo trovare solo un po' di pace.....solo un po'.....sino a quando non fui invitata nelle stanze della Regina, voleva parlarmi.....mi diedi un contegno ed entrai, lei era li' un viso dolcissimo la cui fierezza era palese se si osservavano i suoi occhi.....ascoltai le sue parole..." Mia Signora, sono felice di sapere che posso esservi utile.......potete disporre di me come meglio riterrete opportuno...spero solo di potervi aiutare....".....rimasi ferma davanti a lei......chissa' chi era quest'uomo...
Daniel
07-03-2012, 22.40.12
Presi il sarcofago e portandolo alle dimensioni normali lo riaprii.. Rimostrando L'armatura.. Poi senza parlare fissai Nigros..
Guisgard
08-03-2012, 02.27.01
Fyellon sorrise ad Altea.
“Farmi arrestare?” Stupito il cavaliere. “Oh, vi assicuro che non è certamente mia intenzione, milady. Anzi, vi dirò, tengo molto alla mia libertà. Ma, ditemi... davvero si corre il rischio di essere arrestati per cose simili in questa città? Parlare in modo cortese è dunque un reato in questo luogo?” Scosse il capo. “Devo dire che è davvero singolare tutto ciò... e chi sono quei cavalieri che avete citato prima? Il Tulipano? Mai sentita una compagnia cavalleresca con un nome di simile... da ciò che dite questo luogo sembra tutt'altro che un reame tranquillo... ma vi prego, discuteremo meglio davanti a qualcosa di caldo.” Aprì allora la porta della locanda ed attese che Altea entrasse prima di lui.
Guisgard
08-03-2012, 02.32.21
La regina annuì a quelle parole di Elisabeth e fece cenno ai servi di condurre il misterioso uomo.
Poco dopo un uomo fu portato davanti alla regina.
“Salute a voi, maestà...” disse l'uomo “... mi avete fatto chiamare?”
“Si, messere.” Rispose la regina. “Come state oggi?”
“Discretamente, mia sovrana...” sorridendo appena l'uomo “... adoro le verdure e quelle avrei voluto mangiare oggi, sapete? Ma purtroppo sembra che i broccoletti oggi mancassero nelle cucine del palazzo.”
“Ne siamo addolorate, messere.” Fece la regina. “Perchè non provate i cetrioli? Erano squisiti a pranzo oggi.”
“Proverò, vostra maestà?”
“Possiamo presentarvi una nostra dama?”
“Certo, maestà.” annuendo l'uomo.
“Questa è lady Elisabeth e desidera conoscervi.”
“Salute a voi, milady.” Rivolgendosi con cortesia l’uomo ad Elisabeth. “Ditemi, mi portate forse notizie sui miei amati cigni?”
Elisabeth aveva riconosciuto quell'uomo: era il capitano Goz, colui che li aveva condotti sul Calars con il suo Carrozzone.
Guisgard
08-03-2012, 02.33.53
Nigros allora fece cenno a Daniel ti togliere la pesante corazza dal sarcofago.
“Ora devi indossarla, ragazzo...” disse il medico “... così scopriremo le risposte a quelle tue visioni...”
Nigros, così, aiutò Daniel ad indossare la corazza.
L'armatura, in un primo momento sembrava pesare quintali, ma una volta indossatala, Daniel non avvertì alcun peso.
Era leggerissima, come se fosse fatta di nebbia.
“Estrai Giada...” fece Nigros “... fallo e vediamo cosa accade, ragazzo...”
Guisgard
08-03-2012, 02.40.17
Padre Nicola apparve pensieroso.
Fece poi cenno a Cavaliere25 di seguirlo.
Attraverso delle rocce raggiunsero la piccola cascata e tra le acque si mostrò una piccola apertura.
Era simile ad una cappella scavata nella pietra.
All'interno vi era conservato un sarcofago, sulla cui superficie era scolpita l'immagine di un cavaliere.
E l'elmo dell'immagine era in tutto e per tutto simile a quello raffigurato sul monile che la misteriosa figura aveva dato al boscaiolo.
Guisgard
08-03-2012, 03.32.50
Guisgard e Talia, seguiti dal fedele e possente Sheylon, proseguirono lungo la strada, mentre quel vento freddo faceva volare i bianchi petali di quelle rose.
Poco dopo arrivarono nel centro abitato.
Era un paesino adagiato ai piedi di verdi e tenere colline.
Giunti davanti ad una locanda, Guisgard saltò giù dal cavallo ed aiutò poi anche Talia a scendere.
Sul portico stava il locandiere, impegnato a lavare alcune botti.
“Ci occorre un giaciglio per riposare” avvicinandosi Guisgard “e un pasto caldo.”
“Che animale è mai quello?” Turbandosi il locandiere.
“Oh, non abbiate paura, non vi causerà noie.”
“Credete?”
“Certo.”
“Beh, magari è come dite” replicò il locandiere “ma potrebbe spaventare i clienti. Qui nessuno ha mai visto un animale simile.”
Guisgard allora si accovacciò e Sheylon gli si avvicinò.
“Sentito, amico mio?” Accarezzandolo Guisgard. “Sarà meglio non insistere troppo… va, raggiungi il bosco e attendi là un mio segno.”
La tigre emanò un sordo brontolio e poi corse via verso il bosco.
“Appartenete ad un circo, messere?” Domandò il locandiere.
“No, tutt’altro.” Rispose Guisgard. “Sono un cacciatore di taglie. Mia sorella è stanca, abbiamo cavalcato per un bel tratto… vorrei riposasse, per favore.”
Il locandiere annuì e poi chiamò sua moglie.
“Seora! Accompagna la ragazza di sopra.”
La donna uscì e si avvicinò a Talia.
Guisgard prese la mano della ragazza e la diede alla donna, per poi indicare a questa, con un cenno, gli occhi di Talia.
La donna annuì e poi accompagnò la ragazza al piano superiore della locanda.
“Ecco, qui potrete riposare.” Disse la donna appena entrarono in una stanza. “Il letto è comodo e le lenzuola sono profumate. Qui sul comodino c’è una brocca d’acqua fresca.” Riempì un bicchiere e lo mise accanto alla brocca. “Se vi occorre qualcosa basta suonare questo.” Dando alla ragazza un piccolo campanellino di ottone. “Io sono di sotto. Buon riposo, milady.”
La donna uscì e poco dopo Talia cadde addormentata per la stanchezza.
Il vento ululava tra le nuvole che inquiete si rincorrevano e contorcevano nel Cielo.
Si poteva indovinare la forza di quel vento che soffiava senza sosta sulle cime della boscaglia, rendendole quasi deformi nei tronchi e con i rami protesi tutti in un sol senso, come se implorassero clemenza in quel giorno d’ira.
La torre si ergeva muta e austera, con la base sommersa da incolti cespugli spinosi e le murature ricoperte da sterpi e rampicanti.
E sembrava or ora sul punto di capitolare a quell’assedio portato dalle forze della natura.
Talia fissava l’inquieta boscaglia con i capelli in balia del vento e i pensieri alla mercè di una lenta malinconia mista a solitudine.
“Non restate qui al freddo, milady…” disse la badessa “... rientrate, vi supplico... ora che avete riacquistato la vista potrete vedere il Fiore... ma se resterete qui allora c’è il pericolo di ammalarvi di nuovo...”
Ad un tratto alcune novizie salirono correndo.
“Per l’Amor del Cielo!” Le riprese la badessa. “Che modi sono questi? Non siete più delle fanciulle!”
“Madre…” rispose una di quelle “… siamo qui per vedere lo spettro... dicono appaia per lamentarsi al crepuscolo...”
“Si, vogliamo vedere il fantasma del vecchio cavaliere ucciso dal suo stesso figlio!” Disse un’altra di loro.
“Nessuna vedrà niente!” Sentenziò la badessa. “E ora su, ognuna nella propria celletta!”
Ma appena rimasta sola, Talia fu scossa dal suono di una tromba.
Si affacciò e vide qualcosa.
Un lungo corteo di cavalieri preceduti da 7 chierici dai lunghi abiti neri.
Ciascuno di questi portava una Croce gemmata dai superbi bagliori.
Dietro di loro alcuni penitenti si flagellavano e si lamentavano, mentre qualche passo più indietro avanzavano dei monaci che recitavano orazioni tratte dalla Liturgia dei Morti.
Appresso, finalmente, avanzavano i cavalieri.
Erano preceduti da un cappellano che portava una Croce di legno spoglia e umilissima.
I cavalieri, 13 in tutto, indossavano corazze di un colore simile alla nebbia.
Il corteo era chiuso da un carretto, guidato da un gobbo, che trasportava una bara chiusa.
“Non potremo resistere al lungo!” Gridò la badessa che era di nuovo salita in cima alla torre. “Milady…” fissando Talia “... milady... vale davvero tanto difendere il tesoro rinchiuso in questa torre?”
Il canto del Gallo destò Talia da quel sogno.
Altea
08-03-2012, 09.18.24
"Sir Fyellon...si, prima ero per una stradina e vi erano dei buffi bimbi che giocavano a Lancillotto e Ginevra e la madre venne subito a prenderli...mi disse non si può parlare di amore, e nemmeno sogni mistici..tutto ciò che è fuori dal razionale insomma..questo è un regno strano. Io vi sono arrivata da naufraga dal Calars...con..altri amici...e subito fummo presi da questi Cavalieri del Tulipano...vedete quelle luci e quel palazzo sopra quel colle? ecco...è il palazzo della Regina e ivi trovate questi Cavalieri, che hanno in un certo senso, preso potere in questo Regno e si dice vi siano dei nemici in agguato fuori dalla città. Ma non voglio più parlare di questo, sono fuggita da quel palazzo...era una prigione d'oro".
Fyellon aprì la porta ed entrai, dentro vidi donne e uomini e ad un tratto mi accorsi che mille occhi erano puntati su di noi...speravo fosse stata una bella idea quella di entrare in quella locanda.
elisabeth
08-03-2012, 09.51.47
Come se fossi cieca....allo stesso modo le mie orecchie ascoltarono quella voce....non vi era la necessita' che mi voltassi verso di lui....ne riconobbi ogni inflessione....era magro e provato il suo corpo era vecchio e curvate le sue spalle, come se macigni enormi fossero state posate su di esse, ascoltai quel dialogo assurdo.....broccoletti lui adorava i broccoletti e lei mite e rassegnata le porgeva piatti prelibati di verdi cetrioli......quando Goz si volto' verso di me, riconobbi in lui l'ombra del senno perduto....ma i suoi cigni erano li' nel suo cuore e nella sua mente......" I vostri cigni Signore...sono in mani sicure e il vostro cuore puo' battere tra le loro fragili piume.....Goz non vi ricordate di me ?......ero sul vostro battello...Il carrozzone....voi siete stato generoso con ogni creatura che avete incontrato sul vostro cammino...ed ognuna di loro pensera' a salvare i vostri cigni..."......Guardai la Regina....e solo tra donne che regnando ne conoscevano le regole...le feci comprendere che conoscevo l'uomo.....
Talia
08-03-2012, 12.07.09
Aprii lentamente gli occhi... e per un attimo mi parve strano ritrovarmi in quel buio.
Le immagini di quel sogno erano ancora vivide in me... tredici cavalieri con le corazze color della nebbia, un vento implacabile, una torre cupa e austera, solitudine e malinconia, la badessa, un tesoro da proteggere... un tesoro...
La mia mente si inceppò su quel dettaglio... un tesoro?
Poi di nuovo le parole della badessa...
‘Ora che avete riacquistato la vista potrete vedere il Fiore...’
Il Fiore...
Distrattamente allungai una mano sul tavolo che sapevo essere vicino al letto e trovai il bicchiere... lo strinsi e bevvi qualche sorso d’acqua fresca... questo mi schiarì un po’ le idee.
Avevo sempre avuto visioni e sogni premonitori, fin dalla più tenera età... talvolta, tuttavia, distinguere tra sogno e premonizione era tutt’altro che semplice. E tuttavia avevo imparato ad attendere... avevo imparato che non si poteva forzare la mano a quel potere, si poteva soltanto accettarlo e si poteva sforzarsi di comprenderlo per poter poi agire al meglio.
Cautamente, dopo aver bevuto ancora un po’ d’acqua, riappoggiai il bicchiere. Scostai, allora, un po’ le soffici coperte e mi sollevai leggermente, mettendomi seduta con la schiena appoggiata al cuscino...
“Guisgard?” chiamai, chiedendomi se fosse lì.
cavaliere25
08-03-2012, 12.20.58
Guardai il sarcofago e dissi guardando padre Nicola chi giace qui? avete voglia di raccontarmi la storia di quel cavaliere? e aspettai una sua risposta mentre continuai a guardare quel sarcofago
Guisgard
09-03-2012, 02.57.11
“Qui dimora qualcosa di sacro, ragazzo mio...” disse padre Nicola a Cavaliere25 “... qualcosa dotato di una potenza inimmaginabile...” lo fissò “... qui riposa la corazza dell'invincibile Cavaliere Blu, il custode delle acque...”
In quello stesso istante Cavaliere25 sentì qualcosa...
Avanzava dalla selva e si arrestò proprio davanti alle acque dello stagno.
Era un essere mostruoso, in groppa ad un cavallo scarno e consumato da un morbo che ne divorava costantemente le carni.
“Sono qui per sfidarti, Cavaliere Blu!” Gridava l'essere mostruoso.
Acciaio e peli ricoprivano il suo corpo e nella mano brandiva una lunga sciabola sporca di sangue.
“Avanti, destati ed affrontami, maledetto!”
Quella terribile scena era apparsa al boscaiolo.
Guisgard
09-03-2012, 03.06.29
Altea e Fyellon entrarono nella locanda e subito presero posto ad uno dei tavoli.
L'ambiente era colmo di gente e tutti sembravano divertirsi senza troppi problemi.
“Si, davvero singolare ciò che mi avete raccontato, milady...” disse il cavaliere “... un regno con leggi che limitano la libertà del popolo, assurdo... e poi, non vedo come possa far male parlare d'amore... quanto a Lancillotto e Ginevra... perdonatemi se vi sono parso confuso e assente... vedete, la bellezza di quella leggenda è offuscata ai miei occhi da un triste ricordo... un tempo conoscevo qualcuno che amava parlare della storia di Lancillotto e Ginevra... ne era affascinato e si vantava di voler divenire un giorno come il Primo Cavaliere di re Artù... ma era in realtà un animo meschino ed egoista, superbo ed arrogante, tanto da non nutrire neanche riconoscenza verso suo padre...” esitò “... perdonatemi, ma purtroppo non sono bei ricordi...”
Chiamò allora il locandiere ed ordinò da mangiare e da bere.
“Io sono in cerca di un impiego, milady...” fissando Altea “... e forse potrei trovarlo al palazzo della regina... voi che ne dite?”
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Guisgard
09-03-2012, 03.20.52
Goz fissò Elisabeth per alcuni lunghi istanti.
Poi sorrise appena ed annuì.
“Da ragazzo” cominciò a dire “ricordo che sotto casa mia vi era una taverna… non era un posto che rapiva per bellezza e comodità, si trovava infatti lungo una strada che non tagliava direttamente verso la capitale, ma il suo profumo saliva fin nella mia stanza ed attirava ogni giorno molti clienti… la specialità della taverna erano le focacce calde con formaggio e salsiccia, ma anche la frittata di piselli e prosciutto… sapete qual è la vera ricetta per una degna frittata, milady?” Domandò ad Elisabeth. “Aggiungerci del latte.” Annuì. “Si, olio d’oliva e una punta di latte. Questo occorre per dare la giusta doratura ad una frittata. Siete mai stata nella Gallia? O nelle regioni dei bretoni? Lassù hanno verdi pascoli dove le mucche possono mangiare erba rigogliosa e danno così dell’ottimo burro. E loro cucinano utilizzando ovunque quel loro burro. Ma per una buona frittata occorre dell’olio buono come solo le nostre regioni del Sud sanno dare.”
“Forse ora siete stanco, messer Goz.” Intervenne la regina. “Continuerete più tardi la vostra conversazione con lady Elisabeth.”
Goz annuì e mostrò un inchino alla sovrana, per poi salutare con un cenno del capo Elisabeth.
“I miei cigni non sono al sicuro…” disse sottovoce ad Elisabeth mentre le passava accanto per andare via “… non mentitemi anche voi, vi prego… sapete bene che non sono stato abbastanza fortunato per morire intrappolato in quel naufragio e il ricordo dei miei cigni mi uccide ogni giorno di più… aiutatemi, vi prego…”
Un attimo dopo uscì dalla sala.
“Curioso personaggio, vero?” Rivolgendosi la regina ad Elisabeth. “Voi cosa ne pensate, milady?”
Guisgard
09-03-2012, 03.42.35
Guisgard portò i cavalli nella stalla della locanda e subito un uomo gli andò incontro.
“Mi raccomando, hanno cavalcato molto.” Disse il cavaliere allo stalliere.
“Non temete, messere, ci penserò io.” Sorridendo l’uomo.
Cominciò così a preparare nuovi ferri per i due cavalli.
“Giungete da molto lontano?” Domandò lo stalliere.
“Si, veniamo dalla terra che precede i ponti dell’acquedotto.”
“E cosa vi ha spinto qui?”
“Sono un cacciatore di taglie” rispose Guisgard “e sto cercando un uomo.”
“Un tipo pericoloso, messere?”
“Si, un assassino.”
“Capisco.” Asciugandosi il sudore lo stalliere. “Ma dalla vostra determinazione non dubito che riuscirete a trovarlo.”
“Ditemi… giungendo qui abbiamo trovato la strada ricoperta quasi tutta da rose bianche…”
“Ah, si…”
“Come sono finite tutte quelle rose sulla strada?”
“Domandatelo in giro” fece lo stalliere “ed ognuno vi darà una risposta differente… per il mio padrone, il locandiere, le avrà perdute un carro che veniva dal bosco… sua moglie, invece, sono certo che risponderà che è stato a causa di un matrimonio, perché le rose sono di buon auspicio per una sposa… per il curato del paese, statene certo, sono lì per una processione…”
“E se lo domandassi a voi invece?” Fissandolo Guisgard.
“Sono solo uno stalliere…” ridendo “… e la mia risposta sarebbe solo un’altra da aggiungere a quelle precedenti… se siete così curioso, beh, potreste chiederlo al vecchio del Belvedere… sempre se riuscirete ad avvicinarvi al suo palazzo…”
“Chi è il vecchio di cui parlate?”
“Un vecchio che abita al Palazzo del Belvedere…” rispose lo stalliere “… e chissà che non conosca anche l’uomo che state cercando…”
“Potrebbe?”
“Lui dice di essere stato un maestro di cavalleria e cortesia…” ridendo lo stalliere “… e di conoscere i migliori cavalieri del regno…”
“Allora forse dovrei cercare lì…” mormorò Guisgard “… prima, nel parlare del vostro lavoro, non so… ho colto un vago senso di insoddisfazione…”
“Io?” Sorridendo lo stalliere. “Beh, faccio questo lavoro da poco… prima invece facevo il lavoro più bello del mondo… l’allevatore di piccioni.” E rise.
“E perché avete smesso?”
“Ero socio con un mio parente…” raccontò lo stalliere “… e l’attività rendeva bene… sembra strano, ma tutti cercano piccioni viaggiatori…”
Guisgard ascoltava.
“Ne avevamo uno formidabile!” Continuò lo stalliere. “Talmente veloce che decidemmo di chiamarlo Sibilo… niente poteva fermarlo… né vento, né pioggia e nemmeno l’afa o il gelo… Sibilo era il piccione preferito di un nobile cavaliere… si fidava solo di quello per mandare i messaggi alla sua amata, l’infelice moglie di un barone… poi, un giorno, finalmente il cavaliere si decise e rapì la sua amata ed insieme fuggirono via… e quello fu l’ultimo giorno che vidi Sibilo… e senza quel piccione non aveva più senso continuare quel lavoro e sono finito qui a badare ai cavalli dei clienti del mio padrone… non che mi lamenti più di tanto, egli è un buon uomo, molto generoso.”
“E il cavaliere e la sua amata dove sono andati?” Chiese Guisgard.
“Per il suo valore” rispose lo stalliere “il re gli aveva dato un titolo e un feudo… ed è lì che vive felicemente con la sua donna ancora oggi.”
“E il piccione?”
“Eh, quel piccione…” ridendo lo stalliere e battendo sul ferro ancora caldo “… credo sia al servizio di qualche altro innamorato… del resto non sapeva fare altro che portare biglietti con versi e rime d’amore… eh, il mio Sibilo… mi piace immaginare che aiuti qualche amante ancora troppo timido o titubante nell’aprire il proprio cuore all’amata…” fissò Guisgard e sorrise.
Intanto, nella locanda, al piano di sopra, Talia si era svegliata ed aveva chiamato Guisgard.
La moglie del locandiere, sentendo la voce della ragazza, tornò nella sua stanza.
“Dormito bene, milady?” Domandò sorridente. “Avete fame?”
Altea
09-03-2012, 09.45.47
Ci sedemmo e Fyellon ordinò da bere e mangiare e ascoltai le sue parole con attenzione "Mi spiace di aver destato un brutto ricordo in voi, veramente questo è..un regno strano. Quanto al racconto e alla persona che avete nominato...sono della convinzione che il racconto in sè dei due amanti non abbia niente di sbagliato, voi la vedete cosi per la persona che..si faceva chiamare come avete detto voi "Primo cavaliere", buffo nome!!Mi spiace vi abbia ferito, ma non posso giudicare senza conoscere..d'altronde pure io ho lasciato mia madre senza dirle nulla per intraprendere questo viaggio" Vi fu un attimo di silenzio...poi quella domanda improvvisa...trovare un lavoro presso la corte della Regina.
"Sir Fyellon...ma cosi dovrei tornare in quel Palazzo? Io sono scappata da là, se volete posso darvi un consiglio..recatevi nel palazzo...e chiedete di parlare con sir Reas, è il capitano delle guardie reali, ma cercate di stare lontano dai Cavalieri del Tulipano, sono persone pericolose, secondo me stanno tramando qualcosa" Lo fissai...non sapevo se tornare pure io nel palazzo...pensai ad Elisabeth.
Daniel
09-03-2012, 15.38.53
Indossai l'armatura diventata leggerissima e estrassi la spada.. Una luce verde e intensa invase la stanza e davanti a me la vidi.. Una donna.. Vestita di nero.. Che mi fissava.. Era Giada?
cavaliere25
09-03-2012, 16.24.22
che succede adesso senti qualcuno che vuole sfidarmi un cavaliere cosa devo fare dissi guardando padre Nicola non posso sfidarlo non ho armatura ne spada dissi
Guisgard
09-03-2012, 19.23.32
Fyellon ascoltò con attenzione le parole di Altea.
“Non parliamo più di tristi ricordi…” sorridendo alla ragazza “… anzi, teniamo lontano il pensiero di gente cattiva…” in quel momento il locandiere servì in tavola dello stufato e una brocca di vino “… parlatemi del palazzo reale di Tylesia. Perché siete scappata? E per quale motivo vi sentivate come imprigionata?” Domandò Fyellon ad Altea mentre riempiva i loro bicchieri con quel vino.
elisabeth
09-03-2012, 19.40.08
Ascoltai Goz....in maniera attenta, sembrava che avesse intrapreso l'arte Alchemico culinaria.........ci sono persone che decino di dar sfogo all'anima intraprendendo la strada della demenza e Goz sembrava uno di questi......C'era una taverna e la taverna non si trovava all'interno della citta'.......le dolci lande della Gallia e della Bretannia......un verde infinito...questa taverna era tra i boschi e i suoi cigni erano in mano a chi non poteva toccarne le fragili piume......" Non vi ho mai mentito Goz, non l'ho fatto sul Carrozzone e non lo faro' adesso..." cosi' rispoi mentre lo vidi lasciare la stanza....." Vedete mia Regina, l'essere umano ha delle doti straordinarie......c'e' in lui, una straordinaria lucidita' in un mare di tenebre....chiedo a voi con molta umilta',cosa vedete in quest'uomo ?..."..
Guisgard
09-03-2012, 19.44.26
La donna fissava Daniel.
Lo fissava e gli sorrideva.
Tutt’intorno a lui aveva assunto fattezze diverse.
Il cielo era coperto e un fitto vento batteva sul bosco.
Il ragazzo non era più insieme a Nigros nel palazzo di Tylesia.
“Ora sei il Cavaliere Verde” disse la donna “e l’elemento che ti protegge è la Terra… io sono Giada, lo spirito della tua spada… ora ascoltami bene, perché ti svelerò i segreti della tua corazza... ma ricorda... tu hai avuto un grande privilegio... sei stato scelto come custode e guardiano di questa potente armatura... dipenderà da te se essere simile ad un invincibile cavaliere, oppure un distruttore e un flagello... ora sei il Cavaliere Verde...” Giada fece qualche passo verso di lui “... l’armatura è fatta di una lega sconosciuta e dagli infiniti poteri... ti sembrerà di non poterti muovere...”
Infatti Daniel non riusciva a muovere nemmeno un dito.
“Ma è solo dettato dai limiti della tua condizione umana…” continuò Giada “... libera la tua mente ed il tuo spirito... non pensare a nulla... devi entrare in simbiosi con la tua armatura, fino a quando sentirai di non avere più nulla addosso... in quel momento vorrà dire che sei diventato una sola cosa con la tua armatura, Daniel…”
http://storage.siliconera.com/wordpress/wp-content/uploads/2011/03/Kain_thumb.png
Guisgard
09-03-2012, 19.52.34
La regina fissò Elisabeth.
“Noi vediamo in lui un uomo ormai vittima di una demenza senza cura.” Disse. “E voi invece? Voi cosa vedete in lui? Racconta una storia simile a quella narrata da voi, da lady Altea e da quel ragazzo ora assistente del dottor Nigros... forse il naufragio gli ha procurato la perdita della ragione… voi ricordate di averlo visto a bordo dell’imbarcazione che vi ha condotti qui?”
In quel momento entrò nella sala il ministro Berengario.
elisabeth
09-03-2012, 20.00.45
Un Unica storia..questa era parte della verita', perche' ogni persona sul carrozzone aveva avuto una sua motivazione per intraprendere quel viaggio......e non avevamo avuto il tempo di raccontarcelo......un ricordo avevo impresso nella mente, l'uomo che mi aveva fatto visitare il cuore del Carrozzone, una grande caldaia che sbuffava schizzi di carbone incandescente......e i due cigni a cui io non avevo dato tanto peso, c'era Isolde che impegnava la mia mente.........Altea che non vedevo da un po'...e di cui sentivo la mancanza...ed infine c'era Daniel, Daniel che stava vivendo un'esperienza straordinaria e io non ero con lui.........ci fu un piccolo vortice di aria fredda intorno a me e un odore possente di foglie e fiori.......fu solo un attimo e decisi cosa rispondere alla regina...."...La storia di questo uomo e' vera come e' vera la storia di chi e' arrivato presso il vostro regno....c'e' un unica persona che....."....rimasi in silenzio perche' si apri' la porta ed entro' il Ministro Berengario...
Guisgard
09-03-2012, 20.02.44
Padre Nicola si voltò e fissò la selva.
“Io non vedo nulla, ragazzo…” disse il chierico a Cavaliere25 “... cosa hai visto? Hai forse le allucinazioni?”
“Destati dal tuo sonno secolare, cavaliere!” Gridò l’essere demoniaco dalla selva. “Non hai trovato un solo chierico capace di celebrare una Messa per te! La Fede ti ha abbandonato… e senza di quella non hai possibilità di battermi! Destati ti dico... o verrò a prenderti io stesso!”
Quell’essere allora si voltò verso Cavaliere25.
Sollevò la visiera del suo elmo e fissò negli occhi il boscaiolo.
http://s2.stliq.com/c/l/8/8d/18052073_recensione-soul-calibur-2.jpg
Guisgard
09-03-2012, 20.12.26
“Salute a voi, ministro.” Disse la regina.
“I miei omaggi, maestà.” Con un inchino Berengario. “I miei rispetti, milady.” Rivolgendosi poi ad Elisabeth.
“Discutevamo con lady Elisabeth” fece la regina “del nostro misterioso ospite.”
“Messer Goz?” Domandò il ministro.
“Si, lui.” Annuì la regina. “Lady Elisabeth afferma che egli dice il vero.”
“Si, l’avevo sospettato.” Fissandola Berengario. “I folli non mentono mai. E’ l’unica virtù della pazzia.”
“Quindi sono veri anche i cigni di cui parla sempre?”
“Non ho motivo per dubitarne.”
“E cosa possono avere di così speciale quei cigni?”
“Nulla, maestà.” Rispose il ministro. “Per un pazzo cose insignificanti, o anche solo comuni, posso emanare grande interesse e fascino. Anzi, per la sua serenità, io proporrei di condurre presso di lui due comuni cigni, in tutto simili a quelli che ha descritto… sono certo che crederà di rivedere i suoi e la sua tristezza svanirà. Ovvio che questo non gli ridonerà la ragione, purtroppo.”
“Voi cosa ne pensate, milady?” Chiese la regina ad Elisabeth.
elisabeth
09-03-2012, 20.23.36
Risposi al saluto del Ministro...e rimasi ad ascoltare quel dialogo fatto di buonismo misto a pena......" perdonatemi......ma io ho veduto i cigni di cui parla Goz, i Cigni per lui sono la sua stessa vita, lui vive rinchiuso nella sua anima perche' i suoi cigni sono in pericolo e lui lo avverte, il Cigno e' un animale stupendo...e' simbolo di cambiamente e rinascita ...i suoi cigni sono l'equilibrio tra il sogno e la realta'........i cigni per lui sono un amore grande rinchiuso tra le candide piume di quei due animali..........non potrete mai confondere l'anima di Goz, lui riconoscerebbe loro..perche' loro riconoscerebbero lui...."......rimasi molto pensierosa......Altea aveva molto apprezzato i suoi cigni e il suo sguardo sembrava annullarsi parlando di loro....
Guisgard
09-03-2012, 20.31.05
“Milady…” disse Berengario ad Elisabeth “… comprendo ciò che dite, ma alla fine sono soltanto dei cigni. Non vi è legame tra noi e gli animali. Il pensiero non unisce due esseri umani, figuriamoci due animali. Comprendo che siete straniera qui a Tylesia ed ignorate le nostre leggi… ma, vedete, qui domina la Ragione e la scienza… il mondo ultraterreno appartiene solo a Dio e non è dato a noi mortali comprenderlo… anzi, alla fine non è neanche importante conoscerlo… le discipline che regolano le leggi naturali sono la matematica, l’astronomia, la teologia e la filosofia… e bastano queste per comprendere i segreti del nostro mondo… il resto sono solo favole per gli sciocchi.”
In quel momento entrò Isolde.
Salutò la regina e poi il ministro.
Infine si voltò verso Elisabeth.
“Ho piacere di rivedervi, amica mia…” sorridendo “… a corte non si fa altro che parlare di voi e di sir Kojo…” e rise maliziosa.
Altea
09-03-2012, 20.44.35
"Avete ragione..inutile perdersi in ricordi tristi..ma questo vale anche per voi sir Fyellon, leggo una certa inquietudine nei vostri occhi...il castello di Tylesia? Non si può descrivere...per quanto bello sia..si deve solo ammirarlo di persona per assaporare la sua essenza. Almeno la Natura non si è arresa e non può avere Leggi..e fa sfoggio della sua magnificenza. Vi è un bellissimo parco, e un misterioso cancello tutto in oro, con un lucchetto di diamante..che da a un giardino inacessibile" vidi il bicchiere col vino, poi esitai..."Ma vi do un consiglio, forse è meglio che ci affrettiamo ad andare nel Palazzo, sono fuggita perchè..perchè uno dei cavalieri più potenti del Tulipano mi ha minacciata e io temo la sua reazione, che possa farmi del male. Inoltre la Regina è come prigioniera di questi Cavalieri..e se scoprono che sono fuggita me la farebbero pagare cara, forse è meglio affrettarci a tornare a Palazzo".
elisabeth
09-03-2012, 20.55.43
Come far comprendere loro che ogni regola era dettata da un disegno ben preciso, come far comprendere ad umano che un pensiero puo' essere trasformato in parole soltanto con un soffio.......che dei segni possono essere letti come parole non dette...che la matematica e' la struttura dell' universo.....che la Religione e' amare il creato e il suo creatore...che la filosofia e' il pensiero di uomini chiamati maestri...." Vorrei e non posso mia regina farvi comprendere che la ragione alla volte non e' sovrana alle leggi del cuore....e che magia non vuol dire maligno......potrebbe essere maligno... lo sbocciare di un fiore bellissimo o la vita di un bimbo che nasce ?......"....Un odore nauseabondo invase le mie narici....era Isolde......la sua battuta era arrivata come una stilettata al cuore....." Isolde mia cara, mi chiedevo dove foste finita, sapete...come buone amiche molte volte si ha la necessita' di chiedere consiglio....voi in fatto di uomini siete molto esperta, vi avrei chisto molto volentieri come fosse Kojo nell'intimità.......perche' voi lo conoscete bene...come conoscete ogni uomo o quasi....anzi visto che ci siamo....e l'argomento vi interessa da vicino, stavamo parlando di Goz, sapete quel brav'uomo che vi ha raccolta disperata sulle rive del fiume.......dove avete incontrato il Maestro di lady Altea e che ovviamente vi siete portata a letto.......e poi.....mi ricordo che nella sala da pranzo del carrozzone, anche se eravate intenta a sbattere le vostre folte ciglia al capitano.......avete visto due meravigliosi cigni.......cosa ne dite se ne parliamo un po' di questa stupenda avventura che abbiamo vissuto insieme ?....".....
Daniel
11-03-2012, 13.11.57
Ero in un'altra dimensione.. Giada era lì accanto a me e mi insegnava a usare l'armatura.. Chiusi gli occhi.. Liberai la mente da tutti i pensieri e mi concentrai solo sull'armatura.. Era diventata la mia seconda pella.. Aprii gli occhi e spiccai un salto molto in alto fino ad atterrare leggiadro di fronte a Giada.. Ero tutt'uno con la corazza.. Ero Il Cavaliere Verde!
Guisgard
12-03-2012, 01.31.38
Elisabeth aveva appena finito di parlare ad Isolde, quando la regina si alzò di scatto e la fissò.
“Milady!” Disse ad Elisabeth. “Siete stata chiamata solo per esprimere un parere su messer Goz! Le vostre idee e convinzioni su cose astratte e fiabesche non interessano questa corte! Forse voi del popolo potete permettervi di sbandierare pensieri sdolcinati e fantasiosi su tante cose che hanno per secoli riempito libri, dare sfogo alle illusioni più sfrenate per abbellire ed animare l’esistenza umana! Ma chi governa un regno e guida un popolo non può permettersi di abbandonarsi a simili sogni! Anzi, questa terra già una volta ha sofferto questa mania, questa debolezza che attanaglia le umane miserie, col subdolo intento di volerle consolare! Siete straniera e per questo sarete perdonata, ma badate che è nostro compito difendere la verità e la felicità della gente di Tylesia! Dunque vi proibiamo di spargere ancora simile veleno in queste terre!” Il suo volto era attraversato da una rabbia e un odio non comuni.
Una rabbia e un odio fortissimi, capaci di mutare il volto della sovrana che fino ad oggi si era mostrato si alterò e impenetrabile, ma anche luminoso e compassionevole.
Ora invece gli occhi della regina apparivano ardenti di un sentimento implacabile ed immutabile, che sembrava rivelare un qualcosa di appassito, di sfiorito, reso sterile da un vento inesorabile che soffiava, giunto chissà da dove, senza sosta nel suo animo.
Fissò per qualche altro istante Elisabeth, poi scosse il capo e si ritirò.
“Forse hai perso il favore della nostra regina, cara Elisabeth…” sussurrò Isolde all’orecchio della maga dei boschi.
“Siete straniera e non potevate sapere…” disse Berengario ad Elisabeth “… venite, vi narrerò dell’ordine universale e razionale che domina a Tylesia…”
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Guisgard
12-03-2012, 02.32.57
Daniel sembrava esserci riuscito.
Forse era davvero riuscito col suo spirito, con tutto il suo essere, a penetrare la più profonda essenza di quella corazza.
Ad un tratto avvertì qualcosa.
Un’inquietudine ed un turbamento nell’aura verde scintillante che lo avvolgeva.
Daniel avvertì delle voci confuse.
“Sta accadendo qualcosa…” disse Giada.
Un attimo dopo Daniel si ritrovò in un altro posto.
Era davanti al palazzo reale di Tylesia.
Un istante dopo un gruppo di individui, armati di forconi e zappe, aggredì alcuni soldati che sorvegliavano l’accesso.
“In città” fece Giada “stanno scoppiando dei malcontenti… la gente comincia a non resistere più all’assedio che attanaglia Tylesia… tu, come Cavaliere Verde hai il dovere di intervenire per difendere la corona… starà a te decidere come agire… puoi massacrare quella gente o risparmiarla… sta a te decidere come difendere il palazzo reale… vai, Daniel… così scopriremo quanto riesci a sfruttare la tua corazza… ma bada che se non sarai concentrato, avrai la peggio…”
Guisgard
12-03-2012, 02.39.14
Fyellon fissò Altea e sorseggiò poi dell’altro vino dal suo bicchiere.
“Sembra che abbiate vissuto dei momenti tutt’altro che noiosi e scontati, milady, in quel palazzo.” Accennò un lieve sorriso. “Perdonatemi, ma non posso evitare di rivelarvi come voi ora mi apparite… vi vedo e vi immagino come una di quelle eroine, tra il romantico e l’avventuroso, che animavano le commedie di Plauto e di Terenzio… eroine che un fato ostile rendeva schiave, cortigiane, orfane, naufraghe e rapite da briganti o pirati… ma che poi, puntualmente, la fortuna rendeva felici attraverso un incontro speciale, una verità rivelata o la scoperta di un qualche tesoro…” sorseggiò altro vivo e tornò a fissare Altea “… pare che abbiate vissuto un gran numero di avventure e provato svariate sensazioni in quel palazzo, milady… e il vostro racconto mi ha incuriosito e affascinato non poco… voglio farvi una proposta… andiamo insieme al palazzo, visto che cerco un impiego… mi presenterete voi stessa alla corte, dicendo che siamo vecchi amici, o magari cugini… così, vedendovi accompagnata da un cavaliere, ci penseranno bene prima di importunarvi ancora… vi piace l’idea?”
Talia
12-03-2012, 11.27.48
La moglie del locandiere, sentendo la voce della ragazza, tornò nella sua stanza.
“Dormito bene, milady?” Domandò sorridente. “Avete fame?”
Nessuno rispose quando chiamai. Tuttavia dopo appena qualche istante sentii dei passi sulle scale, poi la porta che si apriva e la voce gentile della donna...
“Si...” risposi con un sorriso “Ho dormito... bene! Vi ringrazio!”
Per un attimo il ricordo di quel sogno affiorò ancora alla mia mente... mi passai però delicatamente una mano sulla fronte e mi convinsi a metterlo da parte, almeno per il momento.
Per qualche altro istante rimasi immobile, assaporando quella gradevole sensazione intorno a me: il profumo del pane appena sfornato che saliva dal piano di sotto, le coperte calde e soffici, la luce che entrava dalla finestra e che sentivo sfiorarmi la pelle... poi, con un piccolo sospiro, scostai la coperta e mi alzai...
Non avevo difficoltà a stare in piedi, né a muovermi... feci qualche passo cauto verso la fonte di luce e ben presto le mie dita incontrarono il vetro chiuso della finestra... lo spinsi, dunque, e la aprii, respirando l’aria fresca della mattina.
“E’ una bella giornata, oggi... vero?” chiesi, voltando le spalle alla finestra e tornando a fronteggiare la donna sulla soglia “Sapete... la casa in cui sono cresciuta si trova in mezzo ad un bosco e nelle mattine simili a questa la luce che entrava dalla mia finestra era verde e limpida... le cime degli alberi frusciavano, mosse da un vento tanto leggero che soltanto loro riuscivano a cogliere... e talvolta c’era un tale, sereno silenzio che riuscivo quasi ad udire il rumore dell’erba che cresceva...”
Sospirai...
“Qui avverto la stessa sensazione...” proseguii dopo un momento “La luce che entra da questa finestra è vagamente verde... per via i boschi, forse, e le colline che si stendono a perdita d’occhio... Sì, sento il profumo dell’erba tenera bagnata di rugiada... e del grano che coltivate... e poi... non so... lavanda, forse! Avete dei cespugli di lavanda qui fuori... è così?” un vago sorriso mi increspò le labbra per un istante “Siete fortunata, signora... vivete in un bel posto!”
Silenzio accolse le mie parole... ed io, di nuovo, sorrisi.
Era curioso ciò che mi stava accadendo... da quando non potevo più a vedere, infatti, era come se gli altri miei sensi si fossero affinati... riuscivo a percepire ciò che mi stava intorno... forse, per assurdo, riuscivo a ‘vedere’ meglio ora di quanto non avessi mai fatto.
“Sapete...” dissi, avviandomi a piccoli passi verso la porta “Avete ragione: ho davvero fame!”
Con circospezione e urtando solo leggermente una sedia ed il bordo del letto, raggiunsi la porta e tesi una mano verso la donna...
“Mi piacerebbe scendere di sotto a mangiare!” affermai “Ma non credo di essere in grado di fare le scale da sola... vi sarei dunque grata se mi aiutaste!”
Altea
12-03-2012, 14.58.07
Ascoltai con attenzione le parole del cavaliere, egli notavo era proprio un adulatore, ma certo non mi sarei lasciata trascinare da delle parole amorevoli, per conquistare la mia amicizia ci voleva ben più...però era giusto anche aiutarlo visto era uno sconosciuto a Tylesia come me...e quindi pensai di accettare "D'accordo..sir Fyellon...anzi Fyellon...se siamo cugini, allora dobbiamo chiamarci per nome. Diremo che siete venuto a cercarmi poichè avete saputo che ero partita e non si sapevano mie notizie, e l'unica cosa che sapevate era che...avevo preso un battello per andare lungo le foci del Calars". Mi alzai e feci cenno a Fyellon di seguirmi.."Fate presto, dobbiamo parlare con Sir Reas".
cavaliere25
12-03-2012, 16.05.32
un cavaliere dissi ce e mi dice che non sono riuscito a trovare un clerico per far dire una messa e a detto di destarmi se no mi viene a prendere lui cosa sta accadendo padre non riesco più a capire sto diventando forse pazzo domandai tutto intimorito da quelle parole di quel cavaliere
Guisgard
13-03-2012, 01.26.45
Fyellon sorrise ad Altea ed annuì.
Lasciò poi delle monete sul tavolo e con la ragazza uscirono dalla locanda.
Percorsero un tratto della strada che dava al palazzo, quando grida e schiamazzi attirarono la loro attenzione.
“Cosa succede?” Sorpreso Fyellon. “Sembra che questo chiasso arrivi dalla fine della strada… aspettatemi qui, vado a dare un’occhiata…” e si allontanò.
Qualche istante dopo, Altea cominciò a sentire delle voci.
“Presto, al palazzo!” Gridava qualcuno. “Attaccheremo i magazzini con le scorte! Non vogliamo vedere i nostri figli morire di fame!”
Ma appena quel gruppo di persone raggiunse Altea, uno di loro cominciò ad urlare:
“Guardate questa donna!” Indicando proprio Altea. “E’ abbigliata con vestiti degni di una corte! Forse è proprio una delle dama di compagnia della regina!”
“O magari una nobildonna!” Fece un altro.
Allora, con fare minaccioso, circondarono Altea.
Erano tutti armati con bastoni e forconi.
Guisgard
13-03-2012, 01.32.45
Padre Nicola, a quelle parole di Cavaliere25, guardò di nuovo la selva.
“Io non vedo niente, ragazzo…” disse il chierico “… hai forse le allucinazioni?”
Fissò allora Cavaliere25, poi i suoi occhi caddero sulla piccola cappella scavata nella roccia.
“Forse queste visioni ti sono date da…” continuò padre Nicola “… resta qui e non fare nulla, ragazzo…” ed entrò nell’apertura della roccia.
Intanto, nella selva, quella spaventosa creatura che minacciava il boscaiolo sembrava essere sparita.
Ad un tratto, però, Cavaliere 25 vide qualcuno avvicinarsi.
Era la misteriosa figura che gli aveva parlato poco prima chiedendogli un chierico per celebrare una Messa.
Guisgard
13-03-2012, 02.06.19
“Si, nella campagna circostante” disse la donna dopo aver preso sottobraccio Talia “la lavanda tinge i campi con i suoi colori ed ingentilisce l’aria col suo profumo.” Scesero le scale. “Siete davvero nobili e cortesi voi e vostro fratello, milady.” Sorridendo. “Appartenete all’aristocrazia, vero?”
“Seora, non impicciarti sempre degli affari dei nostri clienti!” La riprese il marito, una volta che le due furono al pianterreno.
“Non ci vedo nulla di male!” Replicò la donna al marito. “Cosa vuoi saperne tu?”
Lui scosse il capo.
“Piuttosto” continuò la donna “servi del pane appena sfornato e del latte caldo sul portico! E’ una bella giornata e la nostra bella dama farà colazione sotto il Sole! Dov’è il cavaliere?”
“Credo nelle stalle.”
“Ecco, prendete posto qui, milady…” disse la donna aiutando Talia a sedersi ad uno dei tavoli all’aperto “… io andrò a chiamare vostro fratello per la colazione…”
Ad uno dei tavoli vicini, tre studenti discutevano fra loro.
“Se Iddio Onnipotente” cominciò lo studente di Filosofia “avesse voluto racchiudere la Gioia e la Felicità con fattezze di questo mondo, quale delle cose terrene avrebbe scelto?”
“Di sicuro un fiore!” Rispose quello di Teologia.
“Sono d’accordo…” annuì quello di Retorica “… ma quale fiore tra le infinite specie che animano il Creato?”
“Un fiore particolare, che non appassisca.” Fece il Teologo.
“Non esiste un fiore simile.” Scuotendo il capo il Filosofo.
“Allora un fiore a cui sopravvivano i petali.” Fissando gli altri due quello di Retorica.
“Una rosa.” Sorridendo quello di Filosofia. “Essa è la regina tra i fiori.”
“Troppo solenne e scontato.” Obbiettò il Teologo. “Iddio non ama gli eccessi. Per questo volle far nascere Suo Figlio il Redentore in un’umile stalla. Io dico un giglio, perché è puro e immacolato. Come l’animo dei beati.”
“Ma se si parlava di petali” guardandoli quello di Retorica “allora vi è un solo fiore capace di conservare consensi e verdetti tra i suoi… una margherita, senza alcun dubbio.”
In quel momento due zingari, un ragazzo e una ragazza, si avvicinarono ai tavoli.
Lui suonava un flauto, mentre lei vendeva spille ai clienti.
“Se fosse così semplice, amici miei…” disse lo zingaro ai tre studenti “… sarebbe già stato colto quel fiore. Non vi pare?”
I tre lo fissarono.
“Secondo me si tratta di un fiore unico…” continuò lo zingaro “… immutabile ed eterno, eppure capace di confondersi con i sogni di ogni uomo… dalle fattezze ultraterrene dunque e per questo introvabile…”
“Sei forse un poeta?” Domandò lo studente di Teologia allo zingaro.
“E chi non lo è, messere?” Ridendo lo zingaro. “Per essere poeta basta un cuore e una donna che lo faccia pulsare in eterno. Volete darmi una moneta per qualche mio verso? Io e mia sorella” indicando la zingara che era giunta con lui “ci guadagniamo da vivere vendendo la nostra arte per le strade.”
“Volete acquistare una delle mie spille, milady?” Avvicinandosi la zingara a Talia. “Vi farò un prezzo di favore. Stamani ne ho fatte tre… scegliete quale più vi aggrada…” e pose davanti alla ragazza tre spille fatte con paste vitree colorate, raffiguranti, rispettivamente, una rosa, un giglio e una margherita.
http://img.fdb.cz/galerie/n/n83a2e33a6f48dd84af4bc28d0119e5.jpg
Altea
13-03-2012, 09.20.48
Fyellon pagò il conto e uscimmo dalla locanda in direzione del Palazzo, fuori vi era una quiete insolita, stavo in silenzio quando fu interrotto da delle voci concitate. Il cavaliere mi disse di aspettare e in avanscoperta andò a controllare cosa stesse succedendo, aspettavo ma non tornava, quando mi vidi accerchiata da degli uomini...parlavano di fame, miseria e assalto al Palazzo. Poi vennero verso di me, inveivano ancora...puntando il dito su me, giudicandomi senza conoscermi e credendomi una cortigiana per quei vestiti che indossavo dati in prestito, forse, quando prima arrivai con miseri stracci...."Per favore, datevi una calmata. Io non sono una dama o cortigiana del Palazzo, sono una umile persona come voi e non posseggo nulla..che succede? Fyellon dove siete?" urlai chiamando il cavaliere in soccorso.
cavaliere25
13-03-2012, 14.36.14
siete tornato dissi guardando quella figura padre Nicola è andato dentro la roccia se volete possiamo aspettarlo qui ho se volete potete entrare anche voi e parlargli e aspettai che la strana figura mi rispondesse
Talia
13-03-2012, 15.32.44
Mi sedetti sotto il portico, dove la locandiera mi aveva lasciata e assaporai il calore del sole sulla pelle... per qualche momento non feci caso a niente altro se non a quella gradevole sensazione, finché la mia attenzione fu attratta da tre voci che, poco distanti da me, disquisivano su Gioia e Felicità...
Li ascoltai per qualche momento, in silenzio... ed un vago sorriso mi increspò le labbra: quei tre giovani uomini parlavano di concetti astratti, parlavano di Gioia Felicità e Bellezza come se non le avessero mai conosciute davvero... le loro parole erano gentili e i discorsi acuti, ma non vi era sentimento in essi, non vi era un cuore che vibrava, non vi era passione...
Mi persi nell’ascoltarli, tuttavia... seguendo i loro ragionamenti e le loro riflessioni...
Finché una quarta voce li interruppe... e disse qualcosa che mi colpì.
Un Fiore Unico... disse... immutabile ed eterno... un fiore capace di confondersi con i sogni di ogni uomo...
E improvvisamente rammentai che un Fiore simile a questo, da qualche tempo, ricorreva spesso nei miei sogni...
“Volete acquistare una delle mie spille, milady?” Avvicinandosi la zingara a Talia. “Vi farò un prezzo di favore. Stamani ne ho fatte tre… scegliete quale più vi aggrada…” e pose davanti alla ragazza tre spille fatte con paste vitree colorate, raffiguranti, rispettivamente, una rosa, un giglio e una margherita.
La voce della zingara mi distrasse da quei pensieri...
Sorrisi, dunque, ed allungai le mani finché non giunsi a sfiorare le tre spille... le esplorai per qualche istante una ad una con la punta delle dita... la pasta vitrea era fredda al tatto e sembrava lavorata con una certa maestria, nonché con somma cura...
“Devono essere tutte molto belle...” dissi poi gentilmente “Sento che sono state realizzate con amore, come se ad ognuna aveste voluto donare una propria anima ed una propria personalità... e mi chiedo se anche i loro colori confermino tale sensazione!”
Attesi un attimo, durante il quale le mie dita passarono ancora dall’una all’altra... infine sorrisi: “Ma voi, che avete la fortuna di poterle anche vedere, ditemi... quale credete che si addica di più a me? Consigliatemi, ed io acquisterò quella!”
Guisgard
13-03-2012, 19.52.05
“Non c’è tempo!” Disse la misteriosa figura a Cavaliere25. “Il demone tornerà presto e bisognerà affrontarlo! Se solo potessi usare la mia corazza… purtroppo è rinchiusa in quella nicchia di pietra e la chiave per liberarla è caduta nelle acque di questo stagno…” fissò allora le acque ed un bagliore dalle profondità dello stagno cominciò a mostrarsi agli occhi del boscaiolo, come se qualcosa brillasse sul fondale.
Guisgard
13-03-2012, 20.04.15
Altea cominciò a chiamare Fyellon, ma quegli uomini le si avvicinarono ed uno di loro la colpì, facendola poi cadere a terra.
“Credi di essere nella favolosa corte della regina?” Fissandola quell’uomo. “Qui comanda il popolo e nessuno riuscirà più ad affamarci a causa di questa assurda guerra!”
Alzò allora il forcone per colpirla, ma proprio in quel momento qualcuno lo colpì alle spalle, tagliando in due il forcone.
“La fame rende dunque dei vigliacchi, oltre che dei disperati?” Con la spada in pugno Fyellon. “E’ facile attaccare in gruppo una donna, vero?”
“Cosa volete voi?” Domandò uno di loro. “Perché ci attaccate? Appartenete alla guardia reale?”
“No, non vedi che non indossa l’uniforme!” Esclamò un altro del gruppo.
“Perché avete aggredito quella ragazza?” Fissandoli Fyellon. “Che cosa volevate provare? Che siete dei vili?”
“Diamogli una lezione!”
E si lanciarono tutti sul cavaliere.
Questi però riuscì ad evitare il loro grossolano attacco ed uno alla volta li disarmò, stordendone qualcuno e tramortendone qualcun altro.
“Ed ora ritornate nella fogna che vi ha partorito, villani!” Intimò loro Fyellon.
Si avvicinò popi ad Altea.
“Come state, milady?” Domandò alla ragazza. “Vi hanno fatto del male?”
Altea
13-03-2012, 20.11.22
Quegli uomini non volevano sapere ragione...fame e miseria...ma allora Tylesia non era quel Regno d'oro e perfetto che sembrava...con le sue ricchezze avrebbe potuto sfamare non un solo popolo. Cercavo di far capire le mie ragioni quando vidi quasi addosso a me un forcone, chiusi gli occhi...ma sentii una voce familiare e vidi Fyellon combattere contro quegli uomini. Rimasi stupita...dove aveva appreso quella maestria nel combattimento? Certo era degno di essere una guardia della Regina.
Si avvicinò a me per sincerarsi del mio stato di salute..."Fyellon, non preoccupatevi" dissi rialzandomi da sola "ho subito in questo posto umiliazioni ben più grosse..certo sto bene e devo farvi i complimenti, siete un combattente perfetto, dove avete appreso cosi bene questa arte? Ma forse è meglio che corriamo su per quella strada per arrivare a corte..."
Guisgard
13-03-2012, 21.05.34
Fyellon aiutò Altea ad alzarsi.
“Ho avuto un grande maestro” disse alla ragazza “e a lui devo tutto ciò che sono e che conosco.” Per un attimo un velo d’inquietudine si posò sul suo sguardo. “Si, avete ragione… raggiungiamo il palazzo prima che la situazione precipiti in città…”
I due allora corsero verso il palazzo reale.
Qui, davanti all’ingresso, trovarono una folla inferocita decisa ad assalire la dimora della sovrana.
“La gente sembra impazzita…” mormorò Fyellon “… temo possa scoppiare una rivoluzione…” fissò poi Altea “… statemi accanto e non perdetemi di vista nemmeno per un momento, milady…” prese la mano di lei e si avvicinò alla folla.
Salì allora, con agile salto, su una delle statue che adornavano lo spiazzo che precedeva l’ingresso del palazzo.
“Gente di Tylesia, ascoltatemi!” Urlò alla folla.
“Cosa diavolo vuoi?” Gridò qualcuno.
“Chi sei?” Urlò qualcun altro.
“Non ha importanza chi io sia!” Fece Fyellon. “Ma agendo così non otterremmo nulla!”
“Non sei uno di noi!”
“Forse il popolo ha un volto?” Domandò Fyellon a chi aveva parlato. “Forse come il Clero ama adornarsi di Croci preziose per distinguersi? O come l’aristocrazia di fregi e stendardi per farsi riconoscere? No, il popolo ha lo stesso volto! Ha il mio, quello di questo ragazzo, o di quella fanciulla! Ha il cuore grande perché sopporta soprusi e gli occhi gonfi perché vede i propri cari morire di stenti! Ha le mani tartassate da calli e la schiena curva per il troppo lavoro! Il popolo sono io, siete voi, siamo tutti!”
“Cosa vuoi dirci?” Gridò Qualcuno dalla folla.
“Che tutto questo è inutile!” Rispose Fyellon. “Se resterete qui a gridare e a minacciare, allora vi ritroverete addosso la Guardia Reale che caricherà voi e i vostri figli!”
“Dobbiamo dunque morire di fame e restare in silenzio?”
“No, ma capire i motivi di tutto questo!” Fissando la folla Fyellon. “Avete fatto udire la vostra voce e questo è già importante! Se chi governa è giusto e saggio, allora tutto questo non passerà inosservato! Ora bisogna attendere! Liberate la piazza prima che giungano i soldati! Fatelo ora o sarà troppo tardi e tutto sarà perduto!”
Un mormorio si alzò dalla gente radunata.
Poi, pian piano, la folla cominciò a disperdersi e ognuno ritornò alla propria casa.
Fyellon allora saltò giù dalla statua e raggiunse Altea.
“Sembra sia andata bene…” sorridendo il cavaliere “… per un momento ho temuto potessero rivoltarsi tutti contro di me.” E rise.
In quel momento arrivarono i soldati della regina.
“Lady Altea?” Meravigliato Reas. “Cosa è accaduto qui? Dov’è la folla inferocita?”
Altea
13-03-2012, 21.17.44
Davanti al Palazzo vi era la folla affamata, inferocita...che lottava per un pezzo di pane, avevo paura, ma Fyellon mi prese la mano, io strinsi la sua..e ad un tratto mi trovai vicino a lui, vedevo la folla e lui proclamava parole giuste...le condividevo..e rimasi stupita di come riuscì stavolta a combattere il fervore della gente senza la spada ma con la parola.
La folla si disperse, tirai un sospiro di sollievo ma ero preoccupata per la Regina..quando arrivò Reas..."Oh sir Reas, i miei omaggi..eh...mi ero persa per Tylesia. Cosa voleva questa gente??Voleva giustizia e mangiare...cosa significa tutto questo? Dobbiamo ringraziare...mio cugino..Fyellon...che è riuscita a sedare questa piccola rivolta popolare" deglutii guardando prima l'uno e poi l'altro.
Guisgard
14-03-2012, 01.04.40
Reas ascoltò Altea e poi fissò Fyellon.
“Vostro cugino…” mormorò il capitano “… ed è giunto da poco a Tylesia, suppongo.”
“Si, milord.” Annuì Fyellon. “Mia cugina mi ha parlato di questa città… sono un soldato di ventura e cerco un signore a cui offrire la mia spada.”
“Vi sono già dei mercenari a Tylesia.”
“Si, mia cugina mi ha parlato anche di questo.” Fissandolo Fyellon. “Ma io credo che una buona spada non vada mai rifiutata.”
“Vedo che siete sicuro di voi, cavaliere.” Fece Reas. “Voglio offrirvi una possibilità… entrare nella Guardia Reale.”
Fyellon sorrise ed annuì.
Reas allora portò con sé lui ed Altea nel palazzo.
“Alloggerete in caserma, cavaliere, insieme agli altri soldati.” Disse il capitano.
“Grazie, capitano.”
“Si comincia presto domani.”
“Non mancherò.”
Reas, salutata Altea e suo cugino, si allontanò.
“Davvero bellissimo questo palazzo.” Guardandosi attorno Fyellon. “Beh, visto che ora ho un impiego ed anche qualche ora libera, cosa ne dite, cara cugina, di mostrarmi un po’ di questo palazzo? Rammento di un giardino chiuso da un cancello d’oro… ricordate? Voi stessa me ne avete parlato… vogliamo vederlo?”
Guisgard
14-03-2012, 01.47.14
Talia con il tocco delle dita cercava di immaginare le forme e poi i colori di quelle tre spille.
“E’” disse la zingara alla ragazza “come chiedere ad una madre di scegliere quale dei suoi figli sia il più bello.” Sorrise. “Ogni spilla ha per me un significato particolare, milady… sono figlie di sensazioni e stati d’animo particolari… forse in comune hanno solo il sentimento che mi ha spinto a lavorare ad esse… e quello non muterà mai, né potrà mai finire…” si avvicinò ancora di più al tavolo “… siete innamorata, milady? Io si… amo disperatamente un ragazzo… ma lui non mi ama… anzi, non vuole saperne di me…” il suo sorriso non svanì, ma si fece malinconico e poi amaro “… e ho fatto queste spille in momenti differenti, tutti però volti col pensiero al mio grande amore… questa” prendendo in mano la rosa “è un pò il simbolo del mio sentimento… bello, armonioso e forte, capace con le sue spine di resistere e di difendersi… questa invece” toccando il giglio “è come il mio cuore… puro e immacolato, vergine di ogni altro sentimento che non sia quello volto al mio amato… e questa infine” accarezzando la margherita “è forse la mia unica compagna, visto che solo a lei confido le mie speranze e i miei sogni, cercando nei suoi petali la vera Gioia…” fissò poi Talia “… siete molto bella, milady e ognuna di queste spille possiede qualcosa che vi descrive e vi raffigura… forse agli occhi di chi vi ama voi apparite come loro, magari in giorni differenti o in momenti differenti di uno stesso giorno, quando siete bella come una rosa, candida come un giglio e sognante come una margherita…”
Guisgard, intanto, era ancora nella stalla.
Qui venne a chiamarlo la moglie del locandiere.
“Messere, abbiamo servito la colazione.” Disse questa. “Vostra sorella vi sta aspettando.”
Guisgard sorrise ed annuì.
“Grazie di tutto, amico mio.” Salutando poi lo stalliere.
Seguì così la donna.
“Come si chiama questo paesino?” Domandò il cavaliere.
“San Leuciano dei Tessitori, messere.”
“E’ un posto molto bello.” Guardandosi intorno Guisgard. “Cos’è quel bellissimo palazzo che si intravede a stento tra la vegetazione di quella collina?”
“E’ il Palazzo del Belvedere, messere.”
“Già, rammento le parole del vostro stalliere…” continuando a fissare ciò che si poteva vedere di quella costruzione “… da quel che si riesce a vedere, mi sembra davvero un palazzo da favola…”
“Viene utilizzato dagli Arciduchi come tenuta di caccia.” Disse la donna. “Nel palazzo si trova anche la Cappella dove vengono celebrati i matrimoni tra gli Arciduchi e le Granduchesse.”
“In assenza dei nobili padroni chi vive lassù?” Domandò Guisgard.
“Il vecchio guardiano” rispose la donna “ma ora pare sia ammattito e non permette a nessuno di avvicinarsi al Belvedere.”
I due giunsero allora davanti alla locanda, dove si trovava il portico con i tavoli imbanditi per la colazione.
Altea
14-03-2012, 09.17.42
Fyellon non ebbe bisogno di presentazioni, subito si fece benvolere da Reas che gli offrì di entrare nelle guardie reali, ed era ciò che speravo..non avrei mai voluto si facesse ingannare dai Cavalieri del Tulipano..."Sir Reas, vi ringrazio per la ospitalità e la opportunità che date..a..mio cugino Fyellon. Si egli, venne a sapere ero partita con un barcone verso le foci del Calars e venne a cercarmi" guardai Fyellon. Reas, diede gli ultimi ordini al cavaliere per poi ritirarsi...Fyellon sembrava soddisfatto e felice e mi chiese di accompagnarlo nel giardino.
"Vero che questo Palazzo è stupendo? Ma dovete bene guardarvi attorno, strane accose avvengono, seguitemi per il viale, vedete quanti bei fiori?Qui ogni tanto vi trovo un..amico...è il Cappellano. E poi vi è Lady Elisabeth, mia amica, che pure fu superstite del naufragio, a lei spiegherò ogni cosa a tempo debito". Finche raggiungemmo quel cancello.."Ecco il cancello, vedete? E' invalicabile, di puro oro zecchino e guardate il lucchetto..tempestato di preziosi diamanti. Dietro, mi disse la regina, si cela un giardino inaccessibile".
cavaliere25
14-03-2012, 14.23.35
se volete ve la prendo io la chiave in fondo allo stagno basta che riusciremo a distruggere il demone che ne pensate dissi guardando quella figura
Talia
14-03-2012, 15.59.35
Ascoltavo le parole della zingara... ed ad ogni parola il mio sguardo si incupiva sempre più... parlava di amore quella giovane donna, diceva di essere innamorata di un uomo e chiedeva a me se lo ero... ed a quel pensiero il cuore prese a battermi forte, sempre più forte. A me era sempre stato vietato di pensare a queste cose, a me erano stati vietati tutti i sogni e i desideri, che pure erano nati clandestini nel mio cuore... io che ero sempre stata costretta ad un voto, come un’oscura catena che mi aveva legata ben prima che potessi comprenderne il senso o il significato...
Ognuna delle cose che per i più erano semplici e naturali... l’amore, la possibilità di scegliere una strada, un sogno, una vita... niente di tutto questo era mai esistito per me. Mai, fino al giorno in cui ero fuggita.
Sospirai profondamente, tuttavia, e mi sforzai di mettere da parte quel tumulto di sensazioni e stati d’animo... e tornai a sorridere alla zingara.
“Una compagna, dite?” mormorai, mentre le mie dita si posavano sull’ultima spilla, sfiorandola con delicatezza “Un’amica cui confidare le speranze ed i sogni, nell’attesa di trovare la vera Gioia? Ebbene... io credo che sia dunque questa la mia spilla!”
Feci una breve pausa... senza tuttavia smettere di esplorare con la punta delle dita l’ultima creazione, e la decorazione di quei piccoli fiorellini delicati...
“Si...” ripetei “Credo che sia proprio questa la mia! Vi prego... vendetemi questa!”
Guisgard
14-03-2012, 16.50.19
A quelle parole di Talia, la zingara sorrise.
“E’ vostra!” Esclamò.
“Che scelta delicata.” All’improvviso una voce. “Palesa un animo sincero e dai tratti nobili.” L’uomo allora prese la mano di Talia e strinse in essa la spilla della margherita. “Posso avere l’onore di farvi questo dono, milady?” Fissò poi la zingara. “Quanto costa?”
“Mezzo Taddeo, milord.”
“Cosa?” Stupito l’uomo. “Mezzo Taddeo per un pezzo di vetro colorato? I miei orafi venderebbero a meno monili ben più belli! Dannata zingara, vieni qui ad imbrogliare la gente, vero? Ora ti darò una lezione!” Ed afferrò il braccio della zingara.
“Cosa succede, milord?” Correndo il locandiere.
“Permettete a questi straccioni di venire qui a raggirare la gente!” Gridò l’uomo.
“Lasciate mia sorella!” Avvicinandosi lo zingaro.
“Indietro, carogna!” E lo colpì col suo frustino. “E ora ti darò ciò che meriti!” Fissando la zingara.
Guisgard
14-03-2012, 16.58.53
La figura fissò Cavaliere25 ed annuì.
“Ma bisogna fare in fretta” disse al boscaiolo “e liberare la corazza… il demone sarà qui tra breve e ci assalirà…”
Intanto, sul fondo dello stagno, quell’oggetto luminoso risplendeva sempre più intensamente tra i bagliori di quelle acque trasparenti.
Guisgard
14-03-2012, 17.10.12
Fyellon si avvicinò a quel cancello d’oro e restò a fissare ciò che si vedeva dall’altra parte delle sbarre.
“Perché chiudere con un cancello d’oro, serrato da un lucchetto di diamante, un semplice giardino?” Mormorò. “No, deve esserci dell’altro… oltre questo cancello deve celarsi qualcosa di molto prezioso…”
“Cosa fate lì vicino?” Avvicinandosi all’improvviso qualcuno. “Allontanatevi!”
Erano due cavalieri.
“Perdonatemi…” voltandosi verso di loro Fyellon “… ma per natura detesto gli ordini fini a se stessi… magari, se avessi udito la parolina magica…”
“Che parolina?” Fissandolo uno dei due cavalieri.
“Per favore!” Ridendo Fyellon.
I due aprirono i mantelli e mostrarono il simbolo del loro ordine: il Tulipano.
“Ora ti daremo ciò che meriti…” ed estrassero le spade.
Un attimo dopo tra i tre scoppiò una violenta contesa.
Altea
14-03-2012, 17.18.56
Fyellon guardava pure incuriosito dietro quel cancello, mi avvicinai pure io "Si, Fyellon, pure io ho sempre pensato che dietro questo cancello si celi qualcosa di misterioso o di altrettanto splendido, ma non è dato a nessuno saperlo". Non finii nemmeno di proferire quelle parole che si avvicinarono dei cavalieri che minacciarono Fyellon, li riconoscevo...il Tulipano, e già mi pentii di essere ritornata al Palazzo. Fyellon, seppe tener loro testa, nonostante le raccomandazioni che diedi, ma egli sembrava proprio una testa calda che odiava le imposizioni..e i tre cavalieri iniziarono a battagliare.
"Smettetela" dissi quasi in tono arrabbiato "cavalieri del Tulipano...mio cugino Fyellon è nuovo del Regno e anche del corpo della guardia reale..ma mi sembra siano banditi..i duelli".
Speravo in cuor mio arrivasse sir Reas a sedare la rissa.
Talia
14-03-2012, 17.19.59
Accadde tutto in fretta... quella voce, quella mano che sfiorò la mia e poi... i toni si fecero più duri, le voci si alzarono ed un frustino schioccò da qualche parte vicino a me...
“Cosa?” Stupito l’uomo. “Mezzo Taddeo per un pezzo di vetro colorato? I miei orafi venderebbero a meno monili ben più belli! Dannata zingara, vieni qui ad imbrogliare la gente, vero? Ora ti darò una lezione!” Ed afferrò il braccio della zingara.
“Cosa succede, milord?” Correndo il locandiere.
“Permettete a questi straccioni di venire qui a raggirare la gente!” Gridò l’uomo.
“Lasciate mia sorella!” Avvicinandosi lo zingaro.
“Indietro, carogna!” E lo colpì col suo frustino. “E ora ti darò ciò che meriti!” Fissando la zingara.
“Basta!”
Mi alzai in piedi, le mani strette a pugno poggiate sul tavolo e la fronte alta.
“Basta così!”
C’era silenzio intorno a me... ma potevo sentire il cuore della ragazza battere forte, il respiro affannoso dell’uomo con la frusta e la rabbia dirompente del giovane zingaro... potevo sentire la paura del locandiere e la sorpresa degli astanti...
“Signore...” iniziai a dire, voltando appena la testa verso l’uomo che percepivo piuttosto vicino a me “Vi prego di lasciare immediatamente quella ragazza e suo fratello! Ella ha realizzato un’opera e la stava vendendo a me, prima che voi interveniste... e vi informo che a me quell’oggetto piace molto e sono disposta a pagarlo anche un intero Taddeo! Molto spesso, infatti, non è tanto la materia quanto la sostanza che determina il valore delle cose!”
Osservai una piccola pausa, ma nessuno parlò.
“Vi prego dunque, milord...” proseguii, con la voce più bassa e morbida, tendendo verso l’uomo una mano “Fatemi la cortesia di lasciar andare questi due bravi artigiani... in modo che io possa terminare il mio acquisto! Ve ne sarei oltremodo grata!”
Guisgard
14-03-2012, 17.39.30
“Sono Cliens di Rosciano” disse l’uomo “ed ora non è più in gioco solo il reale valore di questa spilla, ma il mio onore! Questa zingara voleva imbrogliarmi ed io non posso passarci su!” Fissò allora Talia. “Sono intervenuto per farvi omaggio di quella spilla e tutto è sorto da questo… ma, se è vostra volontà, allora dimenticherò l’accaduto… ma solo per farvi piacere, milady…” si voltò poi verso la zingara e lanciò in terra un mezzo Taddeo “… scegliete la spilla che più vi aggrada, milady.” Sorridendo a Talia.
Cercò poi con lo sguardo il locandiere.
“Pagherò io il conto della nostra dama.” Disse al padrone della locanda. “E naturalmente potrà soggiornare quanto vorrà presso la vostra locanda.”
“Si, milord.”
Cliens prese poi la mano di Talia e la baciò delicatamente.
“Spero di avervi fatto dimenticare l’accaduto di poco fa, milady…” sorridendo alla ragazza.
“Io non dimentico nulla!” Gridò all’improvviso lo zingaro, aggredendo Cliens.
E scoppiò subito una violenta rissa tra i due.
Nel frattempo, Guisgard era rimasto poco più indietro, attirato dai discorsi di alcuni cavalieri.
“Messere, non venite a fare colazione?” Domandò la locandiera.
“Proseguite, io vi raggiungo…” mormorò, per poi avvicinarsi ai cavalieri.
“Dovremmo proseguire per il Belvedere, non credete?” Chiese uno di quelli agli altri.
“Si, ma il vecchio guardiano? Dicono abbia smarrito il senno.”
“Ho sentito che molti cavalieri sono passati da quel palazzo.” Fece un altro.
“Perdonatemi, miei signori…” avvicinandosi Guisgard.
“Cosa cercate?”
“Ho sentito, pur senza volerlo, i vostri discorsi…”
“Ebbene?”
“Vedete, io sto cercando un cavaliere e forse può essere passato dal Belvedere…”
“Può darsi.”
Guisgard li fissò.
“Del resto” disse un altro di quei cavalieri “solo di lì può essere passato un cavaliere che si ritrova a passare da queste terre.”
“Vi ringrazio, miei signori.” Mormorò Guisgard.
Talia
14-03-2012, 18.21.11
“Pagherò io il conto della nostra dama.” Disse al padrone della locanda. “E naturalmente potrà soggiornare quanto vorrà presso la vostra locanda.”
“Si, milord.”
Cliens prese poi la mano di Talia e la baciò delicatamente.
“Spero di avervi fatto dimenticare l’accaduto di poco fa, milady…” sorridendo alla ragazza.
Il tono dell’uomo lentamente si placò ed io tornai a respirare...
Era andata bene, dopotutto... meglio del previsto, tutto considerato!
Sorrisi, tentando di sfilare delicatamente la mia mano dalla sua stretta...
“Siete molto cortese, mio signore...” iniziai a dire “Davvero molto! Ma, vedete... io davvero non posso accettare così tanta generosità e...”
“Io non dimentico nulla!” Gridò all’improvviso lo zingaro, aggredendo Cliens.
E scoppiò subito una violenta rissa tra i due.
La voce dello zingaro, poi quella dell’uomo, poi altre... e tutto si confuse tra rumori, grida e schiocchi di frusta...
Mi tirai in fretta indietro ed mi schiacciai contro il muro... non sapevo più che cosa stava accadendo intorno a me ed ebbi paura. Chiusi gli occhi e rimasi lì, immobile, impietrita, spaventata... e non riuscivo a pensare ad altro che a Guisgard... e non riuscivo a smettere di chiedermi dove accidenti fosse finito.
Guisgard
14-03-2012, 18.24.19
La scontro fu subito violento fra i tre.
I due cavalieri del Tulipano tentarono di accerchiare Fyellon, ma l’abilità di quest’ultimo gli permetteva di tenere testa ai due avversari.
Alla fine, riuscì a disarmare uno di loro e a scalciarlo via.
L’altro, allora, gli si avventò addosso con ancora più foga.
E mentre i due battagliavano, quello senza più l’arma estrasse un coltello e tentò di colpire Fyellon alle spalle.
“Fermi tutti!” Gridò all’improvviso una voce. “Riponete le armi! Subito!” Ordinò Shyo.
I due cavalieri obbedirono subito.
“Chi siete voi?” Domandò la donna a Fyellon. “Non sapete che è contro la legge assalire un cavaliere del Tulipano? Siamo i difensori del regno!”
“Un regno messo male, allora…” fissandola Fyellon “… se i suoi difensori sono costretti ad attaccare in due un solo avversario…”
“Insolente!” Con rabbia Shoyo. “Arrestatelo!”
E Fyellon fu portato via da due cavalieri.
Altea
14-03-2012, 18.35.27
Avvenne ciò che temevo, vani furono i miei tentativi di allontanare i tre cavalieri..Fyellon con la sua maestria riuscì a disarmare un cavaliere e stava pure riuscendoci con il secondo, se non fosse stata..la slealtà in combattimento...forse solita dei cavalieri del Tulipano. Uno di loro stava per colpirlo alle spalle..un sussulto..poi sentii la voce odiosa di Lady Shoyo, mi misi in disparte assistendo ai battibecchi e Fyellon fu portato in prigione.
"Lady Shoyo" intervenii "sir Fyellon è mio cugino e sir Reas lo ha arruolato nelle sue guardie reali..invece noi stavamo tranquillamente nel giardino quando i Vostri cavalieri sono venuti ad importunarci. Andrò immediatamente a parlare con sir Reas, se non lo liberate...oppure con la Regina".
Guisgard
14-03-2012, 18.36.52
La rissa, nonostante violenta, terminò subito.
Cliens colpì lo zingaro e lo immobilizzò.
“Sai che un nobile non si può mai aggredire?” Tenendolo fermo l’uomo. “E la legge mi da ora diritto di fare ciò che più mi garba di te…”
“Vi prego, milord!” Gridò la zingara. “Abbiate pietà! Vi regalerò tutte e tre le spille!”
“Taci, cagna!” Gridò l’uomo, che poi fissò Talia. “Solo voi potete salvarlo, milady…” sorridendo alla ragazza “… chiedete la sua vita ed io la risparmierò… e voi, in cambio della mia generosità, sarete mia ospite stasera nel mio castello…” estrasse allora un lungo coltello e lo piantò alla gola dello zingaro “… date la vostra sentenza, milady…” fissando Talia.
Guisgard
14-03-2012, 18.58.37
Shoyo fissò con disprezzo Altea.
“Fate come credete.” Disse. “A Tylesia la legge siamo noi Cavalieri del Tulipano e non è saggio mettersi contro di noi.” E andò via, lasciando sola la ragazza.
Talia
14-03-2012, 19.07.59
I miei occhi si allargarono a dismisura a quelle parole...
“Cosa?” mormorai “Che cosa avete detto?”
Non riuscivo a percepire nessun rumore intorno a me, non più... tutto ciò che sentivo era il mio cuore che batteva e il pianto sommesso della giovane zingara...
“Ciò che dite non vi fa molto onore, mio signore...” dissi poi, a voce bassa “Ci sono molti modi per porgere un invito e questo è... come dire... sembra quasi... una costrizione!”
Inspirai...
“Tuttavia... vi prego... vi prego, lasciatelo! Lasciate vivere questo giovane e sua sorella e... ed io accetterò il vostro invito!”
Tacqui per un istante... udii il sospiro del giovane zingaro e pensai che fosse stato liberato, poi lo udii mormorare qualcosa e la voce della sorella rispondere... stavano bene!
“Lo accetterò...” proseguii dunque “Lo accetterò di buon grado a nome mio e di mio fratello, con il quale sono in viaggio. Sono certa che a mio fratello farà... come dire... piacere conoscervi! Egli è un cavaliere molto valoroso, sapete? Un cavaliere che ha visto molte terre e sconfitto molti uomini... lo troverete senz’altro un degno ospite!”
Guisgard
14-03-2012, 19.39.57
Cliens sorrise a quelle parole di Talia.
La zingara abbracciò suo fratello e fissò la ragazza a cui doveva la loro salvezza.
“Non mi interessa vostro fratello, milady.” Avvicinandosi l’uomo a Talia. “Anzi, dov’è ora? Se non fossi giunto io quegli zingari vi avrebbero di certo imbrogliato.” Prese il braccio della ragazza e la fissò compiaciuto.
Ma un attimo dopo una smorfia prese forma sul suo volto.
Lasciò subito il braccio di lei e lanciò un gemito di dolore.
“Toccate ancora mia sorella” mormorò Guisgard bloccando il braccio dell’uomo come a volerlo spezzare “e vi farò ingoiare tutto il letame che c’è a terra.”
“Io…” farfugliò Cliens “… io… non sapevo…”
“Prendete il vostro cavallo e andatevene.” Intimò Guisgard. “Intesi?”
L’uomo annuì.
Guisgard mollò la presa e Cliens cadde a terra tenendosi il braccio.
Ma un attimo dopo si alzò di scatto, portando la mano sul coltello che aveva fissato nel cinturone.
“Ora io…” ma non terminò nemmeno di parlare, che si ritrovò la lama di Guisgard a pochi centimetri dal suo volto.
“Ho ucciso per molto meno…” fissandolo il cavaliere “… basta solo uno sguardo alzato su mia sorella per farmi perdere il senno… andate via… è l’ultimo avvertimento…”
Cliens allora prese il suo cavallo, che nel frattempo lo stalliere aveva condotto davanti al portico, vi montò in sella e galoppò via.
Ci furono attimi di silenzio davanti alla locanda, fino a quando il locandiere si avvicinò a Guisgard.
“Per un pò quel tipo non si mostrerà in giro” disse “ma passata la paura assolderà qualcuno per venirvi a cercare.”
“Non temete siamo in partenza.” Fissandolo Guisgard. “Quanto vi devo?”
E pagato il locandiere, si fece poi portare i loro cavalli.
“Sei pronta per partire?” Avvicinandosi a Talia ed aiutandola a salire in sella a Luthien. “E non dimenticare la spilla che ti ha regalato quel tipo…” fissò allora con occhi cupi le tre spille ancora sul tavolo “… quale di queste aveva scelto mia sorella?” Domandò alla zingara.
“Questa, messere...” rispose, dando a Guisgard la spilla che raffigurava la margherita.
Lui la prese, la fissò per qualche istante e poi la mise nella mano di Talia.
Salì in sella al suo cavallo e si rivolse al locandiere:
“Per il Palazzo del Belvedere?”
“Salite il colle, milord…” rispose il locandiere “… ma badate che il vecchio custode è pazzo e non permette a nessuno di avvicinarsi…”
Guisgard ringraziò e partì insieme a Talia.
Appena furono fuori dal paese, Sheylon, al richiamo del suo padrone, raggiunse i due.
Talia
14-03-2012, 20.34.16
L’uomo mi afferrò malamente per il braccio, ma subito lo lasciò andare...
E poi la udii... la voce di Guisgard... e finalmente il cuore riprese a battermi regolarmente, come se un balsamo benefico lo avesse calmato...
E sorrisi tra me.
Ciò che avvenne in seguito fu rapido... poche parole con il locandiere, il passo familiare degli zoccoli di Luthien sulla strada e le sue briglie tra le mie mani...
Salii in sella e fu allora che Guisgard mi mise tra le mani quella spilla... quella spilla che era stata la sciocca causa di tutto...
Infilai una mano nella bisaccia appesa a destra della sella di Luthien e ne estrassi una scintillante moneta d’oro...
“Ecco...” dissi, chiamando a me la giovane zingara “La vostra spilla è davvero bella e merita una ricompensa pari al suo valore... E poi io non voglio pensare che me l’abbia davvero regalata quel pallone gonfiato!”
Lasciai cadere la moneta, con un sorriso, e la sentii atterrare tra le mani della ragazza...
Poi partimmo.
Parte della strada fu percorsa in silenzio, almeno finché non udii il felpato e poderoso passo di Sheylon unirsi a quello dei nostri cavalli. Ma Guisgard non diceva una parola... ed io ero abbastanza certa che fosse teso... potevo sentirla la sua tensione e la preoccupazione... attesi per qualche momento, poi tirai leggermente la briglia di Luthien e lei subito si accostò ubbidientemente all’altro cavallo...
“Sai...” dissi, con un tono falsamente severo, allungando una mano e trovando il suo braccio “Credo che saresti anche potuto arrivare un po’ prima... quell’inutile presuntuoso ha fatto il bello e il cattivo tempo mentre tu te ne stavi tutto tranquillo a guardare le nuvole!”
Tacqui per qualche istante... poi, incapace di trattenermi ancora, risi...
“Ricordi quando eravamo piccoli?” ripresi in tono più basso “Ricordi cosa mi dicevi? Mi dicevi che ero brava a mettermi nei guai... beh, lo sono ancora, vero? Proprio come un tempo! E tu... beh, tu lo sei sempre stato per tirarmene fuori, dopotutto!”
Mi protesi leggermente e gli poggiai un leggero bacio sulla guancia...
“Sorridi Guisgard...” gli mormorai all’orecchio “Sorridi per me!”
Altea
14-03-2012, 21.16.34
Guardai Lady Shoyo che mi scrutava con odio e se ne stava andando.."Siete sicura di avere il potere, perchè il popolo si stava ribellando dunque davanti questi cancelli?".
Adirata, presi la porta che portava dentro al Palazzo, salii le scale e mi diressi verso la mia camera, era aperta per fortuna, tutto era come prima, mi sedetti sul letto pensando con astio "Perchè mai dovrei salvare la vita a quel cavaliere? E' cosi bravo a parlare e destreggiarsi con le armi, che sappia destreggiarsi ora, io sono tornata in questo Castello per aiutarlo, raccomandandolo di stare attento ai Cavalieri del Tulipano, ma lui ha voluto agire da sè...e io mi ritrovo di nuovo imprigionata qui dentro".
Guisgard
14-03-2012, 21.18.08
Sheylon si affiancò ai loro cavalli e poi proseguirono tutti insieme verso la collina.
Guisgard era cupo, ma poi Talia cominciò a parlare.
Prima la sua voce, poi il suo sorriso.
E bastò questo per far svanire ogni inquietudine.
Poi le si avvicinò e lo baciò sulla guancia.
Fu un attimo.
Lui, quasi istintivamente, con i capelli di lei che accarezzarono per un momento il suo volto, cercò la sua bocca.
Arrivò a sfiorare l’alito di lei e nulla più.
“Sai che amo le entrate in scena trionfali!” Esclamò lui, riuscendo finalmente a sorridere. “E poi con te non c’è mai da annoiarsi… da piccola i guai in cui ti cacciavi erano le tue corse nel Tempio e giù il maestro che si arrabbiava, oppure quando ti mettevi in testa che potevi fare le stesse cose che facevamo noi tuoi fratelli…” la fissò “… oggi invece i guai in cui ti cacci sono perlopiù spasimanti… sai che è già la seconda volta che mi ritrovo a fare a botte per calmare i bollori di chi ti gira intorno, sorellina?” Sospirò. “Eh, mi sa che di questo passo ti chiuderò in convento… vediamo… ti farò anche scegliere… Agostiniane? Domenicane? O magari di Clausura?” Rise di gusto.
Restò a fissarla.
“Quando sei con me…” sussurrò “… io sorrido sempre…”
Ma proprio in quel momento, la cima apparve tra la vegetazione.
La collina del Belvedere attirava subito l'attenzione dei visitatori, sin dal loro arrivo sullo scosceso pendio che dava su San Lueciano dei Tessitori.
Forse per l'incanto, quasi fuori del tempo, di quel luogo, o forse perché arrivava a sovrastare il Sole al tramonto, brillando tra le alte e floride cime, assumendo riflessi che si andavano a congiungere, pian piano, con l'ancestrale manto del crepuscolo nascente.
Appena fuori dal paese, quando il pendio cominciava a salire teneramente verso il ventre della collina, un arco monumentale, rivestito da quell'austera patina che accarezza e ammalia le cose venerande figlie di sentimenti antichi, si ergeva come un baluardo tra i colori e i riflessi di quel dorato pomeriggio di Marzo.
Oltrepassato, una rampa di scale, ammuffita dalla malinconia del tempo, saliva fin verso la cima del colle, attraversata dai sospiri e dagli aliti delle colline, così ricchi di profumi e di sapori.
Sul colle sorgeva, così, quasi addormentato, il Palazzo del Belvedere.
La facciata, vasta ed esposta a Sud, era intervallata e scandita da un doppio ordine di lesene dal gusto e dalle forme classicheggianti, di un gusto luminoso ed essenziale, con due ordini di finestre e un sontuoso timpano centrale.
La facciata mostrava poi intagli di sfarzoso gusto ellenistico, che aggraziati volteggiavano, simili a leggeri riflessi di chiaroscuro, con artificiosa vivacità e quasi animati dai bagliori violacei che filtravano dal giaciglio che man mano trovava il Sole nel suo adagiarsi sulle cime d'Occidente.
Un piazzale precedeva l'edificio centrale, con una splendida vista, di qui il nome del meraviglioso complesso, sul paese e sul paesaggio circostante.
Una meridiana nel timpano centrale segnava le fasi del giorno ed una piccola lastra poco dopo l’arco d’ingresso, quasi sepolta da eriche in fiore recitava:
“L'Amore è un privilegio, come un fiore sbocciato inatteso,
fiorito e donato senza merito, che chiede solo, come pegno,
di essere colto, sfogliato e vissuto fino in fondo, petalo dopo petalo.”
http://media-cdn.tripadvisor.com/media/photo-s/02/3f/19/31/kilkenny-castle.jpg
cavaliere25
15-03-2012, 11.33.55
ok dissi presi e mi immersi nello stagno seguendo il bagliore l'acqua era sporca ma riuscivo a vedere dove stava la chiave mi avvicinai di più e la presi e iniziai a risalire il piu velocemente possibile dovevo fare in fretta se non volevo morire
Daniel
15-03-2012, 16.28.29
Con un balzo atterrai tra la gente e i soldati.. e dissi:
<<Da adesso Tylesia sarà diversa non ci saranno più malcontenti e la pololazione sarà libera! Ditelo ai vostri superiorI!>>
scavarentai i soldati via dai cittadini e mi smaterializzai!
Talia
15-03-2012, 16.43.57
La voce di Guisgard... ora allegra e vivace, ora bassa e morbida... sorrisi leggermente alle sue parole...
Ed intanto i nostri cavalli procedevano al moderato trotto, salendo la china di una dolce collina, finché non giungemmo sulla cima... avvertii, dal passo di Luthien, che la strada stava spianando: il sole riscaldava la mia pelle con maggiore intensità, ora, e sentivo il vento spazzare delicatamente la campagna...
Fermai, dunque, il cavallo e, chiudendo gli occhi, rimasi in ascolto...
L’aria era limpida, tersa... il profumo dei fiori del giardino giungeva fino a me e mi avvolgeva, sentivo le foglie degli alberi frusciare...
“Deve essere davvero bello, qui...” mormorai sovrappensiero... poi voltai appena la testa verso Guisgard: “Descrivimi ciò che vedi...” lo pregai “Descrivi ciò che più ti colpisce... così sarà come se anche io potessi vedere!”
Guisgard
15-03-2012, 17.22.10
XII Quadro: il Fiore, la Profezia, Andros e Chymela
("Nessuno di noi ha mai visto un uomo simile, e non so per quale motivo soltanto io sono stato così colpito dai suoi discorsi. Gli altri hanno ascoltato le stesse cose, ma a nessuno è capitato qualcosa di simile.")
(Novalis, Enrico di Ofterdingen)
I loro cavalli avanzarono dolcemente verso l’arco, per poi attraversarlo.
“C’è un palazzo molto bello…” disse Guisgard “… quasi fuori dal tempo, con un’architettura ora sfarzosa, ora essenziale… il Sole dona dei riflessi fiabeschi a questo luogo… ci sono alberi fioriti ovunque, come se la Primavera fosse giunta per prima in questo posto… gli alberi di albicocche sono i primi a fiorire… rammento ciò che udivo sempre da piccolo sui fiori di albicocca… i primi a fiorire e i primi ad appassire…” scese dal cavallo e prese le redini del suo destriero e di quello di Talia “… sembra davvero di vivere in una favola quassù… e poi la vista è da togliere il fiato… c’è una lapide che recita qualcosa…”
Lesse allora ad alta voce:
“L'Amore è un privilegio, come un fiore sbocciato inatteso,
fiorito e donato senza merito, che chiede solo, come pegno,
di essere colto, sfogliato e vissuto fino in fondo, petalo dopo petalo.”
Ma appena finito di leggere, Sheylon cominciò a ringhiare.
Tre feroci cani circondarono Guisgard, Talia e la loro tigre.
I cavalli tradivano nervosismo e agitazione e Sheylon attendeva solo un cenno dal suo padrone per attaccare.
Guisgard
15-03-2012, 17.49.30
Cavaliere25 ritornò in superficie.
Aveva in mano la chiave recuperata sul fondo dello stagno.
Ma la misteriosa figura era svanita.
Ad un tratto il boscaiolo udì una possente cavalcata.
Di nuovo il mostruoso demone era apparso nella selva.
Brandiva la sua mazza ferrata ed avanzava inveendo contro il Cielo e contro la Terra.
Ad un tratto la chiave in mano a Cavaliere25 cominciò a brillare intensamente.
Un attimo dopo, un maestoso falco scese sulla cappellina scavata nella roccia.
Cavaliere25 lo riconobbe subito: era lo stesso falco che aveva con sé la misteriosa figura.
“Fossi in te” disse incredibilmente il falco “mi darei una mossa… quel demone ha tutta l’intenzione di voler far scempio del tuo corpo e accaparrarsi la tua anima…”
http://www.sdamy.com/images/falco-pellegrino.jpg
Talia
15-03-2012, 17.54.32
Chiusi gli occhi mentre Guisgard parlava e nella mia mente prese forma quel palazzo, il giardino, i fiori, gli albicocchi...
Sorrisi.
“L'Amore è un privilegio...” ripetei piano “Come un fiore sbocciato inatteso... fiorito e donato senza merito, che chiede solo, come pegno, di essere colto, sfogliato e vissuto fino in fondo, petalo dopo petalo.”
Di nuovo sorrisi...
“Sono dei versi davvero belli!” mormorai.
Tre feroci cani circondarono Guisgard, Talia e la loro tigre.
I cavalli tradivano nervosismo e agitazione e Sheylon attendeva solo un cenno dal suo padrone per attaccare.
Trattenni il respiro... sentivo ringhiare intorno a me e questo mi spaventava, soprattutto perché non potevo vedere che cosa stava accadendo...
Con una mano carezzai delicatamente il muso di Luthien, perché restasse calma, e con l’altra scesi a cercare quella di Guisgard.
Guisgard
15-03-2012, 18.37.49
La mano di Talia.
Bianca e delicata, tremante per l’agitazione ed incerta era tesa in avanti, smarrita ed impaurita.
Poi quella di Guisgard la strinse forte.
Non disse nulla, ma lui era lì, accanto a lei.
“Sheylon…” mormorò il cavaliere.
La sua unica preoccupazione era per Talia.
I cani sembravano sul punto di attaccare.
“Chi siete?” Gridò all’improvviso una voce.
E sulle scale davanti all’ingresso del palazzo apparve una sagoma.
Stava immobile a fissare i nuovi arrivati.
“Richiamate i vostri cani!” Disse Guisgard.
“E perché dovrei?” Chiese l’uomo che il riflesso del Sole celava nelle fattezze ai loro occhi. “I cani non vanno forse aizzati contro i ladri?”
“Come osate?” Ringhiò Guisgard. “Non siamo ladri!”
“E cosa cercate qui?”
“Cerchiamo…”
Ma prima che Guisard finisse di parlare, si accorse di un movimento inatteso di quell’uomo.
Un movimento che tradiva una profonda meraviglia.
Un attimo dopo richiamò i cani e scese di corsa verso i nuovi arrivati.
Era un uomo anziano ma di robusta costituzione.
Fissava come stravolto Guisgard.
Poi i suoi occhi si posarono su Talia e poi tornarono di nuovo sul volto del cavaliere.
“Finalmente…” mormorò “… quanto vi ho atteso…” e si inginocchiò in lacrime davanti a Guisgard.
Questi si voltò verso Talia e poi tornò a guardare il vecchio.
E lo stupore era forte sul volto del cavaliere.
Guisgard
15-03-2012, 18.58.08
Daniel aveva scelto.
Aveva scelto come agire e contro chi schierarsi.
I soldati restarono a fissarlo, mentre la gente, dopo un momento di stupore, cominciò ad invocare il suo nome.
“Cavaliere Verde!” Gridavano. “Il nostro liberatore!”
Non avevano mai visto un simile cavaliere.
Le leggende sul suo conto, infatti, erano ormai dimenticate da tutti.
“Attaccate quel cavaliere!” Ordinò all’improvviso il capo dei soldati. “Deve essere uno dei nostri nemici!”
Ma Daniel, proprio in quel momento, svanì in una scintillante luce vede e abbagliante.
Si ritrovò, un istante dopo, fuori dalla città.
“Hai scelto il tuo destino, Daniel…” vibrò Giada “… ora sta a te compierlo…” si illuminò con vigore la spada “… ora continueremo il tuo allenamento per apprendere i poteri della tua corazza…”
Talia
15-03-2012, 19.01.00
Stringevo la mano di Guisgard con tutta la forza che avevo...
Luthien scalpitava, nervosa... ed io continuavo a sussurrarle parole all’orecchio con la speranza di tenerla calma...
Sentivo Sheylon ringhiare minacciosamente ai cani e quelli abbaiare...
Poi, all’improvviso, una voce.
Poche parole, secche e diffidenti, la risposta di Guisgard...
ed infine qualcosa di inatteso e quasi incredibile.
“Finalmente…” mormorò “… quanto vi ho atteso…” e si inginocchiò in lacrime davanti a Guisgard.
Mi occorse qualche istante in più per capire... quelle parole del vecchio, quasi di incredulità, e poi il suo pianto...
Sorpresa, mi lasciai scivolare giù dal cavallo e, con le mani tese in avanti, feci qualche passo verso Guisgard...
“Che cosa accade?” domandai, incerta.
Poi, seguendo il rumore dei suoi singhiozzi, mi inginocchiai vicino al vecchio...
“Signore...” mormorai, poggiandogli delicatamente una mano sulla schiena ricurva “Signore, vi prego... perché piangete?”
Guisgard
15-03-2012, 19.45.04
Talia si avvicinò a quell’uomo, per poi chinarsi accanto a lui.
Lui subito prese la mano di lei e la strinse forte.
“Che gioia e che onore, mia signora…” in lacrime lui “… ho atteso tanto il vostro ritorno…” alzò poi gli occhi verso di lei e sorrise “… siete sempre più bella…” fissò Guisgard senza smettere di sorridere “… eh, più vi guardo, milady, più comprendo perché il nostro signore abbia perso la testa per voi!” E fece l’occhiolino al cavaliere.
Guisgard lo fissava sempre più stupito.
“Oh, ma che sciocco!” Esclamò all’improvviso il vecchio. “Si, sono proprio un vecchio sciocco! Immagino voi vogliate subito prendere possesso del vostro palazzo, miei signori!” Si alzò e fece loro cenno di seguirli.
“Stasera vi preparerò una cena degna di quelle che siete abituati a gustare nel vostro palazzo di Capomazda, miei signori!”
Guisgard si avvicinò a Talia e prese la sua mano.
“Mi avevano detto che il vecchio guardiano era pazzo” mormorò sottovoce “ma non pensavo fino a questo punto… tu cerca di essere naturale e assecondalo qualsiasi cosa dica… presto ce ne andremo da qui…” fece poi cenno a Sheylon di seguirli.
“Sembra strano…” disse il vecchio che li precedeva “… ma proprio una settimana fa mi hanno portato, i cittadini del posto, un magnifico vestito… quasi sapessero del vostro arrivo, mia signora…”
Entrarono nel palazzo e attraversarono il sontuoso cortile interno, passando accanto al meraviglioso e lussureggiante giardino animato da palme e cespugli fioriti.
Gli ultimi raggi del Sole morente, come un incantato e perenne crepuscolo, dipingevano riflessi di mutevole intensità donando a quell'ambiente un alone fiabesco e capace di rapire come il più bello e meraviglioso dei sogni.
Guisgard
15-03-2012, 19.57.51
Mentre Altea era nella sua stanza, in balia di pensieri ed inquietudini, qualcuno bussò alla sua porta.
Era un servitore.
“Milady, sua maestà vuole vedervi.” Disse. “Prego, vi condurrò io dalla regina.”
Così, Altea fu condotta dalla sovrana.
“Avvicinatevi pure, lady Altea…” fece la regina “… ci è stato appena riferito che vostro cugino è giunto a corte… egli però, a quanto ci è stato riportato, ha infranto le leggi di Tylesia che vietano i duelli… cosa avete da dire a sua discolpa?”
Talia
15-03-2012, 20.31.34
“Mi avevano detto che il vecchio guardiano era pazzo” mormorò sottovoce “ma non pensavo fino a questo punto… tu cerca di essere naturale e assecondalo qualsiasi cosa dica… presto ce ne andremo da qui…” fece poi cenno a Sheylon di seguirli.
“Non so...” mormorai, stringendo la sua mano e lasciando che mi guidasse dietro al vecchio “Forse ci ha solo scambiati per qualcun altro... ma dici che dovremmo davvero lasciarglielo credere? Non so... non so se è corretto...”
Ma la voce festosa e vibrante di felicità del vecchio mi interruppe...
“Sembra strano…” disse il vecchio che li precedeva “… ma proprio una settimana fa mi hanno portato, i cittadini del posto, un magnifico vestito… quasi sapessero del vostro arrivo, mia signora…”
“Oh...” risposi in tono un po’ titubante, ma profondamente colpita dalla gioia che sentivo in ogni sua parola “Vi ringrazio. Siete... siete davvero molto cortese! E ditemi... vivete da solo, qui?”
Intanto eravamo entrati nel palazzo... sentivo il rumore dei miei passi e di quelli di Guisgard rimbombare negli ampi saloni, mentre il vecchio si muoveva silenziosamente, producendo ad ogni passo appena un lieve fruscio...
Sospirai...
C’era una strana atmosfera in quel palazzo... eppure non avevo paura... al contrario, mi sentivo calma e serena... mi sentivo al sicuro...
Strinsi di più la mano di Guisgard e gli sorrisi.
Altea
15-03-2012, 20.41.48
I miei pensieri furono destati, sentii bussare alla porta e un servitore mi disse che la Regina aveva chiesto di parlare con me, mi alzai di scatto e seguii il servitore. Entrai in silenzio nella stanza della Regina e iniziò a parlarmi di Fyellon...e mi chiese se avessi da dirle qualcosa in sua discolpa. Apprezzai quel gesto, la regina voleva prima sapere la verità.
"I miei omaggi mia Regina, è vero qui a corte è sopraggiunto mio cugino...sir Fyellon..è un valoroso cavaliere, infatti sir Reas lo ha arruolato nella guardie reali e aveva già dato a mio cugino ordine di presentarsi domani agli addestramenti. Non stavamo facendo nulla mia regina, stavamo solo passeggiando e ammirando il parco, poichè ne parlai di quelle meraviglie che vi si trovano a mio cugino ed egli..guardava..il cancello dorato..ne era attratto come ne sono attratta io. E arrivarono due cavaliere del Tulipano ad intimarci di andarcene, e mio cugino ha reagito..ma in buona fede. Non è..tipo da creare disordini, vi chiedo la grazia di lasciarlo libero in modo da espletare in modo eccellente i suoi doveri come cavaliere della guardia reale". Poi la fissai...ancora una volta quel cavaliere doveva essermi grato, se la regina avesse deciso di liberarlo.
Guisgard
15-03-2012, 21.01.24
“Solo?” Voltandosi il vecchio verso Talia. “Oh, ma dimenticate che qui sono il guardiano, mia signora! Custodisco io il vostro palazzo quando la corte è a Capomazda.”
“Si, certo…” intervenne Guisgard “… però vedo che non avete richiesto altri servitori qui con voi…”
“Eppure vi ho cresciuto io, si può dire, mio signore!” Fermandosi di colpo il vecchio e fissando il cavaliere. “Dovreste conoscermi bene!”
“Si… ma certo…” tentennò Guisgard.
Strinse, per un istante, ancor più la mano di Talia.
“Volevo solo dire che…” continuò il cavaliere.
“Si, ho capito!” Lo interruppe il vecchio. “Come al solito siete in pena per me!”
“Si…” annuì Guisgard.
“Ma sapete bene che sono un vecchio testardo, mio signore” ridendo il vecchio “e ormai la mia età mi rende insensibile alla solitudine… ovvio che la vostra compagnia è particolare…” fissò poi Talia “… rammentate, milady il nostro arrivo a Sigma? Quando giungemmo al palazzo di vostro padre?” E rise nuovamente. “Eh, giungemmo in incognito, vero padrone?”
Guisgard sorrise incerto e strinse nuovamente la mano di Talia, come a volerla tranquillizzare.
“Andros!” Chiamò la Granduchessa madre. “Andros, sei ancora a letto? Su, svegliati! C’è qui una persona che devi conoscere!”
“O dormiglione!” Avanzando nel corridoio l’Arciduca padre. “Ancora a letto? A causa tua non ho potuto cavalcare, per paura che il nitrito del mio nuovo stallone basco potesse svegliarti!” E rise di gusto.
“Avanti, aspettiamo solo te!” Fece la madre. “Un viaggiatore è giunto a corte!”
“Si, rammento, rammento…” disse Guisgard “… ma volevo chiedervi…”
“Si, milord?”
“Lei è stanca” indicando Talia al vecchio “e vorrei che potesse darsi una rinfrescatina prima di cena…”
“Ma certo, che stolto che sono!” Esclamò il vecchio. “Vostra moglie deve solo chiedere e ogni suo desiderio verrà esaudito!” Fece loro cenno di seguirlo.
Giunsero così in una sfarzosa stanza, dai mobili intrisi di uno splendore antico e ritratti alle pareti di un romanticismo incantato.
Sete sfavillanti guarnivano il letto ed un tavolino al centro della stanza, sul quale si trovavano calici e ampolle di cristallo.
“Riposate pure, milady…” disse il vecchio “… la cena sarà servita quando sarete pronta…”
“Potete lasciarci per un momento?” Chiese Guisgard.
Il vecchio annuì.
“Riposati pure, Talia…” fissandola Guisgard appena rimasti soli “… io intanto cercherò di capire come stanno le cose qui… credo che non vi siano altri oltre noi tre in questo luogo… verrò a prenderti tra un po’…” e le baciò la fronte, per poi uscire.
Guisgard
16-03-2012, 02.37.02
La regina ascoltò con attenzione le parole di Altea.
Nella sala vi era anche il ministro Berengario.
“Cosa avete da dire in propositivo?” Chiese la regina al ministro.
“Non saprei, maestà…” rispose questi “… attaccare i Cavalieri del Tulipano è un reato…”
“Lady Altea” fece la regina “dice che suo cugino è stato assalito da quei cavalieri.”
“Bisognerebbe ascoltare anche l’altra parte, maestà.”
La regina restò in silenzio a riflettere.
In quel momento entrò il capitano Reas.
La regina spiegò a lui l’accaduto.
“Essendo un mio soldato” disse il capitano “ne rispondo io, maestà. Se sir Fyellon ha sbagliato, allora lo punirò. Ma primo voglio ascoltare cosa ha da dire.”
“Maestà, vi ricordo che una legge speciale tutela i Cavalieri del Tulipano.” Intervenne Berengario.
“Dove si trova ora il prigioniero?” Chiese la regina.
“Credo nella Torre Degli Eretici, sotto il controllo dei Cavalieri del Tulipano.” Rispose Berengario.
“Capitano Reas, recatevi là e conducete a noi il prigioniero.” Ordinò la regina. “Domandate la cosa direttamente a lord Guxyo.”
Reas annuì ed obbedì.
Dopo un po’ il capitano ritornò da solo.
“I Cavalieri del Tulipano non mi hanno concesso di entrare nella torre…” disse alla regina “… è inaudito… ora ritornerò là con alcuni dei miei… non accetto ordini da loro!”
“Causerete solo disordini.” Lo fermò la regina.
Ma proprio in quel momento nella sala entrarono due Cavalieri del Tulipano che conducevano con loro Fyellon incatenato.
“Lord Guxyo” disse uno di loro “concede la grazia a questo cavaliere in nome del rispetto che vi porta, maestà.” Salutarono poi e andarono via.
“Sembra quasi ci abbia fatto una concessione!” Con rabbia Reas. “Credono di essere i padroni di Tylesia!”
Ma la regina lo riprese.
Diede poi ordine di liberare dalle catene Fyellon.
“Da oggi” fissando il cavaliere “siate più accorto, cavaliere… la prossima volta non sarete così fortunato.”
elisabeth
16-03-2012, 09.28.51
Uscii dalla stanza dove la Regina inconsapevolmente mi aveva resa inesistente...il mio mondo era li' non vi erano leggende, non vi era superstizione, ogni cosa della natura unita ad uomini iniziati e di altra natura, riuscivano ad interargire tra loro portando solo del bene, ma il male a quanto pare era riuscito ad avere la meglio........mi ritrovai al fianco di Berengario, che molto pazientemente riporto' alla mia mente quello che era la ragione di vita di Tylesia....lo sentivo parlare.....ma il suono della sua voce mi giungeva lontano.......finche' non mi ritrovai chiusa in una stanza, una chiave che girava nella toppa e si chiudeva...era buia...non vi erano finestre....non vi era il nulla,possibile che Beringario avesse fatto questo ?......non ebbi voce per urlare.....il mio corpo si tramuto' in una vecchia corteccia.....le fronde apparvero tra le mie braccia....scuotendosi in un vorticoso movimento...il tempo, non so quanto tempo.....ma su di me incominciarono a soffiare venti impetuosi che non mi lasciavano rspirare....grandine improvvisa congelo' le mie povere radici e l'acqua sferzante portata dal vento risveglio' in me immagini di distruzione....tutto era sommerso, alberi abbattuti case distrutte....e la gente che piangeva, ridotta alla fame e alla paura...gente che piangeva il proprio figlio disperso...solo fango....fango e null'altro...........e rimasi li'.....sconfitta dalla mia stessa natura, speravo solo che Altea fosse riuscita li' dove io avevo fallito.......
Altea
16-03-2012, 09.50.55
Rimasi immobile, a seguire una infinità di avvenimenti, la Regina che in cuor suo credeva alle mie parole ma era come bloccata dal ministro Berengario...ma si fidava anche di Reas, si vedeva. Tirai un sospiro di sollievo vedendo il capitano, non capivo come...ma egli appariva sempre nel momento giusto e del bisogno. Andò subito a cercare Fyellon ma torno con brutte notizie...era nella torre dove io e la regina fummo rinchiuse.
Ma non tardò molto che lo vidi entrare...incatenato, vederlo cosi mi diede una sensazione strana, avrei voluto arrabbiarmi ma convenii che era meglio mostrare indifferenza, pure quando sentii che la grazia fu concessa dal capitano dei Cavalieri del Tulipano. Alla fine la regina aveva capito...e fu giusto il suo ammonimento a Fyellon.
"Maestà, io ringrazio voi per la vostra gentilezza che ancora avete mostrato nei miei confronti..e ora di mio cugino Fyellon e sono sicura che non vi deluderà" mi voltai guardando il cavaliere.
Ad un tratto nella mia mente apparve la immagine di Elisabeth...dove si trovava?
cavaliere25
16-03-2012, 20.32.35
guardai il falco e lanciai verso di lui la chiave e dissi entra nella grotta presto e cercai di raggiungere la grotta anche io
Guisgard
16-03-2012, 21.32.26
Quella visione.
Così reale eppure un attimo dopo già svanita.
Elisabeth si ritrovò così in quella stanza.
E vi era anche Berengario.
“Tutto bene, milady?” Chiese il ministro alla maga. “Vi vedo vagamente inquieta…” sorrise lievemente “… la regina non voleva essere dura con voi… ma, vedete, la Regione è la vera forza di questo regno e la sola arma che possiede Tylesia per difendere il suo popolo dall’illusione e dalla sofferenza della vita… e solo la Ragione può aiutarci contro il terribile nemico che ci assedia…”
Guisgard
16-03-2012, 21.46.15
Liberato e ringraziata poi la regina, Fyellon uscì dalla sala insieme ad Altea.
“Sembra che in questo posto” disse alla ragazza “non si riesce a star tranquilli…” sorrise, come a voler dimenticare gli ultimi fatti “… ora però ho bisogno di distrarmi… cosa proponete, cara cugina? Domani prenderò servizio come guardia della corona, ma ora voglio godermi queste ore di libera uscita… una cenetta nel parco?” Rise. “Massì, è un’ottima idea, non trovate?”
Domandò allora ad uno dei soldati che erano lì vicino dove si trovasse la mensa dei militari.
Raggiuntola, prese del pane, dei salumi ed un po’ di formaggio.
“Non sarà un pasto nobile e sontuoso” fissando poi Altea “ma credo che la genuinità non sia un male! E gustate sotto le stelle di questa città, anche queste semplici pietanze sapranno acquistare un che di speciale.”
Andarono allora nel parco e si sedettero sull’erba per consumare la loro cena.
Guisgard
16-03-2012, 21.48.43
Il Falco prese la chiave col becco e fissò poi Cavaliere25.
“Con questa potrai aprire la nicchia di pietra…” volò poi verso quella e lasciò sulla pietra la chiave “… vedi questa porta? Usa la chiave per aprirla… ma fa presto, il demone sta arrivando…”
elisabeth
16-03-2012, 21.59.08
Guardai l'uomo, avevo un nodo in gola, che non era dovuto a quello che la Regina mi aveva detto.....avevo pena per cio' che avevo visto...a cio' che il mio corpo aveva vissuto...." Voi non capite......c'e' un mondo parallelo che si unisce a questo......c'e' il male e c'e' il bene e voi avete pensato di cancellare tutto.......c'e' un cuore che batte per ogni cosa che esiste...c'e' la ragione che governa le forze dell'universo.....io ho il timore che tutto vi voltera' contro e per il vostro popolo ci sara' aolo morte e sofferenza...."......Tylesia era assediata....passai una mano sulla fronte dell' uomo....e la sua mente visse i miei timori...." Non abbiate timore...e' tutto vero.....abbiate pieta' di me Berengario.....pregate per me..."....tolsi la mano dalla sua mente, ed uscii nel corridoio....aprii una finestra e respirai a pieni polmoni......gridai alla natura il mio dolore....e la natura si fece vita....
Altea
16-03-2012, 22.59.25
Uscimmo dalla stanza e camminavamo nei corridoi, guardai il volto di Fyellon, in lui vi era tornato il sorriso..lo fissavo..eppure nei suoi occhi si celava qualcosa di inquieto. "Ve l'avevo detto Fyellon, che qui si devono palesare gesti e parole, dovete stare molto attenti..soprattutto alla lady che vi ha fatto imprigionare". A mio sorpresa il cavaliere mi propose una cena fuori nel parco...per un attimo esitai..si poteva, e se ci avessero visto? Ma egli era cosi entusiasta che non potei rifiutare e mi affidai al Cielo, che fosse benevolo...Uscimmo nel parco e Fyellon ritornò poco dopo con tutto il necessario per quella "insolita" cena e ci trovammo a mangiare fuori nel parco, ma ero in ansia, deglutii "Fyellon spero solo che non ci facciano dei problemi per questo fatto..presumo in questo palazzo sia proibito mangiare un pasto frugale pure sotto le stelle". Poi mi alzai e gli tesi la mano.."Venite con me, voglio vedere se riusciamo a trovare il Cappellano, è una persona straordinaria, penso che dopo lady Elisabeth e ora voi..sia l'altro mio unico amico qui a Tylesia". E con quella stretta lo accompagnai verso quelle arcate di rose, e fiori ancestrali alla ricerca del Cappellano. Sorrisi a Fyellon ma mi fermai per un attimo, sentii la pelle bruciare, guardai il mio braccio, sanguinava..e vidi una rosa bianca che con la sua spina appuntita mi aveva ferita.
Guisgard
17-03-2012, 13.56.07
Spesso vedere non basta.
Vediamo ogni giorno, intorno a noi, le meraviglie con cui è stato forgiato il mondo…
Vediamo i miracoli della Fede e la magia dell’Amore, eppure restiamo ancorati ad illusioni che non ci ammaliano con promesse di felicità, ma solo col miraggio di un’effimera libertà, una vuota serenità ed una sbiadita tranquillità.
Berengario, guidato dal tocco della mano di Elisabeth, aveva visto ciò che la maga aveva vissuto qualche istante prima.
Ad un semplice mortale come lui era stato concesso, per un attimo infinitesimale eppure intenso come solo l’eternità sa essere, di vedere oltre.
Ma vedere cosa?
Neanche Elisabeth era in grado di decifrare il linguaggio racchiuso nella cupa atmosfera che echeggiava tra le guglie, i palazzi e il luminoso marmo di Tylesia.
Ma Berengario, pur davanti a quell’inquietante visione, non aveva smarrito le sue convinzioni.
“Milady…” raggiungendo Elisabeth “… siete un’abile illusionista… siete brava a confondere la mente… ma temo che con me non basti questa vostra arte… non sono così facilmente impressionabile…”
In quel momento un servitore li raggiunse.
“Signore…” fissando il ministro “… il Senato si sta per riunire…”
“Arrivo subito.” Annuendo Berengario.
“Sua maestà vuole che sia presente anche lady Elisabeth.”
Il ministro fissò stupito prima il servitore, poi la maga.
“E sia, andiamo…” mormorò.
Il servitore allora condusse Elisabeth e Berengario nel Senato.
Guisgard
17-03-2012, 14.12.56
Fyellon si accorse della smorfia di dolore di Altea.
E visto il graffio causato dalla rosa, prese il braccio della ragazza e succhiò via un po’ del sangue che ne fuoriusciva.
“Una rosa è tanto bella” disse il cavaliere “quanto pericolosa… le spine possono essere infette e portare poi qualche strana malattia…” bagnò poi la ferita con alcune gocce d’acqua di una delle fontane nel parco “… mio padre, che Iddio l’abbia in Gloria, aveva combattuto per molti anni in Oriente… l’ordine cavalleresco a cui apparteneva aveva il compito di difendere i Regni Latini di Terrasanta… ma gli infedeli, come in Occidente vengono chiamati gli Arabi, hanno raggiunto nozioni mediche e scientifiche superiori alle nostre, ancora intorpidite dalle superstizioni con cui la Chiesa tiene in suo potere il nostro mondo…” fissò Altea e sorrise “… il Tetano è una malattia che può essere letale ed è quasi sconosciuta nella nostra Latinità… può essere causata anche da un graffio come il vostro, per colpa di una bellissima rosa…” raccolse allora la rosa che aveva punto Altea e la posò nella mano della ragazza “… tutte le cose del mondo, diceva mio padre, possono dare gioia o dolore e sta a noi saperle prendere nel giusto modo…” ma un attimo dopo il suo sorriso mutò in un velo di malinconia e poi di tristezza.
“Perdonatemi, vi prego…” allontanandosi di qualche passo “… anche a me una spina ha trafitto l’anima… e per quella, temo, non c’è cura…”
elisabeth
17-03-2012, 19.07.14
Si parla del silenzio eppure silenzio non vuol dire non udire....silenzio vuol dire imparare ad ascoltare.......si parla della vista..eppure ci sono molti modi per vedere....piccoli lampi di luce che tracciano vivide immagini nella nostra mente, di questo era stato testimone Beringario, neanche il mio urlo alla natura lo aveva scosso...perche' non era rimasto ad ascolatre nel silenzio la risposta della Terra......." Io non sono brava a fare nulla, io non sono nulla...non ho bisogno di illudere nessuno, tanto meno voi Signore.....vorrei solo che per una volta riusciste a fidarvi di qualcuno, vorrei che solo per una volta vi lasciate andare alle sensazioni....solo allora voi, potreste vedere con i miei occhi...".... Un servitore interruppe un'altra conversazione che forse non mi avrebbe portato a nulla......dovevo presenziare al senato, la regina voleva la mia presenza.....se Berengario si sentiva confuso vista la richiesta della mia presenza..io ero letteralmente sorpresa......rivolgendomi a Beringario " Non capisco, sono un'illusionista.....rischio di confondere le vostre menti e sono stata invitata all'interno del vostro Senato......ditemi..mio Signore...quale sara' il mio ruolo all'interno del cuore di Tylesia ?....".......
Altea
17-03-2012, 23.32.31
Fyellon prese delicatamente il mio braccio per curare e lavare la ferita, iniziò a parlare di..suo padre...si conoscevo quella storia, me la narrò il maestro, soldati andati in Terrasanta a liberare Gerusalemme..in breve tempo il dolore svanì e Fyellon pose nella mia mano la rosa bianca, quando a un tratto vidi il suo volto contrarsi dal dolore dell'animo, più duro da guarire da quello fisico.."Fyellon, che spina vi ha ferito? siete sicuro non vi sia rimedio?" mi avvicinai a lui, dispiaciuta e gli presi la mano per dargli conforto. Immaginavo dal suo sguardo che quel cavaliere celava cupi pensieri.
Daniel
18-03-2012, 13.58.19
Avevo fatto la mia scelta.. Avevo scelto di stare con il popolo.. E ora loro mi acclamavano.. Però avevo deciso di mettermi contro la corona e il castello.. Giada mi parlava.. L'Anima della mia spada era anche la mia compagna di questo nuovo viaggio che avevo intrapreso.. Guardando l'orizzonte dissi:
<<Guidami Giada..>>
Guisgard
19-03-2012, 02.32.43
Berengario fissò Elisabeth.
“Non so, milady…” disse “… pare che la regina abbia richiesto la vostra presenza… sinceramente sono perplesso quanto voi… vedremo cosa accadrà…”
Così, il servitore condusse la maga ed il ministro dove si riuniva il Senato di Tylesia.
Giunsero in una grande sala circolare, tutta in marmo bianco e lucente.
Due fila concentriche di colonne finemente scolpite giravano in cerchio attorno ad un maestoso altare, circondato da due platee nelle quali sedevano i senatori.
Sull’altare sedeva in trono la regina.
Nel vedere Elisabeth e Berengario, la sovrana fece loro cenno di prendere posto.
La seduta venne allora aperta.
“Prima di cominciare, vostra maestà…” alzandosi uno dei senatori “… questa assemblea domanda alla vostra augusta persona il motivo che permette a questa donna di essere presente alla seduta del Senato…”
“Lady Elisabeth è qui” rispose la regina “perché la riteniamo degna di fiducia, oltre che saggia e rispettosa della corona.”
Nessuno mosse altre obiezioni.
Berengario prese allora la parola.
“Il Senato” cominciò “si riunisce per discutere sullo stato di guerra… l’assedio portato dai nostri nemici sembra inesauribile e le scorte in città cominciano a scarseggiare… è prova di questo il malumore del popolo e la violenta insurrezione che solo a fatica i nostri soldati sono riusciti a sedare… ed abbiamo motivo di credere che la situazione peggiorerà sempre di più…”
“Ormai è chiaro che nulla farà desistere i nostri nemici dal loro proposito…” alzandosi un altro senatore “… loro vogliono il nostro bene più prezioso e non si fermeranno fino a quando non saranno riusciti a conquistarlo…”
“Cosa proponente, ministro?” Domandò la regina a Berengario.
“Non abbiamo molta scelta, maestà…” chinando il capo questi “… forse la nostra unica possibilità è dare pieni poteri a lord Guxyo e alla sua compagnia di cavalieri…”
Un brusio si alzò nel Senato.
“Volete dire” fissandolo la regina “che dobbiamo accettare ogni richiesta di lord Guxyo? Dare, cioè, pieno controllo ad una forza militare? Vi rammento che lord Guxyo ha più volte espresso il desiderio di emanare leggi speciali, che limitano la libertà del popolo ed anche le competenze del Senato… inoltre non ha esitato, in passato, di far passare come legittime alcune azioni dei suoi cavalieri, volte a rifornire di cibo e merci le sue fila e che invece quest’assemblea ha bollato come atti di prepotenza e violenze.”
“Maestà…” fece Berengario “… i suoi cavalieri devono pur rifornirsi dei giusti mezzi per difenderci…”
“E per giusti mezzi” lo interruppe la regina “voi intendete anche furti e stupri?”
“Non sono mai state dimostrate quelle accuse, mia regina…”
“E le percosse sui volti e sui corpi di giovani contadine e pastorelle?” Fissandolo la sovrana. “Non sono prove?”
“Non possiamo mettere in dubbio la parola di nobili cavalieri” rispose Berengario “a discapito di ciò che dicono contadinelle e pastorelle, maestà.”
“Voi cosa ne pensate, milady?” Rivolgendosi poi la regina ad Elisabeth.
Guisgard
19-03-2012, 03.02.40
Altea prese la mano di Fyellon ed il cavaliere la fissò con uno sguardo addolorato e sempre più cupo.
“Non vi è rimedio…” mormorò “… poiché non è possibile tornare indietro, far rivivere il passato… milady…” fissando l’inquieto cielo di Tylesia, con le sue stelle sconosciute “… allenarsi per anni, col solo scopo di diventare un grande cavaliere… non per l’onore o la fama, ma solo per rendere questo mondo migliore e la vita degna di essere vissuta… per tutti… e così, una volta armato cavaliere, decisi di arruolarmi in un esercito e mettere in pratica tutti gli insegnamenti appresi in anni di duro allenamento… difendere i deboli, combattere i soprusi… quante belle parole… e mentre combattevo per quegli ideali, lucidando col manto dell’onore la mia corazza fino a renderla quasi immacolata… ignoravo ciò che accadeva nella casa in cui ero cresciuto… ero partito col solo scopo di combattere il male… ed invece nella mia casa si annidavano demoni terribili… i demoni dell’invidia, dell’rancore e dell’odio…” esitò, per poi chinare il capo “… mio padre… mio padre aveva cresciuto me e i miei fratelli col solo scopo di renderci tutti, un giorno, dei valorosi cavalieri… ma, in quel nido non vi erano solo giovani aquile pronte a spiccare il volo… no, in quel nido si celava un avvoltoio… un essere meschino, imbevuto di se stesso… oh, milady…” alcune lacrime rigarono il suo volto.
Tornò a fissare Altea, come a voler trovare conforto.
“Tra noi figli del maestro…” continuò “… vi era un vile e viscido… un vigliacco e un traditore, innamorato di se stesso… voleva conquistare tutto e tutti… l’affetto di mio padre e quello dei miei fratelli prima, l’onore e la fama poi… ma non vi riuscì… non riuscì ad essere il migliore fra noi, né a conquistare l’affetto di nostro padre sopra a noi altri… allora un giorno, un maledetto giorno, ritrovandosi solo con nostro padre, lui lo aggredì, colpendolo a morte…” si alzò di scatto e si allontanò di qualche passo “… ed io non ero lì, milady… ero a difendere i valori della cavalleria contro i suoi nemici… mentre invece il vero nemico mi portava via tutto ciò che avevo di importante nella mia vita… ed io non ero lì ad impedirglielo…” si voltò verso Altea “… e non mi perdonerò mai questo… di non esserci stato a difendere mio padre contro quel vile e malvagio fratello…”
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Guisgard
19-03-2012, 03.34.29
Daniel si trovava in un altro luogo.
Tylesia appariva in lontananza ed un cielo inquieto e tormentato avvolgeva ogni cosa.
“Si, hai scelto…” disse Giada “… ed ogni scelta comporta delle conseguenze… solo il tempo ti mostrerà se la tua scelta è stata giusta o sbagliata… ora seguimi, continuiamo il tuo addestramento…”
Un istante dopo, Daniel si ritrovò nella selva che circondava il territorio di Tylesia.
“Chiudi gli occhi e senti…” fece Giada “… senti i segreti della tua armatura… diventa una sola cosa con essa… respira forte, fino a confondere il tuo respiro con quello della Terra… la corazza ti mostrerà i suoi segreti…”
Ad un tratto la corazza cominciò a vibrare in diversi punti.
Prima lungo la gamba sinistra.
“Questa che senti sono io, Giada, la tua spada… letale negli scontri corpo a corpo e utile anche come difesa…”
Poi vibrò il braccio destro.
“Questa che senti” continuò Giada “è la tua balestra, l’altra tua arma… usala contro nemici a distanza, rapidi che caricano o si lanciano verso di te…”
Infine vibrò il fianco destro.
“Questa è la tua terza arma” aggiunse Giada “… la scure a doppia lama, fondamentale negli scontri a media distanza, per attaccare nemici pesantemente armati e ben difesi… la scure a doppia lama è utilissima per aprirti un varco nella difesa del tuo nemico…”
Ad un tratto Daniel cominciò ad udire dei rumori che provenivano dalla selva.
“Ora sarai assalito da diversi nemici” riprese Giada “con caratteristiche particolari… ad ogni nemico seguirà dunque un particolare attacco e tu potrai avere la meglio solo se sceglierai l’arma giusta per il momento… se utilizzerai l’arma sbagliata, allora uscirai sconfitto dal combattimento… quando un nemico di attacca osserva con attenzione la stazza e i suoi movimenti… anche la distanza è importante da calcolare… in base a tutto ciò, sceglierai l’arma adatta allo scontro… ogni combattimento portato a buon fine incrementerà il tuo legame con l’armatura e dunque la tua abilità… preparati, Daniel…”
All’improvviso dalle cime degli alberi si udì un fruscio.
Un attimo dopo, un veloce sparviero spuntò fuori dai rami e si lanciò, dall’alto, in picchiata verso Daniel.
elisabeth
19-03-2012, 09.42.35
Entrai un quella sala immensa, l'acustica era perfetta avendo la forma circolare, le sue colonne con i capitelli finemente scolpiti ergevano la loro forza come a sorreggere la grande cupola......lei era li' Regale e sicura di se, due ale di senatori si aprivano accanto al trono e fummo invitati a sederci.......la Regina mise a tacere un brusio volontario al mio apparire e cosi' come inizio' lei lo mise a tacere.......non proferii parola e la ringraziai con un cenno del capo.....il silenzio tra le colonne era d'oro...ascoltai Berengario e ne valutai il sapore e la sagezza che ne provenivano con la saggezza della regina, valutazione tra un uomo e una donna.
Razionalita' e sentimento.......fui scossa solo quando si chiese il mio intervento...mi alzai in piedi ..." Vi Ringrazio mia Regina per la fiducia accordatami, non so chi siano i vostri nemici o cosa cerchino, suppongo solo che siano cose assai preziose.....mi rendo conto che l'esercito deve essere sfamato, non potrebbe difendervi, ma anche il popolo non puo' sottostare a periodi di carestia.....non ne ha colpa, devo darvi atto, i vostri cavalieri non sono molto cortesi, hanno ridotto mio figlio alla morte, soltanto col dubbio che potessimo essere delle spie.....deduco quindi Ministro che le ragioni della regina siano fondate........c'e' una cosa pero' che devo dirvi...il vostro nemico e' tra le vostre mura....non oltre le vostre mura, date il comando al Comandante Reas e agli uomini che egli scegliera', il nostro primo Ministro Berengario sapra' affiancarvi......per quanto riguarda il popolo, approvvigionatelo.....sara' dalla vostra parte......chiedero' l'aiuto al mio regno e avranno di che saziarsi......sara' dura la lotta, ci saranno momenti in cui vi sentirete sfiniti.....sconfitti, ma quello e' il momento di tenere duro e rialzarsi.........trincerate i Cavalieri del Tulipano..........o per voi sara' la fine..."......una strano cerchio alla testa...avvolse la mia mente.....e la natura mi rispose, mi era vicina e avrebbe obbedito ad ogni mio volere.......
Altea
19-03-2012, 11.55.16
Fyellon mi fissò e iniziò ad aprirsi....un sussulto al cuore..la sua voce prese un timbro diverso. La storia che mi narrò era veramente forte ed egli era veramente coinvolto nel raccontarlo.
"Fyellon, mi volete dire che uno dei vostri fratelli ha ucciso vostro padre per orgoglio, per mostrare la sua supremazia sopra un altro fratello...tutto ciò è tremendo, posso capire come Vi sentite. Ma non dovete sentirvi in colpa se non eravate lì tra i vostri fratelli a salvare vostro padre...contro il Male a volte non si può fare nulla, prende alla sprovvista. E comunque, Voi, da quello che mi avete detto eravate a compiere il dovere di cavaliere che vi aveva insegnato vostro padre e io sono sicura che lui, da lassù" mostrando la Volta Celeste" vi guarda ed è fiero di voi per aver portato a termine i suoi insegnamenti, quello che si deve sentire in colpa è colui che lo ha tradito e ucciso a sangue freddo". Mi sedetti su una panchina, quella storia mi aveva un pò rattristita.
cavaliere25
19-03-2012, 17.08.42
presi e arrivai alla nicchia e presi la chiave e andai verso la porta e infilai la chiave il più presto possibile cercando di neutralizzare il demone
Talia
19-03-2012, 17.59.33
“Riposati pure, Talia…” fissandola Guisgard appena rimasti soli “… io intanto cercherò di capire come stanno le cose qui… credo che non vi siano altri oltre noi tre in questo luogo… verrò a prenderti tra un po’…” e le baciò la fronte, per poi uscire.
Trattenni la sua mano solo un momento...
“Va bene...” mormorai “Ma sta’ attento a dove vai e a quello che dici... o il nostro ospite finirà per scoprire tutto! E... e torna presto, ti prego!”
Attesi poi il rumore della porta che si richiudeva alle sue spalle ed ascoltai il suono dei suoi passi nel corridoio, sempre più lontani fino a scomparire.
Sospirai, allora, e mi decisi ad iniziare ad esplorare la stanza.
Mi muovevo lentamente, con le mani protese in avanti... la stanza era ricca ed ingombra di oggetti: un alto e pesante baule, un appendiabiti, un paravento, una sedia, una toletta che ospitava svariati oggetti ordinatamente disposti, uno specchio... feci svariate volte il giro della stanza, muovendomi in più direzioni, e lentamente iniziai a prendere confidenza con lo spazio, tanto che non urtavo più la sedia né il baule e mi accorsi di ricordare esattamente la collocazione dei vari oggetti sul piano marmoreo della toletta.
Mi diressi, infine, verso il letto... lo avevo aggirato poco prima, sfiorando appena la soffice coperta riccamente ricamata... un letto a baldacchino, i cui spessi tendaggi mi erano sembrati profumare di rosa e di viola...
Mi avvicinai cautamente ed allungai una mano per toccare quei tendaggi... e fu allora che avvenne: fu un attimo, una strana sensazione, immagini sconosciute apparvero di colpo nella mia mente e vi si imposero con forza... vacillai... tentai di tenermi alla tenda, poi al palo del baldacchino... tremavo violentemente... e intanto mi sentivo scivolare...
La sala era ampia e brulicante di persone... ambasciatori e cortigiani, viaggiatori stranieri e cittadini, pellegrini e funzionari... io avevo sempre detestato tutta quella confusione, ma non potevo andarmene perché mio padre desiderava che fossi presente quando concedeva le udienze.
Sospirai, dunque, e mi concentrai sul gruppo dei musici che, poco distante da me, stavano intonando una delle loro ballate... la musica costituiva un piacevole sottofondo al chiacchiericcio nella sala... mi concentrai su di essa, dunque, e non udii più la lunga fila di parole cortesi ed elogi mielosi che l’ambasciatore di qualche regno alleato stava, proprio in quel momento, riversando su mio padre...
I miei occhi scorrevano i volti nella sala, pur non vedendoli davvero... la mia mente seguiva l’onda di quella musica allegra, anche se il mio contegno non lo lasciava minimamente ad intendere...
Poi lo vidi, ed allora tutto mutò.
Capelli scuri ed occhi chiarissimi, entrò nella sala con passo deciso e si guardò intorno quasi con noncuranza...
Lo fissai per qualche attimo mentre, inspiegabilmente, il cuore iniziava a battermi forte...
“Balia?” mormorai poi, inclinandomi impercettibilmente verso la donna poco distante da me “Balia... chi è quel cavaliere laggiù?”
La donna seguì il mio sguardo e subito lo individuò...
“Non lo so, milady!” rispose “Credo che sia giunto a corte soltanto ieri... pare che nessuno lo conosca....”
“Nessuno?” sussurrai...
Ma proprio in quel momento il cavaliere sollevò lo sguardo e sorprese il mio su di lui... arrossii, ma non seppi distoglierlo... e da quel momento in avanti niente fu più lo stesso. Tenevo gli occhi nei suoi e non udivo più la musica, non udivo più le voci di chi mi stava intorno, non vedevo più nessun altro... improvvisamente non riuscivo a guardare altro che quegli incredibili occhi azzurri e non udivo niente se non il battito frenetico del mio cuore.
Sorrise.
Ed io sorrisi di rimando.
Aprii gli occhi di scatto: buio...
Respirai profondamente ed allungai una mano... trovai la gamba del letto, poi la coperta...
Ero stesa a terra, la fronte imperlata di gelido sudore... e la spalla destra mi faceva un gran male, là dove dovevo averla sbattuta cadendo.
Mi aggrappai alla coperta e mi sforzai di mettermi seduta... mi sentivo confusa, sottosopra, sopraffatta da quelle immagini e da quelle emozioni non mie ma che mi era parso di vivere con tanta intensità...
Visioni... avevo già avuto delle visioni... ma mai tanto nitide e, soprattutto, mai riguardanti l’intimità di qualcun altro...
Poi un pensiero mi colse... il cavaliere in quella visione... il suo volto...
Inspirai profondamente, chinai la fronte sulle mani e mi sforzai di fare ordine nella mia mente.
Guisgard
19-03-2012, 17.59.39
Fyellon restò un attimo in silenzio.
“Siete molto dolce, milady…” accennando un sorriso e fissando poi Altea “… si, sono certo che mio padre ora avrà compreso la verità e capito chi fra i suoi figli era nel giusto… ma basta con questa tristezza! Su, facciamo un bel giretto in questo parco e godiamoci le sue meraviglie!” Diede la mano ad Altea. “Posso essere, cara cugina, vostro cavaliere in questo bel pomeriggio di Marzo?”
Ma proprio in quel momento nell’aria si diffuse qualcosa.
Come un lamento, lungo, lento e sinistro, come giunto direttamente dalla disperazione dei dannati negli inferi.
“Ma che cos’è?” Gridò Fyellon. “Da dove può giungere un simile latrato!”
Daniel
19-03-2012, 18.08.29
Daniel si trovava in un altro luogo.
Tylesia appariva in lontananza ed un cielo inquieto e tormentato avvolgeva ogni cosa.
“Si, hai scelto…” disse Giada “… ed ogni scelta comporta delle conseguenze… solo il tempo ti mostrerà se la tua scelta è stata giusta o sbagliata… ora seguimi, continuiamo il tuo addestramento…”
Un istante dopo, Daniel si ritrovò nella selva che circondava il territorio di Tylesia.
“Chiudi gli occhi e senti…” fece Giada “… senti i segreti della tua armatura… diventa una sola cosa con essa… respira forte, fino a confondere il tuo respiro con quello della Terra… la corazza ti mostrerà i suoi segreti…”
Ad un tratto la corazza cominciò a vibrare in diversi punti.
Prima lungo la gamba sinistra.
“Questa che senti sono io, Giada, la tua spada… letale negli scontri corpo a corpo e utile anche come difesa…”
Poi vibrò il braccio destro.
“Questa che senti” continuò Giada “è la tua balestra, l’altra tua arma… usala contro nemici a distanza, rapidi che caricano o si lanciano verso di te…”
Infine vibrò il fianco destro.
“Questa è la tua terza arma” aggiunse Giada “… la scure a doppia lama, fondamentale negli scontri a media distanza, per attaccare nemici pesantemente armati e ben difesi… la scure a doppia lama è utilissima per aprirti un varco nella difesa del tuo nemico…”
Ad un tratto Daniel cominciò ad udire dei rumori che provenivano dalla selva.
“Ora sarai assalito da diversi nemici” riprese Giada “con caratteristiche particolari… ad ogni nemico seguirà dunque un particolare attacco e tu potrai avere la meglio solo se sceglierai l’arma giusta per il momento… se utilizzerai l’arma sbagliata, allora uscirai sconfitto dal combattimento… quando un nemico di attacca osserva con attenzione la stazza e i suoi movimenti… anche la distanza è importante da calcolare… in base a tutto ciò, sceglierai l’arma adatta allo scontro… ogni combattimento portato a buon fine incrementerà il tuo legame con l’armatura e dunque la tua abilità… preparati, Daniel…”
All’improvviso dalle cime degli alberi si udì un fruscio.
Un attimo dopo, un veloce sparviero spuntò fuori dai rami e si lanciò, dall’alto, in picchiata verso Daniel.
Era troppo presto! Avevo pochi secondi per fare la mia scelta! Lo sparviero era abbastanza lontano da me ma pochi secondi e mi sarebbe caduto addosso.. Per la balestra non c'era tempo e la spada era per gli scontri ravvicinati.. Decisi.. Presi la scure a doppia lama e appena lo sparviero stava per colpirmi lo tranciai a metà con la scure..
Altea
19-03-2012, 18.11.01
Fyellon, improvvisamente, cambiò di umore...come nulla fosse stato, rimasi perplessa ma sorvolai. Accettai volentieri la sua passeggiata, si sentiva il silenzio dei nostri passi quando a un tratto vidi il volto impaurito di Fyellon...parlava di urla, grida provenienti dagli Inferi.
"Come dite Fyellon? Eppure io non sento nulla...vi sentite bene? Forse siete turbato dal racconto di prima e di lontani ricordi", mi guardai attorno, iniziai a sentire voci lontane, ma non riuscivo a percepirne la provenienza.
Guisgard
19-03-2012, 19.06.35
Un capogiro e poi di nuovo quella sensazione avvertita da Talia…
“Chymela…” sussurrò una voce da dietro le grandi tende che circondavano i seggi dei reggenti “… ehi, Chymela...” era Veroiana che la chiamava “... ehi, sono qui dietro…”
La madre della principessa però se ne accorse e lanciò un’occhiataccia alla figlia.
“Controllati, Chymela...” mormorò la regina “... tuo padre sta dando udienza ai baroni del regno...”
Poi, al trono si avvicinarono due uomini.
Uno era di mezza età, di robusta corporatura e di cortese portamento.
L’altro, invece, era più giovane, con lunghi capelli scuri e occhi chiari.
E in quegli occhi celava qualcosa di enigmatico e sfuggente.
“I nostri omaggi, maestà...” salutò l’uomo “... siamo emissari di sua grazia il vescovo e vi portiamo i suoi saluti... io mi chiamo Guglielmo e questi” indicando il giovane dagli occhi chiari “è Cristiano...”
“Salute a voi, amici miei.” Sorridendo il re. “Benvenuti a Sigma... onorate anche la mia regina e la nostra graziosa figlia, la principessa Chymela.”
“Maestà, siete incantevole...” chinandosi Guglielmo “… principessa, siete degna della bellezza di Sigma...” poi col braccio destò il suo giovane compagno, rimasto incantato nel vedere la bella Chymela.
“I miei omaggi, miei signori…” chinando il capo Cristiano.
“Allora, dite, amici miei…” fece il re “…voi venite da Capomazda, vero?”
“Si, ma serviamo sua grazia il vescovo.” Rispose Guglielmo. “E la Chiesa non fa politica, mio signore.”
“Mi prendete in giro, messere?”
“Mai oserei, maestà.”
“La Chiesa è alleata dei Taddei, i signori di Capomazda!”
“La Chiesa è alleata con tutti i potenti che difendono la Fede, mio signore.”
“Ci giungono voci che i Taddei non hanno abbandonato le loro mire su Sigma!”
“Noi non ne sappiamo nulla, maestà.”
“Mio signore…” intervenendo la regina “… concedete il permesso di andare a vostra figlia… non voglio che ascolti simili discorsi...”
Il re annuì e Chymela, dopo aver salutato, lasciò la sala, sempre seguita dallo sguardo di Cristiano.
“Finalmente, Chymela!” Esclamò Veroiana nel vedere arrivare la principessa.
“Ti stavamo aspettando da un bel po’!” Fece Eliana, l’altra dama di compagnia della principessa di Sigma.
“Visto quei due forestieri?” Domandò Veroiana. “Vengono da Capomazda... mio padre dice che gli Arciduchi vogliono invaderci... e la Chiesa li appoggia...”
“Ehi,ma guardate là…” indicò all’improvviso Eliana “... quello è uno dei due viaggiatori di Capomazda...”
Nel cortile era infatti giunto Cristiano e se ne stava all’ombra di un albero.
“Vogliamo fare un bello scherzo a quel tipo?” Sorridendo Veroiana. “Facciamogli credere che una di noi sia interessata a lui...”
“Sei sempre la solita!” Esclamò Eliana.
“Detesto i Capomazdesi...” disse Veroiana “... avanti, prendiamolo in giro...”
Prese per mano Chymela e Eliana e si avvicinò al viaggiatore.
“Salute a voi, messere!” Salutando Cristiano. “Conoscete già, immagino, la principessa Chymela… questa invece è lady Eliana... siamo curiose sapete?”
“Di cosa, mie signore?” Domandò Cristiano dopo averle salutate.
“Della vostra terra…” rispose Veroiana “... parlatecene, vi prego... non vorrete di certo deludere tre nobili dame, spero…” e sorrise.
Guisgard
19-03-2012, 19.57.15
Elisabeth terminò di parlare ed un mormorio si alzò nel Senato.
“Ora esagerate, milady…” disse Berengario “… giungete qui, straniera e vi permettete di dare consigli a quest’assemblea.”
Ma proprio in quel momento dei cavalieri entrarono nel Senato.
Erano dell’Ordine del Tulipano e a guidarli vi era il loro comandante, lord Guxyo.
“Interessante, milady…” fissando Elisabeth e sorridendo “… oh, perdonatemi, maestà…” e salutò la regina con un inchino sarcastico “… la nostra lady” indicando Elisabeth “ha molto coraggio… più di tanti altri qui a Tylesia… ebbene, milady, sappiate che senza di noi questa città è perduta…”
Ma in quello stesso istante, qualcosa echeggiò nell’aria.
Un lamento, lento ed insopportabile, di vivo dolore e cupa disperazione si diffuse ovunque a Tylesia.
Come il pianto di mille madri a cui vengono sottratti i figli, come il lamento di chi perde l’anima, come le grida di chi non ha più speranza.
Quel verso, ora simile ad un latrato, ora ad un folle ghigno, penetrò fin nei cuori dei presenti, terrorizzandoli e lasciando una cupa disperazione in tutti loro.
“Eccoli, sono tornati!” Gridò Berengario. “Ci stanno attaccando nuovamente!”
elisabeth
19-03-2012, 20.14.31
Berengario alle mie parole salto' in aria come se lo avessi colpito in pieno volto.......non ebbi il tempo di rispondere che le porte della sala furono aperte senza alcun preavviso......alcuni dei cavalieri del Tulipano e il loro comandante si presentarono, Lord Guxyo....." Il coraggio senza la consapevolezza della vittoria sarebbe nullo.....sapete perche' senza di voi Tylesia sarebbe perduta ?.....solo perche' volete Tylesia tutta per voi......".....un lamento.....arrivo' da ogni posto di quella sala......era un suono che non dava speranza, era il latrato di una bestia.........era l'inferno nel cuore della sofferenza....quel lamento si trasformo' in alito....finche' Beringario espresse le sue paure.....gia' paure....chi aveva veduto in volto questo nemico ?...chie avrebbe potuto riconoscerlo, andai vicino a Beringario..." Chi ci sta attaccando....di chi state parlando.....contro quale forza dobbiamo difenderci..".....
Guisgard
19-03-2012, 20.37.21
Berengario sembrava spaventato a morte.
E come lui anche gli altri senatori.
“Loro ci stanno attaccando…” mormorò fissando Elisabeth con una maschera di paura.
Poi tutti lasciarono la sala, per ritrovarsi nel cortile.
Vi erano anche Fyellon e Altea.
Poco dopo arrivarono anche Reas ed alcuni cavalieri.
“Maestà…” avvicinandosi il capitano alla regina “… presto, non dovete restare qui, è troppo pericoloso…”
In quel momento giunse anche Goz.
Un ghigno vi era sul suo volto.
“Ci attaccheranno da ogni angolo di questo mondo…” mormorò.
“Ma cosa sta succedendo?” Gridò Fyellon. “Chi ci attaccherà?”
“Vogliono il Fiore…” avvicinandosi un chierico “… vogliono strapparci il nostro Fiore… e temo ci riusciranno…”
“Padre Lanfranco…” mormorò la regina “… voi siete il nostro confessore… cosa dobbiamo fare? Come possiamo salvare Tylesia?”
“Non lo so, mia regina…” scuotendo il capo il chierico.
Lord Guxyo allora diede ordine ai suoi cavalieri di prepararsi.
Lo stesso fece Reas con i suoi soldati.
E anche Fyellon si unì a questi ultimi.
Guisgard
19-03-2012, 20.54.43
Daniel ragionò velocemente su come agire.
Alla fine scelse la scure a doppia lama.
La lanciò così contro lo sparviero.
Ma la pesantezza dell’arma contro la velocità dell’uccello, resero vano l’attacco di Daniel.
Lo sparviero evitò la scure e piombò sul cavaliere, facendolo cadere pesantemente a terra.
“Era la balestra l’arma adatta…” vibrò Giada “… devi essere più abile… lo sparviero è un bersaglio relativamente piccolo, ma velocissimo… la scure a doppia lama invece è pesante e lenta, adatta a colpire nemici corazzati e di poca mobilità… devi allenarti di nuovo… avanti, riprendiamo l’allenamento…”
Passarono alcuni istanti ed un serpente velenosissimo spuntò da una siepe e si avvicinò subito a Daniel.
Era a mezzo metro e si apprestava ad attaccarlo.
Talia
19-03-2012, 21.01.28
Ero seduta sul pavimento e la mia mano stringeva convulsamente la coperta... era una strana sensazione, la più strana che avessi mai provato...
“La mia terra?” sorrise Cristiano “Oh, la mia terra... la mia terra, mie signore, è la più meravigliosa che sia mai stata creata... la più sublime, la più incredibile... vedete, la mia terra...”
“E’ vero ciò che dicono?” lo interruppi improvvisamente “E’ vero che i Taddei vogliono conquistare Sygma?”
Non sapevo perché l’avevo detto... sentii la mano di Veroiana stringersi intorno al mio polso, ma non le badai: non mi importavano i suoi giochi... tutto ciò che mi vorticava in mente era il tumulto di sentimenti che avevano sconvolto la mia anima nel momento stesso in cui quel giovane uomo aveva messo piede nella Sala delle Udienze di mio padre, il modo in cui mi aveva sorriso ed io avevo sorriso a lui... non sapevo ancora che fosse di Capomazda... e poi la parole di mio padre...
Sollevai il mento e puntai i miei occhi in quelli chiarissimi di Cristiano... arrossii appena in quello sguardo, ma quando parlai la mia voce era ferma...
“Guardatevi intorno...” dissi, allontanandomi di qualche passo e accostandomi alla terrazza “Le vedete le colline a perdita d’occhio? Vedete i loro colori? Sapreste esattamente dire di che colore sono? Ebbene... anche qualora ci riusciste adesso qui, non potreste comunque dire di conoscere il colore delle colline di Sygma... perché esso cambia! Cambia con le stagioni, con i raccolti, con le fioriture... cambiano i colori, i profumi, le sensazioni... e voi non potrete dire di conoscere Sygma finché non avrete conosciuto a fondo ciascuna di queste emozioni!”
Sorrisi... e, con quel sorriso sul volto, tornai a fissare Cristiano...
“Ed ora ditemi, milord... che tipo d’uomo è il vostro Arciduca? Sarebbe capace di amare Sygma come merita?”
Respiravo a fatica... molto a fatica... e non riuscivo ad uscire da quella visione... era più forte di me... era come se mi avesse risucchiata...
elisabeth
19-03-2012, 21.14.52
Scappa..scappa...fuggi..fuggi...il grande nemico era alle porte.....Beringario dalla paura, aveva il volto stravolto, tutti fuggirono e la sala rimase vuota..l'eco delle voci concitate...le urla e la paura lasciarono quel Tempio che doveva essere dedicato alla saggezza.....fui spinta dai senatori che impauriti cercarono riparo nel cortile..fui spinta...e mi avvicinai alla finestra....tutti erano li'...io scesi piano i gradini di quel palazzo per ritrovarmi nel cortile......ognuno si preparava a prendere posto, ognuno con terrore nel cuore si schierava......chi dalla parte di Reas e chi con Guxyo....e poi c'era Goz....con un ghigno sarcastico....mi avvicinai a lui...." Dove sono i vostri cigni Goz....cercate di illuminare la vostra mente....il vostro ghigno e' fuori luogo...."......Nessuno in realta' sapeva cosa fare...mi guardai intorno per cercare Isolde, sembrava essersi dissota nel nulla.......Vidi pero' Altea...e le andai incontro " L'unica cosa piacevole di questo momento e' che vi ho ritrovata..per il resto il caos regna sovrano.....Vi confido una cosa Altea...chiedero' a Lord Guxyo....di far parte del suo esercito....e' l'unico modo per tenerlo a bada...".....Andai quindi vicino a Guxyo....."....Avete detto che sono una donna coraggiosa........forse se mi unisco a voi..posso essere di aiuto......l'intelligenza unita alla forza...."...
Guisgard
19-03-2012, 21.35.37
Cristiano si avvicinò alla terrazza e fissò le colline di Sigma.
Ne seguiva le forme, come se nell’aria echeggiassero ancora le parole di Chymela.
Poi il suo sguardo si fermò sul volto e sui capelli di lei.
“Sapete, altezza, cosa rispose Alessandro a Tolomeo, il suo più grande generale, quando quello gli chiese il motivo della sua sete di conquista?” Sorridendo alla principessa. “Perché siamo portati a conquistare ciò che non possediamo, rispose il re Macedone…” tornò a fissare le colline “… e quando ci fermeremo? Chiese ancora il generale al suo re… e quello… fino a quando non avrò conquistato il necessario per non cercare altro nella vita… esiste tanto al mondo? Domandò Tolomeo… non lo so… rispose Alessandro… ma non posso fare altro che cercarlo…” fissò di nuovo Chymela “… forse non era mai giunto qui… e non aveva potuto vedere le meraviglie di questa terra…”
“Siete uno storico o qualcosa del genere, messere?” Chiese Veroiana.
“Solo un lettore.”
“E di cosa?” Domandò Eliana.
“Di libri, romanzi e poesie.”
“E voi cosa cercate?” Ridendo Veroiana. “Un impero come quello Persiano da conquistare?”
“No, ma molto di più, milady…” sorridendo Cristiano.
“Di più? Quello Romano allora?” Fissandolo Eliana.
“No, cerco molto di più…” sussurrò il capomazdese, per poi guardare la principessa“… cerco un fiore… un fiore unico…meraviglioso…”
La sera.
La campagna era mutata con l’imbrunire e le luci di San Leuciano lambivano il Belvedere.
L’aria era fresca e della musica saliva dal paese sottostante.
La porta si aprì e qualcuno entrò nella stanza.
"Cosa fai a terra, gioia?" Avvivinandosi Guisgard a Talia e prendendola in braccio, per poi adaguiarla sul letto. “Che idiota a lasciarti da sola! Ti sei fatta male?" Restò a fissarla per qualche istante, fino a quando lo sguardo di lei non lo tranquillizzò. "Su, ora ti porterò giù che la cena è pronta e il nostro sedicente servitore dice che ci farà leccare i baffi!” Sorrise. “Si esprimerà così un Arciduca?” Chiese divertito alla ragazza.
Guisgard
19-03-2012, 21.55.55
Cavaliere25 aprì la nicchia di pietra sotto lo sguardo del falco parlante.
Un attimo dopo fu investito da una luminosissima luce blu.
Si ritrovò così, un istante dopo, rivestito di una magnifica corazza.
“Ora sei il Cavaliere Blu…” disse il falco “… il guardiano dell’Acqua… e fossi in te, amico mio, mi preparerei a combattere… anche se, in tutta sincerità, non scommetterei neanche una ghianda bacata sulla tua vittoria… ad occhio e croce, quel demone è il triplo di te… si, decisamente ti farà a fettine… beh, cosa vuoi fare? Combattere o svignartela? Nel caso decidessi di affrontare quel demone, beh, posso darti qualche consiglio, amico mio…” fissando Cavaliere25 nella sua straordinaria corazza.
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Altea
19-03-2012, 22.05.31
Tutto ad un tratto una folla di persone raggiunse il parco, era vero...si sentivano lamenti di persone...tutti erano in preda al panico.
Vidi Elisabeth, la abbracciai quando ella mi dichiarò la volontà di entrare nell'esercito...per combattere i nemici.
Tutti si riunirono, Fyellon era tra i cavalieri di Reas...istintivamente feci il segno della Croce.
Mi avvicinai alla Regina..."Maestà non dovete temere...ma pregare, perchè sembrano queste siano...le voci delle anime che hanno subito violenze e discriminazioni e si deve pregare per loro. Ma ditemi, di che fiore parlava prima quel chierico".
cavaliere25
20-03-2012, 12.40.26
Lo affronterò non mi tirerò indietro se dovrò morire morirò per una giusta causa e poi guardai il falco e dissi sono pronto dammi qualche consiglio per come distruggere quel demone demoniaco e aspettai
Talia
20-03-2012, 13.54.09
Di nuovo aprii gli occhi, ma non mi mossi... quella visione era stata tanto potente, tanto travolgente che sembrava avermi tolto ogni forza... piegai le ginocchia e vi posai la testa sopra.
E fu in quel momento che udii il rumore della porta che si apriva...
"Cosa fai a terra, gioia?" Avvivinandosi Guisgard a Talia e prendendola in braccio, per poi adaguiarla sul letto. “Che idiota a lasciarti da sola! Ti sei fatta male?" Restò a fissarla per qualche istante, fino a quando lo sguardo di lei non lo tranquillizzò. "Su, ora ti porterò giù che la cena è pronta e il nostro sedicente servitore dice che ci farà leccare i baffi!” Sorrise. “Si esprimerà così un Arciduca?” Chiese divertito alla ragazza.
“Guisgard?” mormorai, mentre mi prendeva in braccio e mi adagiava sul letto “No... no, io sto bene!”
Le immagini di quella visione mi vorticavano ancora in mente... Chymela e Cristiano... quella terrazza su quel paesaggio incredibile... una strana sensazione mi causava quel pensiero...
“Guisgard...” domandai all’improvviso “Conosci un luogo che si chiama Sygma? Ci sei mai stato?”
La domanda suonava strana in quel momento, lo sapevo... inclinai appena la testa all’indietro e mi passai una mano sulla fronte, come a scacciare quei pensieri... infine sorrisi.
Mi misi seduta e tesi una mano verso Guisgard, perché mi aiutasse a mettermi in piedi...
“Allora... hai trovato qualcosa di interessante in questo tuo giro perlustrativo, mio intrepido cavaliere?” domandai, mentre ci avviavamo verso la porta “Forse ti sembrerà strano, ma io credo di aver scoperto qualcosa... anzi...” soggiunsi in un sussurro, prendendolo sottobraccio mentre richiudeva la porta e ci avviavamo per il corridoio altrimenti deserto “Più tardi, quando saremo di nuovo soli, se vorrai, ti racconterò una storia!”
Guisgard
20-03-2012, 18.42.19
Il Caos regnava a Tylesia.
Altea raggiunse la regina, ma questa appariva troppo spaventata per rispondere alla domanda della ragazza.
Ad un tratto Reas prese la regina e Altea per condurle al riparo.
La sovrana, insieme alla sua corte, fu così portata nella sala del trono.
“Restate qui, maestà!” Disse Reas. “Vi affido la regina, milady!” Rivolgendosi poi ad Altea.
Un attimo dopo raggiunse i suoi soldati.
E uscito il capitano, la regina cominciò a piangere disperata.
“E' la fine...” in lacrime “... tutto è perduto...”
Elisabeth, nel frattempo, si era avvicinata a Guxyo.
“Entrare nelle mie schiere?” Fissandola questi. “Siete dunque disposta ad obbedirmi ciecamente? A non avere altra legge se non il codice che io ho imposto alle mie armate?”
Nello stesso momento, Fyellon salì sulle mura e poi raggiunse una delle postazioni della sentinelle.
Da qui il cavaliere poteva vedere oltre la città di Tylesia.
Ed uno spettacolo spaventoso si mostrò ai suoi occhi.
Un esercito sterminato assediava Tylesia.
Un'armata come non si era mai vista sulla Terra, così numerosa da poter oscurare il Sole se avesse avuto modo di librarsi nei Cieli.
“Questa...” mormorò Fyellon “... questa città è perduta...”
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Altea
20-03-2012, 18.54.24
Reas con tanta cura prese sia la Regina che me e ci portò al sicuro, lui teneva molto alla Regina, ella era immobilizzata dalla paura....ci lasciò nella sala del trono con altri cortigiani, era un tripudio di urla e panico.
Mi avvicinai alla regina...."Maestà, dovete avere Fede...Tylesia sarà salvata, ma voi dovete dirmi cos'è quel fiore di cui parlavate prima. Maestà...se sapete qualcosa dovete parlare, per il bene di Tylesia dimenticando le...leggi del Tulipano". Per la prima volta mi sentii del tutto inerte in mezzo a quelle persone che tremavano di timore.
Guisgard
20-03-2012, 18.56.31
Il Falco fissò Cavaliere25 e rise.
“Sei matto, ma hai del fegato, ragazzo mio!” Esclamò. “E sia, ascoltami bene... concentraci perchè non abbiamo tempo... chiudi gli occhi... ecco, ora ti sembrerà di vedere la tua corazza... le vedi le parti illuminate? Bene, sono le tue armi... la spada sul lato sinistro, leggera ed affilata, ottima per i nemici di media stazza e velocità... sulla schiena invece hai il tuo tridente, ideale per essere lanciato contro nemici forti e che si trovano a lungo e medio raggio da te... infine il tuo mantello, è in realta la rete piombata, da lanciare contro nemici di grossa taglia per immobilizzarli e poi poterli finire... ora osserva il demone e decidi in fretta quale arma utilizzare... ma se usi quella sbagliata il tuo attacco fallirà...”
Il demone, intanto, galoppava velocemente verso Cavaliere25.
Bardato pesantemente e grosso tre volte il Cavaliere Blu.
elisabeth
20-03-2012, 18.56.58
Vidi Reas portare via la Regina e Altea.......ebbi un nodo alla gola, non sapevo neanche dove fosse Daniel.....il buio e un rumore assordante...mi avvolse, davanti avevo solo il volto di Guxyo...mi sembrava di pietra.....incominciai a respirare profondamente......."....Avete detto che senza di voi Tylesia e' perduta.....e io non ho intenzione di far distruggere questa citta'......accetto ogni vostra condizione..."......Che il cuore mi battesse in petto....era certo...Madre Natura aiutami tu......prego il mio regno perche' mi sorregga in ogni momento
Guisgard
20-03-2012, 21.16.21
Talia sorrise.
E quel sorriso tranquillizzò definitivamente Guisgard.
Si avviarono così verso le scale, per scendere nella sala dove il loro curioso ospite li stava attendendo.
“Sigma…” mormorò Guisgard “… forse ho udito questo nome… si, forse da qualche cantastorie o menestrello… non ho mai prestato molta attenzione a quel nome, si sa, i racconti dei bardi sono sempre ricchi di terre lontane, tra l’esotico e il meraviglioso, dai tratti fiabeschi per incantare gli ascoltatori, ma ora che mi fai questa domanda rammento che ricorreva spesso nei loro versi… Sigma… ma perché mi fai questa domanda? Ti sei lasciata suggestionare da ciò che dice il nostro singolare servitore?” Sorrise. “Certo che però questo palazzo è davvero magnifico… non credi anche tu?” Guardandosi intorno. “Io mi ci perderei in una casa così grande… metti che ci sia un fantasma! O anche più di uno!” Fissò Talia e sgranò gli occhi. “Immagina… il fantasma di un innamorato… che si sveglia ogni notte, rigorosamente a mezzanotte, per cercare la sua amata… magari sono stati divisi in vita dal padre di lei, che non vedeva di buon occhio il povero innamorato… e magari la balia di lei li ha traditi, rivelando a suo padre che lui scalava ogni notte il suo balcone per vederla segretamente… si, così il tutto risulterebbe più romantico… anzi, dopo voglio dare un’occhiata ai balconi di questo palazzo per vedere quanto sono alti…” rise di gusto “… si, si, la smetto! Ricordi da piccoli al Casale? Mi dicevi sempre che ero scemo quando facevo sfoggio del mio proverbiale senso dell’umorismo!”
Talia ora appariva davvero più serena e questo aveva reso tranquillo anche lui.
E quando lei sorrideva, il mondo di Guisgard, fatto di sogni e avventure, prendeva forma e si illuminava.
Era sempre stato così, sin dalla loro fanciullezza al Casale degli Aceri.
“Amore!” Chiamava Talia, correndo per il lungo corridoio e per le varie stanze che si affacciavano su di esso. “Amore mio, dove sei? Su, non farmi stare in pena!”
La Primavera, penetrando attraverso i raggi del mattino e accompagnata dal canto degli uccellini, aveva invaso il Casale degli Aceri.
“Amore, su, vieni fuori!” Entrando lei in una di quelle stanze. “Uff… che discolo! Ma mi sentirà!” Affacciandosi alla finestra per rinfrescarsi dopo aver corso per tutto il primo piano.
“Cosa c’è?” Arrampicandosi Guisgard su per la finestra.
“Ehi, così mi spaventi!” Esclamò La ragazza. “Da dove salti fuori?”
“Ero nel giardino” rispose lui “e ho sentito che chiamavi…”
“Davvero?” Sorridendo lei. “E chiamavo te?”
“Beh...” confuso lui “… mi era parso…”
“Ah, si?” Incrociando le braccia lei, vagamente divertita. “E ti sei precipitato come un Lancillotto o un Tristano a questa finestra... e dimmi, mio temerario cavaliere, che nome hai udito? Forse caro fratellino? O magari semplicemente Guisgard?”
“Bah... mi prendi in giro...” contrariato lui “... stupido io che sono corso perché credevo ti servisse qualcosa...”
“Beh, in verità un aiutino non mi dispiacerebbe...”
“Che aiutino?”
“Ricordi quel gattino smarrito che abbiamo trovato ieri?”
“Beh?”
“Ecco... chiamavo proprio quel gattino...”
“Ma se tu hai detto...”
“Si, Amore.” Sorridendo lei. “Non è forse un amore quel micino?”
“Bah…”
“Perché...” fissandolo Talia e solo a stento trattenendosi per non ridere “... non si capiva che chiamavo quel gattino? O pensavi stessi chiamando qualcun altro?”
“Io?” Imbronciato Guisgard. “Manco ci avevo pensato... e comunque... io odio i gatti!”
Talia scoppiò a ridere.
E quando rideva una nuova bellezza illuminava il suo volto.
Nei suoi occhi vivaci si accendeva uno scintillio fatto di una sognante soavità.
E quegli occhi, in quei frangenti, non sembravano più guardare l’ambiente e gli oggetti intorno a lei, ma guardare oltre.
Oltre la terra e oltre il cielo, quasi a scoprire un mondo nuovo, per giungere dove nessun altro aveva accesso.
Forse fin anche al cuore di Guisgard.
“Un racconto?” Fissandola lui. “Che racconto vuoi narrarmi? Guarda che ora sono curioso e mi costringerai a far bere tanto di quel vino al nostro buon servitore, da farlo crollare al suolo in un baleno… vuoi davvero questo?” Sorrise. “Anche se, pensandoci, essendo io, come lui dice, il suo Arciduca potrei tranquillamente mandarlo a letto senza cena, così da poter restare solo con la mia bellissima moglie.” Rise. “E sia… mi comporterò come un perfetto aristocratico e resisterò alla tentazione di ascoltare quel tuo racconto! Per ora!”
Giunsero allora nella Sala Grande, illuminata dal grande camino centrale nel quale bruciava un grosso ramo di quercia.
Una maestosa credenza in noce rifletteva, con la sua doppia fila di piatti di porcella, le mensole con brocche e calici d’argento, ciotole e boccali di cristallo e nove grandi vassoi di peltro, i bagliori e le movenze di quella fiamma che arrivava fin ad oscurare le candele poste nel centro tavola e ad animare quasi i ritratti che ingentilivano la sala.
Dalle pareti pendevano, da un lato, armi e trofei di caccia, dall’altro, utensili ed attrezzi tessili.
Sul camino, come ornamento, erano esposte tre grosse teste di cinghiali e sulla mensola che correva sul lato superiore, un superbo gufo reale impagliato.
In tavola era già stata servita la cena, tutta preparata come meglio non si poteva.
Focacce di cereali, di noci e di mandorle, accompagnate da diversi tipi di formaggi e salumi.
In ampolle di vetro erano state poi adagiate confetture di cipolle, di prugne e di castagne.
Miele e sformati di verdure e ortaggi abbellivano con giochi di colori i bordi della tavola ed un grosso vassoio centrale guarniva, con limoni e pompelmi a spicchi, una spropositata quantità di cosciotti di agnello e salsiccia ancora fumanti.
Tre grosse ceste di frutta fresca completavano il tutto.
“Ben arrivati, miei signori.” Accogliendoli con un inchino il vecchio guardiano del Belvedere. “Prego, lord Andros… a capotavola voi…” fissando Guisgard “… lady Chymela, come sempre alla destra di vostro marito…” indicando poi a Talia dove sedersi.
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Daniel
20-03-2012, 22.24.28
Il primo attacco fu vano.. La scure era pesante.. Un serpente si avvicinava.. Senza pensarci due volte estrassi Giada e tagliai la testa al serpente... Avrebbe funzionato?
Guisgard
21-03-2012, 01.21.11
La regina Destefya piangeva e si disperava.
“Il regno ereditato da mio padre…” in lacrime “… il popolo che avrei dovuto difendere e il grande tesoro custodito a Tylesia … tutto sembra sul punto di sfuggirmi…”
“E sei io non fossi nata per fare la regina?” Quasi pensando ad alta voce Destefya.
“Vogliamo mutare Tylesia” sorridendo lui “da monarchia a regno?”
“Scherzi sempre tu…” divenendo ancor più seria lei “... scherzi su tutto...”
“Sono uno sciocco, vostra maestà?” Divertito lui.
“No, solo folle…” mormorò lei “... e forse io lo sono più di te…”
“La senti, Destefya?”
“Cosa?”
“Questa musica…”
“Io non sento nulla…” stupita lei “... siamo nel giardino e non vi sono menestrelli...”
“Allora saranno forse gli Angeli…” sorridendo lui “... si e credo cantino per noi... vuoi ballare, principessa?”
“Sei pazzo…” sorridendo e scuotendo il capo lei.
Iniziarono allora a ballare.
“E quando questa musica finirà?” Rattristandosi lei. “Cosa faremo?”
“Se sono davvero gli Angeli a suonarla” fece lui “allora non finirà mai...”
“E se tu un giorno non ci sarai più?” Guardandolo lei. “Io da sola non riesco a sentirla…”
“Io non ti lascerò mai…” sorridendo lui “... però ti insegnerò lo stesso ad ascoltarla...”
“Giuralo…”
Lui allora la baciò e poi fecero l’amore tra le eriche e le viole in fiore.
La regina, dopo quel ricordo lontano, alzò gli occhi, ancora rossi per il pianto e fissò Altea.
“Quel Fiore è…”
Ma la regina fu subito interrotta dalle grida che provenivano da fuori.
Un attimo dopo un servitore entrò nella stanza e si gettò in ginocchio davanti alla regina.
“Maestà…” disperato “… Tylesia sta bruciando…”
Guisgard
21-03-2012, 01.29.21
Rapido come un fulmine e silenzioso come un lampo, Daniel estrasse Giada e mozzò la testa a quel serpente.
“Bel lavoro, Daniel!” Esclamò Giada. “Hai fatto la scelta giusta ed il tuo attacco è andato a buon fine!”
Un alone verdastro avvolse Daniel.
“Ora, pian piano” continuò Giada “e con un costante allenamento, diventerai sempre più abile. Ma non dimenticare la tua scelta fatta in precedenza… ti sei schierato contro i soldati della corona e ora potresti essere considerato un nemico a Tylesia…”
Ma, in quel momento, qualcosa interruppe la loro conversazione.
Tre fanciulli emersero dalla vegetazione.
“Sei…” mormorò il più piccolo di quelli nel vedere Daniel in armatura “… sei un demone?”
“No, sciocco…” lo riprese il più grande “… non vedi il suo aspetto? I demoni sono spaventosi…”
“Chi sei?” Domandò il terzo dei tre fanciulli a Daniel.
Guisgard
21-03-2012, 02.22.09
Guxyo fissava Elisabeth ed i suoi occhi sembravano voler penetrare a fondo nell’animo della donna.
Elisabeth si trovava in una folta selva, dai tratti incerti e mutevoli.
L’aria era pesante ed una cupa oppressione dominava tutt’intorno.
Ad un tratto la dama vide qualcosa.
Una solenne processione avanzava verso di lei.
Tre frati Francescani erano alla testa di quella e portavano ciascuno un’umile croce di legno.
Alle loro spalle avanzavano tre Domenicani, ciascuno con dei libri e procedendo recitavano a memoria alcuni passi di scritti patristici.
Seguivano poi tre suore Agostiniane, ciascuna con un Rosario fra le mani.
Ognuna recitava Cinque dei Sacri Misteri che compongono il Santo Rosario.
Così la prima scandiva i Sacri Misteri del Gaudio, la seconda quelli del Dolore e la terza quelli della Gloria.
Alla fine alcuni penitenti, col capo sporco di cenere, leggevano ad alta voce la litania con i Santi Attributi della Vergine Maria.
Il mistico corteo continuava con tre bare portate da altrettanti carri, seguite da alcune donne che si lamentavano e piangevano.
Giunsero poi tredici cavalieri in sella a destrieri col manto dello stesso colore dell’aria.
I cavalieri erano ricoperti da corazze di un colore sconosciuto a questo mondo e i loro mantelli volteggiavano in modo indistinguibile, come se non obbedissero alle leggi fisiche e naturali che governano il mondo.
Al loro passaggio gli animali e gli uccelli sembravano inchinarsi e prostrarsi davanti a loro, mentre le creature striscianti, come serpi, ratti e ragni, correvano a nascondersi come impauriti.
Ad un tratto, uno dei cavalieri scoccò una freccia verso l’alto.
Il dardo, appena lanciato, cominciò a sprigionare fiamme fino a divenire incandescente.
E cadde oltre le mura di Tylesia.
Quella visione di Elisabeth durò un attimo infinitesimale.
Gli occhi di Gxyo erano sempre in quelli di Elisabeth.
“E sia, milady…” disse il comandante dei mercenari del Tulipano “…se giurerete di obbedire ad ogni mio comando, allora entrerete nella nostra compagnia…”
Ma proprio in quel momento, uno dei cavalieri di Guxyo entrò di corsa.
“Cosa succede?” Domandò il signore dei Tulipani.
“Milord…” visibilmente agitato il cavaliere “… una parte della città sta bruciando… dal mercato vecchio fino alle pendici dell’Acropoli… Tylesia è un Averno di fiamme!”
Talia
21-03-2012, 10.36.48
Percorremmo un lungo corridoio, poi una rampa di scale, poi ancora un corridoio... ascoltavo Guisgard e ridevo... ed improvvisamente mi accorsi che quella preoccupazione causata da quella visione, come una strana sensazione di disagio, era improvvisamente scomparsa. Sospirai, strinsi di più il braccio di Guisgard e posai la testa sulla sua spalla... lo aveva fatto di nuovo, come mille volte aveva fatto quando eravamo piccoli: era arrivato ed aveva spazzato via dalla mia mente e dal mio cuore ogni brutto pensiero, ogni dubbio ed ogni paura...
Poi d’un tratto giungemmo in una grande sala, bagnata dalla luce mutevole e danzante di mille candele... percepivo il tremolare di quella luce su di noi, riflessa come in infiniti bagliori...
Entrammo... e subito la voce del nostro ospite ci accolse...
“Ben arrivati, miei signori.” Accogliendoli con un inchino il vecchio guardiano del Belvedere. “Prego, lord Andros… a capotavola voi…” fissando Guisgard “… lady Chymela, come sempre alla destra di vostro marito…” indicando poi a Talia dove sedersi.
Per qualche istante mi mancò l’aria... Chymela... mi aveva chiamata Chymela...
Un improvviso ed irrefrenabile brivido mi percorse la schiena e la mia mano si serrò involontariamente, stringendo quella di Guisgard con tutta la forza di cui disponeva...
Chymela... ed Andros...
Ripercorsi rapidamente le visione di poco prima... soffermandomi sull’uomo che aveva detto di chiamarsi Cristiano... aveva un volto familiare quell’uomo... un volto decisamente familiare...
Qualche breve attimo di tensione...
poi la confusione e la preoccupazione che avvertii provenire da Guisgard a quella mia inattesa reazione mi riscosse.
Avvertivo lo sguardo del nostro ospite su di noi.
Mi sforzai dunque di sorridere...
“Ti prego, caro...” dissi, tendendo la mano a Guisgard in un gesto che speravo risultasse sereno “Vuoi aiutarmi?”
Lo sentii scostare una sedia proprio vicino a me e avvicinarmela appena...
“Non preoccuparti...” sussurrai allora al suo orecchio, sedendomi “Va tutto bene! Solo... sai quella storia che volevo raccontarti più tardi? Beh... probabilmente sarà persino più interessante del previsto!”
Sorrisi... e tornai a fronteggiare la sala, ed il nostro curioso ospite... percepivo qualcosa di strano aleggiare in quella sala, qualcosa di insolito, un’insolita energia...
“Quante prelibatezze...” iniziai allora a dire in tono gentile, rammentando quel vago profumo che avevo avvertito poco prima “Dovete proprio perdonarmi, perché non rammentavo che voi foste anche un sì abile cuoco! Deve essere proprio tanto tempo che manchiamo da qui... siate gentile, vi prego, e rinfrescatemi la memoria... da quanto tempo non vi facciamo visita?”
Avevo posto quella domanda quasi con noncuranza... ma con trepidazione attendevo la risposta.
cavaliere25
21-03-2012, 12.14.44
sceglierò la rete piombata dissi credo che ce la farò essendo lui un energumeno e più grosso aspettai che il demone si avvicinasse lo guardavo dritto in faccia mi sentivo di poterlo battere e sperando che chi da lassù avrebbe vegliato sulla mia anima
elisabeth
21-03-2012, 12.30.14
Gli occhi che si incontrano....e il silenzio parla ad ogni avvenire...l'incanto della perdita di coscienza, e la mente vede..e il respiro si fa' piu' lento per scendere nel piu' profondo dell'anima......mi trovai a percorrere una lenta processione...ne passavo in mezzo..ascoltando le loro litanie le preghiere arrivavano a me.....come un canto funebre che raggiungeva il culmine del dolore per arrivare al lento scadenzare della rassegnazione.....tre carri e tre bare.....morte e resurrezione.....il numero tre, il numero perfetto dell'uno, il Supremo, il Figlio e lo Spirito Santo.....i Cavalieri si chiudevano a protezione, aria, e di aria erano avvolti.....non e' di questo mondo....e il mondo dei giusti che viene a giudicare i vivi e i morti....serguii la freccia...che avrebbe portato morte e distruzione ma..seguii il fuoco che avrebbe portato la purificazione.............Morire per rinascere....la fenicia riprese vita dalle sue ceneri....poteva essere simbolico..ma una voce mi riporto' alla realta' Sir Guxyo, mi aveva accettata tra le sue fila......e un ragazzo venne a darci la cattiva novella...parte della di Tylesia stava bruciando............." Sir Guxyo......avete fatto la cosa giusta.....e adesso pregate, perche' le forze oscure.....hanno gia' dichiarato guerra...e vi stanno dando prova di una grande forza.......le vostre armi potrebbero non essere adeguate.........e per questo che potrei utilizzare le mie..."......Pregai, al Sommo Reggente della Foresta......e ogni albero prese forza..la loro corteccia divento' forte come un'armatura...e le piante diventarono rete......perche' potessero intralciare il cammino....un solo ordine e il mio esercito sarebbe venuto in difesa.........
Altea
21-03-2012, 13.05.13
La Regina non parlava, seduta sul suo trono era immersa in strani pensieri...quando stava per proferire parola...sul fiore..
"Quel fiore è..." quindi per cui esisteva quel fiore o simboleggiava qualcosa, ma un servitore spaventato si prostò disperato di fronte alla regina dicendo...che Tylesia era in fiamme. Un attimo di rabbia mi prese davanti a quel servitore, poi corsi verso la finestra...Tylesia bruciava davvero, sentivo le urla dei cortigiani e mi voltai in preda alla rabbia "Cosa urlate...Noi siamo al sicuro, forse qui, pensate a quelle persone innocenti che si trovano nel cuore della città, pensate solo alla Vostra sorte quando la loro sorte è segnata, poichè si sa...vedete fuori quanti cavalieri pronti a difendere...il Palazzo...ma Tylesia è laggiù."
Mi avvicinai alla Regina "Maesta, Tylesia era già morta prima..perchè è stata tolta delle emozioni più belle, li è stato vietato di sognare, amare ed avere Fede, lo so perchè mi sono trovata in mezzo alla gente di quella Città ed io sognai Tylesia in fiamme...ora tutti quanti pregheranno il buon Dio affinchè il Cielo ci aiuti, e non c'è Legge che possa vietare a Dio di aiutarci e parlarci".
Guisgard
21-03-2012, 18.56.47
Il vecchio guardiano del Belvedere sorrise.
“Milady, detto da voi è un gran complimento…” servendo in tavola la cena “… non ho dimenticato quegli ottimi biscotti che eravate solita preparare… li ricordate, milord?”
“Ah, cosa?” Sorpreso Guisgard. “Oh, si certo… mia… ehm, mia moglie è una cuoca straordinaria, come voi ben sapete, amico mio…”
“Già…” sorridendo il vecchio “… soprattutto per quanto riguarda il vostro piatto preferito, vero mia signora?” Rivolgendosi a Talia. “Anzi, ho preparato tre magnifiche focacce dolci… e una è proprio tra quelle che vostro marito preferisce! Ma ora ceniamo, altrimenti si fredderà tutto.”
Cominciarono così a mangiare.
“Eh, dovrei quasi tirarvi le orecchie, mio signore…” fece il vecchio fissando Guisgard “… e credo di averne la facoltà, visto che vi ho visto crescere!” Rise. “Infatti, come ben diceva vostra moglie, mancate da qui da un bel po’… forse vi sentivate un po’ in colpa, vero mia signora?” E rise di nuovo. “Ma so benissimo che a Capomazda gli impegni sono gravosi per voi.”
“Già, in effetti gli impegni di corte occupano molto del nostro tempo…” fissandolo Guisgard.
La cena proseguì tranquillamente.
“Direi” disse il vecchio “che possiamo tranquillamente sederci accanto al camino per prendere il dolce.”
“Ah, questa cena era davvero ottima, amico mio!” Esclamò Guisgard.
Il vecchio rise e chiese il permesso per recarsi nelle cucine.
Guisgard, allora, aiutò Talia a sedersi davanti al fuoco.
“Mi sembra di partecipare ad una recita…” sottovoce lui a lei “… solo che non ho il copione e dunque posso solo inventarmi le battute…” gettò altra legna sul fuoco e la fiamma si rinvigorì.
Accanto al focolare la luce era più intensa e mutevoli bagliori si accendevano nel vivace sguardo di Talia.
“Sai che muoio dalla voglia di sentire quella tua storia?” Fece lui.
In quel momento tornò il vecchio.
“Ecco qui le tre focacce…” sorridendo “… avanti, lady Chymela… ditemi voi quale devo tagliare per prima… e immagino sceglierete la preferita di lord Andros… su, ditemi… quale comincio a tagliare? Quella ai cereali, al miele oppure quella con la confettura di albicocche?”
Guisgard
21-03-2012, 19.13.29
Elisabeth cercò col pensiero di raggiungere il suo regno, il mondo dei boschi e delle foreste.
Ma accadde qualcosa.
Un sordo silenzio.
Come se quel pensiero, quell’ordine, venisse interrotto o annullato.
Chi erano i misteriosi nemici che assediavano Tylesia?
Perché il mondo di Elisabeth si era rifiutato di intervenire?
O forse il loro potere superava quello della stessa Natura?
E cosa cercavano a Tylesia?
Perché tanto odio verso quella città?
La voce di Guxyo destò la maga dai suoi pensieri.
“Presto, tutti ai posti di combattimento!” Ordinò il comandante dei Tulipani. “Continueremo il nostro discorso al mio ritorno, milady.” Rivolgendosi poi ad Elisabeth.
Un attimo dopo, la maga restò da sola in quella stanza.
Guisgard
21-03-2012, 19.17.38
A quelle parole di Altea, la regina si alzò di scatto e la fissò con rabbia.
“Come osate?” Gridò. “Voi neanche comprendete la verità! Voi non sapete nulla di ciò che dite! L’amore non da felicità! Da solo dolore! Questa consapevolezza è il vero tesoro di Tylesia! E questo vogliono i nostri nemici!” Uscì dalla stanza e i cortigiani la seguirono.
Un attimo dopo giunse Fyellon.
“Ero venuto a cercarvi…” disse ad Altea “… volevo sapervi al sicuro… io però andrò in città… voglio scoprire cosa sta succedendo…”
Lilith
21-03-2012, 19.20.57
Erano passate almeno due ore, o forse tre. Mi girava la testa, i miei piedi erano nudi, tutti insanguinati e pieni di spine. Le mie unghie erano incrostate di fango, i capelli sudati mi si appiccicavano al viso ed il muco alla gola mi obbligava ad ansimare. Gli occhi erano ancora colmi di lacrime ed il cuore batteva troppo velocemente. Eppure non volevo smettere di correre. Avrei potuto fermarmi, o rallentare, ma c’era qualcosa che mi spingeva a continuare. Toccai la mia collana, sperando che mi avrebbe portato fortuna.
Corsi per altri minuti, poi caddi a terra esausta e svenni. L'ultima cosa che vidi furono delle dense colonne di fumo nere che si innalzavano terribili verso il cielo.
Guisgard
21-03-2012, 19.22.01
Cavaliere25 aveva scelto.
Un attimo dopo, il suo mantello si rivoltò e la Rete Piombata si avvolse sul suo braccio.
“Usala ora, ragazzo!” Gridò il falco.
La Rete, in un attimo, piombò sul demone, facendolo così cadere dalla sua terrificante cavalcatura.
La Rete lo aveva immobilizzato.
“Bravissimo, ragazzo!” Esclamò raggiante il Falco. “Non avrei scommesso neanche una piuma su di te, ma mi hai sconfessato alla grande! Avanti, prendi il Tridente e finisci quello scarto d’Inferno!”
Guisgard
21-03-2012, 19.31.42
Un cavaliere dall’indefinibile aspetto era davanti a Lilith.
La fissava immobile.
Tutto intorno sembrava incantato.
Un vuoto silenzio avvolgeva la selva.
Ed una cupa disperazione scese nel cuore della ragazza.
Lilith finalmente riprese conoscenza.
“Non sai che questa selva è maledetta?” Disse una voce alla ragazza. “Non dovresti essere qui. C’è in atto una guerra. Una guerra devastante.”
Ma non c’era nessuno attorno alla giovane alchimista.
Però, un attimo dopo, la giovane si accorse che non era così.
Un lupo era accanto a lei e la fissava.
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Altea
21-03-2012, 19.38.17
La Regina si alzò di scatto irabonda, inveendo contro di me..ma io ero sicura della mia verità.
Ella uscì dal salone coi cortigiani...in fondo era un problema suo..ella non sapeva mai prendere una decisione.
Ad un tratto mi raggiunse Fyellon, mi sentii rassicurata di vedere un volto amico "Sto bene grazie, ho solo avuto un piccolo diverbio con la regina. Andate in città? Io verrò con Voi, non intendo fare da balia a una persona che è ottusa, penso la regina abbia i suoi consiglieri...è il popolo che ha bisogno di aiuto, Vi supplico fatemi venire con Voi"
elisabeth
21-03-2012, 19.41.21
Tutte le mie energie mi rimbalzarono addosso.....la mia richiesta..il mio ordine si annullava.......Sir Guxyo..mi aveva scaricata in quella stanza....non avrei parlato con nessuno, non avrei rivolto un mio pensiero per nessuno...ebbi un'atto d'ira inaudito....cominciai ad urlare sino a sentire il frantumarsi dei vetri delle finestre.....le mie braccia lanciarono in quella stanza...rovi spinosi....che prendevano fuorco al tocco delle mura.......sino a che stanca ed esausta....non decisi di uscire da quel posto..che sembrava una maledetta prigione......avrei camminato per ore, per giorni...per secoli ma lontano da quella citta' maledetta....
Talia
21-03-2012, 19.46.42
Guisgard, allora, aiutò Talia a sedersi davanti al fuoco.
“Mi sembra di partecipare ad una recita…” sottovoce lui a lei “… solo che non ho il copione e dunque posso solo inventarmi le battute…” gettò altra legna sul fuoco e la fiamma si rinvigorì.
Accanto al focolare la luce era più intensa e mutevoli bagliori si accendevano nel vivace sguardo di Talia.
“Sai che muoio dalla voglia di sentire quella tua storia?” Fece lui.
Sorrisi...
“Più tardi la sentirai!” risposi in un sussurro “Eh... sai, però... se solo la conoscessimo meglio, quella storia, probabilmente avremmo anche le battute per questa recita!”
Sentivo il calore del fuoco del camino scaldarmi la pelle, era una sensazione piacevole, una sensazione di profondo benessere... e mi stupii un po’ di questo: la nostra posizione non era delle migliori, dopotutto... se il nostro vecchio ospite avesse scoperto chi eravamo davvero... eppure non mi sentivo tesa, né avevo paura... al contrario, era come se una parte di me si sentisse esattamente al suo posto. E non potei non chiedermene il motivo, non potei non chiedermi qual era il mio vero ruolo lì e il valore di quella visione...
In quel momento tornò il vecchio.
“Ecco qui le tre focacce…” sorridendo “… avanti, lady Chymela… ditemi voi quale devo tagliare per prima… e immagino sceglierete la preferita di lord Andros… su, ditemi… quale comincio a tagliare? Quella ai cereali, al miele oppure quella con la confettura di albicocche?”
“Oh...”
Quella domanda, così inattesa, mi colse alla sprovvista.
La focaccia preferita da lord Andros... per un istante esitai... ma fu appena un attimo, poi risi...
“Oh, mio buon amico...” dissi, in tono vistosamente divertito “Perdonatemi... ma voi, certo, ricorderete bene quando Sua Signoria apprezzi i dolci... e quando i suoi gusti siano volubili riguardo a ciò... non è forse vero, caro?” soggiunsi poi, ruotando appena la testa verso Guisgard ma mantenendo un largo e, apparentemente, sicuro sorriso sulle labbra...
“Anzi... a tal proposito...” ripresi, come colta da un’idea improvvisa “Mi piacerebbe fare un piccolo gioco... siate buono, amico mio, tagliate un piccolo spicchio da ciascuna focaccia e porgetemelo, vi prego! E tu, caro...” facendo segno a Guisgard di avvicinarsi “Vieni a sederti con me... e chiudi gli occhi... vediamo se con il tempo i tuoi gusti non sono cambiati! Vuoi?”
Lilith
21-03-2012, 19.53.11
Quando il mio sguardo incontrò quello del lupo il mio respiro si fermò per alcuni secondi, per poi riprendere un ritmo irregolare ed affannoso. Non sapevo come avrei dovuto comportarmi. Non capivo niente, un attimo prima avevo sentito una voce, ne ero sicura. Una sensazione di nausea invase il mio corpo; la stessa sensazione che avevo quando leggevo nella mente delle persone o avevo una visione del futuro. Ma quella volta era diverso. Sembrava che qualcosa bloccasse la mia visione e poteva trattarsi solamente di magia. Il lupo si avvicinò. Tremavo dalla paura e non riuscivo a muovermi. I suoi occhi erano di un verde chiaro simile a quello del muschio quando, d'Inverno, viene coperto dalla neve. Continuava a guardarmi... "t-tu..." dissi io, con una voce balbettante e spaventata, senza poi riuscire a dire altre parole.
Guisgard
21-03-2012, 20.13.14
Il fuoco consumava lentamente la legna, che, di tanto in tanto, lanciava scintille fino sul margine del focolare.
Talia era seduta su una sedia davanti al fuoco e Guisgard le stava accanto, su uno dei gradini laterali del camino.
“Non saprei descriverlo…” sussurrò Cristiano alle tre ragazze “… o almeno non come riesco ad immaginarlo io...”
“Ma non l’avete mai veduto?” Domandò Veroiana. “Di persona, intendo io.”
“Ti pare che un uomo di così alto lignaggio” replicò alla ragazza la sua amica Eliana “si faccia vedere da vicino così facilmente!”
Cristiano sorrise.
“In fondo è un uomo come noi altri.” Fissando le tre ragazze.
“I Taddei sono fanatici!” Sentenziò Veroiana. “Sono imbevuti di loro stessi! Si proclamano difensori della Fede e poi non esitano a dichiararci guerra! Che vadano a liberare il Santo Sepolcro!”
“Io ricordo di aver letto” mormorò Eliana “degli scritti della Granduchessa Gyaia, che andò in sposa all’Arciduca Ardeiano... mi ha sempre colpito come descriveva suo marito... diceva che era bello... ben fatto ed aggraziato... a tratti sdegnoso, ma solo con chi non conosceva a fondo, altre volte solare... i colori erano mutevoli... i capelli scuri mettevano in risalto lo sguardo e facevano contrasto con la sua pelle chiara... come un marinaio... un marinaio di quelli che si trovano nei porti della Francia del Sud, in quei borghi animati da una vivace umanità… marsigliesi, catalani, baschi, italiani... ecco, io credo che Andros somigli ad Ardeliano…”
“Era innamorata e non faceva testo…” seccata Veroiana.
“E voi invece?” Domandò Cristiano a Chymela. “Voi come immaginate sia l’Arciduca Andros?”
Ma proprio in quel momento giunse un servitore.
“Principessa…” fissando Chymela “… vostro padre chiede di voi… prego, vi condurrò da lui…”
A quella curiosa richiesta di Talia, il vecchio guardiano sorrise e fece come aveva chiesto la ragazza.
Guisgard, allora, si avvicinò a lei e chiuse gli occhi.
“Eh…” incuriosito e divertito il cavaliere “… un bel giochino sui miei gusti… ma alla fine il premio chi lo vince?”
“Assaggiate dolci” ridendo il vecchio “e chiedete anche il premio, mio signore?”
“Eh…” sospirò divertito Guisgard.
Guisgard
21-03-2012, 20.44.11
Elisabeth lasciò la stanza e si avviò verso l’uscita.
Ma, all’improvviso, udì una musica.
Un menestrello stava ai piedi di una delle statue del parco.
Nel vederlo Elisabeth fu turbata.
La città rischiava di andare a fuoco sotto i colpi di un terribile nemico e quel musico invece sembrava quasi infischiarsene.
elisabeth
21-03-2012, 20.48.20
Fumo...e fiamme.......riuscii ad uscire dal palazzo, quando venni rapita da una musica....e voltandomi vidi un musico ....che nella sua beatitudine suonava una bellissima melodia.........incominciai a sorridere e forse perche' no a ridere e cominciai a ballare al ritmo di quella musica....danzai come mai avevo fatto in vita mia...chiusi gli occhi e cominciai a volteggiare.......rossa in volto mi fermai....." in un mondo di diastruzione.......la melodia riempie gli animi....volete venire con me "?....
Talia
21-03-2012, 20.49.05
La mia mano tremò violentemente...
Un’altra visione... vivida e intensa come le precedenti.
Percepii il disagio di lady Chymela e la sua riluttanza ad andare via... osservai di nuovo il volto di Cristiano attraverso gli occhi della principessa... sì, aveva un volto decisamente familiare... e lentamente iniziai a capire...
Riaprii gli occhi con un vago sorriso sulle labbra.
Guisgard, allora, si avvicinò a lei e chiuse gli occhi.
“Eh…” incuriosito e divertito il cavaliere “… un bel giochino sui miei gusti… ma alla fine il premio chi lo vince?”
“Assaggiate dolci” ridendo il vecchio “e chiedete anche il premio, mio signore?”
“Eh…” sospirò divertito Guisgard.
“Vediamo...” dissi allora, sfiorando con la punta delle dita il vassoio che il vecchio servitore mi porgeva e scegliendo uno dei tre spicchi “Iniziamo con questo! Cosa ne pensi di questo, caro?” esitai appena un istante, poi decisi di tentare la sorte “Questa qualità, questa sera, sarà forse la preferita di Sua Signoria? O magari... magari potrebbe esserlo dell’ambasciatore Cristiano?” soggiunsi decisamente divertita e vagamente noncurante, voltandomi verso il servitore “Rammentate?”
Daniel
21-03-2012, 21.06.41
Tre ragazzini emersero dalla vegetazione.. Erano contadini pensai.. Uno di loro.. Il più grande penso.. Sembrava il più sveglio.. Aveva capelli rossissimi e occhi verdi penetranti.. Mi avvicinai e dissi facendo un leggero inchino..
<<Piacere io sono Daniel Cavaliere Verde e Dominatore degli elementi.. E sono il difensore del popolo di Tylesia.. Voi siete?>>
Guisgard
21-03-2012, 21.17.43
A quelle parole di Talia, il vecchio guardiano del Belvedere scoppiò a ridere.
“Eh, quel nostro viaggio!” Esclamò. “Lo rammentate, milord? Voi e quella vostra, come definirla? Fissa? Si, era una vera e propria fissa! E così partimmo per quel viaggio! Voi cercavate un tesoro ed io dovevo portare a termine la mia missione diplomatica!” Il vecchio parlava a raffica. “E così, vostro padre decise di affidarvi a me! E io avrei scelto la tappa del nostro cammino!”
Guisgard accennò un sorriso ed annuì.
“Però foste voi a scegliere quei nomi, rammentate? Mi ha sempre incuriosito perché abbiate scelto Cristiano e Guglielmo! Eh, ma ricordate la gara con l’arco alla corte di Sigma?” Continuò il vecchio. “Ed il premio? Eh, tanto ambito era il bacio della nostra principessa Chymela! Oh, ma ora c’è un’altra gara in corso, vero, milord? Avanti, rispondete a vostra moglie!” Si alzò e riempì due coppe di buon vino. “La Granduchessa, lo rammento, non beve, ma noi un goccetto possiamo farcelo, vero, milord?”
“Veramente è un po’ tardino…”
“Ma come, mio signore?” Stupito il vecchio. “Mi negate l’onore e il piacere di brindare con voi?”
“Brinderemo” sorridendo Guisgard “ma io non voglio esagerare… sapete, non voglio rovinarmi il sapore del dolce che mi attende.”
I due allora brindarono ed il vecchio esortò Guisgard a continuare il gioco dell’assaggio.
“Avanti, vostra moglie non avrà mica dimenticato i vostri gusti, milord!”
“Mhhh…” fece Guisgard, assaggiando un po’ di quella focaccia che Talia gli porgeva “… delicata… fragrante… resa ancor più dolce dal delicato tocco di mia moglie…” e sorrise.
Guisgard
21-03-2012, 21.20.11
Fyellon annuì a quella richiesta di Altea e i due lasciarono il palazzo.
Il cavaliere prese il suo cavallo e con Altea raggiunse la zona dell’incendio.
Ovunque vi era caos.
Disperazione e paura, grida e pianto, questo regnava in città.
Altea e Fyellon giunsero così tra la folla.
“Moriranno tutti…” mormorò il cavaliere “… l’aria qui è irrespirabile…”
Ad un tratto giunsero due soldati.
“Qui non potete stare!” Disse uno di loro alla folla.
“Qui moriremo!” Gridò Fyellon.
“Indietro!” Urlò l’altro soldato.
Fyellon allora estrasse la spada e li uccise entrambi.
“Presto, con me!” Gridò alla folla. “Statemi vicina, milady!” Fissando poi Altea.
Quella massa di persone, capeggiata da Altea e Fyellon, avanzò verso le terme, per entrare e ripararsi.
“Qui saremo al sicuro…” mormorò Fyellon “… ora però i soldati ci cercheranno, milady…” disse ad Altea “… anche se, in verità, cercheranno me… volete tornare al palazzo?”
Guisgard
21-03-2012, 21.30.13
Il menestrello fissò Elisabeth e sorrise.
“La musica aiuta a dimenticare” accarezzando la cetra “ma solo ciò che non è veramente importante… avete qualche richiesta, milady? Volete che reciti per voi rime su qualche grande storia d’amore? Ditemi… o forse che descriva per voi i ritratti di celebri amanti? La poesia e la musica possono tutto…” si alzò e si avvicinò alla maga “… perdonate la scortesia di non essermi presentato subito… sono Fin Roma, un chierico…” e mostrò un delicato inchino.
Guisgard
21-03-2012, 21.34.33
Il lupo fissava Lilith.
Poi cominciò ad avvicinarsi alla ragazza.
“Questa selva è maledetta…” disse l’animale “… si sta combattendo una guerra… verità contro illusione… luce contro tenebre… tu cosa cerchi? Perché ti chiedo questo? Perché chiunque giunge in questa selva, è in cerca di qualcosa… qual è il tuo nome?”
elisabeth
21-03-2012, 21.37.04
Rimasi a guardare il chierico .....avevo le guance rosse i capelli sciolti ed il fiatone...sembravo una ragazzina che aveva rincorso il suo cane nei prati....." Sono Lady Elisabeth...felice di conoscervi.....si la musica e' balsamo per ogni cosa......la musica e' la parola dell' universo.....Tylesia brucia..e' attaccata e io infondo non so cosa fare..tutto mi sembra impossibile....tornate a sedervi e io vi siedero' accanto...e raccontatemi di Amore......aspettero' con voi che il mono finisca di bruciare.....".......
Lilith
21-03-2012, 22.02.41
Ero completamente ipnotizzata da quell'animale. Tornò la sensazione di nausea. Attesi qualche istante prima di rispondergli. "Lilith. Mi chiamo Lilith." presi un lungo respiro e continuai "sono in cerca della Pietra Teosofica, mi serve per salvare il mio villaggio... stanno morendo tutti... una malattia misteriosa ci ha invaso. Io... voglio salvarli..." Mi sentivo strana... stavo parlando con un lupo... "Dove mi trovo?" gli chiesi, speranzosa di avere qualche informazione sulla pietra teosofica...
Guisgard
22-03-2012, 01.57.54
I tre fanciulli fissarono meravigliati Daniel.
“Sei un...” mormorò il più piccolo “... un cavaliere? Cos'è un cavaliere?”
“Somiglia agli Angeli che ci sono in chiesa...” fece il secondo “... sei forse un Angelo?”
“Sciocco, gli Angeli non si possono vedere!” Lo riprese il più grande.
Guisgard
22-03-2012, 02.12.43
Fin Roma, a quelle parole di Elisabeth, sorrise.
“Il mondo non finirà, milady.” Disse continuando ad accarezzare le corde della sua cetra. “Almeno non oggi. Tylesia è molto bella... uno splendore, una rara meraviglia... eppure non è il mondo intero... cos'è oggi Tylesia? Chi può dirlo... forse una città assediata, forse un'isola in balia di venti sconosciuti... l'unica cosa certa è che la sua sorte sarà influenzata delle sue azioni... forse ora Tylesia avrà un'altra possibilità di salvezza... ma sarà l'ultima, temo...”
Ad un tratto suonarono a festa tutte le campane della città.
Un attimo dopo giunse Reas.
“Milady...” fissando Elisabeth “... l'incendio è stato spento... Tylesia è salva, grazie al Cielo...”
Talia
22-03-2012, 12.02.30
Il nostro ospite scoppiò a ridere ed io ebbi un impercettibile, involontario moto di vittoria... avevo visto giusto, dopotutto.
Sorrisi, dunque, del suo entusiasmo... ed il mio sorriso si allargò quando pensai alla confusione e alla perplessità che doveva agitarsi dentro Guisgard in quel momento...
“Povero caro...” mormorai quindi, sollevando una mano a carezzargli appena la guancia ma non riuscendo del tutto a celare quell’aria vistosamente divertita “Quante emozioni oggi, vero?”
I due allora brindarono ed il vecchio esortò Guisgard a continuare il gioco dell’assaggio.
“Avanti, vostra moglie non avrà mica dimenticato i vostri gusti, milord!”
“Mhhh…” fece Guisgard, assaggiando un po’ di quella focaccia che Talia gli porgeva “… delicata… fragrante… resa ancor più dolce dal delicato tocco di mia moglie…” e sorrise.
Sorrisi e porsi a Guisgard gli altri due spicchi di focaccia... uno alla volta... poi ne assaggiai a mia volta un piccolo pezzo...
“Vediamo...” dissi poi, realizzando improvvisamente che -se posta nel giusto modo- quella sentenza che con forza mi veniva chiesta avrebbe potuto comunque non risultare sbagliata “Che cosa ne pensi? Io credo di preferire, senza alcuna ombra di dubbio, quella ai cereali... ma tu... credo che tu, per questa sera, sia invece combattuto tra quella alle albicocche e quella al miele... sbaglio, caro? Dicci, dunque... qual è quella meglio riuscita, per questa volta?”
cavaliere25
22-03-2012, 12.27.17
presi il tridendente e guardai il demo ne lo infilzai nel petto del demone e dissi ora la missione è finita ora cosa facciamo domandai girandomi verso il falco
Daniel
22-03-2012, 15.52.52
Sorrisi e dissi
<<Sì sono una specie di Angelo ustode di tutte le persone di Tylesia..>> Mi avvicinai e chinai verso di loro dicendogli:
<<Ma voi chi siete? Vivete qui?>>
Guisgard
22-03-2012, 16.52.56
Allora la madre decise di realizzare quel desiderio di suo figlio, perchè vedeva Andros, da qualche giorno, malinconico e chiuso in se stesso.
Lo credeva di malumore o ammalato e nulla, pensava la donna, poteva distrarlo come un lungo viaggio.
Chissà che la vista di terre e gente nuova, l'arte e la poesia di contrade lontane e perchè no, lo sguardo languido di qualche bella giovane dama, avrebbero addolcito l'umore cupo di suo figlio.
Il padre acconsentì a quel proposito di sua moglie e il futuro Arciduca fu lasciato partire insieme ad un fedele servitore del ducato.
I genitori di Andros, però, ignoravano che all'origine della malinconia di loro figlio c'era quel sogno ricorrente che il ragazzo faceva di notte.
Il vecchio servitore fissò divertito Guisgard e Talia.
“Avanti, mia signora...” rivolgendosi alla ragazza “... vediamo cosa risponde il nostro Arciduca!”
“Mmm...” assaggiando il secondo spicco di focaccia Guisgard “... sofisticato... non forte... e gradevole al palato...” poi il terzo spicco “... mmm... però... sapore deciso... un tantino agrodolce...”
Il vecchio rise.
“Allora, questo responso?” Domandò.
“Eh, ma i sapori ora sono falsati!” Esclamò Guisgard. “Tutti sono alterati dal dolce sapore delle bianche mani di mia moglie!”
“E dunque?” Fissandolo il vecchio.
“Allora non mi resta” sorridendo Guisgard “che giudicare alla maniera degli orientali... pare infatti che nelle Indie i cibi vengano apprezzati anche per l'aspetto, oltre che per i loro sapori...”
“Allora, milord?” Sempre più curioso il vecchio.
“Allora mi lascerò guidare dai miei occhi” rispose Guisgard “oltre che dal mio palato...” prese la mano con cui Talia gli aveva fatto assaggiare le focacce e ne sentì il profumo “... come immaginavo... odore di boccioli freschi, sapore di campo, essenza di Primavera...” e sfiorò con le labbra le dita di lei “... ora comprendo perchè erano così gustose quelle focacce... ah, senza offesa, amico mio!”
Il vecchio rise ed annuì.
“Ma devo scegliere...” continuò il cavaliere “... tolto il profumo, poi il gusto, come detto, restano la forma e i colori... e siccome l'albicocca è la prima a fiorire in Primavera e i bellissimi capelli di mia moglie mi ricordano quel luminoso frutto, non posso fare altro, stasera, che scegliere la focaccia con quella confettura...”
Guisgard
22-03-2012, 17.04.35
“Si, viviamo qui.” Rispose il più grande di quei fanciulli a Daniel. “Nostro padre ci ha portato qui, per salvarci.”
“Si...” intervenne il secondo “... lui dice che loro distruggeranno Tylesia, per questo siamo fuggiti via...”
“Si, nostro padre dice” fece il più piccolo “che loro non verranno in questa selva... qui siamo al sicuro...”
“A te, cavaliere, loro non fanno paura?” Domandò il secondo fanciullo a Daniel.
Guisgard
22-03-2012, 17.12.05
Cavaliere25 infilzò il demone con il suo Tridente e quello emanò un urlo terrificante che scosse tutta la selva.
Poi prese fuoco e si dissolse in mille scintille, tra bestemmie e grugniti.
“Ottimo lavoro, ragazzo!” Disse il falco. “Hai ricacciato quel demone all'Inferno!” Rise. “Ora però devi decidere cosa fare del tuo potere... il Cavaliere Blu è uno dei quattro difensori di Tylesia... e quella città è in grave pericolo in questo momento...”
cavaliere25
22-03-2012, 19.30.30
visto che sono un cavaliere ora decido di difendere quella città con tutte le mie forze dove si trova quella città dissi? mi ci accompagnereste? dissi guardando il falco
elisabeth
22-03-2012, 20.12.55
la campane presero a suonare......vidi Fin sorridere...." Avete ragione ogni essere vivente vive delle proprie azioni.....le nostre scelte modificheranno le scelte di altre persone, modificheranno il decorso della vita stessa......voi dite che Tylesia e' salva ?.......forse e' stato solo spento un incendio e niente piu'......forse abbasseranno le difese per questo..e la battaglia tornera' piu' dura.......forse Tylesia e gia' morta e nessuno se ne' accorto........intanto io saro' qui seduta accanto a voi....ho provato a parlare con chi aveva la possibilita' di cambiare le cose...e nessuno mi ha ascooltata.......Adesso mio caro Fin.....e' tempo che io veda il tramonto seguito dalle tenebre o l'alba seguita da un nuovo giorno.........Elisabeth, in tutto questo.....puo' essere un attenta spettatrice.."......mi accomodai meglio sul gradino accanto a Fin e raccolsi le mie gonne......ed aspettai che Fin.....intonasse nuova musica...questa volta non avrei ballato....
Guisgard
22-03-2012, 21.48.31
Il Lupo fissò Lilith e avanzò di qualche passo verso di lei, per poi accovacciarsi a terra.
“Sei nella grande selva di Tylesia…” disse il lupo “… o forse in un sogno… magari un incubo…”
Ad un tratto si avvertirono dei passi.
Un attimo dopo, dalla fitta vegetazione, emersero delle figure: due cavalieri, un monaco ed un nano.
“Attenta, ragazza!” Gridò il cavaliere a Lilith. “Non muoverti o quel lupo di aggredirà!” Ed estrasse rapido la spada.
Ma il lupo, vedendosi minacciato, fuggì via.
I quattro allora raggiunsero Lilith.
“Come stai?” Domandò alla ragazza quel cavaliere. “Ti ha ferita quel lupo?”
“No, sembra tutta intera…” fissandola il nano.
“Cosa ci fai qui tutta sola in questa selva?” Le chiese il cavaliere. “Io sono Redentos e questi sono i miei compagni di viaggio… frate Jovinus, il mio apprendista Parsifal e il nano Avid.” Presentandosi insieme ai suoi compagni. “E tu come ti chiami?”
Lilith
22-03-2012, 22.39.18
"Sto bene" dissi io, rialzandomi. Mi guardai i piedi. Erano pieni di ferite; sarebbero servite ortiche e bacche di sambuco per medicarli e per cicatrizzare le piaghe. Non guardai gli uomini in volto, mi limitai a fare un lieve inchino ed a dire: "Il mio nome è Lilith. Sono in cerca della Pietra Teosofica... ne ho bisogno perchè nel mio villaggio si è diffuso un morbo mortale e senza di essa non riuscirò a salvare gli abitanti." Mi fermai per qualche istante per potermi rendere conto di chi avevo di fronte. Guardai gli uomini uno ad uno, cercando di trarre più informazioni possibili dal loro aspetto. Mi travolse nuovamente quella fastidiosa sensazione di nausea, ma questa volta la visione si presentò senza alcun problema. Riguardava Parsifal, il cavaliere apprendista. Lo stavo fissando senza rendermene conto, perchè solitamente le mie visioni erano molto più chiare quando guardavo negli occhi la persona interessata...
Guisgard
23-03-2012, 01.47.23
Elisabeth si sedette sul gradino, ma Fin Roma, inspiegabilmente, non c’era più.
“Cosa dicevate, milady?” Avvicinandosi a lei Reas. “Pensavate ad alta voce?” Rise.
E quel suo sorriso illuminò la sera di Tylesia.
Il firmamento, pian piano, cominciò ad accendersi fino a quando una velata foschia rese tutto sbiadito ed incerto.
In lontananza i fumi dell’incendio appena sedato vagavano, sospinti dal vento, verso l’orizzonte, fino a perdersi tra le colline e i monti lontani.
“Venite, comincia a far fresco…” continuò Reas, porgendo una mano ad Elisabeth “…abbiamo tutti bisogno di riposare dopo questa brutta situazione…” il suo volto ora era disteso “… sapete che ci sarà un banchetto a corte? Si, per festeggiare l’incendio appena spento. Posso avere l’onore di avervi come dama per quel ricevimento?”
“Temo che lady Elisabeth sia già impegnata, capitano…” avvicinandosi due cavalieri del Tulipano “… ella è infatti appena entrata nel nostro ordine cavalleresco. Come consigliera di lord Guxyo.”
“Cosa dite?” Fissandoli Reas. “Mentite!”
“Lo credete davvero, capitano?” Ridendo uno dei due cavalieri. “Allora sarà proprio lady Elisabeth a confermare questa lieta notizia… non è vero, milady? Avanti, ditelo anche voi al nostro capitano.”
Guisgard
23-03-2012, 02.14.20
Redentos fissò Lilith.
Le parole della ragazza avevano in qualche modo colpito il cavaliere.
“La Pietra Teosofica...” mormrò “... ne hai mai sentito parlare, Avid?” Domandò al nano.
“Si, da qualche bardo del mio villaggio...” rispose questi “... ma sempre infarcendone le caratteristiche con miti e leggende...”
“Di cosa si tratta esattamente?”
“Si narra” fece il nano “che sia stata una delle pietre che ornavano la corona di Lucifero quando era il Primo fra gli Angeli di Dio... quando l'angelo del male precipitò sulla Terra, trafitto dall'Arcangelo Michele, perse la corona e tutte le pietre preziose che l'abbellivano andarono disperse...”
“E quali poteri vengono attribuiti a quella pietra?” Chiese ancora Rendentos.
“Si tratta “ spiegò il nano “di una pietra dai misteriosi poteri... secondo Eranimo il Reticente, un mistico bretone, la pietra era capace di trarre acqua dalle rocce... Eziano detto il Goto, un monaco amanuense, attribuiva a quella pietra il potere di spegnere le fiamme... altri invece, come I Figli dell'Egeo, un ordine cavalleresco attivo durante la Crociata, la pietra permetteva di comunicare con l'Oltretomba...”
“Una svariata quantità di poteri.” Sorridendo Redentos. “Non c'è che dire.” Fissò allora Lilith. “E cerchi la tua pietra vagando da sola in questa selva? Non credi sia troppo pericoloso per una ragazzina? Al tuo villaggio forse hanno preteso un po' troppo da te.”
La sera era ormai giunta.
“Sarà meglio accamparci qui...” fece Redentos “... non mi va di proseguire per questa selva avvolti fra le tenebre. Riprenderemo il cammino col favore della luce.”
Avid allora raccolse della legna e accesa un fuoco.
“Puoi restare con noi” disse Redentos a Lilith “se vuoi. E domattina, a Dio piacendo, potrai riprendere la tua ricerca.”
Guisgard
23-03-2012, 02.43.35
Il falco fissò Cavaliere25.
“La città in pericolo è Tylesia!” Disse il fatato rapace. “Non manca nulla per un bel romanzo, ragazzo mio... due schieramenti rivali, un tesoro inestimabile e conteso, aggiungendo al tutto una bella guerra tanto per rendere più avvincente la cosa!” Gracchiò. “Sei davvero sicuro che vuoi andarci? Fossi in te galopperei nella direzione opposta! E di gran carriera!”
Un leggero vento alitò sulla selva.
“Ma se proprio ci tieni ad andarci” continuò il falco “allora devo rivelarti un paio di cosucce... in primis, sappi che a Tylesia tu e gli tre cavalieri degli Elementi non siete ben visti... vi ritengono roba da favole, frutto di leggende... quindi proporrei di celare la tua identità... non andare in giro a sbandierare ai quattro venti di essere l'invincibile Cavaliere Blu, Custode dell'Elemento Acqua e difensore di Tylesia... meglio non dare nell'occhio... utilizzerai la tua corazza solo nel momento del bisogno... ovvio che l'avrai sempre con te... hai uno stemma sull'elmo... toccandolo la corazza si miniaturizzerà come per magia...” volò allora verso Cavaliere25 e toccò lo stemma sull'elmo col suo becco.
Un attimo dopo la corazza si rimpicciolì, racchiudendosi, incredibilmente, in un ciondolo dalla stessa forma dello stemma.
“Ecco...” continuò il falco “... metti il ciondolo al collo e nel momento del bisogno, toccandolo, ricomparirà la tua corazza e tu sarai nuovamente il Cavaliere Blu. Ora, se vuoi, possiamo dirigerci a Tylesia.”
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cavaliere25
23-03-2012, 10.00.09
Certo dissi andiamo io sono pronto sistemai il ciondolo al collo e mi iniziai ad incamminare dentro di me pensai chissà se faccio bene a immergermi in questa avventura e mentre camminavo mi guardavo intorno per scoprire i posti nascosti di quella selva buia
Talia
23-03-2012, 16.46.29
“Ma devo scegliere...” continuò il cavaliere “... tolto il profumo, poi il gusto, come detto, restano la forma e i colori... e siccome l'albicocca è la prima a fiorire in Primavera e i bellissimi capelli di mia moglie mi ricordano quel luminoso frutto, non posso fare altro, stasera, che scegliere la focaccia con quella confettura...”
Sorrisi leggermente...
poi tesi una mano verso Guisgard e, trovata la sua, mi alzai per avvicinarmi un poco al fuoco.
C’era silenzio e pace... tanto che avrei quasi potuto credere l’intero maniero del Belvedere si trovasse fuori dal mondo: nessun rumore lontano era percepibile, né il fruscio del vento né il picchiettare della pioggia, ma solo un denso ed assoluto silenzio... rotto appena dal crepitare basso e sordo del camino...
Per qualche momento rimasi immobile, assaporando quella vaga sensazione di benessere e il gradevole tepore del fuoco sulla pelle...
Poi, d’improvviso, un capogiro...
“Mi hai mentito!” gridai... ero arrabbiata, tanto arrabbiata che non riuscivo a smettere di tremare...
L’uomo di fronte a me non rispose subito... abbassò gli occhi, quegli occhi azzurri talmente belli da lasciarmi sempre senza parole...
“Mi hai mentito sapendo di mentire... e non puoi negarlo!” ripresi dopo qualche istante, la voce ruvida e carica di dolore, prima che lui avesse il tempo di parlare... perché non volevo ascoltarlo, non volevo ascoltarlo più... mi sentivo tradita, raggirata, ingannata...
“Ma come hai potuto? Tutto ciò che ci siamo detti... tutto quello che mi hai sussurrato al chiaro di luna... erano tutte bugie!”
La voce mi si incrinò... ma io non avevo intenzione di tacere, non potevo permettermelo, così come non potevo permettermi di incrociare ancora il suo sguardo di fronte al quale finivo sempre per capitolare...
I suoi occhi erano larghi e vagamente lucidi ed io distolsi i miei per un istante...
“Mi hai detto tante cose... mi hai promesso il mondo intero... ma non hai mai, neanche per un istante, pensato di dirmi che... che...” inspirai profondamente “Che tu... tu, il mio Cristiano, in realtà sei... sei lord Andros dei Taddei!”
Pronunciai quelle ultime parole con l’aria di chi sta pronunciando il peggiore insulto conosciuto al genere umano... avevo gli occhi lucidi e le lacrime mi rigavano le guance...
“...che tu sei colui che vuole conquistare Sygma e ridurre mio padre ad un suddito, sei colui che vuole assoggettare il mio popolo, sei colui che vuole annullare le nostre tradizione ed impiantare qui quelle di Capomazda... Ed io...” mi bloccai un istante, poi mi costrinsi a proseguire “Ed io ti odio! Ti odio, perché hai lasciato che mi innamorassi di te senza sapere chi tu fossi davvero!”
Fu un attimo... un capogiro... quelle immagini che invadevano la mia mente... quel dolore lancinante in mezzo al cuore... la rabbia di Chymela, la sua paura... fu troppo per me...
Barcollai violentemente. E, per un istante, temetti di cadere a terra.
Guisgard
23-03-2012, 17.20.02
XIII Quadro: Il Fiore perduto e la Gioia smarrita
“<<E... lo vedete davvero?>> domandò, escludendo cioè ogni dubbio che quella fosse senz'altro un'allucinazione ingannevole e morbosa: <<vedete proprio una figura?>>
<<E' strano che insistiate su questo, quando vi ho già detto che la vedo,>> fece Stavrogin, tornando ad irritarsi ad ogni parola, <<s'intende, la vedo, la vedo, come vedo voi... e a volte, la vedo e non sono sicuro di vederla pur vedendola... e a volte non so che cosa sia verità: se io o lui... tutte assurdità. E voi non potete assolutamente supporre che sia proprio il demonio?>> aggiunse, mettendosi a ridere e passando in modo troppo brusco al tono canzonatorio; <<eppure sarebbe più in armonia con la vostra professione.
<<E' più probabile che sia una malattia, sebbene...>>
<<Sebbene cosa?>>
<<I demoni indubbiamente esistono, ma il modo di concepirli può essere molto diverso>>”
(Fedor Dostoevskij, I Demoni)
Talia avvertì quel capogiro.
Poi barcollò violentemente e fu sul punto di cadere a terra.
“Talia!” Avvicinandosi Guisgard e prendendola fra le braccia prima che la ragazza cadesse. “Cosa c’è? Ti senti male?”
Il vecchio guardiano restò per un attimo a fissare Guisgard, poi si alzò e prese dalla credenza una bottiglina di vetro.
Riempì con il contenuto di quella un piccolo calice di cristallo.
“Prendete, mia signora…” porgendo il calice a Talia.
“Grazie…” prendendo il calice Guisgard “… sorseggia piano, piccola…” facendole bere un po’ del contenuto.
“E’ un elisir molto forte…” spiegò il vecchio “… le passerà subito, milord… non preoccupatevi, sarà solo la stanchezza per il lungo viaggio…”
Guisgard annuì e poi fissò Talia, accarezzandole il volto e accomodandole una ciocca che era scesa sul suo bianco viso.
Guisgard
23-03-2012, 17.35.55
Così, Cavaliere25 e il Falco si avviarono verso la città di Tylesia.
Attraverso uno stretto ed angusto sentiero che tagliava in due la selva, giunsero presso un piccolo fiumiciattolo dall’acqua verdastra.
E sulla sponda del fiume videro un energumeno che bloccava il passaggio.
“Chi è là?” Chiese nel vedere Cavaliere25 avvicinarsi.
Talia
23-03-2012, 17.44.54
Fu un attimo... poi ripresi a respirare regolarmente.
Guisgard mi sosteneva, ma era nervoso... potevo sentirlo dalla sua mano e dai movimenti regolari e cadenzati con cui la muoveva.
“Sto bene...” provai a mormorare, con quel po’ di voce che mi era rimasto.
Tentai di rimettermi in piedi, ma ero ancora scosse e i tentativi furono piuttosto vani... così, sempre appoggiandomi pesantemente a lui, sollevai il volto...
“Sono stanca... molto, molto stanca! E vorrei ritirarmi! Ti prego...” stringendo forte la mano di Guisgard “Ti prego, accompagnami di sopra!”
cavaliere25
23-03-2012, 18.14.05
il mio nome è cavaliere25 e sono un boscaiolo voi chi siete signore dissi guardandolo negli occhi
Guisgard
23-03-2012, 18.15.41
Il vecchio servitore sorrise, per poi sorseggiare l’ultimo goccio di vino rimasto nella sua coppa.
“Eh, credo che sia giunto anche per me il momento di andare a letto…” alzandosi dalla sua sedia “… queste mie vecchie membra reclamano già da un pezzo un po’ di riposo… ecco… ora, miei signori, vi chiedo il permesso di ritirarmi…” sorrise a Guisgard e a Talia “… la vostra stanza, miei signori, è pronta… ho acceso anche il camino, in modo che possiate trovarla già riscaldata…” e si avviò verso la porta dalla sala “… sono felice che siate ritornati, miei signori…” voltandosi “… sono sicuro che tutto finalmente si sistemerà… mio signore, il vostro cuore” fissando Guisgard “può vincere e conquistare finalmente la Gioia per la nostra terra…” guardò poi Talia e sorrise “… e solo voi, milady, potete conquistare il cuore di lord Andros…” mostrò un lieve inchino “… milord, lady Chymela, vi auguro una buona notte…” e si ritirò.
Guisgard lo fissò fino a quando non andò via.
“Mi chiedo chi sia davvero il suo signore” disse “a cui porta tanta devozione e fedeltà…” fissò Talia “… parla in modo così enigmatico… quei nomi, poi la terra di cui favoleggia, tutto sembra appartenere ad un mondo incantato e lontanissimo da questo reale… forse è tutto celato nella sua folle mente…” sorrise “… su, non lasciamoci immalinconire dai favoreggiamenti di quel povero vecchio! Ora tu devi riposare, vieni, ti porto sopra. Riesci a tenere in mano una candela?” E toltane una da un candelabro, dopo averla accesa sul fuoco del camino, lasciò che Talia la prendesse per illuminare le scale e il piano superiore del palazzo.
“Su, si va a letto.” Fece Guisgard, prendendo poi in braccio Talia.
Salirono le scale e raggiunsero la stanza al piano di sopra.
L’ambiente era accogliente e caldo, grazie al focolare acceso.
“Come ti senti?” Domandò Guisgard alla ragazza, mettendola poi delicatamente a letto. “Va meglio?” Si guardò intorno. “Siamo ospiti in un meraviglioso palazzo. E questo è reale. Sai, vorrei che tu potessi vederlo… vedere ogni cosa di questo bellissimo luogo…” si alzò “… il vecchio accennava al cuore del suo signore, hai sentito? Beh, al mio non interessa conquistare e liberare nessun regno… il mio cuore vorrebbe unirsi al tuo e farti vivere in pieno la magia di questo posto… vuoi vedere questo posto, Talia?” Prendendola di nuovo in braccio. “Vieni, lo scopriremo insieme…” soffiò sui candelabri che illuminavano l’ambiente e una lieve penombra, solo lambita dai bagliori del camino, scese nella stanza “… ora siamo al buio entrambi, Talia…” si avvicinò al camino “… avanti, tocca ciò che ti circonda… lo scopriremo insieme…” Guisgard portò Talia davanti al focolare “… senti questa pietra con cui è costruito il camino? Credo provenga dai monti vicini… ha lo stesso colore, un grigio tenue ed aspro… senti come è porosa al tatto?” Condusse poi le mani di lei sulle sfavillanti maioliche adagiate sulla spessa mensola in noce “… questo tipo di ceramica è solitamente smaltata con disegni in blu… neanche io però posso vederli bene questi disegni ora… posso immaginare i loro motivi vegetali e floreali… tu quali fiori vorresti ci fossero?” Poi Guisgard si chinò e un piede di Talia urtò qualcosa.
Era una cesta di vimini ai piedi del camino, nella quale, adagiata su morbidi cuscini di lana, dormiva una cagnetta dal pelo bianco e lunghissimo.
Guisgard guidò le mani di Talia verso la cesta e lasciò poi che la ragazza accarezzasse il morbido pelo della cagnetta.
Ai piedi del camino vi era un caldo avvolgente e rassicurante, fatto del profumo della legna verde ancora inumidita, perciò lenta a consumarsi e della torba.
La pietra calda rifletteva magnificamente quel caldo alone che arrivava ad accarezzare i loro volti, disegnando variegati riflessi e giochi di chiaroscuro tutto intorno.
“Vuoi dare un nome a questa cagnetta?” Sussurrò lui all’orecchio di lei. “Io credo di si… questo palazzo sembrava addormentato prima del nostro arrivo… prova a darle un nome e vediamo se si sveglia…”
Guisgard
23-03-2012, 18.33.22
L’energumeno fissò Cavaliere25.
“Sono Fieste” gridò “e questa zona è mia! Non passa nessuno, a meno che non mi abbia dimostrato di essere più forte di me!”
“Ma sta zitto, grosso idiota!” Esclamò il falco.
“Cosa?” Tuonò l’energumeno e guardando Cavaliere25. “Come osi, pulce, rivolgerti a me in quel modo? Ora ti farò pentire di essere nato!” Ed afferrò il boscaiolo stringendolo forte. “Perché mi hai chiamato idiota? Ora ti torcerò il collo!”
Cavaliere25 era bloccato nella morsa dell’energumeno e non poteva neanche sfiorare il suo magico ciondolo.
cavaliere25
23-03-2012, 18.35.45
lasciami immediatamente e ti faccio vedere io chi è piu forte tra noi due e lo fissai dritto negli occhi
Guisgard
23-03-2012, 18.53.47
“Perché mi hai chiamato idiota?” Con rabbia l’energumeno, mentre fra le braccia stringeva Cavaliere25. “Cosa ti ho fatto di male? Ora ti farò sentire molto dolore!"
cavaliere25
23-03-2012, 18.55.43
non lo fatto apposta ti chiedo scusa mi puoi lasciare per favore dissi iniziavo a innervosirmi
elisabeth
23-03-2012, 19.10.37
Le cose cambiano e le persone sembrano dissolversi per prendere altre sembianze....Fin..si dissolse nel nulla...e als uo posto c'era Reas.....il cuore incomincio' a battermi in petto lasciandomi senza fiato....scoltai ogni suo invito stavo prendendo la mia mano nella sua....quando le guardie del tulipano nero...mi vennero a prendere......incredulita' nello sguardo di Reas..." Lascaietmi il tempo di parlare col comandante e poi vi seguiro'..."...Mi alzai da sola dai gradini e mentre le due guardie si spostavano, mi misi difronte a Reas.....i suoi occhi nei miei.."....Volete la verita' Reas ?......io vi ho gia' detto la mia verita'...eppure avete pensato che i miei sentimenti servissero solo per fermare uno stupido duello......mi avete lasciata in chiesa.....con la marte nel cuore, vi amo.....comunque voi la pensiate......e' vero....ho deciso di passare dalla parte dell' oscurita'....ma che voi ci crediate o no, lo faccio solo per Tylesia....il nemico si combatte tra le mura della sua stessa casa...........siate prudente Reas......e fate che la Regina sia protetta....se Dio vorra' ci rincontreremo, spero solo che non calpestiate il mio cuore una seconda volta..........."......lo guardai......solo una carezza al volto e nulla piu'......
Guisgard
23-03-2012, 21.08.48
Reas restò alcuni lunghi istanti a fissare Elisabeth.
L'aria della sera era avvolta da un malinconico silenzio e le luci della città cominciavano a salire verso il cielo ormai scuro.
Dall'altra parte delle mura del palazzo si udivano le voci e i suoi della città, che finalmente cominciava a riprendersi dall'incendio.
“Non mi dovete alcuna spiegazione, milady...” mormorò impassibile il capitano “... quanto alla mia regina e a Tylesia, so bene come proteggerle dai loro nemici...” lanciò uno sguardo ai due cavalieri del Tulipano e andò via.
I cavalieri si scambiarono una rapida occhiata d'intesa e poi un ghigno attraversò il volto di ciascuno di loro.
“Andiamo, milady...” fece uno dei due “... lord Guxyo vi attende...” e condussero la maga dal loro signore.
Giunti nella Torre degli Eretici, il quartier generale del Tulipano, Elisabeth vide Guxyo a tavola con i suoi cavalieri.
Vi erano anche Kojo e Shoyo.
“Prego, milady...” disse Guxyo ad Elisabeth “... prendete pure posto a tavola con noi... sedete accanto a sir Kojo... vi farà da cavaliere...”
Guisgard
23-03-2012, 21.13.13
L'energumeno continuava a stringere Cavaliere25, impedendogli qualsiasi movimento e persino di respirare regolarmente.
“Dici di non averlo fatto apposta?” Alterato l'omone. “Mi chiami idiota e dici di non averlo fatto apposta? Come può scapparti una parola se non vuoi pronunciarla?”
“Mi scappa perchè sei un grosso idiota!” Disse il falco, che se ne stava appollaiato su un ramo vicino. “Un grosso e goffo imbecille! E sei anche brutto, oltre che stupido!”
“Cosa?” Tuonò l'energumeno. “Mi offendi di nuovo, pulce?” Fissando con cattiveria Cavaliere25. “Ora ti spacco tutte le ossa!”
cavaliere25
23-03-2012, 21.17.31
non sono stato io se guardi su quel albero e dritto a te vedrai un falco che parla cercai di liberarmi stavo davvero perdendo il controllo ma non volevo usare la corazza solo per quel uomo senza cervello
elisabeth
23-03-2012, 21.25.10
Freddo e scostante, Reas ando' via....e pregai in cuor mio che lui riuscisse a proteggere tutte le persone in cui credeva, e soprattutto potesse proteggere la sua stessa vita.....al ghigno dei due soldati, mi ricomposi, drizzai le spalle e li seguii......arrivai alla Torre e li' c'era tutta la compagnia..........Guxyo mi invito' a tavola, u suoi modi erano strani....non riuscivo neanche io a decifrarli e feci si che mi sedessi accanto a Kojo.......l'aria sembrasse non passare tra le mie corde vocali, emettere suoni mi faceva cosi' male che avrei potuto piangere per il dolore......ringraziai con un cenno del capo Guxyo...e mi sedetti accanto al mio cavaliere....." Sembra che il destino ci voglia uniti.....e sembra anche mio caro Kojo che Shoyo ...non ne sia felice, vedo che in un momento di grande carestia....le tavole sono ben imbandite......gia' che stupida i soldati devono sempre tenersi in forma......"........presi dalla tavola una coppa di vino e mi alzai in piedi......" Al Comandante Guxyo......che mi ha dato la possibilita' di mangiare al suo stesso tavolo......e di potermi ritenere degna alla sua presenza"........dopo aver alzato il calice lo bevvi tutto d'un fiato..........il vino mi avrebbe dato piu' coraggio...
Lilith
23-03-2012, 21.52.37
"Forse avete ragione, cavaliere... sono troppo giovane per avventurarmi alla ricerca della Pietra. Ma nel mio villaggio non c'è nessun'altro in grado di poterla trovare... Sapete, io ho fin dalla nascita dei poteri che mi permettono di vedere il futuro e tutti al villaggio sono convinti che grazie a questo io possa trovarla. Fino ad ora non ho scoperto niente... fino a che non vi ho incontrato, almeno. Adesso ho finalmente le idee più chiare, quando sono partita non avevo neanche idea di cosa stessi cercando!"
Mi chiesi se sarei sembrata scortese se avessi accettato la proposta di ospitalità, ma ripensai a quel lupo che e decisi che avrei accettato. "Se per voi non è un problema... gradirei restare, ma solo per questa notte... domattina riprenderò la mia ricerca" Dissi io, ma ancora stavo cercando di decifrare la visione di pochi minuti prima...
Guisgard
24-03-2012, 13.26.32
L'energumeno continuava a stringere Cavaliere25 e il boscaiolo era impossibilitato a muoversi.
“Continui a prenderti gioco di me!” Tuonò. “Vuoi farmi credere che quel falco può parlare? Mi prendi davvero per un idiota?”
“Infatti lo sei!” Esclamò il Falco.
“Maledetto!” Sempre più inviperito l'energumeno, che ovviamente non credeva alla storia del falco parlante. “Ora ti spezzo in due!” E strinse con ancora più rabbia il povero boscaiolo.
“Liberami e ti dimostrerò che sono più forte di te!” Disse il falco.
“Vuoi imbrogliarmi?” Chiese l'omone a Cavaliere25.
“Mettimi alla prova!” Rispose il falco.
L'omone allora lasciò finalmente Cavaliere25.
“Avanti...” continuò il falco “... cominciamo... lanciamo un sasso in aria e vediamo chi lo manda più in alto!”
L'energumeno allora prese un sasso e lo sferrò in aria, facendolo ricadere dopo un minuto.
“Ora tocca a te, pulce...” fissando Cavaliere25 “... e bada che se vincerò io la gara, tu farai la fine dello spezzatino di carne che ho mangiato a mezzogiorno!”
Il falco fissò Cavaliere25, facendogli segno di prendere un sasso e lanciarlo in aria.
cavaliere25
24-03-2012, 13.41.43
presi un sasso da terra e lo lanciai in aria con tutto la forza e aspettai che cadde a terra ora chi a vinto dissi guardando quella specie di armadio umano
Guisgard
24-03-2012, 13.58.45
Shoyo fissò Elisabeth ed accennò un sorriso.
“Vi sembrerà strano, milady...” sorseggiando del vino “... ma una donna può avere anche altri interessi nella vita...”
“Direi di concentrarci sugli ultimi avvenimenti...” con tono gravoso Guxyo “... l'ultimo attacco portato a Tylesia dai nostri nemici è stato devastante...”
“Come è potuto succedere, milord?” Chiese Shoyo. “Come sono riusciti ad incendiare la città, senza oltrepassare le mura?”
“Forse sono vere le cose che si dicono su di loro...” mormorò uno dei cavalieri.
“Il popolo ama inventare strane storie...” intervenendo Kojo … e sinceramente a me non interessa... se i nostri nemici possono assediare e appiccare incendi, allora vuol dire che possono anche essere feriti e uccisi come tutti...”
“Bisogna essere cauti, signori...” fissando tutti loro Guxyo “... ci troviamo davanti ad un nemico sconosciuto... solo conoscendolo meglio possiamo capire come vincere questa guerra!”
Guisgard
24-03-2012, 14.10.31
Redentos annuì a quelle parole di Lilith.
Si sedettero, così, tutt'intorno al fuoco.
“Comprendo il dramma che vivete voi tutti nel vostro villaggio...” disse Redentos a Lilith “... vi auguro di trovare ciò che cercate e di salvare la vostra gente... ora riposatevi... noi faremo i vari turni di guardia...”
La campana scandiva il passo regolare e solenne dei monaci, mentre diverse donne seguivano la processione recitando alcune invocazioni alla Vergine e ai Santi.
Poi la processione si fermò davanti al cortile della chiesa.
Il sacerdote allora consacrò l'Ostia e il Vino, affinché diventassero il Corpo ed il Sangue di Nostro Signore.
E quando spezzò l'Ostia, ne uscì Sangue Vivo.
Lilith si svegliò di colpo per quel sogno.
Albeggiava appena.
Tutti dormivano, tranne Redentos che, poco distante, in ginocchio recitava il Santo Rosario.
Finito di pregare, il cavaliere si segnò e voltandosi vide Lilith già sveglia.
“Buongiorno!” Sorridendo il cavaliere. “Già sveglia?”
Guisgard
24-03-2012, 14.18.02
Il sasso lanciato da Cavaliere25 raggiunse un'altezza media e poi cominciò a ricadere verso il basso.
Allora il Falco spiccò il volo velocissimo e senza farsi vedere prese nel becco il sasso e lo portò via.
Passò diverso tempo, senza che quel sasso ricadesse in terra.
Alla fine l'energumeno restò stupito.
“Hai davvero una forza incredibile!” Fissando Cavaliere25. “Hai lanciato talmente in alto quel sasso, che ora non ricade più in terra! Non ho mai visto nessuno forte come te!”
Allora si fece da parte e lasciò il boscaiolo di libero di oltrepassare quel punto.
cavaliere25
24-03-2012, 14.20.32
grazie mille signore alla fine non siete cosi cattivo dissi sono diretto verso una città voi cosa fate qui da solo? domandai gentilmente
elisabeth
24-03-2012, 19.52.50
Il sorriso di Shoyo, sembrava quasi scanzonato........" Se intendete che lo stesso interesse che ci accomuna si chiama Kojo....allora tranquilla.......i miei interessi appartengono ad un altro mondo...".....il nostro dialogo fini nel momento in cui Guxyo......ci interruppe per spiegare la gravita' del momento.......il fuoco era appiccato da fuori le mura....e allora mi torno' in mente l'immagine di qualche tempo fa...cavalieri con mantelli color dell'aria...che scagliavano dardi infuocati su Tylesia..........come in una sorta di strano torpore incominciai a parlare....".....Tylesia e' attaccata da fuori le mura......tiratori scelti lanciano dardi infuocati.....ma gli arcieri..sono cavalieri protetti dalla preghiera ed e' per questo la traiettoria delle loro frecce supera di gran lunga quello di qualsiasi altro uomo..."....tornai in me.....sul mi vestito spunto' una chiazza di fuoco il cui simbolo era la punta di una freccia.....
Lilith
24-03-2012, 20.28.46
Io, terrorizzata per quel sogno, non risposi alla domanda di Redentos. Essendo nata tra i druidi conoscevo ben poco del cristianesimo, ma avevo letto alcuni libri qualche anno prima. Vidi tra le mani del cavaliere un rosario... mi avvicinai. "Come funziona?" chiesi io, incuriosita da quell'oggetto così strano e misterioso...
Daniel
25-03-2012, 20.31.22
Guardai i ragazzini con sguardo confuso..
<<scusate ma a chi vi riferite? Di chi dovrei avere paura? >>
Chantal
26-03-2012, 01.11.11
Vayvet per un po' restò a fissare il cielo stellato, come se le parole di Chantal lo guidassero verso il firmamento e la delicatezza delle sue parole lo cullassero in quell’infinito scintillio di astri e sogni.
Poi, a quell’ultima domanda di Chantal, circa il suo dolore, il fuggiasco ebbe un sussulto.
Una maschera enigmatica si posò sul suo volto e il fuggitivo tradì quasi insofferenza.
Allora si alzò e avanzò di qualche passo verso gli ultimi ardori del fuoco morente.
“Ognuno di noi porta qualche pena nell’animo e nel cuore…” mormorò “… forse solo nell’ingenuità della fanciullezza ignoriamo il dolore…” si voltò verso Chantal “… preparatevi… tra meno di un’ora ripartiremo…”
Chantal lo seguì fino al fuoco.
La brace creava un'atmosfera tenue di tepore e di luce soffusa.
Chantal non distolse i suoi occhi un solo momento dal volto del fuggitivo.I suoi lineamenti le apparivano contratti,eppure,quei suoi occhi,luccicanti dinnanzi all'ardente fornace,tradivano sentimenti di remissione e pensieri dai tratti malinconici.
"Quanto dite è solo parziale verità,monsieur."Sussurrò,allora,la ragazza cercando di scorgere un qualunque mutamento nell'espressione dell'uomo.
Poi si allontanò da lui,enel voltarsi gli poggiò una mano sulla spalla.
Stavano uno di fianco all'altra,a guardare in direzioni opposte,Vayvet con lo sguardo perso nella brace,Chantal che scrutava ancora il cielo stellato.E la sua mano,allungata a rassicurarlo,era tesa come un filo a legare i loro animi.
"Tuttavia,milord,"proseguì la ragazza"non siate duro con voi stesso.Solo Nostro Signore Iddio può giudicare i cuori.Ed Egli perdona le colpe e placa il dolore."E si allontanò lasciando che la mano scivolasse via,lentamente,come scivola un carezzevole scialle,impalpabile,eppure caldo,portato via dalle spalle dal soffio del vento.
"Io sono pronta." Disse infine ad alta voce quando fu lontana qualche passo.
Andò allora dai suoi compagni, dando loro ordine di ripartire al più presto.
In breve furono pronti a riprendere il viaggio.
“Sai dove andare, capo?” Domandò Haro a Vayvet.
“Verso Nord…” fece questi “… dobbiamo raggiungere terre in cui la giurisdizione del Gastaldo non ci sia più… solo così avremo una possibilità…”
Ad un tratto si udì un nitrito e poi un tonfo.
“Cosa succede, Monty?” Domandò Vayvet.
“Si era azzoppato il cavallo, capo…” rispose Monty “… ho dovuto sopprimerlo col pugnale…”
“Maledizione!” Esclamò Vayvet.
“Come faremo ora?” Chiese Haro. “Non possiamo certo proseguire con tre soli cavalli…”
“Escluso.” Pensieroso Vayvet.
“Allora?” Impaziente Monty. “Uccidiamo la ragazza e prendo il suo cavallo?”
“Sta zitto, sai solo causare noie.” Zittendolo Vayvet. “Haro…” rivolgendosi poi all’altro compagno “… tu resterai con la ragazza… mentre io e Monty andremo in cerca di un cavallo… occhi aperti, mi raccomando.”
Quell'imprevisto fece sobbalzare il cuore di Chantal.
Il solo pensiero che avrebbero ancora indugiato prima di raggiungere la meta le causava un profondo senso di inquietudine.
Poichè anche la sua liberazione sarebbe stata ritrdata.
Chantal guardò Vayvet,quasi cercando certezze e conforto nel suo sguardo,ma vi trovò solo sevenità e nervosismo.
Udire della sorte di quell'animale che li aveva accompagnati fin lì,poi, la fece rabbrividire e intristire.
La fanciulla chinò il capo,lo scosse appena,e si incamminò verso l'albero al quale era stato legato il suo cavallo.
Istintivamente gli si avvicinò per instaurare un più stretto contatto con l'animale,suo unico compagno in quell' infelice circostanza.Poggiò la sua fronte sul muso del cavallo e gli sussurrò parole di tranquillità:"Buono,Icarion,va tutto bene.."Gli ripetè più volte sottovoce,ora guardandolo negli occhi,ora ritornando a sfiorare con la sua fronte il muso dell'animale.Poi prese ad accarezzarlo sulla fronte e sulla criniera.Infine,lo affiancò ed attese quelle che sarebbero state le disposizioni per lei da parte di colui lasciato a sua guardia.
Vayvet e Monty allora presero due cavalli e si allontanarono.
“Resta seduta accanto a quell’albero…” disse Haro a Chantal “… e bada di non tentare niente di azzardato.”
E si sdraiò accanto ad una siepe, sotto il tepore del Sole pomeridiano.
Chantal si mosse nell'osservanza di quell'imperativo,eseguendo l'ordine in silenzio.
Era spaventata dall'allontanarsi di Vayvet.
Chantal stava imparando a riporre fiducia in lui,domandandosi,talvolta,se il suo cuore fosse davvero capace di malvagità.
Ignorava,invece, i modi e gli usi di Haro,poichè i contatti con lui erano stati strettamente esigui,essendo questi commisionato sempre alla guardia esterna nel tempo di sequestro nella casa.
Il silenzio e la calma sopraggiunte all'arrestarsi del vento,tuttavia,le infondevano un leggero senso di quiete.
Era stanca,stremata dal viaggio,dal sonno mai sopraggiunto,e dal freddo della notte trascorsa all'aperto,così si poggiò all'albero lasciandosi scivolare lentamente ai suoi piedi fino a sedersi su una grossa radice che emergeva dal sottobosco.
L'aria profumava di muschio e linfa aromatica.
Il fuggitivo Haro ravvivò il fuoco con dei ramoscelli,ma anche per lui il sonno era spezzato,così s'era messo in cerca di noci e nocciole allontandosi di poco con un tizzone ardente che fungeva da torcia.
Non vi fu bisogno di cercare a lungo,di quei frutti il sottobosco era colmo.
Haro se ne stava ora affaccendato a governare il fuoco e a rovistare tra le sue cose.Chantal poggiò la schiena all'albero dove era stata accompagnata,sicura che,qualora qualcuno le si fosse avvicinato,il suo cavallo,legato allo stesso tronco,l'avrebbe destata,e chiuse gli occhi sospirando lievemente.
Di tanto in tanto controllava che Haro non le si avvicinasse,ma il sonno non sopraggiungeva nella ragazza.
Questi se ne stava accando al fuoco ad abbrustolire i frutti e a consumare quel pasto di fortuna.
Frutti offerti anche alla ragazza da parte dell'uomo,ma rifiutati.
Chantal,infatti,non toccava cibo dalla sera prima di essere fatta prigioniera.
Il tempo per entrambi s'era reso gravoso per quell'attesa di ritorno degli altri due fuggiaschi,tanto che Haro,un po' per l'essersi appesantito con quel pasto,un po' per il calore e i fumi del fuoco che lo stordivano,cadde addormentato.
E senza neppure realizzare cosa stesse commettendo,Chantal si ritrovò a depredare la giubba di Haro del pugnale. Liberò Icarion e cercò la fuga.
Portato l'animale lontano,montò in sella e imboccò la selva.
E iniziò a cavalcare lontano dalla radura.
Aveva paura,era terrorizzata dal buio e da quello che le sarebbe potuto accadere,ma non meditava di tornare indietro.
La ragazza finì con lo smarrirsi nella selva,incapace di orientarsi nella notte.Il suo cavallo,dal canto suo,era stremato,non aveva ricevuto nè cibo nè acqua,solo qualche ghianda.E la prima priorità di Chantal fu quella di cercare un ruscello,o rintracciare la via per il lago.
Avevano entrambi bisogno di acqua,ed anche di riposo.
Ma non sapeva più in quale direzione inccaminarsi.
Turbata ed in preda agli affanni,Chantal smontò da cavallo,era sconvolta da quel suo gesto,rubare per poi fuggire,qualche lacrima le imperlò gli occhi,fino ad abbandonarsi ad un pianto liberatorio ma anche disperato.
Poi Icarion nitrì nervosamente impedendo a Chantal di prestare bene orecchio ai rumori della selva,questo la rese ancor più inquieta quando,voltandosi di scatto attratta da un insolito calpestio udito molto vicino,s'accorse della sagoma di una creatura dal manto bianco e lucente che sgattaiolava tra i cespugli.
Che fosse nuovamente il cervo bianco?
Non ne era sicura,stavolta.Non come era sicura di averlo visto quando,in compagnia di Pierre,s'era frapposta tra l'arciere e la fiera.
Ma le bastò a tirare un sospiro di sollievo.Calmatosi anche Icarion per il silenzio sopraggiunto,la ragazza decise di proseguire a piedi anche per permettere all'animale di riposarsi.
Se avessimo intrapreso quel nostro viaggio il pomeriggio stesso che fu recapitata la lettera..pensava tristemente.Oh,padre.Dove siete?Mi state cercando?Sono smarrita..vi prego..giungete..
Ma fu un momento,poi realizzò che quei pensieri erano vani,e che pur continuando a parlare a se stessa,di certo,non sarebbe giunta da nessuna parte.
"Che sciocca che sono."Disse allora a bassa voce e rivolgendosi al cavallo"Vero,Icarion?Chi potrà mai udire i miei pensieri?"
E proseguì:"Se solo i pensieri potessero volare,e giungere come messaggeri all'orecchio ed al cuore di chi invochiamo.."
Ma poi abbandonò ogni altro recondito desiderio che ancora insorgeva tra speranza e paura.
La luna filtrava il suo alone dalle cime degli alberi,tuttavia,le costellazioni non erano visibili dal punto in cui si trovava,Chantal avanzava,allora,nella più completa incoscienza di quale direzione avesse preso.
Se solo fosse stato giorno,le sarebbe stato più facile individuare il nord seguendo l'orma dei muschi.Ma la notte,la quale rendeva ogni passaggio umido e nebbioso,non la favoriva.
No si preoccupò che il fuggitivo potesse cercarla,avanzava lentamente nel bosco buio e avvolto nel silenzio infranto solo dai versi degli animali notturni,civette,forse.
Procedeva lentamente affiancando a piedi il suo compagno,fino a quando di nuovo Icarion s'arrestò e iniziò ancora a nitrire e poi a scalpitare come a voloer indietraggiare.
La ragazza fece per tranquillizzarlo quando improvvisamente accadde qualcosa.
Un dardo,scoccato con violenza,l'aveva raggiunta alla spalla sinistra ferendola gravemente e inducendola ad piegarsi dal dolore.La ragazza perse subito le forze,non riuscì neppure a gridare,si sentì mancare,sbiancava in volto sempre più e respirava affannosamente.Pochi istanti e non fu più in grado di sorreggersi neppure sulle ginocchia.Lentamente le mani che ancora stringevano le redini andavano perdendo forza lasciando che le dita piano piano scivolassero da esse.Icarion aveva indugiato vedendo Chantal a terra,desistendo dall'istinto di indietreggiare,forse ancora capace di sottomettersi alla padrona che lo aveva trattenuto per le redini.Infine,Chantal cadde nell'umida terra,giacendo nelle foglie secche che scricchiolarono sotto l'esile corpo della ragazza che aveva ceduto ad ogni volontà priva di sensi per il lancinante dolore.
Ma i pensieri prendevano forma anche nella sua mente assopita..
"Come sta la signora?"Domandò il fattore alla governante sull'uscio della stanza di Chantal.
La donna scosse la testa e mestamente gli rispose:"Dall'incidente non si alza più dal letto.E si rifiuta di mangiare."
"Povera ragazza..Credo che le farebbe bene lasciare quesa casa per un po'."Rispose l'uomo con rammarico.
"E' troppo debole,adesso,per viaggiare.La vedete..Ha il viso così emaciato.Non smette di piangere un istante."Asserì la governante mentre lasciava socchiusa la porta della stanza.
"Solo stamane ha proferito due parole tra i singhiozzi.."Aggiunse la donna."Ha domandato che la luce non entri mai più in questa casa."
"Oh!E' terribile."Preoccupato il fattore.
"Se ne sta tutto il tempo con il viso ricacciato nel guanciale,non si lascia avvicinare..rifiuta qualunque compagnia,qualunque cibo e qualunque conforto."
"E il nostro signore cosa intende fare?"Domandò il fattore ricacciando uno sguardo in buona fede nella camera.
"Egli è scosso.Temo che sia troppo preoccupato per la figliola,ora,per prendere una decisione".
"E dei cavalli?"Domandò ancora il fattore.
"Sono stati soppressi.Il maniscalco dice che quello della padroncina aveva una ferita grave al collo,mentre quello di sir Pierre s'era fratturato una zampa."Gli rispose la governante."Povera figlia.."Aggiunse sospirando.
"Già,è una disgrazia che non ci voleva in questa casa."Scuotendo la testa il fattore."Il corteo s'è mosso stamane all'alba.Il feretro del cavaliere era adorno di rose bianche,come aveva domandato mademoiselle Chantal." Riferì l'uomo alla donna."Occorreranno due giorni di viaggio.Poi,ho sentito che è stato disposto che sir Pierre abbia sepoltura nella campagna dove è cresciuto,ai piedi del glicine che si erge vicino alla cappela della tenuta."Aggiunse con voce mesta e addolorata.
"Si,appena appreso della morte,Chantal ha voluto così."Asserì la donna.
"Mademoiselle Chantal ha riferito qualcosa dell'incidente?"Domandò ancora l'uomo alla donna.
"Si è chiusa in un mutismo infrangibile,e non c'è niente che la faccia parlare."Scuotendo sempre la testa la donna.
"Certo,è sconvolta."Asserendo il fattore.
"Chi è giunto in loro soccorso ha rifeto che si è trattato di un agguato.Forse..per derubarli..Chi poteva immaginare che.."Interrompedosi e scoppiando in lacrime la governante.
"Su,su..almeno voi,siate forte."Incitandola il fattore e cercando di consolarla.
"Il dardo.."singhiozzando la donna"..s'è conficcato giusto nel mezzo del petto del cavaliere,uccidendolo all'istante."Tremando e singhiozzando la donna mentre evocava l'incidente.
"Ora non pensateci più."Incoraggiandola il fattore."Dovete pensare a mademoiselle Chantal,adesso."Incitandola l'uomo."A proposito,ero giunto a portare latte appena munto.E' ancora caldo,cercate di farglielo bere."
La governate,allora,congedato il fattore,ritorno al capezzale della ragazza,la trovò riversa,nel letto,che stringeva forte il cuscino e piangeva.Ancora piangeva.Ed ancora si rifiutava di nutrirsi e parlare.
La donna ne ebbe una gran pena,ma Chantal non si lasciava neppure accarezzare,sfuggendo ad ogni contatto,e negando ai suoi occhi la luce.
Guisgard
26-03-2012, 01.47.49
L'energumeno fissò Cavaliere.
“Il mio nome è Tieste” disse “e vivo qui nella selva. Sono stato lo scudiero di un grande cavaliere e ho combattuto al suo fianco in Terrasanta contro gli infedeli. Ma, finita la guerra, il cavaliere, per un voto fatto, si è ritirato in un monastero ed io mi sono trasferito qui. Mi guadagno da vivere nell'unico modo che conosco... adoperare la mia forza. Ma poi sei arrivato tu e mi hai superato... chi sei? In quale città sei diretto?”
Guisgard
26-03-2012, 01.55.09
“Ma come?” Stupito il più grande di quei fanciulli dalle parole di Daniel. “Giungete da molto lontano? Loro sono ovunque in queste terre.”
“Nostro padre li conosce bene...” fece il secondo dei tre “... l'altro giorno sono comparsi presso la nostra casa... nostro padre nel vederli ci ha mandati subito a letto ed è rimasto poi a parlare con loro...”
“Nostro padre dice che loro non vogliono farsi vedere da nessuno” intervenendo il più piccolo “e se ci si avvicina troppo, allora andranno in collera...”
“Si, chi vede i loro volti” riprendendo la parola il maggiore fra i tre “può perdere il bene della vista o della ragione...”
“Anche voi dovete aver paura di loro, messere...” disse il secondo, fissando Daniel.
Guisgard
26-03-2012, 02.08.55
Redentos sorrise a quella domanda di Lilith.
“Non avete mai visto una coroncina per recitare il Santo Rosario?” Mostrando il sacro oggetto alla ragazza. “Siete forse pagana?” Fissò la ragazza e sorrise nuovamente. “Questa coroncina mi aiuta a pregare... vedete queste piccole palline che la compongono? Sono i grani del Rosario e mi aiutano a tenere a mente le preghiere che devo recitare... si tratta di preghiere volte a contemplare i momenti più significativi che hanno preceduto e poi seguito la Nascita e la Passione di Nostro Signore Gesù Cristo...”
Il cielo si schiariva sempre più e all'improvviso si udirono delle campane in lontananza.
A quel suono si destarono anche gli altri, ancora addormentati fino a quel momento.
“Ma da dove giungono queste campane?” Domandò il monaco Jovinus.
“Sono molte...” fece il nano Avid “... sembra provengano da una città non molto lontana...”
Redentos fissò la selva e annuì.
Guisgard
26-03-2012, 02.19.07
A quelle enigmatiche parole di Elisabeth, tutti i presenti la fissarono.
“Cosa intendete dire?” Domandò Shoyo.
“Protetti dalle preghiere?” Ripetè Kojo. “Perdonatemi, ma io non credo a queste cose... i Crociati in Terrasanta si favoleggiava fossero i Campioni di Dio, eppure questo non li ha protetti dalla forza delle armate Islamiche.”
Un mormorio scese sulla tavola.
“Come fate a dire queste cose?” Chiese Shoyo ad Elisabeth. “I nostri nemici sono misteriosi come quella notte che li protegge dai nostri occhi... nessuno può conoscere le loro caratteristiche... mentite solo per mettervi in mostra!”
Molti annuirono.
“Silenzio.” Zittendoli tutti Guxyo. “Cosa intendete dire con le vostre parole, milady?” Rivolgendosi ad Elisabeth. “Come conoscete i cavalieri che assediano Tylesia?”
Guisgard
26-03-2012, 02.40.24
Il fuoco.
Ardeva lento, consumando la legna ed inebriando quell'ambiente con un odore di terra umida.
I suoi bagliori rischiaravano a tratti quell'austera penombra, disegnando strane ed enigmatiche figure tutt'intorno che sembravano sul punto di animarsi.
Chantal aprì pian piano gli occhi e si ritrovò in un ambiente sconosciuto.
Era adagiata su un soffice mucchio di paglia.
Accanto al camino acceso vide due figure.
“Mamma...” disse la bambina “... Ardea liberò la principessa?”
“Si...” annuì la mamma “... dopo aver sconfitto il drago e annullato la terribile maledizione...”
“Era bella la principessa?” Chiese la piccola.
“Si, era molto bella.”
“E io?”
“Anche tu sei bellissima.”
“E perché nessuno viene a salvarci?” Domandò alla mamma. “Perché sono stata cattiva?”
“No, piccola mia...” abbracciandola la mamma “... non sei stata cattiva...”
“Papà verrà a salvarci...” mormorò la bambina “... lo so, verrà... mi parli di papà ancora una volta, mamma?”
“E' tardi, piccola mia...” baciandola la mamma “... tra poco spunterà il Sole e dobbiamo prepararci...”
In quel momento, mentre le fissava, Chantal avvertì una fitta dolorosissima: era la ferita causata dal dardo che l'aveva colpita.
cavaliere25
26-03-2012, 11.31.48
io sono un boscaiolo dissi e sono diretto in una città di cavalieri mi hanno detto che ce la guerra li e io sto andando li per combattere che ne dice signore se venite con me con la vostra forza ci sarà molto utile e aspettai una sua risposta