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Visualizza versione completa : [Romanzo] Ciclo con Robert Langdon (Dan Brown)


Hastatus77
08-06-2012, 22.37.02
Sull'onda delle discussioni che hanno ravvivato la vita di Camelot, il vostro "bibliotecario", ha voluto aprire questa discussione.

Il bestseller internazionale "Il codice Da Vinci" ha portato al successo, in brevissimo tempo, lo scrittore Dan Brown.

Questo romanzo, fa parte del ciclo con "Robert Langdon", e si articola nei seguenti romanzi (Nel citare i vari volumi indicherò il titolo della versione originale e fra parentesi il/i titolo/i della versione italiana):

"Robert Langdon"

Angels and Demons (Angeli e Demoni)
The Da Vinci code (Il codice Da Vinci)
The lost symbol (Il simbolo perduto)


Prima di uscire con questa serie, l'autore, aveva già pubblicato altri due romanzi:


Crypto (Digital fortress)
La verità del ghiaccio (Deception point)


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Vi posso dire che li ho letti tutti, ed a mio avviso sono una lettura gradevole e appassionante... si leggono molto velocemente. L'unico romanzo che non ho trovato interessante è "La verità del ghiaccio".
Ritengo "stupide" le persone che "danno addosso" a Dan Brown perché si è inventato la storia attorno al Santo Graal... ragazzi... è un romanzo, e va letto in questa chiave, sapendo che l'autore può inventare, non è costretto a rimanere legato alla realtà storica. Non è l'unico autore che ha scritto cose del genere... anche il mio autore preferito, Jack Whyte, nel suo ciclo "La trilogia di Saint-Clair (http://www.camelot-irc.org/forum/showthread.php?t=271)" si è inventato una storia simile... eppure nessuno ha detto nulla... forse perché questi romanzi non sono stati un gran successo.
Fra le persone "stupide", in prima fila, metto i padri della Chiesa, perché ad aumentare il successo di questi romanzi, a mio avviso è stata la loro campagna denigratoria... perché i romanzi di Dan Brown, come ho detto sopra, li ritengo belli, ma ce ne sono di molti migliori.

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Tornando comunque ai romanzi, di seguito, vi darò le informazioni dei romanzi del ciclo sopra citato.
Sbizzarritevi con le vostre opinioni. ;)

Hastatus77
08-06-2012, 22.40.15
ANGELI E DEMONI (ROBERT LANGDON - VOL. 1)

Trama:
Marchiati a fuoco, prima di essere barbaramente uccisi ed esposti come monito per le strade di Roma. Questa è la sorte che toccava agli Illuminati, l'antica setta di scienziati perseguitata in secoli oscuri dalla Chiesa cattolica. Un rituale crudele, ben conosciuto da Robert Langdon, lo studioso di iconologia del "Codice da Vinci". Ma quando la storia si ripresenta, il fascino si trasforma in raccapriccio. Svegliato in piena notte e trasportato dagli Stati Uniti in Svizzera, Langdon è costretto a esaminare, nei laboratori del CERN di Ginevra, un cadavere orrendamente mutilato. Sul petto della vittima, impresso a fuoco, il terribile segno degli Illuminati: lo scienziato ucciso ha difeso fino all'ultimo il segreto di un'arma sperimentale rubata dagli assassini.

Editore: Mondadori
Autore: Dan Brown

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Da questo libro, è stato tratto anche l'omonimo film con protagonista Tom Hanks, di cui si è parlato qui (http://www.camelot-irc.org/forum/showthread.php?t=702).

Hastatus77
08-06-2012, 22.40.58
IL CODICE DA VINCI (ROBERT LANGDON - VOL. 2)

Trama:
Parigi, Museo del Louvre. Nella Grande Galleria, il vecchio curatore Saunière, ferito a morte, si aggrappa con un ultimo gesto disperato a un dipinto del Caravaggio, fa scattare l'allarme e le grate di ferro all'entrata della sala immediatamente scendono, chiudendo fuori il suo inseguitore. L'assassino, rabbioso, non ha ottenuto quello che voleva. A Saunière restano pochi minuti di vita. Si toglie i vestiti e, disteso sul pavimento, si dispone come l'uomo di Vitruvio, il celeberrimo disegno di Leonardo da Vinci. La scena che si presenta agli occhi dei primi soccorritori è agghiacciante: il vecchio disteso sul marmo è riuscito, prima di morire, a scrivere alcuni numeri, poche parole e soltanto un nome: Robert Langdon.

Editore: Mondadori
Autore: Dan Brown

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Da questo libro, è stato tratto anche l'omonimo film con protagonista Tom Hanks.

Hastatus77
08-06-2012, 22.42.15
IL SIMBOLO PERDUTO (ROBERT LANGDON - VOL. 3)

Trama:
Robert Langdon, professore di simbologia ad Harvard, è in viaggio per Washington. È stato convocato d'urgenza dall'amico Peter Solomon, uomo potentissimo affiliato alla massoneria, nonché filantropo, scienziato e storico, per tenere una conferenza al Campidoglio sulle origini esoteriche della capitale americana. Ad attenderlo c'è però un inquietante fanatico che vuole servirsi di lui per svelare un segreto millenario. Langdon intuisce qual è la posta in gioco quando all'interno della Rotonda del Campidoglio viene ritrovato un agghiacciante messaggio: una mano mozzata col pollice e l'indice rivolti verso l'alto. L'anello istoriato con emblemi massonici all'anulare non lascia ombra di dubbio: è la mano destra di Solomon. Langdon scopre di avere solamente poche ore per ritrovare l'amico. Viene così proiettato in un labirinto di tunnel e oscuri templi, dove si perpetuano antichi riti iniziatici. La sua corsa contro il tempo lo costringe a dar fondo a tutta la propria sapienza per decifrare i simboli che i padri fondatori hanno nascosto tra le architetture della città. Fino al sorprendente finale.

Editore: Mondadori
Autore: Dan Brown

Altea
10-06-2012, 19.56.04
mio cavaliere, descrizioni perfette come solo voi sapete fare e ora mi avete incuriosito, penso davvero che dopo restituti i libri presi in biblioteca chiederò "Il Codice da Vinci"...solo cosi potrò dire..ho capito e posso farmi una mia idea, perchè io non sono molto influenzabile sulle opinioni degli altri, sono testarda su questo :smile:. Grazie mille.

Talia
11-06-2012, 10.19.51
Non è l'unico autore che ha scritto cose del genere... anche il mio autore preferito, Jack Whyte, nel suo ciclo "La trilogia di Saint-Clair (http://www.camelot-irc.org/forum/showthread.php?t=271)" si è inventato una storia simile... eppure nessuno ha detto nulla... forse perché questi romanzi non sono stati un gran successo.
Se mi permettete, sir... non è per questo!
Certo, il fatto che Il Codice Da Vinci per primo, e poi gli altri, abbiano avuto un grande successo di pubblico ha contribuito ad aumentare le critiche, tuttavia vi è una differenza tra questo volume e le opere da voi citate, sì come altre... e la differenza sta nelle dichiarazioni dell’autore.
Chi prendesse il libro, infatti, noterà un piccolo incipit posto dall’autore subito prima del prologo... qui l’autore fornisce alcune informazioni che hanno tutta l’aria di essere dei ‘fatti’... parla del Priorato di Sion e dell’Opus Dei... e poi, giusto alla fine, scrive (se mi è concesso citare):
“ Tutte le descrizioni di opere d’arte e architettoniche, di documenti e rituali segreti contenute in questo romanzo rispecchiano la realtà. ”
(Dan Brown, Il Codice Da Vinci, 2004, p.9)

Ecco... è questo che ha fatto adirare certuni: questa pretesa storicità.

Chiarito questo punto, se mi è concesso, torno a ribadire ciò che già ho detto... va bene, Dan Brown costruisce un po’ un castello partendo da basi di burro e spacciandole per calcestruzzo... va bene, pone all’inizio questa frase ad effetto, con il chiaro intento (a mio umile parere) di creare trepidazione ed attesa intorno ad i fatti che si stanno per narrare... d’accordo, sarà forse questa un’azione discutibile... ma è comunque un romanzo ed anche questa dichiarazione di pretesa storicità è uno dei più consumati ed abusati topoi della letteratura di ogni tempo... posso ricordarvi, così per dirne uno, l’anonimo manoscritto seicentesco del Manzoni?


E per concludere... colgo qui l’occasione per rispondere, dato che di là non mi era parso il caso di mantenermi così allegramente OT...

E questo, come ho raccontato sopra, è ciò che tentai di spiegare al mio buon cugino quella sera :smile_lol:
Ecco... a tal proposito volevo ricordarvi, sir Guisgard, mio signore, che io non vi criticai assolutamente per il fatto stesso di aver ripreso e corretto quel vostro cugino quella sera... ma piuttosto per il modo (magari un po’ brusco?) e per i presupposti in cui lo faceste! ;)

Hastatus77
11-06-2012, 13.51.10
Se mi permettete, sir... non è per questo!
Certo, il fatto che Il Codice Da Vinci per primo, e poi gli altri, abbiano avuto un grande successo di pubblico ha contribuito ad aumentare le critiche, tuttavia vi è una differenza tra questo volume e le opere da voi citate, sì come altre... e la differenza sta nelle dichiarazioni dell’autore.
Chi prendesse il libro, infatti, noterà un piccolo incipit posto dall’autore subito prima del prologo... qui l’autore fornisce alcune informazioni che hanno tutta l’aria di essere dei ‘fatti’... parla del Priorato di Sion e dell’Opus Dei... e poi, giusto alla fine, scrive (se mi è concesso citare):
“ Tutte le descrizioni di opere d’arte e architettoniche, di documenti e rituali segreti contenute in questo romanzo rispecchiano la realtà. ”
(Dan Brown, Il Codice Da Vinci, 2004, p.9)


Ciao Talia, certo che ti permetto...
la frase da te citata, potrebbe essere sibillina, in quanto... vado molto a memoria, quindi potrei sbagliare... non c'è nessun documento che dice che il Santo Graal è "..." (evito di scrivere per non rovinare il finale a coloro che vogliono leggere il romanzo), ma facendo esaminare i documenti ai suoi protagonisti, questi ne deducono... quanto si legge nel finale.

Altea
11-06-2012, 14.11.19
Infatti..non rovinatemi la sorpresa :smile:

forse questo riferimento..

“ Tutte le descrizioni di opere d’arte e architettoniche, di documenti e rituali segreti contenute in questo romanzo rispecchiano la realtà. ”
(Dan Brown, Il Codice Da Vinci, 2004, p.9)

in parte si riferisce a certe opere d'arte e architettoniche che veramente esistono..come narra sir Hastatus, il custode ucciso al Louvre in posizione del famoso dipinto di Da Vinci, il Louvre e non da meno la cappella in Francia di cui parlò sir Guisgard. Potrebbero essere questi i veri riferimenti e poi come dissi il custode ha lo stesso cognome del diacono di cui parlò sir Guisgard e quindi si è ispirato a questo fatto narrato dal sir...
Poi per i documenti e rituali segreti mi astengo dal commentare, parlo solo in forma artistica.

Taliesin
11-06-2012, 14.50.15
...anche il buon chierico Nennio quando scrisse la prima stesura della sua "Historia Brittonum" , a distanza notevole della reale vita del Re Orso, asseriva la sicura storicità di quegli eventi narrati alle pendici del Monte Badon, ma la finezza della sua poetica e della sua narrazione, erano talmente genuine da scalzare ogni pivellino di provincia che ha solo incastonato le sue farneticazioni nel momento storico giusto e distrattamente inatteso a recepire quello che gli apocrifi, molto prima di lui, all'interno di perdute grotte del deserto, avevano già scritto...

Taliesin, il bardo

Hastatus77
11-06-2012, 19.10.10
:neutral_think: Beh.. sì.. però forse a quei tempi, non si cercava poi tanto la verità, e forse si era più propensi a credere ad un uomo di Dio.

Guisgard
12-06-2012, 18.30.55
ma è comunque un romanzo ed anche questa dichiarazione di pretesa storicità è uno dei più consumati ed abusati topoi della letteratura di ogni tempo... posso ricordarvi, così per dirne uno, l’anonimo manoscritto seicentesco del Manzoni?



Eh, milady, voi siete troppo brava, troppo arguta ;)
Ma sapete benissimo che il Manzoni era spinto da ben altri motivi quando spacciò il suo romanzo per un manoscritto seicentesco!
A quei tempi la polizia asburgica era più attenta ed arrabbiata della censura che oggi c'è in Cina :smile_lol:
Dan Brown probabilmente non sarà un grande scrittore, ma sicuramente è molto furbo (come è giusto che sia, del resto!) :smile:





Ecco... a tal proposito volevo ricordarvi, sir Guisgard, mio signore, che io non vi criticai assolutamente per il fatto stesso di aver ripreso e corretto quel vostro cugino quella sera... ma piuttosto per il modo (magari un po’ brusco?) e per i presupposti in cui lo faceste! ;)

Eh, mia signora... dite che sono stato troppo brusco con il mio povero cugino?
Vi dirò, io invece pensavo di essere stato anche troppo buono... :rolleyes:
E sia, prometto di non agitare più il mio micidiale di Manuale di Topografia Antica quando discuterò con qualcuno :smile_lol:
Comunque, milady, è sempre un piacere discutere con voi e quando vorrete riprenderemo quella discussione ;)

Talia
18-06-2012, 12.34.12
Eh, milady, voi siete troppo brava, troppo arguta ;)
Ma sapete benissimo che il Manzoni era spinto da ben altri motivi quando spacciò il suo romanzo per un manoscritto seicentesco!
A quei tempi la polizia asburgica era più attenta ed arrabbiata della censura che oggi c'è in Cina :smile_lol:
Dan Brown probabilmente non sarà un grande scrittore, ma sicuramente è molto furbo (come è giusto che sia, del resto!) :smile:
Oh, mio signore... voi di certo mi attribuite più meriti di quanti realmente non ne possieda...
Tuttavia... sì, Manzoni aveva i suoi buoni motivi, e di certo assolutamente 'altri' rispetto a quelli di Dan Brown. Ma temo... correggetemi se sbaglio... che la sostanziale differenza dell'intenzione non neghi affatto l'evidente ricorso al medesimo espediente, né la valenza dell'espediente in questione. ;)


Eh, mia signora... dite che sono stato troppo brusco con il mio povero cugino?
Vi dirò, io invece pensavo di essere stato anche troppo buono... :rolleyes:
E sia, prometto di non agitare più il mio micidiale di Manuale di Topografia Antica quando discuterò con qualcuno :smile_lol:
Comunque, milady, è sempre un piacere discutere con voi e quando vorrete riprenderemo quella discussione ;)
Meglio, milord! Anche perché non credo che solitamente si annoveri l'intimidazione tra i sistemi di "correzione ed incoraggiamento al proseguimento della ricerca"!! :D
Quanto a me... discutere con voi? Ah, mio signore... come potrebbe questa povera, piccola e fragile dama tentare di farlo? Mi limito, io, come sapete, ad esporre un pensiero dove sia necessario... a correggervi il tiro, se mi passate l'espressione... e a mettere quell'immancabile puntino sulla 'i'... ;)

Guisgard
18-06-2012, 18.01.22
Tuttavia... sì, Manzoni aveva i suoi buoni motivi, e di certo assolutamente 'altri' rispetto a quelli di Dan Brown. Ma temo... correggetemi se sbaglio... che la sostanziale differenza dell'intenzione non neghi affatto l'evidente ricorso al medesimo espediente, né la valenza dell'espediente in questione. ;)



Milady, voi sapete benissimo che tali espedienti non possono in nessun modo paragonarsi, visto che differiscono in tutto, soprattutto nello scopo ultimo.
Ma su una cosa i due scrittori si distinguono: il Manzoni ha fatto della storia il fulcro ed il collante del suo romanzo, mentre Brown ha sonoramente ignorato ogni richiamo in merito a tale disciplina.
Io credo quindi che l'espediente da lui utilizzato, a mò di precisazione, sia del tutto inutile, visto che leggendo il suo romanzo chiunque, dotato di una cultura appena sufficiente, possa rendersi conto che di storico vi è ben poco.
E non mi riferisco, è bene precisare, a questioni di natura religiosa, ma a fatti di puro carattere storico.
Tutto qui :smile:





Meglio, milord! Anche perché non credo che solitamente si annoveri l'intimidazione tra i sistemi di "correzione ed incoraggiamento al proseguimento della ricerca"!! :D
Quanto a me... discutere con voi? Ah, mio signore... come potrebbe questa povera, piccola e fragile dama tentare di farlo? Mi limito, io, come sapete, ad esporre un pensiero dove sia necessario... a correggervi il tiro, se mi passate l'espressione... e a mettere quell'immancabile puntino sulla 'i'... ;)

Oh, vi assicuro che poi alla fine, nonostante il mio primissimo impulso, ho fatto comprendere in maniera civile e garbata, al mio confuso cugino, la bontà delle mie perplessità in merito a quella questione :smile_lol:
Quanto al resto, mia signora, mi fa pensare alla mitica corte di Artù, dove per il suo carattere passionale il buon Lancillotto appariva difficilmente “richiamabile”, persino per il re.
Solo la regina, pare, avesse tale privilegio.
Da ciò, mia signora, io non posso che sentirmi onorato e fortunato per tutte le volte in cui giungete a “raddrizzare il tiro” di qualche mia uscita e a mettere il puntino su qualche “i” da me ignorata o dimenticata ;)

Talia
19-06-2012, 09.47.15
Ma su una cosa i due scrittori si distinguono: il Manzoni ha fatto della storia il fulcro ed il collante del suo romanzo, mentre Brown ha sonoramente ignorato ogni richiamo in merito a tale disciplina.
Io credo quindi che l'espediente da lui utilizzato, a mò di precisazione, sia del tutto inutile, visto che leggendo il suo romanzo chiunque, dotato di una cultura appena sufficiente, possa rendersi conto che di storico vi è ben poco.
E non mi riferisco, è bene precisare, a questioni di natura religiosa, ma a fatti di puro carattere storico.
Tutto qui :smile:
Appunto, mio signore... appunto!
E dunque, mi pare, che l'espediente (per discutibile che sia) si annulli da solo proprio per il fatto che voi avete giustamente sottolineato: buona parte della storia è evidentemente inconciliabile con le più semplici nozioni storiche (e storico-artistiche, sottolineerei...) e dunque qui quell'affermazione iniziale si annulla... come in una sorta di paradosso... di 'ab absurdo', se vogliamo...


Da ciò, mia signora, io non posso che sentirmi onorato e fortunato per tutte le volte in cui giungete a “raddrizzare il tiro” di qualche mia uscita e a mettere il puntino su qualche “i” da me ignorata o dimenticata ;)
Sapete che non mancherò, milord! ;)