Visualizza versione completa : Tylesia e il perduto Fiore dell'Intelletto
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Altea
20-04-2012, 17.48.11
Ascoltai attentamente Fyellon...in parte ero d'accordo con lui ma in altre disapprovavo..."Fyellon concordo col fatto che questo castello è desolato perchè sono desolati gli animi e i cuori di chi lo abita, ma non sono certa che nel sotterraneo ci possa essere un criminale, non penso sia cosi pericoloso..ma ora parlatemi di questo fatto di Tylesia, cosa può esserci in questo maniero per vincere i nemici della città splendente?"
Guisgard
20-04-2012, 18.17.51
Guisgard continuava a guardarsi intorno, a cercare di interpretare, decifrare quell'innaturale silenzio.
Chiamava continuamente il vecchio guardiano, ma nessuno rispondeva a quel drammatico appello.
Poi le parole di Talia.
Anche lei avvertiva quell'angosciante ed enigmatica atmosfera.
Ma proprio in quel momento, qualcosa ruppe, scalfì e vinse quell'irreale silenzio sceso sul Belvedere.
Un nitrito tradì l'avvicinarsi di qualcuno.
Guisgard corse sulla terrazza dello spiazzo e guardò in basso alla stradina lastricata.
Era un gruppo di persone che saliva verso il Belvedere.
E più si avvicinava, più lui riusciva a scorgerne l'aspetto.
Erano cavalieri.
E recavano un simbolo: quello della Luna Nascente.
Guisgard impallidì.
Corse allora verso Talia.
“Ci hanno trovato!” Disse.
E corsero verso le scuderie.
C'erano Peogora e Luthien.
Guisgard sellò le due cavalle e aiutò Talia a salire in groppa a Luthien.
“Dobbiamo scappare, galoppare via, Talia!” Spronando i loro cavalli Guisgard. “I Cavalieri della Luna Nascente stanno arrivando!”
Due strade danno al Belvedere: quella lastricata, la principale e quella che invece sale dalla chiesa di San Lecio.
I due presero quest'ultima e galopparono verso i colli.
Giunti nel bosco, sentendosi un po' al sicuro, Guisgard chiamò qualcuno con un segnale particolare.
Un attimo dopo, dal folto bosco un superbo felino emerse.
“Andiamo, Shelyon!”
E si inoltrarono nel ventre del bosco.
Ma poco dopo il cielo cominciò a mutare.
Un forte vento iniziò a soffiare e grige nuvole si addensarono, oscurando ed intimorendo il paesaggio circostante.
Tuoni lontani scossero la vallata e lampi illuminarono quel grigiore.
Ma nella boscaglia Guisgard vide qualcosa.
Uno stretto antro, simile ad un passaggio seminascosto tra sterpi e rovi.
Si diressero lì, trovando così riparo in quella grotta.
Lilith
20-04-2012, 18.59.10
La Bestia, un demone antico... mi girava la testa.
Quando udii quelle parole nel vento rabbrividii... stavo per compiere una prova praticamente impossibile, ma ormai non potevo tornare indietro e non lo volevo.
Vidi Redentos che veniva verso di noi, ma non avevo la forza di parlare o di dare spiegazioni; tutte le mie energie erano concentrate sui miei poteri, che sapevo avrei dovuto utilizzare durante quella prova.
Talia
20-04-2012, 19.06.21
Accadde tutto così in fretta... Guisgard che chiamava, quel silenzio sempre più opprimente, quel vago senso di disagio che si faceva strada in me...
Poi all’improvviso quel nitrito che sembrò rompere l’incanto e riportarci a terra con la violenza di una gelida tempesta...
E così fuggimmo... fuggimmo verso il bosco al galoppo sfrenato, ci inoltrammo nella vegetazione e, quando anche Sheylon si riunì a noi, prendemmo la strada dei colli senza più guardarci indietro.
Luthien procedeva quasi da sola, tenendosi mezzo passo dietro Peogora e seguendo alla lettera ogni pur minima indicazione o gesto di Guisgard... e questo mi lasciò il tempo di pensare!
Dopo già qualche ora che cavalcavamo, sentivo ormai la magia del Belvedere fin troppo lontana e nubi pesanti di preoccupazione si addensarono sul mio cuore... e pensai ai Cavalieri... li avevo quasi dimenticati... e mi chiesi come era stato possibile... ero stata tanto sciocca, tanto avventata da dimenticare che eravamo inseguiti, da dimenticare ciò che rischiavamo e soprattutto ero stata tanto sciocca da dimenticare il pericolo che Guisgard correva solo per il fatto di essere insieme a me...
Il vento tra i capelli ed i raggi del sole morente negli occhi... ero felice, raramente ero stata così felice. I miei piedi sembravano sfiorare soltanto a fatica l’erba, tanto correvamo veloci, e la mia mano era stretta nella sua.
Ad un tratto si fermò di colpo, ed anche io mi bloccai.
“Dove siamo?” chiesi.
“Vedrai! Ma prima... chiudi gli occhi!”
Gli lanciai uno sguardo scettico: “Perché?”
“E’ una sorpresa!” sussurrò.
Sorrisi allora e, sospirando, chiusi finalmente gli occhi... per un istante... ma subito li riaprii di colpo, colta da un pensiero fulminante.
“E se il Maestro lo scopre?” chiesi di getto.
“Cosa?”
“Che siamo venuti qui, anziché andare con gli altri...” di nuovo sospirai, questa volta per la preoccupazione “Oh, Guisgard, lo scoprirà di sicuro... e si arrabbierà con te... di nuovo... e...”
Ma lui sorrise e scosse la testa...
“Ci penseremo domani!” disse, interrompendomi.
“Ma...”
“Ti fidi di me?”
“Si!”
“Chiudi gli occhi, allora...”
Anche io sorrisi... e chiusi gli occhi.
Un tuono mi riscosse da quei lontani ricordi... e sospirai.
Il tempo stava cambiando, si stava facendo più freddo e quel vento che si era alzato prometteva pioggia... ci soffermammo... poi Guisgard vide quella grotta e lì ci andammo a riparare.
“Credi che saremo al sicuro, qui?” domandai allora, smontando da cavallo “Credi che non ci troveranno? Oh, Guisgard... Guisgard, lo sai... se ti prendessero...”
Un brivido mi percorse la schiena e non finii la frase.
Guisgard
20-04-2012, 20.13.26
Come per ogni giorno stabilito, anche quel dì la principessa raggiunse il verdeggiante giardino.
Attraversò un arco di salici e tigli intrecciati e raggiunse una panca di pietra, alle cui spalle vi era una grata ornata di gelsomini, clamidi ed eriche.
Restò a fissare i candidi gerani e con una mano accarezzò uno dei grappoli d'uva che pendevano dalle floride viti.
Una lieve brezza soffiò tra le foglie, generando un mormorio che si perse nello zampillare delle fontane.
Un attimo dopo di nuovo quel soffio, ma stavolta il suo eco fu più intenso.
Chymela allora avvertì qualcosa, come una voce.
Una voce che riconobbe subito.
“Milady, sono qui...” sussurrò Andros dall'altra parte della grata.
Lei si guardò intorno, per voi voltarsi di scatto e raggiungere la grata.
Era pallida e i suoi occhi lucidi.
“Milord...” fissandolo lei “...ascoltatemi, vi prego... non voglio celarvi nulla... sappiate che ieri sera hanno discusso del mio matrimonio... all'arrivo del marchese sarà firmato il contratto...”
Lui restò un attimo in silenzio, poi chinò lo sguardo.
“Allora avverrà presto...” mormorò “... ho saputo che forse giungerà nella capitale già stasera, domattina al massimo... ne parlavano alla locanda...” esitò “... ho chiesto notizie in paese... è molto ricco ed offrirà alla corona di vostro padre un notevole aiuto militare... mi contende l'amata e poi le sorti dell'imminente guerra...”
“Già... la guerra...” fissando un cespuglio fiorito lei “... dopotutto siete qui per questo...”
Un lampo attraversò lo sguardo di lui.
“Io so cosa voglio...” disse “... e voi? Voi cosa farete?”
“Cosa potrei fare?” Guardandolo lei. “Andare contro la volontà di mio padre? Contro i desideri di mia madre? Contro tutto ciò che il popolo si aspetta da me? Sono sola in tutto questo...”
“E sia...” con voce bassa lui, simile alla calma che precede la burrasca.
“Perchè avverto questa freddezza?”
“Rassegnazione.”
“Indifferenza mi pare!” Impallidendo ancor di più lei.
“Io posso lottare contro tutto e tutti” senza tradire emozioni lui “ma non contro il vostro cuore. Se vi arrendete così, allora cosa mi resta da fare? Costringervi forse? E a far cosa? Ad amarmi? Da una pietra non nasce un fiore...”
“Siete crudele!”
Lui restò in silenzio.
“Crudele ed egoista!” Continuò lei. “Avevano ragione!”
“Chi?”
“Tutti!” Rispose lei. “Tutti coloro che mi dicevano di voi e della vostra corte! Perchè cercare un fiore lontano, se se ne hanno tanti ad una finestra o su un balcone? Forse perchè interessa il giardino che contiene quel fiore!”
“Avete ragione...” con voce cupa lui, mentre le mani stringevano incessantemente quella grata “... sono un egoista... penso alla mia passione, al mio amore, ai miei sogni, dimenticando i vostri doveri, il protocollo della vostra corte e i desideri della vostra famiglia... si, ammetto che è così... ma l'ho fatto perchè tutto ciò non riguarda la vostra felicità, i vostri sogni... nessuno può rendervi felice davvero... nessuno che non sia io... Chymela, non capite... ho attraversato le sabbie del tempo e gli oceani che riempiono lo spazio... ho cavalcato in sella a sogni e segni con cieca fiducia... ho intrapreso un viaggio in terre, sensazioni e passioni sconosciute, come solo i navigatori infiniti sanno fare... loro interrogano le stelle ed io invece i miei sogni e tutto solo per quelle Isole Felici di cui parlano bardi e poeti... il tutto solo per voi, che con il vostro nome avete riunito tutto ciò che di meraviglioso il mondo può contenere ed offrire... volete sposare un altro? Volete vivere seguendo la Ragione? Volete reprimere ogni simpatia verso di me? Spazzare anche tutto ciò che vi induce a ricordarmi? Ebbene, fatelo...” sospirò “...accetterò anche questo... soffrirò fino a consumarmi, maledicendo l'immortalità della mia anima, perchè so che non mi basterà l'eternità per dimenticarvi... si dice che chi troppo ha ricevuto, alla stessa maniera pagherà...e sia! Mi è stato donato l'Amore più alto, più grande, più forte... quello che nutro per voi... ma non sono riuscito a conquistare il vostro... non sono riuscito a farvi comprendere quanto siano state vere le mie promesse e i sogni che ho giurato di realizzare per voi... allora giusto che paghi con un dolore che mi maledirà per sempre... accetto tutto questo, Chymela... tutto sopporterò, ma non quello che avete insinuato... non vi è altro fiore che voglio cogliere, né in questo giardino, né in nessun altro a questo mondo o nei Cieli...”
“Oh, tacete, vi prego...” con un fil di voce lei “... non capite che è soltanto peggio...”
“Mi accusate di avere altre?” Stringendo sempre più la grata lui. “Vi lasciate sedurre dalle menzogne di chi vuol far tutto per allontanarci? La vostra corte mi è ostile, per questo infanga il mio nome... mai, sapete bene, vi mentii... mai... si, ho incontrato altre donne... e da ognuna mi sono lasciato attrarre e sedurre... ma non come pensate voi... perchè da loro ho ricevuto solo astio, sdegno... ed è per causa vostra... perchè? Perchè in esse cercavo ogni volta qualcosa, anche d'insignificante... qualcosa che mi ricordasse lo scintillio di uno sguardo, la lucentezza di un sorriso o il calore di un bacio... occhi di meravigliose cromature di verde, di celeste, di grigio o nocciola, ma vuoti e senza vita... capelli troppo scuri o mai abbastanza chiari da accendere in me l'illusione di un ricordo ormai smarrito... mani mai davvero candide e bianche... quelle donne non eravate mai voi... ho tentato allora di chiamarle col vostro nome e per un attimo mi è parso di vedervi quasi fino a toccarvi, ma tutto sfumava perchè esse andavano via sdegnate e indignate... perchè io avevo preferito il vostro fantasma a loro che erano vive e reali... e voi mi accusate di pensare ad altre donne...” scosse il capo “... altre diverse da voi... no, questo che vi ho raccontato mi attende per il resto della vita... ma grazie al Cielo sono un soldato ed un soldato vive per la guerra... e la guerra richiede un tributo di vita... morirò presto... si, morirò presto, per fortuna... rincorrerò la morte come la più ambita fra le amanti... e ucciderò un gran numero di uomini, latini, greci ed infedeli... ed ella per questo mio servigio di sangue non mi negherà le sue grazie... si, morirò presto, anche se so che neanche l'Oltretomba annienterà il mio eterno e doloroso ricordo di voi...” voltò le spalle e fece per andar via.
“Dove andate?” Chiamandolo lei. “Cosa volete fare? Parlate, vi prego! Parlatemi o morirò di pena!”
“Fuggite via con me, Chymela!”
“Oh, siete folle...” chinando lo sguardo lei “... dunque questo mi proponete? Siete visionario e irrazionale... negate la Ragione per un mondo di sogni irrealizzabili...”
“Si, sono folle!” Voltandosi lui. “Folle come tutti gli innamorati! Perchè chi ama nega ciò che non può comprendere il proprio Amore! Non era follemente innamorato Paride, tanto da sfidare i re Achei per Elena? E non lo era abbastanza Orfeo fino a cercare la sua Euridice nell'Ade? Apollo offese Amore e questi giustamente lo punì strappandogli Dafne, ma io cosa ho fatto per perdere voi? Forse la mia colpa è di non avervi saputo conquistare e strappare ad un mondo che mai vi renderà abbastanza felice... addio per sempre, Chymela...”
Chymela si aggrappò alla grata, scuotendola con un vigore ed una disperazione che ignorava a se stessa.
“Dove andate?” Con un gemito. “Fermatevi, vi prego! Ditemi che non vi farete uccidere a causa mia!”
“Lo farò...” mormorò lui “... mi farò uccidere forse stanotte stessa... a voi cosa importa ormai? State facendo ciò che ci si aspetta da voi... state facendo il vostro dovere di figlia e di principessa... vi lascio alla vostra coscienza acquietata...”
“Fermati allora!” Scivolando come sfinita lei. “Farò come mi chiedi... sarò tua... solo tua... hai vinto, Andros... preferisco morire di vergogna, che annientarmi per il dolore...”
“Chymela, amore mio adorato...” tornando verso la grata lui e impallidendo per quell'improvvisa gioia... davvero? Sarà così, anima mia?”
“Si, lo giuro...” sussurrò lei “... su quanto ho di più sacro...”
“Allora il vecchio eremita diceva il vero...” estraendo qualcosa dalla tasca lui “... diceva il vero quando mi donò questa pietra...” mostrandole una meravigliosa pietra rosso scura.
La grotta era asciutta e ricoperta di erbe selvatiche.
Quel luogo apparve subito accogliente e sicuro, offrendo ai due fuggitivi un comodo riparo.
Un ramo di melo selvatico, carico di frutti, pendeva nella caverna, offrendo così ai due un dolce nutrimento, mentre un rio sotterraneo riforniva di acqua fresca e pura quel luogo incontaminato.
Guisgard raccolse allora fascine secche e muschio con cui accese un fiore per scaldare la grotta.
“Qui saremo al sicuro...” avvicinandosi a Talia e prendendo le sue mani per scaldarla “... non ci troveranno...” sussurrò sorridendole “... abbiamo Sheylon che farà la guardia... vero, vecchio mio?”
La tigre rispose con un sordo brontolio.
“Perchè non provi a riposare un po'?” Continuò Guisgard. “Questa fuga improvvisa e poi l'ora passata a cavalcare... riposati, Talia...”
E così, tra i bagliori danzanti del fuoco che riscaldava, l'innocenza dei loro cuori, l'eco della pioggia che batteva sulle rocce secolari e coperte di muschio, i due fuggitivi si videro subito separati dal mondo, tratti in salvo da una situazione pericolosa e isolati dal resto dell'umanità, come se una Forza Superiore Avesse guidato il loro cammino.
Guisgard
20-04-2012, 21.35.51
Redentos ascoltò Parsifal e fissò poi Lilith che era accanto a lui.
“Sin da quando abbiamo cominciato questo cammino insieme” disse il cavaliere al suo apprendista “ho sentito in te qualcosa di eccezionale... tu hai il tuo cammino, Parsifal, un tuo destino e nessuno può impedirti di compierlo... se senti di dover affrontare questa prova, allora è giusto che tu lo faccia... rammenta ogni cosa appresa in questo viaggio, ragazzo mio... ricorda che la vera forza di un cavaliere sta nel suo cuore... solo esso spinge a compiere le imprese più nobili...” sorrise ed abbracciò con paterno affetto il suo apprendista “... che il Cielo ti guidi e ti preservi, ragazzo mio...” abbracciò poi anche Lilith.
Gli uomini incappucciati, allora, fecero indietreggiare Redentos e invitarono Parsifal e Lilith ad entrare nel labirinto.
Un attimo dopo la porta si chiuse e cominciò l'avventura dei due giovani sfidanti.
Il labirinto si mostrò ai due ragazzi come una serie di cunicoli e gallerie, appena illuminati da torce che ardevano alle pareti.
Ad un tratto udirono un grido e poi un lamento.
Proveniva da uno dei cunicoli davanti a loro.
Vi erano tre grossi antri ed ognuno conduceva attraverso un'arteria di cunicoli e passaggi.
Bisogna scegliere in quale antro entrare: quello di destra, quello centrale o quello di sinistra.
Nel frattempo, Redentos rimasto all'esterno, chiese dove si trovasse la cappella del castello.
Quando gli fu indicata, si chiuse al suo interno per pregare.
Pregare per Parsifal e Lilith.
cavaliere25
20-04-2012, 22.14.34
se volete rischiamo però sappiate che dobbiamo fare una cosa veloce e andarcene da qui dissi guardando i miei amici piu lontani siamo e meglio è continuai a dire va bene vi aiuteremo ma a una condizione che sia un matrimonio veloce non abbiamo tempo di restare qui a lungo dissi guardando l'uomo
Parsifal25
21-04-2012, 02.10.00
Il Maestro Redentos davanti a me, dopo aver sentito le mie parole anche lui si congedò, non tentò di fermarmi. Anzi, ci incoraggiò e ci abbracciò come un padre con i suoi figli....
che magica sensazione provaì..... mi tornarono in mente gli abbracci del mio Maestro e Padre adottivo, non negaì il suo gesto tanto che anche io lo strinsi forte a me e dissi:
"Non preoccupatevi Maestro, tornerò vivo e continueremo il nostro viaggio insieme..... ma..... questa è una prova che difficlmente mi si proporrà nuovamente e se la superassi....potrò essere un quarto di voi......" gli sorrisi.
Varcammo la soglia è il tempo sembrò fermarsi. Osservaì l'ambiente e scrutaì se vi erano trappole installate....usaì il metodo del sassolino...... ad un tratto udimmo un grido orribile, presi Lilith per mano e la posi dietro di me:
"Non allontanarti da me..... dobbiamo stare insieme....."
Proseguendo il cammino ci trovammo in un enorme ingresso ove vi erano tre cunicoli, la prima scelta parve innanzi a noi; io, seguendo un mio simbolismo particolare avreì optato per il cunicolo di sinistra, poichè rappresenta il cuore, il centro di tutte le emozioni.
Non sapevo se Lilith, era d'accordo. Attesi una sua risposta.
elisabeth
21-04-2012, 18.51.15
Rimasi a fissare il fuoco ascoltando le parole di Goz.....non era un discorso strano, era un'anticacverita' ogni cosa nel futuro avrebbe preso altra forma.....ci sarebbero state meraviglie Armature fantastiche.....ma la natura non avrebbe mutato se non per mano dell' uomo....." Io non vorrei chiedervi nula Goz......perche' voi sapete da chi vengono le richieste.... e i vostri cigni io li cerchero' comunque, anche se voi decideste di non costruire quella maledetta armatura....usciro' da qui e andro' nel giardino, ho visto un giardino stupendo chiuso da un cancello il cui catenaccio e' una pietra rara, non so se quello e' posto giusto...ma quel luogo mi dira' qualcosa sui vostri cigni...."...Gli diedi un bacio sulla fronte e d uscii dalla stanza.....cammnai lungo il corridoio sino a quando non scesi le scale che portavano al parco......il silenzio regnava e il vento sembrava avesse smesso di tramare tra le fronde degli alberi.....ero un po' disorientata ma la cosa duro' solo un attimo e riuscii ad arrivare al cancello..il lucchetto era li'.....sembrava incantato, sentivo i profumi di vari fiori.....alcuni erano speziati altri erano dolci e vanigliati.......presi il lucchetto tra le mie mani e uan luce violentissima percorse il mio corpo......era un fascio di luce incandescente....una voce ......e il rumore di cascate d'acqua .....blocco' il mio respiro....
Lilith
21-04-2012, 19.58.17
Quando entrammo nel labirinto assieme a Parsifal il battito del mio cuore accelerò per la paura. I cunicoli erano stretti e bui; ad un certo punto dovemmo scegliere tra tre differenti passaggi.
Mi trovai completamente indecisa; non avevo idea di cosa avrei dovuto fare, così chiesi a Parsifal: "Dove pensate sia meglio andare?"
Guisgard
23-04-2012, 01.18.11
Fyellon fissò Altea ed annuì.
“Si, in questo desolato maniero” disse “non tutto è inutile ed inservibile... ho visitato l'officina di quell'uomo, Insegrid... ebbene, ho appreso che egli è un fabbro ed anche molto abile a quanto sembra... nella sua fucina vi è infatti una meravigliosa corazza dai riflessi vermigli... vi posso giurare che mai ne ho veduta una simile... sono certo che quella magnifica armatura può servire alla nostra causa... chi indossa quel prodigio, statene certa, può vincere un'intera compagnia di semplici cavalieri!” Si alzò e guardò dalla finestra. “Dobbiamo riuscire a prenderla e portarla via da qui...”
Parsifal25
23-04-2012, 01.34.24
Lilith, la vidi persa.....era in difficoltà. Sentiva il peso di questa prova, ma come ogni essere umano deve saperle affrontare.
Qui..... rischiamo la vita, ma lo facciamo per una giusta causa e per i tanti cavalieri che hanno tentato di superarla...... non potevamo indugiare.....
Mi rivolsi verso Lilith e dissi: "Andremo a sinistra..... seguiremo la "via del cuore"..... la presi per mano e procedemmo.
"Un'ultima cosa.....Lilith, per caso vi è un incantesimo o mezzo che possiamo utilizzare per non smarrirci?"
Guisgard
23-04-2012, 02.01.50
L'uomo, a quelle parole di Cavaliere25, annuì e pregò i tre falsi monaci di seguirlo fino alla sua casa.
Si avviarono, così, fino a raggiungere l'abitazione, dove erano giunti già diversi invitati.
Nell'aria si sentiva un profumo di pane bianco appena sfornato e di minestra calda.
Attorno ad una grande tavola vi erano sedute diverse persone e nel vedere l'uomo arrivare, lo salutarono con un lungo applauso.
“Oklyo, augurissimi!” Gridarono tutti. “La tua sposa ti attende!”
Un attimo dopo, accompagnata da altre ragazze, la giovane sposa scese nel cortile.
“Ehi, quanta roba buona!” Esclamò Tieste. “Pancia mia fatti capanna!”
“Si.” Sorridente Oklyo. “Appena uno di voi mi unirà in matrimonio con la mia bella sposa, comincerà il banchetto.”
Guisgard
23-04-2012, 02.30.57
Elisabeth raggiunse così quel Giardino racchiuso nel parco del palazzo di Tylesia.
Avvertì qualcosa, come i colori e i profumi dei fiori custoditi oltre quel cancello.
Tre figure allora le apparvero dall'altra parte.
Due donne erano rispettivamente alla destra ed alla sinistra di quella centrale che era invece un fanciullo.
Aveva riccioli folti e dorati ed era abbigliato con una clamide bianchissima.
Le due donne invece indossavano lunghe tuniche: verde quella di destra e azzurra quella di sinistra
“Madonna Fedeltà, pensate sia gradito il vostro dono?” Domandò quella di sinistra a quella di destra.
“Posso giurarlo, madonna Comprensione.” Rispose questa. “Anzi, lasciate che a dirlo sia il nostro signore.”
Il fanciullo sorrise loro ed annuì.
Le due donne allora versarono i loro doni in una grande anfora.
“Latte...” fece quella di destra “... affinché il sentimento si nutra e viva per sempre...”
“E miele...” disse quella di sinistra “... in modo che il sentimento si addolcisca e resti dolce in eterno...”
Il fanciullo allora assaggiò ciò che avevano preparato le due donne e lo gradì per la loro soddisfazione.
Toccando quel lucchetto, che era però chiuso e impossibile da aprire o forzare, Elisabeth si destò da quella visione.
Ad un tratto la maga udì qualcosa.
Era il suono di una lira.
“Io credo” disse una voce, lasciandosi cullare da una lenta melodia “che un tesoro, qualsiasi esso sia, possa calcolarsi in base alla ricerca intrapresa per trovarlo...” cambiò le note della sua melodia “... quanto più lo si ricerca, tanto è più alto il suo valore...” fissò Elisabeth e sorrise “... salute a voi, milady...” mostrando un lieve inchino “... vi rammentate di me? Sono Fin Roma, chierico per missione e menestrello per devozione... o, potrei dire, cantore quando suono e poeta quando sogno...”
Guisgard
23-04-2012, 02.55.20
Parsifal, esortato anche da Lilith, aveva scelto la direzione: il cunicolo a sinistra.
Un attimo dopo avevano varcato quel passaggio.
Il cunicolo era stretto ed angusto, avvolto da creste di rocce consumate dall'umidità e martoriate da infiniti fori, forse ad opera di colonie di ratti.
Il terreno era misto a pietrisco e solo a stento la luce delle torce giungeva a scalfire quel buio.
Parsifal, però, aveva anche domandato alla ragazza circa un espediente o un incantesimo per non smarrirsi nel labirinto.
E Lilith, proprio in quel momento, sentì qualcosa, una voce racchiusa nel silenzio che li circondava:
“Sii come il vento, che entra ed esce in ogni luogo,
solo così potrai salvarti da questo maledetto giogo.
Vi è una strada che ti condurrà alla terribile prova,
ma tu rammenta che vincerla da sola a niente giova.
L'uscita dovrai poi rammentare per riuscire a fuggire,
altrimenti nulla varrà tutto il tuo valore e il tuo ardire.”
Fu un attimo, un momento, poi Lilith, dopo quelle oscure parole giunte solo a lei, si destò, vedendo Parsifal che le domandava di un modo per non smarrirsi.
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Daniel
23-04-2012, 09.47.55
dovevo ragionare.. In fretta.. La Lacrima di Cristo sarebbe arrivata tra poco.. Il cavallo si chinò a bere.. Era distratto.. Mi avvicinai con passo felpato e gli saltai in groppa e mi attaccai senza staccarmi..
<<Come la metti ora eh?>>
Altea
23-04-2012, 12.14.50
Ascoltai allibita le parole di Fyellon, lui cosi scettico pensava che una armatura avesse dei poteri??.."Fyellon, ricordo che il nano che trovammo nella chiesa sconsascrata ci parlò del suo padrone...il Fabbro degli Eroi ricordi? parlava allora di messer Insegrid. Ma come potete pensare che una armatura possa avere dei prodigi? Portatemi a vedere dove si trova, ma non possiamo sottrarre nulla, senza permesso..."
cavaliere25
23-04-2012, 12.25.50
Mi guardai intorno e guardai le persone presenti poi mi rivolsi verso tieste e dissi chi si prende il compito di unire queste due persone? domandai facciamo una cosa veloce che poi ci aspetta una bella abbuffata e sorrisi
Parsifal25
23-04-2012, 12.33.44
La scelta sembrava proprio quella della mia interpretazione, anche le vie del cuore e dell'anima pullulano di fori e continue strettoie per raggiungere la perfezione
Notaì che Lilith venne colpita nuovamente da una sua visione, perse i sensi e per non farla cadere in quel marciume e farla riposare la presi e adagiaì il suo corpo fra le mie braccia. Attesi il suo risveglio, e in quell'attimo fissando il suo sguardo....promisi a me stesso.....
"Era veramente dura per Lei..... ma ero ben contento di aver intrapreso questa prova con la sua persona, non avreì mai permesso che le succedesse qualcosa, mai....."
Talia
23-04-2012, 16.59.51
Il crepitare del fuoco riempiva la caverna e il suo calore accarezzava delicatamente la mia pelle. Avevo fatto ciò che Guisgard aveva detto: mi ero seduta vicinissima alla fiamma ed avevo chiuso gli occhi, nel tentativo di riposare...
Ed allora, nella serenità e nel silenzio di quel luogo perduto nella foresta, la mia mano si era involontariamente stretta intorno al pendaglio color rubino e la mia mente aveva indugiato su quella recentissima visione, sul dolore ed il dubbio di Chymela, sui palpiti del suo cuore che batteva sempre più forte e sempre solo per Andros, e poi ancora sulle parole dell’arciduca, sui suoi propositi e su quella pietra... si, su quella misteriosa pietra che egli aveva estratto dalla tasca...
Non sapevo per quanto tempo ero rimasta in quella condizione, con gli occhi chiusi e la mente intenta, anni luce lontana da lì... infine tuttavia, ridestandomi, mi accorsi che stava piovendo.
“Guisgard?” sussurrai, non trovandolo vicino a me...
L’acqua ticchettava sulla roccia e scivolava tutto intorno alla grotta, il vento correva tra gli alberi del bosco e quell’odore di terra bagnata e di foglie mi raggiungeva...
“Guisgard... vieni vicino al fuoco!” soggiunsi vagamente preoccupata, tendendo una mano e rabbrividendo appena per l’aria che si stava facendo gelida subito lontano dalla fiamma “Vieni qui, o finirai per prenderti un malanno!”
Guisgard
23-04-2012, 16.59.51
Fyellon restò un momento pensieroso.
“Un'armatura non può possedere dei poteri” disse “ma può essere fabbricata e forgiata con una tale maestria da rendere le abilità di chi la indossa ancora più efficaci!” Fissò Altea. “I nemici di Tylesia saranno anche dei fortissimi cavalieri, ma sono certo che con quell'armatura io potrei tenere loro testa. Dobbiamo prenderla e condurla a Tylesia, milady. Dobbiamo trovare il modo di sottrarla a quel fabbro...” camminò per la stanza, in preda ad una vivace agitazione “... siete disposta ad aiutarmi? A fare qualsiasi cosa per prenderla?”
Altea
23-04-2012, 17.07.41
Guardai stupita Fyellon...era incomprensibilmente agitato, non l'avevo mai visto cosi, era sempre tranquillo e pacato..."E voi Fyellon, vi sentite pronto e degno di indossare tale armatura? Se è cosi valorosa deve appartenere a un cavaliere nobile di spirito, ma non sottrarrò mai qualcosa che non mi appartiene, penso dovremmo...conquistarcela. In qualche modo, voi mi state dicendo di rubare qualcosa da questo maniero, mi spiace ma non sono d'accordo con Voi questa volta...".
Guisgard
23-04-2012, 18.05.10
Fyellon fissò Altea ed un lampo attraversò i suoi occhi.
“Io credo” disse “che sia tutto un trucco. Loro affermano che consegneranno quella corazza al vincitore della prova, ma mentono. Sanno bene che nessuno può riuscirci. Tutti ignorano cosa realmente ci sia nel labirinto. Io credo si tratti di una grossa trappola. Quella corazza è destinata a restare qui per sempre. E a noi invece occorre per salvare Tylesia... milady, dobbiamo riuscire a prendere quell'armatura... ed io ho un piano, ma ho bisogno del vostro aiuto...”
Guisgard
23-04-2012, 18.08.49
Polidor si avvicinò a Cavaliere25.
“Non possiamo unire costoro in matrimonio...” mormorò “... non siamo dei veri monaci... sarebbe sacrilegio...”
“Allora cosa facciamo?” Domandò Tieste.
In quel momento, un falco giunse su uno degli alberi del cortile.
Era Alberico.
Guisgard
23-04-2012, 18.13.45
Il rumore della pioggia, che batteva sui rami intrecciati che rivestivano l'accesso della grotta, sembra come voler scandire il tempo.
Il tempo che pareva essersi fermato dal loro ingresso in quella caverna.
Il respiro di Sheylon addormentato donava sicurezza e tranquillità a quell'ambiente.
“Sono qui, tranquilla...” avvicinandosi Guisgard a Talia ed avvolgendo entrambi nel suo mantello “... temo che questo fuoco impiegherà un bel po' per scaldare questa grotta...”
Sheylon si svegliò ed emanò un brontolio.
“Tranquillo!” Fece Guisgard. “Vuoi che non sia in grado di scaldarla da me? Non abbiamo bisogno della tua pelliccia!” Fissò Talia e rise di gusto.
Accomodò poi meglio il mantello su di loro.
“Eh, questa grotta mi ispira non poco...” guardandosi intorno “... sai che una grotta ha infiniti significati? Allora... per prima cosa, una grotta è sempre consacrata a San Michele... e lui è il protettore dei cavalieri... poi ci sono tante leggende di eroi ed eroine rifugiatisi in una caverna... Tristano e Isotta, Walter e Hiltugunt...”
All'ombra di quella quercia, Guisgard se ne stava con quel suo libro in mano e tutti gli altri erano seduti intorno.
“Lancillotto” fece lui “era il Primo Cavaliere e l'amante perfetto e poteva essere vinto solo con la magia e il tradimento...”
“Ed io chi sono?” Fece una delle orfanelle del convento.
“Mmm...” fissandola Guisgard “...vediamo...”
“Vorrei essere Ginevra...” mormorò lei.
“Allora sei Ginevra.” Sorridendo lui.
“Anche io voglio essere lei!” esclamò un'altra di quelle fanciulle.
“Pure io!”
“Si e io pure!”
“Nessuno ci vieta di avere tante Ginevre!” Ridendo lui. “Anzi, devo dire che la cosa non mi spiace affatto!”
“E noi chi siamo, Guisgard?” Chiese uno dei suoi fratelli.
“Ci sono tanti Cavalieri della Tavola rotonda!” Fissandoli lui. “Ne troveremo uno per ognuno!”
“Tu non giochi, Talia?” Domandò una di quelle orfanelle.
“Magari toccherà anche a me fare una Ginevra...” continuando a leggere il suo libro lei.
“E allora?” Chiese una di quelle.
“Ginevra non è tra le mie eroine preferite...” facendo spallucce Talia “... anzi, non saprei nemmeno come comportarmi nei suoi panni...”
“Tranquilla, nessuno ha pensato di darti quel ruolo...” sfogliando il suo libro Guisgard.
Talia lo fissò e gli fece la linguaccia, per poi chiudere il libro ed alzarsi.
“Talia è adatta a fare la Dama del Lago!” Fece uno dei fratelli. “Sta sempre nel Tempio!”
Tutti risero.
“Dove vai?” Le chiese Guisgard. “Non vuoi giocare con noi?”
“No, il maestro mi attende...” senza voltarsi lei “... non ho tempo per giocare...” salutò gli altri e corse al Tempio.
“Ehi, Guisgard!” Chiamandolo una delle fanciulle. “qui c'è scritto che Lancillotto vinse un torneo e offrì la corona di reginetta a Ginevra... ti tocca scegliere! Devi scegliere la vera Ginevra!”
Guisgard annuì ed intrecciò alcuni rami fioriti per farne una coroncina da dare all'ambita regina.
Il pomeriggio trascorse presto e la sera si affacciò limpida al Casale degli Aceri.
Talia era ancora nel Tempio, quando udì dei rumori.
“Sei ancora qui?” Entrando Guisgard.
“Si, ma manca poco...” accendendo le candele lei “... tra un po' ho finito... mi aspetti?”
“Devo aiutare il maestro a spaccare la legna...”
“Capisco, non importa...” sistemando l'altare “... vi siete divertiti a giocare?”
“Si...” mormorò lui “... è bello giocare ai cavalieri ed alle dame...”
Talia sorrise.
“Abbiamo anche giostrato...” giocherellando con i tacchi contro una colonna lui “... con tanto di corona per la regina...”
“Allora c'erano tante corone, visto le diverse Ginevre.” Sarcastica lei.
“No, solo una corona...” disse lui “... un'unica e stupida corona...” e corse via.
Talia si voltò e lui non c'era più.
Ma Guisgard aveva lasciato accanto a lei la corona che aveva intrecciato per la vera Ginevra.
Quel ricordo sembrò fluttuare sulle parole di Guisgard, per poi perdersi nel rasserenante rumore della legna che si consumava.
Lui aveva lo sguardo sul fuoco ed il viso adagiato tra i capelli di lei.
“Vuoi che ti suoni qualcosa, Talia?” Domandò lui, con una luminosa ed improvvisa malinconia brillare nei suoi occhi. “Magari ci farà compagnia un po' di musica...” e prese la sua ocarina.
Cominciò a suonare, mentre il fuoco disegnava screziati e danzanti bagliori negli occhi di lei.
Ad un tratto smise di suonare ed uno strano silenzio scese nella grotta.
Un silenzio scalfito solo dal battito del cuore di Guisgard, che Talia, essendo con la schiena contro il petto di lui, avvertì chiaramente.
Lasciò allora scivolare a terra l'ocarina e strinse a sé la ragazza.
“Tu sei la cosa più importante che ho...” sussurrò “... sei il mio passato, il mio presente ed il mio futuro... sei ogni mio desiderio, ogni mia speranza e l'unico sogno che ho... io... ti proteggerò sempre, Talia... da tutto e da tutti...”
Quelle parole sembrarono echeggiare tra il tintinnio della pioggia e lo scricchiolio della legna che si consumava, impreziosendosi nel sognante luccichio della pietra al collo di Talia.
Altea
23-04-2012, 18.20.29
Mi sedetti un attimo su una panca a rifllettere...certo se quella armatura sarebbe andata al vincitore, doveva essere indossata da Parsifal...ma loro avevano deciso di sconfiggere l' Avvilente Costumanza, mentre noi eravamo qui perchè partiti per salvare Tylesia...e dovevamo tentare il tutto per tutto per riuscirci anche nel nostro piccolo..."D'accordo Fyellon, ma a patto che prima mi indichiate esattamente il vostro piano, solo dopo vi darò la mia risposta" scostando il capo e sorridendogli...
Lilith
23-04-2012, 18.34.08
Quando udii quelle parole nel vento capii che ciò che stavo ascoltando era qualcosa di davvero importante, perchè la mia vista si era offuscata. Quelle enigmatiche parole echeggiavano nella mia testa. Quando finalmente ripresi i sensi, raccontai a Parsifal ciò che avevo udito: "Dobbiamo essere... come il vento... Dobbiamo entrare ed uscire da ogni luogo: una volta che avremo trovato la strada che ci condurrà alla prova, dovremo ricordare come uscire... altrimenti resteremo bloccati in questo labirinto infernale."
Guisgard
23-04-2012, 18.37.27
Fyellon si avvicinò ad Altea.
“Milady...” disse “... dobbiamo usare ogni mezzo per raggiungere quella corazza... ascoltatemi, ecco il mio piano... voi siete una splendida ragazza... dovete andare nella fucina e fingervi interessata al lavoro di Insegrid... poi vi mostrerete attratta da quella corazza, chiedendogli ogni suo segreto... dovete convincerlo a liberarla dalle borchie che la tengono ferma... poi al resto penserò io... voi dovete solo affascinarlo... fingervi attratta da lui... così finirà col fidarsi di voi e vi mostrerà la corazza libera dalle borchie... e a quel punto ci penserò io... allora, cosa ne dite?”
Altea
23-04-2012, 18.43.53
A quelle parole sgranai gli occhi...."Mi state dicendo che dovrei corteggiare messer Insegrid?? Il solo pensiero mi ripugna...voi mi state proponendo di fare la dama civettuola invece di essere voi il cavaliere coraggioso e prenderla con la vostra spada?? Ovvero la bellezza fa più danni della spada?" scoppiai in una risata...."Ci sto, ma sono sicura che falliremo, non sono dama da amoreggiare col primo che capita...andiamo in questo luogo".
Guisgard
23-04-2012, 18.57.18
Parsifal e Lilith allora ripresero il loro cammino.
Ad un tratto ai due apparve, per un momento, come un'ombra che fuggiva via.
Poi una risata di fanciullo perdersi nel silenzio e nell'oscurità di quel luogo.
Alla fine, in fondo al cunicolo, i due ragazzi videro una debole luce oscillare in quall'Ade di mistero ed inquietudine.
Guisgard
23-04-2012, 19.07.42
Fyellon sorrise.
“Secondo me, voi sottovalutate il vostro fascino, milady!” Esclamò fissando Altea. “Io, ad esempio, faticherei a resistervi... anzi, sono certo che mi lascerei sedurre da voi...” le fece l'occhiolino “... Insegrid si lascerà ammaliare da voi, ne sono certo... e quando sarà in balia delle vostre grazie, allora gli sottrarremo la corazza...”
I due allora si diressero verso la fucina.
Poco prima, Fyellon si nascose nei pressi e fece cenno ad Altea di raggiungere Insegrid.
Il fabbro era infatti nella sua fucina.
Altea
23-04-2012, 19.13.06
Mi trovai faccia a faccia con Fyellon, mi voltai per sottrarmi al suo sguardo e mi allontanai.."D'accordo andiamo...caro cugino...e che Iddio mi assista".
Scendemmo le scale del castello e ci dirigemmo in giardino, vi era un silenzio surreale, camminavo pensando a Parsifal e Lilith, ero sicura fossero loro gli sfidanti e speravo uscissero indenni.
Arrivammo alla fucina, Fyellon si nascose...mi fece un cenno e guardai dentro, rimasi sbalordita a vedere quel luogo...e vidi Insegrid al lavoro ed entrai.
Mi avvicinai lentamente a lui e lo salutai..."I miei omaggi sir Insegrid, vi ho trovato finalmente, vi stavo cercando in tutto il castello, sapete?" guardandomi attorno notai una corazza...era quella.
Lilith
23-04-2012, 19.15.25
"Cos'erano quelle ombre e quelle voci?" domandai spaventata a Parsifal.
Proseguimmo per altri minuti e scorgemmo una luce in lontananza. Nella mia mente di solito una luce nell'oscurità indicava qualcosa di positivo, una speranza; ma in quel momento quella luce mi faceva pensare ai pensieri peggiori, perchè immaginavo che vi fosse qualcosa o qualcuno in corrispondenza di essa e che quella cosa (o quella creatura) non fosse di certo fonte di speranza.
Mi fermai di colpo e la indicai al cavaliere senza dire niente, poi lo guardai negli occhi per cercare di comprendere quello che stava pensando.
Talia
23-04-2012, 19.37.35
C’era caldo sotto il mantello di Guisgard e il mio cuore era di nuovo pieno di pace, ora che lui era vicino a me... sospirai, lasciando che la musica dolce della sua ocarina cullasse i miei pensieri, che li guidasse... e quanti pensieri si rincorrevano nella mia mente, quanti ricordi, quanti pomeriggi assolati, quante giornate piovose, quanti sorrisi, quante parole...
Poi, per chissà quale motivo, forse sulla scorta delle sue parole, forse per l’eco della sua musica, un ricordo prevalse su tutti... quel pomeriggio lontano, quel gioco e quella coroncina di semplici fiori...
Sorrisi.
Lasciò allora scivolare a terra l'ocarina e strinse a sé la ragazza.
“Tu sei la cosa più importante che ho...” sussurrò “... sei il mio passato, il mio presente ed il mio futuro... sei ogni mio desiderio, ogni mia speranza e l'unico sogno che ho... io... ti proteggerò sempre, Talia... da tutto e da tutti...”
Quelle parole sembrarono echeggiare tra il tintinnio della pioggia e lo scricchiolio della legna che si consumava, impreziosendosi nel sognante luccichio della pietra al collo di Talia.
Quell’impeto mi sorprese... ma la sorpresa durò solo un attimo, poi di nuovo sorrisi... un sorriso appena velato di una sottile tristezza.
“Oh, Guisgard...” mormorai con voce tremante, poggiando la fronte contro la sua guancia “Guisgard... se ci penso... se penso al pericolo che stai correndo per me, io...”
Sospirai... e quel lontano ricordo affiorò ancora una volta alla mia mente... esitai solo un attimo, poi mi alzai e mi avvicinai a Luthien, in cerca della mia sacca da viaggio... ci avevo messo dentro alcune cose prima di partire: ci avevo messo ciò che credevo mi sarebbe servito e ciò da cui mai mi sarei potuta separare... frugai nella capiente sacca solo per un istante, poi e mie mani ne estrassero un piccolo involto di lino candido...
“E’ sempre stato tutto così complicato...” sussurrai, tornando a sedermi di fronte a Guisgard “Complicato e pericoloso... perché? Poteva essere così semplice, invece...”
Lentamente aprii quel piccolo involto di lino e ne estrassi ciò che conteneva... i fiori erano secchi, ormai, e solo leggermente sciupati, ma per il resto quella coroncina era perfettamente integra, proprio come in quel pomeriggio lontano...
“Oh, Guisgard...” soggiunsi, mentre le mie mani facevano scivolare tra le sue quella coroncina, certa che l’avrebbe riconosciuta “Era così semplice, in fondo... così semplice!”
elisabeth
23-04-2012, 19.45.31
Nell'ultimo periodo la mia vita si era trasformata in una visione......ero una Maga nata da un mondo iniziato e non profano eppure non riuscivo ad aprire un lucchetto, facevo apparire serpi eppure nessuno ne aveva paura, forse nessuno vedeva... in quel luogo...........mi voltai al suono della voce conosciuta..." Si mi ricordo di voi, ho ballato alla vostra melodia e ho chiesto di rimanervi accanto...mentre Tylesia e i protagonisti della causa di questa triste storia concludessero e appianassero le sorti maledette.........sapete Fin ?.......rimanere qui sarebbe come sbattere la testa tra quattro mura, sarebbe come annullare il motivo portante per cui io stessa ho intrapreso questo cammino............volete vedere uno spettacolo di Magia Fin ? Qualcuno mi ha chiesto di cercare i suoi cigni.....lasciando al caso il modo in cui avrei dovuto iniziare la mia ricerca.....e se cominciassi proprio da voi....se vi trasformassi in cigno..pensate che qualcuno se ne accorga....."......Risi alle mie stesse parole, stavo vivendo un incubo da cui non ne sarei mai uscita....." Tranquillo Fin, non sono poi così cattiva........forse la mia strada e' verso casa.........."....
Guisgard
23-04-2012, 20.34.49
XVIII Quadro: Se Amore fosse un Fiore...
“Se questo è errore, e sarà contro me provato,
allora io non o mai scritto, e mai nessuno ha amato.”
(William Shakespeare, sonetto 116)
Guisgard restò a fissare prima la coroncina intrecciata, poi il volto di Talia.
Lentamente quel diadema fiorito scivolò dalle mani di lei in quelle di lui.
E nel toccarlo, Guisgard risentì tutte le emozioni, anche contrastanti, di quel giorno.
Le speranze, le paure, i timori, le gioie racchiuse in una parola, in uno sguardo, o in un sospiro mancato, in un sorriso incerto.
“L'hai...” mormorò “... l'hai conservata per tutto questo tempo? Quante notti malinconiche sono passate... quante note suonate alla Luna... e poi la mia partenza dal Casale, il mio addestramento come apprendista... il mio ritorno, poi la fuga da Suessyon... Talia... io... io quella sera arrivai quasi ad odiare Ginevra, sai?” Accennando un lieve sorriso. “Dovevo scegliere... se odiare te, oppure la mia eroina preferita... posso, vero?” E adagiò la corona fra i chiari e lunghi capelli di lei. “Sai... anche Lancillotto e Ginevra, durante il loro primo incontro, furono vittima di un'incomprensione...” guardandola con la corona fra i capelli “... lui le chiese del suo viaggio e lei rispose alle nozze di Artù e della regina Ginevra... senza rivelare di essere lei la sposa...” sorrise nuovamente e restò a fissarla con quella coroncina sul capo.
Lei non poteva vederlo, mentre nei suoi occhi continuavano a danzare i riflessi del fuoco.
Lui allora le sfiorò il volto, spostando una ciocca di capelli all'indietro ed avvicinò le sua labbra alla bocca di lei.
“Chi siete?” Domandò all'improvviso una voce. “Cosa ci fate qui?”
Sheylon balzò subito in piedi.
Una figura era apparsa nella grotta.
Era un vecchio affiancato da alcuni cani che, incuranti della poderosa tigre, ringhiavano verso Guisgard e Talia.
Quel vecchio si mostrava non eccessivamente magro, con i capelli incanutiti dal tempo e dalla solitudine, occhi indagatori e penetranti sotto folte sopracciglia grigie ed una lunga barba che gli scendeva sul petto.
L'espressione era austera e segnata dai decisi lineamenti che tra le rughe tradivano un uomo dal vivissimo ingegno.
Aveva pelli come vesti ed una verga di castagno come bastone.
http://www.mgb-home.de/Ivanhoe-Cedric-Vater-von-Ivanhoe.jpg
Guisgard
23-04-2012, 20.57.05
Fin Amor ascoltò Elisabeth e sorrise.
“Questo lucchetto non è facile da aprire...” disse il chierico “... però permette di poter guardare oltre e vedere il Giardino... chissà poi perchè lo tengono chiuso... un giardino è fatto per mostrare le sue meraviglie, non per essere celato alla vista del mondo...” accarezzò la sua lira “... cercate dei cigni, milady? Io ho visto, poco lontano, due bellissime immagini... forse erano cigni, o forse due figure femminili... attraversavano il crepuscolo e si addentravano nella notte... temevano per il mattino... che stranezza vero? Fossi in voi mi guarderei intorno...”
In quel momento qualcuno si affacciò dalla torre in cui si trovava Goz.
Era una donna, la stessa che Elisabeth aveva già visto una volta.
Milady...” correndo Reas “... vi ho trovata... stavo per chiamare la regina... i Tulipani non possono processarvi... ma per fortuna vi hanno liberato...”
Fin Roma, intanto, era andato via.
“Milady...” giungendo un servitore “... messer Goz ha chiesto di voi... dice che è urgente...”
Talia
23-04-2012, 21.05.02
Sentivo il cuore di Guisgard battere... sentivo che batteva quasi all’unisono con il mio, ora... sentivo la sua voce vibrante e la sua mano che tremava impercettibilmente...
Chiusi gli occhi...
Era complicato, lo era sempre stato... e forse ora lo sarebbe stato ancora di più... eppure non ci stavo pensando più.
“Chi siete?” Domandò all'improvviso una voce. “Cosa ci fate qui?”
Quella voce... sussultai.
Una voce profonda e severa, dal tono perentorio e austero.
Sentii Guisgard balzare in piedi, rapidamente quasi quanto Sheylon... esitai un attimo, poi anche io mi alzai, cercando con la mia mano la mano di Guisgard e stringendola quando la trovai...
“Siamo solo due viaggiatori che cercavano riparo dalla pioggia, signore...” dissi lentamente, la voce bassa e melodica “Voi chi siete?”
Parsifal25
24-04-2012, 00.49.19
Lilith aprì gli occhi e mi riferì le parole della sua visione....." dovremo essere come il vento......", quindi la nostra azione dovrà essere leggiadra e repentina, carpire quando vi è pericolo per abbatterlo qualora ci sarà da affrontare la lotta come il vento impetuoso d'inverno e sereni per placare le nostre paure e preoccupazioni....
"Sarà importante ricordare la strada.....", sarebbe stata la parte più complicata poichè anche se usassimo tecniche di orientamento potrebbe risultare arduo....non vi era molta scelta salvo la logica delle muffe e licheni..... mi fermaì a riflettere finchè non chiesi a Lilith se vi era qualche incantesimo utile per ritrovare la strada da usare come ultima spiaggia......
Mentre le chiedevo ciò, un'ombra sfuggente passò tra noi, rideva ad aveva i toni della voce di un fanciullo..... potrebbe trattarsi di uno spirito inquieto o di una mera illusione provocata dal nostro inconscio......anche se avevo intuito una profonda interpretazione
Si sa, molte volte la componente emotiva influenza gli stati d'animo dell'individuo, soprattutto quando in gioco vi è la sopravvivenza.....non bisognava cadere nella trappola dell'ansia, la lucidità doveva essere prioritaria....
Vidi Lilith, che andava indicando una luce fioca che proveniva da quell' oblio..... bisognava rimanere concentrati se puntassimo alla luce potremo cadere in qualche trappola e perdere l'indicazione fornitaci dalla visione di Lilith. La calma ci avrebbe guidati. I sensi erano vigili, la prova era già iniziata.
Guisgard
24-04-2012, 01.37.57
Insegrid si voltò e saluto con un cenno del capo Altea.
“Salute a voi, milady.” Disse. “Cercavate me? Oh, che insolita e piacevole sorpresa... ditemi in cosa posso esservi utile, allora. Solitamente le dame si interessano poco di armi e corazze. A voi dunque interessa l'antica arte degli armaioli? Forse si nasconde un'amazzone in voi? Una novella Atena?” E rise di gusto.
La corazza, come aveva ben dedotto Altea, era lì vicino.
I suoi bagliori vermigli emanavano un'intensità che sembrava richiamare i sussulti del fuoco più ardente, mentre le cromature cesellate e intarsiate donavano a quella meravigliosa armatura quasi un aspetto ultraterreno.
Guisgard
24-04-2012, 01.44.38
Daniel, con passo felpato e poi con un rapido balzo, salì sul dorso del cavallo per domarlo.
Il sauro, però, subito cominciò a scalciare.
Scalciava come un ossesso, con un vigore ed una determinazione mai vista in qualsiasi altro cavallo.
Alla fine riuscì a disarcionare Daniel.
“Non lo domerai con la forza...” vibrò Giada “... no, devi riuscirci con l'astuzia... hai visto cosa fa quel cavallo quando va ad abbeverarsi? Dal suo comportamento puoi scoprire il suo punto debole per essere domato...”
Guisgard
24-04-2012, 01.48.57
Parsifal e Lilith avevano vist quella luce.
Esitarono però a raggiungerla.
Ad un tratto videro di nuovo l'ombra apparsa precedentemente.
Stavolta però restò per qualche istante immobile a fissarli.
Un attimo dopo corse via.
Però, i due ragazzi erano riusciti a scorgere il suo movimento ed a comprendere la direzione della sua fuga.
La misteriosa ombra era sparita in direzione di quella luce.
Guisgard
24-04-2012, 02.10.13
Quel vecchio fissava Guisgard e Talia con uno sguardo cupo ed indagatore, mentre i suoi cani ringhiavano quasi attendendo una mossa falsa di quegli intrusi.
Guisgard, nel vedere apparire quel vecchio, si era subito alzato, facendo qualche passo verso di lui e la stessa cosa aveva fatto Talia, per cercare poi la mano del cavaliere.
Guisgard strinse così la mano della ragazza, cercando di tranquillizzarla e fece poi un cenno a Sheylon di stare buono.
“Viaggiatori?” Ripeté il vecchio fissando Talia. “Viaggiavate attraverso questi boschi? Con questo tempo? Fuggivate, volete dire!”
“Siamo davvero dei viaggiatori...” mormorò Guisgard “... abbiamo da poco lasciato il paese di San Leuciano, ma siamo stati colti dalla tempesta...”
“San Leuciano?” Fece il vecchio.
“Si...” annuì Guisgard “... precisamente dal palazzo del Belvedere...”
“Non conosco nessun Belvedere.”
“Ma come?” Stupito Guisgard. “E' famoso in tutta la zona... da lì si dominano tutti questi colli...”
“Non mi interesso più di niente del mondo” replicò il vecchio “e non mi riguarda null'altro che non sia questa caverna ed i miei studi.”
“Allora vi chiediamo scusa per esserci introdotti nel vostro rifugio...” disse Guisgard “... appena la tempesta si placherà, lasceremo questo luogo...”
“E' un trucco per farmi abbassare la guardia!” Fece il vecchio. “Volete derubarmi e uccidere!”
“Come osate accusarci in questo modo?” Gridò Guisgard.
I cani allora cominciarono ad abbaiare forte.
“Tenete a bada i vostri cani” intimò il cavaliere al vecchio “o la mia tigre li sbranerà!”
“Vigliacco, cosa sono queste minacce?” Fissandolo il vecchio.
Sheylon era pronto ed attendeva solo un cenno di Guisgard.
Chantal
24-04-2012, 03.10.43
Il fuoco.
Ardeva lento, consumando la legna ed inebriando quell'ambiente con un odore di terra umida.
I suoi bagliori rischiaravano a tratti quell'austera penombra, disegnando strane ed enigmatiche figure tutt'intorno che sembravano sul punto di animarsi.
Chantal aprì pian piano gli occhi e si ritrovò in un ambiente sconosciuto.
Era adagiata su un soffice mucchio di paglia.
Accanto al camino acceso vide due figure.
“Mamma...” disse la bambina “... Ardea liberò la principessa?”
“Si...” annuì la mamma “... dopo aver sconfitto il drago e annullato la terribile maledizione...”
“Era bella la principessa?” Chiese la piccola.
“Si, era molto bella.”
“E io?”
“Anche tu sei bellissima.”
“E perché nessuno viene a salvarci?” Domandò alla mamma. “Perché sono stata cattiva?”
“No, piccola mia...” abbracciandola la mamma “... non sei stata cattiva...”
“Papà verrà a salvarci...” mormorò la bambina “... lo so, verrà... mi parli di papà ancora una volta, mamma?”
“E' tardi, piccola mia...” baciandola la mamma “... tra poco spunterà il Sole e dobbiamo prepararci...”
In quel momento, mentre le fissava, Chantal avvertì una fitta dolorosissima: era la ferita causata dal dardo che l'aveva colpita.
La pemombra della stanza rendeva calda ed accogliente l'atmosfeta,e non lasciava trapelare l'austerità dello spartano locale.I profumi di legna arsa,ceneri calde e braci oleose che andavano diffondendosi lievi e conturbanti fornivano la familiarità di un luogo ospitale e rassicurante.
Le lingue di fiamme che si levavano tra gli spazi nell'intreccio dei tronchetti danzavano andandosi a posare come dorati riflessi negli occhi lucidi e socchiusi di Chantal,come sottili e avvolgenti nastrine di fuoco a giocherellare a raggiungere la pietra più alta del focolare,tale si riflettevano nelle pupille di Chantal strie luminose che andavano incrementadosi e diminuendo con regolare cadenza tra le rime palpebrali,posandosi ora sulle ciglia,ora sull'iride,lasciando che gli occhi le splendessero pur in quel buio non fitto,ma che turbava appena la ragazza che da poco aveva ripreso i sensi in seguito all' incidente.
Il gravoso male avvertito dalla fanciulla che giaceva distesa le causava la contrazione dei lineamenti del viso e mancamento di fiato,tanto che Chantal serrava continuamente le labbra al dolore,agitando appena la testa sul guanciale.
Chiuse,allora,gli occhi,cedendo poco a poco alle fitte che le venivano dalla ferita.
Per un momento le parve d'aver perduto la cognizione del tempo.
Sedute di fronte al focolare stavano due figure.
Chantal udiva le loro voci nella stanza,ma giungevano flebili,come eco lontane,alla sua mente intorpidita,e lo stremo la rendeva incapace di discernere con attenzione quel parlare soffuso interrotto solo dallo scoppiettare della legna e lo scricchiolare degli sgabelli ai movimenti di chi vi sedeva.
Non distingueva ancora bene le sagome,sebbene le fiamme del camino lambissero con una calda ed ambrata luce le figure adagiate presso il fuoco.
Sembravamo abbracciarsi,e muoversi in tenere coccole.
Per un momento Chantal sorrise lievemente,emettendo un silenzioso gemito.
Tuttavia,la ragazza si abbandonò senza forze,nè volontà di scorgere e discernere oltre i luoghi e le persone che ora l'accoglievano.
L'istinto la portò ad affidarsi al Cielo,sollevò,così la mano sul suo petto alla ricerca di quella catenina con l'immagine della Vergine che sempre l'aveva protetta,ma tastò solo la pelle nuda.Lasciò che le dita le percorressero il collo ma della catenina non scorgeva la presenza.
Ebbe,così, un sussulto in seguito al quale rammentò ogni cosa,rammentò di Vayvet,della fuga,della catenina,ma ancor più delle immagini che avevano attraversato la sua mente durante il sonno.
Tutto era un incubo.
Non riusciva a comprendere quanto tempo fosse trascorso dalla sua fuga nel bosco,e non avvertiva altro che un profondo senso di smarrimento.
Poi ancora le voci nella stanza la distolsero dagli angoscianti pensieri,sembravano giungere come un candido narrare di fiaba che in Chantal causava un piacevole senso di abbandono,come a voler lasciare che i contorni della sua vicenda fossero sfumati,sospesi tra sogno e realtà,tra visione e accaduto di fatto.
E le sembrava incredibile l'aver vissuto quei giorni senza tempo nei quali aveva resistito solo in seno alla sparanza.La speranza di ritrovare la sua libertà,di lasciare che il corso degli eventi portasse alla liberazione lei ed i figgitivi che l'avevano trascinata in un mondo a lei sconosciuto.
Ma quando ripensò a ciò che aveva visto in sogno,pur realizzando d'essersi trattato di un incubo,fu angosciata e turbata,le lacrime la presero, cadendo dagli occhi resi già arrossati dalla sofferenza e pesanti dalla stanchezza.
Era,indubbiamente,molto provata.
E aveva desiderio di farsi forza.
Tentò di sollevarsi appena un poco col collo ma non vi riuscì,ricadendondo all'indietro nel giaciglio che l'accoglieva a causa del dolore alla spalla che si irradiava anche al braccio ed al petto.Si abbandonò,così,col capo all'indietro,giacendo immobile e respirando affannosamente.Aveva il volto rivolto verso le travi del soffitto che le appariva in chiaroscuro per il gioco di ombre e luci generato dal fioco lume che btteva sulle sporgenze e sulle rientranze dell'irregolarità del legno.Ardeva,infatti,una vecchia lanterna ad olio su un alto mobile affrancato alla parete che le stava di fronte.
Tutto le appariva consunto,anticato ma pulito,infondendo nella ragazza un senso di dolce e mistica placidità.
Si sorprese un momento d'essere stata capace di sfuggire ai suoi sequestratori.
La ferita pervenutale nella selva era stata leggermente bendata lasciandole,tuttavia,una certa mobilità del braccio,ma era comunque impedita anche nel più accennato movimento poichè tutto il corpo era intorpidito e contratto.
Voltando lievemente il capo verso la benda inumidita di sangue,ebbe un lieve senso di inquietudine,e le mancò il respiro.
Nella sua condizione fisica e mentale avverrtiva ora un gran bisogno di respirare a pieno petto,ma non ci riusciva a causa del dolore che si rinnovava ad ogni più accennata profondità nell' atto respiratorio.Allora le guance le si velarono di un muto pianto.
Fu costretta,infatti,ad abbandonare ogni intento di movimento e a respirare piano e lentamente al fine di calmarsi e frenare il cuore che aveva preso a batterle freneticamente percependosi nelle arterie che serpeggiavano sotto la pelle.
Chantal fissò un po' le forme della stanza,ruotando lievemente la testa per seguire l'ambiente con lo sguardo,poi inclinò cautamente di nuovo il capo verso la ferita tenuta coperta da un panno a proteggere la benda.Quel telo ancora emanava un delicato profumo di biancheria pulita e conservata tra le spighe di lavanda.Era un panno grezzo di canapa poggiato sopra la benda a tener coperta la spalla.
Chantal lo sfiorò appena,poi lo scostò facendolo scivolare lungo la spalla e scoprendo la camicia che nascondeva la benda.
Il luogo era austero,ma quel profumo di fresco le dava conforto e calore.
Chantal scrutò a lungo la benda infarcita di sangue ancora vivo,adagiato appena sotto la sua camicia che recava lo squarcio del dardo ancora ben distinguibile in quella larga macchia rossa che aveva impregnato le sottili fibre del leggero tessuto di garza della clamide.
Meditava cosa fare,voleva vedere la ferita,scoprirla e realizzarne la gravità.Ma ebbe un momento di esitazione anche a causa del dolore che le procurava il,seppur impercettibile,movimento.
Chantal comunque si fece coraggio,sollevò nuovamente lentamente la mano destra,poichè la ferita le era venuta alla spalla sinistra,e piano piano raggiunse prima la camicia per muoverla lievemente in senso riverso e scoprire la benda,e poi sfiorò con le dita la benda stessa che si estendeva dalla fossetta giugulare fino all'acromion scapolare.Poggiò le sue dita su di un angolo asciutto di quello straccetto posizionato sotto i fini ricami che passavano sulla leggereza della garza di cotone e,trattenendo il respiro,sollevò delicatamente la benda fino a che potè, finalmente, vedere la ferita.
Poco sotto la clavicola aveva una lacerazione lunga circa quanto la lunghezza del suo palmo,in parte dai contorni lisci,in parte lacerati fino a mostrare piccole frange di pelle appena sollevate dai tessuti carnei sottostanti.Era come se la freccia l'avesse presa di striscio,solo a poche dita dal collo la ferita si faceva più profonda e larga,dai margini ben definiti e incrostati di sangue raggrumato.In quel punto,la ferita sembrava ancora fresca e sanguinante.
Le bruciava per tutta l'ampiezza,le dolevano tutte le fibre del corpo,avrebbe desiderato soffiare sopra la lacerazione come se il fresco alito potesse in qualche modo alleviare il senso di bruciore,ma non aveva forza,nè fiato,allora reclinò nuovamente il capo all'indietro lasciando fluttuare alcune ciocche di capelli trascuratamente sciolti ed accomodati dietro la schina,e la mano che aveva sollevato la benda le scivolò dalla ferita fino a posarsi sul petto,inerme e di cinereo pallore,lasciando la ferita un poco scoperta.
Sul torace muoveva flebilmente le dita,esplorando cautamente e con impercettibile tatto il petto,alla ricerca dei lacci della camicia,aveva chiuso gli occhi ora,e tastando la pelle avvertiva sotto i polpastrelli d'essere asciutta ma infreddolita,e raccolti i lacci che le ricadevano sul seno,tentò di tirarli lievemente fino a che gli orli della camicia presero a combaciare.
Avvertì,così,un senso di protezione.
Tremava debolmente,e stringere le dita trattenendo il sottile filo del cordoncino di fibre intrecciate che tratteggiava nei piccoli occhielli sembrava un'impresa ardua.
Trattenne,così,un poco i lacci con la punta delle dita serrate,raccogliendo in un pugno blando tutta la lunghezza del cordoncino,ma poi la sua mano perse le forze,le dita si arresero lentamente e il laccio le ricadde in mezzo al petto.Infine,il bracciò le scivolò di fianco.
Inclinò la testa ancora verso la ferita,e schiuse le labbra in un sospiro.
Non cercava affatto di richiamare a sè l'attenzione delle figure nella stanza poichè non riusciva ad emettere alcun suono con la voce resa muta dal sordo dolore.
Cercava,allora,con lo sguardo le figure, sebbene non le distinguesse bene,ma s'accorse che se ne stavano abbracciate,e che erano una madre e la sua bambina abbandonate ad amorevoli effusioni d'affetto.
Pur avendo udito,poichè era sveglia,il loro discorrere,Chantal non aveva seguito il filo del discorso,e non ricordava alcuna delle parole da loro pronunciate,solo il tono dolce e delicato,e vagamente sommesso,delle due figure.
Inclinò ancora di più la testa,allora,Chantal,fino a che la sua guancia sprofondò nei lunghi capelli sparsi in lenti riccioli nella paglia e lasciò che il suo respiro lambisse quello scorcio di torace che emergeva dallo scollo aperto della camicia, l'aria umida e calda che le proveniva dalla bocca socchiusa accarezzava ed avvolgeva la sua pelle lasciandole un lieve senso di benessere poichè le permetteva di riscaldarsi le spalle nude.
Tanto flebile era il suo respiro,tanto impercettibile quell'alito che da esso si generava quanto tanto benefico e sanatorio a smorzare quella sensazione di brivido che attraversava la ragazza.
Ora Chantal giaceva completamente abbandonata,con le braccia adagiate lungo i fianchi,priva di forze.
Solo gli occhi non cessavano un momento di muoversi per vedere tutto intorno,e sollevato appena un poco il capo senza mai spingersi troppo a tendere il collo e le spalle,Chantal potè chiaramente vedere che ai piedi del letto vi era una cassapanca di un legno povero ma robusto sulla quale erano stati poggiati degli abiti.Riconobbe,allora,i suoi vestiti,meticolosamente ripiegati e disposti uno sopra l'altro in un ordine non casuale tutti i capi che indossava quella notte.C'erano la cappa posta alla base della pila,la sua giacchina di velluto operato,poi il suo corsetto accuratamente allacciato come pronto per essere riposto in cassetto,infine il lungo nastro che usava per trattenere le ciocche di capelli raccolti,sapientemente arrotolato e posto in cima al piccolo corredo che comprendeva quel suo vestiario.Ma più di tutto le saltò agli occhi fino a farla impallidire quel sampler con una lettera ricamata a mano da lei stessa che usava appuntare all'interno di ogni sua veste quando s'abbigliava al mattino,generalmente lo spillava all'interno del corsetto.L'iniziale misteriosa che non richiamava alcuno dei suoi cari serbava un nome che la ragazza aveva nel cuore e che mai aveva rivelato.Era fatta di punti delicati e leggeri, ricamata in bianco su un tessuto di un candore innaturale.Il sampler,piccolo e sapientemente operato,doveva esserle caduto quando le avevano tolto i vestiti per curarle la ferita.
Di fianco ai suoi vestiti erano state riposte anche le sue scarpe,delle piccole calzature decolletè arrotondate alla punta,di tessuto di damasco ricamato nei toni dell'avorio e del rosa antico,anch'esse erano state sollevate sulla panca,ripulite dalla polvere e accomodate ordinatamente congiunte.
Tutto questo infondeva in Chantal un senso di sicurezza.Di certo chi si era presa cura delle sue vesti non avrebbe potuto ledere alla sua persona.
Ma poi,un repentino senso di malinconia la assalì,sollevò così il braccio più libero di muoversi fino a portarne la mano all'altezza della testa,e voltò il viso per farlo poi ricadere sul suo palmo e,piano piano,lasciò affondandare in esso la guancia,mentre ne assaporava l'accennata morbidezza e il calore,essendo la sua una mano scarna e fragile ma calda.
In quella posizione la ragazza si ritrovò il polsino orlato di merletto che pendeva dalla manica della camicia a sfiorarle il viso.Esso si susseguiva in piegoline ondulate tenute stetta da una salda cucitura poco sopra il polso.Chantal trattenne l'orlo di quel merletto tra le dita,lasciando che le sfiorasse lievemente la pelle con la sua candida leggerezza,facendole così respirare quella tranquillità e quel profumo del mondo di casa sua.
La fanciulla chiuse,allora,gli occhi,le palpebre le cedevano lentamente andando ricreando sotto di esse le immagini dei ricordi..Era come se potesse annusare la boccetta di acqua del lago,l'essenza di fiori di violette che usava come profumo la sua tenera governante,il tabacco che masticava suo padre quando lei glielo porgeva a fine pasto e,fra tutti,le rose freschissime che coglieva al mattino mentre cantava sotto la finestra di Pierre,e il legno di rosa che il ragazzo raccoglieva per ricavarne i grani del rosario quando aiutava i frati del convento a infilare coroncine.
Tutto questo accolto in quel candido scorcio di merletto che orlava la sua camicia e che ora sfiorava la guancia di Chantal,profumando delle cose a lei care.
Infine,quando fu più rilassata e tranquilla,prese ad ascoltare il racconto che ancora proseguiva,accennato da quella figura femminile seduta poco più in là nella stanza,abbandonata al calore del fuoco e dell'abbraccio per la sua bambina.
E per un momento le sembrò di dimenticare ogni affanno,lasciando affiorare un sospiro che racchiudeva una flebile speranza.
Buona fortuna,Vayvet..il pensiero la colse prima di cadere addormentata.
Parsifal25
24-04-2012, 03.29.57
Porsi la mano a Lilith e la tenni per imprimerla sicurezza....l'incontro con quella oscura figura aveva reso cupo il suo candore.
Senza esitazione ma leggiadri come il vento proseguimmo verso il tortuoso cunicolo....
Un vento gelido passò dinanzi al mio viso, nuovamente la mistica figura apparse a noi anche se stavolta non fuggì anzi......
Oramai, la mia vista si era abituata a qual buio e prima che corresse via, riuscì a leggere il suo movimento andava verso quel bagliore e come se ci volesse aiutare ed indicare la via anche se il suo compito non credo fosse quello di servirci..... sempre con molta attenzione proseguì il cammino, nuovamente applicaì la tecnica del sassolino per vedere se vi era qualche trappola.
Tutto procedeva nel silenzio, "che strano sentirlo.....mi infonde sicurezza".... una volta giunti nella stanza del luccichio potrebbe succedere qualcosa.....
"Meglio esser pronti"....
Altea
24-04-2012, 09.31.02
Il fabbro alle mie parole si voltò e mi salutò, ero leggermente intimorita ma dovevo farmi coraggio.."Si cercavo proprio voi messere, io sono appassionata di spade sapete? Ne avete alcune da mostrarmi...?" dissi avvicinandomi a lui, lo guardai negli occhi...."e siccome mio cugino Fyellon non è nei paraggi ho approfittato per venire da voi, sapete..mio cugino è preso da una strana forma di gelosia nei miei confronti, e...sa che..mi sono innamorata di voi messere" e gli presi la mano, alzando gli occhi al Cielo sospirando. Il mio sguardo però si soffermò sulla corazza, una strana luce penetrava nella fucina e la faceva brillare vistosamente, Fyellon aveva ragione, essa celava qualcosa di veramente misterioso.
"Quella corazza.." la indicai con una mano, mentre continuavo a stringere la sua con l'altra "è di fattura magnifica, ne sono affascinata....messere me la volete mostrare, potrei provarla...in cambio di un mio bacio?" e cercavo al di fuori Fyellon con lo sguardo.
elisabeth
24-04-2012, 10.03.43
Fin diede la sua spiegazione....una spiegazione dettata da una sorta di filosofia che non conoscevo..." Se voglio potrei volare su quei giardini, non preoccupandomi di uno strano lucchetto.........ma amo rispettare le regole, almeno sino a quando non minano la salute delle persone a cui voglio bene ".... Alle finestre del palazzo scorsia ancora una figura femminile.....era leggera e triste...ma in quel posto tutto era triste anche gli splendidi colori di quel magnifico parco...........Reas arrivo' correndo, gia' la magnifica notizia.....ero libera e sotto ricatto ..c'era proprio da stare allegri.....e poi il messo Goza aveva bisogno urgente della mia presenza..........Fin ovviamente non c'era piu' forse stava cantando le sue storie in un'altra parte del Parco........." Reas ascoltatemi, le cose non stanno esattamente come pensate..........io sono una persona libera come un carcerato a cui hanno messo la catena al piede.............la mia liberta' dura sino a quando i patti verranno rispettati.......e se volete sapere come la penso...i Cavalieri del Tulipano non sono persone che amno rispettare i loro patti............E ora perdonatemi, ma Goz ha bisogno di me.....e io ho bisogno di lui , la nostra vita stranamente si e' legata a tal punto.........che il solo pensiero mi fa' inorridire......".......strinsi le mani a Reas...per trasmettergli il mio grande affetto......e seguii il servitore per nadare da Goz
Daniel
24-04-2012, 10.40.05
Ad un certo punto per la rabbia e per la frustrazione presi Giada e la scagliai contro un'albero con talmente tanta forza che si conficcò fino a metà..
<<Basta! Non c'è la faccio più! Non sono capace a domarlo non ci riesco e tu oltre a darmi ordini non fai! Se non posso usare quello stupido cavallo andrò a piedi!>>
E detto questo in preda a una rabbia furiosa cominciai a correre nella foresta incurante dei graffi dei rami sul viso.. Non riuscivo a ragionare sarei andato li e avrei combattuto a mani nude piuttosto che aspettare che quel cavallo cocciuto si decidesse ad accompagnarmi..
Talia
24-04-2012, 11.10.04
La situazione era precipitata con una rapidità disarmante... la voce del vecchio si era fatta di momento in momento sempre più aspra e carica di malcelato sospetto mentre il suo sguardo, che avvertivo su di noi con assoluta chiarezza, era severo e diffidente. Anche Guisgard, d’altro canto, si stava innervosendo... aveva alzato appena la voce alle accuse dell’altro ed il suo tono si era fatto duro, mentre la sua mano, intrecciata alla mia, vibrava appena, come pronta a reagire. I cani abbaiavano, intanto, e Sheylon ringhiava pericolosamente, pronto ad attaccare ad un solo cenno del suo padrone...
Io provavo disagio.
La pietra rossa, al mio collo, era diventata inspiegabilmente calda, intanto... era una curiosa sensazione... la sentivo bruciare contro la mia pelle anche attraverso il vestito... le mie dita corsero ad essa un istante, poi le riabbassai e, stringendo la mano di Guisgard per indurlo alla ragionevolezza, feci qualche passo verso il vecchio...
“Signore...” iniziai allora a dire, con un piccolo cenno rasserenante verso Sheylon “Signore, credetemi... vi ingannate! La tempesta ci ha colti di sorpresa mentre eravamo in viaggio e ci ha spinti qui, con l’unico desiderio di ripararci dalla pioggia e dal vento. Noi non sapevamo che questo luogo fosse il vostro ricovero, o non ci saremmo di certo permessi di importunarvi.”
I cani continuavano ad abbaiare, ma io non badai loro... mi sentivo calma... sentivo che, finché avessi detto la verità ed il mio cuore fosse stato sincero, non avrei avuto niente da temere.
Feci ancora due minuscoli passi avanti, sollevando gli occhi verso l’uomo... non potevo vederlo, ma lo percepivo con precisione di fronte a me...
“Guardatemi...” dissi lentamente, mentre un leggerissimo sorriso mi increspava appena le labbra “Guardate i miei occhi, vi prego... credete davvero che vi stia ingannando? Credete che potrei farvi del male, o che potrei mai farne a qualcuno? Se è questo che credete...” soggiunsi in tono morbido, dopo appena un istante “Se davvero, guardandomi, pensate questo... allora ce ne andremo, nonostante il buio e la tempesta, e non vi importuneremo più. Avete la mia parola!”
Un altro breve momento di silenzio... la mia mano corse indietro a cercare Guisgard, ma i miei occhi rimasero sull’uomo di fronte a noi...
“Come vedete...” mormorai poi, trovando la mano del cavaliere e stringendola “Come vedete, signore, siamo tutti nelle vostre mani ora!”
cavaliere25
24-04-2012, 11.29.58
Guardai Alberigo e dissi vieni qui abbiamo bisogno di te poi guardando gli altri dissi non abbiamo nessuna possibilità dobbiamo fare questo matrimonio se non vogliamo passare degli altri guai voi avete un altra idea? domandai
Guisgard
24-04-2012, 20.17.06
Elisabeth fu condotta così da Goz.
L'uomo la stava attendendo nella sua stanza ed era preso da alcuni suoi disegni.
Erano schizzi di armature ed armi.
“Sto già mettendo mano al nostro patto...” mormorò “... presto la corazza del vostro amico Guxyo sarà pronta per essere battezzata in battaglia...” alzò lo sguardo e fissò la maga “... ora sta a voi rispettare i patti... e siete fortunata... qualcuno può aiutarvi a cercare i miei cigni...”
In quel momento, da dietro una tenda, qualcuno avanzò.
Era la donna che Elisabeth aveva visto affacciarsi dalla torre.
“Milady...” mormorò Goz “... questa è lady Calunda... è anch'ella ospite di questa città... ha perduto la memoria e l'unica cosa che ricorda è di aver visto i miei cigni...”
Guisgard
24-04-2012, 20.22.28
Daniel, così, esausto e sfiduciato, decise di fuggire via.
Si addentrò allora fin nel cuore della selva, che con l'avanzare dell'imbrunire, mutava le sue forme e le sue fattezze.
E quando tutto intorno a lui cominciò a farsi incerto, come se gli spiriti del crepuscolo alterassero i sensi, Daniel cominciò a vedere un bagliore lontano che si faceve strada tra la folta vegetazione.
Era un fuoco acceso.
Guisgard
24-04-2012, 20.26.39
Aberico restò per un momento a fissare Cavaliere25, poi si decise e volò verso i tre falsi monaci.
“Alberico, aiutaci...” mormorò Tieste “... ti prego, toglici da questo guaio...”
“E questo voi l chiamate guaio?” Disse il falco. “Un matrimonio ed un ricco banchetto nuziale? No, amici miei... i veri guai sono altri... come quelli...” indicando all'improvviso il sentiero che correva verso la campagna.
E infatti, stavano arrivando alcuni cavalieri a cavallo.
Guisgard
24-04-2012, 20.47.32
Isengrid fissò stupito Altea.
“Voi innamorata... di me?” Meravigliato. “Oh... sono sincero... mi prendete alla sprovvista... una bella dama come voi, chissà quanti cavalieri è riuscita ad incantare...” arrossì per un lieve imbarazzo “... beh... se volete posso mostrarvi diverse spade... ho forgiato tante e tante lame... gote, longobarde, franche, sassoni... ma anche saracene, bulgare, mongole...”
Altea poi aveva cominciato a parlare della corazza.
“Splendida, vero?” Sorridendo il fabbro. “Quella corazza è unica... fu un mio antenato a forgiarla e da allora ognuno della mia famiglia si occupa di custodirla... ora sono diversi secoli che non è indossata... il prescelto potrà definirsi invincibile...” si avvicinò all'armatura “... i vostri baci sono di certo inestimabili, milady... ma purtroppo non posso farvi indossare la corazza... vedete, essa è fissata al muro da queste borchie e non mi è concesso liberarla fino a quando qualcuno non riuscirà a superare l'Avvilente Costumanza... io stesso custodisco la chiave per rimuovere il sistema di borchie...” mostrando alla ragazza un ciondolo che aveva al collo e dal quale pendeva una chiave esagonale “... perdonatemi, dunque, ma non posso esaudire la vostra richiesta...”
Isengrid però cominciò a guardare in modo strano la ragazza.
“Però se volete...” iniziando ad accarezzarla “... posso mostrarvi altre mie opere... lance macedoni, alabarde elvetiche, scimitarre ottomane e poi elmi vichinghi, archi inglesi, scudi persiani...” il suo sguardo si accese di lussuria “... basterà solo che voi siate un po' carina con me...” e tentò di abbracciarla.
http://blog.leiweb.it/novella2000/wp-content/blogs.dir/14/files/liz-taylor-morta/liz-taylor07.jpg
Guisgard
24-04-2012, 21.25.52
Ad un tratto la bambina si voltò ed indicò il letto a sua madre.
Questa allora si alzò e con la piccola fra le braccia si avvicinò al letto in cui riposava Chantal.
“Come state, milady?” Domandò la donna. “Vi fa ancora male quella ferita?”
“Morirà, mamma?” Chiese ingenuamente la piccola.
“No, cosa dici!” Rispose la mamma. “Guarirà presto, invece!” Fissò poi di nuovo Chantal. “Perdonatela, vi prego... è solo una bambina... ditemi, volete da bere? Magari un po' d'acqua fresca vi farà sentire meglio...”
“Chi è mamma?”
“Una bella ragazza che si è perduta tra i boschi, bambina mia.” Sorridendo la mamma.
Guisgard
24-04-2012, 21.30.48
Parsifal, così, seguito da Lilith, decise di raggiungere quella luce in fondo al cunicolo.
L'aria odorava di chiuso e l'umidità era molto forte in questo punto del labirinto.
Giunti presso quella luce, i due si accorsero che proveniva da una piccola stanza.
Al suo interno vi era un vecchio che accomodava un'infinità di oggetti caratteristici che riempivano l'ambiente.
Questi, all'improvviso, si voltò di scatto verso i due e mostrò un largo sorriso.
“Oh, ma che sorpresa!” Esclamò nel vederli. “Entrate pure... il mio negozio è a vostra disposizione, miei giovani amici! In che cosa posso servirvi?”
cavaliere25
24-04-2012, 21.40.59
accidenti dissi dobbiamo stare attenti potrebbero scoprirci nascondiamoci ho troviamo un posto dove non ci vedano quei cavalieri
Guisgard
24-04-2012, 21.41.49
Il vecchio restò a fissare gli occhi di Talia, mentre le parole della ragazza tentavano di ammansire la tensione che era sorta nella grotta.
Lo sguardo del vecchio, così, da severo e sospettoso, divenne pian piano più disteso.
Guardò poi di nuovo Guisgard, che era accanto a Talia.
“I vostri occhi...” mormorò rivolgendosi alla ragazza “... non possono ospitare la luce, a quanto vedo... allora dovete aprire la vostra anima alla verità, altrimenti, temo, resterete cieca per sempre...” fece un cenno ed i suoi cani smisero di ringhiare.
Sheylon seguiva ogni loro movimento, senza allontanarsi mai da Talia, fedele com'era gli ordini del suo padrone, impostigli sin dalla loro partenza dal Casale degli Aceri.
Il vecchio gettò allora un sacco ai piedi del fuoco e si sedette su una pietra sporgente dalle pareti rocciose.
Estrasse poi dal sacco alcuni rami secchi e con questi ravvivò il fuoco.
“Sedetevi o prenderete freddo...” disse il vecchio “... voi però non mi piacete affatto!” Alzando gli occhi su Guisgard, che rispose scuotendo il capo.
“Non temete, appena il tempo migliorerà” mormorò il cavaliere mentre si sedeva accanto a Talia “andremo via...”
“Carbonchio...” disse il vecchio fissando il ciondolo al collo di Talia “... è molto raro... rarissimo... al punto che moltissimi non ne hanno mai visto e ne ignorano l'esistenza... è di sicuro un pegno d'amore di vostro marito...” guardando poi Guisgard.
Altea
24-04-2012, 21.52.02
Il fabbro dapprima mostrò stupore, poi cambiò espressione...e notai il suo Ego rissollevarsi alle mie parole...l'avevo convinto, egli mi portò dapprima verso le spade, ne ammiravo una a una...erano di fattezze meravigliose, guardavo le else..alcune cesellate, altre impreziosite da qualche pietra.
Insegrid iniziò poi a parlare della corazza...allora Fyellon aveva ragione, quella corazza era davvero invincibile, sussultai quasi di gioia ma subito svanì nel sentire che solo quando qualcuno avesse sconfitto l' Avvilente Costumanza quell'armatura poteva essere aperta. Egli mi mostrò un ciondolo con una chiave, la chiave per aprire quella armatura...dovevo prenderla, ma come??
Ad un tratto sentii il suo abbraccio, deglutii, la situazione stava diventando pesante...."E una spada...mi fareste vedere una spada, ad esempio...quella...è stupenda, cesellata in oro con un bel rubino al centro noto...non vorreste regalarmela?" mi avvicinai lentamente a lui, il cuore batteva forte ma non di emozione bensì di disgusto..."Eppure questo ciondolo con la chiave è stupendo" dissi afferrandola nelle mani "è ha un valore unico, quello di aprire quella armatura vero messere"...cercai di avvicinarmi al bancale, ivi vi stava un pugnale affilato. Io e Insegrid oramai eravamo vicini, presi coraggio, con una mano tenevo ferma la collana guardandolo negli occhi e lo baciai, e repentinamente misi la mano sopra al pugnale e afferrandolo tagliai la collana. Mi scostai da lui con la collana e la chiave in mano...."ecco la chiave messer Insegrid....un mio bacio vale più di ogni tesoro unico al mondo"...e mi voltai cercando Fyellon.
Lilith
24-04-2012, 22.26.38
Io e Parsifal seguimmo quella misteriosa ombra e raggiungemmo la luce.
La mia sorpresa fu immensa quando realizzai che la luce proveniva da un negozio dove lavorava un anziano signore. Egli ci chiese che cosa desideravamo. Io guardai Parsifal e gli domandai: "Come mai avete un negozio al'interno di un labirinto? Chi mai potrebbe venire ad acquistare qualcosa?"
Mi guardai attorno e vidi centinaia di oggetti stranissimi; mi chiesi se tra essi ci fossero stati anche degli oggetti magici che avremmo potuto utilizzare per superare la prova.
Parsifal25
25-04-2012, 02.04.51
L'aria diveniva pesante..... la muffa poteva essere pericolosa se inalate per molto tempo, ma potevo resistervi.
Continuaì il cammino e finalmente giungemmo nel bagliore.....
Non potevo credere ai miei occhi.....vi era un negozietto di magia in un posto così pericoloso, in più gestito da un anziano. La situazione era suggestiva. Varcammo la soglia ed il vecchietto accortosi della nostra presenza ci invitò ad entrare, non tanto per acquistare ma per qualche chiacchiera......
Era strano non sembrava così terribile questa prova..... ma non bisognava perdere la concentrazione, cercaì di osservare i suoi movimenti, l'ambiente e tutto ciò che esso conteneva.....ovviamente, cercando di non destare sospetti.
"Milord, che ci fate in questo luogo così pericoloso? Si narra che questo labirinto sia la casa dell' Avvilente Costumanza..... perchè vivete qui?"
Daniel
25-04-2012, 12.09.16
Mi avvicinai con passo felpato al fuoco.. Mi nascosi dietro un cespuglio e vidi un piccolo accampamento.. Le figure erano la Lacrima di Cristo ma come mai erano li e non a Tylesia?
elisabeth
25-04-2012, 13.25.20
Goz era chino su disegni e prototipi....carboncini e rudimentali compassi....squadre di legno e una foga che sembravano farlo diventare matto.....lumi di candela illuminavano quella stanza......incuriosita seguivo ogni sua spiegazione..." Goz....se non volete essere incenerito all'istante...tenete a mente poche cose se volete, ma Guxio non e' amico mio e per quanto ne so neanche vostro.........sono ricattata quanto voi....io non finiro' allo spiedo e voi troverete i vostri cigni..." Entro' una donna, sembrava avere la mia stessa eta', il suo sguardo era spaesato.....io l'avevo vista..gia'... appariva sempre quando ero con Reas......" Finalmente...riesco a darvi sembianze umane Lady Calunda, ho pensato che voi foste uno spettro.....e quando non si ha memoria non si e' lontani dall'esserlo.......Mi chiedo Goz se lei ha veduto i vostri Cigni e sa quindi dove si trovano........Perche' avete bisogno di me...lei stessa puo' portaverli sino a qui.........non trovo un nesso logico..anche se per dire il vero, non risesco a trovarlo in tutta questa situazione, perche' vedete....bastava che Guxio vi avesse promesso i vostri cigni, voi avreste comunque lavorato per lui...........Perdonate la mia stoltezza....ma non comprendo, quindi in totale ignoranza se volete spiegarmi senza indovinelli e discorsi strani...cosa succede.....io forse mi sentiro' anche piu' partecipe........staro' qui buona buona alla vostra presenza e quella di Lady Calunda e come un bimbo beve dalle labbra del proprio Maestro io ascoletro' ogni cosa.......".......Spostai una sedia posta accanto al tavolo dove lavorava Goz...incrociai le braccia ed attesi guardandoli....una sorta di speigazione a quello strano movimento che stava percorrendo la mia vita........il mio essere maga era totalmente annullato...ero la Regina dei boschi e mi sentivo l'ultima delle serve...avevo gia' passato il mio cammino iniziatico, ripercorrerlo mi andava bene...ma non ne comprendevo l' utilita'...
Talia
26-04-2012, 12.47.19
Mi sorpresi alle parole del vecchio circa la mia impossibilità di vedere... mi sorpresi perché mi parve di riconoscere in esse qualche cosa di conosciuto.
Egli, tuttavia, non mi dette il tempo per rispondere poiché aveva già spostato la sua attenzione su qualcos’altro...
Guisgard non gli piaceva, aveva detto... e lo aveva detto tanto direttamente e con un candore tale da farmi sorridere... e tuttavia non dissi niente. Mi sedetti di nuovo vicino al fuoco, come il vecchio mi aveva suggerito, e poco dopo anche il cavaliere si accomodò accanto a me.
Il vento, intanto, continuava ad insinuarsi tra le fronde in quella grotta e la rendeva fredda, tanto che persino la fiamma scoppiettante di quell’improvvisato falò non riusciva a riscaldarla che in piccola parte.
“Carbonchio...” disse il vecchio fissando il ciondolo al collo di Talia “... è molto raro... rarissimo... al punto che moltissimi non ne hanno mai visto e ne ignorano l'esistenza... è di sicuro un pegno d'amore di vostro marito...” guardando poi Guisgard.
“Come?” mormorai sorpresa... ma subito capii ciò cui il vecchio alludeva e così, portando istintivamente le dita al ciondolo, sospirai...
“Oh...” esitai solo un attimo, ma subito la curiosità intorno a quel ciondolo e a quell’ultima visione che avevo avuto tornò a farsi viva...
“Oh, si... sì, avete indovinato!” risposi quindi di getto.
La mia mano scivolò verso quella di Guisgard e la strinse appena, in un gesto rassicurante... sperando che non intendesse contraddirmi.
“Sapete, però...” mormorai dopo un istante, tornando a sollevare gli occhi sul vecchio “Sfortunatamente non ho mai potuto vederla. Sì, è così... più e più volte le mie dita l’hanno sfiorata, indagandone la perfezione... e sovente me ne è stato parlato... ma non ho mai potuto vederla con i miei occhi, poiché la ricevetti soltanto in seguito a quell’incidente che mi privò della vista.”
Feci una breve pausa... continuando a stringere appena la mano di Guisgard...
“Così...” mormorai poi, la voce bassa e morbida, suadente “Così, mi chiedevo... voi che sembrate conoscere questa pietra e le sue proprietà meglio di chiunque altro io abbia mai incontrato... mi chiedevo se, magari, non voleste parlarmene un poco. Oh, vi prego, signore... vi prego, sarebbe per me un così grande piacere ascoltarvi...”
Guisgard
26-04-2012, 17.14.40
Cavaliere25, Tieste e Polidor, subito si nascosero, per non essere visti da quei cavalieri.
Quelli allora raggiunsero gli invitati ed un cupo silenzio scese sulla festa nuziale.
“Oklyo...” chiamò il capo di quei cavalieri “... volevi far festa senza il tuo signore?”
“No, certo che no, milord...” a capo chino Oklyo.
“Dove si trova la tua bella moglie?”
Oklyo non rispose.
“Voglio fare gli auguri alla sposa!” Ridendo il cavaliere. “Portatela a me!” E si sedette a tavola.
Allora, spinta dagli altri invitati, la giovane sposa avanzò verso i cavalieri.
Tremava e alcune lacrime cominciavano ad arrossire i suoi occhi.
Guisgard
26-04-2012, 17.19.09
Daniel si avvicinò e guardò vicino al fuoco.
In principio gli apparvero diverse figure, ma poi, abituatosi a bagliori della fiamma, si accorse che vi era un solo uomo ed era un cavaliere.
Questi sbatteva con forza la propria spada su una roccia, inveendo contro se stesso e contro tutti i mali del mondo.
“Che io sia dannato!” Urlava quel cavaliere. “Dannato e maledetto! Mille volte maledetto!”
cavaliere25
26-04-2012, 17.22.15
guardai quella scena e dissi agli altri quei cavalieri non mi piacciono manco un po si vede che questa gente a paura di loro che facciamo ora se usciamo ci scoprono e ci risbattono in gattabuia avete qualche idea dissi guardandoli
Guisgard
26-04-2012, 17.28.48
“Meglio restare qui e pensare ai fatti nostri...” mormorò Tieste “... abbiamo già troppi problemi noi, per occuparci anche dei guai di questa gente...”
“Temo di aver compreso...” fece Polidor, per poi fissare Cavaliere25 e Tieste.
“E cosa avete compreso?” Chiese Quest'ultimo.
Nel cortile, intanto, i cavalieri avevano cominciato a mangiare e a bere, consumando gran parte delle pietanze che erano state preparate per la festa di nozze.
“E' davvero molto carina la tua sposa, sai?” Disse il capo dei cavalieri ad Oklyo. “E tu conosci
la nota consuetudine della Prima notte, vero?”
Oklyo, a quelle parole, sbiancò.
cavaliere25
26-04-2012, 17.36.39
se non se ne andranno presto mi sa tanto che dovremo stare qui nascosti finchè non ci sarà la tranquillità se usciamo adesso rischieremo di far saltare la nostra copertura da finti monaci però iniziano a prudermi le mani quel capo dei cavalieri non lo digerisco gli darei volentieri una lezione che non si dimenticherà facilmente
Guisgard
26-04-2012, 18.13.33
Con grande stupore, Parsifal e Lilith si ritrovarono in quella strana bottega.
Il vecchio venditore li fissò e sorrise.
“Eh, ragazzi miei...” disse “... il segreto di un buon commerciante è quello di aprire la sua attività dove la concorrenza e minima e la clientela ottima!” Rise di gusto. “E in questo luogo, posso ben dire, entrambe le cose soddisfano le mie esigenze! Qui giungono spesso molti cavalieri, attratti dalla dura prova ed è per questo che io mi trovo qui... ognuno di essi si ferma ed acquista qualcosa... guardatevi pure intorno, sono certo troverete qualcosa che farà al caso vostro... io, intanto, finisco di aggiornare il mio registro merci... prego, guardate pure...”
In quella singolare bottega vi era un'infinità di oggetti, tutti particolari e caratteristici.
Astucci cinesi di varie dimensioni ed ornati secondo il gusto dominante durante le varie dinastie imperiali; un portagioie di madreperla ed onice, intarsiato alla maniera degli straordinari artigiani della Valle dell'Indo; astrolabi e mappe nautiche della marina turca; una serie di spadini gallici di varie lunghezze e rifiniti con sorprendente maestria; un giavellotto usato dai mercenari elvetici; tre katane giapponesi di superba meraviglia; una scimitarra damascata persiana; una clessidra con sabbia rossa; una piccola meridiana; un libro di poesie greche; uno scarabeo in pietra egiziano ed un unguento per imbalsamare i morti.
Sopra una mensoletta, poi, poco distante, vi erano tre piccoli scrigni.
Il primo, in ebano, recava questa scritta:
“Dentro me troverai ciò che cerchi. Purchè tu stia cercando nella giusta direzione”
Il secondo, in sandalo, portava inciso:
“Dentro me troverai ciò che può aiutarti. Ma attento a come lo userai, o sarà inutile.”
Il terzo, infine, in ciliegio, presentava queste parole:
“Dentro me troverai quello che non si trova altrove. Ma starà a te decidere quando usarlo.”
Guisgard
26-04-2012, 18.29.41
Insegrid portò istintivamente una mano sulla sua collana e si accorse di non averla più.
Essa infatti luccicava davanti a lui nelle mani di Altea.
“Dannata!” Gridò il fabbro. “Ridammi quella chiave! Hai voluto sottrarmela con l'inganno vero? Eh, ma questo ti costerà ben più di un semplice bacio!” Ed afferrò un piede di porco, per poi lanciarsi sull'audace ragazza.
Colpì la sua mano con forza, facendo cadere a terra il pugnale.
Allora afferrò Altea per il collo spingendola poi su una grossa tavola.
La immobilizzò e comincio a strapparle i vestiti da dosso.
“Ora avrai ciò che stavi cercando, sciocca ragazza...” mormorò con un impeto di lussuria “... e non è detto che non ne trarrai piacere...”
Si avvicinò allora al volto della ragazza, facendo gesti osceni con la lingua.
La fissava con i suoi occhi lascivi ed in essi Altea vedeva accendersi lampi di violenta bramosia.
Ad un tratto quegli occhi si fecero più grandi e rossi.
Di un rosso intenso, fino ad esplodere in schizzi vermigli.
Anche dalla bocca cominciò a vomitare sangue, mentre quegli occhi, da rossi, divennero pian piano bianchi fino a spegnersi del tutto.
Un attimo dopo, Insegrid cadde su Altea senza vita.
Fyellon allora lo prese di peso e lo scaraventò a terra.
“Sono arrivato appena in tempo...” disse fissando la ragazza “... questo maiale non è riuscito nel suo intento... voi come state?”
Guisgard
26-04-2012, 18.52.01
Goz sorrise e senza smettere di occuparsi dei suoi disegni cominciò a dire:
“Un pesce d'acqua dolce si sente, giustamente, re quando sfida la corrente dei fiumi in piena o quando risale le cascate. Non teme l'amo dei pescatori, né le reti messe per catturarlo... ma quando raggiunge il mare, beh, tutto muta... tutto diviene più grande, sterminato, infinito... le correnti che fino a poco prima dominava, ora lo travolgono e le cascate possono divenire mortali... anche i pescatori ora sono più temibili, con arpioni e navi capaci di cacciare grosse balene... a Tylesia tutto è infinitamente più grande, milady... la bellezza, le illusioni, le gioie ed i pericoli...”
Si voltò verso Caludra e le sorrise, per poi tornare a fissare Elisabeth.
“Come vi stavo dicendo...” continuò “... nulla è come sembra e tutto è come non è... milady, lord Guxyo non potrebbe mai trovare i miei cigni... non si può trovare ciò che non si riesce a vedere... solo voi potete riuscirci... ma non da sola... il capitano, sir Reas... egli è un uomo di nobili sentimenti, è coraggioso e leale... forse in principio non comprenderà, ma sono certo che potrebbe esservi d'aiuto... forse lui solo può affiancarvi a Tylesia... voi e lui siete gli unici che possono trovare i miei amati cigni...”
“Li ho veduti...” intervenne Calundra “... li ho veduti verso il tramonto...”
“Raccontate a lady Elisabeth tutto ciò che avete visto, milady.” Fece Goz.
“Li ho veduti...” disse Calundra “... era il crepuscolo... li ho veduti per un attimo, un istante... poiché tanto dura una notte... all'alba, invece, essi già non c'erano più... chi sono io secondo voi, messere?”
“Siete una nobile dama.” Rispose Goz.
“E non ho nessuno al mondo?”
“Se qualcuno vi è rimasto” guardandola Goz “allora vi starà già cercando.”
“Credete che mi troverà?”
“Si, lo credo.”
“E come farò a riconoscerlo?” Domandò Calundra. “Mi riconoscerà lui?”
“Vi riconoscerete entrambi.”
“E come?”
“Con gli occhi del cuore e con quelli dell'anima.”
“E voi troverete i vostri cigni?”
“Lo spero, milady...” rispose Goz.
Altea
26-04-2012, 19.22.44
Il fabbro iniziò a inveire contro me...preso da impeto furibondo mi colpì alla mano con un aggeggio di ferro pesante e cadde la chiave, il dolore era troppo lancinante per poter farmi prendere qualcosa di affilato e contundente per colpirlo, mi scaraventò contro la tavola e vedevo la bramosia nel suo volto...ero persa....il suo volto era diventato quello di un Diavolo. Mi voltai per non guardarlo, disgustata, ma tutto questo lo sopportavo per Tylesia quando sentii il messere rantolare, vidi del sangue dalla sua bocca e gli occhi spegnersi...cadde a terra, e vidi davanti a me Fyellon, che con ira lo prese e lo gettò a terra come per dare il colpo finale.
Ero in condizioni impresentabili, quel essere malefico mi aveva privata delle vesti, corsi subito verso un tavolo e mi abbassai...."Fyellon, voi vi rendete conto penso in che pericolo mi avete messo? Ma Insegrid è morto? La chiave..deve essere a terra, non pensate a me ora, ma prendete l'armatura".
elisabeth
26-04-2012, 19.32.02
Tylesia era un Sogno, un Sogno dal quale non ci si riusciva a svegliarsi...tutto piu' grande, rimasi affascinata dalla tenerezza di Goz nei confronti di Lady Calundra.......la vidi cosi' smarrita .....mi raccontava di un'apparizione tra il crepuscolo e l'albra, e c'era la notte, mi vennero in mente le parole di Fin, due donne che apparivano e sparivano......." Goz cerchero' Reas e con lui vivro' dal crepuscolo all'alba.......vivro' vedendo col cuore e ascoltando cio' che il silenzio porta.......spero di riuscire nell'intento..."....Li osservai prima di uscire, uno proteggeva l'altra.....Non sapoevo dove trovare Reas, in genere era sempre lui che per qualche strano caso cercava me......ritornai al parco, era lì che lo avevo incontrato la prima volta
Guisgard
26-04-2012, 19.45.25
Fyellon fissò il corpo del fabbro ormai senza vita e scosse il capo.
Cercò allora la chiave e la trovò accanto al tavolo.
Poi si voltò verso Altea.
“L'avete sedotto, vinto completamente dalle vostre grazie, milady!” Sorridendo. “Eh, ma ora occorre qualcosa per coprirvi, o faremo fatica a distogliere le attenzioni di tutti verso di voi... credo che solo un Santo potrebbe resistervi...” si tolse il mantello e lo aprì per accogliere Altea “... su, venite fuori... prometto di non guardare...” e le fece l'occhiolino.
Guisgard
26-04-2012, 19.51.19
Elisabeth uscì nel parco.
L'aria del meriggio era intrisa della luminosità che per tutto il giorno il Sole aveva abbandonato sulla città.
Le piante del parco si addensavano con giochi screziati, dove bagliori di giallino, rosato e verde vivissimo si alternavano in una danza di primaverile serenità.
Il canto degli uccellini era ancora vivo ed il cielo azzurro faceva da sfondo a quell'incanto.
Come aveva previsto Elisabeth, Reas passeggiava tra i vialetti fioriti, ma non era da solo.
Con lui vi era anche la regina Destefya.
Altea
26-04-2012, 20.05.10
Da sotto il tavolo vidi Fyellon prendere la chiave e vicino il corpo privo di vita di Insegrid...certo non avrei voluto finisse cosi...con la sua morte. Non doveva essere presa cosi la corazza, ma Fyellon non ci faceva caso...certo lui era un cavaliere che aveva vinto tante battaglie ed era cosa normale.
Mi si avvicinò per coprirmi con il mantello...."Sono certa che non guarderete...gettatelo vicino a me e mentre lo indosso voi pensate all'armatura, state solo perdendo tempo e qualcuno potrebbe arrivare e tutti...i miei sacrifici..sarebbero stati vani..."
elisabeth
26-04-2012, 20.09.35
Quel posto tratteneva tutto cio' che c'era di meglio nell'espressione della vita stessa...Goz aveva ragione alla vista tutto era più bello, sembrava quasi innaturale, ormai conoscevo bene il parco e un lieve chiacchierare, mi porto' sulle tracce di Reas........ero pronta a chiamarlo ad alta voce, quando mi accorsi che non era solo,con lui vi era la Regina....qualcosa si dipinse sul mio volto..perche' si zittirono alla mia vista...." Perdonatemi, forse sto disturbando cercavo il Comandante, ma posso aspettare......comprendo che in questo momento avete cose importanti daa dirvi...."....avevo parlato tutto di un fiato......coem se stessi recitando una filastrocca.....il tempo passava e io dovevo rimanere sola con lui....
Guisgard
26-04-2012, 20.49.40
La regina salutò con un cenno del capo Elisabeth, per tornare poi a fissare Reas.
“Allora, capitano, mi terrete al corrente di come procedono le operazioni militari, vero?”
“Si, vostra maestà.” Con in lieve inchino il capitano.
La regina annuì e con un cenno del capo, delicato ma austero, salutò la maga ed il militare, per poi andare via.
“Di cosa volevate parlarmi, milady?” Domandò Reas ad Elisabeth.
Guisgard
26-04-2012, 20.52.11
“Già...” sorridendo Fyellon a quelle parole di Altea “... i vostri sacrifici meritano un premio... alla prima osteria vi offrirò un lauto banchetto!” E rise. “Ah, accomodatelo bene quel mantello... non vorrete mica turbare qualche sconosciuto incontrato per caso?”
Ma proprio in quel momento qualcuno arrivò.
Erano i nani, gli aiutanti di Insegrid.
Videro il cadavere del loro maestro e subito compresero ogni cosa.
Altea
26-04-2012, 21.00.51
Fyellon continuava a scherzare...."Fyellon...non lo trovo divertente sapete?? un cibo in osteria..mi meriterei di più...invece dovreste chiedere a lady Arya che mi servono delle vesti velocemente.." non riuscii a finire il discorso quando entrarono...dei nani? Cosa facevano dei nani in quella fucina...e come immaginavo videro il cadavere di Insegrid...feci segno a Fyellon di nascondersi altrimenti ci avrebbero scoperto..la chiave era nostra, e avremmo potuto prendere la armatura quando se ne erano andati.
elisabeth
26-04-2012, 21.05.48
Mi inchinai al cospetto della regina...ed attesi che si allontanasse...." Voi conoscete questo parco come nessuno forse, e non intendo le varie fontane o strutture che compongono questa meraviglia........intendo un posto dove il Crepuscolo si incontri con la Notte e la Notte porga la mano all' Alba..non prendetemi per pazza.....ma ho bisogno di voi perche' i miei occhi possano vedere col cuore..."......Reas era un soldato.......e questo lo rendeva una persona concreta, lontano da un mondo che a Tylesia era stato bandito.......se solo tutte le Sorelle del mondo avrebbero cantato al suo cuore...forse avrebbe compreso
Lilith
26-04-2012, 22.16.06
Osservai attentamente ogni oggetto del negozio, quando notai i tre scrigni. Chiamai subito Parsifal: "Venite a vedere! Riuscite a leggere quello che vi è scritto?". Poi, rivolgendomi al negoziante domandai: "Cosa contengono questi scrigni?"
Daniel
26-04-2012, 22.32.12
Vidi che era solo un uomo che inveiva contro se stesso.. Uscii dal mio nascondiglio e in silenzio andai su una roccia vicino alla sua.. Stavo per prendere Giada ma dimenticai che l'avevo scagliata via.. Allora presi un bastone e senza un motivo preciso iniziai a picchiare un albero unendomi all'uomo in una battaglia contro me stesso...
Guisgard
27-04-2012, 01.30.13
Mentre Cavaliere25, Tieste e Polidor se ne stavano ben nascosti, quei cavalieri avevano gettato angoscia e paura sulla festa di nozze.
“Avanti, amico mio...” ridendo il capo di quei cavalieri e fissando Oklyo “... sai bene che questa cosa porterà bene al tuo matrimonio... il primo che possiederà tua moglie sarò io, un nobile e non un lurido bifolco me te... rallegrati dunque...”
E i suoi cavalieri si abbandonarono anche loro ad una sonora risata.
“Avanti...” alzandosi il capo di quei cavalieri e prendendo per un braccio la futura sposa “... dove possiamo appartarci?”
E di nuovo i suoi cavalieri risero forte.
Guisgard
27-04-2012, 01.39.39
Altea aveva proposto a Fyellon di nascondersi, ma era ormai troppo tardi.
I nani infatti avevano visto sia il cadavere del fabbro, sia i due falsi cugini.
“Cosa avete fatto al nostro maestro?” Gridò uno dei nani.
Ma senza attendere risposta, fece poi cenno agli altri e tutti si lanciarono verso Fyellon ed Altea.
Il cavaliere, allora, estrasse rapido la spada e cominciò a battersi.
Riuscì in breve ad avere la meglio sui nani, uccidendoli quasi tutti.
Solo uno, infatti, era sopravvissuto, sebbene ferito gravemente.
Fyellon gli si avvicinò, fissandolo senza dire nulla.
“Vigliac...” mormorò il nano “... vigliacchi... per... perchè?” Ansimò. “Per... perchè? Che... male... a... aveva... fat... fatto... il... nostr... o... maes... maestro?”
E Fyellon, sempre restando in silenzio, con un colpo gli mozzò la testa.
“Venite, milady...” voltandosi verso Altea “... prendiamo la corazza e lasciamo questo stramaledetto castello.” Sorrise, forse per allentare la tensione. “Avete ragione, vi siete meritata ben più che un pranzo in un'osteria.”
Guisgard
27-04-2012, 01.53.53
Reas fissò turbato Elisabeth.
“Perdonatemi, ma non vi seguo...” mormorò “... cosa intendete dire? Un luogo dove il crepuscolo si incontra con la notte? Vi prego, spiegatevi meglio... state cercando qualcosa? Io voglio aiutarvi, ma voi dovete fidarvi di me, senza parlarmi con questi strani giochi di parole...”
Ad un tratto giunse Isolde.
“Capitano...” ridendo “... mai chiedere alla nostra lady Eisabeth di essere chiara, concisa e diretta... no, lei ama l'occulto, ama il mistero e vive in un mondo fatto di arcane ed ancestrali convinzioni... sbaglio forse? Ma per convincere il nostro valente capitano, beh, credo occorra qualcosa di concreto...” e la fissò con un ghigno.
Ma proprio in quel momento arrivò un servitore.
“Milady.” Chiamando Elisabeth. “Messer Goz vi manda questa.” Dandole una carta arrotolata. “Aveva dimenticato di darvela.”
Isolde, nel vedere quel rotolo, smise di ridere e cambiò espressione.
http://vanitasegrete.altervista.org/Certificati/ImmaginiCertificati/Pergamena-2.gif
Parsifal25
27-04-2012, 01.56.14
Le parole di quell'anziano mercante e l'aria della sua strana bottega rendeva questo posto magico.
Era possibile trovarvi, qualsiasi cosa: dalla semplice spada ad unguenti miracolosi, dalla musica delle liriche greche all'arte pagana egizia. Era strabiliante, quello che vi era.....
Rimasi rapito da quel posto come se fossi un bambino che avesse trovato il suo luogo segreto. Volevo comprare le carte nautiche e l'astrolabio poichè amavo molto l'esplorazione; tuttavia non disgustavo l'acquisto di qualche arma esotica..... era difficile......
"Maestro, quanto costano queste carte? E questi astrolabi...... e la clessidra...."
Non stavo più nella pelle..... volevo comprare tutto...... finchè non senti Lilith che mi chiamava, mi avvicinaì e chiesi: "Dimmì Lilith....cosa c'è......"
Mi parlò di questi strani scrigni con delle frasi iscritte sopra, rimasi colpito.
Mi volsi verso il Mastro artigiano e accenaì:
"Mi perdoni Messere, ma dove ha trovato questi scrigni.....hanno una strana fattura.....contengono delle frasi, cosa significano?"
Guisgard
27-04-2012, 02.02.41
Il venditore, chiamato da Parsifal e da Lilith, lasciò i suoi registri e si avvicinò ai due ragazzi.
“Eh, questi scrigni” disse “rappresentano il meglio della mia bottega. Nessuno conosce il loro contenuto e l'unica indicazione sono le scritte che recano. Forse uno di questi potrebbe esservi utile... sta a voi decidere quale prendere... sono molto costosi ed è possibile acquistarne uno soltanto... rileggete pure le loro scritte e decidete con calma... in questo labirinto solo una cosa non manca... il tempo...” e rise.
Guisgard
27-04-2012, 02.05.28
Daniel cominciò a colpire con un bastone un albero.
A quella scena, il cavaliere che era accanto a lui si fermò di colpo, per poi osservarlo.
“Chi siete?” Domandò. “Perchè colpite quest'albero senza un apparente motivo?”
Parsifal25
27-04-2012, 02.20.26
Il primo, in ebano, recava questa scritta:
“Dentro me troverai ciò che cerchi. Purchè tu stia cercando nella giusta direzione”
Il secondo, in sandalo, portava inciso:
“Dentro me troverai ciò che può aiutarti. Ma attento a come lo userai, o sarà inutile.”
Il terzo, infine, in ciliegio, presentava queste parole:
“Dentro me troverai quello che non si trova altrove. Ma starà a te decidere quando usarlo.”
I tre scrigni ci imponevano una scelta oculata e necessaria per poter superare indenni la prova. Non era facile......
Osservaì e rilessi più di una volta il loro messaggio....., sicuramente bisognava riflettettere con cura. Cominciaì ad analizzare l'ipotetico contenuto che custodivano sulla base del materiale con cui erano state costruite. Mi tornò alla mente il messaggio che lessi su Tylesia e i tre cavalieri dinanzi al fiore, forse poteva esservi qualche collegamento......potevamo saperlo solo una volta giunti lì.
Il primo era fatto di ebano, è l'ebano si sà è un materiale resistente e molto ricercato per il suo valore monetario..... molti palazzi nobiliari presentano orpelli di tale fattura. Sicuramente conteneva qualcosa di resistente e molto potente, ma il suo valore potrebbe essere effimero in tema di spirito ed animo.....
Il secondo era in sandalo, rappresentava la semplicità delle persone comuni e le ristrettezze con cui gli eremiti ed anche Nostro Signore accompagnavano i loro passi. Chiunque incrociasse un eremita o lo stesso Signore non poteva ottenere che tutto l'aiuto possibile per risollevarsi dai mali della vita e trovare conforto.....
Il terzo in ciliegio, rappresentava la dolcezza, leggiadria e delicatezza di un fiore che dopo il lungo inverno trova sempre il coraggio di rinascere, con i suoi colori candidi ed il suo profumo ti regala forti emozioni.....e anche il simbolo di un amore che andava sbocciando e che anche se in rottura avrebbe sempre cercato di rialzarsi e difendersi. Può essere inteso come l'impossibile che diviene possibile.......
La mia scelta cadeva sullo scrigno di ciliegio, ma non sapevo cosa ne pensasse Lilith o se avesse una sua particolare interpretazione. Attesi di confrontarmi con lei.
Guisgard
27-04-2012, 03.18.32
Il fuoco danzava davanti ai loro occhi, mentre le ombre di Guisgard, di Talia e del vecchio sembravano animarsi in enigmatici giochi di eccelsa destrezza, come i dipinti nei grandi castelli feudali.
E quella grotta pareva proprio mutarsi in una reggia, mentre fuori, pian piano, la furia del tempo e della natura sembravano sul punto di ammansirsi.
La pietra al collo di Talia, che ora aveva un nome, era attraversata da mutevoli riflessi, avvolta da incostanti scintillii ed animata da enigmatici bagliori.
Il vecchio eremita raggiunse così il suo giaciglio.
Esso consisteva in una millenaria grotta scavata nel pendio pietrificato e brullo della montagna.
Entrato, il vecchio accese una candela e subito un alone chiaro scuro attenuò il buio di quell'ambiente.
E fu allora che il vecchio si accorse di quell'inaspettato ospite.
Stava steso sotto la parete rocciosa, avvolto nel suo mantello e rannicchiato per difendersi dal freddo.
Il vecchio si avvicinò per scorgere il suo viso, ma fu subito colto da meraviglia quando la luce della candela rischiarò quell'angolo di grotta in cui riposava quello straniero.
Ovunque, da ogni parte della parete, c'erano delle scritte, dei graffiti sulla pietra.
Guardando più attentamente, però, il vecchio si accorse che quelle scritte altro non erano che un nome inciso e ripetuto in ogni sorta di grafia e carattere.
“Chymela principessa” era diffuso dappertutto, talvolta variando in egual modo in “Chymela Granduchessa”, “Chymela mia signora” e “Chymela amore mio”.
Il vecchio fissava quelle scritte e tutto attorno a sé cominciò a mutare in un qualcosa di strano, capriccioso ed inafferrabile, come lo sono gli incanti d'amore dai quali non è più possibile uscirne.
Allora si chinò su un mucchietto di muschio e cenere, sul quale lasciò cadere un po' di carbone, per poi bruciare il tutto.
Accese così un fuoco e vi si sedette accanto.
Chiuse gli occhi e un sfolgorio di lettere di ogni idioma e alfabeto conosciuto balzarono dal fuoco, dalla penombra e dai suoi pensieri, per avvolgerlo in un turbinio di suoni muti che scandivano all'infinito quel nome ripetuto sulla parete.
Lettere luminose, nitide e danzanti si animarono davanti ai suoi occhi, come spettri erranti e provenienti da sogni lontani.
L'aria era tutto uno disperdersi e poi un riunirsi di “Chymela”, tra mille e più epiteti.
Come uno sciame di lucciole incandescenti, quelle lettere si combinavano in infinite mescolanze ed ogni volta era il solo nome “Chymela” a prendere forma.
Il vecchio allora aprì gli occhi e si alzò in piedi, accorgendosi però che la candela si era piegata, consumata come se fosse trascorso un tempo indefinito.
Credette allora di essere vittima di una specie di sortilegio, quando però notò, un momento dopo, un'ombra dietro di lui.
Lo straniero, svegliatosi, lo fissava con sospetto, con i suoi intensi e indecifrabili occhi azzurri.
“Siete qui da tre giorni, vero?” Mormorò il vecchio.
“Come lo sapete?”
“Perchè tanto tempo è trascorso” rispose allo straniero “da quando mi sono allontanato...”
“E perchè proprio tre giorni?” Fissandolo lo straniero. “Perchè non due o uno? O magari solo da qualche ora?”
“Perchè vi sarà occorso tempo” spiegò il vecchio “per incidere quella parete con quel nome.”
“L'avete letto?”
“Era impossibile non farlo.”
“Potrei uccidervi.”
“E perchè mai?” Senza tradire emozioni il vecchio eremita.
“Potreste denunciarmi.”
“E a chi?”
Lo straniero lo fissò senza rispondere.
“Amico mio...” sorridendo il vecchio “... sono fuggito dai mali del mondo e voi mi accusate di voler tornare a farne parte... sedetevi accanto al fuoco e narratemi del vostro amore...”
“Come fate a dirlo?”
“Che siete innamorato?” Fissandolo il vecchio. “Oh, andiamo... anche un cieco se ne accorgerebbe... quel nome è una dolce ossessione per voi, amico mio...” sorrise nuovamente “... ho il doppio della vostra età, comprendo certe cose...” e gli fece cenno di sedersi accanto a lui.
Andros si adagiò così accanto al fuoco ed il vecchio prese del formaggio e del pane, dividendoli con lui.
Poi cominciò a narrare qualcosa:
“Tre uomini si trovano in un Giardino meraviglioso e fissano un bellissimo Fiore, di uno splendore cromatico ed indecifrabile, frutto dei suoi petali fittamente intrecciati.
Il primo si contenta di ammirare il Fiore senza però toccarlo mai.
Il secondo decide di vendere tutto ciò che possiede e acquistare quel Giardino, anche se non sceglierà mai di cogliere il Fiore.
Il terzo, infine, coglie il Fiore, ma solo per sottrarlo alla vista di tutti gli altri e conservarlo nella sua dimora.
Chi secondo voi fra i tre uomini possiede veramente quel Fiore?”
Andros restò a fissarlo incuriosito.
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A quelle parole di Talia, il vecchio sorrise.
“Ovvio che non siate riuscita a vederla, ragazza mia...” disse indicando la pietra al collo della ragazza “... la cercate con gli occhi del corpo e non con quelli del cuore... eppure siete avvantaggiata... vi basta rilassarvi per immaginare il vero volto delle cose... potete abbandonarvi nell'oscurità che vi avvolge e distinguere ciò che è reale, da ciò che invece è pura illusione... quella pietra riesce ad emanare una luce ed un colore straordinari... che sanno assumere forme e vesti infinite... ciascuno che ammira quella pietra, riconosce in essa cose diverse... come tutte le grandi verità di questo mondo, anche il carbonchio ha molte facce e versi... ma poi, come sempre avviene, la verità ha sempre la medesima essenza...”
“Siete un filosofo?” Domandò Guisgard.
“Sono un qualcosa” rispose con indifferenza il vecchio “che voi difficilmente potreste capire...”
“Ma davvero?” Fissandolo Guisgard.
“Come siete entrata in possesso di questa pietra, milady?” Domandò il vecchio a Talia, senza più occuparsi di Guisgard. “Vostro marito non vi ha spiegato il suo significato ed il suo valore?” Si voltò di nuovo verso il cavaliere. “Ammesso che anche lui lo conosca e che comprenda la meraviglia di cui vi ha fatto dono...” con una punta di sarcasmo.
“Come sarebbe a dire?” Infastidito Guisgard.
“E non interrompete sempre” fissandolo il vecchio “se non avete nulla di sensato da dire!”
Altea
27-04-2012, 09.42.31
Nulla fu valso, i nani ci videro e ci vennero contro per vendicare la morte del loro padrone, quando Fyellon con furia inaudita li ammazzò tutti senza pietà...era strano..come loro erano capaci di forgiare con maestria tali meravigliose spade, corazze e scudi ma non erano in grado di usarle per difendersi. Solo uno rimase vivo...riuscì a pronunciare solo poche parole...già che aveva fatto di male Insegrid? Non me ne curai..ora si doveva continuare nella nostra missione.
Fyellon si voltò verso di me con un sorriso....un sorriso rassicurante dopo tutto quel sangue sparso...per Tylesia.
"Prendere la corazza???Scappare....prima di tutto devo andare al castello di nascosto nella mia camera, ricordo vi erano delle vesti" risposi in tono arrabbiato "non mi farò notare, nel frattempo voi provvedete a prendere la corazza e nascondetevi, qui, ritornerò presto, penso tutti siano presi dal fatto che si stia cercando di sconfiggere l' Avvilente Costumanza"...mi alzai, ma prima di uscire...come promesso, mi avvicinai a quella spada intarsiata col rubino e la presi..."potrebbe sempre servire" pensai.
Uscii dalla fucina, fuori vi era ancora quella calma surreale...pensai di nuovo a Lilith e Parsifal, mi misi il cappuccio e mi strinsi bene nel mantello e corsi a piedi nudi nel parco, salii le scale del castello, entrai silenziosamente nella stanza.
Il cuore mi batteva forte, stavo correndo un grosso pericolo...se qualcuno mi avesse scoperta..avrei rischiato la vita per ciò che era successo...ma poi pensai che di testimoni non vi erano. Cercai le vesti, e ne trovai varie, stavo per indossare una bianca.."no, potrebbe macchiarsi di sangue e farsi notare...ecco meglio..questa rossa". Presi una cinta e prima la indossai per nascondere la spada e sopra misi la veste, presi il mantello di Fyellon, e corsi di nuovo verso la fucina, vi entrai...a terra corpi morti, mi feci il segno della croce..."Fyellon...sono Altea, dove siete?"
cavaliere25
27-04-2012, 12.47.20
vedendo la scena dissi ora ne ho sopra i capelli di quel capo cavaliere è giunto il momento di dargli una lezione voi restate qui non vi immischiate qualunque cosa accade presi e usci da dove ero nascosto e dissi ei voi rivolgendomi ha quei cavalieri non vi sembra di andare oltre state mettendo paura a questa gente e poi quella donna non vi appartiene ma appartiene a quel uomo lasciatela stare se non volete passare guai seri e aspettai che facessero una mossa ho dicessero qualcosa
Talia
27-04-2012, 12.51.06
Quella visione mi attraversò la mente, soffermandosi ed indugiando tra i miei pensieri...
Andros... Andros in fuga... o forse soltanto in viaggio... Andros e il nome di Chymela inciso sulla roccia... quel vecchio eremita... e poi quei versi, di nuovo... tre uomini sono in un giardino meraviglioso... chi fra i tre uomini possiede veramente quel fiore?
Sospirai...
“Ovvio che non siate riuscita a vederla, ragazza mia...” disse indicando la pietra al collo della ragazza “... la cercate con gli occhi del corpo e non con quelli del cuore... eppure siete avvantaggiata... vi basta rilassarvi per immaginare il vero volto delle cose... potete abbandonarvi nell'oscurità che vi avvolge e distinguere ciò che è reale, da ciò che invece è pura illusione... quella pietra riesce ad emanare una luce ed un colore straordinari... che sanno assumere forme e vesti infinite... ciascuno che ammira quella pietra, riconosce in essa cose diverse... come tutte le grandi verità di questo mondo, anche il carbonchio ha molte facce e versi... ma poi, come sempre avviene, la verità ha sempre la medesima essenza...”
La voce del vecchio mi fece sussultare, quasi mi fossi dimenticata di lui... poi, lentamente, le sue parole iniziarono a far breccia nella mia mente...
“La verità...” sussurrai allora, quasi più a me stessa che non a lui “Com’era facile distinguerla quando riuscivo ancora a chiudere gli occhi e ad osservare con il cuore... Ma poi i pensieri e le preoccupazioni lo hanno offuscato... ed ora... ora il mio cuore fatica a vedere...”
Avvertivo lo sguardo del vecchio su di me... uno sguardo profondo, severo ed indagatore... eppure, in qualche maniera, benevolo.
Poi Guisgard parlò, distraendo l’attenzione dell’uomo, ed anche la mia...
“Siete un filosofo?” Domandò Guisgard.
“Sono un qualcosa” rispose con indifferenza il vecchio “che voi difficilmente potreste capire...”
“Ma davvero?” Fissandolo Guisgard.
“Come siete entrata in possesso di questa pietra, milady?” Domandò il vecchio a Talia, senza più occuparsi di Guisgard. “Vostro marito non vi ha spiegato il suo significato ed il suo valore?” Si voltò di nuovo verso il cavaliere. “Ammesso che anche lui lo conosca e che comprenda la meraviglia di cui vi ha fatto dono...” con una punta di sarcasmo.
“Come sarebbe a dire?” Infastidito Guisgard.
“E non interrompete sempre” fissandolo il vecchio “se non avete nulla di sensato da dire!”
Quell’uomo era davvero un curioso individuo, non c’era che dire...
Sorrisi alle sue ultime parole e, contemporaneamente, poggiai una mano sul braccio di Guisgard per indurlo alla calma...
“E’ soltanto un po’ impulsivo...” dissi allora, sollevando una mano a carezzare con la punta delle dita la guancia del cavaliere “Lo è sempre stato!”
Fu fu un attimo di silenzio e di immobilismo... poi riabbassai la mano e riportai gli occhi sul vecchio che sapevo essere di fronte a noi...
“Questa pietra fu un dono...” mormorai allora, sfiorando appena il ciondolo.
La mia mente, intanto, mio malgrado, correva lontano... mille e più ricordi avevano scatenato le parole dell’uomo... e rividi tutte quelle visioni come se le avessi vissute io stessa solo pochi attimi prima, rividi Andros e rividi Chymela, udii di nuovo le parole del vecchio eremita e quelle dell’orafo...
“Un dono...” ripresi a dire, la voce bassa e lenta, la mente lontana “Accompagnato da alcuni versi... versi dal significato inizialmente oscuro, ma solo inizialmente...”
Parlavo piano, seguendo il flusso di quei pensieri e quasi senza rendermene conto... sospirai, poi iniziai a recitare...
“Nella pietra si cela un segno misterioso, inciso per sempre nel suo sangue ardente. Simile ad un cuore allora essa così ci appare...” mi soffermai un istante “Simile ad un cuore... sì... ad un cuore... lo sento pulsare e battere con il mio, tavolta dal mio trae forza ed altre me ne dona... e poi... Simile ad un cuore allora essa così ci appare... e nella quale riposa il volto di una sconosciuta... il volto di una sconosciuta... Nella pietra è racchiusa la fonte del più puro splendore. E tale valore, dunque, otterrà finalmente il cuore del cuore?”
La mia voce, che si era fatta via via sempre più bassa, si spense infine in un sussurro.
Io battei le palpebre un paio di volte, ridestandomi infine e tornando tra loro... avvertii il leggero stupore di Guisgard, allora... però il vecchio non mi parve affatto stupito.
Sorrisi appena, per dissimulare quel leggero momento di imbarazzo...
“Sapete...” dissi quindi, ritrovando un tono forzatamente leggero “L’uomo che donò questa pietra era solito porre un quesito... un quesito al quale, diceva, non è stata ancora trovata la soluzione...” esitai solo un istante, poi iniziai a recitare quell’enigma che più e più volte era ricorso nei miei pensieri “Tre uomini si trovano in un Giardino meraviglioso e fissano un bellissimo Fiore. Il primo si contenta di ammirare il Fiore senza però toccarlo mai. Il secondo decide di vendere tutto ciò che possiede e acquistare quel Giardino, anche se non sceglierà mai di cogliere il Fiore. Il terzo, infine, coglie il Fiore, ma solo per sottrarlo alla vista di tutti gli altri e conservarlo nella sua dimora... Chi secondo voi, fra i tre uomini, possiede veramente quel Fiore?”
Quando la mia voce si spense nella grotta calò il silenzio... non pioveva più, ormai, ed anche il vento pareva essersi calmato... e l’eco di quel misterioso enigma fu tutto ciò che rimase a riempire l’ambiente.
Daniel
27-04-2012, 14.59.39
MI fermai, lo guardai e gli dissi:
<<Potrei farvi la stessa domanda.. Perchè vi accanite su quella roccia?>>
Guisgard
28-04-2012, 01.10.49
Cavaliere25, lasciato il suo nascondiglio, si avvicinò ai cavalieri.
Nel vederlo, quelli furono colti da vivo stupore.
“Cosa cerchi, monaco?” Fissandolo il capo dei cavalieri. “Di cosa ti immischi? Sto esercitando un mio diritto! Questa ragazza dormirà prima con me e poi con suo marito!”
Guisgard
28-04-2012, 01.15.53
Il cavaliere fissò Daniel.
“Mi sto accanendo contro me stesso” disse “e non contro questa roccia. Ho maltrattato la mia fedele compagna, la più leale amica, quella che mi affianca nei duri momenti di lotta.” Esitò. “Ho mancato di rispetto alla mia spada, tentando di intrappolarla in una pietra... e questo solo perchè io non sono stato capace di vincere un duello...”
Guisgard
28-04-2012, 01.56.11
Altea, velocemente e senza farsi scorgere da nessuno, raggiunse la sua stanza e prese delle vesti, per poi ritornare nella fucina.
La trovò desolata, cosparsa di sangue e con i cadaveri dei nani disseminati ovunque.
Si erano battuti bene, con orgoglio per difendere il loro maestro, ma non era bastato.
Fyellon era stato allevato ed addestrato da un cavaliere appartenente al Sacro Ordine della Luna Nascente.
Conosceva tecniche e mosse frutto di una secolare scuola cavalleresca, che avevano reso grande quell'ordine e protetto i valori della Cristianità contro ogni sorta di nemico.
Contro tutto questo, i nani avevano avuto ben poche speranze.
Altea, appena ritornata nella fucina, chiamò Fyellon.
“Sono qui...” disse questi senza però voltarsi verso di lei.
Era immobile a guardare la corazza.
Quella superba corazza, con i suoi bagliori e riflessi di vermiglia cromatura, affascinava il cavaliere.
“Attendevo voi per aprirla...” mormorò Fyellon “... senza di voi non sarei riuscito ad eludere la guardia del fabbro e dei suoi nani...”si voltò a fissare Altea ed un sorriso illuminò il suo volto.
Prese allora la chiave ed aprì la serratura che azionava le borchie.
Un attimo dopo la corazza rossa venne liberata.
Topi.
Un'infinità di topi.
Fuoriuscivano da ogni angolo di quella fucina: dai barili in cui era conservata la pece, dalle stufe per scaldare il forno, dalle finestre e dalla porta.
Correvano sui tavoli, sulle mensole e sui mobili.
Correvano come spaventati ed impazziti.
Circondarono poi Altea e cominciarono a salire lungo il suo vestito rosso, entrando sotto la gonna, nelle maniche del suo abito, tra i suoi capelli.
“Milady...” chiamò Fyellon “... Altea, cosa avete? Altea, mi sentite? State bene?” La scosse come per destarla. “Siete impallidita... tremate... avete avuto forse un capogiro? Siete ancora scossa per via di quel fabbro? Su, è tutto passato...” ed abbracciò la ragazza per tranquillizzarla.
Guisgard
28-04-2012, 02.20.41
Andros continuava a fissare quel vecchio eremita.
“Cosa significa?” Domandò con aria sospettosa. “E' una specie di gioco per leggermi nella mente? Siete un alchimista, uno stregone o cosa?”
“Oh, per carità, amico mio!” Esclamò il vecchio. “Niente di tutto questo... avanti, ditemi chi secondo voi possiede davvero quel Fiore...”
“Perchè?”
“Per passare il tempo...” fece il vecchio “... abbiamo un fuoco per scaldarci, del pane e del formaggio con cui cibarci... non credo occorra altro per potersi sentire i padroni del mondo... e due chiacchiere distenderanno di certo i nostri spiriti...”
“Non saprei riguardo a quell'arcano...”
“Non è un arcano.” Lo corresse il vecchio. “Non vi è nulla di misterioso in quel racconto... la risposta è solo celata, racchiusa... avanti, portatela alla luce...”
“Non saprei...” scuotendo il capo Andros “... devo rifletterci...”
“Certo.” Annuì il vecchio. “Ora mangiamo... dopo riposeremo...”
Trascorse così la sera e poi la notte.
I sogni seguirono le preoccupazioni e il sonno ammansì le inquietudini.
Venuto il mattino, Andros ed il vecchio uscirono per il bosco, conversando delle colline e del tempo, delle stagioni e dei prodotti della terra, degli uomini e della storia.
Tornati nella grotta, di nuovo il vecchio chiese ad Andros di quel Fiore e del suo vero possessore.
Ma anche stavolta egli non seppe rispondere.
Trascorse così anche il secondo giorno e al terzo, di nuovo, il vecchio domandò al suo ospite di quel Fiore e del suo vero possessore.
Ma Andros ancora non aveva una risposta.
Verso mezzogiorno nella grotta arrivò un altro viaggiatore.
Era un menestrello che aveva smarrito la via, perdendosi così nel bosco.
Il vecchio offrì anche a quello la sua ospitalità, dandogli da mangiare e da bere.
Il cantore, allora, per ringraziarlo, decise di recitare alcuni versi:
“Se per incanto l'Amore Vero fosse un Fiore,
saprei ben io a quale concedere il mio favore.
Partirei si per contrade e terre da tutti ignorate,
cercando per prati e su piante mai da alcun violate.
Ed io, son certo, lo troverei nel più magico Giardino,
ove luce e acqua lo custodiscono come Frutto Divino.
Colto, lo conserverei per sfogliarlo a ogni mio risveglio,
conoscendo così dalla vita il suo valor, senza alcun periglio.
Ed ogni petalo mi mostrerebbe del mondo gli immensi tesori,
e viaggiar per mari e colli, cercando della vera Gioia gli albori.
Si e lo cercherei senza mai alcuna sosta e col massimo impegno,
poiché, ben lo so, che di Amore quel Fiore è il suo sommo pegno.
E destandomi comprenderei con gli occhi del mio cuor ogni cosa...
quel Fiore ha il tuo volto, che sbocci e mi doni amore, o mia sposa.”
Appena il menestrello terminò, Andros si alzò di colpo in piedi.
“Ora so...” fissando il vecchio “... ora so chi possiede davvero quel Fiore...”
Talia aveva appena smesso di parlare e l'eco delle sue parole ancora risuonò per qualche istante nella grotta, nella quale poi subito dopo calò un profondo silenzio.
“Dove hai appreso quelle strane parole, Talia?” Domandò Guisgard alla ragazza. “E cosa significano?”
Il cavaliere era visibilmente turbato.
“E quell'arcano...” mormorò poi.
“Non credo sia un arcano...” lo interruppe il vecchio “... non racchiude una soluzione da trovare...”
“Talia, dove hai sentito queste cose?” Fissandola Guisgard.
“E' ovvio che le ha viste nella pietra...” fece il vecchio.
Guisgard si voltò di scatto, guardandolo con stupore.
“Quella pietra parla” continuò il vecchio “attraverso i suoi bagliori ed i suoi riflessi... ma gli occhi possono percepire solo una parte infinitesimale di quel suo mistico luccichio.”
“Parlate come se quella pietra fosse magica...”
“Eh!” Con una smorfia il vecchio. “Provate a strofinarla” con sarcasmo “e guardate se fuoriesce qualche genio per esaudire dei desideri!”
“Ne ho fin sopra i capelli” sbottò Guisgard “dei vostri modi!”
“Allora andate a scaricare la tensione nel bosco!” Esclamò il vecchio. “E approfittatene per procurarci qualcosa da mangiare!”
“Siete incredibile...” scuotendo il capo il cavaliere “... davvero incredibile...”
“Volete forse far morire di fame vostra moglie?” Fissandolo il vecchio. “Su, rendetevi utile e uscite a cacciare qualcosa. Siete un cavaliere no? Ecco, lì c'è il mio arco con la faretra... ah, raccogliete pure qualche fragola selvatica, così vostra moglie potrà avere anche una gustosa marmellata.”
Guisgard si voltò verso Talia.
“Di cosa avete paura?” Fece il vecchio. “Che possa rapirla durante la vostra assenza? Avanti, su. Mi avete già irritato abbastanza, ora devo mangiare qualcosa o diventerò davvero scontroso.”
Guisgard
28-04-2012, 02.47.02
Mentre Parsifal osservava quegli scrigni, cercando di decifrare il valore in essi celato, il venditore gli si avvicinò.
Fissò lui e poi Lilith, dalla quale l'apprendista di Redentos attendeva un parere.
“Ho dimenticato di dirvi” disse il venditore “che vi occorre anche una lanterna per penetrare nei meandri del labirinto. Ad un certo punto, infatti, non vi sono più torce alle pareti e proseguire oltre senza una fonte di luce è praticamente impossibile.” Sorrise. “Ma voi siete due bravi giovani, si vede... e per questo che vi farò un omaggio... nel prezzo che pagherete per acquistare uno di questi scrigni, sarà compresa anche la lanterna.” E ritornò a regolare il suo registro merci.
Parsifal25
28-04-2012, 02.57.53
"La ringrazio dal profondo del cuore Messere.... non sapreì come avessimo fatto senza il vostro contributo e omaggio, inoltre, vorreì sapere se è possibile acquistare una lama celata da utilizzare in casi estremi e l'unguento miracoloso. Sapete, vorreì regalarlo a Lilith per contraccambiare il suo dono.....questo amuleto". Gli mostraì la collana e aggiunsi:
"Sapete, ho deciso di affrontare questa prova perchè vorreì dar pace alle povere anime dei cavalieri passati prima di me e che non hanno più rivisto il sole..... l'ho fatto anche per dar inizio ad un nuovo cammino, io appartengo all'Ordine dei Longiniu e questo crocifisso che porto con me.... mi ricorda sempre il sacrificio per un bene massimo e la tutela di tutte quelle persone che hanno deciso di incrociare il loro destino con il mio....., non so perchè ve ne ho parlato ma la sentivo come confidente" gli dissi sorridendo.
Altea
28-04-2012, 09.16.58
Udii la voce di Fyellon...e lo trovai seduto e ben nascosto e aveva davanti a sè la corazza, mi avvicinai, lui era raggiante e sorridente...quella armatura con la luce del sole brillava di bagliori magici, rosso e giallo come il fuoco ardente.
Fyellon disse che aveva voluto aspettarmi per aprirla e vidi che con degli scatti della chiave la armatura si apri...ma fu un attimo solo di stupore quando vidi uscire dappertutto...dei topi....da ogni meandro di quella fucina, erano tanti, e a un tratto mi assalirono, entravano dentro le mie vesti come volessero essere parte di me...ero immobile, terrorizzata e non avevo nemmeno la forza di urlare.
Ad un tratto sentii la voce di Fyellon....cercava di destarmi, era preoccupato ed ebbi solo la forza di proferir poche parole..."Fyellon, non li vedete tutti questi topi...non è possibile...io si, non li vedete sopra e dentro le mie vesti? che sta succedendo..liberatemi da loro" e la testa iniziò a girare vorticosamente e caddi a terra senza sensi.
elisabeth
28-04-2012, 11.35.44
Reas aveva tutte le buone intenzioni per aiutarmi e io forse nella foga dell'essere ascoltata, avevo parlato cosi' come avrei parlato..........Ecco mancava solo Isolde, riusciva a starmi al fianco nei momenti mogliori...come un tempo, punzecchiarmi per lei era di vitale importanza.....avevo il terrore che mettesse in scena il suo piano migliore....quando un servitore interruppe i pensieri di tutti noi...si avvicino' e mi diede due rotoli......il volto di Reas era solo il volto di colui che non comprende, ma quello di Isolde cambio' era il colore del suo incarnito.......divenne pallida e le sue labbra erano esangui..." Vi ringrazio e rassicurate Goz non avro' altro pensiero se non per cio' che ama di più al mondo......"........incominciai a toccare quei rotoli...sembravano di uno strano tessuto e la cera lacca sigillava il nodo di un nastro rosso......" Sapete Isolde, la prima impressione che ho di tutto questo e che Voi conoscete quello che in queste pergamene si cela........il battito del Vostro cuore e' assordante alle mie orecchie, paura cara Sorella ?.......cosi' Elisabeth e' ancora troppo legata ai dicorsi Divini e ai calcoli ancestrali ?......vogliamo spiegare insieme al capitano delle Guardie chi siamo e perche' Voi siete qui ?.......o gradite prima che io legga cio' che ho tra le mie mani....".......Accarezzavo la ceralacca, questa incomincio' a sciogliersi.....sino a quando il laccio rosso non cadde a terra......
cavaliere25
28-04-2012, 20.54.40
non avete nessun diritto su questa donna non vi appartiene dissi guardando il capo dei cavalieri quindi prendete e andatevene e lasciate stare questi due sposi voi non ne fate parte ne ora ne mai non vedete che state terrorizzando e rovinando questo banchetto nuziale non vi vergognate del vostro comportamento poco civile e aspettai ero pronto a trasformarmi se c'era pericolo immediato
Lilith
28-04-2012, 21.45.52
Mentre ascoltavo le parole del venditore e cercavo di leggere quello che era scritto sugli scrigni, mi resi conto che non avrei potuto comprarne uno, poichè non avevo soldi.
"Parsifal" gli dissi arrossendo "non posso comprare uno di questi scrigni... io non ho nulla da dare in cambio a questo negoziante e non voglio che paghiate voi perchè siete già stato fin troppo cortese con me."
Non volevo che Parsifal facesse altro per me, mi aveva aiutato abbastanza. Ma se non avessimo preso uno di quegli scrigni difficilmente avremmo superato la prova.
"Scusatemi..." chiesi al negoziante "non ho soldi per pagare uno di questi scrigni, ma conosco molte pozioni e formule alchemiche... potrei rivelarvene una che vi interessa in cambio dello scrigno."
Parsifal25
29-04-2012, 03.09.54
Lilith era imbarazzata, non avendo soldi aveva paura di chiedermeli.....risi di gusto....
"Lilith, ma cosa dici.....ho fatto mille e mille avventure prima di giungere qui....ho accumulato un bel gruzzoletto, come cavaliere ho servito e sono stato ripagato...non preoccuparti ci penso io..."
Era, veramente dolcissima, ma non aveva di che preoccuparsi:
"Allora, messere quanto è?"
Attendendo sviluppi, chiesi a Lilith: "quale scrigno prendiamo, meglio sceglierlo in due...."
Talia
30-04-2012, 16.21.41
Una nuova visione... Andros, l’eremita, il menestrello...
Da quando avevamo lasciato il Belvedere le mie visioni erano cambiate... erano meno potenti adesso, meno nitide e chiare nei dettagli... sfioravano appena la mia mente, lasciandovi appena un leggero segno, volatile come un soffio di vento, come un ricordo lontano e dai contorni indefiniti... eppure erano così dolci ai miei sensi e così suadenti che ignorarle sarebbe stato assolutamente impossibile.
Sospirai...
E tuttavia misi da parte per un istante quella visione e tornai nella grotta, poiché lì c’era ciò che maggiormente mi era caro e che più, in quel momento, mi preoccupava: Guisgard.
La sua voce tesa e preoccupata e quello sguardo che avvertivo su di me... conoscevo molto bene quello sguardo e sapevo ciò che significava, sapevo quanto lui detestasse quel mio dono e quanto lo facesse soffrire sentirne parlare...
Ed io non volevo che soffrisse, non lo avrei mai voluto... ma dovevo essere sincera con lui.
Cercai dunque la sua mano e, trovandola, la strinsi... per un momento... poi mi protesi verso di lui e gli poggiai un bacio leggero sulla guancia...
“Lo so che avevo promesso...” gli sussurrai quindi all’orecchio “Al Belvedere ti avevo promesso di non badare più a queste cose, di non parlartene più... avevo promesso di chiudere fuori sogni e visioni... e desideravo davvero farlo. Ci ho provato. Ci ho provato davvero e con tanto impegno... ma non posso, Guisgard. Non ci riesco! E, anzi... più mi sforzo di ignorarle e più quelle visioni aumentano... più tento di fingere che non esistano e più mi sento perduta ed in loro balia. Ed è perciò che devo affrontarle... devo capire che cosa significano, devo capire che cosa le scatena e il motivo per cui mi vengono mandate... solo così sarò poi libera. Libera di essere di nuovo solo Talia, e... e libera di pensare soltanto a te. A noi!”
Tacqui... le mie dita carezzavano ritmicamente, delicatamente la sua guancia... appoggiai la testa sulla sua spalla...
“Io...” ripresi a dire dopo qualche istante, la voce sempre bassa, in un sussurro appena udibile “Io non ho dimenticato Fyellon, Guisgard. So che lui è il tuo pensiero fisso e so che intendi trovarlo ad ogni costo... lo so questo, ed io... io, ti giuro, non vorrei mai, mai, esserti d’intralcio. Però...” esitai solo un momento e la voce mi tremò appena “Però non posso affrontare questa cosa da sola... le visioni e ciò che comportano... Guisgard... io ho bisogno di te! Ho bisogno che tu mi sia vicino, ed ho bisogno che ti fidi di me. Ti prego!”
Guisgard
02-05-2012, 01.42.05
Il venditore fissò Parsifal e Lilith per poi sorridere.
“Eh, damigella...” facendo l'occhiolino alla ragazza “... siete fortunata, visto che il cavaliere qui presente, a quanto pare, ha deciso di votarsi a vostro campione... avete udito le sue parole, no? Scegliete pure lo scrigno che vi sembra adatto a questa vostra impresa.” Si voltò poi verso Parsifal. “Siete un cortese e valente cavaliere, messere... e voglio premiarvi...” scelse allora fra le tante armi “... ecco, permettetemi di proporvi questa...” mostrandogli una bellissima spada damascata, con elsa ad alveolo “... si narra sia appartenuta al mitico re Clodoveo e che con essa il grande sovrano conquistò e unificò l'intera Gallia, per poi convertirla alla vera Fede...” prese poi una boccettina “... questo invece è un unguento prodigioso... bastano solo poche gocce negli occhi e sarà possibile guardare attraverso muri e pareti... badate però che può essere usato solo tre volte...” annuì “... la spada, l'unguento e lo scrigno che sceglierà la vostra amica vi costeranno eccezionalmente solo tre Taddei, cavaliere...”
Guisgard
02-05-2012, 01.54.18
Fyellon prese allora Altea fra le braccia.
Il cielo era agitato come un mare in tempesta ed attraversato da dense nuvole grige, vaste, inquiete, che si spostavano verso un orizzonte che appariva come irraggiungibile.
Tylesia era illuminata dai bagliori dei lampi lontani e scossa dai boati dei tuoni sempre più vicini che annunciavano tempesta.
Le porte delle sue mura erano però aperte e spalancate erano anche quelle del palazzo reale.
Altea allora percorse il tragitto fino al parco, giungendo così davanti al misterioso ed inaccessibile Giardino.
Il suo cancello era però aperto anch'esso e al suo interno la ragazza riuscì ad ammirare ogni specie di pianta e fiore esistente al mondo.
Si accorse allora che vi era una figura.
Era la regina Destefya che piangeva e pregava inginocchiata.
Ad un tratto si udì una musica ed apparve un uomo: era Fin Roma.
“Altea, mi sentite?” Chiamò Fyellon. “Mi sentite? E' stato solo un brutto sogno.”
Altea così si destò da quel sogno.
Lei e Fyellon erano nella selva, finalmente fuori dal Castello dell'Avvilente Costumanza.
E Fyellon indossava la superba corazza rossa sottratta ad Isengrid.
Guisgard
02-05-2012, 02.07.33
Elisabeth aveva così aperto quei rotoli.
In essi era disegnata una sorta di mappa e descritta una strada che da Tylesia conduceva ad un luogo imprecisato della selva che circondava la città.
Vi era una sola scritta:
“Il sogno di Calunda.”
“Cosa c'è in quei rotoli, milady?” Domandò Reas, avvicinandosi ad Elisabeth. “Il buon Goz ama disegnare, ma temo che poco di veritiero racchiudano i suoi disegni...”
Isolde invece non rispose niente alle parole di Elisabeth, restando a fissare la donna e quei rotoli fra le sue mani.
Solo dopo alcuni istanti riprese un po' di colorito e cominciò a dire:
“Capitano, dite il vero... quel Goz è pazzo e si rischia solo di perdere tempo a seguire le sue farneticazioni... la nostra lady Elisabeth ama invece tutto ciò che è assurdo, oscuro ed inquietante... temo di non sentirmi molto bene... deve trattarsi di uno dei miei soliti mal di testa... mi accompagnate per favore? Vorrei ritirarmi nella mia stanza...”
“Perdonatemi, milady...” rispose Reas “... ma lady Elisabeth ha chiesto di parlarmi... vi farò accompagnare da un servitore, se permettete...”
“Lasciate stare...” infastidita Isolde “... vi lascio alla nostra dama...” e si allontanò.
Altea
02-05-2012, 02.36.17
Il buio..nulla più e poi...un sogno o una visione.
"Il Cielo sopra Tylesia era plumbeo e minaccioso e violenti tuoni sopra di lei preannunciava il peggio..e vi arrivai finalmente, le porte della città erano aperte, stranamente nessuna guardia, e pure il palazzo reale era aperto, entrai e mi trovai di fronte al cancello del Giardino che più volte guardavo tra le grate dorate...ma stavolta era aperto. Guardavo estasiata il Giardino, mai vidi tale Incanto, tali piante, tali profumi raccolti in unico e soave. Un pianto interruppe il mio incanto..il pianto della Regina, e pregava...la Regina pregava? Non era possibile, e vicino a lei un uomo che suonava..Fin Roma. Stavo dirigendomi verso lui quando..."
Mi svegliai di soprassalto, il cuore batteva forte, mi trovai in una radura e davanti a me il bel volto sorridente di Fyellon, egli indossava la corazza rossa..."Fyellon...cosa sta succedendo, dove ci troviamo? Aiutatemi a capire da quando avete indossato quella armatura ho avuto delle visioni strane."
Guisgard
02-05-2012, 02.46.03
Il capo dei cavalieri, visibilmente alterato dalle parole di Cavaliere25, si avvicinò al falso monaco.
“Come osi parlarmi così, monaco?” Guardandolo negli occhi. “Ringrazia il tuo saio se non ti infilzo con la mia spada! E ora vattene prima che mi dimentichi del rispetto che porto agli uomini di Chiesa!”
Guisgard
02-05-2012, 03.48.48
Guisgard era inquieto.
Tutta quella storia lo rendeva tale.
E poi si era aggiunta la strana atmosfera che aleggiava nella grotta del vecchio.
Ma come sempre accadeva, bastavano le parole di Talia, uno suo sguardo, stringerle la mano o una sua carezza, per calmarlo, tranquillizzarlo.
Lui allora si lasciò guidare dalla voce di lei, dalle sue preghiere e dai suoi desideri.
Guisgard non rispose nulla, abbandonandosi solo ad un lungo respiro.
Si voltò a fissarla mentre lei era ancora con la testa sulla sua spalla.
E le sorrise.
E quel sorriso scacciò, per un po', i suoi cupi e malinconici pensieri.
Talia era avvolta nei suoi lunghi capelli chiari, lievemente arricciati dall'umidità di quel luogo, con gli occhi scintillanti per i bagliori del fuoco ed il volto provato dalla fatica.
Talvolta Guisgard pensava a quel loro lungo viaggio.
Un viaggio fatto di mille insidie, che come meta aveva qualcosa di indefinito e sfuggente.
Lui allora pensava a lei, a come era riuscito ad esporla a tutti quei pericoli.
Avrebbe voluto ben altro per lei.
Talia era come una bambina, come un fiore che si apriva al mondo, sbocciato e fiorito nel giardino del Casale degli Aceri.
E andava protetta.
“Allora?” Fissandolo il vecchio. “Dobbiamo morire di fame?”
Guisgard scosse il capo, come se quella voce lo avesse riportato di nuovo alla realtà.
“Su, io ravviverò il fuoco...” continuò il vecchio “... non vorrete davvero che vostra moglie si indebolisca a furia di digiunare?”
Guisgard allora prese la mano di Talia per accarezzarla.
“Farò presto, gioia...” le sussurrò, dandole poi un bacio sulla fronte.
Si alzò per dirigersi allora verso l'uscita della grotta.
Sheylon lo seguì con lo sguardo.
“Non portate con voi la vostra tigre?” Domandò il vecchio.
“No, la tigre resterà qui.” Con un lieve sorriso Guisgard.
Infatti Sheylon era rimasto fermo al suo posto, accanto a Talia.
“Ah, capisco...” fece il vecchio, sorridendo anch'egli “... l'avete addestrata bene, vedo... Flender!” Chiamò.
Subito uno dei suoi cani si alzò e cominciò a seguire Guisgard.
“Non voglio dover badare ad uno dei vostri cani.”
“Sarà lui a badare a voi.” Rispose il vecchio. “Questa zona è infestata dai lupi.”
Guisgard, allora, preso l'arco con le frecce, uscì dalla grotta, seguito da Flender.
Uscito il cavaliere, uno strano silenzio scese nella grotta.
Talia, avvolta dalle tenebre della sua cecità, sentiva solo il rumore della legna che si consumava sul fuoco ed il pesante respiro di Sheylon accanto a lei.
Poi cominciò a sentire freddo.
“Le visioni...” disse all'improvviso il vecchio “... siete certa che queste visioni non siano solo vostre allucinazioni? Che non siano un modo per fuggire da ciò che vi angoscia e spaventa? Ne siete certa?”
Talia avvertì il luccichio, più intenso e prolungato, della pietra che aveva al collo.
E per un attimo la voce del vecchio sembrò mutare.
“Le visioni...” disse all'improvviso “... siete certa che queste visioni non siano solo vostre allucinazioni? Che non siano un modo per fuggire da ciò che vi angoscia e spaventa? Ne siete certa?”
Per un attimo la voce del vecchio sembrò mutarsi in quella del maestro.
Parsifal25
02-05-2012, 12.45.51
Il venditore con aria quasi paterna, sorrise ad entrambe. Parlava a Lilith della mia promessa che speravo non avesse udito, poichè era troppo imbarazzante per me......e sorrisi.
La scelta era compiuta, consultandomi con Lilith decidemmo di scegliere lo scrigno di ciliegio, non vi era alcun dubbio alcuno entrambe lo volevamo.
Subito dopo, il mercante con tanto affetto mi porse una lama antica ed un unguento magico, ognuno di questi oggetti esotici aveva una storia: la lama era appartenuta al Re Clodoveo, conquistatore ed unificatore della Gallia.....era un grande dono che conservava in sè il tocco della Fede ed una grande responsabilità; mentre l'unguento lo diedi a Lilith, chi meglio di lei poteva custodirlo e adoperarlo al momento opportuno anche se l'unico vincolo era che poteva essere usato solo tre volte, ma la damigella non avrebbe avuto difficoltà. Rimasi esterafatto dalla cortesia e gentilezza di quest'uomo, aprì la sacchetta di denaro e consegnaì 4 taddei; il più era un dono di ringraziamento.
cavaliere25
02-05-2012, 12.57.42
volete sfidarmi a duello accetto se è questo che volete sono pronto a sfidarvi signore siete voi che non avete rispetto per gli altri io non me ne vado resto qui
Guisgard
02-05-2012, 16.27.36
Fyellon fissò Altea.
“Avete fatto un brutto sogno?” Domandò. “Non preoccupatevi ora... sarà stato a causa di quel castello e dei suoi strani abitatori... ora siamo fuori... dimenticatevi dunque dell'Avvilente Costumanza e di tutta quella brutta storia.” Mostrò poi la Corazza Rossa ad Altea. “Non è meravigliosa? Non ho mai visto un'armatura tanto bella. Credo che sia impossibile perdere con una simile corazza.” Si guardò attorno. “Siamo di nuovo nella selva... ora non ci resta che ritrovare la strada per Tylesia...” davanti a loro vi era un bivio “... voi rammentate il cammino che abbiamo fatto? Dobbiamo imboccare il passaggio a destra o quello a sinistra?”
Altea
02-05-2012, 16.50.46
Mi guardai attorno, preferii non parlare a Fyellon di quello strano sogno, d'altronde egli conosceva poco del fiore di Tylesia..quel fiore che la Regina sapeva benissimo dove si trovasse.
"Fyellon, siete stato abile a uscire dal castello senza essere notato...ma sapete... dopo che voi avete aperto quella stupenda Corazza ho visto topi uscire dappertutto, e sono entrati nelle mie vesti...come se...fossero spiriti liberati" scossi il capo "Avete ragione, dimentichiamo quel posto, la strada per Tylesia chiedete? Non la ricordo, allora affidiamoci al destino...imbocchiamo il passaggio a sinistra e che il Signore ci assista".
Guisgard
02-05-2012, 16.55.18
Il venditore prese il denaro e ringraziò Parsifal e Lilith.
Tra la merce acquistata, i due avevano scelto lo scrigno in ciliegio.
Il venditore allora li salutò, augurando loro di superare quell'impresa.
Un'impresa difficilissima, forse impossibile, dove tutti avevano fallito.
L'uomo, nel salutarli, aveva indicato loro la strada da seguire: era un piccolo cunicolo che penetrava nel cuore di quel labirinto.
elisabeth
02-05-2012, 17.06.32
Una mappa segnata da inchiostro vermiglio e un'altro colore...sembrava il colore dell terra....la traccia sembrava il bacio di due cigni.......rimasi estasiata.......Guardai in volto Isolde, sembrava aver preso un po' di colorito...." Avete il solito mal di testa Isolde..?...".....sorrisi vedendola andar via indispettita.....reas lo sentivo vicino...o forse era solo curiosita' la sua, ma a me andava bene lo stesso avevo bisogno di aver vicino qualcuno che mi avrebbe aiutata senza nulla in cambio......aspettai che Isolde fu lontana..." Reas, ascoltami......Guxio ha solo rimandato la mia accusa, il rogo e' stato solo sospeso in cambio ho dovuto convincere Goz a progettare una corazza, ironia della sorte...Goz costruira' la corazza di Guxio a patto che io ritrovi i suoi Cigni.........Pazzesco vero ?...stregoneria e pazzia......Isolde dice che sono una donna che ama l'occulto....che parla una lingua incomprensibile...eppure ho una mappa tra le mani e non riesco a comprenderla.......Ho bisogno del vostro aiuto...voi conoscete Tylesia come nessun'altro.....e io conosco l'universo come solo una donna iniziata puo' averne accesso con la giusta sapienza.....insieme troveremo i cigni di Goz...."..
Parsifal25
02-05-2012, 17.12.12
Tutto era compiuto...... l'Avvilente Costumanza aveva inizio, guardaì per l'ultima volta il bagliore della luce di quel negozietto, sorrisi a Lilith e strinsi lo scrigno che entrambe avevamo scelto: "sarà la nostra ancora di salvezza." dissi. "Non falliremo."
Il vecchio dall'atrio del negozio, salutandoci ci indicò la via da seguire, diressi il mio sguardo in direzione di quel dito e vidi un cunicolo stretto che sicuramente non ci avrebbe reso la vita facile, non era facile da attraversare. Accesi la luce della lanterna e scrutaì ciò che celeva onde evitare spiacevoli sorprese.
Guisgard
02-05-2012, 17.23.30
La lanterna di Parsifal illuminò lo stretto cunicolo e subito agli occhi del cavaliere e di Lilith si mostrò un angusto passaggio, consumato dal tempo e dall'umidità.
Ed attraversato un buon tratto di quella galleria, i due ragazzi si ritrovarono in una sorta di spiazzo sotterraneo, disseminato di croci, come se fosse un Cimitero.
Ad un tratto udirono delle voci.
Poco più avanti, qualcuno stava parlando ad alta voce.
Guisgard
02-05-2012, 17.43.17
“Vattene, frate!” Gridò il capo dei cavalieri a Cavaliere25. “Vattene o macchierò il saio che indossi con il tuo stesso sangue!”
Gli altri cavalieri, allora, estrassero le spade e si avvicinarono al finto religioso.
Talia
02-05-2012, 17.51.57
Guisgard uscì dalla grotta ed io ascoltai il familiare rumore dei suoi passi sulle foglie bagnate fintanto che fu possibile... poi il silenzio, rotto soltanto dal regolare respiro di Sheylon e dal crepitare del fuoco... infine quelle parole.
“Le visioni...” disse all'improvviso il vecchio “... siete certa che queste visioni non siano solo vostre allucinazioni? Che non siano un modo per fuggire da ciò che vi angoscia e spaventa? Ne siete certa?”
Quella voce inattesa mi fece sussultare... ed ancor più mi fecero sussultare quelle parole...
Le visioni?
Come poteva quell’uomo sapere delle mie visioni?
Poteva aver udito i miei sussurri all’orecchio di Guisgard? Era possibile?
Oppure...
E all’improvviso mi mancò l’aria quando riconobbi nella voce e nel tono di quell’uomo qualcosa che richiamò immediatamente alla mia mente la voce ed il tono del Maestro. E proprio in quel momento non avvertii più il dolce tepore del fuoco ed un brivido mi corse lungo la schiena...
Rimasi per qualche istante senza parole... incerta e tremante... chiedendomi in quale inganno fosse caduta la mia mente, chiedendomi che casa mai potesse averla spinta a tale improvviso ed inatteso abbaglio...
“Le visioni...” disse all’improvviso “Sei certa che queste visioni non siano solo tue allucinazioni? Che non siano un modo per fuggire da ciò che ti angoscia e ti spaventa? Ne sei certa?”
Me ne stavo in piedi, immobile e composta, in silenzio... i miei occhi però vagavano per la stanza riccamente arredata, curiosando tra i bagliori d’oro dei candelabri ed i colori vivaci dei dipinti alle pareti...
A quelle parole, tuttavia sollevai gli occhi e li puntai sull’uomo che mi stava di fronte, ricambiando il suo sguardo indagatore con la più categorica fermezza. Certo, sapevo perché eravamo lì e forse avrei anche potuto immaginarmi una domanda del genere... ma fu probabilmente il tono che l’uomo aveva usato ad infastidirmi... un tono scettico, e quasi inquisitorio.
Fu un leggero colpetto di tosse del Maestro a riscuotermi...
“Ne sono certa!” dissi allora.
“Perché?” mi incalzò lui, sempre con il medesimo tono “In fondo ciò che vedi è solo nella tua mente... non è qualcosa di reale! Perché dovremmo crederti?”
“Beh...” ribattei “Intanto perché, più di una volta, ciò che ho visto si è poi avverato. E poi... poi, scusatemi, ma voi siete il Vescovo, vero? Siete un uomo di chiesa! E dunque credete in qualche cosa che non avete mai personalmente visto. Vero?”
“Talia!” la voce bassa e severa del Maestro mi richiamò quasi prima che finissi di parlare... ma l’uomo seduto dall’altra parte del tavolo sollevò una mano e scosse appena la testa, come a dire che non importava...
“Si...” disse, celando appena un lievissimo sorriso “Si, io sono il Vescovo. E tu sei una bambina molto sagace, devo dire!”
Quel lontano ricordo mi sfiorò la mente... un ricordo lontanissimo, che avevo quasi rimosso... avrò avuto cinque o sei anni a quel tempo...
La voce del Maestro e la voce del vecchio eremita si confusero nella ma mente ed io mi sorpresi a chiedermi se fosse davvero stato solo un gioco della mia mente stanca... oppure se...
Mi riscossi infine e, finalmente, compresi che forse non era questa la cosa importante da capire...
Sollevai, dunque, gli occhi verso di lui e sorrisi leggermente...
“Una strana domanda mi ponete...” mormorai “Mi chiedete, in sostanza, che cosa è reale e che cosa non lo è? E mi chiedete, quindi, fino a che punto si possa credere a ciò che non può essere visto semplicemente con gli occhi del corpo e quando è invece lecito dubitarne?”
La mie mano scivolò verso l’alto e sfiorò la pietra rossa appesa alla lunga catenella al mio collo... era sempre più calda e ne potevo avvertire i bagliori, potevo avvertire la loro intensità...
“Ma allora...” sospirai “Allora, secondo il vostro ragionamento, niente è reale! Non so... l’aria che respirate non potete vederla, eppure esiste. Lo stesso si può dire di un sentimento, profondo e totalizzante ma talvolta invisibile a chiunque altro non ne sia direttamente interessato... o lo stesso si può dire di ciò cui la Fede ci porta a credere... voi, ad esempio, in che cosa credete?” sorrisi “Quanto alle mie visioni... non sono mai state una fuga. Ahimé... al contrario. Talvolta sono l’esatto opposto!”
Guisgard
02-05-2012, 18.41.06
La sera era serena ed il Sole cominciava a declinare, immergendosi nel remoto paesaggio dorato del borgo addormentato.
Un alone variegato si faceva strada tra le antiche murature e attraverso le strette viuzze, tra i muri a scarpa che correvano lungo le vecchie mura e le strette arcate che conducevano al camminamento merlato, segno del passato splendore di quel luogo.
Una figura, delicata e leggera, dai tratti quasi eterei, guardava dall'alto di un piccolo bastione la valle boscosa, nella quale un indorato torrente scorreva e destava alcuni mulini.
Lo sguardo si allargava poi sullo sterminato paesaggio, con colline, boschi e qualche stradina che zigzagava in una campagna screziata da colori che mutavano, quasi scanditi dall'imbrunire prima e dal crepuscolo poi, in una rassicurante policromia.
Immaginava allora storie e racconti, promesse e desideri, tutti però accompagnati dalla voce di chi aveva giurato di condurla in quel mondo così tanto simile ai sogni, eppure, come le aveva giurato più volte, tanto reale da animare le loro vite di una Gioia infinita.
Chymela spingeva fin laggiù ed oltre il suo sguardo inquieto, mentre giocava nervosamente stringendosi e torturandosi le mani.
Più la sera si inoltrava, più le ombre coprivano gli ultimi bagliori imprigionati nel borgo e nella sua campagna, facendo sussultare il cuore della ragazza.
Ripensava allora a quel biglietto che aveva lasciato accanto a quella cappellina e a colui al quale era destinato.
E visto quel ritardo, nel suo cuore si facevano strada dubbi ed inquietudini.
Se fosse andato perduto quel biglietto?
Se l'avesse raccolto qualcun altro, per poi buttarlo via?
Se un imprevisto avesse colto il suo destinatario, tanto da tenerlo lontano da quel luogo?
O, se più semplicemente, egli si fosse stancato di tutto ciò?
Di attendere giorni solo per vederla per qualche ora?
Se si fosse stancato di quell'amore fatto di promesse e sogni?
Se avessero vinto la distanza che separava Capomazda da Sygma, l'ostilità di quei due popoli, quelle nozze a cui lei era stata promessa e i dubbi che la sua corte volevano gettare su Andros?
Ad un tratto qualcosa destò la ragazza da quei pensieri.
Un uomo ed i suoi due figlioletti risalivano dal centro, fischiettando e canticchiando.
“Perdonatemi...” avvicinandosi Chymela e tenendo ben celato il suo viso nella penombra “... non è ancora terminata la Festa del Vino, vero?”
“La Festa del Vino?” Ripeté sorpreso quell'uomo. “Ma, milady... la festa c'è stata l'altro ieri... non stasera... c'era Lunedì, oggi è Mercoledì...”
“Oh...” sospirò Chymela “... pensavo fosse oggi...”
Questa piccola delusione accentuò la tristezza della sua solitudine.
Decise allora di andare via e lasciare quel borgo senza più le luci e i suoni di una festa finita troppo presto.
Ma proprio in quel momento, la pietra rossa al suo collo cominciò a brillare intensamente.
“Lancillotto” le sussurrò una voce all'improvviso “dopo il suo giro d'ispezione si recava sotto il balcone della regina Ginevra, dove lei lo attendeva anche solo per vederlo un istante...” Andros le sorrise “... lei scostava leggermente le tende alla finestra, mostrando un lieve cenno, carico d'amore... lui allora coglieva un fiore e lo lasciava sotto la loggia... più tardi, quando tutta Camelot dormiva, un'ancella della regina scendeva a raccoglierlo per portarlo poi alla sua padrona... e in questo piccolo gesto era racchiusa la passione di un'intera notte d'amore...”
“Forse” voltandosi a fissarlo Chymela “gesti così piccoli, seppur bellissimi, non bastano a tenere in vita un amore...”
“Il grande Amore...” fissandola Andros “... il vero Amore, si nutre tanto di imprese immense ed eterne, quanto dei gesti più piccoli ed infinitesimali... uno sguardo o un sorriso, seppur strappati o rapiti, un sospiro rubato o fuggito, una carezza, un ricordo, una speranza o anche solo un lieve cenno bastano a cibare per sempre il battito del cuore e il sussulto dell'anima...” le donò un fiore raccolto al suo arrivo “... perdonami se ti ho fatta attendere...”
“Ho temuto che quel biglietto...” mormorò lei.
Lui però la interruppe mostrandole il biglietto.
“Nulla” disse lui “andrà mai perduto fra noi, Chymela...”
“La festa...” chinando il capo lei “... era l'altro ieri, Lunedì... oggi è Mercoledì...” tornò a fissarlo “... se questo fosse uno dei tuoi amati romanzi, se noi fossimo davvero Lancillotto e Ginevra, allora anche il tempo, come recitano i poeti, sarebbe clemente... ed avremmo danzato tra le luci e la musica di questo borgo...”
“E cosa manca per festeggiare?” Sorridendo Andros. “Non sono forse l'uomo più felice del mondo? E tu non sei la donna più amata che ci sia? Cosa dunque ci manca per essere felici e festeggiare?” Prese la sua mano e la baciò.
Il borgo, allora, come per magia cominciò ad illuminarsi e la terra rossa della sua campagna rifletteva bagliori vivissimi che iniziarono a stagliarsi nel firmamento screziato dalle prime stelle del crepuscolo ormai morente.
Così, lo spettacolo sereno di quella sera stupenda li cullò in dolci fantasie, fatte di immagini, forme ed essenze che si rincorrevano all'infinito.
La Luna si alzò sul borgo ormai incantato, diffondendo ovunque un chiarore magico e rassicurante.
Dal borgo salirono allora fresche e vivaci melodie, ad opera forse di qualche musico intento a lasciare la casa di qualche ricco borghese.
“Abbiamo le luci del borgo” sorridendo Andros “e la Luna come madrina e spettatrice... la musica non ci manca e a questa festa non fanno difetto altri invitati... basta guardare tra queste stradine, tra le ombre della muta campagna, nei bagliori che provengono dai casali sulle colline e tra lo scintillio delle stelle nel cielo... tutto ciò è animato dagli spiriti di antichi amanti, che hanno saputo sognare come noi ed hanno avuto poi la forza di rincorrere quei sogni...” mostrò un lieve inchino e le sfiorò la mano con le labbra “... posso avere l'onore di ballare con voi, milady?”
Chymela, rapita dalla magia della sera e dalle parole di Andros, sorrise e annuì.
“Il mio strascico, milord...”
I due amanti allora cominciarono a danzare, mentre il borgo li avvolgeva e li rapiva da tutto ciò che non fosse il loro amore.
E la loro immagine finì per riflettersi nel sognante specchio della Luna fatata, che si innalzava al di sopra delle asperità della terra, che da quell'altezza apparivano insignificanti e lontane.
E nel bacio che lui donò a lei vennero ad unirsi la realtà ed il sogno, il giorno e la notte, il tempo e l'eternità.
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Il Carbonchio al collo di Talia stava ancora brillando, quando il vecchio sorrise alle parole della ragazza.
“In cosa credo?” Fissandola. “Credo solo in ciò che è reale, in ciò che sa durare nel tempo. Solo le cose reali, concrete, durano per sempre e quindi vincono lo scorrere del tempo. Esistono infinite Fedi e infiniti Culti ed in ognuno di essi si cela il Divino. Non occorre vedere una cosa per comprendere se esista o meno. Voi...” gettando altri arbusti sul fuoco “... potete forse vedere o toccare l'amore di vostro marito? Eppure, per quanto testa calda ed irriverente sia quel cavaliere, posso dirvi che raramente ho veduto un uomo più innamorato di lui...” alzò i suoi occhi su quelli di Talia “... queste vostre visioni sono dunque una prigione? E cosa vuole imprigionarvi? Da cosa state fuggendo?”
Lilith
02-05-2012, 19.24.12
Dato che Parsifal insistette per pagare lo scrigno, dovetti acconsentire; scelsi quindi con il cavaliere lo scrigno in ciliegio.
Parsifal comprò anche altri oggetti, tra cui un unguento, che mi porse. Io inizialmente non l'accettai, ma poi lo presi perchè pensai che il cavaliere preferisse che lo utilizzassi io perchè avevo più esperienza con questo genere di pozioni.
Quando uscimmo dal negozio il venditore ci indicò uno stretto cunicolo. Lo percorremmo fino a che non raggiungemmo un luogo che avevo visto altre volte, sapevo che lì vi seppellivano i morti. Riconobbi subito nella forma delle tombe lo stesso simbolo che c'era nel rosario di Redentos: una croce. Volevo avvicinarmi ad una di esse per guardare alcune inscrizioni, ma delle voci mi distrassero. Potevo chiaramente udire delle parole pronunciate ad alta voce, non era la mia fantasia. Guardai Parsifal e capii che anche lui le stava udendo. Mi avvicinai al cavaliere e sussurrai: "Provengono da quella direzione" indicando con il dito "Volete andare a vedere chi sta parlando?"
Avevo paura, ma la curiosità era troppo forte; volevo sapere chi si potesse trovare in un luogo del genere.
Guisgard
02-05-2012, 21.04.21
Reas restò turbato da quelle parole di Elisabeth.
“Volte collaborare con Guxyo?” Fissandola negli occhi. “Ma lui è un tiranno, una despota! Ha imposto una silenziosa dittatura su Tylesia, con la quale ci tiene tutti in scacco! Se voi ora lo aiutate, allora lui ne uscirà ancora più forte!” Prese Elisabeth per le braccia. “Non capite? Vuole sfruttare le vostre abilità! Voi non siete una donna comune e lui lo sa! Sta progettando una nuova corazza? E non immaginate come intenderà usarla? Per accrescere il suo potere! Goz è pazzo, ma resta un genio... ma forse quei cigni neanche ci sono più... forse sono andati perduti nel naufragio, o forse sono stati uccisi da qualche bracconiere, o magari sbranati da qualche animale feroce... come li riconoscerete? Sono dei semplici cigni... come tanti altri...”
Guisgard
02-05-2012, 21.11.35
A quella scelta di Altea, Fyellon annuì.
Aiutò allora la dama ad alzarsi ed insieme imboccarono la strada di sinistra.
“Anche io avrei scelto questa direzione...” disse il cavaliere “... speriamo di giungere presto a Tylesia.”
Presero così quella strada.
Dopo qualche tempo arrivarono sulla riva di un fiume.
“Credo sia il Calars...” mormorò Fyellon “... si, lo riconosco dai fumi che fuoriescono dalle sue acque... questo fiume attraversa tutta la piana di Tylesia... seguiamolo così da raggiungere la città...”
Proseguirono allora lungo la sponda del fiume, fino ad imbattersi in un'edicola in cui vi era un bassorilievo.
Vi era raffigurata Medea che trucidava i propri figli.
“Quello è un gesto d'amore...” disse una donna uscita dalla vegetazione “... un gesto estremo, ma straordinario...”
“No, è assurdo!” Le fece eco un'altra, anch'essa apparsa dalla selva. “E' un assassinio contro il Cielo e contro il proprio sangue!”
Talia
02-05-2012, 21.42.35
Quella visione scivolò tra i miei pensieri tanto dolcemente che non avrei saputo esattamente dire da dove era nata... la osservai per qualche istante, con il cuore palpitante... osservai gli occhi brillanti di Andros e la felicità di Chymela... con loro gioii e con loro sospirai alla luna...
“In cosa credo?” Fissandola. “Credo solo in ciò che è reale, in ciò che sa durare nel tempo. Solo le cose reali, concrete, durano per sempre e quindi vincono lo scorrere del tempo. Esistono infinite Fedi e infiniti Culti ed in ognuno di essi si cela il Divino. Non occorre vedere una cosa per comprendere se esista o meno. Voi...” gettando altri arbusti sul fuoco “... potete forse vedere o toccare l'amore di vostro marito? Eppure, per quanto testa calda ed irriverente sia quel cavaliere, posso dirvi che raramente ho veduto un uomo più innamorato di lui...” alzò i suoi occhi su quelli di Talia “... queste vostre visioni sono dunque una prigione? E cosa vuole imprigionarvi? Da cosa state fuggendo?”
La voce del vecchio mi riscosse... ed un lieve sorriso mi si allargò sulle labbra alle sue parole...
“Già... niente è più reale e concreto di ciò che abbiamo nel cuore...” sussurrai, poi volsi gli occhi nella direzione in cui avevo udito il cavaliere allontanarsi e sospirai...
“Guisgard...” mormorai dopo qualche istante “Oh, Guisgard... senza di lui tutto sarebbe diverso. Voi in parte avete ragione: è irriverente, testardo e irruento, è impulsivo... ma è anche giusto e sensibile. Si è sempre preso cura di me, si prende cura di me da sempre... mi ha sempre ascoltata e si sforzava di capirmi... si sforzava di capire ciò che ero, mi credeva e credeva a ciò che mi veniva mostrato in quelle visioni... e tutto questo anche se niente, niente, al mondo lo spaventava come quelle visioni! Ed io... io avrei fatto qualsiasi cosa per lui... con lui! Mi fido di lui come di nessun altro al mondo!”
Di nuovo nella grotta calò quel denso silenzio, rotto soltanto dal crepitare del fuoco che tuttavia non sembrava riuscire a spingere fino a me il suo calore... ed il freddo aumentava, aumentava sempre più ed io tremavo...
“Una prigione?” mormorai poi “Sapete... un tempo lo credevo! E di certo una parte di me le ritiene ancora tali... ma la verità è che fanno parte di me, bene o male ciò che sia!”
elisabeth
02-05-2012, 22.59.03
Ero scossa dalle parole di Reas come dalle sue mani che avevano afferrato le mie braccia......." Reas smettetela di dire sciocchezze.......non voglio aiutare Guxio.......ma lui ha tutte le carte in regola per mandarmi al rogo.....non e' questo che mi spaventa, so che puo' essere crudele ....lo si legge nei suoi occhi e dalle sue labbra non escono petali di rosa, Goz non e' pazzo,...quel viaggio era tutto programmato.......eppure ci siamo persi, abbiamo smarrito la strada ...vi sembrano assurde le mie parole, eppure ci sara' un momento in cui tutto vi sembrera' piu' chiaro.......quei cigni esistono, vedete c'e' un mondo visibile ed uno invisibile, e perche' l'uomo riesca a riconoscere il mondo invisibile......si e' creato dei segni....quei Cigni Reas....sono l'invisibile incarnato nel visibile.......avete mai ammirato ...la Luna quando innamorata cede il posto al suo amato Sole ........li' tutto si trasforma.....e i dubbi si dissolvono. Abbiamo una mappa.....aiutatemi a trovarli, e non preoccupatevi per Guxio......la sua armatura sara' la sua ultima dimora, dovesse essere l'ultima cosa ce faro'..."........aveva ancora le sue mani chiuse sulle mie braccia..........aveva gli occhi smarriti, ed ebbi paura....la paura di chi non era creduta......
Altea
02-05-2012, 23.19.27
Fyellon mi prese la mano e insieme imboccammo quella strada a sinistra, stavamo in silenzio, forse pure egli celava la paura di ciò che ci aspettava, quando a sorpresa ci trovammo sulla sponda del fiume...il Calars. Deglutii...ancora il Fiume, quel Fiume che mi portò via dalla mia casa, la mia vita normale, mi portò via..il mio Maestro.
"Fyellon non siate cosi contento, il Calars cela misteri e sorprese non molto piacevoli, è come un Dio buono a volte, e a volte malefico."
Continuammo a camminare verso la sponda, ma eravamo certi che la direzione fosse quella giusta e non l'opposta? ed ecco la prima sopresa come immaginai..un'edicola con bassorilievo rappresentate Medea che uccideva i propri figli..."Fyellon, sembra che in questo viaggio io e voi abbiamo a che fare con bassorilievi...cosi iniziò la nostra avventura nel terribile maniero" e risi per rompere la tensione quando due donne davanti a noi si misero a litigare sul significato del bassorilievo.
Mi avvicinai a loro..."scusate gentili dame, certo ognuna ha la sua ragione, e potreste stare qui per l'eternità a litigare perchè ognuna di voi pensa in modo diverso e pensa che la propria ragione sia quella giusta. Ma noi abbiamo bisogno del vostro aiuto" indicai con la mano Fyellon" stiamo camminando lungo la sponda del Calars per raggiungere Tylesia, questa è la direzione giusta?"
Parsifal25
03-05-2012, 01.55.03
La strettoia nascondeva un piccolo cimitero, chissà..... probabilmente il castello era stato costruito sulle sue rovine. Il paesaggio non era dei migliori, anzi, temevo che Lilith si spaventasse, ma vidi che non provava angoscia bensì curiosità.
Rimasi sbalordito, osservava le croci come se fosse consapevole del significato celato da esse; intuì che Redentos le avesse spiegato il loro valore. Accertatomi di ciò, proseguimmo, finchè entrambe non udimmo delle voci provenire dalla fine di quel cunicolo.
Possibile, che vi era qualcun' altro oltre me e lei. Spensi la lanterna e con passo leggero cercaì di avvicinarmi il più possibile. Qualcosa non tornava.
Guisgard
03-05-2012, 16.50.36
Parsifal, incoraggiato da Lilith, spense la lanterna e si diresse verso quelle voci.
Giunse così in una sorta di sala costruita in uno degli antri del labirinto.
Attorno ad una grande tavola vi erano diversi cavalieri che banchettavano e parlavano allegramente.
Narravano dell'Oriente, di Gerusalemme e del Santo Sepolcro, ricordando battaglie e duelli contro i formidabili campioni dell'Islam.
Guisgard
03-05-2012, 16.55.02
Le due donne fissarono Altea.
“Volete sapere di Tylesia?” Domandò uno di quelle. “Bene, ma prima ci aiuterete a risolvere il nostro conflitto... diteci, a chi date ragione? A me, che giudico malvagia e folle Medea? Oppure alla mia amica Petrulia, che invece giustifica la crudele principessa della Colchide?”
“Lucilia...” disse Petrulia alla sua compagna “... non influenzare il giudizio di questa dama...” indicando Altea “... ella sceglierà liberamente chi fra noi ha detto la verità.”
Guisgard
03-05-2012, 17.00.49
Reas restò in silenzio ad ascoltare Elisabeth.
“E sia...” annuì “... voglio credervi... voglio credere che Guxyo pagherà ogni sua azione... voglio credere che Goz non sia pericoloso, oltre che folle... voglio credere che quei cigni sono ancora vivi... ma nulla più... non crederò mai ad un mondo invisibile, un mondo fatto di magia e incantesimi... vi aiuterò, si... ma solo per salvarvi dal rogo... conosco Guxyo ed i suoi cavalieri... hanno il potere di condannarvi... ed io non voglio che accada... cercheremo quei cigni, milady...”
Guisgard
03-05-2012, 17.07.25
Il vecchio fissò Talia e sorrise.
“Si...” annuì “... sogni e visioni, talvolta, giungono dall'alto, o dal basso... sono sprazzi dell'eternità e della verità che si rivelano a noi mortali... e contengono sempre un messaggio... un messaggio a cui è indelebilmente legata la nostra vita... se le vostre visioni sono prigioni o porti da cui salpare, dipende solo da voi... ricordo di una vecchia novella... c'era un'isola che poteva vedersi solo quando sul mare infuriava una burrasca... due marinai salivano sul faro apposta per guardarla... e giocavano ad immaginarla... vedevano allora spiazzi verdi, torri che lambivano il cielo e baie in cui erano ormeggiate navi di ogni specie... e poi ancora, fantasticavano di tesori seppelliti sulla spiaggia, di tribù di selvaggi da convertire e di frutti e animali di ogni tipo, molti anche sconosciuti... un giorno di tempesta, poi, uno dei due salpò per raggiungerla, mentre l'altro restò sul faro ad immaginarla... il primo vi giunse e trovò una bellissima principessa che sposò per regnare poi con lei su quell'isola che si mostrò identica a come l'aveva immaginata... l'altro, invece, restò a sognarla e a rimpiangerla per tutta la vita...”
Sheylon dormiva profondamente sotto gli sguardi vigili dei cani del vecchio.
“Forse dovreste riposare, milady...” disse il vecchio, mentre accomodava il fuoco “... tra non molto il vostro cavaliere giungerà e potremo preparare da mangiare... se volete dormire un po', laggiù c'è della paglia...” indicando un angolo della grotta “... non sarà un letto di piume d'oca, ma sicuramente è un comodo giaciglio...”
Poco distante, intanto, Guisgard, insieme a Flender, batteva il bosco in cerca di selvaggina.
Con un dardo colpì una lepre e poi raccolse fragole selvatiche da portare a Talia.
“Il tuo padrone è molto strano, sai?” Fissando il cane. “Forse a furia di stare da solo ha perso completamente il senso di appartenenza al genere umano.”
Flender ringhiò.
“Va bene! Va bene!” Scuotendo il capo il cavaliere. “Come non detto... su, torniamo alla grotta...”
Altea
03-05-2012, 17.28.36
Le due donne mi guardarono, chiedendomi di assumere una posizione e solo cosi mi avrebbero dato risposta su Tylesia...mi spazientii...e lanciai un sasso col piede nel Calars..."Questo fiume mi ha già messa a dura prova...e ora devo riprendere da capo? Mie gentili dame, io non posso dare ragione a nessuna delle due, ma posso esprimere la mia opinione liberamente. Certo...Signore Dio Nostro punisce coloro che uccidono i nostri simili ed è ingiusto, ma a volte avere il coraggio di eliminare o uccidere i propri simili e soprattutto coloro che abbiamo generato per salvaguardarli....comporta un enorme sacrificio. Giudicare sarebbe sbagliato, si deve pensare a ciò che ha portato una persona a compiere tale gesto, allora si potrà capirne il motivo e dove sta la ragione...e ora gentilmente potreste dirmi qualcosa su Tylesia...altrimenti proseguiremo da soli".
elisabeth
03-05-2012, 17.34.05
Voglio credere mi aveva detto Reas......voleva credere, ma a cosa se aveva rinnegato la mia presenza, sapeva che non appartenevo al suo mondo ...come io sapevo che lui era diverso da me.....la sua vita era rimasta allo scuro....non aveva ancora potuto vedere la luce...." Non curatevi di me Reas....tra me e voi non c'e' alcun patto, vi chiedo solo di condurmi nei luoghi tracciati dalla mappa........al lavoro oscuro ci pensero' io e voi potrete stare tranquillo con la vostra coscienza.........Guxio avra' cio' che si merita e credetemi.....alla fine di ogni grande storia ad ognuno viene dato il proprio merito o demerito......".....cosi' appoggiai la mappa su un basamento in pietra......erano due cigni...quella mappa era perfetta...i segni erano visibilissimi.........c'era un punto chiazzato di rosso....non lo avevo notato quando avevo aperto la mappa......" Cosa ne dite Capitano....riconoscete questi luoghi..?......"...
Talia
03-05-2012, 19.25.31
Sospirai alle parole del vecchio...
“Il rimpianto...” sussurrai “E’ rimpianto è forse il peggiore dei sentimenti... capace di lacerare l’anima... capace di tormentarla e di torturarla lentamente, terribilmente... e capace, talvolta, di corromperla...”
Abbassai gli occhi e la mia mente si perse in lontani ricordi...
Rividi il Maestro, dunque... rividi quel mattino lontano sulle rive del lago ed i suoi occhi tristi... rividi la sua disperazione ed i suoi sensi di colpa dopo la partenza di Guisgard, il ripianto per non averlo fermato la sera che ci lasciò, un rimpianto che non lo lasciò per tutta la vita...
E rividi Guisgard... il suo ritorno e quella sua disperazione di fronte alla semplice croce marmorea che segnava il sepolcro del vecchio cavaliere... i suoi dubbi e quell’idea che lo aveva tormentato a lungo, e che forse lo tormentava ancora... l’idea di essere arrivato tardi... l’idea di aver commesso un errore, partendo...
Ed infine i miei pensieri corsero a Fyellon... Fyellon che aveva sognato per tutta la vita di poter essere il primo tra i figli del Maestro... Fyellon che doveva aver sofferto come nessun altro quando aveva scoperto di non esserlo... rimpianto e rancore gli avevano lacerato l’anima allora, l’avevano corrotta e avvelenata... l’avevano infine anche uccisa?
Sospirai tristemente... il Maestro, Guisgard, Fyellon... tutto ciò che per me era stato importante, ciò che amavo e ciò che più mi faceva soffrire era racchiuso in queste tre persone...
Sheylon dormiva profondamente sotto gli sguardi vigili dei cani del vecchio.
“Forse dovreste riposare, milady...” disse il vecchio, mentre accomodava il fuoco “... tra non molto il vostro cavaliere giungerà e potremo preparare da mangiare... se volete dormire un po', laggiù c'è della paglia...” indicando un angolo della grotta “... non sarà un letto di piume d'oca, ma sicuramente è un comodo giaciglio...”
La voce del vecchio mi riportò in quella grotta... sorrisi.
“Non importa...” mormorai “Non importa, preferisco aspettarlo qui!”
Chiusi gli occhi ed allungai le mani verso il fuoco... il freddo si stava facendo sempre più pungente ed io non riuscivo quasi più a sopportarlo... volevo solo che Guisgard tornasse, volevo che tornasse presto: mi sentivo stranamente sola lì, sentivo la sua mancanza.
Guisgard
03-05-2012, 19.36.55
Reas sorrise ad Elisabeth ed annuì.
Guardò poi la mappa.
“Non saprei...” mormorò “... così, a prima vista, mi sembra simile a tanti luoghi disseminati qui intorno alla città...” all'improvvisò notò qualcosa “... un momento... forse questa zona... massì, la riconosco!” Esclamò. “Credo si tratti del vecchio Sacello di Rotari! Si trova poco fuori Tylesia! Ci andavo spesso da piccolo!” Si voltò poi verso elisabeth. “Ma come può Goz conoscere quel luogo? Non è di queste terre...”
Guisgard
03-05-2012, 19.45.22
Le due donne fissarono Altea.
“Che risposta sarebbe?” Esclamò Lucilia. “Non avete risposto! Esigo una risposta!”
“Lascia perdere...” fece Petrulia “... è una questione fra noi due...”
“Signore, non litigate.” Intervenne Fyellon. “E' solo un vecchio mito.”
“In ballo c'è molto di più!” Disse Lucilia. “In ballo c'è la vera essenza della vita! Sono stanca di chi crede nell'onnipotenza dell'amore!”
“Dici così” replicò Petrulia “solo perchè sei infelice.”
“Ho tutto per essere felice!”
“Ma non l'amore...” fissandola Petrulia.
elisabeth
03-05-2012, 19.45.23
Guardavo il suo profilo chino sulla mappa, i suoi occhi controllavano con scrupolo ogni parte ogni tratto di colore.....era sapiente, le mappe per lui non dovevano avere segreti........cambiava espressione ogni volta che gli veniva alla mente qualcosa...sino a quando qualcosa catturo' la sua attenzione...aveva riconosciuto un posto....era eccitato all'idea che gli era molto caro......ma quando alzo' gli occhi dalla mappa mi guardo' come se avesse visto un fantasma.......come poteva Goz sapere.." Non so neanche io come faccia Goz a sapere tante cose su Tylesia, forse piu' di quanto ne sapete voi Reas......ma ora non e' il momento delle domande...ora dobbiamo andare nel posto da voi riconosciuto, anche se non so bene che posto sia....e perche' e' li' che la mappa ci conduce, pensate che questo possa avvenire prima del crepuscolo ?..."...
Guisgard
03-05-2012, 20.41.09
Quasi come se avesse percepito il freddo che sentiva Talia, Sheylon le si avvicinò, accucciandosi ancor più vicino a lei, come a volerla riscaldare.
Un attimo dopo, però, alzò di scatto la testa, con lo sguardo verso l'entrata della grotta.
Guisgard era tornato.
Posò la lepre e le fragole accanto al vecchio e si sedette vicino a Talia.
“Ti vedo pallida, gioia...” prendendo le mani di lei e strofinandole nelle sue “... hai freddo, vero?” Le sorrise. “Sai che ho un regalo per te? Cresceva su uno spuntone di roccia, più lontana dalle altre... allora ho pensato fosse speciale, unica... e ho voluto coglierla per te...” e pose nelle mani di lei un fiore.
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Il rigoglioso bosco di Suessyon, a circa tre leghe dalla laboriosa cittadina che da esso prendeva il nome, era attraversato dal fiume Relagio e tutt'intorno a questo si estendeva fin verso le pendici dei dolci monti a Nord, in una zona già dominata da antichi manieri longobardi.
Nel cuore di quella verde boscaglia sorgeva il Casale degli Aceri, che guardava verso Occidente e le cui caratteristiche provenivano dalla sua isolata posizione, dalla signorilità che avvolgeva la sua architettura e quel senso di solennità che emanava agli occhi di chi attraversava quell'ancestrale scenario.
In una radura presso le sponde del Relagio, due giovani erano intenti, ciascuno, nelle loro attività predilette.
“Queste eriche selvatiche” disse Talia mentre legava gli steli di quei fiori “staranno benissimo in quei vasi di terracotta che il maestro mi ha portato dalla fiera... non le trovi bellissime?” Mostrandole a Guisgard.
Questi era impegnato ad annotare alcuni nomi su un foglio bianco, sul quale, lungo i margini, aveva disegnato schizzi di torri, cavalli e spade.
“Come?” Voltandosi verso la ragazza. “Ah, si... sono molto belle... belle ma non adatte...”
“Adatte?” Ripeté Talia. “Adatte a cosa?”
“Alla nuova recita...” rispose lui, mentre giocava con la piuma d'oca.
“Ce ne sarà un'altra?” Sorpresa lei. “Ma che bello! Ma per quale ricorrenza? La prossima festa sarà solo fra un mese.”
“Non sarà legata ad alcuna festa...” fece lui “... messer dei Lardi vuole che ce ne sia una per beneficenza al monastero...”
“Ah...” mormorò lei “... allora immagino che una parte importante spetterà a sua figlia Carrie...”
“Troveremo una parte per tutti...” disse Guisgard, scarabocchiando sul foglio che aveva in mano.
“Attento che lei mira a fare sempre la protagonista...” accomodando i fiori lei.
“Davvero?” Voltandosi lui. “Beh, i ruoli sono belli tutti... quanto alla protagonista, sei stata tu nell'ultima recita...”
“Già... forse per questo mi guarda male...” sorrise “... eh, mio ispirato cavaliere, deve essere piacevole scegliersi una cortese dama da affiancare e salvare, vero?”
“Ah, pensi questo?” Smettendo di scarabocchiare lui. “Allora vuol dire che deciderò con calma a chi dare il ruolo di protagonista...”
“Si, ma ci penserai dopo, con calma...” sentendo il profumo di quei fiori lei “... ora dimmi... sono belli vero i miei fiori?”
“Vedo che non ti preme più di tanto, eh!” Alzandosi lui. “Si, sono belli quei fiori... ma non adatti alla mia storia...”
“Oh, il mio povero e permaloso cavaliere!” Sorridendo nuovamente lei. “Dai, dimmi allora quale fiore è adatto alla storia.”
“Basta leggere il titolo...” divenuto ombroso lui “... Il Cavaliere della Margherita...”
“Sembra interessante!”
“Già...”
Passarono i giorni e i preparativi per la recita si definivano sempre più.
La capricciosa Carrie, però, aveva tanto pianto da costringere suo padre a chiedere ai monaci di affidare il ruolo dell'eroina a sua figlia.
E quasi nello stesso momento, il maestro aveva ricevuto il malumore del vescovo circa la partecipazione di Talia a questi spettacoli.
Il cavaliere, allora, per non imbarazzare la ragazza, le aveva chiesto, proprio per il giorno dello spettacolo, di addobbare l'Altare del Tempio, impedendole di fatto di poter partecipare alla recita.
Fyellon, poi, aveva rivelato ad alcuni dei suoi fratelli che era stata Talia stessa a non voler partecipare, certo che quelli avrebbero riportato il tutto a Guisgard.
Giunse così il giorno e “Il Cavaliere della Margherita” andò in scena nello spiazzo davanti al monastero.
Tutti gli orfanelli del Casale vi parteciparono, ad eccezione di Talia, insieme ad altri ragazzi di Suessyon, tra cui anche Carrie.
“E' inutile continuare a vagare...” disse Guisgard “... dobbiamo cercare una degna impresa, affinché io, affrontandola, possa guadagnarmi le promesse della mia Margherita!”
“Sapete già dove cercare, sir?” Domandò uno dei suoi fratelli che impersonava uno degli altri cavalieri.
“Sarà madonna Avventura a guidarmi...” rispose Guisgard.
“Così finalmente conosceremo il vostro nome, vero?” Fece uno degli altri cavalieri.
“Si...” annuì Guisgard “... sciogliendo così quel voto che mi impone di non pronunciarlo mai ad alta voce...”
Ad un tratto si udì un suono di corno.
Si alzò il rudimentale sipario e apparve un'impalcatura rozza che aveva il compito di far immaginare ai presenti una torre, sulla quale era imprigionata una dama.
“A chi apparterrà quella torre?” Indicò uno dei cavalieri.
“A me!” Entrando in scena un altro dei giovani attori. “Sono il Cavaliere Nero e la dama nella torre è in mio possesso!”
“Vi impongo di liberarla!” Disse Guisgard.
“Dovrete prima battermi in singolar tenzone!” Gridò il Cavaliere Nero. “Fino ad allora il cuore della dama resterà nel mio pugno!”
“Con un pugno di mosche resterete!” Esclamò Guisgard. “Ma prima voglio vedere la dama, perchè dovrà accettarmi come campione...”
Raggiunse allora la torre.
“Milady, intraprenderò l'impresa per liberarvi...” fissando la cima della torre “... mi accettate come campione?”
Oh, cavaliere...” sospirò Carrie “... si, sarete mio campione... ma ditemi... chi siete?”
“Perdonatemi, milady...” rispose Guisgard “... ma un voto mi impone di tacere il mio nome... sarà la dama che riceverà il fiore che reco a pronunciarlo ad alta voce, liberandomi così da quel voto...”
“Andate allora...” sorridendo Carrie “... attenderò che mi portiate quel fiore...”
Cominciò il duello e Guisgard naturalmente vinse.
Tornò dalla dama e si arrampicò sull'albero al quale era appoggiata l'impalcatura che simulava la torre.
“Oh, cavaliere...” sospirò Carrie “... vi darò un bacio e voi mi donerete quel fiore... cavaliere, vi amo!”
“Talia...” sussurrò lui.
“Cosa!” Gridò Carrie. “Cosa hai detto?”
“Ehm....” mormorò Guisgard “... volevo dire... si... Carrie...”
“No, hai pronunciato il suo nome!” Sbraitò Carrie, per poi buttare a terra il velo. “Quella pettegola e insopportabile orfana è riuscita a rovinarmi la recita! Papà!” Chiamò poi piangendo. “La detesto! La detesto! Papà!”
I monaci e messer dei Lardi corsero verso l'albero.
“Ringrazia il Cielo di essere una ragazza!” Fissandola adirato Guisgard. “Altrimenti saprei io come torcerti il collo! E non ripetere mai più quanto detto ora!”
“Altrimenti cosa mi fai?” Arrabbiata Carrie. “Papà! Papà!”
“Che succede?” Domandò uno dei monaci.
Guisgard allora tirò contro l'albero la sua spada di legno, così forte che si spezzò in due.
Scavalcò l'impalcatura e saltò giù.
“Guisgard!” Gridò il maestro. “Fermati, torna indietro!”
Ma il ragazzo non si fermò e corse via.
Incrociò solo il volto di Fyellon che lo fissava con un ghigno.
Tornò al Casale e vide Talia nel Tempio.
“Già di ritorno?” Domandò lei. “E' finita presto?”
Guisgard annuì.
“Metti anche questa tra i tuoi fiori, per favore...” dandole la Margherita.
“Guisgard...” sussurrò lei “... Guisgard... è bellissima... ma non serviva per la recita?”
“No, non c'è stata alcuna recita...” fissando gli alberi accarezzati dal vento “... solo una farsa...”
“Non ti capisco...” guardandolo lei “... il fiore non era per la tua protagonista?”
“Tu non hai mai capito niente!” Voltandosi di scatto lui.
“Guisgard...” stupita lei.
Lui si avvicinò e gettò i suoi occhi in quelli di lei.
Erano cupi e strani bagliori li rendevano diversi dal solito.
Da azzurri quello scintillio li aveva resi vermigli e lucidissimi, come se stessero lacrimando.
Talia avvertì una sconosciuta sensazione, come se Guisgard stesse per baciarla.
Il volto di lui era vicinissimo a quello di lei.
“Talia!” Chiamarono all'improvviso i suoi fratelli.
“Devo...” sussurrò lei “... devo andare...”
Lui restò a fissarla senza rispondere.
“Si...” mormorò di colpo “... vai...”
Si spostò e Talia corse via.
Restò a fissarla dalla porta del Tempio.
“Voltati...” disse a voce bassa “... voltati, Talia...”
Passarono alcuni momenti che parvero eterni, senza che lei si voltasse.
Lui allora scappò via.
E prima di uscire dal cortile, lei si voltò verso il Tempio.
Ma Guisgard non c'era più.
Quella margherita donatale ora da Guisgard aveva destato in Talia quel vecchio ricordo.
“Allora, tra un po' è pronto...” fece il vecchio “... però...”
Guisgard lo fissò.
“Non avete portato le more...”
“More?” sorpreso Guisgard. “Non avevate detto di portare anche delle more...”
“Invece si.”
“Non è vero.”
“Insomma, la marmellata viene più gustosa...” fissandolo il vecchio “... non volete il meglio per vostra moglie? Nessuno conosce la ricetta delle mie marmellate di frutta. Per questo sono uniche.”
Guisgard scosse il capo.
“Allora?” Fece il vecchio.
“Va bene...” alzandosi Guisgard “... va bene... ma poi non uscirò più... dimenticato altro?”
“Voi avete dimenticato!”
Guisgard si avviò verso l'uscita.
“Hai paura di perdere Talia?”
Guisgard si voltò di scatto.
“Cosa avete detto?”
Aveva avuto l'impressione di udire il suo maestro.
“Non mi avete sentito?” Sbottò il vecchio. “Ho chiesto se avevate paura di perdere vostra moglie...”
Guisgard restò a fissarlo turbato.
“Su, fate presto...” lo esortò il vecchio “... la lepre è quasi pronta...”
Il cavaliere guardò Talia per un momento e poi uscì, sempre seguito da Flender.
Talia
03-05-2012, 21.57.37
Guisgard depositò quel piccolo e delicato fiore nelle mie mani... ed immediatamente un vago sorriso mi increspò le labbra...
“Oh, Guisgard... ma è... è bellissimo!”
E fu allora che di colpo e senza alcun preavviso quel ricordo scivolò tra i miei pensieri, giungendo ad occupare completamente la mia mente...
E rividi il Casale e il fiume, il bosco ed i miei fiori... e poi rividi quel pomeriggio... e rividi Guisgard... i suoi occhi e la sua voce...
Sospirai profondamente, stringendo delicatamente quel fiore tra le mani...
Poi d’improvviso mi riscossi, come se solo all’ultimo quella conversazione avesse fatto breccia tra i miei ricordi...
“Non avete portato le more...”
“More?” sorpreso Guisgard. “Non avevate detto di portare anche delle more...”
“Invece si.”
“Non è vero.”
“Insomma, la marmellata viene più gustosa...” fissandolo il vecchio “... non volete il meglio per vostra moglie? Nessuno conosce la ricetta delle mie marmellate di frutta. Per questo sono uniche.”
Guisgard scosse il capo.
“Allora?” Fece il vecchio.
“Va bene...” alzandosi Guisgard “... va bene... ma poi non uscirò più... dimenticato altro?”
“Voi avete dimenticato!”
Guisgard si avviò verso l'uscita.
“Guisgard!” mormorai...
Non volevo che se ne andasse di nuovo... volevo che restasse lì invece, volevo che restasse con me.
Ma lui non udì la mia voce... i suoi passi erano già di nuovo sulle foglie bagnate e già si stavano di nuovo allontanando.
“Oh, insomma!” esclamai, prima di riuscire a trattenermi “Avevate proprio bisogno di quelle more, vero?”
Sospirai e, stringendo ancora un po’, ma delicatamente, quel piccolo fiore tra le mani, mi accostai il più possibile al fuoco, tenendo la schiena bene accostata alla calda e morbida pelliccia di Sheylon...
Chiusi, dunque, gli occhi e rimasi in attesa del suo ritorno.
Daniel
03-05-2012, 22.40.37
Lo guarda e poi dissi:<<Sedeti e raccontatemi tutto bene..>> E così mi sedetti davanti a lui sulla roccia scalfita dai suoi colpi..
Lilith
03-05-2012, 23.32.28
Seguendo le voci, giungemmo ad una grande sala dove vi era una tavola con numerosi cavalieri che raccontavano le loro gesta in terre lontane a me sconosciute. Per qualche istante rimasi in silenzio ad ascoltarli. Parlavano delle loro avventure con tanta fierezza e potevo vedere riflesse nei loro occhi le immagini di quello che era accaduto. Vedevo nei loro volti i segni che avevano lasciato le battaglie, vedevo il dolore dei nemici uccisi.
Quando mi resi conto di stare fantasticando in un momento poco adatto mi ricomposi immediatamente ed aprii la bocca per chiedere come mai i cavalieri si trovassero in quel luogo. Essi però mi precedettero, perchè quando iniziai a parlare, loro si voltarono verso di me e Parsifal.
Altea
04-05-2012, 00.44.04
Le due donne mi fissarono e si rivolsero a me in modo arrogante e reiniziarono a litigare, pure Fyellon cercò di calmarle.
"Mie signore volete passare il resto della vita a litigare...per l' Amore? Bene volete una risposta..ha ragione milady Lucilla...avete ragione, si può vivere bene senza amore, io ne sono convinta...forse è una invenzione del genere umano per togliersi di dosso la noia della vita".
Guardai milady Petrulia con un sorriso...."Spero non vi abbia recato offesa, rispetto il vostro pensiero, ma visto mi avete chiesto di espormi l'ho fatto".
Mi avvicinai al mio cavaliere di ventura "Fyellon, se le milady continueranno con le loro zuffe proporrei di continuare il cammino anche perchè penso Tylesia non sia vicina, mi auguro di arrivarci prima di notte".
Guisgard
04-05-2012, 01.31.57
Il cavaliere si sedette accanto a Daniel e cominciò a raccontare:
“Ho partecipato ad un duello, ma ne sono uscito sconfitto... sentivo di impazzire, non avevo più onore, né rispetto per me stesso... mi sentivo indegno della cavalleria... cominciai allora a cercare una spiegazione... perchè avevo perso? Perchè non ero riuscito a farmi valere? Alla fine trovai la risposta a tutto questo... era stata la mia spada! Si, essa mi aveva tradito! Decisi allora di acquistarne un'altra. Così, recatomi di volta in volta da diversi armaioli, provai nuove spade contro la mia, ma era sempre questa ad uscire vincitrice... finalmente realizzai ogni cosa... non era la mia spada ad essere indegna, ma io! Io avevo perso, non lei! E conscio di questo, decisi di punire me stesso per aver dubitato della mia fedele spada... voi cosa ne pensate? Sono indegno di essere un cavaliere?”
Guisgard
04-05-2012, 01.42.31
Reas restò un attimo a riflettere, poi fissò Elisabeth ed annuì.
“Si, meglio prepararsi e partire subito...” disse “... recatevi nella vostra stanza e raccogliete ciò che vi occorre per questa nostra ricerca... io farò lo stesso... ci ritroveremo qui nel parco appena pronti... rammentate, meglio non far sapere a nessuno di questa nostra impresa... meglio che Guxyo non sappia di me e dell'aiuto che voglio fornirvi... su, ora andate a prepararvi... a tra poco...”
E salutata la maga, il capitano si diresse nei suoi alloggi per prendere l'occorrente.
Si cambiò d'abito, posando l'uniforme ed indossando abiti civili per passare inosservato.
Si munì solo di uno spadino da usare per difesa e scelse due buoni cavalli dalle scuderie della caserma.
Fatto ciò, tornò nel parco ed attese il ritornò di Elisabeth.
Guisgard
04-05-2012, 02.13.53
Lucilia, a quelle parole di Altea, sorrise ed annuì.
“Ben detto, milady!” Esclamò. “Si può vivere benissimo anche senza l'amore! La vita è ugualmente ricca di soddisfazioni! Si può riuscire nel proprio lavoro, si può viaggiare per conoscere il mondo, senza preoccuparsi se il proprio compagno abbia o meno le stesse nostre passioni o i medesimi bisogni. L'esistenza è fatta di tante cose, come la libertà e l'indipendenza. Poi vi sono le arti, le bellezze che ci circondano e le innumerevoli esperienza capaci di farci crescere e migliorare interiormente. L'anima gemella è solo un mito di poeti e sognatori. Non può esistere una perenne e totale simbiosi con un altro essere umano. Vi saranno sempre delle differenze tra ognuno di noi. Insomma, la libertà è il bene più prezioso.”
Petrulia, ad udirla, scosse il capo.
“Eppure il vero amore esiste e vi sono testimonianze...”
“E dove?” Domandò Lucilia. “Nei romanzi forse!”
“Il grande faraone Ramesse amò Nefertari al di sopra di tutte le altre...” rispose Petrulia “... così come accadde a Marco Antonio per la sua Cleopatra... e il grande re Babilonese Nabucodonosor? Non eresse forse i leggendari Giardini Pensili per allontanare la tristezza dalla sua sposa? E Nefertiti non fu la più fedele e amata tra i sudditi di suo marito, il grande faraone Akhenaton? Sono forse personaggi di fantasia costoro?”
“Sono vicende comunque romanzate...” mormorò Lucilia.
“Signore...” prendendo la parola Fyellon “... è sciocco litigare per questo... restate pure ciascuna della propria idea...”
“E voi cosa pensate?” Chiese Petrulia.
“In tutta sincerità” rispose Fyellon “io credo che l'amore abbia un ruolo importante nella vita. Esso è forse il mezzo migliore per giungere alla felicità. Non amo le romanticherie fini a se stesse o le sdolcinate visioni offerte dai poeti... credo però nei sentimenti puri, quelli che nascono nell'animo... questa è la vera poesia...” si voltò poi verso Altea “... avete ragione... se non avremo risposta da queste due dame, allora proseguiremo noi verso Tylesia...”
“Non credete a Lucilia...” disse Petrulia “... essa parla così perchè ha perduto l'amore del suo amato...”
Parsifal25
04-05-2012, 02.16.37
L'immagine che andò a formarsi, era quella di una Tavola Rotonda ed i suoi cavalieri..... parlavano dell'Oriente, di Gerusalemme, il Santo Sepolcro e le Crociate....non riuscivo a capacitarmi.
Mi volsi verso Lilith e vidi che anche lei si era spinta di fianco a me per sentire. Era rimasta affascinata da quelle avventure, rimase impietrita da ciò che sentiva...sembrava che stesse fantasticando su quelle antiche terre.....ma dicevano il vero?
Vidi che stava per porre una domanda finchè uno di loro non ci scoprì, bisognava rimanere vigili. E' strano che dei cavalieri fossero rintanati qui... i mie predecessi erano stati trucidati..... possibile che...... e se fosse.....una trappola?
Io prodigavo per ciò, non vi era dubbio alcuno..... la verità la scopriremo solo dopo. Ero pronto ad affrontarli.....non con la spada....., ma con altro.
Guisgard
04-05-2012, 02.47.03
Ad un tratto quei cavalieri si accorsero di Parsifal e di Lilith.
Colui che sembrava essere il più anziano ed il più nobile fra loro, alzandosi in piedi, invitò i due ragazzi a sedersi alla loro tavola.
“Venite pure avanti, valente cavaliere” disse “e anche voi, giovane dama... venite a brindare e a mangiare insieme a questa nobile e devota compagnia... non mancano carne e vino, pane e frutta... avanti, bisogna far festa, poiché presto la gloriosa Gerusalemme tornerà di nuovo alla Cristianità!”
http://www.britscene.com/wp-content/uploads/2011/08/British-Movie-The-Three-Musketeers-6-e1313200587720.jpg
Guisgard
04-05-2012, 03.05.32
Il vecchio sorrise a quelle parole di Talia, come se il lieve broncio della ragazza lo divertisse.
“Eh, milady...” disse “... vostro marito deve abituarsi a cercare... le cose più importanti, quelle che contano davvero, vanno ricercate e conquistate... i tesori più inestimabili sono sempre celati e appaiono ai più come irraggiungibili o, peggio ancora, irreali... proprio come la bella margherita che ha colto per voi... l'avete sentito, no? Essa è sbocciata dove non era facile coglierla... un altro al suo posto avrebbe colto una delle tante che gli si mostravano innanzi... quella che avete in mano, invece, ha un valore incalcolabile... quella margherita è il simbolo del suo amore per voi...” sorrise nuovamente “... chissà quante storie ci sono racchiuse tra i suoi magici petali... e quelle storie vi appartengono, milady...” rosolò ancora un po' la lepre sul fuoco, facendo colare ben bene il suo grasso sulla brace incandescente “... su, ora siate indulgente con questo vecchio brontolone... vostro marito tornerà presto, vedrete... egli non sa starvi lontano... quelle more saranno un ennesimo gesto d'amore per voi... in attesa di svelare qualche tesoro ben più grande... come quel Fiore descritto nella storia che avete narrato e dei tre uomini che ambivano al suo possesso...”
Ad un tratto Sheylon si destò e cominciò a fissare l'ingresso della grotta.
Tradiva agitazione e nervosismo la possente e superba tigre.
Un attimo dopo, tre figure dai lunghi mantelli incappucciati entrarono nella grotta.
“Salute a voi...” fece una di quelle “... è possibile ricevere ospitalità?”
“Chi siete?” Domandò il vecchio.
“Siamo tre cavalieri giunti dalla Terrasanta...” rispose il nuovo arrivato “... abbiamo combattuto nell'ultima Crociata per liberare il Santo Sepolcro di Nostro Signore... siamo da poco tornati in patria... possiamo dividere con voi il riparo di questa grotta ed il calore di questo fuoco?”
“Venite pure avanti...” facendo loro cenno il vecchio.
“I vostri cani sono tranquilli?” Fissandoli il cavaliere. “E quel grosso felino?” Indicando Sheylon, che non smetteva di seguirli con lo sguardo.
“Non abbiate paura...” rispose il vecchio “... attaccano solo i malintenzionati... sedetevi pure accanto al fuoco senza temere nulla.”
E i tre cavalieri fecero come aveva detto loro il vecchio.
“E questa dolce e bella ragazza?” Indicando Talia uno dei tre. “E' vostra figlia?”
“No...” fece il vecchio “... anch'ella, come voi, è giunta qui a cercare riparo.”
“Una ragazza così bella che viaggia da sola?” Fissandola quel cavaliere, mentre si avvicinava al fuoco per scaldarsi.
“No, non viaggia sola...” rispose il vecchio “... è arrivata con suo marito.”
A quelle parole del vecchio, i tre cavalieri si scambiarono rapide ed enigmatiche occhiate.
“E voi invece?” Chiese il vecchio. “Siete giunti soli dall'Oriente?”
“No...” rispose il cavaliere “... i nostri compagni stanno per raggiungerci... spero offrirete anche a loro la stessa ospitalità che avete dato a noi...”
“Certo.” Annuì il vecchio. “Anche se questa caverna è ben poca cosa per i campioni della Cristianità che tornano in patria.”
“Qual'è il vostro nome, milady?” Domandò un altro dei tre cavalieri a Talia. “E dove siete diretta?”
Altea
04-05-2012, 09.27.34
Ascoltai la risposta di milady Lucilla ed ero pienamente d'accordo con lei, ma l'altra donna iniziò di nuovo a inveire, e volle sapere pure il parere di Fyellon. Rimasi un attimo perplessa nell'ascoltarlo, lui cosi razionale...credeva nell' Amore Puro.
Mi stancai di quella situazione quando seppi che milady Lucilla aveva perso il suo Amato..."Sembra tipico di questi posti" asserii guardando Fyellon "tutte le dame che incontro hanno perso l' amato o in duelli o nei vari incendi di Tylesia".
Poi mi rivolsi alle due donne..."Scusate mie dame, ma noi proseguiamo il nostro percorso, dobbiamo raggiungere presto Tylesia, e voi continuerete la vostra diatriba...sull' Amore".
Iniziai a proseguire e fissavo il Calars, i suoi caldi vapori che emanava.."Fyellon, perchè secondo voi il Calars sembra essere di fuoco? Io mi ci sono gettata, è ho sentito la sua acqua calda sulla mia pelle, è strano tutto questo. Sapete..io ho perso il mio Maestro nelle acque del Calars, a cui tenevo molto" e mi chinai cercando di carpire cosi ci fosse oltre l'acqua.
Talia
04-05-2012, 10.10.41
Sorrisi appena a quelle parole del vecchio eremita e, quasi impercettibilmente, annuii... ma non dissi niente.
Passò ancora qualche silenzioso momento... il crepitare del fuoco, il respiro tranquillo di Sheylon ed il vento che frusciava fuori dalla grotta erano tutto ciò che si udiva... poi, all’improvviso, lo percepii: dapprima fu solo un vago senso di disagio che mi colse inaspettatamente, in apparenza senza alcuna ragione, aguzzai le orecchie tuttavia e così colsi un leggero movimento oltre la cortina di rami e foglie che proteggeva l’ingresso alla caverna, e distinsi dei passi a me sconosciuti...
Anche Sheylon sollevò di scatto la grossa testa e si voltò in quella direzione... sentivo il suo interno e minaccioso brontolio contro la mia schiena...
Poi, d’un tratto...
Un attimo dopo, tre figure dai lunghi mantelli incappucciati entrarono nella grotta.
“Salute a voi...” fece una di quelle “... è possibile ricevere ospitalità?”
“Chi siete?” Domandò il vecchio.
“Siamo tre cavalieri giunti dalla Terrasanta...” rispose il nuovo arrivato “... abbiamo combattuto nell'ultima Crociata per liberare il Santo Sepolcro di Nostro Signore... siamo da poco tornati in patria... possiamo dividere con voi il riparo di questa grotta ed il calore di questo fuoco?”
“Venite pure avanti...” facendo loro cenno il vecchio.
“I vostri cani sono tranquilli?” Fissandoli il cavaliere. “E quel grosso felino?” Indicando Sheylon, che non smetteva di seguirli con lo sguardo.
“Non abbiate paura...” rispose il vecchio “... attaccano solo i malintenzionati... sedetevi pure accanto al fuoco senza temere nulla.”
E i tre cavalieri fecero come aveva detto loro il vecchio.
“E questa dolce e bella ragazza?” Indicando Talia uno dei tre. “E' vostra figlia?”
“No...” fece il vecchio “... anch'ella, come voi, è giunta qui a cercare riparo.”
“Una ragazza così bella che viaggia da sola?” Fissandola quel cavaliere, mentre si avvicinava al fuoco per scaldarsi.
“No, non viaggia sola...” rispose il vecchio “... è arrivata con suo marito.”
A quelle parole del vecchio, i tre cavalieri si scambiarono rapide ed enigmatiche occhiate.
“E voi invece?” Chiese il vecchio. “Siete giunti soli dall'Oriente?”
“No...” rispose il cavaliere “... i nostri compagni stanno per raggiungerci... spero offrirete anche a loro la stessa ospitalità che avete dato a noi...”
“Certo.” Annuì il vecchio. “Anche se questa caverna è ben poca cosa per i campioni della Cristianità che tornano in patria.”
“Qual'è il vostro nome, milady?” Domandò un altro dei tre cavalieri a Talia. “E dove siete diretta?”
Accadde tutto in fretta... troppo in fretta... ed io feci appena in tempo a riprendermi da quell’indistinto senso di angoscia che mi aveva colta, che il vecchio aveva già rivelato fin troppo di me ai nuovi arrivati: sarebbe stato meglio se avessero creduto che viaggiavo da sola, pensai... ma era tardi ormai, e c’era ben poco che si potesse fare in quel senso...
Chinai appena la testa, lasciando che i capelli mi scivolassero davanti al volto, e mi ritrassi il più lontano che fosse possibile senza destare troppo sospetto...
“Il mio nome?” mormorai... la voce estremamente bassa e lenta “Il mio nome, miei signori, è... Chymela!”
I miei movimenti erano limitati al minimo, le mie mani rimasero protese verso il fuoco esattamente come erano al loro arrivo... io ero tesa tuttavia ed ogni mio senso era all’erta, anche se assolutamente niente in me lasciava trapelare il pur minimo segno di nervosismo.
La mia mente lavorava frenetica, intanto... cavalieri... cavalieri di ritorno dalla Terrasanta? Quanto era probabile che dei cavalieri crociati giungessero lì per caso esattamente insieme a noi?
E se fossero stati i Cavalieri della Luna Nascente? Se fossero infine riusciti a raggiungerci? Dopotutto li avevamo visti giungere al Belvedere solo pochi giorni prima...
Non potevo vederli purtroppo e dunque non potevo averne la certezza... ma potevo prendere qualche precauzione: se quelli erano davvero i Cavalieri della Luna Nascente non mi avrebbero mai fatto del male e sicuramente non si sarebbero mai accontentati di prendere soltanto me, senza mettere le mani anche su Guisgard... era dunque lui a correre i rischi maggiori. Guisgard che, per di più, non sapeva del loro arrivo e rischiava dunque di essere colto di sorpresa... rabbrividii a quell’idea.
Mi voltai, dunque, e mi accostai a Sheylon...
“Va’ da lui...” gli sussurrai all’orecchio, talmente piano che soltanto la tigre potesse sentirmi “Trovalo e portalo via! Non deve tornare qui... non ci deve tornare per nessun motivo! Hai capito? Nascondetevi!”
Sheylon brontolò nervosamente... sapevo che non voleva lasciarmi, poiché Guisgard gli aveva ordinato il contrario, ma sapevo anche che teneva a lui più che a qualsiasi altra cosa... sollevai, dunque una mano e le carezzai appena la testa in un gesto rassicurante, sperando che facesse ciò che gli avevo chiesto.
E, continuando ad accarezzare Sheylon, tornai a voltarmi verso il fuoco...
“Chiedete dove sono diretta?” dissi allora, riprendendo il discorso come se niente fosse “Ebbene, miei signori... sto andando al Santuario di Santa Lucia! Molto tempo fa, infatti, persi sventuratamente la vista e così ogni anno ci rechiamo in pellegrinaggio presso la santa, con la speranza che voglia un giorno concederci la grazia ed io possa tornare a vedere...”
La mia voce si spense nel più assoluto silenzio ed io potei infine sentire il mio cuore battere... batteva tanto forte che temetti che quei cavalieri potessero sentirlo e scoprirmi.
E Sheylon era ancora lì... senza smettere di carezzargli la testa, gli detti nascostamente una leggera spintarella per incitarlo ad andare da Guisgard... sospirai... ero preoccupata per lui, ero mortalmente preoccupata.
cavaliere25
04-05-2012, 12.34.15
presi l'amuleto e mi trasformai nel cavaliere e dissi e adesso mettetevi in guardia bifolco e estrassi la mia spada e mi misi in posizione di attacco
Parsifal25
04-05-2012, 14.00.27
Sembrava tutto così irreale, l'Avvilente Costumanza non poteva essere un continuo festeggiamento.....
Il più anziano di tutti, ci invitò a banchettare con loro ma non avevo intenzione di consumare nulla.....anzi, dissi:
"Vi ringrazio.....nobili cavalieri, ma io ho già consumato; piuttosto..... a cosa dobbiamo questi festeggiamenti? Si parlava della Cristianità..... e delle sue gesta....potreì essere messo al corrente delle ultime nuove?"
Daniel
04-05-2012, 15.02.07
Ascoltando quella storia mi resi conto che non era colpa di Giada ma mia.. Ero io che non riuscivo a domare il cavallo non lei...
Lo guardai e gli dissi:
<<Grazie e ora seguimi!>>
Iniziai a correre a ritroso graffiandomi e ferendomi.. L'animale era ancora lì.. L'uomo e i bambini erano in casa mentre Giada era ancora conficcata nell'albero.. Andai da lei e con difficoltà la estrassi poi mi sedetti e le dissi:
"Scusa.."
elisabeth
04-05-2012, 19.30.23
Ero d'accordo con Reas...meglio tener celato il nostro nuovo cammino, cosi' andai nella mia stanza.......salii le scale del palazzo ero immersa nei miei pensieri.....devo dire emozionata, era tanto che non mi sentivo in preda ad una strana euforia..........come una ragazzina arrivai alla stanza correndo.....mi fermai con la mano sulla maniglia era strano...un ombra seguita da un vento gelido mi passo' accanto........non c'era nessuno, aprii la porta ed entrai nella stanza, c'era poco da prendere, tranne la mia verga e degli abiti maschili......avevo scovato nella mia stanza dei calzoni e una camicia , mi cambiai di abito e misi il mio mantello sulle spalle, raccolsi i capelli in una treccia e la mia fidata verga.....guardai fuori dalla finestra e vidi Reas passeggiare......mi affrettai quindi ad uscire dalla stanza.
Arrivai nel parco e lui era li'......." Bene ...sono pronta per affrontare questa avventura.......compagni di ventura Reas......possiamo andare.."........Lui conosceva il posto...e io non sapevo dove mettere le mani.......Speravo che tutte le sorelle al momento buono mi venissero in aiuto........fosse solo col pensiero....
Guisgard
04-05-2012, 19.31.05
“Questo fiume è un mistero...” mormorò Fyellon, osservando le acque calme e calde del Calars “... esso scorre in terre fredde, eppure dalle sue acque fuoriescono calde nuvole di vapore... è un fiume caldo e nell'evaporare genera contrasto con l'aria fredda, causando tempeste violentissime...” fissò poi Altea “... mi spiace per il vostro maestro... credo sia stato un uomo eccezionale, vedendo voi... è merito suo se in voi vi sono valori ed ideali così profondi...” le sorrise.
Le due donne, però, avevano seguito Altea e Fyellon.
“Aspettate...” chiamò Petrulia “... voi avete risposto alla nostra questione ed è giusto mostrarci riconoscenti... vi indicheremo la strada per Tylesia...”
“Vi saremo sempre grati, care amiche.” Disse Fyellon.
“Come riguardo alla nostra discussione sull'amore” fece Lucilia “anche le nostre indicazioni saranno differenti e opposte... nella nostra tenzone sull'amore, infatti, solo una di noi due diceva il vero... e così sarà anche per le direzioni che vi indicheremo... solo una condurrà a Tylesia, mentre l'altra vi porterà ad affrontare una pessima situazione...”
Fyellon fissò le due donne con sospetto.
“Per giungere a Tylesia, dovete dirigervi verso Ponente.” Indicò Lucilia.
“Per arrivare a Tylesia, dovete camminare verso Levante.” Disse Petrulia.
Fyellon si voltò verso Altea.
“Sembra che queste due donne” mormorò “non siano d'accordo su nulla... voi cosa proponete, milady?” Domandò ad Altea.
Altea
04-05-2012, 19.43.16
Ascoltai le parole di Fyellon...si questo fiume era magico e portava in un posto altrettanto strano e magico..."Si"risposi" il mio Maestro era una persona straordinaria, io non ero altro che una povera ragazza del popolo e lui, un aristocratico che mi prese a cura insegnandomi l' Arte e la Cultura che amavo molto...e io lo portai qui in questo viaggio..è colpa mia se è morto"...non ebbi il tempo di finire il discorso quando sentii delle voci familiari.
Milady Lucilia e Petrulia ci seguirono, per un attimo fui contenta visto che volevano darci un aiuto su come raggiungere Tylesia ma tutto svanì quando ascoltai le loro parole e fissai Fyellon.."Dove vorrei andare? non ho dubbi...a Levante".
Guisgard
04-05-2012, 19.54.39
Reas, nel vedere giungere Elisabeth, le andò incontro.
“Vedo che siete in perfetta tenuta per l'avventura!” Esclamò guardandola. “Allora non perdiamo altro tempo!” Ma in quel momento qualcosa attirò la sua attenzione. “Sta arrivando la regina...” mormorò “... non voglio che sappia di questa nostra missione, milady... temo si preoccuperebbe... fate finta di niente... e reggetemi il gioco...”
La regina li raggiunse.
“Milady...” salutando Elisabeth “... capitano...” fissando poi Reas “... che fresco e gradevole pomeriggio, non trovate?”
“Si, maestà.” sorridendo Reas.
“Siete in abiti civili...” disse la regina “... come mai?”
“Vedete, maestà...” rispose il militare “... devo recarmi in campagna...”
“Come mai?”
“Un mio vecchio zio” spiegò il capitano “mi ha chiamato e devo raggiungerlo nella sua casa in campagna... sono tornate le sue figlie e per questo vuole festeggiare con tutti i suoi familiari... è molto anziano e ha lavorato tutta la vita... non voglio togliergli la gioia di poter rivedere unita la sua famiglia... col vostro permesso, naturalmente...” mostrando un lieve inchino.
“Si...” sospirò malinconica la sovrana “... si, andate...” alzò gli occhi verso le torri e verso il cielo di Tylesia “... com'è malinconica Tylesia... le ombre del meriggio morente non sono ancora tanto lunghe da rendere mesta la città, eppure sanno benissimo giungere al cuore di chi resta ad attendere l'avvento del crepuscolo...”
“Siete triste e afflitta, maestà?”
“Non è tristezza, ma solitudine...” chinando il capo Destefya “... e la solitudine nasce sempre da un profondo vuoto... andate, capitano... andate e donate gioia ai vostri familiari...” e si allontanò.
elisabeth
04-05-2012, 20.12.43
Risposi al saluto della Regina e rimasi in religioso silenzio, la osservavo era ombrosa e sembrava piu' piccola sotto il peso della solitudine.......quando ando' via..." Reas, ditemi una cosa...voi amate la vostra regina?......intendo come uomo, non come soldato......sembrate soffrire quando la guardate e' come se desideraste togliere dal suo cuore quel peso enorme che sembra toglierle la luce della vita.....Mi sento in colpa......per lei voi siete l'unica persona a cui si puo' appoggiare in piena fiducia.....per un attimo i cigni di Goz li ho visti riflessi nei suoi occhi e nei vostri........".......avevo le briglie del cavallo che Reas mi aveva affidato......e parte della solitudine che in quel momento rendeva cupo il cuore della Regina si stava annidando nel mio cuore
Guisgard
05-05-2012, 01.36.31
Dopo aver indicato, ciascuna in direzioni differenti, una possibile strada per Tylesia, Petrulia e Lucilia salutarono Altea e Fyellon e svanirono nella selva.
“Avete scelto la direzione verso Levante, milady?” Domandò Fyellon ad Altea. “Quella cioè indicata da Petrulia? Come mai? Eppure, poco prima, avevate dato ragione a Lucilia circa la sua idea sul valore dell'amore... io invece proprio non saprei che direzione prendere... ma se voi siete sicura, beh, io vi seguirò senza problemi...”
Guisgard
05-05-2012, 01.48.16
Reas fissò stupito Elisabeth.
“Perchè questa domanda, milady?” Domandò alla maga. “Io innamorato della regina? Questo intendevate dire?” Esitò, per poi perdersi in un vago silenzio. “Voi siete straniera” riprese dopo qualche istante “e non conoscete la storia di questa città... è una storia triste e forse vecchia come il mondo... una storia che parla di un grande amore, tanto bello quanto tragico... una storia che ha due protagonisti ed uno di questi è la nostra regina... ella non potrà mai più amare... ha imposto questo voto a se stessa, imponendo poi le forti leggi che reggono l'equilibrio di Tylesia... ella ben conosce gli incanti dell'amore, per questo vuol salvaguardare il suo popolo... no, non amo la regina... almeno non come avete inteso voi... è una donna straordinaria, incapace di provare sentimenti che non siano degni del suo lignaggio... eppure ha sofferto come pochi altri a questo mondo... e il simbolo del suo dolore, della sua solitudine e della sua infelicità è rappresentato da quella statua che sorge tra la cattedrale ed il palazzo reale... le sarò sempre fedele e devoto, anche rischiando la vita per lei... si, amo la mia regina, ma come soldato e suddito... nient'altro...”
Guisgard
05-05-2012, 02.02.24
Quei cavalieri guardarono tutti Parsifal.
“Si festeggia” spiegò il più anziano fra loro “l'avvento di una nuova Crociata, amico mio. Noi tutti qui presenti abbiamo giurato di liberare il Santo Sepolcro... abbiamo pregato nel Santuario di san Michele Arcangelo sul Gargano, per poi salpare da Brindisi e navigare fino a Tessalonica in Grecia. Da lì abbiamo raggiunto Costantinopoli e abbiamo venerato le Sante Reliquie in essa custodite... poi una lunga marcia ci ha condotti sotto le mura di Gerusalemme la splendente, a combattere contro gli infedeli saraceni... abbiamo onorato e glorificato la Croce contro la Mezzaluna e non fu la paura dei pagani a scacciarci, ma solo la proclamazione della resa da parte di chi ci guidava... ma presto, come detto, sua Santità annuncerà una nuova Crociata e stavolta i Campioni di Dio riusciranno a liberare la Città Santa.”
Tutti allora alzarono i calici verso il cielo e brindarono a quei sogni di Gloria.
Il vecchio cavaliere fissò di colpo la spada di Parsifal.
Era quella che aveva acquistato dal vecchio venditore.
Un altro dei cavalieri presenti indicò al suo signore lo scrigno in ciliegio che Parsifal e Lilith avevano con loro.
“Cavaliere...” disse il vecchio a Parsifal “... è usanza cavalleresca scambiarsi le armi... donatemi quella vostra spada ed io in cambio vi darò la mia...” ed estrasse una meravigliosa spada in stile orientale “... questa straordinaria spada l'ho meritata strappandola dalle mani di uno dei capi saraceni... e come premio l'imperatore mi ha concesso di averla nel mio corredo di guerra...”
Guisgard
05-05-2012, 02.09.48
Daniel tornò indietro ed estrasse Gaia da dove l'aveva conficcata.
Ad un tratto la spada vibrò lievemente, quasi in maniera impercettibile.
Un attimo dopo, dalla selva, emerse di nuovo il bellissimo cavallo selvaggio che nessuno sembrava in grado di domare.
Si avvicinò alle acque e di nuovo, come in precedenza, le raggiunse camminando all'indietro.
E solo quando i suoi zoccoli furono in acqua, il cavallo si voltò e cominciò a bere.
Guisgard
05-05-2012, 02.13.41
Fu un attimo e Cavaliere25 venne rivestito dalla sua straordinaria armatura blu.
Tutti restarono stupiti e sorpresi da quella mistica metamorfosi.
Ad un tratto Alberico volò sulla spalla del Cavaliere Blu.
“Scegli una delle armi che formano il tuo corredo per affrontare questo scontro.” Disse il falco a Cavaliere25. “Le ricordi, vero? Scegli in fretta quale utilizzare...”
Infatti, poco dopo, lo stupore che aveva colto i cavalieri era già svanito.
E tutti si lanciarono verso il Cavaliere Blu.
Guisgard
05-05-2012, 03.20.03
“Lady Chymela...” ripetè uno di quei tre cavalieri “... un nome non comune... forse per questo mi sembra di averlo già sentito...”
“Di sicuro è un nome dal nobile suono...” disse un altro di quelli “... in Terrsanta ho udito molti aristocratici nomi... di principesse Aragonesi, contesse Catalane, marchese di Borgogna, baronesse sveve e castellane di Boemia... nomi pronunciati da condottieri e cavalieri che tentavano di animare il ricordo delle donne amate invocandole nello scintillante splendore delle notti d'Oriente...”
Sheylon, nel frattempo, sembrava come essersi irrigidito, restando immobile a fissare i tre nuovi arrivati.
A nulla parevano servire le parole sussurrate da Talia alla tigre e quella esortazione a mandarla via, in cerca di Guisgard.
Ad un tratto, per tutta risposta, Sheylon si voltò verso la ragazza leccandole una guancia, per poi, subito dopo, tornare a piantare il suo sguardo vigile sui tre stranieri.
“Siete dunque diretta al Santuario di Santa Lucia, milady...” fissandola il cavaliere che per primo si era rivolto a lei “... sono certo che la Santa accoglierà le vostre preghiere... recarvi là ogni anno rappresenta sicuramente un alto voto... e i voti vanno sempre rispettati, altrimenti si rischia la collera divina...”
“Siete in cammino verso le vostre terre, miei signori?” Domandò il vecchio ai tre.
“Si, ma prima abbiamo un compito da portare a termine...” mormorò il cavaliere che aveva parlato per ultimo “... anche qui vi è di mezzo un voto... un cavaliere ad Antiochia ha rapito una giovane fanciulla normanna, tradendo così il voto di fedeltà e lealtà verso la causa Cristiana... egli infatti ha ingannato il suo signore, che era anche il padre della fanciulla, ma anche i suoi compagni, visto che poi è fuggito con lei prima a San Giovanni D'Acri, poi a Cipro, facendo perdere così le sue tracce...”
“Ma alla fine riusciremo a catturarlo...” fece il cavaliere che aveva parlato per primo, per poi gettare un ceppo sul fuoco, facendo così crescere di colpo la fiamma.
A quel gesto, Sheylon emise un brontolio che sembrò quasi mutare in un leggero ringhio.
“E cosa accadrà a quel cavaliere quando riuscirete a catturarlo?” Chiese il vecchio.
“La sua pena è stata già sancita dalla sua colpa.” Rispose il cavaliere. “Sapete cosa accadeva a chi violava una Vestale nell'antica Roma? Veniva legato fra due colonne e flagellato a morte dal Pontefice, con una frusta fatta con ganci di piombo, capaci di penetrare nelle carni per poi lacerarle...”
“La stessa frusta usata nella Passione di Nostro Signore...” mormorò il vecchio, per poi segnarsi tre volte.
“Si...” annuì il cavaliere “... ma noi non stiamo cercando Cristo... stiamo solo inseguendo un traditore ed un sacrilego... che ha già perduto la sua anima e presto perderà anche la vita...”
Stavolta Sheylon ringhiò in maniera più profonda, sempre con i suoi occhi fiammeggianti sui tre cavalieri.
“Magari” sorridendo il vecchio, forse per smorzare l'atmosfera divenuta troppo pesante e cupa a causa di quei discorsi “la giovane normanna non è stata rapita... forse era consenziente... addirittura potrebbe essere stata una fuga d'amore la loro.” Ridendo.
“Spero vivamente per lei che non sia così...” disse il cavaliere “... a Roma non veniva punito con la morte solo il sacrilego... alla Vestale che aveva rotto il suo voto spettava forse qualcosa di ben peggiore... veniva murata viva...”
“Lady Chymela...” prendendo la parola il cavaliere che fra i tre era stato in silenzio fino a quel momento “... non ci avete ancora detto nulla di vostro marito... dov'è andato ora? E qual'è il suo nome?”
Tutto questo, sempre sotto lo sguardo attento e inquieto di Sheylon.
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Talia
05-05-2012, 12.31.42
Ad un tratto, come in risposta alle mie silenziose esortazioni, Sheylon si voltò e strofinò la grossa testa contro la mia guancia... era chiaro che non aveva la pur minima intenzione di andare a cercare Guisgard lasciandomi lì da sola...
“Testardo...” gli mormorai “Sei testardo proprio come lui... ecco perché andate tanto d’accordo, vero?”
Ma sorrisi e gli grattai con maggiore intensità dietro la testa.
Intanto i tre uomini stavano continuando a parlare con il vecchio... ed io, pur continuando ad occuparmi di Sheylon, non persi neanche una delle loro parole. Sottili allusioni e vaghi accenni... ma ormai era per me assolutamente chiaro che i tre fossero Cavalieri della Luna Nascente. Mi chiesi se anche loro fossero altrettanto sicuri della mia identità, o se nutrissero ancora qualche dubbio...
Ad ogni modo, pensai che non sarebbe stato saggio fornire loro un’ulteriore certezza... rimasi così in silenzio mentre parlavano di voti violati e di giovani normanne rapite, sforzandomi di mantenere l’espressione del volto serena e vagamente sorridente...
Infine, però, anche solo per placare il crescente nervosismo di Sheylon alle loro parole, dovetti intervenire... la tigre, infatti, che non aveva smesso un secondo di brontolare sommessamente, emise un chiaro e vagamente minaccioso ringhio quando i tre iniziarono a descrivere le punizioni riservate nell’antica Roma alle Vestali ed ai loro amanti...
“Oh, Cielo...” dissi, in tono leggero ma sufficiente perché la mia voce sovrastasse il ringhio di Sheylon “Vogliamo proprio andare a cercare esempi così lontani, miei signori? Addirittura l’antica Roma?”
Sorrisi appena...
“Beh...” soggiunsi poi, ostentando un’aria vagamente distratta e disinteressata “Un esempio, tra l’altro, se mi è concesso notarlo, forse poco attendibile! Voglio dire... nell’antica Roma, voi mi insegnate, accadevano molte cose... non so... i cosiddetti Ludi, ad esempio... in cui uomini e feroci fiere erano costretti ad affrontarsi di fronte a migliaia di persone urlanti e dai quali, quasi sempre, ne uscivano tutti uccisi o orrendamente feriti...” rabbrividii “Pratiche molto in uso all’epoca, ma che oggi... permettetemi di dirlo... definirei a dir poco crudeli ed efferate!”
“Magari” sorridendo il vecchio, forse per smorzare l'atmosfera divenuta troppo pesante e cupa a causa di quei discorsi “la giovane normanna non è stata rapita... forse era consenziente... addirittura potrebbe essere stata una fuga d'amore la loro.” Ridendo.
“Spero vivamente per lei che non sia così...” disse il cavaliere “... a Roma non veniva punito con la morte solo il sacrilego... alla Vestale che aveva rotto il suo voto spettava forse qualcosa di ben peggiore... veniva murata viva...”
“Lady Chymela...” prendendo la parola il cavaliere che fra i tre era stato in silenzio fino a quel momento “... non ci avete ancora detto nulla di vostro marito... dov'è andato ora? E qual'è il suo nome?”
Tutto questo, sempre sotto lo sguardo attento e inquieto di Sheylon.
Mi irrigidii a quelle domande... ma fu appena un istante... poi debolmente sorrisi...
“Oh, milord... avete ragione! Ma, vedete... sono un po’ stanca... e poi tutti questi discorsi, molto poco cristiani, sull’uso di fruste e pene capitali mi hanno procurato un leggero fastidio. Sono, perciò, certa che mi perdonerete se adesso mi ritiro...”
Feci un piccolissimo cenno a Sheylon, dunque, e mi alzai in piedi...
Avrei tanto desiderato voltarmi verso l’uscita e fuggire via... ma sapevo che sarebbe stato assolutamente sciocco e molto probabilmente inutile... poggiai, quindi, una mano sulla testa di Sheylon affinché mi guidasse e mi limitai a raggiungere il pagliericcio in fondo alla grotta. Lì mi sedetti e chiusi gli occhi, disperatamente in cerca di una via di fuga.
Altea
05-05-2012, 13.48.59
Dopo la mia risposta le donne se ne andarono via per poi svanire...che stranezza, allora a che sarebbe servita la mia risposta??
Ad un tratto Fyellon mi pose una domanda..lo guardai sorridendo e mi avvicinai a lui..."Fyellon, certo prima concordavo con Lucilia ma i quesiti erano diversi, io non sto dalla parte della persona...ma dalla parte del mio pensiero e delle mie convinzioni. E cambiano, in base a ciò che penso, non è segno di mutevolezza, non vado a simpatie verso le persone io credo alle mie idee e pensieri...quindi ripeto...Levante".
Prima di partire mi sedetti sulla sponda del fiume e feci segno a Fyellon di sedersi vicino a me e lo guardavo, Fyellon era l'unico dopo il maestro che sembrava riuscisse a capirmi "Ho ricordato una cosa mentre parlavo del mio maestro, mi parlaste nel giardino di vostro..padre...al quale tenevate molto e vostro fratello lo uccise a sangue freddo..senza pietà per vendetta quasi poichè voi eravate il prediletto o preferito...un gesto ignobile, ma come riuscite a non provare sete di vendetta nei suoi confronti?"
cavaliere25
05-05-2012, 15.23.49
usai la rete metallica e mi fiondai verso i cavalieri ero pronto a distruggerli ero forte e allo stesso tempo vulnerabile
Parsifal25
05-05-2012, 15.30.30
Sarebbe stata indetta una nuova crociata, ma non avrebbero mai saputo che le ultime dalle notizie esterne non erano positive....la Cristianità ed il suo esercito cedono il passo...... Come facevo a saperlo.....semplice! oramai le tecniche cavalleresche di vecchio stampo stavano declinando ed i crociati erano divenuti prevedibili nelle loro manovre offensive, bisognava fare i conti con una nuova metodologia di addestramento.
Osservaì l'ambiente, era in buono stato....finchè non vidi che l'occhio di uno dei cavalieri cadde sullo scrigno in ciliegio, meglio prevenire, se avessi bevuto e consumato sarebbe stata una disfatta. Lo strinsi a me e lo nascosi nella mia corazza.
Il vecchio cavaliere mi chiese di effettuare uno scambio d'armi, sapevo che faceva parte di un codice, ma non si era obbligati a farlo salvo che non venisse effettuato un patto o veniva inteso come pegno d'onore:
"La sua offerta è allettante, e non diniego l'ottima fattura, nobile Cavaliere......ma non posso accettare. Il significato celato in esso è profondo per me.....mi spiace" risposi.
"Piuttosto, se non crei difficoltà.....posso chiedere ai lor Signori come siete arrivati sin qui. Conoscete il proprietario della magione?"
elisabeth
05-05-2012, 21.21.43
Reas rispose ad ogni mia domanda, era indignato ......Amore era stato bandito......ogni posto a Tylesia era meraviglioso......ma non riuscivo a cogliere alcuna emozione, c'erano giardinieri illustri....meravigliosi giardini, parchi con distese a perdita d'occhio.....Libri di scultura in ogni palazzo.......ma tutto questo era l'espressione del nulla, potevo ammirare un fiore.....ma non potevo amare la sua stessa vita..." Siete devoto alla vostra Regina...per lei dareste la vita........chiunque potrebbe farlo....chiunque non conosca l'Amore........la vostra vita evidentemente non vale molto.......andiamo Reas...prima partiamo e prima porteremo a termine il nostro compito....perdonatemi, il mio compito...io voglioo veramente salvare la vita a Goz.....perche' gli voglio bene in questo momento la sua vita e' veramente nelle mie mani............non preoccupatevi, non vi parlero' piu' di sentimenti......saro' piu' brava della vostra Regina......sapro' essere l'essere piu' gelido che voi abbiate mai conosciuto...".........Cosi' saltai in groppa al mio cavallo ed attesi che Reas facesse strada
Lilith
05-05-2012, 23.26.41
Quegli uomini parlavano di argomenti che io non riuscii a comprendere; proposero anche uno scambio a Parsifal, ma lui non lo accettò ed io iniziai a comprendere che essi volevano gli oggetti che il cavaliere aveva comprato al negozio, quindi mi assicurai che l'unguento fosse ben nascosto sotto il mio mantello.
Cercai di rielaborare con attenzione le parole dei cavalieri; impiegai un po' di tempo per comprendere che stavano parlando di guerra. Una guerra che, a quanto pare, riguardava la Religione. Fui rattristata da questo fatto: avevo appena iniziato a conoscere una nuova religione, alla quale mi sentivo inspiegabilmente legata ed in quel momento scoprii che i cavalieri presenti in quella sala combattevano una guerra che la riguardava; non volevo interessarmi ad una religione che avesse a che fare con la guerra e le uccisioni.
Ero davvero rattristata e turbata da questo fatto, ma improvvisamente delle immagini sfrecciarono davanti ai miei occhi: c'eravamo io e mia nonna, che aveva appena consumato qualche pianta che le aveva provocato delle allucinazioni. Io avevo appena sette anni ed eravamo sedute per terra di fronte ad un piccolo fuoco ed io l'avevo pregata di raccontarmi una storia che non conoscevo. Lei, con una voce che non sembrava la sua iniziò a raccontare. Quella storia era davvero diversa da tutte quelle che conoscevo: parlava di cavalieri che combattevano in terre lontane in nome del loro Dio e che erano alla continua ricerca di reliquie sacre. Non ricordavo bene le avventure di questi guerrieri, ma rammentai subito che quando, poco tempo dopo, chiesi a mia nonna di raccontarmi quelle storie nuovamente, lei si rifiutò e mi ordinò in maniera molto severa di continuare lo studio delle piante e dei riti religiosi dei druidi. Da quel momento iniziai ad essere consapevole del fatto che vi era un mondo al di fuori dei boschi dove ci nascondevamo e che quel mondo che sognavo ogni singolo giorno mi era stato proibito.
Non avrei mai immaginato, però, che quelle narrazioni fossero vere, che dei cavalieri fossero davvero capaci di combattere in nome del loro Dio. A me, che per tutta la mia vita avevo venerato gli spiriti delle foreste e del cielo, sembrava un fatto assolutamente illogico.
"Perchè fate questo?" chiesi con un tono di voce basso, ma deciso, a quei cavalieri. L'unica cosa che desideravo in quel momento era una spiegazione e sapevo che, se mi avessero dato una risposta convincente, tutte le idee ed i pensieri che avevo formulato negli istanti precedenti sarebbero crollati.
Parsifal25
06-05-2012, 03.23.36
Lilith recepì il messaggio e nascose il suo unguento, ma la tristezza andava celando il suo volto..... aveva sentito i cavalieri che raccontavano le loro gesta di guerra, in nome di Nostro Signore, un argomento non molto "pulito"......
Quelle storie, turbavano le speranze e la curiosità di Lilith nel conoscere il nostro mondo....per questo, siamo detestati......conoscevo la legge dei druidi, non erano un popolo guerriero e soprattutto non combattevano per il loro Dio....noi....sì.
Mi avvicinaì a Lilith e dissi: "purtroppo noi cavalieri.....talune volte smarriamo la retta via, percorrendo quella del nettare della fama e potere. Non tutti....possono fregiarsi del titolo di difensori del giusto.....e per molti il tutto si tramuta in un espediente.....
Anche io, sono un cavaliere......combatto per il mio Dio e la mia Fede, ma non osereì mai fregiarmi di onore se il prezzo da pagare è le leggi del Cielo....non tutti siamo uguali mia cara.......basti ricordare il nostro maestro Redentos....." le dissi sorridendo. "Non perderti la bellezza del conoscere un nuovo mondo.....per i pochi che non sono solo che una parte in una grande sinfonia...."
Guisgard
07-05-2012, 01.23.18
A quelle ultime parole di Altea, Fyellon mutò espressione ed un velo di malinconia mista a tristezza scese nei suoi occhi.
Respirò profondamente, come chi cerca di farsi largo tra una miriade di ricordi fatti di sofferenza e dolore.
Restò qualche attimo a fissare l'orizzonte sconfinato, sul quale si frastagliavano le forme irregolari, primordiali e lussureggianti della selva.
Prese allora un sasso e cominciò a giocherellarci, facendolo passare da una mano all'altra.
“Mio...” esitò “... mio fratello merita la morte, ma non solo...” ispirò quasi a fatica “... no, la morte non basta a chi come lui ha peccato contro tutti i valori che può possedere un uomo... no, lui merita di peggio... merita di morire per quel che è... un vigliacco... merita di morire guardando in faccia la morte, riconoscendo il destino che spetta alla sua colpa... e sentire, negli attimi subito precedenti, la paura... si, questo merita... questa morte gli darei, se potessi...” scosse il capo e lanciò il sasso nel Calars, quasi a volersi liberare di un dolore e di un'impotenza insopportabili “... ma un giuramento mi lega le mani... vedete, mio padre ci fece giurare lealtà e rispetto fra noi... toccare vostro fratello, ripeteva sempre, equivale al peccato più grande... giurate, ci esortava ogni giorno, giurate che mai rancore ed odio nasceranno fra voi... se in voi ci sarà il male, diceva, allora io avrò fallito come padre e come uomo...” si voltò verso Altea “... questo giuramento mi lega le mani da una giusta vendetta... ma talvolta sento quasi di non poter rispettare quel giuramento... certe notti mi alzo in preda all'angoscia ed alla disperazione... fisso la mia spada e resto così per ore... medito vendetta... vendetta contro quel vigliacco... e così fino all'alba, quando il chiarore del giorno ridesta la mia mente e scaccia quei fantasmi che gridano una giusta punizione contro quel codardo...” poi i suoi occhi si ammansirono “... perdonatemi, Altea... so che mi state odiando per queste mie parole... anche io mio odio... odio me stesso per non essere stato capace di difendere mio padre...” e tirò un pugno carico di rabbia contro un albero.
Guisgard
07-05-2012, 01.47.51
A quelle parole di Parsifal a Lilith, i cavalieri cominciarono a protestare.
Apparivano contrariati ed offesi da ciò che il nobile apprendista di Redentos aveva detto alla sua giovane compagna di viaggio.
Allora il vecchio cavaliere si alzò e con un cenno calmò i suoi guerrieri.
“Ci chiedete come siamo giunti qui?” Fissando Parsifal. “Vi risponderò senza esitazioni... questo luogo è il nostro mausoleo, qui siamo destinati a riposare... ogni notte, tra Mezzanotte e le Tre, ci raduniamo qui per banchettare e brindare in ricordo delle imprese compiute in Terrasanta... quanto a questo luogo, sappiate solo che esso appartiene ad un tempo ed uno spazio lontani ed incommensurabili... voi siete giunto qui ed avete giudicato, biasimando, le Guerre Sante che la Cristianità muove agli infedeli... sappiate solo che pochi combattono per molti... che un pugno di temerari affrontano le feroci orde saracene col solo intento di rendere a tutti la possibilità di pregare sul Santo Sepolcro di Gesù Cristo... portate dunque più rispetto ai campioni di quella Fede di cui vi vantate essere devoto...” si voltò poi verso Lilith “... damigella, facciamo questo per molti motivi... lo facciamo perchè altri non ne hanno la forza... lo facciamo per guadagnarci l'indulgenza per i nostri peccati e la salvezza per le nostre anime... lo facciamo per riportare in Occidente le Sante Reliquie di Nostro Signore... lo facciamo per non lasciare i nostri fratelli, quelli che vivono a Costantinopoli, a Cipro o su qualche altra isoletta greca, alla mercé di un popolo, quello saraceno, che ci odia e sogna di convertirci o massacrarci... lo facciamo, soprattutto, perchè Dio lo vuole!”
Tutti gli altri cavalieri annuirono per poi proclamare un nuovo brindisi.
Altea
07-05-2012, 01.55.42
Fyellon a quella mia domanda cambiò espressione del volto, il suo bel volto sempre calmo e sorridente diventò cupo e contratto...e iniziò quasi a urlare, parlava giocherellando con quel sasso come se volesse lanciarlo contro un passato che lo aveva fatto soffrire, provai una morsa al cuore...perchè glielo avevo chiesto? Lanciò quel sasso quasi come liberarsi da qualcosa che gli stringeva l'anima, finito di parlare era rosso di rabbia e mi guardava..."Io...Fyellon..non volevo farvi rivivere tutto questo, ma scusatemi se posso permettermi, voi state andando contro gli ideali di vostro padre..lui vi chiese di non odiare vostro fratello ma voi ne avete parlato..come se lo voleste uccidere? Se egli ha commesso peccato, sarà Iddio a dargli la giusta punizione, ma voi lo odiate...e perchè odiate pure voi stesso per causa sua? Non immaginavo che il vostro animo fosse lacerato da questi tormenti" e con un gesto inaspettato lo abbracciai forte.."Non voglio più vedervi cosi...perdonatemi...ora dimenticate tutto, io sono qui quando i tormenti dell'animo vi indurranno all'odio e rancore, ma non odiatevi, siete una persona meravigliosa"..mi staccai da quell'abbraccio, gli presi le mani e le portai al mio volto..."Ora, alziamoci e andiamo verso Levante, mio caro amico".
Guisgard
07-05-2012, 02.04.00
Reas, ascoltando Elisabeth, sorrise lievemente.
“Siete contrariata perchè abbiamo due visioni diverse, milady?” Domandò alla maga. “Per voi l'amore è una forza che attraversa ogni cosa, mentre per me, come mi hanno insegnato, è solo una debolezza... e sia, non insistiamo oltre su questa cosa... del resto lo scopo della nostra missione sono questi fantomatici cigni di Goz e non certo trovare le risposte sul valore dell'amore...”
Anche lui, allora, montò in sella al suo cavallo, per poi partire, insieme ad Elisabeth, verso la selva.
Uscirono infatti dal palazzo, incrociando ancora la statua che si ergeva tra questo e la cattedrale, galoppando poi fin verso la porta di Tylesia.
Uscita dalla città, si ritrovarono nella selva.
Reas chiese ad Elisabeth di mostrargli ancora una volta la mappa di Goz.
“Sembra che qui sia indicato un luogo preciso...” cercando di decifrarla il capitano “... sembra una sorta di palazzo, o forse una grossa villa...” fissò la selva cercando di comprendere come proseguire.
Fece allora cenno ad Elisabeth di seguirlo.
Poco dopo i due si ritrovarono in una radura irregolare, dove sorgeva un monastero diroccato.
“Sembra disabitato...” mormorò Reas.
Guisgard
07-05-2012, 02.11.14
I cavalieri assalirono subito Cavaliere25, decisi ad ucciderlo.
Ma l'arma che il Cavaliere Blu aveva scelto, la rete metallica, intrappolò subito i suoi assalitori, mettendoli in breve fuorigioco.
Vistosi ora da solo, il capo dei cavalieri tentò di fuggire, ma subito Tieste, uscito allo scoperto, lo immobilizzò.
“Cosa volete farmi?” Gridò il malvagio cavaliere. “Non potete alzare le mani su un nobile cavaliere... non potete!”
Guisgard
07-05-2012, 02.26.42
Fyellon sorrise ed abbracciò anch'egli Altea.
“Non preoccupatevi...” disse il cavaliere “... non è colpa vostra... quella storia rappresenta i miei fantasmi... mio padre ucciso a tradimento e mio fratello rimasto impunito... ma ora non parliamone più... pensiamo piuttosto alla strada da imboccare...” fissò la selva davanti a loro “... sapete a cosa pensavo? Alle parole di quelle due donne... ci hanno detto che solo una fra loro diceva il vero... e quindi anche le loro informazioni erano divise in una verità ed una bugia... io però, sinceramente, non ho mai creduto che il mondo sia tutto bianco o tutto nero... non credo esista una verità assoluta... forse anche le loro parole vanno interpretate... e se la verità fosse nel mezzo? L'amore visto in maniera così assoluta forse è irreale e dunque non può essere una verità inviolabile... ripeto, io credo che la virtù sia sempre nel mezzo... e guarda caso” indicando la selva davanti a loro “non vi sono solo due strade... abbiamo la direzione verso Ponente, poi quella verso Levante... ed in mezzo uno stretto sentiero... e se fosse quella la via giusta? Io credo che bisogna decidere bene, o rischieremo di non arrivare mai a Tylesia...”
Altea
07-05-2012, 02.38.58
Fyellon si rasserenò, ma sapevo che il suo animo era ancora tormentato...mi augurai che un giorno trovasse un giusto equilibrio con se stesso.
Poi mi fece notare un piccolo particolare nella selva...guardai attentamente ed effettivamente vi era una strada di mezzo. "Ma come è possibile?....si vero avete ragione, l' Amore assoluto provoca poi una totale distruzione di se stessi...ci deve essere una giusta regola in tutto, altrimenti l'irrazionalità prenderebbe il sopravvento..e ora dobbiamo ragionare in modo razionale per sapere dove andare...voi pensate che Petrulia mi abbia detto Levante per ingannarmi per non averla creduta? tra le due opinioni sull'Amore come avete detto voi vi stava una via di mezzo nella giusta risposta....e allora sia andiamo nel sentiero di mezzo, Fyellon...devo prendere la spada che ho preso al fabbro per sicurezza in mano?" deglutii..ero abbastanza spaventata, estrassi la spada con il rubino rosso che brillava e le intarsiature in oro...era bellissima "Sapete Fyellon, io non so minimamente come si usi una spada, ma per ogni evenienza è meglio la tenga ben stretta".
Guisgard
07-05-2012, 02.40.24
Talia, così, guidata da Sheylon, raggiunse il pagliericcio in fondo alla caverna.
I tre cavalieri si alzarono, come forma di rispetto, mostrando un lieve inchino verso la ragazza, per poi tornarsi a sedere accanto al fuoco.
“Abbiamo turbato lady Chymela con i nostri discorsi...” disse uno di loro, fissando con sospetto la grossa tigre, soprattutto dopo ciò che aveva detto Talia riguardo agli antichi Ludi tra uomini e bestie feroci “... ma spero ci perdonerà... in Oriente, tra i pagani e sotto un cielo sconosciuto, l'animo non è abituato a cogliere discorsi intrisi di cortesia ed eleganza... sono invece i fatti di guerra, i piani di conquista, la volontà di sopraffare il proprio nemico a tenere banco... la terra natia e i nostri affetti ci appaiono lontani, quasi come quei miti e quelle leggende narrate dai bardi sotto le mura di Gerusalemme per tenere alto l'umore delle truppe... e così ci sentiamo un po' come Agamennone, come Ulisse, come Enea che sognano una terra lontana, che la ferocia della guerra fa apparire quasi irraggiungibile...
“Ma sappiamo” intervenne uno altro dei tre “che le difficoltà e le insidie non si celano solo sul campo di battaglia... no, i pericoli, proprio come per Agamennone, per Ulisse e per Enea, si possono annidare anche sul suolo amico, poiché gli uomini sono malvagi ovunque, al di là del proprio Credo e del colore della propria pelle...”
“Per questo” fece il terzo cavaliere “ben sappiamo che qui potremo incontrare altri nemici... come il traditore Egisto che tramava contro Agamennone, i malvagi Proci che attendevano Ulisse ed il fiero re Turno sfidante di Enea... e tutte le volte vi era sempre una donna... una donna come causa del sangue fatalmente destinato ad essere versato... Clitennestra, Penelope e Lavinia...”
“Spero dunque” disse il primo dei tre “che lady Chymela ci perdonerà se i nostri animi, per la solitudine e la nostalgia della nostra terra, sono così colmi di discorsi ed immagini cupe e tetre...”
I tre avevano parlato scandendo bene le parole e con tono alto, perchè la loro voce giungesse chiara fino al giaciglio di Talia.
“Oh, ma sicuramente lady Chymela vi comprenderà e vi perdonerà, miei nobili cavalieri...” sorridendo il vecchio, mentre continuava a rosolare la lepre sulla brace “... del resto siete degli eroi ed è grazie a voi che la Cristianità riuscirà a liberare il Santo Sepolcro.”
I tre cavalieri si segnarono tre volte.
“Ne sono certo...” disse uno dei cavalieri “... dunque, non perchè contrariata ella non ha voluto parlarci di suo marito...”
“Ci sono tanti motivi” intervenendo un altro dei tre “perchè una donna non parli di suo marito... il più delle volte è per virtù... altre per paura...”
“Ecco, ormai la nostra lepre è pronta!” Esclamò il vecchio. “E qui abbiamo del buon vino con cui innaffiare i nostri umori!”
“Spero che lady Chymela vorrà onorarci con la sua compagnia...” fece uno dei cavalieri “... sono mesi che non abbiamo il piacere e l'onore della presenza di una dama alla nostra tavola... se però ella è troppo stanca, o forse in imbarazzo per noi, allora rispetteremo la sua volontà di stare da sola...”
“Vorrà di certo aspettare il ritorno di suo marito.” Disse il vecchio.
“Allora vuol dire che attenderemo tutti” fissandolo il cavaliere “il suo ritorno.” Si voltò poi verso uno degli altri due. “Esci e chiama i nostri compagni... ormai non saranno lontani... fa loro cenno con il fuoco, affinché riconoscano questa grotta e ci raggiungano presto...” guardò allora nel fondo della caverna, dove stava Talia “... dì loro che la lepre è stata catturata ed è pronta per essere servita...”
L'altro cavaliere, allora, si alzò, prese un tizzone dal fuoco ed uscì dalla grotta.
cavaliere25
07-05-2012, 12.10.37
mi avvicinai al capo cavalieri e dissi e adesso chi è il più forte vi avevo avvertito di non venirmi contro non mi avete ascoltato ora è meglio se ve ne andate e di corsa prima che cambi idea di uccidervi
Parsifal25
07-05-2012, 13.23.22
Le parole che proclamavano, erano vere..... ma come tutti noi, uomini del nostro tempo, vengono soltanto giudicate le gesta orrende altrui che le proprie.....siamo fatti così, chi decide di servire la via della cavalleria deve procedere lungo il tracciato dei nobili valori e sacri ideali del Codice..... non la sete di potere o false promesse.
Ci battiamo per un bene superiore....per volere divino, usiamo dire,.... ma Nostro Signore non ha insegnato a massacrarci gli uni con gli altri, anzi, la sua arma era la parola...e non il sangue dei nostri fratelli in terra straniera.
Sapevo, la motivazione di quelle Crociate..... anche io ho seguito l'evolversi dell' Ordine monastico dei Cavalieri Templari e dei loro compiti in Terra Santa..... avevano il dovere di proteggere i pellegrini che andavano sin lì per pregare. Nel loro viaggio vennero anche accolti da Re Salomone e avviati alla ricerca delle reliquie come da loro richiesto......divennero ricchi, ma la loro condanna era stata segnata.
Mi volsi verso il capo anziano e chiesi:
"Il 1307.....non vi dice nulla?"
Talia
07-05-2012, 15.55.58
Immobile nel mio angolo, ascoltai ogni singola parola di quegli uomini... e, parola dopo parola, ogni mia speranza fu letteralmente assalita e spazzata via... ogni speranza di riuscire ad ingannarli, la speranza che non mi avessero riconosciuta, o addirittura la speranza che fossero lì per caso, che non stessero cercando me...
Tenevo gli occhi chiusi e respiravo lentamente...
Fin da piccola avevo imparato ad alleggerire la mia mente, a liberarla dei pensieri superflui e ad innalzarla... era da qui, da questa mia predisposizione, che venivano le visioni e tutto il resto...
Adesso, dopo la morte del Maestro e la fuga di Fyellon, dopo il ritorno di Guisgard ed i suoi propositi di vendetta, liberare la mia mente ed elevarla non era stato più così semplice per me... al contrario, avevo creduto che ormai fosse impossibile.
E tuttavia in quell’istante mi resi conto che, se esisteva un momento buono per darsi per vinti, di sicuro non era quello! Ormai era assolutamente chiaro che quei cavalieri fossero coscienti di avermi trovata e, se io non avessi fatto qualcosa subito, forse presto sarebbe stato troppo tardi...
Strinsi di più gli occhi e mi concentrai, dunque... e lentamente iniziai di nuovo a ‘sentire’... sentii Sheylon, teso ed all’erta, proprio vicino a me... poi sentii il vecchio eremita vicino al fuoco, e stranamente la sua anima apparve alla mia inspiegabilmente familiare... sentii i due cavalieri seduti ed i loro occhi puntati su di me... e sentii il terzo, già in piedi...
Si voltò poi verso uno degli altri due. “Esci e chiama i nostri compagni... ormai non saranno lontani... fa loro cenno con il fuoco, affinché riconoscano questa grotta e ci raggiungano presto...” guardò allora nel fondo della caverna, dove stava Talia “... dì loro che la lepre è stata catturata ed è pronta per essere servita...”
L'altro cavaliere, allora, si alzò, prese un tizzone dal fuoco ed uscì dalla grotta.
Il terzo cavaliere era quasi all’uscita della grotta... e tutto ciò che io riuscivo a pensare era che il tempo stava per scadere... così reagii d’istinto...
“Bloccalo Sheylon!” mormorai “Non permettergli di uscire!”
Sentii la tigre balzare in piedi quasi prima che finissi di parlare... ed allora anche io, a mia volta, mi alzai.
“Perdonatemi, miei signori...” dissi, la voce lenta ed apparentemente serena, musicale “...ma temo di non potermi trattenere oltre in vostra compagnia!”
Nella grotta c’era silenzio, l’unico rumore era costituito dal ringhio basso e sordo, adesso apertamente minaccioso, di Sheylon... e fu allora che ebbi la chiara e nitida percezione del movimento, quasi istintivo, con cui i cavalieri portarono la mano alle spade...
“Oh...” mormorai allora “Oh no, vi prego... non fatelo! Rendereste soltanto il tutto più spiacevole per me e più difficile per voi! E... comunque...” soggiunsi accennando a Sheylon “Comunque fondamentalmente inutile!”
Mi ero mossa intanto e, procedendo lungo la parete di roccia, avevo raggiunto Sheylon all’imboccatura della grotta, proprio di fronte al primo cavaliere... qui mi fermai un momento, in ascolto... poi feci schioccare le dita in quel tipico gesto d’intesa e poco dopo udii il rumore degli zoccoli di Luthien sulle foglie bagnate...
“Ebbene...” dissi allora, allungando una mano a cercare le briglie della cavallina per poi saltarle in sella “Credetemi, vorrei trattenermi e spiegarvi le ragioni del mio gesto... e mostrarvi quanti e quanto madornali siano i vostri errori, e quanto fallace sia il vostro punto di vista... tuttavia dubito che vorreste starmi a sentire, o anche soltanto valutare un’opinione diversa dalla vostra... perciò...”
Inspirai, poi spostai l’attenzione sull’anziano eremita... non dissi niente ma gli rivolsi un delicato inchino.
Tirai poi la briglia, facendo voltare Luthien e, con un piccolo segno a Sheylon, la incitai alla partenza.
elisabeth
07-05-2012, 16.18.20
" Carissimo amico di viaggio, l'Amore fa girare il mondo....e' paziente e sa attendere......bene, iniziamo il nostra viaggio..."...gli accamminavo al fianco, osservando ogni cosa con interesse e apprezzamento, sino a quando non arrivammo nella selva........finalmente a casa....Reas volle essere certo e riguardo' la mappa....sino a quando, non ci trovammo tra le rovine di un vecchio monastero......scesi da cavallo e mi avvicinai alle pietre, alcune erano sepolte dalla vegetazione, non sembrava dimorarvi alcuno, eppure leggera come l'aria ogni tanto si sentivano suoni indistinti...." Che strano posto...vero ?.....non l'avevo notato sulla mappa, sembra abbandonato, ma le vibrazioni sulle pietre dicono il contrario oppure qualcuno e' stato qui da poco......non sono i nostri cigni, le vibrazioni sono umane....a meno che i nostri cigni non si trasformino in essri umani.....leghiamo i cavalli a quell'albero e andiamo nella parte posteriore del monastero...se c'e' qualcuno sara' li' di sicuro, e' la parte migliore di tutto l'edificio....".....cosi' legai il mio cavallo.........non attesi risposte da Reas......e andai avanti...sino a quando non udii dei passi......" Avete sentito anche voi Reas ? "......
Lilith
07-05-2012, 17.12.19
Un cavaliere anziano iniziò a parlare e, quando si voltò verso di me, io feci un passo indietro, impaurita. Bastava guardare la mia espressione per comprendere che non comprendevo quello che stava dicendo. Per me le uccisioni erano un evento incomprensibile; nelle nostra tribù, quando consumavamo degli animali eravamo obbligati a pronunciare numerose preghiere di perdono.
Quel cavaliere aveva detto che combattevano "perchè Dio lo vuole". Quella era la conferma ai miei pensieri. Mi stavo scontrando con un nuovo modo di agire e di pensare, completamente opposto a quello che era, o meglio, era stato, il mio.
Parsifal domandò ai cavalieri se l'anno 1307 facesse ricordare loro qualche avvenimento in particolare. Ero molto imbarazzata; non capivo quasi nulla di ciò che stava accadendo ed era una bruttissima sensazione. Mi sembrava di essere tornata una bambina di pochi anni che cerca di ascoltare gli adulti mentre parlano, ma tutto ciò che sente sono suoni indistinti e senza alcun senso.
Dopo che ebbe formulato la sua domanda, sussurrai a Parsifal: "Sir Parsifal... potreste spiegarmi di cosa stanno parlando questi uomini e che cosa significa la vostra domanda?"
Guisgard
07-05-2012, 19.37.53
XIX Quadro: La Montagna dei Sette Spiriti
“Scrivo queste righe in una morsa d'angoscia e so che al termine della notte sarò finito.”
(H. P. Lovercraft, Dagon)
Fyellon annuì a quelle parole di Altea.
“Avete ragione...” disse il cavaliere “... io credo che questo sia una sorta di enigma... da un lato vi era una donna, Lucilia, totalmente ostile all'amore... dall'altra, Petrulia, che sembrava idealizzarlo al massimo... e poi ci hanno dato una specie d'indizio... una sola era esatta fra queste indicazioni, l'altra invece ci avrebbe condotto lontano da Tylesia, verso una pessima situazione... poi abbiamo notato, quasi per caso, quel terzo passaggio, nel mezzo fra le due direzioni indicateci da quelle due donne... si, sono certo che vi era un trucco e proprio la via di mezzo è quella che ci condurrà a Tylesia...” poi sorrise “... volete imparare a tirare di spada? Tranquilla, vi insegnerò io come usare quell'arma. Promesso, appena possibile vi darò qualche lezione. Ora, nel frattempo, tenetela ben stretta ed in caso di pericolo agitatela forte verso ciò che vi minaccia.”
Così, i due falsi cugini, imboccarono il sentiero di mezzo.
Penetrarono ancor più in profondità nella selva e per un po' ai loro occhi si mostrò solo la fitta vegetazione di quel luogo.
Poi, verso il tardo meriggio, quando la stanchezza cominciava a farsi sentire, i due si ritrovarono davanti ad una cava scavata nel ventre di una montagna.
Ai piedi della montagna vi era solo una piccola e rustica locanda.
“Visto che siamo in cammino da un bel pò” disse Fyellon ad Altea “direi di fermarci un momento per bere qualcosa e chiedere magari informazioni per Tylesia... così capiremo quanto manca ancora per raggiungerla.”
Proprio in quel momento, sulla staccionata della locanda, uscì un vecchio.
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Guisgard
07-05-2012, 19.48.25
Reas raggiunse così Elisabeth.
“Si, ho udito qualcosa...” fece lui “... come dei passi...”
Ad un tratto una figura apparve dalle alte mura del monastero.
“Andate via!” Gridò. “Andate via o sarà peggio per voi!” E sparì.
Reas allora si diresse verso il piccolo ponte di legno che permetteva l'ingresso all'edificio in rovina.
Ma appena messo piede sul ponte, alcune delle vecchie assi, consumate dal tempo, cedettero ed il capitano fu sul punto di precipitare nel fosso sottostante.
Per sua fortuna era riuscito ad aggrapparsi ad una delle assi che avevano resistito.
“Milady...” chiamò Elisabeth “... presto, nella mia sella vi è una corda... prendetela, per poi legarla ad una roccia... poi fatela scendere verso di me...”
Guisgard
07-05-2012, 19.51.38
“Ma chi siete voi?” Domandò il capo dei cavalieri, fissando negli occhi Cavaliere25. “Perchè vi siete travestito da monaco?”
Guisgard
07-05-2012, 20.03.47
I cavalieri fissarono Parsifal.
“La data che indicate” disse il loro vecchio capo all'apprendista di Redentos “segna la conquista dell'isola di Rodi da parte dei Cavalieri di San Giovanni... ma perché ci rivolgete questa domanda?”
Ad un tratto però, quasi ad interrompere ogni discorso, si udì il rintocco di una campana.
“E' l'ora, amici miei...” prendendo il suo mantello il vecchio cavaliere “... presto, i cancelli non tarderanno a chiudersi...”
E tutti loro, senza aggiungere altro, uscirono dalla sala, lasciando da soli Parsifal e Lilith.
Altea
07-05-2012, 20.10.16
Fyellon annuì per proseguire nella via di mezzo...ero sincera, il mio istinto mi portava a Levante, ma la ragione ebbe il sopravvento.
Come da suo suggerimento, riposi la spada nel fodero ma tenevo la mano ben salda nell'elsa e ci addentrammo nella selva, vi era solo alta vegetazione, alte querce secolari e il cinguettio degli uccelli. Lasciai andare Fyellon avanti per primo finchè arrivammo in uno strano posto abbandonato ovvero una cava proprio dentro una montagna, scossi il capo, non ricordavo di aver visto monti lungo il tragitto sul Carozzone.
E quella era una locanda....strano, a che serviva una locanda in questo posto dimenticato da Dio?
Fyellon propose di entrarci, ero titubante, egli era convinto potessero darci delle informazioni, ma stavo per dire di andarcene quando usci un vecchio, egli ci sorrise benevolmente...come quei saggi anziani che da molto non avevano compagnia e non aspettassero altro di incontrare qualcuno e ci fece segno di entrare..."Fyellon, io non sono molto convinta, sapete...comunque lasciamo che il fato ci dia un aiuto, ormai siamo in sua balia, e ricordate...qui lungo il Calars nulla è dato per scontato". Ed entrai lentamente nella locanda.
elisabeth
07-05-2012, 21.44.13
Un uomo vestito di stracci, sbuco' dal nulla...urlando e agitandosi, dovevamo sparire, e invece con grande sorpresa come apparve svani' la figura oscura....Reas ebbe' l'impeto del soldato e senza pensare oltre tento' di inseguirlo.........rovinosa fu' il suo ensiero ed il ponte da lui appena percorso ando' in frantumi......Le cose a volte accadono senza sequenza, il cervello sembra contemplare lasciando il tempo in un cantuccio remoto ...ed io ero rimasi a fissare inebetita la scena......Reas mi diede dei comandi ben precisi....rimanendo calmo nonostante fosse penzoloni in un dirupo......Presi la corda dal suo cavallo e feci quanto mi fu chiesto.......lo aiutai a tirarsi su....sino a quando sulla terra ferma non si mise in piedi......rimasi ferma, non ebbi nessun sussulto....gli avevo promesso freddezza.....ma come potevo...avevo avuto paura, lo abbracciai come se avessi avuto bisogno della sua certezza fisica...." Non vi azzardate piu' a farmi venire gli accidenti....la prossima volta se volete morire....lo faro' con le mie stesse mani......anche se ho la sensazioni che questi cigni non ci porteranno nulla di buono..."...e cosi' rimasi a fissare l'altra parte del terra dove un vecchio ponte penzolava fradicio.......guardai oltre aggrappata al collo di Reas....
Guisgard
08-05-2012, 01.31.01
Reas sorrise e ricambiò l'abbraccio di Elisabeth.
“Non temete, milady...” disse il capitano della guardia reale “... non ho alcuna intenzione di morire in questa selva.”
Si voltò poi verso il ponte ormai inservibile.
“Purtroppo il ponte è impossibile da attraversare in queste condizioni...” mormorò “... però credo sia importante scoprire cosa nasconde questo vecchio monastero... e poi quella strana figura che ci ha intimato di andare via... la mappa segnalava questo luogo e noi dobbiamo saperne di più...” scosse il capo “... ora però, il nostro vero problema è capire come arrivare all'ingresso del monastero... senza quel ponte non vi sono altri passaggi...”
Guisgard
08-05-2012, 01.42.14
Fyellon annuì alle parole di Altea ed entrambi entrarono nella locanda.
“Salute a voi, buonuomo!” Salutò il cavaliere. “E' possibile avere qualcosa da bere e un piatto caldo? Siamo di passaggio, la nostra strada ci conduce a Tylesia.”
Vedendolo ora da vicino, quel vecchio non appariva affatto sorridente.
Un ghigno, frutto della vecchiaia e della stanchezza, si era impresso sul suo volto segnato dagli stenti.
Appariva agitato e preoccupato.
“Cosa avete?” Domandò Fyellon.
Ad un tratto entrò una donna.
Era avvenente e dall'aria infastidita.
“Allora, Renya, l'hai chiamato?” Chiese visibilmente esagitato il vecchio locandiere. “Verrà?”
“Si, verrà, verrà...” rispose Renya “... anzi, a momenti ci ritroveremo il suo brutto muso davanti...”
“Grazie al Cielo!” Esclamò il vecchio.
Ad un tratto Fyellon udì qualcuno bisbigliare.
Si voltò ed intravide, attraverso una porta semichiusa, una vecchia donna intenta a pregare inginocchiata davanti alla statua della Vergine Maria.
“Prima ho udito chiedevate di Tylesia...” avvicinandosi Renya a Fyellon.
“Si, è molto distante da qui?” Fissandola il cavaliere.
“Siete distanti da Tylesia” rispose la donna “come il Nord è lontano dal Sud... se esiste un centro del mondo, sappiate che questo lercio posto è quanto di più distante esista da esso...”
“Tylesia” intervenne il vecchio locandiere “si trova verso Levante... dovevate prendere quella direzione, messere... ora siete molto lontani da quella città...”
Parsifal25
08-05-2012, 02.16.32
Le campane scandivano la sciagura che stava per abbattersi su Tylesia e la loro gente,diventaì cupo in viso...., ad un tratto, pensaì alle tante vite che sarebbero andate spezzate.... soprattutto quelle dei bambini.
Non meritano una simile condanna.....più tempo passava, e più la missione in Tylesia sarebbe fallita. Bisognava affrettarsi.....se uscirò indenne potrò salvare qualche creatura.
Avevo deciso, dopo l'Avvilente Costumanza, concedendo il riposo alle povere anime che avevano fallito, un nuovo obiettivo mi sareì posto: difendere gli innocenti in Tylesia.
"Cavalieri!!!" gridaì. "Spero che riusciate a salvare qualche vita immatura dalla imminente battaglia.....e un ultimo avvertimento vorreì farvi.....non lasciatevi ingannare......ho menzionato il 1307 perchè una bolla papale ha condannato il vostro operato e la vostra missione. Non sparite come i vostri predecessori....."
queste furono le mie ultime parole......poco dopo, mi volsi verso Lilith e vide che era spaventata da quello che aveva udito....era vero, qualora avesse continuato il viaggio, avrebbe dovuto scontrrsi più volte con i suoi valori. La missione che ha intrapreso, era solo all'inzio.
Pian piano mi avvicinaì a lei e carezzandoli il viso, le dissi:
"E' la realtà che ogni giorno viene a scontrarsi con noi, tu sei diversa da me...sei pura, candida ed anche meglio di me. La tua gente, io la apprezzo e la ammiro.....voi sì, che avete compreso il vero significato della vita....
Gli umani..... la vita la trattano come una carta sporca da cui poter trarre i migliori benefici.... e come un re buono che viene tradito dal suo popolo: il potere, il successo, la sfida, l'onore.....sono i nostri valori....la guerra è il nostro banco.... sopravvive chi infligge più morte.... quei cavalieri....combattono per il loro Dio spargendo dolore, ma per loro è giusto così anche se del bene lo hanno fatto anche loro"
"Il 1307, è la data in cui i Templari vennero condannati.....,puniti dai loro stessi compagni...., la nostra guida spirituale li ha destinati alla morte....., loro credo siano gli ultimi...."
Guisgard
08-05-2012, 02.25.54
Ma nonostante quelle parole di Parsifal, i cavalieri andarono via.
Per qualche altro istante la campana fece udire i suoi rintocchi, per poi ammutolirsi nel cupo silenzio di quel labirinto.
Ad un tratto, Parsifal e Lilith sentirono una voce che canticchiava.
Proveniva dell'esterno della sala dove si trovavano i due.
Era un becchino che con una lampada controllava le diverse croci piantate nel terreno.
Le stesse che Parsifal e Lilith avevano visto prima di incontrare i crociati.
Guisgard
08-05-2012, 02.48.55
Tutto era accaduto in fretta.
Tanto in fretta che anche quei cavalieri, nonostante l'abilità e l'esperienza maturata in tante campagne militari, furono colti di sorpresa.
All'ordine di Talia, Sheylon, con un balzo tanto rapido, quanto silenzioso, raggiunse il cavaliere che si apprestava a chiamare il resto della compagnia.
Atterrato quello, il superbo felino piantò i suoi occhi sugli altri due cavalieri.
Erano occhi di fuoco e le sue fauci mostravano chiaramente la ferocia con cui la tigre era pronta ad attaccare.
“State commettendo una sciocchezza...” disse uno dei cavalieri a Talia “... state peccando contro tutto ciò che vi è stato insegnato...”
“Non avete scampo e lo sapete...” fece un altro di quelli “... la vostra fuga non potrà durare per sempre... vi ritroveremo... e presto...”
Talia però montò subito in sella a Luthien, per poi, insieme a Sheylon, abbandonare quella grotta.
Fuggiti via Talia e la tigre, i tre cavalieri non persero tempo.
Due si lanciarono all'inseguimento della ragazza, mentre il terzo attese nella grotta.
“Tu resta qui...” disse uno dei due, prima di partire, a quello destinato a restare di guardia nella caverna “... il traditore tornerà qui se non ha sentito il cavallo della ragazza galoppare via...”
La fuga era ripresa, ma stavolta Talia e Sheylon erano soli, senza Guisgard.
Un silenzio cupo ed innaturale scese intorno a loro, tra quella fitta vegetazione, rendendo così il rumore dei loro passi quasi amplificato.
L'ambiente circostante appariva come un immenso labirinto, fatto di cunicoli e strettoie che si aprivano tra sterpi e tronchi secolari.
Quasi infiniti passaggi si annidavano in quel luogo e ciascuno sembrava in grado di condurre nei più sperduti e remoti angoli del mondo conosciuto.
E forse anche oltre.
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elisabeth
08-05-2012, 09.14.23
Se avessi potuto avere la possibilita' di descrivere ad alta voce le miei impressioni......sul luogo in cui eravamo e sullo stesso Reas...le mie parole sarebbero state un misto di fuoco ed acqua.
Una selva e un vecchio monastero un connobio di passato e presente in cui si apriva una porta nel mondo invisibile........Il ponte era andato, ma cio' di cui non mi preoccupavo in quel momento era propio il passaggio tra la nostra sponda e l'altra, quello invece che non riuscivo a comprendere era Reas.....se a Tylesia ero pienamente convinta che lui conosceva perfettamente il luogo dove recarci, in quel preciso momento mi sembrava smarrito quanto lo ero io.......Ma lui aveva bisogno del suo ponte " Vedete...Reas c'e' sempre una via di uscita, basta crederci ed ogni cosa diventa possibile......."....Mi staccai da lui ed entrai nella selva c'erano quattro magnifici alberi...mi misi al centro e cominciai a fare richiesta in una muta preghiera.....stavo cantilenando l'ordine allo spostamento.......Le fronde dei due alberi piu' alti incominciarono a squotersi, come se una tempesta di vento li avesse risvegliati da un lingo sonno......quando potei sentire che la loro forza era in sintonia con il mio animo......alzai le braccia in cielo e ringraziai il mio popolo all'obbedienza......mi misi in cammino verso la sponda dove si ergeva parte del ponte e dietro di me fui seguita da due alberi, quelli piu' grandi ed anziani....che ad un mio gesto si lasciarono cadere formando un ponte tra le due sponde......." Vedete Reas....ora avete il vostro ponte.....possiamo passare, la natura almeno e' dalla nostra parte ".....attesi quindi che Reas fosse il primo a passare
Talia
08-05-2012, 09.46.10
Sorrisi appena alle parole del cavaliere...
“No...” sussurrai, inclinando la testa “A me è stato insegnato a fare del cuore il mio punto di forza, mi è stato insegnato ad essere sempre sincera ed onesta con gli altri e con me stessa, mi è stato insegnato a vivere secondo un’etica e ciò in cui più si crede, non permettendo a nessuno di imporre a quell’etica le proprie insane leggi... e dunque... credetemi, se ho mai fatto una cosa veramente giusta e onesta in vita mia, è questa!”
Poi io e Sheylon, ci voltammo e lasciammo la grotta.
Galoppai per qualche tempo il più velocemente possibile... il vento mi fischiava nelle orecchie e mi faceva volare i capelli... ed una mortale, insostenibile preoccupazione mi schiacciava il cuore, tanto che quasi non riuscivo più a respirare.
Così, infine, tirai con forza le briglie e mi fermai...
Colsi Sheylon di sorpresa, probabilmente... ma lo sentii tornare indietro, verso di me, brontolando scontento per quella pericolosa sosta.
Ma non gli detti retta... eravamo in fuga, era vero, ma avevamo certo più di qualche minuto di vantaggio sui nostri inseguitori... vantaggio che era precisamente ciò che mi occorreva.
Smontai in fretta da cavallo e mi avvicinai a Sheylon, inginocchiandomi di fronte a lui e prendendo la grossa testa del felino tra le mani...
“Sheylon...” sussurrai quindi, il volto vicino a quello della tigre “Sheylon, ascolta... so ciò che Guisgard ti ha chiesto... posso immaginarlo... non sono sciocca, credimi! Lui ti ha chiesto di stare con me e di non lasciarmi per nessuna ragione, vero? Ti ha chiesto di badare a me... ma ora... Sheylon, ora è lui ad essere più in pericolo, lo capisci? Tornerà in quella grotta da un momento all’altro e troverà ad attenderlo solo quei cavalieri... lui non sa che loro sono lì e non può immaginare che io e te siamo fuggiti... rischia di essere preso di sorpresa, catturato e messo a morte... perciò ti prego, Sheylon... ti imploro, torna indietro! Va’ da lui, trovalo, accertati che stia bene... e riportalo da me! Sheylon, ti prego... ti prego, se dovesse accadere qualcosa a Guisgard, io ne morirei, lo capisci? Ed anche tu, lo so! So che tieni a lui più che a qualsiasi altra cosa! Vai, dunque! Io...” sorrisi appena “Io, nel frattempo, ti prometto che non mi farò prendere, va bene?”
In fretta, quindi, mi slegai la fascia di stoffa morbida e leggera che avevo intorno alla vita e la legai stretta alla zampa della tigre...
“Portagli questa!” dissi “Capirà che sto bene! Ascolta... proseguirò sempre in questa direzione, il più velocemente possibile, senza fermarmi mai... seguite anche voi questa direzione e mi ritroverete. So che farai di tutto per riportarlo da me... e so che lui mi ritroverebbe anche in capo al mondo! Ora vai, ti prego! Ti supplico, Sheylon, non farmi discutere... non c’è tempo!”
Di nuovo mi abbassai e poggiai un bacio sulla testa della tigre poi, trovate le briglie di Luthien, salii in sella...
“A presto, Sheylon!” dissi “E... vi prego... non fatemi attendere troppo!”
Infine voltai la cavallina e ripresi il galoppo nella direzione concordata.
Altea
08-05-2012, 10.13.07
Entrammo nella locanda ma subito mi accorsi che l'anziano non era molto accomodante, presagivo qualcosa di non positivo. Infatti, improvvisamente, iniziò a camminare nervosamente e Fyellon sbigottito gli chiese cosa stesse succedendo ma egli non era molto disponibile a parlare, io apparivo quasi invisibile ai suoi occhi...quando entrò una ragazza stupenda..Renya...cosi la chiamò il vecchio, chiedendole di una persona la quale non doveva essere gradevole. Renya si avvicinò a Fyellon, sembrava ella avesse un certo fascino sul cavaliere, mi misi in disparte a guardare ed ascoltare. Chi sarebbe dovuto arrivare??
Ad un tratto sentii una donna parlare a bassa voce e notai che Fyellon fu pure incuriosito da questo fatto, aprì una porta e una donna anziana evocava i Santi Misteri del Rosario...ebbi un sussulto.
Mi voltai di scatto verso Fyellon, ma vidi Renya avvicinarsi a lui...e quelle parole mi innervosirono...Tylesia era lontana, molto lontana...e il vecchio annuì confermando la mia ipotesi...si doveva andare a Levante!
Con un gesto di stizza mi sedetti al tavolo....non era possibile, sapevo dovevo fidarmi del mio istinto, ma ricordai quella donna che stava pregando, come mai pregava di nascosto? A Tylesia era vietato pregare e amare..e se il vecchio stesse mentendo? Presi finalmente la parola...."Scusate dame e messeri, vorrei chiedere alla donna qui nascosta" e aprii la porta dove l'anziana stava pregando " di accomodarsi qui con tutti noi e pregare tutti per la Nostra Regina dei Cieli....se siamo lontani da Tylesia..lo possiamo fare visto laggiù ci sono certe leggi che lo vietano...prego milady accomodatevi con noi col rosario, non abbiate timore".
cavaliere25
08-05-2012, 11.27.03
Perchè siamo scappati dalle prigioni e per nasconderci ci siamo travestiti da monaci non abbiamo niente contro di voi o contro qualcuno ci hanno arrestati per un errore ma ora è passato non cerchiamo guai anzi vogliamo aiutare chi è in difficoltà e lo guardai in faccia
Guisgard
08-05-2012, 20.16.57
Elisabeth con un incantesimo aveva destato le forze della Natura, che si erano dimostrate ancora una volta benigne con lei.
I due alberi sostituirono così il ponte ormai inservibile.
Reas però, convinto da sempre che nulla del genere potesse mai realizzarsi, restò turbato e stravolto da quella scena.
Davanti al suo scosso intelletto ed alla sua acerba esperienza, quell'immagine gli apparve come un sogno, forse un incubo.
Si voltò allora verso Elisabeth e restò a fissarla senza dire nulla.
In quel momento però, la dama dei boschi, a causa del profondo sforzo attuato per quell'incantesimo, avvertì un profondo capogiro, per poi perdere i sensi.
Il fuoco consumava lentamente la legna e nella stanza un soffuso chiarore tentava, a fatica, di squarciare il buio che tutto avvolgeva.
Il vecchio monaco fissava la fiamma con in mano il suo boccale.
Elisabeth lo guardava in silenzio.
Ad un tratto alcuni cavalieri entrarono nella stanza.
“Avete dunque deciso?” Domandò loro il monaco.
Uno di quelli annuì.
“Prenderemo il Fiore” disse un altro di quei cavalieri “e distruggeremo la città.”
In quel momento Elisabeth riprese i sensi.
Accanto a lei vi era Reas.
“Come vi sentire?” Chiese alla donna. “Va meglio ora?”
Guisgard
08-05-2012, 20.29.07
La vecchia donna in preghiera, però, non sembrò dar retta alle parole di Altea.
“Sta pregando per suo figlio...” disse Renya “... non vi ascolterà... sembra non sappia fare altro che pregare...”
In quel momento si sentirono dei passi di cavallo.
Poco dopo, alcuni soldati entrarono nella locanda.
“Dio sia lodato!” Andando verso di loro il vecchio locandiere. “Renya vi ha raccontato...”
“Si, sappiamo tutto.” Con tono arrogante il comandante dei soldati. “Vostro figlio è un idiota e se sperate che io rischi i miei uomini per lui...”
“Cosa è successo?” Intervenne Fyellon.
“Suo figlio Barius” rispose il comandante indicando il vecchio locandiere “ha la mania di andare a scavare nella vecchia necropoli sannita situata nella montagna... sa bene che è un luogo pericoloso, ma lui, testardo, non da retta a nessuno ed ecco il risultato. Tutti se ne stanno alla larga da quel luogo... secondo antiche leggende sannite quella montagna è infestata dagli spiriti di sette guerrieri che la difendono dai malintenzionati.”
“La Montagna dei Sette Spiriti...” ripeté Fyellon “... che nome solenne... sembra l'ideale per un poema...”
“Vi prego, portate un po' d'acqua a mio figlio...” disse il locandiere al capo dei soldati “... avrà sete lì sotto... è lì da tre ore ormai...”
“Può essere che la sete gli faccia mettere giudizio...” mormorò Renya “... che matrimonio...”
“Matrimonio?” Fissandola Fyellon.
“Si...” annuì la donna “... Barius è mio marito...”
“Non posso mandare nessuno dei miei uomini in quella montagna.” Fece il comandante. “Dobbiamo prima capire in che condizioni si trova il tutto.”
“Magari servirà anche come tomba.” Sarcastico Fyellon. “Per il poveretto intendo, visto il tempo che vi occorre per agire.”
“Non mi piace il modo in cui vi rivolgete a me.”
“E a me non piacciono quelli come voi che parlano troppo.”
“Chi siete voi, si può sapere?” Infastidito il comandante.
“Sono quello che porterà l'acqua a quel disgraziato.” Rispose Fyellon, prendendo la borraccia dalle mani del vecchio locandiere.
“Grazie, messere!” Esclamò questi. “Che Dio vi benedica!”
“Altea...” voltandosi verso di lei Fyellon “... nel frattempo prendete una stanza ed ordinate qualcosa da mangiare... ho idea che ci fermeremo per qualche giorno qui.”
E si diresse verso la necropoli.
Guisgard
08-05-2012, 20.38.25
Il capo dei cavalieri, allora, udite le parole di Cavaliere25, prese le sue armi e scappò via.
Tutti gli invitati corsero verso il Cavaliere blu per ringraziarlo.
“Sei stato molto sciocco!” Esclamò all'improvviso il falco Alberico. “Che motivo c'era di gridare ai quattro venti che eravate dei galeotti in fuga? Ora quel cavaliere tornerà con altri uomini per catturarvi tutti!”
“Accidenti!” Esclamò Tieste. “Siamo di nuovo nei guai!”
Altea
08-05-2012, 20.58.39
La vecchia donna non udì le mie parole, come in uno stato di trance continuava in una malinconica litania, mi stavo avvicinando a lei quando Renya mi bloccò...ella pregava per la sorte di suo figlio.
Subito fummo raggiunti da dei cavalieri, il vecchio locandiere chiese loro aiuto per salvare il figlio e marito di Renya ma a quei cavalieri poco importava della sorte del malcapitato....chi erano quei cavalieri? Cercavo di intravedere nelle loro armature qualche stemma che potesse contraddistinguerli.
Barius, il figlio del locandiere, si era addentrato nella montagna alla ricerca di qualcosa di particolare e ne era rimasto bloccato...che strano nome...La Montagna dei Sette Spiriti.
Fyellon, come sempre, iniziò a inveire contro il capitano dei cavalieri, mostrando la sua supremazia e purtroppo come temetti si offrì volontario per salvare il ragazzo e voltandosi verso di me, con una freddezza che non riconoscevo, mi disse di ordinare una stanza e dalle sue parole capii avesse intenzione di rimanervi per giorni.
Non era questo che dovevamo fare..capivo il buon intento di Fyellon di salvare il malcapitato ma noi dovevamo riprendere il cammino verso Tylesia, ritornare nel sentiero, uscirne e tentare con la strada a Levante..tutti questi inconvenienti e la testardaggine di Fyellon mi innervosirono e appena egli aprì la porta per andare in quel pericolo, dissi ad alta voce...."D'accordo..gentile signor oste, potete prenotare una stanza per Fyellon? Egli intende soggiornare qui per alcuni giorni...io invece continuo sola il mio cammino verso Tylesia...Uscirò da dove sono venuta e prenderò la strada a Levante"...mi avviai verso l'uscio, senza nemmeno guardare Fyellon, guardai la strada davanti a me..ricordavo quella grossa quercia che formava con le radici degli strani intarsi e mi avviai verso il sentiero...non avevo paura, avevo raggiunto Tylesia sola dopo la morte del maestro, anzi egli era già morto nel Carrozzone a causa di Isolde.
Guisgard
08-05-2012, 21.26.22
Fyellon restò sorpreso da quelle parole di Altea.
Corse allora verso di lei e la bloccò.
“Ma dove state andando?” Fissandola negli occhi. “Non capite? E' il fato che ci ha condotti qui! Possiamo finalmente affrontare qualcosa che ci renderà grandi! Non capite? Fama e gloria! Ho sempre sognato di diventare qualcuno, di far vedere al mondo il mio vero valore... mio padre prima e mio fratello poi hanno sempre cercato di mettermi in secondo piano... ma stavolta dimostrerò la mia abilità e tutti dovranno ammetterlo! Ma ho bisogno di voi, Altea... abbiamo affrontato insieme diversi pericoli e anche questo deve vederci fianco a fianco... quest'avventura ci renderà famosi in tutta la regione e forse saremo premiati con terre e titoli... dovete fidarvi di me... anche stavolta.” Sorrise. “Salveremo quel disgraziato e diventeremo celebri... e magari qualche poeta metterà in versi le nostre imprese!”
Altea
08-05-2012, 21.49.09
Fyellon mi seguì e mi afferrò il braccio, mi guardava e iniziò a parlare...non lo riconoscevo più, parlava di fama e gloria, di suo padre e suo fratello e la voglia di supremazia verso loro..terre e fama.
Mi strattonai da quella stretta..."Fyellon, mi state dicendo sono un mezzo...per...farvi diventare ricco e famoso? Non mi interessano i premi e i titoli, avevamo un ideale in comune ovvero quello di salvare Tylesia e il suo popolo...e sapere cosa celasse quel Giardino..e ora scopro che voi invece ambite alla supremazia e potere...e questa vostra sete di vendetta verso vostro fratello e padre? Vostro padre è morto...vostro fratello è ancora in vita e ora siete voi in torto, avete detto che egli voleva essere il migliore e nei vostri occhi vedo l'odio..per come dite voi...essere stato messo in secondo piano...Continuate solo sir Fyellon, quando diventerete ricco, famoso e avrete soddisfatto i vostri piani di vendetta, saprete dove trovarmi...a Tylesia"..iniziai a correre, non potevo crederci..Fyellon mi aveva tradito...a lui non era mai interessato del Bene di Tylesia e non meritava di indossare quella armatura.
Mi fermai, mi guardai attorno, sopra di me solo rami che si intrecciavano e celavano la luce del flebile sole che sembrava stesse calando, inizia a proseguire velocemente per cercare di uscire prima che la notte prendesse il sopravvento, osservavo il luogo ed ero convinta di essere nella giusta via.
Lilith
08-05-2012, 23.45.59
Parsifal mi disse che ero pura, ma io sapevo che non era così. In realtà io mi sentivo ingenua, impreparata ad affrontare le difficoltà del mondo che mi circondava. Diceva che i loro valori erano diversi dai miei, ma io non sapevo nemmeno cosa fosse un "valore". La realtà era che non vedevo l'ora di conoscere il mondo e di provare nuove esperienze e che ora che stavo realizzando il mio sogno mi stavo tirando indietro a causa del mio passato.
"Sir Parsifal" gli dissi "io non sono come voi dite. Quella che voi chiamate 'purezza' io la chiamo ingenuità. Conosco pochissime cose del mondo ed è per questo che vi appaio in questo modo. Io in realtà non conosco me stessa; sono stata educata per tutta la vita in un ambiente che non mi ha dato la possibilità di esprimermi. L'unica cosa che voglio è conoscere il mondo, ma... ho paura che le persone siano tutte come quegli uomini... non penso che riuscirò a stabilirmi in un mondo dove le persone si uccidono a vicenda in nome del loro Dio. Ma... la mia voglia di conoscenza è troppo grande ed attenderò di vedere con i miei occhi tutto ciò che accade là fuori."
Dopo aver detto al cavaliere quelle parole, rivolsi lo sguardo verso il cimitero, perchè udii una voce; mi affacciai e vidi un uomo dall'aria serena che camminava tra le croci. Guardai nuovamente Parsifal e gli domandai: "é normale che un uomo canticchi tra le tombe dove si trovano i corpi dei morti?" poichè non conoscevo la figura del becchino.
Parsifal25
09-05-2012, 01.53.30
"Lilith...., da poco.....sei giunta nel mondo degli umani ed è normale che ti senta spaesata.... il mio definirla pura, era perchè persone come te....non esistono più. La tua non è ingenuità, anzi..... è l'esser sempre pronta a dare se stessa per gli altri. Lo ha fatto con me, donandomi il suo ciondolo..... si è fidata di me ed io altrettanto.
Purtroppo, non posso assicurarle che gente come quei cavalieri non ne troverà più, ma fin quando resteremo uniti, la proteggerò e le farò conoscere la risposta a tutte le sue domande.....comunque, per rassicurarla, non tutti sono come loro....prendi me ad esempio o il Maestro Redentos......le voglio insegnare un detto: Non faccia di tutta l'erba un fascio.....è un'espressione molto utilizzata fra noi essere umani; anche noi possiamo essere buoni e ingenui......" le dissi sorridendo.....
"Spero che il mio umorismo non sia da buttare" dissi fra me, grattandomi il capo.
Subito dopo, Lilith si voltò e mi chiese.... se era normale che un uomo canticchi allegramente fra le tombe....sapete come risposi:
"Sì..... è molto probabile......" mettendomi la mano sulla fronte...... "canticchia, perchè ama il suo lavoro.....essere scavatombe!!"
Guisgard
09-05-2012, 02.04.15
Fyellon rincorse Altea.
“Aspettate!” Disse appena raggiunta la dama. “Perchè vi state comportando così? Perchè reagite in questo modo alle mie parole? Non vi interessa dunque quel poveretto intrappolato nella montagna? Volete che marcisca lì dentro? Credete abbia qualche speranza senza di noi? Rammentate sua madre inginocchiata a pregare per lui? Avete visto in faccia quei soldati, no? Sono del tutto indifferenti alla sorte di quell'uomo... no, Altea, stento a credere che abbiate deciso di andare via... Tylesia non cadrà in una notte o due... qui invece è una gara contro il tempo... ascoltatemi... libereremo quel poveretto e poi torneremo subito a Tylesia... la mia non è fame di ricchezze o bramosia di potere... sono un soldato di ventura e conosco il mio valore... ho servito molti nobili signori ed i miei servigi sono sempre stati ben pagati... posso trovare quando voglio una causa da servire... no, non è il denaro che cerco... no, è molto di più... e voi potete capirmi, lo so... sono sempre stato ostacolato... mio fratello ha fatto di tutto per strapparmi l'affetto di mio padre ed il suo riconoscimento riguardo al mio reale valore... ora voglio solo riprendermi ciò che mi è stato tolto... voglio solo dimostrare di essere un valoroso cavaliere... voglio dimostrare al mondo che sono degno di indossare questa corazza... Altea, statemi accanto in questa impresa... voglio liberare quel poveretto... poi torneremo subito a Tylesia... vi do la mia parola di cavaliere.”
Guisgard
09-05-2012, 02.14.30
Il becchino proprio in quel momento si accorse di Parsifal e di Lilith.
Li salutò come se tutta quella situazione fosse normale e con la sua lanterna cercò di illuminare lo spazio dove si trovavano i due ragazzi.
“Tutto in ordine...” mormorò sorridendo “... le tombe sono ben chiuse e nessuno potrà violarle... esse appartengono ai nobili Cavalieri di San Giovanni che parteciparono alla conquista di Rodi nell'anno 1307...” guardò meglio i due “... immagino siate qui per superare la prova...” si accorse dello scrigno in ciliegio “... e vedo che avete con voi l'occorrente per affrontarla al meglio... però dovreste aprire quello scrigno, altrimenti sarà poi tardi e non potrà esservi di aiuto in alcun modo...”
Guisgard
09-05-2012, 03.02.54
Sheylon tradì nervosismo per quelle parole di Talia.
Da un lato gli ordini di Guisgard, dall'altro ciò che aveva detto la ragazza.
L'istinto della tigre aveva ben compreso il pericolo che incombeva su tutti loro.
Ma forse era davvero Guisgard quello che rischiava di più in quella situazione.
Sheylon allora restò a fissare Talia e Luthien che galoppavano via, fino a svanire nella selva e nei suoi misteri.
Poi, voltatosi dall'altra parte, ritornò verso la grotta dell'eremita.
Talia, così, continuò da sola la sua fuga.
La ragazza esortava Luthien a divorare la strada, affinché si allontanassero sempre di più dal raggio d'azione di quei cavalieri.
E mille e più pensieri si accavallavano nella sua mente.
L'ansia di essere inseguita e l'oppressione di essere raggiunta si univano all'angoscia per la sorte di Guisgard.
Seguendo il corso del Relagio, guardando sempre fissa l'ansa più settentrionale del fiume, la grande facciata con vetrata del Casale degli Aceri scintillava degli innumerevoli riverberi che il Sole calante generava sul bosco, simile ad una sottile e variegata pioggia fatta di schegge cromate e saettanti e ambrati bagliori.
Chiazze screziate illuminavano qua e la quella lussureggiate macchia formata da tutte le infinite tonalità che il verde sa assumere, mischiandosi al giallino, al rosato ed al turchese che animavano, come vivaci pennellate, la rigogliosa vegetazione.
In uno spiazzo irregolare, proprio all'ombra dell'imponente Casale, vi era una sorta di pianoro recintato, che nella Longobardia era uso chiamare giardino.
In quello steccato erano lasciati a vegetare e a fiorire salici piangenti, viti, ulivi, palme e qualche fico le cui foglie apparivano indorate dal caldo Sole del Sud.
Tra essi, al riparo ora dalla calura, ora dal vento, asseconda della stagione, c'erano un cavaliere ed una fanciulla.
Lei stava a terra, con la schiena contro un tronco e le ginocchia piegate sul petto.
“Io...” mormorò Talia “... io non voglio più dormire...”
“Non essere sciocca, Talia.” Disse il maestro.
“Si, non voglio più...” con lo sguardo basso la ragazza “... così non sognerò neanche più...”
“Hai fatto di nuovo uno di quei brutti sogni?”
Lei annuì.
“Stanno diventando frequenti...” mormorò il maestro “... non ne hai mai avuti così tanti...”
Talia mise il volto sulle ginocchia.
“Raccontami cosa hai sognato stanotte...”
“E' sempre lo stesso sogno fatto negli ultimi tre giorni...” fece Talia “... sempre lo stesso... ed a tratti appare così reale...”
“Raccontamelo...”
“Io ero sola...” sussurrò la ragazza “... e ad un tratto comparivano delle figure a me sconosciute... avevano lunghi mantelli e i volti celati da cappucci... ma poi, avvicinandosi a me, riuscivo a scorgerne le fattezze... erano dei cavalieri...”
“E cosa facevano nel sogno?” Domandò il maestro.
“Mi volevano portare via...” rispose Talia “... non so dove, so solo che era un posto lontano e sconosciuto...”
“E come terminava il sogno?”
Talia sentì un brivido attraversarle ogni parte del corpo.
“Mi...” a voce bassa “... mi portavano via...”
Il maestro allora abbracciò la ragazza e cercò di confortarla.
“E' solo un sogno.”
“Tu dici che i miei sogni sono particolari, maestro...”
“Si, ma non tutti.”
“E questi?”
“Ora non pensarci.” Accarezzandola il cavaliere. “Vedrai che svaniranno e tornerai a sognare cose belle... ora non restare qui da sola... su, raggiungi gli altri tuoi fratelli e non abbandonarti più a questi tristi pensieri.”
La ragazza però chiese di poter restare ancora un po' da sola in quel luogo.
Poco dopo, venne a cercarla Guisgard.
“Ehi, sei qui.” Avvicinandosi lui. “Ti ho cercata per tutto il Casale...”
Lei non disse nulla.
“Sai, sono stato nella biblioteca del maestro...” sorridendo lui “... ho verniciato il portone e lucidato i cardini, così lui mi ha permesso di prendere qualche libro... ne ho trovati alcuni davvero belli...”
“Ti prego, Guisgard...” scuotendo il capo lei.
“Cos'hai?” Chiese lui. “Non ti piacciono più le storie di eroi e grandi guerrieri?” Sorridendo.
“Per favore, lasciami stare!” Voltandosi di scatto lei.
Lui restò a fissarla.
“Anzi, ora vado...”
“Va bene...” mormorò lui “... volevo leggerti qualcuna di queste storie...”
“La vita non è come le novelle o come i romanzi cavallereschi!” Alzando la voce lei. “E qualche volta si sente il bisogno di restare da soli!”
E corse via.
Passò così l'intera mattinata e poi il pomeriggio.
Poco prima della sera, Talia tornò nel giardino recintato e vi trovò ancora Guisgard a leggere i suoi libri.
“Sei occupato, milord?” Avvicinandosi lei.
“Affatto...”
“Ancora impegnato con i tuoi libri?”
“Si...”
Talia allora si sedette accanto a lui.
“Volevo scusarmi per oggi...”
“Non c'è motivo.” Disse Lui.
“Si, invece...” a capo chino Talia “... sono stata scortese ed intrattabile...”
“Non importa.”
“Cosa posso fare per farmi perdonare?”
“Non parliamone più.” E si alzò per andare via.
“Guisgard...” lo chiamò lei “... non lasciarmi anche tu da sola...”
Lui si fermò.
“Ti prego...” alzandosi anche lei e andando vicino a lui “... certe volte mi sento così sola...”
“Sola?” Fissandola lui. “Non lo sei mai.”
“Allora non andare via...” con gli occhi lucidi lei.
“Cos'hai?”
“Oh, Guisgard...” piangendo lei “... sono tre giorni che un brutto sogno... un brutto e realistico sogno mi perseguita... sogno dei cavalieri che mi portano via...”
“Hai raccontato tutto al maestro?”
“Non tutto...”
“Cosa vuoi dire?”
“Gli ho raccontato di essere sola in quel sogno...” guardandolo lei “... ma non è vero... nel sogno ci sei tu... e loro... loro... oh, Guisgard... loro ti... è terribile, non voglio più dormire per non sognare!” E si strinse forte a lui.
“Sciocchina...” accarezzandola lui “... è solo un sogno...”
“Non capisci...” in lacrime lei “... i miei sogni non sono sogni comuni... ed io...”
“Ora calmati...” sussurrò lui, sfiorandole con un dito le labbra “... nessuno verrà a portarti via... ti difenderò io...”
“E nei miei sogni?” Agitata lei. “Verrai a difendermi anche li? Come farai?”
Allora lui prese uno di quei libri e le mostrò un'illustrazione.
“E' un antico poema vedico, scritto in India secoli fa...” disse lui “... parla di un eroe, Gardshaninag e della sua amata Avidah... lei è perseguitata da un demone che tormenta la sua famiglia da generazioni e lui allora una notte si nasconde nella sua stanza per aspettare il demone... lo affronta e lo sconfigge, liberando la sua amata per poi poterla sposare.”
“E ti nasconderai anche tu per sfidare i miei incubi?”
“Si, se servirà...” sorridendo lui “... resterò ad aspettare che tu dorma... resterò nel cortile, sotto la tua finestra... e scaccerò via ogni brutto sogno col suono della mia ocarina, per poi augurati una buonanotte speciale... vedrai che non farai più brutti sogni...”
Lei sorrise e lo sguardo di lui scacciò via le inquietudini di quel momento.
Giunse la notte ed il Casale si addormentò.
Ma Talia nel suo letto era sveglia, in balia di quelle paure che erano tornate a farsi vive.
L'ansia e l'irrequietezza presero il sopravvento in lei.
Ma proprio in quel momento una lenta musica si diffuse nell'aria.
Corse alla finestra e vide l'ombra di Guisgard che suonava la sua ocarina nel pallido e sognante alone lunare.
Il ragazzo alzò allora gli occhi verso la finestra e sorrise nel vedere Talia.
“Nel linguaggio orientale dei fiori” sussurrò lui “il loto è il fiore che custodisce i sogni e nel quale sono racchiusi quelli più belli e destinati ad essere eterni ... sogna, Talia... sogna tutto ciò che più desideri... e vedrai che nessuno dei tuoi sogni sfiorirà mai... e come ho colto questo loto per te, domattina andrò in cerca dei tuoi sogni, per coglierli tutti e custodirli nel nostro giardino, dove non appassiranno mai...”
“Grazie...” sorridendogli Talia.
“Non dirmi mai grazie...” fece lui.
Ma proprio in quel momento si udirono dei passi.
Un attimo dopo, nel cortile apparvero il maestro e Fyellon.
“Sei certo di aver udito delle voci?”
“Si, maestro.” Annuì Fyellon.
I due si guardarono intorno, ma non vi era nessuno nel cortile.
“E ho sentito anche una musica...” continuò il giovane apprendista “... era l'ocarina di Guisgard...”
Il maestro lo fissò.
“Andiamo nella sua stanza” disse Fyellon “sono certo che non lo troveremo a dormire...”
“E' tardi.” Sentenziò il maestro. “Sveglieremo anche gli altri tuoi fratelli. Ti sarai sbagliato... torniamo a dormire...”
Ed andarono via.
Allora Talia scese nel cortile, preoccupata, a cercare Guisgard.
Ma vi era solo l'incantata pallidezza della Luna.
Tornò allora nella sua stanza e prima di coricarsi guardò ancora dalla finestra.
Qui si accorse che c'era qualcosa tra le sue amate piante.
Un bellissimo fiore di loto.
Lei lo raccolse, per poi adagiarlo accanto al letto.
Quella notte Talia non sognò più i cavalieri che volevano portarla via.
Sognò invece di un borgo arroccato su uno strapiombo, che guardava un mare sconfinato sotto un cielo scintillante di indescrivibili stelle.
Dal porto sottostante un veliero attendeva solo lei per salpare verso isole e terre sconosciute, mai visitate da nessuno, seguendo la rotta disegnata dalla Luna con la sua scia sulle acque.
E su quel veliero trovò Guisgard pronto a narrarle infinite avventure, nelle quali lei sola sarebbe stata l'unica eroina.
Per sempre.
http://www.biologonutrizionista.org/wp-content/uploads/2011/01/ayurveda-fiore-di-loto.jpg
Quel lontano ricordo sembrò raggiungere Talia, attraversandole il cuore e l'anima, a cavallo del vento.
Ad un tratto Luthien diminuì la sua andatura, fino a fermarsi del tutto.
Talia allora cominciò a sentire dei rumori, accompagnati da musica e canti.
Anche non potendo vedere, la ragazza comprese di essere giunta in un centro abitato.
Poi una voce gridò:
“Il campanile brucia che è una meraviglia! Anche quest'anno il nostro Santo Arcangelo sarà lieto per la grande festa in suo onore!”
E tante altre voci inneggiarono in coro al nome di San Michele Arcangelo.
cavaliere25
09-05-2012, 10.57.00
No amici miei non siamo di nuovo nei guai ora noi ce ne andremo da qui e andremo dove dovevamo andare al inizio del viaggio se ci sarà da combattere di nuovo non esiterò a proteggervi avete la mia parola e guardai tutti i presenti
Parsifal25
09-05-2012, 11.44.10
Il becchino si accorse della nostra presenza.....non sembrava avere cattive intenzioni.
Tentò di illuminarci con la lanterna che aveva con sè e disse noi che codesto era il sepolcro dei valenti cavalieri di San Giovanni che contribuirono alla conquista di Rodi, conoscevo le loro gesta e la loro storia....forse era l'ultimo baluardo di Campioni della Fede nel vero senso del termine.
"Messere...."chiesi "come mai un cimitero di cavalieri giace celato sotto le fondamenta del maniero di Sir Orco?". Notaì, che si accorse anche del nostro scrigno, conosceva la fattura di come era stato costruito e mi chiesi come facesse.
"Perdonate messere, come conoscete la storia degli scrigni?"
Inoltre, per quale motivo dovremo fidarci di una sua affermazione nell'aprirlo e se fosse una trappola, incrociaì lo sguardo con Lilith e le chiesi: "Cosa facciamo, ascoltiamo il suggerimento del becchino o vogliamo utilizzarlo al momento opportuno? Ricordi l'incisione che portava: "possiamo usarlo una sola volta, ma contiene qualcosa che tutti gli altri non possiedono".
Altea
09-05-2012, 14.44.22
Stavo per addentrarmi nella fitta zona della selva quando udii una voce familiare pronunciare il mio nome, mi voltai e vidi Fyellon che mi stava seguendo, mi fermai per sentire le sue ragioni...egli iniziò a parlare, parlare come un fiume in piena e lo ascoltai attentamente, sospirando e scuotendo la testa, Fyellon era strano, aveva cambiato atteggiamento, i suoi voleri di fama e potere erano svaniti..eppure mi resi conto che avevo passato molto tempo assieme a lui e ancora non conoscevo nulla di lui e nemmeno lui.
"Fyellon...vi stupite del mio comportamento? Prima sembravate acceccato dalla fama e dal successo, più dal fatto di salvare quel povero ragazzo...asserendo che lo stavate facendo solo ed esclusivamente per diventare ricco." Ripresi a camminare verso la montagna dei Sette Spiriti, facendogli segno di seguirmi "Ascoltate bene, mi avete dato la vostra promessa di cavaliere, purtroppo io non conosco bene i vostri codici cavallereschi ma devo crederci. Salveremo o salverete quel ragazzo e come promesso riprenderemo il viaggio verso Tylesia, ma vi esprimo i miei dubbi riguardo quel posto, io starei molto attenta."
Mi fermai un attimo, ero stanca dal lungo camminare per molto tempo...e mi sedetti su un tronco di un albero posto a terra guardando Fyellon "Non voglio più sentirvi dire che siete secondo a nessuno, non voglio più sentirvi dire che vostro fratello era il prediletto e voi non eravate nulla..dovete sapere che mio padre morì poco dopo la mia nascita e mia mamma mi allevò come potè, e io dovetti fare mille piccoli lavori fin da piccola...e la notte studiavo i libri che il mio maestro mi consegnava, di nascosto da mia madre..perchè credevo in me stessa. Voi non credete in voi stesso Fyellon, e anche se vinceste? se diventaste il più bravo e forte cavaliere? Vostro fratello, che sempre nominate, non lo verrebbe mai a sapere, non è più una gara tra ragazzini, voi semmai dovete diventare il più bravo e forte cavaliere per il bene del popolo e per voi stesso."
Mi rialzai..."Ora andiamo, presto, prima che quel ragazzo non perisca sotto quella montagna...e ricordate che poi la vostra più grande impresa non sarà riconquistare Tylesia...ma la mia fiducia".
Talia
09-05-2012, 15.38.44
Il bosco, i suoi rumori, i profumi e quell’aria fredda dopo la pioggia... il bosco ci sfrecciava intorno, ma io, schiacciata sul collo di Luthien, non sentivo niente.
La cavallina galoppava alla massima velocità, saltando gli ostacoli e zigzagando tra gli alberi... io non potevo vedere ma mi fidavo di lei, che continuava a procedere in linea retta come le avevo impartito pur senza sapere dove saremmo finite.
Non sentivo più il pesante ma felpato passo di Sheylon vicino a me, ormai... aveva scelto di ascoltarmi, dunque... aveva scelto di contravvenire agli ordini di Guisgard per tornare indietro ad aiutarlo... questo pensiero mi dette un po’ di coraggio: sapere che Sheylon stava andando da Guisgard mi rasserenò in parte ed in parte mi fece sentire ancora più sola... sì, eravamo sole adesso io e Luthien... dovevamo stare attente, molto più attente.
Poi, all’improvviso, quel lontano ricordo mi raggiunse e penetrò nella mia mente, fino ad occuparla totalmente...
Quel giorno lontano, il Maestro, quel mio sogno, Guisgard, quel fiore... all’improvviso, quasi come un fulmine a ciel sereno, compresi il senso di quel sogno che tanti anni prima mi aveva turbata... e rabbrividii violentemente: in quel sogno, quei cavalieri catturavano Guisgard e...
Mi bloccai. La mia mente si rifiutava di ricordare oltre.
Poi di nuovo pensai a Sheylon... sì, mi dissi, Sheylon era la variabile: la tigre non c’era nel mio sogno... ma io lo avevo rimandato indietro, da Guisgard, perché potesse aiutarlo... e dunque non tutto era perduto. Insieme, mi ripetevo, insieme Guisgard e Sheylon avrebbero potuto battere quei cavalieri, insieme avrebbero potuto giocarli e tornare da me...
E fu con il cuore pieno di questa convinzione e di nuova speranza che mi riscossi da quei ricordi e mi resi conto che Luthien stava rallentando l’andatura...
Anche non potendo vedere, la ragazza comprese di essere giunta in un centro abitato.
Poi una voce gridò:
“Il campanile brucia che è una meraviglia! Anche quest'anno il nostro Santo Arcangelo sarà lieto per la grande festa in suo onore!”
E tante altre voci inneggiarono in coro al nome di San Michele Arcangelo.
Luthien si fermò, permettendomi così di restare per qualche istante in ascolto.
C’era fermento intorno a noi, udivo molte voci gridare ed inneggiare il nome del santo Michele, udivo il sordo sfrigolio tipico di un grosso falò...
Per qualche attimo ancora rimasi con tutti i sensi all’erta... ma non mi parve di percepire niente di minaccioso in quel luogo... ed anzi, pensai che in tutta quella confusione difficilmente qualcuno avrebbe badato a noi, cosa che poteva tornarci assolutamente utile...
“Andiamo, Luthien...” mormorai, chinandomi appena sul collo della cavallina “Procedi lentamente... non facciamoci notare! Vediamo di trovare un posto tranquillo ed appartato, in cui poterci riposare un poco...”
Guisgard
09-05-2012, 17.32.54
Fyellon sorrise a quelle parole di Altea.
“Sapete...” disse “... mai nessuno si è mostrato così fiducioso verso di me... mai nessuno ha creduto tanto nelle mie capacità... ma ora il destino mi sta dando una possibilità... ora salveremo quel ragazzo e poi torneremo a Tylesia per liberarla dai suoi nemici!” Prese la mano di Altea. “Grazie, Altea... saprò essere degno della vostra fiducia...” fissandola negli occhi.
I due allora tornarono indietro.
“Prendete una stanza e fate preparare qualcosa da mangiare.” Fece Fyellon. “Io porterò l'acqua a quel disgraziato e cercherò di capire in che condizioni si trova. Al mio ritorno vi racconterò tutto.”
Salutò la ragazza e si diresse poi verso la Montagna dei Sette Spiriti.
http://www.themoviescene.co.uk/reviews/_img/1153-2.jpg
Guisgard
09-05-2012, 17.38.29
“I cavalieri sono sepolti qui” disse il becchino a Parsifal “perchè poco distante dal labirinto si trova una vecchia chiesa longobarda. Ci sono molte leggende su questo cimitero... qualcuno afferma che i cavalieri risorgano ogni volta che qualcuno si accinge ad affrontare la prova, per banchettare ed offrire agli sfidanti la spada del loro comandante...” fissò poi lo scrigno in ciliegio “... conosco quello scrigno poiché l'ho veduto nella bottega del venditore... in esso è conservata una possibilità di salvezza che vi viene offerta...” guardò anche Lilith “... usatela bene, poiché potrebbe essere l'unica...”
Guisgard
09-05-2012, 17.44.46
Tieste e Polidor annuirono a quelle parole di Cavaliere25.
“Allora andiamocene via!” Esclamò Alberico. “E alla svelta! Tra un po' ci saranno più cavalieri qui, che topi in una dispensa di formaggi cardiziesi!”
Gli invitati alla festa di nozze ringraziarono ancora una volta i tre falsi monaci per averli difesi da quei malvagi cavalieri.
E grati di ciò, indicarono ai tre fuggitivi una via di fuga attraverso il bosco.
“Addentriamoci, allora!” Disse Alberico. “Raggiungeremo così la selva e faremo perdere le nostre tracce a quei cavalieri!”
Ma prima di andare, la giovane sposa baciò teneramente la mano di Cavaliere25.
“Grazie, cavaliere...” sussurrò “... grazie per avermi salvata...”
elisabeth
09-05-2012, 20.24.44
Per Reas quella scena era veramente troppo...un mondo magico si era presentato in maniera puro e semplice....la natura era capace di comprendere e non si faceva domande si porgeva agli uomini perche' essi ne avessero beneficio.
Reas era sgomento,i suoi occhi mi fissarono terrorizzati....non mosse neanche un passo per oltrepassare il vuoto ebbi la sensazione che volesse scappare via da me, senza voltarsi piu' indietro.........volevo rassicurarlo...ma tutto intorno a me si fece buio.....ed entrai in contatto con il senno celato alla realta'.....tutto spari' e fui catapultata in un altra dimensione, sogno....? Forse..oppure lacapacita' di vivere stralci del futuro......Vidi un vecchio monaco ero con lui accanto al fuoco, non ci scambiammo alcuna parola...anzi, avevo la sensazione di non essere percepita, quando ad un tratto dei cavalieri fecero ingresso nella stanza e il monaco.....sembrava formulasse una domanda di cui conosceva la risposta, avrebbero trovato il fiore e distrutto la citta'.........non ebbi il tempo di ascoltare altro...fui riportata indietro nella realta', mi ritrovai sdraiata e gli occhi di Reas scrutavano il mio volto......stavo bene ?.....
Fui aiutata ad alzarmi....mi spolverai il vestito e tolsi qualche foglia dai capelli........." ditemi la verita' Reas.....pensate che io sia una strega......e avete ragione, ma intanto.....devo raccontervi un mio sogno, i sonodei Cavalieri che vogliono un fiore e a quantopare hanno la benedizione di un monaco.....il punto e' che se arriveranno a quel fiore....Tylesia sara' distrutta..........sinceramente, che vi faccia terrore oppure no, dovete varcare questo rudimentale ponte ed andare a trovare, questo monachello che ci fa i dispetti........e non guardatemi cosi'......sono una strega ma non ho ancora mangiatop gli umani, forse potrei iniziare da voi...."......Passai per prima dall'altra parte, ridendo di cuore.....ed attesi ilo mio bel Cavaliere dall'altra parte.....
Altea
09-05-2012, 20.32.40
Vidi Fyellon prendere la mia mano..."Fyellon, ripeto, dopo questo episodio spero abbiate capito che dovete dimenticare il vostro passato, e mi raccomando siate cauto nella montagna...questo nome non mi dice nulla di buono".
Lo vidi scomparire e rientrai nella locanda e mi diressi verso il vecchio locandiere..."Messere..mio cugino Fyellon è andato nella Montagna dei Sette Spiriti per salvare vostro figlio, egli mi ha chiesto di ordinare le stanze per stanotte e anche del cibo..augurandomi ritorni vittorioso con vostro figlio, ma ditemi chi sono questi cavalieri?".
Guisgard
10-05-2012, 01.33.44
Reas fissò per qualche istante Elisabeth.
Nel suo sguardo vi era una indecifrabile inquietudine.
“Io non so cosa voi siate...” mormorò “... non lo so davvero... e voi di certo non siete tenuta a dirmi nulla... vi chiedo solo una cosa... evitata da ora altre situazioni simili... vi prego, almeno fino a quando durerà questa nostra missione... vi chiedo solo di non compiere altri... non so neanche come chiamarli... trucchi, ecco... niente più trucchi, vi prego...” attraversò allora il ponte “... quanto al vostro sogno, non credo racchiuda qualche significato particolare... i sogni non sono altro che elaborazioni delle sensazioni e degli stati d'animo vissuti durante il giorno... questa ricerca vi ha in qualche modo scossa, per questo avete fatto quel sogno.”
I due si avviarono così verso il monastero.
Ma proprio in quel momento, dall'alto delle vecchie mura, una figura austera si levò per fissarli.
“Non è servito dunque il vecchio ponte a fermarvi, vero?” Tuonò minacciosamente. “Allora troverete di meglio!”
“Chi siete?” Domandò Reas.
“Voi, piuttosto, chi siete?”
“Siamo dei viaggiatori...” rispose il capitano “... cerchiamo solo un posto in cui riposare...”
“Andate oltre, allora...” fece la figura “... troverete di certo qualche borgo lungo il cammino.”
“Ma siamo stanchi!”
“Ed io cosa posso farci?” Esclamò la figura. “Non sono stato certo io ad invitarvi qui!”
“Che cocciuto!” Fece Reas, voltandosi verso Elisabeth.
Parsifal25
10-05-2012, 02.03.50
Non compresi le sue parole....
"Mi perdoni, messere......ma poco fa, ho visto un gruppo di cavalieri guidati da un capo anziano che banchettavano e bevevono....non mi dica che erano....degli spiriti?"
"......pensate.....mi avevano anche offerto di barattare la mia arma con quella del comandante....ed io che pensavo fossero vivi.....anche se sin dall'inizio ebbi qualche sospetto, poichè le Crociate da tempo erano finite....."
Guardando lo scrigno dissi:"....sì, abbiamo scelto questo poichè il ciliegio è un albero candido ma combattivo, poichè dopo ogni Inverno è sempre pronto a sorgere nuovamente....sappiamo che contiene un'unica arma, ma la scelta è stata ponderata e compiuta con la mia compagna di viaggio...."
Guisgard
10-05-2012, 02.17.49
Il vecchio locandiere sorrise ad Altea.
Mostrò allora alla ragazza la migliore stanza che avevano lì.
“Farò subito preparare da mangiare, milady...” disse poi “... ed anche una tinozza d'acqua calda in cui potervi lavare dopo le fatiche del vostro viaggio... e naturalmente senza alcun costo... è un dono che vi faccio... grazie per aver preso a cuore le sorti di mio figlio... grazie, milady...” inchinandosi “... quei cavalieri che avete visto sono agli ordini del comandante Gerprando... essendo le guardie del Gastaldo, spetta a loro vigilare su queste terre... li abbiamo chiamati subito dopo la tragedia capitata a mio figlio...”
“Tragedia?” Intervenne Renya. “Sono mesi che dico a Barius di tenersi lontano da quella maledetta montagna!”
“Su, Renya, scendi in cucina a preparare qualcosa per i nostri salvatori...” le disse il vecchio locandiere.
“Si... certo...” e sbuffando la donna scese in cucina.
Intanto, Fyellon aveva raggiunto la montagna sacra agli antichi Sanniti.
Riconobbe il crollo e seguì i detriti staccatisi dalla parete interna che dava alla vecchia necropoli sannita.
Ad un tratto udì dei rumori ed un respiro affannoso.
Si affacciò allora in una piccola crepa che dava all'interno della parete e vide una figura intrappolata sotto il crollo di alcune pietre.
“Barius...” chiamò il cavaliere “... siete voi? Rispondetemi...”
“Chi...” mormorò l'uomo intrappolato “... chi siete?”
“Sono un cavaliere... come state?”
“Un cavaliere?”
“Si, sono sir Fyellon...” annuendo “... e sono qui per tirarvi fuori da questo posto... ditemi, avete qualcosa di rotto?”
“Credo di no...”
“Bene!” Esclamò il cavaliere. “Avete provato a venir fuori?”
“Sono tre ore circa che tento...”
“Ora dovete solo star tranquillo...” sorridendo Fyellon “... vi ho portato dell'acqua...” facendo passare la borraccia dalla fessura.
“Quando mi tirerete fuori da qui?”
“Presto, ma voi dovete fidarvi...”
Barius accennò un sorriso e cominciò a bere.
“Bevete adagio...” disse Fyellon “... ora devo andare...”
“Non lasciatemi solo...”
“Vado a preparare ogni cosa per la vostra liberazione.”
“Va bene...” fece Barius “... ma tornerete, vero? Sapete, io non ho mai creduto agli spiriti... ma sto cominciando a pensare che questa sia una punizione per aver profanato questo luogo...”
“Non siate sciocco...” disse Fyellon “... qui non ci sono spiriti... ora cercate di star sereno... io tornerò presto...”
Uscì così da quei meandri, lasciando Barius a pregare in quella sua prigione di pietra e silenzio.
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Guisgard
10-05-2012, 02.24.30
Il becchino accennò solo un lieve sorriso a quelle parole di Parsifal.
“Si, avete ragione...” mormorò con aria enigmatica “... le Crociate sono finite da tempo...” fissò allora lo scrigno “... si, dovete ponderare ogni cosa, poiché vi sarà concessa una sola possibilità...”
Ad un tratto si udì un lungo ed angosciante gemito, simile ad un lamento straziante che mutò poi in una stridula e folle risata.
“La bestia è stata sciolta e ha sentito l'odore delle vostre anime...” disse il becchino “... preparatevi, la prova è prossima a mostrarsi a voi...”
Guisgard
10-05-2012, 02.38.31
A passo lento, Luthien entrò in quel borgo, mentre tutt'intorno era un insieme di voci, risa e canti.
Le campane suonavano a festa e ovunque regnavano spensieratezza e divertimento.
Ad un tratto Talia udì delle voci.
Provenivano da una rustica bottega il cui ingresso era all'ombra di un pergolato di foglie di vite.
Dal tono che si udiva e dall'eccitazione amichevole che dominava quella discussione, la ragazza si rese subito conto che stava avvenendo una contrattazione.
“Vi dico” disse una voce vigorosa e dalla bonaria cadenza “che un costume simile a Capomazda non costerebbe meno di quattro Taddei.”
“Ma non siamo a Capomazda!” Esclamò un'altra voce, dal tono molto più giovanile. “Lì ci sono i dazi da pagare per i mercanti e poi la clientela è quasi tutta di alto lignaggio. E poi, suvvia, siamo a Maddala e non a Capomazda! Non si può pretendere di vendere qualcosa come se ci trovassimo là! Allora, vi darò un Taddeo e mezzo. Non una moneta di più!”
Il mercante scosse il capo.
“Oh, Fernand...” sospirò una voce femminile “... ti prego, voglio quel costume...”
“Sentito?” Fece Fernand fissando il mercante. “Sapete questo cosa vuol dire? Che mi venderete quel costume per un Taddeo e mezzo!”
“Impossibile, messere.” Replicò il mercante. “Proprio non posso. Guardate e controllate pure... non può vendersi a meno del prezzo che vi ho detto.”
“Oh, Fernand...” accarezzando quel costume la ragazza “... guardalo, è bellissimo... avevi promesso che alla festa saremmo stati Erec ed Enide... dai, prendiamo il costume di Enide...”
“Avanti, lo prendo per un Taddeo e mezzo.” Disse Fernand al mercante.
“Impossibile.” Inflessibile questi.
Poi all'improvviso il suo sguardo si spostò verso la strada.
Aveva notato Talia in sella a Luthien.
“Forse possiamo risolvere la questione...” mormorò “... attendetemi un momento...”
Si avvicinò alla cavallina.
“Gentile dama... posso rubarvi un momento?” Rivolgendosi a Talia. “Ho bisogno del vostro aiuto... vedete, è sorta una vivace disputa tra me e questo buon giovane... sua moglie ha scelto come costume per la festa di San Michele Arcangelo, quello della bella eroina Enide... ora, quel costume vale almeno quattro Taddei, mentre io lo vendo a soli tre Taddei... il giovane però ritiene che il prezzo sia ingiusto e propone di pagarlo solo un Taddeo e mezzo... ecco, se a voi non è troppo disturbo, ora vi chiedo una cortesia... volete controllare voi stessa il costume e dirci secondo voi qual'è il suo giusto valore? Siete una giovane e bella dama e di certo non vi fanno difetto gusto e competenza... accettate?”
Il mercante allora fece cenno al suo garzone e questi subito prese il costume, per portarlo poi al suo padrone.
Il mercante così lo mostrò a Talia.
Era ricco e sfarzoso, di un vivo vermiglio, attraversato da larghe fasce di bianco e lucido raso.
Talia
10-05-2012, 09.51.42
Io e Luthien entrammo nel borgo a passo lento... intorno a noi si confondevano grida, canti, risa. Tirai appena le briglie, dunque, e mi soffermai nel tentativo di districare la mia mente da quella confusione e riuscire ad uscire da quel caos, e fu allora che udii quelle voci...
Discutevano circa il prezzo di un abito per la festa e, dal tono di entrambi i contendenti, pensai che non sarebbe certo stato semplice per loro trovare un accordo. Stavo gusto per ripartire quando, del tutto inaspettatamente, una di quelle voci mi si avvicinò e, un po’ tirandomi ed un po’ sospingendomi, il mercante mi invitò verso la sua bottega...
“No...” tentai di protestare “Aspettate... io, veramente...”
Ma quell’uomo non badò alle mie obiezioni e così, in barba a tutti i miei propositi di passare inosservati e nascondersi da qualche parte in attesa di Guisgard, mi ritrovai in quella bottega.
ecco, se a voi non è troppo disturbo, ora vi chiedo una cortesia... volete controllare voi stessa il costume e dirci secondo voi qual'è il suo giusto valore? Siete una giovane e bella dama e di certo non vi fanno difetto gusto e competenza... accettate?”
Il mercante allora fece cenno al suo garzone e questi subito prese il costume, per portarlo poi al suo padrone.
Il mercante così lo mostrò a Talia.
Era ricco e sfarzoso, di un vivo vermiglio, attraversato da larghe fasce di bianco e lucido raso.
Sospirai, dunque, e posai le dita sull’abito che mi era stato messo di fronte...
Era sicuramente molto bello, pensai: la stoffa era morbida e fluente arricchita da lunghe fasce di liscio raso, il corpetto presentava piccoli e delicati ricami e la cintura che stringeva la vita era alta e rigida...
“Questo è sicuramente un abito speciale...” mormorai “Un abito come questo, così minuziosamente curato nei dettagli, è sicuramente stato creato con amore e dedizione... e perciò credo che sia molto onorevole l’uomo che desidera farne dono alla propria moglie. Certo, anche il mercante ha ragione: un abito come questo ha indubbiamente un grande valore... un valore, probabilmente, non soltanto materiale...”
Per qualche istante ancora le mie dita indugiarono su quella stoffa morbida, poi sospirai...
“Facciamo così...” proposi “Il nostro buon Erec metterà il suo Taddeo e mezzo... ed un altro Taddeo e mezzo lo metterò io!”
Infilai allora una mano nella bisaccia e ne estrassi una grossa moneta d’oro e due monete più piccole.
“Ed in cambio di ciò, voi sarete magari così cortesi da indicarmi un luogo tranquillo e lontano dalla confusione in cui io e la mia cavallina potremmo riposarci per qualche tempo...” sorrisi “Che cosa ne dite?”
Altea
10-05-2012, 09.53.35
Il vecchio locandiere si dimostrò più disponibile e mi accompagnò, a suo dire, in una delle migliori stanze. Certo, capivo la sua gentilezza era dovuta solo al fatto che eravamo lì a salvare il figlio poichè notai il modo con cui trattava la nuora, Renya.
"Messere, vi ringrazio per questa vostra ospitalità, ma non è a me che dovrete rendere grazie se vostro figlio verrà salvato..quanto a Fyellon. E vi chiederei una gentilezza...come premio vorrei sapere la strada giusta per tornare a Tylesia, spero possiate aiutarci, ora se permettete vorrei rimanere sola e rinfrescarmi, sono veramente stanca...sono mesi che non ho un momento di tranquillità."
Rimasi un attimo a pensare e mi balenò un pensiero...forse quei cavalieri conoscevano qualcosa su Tylesia e sui loro nemici.."Potrei avere l'occasione di parlare con il comandante dei cavalieri, sir Gerprando, mentre aspetto Fyellon?"
cavaliere25
10-05-2012, 11.52.02
Guardai la sposa e dissi non ce di che mylady è stato un piacere ora devo andare prima che tornino in molti e mi incamminai verso la selva insieme al gruppo di amici e ora chissà cosa ci attenderà dissi guardando Tieste e Alberigo speriamo qualcosa di bello e sorrisi
elisabeth
10-05-2012, 12.56.39
Quanto era acido......e poi parlavano di noi donne, ma peche' non sorrideva un po'....." Carissimo mio buon compagno di avventura........se questa storia vi sta avvilendo, li' ci sono ancora gli alberi pronti a farvi ritornare indietro.....e vedrete come per incanto svanire me..e tutta questa ssurda storia.....cigni e sogni..."...Fui interrotta dal monachello dispettoso, che a quanto pare era testardo.....acido e sospettoso, Reas ebbe qualche scambio di vedute..che non fruttarono nulla...." Lui cocciuto ?...mio caro Reas..se le vostre teste si scontrassero...tremerebbe la terra, non vi dara' retta..e non andremo da nessuna parte che non sia al diavolo, non volete che usi la mia magia, volete che stia zitta.....bene, aspetto i vostri comandi.....oppure posso far sparire il monachello.......sono in balia dei vostri desideri, fate in fretta pero' perche' se non trovo i cigni, Goz non costruisce l'armatura e io finisco sul rogo...e siccome la cosa non mi aggrada, finisco poi per far di testa mia....".....Mi appoggiai ad un albero incrocia le braccia ed attesi che sua Grandezza risolvesse la questione..
Parsifal25
10-05-2012, 17.00.32
Entrambe sorridemmo,fortuna che ricordo ancora bene le lezioni del mio padre adottivo. Volevo continuare a parlare con il becchino, poichè mi sembrava una persona informata dei fatti e affscinante da ascoltare e confrontarsi ma improvvisamente un urlo stridulo e soffocante tuonò nell'area......compresi........che la Bestia era stata liberata.
La caccia andava iniziando.
"D'accordo....."risposi. "E' stato bello scambiare, quattro chiacchiere con voi.....siate prudente......adesso cominciamo a giocare...."risposi sorridendo. Lilth era vicino a me, guardaì i suoi occhi e ripresi la guardia:
"Non fallirò.....Lilith sarà protetta".
Attesi movimenti e spostamenti d'aria provenienti dal silenzio, avevo gli occhi chiusi.....andavo concentrandomi; non avevo ancora intenzione di utilizzare lo scrigno poichè dovevo aprirlo e utilizzarlo con Lilith, nel frattempo mi sareì protetto con i miei riflessi ed una piccola mano "pagana"......
Guisgard
10-05-2012, 17.02.03
Talia sfiorò con le dita quel costume e ne comprese subito la bellezza.
Nel padiglione centrale, illuminato da lampade dai colori vivissimi e variegati, gli invitati avevano preso già posto, ciascuno abbigliato come l'evento richiedeva.
Maschere e costumi, ventagli e ombrelli policromi vivacizzavano la festa e i musici con le loro note erano una dolce tentazione per chi amava la danza.
Un gruppo dei presenti, divertiti, era seduto in cerchio tra due menestrelli che animavano il ricevimento.
Tra quegli spettatori vi era anche la principessa Chymela.
“Allora, miei signori...” fece uno dei menestrelli “... avete riflettuto? Chi è più importante, un Angelo oppure un uomo?”
“Dilemma complicato...” disse il marchese di Florenzia, abbigliato come un ricco feudatario di Boemia, che mai aveva distolto lo sguardo da Chymela “... ma di sicuro un Angelo è superiore ad ogni uomo.”
Tutti lodarono quella risposta.
“Siete d'accordo con me, altezza?” Domandò il marchese alla principessa.
“L'uomo è superiore a qualsiasi Angelo.” Esclamò all'improvviso una voce.
Tutti si voltarono.
“O bella...” sarcastico il marchese, cercando con lo sguardo tra i presenti “... e come fate a dirlo?”
“Perchè un uomo può diventare un Santo.” Rispose il misterioso ospite.
Era abbigliato come uno di quei contrabbandieri corsi, a metà tra il guascone e il picaresco.
Aveva un colorito pallido che tradiva una malinconica nobiltà, una ciocca ribelle di capelli scuri e ondulati che danzava sul suo volto, un portamento come segnato da un'indefinibile solitudine.
Il volto era celato da una maschera argentata che ben si intonava col meraviglioso basco vermiglio, mentre due occhi azzurri sembravano custodire un impenetrabile segreto, forse legato ad immense ricchezze, o forse marchiato da un insopportabile dolore.
“Allora” replicò il marchese “un uomo è superiore anche a San Michele, San Gabriele e San Raffaele?”
“L'avete detto voi stesso, milord...” rispose l'ignoto contrabbandiere “... i tre Arcangeli sono Santi, oltre che Angeli...”
Un mormorio meravigliato sentenziò l'ammirazione che quell'uomo aveva suscitato nei presenti.
Quella visione sembrava aver preso forma grazie al tocco delle sue mani su quel vestito.
In quel momento il mercante e i due clienti si accorsero della sua cecità.
“Vogliate scusarmi, milady, io non sapevo...” fece il mercante.
Ma Talia subito lo interruppe con le sue parole.
E poi il gesto di voler pagare metà del prezzo di quel costume.
“Io non posso accettare, milady...” stupito Fernand.
“E' un gesto molto nobile, milady.” Disse il mercante. “Siete di certo una gran dama, visto la nobiltà che traspare dai vostri gesti, oltre che dalla vostra figura.”
Alla fine Fernand accettò il dono di Talia, visto il desiderio di sua moglie di voler indossare quel vestito.
“Posso sdebitarmi allora, milady?” Domandò il giovane marito. “Abbiamo un nostro buon amico che gestisce una locanda. E' un posto tranquillo e molto accogliente, non troppo lontano, né troppo vicino dal centro del paese. Lì potrete riposare. Possiamo io e mia moglie condurvi là?”
Guisgard
10-05-2012, 17.10.21
Ma prima che Parsifal si allontanasse, il becchino lo chiamò:
“Aspettate, cavaliere!”
Fissò poi anche Lilith.
“Non sapete nulla di ciò che accade qui...” mormorò “... come pensate di poter intraprendere la prova? Ignorate tutto... rammentate che senza la vostra compagna non potrete salvarvi... forse riuscirete a vincere la prova, per miracolo, ma poi? Bisognerà uscire da questo labirinto e la cosa non sarà facile... per questo vi ho detto di riflettere su tutte le possibilità che avete...”
Guisgard
10-05-2012, 17.21.32
“Certo, milady!” Disse il vecchio locandiere ad Altea. “Quando vi sarete rinfrescata e riposata, scendete pure al piano di sotto. Troverete lì i soldati ed il loro comandante Gerprando.”
E lasciata sola la ragazza, il vecchio locandiere tornò in cucina.
Guisgard
10-05-2012, 17.26.05
Reas fissò Elisabeth e scosse la testa.
“Io non ho mai detto di volervi in silenzio!” Esclamò il capitano. “Ho solo detto che non mi piacciono i vostri trucchetti! Avanti, fatemi vedere cosa sapete fare... parlateci voi con quel monaco, visto che è testardo quanto me!”
Parsifal25
10-05-2012, 17.28.17
Ero concentrato, finchè la voce del becchino irruppe nuovamente, temeva che mi allontanassi da quel luogo, ma non lo avreì fatto.
Sapevo che era necessaria la presenza di Lilith e della sua conoscenza nelle arti antiche, inoltre, lei stessa custodiva lo scrigno e ardentemente desiderasse affrontare la prova, non mi sareì mosso senza di lei.
Il mio compito era quello di rimanere vigile e difenderla ad ogni costo:
".......con tutte le battaglie e sfide che ho affrontato, sapevo che non tutte potevano essere vinte da solo, avevi bisogno degli altri: il supporto dei tuoi compagni, lo stesso ideale, la loro vita che avevi nelle mani.....mi hanno forgiato......e non finirò mai di ringraziare"
Mi volsi verso il becchino e gli risposi: "Non temete....non avanzerò alla cieca.... sapete il mio padre adottivo e Maestro il cui nome era Caradill, mi ripeteva sempre ciò......."analizza tutto ciò che ti circonda, non fidarti solo dei tuoi sensi ma sappine utilizzare un altro.....il più importante: il cervello...... Non stare sempre fra le nuvole.....così, amava prendermi in giro" dissi sorridendo."Inoltre, sul letto di morte mi ha affidato una strana chiave ed una missione che ancora non comprendo, ma che al più presto scoprirò......Il ciondolo dei Longiniu....non conosco la storia dell'ordine a cui appartengo e la sua chiave....."
Talia
10-05-2012, 17.47.20
Quella visione mi attraversò la mente e fece tremare la mia mano, lasciandomi vagamente turbata...
Le visioni su Andros e Chymela, infatti, erano sempre scaturite da qualcosa... il Belvedere, la fabbrica, la pietra, il libretto... e così quella, affiorata tra i miei pensieri mentre stavo sfiorando quel vestito, mi colse totalmente alla sprovvista e mi travolse...
Tremai e, per un momento, non fui più tra loro.
Poi, all’improvviso, la voce di quel giovane uomo mi richiamò tra loro...
“Posso sdebitarmi allora, milady?” Domandò il giovane marito. “Abbiamo un nostro buon amico che gestisce una locanda. E' un posto tranquillo e molto accogliente, non troppo lontano, né troppo vicino dal centro del paese. Lì potrete riposare. Possiamo io e mia moglie condurvi là?”
Battei le palpebre un paio di volte e mi sfiorai la fronte con la punta delle dita, nel tentativo di far sì che quelle immagini mi lasciassero riflettere per un istante...
“Oh...” mormorai “Oh, si... ve ne sarei infinitamente grata! Vedete... nella mia condizione, temo che potrei incontrare qualche difficoltà ad attraversare il paese con tutta quella confusione... c’è una festa, non è vero? Vi ruberò, dunque, non più di un minuto: basterà che mi indichiate la via, poi vi lascerò subito andare a festeggiare!”
Così dicendo cercai di nuovo la briglia di Luthien e la strinsi... sospirai... tutto ciò che desideravo era raggiungere un posto tranquillo e silenzioso il più presto possibile... ero così stanca e stravolta... ero così preoccupata!
Guisgard
10-05-2012, 18.24.28
Il becchino fissò Parsifal e poi Lilith.
“Si, dite il vero...” disse “... il cervello... e quello vi aiuterà in questa impresa... se mi concederete un momento del vostro tempo, vi narrerò della prova...”
E di nuovo si udì il folle verso della belva che echeggiava tra i meandri maledetti di quel labirinto.
Altea
10-05-2012, 18.27.23
Il vecchio locandiere mi lasciò sola, finalmente mi rinfrescai, certo non era un bagno con essenze profumate...ma sempre meglio di nulla.
Mi rivestii di fretta, avevo urgente bisogno di parlare con quei cavalieri e il loro comandante, scesi le scale di fretta cosi che arrivata al piano sottostante trovai infatti i cavalieri, del locandiere non vi era traccia e mi avvicinai al comandante.."I miei omaggi cavaliere, mi chiamo Altea e avrei bisogno di alcune informazioni da Voi e i vostri soldati...di una città di nome..Tylesia".
Guisgard
10-05-2012, 18.42.40
Talia fu così accompagnata dai due giovani sposi verso quella locanda.
“Si, in paese vi è una festa.” Disse la moglie di Fernand. “L'altro ieri si festeggiava l'apparizione del nostro Santo patrono, l'Arcangelo Michele. Un'antica tradizione vuole che si incendi il campanile per onorare il Santo.”
“Stasera ci sarà un gran ballo in costume, per omaggiare la tradizione cavalleresca tanto cara a San Michele.” Aggiunse Fernand. “Parteciperanno tutti i giovani del borgo... perchè non venite anche voi, milady?”
“Forse la nostra amica sarà restia, visto che non è accompagnata...” fece la moglie di Fernand.
Giunsero così alla locanda.
Fernand chiamò subito qualcuno e un attimo dopo un uomo uscì dall'edificio.
“Famios, come stati?” Andandogli incontro Fernand.
“Bene, grazie a Dio!” Rispose l'uomo.
“Ti abbiamo portato una nostra amica...” indicando Talia “... è possibile farla accomodare in una stanza?”
Famios annuì.
Accortosi poi della cecità di Talia, chiamò sua figlia.
“Margel, accompagna di sopra la nostra ospite.” Disse il padre alla figlia.
“Cosa avete deciso riguardo al ballo, milady?” Domandò Fernand a Talia.
“Fernand, non insistere...” mormorò sua moglie “... ti ho detto che forse si imbarazza a venire sola...”
“Il ballo?” Ripeté Margel. “Se volete io ho finito di sistemare alcuni costumi, milady... potete sceglierne uno per il ballo.”
“Vedremo!” Esclamò il padre. “Ora facciamola riposare. Su, accompagnala sopra, Margel.”
E portò Talia in una comoda e tranquilla stanza, mentre suo padre sistemò Luthien nella stalla.
Guisgard
10-05-2012, 18.47.57
Il comandante Gerprando fissò Altea.
“Tylesia? Ma quella città è molto distante da qui!” Disse. “Si trova oltre queste montagne, verso Levante! Ma come siete finiti in questo posto dimenticato da Dio? Io, dipendesse da me, sarei già partito per l'altra parte del mondo!”
“Voi siete sposati?” Domandò Renya uscendo dalla cucina. “Voi e quel cavaliere, intendo?” Fissando Altea.
Altea
10-05-2012, 18.58.48
Il comandante mi guardò stupito...alle sue parole mi sentivo quasi svenire..quella parola era come un' ossessione..Levante, ma perchè non avevo agito da me, col mio pensiero?
"Si, milord...avete ragione, infatti pure il vecchio locandiere mi disse che si trova a Levante...ed era la direzione dove volevo dirigermi ma Fyellon poi riuscì a farmi cambiare idea..ma non penso sia difficile ritornare sulla via giusta, noi veniamo da Tylesia...e cerchiamo i nemici che la minacciano.." stavo finendo il discorso quando fui interrotta da Renya la quale mi pose una domanda alla quale non sapevo rispondere, riflettei un attimo...se avessi risposto che eravamo cugini, ci avrebbero divisi e io non mi sentivo sicura in quella locanda sola...ma non avevo altra scelta, e poi avevo la spada presa al fabbro in caso di evenienza..."No, milady Renya...siamo cugini".
Talia
10-05-2012, 19.15.29
Insieme a Fernand e sua moglie, attraversammo il paese e, finalmente, raggiungemmo la locanda.
Ero sempre più stanca e preoccupata... il pensiero di Guisgard e di ciò che poteva essere avvenuto al suo ritorno nella grotta mi tormentava, la speranza che Sheylon fosse arrivato in tempo continuava ad accarezzarmi la mente e poi quell’angoscia che mi prendeva all’idea che i Cavalieri della Luna Nascente potessero arrivare lì...
Sospirai e mi avviai su per la scala, guidata dalla mano della figlia del locandiere...
“Siete tutti molto gentili...” mormorai, fermandomi di colpo e voltandomi di nuovo verso di loro “Ed io vi ringrazio infinitamente! Ma preferirei non venire a quel ballo... sono stanca, ho molto viaggiato... ed ho soltanto bisogno di stare un po’ tranquilla!”
Sorrisi loro e ripresi a salire la scala, finché non giungemmo in una stanza tranquilla e silenziosa, in fondo al corridoio.
Qui ringraziai la ragazza di nome Margel ed attesi di sentirla uscire, richiudendosi la porta alle spalle... poi mi accostai alla finestra e lì mi sedetti... non avrei potuto vedere Guisgard se fosse arrivato, ma ero certa che lo avrei almeno ‘sentito’.
Guisgard
10-05-2012, 20.06.48
Passarono forse alcune ore con Talia immobile accanto alla finestra.
Così, il Sole percorse il suo tragitto fino a sfiorare l'Occidente, seguito dal manto dell'imbrunire e al suo passaggio lunghe ombre coprirono la campagna.
Il borgo, pian piano, si accese e la ragazza cominciò ad udire la musica che annunciava la festa.
In quel momento un lontano ricordo le sfiorò i sensi.
Una notte al Casale ed un vestito rubato...
Poi un ballo al chiaro di Luna ed un bacio mancato per l'arrivo del maestro...
Ripensò così a quel vestito e a tutto il resto.
Ad un tratto qualcuno bussò.
“E' permesso, milady...” entrando Margel “... volevo chiedervi della cena... cosa gradite mangiare? E poi...” arrossendo “... se non è troppo disturbo... volevo mostrarvi alcuni dei costumi che ho preparato... si, ho sentito che non volete andare al ballo, ma mi fa piacere mostrarveli...” cominciò allora a posare sul letto qualcuno di quei costumi “... ho preparato alcuni costumi in tema... Florio e Biancifiore, legati alla novellistica... poi Tafferuille e Colombina, per la Commedia dell'Arte...” e con una mano fece toccare a Talia la stoffa di quei costumi.
Il crepuscolo si era arenato pian piano nel blu cobalto di quel cielo screziato, che sembrava cospargersi di veli e manti con l'avanzare della sera, per lasciare un corona luminosa, figlia degli ultimi bagliori del giorno morente, ad avvolgere ogni cosa.
Alberi fioriti e arditi giochi d'acqua animavano il giardino reale sotto il firmamento disseminato di luminose stelle, capaci di rendere magica e sognante quella sera destata dall'incanto della Luna che, col suo pallido alone, disegna sulle nuvole errabonde verso Oriente sagome e contorni fiabeschi.
Le due figure passeggiavano sotto alcune arcate tra le quali erano cresciuti, per poi intrecciarsi fra loro, rami di ridente uva bianca.
“Sapete dove vi conduco?” Domandò Chymela al suo misterioso ospite.
“Non faccio alcuna resistenza, mia signora.”
“Verso quei pampini in fiore.” Indicò lei. “Siete così arrendevole?”
“Ogni buon marinaio” rispose lui “si lascia sempre guidare dal vento favorevole.”
“Ho notato che non avete toccato nulla.” Disse lei. “Forse Veroniana aveva ragione su di voi...”
“Cosa diceva di me la vostra amica?”
“Che forse siete un principe venuto dall'Oriente.” Rispose lei. “E che non mangiate mai quando siete lontano dal vostro palazzo o dai vostri eunuchi. Forse perchè temete di essere avvelenato.”
Lui sorrise.
“E' così, milord?”
Lui la fissò.
“Perdonatemi...” sospirò lei.
“Per cosa?”
“Per un momento ho rivisto... un amico...”
“Sono onorato di questa vostra innocente indecisione...”
Lei accennò un malinconico sorriso.
“E' lontano questo vostro amico?”
“Si...”
“E' però ancora di questo mondo, spero.”
“In verità è come se non lo fosse...” sussurrò lei “... è tanta la distanza che ci separa, le difficoltà che ci avversano, i dubbi che mi dilaniano, che mi sembra quasi di essere divisa da lui da un Ade sconfinato...”
“I poeti ci narrano che neanche l'Oltretomba tiene divisi due amanti...” fissando il firmamento lui “... basti pensare ad Admeto ed Alcesti, ad Orfeo ed Euridice...”
“Eh...” sospirò lei “... sono solo dolci miti...”
“Un poeta narrò di due giovani ed infelici amanti...” disse lui “... Paolo e Francesca... anche loro erano divisi da tutto... un matrimonio li rendeva adulteri ed il sangue fraterno li sentenziava come traditori...”
“E come finì la loro storia?”
“Morirono entrambi, per bruciare poi all'Inferno...”
Lei chinò il capo e si abbandonò ad un sospiro che si mutò in un gemito.
“Ma...” continuò lui “... chi ostacolò il loro amore fu condannato a pena ben peggiore... ed anche nell'eterno dolore delle fiamme infernali, neanche Dio, nella Sua infinita Misericordia, volle separare i due amanti...”
“Conosco questa triste storia...” mormorò Chymela “... Galeotto fu il libro e chi lo scrisse...” recitò “... lui, il mio amico, mi narrava sempre di Lancillotto e Ginevra...”
“C'è abbastanza magia stanotte sotto la luna” disse lui “da poter confondere la finzione con la realtà, il sogno con la concretezza... volete fare un gioco?”
Lei lo fissò nuovamente.
“Sotto questa maschera potrei essere chiunque...” continuò lui “... un pirata, uno zingaro, un contrabbandiere... magari anche un principe orientale... perchè non il vostro amico? Per una sera, una sera soltanto...”
“Voi conoscete bene la storia di Lancillotto e Ginevra?”
Lui sorrise.
“Così bene da farmi sentire Ginevra?” Con gli occhi lucidi lei. “Addio, bello e dolce Amico...” a memoria lei.
“Come suona diversa questa parola...” sussurrò lui “... come se l'avesse pronunciata proprio Ginevra... amico è colui che è tale solo per amicizia, raccontava la regina... Lancillotto invece era l'Amico... l'unico e il solo per la regina Ginevra...”
“Conoscete bene anche altre storie?” Chinando il capo Chymela ed accarezzando alcune margherite.
“Conosco tutte le storie che sa narrare quel fiore...” rispose lui “... ho navigato nei mari a Sud di queste terre, fino a Capomazda... e ad ogni porto e su ogni isola si narra della margherita e delle sue meraviglie...”
“Sareste perfetto allora per impersonarlo...” mormorò lei “... vi manca solo il nome...”
“Già, un nome...” fece lui “... una vecchia leggenda maltese narra che con una maschera si può assumere qualsiasi nome... potrei provare... come comincia il nome del vostro amico? Con la prima lettera dell'alfabeto? Artur? Armand? Alain? Forse era del Sud, magari greco? Anassagora? Arzia? Aristeo? Sapete, nei Nostoi greci, i poemi che narravano i ritorni degli eroi dalla Guerra di Troia, spesso i protagonisti erano indicati con un nome generico... uomo... ed in greco, uomo si dice Andros...”
Lei si voltò di scatto ad udire quel nome.
“Vi prego...” impallidita “... narratemi altre storie, fingendo di essere lui...”
Lui la fissò con i suoi occhi azzurri e malinconici.
“Lui amava darmi una buonanotte speciale ogni notte...” sussurrò lei.
“Conosco una novella italiana...” disse lui “... parla di due giovani amanti nati sotto una cattiva stella... la conoscete?”
“Una notte lui mi salutò dopo avermi narrato di quei due giovani sventurati...”
“E' facile per Romeo” fissandola lui “dire che la sua Giulietta è il Sole... il suo balcone possiede l'Oriente alle spalle e ne indora con l'aurora la sua pallida figura... e con l'alba egli può chiedere alla Luna di spegnersi, alle stelle di ammutolirsi ed al giorno nascente di cullare la sua amata... egli però ha bisogno del Sole e della sua luce riflessa... ma la mia Chymela non ha bisogno del Sole, né di raggiungere l'Oriente... il suo balcone è l'Oriente ed ella stessa è il Sole, è la Luna e tutte le stelle del firmamento, dalla Prima del Mattino, a quella Polare e di lei provano invidia Cassiopea la splendente e la Croce del Sud, guida, conforto e compagna di marinai e viaggi infiniti... ed io ne invoco uno sguardo, un sorriso, un cenno e forse un bacio... per tramutare tutto ciò in sogno e viverlo senza fine in questa notte eterna, senza più l'alba... poiché neanche la luce del giorno farà fuggire il mio sogno più bello...”
“Perchè sei tornato?” In lacrime lei. “Non sai che ti stanno cercando?”
“Una profezia mi ha predetto di questa terra...” sussurrò lui “... e un sogno mi ha promesso un tuo bacio...”
“E tu...” piangendo lei “... tu sei tornato solo per un bacio?”
“Oltre un tuo bacio” fissandola lui “non esiste altro... senza quel tuo bacio, il mondo stesso non ha più valore per me, Chymela...”
E la baciò in un caldo sospiro che li unì nel battito, magico, eterno ed ormai unico, dei loro cuori.
“Vi piacciono dunque questi costumi, milady?” Domandò Margel e interrompendo con la sua voce quella visione di Talia. “Che meravigliosa pietra...” fissando il ciondolo che la ragazza aveva al collo “... sta brillando intensamente... sembra magica...”
Lilith
10-05-2012, 23.40.22
Quando il becchino ci disse che avremmo dovuto aprire subito lo scrigno, io lo coprii con il mio mantello con un rapido movimento. Se quello scrigno poteva essere utilizzato una sola volta, allora avremmo dovuto utilizzarlo al momento giusto. Guardai con fare sospettoso l'anziano signore, che continuò a parlare.
Parsifal mi domandò quando avrei preferito aprirlo ed io gli sussurrai, sicura: "Di certo non in questo momento. Dobbiamo essere realmente in difficoltà per poterlo utilizzare."
Il becchino, intanto, raccontò che i cavalieri che avevamo visto prima erano in realtà morti e risorti, dato che avevavamo affrontato quella prova. Non riuscii a capacitarmi del fatto che gli uomini di poco prima erano, in realtà, morti. Rabbrividii ed indietreggiai di un passo verso Parsifal.
Udii poi un agghiacciante urlo. Secondo quello che l'uomo ci disse, quella era la bestia, la nostra prova. Indietreggiai nuovamente, fino a che non mi trovai di fianco al mio compagno di viaggio.
Quando stavamo per allontanarci dal cimitero, il becchino ci richiamò e ci disse che dovevamo sapere altro riguardo quel labirinto.
Parsifal disse una frase del suo maestro che mi colpii profondamente: aveva ragione, avremmo dovuto utilizzare il nostro cervello ed il nostro ingegno per superare la prova...
Improvvisamente, udimmo un'altro terribile grido della belva.
In quel momento, il becchino propose di raccontarci altro riguardo ciò che avremmo dovuto affrontare.
"Avete meno di un minuto per raccontarci cosa ci aspetta" dissi io, con una preoccupazione tale che mi tremavano le mani "Vi prego, diteci tutto in meno tempo possibile: quel mostro si sta avvicinando."
Prima che egli potesse rispondere, un altro urlo della bestia eccheggiò tra i cunicoli del labirinto.
Parsifal25
11-05-2012, 02.13.17
Sorrisi con stima e approvazione, forse avevo trovato una giusta e rispettabile persona. Notaì che Lilith, man mano veniva sempre più vicino a me capì che aveva paura, appena arrivò più vicino, la presi per mano per rassicurarla e infonderle tutta la mia energia.....sarebbe andato tutto liscio se fossimo rimasti uniti.....anche le paure più grandi......insieme........è possibile superare.
L'urlo diveniva sempre più funesto e agghiacciante, ma io rimanevo concentrato e impassibile; molti avrebbero perso il controllo.....ma tante di quelle volte che l'ho perso io, sorbendone gli effetti......ne ero divenuto immune.
Molte volte, lungo i miei viaggi ed avventure in terre afflitte dalla guerra mi chiedevo perchè mi succedeva ciò.....chiusi gli occhi discostando lo sguardo, ma mi ripresi e dissi:
"Messere, anche se abbiamo poco tempo......qualsiasi notizia o evento che conosce, sarà ben utilizzato. Prego.....procedete pure....."
Guisgard
11-05-2012, 19.32.11
Così, salutati gli invitati alle nozze e i due sposi, Cavaliere25 e i suoi amici si avviarono verso la selva.
Dopo un po', arrivarono davanti ad una villa diroccata.
Era preceduta da uno spiazzo e nel mezzo di questo vi era un vecchio pozzo.
Ad un tratto udirono un grido disperato.
“Aiutatemi! Tiratemi fuori da qui!”