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Guisgard
09-01-2012, 03.54.10
Prologo

Anno del Signore 1347, Afragallia Nord Orientale.
Alte e spesse nuvole, come possedute da intense ed irrefrenabili inquietudini, si contorcevano ed avvolgevano le une sulle altre, squarciate da apocalittici bagliori e scosse da boati lontani.
Ovunque, come imprigionato dalle alte e invalicabili montagne, simili a sconsacrate cattedrali di pietra, correva il funereo e lamentevole sibilo del vento, che sembrava urlare in ogni dove angosce, tormenti e maledizioni fuoriuscite direttamente dall’Oltretomba.
Come se da quel tormentato Cielo stessero per discendere Angeli vendicatori, pronti ad infliggere il Giudizio Divino sulla Terra e sui suoi abitanti.
Il cavallo avanzava in quello scenario ormai in balia del freddo e delle tenebre, ora che anche le ultime luci del giorno si accingevano a svanire nel crepuscolo morente.
Il monastero sorgeva, muto e austero, su una sorta di spuntone roccioso avvolto da sterpi e rovi.
Giunto alle sue porte, il cavaliere vi trovò due monaci ad attenderlo.
Consegnò il suo cavallo a uno dei due e seguì l’altro all’interno del chiostro.
“E’ oggi il giorno?” Domandò il cavaliere, mentre si strofinava le mani rese quasi insensibili dal freddo.
“Si, accade il primo Venerdì di ogni mese.” Annuì il monaco.
“Come si manifestano le crisi?”
“Non le chiamerei crisi, milord…” rispose il chierico “… è come se sognasse. Ma Nostro Signore vi perdonerà, non essendo voi un religioso e dunque estraneo alla consapevolezza della Grazia Divina.”
“Sono tre lunghi anni che attendo un segno da Dio…” fissandolo il cavaliere “… e gli anni sono fatti di mesi… i mesi di settimane… e le settimane di giorni… e a ogni giorno succede una notte… e le notti racchiudono sogni… e i miei ormai sono più simili a incubi… e svegliandomi la realtà è ben peggiore…”
Risalirono una consumata scalinata di pietra e si ritrovarono in un lungo e semibuio corridoio.
Raggiunsero allora una celletta e vi entrarono.
Qui, poche candele, a fatica, tentavano di squarciare la silenziosa penombra.
Su un lettino, accanto al quale stavano due monaci, era steso un bambino.
Aveva gli occhi chiusi ed un’espressione di indecifrabile serenità.
Diceva qualcosa e uno dei due monaci riportava le parole del piccolo su una pergamena.
La voce del bambino sembrava mutare di tono e intensità di continuo.
Il monaco e il cavaliere si avvicinarono a quel giaciglio.
“Cosa sta dicendo?” Domandò il cavaliere.
“Parla di ciò che vede.” Rispose il monaco.
“E cosa vede?”
“E’ un mistero.” Accennando un sorriso il chierico. “Non credo vi sia nulla di simile a questo mondo.”
“E’ possibile rivolgergli parola?”
“Non abbiamo mai tentato…” fissandolo il religioso “… non sappiamo come potrebbe reagire…”
“Potrebbe destarsi di colpo e restare folle.” Intervenne uno dei due monaci al capezzale del bambino. “Non possiamo spezzare la sua estasi.”
“Se è al cospetto di Dio” replicò il cavaliere “allora l’Onnipotente lo proteggerà.” Fissò il bambino. “Qual è il suo nome?”
“Ilderico.” Rispose il monaco che lo aveva condotto in quella cella.
“Ilderico, puoi sentirmi?” Fece il cavaliere rivolgendosi al bambino. “Sono Redentos de’ Punici, capitano della guardia del Re… puoi dirmi dove si trova mia moglie? Ella ha nome Calunda…”
Per diversi istanti il piccolo Ilderico sembrò come non udire le parole del cavaliere, poi, d’un tratto, fece un impercettibile cenno con la mano, come a voler farsi seguire.
“E’…” sussurrò “… è nel verziere… ma non possiamo avvicinarci…”
“Il verziere?” Ripeté turbato Redentos. “Quale verziere? E perché non possiamo avvicinarci?”
“Loro…” con un fil di voce Ilderico “… loro non vogliono… non fanno avvicinare nessuno… altrimenti andranno in collera…”
“Loro?” Fece Redentos. “Di chi parli? Non aver paura, ci sono io con te!”
“Non vogliono che qualcuno si avvicini…” cominciando a tremare Ilderico “… neanche il mio Angelo vuole proseguire… non è più bianco… ma rosso… è in collera…”
“Dimmi dove si trova questo giardino, Ilderico!” Agitato il cavaliere. “Ti prego, in nome del Cielo… dimmelo!”
“E’…” sospirò il piccolo veggente “… è… a Tylesia…”
In quel momento un boato fece tremare il Cielo e tutto ciò che si trovava sotto di esso.
Ilderico allora riprese i sensi e, come ogni volta, al suo risveglio non rammentò più nulla delle sue mistiche visioni.
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Tylesia e il perduto Fiore dell'Intelletto

I Quadro: Il Carrozzone delle Meraviglie di Goz

Anno del Signore 1349.
Camelot quella mattina era particolarmente vivace.
Le porte erano state aperte per la fiera d’inizio anno e non solo mercanti e artigiani erano giunti nel reame.
La gente per le strade sembrava tutta presa da un bizzarro avvenimento.
Attraverso uno dei corsi d’acqua che scorrevano in città, era arrivata una curiosa e caratteristica imbarcazione.
Tutti ne parlavano e da ogni parte del reame, grandi e piccini, accorrevano per vederla.
Ad un tratto un ragazzo di corporatura esile ed un altro dall’aspetto bonario e rassicurante raggiunsero la piazza davanti alla cattedrale.
“Popolo di Camelot!” Cominciò a dire il secondo. “Oggi vi viene fatto un grande regalo! Molti reami e contrade vorrebbero trovarsi al posto della vostra ridente città! Infatti, proprio in questo giorno di Gennaio, a Camelot è sbarcato il famoso Carrozzone delle Meraviglie di Goz! L’unico mezzo capace di condurvi dove solo i vostri più grandi desideri hanno accesso! Solo il favoloso Goz può abbattere l’orizzonte sconfinato che racchiude i mari, scalare i pilastri che sorreggono il Cielo o raggiungere il punto in cui il giorno e la notte arrivano a toccarsi!”
Intanto, mentre il ragazzo parlava, la piazza si era affollata all’inverosimile e tutti ascoltavano come rapiti.
“Ebbene, signori e signore di Camelot…” continuò il ragazzo “… il meraviglioso Carrozzone delle Meraviglie di Goz intraprenderà un viaggio verso una meta lontana e sconosciuta…” fissò quell’uditorio che sembrava totalmente alla sua mercè “… navigheremo sul fiume Calars, il fiume dalle acque perennemente calde, fino a risalire il suo corso sconosciuto… alla ricerca delle sue leggendarie sorgenti!”
Sospiri e gemiti allora salirono dalla piazza.
“Proprio così!” Aggiunse l’abile venditore di sogni. “Da sempre mercanti, avventurieri e missionari hanno cercato di raggiungere quelle favolose sorgenti, dove cantori, poeti e mistici visionari immaginano la presenza di mitici e splendidi reami! Cosa c’è davvero dove nascono le calde acque del Calars? E perché esse sono incessantemente attraversate da un caldo alito? Beh, amici ed amiche, Goz vi condurrà proprie in quelle terre da sogno, per scoprire cosa davvero dimora in quei luoghi ancora ignoti alla conoscenza degli uomini!”
“Quando partirà il Carrozzone delle Meraviglie?” Domandò qualcuno dalla piazza.
“E quanto denaro occorre per questo viaggio?” Chiese un’altra voce.
“Il biglietto” prendendo la parola l’altro ragazzo “costa un Taddeo! Una cifra che forse, a qualcuno di voi, sembrerà troppo grande, ma che in realtà è ben misera cosa se paragonata alle meraviglie che Goz vi donerà! Avanti, cittadini di Camelot! Quest’occasione non si ripresenterà più! Goz non torna mai due volte nello stesso luogo! Vi attendiamo tutti presso il Canale di Levante, dove è ormeggiato l’inimmaginabile Carrozzone delle Meraviglie di Goz!”
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Altea
09-01-2012, 10.47.40
Come ogni giorno mi alzai di buon mattino per sbrigare le faccende impartitemi dalla mia matrigna, una donna cattiva e maleducata..come nei peggiori racconti finora letti. Che dura la miseria ma dovevo fare tutto in fretta. Sapevo che a casa, nascosti nella mia camera mi aspettavano i miei libri e dovevo sbrigarmi. Il mio maestro, un nobile conoscente molte arti, mi aspettava per impartirmi segretamente le sue lezioni senza chiedermi nulla in cambio. Gli ero grata, sapeva quanto fosse ardente la mia sete di conoscenza e speravo mi aiutasse ad uscire da quella casa e poter diventare qualcuno di importante, anche se a noi donne era solo destinato sposarci ed avere una prole.
Notai un certo fermento nella piazza di Camelot, un ragazzino mi diede uno strattone preso da entusiasmo ascoltando le voci di alcuni forestieri. "Ehi, stai attento, cosi mi fai cadere tutto ciò che ho nella cesta" gli dissi in modo scorbutico. Ma egli mi fece cenno di seguirlo, e iniziai ad ascoltare i discorsi dei forestieri. "Un Carrozzone delle Meraviglie? le acque magiche e calde del Calars? Non ci credo, vorranno certamente spillare quei pochi soldi che la gente possiede" pensai, e voltandomi mi incamminai verso casa, avrei chiesto maggiori informazioni su questa storia al mio maestro, un duca della cittadina.

cavaliere25
09-01-2012, 12.24.57
quella mattina mi alzai presto per andare al mercato a fare compere usci di casa e mi incamminai verso il mercato vidi la gente tutta di corsa che correva a destra e a sinistra allora mi avvicina a un uomoe chiesi: mi scusi buon uomo che succede oggi? domandai tutto sorridente mentre aspettavo una risposta mi guardai intorno per capire che cosa stava accadendo

Daniel
09-01-2012, 17.09.17
Mi trovavo dietro al bancone della Carrozza di filtri e pozioni, ero l'allievo di un famoso Mago, le cui magie erano conosciute in ogni dove, quando ad un certo punto sentii gran fermento sulla piazza.. Stavo servendo una donna che chiedeva un filtro d'amore e sentii che parlavano di questo grande viaggio alla ricerca delle Sorgenti del Calars.. Chissà era forse un modo per rubare soldi alla gente o era davvero un'esperienza unica? Un Taddeo.. Era la paga di tre mesi di lavoro.. Avrei chiesto al Maestro con disinvoltura che cosa fosseo queste sorgenti.. Non mi lascerebbe mai andare.. Così con questo nuovo pensiero che mi frullava in testa andai a servire una nuovo cliente:
<<Mi dica Milady..>> Dissi sorridendo..

Lady Gaynor
09-01-2012, 18.50.30
La fiera di Camelot quell'anno sembrava promettere particolarmente bene. Begli oggetti e curiose novità erano esposte ovunque ed i saltimbanchi rallegravano la piazza principale. Gaynor passeggiava tra la folla, salutando qua e la i propri concittadini, in cerca del banco del mercante di stoffe. Ad un ricevimento di corte di pochi giorni prima, una dama indossava un abito di cui si era subito innamorata ed aveva deciso di farsene confezionare uno uguale. Avrebbe potuto affidare la scelta della stoffa alla sua sarta, ma le era parsa una buona idea scendere di persona in piazza a respirare un po' di quell'aria di festa che sembrava aver contagiato tutti. Trovato finalmente il banco delle stoffe, cominciò a palpare i vari tessuti, fino a che il suo sguardo si posò su di un bellissimo broccato verde che le sembrava perfetto per l'abito che aveva in mente. Stava per rivolgersi al mercante, quando le grida di due imbonitori catturarono la sua attenzione. Si mise ad ascoltare con attenzione le loro parole e così seppe del Carrozzone delle Meraviglie, che sarebbe salpato di lì a poco verso le sorgenti del Calars. Gaynor pensò che si trattasse della solita truffa da fiera, ma il suo carattere curioso la spinse a pensare di volersi imbarcare sul Carrozzone. Quantomeno poteva risultare una nuova esperienza, e Dio solo sapeva quanta noia affliggeva la corte, dedita sempre e solo agli stessi ricevimenti, alle stesse battute di caccia, alle stesse passeggiate tra i giardini... Un Taddeo... questo sarà più o meno il costo di questa preziosa stoffa... E sia, rinuncerò al vestito, dopotutto un'avventura imprevista val bene un abito nuovo...

elisabeth
09-01-2012, 19.16.19
Vivevo nel bosco, vicino a Camelot .....era giorno di fiera e mi servivano alcune cose.....c'erano molti venditori e gli affari si facevano bene, dopo la quiete della magia del bosco vedere un po' di gente mi faceva bene....da quando non vivevo piu' vicino al lago.......ero sola con le creature invisibili...la natura era mia amica, e io ero parte di lei.......mentre passavo tra le bancarelle.....rimasi ad ascoltare un imbonitore....bel carrozzone.....mi venne da ridere Il Carrozzone delle Meraviglie di Goz.....le Sorgenti del Calars.......un Taddeo per questo viaggio meraviglioso............perche' no........ero veramente curiosa e i soldi non erano un problema.......mi avvicinai quindi al ragazzo.......e gli dissi..."......Qui c'e' un Taddeo....ragazzo.....voglio un biglietto....spero per voi che sia un viaggio interessante......"...porsi cosi' un taddeo ed attesi il mio biglietto

Guisgard
09-01-2012, 19.36.42
Camelot era in fermento.
In tutti gli abitanti sembrava dimorare un’irrefrenabile curiosità verso ciò che i due giovani avevano detto nella piazza del Duomo.
Goz, il suo Carrozzone galleggiante e le misteriose sorgenti del fiume Calars.
Tutto questo aveva suscitato l’interesse di Altea.
E mentre era in balia di questi pensieri, si ritrovò, quasi senza accorgersene, davanti alla casa del suo maestro.
La vecchia madre di lui, una pia donna dalle convinzioni molto rigide, la fece entrare in casa, dove Altea attese l’arrivo del suo maestro.
Nello studio dell’uomo vi erano libri di ogni sorta, vasi antichi e statuine dalle fettezze classicheggianti.
Ad un tratto la porta si aprì.
“Ben trovata, milady!” Disse sorridente l’uomo.

Guisgard
09-01-2012, 19.46.44
Cavaliere25, incuriosito dalla vivacità che animava la città, si avvicinò ad un uomo per chiederne i motivi.
“Non so cosa stia accadendo, ragazzo.” Disse l’uomo. “Io sono un umile monaco e non mi intendo di questi facili umori popolari… in verità io e questo mio confratello” indicando un altro monaco che lo seguiva “siamo solo di passaggio… siamo diretti verso Nord, per fondare una chiesa nelle terre abitate dai pagani… il mio nome è Fra Jovinus…” in mano il monaco recava un piccolo scrigno di ferro.

Guisgard
09-01-2012, 19.52.41
Daniel era preso dal clamore generale, quando si trovò davanti una bellissima donna.
“Un apprendista mago dunque…” mormorò fissandolo con uno sguardo enigmatico “… in verità mi sembri più un fenomeno da baraccone… sentiamo, cosa fai? Leggi la mano? Amore, denaro e fortuna? O prevedi anche altro agli allocchi che vengono da te?”
http://www.mymovies.it/cinemanews/2010/41096/apprentice04.jpg

Guisgard
09-01-2012, 20.02.39
Gaynor, attratta dalle parole dei due, si avviò verso il Canale di Levante, dove, come detto dai due in piazza, era ormeggiato il Carrozzone del misterioso Goz.
Giunta sul piccolo molo, usato per caricare e scaricare i battelli che portavano provviste a Camelot, Gaynor vide il favoloso Carrozzone.
Era simile ad una grande casa galleggiante, come un’arca, e sul piccolo ponte che permetteva di salire a bordo vi erano proprio i due ragazzi che avevano parlato davanti al Duomo.
“Avanti bella signora!” Disse uno di loro. “Siete indecisa? E tra cosa? Tra la realtà e i vostri sogni? E chi vi dice che entrambe le cose non possano convivere? Goz è capace di questo e altro!” Esclamò il ragazzo. “Avanti, per un misero Taddeo, milady!”

Lady Gaynor
09-01-2012, 20.06.17
Gaynor, attratta dalle parole dei due, si avviò verso il Canale di Levante, dove, come detto dai due in piazza, era ormeggiato il Carrozzone del misterioso Goz.
Giunta sul piccolo molo, usato per caricare e scaricare i battelli che portavano provviste a Camelot, Gaynor vide il favoloso Carrozzone.
Era simile ad una grande casa galleggiante, come un’arca, e sul piccolo ponte che permetteva di salire a bordo vi erano proprio i due ragazzi che avevano parlato davanti al Duomo.
“Avanti bella signora!” Disse uno di loro. “Siete indecisa? E tra cosa? Tra la realtà e i vostri sogni? E chi vi dice che entrambe le cose non possano convivere? Goz è capace di questo e altro!” Esclamò il ragazzo. “Avanti, per un misero Taddeo, milady!”

"Sono venuta qui al molo, vi sembra questa l'azione di una persona indecisa? Eccovi il vostro Taddeo, e vediamo se riuscirete davvero a farmi vivere un sogno..."

Guisgard
09-01-2012, 20.09.15
Elisabeth si avvicinò ai due ragazzi per chiedere un biglietto.
“Sono Ersto, milady.” Disse sorridente uno dei due, prendendo il Taddeo. “Benvenuta a bordo.” E mostrò alla donna un biglietto di un giallo vivissimo. “Questo è il vostro biglietto… potete salire a bordo in qualsiasi momento.” E mostrò un inchino ad Elisabeth.

elisabeth
09-01-2012, 20.21.20
" Siete galante...conoscete le buone maniere......bene......saliero' su questa Meraviglia. Spero davvero di poter conoscere qualcosa di straordinario e Mgico.."...E cosi' salii a bordo......strano quel giorno..mi sarei aspettata solo qualche buon affare e invece...iniziavo un viaggio......sorrsi...mentre i capelli si muovevano come serpentelli vivi al freso vento.....

Guisgard
09-01-2012, 20.22.32
Ersto sorrise a quelle parole di Gaynor.
“Per inseguire e acciuffare i propri sogni” disse prendendo la moneta “bisogna essere decisi, milady! Eccovi il vostro biglietto!” Dandole un biglietto di rosa luminosissimo. “Potete salire a bordo in qualsiasi momento, milady.”

cavaliere25
09-01-2012, 20.30.53
Capisco dissi io sono solo un boscaiolo che è in cerca di un lavoro voi avete bisogno di aiuto chiesi gentilmente comunque io mi chiamo cavaliere25 è un piacere conoscervi aspettai una sua risposta

Guisgard
09-01-2012, 20.32.42
Elisabeth salì a bordo.
Davanti a lei apparve un lungo corridoio, con varie stanze che si aprivano ai suoi lati.
“Ecco la nostra prima passeggera!” Esclamò all’improvviso un vecchio abbigliato alla moda dei marinai del Sud. “Benvenuta a bordo, milady! Io sono il Maestro del Carrozzone, così mi chiamano tutti, perché ho realizzato io questa meraviglia! E siccome siete stata la prima ad acquistare un biglietto, io vi farò un regalo… seguitemi…”

Altea
09-01-2012, 20.36.15
Arrivata alla dimora del mio maestro mi aprì la porta la sua anziana madre, la quale mi fece accomodare nel salotto dove il mio maestro mi stava aspettando.
"I miei omaggi milord" mi guardai le braccia e le mani imbarazzata "scusate non ho i libri con me oggi, ma questa cesta di poche verdure, ma non vi siete accorto di un certo fermento a Camelot? Ci sono dei forestieri e parlano di un Carrozzone magico di Goz, che porterebbe attraverso le acque calde di un magico fiume chiamato..Calars. Dove si troveranno meraviglie di ogni tipo e ogni desiderio sarà esaudito." Il maestro mi guardava in silenzio "Orbene" proseguii "chiedono un taddeo per entrare in questo..battello. Ma secondo voi, i desideri si possono comprare? Voi, sapete qualcosa di tutto ciò? Mi affido alla vostra conoscenza".

elisabeth
09-01-2012, 20.40.28
C'era questo corridoio sembrava immenso.....tante camere....quando apparve un vecchio marinaio.......ascoltai il suo discorso..." Grazie.....voi siete il Maestro di questo posto incantato....io sono Elisabeth....signora dei Boschi.......avete una sorpresa per me?....saro' lieta di seguirvi....".....e cosi' seguii il marinaio.....e tra le mani stringevo il mio biglietto.....

Guisgard
09-01-2012, 20.59.16
Il maestro fissò Altea e accennò un sorriso.
“Se bastasse davvero una moneta per comparare sogni e desideri” sedendosi “allora i ricchi sarebbero i più felici abitanti di questo mondo. Ma grazie al Cielo non è così. Solo il cuore può farci raggiungere i sogni… per quanto banale è la verità, mia cara.” Prese allora un grosso volume e cominciò a sfogliarlo. “Il Calars è un fiume strano e affascinante… pur attraversando le zone più fredde di questa regione, le sue acque restano sempre calde, persino quando tutto intorno si ghiaccia. E questo da sempre affascina l’uomo… e come sempre accade quando ci troviamo davanti a qualcosa di inspiegabile, superstizione e magia prendono il sopravvento… un giorno l’uomo sarà in grado di spiegare molte cose che oggi ci appaiono strane e misteriose… forse il Calars sorge presso una zona vulcanica, o magari nelle sue acque vi sono sostanze particolari, che fuoriescono dal sottosuolo… io sono originario del Sud e provengo da una splendida isola posta al centro del Mediterraneo… e quando da piccolo scavavo nella sabbia della spiaggia, l’acqua che trovavo era tanto calda da potersi fare un bagno di vapore. Questo perché quell’isola era di origine vulcanica. Bene.” Chiudendo il grosso libro. “Oggi, se non erro, dovevate portarmi qualcosa scritto da voi…”

Altea
09-01-2012, 21.09.19
Ascoltai con interesse le parole del mio maestro...eppure la gente vi era interessata, perchè mai tutta quella folla avrebbe speso di questi tempi quei pochi soldi a disposizione?
Fui destata dalla domanda del maestro..."Milord, si dovevo portarvi quel manoscritto ma vedete....la mia matrigna mi ha imposto cosi tante incombenze che non sono riuscita a scrivere nulla...a dire il vero non ho aperto nemmeno il libro". Chinai la testa perchè egli non si accorgesse del mio rossore...eppure una voce strana, mi chiamava fuori...ero combattuta tra il rimanere in quella stanza per studiare o provare a lasciarmi andare assieme agli altri in quel battello.

Lady Gaynor
09-01-2012, 23.57.57
Gaynor prese il biglietto dalle mani del ragazzo. La curiosità la stava divorando, per cui senza ulteriore indugio salì a bordo del Carrozzone. Andiamo ragazza, un'avventura imprevista ti aspetta!

Daniel
10-01-2012, 00.14.54
Daniel era preso dal clamore generale, quando si trovò davanti una bellissima donna.
“Un apprendista mago dunque…” mormorò fissandolo con uno sguardo enigmatico “… in verità mi sembri più un fenomeno da baraccone… sentiamo, cosa fai? Leggi la mano? Amore, denaro e fortuna? O prevedi anche altro agli allocchi che vengono da te?”
http://www.mymovies.it/cinemanews/2010/41096/apprentice04.jpg

Feci un profondo inchino alla donna e le dissi:
<<Milady non c'è bisogno di leggerle la mano, lei sicuramente con la sua eterea bellezza avrà Amore e fortuna..>> La guardai quasi con sguardo sprezzante e le chiesi
<<..E visto che siete una così bella donna sareste anche così intelligente da saper dirmi dove porta quella nave?>> e indicando Il Carrozzone di Goz attesi la sua risposta..

Guisgard
10-01-2012, 01.14.02
Il vecchio marinaio condusse Elisabeth nella stiva del Carrozzone, fino a raggiungere le caldaie.
“Questo è il cuore del nostro Carrozzone, milady!” Spiegò il vecchio. “Questa fornace è sempre accesa e consente all’imbarcazione di galleggiare e muoversi in ogni tipo d’acqua, sia dolce che salata.” Sorrise. “Guardate da questa parte poi…” indicando un grosso semiemisfero incastonato su un treppiedi. “Fissate con attenzione… questo è il nostro timone e la nostra mappa. Su di esso sono indicate tutte le costellazioni conosciute e tutte le terre comprese tra il Mar del Nord e le Colonne d’Ercole. Basta regolare costellazioni e rotta ed il gioco è fatto. Così siamo in grado di raggiungere qualsiasi meta, milady.”
http://farm3.staticflickr.com/2488/4021401437_a4d6fa1631.jpg

Guisgard
10-01-2012, 01.35.06
“Scrivere è come vivere, respirare.” Disse il maestro ad Altea. “E nessuno può impedirci di vivere e respirare.” Si affacciò da una delle finestre, attirato dall’agitazione che dominava per le strade. “Quel Carrozzone sembra aver portato entusiasmo in città…” sorridendo il maestro “… e, se capisco ancora qualcosa osservando gli occhi di una ragazza, sento che voi ne siete attratta… allo stesso modo di tutti gli altri cittadini di Camelot… sbaglio, Altea? Non siete anche voi affascinata dalle promesse di felicità di quel Carrozzone? Un grande filosofo, Pietro Abelardo, ripeteva spesso che un uomo, per essere felice, deve sempre seguire il primo impulso… e il primo impulso viene sempre dal cuore. Cosa vi dice il cuore? Di seguire quel Carrozzone?”

Guisgard
10-01-2012, 02.03.30
Gaynor salì a bordo del Carrozzone.
Attraversò il lungo corridoio, che presentava le stanze tutte chiuse, per poi ritrovarsi sul ponte dell’imbarcazione.
Un freddo vento soffiava sul canale, rendendo l’aria asciutta e profumata, così da mostrare tutto lo splendore di Camelot e della sua campagna.
Ad un tratto la ragazza sentì qualcuno cantare: era un marinaio.
“Salute a voi, bella signora!” Smettendo di cantare e togliendosi il berretto quello. “Salutate la vostra città? Non temete, non rimpiangerete Camelot… il nostro signore, il magnifico Goz, vi condurrà in qualche luogo da favola, sconosciuto ai più! E, probabilmente, vi cambierà la vita!”

Guisgard
10-01-2012, 02.56.07
La misteriosa e bellissima donna fissò Daniel.
“Gli uomini” voltandosi verso la strada e guardando con disprezzo la gente che si avviava verso il canale “credono sempre che alla fine di ogni viaggio vi sia come meta ciò che più desiderano… patetiche debolezze di animi infelici e repressi…” tornando a fissare Daniel “… tu sei un piccolo ed insignificante illusionista… e l’uomo che si fa chiamare Goz non è poi tanto diverso da te…” accennando un lieve ed enigmatico sorriso “… anch’egli infatti è un venditore di illusioni… e lui stesso è vittima di quelle sue utopie, questo è il suo dramma…”

Guisgard
10-01-2012, 03.06.56
Il monaco di nome Jovinus fissò sorridendo Cavaliere25.
“Un boscaiolo?” Disse voltandosi verso l’altro monaco che era con lui. “Sentito, Plautus? Questo si che è un segno di buon auspicio!”
L’altro monaco annuì.
“Mio buon amico, allora è il Cielo che vi manda.” Fece Jovinus rivolgendosi nuovamente a Cavaliere25. “Cercate un lavoro, dunque? Ottimo. Noi invece cerchiamo mastri costruttori e artigiani vari per la nostra chiesa. E voi ci sarete utilissimo. Siete pronto a venire con noi? Le terre del Nord hanno bisogno di pastori e ovili per i loro greggi dispersi.”
“Jovinus…” prendendo la parola Plautus “… qui c’è gran folla… meglio trovare un luogo più sicuro per la nostra Reliquia…” indicando lo scrigno che Jovinus aveva con sé.

Altea
10-01-2012, 09.32.55
Il maestro si affacciò alla finestra e io mi avvicinai, vidi il fermento, la gioia delle persone nello sperare in qualcosa di migliore "Si, milord, ne sono attratta ma allo stesso tempo tal cosa mi inquieta." Lo fissai "Milord, voi che mi consigliate? Andiamo a vedere cosa potrebbe succedere in questa barca...delle meraviglie? Volete seguirmi in questo viaggio?...d'altronde la conoscenza è anche testare personalmente ciò che si legge nei libri".

cavaliere25
10-01-2012, 11.53.28
Certamente dissi guardando il monaco Jovinus sarò ben felice di aiutarvi con la vostra chiesa che ne dite se andiamo a rifocillarci lo stomaco? domandai e aspettai una loro risposta

Lady Gaynor
10-01-2012, 12.14.59
Gaynor salì a bordo del Carrozzone.
Attraversò il lungo corridoio, che presentava le stanze tutte chiuse, per poi ritrovarsi sul ponte dell’imbarcazione.
Un freddo vento soffiava sul canale, rendendo l’aria asciutta e profumata, così da mostrare tutto lo splendore di Camelot e della sua campagna.
Ad un tratto la ragazza sentì qualcuno cantare: era un marinaio.
“Salute a voi, bella signora!” Smettendo di cantare e togliendosi il berretto quello. “Salutate la vostra città? Non temete, non rimpiangerete Camelot… il nostro signore, il magnifico Goz, vi condurrà in qualche luogo da favola, sconosciuto ai più! E, probabilmente, vi cambierà la vita!”

"Salutare la mia città? Dio mio, ma quanto staremo via?" Gaynor realizzò tutto ad un tratto che si era imbarcata senza pensare ad avvertire nessuno. A corte ad una certa ora saranno in pensiero non vedendomi tornare, sapendo che ero semplicemente andata a comprare una stoffa... A questo pensiero, Gaynor tornò indietro per il lungo corridoio e si trovò di nuovo nel punto in cui era salita. Si guardòallora intorno in cerca di qualcuno che potesse portare un messaggio a corte. Trovò un paggio che stava proprio ammirando la strana imbarcazione, lo chiamò e gli disse: "Ehi tu! Quando torni a corte di' che Gaynor si è imbarcata sul Carrozzone in cerca di una nuova e meravigliosa avventura! Di' loro che non si preoccupassero..."

Talia
10-01-2012, 15.52.23
La stanza non era molto ampia, ma calda e accogliente. La prima luce dell’alba filtrava dalle sottili tende candide, poi un alito di vento le sollevò e le fece volere in ampie volute... la stoffa leggera fluttuò in aria per qualche attimo e così il primo sottile raggio di sole riuscì a penetrare tra le imposte socchiuse, si soffermò su ciascuno degli oggetti ordinatamente disposti sul piccolo tavolo, sfiorandoli ad uno ad uno, quasi li stesse accarezzando... lentamente avanzò sul pavimento, sul tappeto, illuminò l’ampio cuscino di meditazione... poi la sedia e lo scrittoio... infine salì lungo la gamba della toletta e si infranse sullo specchio, illuminando due occhi scuri che per un attimo brillarono di mille bagliori ambrati.
Smisi di spazzolarmi i capelli, allora, e rimasi per qualche istante immobile, fissando la mia immagine riflessa. La mia mente era lontana da lì. Avevo fatto di nuovo quel sogno quella notte, lo stesso sogno che facevo da qualche tempo: il bambino, cinque o sei anni al massimo, procedeva con passo incerto in uno spazio indefinito ai miei occhi, seguendo quella figura di luce... avevo difficoltà a dare un senso a quel sogno, eppure lo avevo fatto più e più volte ed ogni volta mi ero svegliata con un vago senso di disagio...
D’un tratto, come per scrollarmi quella sensazione di dosso, riposi la spazzola e mi alzai. Con passo sicuro mi aggirai per la stanza per qualche momento, aprendo le finestre, ordinando alcuni oggetti, legandomi i capelli con un sottile nastro color pervinca... poi uscii dalla stanza e scesi la scala. Non c’era nessuno in giro, ma non ci feci caso... dopotutto ero sempre la prima ad alzarmi al mattino.
Uscii così nell’aria fresca della prima mattina e, quasi senza pensare, mi addentrai nella selva che circondava l'imponente edificio, dirigendomi verso il lago... il lago, il mio angolo magico.
Camminai per appena qualche minuto, poi il bosco si aprì nella irregolare radura che ospitava quelle acque cristalline e placide. Raggiunsi la sponda e lì mi inginocchiai, la schiena diritta e le mani poggiate in grembo, chiusi gli occhi e ripensai a quel bambino...
Non era nessuno dei miei fratelli, non era qualcuno che avevo incontrato o che avevo visto da qualche parte... e allora perché continuavo a vederlo?
Perché continuavo a vederlo compiere lo stesso viaggio?
Era davvero in pericolo?
Cosa significava quel sogno?
Perché era stato mandato a me?
Mille e mille domande... tentai di arginarle... con gli occhi ancora chiusi, inspirai profondamente cercando di elevare la mia mente.

Daniel
10-01-2012, 16.45.36
Guardai la donna e poi guardai il carrozzone e le dissi:
<<Milady è meglio inseguire un sogno nella vita che restare attaccato ad una triste realtà..>> Senza neanche attendere la sua risposta entrai nella carrozza e presi la mia "Sacca senza fondo", grazie alla magia fuori sembrava piccola ma in realtà dentro era grande come un baule.. Presi tutti i miei vestiti e quanti più libri, filtri e pozioni potevo.. Tornai fuori e presi ancora filtri, pozioni, libri e oggetti magici.. Uscii fuori dalla carrozza e prima di andare via dissi alla donna..
<<Tornerò Milady e vi dimostrerò che vi sbagliate! Arrivederci.. Non mi piacciono gli addii..>> Dissi sorridendo e senza aspettare risposta corsi via verso la biglietteria della nave.. Mi avvicinai all'uomo che vendeva biglietti e dandogli un Taddeo gli dissi:
<<Un biglietto per questa nave..>> aspettai la risposta con un sorriso

elisabeth
10-01-2012, 19.33.07
Seguii il vecchio sino al cuore della nave.....l'aria era piu' calda......quasi palpabile,ascoltai con interesse la spiegazione del Marinaio.....tenre a galla il Carrozzone indipendentemente dalla densita' dell'acqua, scienza......poi venne la cosa piu' bella ...mi mostro' lo strumento che permetteva la navigazione.....rimasi meravigliata " Un Astrolabio......l'uomo sta perdendo la capacita' della lettura della volta celeste, meraviglioso strumento queto, mi avete fatto un bellissimo regalo portandomi nel cuore della vostra nave.....e devo dire che portaci una donna e' davvero fuori dalla norma . siete un uomo di grande saggezza.....o siede un uomo di grande scaltrezza.....".....mi voltai a guardare la caldai...e piccoli rivoli di sudore scesero dalla mia fronte..........la mente vago' per qualche attimo e respirai l'aria fresca dei miei boschi.....la mia pelle divenne fresca.....e fuoco mi riconobbe sorella

Guisgard
11-01-2012, 01.10.46
“Questo mi piace di voi, milady…” accennando un sorriso il maestro di Altea “… la voglia di vivere e scoprire il mondo che vi circonda… questo significa essere vivi. Quel Carrozzone galleggiante può significare molte cose, come niente… dipende da ciò che si cerca attraverso di esso…” sospirò “… si, posso accompagnarvi al canale… ma non partire con voi…” chinò il capo “… vedete, lady Altea… la mia unica ricchezza sono questi libri… in essi vi è tutto il mio mondo… Omero, Esiodo, Apollonio Rodio, Sofocle, Menandro, Nevio, Plauto, Cicerone, Virgilio, Boezio, Pietro Abelardo, Dante, Petrarca, Boccaccio… questa è la mia sola ricchezza… io non ho denaro, né titoli… e non potrò mai pagarmi quel biglietto…” sorrise malinconicamente “… ma su!” Esclamò. “Sono pur sempre un gentiluomo! Vi accompagnerò ugualmente a vedere quel Carrozzone e la sua promessa di felicità! Andiamo, milady!”

Altea
11-01-2012, 01.28.50
Ascoltai il mio maestro..."Ma...non potete lasciarmi, guardate ho due taddei, uno è per voi. Vi prego, mentre ci dirigiamo verso il Carrozzone meditate sul fatto di venire con me. Avete ancora molto da insegnarmi." Detto questo feci cenno al maestro di uscire da casa e avviarci verso quella ipotetica avventura.

Guisgard
11-01-2012, 01.32.21
I due monaci sorrisero a quella proposta di Cavaliere25 e tutti e tre si diressero verso la locanda.
Preso un tavolo, il locandiere servì loro una minestra e della frutta.
“Come raggiungeremo le terre a Nord di Camelot, Jovinus?” Domandò Plautus.
“Questo è un bel problema…” pensieroso Jovinus “… dobbiamo risalire il corso del fiume Calars, ma non sono strade sicure quelle che costeggiano le sue sponde…”
"E quel Carrozzone?"
"Si, ho udito anche io quei due banditori..." rispose Jovinus "... ma per prenderci a bordo occorrono due Taddei... troppo per noi..."

Guisgard
11-01-2012, 02.05.18
Il paggio, a quelle parole di Gaynor, annuì e corse via.
“Potreste non rivedere mai più la vostra casa, milady.” Disse all’improvviso qualcuno. “Nessuno sa cosa troveremo alla fine del fiume Calars… potrebbe trattarsi di un mondo spaventoso, o meraviglioso… in entrambi i casi questo viaggio potrebbe essere di sola andata…”
Era un uomo di robusta corporatura, con una lunga barba bianca ed un bastone di noce.
“Cosa cercate veramente da questo viaggio, milady?” Chiese a Gaynor. “Il caldo alito del fiume Calars… o quello del vostro cuore?”

Guisgard
11-01-2012, 02.29.22
“Non potrei mai accettare quel denaro, milady.” Scuotendo il capo il maestro di Altea. “Vi accompagnerò come promesso.”
I due, allora, raggiunsero il Canale di Levante, dove era ormeggiato il Carrozzone di Goz.
Il maestro cominciò ad osservare l’originale imbarcazione.
“Posso aiutarvi, messere?” Domandò uno dei marinai.
“Chi è questo eccentrico Goz?” Chiese il maestro. “Perché non si mostra mai?”
“Goz è un sognatore, messere!” Rispose sorridendo il marinaio. “E vuole raggiungere i suoi sogni!”
“E li cerca alle sorgenti di un fiume?”
“Cerca i sogni nel mistero e nel favoloso!” Fece il marinaio. “E oltre questo fiume nessuno può negare che vi sia qualcosa di ignoto, messere!”
“Però si fa pagare per condurre anche altre persone in cerca di quei sogni…”
Il marinaio rise.
“Lo trovate divertente?”
“Messere…” disse il marinaio “… voi e la vostra gentile amica…” indicando Altea “… perché non acquistate due biglietti? Solo alla fine di questo viaggio troverete tutte le risposte a quelle vostre domande! Ma vi consiglio di affrettarvi… il Carrozzone è in partenza ormai!”

Guisgard
11-01-2012, 02.40.13
Daniel, preso il necessario, corse via come il vento.
“Sciocco ragazzo…” mormorò fra sé la misteriosa donna, quando ormai Daniel non poteva più sentirla “… credimi, tu non immagini neanche cosa sia la vera magia…” un ghigno apparve sul suo bellissimo volto “… ma presto ci rivedremo… molto presto…”
Un attimo dopo svanì in una nuvola di fumo nero come la pece.
L’apprendista mago, intanto, era giunto presso il Carrozzone.
“Ecco il biglietto!” Fece uno dei ragazzi davanti all’ingresso per imbarcarsi, dando a Daniel un biglietto di colore blu. “Prego, salite pure a bordo, signore!”
Un attimo dopo, l’apprendista mago si ritrovò sul ponte del Carrozzone.
Ad un tratto si udì una campanella suonare.
“Siamo pronti a partire, signore e signori!” Gridò una voce dai corridoi.

Guisgard
11-01-2012, 02.49.38
“Vedo che siete una donna attenta.” Disse il vecchio ad Elisabeth. “Del resto solo una mente aperta può comprendere i favolosi ingranaggi che animano e muovono questo Carrozzone…” sorrise alla donna “… sentito, vecchio mio?” Fingendo di parlare al cuore dell’imbarcazione. “Abbiamo trovato qualcuno capace di comprenderci!” E rise di gusto. “E posso chiedervi perché vi siete imbarcata, milady? Ogni passeggero è mosso da una motivazione… un simile viaggio non si intraprende perché non si ha nulla di meglio da fare… cosa vi ha spinto ad imbarcarvi?”
Ad un tratto si udì una campanella.
“Oh, ci hanno interrotto, milady.” Ridendo il vecchio. “E’ il segnale… finalmente il Carrozzone sta per partire!”

Parsifal25
11-01-2012, 03.24.53
Era tempo di tornare sui miei passi, il passaggio nella locanda è stato lungo e ristoratore per i miei sensi e il mio animo. Ricordavo ancora il candido volto di Suor Petra e del suo povero figlio in quel "finto" monastero.... ciò mi aveva dato e insegnato molto.
Tiraì a lucido il mio armamento e preparaì Belfagor per il nuovo viaggio, non vi era ancora nessuno...il mio maestro e compagni erano ancora nelle stanze; presi tempo e lo dedicaì al combattimento a cavallo con arco e al duello.

Usaì due secchi presi lì, iniziando la sessione:
"Non c'è niente di meglio che un pò di sano allenamento" dissi sorridendo.

Guisgard
11-01-2012, 03.35.37
“Tieni alto il braccio, ragazzo!” Disse all’improvviso una voce a Parsifal, mentre questi si stava allenando. “La lancia deve essere la tua prima difesa! Prima ancora dello scudo! E la spada… la tieni troppo in basso! Il braccio non deve mai distendersi tutto per estrarla! In singolar tenzone ti sarebbe fatale!”
Gettò a terra ciò che restava della mela che stava mangiando e si avvicinò a Parsifal.
Era un cavaliere alto e robusto, ben fatto e dal nobile portamento.
Aveva con sé un cavallo bianco come la neve che tirava a sé con delle redini di raffinata fattura.
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Guisgard
11-01-2012, 03.40.57
II Quadro: Nel Bosco di Suessyon

Ci sono pochi posti al mondo paragonabili al verdeggiante Bosco di Suessyon.
Una terra che ha perduto la verginità del suo suolo in epoca ormai remotissima.
In qualsiasi angolo di questa sterminata macchia verde è possibile trovare qualche traccia di uno dei tanti passati che l’hanno attraversata e ormai ignoti alla memoria umana.
Popoli antichi, con credi e tradizioni ormai dimenticate, hanno percorso, vissuto e combattuto in queste terre.
Il Casale degli Aceri, così comunemente chiamato, è l’unico edificio che sorge in questo luogo per gran parte selvaggio e abbandonato.
Anticamente appartenuto ad un potente duca Longobardo, che ne fece la sua riserva di caccia, il casale venne poi donato dal vescovo agli adepti dell’Ordine Cavalleresco della Luna Nascente, che ne fecero la roccaforte del loro ordine.
Oggi ben poco resta dello splendore della Luna Nascente.
E proprio nell’antica dimora dell’ordine, l’ultimo di quei cavalieri, vecchio e stanco, si è rifugiato dai clamori del mondo.
Immerso in quell’idilliaco scenario, circondato da un vasto stagno, noto come il Lago Regio, il casale si erge come ultima testimonianza dei valori della Luna Nascente, tra il gorgoglio delle acque riscaldate dal Sole e il fruscio delle foglie accarezzate dal vento.
Talia, leggera e silenziosa, con la luce ad illuminarne gli occhi e la brezza a giocare coi suoi capelli, osservava il Cielo riflesso sulle acque del laghetto, mentre il ricordo di quel sogno ancora la turbava.
All’improvviso una sagoma, muta e solenne, le apparve alle spalle in quel riflesso.
Osservò la ragazza ed accennò un sorriso.
“Talia!” Gridarono alcune voci lontane. “Talia, dove sei?” Un attimo dopo alcuni ragazzi, sudati e sorridenti, raggiunsero la giovane e il vecchio cavaliere presso il laghetto.
“Guarda, è per te, sorellina…” disse uno di loro, mostrando alla ragazza una collana fatta con fiori intrecciati “… alcuni di noi hanno raccolto i fiori, altri li hanno poi intrecciati… mettila, è di buon auspicio…”
“Avete finito gli esercizi?” Domandò il vecchio cavaliere.
“Si, maestro.” Annuirono tutti.
“Stamattina” fissando il bosco l’anziano uomo “l’ho visto… correva tranquillo, senza alcun timore… ormai queste terre non sono più battute da cacciatori da tempi immemori… questo vi faciliterà il compito.”
I ragazzi guardarono tutti il loro padre adottivo.
“Se riuscirete a catturarlo” continuò questi “celebreremo la vostra impresa con una bella festa… e banchetteremo con le tenere carni di quel cervo.”
“Allora esiste davvero il Cervo Bianco, maestro?” Domandò uno degli apprendisti cavalieri.
“Certo, l’ho veduto io stamattina.” Annuì il vecchio cavaliere. “Catturatelo e saprò che siete pronti.”
“Ci riusciremo, maestro!” In coro quegli aspiranti cavalieri.
“Erano anni che non vedevo un Cervo Bianco in queste terre…” mormorò il vecchio cavaliere una volta rimasto solo con Talia “…quel giorno stavo attraversando il bosco insieme a lui… lo vedemmo entrambi…” si zittì improvvisamente, mentre il vento scivolava sul suo volto pensieroso e rugoso.
L’aveva fatto.
Aveva rotto il suo giuramento.
Aveva di nuovo parlato di lui.
Una volta sola l’aveva fatto prima di quel momento.
Fu un attimo e si destò subito.
“E tu, ragazza mia?” Fissando Talia. “Come mai sei qui? Solitamente vieni a passeggiare presso il lago quando qualcosa ti rende pensierosa o turbata…”

Altea
11-01-2012, 09.12.11
Io e il maestro ci dirigemmo presto verso il molo e ivi trovammo il Carrozzone, pieno di gente effervescente dalla emozione. Il mio maestro iniziò a scrutare l'imbarcazione e conversare con il marinaio, io ascoltavo in silenzio e condividevo le parole del mio maestro....eppure in me era ferma la volontà di sapere ciò che avremmo potuto scoprire e ammirare in questo viaggio.
Guardai il marinaio..."Ecco a voi due taddei, uno per me e uno per il mio maestro", guardai il maestro sorridendo per cercare di convincerlo.

Lady Gaynor
11-01-2012, 10.52.36
Il paggio, a quelle parole di Gaynor, annuì e corse via.
“Potreste non rivedere mai più la vostra casa, milady.” Disse all’improvviso qualcuno. “Nessuno sa cosa troveremo alla fine del fiume Calars… potrebbe trattarsi di un mondo spaventoso, o meraviglioso… in entrambi i casi questo viaggio potrebbe essere di sola andata…”
Era un uomo di robusta corporatura, con una lunga barba bianca ed un bastone di noce.
“Cosa cercate veramente da questo viaggio, milady?” Chiese a Gaynor. “Il caldo alito del fiume Calars… o quello del vostro cuore?”

Gaynor rimase turbata dalle parole di quell'uomo. "Chi siete, di grazia? Le vostre parole mi hanno resa inquieta... Cosa intendevate dire? Quello che cercavo da questo viaggio era soltanto un po' di svago... il mio cuore non desidera più nulla, oramai..." Forse farei meglio a scendere da questa barca e tornarmene a corte...

cavaliere25
11-01-2012, 12.20.51
Ascoltai i due monaci attentamente e poi dissi ve li impresto io i due taddei per me non è un problema continuai a dire che ne pensate chiesi mentre finivo di mangiare la mia minestra

Chantal
11-01-2012, 12.47.49
La piccola carovana procede verso ovest,il sole di inizio autunno,pur pallido,li segue piano nel suo corso,man mano che tutti avanzano,il sole,come ad anticiparli,si dirige verso i teneri monti sormontando quel compatto e silenzioso corteo aggregatosi per il viaggio.
Chantal monta il suo cavallo e se ne sta dietro a tutti,intrattenendosi a guardarsi intorno,desiderosa di immortalare nei suoi occhi quello scenario talora smeraldino talaltra ambrato.
"Chantal,non rimanere troppo indietro,è pericoloso mentre attraversiamo la selva.Dice il cavaliere che segue il corteo.
"Sta tranquillo,Pierre.Cosa potrebbe mai accadermi in un posto così .."Risponde la fanciulla.
"E' pur sempre una vallata,e le fiere sono all'erta in questo periodo dell'anno."
Una voce dalla carrozza,poi,ordina al cocchiere:"Fermatevi al lago.Lì i cavalli potranno abbeverarsi e noi tutti ristorarci da questa calura."
Chantal smonta da cavallo e si porta sulla sponda..
"Che acque cristallinne,non ne ho mai viste di così azzurre.Prendiamone una boccetta da tenere in ricordo di questa giornata!Vieni,aiutami,tienimi la mano."

"Vuoi depredare anche il lago?Non ti è bastato raccogliere un fiore ogni cento piedi?E poi sono verdi,si,sono verdi!"La voce alle sue spalle..
"Azzurre,invece,ti dico che sono azzurre!"
"Ma se è così palese.Sono verdi.Tutte queste fronde..e le piante acquatiche nei fondali,emergono e sono verdi,non vedi che sono verdi?"
"Io dico che sono azzurre!Sei tu che le vedi verdi,perchè i tuoi occhi sono verdi!"
"Cosa dici,sciocchina..ci manca solo che le acque si tingano del colore degli occhi di chi le guarda.."
"io ti dico che è cosi! I tuoi occhi possono!..Comunque..non crucciarti,sono azzurre!Vuoi che te lo dimostri?"
"Si.Voglio proprio vedere.."Sorridendole il cavaliere.
"Nuvole!..Nuvole!..Accorrete,presto!Specchiatevi in queste acque e tingetele del colore del Cielo!"
"Sembra che ti obbediscano,ora le acque sono lo specchio del Cielo!"Continuando a sorridere il cavaliere,e guardando la fanciulla con ammirazione,non più destato da meraviglia.
"Si.,mi obbediscono,ed ora le acque sono azzurre!"Risponde la ragazza,poi turbata da un rumore improvviso:"Cosa è stato!"
"E' lo scalpitio di un cavallo,Chantal!"
"No,Pierre!..E'...qualcosa che corre nella boscaglia e percuote le fronde e la terra..Guarda,Pierre.Guarda!E' un cervo,un meraviglioso cervo,ma sembra..sembra bianco!"Correndogli incontro la ragazza.
Ad un tratto una freccia scoccata si posa nel terreno.
Scappa,cerbiatto,scappa!"Urla la ragazza.
"Cosa succede qui,Chantal?"Accorso il cavaliere.
"Qualcuno da la caccia al cervo,Pierre,è terribile!"
Gli risponde la ragazza mentre sopraggiunge una figura a cavallo.E' un cavaliere:"Ehi!Lo avevo quasi preso!Ma come vi è saltato in mente,mademoiselle?Se non avessi deviato in tempo la traiettoria del dardo vi avrei presa dritto al cuore dal momento che vi siete frapposta tra me e il cervo.State bene,medemoiselle?"
"Io sto bene,grazie al Cielo,ma il povero cervo è ancora in pericolo se gli danno la caccia.Dunque,avete scoccato voi la freccia?Bhe,ringraziate il vostro Santo protettore che io sia giunta in tempo,poichè se l'aveste ucciso avrei pregato Nostro Signore di punirvi amaramente!"
"Allora sarei stato io in pericolo!Comunque,io non lo avrei mai ucciso,statene certa,milady!"
"Lascia stare,Chantal,torniamo dai tuoi,saranno in pena!"Allontanandosi Pierre e stringendo a sè la fanciulla.
"Speriamo trovi un buon rifugio!Povera bestiola!Come può un cavaliere provare gusto a cacciare creature indifese,e non nutrire pietà nel suo cuore?Hai visto gli occhi di quel cervo,Pierre,come erano sgranati dallo spavento?Credi che dicesse sul serio quell'uomo,lo avrebbe graziato?"
"Non lo so,Chantal,ma i suoi occhi..hanno qualcosa,qualcosa di..non so,forse è solo un'impressione!..Sono certo,però,che il Cielo ti benedirà d'averlo tratto in salvo,quel cervo.Hai fatto una sciocchezza,però.Potevi morire,ed io non avrei potuto proteggerti perchè ero troppo lontano.Giurami che non sarai più così imprudente!E comunque,signorinella,non puoi affrontare gli uomini in questo modo,sei una donna,oramai."
"Donna o non donna,non approvo che un uomo uccida,e per di più una creatura innocente e meravigliosa!"Poi,guardando Pierre:"Lo giuro,Pierre.Ti giuro che sarò più cauta."
"Chantal..Chantal..sai che ti voglio bene?"
"Ah!Mi vuoi bene.."allontanandosi imbarazzata lei..

Chantal de la Merci, figlia di Savier de la Merci,ex comandante della Gardia Reale,stringeva forte al petto la lettera che aveva ridestato in lei quel ricordo tanto dolce alla sua bocca,tanto caldo al suo cuore.
La lettera.
Era giunta al mattino e l'aveva messa in fremente agitazione.
Non comprendeva cosa l'attraversasse,se una forte emozione,o un'irrefrenabile desiderio di piangere,fatto stava che Chantal lesse e rilesse quelle righe molte volte,da sola,nella sua camera..

Mia adorata Chantal,
Dio solo sa quanto è stata lunga e penosa la lontananza da voi tutti,ma ciò che più mi addolora,e mi rammarica,è il non poter udire al mio risveglio il fragore della tua fresca risata mentre corri nel roseto di buon mattino.
E mi manca non poterti guardare negli occhi,mentre luccicano di gioia,quando all'ora di cena sei solita recitare la preghiera di ringraziamento per il cibo venuto da Nostro Signore.
Le incombenze di un cavaliere mi hanno spinto a sud,in terre paludose e desolate dove ho conosciuto molti sguardi immersi nella miseria e nella povertà,eppure,ancora pregni di dignità e capaci di squisita e benevola ospitalità.
Ma oggi ho fatto ritrorno presso la casa che un tempo ospitava me ed i miei fratelli,prima che io mi trasferissi presso di voi.
Rimarrò in paese per i giorni che Dio ha previsto per me,prima di ripartire ancora.
Ti confido che avrei piacere che tu e la tua,oramai mia,famiglia,mi raggiungeste per trascorrere insieme la fine di questo inverno reso caldo da ogni tuo messaggio giuntomi,con mia insperata gioia,all'inizio di ogni mese.
Ed ho bramato che i mesi si susseguissero velocemente per poter assaporare in fretta quel dolce momento che mi viene da te.
Ho intinto un angolo della lettera,quello che stringerai più forte tra le dita,in quella boccetta di acqua del lago di cui mi facesti dono.Profuma di quel giorno,profuma di speranza.
E avevi ragione,sono azzurre non verdi,azzurre come la giovinezza che ti vede in fiore.
Nell'augarmi di potermi sincerare presto sulle condizioni di salute tue e dei tuoi cari,e ardente di desiderio di riabbracciarti,ti lascio un bacio,mio piccolo fiore.
Un bacio come pegno del mio cuore che da sempre non è più con me,ma lì con te."
Tuo,
Pierre.

Da quando la famiglia de la Merci aveva lasciato Camelot,non vi era stato più modo di farvi ritorno,alloggiavano ora nelle ridenti terre a sud della vallata del fiume Calars.
Ma era giunto il giorno.
Il giorno in cui avrebbero ripercorso nella direzione opposta quel viaggio che le era rimasto nel cuore,quando tutti insieme,dopo il congedo del padre,armati di sogni e speranze,avevano deciso di stabilirsi in campagna.
Eppure..quella campagna che prometteva solo gioie e luce non procurava più lo stesso piacere a Chantal,percosa da un profonodo senso di solitudine dopo la partenza di Pierre.

Il rumore della porta che cigolava la costrinse a ripaprire gli occhi,ancora colmi di lacrime.
"Vi prego,entrate,è già tutto pronto?"Chiese la ragazza alla governante che era appena entrata nella stanza per depositare nel baule da viaggio la biancheria fresca di bucato.
La donna le sorrideva amorevolmente,la bambina allevata con tante premure ora era una donna e lei aveva sempre desiderato per quella dolce creatura che le faceva battere il cuore come una madre,una felicità senza pari.Ma da quando Pierre era partito,i suoi occhi erano sempre velati di tristezza.
Il padre di Chantal,dal canto suo,amava Pierre con un figlio,per questo aveva acconsentito a questo viaggio.
Tutta la famiglia era in partenza,finalmente,per poter raggiungere il ragazzo cresciuto presso di loro sino a che,divenuto un uomo,aveva imbracciato anch'egli la sua vocazione.
"E il ritratto,quello della saletta,avvolgetelo in un morbido panno perchè sarà il mio dono per il più grande cavaliere che sia mai nato!"Continuò Chantal con voce di commozione e senza attendere che l'operosa donna le rispondesse.
La lasciò,quindi,alle sue mansioni e si diresse con cuore tremante ad imboccare le scale che portavano al piano di sotto:"Anzi,no.Torno subito."Voltandosi verso la brava e buona donna."Vi prometto che darò una mano col bagaglio ma ho pensato di riporre io stessa quella tela affinchè non resti danneggiata dal trasporto."
La donna annuì compiaciuta.
Poi,Chantal raggiunse la saletta che dava sul roseto e lì,accanto alla finestra l'attendeva quello sguardo dolce e malinconico della donna ritratta.
"Vuoi rivederlo anche tu,vero?"Disse Chantal mentre fissava la tela.
Posò,quindi,la mano ad accarezzare quel volto ritratto certa che,con ella,anche quella figura sentisse fremere il suo petto per l'attesa che la separava da quel viaggio che la ragazza già sentiva essere lungo e interminabile.

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Parsifal25
11-01-2012, 13.27.00
".....Tieni alto il braccio..." mentre continuavo la mia sessione, una voce elegante mi correggeva. Mi voltaì nella direzione dove sentì la voce e vidi un uomo avvicinarsi.

Incrociando lo sguardo di costui un profondo senso di rispetto ed emozione mi attraversò, non sapevo spiegarlo, era accompagnato da uno splendido destriero che sembrava sereno e tranquillo accanto a lui. Interuppi la sessione e dissi:

"Nobile signore, cosa vi porta da queste parti? Il mio nome è Parsifal e sono un Cavaliere dei Longiniu. Siete.... un maestro d'arme? Perchè le confesso, non ho mai pensato che la mia tecnica di spada fosse ancora sporca......eppure ho sempre cercato di migliorarla con ore e ore di allenamento." Deposi la spada nel fodero.

Talia
11-01-2012, 14.08.27
Abbassai gli occhi ed osservai la collana di fiori che i miei fratelli mi avevano messo tra le mani. Sorrisi. Poi, lentamente, la indossai ed inspirai il tenero profumo delle pervinche.
Rimasi per qualche attimo così, sfiorando delicatamente quei fiori con un dito.
Infine sollevai lo sguardo sull’anziano uomo di fronte a me...
“Stanotte ho fatto di nuovo quel sogno!” mormorai, senza preamboli “Ho rivisto il bambino e la figura di luce... non sono riuscita a distinguere dove fossero... solo per un attimo, ad un tratto, mi è parso di scorgere i contorni di un giardino, un verziere... appena per un istante! Ed a quel punto è accaduto qualcosa di stano... ho avuto come la sensazione che la figura di luce fosse arrabbiata... ma non so il perché!”
Sospirai e tornai a scrutare le acque tranquille del lago...
“Non capisco!” confessai dopo un istante “Perché faccio questi sogni? Cosa significano? Che cosa devo fare?”
Il silenzio cadde tra noi per qualche momento... il Maestro era sempre stato molto più che un padre per me, era il mio mentore, l’unico che sapesse tutto di me e a cui non avevo mai nascosto nulla. Mi fidavo di lui più che di qualsiasi altro essere umano.
“La mia mente si sta indebolendo!” dissi ad un tratto “Di solito, quando medito, ti sento arrivare... talvolta riesco a percepire i miei fratelli anche se sono lontani... ora non è più così!”
I miei occhi tornarono su di lui, fissandolo intensamente...
“Devo riuscire a capire perché quelle immagini mi sono state mandate in sogno... devo riuscire a capire che cosa mi viene chiesto in questo modo! La mia mente non si placherà finché non avrò fatto questo!”
Mi stava scrutando con quel suo sguardo penetrante...
Gli sorrisi e mi alzai.
“Hai davvero visto il Cervo?” chiesi, scrutandolo a mia volta... riuscii a percepire l’oppressione dei suoi pensieri a quella mia domanda ed una vaga tristezza ben chiusa in fondo al cuore...
“Non hai mangiato stamattina!” dissi allora in tono leggero, cambiando discorso, andandogli di fronte e prendendolo sottobraccio “E nemmeno io! Vieni... torniamo a casa!”

Daniel
11-01-2012, 14.51.45
Stavo osservando il biglietto blu che mi avevano dato quando sentii che qualcuno urlava la partenza..
<<Già si parte?>>
Ero ecccitato da un lato e triste dall'altr..è vero il Maestro è sempre stato duro con me ma in fondo mi voleva bene e io ho inseguito un sogno... Se quella donna non sarebbe arrivata non sarei mai salito qui.. Quella donna.. Ripensandola sentivo magia in lei.. Ma non Magia buona bensì magia nera.. Ma di quella davvero molto oscura.. Chissà chi era..
Sul ponte iniziò a crearsi fermento tra gli ultimi arrivati e tra chi già aveva comprato il biglietto.. Il vento soffiava tra i miei capelli rossi e il sole accecava i miei occhi azzurri.. Era una giornata bellissima e il calore del fiume arrivava sino al ponte della nave.. Ad un certo punto la sentii altra magia.. Ma da dove arrivava? Entrai nei corridoi interni della nave.. C'era poca gente sopratutto marinai.. Ad un certo punta arrivai ad un vicolo ceco ma la sentivo ancora.. Cos'era quella magia che percepivo?

elisabeth
11-01-2012, 16.44.32
Avevo il mantello sulle spalle...."....Voi siete il Maestro di questo posto, e mi avete dato la gioia di ascoltare il cuore della vostra creatura........Sappiate che tra le pieghe del mio mantello si cela la luce della luna........nei miei occhi...porto le stelle....le mie braccia e le miei gambe sono tronchi di vita del bosco e come signora dei boschi e' mia ogni creatura..........lambisce il mio cuore l'acqua del lago.....come vedete vi ho mostrato il mio cuore"..........allungai le mie braccia e aprii le miei mani davanti al Maestro del Carrozzone......una pioggia di fiori freschi....e foglie bagnate dalla rugida...." Un dono per voi..e per la fiducia che mi avete dato e adesso...fate il vostro lavoro..e andiamo a conoscere gli altri viaggaitori.....a...dimenticavo......questo viaggio.....chiamiamolo istinto, niente altro che istinto...."..........ritornammo indietro nei corridoi.......e passai accanto a un giovane ragazzo...magia......quanta strada ancora......giovane viaggiatore

Guisgard
11-01-2012, 19.56.11
Il maestro fissò stupito Altea.
“No, milady, non posso accettare!” Avvicinandosi alla ragazza e prendendo il pugno di lei, che stringeva i due Taddei, nella sua mano. “Non vi permetterò di spendere quella moneta per me!”
“Dovete decidervi, signori.” Fece il marinaio. “Ormai siamo quasi pronti per lasciare Camelot e immergerci in quest’avventura!”
“Acquistate pure il biglietto per voi…” disse il maestro ad Altea “… perché mi sembra evidente che questo viaggio vi affascini non poco… io, invece, resterò qui… al vostro ritorno, magari, scriverete una bella storia su quest’intrigante avventura…”
“Allora, quanti biglietti?” Domandò il marinaio.

Guisgard
11-01-2012, 19.58.57
A quel turbamento palesato da Gaynor, l’uomo dalla barba bianca rise di gusto.
“Perdonate le fandonie che questo sciocco vecchio ama di tanto intanto dire, mia bella dama!” Disse l’uomo. “Vedete, io sono da sempre un sognatore e anche adesso, nonostante l’età, mi emoziono ogni volta che il nostro Carrozzone è in procinto di intraprendere un nuovo viaggio. Il mio nome? Oh, ho tanti nomi. Tanti quanti sono i mesi dell’anno, o le stagioni che si susseguono. Alla mia età, ormai, si è compreso che un nome vale l’altro. Ma visto che chiedete del mio nome, allora vi risponderò… sono il Maestrale!” Ridendo nuovamente. “Ossia, il vento, o la forza, che spingerà quest’imbarcazione dove nasce il Calars! Chiamatemi dunque Maestrale, milady!”

Guisgard
11-01-2012, 20.12.15
Elisabeth aveva appena lasciato la camera della fornace, quando incrociò un giovane passeggero.
Daniel si guardava attorno stupito e forse turbato.
E, passando accanto a lui, Elisabeth sentì qualcosa di misterioso ed inquietante.

“Il Carrozzone va...” canticchiava una voce di donna “… e dove giungerà?”
Poi la risata di quella donna.
Poi, per un attimo infinitesimale, due occhi enigmatici e terribili allo stesso tempo apparvero ad Elisabeth.

Fu un momento.
Poi Elisabeth si destò.
Aveva accanto a sé il giovane apprendista mago.
Cosa rappresentava davvero la donna udita e vista in quella visione da Elisabeth?
http://www.moviesonline.ca/movie-gallery/albums/userpics//BrothersGrimm250705-2.jpg?0.9638051823080789

Guisgard
11-01-2012, 20.19.17
Il cavaliere osservò Parsifal e mostrò un lieve e cortese inchino.
“Salute a voi, messer Parsifal.” Sorridendo. “Sono un cavaliere ed il mio nome è Redentos de’ Punici… in verità sono diretto in un lontano e remoto reame…” osservò poi la spada di Parsifal “… prima regola per qualsiasi vero guerriero, ragazzo mio… non si è mai davvero padroni di una tecnica infallibile… anche un colpo, per quanto perfetto, deve la sua efficacia a chi lo mette in atto… bisogna allenarsi sempre… nel momento in cui un cavaliere si sente invincibile, vuol dire che è prossimo alla sconfitta…”

elisabeth
11-01-2012, 20.20.35
La vita e' fatta di sensazioni....di odori e percezioni....il male e il bene, corrono su strade parallele che per una sorta di magia tendono ad incrociarsi......il giovane portava con se'....la forza perche' io potessi comprendere il senso del mio viaggio e l'esistenza di quel carrozzone, vidi per qualche istante il volto demoniaco di una megera e percepii il suo lento lamento.....dove andra' lo strano carrozzone.......solo un'istante e tornai alla realta'.......guardai il giovane......." L'avvertite anche voi....lo so...si legge nei vostri occhi..."...avevo solo un debole sorriso per lui......

Guisgard
11-01-2012, 20.27.34
Plautus saltò su a quelle parole di Cavaliere25.
“Davvero siete disposto a fare questo per noi?” Domandò.
“Ma, veramente…” pensieroso Jovinus “… non so… e comunque ne servono tre di Taddei, visto che siamo appunto in tre…”
“Invece trovo che sia un’ottima idea!” Esclamò Plautus. “Restituiremo le due monete al nostro amico quando sarà pronta la nostra chiesa nuova!” Si rivolse poi a Cavaliere25. “Però Jovinus ha ragione… avete un altro Taddeo per pagare anche il vostro biglietto?”

cavaliere25
11-01-2012, 20.34.01
in tasca ne ho appena 3 di taddei e per il viaggio non ci sono problemi lo faccio ben volentieri amici miei ma per il costo del mangiare come la risolviamo? voi mi sembrate brave persone e voglio fidarmi di voi e sorrisi

Guisgard
11-01-2012, 20.46.54
La casa era grande, con vaste sale e ampie vetrate, dalle quali filtrava il tepido Sole di Gennaio, inondando ogni angolo di quell’abitazione.
La governante entrò, proprio mentre Chantal fissava la donna di quel ritratto.
“Oggi l’aria è particolarmente pulita…” disse la governante, per poi aprire le tende “… da qui si può vedere un bel tratto del fiume Calars…” si fermò a fissarlo “… guardando le sue acque nelle ore più calde del giorno, sembra quasi che miraggi e visioni prendano forma… a volte l’aria deformata dal suo alito pare far animare le nuvole… e da esse nascere una città… una città sopra i Cieli…” si voltò verso Chantal “…quando partiremo?” Chiese alla ragazza, tradendo una strana inquietudine.

Altea
11-01-2012, 21.14.21
Le mie mani strette ai pugni del mio maestro, egli voleva lasciarmi sola ma non lo avrei accettato, sentii ad un tratto le parole del marinaio, tra l'altro le voci erano concitate perchè la partenza era imminente.."Due biglietti, gentile marinaio, per me e per il milord".

Guisgard
11-01-2012, 21.34.13
I due monaci si scambiarono un rapido sguardo.
“Potrebbe essere un segno l’aver incontrato questo giovane…” mormorò Jovinus, indicando Cavaliere25 “… e sia! Sia fatta la Volontà del Signore! Andiamo ad imbarcarci!”
“Dio sia lodato!” Esclamò Plautus.
I tre raggiunsero il Carrozzone ed acquistarono tre biglietti di colore bianchissimo.
Un attimo dopo erano già a bordo.

Guisgard
11-01-2012, 21.37.05
Altea, decisa, acquistò due biglietti, uno per sé e l’altro per il suo maestro, di un vivissimo arancione.
“Siete davvero incorreggibile!” Disse il maestro salendo a bordo con lei. “Sapete?” Ridendo. “Di questo passo faticherete a trovare marito! Gli uomini non amano troppo le donne decise e audaci come voi!” Scoppiò a ridere. “E sia… vi devo un Taddeo!” Poi sbiancò. “Un momento, i miei libri!” Non viaggio mai senza uno dei miei libri dietro!” Fece come a voler tornare indietro, ma ormai le porte erano state chiuse e l’ancora issata su.
“Spiacente, signore.” Fermandolo il marinaio. “Ma il Carrozzone è pronto a partire.”
“Ma, i miei libri?”
“Signori, vi prego di salire sul ponte…” sorridendo il marinaio “… il favoloso Goz darà a tutti i passeggeri il benvenuto a bordo.”

cavaliere25
11-01-2012, 21.37.34
Eccoci dissi siamo pronti a partire anche noi rivolgendomi hai due monaci poi guardandomi intorno dissi ma che compito avrei nella vostra nuova chiesa ? io sono solo un boscaiolo e vi posso solo procurare legna però imparo in fretta se qualcuno mi insegna un lavoro e continuai a guardarmi in torno ero curioso felice non sapevo neanche io cosa ero in quel momento

Guisgard
11-01-2012, 21.40.29
Elisabeth e Daniel non ebbero neanche il tempo di parlarsi, che subito un marinaio li raggiunse.
“Signori, vi prego di seguirmi sul ponte.” Disse. “Stiamo partendo e il grande Goz darà lì il benvenuto a tutti i passeggeri."

Altea
11-01-2012, 21.45.09
Con gioia salimmo nel Carrozzone, alle parole del maestro scoppiai quasi in una risata "ma io, milord, non cerco un marito in questo viaggio..dite sono troppo audace?". Poi il maestro si ricordò dei suoi libri, cercò di uscire ma ormai quel portellone era chiuso, la nostra avventura avrebbe avuto inizio...positiva o negativa? fissavo quel bel biglietto aranciato, del colore del bel sole d'Oriente. "Mio maestro, penso avremmo cosi tante cose da scoprire e vedere in questa avventura che i libri non serviranno, e poi voi portate la conoscenza dentro di voi" risposi sorridendo e cercando di rassicurarlo. Presi la sua mano e lo portai sul ponte della nave dove tale Goz doveva darci il benvenuto

elisabeth
11-01-2012, 21.48.44
Guardai il giovane prima di seguire il marinaio sul ponte.....avremmo avuto tutto il tempo per conoscerci.......raggiungemmo il ponte della nave...dove vidi tutte le persone che erano salite a bordo......l'aria fresca mi tolose l'oppressione che avevo al petto.....e mi appoggiai al parapetto........mi strisi nel mantello......e aspettai....che questo Goz facesse la sua apparizione...........ma la mente andava alla donna.......quel Carrozzone....non doveva essere poi cosi' luogo di meraviglie.......per un Taddeo.......cosa ci avrebbero offerto per un taddeo......

Guisgard
11-01-2012, 21.57.02
“Non posso aiutarti circa quei tuoi sogni…” mormorò il vecchio cavaliere prendendo sottobraccio Talia “… tu hai una sensibilità che io non posseggo… io ho gli occhi ed il cuore di un guerriero… tu quelli più grandi e luminosi di una sibilla, di una pizia… tutto è dentro di te… tra le tue sensazioni ed i tuoi stati d’animo... sono quelli che ti fanno percepire questi messaggi… la verità ha infiniti volti e si mostra spesso in modi indefiniti ed enigmatici… le tue visioni hanno un significato… sta a te comprenderlo, ragazza mia…”
I due si avviarono verso il casale.
“Si, ho visto il Cervo Bianco…” riprese il vecchio maestro “… la vita è spesso scandita da segni… e quell’animale ricorre continuamente nella mia vita… vedremo se i tuoi fratelli riusciranno a prenderlo.” Fissò Talia e scoppiò a ridere. “Quei fiori ti somigliano, sai?” Guardando la collana al collo di Talia. “Sono freschi, puri, semplici… ma anche molto forti… e tu dovrai esserlo, ragazza mia… dovrai essere forte, perché il cammino non sarà facile…”
Raggiunsero così il giardino davanti al casale e mangiarono un pò della frutta che cresceva lì.
“Presto i tuoi fratelli ritorneranno…” disse il vecchio cavaliere “… forse in trionfo, o, molto più probabilmente, con la coda fra le gambe…” accennò un sorriso “… forse solo due dei tuoi fratelli sono in grado di catturare il Cervo Bianco… ma forse solo uno di loro due era destinato a vederlo…” un velo d’inquietudine attraversò il suo sguardo “… attendi qui il ritorno dei nostri aspiranti cavalieri…” alzandosi lui “… io mi recherò nella Cappella per pregare…” baciò Talia sulla fronte e si diresse verso la Cappella del casale, lasciando la giovane in balia del vento e delle sue inquietudini.
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Daniel
11-01-2012, 23.02.06
Un uomo ci portò sul ponte ma chi era quella donna? Mi avvicinai a Elisabeth che si trovav sul ponte..
<<Salve Milady.. Io sono Daniel apprendista Mago dominatore dei quattro elementi..>> Sorrisi e poi le dissi ridiventando serio..
<<Quella donna.. Mi sembra di averla già vista.. La sua Aura era malagità allo stato puro.. La sua anima si nutre di morte e sofferenza.. Non ricordo di dove l'ho vista.. Ricordo solo di essere scappato da lei..>> Rimasi per qualche istante in silenzio e poi dissi
<<Ma scusate non vi faccio parare voi siete?>> dissi sorridendo

Guisgard
12-01-2012, 02.21.36
Tutti i passeggeri si ritrovarono così sul ponte.
Altea ed il suo maestro, Cavaliere25 con i due monaci e poi Gaynor, Elisabeth con Daniel che le stava rivolgendo qualche domanda proprio in quel momento.
Ma nuovamente si udì il suono della campanella e il tempo sembrò come fermarsi.
I due ragazzi, che avevano annunciato nella piazza di Camelot l’arrivo del fiabesco Carrozzone, apparvero ai presenti.
Erano abbigliati alla moda dei marinai del Sud e anche nelle loro espressioni si poteva riconoscere quell’innata audacia, ma qualcuno la definirebbe furbizia, che caratterizza coloro che vivono sulle sponde del Mediterraneo.
“Signori e signore…” cominciò a dire uno dei due “… tutto è pronto… che il viaggio abbia inizio!”
Uno squillo di tromba e il Carrozzone, come per magia, cominciò a muoversi, seguendo la calda e tranquilla corrente del fiume Calars.
Il viaggio era finalmente cominciato.
Camelot, pian piano, si allontanò sempre più, fino a scomparire definitivamente appena quell’imbarcazione di fascino, mistero e sogno voltò l’ansa del fiume.
Poi, senza alcun preavviso, la porta che conduceva nella stiva si aprì e nell’aria si udì qualcuno canticchiare.
Un attimo dopo si mostrò un uomo di robusta corporatura, dai modi spicci e poco raffinati, che avanzava con un’andatura dinoccolata.
Un grosso mantello avvolgeva il suo corpo ed un ampio cappello impediva ai presenti di poterne vedere bene il volto.
L’uomo estrasse da una tasca un Taddeo e lo lanciò in aria, per poi riprenderlo al volo.
“Testa o Croce?” Chiese a uno dei marinai sul ponte.
“Testa, signore.”
“Sbagliato, ragazzo!” Disse l’uomo al marinaio, mostrando la faccia della moneta sulla sua mano. “Croce! Vuol dire dobbiamo aver timor di Dio! E’ un monito!” Fissò poi i passeggeri. “Questo è un Taddeo, amici… una semplice moneta… per legge non può essere rifiutata, perché reca il volto del re su una delle sue facce, mentre la Croce è impressa sull’altra… questo è il prezzo che vi è stato chiesto per raggiungere ciò che nessun altro, prima di voi, ha mai visto… un Taddeo… cosa vi è di più effimero? Reca il volto del Magnanimo, ma domani potrebbe raffigurare uno dei suoi figli, forse il Cerimonioso o il Temerario. O forse i duchi si ribelleranno per rivendicare la separazione delle due corone e allora altre monete saranno coniate, con altri volti di re… eppure, nulla potrà mai invalidare il vostro biglietto… conservatelo dunque con cura, amici ed amiche…” si voltò verso il fiume “… non sappiamo cose troveremo laggiù… forse ognuno di noi ci vedrà qualcosa di diverso, o qualcun altro non vedrà nulla… perché si è deciso di risalire questo fiume millenario? Forse perché da piccolo, nelle afose giornate d’Estate, sul suo orizzonte mi apparivano miraggi di civiltà perdute… o forse perché una volta mio nonno pescò, proprio in questo fiume, un pesce che poi lo implorò di rimetterlo in acqua con la promessa di mostrargli un giorno un mondo da favola… o, chissà, perché spero che queste calde acque siano in grado di guarire da ogni male… o solo perché sono stanco del mondo che si trova da quest’altra parte del fiume…” restò poi in silenzio per diversi istanti.
“Non lo so perché proprio questo fiume…” riprese “… so solo che con un semplice Taddeo voglio acquistare il mio sogno più grande… un sogno che ho cercato ovunque… e ora mi resta ignota solo la terra da cui il Calars nasce…” fissò nuovamente i passeggeri “… un amico una volta mi disse che la felicità va conquistata, no attesa… e noi stiamo andando a cercarla, amici miei… e ci costerà, forse, solo un Taddeo.” Lanciò nuovamente in aria la moneta, per poi riprenderla al volo.
E di nuovo uscì la faccia del Taddeo con impressa la Croce.
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Parsifal25
12-01-2012, 02.57.57
Sembrava che il mio padre adottivo si fosse incarnato in questo nuovo corpo....non conoscevo il nome di quel cavaliere ma suppongo che le sue gesta erano sicuramente avrebbero varcato i confini.
"Nobile cavaliere, la ringrazio per le parole che mi donate...ne farò tesoro." Mentre continuavo ad allenarmi con la spada, assimilando gli insegnamenti del Cavalier de' Punici porsi una domanda
"Perdonate il mio fare rozzo, dove siete diretto?"

Guisgard
12-01-2012, 03.09.02
Redentos sorrise malinconicamente a Parsifal.
“Dove sono diretto?” Fissò il Cielo che li sovrastava, come se cercasse tra le nuvole la risposta. “Forse in un luogo tanto lontano che può essere raggiunto solo percorrendo la strada che taglia in due la notte… una strada lastricata di sogni… o, chissà, forse tanto vicino ma invisibile agli occhi di noi peccatori… cerco un luogo sconosciuto, il cui nome sembra ignoto ad ogni viaggiatore, chierico o laico che sia… un luogo il cui nome mi perseguita come un’ossessione… un luogo che pare, in certe notti, apparirmi come un Oltretomba lontano e irraggiungibile… un luogo che talvolta la disperazione mi fa temere che esista solo nel mio cuore… un luogo che forse tiene imprigionato tutto ciò che di sacro e puro, dopo la mia Fede, mi sia rimasto… cerco un luogo chiamato Tylesia, ragazzo mio…”

Parsifal25
12-01-2012, 03.29.31
Tylesia....non conoscevo questa cittadina ma dall'amore con cui ne decantava le meraviglie compresi il suo desiderio.....sembrava essere importante per la sua anima e cuore, non potevo proibirgli di proseguire ma nello stesso tempo sareì stato lieto di accompagnarlo.

"Tylesia, chissà cosa nasconde il suo nome" pensaì ad alta voce.

Mi rivolsi verso Redentos e gli chiesi:
"Nobile Cavaliere, non so se potreì esserti d'aiuto.....ma permettimi di accompagnarti in questo viaggio? Forse....potreì imparare qualcosa e nel contempo....scoprire la mia verità e la ragion d'esser stato chiamato da Tylesia.

Guisgard
12-01-2012, 03.47.30
Redentos sorrise.
Il candore e il forte senso cavalleresco di Parsifal gli procuravano una certa Gioia nell’animo.
“Lo credi davvero, ragazzo?” Fissando il giovane cavaliere. “Vuoi davvero seguirmi? Potrei essere un visionario, un folle… vuoi davvero affiancarmi in questo viaggio verso l’ignoto?” Sorrise nuovamente. “Allora comincia a seguirmi ora…”
Prese per le redini il suo cavallo e s’incamminò nella foresta che li circondava.
Dopo un po’, Redentos e Parsifal si ritrovarono davanti ad una chiesa che sorgeva nel bel mezzo di quel verdeggiante luogo.
“Guarda il mosaico in alto, ragazzo…” indicò il cavaliere quando furono dentro “… Cristo in Gloria, con ai Suoi piedi la Santa Vergine e attorno gli Apostoli… ai tre lati del seggio di Nostro Signore, formato dai Troni incastonati fra loro, vi sono i tre Arcangeli… conosci i loro nomi? Sono Gabriele il Messaggero… e infatti il mio viaggio verso Tylesia è ispirato da un messaggio divino… poi c’è Raffaele la Guida… ed è la mano dell’Altissimo a guidarmi e scortarmi… infine c’è Michele, il Principe delle Armate Celesti… è protettore e custode dei cavalieri… io accetto di prenderti con me, come mio discepolo e apprendista, giurando in questo Santo Luogo di insegnarti l’arte della cavalleria… e tu, davanti a Cristo sul Suo Eterno Trono di Angeli, giurerai a tua volta che mi sarai devoto e mi obbedirai… questo patto ci unirà come maestro e allievo…”
http://c.wrzuta.pl/wi5676/e187e3750019409947cac376/qui_gon_jinn_obi-wan_kenobi

elisabeth
12-01-2012, 12.32.45
vidi avvicinarsi quel giovane che avevo visto nel corridoi e mentre si presentava e mi riferiva cio'che aveva visto.......guardai il profondo dei suoi occhi, aveva il cuore giovane e pieno di energia.....potevo sentire il suo battito......l'anima era sensibile....." ciao Daniel.....sono felice che tu sia arrivato....ti aspettavo, mi chiamo Elisabeth....ascoltavo cio'che avete avvertito.......puo' essere il male e puo' essere un avvertimento......il Carrozzone stesso...puo' essere le membra di quella donna......tutto puo' essere......forse siamo qui [er questo Daniel.....infondo per essere un buon mago.....bisogna essere iniziati...e cose' un iniziazione se non che delle prove.....".......ascltammo infine cio' che Goz ci disse.....testa o croce....solo croce a quanto pare......tra le mani di uno strano uomo......

Lady Gaynor
12-01-2012, 12.44.20
Nonostante le parole del vecchio, che volevano essere rassicuranti, Gaynor continuava a provare un senso di inquietudine, ma il suo spirito incline alle avventure ebbe la meglio e decise di restare a bordo. Poco dopo, un marinaio annunciò loro che quel tale a nome Goz avrebbe dato loro il benvenuto. Quando infine costui apparve e fece il suo discorso, il turbamento di Gaynor si ravvivò... Mai aveva visto un tipo così strano e mai aveva udite parole tanto suggestive...

Altea
12-01-2012, 14.14.11
Arrivammo sul ponte e guardai in volto i passeggeri, chissà cosa loro cercavano in questo viaggio? Io non avevo desideri e prospettive, la mia era solo voglia di conoscere ciò che vi stava dietro questa storia, e forse voglia di una avventura nuova. Ad un tratto entrò un uomo, dai modi goffi, ma dalla parlantina molto spiccia, ascoltai il suo discorso. Convenivo in certe sue affermazioni, certo la felicità andava conquistata, ciò che facciamo o come agiamo sarà la nostra felicità futura.
Fissai il mio maestro, ascoltava il discorso e sorrisi "Milord, ditemi a cosa state pensando?"

Parsifal25
12-01-2012, 15.24.01
Le parole di Redentos erano piene di tenerezza nei miei confronti, ma come si suol dire "le imprese possono risultare impossibili se non ci provi e non puoi affermare che sia stato tutto un fallimento se non ti cimenti...." senza alcun indugio presi la mia decisione, lo accompagnerò.

Prima di sellare Belfagor e seguirlo, scrissi una lettera a Fountaine ed i suoi allegri compagni.... avreì voluto proseguire con loro ma non potevo tirarmi più indietro. Consegnaì la lettera nelle mani dell'oste e mi raccomandaì di darla una volta che mi ero allontanato da qui. Imminentemente spronaì Belfagor e raggiunsi Redentos.

Il posto in cui mi portò era magnifico. Una chiesa si levava all'interno di una radura, era carica di spiritualità e messaggi....ne venni rapito. Redentos mi spiegò il motivo del suo viaggio e mi portò dinanzi ad un eccelso mosaico che ripercorreva la simbologia principale del divino, dinanzi a ciò fece il suo giuramento di divenire il mio mentore ed io porsi il mio. Inchinandomi verso il mosaico ed il mio nuovo maestro pronunciaì ciò:
"Io, Parsifal cavaliere dei Longiniu e figlio di Caradill, prometto sul mio onore, lealtà e spada di servire il Maestro de' Punici..... finchè egli non riterrà chiuso il mio servigio e giuramento. Lo servirò, seguendolo fedelmente in tutto ciò a cui andrà incontro. Che Iddio sia testimone di ciò."

Terminato il tutto mi sentì nato a nuova vita, il ciondolo che portavo al collo sembrava aver acquisito nuova forza e resistenza tanto che rifletteva i raggi del sole..... un nuovo compito andava levandosi all'orizzonte.

Guisgard
12-01-2012, 16.33.36
Redentos ascoltò con attenzione il sacro giuramento di Parsifal, per poi abbracciare il nuovo discepolo e apprendista.
Si avvicinò allora all’altare e inginocchiatosi recitò delle preghiere.
Poi, si segnò tre volte e fece cenno a Parsifal di seguirlo.
Usciti dalla chiesa presero la strada che si addentrava nel cuore della foresta.
Dopo un po’ si ritrovarono davanti ad una vecchia abitazione.
Redentos si avvicinò alla porta e bussò più volte.
“Chi è là?” Domandò una voce dall’interno.
“Siamo due cavalieri” rispose Redentos “e stiamo attraversando questa foresta per noi sconosciuta… in nome di San Cristoforo e San Raffaele Arcangelo, abbiamo bisogno di informazioni per proseguire il nostro viaggio…”
Un attimo dopo una donna aprì la porta.
“Salute a voi, sono Redentos de’ Punici e questi è il mio allievo sir Parsifal… ci occorrono informazioni e un pasto caldo. Naturalmente possiamo pagare per entrambe le cose.”
La donna fece segno ai due cavalieri di entrare e sedersi davanti al camino acceso.
Nella stanza però vi erano anche due uomini.
“Non temete, questi sono mio marito e mio figlio.” Spiegò la donna. “Riscaldatevi, mentre io vi preparerò qualcosa di caldo.”
“Vi ringrazio.” Sorridendo Redentos.
“Siete cavalieri?” Domandò il figlio della donna.
“Si, lo siamo.” Sorridendo Redentos.
Il cavaliere poi, indicò qualcosa a Parsifal.
Era una lunga treccia di crine di cavallo inchiodata alla parete.
“Che strano simbolo…” mormorò Redentos “… secondo te cosa rappresenta?” Chiese al suo discepolo.

Guisgard
12-01-2012, 17.16.14
Il maestro, a quella domanda di Altea, restò pensieroso.
Fissò Altea e poi, prendendola per mano, si avvicinò con lei al pittoresco uomo che aveva appena finito di parlare.
“Siete voi il fantomatico Goz?” Domandò.
L’uomo rise forte.
“Cambierebbe qualcosa?”
“Beh, non vi siete presentato…” rispose il maestro “… e poi quello strano discorso…”
“Cambierebbe qualcosa se fossi Goz invece che uno dei passeggeri?”
“Allora chi è veramente questo misterioso Goz?”
“E’ vostra moglie questa bella dama?” Domandò, improvvisamente l’uomo, fissando Altea.
“Lei?” Sorpreso il maestro. “No, lei è solo una mia allieva…”
Goz rise nuovamente.
“Cosa troveremo secondo voi, milady?” Chiese poi ad Altea. “E la stessa domanda la faccio anche a voi, bella dama inquieta e solitaria!” Voltandosi poi, improvvisamente, verso Gaynor.

Altea
12-01-2012, 17.34.02
Il maestro si avvicinò bruscamente a Goz, iniziò un piccolo battibecco ma notai come il presunto comandante di quella nave fosse sicuro di se stesso. Il maestro fu subito zittito, e l'uomo iniziò a far domande su di me.
"I miei saluti...messer Goz? è curioso come vi interessi il mio stato sentimentale." risposi sorridendo "cosa cerco da questo viaggio? Non so veramente, all'inizio vi era curiosità e sete di sapere e conoscere cosa potesse esistere oltre le terre di Camelot, ora però è come avvertissi un alone magico. Ma sappiate, io non credo nella magia".

Guisgard
12-01-2012, 18.16.32
“Siamo partiti, grazie al Cielo.” Disse Jovinus a Plautus e Cavaliere25. “Voi ci sarete di grande aiuto, amico mio.” Rivolgendosi poi al boscaiolo. “Una chiesa ha bisogno di legna in gran quantità… e voi dunque sarete fondamentale per la nostra missione.”
Chiamò poi in disparte gli altri due.
“Ora vi mostreremo cosa guida la nostra missione…” fece Jovinus fissando Cavaliere25.
Prese allora lo scrigno che aveva sempre con sé e lo mostrò al boscaiolo.
“Qui è conservato qualcosa di inestimabile…” disse il monaco “… una reliquia miracolosa proveniente dalla Terra Santa… sulla quale fonderemo la nostra chiesa e convertiremo i popoli pagani del Nord.”

cavaliere25
12-01-2012, 18.21.31
interessante dissi dobbiamo custodirlo con molta attenzione non si sa mai chi ce in giro poi dissi quanto mancherà a dove dobbiamo arrivare domandai tutto contento dentro di me pensai avrò fatto bene a intraprendere quella missione chissa cosa mi aspettava

Talia
12-01-2012, 18.37.20
In silenzio osservai il Maestro allontanarsi.
Una leggera brezza muoveva i rami degli alberi intorno a me e spazzava l’erba, chiusi gli occhi e respirai il vento...

“Aspettate! Aspettate... vi prego!”
Mi voltai ed osservai la donna che stava disperatamente trattenendo la mia mano, aveva gli occhi rossi e lucidi...
“Vi prego!” sussurrò.
Per un attimo il bosco intero parve ammutolirsi, per un attimo tutto si fermò.
“Mamma...” mormorai.
Silenzio... immobilismo... poi, d’un tratto, l’uomo che le stava di fianco mi strappò dalla sua presa e mi condusse lontana da lei... verso un cavaliere alto che ci attendeva a qualche metro di distanza, sulle rive di un lago.
Sollevai gli occhi e guardai mio padre... anche lui mi osservò per un momento, tristemente, ma subito distolse lo sguardo e lo portò sull’uomo che gli stava di fronte...
“Dio sa cosa mi sta chiedendo?” chiese con voce grave.
“Un voto è una promessa fatta a Dio...” fu la risposta.

Aprii gli occhi di scatto, leggermente turbata... erano anni che quel giorno lontano non mi tornava alla mente: il giorno nel quale avevo detto addio ai miei genitori, il giorno nel quale avevo incontrato per la prima volta il Maestro, il giorno nel quale tutta la mia vita era cambiata.
Con il cuore in gola, sollevai il sguardo al Cielo... il vento stava aumentando... forse era un segno.

Guisgard
12-01-2012, 18.50.22
Il bosco di Suessyon.
A guardarlo dal Casale degli Aceri appariva sterminato, come infinito.
Come la porta per un mondo lontano.
E da quel mondo una figura si avvicinava al casale.
Talia, destatasi da quel doloroso e, per lei, ancora inspiegabile ricordo, osservò fino a quando le sembianze di quella figura le divennero familiari.
Era uno dei suoi fratelli, partito dal casale un anno prima per arruolarsi nelle milizie di un nobile signorotto locale.
Biondo, dallo sguardo fiero e dal nobile portamento.
Avanzava verso il casale in sella al suo cavallo e appena vista Talia sorrise.
“La Primavera è arrivata in anticipo a quanto vedo, eh!” Esclamò Fylleon. “O è solo un privilegio di questo vecchio casale?” E mostrò un lieve inchino alla ragazza. “Che calma… si vede che i nostri fratelli sono sicuramente in giro per il bosco… tu come stai, Talia?”
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Talia
12-01-2012, 19.07.08
Tenevo gli occhi fissi su quella figura che si stava avvicinando... e man mano che si avvicinava un sorriso mi si allargò sul volto.
“Fylleon!” esclamai, sorpresa e felice, andandogli incontro mentre smontava da cavallo.
“...o forse dovrei dire sir Fylleon?” domandai, leggermente sorpresa dal tono formale della sua voce.
Gli sorrisi quindi, giocosamente, e allargai appena le braccia...
“Dai, sir Fylleon... non è buona regola abbracciare la propria sorellina quando non la si vede da più di un anno?”

Guisgard
12-01-2012, 19.31.03
Il cavaliere smontò da cavallo e abbracciò Talia.
“Sir? Ah, il soldato di ventura non è certo il mio sogno e tu sai che io aspiro a conquistare un regno!” Guardandola Fyellon. “Magari usando anche una scorciatoia, come sposare una principessa! Ma mi contenterei anche di una regina rimasta vedova!” Rise. “Sai che sei ancora più bella di come ti ricordavo, sorellina? E che collana profumata porti al collo! Cerca di non diventare troppo bella, però!” Sorridendo. “Altrimenti qualche nobile principe verrà a rapirti e chissà che colpo per il nostro maestro!”
Ma dopo un po’ divenne serio.
“Ma lui non può obbligarti e lo sai…” continuò “… nessuno può farlo… sei una donna, prima di qualsiasi altra cosa…” sorrise teneramente alla ragazza “… a proposito… dov’è il maestro? Che io ricordi non ti ha mai lasciata sola in casa…”

Talia
12-01-2012, 19.42.27
Obbligarmi...
Per un attimo i miei occhi si scurirono alle sue parole...
Ma subito tornai a sorridergli.
“E’ alla Cappella!” dissi “E gli altri, hai indovinato, sono in giro per il bosco! ...Ma tu?” soggiunsi dopo un momento “Cosa ti porta qui da noi? Nostalgia? O c'è dell'altro?”
E così dicendo gli feci cenno di sedersi con me sull’erba.

Daniel
12-01-2012, 19.45.20
Guardai Elisabeth e poi Goz.. Ascoltai con interesse la sua stramba presentazione alla fine mi rivolsi a Elisabeth e le dissi:
<<Milady io lo avverto ci siamo cacciati in qualcosa di brutto.. La natura me lo dice.. Il fiume mi allerta.. Alla fine di questo viaggio ci sarà qualcosa che ci segneràper sempre..>> Ero realmente turbato da ciò che avevo sentito.. Goz se ne era andato.. Che fosse uno stregone anche lui? Sul ponte c'era tanta gente.. Una donna con un uomo più anziano.. Un robusto ragazzo con due frati.. una nobildonna.. e un cavaliere.. Più altre persone e marinai.. Chissà erano saliti tutti per caso su quella nave come me?..

Guisgard
12-01-2012, 20.16.29
Fyellon si sedette accanto a Talia.
“Questo posto è magico…” guardandosi intorno “… c’è tutto per essere felici… poesia, magia, natura… e i miei affetti più grandi…” sorrise alla ragazza “… in verità sono qui per parlare al maestro…” diventando di colpo serio “… anzi, voglio approfittare del fatto che il resto della ciurmaglia non ci sia!” Tornando a sorridere. “Anzi, ti prego, se ritornano, fa che non vengano a disturbarci… devo parlare da solo col maestro…” si alzò e si diresse verso la cappella.
E nella cappella trovò il maestro in preghiera.
“Non mi attendevo certo che uccidessi l’agnello grasso per me” avvicinandosi al vecchio cavaliere “ma almeno di trovarti ad attendermi si…”
“Come stai, figlio?” Alzandosi il maestro.
“Già, il nostro incontro merita almeno un abbraccio.”
E si astrinsero l’un l’altro.
“Ormai sei un valente cavaliere, tutti conoscono la tua fama e il tuo valore.” Sorridendo il maestro.
“Già, tutti mi apprezzano…” mormorò il cavaliere “… tutti tranne te… tu non l’hai mai fatto…”
“Sei, tra i tuoi fratelli, quello che ha raggiunto i più grandi trionfi…” fissandolo il vecchio cavaliere “… e probabilmente nessuno fra loro ti eguaglierà…”
“E nel tuo cuore?”
“Occupate tutti lo stesso posto.”
“Menti, maestro.” Fissandolo Fyellon. “Non hai amato nessuno come lui…”
“Quel nome non è stato più pronunciato…”
“Ma è rimasto sempre nel tuo cuore!” Gridò Fyellon. “Raccontami una parabola, maestro… l’ultima…”
“Il Figliol Prodigo?”
“Io ti ho servito come nessun altro…” in lacrime Fyellon “… ma tu non hai mai sacrificato un capretto per me e per i miei amici! Hai sempre e solo amato lui più di me e degli altri! E lui alla fine ti ha lasciato! Spero stia bruciando all’Inferno!”
Estrasse allora la spada.
“Maestro… sono qui per sfidarti… e per avere giustizia… combatti!”
“Non potrei mai battermi con uno di voi…” fece il maestro per poi inginocchiarsi davanti all’altare.
“Combatti!” Urlò Fyellon.
“Non è colpa tua…” disse il vecchio cavaliere “… il tuo fallimento di figlio e cavaliere è in realtà il mio…”
Fyellon lasciò cadere la spada e pianse.
Poi si avvicinò al maestro e gli baciò il capo.
“Non è giusto…” mormorò “… io sono il migliore…” e con gesto violento quanto deciso spezzò il collo al vecchio cavaliere.

Talia, intanto era ancora nel giardino.
I suoi fratelli non erano tornati.
Ma proprio in quel momento la giovane sentì come un mancamento.
Un sordo dolore, lacerante e straziante, al cuore.
Poi apparve Fyellon.
“Sorellina, devo andare…” avvicinandosi a lei “… il maestro è stanco, fa che nessuno lo disturbi…” le sorrise “… e ricorda, sei libera… non esiste nessun Dio che può rubarci la vita e la libertà… ricordalo sempre…” la baciò su una guancia e galoppò via.
Lasciando Talia con quell’inquieta e terribile sensazione di dolore.

elisabeth
12-01-2012, 21.43.29
"....Il caso non esiste Daniel e voi lo sapete....volete diventare un grande Mago, e sapete che se ci ritroviamo tutti qui.....e' perche' qualcuno su un'antica mappa ha scritto i nostri nomi, l'unica scelta che ci e' concessa e' quale strada prendere...intanto abbimo scelto questo strano Carrozzone.......sara' l'Inferno ?.......non lo so...potrebbe anche essere il paradiso.......abbi pazienza..Daniel .......tempo al tempo..".......sorrisi tranquilla, anche se la mente mi ando' al mio regno......il bosco....sapevo che era in buone mani, ma casa era casa......intanto...mentre guardavo ogni passeggero riuscivoa leggere il loro cuore..........ma la voce della donna riprese forma nella mia mente...e il sangue mi si congelo' nelle vene.......barcollai...aggrappandomi al passamano...." Per terra e per mare...io devo penare.....per terra e per mare io devo lottare......le fate incantate di bianco venate...sussurrano ai boschi....parole d'onore...".....era una cantilena che cantava mio nonno e per scaldarmi il cuore la ripetei piu' volte.........chiusi gli occhi e tutto si riprese nella normalita'.....

Lady Gaynor
12-01-2012, 22.39.36
"Cosa troveremo?" Gaynor rispose all'uomo che doveva essere Goz con un mezzo sorriso. "Sinceramente non so cosa potremmo mai trovare in questo viaggio, ma ad ogni modo spero sia qualcosa di positivo e di avventuroso. Sapete, poche cose al mondo sono monotone come la vita a corte... è tempo forse di vivere la vita vera, di smettere di respirare l'aria rarefatta di un castello e di assaporare i profumi del mondo... Pensate di potermi offrire tutto ciò, milord?"

Daniel
12-01-2012, 23.15.43
Vidi Elisabeth barcollare e dopo qualche secondo anch'io l'avvertii... Una forza malvagia che premeva contro le nostre anime.. Mi sentii mancare e per calmarmi chiamai qualche uccellino del bosco vicino per cantare... Quando tutto fu passato guardai Elisabeth.. Non pronunciai una soa parola ma il mio sguardo tradiva il timore e la consapevolezza di cosa ci aspettava..

Chantal
13-01-2012, 00.43.08
"Partiremo presto,all'alba,per viaggiare nelle ore di luce."Rispose Chantal.
La governante, allora, prese ad accrezzarle i capelli,come a voler trasmettere alla ragazza il suo calore,e per svellere le sue inquietudini.
Ma proprio quel gesto così affettuoso tradì le preoccupazioni della donna.
"Lo sento che siete turbata,lo sento attraverso le vostre mani..anche io ho paura."Disse la ragazza prendendo le mani della governante nelle sue.
La governante cercò di tranquillizzarla con parole amorevoli,tanto che entrambe si rasserenarono o,almeno,cercarono insieme di smussare quegli angolini così ispidi che delineavano i pensierii del viaggio.
Poi,Chantal si abbandonò ad un sospiro e sembrò rincuorarsi."Allora?Non si cena stasera?Perchè non mi raccontate di questa Città dei Cieli davanti alla zuppa calda?"

La cena si consumava in una sala con un grande focolare.Era un rituale speciale.A tavola sedevano insieme i membri della famiglia ed i collaboratori,Oltre alla governante,infatti,vivevano presso i de la Merci un fattore che curava la campagna con sua moglie e il loro figlio,un giovane fabbro che si occupava di governare i cavalli,e l'oramai anziano cocchiere.Tutti insieme si riunivano alla stessa tavola.
Quella sera l'atmosfera era molto calda,le guizzanti fiamme illuminavano la sala e lo scintillio e lo scoppiettare della legna addolcivano il sereno discorrere dei commensali mentre si compivano gli ultimi cerimoniali della serata.
Fu servito un pasto semplice,insieme a pane fresco appena sfornato, e frutta del loro raccolto.In tavola erano stati adagiati fiori di stagione,spuntati col pallido sole di gennaio sulle sponde del fiume.Fu recitata la preghiera che sempre creava un'atmosfera di dolce mestezza,ancor più solenne in quel momento che li avrebbe visti riuniti insieme per l'ultima volta in quell'inverno,si ringraziò per il cibo venuto da Dio e si invocò protezione per il viaggio.
La moglie del cocchiere fece anche suonare il vecchio organetto nella sala a giono.Giunto il momento di congedarsi furono offerti all'altare della cappellina il pane e il vino della tavola per la messa che sarebbe stata recitata coi primi lumi del giorno prima di partire.
Chantal prelevò dal vaso sulla tavola un bianco bucaneve e lo portò con sè nella sua camera per riporlo insieme alla corona del rosario vicino alla Madonna che sovrastava l'austero cassettone d'ebano posizionato di fianco al suo letto,e nel contemplarlo al lume di una candela ripercorse nei ricordi i sentieri che avrebbero battuto prima di imboccare la vallata e i suoi segreti..

http://www.santiebeati.it/immagini/Original/20450/20450O.JPG

E guardando la Vergine si addormentò.

"Non avere paura,vieni.."
"Come hai fatto?Come hai raggiunto l'altra sponda?"
"C'è un ponte di fiori intrecciati,vieni,eccolo.."
"Come quello della fiaba cinese?Lo hai intrecciato tu,come fece la sposa per permettere al suo sposo di raggiungerla?"
"Si,proprio quello,Chantal,imboccalo,vieni.."
"Ma io non lo vedo.Non vedo alcun ponte."
"Anche Pierre lo ha attraversato,vieni anche tu e staremo tutti insieme.."
"Io non lo vedo.Non vedo il ponte di fiori.E non vedo Pierre."
"Allora ce ne andremo da soli,Chantal.Da soli."
" No.No.Dove state andando?Dimmelo.Dimmelo!"
"E le acque,perchè si stanno tingendo di rosso?"

Chantal si svegliò col cuore in gola e la fronte imperlata.Era stato un sogno.Ancora lei,la donna del ritratto,ancora il fiume e le sue acque.
Chantal aveva paura del fiume,aveva paura delle sue acque,la rendevano inquieta ogni volta che si portava sulle sponde a raccogliere le bacche.Sapeva quanto fosse un magnifico dono di natura,era come la più viva espressione dell'artte che si posa sulla terra come l'ombra di Dio.Ma non riusciva a non nutrire timore per esso.Pierre e lei,dall'altra parte del fiume,e Chantal che aveva paura di raggiungerli.
Chantal si alzò,andò a guardare il fiume dalla finestra,esso dormiva placidamente sotto gli argentei bagliori della Luna,Aprì le finestre e respirò la fredda aria di gennaio.Guardò la Luna e riuscì a scacciare quel sogno pensando d'essere rimasta suggestionata dai discorsi sulla città de Cieli tenuti durante la cena.
"Esiste.Deve esistere.E accoglie giardini di Gioia."Sussurrò alla Notte la ragazza mentre si stringeva nelle spalle infreddolite e vestite solo di una camicia leggera.

Guisgard
13-01-2012, 02.28.47
L’uomo fissò Altea e accennò un lieve sorriso.
“Milady, esistono cose che sono del tutto indifferenti a quelli che sono i nostri credi e i nostri valori.” Disse. “Come la Fede religiosa, l’Amore e…” esitò, smarrendo per un istante, la sua sicurezza “… la magia… nessuno di noi sa cosa troveremo laggiù, oltre il fiume Calars… ma di sicuro sarà qualcosa di straordinario…”
“Posso, signore?” Avvicinandosi uno dei marinai a quell’uomo.
“Certo, ragazzo.” Annuendo questi, per poi salutare Altea ed il suo maestro.
Il marinaio allora mostrò qualcosa ad Altea ed al suo insegnante.
“Signori, sto facendo il giro dei passeggeri…” spiegò il marinaio “… vedete, per diletto mi cimento in queste composizioni… sono fiori con petali di paste vitree di vari colori, che hanno la capacità di mutare secondo lo stato d’animo di chi li possiede…”
“Beh, visto che mi avete offerto il biglietto, non posso esimermi…” disse il maestro ad Altea “… bene, vediamo un po’… si, questo… è molto bello!”
“L’orchidea, signore!” Prendendo quel fiore il marinaio, per poi darlo al maestro. “Un ducato, prego.”
Il maestro diede la moneta al marinaio e prese il fiore.
“Questo è per voi, milady…” donando il fiore ad Altea “… diciamo come buon auspicio per questo viaggio… e mi raccomando, voglio che questo fiore sia reso perennemente luminoso dal vostro umore!”

Guisgard
13-01-2012, 03.10.46
“Si, dobbiamo averne cura, perché questa reliquia è inestimabile.” Disse Jovinus a Cavaliere25. “Essa ha compiuto grandi miracoli in varie città, come Gerusalemme, Antiochia, Costantinopoli, Tessalonica…”
“Quando il carrozzone toccherà terra” intervenne Plautus “noi proseguiremo a piedi verso le terre più a Nord… e quando troveremo un terreno adatto, ci costruiremo su la nostra chiesa. E da lì convertiremo i pagani.”

Guisgard
13-01-2012, 03.13.39
Goz, dopo aver lasciato Altea ed il suo maestro, si avvicinò a Gaynor.
“Io non vi offro nulla, milady.” Disse. “Vi do solo la possibilità di venire con noi, in cerca di qualcosa di fantastico e meraviglioso.” Si avvicinò alla prua del Carrozzone e fece cenno a Gaynor di seguirlo. “Guardate le acque di questo fiume… sono calde… perché? Da dove nascono? Milady, stiamo andando dove nessun è mai giunto… nessuno…”
Ad un tratto, Elisabeth e Daniel, proprio mentre ascoltavano le parole di quell’uomo, avvertirono una strana inquietudine.
Un attimo dopo uno dei marinai indicò qualcosa proprio sulla sponda del fiume.
C’era una donna immobile che fissava il Carrozzone.
Goz diede ordine di arrestare l’imbarcazione.
“Vi serve aiuto, milady?” Domandò alla donna sulla sponda del Calars.
http://lh4.ggpht.com/_ZjMUoaamHXU/TIRNC1D8x4I/AAAAAAAABpA/8SmE0UzUrxE/Monica%20Belluci-%20%2822%29_thumb%5B1%5D.jpg

Guisgard
13-01-2012, 03.36.35
Quel sogno aveva reso inquieta Chantal.
Si era svegliata sudata ed agitata.
Ad un tratto la porta si aprì ed una candela squarciò la penombra.
“Chantal, ragazza mia…” sedendosi accanto a lei la governante “… ti ho sentita gridare… si, hai gridato… forse quando eri ancora addormentata… hai fatto un brutto sogno?” Le accarezzò i capelli. “Su, stenditi ora… resterò qui fino a quando non ti riaddormenterai… e ti narrerò di nuovo di quella Città dei Cieli che vidi spesso da piccola… sai? Ne feci una poesia, per ricordare bene ogni cosa di quell’immagine…”
E cominciò a recitare:

“La Città dei Cieli che si erge tra le nuvole,
è dove si realizza ciò che da sempre si vuole.
Una città sospesa tra la terra, la Luna e le stelle,
che sembrano tanto vicino da potersi toccare quelle.
Una Città governata da una regina bella ma assai triste,
che se pur senza la Gioia d’Amore, non si arrende e resiste.
La Città dei Cieli che sorge oltre l’orizzonte lontano e infinito,
perduta nei sospiri di una notte e figlia di un sogno mai svanito.”

elisabeth
13-01-2012, 10.25.11
Non credo che qualcuno di noi avesse ben compreso la vera natura di quelviaggio, aveva abbagliato un po' tutti.......e lo stano Goz in realta' non aveva promesso niente a nessuno...se non unanavigata tra le acque calde del fiume........la mia nascita era avvenuta in quelle acque e poi a ognuna di noi venne dato il suo regno...ma non avevo mai dimenticato......quelle acque , non potevo....erano mia madre e mio padre.......vicino a me rimase Daniel e mentre Goz ed un'altra passeggera si avvicinavano al parapetto potei osservare la riva del fiume......che si allontanava.....quando una donna apparve.....l'aria sembrava aver cambiato il suo odore...i fiori avevano la forza del marciume.....e alle parole di Goz......" Perdonatemi so di non poter essere io a darvi alcun ordine.......evitate che quella donna salga a bordo.....il vostro viaggio potrebbe mutar direzione...!!! ".......gli eventi e quella donna Guardai il volto di Daniel sembrava avesse cambiato espressione e il suo incarnito era pallido come la luna.....

Talia
13-01-2012, 10.29.03
Rimasi immobile, osservando Fylleon dirigersi con passo calmo ma deciso verso la cappella.
Ero inquieta... preoccupata... c’era qualcosa nell’animo di quel mio fratello che avevo percepito per un attimo, ma che non ero stata in grado di cogliere del tutto...
E il vento aumentava.
Forti raffiche spazzavano il giardino e il frutteto, ormai... facevano volare i miei capelli e il mio abito... piegavano i rami più teneri degli alberi...
Segnali, pensai... segnali...
Ma segnali di cosa?
Poi d’un tratto un dolore lancinante, proprio al centro del petto...
Mi colpì di sorpresa, tanto che vacillai pericolosamente...
Smarrimento... dubbio... cosa stava accadendo?
Fylleon ricomparve in quel momento... si avvicinò a me in fretta... lo fissai senza parole: le sue labbra sorridevano, ma i suoi occhi erano cupi.

“Sorellina, devo andare…” avvicinandosi a lei “… il maestro è stanco, fa che nessuno lo disturbi…” le sorrise “… e ricorda, sei libera… non esiste nessun Dio che può rubarci la vita e la libertà… ricordalo sempre…” la baciò su una guancia e galoppò via.

“Fylleon...” mormorai, con gli occhi inspiegabilmente pieni di lacrime “Cos’è la liberta, fratello mio? Chi è davvero libero?”
Ma la mia voce si perse nel vento.
Tentai di trattenerlo, ma le mie mani non avevano forza.
Ed un attimo dopo lui era già montato a cavallo ed era sparito all’orizzonte.
Il vento si placò di colpo...
L’aria divenne immobile, gelida come nel più profondo Inferno...
E in quell’istante, di colpo, la mia mente si aprì ed io ebbi coscienza di che cosa era accaduto.
Chiusi gli occhi e tentai di combattere, per un attimo, contro quel vorticare di sensazioni e di sentimenti che si accavallavano nella mia mente, sbattendola da ogni parte... ma non ci riuscii.
Le mie gambe cedettero, facendomi cadere a terra... tutto divenne buio... e fu l’oblio.

cavaliere25
13-01-2012, 11.22.18
ma una domanda dissi ma quante persone saremo a costruire questa chiesa? se siamo noi tre come faremo siamo troppo pochi ci serviranno persone adeguate per costruire dovremo cercare persone esperte avete qualche idea dove cercarle continuai a chiedere mentre li guardavo un po perplesso

Parsifal25
13-01-2012, 14.02.46
Il calore che traspariva dal mio Maestro era come quello di un padre affettuoso, rimasi colpito da tale gesto e.... se devo essere sincero, mi aveva commosso. Prima di andar via da quel sacro luogo, il Maestro si soffermò a pregare per la buona riuscita della nostra ricerca, onde evitare di disturbarlo da quello stato, presi il mio taccuino è nel silenzio più totale disegnaì quel magnifico mosaico soffermando le particolarità del disegno soprattutto sui Tre Arcangeli.

Terminato il suo rituale uscimmo dalla chiesetta e procedemmo il cammino. Arrivammo dinanzi ad una modesta casa e cercammo riposo e sostentamento, la donna che ci accolse si mostrò molto gentile e i suoi familiari altrettanto. Rimasi colpito, principalmente dal figlio della donna il quale ci chiese se eravamo cavalieri....sembravo io da piccolo che inseguivo il sogno di diventare cavaliere votato alla lotta contro i mostri e salvando donzelle, ripensadoci, mi viene da ridere.....

All'improvviso il Maestro de' Punici mi porge una strana domanda
"Parsifal, che strano simbolo.....cosa rappresenta?" mi chiese.
Mi colse di sorpresa, non avevo molta dimestichezza con la simbologia, cosa che vorreì tanto imparare....però.....mi feci coraggio e esposi la mia tesi:
"Maestro.....non sapreì descriverlo perfettamente, ma secondo me quel crine intrecciato potrebbe significare una sorta di unione tra il mondo terreno e quello soprannaturale.... non inteso come legame ad un mondo occulto, ma bensì a quello divino."

Ero molto imbarazzato, speravo di non aver fatto o detto una sciocchezza.

Altea
13-01-2012, 14.04.27
Goz mi sembrava un personaggio interessante e particolare, pensai che in fondo valesse la pena conoscerlo di più e avrebbe avuto molto da svelare.
"Messer Goz, mi auguro allora di trovare una bellissima sorpresa alla fine di questo viaggio" mentre stavo pronunciando quelle parole si avvicinò un gentile marinaio, in mano aveva dei fiori bellissimi, colorati e luminosi di pasta di vetro, sembravano reali. Ne rimasi affascinata...li guardavo estasiata. Il mio maestro, ad un tratto, mi sorprese con un gesto che mai mi sarei aspettata, scelse uno di quei fiori, pagò e con estrema gentilezza me lo diede in dono.
"Mio maestro, voi rammentate dunque quanto io ami i fiori? e questa orchidea è uno dei miei preferiti insieme alle variopinte rose. Lo custodirò con me come uno dei più preziosi regali, e che sia di buon auspicio. Certo muterà in base al mio umore ma sempre luminoso sarà perchè regalato con il valore della vera amicizia."

Daniel
13-01-2012, 15.44.04
Ad un certo punto la vidi eccola.. La donna che avevo visto nell'apparizione.. Era la stessa che vidi quel giorno al mio bancone.. La sentivo La sua Aura Malvagia.. Elisabeth era inquieta quanto me.. Rivolgendomi a Goz dissi:
<<Se farete salire quella donna su questa Nave questo viaggio non avrà affatto una lieta fine!>>
Alle mie parole calò il silenzio sul ponte e sentii tutti gli sguardi su di me..

Guisgard
13-01-2012, 16.33.45
Il Carrozzone si fermò a quell’ordine di Goz.
“Una semplice donna” disse questi fissando Elisabeth e Daniel “vi trasmette davvero tanta paura? Al punto da farvi temere per questo nostro viaggio?” Scosse il capo. “Una donna sola, sulla sponda di un fiume in una regione sconosciuta e forse quasi del tutto deserta… non vedo come possa minacciarci, amici miei… e per Carità Cristiana direi almeno di capire chi sia quella donna…”
L’uomo allora si rivolse alla misteriosa donna:
“Milady, cosa vi è accaduto? Vi occorre forse aiuto?”
“Mio buon messere…” in lacrime la donna “… è terribile… aiutatemi, vi supplico…”
“Raccontateci di queste vostre pene, milady!” Fece Goz.
“Vedete…” raccontò la donna “… vivo da sola nel bosco… un giorno due cavalieri giunsero a casa mia e chiesero ospitalità per la notte… entrambi però si invaghirono di me, al punto da rinnegare la loro fraterna amicizia… e l’amore accese in loro una forte rivalità, spingendoli a duellare… ma, per disgrazia, restarono feriti a morte entrambi… la gente di un villaggio vicino allora mi accusò di stregoneria, accusandomi di aver fatto bere ai due cavalieri un filtro d’amore… hanno incendiato la mia casa e mi stanno dando la caccia… aiutatemi, vi supplico, o sarò arsa viva dal loro fanatismo…”
"Non possiamo abbandonarla al suo destino!" Gridò il maestro di Altea ai presenti.

Daniel
13-01-2012, 16.53.53
Ero allibito! Ma si rendevano conto? Allora dissi:
<<Ma vi rendete conto? Vi sta prendedno in giro tutti quanti! LEi è una strega cattiva e malvagia! Gode della morte degli altri e talmente tante cattiverie che ha compiuto che la sua anima è marcita! Non fatela salire altrimenti sarà peggio per noi!>>
Guardavo chiunque in cerca di appoggio..

Altea
13-01-2012, 18.01.49
Ci fermammo all'apparire di una dama bellissima, di una bellezza quasi inquietante. Ascoltai il suo racconto, era terribile, come ancora certe persone fossero ancora attaccate a queste superstizioni e credenze.
D'un tratto sentii il mio maestro urlare, lo guardai stupita. Egli, infervorito, chiedeva di farla salire...da quando eravamo saliti in questo Carrozzone egli era cambiato molto.
Mi avvicinai a Goz "messere, penso pure io che questa dama deve essere salvata."

Guisgard
13-01-2012, 19.58.29
“Una volta scelto il posto per costruire la nostra chiesa” disse frate Jovinus a Cavaliere25 “assolderemo manodopera per cominciare i lavori… mastri muratori, falegnami, scultori…”
Ma ciò che stava accadendo dall’altra parte del Carrozzone rapì subito l’attenzione del chierico.
“Cosa accade?” Domandò a frate Plautus.
“Non so…” confuso questi “… andiamo a vedere…”
I tre, allora, raggiunsero gli altri che si trovavano a prua, a causa della misteriosa donna che chiedeva aiuto.
Ed infatti c’era tensione a bordo.
“Una strega?” Urlò il maestro di Altea fissando Daniel. “Come sarebbe a dire? La conoscete forse? Avete prove di ciò che dite? Sono quelli come voi che hanno mandato a morte, dopo atroci torture, uomini e donne colpevoli solo di suscitare i sospetti dei fanatici e dei superstiziosi!” Si rivolse poi a Goz. “Come capitano di questa nave avete il dovere di trarre in salvo quella donna!”
“Ma siete impazziti?” Intervenne frate Jovinus. “Quella donna chiede aiuto e voi state qui ad interrogarvi su chi sia? E’ chiaro che sta per essere compiuto un crimine! Nessuno può mandare a morte qualcun altro per stregoneria o eresia, senza l’approvazione delle autorità ecclesiastiche! In nome del Cielo, fate salire a bordo quella donna!”
Goz allora fissò due dei suoi marinai e annuì.
Un attimo dopo, la donna fu condotta sul Carrozzone.

elisabeth
13-01-2012, 20.11.42
Parlava di una cosa successa nel bosco...stregoneria io lo avrei saputo...non c'era nulla che potesse succedere senza che io ne venissi a conoscenza.......la fecero salire a bordo e io mi avvicinai a Goz...." vedete Sir....non temo una donna...e comprendo la carita' cristiana....ma vedete voi siete il signore di questa nave ne conoscete ogni cosa...i boschi sono il mio regno e vi garantisco....che se questa donna avesse detto la verita' lo avrei saputo....ma sento la menzogna e la malvagita'.......una strega?.....allora facciamo un grande falo' noi donne siqaamo tutte streghe......fossi in voi la carita'cristiana la conserverei per altro...ma ormai....avete fatto la vostra scelta e che il Signore ci assista....."......guardai la donna negli occhi......prima o poi dovevo incontrarti..questo fu il mio pensiero sicura che lei lo avesse percepito...." Daniel, venite....qui l'aria e' pesante"....e mi spostai da lei ma non tanto da non poter udire le conversazioni !!!

Guisgard
13-01-2012, 20.20.51
Redentos sorrise ed annuì a quelle parole di Parsifal.
“Risposta interessante…” disse, mentre assaggiava un po’ della minestra che la donna aveva servito loro “… ma non del tutto esatta… o meglio, troppo vaga… quella singolare treccia si trova sulla parete centrale, ma non in alto… guarda sulle altre pareti… lì c’è un crocifisso in legno… vedi come è posto molto più in alto, rispetto alla treccia?” Fissò Parsifal. “Devi sempre osservare ogni particolare che ti circonda, ragazzo mio… è chiaro che quello è un simbolo particolare… forse una sorta di amuleto… magari posto lì come protezione…”
“Vi va, nobili messeri, di udire una storiella?” Chiese all’improvvisamente il marito della donna.
“Certo, amico mio.” Sorridendo Redentos. “Ridere ridesta il corpo e lo spirito. Avanti, vi ascoltiamo.”
“Bene.” Fece l’uomo. “Che differenza corre tra una zuppa bruciata e una donna incinta?”
Redentos guardò Parsifal e poi rispose:
“Non saprei…”
“Semplice!” Esclamò l’uomo. “Nessuna! Ormai è tardi in entrambi i casi, bisognava pensarci prima!" E scoppiò a ridere, seguito da suo figlio. “Non la trovate divertente, sir?”
Redentos non rispose, limitandosi a sorridere all’ingenuo umorismo di quell’uomo.
E quella misteriosa treccia di crine era sempre lì, inchiodata alla parete e circondata da un enigmatico velo d’inquietudine.

Guisgard
13-01-2012, 20.45.56
“Hai freddo?” Chiese il vecchio cavaliere a Talia.
“Un po’ si…” annuendo la ragazza.
Il vento, freddo e asciutto, attraversava il viale dove i due stavano camminando.
“Posso prenderti il braccio?” Chiese lei.
Lui sorrise e annuì.
“Ricordi come da piccola, quando passeggiavamo, tu avvolgevi entrambi col tuo mantello?”
“Posso farlo ancora, sai?” Ridendo lui. “O ti vergogni di camminare troppo stretta al tuo vecchio padre?”
“Non dire sciocchezze!” Esclamò lei, stringendosi nel mantello del vecchio cavaliere. “Sei l’umico uomo a cui direi sempre di si!”
“Oh, non sapevo di aver conquistato il cuore di una giovane fanciulla!” Ridendo nuovamente lui. “Alla mia età, poi!”
“Smettila, tu non sei affatto vecchio!” Disse Talia.
Il vento aumentò di colpo e Talia, improvvisamente, si ritrovò da sola.
Sentì poi i suoi fratelli che la chiamavano.
Si voltò intorno in cerca del vecchio cavaliere, fino a quando lo vide di nuovo.
Si trovava dall’altra parte del viale e la fissava.
Lei tentò di raggiungerlo, ma la distanza sembrava immutabile tra i due.
E di nuovo la voce dei suoi fratelli che la chiamavano.
Lei si voltò indietro e li vide.
Poi di nuovo guardò verso il vecchio maestro.
Ma non c’era più.

“Talia… Talia, ci senti?”
La ragazza finalmente aprì gli occhi.
“Talia!” In coro i suoi fratelli. “Come ti senti?”
Erano tutti intorno al suo letto.

Altea
13-01-2012, 22.10.29
La splendida e misteriosa dama fu fatta salire nel Carrozzone, ma notai i volti perplessi di alcuni viaggiatori. Mi ero quasi pentita di essere stata trascinata da questa avventura, strane cose stavano succedendo. Mi avvicinai al maestro "Maestro, credo che forse abbiamo commesso un errore salendo a bordo di questa barca? voi che avvertite? io avverto qualcosa di strano e magico e sapete che sono una persona ponderata. E poi ancora non abbiamo conosciuto nessuno di questi viaggiatori."

Lady Gaynor
13-01-2012, 22.49.08
Quando Goz decise di far salire quella donna a bordo, diverse furono le reazioni degli altri passeggeri. Da parte sua, Gaynor pensò che si fosse trattato di un terribile sbaglio. Riusciva a scorgere la freddezza negli occhi di quella bellissima donna, nonostante le sue parole accorate e l'aria sconvolta e impaurita. Questa donna mente e non porterà che sciagure... Decise allora di raggiungere due passeggeri che si trovavano dal lato opposto del ponte, una dama ed un giovane che avevano espresso pubblicamente il loro disaccordo per la decisione di Goz. A loro si avvicinò e disse: "Permettete, signori? Sono Lady Gaynor, contessa di Wellyn... Anche io come voi sono poco felice riguardo la nostra nuova ospite..."

cavaliere25
13-01-2012, 22.56.33
rimasi fermo a guardare la scena non riuscivo ancora a capire se stavo sognando ho era tutta realtà mi avvicinai allora alla donna e dissi come vi chiamate signora? mentre la guardavo con occhi attenti

Chantal
14-01-2012, 00.39.20
Ad un tratto la porta si aprì ed una candela squarciò la penombra.
“Chantal, ragazza mia…” sedendosi accanto a lei la governante “… ti ho sentita gridare… si, hai gridato… forse quando eri ancora addormentata… hai fatto un brutto sogno?” Le accarezzò i capelli. “Su, stenditi ora… resterò qui fino a quando non ti riaddormenterai… e ti narrerò di nuovo di quella Città dei Cieli che vidi spesso da piccola… sai? Ne feci una poesia, per ricordare bene ogni cosa di quell’immagine…”


Quando sopraggiunse la governante, la ragazza respirò profondamente,come se tutto ad un tratto avesse ritrovato l'aria che sentiva esserle mancata in seguito a quel sogno.
Fu spaventata da quella distanza incolmabile tra lei e le persone a lei tanto care a causa di un ostacolo per lei insormontabile,la paura del fiume.
Chantal lo temeva come fosse un'entità viva,la sua fluidità cadenzata dall' irregolare pulsare delle sue acque sul letto scosceso,il suo accrescersi e ritrarsi con le stagioni, il cambiare colore a seconda delle ore del giorno davano alla ragazza l'impressione che il fiume fosse una creatura dotata di cuore ed anima propri.
E lei non riusciva a guardarlo negli occhi,non vi riusciva,e più di tutto non riusciva a non temere le sue profondità,come se celassero un mistero.
Ma forse non era solo quello.
Forse era inquieta per le immagini del sogno,o per quelle acque che si tingevano di rosso.
D'un tratto dinnanzi ai suoi occhi si creò una scena improvvisa.Si vide in un bosco,come quella volta al lago con Pierre,e si vide con quel cervo bianco ferito a morte,sulla sponda di acque cristalline.E lei che lo aveva tra le braccia,sanguinante,agonizzante.Ancora la freccia conficcata nel terreno e il sangue che si allargava in una macchia sempre più grande sul petto di quella creatura,proprio come nel sogno le acque si tingevano di rosso..rosso sangue che andava allargandosi rovinosamente.

http://www.sightswithin.com/Arthur.Hughes/The_White_Hind.jpg

Quella scena,inaspettata, fece tremare Chantal..il cervo ferito il cui candido vello si macchiava di sangue,e le cristallince acque del Calars che si corrompevano di quella macchia rossa...Chantal non comprendeva perchè quell'assimilazione si fosse affacciata alla sua mente,lei che non era neanche sicura di aver realmente veduto un cervo bianco,lei che s'era ritrovata con Pierre e,forse solo per un inconsueto tempismo s'era trovata a frapporsi tra il dardo e l'animale..ancora le si imperlò la fronte di sudore,ancora prese a batterle il cuore percuotendola in seno.
La matura donna, pur pregna di esperienza e saggezza ,ascoltò la visione che la ragazza le aveva narrato e le si strinse il cuore,tradendo quelle inquietudini che anche mentre si erano ritrovate nella saletta col ritratto erano insorte in lei.
Pensò,quindi,di recitare quei versi a lei tanto cari e che la ragazza ascoltò con intensa partecipazione,tanto da rimanere suggestionata ancor più fortemente dall'esisteza di quella città..
“La Città dei Cieli che si erge tra le nuvole,
è dove si realizza ciò che da sempre si vuole.
Una città sospesa tra la terra, la Luna e le stelle,
che sembrano tanto vicino da potersi toccare quelle.
Una Città governata da una regina bella ma assai triste,
che se pur senza la Gioia d’Amore, non si arrende e resiste.
La Città dei Cieli che sorge oltre l’orizzonte lontano e infinito,
perduta nei sospiri di una notte e figlia di un sogno mai svanito.”


Dopo quei versi recitati con intonazione di chi narra un sogno,la donna le narrò ancora ed ancora delle meraviglie di quel luogo.
Piano piano le inquietudini si diradavano e si levava nel cuore un soffio leggero,come una speranza.
La ragazza si lasciò accarezzare amorevolmente abbandonandosi alle tenerezze ed al calore che la donna le infondeva e le offriva..
Per qualche momento Chantal provò la sensazione di aver attraversato anche lei quella città,come se avesse potuto visitare i suoi giardini con Angeli a custodirli,e profumi e colori ignoti al creato.
Eppure,come un senso di oppressione invase la ragazza che non riuscì a trattenersi,esortò,qunidi,la donna che, tanto amorevolmente era ancora in piedi nel cuole della notte per tenerle compagnia,a riferirle tutto quello che aveva veduto di quella città nata dal carezzevole alito del fiume.
"..Perduta nei sospiri di una notte e figlia di un sogno mai svanito.."Ripetè la ragazza appena sussurrando quelle parole.
"Sono parole bellissime.."Aggiunse.
E mentre si accomodava nel mezzo del letto,avvolgendosi nelle profumate e bianche lenzuola per riscaldarsi ,si strinse al guanciale che sentiva essere fresco e confortevole come un rifugio sicuro,e sfuggendo gli occhi della donna ne cercò,invece, la mano con la sua.
"Non lasciatemi sola,ve ne prego.Ho paura del fiume.E la regina triste,credete che anch'ella potesse avere paura del fiume?"Strinse la mano della donna più forte e riprese. "Narratemi di lei.così potro comprendere il suo regno."

Guisgard
14-01-2012, 02.18.35
A quelle parole di Elisabeth, l’espressione sul volto di Goz mutò in una singolare smorfia.
“Milady, comprendo i vostri dubbi, ma non li condivido in pieno.” Disse. “Siamo ormai ben lontani dai confini di Camelot e questa regione è per noi tutti sconosciuta. Non possiamo sapere cosa accade in queste terre. Quanto alla Carità Cristiana… beh, a me hanno insegnato a metterla in pratica verso tutti e questa donna non fa eccezione. Sono io il capitano del Carrozzone e sono pronto ad assumermi ogni responsabilità. E vi rammento, milady, che voi tutti siete sotto la protezione mia e dei miei uomini.”
Elisabeth e Daniel allora si allontanarono, mettendosi quasi in disparte, sempre attenti però ad ascoltare la discussione.
In quel momento però, ai due, si avvicinò Gaynor.
La contessa di Wellyn si presentò ad Elisabeth e Daniel, per poi mostrare loro le sue perplessità sulla misteriosa donna fatta salire a bordo.

Parsifal25
14-01-2012, 02.29.18
Le parole del Maestro de' Punici, mi fecero riflettere..... risulta difficile soffermare la propria attenzione su ogni piccolo particolare che ti circonda in quanto potrebbe distrarti dal cammino principale.

"Sì, il crocifisso è più in alto, ma non può garantirti ciò che in quel momento ha orientato quella famiglia a posizionarlo in quel modo." pensaì tra me e me.... probabilmente è un'altra domanda che non potrà mai donarti una risposta certa.

Tornando all'ipotesi dell'amuleto ciò potrebbe essere vero, ma ciò non può giustificare il perchè condivide il suo spazio con il divino....sembra un'idiozia..... però la porgo lo stesso tale condizione......e se fossero collegati ad un culto pagano?

Lo sguardo che assunsi di certo non perpetrava molta sicurezza.

Guisgard
14-01-2012, 02.33.06
“La magia?” Voltandosi il maestro verso Altea. “Non c’è magia qui, ma solo un atto di barbara ingiustizia che il buonsenso è riuscito ad evitare. Non lasciatevi impressionare dalle suggestioni di questo strano viaggio… questa donna era in pericolo e noi, facendola salire a bordo, l’abbiamo salvata.”
E mentre ascoltava le parole del suo maestro, l’orchidea fra le mani di Altea apparve opaca, come se i luminosi colori dei suoi petali vitrei si fossero spenti.
L’uomo se ne accorse e accomodò una ciocca dei capelli di lei che il vento aveva reso ribelle.
“Non preoccupatevi, milady…” sorridendole “… non accadrà nulla di male…” rise “… al massimo abbiamo sprecato due Taddei per un viaggio che, alla fine, non ci condurrà in alcuna fiabesca terra.”
In quel momento un marinaio si avvicinò ai due.
“Signori, prego… il capitano stasera terrà una cena per dare a tutti voi passeggeri il benvenuto sul Carrozzone… siete tutti attesi di sotto, nella sala centrale.”
E recò lo stesso invito a tutti gli altri passeggeri.

Guisgard
14-01-2012, 02.50.26
La misteriosa donna si mostrava visibilmente a disagio, percependo i dubbi e i sospetti di molti passeggeri.
Ad un tratto a lei si avvicinò Cavaliere25.
“Siete un giovane molto cortese…” sorridendo al boscaiolo “… sembra che voi siate tra i pochi qui a non vedermi come un pericolo… io mi chiamo Isolde… e voi?” Mostrando un lieve inchino a Cavaliere25.
Ai due si avvicinarono i due monaci, Jovinus e Plautus.
“Come state, milady?” Domandò quest’ultimo.
“Sto bene, vi ringrazio.” Sorridendo Isolde. “Potrei chiedervi una grazia… vorrei confessarmi…”
“Certo.” Annuì Jovinus.

Altea
14-01-2012, 02.54.05
Convenni con le parole del mio maestro, quando egli mi fece notare uno strano fatto...l'orchidea stava perdendo i suoi brillanti colori ma ancora di più la sua brillantezza. Il maestro non lo prese come un segnale serio ma io fissai quella orchidea, cercavo di specchiarmici ma ella aveva perso ormai ogni trasparenza e vivacità.
Ad un tratto un marinaio ci chiamò....il capitano della nave? ero convinta che il capitano fosse tale Goz ma ormai non mi stupiva più niente in quella barca.
Mentre scendevamo le scale per raggiungere il salone dove ci aspettava il capitano, la barca sobbalzo e fu cosi che la orchidea vitrea cadde dalle mani e si frantumò in mille pezzi...un segnale del destino?

Guisgard
14-01-2012, 02.58.46
“Osserva tutto ciò che ti circonda, giovane apprendista…” disse Redentos a Parsifal “… la strada di un cavaliere è costellata da segni… nulla accade per caso ed ovunque può esserci un messaggio…” lo fissò “… tu porti il nome di un valente cavaliere… colui che fu scelto per compiere la più grande ricerca… e sai come peccò? Quando tenne per sé i suoi dubbi al castello del Re Pescatore… se c’è qualcosa che ignori, allora devi cercare di comprenderne la natura, l’essenza, il significato… solo così potrai conoscere il mondo che ti circonda ed il cammino che in esso è stato tracciato per te…”
In quel momento si avvicinò ai due la donna e notò lo sguardo incerto di Parsifal.
“Cosa vi turba tanto, messere?” Domandò all’apprendista.

Guisgard
14-01-2012, 03.06.38
L’orchidea cadde dalle mani di Altea, frantumandosi in mille pezzi.
Il maestro osservò il fiore ormai andato in frantumi senza dire nulla.
Raccolse allora i pezzi più grandi, ma si rese subito conto che quel fiore non poteva più ricomporsi.
“Siete ancora scossa, milady.” Disse poi ad Altea. “Era solo un fiore di vetro, non datevene pena. Venite, prendiamo posto a tavola. Ormai tutto è pronto per la cena.”
Anche Goz si sedette a tavola, in attesa degli altri passeggeri.

Parsifal25
14-01-2012, 03.10.30
Talune volte, noi stessi diveniamo essere insensibili e superficiali.... è difficile che la nostra attenzione si possa soffermare su un qualcosa che non presenti l'aggettivo "speciale" anche se dalla cosa più piccola ed insignificante nascono le grandi opere. Questo è stato l'errore di molti uomini....e in questo caso....anche il mio.

Presi il mio taccuino dalla sacca e lo aprì nella pagina in cui avevo disegnato gli Arcangeli, ognuno di loro custodiva in se un proprio messaggio che solo a chi ha cuore e pazienza di ascoltare può giungere vivo e chiaro. Vedendo il frutto di quell'opera sigillata nel mio diario capì che qualcosa stava cambiando e non solo in me, ma anche nell'aria.

La donna che ci aveva servito la minestra si avvicinò a me come lo farebbe una madre affettuosa e le chiesi:

"Milady, potrebbe concedermi l'onore di spiegarmi il messaggio custodito in quel crine?"

Guisgard
14-01-2012, 03.21.39
A quella domanda di Parsifal, la donna mutò improvvisamente espressione.
Fissò l’apprendista senza rispondere nulla.
“Uscite da questa casa!” Alzandosi in piedi il marito.
“Cosa è successo?” Fissandolo Redentos. “Il ragazzo ha solamente chiesto…”
“E’ casa nostra” lo interruppe l’uomo “e non vogliamo estranei! Non c’è posto per voi qui!”
“Orami è quasi buio” fece Redentos “e non possiamo dormire nella foresta… domattina ce ne andremo, non temete.”
“Ora dovete andare via!” Avvicinandosi il figlio.
“Si, dovete andare, messeri…” disse la donna “… c’è un sentiero, seguitelo… non allontanatevi da esso o vi perderete nella foresta…”
“E sia, andremo via…” alzandosi Redentos “… quanto vi dobbiamo per la minestra e per il calore del vostro camino?”
“Nulla.” Rispose il marito della donna. “Vogliamo solo che ve ne andiate.”

Guisgard
14-01-2012, 03.40.04
La governante accarezzò teneramente il volto di Chantal.
“Non aver paura del fiume…” le sussurrò “… qui sei al sicuro… no, la regina triste non aveva paura di niente… era una donna forte… ma non pensare a queste cose… devi riposare… su, ora addormentati, resterò io accanto a te…”
Ma proprio in quel momento qualcuno bussò alla porta.
“Chi sarà a quest’ora?” Stupita la governante. “Bussare nel cuore della notte!”
Scese allora al piano di sotto.
“Chi è là?” Domandò.
“Per Bontà Divina, signora…” rispose una voce da fuori “… è notte fonda e fa freddo… vi prego, chiedo solo un riparo per la notte… all’alba ripartirò… sono diretto ad Ovest, in pellegrinaggio al monastero di San Michele nella città di Formis…”
“Andatevene!” Intimò la governante. “Non aprirò ad uno sconosciuto che giunge nel bel mezzo della notte!”

Parsifal25
14-01-2012, 03.59.22
Mi sareì aspettato una reazione di questo tipo..... qualcosa di losco turbava quella famiglia..... il crine, serviva soltanto ad una cosa: allontanare le negatività probabilmente non serviva soltanto l'intervento divino.

Non era intenzione allontanarmi da quel luogo o porre quella domanda poco rispettosa, non credevo che il significato di quel crine fosse più profondo..... in qualche modo bisognava scoprirlo.

Nell'avvicinarmi all'uscita decisi di fingere una temporanea mancanza di forze e accostandomi al muro dell'amuleto.....strappaì delle ciocche. Forse potevano servire a qualcosa....."anche la cosa più piccola può divenire eccelsa"

Talia
14-01-2012, 10.55.46
Rumori lontani intorno a me... voci...
Per un attimo rimasi immobile, tentando di riacquistare la forza necessaria almeno per aprire gli occhi... quel dolore in mezzo al petto non accennava a diminuire... sentivo freddo.

“Talia…

Li sentivo.
Li sentivo, ma lontani e quasi irraggiungibili ai miei sensi.
Mentre quel sogno era ancora davanti ai miei occhi, tanto vicino che potevo quasi sentire i suoni e i profumi di quel viale...
Maestro... Maestro, non te ne andare. Non sono ancora pronta! Portami con te, padre!
E, ancora una volta, com’era avvenuto poco prima nel frutteto, mi lasciai sopraffare dal dolore e dalla paura... mi lasciai sopraffare dallo sgomento... e mi sentii perduta.
Per qualche momento, poi...

Talia, ci senti?”

I miei fratelli!
Il loro richiamo accorato e preoccupato scosse le mie corde più profonde.
Dammi la forza... implorai allora, come ridestandomi... dammi la forza di pensare a loro!
E finalmente aprii gli occhi.
Erano tutti lì, intorno al mio letto... qualcuno era teso, qualcun altro spaventato, tutti erano preoccupati a morte...
La vedevo nei loro occhi la preoccupazione e potevo percepirla nelle loro menti...
Mi sforzai di sorridere leggermente.
“Sshhh...” mormorai, stringendo le loro mani nelle mie “Va tutto bene!”

cavaliere25
14-01-2012, 12.19.29
io mi chiamo cavaliere25 avete un bellissimo nome mylady dissi sorridendogli cosa ci fate da queste parti chiesi e mentre che aspettavo che mi rispondesse guardai le altre persone che stavano sul carrozzone

Altea
14-01-2012, 12.49.22
Il maestro prese i pezzi della orchidea, cercando di poterla in qualche modo ricomporla ma il bel regalo ormai era inevitabilmente rovinato. Vidi una cesta vicino, mi chinai e raccolsi i pezzi del vetro ormai opaco e li appoggiai con cura dentro. La nascosi in un piccolo antro, in modo da poterla prendere terminata la cena...e...portarla nella mia stanza, sempre se vi fossero delle stanze pensai, visto che nessuno ci fece accomodare.
Seguii poi il maestro e mi sedetti vicino a lui, notai che Goz era già seduto al tavolo e continuava a guardarci, non proferii parola, aspettando l'arrivo del capitano della nave.

Chantal
14-01-2012, 12.55.00
La governante accarezzò teneramente il volto di Chantal.
“Non aver paura del fiume…” le sussurrò “… qui sei al sicuro… no, la regina triste non aveva paura di niente… era una donna forte… ma non pensare a queste cose… devi riposare… su, ora addormentati, resterò io accanto a te…”

A quelle parole l'animo di Chantal si rasserenò e,mentre la governante seguitava ad accarezzarla,la ragazza posò la sua mano su quella della tenera donna,come se volesse ancora sentire quella dolcezza,quel calore sul suo viso.
"Era forte,dite?Oh...Non avere paura neanche quando si è tristi.."Le sfuggì questo pensiero.
Passarono così alcuni istanti,intensi e teneri,e la ragazza che non riusciva più a ritrovare il sonno perduto si alzò dal letto,indossò sopra la camicia una vestaglia calda e confortevole e andò alla finestra.
Era ancora buio e la promessa del primissimo rossore del'aurora le ridiede quel luminoso raggio di conforto,di speranza.
Ma ancora accadde qualcosa,mentre Chantal se ne stava pensierosa a respirare la fresca aria di quel momento che si frappone tra la buia notte e la luminosa alba ,guardò di fronte a lei,c'era lo specchio e si specchiò.Ed in quel mondo oltre un luccicante vetro smerigliato si guardò come a voler affievolire l'eco del sogno che la stava abbandonando quando,ad un tratto,invece dei suoi occhi,in quell'immagine riflessa riconobbe gli occhi della donna del ritratto.
Ancora lei a turbarla..

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Era come se il cuore di Chantal pensasse,penasse e si rammaricasse,e non le bastavano i suoi occhi per guardasi dentro,si vedeva anche con gli occhi di una donna che aveva deciso tante cose,troppe cose.
Si scosse e riacquistò piena facoltà dei sensi abbandonandosi ad un sussultante sospiro,e accanto a lei c'era la sua confidente,la sua materna figura a sostenerla.


Ma proprio in quel momento qualcuno bussò alla porta.
“Chi sarà a quest’ora?” Stupita la governante. “Bussare nel cuore della notte!”
Scese allora al piano di sotto.
“Chi è là?” Domandò.
“Per Bontà Divina, signora…” rispose una voce da fuori “… è notte fonda e fa freddo… vi prego, chiedo solo un riparo per la notte… all’alba ripartirò… sono diretto ad Ovest, in pellegrinaggio al monastero di San Michele nella città di Formis…”
“Andatevene!” Intimò la governante. “Non aprirò ad uno sconosciuto che giunge nel bel mezzo della notte!”

Chantal aveva seguito la governante nelle scale e l'aveva udita rispondere a chi aveva bussato,scese nella sala e silenziosamente si diresse verso il camino,c'era ancora un po' di brace della legna arsa la sera prima,si inginocchiò e allungò le mani per riscaldarle,strofinandole lentamente e,con la serenità di chi ha desiderio di dividere il sole del mattino che si sarebbe preannunciato,disse alla donna:"Lasciate che entri.La notte è gelida.E' un pellegrino,avrà fame e freddo..e qui c'è cibo ed un focolare."
Si alzò piano,poi si voltò verso la porta ed attese di guardare l'ospite con un sorriso pulito e sincero.

Guisgard
14-01-2012, 16.58.50
Isolde sorrise a Cavaliere25.
“Vivo da sola in questi boschi bagnati dalle calde acque del Calars” disse “ed è grazie a questa imbarcazione che sono ancora viva.”
“Non pensate più a quei brutti momenti, milady.” Rassicurandola Jovinus. “Ora siete al sicuro.”
In quel momento un marinaio si avvicinò loro.
“Signori, il capitano Goz vuole che tutti i passeggeri cenino con lui stasera.” E li accompagnò nella sala centrale, al tavolo del capitano, dove Altea ed il suo maestro avevano già preso posto.

Guisgard
14-01-2012, 17.09.39
Goz disse qualcosa a voce bassa ad uno dei camerieri e questi annuì, per poi allontanarsi.
“E’ un vero piacere per me, oltre che un onore, avervi al mio tavolo.” Fece il capitano ai presenti.
Infatti, dopo Altea ed il suo maestro, anche Isolde, i due monaci e Cavaliere25 avevano raggiunto il tavolo di Goz.
“Vedrete che la cucina di bordo vi ammalierà non poco.” Continuò Goz. “Hirsan, mio fratello, ha combattuto a lungo nelle regioni oltre i monti e conosce le antiche ricette culinarie di popoli che noi, poveri figli del mondo civile, non esiteremmo a definire rozzi e incivili.” Rise. “Ma vi assicuro che quei popoli barbari hanno un culto del gusto assai intrigante e non si può dire di aver vissuto, se prima non si è gustato qualcosa della loro arte culinaria.”
La sala era vasta e arredata dei più disparati monili e arazzi.
Ma la cosa più strana di quella stanza era una vasca, tutta in ceramica policroma, dentro la quale nuotavano due bellissimi cigni, uno grande e l’altro piccolo.
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/7/79/Schwan1_db.jpg/250px-Schwan1_db.jpg

Guisgard
14-01-2012, 17.13.51
“Va tutto bene, ragazzo?” Domandò Redentos a Parsifal.
L’apprendista aveva finto un leggero malore per poter strappare un po’ di quella misteriosa treccia inchiodata alla parete.
Usciti dalla casa, i due cavalieri ripresero il sentiero che tagliava la foresta.
“Ti senti meglio?” Chiese Redentos al suo apprendista. “Riesci a proseguire?”

Guisgard
14-01-2012, 17.24.15
La governante, a quelle parole di Chantal, scosse leggermente il capo.
“Tu sei troppo buona, ragazza mia.” Mormorò. “Vivi ignorando totalmente che la maggior parte del prossimo è di natura malvagia. E sia, vediamo chi è che bussa a quest’ora…”
Ma appena la donna aprì, tre figure apparvero sulla porta.
Un attimo dopo entrarono in casa e chiusero la porta alle loro spalle.
“Bene bene…” disse uno dei tre “… sembra davvero un bel posticino… e c’è anche di che riscaldarsi…” avvicinandosi al cammino “… e non parlo solo del fuoco…” accarezzando il viso di Chantal.
“Chi siete?” Urlò la governante. “Chi vi da il diritto di entrare così in casa nostra! E come osate toccarla!” Indicando Chantal.
“Smettila di starnazzare come un’oca!” Rispose l’uomo, colpendola violentemente al volto. “E cerca di non darci noie!”
Fece poi cenno agli altri due e questi subito serrarono bene porte e finestre.

Guisgard
14-01-2012, 17.37.27
Erano tutti attorno al letto di Talia.
Tutti in pena e con gli occhi bagnati da lacrime.
Poi, nel vederla riprendere i sensi, sorse fra loro anche qualche lieve sorriso.
“Sorellina…” mormorò uno di loro “… il maestro…” e scoppiò a piangere.
Allora, fra loro, si fece avanti Nestos.
Era un ragazzo dall’aspetto bonario e rassicurante.
Non era mai stato portato, a differenza di tutti gli altri suoi fratelli, per le arti cavalleresche.
Ma amava leggere.
Leggeva di continuo.
I libri erano stati tutta la sua vita.
Nestos aveva però una limitazione: era muto.
Nessuno ne conosceva le ragioni.
Quando il maestro lo raccolse, ancora piccolo, dalla strada, era già incapace di pronunciare parole.
Comunicava, così, solo attraverso il linguaggio dei segni.
E solo il maestro e Talia riuscivano a comprenderlo.
Il ragazzo, allora, si avvicinò alla ragazza e con i suoi gesti le parlò del maestro…
(Talia… è terribile…) gesticolando (… il maestro… tornando… l’abbiamo trovato morto… morto nella cappella... e nessuno riesce a spiegarne i motivi... oh, sorellina… tu sei rimasta per tre giorni senza conoscenza… sono giunti alcuni monaci di un convento vicino e hanno sotterrato il maestro… ora riposa nel giardino del casale…)
E in lacrime si buttò fra le braccia di Talia.

cavaliere25
14-01-2012, 17.49.54
mi sedetti al tavolo dove era seduto il capitano e aspettai che mi portassero la cena mentre guardai tutti i presenti soprattutto la nuova arrivata mi era simpatica ma ancora non la conoscevo molto bene per dirlo con certezza

Daniel
14-01-2012, 17.56.02
Ero in disparte con Elisabeth e le dissi..
<<Ma vi rendete conto? L'hanno fatta salire! si sente la sua magia oscura da kilometri! Ma cos'hanno nel cervello? Quando devono realmente catturare una strega non lo fanno e quando non lo devono fare lo fanno!La gente non competente dovrebbe starne fuori!>> Alzai la voce ffinchè l'uomo, che aveva difeso la donna, mi sentisse..
Ad un certo punto si avvicinò una donna che si presentò come Lady Gaynor..
<<Salve.. Io sono Daniel Dominatore degli elementi e apprendista del Supremo mago.. Voi approvate la salita di quel demonio?>> E indicai la donna.. Ci avevano messi in trappola tutti quanti..

Altea
14-01-2012, 20.32.53
Dopo esserci seduti, altri commensali ci raggiunsero...la bellissima e meravigliosa dama, un giovane cavaliere con dei prelati. Li scrutai, ma ero terribilmente affascinata da quella donna, e non so bene il motivo.
Goz, il capitano dunque, ci diede il suo benvenuto ufficiale, e ordinò di portare la cena. "Messer Goz..non sono affatto grezzi, i popoli d'Oriente posseggono la saggezza, il mistero e il fascino. Sarò lieta di poter gustare i loro sapori, è una occasione rara." Sorrisi al mio maestro, il quale sapeva quanto fossi affascinata da quei Paesi dove la falce argentata nascondeva segreti e misteri e il sole rosso dell'alba li serbava con il suo splendore aranciato per ridonarli nella notte alla Luna.
Il salone era molto ammaliante, e notai una vasca con due cigni stupendi. "Questo posto sembra sempre più strano, bellissimi esemplari di cigni non pensate, ma la stanza è veramente ben arredata, degna di una persona nobile...." sussurrai al maestro.

Parsifal25
15-01-2012, 15.17.54
Sorrisi al maestro per assicurarlo che andava tutto bene, e gli spiegai che il finto malore lo avevo escogitato per poterci prendere un pezzo di quel crine, chissà poteva tirnarci utile. Potevamo proseguire.

Prima di andar via dissi:

"Mi spiace Maestro.... non volevo spaventarla.... ho agito d'astuzia. Spero che sia servito." Gli mostraì il crine e gli chiesi:


"Maestro....,forse, se riuscissimo a trovare un esperto di magia pagana o simboli potrà spiegarci più dettagliatamente il suo potere o significato".

Lady Gaynor
15-01-2012, 15.35.50
.
<<Salve.. Io sono Daniel Dominatore degli elementi e apprendista del Supremo mago.. Voi approvate la salita di quel demonio?>> E indicai la donna.. Ci avevano messi in trappola tutti quanti..

"Non approvo affatto la decisione di prenderla a bordo, c'è troppa freddezza in quegli occhi ed ha un'aurea negativa intorno a se... Ma non credo sia saggio mostrarsi apertamente ostili, io non conosco nè magie nè sortilegi con cui difendermi, se si tratta davvero di una strega..." Gaynor rispose così all'apprendista mago, rendendosi conto che partecipare a quel viaggio era stata proprio una pessima idea. "Ci hanno chiamati per la cena, credo sia meglio andare, gli altri sono già tutti al tavolo di Goz..."

Daniel
15-01-2012, 21.00.33
"Non approvo affatto la decisione di prenderla a bordo, c'è troppa freddezza in quegli occhi ed ha un'aurea negativa intorno a se... Ma non credo sia saggio mostrarsi apertamente ostili, io non conosco nè magie nè sortilegi con cui difendermi, se si tratta davvero di una strega..." Gaynor rispose così all'apprendista mago, rendendosi conto che partecipare a quel viaggio era stata proprio una pessima idea. "Ci hanno chiamati per la cena, credo sia meglio andare, gli altri sono già tutti al tavolo di Goz..."

Guardai la dama e le dissi:
<<Ci sarò io a difendervi!>> dissi con un sorriso
<< Comunque forse avete ragione.. Andiamo?>> dissi guardando Lady Elisabeth

Chantal
15-01-2012, 22.42.37
La governante, a quelle parole di Chantal, scosse leggermente il capo.
“Tu sei troppo buona, ragazza mia.” Mormorò. “Vivi ignorando totalmente che la maggior parte del prossimo è di natura malvagia. E sia, vediamo chi è che bussa a quest’ora…”

Chantal sorrise con tenerezza alla donna,come a volerla rassicurare e rincuorare sui buoni propositi di chi giungeva coi favori della Luna.La ragazza,infatti,appariva ignara,talvolta,della malvagità degli uomini.
Mentre la governante si accingeva a disserrare il portone di casa,la fanciulla si sollevò in piedi,guardò qualche istante la brace sebbene ardesse un pochino,poi si voltò portandosi con le spalle al camino e pose le mani dietro la schiena per riscaldarle ancora.Infine,guardò nella sala,in un angolo erano stati riposti un baule in legno e dei borsoni in pesante broccato rifiniti in cuoio.Tutto era pronto per intraprendere il viaggio,si aspettava solo il sopraggiungere dell'Aurora.
Posò gli occhi su alcuni oggetti apena percettibili nella penombra della candela,un vecchio ritratto,un cofanetto intarsiato,delle conchiglie,uno scialle dimenticato su una cassapanca,poche cose legate ad antichi ricordi carichi di sentimenti che Chantal avrebbe discinto anche al buio e senza toccarli,e che,pur vedendo in ogni istante del giorno,ora le apparivano carichi di emozioni vissute,quasi sussultantii di dolci momenti passati.E respirando profondamente i profumi della casa le sovvenne un pensiero che espresse per dirimere i dubbi della governante."Mio padre una volta mi presentòad un taoista venuto dal lontano Oriente."Disse la ragazza."Era un filosofo della Cina che prendendomi sotto braccio per passeggiare insieme immersi nei giardini fioriti e silenziosi di primavera,mi insegnava:La gentilezza nelle parole crea confidenza; la gentilezza nel pensiero crea profondità; la gentilezza nel dare crea amore..."Chantal poi,dondolando sulle punte, emise un flebile sospiro e concluse:"Chi ha bussato in nome di San Michele sia rinfrancato con gentilezza."
A quel dire la governante abbandonò i suoi timori e acconsentì al volere della ragazza,sebbene dubbiosa e perplessa.

Ma appena la donna aprì, tre figure apparvero sulla porta.
Un attimo dopo entrarono in casa e chiusero la porta alle loro spalle.
“Bene bene…” disse uno dei tre “… sembra davvero un bel posticino… e c’è anche di che riscaldarsi…” avvicinandosi al cammino “… e non parlo solo del fuoco…” accarezzando il viso di Chantal.

Tre uomini avevano varcato la soglia con fare aggressivo e inconsulti,senza neanche dare alla donna la possibilità di opporsi.La donna e la ragazza se li ritrovarono,così,introdotti in casa con l'inganno.Questi non presero molto tempo che uno di loro subito si diresse verso la giovane,spintonando l'operosa e oramai preoccupata governante.Chi aveva bussato domandando ospitalità tentò di accarezzare a malomodo la ragazza.
Chantal rimase immobile quando si sentì sfiorare dall'uomo,come raggelata,come impietrita.
Allora la governante si fece avanti per tentare di proteggerla:

“Chi siete?” Urlò la governante. “Chi vi da il diritto di entrare così in casa nostra! E come osate toccarla!” Indicando Chantal.
“Smettila di starnazzare come un’oca!” Rispose l’uomo, colpendola violentemente al volto. “E cerca di non darci noie!”
Fece poi cenno agli altri due e questi subito serrarono bene porte e finestre.

Solo quando vide la donna ferita e riversa sul pavimento Chantal si scosse,cercò di muoversi per andarle incontro,ma questi la immobilizzò trattenendola a sè per un braccio impedendole,così, di sincerarsi sulle condizioni della governante.E,mentre questi spingeva la fanciulla più lontano dalla donna che ancora non riusciva ad alzarsii,ella voltandosi indietro, mentre l'uomo minacciava di divenire più violento,riuscì a rivolgersi a lei con voce concitata e smorzata dal terrore:"Cosa vi ha fatto..ditemi..state bene?"

Le donne erano,così,intrappolate il casa in balia dei briganti.
Intanto,cominciava ad albeggiare e pallidi raggi vestiti d'inverno andavano posandosi ovattati sulla vallata,ridestando le morbide onde del fiume dalle calde acque..

http://www.sightswithin.com/Martin.Johnson.Heade/South_American_River.jpg

elisabeth
15-01-2012, 22.47.03
Le parole di Goz mi passarono intorno senza scuotermi.......la carita' cristiana in quel caso doveva essere messa da parte..ma l'uomo aveva la buona abitudine di non dare acsolto e questo gli dava modo di fare esperienze importanti nella propria vita..." Lady Gaynor sono lieta di fdare la vostra conoscenza.....avete una sensibilita' acuta a quanto pare....ne sono lieta....caro Daniel datemi il braccio..non possimao farci attendere oltre...il Capitano ci ha invitatio a cena e gli altri ospiti sono gia' nella sala.....oltre che poco propensi alla carita'...diventeremo anche maleducati......e poi un consiglio Daniel ..... non abbiate compassione dell' uomo, non comprende...noi esistiamo per questo.......".....misi il mio braccio sotto quello di Daniel ed entrai nel salone...alcuni passeggeri erano a tavola, compresa la Dama misteriosa......Goz faceva gli onori di casa mostrandosi alla poverina con tutta la sua carita' cristiana...mi sedetti al tavolo.....ed attesi paziente che la cena fosse servita........i miei occhi erano puntati sulla nuova ospite.......non c'era nienta altro intorno che potesse distogliere il mio sguardo.......e la voce infernale si fece udire..e la mia mente ebbe una visione...........fiamme e ceri neri.....il viso della donna si tramuto' in fiamme e cera.......non so cosa mi riporto' alla realta'.....ma mi resi conto che i nostri sguardi si erano incrociati.......

Daniel
15-01-2012, 23.30.49
Con Lady Elisabeth sotto braccio e Lady Gaynor entrammo nella sala e ci sedettimo.. LA strega era lì e ci fissava.. Ad un certo punto avemmo, io ed Elisabeth, un'altra visione... LA donna in mezzo ad un'isoletta al centro di un lago di lava bollente si tramutava in cenere.. Da quelle ceneri uscivano urla disumane.. Vidi il carrozzone arenato e i passeggeri che correvano ovunque mentre la strega lanciava fuoco e fiamme ovunque.. Poi qualcosa mi riportò alla realtà e vidi che la donna fissava col suo gelido, malvagio e terribile sguardo me e Elisabeth..

Guisgard
16-01-2012, 02.45.39
Tutti presero posto a tavola.
Goz era totalmente a suo agio e faceva sfoggio del suo sapere e del suo carisma.
I camerieri servirono le pietanze e riempirono di vino i calici dei presenti.
“Questi, amici miei, sono comunemente chiamati Barcirch” disse Goz, mostrando delle piccole polpette di carne spezziate, accompagnate da una variopinta salsa dal sapore esotico “e rappresentano una delle sette meraviglie del mondo culinario. Ora fate come me…” prese allora una di quelle polpette e la insaporì nella salsa, per poi mandarla giù in un solo boccone. “I Barcirch vanno mangiati in un solo boccone, amici miei. Altrimenti si perde quell’inconfondibile gusto che li caratterizza. E poi, non bisogna lasciare il tutto a metà…” fece allora cenno ad uno dei camerieri e questi servì agli ospiti un vino di colore verdastro.
“Ecco!” Sorseggiando un bicchiere di quel vino Goz. “I Barcirch racchiudono l’essenza del mondo da cui provengono e vanno accompagnati da questo elisir… assaggiateli… provatene uno, milady…” fissando Elisabeth “… perdonatemi, ma vi vedo alquanto indisposta e infastidita…” rise.
“Posso assaggiarne anche io, capitano?” Chiese Isolde. “Sono eccitata dall’idea di poter scoprire l’essenza di questo curioso piatto… io voglio assaggiare tutto, conoscere ogni esperienza… questo vuol dire vivere…”
“Prego, milady.”
“Davvero straordinarie!” Esclamò Isolde. “Come ho fatto a vivere fino ad oggi, senza aver mai provato un simile piacere!”
“E ora anche voi, amici miei…” ridendo Goz “… prego, bella dama…” offrendone a Gaynor, poi a Daniel, ad Altea e al suo maestro, fino a Cavaliere25 e ai due chierici che erano con lui.
Poi Altea fece riferimento ai cigni nella vasca e, improvvisamente, l’umore del capitano mutò.
Il suo volto divenne scuro ed un velo di tristezza scese sui suoi occhi.

Guisgard
16-01-2012, 03.03.39
Redentos osservò quel crine strappato da Parsifal.
“E’ molto strano…” mormorò “… sembra un comune crine di cavallo… non è stato nemmeno trattato in modo particolare… niente polverine o tracce di rituali specifici… forse è solo frutto della superstizione di quella gente… la cosa che più mi ha colpito era la paura che attraversava i loro volti… come se questa sorta di amuleto servisse a tenere lontano qualcosa… qualcosa che sembra spaventare a morte quella gente…”
In quel momento il vento si alzò nella foresta e un sinistro sibilo si diffuse nell’aria.
“Meglio riprendere il cammino” disse Redentos “e trovare un posto in cui poter passare la notte…”
Ripresero così il cammino, fino a quando giunsero davanti ad una piccola chiesetta.
Redentos allora bussò e subito dopo un vecchio frate aprì la porta.
“Salute a voi, buon frate…” sorridendo Redentos “… siamo cavalieri erranti… potete accoglierci per stanotte?”
Il frate annuì e li fece entrare.

Guisgard
16-01-2012, 03.29.06
Tutto accade velocemente.
Chantal e la sua governante si ritrovarono accanto al camino, in balia di quei tre uomini.
“Ora statemi a sentire, care dame…” cominciò a dire colui che aveva colpito la governante e che sembra essere chiaramente il capo dei tre “… non dateci noie e vedrete che non vi accadrà nulla… forse… passeremo qui la notte… per ripartire poi verso l’alba… restate lì, ferme, senza darci grattacapi… Vec…” rivolgendosi a uno dei suoi complici “… tieni d’occhio il viale che conduce all’ingresso… se vedi qualcuno usa la balestra… mi raccomando, un colpo solo e mortale…”
“Si, Hunt!” Rispose Vec.
“Santa Vergine…” turbata da quelle parole la governante.
“Bart!” Chiamando l’altro complice. “Tu invece farai la guardia alle nostre due dame… se cercano di scappare, lo sai, un colpo solo, silenzioso e mortale. Io, intanto, vado a riposarmi… avete da mangiare?” Domandò alla governante.
“Ecco…”
“Va bene…” fece Hunt “… cercherò io qualcosa…”
Bart allora si sedette davanti a Chantal e alla governante, puntando contro di loro un lungo ed affilato pugnale.
“Se siete stanche” disse alle due prigioniere “risposatevi pure… ma niente scherzi…”
http://video.mail.ru/mail/korolevalilii/16087/i-16897.jpg

Altea
16-01-2012, 09.20.19
Gli altri commensali si unirono a noi, una bellissima nobildonna vestita con belle sete, e guardai le mie umili vesti, e un ragazzo con una donna, ricordo erano coloro che non volevano lady Isolde nel barcone.
Arrivò la prima pietanza, la cosa mi incuriosiva, Goz ce le presentò come una pietanza sublime. La assaggiai e notai che la spezia era si un pò forte ma al tempo stesso dolce e saporita. Guardai il mio maestro, invece, il quale lasciò il piatto intatto senza mangiare.
Ad un tratto mentre parlavo di quei cigni vidi il volto del capitano rabbuiarsi "Sir Goz, spero di non aver evocato lontani e tristi ricordi? Come mai quei cigni si trovano in quella piscina?Sono meravigliosi nel loro candore, pare danzino sull'acqua".

cavaliere25
16-01-2012, 13.30.53
assaggiai quella pietanza e dissi complimenti capitano molto buona dissi mentre guardavo tutti i presenti poi mi soffermai su Isolde e la guardai con uno sguardo dolce e intrigato c'era qualcosa in quella donna che non capivo cosa fosse ma potevo anche sbagliarmi pensai e continuai a mangiare

Talia
16-01-2012, 14.05.11
Osservai Nestos mentre, lentamente e con evidente dolore, mi spiegava ciò che era accaduto. Poi si lasciò cadere tra le mie braccia in lacrime ed io lo accolsi, stringendolo appena in un abbraccio consolatore.
Sollevai quindi lo sguardo, oltre la spalla di Nestos, sugli altri... avevano tutti gli occhi lucidi e arrossati, sguardi abbattuti, mani che giocherellavano nervosamente...
Chiusi gli occhi, tentando disperatamente di non lasciarmi sopraffare a mia volta da quel cieco e nero dolore.

In silenzio, accoccolata sull’ampio davanzale della finestra, le gambe piegate, le mani sulle ginocchia e il mento sulle mani, osservavo il Maestro riporre le sue cose in un’ampia bisaccia da viaggio. Il tiepido sole primaverile, attraverso il vetro, mi batteva sulla schiena con gradevole tepore.
Ad un tratto l’uomo sollevò gli occhi su di me e sorrise...
“Ecco!” disse “Sono pronto!”
“Devi proprio andare?” domandai “Non siamo mai rimasti da soli per più di qualche ora!”
Lui sospirò...
“Lo so, Talia... e, credimi, non vorrei! Ma è necessario, questo viaggio: non posso evitarlo!”
Annuii, ma con poca convinzione.
Lui, dunque, mi venne di fronte e mi appoggiò una mano sulla testa, in un gesto rassicurante...
“Saranno solo pochi giorni!” mi consolò “E non dovrai temere niente: ci saranno i tuoi fratelli qui con te, mentre sarò via! Loro non permetteranno che accada nulla di male, vedrai!”
Sorrisi debolmente...
“Anche tu, Talia, devi però farmi una promessa!” proseguì l’uomo dopo appena un istante “Devi promettermi che ti prenderai cura di loro!”
“Cura di loro?” domandai, un po’ sorpresa dal tono con cui l’aveva detto.
“Si!” confermò l’uomo “Cura di loro! Vedi... i tuoi fratelli sono dei bravi giovani, ma come tutti i ragazzi della loro età sono anche irruenti e impulsivi, inclini a seguire il cuore e l’istinto prima di tutto. E probabilmente... beh, probabilmente non mi azzarderei mai a lasciarli da soli, se non ci fossi anche tu qui! In caso di bisogno, sono certo che tu saprai ascoltarli, consigliarli, parlare con loro... e so che loro ti ascolteranno! Promettimelo dunque, Talia... promettimi che veglierai sui tuoi fratelli, quando non ci sarò!”
“Te lo prometto, Maestro!”

Quel ricordo mi attraversò la mente alla velocità della luce...
Riaprii gli occhi di scatto, dunque... sorpresa e turbata, ma con una sorta di nuova determinazione nel cuore.
“Vi prego...” dissi quindi, appoggiandomi a Nestos per riuscire ad alzarmi e sforzandomi di apparire loro serena “Vi prego, andiamo nel giardino ora... accompagnatemi dal Maestro!”

Parsifal25
16-01-2012, 14.49.20
Io credo che se quel crine, soltanto al nominarlo è riuscito a crear paura in quei volti..... qualcosa nasconde. Il solo cambiamento di stato dice molto....

avevo intenzione di conservarlo e, giunto il momento opportuno, farlo controllare o per lo meno capire a cosa servisse e chi o cosa allontanasse.

Continuavo a pensare sul suo significato, finchè, arrivati dinanzi ad una chiesetta chiedendo ristoro, mi balzò in mente una splendida idea..... Quale occasione buona per poter osservare quel crine se non consultando i manoscritti di una chiesa? Si sà, i frati qualche segreto lo custodiscono e lo strumento migliore sarebbe stata una biblioteca.

Il prossimo obiettivo era fissato, avevo bisogno di una biblioteca.

Daniel
16-01-2012, 16.17.33
Goz ci fece sedere al tavolo e ci offrì strane polpette con un viscoso vino verde.. La Strega continuava a ingraziarsi Goz facendo moine e cose varie.. Quando disse di voler provare le polpette la guardai con sguardo omicida.. Adun certo punto mi alzai di scatto e dissi:
<<Voi siete una lurida, malvagia e terribile strega! Vi siete insinuata nei cuori delle altre persone credendo di far compassione! MA, come ben sapete, non potete ingannare Il dominatore dei quattro elementi o - dissi guardando Elisabeth- La Regina dei Boschi!>>
A queste mie parole calò il silenzio nela sala..

Guisgard
16-01-2012, 17.12.01
A quelle parole di Daniel, Goz restò a fissare il giovane.
“Questa donna è mia ospite” disse “nella stessa maniera in cui lo siete voi, ragazzo. Ed è mio dovere difendere il suo nome, come difenderei quello di ogni mio passeggero. Dunque vi domando, in nome del rispetto Cristiano e delle regole della cortesia, di scusarvi con lei.”
“Vi prego, capitano…” intervenne Isolde “… non è il caso, davvero… sono abituata ai sospetti della gente…”
“Vi prego, milady.” Fece Goz. “A me non interessano i sospetti della gente. Sul mio carrozzone dominano il rispetto e l’armonia. Per tutti. Messere…” rivolgendosi nuovamente a Daniel “… vi prego di scusarvi con lady Isolde…”
“Si, anche io penso che dobbiate scusarvi con lei…” intervenendo il maestro di Altea e fissando Daniel.

Altea
16-01-2012, 17.15.18
In disparte fissavo l'accaduto, mi risedetti al tavolo e lasciai che il mio maestro intervenisse, in fondo sembrava che entrambi provassimo simpatia per quella donna, e non capivo invece il comportamento degli altri compagni di viaggio.

Guisgard
16-01-2012, 17.27.58
I giovani condussero Talia nel giardino del Casale degli Aceri.
L’aria era fredda e un asciutto vento soffiava sul bosco, rendendo l’aria limpida e quella distesa verdeggiante ancora più bella.
Giunsero così davanti ad un umile croce piantata nel terreno.
Alcuni di loro si accasciarono a terra piangendo.
Nestos si voltò verso Talia e cominciò a gesticolare…
("Tu eri qui, sorella…cosa può essere accaduto? I monaci che hanno sepolto il maestro dicono che aveva il collo spezzato...")

Guisgard
16-01-2012, 17.39.47
Il monaco fece entrare nella chiesetta Redentos e Parsifal.
Li fece poi sedere accanto al camino della stanza, dove abitualmente viveva e offrì loro del pane con del formaggio.
“Dove siete diretti?” Domandò il chierico.
“In una contrada lontana, buon monaco…” rispose Redentos.
“Capisco…” mormorò il chierico mentre sistemava altra legna sul fuoco “… e dove si trova questa lontana contrada?”
“Lo sa il Buon Iddio…” sospirò Redentos “… e spero possa illuminarmi presto, circa la sua ubicazione…”
“Beh…” fissandolo il monaco “… qui, negli archivi della chiesa, abbiamo degli Annali… sono delle annotazioni riguardo ai fatti accaduti in questi luoghi, o in terre vicine… ci sono anche descrizioni di pellegrini di passaggio e varie documentazioni demaniali, giusto per permettere a questa chiesa di rivendicare il diritto sulla terra circostante… potete consultare quegli Annali se volete…”

Daniel
16-01-2012, 19.27.38
Guardai Goz con disprezzo e dissi:
<<Mi scuserò solo dopo questa prova..>>
Puntai il palmo contro la donna e mormorai:
<<Incanto Revelus!>>
La donna per acuni secondi si tramuto nella stessa donna della visione e poi tornò normale.. Ero sconvolto..http://www.moviesonline.ca/movie-gallery/albums/userpics//BrothersGrimm250705-2.jpg?0.9638051823080789
<<Avete visto! Avete visto tutto e lei la strega! La donna della visione! La sciagura che porterà in trappola tutti noi!>>
Guardai Elisabeth in cerca di sostegno..

Talia
16-01-2012, 19.46.23
E così raggiungemmo il giardino...
Lentamente mi avvicinai a quella semplice croce piantata nel terreno e la sfiorai con la punta delle dita...
Maestro... pensavo... Che cosa devo fare, Maestro? Aiutami, ti prego! Guidami!
Ad un tratto, però avvertii un tocco leggero e, voltandomi, trovai gli occhi di Nestos piantati nei miei...

("Tu eri qui, sorella…cosa può essere accaduto? I monaci che hanno sepolto il maestro dicono che aveva il collo spezzato...")

Sgranai gli occhi e mi portai una mano alla bocca, sorpresa e terrorizzata, trattenni il fiato e per molti minuti mi sembrò mancarmi l’aria...
“Il... il collo...” mormorai, non appena riuscii a recuperare l’uso della parola “Il... il collo spezzato?”
Un nuovo, incontenibile dolore mi pervase non appena venni a conoscenza di quest’ultimo particolare... rabbrividii... rabbrividii tanto che dovetti appoggiarmi ad un albero vicino per non cadere...
Chiusi gli occhi, e calde e copiose lacrime mi rigarono le guance.
Fylleon... Fylleon... in quale abisso sei sprofondato, fratello mio?
E proprio mentre questo pensiero mi vorticava nella mente, la voce del Maestro giunse a me scaturita dai più antichi ricordi che possedevo...

“Ama i tuoi fratelli, Talia...” mi disse un giorno, con lo sguardo cupo perso all’orizzonte “Non fare gli errori che, probabilmente, ho fatto io... ognuno di loro merita la tua attenzione, la tua comprensione... ricorda! Ognuno di loro in egual modo... e a suo modo! Ognuno di loro... nel bene e nel male!”

Riaprii gli occhi.
Nel bene e nel male...
Quelle parole vorticarono nella mia testa...
Fylleon... forse lui era il fratello che, in quel momento, aveva più bisogno di me. Ma io non ero con lui! Era lontano! Era fuggito!
Sospirai e abbassai lo sguardo...
“Io l’ho sentito...” risposi “Ho sentito lo spirito del Maestro volare via! Perciò ho perso i sensi... credo!”

elisabeth
16-01-2012, 22.09.04
Daniel era troppo giovane e la sua impulsivita' stava creando problemi peggiori della malvagia Isolde....Goz e l'accompagnatore di una Dama che aveva il viso della purezza....si erano lasciati invadere il cuore dalle moine di una donna che poteva diventare veramente pericolosa......la magia di Daniel aveva dato i suoi frutti e l'immagine della donna traspari' nella pura realta'...ma Daniel.....l'aveva involontariamente aiutata...perche' un sortilegio e' pur sempre un malefizio......ed Isolde sarebbe uscita ancor piu' vincitrice..visto Che Daniel poteva essere accusato di averla trasformata nella malvagia visione..........Mi alzai e feci scivolare il mio manto dalle spalle......".....Daniel e' palese che Isolde non sia la donna che vuole apparire.............ma gli uomini davanti ad una donna cosi' bella ed indifesa.....si lasciano prendere dalla loro galanteria e buona educazione, chi lascerebbe mai piangere una donna senza porgerle il braccio....nessun uomo di buoni costumi.........per quanto riguarda voi Capitano........Lady Isolde ha detto una cosa degna di una grande verita' chi la incontra non riesce a dire nulla di buono nei suoi riguardi..........Diro' io una cosa a Lady Isolde il Carrozzone e' di Goz....ma le acque su cui naviga sono la mia casa natia.........i boschi sono il mio regno.......Daniel e' sotto la mia protezione........e poi penso che la verita' e' la cosa piu' preziosa non vi abbiamo nascosto cosa pensiamo di voi........quindi...caro Capitano.......e Lady Isolde, sapete benissimo come la pensiamo io e Daniel........Lady Gaynor Lady Altea...perdonate la mia ineducazione......ma prefrisco andare a prendere un po' d'aria sul ponte.......qui e' irrespirabile..."...presi il mantello...me lo misi sulle spalle e salii sul ponte.....guardai le acque che scorrevano sotto lo scafo del carrozzone.........la luna rischiarava....la lucida superfice......vidi il volto delle mie sorelle..sorridermi tra le piccole onde.......sorrisi.......sapevo di non essere sola...e l'aria pura.....mi fece serena

Lady Gaynor
16-01-2012, 22.55.59
Gaynor entrò nella sala e si sedette al tavolo con gli altri passeggeri. Mangiò e ascoltò senza parlare. Era persa nei propri pensieri, non del tutto piacevoli, quando Daniel inveì contro Isolde, creando un vero momento di disagio generale. Anche lei pensava che quella donna fosse malvagia, ma sarebbe stato controproducente accusarla apertamente. Difatti, Goz e l'accompagnatore di Lady Altea non gradirono l'intervento e presero ancor più le difese di Isolde.

Guardai Goz con disprezzo e dissi:
<<Mi scuserò solo dopo questa prova..>>
Puntai il palmo contro la donna e mormorai:
<<Incanto Revelus!>>
La donna per acuni secondi si tramuto nella stessa donna della visione e poi tornò normale.. Ero sconvolto..http://www.moviesonline.ca/movie-gallery/albums/userpics//BrothersGrimm250705-2.jpg?0.9638051823080789
<<Avete visto! Avete visto tutto e lei la strega! La donna della visione! La sciagura che porterà in trappola tutti noi!>>
Guardai Elisabeth in cerca di sostegno..

Dopo quest'altro attacco e dopo aver pubblicamente chiesto l'appoggio di Elisabeth, la situazione precipitò. Gaynor ascoltò le parole di quest'ultima e la vide lasciare la sala con vivo rammarico. Non si sentiva sicura in mezzo a quelle persone, d'improvviso un viaggio di piacere si stava trasformando in un incubo. La presenza di Elisabeth e dei suoi poteri la rassicurava, l'incantesimo che aveva appena fatto Daniel l'aveva a dir poco terrorizzata. Restò seduta e muta, senza riuscire a pronunciare una sola parola...

Chantal
16-01-2012, 23.06.10
Tutto accade velocemente.
Chantal e la sua governante si ritrovarono accanto al camino, in balia di quei tre uomini.
“Ora statemi a sentire, care dame…” cominciò a dire colui che aveva colpito la governante e che sembra essere chiaramente il capo dei tre “… non dateci noie e vedrete che non vi accadrà nulla… forse… passeremo qui la notte… per ripartire poi verso l’alba… restate lì, ferme, senza darci grattacapi… Vec…” rivolgendosi a uno dei suoi complici “… tieni d’occhio il viale che conduce all’ingresso… se vedi qualcuno usa la balestra… mi raccomando, un colpo solo e mortale…”
“Si, Hunt!” Rispose Vec.
“Santa Vergine…” turbata da quelle parole la governante.
“Bart!” Chiamando l’altro complice. “Tu invece farai la guardia alle nostre due dame… se cercano di scappare, lo sai, un colpo solo, silenzioso e mortale. Io, intanto, vado a riposarmi… avete da mangiare?” Domandò alla governante.
“Ecco…”
“Va bene…” fece Hunt “… cercherò io qualcosa…”
Bart allora si sedette davanti a Chantal e alla governante, puntando contro di loro un lungo ed affilato pugnale.
“Se siete stanche” disse alle due prigioniere “risposatevi pure… ma niente scherzi…”

Quando si ritrovarono vicine,la ragazza apprese che nulla di grave era stato inferto alla governante,solo un colpo violento che l'aveva fatta barcollare facendola cadere rovinosamente sul pavimento,ma non era ferita in modo grave,con suo sollievo.
"Cosa vi ha fatto,mia tenera madrina.."E l'abbracciò.
Le due donne si strinsero,Chantal espresse,sorrovoce,il suo rammarico mormorando poche parole con mortificazione:"Mi dispiace.E' colpa mia.."
La governante tentò di tranqullizzarla rassicurandola che quanto stava accadendo era solo una beffa del destino.L'uomo col pugnale le guardava in modo fisso,scrutandone ogni movenza.
Queste si tennero legate l'una all'altra,ma Chantal aveva gli occhi vigili a guardare nella penombra cosa stesse accadendo.
Chantal vide allontanarsi chi aveva impartito gli ordini e cercò di trattenerlo per comprendere chi fossero i tre uomini e cosa cercassero presso la loro casa.
"Non verrà alcuno,statene certo.Il viale è deserto,il fattore è fuori città con la moglie e il figlio..solo mio padre è.."Disse la ragazza a chi sembrava identificarsi come il capo,ma si interruppe improvvisamente.
La ragazza sapeva che il padre non si sarebbe coricato affatto quella notte,ma avrebbe passato dei momenti di raccoglimento nella cappella e poi in giro ad espletare alcune commissioni per i giorni che lo avrebbero visto assentarsi.
L'uomo di nome Hunt indietreggiò,lanciò un'occhiata severa alla ragazza come a zittirla,ma ella continuò:"Non siete briganti.Allora perchè avete cercato rifugio qui?"
Un lampo,questo fu il lasso di tempo che si intercalò tra quelle parole ed un inspiegabile avvenimento,come un avveritmento,che turbò,fino a farle mancare il fiato,la ragazza.
Una voce.
Una voce si era affacciato alla mente di Chantal,il suo nome,come un flebile sussurro.
E,il terrore si affacciò ai suoi occhi..
Si guardò intorno e il suo sguardo cadde sul tavolo da pranzo,dove c'erano ancora i fiori che la sera prima erano stati disposti per allietare la tavola.Tra questi c'erano gli anemoni.
Anemoni blu.
D'mprovviso i loro petali cominciarono a cadere staccandosi dai pistilli uno ad uno,come parole divenute di pietra..

"Sono bellissimi,Chantal.Li hai raccolti per me?"
"Si,padre.Ogni uomo dovrebbe portare sempre un fiore con sè.Questo sembra così austero,mi ricorda voi..e poi,si dice sia il fiore dei miracoli.."Sorridendo e con occhi luminosi la ragazza.
"Ho capito.Vuoi tentare di addolcirmi,piccola mia?"Accarezzandola il padre."E va bene..da oggi questo fiore sarà il mio simbolo."Accomodandoselo sul petto l'uomo mentre anche la ragazza lo aiutava ad appuntarlo muovendo con leggerezza le sue mani su quelle del padre.

Gli anemoni.
Chantal ripensò a quel momento,il momento in cui aveva scelto di far dono di quei fiori a suo padre.
Ed ora aveva certezza,sentiva intimamente suo padre essere stato colto da un malore fuori dalla sua casa..

http://www.driehausmuseum.org/img/blog/Knight_of_the_Sun,_1860,_Arthur_Hughes_(English,_1 832-1915)._The_Lloyd_Webber_Collection_.jpg

Sussultò.
"Mio padre..sta male.Sento che sta male..è accaduto qualcosa..lascciate che lo raggiunga,vi prego..lasciatemi andare da lui.."Implorando la ragazza.
D'un tratto Chantal,che a stento aveva espresso il suo pensiero,aveva avvertito qualcosa,era visibilmente scossa,con gli occhi sgranati,il seno ansimante e pallida come cera..
Tentò di alzarsi mentre la governante la rincuorava e l'uomo col pugnale la minacciava..
Vi riuscì a sollevarsi,forzandosi e inspirando profondamente,si portò le mani al volto per scuotersi da quel presagio,da quell'immagine affacciatasi ai suoi occhi,poi alla fronte per trarre la forza di continuare,e respirando affannosamente,incurante di chi la minacciava,appoggiò una mano sulla spalla della governante come a comunicarle di indugiare nell'essere imprudente pur di difenderla,quindi posò gli occhi dritto in quelli che reggeva le loro sorti e dava ordini e parlò ancora:"Per Misericordia Divina..lasciate che vada da lui.."

Guisgard
17-01-2012, 02.06.18
Tutto era accaduto dannatamente in fretta.
Troppo perché menti mortali potessero comprendere.
Dal fiume, in risposta ai pensieri di Elisabeth, si levò un lento lamento.
Isolde si abbandonò in un pianto disperato.
“Forse sono davvero una creatura ostile…” in lacrime “… una creatura destinata all’isolamento e alla condanna da parte del mio prossimo… si, sono una creatura in balia delle mie miserie… ma non una strega…” fissando poi i presenti con i suoi bellissimi occhi “… solo una donna capace di suscitare il disprezzo dei miei simili… queste persone…” indicando Elisabeth e Daniel “… mi odiano… mi odiano a tal punto da usare oscuri artifici su di me, pur di farmi apparire come il loro odio mi vede… forse, se fossi stata arsa sul rogo sarebbe stato meglio per tutti…”
“Milady, calmatevi…” avvicinandosi a lei Goz “… nessuno vi condanna qui… solo l’ignoranza e la superstizione possono vedere in voi malvagità…” chiamò uno dei marinai “… sarà meglio preparare le stanze dei passeggeri… è stata una lunga giornata…” si voltò poi verso Daniel “… messere, i vostri trucchi da fenomeno da baraccone teneteli per voi! Non sono disposto a tollerare altre uscite del genere a bordo del mio Carrozzone! Tenetelo a mente, o vi lascerò a nuotare nelle calde acque del Calars!”
Poco dopo, le stanze di tutti i passeggeri furono pronte per la notte.
Ma prima di lasciarli andare a letto, Goz si avvicinò ad Altea.
Fece poi segno anche a Gaynor, a Isolde, Daniel, a Cavaliere25 e ai due monaci di avvicinarsi alla vasca dei cigni.
“Lady Altea mi aveva chiesto dei miei cigni…” mormorò Goz “… già, i miei cigni… il mio unico bene…” accennò un malinconico sorriso “… forse è per loro che ho costruito questo Carrozzone… che ho deciso di raggiungere i quattro angoli del mondo…” chinò il capo “… ma per quanto vasti siano gli oceani, i mari, i fiumi e i laghi della Terra, nulla riesce a disperdere il mio unico pensiero… il mio unico sogno… un sogno che è con me ogni giorno… eppure non mi è concessa la grazia di poterlo vedere…”
“Siete un uomo che ha molto sofferto, capitano…” accarezzando il suo volto Isolde “… io posso comprendervi… conosco il dolore e la solitudine…”
“Credete, milady?” Fissandola Goz. “No, non potete nemmeno immaginare cosa significhi avere accanto il tesoro più grande e non poterne mai godere le ricchezze… ora è tardi, signori… le vostre stanze vi attendono…” ma prima di ritirarsi si rivolse verso Altea “… grazie, milady… grazie per avermi dato la possibilità di parlare dei miei bellissimi cigni…”
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Guisgard
17-01-2012, 02.42.34
Chantal aveva appena pronunciato quelle parole e subito si udirono dei rumori.
“Ehi, c’è qualcuno…” disse il terzo dei tre.
“Chi è?” Domandò colui che teneva a bada le due donne.
“Non so, qualcuno bussa…” rispose quello vicino alla finestra “… le chiacchiere di questa ragazza mi hanno distratto e non sono riuscito a vederlo nel viale…”
“Stai zitta!” Urlò l’uomo col pugnale a Chantal. “Controlla chi è…” fece poi al suo complice.
“Chi è là?” Chiese questi.
“Sono un monaco…” rispose l’uomo alla porta “… ho bisogno di cure… se non mi aiutate voi, sarò costretto ad arrivare fino al Gastaldato…”
“Se raggiungerà il Gastaldato” disse l’uomo col pugnale al complice sulla porta “potrebbe raccontare di come gli sia stata negata ospitalità in questa casa e suscitare i sospetti degli uomini del Gastaldo… meglio farlo entrare… lo accopperemo e poi nasconderemo il cadavere…”
L’uomo sulla porta annuì al piano del complice e aprì la porta.
Ma subito nella stanza entrarono tre uomini che aggredirono i due.
Scoppiò una feroce rissa e i due restarono uccisi.
Attirato dalle grida, dalla cucina corse Hunt e nel vedere i suoi fratelli feriti a morte comprese ogni cosa.
“Vi abbiamo trovato, carogne…” ringhiò il falso monaco, per poi lanciarsi contro Hunt.
I due lottarono, ma poi Hunt cadde ucciso.
“Vayvet!” Gridarono i complici del falso monaco. “Sei ferito?”
“E’ solo un graffio…” ansimando Vayvet “… presto, nascondete i cadaveri di questi bastardi…”
Fatti sparire i corpi dei tre, i due aiutarono Vayvet a stendersi accanto al fuoco.
Questi allora si rivolse a Chantal e alla sua governante:
“Statemi a sentire… siamo una banda di fuggitivi… eravamo in sei, ma poi quei tre gentiluomini che abbiamo accoppato hanno avuto la pessima idea di tradirci… li abbiamo seguiti e ci siamo vendicati… non abbiamo intenzione di farvi del male, a meno che non siate voi due a costringerci… resteremo qui fino a quando là fuori la situazione tornerà più tranquilla… così da permetterci di fuggire via…” si voltò poi verso i suoi compari “… Monty… cerca in giardino o nei dintorni… dobbiamo trovare l’oro che quei tre cani ci hanno sottratto… l’avranno di certo sotterrato qui intorno… Haro…” chiamando l’altro “… va insieme a questa gentile signora” indicando la governante di Chantal “e tornate qui con l’occorrente per medicare la mia ferita…” fissò poi la donna “… badate di non fare scherzi… o la ragazza ci rimetterà la pelle…” indicando Chantal.
La governante annuì, per poi seguire Haro.
“Ora, io e voi resteremo qui buoni buoni…” disse Vayvet a Chantal “… in attesa del loro ritorno… è tanto che non parlo con una donna… come vi chiamate?” Fissando la ragazza.
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Guisgard
17-01-2012, 03.06.46
Tutti loro erano davanti a quella croce piantata nel terreno.
Talia al centro e gli altri fratelli intorno a lei.
Il vento, freddo e asciutto, soffiava inclemente sul giardino e sembrava volersi portare via le loro lacrime.
Ad un tratto, uno di loro corse in casa e ritornò dopo alcuni istanti.
Aveva con sé una spada.
“La spada del maestro…” sussurrò in lacrime “… cosa ne facciamo?”
Nessuno rispose.
Il ragazzo allora li fissò tutti, compresa Talia.
“Cosa ne facciamo?” Domandò di nuovo. “Nessuno di noi è degno di possederla e impugnarla… non siamo ancora cavalieri…”
Nestos allora fissò Talia e gesticolò…
(Il maestro l’aveva destinata a uno fra i suoi due migliori apprendisti... loro due erano i primi tra noi... Fyellon aveva padronanza della sua abilità, era freddo e scaltro…mentre invece l’ardore, l’impulsività e l’istinto erano la forza di…)
“Cosa sta dicendo Nestos?” Chiese uno dei fratelli a Talia, interrompendo Nestos. “Forse lui sa cosa dobbiamo farne di questa spada?”
“Cosa può saperne lui!” Esclamò quello che aveva con sé la spada. “Lui non sarà mai un cavaliere! Non s’intende di armi! Direi di lasciarla qui… accanto alla croce... cosa ne dite?”
Tutti annuirono.
“Sei d’accordo anche tu, Talia?” Chiese poi anche alla ragazza.
Ma proprio in quel momento, mortificato dalle parole dei suoi fratelli, Nestos corse via, in lacrime, per chiudersi nel Tempio.
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elisabeth
17-01-2012, 11.15.58
Ero felice di vedere i volti velati nel fiume che rischiarati dalla luce della luna sorridevano al mio passaggio......solo un tuffo e sarei ritornata a casa......ma non avrei mai abbandonato Daniel il suo nome mi era stato portato tra le pagine di una corteccia da un fidato messaggero e gli altri Ospiti Lady Gaynor...Altea il suo maestro i commensali che ammutoliti assistevano ad un magico gioco...fatto di superstizione e cattiveria e lo stesso Goz....stavano rischiando qualcosa di molto piu' grande di loro....ma l'uomo era cieco.....e non poteva vedere, neanche il sole con la sua potenza puo' trovare spazio tra una fitte rete di nuvole nere....anche lui che i cuori riscalda......ma un lamento giunse alle miei orecchie un lamento struggente e il leggero vento porto' anche le parole di Goz nei confronti di Daniel.........questo era davvero troppo...tornai indietro nel salone e li trovai tutti vicini alla vasca dei cigni....." Voi sapete cose' la sofferenza Goz......voi sapete cose' l'Inganno Goz....voi sapete cose' L'universo Goz ?........La presunzione non ha mai fatto la seggezza in un uomo.......e le minacce......non hanno mai fatto degno nessun uomo......Non azzardatevi mai piu' a minacciare nessuno, Daniel ha la foga della gioventu' voi dovreste avere la saggezza dell'esperienza e degli anni che portate.......e state tranquillo, che un bagno nelle acque calde...toccherebbe a voi se solo osate mettergli un dito addosso....per quanto riguarda Lady Isolde.......sara' il vostro ultimo premio alla vostra sofferenza.....ma gioca sporco..perche' lei sa...e voi siete ignaro di tutto..sarete usato, ma come si dice, a l'uomo ha il potere libero arbitrio....e voi avete fatto la vostra scelta...!......"....aspettai quindi che la mia stanza venisse assegnata.......

cavaliere25
17-01-2012, 11.50.14
guardai tutti i presenti e dissi vi auguro una felice notte io mi ritiro il viaggio è ancora lungo e le mie forze si sono addormentate cosi detto mi avviai verso la mia stanza mentre pensavo a Isolde che cosa gli era accaduto perchè di tanta bellezza era nascosta una creatura cosi

Altea
17-01-2012, 12.26.53
Dopo l'accadimento e il trambusto avvenuto nella sala, sir Goz si avvicinò gentilmente e raccontò di quei meravigliosi cigni.."Goz, vi ringrazio per aver aperto il vostro animo, il mio unico augurio è..che quel sogno che tanto desiate un giorno possa diventare reale". Mi chinai nella vasca osservando il candore dei cigni, e feci un cenno al maestro per raggiungermi ad osservarli. Nel frattempo cercavo di capire quale arcano potesse nascondersi dietro lady Isolde, eppure io non avevo avuto nessuna visione. Decisi che avrei parlato con la milady che si era recata fuori dalla stanza l'indomani.

Parsifal25
17-01-2012, 14.12.41
Quelle parole, illuminarono il mio cuore e mente..... sarebbe stata un'ottima occasione per saperne di più su queste terre, sulla leggendaria Tylesia e su qualche leggenda antica che traversava codesta terra.

"Eccelenza, la ringrazio per l'ospitalità e la gentilezza offertaci.... sareì lieto di poter consultare la vostra biblioteca ed Annali. Spero di non crearle disturbo."

"Maestro..... chiedo l'autorizzazione a poter trascorrere l'intera nottata in biblioteca.... forse potremo trovare qualcosa di utile per il viaggio e chissà...... anche per me. Sempre se il reverendo mi concederà ciò."

Talia
17-01-2012, 16.40.53
I miei occhi seguirono Nestos finché non fu scomparso oltre la porta del Tempio. Poi sospirai e tornai a guardare l’altro fratello, colui che aveva posto il quesito...
“Vedi...” iniziai a dire lentamente “Molti di voi sono abili con la spada... Tu stesso lo sei: hai la passione che ti guida e lunghe ore instancabili di allenamento che ti sostengono... eppure il Maestro spesso ti riprendeva, e ti invitava alla riflessione... Perciò, ora, io ti prego... rifletti!”
Gli andai di fronte e poggiai entrambe le mani sulle sue spalle, fissandolo intensamente...
“Non trovi...” mormorai dopo qualche istante “Non trovi che il tuo giudizio su Nestos sia stato quantomeno sbrigativo e, probabilmente, un po’ ingiusto?”
Gli sorrisi dolcemente, allora, e gli carezzai appena una guancia...
“Vieni!” dissi poi, voltandomi “Venite tutti, vi prego... Nestos stava dicendo qualcosa di molto giusto, ed io adesso forse so qual è il posto di quella spada!”
Mi avviai dunque verso il Tempio con passo calmo e regolare, certa che tutti i miei fratelli, chi più e chi meno fiduciosamente, mi avrebbero seguita.
Entrai silenziosamente nella piccola aula quadrangolare e subito individuai Nestos, inginocchiato di fronte all’altare... mi avvicinai a lui dunque e, quando lo ebbi raggiunto, gli poggiai con delicatezza una mano sulla spalla, invitandolo con un sorriso ad alzarsi.
“Nestos...” iniziai quindi a dire, rivolta agli altri “Ha, a mio avviso, centrato il punto della questione poco fa! Egli mi ha rammentato che il Maestro aveva in effetti destinato la sua spada a colui, tra i suoi due migliori apprendisti, che si fosse distinto. Purtroppo gli anni sono passati e molte cose sono accadute... quei due apprendisti, come tutti ricordiamo, hanno preso strade diverse...”
I miei occhi si incupirono leggermente a quelle parole... al ricordo di lui che se n’era andato, così come al ricordo di Fylleon che rimase... e la mia voce tremò... ma non mi concessi tregua. E subito ripresi a dire...
“Entrambi hanno fatto delle scelte, ognuno ha seguito il proprio cammino... ma nessuno dei due riuscì mai, secondo il Maestro, a superare l’altro in valore e cavalleria. E tuttavia quella resta, per noi, la sua ultima volontà: mai più egli parlò della sua spada!”
Tesi allora entrambe le mani, allora... vidi alcuni dei miei fratelli esitare, ma poi colui che ancora stringeva la spada me la consegnò. La accarezzai per un momento con infinita dolcezza, la spada del Maestro... poi mi voltai e la adagiai sull’altare di pietra che dominava al centro del piccolo Tempio.
“Ecco!” dissi “Io credo che questo sia il suo posto... starà qui, finché il suo legittimo proprietario, chiunque egli sarà, non verrà a reclamarla!”
Tornai quindi a fronteggiare quel manipolo di giovani aspiranti cavalieri con la fronte alta e lo sguardo sereno...
“E ora ditemi, fratelli miei carissimi... trovate giusta la mia proposta?”

Daniel
17-01-2012, 19.23.16
Guardai Goz e Lady Isolde con quanto più disprezzo potevo e dissi:
<<Un bagno nelle acque calde non mi farebbe niente Sir.. Comunque Milady avete vinto questa battaglia.. Non preoccupatevi.. Ve ne accorgerete presto..>>
Stavo per andarmene quando intervenne Elisabeth.. La presi sotto braccio e le dissi:
<<Milady dove L'ignoranza parla L'intelligenza tace.. Andiamo sul ponte..>>
E andammo sul ponte..

Guisgard
17-01-2012, 22.01.20
Goz ascoltò prima le parole di Elisabeth e poi quelle di Daniel.
“Milady, ragazzo mio…” fissando i due “… io non comprendo il vostro astio verso lady Isolde…”
“Capitano, se scendessi da questo Carrozzone sarebbe meglio per tutti…”
“Milady, vi prego…” cercando di tranquillizzare la donna “… voi non avete fatto niente di male a nessuno ed io, in qualità di capitano, ho il dover di prendere le vostre difese…” si rivolse poi nuovamente ad Elisabeth e Daniel “… signori, a me le minacce non piacciono… dunque vi prego di recare rispetto per tutti coloro che si trovano su questa imbarcazione…”
Le stanze ospitavano ciascuna due persone e furono così distribuite: Gaynor e Isolde, Elisabeth ed Altea, il maestro di questa e Daniel.
Infine, in una stanza più grande, presero posto Cavaliere25 e i due monaci che erano con lui.
Recitate le preghiere della sera e data la buonanotte al boscaiolo, Jovinus e Plautus si coricarono.
Isolde, intanto, entrò nella sua stanza e si sedette sul letto, attendendo che anche Gaynor giungesse.

Daniel
17-01-2012, 22.25.30
M recai nella mia stanza con quello strano uomo.. Il silenzio regnava nella stanza.. Decisi di rompere il ghiaccio e steso sul mio letto dissi:
<<Piacere Sir sono Daniel Dominatore degli elementi e apprendista del Supremo Mago.. Voi siete..?>>

Altea
17-01-2012, 22.26.09
Goz ci informò sui nomi dei nostri compagni di stanza, e mi fu assegnata la camera assieme alla donna che era uscita dalla stanza. Mi avvicinai al maestro "Maestro, avete anche voi la vostra stanza?mi raccomando, sappiate agire con la pacatezza con cui mi date i vostri insegnamenti e dovete insegnarmi cosi tanto ancora, vi do la mia buonanotte". Mi avviai nella mia stanza, non avevo nulla, vestiti..bagagli..a dire il vero nemmeno a casa ero ricca di vesti e gioielli. Mi stesi sul letto e fissavo il soffitto, aspettando la mia compagna di stanza, volevo sapere di quella visione, ma certo non mi sarei lasciata trascinare dalle superstizioni...eppure ero convinta avesse molto da insegnarmi.

Guisgard
17-01-2012, 22.36.32
“Eccellenza?” Ripeté divertito il monaco a quelle parole di Parsifal. “No, cavaliere, no di certo! Chiamatemi solamente fra Domenicus! E’ il solo titolo che mi compete e che voglio! Certamente che acconsento… la piccola biblioteca di questa chiesa è a vostra disposizione!”
“Si, vai pure, Parsifal.” Annuendo Redentos.
Giunto nella piccola biblioteca, l’apprendista si ritrovò davanti ad uno scaffale in legno ricolmo di libri e coperto da polvere.
Ma proprio al centro, subito Parsifal notò un grosso e austero volume: erano gli Annali della chiesa.
Intanto, nell’altra stanza, Redentros era rimasto solo con il chierico.
“E ditemi, cavaliere…” fece questi “… siete in viaggio da molto tempo?”
“Si, sono circa tre anni” rispose Redentos “che vago di terra in terra… ma vagare nel buio dell’ignoto è cosa assai triste… fino a quando, due anni fa giunsi in un monastero… molta gente accorreva in quel luogo…”
“Cosa vi era di tanto importante in quel monastero?” Domandò il chierico.
“Un veggente…” mormorò Redentos “… un piccolo veggente… forse di dieci anni… correva voce che, caduto in una mistica estasi, un Angelo giungesse nei suoi sogni per mostrargli cose meravigliose e terribili, come profezie e visioni dell’Oltretomba… e attirato da ciò, visitai quel monastero…”
“Di cosa eravate in cerca, cavaliere?”
“Di mia moglie, frate…” fissandolo Redentos “… di mia moglie Calunda…”
“Come mai non era più con voi?”
“Un giorno…” amaramente il cavaliere “… un maledetto giorno ella si ammalò… si ammalò a tal punto da perdere il senno e la memoria... io allora lasciai i miei impegni presso la guardia reale e mi dedicai anima e corpo a lei… trascorrevo con lei ogni momento… ed è triste fissare la propria amata, mentre ella non vi riconosce e quasi vi teme…”
“Deve essere terribile, milord…” chinando il capo il chierico.
“Si, terribile…” serrando i pugni Redentos “… una mattina, disperato, compresi che Calunda non sarebbe mai guarita… allora feci un solenne voto all’Onnipotente… vendetti ogni mio bene e il ricavato lo divisi, dandone metà alla chiesa e l’altra metà ai poveri… in cambio domandai di non vedere mai morta Calunda… chiesi a Dio di farmi morire anche un solo istante prima di lei…”
“E cosa avvenne?” Domandò il chierico.
“Un giorno dovetti recarmi dal vescovo per un certo affare…” mormorò Redentos “… affidai ad alcuni servitori rimasti con me la cura di mia moglie… ma al mio ritorno ella non c’era più… sembrava come svanita nel nulla… cercammo ovunque, tra il castello e la campagna circostante… fui sul punto di impazzire… poi rammentai il mio voto… non poteva morire prima di me… è viva, pensai… e decisi di partire in cerca di lei… fino a quando giunsi al monastero del piccolo veggente…” fissò il chierico “… frate… ci vuole tanta Fede per non disperarsi… tanta Fede… forse troppa per un solo uomo…”
“Anche Nostro Signore era solo un uomo…” fissandolo fra Domenicus “… e ci Ha mostrato la Via… la Via della Fede… dovete credere, cavaliere… credere incessantemente nel vostro voto…”
E Redentos si accasciò in lacrime, mentre il chierico lo stringeva forte.
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Chantal
17-01-2012, 23.59.58
Quei tristi e drammatici momenti di concitazione apparvero come un improvviso fulmine a spezzare la penombra della notte.
Colui che era sopraggiunto,pur rimanendo ferito a sua volta,diede le seguenti disposizioni:

“Statemi a sentire… siamo una banda di fuggitivi… eravamo in sei, ma poi quei tre gentiluomini che abbiamo accoppato hanno avuto la pessima idea di tradirci… li abbiamo seguiti e ci siamo vendicati… non abbiamo intenzione di farvi del male, a meno che non siate voi due a costringerci… resteremo qui fino a quando là fuori la situazione tornerà più tranquilla… così da permetterci di fuggire via…” si voltò poi verso i suoi compari “… Monty… cerca in giardino o nei dintorni… dobbiamo trovare l’oro che quei tre cani ci hanno sottratto… l’avranno di certo sotterrato qui intorno… Haro…” chiamando l’altro “… va insieme a questa gentile signora” indicando la governante di Chantal “e tornate qui con l’occorrente per medicare la mia ferita…” fissò poi la donna “… badate di non fare scherzi… o la ragazza ci rimetterà la pelle…” indicando Chantal.
La governante annuì, per poi seguire Haro.

E mentre la ragazza vedeva allontanarsi la governante questa lanciò uno sguardo di intesa a Chantal,come a volerle infondere un po' di coraggio e a suggerirle di non compiere imprudenze..
L governante,però,pur assecondando l'uomo,s'accorse che la ragazza era visibilmente sconvolta dall'accaduto,ma non potè reagire,forse anche per tentare di tutelarla.

Chantal,infatti,era scossa,sconvolta.Pallida in viso,tremava tutta,tremava da non reggersi sulle gambe.Si chinò,e lentamente si poggiò sulle gnocchia lasciando che le braccia le cadessero lungo la figura,come prive di vitalità.
Non aveva mai visto morire un uomo,soprattutto non aveva mai assistito a tanta violenza.
E tre uomini erano stati miserabilmente uccisi in casa sua.la casa che ella aveva visto sempre radiosa di luce e amore.
Ora le appariva fredda,come avvolta in una coltre di gelo.
Il gelo che cala con la morte.
Quella visione le aveva tolto il senno,per un momento si sentì come vuota,con l'anima percossa e il corpo gelato.
E gli occhi fissi nella penombra come se ancora stessero guardando quellimmagine di sangue e lotta.
Era tanto sconvolta,aveva gli occhi sgranati e il cuore come interrotto,come stretto nell'acciaio.
Ai suoi occhi si affacciarono le lacrime che piano presero a rigarle le guance,fino a scivolare dal mento.Calde le lacrome sul gelido viso.
I suoi occhi affogarono in quelle lacrime al punto da costringerla a chiuderli,le facevano male come male le faceva la morte,comunque fosse sopraggiunta.
Stringendo le palpebre si compose la figura di suo padre.
E un ricordo tanto dolce quanto infarcito di amara verità la sopraggiunse..

"Padre,lo avete fatto ancora?"
"Si,piccola mia.Si.Anche i cavalieri pagano un prezzo.Un prezzo a Dio."
"Come poteti dire questo?Non si uccide in nome di Dio,ma si impartisce la grazia."
"Chantal,tu sei così giovane..seguire la causa della verità e della giustizia pur in nome di Dio comporta uccidere,talvolta.."
"Oh,padre.Ho paura,ho paura.E se accadesse di non risultare vincitore?Non voglio pensarlo!Vincerete sempre,promettetelo!"Portandosi le mani agli occhi e scuotendo il capo la ragazza.
"Chantal,cara..un cavaliere non vince,ma perde se trancia con la spada la vita di un suo simile.."Facendosi più cupo l'uomo.
La ragazza gli si adagiò allora tra le braccia cercando un tenero abbraccio,e l'uomo la strinse forte,accarezzandole la scheina ed i capelli mentre lei invocava protezione posando il viso sul petto forte e muscoloso del padre..
"Vorrei che non doveste farlo più.Che nessun uomo fosse costretto a farlo.Neppure per difendersi."
"Lo vorrei anche io,e prego perchè un giorno si possa non ricorrere più alla forza del gladio,ma ragni pace e amore nel mondo che ti vedrà sua gemma."Le rispose l'uomo continuando a tenerla stretta ed ad accarezzarla con dolcezza.
"E ti prometto,piccola mia,"continuò"tu non assisterai mai ad una cosa così terribile,perchè io ci sarò sempre a difendere i tuoi teneri occhi affinchè non vedano mai cosa sia uccidere.."
La ragazza,allora,sollevò il capo per guardare negli occhi il padre,e le lacrime presero ad inumidirli,scivolando sulla pelle come perle di fiume ,l'uomo le sollevò così il mento con la punta delle dita per rassicurarla,e con amabile sorriso le disse:"E poi,c'è la Regina della Pace a proteggermi.Anche io prego,sai?"
E Chantal riuscì a donargli un accennato sorriso rincuorato di fiducia..

http://www.sightswithin.com/Evelyn.De_Morgan/Our_Lady_of_Peace.jpg

Un ricordo di quando era piccina.
Un ricordo di quando aspettava impaziente e col cuore che le batteva la figura di suo padre che si affacciasse all'orizzonte,mentre il sole morente allungava la sua ombra fino a lei,come a permetterle di averlo vicino in tempo più breve.
E la regina della Pace.
Si,il padre le rivolgeva le sue preghiere,le sue speranze,e Chantal lo aveva immaginato molte volte inginocchiato ai piedi della Vergine a invocare forza e rettitudine..

Fu costretta ad ingoiare,improvvisamente,come se quel ricordo le fosse affioraro alle labbra come acqua che rinfranca.
Strinse gli occhi,lasciando che le lacrime si raccogliessero in rivoli che scivolarono fono alle sue mani.
Erano congiunte le sue mani.E quel tocco delle lacrime, così caldo sulle raggelate dita intrecciate ,la scossero riportandola a quella triste realtà divenuta uno scenario di sangue nella sua casa.
Vide gli uomini tentare di posizionare i cadaveri in strategichi nascondigli.
Come avevano potuto uccidere?
Come?Eppure,dicevano essere una banda,quindi affiatati l'un l'altro,simili.
E dicevano di essere fuggitivi..
Chantal si ritrovò immersa in quella infelice e cruenta realtà,e non potè sfuggirle,neanche rifugiandosi nel suo ricordo.
Aveva ancora le mani congiunte,ed ancora adagiata sulle sue ginocchia quando una voce la attraversò come un tuono impetuoso nei pensieri a spezzarle il ricordo.

“Ora, io e voi resteremo qui buoni buoni…” disse Vayvet a Chantal “… in attesa del loro ritorno… è tanto che non parlo con una donna… come vi chiamate?” Fissando la ragazza.

Chantal esitò a rispondere.Da qualche parte,dentro di lei,s'era rifugiata la voce,come se non riuscisse ad emettere i suoni che le percuotevano le tempie senza liberarsi dalle corde.
Vide l'uomo che la fissava,come ad attendere la sua risposta.
E vide suo padre,i cui occhi la esortavano ad avere coraggio perchè anche lui,ora,aveva bisogno di lei.
Dunque,la ragazza da qualche parte raccolse le poche forze e,tentando di sollevarsi in piedi,disgiungendo le mani ed asciugandosi le guance con le dita emise un flebile respiro,quasi un impercettibile sospiro di invocazione,e rispose all'uomo:"Il mio nome.Esso non ha importanza alcuna.."Poi inspirò l'aria aspra dell'acre odore del sangue,e come ridestatasi per quel sapore così terribile proseguì:"Da chiunque o qualunque cosa siate in fuga,la nostra casa non è per la morte,ma per la pietà.Che Dio abbia pietà di voi e dei vostri compagni,messere."
Riiscì a guardarlo negli occhi,forse neppure sapeva come fosse stata capace di raccogliere quelle parole,ma gli occhi del padre,evocati nel desiderio di raggiungerli,le infondevano una forza inattesa che destava stupore in lei stessa.
"Lasciate che la mia governante vi curi e vi bendi la vostra ferita."Posando gli occhi sulla lacerazione."E permettetemi di raggiungere mio padre.Egli sta molto male e chiede di me.."
Poi,si portò un poco più vicina all'uomo ferito.

Lady Gaynor
18-01-2012, 01.31.25
Nell'apprendere che avrebbe passato la notte in camera con Isolde, a Gaynor si gelò il sangue nelle vene. Era terrorizzata, ma capì che mostrare la sua paura l'avrebbe resa ancor più vulnerabile, per cui cercò di armarsi di coraggio e si avviò verso la camera. Una volta entrata, trovò Isolde seduta sul letto in atteggiamento di attesa. L'ultima cosa che Gaynor voleva fare era parlare, la paura di quello che poteva succedere quella notte le serrava la gola. Si rivolse così alla sua compagna di stanza e le disse: "Milady, vogliate scusare la mia maleducazione se non mi intrattengo con voi, ma questa giornata è stata veramente lunga ed intensa... sono così stanca che fatico a tenere gli occhi aperti. Vi auguro la buonanotte, Lady Isolde..." Detto questo, si sdraiò sul proprio letto, con il cuore in gola ed una preghiera sulle labbra...

Ave Maria, gratia plena,
Dominus tecum,
benedicta tu in mulieribus,
et benedictus fructus ventris tui, Iesus.
Sancta Maria, mater Dei,
ora pro nobis peccatoribus,
nunc et in hora mortis nostrae.
Amen.

Guisgard
18-01-2012, 02.05.29
Isolde, nel vedere Gaynor pregare, sorrise.
“Anche per me è stata una giornata difficile…” sospirò “… in verità tutta la mia esistenza è stata difficile… qualcuno da piccola mi diceva che portavo sfortuna, che attiravo immani sciagure…” sorrise a se stessa “... chissà i volti del capitano e dei suoi uomini, se sapessero di questa cosa… prendere a bordo una donna in odore di sciagure… contro ogni regola della navigazione!” Si voltò di nuovo verso Gaynor. “Vi lascio alle vostre preghiere, milady… anche io ne conosco una… risale a quando era bambina… mia madre la recitava sempre con me… buonanotte, milady…” e si addormentò.


Il Carrozzone scivola sulle acque calde e piatte del Calars…
“Non possiamo proseguire oltre…” disse un vecchio che guardava l’ansa del fiume “… i fumi che si addensano rendono alterata ogni cosa… non sappiamo cosa troveremo dopo… nessuno è mai giunto oltre questo punto...”
Gaynor guardava il fiume e ascoltava quel vecchio.
Sul ponte arrivò un marinaio.
“Proseguiremo?” Chiese a questi il vecchio.
“Si, certo.” Annuì il marinaio. “Avete pagato il biglietto e noi vi porteremo a destinazione.”
Gaynor si voltò e vide Goz seduto che fissava il fiume con uno sguardo perso.
“Non disturbatelo…” mormorò il marinaio “… sono scappati i suoi cigni… è un uomo distrutto... è stata la strega a spaventarli…”
“Ma a bordo ci sono i monaci...” fece il vecchio “... la strega dovrebbe temerli...”
“Non so…” fissando la sponda del fiume il marinaio “... anni fa, alcuni domenicani si avventurarono in questi luoghi... ma non fecero più ritorno...”
Ad un tratto Gaynor si ritrovò sulla sponda opposta del fiume.
Alzò lo sguardo e una terribile visione si mostrò ai suoi occhi: il Carrozzone era in fiamme e si inabissava a poco a poco.
E nello stesso momento un’agghiacciante risata alle sue spalle, dal tono vagamente femminile ma dai tratti bestiali, le gelò il sangue.

Gaynor si svegliò di colpo.
Alzò gli occhi e vide un volto.
“Buongiorno, milady.” Sorridente Isolde. “Aspettavo voi per raggiungere gli altri e fare colazione.” La fissò per qualche istante. “Volevo anche dirvi grazie... grazie per non esservi rifiutata di dividere con me questa stanza…”
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Guisgard
18-01-2012, 02.23.28
“Salute a voi, Daniel Dominatore degli Elementi.” Sorridendo il maestro di Altea. “Io sono Lainus di Anghion, maestro e a tempo perso poeta dilettante.” Chinando leggermente il capo. “Posso domandarvi come mai di tanto astio verso quella donna? A me sembrava inoffensiva… voglio dire… non mi dava l’idea di essere una strega…” sorrise nuovamente “… perdonate la facile ironia, amico mio, ma ho visto troppe volte donne portate in pubblica piazza e accusate di danzare col demonio, solo perché vivevano isolate da quella che ci ostiniamo a definire normalità... già, la normalità… chissà se un giorno riuscirò a comprenderne le caratteristiche e dunque a riconoscerla…”

Guisgard
18-01-2012, 02.35.26
Altea fissava il soffitto, in attesa dell’arrivo di Elisabeth.
Il Carrozzone procedeva nel suo viaggio e piccole oscillazioni, seguite da leggeri e quasi impercettibili scricchiolii, rendevano meno cupo l’assoluto silenzio che regnava nella stanza.
Da una piccola finestra circolare era possibile vedere le acque e la sponda meridionale del fiume.
Le notti sul Calars.
Hanno un qualcosa di magico, di incantato.
Il calore che sorge dalle sue acque, salendo verso il Cielo, rende tutto come sfocato, sbiadito.
E allora un mondo diverso sembra filtrare da quei vapori.
Un mondo nel quale le stelle scintillano con una luce diversa in un’oscurità notturna che sembra infinita.
E cullata dall’andatura del Carrozzone e avvolta da quel rilassante silenzio, Altea si abbandonava ai suoi pensieri, in attesa di conoscere meglio la sua compagna di stanza.

Parsifal25
18-01-2012, 02.37.55
Avevo compiuto un'altra sciochezza.... la vergogna prese il soppravvento, ma subito dopo ripresi il mio colorito naturale e mi diressi verso la biblioteca, congedandomi. Mentre raggiungevo quel luogo, mi dilettavo a visionare l'architettura di quel posto.... racchiudendola nel mio diario di viaggio...... era povera, ma aveva un cuore nobile. Giunsi alle porte della biblioteca e la spalancaì. Era piccola, ma l'odore dei libri che conteneva la fece sembrar maestosa. In quel luogo era conservata la storia di una terra.

"Che sensazione unica......" dissi, e inspirando quell'odore mi misi a lavoro..... accesi una piccola candela, tiraì fuori il mio quaderno e iniziaì la ricerca. Non sapevo da dove iniziare, ma alzando lo sguardo vidi un enorme e austero libro impolverato.... mi avvicinai e vi soffiai sopra; "quanta polvere vi era".... puliì il mio viso e scorsi il titolo: "Annali della Chiesa".

Il titolo in sè, già spaventava e tale sensazione la avvertì ancor di più quando mi sentì attraversare da un brivido di freddo. Non sapevo cosa avreì carpito, ma oramai ero lì...... dovevo passare alla ricerca.

Guisgard
18-01-2012, 02.48.07
Vyavet fissò Chantal come incuriosito.
“A quei bastardi” disse “non è stato inflitto nulla che non meritassero… ora staranno bruciando insieme a qualche dannato satanasso all’Inferno…” si adagiò meglio che poteva su quella sedia “… non avvicinatevi, oltre…” intimò alla ragazza “… restate ferma dove siete… sono ferito, ma posso immobilizzarvi quando voglio… e poi questa ferita non è un bello spettacolo da vedere per una gentile donzella…” tradì una velata smorfia di dolore “… non mi sembra di aver compreso il vostro nome… forse perché non l’avete rivelato… e non credo sia buona educazione celare il proprio nome, milady… e poi io sono un tipo all’antica e mi piace conoscere il nome della dama che mi offre la sua cortese compagnia… come vi chiamate? E badate che non rifarò ancora questa domanda…”

Guisgard
18-01-2012, 02.56.56
Parsifal cominciò a sfogliare il pesante volume.
Vi erano riportati i calcoli per l’avvento della Santa Pasqua negli ultimi cinquant’anni, le feste dedicate ai santi patroni del posto, ossia i Quaranta Martiri di Sebaste, gli incendi che interessarono la zona e le varie anomalie che, nel corso degli anni, il livello del Calars aveva mostrato.
Poi, tra le pagine, Parsifal trovò una lettera.
Era chiusa e appariva molto vecchia.
Recava una scritta:

“Di Lattanzio Falcone, sul resoconto dei padri Domenicani oltre il Calars”

Guisgard
18-01-2012, 03.35.30
Nel Tempio, dopo che Talia aveva posto la spada del maestro sull’altare, scese un religioso silenzio.
Tutti loro annuirono, come assenso, alla proposta di Talia.
Nestos fissò la ragazza e un sorriso sul suo volto cancellò la tristezza di qualche momento prima.
“Talia…” disse uno di loro, dopo aver fatto un passo verso di lei “… forse l’avrà già saputo… si, i monaci del monastero avranno già diffuso la notizia tra la gente che vive appena fuori dal bosco… insomma, sto parlando di Fyellon… credi che dovremmo avvertirlo per sicurezza?”
“No, vedrai che Fyellon sarà qui tra poco…” intervenne un altro di loro “… anzi, sono certo che in questo momento starà già galoppando verso il Casale.”
“Si, hai ragione!” Esclamò un altro dei fratelli. “Fyellon è il più forte fra noi e non ci lascerà da soli in questo triste momento! Lui non scappa! Non è un vigliacco, un ingrato, che dimentica suo padre, sua sorella e i suoi fratelli! La spada del maestro spetta solo a Fyellon!”
“Finiscila…” lo zittì un altro fra loro “… non ci si può arrabbiare nel Tempio…”

“Cosa fai qui?” Chiese il ragazzo, trovando Nestos seminascosto tra i cespugli. “Da cosa ti nascondi?”
Nestos lo fissò, tentando poi di dire qualcosa, ma solo suoni storpiati uscirono dalla sua bocca.
“Lascia perdere…” scuotendo il capo il ragazzo “… tanto non ti capisco...” si avvicinò ancor di più a Nestos e si sedette accanto a lui “... beh, poco male... sei fortunato infondo, sai? Puoi dire ciò che ti pare, senza preoccuparti degli altri…”
Nestos continuava a fissarlo, fino a quando, pian piano, la paura cominciò a dissolversi dal suo volto.
“Già, immagina…” ridendo il ragazzo “... potrei gesticolare di tutto, senza sentire le grida e i rimproveri del maestro... e così niente più punizioni... che pacchia!”
Nestos rise con lui.
“Dai, non tremare più…” aggiunse il ragazzo “... sai che questo è proprio un bell’angolino? Facciamo un patto... tu mi accogli in questo tuo angolo idilliaco di mondo e io ti proteggerò da qualsiasi cosa…sempre. Ci stai?” Mostrandogli la mano.
Nestos annuì e strinse forte quella mano, mentre i suoi occhi erano pieni di ammirazione per suo fratello.

Fu un attimo, un ricordo, malinconico e lontano, che attraversò la mente e il cuore di Nestos.
Fissò prima Talia e tutti loro, poi la spada sull’altare.
E chinò il capo.

Guisgard
18-01-2012, 04.21.37
III Quadro: Ritorno a casa

(Un guerriero della luce sa che alcuni momenti si ripetono.
Spesso si ritrova davanti a problemi e situazioni che ha già affrontato. Allora si sente depresso, e pensa di essere incapace di progredire nella vita, giacché i momenti difficili si sono ripresentati.
“Questo l’ho già passato,” si lamenta con il suo cuore.
“E’ vero, l’hai vissuto,” risponde il cuore. “Ma non l’hai mai superato.”
Il guerriero allora comprende che il ripetersi delle esperienze ha un’unica finalità: insegnargli quello che non vuole apprendere.)

(Paulo Coelho, Manuale del guerriero della luce)



Il carretto avanzava, scricchiolando sotto il peso dei grossi sacchi di ortaggi, verdure e fieno ammassi su di esso, sullo stretto e angusto sentiero che correva lungo il verdeggiante bosco.
Il Sole alto di mezzogiorno rendeva luminosa e dorata la paglia che faceva da letto a tutta quella merce, mentre in un angolo del carretto se ne stava ozioso e pigro un cavaliere, con le mani incrociate su petto e la testa sulle ginocchia di una ragazza.
“E ditemi, messere…” disse la giovane “… come sono le donne in Oriente? E’ vero che hanno gli occhi di giada e la pelle d’ebano?”
“Nei libri forse…” rispose con indifferenza il cavaliere “… in verità non ho mai veduto donne con gli occhi chiari e la pelle nera.”
“E ditemi…” allargando sempre di più la scollatura del suo vestito, attenta però che sua madre, impegnata a guidare il carretto, non se ne accorgesse “… è vero che le donne di quelle terre sono… si, insomma… sono più passionali?”
“Tutte le donne sono passionali…” mormorò il cavaliere, sempre con gli occhi chiusi e l’espressione rilassata “… basta saperle prendere… che siano celtiche, franche o saracene, beh, cambia poco…”
“Sembrate molto ferrato in queste genere di cose…” accarezzandogli i capelli lei “… intendo che sembrate un attento osservatore, messere… e, ditemi ancora… qual è la prima cosa che guardate in una donna?”
“Syanna, perché non vieni ad aiutarmi?” Disse la madre di lei. “Ho le braccia che mi fanno male a furia di tirare queste redini.”
“Un momento, mamma!” Rispose lei. “Questo messere mi sta raccontando fatti di remote contrade!”
“E da quando a te interessano queste sciocchezze?”
La ragazza lanciò uno sguardo alla madre e scosse la testa.
“Dicevo…” rivolgendosi nuovamente al cavaliere “… siete un cavaliere, dunque fate della cortesia, della galanteria e del romanticismo i vostri valori, il vostro credo… sono certa che sono gli occhi la prima cosa che vi attirano di una ragazza…” allargandosi ancora un po’ di più la scollatura “… i miei di che colore sono? Ditemi…”
Lui aprì svogliatamente un occhio e la fissò.
“Ho il sole negli occhi” mormorò “e non riesco a vedere il colore dei vostri occhi…”
“Ah, ho compreso!” Con un sospiro lei. “Siete un seduttore, voi! Uno di quelli abituati ad avere tutte le donne che vogliono! Volete solo che mi chini su di voi, con la scusa di vedere i miei occhi e poi, magari, baciarmi!”
“Syanna!” Di nuovo la madre. “Voi venire?”
La ragazza, incurante delle parole della madre, si chinò leggermente sul cavaliere, facendo sì che i suoi lunghi capelli scuri gli accarezzassero il volto.
“Allora?”
“Cosa?” Domandò svogliatamente lui.
“I miei occhi!” Esclamò lei. “Di che colore sono? Non ditemi che da qui neanche li vedete?”
“Syanna!”
“Si, mamma!” Sbuffando lei. “Mia madre teme che possa compromettermi.” Disse poi sottovoce al cavaliere. “Dice che solo le ragazze vergini si sposano.”
“E voi?”
“Voi cosa?”
“Voi lo siete?” Aprendo finalmente gli occhi lui.
“Certo!” Risentita lei. “Certo che lo sono!”
“Syanna, cos’hai da chiacchierare tanto?” Voltandosi la madre. “E accomodati il vestito!” Accorgendosi della scollatura della figlia.
“Voi invece sembrate avere molta esperienza a riguardo…” chinandosi nuovamente sul cavaliere la ragazza.
“Vostra madre, temo, finirà col buttarmi giù da questo carretto…”
“Oh, lei!” Insofferente la ragazza. “Mi vorrebbe illibata! Magari fino al matrimonio! Se ascoltassi lei, finirei di sicuro in un monastero!”
“Ma non eravate vergine?”
Lei arrossì e chinò il capo.
“Mmm…” fissandola lui “… non vi si addice quel falso pudore…”
“Detto tra noi…” avvicinandosi di nuovo a lui “… si, insomma… sono stata con un uomo… un fabbro credo… o forse un maniscalco…”
“O magari entrambi…” accennando un sorriso lui.
“Messere!” Turbata lei.
“Intendevo dire…” ridendo lui “… che non siete certo una ragazza ingenua, ma molto attenta… del resto viviamo in tempi difficili…”
“Beh, bisogna pur fare esperienze, no?”
“Verissimo.”
“E poi, così, sono ormai in grado di comprendere ciò che veramente voglio dalla vita…”
Il cavaliere richiuse gli occhi e sorrise nuovamente.
“Voglio un uomo forte, ma romantico…” continuò lei, accarezzando di nuovo i cappelli di lui e poi il suo petto “… sensibile, comprensivo… e, perché no… anche bello…”
“Syanna!” Chiamò ancora la madre.
Ad un tratto, il cavallo che tirava il carretto si fermò di colpo e nitrì nervosamente.
Un attimo dopo dai cespugli sbucò un superbo animale.
Fissò il carretto con i suoi occhi di fuoco e, fatto qualche passo, restò poi immobile.
“Bontà del Cielo!” Gridò la madre della ragazza, mentre questa, nel vedere la feroce fiera, lanciò un urlò.
“Sheylon!” Alzandosi il cavaliere e fissando la bellissima tigre. “Credevo ci stessi seguendo!” Saltò giù con agilità dal carretto. “Invece ci hai preceduto!” La tigre gli si avvicinò. “Si, è questo il posto… dobbiamo solo attraversare il bosco ora...” accarezzandola lui.
“Attento, messere!”
“Rischiavo di più stando vicino a voi, damigella!” Ridendo il cavaliere.
“Che animale è?” Domandò visibilmente impressionata la ragazza. “Non ho mai visto una belva simile!”
“E’ l’unico essere a cui affiderei la mia vita, damigella!” Rispose lui.
“Ma… andate via?”
“Eh, damigella…” accomodandosi la giubba lui “… le nostre strade, dopo questo breve e piacevole tragitto, si separano… ma mi raccomando, custodite gelosamente la vostra virtù, altrimenti vostra madre ne morrà…” facendole l’occhiolino “… e grazie del passaggio, mie signore…”
Mostrò poi un vistoso inchino alle due donne e svanì, insieme alla tigre, tra gli arbusti del bosco.
“Non ci ha detto neanche il suo nome…” mormorò la madre della ragazza.
“Non ho mai visto nessuno come lui…” sospirando questa.
“Riprendiamo il nostro cammino…” fece la madre “… e accomodati quel vestito…”
Ma la ragazza aveva ormai lo sguardo perso nel verdeggiante manto in cui era svanito quel cavaliere e il suo superbo felino.
http://www.direttanews.it/wp-content/uploads/tigre-della-malesia.jpg

elisabeth
18-01-2012, 09.45.26
Mi chiesi se quell'uomo fosse il contraio dio' che io dicevo...o riuscisse a comprendere il significato delle mie parole.......ebbi appena il tempo di ascoltare l'assegnazione delle stanze che daniel mi trascino' fuori........" Danile per l'amor del cielo evita di fare altri sortilegi, piu' la umiliamo e piu' forza prende......fai finta di evitarla....gli occhi non arrivano dove arrivano i sensi..."...gli diedi un bacio sulla fronte e gli augurai la buonanotte.......spaeravo che la mia compagna di stanza non dormisse, non volevo disturbarla.........cosi' aprii piano la porta ed entrai...una luce fioca rischiarava l'interno dell cabina...e notai che Altea era ancora sveglia.." Buonasera Milady e perdonate i disturbo.....ma ho dovuto scambiare quattro chiacchiere con daniel prima della buonanotte......ditemi...come mai anche voi in questo lungo viaggio per l'ignoto ?...."...Tolsi il mantello e tolsi la cintola che cingeva la mia clamide..........sciolsi i capelli e feci scorrere le dita a ritmi regolari in modo che la treccia potesse sparire del tutto........mi alzai e mi sedetti nella mia cuccetta...avevo il volto di Altea dinanzi a me.......e cosi'..fissandola e attendendo le sue parole.....ebbi l'immagine di Lady Gaynor in preghiera....e di Isolde che invece recitava una preghiera ..ma totalmente al contrario...........non la tochherai Isolede cara.....ogni tuo maleficio passerà nella mia mente come l'odore fetido delle cloache..............." Altea mia cara.....dovete avere un animo limpido......siete fresca come una rosa al primo mattino........non abbiate timore......nulla accade per caso, siete protetta e nessuno puo' deludere i vostri sogni......".....

cavaliere25
18-01-2012, 13.52.31
non riuscivo a prendere sonno allora mi alzai e usci dalla mia stanza e inizia a girovagare per il carrozzone chissà cpsa mi aspettavo di trovare forse il nulla ma se non ci provavo non potevo saperlo

Parsifal25
18-01-2012, 14.26.00
Era pesantissimo....non c'è che dire......., ma ne valeva la pena sfogliarlo. Vi era di tutto: calcoli per la Pasqua, i santi protettori del luogo, gli incendi e le anomalie del luogo.

"Anomalie del luogo..... questo potrebbe essere utile per svelare il significato del crine" mi soffermaì su ciò, chissà se avessi trovato una soluzione, dovevo controllare in qualche bestiario o libri su talismani e occultismo. Continuaì a sfogliare gli annali, finchè nel girar paginam, non cadde da una di queste una lettera sigillata con cera-lacca. La cosa mi insospettì moltissimo, volevo aprirla ma sarebbe stato possibile farlo soltanto lontano da qui e alla presenza del Maestro Redentos, la presi e la nascosi per bene tra le mie carte.

Un' ultima cosa controllaì, se tra quei libri vi era qualche documento che parlasse del significato della mia colanna: la Croce dei Longiniu, forse...qualche risposta poteva esservi.

Talia
18-01-2012, 14.39.08
“Talia…” disse uno di loro, dopo aver fatto un passo verso di lei “… forse l’avrà già saputo… si, i monaci del monastero avranno già diffuso la notizia tra la gente che vive appena fuori dal bosco… insomma, sto parlando di Fyellon… credi che dovremmo avvertirlo per sicurezza?”
“No, vedrai che Fyellon sarà qui tra poco…” intervenne un altro di loro “… anzi, sono certo che in questo momento starà già galoppando verso il Casale.”
“Si, hai ragione!” Esclamò un altro dei fratelli. “Fyellon è il più forte fra noi e non ci lascerà da soli in questo triste momento! Lui non scappa! Non è un vigliacco, un ingrato, che dimentica suo padre, sua sorella e i suoi fratelli! La spada del maestro spetta solo a Fyellon!”
“Finiscila…” lo zittì un altro fra loro “… non ci si può arrabbiare nel Tempio…”

“Non occorre discutere su questo!” dissi con voce alta, calma ma decisa “Ognuno di voi ha forza e debolezza in sé... ogni uomo nasconde allo stesso tempo luce ed ombra... anche Fyellon, proprio come ciascuno di voi... come ciascuno di noi! Né più né meno!”
Silenzio accolse le mie parole... io li fissai tutti, ad uno ad uno... e il peso di quel segreto che portavo in fondo al cuore si accentuò, diventando di colpo quasi insostenibile. E allora, mai come in quel momento, mi sentii sola.
“Io non so se Fyellon tornerà o meno!” ripresi poi, costringendomi a tornare con la mente tra loro “Ma, se ciò avverrà, vi chiedo una grazia: lasciate che sia io a parlargli per prima... lasciate che sia io a parlare da sola con lui di ciò che è accaduto al Maestro. Promettetemelo, fratelli! Promettetemi, su ciò che avete di più caro al mondo, che nessuno parlerà a Fyellon prima di me!”
I miei occhi corsero tra loro, e ricevere i loro sguardi in cambio mi rassicurò: ero certa che nessuno dei miei fratelli avrebbe mai tradito una promessa. Nessuno. Per nessun motivo.
E questo pensiero, in parte, mi ripagò di quel nero senso di solitudine che mi pervadeva ogni volta che pensavo al mio segreto... proteggere i miei fratelli era la cosa più importante, ormai... proteggerli, anche da loro stessi... proteggerli a qualsiasi costo.

Fu un attimo, un ricordo, malinconico e lontano, che attraversò la mente e il cuore di Nestos.
Fissò prima Talia e tutti loro, poi la spada sull’altare.
E chinò il capo.

E solo in quel momento, per un infinitesimale istante, colsi lo sguardo di Nestos...
Mi colpì!
Mi colpì come con la forza di una lancia che trafigge il cuore.
Perché io sapevo ciò che significava quello sguardo... io sapevo ciò che Nestos aveva in mente... sapevo che egli, a differenza di tutti gli altri fratelli, non aveva mai parteggiato per Fyellon in quella sorta di antica contesa... no, Nestos parteggiava per lui... per lui... mi stupii di come non fossi più riuscita a pronunciare quel nome da quando se n’era andato, quasi che ciò servisse a soffrire meno, a sentirne meno la mancanza...
Nestos, comunque, era probabilmente l’unico che aveva sempre parteggiato per lui... beh, l’unico oltre a me!
Fissai per un attimo quel mio fratello, privo della parola ma dotato di una sensibilità senza pari...
E solo quando tutti gli altri, ad uno ad uno, furono usciti dal Tempio per tornare ai loro abituali compiti e alle loro occupazioni, così come il Maestro ci aveva insegnato, io mi voltai e parlai a Nestos...
“So cosa pensi, sai?” mormorai “So che vorresti fosse lui a venire a reclamare questa spada! So che vorresti che tornasse...” sorrisi “Ebbene, non perdere la speranza! Non perderla, ti prego! Non smettere mai di pensare a lui... e forse il Cielo lo guiderà di nuovo da noi!”
Un breve momento di silenzio, un momento nel quale il mio cuore e quello di Nestos furono uniti dalle stesse immagini e dalle stesse speranze.

Daniel
18-01-2012, 14.58.26
Fissai l'uomo per lunghi istanti e poi dissi:
<<Sir nella mia vita non ho mai visto una strega malefica.. Fate, Elfi, Gnomi, Maghi e stregoni.. Ma della malvagità di lei mai.. Noi lo sentiamo.. Elisabeth e la natura addirittura ne risentono.. Non vi dico di credermi a solo di stare attento.. è facile ingannare gli uomoni come voi..>>
Detto questo iniziai a giocherellare con delle bolle d'acqua sospese nella mia mano..

Lady Gaynor
18-01-2012, 15.16.44
“Buongiorno, milady.” Sorridente Isolde. “Aspettavo voi per raggiungere gli altri e fare colazione.” La fissò per qualche istante. “Volevo anche dirvi grazie... grazie per non esservi rifiutata di dividere con me questa stanza…”

"Buongiorno a voi, milady, vi ringrazio per la vostra premura... Ad ogni modo, non avevo reali motivi per rifiutarmi di dormire con voi, non credete?" Le parole di Gaynor erano in totale contrasto con il suo stato d'animo. Di motivi per rifiutarsi di stare con Isolde ce n'erano eccome, e quel sogno che aveva fatto non aiutava certo la situazione. Sperò ardentemente che non si trattasse di una sorta di premonizione, ma solo di un brutto incubo dettato dalla propria ansia. Si rivestì in fretta, ripensando al sogno e ai cigni di Goz. Era strano che ci tenesse tanto a quei due uccelli, che seppur magnifici non sarebbero dovuti essere "l'unico bene" di un uomo... Goz ne parlava come se fossero la sua famiglia, ma due cigni non potevano essere la famiglia di nessuno, non erano umani... umani... un cigno grande ed uno piccolo... un pensierò attraversò la mente di Gaynor, prese forma e si trasformò in un'assurda teoria. No, non può essere... di sicuro è questa strana atmosfera di stregoneria latente che mi influenza...
Nel tragitto verso la sala da pranzo, un ricordo affiorò alla mente di Gaynor. Famiglia, unico bene... queste parole per lei potevano significare una sola cosa, una sola persona... due occhi blu che erano oramai lontani, che si erano portati dietro il suo cuore e l'avevano lasciata sola e disperata, con indosso soltanto la fredda e mondana maschera della contessa di Wellyn, che aveva preso il posto della giovane e radiosa Gaynor.

Altea
18-01-2012, 16.03.28
Quella era notte strana, i miei occhi non riuscivano a prendere sonno quando sentii aprire la porta e vidi la mia compagna di cabina entrare...mi alzai di scatto dal letto ed ella si scusò per essere entrata bruscamente "Milady non preoccupatevi, non riesco a chiudere occhio stanotte, sarà questa avventura che ho intrapreso. Cosa mi ha portata fin qui? Curiosità, non ho degli scopi o dei fini..sono una amante delle sorprese, mi incuriosiscono i misteri anche se a volte è pericoloso giocare con loro." La guardavo, quella donna aveva qualcosa di strano, un alone magico ma il suo sorriso era benevolo, e mi sentivo rassicurata vicino a lei.

elisabeth
18-01-2012, 17.17.44
E chi avrebbe dormito quella notte.......una notte fatta di inutili parole ........ascoltai Altea era tenera e allo stesso tempo aveva una forza interiore che le faceva brillare gli ochhi........era una donna curiosa ma rispettosa nei confronti di cio' che non conosceva..." Forse ognuno di noi ha intrapreso questo viaggio senza un vero motivo....alle volte il richiamo di non so' cosa, imprigiona le nostre menti e ci fa fare passi inconsapevoli.....ogni vostro desiderio di conoscenza verra' esaudito, ma a dosi consentite e il vostro maestro mi sembra un bravo uomo...e adesso riposate Altea.....magari solo chiudendo gli occhi...il giorno e' vicino vedrete che tra un po' il nuovo giorno ci portera' notizie nuove...."...e cosi' la vidi riposare....una filo di luce filtro' da un piccolo oblo'....c'era un catino di acqua in cabina....fregai le mie mani e ne feci cadere dei fiori profumati....dopo essermi lavata e sistemata..ne preparai uno per Altea......." Buongiorno Altea...avete il volto piu' roseo...lavatevi il viso in questo catino...vi sentirete piu' serena..io intanto vi precedo e vi aspetto in sala..la colazione sara' pronta.....presi il mantello e salii in sala da pranzo...........incontrare Isolde non era il massimo.....ma il viaggio lo avevo iniziato e cosi' doveva essere...

Altea
18-01-2012, 17.33.55
Le parole di quella donna gentile mi accompagnarono in un lieve dormiveglia, fatto di piccoli sogni ma ristoratore. Un lieve raggio di sole entrò nella stanza, e aprendo gli occhi sembrava voler trasmettermi la sua energia. Mi alzai dal letto e vidi milady Elisabeth che si preparava per la giornata "Ben svegliata milady, che gentile siete stata a premurarvi per me". La donna aveva una certa fretta e uscì, mi chinai sul quel catino e vidi i petali di rosa galleggiare sull'acqua, in circolo, mi rinfrescai con il loro profumo cosi delicato. E' una sensazione cosi inebriante essere circondata dai profumi che la natura ci dona.
Mi alzai, mi guardai allo specchio e mi sistemai i capelli e uscii dalla camera, ad un tratto mi venne in mente la cesta con la orchidea rotta che nascosi in quel piccolo antro, ma quando arrivai laggiù non vi era più nulla.
Chi mai può averla presa?? eppura l'avevo nascosta cosi bene. Mi rialzai e raggiunsi il salone per la colazione cercando il mio maestro.

Guisgard
18-01-2012, 18.14.41
Lainus, a quelle parole di Daniel, sorrise.
“Non bisogna essere stregoni o streghe per toccare vette di malvagità alte, amico mio.” Disse mettendosi a letto. “Non immaginate fino a che punto un uomo può essere cattivo. E senza aver bisogno della magia nera. Vi auguro la buonanotte.”
La notte trascorse così, muta e veloce.
L’indomani, tutti scesero nella sala centrale, dove era stata preparata la colazione.
Si ritrovarono, così, tutti al tavolo del capitano.
Focacce calde, frutta fresca, miele e confetture varie furono servite ai passeggeri.
“Dormito bene, milady?” Domandò Lainus ad Altea.
Anche Gaynor e Isolde arrivarono nella sala.
“Vi vedo in ansia, milady…” fissando Gaynor “… va tutto bene? Non ho potuto fare a meno di notare quel velo di tristezza sul vostro bel volto…”
Cavaliere25, invece, aveva vagato per tutta la notte sul Carrozzone, senza però trovare nulla di interessante.
Al mattino, poi, anche lui raggiunse gli altri per la colazione e trovò ad attenderlo i due frati Jovinus e Plautus.
“Dormito bene, amici miei?” Entrando Goz nella sala. “Oggi è una bella giornata e il Calars appare mite e benigno… forse oggi ci condurrà in qualche luogo speciale…”
“Sono così eccitata, capitano!” Fece Isolde.
Goz annuì sorridendo.
“Posso domandarvi…” continuò la donna “… oh, che sciocca… rischio solo di essere invadente… perdonatemi, ma non ho avuto l’istruzione di questi nobili compagni di viaggio e forse non posseggo la sensibilità della nostra dama…” fissando Elisabeth “… vi prego, non badate alle mie sciocchezze…”
“Milady, parlate pure.” Disse Goz. “Non abbiate paura.”
“Ecco…” a capo chino lei “… mi chiedevo… si, quelle vostre strane parole su quei cigni…”

Daniel
18-01-2012, 18.18.53
Non la sopportavo.. Erano pazzi.. La strega incominciò a parlare.. Mi avvicinai a Elisabeth e le dissi sottovoce:
<<Guardate hahaha>>
Mi sedetti accanto a lei e con indifferenza feci schioccare le dita ad un certo punto i capelli di Isolde andarono a fuoco..
"Scusa bella piccola vendetta personale hahaha" pensai mentre mi godevo la scena..

Altea
18-01-2012, 18.25.06
Mi sedetti al tavolo e il mio maestro mi raggiunse e io sorrisi nel vederlo "Oh certo maestro, ho dormito bene, a dire il vero guardavo il soffitto con mille turbamenti poi quando entrò la mia compagna di stanza, lady Elisabeth un senso di pace mi pervase. Invece leggo la vostra tensione in volto". Entrò pure Goz e ci preannuncio una piccola meta, ero curiosa di sapere quale luogo avremmo visitato quando la affascinante Isolde chiese di quei cigni...la fissai...pure lei era rimasta colpita da quelle meravigliose creature?

cavaliere25
18-01-2012, 18.27.55
si per modo di dire dormito ho fatto un giro per il carrozzone non riuscivo a dormire dissi guardando il capitano poi continuai a dire ma quando arriviamo a destinazione domandai ce qualcosa da fare su questo carrozzone chiesi al capitano vorrei rendermi utile visto che non so cosa fare e aspettai una sua risposta

Guisgard
18-01-2012, 18.29.22
Ad un tratto tutto mutò.
Non c’era più il Carrozzone e nemmeno gli altri passeggeri.
Anche Goz e i suoi uomini erano svaniti.
Daniel era solo.
Attorno a lui vi era un bosco fatto di alberi secchi e senza verde.
Il cielo era cupo e il vento ululava sinistri lamenti.
L’aria era fetida e il terreno fangoso.
L’apprendista mago era come immobilizzato.
Ad un tratto vide una scena...
Una donna, troppo lontana per essere riconosciuta, era ferma a fissarlo.
Ad un tratto arrivò un piccolo maialino.
Lei lo prese in braccio e cominciò ad accarezzarlo.
Poi, di colpo, lo sgozzò con le sue lunghe unghie.
Fissò Daniel e si abbandonò ad una spaventosa risata.
Finalmente l’apprendista mago riuscì a muoversi e a raggiungere il corpo del maialino senza vita.
Ma, incredibilmente, quell’animale non c’era più: al suo posto Daniel vide se stesso a terra, sgozzato.
La donna non c’era più.
“Domani all’alba” sussurrò una voce nell’aria “ti sveglierai con le sembianze di quel maiale… ti avevo avvertito… la tua magia è inutile contro di me...”
Poi solo il vento.

Daniel si destò di colpo.
Era stata una visione.
I capelli di Isolde erano intatti.
E la donna, per un momento, si voltò a fissare Daniel con i suoi bellissimi ed enigmatici occhi.

Daniel
18-01-2012, 18.36.10
No.. No.. No! Il Supremo mi aveva avvertito di non scherzare.. Uscii di corsa fuori sul ponte.. Chiamai a me lo Forza dei quattro elementi.. L'acqua, Il Fuoco, L'aria e La Terra.. Ora mi sentivo più sicuro.. Vidi un uccello.. Lo feci avvicinare a me.. Gli sussurai qualcosa nell'orecchie e lo feci volare via.. L'uccellino entrò nella sala grande e si posò sulla spalla di elisabeth dicendole con il pensiero:
<<Ti prego vieni fuori>>
Poi l'uccellino uscì dalla sala e volò via mentre io aspettavo Elisabeth..

elisabeth
18-01-2012, 18.41.10
Isolde.....Isolde....anche tu ti interessi a quei cigni.....ma guarda che donna sensibile.....Lessi nella mente di Daniel il suo assurdo intento......chiusi gli occhi.....ed entrai....


Era un bosco freddo e senza vita......
gli alberi erano spogli e avvolti dai funghi
la malattia degli uomini aveva avvolto l'anima della natura
c'era Daniel e c'era Lei......un maialino
lo vidi tra le mani di Lei...e il suo malefico artiglio recidere il suo collo
sangue col suo odore dolciastro....

Aprii gli occhi e vidi tutto intorno a me stranamente fermo ed addormentato......Isolde era li'......." Isolde cara.....Daniel puoi pure fermarlo....ma c'e' altro che per te che diventa impossibile......".......tutto riprese vita

Un uccellino si poso' sulla mia spalla e sentii l'angoscia di Daniel....lasciai la sala e lo raggiunsi sul ponte...

" Daniel.....vieni qui e tranquillizzati....non mi stai aiutando e non ti stai aiutando..."....

Guisgard
18-01-2012, 18.49.17
Parsifal cercò in quel libro, ma nulla parlava della Croce di Longiniu.
Cercò ancora, anche tra le raffigurazioni, ma tutto taceva su quell’argomento.
Neanche del misterioso crine intrecciato Parsifal trovò notizie.
Poi, quasi senza accorgersene, il suo sguardo cadde su un vecchio libro.
Sembrava uno dei tanti trattati di filosofia o teologia.
Recava sulla copertina un titolo alquanto misterioso:

“Le Penitenze di Santa Celerina”
http://www.codicemedievali.com/contacto_codices_medievales_libros_incunables.jpg

Daniel
18-01-2012, 18.51.30
Abbracciai la Dama.. Io avevo capito chi era quella donna..
<<LEi.. Lei ha ucciso tante persone lo sento.. Lei ha ucciso mio fratello quella notte..>>
Era la prima persona a cui ne avevo parlato eccetto Il supremo..

elisabeth
18-01-2012, 18.57.40
Lo abbracciai come una madre abbraccia un figlio.....e tra le pieghe del mio abito il suo segreto mi investi'.....lo allontanai da me.....aveva il volto contratto......" Daniel.....che stai dicendo....tuo fratello ?......come fai a sapere che e' Lei che ha ucciso tuo fratello ? "....

Daniel
18-01-2012, 19.05.50
Erano anni che non rivelavo il mio segreto..
<<Avevo 14 anni.. Io e mio fratello per superare l'esame di ammissione come apprendisti del Supremo Mago dovevamo passate la notte nel bosco Maledetto.. Lo stesso del sogno.. Beh quella notte lei arrivò... Mi scagliò un'incantesimo contro ma mio fratello mi fece da scudo col suo corpo e morì.. Ora dopo la visione sò che è lei.. Prima non ne ero certo... Prima che se ne andasse sempre quella notte mi disse che presto avrebbe finito il lavoro che aveva cominciato..>>
Senza accorgermene lcrime mi rigavano il volto..

elisabeth
18-01-2012, 19.10.17
asciugai le sue lacrime...con le mie mani.....poggiai poi la mia fronte sulla sua .....e vidi quel ricordo...udii le urala e lo strazio......" Daniel nel bosco maledetto ci so tante di loro...come ci sono le nostre paure e le nostre maledizioni.............ascplta...ti aiutero'.....perche' la tua magia e' ancora troppo debole per te.........ma non essere impulsivo.....alimentersti la sua cattiveria della tua energia.....".......

Guisgard
18-01-2012, 19.12.36
“E cosa volete fare, ragazzo mio?” Domandò Goz a Cavaliere25. “Qui siete in vacanza! Godetevi il viaggio! Presto giungeremo alle sorgenti del fiume e scopriremo cosa ci attende!” Si voltò poi verso gli altri passeggeri.
Isolde aveva chiesto di quei cigni.
“I cigni…” mormorò Goz “… sono davvero bellissimi… e invidio la loro sorte… possono stare insieme… per sempre… riconoscersi nel vedersi, cercarsi, trovarsi… com’è giusto per qualsiasi famiglia…”
E divenne scuro in volto.

Daniel
18-01-2012, 19.14.34
Aveva ragione.. Dovevo essere meno impulsivo.. Mi voltai appogiai i gomiti sulla balaustra e feci soffiare un dolce vento caldo sul mio viso.. Dovevo cercare di calmarmi.. Avrei dovuto usare il dolore come punto di forza..
<<SI!>> Urlai.. E mi voltai verso Elisabeth..
<<Ho capito perchè noi siamo qui.. Era stato già scritto.. è Destino.. Noi dobbiamo sconfiggerla!>>
Sì ero sicuro.. Era la spiegazione a tutto..

cavaliere25
18-01-2012, 19.15.06
va bene capitano dissi come dite voi sono in vacanza anche se mi sarebbe piaciuto aiutarvi non riesco a stare qui a fare nulla su questo carrozzone e mi misi a guardare fuori e pensai chissà dove stiamo andando e chissà che ci sarà alle sorgenti del fiume

Altea
18-01-2012, 19.28.33
Ascoltai sir Goz e vidi la tristezza nel suo volto e mi avvicinai a lui "Goz, come mai parlare di questi cigni vi rattrista mentre la loro bellezza e il loro candore dovrebbe illuminare l'anima...sembra quasi li invidiate, che anche voi vorreste qualcuno da cercare, vedere e stare insieme per sempre."

Guisgard
18-01-2012, 19.45.51
A quelle parole di Talia, tutti annuirono.
“Fyellon verrà, lo so…” disse uno di loro alla ragazza “… e lo sai anche tu… non ci lascerà piangere il maestro da soli…”
“Si, hai ragione…” facendosi avanti un altro “… e sono sicuro che scoprirà la verità… si, Fyellon capirà cosa è accaduto al maestro… riuscirà a dissipare le tenebre che avvolgono la sua morte…”
“Non c’è alcun mistero…” intervenne un terzo fratello “… nessuno, bandito o ladro, avrebbe potuto uccidere il maestro… e poi aveva il collo spezzato, senza presentare ferite da taglio… l’unica spiegazione possibile è che il maestro è caduto pesantemente, battendo la testa e morendo sul colpo…”
Quella spiegazione sembrò convincere tutti.
Poi, tutti loro, lasciarono il Tempio.
Talia e Nestos restarono soli.

“Ehi, Nestos, vieni qui, presto!” Gridò.
Nestos lo raggiunse subito.
Erano davanti alla facciata Sud del Casale, dove domina la grande vetrata.
“Sai che se si rompe uno di questi vetri” spiegò lui “poi si può esprimere un desiderio? Però bisogna rompere il vetro al primo colpo!”
Nestos gesticolò nervosamente.
“Sta calmo!” Fece lui. “E’ inutile che cerchi di farmi desistere, tanto neanche riesco a capirti! Ora scansati che devo prendere la mira...” facendo segno al fratello di allontanarsi un po’ da lui.
Un attimo dopo lanciò il sasso, colpendo in pieno uno dei vetri, frantumandolo in tanti pezzi.
“Hurrà!” Gridò, per poi scoppiare a ridere. “Non ridi, fratellino?” Fissando Nestos.
Questi lo fissava sconcertato.
“Ehi, devi esultare, Nestos!” Esclamò lui. “Il desiderio era per te! E un giorno non avrai più bisogno di fare tutti questi gesti per farti capire dagli altri!” E risero insieme.
Ma proprio in quel momento Fyellon giunse col maestro.
“Ecco, ti avevo detto, maestro...” disse Fyellon indicando la vetrata rotta.
“Lasciateci soli...” fece il maestro.
Fyellon e Nestos si allontanarono subito, lasciando da soli il maestro e quel fratello ribelle.
Nestos però si voltò a fissare suo fratello e lui lo tranquillizzò facendogli l’occhiolino.

Nestos, dopo quel lontano ricordo, fissò Talia con gli occhi bagnati da lacrime.
Corse allora fuori, prese un sasso e lo lanciò verso la vetrata del casale.
Ma il tiro si perse fra gli alberi, mancando il bersaglio.
Nestros allora si accasciò al suolo, maledicendo di non essere abile e forte come gli altri suoi fratelli.

Lady Gaynor
18-01-2012, 22.06.47
“Vi vedo in ansia, milady…” disse Lainus fissando Gaynor “… va tutto bene? Non ho potuto fare a meno di notare quel velo di tristezza sul vostro bel volto…”
"Milord, sono in ansia perchè qui a bordo sta accadendo qualcosa di strano. C'è aria di stregoneria ovunque ed io, in tutta onestà, non sono avvezza a certe cose. Mi sono imbarcata in cerca di un brivido nuovo, di un'avventura che mi distogliesse dalla monotonia, ma mai e poi mai avrei pensato di imbattermi in streghe e sortilegi. Quanto alla mia tristezza, beh, quella è un'altra storia, ma mi scuserete se non ve la racconterò... Oh, ecco Goz..."
Isolde chiese a Goz di parlare di nuovo dei suoi cigni e, dopo aver ascoltato la risposta di lui, l'assurdo pensiero che aveva fatto poco prima le si riaffacciò alla mente. Stava per rivolgersi al capitano, quando Altea la precedette. Si rivolse allora ad un marinaio e gli disse: "Appena Goz si sarà liberato, volete pregarlo di raggiungermi sul ponte? Ho bisogno di parlare con lui..." Detto questo, si allontanò dalla sala e uscì all'aperto.

Talia
19-01-2012, 00.52.59
Corsi fuori dal Tempio subito dietro a Nestos, lo vidi raccogliere un sasso e lanciarlo con forza verso una delle vetrate... ma la mira di Nestos non era mai stata molto buona e il sasso andò a finire molto lontano, tra gli alberi... e lui si accasciò al suolo, gli occhi pieni di lacrime e il capo chino.
Mi fece male vederlo in quello stato... avevo sempre sospettato che a Nestos mancasse quel nostro fratello ribelle, ma non avevo mai immaginato che avesse sofferto tanto... per tutto quel tempo... tanto in solitudine...
Il cuore mi si strinse ed una lacrima scese a rigarmi la guancia...
Di corsa raggiunsi Nestos, quindi, e mi inginocchiai accanto a lui, cingendogli le spalle con entrambe le braccia...
“Manca anche a me, Nestos...” mormorai, con la voce che tremava “Manca anche a me! Non sai quanto!”

Talvolta, al mattino, il Maestro usciva per il bosco. Quella mattina, come molte altre, uscì di buon’ora...
“Vegliate su vostra sorella!” disse ai ragazzini prima di uscire.
La mattinata passò tranquilla... poi il pomeriggio, sereno e piacevole tra giochi e compiti da portare a termine.
Si fece buio, infine, e allora tutti rientrammo in casa e ci sedemmo in cerchio, in attesa che il Maestro, il nostro padre adottivo, facesse ritorno...
Tuttavia, quando poco dopo il Maestro tornò, non era più solo. C’era un ragazzino con lui, un ragazzino che non avevo mai visto prima... era tutto sporco e con i vestiti strappati in più punti, non parlava ma ci guardava tutti con diffidenza e quasi con astio...
Lo scrutai per qualche minuto, incuriosita... non sapevo perché ma, per qualche strana ragione, quella sua aria diffidente e quasi ostile suscitava in me simpatia.
“Chi è questo, Maestro?” chiese ad un tratto uno dei ragazzi, dando voce alla curiosità di tutti.
“Un nuovo fratello...” rispose il Maestro, con un piccolo gesto della mano “Resterà con noi!”
“Come ti chiami?” chiese allora qualcun altro, facendosi un poco avanti.
Lui non rispose... ed anzi, si voltò a guardarlo con aria combattiva e addirizzando la schiena, quasi pronto a difendersi.
Tutti rimasero interdetti da questa sua reazione e per qualche istante nessuno parlò. Egli mosse lo sguardo intorno... sembrava quasi stesse cercando una via di fuga... poi i suoi occhi, chiari e profondi come mai ne avevo visti, si posarono su di me...
E per la prima volta, da quando era entrato, vidi la sua maschera cadere... per un istante mi parve sorpreso, mentre fermava i suoi occhi nei miei...
Gli sorrisi...
E, per un attimo, ebbi la precisa sensazione che anche lui stesse per sorridermi...
“Dopo un bagno caldo ed un buon pasto, ci rivelerà il suo nome!” la voce del Maestro ci interruppe, riportandoci tra loro “Su, forza! Prepariamoci per la cena!”

Quel ricordo, il ricordo del suo arrivo tra noi, mi attraversò la mia mente.
Ed altre lacrime mi rigarono le guance.
Strinsi un po’ di più Nestos, allora, cercando di infondergli calore e speranza.

Guisgard
19-01-2012, 01.27.05
Fu un attimo.
Cavaliere25 stava guardando fuori dal Carrozzone, quando gli parve di scorgere qualcosa.
Una sorta di visione, un attimo, indefinito e sfuggente.

Sette cavalieri, bardati di pesanti corazze e rivestiti di lunghe tuniche, stavano dall’altra parte del fiume Calars.
Tutto attorno a loro taceva, mentre solo il vento sembrava in grado di attraversare quell’innaturale silenzio col suo soffio, simile ad un lungo e straziante lamento.

Un istante dopo,quella terribile visione svanì tra i vapori che salivano dalle calde acque del Calars.
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Guisgard
19-01-2012, 02.07.57
A quelle parole di Altea, Goz non disse nulla.
Fissò la vasca e nel vedere i cigni nuotare, la madre col suo piccolo, un velato sorriso ingentilì il suo volto rude.
Era un uomo dalla robusta stazza e dai modi non propri gentili.
Era loquace, aveva gli occhi attraversati da una chiara vivacità e gesticolava abbondantemente, come amano fare molte persone del Sud.
La sua andatura era dinoccolata e quasi sempre un largo sorriso era sospeso sul suo viso.
I suoi uomini lo temevano e lo amavano allo stesso tempo e questa cosa, come affermava Tucidite, è di gran lunga la più importante virtù da possedere per un capo.
Goz appariva simile a quegli uomini capaci di dominare sempre i propri sentimenti, pur essendo votati ai propri istinti e ai propri impulsi; fondamentalmente un animo buono, a tratti ingenuo, in altri momenti di un fanciullesco egoismo ed affascinato dal magnifico e dal meraviglioso.
Chi scrive ha conosciuto tutti i lati del suo carattere, ammirandone i pregi e biasimandone le debolezze.
E può ben raccontare la cupa sensazione che prendeva forma nel suo sguardo, ora che stava fissando quei cigni.
“Mi chiedete cosa davvero mi rende triste, milady?” Parlando ad Altea, pur senza voltarsi verso di lei. “Forse vedere la felicità, riconoscerla, arrivare quasi a sfiorarla e gridando per fermarla, mentre essa si allontana indifferente al mio dolore…” poi si destò “… è stata di vostro gradimento la colazione, signori?” Rivolgendosi a tutti loro. “Bene, allora vi consiglio di raggiungere il ponte del Carrozzone… tra un po’ supereremo l’ansa settentrionale del Calars e allora ai nostri occhi si mostrerà una regione sconosciuta ai nostri simili… le sorgenti del Calars non sono lontane…”
Un marinaio gli si avvicinò e riportò il messaggio di Gaynor.
Goz annuì e raggiunse la ragazza sul ponte.
Isolde lo fissò e decise di seguirlo, restando però a debita distanza.
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Guisgard
19-01-2012, 03.02.00
Talia e Nestos restarono davanti alla grande vetrata, sotto una pioggia di infiniti e colorati riflessi, frutto dei giochi di luce che il Sole mattutino generava a contatto con quei vetri.
Gli occhi di lei, inondati da quei bagliori e resi lucidi dalle lacrime, risplendevano come gocce d’ambra, assumendo riverberi, limpidi e trasparenti, di un’indefinita intensità.
In quel fraterno abbraccio, i suoi lunghi e chiari capelli scendevano leggeri come un velo sul più debole e sensibile dei figli del maestro, mentre le sue braccia, racchiudevano l’affannoso e incerto respiro di Nestos in un tenero tepore.
Restarono così, immersi nella medesima tristezza, fino a quando, poco a poco, il respiro di Nestos si placò e tornò normale.
Ad un tratto qualcosa li destò dai loro pensieri.
Rumori di cavalli e voci si udirono nel viale del Casale.
Talia e Nestos sentirono i loro fratelli parlare con qualcuno.
“Chi vi ha fatto entrare?” Domandò uno dei figli del maestro ai nuovi arrivati.
Erano quattro cavalieri che scortavano un signorotto locale.
“Il cancello era aperto, figliolo…” rispose questi “… e poi, se ben ricordo, l’accesso al Casale non è mai stato vietato ad alcun visitatore…”
“Siete qui per il Tempio?” Chiese nuovamente il figlio del maestro, mentre tutti gli altri suoi fratelli lo raggiunsero. “Solo al Tempio è permesso l’accesso ai visitatori.”
“Davvero?” Fissandolo il signorotto. “E quale documento da forza a questa vostra affermazione?”
“E’ sempre stato così…” rispose un altro dei fratelli.
“Già, gli usi e le consuetudini sono dure da far crollare…” mormorò il signorotto, fingendo di lucidare il proprio anello “… Ghiovin…” rivolgendosi ad uno dei suoi “… cosa dice in merito a questa situazione la legge del Gastaldato?”
“Secondo quanto è riportato nei documenti ducali” cominciò a dire Ghiovin “questo Casale fu dato in gestione da sua grazia il vescovo ai Cavalieri dell’Ordine della Luna Nascente. Con la morte però dell’ultimo cavaliere del suddetto ordine, il Casale torna nelle rendite ecclesiastiche.”
“Eccellente!” Esclamò il signorotto. “E vi annuncio” fissando i figli del maestro “che ho già fatto un’offerta a sua grazia per acquistare questa proprietà.”
“Non si può mettere in vendita il Casale!” Gridò uno dei figli del maestro.
“E perché mai?” Ridendo il signorotto. “Il diritto di possesso è scaduto con la morte dell’ultimo cavaliere della Luna Nascente!”
“Ci siamo noi!” Replicò un altro di loro. “Siamo i suoi legittimi figli!”
“Siete dei bastardi!” Esclamò con superbia il signorotto. “Bastardi trovati all’angolo di qualche strada, davanti ad una chiesa o in qualche lercio letamaio, dove le vostre madri, simili a cagne in calore, vi hanno generato con chissà quali gaglioffi!”
“Come osate!” Gridarono alcuni di loro. “Voi parlate a futuri cavalieri!”
“E chi vi armerà mai come cavalieri?” Con disprezzo il signorotto. “Il re dei mendicanti? Buffoni e attori girovaghi saranno la vostra corte? E a quale dama offrirete i vostri servigi? Alle donne di qualche bordello forse?”
I suoi quattro sgherri accompagnarono quelle parole del loro padrone con pesanti risate.
“Siete degli straccioni e dei bastardi!” Continuò il signorotto. “E non avete neanche la forza per rivendicare questo posto!”
“Bastardo!” Ringhiò uno di loro, lanciandosi poi verso il nobile arrogante.
Ma uno dei suoi colpì il ragazzo e lo fece cadere nella polvere.
“Il prossimo fra voi” intimò il signorotto “che oserà fare una cosa del genere non se la caverà solo con un pugno.”
http://guidatv.sky.it/app/guidatv/images/epgimages/2010/10/15/179273b_i-pilastri-della-terra-parte-4-visore.jpg

Altea
19-01-2012, 09.19.16
Ascoltai le parole di Goz, era un uomo misterioso, dalle mille sfaccettature, non riuscivo a capire il vero lato del suo carattere. Lasciai la vasca dei cigni, quando egli ci preannunciò l'arrivo presso una Terra interessante, cosi chiamai il mio maestro e ci dirigemmo verso il ponte, ero curiosa di scoprire quali bellezze ci avrebbe riservato. Guardandomi attorno però notavo il malcontento che appariva nei volti dei compagni di viaggio.

elisabeth
19-01-2012, 10.02.06
Ascoltai lo sfogo di Daniel...era lo sfogo della gioventu'....pensava di avere soluzioni ad ogni problema....io intanto avevo la morte nel cuore, il nostro incontro non doveva essere cosi', il nostro incontro doveva essere diverso...ancora qualche anno e sarebbe stato portato nei boschi nella sua casa natia e Daniel avrebbe conosciuto sua madre........Lo guardai cosi' fiero, aveva il cuore del cavaliere e i doni dell' universo...era l'unione Alchemica di suo padre e di........di me !!!...." Daniel....ascolta, e ti prego di acsoltare col cuore e con la ragione cio' che ti dico.......la malvagita' non e' un problema a cui si trova una soluzione, non basta puntare una mano per anientare Isolde, se cio' fosse stato possibile stamane l'avresti arrostita bene bene, in te c'e' tutto il bene che l'universo ti abbia potuto concedere......ma devi imparare, devi saper attendere e come un buon Cavaliere ha il grande dono dell' umilta'....un Mago ha il dono dell' attesa, puo' leggerti nel cuore come farebbe tua madre, e lei lo userebbe solo per farti del male...........conosco Isolde e lei conosce me, non fare nulla per darle modo di ucciderti....io ne morirei !!!!....".......avrei voluto parlare con lui per ore, spiegargli le leggi del nostro mondo ed il motivo per cui era vissuto con me per poco tempo, il tempo necessario per cui venisse allevato dal Mago Supremo.......in quel momento non trovai le parole, e il destino mi fu di aiuto, dalla sala da pranzo si sentivano le voci degli altri passeggeri salire sul ponte, guardai Daniel e gli poggia la mano sulla guancia " Devi credere ij me Daniel, se staremo uniti Isolde non avra' nessuna possibilita' di vittoria".....

cavaliere25
19-01-2012, 11.55.20
Ma che mi stava accadendo iniziavo a avere le visioni che posto è questo pensai e perchè mi venne davanti agli occhi quella visione di quei cavalieri mi domandavo pensai che non era niente di buono ciò che avevo visto e rimasi fermo a guardare fuori piu attentamente

Chantal
19-01-2012, 12.33.13
Vyavet fissò Chantal come incuriosito.
“A quei bastardi” disse “non è stato inflitto nulla che non meritassero… ora staranno bruciando insieme a qualche dannato satanasso all’Inferno…” si adagiò meglio che poteva su quella sedia “… non avvicinatevi, oltre…” intimò alla ragazza “… restate ferma dove siete… sono ferito, ma posso immobilizzarvi quando voglio… e poi questa ferita non è un bello spettacolo da vedere per una gentile donzella…” tradì una velata smorfia di dolore..

Chantal era come avvolta in una cappa che,seppur in modo flebile,la teneva isolata da quell'agghiacciante visione.
Non udiva le parole dell'uomo.
Non riusciva ad udirle.Giungevano e cozzavano contro quella coltre di timore e di paura nella quale si era rifigiata,esse giungevano come l'eco che si infrange sui vetri e si smorza,disperdendo il senso del suo messaggio.
Così,incurante di ciò che le aveva detto l'uomo,continuò ad avanzare verso di lui.
Forse questi provò ancora ad intimarle di non muoversi,di rimanergli lontana,ma Chantal non l'udiva,non udiva niente se non il suo petto affannoso ed il suo sangue a percuoterle violentemente le arterie..
Eppure,ad un tratto..sentì come se il cuore avesse arrestato d'improvviso i suoi battiti.
Fu quando si ritrovò così vicino all'uomo che potè toccarlo.
Gli occhi della ragazza erano immobili in quelli di lui,come inchiodati da qualcosa che non le permetteva di separsene,e le impediva di chinare il capo o serrare le palpebre.
Allora,improvvisamente,si fece forte il suono della smorfia di dolore dell'uomo,così forte che giunse alle orecchie di Chantal come un fragoroso ed improvviso frastuono.
Come se l'aura che l'aveva avvolta,e che le impediva di udire i rumori e le parole di quella circostanza,si fosse,improvvisamente,spezzata,infranta,rotta come un'ampolla di cristallo che si frantuma.
Si chinò piano sull'uomo.Così piano,così lentamente che i suoi occhi non si staccarano mai da quelli dell'uomo.
E con la stessa lentezza,la stessa flemma,mosse la mano per portarla a scoprire il lembo della camicia dell'uomo.
Che inspiegabile sensazione l'attraversò.
Si muoveva con flemmatica leggerezza ma la sua mano tremava,tremava così tanto che la rouche della manica si posò,coi suoi candidi merletti,sulla ferita,inzuppandosi un poco di sangue,prima ancora che la mano riuscisse a scoprire lo squarcio.
Chantal guardò lentamente quella goccia rossa impregnare la bordura dela sua camicia,ma non ritrasse la mano,pur ancora tremante come una foglia sebilante al vento.
Forse quello fu l'unico istante in cui i suoi occhi si staccarono da quelli dell'uomo che le stava di fronte per passare dalla sua manica impregnata alla ferita al petto dell'uomo.
E poi ritornare in quelli dell'uomo.
E le bastò quel frangente per rendersi conto che trattavasi di una ferita importante,grave,mortale.
Lasciò i suoi occhi in quelli dell'uomo che,a sua volta,aveva ceduto,in parte,al dolore che il taglio gli procurava.
Fu allora che la ragazza disse:"Ho visto curare una ferita simile.Credo di essere in grado di poterlo fare."
Poi,prese a scoprire piano il petto dell'uomo.
Si sentì fermare le mani da un gesto inconsulto e forte dell'uomo,bloccando le mani della ragazza nelle sue,ma le mani di Chantal tremavano così tanto che,a quel tremore,l'uomo si arrese,ritrasse le sue grosse grose e robuste da quelle della fanciulla piccole e incerte,e lasciò che continuasse,agonizzante per il dolore che la ferita gli procurava.
Chantal colse quel gesto come una sorta di fiducia affidatale da quell'uomo così sicuro,eppure debole ora che soffriva.
Non doveva essere malvagio,pensò.
Ma aveva ucciso.
Aveva ucciso senza pietà e senza cogliere incertezza nella sua mano assassina.
Eppure,avrebbe potuto lei giudicarlo?
Lei,figlia di un cavaliere,un comandante della guardia reale che aveva trovato nella spada e nelle vite spezzate la giustizia infinite volte?
Quel pensiero la turbò.
Si scosse,lungi da lei assimilare un fuggitivo,un ladro forse,alla venerabile per lei figura cavalleresca di suo padre!
Ma,in quel frangete,di fronte a lei vedeva un uomo.Un uomo come lo era suo padre.Un suo simile,con le paure e le debolezze di una creatura imperfetta,e sofferente.
Non sarebbe stata lei,dunque,a giudicarlo.
Non in quel momento che egli era ferito mortalmente.
Inspirò profondamente fino a che l'odore del sangue di quella ferita gli salisse nella mente e raggiungesse i suoi pensieri.
E,continuando a scoprire la ferita,e slacciando la camicia dell'uomo,aiutandolo,infine,a sfilarsela debolmente fino a rimanere a torso scoperto,ripensò alla sua domanda.

“… non mi sembra di aver compreso il vostro nome… forse perché non l’avete rivelato… e non credo sia buona educazione celare il proprio nome, milady… e poi io sono un tipo all’antica e mi piace conoscere il nome della dama che mi offre la sua cortese compagnia… come vi chiamate? E badate che non rifarò ancora questa domanda…”

"Il mio nome potrebbe essere l'ultima cosa che sarete in grado di apprendere se,nel curarvi di esso,lascerete che quella ferita vi dissangui.."
Chantal,allora,si alzò piano e cominciò ad adagiare legna sulla brace che stava oramai spegnendosi.Piano piano,pose piccoi rametti,poi legna un po' più grossa prelevata dalla cesta posizionata di fianco al focolare.
Aveva colto,oramai,arrendevolezza nella superbia di quell'uomo.
Mente attendeva che il fuoco prendesse piede,si tolse la veste da camera che aveva indossato sopra la bianca e leggera camicia da notte e la distese sull'uomo.
Gli coprì il petto e riprese a governare il fuoco.
La fiamma si ravvivò velocemente e con la stessa velocià chantal,riscandata da quel fuoco che aveva preso a scintillare anche nei suoi occhi,inspirò fortemente ed imboccò la forza che le perimese di pronunciare apertamente il suo pensiero:"Porgetemi il vostro pugnale,ve ne prego.."
Comprese che l'uomo avesse ragione nel guardarla con perplessità e dubbiosa incertezza.
Chantal,allora,glielo strappò di mano,senza spiegare le sue intenzioni.
L'uomo tentò di immobilizzarla,ma era così sofferente per la sua ferita che gli mancarono la forza ed il fiato.
Chantal prese il pugnale e depose la sua lama nella brace ardente del fuoco che oramai illuminava tutta la stanza,anche il suo volto pallido,e quello dell'uomo,deturpato dal dolore e dal sudore.
Poi,si mosse verso la credenza,prese l'infuso alcoolico più forte che fosse presente in casa,sentiva la forza mancarle nelle gambe,ma,pur tremanto,giunse di nuovo a lui,si chinò sul suo corpo oramai inerme,posandosi con le ginocchia verso di lui,all'altezza del petto e la sua schiena al fuoco,e fece bere l'uomo,sorreggendogli la testa con una mano e reggendo con l'altra la bottiglia.
"Ingoiatente quanto più ne potete.."Disse Chantal.
Questi bevve.Bevve senza esitazione nella speranza di lenire l'agghiacciate dolore.
Poi,Chantal scoprì il petto dell'uomo facendo scivolare piano la sua veste da camera dalle spalle alle gambe del ferito,perchè continuasse a tenergli caldo.
Prese il contenuto della bottiglia,ne versò sulla ferita vivamente sanguinante e strinse un momento la mano dell'uomo.
Questi sussultò per il bruciore,e quando si fu calmato e aveva ripreso fiato,Chantal,ancora con le mani che non accennavano ad abbandonare il tremore,strinse i denti e ripetè un'azione che aveva visto fare una volta a suo padre,emulandolo in tutto e per tutto.Prese il pugnale dalla lama rovente e lo posò per un infinitesiame istante,sulla ferita aperta dell'uomo,sottraendolo,poi,alla carne con un gesto rapido e sicuro.
L'uomo urlò disperatamente,tentando di sottrarsi,inutilmente,a quel male che le stava procurando il ferro rovente.
Ma era debole,così debole,che,pur respirando affannosamente,non riuscì a sottrarsi alle intenzioni della ragazza.
Tuttavia,non perse i sensi.
L'acre odore della pelle che bruciava,frammisto al sangue che si era riversato dalla ferita,creò un'aria dall'emanazione nauseabonda che Chantal,per un momento,avvertì come un riflessivo contato di vomito.
Chiuse gli occhi un momento,allora,si portò il braccio al viso per coprirsi il naso e la bocca,lascciando che il fresco profumo della sua veste notturna,bianca e candida,scacciasse un momento quell'odore di dolore e ferita,frammisto a quello di morte che s'era formato nella stanza.
E guardò la ferita e ciò che lei le aveva procurato.
Ci era riuscita.
Riaprì gli occhi e vide che era stata in grado di farlo.
Sorrise appena,tirando un sospiro di sollievo.
Creando quella bruciatura sulla ferita al petto dell'uomo era riuscita a bloccare la colata di sangue che si riversava copiosa da essa e che sarebbe stata causa certa di morte per lui.
Chental guardò l'uomo,strinse il pugnale accompagnando con la sua mano nella mano dell'uomo,ella stessa costrinse le dita di lui sul manico del pugnale.
Questi,infatti,non aveva più forze in seguito a tanto strazio.
"Vi ho ridato ciò che è vostro.."Disse Chantal fissando l'uomo con un'inaspettata compassione per il male che percepiva svivolare dagli occhi di lui.
Poi gli asciugò la fronte dal sudore con un lembo della camicia della quale aveva svetito l'uomo e,allontanandosi piano da lui,si tolse la catenina dal collo.
Una catenina che recava un piccolo ovale di porcellana sul quale era stata ritratta l'immagine della Vergine.
Chantal lo portava sempre al collo perchè la Vergine vegliasse su di lei.
Guardò quell'ovale che pendeva dalla catenina come una goccia,lo strinse nella sua mano e poi lo posò nella mano libera dell'uomo che aveva appena curato.
E gli strise forte anche quella mano,così come aveva fatto con quella che aveva accolto il pugnale.
Strinse la mano forte e grande dell'uomo,sporca di sangue assassino,nella sua,piccola,fragile e tremante.,affinchè accogliesse quel che lei gli stava donando:
"Avrete questo.."Disse la ragazza,avvicinandosi di nuovo a lui posando gli occhi in quelli dell'uomo e stringendo forte nelle sue la mano dove aveva posato il ciondolo,"..in cambio del mio nome."
Infine,la ragazza sentì il bisogno di ritrovare le sue forze,aprì piano la finestra affinchè filtrassero i primi lumi dell'alba attraverso la fenditoia,accolse con cura nelle mani la piccola creatura che aveva trovato rifugio sul davanzale e,mentre la guardava,seduta nella penombra che ancora regnava della sala,a capo chino espresse la sua preghiera all'uomo ferito:"Lasciate che ora raggiunga mio padre,ve ne prego.."

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Talia
19-01-2012, 13.35.04
Lentamente Nestos si calmò, il suo respiro tornò piano piano alla normalità e i singhiozzi si placarono... sciolsi quindi l’abbraccio e tornai a guardarlo negli occhi, con un sorriso incoraggiante.
Poi, d’un tratto, qualcosa ci richiamò alla realtà... scalpiccio di cavalli sul viale, voci...
Scambiai una rapida occhiata interrogativa con Nestos, appena un istante... e subito mi alzai, aggirando il Casale verso il viale d’ingresso.
Ciò che vidi mi preoccupò... cinque uomini a cavallo: modi sgarbati e prepotenti, sguardi superbi e noncuranti... parlarono come chi non teme niente e di niente ha rispetto.
Ascoltai la loro parole, celata oltre i rami del salice piangente, udii le domande dei miei fratelli e le risposte secche di colui che tra loro era certamente il capo... probabilmente un nobiluccio di bassa lega, a giudicare dalle sue maniere arroganti e proterve...
E tuttavia presto la situazione precipitò: uno dei miei fratelli si lasciò fomentare dalle parole del signorotto, si lanciò contro di lui, ma fu colpito e gettato a terra...
Non potevo lasciarli fare ancora, così mi feci avanti.
“Signori...” dissi, attraversando la volatile cortina di rami del salice e giungendo tra loro con passo leggero “Siate i benvenuti al Casale degli Aceri!”
Lanciai una rapida occhiata ai miei fratelli, per controllare che stessero tutti bene e ingiungendo loro, con un solo sguardo, il silenzio. Poi tornai a posare gli occhi sui nuovi venuti, il mio sguardo era gentile ma non mostrava il pur minimo segno di disagio né di imbarazzo.
“Il mio nome è Talia, figlia del Maestro, ultimo valente Cavaliere della Luna Nascente. Vi prego di scusare i miei fratelli, essi sono giovani ed irruenti ma non volevano certo mancarvi di rispetto, né venire meno alle regole che la cortesia ci impone.”
Feci appena una breve pausa, durante la quale i miei occhi continuarono implacabili a fissarli, poi ripresi: “Ho udito che avete già interpellato il Vescovo circa questa piccola diatriba, perciò ritengo che non vi sia ragione di discutere ancora... sono certa che egli, nella sua grande e magnanima saggezza, deciderà ciò che è giusto. A noi non resta che attendere! Intanto, qualora desideriate riposarvi qualche momento nel nostro giardino prima di riprendere il vostro viaggio, sarete di certo i benvenuti. Potete affidare i vostri cavalli ai miei fratelli, che provvederanno ad accudirli ed abbeverarli, in modo che siano poi pronti.”
La mia voce si spense e per appena un istante fu il silenzio.
Poi mi inchinai appena...
“Vi auguro una serena giornata, miei signori!”
Mi voltai e mi avviai verso il Casale con passo sereno, facendo impercettibilmente segno a due dei miei fratelli di seguirmi... avrei immediatamente scritto al Vescovo ed ai frati del convento vicino: non potevano buttarci fuori!

Daniel
19-01-2012, 16.11.37
Fissai Elisabeth.. Mi sembrava di conoscerla..
<<Voi mi capite.. Come se già mi conosceste..>> Poi sentii le persone arrivare sul Ponte..
<<Come la sconfiggeremo? è più potente di me.. E non voglio che rischiae la vostra vita per me..>> Ero pieno di pensieri..

elisabeth
19-01-2012, 17.22.27
" Ogni forza e' piu' forte di te Daniel.....sei pieno di rancore, e questo non aiuta. Sapere che hai ancora cosi' chiuso nel cuore la perdita per tuo fratello e' per me impossibile da sopportare la mia vita......vivere o morire e' una mia scelta e questa scelta la feci tanto tempo fa,so che non puoi capire ma io saro' abbastanza forte anche per te, Isolde non e' qui per te....Isolde sa....lei ha in serbo qualcosa per ognuno di noi, ma tranquillo il destino ci ha fatti incontrare perche' Isolde e' me che vuole e ora e' sicura di poter colpire al meglio...."......Non riuscii a guardarlo negli occhi speravo per lui una felicita' immensa...conoscevo ogni suo passo...ma il suo ritorno a casa doveva essere quello di un principe...di una cosa ero sicura...lui sarebbe ritornato sano e salvo...

Daniel
19-01-2012, 18.44.30
La presi per le spalle, la guardai negli occhi e le dissi:
<<Voi non dovete rischiare la vita avete capito? Sarò anche deboe ma io ho un'arma che Isolde e nessun altro può combattere quando sarà il momento la userò..>> Mi girai intorno per controllare che nessuno vedesse e poi le mostrai il tatuaggio di un piccola volpe dalla coda infuocata che avevo sulla spalla..
<<è il demone del fuoco.. Basta risvegliarlo e la sua furia si scatenerà attraverso il mio corpo.. Non dovevte preoccuparvi..>> dissi sorridendo

elisabeth
19-01-2012, 18.53.29
" Daniel ...ora basta.....so tutto di te...tutto anche della tua volpe, conosco ogni passaggio conosco ogni elemento.....conosco ogni tuo pensiero......Daniel.....le cose non stanno come credi......Ho molti piu' anni di te, per sapere come va la vita...non credi ? e adesso pensiamo a vivere per morire c'e' tempo....."........Tutto suo padre.......impulsivo...e protettivo.....

Guisgard
19-01-2012, 20.29.09
Elisabeth e Daniel parlavano fra loro.
Qualcosa c’era fra i due.
Come un segreto lontano, sofferto.
Ad un tratto Isolde si avvicinò a loro.
“Come è calmo qui il fiume…” disse fissando quelle acque “… e che pace… forse qui potrei vivere serena anche io…” si voltò poi verso Elisabeth e Daniel “… mi spiace se la mia presenza è stata motivo di disagio… appena il Carrozzone approderà da qualche parte, vi prometto che scenderò e mi ritirerò nella mia solitudine… ormai ho compreso che la felicità e il calore dei miei simili non sono doni per me…” e sorrise malinconicamente.
Altea, anch’ella sul ponte, era in compagnia del suo maestro.
“Che terra fantastica…” sussurrò l’uomo guardando la sponda selvaggia del Calars “… la vegetazione appare quasi primitiva, figlia di un tempo remoto e dimenticato… chissà quante specie animali vivono nascoste in questo scenario lussureggiante…” fissò Altea e sorrise “… non vi nascondo che venderei quel pò che posseggo e fuggirei qui… qui, in questa natura incontaminata, tanto fitta e fluente che anche il Sole trova difficoltà a superarla… la terra è umida, i sassi lividi e luccicanti, levigati e ammansiti dalle calde correnti di questo fiume… avete visto i frutti che pendono dai rami? Sono grossi il doppio di quelli che crescono dalle nostre parti! E hanno colori e profumi sconosciuti ai nostri sensi! Non trovate affascinante tutto ciò, milady? Chissà quale sostanza contengono queste acque, per giustificare il loro caldo e vivifico alito…”
Ad un tratto qualcosa attirò l’attenzione delle sentinelle sul ponte.
Uno della ciurma gridò qualcosa e indicò a tutti di guardare a prua.
Una quercia, grossa forse il doppio di quelle normali, spezzata e caduta in acqua, bloccava il passaggio, rendendo impossibile proseguire oltre.

Guisgard
19-01-2012, 20.59.44
Vayvet, in un primo momento, cercò di impedire ogni azione a Chantal.
Ma il dolore che quella ferita gli procurava e, soprattutto, la delicatezza di quell’eterea ragazza, riuscirono a far desistere il risoluto fuggiasco.
Lasciò allora che la ragazza curasse la sua ferita.
Alla fine, il dolore a poco a poco divenne più sopportabile, ma il fuggitivo cominciò a sentire la febbre salire.
“Forse avete fatto tre cose sciocche…” ansimando Vayvet “… mi avete curato una ferita forse mortale… mi avete restituito il pugnale… e affidato alla protezione di questa catenina…” la sua vista, a causa della febbre, era sempre più annebbiata “… chi vi dice che… una volta guarito io non vi uccida insieme alla vostra governante? Magari dopo avervi posseduta tutta una notte… e divisa poi con i miei compagni?”
Ad un tratto un grido.
Poi nella stanza arrivò, in lacrime, la governante.
Istintivamente raggiunse Chantal e abbracciò la ragazza.
Un attimo dopo anche Monty tornò di corsa.
“Quell’uomo!” Gridò la governante. “Vuole violentarmi!”
“Aspetta che ti metta le mani addosso e vedrai!” Mormorò, colmo di lussuria, Monty.
“Non farai nulla di tutto questo…” intervenne Vayvet “… almeno per ora…”
“Ma cosa ti prende, capo?” Stupito Monty. “E’ tanto che non passiamo del tempo con una donna… e tu non puoi impedirci di…”
“Ho detto che per ora si fa così!” Sentenziò Vayvet. “E ora, presto, organizzatevi in turni di guardia dentro e fuori la casa… io credo di aver bisogno di riposo…”
Monty annuì a quelle parole e raggiunse il terzo complice.
Rimasto solo con le due donne, Vayvet disse a Chantal:
“Spero che le vostre cure facciano effetto… lo spero per voi… se non ci fossi io, nessuno terrebbe a bada l’ardore dei miei due compagni di fuga…” fissò per un pò Chantal, per poi cadere, a causa della febbre, addormentato.

cavaliere25
19-01-2012, 21.08.23
guardai verso la prua dove la sentinella aveva detto di guardare e vidi il tronco allora presi e mi lanciai in aqua cercando di provare a spostare quel grosso tronco ma era come incastrato a qualcosa non riuscivo a smuoverlo allora dissi qualcuno mi venga ad aiutare dobbiamo trovare un modo di spostarlo se no non potremo andare oltre e aspettai che mi venississero in aiuto

Altea
19-01-2012, 21.31.27
Il maestro era estremamente affascinato da quelle terre.."Maestro, non vi ho mai sentito parlare cosi, davvero il vostro sogno sarebbe quello di lasciare tutto e tutti e vivere in eremitaggio in queste terre. Certo sembra una specie di paradiso, ciò che amo di più è il leggero fluttuare delle acque. Quanto a questa abbondanza divina di meraviglie, potrebbero essere frutto di alcune sostanze del Calars...ricordate mi narraste di un fiume dell'Antico Egitto.." mi soffermai improvvisamente dal trambusto creato da una sentinella, mi avvicinai e vidi un tronco di grosso albero fermare quel dolce fluttuare, vidi un giovane cavaliere gettarsi per toglierlo ma non vi era in grado.

elisabeth
19-01-2012, 21.42.11
Vidi avvicinarsi Isolde era affascinante....la vidi al mio fianco ed entrambe svuotammo nello sguardo nel fiume......."Isolde sapete bene che veniamo dallo stesso mondo....ma voi avete avete scelto altre strade.....sapete bene che io non vi avrei chiuso le porte della mia casa.....L'amore e' parte di ognuno di noi e nessuno e' negato......non fate la vittima vi prego e per quanto riguarda il Carrozzone che voi ci siate o meno non cambierebbe nulla...."....lo sguardo si poso'improvvisamente su una grande quercia che ostacolava il passaggio del Carrozzone.......un uomo si butto' in acqua ma era impossibile muovere il tronco.....era possente e vivo.......parlai allora al tronco con la voce dell'anima..." Mio buon amico....perche' hai tolto le tue radici dalla terra che ti nutre....hai scosso le tue fronde e spaccato i tuoi possenti rami.........mio buon amico.....non far nulla che possa farmi soffrire.....e se puoi...renditi leggero perche' questo giovane possa spostare la tua regale mole..".............solo una preghiera, non volevo usare magie e forze straordinarie, non volevo interferire con quello che erano gli intenti delle nostre vite......il tronco avrebbe fatto la sua scelta....ognuno nel mio regno aveva un grande dono...la liberta'

Guisgard
19-01-2012, 21.52.23
Talia smise di parlare al signorotto e si allontanò, seguita poi da due dei suoi fratelli.
Bisognava difendere il Casale.
Ad ogni costo.

Il vento soffiava impetuoso e ribelle fra le cime degli alberi che correvano lungo il viale, fino a disperdersi attorno al Casale.
“Questo luogo è magnifico…” sussurrò il giovane.
“Cosa?” Fissandolo Talia. “Non ho capito cosa hai detto... parli da solo?” Sorridendo.
“Si, forse...” sbottò lui, gettando uno sguardo vagamente risentito “… con chi altri vuoi che parli?”
“Ah, ti ringrazio.” Replicò lei. “Questo sì che è un degno complimento alla mia conversazione. Grazie tante.”
“Già…” fece lui “... tanto mi prenderesti in giro...”
Talia lo fissò sorridendo.
“Dai, ti prometto che non lo farò, mio permaloso cavaliere.”
Lui la fissò nuovamente, per poi tornare a guardare gli alberi animati dal vento.
Erano poco distanti dal Casale, all’ombra di un albero.
“Pensavo alla bellezza di questo posto...” perdendosi nell’incanto di quella terra lui “... un giorno, quando sarò un cavaliere ricco di fama e onori, avrò per me questo luogo... si, difendendolo da chiunque ne avanzi pretese...”
“Perché dovrebbe accadere?” Chiese Talia.
“Perché il mondo è pieno di malvagi e prepotenti...”
“Vedi sempre guerre e scontri ovunque, tu...” replicò lei.
“Già…”
“Allora ci penserai tu?” Ridendo lei. “Possiamo fare sogni tranquilli?”
“Ecco, sapevo che ci avresti scherzato su...”
“Vedi che sei permaloso?” Sorridendo lei. “Comunque io ti credo. Ti credo che difenderai sempre questo luogo e tutti noi.”
Lui la fissò e sorrise.
“E il maestro, per questo ti darà un premio.” Aggiunse lei.
“Non mi interessano i premi del maestro.” Tornando a guardare il cielo lui. “E poi lui sa solo mettermi in punizione e sgridarmi...”
“Allora lo farai senza richiedere alcun premio!” Esclamò Talia. “Ma solo per onore cavalleresco!”
“Magari me lo darai tu il premio…”
“Io? Mai io sono solo una piccola dama... per un cavaliere ci vogliono grandi onori, terre, castelli.”
“Lo sapevo...”
“Va bene.” Sorridendo Talia. “E che premio vorresti?”
“Posso chiedere qualsiasi cosa?”
“Certo.”
“Ne sei certa?” Fissandola lui. “Senza alcun limite?”
“Beh, nel limite della ragionevolezza.”
“Sapevo che c’era il trucco...”
“Su, quale premio brami, cavaliere?”
Lui la fissò, lasciando per un attimo l’azzurro dei suoi occhi in quelli di lei.
“Talia!” Chiamò all’improvviso uno dei fratelli che giungeva dal Casale.
“Oh, deve essere l’ora della preghiera...” alzandosi lei “...su, il tempo stringe… quale premio desideri?”
“Vai, sei attesa...” fissando il verde bosco lui “... ti dirò del mio premio la prossima volta che il maestro ti lascerà venire qui...”

“Talia, cosa faremo per difendere il nostro diritto sul Casale?” Domandò uno dei due fratelli che la stavano seguendo, destandola così da quel lontano ricordo che sembrava volato via col vento che soffiava sul bosco.

Daniel
19-01-2012, 22.49.23
Vidi Isolde avvicinarci e ci parlò.. La fissai per alcuni istanti e poi le dissi..
<> Con noi non riuscirai a usare i tuoi giochetti Strega! Io se voglio non sai come ti riduco! Ti conviene star zitta e girare al largo!>> Incrocia le braccia e aspettai..

Chantal
20-01-2012, 00.58.14
Vayvet, in un primo momento, cercò di impedire ogni azione a Chantal.
Ma il dolore che quella ferita gli procurava e, soprattutto, la delicatezza di quell’eterea ragazza, riuscirono a far desistere il risoluto fuggiasco.
Lasciò allora che la ragazza curasse la sua ferita.
Alla fine, il dolore a poco a poco divenne più sopportabile, ma il fuggitivo cominciò a sentire la febbre salire.
“Forse avete fatto tre cose sciocche…” ansimando Vayvet “… mi avete curato una ferita forse mortale… mi avete restituito il pugnale… e affidato alla protezione di questa catenina…” la sua vista, a causa della febbre, era sempre più annebbiata “… chi vi dice che… una volta guarito io non vi uccida insieme alla vostra governante? Magari dopo avervi posseduta tutta una notte… e divisa poi con i miei compagni?”

Chantal ascoltò in silenzio,poi si alzò dal suo posto,andò alla finestra e liberò l'uccellino raccolto poco prima sul davanzale.
Respirò l'aria fresca molto profondamente,chiudendo gli occhi e lasciando che i caldi e muschiati profumi provenienti dal fiume le penetrassero i sensi.
Quanto aveva asserito il fuggiasco era grave,e lei per un momento,era stata colta da un brivido.Ma qualcosa la induceva a non cogliere malvagità in quell'uomo,solo necessità di agire in quel modo forse per difendersi,forse perchè in collera con la sorte,forse perchè non riusciva a cogliere quel profondo senso di rispetto e di pietà che ogni essere umano dovrebbe nutrire per i propri simili e dissimili.
Si voltò,e dal suo posto,lì accanto alla finestra,lo scrutò.
Ne analizzò i lineamenti del volto,i contorni del corpo,i vestiti che indossava,lo scrutò con attenzione da capo a piedi,poi si fermò nei suoi occhi.
E quegli occhi esprimevano la sofferenza di quel momento,mentre il volto contratto palesava il suo dolore.
L'uomo respirava affannosamente,era visibilmente febbricitante.Chantal non conosceva i rimedi per curarlo.Pur avendo attraversato molte volte le medicherie dei campi durante le campagne militari di suo padre,ella non sapeva come agire,ma aveva imparato a riconoscere dal visus un malato febbricitante distinguendolo da altri tipi di affanno o sofferenza.
Fu allora che decise di accostarsi all'uomo,gli si avvicinò,lo aiutò a distendersi completamente ripiegando sotto la sua testa la camicia e la giubba dell'uomo stesso.
L'unica cosa che avrebbe potuto fare era rinfrescargli la fronte con un panno di lino ed attendere che col riposo la ferita prendesse a risanarsi.
Probabilente era in atto una flogosi,lo aveva sentito dire tante volte ai soldati feriti che suo padre raccomandava di ospitare,talvolta,in casa loro.
Ma non conosceva rimedi.erbe forse,sarebbero occorse,ma quali,e dove reperirle?
Chantal,allora,confidò nel Buon Dio e pregò,seppur per un momento,che davvero quella catenina con l'ovale potesse condurlo,per Bontà Divina,a guarigione.
Mentre lo guardava così inerme,indifeso,fragile,pur essendo un uomo forte e robusto,si interrogò su di lei.
Si domandava come fosse possbile per lei nutrire pietà per un uomo che aveva ucciso così freddamente.
Già,non se lo spiegava Chantal,e non si spiegava neppure cosa potesse spingere un uomo a divenire assassino.Davvero solo il vile denaro?Solo quel tesoro che i complici gli avevano sottratto?
O era un'indole la sua?
E lo guardava Chantal,lo guardava senza interruzione.

Ad un tratto un grido.
Poi nella stanza arrivò, in lacrime, la governante.
Istintivamente raggiunse Chantal e abbracciò la ragazza.
Un attimo dopo anche Monty tornò di corsa.
“Quell’uomo!” Gridò la governante. “Vuole violentarmi!”
“Aspetta che ti metta le mani addosso e vedrai!” Mormorò, colmo di lussuria, Monty.
“Non farai nulla di tutto questo…” intervenne Vayvet “… almeno per ora…”
“Ma cosa ti prende, capo?” Stupito Monty. “E’ tanto che non passiamo del tempo con una donna… e tu non puoi impedirci di…”
“Ho detto che per ora si fa così!” Sentenziò Vayvet. “E ora, presto, organizzatevi in turni di guardia dentro e fuori la casa… io credo di aver bisogno di riposo…”
Monty annuì a quelle parole e raggiunse il terzo complice.
Rimasto solo con le due donne, Vayvet disse a Chantal:
“Spero che le vostre cure facciano effetto… lo spero per voi… se non ci fossi io, nessuno terrebbe a bada l’ardore dei miei due compagni di fuga…” fissò per un pò Chantal, per poi cadere, a causa della febbre, addormentato.

Chantal e la governante si ritrovarono,così,l'una abbracciata all'altra,a farsi forza,a dividere la paura ed il terrore di quel momento.
La donna,vedendo Chantal vestita solo di quella leggera camicia,la strinse a sè più forte per riscaldarla ma anche perchè la vedeva esposta e preoccupantemente indifesa.
Le cinse le spalle,la accarezzò,e per chissà quale benevolenza del destino il temibile pericolo della violenza usata alle due donne sembrò essere scongiurato.
Chantal fece presente alla governante che l'uomo fosse in preda al delirio della febbre alta e che avrebbe dormito a lungo,cedendo al sonno anche favorito dalla buona dose di infuso alcoolico che lei gli aveva porto per placare il dolore.
La governante,allora,domandò alla ragazza come stesse.
E Chantal,quasi con una sorta di mestezza in viso le rispose:"Non lo so.Non so come mi sento..smarrita,forse.."
La governante cercò di consolarla,le prese le mani,erano gelate ed a tratti tremavano ancora.
La guardò negli occhi e comprese da essi che era preoccupata,turbata,e forse in cuor suo viveva una sorta di abbandono.
Chantal,allora le sorrise dolcemente,non avrebbe voluto che la donna leggesse nei suoi occhi il suo disagio poichè ella stessa era a sua volta sconvolta e provata.
La ragazza poi si separò lievemente dalla donna,le poggiò una mano sulla sua cercando ancora quel contatto,poi gliela strinse e muovendosi trascinò per mano anche la governante affinchè la seguisse fino al focolare.
Lì le due donne si adagiarono.
La governante,nella foga di scappare dalle minacce del suo aggressore,non aveva provveduto a portare bende o medicamenti per la ferita.Ma Chantal non volle che ella si allontanasse di nuovo e la lasciasse sola ancora.
Oramai aveva coperto l'uomo con la sua veste da camera,egli riposava ed era un bene per lui e per la sua ferita.
Le due donne si accoccolarono davanti al fuoco,la governante sedeva su un gradino di pietra del focolare e Chantal si pose in ginocchio,di fronte a lei,col capo chino sul grembo della donna e gli occhi fissi sull'uomo che s'era addormentato.
"Vorrei avere notizie di mio padre.."Sussurrò la ragazza.
La governante la accarezzò dolcemente e con amorevole premura.
A quelle carezze Chantal si abbandonò,chiuse gli occhi e,sottovoce,con un flebile sospiro, le chiese:"Perchè non mi narrate di nuovo di quella città dei Cieli?Ditemi,ci sono Angeli a sua custodia?"
E si lasciò sfiorare i pensieri dalle tenere ed delicate immagini di un mondo sospeso per incanto..

http://www.sightswithin.com/Evelyn.De_Morgan/Gloria_in_Excelsis.jpg

Guisgard
20-01-2012, 02.10.29
Quel tronco impediva di proseguire oltre.
Cavaliere25 fu il più lesto di tutti: si tuffò in acqua e tentò di rimuovere quel grosso ostacolo, ma ogni tentativo risultò vano.
Chiamò allora qualcuno per aiutarlo.
Goz fece cenno ad alcuni dei suoi e subito diversi marinai raggiunsero il boscaiolo in acqua, per tentare di spostare quel gigantesco tronco, ma niente sembrava capace di spostarlo.
“Sembra che in queste remote terre” sussurrò Isolde avvicinandosi all’orecchio di Elisabeth “la natura non comprenda il vostro idioma fatto di libertà, amica mia…” fissò poi Daniel e accennò un enigmatico sorriso “… mi spiace deludervi, ragazzo mio, ma non sono una strega… se lo fossi mi sarei difesa da sola contro il fanatismo di quelli come voi…” e si avvicinò poi a Goz per assistere al tentativo di quegli uomini di spostare il tronco.
“Non c’è modo di farlo muovere, capitano.” Gridò uno dei marinai a Goz, che assisteva alla scena dal ponte del Carrozzone. “L’unica cosa da fare è tentare di spaccarlo.”
Goz allora annuì e i marinai, prese asce e picconi a bordo, insieme a Cavaliere25 cominciarono poi a colpire violentemente il tronco.
Per diversi minuti tutti loro colpirono ripetutamente quel tronco di quercia, fino a quando, sotto quei colpi, si spezzò in due, per poi essere trascinato via dalla corrente.
“Hurrà!” Esultarono in coro i marinai.
“Ehi, guardate laggiù!” Gridò all’improvviso il maestro di Altea, indicando la sponda settentrionale del fiume. “C’è qualcuno… sembra… sembra una bambina!”
http://2.bp.blogspot.com/-Nex0202aY4Q/Tnd33oF8mFI/AAAAAAAAA1E/pL0g0S3ZScc/s1600/excalibur+morgana+kid.jpg

Guisgard
20-01-2012, 02.24.13
La governante tentò di farsi forza.
Accennò un lieve e forzato sorriso e baciò teneramente il capo di Chantal.
“La Città dei Cieli…” mormorò, accompagnata dal rassicurante rumore della legna che si consumava nel focolare “… si, vi sono Angeli… essa ha quattro porte… ricordo che così recitava un mendicante giunto un giorno a casa mia… io ero una fanciulla e restai incantata dal suo racconto… diceva di essere stato un poeta poi caduto in disgrazia… al seguito di un potente signore, raccontava, aveva visitato contrade e regioni lontane… e mi narrò della Città dei Cieli e delle sue quattro porte… tante quanti sono gli elementi di cui è composto il mondo… e a guardia di quelle porte vi sono quattro cavalieri, simili ad Angeli…” mentre narrava di queste cose, calde lacrime rigavano il volto della governante, impaurita com’era dalla presenza di quei tre fuggiaschi.
Ad un tratto Vayvet cominciò a lamentarsi.
“Deve essere il delirio causato dalla febbre…” fissandolo la governante.
“No!” Saltò su all’improvviso il ferito.
Si guardava intorno ansimando.
Fissò le due donne: prima la governante, poi Chantal.
Un attimo dopo cadde di nuovo addormentato.

elisabeth
20-01-2012, 11.09.21
Ascolati paziente la melliflua voce di Isolde......" Isolde cara, sapete bene che se avessi voluto....quel tronco sarebbe svanito in un istante, cosi' come siete riuscita a comprendere il mio silenzioso dialogo con lui........ma in questo carrozzone io sto diventando la cattiva a gli occhi di Goz e voi siete la brava bambina.....abbiamo degli uomini di chiesa che non prenderebbero bene nessuno dei miei sortilegi....e io finire al rogo......e voi invece ?.......Avete avuto gia' troppo Isolde, avete allontanato il mio sposo...era un umano e l'inganno ha fatto presa sul sul suo cuore...avete ucciso mio figlio e adesso cosa volete......e' Daniel che volete ? o il mio regno....eravamo unite una volta.....eravamo sorelle nulla avveniva se non divisa in parti uguali.......cose' successo ?.....il mio regno sarebbe stato il nostro regno....ma tu hai fatto la tua scelta.......e io ne sto pagando tutte le conseguenze !!!.......".....spavalda la vidi allontanarsi.....altera nella sua figura.....si avvicino' a Goz...gia' gli uomini questo era il gioco che le piaceva di pu'......mi rivolsi a Daniel..." Ti prego...ti prego....Daniel, stammi accanto aiutami.....e non rivolgerle piu' la parola, non darmi un dolore anche tu....non potrei reggerlo..."....Lo bacia sulla guancia e mi ritirai su un lato del ponte....dove feci scivolare le mie lacrime.....avevo il cuore colmo di amore e dolore..e la mente ando' indietro nel tempo...un tempo in cui non avevo mai la visione di nuvole nere ....poi le tenebre cominciarono a riempire di incubi le mie notti........una bimba sulla sponda.....ma guarda Isolde...una bimba......guardai Daniel e in una muta preghiera lo pregai di non dir nulla e di tacere,,,,,,,,

Altea
20-01-2012, 11.13.41
Alle parole del maestro guardai con cura la sponda, una bimba sembrava vestita di bianco, ci fissava e non parlava. "Fermate il battello" gridai "quella bambina ha bisogno di noi, vi prego sinceratevi della sua salute e della sua sorte".

cavaliere25
20-01-2012, 12.13.40
Guardai verso la sponda e vidi una sagoma e dissi vado fino alla sponda voi raggiungetemi con il carrozzone e mi feci una nuotata fino alla spomda poi vidi una bambina e dissi hei bambina che ci fai qui tutta sola come ti chiami dissi mentre la guardavo e mi strizzavo i vestiti bagnati

Parsifal25
20-01-2012, 12.47.09
La ricerca era complicata, nulla che trattasse della Croce dei Longiniu e di quel crine.....

"Non posso crederci, neanche un argomento che parlava del crine, ma come può essere....." mi grattaì la testa.

"Riflettiamo..... se fosse stato un semplice amuleto non avrebbe provocato la reazione negativa dei contadini; poteva essere un incantesimo? Sì.... ma non era collegato a nessuna miscela magica......, accidenti!!! La cosa si complica", sbuffaì e caddi sulla sedia. Alzaì gli occhi al soffitto e dissi: "Cosa può essere!!!"

Chinaì il viso verso sinistra, è tra mille libri ne notai uno.... lo presi e recava tal titolo: "Le Penitenze di Santa Caterina"..... "ma....." -dissi- "speriamo che sia la chiave di volta" lo aprì e intrapresi le ricerche del crine e del Longiniu.

Guisgard
20-01-2012, 14.51.50
La voce di Lainus prima e di Altea poi spinsero tutto l’equipaggio a guardare verso la sponda del fiume, dove stava immobile una bambina.
Cavaliere25, allora, senza pensarci su due volte si lanciò a nuoto fino a raggiungerla.
Alle sue parole, però, la bambina non rispose nulla.
Lo fissava con uno sguardo vuoto e l’espressione indefinita.
“Presto, portatela a bordo!” Gridò Goz al boscaiolo.
Poco dopo tutti gli uomini risalirono sul Carrozzone.
“Bisogna darle dei vestiti asciutti.” Disse Lainus. “O potrebbe prendere un malanno. Portatela nella vostra cabina ed asciugatela, milady.” Rivolgendosi poi ad Altea.
“Si…” annuì Goz “… io vi farò portare dei vestiti adatti a lei.”

Guisgard
20-01-2012, 14.54.44
Parsifal cominciò a sfogliare quel misterioso libro.
Era scritto in un latino molto antico e diverse illustrazioni, molte delle quali inquietanti, animavano quelle pagine.
E sfogliando, ad un certo punto, Parsifal notò un’immagine: era una treccia di crine simile in tutto e per tutto a quella vista nella casa dei contadini.

Daniel
20-01-2012, 15.09.59
Sorrisi alle parole di Elisabeth e la abbracciai.. Poi mi girai e vide che C'era una bambina.. Non sapevo chi era.. Provai a entrare nella sua mente ma non sentii niente se non un lento e lugubre canto.. Mi avvicinai a Elisabeth e le dissi:
<<Sembra che abbia ricevuto il Bacio del Dissennatore.. Cioè quando il Dissennatore ti succhia via l'anima dal corpo è vero?>> Guardai Elisabeth abbastanza Turbato..

cavaliere25
20-01-2012, 16.29.00
ora che facciamo chiesi non sappiamo chi sia questa bambina e neanche i suoi genitori forse la stanno cercando continuai a dire e aspettai che il capitano mi disse qualcosa

elisabeth
20-01-2012, 16.31.54
Asciugai in fretta le lacrime appena mi accorsi che Daniel mi era vicino, stava guardando la bimba e sentii il suo disagio....." ti succhiano l'anima e i corpi dei mal capitati vagano negli stessi luoghi vissuti per vendicarsi...Daniel, facciamo una cosa, la porteranno a bordo e senza fare i lancia sentenze.......sapremo cosa sara' successo alla bimba . E non giocare con il fuoco .....o dovro' spegnere ogni incendio che crei.....".....non dissi poggiai una mano sul suo braccio ed attesi gli eventi.....quanti ospiti avremmo raccolto in quello strano viaggio......

Daniel
20-01-2012, 16.39.41
Guardai Elisabeth e poi scossi il capo..
<<Non c'è niente da fare per lei.. è un involucro vuoto.. Sta solo aspettando la morte.. Non c'è modo..>>
Aspettai qualce istante e poi dissi:
<<O forse sì..>>

Altea
20-01-2012, 17.46.03
La bimba fu tratta in salvo, tutti erano addosso a lei, ella era intimorita.
Goz mi chiese gentilmente di prendermi cura di lei "Certo Goz, non preoccupatevi ora la porto in cabina con me, aspetto le vesti asciutte".
Porsi la mano alla bimba, ella prese la mia con la sua piccola mano e ci recammo nella mia stanza, non proferii parola. Entrammo e lei mi guardava "Non avere paura di me, appena vuoi, mi piacerebbe sapere come ti chiami" le sorrisi benevolmente, sentii bussare alla porta e un marinaio mi porto delle piccole camiciole pulite. Presi una pezza pulita che si trovava sotto il sole, sentii era calda e le asciugai le gocciole dai capelli, erano belli e ricci. Lei mi guardava e accennò un leggero sorriso "Ora ci dobbiamo togliere questa veste bagnata, o ti prenderai un malanno. Allora io mi chiamo Altea e tu? come mai ti trovavi in quella riva sola?" La asciugai con cura con il panno caldo e le misi una camiciola lunga e rosa. Notai però mentre la asciugavo alcuni lividi sul corpo.

Guisgard
20-01-2012, 20.39.48
Altea portò con sé la piccola nella sua cabina.
Qui cominciò ad asciugare i suoi capelli e a cambiarle poi quegli abiti bagnati.
La ragazza cercò poi di parlare con la bambina, ma questa, in un primo momento, restò in silenzio.
Poi, ad un tratto, cominciò a parlare:
“La mia mamma… mi ha detto di scappare… corri, vai… mi ha detto… corri e non voltarti indietro… neanche se la mamma ti chiamerà… queste sono state le ultime parole che mi ha detto… poi loro l’hanno presa…”
Sul ponte del Carrozzone, intanto, c’era inquietudine in tutti passeggeri: Elisabeth e Daniel apparivano quasi ossessionati da Isolde; Gaynor con ancora il ricordo di quei cigni nella mente e Goz sempre più turbato per quel viaggio che aveva intrapreso.
“Siete stato molto lesto e coraggioso, amico mio.” Disse Lainus avvicinandosi a Cavaliere25. “Avete visto quella bambina da sola e subito vi siete lanciato a nuoto verso di lei.”
“Si, siete stato davvero in gamba.” Avvicinandosi al boscaiolo anche Jovinus.
“Cosa ne dite di festeggiare con un bicchiere di vino?” Domandò Plautus.
“Fratello…” sembrò rimproverarlo Jovinus.
“Beh, giusto per festeggiare il ritrovamento di quella bambina, fratello…” arrossendo il frate.
Ad un tratto, però, Cavaliere25 cominciò ad avvertire dei forti capogiri.
Strane e mutevoli immagini apparvero alla sua vista, fino a quando il boscaiolo perse i sensi e cadde.
“Cosa avete?” Gridò Lainus.
“Presto, portiamolo dentro!” Fece Jovinus, controllando la fronte di Cavaliere25. “Brucia quasi da prendere fuoco! Ha la febbre!”
Un attimo dopo condussero il boscaiolo nella sua cabina.
“Capitano…” avvicinandosi un marinaio a Goz “… anche altri uomini a bordo hanno la febbre alta… tutti quelli che sono scesi in acqua per spostare il tronco…”

cavaliere25
20-01-2012, 20.44.20
ero svenuto dopo poco riapri gli occhi e cercai di alzarmi ma ero troppo debole allora dissi che mi sta succedendo ce qualcosa di strano in questo luogo allora chiamai qualcuno e aspettai qualcosa di malvagio stava succedendo in quel momento pensai

Daniel
20-01-2012, 20.53.50
Stavo discutendo con Elisabeth quando mi accorsi che tutti i marinai che erano scesi in acqua avevano una febbre assurda.. Corsi da cavaliere25, tirandomi dietro Elisabeth, gli toccai la fronte e entrai nella sua mente.. Ed ecco che vidi la causa di quel malore.. C'era Isolde nella sua vera natura.. Uscii dalla mente e avvicinandomi a elisabeth dissi:
<<è stata lei... Ora non c'è tempo per discutere e accusarla.. Ci serve il Distillato di Luna.. Manca poco al tramonto no?>> Dissi a Elisabeth e pensandoci quela notte lei avrebbe dovuto uccidermi hahaha che babbana..

elisabeth
20-01-2012, 20.55.54
" Daniel, la vita e la morte si uniscono da un unica porta.....c'e' chi riesce a varcarla tutte le volte che vuole......e tu non ci pensare proprio ! "......vidi Altea portare la bimba nella mia stanza....." Daniel ho bisogno di ritirarmi nella mia stanza.......forse sono stanca, ci vediamo tra un po'.."...lo baciai sulla fronde ed andai verso la mia stanza......bussai ed entrai, Altea stava rivestendo la bimba...era pulita ed alcuni lividi sembravano piu' vivi......" che bella signorina che abbiamo qui........"..le passai accanto facendo cura di non sfiorarla.....e mi sedetti sul mio letto. "Altea se guardate ci sono dei nastri sul tavolo...potete legarle i capelli......" intanto feci scivolare dalle mie mani dei teneri fiorellini.....profumavano intensamente......" Altea guardate...forse tra i suoi capelli questi fiori le starebbero di incanto............e chissa' che questa bimba non abbia il nome di un bellissimo fiore....".......

Altea
20-01-2012, 20.56.35
Mentre asciugavo quella dolce bimba essa iniziò ad aprirsi, ascoltai il suo racconto, mi si strinse il cuore.. "Chi sono stati? Non sai nemmeno il motivo? Posso capirti, ti sentirai spaesata senza la tua mamma, io sono qui per darti conforto anche se non posso essere come lei". Abbracciai quel piccolo corpo indifeso, provai un senso di rabbia al pensiero di ciò che era successo a quella donna e a lei.
Ad un tratto la porta si aprì, era Elisabeth, era venuta a sincerarsi dello stato di salute della bimba. Mi passo dei nastri e dei fiori. Sorrisi alla bimba "Vedrai, come sarai bella ora, una vera piccola lady". Presi le lunghe chiome fluenti, le attorcigliai formando un delicato chignon che legai con un fiocco rosa e sopra al fiocco vi misi dei delicati fiori bianchi.
"Non vuoi dirci come ti chiami?" chiesi alla bimba.

Guisgard
20-01-2012, 21.21.38
Accarezzata dalle delicate mani di Altea e coccolata da quelle dolci e amorevoli di Elisabeth, la bambina cominciò pian piano a rasserenarsi, fino a quando quel sorriso solo accennato in precedenza divenne luminoso ed abbellì il suo visino.
“Rykeira…” mormorò la bambina “… Rykeira, è il mio nome…” fissò allora le due dame con i suoi grandi occhioni smarriti “… voi non mi abbandonerete, vero? Non mi lascerete sola?”
Ad un tratto, però, chinò il capo e cominciò a piangere.
“No, loro prenderanno anche voi…” in lacrime Rykeira “… come hanno fatto con la mia mamma… e poi verranno a prendere me…” e si buttò fra le braccia di Altea.



Nella sua cabina, intanto, Cavaliere25 era in preda al delirio causato dalla febbre.

Elmi fatti d’aria…
Nebbia che saliva da un fiume bollente come pece…
Poi una donna, avvolta da una clamide nera come una notte senza Luna…
Un lamento lontano, le lacrime della gente in processione…
Sangue che tingeva le acque, stridore di denti, minacce, gemiti e grida strazianti...
Una chiesa in un bosco…
Il cancello serrato...
Acqua...
Acqua…
Acqua calda mista a zolfo…

Cavaliere25 saltò su, sudato e col respiro rotto.
“Calma, ragazzo mio...” tentando di rasserenarlo Jovinus “… dovete stare calmo... riposatevi ora... vedrete che la febbre scenderà...”
Accanto al letto c’erano anche Plautus, Goz e Lainus.
Ad un tratto un marinaio bussò ed entrò nella cabina.
“Capitano…” col volto scuro “… uno degli uomini colpiti da questa febbre… è appena morto…”
“Diavoli dell’Inferno!” Inveì Goz.
“Forse è malaria…” fece Lainus.