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Taliesin
06-04-2012, 09.20.16
Via Della Croce

"Poterti smembrare coi denti e le mani,
sapere i tuoi occhi bevuti dai cani,
di morire in croce puoi essere grato
a un brav'uomo di nome Pilato."

Ben più della morte che oggi ti vuole,
t'uccide il veleno di queste parole:
le voci dei padri di quei neonati,
da Erode per te trucidati.

Nel lugubre scherno degli abiti nuovi
misurano a gocce il dolore che provi;
trent'anni hanno atteso col fegato in mano,
i rantoli d'un ciarlatano.

Si muovono curve le vedove in testa,
per loro non è un pomeriggio di festa;
si serran le vesti sugli occhi e sul cuore
ma filtra dai veli il dolore:

fedeli umiliate da un credo inumano
che le volle schiave già prima di Abramo,
con riconoscenza ora soffron la pena
di chi perdonò a Maddalena,

di chi con un gesto soltanto fraterno
una nuova indulgenza insegnò al Padreterno,
e guardano in alto, trafitti dal sole,
gli spasimi d'un redentore.

Confusi alla folla ti seguono muti,
sgomenti al pensiero che tu li saluti:
"A redimere il mondo" gli serve pensare,
il tuo sangue può certo bastare.

La semineranno per mare e per terra
tra boschi e città la tua buona novella,
ma questo domani, con fede migliore,
stasera è più forte il terrore.

Nessuno di loro ti grida un addio
per esser scoperto cugino di Dio:
gli apostoli han chiuso le gole alla voce,
fratello che sanguini in croce.

Han volti distesi, già inclini al perdono,
ormai che han veduto il tuo sangue di uomo
fregiarti le membra di rivoli viola,
incapace di nuocere ancora.

Il potere vestito d'umana sembianza,
ormai ti considera morto abbastanza
e già volge lo sguardo a spiar le intenzioni
degli umili, degli straccioni.

Ma gli occhi dei poveri piangono altrove,
non sono venuti a esibire un dolore
che alla via della croce ha proibito l'ingresso
a chi ti ama come se stesso.

Sono pallidi al volto, scavati al torace,
non hanno la faccia di chi si compiace
dei gesti che ormai ti propone il dolore,
eppure hanno un posto d'onore.

Non hanno negli occhi scintille di pena.
Non sono stupiti a vederti la schiena
piegata dal legno che a stento trascini,
eppure ti stanno vicini.

Perdonali se non ti lasciano solo,
se sanno morir sulla croce anche loro,
a piangerli sotto non han che le madri,
in fondo, son solo due ladri.


(FABRIZIO DE ANDRE' - LA BUONA NOVELLA 1970)

.....é uno dei brani della buona novella, in cui De Andrè racconta la storia di Cristo come uomo e non come dio. La via della croce è appunto l'episodio della Via Crucis, ovvero il percorso che storicamente avrebbe compiuto Cristo, croce in spalla, per salire sul Golgota dove sarebbe poi stato crocifisso.

De Andrè pone il punto di vista a vari personaggi, descrivendone le varie reazioni e le varie aspettative alla crocifissione del Cristo. I bambini morti della prima strofa erano quelli relativi allo sterminio che Erode fece fare di tutti i nati lo stesso giorno in cui gli era stato preannunciata la nascita del nuovo re dei re. Lui fece così ammazzare tutti i bambini nati a Gerusalemme ma non Gesì che invece era stato salvato da un angelo che aveva avvisato Maria del pericolo e che li aveva fatti scappare a Betlemme, dove poi è nato Gesù Cristo.
A parlare perciò sono i padri, colmi di odio nei confronti di quell'uomo che aveva portato all'inutile strage in cui erano morti tanti bambini innocenti.

Successivamente nella seconda strofa De Andrè descrive il pensiero delle donne ebree, costrette dalla loro cultura ad essere schiave dei propri mariti anche dopo la morte di questi ultimi e di essergli fedeli per sempre. Gesù che aveva perdonato persino Maria Maddalena colpevole di adulterio.

Poi ci sono gli apostoli, che timorosi dall'esser scoperti non gli rendono omaggio e quasi lo tradiscono nel momento più triste del loro messia.

La strofa successiva invece narra la soddisfazione dei sacerdoti nel vedere ce Cristo fosse uomo e non dio in quanto era morto in croce. De Andrè, anarchico, definisce i sacerdoti come: "potere vestito d'umana sembianza" in quanto la religione era l'unico potere vero presente allora nelle terre d'Israele.

L'ultima strofa De Andrè la dedica ai ladroni che avevano avuto l'onore di accompagnare Cristo fin sopra la croce, loro che a differenza dei sacerdoti hanno un posto d'onore ma non si compiacciono dei dolori di Cristo in croce e che con la sua stessa dignità, nonostante loro non fossero figli di dio, sono stati capaci di morire in croce dove anche loro, come Cristo non hanno altri a piangerli sotto se non le madri..."


Taliesin, il bardo


p.s. ...se casomai percorrendo il tortuoso sentiero che conduce al monte del cranio, vi soffermerete difronte ad uno speccio d'acqua calma ed incrocerete nel riflesso dei flussi il Suo volto rispecchiarsi nel vostro, cercate ancora "La Buona Novella", e vedrete che, per una sorta di magia, oggi come allora quel mio caro Amico Fragile, che ancora canta nel vento, sorriderà al vostro passaggio...Buona Pasqua, miei giovani viandanti.

elisabeth
06-04-2012, 19.43.16
Due volte l'anno la mia meta di viaggio si chiama Gerusalemme........e come sempre mio buon Bardo avete esposto con la canzone di De Andre' ......il cammino della via Dolorosa.........Dal Tradimento...alla paura, alla menzogna...a quello che il Cristo e gli Apostoli in quanto uomini hanno vissuto.......e poi dopo il buio..la Luce e la resurrezione......Una serena Pasqua a tutti....a chi crede e a chi no.....pace e serenita'