Talia
24-04-2012, 16.23.47
Porsenna è, tra i personaggi della storia etrusca, probabilmente uno dei più conosciuti.
Molti di noi forse si ricordano di lui perché ne parlò la maestra alle elementari, raccontando di come giunse ad assediare Roma per poi subito liberarla, ammirato come fu dal valore e dal coraggio di Muzio Scevola, o della leggendaria Clelia...
Storie e leggende, queste, di una Roma arcaica, che esisteva già molto tempo prima dell’Impero, prima della Repubblica...
Storie e leggende che facevano galoppare la nostra fantasia di bambini.
Storie e leggende che sovente hanno davvero poco a che fare con la Storia: quella storia, cioè, costituita da date, da fatti e documenti. Eppure storie e leggende che da quella Storia traggono spunto... tanto che poi risulta difficile, talvolta, riconosce dove finisce l’una ed iniziano le altre.
Ebbene, è di una di quelle storie che voglio raccontarvi oggi...
Si racconta intorno alla città di Chiusi, in quelle terre che furono etrusche, che il lucumone (...il re degli etruschi, appunto!) Porsenna, divenuto infine vecchio e stanco, ebbe a dispiacersi al pensiero di dover lasciare, morendo, tutte le sue infinite ricchezze. Chiamò allora presso di sé quanti più orafi e argentieri poté, li accolse ed ordinò loro di fondere tutte le monete del tesoro reale per realizzare un’opera, la più grandiosa che si fosse mai vista: un carro trionfale a grandezza naturale tutto d’oro, trainato da dodici cavalli anch’essi d’oro, e che accoglie, proprio ai piedi della sua statua (ovviamente d’oro!!), un aureo sarcofago, destinato ad ospitare la sua salma. Fece poi realizzare di quel prezioso metallo la copia fedele di tutte le sue armi e le insegne regali, e poi ancora anfore e vasi, monili, utensili ed ogni anche pur minima cosa che gli appartenesse... tutto d’oro e impreziosito di gemme e brillanti.
Si dice, tuttavia, che il capolavoro di quegli orafi risultò essere una magnifica chioccia d’oro e pietre preziose, circondata da ben cinquemila pulcini dello stesso metallo, tanto belli che sembravano poter prendere vita da un momento all’altro.
Intanto, nel tempo in cui gli orafi lavoravano alla realizzazione di tutte queste meraviglie, il re Porsenna fece scavare, nei pressi della città, anche se nessuno sapeva bene dove, un labirinto intricatissimo di gallerie e cunicoli che conducevano -ma solo per chi ne conosceva il segreto- ad una immensa sala del trono sotterranea.
E proprio là, in quella misteriosa sala al centro di quell’impossibile labirinto, volle poi farsi seppellire, in gran segreto, dopo la sua morte, insieme a tutto quel suo favoloso tesoro dorato... e là, ancora oggi, egli dorme il suo sonno eterno.
Nel corso dei secoli, ovviamente, in molti hanno cercato la tomba ed il fantastico tesoro che contiene, ma nessuno mai lo ha trovato.
Vi è però qualche cosa di più...
Si dice che un mago, che viveva allora alla corte di Porsenna, rimasto incantato dalla meraviglia e dalla perfezione di quella chioccia d’oro e dei suoi cinquemila pulcini, volle con un incantesimo donare loro la vita... e così, nelle notti di plenilunio, la chioccia ed i pulcini magicamente si animano ed iniziano a girare per i cunicoli del labirinto, giungendo talvolta persino all’esterno, dove becchettano per i prati per qualche tempo prima di rientrare nel buio della tomba.
Un’antica profezia vuole che, soltanto colui che è destinato al tesoro di Porsenna, riuscirà un giorno a penetrare nella Sala del Trono, vedendo la chioccia ed i pulcini becchettare in un prato e seguendo poi il loro pigolio nel labirinto.
E questo, amici, è tutto...
Una leggenda un po’ da Indiana Jones, quest’oggi, lo ammetto... ma una leggenda che ha fatto fantasticare molte e molte generazioni di novelli cavalieri, spingendoli a 'scavicchiare' qua e là e a rincorrere le ombre per i campi, sia pure per gioco.
Sperando, come sempre, di non avervi troppo tediati...
lady Talia vi saluta e vi ringrazia per l’attenzione.
Molti di noi forse si ricordano di lui perché ne parlò la maestra alle elementari, raccontando di come giunse ad assediare Roma per poi subito liberarla, ammirato come fu dal valore e dal coraggio di Muzio Scevola, o della leggendaria Clelia...
Storie e leggende, queste, di una Roma arcaica, che esisteva già molto tempo prima dell’Impero, prima della Repubblica...
Storie e leggende che facevano galoppare la nostra fantasia di bambini.
Storie e leggende che sovente hanno davvero poco a che fare con la Storia: quella storia, cioè, costituita da date, da fatti e documenti. Eppure storie e leggende che da quella Storia traggono spunto... tanto che poi risulta difficile, talvolta, riconosce dove finisce l’una ed iniziano le altre.
Ebbene, è di una di quelle storie che voglio raccontarvi oggi...
Si racconta intorno alla città di Chiusi, in quelle terre che furono etrusche, che il lucumone (...il re degli etruschi, appunto!) Porsenna, divenuto infine vecchio e stanco, ebbe a dispiacersi al pensiero di dover lasciare, morendo, tutte le sue infinite ricchezze. Chiamò allora presso di sé quanti più orafi e argentieri poté, li accolse ed ordinò loro di fondere tutte le monete del tesoro reale per realizzare un’opera, la più grandiosa che si fosse mai vista: un carro trionfale a grandezza naturale tutto d’oro, trainato da dodici cavalli anch’essi d’oro, e che accoglie, proprio ai piedi della sua statua (ovviamente d’oro!!), un aureo sarcofago, destinato ad ospitare la sua salma. Fece poi realizzare di quel prezioso metallo la copia fedele di tutte le sue armi e le insegne regali, e poi ancora anfore e vasi, monili, utensili ed ogni anche pur minima cosa che gli appartenesse... tutto d’oro e impreziosito di gemme e brillanti.
Si dice, tuttavia, che il capolavoro di quegli orafi risultò essere una magnifica chioccia d’oro e pietre preziose, circondata da ben cinquemila pulcini dello stesso metallo, tanto belli che sembravano poter prendere vita da un momento all’altro.
Intanto, nel tempo in cui gli orafi lavoravano alla realizzazione di tutte queste meraviglie, il re Porsenna fece scavare, nei pressi della città, anche se nessuno sapeva bene dove, un labirinto intricatissimo di gallerie e cunicoli che conducevano -ma solo per chi ne conosceva il segreto- ad una immensa sala del trono sotterranea.
E proprio là, in quella misteriosa sala al centro di quell’impossibile labirinto, volle poi farsi seppellire, in gran segreto, dopo la sua morte, insieme a tutto quel suo favoloso tesoro dorato... e là, ancora oggi, egli dorme il suo sonno eterno.
Nel corso dei secoli, ovviamente, in molti hanno cercato la tomba ed il fantastico tesoro che contiene, ma nessuno mai lo ha trovato.
Vi è però qualche cosa di più...
Si dice che un mago, che viveva allora alla corte di Porsenna, rimasto incantato dalla meraviglia e dalla perfezione di quella chioccia d’oro e dei suoi cinquemila pulcini, volle con un incantesimo donare loro la vita... e così, nelle notti di plenilunio, la chioccia ed i pulcini magicamente si animano ed iniziano a girare per i cunicoli del labirinto, giungendo talvolta persino all’esterno, dove becchettano per i prati per qualche tempo prima di rientrare nel buio della tomba.
Un’antica profezia vuole che, soltanto colui che è destinato al tesoro di Porsenna, riuscirà un giorno a penetrare nella Sala del Trono, vedendo la chioccia ed i pulcini becchettare in un prato e seguendo poi il loro pigolio nel labirinto.
E questo, amici, è tutto...
Una leggenda un po’ da Indiana Jones, quest’oggi, lo ammetto... ma una leggenda che ha fatto fantasticare molte e molte generazioni di novelli cavalieri, spingendoli a 'scavicchiare' qua e là e a rincorrere le ombre per i campi, sia pure per gioco.
Sperando, come sempre, di non avervi troppo tediati...
lady Talia vi saluta e vi ringrazia per l’attenzione.