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Visualizza versione completa : Tylesia e il perduto Fiore dell'Intelletto


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Guisgard
11-05-2012, 20.12.51
Il becchino fissò Parsival e Lilith e sorrise.
I due compagni di viaggio, benché alle prese con una prova tanto ignota, quanto terribile, avevano deciso di affrontarla nell'unico modo che forse conoscevano: restare uniti.
“Tutto questo” disse il becchino guardandosi intorno “è nato dall'indifferenza, dalla noncuranza, dall'apatia, dalla pigrizia, dalla passività... e queste cose rappresentano un morbo mortale per l'animo umano, soprattutto sono estranee all'amore... sono demoni che pian piano inaridiscono l'animo ed il cuore, generando la perdita di tutto, un abissale vuoto senza fine in cui perdersi... l'amore, quello vero, è un privilegio e bisogna esserne degni per godere i suoi benefici. E' vero, i suoi frutti sono eterni, ma richiedono di essere raccolti ogni giorno... mai dare per scontato un simile dono, neanche un singolo ed infinitesimale attimo d'amore deve essere sprecato... questa è L'Avvilente Costumanza... un modo di vivere che porta al nulla, alla negazione di ogni slancio, ogni sussulto ed ogni passione verso ciò che più ci è caro... un modo di vivere che pian piano diviene usuale e costante... un modo di vivere che fatalmente diviene un modo di essere... anzi, di non essere...” sorrise nuovamente “... perdonatemi se mi sono dilungato, amici miei... ma mai nessuno è giunto qui a coppia con qualcun altro... mai nessuno ha mostrato tanto affiatamento con un suo simile, come invece state facendo voi due... per questo ho voluto narrarvi il senso di questo orrore... sappiate che questa innaturale maledizione è custodita da un essere diabolico, che incarna tutti i mali che vi ho descritto... essa è la bestia che ora ruggisce per spaventarvi... la troverete nel cuore di questo labirinto, avanzando verso sinistra... essa vi sottoporrà ad un arcano... badate bene che solo risolvendolo voi potrete vincere L'Avvilente Costumanza... ma se fallirete, la belva vi sbranerà... se riuscirete in questa impresa, dovrete poi ritrovare la strada per uscire da questo labirinto... e qui io vi darò un aiuto... in quello scrigno vi è il modo di non smarrire la strada... ma toccherà a voi comprenderlo. Io posso solo consigliarvi di aprirlo fin da ora... che il Cielo vi assista...” e svanì nei meandri di quel luogo.

Guisgard
11-05-2012, 20.23.28
“La strada per Tylesia è lunga e tortuosa, milady.” Disse Gerprando ad Altea.
Ma proprio in quel momento ritornò Fyellon.
Salutò Altea e chiese una ciotola abbastanza grande in cui potersi lavare la faccia.
“Allora?” Domandò Gerprando.
“Cosa?” Chiese Fyellon, mentre si lavava il viso e si bagnava i capelli.
“In che condizioni si trova?”
“Sta bene...” rispose il cavaliere “... non ha nulla di rotto...”
“Oggi deve essere il mio giorno fortunato!” Esclamò ironica Renya.
“Ho già mandato a chiamare alcuni minatori.” Fece Gerprando. “Troveranno il modo migliore per scendere nella crepa e tirarlo fuori.”
“Faranno ciò che ordineremo loro, naturalmente.” Asciugandosi Fyellon.
“Gli esperti sono loro.” Fissandolo il comandante.
“Si, ma questa storia sta a noi risolverla.”
“Cosa intendete dire?”
Fyellon allora fece cenno a Gerprando di seguirlo.
I due si appartarono ad un tavolo lontano dalla porta della cucina.
“Che grado avete?” Domandò Fyellon.
“Sono comandante della guarnigione...”
“Un po' generico...” disse il cavaliere “... ma il grado? Tenente? Capitano? Stratega?”
Gerprando non rispose nulla.
“Lo immaginavo...” sorridendo Fyellon “... beh, forse è giunta la vostra occasione...”
“In questo lercio buco non arrivano mai le occasioni!”
“Sciocchezze...” mormorò Fyellon, ordinando poi qualcosa da bere a Renya “... le occasioni prima o poi arrivano... basta saperle riconoscere... e questa è la vostra occasione...” attese che fossero di nuovo soli “... tireremo fuori quel poveretto e tutti ci saranno riconoscenti... sarà un grosso spettacolo... ma occorre una platea...” riempì i due boccali con del vino e ne offrì uno al comandante “... voglio che facciate spargere la voce di questo incidente... mandate i vostri uomini in giro, a parlarne con monaci, pellegrini, viaggiatori, mercanti, avventurieri, persino zingari e prostitute... da domani questo luogo dovrà pullulare di visitatori...”
“Sembra che abbiate deciso tutto voi...”
“Già, per vostra fortuna.” Bevendo Fyellon. “Fate come vi dico e vedrete che andrà tutto bene. Appena arriveranno quei minatori portateli da me.”
Nessuno aveva udito quella loro conversazione.
Fyellon si alzò e raggiunse Altea.
“Sono stanco e ho molte cose da raccontarvi...” disse alla ragazza “... andiamo a riposarci?” Fissò poi Renya. “Mandate a chiamare un medico.”
“Un medico?” Guardandolo la donna. “Qui? In questo letamaio? C'è solo il vecchio Archan... un misto tra uno stregone, un rabdomante e un alchimista...”
“Bene, chiamatelo.” Annuendo Fyellon.
E chiese di nuovo ad Altea di accompagnarlo nella loro stanza.

Altea
11-05-2012, 20.42.31
Il capitano Gerprando mi diede una cattiva notizia, la strada per andare a Tylesia era tortuosa e pericolosa ma alla fine non lo fu anche il Calars?? Non dovevo temere..più la metà comporta sacrifici più si raccoglieranno i frutti di quel percorso tortuoso.
Ad un tratto entrò Fyellon, si bagno il volto, era stanco ma ci diede buone notizie, il figlio del locandiere era vivo..ma la moglie non ne era cosi contenta notai.
Ero fiera di Fyellon, egli poi si rivolse al comandante, mi sedetti al tavolo e lo vedevo lontanto parlare con il capo dei cavalieri, scrutavo il volto di Fyellon, lo sguardo...era come in preda all'estasi notavo..quel volto lo avevo già visto..e perchè mai andare lontano per parlare? Non era rabbuiato, lo si leggeva in volto, e quindi non gli stava dando cattive notizie. Ero perplessa....Fyellon era strano.
Poi si avvicinò a me e mi disse di andare nella nostra stanza..."Nostra stanza? Non dovremmo dormire separati..cugino? Vi accompagnerò alla vostra stanza, ho alcune cose da chiedervi".

Lilith
11-05-2012, 23.04.37
Finalmente compresi perchè il becchino ci aveva detto di aprire lo scrigno. se esso serviva per tornare indietro, avremmo dovuto aprirlo dal principio, in modo che potesse aiutarci durante il ritorno.
Egli parlò inoltre di ciò che era l'Avvilente Costumanza; capii che sarebbe stata una difficile prova da superare, poichè quella bestia era l'incarnazione dei più temibili mali che possono affliggere l'animo umano. Ci disse poi che quel mostro ci avrebbe posto un arcano; questo fatto mi rese nervosa, io non conscevo molto del mondo e sapevo che sarebbe stato difficile per me risolvere un enigma. Forse Parsifal lo avrebbe saputo comprendere. Pensai poi a ciò che mi aveva detto la voce misteriosa quando entrai nel labirinto con il cavaliere. Ricordai che mi disse che Parsifal avrebbe avuto bisogno di me per poter affrontare la prova. Forse l'arcano ci avrebbe riguardati entrambi...

Quando l'uomo scomparì nelle tenebra, gli dissi, guardandolo negli occhi: "Sir Parsifal... ho cambiato idea riguadro lo scrigno: possiamo aprirlo ora?"

Parsifal25
12-05-2012, 02.47.44
Le parole pronunciate da quell'uomo entrarono nel mio cuore.....sentivo una nuova energia scorrere in me. L'incantesimo doveva essere spezzato.

Ascoltaì con cura e attenzione ogni singola frase......adoravo ascoltarle, poichè parlavano di "Amore".

L'Amore è quell'emozione, quel sospiro che colora e scandisce la tua vita, è uno dei più fragili, ma il suo potere era immenso. Per essere suoi cavalieri, bisogna rinunciare a molto ma alla fine si è sempre ricompensati.....si può trattare di un amico, fratello, compagna e altro ancora ma il risultato è sempre lo stesso: la condivisione del più grande dei poteri e la fortuna di essere da esso baciati. Sorridevo, perchè mi tornò alla mente il racconto che un eremita incontrato mi consegnò....."Figliolo, ascoltami.....voglio narrarti una storia.....su di un'isola lontana riposano e vivono le più grandi virtù che un uomo possa possedere, vi era: Onore, Giustizia, Esperienza, Tempo e Amore. Il nosto piccolo condottiero "Amore" non era attratto dai sogni di gloria, ma colorava e animava quel mondo con il suo dolce sorriso. Veniva preso in giro, ma allo stesso tempo era il più ammirato. Un giorno, la pace di quel mondo venne sconvolta dalle orde oscure che volevano a tutti i costi regnare su tutto.....una lunga battaglia infuriava e la lotta fu estenuante......i primi a combattere e cadere gravemete colpiti furono Onore e Giustizia che dopo aver portato una parte della schiera oscura nella loro missione cedevano.....successivamente toccò ad Esperienza che anche se un ottimo stratega non riusciva a regger tutto.... Amore e Tempo non potevano intervenire perchè troppo importanti per tutti noi.....anche se, Amore decise di rompere il comando, decidendo di soccorere gli altri.....improvvisamente, un bagliore di luce avvolse Amore....trasformandol in un angelo dai tratti femminili.....questa era la sua vera sembianza. Era nuda con ali argentee, ma non le importava.....era pronta a sacrificarsi. Una lacrima le bagnò il viso e le orde oscure vennero trafitte.....il suo compito era riuscito.....da quel giorno amore decise di non nascondersi più e siglò un giuramento: "La sua vita era al servizio di coloro che incrociavano il suo cammino. Nessuno avrebbe abbandonato....e tu, cavaliere....da che parte stai?" con queste parole mi lasciò.

Parsifal25
12-05-2012, 03.01.02
Non avevo ancora trovato una risposta, ma i frutti andavano germogliando.

Rimasi immobile e la figura sparì nel buio. Subito dopo, una voce mi chiamava riportandomi alla realtà. Era Lilith.

Mi disse che aveva compiuto la sua scelta....era pronta ad aprire lo scrigno, dai suoi occhi capì che era cresciuta. La sua forza interiore è un barlume nell'oscurità più tetra.

Le sorrisi, e posando la mia mano sulla sua e lo scrigno le dissi: "Lilith, non falliremo...... la nostra unione è forte.....non so come dirtelo, ma in questo breve tempo, ho capito.....Facciamolo."

elisabeth
12-05-2012, 10.33.45
" I miei trucchetti da Baraccone......non vi piacciono, giullari e giocolieri , maghi e mangiafuoco.....ma siete stato mai bambino Reas..?.......vediamo allora di inventarci un giochino per il nostro monachello...".....mi staccai dall' albero e mi avvicinai al monaco...era piccolo di statura e aveva due occhietti piccoli come la capocchia di uno spillo......" Mio buon Monaco......vi mancano le buone maniere, ma evidentemente cio' vi manca perche' celate qualcosa che non e' possibile vedere....e noi non vogliamo certamente ficcare il naso negli affari vostri......potrei offrirvi denaro..."...E feci scivolare dal mio palmo alcune monete d'oro...." Ma non e' il denaro che vi interessa......potrei allora torturarvi....".....pianticelle sottili germogliarono dal terreno per andarsi a legare alle caviglie del monachello...." Ma forse il buon Buon Dio non mi perdonerebbe mai di aver torturato un suo servo......e allora vediamo un po'.....".......mi fermai solo un attimo, il tempo per chiudere gli occhi e chiedere al vento di riportare le cose al punto giusto....un vortice mi chiuse .......rendendomi parte della natura, i miei abiti furono recisi per dar posto ad un intreccio di fiori e piante....i miei capelli si sciolsero e il vento li intreccio in una bellissima treccia.......tutto si fece improvvisamente silenzio....." Vedete monaco, voi abitate in casa mia, tutto cio' che e' nella selva e' sotto il mio dominio....adesso vi ordino di spostarvi e farci entrare.....".....Non volevo guardare Reas, il punto era che non poteva non accettare cio' che ero, poteva non comprenderlo.......ma doveva accettarmi, molto spesso a Tylesia avevo evitato di usare le forze della conoscenza....ma adesso in gioco c'era molto....senza voltarmi " State tranquillo Reas, questa volta non sverro'............la Regina dei boschi ha ripreso il suo scettro.."......

Lilith
12-05-2012, 15.24.24
Guardai Parsifal neglio occhi e, senza dire niente presi lo scrigno, tenendolo con una mano. Presi poi la mano del cavaliere e l'appoggiai sul coperchio del cofanetto in ciliegio. Tremai leggermente, poi guardai nuovamente Parsfial ed insieme aprimmo lentamente lo scrigno.

Parsifal25
13-05-2012, 02.51.16
Sapevamo che con quel gesto.....avremo dato inizio alla nostra "corsa per la vita". Io e Lilith avevamo scelto il nostro destino, ne saremo tornati vincitori o altre peripezie ci avrebbero impedito il ritorno alla luce.....

La guardaì negli occhi, riuscivo a scrutare ciò che provava ma non doveva temere....nessuno ci avrebbe divisi.

cavaliere25
13-05-2012, 12.19.20
Corsi verso il pozzo e guardai dentro e dissi chi siete? non vi preoccupate vi tireremo fuori in pochi minuti e chiamai gli altri

Guisgard
14-05-2012, 01.24.12
Così, Parsifal e Lilith decisero di aprire quello scrigno in ciliegio.
Sollevato il suo coperchio, i due ragazzi vi trovarono all'interno un oggetto: era un pezzetto di gesso blu.

Parsifal25
14-05-2012, 01.30.52
La tensione era alta, non sapevamo cosa ci sarebbe stato lì dentro. Iniziaì a fantasticare ma il tutto si risolse in un pezzetto di gesso blu.....

Non rimasi entusiasta, lo presi, lo analizzaì dopo di che lo passaì a Lilith e le dissi: "questa è la nostra arma.....,credo che la sua utilità possa essere una sola..."

Guisgard
14-05-2012, 01.32.20
In quel momento anche gli altri si avvicinarono al pozzo e a Cavaliere25.
“Tiratemi fuori, vi supplico!” Gridò la voce dal fondo del pozzo. “Sento che non resisterò per molto!”
“Aspettate!” Disse Alberico agli altri suoi compagni. “Accertiamoci prima di sapere chi sia...”

Guisgard
14-05-2012, 01.57.47
Reas restò di nuovo turbato da quella scena.
Elisabeth aveva di nuovo fatto sfoggio dei suoi poteri, anche se stavolta l'incantesimo non era stato forte come quello precedente.
Chi invece restò impassibile fu il monaco.
Egli fissava la maga dei boschi senza tradire stupore o meraviglia.
“E questo cosa sarebbe?” Fissandola. “Sapete quante altre streghe come voi ho visto in questa selva? E quanti demoni, i cui poteri erano infinitamente più oscuri e potenti dei vostri? Dovrei meravigliarmi? Siete creature oscure ed io non vi temo! In questa selva è in gioco qualcosa di molto più grande... si sta combattendo una guerra... una guerra primordiale ed assoluta... la lotta tra la Luce e l'oscurità, tra la Verità e l'illusione, tra la Giustizia e l'ingiustizia... e in una città si terrà l'ultima e decisiva battaglia, al cospetto di un Tesoro inestimabile, prezioso ed eterno... perchè siete qui?” Domandò ai due nuovi arrivati. “Cosa cercate?”

Guisgard
14-05-2012, 02.09.17
Fyellon ed Altea raggiunsero così il piano superiore, dove si trovavano le loro stanze.
Il cavaliere aprì la porta della sua e restò a fissare la vallata da una finestra.
“La Montagna dei Sette Spiriti...” mormorò “... si, davvero un nome solenne...” restò poi in silenzio per alcuni istanti “... cosa volevate chiedermi, milady?” Chiese poi ad Altea.

Altea
14-05-2012, 02.16.18
Raggiungemmo le nostre stanze, Fyellon aprì la porta e si soffermò sulla vallata, istintivamente guardai dalla stessa parte...egli ne sembrava affascinato, io lo trovavo assolutamente avvilente come paesaggio.
"Cosa volevo chiedervi? Di cosa stavate parlando con il capitano dei cavalieri? Non ci dovrebbero essere segreti tra me e voi...vero Sir Fyellon?Sembravate...euforico, non mi sembra ci sia molto da essere allegri in questo posto, e mi meraviglio come non torniate a salvare quel ragazzo...solo e abbandonato in quella montagna, volete andarci ora cortesemente, io vi seguirò"

cavaliere25
14-05-2012, 10.08.56
Prima diteci chi siete e che ci fate in fondo a questo posto dissi guardando in fondo al pozzo ci servirà una corda per tirarlo fuori dissi guardando gli altri

Talia
14-05-2012, 16.31.41
Non sapevo per quanto tempo ero rimasta seduta di fronte alla finestra, sentendo la luce del sole intensificarsi sulla pelle del mio viso per poi calare sempre più, fino a scomparire all’orizzonte in mille bagliori rossastri... e fu allora che avvertii le luci del villaggio accendersi, sentivo risa e canti, sentivo musica e allegria, sentivo serenità e pace. Io tuttavia, immobile al mio posto, non badavo molto a tutto questo... la mia mente era tutta protesa verso il bosco, che incombeva come una macchia nera al limitare del paese... la mia mente si insinuava tra gli alberi ed i cespugli, scansava le fronde e scivolava sull’erba in cerca di lui... e fu così, un po’ per il desiderio di ritrovarlo ed un po’ per quella musica che saliva a me dalla piazza sottostante, che quel ricordo tornò a sfiorarmi la mente... era accaduto spesso nel corso degli anni che quel ricordo tornasse, ma forse non era stato mai con così tanta intensità, nostalgia e desiderio... quella sera fresca e profumata, quella corsa nel bosco, quell’abito, la musica dolce dell’ocarina...
Sospirai profondamente e chinai la testa.
E tanto forte era il battito del mio cuore e tanto intenso quel ricordo che non udii affatto i leggeri colpi sulla porta né la voce incerta e titubante di Margel... passò appena qualche istante di silenzio, poi intuii la sua presenza e subito mi alzai...
Quei costumi... sorrisi alla sua richiesta... quella ragazza doveva tenere davvero tanto a quei suoi costumi, pensai... e fu esclusivamente per questo motivo che accettai subito e di buon grado di esaminarli, chiedendole di descrivermeli...
Non sentii però neanche una di quelle descrizioni poiché, dal momento esatto in cui le mie dita sfiorarono la stoffa delicata, le immagini di quella nuova e travolgente visione occuparono all’istante tutta la mia mente...

“Vi piacciono dunque questi costumi, milady?” Domandò Margel e interrompendo con la sua voce quella visione di Talia. “Che meravigliosa pietra...” fissando il ciondolo che la ragazza aveva al collo “... sta brillando intensamente... sembra magica...”

Sussultai...
Sentivo che la mia mano stava tremando forte adesso e che i miei occhi erano pieni di lacrime... li chiusi, dunque, ed inspirai profondamente...
“Si...” sussurrai, la voce profondamente tremante e le dita che corsero a sfiorare quella pietra “Brilla... è un oggetto molto particolare!”
Per qualche istante ancora rimasi in silenzio, tremavo e tenevo gli occhi chiusi, mi sentivo ancora totalmente in balia di quella visione... e la mia mente veniva come sballottata tra essa ed il ricordo di quella sera lontana nel bosco di Suessyon...
Infine, come riscuotendomi, sorrisi...
“Sono davvero molto belli questi costumi...” dissi dunque, nel tentativo di ritrovare un tono di voce lieto e gentile “E voi dovete essere proprio una sarta d’eccezione! Avete poi scelto dei temi molto particolari... temi legati alla novellistica ed alla commedia... ma, chissà, la prossima volta forse dovreste prediligere il romanzo cortese... Lancillotto e Ginevra, forse...”
Quelle ultime parole mi erano uscite dalle labbra quasi senza pensare, sull’onda di quella visione che non accennava a lasciare i miei pensieri... sorrisi debolmente, poi tornai a voltarmi verso la finestra...
“Ma voi... voi, mia gentile amica, che cosa fate ancora qui? Non bramate andare a quella festa? Avete una splendida scelta di costumi ed io ho già sentito i musici intonare le prime melodie giù nella piazza... sarà meglio che vi andiate a preparare, dunque, o farete tardi per colpa mia... coraggio!”

Guisgard
14-05-2012, 17.19.26
XX Quadro: Addio, bello e dolce Amico

"Re Artù, che Dio ti salvi! Ti porto le più strane notizie che siano mai entrate nella tua casa!"

(I romanzi della Tavola Rotonda, "Cuore leale non mente")



Ormai, in tutto il borgo, si parlava soltanto del ballo in costume che chiudeva la solenne celebrazione per l'apparizione dell'Arcangelo Michele.
Da giorni, infatti, si facevano grandi preparativi per quell'attesa serata.
I carpentieri del borgo avevano eretto un grande palco sul quale dovevano stare i cavalieri con le loro dame; alcuni artigiani avevano fornito la festa di candele e fiaccole, erano poi stati assoldati musici e giocolieri itineranti per avere musica ed altri divertimenti.
Infine, cuochi, panettieri e pasticcieri avevano già preparato l'occorrente per deliziare tutti gli invitati al ballo.
Così, tra le luci multicolori che accendevano ed animavano il borgo, pian piano, cominciarono a sfilare eroe ed eroine d'altri tempi e di paesi lontani, che facevano sfoggio di bellezza e magia.
Le maschere, illuminate dai bagliori artificiali della sera e dell'incanto della Luna che cominciava ad affacciarsi sul centro abitato, sembravano assumere fattezze incerte e mutevoli, come se la realtà fosse sul punto di unirsi al sogno.
La musica cominciò ed ogni cavaliere danzò con la propria dama.
“Ecco, io...” mormorò Margel mentre ancora teneva in mano l'ultimo costume sfiorato da Talia “... vedete, io sono stata invitata da un giovane a questo ballo, ma egli non ci sarà... purtroppo è stato coinvolto in uno spiacevole incidente... mesi fa, giocando ai dadi con un nobile rampollo dei Taddei, ecco... è stato accusato di barare, ma non era vero...il nobile ha voluto sfidarlo e lui ha risposto insultandolo... la legge vieta di mancare di rispetto ad uno dei Taddei... ora è un fuggitivo e rischia di essere catturato... ed io... io non voglio danzare con nessun altro...” cominciò a piangere “... ho atteso questo ballo solo per danzare con lui, con il mio Delucien...”
In quel momento entrò il padre di Margel, il locandiere.
Con lui vi erano anche Fernand e sua moglie.
“Come state, milady?” Domandò questa a Talia.
“Forse è meglio non uscire...” disse Fernand “... in paese c'è un po' di agitazione...”
“Sono giunti alcuni cavalieri dai lunghi mantelli” fece il locandiere “... sembra stiano cercando qualcuno...”
“Oh, mio Dio!” Esclamò Margel. “Stanno cercando Delucien!”
“No...” scuotendo il capo il locandiere “... cercano una fuggitiva...”
E tutti fissarono Talia.
http://www.monstersandcritics.de/downloads/downloads/articles2/45619/article_images/image3_1197105012.jpg

Guisgard
14-05-2012, 17.34.37
Fyellon si voltò e fissò Altea.
“Si, avete ragione...” mormorò “... ero euforico mentre parlavo col comandante... e lo sono ancora... ho visto quell'uomo imprigionato nelle rocce crollate di quella montagna... non ha nulla di rotto, per fortuna... sta bene ed è cosciente... questo stavo raccontando al comandante... perdonatemi se ho parlato col militare appartandomi... in verità io non mi fido di questa gente... Gerprando e i suoi uomini danno agli uomini lo stesso valore degli animali e quanto a sua moglie, beh, l'avete vista anche voi, no? Ispira solo disgusto... suo marito rischia di morire e lei gioca a fare la moglie insoddisfatta... voi vi fideresti di gente simile? Chi mi fa davvero pena sono i due poveri genitori di quel poveretto... per questo voglio tirarlo fuori... presto verranno dei minatori per capire in quale direzione scavare... purtroppo la montagna rischia di franare nel punto in cui è imprigionato quel disgraziato... per sicurezza, l'avete sentito anche voi, ho fatto chiamare il medico della zona... meglio che sia lui a dirci sulle condizioni di quel poveretto... appena verrà, tornerò con lui nella montagna... naturalmente potete venire venire anche voi...” sorridendo alla ragazza.

Altea
14-05-2012, 18.03.33
"Fyellon...come potete parlare cosi di gente che nemmeno conoscete? Perchè dovete giudicare la moglie di quel ragazzo? A me sembra, invece, insoddisfatta del suo matrimonio e non possiamo giudicare i suoi sentimenti, non conosciamo nemmeno il ragazzo che dovete salvare...invece non vedo molta sincerità nel locandiere. Ah dimenticavo...il comandante dei cavalieri mi ha detto e confermato, che la strada per Tylesia era..quella a Levante e dopo questa impresa per ritornarci avremmo da attraversare un sentiero molto impervio".
Detto questo aprii la porta della stanza, facendo un cenno a Fyellon per salutarlo, appena entrata mi sedetti sul letto riflettendo. Tutta questa situazione non mi convinceva, più che altro non mi convinceva Fyellon, da quando aveva preso quella corazza era cambiato..la montagna dei Sette Spiriti, la volevo vedere.
Aprii piano la porta e scesi le scale, per fortuna nessuno vi era nella locanda, vi regnava uno strano silenzio. Uscii e vidi un sentiero che portava verso la Montagna e iniziai a salire, sembrava quasi che profanare quel posto portasse a qualche specie di punizione, infatti Barius fu punito ma era salvo, quindi qualcosa di benevolo ci doveva essere.
Vidi un cunicolo che portava all'entrata, e entrai nella Montagna, l'aria era pesantemente umida..mi guardavo attorno ma era tutto buio, i miei occhi dovevano ancora abituarsi a quella oscurità...e proferii a voce bassa.."Messer Barius, dove siete?"

Talia
14-05-2012, 18.08.55
“Oh, Margel...”
Quelle parole della ragazza mi avevano colpita... la abbracciai, dunque, e mi sedetti con lei...
“Mi dispiace così tanto, Margel...” mormorai “Così tanto...”
E proprio in quel momento la mia mente corse a Guisgard... mi chiesi dove fosse e che cosa fosse accaduto, pregai che stesse bene...
Ma ci fu ben poco da poter aggiungere, perché udii la porta aprirsi e qualcuno entrare...

“Come state, milady?” Domandò questa a Talia.
“Forse è meglio non uscire...” disse Fernand “... in paese c'è un po' di agitazione...”
“Sono giunti alcuni cavalieri dai lunghi mantelli” fece il locandiere “... sembra stiano cercando qualcuno...”
“Oh, mio Dio!” Esclamò Margel. “Stanno cercando Delucien!”
“No...” scuotendo il capo il locandiere “... cercano una fuggitiva...”
E tutti fissarono Talia.

Avvertivo i loro sguardi su di me... sguardi seri, pungenti, inquisitori...
Sospirai... poi lentamente la mia mano lasciò andare quella tremante di Margel ed io mi alzai in piedi, fronteggiandoli.
Il primo istinto sarebbe stato quello di fuggire, il primo desiderio quello di essere lontana da lì, lontana da quegli sguardi indagatori, ma vicina a lui...
Esitai, incerta... incerta su che cosa dire e su che cosa fare... incerta se mentire o dire la verità...
“E’ vero...” sussurrai infine “E’ vero, è me che cercano! Mi cercano perché... perché, seguendo il cuore, fuggii da ciò che mi era stato imposto. Sono fuggita e fuggirei di nuovo, non ho paura di ammetterlo! Però adesso sono riusciti a separarmi da lui, ed anche se...” la mia voce tremò forte ed i miei occhi, istintivamente, corsero alla finestra “Anche se io non so dove sia ora, una cosa la so: so che mi ritroverà!”
Per qualche attimo calò il silenzio... tremavo, ma mi imposi di recuperare il controllo: strinsi le mani a pugno, quindi, ed inspirai profondamente...
“Non voglio causarvi danno!” dissi, voltando le spalle alla finestra e tornando a fronteggiare loro “Ma vi prego, vi imploro... non consegnatemi! Solo questo vi chiedo. Ed io prenderò il mio cavallo e galopperò via... non sentirete più parlare di me e potrete dire di non avermi mai neanche vista! Vi prego...” protesi le braccia e le mani e feci mezzo passo in avanti, in cerca delle loro “Vi prego, miei signori... Vi supplico con tutto il cuore!”

Guisgard
14-05-2012, 18.09.05
Altea aveva raggiunto da sola la Montagna dei Sette Spiriti.
Entrò nella caverna usata dagli antichi Sanniti, fino a raggiungere un antro semisepolto da un vistoso crollo.
Ad un tratto, una voce la raggiunse da una piccola fessura apertasi tra le pietre.
“Chi... chi è la?” Mormorò qualcuno. “Chi... chi é? Fyellon... Fyellon, amico mio... siete tornato?”

Altea
14-05-2012, 18.28.52
Camminavo lentamente, ricordavo che Fyellon disse la Montagna era franabile, come poteva una Montagna cosi maestosa e dal nome cosi imponente essere cosi fragile?
Ad un tratto sentii una voce e vidi una apertura, camminavo piano, ovunque vi erano le tracce del crollo, e vidi un leggera penombra dal cunicolo..un ragazzo era steso e vi erano delle pietre vicino a lui.
"No, non sono Fyellon....non ho la voce di un uomo, messere" dissi quasi sorridendo "mi chiamo Altea e sono giunta alla locanda assieme a Fyellon, state bene messer Barius? Davvero non riuscite a uscire...Fyellon mi ha detto non siete ferito gravemente. Questa fessura è piccola ma se riuscissi a togliere delle pietre potrei entrare tranquillamente. Cosa ne dite, voi conoscete bene questa Montagna...ma non vi lascerò solo..io sarò qui...perchè nessuno viene qui ad aiutarvi moralmente?...mi duole il cuore vedervi abbandonato da tutti."

Guisgard
14-05-2012, 18.29.18
Margel prese le mani di Talia, per poi abbracciarla forte.
Ed anche la moglie di Fernand fece lo stesso.
“Non siate sciocca...” disse proprio il marito “... nelle vostre condizioni fuggire equivale a consegnarsi... non sono cavalieri comuni...”
“Come fai a dirlo?” Chiese sua moglie.
“Ho visto le tuniche sotto i lunghi mantelli...” rispose lui “... hanno combattuto in Terrsanta...”
“Dobbiamo nasconderla!” Disse Margel.
“Per il momento resterà qui!” Fece la moglie di Ferand.
“Presto cominceranno a perquisire ogni casa...” disse questi “... cominciando proprio dagli edifici pubblici, come locande e botteghe...”
“Allora come faremo?” Chiese la moglie.
“La nasconderemo alla festa!” Disse all'improvviso qualcuno entrando.
“Delucien!” Gridò Margel, andandogli incontro.
“Anche noi ci nasconderemo lì...” fece lui “... con i costumi saremo al sicuro... la festa è sacra per San Michele e nessun cavaliere oserebbe violarla...”
“Ma a te stanno dando la caccia anche i Taddei...”
“Si, ma anche i grandi di Capomazda sono devoti al Santo Arcangelo di Dio...”
“E' un rischio troppo grande...” disse il locandiere.
“Ma è anche l'unica possibilità...” fissandolo Delucien.
“Milady...” disse Margel a Talia “... ora resterete qui... vedrete, sarete al sicuro... io preparerò i costumi con cui nasconderci... torneremo presto...”

elisabeth
14-05-2012, 18.41.55
Sembrava che Reas fosse stato ingoiato da una bolla enorme di sapone....
era li' inebetito da cio' che avveniva..ma sembrase fosse incapace di avere alcuna reazione.......per quanto riguardava il monaco, non lo toccava nulla, potevo essere il diavolo in persona....mi avrebbe chiuso la porta infaccia, senza crearsi problemi...........sentirmi inerme, forse era la parola piu' fuori luogo....ma stranamente mi sentivo spiazzata......che fare ?......." Bene...caro il nostro monaco...non avete paura di nulla..ne' di me che sono una strega ne' di lui che e' un valente Cavaliere.......ci chiedete cosa vogliamo......ma il mio compagno d'avventura e' stato chiaro sin dall'inizio..solo riparo per una notte........e perdonatemi se mi sbaglio.....ma il ricovero per una notte, da buon Cristiano quale siete, non dovrebbe essere negato a nessuno.....".....Non avevo piu' nulla da giocarmi.........

Guisgard
14-05-2012, 19.16.35
Il monaco ascoltò Elisabeth e restò a fissarla a lungo.
Poi scosse il capo e fece segno a lei e a Reas di entrare.
Tirò allora una corda e questa fece scattare la vecchia serratura.
Il portone si aprì e i due poterono entrare nel vecchio monastero.
Qui trovarono il monaco che fece loro segno di sedersi accanto al fuoco.
In una pentola bolliva una minestra.
“Parlavate di una guerra...” fece Reas.
“Si, ma a voi non interessa.” Disse il monaco. “Del resto siete solo semplici viaggiatori, no?” Riempì allora due ciotole con quella minestra e le offrì loro.
“Siete marito e moglie?” Domandò poi. “Anche se ne dubito... sareste male assortiti... una strega ed un cavaliere...”

elisabeth
14-05-2012, 19.28.27
Lo strano sortilegio e' la vita stessa.....dopo qualche occhiataccia ...il monaco ci fece entrare.....Reas seduto accanto al fuoco riprese la parola, quanti miracoli in cosi' poco tempo.......ma l'astuto monaco, non diede risposta alla sua domanda....anzi, offrendoci una scodella di calda minestra..ci fece un' insolita domanda........." Siamo dei viaggiatori ed e' corretto avere delle informazioni su cosa accade nel territorio....potremmo cosi' evitare di finire nel posto giusto al momento sbagliato, anche perche' ho sentito parlare di una citta' speciale....si dovrebbe chiamare Tylesia.....voi la conoscete?....e per togliervi dall' imbarazzo..sappiate che siamo marito e moglie........dovete comprendere che gli opposti si attraggono e io da buona strega......ho stregato magicamente il bel cavaliere.......sapete, noi donne ne sappiamo una piu' del diavolo....."....con occhi dolci e mani tremanti...mi rivolsi a Reas...." Amore caro.....mangiate un po di questa deliziosa minestra.....quando riprenderemo il cammino dovrete avere lo stomaco pieno...".....

Talia
14-05-2012, 19.41.13
L’abbraccio di Margel e quello della moglie di Fernand, e poi subito le loro parole mi sorpresero e mi commossero...
“Oh, no...” mormorai subito “No, vi prego! No, è troppo pericoloso! Voi non capite... non sapete... quei cavalieri farebbero di tutto per riprendermi! Tutto! No, io non ve lo posso permettere!”
Ma loro non mi dettero ascolto, tanto erano già presi dal fare congetture e piani... poi, all’improvviso, una nuova voce nella stanza... Delucien...

“Milady...” disse Margel a Talia “... ora resterete qui... vedrete, sarete al sicuro... io preparerò i costumi con cui nasconderci... torneremo presto...”

Sospirai...
“Aspettate...” mormorai ancora... ma i loro passi erano già rapidi nel corridoio, poi per la scala ed al piano di sotto...
Sospirai di nuovo... sentivo come se mi mancasse l’aria...
Feci qualche passo per la stanza e stavo per tornare verso la finestra quando mi bloccai... i cavalieri erano per strada... deviai verso il letto, dunque, e qui mi accasciai con le testa tra le mani...

Guisgard
14-05-2012, 20.05.29
Tutti uscirono, lasciando così Talia da sola.

Talia se ne stava sul suo letto a fissare la finestra ed il Sole del pomeriggio che allungava le ombre su Suessyon.
Sospirava e giocava con le mani sulle lenzuola.
Ad un tratto un'ombra le si avvicinò alle spalle e prima che potesse voltarsi, qualcuno le mostrò un mazzetto di fiori di campo.
“Sono magici...” sussurrò Guisgard “... da dare alla più bella...”
Lei sorrise appena.
“Cos'hai?”
Lei si voltò e pianse.
“Perchè piangi?” Stringendola lui, nonostante l'iniziale resistenza di lei. “Sei stata coraggiosissima oggi... ed ora che tutto è passato, piangi?”
“Ho...” mormorò lei asciugandosi gli occhi “... ho avuto paura oggi... si, tanta paura, ma non potevo farlo vedere davanti alle altre... no, altrimenti sarebbe stato peggio...”
“Si, i monaci hanno raccontato tutto al maestro...” fece lui “... quel cinghiale era stato ferito da alcuni bracconieri e questo ha reso quell'animale ancora più furioso... sei rimasta calma e hai fatto si che anche le altre ragazze non si facessero prendere dal panico...” e con un dito asciugò le sue lacrime.
“Non diventerai mai Lancillotto!” Voltandosi lei.
“No?”
“No, visto che impieghi tanto a salvare chi ti aspetta!”
“Beh, Lancillotto aveva una lista lunga da persone da salvare...” dandosi arie lui.
“Davvero?”
“Già...”
“Pensavo che la regina Ginevra avesse la priorità su tutti gli altri...” fingendosi imbronciata lei.
“Tu sei la regina Ginevra?” Stupito lui. “Non pensavo fosse la tua eroina preferita... e questo è molto interessante...” sorridendo lui.
“Scemo!” Tirandogli una gomitata lei, per poi correre via.
Un attimo dopo, Guisgard la rincorse.
Lei allora correva davanti, ridendo e prendendolo in giro, mentre lui le correva dietro.
Ad un tratto la raggiunse e i due ragazzi rotolarono giù per un dolce pendio.
“Ed ora, sir Lancillotto?” Ridendo lei. “Non è conveniente, sapete? Se lo sapesse il re...”
Lui la fissò senza dire nulla.
“Ho avuto paura oggi...” facendosi seria lei “... paura che tu non arrivassi... poi quando ti ho visto arrivare e gridare per attirare l'attenzione di quel cinghiale... non sapevo se essere felice o meno... poteva ucciderti...”
“E' andato tutto bene, no?” Sfiorandole con un dito la bocca. “Ora non pensare più a quei brutti momenti... io ci sarò sempre...”
“Ho sentito la tua voce...” sussurrò lei “... questo mi ha salvata...”
Ed il Sole del tardo meriggio disegnò indefiniti e sfuggenti bagliori nei loro occhi.
Bagliori nei quali, i due ragazzi, videro riflessa l'uno l'immagine dell'altra.

All'improvviso si udì un rumore provenire da fuori, che fece svanire quel ricordo tornatole alla mente.
Talia non poteva vedere e questo aumentò ancora di più la sua ansia.
Ansia che divenne prima angoscia e poi, infine, paura.
I rumori divennero più chiari e riconoscibili.
Provenivano dalla finestra.
Ad un tratto una sagoma incappucciata emerse dal buio, affacciandosi al davanzale della finestra.
Scrutò la stanza avvolta nella penombra, come colui che cerca tra le ombre della notte qualcosa di riconoscibile.
E ad un tratto si accorse di Talia.

Guisgard
14-05-2012, 20.24.36
“Dio sia lodato...” mormorò Barius, sentendo la voce di Altea “... sir Fyellon è un gran cavaliere ed è stato l'unico ad occuparsi di me... è mio amico...” tossì “... per carità, non toccate nulla... basta un piccolo spostamento e parte della parete franerà...” tossì di nuovo “... dov'è ora sir Fyellon? Quando mi tirerà fuori di qui? E ditemi... mia moglie come sta? E' in pena per me?”

Guisgard
14-05-2012, 20.31.25
Reas fissò Elisabeth per aver detto di essere marito e moglie.
“Tylesia?” Guardandoli il monaco. “Si, conosco quella città... è lì che si sta combattendo... tenetevi lontani da quel posto e vedrete che non vi accadrà nulla...”
“Cosa sapete di Tylesia?” Domandò Reas.
“Nulla...” fece il monaco “... solo che si sta combattendo...”
“Fra chi è la guerra?”
“Come sempre...” fissandolo il monaco “... fra i buoni e i cattivi...”
“Chi invade è sempre cattivo.” Disse Reas.
“Chi nega la Verità è cattivo, amico mio.” Replicò il monaco.

Altea
14-05-2012, 20.36.56
Barius tossiva ripetutamente, ci doveva essere molta polvere dovuta alla frana o al materiale di cui era fatta la montagna.
"Fyellon state chiedendo? Il vostro buon amico...sta dormendo e riposando..aspetta la venuta..di un dottore o alchimista, non ho capito bene" scossi il capo, egli doveva essere qui a sostenere questo ragazzo, invece se ne stava tranquillo nella sua camera.
"E vostra moglie...si vostra moglie..è in pensiero per voi, infatti dovete resistere e uscire per lei..e per i vostri genitori che sono molto in pena. Siete un temerario messer Barius, avete lo spirito di avventura e vi ha portato in questa situazione..ma io sono un pò come voi. Ma io non vi abbandonerò, non preoccupatevi". Mi chiedevo, tutti erano preoccupati per lui eppure nessuno per Amore di questo ragazzo aveva osato addentrarsi nella Montagna per stargli vicino.
L'aria era sempre più umida, stavo sudando, dovevo resistere. Forse il dottore e i minatori sarebbero arrivati al più presto, mi voltai e volli provare e iniziai a staccare due piccole rocce da quella piccola fessura.

Talia
14-05-2012, 20.40.45
Quel ricordo mi sfiorò la mente ed io sorrisi debolmente... sorrisi al ricordo del ragazzino che era ed al modo in cui riusciva sempre a scacciare la pur minima traccia di paura o malumore da me, sorrisi a quel suoi occhi chiari e sempre brillanti quando erano nei miei, sorrisi a quella fiducia che riusciva sempre a farmi sentire sicura...
Sospirai... non avevo mai dubitato, dal momento preciso in cui mi ero risolta a lasciare la caverna, che mi avrebbe ritrovata. Sapevo che lo avrebbe fatto, ne ero certa. Sapevo che dovunque fossi finita, qualsiasi cosa fosse successa, presto o tardi sarebbe arrivato anche lui...
Eppure in quel momento ebbi paura.
E non ebbi soltanto paura per me, ma ne ebbi anche per quegli sventurati che avevano deciso di aiutarmi senza conoscermi e quasi senza sapere a che cosa andavano incontro...
Poi, all’improvviso, quei rumori...

I rumori divennero più chiari e riconoscibili.
Provenivano dalla finestra.
Ad un tratto una sagoma incappucciata emerse dal buio, affacciandosi al davanzale della finestra.
Scrutò la stanza avvolta nella penombra, come colui che cerca tra le ombre della notte qualcosa di riconoscibile.
E ad un tratto si accorse di Talia.

Balzai in piedi ed arretrai in fretta verso il fondo della stanza.
Non avevo idea di chi fosse appena entrato, ma sapevo che non poteva certo essere nessuno dei miei nuovi amici... poteva essere uno dei cavalieri?
“Fermo!” mormorai schiacciata contro il muro, la voce che tremava forte e gli occhi spalancati “Chi siete?”

elisabeth
14-05-2012, 21.11.21
Se Reas avesse potuto uccidermi lo avrebbe fatto senza pensarci due volte.........ma i miei occhioni dolci fermarono le sue mani sulla mia gola......forse per lui strozzarmi era il massimo in quel momento.......Il Monaco e Reas cominciarono a parlare di Tylesia e la guerra......ma dal monaco non usci' nulla.......la guerra era sempre stata combattuta tra buoni e cattivi..." Scusate se mi intrometto padre....ma i buoni e i cattivi in questa storia hanno per caso un nome ?.....sapete abbiamo camminato molto ultimamente io e il mio consorte.......e abbiamo sentito parlare della Lacrima di Cristo........voi sapete per caso di che si tratta ?......".....mi avvicinai di piu' a Reas e presi le sue mani....." Reas caro.....ho le mani gelide.....mentre le vostre sono caldissime e' un vero piacere...."...e con le mani tra quelle di Reas....attesi guardando il Monaco........una qualunque spiegazione...

Guisgard
15-05-2012, 01.24.56
Altea provò a staccare qualcuna di quelle pietre crollate che costituivano la frana su cui poggiava parte della parete rocciosa.
Ma subito diversi scricchiolii cominciarono a farsi sentire.
Era ormai chiaro che continuando a spostare quelle pietre senza un criterio, si rischiava di schiacciare il povero Barius sotto un nuovo crollo.
“Sapete...” disse Barius ad Altea “... in questi giorni saranno due anni... due anni di matrimonio... si, in fondo lo so... non sono un granché come marito... non so parlare come i poeti, né mi intendo molto di cortesia e cose cavalleresche... forse Renya meriterebbe di meglio... vestiti, servitù e una grande casa... ho sempre saputo che questo luogo non aveva molto da offrire... eppure, lady Altea, credetemi, amo quella donna più di qualsiasi altra cosa al mondo...” tossì ancora.

Guisgard
15-05-2012, 02.00.13
Il monaco fissò la fiamma del camino, per poi buttarci sopra il vino del suo boccale.
Una vampata si gonfiò e parve quasi che un verso, simile ad un gemito, fuoriuscisse dal focolare.
“La Lacrima di Cristo...” mormorò.
“Allora la conoscete...” disse Reas, tenendo le mani di Elisabeth fra le sue.
“Si...”
“Chi sono in realtà i suoi membri?”
“La Lacrima di Cristo” fece il monaco “è molte cose... come il crepuscolo... per qualcuno è la fine, per altri l'inizio... per i poeti è il luogo in cui cercare l'amata, per i sognatori è il preludio ai sogni, per i superstiziosi è la dimora in cui gli spiriti attendono la notte...”
“Secondo voi cos'è veramente la Lacrima di Cristo?” Domandò Reas.
Il monaco lo fissò.
“Cosa avete?” Chiese Reas.
“Conoscete la parabola del Vangelo sui denari donati?” Fissandolo il monaco. “Chi non ha saputo farli fruttare, dovrà rendere conto della sua mancanza...”
“Cosa intendete?”
“Forse vostra moglie ha compreso...” fece il monaco, fissando poi Elisabeth.

Guisgard
15-05-2012, 02.08.09
Mentre Parsifal mostrava il contenuto dello scrigno a Lilith, di nuovo l'innaturale verso di quella belva echeggiò nei meandri di quel labirinto.
Poi ad un tratto una voce cominciò a sibilare tra i cunicoli di quel luogo:
“Parsifal... Parsifal... sono il tuo maestro Redentos...”
E di nuovo quel feroce latrato.
“Lilith...” un'altra voce “... Lilith... mi riconosci? Sono il capo del villaggio... sono tutti morti...”
E quel latrato tornò a farsi udire, mutando poi in una sorta di disperato lamento.
Davanti a Parsifal e a Lilith si trovavano diversi cunicoli, ciascuno capace di condurre in una complicata rete di canali e passaggi che portavano fino al cuore di quel posto.
Ma entrarvi senza comprendere come uscirne, era un suicidio.

Guisgard
15-05-2012, 02.11.10
“Sono caduto mentre tentavo di abbeverarmi...” disse quella voce a Cavaliere25 “... aiutatemi, vi prego... sono un povero contadino... aiutatemi...”
“Un contadino che cade in un pozzo?” Mormorò Alberico. “E come un marinaio che muore annegato...”
“Che vuoi dire, Alberico?” Domandò Tieste.
“Quel che ho detto, tonto!” Esclamò il falco.

Guisgard
15-05-2012, 03.00.33
L'ombra fissò Talia ed accertatasi che altri non vi fossero, si sporse in avanti, tenendosi ben salda sul davanzale.
La Luna allora riuscì a farsi strada tra le alte nuvole ed illuminò parte del suo volto.
Occhi inquieti e penetranti, enigmatici come la notte e chiari come stelle, si destarono da quel buio, incontrando la snella e delicata figura di Talia.
Allora con un agile salto scavalcò la finestra ed entrò nella stanza.
La ragazza si era accorta di tutto.
Aveva ben compreso che qualcuno era entrato nella stanza.
L'ombra però non disse nulla e continuò ad avvicinarsi a Talia.
Restò allora immobile d'avanti alla ragazza.
Le sfiorò le mani, poi i capelli ed una carezza di fermò sul suo volto, ora illuminato ed impreziosito dal pallore Lunare.
E quella carezza apparve familiare alla ragazza.

“Cosa leggi?” Chiese Talia.
“Le mille e una notte...” rispose Guisgard.
“Bello!”
“Simbad il marinaio...” fece lui “... il settimo viaggio ed il suo ritorno a Bagdad...”
Talia sorrise.
“Nessuno lo riconosce...” raccontò lui “... è stato attaccato dai pirati e la sua nave è stata affondata dal terribile Rok.... solo la principessa lo riconosce... lei sola, fra parenti, amici e mille e più dignitari... è passato del tempo e tutti lo ritengono morto... il Sultano ha anche deciso di dare la principessa in moglie ad un ricco emiro...”
“E poi?” Chiese Talia.
“Poi lui raggiunge il palazzo vestito come un mendicante... il volto arso dal Sole, la barba lunga e la pelle resa secca dalla salsedine del mare...in principio resta nascosto tra i servi... poi, approfittando del favore della notte, raggiunge il grande terrazzo del palazzo... e vi trova la principessa in lacrime... lei non ha smesso di attendere il suo ritorno... lui aveva giurato di ritornare da ogni suo viaggio...”
“E cosa accade?” Domandò Talia.
“Lui comincia a parlare della notte...” chiudendo il libro Guisgard “... e lei ad ascoltarlo... chiudi gli occhi, Talia...”
Talia chiuse gli occhi sorridendo.
“Hai mai sognato le notti d'Oriente?”
Lei scosse il capo.
“Guarda l'orizzonte...” sussurrò lui “... lo vedi quel chiarore in lontananza? È il punto dove il mare incontra il Cielo... guarda le limpide acque, puoi vederle?”
Lei, sempre con gli occhi chiusi, annuì.
“Scintillano di mille e più preziosi tesori...” continuò lui “... e quei bagliori sono pari solo allo sfolgorio delle stelle nel firmamento... la mezza Luna che sorge... presto si affiancherà alla stella più luminosa... laggiù, la vedi quella nave? La vedi, Talia?”
“Si...” sussurrò lei.
“Salperà per raggiungere quei tesori...” disse lui “... e quando quei tesori saranno stati raccolti, allora toccherà alle stelle... scegli la più luminosa e sarà tua...”
“Quando partirà la nostra nave?” Sempre con gli occhi chiusi lei.
“Appena si alzerà il vento...” rispose lui “... appena vorrai...”
“Posso comandare il vento?”
“Si, puoi...” sorridendo lui “... soffia, Talia... soffia...”
Talia soffiò.
“Ecco, stiamo salpando...” disse Guisgard “... e andremo in cerca della stella che hai scelto...”
“La più luminosa?”
“Si...”
Talia aprì gli occhi e sentì ancora viva la magia di quell'immagine.
In quel momento una lucciola scese davanti a lei, facendo pensare a quella stella da raccogliere.
“Nessuno ha riconosciuto Simbad...” mormorò Guisgard “... nessuno tranne la sua amata...”
“Io ti riconoscerei...” voltandosi a guardarlo Talia.
In quel momento gli altri chiamarono.
“E' tardi...” disse Talia “... il maestro si arrabbierà se mi attardo...” e lasciò un bacio sulla guancia di Guisgard “... questo è il secondo, cavaliere!” Sorridendo. “Dopo quello di stamani!”
“Non c'è due senza tre, recita il saggio...”
Talia lo fissò divertita e baciò di nuovo la sua guancia.
“Ed ecco il terzo!”
“Ti auguro una serena notte...” sussurrò lui “... e di sognare qualcosa di meraviglioso... in cui ci sono anche io...”
“Ed io auguro anche a te bellissimi sogni...” e corse via.
“Io so cosa sognerò...” rimasto da solo Guisgard “... sognerò te...”
E riaprì il suo libro, restando poi a fissare l'immagine di Simbad e della sua amata principessa persi nell'incanto di quel mare scintillante.
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Di nuovo quella figura accarezzò il volto di Talia, destandola da quel lontano e sognante ricordo.

Altea
15-05-2012, 09.49.04
Appena tolsi qualche pietra sentii degli strani scricchiolii ed esitai nel continuare per non rischiare troppo, e Barius iniziò a parlare della moglie, quando si è in queste situazioni e condizioni, il cuore si apre più facilmente.
Lo ascoltavo con attenzione, egli era un bravo ragazzo...cercai di tirarlo su di morale..."Messer Barius, allora voi siete come Aladino?Siete venuto qui a cercare la Lampada Magica? Avete mai letto la sua storia..egli entrò in una montagna misteriosa e ivi stava una lampada magica, questa storia me la raccontò il mio maestro. Questa lampada era il luogo segreto dove si celava un genio benevolo il quale esaudiva tutti i desideri del suo padrone, in questo caso era Aladino perchè lo svegliò da un sonno secolare, appena egli strofinava la lampada usciva il genio ed esaudiva tutti i suoi desideri. E che poteva desiderare Aladino? Di diventare ricco e un principe per sposare la bella principessa, figlia del Sultano. Ma ella lo aveva già incontrato, celandosi da ragazza del popolo al mercato...Aladino pensava di non poter mai sposare la bella principessa ridotto di stracci e senza una moneta.
E così fu...il genio lo trasformò in principe, raggiunse la corte maestosamente e il Sultano diede subito in sposa ad Aladino la bella principessa" mi soffermai un attimo e mi misi seduta vicino a quella fessura "ma la principessa non amava Aladino per le sue ricchezze, ma perchè riuscì a liberarla dal torpore di una corte annoiata...addirittura la fece volare sopra un tappeto magico facendole vedere il mondo intero...ecco Renya forse, è intorpidita come quella principessa da questo posto spento, lei odia questo posto. Promettetemi che quando uscirete da qui le chiederete quali sono i suoi desideri e voi come quel genio li esaudirete per renderla felice..come una principessa..la principessa del Vostro Cuore".
Ci fu un attimo di silenzio, in cuor mio speravo che i soccoritori arrivassero presto e questa storia fosse finito per andare via da questo desolato posto.

cavaliere25
15-05-2012, 11.18.05
vuol dire che un contadino non può cadere in un pozzo ce qualcosa che non va dissi guardando gli altri che si fa? domandai lo tiriamo fuori e vediamo che succede o lo lasciamo li a morire e aspettai

Talia
15-05-2012, 12.03.11
Ci fu qualche istante di silenzio nella stanza... poi udii un movimento, un balzo, la finestra che veniva richiusa piano e poi dei passi. Tentai di concentrarmi su questi ultimi, ma invano: la figura camminava piano, con passo leggero, forse per tema di essere udito e scoperto... si avvicinava sempre più e ad ogni passo il mio cuore perdeva un battito.
Udivo voci indistinte provenire dal piano di sotto, udivo la musica provenire dalla piazza sebbene fosse attutita dalla finestra chiusa... e pensai che avrei potuto gridare, avrei potuto invocare aiuto, avrei potuto tentare di fuggire via... avrei potuto, eppure inspiegabilmente non feci nessuna di queste cose.
Rimasi immobile, invece, schiacciata contro la parete più lontana dalla finestra, gli occhi spalancati, il respiro leggero, il cuore che batteva sempre più piano...
E mi parve che quell’istante non finisse più.

Restò allora immobile d'avanti alla ragazza.
Le sfiorò le mani, poi i capelli ed una carezza di fermò sul suo volto, ora illuminato ed impreziosito dal pallore Lunare.
E quella carezza apparve familiare alla ragazza.

Chiusi gli occhi a quella carezza e trattenni il respiro, mentre il mio cuore prendeva a battere più velocemente... sempre più velocemente...
E fu allora che quel ricordo lontano giunse a sfiorare la mia mente per un istante... lui e tutte quelle storie che amava raccontarmi da ragazzo, le storie di Sinbad e dei suoi viaggi, e soprattutto la storia del suo ritorno, quando nessuno lo aveva riconosciuto, nessuno tranne la sua amata principessa...
Chiusi gli occhi e mi abbandonai a quella carezza, mentre la mia mano correva a sfiorare la sua ed un vago sorriso sorse ad incresparmi le labbra...
“Sapevo che mi avresti ritrovata...” sussurrai, inclinando appena il viso e baciando il palmo di quella mano “Lo sapevo! Oh, Guisgard... Guisgard, perdonami per essere fuggita... ero così spaventata... e poi ero preoccupata per te, preoccupata che ti prendessero...”

Parsifal25
15-05-2012, 12.54.56
Osservavo il gessetto.....pensavo che sarebbe stato qualcosa di maggiore entità...e invece....sospiraì.....però,anche l'oggetto più piccolo nasconde in sè un grande valore.

Il gessetto blu, sicuramente serviva a farci ritrovare la strada.....il gioco era fatto, ma chi ci assicurava che non sarebbe stato clonato il segno che avremo posto?

La migliore soluzione era quella di testarlo e proteggerlo con qualche sigillo di Lilith. Il linguaggio che avreì adoperato sarebbe stato quello del mio ordine.

Nel frattempo, i latrati si facevano sempre più intensi,non mi lasciaì intimidire....finchè udì una voce che mi chiamava era il Maestro Redentos, ma cosa ci faceva qui? Sicuramente era un inganno poichè una volta che si entra altri non possono entrare in quanto la porta veniva chiusa dai custodi della Prova.

Guardaì Lilith e vidi che anche lei aveva sentito qualcosa, dovevo osservarla evitando che potesse cadere in trappola, la strinsi a me dicendole: "non lasciarti ingannare, questo è solo l'inizio di ciò che ci attende".

elisabeth
15-05-2012, 19.16.15
Ascoltai la conversazione tra Reas ed il monaco.....le mie mani erano ancora chiuse in quelle di Reas quando il monaco mi chiamo' parte in causa........la parabola dei talenti....." Avete ragione padre, conosco molto bene questa parabola......Dio ci ha donato la vita, con tutti i suoi doni...ed ognuno di noi deve riuscire a far fruttare ogni cosa, sapendo che nulla ci appartiene, e quel momento sara' il momento del giudizio, ad ognuno di noi verra' chiesto cosa abbiamo fatto di io' che ci e' stato concesso......ho parlato molte volte a Reas, di come bisogna donare Amore a prescindere......e la Lacrima di Cristo sta venedo a chiedere cosa abbiamo fatto di cio' che ci e' stato affidato....."....Guardai Reas negli occhi..lui sapeva di che parlavo...........e strinsi le sue mani tra le mie

Lilith
15-05-2012, 20.58.16
Quando udii quella voce, un improvviso e tremendo dolore mi avvolse e mi face barcollare. Quando Parsifal mi disse che tutto ciò era solo un'illusione, mi sentii rassicurata, ma il dolore continuò ad affliggermi.

Cercai di pensare ad altro; presi in mano il gessetto e mi concentrai su di esso, in modo che vi si potesse trasferire parte della mia energia. Non si trattava di un incantesimo, ma di una metodo utilizzato da generazioni tra i druidi per poter dare parte della propria "energia vitale" ad un oggetto, solitamente a pietre, ruscelli e piante. Mi sentii debole per qualche secondo e fui costretta a sedermi per terra. Quando recuperai le forze porsi il gessetto a Parsifal: "è il vostro turno" gli dissi, sorridendo.

Parsifal25
16-05-2012, 01.13.17
Il volto di Lilith era cupo, quando udì la "falsa" voce del capo anziano....la prova.... era cominciata.

Ero preoccupato per lei, ma fortunatamente si riprese.

Poco dopo prese fra le mani il gessetto ed applicò l'incantamento....non conoscevo la pratica utilizzata ma il modo in cui Lilith lo eseguiva mi catturò e le dissi:" straordinaria......spero che un giorno potrò conoscere la vostra gente ed imparare qualcosa di nuovo......posso fermarmi da voi" dissi sorridendo.

Terminato il rito, vidi che Lilith era impallidita.....aveva perso energie...... la adagiaì sul pavimento e inginocchiandomi innanzi a lei presi il gessetto.....per un attimo incrociammo gli sguardi ed una strana sensazione mi percorse, nella mia mente venne a focalizzarsi un flash-back ma non riuscì a recepire. Ero leggermente frastornato, ma udendo la sua voce e guardando il suo riso, tornaì in me.

Con fare delicato mi disse che era il mio turno, le risposi sorridendo: "per servirla damigella". Impressi il primo simbolo: "B".

Il resto sarebbe venuto da se..... di cosa dovevamo fidarci.....delle nostre orecchie o del cuore?

Guisgard
16-05-2012, 01.15.30
Tieste e Polidor si scambiarono rapide ed incerte occhiate.
“Già, un bel dilemma...” mormorò Alberico “... cosa fare? Tirarlo fuori e salvarlo da morte certa, oppure lasciarlo morire per poi tirarlo su e scoprire la verità? Se si rivelerà un brigante o, peggio, un demonio, allora sarà stata fatta cosa buona... ma se invece si tratterà di un povero sventurato, beh, sarà stato un gran peccato...”

Guisgard
16-05-2012, 01.23.55
Parsifal e Lilith, scoperto il contenuto dello scrigno, erano pronti per la prova.
Parsifal aveva scritto col gessetto una lettera per lui familiare ed importante.
“Cavaliere...” disse all'improvviso una voce nata in seno a quel labirinto e che sembrava la fusione di tante altre, maschili e femminili, fanciullesche ed adulte “... la prova ti sta aspettando... avanti, segui la mia voce e raggiungi il tuo destino insieme alla tua compagna... ma attenti a non smarrire la strada per tornare indietro, o resterete imprigionati qui per sempre...”

Guisgard
16-05-2012, 01.35.41
“Non conoscevo questa storia...” mormorò Barius “... in verità non conosco quasi nessuna storia... la mia vita è stata sempre segnata dal lavoro, sin da piccolo... per questo scendo tra le pietre di questa montagna, con la speranza di trovare uno degli antichi corredi che i Sanniti donavano ai loro morti...” tossì “... siete una brava ragazza, lady Altea... si, quando uscirò da qui, chiederò a Renya dei suoi desideri...”
Ad un tratto si udì un altro scricchiolio.
“Avete udito?” Fece Barius. “Io... io non ho mai creduto alle leggende dei Sanniti... ma ora, talvolta, mi sembra quasi di udire la montagna muoversi... ho... ho paura, lady Altea....”
In quel momento si sentirono dei passi.
Poi due figure raggiunsero Altea.
“Vedo che avete fatto la conoscenza del nostro buon Barius!” Disse Fyellon ad Altea.
Col cavaliere era giunto anche un uomo di mezza età.
Era il sedicente medico del posto.
“Sir Fyellon!” Esclamò Barius nell'udire quella voce amica. “Siete tornato!”
“Certo, amico mio!” Sorridendo il cavaliere ed affacciandosi nella crepa. “Avete visto che dama affascinante è giunta a farvi compagnia?”
“Lady Altea è molto generosa.” Annuendo Barius.
“Qui abbiamo anche messer Archan...” disse Fyellon “... ora si accerterà circa le vostre condizioni...”
Fyellon allora si spostò e permise ad Archan di dare un'occhiata a Barius ed al suo stato di salute.
“Avete fatto bene a venire qui.” Fyellon rivolgendosi ad Altea. “L'avete tirato su di morale.”
Dopo un po', Archan tornò verso Fyellon ed Altea.
“Ora torniamo alla locanda...” disse Fyellon ad alta voce, per farsi udire da Barius “... tornerò più tardi, amico mio.”
“Quando mi tirerete fuori?” Tossendo il prigioniero della montagna.
“Presto, non temete.” Rispose Fyellon. “Sono certo che i minatori saranno già giunti alla locanda.”
“Portereste un messaggio a Renya?”
“Certo.”
“Ditele che...” tossì “... ditele che è tutto per me... che il mio amore per lei è come il primo giorno...”
“Sarà fatto, amico mio.” Sorridendo Fyellon.
Fece poi cenno ad Altea di seguirli e lui ed il medico uscirono dalla cava.
“Allora, in che condizioni si trova?” Chiese Fyellon.
“Fortunatamente non ha niente di rotto.” Rispose Archan. “Ma quel posto è molto umido.”
“Quanto potrà resistere lì sotto?”
“Beh, è un ragazzo robusto...” fissandolo il medico “... in buona salute... inoltre è lucido... forse qualche giorno.”
“Dieci?”
“No, è troppo!” Scuotendo il capo Archan. “Occorre così tanto per tirarlo fuori?”
“Quanto allora?”
“Mah...” pensieroso il medico “... non è facile dirlo...”
“Otto giorni?”
“No, di meno...” disse il medico “... tre, quattro...”
“Avete detto che è di tempra forte.”
“Si, ma in quelle condizioni nessuno potrebbe resistere così a lungo.”
“Una settimana, cinque giorni?”
“Tenerlo così per cinque giorni è un rischio molto grosso...”
“Non avete qualche medicina o intruglio per aiutarlo?”
“Si, preparerò qualcosa...” annuendo il medico “... ma dobbiamo tirarlo fuori il prima possibile...”
Fyellon annuì e fece cenno di tornare alla locanda.

Parsifal25
16-05-2012, 01.39.18
Ero sicuro che con questo codice crittografato ed eseguito con una piccola manovra meccanicamente evoluta, non avreì fallito poichè in sè vi era qualcosa di veramente "magico".....

Nuovamente la voce tornò, stavolta assumeva diversi toni ma bastava reperire il suono antecedente per non smarrirsi, poichè è il primo suono che veniva emesso, le altre erano una sua amplificazione.

Presi Lilith per mano e iniziammo il viaggio nell'oscurità....bisognava, fidarsi della voce.....scelsi il cunicolo centrale è siglaì il tutto con un nuovo sigillo: "una zeta speculare".....

Guisgard
16-05-2012, 01.43.18
La fiamma continuava a contorcersi nel camino, sotto gli occhi inquieti del monaco.
Egli aveva udito le parole di Elisabeth, ma non rispose nulla.
“Sembra che siate molto informato sui fatti di Tylesia...” disse Reas “... siete un eremita? Un mistico?”
“Tylesia è nota in tutta la regione.” Rispose il monaco.
Ad un tratto si udirono dei passi.
“Padre...” entrando una donna con la sua bambina “... oh, perdonatemi... non immaginavo ci fossero ospiti...”
Il monaco si alzò in piedi.
“E' tardi” continuò la donna “e sarà meglio andare...”
“La sera è giunta da poco” fece il monaco “e c'è ancora tutta la notte... restate qui... domani ripartirete...”
“No, l'alba arriverà preso...” scuotendo il capo la donna “... meglio non rischiare...”
“Non voglio che usciate da sola con vostra figlia...” disse il monaco “... la notte è lunga e pericolosa...”
Reas allora si rivolse ad Elisabeth, parlandole ad un orecchio:
“Che strana conversazione... chi sarà quella donna?”

Guisgard
16-05-2012, 01.52.32
Parsifal prese Lilith per mano.
Come un novello Erec, insieme alla sua Enide, il cavaliere era pronto per affrontare la prova che attendeva ormai da tempo.
Ora avrebbero finalmente scoperto il vero volto della terribile maledizione chiamata l'Avvilente Costumanza.
La voce continuò ad echeggiare nei meandri secolari e pietrificati di quel labirinto, seguita da velate risate e lontani lamenti di disperazione.
Come se i due giovani stessero discendendo l'Oltretomba, per raggiungere forse uno dei più profondi ed oscuri Gironi infernali.
Ad un tratto giunsero in un piccolo ed irregolare antro.
Ovunque erano sparse ossa mordicchiate e pezzi di lamiere insanguinate.
Di fronte a loro, avvolta da una spettrale penombra, era scavata nella nuda pietra una nicchia.
“Finalmente...” disse una voce di donna proveniente proprio dalla nicchia “... vi stavo aspettando...”

Altea
16-05-2012, 01.59.05
Ascoltavo le paure di Barius...la Montagna tremava, ma io la vedevo statica.
Sentii dei rumori, sussultai e vidi arrivare Fyellon e il dottore..Fyellon era sarcastico, fece visitare il ragazzo dal dottore e con noncuranza mi disse di seguirlo alla locanda mentre conversava col dottore.
In quel momento lo odiai con tutta me stessa....indifferente e sicuro di se stesso come sempre.
E dove erano i minatori, i soccorritori, per quanto ancora il ragazzo doveva rimanere sotto quelle macerie? Non poteva farcela..non mangiava da giorni e l'aria era satura di polvere.
Mi voltai e con un gesto di stizza mi risedetti di nuovo..."Barius...grazie per le parole spese per me, voi non mi conoscete ma avete capito il mio animo, e io vi ho promesso che non vi lascerò solo...e ora Renya saprà che la state pensando..ma ditemi avete parlato del corredo funerario dei Sanniti? Di che si tratta...so che gli antichi usavano adornare le tombe dei defunti di ricchezze perchè vivessero bene anche nell'aldilà..perchè questa montagna si chiama dei Sette Spiriti?"

Guisgard
16-05-2012, 02.21.48
Guisgard e Talia erano l'uno nelle braccia dell'altra.
La Luna lucente e incantata di Maddala, diffondendo argentati bagliori dalla finestra, li avvolgeva in un alone pallido e soffuso, nato dall'unione della luce coi sogni.
Per qualche istante non avvertirono nulla di ciò che li attorniava, come se quella viva felicità per essersi ritrovati li avesse isolati e resi estranei al mondo intero.
E si sfioravano, si accarezzavano come due ragazzini in preda a quella luminosa gioia che raggiunge i cuori dopo un grande spavento.
Lo spavento di essersi separati, di essersi smarriti l'uno per l'altra.
E in quel momento tutto sembrò svanire attorno a loro, tutto ciò che non riguardasse le loro anime.
Non pensarono più di essere fuggiaschi in una contrada sconosciuta, inseguiti da formidabili cavalieri e accusati di colpe e peccati gravissimi.
In quei tanto sospirati istanti, per loro, contava solo l'essersi ricongiunti.
Ad un tratto Guisgard strinse dolcemente ai fianchi di Talia la fascia che la ragazza aveva legato a Sheylon come segnale per lui.
“In Oriente” sussurrò “si crede che un filo eterno ed indissolubile leghi due persone e che queste, grazie ad esso, non possano mai smarrirsi o separarsi.” Accarezzò di nuovo il suo volto. “Quando ho visto Sheylon tornare da me senza di te, ho creduto di impazzire... fortuna che la nostra tigre non mi ha dato il tempo di realizzare altro...” sorrise “... vista la fretta che aveva di farsi seguire...” le sfiorò la mano con un bacio “... hai fatto bene a fuggire dalla grotta... li ho uditi quei cavalieri e non si fermeranno... ma io non permetterò che ti prendano... ti proteggerò perchè sei il mio bene più prezioso... perchè... io ti...”
In quel momento la porta si aprì ed alcune persone entrarono, restando poi stupiti di trovare Guisgard con Talia.
“Chi siete?” Domandò Margel. “Come siete entrato?”
“Lasciatela!” Intimò Fernand al cavaliere.
“Attento, Fernand!” Intimorita sua moglie. “E' armato!”
“Anche noi lo siamo!” Disse il locandiere, agitando il bastone che aveva in mano.
Guisgard allora portò la mano sull'elsa della sua spada.
http://www.mythfolklore.net/3043mythfolklore/images/robin/errolflynn.jpg

cavaliere25
16-05-2012, 10.48.25
se non lo tireremo fuori da qui dissi non lo potremo sapere mai dissi guardando gli altri forza tiriamolo fuori e sapremo chi è

Parsifal25
16-05-2012, 12.31.43
Il cammino procedeva.Lilith era vicino a me, ero preoccupato per lei poichè aveva speso molte energie per l'incantamento e una particolare attenzione la focalizzaì sulla sua condizione fisica.

Nel viaggio verso il centro del labirinto, il sentiero percorso era stato disseminato di sigilli e segni Longiniu....sembrava di essere entrati nell'Oltretomba ove il buon Dante, nella sua vita ne aveva narrato la voce.

Era una sensazione piacevole ma nel contempo spaventosa in quanto una sola mossa sbagliata e saremo stati condannati....

Non temevo la morte perchè ogni giorno nel mio viaggio verso il "Graal", mi ha fatto da compagna.....mi ha minacciato,altre volte salvato e molte altre fusa con me nel donarla ad altri. Ora, il compito era diverso....non ero solo ma in due.....qualsiasi cosa succedesse, non la abbandonerò.

Infine, giungemmo in una sala gigante ove vi erano ossa e lamiere disseminate....forse era il luogo che cercavamo?....Volsi lo sguardo nell'area e ad un tratto incrociaì una sagoma avvolta nella penombra, accorgendosi di noi quella strana forma ci accolse dandoci il benvenuto..... chi era? Sarebbe stato il volto dell'Avvilente Costumanza?

Dovevamo solo attendere....rimasi concentrato, non estrassi l'arma....perchè una mossa spinta dalla paura avrebbe dato vita ad una lotta di cui non si sarebbe saputo l'esito.

Talia
16-05-2012, 14.02.15
Quella gioia chiara, intensa, travolgente... quella gioia assoluta che fa battere forte il cuore e vorticare l’anima tanto da farle perdere i sensi... quella gioia pura che fa quasi mancare l’aria e cancella tutto ciò che non la riguarda...
Stretta fra le braccia di Guisgard, con gli occhi lucidi per quella gioia improvvisa, dimenticai tutto il resto... dimenticai i cavalieri, la fuga e Tessalonica, dimenticai la accuse e la pene promesse, dimenticai il paese, la taverna e quella festa che era sembrata essere la nostra sola salvezza possibile...
In quel momento, riuscivo solo a sorridere ed a ringraziare il cielo per averlo riportato da me.
Poi quelle sue parole... sospirai... ma prima che potessi dire o fare alcunché, udii quei rumori, la porta che si apriva e poi quelle voci...

In quel momento la porta si aprì ed alcune persone entrarono, restando poi stupiti di trovare Guisgard con Talia.
“Chi siete?” Domandò Margel. “Come siete entrato?”
“Lasciatela!” Intimò Fernand al cavaliere.
“Attento, Fernand!” Intimorita sua moglie. “E' armato!”
“Anche noi lo siamo!” Disse il locandiere, agitando il bastone che aveva in mano.
Guisgard allora portò la mano sull'elsa della sua spada.

“No!” dissi subito.
In fretta mi feci avanti ed allungai le braccia verso i nuovi venuti, in un gesto di pace...
“No, amici... aspettate! Siete in errore!”
Avevo colto, appena un istante prima, quel gesto istintivo di Guisgard, la sua mano che era corsa all’elsa della spada e l’aveva stretta... mi mossi lentamente, dunque, e presi quella mano tra le mie, allontanandola dalla spada... poi tornai a rivolgermi a Margel, Fernand e gli altri...
“E’ solo un equivoco, amici...” mormorai, con il sorriso che mi increspava le labbra “Vi avevo detto che mi avrebbe ritrovata, rammentate? Ebbene... lo ha già fatto! Vi presento Guisgard!”
Rimasi per un istante in silenzio, come a sondare le loro reazioni e l’effetto di quelle mie poche parole su di loro... ma non mi parve di cogliere eccessiva preoccupazione né ostilità, così strinsi di più la mano di Guisgard tra le mie e gli sorrisi...
“Queste persone mi hanno accolta qui al mio arrivo...” spiegai “Sono stati loro ad avvertirmi dell’arrivo in paese di certi cavalieri e si sono offerti di aiutarmi... sono amici!”

Guisgard
16-05-2012, 17.46.10
Alberico restò in silenzio ad osservare Cavaliere25 e gli altri che si preparavano ad aiutare l'uomo nel pozzo.
“Ecco una corda...” disse Tieste “... era accanto al pozzo, legata ad un secchio... facciamola scendere fino sul fondo, affinchè l'uomo riesca a legarsela sui fianchi... poi lo tireremo su...”

Guisgard
16-05-2012, 17.49.26
Ad un tratto, dalla penombra che avvolgeva la nicchia, due occhi si accesero e cominciarono a fissare Parsifal e Lilith.
“Vi stavo attendendo...” disse di nuovo quella voce di donna “... e so che anche voi mi stavate cercando...”
In quel momento un lamento echeggiò da molto lontano.
Forse dal ventre degli inferi.

Guisgard
16-05-2012, 17.58.15
“I Sanniti...” disse a fatica Barius “... seppellivano qui i loro morti... ogni guerriero, ogni nobile ed ogni nobildonna venivano seppelliti col proprio corredo... questa montagna è disseminati di inestimabili tesori...” tossì “... io volevo trovarne uno... volevo farlo per Renya... per condurla via da qui... magari in una grande città... ed esaudire ogni suo desiderio...” tossì nuovamente “... i Sette Spiriti... sono guardiani che custodiscono questa montagna e vegliano sul sonno dei morti... ed io ho profanato questo luogo...”
In quel momento una mano sfiorò la spalla di Altea.
“Venite via, milady...” mormorò Fyellon “... star qui è inutile, oltre che pericoloso... c'è umidità, polvere ed oscurità... lasciamolo tranquillo... Barius ora riposerà... presto torneremo da lui...” sorrise “... venite, incontreremo i minatori e capiremo come tirarlo fuori da qui.”
“Fyellon...” con un gemito Barius “... ho paura della collera degli spiriti...”
“Barius...” disse il cavaliere “... dovete star tranquillo... non vi è alcuno spirito qui. Gli spiriti non esistono.”
“Allora...” tossendo Barius “... è Dio ad essere adirato con me...”
“Non esiste neanche Dio.” Fissandolo attraverso la fessura Fyellon. “Venite, Altea...” rivolgendosi poi alla dama.

Altea
16-05-2012, 18.25.49
Ascoltavo Barius e pensavo quanto egli amasse Renya, tanto da rischiare la sua vita per poterle dare qualcosa in più..questo era vero amore. Ascoltai con attenzione la storia degli Spiriti, difensori dei defunti e del tesoro dei Sanniti.
"Messer Barius....ascoltando la vostra storia, sembra quasi che questi spiriti siano come i protettori delle antiche Piramidi d' Egitto..ma se loro ci stanno ascoltando o vedendo, capiranno che lo avete fatto solo per amore, non vi era brama di potere in voi e ne uscirete indenne".
Improvvisamente sentii un tocco sulla mia spalla, mi girai di scatto e vidi Fyellon, era venuto a riprendermi e ascoltavo i suoi discorsi con Barius, il quale era veramente preso dal panico, e Fyellon scettico come sempre ribatteva.
"Come?Ho sentito bene Fyellon? Non credete nemmeno in Dio? Non capisco, andammo via da Tylesia dove era vietato pregare e amare e voi volevate liberarla da queste assurde Leggi, e ora mi dite che per voi Dio non esiste? Non rivolgetemi più la parola, è da molto che vi vedo diverso...Dio esiste, e ora per Carità Cristiana andate subito a prendere dell'acqua e del cibo per questo ragazzo...i soccoritori? E cosa aspettano ad arrivare...io starò qui..finchè non arriveranno, a meno che voi...con la vostra invincibile armatura non mi aiuterete a portare fuori Barius da qui..ora"

elisabeth
16-05-2012, 21.16.03
La Lacrima di Cristo.....il monaco ne sapeva tanto eppure non volle dire nulla....il vino gettato nel fuoco sembrava prendere vita, uno strano friccicorio...e un lieve profumo di uva invase quella piccola stanza....una donna, dai lineamenti delicati entro' nella stanza, il monaco non si scompose.....aveva fretta di partire, aveva fretta di non vedere spuntare l'alba, stringeva al seno il suo bambino.....Reas si avvicino'al mio orecchio...chi era quella donna..mi chiese, cosa potevo saperne, una madre che fuggiva, una donna disperata......solo un bimbo da salvare, ed il monaco ci consiglio' di riposare......" Forse padre, potremmo accompagnare noi la donna col suo bambino, farla andare di notte, se non si conosce la selva e' pericoloso......la sua paura non la tratterra' dal partire.....e' meglio starle accanto.......e se devo dirvi il vero...vorrei tanto sapere che sta succedendo..."......mi alzai ed andai verso la donna.....il bambino prese a succhiarsi il dito....aveva fame

Lilith
16-05-2012, 23.00.29
Dopo che parsifal scrisse con il gessetto la lettera "B" continuammo a camminare, perchè udimmo una misteriosa voce. Giungemmo ad un'oscura nicchia, dalla quale proveniva una voce. Era una voce di donna, era molto tagliente e faceva trasparire la malvagità di chiunque stesse parlando. Doveva essere lei la "bestia". Udimmo grida infernali ed io mi avvicinai subito a Parsifal. Presi il suo braccio, come per proteggermi, e risposi a quella che pensavo fosse una donna: "Siamo qui..." mi schiarii la voce per non far trasparire la mia paura "...siamo qui per affrontare la prova."

Guisgard
17-05-2012, 01.25.39
Fyellon guardò con stupore Altea.
“Non possiamo tirarlo fuori da qui ora.” Disse. “L'avete visto anche voi, no? La montagna trema ad ogni piccolo sussulto. E' troppo rischioso. Ed anche restare qui, per voi, è rischioso. Su, ora tornate con me alla locanda. Avete un messaggio da recapitare a Renya...” fissò con ancora più intensità Altea “... non sono cambiato, milady... il fatto che voglia battermi per Tylesia non muta nulla del mio essere... a Tylesia non si avversa la Fede religiosa, visto le grandi e sontuose cattedrali che sono state erette in quella città... è l'amore, la voglia di sognare e la speranza di essere felici che sono vietate... per questo voglio battermi, per difendere il diritto di quella gente a conoscere il vero senso della vita... ma prima dobbiamo salvare Barius... e dobbiamo farlo insieme. Dovete darmi il vostro aiuto, milady. Torniamo alla locanda... lì daremo conforto ai genitori di Barius, porteremo a Renya le parole di suo marito e organizzeremo con Gerprando e i minatori i soccorsi. Venite, vi prego...” e prese la mano della dama.

Guisgard
17-05-2012, 02.08.05
A quelle parole di Elisabeth, la donna sbiancò.
“No...” disse, tradendo inquietudine “... no... vi ringrazio, milady... ma non credo sia il caso...”
“Invece credo che lo sia.” Alzandosi Reas ed avvicinandosi a lei ed alla sua bambina. “Uscire da sola con la vostra piccola è troppo pericoloso. A quest'ora la selva è dominio di belve feroci.”
La donna cercò lo sguardo del monaco, come a voler chiedere sostegno.
“Si, i nostri ospiti hanno ragione.” Disse il religioso. “Nessuno lascerà questo luogo stanotte. Domani ripartirete insieme alla vostra bambina.” Si voltò poi verso Elisabeth. “Cosa sta succedendo? Vi ho già detto... si sta combattendo una guerra... una guerra terribile...”

Il cancello era aperto ed Elisabeth poteva intravedere parte di ciò che custodiva.
Ad un tratto udì una dolce melodia e un attimo dopo vide Fin Roma fermo sull'ingresso.
In quel momento giunse la regina Destefya.
Fin Roma sorrise alla sovrana.
“Voglio entrare...” disse la regina “... ho bisogno del suo profumo, dei suoi colori...”
“Forse è tardi.”
“Voi mi avete insegnato che non è mai tardi, milord...” sussurrò Destefya.
“Presto arriveranno qui.” Disse Fin Roma.
“E cosa accadrà?”
“Lo porteranno via.” Rispose Fin Roma.
“E' tutto ciò che mi resta di lui!” In lacrima la regina. “E' irragionevole!”
“La Ragione è la mia più acerrima nemica.” Fissandola il menestrello.

Quella visione attraversò lo spirito di Elisabeth e si dissolse un attimo dopo.
“Venite, vi mostrerò la vostra stanza...” fece il monaco.
“Si, grazie.” Annuendo Reas.
“Seguitemi.” Disse loro il monaco, conducendoli poi in una piccola stanza.

Guisgard
17-05-2012, 02.22.19
“La prova...” disse quella voce dopo aver udito le parole di Lilith “... affrontarla... perchè? Cosa vi ho fatto? Perchè giungete qui come miei nemici?” Velatamente sorrise. “Perchè costringermi ad affrontarvi? Devo dunque uccidervi come è accaduto con tutti gli altri?”
Nell'aria si udì un ringhio mostruoso e diabolico, seguito da urla strazianti.
“Ma io non sono vostra nemica...” continuò quella voce “... e non voglio battermi contro di voi...” rise in modo cupo “... si, non lo farò... prenderò solo uno di voi due...” ed i suoi occhi fissarono prima Parsifal e poi Lilith “... scegliete voi chi sarà a sacrificarsi... l'altro potrà andarsene via libero... cavaliere...” piantando il suo enigmatico sguardo in quello di Parsifal “... cavaliere... i tuoi simili sono campioni di alti valori... ti sacrificheresti per la tua amica? Fatti sbranare ed io lascerò libera la ragazza...”

Guisgard
17-05-2012, 03.12.45
“Si, rammento” disse Margel fissando Talia “che attendevate qualcuno...” guardò poi Guisgard “... siete dunque voi, cavaliere...” sorrise.
Il vecchio locandiere abbassò allora il bastone ed anche Fernand rilassò il suo sguardo fino ad allora teso e nervoso.
Guisgard restò per qualche istante ancora all'erta, ma poi le parole di Talia lo tranquillizzarono pian piano.
“Chi siete, cavaliere?” Chiese Fernand.
“Mi chiamo Guisgard... e sono... sono il fratello di Talia...”
La moglie di Fernand e Margel allora si avvicinarono a Talia.
“Ora siete più serena, vero?” Domandò Margel.
“I cavalieri sono però ancora nel borgo.” Disse Fernand. “C'è poco da stare allegri, controlleranno ogni casa.”
“E noi ci nasconderemo alla festa.” Entrando Delucien. “Come deciso.”
“Ora però c'è anche sir Guisgard.” Disse la moglie di Fernand.
“Bisognerà sistemare un costume anche per lui.” Fece Margel.
“Non occorrerà molto tempo...” disse Delucien fissando Guisgard “... abbiamo più o meno la stessa corporatura e uno fatto per me andrà bene anche a lui.”
Margel annuì.
“Allora bisognerà solo scegliere i costumi per il ballo.” Mormorò la ragazza. “Se ricordo bene” rivolgendosi poi a Talia “mi avevate chiesto quelli di Lancillotto e Ginevra...”
Guisgard restò stupito.

I gerani screziavano il parapetto che correva al di qua delle mura di quel giardino, nel quale alti e robusti faggi, vivaci olmi e slanciati cipressi si ergevano al di sopra di tutto come possenti bastioni.
Il silenzio della sera, a tratti solo interrotto dal canto degli ultimi uccelli, avvolgeva e ricopriva ogni cosa, mentre le cime delle colline più lontane sembravano sconfinare, per via della foschia che calava, in un mondo ancestrale fatto di sogni e spiriti sconosciuti.
L'aria fresca pareva confondersi con i profumi e i suoni del grande palazzo, che poco a poco cominciava ad accendersi di candele e lampade di variegata fattura.
La corte era stata sistemata sotto un grosso padiglione variopinto e la musica dei menestrelli allietava l'atmosfera.
Alla festa erano presenti anche i due ospiti da poco giunti a Sygma: Guglielmo e Cristiano.
“E questo era l'aspetto di sir Lancillotto!” Esclamò il bardo, attorno al quale i presenti si erano raccolti per sentirlo recitare.
“Era questo dunque il volto del Primo Cavaliere di re Artù?” Domandò uno degli invitati.
Il bardo annuì e mostrò un lieve inchino.
“Ora però dovete narrarci della sua amata Ginevra!” Fece un altro dei presenti.
“Eh, miei signori...” scuotendo il capo il bardo “... il volto di Ginevra è ignoto ai più...”
“Come sarebbe?”
“Forse perchè ognuno può immaginarla bella come il proprio ideale di donna!” Disse un altro degli invitati.
Tutti applaudirono a quell'affermazione.
“Sciocchezze...” mormorò Cristiano sottovoce e fissando Guglielmo che gli era seduto accanto “... Ginevra è reale come lo siamo noi tutti qui presenti... e il suo volto è noto a chi conosce quelle storie...”
Guglielmo sorrise.
Ma la principessa Chymela, che era seduta poco distante, aveva udito le parole del forestiero venuto da Capomazda.
“Forse il nostro bardo ha ragione...” alzandosi in piedi la principessa “... sono leggende molto antiche e probabilmente il ricordo di quegli uomini e di quelle donne straordinarie si è perso nel tempo... eppure io credo che qualcuno possa conoscere quel volto... e mi piacerebbe molto... moltissimo, sentirlo descrivere...” e fissò, per un momento, Cristiano.

Talia, tra le voci di quelli che erano con lei e Guisgard nella stanza, per un breve istante aveva vissuto quella nuova visione.
“Venite con noi, milady...” avvicinandosi a lei Margel e prendendola sottobraccio “... proverete il costume che avete chiesto. Quello di Ginevra.” Si voltò poi verso Guisgard. “Messere, poi vi porterò il vostro... aspettate qui. Delucien e Fernand vi terranno compagnia."
E insieme alla moglie di Fernand, Margel condusse Talia in un'altra stanza per provare il costume di Ginevra.
Il locandiere, invece, scese al pianterreno per controllare la situazione.

Parsifal25
17-05-2012, 03.23.09
Eravamo giunti al punto cruciale.....quella strana figura rappresentava l'Avvilente Costumanza.

Per tutto il viaggio Lilith rimase accanto a me, cercava ptotezione ed io ero ben felice di donarla poichè.....era divenuta una persona importante per me. Non avreì mai permesso di farle del male.....

Giunti innanzi alla belva, Lilith con flebile voce espose la motivazione per cui eravamo qui, per sfidarla.....la strana figura, rimase quasi dispiaciuta tanto che chiese il perchè di tale scelta.

"La risposta è semplice....."risposi." Per liberare le povere anime che hanno subito la tua sentenza. Non c'è bisogno che mi parliate della "loro scelta" ma solo nosto Iddio ha il diritto di giudicarci.....è non tu." Posi, Lilith dietro di me e dissi: "Avanti,quale è la tua richiesta."

La macabra figura ci osservò entrambe sorridendo, potevo immaginare quale fosse stata, difatti non tardò. Incrociò lo sguardo con il mio e sibilò: "perchè....non ti sacrifichi.....sei un cavaliere....se lo faraì lascerò la tua amica".

Non me lo feci ripetere due volte, strinsi la mia croce.....ed altro.....sorrisi a Lilith e mi diressi verso la bestia sorridendo.....

"E sia".

Altea
17-05-2012, 10.15.34
Ascoltai le parole persuasorie di Fyellon...scossi il capo "Dove non vi è l'Amore non vi è nemmeno Dio...perchè tenete molto, invece, a difendere l'Amore..Fyellon? Vi ho visto discutere animatamente pure con quelle donne sulla sponda del fiume..il vostro cuore è legato a una gentil dama?"
Guardai Barius....chi aveva più bisogno di conforto? "Io rimango qua, Fyellon, ho promesso a Barius gli sarei stata vicina finchè non arrivassero i soccoritori, egli è in preda al panico...e io credo che qui ci sia qualcosa di misterioso.Andate voi a confortare i suoi genitori e ricordate che Barius chiese a voi di mandare quel messaggio a Renya", lasciai la mano che Fyellon mi stava afferrando.

cavaliere25
17-05-2012, 11.22.29
tenetevi pronto signore la stiamo tirando fuori speriamo non sia uno sbaglio tirarlo fuori dissi guardando gli altri e mi misi in posizione per tirare la corda

Talia
17-05-2012, 13.54.11
Quella visione, come un antico e dolce ricordo, scivolò tra i miei pensieri. Per qualche attimo rimasi a contemplarla... osservai gli occhi brillanti del sedicente Cristiano ed assaporai quella sorta di vaga eccitazione che si agitava nell’anima della principessa Chymela, quell’inspiegabile ed entusiastico sentimento che la pervadeva ogni volta che in qualche modo provocava e quasi sfidava quell’insolito personaggio proveniente da Capmazda. Cristiano, con tutte le sue conoscenze e quel modo di pensare che spesso la sorprendeva oltre l’immaginabile, esercitava su di lei un fascino assoluto... Chymela non aveva mai conosciuto nessuno come lui, mai nessuno l’aveva incuriosita a tal segno prima e mai per nessun altro aveva provato quell’insano desiderio di metterlo costantemente alla prova, di sollecitare la sua mente arguta, di offrirgli ogni occasione possibile perché lui potesse stupirla e stupirla ancora...
La voce di Margel mi portò, infine, via da quella visione... la mia mano strinse più forte quella di Guisgard ancora per un momento, poi la lasciò scivolare via quando le donne mi portarono nell’altra stanza...
Attraversammo il corridoio e varcammo una porta che la moglie di Fernand, udii, richiuse con cura dietro di noi...
“Siete davvero buoni...” mormorai, mentre Margel mi aiutava a togliermi quel vestito per poi poter indossare il costume da maschera “Mi avete offerto un riparo ed ora, addirittura, ci nasconderete. Sapete, però... correte dei seri rischi per far questo! Promettetemi soltanto, Margel, che starete attenti! Promettetemi che non sfiderete quei cavalieri per causa mia... non potrei mai perdonarmelo!”
Per qualche attimo vi fu il silenzio... quella visione continuava a vorticarmi in mente, quella e le mille altre che avevo avuto... ed allora un’idea improvvisa mi colse...
“Sapete, Margel...” iniziai quindi a dire, in tono ostentatamente leggero “Avevate ragione sul vostro Delucien: sembra davvero un brav’uomo!” esitai appena un istante, poi soggiunsi “Avete detto che ha avuto delle noie con qualcuno dei Taddei, i signori di Capomazda... non è vero? Sapete... noi veniamo da lontano ed abbiamo molto viaggiato, così non siamo molto informati di queste cose... perciò mi chiedevo... chi è il signore di Capomazda? Qual è il suo nome?”
Ancora una breve pausa poi, sforzandomi di mantenere un tono fortemente noncurante, soggiunsi: “Ora che ci penso... ho sentito parlare di uno di loro durante il viaggio... uno dei Taddei... Andros... mi pare! Lo conoscete?”

Guisgard
17-05-2012, 17.14.57
Le ragazze abbigliavano Talia per il ballo.
“Non pensate a queste cose, milady...” disse Margel “... non vi scopriranno. Tutti indosseranno maschere e costumi e quei cavalieri non possono certo mettersi a perquisire tutti. Il ballo ha comunque funzioni anche religiose, essendo offerto a San Michele.”
“Dovete giungere davvero da molto lontano” fece la moglie di Fernand “se non conoscete i nobili Taddei, milady. Sono i signori assoluti di queste terre. Noi siamo un po' distanti da Capomazda, ma questo borgo vede spesso la presenza di membri della casa ducale grazie alla presenza della Cappella dell'Apparizione, dove è apparso San Michele e dove, secondo la leggenda, Ardea affrontò il cavaliere che l'aveva sfidato. E' un luogo di culto per il ducato. Quando all'Arciduca...”
In quel momento qualcuno bussò alla porta.
“Vi occorre ancora tempo?” Domandò il vecchio locandiere. “Meglio avviarsi presto al ballo, così da potersi mischiare agli altri che vi parteciperanno. Andare da soli è rischioso.”
“Siamo pronte!” Esclamò Margel.
“Siete incantevole, milady!” Disse la moglie di Fernand a Talia. “Una perfetta Ginevra!”
E le due ragazze condussero Talia al piano di sotto.
Margel, poi, portò a Guisgard il costume di Lancillotto.
“Indossatelo.” Fece Delucien, fissando il cavaliere.
“E così” disse Fernand, mentre attendevano che Guisgard fosse pronto “siete fratello e sorella...”
“Già...” mormorò il cavaliere.
“Capisco...”
Guisgard lo fissò.
“Perdonatemi, era solo curiosità la mia.”
“Non preoccupatevi.” Disse Guisgard. “Comunque, volevo ringraziarvi per aver protetto Talia...”
“Ora sta a voi portarla in salvo.” Sorridendo Fernand. “E' una ragazza splendida... degna di un gran signore.”
Guisgard si voltò di scatto.
“Perdonatemi, non sono affari miei.” Disse Fernand.
“No, non preoccupatevi.”
“Ma da cosa fuggite?” Domandò Delucien.
“E' una storia lunga.”
“Forse è una fuga romantica?” Sorridendo Fernand.
“Cosa intendete?”
“Beh, magari lei è innamorata di qualcuno, forse un matrimonio avverso da qualche prepotente signorotto e voi volete condurla dal suo amato.”
“Ma cosa diavolo state dicendo?” Infastidito Guisgard.
“Non sapevo che tua moglie ti avesse reso così romantico, Fernand.” Disse Delucien.
“No, stavo solo scherzando...” mormorò Fernand “... vi chiedo scusa, sir Guisgard... non volevo mancarvi di rispetto... perdonatemi...”
“Non è accaduto nulla...” fece Guisgard “... io sono pronto...”
I tre allora raggiunsero la sala della locanda e vi trovarono Talia, Margel e la moglie di Fernand ad attenderli.

Guisgard
17-05-2012, 17.26.00
“Non vi è alcuna dama nel mio cuore.” Disse Fyellon ad Altea. “Ma conosco il valore dell'amore. E non ci vedo alcun legame con tesi e ideali religiosi. Anzi, molte azioni della Chiesa di Dio” con tono sarcastico “mi fanno pensare a tutto, tranne che all'amore. E sia... volete restare qui con Barius? Però promettetemi di stare attenta. Io tornerò il prima possibile.” E tornò alla locanda.
“Grazie di essere rimasta...” mormorò Barius “... grazie, lady Altea... sir Fyellon è davvero una persona speciale... un angelo e ringrazio il Cielo che sia corso in mio aiuto...”

Altea
17-05-2012, 17.34.28
Ascoltavo Fyellon e alzai le spalle senza rispondere, non vi era più nulla che mi legava a Fyellon, nemmeno amicizia, era sempre pronto a riprendermi e non mi dava attenzione..ancor peggio fu quando mi lasciò sola con Barius in quella grotta, da un cavaliere...cresciuto da un grande maestro..mi sarei aspettato un gesto d'onore verso una dama ovvero sostenerla nel suo intento, e soprattutto sostenere una persona in pericolo come Barius.
"Un angelo?" risposi a Barius "se egli è un Angelo, io allora sono la Regina degli Angeli, infatti stiamo vedendo che sono rimasta io a sostenervi e farvi resistere per uscire da qui".
Il caldo stava diventando insopportabile e iniziava a girarmi la testa, ma facevo leva su me stessa per non addormentarmi, chiusi solo per un attimo gli occhi e sentii un leggero movimento proveniente dalla montagna.

Guisgard
17-05-2012, 17.34.45
Cavaliere25 e gli altri, tirarono la corda all'uomo nel pozzo e poi cominciarono a tirarlo su.
Poco dopo, uscì da lì un uomo di grande corporatura, con i capelli lunghi e la barba folta.
Aveva il viso stravolto e gli occhi rossi come se stessero per esplodere.
“Come vi sentite?” Domandò Tieste.
“Io?” Fissandolo l'uomo. “Io sto bene ora... i miei problemi sono finiti... adesso cominciano i vostri...” e un ghigno sorse sul suo volto.

Guisgard
17-05-2012, 17.42.19
In quel momento Lilith udì una voce nascere dentro di sé.
Una voce che sussurrò:

“Attenta, la belva mente, inganna, tradisce!
Non fidarti o in quel labirinto tutto perisce!”

Quella voce era stata udita solo da lei.

Talia
17-05-2012, 17.56.52
Aiutata da Margel e dalla moglie di Fernand, indossai l’abito che mi era stato preparato... era di una stoffa morbida e fluente, impreziosita da inserti più lisci e da sottili ricami...
Sistemarono il mio abito ed i miei capelli, ed intanto parlavamo... per un attimo credetti davvero che il mio tentativo fosse andato a buon fine... parlarono dei Taddei e stavamo proprio per nominare l’Arciduca, quando qualcuno bussò alla porta.
Le due donne si interruppero, quindi, e poi subito, sollecitate dal locandiere, scendemmo di sotto... ne rimasi fortemente delusa, invero, ma decisi di non insistere subito per evitare che si insospettissero...
E così, guidata da loro, scesi le scale e raggiunsi la sala della taverna... qualche istante dopo sentii arrivare anche Guisgard e gli altri.

cavaliere25
17-05-2012, 18.31.46
accidenti siamo un altra volta nei guai dissi gridando piu fai del bene e piu ti ritrovi ogni volta nei guai noi vi abbiamo tirato fuori signore perchè volete farci del male non vi abbiamo fatto nulla non cerchiamo guai e cercai di capire che uomo fosse e se potevo distorcere i suoi pensieri da farci del male

Guisgard
17-05-2012, 19.01.34
Guisgard guardò Talia con quel costume di Ginevra.
Era bellissima, come sempre, ma quel vestito la rendeva speciale.
Talia stava lì, davanti a lui, con le sue proporzioni delicate e i modi aggraziati e gentili.
La carnagione deliziosamente chiara ben si legava ai lineamenti morbidi ed alla luminosità che il suo viso emanava quasi in modo naturale.
E poi quei suoi occhi screziati d'ambra e incastonati in uno sguardo dalle fattezze nobili e perfette, sembravano racchiudere immagini di radiosa bellezza e guardandoli si stentava a credere che in essi non dimorasse più la luce del giorno.
Quel vestito sembrava fatto apposta per avvolgere le sue forme e la sua persona.
Una luce quasi mistica si era accesa da quando l'aveva indossato, come un antico incantesimo finalmente rotto.

“Ginevra ha i capelli di un chiarore indefinito, come la notte attraversata dalla luminosità delle stelle e intrecciandoli è possibile comporre un canto capace di addolcire l'attesa per l'alba...” cominciò a dire Cristiano, senza alzare mai lo sguardo dal volto di Chymela “... i suoi occhi risplendono come i sogni che si fanno per la prima volta in giovinezza... Ginevra ha i capelli dorati come un filone di verginale doratura scoperto nel ventre di una miniera abbandonata e nei suoi occhi è possibile accogliere i sogni del Primo Cavaliere... Ginevra ha i capelli come solo la vera passione sa essere, quella che trasporta, che travolge, che infiamma e rende vivi ed i suoi occhi sono vasti come l'orizzonte dove lo sguardo non può più giungere, ma solo il cuore per immaginare e sognare... Ginevra hai capelli come i riflessi caduti ed ammansiti del Sole nascente sulle acque di un mare sconosciuto e sotto le quali risplende un tesoro dimenticato, mentre i suoi occhi hanno lo stesso colore della dolce corrente di un rivo al mattino che, scorrendo, accarezza e rifinisce pietre dalle variegate colorazioni. Madonna Ginevra ha mille volti e mille colori, mille forme e mille profumi, mille sapori e mille sospiri... madonna Ginevra ha un solo volto, un volto che mi è apparso in sogno e che custodisco da sempre in fondo al cuore... un volto che mi appare ora per la prima volta...” e Cristiano sorrise a Chymela, perdendosi nei suoi occhi e vedendo, lui solo, ciò che vide Lancillotto il giorno di San Giovanni.

“Sei bellissima, gioia...” avvicinandosi lui a lei “... bellissima...” sfiorò le sue mani e sorrise “... siamo pronti, amici...”
Quella visione era svanita, così, come era arrivata nel cuore di Talia.
“Bene!” Disse Fernand. “Siamo trasformati tutti, per magia, in eroi ed eroine! Io sono Erec e ho la mia bella Enide! Abbiamo poi Rolando e Alda!” Facendo segno a Delucien e Margel. “E, infine, Lancillotto e Ginevra!”
“Camminiamo sempre uniti.” Si raccomandò Delucien.
E si diressero tutti verso la festa.

Talia
17-05-2012, 20.14.21
Quella visione... fu un attimo.
La voce calda di Andros, il suo tono vibrante e quelle parole... sentii l’anima di Chymela sussultare e vibrare forte mentre lo ascoltava, mentre lo guardava...
Fu un attimo, ma fu tanto chiaro e limpido nella mia mente che anche io sussultai.

“Sei bellissima, gioia...” avvicinandosi lui a lei “... bellissima...” sfiorò le sue mani e sorrise “... siamo pronti, amici...”
Quella visione era svanita, così, come era arrivata nel cuore di Talia.
“Bene!” Disse Fernand. “Siamo trasformati tutti, per magia, in eroi ed eroine! Io sono Erec e ho la mia bella Enide! Abbiamo poi Rolando e Alda!” Facendo segno a Delucien e Margel. “E, infine, Lancillotto e Ginevra!”
“Camminiamo sempre uniti.” Si raccomandò Delucien.
E si diressero tutti verso la festa.

La voce di Guisgard mi riportò lì... gli sorrisi e strinsi la sua mano di rimando... e, in quell’istante, sentii come mai prima il peso della mia condizione.
Sentivo gli altri allontanarsi, intanto, ed avviarsi verso la festa... anche noi dovevamo andare, lo sapevo bene... ma improvvisamente non volevo più, improvvisamente non era più quella la cosa più importante...
Improvvisamente mi accorsi di sentire la sua mancanza.
Non avevo mai dato troppo peso al fatto di non poter più vedere... al contrario, passato lo shock iniziale mi ci ero quasi abituata: avevo imparato ad ascoltare con più attenzione e a far conto su tutti gli altri sensi, la mia anima spesso ‘sentiva’ ciò che io non potevo vedere. E questo, in qualche modo, mi bastava.
Ma improvvisamente mi accorsi che non mi bastava più per lui. Sentivo la sua mano nella mia e sentivo il suo sguardo su di me, sentivo il suo cuore battere e la regolarità del suo respiro... eppure non mi bastava più. No, non mi bastava: improvvisamente desiderai di nuovo guardare nei suoi occhi per accertarmi che tutto andasse bene, per tranquillizzarmi, così come facevo quando eravamo ragazzini... si, io volevo vederlo, volevo guardarlo... ne avevo bisogno!
Trattenni la sua mano nella mia, tremando, e chiusi gli occhi, li strinsi e respirai piano per qualche attimo... pregai in quei pochi attimi, implorai per poter vedere ancora, anche un solo momento, quel momento... poi, inspirando profondamente, li riaprii...
Ma niente era cambiato, ed io mi trovai ancora in quel buio screziato di vividi lampi di luce fiammeggiante.
La delusione fu cocente ed i miei occhi si riempirono di lacrime... lacrime amare, lacrime di frustrazione...
In fretta, dunque, perché Guisgard non le notasse, abbassai il viso e sospirai mestamente...
Poi mi voltai verso la porta...
“Dai, andiamo...” mormorai, senza riuscire a nascondere quel tono vagamente triste.

Guisgard
17-05-2012, 20.58.35
Guisgard strinse la mano di Talia e si accorse che era fredda e tremante.
Inoltre la sua voce incerta e il tono mesto e rattristato non erano sfuggiti al cavaliere.
Le tre coppie si avviarono allora verso il luogo della festa, mischiandosi pian piano con gli altri che si dirigevano là.
Ma Guisgard voleva restare solo con Talia e comprendere cosa avesse.
Allora, cominciò sensibilmente a rallentare il passo, lasciando che tutti gli altri li circondassero, separandoli dai loro amici.
E all'improvviso, Guisgard si avvicinò ad una fontana per bere.
“Ah, mi ci voleva una bella bevuta!” Esclamò. “Fresca! Adoro l'acqua che sgorga in questi borghi di montagna!” Guardò i vari cavalieri e le loro dame sfilare verso la festa.
Allora, bagnandosi la mano con quell'acqua fresca, scherzò sulle guance di Talia.
“Vuoi bere?” Chiese alla ragazza. “E' fresca e buonissima. E poi magari mi racconti perchè mi sembri così triste...” le accarezzò il viso “... la regina Ginevra deve essere gaia e spensierata... lei solo possiede il cuore di Lancillotto!” Sorrise.
“Messere!” Avvicinandosi all'improvviso un bambino. “Acquistate una rosa per la vostra dama? Ho rose di tutti i colori... rosse, bianche, perlate, ambrate, gialle... vi prego... se torno a casa senza averne venduta almeno una, mio padre mi picchierà!”
“Avanti...” disse Guisgard “... una rosa per far sorridere la mia regina... quale desiderate, lady Ginevra?” Domandò a Talia.
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Talia
17-05-2012, 21.27.28
Ci inoltrammo tra la folla, camminando lentamente... Guisgard stringeva la mia mano ed io seguivo i suoi passi. Ormai non provavo più disagio a camminare nella confusione, mi ero abituata e riuscivo a districarmi abbastanza bene... eppure quella vaga tristezza che mi aveva investita poco prima non accennava a diminuire, al contrario...
Poi d’improvviso Guisgard si fermò vicino ad una fontana, sentivo l’acqua zampillare allegramente, sentii la sua mano raccoglierla, poi la sua voce...

E all'improvviso, Guisgard si avvicinò ad una fontana per bere.
“Ah, mi ci voleva una bella bevuta!” Esclamò. “Fresca! Adoro l'acqua che sgorga in questi borghi di montagna!” Guardò i vari cavalieri e le loro dame sfilare verso la festa.
Allora, bagnandosi la mano con quell'acqua fresca, scherzò sulle guance di Talia.
“Vuoi bere?” Chiese alla ragazza. “E' fresca e buonissima. E poi magari mi racconti perchè mi sembri così triste...” le accarezzò il viso “... la regina Ginevra deve essere gaia e spensierata... lei solo possiede il cuore di Lancillotto!” Sorrise.

Mi ritrassi appena e sorrisi leggermente, mentre quel peso sul mio cuore aumentava...
“Non sono triste!” mentii.
Raramente avevo mentito a Guisgard, non ero mai stata molto capace a raccontare bugie e lui mi conosceva troppo bene, tanto che gli era sempre bastata una sola occhiata per smascherarmi... ma quella volta era diverso, non volevo rattristare anche lui e non volevo pensasse che ero sciocca...
Poi, prima che potesse chiedermi qualcos’altro, una seconda voce si intromise tra noi...

“Messere!” Avvicinandosi all'improvviso un bambino. “Acquistate una rosa per la vostra dama? Ho rose di tutti i colori... rosse, bianche, perlate, ambrate, gialle... vi prego... se torno a casa senza averne venduta almeno una, mio padre mi picchierà!”
“Avanti...” disse Guisgard “... una rosa per far sorridere la mia regina... quale desiderate, lady Ginevra?” Domandò a Talia.

“Oh...” sussurrai... ma poi un vago sorriso sorse sulle mie labbra “Ebbene... chi altri se non sir Lancillotto può stupire la regina Ginevra? Vediamo, allora, se sei davvero il solo ed il vero Lancillotto, come hai sempre sostenuto... stupiscimi, dunque! Scegli tu per me, mio impavido cavaliere, e poi dimmi: qual è, a tuo giudizio, quella che preferirei?"

elisabeth
17-05-2012, 21.56.58
Troppo impaurita la donna per ascoltare, sembrava fuori si ...senza potersi esprimere come voleva...niente viaggio in quella notte per nulla al mondo...solo per me...il fato diede sfogo alle sue immagini....entrai in una trance che mi estrometteva solo parzialmente dal mondo reale....e la visione fu limpida...e vidi Fin Roma e la Regina....il suo dolore era palpabile come le mani di Reas poco prima.....Fin sembrava vivesse dei suoi pensieri ed ella come solo un amore infito puo'...desiderava l'odore di quel magnifico fiore....e se quel fiore fosse l'uomo che ella amava...e se quel fiore fosse la sua sola ragione di vita.....quel fiore, non poteva essere estirpato......sembrava la vita stessa......Ritornai in me e i miei occhi erano ancora fissi sul volto della donna.......la stanza, si...dovevamo riposare......" Grazie padre..qualsiasi cosa andra' bene perche' si possa riposare, l'alba sembra terribilmente vicina.."....entrai nella stanza...sembrava cosi' piccola, vi era un letto che sembrava abbastanza grande per due persone....e vi era un inginocchiatoio.....chi non dormiva..pregava......chiudemmo la porta alle nostre spalle..." Reas....che strana situazione, cerchiamo i cigni e troviamo altro......incomincio a temere per tutte le persone che conosco......incomincio a sentire quello che l'umana coscienza chiama paura di perdere....e io ho gia' perso tanto nella vita..........Ho giurato a Goz di trovare i suoi cigni.....ho avuto una visione....voi avete mai visto il fiore che e' custodito nel giardino del parco reale ?..."...

Lilith
17-05-2012, 23.19.50
Dopo aver udito quella voce, corsi verso Parsifal, stringendogli il braccio. "No. Voi non affronterete nessuna prova senza di me. Lei vi sta mentendo... non fidatevi."
Non volevo che Parsifal se ne andasse, soprattutto in quel momento. La voce, prima di affrontare la prova, mi disse che saremmo dovuti restare insieme per poterla superare. Ora mi stava dicendo di non fidarmi, altrimenti saremmo morti entrambi.
Mi feci coraggio ed avanzai verso quella donna. "Affronteremo entrambi la prova. Nessuno si sacrificherà per nessuno."
Tornai poi accanto al cavaliere e lo guardai, sperando che accettasse la mia decisione.

Guisgard
18-05-2012, 01.25.10
La montagna, di tanto in tanto scricchiolava e qualche pietra, di varie dimensioni e forma, rotolava giù dalla parete rocciosa.
“Non siate...” disse Barius tossendo “... non siate ingiusta con sir Fyellon, milady... egli sta organizzando il da farsi... sono sicuro che mi tirerà fuori di qui... egli è un gran cavaliere... lo si vede dal nobile portamento e dalla risolutezza con cui affronta le avversità... è grazie a lui che ho trovato il coraggio di resistere... posso farvi una richiesta?” Tossì nuovamente. “Siate buona con lui... è un generoso, si vede... ma ha bisogno anche del vostro aiuto... vedrete che saprà risolvere questa brutta situazione...”
Intanto, tornato alla locanda, Fyellon vi trovò i minatori.
“Questo è Jussac.” Fece Gerprando, presentando il capo dei minatori al cavaliere.
“Bisognerà che vediate la montagna.” Disse questi.
“E' venuta giù parecchia pietra?”
“Un'intera parete.”
“E come sta quel disgraziato?”
“Sta bene.” Rispose Fyellon. “E' di fibra dura. Seguitemi, vi condurrò a vedere la montagna.”
In quel momento si avvicinò Renya.
“Vostro marito ha chiesto di voi.” Fissandola Fyellon.
“Davvero?” Sarcastica lei. “Dovrei sentirmi lusingata, immagino...”
“Venite con me.” Disse Fyellon.
Si appartarono nella cucina della locanda.
“Allora?” Fissandolo Renya.
“Cosa avete?”
“Avete un'altra domanda?” Ironica lei. “O volete conoscere la storia della mia vita?”
“A me non interessa la vostra storia...” infastidito Fyellon “... voglio solo che facciate la moglie devota ed afflitta!” Prendendola per un braccio. “Ora tornate di là e fatevi scendere qualche lacrima!”
“Amate comandare tutti a bacchetta, vero?” Tentando di liberarsi da quella presa lei. “Ed io cosa ci guadagno?”
“Stanno cominciando ad arrivare diverse persone” disse Fyellon “e ho visto che gli affari iniziano a girare per la locanda... non siete soddisfatta?”
“Voglio altro da questa storia!” Esclamò la donna.
“Cosa volete?”
“Voglio una vita felice” rispose lei “e voglio un uomo vero... come voi!”
Lui la fissò per qualche istante, per poi prenderla a schiaffi.
“Tornate di là, in cucina” disse con astio “e recitate la vostra parte.”
Fyellon tornò poi dai minatori e con loro raggiunse di nuovo la montagna, ritrovando Altea.

Guisgard
18-05-2012, 01.50.21
A quelle parole di Elisabeth, Reas si voltò di scatto a fissarla.
“Avete detto” disse visibilmente turbato “che vi è un Fiore a Tylesia... come fate a dirlo? Come sapete di questo? Nessuno può avervene parlato in città, che io sappia... come conoscete allora il giardino di Tylesia?”
I due erano in quella piccola stanza, arredata con un letto, un vecchio scrittoio ed un inginocchiatoio.
Alla parete vi era solo un piccolo crocifisso in legno e l'unica fonte di luce arrivava da una candela che il monaco aveva lasciato loro.
La penombra dominava ovunque in quella stanza, generando mutevoli immagini, simili ad ombre inquiete, che sembravano danzare una macabra danza sulla spettrale melodia dei suoni della notte.
Reas fissava Elisabeth, cercando di comprendere le sue parole attorno a Tylesia ed al suo giardino.
Ad un tratto si udì un rintocco di campana e poi il sordo rumore del portone del monastero che veniva chiuso.
Come se il monaco avesse voluto proteggere tutti loro dai misteri che attraversavano la selva.

Guisgard
18-05-2012, 01.57.39
L'uomo era ancora aggrappato alla corda fissata attorno alla carrucola, quando Alberico si avvicinò e con il becco e gli artigli sciolse il nodo, facendo così ricadere nel pozzo lo strano individuo.
Questi lanciò un urlo e si ritrovò, subito dopo, sul fondo melmoso di quel pozzo.
“Non è un uomo, sciocchi.” Disse il falco a Cavaliere25, a Tieste e a Polidor. “E' un essere soprannaturale chiamato Jinn.”
“Aiuto!” Gridò dal fondo del pozzo. “Aiutatemi, vi prego! Non lasciatemi qui!”

Guisgard
18-05-2012, 02.45.43
Quel vago sorriso sul volto di Talia e quel gioco sussurrato, quasi come una piccola sfida, simile a tante altre che sin da piccoli i due si erano scambiati, fecero sorridere lievemente Guisgard.
Il cavaliere allora fissò il bambino delle rose.
“Eh, gia.” Disse. “Sentito, mio giovane amico?”
Il bambino annuì divertito.
“Sembra che una nuova sfida avanzi verso il prode Lancillotto.” Continuò Guisgard. “E stavolta non si tratta di stanare draghi, affrontare orchi e mettere in fuga felloni. No, stavolta un'impresa ben più insidiosa si mostra all'orizzonte... stupire la bella Ginevra! L'hai sentita anche tu la nostra regina, vero?” Guardando il piccolo fioraio. “Devo dimostrare di essere il solo e vero sir Lancillotto! Ti sembra poco, amico mio?”
Il bambino rise.
“Vediamo se madonna Fortuna sarà dalla mia parte...” cominciando a scegliere tra le varie rose “... quale di queste rose sarà la prescelta dalla mia Ginevra? Forse questa gialla, che mi ricorda i suoi bellissimi capelli? O forse questa bianca, che mi fa tornare in mente la sua pelle d'alabastro? E se invece fosse questa perlata, così simile al suo contagioso e magico sorriso? O questa rossa, che in tutto e per tutto richiama la sua vellutata e deliziosa bocca? O magari questa ambrata, che pare dipinta dello stesso colore dei suoi bellissimi occhi? Eh, arduo giudizio... ben più complicato di quello toccato a Paride... anche se il premio che attendo sarà di certo ben più prezioso di quello che il figlio di Priamo trovò a Sparta tra le braccia di Elena... e sia, ho deciso!” Esclamò. “Si, ho scelto... prenderò due di queste rose... questa ambrata, dello stesso colore dei suoi occhi, i più belli che io abbia mai visto, affinchè mai una lacrima possa più solcare quello sguardo... e poi questa perlata come il suo sorriso, capace di irraggiare il mondo intero, perchè non smetta mai di illuminare ogni mio risveglio...”
Guisgard allora lanciò due monete al bambino e questi fece prendere le due rose al cavaliere, che le racchiuse poi nelle mani di Talia, facendole specchiare così nella limpida e fresca acqua della fontana.
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Parsifal25
18-05-2012, 02.46.29
Ero pronto ad affrontarla, ma il tempo non c'era.....poichè nell'avanzare... al primo passo mi sentì stringere il braccio saldamente....era Lilith.

"Lilith.....ma cosa...." dal suo sguardo intenso capì che non mi avrebbe permesso di fare tale gesto. Mi rammentò le parole della prima volta che entrammo: "Insieme, avremo superato la prova.....".

Nei suoi occhi vidi una forte determinazione e coraggio fuori dal comune, rimasi esterefatto.....la guardaì e le dissi: "Perdonami.....mi ero dimenticato del nostro patto....." mi inginocchiaì innanzi a lei e le baciai la mano.
"Non sei ingenua come tu dici......." le dissi sorridendo.

Con nuovo impeto e ardore, mi misi in piedi e girandomi verso la "Prova" le dissi: "perdonate milady, ma abbiamo promesso......vinceremo insieme".

cavaliere25
18-05-2012, 15.24.22
Guardai il falco e dissi bella mossa amico ora allontaniamoci da questo pozzo e lasciamolo qui questo essere e mi spostare di qualche passo mentre guardavo gli altri

Talia
18-05-2012, 18.22.56
Le mie dita strinsero lo stelo di quelle due rose ed io, sentendone subito il dolce profumo, sorrisi...

“E così Lancillotto, per amore della regina Ginevra, fece ciò che nessun altro mai avrebbe osato...”
Guisgard, seduto al centro di un gruppetto di fratelli, accanto al muretto che delimitava il giardino e lo divideva dal bosco di Suessyon, raccontava... la voce chiara e vibrante, il tono fervente, gli occhi luminosi.
Io, accomodata poco distante, tendevo le orecchie per ascoltarlo con attenzione mentre, distrattamente, terminavo di ripiegare alcune tovagliette per l’altare della cappella del Casale.
“Chiacchiere!” sentenziò ad un tratto, in appena un sussurro, una voce subito dietro di me. Mi voltai di scatto, quindi, e trovai Fyellon seduto su di una grossa pietra lì vicino... era arrivato tanto piano che non me ne ero accorta.
“Cosa?” domandai.
“Bah... tutto!” ribatté con un’alzata di spalle, accennando a Guisgard e agli altri “Sono tutte sciocche storie infondate, balle infarcite di miele, miti e leggende senza nessuna utilità... ma non c’è niente di vero in ciò che dice! Assolutamente niente di reale!”
Sospirai a quelle parole e tornai ad abbassare gli occhi sul mio lavoro...
“A me piacciono le sue storie!”
“Oh, ma questo lo so bene!” sussurrò lui, vagamente sarcastico “E... credimi, poche cose mi deludono allo stesso modo!”
“Fyellon!”
“Cosa?” i suoi occhi si fecero improvvisamente di fuoco “Cosa, Talia? Ma non capisci che ti sta solo ingannando? Ti incanta con mille racconti di terre lontane e misteriose, con immagini di viaggio... ti fa sognare... e poi? Realizzerai mai quei sogni, Talia? Te lo dico io: no! Non ne realizzerai neanche uno perché il tuo destino è un altro... e lo sai!”
Mi irrigidii a quelle parole...
“E tu che cosa credi di saperne di ciò che sogno?” ribattei, la voce bassa ed improvvisamente dura.
Fyellon fece una piccola smorfia di disappunto...
“Probabilmente niente!” rispose poi “Ma sono pur sempre tuo fratello... e so che la vita nel Tempio non fa per te. Ti vedo, sai? Ti osservo qualche volta... tutto ciò che fai per la Cappella, lo fai solo perché è ciò che il Maestro vuole, lo fai per non dispiacere a lui, e non per altro... Tu non vuoi essere una sacerdotessa, lo so, e Guisgard non fa che alimentare questi tuoi sogni! Ma ricorda questo, Talia: tu alla fine farai esattamente ciò che ci si aspetta da te, diventerai una sacerdotessa perché è questo che il Maestro vuole... e né Guisgard, né nessun altro Lancillotto dei miei stivali potrà mai farci niente! I sogni non servono a niente, Talia, se non a farti soffrire di più alla fine! Difficilmente si realizzano... e certamente non nel tuo caso!”
Quelle parole fredde e dure, pronunciate quasi in un sussurro, mi ferirono profondissimamente... per qualche attimo rimasi immobile, stordita dal dolore... e poi, incapace di reagire, raccolsi tutte le mie cose e scappai via.
Raramente avevo provato tanto dolore e tanta angoscia prima di quel momento... nessuno dei miei fratelli parlava mai espressamente del voto e del mio futuro, Guisgard per primo... ma quel giorno quelle parole aspre di Fyellon aprirono una ferita nella mia anima che credetti insanabile...
E come sempre accadeva quando era molto triste, finii in quell’angolo di cortile che il Maestro aveva riservato solo a me, perché io potessi accudire le mie piante, attività che prediligevo sopra ogni altra cosa.
Quel giorno, tuttavia, neanche quello sembrava volermi dar conforto... le splendide rose dal colore appena madreperlato che crescevano ben oltre il lago e che io avevo convinto il Maestro ad andare a prendere per me, perché desideravo tentare di far ambientare al Casale, infatti, non volevano saperne di attecchire e continuavano bellamente a morire, in barba a tutto il mio impegno, al tempo che dedicavo loro, alle mie cure e ad ogni genere di espediente cui ero ricorsa... erano rimaste solo le ultime due piante, ormai, ed anche quelle erano pressoché seccate... cosa, questa, che mi causava un vivo senso di frustrazione, oltre il sonoro dolore che ancora le parole di Fyellon stavano generando nel mio cuore...
“Hey, sei qui!” esclamò, ad un tratto quella voce familiare.
Guisgard saltò la bassa staccionata di legno che delimitava il mio angolino privato e venne verso di me, sorridendo...
“Questa mattina te ne sei andata prima che finissi di raccontare quella storia...” disse, sedendosi vicino a me...
Io non risposi, limitandomi ad annuire.
“Perché?” chiese.
Mi strinsi nelle spalle.
Lui mi osservò per un istante, poi sospirò...
“Cos’hai? Perché sei triste?”
Non risposi subito, continuando ad armeggiare intorno a quelle rose, ma poi, sentendo il suo sguardo indagatore su di me, mi decisi ad aprire bocca...
“Non sono triste!” mentii “Non ho niente!”
Lui rimase in silenzio per qualche istante poi, con uno strano tono, chiese...
“Non ti piaceva la storia che raccontavo oggi?”
“Non lo so... non ci ho pensato!” dissi, rassegnandomi e gettando stizzosamente di lato una di quelle piante ormai secca...
“Sai cosa si dice? Che nessuno capisse Ginevra come il prode Lancillotto... se lei era triste lui lo vedeva subito... e nessuno, Talia, nessuno poteva scacciare via la tristezza della regina Ginevra come lui!”
Chiusi gli occhi a quelle parole... all’improvviso mi sentivo infinitamente male, le parole di Fyellon mi rimbombavano nella mente ed io, pur desiderando con tutta me stessa non sentirle più, non sapevo come farle tacere...
“Basta, Guisgard!” dissi allora, piano, con voce quasi implorante “Basta, ti prego!”
“Che succede?” chiese ancora, con il mio stesso tono basso “Talia... cos’hai? Dimmelo! Sai, Lancillotto...”
“Basta!” lo interruppi, il cuore ormai a pezzi e gli occhi pieni di lacrime “Basta con Lancillotto! Basta, Guisgard... tu nomini spesso Lancillotto ma non hai capito niente! E forse è vero che sono tutte soltanto storie false! Sogni! E forse è vero che i sogni non si realizzano mai! Forse è vero che Lancillotto non poteva affatto leggere nel cuore di Ginevra... E forse... Forse, addirittura, ha ragione Fyellon ed è tutto inutile. Ed è tutto sciocco!”
Mi alzai in piedi, tremavo... ma Guisgard, alzandosi a sua volta, mi afferrò per un polso prima che potessi fuggire via...
“Fyellon?” chiese lentamente, osservando i miei occhi lucidi “Che cosa c’entra Fyellon, Talia? E’ lui che ti ha messo queste idee in mente? Era questo che ti stata dicendo questa mattina in giardino?”
Non risposi... non potevo, tremavo tanto e tanto a stento riuscivo a contenere lacrime e singhiozzi che ero certa che se avessi parlato non ci sarei riuscita più...
“Ma non è vero...” sussurrò ancora lui dopo qualche istante, lasciando il mio polso e sfiorandomi i capelli “Non è vero niente! Lancillotto sa bene cosa c’è nel cuore di Ginevra, può leggervi... ed ognuno dei sogni che le descrive sono reali...”
Scossi appena la testa, ma lui non mi lasciò obiettare...
“Ognuno di quei sogni è reale... Talia, credimi... non ci sono bugie. Non ti mentirei mai!”
Guisgard attese che mi calmassi, attese che il mio respiro tornasse regolare e che smettessi di tremare poi, lasciatami nella Cappella, sparì... non lo vidi più per tutto il pomeriggio ed anche la sera, per la cena, giunse molto tardi... era spettinato ed accaldato ma sorridente, non capii.
Non capii fino a quella sera, quando, giungendo nella mia camera, vi trovai due piccoli vasi di terracotta che accoglievano due rametti di quelle rose madreperlate che tanto desideravo ma che crescevano solo oltre il lago e che, ormai, credevo non poter più avere...
Mi avvicinai sorpresa e ne presi uno tra le mani... e fu allora che notai quel biglietto...
‘Lancillotto sa ciò che Ginevra desidera. Ogni sogno di Ginevra è per Lancillotto una missione.’
Sorrisi...
Quell’anno, per la prima volta, al Casale fiorirono le rose color perla.

Quel lontano, lontanissimo ricordo scivolò tra i miei pensieri quando il profumo di quelle rose mi raggiunse...
I miei occhi si bagnarono di nuovo... ma sorrisi.
“Devono essere meravigliose...” mormorai “Meravigliose! Le rose color madreperla... Oh, Guisgard... darei qualsiasi cosa per vederle...”
Lentamente mi avvicinai e gli poggiai un bacio sulla guancia...
“Grazie!” sussurrai “Grazie!”

Altea
19-05-2012, 00.34.32
Alcuni pezzi di roccia iniziarono a staccarsi dalla parete della montagna alzando ancora di più la polvere, l'aria era satura e iniziai pure io a tossire.
Barius cercò in quel momento di strapparmi una promessa..egli si fidava ciecamente di Fyellon.
"Barius" dissi tossendo "io ho già aiutato Fyellon in tutto e per tutto..l'ho fatto entrare nelle guardie reali della Regina di Tylesia e l'ho aiutato a prelevare una corazza speciale...ora penso che tocchi a lui essere in pegno con me...ma sapete io lo conosco più di voi e non nego che lo vedo cambiato, con voi si mostra benevolo ma io lo vedo freddo e cinico e non capisco il motivo".
Mi bloccai un momento e mi balenò in mente quel sogno fatto dopo essere svenuta al maniero..per quei topi..che strano fatto...Tylesia e i suoi cancelli aperti e il cielo buio sopra la splendente città che incupidiva le sfavillanti cupole...e il cancello del Fiore misterioso aperto con la Regina piangente e le parole di Fin che non sono riuscita a udire. A questo pensiero iniziai a innervosirmi..e se Tylesia fosse stata in pericolo?
"Messer Barius, dovete sapere che pure io cerco un Tesoro...io vengo da una città chiamata Tylesia, dovete vedere che magnificenza ella sia, e nel palazzo reale dove sarei ospite vi è custodito un prezioso Tesoro..un fiore..si sembra strano ma è un fiore e io voglio salvarlo e capire di cosa si tratta.." non riuscii a finire, sentii delle voci e dei passi, mi voltai e vidi Fyellon con delle persone.
"Fyellon, finalmente....dobbiamo fare presto o la montagna rischia veramente di crollarci addosso".

Guisgard
19-05-2012, 01.45.23
XXII Quadro: L'Enigma della Belva

“E innanzi a quest'uomo dorme una strana schiera di donne adagiate sui seggi.
No, non donne, ma Gorgoni le chiamano; anzi neppure a figure di Gorgoni potrei paragonarle.”

(Eschilo, Orestea)



A quelle parole di Parsfifal e di Lilith, la donna nella nicchia emanò un gemito che si mutò in una stridula ed insopportabile risata.
“E sia!” Disse.
Ma la sua voce era mutata in un tono bestiale e terrificante.
I suoi occhi si accesero di un fuoco carico di odio e malvagità e dalla nicchia cominciarono a fuoriuscire folgori e fumo nero.
All'improvviso una figura emerse e si mostrò ai due giovani sfidanti dell'Avvilente Costumanza.
Era una donna dalle orribili fattezze animalesche.
La sua pelle era coperta da scaglie ed emanava un fetido come se fosse putrefatta.
Bava e sangue colavano dalla sua bocca, in cui erano racchiuse, come imprigionate, affilate zanne.
Una lingua biforcuta danzava sulle sue labbra arse da un alito che appestava l'ambiente col suo mefitico odore di marcio.
Sul suo corpo sembravano essersi abbattute tutte le malattie conosciute, come la peste nera, la lebbra, la cancrena, la rabbia.
L'espressione del volto era indescrivibile ai sensi umani, sfigurata, com'era, da un misto di terrore, di astio e di avvilimento.
Quello era il volto dell'Avvilente Costumanza.
E quell'essere era il demone che ne incarnava tutti i mali, gli stessi che riempiono quel vuoto lasciato dall'amore quando viene fatto sfiorire.
“Avete scelto il vostro destino” grugnì la belva “ed ora ne sarete vittime!” Si abbandonò ad un'assurda e fortissima risata di folle perfidia. “Ecco l'enigma... e solo risolvendolo potrete vincere questa prova... ma se fallirete, allora io prenderò i vostri corpi e le vostre anime!” Di nuovo echeggiò quella maligna risata di morte.
Li fissò ancora una volta, per poi cominciare a recitare:

“ Ascoltate l'arcano, poiché esso non tradisce!
Quando cade, sempre e solo in acqua finisce!”
http://cdn.ilcinemaniaco.com/wp-content/uploads/2010/04/Medusa-ClashofTitans.jpg

Guisgard
19-05-2012, 01.47.42
Ma mentre Cavaliere25 e i suoi amici si allontanavano, dal pozzo quell'essere cominciò a chiamarli:
“Non mi abbandonate! Vi prego! Altrimenti morirò qui dentro! Aiutatemi, vi supplico! Fatelo ed io mi sdebiterò! Esaudirò tre vostri desideri!”

Guisgard
19-05-2012, 02.10.07
Fyellon sorrise ad Altea come a volerla tranquillizzare.
“Non temete...” disse “... questi uomini sono esperti minatori e stanno già studiando la montagna per comprendere il modo migliore di aiutare Barius... però vi vedo stanca... su, tornate alla locanda. Dovete mangiare qualcosa e poi riposare. Sta cominciando ad arrivare gente, sapete? La notizia della tragedia di Barius sembra abbia fatto il giro della zona.” Si affacciò allora nella fessura. “Sentito, amico mio? Siete diventato una specie di celebrità!”
“Questa poi...” sorridendo per poi tossire Barius “... non immaginavo una cosa simile... e Renya? Ditemi, è orgogliosa di me?”
“Non fa altro che parlare di voi!”
“Davvero?”
“Sicuro!”
“Sapete...” mormorò “... non è mai stata molto affettuosa... ma è colpa mia... non sono un buon marito...”
“Invece la troverete cambiata!”
“Perchè?” Domandò Barius.
“Probabilmente è stata la paura di perdervi.” Rispose Fyellon. “Si e solo ora ha compreso di amarvi davvero.” Si rivolse poi ad Altea. “Milady, tornate alla locanda. Vi riposerete e poi verrete a darmi il cambio. Così facendo Barius avrà sempre uno di noi due accanto. Su, io attenderò il vostro ritorno.” La prese poi in disparte, allontanandosi dalla fessura per non farsi sentire da Barius. “In verità ho bisogno di voi, Altea...” mormorò “... dovete tenere d'occhio Renya... stamani era intenzionata ad andarsene... Barius vive per lei ed un suo addio, beh, credo causerebbe un trauma per quel poveraccio... e lui invece ora non può mollare...”

Guisgard
19-05-2012, 02.57.47
Quel bacio.
Come una carezza, un sospiro, sfiorò il viso di Guisgard, che, istintivamente, con un movimento quasi impercettibile, cercò le labbra di Talia.
Labbra che però non trovò.
Il cavaliere fissò poi gli occhi di lei, inumiditi da quell'emozione.
“Le vedrai quelle rose, Talia...” disse lui “... si, le vedrai, presto... te lo prometto... e quando ciò accadrà, non le vedrai mai appassire, perchè io ne coglierò una ogni giorno per donartela ad ogni tuo risveglio...” sorrise e accarezzò il suo viso “... si, le vedrai, te lo prometto...”
E fissando quelle rose, soprattutto quella perlata, un ricordo scivolò sul suo cuore...

La notte.
Avvolgeva ogni cosa, rendendo le forme del bosco di Suessyon mutevoli e sfuggenti, come se fossero i contorni sbiaditi di un sogno fatto poco prima del risveglio.
Luci distanti scintillavano tra i lineamenti delle sagome dei monti lontani, che si stagliavano nel buio dell'orizzonte che sembrava perdersi nella notte sterminata.
Tutto taceva al Casale.
Solo un grillo cantava tra gli alti alberi che segnavano il limite tra il cortile e lo spiazzo che il maestro usava come giardino.
Una figura, taciturna e furtiva, scivolava nel silenzio che avvolgeva ogni cosa.
Si arrampicò su un albero e da qui saltò verso il parapetto di una finestra.
In quel momento, sotto di lui, vide qualcuno che si accingeva ad entrare per poi raggiungere la sua stanza.
Guisgard allora balzò dalla finestra, apparendo proprio alle spalle di Fyellon.
“Fyellon!” Disse.
“Cosa vuoi?” Voltandosi questi.
“Oggi ti ho visto vicino a Talia.” Con occhi di ghiaccio Guisgard.
“Beh?” Fissandolo Fyellon. “E se anche fosse?”
“Cosa le hai detto?”
“Va al diavolo!”
“Rispondimi!”
“La verità!” Esclamò Fyellon. “Questo le ho detto! La verità su tutto... è mia sorella e non voglio che cresca credendo in cose assurde... le ho parlato, anzi rammentato, del suo voto... del senso della vita e ciò a cui ognuno di noi è destinato.”
“Cosa ne sai tu a cosa è destinata lei?”
“Lo so bene” mormorò Fyellon “e lo sai anche tu.”
“Tu non sai nulla...” celando a fatica la rabbia Guisgard “... nulla...”
“Lo credi davvero?” Con un sorriso Fyellon. “Ne sei certo? E allora dimmi tu come stanno le cose e a cosa siamo destinati... avanti, ti ascolto...”
“All'Inferno...” con astio Guisgard “... a quello sei destinato tu...”
“Si, si...” ridendo l'altro “... sempre il solito ruolo... quello che ti sei disegnato addosso sin da piccolo... il Primo Cavaliere... il buono, il giusto, l'eroe cortese... colui che vince sempre contro i cattivi e conquista alla fine il cuore di Ginevra...” scosse il capo “... ma tu non sei Lancillotto!” Con disprezzo. “Non sei il Primo Cavaliere! Non ci sono nemici qui, né draghi, né orchi e né tanto meno demoni! Gli unici demoni sono solo i tuoi deliri di eroica onnipotenza! Ma chi credi di essere? Pensi che basti raccontare qualche storia di cavalieri per far credere a tutti di essere un predestinato? O disseminare il Casale di fiorellini e petali colorati per fingerti un eroe romantico?”
Guisgard serrò i pugni per la rabbia.
“Sai perchè lei ti sta ad ascoltare?” Continuò Fyellon. “Perchè non ha altro in cui credere e sperare! Non ha altro mondo in cui rifugiarsi, oltre a quello che le inculchi tu ogni giorno! Ma quando sarà cresciuta ed accetterà finalmente il suo destino, quando i privilegi e gli onori che la sua condizione le offrirà, allora, credimi, ti riderà dietro! Ai suoi occhi sarai solo un patetico burattinaio che muove le sue marionette su sfondi di cartapesta... e allora il ricordo di questo tuo paese dei balocchi le sembrerà pietoso e ridicolo!”
Guisgard, all'improvviso, colpì violentemente Fyellon con un pugno, facendolo cadere a terra.
“Se...” ansimando per la rabbia “... se ti vedrò ancora una volta vicino a lei... giuro su quanto ho di più sacro che ti ucciderò, Fyellon... ti ucciderò davvero...”
L'altro, allora, si sfiorò la bocca e vide che sanguinava.
“Sai...” tornando a sorridere, ma con l'intendo di ferire a morte suo fratello “... cosa penso, caro fratello? Che quando la porteranno in Oriente qualche cavaliere le farà scoprire le gioie della vita... laggiù, a quanto si dice, le bionde con la pelle chiara scarseggiano e...”
“Maledetto!” Gridò Guisgard, per poi saltargli addosso, impedendogli così di continuare a parlare. “Maledetto!”
Fyellon, però, lo colpì all'improvviso con una pietra che, senza farsi accorgere, aveva afferrato dopo essere caduto a terra.
Colpì con forza, quasi spezzandolo, il polso destro di Guisgard.
Questi però, in preda a quella forte furia, quasi non avvertì dolore e cominciò a colpire con pugni e calci suo fratello.
In quel momento, attirato dalle grida dei due, giunse il maestro.
Prese di peso Guisgard e lo allontanò da Fyellon.
“Mi ha aggredito, maestro!” Gridò Fyellon. “Mi ha aggredito a tradimento! E' un vigliacco!”
“Lasciami!” Urlando Guisgard e tentando di liberarsi dalle braccia del maestro. “Lasciami! Lasciami che voglio ucciderlo, questo bastardo!”
“Ora avrai ciò che meriti!” Disse il maestro. “Con te bisogna avere il pugno di ferro! Come si fa con gli animali!”
E lo portò via.
Il maestro legò ad un albero quel figlio ribelle e lo lasciò così per tutta la notte.
All'umidità e al dolore lacerante che ormai il polso ferito gli procurava.
Ma da quel punto poteva vedere quell'angolo del cortile che il maestro aveva lasciato a Talia per le sue piante ed i suoi fiori.
E per tutta la notte sognò ad occhi aperti quelle rose perlate che presto sarebbero sbocciate.
Sbocciate come i sogni di Talia che lui aveva promesso di realizzare tutti.
Sogni che non sarebbero mai sfioriti, se lei avesse creduto in lui e nelle sue promesse.

Quel ricordo scivolò via in un attimo, come portato via dalle luci e dalle voci del borgo festante.
“E ora farai sfoggio del tuo bellissimo costume alla festa.” Sorridendo Guisgard a Talia. “E queste rose sono il giusto ornamento alla tua bellezza... su, ora sorridimi, gioia... sei la regina Ginevra, la più bella di tutte... l'unica capace di conquistare e custodire il cuore di Lancillotto...” prese la sua mano e si avviarono verso il palco destinato al ballo.
E subito ritrovarono i loro compagni.

Parsifal25
19-05-2012, 03.58.37
Finalmente venne allo scoperto..... l'immagine che comparve innanzi a noi era agghiaciante.

Il corpo che guidava la bestia era quello di una donna che in tutto il suo perenne cammino ha assimilato e assorbito tutti i mali di questo mondo......riuscivo a comprenderne la disperazione ma oramai era troppo terdi per salvarla, il suo animo era corrotto.

Avanzò innanzi a noi, con fare aggressivo ma non mi tiraì indietro......la nostra sfida era stata accolta tanto che ci porse l'arcano; era in formato breve.....la risposta potrebbe sembrare anche banale ma non credo sarebbe andata così.

Le parole che lo componevano celavano un profondo mistero, non era permesso sbagliare.....altrimenti sarebbe stata la fine......

Altea
19-05-2012, 09.07.13
La tanto sperata notizia arrivò..finalmente i minatori erano arrivati, ma da quel che capii la cosa doveva essere lunga visto Fyellon mi chiese di fare dei turni di guardia.
"Si avete ragione, sono stanca Fyellon...vi lascio Barius, e poi tornerò dopo che mi sarò un pò ripresa".
Il cavaliere mi condusse in disparte e ascoltai con attenzione con un mezzo sorriso la sua richiesta..."Avete sempre bisogno del mio aiuto vero? Altea fate questo e quello...e voi che farete per me Fyellon? Così Renya se ne vuole andare, d'accordo cercherò di fermarla e ho alcune cose da dirle".
Uscii da quella Montagna, il sole quasi accecava i miei occhi, mi guardai ero piena di polvere, imboccai la stradina da dove ero venuta e notai uno strano fermento di persone...strano, questo posto era davvero spaesato.
Entrai nella locanda e chiesi di parlare con Renya.

Lilith
19-05-2012, 15.32.40
Alla vista di quel mostro, rabbrividii e sussultai.
mi avvicinai a Parsifal e gli sussurrai nell'orecchio: "avete qualche idea?" Tolsi lo sguardo dalla bestia e cercai di concentrarmi sull'arcano, ma non avevo nessuna idea.

Parsifal25
19-05-2012, 19.00.44
Notaì il ribrezzo che provò Lilith, nel vedere quella mostruosità. Rimase...molto nauseata da quella vista.

Subito dopo, venne vicino me e sussurandomi nell'orecchio qualcosa....mi chiedeva se avevo qualche idea dell'indovinello ma neanche io sapevo rispondergli. Non credo che ci sarebbe stato concesso molto tempo nel trovare la soluzione ma come potevamo comportarci?

cavaliere25
20-05-2012, 23.43.58
lo sentite dissi cosa sta dicendo quel matto dentro al pozzo io non torno ad aiutarlo e rischiare di finire un altra volta nei guai e continuai a camminare voi se volete tornate indietro e tiratelo fuori ma a vostro rischio e pericolo

Talia
20-05-2012, 23.49.12
Il borgo era in festa, intorno a noi c’erano risa e canti, c’era musica e quel fermento carico di emozione che sembrava aver contagiato tutti...
Io tuttavia non stavo facendo caso a niente di tutto quello... la mia mente era tutta protesa verso Guisgard, lo ascoltavo, ascoltavo il battito del suo cuore ed il suo respiro... e per un attimo lo sentii lontano, sentii la sua mente volare via. Lui non disse niente in proposito ed io non chiesi... però sapevo dov’era volata la sua mente, sapevo che era volata esattamente dove era anche la mia...

“E ora farai sfoggio del tuo bellissimo costume alla festa.” Sorridendo Guisgard a Talia. “E queste rose sono il giusto ornamento alla tua bellezza... su, ora sorridimi, gioia... sei la regina Ginevra, la più bella di tutte... l'unica capace di conquistare e custodire il cuore di Lancillotto...” prese la sua mano e si avviarono verso il palco destinato al ballo.
E subito ritrovarono i loro compagni.

Sorrisi leggermente e, con un piccolo sospiro, lasciai che mi conducesse tra la folla.
Forse, pensai, avrei dovuto preoccuparmi per quei cavalieri che ci stavano cercando, che ci inseguivano con tanta caparbietà e che pareva fossero giunti che lì... forse avrei dovuto sentirmi agitata ed all’erta... eppure, inspiegabilmente, non avevo affatto paura... da quando Guisgard mi aveva ritrovata, non ero neanche più preoccupata.
Strinsi appena di più la sua mano e di nuovo gli sorrisi.

Guisgard
21-05-2012, 02.14.37
La belva fissò Parsifal e Lilith ed un ghigno, come una folle smorfia, deformò quasi il suo terribile volto.
Cominciò poi a canticchiare una grottesca ed enigmatica canzone:

“L'artigiano lavora sodo, così come il soldato.
E' dunque giusto che il suo lavoro sia premiato!
Si danna il contadino, fa fatica pure il panettiere,
perchè deve raccogliere chi si dona al suo mestiere!
E allo stesso modo reclamerà, dopo averla guadagnata,
la tua anima il demonio, perchè ora è sua ed è dannata!”

E finito di cantare, la belva si abbandonò ad una delirante risata che echeggiava di morte.
“Abbiamo ancora del tempo...” disse fissando i due ragazzi “... ditemi di voi... chi siete? Da dove venite? Perchè siete giunti nella mia dimora per farmi del male? Ho forse mancato verso di voi? Ho commesso qualche torto nei vostri confronti?”

Guisgard
21-05-2012, 02.18.14
A quelle parole di Cavaliere25, Tieste e Polidor annuirono e seguirono il boscaiolo.
“Aspettate!” Disse l'essere nel pozzo. “Io possiedo davvero la facoltà di esaudire i vostri desideri! Non mi credete? Eppure io conosco tutto di voi... tu, che non hai voluto più aiutarmi... io so tutto di te... tu sei un boscaiolo e sei giunto qui insieme a due monaci... volevate costruire una chiesa... ed io posso aiutarti a ritrovare quei due monaci...”

Guisgard
21-05-2012, 02.34.26
“Salveremo Barius” disse Fyellon ad Altea “e poi lasceremo questo posto dimenticato. Partiremo alla volta di Tylesia ed affronteremo i suoi misteriosi nemici. Avete la mia parola di cavaliere, Altea.”
Altea, allora, lasciò la montagna e ritornò alla locanda.
Qui vi trovò molte persone che erano accorse per assistere alla tragedia dell'uomo intrappolato nella Montagna dei Sette Spiriti.
La voce era stata diffusa dagli uomini di Gerprando.
Giunta nella locanda, Altea chiese di vedere Renya.
Poco dopo, la donna si presentò a lei.
“Avete chiesto di me...” fissando Altea “... cosa volete? Fate presto che ci sono molti clienti ed io non ho tempo da perdere...”
Intanto, alla montagna, i minatori avevano controllato la situazione.
“Allora?” Chiese Fyellon al capo di quelli.
“Il metodo più veloce” spiegò l'uomo “è quello di allargare la crepa e poi spostare le rocce.”
“Quanto veloce?” Domandò il cavaliere.
“Forse in un paio di giorni riusciremo.”
“Credo sia pericoloso.” Disse Fyellon. “Le pietre sono sul punto di franare. E' troppo rischioso.”
“E' sempre rischioso quando si scava nel ventre di una montagna così instabile.”
“Scaveremo dall'alto.” Spiegò il cavaliere. “Ho controllato, è la strada più sicura.”
“Ma ci vorranno quasi dieci giorni!” Esclamò sorpreso il capo dei minatori.
“E' il metodo più sicuro.” Sentenziò Fyellon. “E voi farete come vi sarà ordinato.”

Guisgard
21-05-2012, 04.13.49
I cavalieri con le loro dame sfilavano lungo le strade illuminate di Maddala.
Costumi e maschere si muovevano nell'incanto di quell'atmosfera fatta di cavalleria e cortesia.
Tutto era perfetto.
Vi erano diverse Isotte, sia bionde, sia dalle bianche mani.
I Tristani le conducevano per mano verso il luogo del ballo, tra la musica e i versi dei cantastorie che, con la loro arte, tentavano di far rivere il lontano e fatato sfolgorio della leggendaria Camelot fra le stradine del borgo.
Nell'altra mano, i nobili eroi di Cornovaglia, portavano ampolle e fiale che simboleggiavano il mitico filtro d'amore che avrebbe reso immortale il loro amore.
Non mancavano poi fanciulle vestite da Enide, dove tutte fingevano di precedere di un passo il proprio Erec, giurando, come la bellissima eroina, di non rivelare mai nessun pericolo all'amato.
Scrutando poi fra quelle nobili fila si potevano vedere diversi Cliges, accompagnati ciascuno dalla propria Fenice, molti Yvain, ognuno affiancato dall'adorata Laudine e non pochi Galvano con accanto le proprie amate.
E molti altri cavalieri, non solo delle leggende arturiane, comparivano per le strade, ciascuno con la propria compagna: Paladini di Francia, campioni crociati, guerrieri germanici ed eroi della Reconquista spagnola.
E di tutti loro vi erano vari costumi, che differivano per il colore del mantello, per l'elsa della spada o per il simbolo sullo scudo.
Anche le dame, benchè anch'esse vestite dalla stessa eroina, si distinguevano l'una dall'altra per un velo distinto, un diadema adornato con pietre differenti o una cintura di diversa tonalità.
Ma fra esse vi era una sola Ginevra.
Si potrebbe comodamente descrivere il sontuoso abito di regale seta, dal raso screziato e capace di emanare mille e più riflessi l'uno diverso dall'altro, dalla fascia in vita con ricami d'Aragona e dalle vivaci spalline con fantasia di gigli stilizzati.
Potremmo parlare del diadema intrecciato tra i chiari e lunghi capelli o dello strascico intessuto d'oro con riverberi di broccato.
Dei bottoni alveolati e dei richiami al gusto di Faenza che impreziosivano gli orli delle maniche.
Ma per quanto splendida e perfetta la sua figura, elegante ed aggraziato il suo incedere, morbidi e deliziosi i suoi modi, era il volto, la luminosità che emanava e la bellezza che sembrava imprigionata in esso, ad incantare.
Talia sembrava la giovinezza.
Non quella fugace e passionale, che arde e si consuma nel breve ed infinitesimale attimo che segue il suo fiorire, ma quella azzurra e trasparente che ispira i sogni più semplici e leggeri, quella che è racchiusa nel battito d'ali di una farfalla, o nel pigmento dei gerani al mattino.
Nel verde scintillante nella campagna battuta dal pungente zeffiro di stagione o in quella che si sente nel leggero sfiorare i primi petali di un pesco in fiore.
Ma Talia era molte altre cose ancora.
Era bella come le nuvole di madreperla rosata che si gonfiano nei miti pomeriggi di Maggio quando si stagliano contro l'orizzonte terso, chiara come la spuma delle onde che si infrangono contro uno scoglio, preziosa come solo la semplicità del corallo più puro e spoglio sa apparire.
Talia sorrideva ed era serena accanto a Guisgard.
I due ritrovarono così i loro compagni.
“Eccovi!” Disse Margel.
“Vi eravate attardati?” Chiese la moglie di Fernand.
“Si.” Annuendo Guisgard. “Fra tanti cavalieri e tante dame non è facile riconoscervi subito, amici.”
“Presto, che comincia il ballo!” Disse la moglie di Fernand.
“Forse però” mormorò Guisgard “sarà meglio non dar troppo nell'occhio... perciò non balleremo...”
“Al contrario invece!” Esclamò Delucien. “Stare troppo per conto proprio è rischioso. Dovete essere naturali. Comportarvi, cioè, con normalità.”
“Vedremo...” con un lieve sorriso Guisgard “... se Talia vorrà, balleremo...”
“Cosa si sente a ballare con la propria sorella?” Domandò la moglie di Fernand.
“Ecco...” mormorò Guisgard.
“Che domande!” Lo interruppe Margel. “Sicuramente avranno ballato già in passato!”
E a quelle parole, Guisgard ripensò ad una lontana notte al Casale.
Alla Luna di quella volta, alla musica dell'ocarina e ad un vestito rubato.
Rivide così alcuni momenti della sua ultima notte al Casale degli Aceri.

elisabeth
21-05-2012, 09.46.28
I suoi ochhi erano piu' neri della notte che si rifugiava tra la selve e le antiche mura del castello...Reas era confuso, incredulo ed esigeva una risposta, non gli avevo mai mentito....eppure lui ...non mi aveva mai creduta, quel viaggio sembrava cosi' strano....i cigni di Goz ci avevano fatti ritrovare insieme in un luogo che sapeva di ombre e tormenti...un luogo fatto di paura, perche' il futuro sembrava reggersi su colonne di sabbia......era cosi' piccola quella stanza che le mura si chiudevano tra le nostre spalle...neanche il tonfo del portone mi riscosse dai miei pensieri...eppure forse avrebbe dovuto " Reas.....vi sono cose che esistono....eppure la vostra Regina ha preferito farvi vivere nelle tenebre, forse pensando di proteggervi ha evitato che voi vedeste la luce......I dono che ci vengono dati alla nascita devono essere elargiti senza nulla a pretendere a tutti coloro che troviamo sul nostro cammino....la vostra Regina non lo ha fatto....ognuno di noi ha sofferto....sentendosi morire, senza avere piu' il tempo di rinascere a quella sofferenza, eppure..... i doni di Dio sono stati portati avanti senza nessun indugio..........Ho visto Tylesia ed ho visto quel fiore...ed e' per tutto questo che Tylesia verra' distrutta.............sono una Maga, una strega..consideratemi quello che volete........ma questo non ve l'ho mai nascosto............e adesso, potete dormire..vi concedo il letto a me va bene rimanere qui accanto alla finestra ..le streghe non dormono mai....".......quella notte cosi' serena aveva qualcosa di molto strano...quella donna col suo bambino era per me uno strano presagio

Parsifal25
21-05-2012, 11.51.37
Cercando di trovare una soluzione, la belva decise di accompagnarci con il suo terribile canto......di certo non era un canto di incoraggiamento.....

Nel ghignare.....la belva ci disse che vi era molto tempo innanzi a noi.....ma non potevamo trattenerci a lungo perchè vi era il pericolo imminente di una guerra che avrebbe massacrato dei cittadini:

"Mi chiedi....il mio nome......ebbene ve lo dirò,sono Parsifal Cavaliere dei Longiniu....non ho una terra natia perchè ognuna nei miei viaggia mi ha fatto da madre. Il mio passato non lo ricordo, ma la risposta è custodita in questo ciondolo, siam giunti sin qui perchè una donna aveva richiesto il nostro aiuto.....spero che basti....una guerra è alle porte e non permetterò che degli innocenti vengano massacrati per causa di un "Fiore"......

Talia
21-05-2012, 13.39.33
Un lievissimo sospiro mi sfuggi dalle labbra a quelle parole dei nostri nuovi amici e la mia mente corse lontana per un momento... quella corsa nel bosco, quei pochi passi di ballo sotto la luna, l’eco di quella musica appena accennata, quell’abito frusciante di pregiata stoffa candida, Guisgard, io, il cuore che batteva forte ed il respiro che quasi veniva a mancare... e poi, all’improvviso, l’arrivo del Maestro, i suoi occhi gelidi e severi su di noi, la sua voce bassa e severa...
Chiusi gli occhi un momento e mi costrinsi a non pensare a ciò che era avvenuto dopo...
“Si...” mormorai quindi “Si, abbiamo già ballato insieme in passato... almeno una volta!”
Strinsi appena di più la mano di Guisgard e sorrisi...
“Non finimmo mai quel ballo, però...” in un sussurro “L’arrivo del Maestro lo interruppe. Rammenti?”

cavaliere25
22-05-2012, 00.08.48
come fai a sapere la mia storia tu chi sei? sarai mica un demone che ho scacciato insieme a un frate dissi subito chi sei e cosa vuoi da noi e aspettai la sua risposta

Guisgard
22-05-2012, 01.40.49
Reas si avvicinò ad Elisabeth.
“Non siate dura ed ingiusta con la regina...” disse “... ella ha molto sofferto... e il cancello del giardino di Tylesia è ormai chiuso come il suo cuore... ma questo non impedisce alla nostra sovrana di provare affetto per i suoi sudditi... lei è capace di gesti straordinari... ma ha però deciso solo di dare affetto, senza più pretenderlo... io non credo che voi abbiate visto quel giardino... forse in sogno, o attraverso una visione... ormai ho compreso che siete una donna speciale ed avete dei poteri che non posso capire... ma quel giardino va oltre le forze della Natura ed oltre i suoi segreti... in quel giardino è custodito il più grande tesoro di Tylesia... la sua razionalità... la sua Ragione...” sorrise alla donna “... non ho mai creduto di avere una strega come compagna di viaggio... per me restate una donna... magari capace di incredibili giochi di prestigio ed illusioni, ma sempre una donna... il letto è vostro, riposatevi... io non ho sonno e preferisco restare a guardare la notte da questa finestra...” e si sedette proprio accanto alla finestra per scrutare il firmamento infinito.

Guisgard
22-05-2012, 01.45.01
A quelle parole di Cavaliere25, l'essere nel pozzo rise.
“No, non sono stato scacciato da alcun frate!” Disse. “Ma sono stato intrappolato in questo pozzo da un potente stregone! Infatti fu lui ad imporre questa prigionia alla mia esistenza! Ora ti chiedo... liberami ed io mi sdebiterò, esaudendo tre tuoi desideri!”

Guisgard
22-05-2012, 01.57.10
A quelle parole di Parsifal, la belva si lasciò sfuggire un lento e sinistro sorriso.
“Non temete...” disse “... voi non vedrete mai quegli innocenti massacrati... sapete perchè? Perchè voi stessi sarete trucidati qui, da me... e le vostre anime dannate resteranno imprigionate in questo luogo per sempre...” ruggì “... il tempo sta per scadere... se non risolverete l'arcano, io prenderò le vostre vite...” ed i suoi occhi si accesero di un odio primordiale e assoluto.

Guisgard
22-05-2012, 02.29.33
“Si, rammento...” disse Guisgard fissando Talia “... io rammento ogni cosa...”
“Allora stasera è l'occasione per concludere quel ballo, amici miei!” Esclamò entusiasta la moglie di Fernand.
E seguendo tutti gli altri, i tre cavalieri e le loro dame raggiunsero il palco.
Giorni e giorni erano occorsi per i preparativi della grande festa che celebrava l'apparizione dell'Arcangelo Michele.
Il ballo rappresentava la chiusura della solenne festività ed il tema cavalleresco, tanto caro al Primo Angelo delle Schiere Celesti, sanciva appunto l'unione tra la tradizione terrena e quella misticheggiante della celebrazione.
Verso il crepuscolo erano già giunti tutti gli invitati.
A mano a mano che entravano, venivano condotti a prendere posto sul grande palco costruito per il ballo.
Da un lato le dame con i loro magnifici costumi, ispiranti ai fasti cortesi della mitica corte arturiana ma non solo e dell'altra i cavalieri, con le loro nobili tuniche dagli sfavillanti colori di Bretagna e dai luminosi pendagli che imitavano, con l'ottone ed il rame, lo splendore dei sigilli dell'aristocrazia taddeide e normanna.
Poco dopo fu apparecchiato il rinfresco di frutta e focacce dolci, accompagnate da vino di Borgogna e idromele di Turingia.
Anche le ultime luci furono così accese ed il borgo si ravvivò di una magia d'altra epoca, capace quasi di arrestare il tempo e di destare i sogni.
I musici cominciarono a suonare e le danze, dopo la lettura ad opera di un bardo di alcuni versi di un vecchio lai francese, furono aperte.
Iniziò così ad essere ballata la famosa Quadriglia di San Rocco, la preferita dalla nobiltà capomazdese.
Poco più tardi, messer De Slavan, alfiere della Guardia Ducale, seguito da un drappello dei suoi uomini, arrivò alla festa.
Dispose alcune guardie presso il palco come sentinelle e altre a girovagare tutt'intorno, pronte a segnalare al loro comandante ogni minimo sospetto.
Attento a non dare nell'occhio, Delucien si avvicinò a Guisgard che, accortosi dei militari, cominciava a tradire una vistosa inquietudine.
“Non Temete...” disse il novello Rolando “... questi sono qui per me... è non voglio certo concedervi l'onore di strapparmi alle loro attenzioni...” sorridendo.
Guisgard rispose con un lieve sorriso ed annuì.
“Sta per cominciare il ballo” continuò Delucien “e sarà meglio mischiarsi agli altri... chiedete alla vostra dama di concedervi questo ballo, amico mio... io farò lo stesso con la mia...”
Guisgard annuì nuovamente e Delucien si allontanò.
“Non credi” sussurrò a Talia il cavaliere “che stasera le stelle scintillino in maniera più intensa del solito? A tratti mi pare quasi di scrutare il firmamento e di riconoscere qualcosa di familiare... come se già avessi visto questo cielo... in una lontana sera al Casale... una sera che mutò in notte e poi quasi in sogno... e forse l'incanto di quella notte non è andato perduto, ma solo interrotto... mi concedi questo ballo, milady?” Prendendo la mano di Talia e accennando un lieve inchino.

elisabeth
22-05-2012, 13.24.41
Reas era un uomo particolare, sapeva essere galante....oppure irrompente come solo un uomo preso dalla responsabilita' del suo dovere sapeva fare....
Quello che sembrava un viaggio bene definito....ai miei occhi sembrava improvvisamente un viaggio senza speranza.....Era passato qualche tempo, da quando mi ero imbarcata sul Carrozzone, e gli avvenimenti cella mia vita si erano susseguiti in modo incompresibile, notti passate a non chiudere occhio, personaggi sconosciuti che lanciavano saggi messaggi...e questa strana storia... Tylesia........." Non voglio condannare nessuno....tantomeno colei che mi ha dato ospitalita', pero' quello che io ho visto lo conosco.....e che voi ci crediate oppure no poco importa, avete ragione......ognuno di noi vive delle proprie illusioni......e io forse sono una grande illusionista.....comunque, non riesco a dormire .....voi guardate le vostre stelle ed io staro' qui, immersa nei miei pensieri...l'alba allora ci trovera' pronti ad un'altra giornata........."....mi sedetti sul letto....era soffice e pulito......e la mia mente' vago' in cerca di luoghi sicuri....l'alba mi avrebbe riportato alla realta'.......

Parsifal25
22-05-2012, 14.37.23
"Ecco la motivazione......perchè debbo distruggerla....., la vostra insulsa figura non si impossesserà della mia anima e di quella della mia compagna....;quegli innoccenti vanno salvati...."

Avevo intenzione di provare la mossa del crine di cavallo che avevo custodito. Volevo leggere il libro che avevo trovato per avere qualche risposta e se la scelta dell'arte pagana poteva tornarmi utile.

Mi volsi verso Lilith e le chiesi: "Lilith, secondo te possiamo utilizzare il crine che posseggo per ottenere maggior tempo con l'ausilio di qualche stratagemma della tua gente?"

Talia
22-05-2012, 17.25.33
Sorrisi a quelle parole di Guisgard e posi la mia mano nella sua...
“Non posso vedere il cielo, purtroppo... e non so se queste stelle assomiglino a quelle incredibili che vedemmo quella sera... ma rammento quella notte come fosse stata solo un momento fa!” sussurrai “E forse... sai... forse ciò che davvero ‘vedevo’, anche allora, non era ciò che vedevo con gli occhi! ...Ricordi quel gioco che facevamo da bambini? Quando mi facevi chiudere gli occhi e poi mi descrivevi mille e più scenari da favola... ed allora a me pareva quasi di essere lì... mi sembrava in un momento di poter raggiungere l’Oriente, o di sentire il beccheggiare di quel vascello pirata... Amavo quel gioco, amavo il modo in cui mi faceva sentire...”
Sospirai e lentamente chiusi gli occhi...
“Fallo ancora! Fallo ancora, ti prego... mostrami ciò che vuoi... ed io lo vedrò!”

Guisgard
22-05-2012, 17.26.14
XXIII Quadro: Destefya e Vigilyo

“E se intendi lasciarmi, non aspettare alla fine
quando altri dolori mi avranno fiaccato;
vieni subito all'assalto: sì ch'io assapori
sin dal principio il colpo gobbo della fortuna.
E gli altri guai che mi affliggono,
paragonati alla tua perdita, mi parranno inezie.”

(William Shakespeare, Sonetto n° 90)



Reas fissava il cielo da quella piccola finestra.
Le stelle scintillavano sulla sterminata selva e solo a stento si riconoscevano bagliori lontani, forse castelli o casolari accesi sui monti distanti, unici baluardi di una civiltà che sembrava solo un miraggio in quella lussureggiante e selvaggia massa primordiale che li avvolgeva.
“Ella era ancora una giovane principessa...” disse Reas senza voltarsi verso Elisabeth “... unica figlia di re Oliui e di sua moglie Agelyna, sovrani di Tylesia, quando giunse a corte un soldato di ventura... la principessa passava intere giornate a passeggiare nel giardino del palazzo... e lì, si narra, i due si incontrarono per la prima volta...” esitò “... si amarono con passione ed in segreto... poi, decisero di rivelare a tutti il loro grande amore... ma il re non volle acconsentire... c'era una guerra in atto contro alcuni ribelli e il soldato di ventura decise comunque di lottare per Tylesia... finita vittoriosamente la guerra, di nuovo la principessa ed il suo amato comparirono davanti al re, ma ancora una volta egli osteggiò quel rapporto... un soldato di ventura non può sposare una principessa, si disse... ella, allora, decise di obbedire a suo padre e rispettare il suo ruolo... il soldato, così, deluso, decise di lasciare Tylesia e sparire per sempre... ma la principessa Destefya amaramente fece pagare il suo dolore... giurò di non sposarsi mai e di non amare nessun altro... anzi, conscia che l'amore è solo dolore, impose il banno assoluto di quel sentimento da Tylesia... e da quel giorno il giardino del palazzo venne chiuso per sempre...”
E nel buio della selva, inquiete ombre atteraversarono il suo silenzio, per poi perdersi nell'eco della notte.
http://www.ic-manzoni-uboldo.it/alunni/images/stories/ceriani/foresta-di-notte-copia-1.jpg

Guisgard
22-05-2012, 18.05.06
La festa era magnifica.
Il palco appariva illuminato da decine di lucerne colorate, appese agli alberi della piazza nella quale era stata eretta l'impalcatura e dalle torce che ardevano sugli ingressi dei vicoletti che dal centro davano poi all'interno del borgo.
Gli invitati si riversarono dalle stradine nella piazza e dalla piazza poi sul palco.
I musici inebriavano l'atmosfera con la loro musica e i giocolieri animavano quel clima gioioso con i loro funambolici preziosismi di abilità e destrezza.
Le cavalleresche e cortesi coppie passeggiavano tra la piazza e il palco, per poi abbandonarsi alle note musicali e danzare come più piaceva loro.
Guisgard sorrise e condusse Talia per mano al centro del palco, per poi mischiarsi agli altri cavalieri e alle altre dame per danzare.
“Allora chiudi gli occhi...” disse lui “... come facevi da piccola e ascolta la mia voce... abbandonati ad essa... ecco... io ti riporterò al Casale, a casa nostra... a quella notte...”
La musica si diffondeva come condotta dai sospiri che impreziosivano quella sera.
“Dimmi, Talia...” sussurrò lui, mentre la faceva ballare come Lancillotto solo sapeva fare con la sua Ginevra nei sogni di lettori di ogni tempo “... è andata via la tristezza? Sei felice ora?”

Talia aveva sentito chiamare il suo nome.
Scese giù e vi trovò Guisgard avvolto nella penombra che l'incontro della notte e della Luna aveva lasciato calare sul Casale degli Aceri.
Lei era stata pensierosa per tutto il giorno, per via di ciò che era accaduto la sera prima dopo la loro visita alla villa del visconte.
Non aveva dimenticato lo sguardo freddo di Guisgard e la sua manifesta inquietudine.
Ma ora la ragazza, vedendolo sereno e gaio, simulò anche lei una spensierata tranquillità.
Subito dopo, però, si accorse che il ragazzo aveva il volto e i vestiti sporchi ed un livido sulla guancia.
“Il tuo volto...” mormorò lei.
Guisgard, però, senza preoccuparsi di ciò, la prese per mano fino a condurla nel giardino del Casale, sotto ad alcuni alberi che avevano intrecciato i loro rami ben prima dell'arrivo in quel luogo dei due giovani.
Solo il vago e pallido alone lunare riusciva, a stento, a filtrare tra le strette maglie di foglie verdi.
La ragazza, indovinando che doveva esserci qualcosa di speciale, restò a fissarlo.
Più volte egli le aveva fatto trovare sorprese o raccontato qualcosa di straordinario durante i loro pomeriggi insieme o nelle sere in cui si attardavano a fissare il chiarore stellato che sovrastava il bosco.
E forse lui le aveva preparato ancora una volta una sorpresa.
“Talia...” sussurrò lui “... rammenti? Ieri mi hai confidato che avresti dato qualsiasi cosa per danzare con quel costume indosso...”
“Si...” annuendo lei “... ma è stato solo uno sciocco desiderio... e forse io ancora più sciocca per averlo concepito e poi rivelato...”
“E sai bene” fissandola lui “che non esiste alcun tuo desiderio che io non possa realizzare...”
“Guisgard, dimentichiamo questa storia, ti prego...”
Lui però non le rispose e svanendo, per un momento, nel buio che li circondava, emerse un attimo dopo con in mano qualcosa.
Era il costume che Talia aveva tanto desiderato.
Nel vederlo, la ragazza si lasciò sfuggire un gemito di gioia, che solo a stento tratte per non vederlo poi mutato in un grido di felicità.
“Sei pazzo...” bisbigliò lei, portandosi le mani sul volto “... pazzo... io... io non ho parole...”
Lui sorrise e le fece un cenno col capo, invitandola ad indossare quel costume.
Si appartò poi qualche passo più avanti ed aspettò che la sua dama fosse pronta.
Poco dopo, Talia emerse dalla penombra per farsi bagnare dal chiarore della Luna che giungeva nel giardino.
Era bellissima.
Aveva le stesse fattezze del sogno più bello mai fatto da Guisgard.
Lui prese così la ragazza per mano e cominciò a suonare la sua ocarina.
I due allora cominciarono a danzare sotto la Luna di Suessyon.
Ad un certo punto Guisgard smise di suonare, ma la musica non cessò.
I loro sguardi erano l'uno in quello dell'altra e tutt'intorno a loro sembrava sbocciare e fiorire per la prima volta.
Insieme, danzando, avevano trovato l'accesso ad un mondo segreto, sconosciuto a tutto il resto dell'umanità.
Un mondo che sembrava fatto apposta per loro due, un mondo che li stava attendendo da sempre.
“Dimmi...” sussurrò lui “... vuoi seguirmi ovunque andrò? Vuoi dividere con me il destino? Qualsiasi esso sia?”
E senza aggiungere altro, Guisgard si fermò all'improvviso.
Restò a fissarla per qualche altro istante, per poi chiudere gli occhi e avvicinandosi ancor di più al viso di lei.
Talia già sentiva il respiro di lui sulle sue labbra e petto contro petto poteva avvertire il battito impazzito del cuore di Guisgard.
Ma d'un tratto, due ombre emersero dal giardino, mettendo fine a quell'incanto.
Erano il maestro e Fyellon.

“Dimmi...” sorridendo lui “... sei felice, Talia?”

Talia
22-05-2012, 18.59.04
Tante e tante volte quel ricordo aveva attraversato la mia mente... quella sera, la sera nella quale tutto aveva preso il volo per poi precipitare mestamente, la sera nella quale il Maestro aveva infine compreso che non poteva più temporeggiare, la sera in cui ero stata infinitamente felice e poi infinitamente triste, la sera di quel ballo, la sera nella quale Guisgard aveva infine lasciato il Casale...
Quante e quante volte avevo ripensato a quella sera dopo la sua partenza... quante e quante volte avevo chiuso gli occhi e l’avevo rivista, sognata...
Sospirai, mentre quel lontano ricordo tornava a passare di fronte ai miei occhi... e mi chiesi cosa Guisgard stesse vedendo, mi chiesi se ci avesse mai più pensato...

“Dimmi...” sorridendo lui “... sei felice, Talia?”

Sospirai e poggiai la testa sulla sua spalla...
“Oh, si... felice! Sono tanto felice! Immensamente felice! Felice come quella sera...” esitai poi, in un sussurro, soggiunsi “E come quella sera, adesso, ho paura! Ho paura che ci separino!”

Guisgard
22-05-2012, 20.04.54
“Nessuno ci separerà...” disse Guisgard fissando Talia “... ti prometto che non accadrà mai...”
La musica continuò e con essa le danze.
Poi tutti i presenti furono invitati a prendere posto per la cena.
Ad una grande tavola furono serviti così cibi e bevande per onorare degnamente la festa.
Guisgard si guardava intorno, in cerca di ombre e figure che tradissero la presenza dei cavalieri della Luna Nascente, ma quelli sembravano non esserci o, forse, solamente celati nei meandri della sera.
“Dame e cavalieri!” Prendendo la parola uno dei presenti. “Come è da tradizione, ora verranno letti alcuni brani tratti da Il Lancillotto in Prosa. Si tratta di un agone poetico chiamato, come vuole il degno omaggio, Addio, bello e dolce Amico. Ogni cavaliere avrà così la possibilità di recitare versi per la sua dama. Estratti a sorte, sia il brano che il cavaliere destinato poi a leggerlo, sapranno di certo accendere questa cortese serata!”
Tutti applaudirono.
Per primo fu estratto un artigiano che aveva scelto di abbigliarsi come Cliges.
Egli sorteggiò alcuni passi e li declamò poi alla sua Fenice.
Alla fine, tutti lodarono lo spirito e la vivacità dell'artigiano, che riuscì a strappare un sorriso alla sua amata e dolci parole di ringraziamento.
Venne poi sorteggiato un giovane borghese, che aveva deciso di essere Tristano.
Lesse il brano che la sorte gli aveva fatto scegliere e la sua Isotta per ricompensa gli donò il suo fazzoletto come pegno d'amore.
Il gioco proseguì e fu estratto Guisgard.
Il cavaliere fu colto alla sprovvista.
Non era sua intenzione partecipare a quel gioco, vista la difficile situazione, ma ora non poteva tirarsi indietro o avrebbe attirato su di sé i sospetti di tutti.
Fissò Delucien e questi annuì.
Il cavaliere allora si alzò e prima di estrarre i versi da leggere, si voltò a guardare per un momento Talia.
Sorteggiato il brano, cominciò a leggere:
“Passato il Giorno di San Giovanni, quando fu armato cavaliere, Lancillotto, salutata la regina Ginevra, si avviò verso Nohant, dove affrontò dure prove.
Verso sera, al palazzo, la dama di Nohant domandò al cavaliere chi avesse nel cuore.
Egli non volle pronunciare il nome della regina e la dama chiese allora una sua descrizione.”
Guisgard alzò lo sguardo e cercò di nuovo il volto di Talia, che ascoltava seduta al suo posto.
“Se descrivessi quel volto” sussurrò, stavolta senza leggere più da quel brano “allora dovrei narrarvi del mio amore. L'ho guardato tante volte, quante, quasi, le volte in cui l'ho sognato... talvolta è il suo sorriso ad incantarmi, altre volte le sue labbra che vibrano quando mi parla o quell'espressione divertita quando riesco a farla ridere... conosco di lei ogni gesto, anche quelli più piccoli, come quando inarca le sopracciglia nel tentativo di comprendere una mia espressione, una parola celata, un pensiero sfuggente, un sorriso compiacente... a volte invece resta a fissarmi in silenzio... in quei momenti colgo in lei una lieve tristezza, una soffusa malinconia, una inquieta solitudine... allora una cupa amarezza mi coglie, perchè vorrei farle comprendere che non è mai sola... in quei momenti, allora, sono tentato di rivelarle tutto... si, tutto ciò che provo e sento, dimenticando, o fingendo di farlo, ogni paura, ogni difficoltà, ogni ostacolo... e resto ad immaginare parole che non sono mai state dette e scritte, parole vergini da ogni poesia o romanzo conosciuto, parole da mutare in versi, capaci di farle comprendere che tutto è reale, tutte le mie promesse e tutti i sogni raccontati e descritti in lontane notti stellate o in luminosi pomeriggi animati dai sussulti dell'immaginazione... vorrei conoscere ogni sua paura per vincerla ed ogni suo desiderio per farlo mio... ma quelle notti e quei pomeriggi non sono eterni, non ancora... non sono ancora riuscito ad ammansire il Tempo, a scacciare l'alba che desta le notti o la sera che oscura il meriggio... ed io non ho il tempo di comporre quelle parole e quei versi... e tutto sfuma, smarrendosi nell'infinita distanza che mi separa dai sogni e dalla Gioia... io non sono un poeta, ma solo un cavaliere... conosco ciò che ho nel cuore, eppure vorrei farglielo vedere... se vi riuscissi, allora lei sarebbe mia, per sempre, poiché amore più grande non esiste... ho sentito che in un paese lontano un negromante custodisce uno specchio fatato... allora vorrei rubarlo per farla specchiare in esso... vedrebbe così nel fondo dei suoi occhi... lì, dove dimora l'eterna giovinezza, dove si estende il mio mondo e dove sono custoditi tutti i miei slanci... vedrebbe così nel mio cuore e conoscerebbe allora il mio amore... e mi donerebbe, ne son certo, un bacio speciale che li racchiude tutti... un bacio in cui è impresso un infinito sospiro... ed in quel sospiro è imprigionato quell'eterno e dolce si che attendo da sempre...” richiuse il libro, da dove non aveva più letto.
Il cuore gli aveva fornito le parole per descrivere la sua vera Ginevra.
Tutti allora applaudirono ed elogiarono il cavaliere.
Fernand e Delucien lo fissarono ed un cenno d'intesa corse fra i tre.
“Ed ora...” disse uno dei presenti “... la parola alla bella Ginevra, se ha gradito quei versi!”
E di nuovo un applauso si alzò dalla tavola.

elisabeth
22-05-2012, 20.32.13
Un velo di tristezza si poso' sul mio cuore...Reas stava raccontando alle stelle il segrete di quel giardino.....chiuso..perche' all'interno nessuno violasse il suo Amore Sacro.....L' uomo aveva la consuetudine di costruire segni al suo pensiero...quel giardino non era altro che il cuore della Regina stessa al centro di esso. il suo amato....tutto era chiuso nessuno poteva amare, perche' amare era solo sofferenza, gia'.....io lo sapevo...e la conoscevo bene la sofferenza, non mi alzai dal letto e Reas continuava a guardare le stelle....." Ho amato un Cavaliere.....di un Amore puro..passavamo intere notti a vivere il nostro Amore guardati solo da Madonna Luna, il nostro stare insieme era quasi impossibile....io ero stata concepita perche' Regessi un regno celato ad occhi umani e lui era un Cavaliere che aveva fatto una promessa a Dio e al suo Signore....questo non ci fermo', fummo fortunati e il nostro Amore fece piangere la natura stessa...concepii con lui due figli...uno mori' e l'altro lo avete conosciuto a Tylesia.......ditemi Reas si puo' amare sino all'infinito.. eppure trovare il coraggio di tradire ?......Mia Sorella porto' via da me il mio Amore.....non so dove sia..so solo che lei lo avra' gettato via cosi' come ha fatto con tutti quelli che ha amato raggirare...........Eppure non impedirei mai a nessuno di soffrire per Amore........"......rimasi cosi' in silenzio....le ombre incominciarono a ritrarsi tra i meandri piu' scuri del nostro essere...la luce stava prendendo lo scettro alle tenebre....

Guisgard
22-05-2012, 21.01.22
Reas si voltò verso Elisabeth.
“Io credo” disse “che il tradimento sia la più grande negazione per qualsiasi sentimento... avete detto di avere una sorella... dove si trova ora? L'avete mai cercata?”
L'alba cominciò a rischiarare il cielo.
A poco a poco si spensero, l'una dopo l'altra, tutte le stelle e da Oriente ad Occidente il carro del Sole percorse la volta celeste.
“Ma forse non sono affari miei...” continuò Reas “... perdonatemi, vi prego...”
Ma proprio in quel momento si udì il canto di un cigno.
“Avete udito, milady?” Fissandola Reas. “Avete sentito anche voi? Era il canto di un cigno... e non c'erano al nostro arrivo qui...” guardò dalla finestra, ma non vide nulla “... e neanche potrebbero esserci... è troppo desolato ed abbandonato questo luogo... vi sono belve feroci e uccelli rapaci... no, un cigno qui non potrebbe sopravvivere...”
Ma in quello stesso momento, si udì di nuovo quel canto.
“Di nuovo!” Esclamò Reas. “Di nuovo quel canto! Come può essere?” Fissando Elisabeth.

Lilith
22-05-2012, 23.33.16
La canzone della bestia mi spaventò ancora di più; non sapevo se fosse collegata all'enigma ed i miei pensieri in quel momento erano terribilmente disordinati.

Quando il mostro ci disse che il tempo stava per scadere, il mio cuore iniziò a battere in una maniera così veloce che pensai potesse esplodere da un momento all'altro. Tremavo e piangevo, ma non riuscivo a pensare con tranquillità. "Parsifal.." dissi, singhiozzando. Non volevo morire.

Il crine di cavallo... doveva esserci qualche incantesimo per poterlo rendere utile... pensai... "io..." non avevo idee.

Guisgard
23-05-2012, 02.13.07
La belva ascoltò le parole di Parsifal e Lilith.
“Folli e stolti...” disse con un ghigno “... pensate davvero che un antico rimedio adoperato da contadini e pastori per scacciare streghe e fattucchiere possa nuocermi?” Risse forte. “Voi avete sfidato la maledizione conosciuta come l'Avvilente Costumanza e vi è solo un modo per vincerla... risolvere quell'arcano... se non ci riuscirete, io avrò le vostre anime... erano questi i nostri patti...” e di nuovo la sua sinistra risata echeggiò nei meandri pietrificati del labirinto “... forse la vostra avventura sta per giungere al termine... avete fallito...”

Parsifal25
23-05-2012, 02.19.58
Negli occhi di Lilith.....riconobbi il terrore.....

Quella canzone le aveva risucchiato la sua essenza....non potevo permettere che si perdesse.....non sarebbe accaduto. La presi e la portaì verso il mio petto, decisi di abbracciarla e le sussuraì queste parole:

"Non temere....dolce Lilith, non periremo.....non lo permetterò. C'è ancora tanto da vivere e da scoprire. Non preoccuparti, questa non sarà nè la prima e ultima volta che ti sentiraì persa......non sei sola, ci sono io." La guardaì e dopo di che la porsi dietro di me.

Il momento era giunto, la prova richiedeva il suo premio ed io.....dovevo procedere. Quell'arcano era molto difficile da dedurre, ma una risposta bisognava consegnarla......presi un forte sospiro, baciaì il mio amuleto e......

Guisgard
23-05-2012, 02.50.36
Il demone osservò i due ragazzi.
Parsifal aveva stretto a sé Lilith, che, sentendosi in balia di quel malvagio potere, si era abbandonata ad un momento di sconforto.
Il cavaliere ora doveva essere forte per entrambi.
E in quel momento, il giovane apprendista, rammentò un mattino trascorso con il suo maestro Redentos durante il loro viaggio verso Tylesia...

“Ogni cavaliere” disse Redentos al suo apprendista “si trova sempre a battersi... quasi sempre i suoi nemici sono esseri umani in balia delle proprie debolezze, o sedotti dalle forze del male... ma talvolta i suoi avversari non sono di questo mondo... sono creature oscure giunte dagli inferi o in procinto di ritornarci... un cavaliere è scudiero dell'Arcangelo Michele e dunque gli è concesso il potere di cacciare i demoni... affrontare però un demone non è semplice... combattendo contro di esso potrai fare affidamento solo su te stesso, perchè la battaglia avverrà dentro di te, nel tuo cuore e la posta in palio sarà la tua anima... il demone conosce le tue debolezze e le muterà nei suoi punti di forza... non ascoltarlo mai... mai, ragazzo mio...”

La risata del demone destò Parsifal da quel ricordo.
“Tieni molto a questa ragazza...” fissandolo “... al punto di sacrificarti per lei... ma vale davvero la pena? Hai visto Orco il Rosso e sua moglie? Un tempo erano innamorati, oggi invece tra loro regna l'apatia e l'indifferenza... è stato il vuoto che li separa ad avermi evocato, ad aver generato tutto questo... male chiama male, morte chiama morte... sono dunque io il colpevole? No, non lo sono affatto... nessuno potrebbe incolparmi di questo dolore... sei ancora in tempo, cavaliere... ti offro un'ultima possibilità... lasciami la ragazza e ti risparmierò, facendoti andare via... ma se non accetti, allora vi ucciderò entrambi, a meno che non risolviate subito il mio arcano... scegliete... scegliete, o perite...”

cavaliere25
23-05-2012, 13.55.15
guardai gli altri e dissi che facciamo amici miei lo tiriamo fuori oppure lo lasciamo in quel pozzo e aspettai una loro risposta mentre mi guadavo intorno

Talia
23-05-2012, 16.19.24
Rimasi in silenzio per un lungo, lunghissimo momento quando Guisgard ebbe finito di parlare... udii grida ed applausi intorno, poi silenzio, una voce lontana, poi ancora applausi e di nuovo silenzio... eppure non badavo a niente di tutto quello... il mio cuore batteva forte, tanto forte che temevo quasi tutta la piazza potesse udirlo.
Avvertivo molti sguardi su di me, eppure era uno soltanto quello cui ponevo attenzione... uno sguardo penetrante eppure carezzevole, uno sguardo che conoscevo bene...

L’aria era fresca e pulita quella mattina e l’odore dell’erba bagnata si confondeva con quello, più delicato, dei gelsomini già in fiore. Io, seduta sul grosso tronco cavo proprio al centro del giardino, scrivevo... era uno dei miei compiti annotare ciò che accadeva: scrivevo ogni giorno ciò che avveniva al Casale, come in una sorta di giornale, ed allo stesso tempo annotavo le mie sensazioni, i sogni che facevo, i miei progressi e le sconfitte... il Maestro desiderava che lo facessi, sosteneva che quell’attività mi avrebbe aiutata a capire meglio il mio dono. E poi a me piaceva scrivere.
Poi, ad un tratto, chiaro come un raggio di sole, l’avvertii... non un suono incrinò l’aria, eppure io avvertii quella presenza esattamente dietro di me, immobile ad una certa distanza, avvertii quello sguardo tra l’incuriosito ed il diffidente, e quella sorta di vaga indecisione...
Non mi voltai, tuttavia.
La mia mano, anzi, continuò a muoversi rapida sul foglio, fermandosi di tanto in tanto a riflettere, giocherellando con la piuma.
Passò così qualche momento... infine, senza tuttavia sollevare lo sguardo, sorrisi...
“Puoi avvicinarti, se vuoi!” dissi.
Lo sentii sussultare, stupito... lo sentii incerto sul da farsi... e così, prima che lui potesse prendere una qualsiasi decisione, sollevai gli occhi e mi voltai a guardarlo...
Il ragazzino esitò solo un attimo, come colto in fallo, poi, con passo lento e vagamente guardingo, si avvicinò e si sedette a sua volta sul tronco, nel punto probabilmente più distante da me che gli fu possibile scovare. Io chiusi il quaderno e rimasi a fissarlo...
“Stavi cercando il Maestro?” domandai allora.
Lui non rispose.
“Non è qui, comunque!” ripresi dopo qualche momento “E’ alla radura con i fratelli. Ci vanno tre giorni alla settimana... sai, per gli esercizi con la spada... ed oggi è uno di quei giorni!”
Lui, sempre immobile, mi fissava in silenzio... aveva uno sguardo che non avevo mai conosciuto in nessun altro prima: quei suoi occhi spropositatamente chiari erano penetranti come non mai eppure, in qualche maniera, quello sguardo non mi infastidiva, né mi creava disagio...
Attesi che dicesse qualcosa, ma lui non mi parve intenzionato... Gli sorrisi...
“Forse un giorno il Maestro porterà anche te alla radura!” continuai “Per il momento credo che ritenga non sia il caso... penso che desideri che ti ambienti un po’, prima! Sai... il Maestro è un uomo buono, si prende cura di noi come fosse nostro padre, anche se in verità noi non siamo tutti figli suoi... ognuno di noi ha una storia diversa ed ognuno è giunto qui in un modo diverso, ma il Maestro dice che non è importante il modo in cui siamo arrivati, ciò che conta è che ci siamo e lui dice che se il Destino ci ha infine condotti qui è senz’altro per un motivo!”
Un’altra breve pausa in attesa di una sua qualche reazione che, di nuovo, non venne...
“E, magari, questo vale anche per te, sai?” proseguii dunque “Anzi, ne sono certa! E credo che anche il Maestro pensi questo!” tacqui infine e lo scrutai per qualche istante...
I suoi occhi vivi e brillanti erano su di me, mi scrutavano e quasi sembravano studiarmi... erano occhi indagatori... però adesso mi sembrava che quello sguardo ostentatamente diffidente che lo aveva contraddistinto fin dal suo arrivo si stesse un poco addolcendo, sebbene non una parola fosse ancora uscita dalle sue labbra.
“Sono già tre giorni che sei arrivato qui!” esclamai infine “E nessuno di noi ti ha sentito pronunciare una sola parola! Neanche il tuo nome ci hai detto! Qualcuno dei miei fratelli crede che tu sia come Nestos... sai, Nestos non può parlare e si esprime con un linguaggio suo, un linguaggio fatto di gesti! Ma io non credo che tu sia così! No... io credo che tu, semplicemente, non voglia farlo! E’ così, vero? Non vuoi parlare con noi... non vuoi... perché non ti fidi di noi, forse!” esitai un attimo e gli lanciai uno sguardo di sottecchi, come sperando di coglierlo in fallo... ma non accadde.
E così, infine, con un sospiro, mi arresi.
Scavalcai il tronco con entrambe le gambe e mi lasciai scivolare a terra...
“E tardi!” dissi, senza guardarlo più “Tra poco il Maestro e gli altri torneranno... sarà meglio che vada ad accendere il camino, saranno stanchi!”
E fu allora che lo vidi, quel piccolo e delicato fiore candido che cresceva da solo in quell’angolo di giardino... solitario e diffidente, un po’ come quel curioso nuovo arrivato... mi piegai, dunque, e colsi quel fiore, per poi voltarmi e porgerlo al ragazzino...
Lui osservò il fiore un istante, poi tornò a guardare me... era visibilmente stupito.
“E’ un dono!” spiegai, con un lieve sorriso “Per te! Perché spero che prima o poi tu possa credere che non hai niente da temere qui... che, qualsiasi cosa ti sia successa, ora non devi più preoccupartene... perché ora hai trovato una casa e, se vorrai, tutto andrà bene da adesso in poi!”
Di nuovo mi voltai e feci per andarmene, ma quella voce mi bloccò... una voce calda e bassa...
“Guisgard!” disse.
Il mio cuore si fermò per un istante, poi prese a battere più velocemente... ed i miei occhi tornarono ad incrociare i suoi...
“Il mio nome...” ripeté “Il mio nome è Guisgard!”
Sorrisi...
“Il mio è Talia!”

Quel ricordo mi attraversò la mente alla velocità della luce quando la voce di Guisgard si spense in un sussurro... i miei occhi si chiusero per trattenere tutta l’emozione che le sue parole mi avevano fatto nascere dentro... emozione tradita, però, dal battito frenetico del cuore e da quel rossore inopportuno che, ne ero certa, mi aveva tinto le guance.
Sospirai... un sospiro profondo e dolce...
Avrei voluto dirgli tante cose, avrei voluto dirgliele da sempre... eppure mai avevo avuto il coraggio di farlo...
Lentamente cercai la sua mano e, trovandola, mi alzai in piedi... improvvisamente dimenticai dove eravamo, dimenticai che probabilmente c’erano decide di persone intorno a noi e che tutti ci stavano guardando, dimenticai tutto ciò che non era noi... e lentamente mi avvicinai...

elisabeth
23-05-2012, 20.09.41
" Il tradimento e' una parte importante dell' uomo....e' l'unica cosa che spesso gli riesce meglio......Conoscete molto bene Lady Isolde, lei e' la mia amata sorellina......"......Reas mi zitti'....il canto di un cigno....per ben due volte canto' allo spuntar dell' alba....." Reas e' una cosa meravigliosa, Socrate lo definiva il canto funebre........la notte lascia spazio alla nascita..la luce e i cigni ci donano il loro canto.....sono bianchi e puri, come il capo di un anziano....e quando raggiunge la perfezione e' pronto a ritornare tra le stelle...tra le braccia del Divino.......Goz...il suo capo e' canuto e i suoi cigni hanno cantato....sono qui Reas i cigni sono qui da qualche parte.....e il monaco lo sa....."...mi avvicinai a Reas e gli posai una mano sul braccio....." Andiamo Reas, portiamo a termine questo compito...cosi' sarete libero di tornare alla vostra vita......sono sicura che alla vostra Regina la vostra presenza manca......"......Mi voltai ed andai ad aprire la porta della stanza......

Guisgard
23-05-2012, 21.02.48
Reas, a quelle parole di Elisabeth, annuì.
I due allora andarono in cerca del monaco.
Lo trovarono nel piccolo spiazzo racchiuso tra le vecchie mura del monastero diroccato.
“Buongiorno, amici.” Disse mentre era intento a sistemare alcune delle piante che crescevano in quel luogo. “Avete riposato bene?”
“Ottimamente, grazie...” avvicinandosi a lui Reas “... non immaginavamo che ci fossero animali qui...”
“Animali?” Fissandolo il monaco. “Si, ma non qui dentro. La selva è piena di animali di ogni genere.”
“No, io parlavo di alcuni animali in particolare...”
“Davvero?”
“Si...” annuendo Reas “... animali come cigni, ad esempio...”
“Cigni?” Sorridendo il monaco. “Che assurdità! Vi siete visto intorno? Non possono vivere dei cigni qui!”
“Eppure abbiamo sentito il loro canto.” Disse Reas.
“Forse in sogno.”
“No, eravamo svegli.” Replicò Reas. “Abbiamo sentito chiaramente il loro canto, vero?" Rivolgendosi poi ad Elisabeth che era accanto a lui.
http://archive.sat1.de/imperia/md/images/filme_serien/die_saeulen_der_erde/charakter_grafiken/natalia_woerner_ellen/Galerie/natalia_woerner_02_300_404_Egon_Endrenyi___Tandem_ Productions___Pillars_Productions.jpg

Guisgard
23-05-2012, 21.09.58
A quella domanda di Cavaliere25, Tieste e Polidor restarono pensierosi.
Il falco, invece, restò a fissarli in silenzio.
“Veramente...” mormorò Tieste “... non saprei... prima ci ha minacciato, ora invece ci promette desideri da realizzare...”
“E poi, come ha detto il falco, è un essere innaturale, grottesco...” aggiunse Polidor “... possiamo davvero fidarci di lui?”
“Aiutatemi, vi prego!” Gridò l'essere nel pozzo. “Aiutatemi!”

elisabeth
23-05-2012, 21.24.22
Il Monaco era incredulo alle parole di Reas....Cigni....io li avevo sentiti erano li'....percettibili come il loro canto...." Monaco....il Cvaliere dice il vero e per giuramento non puo' mentire...due volte il canto dei Cigni si e' manifestato...e nessuno dei due ha dormito questa notte, abbiamo visto l'alba sorgere e il canto e' stato chiaro.....ascoltatemi Monaco, non stiamo vivendo un bel momento, ogni cosa puo' farci del male.......quei cigni sono importanti......se non riuscissimo a trovarli sarebbe come condannare a morte uomini innocenti......non fate caso alle miserie umane e aiutateci a trovare quei cigni......appartengono ad un uomo...la cui vita dipensde da loro....."........la Magia sarebbe stata la miglior arma.....ma ci sono cose che non si possono trovare con l'uso dell' occulto.....bisogna affidarsi al cuore...

Altea
23-05-2012, 23.04.23
Entrai alla locanda e dopo aver chiesto di Renya ella subito si avvicinò freddamente, cercando di allontanarmi presto.
"Milady" dissi sottovoce "non è un discorso molto breve...vedete, fino adesso io sono stata con..vostro marito Barius...e mi ha confessato che teme di perdervi, dice che vi ama alla follia ma voi probabilmente siete più interessata ai soldi e sentite di vivere la vostra vita miseramente. Per questo egli è imprigionato in quella montagna...per il vostro Amore, voleva trovare un Tesoro innestimabile tanto da rendervi la dama più bella, ricca e felice non del mondo ma di tutta questa zona, ma gli ho fatto promettere che quando uscirà egli vi porterà dove vorrete..vi riferisco solo questo e meditate, non immaginate quale straordinaria persona avete vicino, ha rischiato la sua Vita per voi..ora sono stanca e vado a riposarmi nella stanza, dopo dovrò dare il cambio a Fyellon perchè i soccoritori stanno cercando di salvare Barius".
Salii le scale silenziosamente ed entrai in camera, mi stesi sul letto, e guardando il soffitto una lieve tristezza aveva pervaso il mio animo...Renya teneva davvero a Barius? Sarei stata amaramente desolata se, una volta uscito, egli avrebbe trovato la sua indifferenza...e che gli avrei detto quando sarei tornata se mi avesse chiesto di lei?
Volevo solo questa storia finisse e continuare verso Tylesia...e cosi mi sforzai di addormentarmi, dovevo essere in forma quando Fyellon mi avrebbe chiamato per cambiare il turno di guardia, eppure tutto questo mormorio di gente estranea fuori della locanda e vicino alla Montagna mi insospettiva. Se non fosse stata per la promessa fatta a Barius me ne sarei andata via davvero sola, senza Fyellon, ma non avrei mai rotto una promessa fatta a una persona che seppur sconosciuta mi era quasi diventata grande amica..e mi persi in un sonno profondo.

Guisgard
24-05-2012, 01.49.29
Renya accolse sdegnosamente le notizie riportate da Altea.
“Ah, è così...” disse quasi con disprezzo “... voleva trovare un tesoro? Per me? Per portarmi poi via da questo buco? Finirà che la colpa di tutta questa storia sarà stata la mia...” sorridendo ironicamente.
Non aggiunse altro e restò a fissare Altea mentre ritornava nella sua camera.
Ma dopo un po', qualcuno bussò alla porta della stanza dove la ragazza stava riposando.
“Milady, siete sveglia?” Domandò dal corridoio il vecchio locandiere. “E' giunto un uomo e chiede di potervi parlare... se siete stanca gli dirò di attendere, non preoccupatevi...”

Guisgard
24-05-2012, 02.00.20
Il monaco ascoltò le parole di Elisabeth senza tradire alcuna emozione.
“Come detto, io non ho sentito nulla.” Disse poi. “Né cigni, né altri animali insoliti per questi luoghi...” fissò Reas e poi di nuovo la maga dei boschi “... tuttavia, se voi siete così certi di aver sentito dei cigni, allora vi aiuterò a cercarli qui intorno...”
“Grazie!” Esclamò Reas.
“Però prima farete colazione.” Fece il religioso. “In cucina troverete del pane caldo e qualche frutto. Dopo aver mangiato ritornerete qui ed insieme andremo alla ricerca di quei cigni.”
“Bene!” Sorridendo Reas. “Andiamo in cucina...” rivolgendosi poi ad Elisabeth “... una buona colazione è quello che ci vuole. Poi riprenderemo la ricerca... forse tra non molto ritroveremo quei cigni.”

Guisgard
24-05-2012, 03.19.59
Tutti osservavano Guisgard e Talia che, però, incuranti di tutto il resto, si erano ricongiunti dopo il breve momento in cui lui aveva parlato come fosse stato davvero il Primo Cavaliere.
Le loro mani si erano cercate ed infine trovate, intrecciandosi fra loro.
“Non rammentavo” disse Fernand mentre tutti applaudivano ed attendevano la risposta di Ginevra “quel passo letto dal nostro Lancillotto.”
“Questo perchè” replicò sua moglie “non sei abbastanza romantico!”
“Forse questo hanno di magico le grandi storie d'amore...” sorridendo Margel “... che le loro parole risuonano sempre intatte, come pronunciate per la prima volta.”
“O forse” intervenne Delucien “perchè la più grande storia d'amore non è ancora stata scritta, amici miei...”
Tutti i presenti fissavano Lancillotto e Ginevra, in attesa della risposta della regina.
Un altro applauso si alzò dal palco e qualcuno chiedeva, a gran voce, una parola da parte della regina, un bacio o anche solo un cenno per ricambiare le parole del suo campione.
“Siete una bellissima coppia, miei signori!” Gridò uno degli invitati.
“Si, è vero.” Applaudendo la moglie di Fernand. “Anche se solo per gioco, anche se solo per una sera.”
“Cosa ne sai tu?” Fissandola di colpo il marito.
“Beh, sono fratelli, Fernand.” Rispose lei, come se quella fosse la cosa più ovvia del mondo.
Guisgard si voltò a fissarla.

La dolce boscaglia che corre tra il Casale degli Aceri e la strada che conduce poi al paese era un luogo magico.
Circondato da frondosi castagni, rigogliosi olmi, maestose querce e verdeggianti salici, poteva mutarsi nei luoghi più fantasiosi e straordinari conosciuti da chi amava sognare.
Sapeva, infatti, divenire la foresta di Brocelandia, il Deserto dei Gobbi, una selva incantata, un castello inespugnabile o uno dei tanti porti meta di corsari e filibustieri.
Ogni volta bastava la pagina di un libro letta ad alta voce, un'illustrazione o un quadro visto di sfuggita nel Casale o nel vicino monastero per accendere la fantasia dei ragazzi, capaci così di diventare poi i protagonisti di quello che erano in grado di immaginare e sognare.
“Ed io?” Chiese Talia.
“Tu cosa?” Fissandola Guisgard, mentre era intento a scheggiare quel ramo che aveva scelto come sua spada.
“Io chi sarò?”
“Ah, nel gioco intendi...”
“Beh, si...” mormorò lei “... tutti partecipano, no?”
“Certo!”
“Ma forse a te non importa più di tanto che io ci sia o meno...”
“Sai che non è vero!”
“Ma se ti ha stupito sentirmi parlare del gioco!”
“Pensavo che il maestro non...”
“Invece si!” Lo interruppe lei. “Oggi mi ha detto che posso giocare insieme con tutti voi!”
“Bene!”
“Di nuovo questa esclamazione...”
“Quale?” Chiese lui.
“Questo bene con cui rispondi talvolta a ciò che ti dico...” rispose lei “... sembri quasi uno dei mercanti che portano le provviste al maestro dopo qualche fiera... bene, messere! Bene, signore! Bene, anche questo mese i conti tornano! Bene, alla prossima fiera! Bene! Bene! Bene!” Scosse il capo. “Sembri uno di quelli... farai il mercante o il bottegaio da grande, altro che cavaliere!”
Guisgard sorrise.
“Cos'hai da ridere?”
“Nulla...” disse lui “... dai, prometto che non dirò più bene! Mi credi?”
“Certo...” fissandolo lei “... io ti credo sempre, lo sai...”
Lui annuì.
“Resta però” continuò lei “che non avevi pensato ad un ruolo per me nel gioco...”
“Questo lo credi tu!” Alzandosi in piedi lui e fendendo l'aria con la sua nuova spada di legno. “E' mai accaduto di non aver pensato ad un ruolo per te nei miei giochi?”
“No, mai.” Cominciando a sorridere lei. “Ed ora? Ne hai uno anche ora?”
“Naturalmente!” Esclamò lui. “Io sarò un poeta... uno di quelli maledetti, che cercano di scrivere qualcosa di speciale, di magico, di unico...”
“Ed io?”
“Tu sarai mia moglie!”
“Davvero?”
Lui annuì.
“Oh, mi piace!” Entusiasta lei. “Si, sarò una dama, moglie di un poeta! E sei riuscito a farmi innamorare di te grazie ai versi che solo tu sai dedicarmi!”
“Si, bello!”
“E tu?” Fissandolo lei.
“Io cosa?”
“Tu... perchè ti sei innamorato di me?”
“Già...” pensieroso lui “... già, non ci avevo pensato... vediamo...”
Lei continuò a fissarlo.
“Vediamo...” mormorò lui “... devo pensarci bene...”
“Oh, ma è così difficile trovare un motivo per innamorarti di me?”
“Ecco, ci sono!” Esclamò lui.
Lei sorrise.
“Si...” fissandola lui “... io mi sono innamorato di te perchè solo grazie a te ho trovato la mia vera ispirazione. Solo quando sono con te io riesco a scrivere qualcosa di speciale e magnifico. Tu sei la mia musa.”
“Oh, si!” Raggiante lei. “Si, meraviglioso!”
“Vedrai, questo gioco sarà bellissimo, Talia!” Prendendola per mano lui e conducendola nella loro boscaglia, che si apprestava ad assumere le fattezze di quella loro nuova avventura.

Un nuovo applauso di tutti i presenti e le loro acclamazioni per il Primo Cavaliere e la sua amata regina, destarono Guisgard da quel lontano ricordo.
“Sei la più bella, gioia...” sussurrò lui ad un orecchio di Talia “... la più bella... e guardandoti comprendo cosa provò Lancillotto nel vedere Ginevra... e del perchè si innamorò perdutamente di lei...”
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Altea
24-05-2012, 10.13.05
Ero immersa in un sonno profondo ma non ristoratore quando mi svegliai di soprassalto, mi parve di sentire bussare alla porta.
Scesi dal letto, lentamente, ancora frastornata e aprendo la porta trovai il vecchio locandiere che mi portò un messaggio e lo guardai stupita.."Un uomo? D'accordo, ditegli di aspettarmi giù alla locanda, arrivo subito".
Il tempo di rinfrescarmi e destarmi ancora dal sonno..ma dentro me vi era della inquietudine. Chi mai poteva volermi parlare in questo posto sperduto? Non conoscevo nessuno...presi coraggio, scesi subito nella locanda e mi diressi verso il vecchio locandiere, vi era parecchia gente..."Messere, eccomi, dove si trova quella persona di cui mi avete parlato?"

cavaliere25
24-05-2012, 14.07.56
dobbiamo decidere ora non possiamo stare qui tutto il tempo per questo essere abbiamo altre cose da fare che stare qui a perdere tempo con questo essere che prima ci minaccia e poi ci chiede aiuto e ci dice che può esaudire i nostri desideri

Guisgard
24-05-2012, 16.59.24
“Si, milady...” disse il locandiere ad Altea “... è quell'uomo seduto a quel tavolo in fondo alla sala “... raggiungetelo pure.”
La sala era gremita di persone, tutte accorse per assistere al salvataggio del povero Barius.
Al tavolo più lontano era seduto l'uomo che aveva chiesto di Altea.
Vedendola, subito si alzò e andò incontro alla ragazza.
Era un giovane uomo dall'aria scanzonata e i modi raffinati.
“Lady Altea, immagino.” Sorridendole. “Perdonate se ho disturbato il vostro riposo, ma appena arrivato in questo luogo mi hanno subito parlato del grande cavaliere sir Fyellon e della sua inseparabile compagna di avventure lady Altea. Io sono John Seth, poeta e cantore, milady. Sono venuto qui per mettere in versi tutta questa storia. E voi e sir Fyellon sarete gli eroi di questa vicenda, naturalmente. Ma prego, sedete con me a questo tavolo... così potremo parlare. Vorrei conoscere meglio voi ed il vostro compagno di avventure.”

elisabeth
24-05-2012, 17.37.43
Ebbi come la strana sensazione che il nostro Monachello ci stesse prendendo in giro.....i cigni dapprima erano una pure fantasia e poi...bastava una sana colazione per metterci in marcia e guarda caso..li avremmo sicuramente trovati.......Pane e frutti......la cosa non mi convinceva...seguii Reas...." Reas, aspettate un attimo......voi siete veramente sicuro di avere fame ?....secondo me il Monaco svanira' nel nulla...e lo fara' mentre Voi state addentando una bella fetta di pane croccante.......e non guardatemi come se vi avessi sorpreso con le dita nel vasetto della marmellata.....i cigni li ha sicuramente lui e se sono stati sottratti a Goz....hanno piu' importanza di quanto avessi mai sospettato........ve la sentite di rimanere a digiuno ?...."......certo lo stomaco di Reas faceva delle rumorosissime proteste.....ma un cavaliere era pur sempre un cavaliere....

Talia
24-05-2012, 17.47.43
“Sei la più bella, gioia...” sussurrò lui ad un orecchio di Talia “... la più bella... e guardandoti comprendo cosa provò Lancillotto nel vedere Ginevra... e del perchè si innamorò perdutamente di lei...”

Sorrisi debolmente a quelle parole.
“Tu...” mormorai pianissimo, perché solo lui potesse sentire “Nessuno mi ha mai guardata come mi guardi tu. E a me... a me questo fa mancare l’aria!”
Feci un altro mezzo passo verso di lui, tremavo impercettibilmente...
“Il modo in cui mi parli e il modo in cui mi osservi... il modo in cui sorridi quando caparbiamente ti contraddico o quel modo che hai di stringere la mia mano quando ho paura... mi fa battere il cuore e mi toglie il respiro. Da sempre!”
Lentamente mi avvicinai e gli poggiai un leggero bacio sulla guancia...
“Dammi quel bacio, Guisgard!” sussurrai al suo orecchio “Quello che non riuscisti a darmi quella sera... dammelo adesso!”

Altea
24-05-2012, 17.50.44
Il vecchio locandiere mi mostrò una figura seduta a un tavolo, mi avvicinai, la locanda era stranamente affollata...appena l'uomo mi vide si alzò e si diresse verso me, era un ragazzo..non lo avevo mai visto.
Si presentò subito e lo ascoltavo impietrita, come faceva a conoscere il mio nome? e la mia storia e le mie fattezze? Ma quando ascoltai le ultime parole trasalii.."Scusate sir Seth...come fate a conoscere il mio nome e le mie sembianze, di grazia? E' la prima volta che ci conosciamo e voi sapete già tutto di me e sir Fyellon" cercai di tranquilizzarmi, volevo andare a fondo di questo strano fatto.."orbene, sediamoci al tavolo e ditemi ciò che volete conoscere, anche se, a dire del vero, non ci trovo nulla di strano in ciò che sta succedendo, un ragazzo è rimasto sotto le macerie di una montagna non del tutto crollata e stiamo cercando di salvarlo..tutto qui" dissi sedendomi.

Guisgard
24-05-2012, 18.04.28
Reas fissò incuriosito Elisabeth.
“Quel monaco...” disse “... dite dunque che ci sta ingannando? Ma come può essere? E' un uomo di Chiesa!” Restò pensieroso. “E sia... torniamo da lui subito... meglio non lasciare nulla di intentato...”
Tornarono così dal monaco e stranamente non trovarono più il religioso.
Reas lo chiamò più volte, ma nessuno rispose.
“Forse avevate visto giusto, milady!” Esclamò il capitano. “Quel monaco ci ha giocati come bambini!”
Ma proprio in quel momento si udirono dei rumori provenire dalla selva.
“Forse è il monaco che sta fuggendo!” Gridò Reas.

elisabeth
24-05-2012, 18.36.06
Ero arrabbiata ma allo stesso tempo mi veniva da ridere da morire.....Reas era sconvolto.....si sentiva beffato da un uomo di Chiesa....." Reas, adesso siamo sicuri che i cigni esistono......e se sentite rumore nella selva..non fatevi ingannare, il nostro Monaco e' ancora tra queste mura.....un po' di fiuto Comandante....se voi aveste qualcosa da celare e foste stato braccato....dove andreste?........forse depistereste il vostro nemico, e il monachello ha fatto lo stesso...che ne dite, forse e' meglio andarlo a cercare...abbiamo perso tanto tempo.."...

Guisgard
24-05-2012, 18.48.53
Quelle parole di Talia, seguite da un infinitesimale scintillio della pietra che aveva al collo la ragazza, sembrarono sconvolgere il cuore di Guisgard.
Avete mai atteso qualcosa con tutto voi stessi?
Avete mai inseguito un sogno fino ai confini perduti e inaccessibili della notte, raggiungendo quasi l'orizzonte incantato che la divide dal giorno?
Avete mai dato un nome alla Gioia ed invocata infinite volte fino a vederla poi rispondere a quel nome con cui l'avete battezzata?
Annullando in quel nome tutto il vostro passato, il vostro presente ed il vostro futuro?
In quel momento, Guisgard rivide tutta la sua vita davanti a lui e in ogni immagine, in ogni scena al suo fianco c'era Talia.
Tutta la sua vita era scandita dalla presenza di Talia.
“Talia...” sussurrò lui, stringendo fortissima la sua mano.
I suoi occhi erano fissi in quelli di lei e ad un tratto tutto svanì.
Tutto ciò che non riguardava loro due.
Svanì così la festa, il ballo, svanirono gli invitati ed i loro compagni.
Svanì l'angoscia per la presenza della Guardia Ducale e la paura per i Cavalieri della Luna Nascente.
Svanì tutto ciò che non fossero loro due.
Guisgard allora strinse a sé Talia e si avvicinò al suo volto.
Chiuse gli occhi e si lasciò condurre dal respiro di lei fino alla sua bocca.
Una bocca ardente sulla quale abbandonò le sue labbra insieme a tutti i suoi sogni.
E quell'appassionato bacio unì i due in un unico sussulto.

"Baciami, Andros..." sussurrò Chymela "... baciami come se questo bacio cancellasse il mondo intero... baciami come se otre questo bacio non ci fosse altro che il nostro amore... baciami, Andros... baciami senza smettere mai... baciami fin quando batteranno i nostri cuori... baciami, perchè quando smetterai io cesserò di vivere..."

“Fermi tutti!” Gridò all'improvviso De Slavan, Alfiere del duca. “Fermi, in nome di sua Signoria l'Arciduca!”
E su tutti gli invitati piombò agitazione e paura.

Talia
24-05-2012, 20.05.49
Guisgard... quel bacio... quel momento... il momento più sospirato, desiderato, bramato e quasi temuto...
Ed in quel momento niente esisté più... niente aveva più valore o importanza, niente mi preoccupava più, niente più mi spaventava, niente era più degno di attenzione o di qualche considerazione... niente che non fosse Guisgard.
Le mie mani stringevano la sua veste sulle spalle, carezzavano i suoi capelli, il suo volto...
E persino quella breve immagine, nata probabilmente tra le luminescenze di quella pietra che ancora portavo al collo, non osò attraversare la mia mente come sempre accadeva... ma vi si affacciò appena, invece... mischiandosi e confondendosi tra le mille altre sensazioni del mio cuore.

“Fermi tutti!” Gridò all'improvviso De Slavan, Alfiere del duca. “Fermi, in nome di sua Signoria l'Arciduca!”
E su tutti gli invitati piombò agitazione e paura.

Quelle parole pronunciate da quella voce imperiosa... non vi posi subito molta attenzione... le udii, e tuttavia la mia mente, occupata da ben altri pensieri, impiegò qualche istante in più per comprenderle...
Chinai lentamente la testa sul petto di Guisgard e sorrisi... un sorriso sereno, felice... un sorriso che non contemplava altro che me e lui...
D’un tratto poi, quasi senza che me ne rendessi conto, quell’improvvisa agitazione e quel vago senso di paura che serpeggiava per la piazza iniziò a farsi largo in me... iniziai a far caso a quel brusio e allo scalpiccio del cavalli, alle parole appena sussurrate intorno a noi e a quelle mezze frasi...
Sollevai di nuovo la testa, di scatto, e le mie mani tornarono a stringere la stoffa della giacca sulla manica di Guisgard...
“Che cosa succede?” sussurrai, improvvisamente preoccupata.

Guisgard
24-05-2012, 20.49.15
Qualcuno gridò, altri tentarono di lasciare la festa, ma era tutto inutile.
I soldati avevano praticamente circondato il palco.
“Stiamo cercando un tale...” disse De Slavan “... un certo Delucien Picau! Che si faccia avanti subito!”
Un brusio si alzò tra i presenti.
“Avanti, non costringetemi a farvi togliere tutte le maschere!” Urlò l'Alfiere dell'Arciduca. “Avanti, non ho molto tempo!”
Guisgard si sentì in trappola.
Strinse a sé Talia, come a volerla proteggere.
Fissò poi i suoi amici.
“Vogliono me...” mormorò Delucien.
“No, non andrai!” Piangendo Margel.
“Resta qui, Delucien...” fece Fernand.
“Metteremo solo in pericolo Guisgard e Talia...” disse il ricercato.
“Voi avete protetto Talia” fissandolo Guisgard “ed io sarò sempre in debito con voi tutti...”
“Cattureranno anche lei...” disse Delucien “... no, non vi metterò in pericolo...”
E fece un passo in avanti.
Guisgard allora fissò Talia.
“Sei la cosa più preziosa che ho...” le sussurrò “... e tutto ciò che faccio, lo faccio per te...” fissò poi Margel in lacrime “... affido a voi Talia...”
Delucien arrivò davanti a De Slavan e lo guardò.
“Sono io Delucien...”
De Slavan sorrise.
“Sono io Delucien!” Avanzando di un passo Guisgard.
“Sono io Delucien!” Affiancandosi a lui Fernand.

Come appariva diversa oggi la campagna di Capomazda.
Un verde pallido, intriso da schermaglie di giallino misto ad un tenue blu che finiva poi per sfumare in un lieve e sottile riverbero rosato, tremolava sotto l'alito leggero di quel fresco vento di Primavera, come accade alle acque calme e scintillanti di un lago dormiente ammansite dal Sole pomeridiano.
In lontananza, fino a raggiungere l'immaginario confine tracciato dall'orizzonte, correvano le forme di quella grande macchia lussureggiante che avvolgeva le terre del ducato, fino a lambire le sagome dei monti che tutt'intorno si ergevano come bastioni a guardia di quel mondo.
Fin dove giungeva lo sguardo, apparivano castelli, torri, casali, monasteri, borghi o rovine di un passato glorioso che sembravano ancora narrare, in un eco incantato, l'antico splendore di quella terra e degli uomini che la resero civile e cristiana.
La campagna era bellissima, come lo era sempre stata.
Eppure, lui la fissava come il marinaio guarda il mare sconfinato in cerca di una terra narrata in diverse leggende e depositaria di un favoloso tesoro.
Ne scrutava ogni angolo, ogni forma, ogni mutamento.
Quei luoghi a lui così familiari e amati, oggi apparivano invece spogli, muti, quasi estranei.
Cercava con gli occhi qualcosa che non poteva apparirgli.
Qualcosa di inafferrabile, di sfuggente, di etereo.
“Verso Nord” disse all'improvviso “ci sono le colline, vero?”
“Le colline?” Ripetè stupito Pysone.
“Si, bisogna andare verso i confini settentrionali del ducato per venderle, vero?” Domandò di nuovo Andros.
“Si, suppongo di si...” avvicinandosi a lui il fedele compagno “... Andros... è solo uno stato d'animo... non pensarci più...”
Andros si voltò a fissarlo.
“Rifletti...” continuò Pysone “... sei il rampollo di una stirpe tanto antica, quanto potente... governerai, se Dio vorrà, su una terra protetta dalla Chiesa e depositaria della fiducia di sua maestà... ambiscono ad esserti mogli principesse e nobildonne di terre quasi fiabesche... e tu? Tu invece a cosa pensi? Ad una terra lontana, che ci vede come suoi acerrimi nemici e ad una donna che è stata promessa ad un altro uomo!” Scosse il capo.
Andros sospirò, per poi tornare a fissare la campagna.
“Sei riuscito a fuggire per miracolo da Sigma!” Disse Pysone. “Ti davano la caccia tutti... soldati della Guardia Reale, cacciatori di taglie, mercenari... dimentica quella storia e goditi i tuoi privilegi. Il re di Eubeoli ti ha promesso la mano di sua figlia e come dote il potere sul suo regno. Capisci? Lo sbocco a mare che i tuoi antenati hanno cercato di conquistare da secoli! A Capomazda manca solo una flotta per dominare la costa e le sue isole!”
“E' bella la principessa di Eubeoli?” Domandò quasi distrattamente Andros.
“Si, è bellissima.” Rispose Pysone. “Alcuni emissari del re hanno portato un suo ritratto... io credo che poche donne possano eguagliarla in bellezza... i suoi capelli sono tra il pallido oro e il vivo vermiglio, la pelle è vellutata come petali di pesco e la bocca carnosa e soffice nel suo leggero battito purpureo... le forme sono quelle tipiche di una bellezza greca e la voce è calda e sensuale... e poi gli occhi!” Sorrise. “Gli occhi sono del colore che piace a te, amico mio!”
“Davvero?” Mormorò Andros. “E qual'è il colore che piace a me?”
“Non burlarti di me!” Esclamò Pysone. “Da sempre, sin da piccoli, non hai fatto altro che narrarmi di bellissime fanciulle dagli occhi chiari! Azzurri come il cielo terso d'Estate o verdi come le acque trasparenti di un lago tra i monti! Così sono sempre state le tue eroine, le protagoniste delle tue storie e dei tuoi sogni!”
“Già...” sorridendo malinconicamente Andros “... rammento i nostri giochi da piccoli... sai, da bambino, amavo ascoltare i discorsi dei medici di corte... mi nascondevo dietro una tenda o sotto un tavolo e restavo a sentirli parlare... mi apparivano come maghi, stregoni capaci di compiere incantesimi... un giorno stavano parlando della temperatura corporea... mi colpì ciò che dicevano... bastano sette o otto gradi al disopra della temperatura corporea per morire... quelle parole mi restarono impresse nella mente... dopo qualche giorno, giocando nel cortile del palazzo, in seguito ad una sudata, mi ammalai...” sorrise nuovamente “... mi era venuta la febbre... ero un bambino e tante cose mi erano ignote... pensavo infatti che la temperatura corporea normale fosse di trenta gradi circa e quando mia madre mi disse che avevo ben trentotto gradi di febbre, beh, mi spaventai non poco... pensavo di essere sul punto di morire... però, stranamente, nessuno mi trattava da moribondo... mio padre e mia padre erano si preoccupati, ma non più di altre volte in cui ero stato ammalato ed anche i medici di corte erano tranquilli... quella notte la paura quasi non mi fece dormire. Pensavo che se avessi dormito non mi sarei più risvegliato. Alla fine però, vinto dal sonno, mi addormentai. Mi svegliai la mattina seguente. Con mia somma sorpresa, non solo ero ancora vivo, ma mi sentivo anche bene! E quando mi affacciai dalla finestra della mia stanza, il mondo mi apparve straordinario. Come se fosse la prima volta che lo vedevo. Tutto era magico, speciale. Ogni cosa sembrava illuminata da una luce diversa. Davvero mi sentivo come se fossi nato in quel momento e il mondo che conoscevo prima non poteva reggere il paragone con lo spettacolo che ora si apriva ai miei occhi.”
Pysone lo ascoltava in silenzio.
“Si, gli occhi chiari sono meravigliosi” continuò Andros “e fino a ieri mi sembravano lo specchio del mondo... poi... poi ho visto i suoi occhi... e nulla è stato più come prima, proprio come quando ho rivisto il mondo dopo quella notte di febbre...”
“Di che colore sono i suoi occhi?” Chiese Pysone.
“Gli occhi di Chymela sono scuri...” rispose Andros “... eppure, quando comincia a fissarmi, sanno aprirsi, quasi sbocciare come fiori...e allora tutti i colori del mondo e tutti i suoi riflessi, i suoi bagliori e lo sfolgorio che attraversa il cielo penetrano in essi... i dotti affermano che i colori non sono innati, ma dipendono dalla luce del Sole... nello spazio, infatti, le cose che ci appaiono rosse o blu possono invece presentarsi verdi o gialle... asseconda dell'unione o della separazione dei colori poi abbiamo le tonalità cromatiche... bianco e nero non sono altro che la presenza o l'assenza di tutti i colori... ecco, il mondo a me si è mostrato con i suoi veri colori solo quando l'ho visto riflesso negli occhi di Chymela... è come guardare il cielo in una sera d'Estate... tutti accorrono per vedere il firmamento e le fattezze di quella serata... così come attirano gli occhi chiari di una donna... l'aria è clemente, calda, la gente affolla le strade e le città sono sveglie fino a notte alta... tutti guardano la volta celeste in cerca di una stella sconosciuta a cui dare il nome della propria amata... ma scrutando il cielo ti accorgi che l'afa non lo rende limpido e il caldo ti spinge poi a cercare un riparo più fresco... gli occhi di Chymela, invece, sono come una sera d'Inverno... molti preferiscono restare al caldo e si perdono lo straordinario spettacolo che sa offrire... l'aria è infatti fredda e quindi limpida, il cielo allora ti appare nitido con tutte le sue infinite stelle, moltissime delle quali quasi invisibili nelle afose notti estive ed anche i borghi sui monti lontani si mostrano chiaramente... allora, il tuo sguardo è libero di spaziare e conoscere tutte le meraviglie celate che quella sera ti offre... una sera ignota a tutti gli altri e dunque solo per te saranno i suoi doni...” mise una mano sulla spalla del suo compagno “... amico mio, negli occhi di Chymela è nascosto un tesoro... un tesoro ben più meraviglioso e pregiato di qualsiasi pietra preziosa che risplende in magnifici occhi azzurri, celesti o verdi...”
Pysone sorrise per poi fissare anch'egli la campagna di Capomazda.
“Dobbiamo andare, vero?” Domandò Andros all'amico. “Ci attendono a corte, immagino...”
“No, amico mio...” scuotendo il capo Pysone “... resta ancora un po' qui a sognare di lei... inventerò una scusa per il tuo ritardo...” ed uscì dalla stanza.

De Slavan fissò i tre davanti a lui.
“Bene, bene...” mormorò “... o ci troviamo davanti ad un caso di cronica crisi d' intentità, oppure il mio viaggio qui non sarà stato affatto noioso...”

Guisgard
24-05-2012, 21.20.50
“Allora cerchiamolo in questo monastero!” Disse Reas ad Elisabeth. “Seguitemi!”
I due allora si misero a cercare fra le varie stanze di quel luogo.
Ma tutto sembrava ammutolito.
Ad un tratto, però, i due sentirono qualcosa.
Prima vago ed incerto, poi più chiaro e riconoscibile.
Era il canto di un cigno.
“Seguiamolo!” Fece Reas. “Seguiamo il canto del cigno!”
E giunsero davanti ad una porta chiusa.
“E' bloccata dall'interno!” Tentando di aprirla Reas.

Guisgard
24-05-2012, 21.23.12
“Ma tutti ormai qui parlano di voi e sir Fyellon, milady!” Disse il poeta ad Altea. “Mi è bastato chiedere di voi al locandiere!” Sorrise. “Bene, allora possiamo cominciare... ditemi un po' di voi due... quando vi siete incontrati? Perchè viaggiate insieme? Cercate qualcosa? Una reliquia, un tesoro o magari un luogo lontano? Avete dei nemici?”

Lilith
24-05-2012, 21.58.56
Quel mostro continuava a parlare, distraendomi dal mio reale scopo. Avrei voluto tanto farle ingoiare quel continuo flusso di malvagità che usciva dalla sua bocca deforme sotto forma di parole.

Ad un tratto, però, capii che stava proponendo a Parsifal una specie di scambio: la sua vita in cambio della mia morte.
Guardai Parsifal e la vista mi si appannò; gli occhi mi si riempirono di lacrime. "Accettate, vi prego." gli dissi con un tono di supplica.

Altea
24-05-2012, 21.59.03
Ero frastornata dal brusio di quella gente e da tutte quelle domande che quel ragazzo mi poneva..perchè mai avrei dovuto raccontare della mia vita a un perfetto sconosciuto? Ma qualcosa non quadrava, che mai stavamo facendo...salvando un ragazzo e per di più non solo noi, fuori vi erano soccoritori e quei cavalieri.
"Bene..come ci siamo conosciuti io e Fyellon?....come io e voi...per caso. Ricordo che mi stavo specchiando in una fontana di Tylesia rimirando il bagliore della bella luna...oh, nulla di romantico, non vorrei essere fraintesa"...cercavo di sentire cosa stesse dicendo la gente per capire meglio ma tutti quanti erano in preda alla eccitazione e continuai.."perchè viaggiamo assieme?Eh, questo me lo sto chiedendo pure io sapete poichè siamo totalmente diversi" risposi ridendo ma mi feci subito seria "siamo partiti per una impresa...questa impresa è salvare una città di nome Tylesia, nessun Tesoro, reliquia o cose strane.Almeno per me, è cosi...io sto cercando qualcosa che riguarda la città di Tylesia ma non ho intenzione di dirvi nulla di più. E ora vi pongo io una domanda...perchè c'è tutta questa gente qui nella locanda..cosa vi ha portato qui, in questo posto desolato?"

Guisgard
25-05-2012, 01.51.46
“Guardatevi intorno...” disse il bardo ad Altea “... la gente è sempre attratta dalle tragedie... prendete una vittima, la sfortuna, un eroe in grado di aiutarlo ed il gioco è fatto. Tutti sono accorsi qui per vedere quel poveretto sottratto all'abbraccio della morte. Ed a farlo sarà il vostro amico sir Fyellon, milady. Ma in voi noto sfiducia... forse non confidate molto nel valore di sir Fyellon?”
Proprio in quel momento Fyellon ritornò alla locanda.
Con lui vi erano anche i minatori.
Chiamò il comandante Gerprando e restò a parlare con lui per qualche istante.
Poi il militare uscì con i minatori per organizzare i lavori di scavo della montagna.
“Salute, milady.” Fece Fyellon avvicinandosi al tavolo di Altea. “Vedo che avete fatto amicizia.”
“Immagino voi siate sir Fyellon.” Alzandosi in piedi il bardo. “Io mi chiamo John Seth e sono un poeta. Vorrei mettere in versi questa vostra impresa.”
“Benissimo, mio buon poeta!” Esclamò Fyellon. “E' giusto che i posteri vengano informati di ciò che accade quaggiù!” Fissò Altea e le sorrise. “Avete ordinato già, milady? Io ho una fame da lupi! Siete dei nostri, messer Seth?”
“Con piacere, cavaliere!” Tornando a sedersi il bardo.
“Ehi, voi!” Disse Fyellon al locandiere. “Carne e vino!”
“Subito, milord!” Annuendo il locandiere.

Parsifal25
25-05-2012, 01.51.55
L'abbraccio donato a Lilith serviva a rincuorarla poichè non doveva lasciarsi sbranare dalla disperazione ed anche per dirle che sarebbe andato tutto bene......

Mi misi in piedi innanzi alla Bestia e decisi di affrontarla con il mio spirito e la mia volontà:

"Avvilente Costumanza.....prima di rispondere all'indovinello, vorreì narrarle la mia storia. Conosci già il mio nome ma voglio ripertelo nuovamente.....mi chiamo Parsifal, cavaliere dei Longiniu e vengo dalle terre di Nibelin e sono figlio del Maestro Caradill......", iniziaì a girarle attorno dicendole: "Io non ti biasimo e non dono la colpa alla tua persona del male che ha imprigionato il maniero, anzi.....è giusto che siano maledetti se tra i tuoi padroni non c'è amore. Sei frutto di una trasformazione, ed anche io vengo dal tuo stesso seme.....in me coabitano due personalità e quella più brutta, racchiude in se i più atroci delitti, ma.....riesco a gestirla poichè AMO.....il riflesso di Orco e sua moglie non sono me, e non hai il diritto di giudicare se il rapporto tra me e Lilith; non hai il potere di insinuare l'esistenza di un legame profondo che possa tramutarsi in fasullo....." mi fermaì innanzi alla belva, ero a pochi centimetri dal suo sguardo e improvvisamente e come se mi sentissi inebriato di una strana conoscenza che non avevo mai assimilato.....

Guisgard
25-05-2012, 02.00.54
La belva ascoltò con attenzione Parsifal, per poi abbandonarsi ad una grottesca risata.
“Cavaliere...” disse “... io conosco gran parte della tua storia... so che hai intrapreso una ricerca e che hai giurato di portarla a termine... e allora ti chiedo... vale la pena tutto questo? Vale la pena gettare via tutto per morire qui dentro? Vuoi davvero che i tuoi guanti di ferro domani facciano bella mostra nel castello di Orco il Rosso?” Rise di nuovo. “E perchè poi? Per sfidare una prova probabilmente troppo difficile per te? Dammi ascolto, amico mio... vattene e continua la tua ricerca... se resterai qui, io dovrò ucciderti, mettendo così fine alla tua avventura... lasciami la ragazza” indicando Lilith “ed io ti farò andar via libero... questa è l'ultima possibilità... o accetti la mia proposta, oppure rispondi all'enigma... ti concedo tre minuti per scegliere...”

Guisgard
25-05-2012, 02.08.13
“Vi consiglio di mettere ai voti la decisione.” Disse Alberico il falco. “Scegliete cosa fare... se aiutarlo o se lasciarlo nel pozzo.”
“Io voto di andarcene via!” Esclamò Tieste.
“Io invece non voglio abbandonarlo...” mormorò Polidor “... non mi sento di lasciarlo lì dentro... voto dunque di aiutarlo.”
“Ora tocca a te.” Disse Alberico a Cavaliere25. “Siamo in parità... il tuo voto sarà dunque decisivo... cosa voti?”

Parsifal25
25-05-2012, 02.12.16
Anche io risposi alla sua risata, ridendo fragorosamente.....

"Mia cara Costumanza, sei troppo piena di te.....si vede che non hai ancora compreso l'incipit della mia ricerca......io sono già morto......rammentalo....."

Rimasi ancora, innanzi a lei e le dissi:
"Vuoi appendere i miei guanti alla gogna....puoi farlo.....ma sappi che io non lascerò Lilith, non te la farò portare via......la mia scelta è Lei....".

Le prove sono fatte per essere superate.....conclusi.

Guisgard
25-05-2012, 02.21.19
A quelle parole di Parsifal, la belva rise con forza.
E la sua risata si mutò prima in un ruggito, poi in un terribile verso di morte.
Una vampata avvolse la nicchia e dal fumo emerse la sua orrenda figura.
“Si, le prove sono fatte per essere superate!” Disse fissando Parsifal e Lilith. “Ma anche per essere fallite! Avete voluto sfidare la prova? Bene, ora affrontatela! I tre minuti stanno per scadere... se alla fine del tempo concessovi non avrete risolto l'arcano, io vi ucciderò entrambi! Rispondete ora al mio enigma!”

Parsifal25
25-05-2012, 02.23.10
Non avevo paura del tempo che scorreva, ma era giunto il momento.....la risposta doveva essere data.....

"Ebbene, Costumanza.....abbiamo la risposta, ed é "cascata".....

Guisgard
25-05-2012, 02.40.34
Parsifal diede la sua risposta all'enigma.
La belva allora si fermo a fissarlo.
“Nessuno è mai riuscito a vincere la prova...” disse “... tutti davanti all'arcano hanno fallito, perdendo poi il corpo e l'anima... tutti... poi siete giunti voi, ultimi sfidanti della maledizione...” un ghigno sorse sul suo viso “... avete affrontato la prova e...” sorrise “... avete fallito come gli altri!” Esclamò per poi abbandonarsi ad un'orrenda risata. “E ora pagherete il pegno che incombe su coloro che mancano nel realizzarla!”
Si apprestò, così, a balzare su Parsifal e Lilith.
“Fermati, demone!” Gridò all'improvviso una voce giunta dal buio del labirinto. “Sono qui per affrontare la tua prova!” Estraendo la spada Redentos.
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Parsifal25
25-05-2012, 02.45.53
"Battaglia sia......", presi Lilith e la nascosi dietro di me.....estrassi la spada ed armaì la lama celata.

La Belva era contenta che un ulteriore sacrificio fosse compiuto, ma era ancora presto. Improvvisamente udì la voce di un uomo che andava avvicinandosi.....la sagoma mi era familiare.....

"Maestro Redentos......come è arrivato sin qui?......non mi dica che......"

elisabeth
25-05-2012, 09.30.41
Quel monastero era enorme, le pietre sembravano modellarsi una sopra l'altra, avevamo visto quasi tutto, quando un canto arresto' la nostra ricerca....Reas rimase in ascolto......e il canto si udi' di nuovo, era li' in qualche stanza...tutte le porte si aprirono, tranne una.......una piuma bianca vidi all'angolo della porta......Reas comincio a dare spallate per far si che si aprisse, ma era chiusa da dentro, ed ogni suo sforzo era vano.....Vidi allora Reas allontanarsi......" Perdonatemi, ma non vi e' altro modo che io conosca per prire questa porta....."......Poggiai la mia mano al centro della porta, chiusi gli occhi e respirai profondamente, essa si trasformo' in artigli di legno che si conficcarono nella porta stessa.....un unico sforzo e la porta fu divelta......tutto torno' come era al principio....." Prego Reas a te la gioia di scoprire cosa si cela in questa stanza".....e mentre parlavo un'altra piuma si poso' tra i miei capelli......

Altea
25-05-2012, 10.40.05
Mi guardai attorno e osservai la gente...è incredibile come il cinismo può a volte pervadere la gente nella curiosità di una disgrazia.
"No, vi sbagliate...ho a cuore la sorte di Fyellon, ma a volte sapete ci scontriamo su diversi pensieri."
Nemmeno detto queste parole il cavaliere entrò, lo osservavo, forse si era reso conto che quella gente era qui per lui..le sue gesta..e mi ricordai quel discorso, quando si incrinò la nostra amicizia, quando mi parlò della sua sete di Gloria..per mostrare a tutti che lui valeva, per vendicarsi inconsciamente di quel fratello che a suo dire lo aveva sempre sottomesso nell'animo. Fyellon era bello, proprio come il sole, era biondo, chiaro e il viso radioso ma i suoi occhi celavano strani misteri e gli davano un senso di inquietudine.
Egli ci raggiunse, si presentò a sir Seth e come immaginai Fyellon era orgoglioso e felice che si sarebbe parlato in versi e odi...del suo gesto eroico.
Mentre consumavamo il pasto rimasi in silenzio ma presi la parola pensando a Barius..."Scusate..sir Fyellon, come sta Barius?consumato il pasto mi recherò io alla Montagna dei Sette Spiriti per fargli compagnia..sapete sir Seth che a dire di messer Barius vi si nasconde il tesoro dei Sanniti? ma come si sa non si devono profanare certi luoghi, quegli oggetti appartengono alle anime dei loro antenati..".

cavaliere25
25-05-2012, 14.14.45
io voto per tirarlo fuori ma al primo problema ce ne sbarazziamo subito forza tiriamolo fuori ma stiamo pronti dovesse fare qualche cosa contro di noi e guardai gli altri

Guisgard
25-05-2012, 17.10.41
Calò il silenzio in quell'antro maledetto.
Redentos fissava la belva con un'implacabile determinazione, mentre la sua spada emanava vivissimi bagliori grazie allo scintillio delle folgori che avvolgevano la nicchia.
“Cavaliere...” disse la belva “... chi sei?”
“Sono qui per affrontare la prova, demone.” Rispose Redentos. “Sottoponimi al tuo arcano.”
“Ci sono prima loro due...” fece la belva, indicando Parsifal e Lilith “... dovrai attendere, cavaliere...”
“Io sono con loro.” Disse Redentos. “E quindi ci toccherà la medesima sorte. Avanti, attendo il tuo enigma...”
“Io so tutto di te...” ridendo il demone “... tu non vuoi affrontare la prova... no, tu stai cercando qualcuno...”
“Taci, demone!” Con sguardo di ghiaccio Redentos.
“Tu cerchi qualcosa che non troverai mai...” e rise ancora più forte.
“Onora il tuo ruolo” disse Redentos “e recitami l'arcano...”
La belva annuì e cominciò a recitare:

“ Ascoltate l'arcano, poiché esso non tradisce!
Quando cade, sempre e solo in acqua finisce!”

Guisgard
25-05-2012, 17.20.05
Reas non pronunziò alcuna parola dopo aver visto di nuovo all'opera Elisabeth.
Ormai il capitano aveva ben compreso che la donna possedeva un'arte a lui ignota, eppure reale e concreta come le cose che possono vedersi ogni giorno.
Si limitò solo ad annuire, per poi aprire la porta e spalancare davanti ai loro occhi ciò che essa celava.
Era una sorta di vestibolo, con al centro una grossa tinozza piena d'acqua.
In essa vi erano due meravigliosi cigni che sguazzavano.
“Milady...” disse con un fil di voce Reas “... credete che questi siano i nostri cigni?”

Guisgard
25-05-2012, 17.24.27
Cavaliere25 e i suoi compagni, allora, rifecero la stessa operazione svolta in precedenza ed issarono dal pozzo quell'essere.
Quest'ultimo, una volta fuori, tossì forte fino a liberarsi di tutta l'acqua che aveva bevuto.
“Grazie...” disse tossendo “... grazie, amici miei... vi sono... debitore... come pattuito, esaudirò tre vostri desideri...”

Guisgard
25-05-2012, 17.32.58
Fyellon rise a quelle parole di Altea.
“Gli spiriti non esistono, milady.” Disse sorseggiando del vino. “Come non esistono le anime e l'Aldilà. Se davvero in quella montagna si cela un tesoro, beh, allora tutto il resto, miti e leggende di maledizioni varie, altro non è che un espediente per tenere lontani i più superstiziosi. Ottimo artificio per nascondere un tesoro.”
“Così, voi non siete credente, cavaliere?” Domandò Seth. “Non l'avrei mai detto.”
“Davvero?” Fissandolo Fyellon. “E perchè mai?”
“Beh, solitamente un cavaliere incarna i valori della Fede e...”
“Un cavaliere” interrompendolo Fyellon “incarna i valori della verità e della libertà. Fede e superstizioni varie sono solo fandonie, menzogne. Le stesse menzogne che si raccontano su quella montagna. Se ascoltassimo le sciocche superstizioni di questo posto, il nostro Barius sarebbe già condannato. Ma noi non abbiamo paura di queste sciocchezze... dico bene, milady?” Sorridendo ad Altea. “Si, finito di mangiare riprenderemo il nostro compito. Voi vi recherete da Barius, sincerandovi della sua salute, mentre io controllerò il lavoro dei minatori.”
“Ed io seguirò il tutto” disse Seth “così da cominciare subito a scrivere il mio poema.”
“Ben detto, amico mio!” Sorridendo Fyellon. “Andrete con lady Altea e conoscerete il nostro Barius.”

Altea
25-05-2012, 19.26.41
Ad un tratto sentii una fragorosa risata...era quella di Fyellon e si burlava dei miei pensieri, a quel punto mi sentii veramente offesa da lui..."Sir Fyellon, voi sapete cosa significa il rispetto del pensiero altrui? Parlarne, confrontarsi, discuterne? Invece voi a ogni mia frase e pensiero scoppiate in fragorose risate..ricordatevi, non sarò io che cambierò modo di pensare ma voi".
Rimasi in silenzio e ascoltai le parole di sir Seth, ero d'accordo su ciò che diceva, ma Fyellon ovviamente lo interruppe per inneggiare la sua di verità..il suo pensiero unico e indiscutibile.
"Bene, io ho finito di mangiare" dissi alzandomi dal tavolo, con ancora il cibo sul piatto "sir Seth, come ha detto Fyellon, io vado alla Montagna da Barius, seguitemi prego, ma vi chiederei un favore anzi una promessa..ma ve la dirò strada facendo".
Uscii dalla locanda, certa che il poeta mi stesse seguendo e mentre salivo la salita impervia gli parlai di quella promessa "Sir Seth, dovete promettermi che il mio nome...il nome di Altea..non sarà menzionato nei vostri poemi. Non cerco fama, gloria e sto facendo tutto questo per amicizia di Barius" mi soffermai guardandolo, mi sentivo stanca, non avevo nè dormito e nemmeno mangiato "sono una comune ragazza e tale voglio rimanere, le mie gesta dovranno essere cantate, se Dio vorrà..perchè io ho la Fede dentro...quando riuscirò a fare qualcosa per Tylesia. Invece, ascoltate Barius....e fatevi raccontare del suo amore per la moglie Renya e perchè è entrato in quella montagna e scrivete il più bel poema d'amore per la moglie da parte sua."

Guisgard
25-05-2012, 20.13.44
Fyelon fissò Altea.
“Vi sbagliate, milady...” disse “... io non mi burlo di voi, né rispondo a voi con fragorose risate. Il mio sorriso era per sdrammatizzare la situazione che stiamo vivendo. Inoltre non è mio costume imporre il mio pensiero o mancare di rispetto verso le opinioni altrui. Se così fosse, allora non sarei diverso da quei chierici che tanto detesto, o da quei nobili che vogliono per forza di cosa imporre la loro Fede a tutti gli altri. Io rispetto le vostre idee e le vostre opinioni e non ho mai disprezzato il vostro aiuto. Se non vi ritenessi una degna compagna, non sarei giunto fin qui insieme a voi.” Sorrise. “Ma capisco che queste incomprensioni sorgono tra noi solo a causa della difficile situazione di Barius. Dobbiamo restare calmi e mantenere nervi d'acciaio. Solo così saremo capaci di affrontare tutta questa tragedia.”
Seth annuì.
Altea ed il poeta, allora, lasciarono la locanda e ritornarono alla montagna.
“Non volete un ruolo nel mio poema?” Stupito Seth. “Ma perchè, lady Altea? I miei versi vi renderanno famosa, come un'eroina di una saga cavalleresca. Quanto a Barius e sua moglie, beh, statene certa che anche loro saranno degnamente cantati nel mio poema. Ma ditemi... perchè vi interessa tanto quel nome? Intendo Tylesia..."

Giunsero poco dopo alla montagna.

Altea
25-05-2012, 21.13.35
Mi ritornavano in mente le ultime parole di Fyellon, forse ero stata troppo dura con lui?...comunque non volevo più proseguire insieme a lui, Fyellon era troppo preso da se stesso.
Ritornai alla realtà quando sentii pronunciare dal poeta la parola "Tylesia", eravamo davanti all'entrata della montagna e lo fissai.."Non avete capito? Ho detto che desidererei non fosse nominato il nome, no...non voglio essere l'eroina di una saga cavalleresca, io sono entrata qui solo per salvare un ragazzo come qualsiasi persona onesta e sincera avrebbe fatto. Avete chiesto di Tylesia? Sono arrivata in quella città per caso, e ho visto molte cose che mi hanno spinto ad allontanarmene per cercare alcune Verità, invece ogni cosa che faccio vi è un ostacolo che mi porta ad allontanarmene sempre di più. Se non conoscete Tylesia...non potete comprendere" feci segno al poeta di seguirmi, entrai da quel cunicolo, vi era ancora più polvere e caldo, camminai tra i vari massi lentamente, un pò per il pericolo e un pò per portare rispetto agli antichi spiriti e Guardiani della Montagna e arrivai nella fessura da dove vidi Barius "Sono Altea, Barius...come state?Avete visto non vi ho abbandonato, Altea non abbandona mai un amico.'"

Lilith
25-05-2012, 22.22.04
Quando la bestia disse che la soluzione all'arcano era sbagliata, le mie gambe si piegarono e dovetti appoggiarmi a Parsifal per non cadere.

Improvvisamente, però, giunse sir Redentos, intenzionato ad affrontare la prova.
Balbettai il suo nome in un esile grido di gioia. In quel momento tutte le mie speranze erano poste in lui.

Parsifal25
26-05-2012, 01.44.55
Vidi che Lilith tremava.....aveva paura dell'ora che si avvicinava....ma fortunatamente qualcuno da lassù ci ha ascoltato.....il Maestro era giunto da noi

"Maestro Redentos.....è un piacere rivederla.....ma come ha fatto ad entrare?.......comunque......volevo ringraziarla per le parole donatemi al nostro primo incontro. Mi hanno aiutato a rimanere sobrio......" gli sorrisi.

Subito dopo, mi avvicinaì a lui e mi misi in assetto di guardia....poichè il pericolo camminava accanto a noi.

elisabeth
26-05-2012, 20.07.52
Mi avvicinai lentamente alle spalle di reas e vidi una tinozza abbastanza grande perche' due cigni vi potessero dimorare...erano regali e per nulla spaventati dalla nostra presenza, mi venne in mente la sera che a cena sul carrozzone Altea rimase affascinata dai due cigni e Goz parlo' di loro come appartenessero alla sua stessa vita..." Reas, sinceramente non so dirvi se sono i cigni di Goz.....ma se ci pensate un'attimo...il monaco non voleva farci arrivare qui...mentre il loro canto ci ha mostrato la strada.....dobbiamo portarli via da qui....."...Incominciai a girare intorno alla vasca...erano splendidi e un pensiero attraverso' la mia mente...." Sapete una cosa ?....forse se aspettiamo il crepuscolo questi due splendidi animali muteranno la loro condizione, da animale a creatura umana.......e sara' facile portarli via con noi...tutto pero' ritornera' come prima alle prime luci dell' alba......so che vi chiedo Troppo Reas..ma ormai vi chiedo di avere fiducia in me sino alla fine.....sappiate che non vi tradiro' mai....".......

Talia
27-05-2012, 12.11.59
Guisgard allora fissò Talia.
“Sei la cosa più preziosa che ho...” le sussurrò “... e tutto ciò che faccio, lo faccio per te...” fissò poi Margel in lacrime “... affido a voi Talia...”

“Guisgard... Oh, Guisgard... ti prego...”
Ma la mia voce fu poco più che un sussurro alle sue parole, passò poi appena un attimo e lo sentii farsi avanti ed accusarsi di fronte al cavaliere dell’arciduca.
Avrei voluto gridare, allora... avrei voluto piangere e gridare, avrei voluto correre avanti e portarlo via, correre lontano finché avessi avuto fiato per farlo, finché anche un solo respiro me lo avrebbe concesso... ed invece non feci niente.
Sentivo Margel singhiozzare sommessamente vicino a me... la abbracciai dunque, sorreggendola e quasi costringendola a restare in piedi... passò un attimo, e sentii la moglie di Fernand accasciarsi contro l’altro mio braccio, inerme e spaventata...
Nessuno parlava... il silenzio nella piazza era totale ormai, quasi irreale...
Ed io non potevo lasciare a loro stesse quelle due donne, così come sapevo che Guisgard non intendeva lasciare Delucien e Fernand al loro destino...
Ma la mia anima gridava nelle mie orecchie, gridava forte...
‘Guisgard...’ pensavo ‘Oh, Guisgard... perché? Perché il nostro destino è quello di non poter essere semplicemente felici? Perché ogni volta che mi sembra di sfiorare il Cielo devo poi vederci ripiombare in basso, e lontani? Perché il destino ci è avverso? Cosa abbiamo fatto per meritare questo?’

De Slavan fissò i tre davanti a lui.
“Bene, bene...” mormorò “... o ci troviamo davanti ad un caso di cronica crisi d' intentità, oppure il mio viaggio qui non sarà stato affatto noioso...”

La voce del cavaliere risuonò chiara e limpida, leggermente velata di sottile ironia, nel silenzio generale... ed io chiusi gli occhi, nel tentativo di arginare le emozioni...
Ed intanto la mia mente lavorava frenetica... scavava e si arrovellava in cerca di una soluzione... una soluzione... il Maestro mi aveva insegnato che per ogni cosa c’era una soluzione, mi ripetevo, e così anche per quella situazione certamente c’era... continuavo ad angustiarmi ed a meditare... perché da qualche parte una soluzione doveva esserci per quel guaio... doveva!

Guisgard
28-05-2012, 01.32.12
Barius appariva stanco.
Infinitamente stanco.
Ma non solo.
Era sconfortato e fissava con i suoi occhi scuri quella prigione di pietra nella quale era racchiuso.
Ma appena udita la voce amica di Altea, l'uomo subito sembrò destarsi dalla sua angoscia.
“Altea...” disse accennando un sorriso che solo la stanchezza sembra voler ostacolare “... vi stavo aspettando... ditemi... con voi c'è anche sir Fyellon?”
Ma proprio in quel momento cominciarono a sentirsi dei rumori.
Erano i minatori che iniziavano a prepararsi per i loro scavi nella montagna.

Guisgard
28-05-2012, 01.41.27
“Sono entrato nel labirinto e poi ho visto i segni lasciati col gesso sulle rocce...” disse Redentos fissando Parsifal e Lilith “... grazie al Cielo vi ho trovati.” Guardò poi la belva e puntò verso di essa la sua spada “Non mi fai paura, demone...”
“Allora attendo la risposta all'arcano...” sorridendo con un ghigno il demone.
“Cerchiamo di concentrarci...” mormorò allora Redentos, chiamando a sé Parsifal e Lilith “... avete udito l'arcano... cominciamo a riflettere su quelle misteriose parole... ovunque cade finisce in acqua... cosa potrebbe essere? A sentire quelle parole, sembrano possibili diverse soluzioni, ma forse è tutto un trucco per confonderci... forse quella parola, finisce, potrebbe essere la chiave dell'enigma... forse ha un significato particolare... come mutare, trasformare, diventare... ma cosa diviene acqua quando cade? Cosa si trasforma in acqua una volta caduta?”
“Ricordate...” disse la belva ai tre “... avete un'ultima possibilità... valutate bene prima di darmi la risposta...”

Guisgard
28-05-2012, 01.47.59
“Come possono” disse Reas fissando Elisabeth “questi cigni... si, insomma... come possono mutare la loro forma? Non sono forse cigni normali, seppur bellissimi? Perchè pensate che possano trasformarsi in esseri umani?”
“Forse” entrando all'improvviso il monaco “la nostra dama conosce segreti che altri ignorano...”
“Ci avete mentito!” Esclamò Reas.
“Davvero?” Fissandolo il monaco.
“Si!” Con rabbia Reas. “Voi nascondevate i cigni! Perchè?”
“Sembrate conoscere molte cose, milady...” rivolgendosi il monaco ad Elisabeth “... perchè non provate voi a rispondere alle domande di vostro marito? Ammesso che sia davvero vostro marito...”

Altea
28-05-2012, 01.53.03
Barius era distrutto, provavo una profonda compassione per lui "Messere, non vorrete proprio arrendervi ora, ricordate, bisogna immaginarsi sempre in un tunnel e cercare la luce per uscirne indenni solo cosi si prenderà coraggio. E per quanto riguarda Fyellon, no...si sta..rinfoccillando in taverna, sono con sir Seth, un poeta."
Ad un tratto sentii dei rumori, per un attimo tremai, pensando che la montagna stesse crollando ma poi capii erano i soccoritori e mi avvicinai a Barius..."Coraggio...la salvezza sta arrivando, presto sarete fuori e potrete riabbracciare i vostri genitori e vostra moglie".

Guisgard
28-05-2012, 02.17.53
De Slavan fissò i tre davanti a lui.
“E così” disse accennando un enigmatico sorriso “abbiamo qui tre messer Delucien...” si voltò un momento verso i suoi uomini “... beh, io non ho il piacere di conoscere quel gentiluomo di cui chiedo e non posso dunque riconoscerlo a prima vista... però, non posso neanche...”
“Non date retta a questi due!” Interrompendolo Delucien. “Sono io colui che state cercando!”
“Mente, signore!” Facendosi avanti Fernand. “Non dategli retta!”
“Costoro vogliono solo salvarmi!” Disse Guisgard. “Sono miei compagni, per questo agiscono così! Avanti, facciamola finita! Sono io quello che state cercando!”
“Io non so chi fra voi” fissandoli l'Alfiere dell'Arciduca “sia Delucien, ma il prossimo che oserà interrompermi, posso assicurarvelo, gli farò passare un brutto quarto d'ora.”
I tre chinarono tutti il capo.
“Così va meglio...” disse De Slavan “... dicevo... non conosco il galantuomo di turno e per questo mi è impossibile riconoscerlo, ma non sono neanche così tonto da non capire che voi tre la sapete lunga...” fissò ognuno dei tre con molta attenzione “... a me è del tutto indifferente chi sia il vero Delucien fra voi... ma toglietevi dalla testa che nominerò tre Gastaldi per Maddola.”
“Cosa?” Meravigliato Delucien.
“Come sarebbe a dire?” Stravolto Fernand.
“Quello che ho detto!” Esclamò De Slavan. “Ho ordine di nominare il nuovo Gastaldo di Maddola e messer Delucien è il prescelto!”
“E' un trucco!” Trasportato dall'impeto Guisgard. “E' un trucco per confonderci! Sono io Delucien!”
“Giovanotto!” Infastidito l'Alfiere ducale. “Nessuno può osare mancare di rispetto alla volontà di Sua Signoria!” Ed estrasse una lettera di nomina. “Conoscete questo?” Mostrando il simbolo riportato sulla lettera.
Era quello dei Taddei.
De Slavan allora aprì la lettera e cominciò a leggerla.
Essa riportava la volontà dell'Arciduca di nominare Delucien nuovo Gastaldo di Maddola.
Margel allora corse ad abbracciarlo.
“Amore mio!” In lacrime. “Sei libero!”
Quella lettera, infatti, conteneva anche la grazia concessa dall'Arciduca a Delucien.
“Avete altro da aggiungere?” Avvicinandosi De Slavan a Guisgard. “Se ci tenete tanto a conoscere le prigioni di Capomazda, basta dirlo, ragazzo mio...”
“Ecco...” sorridendo Guisgard “... io volevo solo...”
De Slavan allora scoppiò in una grossa risata.
“Che la festa riprenda!” Ordinò l'Alfiere ducale.
La musica ripartì e il ballo riprese.
Tutti si complimentarono con Delucien, per poi omaggiarlo come si conveniva.
Guisgard strinse Talia in un abbraccio liberatorio.
“Sono felice per voi, amico mio.” Avvicinandosi poi a Delucien. “Ed anche per voi.” Sorridendo a Margel.
Fissò allora tutti e quattro i loro compagni.
“Amici...” disse “... non mi sento più sicuro... ci siamo esposti e temo che possano riconoscerci... vi prego, aiutateci a lasciare subito il paese... io e Talia vogliamo partire subito...”
Fernand annuì.

cavaliere25
28-05-2012, 10.04.57
come vi chiamate signore dissi guardando lo strana persona e dove abitate domandai poi guardai i miei amici e dissi almeno un opera di bene la abbiamo fatta e risi sorridendo

Talia
28-05-2012, 16.52.24
Trattenni il respiro a quelle parole del cavaliere... quasi stentavo a credere alle mie orecchie.
Ciò che ci fu rivelato, infatti, era quanto di più incredibile: non solo l’Arciduca concedeva la grazia a Delucien, ma addirittura lo elevava al grado di Gastaldo di quella comunità...
Sentii Margel smettere di singhiozzare a quelle parole e la moglie di Fernand tornare a respirare...
Io tuttavia non mi mossi e non parlai... adesso che la preoccupazione per la sorte di Delucien era svanita non riuscivo a pensare ad altro che a quanto Guisgard si fosse esposto e a quanto pericoloso ed inutile si fosse infine rivelato tutto ciò...
Mi chiesi se vi fosse ancora qualcuno dei Cavalieri della Luna Nascente in città e se mai lo avrebbero potuto riconoscere... e questi pensieri contribuirono a mettermi non poco in agitazione.
Agitazione che, tuttavia, si placò leggermente quando le mani di Guisgard furono di nuovo nelle mie... e, sollevata, lo abbracciai.

Guisgard strinse Talia in un abbraccio liberatorio.
“Sono felice per voi, amico mio.” Avvicinandosi poi a Delucien. “Ed anche per voi.” Sorridendo a Margel.
Fissò allora tutti e quattro i loro compagni.
“Amici...” disse “... non mi sento più sicuro... ci siamo esposti e temo che possano riconoscerci... vi prego, aiutateci a lasciare subito il paese... io e Talia vogliamo partire subito...”
Fernand annuì.

“Si...” dissi subito “Si, è meglio partire prima che sia troppo tardi!”
E fu allora che quel pensiero, che avevo dovuto mettere da parte a causa del susseguirsi degli eventi, tornò a farsi largo nella mia mente...
“Vi faccio i miei complimenti, Delucien...” dissi dunque “Ed i miei auguri! L’Arciduca si è dunque rivelato un uomo giusto e retto ed io sono felice di ciò... devo però ammettere di non conoscerne ancora il nome... volete dirmelo, prego? Cosicché io possa ricordarlo, insieme a tutti voi, nelle mie preghiere! E’ forse, egli, quell’Andros dei Taddei di cui abbiamo sentito parlare durante il nostro viaggio?”

elisabeth
28-05-2012, 19.46.36
Il monaco entro' mentre Reas cercava di comprendere cosa si celasse dietro le mie parole......a questo punto l'animo cavalleresco di Reas esplose e da buon cavaliere che era, non ammetteva le bugie....colpi' il monaco con una raffica di domande......e il monaco, senza battere ciglio lo evito' con maestrai rivolgendosi a me con un tono che non ammetteva repliche......" Quest'uomo e' mio marito...e a questo punto della storia se anche non lo fosse, non comprendo cosa cambierebbe........I cigni sono degli animali particolari.....la loro morte e' un'eterna iniziazione per l'essere umana......si muore nella perfezione per unirsi al cosmo, una sera ..ero nel parco...a Tylesia era notte e stavo parlando con Fin Roma....tu lo conosci Reas...quando in lontananza la figura di due donne mi sono apparse.....ed e' in quel momento che ho cominciato a comprendere che Goz...doveva arrivare a Tylesia con i suoi cigni..perche' in essi vivono delle creature che porteranno solo del bene ..ad una citta' che sara' devastata dalla guerra.......se aspettiamo il crepuscolo, la luna velera' i due cigni e le creature torneranno alla vita umana....e l'umido della notte le proteggera'..l'alba chiamera' il sole che riportera' la luce agli occhi degli umani e le due creature irprenderanno le loro sembianze.......".......mi avvicinai ai due cigni ed incominciai ad accarezzarli..erano candide le loro piume.......erano animali fedeli....e Goz non li avrebbe mai abbandonati...guardai Reas.....mi ero accorta di amarlo da tanto tempo...ma il mio amore era come la storia dei due cigni.......difficile da comprendere per un uomo come lui......

Lilith
28-05-2012, 21.11.59
Ascoltai attentamente le parole di Redentos, che mi sembravano molto intelligenti e sensate. "Avevamo pensato alla cascata" gli spiegai io "perchè la cascata cade solo in acqua, ma non era la soluzione corretta."
Posai poi il mio sguardo sul mostro e vidi la sua espressione di ira; mi nascosi dietro ai cavalieri e continuai a pensare alla risposta.

Guisgard
29-05-2012, 02.03.25
A quelle parole di Altea, Barius accennò un lieve sorriso.
“I soccorritori...” disse con un fil di voce “... sir Fyellon è qui...”
“Lady Altea ha ragione.” Fece Seth, che era giunto insieme ad Altea. “Dovete essere forte. Presto sarete liberato.” Fissò poi Altea. “Cerchiamo di tirarlo su di morale, così che non si avvilisca a pensare da solo...” si voltò di nuovo verso la fessura “... avanti, messer Barius, ora ho bisogno di voi... io mi chiamo Seth e sono un poeta... vi va di raccontarmi un po' di voi?”
Ma proprio in quel momento tutta la montagna cominciò ad echeggiare di sordi boati.
Erano i minatori che avevano cominciato a scavare,
“Fateli smettere!” Gridò ad un tratto Barius. “Fateli smettere! Sono gli spiriti che stanno venendo a prendermi!”

Guisgard
29-05-2012, 02.04.28
“Mi chiamo Joseafar!” Disse l'essere che Cavaliere25 ed i suoi compagni avevano tirato fuori dal pozzo. “Provengo da un luogo lontano... ma ora voglio rispettare quanto promesso... esaudirò tre vostri desideri.”

Guisgard
29-05-2012, 02.14.04
“Milady...” disse Reas ad Elisabeth “... io vivo a Tylesia da sempre, ma non ho mai conosciuto nessuno che si chiamasse Fin Roma... sono certo che non c'è nessuno al palazzo reale con questo nome...”
Il monaco sorrise alle parole di Elisabeth.
“Cosa siano davvero i cigni è ben poca cosa, per il momento.” Fece il monaco. “Per voi sono davvero così importanti? Bene, vi propongo un patto... tornate a Tylesia e portatemi ciò che è custodito nel giardino del suo palazzo reale... ed io vi consegnerò questi due cigni... accettate?”

Parsifal25
29-05-2012, 02.32.52
Mi sorprese.....il Maestro Redentos.....come consceva il codice dei Longiniu, eppure.....solo io e mio padre lo usavamo.

Non riuscivo a concepirlo.....di scatto mi volsi verso il Mestro e chiesi: "Come conoscete il codice dei Longiniu? Come avete fatto a tradurlo?".

Ero allibito....a tal punto che non ascoltaì le parole del mio Maestro e i suoi ragionamenti sulla soluzione dell'enigma......ora come ora ero pervaso dall'ira; dal continuo prenderci in giro di quella belva......lo sentivo, mi stava accadendo......"la trasformazione".....

Non doveva succedere.....dovevo controllarmi.....se fosse succedesse, sarebbe la fine.....

Guisgard
29-05-2012, 03.15.30
Appena Talia pronunciò quelle parole, davanti ai suoi occhi passarono in rassegna, racchiusi in un attimo infinitesimale, tutti i momenti vissuti al Belvedere, compreso il ritrovamento del misterioso libretto appartenuto ad Andros.
Ma non ci fu tempo per rispondere a ciò che aveva chiesto la ragazza.
Tre figure, infatti, apparvero sul palco e circondarono lei e Guisgard.
Una di quelle estrasse la sua spada e la puntò contro il cavaliere.
Guisgard fece scudo col suo corpo a Talia, senza però dire nulla.
“La vostra corsa finisce qui.” Disse la figura, per poi aprire la tunica e mostrare al fuggitivo il simbolo della Luna Nascente.
“Cosa sta succedendo?” Avvicinandosi Delucien.
“Statene fuori.” Fissandolo il cavaliere della Luna Nascente.
“Sono il nuovo Gastaldo di Maddola” fece Delucien “e siete sotto la mia giurisdizione.”
“Davvero?” Con un ghigno il cavaliere. “Siamo un ordine cavalleresco e religioso, rispondiamo dunque solo alla Chiesa.”
“Delucien, non possiamo consegnarli!” Gridò Margel.
“Fatevi da parte” intimò il cavaliere giunto dall'Oriente “o useremo la forza. A noi interessano solo questo traditore e la ragazza che è con lui.”
“Allora mostratemi l'ordine di arresto firmato dall'autorità ecclesiastica che vi ha mandati” disse Delucien “ed io vi consegnerò il cavaliere e la ragazza.”
“Volete ostacolarci?”
“Faccio solo il mio dovere.” Rispose Delucien. “Mostratemi l'ordine di cattura e vi lascerò portare via questi due.”
“E sia.” Rimettendo a posto la spada il cavaliere. “Avrete il vostro ordine. Ci recheremo subito dal vescovo per farlo preparare.”
Delucien annuì.
“Ma badate” continuò il cavaliere “se al nostro ritorno saranno fuggiti, la responsabilità sarà vostra.”
“Per evitare problemi” fece un altro dei tre cavalieri “saranno rinchiusi fino al nostro ritorno.”
“E resterò io di guardia.” Disse il terzo ai primi due.
“Si, li rinchiuderò fino al vostro ritorno.” Fissandoli Delucien. “E voi farete la guardia insieme ai soldati della Gastaldaga.”
I tre annuirono.
Tentarono allora di prendere Guisgard e allontanarlo da Talia, ma il fuggitivo oppose resistenza.
Uno dei tre cavalieri, però, che si trovava dietro di lui, lo colpì a tradimento, facendolo cadere a terra.
Guisgard, così, fu separato da Talia e condotto via, per essere rinchiuso in un luogo sicuro.
“Non... non temere, Talia...” guardando la ragazza mentre lo portavano via "...non temere...tornerò da te...”
Talia invece fu condotta nel convento di Santa Lucia ed affidata ad alcune monache.
“Io farò la guardia al traditore.” Disse ai suoi due compagni il cavaliere destinato a fare il carceriere. “La ragazza da sola non potrà andare in nessun posto. Voi procuratevi quel documento e tornate il più presto possibile.”
Gli altri due annuirono e partirono alla volta del palazzo vescovile che si trovava in una città vicina.
Poco dopo, arrivata nel convento di Santa Lucia, Talia, con indosso ancora il costume di Ginevra, fu portata dalla badessa.
“Sono stata informata solo ora del vostro arrivo qui.” Avvicinandosi alla ragazza. “Spero che il vostro soggiorno nel nostro convento sia il più breve possibile.” La fissò quasi con disprezzo. “Le fughe amorose non sono cose che vengono contemplate in questo luogo. Però, mi auguro per voi, che questa spiacevole ed inopportuna sosta tra noi vi induca a riflettere sulla vostra condotta e sui vostri doveri. Suor Linda” indicando la monaca che era accanto alla ragazza “vi porterà alla cella che vi è stata assegnata. E che Dio vi perdoni.” Fece un cenno a suor Linda e quella accompagnò Talia nella sua cella.
“Prendete questo...” mormorò suor Linda e mostrando un Rosario a Talia prima di lasciarla da sola nella sua cella “... vi sosterrà.”
E chiusa a chiave la porta, la monaca andò via.
http://vivificat.files.wordpress.com/2010/10/corona-del-rosario.jpg?w=640

Guisgard
29-05-2012, 03.22.56
“Parleremo dopo di queste cose, ragazzo mio.” Disse Redentos a Parsifal.
Fissò poi Lilith.
“Non abbiate paura...” mormorò “... la belva si nutre della nostra disperazione... concentriamoci sull'enigma... coraggio, in tre riusciremo a trovare la soluzione... quale può essere quella cosa che appena cade diviene acqua?”

cavaliere25
29-05-2012, 09.10.20
eppure il tuo nome mi è famigliare dissi guardandolo sarà un altra persona io non saprei cosa chiedere come desiderio poi guardai gli altri e dissi voi avete qualche desiderio da chiedere a questa persona? e li guardai dritto negli occhi

Altea
29-05-2012, 10.58.51
Barius mi fissò, rimasi stupita quando mi chiese di Fyellon, come mai teneva cosi tanto a lui?
Sir Seth sembrava pure colpito da questa storia, apprezzai come egli teneva a spronare il ragazzo, quando ad un tratto tutta la montagna tremò.
Barius era spaventato, non capiva cosa stesse succedendo.."Barius, non sono gli spiriti bensì i soccoritori e tra poco uscirete. Non dovete avere paura..ora...andrò a chiamare Fyellon cosi sarete più tranquillo."
Feci un cenno d'intesa a sir Seth e sottovoce gli parlai "Sir Seth, Barius è da giorni rinchiuso qui e penso abbia perso cognizione di tempo, luogo e altro, voi sostenetelo e io ritornerò nel frattempo a chiamare Fyellon nella locanda, Barius si fida ciecamente di lui e penso sia l'unico che possa tranquilizzarlo."
Uscii di corsa dalla montagna e entrai nella locanda, vi era ancora più folla, cercai il locandiere e chiesi lui dove si trovasse Fyellon.

Talia
29-05-2012, 16.31.52
Quella porta fu chiusa con un secco cigolio e due giri di chiave ne decretarono l’ineluttabilità.
Io, immobile al centro della minuscola cella, respiravo lentamente... era accaduto tutto tanto in fretta che ancora faticavo a mettere insieme le idee...
la festa, le risa, il sollievo per la sorte di Delucien, le parole e l’intenzione di ripartire subito, al più presto... e poi il tempo che di nuovo sembrava scadere... quei passi sul palco di legno e l’inconfondibile suono di una spada sguainata, le mie mani che avevano stretto quelle di Guisgard e quel suo movimento verso di me, le domande di Delucien, il grido di Margel, le parole dei Cavalieri... e poi di nuovo eravamo stati separati con la forza... avevo sentito Guisgard opporre resistenza, lo avevo sentito combattere per restare con me, poi quel colpo sordo che lo aveva fatto cadere e le sue parole, la voce spezzata...
“Non... non temere, Talia... non temere...tornerò da te...”
...e quella lacrima che allora mi era scesa lungo la guancia.
Ciò che era accaduto dopo era molto confuso nella mia memoria... ricordavo la mano del Cavaliere che stringeva il mio braccio con tanta forza da farmi male, ricordavo di essere stata caricata su quel cavallo quasi fossi un pacchetto di nessun valore, ricordavo di aver chiuso gli occhi per impedirmi di mostrare la pur minima emozione.
Ed infine ricordavo le parole della badessa... parole dure, aspre, accusatorie... ero rimasta in silenzio, tuttavia, ed avevo ricambiato il suo disprezzo con la più impenetrabile delle espressioni.
Strinsi di più quel rosario che mi era stato lasciato... un rosario... un rosario perché mi sostenesse... sorrisi amaramente all’ipocrisia di quel gesto: mi avevano presa, catturata, mi avevano separata da lui, mi avevano rinchiusa ed intendevano giocare con la mia vita... eppure si preoccupavano di lasciami quel rosario perché mi sostenesse? Lo credevano davvero? Credevano davvero che il mio fosse solo un capriccio? Che fosse qualcosa da condannare? Come potevano pensare questo... come si permettevano? Con quale diritto si permettevano di giudicare qualcosa di così bello, puro, semplice, intenso, vero...
Lentamente scivolai a terra, quella maschera impenetrabile dietro cui mi ero nascosta cadde ed una lacrima scese a rigarmi la guancia...

Guisgard
29-05-2012, 17.16.21
Guisgard fissava la luce che giungeva dalla piccola finestrella che si apriva in alto nella cella.
Era a terra, sull'umida pietra e inquieto si torturava per non essere stato in grado di fuggire da tutto ciò.
Mille immagini attraversavano la sua mente.
Le guardie ducali, i Cavalieri della Luna Nascente e la loro cattura.
Ma più di tutto, gli ritornava alla mente il bacio dato a Talia.
Cercava allora di comprenderne il senso ed il valore.
Ad un tratto udì dei rumori e poi delle voci.
Fuori dalla cella, infatti, erano appena arrivati Fernand e Delucien.
“Salute, cavaliere.” Disse il nuovo Gastaldo al cavaliere della Luna Nascente che faceva la guardia al prigioniero. “Tutto bene?”
“Si.” Annuendo il cavaliere.
“Presto torneranno i vostri compagni.” Fece Delucien. “E questa storia finirà. Spero comprenderete il mio comportamento.”
“Si.”
“Vi va di giocare?” Domandò Fernand.
“A noi non è concesso giocare per denaro.”
“Allora giocheremo per passare il tempo.” Sorridendo Fernand. “Conosco un gioco simpatico ed innocente.”
“Di cosa è accusato il prigioniero?” Chiese Delucien.
“Tradimento ed omicidio.” Rispose il cavaliere. “Ha rapito la ragazza, che è destinata a divenire sacerdotessa del nostro ordine e ha ucciso uno dei nostri.”
“Ecco tre santini...” mostrando le tre figure Fernand “... San Giuseppe e San Francesco perdono...” cominciandoli a mischiare velocemente “... mentre Santa Rita vince... dov'è Santa Rita?”
“Voglio vedere il prigioniero.” Disse Delucien. “E chiedergli perchè ci ha nascosto la verità... basterà solo un momento.” Ed entrò.
Nel vederlo, Guisgard si alzò in piedi.
“Non c'è tempo...” mormorò Delucien “... vi ho fatto portare qui perchè in questa cella vi è una botola...” si chinò e spostando il lettino mostrò il passaggio al prigioniero “... vi condurrà fuori. Andatevene subito...”
“Dov'è Talia?” Chiese Guisgard.
“Lei non corre rischi, voi si...” fissandolo Delucien “... è in un monastero...”
“Non lascerò questo paese senza di lei.”
“Non vi liberete mai di quei cavalieri fin quando ci sarà lei con voi...” disse Delucien “... amate molto vostra sorella...”
Guisgard non rispose.
“Già, forse troppo...” sorridendo Delucien.
“Non mi credete, vero?”
“Credervi?” Alzandosi Delucien. “Su cosa? Sul fatto che siete innocente? Non siete un traditore, si vede chiaramente, né tanto meno un assassino... ma non vi credo sul fatto che siete fratello e sorella...” rise “... io non bacerei così una mia sorella...”
“Era un bacio per la festa...” mormorò Guisgard “... come un gioco... eravamo Lancillotto e Ginevra... era solo un bacio finto... finto, come tutta la festa...”
“Di finto c'è ben poco...” disse Delucien “... voi siete perdutamente innamorato di lei... e non sono certo l'unico a pensarlo...”
“Tutti sembrano accorgersene...” appoggiandosi al muro Guisgard “... tutti tranne lei... per Talia sono un fratello... nulla di più...”
“Non c'è tempo, ora dovete andare via.” Fece Delucien. “Margel vi sta aspettando nella campagna... questo passaggio vi condurrà là... buona fortuna, amico mio.”
Un'ora dopo, Talia, ancora nella cella del convento, udì dei rumori.
La porta si aprì ed entrò una monaca.
Questa, rimasta sola con la prigioniera, si alzò il velo e mostrò il suo volto.
“Come state, Talia?” Domandò Margel alla prigioniera.

Guisgard
29-05-2012, 17.32.31
Altea tornò alla locanda e chiese di Fyellon.
Il cavaliere era insieme a Gerprando ed entrambi discutevano con alcune persone.
“Io dico che state sbagliando tutto.” Disse un uomo giunto alla locanda. “Sono un ex minatore e dico che non è quello il modo migliore per soccorrere quel disgraziato. Scavare dall'alto comporta la perdita di troppo tempo... dovevate scavare di fianco.”
“Ecco, noi...” mormorò Gerprando.
“Abbiamo deciso per la soluzione più sicura.” Prendendo la parola Fyellon. “Forse occorrerà più tempo, ma così abbiamo ridotto il rischio di far venire giù la montagna.”
“Tempo fa ci fu un caso simile...” fece l'uomo “... e noi scegliemmo di scavare lateralmente... lasciare un uomo in quelle condizioni per troppo tempo è pericoloso.”
“E ditemi...” fissandolo Fyellon “... salvaste poi quell'uomo?”
“Ecco...” chinando il capo l'uomo “... no, non ci riuscimmo...”
“Già...” disse Fyellon “... allora risparmiateci le vostre opinioni.”

Guisgard
29-05-2012, 17.39.24
“Beh, tre desideri non sono mica poca cosa...” disse Tieste “... io ne avrei qualcuno...”
“Ed anche io, ad essere sincero.” Fece Polidor.
“Allora decidetevi.” Disse l'essere salvato dal pozzo a Cavaliere25 e ai suoi compagni.
“Si, ma in fretta.” Mormorò il falco. “Dobbiamo andare. Ricordate che siamo ricercati.”

Altea
29-05-2012, 18.02.54
Vidi Fyellon parlare con il capo dei cavalieri e alcuni uomini e mi avvicinai, ero di spalle, e ascoltai tutto il discorso. Il cuore iniziò a battere forte, per la prima volta iniziai ad avere paura..chi aveva ragione? Fyellon o quel minatore? Ma il minatore aveva fallito e da quello che avevo capito scavare la montagna dall'alto avrebbe comportato più giorni di lavoro e Barius era stremato, trattenni una lacrima a stento di nascosto.
"Fyellon...devo parlarvi, Barius chiede di voi, dovete venire a sostenerlo, ha bisogno di voi" e rimasi in silenzio, ormai senza speranze.

Daniel
29-05-2012, 18.27.03
Daniel tornò indietro ed estrasse Gaia da dove l'aveva conficcata.
Ad un tratto la spada vibrò lievemente, quasi in maniera impercettibile.
Un attimo dopo, dalla selva, emerse di nuovo il bellissimo cavallo selvaggio che nessuno sembrava in grado di domare.
Si avvicinò alle acque e di nuovo, come in precedenza, le raggiunse camminando all'indietro.
E solo quando i suoi zoccoli furono in acqua, il cavallo si voltò e cominciò a bere.

Preso dalla frustrazione mi sedetti a terra e stavo per arrendermi..
"Giada.. Non so come dominare quel cavolo di cavallo.. La Lacrima di Cristo sarà già arrivata e sarà troppo tardi per la città.. Ti prego non so più che fare.."
Avevo com l'impressione che per Tylesia fosse tutto perduto..

Talia
29-05-2012, 18.30.53
“Milady...” sussurrava la donna “Milady, vi prego... non piangete più, mia signora... vi prego, non piangete più...”
Ma io non riuscivo ad arginare quel pianto... i singhiozzi e le lacrime erano ormai incontrollabili, tanto che quasi non riuscivo più a respirare...
“Basta, mia signora...” continuava la donna, carezzandomi piano la schiena, scossa da violenti singulti “Milady... sono certa che si troverà una soluzione... ne sono certa...” esitò “Vostro padre... vostro padre è un uomo ragionevole e giusto... ed egli non sceglie che il meglio per voi...”
Quelle parole mi colpirono e così, finalmente, sollevai la testa e puntai gli occhi arrossati sulla buona donna...
“Che cosa dite?” sussurrai “Cosa dite... io non capisco...”
“Il Marchese...” mormorò allora lei, quasi incoraggiata dalla mia domanda “Questo Marchese sembra proprio il pretendente ideale, mia signora... è cortese e generoso... ed è uno dei maggiori alleati di Sygma... E poi... poi, mia signora, in ogni caso... in ogni caso, Lui è andato! E’ partito, milady... vostro padre l’ha messo al bando e forse non tornerà più... si trova dove non potete vederlo, dove non potete raggiungerlo...”
La osservai per un istante, senza parole... ma mi sentivo come cullata dalla sua voce dolce e melodica...
“Avete parlato con il cuore, balia?” sussurrai...
“Si!” rispose subito quella “Si! Si, mia signora... con tutto il cuore e con l’anima!”
Per un attimo rimasi in silenzio, poi i miei occhi si riempirono di nuovo di lacrime...
“Credevo che mi amaste...” gridai “Credevo che mi voleste bene come ad una figlia... ed invece non siete che una bugiarda! Siete una banderuola, pronta a girare al minimo cambio di vento! Cosa vi ha promesso mio padre se mi aveste fatto cambiare proposito? Eh? Cosa? Ma il mio amore per Andros non muterà con la stessa facilità dei vostri consigli... no, il mio amore per lui è eterno ed immutabile! Ed ora fuori di qui!”
“Mia signora...” balbettò la donna...
“Fuori!”

Quella nuova visione mi colse di sorpresa a mi fece tremare...
Il dolore di Chymela mi colpì e mi scosse... e le mie lacrime di preoccupazione si mischiarono alle sue... e per un momento io fui di nuovo lei e lei fu me...
Fu appena un attimo... un attimo che ne racchiuse dentro molti altri... mi mancò l’aria... un attimo... poi tornai a respirare.

Un'ora dopo, Talia, ancora nella cella del convento, udì dei rumori.
La porta si aprì ed entrò una monaca.
Questa, rimasta sola con la prigioniera, si alzò il velo e mostrò il suo volto.
“Come state, Talia?” Domandò Margel alla prigioniera.

Quella voce...
“Margel?” mormorai, con un sussulto al cuore.
Poi subito mi alzai in piedi e mi precipitai verso di lei...
“Margel... oh, Margel, come siete entrata qui? Come mi avete trovata? Come sta Guisgard? Dov’è? Sta bene? Margel, vi prego, ditemi che sta bene... vi prego!”

Guisgard
29-05-2012, 18.47.00
Margel sorrise a Talia.
“Non c'è tempo...” disse “... mi credono una monaca... presto, indossate il mio abito monacale... e ascoltatemi bene... siete cieca e non sospettano nulla... uscite da qui e proseguite sempre diritto nel corridoio... contate cento passi poi troverete una porta alla vostra sinistra... fate attenzione, da sulle scale... scendete e poi imboccate una porticina a destra... a quel punto sarete nel cortile e tutte le monache dormiranno... allora camminate diritto avanti a voi fino a raggiungere il muro di cinta... con le mani cercate una corda che scende dall'alto... una volta trovata, tirate forte per tre volte... che il Cielo vi assista! Ora andate!”

Talia
29-05-2012, 19.06.01
“Non c'è tempo...” disse “... mi credono una monaca... presto, indossate il mio abito monacale... e ascoltatemi bene... siete cieca e non sospettano nulla... uscite da qui e proseguite sempre diritto nel corridoio... contate cento passi poi troverete una porta alla vostra sinistra... fate attenzione, da sulle scale... scendete e poi imboccate una porticina a destra... a quel punto sarete nel cortile e tutte le monache dormiranno... allora camminate diritto avanti a voi fino a raggiungere il muro di cinta... con le mani cercate una corda che scende dall'alto... una volta trovata, tirate forte per tre volte... che il Cielo vi assista! Ora andate!”
“Cosa?” mormorai, sorpresa da tutte quelle informazioni “Cosa?”
Per un attimo rimasi senza parole... quasi sopraffatta dalla sorpresa...
“No, Margel!” dissi poi, d’impulso “No, Margel... è una follia! Non posso lasciarvi qui al mio posto! Cosa avverrà quando vi troveranno? Cosa avverrà a voi ed a Delucien? Non posso fuggire e lasciare voi in pericolo... li avete visti quei Cavalieri? Ebbene... non scherzano! Non vi perdoneranno di avermi fatta fuggire! Margel, vi prego... non chiedetemi questo! Deve esserci un'altra soluzione... deve!”

Guisgard
29-05-2012, 19.21.53
“No, non vi è altra soluzione.” Disse Margel a Talia. “Forse i cavalieri sono già di ritorno con la lettera del vescovo... e allora nessuno potrà salvarvi... milady, dovete andare e subito. Perdere altro tempo potrebbe essere pericoloso... a me non accadrà nulla... mi troveranno qui e al massimo sarò condotta davanti al vescovo o all'Arciduca... e forse, San Michele mi concederà una nuova Grazia... sapete...” sorridendo “... Delucien ed io ci conosciamo da piccoli... lui cominciò a corteggiarmi già verso la nostra adolescenza... diceva che i miei occhi azzurri erano capaci di incantare chiunque... e forse aveva ragione...” esitò “... San Michele mi ha ridato Delucien e so che non mi separerà più da lui... ed è per questo che voglio aiutare anche voi... si, nessuno deve più soffrire a causa dell'ingiustizia... ora, in Nome del Cielo, andate!”

Guisgard
29-05-2012, 19.32.55
Fyellon fissò Altea ed annuì.
“Si, mi stavo occupando dei soccorsi...” disse il cavaliere “... ora andremo da lui...”
“Cavaliere.” Chiamò all'improvviso Renya. “Devo parlarvi...”
“Torno subito.” Rivolgendosi Fyellon ad Altea.
Rimasto solo con Renya, Fyellon chiese il motivo di quell'incontro.
“Sta andando tutto bene, vero?”
“Cosa intendete dire?” Chiese Fyellon.
“La gente che accorre a vedere lo spettacolo che avete messo così abilmente in scena...” rispose lei “... poi quel poeta per immortalare il vostro nome... persino la gratitudine di Barius e dei suoi genitori... i miei complimenti, messere.”
“Cosa volete?”
“Si, voglio qualcosa...” avvicinandosi Renya “... voglio la vostra parola che mi porterete con voi quando tutto sarà finito...”
“E Barius?”
“Si rifarà una vita...” stringendolo a sé lei.
“Non rovinerete il mio piano...” e strinse il collo di lei.
Renya, allora, sentendosi perduta, cercò il modo per liberarsi.
Afferrò un coltello e trafisse al fianco Fyellon.
Ma la corazza rossa spezzò il coltello.
“Chi...” mormorò Renya “... chi siete? Un demonio?”
“I demoni non esistono.” Lasciandola finalmente lui. “E ora continuerete il vostro ruolo di moglie devota... o io vi ucciderò come la lurida cagna che siete...”
Ed uscì, tornando da Altea.
“Andiamo da Barius, milady.” Disse alla ragazza.

Altea
29-05-2012, 19.48.13
Fyellon mi rassicurò e gli fui grato di quel gesto, quando uscì la moglie di Barius, stavo per avvicinarmi a lei per darle notizie del marito ma ella chiese di parlare con Fyellon, qualcosa mi era sempre sembrato strano del comportamento di Renya...dal primo momento mi accorsi che era quasi attratta dal cavaliere.
Aspettai fuori dalla cucina, ma sentivo delle voci concitate, non osai entrare, non era mia abitudine essere invadente e aspettai pazientemente quando vidi uscire Fyellon.
Lo seguii, lo scrutavo...fin da piccola avevo avuto questo vizio o dono, osservare attentamente le persone in volto per carpire le loro espressioni o ciò che pensavano e Fyellon era un misto tra il turbato ed euforico.
"Cosa vi ha detto milady Renya, noto che vuole sempre conferire con voi, devo forse essere gelosa?" gli chiesi sperando mi raccontasse ciò che era successo.

Talia
29-05-2012, 20.27.09
“Oh, Margel...” mormorai “Margel... è una cosa talmente folle...”
Allungai le braccia e feci mezzo passo avanti, verso di lei... e quando trovai le sue mani, la abbracciai.
“Grazie!” sussurrai con voce spezzata “Grazie Margel... grazie! Ma io non posso... non posso mettervi così in pericolo... non voglio...”
Lei tuttavia non badò più alle mie parole... e così, dopo aver ricambiato il mio abbraccio per appena un momento, dopo avermi messo qualcosa in fretta sulle spalle ed in testa, mi spinse quasi a forza fuori dalla piccola cella...

ora, in Nome del Cielo, andate!”

“Margel...” sussurrai, mentre la sentivo aprire la porta... ma fu un attimo, poi la porta si richiuse e fu il silenzio intorno a me.
Inspirai, dunque, e mi voltai a fronteggiare il corridoio... non sapevo se vi fosse qualcuno o no, così chinai la testa e tentai di rammentare le parole di Margel...
Cento passi, aveva detto... uno, due, tre... contai fino a cento, rallentando via via l’andatura... al centesimo esatto, mi voltai verso sinistra e allungai una mano... trovando subito la maniglia di una porta, proprio come Margel aveva detto... la spinsi dunque e la varcai lentamente, iniziando poi a scendere quella ripida scala, al termine della quale, varcando una porticina a destra, mi ritrovai nel cortile...
Inspirai profondamente... raramente l’aria mi era sembrata più profumata e più fresca...
Margel aveva detto di camminare diritto davanti a me, allora... lo feci, lentamente... fino a raggiungere un alto muro di mattoni... protesi le mani e lo esplorai con attenzione, finché le mie dita non incontrarono una spessa corda...
Tremavo...
La strinsi con forza e la tirai per tre volte.

Guisgard
29-05-2012, 20.55.02
XXIV Quadro: Per Sempre...

"La mia eternità è proprio opera tua."

(Novalis, Enrico di Ofterdinghen)



La corda cominciò a diventare tesa e poi a issare Talia sul muro di cinta.
“Talia...” sussurrò Guisgard che la stava attendendo dall'altra parte del muro “... sono qui, sotto di te... ora lascia cadere la corda e poi salta giù... ti prenderò io... e poi partiremo, lontano da tutto e da tutti...”

Esistono dei luoghi, se animati dalle nostre emozioni più profonde e travolgenti, capaci di far specchiare in essi qualcosa di mutevole, sfuggente, inafferrabile.
Luoghi in grado di adottare forme e fattezze diverse ed assumere le sembianze del sogno.
E fra questi luoghi vi è senza dubbio il bosco di Suessyon.
Nel suo verde ventre inquieto ed irregolare, primordiale e sterminato, pare a volte generarsi qualcosa di diverso, sconosciuto perchè mai visto su questa terra.
Talvolta è il cielo agitato da grosse nuvole crucciate che sembra sul punto di crollare sul bosco, come un mare in tempesta le cui onde si sferzano contro montagne millenarie, simili ad invalicabili scogliere, come barriere insuperabili, oltre le quali domina solo l'oblio del tempo perduto.
Altre volte sono i colori radiosi della novella Primavera a tingere il bosco, o i contorni sbiaditi dell'afoso cielo estivo a vestire di immutabili colori quel luogo.
O in certi casi è l'Autunno ad immalinconire con il suo silenzioso e tenue passaggio il verde polmone di Suessyon.
E proprio in uno di quei pomeriggi, quando cioè il bosco si apriva per divenire qualcos'altro, due giovani spiriti, come spesso accadeva, erano abbandonati al dolce canto della natura in fiore.
“Ho sentito che la figlia del Gastaldo” disse Talia “è fuggita con un giovane pastore. Ne parlava stamani il maestro con uno dei monaci venuti a raccogliere offerte per il monastero.”
Guisgard ascoltava in silenzio.
“Il padre, sembra, volesse darla in sposa ad un ricco vassallo.” Continuò lei. “E lei, che invece amava il pastore, ha deciso di fuggire con lui.”
Guisgard accennò un enigmatico sorriso.
“Si, lo so...” fissandolo Talia “... a te tutto questo sembra immensamente romantico e perciò approvi la loro decisione...”
“Tu invece no?” Domandò lui.
“Anche io certo...” rispose Talia “... ma per altri motivi...”
“Quali?”
“Beh...” disse lei “... soprattutto perchè non accetterei nessun tipo di imposizione, specie sulla mia felicità... è assurdo che qualcuno debba impormi scelte e decisioni non mie...” sorrise “... e poi sai bene che io sono sempre pronta ad osteggiare ogni tipo di gerarchia precostituita.”
“Ah, allora è un dispetto il tuo.”
“Che sciocchezza!” Esclamò lei. “Ovvio di no! Ma per me è inconcepibile che qualcuno possa decidere al mio posto! Resta però una situazione complicata...”
“Già.” Fece lui.
“Voglio dire...” tornando a fissare il bosco lei “... non sarà certo con questa fuga che risolveranno i loro problemi... i soldati di suo padre li cercheranno e saranno così sempre dei fuggiaschi... poi non avranno di che cibarsi... il Gastaldo infatti avrà di certo confiscato il suo gregge e la sua casa... insomma, li aspetta una vita di incertezze e difficoltà...”
“Magari per loro” disse lui “conta stare insieme. Amarsi contro ogni difficoltà ed al di là di ogni ostacolo... talvolta, anzi sempre, l'amore va meritato e conquistato.”
“Non volevo dire questo.” Voltandosi lei. “Non farmi apparire come la cinica di turno. Il romanticismo non è una tua esclusiva, caro cavaliere.”
Guisgard rise di gusto.
“Io invece non voglio di questi problemi...” avvicinandosi poi a lei “... se diventerò Gastaldo imporrò a tutti il mio volere e mi farò obbedire senza alcun problema.”
“Ed io ti odierò!” Esclamò lei.
“Ma come?” Sorridendo lui. “Se sarò Gastaldo tu sarai la mia preferita.”
“Grazie, è un onore che non desidero.”
“E avrò tanto denaro, così da poterti comprare tutto ciò che desideri... anche un tamburo per farti scendere in piazza e marciare contro le ingiustizie e le tirannidi.” E rise di gusto.
“Che scemo!” Disse lei. “Ti stai burlando di me! Ma tanto faresti una brutta fine anche tu, come tutti i despoti del mondo! Niente dura per sempre.”
“Beh, non è mica vero...”
“Cosa?”
“Che tutte le cose devono finire.” Strappando dell'erba da terra. “Io credo che quelle belle e importanti, invece, possano durare per sempre.”
Talia sorrise.
Spesso sorrideva, senza rispondere nulla, lasciando Guisgard in una dolce incertezza.
“Dove sei stato stamattina?” Chiese.
“Al monastero...” rispose lui “... si erano fermati degli attori itineranti perchè dovevano portare un dono promesso in voto...”
“Bello.”
“Già...” annuì Guisgard “... ho assistito alle prove di uno spettacolo che stanno preparando per poi rappresentarlo in paese...”
“Che spettacolo era?”
“Sembra buffo, ma il titolo riguarda il nostro discorso di poco fa...”
“Quale?” Domandò Talia.
“Quello sulla durata delle cose...”
“Nulla accade per caso.” Sorridendo lei. “Lo dici sempre tu, no? Dai, dimmi il titolo...”
“Il titolo era... Per Sempre...” disse lui “... vuoi sentire la trama?”
“Si, ti prego...”
“La storia parla di un attore...” fece lui “... vaga di città in città ed in ognuna rappresenta in teatro le sue opere... un giorno però sì imbatte in una strega... ella impone su di lui una terribile maledizione... non vedrà mai il giorno dopo il suo prossimo spettacolo, rivivendo all'infinito la vita del suo personaggio, imprigionato sulla scena... egli, però, sembra non dar credito alla strega... raggiunge una nuova città e si appresta a mettere in scena lo spettacolo. Qui però conosce un'attrice del posto e se ne innamora perdutamente... recitano insieme sulla scena e anche lei si innamora di lui... e dopo lo spettacolo fanno l'amore. Ma prima di addormentarsi, lui regala a lei un fiore... il giorno dopo, al suo risveglio, lei non c'è... allora lui esce a cercarla e incredibilmente si accorge che tutto è come il giorno precedente... in città vi è attesa per lo spettacolo e tutti si comportano come se tutto dovesse ancora accadere... anche lei, la ragazza che lui ama, non lo conosce e non rammenta nulla del giorno prima... allora lui decide di corteggiarla di nuovo, fino a farla innamorare ancora sulla scena... i due fanno l'amore e anche stavolta lui le dona un fiore, ma diverso, prima di dormire... ma il giorno dopo nulla muta e di nuovo lui rivive la giornata precedente... l'oscura maledizione della strega sembra averlo imprigionato in uno scorrere del tempo incantato, dove si ripete all'infinito il medesimo giorno... e così lui riprepara lo spettacolo e di nuovo comincia a corteggiare la sua amata, fino a farla nuovamente innamorare, fino a fare ancora una volta l'amore con lei... e come gli altri giorni, anche stavolta, prima di addormentarsi, lui le regala un fiore, sempre diverso... il giorno seguente egli però si ritrova ancora una volta a rivivere le stesse cose... e così si sussegue all'infinito il medesimo giorno, dove tutti rifanno le stesse cose e dove solo lui si rende conto del tempo incantato... egli però non si perde d'animo ed ogni giorno manda in scena uno spettacolo diverso ed ogni giorno conquista la sua amata attrice con nuove parole e nuovi gesti... e sempre, ogni notte, lui dona a lei un fiore differente prima di addormentarsi... passano così i giorni e le notti, per poi ripetersi il tutto infinitamente nello stesso giorno, chiuso ogni volta da un diverso fiore donato, come una margherita, un giglio, una rosa, un'orchidea, un geranio... poi, dopo l'ennesimo giorno in cui lui manda in scena un nuovo spettacolo e conquistato nuovamente il cuore di lei, prima di addormentarsi le regala un altro Fiore, ma stavolta un Fiore particolare, donatogli da un vecchio vasaio... e per magia, il mattino seguente, al suo risveglio si accorge che lei è con lui, ancora addormentata con la testa sul suo petto... escono in strada e tutti sono in festa per il bellissimo spettacolo del giorno precedente. L'incanto è stato finalmente rotto e i due possono vivere totalmente il loro grande amore.”
“Bellissima...” sussurrò Talia, che aveva ascoltato il racconto di Guisgard con la testa poggiata sul tronco di un albero.
Pochi istanti dopo cadde addormentata sul petto di lui.
“Come sarebbe facile ora...” disse lui, accarezzandole il viso “... si, come sarebbe facile dirti tante cose, tutte quelle che ho nel cuore... sai, non sono diverso da quell'attore... quante storie dovrò ancora inventare? In quante storie dovrò ancora una volta conquistarti? Si, conquistarti in infinite storie, infinite volte, per poi perderti alla fine di ognuna di essa e ricominciare da capo in una nuova, ennesima storia inventata solo per te...” sospirò e fissò poi il cielo di Suessyon “... si, sono come quell'attore... in un mondo sempre uguale, fatto di gesti vuoti e senza vita, l'unica cosa viva sono le parole che scrivo e recito per raggiungere il tuo cuore, Talia... solo questo anima il tempo e rende tutto ciò che ci circonda simile ad un sogno...”
In quel momento suonò la campana del Tempio del Casale.
“Oh...” svegliandosi Talia “... devo essermi addormentata...”
Guisgard sorrise.
“Sai...” fissandolo lei “... stavo sognando qualcosa... ma non ricordo cosa...”
“Non abbiamo bisogno dei sogni.” Disse lui. “Ti va di venire in un posto?”
“Ora?” Raggiante lei. “Si, subito! Dove andiamo?”
“Vedrai...”
E presa Talia per mano, Guisgard la condusse in un luogo speciale, avvolto dai purpurei riflessi del Sole che tramontava su Suessyon.
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“Talia...” sussurrò Guisgard, destandola da quel ricordo “... salta giù... al mio tre... pronta? Uno... due... tre!”

Guisgard
29-05-2012, 21.18.06
“Non ci credo.” Disse Fyellon sorridendo ad Altea. “Gelosa? E perchè? Renya voleva solo sapere di suo marito... è molto preoccupata. Deve amarlo veramente tanto. Piangeva prima, ma mi ha chiesto di non dirlo a nessuno. Venite, andiamo alla montagna.”
Tornarono così alla montagna e trovarono ad attenderli Seth.
I minatori, intanto, continuavano a scavare nella montagna.
“Finalmente siete giunti!” Fissandoli il poeta.
“Cosa accade?” Domandò Fyellon.
“Barius...” agitato Seth “... non risponde più... credo stia male...”
“Dannazione!” Esclamò Fyellon. “Presto, tornate alla locanda e fate venire qui il comandante Gerprando ed il medico! Presto!”
“Si!” Annuì Seth e corse alla locanda.

Lilith
29-05-2012, 23.43.58
Non ero mai stata così impaurita. Una parola avrebbe potuto cambiare il mio destino e quello di altri due uomini.
Sentivo il sangue che pulsava nelle orecchie. Una goccia di sudore scendeva lentamente sulla mia fronte. Io non me ne accorgevo, ma stavo ansimando. Le mie palpebre si chiudevano e si aprivano in maniera eccessivamente irregolare e la vista mi si stava lentamente offuscando. Le ginocchia tremavano e non sarei riuscita a restare in piedi ancora per molto.
"Come può qualcosa divenire acqua appena cade?" dissi io, con le poche forze che mi restavano "Esiste qualcosa che si trasforma, una volta caduto?"

Altea
30-05-2012, 00.00.17
Rimasi in silenzio...per cui anche se fossi stata gelosa veramente non mi avrebbe creduta, pensai. "Ma che persona è..non lo scalfisce nulla" pensai "è preso da se e basta."
Entrammo nella montagna e vidi il viso pallido di Seth..Barius non rispondeva più e Fyellon fece mandare a chiamare il dottore.
"Io" dissi a Fyellon "non penso di sentirmi bene, scusate esco un attimo". Mi mancava l'aria, non era dovuto alla polvere ma dalla tensione, dal fatto che Barius potesse essere morto, iniziai a camminare..non volevo più rimanere lì, ero già fuggita ma il cavaliere mi aveva ritrovata, mi addentrai nella selva, l'erba era alta e sguainai dal fodero la spada presa al fabbro e con essa tagliavo i rovi e l'erba che mi impedivano il passaggio.
Non mi avrebbe trovato stavolta, e io sarei ritornata sola a Tylesia..mi soffermai quasi sorridendo pensando alla cara Elisabeth lasciata laggiù e pensai che ella, regina dei Boschi, qui sicuramente avrebbe trovato l'uscita.

Talia
30-05-2012, 16.25.04
La corda si tese tra le mie mani ed un istante dopo i miei piedi si staccarono da terra... e poi la udii... udii la sua voce e fu come vedere una luce in fondo ad una buia grotta... sorrisi.
“Guisgard...” sussurrai “Oh, Guisgard... sei qui...”
E fu allora che, per chissà quale ragione, quel lontano ricordo attraversò la mia mente... quel giorno lontano e quel racconto... avevo sempre amato il modo in cui sapeva raccontarmi le cose, il modo in cui sapeva dipingere con le parole per poi mostrarmi mondi lontani ed inesplorati...
Sospirai a quel ricordo e per un attimo vi rimasi come impigliata, leggera e felice al solo rammentare quei giorni, quelle parole...

“Talia...” sussurrò Guisgard, destandola da quel ricordo “... salta giù... al mio tre... pronta? Uno... due... tre!”

Sorrisi.
Poi allargai le braccia ed, al suo tre, saltai senza pensarci un solo momento.

Guisgard
30-05-2012, 16.39.13
"Daniel..." disse Giada "... osserva... osserva quel cavallo... non noti nulla di strano? Perchè quando deve abbeverarsi entra in acqua sempre voltato dalla parte opposta? Come se qualcosa lo spaventasse... ma cosa?"

Guisgard
30-05-2012, 16.56.05
Altea fuggì via da quel luogo, per poi addentrarsi nella sterminata selva.
Penetrò un po' nella fitta vegetazione, fin quando vide del fumo da lontano, come se qualcuno avesse acceso un fuoco.
Alla montagna, intanto, era giunto il medico.
Fyellon lo portò a vedere Barius.
“E' in condizioni disperate...” disse il medico “... non si può sopravvivere per così tanti giorni sempre nella stessa posizione...”
“Mancano pochi metri” fece Fyellon “e i minatori saranno da lui! Non può morire ora!”
“Forse lo troveranno morto...”
Cambierebbe qualcosa?” Domandò Gerprando. “Mostreremo il cadavere a tutta quella gente e diremo che abbiamo fatto il possibile. Del resto, daremo la possibilità ai suoi genitori di seppellirlo e pregare sulla sua tomba.”
“Non capite?” Fissandolo Fyellon. “La gente vuole il lieto fine! Chi credete che ami la gente dei personaggi dell'Iliade o dell'Odissea? Agamennone? Aiace Telamonio? Oppure Ulisse? La gente non ama i perdenti, i falliti e noi abbiamo perso, abbiamo fallito se Barius viene estratto morto da quella maledetta montagna!”

Guisgard
30-05-2012, 17.37.10
Al tre di Guisgard, Talia saltò giù ed il cavaliere la prese al volo fra le sue braccia.
“Talia!” Disse sorridendole. “Come stai? Ti hanno maltrattata?”
Ma proprio in quel momento si udì un gemito.
“Si, hai ragione, Sheylon...” fissando la sua tigre Guisgard “... meglio partire subito...”
il cavaliere allora fece salire Talia in sella a Luthien e lui montò in groppa a Peogora.
“Delucien” disse Guisgard a Talia “mi ha detto di galoppare verso Nord... quando saremo abbastanza lontani, cercherò un luogo in cui passare la notte. Andiamo, Talia.”
E lasciarono Maddola.
Galopparono fino al mattino, addentrandosi nel ventre della foresta e solo in prossimità dell'alba avvistarono un piccolo edificio.
Era una locanda.
I due fuggiaschi allora la raggiunsero e chiesero una stanza per riposare.
“Una stanza costa mezzo Taddeo!” Fece il locandiere. “Pasti compresi. E si paga prima, naturalmente.”
Guisgard annuì e pagò.
“Qual'è la città più vicina?” Domandò al locandiere.
“Qui siete a metà strada” rispose questi “tra le province del Sud e quelle del Nord. Dove siete diretti?”
“In nessun luogo, non importa.” Annuendo Guisgard.
I due allora salirono nella loro camera per riposare.

Talia
30-05-2012, 18.36.47
Salimmo le scale, lentamente...
Ero molto stanca: avevamo cavalcato per tutto il giorno, tra boschi e valli, senza mai diminuire l’andatura neanche per un poco... le gambe mi facevano un gran male, dunque, ed anche la schiena e le mani... e tuttavia non volevo che Guisgard se ne accorgesse, non volevo che si preoccupasse anche per questo. Pensai che anche lui dovesse essere molto stanco, e non solo per il troppo cavalcare ma anche perché aveva continuato per tutto il giorno a dare piccole e rapide istruzioni a Luthien al posto mio...
“Non credo che il locandiere si accontenterà del poco che gli hai detto...” mormorai, dopo aver accuratamente richiuso la porta dietro di noi “Farà altre domande e tu non potrai continuare a tacere! Perciò, credo, sarà meglio ripartire presto...”
Sorrisi, poi, e sollevai una mano a carezzargli il viso...
“Perché non ti stendi un po’, allora? Sarai stanco... devi dormire!”

Guisgard
30-05-2012, 19.15.22
Guisgard prese la mano con cui Talia lo stava accarezzando e la baciò.
“Non sono stanco.” Disse. “Tranquilla.” Poi sorrise. “Poi tu sai bene che sono sempre fresco come una rosa! Ora stenditi e cerca di riposare un po'. Non pensare al locandiere. Gli darò una buona mancia e vedrai che la sua curiosità sarà ammansita. Su, riposa... il letto mi sembra morbido... io invece scenderò un attimo a vedere Sheylon... gli ho detto di restare nei paraggi e di non farsi scorgere... a dopo, gioia...” le diede un bacio sulla fronte e scese giù.

Dal camminamento di ronda del palazzo si poteva guardare fin dentro il più estremo confine che separa la luce dalle tenebre, il suono dal silenzio, la conoscenza dall'oblio.
Le ultime nuvole, sopravvissute al vento del giorno, come veli si disperdevano nell'impenetrabile manto della notte, nel quale trovano riparo e dimora i tormentati ed errabondi spiriti notturni ormai rinnegati dai Cieli e banditi dalla Terra.
Un malinconico silenzio attraversava quel mondo, lasciando enigmatici tormenti nei cuori di quegli uomini.
“E' l'ora...” disse, scrutando la notte, Tessio.
“Accadrà ora?” Domandò turbato Byrros.
“Le altre notti” rispose Tessio “avvenne in quest'ora...”
Ad un tratto si udirono dei passi.
“Chi è là?” Alzandosi di scatto Tessio.
“E' voi?” Ridendo una voce. “Siete ancora certi dei vostri nomi?”
“Questa voce...” mormorò Byrros “... sarà lui?”
“Che Dio salvi il duca!”
“Pacos!” Esclamò Byrros. “Sei tu!”
“O almeno quanto di me è rimasto!” Ridendo il nuovo arrivato. “La nipote del maniscalco è timida solo in apparenza!”
“Raggiungici, siamo qui.” Disse Tessio.
E Pacos si sedette accanto agli altri due.
“Allora, lo spettacolo?” Sarcastico il nuovo arrivato.
“C'è poco da scherzare.” Disse Tessio. “Per questo ti abbiamo fatto venire quassù.”
“Per togliermi la voglia di ridere?”
“Riesci ad essere serio?” Con tono grave Tessio.
“La ronda notturna vi rende così preoccupati?”
“Ti abbiamo fatto venire qui” disse Byrros “così che anche tu possa vedere...”
“E si mostrerà?”
“Chissà.” Mormorò Byrros.
“Raccontatemi precisamente cosa avete visto le altre notti.”
“Quando quella stella” indicando il cielo Tessio “raggiunse la Luna come ha fatto ora, un brivido di freddo, improvviso ed angosciante, ci prese. La campana battè le tre e qualcosa squarciò il silenzio della notte.”
“Laggiù!” Alzandosi in piedi Byrros. “Guardate! Davanti alla torre!”
“Fermo, non farti scorgere!” Tirandolo giù Pacos.
“Ci ha visti.” Mormorò Tessio. “Visto? Dicevamo il vero.”
“Ieri era diversa...” impaurito Byrros “... aveva altre fattezze...”
“E' un'ombra...” con un gemito Pacos “... dite che ha volto?”
“Ieri” fece Tessio “era in tutto simile a lord Taddeo il vecchio, nonno di lord Andros...”
“E due notti fa” mormorò Byrros “era tale e quale a messer Sagas, precettore del nostro nobile signore...”
“Dite dunque che muta forma e immagine quell'ombra?” Domandò Pacos.
“O forse” fece Tessio “a quest'ora, in questo luogo si radunano le ombre...”
“Cosa facciamo, amici?” Sempre più turbato Byrros.
“Proverò a sbarrargli il cammino...” alzandosi Pacos.
“Attento.” Fissandolo Byrros.
“Fermati, allucinazione!” Avanzando di qualche passo Pacos. “Se sei benigna e non porti pena, allora fermati e parlami... se ti manda il Cielo, ebbene, sappi che qui dimorano i Suoi campioni... ma se sei fuggita dagli inferi, qui non troverai riparo...”
“E' svanita!” Gridò Byrros. “Che sciocchi! Non possiamo intimidirla!”
“Grandezza del Cielo!” Esclamò Tessio. “L'avete vista? Avete scorto il suo volto?”
“Si ed aveva fattezze note, anche se ora mi sfuggono...” disse Byrros.
“A me sembrava” fece Pacos ancora visibilmente scosso “l'uomo ritratto nella Sala dei Trofei... Michele di Arcwin, il cacciatore che accompagnava spesso sua eccellenza lord Roman, nonno materno di lord Andros...”
“Si, era lui.” Annuendo Tessio.
“Perchè queste ombre frequentano il palazzo?” Domandò Byrros.
“Ho idea” disse Pacos “che possa riguardare il futuro del nostro ducato.”
“Cosa facciamo?” Chiese Byrros.
“Dico” rispose Tessio “che bisogna mettere a conoscenza lord Andros di tutto questo... non so, ma ho idea che quell'ombra celi qualcosa di importante...”

Guisgard tornò dopo circa una mezz'oretta.
“Talia...” avvicinandosi al letto “... sei sveglia?” Sussurrò piano. “Hai fame? Giù hanno appena sfornato focacce dolci e tra breve serviranno anche della carne.”

Talia
30-05-2012, 20.20.34
Guisgard uscì dalla stanza. Chiusi gli occhi ed ascoltai i suoi passi nel corridoio, fino alle scale e poi li ascoltai scendere al piano di sotto... si ero stanca, molto stanca e debole...
Sospirai e lentamente mi sentii scivolare in quello stato di dormiveglia pesante, che contraddistingue la spossatezza...
E fu allora che accadde... la sentii arrivare con la stessa potenza di quelle che avevo avuto al Belvedere... travolgente, nitida, totalizzante...
Mi mancò l’aria per molti minuti... vidi quegli uomini come se fossi in mezzo a loro, avvertii la loro tensione, la paura, l’ansia...

Guisgard tornò dopo circa una mezz'oretta.
“Talia...” avvicinandosi al letto “... sei sveglia?” Sussurrò piano. “Hai fame? Giù hanno appena sfornato focacce dolci e tra breve serviranno anche della carne.”

Riaprii gli occhi e balzai sul letto, reprimendo a fatica un grido, proprio come chi si sveglia di soprassalto in preda ad un incubo orribile... tremavo.
Per un attimo esitai... quasi non rammentavo dove fossi... poi avvertii a presenza di Guisgard, il suo cuore che batteva ed il suo sguardo su di me...
“Guisgard...” mormorai, protendendomi in avanti ed abbracciandolo, tentando invano di smettere di tremare “Oh, Guisgard...”

Altea
30-05-2012, 20.25.58
Camminavo da tanto, non mi ero pentita di ciò che avevo fatto, e un brutto presentimento mi pervadeva l'anima...Barius...rivolsi uno sguardo al Cielo affinchè la Madonna lo salvasse.
Vidi del fumo da lontano...cosa stava a significare? Vi era una casa? Oppure qualcuno si era accomodato tra i boschi per riposare, iniziai a camminare verso la direzione del fumo, la vegetazione si era fatta meno fitta, mi nascosi dietro un albero quando ero vicina al fumo e mi guardai con circospetto per non farmi notare, sperando di non incappare in una ennesima brutta avventura.

Guisgard
30-05-2012, 20.54.19
“Ehi, piccola!” Disse Guisgard stringendo Talia. “Hai avuto un incubo? Non preoccuparti... abbiamo vissuto diverse emozioni e vicissitudini, dunque è normale che tu sia agitata... vedrai che passerà presto. Io sono qui.” Le baciò i capelli. “Su, hai bisogno di mangiare qualcosa. Sei digiuna da ieri... andiamo giù, stanno preparando cose buonissime. E appena ti sentirai più tranquilla, lasceremo questo posto.” Sorrise. “E poi Sheylon aspetta noi per avere qualcosa di buono da mangiare!”
Scesero allora al piano di sotto.
La locanda era semplice e pulita e nella sala grande ospitava un gran numero di persone che conversavano amabilmente tra loro.
Ovunque c'era un profumo di focacce appena sfornate e odore di carne alla brace.
Entrando nella sala, Guisgard e Talia presero posto ad uno dei tavoli liberi.
Ad un tavolo accanto vi erano tre individui che discorrevano fra loro.
“Forse questa bella dama potrà aiutarci a risolvere la questione.” Disse uno di quelli nel fissare Talia.
Guisgard li guardò.
“Non temete, messere.” Sorridendo l'uomo. “Vogliamo solo un parere circa una nostra disputa. Col vostro consenso, naturalmente.”
“Di cosa si tratta?” Chiese Guisgard.
“Discutevamo sull'arte.”
“Capisco.” Disse il cavaliere. “Però anche io avrei da chiedervi qualcosa.”
“Certo.” Annuì l'uomo. “Prima voi, prego.”
“Io e...”
“Si, voi e vostra moglie?” Sorridendo l'uomo.
“Si, ecco...” fece Guisgard “... dicevo, io e mia moglie siamo diretti verso Nord... potreste indicarci una città o anche un borgo, non so, a ridosso dei monti, o comunque tranquillo?”
“Avete chiesto al locandiere?”
“No, in verità.”
“Come mai?”
“Non ne abbiamo avuto il tempo...” rispose Guisgard “... siamo giunti da poco... ma non importa, chiederò al locandiere. Grazie lo stesso.”
“Non abbiamo problemi ad indicarvi una strada, messere.” Disse l'uomo. “Noi siamo in tre ed abbiamo gusti diversi. Io, ad esempio, amo la campagna e il fondovalle, mentre i miei amici” indicando gli altri due che erano con lui “preferiscono rispettivamente la montagna e i laghi. Ed è quindi naturale che per ciascuno di noi un paese tranquillo presenti caratteristiche legate alle nostre preferenze. Facciamo così, se vi garba... ora ognuno di noi sottoporrà vostra moglie ad una scelta e colui che incontrerà il suo favore vi rivelerà poi la meta migliore per il vostro viaggio. Ci state?”
“Mi sembra un po' intricato...” fece Guisgard “... ma non ho problemi. Ammesso che la cosa non dispiaccia a mia moglie.”
“Allora...” cominciò a dire il primo dei tre “... secondo voi, milady, qual'è l'arte migliore? Quella superiore a tutte le altre? Io credo che la poesia sia diversa da tutte le altre arti. Le altre sono impresse nella natura, mentre invece essa sola possiede elementi estranei a ciò che si conosce. Inoltre, diversamente dalle altre arti, la poesia è tutta interiore poiché viene concepita nell'animo e non necessita di strumenti per compiersi. Essa può essere detta a voce, non necessariamente scritta.”
“Io invece” fece il secondo di loro “penso che la musica superi tutte le altre discipline. Essa vive nella natura e da essa si manifesta... il canto degli uccelli, il sibilo del vento, il verso del grillo nelle sere d'Estate... l'acqua di un torrente che scorre su ciottoli lucenti, il boato potente di un tuono lontano. No, non vi è dubbio che solo la musica sa animare il mondo.”
“Secondo me” mormorò il terzo “è la pittura ad essere superiore alle altre. Le immagini della natura sono belle e prodigiose e assegnano il gioco delle luci e delle ombre ad ogni cosa. Tutto così si anima in essa.”
“Allora, milady?” Fissando Talia il primo dei tre. “Secondo voi chi fra noi ha ragione?”

elisabeth
30-05-2012, 20.57.41
Quando parlavo con Reas avevo l'impressione che conoscessimo persone diverse pur avendo frequentato gli stessi luoghi..........Il manaco invece sembrava non essere scalfito da nulla......impassibile nella sua tonaca.....quando dalle sue labbra usci' una strana proposta..."....Vedete Monaco......le mie facolta' mi portano a girare il mondo soltanto trasportando la mia anima......ho veduto giardini...fiori.....meravigliosi posti e anche Tylesia cela un fiore di rara bellezza...non credo di potervi accontentare.....se vi portassi il fiore di Tylesia distruggerei molte persone.....se non riporto a Tylesia i cigni...moriro' solo io ed un'altra persona, credetemi Monaco.....meglio condannare due anime dannate...che quelle di molti innocenti..."......

Guisgard
30-05-2012, 21.12.59
Altea si avvicinò così al fumo e rimase ben nascosta in attesa di scorgere qualcosa.
Vide allora un fuoco acceso, attorno al quale stavano alcuni uomini.
“Messere...” disse uno di loro “... cosa faremo ora?”
“Forse ritorneremo a casa...” rispose quello che sembrava essere il loro capo “... quante fanciulle abbiamo visto morire... e tutte inutilmente... Tylesia forse è condannata davvero...”
“Vogliamo cercare un'altra ragazza?” Domandò un altro di quelli. “Cosa ne dite, signore?”
“Occorre una fanciulla speciale, fuori dal comune...”

cavaliere25
30-05-2012, 21.13.47
si facciamo presto non abbiamo tempo rischiamo di essere presi e risbattino in gattabuia io non ho nessun desiderio vi lascio decidere a voi e mi spostai un po

Daniel
30-05-2012, 22.56.52
"Daniel..." disse Giada "... osserva... osserva quel cavallo... non noti nulla di strano? Perchè quando deve abbeverarsi entra in acqua sempre voltato dalla parte opposta? Come se qualcosa lo spaventasse... ma cosa?"

Giada aveva ragione... L'acqua.. Il Cavallo aveva paura dell'acqua.. Forse avevo un idea... Ea passato molto tempo dall'ultima volta che avevo usato la magia.. Era forse stato sulla nave di Goz? Mi alzai in piedi ... Il cavallo continuava indisturbato a bere.. Mi avvicinai piano e con uno schiocco di dita lo circondai in un vortice d'acqua impetuosa e pericolosa... Firava vorticosamente intorno a lui impedendogli di muoversi.. Lentamente Mi avvicinai e gli dissi:
<<Allora ora vuoi farti domare o no?>>

Talia
31-05-2012, 01.16.18
Tremavo, ma mi sforzai di sorridere alle parole di Guisgard... quella visione era stata strana, in qualche modo insolita, e volevo capire meglio di che cosa si trattasse prima di parlarne con lui... anche perché le mie visioni finivano sempre per turbarlo, ed io non volevo che avesse altre preoccupazioni.
E così scendemmo al piano di sotto...
E fu lì che quei tre individui ci fermarono e ci chiesero di rispondere alla loro domanda...

“Allora, milady?” Fissando Talia il primo dei tre. “Secondo voi chi fra noi ha ragione?”

Rimasi per qualche momento in silenzio quando ebbero finito di parlare, riflettendo...
“Oh, beh...” mormorai poi “E’ davvero un quesito curioso... ed io non pretendo, certo, di possedere le chiavi della verità! Ognuna di queste tre arti è nobile ed unica, capace di trasmettere sensazioni e di far vibrare sentimenti...”
Esitai solo un attimo...
“La poesia sa descrivere la bellezza di ogni cosa. E’ come un mezzo magico che riesce a mostrarci anche ciò che non può essere visto... un palpito del cuore, ad esempio... o il colore della felicità... il sapore del dolore o l’odore della paura... tutto ciò è in grado di mostrarci la poesia, ed il poeta è come un mago, un incantatore. Vi sono poi, però, sentimenti che non si riuscirebbero a descrivere con l’aiuto delle parole... sentimenti fuggevoli, stati d’animo... oppure emozioni tanto profonde e potenti che il solo tentare di descriverle a parole sarebbe un oltraggio, una limitazione, un insulto... ed è qui, io credo, che la musica giunge in nostro aiuto: la musica ci fa percepire ciò che non può e non deve essere detto, ci dà la possibilità di vivere un sogno infinito e sublime nel breve spazio di qualche minuto...”
La mia voce si spense ed io per qualche attimo osservai quel buio che mi avvolgeva... e tante cose vidi in quel buio, tanti ricordi ed emozioni...
“Infine...” sussurrai “La pittura! Cos’è la pittura realmente? Che cosa ci mostra? Un uomo che dipinge un albero è un artista? E’ l’albero ad essere arte o è, piuttosto, l’immagine dell’albero a diventarlo?” sospirai “Vedete... io credo che il pittore abbia la facoltà di mostrarci il mondo non tanto com’è, ma come dovrebbe essere... la sua infinita forza è questa, così come la sua più grande debolezza, poiché un occhio attento potrà forse, con non troppa difficoltà, scorgere l’anima stessa del pittore ritratta nel quadro da lui dipinto. Ogni vero artista lascia un po’ di sé in ogni sua opera... ed è per questo che tali opere vivranno, è per questo che chi le osserva potrà trovarle belle o, finanche, potrà scorgere in esse un po’ di sé. La pittura non è dunque soltanto in ciò che vediamo, ma in ciò che percepiamo... è nel cuore, nell’anima, in ogni respiro...”
Tacqui... e per un attimo fu il silenzio.
“Voi chiedete a me quale tra queste arti sia la più grande, miei signori? Ebbene, io non lo so! Tuttavia posso dire che, secondo il mio parere, l’arte più grande è quella nella quale la mano, la mente ed il cuore di un uomo operano in accordo... ed è per questo motivo che io scelgo la pittura!”

Parsifal25
31-05-2012, 01.46.48
Era giusto porre domande, una volta usciti di qui......ora avevamo altro da fare.

Ripensando all'osservazione del Maestro Redentos, rifletteì sul dirsi:

"Allora....si trasforma solo e sempre in acqua.....sembra un'enigma dalla risposta facile, ma le soluzioni posso essere tante......potrebbe essere il vapore?" dissi."Che ne pensate, Maestro?"

Guisgard
31-05-2012, 01.53.10
Il monaco fissò Elisabeth senza però tradire, almeno apparentemente, alcuna emozione.
“Voi parlate di Tylesia” disse “e del suo inestimabile Tesoro senza però conoscere nulla di tutto ciò. Quella città è ormai condannata e non saranno certo poche anime ad incontrare la rovina, con o senza il vostro intervento.”
“Come fate a conoscere così bene fatti e questioni che riguardano Tylesia?” Domandò Reas.
Il monaco lo fissò ed accennò un enigmatico sorriso.
“Rispondetemi” urlò il capitano “o vuol dire che avete mentito!”
“Ho forse detto qualche cosa di sbagliato?” Guardandolo il monaco. “Ho forse mentito? Non è celato qualcosa a Tylesia di inestimabile valore?”
“Forse...” rispose Reas “... ma di certo voi non potete sapere di cosa si tratta. Neanche io ho mai veduto quel Tesoro di cui parlate. Figuriamoci voi che neanche vivete a Tylesia.”
“Tylesia è condannata.”
“Silenzio!” Lo zittì Reas. “Tylesia non cadrà! La difenderemo a costo della vita! Quei demoni non vinceranno!”
“Guai a coloro” recitò il monaco “che hanno goduto della Luce e tuttavia sono rimasti nelle tenebre. Guai a loro, poiché la loro follia sarà causa di gravi sofferenze.” Fissò poi Elisabeth. “Tylesia è condannata, milady. E con essa gran parte delle anime che vivono laggiù. Ma quelle due anime di cui parlavate... no, loro forse non sono ancora condannate. Lottate dunque per la vostra anima e per quella del vostro amico. Vi darò i cigni, ma solo in cambio del Tesoro che è custodito nel giardino di quella città. Se non volete accettare, allora vi chiedo di lasciare questo posto e non ritornare mai più.”

Guisgard
31-05-2012, 01.58.29
A quelle parole di Cavaliere25, Tieste e Polidor si guardarono e cominciarono ad esprimere i loro desideri.
“Voglio tante donne!” Disse Tieste.
“Ed io tanto denaro!” Fece Polidor.
Un attimo dopo comparvero cinquanta odalische e ben tre carri pieni zeppi di monete d'oro.
“Incredibile!” Esclamò Tieste.
“Sono ricco!” Urlò Polidor.
“Avanti, un ultimo desiderio ed il mio debito sarà saldato!” Disse l'essere liberato dal pozzo.
“Complimenti!” Esclamò Alberico, fissando Cavaliere25 e i suoi due compagni. “Ora voglio vedere come riuscirete a mettervi in salvo, portandovi dietro questi tre carri stracolmi di monete e queste cinquanta odalische che non smettono un attimo di stramazzare come tante oche!”

Guisgard
31-05-2012, 02.04.27
A quella magia di Daniel, il cavallo cominciò a nitrire forte e poi a scalciare.
Alla fine riuscì ad uscire da quel vortice d'acqua e a galoppare via.
“Non è dell'acqua che ha paura quel cavallo.” Disse Giada. “Ma della sua immagine riflessa in essa. Per questo cammina all'indietro quando va a bere. Proprio per non vedersi riflesso. Ora devi trovare il modo di farlo specchiare. Solo così si ammansirà. Guarda, si è fermato sotto quella quercia. Trova il modo per farlo specchiare, Daniel.”

Guisgard
31-05-2012, 02.12.42
Redentos, allora, fissò la belva.
“Demone, ascolta.” Disse. “Può essere Vapore la risposta giusta?”
La belva rise in modo grottesco.
“Avete sbagliato.” Gridò. “Era la seconda possibilità. Ora morirete!”
“Aspetta!” Urlò Redentos. “Abbiamo diritto ad un'altra possibilità, visto che siamo in tre! E tocca a me rispondere adesso...”
”Ti ascolto, cavaliere.” Fissandolo la belva.
“In nome di Dio, la risposta è” disse Redentos “Neve.”
A quella parola di Redentos, la belva lanciò un grido disperato che si mutò in un infinito stridore di denti, in un insopportabile pianto di dolore e in uno straziante lamento senza fine.
Le fiamme avvolsero allora quel mostro ed esso si lanciò a terra, per poi sprofondare in un abisso senza fine.
Un attimo dopo il labirinto cominciò a tremare.
Ma fu solo per pochi istanti.
“E' finito!” Gridò Redentos. “E' finito! Non trema più!” Si inginocchiò. “Parsifal, Lilith... abbiamo vinto... abbiamo vinto l'Avvilente Costumanza... Dio sia lodato.”

Parsifal25
31-05-2012, 02.20.29
Finalmente......la prova era stata superata......è stata la più complicata che abbia mai affrontato, mi grattaì la testa e dissi:

"Non ne voglio più sapere di indovinelli.......non sono il mio forte, assolutamente no." Fissaì il Maestro e con riverenza dissi: "La ringrazio dal profondo del cuore.....senza di lei....non saremo riusciti....." mi volsi, verso Lilith e la carezzaì sui capelli: "ci siamo riusciti" e sorrisi.

Dopo i convenevoli, era ora di fuggire.....stava crollando tutto......dovevamo fare in fretta Tylesia chiamava. Presi Lilith e la portaì con me......percorsi nuovamente il sentiero anche se il mio pensiero voleva alle buone anime che avevo incontrato:

"Spero che il becchino ed il vecchio mercante riescano a fuggire....."

Guisgard
31-05-2012, 03.05.45
A quelle parole di Talia seguirono poi alcuni attimi di silenzio.
I tre uomini si scambiarono rapide occhiate ed annuirono.
“Tutte le grandi verità” disse il primo fra loro “che agli uomini sono celate dai loro stessi limiti, ci appaiono frastagliate in infinite risposte. E ciascuna risposta si manifesta all'animo umano come credibile ed ammissibile. E forse è davvero così, visto che la più alta forma di conoscenza è sempre inaccessibile alla debole e limitata natura terrena. Noi non possiamo giudicare ciò che voi avete detto, ma possiamo riconoscerne il valore. E solo ciò che è schietto, sincero, puro e vero possiede valore. Voi ci avete aperto il vostro animo, milady, parlandoci di voi e della vostra preferenza. E' vero. La pittura richiede l'intimo legame tra la mano, quindi il corpo, la mente, ossia la Ragione e il cuore, che rappresenta le passioni e i sentimenti dell'uomo. L'armonia dell'intero essere nella sua completezza e funzionalità. Tentare di riprodurre la natura, la Terra ed il Creato stesso è la metafora più alta e potente che rappresenta e racchiude il bisogno che ha l'uomo di imitare e tendere dunque al suo Creatore. Dio impose nelle mani dell'uomo l'intero dominio su tutte le cose. Tutto fu Creato per l'uomo e solo attraverso i suoi occhi ogni cosa si legittima. Fu l'uomo a dare un nome a tutte le cose ed esse rivivono nelle rappresentazioni che lui stesso sa dare di esse.” Sorrise ed annuì.
“Milady, vi ringrazio per aver scelto l'arte da me elogiata.” Fece l'uomo che aveva lodato la pittura. “E sta dunque a me indicare a voi e a vostro marito il cammino. Proseguite verso Nord-Est, fino a raggiungere i monti che vi appariranno innanzi. Giungerete in una città racchiusa tra due monti, arroccata attorno ad un superbo castello.” Fissò Talia e sorrise. “Milady, avete scelto la pittura e sarà questa nobile ed antica arte che segnerà la prossima meta che voi e vostro marito raggiungerete. Che Dio guidi il vostro cammino e vi conceda Gioia e felicità.”
I tre uomini chiamarono allora il locandiere e pagarono per il cibo e l'alloggio.
Poi uscirono dalla locanda e lasciarono quel luogo.
“Che tipi misteriosi.” Disse Guisgard. “Sembra quasi che conoscessero il nostro cammino precedente... mah... e sia, sarà meglio mangiare ora. Appena finito ci rimetteremo in viaggio.” E presa la focaccia, la divise in due poi con Talia, insieme ad un po' di formaggio e alla carne.

Altea
31-05-2012, 12.45.30
Rimasi in silenzio, vidi degli uomini attorno al fuoco e sentii il loro discorso. Non riuscivo a capire, parlavano di Tylesia e di fanciulle morte inutilmente.. erano nemici o amici di Tylesia ?
Mi auguravo non mi scorgessero, era meglio non farsi notare soprattutto non conoscendo le loro intenzioni, quando sentii uno di loro chiedere se dovessero cercare un'altra ragazza..speciale e fuori dal comune.
Cercavo di capire a cosa si riferissero, mai a Tylesia si erano sacrificate ragazze da quel che ricordavo..il cuore iniziò a battere forte, non potevo allontanarmi, forse il fruscio della sterpaglia li avrebbero messi in allarme e si sarebbero accorti della mia presenza, rimasi immobile nella speranza se ne andassero, o si fossero addormentati per poi scappare.

Daniel
31-05-2012, 15.33.26
Aveva paura della sua immagine? Bene.. Cosa avrei potuto fare? Si trovava soto una quercia.. Si! sapevo cosa fare.. Fissai Giada e le dissi:
"Speriamo che questa funzioni.."
Schioccai le dita e tutti gli alberi divennero specchi.. Cossichè il cavallo era circondato dalla sua immagine.. Cosa avrebbe fatto ora? Mi avvicinai e tesi la mano attendendolo..

Guisgard
31-05-2012, 17.11.55
Quegli uomini erano raccolti attorno al fuoco, mentre Altea, ben nascosta tra la vegetazione, cercava di capire chi fossero.
“Signore...” disse uno di quegli uomini al suo capo “... ritorniamo a casa dunque?”
Il capo, un giovane uomo dall'aspetto cortese e l'aria malinconica, restò a fissare il Sole battere sulla selva.
“E dovremo allora riferire al nostro padrone di aver fallito...” mormorò dopo qualche istante “... riportargli il nostro ennesimo fallimento... e neanche stavolta essere stati capaci di salvare Tylesia...”

Talia
31-05-2012, 17.21.30
Sorrisi appena a quelle parole di Guisgard, ma non dissi niente... aveva ragione, dopotutto... anche a me quei tre individui, con la loro bizzarra domanda, erano sembrati davvero insoliti.
“Chissà dove ci condurranno queste indicazioni, ora...” mormorai, mentre Guisgard mi porgeva il pane e la carne “Una città tra i monti, ha detto... circondata da due cime ed arroccata intorno ad un castello...” tacqui solo in istante, poi sorrisi appena e sfiorai la sua mano “Sembra uno di quei posti incantati di cui amavi raccontare da ragazzo, ricordi? Me ne parlavi per ore e poi promettevi sempre di portarmici un giorno...”
Ed un leggero sospiro mi sfuggì dalle labbra a quel ricordo.

Altea
31-05-2012, 17.28.45
Scrutavo quegli uomini, non capivo se erano soldati, cavalieri o nobili..quando uno di loro si rivolse a un giovane uomo dal portamento fiero e nobile e sentii quelle parole "riportargli il nostro ennesimo fallimento... e neanche stavolta essere stati capaci di salvare Tylesia...” .
Dunque il loro intento era quello di salvare Tylesia? D'impeto, senza pensarci due volte, mi alzai e mi avvicinai a quegli uomini anche se la mia anima era piena di apprensione, non avevo coraggio di proferire parola.

Guisgard
31-05-2012, 17.53.54
Guisgard sorrise a quelle parole di Talia.
“Una città tra due monti...” disse mentre spalmava della confettura sulla focaccia “... dunque protetta dalla natura... e arroccata attorno ad un castello, magari con qualche leggenda!” Rise. “Non vedo l'ora di arrivarci! Sono certo che ci riserverà qualcosa di speciale!” E diede la focaccia con la confettura alla ragazza. “E mangia tutto, perchè ci attende una bella corsa tra queste foreste!” Fingendo severità.

“Sapete, milady...” sussurrò Andros “... c'è una leggenda a Capomazda... in verità molte leggende, perchè sembra che questa vostra terra, Sygma, non faccia altro che ispirare bardi e poeti delle mie contrade...”
“E di cosa parla questa leggenda?” Domandò Chymela.
“Di quello che stiamo mangiando...” sorridendo Andros.
“Del pane?” Fissandolo Chymela.
“Si...” annuì il taddeide “... del pane e del sale... un'unione simbolica...”
“A Sygma” disse lei “il pane non ha il sale...”
“Lo so...” sorridendo lui.
Lei lo fissò e sorrise anch'ella.
“Parlatemi della vostra terra...” sussurrò poi “... di un luogo speciale, magico...”
“Allora vi parlerò di una città...” disse lui “... una città speciale... racchiusa tra due alti monti ed arroccata attorno ad un maestoso castello...”
“Che città è?” Chiese lei. “Perchè è speciale?”
“Perchè in quel castello” fissandola lui “accade qualcosa...”
“Cosa?”
Lui allora le si avvicinò, per poi sussurrarle qualcosa all'orecchio.
“E'... meraviglioso...” raggiante lei “... vorrei tanto vedere quel castello...”

Guisgard fece un cenno al locandiere e questi si avvicinò al loro tavolo.
“Noi partiamo.” Fissandolo il cavaliere. “Fate preparare i nostri cavalli.”
“Si, messere.” E si allontanò.
“Appena vorrai” disse Guisgard a Talia “ripartiremo.”
“Messere...” avvicinandosi all'improvviso un uomo “... perdonate se vi disturbo...”
“Abbiamo fretta.”
“Solo pochi minuti.” Ridendo lui. “Mi chiamo Umans... per servirvi!”
“Come sarebbe?”
“Cerco un impiego” rispose quello “e vi sto offrendo i miei servigi! Costo poco!” E Rise.
“A noi non occorre nulla!” Fece Guisgard. “Ora andate, abbiamo fretta!”
E l'uomo, con fare sospetto, si allontanò.

Guisgard
31-05-2012, 18.14.35
Appena Altea si mostrò a quegli uomini, tutti loro si alzarono in piedi.
Estrassero le armi e le puntarono subito contro la ragazza.
“Signore!” Disse uno di loro al suo capo. “Non fidiamoci! Potrebbe essere un incantesimo dei nostri nemici! Forse la manda La Lacrima di Cristo!”
“Forse è lo spettro di una delle tante ragazze sacrificate a quei demoni!” Gridò un altro.
“Fermi!” Ordinò il loro capo. “Mettete giù le armi! Ho visto negli occhi di tante ragazze... e ricordo lo sguardo di ognuna di loro... ogni notte mi perseguitano... no, questa ragazza è come loro... nei suoi occhi è racchiusa la scintilla della vita...”
E tutti rimisero a posto le armi.

Altea
31-05-2012, 18.28.24
Gli uomini estrassero le armi contro di me, e mi allontanai leggermente pronta a scappare, li sentii nominare La Lacrima di Cristo...allora i nemici di Tylesia esistevano davvero? Ma che relazione avevano questi uomini con Tylesia?
Sospirai, ero pronta al peggio ma il loro capo mi graziò, fissandomi in volto.
"Scusate" balbettai "non intendevo disturbarvi, e milord vi ringrazio per avermi risparmiato la vita, io ero nascosta tra la sterpaglia e ho ascoltato i vostri discorsi ma per onestà..perchè sto cercando di tornare a Tylesia, io e un cavaliere ci allontanammo dalla città e dal palazzo reale proprio per cercare i nemici di cui stavate parlando...la Lacrima di Cristo. Voi potreste, gentilmente, riaccompagnarmi a Tylesia, devo tornare al palazzo reale. Ma voi...chi siete?".

Lilith
31-05-2012, 21.26.52
L'enigma era risolto, eravamo finalmente salvi. Un peso mi si tolse dal cuore ed una meravigliosa sensazione di sollievo mi face sentire libera. Subito, però, ricordai ciò che mi disse la voce quando entrai in quel labirinto: anche uscirne sarebbe stato un problema.
Le pareti iniziarono a tremare. "Scappiamo!" gridai io, mentre correvamo verso l'uscita, seguendo i segni che Parsifal aveva scritto sulle pareti.
Quando il cavaliere mi ricordò della presenza di altri uomini nel labirinto, io mi fermai di colpo.
"Non possiamo lasciarli morire qua" dissi io, guardando i due cavalieri "proviamo almeno a cercarli per poterli avvertire"

Talia
31-05-2012, 23.16.49
Quella nuova visione mi colse all’improvviso, tanto rapida che Guisgard non se ne accorse neanche. Battei le palpebre un paio di volte, quindi, ed inspirai profondamente... di nuovo Andros e Chymela... e, a giudicare dalle sue parole, parlavano proprio del luogo in cui eravamo diretti...
E così quelle visioni ci seguivano... o forse, pensai, ci stavano addirittura precedendo sul cammino... ma dove portava quel cammino? Cosa ci avrebbe riservato?
“Oh, ma io sono pronta!” risposi così alle parole di Guisgard “Possiamo partire anche subito, se vuoi... e... e sono assolutamente d’accordo con te...” soggiunsi più piano, alzandomi “Credo che potrebbe proprio riservarci delle sorprese, quel luogo!”
Era curioso: uno strano presentimento mi pervadeva adesso... un presentimento che, tuttavia, non sapevo se fosse scaturito dalle parole di quei tre uomini misteriosi o dalla visione...

“Messere...” avvicinandosi all'improvviso un uomo “... perdonate se vi disturbo...”
“Abbiamo fretta.”
“Solo pochi minuti.” Ridendo lui. “Mi chiamo Umans... per servirvi!”
“Come sarebbe?”
“Cerco un impiego” rispose quello “e vi sto offrendo i miei servigi! Costo poco!” E Rise.
“A noi non occorre nulla!” Fece Guisgard. “Ora andate, abbiamo fretta!”
E l'uomo, con fare sospetto, si allontanò.

Quella voce, all’improvviso, si frappose tra noi.
Non potevo vedere il nuovo arrivato, ma ne ascoltai i movimenti... erano rapidi e piccoli, concitati, ma in qualche modo misurati... questo mi sorprese...
Mi chinai verso Guisgard, dunque...
“Cerca un impiego... e lo cerca in una taverna e tra i viaggiatori in partenza?” sussurrai pianissimo al suo orecchio “Questo è, quantomeno, strano! Non trovi? Verrebbe quasi da chiedersi che genere di servigi offra...”

Parsifal25
01-06-2012, 01.53.58
Tremava tutto......il mio pensiero era rivolto ai nuovi amici che avevo incontrato in questa bolgia infernale, pregavo Iddio che li aiutasse.

Nel correre, notaì che Lilith aveva assunto una nuova espressione.....capì che li voleva salvare.

"Lilith.....non preoccuparti, fidati di loro......sicuramente conosceranno vie a noi sconosciute per potersi salvare. Crediamo in loro."

Anche io......li avreì voluti aiutare ma in gioco vi era un "piatto" molto più grosso....

Salvare Tylesia.

Guisgard
01-06-2012, 02.15.53
Quegli uomini restarono a lungo a fissare Altea, dopo che questa aveva parlato loro.
“Noi...” disse il loro capo avanzando verso di lei “... noi siamo dei semplici mercanti, milady... conoscete dunque la città di Tylesia? Ed anche i suoi terribili nemici?” La fissò con ancora più attenzione. “Siete molto bella, milady... posso conoscere il vostro nome?"
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Guisgard
01-06-2012, 02.21.02
Con quell'incantesimo, Daniel aveva mutato gli alberi in specchi.
Il cavallo, allora, vide la sua immagine riflessa infinite volte.
Cominciò a nitrire e a scalciare con vigore, poi, vinto dallo spavento, si accasciò al suolo.
“Ora, Daniel.” Disse Giada. “Monta in groppa al cavallo e domalo. Ma ricorda che hai usato ben due incantesimi e dunque le tue forze sono al minimo. Attento a non sprecarle.”

Guisgard
01-06-2012, 02.28.32
“Lasciamo subito questo luogo!” Disse Redentos a Parsifal e a Lilith. “Io per trovarvi ho seguito i segni che avete lasciato sulle pietre del labirinto. Faremo lo stesso per uscire, ripercorrendo il cammino a ritroso. Andiamo, presto!”
E fece segno ai due ragazzi di seguirlo.
Nel percorrere la strada verso l'uscita, i tre non videro più nessuno nel labirinto.
Raggiunta la porta di quel luogo, si ritrovarono di nuovo nel castello di Orco il Rosso.
Ma ora il maniero appariva diverso.
Un profondo silenzio dominava in esso e sembrava essere divenuto deserto.
“Ma dove sono finiti tutti gli altri?” Guardandosi intorno Redentos. “Sembra che nessuno più dimori in questo castello.”
Il cavaliere corse allora a suonare la campana della cappella, ma nessuno rispose a quella chiamata.
“Credo sia meglio andare...” disse il cavaliere ai due ragazzi “... l'Avvilente Costumanza è stata vinta e noi non abbiamo altro da fare qui...”

Guisgard
01-06-2012, 03.32.51
“Già...” disse Guisgard a Talia, fissando però la porta della locanda, da dove il curioso uomo era appena uscito “... solitamente i servigi si offrono presso una giostra a qualche cavaliere, o in qualche accampamento militare a soldati di ventura e avventurieri...” il suo sguardo era sospettoso, ma anche attento a non far conoscere quella sua inquietudine a Talia “... si, hai ragione...” cambiando discorso “... sarà meglio partire subito...”
“Signore.” Avvicinandosi una giovane zingara. “L'aria è umida la sera, perchè non prendete uno di questi scialli per la vostra bella dama? Li ha fatti a mano mia nonna. Sono comodi e caldi. Posso vendervelo per un quarto di Taddeo. Vi prego.”
Guisgard portò una mano in tasca e controllò il denaro che avevano.
“Tre Taddei e mezzo...” contandoli a bassa voce.
Si accorse allora che fra i loro problemi vi era anche il denaro.
“Un quarto di Taddeo?” Ripeté fissando la zingara.
“Si, ma vi farà comodo.” Disse questa. “Vostra moglie potrà ripararsi dal vento e dall'umidità della sera.”
“E sia...” dando il denaro alla zingara e scegliendo lo scialle più bello.
Lo mise poi sulle spalle di Talia e le sorrise.
“Ora ti scambieranno di nuovo per una Granduchessa.” Le sussurrò ad un orecchio.
Il locandiere tornò e li avvertì che i cavalli erano pronti.
Guisgard e Talia, allora, saliti in sella a Peogora e a Luthien, lasciarono quel luogo e si diressero verso Nord-Est.
Ma un attimo dopo, lo strano individuo che si era avvicinato al loro tavolo, ritornò nella locanda.
“Eh, già, già, già...” appoggiandosi al bancone “... come cambiano le cose... ora cominciano a passare da qui clienti importanti...”
“Cosa volete dire?” Domandò il locandiere.
“Un arrivo gradito, no?” Fissando il locandiere. “Un nobile cavaliere e la sua bella dama. Sembra l'inizio di uno di quei romanzi che vengono letti nei grandi castelli aristocratici. Lui, tenebroso e romantico e lei, bellissima ma cieca... soli, diretti chissà dove, attraverso queste lande misteriose e impenetrabili... l'ideale davvero per scriverci una storia di avventure cavalleresche, non trovate?”
“Bah, avete la testa piena di fantasie.”
“Bhu!” Con una smorfia lo strano tipo. “Cosa ne sapete voi di queste cose. Sempre rinchiuso qui dentro, a far da mangiare a mercanti e pellegrini. Quando mai avete visto cavalieri e dame, voi.”
“Dite il vero.” Fece il locandiere. “E questa è appunto una locanda. Si mangia, si beve e volendo si dorme. Altrimenti è inutile venirci. Allora, cosa vi servo?”
“Si, un bicchiere di vino buono.” Rispose l'uomo. “Così mi scioglie la favella e mi fa vivace l'umore.”
“A me sembra che parliate allegramente già abbastanza.” Riempendogli un bicchiere di vino il locandiere.
“Ho visto che prendevano la strada verso Nord-Est uscendo da qui...” bevendo l'uomo “... chissà... chissà...”
“Chissà cosa?” Fissandolo il locandiere.
“Chissà...” mormorò l'uomo “... chissà che madonna Fortuna non si sia decisa a voltarsi verso di me... e magari anche a sorridermi...”
Nel frattempo, lungo la strada, Guisgard e Talia galoppavano con andatura regolare.
“Non vedo l'ora di arrivare in quella città.” Disse il cavaliere. “E di vedere poi il castello di cui parlava quell'uomo.”
Ad un tratto, sulla strada, videro un uomo accanto ad un carretto.
Su di esso c'erano diversi cesti di ciliegie.
“Salute, buon uomo!” Salutandolo Guisgard. “Potreste indicarci dove conduce questa strada?”
“Continuando in questa direzione” spiegò l'uomo delle ciliegie “vi ritroverete alle pendici dei monti Dell'Arce e Della Gioia.”
“Due monti...” mormorò Guisgard “... e vi è una città presso quei due monti?”
“Certo.” Rispose l'uomo. “Tra quei monti si trova la città ducale di Faycus.”

Parsifal25
01-06-2012, 11.26.49
I segni lasciati sul muro rimasero intatti......ancora non mi spiegavo come fosse riuscito a dedurre il significato. Raggiungemmo l'uscita è tutto era diventato "silenzio".

Nessun fiotto d'aria si udiva. Provammo a controllare nella cappella ma non abbiamo ricevuto risposta. Sir Orco, Lady Arya, sua madre.....non vi era nessuno.

L'unica risposta, poteva essere solo una: il castello era sotto l'incantamento della bestia, probabilmente tutti i suoi abitanti erano o rappresentavano le diverse faccie dei cattivi presagi e sentimenti; forse fantasmi che adesso erano stati finalmente redenti......

Comunque sia....credo che abbiamo fatto la nostra parte. Chissà, quali pensieri traversarono Lilith dopo tutto quello che abbiamo passato:

"Lilith, come stai? Immagino che non avevi mai vissuto un evento così eccezionale nel tuo percorso......" le dissi ridendo.

cavaliere25
01-06-2012, 11.38.32
risi di gusto guardando il falco e dissi io non ho problemi al massimo li lasciamo qui loro e io e te proseguiremo il viaggio e guardai i due amici che festeggiavano

Talia
01-06-2012, 16.58.25
“Salute, buon uomo!” Salutandolo Guisgard. “Potreste indicarci dove conduce questa strada?”
“Continuando in questa direzione” spiegò l'uomo delle ciliegie “vi ritroverete alle pendici dei monti Dell'Arce e Della Gioia.”
“Due monti...” mormorò Guisgard “... e vi è una città presso quei due monti?”
“Certo.” Rispose l'uomo. “Tra quei monti si trova la città ducale di Faycus.”
“Faycus...” mormorai alle parole dell’uomo che Guisgard aveva appena interrogato “Ecco, dunque, il nome di quel luogo...”
Per qualche attimo ancora rimasi in silenzio...
“E diteci...” chiesi poi, con voce non molto alta ma gentile “Quanto è distante la città di cui parlate? Credete che riusciremo a raggiungerla prima che si faccia sera?”

Guisgard
01-06-2012, 17.52.18
L'uomo delle ciliegie fissò Talia e poi guardò la strada.
“Non è vicina” disse “ma cavalcando con una buona andatura arriverete giusto per la sera. Sono luoghi isolati ed è meglio muoversi con la luce del giorno.”
“Capisco...” mormorò Guisgard “... allora meglio rimetterci subito in cammino... grazie, messere!”
“Che Dio vi assista” fece l'uomo “e vi risparmi, ragazzi.”
“Signore...” disse Guisgard “... sono davvero belle queste vostre ciliegie...”
“Si, sono una delizia.” Sorridendo l'uomo “... sono scure e dunque mature e dolcissime. Sono sode e dense, una prelibatezza per il palato.”
“Alla mia dama” fece Guisgard “piacciono molto... ne vorrei un cestino...”
L'uomo annuì e prese il cestino con quelle più scure e grandi, porgendolo poi a Talia.
“Quanto vi devo?”
“Nulla.” Rispose l'uomo.
“No, non posso accettare.” Disse Guisgard. “Sono frutto del vostro lavoro e...”
“Cavaliere.” Fece l'uomo. “Io coltivo queste ciliegie da sempre. E ad esse è legato un mio voto fatto. La Granduchessa adora le ciliegie e quando arriva Maggio i contadini di tutto il ducato si recano nella capitale o in uno dei tanti castelli che formano la corte itinerante dei nobili Taddei, per portare alla nostra padrona tali frutti. E fra tutte, le mie ciliegie furono gradite alla Granduchessa. Da quel momento ogni anno io porto ai miei signori le ciliegie ed essi mi ricompensano con la loro gratitudine. E per questo ho fatto quel voto... per ringraziare la mia buona sorte, io non venderò mai ad una ragazza questi frutti, per omaggiare, così, la mia Granduchessa. Ora però devo andare. Vi auguro il meglio, miei signori.” E andò via, svanendo nella boscaglia.
“Che bel pensiero, vero?” Sorridendo Guisgard a Talia. “Ora però, meglio rimettersi in viaggio. Dopo le parole di quell'uomo, preferisco non viaggiare dopo che avrà fatto buio.”
E si rimisero in viaggio.
Dopo un po' giunsero davanti ad una piccola cappellina, nella quale c'era una statua del Cristo Redentore.
Accanto vi era un cartello che indicava la direzione per Faycus.
“Siamo sulla buona strada.” Disse Guisgard per poi segnarsi davanti alla statua.
Spronarono i cavalli e seguiti dal fedele Sheylon seguirono quel cartello.
Attraversarono allora una verde campagna, fino a scorgere due alte cime in lontananza.
E proseguendo, ad un tratto, dopo che la strada mutò in pendio, si ritrovarono davanti ad una grotta.
“Quanto mancherà ancora?” Mormorò Guisgard.
Ma proprio in quel momento, i due sentirono un vocio provenire dalla grotta.