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Visualizza versione completa : Lo Sparviero Nero e il Tesoro Maledetto dell'Isola Perduta


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Guisgard
11-10-2012, 02.31.17
Elisabeth e il fuggitivo, abbigliato come Ingrid, uscirono così dall'albergo.
Raggiunsero alcuni negozi e lei fu attratta da una bottega che vendeva tele e colori, mentre lui si fermò qualche passo più indietro a guardare le vetrine.
Passarono alcuni istanti senza che nessuno si accorgesse di niente.
Poi ad un tratto Elisabeth non vide più il fuggitivo.
Il suo piano era riuscito.
Ritornò allora all'albergo per ritrovare la vera Ingrid.
Qui però, sull'ingresso, vide il padrone andarle incontro.
“Ah, che sollievo...” disse sorridendole “... uno dei miei garzoni affermava di avervi vista uscire insieme alla vostra governante, ma ora vedo che non è così. Ne sono davvero sollevato. Infatti, poco fa, ho udito un gran rumore provenire dal vostro alloggio. Comprendo ora che era dunque la vostra governante... anche se, devo dire, mi ha un po' incuriosito... una donna sola che causa tutto quel trambusto... alquanto strano... comunque, ora vi saluto. A presto, milady.” E tornò alle sue faccende.

Guisgard
11-10-2012, 02.47.33
A quello strano brindisi di Clio, tutta la feccia presente cominciò a ridere.
Il vecchio invece restò a fissare la ragazza.
Ma stavolta con uno sguardo diverso.
Una strana luce si era accesa nei suoi occhi dopo aver udito le parole di Clio nell'atto di brindare.
Alzò allora il suo bicchiere verso di lei e mostrò un lieve sorriso, come un cenno d'intesa.
“Quel vecchio” disse Boyuke alla ragazza “è un ufficiale inglese che abbiamo catturato circa un paio di mesi fa... attaccammo la sua nave al largo di quest'isola e dopo l'arrembaggio lui fu il solo dei suoi a sopravvivere... il capitano decise di lasciarlo in vita con la speranza di guadagnarci qualcosa... tuttavia nessuno della marina inglese ha mai richiesto la sua liberazione e il vecchio poi si è sempre rifiutato di scrivere una lettera a parenti o ad amici per barattare la sua libertà con del denaro, affermando di non avere nessuno a questo mondo...” scolò altro rum “... così, scaduti i due mesi, il capitano ha deciso di fargli la festa... probabilmente appena finito di divertirsi con Dydas deciderà come accopparlo...” fissò poi Clio con uno strano sguardo “... ragazza, sai che fai troppe domande? Cominci a darmi sui nervi...”

Guisgard
11-10-2012, 03.09.38
“Sono perfettamente d'accordo.” Disse Fhael a Cheyenne. “Un cappellino, una mantella ed un ombrellino. Sono tutte cose che le gran dame di questa città usano sfoggiare ad ogni occasione.”
“State tranquilla.” Fece il vecchietto. “Saprò io confezionarvi un abito degno della vostra bellezza.”
“Ottimo, vecchio mio!” Esclamò Fhael.
Il vecchietto allora scelse con cura vari tessuti, tra diverse tonalità di verde.
Inoltre srotolò sul bancone alcune sete pregiatissime, come quella di Persia, di Ceylon e della Cina.
Prese poi uno scrigno intarsiato con motivi tribali, al cui interno vi erano vari bottoni di materiali, forme e colori diversi tra cui scegliere.
“Beh, di questo passo” sorridendo Fahel “andremo oltre ogni nostra aspettativa! Siamo in cerca di un padre per voi, ma credo che ci siano ottime possibilità di trovarvi anche un bel marito, cara Cheyenne!” E rise di gusto. “Tra quanto sarà pronto l'abito?” Chiese al vecchio sarto.
“Ci lavorerò da subito.” Rispose il vecchio. “Farò il prima possibile.”
“Allora noi sfrutteremo questo tempo al meglio.” Disse il portoghese alla ragazza. “Vi va di vedere la mia nave? Quella con cui intraprenderemo il nostro viaggio?”

Guisgard
11-10-2012, 03.40.03
Cavaliere25, così, si presentò ai due ufficiali che erano sul ponte.
“Si...” disse Great “... occorre aiuto in poppa, marinaio.”
Ma proprio in quel momento qualcuno si avvicinò a Cavaliere25.
“Il signor Guisgard ti stava cercando...” mormorò il nostromo “... ah, eccolo che arriva...”
“Cavaliere25...” disse Guisgard “... ti piace forse il formaggio? Vedi, c'è qualcuno a bordo che afferma di si. Vero Black?” Rivolgendosi ad un altro marinaio che era con lui.
“Si, signor Guisgard!” Annuì Black. “L'ho visto con i miei occhi prelevare due forme di formaggio prima della partenza!”
“Hai sentito, Cavaliere25?” Fissandolo Guisgard. “Cosa rispondi a questo tipo vigilante che ti accusa?”
“Cosa accade, signor Guisgard?” Avvicinandosi il capitano Sumond.
“Sembra che ci sia stato un furto a bordo, signore.”
“Ma come? Di già?” Fissandolo il capitano. “Bene, procedete allora con le dovute indagini.”
“Si, signore.” Annuì Guisgard. “Allora, Cavaliere25...” rivolgendosi di nuovo al marinaio “... cosa hai da dire alle accuse mosse da Black nei tuoi confronti?”
Il capitano Sumond, allora, si mise in disparte ed osservò in silenzio la scena.
http://cfile24.uf.tistory.com/image/117C893D4F915C7F07FDF4

cavaliere25
11-10-2012, 09.14.46
Niente signore forse era un altra persona non di certo io e poi perchè le avrei dovute rubare dissi tremante dove le avrei messe o a chi le avrei date continuai a dire senza smettere io non sono un ladro se volete arrestarmi fatelo pure o se dovrò scendere da questa nave lo farò ma passare per ladro non mi sta bene e aspettai una risposta da loro

Clio
11-10-2012, 12.58.48
Il mio volto si illuminò vedendo il sorriso del vecchio marinaio. Il cuore iniziò a sussultare piano.
Ce l'ho fatta, forse può sapere qualcosa..
Poi a quelle parole di Boyuke divenni pallida come una morta.
Attacco... Un paio di mesi fa.. Nessun sopravvissuto...
La mia mente continuava a rivivere quelle parole come se si rifiutasse di assimilarle.
Iniziai a tremare, era possibile che fossi giunta troppo tardi? No, non volevo crederci.
Cacciai indietro le lacrime che sarebbero sembrate alquanto sospette, e dissi semplicemente a Boyuke:" Perdonami, non ti disturberò più" poi mi alzai in piedi.
"Anzi, dato che quel povero vecchio ha solo un'ora da vivere credo che non gli farebbe male parlare un po'.." Passai lo sguardo rapidamente dal tavolo di Boyuke a quello del misterioso ufficiale " tranquillo, sarò a portata del tuo pugnale, nel caso facessi qualcosa di inappropriato... E poi c'è la ricompensa..." Dissi sorridendo.
"Andiamo, non volete un po' di intimità?" soggiunsi ridacchiando mentre osservavo la bella e prosperosa indigena che gli si era seduta sulle ginocchia.
Davanti a un seno così in bella mostra, pensai, nessun uomo avrebbe badato a un prigioniero. E infatti mi fece un cenno indefinito e non pensò più a me.
Così mi alzai sorridendo e mi diressi al tavolo del marinaio.
"Vi offrirei una pinta di birra, se potessi, ma sono prigioniera come voi e la mia l' ho finita"
Nel vedere il suo sorriso mi sedetti davanti a lui.
" Il mio nome è Clio Timory , figlia adottiva del generale Marcus Timory" lo vidi trasalire, evidentemente qualcuno gli aveva già parlato di me, o di mio padre.
Non mi stupii affatto, lo stesso capitano della New Tiger mi aveva visto crescere prima di divenire ufficiale di marina, quando era ancora un soldato. E poi c'era Jhonn...
"Non posso salvarvi.. Non riesco nemmeno a salvare me stessa.. "
Dissi con le lacrime agli occhi.
"Ma vi supplico, che ne è stato della New Tiger? E del suo equipaggio?"
Presi le sue mani tra le mie, non riuscendo a trattenere le lacrime : " non riesco a immaginare le sofferenze che abbiate dovuto subire a bordo dell'Antigua Perlata, ma vi prego, cercate di ricordare.. C'era un giovane, arruolato dal re per la sua abilità nel disegnare. Aveva il compito di raffigurare fedelmente ogni strano animale che avesse incontrato sul suo cammino." Strinsi più forte le sue mani :" vi prego, era... Come un fratello per me.. Sono giunta fin qui dall'Inghilterra per avere sue notizie" lacrime silenziose,ormai incontrollabili, mi scendevano sul viso.

Altea
11-10-2012, 15.37.15
Entrai in camera e pressi la sacca col libricino e il borsello, uscii e feci cenno a Odette che potevamo andare.
Giunti in strada confessai tutto alla balia.."Dobbiamo tornare al molo e cercare quel vecchio mozzo con cui parlai ieri, rammenti?Non farmi altre domande..e per gratitudine al ritorno ci fermeremo davvero in una sartoria e ti regalerò un bel vestito."
Quindi senza aspettare risposta andai avanti sperando Odette non mi fermasse nel mio intento.

Guisgard
11-10-2012, 17.03.25
Il vecchio marinaio ascoltò ogni parola di Clio e poi con le dita asciugò una calda lacrima che rigava il suo bel viso.
“Ho visto la nave di cui dite...” disse alla giovane “... percorremmo alcune miglia, tra Capo Calars e Puteos... poi la mia nave ha preso un'altra rotta e abbiamo perso di vista la New Tiger...” fissò poi la giovane e sul suo volto Clio lesse come uno strano lampo “... forse rammento di quel giovane... si, di quei disegni con strane raffigurazioni e lui che parlava di una missione scientifica per il re...”
Ma proprio in quel momento il gran trambusto della locanda, per un momento, si placò.
Giuff era ritornato e subito uno dei suoi gli lanciò una bottiglia di rum.
“Capitano...” avvicinandosi a lui Boyuke “... cosa ne facciamo del prigioniero?”
Giuff allora si voltò verso il vecchio marinaio, per poi sputare a terra.
Gli si avvicinò ed estratto un pugnale lo mise alla gola del vecchio.
“Non vali niente” mormorò il Gufo Nero “e nessuno verrà mai a reclamare il tuo cadavere... anzi, mi costi più da vivo che da morto... recita allora le tue ultime preghiere, cane...”

Guisgard
11-10-2012, 17.09.33
Odette invece prese Altea per un braccio e la fermò nel bel mezzo della strada.
“Non capisco...” disse visibilmente preoccupata “... cosa diamine stai combinando? In che razza di pasticci vuoi finire? Sei forse impazzita? Ora mi racconterai tutto di questa storia, altrimenti, ti garantisco, lo farai davanti a tuo padre e a tua madre! Chiaro?”

Altea
11-10-2012, 17.27.18
"Ma tu sei impazzita a urlare cosi ai quattro venti per strada, invece" dissi scrollando la sua mano di dosso al braccio e guardandomi attorno.
"D'accordo ma non metterti a urlare, qualcuno potrebbe sentirci" dissi sbuffando "l'altro giorno..a quel piccolo emporio..ho acquistato un libro e parla delle confessioni di un pirata, non si sa se ciò che vi è scritto è verità poichè dicono era diventato folle..ne parlai con quel vecchio mozzo e voleva saperne di più quando tu ci interrompesti. E ora vorrei chiarire la cosa con lui..e forse donargli quel libricino. Ci sono pure mappe..magari parla di un tesoro nascosto dai pirati?" dissi tutto d'un fiato mentre vedevo il viso di Odette sbiancare.

Guisgard
11-10-2012, 17.30.49
Guisgard ascoltò con attenzione le parole di Cavaliere25.
“Black...” rivolgendosi all'accusatore del giovane marinaio “... hai sentito? Una bella e appassionata difesa da parte di Cavaliere25... tu come vuoi replicare?”
“Signor Guisgard, invece è stato proprio lui!” Esclamò Black. “L'ho visto con questi occhi! Ha preso i due formaggi e forse li avrà portati a casa sua o in un suo rifugio! E' un ladro!”
A quel punto si avvicinò il capitano Sumond.
“Signor Guisgard...” disse “... mettere a confronto la parola di due uomini è procedura del tutto inutile. Registrate il furto ad opera di ignoti e sospendete le razioni di formaggio all'equipaggio fino a quando l'ammanco non sarà compensato.”
“Si, signore.” Annuì Guisgard. “E sia...” rivolgendosi a Cavaliere25 e a Black “... non c'è altro, potete andare.”
In quel momento uno dei marinai chiamò tutti gli altri perchè era suonata l'ora del rum.
Così, tutti i marinai, muniti del proprio boccale, si misero in fila per ricevere la razione prestabilita.
“Hai visto cosa hai combinato?” Fece uno dei marinai a Cavaliere25. “A causa tua non avremo formaggio per un bel po'!”
“Gia!” Esclamò un altro. “A me piace il formaggio col pane e per questo ti darei una bella lisciata!”

cavaliere25
11-10-2012, 17.36.45
Io non ho rubato nulla dissi se non avete prove finitela e lasciatemi in pace continuai a dire pensatela come vi pare io sono nel giusto e presi e mi allontanai da quel gruppo di marinai e mi misi in un angolino da solo e dentro di me pensai che bel casino ora sono pure un ladro per cosa poi per aver fatto un piacere al capitano come inizio di avventura non è molto interessante e rimasi li accovacciato per i fatti miei

Guisgard
11-10-2012, 17.52.25
Odette sbiancò a quelle parole di Altea.
“Tu...” disse con un fil di voce “... tu... tu sei pazza davvero... pirati? Ma sei ammattita? In che guai ti stai cacciando? Non pensi alla tua incolumità? E a quella della tua famiglia? Pirati? Ma ti rendi conto? Parli di predoni e lestofanti come se fossero le pagine di un romanzo! E poi la sciocchezza del tesoro! Questa è la realtà, non un libro! Ora ascoltami bene... ci libereremo di quel libretto e dimenticheremo tutta questa storia!”

Altea
11-10-2012, 17.58.14
"Odette...calmati per favore" alzai gli occhi al Cielo sperando non estraesse fuori pure il suo Rosario "infatti...ti ho spiegato che voglio donare quel libricino a quel mozzo, lui poi ne farà l'uso che vorrà, non dirmi di gettarlo via, o puoi dirlo ai miei genitori... io me ne andrò al molo da sola se non vuoi venire con me puoi tornare a casa. Sono stufa di dover sempre dire di si...ho dovuto abbandonare la mia Terra e acconsentire a questa idea folle di mio padre, permetti che viva qui la mia vita come voglio? Non sto frequentando cattive compagnie, quel mozzo è persona perbene". Detto questo presi la stradina per il molo, ora ricordavo la strada, se Odette ci teneva a me mi avrebbe seguita, o avrei proseguito da sola.

Talia
11-10-2012, 18.13.22
Era tardi, ormai... era molto tardi ed un forte ma caldo vento si era alzato dal mare, risalendo la scogliera e giungendo fino a me, in piedi di fronte al parapetto.
Socchiusi gli occhi e lasciai che quel vento mi sfiorasse il viso, respirando piano il suo profumo di salsedine...
C’era silenzio intorno a me, c’era silenzio dappertutto...

“Nonno?” chiamai, aprendo un poco la porta della biblioteca e facendo capolino all’interno “Nonno... sei qui?”
L’austera figura seduta sulla poltrona dall’alto schienale sussultò appena, come colta di sorpresa... poi mi vide e sorrise appena.
“Talia... vieni!” rispose.
“Cosa stai facendo, nonno?” mormorai, entrando nella biblioteca e richiudendomi l’ampia porta alle spalle.
L’uomo fece un piccolo gesto con la meno, come a minimizzare la domanda, e contemporaneamente chiuse il libretto dalla copertina scura e rigida che teneva tra le mani...
“Niente...” disse “Ripercorrevo vecchi ricordi...”
Io lo fissai per qualche momento, vivamente incuriosita... fissai lui, poi il libretto che ancora teneva tra le mani, ed ancora lui... come interdetta.
Arkwin rimase in silenzio per appena un istante, poi però si accorse del mio sguardo curioso e sorrise...
“La curiosità è un pregio, Talia... sai? La curiosità può addirittura essere considerata una virtù, in determinate occasioni...” disse “Ma ricorda sempre, mia cara, che va usata con prudenza e buonsenso!”
Esitai...
Una parte di me avrebbe voluto chiedere di quel libretto che già altre volte gli avevo visto tra le mani ma del quale ignoravo completamente in contenuto... l’altra parte ne aveva quasi timore.
Il nonno rimase in silenzio per qualche istante... poi sorrise.
“Sai...” disse “Ci sono momenti, alla mia età e con tutte le mie esperienze, che ti chiedi se davvero hai fatto e vissuto tutto ciò di cui si vocifera... ebbene, in quei momenti capisci di essere stato saggio ad aver tenuto un diario dei tuoi viaggi!”
“Posso vederlo?” sussurrai, quasi con timore.
Il nonno spostò gli occhi sul libretto, rigirandoselo per qualche momento tra le mani... poi tornò a guardarmi.
“Certo!” rispose “Devi! ...ma non oggi. No, non oggi! Un giorno sarà tuo, Talia... ed allora potrai leggerlo!”

Quel ricordo scivolò via dalla mia mente ed i miei occhi si spostarono in basso, a fissare il libretto che tenevo tra le mani...
Quel giorno era arrivato, infine... ripensai al nonno ed all’attenzione, quasi alla riverenza, con cui Passapuor aveva estratto quel libretto dal baule di Arkwin, appena poche ore prima, e me lo aveva dato... un dono da parte del nonno... ero stata felice di quel dono, ed anche se non lo avevo detto espressamente sapevo che il nonno lo aveva capito semplicemente guardando nei miei occhi.
Poi lui e Passapour erano rientrati.
Io no... io ero rimasta sulla terrazza, con quel libretto ed un mare di pensieri. E, per giunta, nonostante la curiosità, non avevo ancora avuto il coraggio di aprirlo, quel diario...

La spiaggia, oltre la duna, era chiara e sottile... mi piaceva andarci, specialmente in giornate come quella, nelle quali il sole autunnale era alto e splendente.
“Se tu potessi esprimere un desiderio, adesso... uno qualunque... cosa chiederesti?” domandai ad un tratto, rompendo quel breve momento di silenzio in cui eravamo caduti osservando le nuvole rincorrersi all’orizzonte.
Lui si voltò e mi fissò incuriosito...
“Perché?” chiese.
“Così...” stringendomi nelle spalle “Per sapere!”
“Oh, beh... non saprei... ne avrei molti...”
“Dimmene uno!” insistei “Il più bello... o anche solo il primo che ti viene in mente...”
“No, non posso...” disse il giovane, scuotendo appena la testa, dopo avermi osservata per un attimo.
“Perché?”
“Eh... perché tanto, di certo, non mi crederesti... oppure... beh, oppure potresti credermi e ritenermi un pazzo, oppure inopportuno, o troppo audace... e non mi vorresti più vedere...” disse, sfoderando un mezzo sorriso, insieme a quel tono e a quell’espressione particolare che assumeva talvolta e che io non riuscivo mai a capire completamente... a capire se mi prendeva in giro o se era serio...
“Oh, smettila!” sbottai quindi, riportando gli occhi all’orizzonte “Odio quando ti prendi gioco di me!”
Lui continuò a fissarmi per molti minuti... ma non disse niente.
“E tu?” domandò ad un tratto “Tu che cosa desidereresti?”
“Tu non rispondi a nessuna delle mie domande...” dissi, con un vago sorriso “Cosa ti fa credere che io risponderò alle tue?”
Anche lui sorrise...
“Andiamo... la prima cosa che ti viene in mente...”
Sospirai e fissai le nubi riflettersi sul mare...
“Leggere il libretto del nonno!” dissi ad un tratto, quasi senza pensare.
Lui sollevò un sopracciglio, incuriosito...
“Libretto? Di cosa parli?”
In fretta riportai gli occhi su di lui, come sorpresa di averlo detto davvero...
“Niente!” risposi in fretta.
Il giovane non disse altro... ma i suoi occhi rimasero su di me, incuriositi e forse un po’ perplessi...
Riuscii a resistergli solo qualche momento... poi sospirai appena...
“Beh, vedi...” iniziai, con un gesto leggero della mano “Mio nonno possiede un libretto... una sorta di diario dei suoi viaggi... l’ho visto molte volte ma non ho mai potuto leggerlo, né sapere cosa contiene... così...”
“Sei curiosa?” domandò.
“Beh, si... ma non è solo curiosità, è anche che... insomma, che...”
“E’ che alcuni diari sono più interessanti di altri!” concluse.
I nostri occhi si incrociarono allora, ed io seppi che lui capiva... seppi che conosceva tutte le storie che circolavano sul passato di mio nonno e che intuiva quanto io dovevo essere combattuta tra esse e l’affetto per il nonno... capiva e non giudicava.
“Si!” risposi piano.
Sorridemmo.

Sospirai a quel ricordo... al suo ricordo...
Poi lentamente, come incoraggiata, sollevai la copertina di pelle nera e nella prima pagina trovai un’iscrizione...

‘Diario di Viaggio
di Arkwin Van Colbye’

La grafia sottile ed elegante del nonno delineava quelle poche parole nella parte superiore della pagina... le osservai per un istante, mentre una vaga ed infantile eccitazione mi pervadeva...
Stavo per voltare il foglio e proseguire la lettura quando il rumore di una carrozza in arrivo nel cortile attrasse la mia attenzione... mi sporsi appena e vidi mio padre e mia madre scendere in fretta da quella carrozza... mio padre sembrava agitato e teso... lo sentii parlare seccamente con il servitore... lo sentii pronunciare più volte il mio nome... sospirai... forse il diario del nonno doveva aspettare...
In fretta lo richiusi e lo nascosi nella tasca del mio ampio abito... poi mi affrettai a rientrare e a scendere di sotto.

Guisgard
11-10-2012, 20.34.42
Ad un tratto, Rynos ed Emas si avvicinarono a Cavaliere25.
E dopo un po' arrivò anche Fidan.
“Ehi, amico...” disse Rynos al giovane marinaio “... ma cosa combini? Se avevi bisogno di cibo perchè non hai chiesto il nostro aiuto?”
“Forse però ha ragione.” Fece Emas. “Forse davvero non ha rubato lui quei formaggi. Anzi, se Cavaliere25 dice di essere innocente, io gli credo. Se avesse preso lui quei formaggi, a noi tre l'avrebbe detto. Lo conosco.”
“Si, è vero!” Intervenne Fidan.

cavaliere25
11-10-2012, 20.43.47
Guardai i tre amici e dissi grazie mille almeno voi mi credete non importa cosa pensano gli altri se lo avrei anche fatto lo avrei fatto in buona fede e non per fare un torto a qualcuno soprattutto a loro ho a voi e ripresi a guardare nel vuoto immerso nei miei pensieri

Guisgard
11-10-2012, 20.46.44
Odette, dopo un momento di esitazione, si fece forza e seguì Altea.
“Aspetta...” disse raggiungendola “... conosci ora dove andare? Sai come trovare quell'uomo?”
Ma proprio in quel momento raggiunsero il molo.
E poco più avanti, accanto a delle vecchie reti da pescatore, stava proprio il vecchio mozzo.

Guisgard
11-10-2012, 20.53.36
“Ma dicci la verità...” disse Rynos a Cavaliere25 “... siamo tuoi amici... devi fidarti di noi... se non sei un ladro, allora anche gli altri devono saperlo... tutti devono conoscere la verità... su una nave c'è bisogno di fiducia e sincerità... cosa è successo? Ne sai qualcosa di quei formaggi? Raccontaci tutto, o sarai bollato per sempre come ladro...”

Guisgard
11-10-2012, 21.07.08
Talia, dopo essersi preparata, scese subito al piano di sotto, dove trovò suo padre ad attenderla.
Era seduto e sorseggiava un bicchiere di Porto.
“Siediti, cara...” disse alla figlia “... da oggi molte cose cambieranno qui... l'arrivo di tuo nonno è un fatto e non potevamo evitarlo. In quella sua triste condizione, però, non credo possa causare fastidi a noi ed alla nostra posizione, che è molto delicata. Tuttavia non voglio che tu trascorra molto tempo con lui. Cercherò di far capire a Passapour che non può andarsene in giro con quei vestiti da filibustiere. Altrimenti vivrà insieme alla servitù.” Entrò in quel momento sua moglie. “Su, Philip... è un vecchio malato, vedrai che non causerà problemi... hai detto a Talia di domani?”
“Ci stavo arrivando...” rispose lui “... Talia...” tornando a parlare con sua figlia “... domani saremo ospiti del Vicerè spagnolo di Balunga... devo curare i rapporti tra la Compagnia e i mercanti aragonesi... e lì conoscerai una persona...”
“Un valente spadaccino spagnolo, piccola mia!” Entusiasta sua madre. “Molto affascinante e molto vicino al Viceré!”
Ed entrambi, marito e moglie, fissarono la ragazza.
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cavaliere25
11-10-2012, 21.10.19
Anche se vorrei parlare non potrei farlo mi dispiace mi è stato dato un ordine di non parlarne a nessuno e di dimenticarmi la questione non ho problemi al prossimo porto scendo e vado per la mia strada non voglio mettervi nei guai a voi siete brave persone lasciate perdere è meglio lasciate che pensino male io so solo che lo fatto in buona fede continuai a dire

Guisgard
11-10-2012, 21.26.24
“Aspetta...” disse Rynos a Cavaliere25 “... ordini? Che ordini? Allora è coinvolto qualche ufficiale? Rispondimi! Un ufficiale ti ha dato ordine di prendere quei formaggi? Allora uno di loro è il vero ladro?”
Ma proprio in quel momento passarono accanto ai quattro marinai il capitano Sumond e Guisgard.
“Il Codice di Guerra” fece il comandante “impone una punizione esemplare per chi chiama ladro uno degli ufficiali di bordo.”
“Capitano...” mormorò Guisgard “... questi marinai sono volontari, datemi un po' di tempo e saprò io come motivarli a dovere...”
“Avete sentito, no?” Fissandolo Sumond. “Ha insinuato che tra gli ufficiali vi sia un ladro.”
“Un mese senza rum gli insegnerà a tenere a freno la lingua, signore.” Disse Guisgard.
“Si...” annuendo Sumond “... insieme a venticinque frustate! L'equipaggio al completo assisterà alla punizione. Voglio tutti in coperta, signor Guisgard.” E andò via.
“Si, signore...” mormorò Guisgard scuotendo la testa.
Rynos, allora, fu portato sul ponte per la punizione.

Clio
11-10-2012, 21.28.50
Vidi riaffiorare la speranza in quelle parole. Si, era proprio lui, pensai, non poteva che essere lui quel ragazzo.
Ma la mia beatitudine durò un momento soltanto. Il tempo di sorridere, felice, al vecchio ufficiale, prima che quel silenzio innaturale riempisse la sala. Cercai di capire cosa fosse successo, ma non fu difficile intuirlo.
Giuff tornò e puntò il coltello alla gola del marinaio.
Sgranai gli occhi, terrorizzata, sapevo fin dall'inizio che quel momento sarebbe giunto, ma non immaginavo che arrivasse così in fretta. Non mi aveva neppure detto se Johnn era vivo o morto...
"No, ti prego.." Proruppi singhiozzando mentre stingevo forte le mani dell'uomo.
Ma il capitano tagliò la gola al marinaio, e il suo sangue si riversò sulle mie mani, ancora strette alle sue.
Abbandonai la testa sul tavolo e piansi: per quell'uomo, per Johnn, per la mia speranza sfumata.
Rialzai la testa a guardare il capitano con odio. Lo fissai negli occhi per un istante e poi mi asciugai le lacrime.
Sapevo che la strada verso la libertà per me era ancora lunga.

cavaliere25
11-10-2012, 21.31.42
Vi prego dissi non frustatelo ve ne prego non è colpa sua e corsi per mettermi davanti la colpa è mia continuai a dire frustate me al posto suo e cercavo di prendere tempo per trovare una soluzione

Altea
11-10-2012, 22.16.35
Arrivate al molo, fortunatamente vidi il vecchio mozzo e sorrisi ad Odette, gli andai incontro emozionata e mi presentai davanti a lui.."Messere, i miei saluti. Per fortuna non vi siete imbarcato ancora, cercavo proprio voi. Mi sono data alla lettura di quel libricino che vi mostrai ieri..è davvero incredibile. Per ora sono arrivata al punto dove la nave di Capitan Lanzaras si trova durante una bufera davanti a una Isola spuntata dal nulla...voi sapete dove si trova? Ci sono delle leggende su questo?" estrassi il libricino dalla sacca e glielo porsi con le mani..."Tenete, è vostro...vorrei donarverlo se permettete, se veramente vi è un Tesoro nascosto qualcuno meglio di me e che forse voi conoscete dovrebbe detenere questo libricino". E guardai il mare verso i suoi orizzonti sconosciuti e misteriosi.

Cheyenne
11-10-2012, 22.55.15
Accettai la proposta di Fhael volentieri e dove aver ringraziato il sarto, uscimmo dal negozio.
Lungo la via la gente si affollava a guardare le varie vetrine che esponevano oggetti di ogni paese conosciuto.
Importanti uomini d'affari, governanti e dame da compagnia, marinai appena scesi a erra, signore dai grandi cappelli piumati, tutti quanti intenti a svolgere le loro personali faccende, creavano un mosaico di volti provenienti anch'essi da ogni dove.
Alzai lo sguardo e mi persi a osservare gli altissimi alberi da frutto che si ergevano qua e la, tra case e negozi. Ad un tratto, intenda com'ero a scrutare queste piante( credo si chiamino palme) mi sentii saltare sulla schiena qualcosa. Mi voltai di scatto e vidi, comodamente poggiata sulla mia spalla sinistra, un esserino peloso con una lunga coda e gli occhi vivaci, di nome scimmia, che mordicchiava una nocciolina stretta tra le sue zampine dalle cinque dita. Finito il suo pasto, finalmente si degno di rivolgere il suo sguardo dritto verso di me. Io non sapevo che fare, non avevo mai visto un animale di questo tipo

Guisgard
12-10-2012, 01.32.11
Capitan Giuff sgozzò con barbara ed inumana ferocia quel vecchio ufficiale sotto gli occhi di Clio.
E davanti al sangue ancora caldo di quello sfortunato, nella locanda echeggiò la malvagia risata del Gufo Nero.
Ma il pirata si accorse dell'odio nello sguardo di Clio.
“Ragazza...” disse fissandola “... cosa c'è? Vuoi dirmi qualcosa forse? Volevi ucciderlo tu magari?”
E tutti i filibustieri presenti risero.
“Beh, forse non è stato un caso tutto ciò...” continuò Giuff “... forse è stato il destino a volere che lo uccidessi davanti a te, così da farti ben comprendere le cose... per me la vita umana possiede valore solo quando è possibile tramutarla in oro... quel vecchio inglese non valeva dunque nulla... neanche la pena” fissando la lama insanguinata del suo pugnale “di sporcare il mio fedele pugnale... ed il tuo destino non sarà diverso dal suo, se quell'ufficiale olandese non si presenterà al nostro appuntamento con l'oro... tienilo a mente...”
Chiamò allora due dei suoi, dando loro ordine di rinchiudere la ragazza in una stanza ben sorvegliata.
Così, poco dopo, Clio si ritrovò chiusa in una stanza, con due pirati a sorvegliarla dall'esterno.
Ad un tratto, però, qualcuno bussò e poi entrò.
Era Dydas ed aveva con se un po' di cibo ed acqua.
“Prendi...” fissando la ragazza “... mangia qualcosa... il tuo soggiorno qui non sarà dei più piacevoli e dovrai essere in forze...”

Guisgard
12-10-2012, 01.52.36
Il vecchio mozzo prese il libricino dalle mani ti Altea e lo fissò.
“Nessuno” disse “conosce l'ubicazione di quell'isola misteriosa... forse neanche esiste... l'autore di questo diario” indicando il libricino “era un pirata ritenuto pazzo da tutti... unico sopravvissuto infatti della ciurma del leggendario Capitan Lanzaras, venne ripescato su una zattera in mezzo al mare, dopo esser stato costretto a bere acqua salata per sopravvivere... questo lo rese pazzo e tutto il suo racconto venne ritenuto frutto di tale follia... e dopo essere stato impiccato per pirateria, la leggenda di Lanzaras, del suo fantomatico tesoro e di quell'isola perduta morì probabilmente con lui...” guardò Altea “... perchè volete liberarvi di questo libretto? Può sempre essere una piacevole lettura... come un romanzo... o forse una ballata dimenticata nel mare sconosciuto...”

Guisgard
12-10-2012, 02.21.32
La scimmietta aveva scelto la spalla di Cheyenne per consumare il suo gustoso pasto.
“Gon...” disse all'improvviso una voce “... Gon, vieni qui, accidenti!”
Era un giovane indigeno.
“Perdonate, signori...” scusandosi con la ragazza ed il portoghese “... mi è scappata in un attimo di distrazione...”
“Dovresti essere più attento alla tua scimmietta, ragazzo.” Disse Fhael. “Potresti perderla.”
“E' molto dispettosa, signore.” Fissandolo il ragazzo. “Su, Gon, vieni e lasciamo in pace i signori...”
Ma la scimmietta, nascondendosi tra i capelli di Cheyenne, si rifiutò di tornare dal suo padroncino.
“Avanti, Gon!” Esclamò il ragazzo. “Non fare storie e vieni via!”
Ma la scimmietta non voleva saperne.
“Credo che non abbia molta voglia di seguirti, ragazzo...” osservò con un sorriso Fhael.

Guisgard
12-10-2012, 03.25.35
“Marinaio...” disse il capitano Sumond a Cavaliere25 “... fatti da parte o sarete frustati entrambi! Avanti, obbedisci!”
Fidan ed Emas, allora, presero il giovane marinaio e lo portarono qualche passo più indietro.
“Equipaggio, scoprirsi!” Fece Guisgard e tutti i presenti si tolsero i cappelli.
Il capitano Sumond lesse allora il regolamento e sancì la pena per Rynos: venticinque frustate.
“Equipaggio, coprirsi!” Disse Guisgard e tutti si rimisero i capelli.
“Precedete con la punizione!” Ordinò Sumond.
Il nostromo allora, preso il gatto a nove code, cominciò a frustare il povero Rynos.
“E non risparmiatevi, nostromo!” Urlò Sumond. “Altrimenti prenderete il suo posto.
Così, una alla volta, lentamente ed accompagnate dai gemiti strazianti di Rynos, le frustate si abbatterono sulla sua schiena.
L'equipaggio fu costretto ad assistere a quel terribile spettacolo.
E alla fine, dopo la venticinquesima frustata, finalmente quella punizione terminò.
Un secchio d'acqua fresca fu gettato sulla schiena lacerata di Rynos ed il marinaio venne poi condotto sottocoperta, per essere affidato alle cure del medico di bordo, il vecchio Musmot.
Era questi un accanito bevitore, molto spesso brillo, ma sempre capace di mettere l'equipaggio di buon umore.
“Ah, non preoccuparti, figliolo...” disse al povero Rynos “... non è poi tutto questo granché avere qualche graffio sulla schiena... non al pari di perdere una gamba, almeno...” aveva infatti una gamba di legno “... mi fu amputata... aspetta... si, nel 36!” Esclamò, sorseggiando del rum da una bottiglia. “Si, nella battaglia contro i Turchi, al largo di Cipro... su, fatti un sorso di questo...” porgendo a Rynos la sua bottiglia “... si, ma non tutto!” Riprendendosela un attimo dopo. “Ora vado, ragazzi... in gamba, mi raccomando!” E ritornò in coperta.
Tutti i marinai, così, si avvicinarono a Rynos in segno di solidarietà.

La sera, negli alloggi ufficiali, a cena l'atmosfera non era delle più serene.
“Una tavola alquanto silenziosa, eh!” Esclamò il capitano Sumond.
A tavola vi erano, oltre al comandante, Guisgard, Great, il dottor Musmot e il Guardiamarina Austus.
“Non mangiate voi?” Chiese il capitano a quest'ultimo.
“Col vostro permesso, signore...” rispose Austus “... ma non ho molto appetito stasera...”
“Permesso negato!” Replicò il capitano. “Il cibo non va sprecato! Mangiate lo stufato, è buono. Voi...” rivolgendosi poi al cuoco “... servite le patate al signor Austus...” fissò poi Guisgard, anch'egli taciturno “... non mangiate il formaggio, voi? So che vi pisce molto, signor Guisgard.”
“Non stasera, signore...” rispose Guisgard.
“Ho capito...” fissando tutti loro il comandante “... fate combutta con l'equipaggio...”
“Avanti, signori...” mormorò Musmot “... non è il caso per un po' di formaggio...”
“Non è questo, capitano...” disse Guisgard “... è la scala dei valori che mi sconcerta...”
“Davvero?” Guardandolo Sumond. “Avanti, parlate pure liberamente...”
“Ecco...” fece Guisgard “... se per un semplice furto si frusta quasi a morte un uomo, mi chiedo cosa gli si possa fare per reati ben più gravi.”
“Offendere un ufficiale lo ritenete un reato di poco conto?”
“Signore, voglio dire...”
“Un momento...” lo interruppe Sumond “... allora, prendiamo un caso generico... mettiamo che la nave stia attraversando acque ghiacciate e occorra mandare un uomo in coppa... il vento è freddo e le sartie sono gelate... alla minima distrazione quell'uomo sa che ad attenderlo ci sarà la morte... perchè dovrebbe obbedirvi?”
“Beh, credo che molto dipenda dal soggetto in questione...” rispose Guisgard.
“No!” Scuotendo il capo Sumond. “Tutto dipenda da una sola cosa... dalla paura! Paura di ricevere una punizione ben peggiore della morte! Nessun marinaio oserà disobbedirvi se avrà visto frustato a sangue un suo compagno! L'odore della sua carne maciullata lo perseguiterà a vita!”
“Perdonatemi, signore...” mormorò Austus prima di correre via a causa della nausea suscitata da quelle parole.
“Siete sempre dell'idea di non voler assaggiare questo formaggio, signor Guisgard?” Domandò Sumond mentre tagliava un po' di quel formaggio. “E' ottimo.”
“Dipende dai gusti, signore...” fissandolo lui “... io lo trovo alquanto rancido e quindi indigesto...” e si versò un bicchiere di Porto “... davvero ottimo questo liquore, dottor Musmot... non trovate?” E i suoi occhi allora incrociarono quelli indagatori del capitano.
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Cheyenne
12-10-2012, 08.04.17
La scimmietta, nonostante i richiami del suo giovane padrone, non voleva scendere e si nascose tra i miei capelli. Il ragazzo era imbarazzato per il comportamento di Gon e si scusò.
"Oh non vi preoccupate, non mi da affatto fastidio" dissi ridendo " uh, non ci siamo presentati, il mio nome é Cheyenne e il accompagnatore é il signor Fhael. E voi, qual é il vostro nome?"

elisabeth
12-10-2012, 09.36.32
Ero quasi arrivata alla locanda correndo sorridendo, quando rallentai il passo...uno strano sentore, mi invase l'anima...entrai alla locando col sole alle spalle e il locandiere molto titubante e quasi incerto quando mi vide senza Ingrid.....era successo qualcosa di molto grave nella mia camera......il punto era che Ingrid non avrebbe mai potuto combinare un simile trambusto..." Il ragazzo ha ragione ero uscita con mia zia....ma a soli pochi passi dalla locanda mentre stavamo guardando alcune vetrine, lei si e' sentita male, lo accompagnata sino alla soglia del luogo in questione...e il ragazzo che all'uscita ho salutato...al ritorno era cosi' assorto a pulire il pavimento che non si e' neanche accorto del rientro in camera di mia zia....eppure gli avevo fatto anche un cenno di saluto......questo purtroppo mi lascia molto sorpresa.....perdonatemi, ma vado a vedere come sta...."..........salii le scale...ed entrai in camera, ma quella non era una camera era un luogo di roba ammassata e buttata alla rinfusa.......ma in quel luogo cosi' ristretto avrei dovuto vedere Ingrid...ma lei non c'era.....il panico mi serro' la gola, chi poteva averla portata via e perche'.......i soldi erano li' dove li avevo lasciati e non mi sembrava ci fosse alcun segno di richiesta.........credo che la mia mette avesse smesso di funzionare in quel momento.......il panico......dovevo chiedere aiuto alle autorita', ma l'unico che poteva salvarmi era mio padre, il Conte di Arbroath lui doveva, aveva le conoscenze giuste....

cavaliere25
12-10-2012, 09.43.29
Dopo lo sgradevole spettacolo che dovetti guardare mi avvisicinai al mio amico e dissi mi dispiace davvero tanto quelle venticinque frustate dovevo prenderle io non tu dissi con un filo di voce il formaggio lo preso io ma perchè il capitano mi ordinò di prendere due forme e portarle a sua moglie ma mi raccomando io non ti ho detto nulla e restai li a guardarlo fisso

Altea
12-10-2012, 16.22.35
Ascoltai attentamente il mozzo..che mistero quel libricino e quella isola? Crederci o non crederci? Dipendeva tutto dal nostro punto di vista, osservai il libricino e forse il vecchio mozzo aveva ragione, dovevo tenere quel libro, d'altronde se celava davvero la rotta per una isola misteriosa con un tesoro nascosto certo non sarebbe stato in bella vista in un negozietto.."Avete ragione...lo terrò con cura vi prometto. E se vorrete vi narrerò di ciò che vi è scritto, se non dovete imbarcarvi di nuovo" poi mi voltai verso Odette per rassicurarla in modo non dicesse nulla ai miei genitori "Hai sentito cara Odette? Sono solo racconti di una persona non sana di mente, non vi è nulla di vero di ciò che è scritto in questo libro..quindi puoi stare tranquilla, non rappresenta un pericolo per noi" detto questo lo riposi nella sacca.

Clio
12-10-2012, 16.59.32
Non risposi a quelle parole taglienti del capitano, ma non mutai il mio sguardo mentre mi avviavo verso la mia nuova prigione.
Entrai, mi sdraiai imbronciata sul letto, chiedendomi quale destino mi si prospettasse l'indomani.
D'un tratto, la porta si aprì.

Lei era stesa a terra, in mezzo alla paglia: il vestito lacero, il labbro gonfio, neri lividi sparsi su tutto il corpo.
La bambina si chinò su di lei, e le accarezzò il viso.
Quel contatto la svegliò, ed afferrò con forza il gracile braccio, per poi lasciarlo quando vide che apparteneva a una bimba dai grandi occhi azzurri.
"Non voglio farti del male, ti ho portato da mangiare"
Gli occhi le brillarono di dolore e gratitudine "scusa piccola, dio ti benedica"
Mangiò un po' , aiutata da quella bambina che la scrutava pensierosa : chi poteva aver ridotto così una donna così bella?
Poi si udirono degli schiamazzi e delle voci, i soldati entrarono nella piccola stalla. La sentì guaire e raggomitolarsi.
"Ma che brava, le hai portato da mangiare" disse ridendo uno di loro.
"Sarà sicuramente più in forma adesso.. " disse un altro mentre tutti ridevano fragorosamente.
"Generale Timory, portate via la vostra figlioccia, non è posto per una bambina questo... "
"Come non lo è l'accampamento" sibilò qualcuno di indefinito tra loro.
" Andiamo Clio, vieni via, non avevi delle faccende da sbrigare?" mormorò imbarazzato l'ufficiale.
In realtà no, penso lei, ma ben capì che quella era una scusa per allontanarla.
"Si signore, perdonatemi, che sbadata"
Ma non riuscì a non voltarsi indietro a guardare quella donna impaurita, di cui non seppe mai il nome.


"Ti ringrazio Dydas" dissi sorridendo mentre mi avvicinavo a quel cibo tanto prezioso. Ma quando vidi che mi aveva portato anche una fettina di carne, mi si strinse il cuore.
" Perdonami, non intendevo offenderti oggi, ma non ho mai conosciuto un'altra donna che sapesse combattere." Continuai con un timido sorriso.
" Io sono Clio..non che ti interessi ... tuttavia io conosco il tuo nome e tu non sai il mio, questo non è corretto" soggiunsi continuando a mangiare.

"Padre, che colpa aveva commesso quella donna? Era un traditore? Una spia? Un'assassina? Perché l'hanno picchiata in quel modo?"
Notò l'espressione confusa e disorientata negli occhi del padre.
" No bambina mia, niente di tutto ciò.. Ecco vedi... " lei capiva come quelle parole gli costassero fatica
"Era solo la donna di un villaggio nemico, lungo il nostro passaggio. Ed era.... Ed era la più bella, per lo più.. "
"Oh si era proprio bellissima" gli fece eco la bambina con voce sognante" spero di essere bella anche solo la metà di quanto lo era lei un giorno".
Il generale le lanciò uno sguardo terrorizzato "Non osare nemmeno pensarlo tu!"
Lei tremò impaurita dal tono usato dalle parole del padre.
"Perdonami padre, non intendevo essere superba. Mi devo confessare?" Disse mordendosi le labbra.
Ma la superbia era l'ultimo dei problemi di Marcus Timory, e nel vedere la figlioccia tremante si pentì di essere stato tanto brusco.
"Oh, sarai dieci volte più bella di quella donna piccola mia.."
E le accarezzò affettuosamente i capelli scarmigliati, con le lacrime agli occhi.
Lei lo guardò stranita, incapace di seguire il filo dei pensieri del generale.
"Io, non capisco.." Disse poi timidamente " perché l'hanno picchiata in quel modo se la sua unica colpa era di essere bella?"
Come spiegare a una bambina innocente la cieca bramosia, il desiderio sfrenato e animalesco che segue la conquista, e come confessarle che nemmeno lui si era sottratto alla tortura di quella donna? Ma la sola idea che ci fosse la sua amata bimba al suo posto, lo faceva rabbrividire.
Assunse un'aria solenne e la guardò negli occhi, stringendo le gracili spalle tra le sue possenti mani.
"Non la stavano picchiando Clio.. Un giorno capirai che torto le infliggevano ma ora voglio che mi prometti che non permetterai mai a nessuno di trattarti così."
Due occhi azzurri si sgranarono davanti a lui.
" Io? Ma padre..."
"Prometti melo!" Disse lui quasi con disperazione.
Se c'era una cosa che aveva imparato in quegli anni era il grande valore che Marcus dava alle promesse.
" Io.., farò del mio meglio padre, lo prometto..."
Lui la guardò, adesso era una bambina, ma non avrebbe potuto proteggerla per sempre.
Così, Marcus Timory, il grande generale di sua maestà, si inginocchiò , la prese tra le braccia e pianse pensando al pericolo in cui aveva messo quell'innocente bimba.

Osservai Dydas di sottecchi, chiedendomi come avesse imparato a usare i coltelli. Infondo, non è naturale che una donna combatta, se lo fa c'è per forza una storia dietro.
Ma non osai fare domande a chi era stato già fin troppo gentile con me.
Mi limitai a sospirare e a sperare che il mio soggiorno lì, per quanto poco piacevole, non fosse eterno. Pensai a Guerenaiz e al guaio in cui l'avevo cacciato. Non c'era momento in cui non mi domandassi se sarebbe venuto in mio soccorso o no. Sapevo che era folle cercare di salvarmi, eppure, in fondo all'anima, continuavo a sperare.
Così come non vuoi arrenderti al fatto che Jhonn potrebbe essere morto da tempo...
Disse una voce nella mia mente. Ed era vero, ma non avevo altra scelta, se non nutrirmi di speranza.

Guisgard
12-10-2012, 20.37.12
Il giovane indigeno, un po' imbarazzato, sorrise a quelle parole di Cheyenne.
“Il mio nome è Ghamael...” disse presentandosi “... e faccio lavori saltuari al porto per sopravvivere... lei invece” indicando la scimmietta Gon “l'avete già conosciuta.” Sorrise.
“Vuoi guadagnarti qualche soldo, ragazzo?” Chiese Fhael.
“Certo, signore!”
“Alcuni miei uomini stanno sistemando la mia imbarcazione...” spiegò il portoghese “... ti va di dar loro una mano?”
“Grazie, signore!”
I tre, allora, insieme alla scimmietta Gon arrivarono al porto e raggiunsero il molo dove era ormeggiata l'imbarcazione di Fhael.
Si trattava di una goletta a due alberi che batteva bandiera portoghese.
A bordo vi erano diversi uomini intenti a preparare il tutto per l'imminente partenza.
“Cara Cheyenne...” fece Fhael “... ecco a voi la mia Prhoar... non è un gioiellino?”

Guisgard
12-10-2012, 20.43.21
Ma proprio mentre Elisabeth stava per cedere al panico, un rumore attirò la sua attenzione.
Dalla penombra emerse una figura.
Poi un'altra ancora.
Erano due uomini armati ed uno dei due aveva sul viso un'inquietante ghigno.
“Salute a voi, milady.” Disse ad Elisabeth. “Cercate forse qualcosa? Magari la vostra governante? Che cosa curiosa... anche noi stiamo cercando un uomo... chissà, forse possiamo scambiarci un favore, affinché voi riotteniate la vostra governante e noi l'uomo che stiamo cercando...”

Guisgard
12-10-2012, 20.50.59
“Allora” disse Odette ad Altea “buttalo via se davvero quel libricino contiene solo bugie ed invenzioni.”
“Milady, conosco benissimo ciò che raccontano quelle pagine.” Mormorò il mozzo fissando Altea. “Anzi, forse conosco come pochi altri il contenuto di quel libretto.”
“Insomma, mi avevi promesso di darlo via!” Esclamò Odette. “Ora invece dici di volerlo tenere! Ti avverto, Altea, racconterò tutto ai tuoi genitori!”
“Non siate severe con lei, signora...” disse il mozzo ad Odette “... se lo nasconderete gelosamente, non correrete alcun rischio...”
“Cosa significa?” Stupita Odetta. “Nasconderlo? Forse qualcuno lo cerca?”
“E' una storia dimenticata...” mormorò il mozzo “... meglio non riportarla alla luce del Sole... gli spettri devono riposare nell'oscurità...”

Guisgard
12-10-2012, 21.06.21
Dydas osservò Clio mentre mangiava.
“Lo so...” disse a voce bassa “... vuoi fuggire... e forse posso aiutarti... ma solo se tu prima aiuterai me...” nei suoi occhi passò un lampo “... io... io devo uccidere quella bestia... si, devo uccidere il capitano Giuff... anche se fosse l'ultima cosa da fare prima di morire... mi aiuterai?”
In quel momento una delle sentinelle entrò.
“Tutto bene qui?” Chiese.
“Non sai, razza d'animale, che si bussa prima di entrare nella stanza di una donna?”
“Hai la Luna storta stasera, bellezza?” Ridendo la sentinella.
Ma, con un rapido gesto, Dydas per tutta risposta lanciò uno dei suoi pugnali contro la porta, ad un centimetro dalla faccia del pirata.
“Se entrerai ancora senza bussare” disse Dydas “quel pugnale te lo ritroverai in mezzo agli occhi.”
Il pirata allora uscì.
“Ah, dimenticavo...” voltandosi Dydas di nuovo verso Clio “... non ripetermi più il tuo nome... voglio dimenticarlo... chiaro?”

Guisgard
12-10-2012, 21.10.32
Rynos fissò Cavaliere25 e abbozzò un lieve sorriso.
“Non preoccuparti, amico mio...” disse ancora sofferente “... nessuno saprà questo tuo segreto... però, che bastardo il capitano...” ansimò e un gemito tradì il suo doloroso sforzo nel parlare “... è sempre così in questa sporca marina... fai un favore ad un ufficiale e vieni ripagato in malo modo...”

cavaliere25
12-10-2012, 21.33.24
Non ti preoccupare la pagherà cara per quello che ti a fatto te lo prometto dissi guardando il mio amico in faccia poi mi girai e domandai dovè il capitano ???devo parlagli urgentemente e mi incamminai per uscire e andare nei suoi alloggi dentro di me si era creata una rabbia furiosa odio dovevo fargliela pagare a quel maledetto strinsi i denti per calmarmi ma non riuscivo

Altea
12-10-2012, 22.11.35
Alle ultime parole del mozzo rabbrividii...era vero, in quel libricino aleggiavano ancora gli spiriti di quei pirati, e le parole del mozzo erano misteriose. Capii conoscesse tutto su quella storia o leggenda, ma non negava che ciò che vi era scritto potesse essere vero.
Sorrisi quando rispose a tono ad Odette.."Infatti...siete una oppressione Odette. Prometto che lo nasconderò in un luogo segreto, e ne farò buon uso, d'altronde sono solo curiosa di leggere ciò che successe, non ho mica intenzione di imbarcarmi alla ricerca di una Isola sconosciuta e un Tesoro nascosto" e presi Odette per un braccio sorridendole e rassicurandola.."Ora andiamo, si sta facendo tardi...e ricorda che dobbiamo andare in una sartoria, i miei genitori sanno che dovevo prendere dei vestiti e poi...si voglio fare felice mio padre e presentarmi al meglio davanti al Governatore...se questo per lui..è l'unica soddisfazione che sono in grado di dargli." Il mio viso si rabbuiò per un attimo ma poi mi scrollai di dosso quella improvvisa tristezza che mi attanagliava il cuore.
"E poi come mi insegna la mia cara e buona Odette..una dama da marito deve sempre essere presentabile, la occasione può sempre essere dietro l'angolo" era quasi una sorta di suo motto, salutai il mozzo e scesi di nuovo verso il borgo di Santa Lucia.

Talia
13-10-2012, 01.56.33
Non badai molto alle parole di mio padre, alle sue preoccupazioni per l'arrivo del nonno a Las Baias... immaginavo che la pensasse in quel modo e ne ero tutt'altro che sorpresa.
Fu quell'ultimo discorso, invece, a stupirmi...
Sollevai gli occhi a quelle parole e li puntai su mio padre, restando per qualche momento a fissarlo in silenzio... fissai lui, poi le sguardo speranzoso di mia madre...

"Padre, lascia che ti spieghi..."
"Spiegarmi? Spiegarmi che cosa, Talia?" gridó "Devi essere pazza... si, ecco cosa: pazza!"
"Padre, ti prego..."
"Silenzio! Non ascolteró un'altra parola!"
Nella stanza caló il silenzio più assoluto, rotto soltanto dal tintinnare nervoso del l'anello di mio padre sul cristallo del bicchiere che stringeva convulsamente...
Fu silenzio per lunghi minuti... io avevo gli occhi pieni di lacrime represse a fatica... infine il nonno, che fino a quel momento era rimasto in silenzio, sospiró.
"Philip, calmati!" disse, con la più impassibile delle espressioni sul viso "Questa tua collera è fuori luogo, credimi! Stai esagerando!"
Philip si voltó e fissó suo padre con la più terribile delle espressioni stampata in volto...
"Tu..." ringhiò "Tu! So perfettamente che la colpa è tua, sei tu che hai riempito la testa di mia figlia di frottole e bugie... l'hai plagiata, le hai fatto il lavaggio del cervello..."
"Questo è ridicolo!" ribatté Arkwin.
"No che non lo è! E guarda dove siamo giunti... guarda! Torno, e che cosa trovo? Trovo che... che..."
"Che ha trovato un amico!" concluse Arkwin per lui "Il che è perfettamente normale per una ragazza della sua età!"
"Sarà normale da dove provieni tu!" sbottó mio padre.
"È normale ovunque, Philip! E per giunta posso dire che il giovanotto in questione è anche molto in gamba!"
"È inglese, dannazione!" urló mio padre "È un dannato, sporco, stramaledetto inglese... ti dice niente questo?"
Arkwin sbuffó.
"Oh, certo... a te questo non importa, vero? Anzi..." esitó, vibrante di rabbia "Ma ora sono qui io, per fortuna. E ti garantisco che Talia non lo vedrà più!"
"Philip..." inizió il nonno.
"Papà!" protestai io "Papà no! Io non voglio... Tu... tu devi ascoltarmi!"
"Silenzio!" ci zittì "Questa è la mia ultima parola. E... Talia, anticipiamo la partenza: salperemo domani! Va' a prepararti!"

Battei le palpebre e mi sforzai di mettere quel ricordo da parte...
"Uno spadaccino spagnolo, padre? Non capisco!" mormorai.

Guisgard
13-10-2012, 02.46.26
Altea e Odette, salutato il mozzo, ritornarono al borgo e cercarono una sartoria in cui acquistare un vestito.
Occorreva un abito elegante, visto che Altea doveva presentarsi con i suoi genitori davanti al governatore, ossia davanti all'uomo che rappresentava il governo olandese nel Nuovo Mondo.
Trovatala, le due donna vi entrarono e subito cominciarono a guardarsi intorno.
Sete pregiate, dalle tinte esotiche e dai riflessi simili a cromature, facevano bella mostra sugli scaffali e sulle mensole.
Mantelline ornate con fili d'oro, guanti ricamati alla moda di Francia e baltei che assumevano, asseconda della luce del giorno, richiami perlati, d'agata, zaffiro e cobalto.
E poi ancora cappellini, corsetti, fascette, scialli e stole, tutte che richiamano le ultime tendenze della moda Europea.
“Salute a voi, signore...” disse una donna, avvicinandosi ad Altea e ad Odette “... in cosa posso esservi utile?”

Guisgard
13-10-2012, 03.18.05
“Oh, si, cara.” Disse la madre di Talia con vivo entusiasmo. “In verità non è uno spadaccino come può essere inteso dalle nostre parti. In Europa dico. Oh, cara, è un uomo estremamente affascinante! E'... come dire...” voltandosi verso suo marito “... in realtà è spagnolo di nascita, ma è praticamente cresciuto in giro per il mondo... devi conoscerlo, pare abbia visitato paesi lontanissimi e sconosciuti, come le Indie, il Borneo, la Cina, persino il Giappone! Ora è al servizio del Vicerè ed è la sua guardia del corpo!”
“Va bene così, Maria.” Mormorò Philip. “Lo conoscerà di persona lei stessa.” Fissò Talia. “Preparati per domattina... partiremo molto presto per Balunga.” Si alzò per ritirarsi. “Ah, Talia...” voltandosi di nuovo verso di lei “... i rapporti tra la Compagnia e gli spagnoli dipendono da come sapremo ingraziarci la corte del Viceré... voglio che tu domani sia gentile ed educata... buonanotte.” Ed uscì.
“Oh, Talia!” Esclamò sua madre. “Quando lo vedrai...” sorrise “... ma è tardi, meglio andare a letto. A domani. Buonanotte.”
Nell'altra parte della villa, intanto, il vecchio Arkwin era ancora sveglio e seduto su una sedia davanti alla finestra fissava il meraviglioso golfo di Las Baias.
Con lui vi era Passapour e come ogni sera, prima che i due si coricassero, trascorreva del tempo a leggere qualcosa o solo a conversare con il suo capo.
“Ho udito quel nome da vostro figlio” disse “mentre passeggiavo nel giardino... Balunga... del resto era naturale... prima o poi la Compagnia doveva cercare contatti con gli spagnoli... il problema è ora capire come agirà il governatore e quando farà entrare in azione la sua spia che si nasconde tra i fedelissimi del Vicerè...”
In quel momento il vecchio Arkwin con un impercettibile movimento degli occhi chiamò a sé il fedele Passapour.
Questi gli si avvicinò e chinandosi ascoltò i bisbigli dell'olandese.
“Ne siete certo?” Stupito il servitore. “La spia è già penetrata nella corte del Vicerè? Chi vi ha dato questa informazione?”
Ma un emblematico sguardo di Arkwin placò, per il momento, la curiosità di Passapour.
“Si, avete ragione...” annuì “... abbiamo altro a cui pensare ora...”

Guisgard
13-10-2012, 04.36.17
Cavaliere25 era deciso.
Voleva incontrare il capitano.
Si incamminò verso gli alloggi degli ufficiali, ma prima di arrivarci incontrò il suo amico Emas.
“Cavaliere25...” disse fissandolo “... cosa ci fai qui? Dove sei diretto?”



Nel frattempo, Austus era sul ponte, mentre il canto di alcuni marinai di vedetta si confondeva con il melodico scivolare delle onde del mare contro lo scafo della Santa Rita.
“Austus...” disse Guisgard avvicinandosi al Guardiamarina “... sei qui... cosa c'è? Nostalgia di casa?”
“Guisgard...” sorridendo Austus “... no, non è vera e propria nostalgia... non so, per me questo è il primo incarico su una nave e mi fa una strana sensazione sapere che mancherò da casa per molto tempo...” fissò le vele che si gonfiavano al vento “... ma mi piace tutto questo... notti così belle, la nave che scorre leggera sulle acque... e poi il canto di questi marinai... nulla può fiaccarli, poiché essi vivono per il mare...”
“Basta con questa lagna!” Urlò all'improvviso il capitano Sumond verso i marinai che cantavano, prima di scendere nella sua cabina. “Vi voglio vigili e silenziosi!” E si chiuse in cabina.
“Sembra far di tutto per avvilire l'equipaggio.” Scuotendo il capo Guisgard. “Forse detesta chi è felice...”
“Ma non può inaridire lo spirito di questi uomini.” Disse Austus. “Nemmeno con le frustate.” Fissò poi Guisgard. “Quel marinaio che lui ha fatto punire...”
“Parliamo d'altro, per favore.” Lo interruppe Guisgard. “E' il capitano e ogni nostro commento è del tutto superfluo.”
“Tu cosa pensi?”
“Cosa dovrei pensare?” Fissandolo Guisgard. “La mia opinione è del tutto irrilevante.”
“Parli da ufficiale, è naturale.” Mormorò il Guardiamarina. “E da uomo?”
“Se vuoi saperlo” rispose il tenente “come marinaio è un asso, ma come uomo è una frana. Sfortunatamente per noi dobbiamo attenerci al suo essere capitano.”
Austus sorrise.
“Perchè ti sei arruolato in marina, Guisgard?”
“E' difficile da dirsi...” fissando il mare e il cielo Guisgard “... forse per notti come queste, per le sensazioni che possono darti... forse per contare le infinite stelle di un simile cielo, o immaginare dove giunge la scia della Luna oltre l'orizzonte... a casa avevamo nell'androne un grosso dipinto... ricordo che vi era raffigurato un mare tempestoso ed una ragazza che da una scogliera guardava l'orizzonte... io restavo per ore a fissare quel quadro, chiedendomi chi fosse quella ragazza e chi stesse aspettando... forse suo padre, forse suo fratello... o magari il suo amato... e cercavo di figurarmi il suo ritorno ed il loro incontro...”

Quella voce proveniva dalla scogliera.
In principio gli era parso come il fruscio del mare, o il sibilo delicato del vento fra i fiori.
Ma poi si accorse che vi era un qualcosa di melodico e decise di seguirlo.
Vide allora la sagoma di una grande casa proprio a picco sul mare.
Si avvicinò, trovando come alleato il buio della sera e senza che nessuno lo vedesse arrivò sotto ad una piccola finestra illuminata.
Ora poteva udirla chiaramente: era la voce di una ragazza.
Guisgard allora sorrise e sedutosi restò ad ascoltarla.
Ad un tratto qualcuno si affacciò dalla finestra, forse per vedere il mare, o forse solo per assaporare la dolce aria di quella sera.
E guardando in giù quella ragazza si accorse di lui.
“Che bel cappellino, sir!” Esclamò divertita.
“Oh, cosa?” Fece Guisgard. “Ah, questo!” Togliendosi il basco. “Oh, è il basco che regolarmente indossano i cadetti Guardiamarina!”
“E di grazia” sorridendo lei “cosa cerca un futuro Guardiamarina sotto la mia finestra? Vi siete forse perso? Guardate che il mare è laggiù, non qui!”
“In verità...” alzandosi da terra Guisgard “... è stato un canto a condurmi qui...”
“Un canto?”
“Si...” annuì lui “... un canto meraviglioso ed una voce paradisiaca... ho creduto appartenesse ad una sirena, tanto era bello...”
“E cercate qui la vostra sirena?”
“Oh, no...” sorridendo lui “... l'avete detto voi poco fa, rammentate? Il mare è laggiù, non qui e le sirene vivono in acqua.”
“Già.”
“Mi sembra dunque ovvio che non era una sirena a cantare” disse lui “a meno che non abbia mutato la sua coda con un bel paio di gambe. Sapete, pare sia possibile? Usano fare così le sirene quando si innamorano di un uomo.”
“Mi spiace per voi, Guardiamarina...” fece lei “... ma qui non troverete sirene innamorate.”
“Beh, eppure qualcuno sarà pur stato a cantare” fissandola lui “e temo che non andrò via da qui fino a quando non avrò trovato quella voce. A chi potrebbe appartenere secondo voi?” Sorridendo lui.
“A mia nonna, milord!” Esclamò lei. “Era lei che cantava poco fa!”
“Allora potreste chiamarla, per favore?” Divertito lui. “Vorrei parlarle.”
“Per dirle cosa?”
“Che mi sono perdutamente e irrimediabilmente innamorato di lei...” facendole l'occhiolino lui.
“Milord, io non so che razza di ufficiale voi siate” scuotendo il capo lei “ma posso dirvi che siete un valente Don Giovanni. E con questo vi auguro una serena notte!”

“Già, il loro incontro...” sussurrò Guisgard, mentre il vento sembrava portarsi via quel lontano ricordo “... e non riesco ad immaginare, stanotte come allora, una fortuna più grande di trovare quella ragazza ad attendere il mio ritorno...” e fissò il luccichio, lontano e sognante, di tutte quelle infinite stelle che animavo quello sterminato cielo sul mare.
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Cheyenne
13-10-2012, 05.21.06
Giunti al porto Fhael mi mostrò la barca con cui avremmo intrapreso il nostro viaggio.
Non avendo esperienza di imbarcazioni, non potevo dare un giudizio tecnico sulle varie componenti della nave e sul loro funzionamento ma, con il mio giudizio da profana non potevo non ammirare la splendida linea formata dal corpo della barca, il possente legno magistralmente usato per creare gli alberi dai quali si issavano grosse vele di un bianco immacolato.
Il mio sguardo venne poi catturato, alla fine della prua, dalla polena a forma di sirena. La parte di donna era finemente scolpita,il volto aveva dei fini lineamenti e i capelli scuri parevano svolazzare per davvero. La parte animale, ovvero la coda di pesce, era invece fatta in maniera più rozza,forse per simboleggiare la supremaziona dell' uomo, che possiede la ragione, contro l' animale.
Il nome era posto verso poppa ed era inciso con lettere dorate, che conferivano come un' origine di tipo orientale.
" Che significa il nome dalla vostra nave, signor Fhael? É per caso un nome di origine straniera? O a semplicemente un legame con voi?"

cavaliere25
13-10-2012, 10.19.29
Sto andando a parlare con il capitano dissi quello che a fatto al nostro amico non mi è andata giu lo a quasi fatto ammazzare continuai a dire devo sistemare la questione in un modo o in un altro quindi non mi fermare ora vai dal nostro amico e vedi come sta dissi tutto serio e prosegui il mio cammino

Altea
13-10-2012, 19.54.52
Entrate nella sartoria una gentile dama ci venne incontro..mi guardavo attorno, era un tripudio di colori tra stoffe, cappellini, scialli, ombrellini e vari altri vestimenti.
"I miei omaggi milady, vedete dovrete aiutarmi poiché solitamente dove abitavo prima era il sarto a propormi i nuovi migliori arrivi proprio recandosi a casa nostra, del Duca Fletcher. Infatti dobbiamo recarci a fare visita al nuovo Governatore olandese e dovrete fare del vostro meglio..avrei pensato qualcosa su un arancio tenue visto la varietà di colori di questa Isola..che ne pensate?E se mi soddisferete vi commissionero ' pure uno color dell'Iris, uno color smeraldo e uno bianco pieno di merletti." Detestavo queste incombenze, per me la immagine esteriore non era tutto ecco perche'mi annoiavo a tutte quelle feste di aristocratici e alti borghesi che invece i miei genitori adoravano frequentare, era tutto talmente frivolo.
Osservai Odette.. "Dimenticavo..un bel vestito anche per la mia balia. "

Talia
14-10-2012, 20.55.04
Rimasi immobile ed in silenzio mentre, prima mio padre e poi mia madre, uscivano dalla stanza.
Gentile ed educata, aveva detto papà... non lo ero sempre?
Le mie mani si strinsero a pugno a quel pensiero... già, perché io sapevo cosa intendeva mio padre con quelle parole... sapevo ció che temeva...
E poi c'era mia madre... lei desiderava 'sistemarmi' fin da quando eravamo arrivati a Las Baias... fin da quando mi aveva vista fissare malinconicamente il mare ed aveva capito che il mio pensiero era ancora in Olanda, era ancora con lui... erano passati due anni da allora ed io avevo sabotato ogni suo tentativo di trovarmi un marito.
Esitai... chiedendomi se quello spagnolo sarebbe stato l'ennesimo tentativo di mia madre per me, mio malgrado. Poi sospirai... perché in fondo la verità era che non mi importava delle loro intenzioni né dei loro piani. La veritá era che, nonostante tutto, nonostante potesse sembrare sciocco, il mio cuore era ancora con lui... era chissà dove...
Lentamente, tristemente, mi voltai e mi diressi verso la mia stanza...
Quella seguente sarebbe stata una lunga giornata, pensai.

Clio
14-10-2012, 23.09.46
Osservai con un sorriso la traiettoria del pugnale.
Quando la porta si chiuse e Dydas lo estrasse con agilità dal legno.
La guardai con uno sguardo d'intesa.
"Ma certo che ti aiuterò" mutai il volto in un ghigno perfido " te lo terrò fermo mentre deciderai il modo migliore per ucciderlo... Ma prima permettermi di tagliargli di netto la mano con cui ha osato sfiorarmi, l'ho promesso a me stessa".
Presi il coltello che avevo usato per tagliare la carne :" lasciami tenere questo, mi basterà" dopo un lieve cenno d'assenso di Dydas lo riposi nel corsetto, dove avevo tagliato una tasca tempo prima.
"Come pensi di procedere? Hai già un piano?" Soggiunsi sorridendo.

Guisgard
15-10-2012, 01.24.05
“Quel nome” disse Fhael a Cheyenne “ha un significato... vedete, sin da piccolo ho fantasticato su terre esotiche e lontane. Divoravo letteralmente poesie e romanzi che descrivevano quei luoghi, gli uomini che li abitavano e le emozioni che animavano i loro cuori. Una volta, era ancora un ragazzino, conobbi al porto di Lisbona un vecchio marinaio... il suo nome Nuno Alves ed aveva l'aspetto di chi conosceva bene il mare ed i suoi misteri... ogni giorno, così, presi l'abitudine di recarmi al porto per sentire una delle sue storie e in ogni suo racconto vi era la sua inseparabile compagna... una straordinaria nave con cui Nuno aveva solcato i mari di mezzo mondo... ed il nome di quella nave era proprio Prhoar... una nave non diversa da questa” indicando la sua imbarcazione “e con a prua una sirena simile a questa che vedete qui ora.” Sorrise. “Per questo ho deciso di chiamare così la mia nave. Ecco svelato dunque il mio segreto. E sarà proprio la mia Prhoar che ci condurrà da quell'uomo di cui vi ho parlato.”
Fhael mostrò così tutta la sua nave a Cheyenne, presentandola ai suoi uomini che fungevano anche da equipaggio.
“Ora sarà meglio per voi tornare alla Rosa dei Venti.” Fece il portoghese.”Domani, a Dio piacendo, partiremo e voglio vedervi fresca e ben riposata. Rammentate poi che domattina sarà anche pronto il vostro abito alla sartoria. Andiamo, allora... vi riaccompagnerò nel vostro albergo. Verrò a prendervi domattina.”
Fhael allora accompagnò Cheyenne alla Rosa dei Venti, per poi ritornare al porto dai suoi uomini.

Guisgard
15-10-2012, 01.37.30
La donna della sartoria sorrise ed annuì a quelle parole di Altea.
“Vedrete, milady, resterete estremamente soddisfatta.” Disse, per poi mostrare alla ragazza stoffe di vari tipi e colori, tutte molte belle, con richiami alla moda europea. “Vi consiglierei questi colori, milady, che ben si adattano al vostro colorito ed ai vostri meravigliosi capelli.” Indicando i colori che più si avvicinavano a quelli chiesti da Altea. “Inoltre, se mi è permesso, vorrei suggerirvi qualcosa di sofisticato ed anche un tantino sfarzoso, visto che, come mi avete rivelato, sarete ospite di sua eccellenza il governatore. Egli infatti adora gli abiti eleganti ed appariscenti... anzi, se mi è concesso, qualcuno afferma che sua eccellenza abbia un vero e proprio debole per le dame sofisticate, perchè, pare gli ricordino le atmosfere e gli ambienti della vecchia Europa.”
“Che uomo è il governatore?” Chiese Odette.
“E' un uomo potente.” Rispose la donna. “E credo che questo basti per classificarlo come un uomo su cui fare un'ottima impressione.” Fissò poi di nuovo Altea. “Avete dunque scelto qualcosa, milady? Se nutrite ancora dubbi, allora affideremo il vostro abito a madame Truasson, la nostra esperta in fatto di vestiti.” E chiamò la sua collaboratrice.

Guisgard
15-10-2012, 01.54.25
“No, non è questo il genere di aiuto di cui ho bisogno.” Disse Dydas a Clio. “Giuff è un uomo scaltro e pericoloso. Sotto la camicia ha un pugnale dal quale non si separa mai, neanche quando fa l'amore... ha il sonno leggerissimo e coglierlo di sorpresa è praticamente impossibile... ma io devo ucciderlo e vendicarmi di lui ad ogni costo... lui uccise barbaramente mio padre e mio fratello, per poi violentare mia madre sotto i miei occhi... e si decise poi ad uccidere anche lei solo dopo averla fatta assistere allo stesso spettacolo, stavolta con me come protagonista... ero solo una ragazzina...” un lampo attraversò gli occhi di Dydas “... lo uccideremo con l'inganno... tra un'ora tu chiederai alle sentinelle di condurti dal capitano, facendoti dare da loro una bottiglia di rum. In essa verserai questo...” mostrandole una boccettina di veleno e lasciandola poi sul suo cuscino “... le sentinelle ti condurranno da lui e nel vederlo gli dirai che hai voglia di lui... lo conosco bene... mi caccerà dal suo letto per far entrare te... ma prima che lui possa toccarti, tu gli farai bere un po' di quel rum... il veleno lo tramortirà ed a quel punto io ritornerò nella stanza per dargli il colpo di grazia... te la senti?”

Guisgard
15-10-2012, 01.59.08
Cavaliere25 era deciso.
Si diresse verso gli alloggi ufficiali, incamminandosi poi verso la cabina del comandante.
“Marinaio.” Arrivando il capitano Sumond e trovandolo lì. “Cosa ci fai negli alloggi ufficiali?” Lo fissò. “Forse comprendo... hai delle lagnanze, vero?” Con il suo sguardo di ghiaccio. “Avanti, ti ascolto... sono sempre curioso e interessato ad ascoltare le lamentele dell'equipaggio...”

Guisgard
15-10-2012, 03.37.01
Scena IV: Il Vicereame di Balunga

“I Brobdingnaghesi hanno leggi chiare e semplici, un re che regna con giustizia e politici onesti. Tutto ciò stupì moltissimo il buon Gulliver, abituato agli usi e costumi della sua Inghilterra.”
(Jonathan Swift, I viaggi di Gulliver)



Talia ritornò nella sua stanza, con mille e più pensieri che tormentavano il suo animo.
Fissava da una finestra il mare calmo e silenzioso, sul quale dominava un cielo sterminato, limpido e chiaro di stelle scintillanti, che sembravano disegnare nel firmamento infinite vie, pronte a condurre lontano da quel mondo e dalle sue miserie, forse fin dove dimorano i nostri sogni più belli.
Alla fine, chiuse gli occhi e si addormentò.
E sognò tante cose: il palazzo del governatore, la loro villa sulla scogliera, il porto bianco di Las Baias.
E poi ancora vide in sogno un sontuoso palazzo che lei immaginò essere del Viceré, in seguito riconobbe varie figure, come i suoi genitori, suo nonno e il fedele Passapour, Jamiel ed i suoi genitori.
E proprio il piccolo indigeno correva verso di lei e la chiamava.
“Analopel... Analopel...” disse il piccolo raggiungendola “... Analopel...”
Poi quel sogno confuso svanì e tutto mutò intorno a lei.
Rivide la sua casa in Olanda, dove era cresciuta insieme a suo nonno, libera come l'aria e senza conoscere tristezza e solitudine.
Ed un ricordo si confuse con l'alone dei sogni prossimi all'alba...

“Perchè quel nome?” Chiese Talia. “E' un nome particolare...”
“Forse perchè” rispose lui “il mare di quel borgo è più chiaro che in qualsiasi altro luogo... le sue acque sono così trasparenti che quando spunta la Luna sembra quasi di vederla sorgere dalle onde...”
“Parlami ancora di quel posto, ti prego...”
“C'è una vecchia casa...” disse lui “... e su quella casa vi è una finestra... anzi una finestrella, come usano chiamarla i pescatori del posto...”
“E cos'ha di particolare?” Domandò Lei.
“Beh...” fece lui “... sotto di essa sono scritti dei versi...”
“Dei versi?” Ripeté lei.
“Si, i versi di una vecchia canzone...” annuì lui “... guarda che quella finestrella ha un significato particolare... i fidanzati del mio paese usano andarci nelle sere di Luna... ti sembrerà strano, ma quel posto ha un valore non diverso dal celebre balcone di Giulietta a Verona o della Tomba di Beatrice a Firenze...”
“Sai...” sussurrò lei “... vorrei ascoltare tato quella canzone...”
“Allora dovrei insegnarti l'idioma del mio paese...” sorridendo lui “... potremmo fare un patto... io ti insegnerò la parlata che si usa dalle mie parti e tu, in cambio, mi insegnerai l'olandese.” E le fece l'occhiolino.

Giunse il nuovo giorno ed un raggio di Sole, leggero e dorato, accarezzò e danzò sul suo bel volto.
Dai rumori che giungevano dal cortile, Talia comprese che i preparativi per la partenza erano già cominciati.
Fece così colazione insieme ai suoi genitori ed un'ora dopo la loro carrozza lasciò la villa, per dirigersi verso Balunga.
Attraversarono la lunga e panoramica strada che tagliava le meravigliose scogliere che tracciavano il confine tra Las Baias e i domini olandesi, da quelli sotto il controllo spagnolo.
Alla fine, dopo tre ore viaggio, la carrozza giunse a Balunga, per poi raggiungere il sontuoso ed originale palazzo del Viceré.
Era un edificio che sembrava unire più stili e gusti architettonici, quasi a voler aggregare fra loro il selvaggio ed esotico ardore di quei luoghi con una pomposa e principesca reggia europea.
Un vasto giardino era raccolto tra il palazzo e la lunga fila di cancelli che racchiudevano il tutto, con al suo interno alberi e piante dall'aspetto tropicale e dai colori vivacissimi.
Uccelli dall'ardente piumaggio erano racchiusi in gabbie di ottone, mentre cani di varie razze, levrieri, alani, mastini, molossi, venivano portati al guinzaglio da servitori dalla pelle scura.
La carrozza entrò e subito alcuni funzionari del Viceré accolsero Philip e la sua famiglia.
Ad un tratto, un uomo si presentò a loro.
Era di corporatura asciutta, con i capelli lunghi, raccolti all'indietro, i vestiti caratteristici degli avventurieri spagnoli e qualcosa nello sguardo dei guerrieri Putuos, gli antichi combattenti delle tribù flegeesi.
“Salute a voi, signori.” Disse alla famiglia di Philip. “Sono Juan Musan, guardia del corpo del Vicerè. Seguitemi prego... Sua Altezza vi sta aspettando.”
Aveva uno sguardo orgoglioso e il portamento di chi è sicuro di sè.
“Hai visto, cara?” Disse sottovoce la madre a Talia. “E' lui l'uomo di cui ti parlavamo. Non lo trovi affascinante?”
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cavaliere25
15-10-2012, 09.55.44
Guardai il capitano e dissi signore non c'era motivo di frustarlo in quel modo a quel poveretto continuai a dire e poi la colpa è mia se mi sono fatto beccare a prendere le forme di formaggio ma non potevo parlare e difenderlo visto che voi mi avete dato il divieto di parlarne e di dimenticare la cosa quelle fristate toccavano a me e restai immobile con lo sguardo fisso sul capitano

Altea
15-10-2012, 10.13.24
Osservavo quella donna muoversi tra me e le stoffe, ascoltando i suoi discorsi fui presa da una forte antipatia verso il governatore olandese.
Annuii, era meglio scegliesse Madame Truasson, ero proprio curiosa di conoscerla e dissi sottovoce alla balia "E' sposato vero il Governatore? Sembra che lo esaltiate come se dovessi farlo innamorare di me. "

Talia
15-10-2012, 16.13.09
Scendemmo dalla carrozza nel cortile del palazzo del Viceré di Balunga, dopo un estenuante ed alquanto scomodo viaggio. Subito venimmo accolti da un uomo... era alto e apparentemente molto sicuro di sé, aveva lo sguardo vigile ed intransigente e la sua voce, marcata da un curioso accento che non avrei saputo descrivere, suonò ferma e profonda.
Lo osservai per un attimo, dovendo ammettere mio malgrado di esserne vagamente incuriosita...
E fu allora che la voce di mia madre mi raggiunse...

“Hai visto, cara?” Disse sottovoce la madre a Talia. “E' lui l'uomo di cui ti parlavamo. Non lo trovi affascinante?”

Le lanciai un'occhiata fuggevole... i suoi occhi brillavano di eccitazione e di viva speranza... cosa, questa, che mi innervosì non poco... non le risposi.

elisabeth
15-10-2012, 19.04.33
Ero inpreda al panico,nella stanzanon vi era traccia di Ingrid, che diavolo stava succedendo......mi sembrava tutto a posto, eravamo li' da due giorni emi sembrava gia' di stare all'inferno......ero rivolta verso la finetsra quando girandomi di scatto per uscire fuori dalla stanza mi accorsi di non essere sola.....due personaggi dall'aria poco raccomandabile mi si pararono davanti senza che io avessi potuto sentire rumori di qualsiasi genere....uno dei due mi parlo', sembrava calmo....il suo inglese non era dei migliori.....ma il senso della richiesta poteva essere compreso anche a gesti.
" Uno scambio di cosa...e per cosa, state cercando chi ?...la mia governante, avete osato rapire la mia governante, il tizzio che voi cercate.....e' stato qui per una notte e sotto la minaccia di un coltello ha voluto il nostro silenzio...stamane lo accompagnato fuori di qui.....non conosco il suo nome, non so chi sia e che cosa abbia fatto...cosi' come non conosco voi......e prendete da me...che io faccia uno scambio.......ma vi rendete conto di cosa state dicendo?...........questa e' la terra dei peggiori malfattori che io abbia conosciuto in vita mia............avete la mia governanete......lasciatela andare, non sappiamo nulla di questa storia......" mi lasciai sprofondare su una sedia accanto al tavolo....ero esausta....come desideravo la visita delle guardie........ma nella vita non tutto andava come desideravo.....

Guisgard
15-10-2012, 19.19.20
“Sinceramente” disse sottovoce Odette ad Altea “ignoro se il governatore sia o meno sposato...” si voltò poi verso la padrona della sartoria “... perdonate, milady, è solo sciocca curiosità femminile... ma ditemi, il governatore è sposato?”
“Oh, no.” Scuotendo il capo la donna. “Sua eccellenza non è sposato... anzi, è un ottimo partito, visto che è ricco e potente...” accennò un vago sorriso “... si dice, ma badate sono solo pettegolezzi, che possegga una rendita vitalizia di circa diecimila Fiorini all'anno... senza dimenticare, poi, che la sua carica gli consente di soggiornare in quel favoloso palazzo... si, sua eccellenza ha il fascino che contraddistingue tutti gli uomini ricchi e potenti.”
In quel momento arrivò madame Truasson.
“Dobbiamo confezionare un abito per milady.” Disse la padrona della sartoria alla nuova arrivata.
“Benissimo...” disse madame Truasson fissando Altea “... dobbiamo abbinare il tutto al colorito della vostra pelle, ai vostri occhi ed al colore dei vostri capelli... ditemi, avete qualche richiesta particolare? Volete mettere in risalto un aspetto particolare della vostra persona, milady?” Chiese alla ragazza.

Guisgard
15-10-2012, 19.29.42
“State calma, milady...” disse quell'uomo ad Elisabeth “... non siamo dei criminali noi...” indicando se stesso ed il suo compagno “... il vero briccone era l'uomo che avete aiutato a fuggire... io mi chiamo Brizzon e questi è il mio socio Yllio... siamo cacciatori di taglie... l'uomo che è entrato qui l'altra notte è un contrabbandiere ricercato dalla flotta inglese. Il suo nome è Storm Ruppen, un dannato prussiano fuggito dalla prigione sull'isola di Gaetz e ora datosi alla macchia in questi mari... ma arrivo subito al punto, milady... vogliamo da parte vostra che ci descriviate quel bastardo, perchè noi ne ignoriamo l'aspetto... aiutateci a catturarlo ed io lascerò andare la vostra domestica, oltre a darvi una parte della taglia. Accettate?”

Clio
15-10-2012, 19.41.04
Sventolai la mano destra davanti a me :"non devi prendermi alla lettera, intendevo dire che ti avrei aiutato lasciandoti il colpo di grazia, e su questo ci siamo intese, mi pare" dissi con un sorriso :" sembra un buon piano, potrebbe funzionare" aggiunsi pensierosa:" tuttavia bada che dovrà essere ubriaco, e io fingere di esserlo perché lui crede che il mio amato non mi rivorrà se mi mette le mani addosso. Ma a questo non è un gran problema, in realtà , gli uomini sono facilmente corruttibili" Dydas sorrise con me.
"Dimmi piuttosto, hai considerato che quand'anche riuscissimo a ucciderlo dovremo comunque fare i conti con i suoi scagnozzi? Che hai in mente per loro? Ti ricordo che c'è una specie di taglia sulla mia testa, e ci sarà anche sulla tua quando si saprà che hai ucciso il Gufo Nero!"
Conclusi osservandola seria.

Guisgard
15-10-2012, 19.46.38
“Sciocco marinaio...” disse con disprezzo il capitano Sumond nel fissare Cavaliere25 “... come osi venire qui e criticare gli ordini del tuo comandante? E poi parli di formaggio? Quale formaggio? Io non ne so niente! Ma non temere... dici di avere avuto un torto? Benissimo, ci penserò io a ristabilire la giustizia allora...” si alzò in piedi “... signor Great!”
Un attimo dopo arrivò l'ufficiale.
“Avete chiamato, signore?”
“Si...” annuendo Sumond “... questo marinaio ha osato muovere insinuazioni verso il suo capitano... sarà punito anche lui con venticinque frustate! Così imparerà a portare rispetto al comandante! Tutto l'equipaggio assisterà alla punizione!”
Così, Cavaliere25 fu portato in coperta e davanti a tutti, legato ad una grata, venne punito come ordinato da Sumond.
Una dopo l'altra quelle frustate si accanirono contro la sua schiena, flagellandone le carni.
Lo schiocco della frusta era divenuta ormai la musica preferita del capitano Sumond, accompagnata da un grido di dolore ed un gemito di sofferenza.
“Ricorda, Cavaliere25...” mormorò il marinaio che lo frustava “... non sono io che ti frusto... sto solo obbedendo agli ordini... rammentalo, non sono io il tuo carnefice...”
Alla fine, martoriato dal gatto a nove code, finita la punizione Cavaliere25 fu portato giù ed affidato alle cure del dottor Musmot.
“Su giovanotto...” mormorò il medico un po' brillo “... non è niente di che... vedrai, domani starai meglio... se invece ti avessero amputato una gamba, allora si che avresti sofferto... fidati. A me fu amputata nel 38... al largo del Madagascar... ero stato colpito da un moschetto aragonese... già!”
Andato via il dottore, Rynos, Emas e Fidan si avvicinarono al povero Cavaliere25.
“Tutto bene, amico mio?” Domandò Rynos.

Altea
15-10-2012, 19.50.29
Il Governatore non era sposato..sperai i miei genitori non avessero strane intenzioni.
Arrivò Madame Truasson e mi scruto' da capo a piedi..non si poteva negare era donna di grande classe. "Direi di esaltare il mio chiaro incarnato e i miei occhi che dal verde si confondono al nocciola. Avrei pensato a un arancio..voi che ne pensate..ma non troppo pomposo ". Poi accarezzandomi i capelli aggiunsi "E pure esaltino i miei lunghi capelli dorati".

cavaliere25
15-10-2012, 19.53.36
Si dissi con un filo di voce non vi preoccupate non è niente di grave continuai a dire e ogni tanto stringevo i denti dal dolore di quelle frustate quel maledetto non si ferma davanti a nulla dissi guardando i miei compagni mi sa tanto che abbiamo sbagliato ad imbarcarci in sta nave e cercai di trovare una posizione per non sentire male ma era impossibile voi non parlate e seguite sempre gli ordini se no finite come me e lui indicando il mio amico accanto e restai in silenzio

Cheyenne
15-10-2012, 19.54.16
Dopo aver salutato Fhael e essergli dato appuntamento per il mattino seguente, entrai nella locanda.
Mi diressi nella mia stanza per preparare i mie bagagli, dopodiché scesi nelle sala da pranzo per consumare finalmente un pasto caldo e una bella birra.
Finito di mangiare, decisi di fare una passeggiata nei dintorni prima di andare a dormire...

Guisgard
15-10-2012, 19.56.15
“Non temere.” Disse Dydas a Clio. “Ho un piano per tutto. Ho già sistemato alcuni barili di pece nella cantina di questa locanda. Appena ucciso il capitano, correrò a dar loro fuoco, lasciando tutti questi dannati in una trappola di fiamme e morte. Il fuoco attirerà i pirati rimasti sul galeone e mentre correranno a vedere l'accaduto, io e te fuggiremo con una lancia nascosta nel molo Est del porto. Con un po' di fortuna raggiungeremo Las Baias e saremo salve. Cosa ne dici?”



Nello stesso momento, a Las Baias, si discuteva su come agire.
Guidaux stava in piedi, fisso davanti a quella finestra, senza dire nulla.
Quegli attimi sembrarono eterni a Gurenaiz.
“Signore...” disse finalmente il capitano.
“Si, sfrutteremo la situazione a nostra favore.” Mormorò l'ammiraglio, come se finalmente avesse trovato una soluzione dopo un lungo ragionamento. “Trasformeremo questa nostra posizione di svantaggio, in un vantaggio decisivo.”
“In che modo, signore?”
“Approfitteremo dell'incontro per riscattare quella ragazza” rispose l'ammiraglio “e cattureremo quel dannato pirata. Eliminare il famigerato Gufo Nero non solo sarà una straordinaria vittoria nella nostra guerra alla pirateria, ma rappresenterà un'incredibile trionfo propagandistico contro inglesi e spagnoli.”
“Signore, con tutto il dovuto rispetto, ma io non permetterò che la vita di quella ragazza sia messa in pericolo.” Disse Gurenaiz.
“Volete forse agire di testa vostra, capitano?” Voltandosi a fissarlo Guidaux.
“Dico solo che...”
“Voi siete un mio ufficiale” lo interruppe l'ammiraglio “e come tale esigo la vostra obbedienza.”
“Cosa ordinate dunque?”
“Fate preparare una nave” disse Guidaux “ma senza armi in bella vista. E anche gli uomini a bordo devono essere solo marinai, con al massimo tre soldati come vostre guardie del corpo. Non voglio che i pirati si insospettiscano... del resto devono credere ad un semplice scambio...” sorrise “... nella stiva, invece, nasconderemo altri soldati, armati di tutto punto, con mortai e polvere da sparo. Quando quei bucanieri si sentiranno al sicuro, entreremo in azione.”
“Signore, vi rammento che è la vita della mia futura sposa ad essere in ballo.” Fece Gurenaiz.
“State tranquillo, capitano.” Tornando a fissare il mare Guidaux. “Vi assicuro che la vostra amata non correrà alcun rischio. Dopotutto voi sarete lì a guidare l'intera operazione. Ora andate e fate preparare la nave. Si avvicina il giorno della scadenza.”
“Si, signore!” Esclamò Gurenaiz.
Ed uscì, lasciando l'ammiraglio a guardare con un ghigno le maestose nuvole, rese vermiglie dal Sole morente, che naufragavano verso l'orizzonte lontano.

Guisgard
15-10-2012, 20.10.10
Cheyenne, uscita attorno all'albergo, riuscì a godersi la magia di quella sera, resa limpida e fresca dal vento che aveva cominciato a soffiare da Occidente.
Il crepuscolo era ormai svanito e le prime stelle iniziavano a luccicare nel cielo incantato.
Le sere in quei luoghi possedevano qualcosa di stregato.
Gli ultimi rumori del borgo che pian piano si spegneva, si mischiavano ai suoni che provenivano dal porto vicino.
Un canto non distante, lento e un po' malinconico, si diffuse nell'aria, forse ad opera di un marinaio o di un pescatore.
Ad un tratto Cheyenne udì dei rumori.
Ma era tutto buio e non vide nulla.
Eppure era certa di aver sentito qualcosa.
“Va da lei, Gon...” mormorò una figura nascosta poco distante e attenta a non farsi scorgere dalla ragazza “... su, obbedisci... come se fosse la tua padrona...”
E all'improvviso dal buio sbucò fuori la scimmietta, correndo con agilità fino in braccio a Cheyenne, facendole poi le coccole.
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Guisgard
15-10-2012, 20.41.48
La famiglia di Philip fu così condotta all'interno del palazzo, fino ad una grande terrazza abbellita da piante esotiche, dai colori tropicali e i profumi paradisiaci.
Un attimo dopo, annunciato da due servitori di colore, si presentò a tutti loro il Viceré in persona.
“Signori...” disse Musan, che neanche per un istante aveva tolto il suo sguardo da Talia “... sua altezza Gozian de Masser, Viceré spagnolo di Balunga.”
“E' un onore per me, maestà.” Mostrando un lieve inchino Philip. “Vi porgo il saluto a nome della Compagnia delle Flagee Occidentali e a quello mio e della mia famiglia... mia moglie Maria e mia figlia Talia.”
“Ed è mio piacere accogliervi tutti qui, amici miei.” Sorridendo il Viceré. “In verità stavo per mettermi a tavola e dunque siete obbligati, con mia somma felicità, ad unirvi con me e con il mio fedele Musan.”
“Accettiamo con gioia, maestà.” Sorridendo Philip.
Così, condotti all'interno, in una grande e vasta sala, con pesanti e pregiati tessuti purpurei a rivestire le pareti, tende di gran lusso ad ornare le finestre e preziosi mobili d'ebano e di sandalo, intarsiati di madreperla, corallo e oro, a riempire ogni spazio, presero posto a tavola.
Philip e sua moglie furono fatti accomodare accanto al Vicerè, mentre Musan prese posto vicino a Talia.
“Vostra figlia è deliziosa...” fece Gozian “... davvero incantevole. Ora comprendo perchè desti tanta meraviglia negli indigeni di queste terre.”
“Si...” annuendo Philip “... ma sua altezza ben sa che in queste terre una bellezza pallida e bionda attrae con facilità l'attenzione dei nativi.”
“La bellezza” intervenne Musan “è sempre tale, in qualsiasi angolo del mondo giunga a splendere.” Fissò ancora Talia. “Analopel... mai nome fu più adatto a descrivere qualcosa...”
“In realtà” disse Philip “non amo molto le usanze dei nativi e quell'epiteto dato a mia figlia...”
“Ah...” mormorò il Viceré “... forse ignorate che il nostro Musan è per metà Flegeese...”
“Perdonate, per un attimo l'avevo dimenticato...”
“Perchè non amate i nativi?” Domandò Musan.
“Parlavo delle loro usanze” rispose Philip “non di loro come individui. Sono dell'idea che è nostro dovere cercare di civilizzare queste terre.”
“Tutto ciò che viene imposto” guardandolo Musan “non è mai profondamente giusto, signore...”
“Già...” fece il Viceré “... ma prima di civilizzare queste terre, bisognerà riappacificare olandesi, spagnoli e inglesi...senza dimenticare poi di ripulire questi mari dai pirati... un vero flagello...”
“Si, verissimo.” Annuì Philip.
“Ma ai pirati ci penseremo noi.” Disse Musan.
“Si, perchè il nostro valente cacciatore” sorridendo il Viceré “è qui, oltre che per difendermi, per dare la caccia a tutti i predoni di questi mari. Egli possiede un vantaggio rispetto ai tanti ufficiali olandesi, spagnoli e inglesi impegnati nella guerra contro la pirateria... nessuno, infatti, conosce come lui queste acque... è un predatore e i corsari saranno le sue prede.”
“Ma credo che le nostre signore si siano annoiate già abbastanza a causa di questi discorsi.” Fece Musan. “Meglio trovare argomenti più piacevoli...” fissò Talia “... siete d'accordo, Analopel?”

elisabeth
15-10-2012, 20.44.39
Mi alzai dalla sedia e cominciai a camminare nervosamente avanti e indietro...." voi siete i bravi e lui il cattivo......ma anche voi..mi state minacciando....e se siete i buoni, non dovreste......si conosco il suo volto, e Ingrid e' la persona che amo di piu' ...darei la vita per lei.....vi daro' una mano..ma se le torcercerete un capello, maledirete di avermi conosciuta...."....

Cheyenne
15-10-2012, 21.15.05
Ero intenta a passeggiare quando, d'un tratto, udii un rumore uscire dalle tenebre...
Mi guardai intorno, pronta a difendermi da un eventuale aggressore, quando la scimmietta Gon mi saltò tra le braccia.
"Piccola furfantella, mi hai fatto prendere un colpo! Oh non posso arrabbiarti con te..sei così carina!", le dissi carezzandole la testa.
"Ma non sarai per caso scappata dal tuo giovane padrone...forse è il caso di andarlo a cercare, che ne pensi Gon?"

Clio
16-10-2012, 00.39.36
Il mio sorriso si allargò sempre di più nel sentire le parole di Dydas.
"Sei davvero in gamba, spero che tutto vada secondo i tuoi piani... Sai che non possiamo permetterci di fallire!"
Fuggire da quel luogo infernale, uccidere quel verme del Gufo Nero, tornare da Guerenaiz in tempo per evitare che lui si sporchi le mani... Deve funzionare, è la mia unica speranza...
La mia mente era già proiettata sulla fuga, quasi che uccidere il più temuto pirata delle Flegee sarebbe stata una passeggiata. Ma la determinazione negli occhi di Dydas mi rendeva forte e audace.
"Ce la faremo" le dissi mentre si chinava a prendere il vassoio col cibo. Lei sorrise.
Ma quando uscì dalla porta, lasciandomi sola, mi chiesi se stessi parlando a lei oppure a me stessa.
Aspettai il tempo necessario, incapace di stare ferma, dopodiché presi la fialetta dal cuscino e la infilai nella manica della camicia.
Mi avvicinai alla porta e bussai, attendendo inquieta che una guardia venisse ad aprirmi.
La porta di spalancò, e l'uomo che poco prima si era introdotto nella mia stanza mi si parò davanti.
"Devo vedere il capitano, adesso... Ritengo.. Che abbia atteso abbastanza" con uno sguardo languido trapassai i suoi occhi di ghiaccio " e, vi prego, non posso presentarmi a mani vuote, datemi una bottiglia di rum, dirò al capitano che è il vostro dono.. Per godersi al meglio questa bella serata.." Sussurrai strizzando un occhio.

Guisgard
16-10-2012, 01.31.26
“Bene.” Disse Brizzon ad Elisabeth. “Non abbiate timore, noi non siamo degli assassini. Aiutateci a catturare quel dannato e riavrete indietro la vostra governante sana e salva.”
“Da voi” fece Yllio “vogliamo solo ci che aiutiate a riconoscerlo. Penseremo noi al resto. Ora vi farò qualche domanda... come era vestito Storm quando vi siete persi di vista? In quale punto della città vi siete separati? Per caso vi ha rivelato informazioni circa i suoi prossimi spostamenti?”
“E cosa importante...” intervenne Brizzon “... per caso era ferito?”

Guisgard
16-10-2012, 01.55.22
Madame Truasson fissò con attenzione Altea e subito prese appunti circa le caratteristiche che doveva avere l'abito.
Raggiunse poi il retro della sartoria e ritornò poco dopo con alcuni abiti, tutti di pregevole fattura e con richiami alle ultime mode diffuse nelle varie corti europee.
Fece così provare più abiti alla ragazza, tutti capaci di mettere in risalto l'aspetto della giovane.
Prima un abito di raso sul verde mare, sottile, di delicata fattura e molto attillato in più punti, così da mostrare la sua bella figura.
Poi toccò ad un abito sul giallino, con più sete intrecciate tra loro, che conferiva alla ragazza una freschezza ed una vivacità notevoli.
Infine madame Truasson fece indossare ad Altea un meraviglioso abito di broccato, dagli splendidi riflessi di un arancione vivo, con richiami di seta ambrata ed una mantella che donava candore al suo portamento.
Quest'ultimo vestito metteva in risalto il particolare ed aristocratico colorito della ragazza, conferendo ai suoi occhi una vivissima luminosità.
E i lunghi capelli dorati, pettinati ed accomodati con un diadema intarsiato di pietre ad alveolo, sembravano pendere con meravigliosa eleganza sulle delicate spalle della giovane.
“Bene...” disse madame Truasson “... qualcuno di questi abiti soddisfa il vostro gusto, milady?”
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Guisgard
16-10-2012, 02.03.33
La piccola Gon si accoccolò fra le braccia di Cheyenne, intrecciando la sua lunga coda attorno al polso della ragazza.
Con le manine giocava tra i capelli di lei e faceva strani versetti con la bocca, come se avesse fame.
Intanto, la misteriosa figura che aveva mandato la scimmietta da Cheyenne osservò tutta la scena restando ben nascosta nell'oscurità della sera, per poi svanire come uno spettro nelle tenebre tutt'intorno.
Intanto un rintocco della chiesa del borgo fece comprendere alla ragazza che l'ora era ormai tarda.
L'indomani, infatti, si approssimava e con esso anche l'ora della partenza da Las Baias.
Infatti, alle prime luci dell'alba era stata fissata da Fhael la partenza per il loro viaggio.

Guisgard
16-10-2012, 02.16.46
Il pirata lanciò uno sguardo a Clio, scrutandola poi da capo a piedi.
Subito nei suoi occhi si accese una viva fiamma, fatta di bramosia e lussuria.
“Già...” disse con uno strano sorriso, mentre la sua lingua batteva lasciva contro le labbra inumidite ed arse dal Sole di quel mare “... voi donne... alla fin fine siete tutte uguali... del resto non siete diverse da noi uomini ed a tutti piacciono le stesse cose...” fece allora un cenno con il capo, come a farsi seguire ed accompagnò la giovane davanti alla porta della stanza in cui Giuff si era chiuso.
Prese una bottiglia di Rum e la diede a Clio.
“Capitano, sono io...” dopo aver bussato alla porta.
“Che il diavolo ti porti!” Urlò dall'interno Giuff. “Cosa vuoi? Vattene, non voglio essere seccato!”
“Capitano...” disse il pirata “... c'è qui una sorpresa per voi...”
“Che sorpresa?”
“Dovreste vederla voi stesso...”
“Entra, cane!”
Il pirata entrò e poi spinse dentro Clio.
Giuff era a letto con Dydas.
“Capitano, la ragazza pare si senta sola...” ridendo il pirata e facendo versi osceni con la bocca.
“Vattene, bastardo.” Ordinò Giuff ed il pirata uscì. “Vieni pure avanti, ragazza...” rivolgendosi a Clio “... e vattene anche tu, cagna!” Prendendo poi a schiaffi Dydas.
La donna lanciò un rapido sguardo d'intesa a Clio ed uscì dalla stanza.
“Vieni pure avanti, bellezza...” disse Giuff alla ragazza “... vedrai, qui non ti sentirai più sola...”

Guisgard
16-10-2012, 03.05.55
Sumond scese e fissò Cavaliere25 e gli altri marinai.
“Spero che la punizione sia da monito per tutti.” Disse il capitano all'equipaggio. “Questo viaggio sarà lungo ed esigo da tutti obbedienza ed efficienza. Voglio vedervi tremare davanti alla giacca di un Guardiamarina, anche se è solo stesa ad asciugare al Sole. Razza di pusillanimi e ubriaconi. Siete feccia e come tale vi tratterò. Il codice di guerra mi da il diritto di frustarvi a sangue, se necessario. Non dimenticatelo.”
“Signore...” avvicinandosi Guisgard “... non siamo in tempo di guerra e con queste punizioni non so cosa troveremo di questi marinai alla fine del viaggio...”
“Dite che non siamo in guerra, signor Guisgard?” Fissandolo Sumond. “Invece io lo sono. Sono in guerra contro venti impetuosi, mari burrascosi e ufficiali incompetenti. E vi consiglio di stare dalla mia parte, altrimenti questo viaggio si rivelerà ancora più lungo e difficile per voi. Intesi?”
“Conosco il mio dovere, signore.”
“Davvero?” Fece Sumond. “Beh, io non ne sono certo. Conosco quelli come voi... gentiluomini imbevuti di loro stessi e animati dal disprezzo verso chi non è loro pari, verso chi non possiede una nascita blasonata. Vero, signor Guisgard? Siete colmo di disprezzo, per questo tentate di ostacolarmi nel mio comando.”
“Signore...” fissandolo Guisgard “... vi assicuro che nello svolgere il mio dovere non risento minimamente dell'opinione personale che ho di voi...”
“Allora smettete di contraddirmi, signor Guisgard.” Disse il capitano. “Qui il sangue blu non conta. Contano i gradi e l'autorità. Rammentate... siete un ufficiale, quindi condannate e punite l'inefficienza a bordo.”
“Si...” annuì il tenente “... sono un ufficiale, non un giudice o un boia... non è compito mio giudicare o condannare questi uomini...”
“Ufficiale, giudice, boia...” con disprezzo Sumond “... per me non siete nessuno dei tre... e quanto all'essere un gentiluomo, allora vorrei sapere perchè un presunto tale prende le difese di questi lavativi...” indicando i marinai.
“Invece di prendere le difese di un altro presunto gentiluomo, vero?”
“Rivelo l'insolenza, signor Guisgard...” con un ghigno Sumond “... volete aggiungere altro?”
“Si...” annuendo Guisgard “... vorrei aggiungere dell'altro, che poi io stesso, comunque, riferirò all'ammiragliato... ebbene, durante il mio servizio su altre navi non ho mai visto infliggere atrocità con tanta veemenza all'equipaggio, col solo scopo di fiaccarne lo spirito ed imporre con la violenza un cieco terrore in esso... tutto ciò è disgustoso...”
“Andatevi a disgustare nella vostra cabina, signor Guisgard.” Ordinò il capitano. “E restateci fino a domani.” Ed andò via.
Guisgard scosse il capo ed ingoiando la rabbia raggiunse poi la sua cabina.
Rimasti soli i marinai, cominciarono a parlare fra loro.
“Cavaliere25 ha ragione...” disse Emas “... è stato uno sbaglio imbarcarci su questa nave... ma io non attenderò che quel comandante ci scortichi vivi... no, preferisco tagliarmi da me la gola!”
“Non avere fretta...” mormorò Rynos.
“E cosa dobbiamo aspettare?” Fissandolo Emas. “Che qualche Angelo del Paradiso scenda in terra e convinca il capitano ad essere più umano? Già mi immagino la scena...” sarcastico Emas “... capitano Sumond, avanti, sii più benevolo con quei figlioli...” scosse il capo “... ah, tu hai la testa piena di utopie!”
“Si...” annuì Rynos “... mi aspetto qualcosa del genere... un aiuto dal Cielo che ci liberi da tutto questo...”
“E chi dovrebbe liberarci del capitano?” Chiese Fidan. “L'equipaggio forse?”
“Non pensavo all'equipaggio...” mormorò Rynos.
“E a chi allora?” Fissandolo Fidan.
“Guisgard...” rispose Rynos “... il signor Guisgard... lui lo farà...”
“Ah, sei completamente matto!” Esclamò Emas. “Fino ad ora ha obbedito ciecamente agli ordini del comandante!”
“E' ovvio...” fece Rynos “... è un ufficiale del re e fa il suo dovere... ma anche lui non sopporta più le angherie del signor Sumond... si, si legge dalla faccia la sua rabbia... ed io farò di tutto perchè lo affronti come ha fatto poco fa e si ribelli...”
E mentre a bordo divampavano quelle contrastanti aspettative, la Santa Rita continuava il suo viaggio ignara del proprio destino e di quello dei suoi uomini.
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Cheyenne
16-10-2012, 07.53.32
Udii il rintocco delle campana della chiesa segnare l'ora tarda.
"Mia cara Gon è troppo tardi ormai per andare alla ricerca del tuo padrone...e io non me la sento proprio di lasciarti qui da sola...qualche ubriaco potrebbe rapirti o peggio..."
Strinsi Gon tra le mi braccia e con passo deciso mi diressi alla locanda.
Non potendo far vedere che portavo un animale all'interno, nascosi la scimmietta nel mio scialle e salii rapidamente le scale.In camera mia chiusi la porta a chiave.
Gon intanto, si era data da fare esplorando il nuovo ambiente che le si parava davanti.
Stetti un po' sul letto a osservarla giocare ma fui presa dal sonno. Con le ultiem forze riuscii a prendere Gon e a metterla in un angolino che le avevo preparato nel frattempo, poi mi getta sul mio materasso.

Altea
16-10-2012, 10.48.41
Dopo estenuanti prove, mentre il viso di Odette si illuminava diedi il verdetto definitivo "I miei complimenti Madame Truasson, questo ultimo aranciato e rosato e' meraviglioso, indossero' questo dal Governatore. Inoltre, visto mi serviranno, acquisterò pure il giallo e il verde mare. E se mi confezionasse, come già chiesto degli abiti leggeri per questo caldo umido di Las Baias..bianco con tanti merletti,uno color Iris e uno color smeraldo molto più semplici di questi ovviamente. Ah..e il vestito che la mia cara balia ha scelto." Notai le due donne guardarsi entusiasmate.
"Gentilmente portate tutto domani mattina alla locanda Rosa dei Venti e pagherà tutto mio padre, il duca Justin Fletcher, e ci vedremo presto..quando ci sistemeremo, e spero presto, verrete voi da me Madame Truasson ".
Uscite dalla sartoria sospirai.. questa terribile incombenza era stata fatta, detestavo tutta quella civetteria ma il mio rango mi imponeva delle regole da seguire.
Ci affrettammo in fretta verso la locanda, in verità smaniavo di continuare a leggere il libricino.

cavaliere25
16-10-2012, 11.10.38
Guardai i miei amici e dissi cerchiamo di stare tutti calmi e tranquilli appena arriviamo in un porto scenderemo e troveremo un altra nave io qui non ci voglio restare anche se il signor Guisgard si sta metendo contro al capitano rischia molto anche lui continuai a dire la nave è solamente del capitano e la comanda lui e non gli interessa del suo equipaggio non ho ancora capito che uomo sia anche se proviamo ad addolcirlo non credo si fara addolcire da gente che non conosce e restai fisso a guardare un punto della stanza

Clio
16-10-2012, 18.26.56
Ebbi soltanto un breve istante, mentre il pirata bussava alla porta del capitano, per restare sola con la bottiglia di rum. Sfilai lentamente la fialetta dalla manica e versai il suo contenuto nella bottiglia.
Non ascoltai nemmeno le parole dello scagnozzo, pensai soltanto che era stato facile entrare.
Staccai gli occhi dal capitano solo per ricambiare lo sguardo di Dydas.
La porta si chiuse alle mie spalle, e io restai sola con lui.
Chiamai a raccolta tutto il sangue freddo che mi era rimasto e mi avvicinai al letto, dove il capitano mi aspettava con cieca bramosia.
Sciolsi i capelli roteando la testa all'indietro, lo vidi sgranare gli occhi quando abbassai leggermente le maniche della camicia in modo da mostrare le spalle.
Ma poi, come presa da rimorso, dissi tremante:" dovete promettere che rimarrà il nostro segreto, o io perderò il mio amato e voi la ricompensa". Lo sentii ridere mentre mi sedevo sul letto.
"Ah, prima dobbiamo brindare" ammiccai porgendo la bottiglia di rum " bevi.. ".
Lo vidi tracannare il rum con sorsi ampi e ingordi. Ma poi la bottiglia cadde sul morbido cuscino e il capitano si ritrovò immobile e in preda a spasmi terribili. Mi guardò come se volesse appendermi all'albero maestro, ma io sfoderai un ghigno sinistro.
Tenendolo fermo con una mano gridai, senza togliere gli occhi dai suoi:" Dydas, Dydas torna qui.. Al capitano non basto da sola. Ci vuole tutte per lui."
Vidi il terrore crescere nei suoi occhi.
"Che c'è ho rovinato i tuoi piani?" Non era abbastanza affilato per recidere la sua mano, così mi limitai a conficcarglielo nel polso.
Se avesse potuto, di sicuro avrebbe urlato, ma il veleno lo stringeva.
"Questo è per avermi sfiorato e anche" mi avvicinai al suo orecchio:
"Anche per tutto quello che avresti voluto farmi, cane".
Sentii la porta scricchiolare e aprirsi.
"Tocca a te ora, non hai molto tempo o morirà per il veleno." dissi senza voltarmi, mentre pulivo il coltello sulla camicia del capitano.

Guisgard
16-10-2012, 19.23.50
Cheyenne, così, si addormentò.
La notte trascorse serena e il mattino giunse presto.
Un luminoso Sole ed un'aria gradevole svegliarono Las Baias.
Da una finestra i raggi del Sole raggiunsero il bel volto di Cheyenne, destandola così da suo sonno.
Gon nel frattempo si era svegliata e correva per tutta la stanza.
Ma appena destatasi, Cheyenne dalla finestra sentì fischiettare: era Fhael che aspettava il suo risveglio seduto alla locanda.

Guisgard
16-10-2012, 19.27.29
Scelti gli abiti e date disposizioni in sartoria circa la loro consegna alla Rosa dei Venti, Altea e Odette ritornarono al loro albergo.
Qui non trovarono i genitori della ragazza, indaffarati com'erano a preparare l'attesa visita al palazzo del governatore.
Odette allora decise di farsi un bagno caldo e poi riposare, lasciando così libera Altea di potersi rilassare un po'.

Altea
16-10-2012, 19.42.12
Le stanze erano silenziose, e approffittai della situazione.."Odette, sono stanca, mi faccio un bagno caldo e poi mi metto nel letto e penso riposerò".
Entrai in stanza, accesi una candela poichè ormai l'imbrunire era prossimo, mi rinfrescai e cercai il libricino nella sacca, ma questa volta feci scattare lentamente il chiavistello della porta, sapevo che Odette sarebbe venuta a controllare se stessi leggendo Le confessioni del pirata Topasfier.
E pensai dovevo trovare un nascondiglio più consono a quel libro, frugai nell'armadio e trovai un piccolo bauletto di legno, regalo di mia nonna quando ero bambina e finemente intarsiato, e corredato di robusto lucchetto.
Entrai nel letto, ero proprio stanca dopo quella giornata movimentata, ma volevo scoprire cosa successe a Capitan Lanzaras e la sua ciurma e soprattutto il mistero di quella Isola sconosciuta apparsa nel nulla, cosi aprii il libro e arrivai alla pagina dove ero rimasta.

Guisgard
16-10-2012, 20.16.29
Dydas entrò e trovò Clio sul letto accanto a Giuff.
“Ben fatto...” disse la donna appena giunta e subito estrasse il suo pugnale.
Ma all'improvviso il pirata si abbandonò ad una sonora risata.
“Ah, povere sciocche...” ridendo “... sciocche ed inutili donne... pensavate di farmi fuori con un veleno?” Con un rapido gesto estrasse il pugnale di Clio dal suo polso.
Poi schiaffeggiò con forza la ragazza.
“Sei solo una ragazzina...” disse con disprezzo “... e non ti uccido solo perchè mi servi più da viva che da morta...” prese poi la bottiglia di rum e ne versò il contenuto a terra “... da piccolo fui venduto come schiavo e divenni una sorta di assaggiatore... in pratica dovevo mangiare e bere tutto ciò che veniva preparato per il padrone... un giorno mi toccò assaggiare del pesce... lo stesso pesce che un attimo dopo avvelenò il mio padrone... buffo vero? A me non aveva che procurato una leggera acidità di stomaco...” rise di nuovo “... si, probabilmente sono immune a molti dei veleni conosciuti... o forse la mia vita è protetta da Belzebù...” chiamò i suoi uomini “... prendetevi Dydas e passatevela fra voi... divertitevi per tutta la notte... poi, domattina, la impiccherete...”
“Grazie, capitano!” Fecero in coro, portandosi via Dydas.
“Che il demonio ti maledica, bastardo!” Gridò la donna prima di essere trascinata via.
“Ora io e te ci divertiremo...” mormorò Giuff senza distogliere mai lo sguardo da Clio.
E prese una frusta bianca.
“Con questa posso batterti per ore, senza rovinare neanche un centimetro della tua vellutata pelle...” continuò il pirata “... e farti gridare e soffrire come non mai...”

Cheyenne
16-10-2012, 20.28.17
Fui destata da un fischio proveniente dal primo piano della locanda, la luce del Sole aveva ormai invaso la stanza. Mi stropicciai gli occhi e vidi Gon che correva per la stanza, ormai sveglia da un po'.
Quella furia di scimmietta aveva messo soqquadro la camera..
Mi detti una sistemata con calma, presi le mie poche cose e chiamai Gon, la piccola scimmia mi seguì velocemente verso la sala da pranzo.
In uno dei tavoli della locanda era seduto Fhael... Gli feci un cenno e presi l'altra sedia.

Guisgard
16-10-2012, 20.33.22
“Questo viaggio” disse Rynos a Cavaliere25 “durerà almeno un anno e mezzo... non faremo che brevi tappe e solo per caricare a bordo scorte e viveri. Capisci ora? Non abbiamo scelta o via di fuga... per un anno e mezzo subiremo le angherie del comandante... perciò” fissando i suoi quattro amici “dobbiamo far si che il signor Guisgard si ribelli...”
Intanto il viaggio della Santa Rita proseguiva.
Il capitano Sumond trascorreva gran parte a fissare le carte nautiche.
Le studiava con un'attenzione quasi ossessiva e maniacale.
Cercava rotte e tragitti che in qualche modo potessero accorciare i tempi di traversata, in modo da anticipare le aspettative dell'ammiragliato.
“Non possiamo subire altri ritardi...” disse fra se “... dobbiamo far si che le scorte durino il più possibile... acqua compresa...”
E in un tardo pomeriggio si presentò sul ponte.
Il crepuscolo avvolgeva l'orizzonte e nell'aria si diffondeva ormai solo il rumore delle onde sulle quali scivolava la Santa Rita.
Il capitano si avvicinò al barile con l'acqua e allontanò malamente un marinaio che beveva.
“Signor Guisgard...” chiamò Sumond “... mettete una sentinella al barile con l'acqua e fate portare il ramaiolo sul pennone di velaccio. Chiunque voglia bere, dovrà andarlo a prendere lassù... potrà berne uno solo e poi dovrà riportarlo su in cima. E' chiaro?”
“Siamo a corto d'acqua, signore?” Chiese Guisgard.
“Devo forse ripetervi l'ordine?”
“No, signore...” fissandolo il tenente “... è chiarissimo... un po' sconcertante, ma chiaro...”
“Bene.” Annuì Sumond. “Allora procedete e non pensate. Pensare sembra confondervi.”
“Si, signore...” mormorò Guisgard, con uno sguardo che tradiva inquietudine e rabbia.
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cavaliere25
16-10-2012, 20.39.44
in qualche modo ce la faremo dissi appena mi rimetto in forze gli do una bella lezione a quel maledetto non si deve permettere di fare ciò che vuole con l'equipaggio o Guisgard o io gli farò rimangiare le parole state tranquilli non vi farò mettere di nuovo le mani adosso da quel vigliacco e cercai di alzarmi dal letto ma ancora ero debole dovevo riprendere le forze a tutti i costi dovevo sitemare la questione con il capitano o in bene o in peggio

Clio
16-10-2012, 23.19.11
Non riuscii a credere ai miei occhi. Il veleno non l'aveva scalfito.

“Padre.. non ce la faccio.. è troppo fredda” la ragazza rabbrividì alla vista del lago ghiacciato, le escoriazioni sulla pelle bruciavano come ferro incandescente.
“Sai quanto è leggera e soffice la pelle di una donna? Credi che sia stata creata per la battaglia?” lo sguardo del vecchio generale era severo e imperturbabile.

Eppure il suo polso sanguinava, e nonostante le minacce e la frusta, non riuscii a trattenere le risa.
Abbassai completamente la camicia sotto il corsetto, scoprendo così mezza schiena, girai le spalle al capitano.
"Prego, la mia schiena è più resistente di quanto tu possa pensare. E tu puoi usare solo la sinistra.."
Voltai lo sguardo verso il Gufo Nero: "non devi avercela con me, tu avresti fatto lo stesso... infondo ancora poco tempo e ci libereremo l'uno dell'altra, tu avrai il tuo oro, e io la mia libertà".
Spostai i capelli da un solo lato, e aspettai lo schiocco della frusta, giurando che non avrei versato una lacrima.
Infondo, pensai, pur ammettendo che la mia situazione non fosse delle migliori, avevo un vantaggio che non avevo intenzione di sottovalutare.
La sua mano destra era ferita e adesso sapevo dove teneva il pugnale.

Talia
17-10-2012, 01.54.33
Quel pranzo si stava svolgendo come il più classico e consumato copione dei pasti con mio padre e qualcuno dei suoi alleati: convenevoli, cerimonie, discorsi noiosi su traffici commerciali e alleanze più o meno auspicabili...
Juan Musan si era seduto accanto a me, ma io non gli avevo dato importanza... così come stavo accuratamente ignorando il suo sguardo che pure avvertivo su di me e così come evitai di mostrarmi sorpresa di fronte alla sua conoscenza del mio nome locale...
O almeno così fu finché quel curioso individuo non mi rivolse la parola direttamente, mettendomi così nella condizione di dover necessariamente parlare con lui...
Ruotai gli occhi su di lui a quelle parole, lentamente, e rimasi ad osservarlo per qualche momento... ero stupita dall'ostinazione con cui continuava a chiamarmi 'Analopel', nonostante l'evidente scontento di mio padre, così come da quello sguardo che continuava a tenere su di me, fermo ai limiti dello sconveniente...
Sì, ero stupita... ma non ero disposta a lasciarglielo intendere.
"Più piacevoli, voi dite..." dissi dunque, sorridendo appena con noncuranza "Oh, non credo che potrebbe esserci niente di più piacevole dell'udire Sua Eccellenza rassicurarci circa la nostra condizione..."
Mi voltai verso il Viceré, allora, e chinai appena la testa...
"Poiché è questo che si racconta, Vostra Grazia... la Vostra imperitura vocazione a tenere questi territori sgombri da pericoli e flagelli... questo per una dama è molto rassicurante..."

Guisgard
17-10-2012, 02.07.58
Altea, rimasta così sola, prese il libricino e continuò a leggere da dove si era interrotta...

Giunti su quella misteriosa isola, Capitan Lanzaras scelse tre uomini dell'equipaggio e con loro portò a terra il tesoro.
Prima di abbandonare la nave, il capitano però ammonì più volte ognuno di noi dal seguirli.
Trascorsero così alcune ore e noi tutti attendemmo con inquietudine il ritorno del nostro comandante.
Quell'isola infatti aveva un che di misterioso e tutto intorno a noi appariva mutevole e sfuggente.
Finalmente vedemmo riapparire la lancia del capitano.
Ma era da solo.
Con lui infatti non c'erano più i tre uomini che lo avevano accompagnato.
Salito a bordo, Lanzaras aveva uno sguardo ancor più folle di quello che avevamo visto durante quel viaggio maledetto.
Uno degli uomini osò chiedere dei nostri tre compagni e il capitano, per tutta risposta, gli mozzò la lingua con un colpo di sciabola.
“Nessuno fra voi, figli di centomila vermi, dovrà nominare quel tesoro e gli uomini che mi hanno accompagnato!” Disse alla ciurma. “Sappiate solo che hanno deciso di restare a custodirlo!”
La nave salpò e finalmente lasciammo quell'isola.
Ma le parole del capitano continuavano ad attraversarmi la mente.
“Possibile” pensavo “che un uomo scaltro come Lanzaras abbia potuto fidarsi di quegli uomini, al punto da lasciarli come unici guardiani di quella immensa fortuna?”
Ma la risposta arrivò in una notte senza luna.
C'era stata baldoria a bordo ed anche il capitano aveva bevuto.
E fu nei fiumi dell'alcool che mi rivelò il suo terribile segreto, rendendomi così suo complice e suo compagno come dannato nel più profondo dei gironi infernali...

Ma proprio in quel momento qualcuno bussò alla porta di Altea.
“Sei sveglia?” Chiese suo padre. “Posso entrare?”

Guisgard
17-10-2012, 02.12.48
Fhael si alzò ed attese che Cheyenne prendesse posto al suo tavolo.
“Buongiorno a voi.” Disse sorridendo il portoghese. “Spero abbiate riposato bene. Oggi è una splendida giornata.” Si accorse allora della scimmietta. “Cosa ci fa qui questa birbante? Vedo che ormai vi ha scelta come padrona!” Esclamò divertito.
Chiamò allora il locandiere e ordinò la loro colazione, con anche una ciotola di latte per la scimmietta.
“Venendo qui” fece il portoghese “sono passato dalla sartoria del nostro amico e con un chiaro gesto mi ha fatto capire che il vostro abito è pronto. Appena fatto colazione ci recheremo alla sartoria.”
Così, finita la colazione, si recarono alla sartoria.
Qui la ragazza provò il suo vestito.
L'abito era delizioso e indosso a Cheyenne rendeva la bellezza della ragazza ancor più raggiante.
I suoi capelli scuri, quel colorito tanto particolare, tra l'ebano e l'ambra, i lineamenti dolci ed esotici, sembravano legarsi ed adattarsi in maniera sublime con quel vestito.
Esso era formato da più sete che strette giravano intorno al corpo di Cheyenne, mettendo in risalto la perfezione della sua figura.
Una stola di fine e pregevole Batista stringeva i fianchi della ragazza ed un grazioso cappellino di lino di Giamaica, con fiorellini al gusto di Maiorca completava quell'incantevole visione.
Il vecchio sarto allora indicò uno specchio alla ragazza, invitandola ad ammirarsi.
Cheyenne, come i nostri lettori avranno ben compreso, era una bellezza particolare, dove i colori bruni dei suoi capelli e quelli olivastri della sua pelle sembravano rincorrere con delicata meraviglia il luminoso ambrato dei suoi occhi e il vivace vermiglio delle sue labbra.
“Siete molto bella, Cheyenne.” Disse sorridendo Fhael. “Sembrate una principessa. E forse lo siete davvero.”
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Guisgard
17-10-2012, 02.35.18
Giuff osservò Clio per qualche istante, per poi far schioccare a terra la frusta più volte, senza però mai sfiorare la schiena della ragazza.
“Sei coraggiosa...” disse con un ghigno “... ed io premio sempre il coraggio... no, non ti colpirò, stavolta... non c'è gusto a ferire qualcuno senza poter vedere poi il suo sangue scorrere...” si avvicinò alla ragazza e le sfiorò la vellutata pelle della sua schiena, per poi coprirla con la camicia “... e non avere troppa fretta di voler andar via o di volermi disprezzare... nessuno sa cosa può riservarci il domani...” gettò a terra la frusta e con un gesto improvviso prese a sé la ragazza, baciandola poi con passione “... e poi non è detto che il tuo ufficiale e promesso sposo voglia rischiare così tanto per te...” rise e si avvicinò alla porta per uscire “... ora riposati, mia bella sirena... riposati perchè domani sarà il gran giorno dello scambio... così saprai davvero quanto ti ama il tuo amato...” ed uscì, lasciando da sola la ragazza.
La notte trascorse inquieta per Clio ed il sonno tardò a raggiungerla.
Più volte alcune immagini confuse, simili a sogni, si rincorsero in quel tormentato dormiveglia, rendendo ancor più cupo lo scorrere di quei brutti momenti.
Solo quando l'albeggiare era ormai prossimo, la ragazza riuscì a dormire un po'.

“Vedi quei riflessi sotto le acque illuminate dal Sole?” Indicò Gurenaiz alla ragazza. “Dove ci sono quelle donne che reggono le reti!”
“Si, li vedo...” annuendo Clio “... ma cosa fanno lì quelle donne? E perchè quegli uomini sulle barche avanzano verso la riva battendo le acque del mare?”
“E' un rito molto antico qui nelle Flegee...” spiegò Gurenaiz “... stanno battendo il Pesce Celeste...”
“Pesce Celeste?”
“Si...” annuendo lui “... ma non per mangiarlo... solo per raccoglierne le squame... sono di colore celeste, ma alcune, molto rare, sono invece di un verde luminoso, simile alla giada... trovarne una, raccontano gli indigeni, è di buon auspicio, sai?”
Ad un tratto Clio vide qualcosa brillare nell'acqua.
“Guarda, Gurenaiz!” Gridò. “Sembra una squama di pesce! Ed è verde!”
“E' incredibile!” Esclamò Gurenaiz. “E' proprio verde!”
“Allora è buon segno!” Sorridendo Clio. “Vero?”
“Si...” fissandola Gurenaiz “... vuol dire che presto accadrà qualcosa di bello...”

Il giorno giunse presto e da una piccola finestra penetrò un raggio di Sole che svegliò Clio.
Aveva sognato e al suo risveglio era ancora prigioniera in quel terribile posto.

Guisgard
17-10-2012, 03.06.54
“Dite il vero, ragazza mia...” disse mangiando il Viceré a Talia “... eppure, questa cosa, è più facile a dirsi che a farsi...” bevendo poi da una coppa “... non siete d'accordo con me, signor Van Joynson?”
“Sicuramente” rispose Philip, asciugandosi la bocca con un tovagliolo “questi luoghi sono una vera e propria polveriera... è brutto dirlo, ma credo che mettere d'accordo olandesi, spagnoli e inglesi sia cosa tutt'altro che semplice... a proposito... Sua Maestà ha già incontrato il nuovo governatore di Las Baias?”
“Non ancora, ma spero di poterlo fare al più presto...” fece il Viceré “... quanto al mettere d'accordo i nostri governi e quello inglese, beh, immagino che dipenderà molto dalla buona volontà che animerà i nostri sforzi... e mi riferisco anche a quelli della Compagnia delle Flegee Occidentali...”
“Vi ricordo, maestà, che vi è anche un altro problema che affligge queste acque...” intervenendo Musan “... i pirati... un problema che riguarda tutti... spagnoli, olandesi e inglesi...”
“Ah, ma voi, amico mio, siete qui per proteggerci da quei furfanti.” Sorridendo il Viceré. “Anche se vi consiglio di parlare a voce bassa, altrimenti mia figlia potrebbe udirvi...” e rise di gusto “... come ben sapete, ella adora i corsari. Crede siano eroici e romantici come quelli dei libri.”
“Sua Altezza vuol dire che...” fissandolo Philip.
“Si, signor Van Joynson.” Annuendo il Viceré. “Il mio gioiello più prezioso... la mia principessa! Anzi, non comprendo come mai non sia qui...” e chiamò uno dei servi “... Maraiel non è ancora pronta?”
“No, maestà.” Rispose il servo. “In verità si rifiuta di scendere...”
“Quella sciocchina è il mio tormento!” Scuotendo il capo il Vicerè.
“Già, i pirati...” mormorò Musan “... eppure nulla è meno eroico e romantico di quei predoni...” si voltò di nuovo verso Talia “... e voi, Analopel... voi cosa ne pensate dei pirati?”

Guisgard
17-10-2012, 04.15.56
A bordo della Santa Rita l'equipaggio dovette subire anche l'ingiustizia di vedersi negare l'acqua.
I marinai si ritrovarono a tavola, mentre venivano servite loro le razioni del giorno.
“Ehi...” disse Rynos “... ma queste sono metà razioni!”
“Queste vi spettano.” Replicò il cuoco.
“E invece tu mi riempi il piatto” fissandolo Emas “o io ti rompo la faccia!”
“Dacci un taglio!” Fece il cuoco. “Sono gli ordini questi! Ordini del comandante!”
“Non è giusto...” scuotendo il capo Rynos “... no, non lo è... è contro il regolamento... e se il regolamento ci fa frustare, deve anche darci da mangiare...”
“Ben detto!” Annuì sarcastico un altro marinaio. “Mi hai convinto! Ora convinci il capitano!”
In quel momento passò Austus.
“Comincerò a convincere gli altri ufficiali...” mormorò Rynos “... vieni con me, Cavaliere25...” rivolgendosi al suo compagno.
I due si avvicinarono così ad Austus.
“Signore...” disse Rynos “... ecco, io e Cavaliere25 siamo qui a nome di tutti... volevamo dire che non è giusto... ci stanno togliendo il cibo e l'acqua...”
“Ragazzi...” fissandoli Austus “... comprendo ciò che dite... su, non avvilitevi... se può esservi di qualche conforto, io è da ore che non bevo un sorso d'acqua... su, finite le vostre razioni e poi andate a riposarvi...” e si allontanò.
Raggiunse allora la cabina di Guisgard.
“Ah, sei tu...” disse Guisgard mentre beveva dell'acqua “... voi un po' d'acqua?”
“No...” rispose Austus “... ho molta sete, ma non riuscirei a mandarla giù... e non capisco come tu possa startene qui a bere tranquillamente...”
“Conosci forse un altro modo per dissetarsi?”
“Come puoi assistere in silenzio a tutto questo, Guisgard?” Fissandolo Austus. “Startene qui, con le mani in mano, mentre quel pazzo impone le sue manie da despota sull'equipaggio?”
“Lui è il comandante” replicò Guisgard “e tu solo un Guardiamarina. E se non riesci a mandar giù questa situazione, allora cospargiti il capo di cenere e vaga come un penitente su questa nave.”
“Si, sono solo un Guardiamarina...” annuì Austus “... ma tu sei il secondo ufficiale di bordo e non puoi...”
“Ah, sei seccante!” Gridò il tenente, buttando nel barile d'acqua la coppa che aveva in mano. “Cosa dovrei fare? Ribellarmi forse? E poi? Ad un ufficiale spettano le medesime punizioni imposte ai marinai semplici! Sai cosa accadde all'ufficiale della Queen Anne per aver picchiato il capitano? Finì impiccato con l'accusa di oltraggio e tradimento!”
“Guisgard...” scuotendo il capo Austus “... allora è vero... sei solo un damerino indifferente e superficiale... del tutto incapace di provare compassione e umanità per i tuoi simili... tu, al sicuro qui dei tuoi gradi e del tuo lignaggio, fai orecchie da mercante mentre gli uomini di questa nave subiscono angherie e torture...”
“Guardiamarina Austus...” interrompendolo Guisgard “... un'altra insolenza e vi ritroverete ai ferri... intesi?” Con rabbia il tenente. “Ed ora chiudete il barile dell'acqua. E' un ordine.”
Austus lo fissava in silenzio.
“Demonio illuso!” Imprecò Guisgard. “Allora quando parlo non mi capite! Ho detto di chiudere subito quel barile!”
Austus allora lo chiuse e poi corse via, lasciando Guisgard con lo sguardo carico d'odio.
Lo stesso odio che lo spinse a colpire con un pugno la porta di legno della sua cabina.
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Cheyenne
17-10-2012, 07.44.55
Provato il vestito nella sartoria, mi venne messo a disposizione uno specchio per guardarmi.
Rimasi stupita di ciò che rifletteva, era l'immagine chi una giovane donna che a stento riuscivo a riconoscere...Sul mio volto non c'erano più la fatica del duro lavoro di schiava, le rughe dovuto al freddo e ai pianti....
Sorrisi soddisfatta a me stessa e poi al sarto e a Fhael.
"Devo farmi proprio i miei complimenti, messere, avete fatto un lavoro egregio, davvero" dissi con ammirazione al sarto.
Dopo aver ritirato il mio magnifico abito uscimmo dalla sartoria, sempre seguiti di Gon.

Altea
17-10-2012, 11.05.58
Leggevo avidamente quelle parole..come potevano tre uomini soli sopravvivere senza viveri e acqua per molto tempo?Eppure Capitan Lanzaras teneva al suo Tesoro e a custodirlo accuratamente..stavo per scoprire la risposta a questi miei dilemmi quando qualcuno busso' alla porta "Aspettate padre"..e mi affrettai a nascondere il libricino nel bauletto di legno, lo sigillai col lucchetto e lo riposi nell' armadio.
Mi affrettai ad aprire la porta.."Ho chiuso bene la porta dopo il fatto del fuggiasco" dissi con voce tremante "E' successo qualcosa visto non siete solito venire a conversare nelle mie stanze, la mia opinione non vi e' mai interessata".

Guisgard
17-10-2012, 16.52.28
“Solo per dirti” disse il padre ad Altea “che domattina ci recheremo finalmente a far visita a sua eccellenza il governatore. Dunque voglio che tu sia elegante e gentile. Dall'impressione che susciteremo sul governatore dipenderanno molto le nostre fortune in queste terre. Ora però riposati. Ci vedremo domattina. Buonanotte.” Ed uscì.

Guisgard
17-10-2012, 16.56.35
Così, Cheyenne e Fhael, con la scimmietta Gon, lasciarono la sartoria.
“Oggi è il giorno della nostra partenza.” Disse il portoghese alla ragazza. “Voi avete bisogno di prepararvi ulteriormente? Magari passare in albergo per ritirare le vostre cose? Il mio battello è pronto per salpare e credo sia giusto non far attendere oltre l'uomo che attende di conoscervi. Non pensate?”

Talia
17-10-2012, 17.22.27
E così il Viceré aveva una figlia con un’insana passione per i pirati...
Sorrisi tra me e me a quella scoperta e nel notare l’espressione sul volto di mio padre, tra lo sconcertato e il seccato, che non riuscì del tutto a celare...
Stavo ancora constatando ciò, con sommo e segreto divertimento, quando Musan di nuovo mi rivolse la parola...

“Già, i pirati...” mormorò Musan “... eppure nulla è meno eroico e romantico di quei predoni...” si voltò di nuovo verso Talia “... e voi, Analopel... voi cosa ne pensate dei pirati?”

“Pirati?” dissi.
Mi voltai verso di lui, allora, e lo fissai per un istante, sollevando appena un sopracciglio con aria vagamente critica... poi sorrisi.
“Oh... temo, milord, di non potervi rispondere, giacché, come immaginerete, non ho alcuna esperienza in merito... forse, proprio come la figlia di Sua Eccellenza, non li conosco che attraverso romanzi...”

“E poi?”
I miei occhi di bambina, larghi per l’interesse e l’attesa, erano fissi sull’uomo di fronte e me...
“Eh... poi...” disse questi con un mezzo sorriso “Beh, il seguito te lo racconterò un’altra volta, Talia! Adesso è tardi ed è meglio che tu vada a dormire!”
“Oh, no... no, nonno, ti prego! Voglio ancora sapere di quel pirata... cosa accadde dopo?”
Il sorriso del nonno si allargò appena, ma scosse la testa...
“Basta, Talia...” mormorò, baciandomi appena la fronte prima suonare il campanello per chiamare la servitrice che si occupava di me “Ti racconterò di quell’isola misteriosa domani sera, se vorrai!”
“Domani sera?” dissi, saltando su “Si, domani! Prometti!”
“Si si, prometto!” disse ridendo, poi sollevò gli occhi sulla donna che era appena entrata e le fece segno di occuparsi di me.

“...e storie...” conclusi, uscendo da quel ricordo che mi aveva attraversato la mente alla velocità della luce.
Colsi che gli occhi di Musan su di me si erano fatti più intensi, quasi che cercasse di leggere quella mia minuscola, e quasi impercettibile, esitazione nella voce... e tuttavia non distolsi il mio sguardo. Al contrario, sorrisi.
“Voi piuttosto, Heer Musan, sembrate esserne un esperto... ditemi dunque, avete già avuto a che fare con qualcuno di loro?”

Guisgard
17-10-2012, 17.57.51
“In verità diverse volte...” disse Musan a Talia “... per questo sorrido sarcastico quando immagino come la gente possa vedere i pirati, grazie ai romanzi o a qualche storiella da locanda... posso dirvi che di romantico possiede ben poco un uomo capace di stuprare con forza una donna, per poi donarla a mo di ricompensa alla sua ciurma, o di uccidere a tradimento un compagno per una moneta d'oro... i pirati non sono diversi dai comuni fuorilegge, anzi, oserei dire che sono forse peggiori, visto che si sentono invincibili, nascosti come sono nei mari a bordo dei loro vascelli... ma in verità sono solo dei vigliacchi...”
“Si, ma questi discorsi non sono adatti a delle nobili dame.” Intervenne il Viceré. “Trovo oltremodo sgradevole parlare di simili argomenti in una società civile. Non siete d'accordo?”
“Si, certo.” Annuì Philip. “Ma purtroppo se la nostra società vorrà essere civile, allora dovremo liberare i nostri mari dalla pirateria.”
“Ma non vedo perchè parlarne ora qui, amico mio.” Sorridendo il Vicerè. “Musan...” rivolgendosi poi al suo fedele guardaspalle “... la nostra giovane ospite merita ben altri intrattenimenti. E se suo padre è d'accordo ti inviterei a portarla nel nostro giardino per una passeggiata all'aria aperta... oggi è una bellissima giornata!”
“Certo.” Sorridendo Philip.
“Analopel...” alzandosi Musan “... posso avere l'onore ed il piacere di passeggiare con voi?”

“Cosa significa quel nome?” Chiese Talia a Jamiel. “Perchè continui a chiamarmi così?”
“Tutti noi ti chiamiamo così...” rispose il piccolo “... tutti gli abitanti di queste terre sanno chi sei...”
“Si, ma cosa vuol dire Analopel?” Domandò ancora Talia.
“E' Creolo, signorina...” avvicinandosi a loro il padre di Jamiel “... usato dagli spagnoli quando colonizzarono queste terre... Analopel rispecchia la vostra bellezza... Analopel significa... La Perla d'Oro...”

“Andiamo, Analopel?” Fissandola Musan e destando Talia da quel ricordo.

Altea
17-10-2012, 18.12.27
Ascoltai le parole di mio padre e annuii.."D'accordo padre, sperando le sarte mi portino in tempo i vestiti che ho preso per tale occasione, sarete fiero di me".
Piano sgattaiolai nella stanza di Odette, ella aprii la porta ed entrai.."Odette, mio padre ha detto domani mattina dobbiamo essere dal Governatore, speriamo i nostri vestiti siano pronti..o andremo vestite come povere dame aristocratiche inglesi" dissi ridendo imitando Madame Truasson.
Vidi un lieve sorriso da parte di Odette, mi sedetti vicino a lei.."Mi raccomando, non adularmi, niente..non ho intenzione di avere niente a che fare con quel Governatore tranne dire buongiorno e arrivederci..e stare vicino a mio padre perchè i suoi intenti e affari vadano a buon fine, d'altronde ne va anche del nostro futuro, sono stanca di stare in questa locanda...ma tu pensi che..i pirati esistano davvero? Io qui non vedo nessun pericolo, anche se il libro che sto leggendo racconta di eventi davvero terrificanti, non vorrei mai trovarmici di fronte a uno di loro".
Abbracciai Odette...era la unica persona di cui mi fidavo completamente, d'altronde era lei che mi aveva accudita fin da piccola, insegnato molte cose sulla vita, mia madre era troppo presa a seguire mio padre nei suoi viaggi e nelle sue feste.

Guisgard
17-10-2012, 18.31.56
“Ah, benedetta ragazza.” Disse Odette ad Altea, per poi darle un bacio sulla fronte. “Vedi che avevo ragione? Quel libro ti sta riempiendo la testa di sciocchezze! I pirati esistono, ma non sono qui. Nessuno di loro potrebbe mai attaccare questa città, con tutti i soldati che ci sono. I pirati sono un pericolo per chi viaggia, non per chi vive nelle città. Su, ora vai a riposare. Domattina ci attende la visita al palazzo del governatore. Sperando che arrivino in tempo i nostri vestiti.”
Il mattino giunse presto ed anche i vestiti furono recapitati in tempo.
La famiglia di Altea si preparò così per quell'importante visita.
Verso Mezzogiorno una carrozza li condusse al palazzo del governatore.
“Mi raccomando, Altea...” fece suo padre durante il tragitto “... voglio che tu sia carina ed educata con sua eccellenza. Sei bellissima con questo abito e il governatore saprà apprezzarti.”

Altea
17-10-2012, 18.40.36
Odette seppe rassicurarmi, ma non troppo, in me vi era sempre un innato dubbio che doveva essere sanato.
La notte passò velocemente, i vestiti arrivarono e ci dirigemmo verso la dimora del Governatore, io celavo un certo nervosismo quando sentii le parole di mio padre.."Grazie padre, ho scelto questo abito per..farvi piacere. Mi sono informata sui gusti del Governatore per poter farvi fare una degna figura..e non preoccupatevi, non interverrò molto, d'altronde non mi interessano molto gli affari e neppure la politica vostra" dissi sorridendogli.

Clio
17-10-2012, 18.43.23
Mi svegliò un pallido raggio di sole.
No, non ero sulla Moeder Recht a fianco di Guerenaiz, ero ancora prigioniera in quel luogo maledetto.
Mi chiesi se il sogno fosse un presagio o una mera speranza.
Mi girai su un fianco, in modo da poter osservare il paesaggio fuori dalla piccola finestra.
Il giorno stabilito era giunto, sarei stata smascherata.
A meno che, pregai silenziosamente dentro di me, Guerenaiz non giungesse davvero.
Restai preda dei miei pensieri e dei miei dubbi non so per quanto, il tempo sembrava non passare mai.

Guisgard
17-10-2012, 18.54.39
La mattinata trascorse così, tra i rumori della locanda, le risate dei filibustieri e le loro bestemmie.
Poi, ad un tratto si udirono delle grida.
Clio, ascoltandole, comprese che stavano impiccando Dydas.
Tra i pirati esultanti, la ragazza non disse nulla.
Durò tutto un attimo.
Fu condotta sotto un albero, mentre i pirati intorno a lei la insultavano e le sputavano addosso.
Poi fu lasciata penzolare con quel cappio al collo.
Poco dopo qualcuno entrò nella stanza di Clio.
“Preparati...” disse il pirata alla ragazza “... tra poco partiremo e rivedrai il tuo futuro sposo... forse...”

Clio
17-10-2012, 19.19.55
I minuti passavano, le ore si susseguivano, eppure ero ancora chiusa in quella stanza, incapace di stare ferma.
Poi, udii dei rumori che senza dubbio provenivano dall'esterno, mi avvicinai alla finestra ma tutto quello che vidi furono dei pirati ubriachi di prima mattina che ridevano.
Ma poi capii a cosa si riferiva quel trambusto e mormorai una preghiera per l'anima tormentata di Dydas, che per un istante mi aveva fatto sognare la libertà.
Com'eravamo diverse, eppure non riuscivo a non provare una forte stretta al cuore pensando a lei, e alla sua miserabile fine.
Ma poi qualcuno entrò, strappandomi ai miei pensieri.

“Preparati...” disse il pirata alla ragazza “... tra poco partiremo e rivedrai il tuo futuro sposo... forse...”

Quando mi lasciò sola mi buttai sul letto, in preda a uno sconforto e una paura che fino ad allora avevo ben sopito dentro di me.
Aveva un bel dire quel pirata, pensai, cosa dovrei preparare? Ho forse un bagaglio con me?
L'immagine di me che raccoglievo vestiti e gioielli in quel luogo mi strappò un sorriso.
Ma poi la tristezza sopraggiunse, perché sarebbe dovuto venire da me? Chi ero io per lui? Non certo la sua promessa sposa, solo qualcuno che maledirà di aver incontrato.
"Non rischierà la vita per me.." Continuavo a sussurrare come se, dopo aver vissuto di speranza, dovessi aiutare me stessa ad accettare anche o risvolti peggiori della realtà.
Mi feci forza, sistemai i capelli, allacciai la camicetta con un nastro nuovo che qualcuno aveva dimenticato lì e aspettai, non potevo fare altro.

Talia
17-10-2012, 19.19.56
Quelle parole di Musan mi scossero... i miei occhi si allargarono a dismisura e rimasero fissi su di lui, vagamente sconvolti, anche mentre il Viceré prendeva la parola...
Udii la voce di mio padre, ma mi parve lontana...
Non avrei saputo dire se era stato per la freddezza della voce, per quella nota cruda e truce nelle sue parole o se era stato quel luccichio crudele che avevo scorto sul fondo dei suoi occhi per un istante... non avrei saputo dire per quale motivo, ma un lungo e sgradevole brivido gelido mi aveva attraversato la schiena...

“Andiamo, Analopel?” Fissandola Musan e destando Talia da quel ricordo.

Battei le palpebre appena... rendendomi conto, con mio sommo sgomento, che lo avevo fissato fino a quel momento... e così, precipitosamente, chinai la testa, portando lo sguardo lontano, verso mio padre...
E fu proprio l’espressione di mio padre ad indurmi ad alzare di nuovo lo sguardo: ero stata invitata ad uscire dal Viceré, sembrava dirmi quello guardo, e perciò era meglio che mi affrettassi a farlo...
Lo scrutai per un attimo, ma la sua espressione non cambiò.
“Certo, milord!” dissi quindi, trattenendo non senza fatica un movimento stizzito.
“Padre...” dissi alzandomi ed inchinandomi appena, in sequenza “Vostra Eccellenza... con il Vostro permesso...”
Mi voltai, quindi, ed uscii dalla sala.

elisabeth
17-10-2012, 19.42.30
Mi stavano facendo domande a raffica, e io non riuscivo a mettere a fuoco se non il nome con cui lo chiamavano Storm......." Se non fosse stato per voi, non avrei conosciuto neanche il suo nome, molto furbo l'uomo che cercate.......comunque, non so quale direzione abbia preso, perche' ero rivolta verso una vetrina di colori e tele, quando ha preso la sua strada, come avete notato, non mi ha mai detto il suo nome, non mi ha mai detto perche' e da chi stava fuggendo.....come voi, sono stata minacciata da un coltello, perche' lo aiutassi a scappare, a ....per la ferita.....non ho visto sangue su di lui...deduco che non avesse ferite......e giusto per essere chiari....anche voi brava gente mi state minacciando...."...incrociai le braccia....ma solo per non far scoppiare il mio cuore che batteva all'impazzata........

Guisgard
17-10-2012, 20.45.49
La carrozza giunse così al palazzo del governatore.
Fu fatta entrare e la famiglia di Altea fu ricevuta da alcuni servitori e condotta in una grande sala.
Poco dopo entrarono due figure: erano il governatore e l'ammiraglio Guidaux.
“Ma che piacere conoscervi.” Disse sorridendo il governatore. “Finalmente, signor Fletcher. E che meravigliosa famiglia avete.”
Furono così fatte le presentazioni di rito fra i presenti.
“La nostra è una missione!” Esclamò il governatore. “Civilizzare queste terre!”
“Si, ma senza importare i mali del Vecchio Mondo.” Intervenne l'ammiraglio.
“Si, sono d'accordo.” Annuì Fletcher.
“A cosa vi riferite, signore?” Chiese la moglie.
“Oh, a tante cose, milady...” rispose Guidaux “... in primis penso alla religione organizzata...”
“Non credete in Dio, ammiraglio?” Domandò la donna.
“Vedete, milady, che esista o meno un Essere Onnipotente, Onnipresente e Onnisciente al di là delle nuvole, con tanto di barba bianca ed Angeli al seguito, in verità mi lascia alquanto indifferente... ciò che invece mi disgusta e deprime è la Chiesa e tutta quella sua organizzazione politica... io non ho molte reminiscenze delle cose religiose che mi furono inculcate da piccolo, ma se ricordo bene Cristo nacque in una stalla ed era povero... perchè allora i Vescovi vivono in tanta ricchezza?”
“Forse dovremmo mandare lì tutti i pirati che infestano i nostri mari!” Ridendo il governatore. “Ma ora basta con questi discorsi brutti! Guardate, vi mostrerò una cosa unica...”
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Guisgard
17-10-2012, 20.51.10
L'Antigua Maria lasciò così l'isola di Portuga e prese il mare.
Giuff era su di giri perchè già assaporava i dobloni d'oro che avrebbe guadagnato di li a poco.
Un pirata sull'albero maestro osservava il mare da ogni latitudine per scorgere qualcosa.
Ad un tratto avvistò qualcosa: era una nave e batteva bandiera olandese.
“E' una nave mercantile” disse Boyuke al capitano “e batte bandiera olandese. Nessun mercantile si avventurerebbe al largo di Portuga... devono essere loro, capitano...”
Giuff allora prese il cannocchiale e guardò la nave.
Intanto, su quella nave, anche i marinai olandesi si erano accorti dei pirati.
“Sono loro, signore.” Fece uno di quelli a Gurenaiz. “Ci avviciniamo?”
“Si...” annuì l'ufficiale “... ma ad agio... ricordate, non voglio correre rischi... dite agli uomini nella stiva di tenersi pronti ad intervenire... ma solo dopo un mio preciso ordine...”
“Si, signore.”
Sull'Antigua Maria fissavano con attenzione i movimenti dell'altra nave.
“Sarà un gioco da ragazzi questo scambio, capitano.” Sorridendo Boyuke. “Faccio preparare la ragazza?”
“Si, portatela qui sul ponte.”
Boyuke andò allora a prendere Clio e la portò dal capitano.
“Tra poco rivedrai il tuo amato...” fissandola Giuff “... e noi avremo l'oro...”

Guisgard
17-10-2012, 20.59.56
“Allora stipuleremo un patto...” disse quell'uomo ad Elisabeth “... rifaremo la strada che avete percorso con quel dannato e cercheremo di ricostruire i suoi movimenti... voi lo avete visto in volto e dunque siete in grado di riconoscerlo... ci state?”
“Vi conviene, milady.” Intervenne l'altro. “Non correrete rischi, tranquilla... ci accompagnerete fino a ritrovare quel fuggiasco, poi insieme alla vostra governante ritornerete alla vostra vita.”

Guisgard
17-10-2012, 21.15.42
Talia uscì così in giardino in compagnia di Musan.
“Allora ditemi, Analopel...” disse lo spagnolo “... come vi trovate qui? L'Europa è molto diversa dalle Flegee... avete forse nostalgia dell'Olanda?”

Una meravigliosa quiete invadeva la baia e il crepuscolo stava sprofondando nel mare, mentre un sognante scurire cominciava pian piano a prendere piede.
Le prime stelle della sera già si affacciavano lungo l'orizzonte infinito e diffondevano sulla terra l'eterna magia dei loro raggi, mentre la scia della Luna nascente aveva appena tracciato una strada d'argento sulle acque calme del mare.
Talia avanzava nell'oscurità, avvicinandosi sempre più al mare.
“L'amore qualcuno dice sia solo fortuna...” all'improvviso una voce “... ma le fortune umane sono alterne e vanno e vengono... no, l'amore, quello vero, è eterno, al di là di tutto e tutti... no, l'amore non è fortuna, ma solo un privilegio...”
A quelle parole Talia si voltò e lo vide.
“Sei tornato!” Sorridendo lei e corse ad abbracciarlo.
“E' vero, sai?” Fece lui.
“Cosa?”
“Le stelle sono davvero tante, quasi infinite...” sussurrò lui “... le ho contate tutte, ogni notte sul ponte della nave... solo così potevo sperare che il tempo trascorresse presto...” la fissò “... sei sempre più bella, amore mio... mi hai pensato? Eh, ma non quanto me...”
“Hai il metro per giudicarlo, signor ufficiale?” Alzando un sopracciglio lei.
“Beh, allora dimmelo tu!”
“Cosa? che mi sei mancato?” Fissandolo lei.”Che mi sembra passato un secolo dall'ultimo nostro incontro e che, per tutto questo tempo, anche quando non potevo, correvo ad affacciarmi sul mare per vedere tornare la tua nave... e che di tanto in tanto chiedevo al nonno della posta, ma tanto non mi avevi scritto mai, così qualche volta l'ho fatto io, ed altre volte sono riuscita a trattenermi solo a fatica... cosa? Questo? E perché? Tanto non mi credi!”
“Perchè ti sei trattenuta dallo scrivermi?”
“Perchè forse scioccamente temevo di infastidirti, con tutte le tue mansioni a bordo...”
“Allora siamo stati sciocchi entrambi...”
“Vedi che abbiamo immaginato la stessa cosa?”
“Si...” sfiorandole il viso lui “... a bordo i marinai cantavano una canzone... ed ogni sua parola sembrava scritta per me... parlava della nostalgia verso la donna amata...”
“Vorrei ascoltarla...”
Ed insieme i due si incamminarono verso la riva, dove lui cantò a lei quella canzone, avendo come melodia lo scorrere dolce delle onde del mare...
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“Eppure, questi luoghi, hanno un qualcosa di magico, nel loro essere primordiale...” aggiunse Musan, destando Talia da quell'antico ricordo “... non trovate, Analopel?”

cavaliere25
17-10-2012, 21.24.54
Ora che si fa???? domandai tutto preoccupato siamo agli sgoccioli il capitano ci a razionati sia cibo che acqua riusciremo a sopravvivere domandai al mio amico che era vicino a me io mi sto stufando di queste angherie di questo capitano noi lo rispettiamo ma anche lui deve fare lo stesso continuai a dire chi è daccordo con me ? domandai a gran voce e aspettai una risposta

Altea
17-10-2012, 22.46.41
Entrammo nella sala del Governatore, la stanza era piuttosto pesante per tanto riccamente era arredata e buia da tende di broccato, quando il Governatore si presentò. Feci un leggero inchino e mio padre ci presentò, lo vedevo stranamente nervoso in volto.
Ci sedemmo assieme, con il Governatore vi stava un certo Guidaux, rimasi in silenzio come disse mio padre ma non restando impassibile. Passavo da un discorso all'altro e pensando che immensità di stupidaggini si stavano dicendo..cosa c'entrava tutto questo con la Chiesa? Fissai mia madre fermamente cattolica che rinnegava ciò in cui credeva per gli interessi di mio padre e forse i suoi interessi, mi morsi le labbra per non intervenire.
Fummo destati da questi discorsi dal Governatore...una sorpresa...di cosa si poteva trattare?

Cheyenne
18-10-2012, 00.21.05
"Certo" risposi a Fhael " tutto quello che ho è nel mio sacco e ho già saldato i conti con il locandiere... Per quando mi riguarda possiamo partire anche ora"
Gon, come per dare conferma a ciò che avevo detto, si mise a saltellare allegra tra me e Fhael.
Così tutti e tre ci dirigemmo al porto, verso nuove avventure.

Clio
18-10-2012, 01.00.18
Tornai sul ponte spinta da Boyuke, la luce del sole mi stordì in un primo momento. Restai in silenzio, attonita, guardandomi attorno.
E poi la vidi: fiera e maestosa nel vento leggero, la bandiera olandese.
L'avevo odiata, maledetta, strappata in mille pezzi ma ora, al solo vederla, mi sussultava il cuore.
È venuto davvero, è venuto per me..
Non riuscivo a credere ai miei occhi, Guerenaiz era lì per salvarmi.
Il cuore iniziò a battermi forte e calde lacrime velarono le mie palpebre.
Pensai a quello che gli avrei detto, cercai le parole più adatte per spiegarmi e farmi perdonare.
E, ancora una volta, mi chiesi cosa pensasse di me, cosa mi avrebbe detto..
Anche se, ora che era così vicino capivo che se era venuto a salvarmi, forse, gli importava della mia vita.
E iniziai a sorridere mentre la nave si avvicinava.
Ascoltai le parole del Gufo Nero senza mutare il volto: "Avete visto capitano? Ve l'avevo detto che sarebbe venuto. Così, ognuno di noi avrà ciò che desiderava... "

Guisgard
18-10-2012, 02.10.35
Così, Cheyenne e Fhael, con la piccola scimmietta, si diressero al porto.
Giunti là, salirono a bordo dell'imbarcazione del portoghese.
Qui Fhael distribuì altri ordini ai suoi uomini e tutto era ormai pronto per la partenza.
Ma proprio in quel momento Gon scappò via e corse verso le varie merci accantonate sul molo.
“Cheyenne...” avvicinandosi Fhael “... cosa è accaduto? Che fine ha fatto la vostra scimmietta?”
Ma poco distante, nascosta tra quella merce sul molo e attenta a non farsi vedere, una misteriosa figura era insieme alla scimmietta.
“Stalle sempre vicina...” mormorò a Gon “... come se fosse la tua vera padrona... deve fidarsi ciecamente di te... intesi, piccola?”
La scimmietta fece uno strano gesto, come a voler annuire.
“Bene, ora ritorna sulla nave da lei...” aggiunse “... su, forza, obbedisci...”
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Guisgard
18-10-2012, 02.17.32
Il governatore, allora, invitò Altea e la sua famiglia a prestare attenzione a ciò che lui stava per mostrare loro.
Si avvicinò ad un piccolo vestibolo laterale.
Issò su la tendina che teneva celato quell'ambiente e mostrò finalmente ciò che in esso si trovava.
Decine di modellini, di pregevole fattura e minuziosamente definiti, raffiguranti navi di tutti i tipi.
“Questo è il mio piccolo vanto, amici miei.” Disse il governatore. “Si tratta di perfette riproduzioni delle navi più belle ed imponenti che hanno solcato i mari.” Rise come un ragazzino davanti ai suoi giocattoli. “Non sono meravigliose? Guardate, guardate pure...” fece ai presenti “... ecco, questa per esempio...” indicando uno di quei modellini “... rappresenta la possente Adventure Vectory che seminò il terrore al largo del Madagascar... quest'altra invece è la leggendaria nave spagnola Nuestra Senora del Carmen con i suoi 72 cannoni!”
“Io una nave con un simile nome” intervenne Guidaux “l'avrei affondata senza pensarci su due volte.”
“Eh, il nostro caro ammiraglio è un idealista!” Esclamò il governatore. “Quest'altro modellino, invece, è il leggendario Griffon, celebre galeone pirata che assaltò più di 50 navi nelle Antille! E come potete vedere, cari amici, sono tutti bellissimi modellini!”
“Si, davvero una notevole collezione, eccellenza.” Disse Fletcher.
“Voi cosa ne dite, cara lady Altea?” Domandò poi il governatore.

Guisgard
18-10-2012, 02.50.33
“Forse.” Disse Giuff a Clio, per poi dare ordine ai suoi uomini di prepararsi. “Tenetevi pronti. Voglio alcuni uomini sul ponte armati di fucili. Al minimo sospetto che aprano subito il fuoco.”
“La nave si sta avvicinando, capitano.” Mormorò Boyuke.
Il Gufo Nero allora gettò un'altra occhiata su quell'imbarcazione olandese.
La fissò per alcuni lunghi momenti.
Il suo sguardo era mutato di colpo.
“Cosa accade, capitano?” Chiese Boyuke.
“Lo scafo...” mormorò Giuff “... lo scafo di quella nave... è troppo immerso in acqua... vuol dire che c'è qualcosa di pesante a bordo...”
“Pesante?” Ripeté Boyuke. “E' una nave mercantile, ma non credo ci sia merce a bordo... sono qui solo per lo scambio...”
“Hanno qualcosa a bordo...” con occhi di ghiaccio Giuff “... e non si tratta di merce...”
“E cosa allora?” Allarmato Boyuke.
“Forse uomini e cannoni...” rispose il Gufo Nero.
“Maledetti!” Esclamò Boyuke. “E' una trappola! Devo dare ordine di ritirata immediata, capitano?”
“No...” scuotendo il capo Giuff “... se ci allontaniamo ora, finiremo sotto il tiro dei loro cannoni... continuiamo ad avvicinarci... ma da ordine a tutti gli uomini di armarsi...”
“Si, capitano!”
Il Gufo allora si voltò verso Clio.
“Il tuo sciocco innamorato” disse “credeva di metterci in trappola... ma si accorgerà che con il Gufo Nero non si scherza...” ed estrasse la sua sciabola, puntandola poi contro il bel viso della ragazza.
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Guisgard
18-10-2012, 02.57.39
“Possiamo fare ben poco, per ora...” disse Emas a Cavaliere25 “... il comandante possiede la legge dalla sua... non ci resta che obbedire per ora...”
“Io però non mi arrendo...” mormorò Rynos “... sono certo che anche il signor Guisgard è stanco di tutto questo... ed io farò di tutto per tirargli fuori la rabbia che si porta dentro...” fissò i suoi tre compagni “... venite con me sul ponte...”
I quattro salirono allora in coperta e passarono accanto a Guisgard.
“E' uno schifo...” disse Rynos “... salire fin lassù per un misero sorso d'acqua... più quello che sudi e sputi su questa nave, di quello che bevi...”
“Rynos...” fece Guisgard.
“Si, signore?”
“Se fai l'insolente perchè credi di non aver nulla da perdere, ti sbagli...” fissandolo il tenente “... il comandante può servirti una bella sorpresa...”
“Oh, certo, signore...” annuì Rynos “... sarò senza dubbio sorpreso... sarò sorpreso se alla fine del viaggio non avrà ucciso metà dell'equipaggio!”
“Rynos...” disse Guisgard “... per questa volta farò finta di non aver sentito...”
“Grazie, signore...” mormorò il marinaio, per ritornare con i suoi tre amici sottocoperta.

elisabeth
18-10-2012, 10.20.13
Facciamo un patto...si insinuava nella mia mente, le stesse parole che avevo udito dire a mio padre quando non avevo nessuna voglia di andare ad un ballo di Gala....facciamo un patto certo, ma quello era mio padre e questi chi diavolo erano ?......" Bene, usciro' con voi ed andremo fuori da questa locanda, vi ritorno a dire che non abbiamo fatto molta strada, siamo arrivati al negozio di tele e colori....li' mi sono fermata e ho ammirato la vetrina ....di lui ..nessuna traccia, ma se vi fa piacere, possiamo rifare il tratto di strada insieme, perdonatemi...ma come siete entrati nella mia stanza ?...perche' a quanto pare il proprietario non sa' della vostra presenza, dimenticavo siete uomini perbene.....allora io esco da qui e voi fate in modo di raggiungermi..."........Uscii dalla stanza, con calma teatrale, arrivata alle scale,le scesi tutte d'un fiato....incontrai lo stesso ragazzo, che quel giorno sembrava volesse pulire il pavimento un po' piu' del dovuto...tanto che vidi la sua camicia lievemente macchiata si sangue, ma non qul rosso cupo delle ferite...di quel rosso che traspariva al rosa, era trapassato attraverso la benda......" Una buona giornata ragazzo"...udii solo un mormorio..e sorrisi quasi soddisfatta...uscendo fuori, non aspettai nessuno, sapevo di essere seguita e percorsi la stessa strada, sino a giungere alla famosa vetrina......sentendoli al mio fianco.." Questo e' quanto ho fatto per lui...niente di piu'...guardandomi intorno non ho visto nessuno che gli somigliasse e poi perdonatemi, ma visto che e' la peggiore della feccia...pensate che stia ancora qui intorno...io sarei scappata a gambe levate in posto dove non ci fosse anima viva.......sono qui da soli due giorni, non mi importa nulla di lui ne di voi.....il destino ha fatto si,che mi si coinvolgesse in una storia che non mi appartiene.....ridatemi la mia Ingrid e cercatevi il vostro malfattore....".........ero stanca...ero stanca di non far comprendere come quella storia mi si era appiccicata addosso....come l'aria umida di quel posto.........

Talia
18-10-2012, 15.39.17
Uscimmo in giardino... l’aria era calda quel giorno, calda ed appiccicosa come spesso accadeva in quelle terre...
“Nostalgia...” mormorai alle parole di Musan, mentre la mia mente volava lontana inseguendo quel ricordo dolce e doloroso che per un momento l’aveva attraversata.
Chiusi gli occhi, dunque, e rividi il mare dell’Olanda, risentii i suoni ed i profumi di quella terra e rividi lui... la gioia dei momenti che trascorreva con me e la nostalgia di vederlo poi partire, la sua nave che svaniva all’orizzonte portandosi dietro la scia della promessa che sarebbe tornato, l’attesa, la sua voce, i suoi occhi...
“Nostalgia...” sussurrai ancora, pianissimo, quasi senza accorgermene “Si... nostalgia e... rimpianto!”

“Eppure, questi luoghi, hanno un qualcosa di magico, nel loro essere primordiale...” aggiunse Musan, destando Talia da quell'antico ricordo “... non trovate, Analopel?”

Riaprii gli occhi di scatto... quasi sussultando, come chi si desta da un sonno profondo e da un sogno meraviglioso ed inconfessabile.
“Si...” risposi dopo un momento, voltandomi appena verso lo spagnolo “Queste terre sono bellissime... paradisiache. Il cielo sembra più ampio, qui, ed il mare è di un blu più intenso. Qui vivono piante ed animali che sembrano usciti da una fiaba ed il sole risplende alto, più di quanto non sia mai stato in Olanda. Avete dunque ragione, milord: queste terre hanno qualche cosa di magico, di meraviglioso, di irresistibile... eppure, vi chiedo, la bellezza da sola può bastare?”
Sorrisi appena e riportai gli occhi all’orizzonte...
“La bellezza è fuggevole, Heer Musan... la bellezza è la cosa meno duratura che vi sia, e la più soggettiva... ciò che oggi vi appare gradevole alla vista, domani potrebbe non esserlo più... e ciò che oggi vi sembra bello, domani potrebbe darvi repulsione, o odio addirittura. No, milord, la bellezza non è eterna... al contrario, è qualche cosa di troppo fuggevole per permetterle di dettare decisioni!”
Sospirai e tornai a guardarlo...
“Queste terre sono belle, sì... molto! Ma non è certo per questo che sono qui. No... io sono qui perché mio padre ha deciso così!”
Lo osservai ancora per un momento, in silenzio... era uno strano tipo d’uomo quel Juan Musan, era un uomo che non riuscivo a comprendere completamente: c’era qualche cosa di fuggevole nel suo sguardo, qualche cosa di gelido, proprio sul fondo degli occhi, qualche cosa che mi faceva rabbrividire se mi soffermavo a scrutarlo.
E fu per riuscire a trattenere quel brivido e quel curioso ed irrazionale senso di oppressione, che riportai gli occhi verso l’orizzonte.

Altea
18-10-2012, 15.52.17
Guardavo il Governatore mostrare quei modelli come un bimbo mostra orgoglioso le sue collezioni e sentivo le loro risate, mia madre rideva fingendo.. quando fui colta da quella domanda improvvisa e finsi un dolce sorriso.."Cosa penso?Riguardo a cosa milord? Ehm..noto che la flotta della Compagnia delle Flegee e' molto imponente e..mi complimento con Voi..eccellenza." cercai di fingermi il più possibile entusiasmata mentre sentivo lo sguardo preoccupato di mio padre su di me.

Guisgard
18-10-2012, 17.31.38
Elisabeth, così, uscì dall'albergo e raggiunse la vetrina davanti alla quale si era separata dal fuggitivo.
Un attimo dopo, quasi fossero due ombre, anche i due uomini la raggiunsero.
“Allora...” disse uno di loro alla donna “... è questo il posto? Qui vi siete persi di vista?”
“Per forza di cose” fece l'altro “deve essersi diretto poi al porto... qui non poteva nascondersi, un verme come lui non passa inosservato in mezzo alla gente per bene... si, perchè solo al porto può trovare riparo un topo come lui...”
“Allora abbiamo tre giorni di tempo!” Esclamò il primo dei due. “Infatti prima di quella scadenza i suoi compari non torneranno a Las Baias! Dobbiamo acciuffarlo prima che trascorrano tre giorni! Andiamo al porto! Ci faremo aiutare da Odeys! Venite con noi, milady!” Rivolgendosi poi ad Elisabeth.

Guisgard
18-10-2012, 17.44.45
“Si, è vero...” disse entusiasta il governatore ad Altea “... la flotta della Compagnia è imponente... e non meno grandiosa è quella di Las Baias!” Rise. “Anzi, vi rivelerò un piccolo segreto... tra breve ci saranno due nuovissimi modellini! Uno sarà la maestosa Nuestra Senora del Rosario, che raffigura alla perfezione la bellissima nave del Viceré di Balunga! L'altro sarà addirittura un modello raffigurante l'Antigua Maria, l'imprendibile galeone del terribile Gufo Nero! Eh... io amo avere i modelli dei nemici vinti!”
A quelle parole, l'ammiraglio Guidaux si voltò di scatto e lanciò uno sguardo al governatore.
“Ma come...” mormorò Fletcher “... il Vicerè di Balunga non è stato vinto... e poi, non sapevo fossimo in guerra con lui...”
“Ehm...” intervenne Guidaux, come chi vuol girare la conversazione su un altro argomento “... perchè non mostrate il vostro pezzo migliore, eccellenza?”
“Ah, si!” Esclamò il governatore. “Quasi lo dimenticavo...” e prese una piccola vetrinetta coperta da un telo.

elisabeth
18-10-2012, 17.44.59
La cosa incominciava a farsi molto strana, ascoltai con pazienza i due signori ....2 Al porto, cosa dovrei fare io al porto, guardate che se il padrone della locanda non mi vede uscire o entrare...incomincera' ad insospettirsi.....e poi i patti non erano questi, voi non avete trovato il vostro brutto ceffo e io rivoglio la mia Ingrid....non ho ancora avuto il tempo di scrivere a mio padre e anche questo non sara' un buon segno....vi state ficcando nei guai..."......Ma nei guai c'ero io e lo sapevo bene, ma cosa potevo fare, urlare ?....mi avrebbero creduta...ma Ingrid poteva essere uccisa e io avrei trovato solo un cadavere.....avevo il morale a terra......e il brutto della storia era che ero sola in un paese straniero.......gran brutto affare.....

Altea
18-10-2012, 17.55.31
Sospirai sollevata, adularlo era l'unica cosa da fare...farlo credere il migliore.
Ma mio padre fece un passo falso...non capivo, avrei chiesto più tardi spiegazioni ad egli su questo fatto del vicerè in quanto mio padre era contrariato, presi subito le redini della conversazione, l'aria si era fatta tesa.."Oh certo eccellenza, per fortuna abbiamo voi e la vostra flotta a tenerci al sicuro qui a Las Baias, non nego che ero molto preoccupata dai racconti di molti sui pirati ma ora mi rassicurate. Sono curiosa di vedere cosa si cela in quella vetrinetta." Ancora un sorriso falso...ora il bambino avrebbe mostrato il pezzo forte della collezione? Scossi il capo...speravo proprio mia madre non iniziasse con storie di uomo scapolo e ottimo partito. Eppure non vedevo in giro la sua famiglia..

Guisgard
18-10-2012, 18.08.06
“Non abbiate paura, milady...” disse Brizzon ad Elisabeth “... vogliamo solo condurvi da un nostro compagno... è un incisore e con il vostro aiuto riusciremo ad avere un disegno che raffiguri quel dannato Storm... fidatevi di noi... presto, tutta questa storia sarà finita...”
Presero allora Elisabeth e insieme raggiunsero il porto.
Qui trovarono una piccola abitazione presso il molo.
E vi entrarono.
All'interno trovarono una tavola imbandita di fogli ed attrezzi vari per il disegno, carte di trigonometria, di geometria, colori e strumenti per la misurazione.
Ad un tratto apparve un uomo.
“Odeys...” vedendolo Brizzon “... quanto tempo, vero?”
“Cosa ci fate qui?”
“Ci serve un favore...” rispose Brizzon “... ci occorre un disegno... e la nostra amica ti aiuterà a realizzarlo...”

Cheyenne
18-10-2012, 18.11.07
Chiamai Gon che, dopo un attimo di esitazione, ritornò sulla nave.
"Bene, direi che siamo pronti per partire ora" dissi con un sorriso rivolgendomi a Fhael.
Mi diressi sotto coperta a depositare i miei bagagli e decisi di lasciare la scimmia nella mia cabina, "è meglio che tu stia qui finché non saremo salpati."
Tornai sulla prua della nave e mi sedetti sul bordo a osservare le lievi onde che toccavano il legno della polena.

Guisgard
18-10-2012, 18.14.11
Il governatore allora tolse quel telo e mostrò la vetrinetta con all'interno il modellino tanto prezioso.
“Questo modellino” disse il governatore ad Altea “rappresenta l'imprendibile vascello pirata che ha diffuso il terrore per tutti i sette mari. Una nave capace di vincere qualsiasi battaglia, contro qualsiasi fregata nemica. Signori... ecco a voi la leggendaria Queen Lilla's Revenge, la nave del terribile pirata Capitan Lanzaras! Riprodotta in ogni suo dettaglio!”
In quel momento un servo annunciò che la cena era pronta.
“Prego, accomodiamoci a tavola, amici miei.” Sorridendo il governatore.

Altea
18-10-2012, 18.21.01
Al sentir nominare quel nome...Capitan Lanzaras... ebbi un leggero sussulto, cercai di mantenermi calma.
Mi stavo avvicinando a esaminare il modellino, per vedere come era veramente la nave quando fummo chiamati da un servo, mia madre mi prese per un braccio e ci sedemmo a tavola.."Capitan Lanzaras avete detto?" dissi improvvisamente "..e ditemi, perchè era tanto temuto ed invincibile?"

Clio
18-10-2012, 20.19.24
Sentii la lama contro il mio collo. Guardai negli occhi il Gufo Nero ma non dissi nulla. Più la nave olandese si avvicinava e maggiore era la mia inquietudine.
Misurai la distanza tra la mia mano e quella in cui il capitano stringeva la sciabola.
Certo, pensai ,capitan Giuff era abbastanza distratto perché io potessi liberarmi ma non sarei andata di certo molto lontana. Dovevo aspettare il momento giusto, quando la nave fosse talmente vicina da potervi trovare riparo. Sapevo che Guerenaiz non era il tipo d'uomo che si fa prendere nel sacco da un mandria di pirati.
"A quanto pare sarà più complicato del previsto, capitano" mi limitai a dire con uno sguardo supplichevole al Gufo Nero.
Ma Guerenaiz la spunterà, maledetto...
Pensai dentro di me, evitando di far trasparire la speranza che mi riempiva il cuore.

Guisgard
18-10-2012, 20.28.33
Tutto era pronto a bordo del Prhoar.
Fhael diede ordine e l'imbarcazione finalmente salpò, lasciando così il porto di Las Baias.
Puntò dritta sul Mar delle Flegee, sotto un cielo senza nubi che ormai era stato attraversato in lungo ed in largo da un crepuscolo inquieto, avvolgendo ogni cosa in uno sfavillio di leggere stelle che, silenziose, si stagliavano poco più su dell'orizzonte e quasi confondendosi e smarrendosi nella foschia che muta avanzava.
Il mare appariva senza un'increspatura, senza una piega o un sussulto, attonito e stagnante, mentre il Prhoar scivola silenzioso sulle sue acque.
Appena preso il mare, Gon sembrò finalmente smarrire la sua vivacità e si accucciò docile in un angolino della cabina di Cheyenne.
La ragazza si trovava invece sul ponte, a fissare quel meraviglioso firmamento che dominava sul mare.
“E finalmente abbiamo preso il mare.” Disse Fhael avvicinandosi a lei. “Presto, forse, la vostra vita cambierà totalmente. Molto presto, se Dio vorrà, tutto comincerà da capo per voi.” Si accese la pipa e cominciò a fumarla con aria serena. “A volte mi chiedo” fissando il mare Fhael “perchè mai gli uomini si ostinino a restare sulla terraferma, in balia dell'ingiustizia e della corruzione... quando invece vi è un mondo vero qui in mezzo al mare, lontano dalle miserie e dalle debolezze umane... ma la stolta natura dell'uomo, ahimè, impedisce di comprenderlo...” si sedette accanto a Cheyenne “... forse dovrei parlarvi di quell'uomo che ci sta aspettando... avete delle domande su di lui? Chiedete pure, se ne avete. Risponderò ad ogni vostro dubbio.”

Guisgard
18-10-2012, 20.50.13
Giuff, a quelle parole di Clio, lanciò solo un rapido sguardo alla ragazza.
“Voi due...” disse poi a due dei suoi taglia gole “... prendetela e legatala a prua...” indicando Clio “... ora vedrai, bellezza...” rivolgendosi a lei “... farò per te qualcosa che nessun altro uomo è mai riuscito a fare... ti farò diventare una sirena!” E rise forte.
La ragazza venne così legata al rostro della nave, in modo che dall'imbarcazione olandese si potesse vedere perfettamente.
“Puntate dritto contro di loro!” Ordinò il Gufo Nero.
Sulla nave olandese, intanto, avevano visto tutto.
“Guardate, signore...” fece un Guardiamarina passando il cannocchiale a Gurenaiz “... guardate voi stesso... a prua...”
“Ma quella...” stupito Gurenaiz “... quella è Clio!”
“Signore!” Gridò all'improvviso il nostromo. “Ci stanno venendo addosso a tutta velocità!”
“Ma cosa vogliono fare?” Urlò il Guardiamarina.
“Tutto a babordo!” Ordinò Gurenaiz.
La manovra fu subito eseguita e solo per un niente le due navi non entrarono in collisione.
E la manovra repentina, fatta per evitare l'impatto con il galeone pirata, causò problemi a tutto l'equipaggio, compresi i soldati nascosti nella stiva, che vennero travolti dai cannoni.
“E' fatta!” Esclamò Giuff dal ponte del suo Galeone. “Ora, mentre si riassesteranno, avremo il tempo di fuggire!” Si rivolse poi a Boyuke. “Libera la ragazza e portala nella mia cabina!”
“Si, capitano!” Rispose il pirata.
Liberò allora Clio e la condusse nella cabina del Gufo Nero.
“Stanno fuggendo, signore!” Disse il Guardiamarina a Gurenaiz. “Cosa facciamo?”
“Inseguiamoli!” Ordinò il capitano.
“Ma questa è solo una nave mercantile, signore...” fece il Guardiamarina “... è impossibile stare dietro ad un galeone di quella portata!”
“Non abbiamo altra scelta...” disse Gurenaiz “... non voglio che fuggano... inseguiamoli!”

Guisgard
18-10-2012, 21.05.22
La bellezza...
Quella parola riportò di nuovo Talia lontana da quel giardino e da quel mondo...
La portò via, rapendola da quella realtà...

“Bellezza...” disse lui “... forse è la parola più usata al mondo... ma forse nessuno si rende conto del suo vero significato...”
“La bellezza” fissandolo Talia “è un concetto molto terreno... e poi è soggettivo... ciò che è bello per qualcuno, può non esserlo per altri... la bellezza è sfuggente e limitata, temo...”
“No...” scuotendo il capo lui “... la vera bellezza non lo è... la vera bellezza dura per sempre...” le prese la mano “... Talia, ti ho mai detto quanto sei bella?”
“Almeno un milione di volte!” Sorridendo lei.
“No, sono serio...” stringendole la mano “... nel mio ultimo viaggio ho toccato vari porti e ho visto cose meravigliose, da togliere il fiato... ma nessuna bella come te...”
Lei allora sorrise.
“E in quei momenti” continuò lui “ho immaginato di dirtelo... dirtelo ogni volta...”
“La bellezza sta forse negli occhi di chi guarda.”
“No, tu lo sei davvero...”
“Ma tu sei qui non solo per questo, vero?” Mormorò lei. “C'è altro... la bellezza passa presto...”
Lui sorrise e la strinse a sé, lasciandola poi sul suo petto.
“Tu sei tante altre cose, Talia...” sussurrò lui “... tu sei tutto per me... tutto ciò che posseggo e tutto ciò che voglio...”
“Forse sono bella per qualcuno” aggiunse lei “e non lo sono per altri... ma in fondo, non mi importa...”
“Sai perchè Ginevra sapeva di essere bella?”
Lei alzò la testa dal suo petto e lo fissò.
“E perchè sapeva di esserlo anche Isotta? E Giulietta?”
“Perchè lo erano?” Rispose Talia.
“Perchè i vari Lancillotto, Tristano e Romeo non facevano altro che ripeterlo loro...”
“Allora stanotte verrai a dirmelo sotto il mio balcone?” Sorridendo Talia. “Sfidando la carabina di mio nonno?”
“Lo farò davvero...” sussurrò lui “... verrò davvero stanotte... se mi aspetterai...”

“Questa terra” fece Musan, destando Talia dai suoi ricordi “non è solo bella, ma anche selvaggia e mutevole... tutto in essa è in movimento... non fidatevi di ciò che vedete... ciò che oggi sembra forte, domani potrà invece divenire debole...” e nei suoi occhi sembrò quasi accendersi un lampo, mentre tutto intorno a loro era avvolto dalla paradisiaca quiete di quelle terre.
Ad un tratto qualcuno chiamò.
Era Philip che chiamava sua figlia.
La giornata era trascorsa rapidamente e quella visita a Balunga era già quasi terminata.
Philip e i suoi sarebbero ritornati a Las Baias a breve.
Salutarono allora il Viceré, che di nuovo si scusò per non aver potuto presentare loro sua figlia e ripartirono.
Musan li accompagnò fino ai confini della tenuta regale.
“Spero di rivedervi preso, Analopel...” disse a Talia “... nel frattempo, un pegno dei miei pensieri per voi...” e donò alla ragazza un piccolo pugnale flegeese, intarsiato di giada e corallo “... al nostro prossimo incontro...”
Un attimo dopo, la carrozza partì, lasciando il vicereame.

cavaliere25
18-10-2012, 21.31.11
Non possiamo andare avanti cosi dissi hai miei due amici dobbiamo trovare un modo per non farci mettere sotto i piedi da questo insolente di un capitano ok che a la legge dalla sua parte ma se noi facciamo numero e lo denunciamo appena arriviamo in un porticciolo le cose forse cambieranno che ne pensate voi? domandai e restai fermo ad aspettare

Clio
18-10-2012, 22.59.46
La spuma del mare mi accarezzava il viso impetuosa e indomabile, non tanto diversa da me, pensai con un sorriso amaro.
Vidi la nave olandese avvicinarsi precipitosamente, sentivo i comandi urlati sul ponte, per un momento credetti di sentire anche il vociare dell'altra nave.
Ma poi virarono in fretta e mi fu chiaro il piano del Gufo Nero.
Venne a prendermi Boyuke e mi condusse nella cabina del capitano, chiudendo la porta dietro di me.
Ero sola, sola e in trappola.
Mi chiesi che destino mi sarebbe toccato ora che Giuff aveva capito le intenzioni di Guerenaiz. Forse mi avrebbe usata come pedina di scambio, per ricattar lo ancora, o forse... No, non gli avrei mai permesso di vendermi.
Iniziai a guardarmi intorno, frugando delicatamente tra armadi e cassetti, senza sapere bene cosa stessi cercando.
Ma poi in un vecchio comò accanto alla finestra , lo trovai.
Un piccolo pugnale di pregevole fattura, eppure con il manico unicamente di legno, niente intarsi né decorazioni, somigliava più a un banale coltello. Niente a che vedere con le splendide armi che avevo visto appena salita sulla Antigua Maria, ma la lama era ottima.
Sorrisi di quella benedizione inaspettata, richiusi il cassetto con cura, e mi infilai il pugnale nello stivale.
Fu allora che guardai fuori, dalla finestra della cabina si riusciva a scorgere distintamente una nave, quella nave.
Non aveva ceduto, era davvero deciso a liberarmi.
Esultai di gioia nel mio animo a quella visione. Dovevo aiutarlo, dovevo fare qualcosa. Già ma cosa? Non ero altro che una prigioniera.

Cheyenne
18-10-2012, 23.49.54
Mentre ero assorta a osservare il mare, Fhael si avvicinò e fumando mi chiese se ero desiderosa di sapere qualche notizia in più dell'uomo che sarebbe potuto essere mio nonno.
Da quando il portoghese mi aveva contattata, il mio animo continuava a porsi mille domande, ad avere mille dubbi...Avevo paura di rimanere delusa da tutta questa faccenda, ma dentro di me sentivo anche il bisogno di tentare, per cercare di colmare un vuoto enorme che ormai coesisteva nel mio cuore da anni.

"Ma si, signor Fhael, il viaggio è lungo e pure la lista di cose che vorrei conoscere..." Sorrisi e guardai il portoghese in cerca di un assenso. "In realtà non ho domande precise, dovete perdonarmi ma, nella mia testa ci sono molte idee confuse che mi è difficile raggrupparle tutte in un pensiero logico e razionale."
"Mi affido alla vostra capacità di narrazione per poter apprendere tutto ciò che è necessario sul signore che sto per incontrare, la sua storia, il suo carattere, ogni cosa a vostra conoscenza."
Detto questo, mi alzai, mi stiracchiai un po' e mi risedetti in attesa delle parole di Fhael.

Guisgard
19-10-2012, 01.47.20
“Vi vedo molto interessata, milady...” disse Guidaux ad Altea “... vi incuriosisce così tanto il nome di quel pirata? Come fate a conoscere la sua leggenda? Pare sia molto antica e oggi solo qualche vecchio marinaio, o chi ha studiato la storia di queste terre conosce il nome di Lanzaras. Ma voi?”
“Si, è vero...” intervenne Fletcher “... come mai conosci queste storie, Altea?”
Odette lanciò allora una strana occhiata alla ragazza, come a volerla rimproverare.

Guisgard
19-10-2012, 02.22.47
L'Antigua Maria procedeva veloce, tagliando quasi a fette le onde del mare che si infrangevano contro il suo possente scavo.
La nave olandese si era lanciata al suo inseguimento, ma la differenza tra le due imbarcazioni risultò subito decisiva, facendo pendere l'ago della bilancia decisamente dalla parte dei corsari.
E così, in breve tempo, i pirati del Gufo Nero misero subito una buona distanza tra loro e gli inseguitori.
E quella distanza aumentava sempre più.
“Sono sempre più lontani...” disse Gurenaiz, fissando la nave pirata col suo cannocchiale “... mettete al vento ogni centimetro di vela!” Ordinò poi ai suoi.
“Capitano...” mormorò il suo Guardiamarina “... abbiamo tutte le vele al vento... di più non possiamo fare... è inutile, ormai non li raggiungeremo più...”
E per la rabbia Gurenaiz lanciò in terra il cannocchiale, spaccandolo in più parti.
“Urrà!” Gridarono in coro i pirati sul ponte dell'Antigua Maria. “A morte gli olandesi!” E acclamarono l'abilità del loro capitano.
Poco dopo, Giuff entrò nella sua cabina, dove era stata rinchiusa Clio.
“Forse avrai visto l'intero spettacolo da quella finestra...” disse il pirata alla ragazza “... ma ti informo ugualmente che il tuo innamorato è stato appena seminato. Che idiota! Voleva prenderci con quella chiatta per mercanti!” La fissò con uno sguardo che non presagiva nulla di buono. “Eh, voleva giocarci... dicono che noi pirati non abbiamo onore, eppure è stato lui, un ufficiale di marina, ad ingannarci, venendo meno agli accordi... non è un comportamento da gentiluomini, non trovi? Ora cosa dovrei fare, dimmi? Per vendicare il mio...” sorrise “... onore? Beh, potrei per ripicca sgozzare la sua futura sposa... o magari cavarle quei suoi meravigliosi occhi azzurri... o anche... divertirmi un po' con lei stanotte... cosa suggerisci?”

Guisgard
19-10-2012, 02.29.46
“E' un uomo di vecchio stampo...” disse Fhael a Cheyenne “... di quelli d'altri tempi... ha trascorso la vita in mare, servendo fedelmente la corona d'Aragona Catalogna, fino a quando è stato inviato qui, nelle Flegee, agli ordini del Viceré a Balunga... ora, finito il suo servizio, si è ritirato a vita privata e l'ultima cosa che chiede alla vita è di far luce sulla scomparsa di sua nipote... oggi vive in una villa coloniale presso Minisclosa... ed è lì che siamo diretti ora.”

Guisgard
19-10-2012, 02.35.04
“Già...” disse Emas a Cavaliere25 “... ma dobbiamo arrivarci vivi alla fine di questo viaggio...”
Ma proprio in quel momento il nostromo scese sottocoperta e chiamò alcuni marinai per lavare il ponte.
E tra questi furono scelti anche Fidan e Cavaliere25.
I due, così, insieme ad un terzo marinaio, furono messi a lavare il ponte.
Ma il terzo marinaio tremava e barcollava.
“Questo poveretto ha la febbre...” mormorò Fidan “... sono due giorni che non tocca un sorso d'acqua... il ramaiolo si trova sul pennone di velaccio e lui non è in grado di arrampicarsi fin lassù per prenderlo... poveretto...”

elisabeth
19-10-2012, 11.29.32
Riluttante seguii i due uomini......sino a raggiungere una piccola casetta sul mare in prossimita' del porto....entrammo e vidi cose che milasciarono senza fiato...fogli compassi coloti matite odore dii scienza, di magia del vero...loro parlavano e io non sentivo, toccavo argilla fresca sporcandomi le dita.....urtai il tavolo facendo cadere dei fogli..." Perdonatemi..li alzo subito...." e mentre mi inchinavo per raccoglierli....vidi sotto il tavolo la miniatura in gesso di un volto stupendo......mi rialzai di scatto, vergognandomi per aver quasi profanato cio' che era il luogo di un uomo d'arte........" Spero di esservi di aiuto, ma non so...e' quasi svanito il ricordo del suo volto, la paura alle volte fa dei brutti scherzi"..e intanto tra le mani giocherellavo con l'argilla fresca...

Clio
19-10-2012, 13.29.26
Ascoltai le parole di Giuff con un espressione seria e severa dipinta in volto. Guardai distrattamente fuori dalla finestra, come se un punto particolare avesse attirato d'un tratto la mia attenzione, tenevo le braccia conserte e respiravo piano.
"No, avete ragione capitano, non è stato un comportamento da gentiluomini.." Dissi come se stessi pensando ad alta voce.

"Padre, ti prego, non andare... Ti uccideranno..." Gli occhi della ragazza erano colmi di lacrime.
Il vecchio generale si avvicinò, le tolse un ricciolo dal volto e le accarezzò la guancia.
"Lo so bambina mia... Ma ho dato la mia parola"
"E non pensi a me? Chi si prenderà cura di me? Chi guiderà le truppe nell'offensiva di domani?" Proruppe lei tra i singhiozzi : " manda qualcun altro oggi... Ti uccideranno..."
Lui la abbracciò e la tenne stretta.
"No Clio, non posso.. Tu saprai cavartela e il mio secondo prenderà il mio posto domani... Ti ho detto che ho dato la mia parola" la allontanò leggermente da se in modo che potesse guardarla negli occhi: " rispondimi: vale di più l'onore o la vita?"
Lei capì che non l'avrebbe smosso dai suoi intenti, tutti gli insegnamenti di quei lunghi anni non erano parole vuote.
"L'onore, padre" rispose cercando un tono di voce fermo e deciso. Ma le lacrime le rigavano ancora il viso.
"Brava la mia bambina, che bambina non è più" disse lui cercando di farla sorridere " non dimenticarlo mai.... Anche se ti accorgerai tu stessa come sia facile scegliere tra l'onore e la vita, la vera difficoltà è scegliere tra l'onore e la felicità."

"Tuttavia avete ancora molto da imparare sul l'onore, capitano" dissi scacciando quel ricordo lontano : " un uomo d'onore non torcerebbe un capello a una donna... Non esiste cosa più disonorevole." Continuai riprendendo a guardare negli occhi il Gufo Nero: " E comunque non vi consiglio di farmi del male, perché quando Guerenaiz tornerà, perché sapete che accadrà, potrebbe esservi utile una pedina di scambio per garantirvi la libertà" sostenni il suo sguardo: "infondo, sapete che non è uno qualunque, vi avrebbe dato la caccia anche senza di me.. Io non mi libererei di una risorsa tanto preziosa, fossi in voi.. "

Talia
19-10-2012, 16.29.19
La voce di mio padre raggiunse me e Juan Musan all’altro capo del giardino. Mi voltai e lo vidi in fondo alla scala con mia madre ed il Viceré, ringraziai dunque lo spagnolo per le belle parole sulla sua terra e mi voltai per affrettarmi a raggiungerli presso la carrozza.
Eravamo quasi giunti presso i confini della tenuta quando Musan parlò di nuovo...

“Spero di rivedervi preso, Analopel...” disse a Talia “... nel frattempo, un pegno dei miei pensieri per voi...” e donò alla ragazza un piccolo pugnale flegeese, intarsiato di giada e corallo “... al nostro prossimo incontro...”

Sollevai gli occhi, interdetta, e lo fissai per un istante...
“Milord...” iniziai a dire “Milord, vi ringrazio, ma non so se posso accettare...”
Ma tacqui presto, poiché ogni altra mia parola fu interrotta dallo sguardo fermo dello spagnolo e dal movimento del suo braccio che si avvicinò e pose quel piccolo pugnale tra le mia mani, interrompendo ogni altra mia possibile rimostranza.
Mi rigirai il sottile stiletto finemente cesellato tra le dita per un momento, in silenzio... era un regalo insolito da fare ad una dama, pensai... che fosse un’usanza flegeese?
Mi ripromisi di domandarlo a Jamiel, una volta giunti a casa.
“Vi ringrazio, milord!” dissi dunque, con un leggero sorriso “Vi ringrazio molto!”
Poi salii sulla carrozza, che partì all’istante.

Cheyenne
19-10-2012, 19.08.08
“E' un uomo di vecchio stampo..di quelli d'altri tempi...
Non ero ben sicura di che cosa significasse, se fosse un pregio o un difetto:
ero cresciuta tra uomini rudi e guerrieri abituati alla fatica e alle tempeste...non avevo proprio idea di come potesse essere un gentiluomo spagnolo ritiratosi a vita privata dopo una vita di fedele servizio alla sua patria...
"Immagino, signor Fhael, che per quell'uomo non deve essere stato facile accettare il matrimonio del figlio con una selvaggia... a giudicare da come sono stata trattata in quella sartoria, molti europei non capiscono che il colore della pelle non determina la supremazia di qualcuno su qualcun'altro...."

Guisgard
19-10-2012, 20.05.18
Scena V: Tradimento e morte a Balunga

“<<No, vile parricida!”>> rispose la voce. <<Pensa a tuo padre e alla sua morte! Pensa alla sala del banchetto lorda del suo sangue versato dalla mano del figlio!>>”
(Walter Scott, Ivanhoe)



La carrozza lasciò così il vicereame e riprese la strada per Las Baias.
Per un po' Philip restò in silenzio, con uno sguardo pensieroso, a fissare il paesaggio dal finestrino della vettura.
“Philip...” disse sua moglie “... qualcosa non va?”
“Nulla...” rispose “... qualche preoccupazione, niente di che.”
“Forse qualcosa ti ha turbato qui a Balunga?”
“No...” scuotendo il capo lui “... il Viceré mi è sembrata una persona degna di stima... anzi, vorrei aver avuto la medesima impressione a Las Baias...”
“Cosa vuoi dire?”
“Non so...” mormorò lui “... mi sorprende che il governatore non abbia ancora incontrato il Vicerè... non vorrei che tutti gli sforzi fatti in precedenza dal suo predecessore andassero ora persi...”
“Si è insidiato da poco il nuovo governatore” fissandolo lei “e mi sembra normale che per un motivo o per un altro non abbia avuto modo di fissare un incontro.”
“Si, forse è così.” Accennando un sorriso Philip.
“Piuttosto...” sorridendo sua moglie e spostando lo sguardo verso Talia “... hai visto che bel dono il signor Musan ha fatto a nostra figlia? Non ho mai visto un pugnale così bello!”
“Musan è un vero gentiluomo” annuendo Philip “e non per niente gode della cieca fiducia del Vicerè.”
“Non pensi che dovremmo invitarlo da noi qualche volta?”
“Certo...” risposte lui “... lo farò appena scriverò al Vicerè.”
“Sono certa che anche Talia ne sarà felice!” Esclamò sua madre.
Il viaggio proseguì e prima che facesse buio la carrozza arrivò a Las Baias.
Giunti alla villa, furono subito accolti dai loro domestici.
“Come sta mio padre?” Chiese Philip al padre di Jamiel.
“Bene, padrone.” Rispose questi. “E' in terrazza col signor Passapour.”
“Ti sei divertita, Analopel?” Avvicinandosi Jamiel a Talia.

Nello stesso momento, a Balunga, il Vicerè aveva chiesto di vedere sua figlia.
“Maraiel...” entrando nella sua stanza, mentre una servitrice raccoglieva da terra la zuppa che la bambina aveva lanciato sul tappeto “... possibile che tu sappia fare solo capricci! Perchè non sei venuta a mangiare con noi? Avevamo degli ospiti e ci tenevo a presentarti a loro!”
“Uffa!” Esclamò la piccola, per poi saltare giù dal letto e correre verso il pappagallo variopinto chiuso nella sua gabbia ottonata.
“Bada che non devi rispondermi così!” Fece suo padre.
“Io voglio rispondere come mi pare!” Urlò la piccola, strappando una penna al bel pappagallo che schiamazzava per il dolore.
“Insomma!” Cercando di afferrarla suo padre. “Sei una peste! E visto che non hai voluto mangiare con me oggi, resterai chiusa qui fino a domani!”
“E io non ci resto!” Sbottò lei, accomodandosi quella piuma fra i capelli.
Il Viceré scosse il capo e vinto decise di uscire dalla stanza.
Nel giardino, ormai avvolto dall'esotico crepuscolo che prendeva il posto del giorno, stava ferma un'ombra.
Ad un tratto altre due figure, schive e silenziose, si avvicinarono a quella.
“E' tutto pronto?” Chiese Musan ai due appena avvicinatisi a lui.
Uno di quelli annuì.
“Bene...” senza tradire emozioni Musan “... agiremo stanotte allora... e rammentate... non avremo altre possibilità...”
Un cenno fra i tre e i due uomini si allontanarono da Musan, mentre una pallida Luna risplendeva su Balunga.
http://www.alparavenna.it/Proposte%20Osservazione/Cable%20Johnson/Alba%20luna.jpg

Guisgard
19-10-2012, 20.12.41
Odeys fissò Elisabeth e poi i due uomini che l'avevano condotta là.
“Allora...” disse Odeys “... di cosa si tratta?”
“Stiamo cercando un ricercato” rispose Brizzon “e lei è l'unica fra noi che ne conosce il viso... ti descriverà quel dannato e tu ci preparerai un disegno.”
“Ci vorrà un'ora, forse due.” Mormorò Odeys. “E voglio essere pagato in anticipo.”
“S'intende.” Annuì Brizzon, per poi lanciare delle monete davanti a lui.
“Ed ora uscite.” Fece Odeys. “Tornate fra un paio d'ore.”
I due allora uscirono e lasciarono Elisabeth con quell'uomo.
“Ora ditemi” disse Odeys alla donna “tutto ciò che ricordate di quell'uomo. Non tralasciate nessun particolare, mi raccomando.”

Guisgard
19-10-2012, 20.22.51
A quelle parole di Cheyenne, Fhael sorrise.
“Uno dei migliori e più redditizi commerci di queste terre” disse il portoghese “è la tratta degli schiavi. E tutti coloro che hanno un colore diverso dal bianco sono merce di scambio. Non meravigliatevi dunque di queste cose. Anzi, temo accadranno di nuovo. Quanto a me, sapete, sono un filosofo infondo... ritengo che nascere in un modo sia qualcosa di cui nessuno possa rispondere, che sia bianco, nero, rosso o giallo. Sono un fatalista e penso che si viene al mondo per un motivo e nulla che riguardi ciò avvenga per caso. Se voi siete bruna ed io portoghese, beh, credo ci sia un motivo e nessuno può condannarci per questo.” Sorrise. “Anche perchè, per quanto mi riguarda, io non potevo certo impedire alla natura di farmi nascere in Portogallo.” Le fece l'occhiolino. “Sinceramente non so cosa abbia provato quell'uomo, dopo che suo figlio si innamorò di una selvaggia, come voi la chiamate. A me hanno insegnato che al cuor non si comanda e che, anzi, tentare di forzarlo è sempre fonte di guai. Ma, a proposito di cuore e passione... dov'è finita la vostra scimmietta?”

Guisgard
19-10-2012, 20.37.43
A quelle parole di Clio, il Gufo Nero si abbandonò ad una sonora risata, lasciandosi poi cadere su un grosso seggio di faggio e ottone che aveva predato a chissà quale nave mercantile.
“Eh, forse hai ragione, ragazza mia...” disse il pirata “... non sono un gentiluomo... ma non bisogna esserlo per comprendere le donne, sai? Tu, per esempio... si vede ad un miglio di distanza che sei delusa e triste... ti senti abbandonata dal tuo uomo, vero? Ti fa male sapere che ha voluto sfruttare l'occasione per tentare di catturami, non è così?” Rise di nuovo. “Beh, in effetti, io sono quel che si dice un pezzo grosso... sono, come mi chiamano loro, il più feroce pirata di questi mari... sono una piaga, come quelle che nella Bibbia misero in ginocchio l'Egitto... sono una tempesta che travolge ogni cosa... e forse è comprensibile che il tuo valente capitano abbia ceduto a questa tentazione... si, certo, ha messo in pericolo anche te, ma, sai, una donna si può sostituire facilmente... si, sei bella... ma la gloria e l'onore forse lo sono di più per lui.” La fissò con i suoi occhi neri e senza luce. “Io invece sono unico... non esiste un altro Gufo Nero... catturarmi e impiccarmi vuol dire vittoria, trionfo, rispetto e potere... lui ha messo tutto questo su un piatto della bilancia e te sull'altro... e cara mia... ha scelto! Davvero vuoi legarti ad un uomo simile? Non dirmi di si, altrimenti mi deluderesti non poco...”

cavaliere25
19-10-2012, 21.17.03
lo vado a prendere io il mestolo cosi può bere quel poveretto dissi e mi avvicinai al pennone e cercai di salire a prenderlo mentre ero intento a fare quello dissi voi state attenti fatemi un fischio se arriva qualcuno che io scendo al volo e inizia a scalare il pennone

Talia
20-10-2012, 00.30.01
Scendemmo dalla carrozza... mio padre e mia madre entrarono subito in casa, io invece mi trattenni un poco indietro, con Jamiel...
"Non lo so, Jamiel..." mormorai alla sua domanda "E' stata una giornata curiosa... dove ho conosciuto curiosi personaggi..."
Esitai un momento... ma Jamiel era un ragazzino acuto, che in più di un'occasione si era rivelato profondamente intuitivo e saggio...
"Senti..." dissi allora, richiamandolo entre si allontanava "Ho una domanda da farti... una curiosità..."
Sollevai la mano e gli porsi l'affilato stiletto regalatomi da Musan...
"Questo oggetto" spiegai "mi è stato donato da Juan Musan, la guardia del corpo del Viceré, e... non so... non ti pare un oggetto curioso da donare ad una dama? E poi guarda questi intarsi... hai mai visto niente di simile?"

Clio
20-10-2012, 01.31.09
Ascoltai le parole del Gufo Nero senza smettere di guardare fuori.
Come dargli torto?
Infondo aveva perfettamente ragione, se fossi stata davvero la promessa sposa di Guerrnaiz avrei potuto essere in collera con lui. Ma chi ero io per rimproverarlo? Non aveva nessun obbligo nei miei confronti, ma di certo non l'avrei spifferato a Giuff.
"Già, é questo che succede quando una donna deve giocare alla damigella in pericolo. Se non ricordo male non sono corsa subito a nascondermi dietro le braghe del mio promesso sposo, vi avevo promesso la mia lealtà. E se voi mi aveste ascoltata, ora avreste un alleato in più e un nemico meno arrabbiato.
Ma avete preferito l'oro del mio capitano olandese, che ha visto una ghiotta occasione in questo scambio. Ma credetemi, non per questo si arrenderà. " sospirai, come un'innamorata ferita: " quanto a lui.. Non mi ha mai dato motivo di dubitare del suo affetto finora. Mi chiedo cos'avrei fatto io al suo posto... " pronunciai le ultime parole quasi in un sussurro.
Eppure è venuto per te, ha cercato di prendere il Gufo Nero, certo, ma poteva restare a Las Baias, ignorare la mia lettera... Non desisterà...
Una voce di speranza, seppur sopita, continuava a mormorare queste parole nei meandri della mia mente.

Guisgard
20-10-2012, 02.19.25
Giuff rise nell'ascoltare Clio.
“Ti ascolterei per ore...” disse il pirata alla ragazza “... si, così alla fine potrei anche convincermi!” Scosse il capo, senza però smettere di ridere. “E ora? Come la mettiamo? Ho perso il mio oro? Beh, se così fosse, allora dovrei contentarmi di ciò che mi resta... e tu non sei niente male, bellezza... niente male davvero...” la fissò con occhi colmi di bramosia “... ma tu sei in gamba, oltre che bella ed io voglio sfruttare queste tue virtù... chissà che non ci sia guadagno per entrambi... ma non lo faremo ora...” si alzò, avvicinandosi ad un armadio “... ecco, qui ci sono diversi abiti e tutti di pregevole fattura... questo l'aveva ancora indosso una bella dama francese mentre tentava di resistermi... quest'altro è talmente prezioso che la sua padrona, un'aristocratica baronessa spagnola, preferì toglierselo da sé pur di non vederlo ridotto a brandelli dal mio ardore... questo poi è particolare... è talmente leggero che riuscii quasi a sentire la pelle della donna che l'aveva indosso, quando assaggiai le sue grazie...” mostrando i vari abiti in esso raccolti “... scegli quello che più ti piace e mettilo... stasera cenerai con me... una cenetta a metà tra il dovere ed il piacere... e durante la cena mi suggerirai in che modo io potrò avere i miei dobloni... e se il tuo piano mi soddisferà, allora, forse, il tuo capitano ti rivedrà sana e salva... a più tardi, ragazza...” ed uscì.

Guisgard
20-10-2012, 02.29.48
Jamiel prese il pugnale dalle mani di Talia e lo fissò con attenzione.
“E' un'arma molto bella, Analopel...” disse “... gli intarsi raffigurano alcune scene delle leggende di queste terre... la caccia alla balena Nohan... il sacrificio delle cento scimmie... la collera degli dei contro Pahuciù...” ridiede il pugnale alla ragazza “... è un pugnale da cerimonia questo, utilizzato nei riti sacri... ma è anche un oggetto molto prezioso... solitamente viene donato da un guerriero alla donna che egli ha scelto come compagna...”
Ma proprio in quel momento si udirono delle urla provenienti dalla villa.
Era Philip e sembrava molto arrabbiato.

Guisgard
20-10-2012, 03.00.59
Cavaliere25 decise allora di arrampicarsi sul pennone di velaccio per prendere il ramaiolo e far bere quel marinaio malato.
Ma appena cominciato a salire, gli si avvicinò l'ufficiale Great.
“Marinaio, scendi subito da lì.” Disse. “Ci sono ordini precisi. Chi ha sete deve fare da sé. Su, torna subito al tuo posto di lavoro.” E si allontanò.
Allora, il marinaio malato di febbre, vista la situazione, decise di fare da sé.
“Se non beve impazzisco...” mormorò “... io ci provo...” e cominciò a salire sulle sartie per prendere il ramaiolo.
Intanto, sul ponte, il capitano Sumond era salito in coperta con i registri di navigazione.
“Signor Guisgard.” Chiamò il comandante. “Qui ci sono i registri di bordo... occorrono le firme di tutti gli ufficiali circa la distribuzione delle razioni ai marinai.”
Guisgard allora si avvicinò e guardò i registri.
“Io non firmo, signore.” Disse Guisgard, chiudendo i registri. “L'equipaggio non ha ricevuto queste razioni.”
“Andiamo, è una procedura sempre esistita.” Fece il capitano. “In ogni viaggio le razioni distribuite non sono mai pari a quelle segnate.”
“Si, è vero” replicò il tenente “ma si tratta generalmente di differenze comunque minime. Invece durante questo viaggio ai marinai sono state più che dimezzate le razioni di cibo e acqua. Ed io non firmo ciò che viene riportato da questi registri.”
“Ah, davvero?” Fissandolo Sumond. “E invece voi firmerete, signor Guisgard. Perchè sono io ad ordinarvelo. Firmate, è un ordine.”
Guisgard allora prese la penna e firmò.
“Chiamo però l'equipaggio a testimone...” disse il tenente “... che firmo sotto vostro ordine. Ma una volta terminato il viaggio chiederò all'ammiragliato l'apertura di un'indagine.”
“Cane ribelle.” Con disprezzo Sumond.
“Cosa avete detto?” Avvicinandosi a lui Guisgard. “Ritiratelo subito!” Mentre i marinai intorno a lui cercarono di calmarlo.
“Io non ritiro nulla.” Fissandolo il comandante. “Anzi, lo ripeto... siete un cane ribelle.”
Ma proprio in quel momento si udì un grido.
Era il marinaio malato di febbre che, per la debolezza, era precipitato dal pennone di velaccio, nel tentativo di prendere il ramaiolo.
http://2.bp.blogspot.com/-Kprwq_lb468/UGGSLUYfXRI/AAAAAAAABJM/Cnui-me5o7U/s640/Muntiny+on+the+bounty-+gable+and+laughton.jpg

Altea
20-10-2012, 08.41.30
Sentivo gli occhi dei commensali puntati su di me...e cercai di rispondere nel modo più naturale possibile.."Perchè vi meravigliate tanto? E' stato sua Ecellenza il Governatore a nominare tale temuto pirata..capitan Lanzaras, se non erro e di quanto fosse una grave minaccia e la cosa mi interessava" risposi scrollando le spalle indifferentemente e dando una occhiata di intesa ad Odette.
In quel momento avrei voluto che tutte le miniuture si materializzassero, e la nave del temuto pirata affondasse tutte quelle delle Compagnie delle Flegee.

Cheyenne
20-10-2012, 10.11.46
Riflettei un attimo alle parole di Fhael, quell'uomo ero molto diverso da tutti quelli che avevo conosciuto fino ad allora.
"Credo che sia nella mia stanza" dissi rispondendo alla sua domanda " era un po' agitata prima della partenza, come avrete potuto notare, e ho preferito lasciarla in una cabina per evitare che facesse un qualche danno... quella scimmietta è una vera peste quando ci si mette!" e risi al pensiero di Gon che saltellava qua e la o che giocava all'altalena tra i miei capelli...

cavaliere25
20-10-2012, 21.49.59
corsi di corsa dal marinaio e lo soccorsi e dissi ecco questo è ciò che succede per colpa di razionare i viveri dissi con odio profondo questo poveraccio è malato e a dovuto andarsi a prendere il mestolo per bere ma con poche forze che aveva non ce la fatta questa è crudeltà pura qualcuno venga a prendere sto poveretto e curatelo portatelo su una branda dissi a gran voce e aspettai li che qualcuno arrivasse

Clio
20-10-2012, 22.42.59
Era inutile, non mi avrebbe mai ascoltata. In me vedeva soltanto una preda e un oggetto di riscatto. Mi avvicinai all'armadio che mi aveva mostrato. Sbirciai i vestiti al suo interno: sete, broccati e altri materiali che non ero affatto abituata a portare.
Poi accarezzai un tessuto diverso dagli altri, e una lacrima, veloce e incontrollabile mi scese sul viso.

Con passo felpato entrò nella piccola bottega.
Lui, ignaro, teneva la testa china su un foglio dove nuove forme prendevano vita. D'un tratto, alzò gli occhi , allarmato da uno scricchiolio. E li sgranò per lo stupore.
"Clio... Sei... Sei splendida..." Lei sorrise nel vedere i suoi occhi riempirsi di lacrime. Si avvicinò, gli accarezzò il volto con una mano : " mai come i tuoi disegni.. Sono sempre più belli"
Un lampo veloce gli attraversò gli occhi ambrati : " un giorno mi permetterai di farti un ritratto? Così come sei ora, con questo abito meraviglioso indosso" Lei gli baciò la fronte teneramente, sorridendo.
"Come una vera donna vuoi dire.." Continuò in tono di vago rimprovero. Lui si pulì le mani e la prese tra le braccia.
"No, come la creatura più bella che abbia mai dipinto"

Rimasi immobile alcuni istanti, immersa nei ricordi. Poi scelsi l'abito più ampio color ciliegia e lo adagiai sul letto.
Stavo già per iniziare a spogliarmi quando ebbi un'intuizione.
Questa è la cabina di Capitan Giuff, dunque ci saranno i suoi vestiti... Presi a frugare in un altro armadio, vicino alla porta, e infatti vi trovai gli abiti del capitano. Sorridendo soddisfatta ringraziai il fato che il capitano non fosse molto robusto. Infilai un paio di calzoni sotto la candida sottoveste, fermandoli con dei lacci rubati ad un altro capo trovato in quell'armadio.
Poi, tolto il mio abito, infilai quello color ciliegia. Era davvero bellissimo, tuttavia lo sentivo ampio e pesante. Mi tenni salda sulle gambe e provai a tirare un dritto e poi un gancio al vento, nessuna resistenza. Così passai ai calci ma il peso dell'abito mi sbilanciò, facendomi finire per terra.
"Fantastico..." Dissi tra i denti mentre mi levavo in fretta l'abito e lo gettavo sul letto. Tornai a curiosare nell'armadio, finché non lo vidi: un abito azzurro come il mare, abbastanza largo da nascondere i pantaloni ma così leggero da non intralciare la possibile lotta.
Lo indossai senza fatica. Riprovai a colpire l'aria, questa volta non ebbi alcun problema. Era perfetto. Guardandomi allo specchio vedevo solo una ricca fanciulla, notare i calzoni sotto la sottoveste o il pugnale nello stivale era pressoché impossibile.
Ora non restava che escogitare un piano da proporre al capitano, o tutta quella preparazione sarebbe servita a ben poco.

Talia
21-10-2012, 01.58.42
Ripresi il pugnale dalle mani di Jamiel e me lo rigirai tra le dita per qualche momento...
un oggetto prezioso, aveva detto...
un oggetto rituale che un guerriero donava alla donna che aveva scelto...
Sospirai appena, pensando che forse non avrei dovuto accettarlo.
E tuttavia dissimulai la mia delusione per quelle poche informazioni con un sorriso...
"Grazie Jamiel..." mormorai.
Ma proprio in quel momento si udì la voce di mio padre, alterata, gridare da dentro la casa...
"Cosa accade?" dissi, voltandomi di scatto...
Sollevai gli occhi verso le finestre del primo piano, ma non vidi niente... e così, senza pensarci oltre, corrersi verso il portone d'ingresso.

Parsifal25
21-10-2012, 04.21.53
Il vento aveva cambiato direzione.......una nuova luce si stendeva all'orizzonte.

Alcuni anni erano passati dalla mia ultima visita presso le terre olandesi, avevo servito come capitano di drappello presso la Corte e.....conservo un ottimo ricordo.

"Mancava poco all'alba.......un ultimo squillo di tromba precedette l'assalto alla roccaforte straniera. La vittoria dipendeva da come avessimo agito con le strategie adottate e studiate.....".

Speravo che qualche compagno di ventura fosse presente.......avevamo un punto di incontro......chissà se si ricordassero di quel luogo "segreto".

elisabeth
21-10-2012, 20.33.47
Mik stavano lasciando con questo tizzio dal volto burbero e dai modi ostili, strano per un' artista.......poi pensai a me stessa, quando avevo l'estro del dipingere....volevo strare sola con me stessa, con Ingrid ero una vera furia.......la vena qrtistica alle volte non rendeva gli uomoni migliori....." Spero che siate molto bravo, non rammento molto di lui, ero spaventata ero stanca, con la nave ero arrivata da poco con mia zia.....non credo di aver avuto neanhce il tempodi disfare i bagagli, era moro di capelli , gli occchi scuri credo....il suo volto non era perfetto di una bellezza di quella che uno puo' reclamare per una donna.....forse era alto..il fisico asciutto........Odeys ...io sono confusa, perdonatemi, da quando sono qui, mi trovo sempre sotto minaccia,ho fatto male ad andare via da casa...."......rimasi all'impiedi a guardarmi in giro...avevo lo sguardo che destava l'impressione dello spaesato..e quel tocco di lacrimuccia, che per un teatrante e' quasi d'obbligo....volevo uscire da quella situazione a tutti i costi e volevo farlo con Ingrid.....sapevo che il malfattore era alla locanda...ma perche' non si era allontanato da li '?......

Guisgard
22-10-2012, 02.03.12
Odeys fissò Elisabeth e cominciò a fare alcuni schizzi su un foglio bianco.
Ad un tratto, però, qualcuno giunse dal retro della stanza.
“Ci si rivede, milady.” Disse Storm ad Elisabeth. “Che sorpresa, vero? Davvero piccolo il mondo... già, piccolo ed affollato.”
Si avvicinò allora alla porta e scrutò l'esterno da uno spiraglio nel legno.
“Tranquillo...” fece Odeys “... non torneranno prima di due ore... abbiamo un bel vantaggio su di loro. E comunque non conoscono il tuo viso... solo questa donna ti ha visto... per questo l'hanno condotta qui...”
“Buono a sapersi.” Mormorò Storm, per poi tornare a fissare Elisabeth.

Guisgard
22-10-2012, 02.06.48
Il Prhoar continuò il suo viaggio, costeggiando il litorale che separava Las Baias da Minisclosa.
Era questa una località perlopiù controllata, in diversi punti, da porti e torrioni d'avvistamento.
Era un punto strategicamente fondamentale per monitorare il traffico navale e per questo era praticamente diviso tra olandesi, inglesi e spagnoli.
La costa presentava fortini e bastoni che giorno e notte tenevano quelle acque sotto controllo.
Durante il giorno fregate aragonesi, inglesi e olandesi attraversavano quel punto, per consentire alle navi provenienti dall'Europa di poter entrare nel Mar delle Flegee senza correre rischi.
Almeno, senza correre troppi rischi.
Giunti così a Minisclosa, i passeggeri del Prhoar videro la loro imbarcazione raggiungere un piccolo porto posto all'interno di un'insenatura naturale.
Fhael fece issare più in alto possibile la bandiera portoghese, in modo che dal porto potessero subito riconoscere la provenienza del battello.
Gettata l'ancora, Fhael scese a terra e subito alcuni militari si avvicinarono.
Il portoghese mostrò loro allora un documento, che subito chiarì i motivi del suo arrivo in quel luogo.
Passarono così alcuni istanti, in cui Fhael restò a conversare con i militari.
Alla fine, salutati i soldati, tornò sul ponte della sua nave.
“Bene.” Disse a Cheyenne. “Il comandante, così viene chiamato qui il nostro uomo, ci sta aspettando. Siete pronta?”

Guisgard
22-10-2012, 02.14.49
All'improvviso Clio avvertì un rumore di passi.
La porta si aprì e Giuff ritornò nella stanza.
“Ehi...” disse con un ghigno il pirata “... quell'abito sembra fatto apposta per te, bellezza...” mostrò allora una bottiglia di rum con due bicchieri “... ora io e te faremo un bel brindisi... e brinderemo a noi due, naturalmente...”
Ad un tratto si udirono delle grida provenire dal ponte.
Pochi istanti dopo, qualcuno bussò alla porta della stanza.
“Capitano...” entrando Boyuke.
“Cosa diavolo è successo?” Fissandolo Giuff. “Se non è importante, ti farò passare la notte sull'albero maestro!”
“Abbiamo pescato qualcosa, capitano...”
“Pescato?” Ripeté il Gufo Nero.
“Si, una zattera alla deriva...” annuì Boyuke “... credo sia in acqua da giorni...”
“E sopra vi era qualcosa di prezioso?”
“No, nulla.” Scuotendo il capo Boyuke. “Non c'era nulla... ma qualcuno si.”
Il Gufo lo fissò incuriosito.
“Una ragazza.” Continuò Boyuke. “E' strana, forse pazza.”
Giuff allora seguì il suo fedele taglia gole, facendo poi segno a Clio di andare con loro.
Sul ponte trovarono quella ragazza, circondata dagli uomini di Giuff.
Era pallida, con lo sguardo assente e completamente vestita di stracci.
“Non parla.” Disse Boyuke. “Forse ha perduto il senno.”
“Che vada in malora, allora!” Esclamò Giuff. “Dividila con il resto della ciurma e poi gettatela a mare.”
“Si, capitano.”
Ma proprio in quel momento la misteriosa ragazza alzò gli occhi e cominciò a fissare Clio.
“L'Isola Perduta esiste...” mormorò “... l'ho vista... e ho visto anche gli spettri... gli spettri che custodiscono il tesoro...”

Guisgard
22-10-2012, 02.25.24
Quella spettacolare collezione di modellini era lì, davanti agli occhi di Altea e della sua famiglia, come se da un momento all'altro tutte quelle navi giocattolo potessero animarsi davvero.
“Capitan Lanzaras” disse l'ammiraglio Guidaux “è un mito, una leggenda. Un po' come l'Olandese Volante. Sono quelle favole che qualcuno inventa e getta poi nel mare, con la speranza di impressionare, meravigliare e impaurire i più sciocchi. In verità, noi preferiamo di certo occuparci dei pirati veri, quelli in carne ed ossa, che flagellano i nostri mari e predano le nostre navi. Ma stiamo lavorando affinché tutti i corsari di questi mari diventino un mito, proprio come Capitan Lanzaras.”
La visita al palazzo del governatore continuò così, tra chiacchiere varie e noioso protocollo di corte.
Alla fine della giornata, Fletcher e la sua famiglia ritornarono al loro albergo.
“Uomo interessante il governatore, vero?” Fece la madre di Altea a sua figlia. “Io credo che qualsiasi ragazza di buona società non possa desiderare di meglio per sposarsi...”
“Sono d'accordissimo, cara.” Annuendo suo marito e fissando poi Altea. “Non lo pensi anche tu?” Chiese poi a sua figlia.

Guisgard
22-10-2012, 02.36.08
La Reden Som, superba fregata della flotta olandese in servizio presso Giamaica, aveva attraversato il Mar delle Antille, per poi giungere nelle acque Flegeesi.
Erano le prime ore del giorno quando la vedetta del porto di Las Baias annunciò l'ingresso della nave.
Tutti gli ufficiali e i marinai furono così fatti sbarcare, con disposizioni e ordini circa la nuova destinazione.
“Signori...” disse il capitano Sniker ai suoi ufficiali di bordo “... questa è Las Baias e sarà la nostra destinazione.” E affidò ad ognuno un incarico. “Signor Parsifal...” rivolgendosi poi al suo Guardiamarina “... voi invece vi recherete al palazzo del governatore. Lì troverete l'ammiraglio Guidaux e vi metterete ai suoi ordini. Vi auguro il meglio per il vostro nuovo incarico.”

Parsifal25
22-10-2012, 02.54.05
Il mio incarico dall'ultima visita a codesta terra era divenuto di discreta e buona fama. Ero divenuto Guardiamarina del capitano Sniker; il titolo posseduto mi è stato donato per le ottime capacità espresse in campo di attività di navigazione:

"Quanti sacrifici ho dovuto affrontare per meritarmi ciò......"

La fregata era approdata presso il porto.......un ciclo si concludeva e andava ad aprirsene uno nuovo. Una nuova missione mi era stata affidata: servire il Governatore........

Scesi dalla fregata e mi diressi alla locanda più vicina per chiedere informazioni su come raggiungere il palazzo. Ero molto entusiasta e curioso di scoprire quale sarebbe stata la mia mansione e direttiva.

Guisgard
22-10-2012, 03.26.03
Parsifal giunse così in una locanda, dove gli fu indicato come raggiungere il palazzo del governatore.
“Dovete risalire il promontorio” spiegò il locandiere al Guardiamarina “dove si domina tutto il golfo di Las Baias. Lì troverete il palazzo di sua eccellenza il governatore.”

Guisgard
22-10-2012, 03.35.12
Jamiel fissò Talia con uno sguardo inquieto.
“Forse quell'uomo” disse il bambino “ti ha scelto come compagna... forse tu gli piaci, Analopel... non sei contenta? Un pugnale così può appartenere solo ad un grande guerriero.”
Ma quelle improvvise grida interruppero subito la discussione tra Talia e Jamiel.
La ragazza allora corse in casa, fino a raggiungere la stanza da dove provenivano quelle urla.
In piedi, col volto crucciato, stava Philip.
La sua fredda cortesia, il suo garbo distaccato, l'infaticabile noncuranza verso tutto ciò che andasse oltre la sua concretezza, tutto ciò sembrava essere stato smarrito dal potente rappresentante della Compagnia delle Flegee Occidentali.
Ma chi era veramente Philip Van Joynson?
Non un mercante e nemmeno un semplice uomo d'affari.
Philip Van Joynson era un diplomatico.
Un uomo che faceva del compromesso l'ideale in cui raccogliere la sua vita e quella degli altri.
Eppure, il suo fermo controllo, la sua razionalità, la sua logicità sembravano essere estranee ora al suo essere.
L'uomo infatti urlava ed i suoi occhi erano attraversati da un lampo d'ira.
“Passapour!” Gridò. “Vi ho avvertito mille e più volte! Non tollero che vi mascheriate in quel modo a casa mia!”
“Non sono mascherato, signore.” Si difese l'altro. “Questa è la divisa degli ufficiali di vascello di Sua Maestà re Giorgio.”
“Qui non siamo in Inghilterra e voi dovete sottostare alle regole di questa casa!” Con impeto Philip. “Se domattina vi troverò abbigliato ancora in questo modo, voi lascerete questa casa!” Si voltò poi verso suo padre che fissava quella scena. “Perchè, padre? Perchè volete a tutti i costi rovinare la mia vita e quella della mia famiglia? Solo perchè non sono come voi?” E uscì sbattendo la porta.
“Forse abbiamo sbagliato a venire qui, comandante...” disse Passapour al vecchio Arkwin.



Intanto, a Balunga, le tenebre avevano ormai avvolto ogni cosa e il palazzo del Viceré sembra assopirsi e abbandonarsi ai sogni di quella notte.
Ma, talvolta, certe notti possono racchiudere non sogni, ma incubi.
E così, nel cuore della notte, alcune ombre, simili a demoni, cominciarono ad avvicinarsi al palazzo.
In breve uccisero tutte le guardie rimaste fedeli al Viceré.
Penetrarono nelle stanze reali e sgozzarono nel sonno tutti i funzionari di corte, giungendo, infine, nella camera del Viceré.
Questi d'un tratto si destò dal suo sonno ed ebbe il tempo di vedere le ombre muoversi nell'oscurità.
All'improvviso una candela si accese e quelle ombre sotto la luce mostrarono finalmente le loro fattezze.
“Tu?” Mormorò il Viceré riconoscendo una di quelle. “Perchè? Perchè? Sei sempre stato come un figlio per me!”
“Un figlio?” Ripeté Musan. “Un servo forse... e i servi obbediscono ai padroni che pagano meglio...”
“Chi ha pagato dunque il tuo tradimento?”
“Colui che governerà queste terre.” Rispose Musan.
Estrasse allora un pugnale e trucidò il Viceré.
Nel frattempo, nella sala Ovest del palazzo, una fedele servitrice entrò nella stanza della piccola Maraiel.
“Svegliati, piccola...”
“Non voglio...” farfugliò la bambina “... ho sonno...”
“No, piccola...” fece la servitrice “... devi alzarti, presto...” prese la piccola e la coprì con un piccolo scialle “... ora esci e va verso il giardino... come quando giochiamo a nascondino... va e corri, senza fermarti mai... corri fin verso il paese... hai capito?”
“Perchè?”
“Vai, piccola...” la esortò la servitrice “... vai, ti prego... sii buona...”
“Aspetta... la bambola...”
La servitrice allora prese la bambola e aprendo la porta che dava sul giardino fece uscire la piccola, per poi richiuderla silenziosamente.
Un attimo dopo, Musan e i suoi entrarono nella stanza.
“Dov'è la bambina?” Chiese il cacciatore.
“Finisci ciò che hai cominciato...” fissandolo la servitrice.
“Parla!” Urlò Musan.
“Una metà di te è flegeese, come me...” disse la servitrice “... conosci dunque il codice del silenzio... e sai che anche tagliandomi mani e piedi io non parlerò..”
Musan allora la sgozzò senza tradire emozioni.
Sfondò poi la porta che dava sul giardino e fissò l'oscurità sterminata.
“E' scappata...” mormorò “... andate a cercarla... la voglio viva o morta... il nome di colui che riuscirà a prenderla sarà riportato direttamente a sua eccellenza... così, come il nome di chi la farà scappare... andate!” Ordinò ai suoi uomini.
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Guisgard
22-10-2012, 03.58.49
La caduta sul ponte di quel povero marinaio e la sua morte, avevano interrotto il momento di tensione tra il capitano Sumond e Guisgard.
Tutti corsero verso il poveretto caduto a causa delle febbre, anche se ormai era troppo tardi.
Ad un tratto, uno dei marinai, aggredì Sumond.
“Sporco maiale...” disse saltandogli addosso “... maledetto assassino...”
Ma fu subito immobilizzato.
“Concedo...” mormorò Sumond alzandosi e sistemandosi l'uniforme “... concedo a questo marinaio una notte per per pensare al suo gesto... e domattina un giro di chiglia per punizione. Naturalmente tutto l'equipaggio assisterà alla punizione.”
Nel frattempo, Emas si avvicinò a Cavaliere25.
“Cerca di restare calmo...” disse al suo amico “... meglio non parlare troppo, oppure finirai anche tu come quel poveretto... il giro di chiglia equivale ad una condanna a morte... vieni, torniamo al lavoro...”
Poco distante, sul ponte, Guisgard fissava il mare, ripensando all'accaduto.
Il suo sguardo era carico d'ira e solo a stento frenava la sua rabbia.
Ad un tratto a lui si avvicinò Rynos.
“Ed abbiamo già un morto, signore...” mormorò il marinaio “... uno...”
“Si...” voltandosi Guisgard e guardandolo “... uno... uno sproloquio ancora e rimpiangerai di non essere caduto tu in coperta, Rynos!” E si allontanò, mentre la Santa Rita continuava ad attraversare quelle acque sterminate.

Altea
22-10-2012, 08.44.17
La giornata finì in breve tempo e arrivati in locanda sprofondai su una poltrona esausta, più che altro per quelle futili chiacchiere.
Ad un tratto udii gli strani discorsi dei miei genitori...era come immaginavo. Mi alzai di scatto con un impeto di rabbia.."Non ci penso nemmeno!!Non è assolutamente uomo per me...lo trovo frivolo e privo di ogni bellezza e intelligenza. Vi ho fatto una cortesia padre, per i vostri affari...ma sposarlo è troppo." Vidi lo sguardo adirato di mio padre e il volto farsi paonazzo dalla rabbia.."Io mi sposerò per amore..e non per i vostri affari. E certo non mi fingerò una sciocca dama priva di cervello e che risponde sempre...si".
Mi diressi verso la stanza ma prima di aprirla voltandomi conclusi.."A proposito..vorrei continuare gli studi lasciati..se potreste chiamarmi un maestro. Ora vado a leggere".
Entrata nella stanza mi affacciai alla finestra ammirando il tramonto sulla baia, il sole stava nascondendosi nella acqua cristallina per dare posto alla argentea Luna.
Presi il libricino..della cosidetta leggenda di Capitan Lanzaras per continuare l'avventura.

Clio
22-10-2012, 09.41.59
Mi chinai sulla ragazza, scostando Giuff con un gesto.
"Non é pazza, ha solo passato troppo tempo in mare" dissi accarezzando i suoi capelli fradici : " Deve asciugarsi, avere un abito decente e un decotto di erbe."
Strinsi a me quella ragazza impaurita e guardai Giuff implorante: " vi prego capitano, lasciate che la curi.. D'altronde non sarà una compagnia allettante in queste condizioni, finirà per attaccare la febbre a tutta la ciurma."
Il mio sguardo si fece malizioso mentre pronunziavo quelle ultime parole.
Ma quando vidi che il viso del Gufo Nero restava impassibile cercai un'altra strada, quella che sembrava smuoverlo maggiormente: " non avete sentito? Ha parlato di un tesoro! Lasciate che si riprenda e vedrete che vi condurrà a questa isola perduta.. Se lei muore, voi perderete il vostro tesoro"

Parsifal25
22-10-2012, 12.31.06
Entrato in locanda.......nulla sembrava cambiato, vi erano i soliti assidui frequentatori devoti al Dio Bacco, le guardie cittadine nelle loro arti da seduttori....ed una nuova categoria che non avevo mai incrociato prima: sembravano dei reclutatori di mercenari, ma avevano gli abiti pieni di fronzoli e di eclettica fattura.

Ero curioso di sapere chi erano, ma il dovere chiamava. Uscito dalla locanda presi la strada che conduceva al palazzo del governatore......

" E' una dura salita collega.......anche lei è qui per arruolarsi? Una voce calda e familiare sentì provenire dalle mie spalle...." , chissà dove era andato il mio caro amico......

L'aria che si respirava era sempre genuina e ricca di calore, mentre risalivo il promontorio.

cavaliere25
22-10-2012, 12.51.00
Dentro di me pensai una lezione a quel maledetto capitano gli starebbe bene come si fa a essere freddi su una morte di un uomo pensai mentre riprendevo il lavoro ma non riuscivo a fare nulla cpntinuavo a pensare a quel poveretto morto non doveva finire cosi e mi guardai intorno

Guisgard
22-10-2012, 18.22.48
A quelle parole di Altea, suo padre andò su tutte le furie.
“Nessuno ti ha chiesto di sposarlo” disse adirato “o di fare l'innamorata! Voglio solo che tu sia gentile con lui! Tu sei una ragazza di buona famiglia e lui è l'uomo più potente di queste terre!”
“Calmati, caro.” Cercò di calmarlo sua moglie.
“Si, forse è meglio.” Sbuffò Fletcher appena sua figlia ritornò in camera.
La ragazza, infatti, era tornata nella sua stanza per continuare la lettura del libretto di quel misterioso pirata.
Ma prima che ricominciasse a leggere, Odette bussò e poi entrò.
“Hai avuto una reazione esagerata prima...” disse ad Altea “... non avresti dovuto comportarti così con tuo padre...”



Nel frattempo, al palazzo del governatore, l'ammiraglio Guidaux fissava il golfo da una finestra, giocherellando con un mappamondo.
“Eh, davvero meravigliosa la mia collezione!” Esclamò il governatore entrando nella sala. “Sono certo che i nostri ospiti sono rimasti affascinati!”
“Interessante quel Fletcher...” mormorò Guidaux.
“E cos'ha di particolare?” Fissandolo il governatore. “In verità trovo molto più interessante sua figlia.” Sorridendo.
“Era pressapoco ciò che intendevo...”
“Non vi seguo.”
“Fletcher è molto ricco” sorridendo Guidaux, mentre continuava a far girare il mappamondo “e per rendere sempre più forte una flotta occorrono fondi.”
“Ebbene?” Domandò il governatore, facendo fermare il mappamondo.
“A noi occorrono risorse per rafforzare la nostra flotta” rispose Guidaux, facendo di nuovo girare il mappamondo “ed è molto improbabile che il nostro governo invii altro denaro quaggiù... ed è ancora più improbabile che quei fondi arrivino dai nostri alleati della Compagnia...”
“Andate avanti.” Mormorò il governatore, facendo di nuovo fermare il mappamondo. “E non fatelo più girare, che mi confonde.”
“Sapete come fanno le grandi famiglie a rafforzare i rapporti fra loro?” Con un ghigno Guidaux. “Alleandosi... ed il modo più sicuro e duraturo è farlo con alleanze matrimoniali... prendere la bella figlia del nostro amico Fletcher come moglie può essere per voi non solo piacevole sotto l'aspetto matrimoniale, ma anche estremamente redditizio sotto quello pratico...”
“Si...” sorridendo il governatore e facendo girare lui stavolta il mappamondo “... è una buona idea...”

Guisgard
22-10-2012, 18.28.48
“Sei troppo furba, tu.” Disse Giuff a Clio. “E hai idee un po' troppo spesso per i miei gusti.”
“Capitano...” intervenne Boyuke “... forse la ragazza ha ragione... sembra che quella poveretta infatti si fidi di lei... avete sentito, no? E' rimasta sempre in silenzio e si è decisa a dire qualcosa solo quando ha visto la ragazza... lasciamole da sole e chissà che la ragazza non scopra qualcosa su quel tesoro.”
“Non crederai a quella storia della tesoro?” Fissandolo Giuff. “E' una povera pazza e probabilmente non sa neanche di cosa parla!”
“Cosa abbiamo da perdere?”
“E va bene!” Esclamò Giuff. “Portatela in coperta e dalle una sistemata.” Rivolgendosi poi a Clio. “Ma bada... se non dice nulla di sensato allora la darò in premio alla mia ciurma! Con o senza febbre!” E fece cenno a Clio di portarsi via la poveretta.

Altea
22-10-2012, 19.00.30
Ero seduta sul letto..ma potevo udire i commenti dei miei genitori, poi il silenzio..e qualcuno che bussava alla porta.
Era Odette...come sempre a rimproverarmi..uscii dalla stanza e li vi erano oltre la balia presenti anche i miei genitori.."D'accordo, pure Odette dice mi sono comportata male con voi..padre..io..io..ho fatto il possibile per farvi fare bella figura, vedete il vestito che indosso? L'ho comprato minuziosamente per farvi fare bella figura..non capite? Però.." cercavo di parlare stando calma "..però..perdonatemi..ma io vi ho seguito fino qui per i vostri affari, ho cercato di farvi fare bella figura col Governatore..ma non è il marito che desidero. Non potete volere la mia infelicità, già mi sono staccata dalla nostra Terra". Li guardai con aria malinconica...davvero ero pervasa da pensieri inquietanti, e non era certo per quel libro su Capitan Lanzaras..il mio sesto senso non mi rassicurava affatto.

Guisgard
22-10-2012, 19.00.52
Sulla Santa Rita tutto continuò come se nulla fosse accaduto, proprio come aveva ordinato il capitano Sumond.
Passò la notte e giunse il nuovo giorno.
Il marinaio che aveva assalito ed insultato il comandante fu portato sull'albero maestro e legato ad una cima.
L'ufficiale Great ordinò allora a tre marinai, tra cui Fidan e Cavaliere25, di procedere alla punizione.
Il reo, infatti, era stato condannato ad un giro di chiglia.
Sumond allora diede il segnale ed il marinaio fu gettato in acqua.
“Forza, ragazzi...” disse Fidan a Cavaliere25 ed all'altro marinaio che tirava con loro due la cima “... avanti tirate...”
Ma all'improvviso accadde qualcosa.
La cima si bloccò di colpo e quasi fece cadere a terra i tre marinai.
Poi si allentò.
“La cima scorre, signore...” rivolgendosi Fidan al capitano.
“Issate.” Ordinò Sumond.
I tre allora guardarono in acqua e videro un terribile spettacolo.
Un pescecane aveva addentato il povero marinaio legato alla cima.
“Non c'è più niente da issare, signore...” fece Fidan “... un pescecane...”
“Allora mollate.” Disse Sumomd.
I tre marinai allora gettarono in mare la cima.
“Rimettiamoci in vela.” Comandò il capitano.
Quel terribile spettacolo era avvenuto sotto gli occhi di tutti e Guisgard teneva lo sguardo basso, quasi incredulo, in balia, com'era, di incredulità e rabbia.
“Signor Great...” mormorò alla fine il tenente.
“Signore?” Avvicinandosi Great a Guisgard.
“Fiocchi e contro fiocchi...” fece questi.
“Si, signore.” Annuì Great. “Sciogliete fiocchi e contro fiocchi!” Ordinò poi all'equipaggio.
La Santa Rita riprese la sua rotta, mentre Guisgard si appartò da solo sul ponte.
I suoi occhi azzurri erano ora vermigli per la rabbia causatagli dall'impotenza provata davanti alle atrocità di Sumond.
All'improvviso a lui si avvicinò Rynos.
“E due...” mormorò, per poi andare via.
Guisgard allora si voltò a fissarlo, per poi cercare il comandante con lo sguardo.
Sumond era a prua, con un'espressione che sembrava non tradire pietà e umanità.
Neanche ora che era morto un altro membro dell'equipaggio.
http://i48.servimg.com/u/f48/15/08/01/26/les_re13.jpg

elisabeth
22-10-2012, 19.03.42
Ero assorta a guardare i movimenti rapidi del carboncino su un foglio bianco.....quando una voce famigliare mi fece saltare per aria......guarda guarda, l'uomo fantasma era apparso ai miei occhi ......in tutta la sua ironia...ma il discorso tra i due mi lascio' di sale..." Vi conoscete ?..voi due vi conoscete ?.....mi chiedo a che gioco stiamo giocando, Storm, l'unica cosa utile e' che ora conosco il vostro nome, e siccome non voglio piu' sapere nulla di voi, restituitemi la mia Ingrid......"......presi dalle mani di Odeys il foglio che stava disegnando e lo feci in mille pezzi......." E ringraziate che lo faccio con un foglio di carata.......lo farei volentieri con la vostra faccia...."...

Cheyenne
22-10-2012, 21.12.35
La nostra nave si diresse verso il porto e dopo che dei soldati controllarono i vari documenti, fummo pronti a scendere.
"Certo, prendo le mie cose e arrivo subito" risposi a Fhael che mi stava chiamando.
Scesi sottocoperta, mi misi sulle spalle il mio sacco da viaggio e dissi a Gon di seguirmi.
La scimmoetta si alzò e saltellò dietro ai mie passi fino al ponte della nave.
Salii sulla passerella tenendo in braccio Gon fino ad arrivare finalmente a toccare terra

Clio
23-10-2012, 00.18.32
Entrai in una piccola stanza con quella povera ragazza che si aggrappava a me per camminare. L'adagiai su una piccola branda e descrissi ad un marinaio le erbe che mi servivano per il decotto : " non dimenticarti di portarle del cibo caldo, mi raccomando" soggiunsi, e quando fu quasi sulla porta lo pregai anche di andare a prendere il mio vestito e la mia camicia che avevo lasciato nella cabina del capitano. Tornai così ad osservare quella ragazza, così impaurita e fradicia.
Le tolsi delicatamente di dosso quegli stracci inzuppati e , in attesa del mio vestito, l'avvolsi in una coperta calda. Presi poi degli stracci asciutti, che qualcuno aveva lasciato lì, e tentai di asciugarle alla bell'e meglio i capelli scarmigliati.
"Come ti chiami?" Dissi sedendomi accanto a lei : "io sono Clio, sta tranquilla, mi prenderò cura di te, per quanto me lo permetteranno."
Le presi la mano tra le mie e la guardai dolcemente : " ti va di raccontarmi la tua storia? Come sei finita su una zattera in mezzo al mare? Ha qualcosa a che fare con l'isola perduta?"
Ma poi mi fermai e le accarezzai il volto: "Perdonami, non volevo assillarti di domande, sono solo preoccupata per te..."
Conclusi con un sorriso, conscia di aver esagerato un po', spinta dal terrore di quello che Giuff avrebbe fatto a quella poverina se non l'avesse più considerata utile e fruttuosa.

Guisgard
23-10-2012, 01.00.28
“Eh, milady...” disse Storm ad Elisabeth “... ma dico... è questo il modo di salutare un vecchio amico?”
Ma ad un tratto si udirono dei rumori e un attimo dopo nella stanza entrarono improvvisamente Brizzon ed il suo compare.
Nel vedere Storm, i due furono colti prima da stupore, poi da impeto.
Aggredirono allora entrambi il fuggitivo, mettendo mano ai loro coltelli.
Storm estrasse la pistola e colpì Yllio.
Questo però permise a Brizzon ti agguantarlo e disarmarlo.
Ci fu una colluttazione tra i due, che durò diversi istanti.
Alla fine Storm riuscì a liberarsi del suo nemico, conficcandogli il suo stesso pugnale in un braccio.
Tentò allora di scappare, ma Yllio da terra, nonostante la ferita, sparò verso il fuggitivo, che riuscì però a salvarsi buttandosi a terra.
Nel frattempo Odeys aveva preso una pistola e con un colpo preciso uccise Yllio.
Brizzon, però, estratto il pugnale dal suo stesso braccio, lo lanciò verso Odeys, colpendolo a morte.
Raccolse così la pistola e la puntò contro Storm.
“Per te è finita, cane.” Disse Brizzon. “La tua fuga si ferma qui.” Si voltò poi verso Elisabeth che era stata costretta ad assistere a quello spettacolo. “Tutto bene, milady?” Domandò alla donna.

Guisgard
23-10-2012, 01.13.11
Cheyenne, seguita da Gon, scese finalmente dall'imbarcazione e affiancò Fhael che era sul molo.
Il portoghese allora chiamò il conducente di una carrozza ed insieme a Cheyenne vi salì a bordo.
“Portateci presso il Lago Morto.” Disse al conducente.
La carrozza allora partì.
“La casa del nostro uomo” rivolgendosi Fhael a Cheyenne “si trova presso un lago non molto lontano da qui. In verità, più che un vero e proprio lago si tratta di un'insenatura naturale che col tempo è stata chiusa per cause naturali. La villa dove lui si trova domina il lago dal versante Ovest.”
Gon era sulle ginocchia di Cheyenne ed appariva insolitamente docile.
Dopo circa una mezzora di cammino, dai finestrini della carrozza si avvistò finalmente il lago.
Era una calma distesa d'acqua, forse più simile ad uno stagno, circondata da pietre e vegetazione, perlopiù palme.
E sul versante di Ponente si poteva vedere una villa in lontananza.
La carrozza allora prese una stradina laterale che conduceva diritta a quella villa.
Poco dopo finalmente arrivarono a destinazione.
Fhael scese dalla vettura e vide un servitore di colore che si avvicinava dal cancello dell'abitazione.
“Siamo qui per vedere il Comandante.” Fece Fhael. “Sono il signor Fhael.”
Il servo allora fece cenno di seguirlo.
Il portoghese, così, chiamò Cheyenne ed insieme, preceduti dal servo, entrarono nella villa.

Guisgard
23-10-2012, 01.26.36
Il padre di Altea, a quelle parole della figlia, assunse un'espressione contrariata, che tuttavia riuscì a dominare.
Si avvicinò così ad una finestra e restò in silenzio a guardare la strada.
“Figlia mia...” disse la madre ad Altea “... noi non vogliamo la tua infelicità... nel modo più assoluto...” scuotendo il capo “... vogliamo solo offrirti il meglio, una vita ossia degna di essere vissuta in queste terre. Vogliamo farti entrare nell'alta società e farti stringere buoni rapporti con le autorità di Las Baias. Nessuno qui ti costringerà a sposarti.” Si avvicinò e accarezzò il volto della ragazza.
Ad un tratto qualcuno bussò alla porta e Odette corse ad aprire.
Era uno dei domestici dell'albergo e recava un messaggio.
“Salute a voi, signori.” Salutando i presenti. “Poco fa è giunto un servo di sua eccellenza il governatore con un biglietto.” Mostrandolo poi a Fletcher.
Il domestico andò via e l'uomo lesse il biglietto.
“Sua eccellenza” disse il padre di Altea “chiede di poter passeggiare con Altea presso i giardini del suo palazzo. Tra due ore manderà una carrozza a prenderla.”
“Oh, che cosa carina da parte di sua eccellenza!” Esclamò La madre di Altea.

Guisgard
23-10-2012, 01.29.29
Parsifal, salito il promontorio, giunse così al palazzo del governatore.
Qui fu avvicinato da due guardie che riconobbero subito la sua uniforme.
“Salute a voi, signore.” Disse uno dei due militari. “Cosa possiamo fare per voi?”

Guisgard
23-10-2012, 01.38.58
Quella ragazza per un po' continuò a tremare.
Poi, sentendosi forse più tranquilla, alzò finalmente lo sguardo su Clio.
I suoi occhi erano come spenti, senza luce, la pelle screpolata a causa del Sole e le labbra arse e secche per la salsedine.
“L'Isola Perduta...” disse all'improvviso “... esiste davvero... Jean ed io siamo riusciti a vederla... è... è sorta dal mare all'improvviso... prima la tempesta, poi quello scoglio galleggiante... io... io non volevo andarci... ma il capitano si... e forse anche Jean era d'accordo... e sull'isola li abbiamo visti...” i suoi occhi si accesero all'improvviso “... gli spettri... sapevano che il capitano credeva a quel tesoro... si, gli spettri...”
Ad un tratto saltò su e corse verso una delle finestre, per poi cominciare a gridare.
“Gli spettri verranno a prendermi!” Urlò. “Come hanno fatto con il capitano e con il mio Jean! Si, li sento! Stanno arrivando! Sono perduta!”

Parsifal25
23-10-2012, 03.59.36
In lontananza, mentre risalivo il promontorio, iniziarono a delinearsi le prime sagome del palazzo ove era possibile distinguere due figure aventi corporatura robusta.

Appena giunsi all'apice entrambe le guardie mi vennero innanzi ed una di essa chiese la motivazione della mia visita, rispondendo senza indugio:

"Sono stato mandato presso il palazzo del governatore dal mio capitano di vascello, Sir Sniker. Mi ha indicato di venir a prender servigio in codesta area. Qui, ho la mia lettera di presentazione. E' possibile conferire con il vostro superiore?"

Cheyenne
23-10-2012, 08.11.12
Dopo una mezzora di viaggio in carrozza giungemno in una insenatura che si era trasformata col tempo in un lago. Li, aveva casa il Comandante.
scesi dalla carrozza e con Fhael ed un servitore mi diressi, tremante e incerta, verso il portone della villa.

Altea
23-10-2012, 08.50.23
Le chiacchiere dei miei genitori erano contradditorie...non dovevo sposarmi ma poi parlavamo di conoscenze della alta società.
Poi quel servo e il biglietto...e la voce guizzante di mio padre nel leggerlo.
Mi sentii tremare le gambe, mia madre era raggiante di felicità e con uno sguardo osservai Odette silenziosamente.
"La cosa non mi piace affatto" affermai "avete visto? Iniziamo già con le passeggiate..da soli..e voi mi lascereste andare a camminare sola con un uomo appena conosciuto?"..stavo tirando fuori tutte le scuse, certo se il Governatore era un bell' uomo e intelligente la cosa sarebbe stata gradita.
Mi rendevo conto, comunque, che non potevo negargli questo, avrei prima di tutto recato una offesa a una importante Autorità..e soprattutto messo nei guai mio padre.
"D'accordo, ma lo faccio solo per voi padre...e mi auguro sarà la prima e ultima passeggiata...al chiaro di Luna col Governatore".
Entrai in camera, guardai i vestiti...forse era colpa di quel vestito, era troppo ecclatante e cosi scelsi quello giallo, sempre elegante ma meno appariscente.
Le due ore non passavano mai....ma ad un tratto vidi la carrozza sotto la locanda, mi feci accompagnare da Odette, il viaggio fu silenzioso, come sempre.
Scendemmo dalla carrozza e aspettai qualcuno venisse a riceverci.

Clio
23-10-2012, 10.08.13
Non riuscii a fermarla.
La rincorsi, sussultando, e giunsi alla finestra dove stava urlando.
L'abbracciai dolcemente e tentai di coprirla con la coperta che si era portata dietro nell'alzarsi.
"Stai tranquilla, sei al sicuro qui... Nessuno spettro verrà a prenderti"
É dai vivi che dovresti guardarti, considerando gli individui che popolano questa nave...
Evitai, tuttavia, di esternare questi pensieri a quella ragazza, già abbastanza spaventata.
La sentii tremare, la tenni stretta.
Non ero abituata a quel genere di storie. Per me le storie di fantasmi non erano altro che vecchi racconti per spaventare i bambini la notte di Ognissanti.
Eppure cosa poteva aver visto per essere così terrorizzata?
Forse aveva ragione Boyuke, era semplicemente pazza.
Eppure nei suoi occhi spenti non c'era il lampo del folle, bensì dolore e terrore.
Esitai per un po', poi ripresi coraggio e chiesi, quasi in un sussurro : "Che ne è stato del tuo Jean? Perché credi che gli spettri ti stiano cercando?"
Mi morsi le labbra per non nominare il tesoro.
Ma poi, vedendo che il tempo passava, chiusi gli occhi e continuai, quasi con rassegnazione : " che cosa stavate cercando? Quale tesoro vale un prezzo così alto?"
Perdonami ragazza senza nome, so che sarà difficile ricordare, ma aiutami, fa che io possa salvarti dal Gufo Nero...
Cercai di trasmettere questi pensieri alle mie braccia che l!avvolgevano delicatamente.

cavaliere25
23-10-2012, 12.20.12
Moriremo tutti se andiamo avanti cosi sono gia due morti su questa nave e il capitano neanche gli interessa continuai a dire ma che cuore di pietra che a neanche un gesto di tristezza solo freddezza e cattiveria a nei suoi occhi nei nostri confronti dissi ad alta voce a me non mi interessa se mi punisce ma cosi non si può piu andare avanti

Talia
23-10-2012, 17.56.27
Sollevai gli occhi e fissai Jamiel per un momento, quasi sorpresa dalle sue parole...
contenta, aveva detto...
contenta...
era una cosa che non avevo affatto preso in considerazione, quella: la mia contentezza, il fatto che si supponeva dovessi essere felice riguardo all’attenzione di Musan per me... sì, si supponeva... e allora perché non lo ero?

La strada che scendeva, irregolare e tortuosa, verso il mare era sconnessa e battuta, quel giorno, da un impetuoso vento. Io camminavo spedita, quasi saltando da un ciottolo all’altro... raggiunta la spiaggia, poi, mi fermai un istante e mi guardai intorno, stringendomi nello spesso ma corto mantello che il vento stava tentando di portarmi via dalle spalle.
La spiaggia era ampia ed il mare lontano, il sole pallido si rifletteva sulla sabbia tra il grigio e l’ocra colpendo i miei occhi di mille e più bagliori... e così mi occorse qualche momento per distinguere quella figura, in piedi, che mi dava le spalle. La sua camicia candida sventolava, gonfiandoglisi sulle spalle, gli stivali affondavano appena nella sabbia, il cappello era stretto nella mano, abbandonata lungo il fianco...
Lo raggiunsi quasi di corsa... ero sorpresa per quel biglietto che mi aveva mandato, la richiesta di vederci subito e proprio su quella spiaggia, proprio in quel giorno così freddo ed inclemente... una strana preoccupazione mi invase il cuore, mentre correvo verso di lui... ed iniziai a tremare, non più solo per il freddo...
“Eccomi...” dissi, quando fu a portata di voce “Sono qui!”
Lui si voltò, allora, ed io sorrisi nell’incontrare di nuovo i suoi occhi... sorrisi solo per un attimo, poi il mio sguardo cadde di nuovo su quel cappello stretto nella sua mano, la giacca accuratamente adagiata sull’altro braccio, gli stivali alti e lucidi...
ebbi un tuffo al cuore...
“Cosa significa?” domandai senza preamboli.
“Parto!” rispose “Una chiamata improvvisa, ordini superiori... c’è una nave in partenza, occorre un ufficiale... parto tra un’ora!”
Per qualche attimo rimasi immobile... come pietrificata da quella notizia improvvisa, fredda, ineluttabile...
“Ma...” iniziai poi a dire, alzando di nuovo gli occhi nei suoi con la voce che tremava forte e l’aria di chi sta disperatamente cercando un appiglio da qualche parte “Ma... voglio dire... non sarà un viaggio lungo, vero? Non dovrai stare via per molto... tornerai presto... non è vero?”
Lui chinò appena la testa...
“Non lo so!” disse... poi prese fiato e, con un vago sorriso, tornò a guardarmi “Coraggio... non prendermi in giro, ora! Sono certo che non sentirai affatto la mia mancanza quando non ci sarò... forse non ne avrai neanche il tempo... con tutti i tuoi impegni, la bella vita che fai a casa di tuo nonno... e... chissà... forse, se mai un giorno tornerò, ti troverò anche felicemente convolata a giuste nozze...”
Rise a quelle parole, quasi fosse qualche cosa di molto divertente. Io lo osservai per qualche attimo, incredula... mi sentii sciocca a quelle parole, mi sentii ferita... e quasi mi vergognai di quel dolore profondo che mi stava lacerando l’anima...
E così, perché non lo vedesse, gli voltai le spalle.
“Non c’è alcun bisogno di prendermi in giro...” sbottai, la voce cupa e ruvida, interrompendo la sua risata “Giacché, credo, tu lo abbia già fatto abbastanza! Vattene, se vuoi... e lasciami in pace!”
“Non ti ho mai presa in giro...” mormorò dopo qualche istante.
“Vattene!”
“Talia...”
“Si, che lo hai fatto...” urlai, voltandomi a guardarlo con gli occhi lucidi “Lo hai fatto ogni volta che mi hai fatto una promessa, ogni volta che mi parlavi al chiaro di luna... sapevi che niente di quello che hai detto sarebbe durato, ma mi hai fatto credere il contrario... e io ti odio, ti odio per questo! Ed ora vattene!”
Esitò solo per un attimo... poi si infilò la giacca, si rimise il cappello, si voltò e si allontanò.
Aveva fatto solo qualche passo quando si fermò di nuovo...
“Non erano bugie!” disse senza voltarsi “Niente di ciò che ho detto lo era... mai! E tu lo sai! Tutto era vero... lo è ancora!”
“E allora guardami...” mormorai “Guardami e dimmi che tornerai, dimmi che desideri soltanto questo. Dimmelo ed io ti crederò!”
Lentamente tornò indietro e prese il mio volto tra le mani...
“Lo sai... lo sai che non c’è nessun altro posto dove voglia stare... lo sai che non c’è niente al mondo che io desideri più di questo, di tornare qui... e posso giurartelo, posso giurartelo su quanto ho di più sacro!”
“Non devi giurare, ti credo...” mormorai, chiudendo gli occhi ed abbandonando la fronte contro il suo petto “Ti credo!”

Battei appena le palpebre e quel ricordo scivolò via, dolce e languido come era giunto.
La felicità, ripetei tra me e me, la contentezza... quella era stata la vera, sottile felicità... così intensa, vera, potente... molto, molto al di sopra di qualsiasi sciocco pugnale Musan potesse donarmi, al di sopra di qualsiasi sua intenzioni di ‘scegliermi’... ‘scegliermi’, pensai... quasi fossi solo un oggetto...
Ripensai agli occhi dello spagnolo, allora, a quel lampo gelido che avevo scorto in fondo a quegli occhi, ripensai alla sensazione di disagio e quasi di oppressione che avevo provato stando con lui in giardino...
Nascondeva qualcosa Musan, ne ero certa... nascondeva un lato oscuro... ed io non potei fare altro, per il momento, se non sentirmi sollevata che fosse molto lontano da lì.
I miei occhi scrutarono Jamiel ancora per qualche momento... mi fissava a sua volta e nel suo sguardo potevo scorgere un moto di preoccupazione... ma era solo un bambino, Jamiel, ed io non volevo che stesse in pena per me... così gli sorrisi.
E fu proprio in quel momento che quelle grida ci raggiunsero e mi indussero a correre in casa, dove arrivai appena in tempo per vedere mio padre gridare contro il nonno e Passapour...

“Qui non siamo in Inghilterra e voi dovete sottostare alle regole di questa casa!” Con impeto Philip. “Se domattina vi troverò abbigliato ancora in questo modo, voi lascerete questa casa!” Si voltò poi verso suo padre che fissava quella scena. “Perchè, padre? Perchè volete a tutti i costi rovinare la mia vita e quella della mia famiglia? Solo perchè non sono come voi?” E uscì sbattendo la porta.
“Forse abbiamo sbagliato a venire qui, comandante...” disse Passapour al vecchio Arkwin.

Rimasi in piedi sulla soglia della bassa porta di servizio che dava nella sala. Mio padre era uscito sbattendo la porta e non mi aveva neanche vista... non lo avevo mai visto così tanto adirato e fuori di sé, prima di quel momento...
Sospirai.
“Nonno...” dissi, facendomi appena avanti “Nonno... ti prego... voi non lo sapete, ma questi sono momenti difficili per mio padre... è molto agitato e sotto pressione... è teso...”
Esitai...
“Non dite così, Passapour, per favore... posso provare a parlargli io di questo, se volete...”

Guisgard
23-10-2012, 19.05.40
Scena VI: Ammutinati

“Prospero: <<E della nave del re, e dei marinai, e degli altri vascelli della flotta, che cosa hai fatto?>>”
(William Shakespeare, La Tempesta)



La massa sterminata e bianchissima di nuvole, che si rifletteva luminosissima ed imponente sul dorato riverbero del mare, era simile a monti lontani, grandiosi e innevati, che si stagliavano lungo l'orizzonte sconfinato, dando quasi l'idea che terre sconosciute e vergini da ogni rotta emergessero oltre quei confini.
La Santa Rita solcava sicura e magnifica quel mare calmo, di un blu profondo, squarciandone le acque con il suo scafo e lasciando una scia spumosa alle sue spalle.
Le vele e la bandiera inglese erano al vento e sembravano quasi animarsi tra il rumore delle onde che cullavano la nave nel suo viaggio.
Ma quelle quiete, reale o falsa che fosse, venne all'improvviso rotta da alcune voci.
“Fermatelo” disse Fidan agli altri dell'equipaggio “o si farà del male!”
Un marinaio, infatti, delirava, correndo e gridando per il ponte.
Alla fine, lo stesso Fidan ed Emas riuscirono a bloccarlo.
“Dacci una mano anche tu, Cavaliere25!” Fece Emas al suo giovane compagno. “E' come impazzito e solo a stento noi due riusciamo a tenerlo fermo!”
“Il mare...” farfugliava il marinaio delirante “... è infinito... quanta acqua... voglio tornare a casa... dalla mia donna... quella donna!” Urlò di colpo per il delirio. “Quella donna non sa che sono qui!” Poi cominciò a piangere. “Ma non è colpa sua... il mare è senza fine... e la carne... ora è come carbone e brucia... mi consuma... voglio tornare a casa...”
“Su, sta calmo, amico...” tentando di tranquillizzarlo Fidan.
“Cosa succede?” Avvicinandosi Guisgard.
“Questo pazzo” rispose Emas, indicando il marinaio “in preda alla sete ha bevuto acqua di mare.”
“Ne siete certi?” Chiese il tenente.
“Si, signor Guisgard.” Annuì Fidan. “L'abbiamo visto noi stessi... ha bevuto l'acqua salmastra penetrata nella stiva...”
“Beh, bisognerà allora legarlo” fece Guisgard “o finirà per farsi male. Ammesso che sopravviva.”
“Sopravvivere?” Ripeté Emas. “Impossibile. A meno che non gli diamo un po' d'acqua dolce. Solo così possiamo lavargli gli intestini.”
“Impossibile, Emas.” Scuotendo il capo il tenente. “Sai meglio di me che ci sono ordini precisi.”
“La mia casa...” nel delirio quel marinaio “... voglio solo... la mia casa... qui c'è troppo mare... e l'acqua brucia... mi brucerà l'anima ed andrò all'Inferno... io credo all'Inferno... sono un buon Cristiano io...”
“Su, calmati, amico...” mormorò Emas.
Guisgard restò a fissare quel poveretto che rischiava di impazzire definitivamente e forse morire sotto i suoi occhi.
“E tre, signor Guisgard?” Avvicinandosi all'improvviso Rynos.
“E togliti di mezzo!” Spingendolo via il tenente, per poi scendere sottocoperta.
“Complimenti!” Esclamò Emas, fissando con rabbia Rynos. “Tu hai il raro dono di sbagliarti su tutto!”
“Lascialo stare...” disse Fidan ad Emas “... almeno con le sue parole ci ha dato una speranza...”
In quel momento, però, Guisgard tornò sul ponte.
Aveva con sé il ramaiolo.
Si avvicinò al barile con l'acqua e lo riempì.
Ma proprio in quell'istante arrivò il capitano Sumond.
“Signor Guisgard...” fece il capitano “... potrei avere una spiegazione?”
Guisgard rigettò l'acqua nel barile e si avvicinò a Sumond.
“Quel marinaio, signore...” spiegò “... ha bevuto acqua di mare... volevo così dargli un po' d'acqua dolce, altrimenti potrebbe morire.”
“Voi non darete l'acqua a nessuno senza mio ordine.” Fissandolo Sumond. “E ora riportate sottocoperta quel ramaiolo.” E si allontanò di qualche passo.
Guisgard restò qualche istante in silenzio, con una strana espressione sul viso, inquieta ed impenetrabile.
Prese allora il ramaiolo, ma invece di portarlo sottocoperta, come ordinato dal comandante, lo immerse nel barile d'acqua e diede poi da bere al povero marinaio.
E Sumond, davanti a quell'inaspettata scena, preso da un impeto di rabbia, si avvicinò a Guisgard, che era chino a far bere quel marinaio e con un calcio fece volare via il ramaiolo.
A quel punto, con gesto improvviso, Guisgard si alzò di scatto e colpì il capitano, facendolo cadere a terra.
“Lurido, sporco bastardo!” Con rabbia il tenente. “Non osate mai più toccarmi!”
Sumond, allora, dopo un attimo di smarrimento, rise e si rialzò.
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Guisgard
23-10-2012, 19.51.50
La guardia lesse la lettera di presentazione mostrata da Parsifal e poi pregò il giovane ufficiale di seguirlo.
Entrarono nel palazzo, fino a raggiungere una sala ben arredata, con cimeli e trofei riguardanti la marina militare.
Nella sala vi era un altro ufficiale.
“Signore...” disse entrando il militare “... è appena giunto un nuovo ufficiale col compito di prendere servizio qui e mettersi ai vostri ordini.” Mostrando poi la lettera di presentazione all'ufficiale.
“Puoi andare.” Fece l'ufficiale e il militare uscì. “Venite pure avanti...” rivolgendosi poi a Parsifal “... e così voi siete il nuovo ufficiale di vascello... io sono l'ammiraglio Guidaux e voi da oggi prenderete servizio nella mia flotta qui a Las Baias.”

Guisgard
23-10-2012, 20.00.17
Il servitore condusse così Fhael e Cheyenne nella villa, fino ad una vasta sala, arredata con mobili d'ebano alla moda orientale, tavolini intarsiati con gusto esotico e diversi dipinti alle pareti, raffiguranti scene di caccia alle balene, traversate nei mari del Sud, scenari tropicali e battaglie navali.
Ovunque vi erano poi porcellane del Giappone, ceramiche smaltate con motivi a carattere blu, candelabri d'oro, manufatti del posto e vari oggetti di chiara origine europea.
Da una grande vetrata era possibile guardare il lago nella sua interezza e godere della bellissima vista offerta da quello scenario.
“Il Comandante” disse il servitore ai due visitatori “verrà tra breve.” Ed uscì.
Ad un tratto, però, Gon sgattaiolò dalle braccia di Cheyenne e si mise a saltellare per tutta la sala.

Guisgard
23-10-2012, 20.22.18
La carrozza condusse Altea di nuovo al palazzo del governatore.
Qui subito un servo giunse a ricevere la ragazza, per poi accompagnarla all'interno della reggia.
Altea attese circa un quarto d'ora, per poi vedere il governatore entrare nella sala.
“Mia cara.” Disse sorridente l'uomo nel vederla. “Ma che splendore. Quest'abito vi dona ancor più del precedente. Ma prego, accomodatevi.” Suonò una piccola campana ottonata e subito un servo di colore portò un vassoio con due calici. “Assaggiate questo elisir, mia cara...” porgendo alla ragazza uno dei due calici “... non si trova in Europa, essendo prodotto dagli indigeni... pare sia fatto con frutta essiccata e poi aromatizzata con delle spezie sconosciute nel Vecchio Mondo... spero vi piaccia.” Poi, finito di bere, si alzò e prese da una credenza un piccolo scrigno.
Lo aprì e mostrò alla ragazza il contenuto.
All'interno vi erano pietre preziose di tutti i tipi.
“Un dono per la vostra bellezza, mia cara...” disse il governatore ad Altea “... scegliete quella che preferita.”

Guisgard
23-10-2012, 20.48.08
Alla fine Clio riuscì a tranquillizzare quella ragazza.
Pian piano adagiò il capo sulla sua spalla e chiuse gli occhi.
Il suo respiro era ora regolare.
“Jean...” disse a Clio “... siamo fuggiti insieme... i miei genitori ostacolavano il nostro amare e siamo fuggiti... ci siamo imbarcati su un battello di un contrabbandiere per farci condurre lontano, in un porto dove salpano navi per la Giamaica ed essere finalmente felici laggiù... ma prima di sbarcarci a destinazione, il capitano doveva passare per un'isoletta e raccogliere due dei suoi uomini... ma giunti sull'isola, trovammo solo morte... i due contrabbandieri avevano aperto il fuoco contro una pattuglia di soldati giunti a cercarli ed erano rimasti uccisi... trovammo così le loro due tombe... a seppellirli era stato un frate... viveva da tempo su quell'isola tutto solo... forse era anche un po' matto... ci raccontò allora di essere naufragato sull'isola anni prima, mentre era imbarcato con alcuni marinai che cercavano un tesoro... il capitano lo fece ubriacare ed il frate raccontò tutto... raccontò dell'Isola Perduta e del Tesoro in essa custodita... quel raccontò stregò sia il capitano che Jean... e vollero partire per cercarlo...”
In quel momento arrivò Boyuke.
“Allora?” Fissando Clio. “Come procede qui? Si è calmata? Oppure devo portarla dal capitano?”

Guisgard
23-10-2012, 21.16.51
Talia era rimasta ferma sulla soglia e non solo Philip, ma anche Passapour e il vecchio Arkwin non si erano accorti subito di lei.
Arkwin bisbigliò qualcosa al suo fedele e quello annuì.
“Si, avete ragione...” disse “... dobbiamo capire cosa sta per accadere a Balunga e verificare le informazioni che ci sono giunte...”
Talia era riuscita ad ascoltare, pur senza essere inizialmente vista, la strana conversazione tra suo nonno e Passapour.
Poi, alle parole della ragazza, il vecchio annuì, accennando un sorriso.
“Si, avete ragione, signorina...” sorridendo anche Passapour a Talia “... è stato un attimo di tensione, ma siamo felici di essere tornati qui con voi.” Annuì nuovamente. “Beh, ora è meglio che vada, però... domattina partirò presto... devo recarmi poco lontano, a salutare dei vecchi amici. Ma so che vostro nonno, con voi, sarà in ottime mani.” Salutò allora Talia e preso in braccio il vecchio marinaio si ritirarono per la notte.
Il mattino giunse presto e Passapour, come da lui stesso annunciato, partì.
Verso Mezzogiorno anche Philip e sua moglie lasciarono la villa, per un pranzo d'affari presso un altro membro della Compagnia.
Talia restò così ad accudire suo nonno.
Il tempo trascorse piacevole fra i due e Talia, com'era suo solito fare in Olanda, lesse poesie e racconti al vecchio Arkwin.
E nel tardo meriggio, finalmente, Philip e sua moglie ritornarono.
Ma i loro volti erano tesi e scuri.
Maria appariva addirittura sconvolta.
“Padre...” avvicinandosi Philip ad Arkwin “... è accaduta una cosa terribile, che forse avrà conseguenza drammatiche su queste terre... a Balunga il Viceré e la sua corte sono stati trucidati... i colpevoli sono tutt'ora ignoti, anche se si crede sia stata una banda di indigeni datisi alla macchia...” scosse il capo “... fatto sta che questo annullerà tutto ciò che di buono è stato fatto per la civile convivenza tra il nostro governo e quello spagnolo...”
E a quelle parole del figlio, il vecchio Arkwin mutò espressione e qualcosa di inquieto si accese nei suoi occhi.
E quell'espressione inquieta di suo nonno non sfuggì a Talia.
http://madeinatlantis.com/keira_knightley/movies/pride_prejudice/262bbcec0.jpg

elisabeth
23-10-2012, 21.47.05
La scena a teatro, poteva muoversi con estrema lentezza sino a diventare una furia irragionevole......i due uomini ritornarono prima del previsto e nonostante lo stupore, furono abbastanza lesti da estrarre le loro pistole, rimasi con alcuni pezzi di carta strappati da un moto di collera, che non provavo piu'.......ero tesa e il respiro sembrava essersi fermato in gola, sangue sangue ovunque, odore di polvere da sparo e di morte....non mi era mai capitato prima e non mi era mai capitato di dover decidere qual'era la mia posizione.......l'uomo aveva la pistola in mano e Storm era sotto tiro......e io, cosa dovevo fare ?......scegliere...cos'era il male e cos'era il bene in poco tempo, attimi eppure dovetti fare una scelta.......accanto a me c'era la sagoma in argilla della testa di un uomo e facendo finta di pormi alle spalle del bravo uomo per essere protetta........presi la scultura e gliela ruppi in testa...lo vidi svenire o morire, non lo sapevo.......guardai Storm..." Forse ora sono in balia del peggiore degli assassini....o forse no....ma vi ho salvato la vita e dovete aiutarmi a ritrovare Ingrid.....in questi guai mi ci avete messa voi...".....

Altea
23-10-2012, 22.19.41
Con un leggero inchino salutai il Governatore..iniziammo a conversare, o meglio iniziai ad ascoltare le sue conversazioni noiose guardandomi il vestito giallo pensando che avevo fallito tutto..poi quello scrigno aperto davanti a me e il suo sorriso..vero o falso? Voleva forse comprarmi con gioielli e vestiti come tutte le dame che frequentava? Presi i gioielli e li osservai ad uno ad uno, erano di fattura perfetta...ecco una ametista, una acquamarina, un topazio, una ambra, un rubino, uno smeraldo e molti molti ancora..rimanevo in silenzio e lo fissavo quando all'improvviso gli chiesi.."Come mai volete farmi dono di uno di questi splendidi gioielli Governatore? Non mi conoscete nemmeno...e come mai mi avete invitata qui..da sola?"

cavaliere25
23-10-2012, 22.48.41
Corsi ad aiutare gli altri a tenere fermo il marinaio delirante dissi èrendete una corda e legatelo prima che si faccia male non slegatelo finche non gli passa il delirio presto non abbiamo tutto il tempo per tenerlo immobile e aspettai che si calmasse vidi la scena tra i due e dissi hei state calmi che vi prende chiesi ad alta voce qui mi sembra che stiamo andando fuori di testa tutti quant cerchiamo di non scaldarci troppo il viaggio è ancora lungo cerchiamo di arrivare a destinazione tutti interi e in vita e restai fermo a guardare

Cheyenne
23-10-2012, 23.28.18
Fummo condotti all' interno di una vasta sala, e nell' attesa dell' arrivo del Comandante, mi misi a osservare le decorazione e i preziosi oggetti che riempivano l' ambiente.
Persa nel guardare il lusso dell' abitazione, non riuscii a fermare Gon che iniziò a saltellare sul pavimento.
La scimmietta si mise a giocherellare con un prezioso vaso antico e fu per un soffio che riuscii a prenderglielo dalle zampe prima che lo facesse cadere.
"Sei proprio una pestifera Gon, a volte riesci a farmi pentire di averti portata con me." le dissi con tono severo.
Gon si sedette intimorita vicino alle mie gambe, le accarezzai la testa e la presi in braccio.
"Scusa piccolina, non devo sfogarmi con te ma sono molto nervosa per l' incontro che mi aspetta".
Rimasi seduta, tamburellando con un piede sul pavimento, trepidante per l' attesa.

Clio
24-10-2012, 00.47.03
Osservai fredda Boyuke che era appena entrato, ovviamente interrompendo il racconto della ragazza nel momento meno opportuno.
"Si sta riprendendo, il capitano dovrà aspettare, per ora ha bisogno di qualcuno che si prenda cura di lei, e che riesca a capire che cosa le è successo. Dite pure al capitano che non è affatto pazza. Ha solo avuto una sorte avversa."
La tenevo stretta, facendo scudo col mio corpo in modo che Boyuke non la spaventasse.
"Ah, quasi dimenticavo, se volete gentilmente ricordare al vostro uomo di portarci ciò che gli ho chiesto, si rimetterà molto più facilmente."
Detto ciò, smisi di prestargli attenzione, cercando di fargli capire che non avrebbe parlato in sua presenza.
Voltai così le spalle al tagliagole e dissi dolcemente alla ragazza: " spesso lo spirito degli uomini è troppo sensibile al denaro, sono disposti a rischiare tutto per un bottino. Siete riusciti a trovare il tesoro di cui parlava almeno? O tutto questo scompiglio non è valso a nulla?"
Mi chiesi se Boyuke avesse sentito quelle parole, ma poco importava : almeno avrebbe capito che c'era davvero di mezzo un tesoro.

Talia
24-10-2012, 16.56.56
La giornata con il nonno passò serena.
Passapour era uscito presto ed anche i miei genitori avevano lasciato la villa nella tarda mattinata, io avevo chiesto al padre di Jamiel di aiutarmi così io ed il nonno eravamo potuti scendere in giardino dove ci eravamo seduti al sole e là avevo passato la giornata leggendo per Arkwin.
Al nonno era sempre piaciuto ascoltarmi leggere, fin da quando ero piccola... in Olanda avevo sempre letto per lui ogni genere di cosa, talvolta erano poesie, altre volte racconti, anche se ciò che preferivo era leggergli le lettere che il nonno aveva scritto a sua moglie duranti i suoi lunghi viaggi per mare e che lei aveva conservato. La nonna era morta molti anni prima, tanti che io non la ricordavo che a fatica, ma leggere quelle lettere mi aiutava ad immaginarla e ad immaginare ciò che doveva aver provato nel riceverle...
Quel giorno, tuttavia, al pallio sole invernale di Las Baias, lessi per il nonno principalmente delle poesie.
Eravamo ancora là, seduti in giardino, quando i miei genitori tornarono...

“Padre...” avvicinandosi Philip ad Arkwin “... è accaduta una cosa terribile, che forse avrà conseguenza drammatiche su queste terre... a Balunga il Viceré e la sua corte sono stati trucidati... i colpevoli sono tutt'ora ignoti, anche se si crede sia stata una banda di indigeni datisi alla macchia...” scosse il capo “... fatto sta che questo annullerà tutto ciò che di buono è stato fatto per la civile convivenza tra il nostro governo e quello spagnolo...”
E a quelle parole del figlio, il vecchio Arkwin mutò espressione e qualcosa di inquieto si accese nei suoi occhi.
E quell'espressione inquieta di suo nonno non sfuggì a Talia.

I miei occhi si allargarono a dismisura a quelle parole di mio padre...
il Viceré... com’era possibile? Eravamo stati là soltanto il giorno prima... come era possibile che fosse accaduto quello scempio? Era orribile!
Fissai mio padre per qualche momento... era sbigottita... eppure ciò che disse parve alle mie orecchie, per qualche ragione, strano... una banda di indigeni, aveva detto... ma come poteva una semplice banda di indigeni riuscire a penetrare nel palazzo del Viceré, eludere la sorveglianza e giungere a trucidare un’intera corte per poi sparire nel nulla?
I miei occhi si spostarono sul nonno, dunque... quasi automaticamente... quasi cercassero in lui la loro stessa sorpresa, la loro stessa incredulità... ed invece, sorprendentemente, non fu questo che vi trovai. No, non lessi né sorpresa né incredulità negli occhi del nonno... vi lessi piuttosto preoccupazione, rabbia, una viva inquietudine...
Lo osservai per qualche attimo... tentando di capire... e fu in quel momento che mi tornarono alla mente le poche parole che avevo casualmente colto tra il nonno e Passapour la sera precedente... ricordavo di aver sentito accennare a Balunga, a delle informazioni e al doverle verificare...
Rimasi sovrappensiero per qualche istante... poi tornai a guardare Philip...
“Ma è orribile, padre!” mormorai “Terribile! E, diteci, vi prego... non ci sono sopravvissuti? Nessuno che possa dirci che cosa è accaduto?”

Guisgard
24-10-2012, 17.30.43
“Nessun sopravvissuto.” Disse Philip a Talia. “Sono stati sterminati tutti. Del resto gli indigeni non avevano certo bisogno di risparmiare qualcuno, visto che sono entrati nel palazzo quasi sicuramente per rubare. Anche se poi non hanno preso nulla. Ma questo si deve al pronto ritorno di Musan con i suoi uomini. Erano usciti per un giro d'ispezione in zona, forse allarmati già da qualche sospetto. E' stato infatti lo spagnolo a scoprire il massacro. Una tragedia...”
Arkwin ascoltava quelle parole con un'espressione indefinita, come se una marea di pensieri attraversasse la sua mente.
I suoi occhi erano come trafitti da un bagliore enigmatico, sfuggente, che sembrava dire tutto, o niente.
“Speriamo che i colpevoli” aggiunse Philip “siano presto assicurati alla giustizia.” Chiamò allora il padre di Jamiel e chiese di condurre in casa il vecchio Arkwin.
Talia, nel frattempo, aveva udito il racconto della morte del Vicerè e percepiva l'angoscia dei suoi genitori e l'inquietudine di suo nonno.
Era ferma, nel bel mezzo del giardino, con ancora il libro di poesie in mano.
E proprio in quel momento dalle pagine cadde qualcosa.
Un biglietto che nessuno vide.
Nessuno tranne lei.
Era piegato più volte e recava sul bordo una massima di Mecenate:

“Vi sono uomini capaci di amare come nessun altro, il cui amore non può essere scalfito né dal tempo, né dalla morte.”

Con accanto poi una dedica:

“E quegli stessi uomini sanno anche sentire tristezza e malinconia come nessun altro, quando chi amano è lontana... e la tua bellezza mi sembra un miraggio in queste lunghe notti sul mare sterminato..."

Guisgard
24-10-2012, 18.12.46
Davanti a quel gesto improvviso ed audace di Elisabeth, Storm restò per un momento stupito.
Ma fu solo un momento.
Raggiunse il corpo di Brizzon e prese la sua pistola.
“E' ancora vivo...” disse chinandosi su di lui “... questo gran bastardo è ancora vivo...” si alzò e si tenne il braccio sanguinante “... ma è comunque riuscito a farmi un bel regalino...” fissando la sua ferita.
Guardò poi Odeys che giaceva poco distante.
“Per Odeys invece non c'è più nulla da fare.” Scuotendo il capo. “Come per quell'altro cane.” Voltandosi poi verso il cadavere di Yllio. “Immagino debba ringraziarvi.” Guardando poi Elisabeth e sorridendo. “E per la seconda volta. Devo dire che non mi era mai capitato di essere salvato da una donna. Mai, prima di conoscere voi... perchè l'avete fatto? In quell'albergo eravate praticamente costretta a farlo, ma qui? Forse devo pensare di aver fatto colpo su di voi?” Rise. “Ora però smettete di star lì ferma, a tremare e venite a darmi una mano...” indicò il corpo di Brizzon “... dobbiamo immobilizzarlo, oppure ce lo ritroveremo addosso appena ripresi i sensi...” fissò l'uomo a terra “... certo, potrei accopparlo in questo stesso momento, ma non uccido gente inerme... non sono un assassino...” e guardò Elisabeth con uno sguardo fiero.
http://2.bp.blogspot.com/_4iB9RenE0XI/TQfViFc9PhI/AAAAAAAABtk/hF-MsU1T3ss/s1600/Robert+Siodmak+-+The.crimson.Pirate.%25281952%2529.B.Lancaster.DVD Rip.2ch.Ac3.Dual.aleman-ingles%255B13-17-15%255D.JPG

Talia
24-10-2012, 18.23.21
Fissai mio padre per un tempo indefinito quando ebbe finito di spiegarci ciò che era accaduto, rabbrividendo dalla testa ai piedi alle sue parole e non riuscendo affatto a trattenere quel tremito di orrore che mi attraversò tutta la schiena.
Ma a colpirmi più di tutto fu la rivelazione della scoperta... Musan, di ritorno da un giro di ispezione con i suoi uomini, aveva trovato i corpi...
Mi morsi il labbro inferiore, riflettendo...
C’era qualche cosa che stonava in quel quadro, lo sentivo... qualche cosa che mi pareva non tornare...
Ma prima che potessi fare altre domande, mio padre chiese che mio nonno fosse riportato in casa, giacché l’aria lì nel giardino si stava raffrescando troppo... incrociai gli occhi di Arkwin solo per un attimo... anche lui era inquieto come me, lo vedevo...
Sospirai, dunque, e mi apprestai a seguire gli altri in casa, quando notai qualche cosa che scivolava giù dalle pagine del libro che tenevo tra le mani... incuriosita, mi chinai e lo raccolsi...
Era un foglio di carta spessa e lucida di ricca fattura, piegata su se stessa diverse volte... i miei occhi lessero le parole scritte sul margine, e subito trasalii... i polsi mi tremarono forte al ricordo del momento, anni prima, in cui avevo nascosto quel biglietto in quel libro... una vampata di calore mi salì al viso, rendendolo probabilmente più rosso del dovuto...
Inspirai profondamente, chiudendo gli occhi, e strinsi quel biglietto nel palmo della mano... e rividi tutto, rividi lui.

Guisgard
24-10-2012, 19.31.29
Quel biglietto riportò Talia indietro nel tempo.
In una mattinata trascorsa tra scaramucce e incomprensioni, forse solo frutto della voglia di stare insieme.
E poi al pomeriggio, quando solo poche parole bastarono a rasserenare ogni cosa.
Il ricordo allora le parlò del mattino successivo, quando, appena sveglia, tra i fiori del suo balcone trovò quel biglietto.
E nel biglietto lesse quei versi, racchiusi tutti in due sole parole.
La parola “T'amo” che dava il titolo a quei pensieri e ne segnava la chiusura.
E “bellezza”, a cui quella composizione era dedicata.
La sua bellezza.
Quei versi non erano stati scritti da un poeta.
E nemmeno da un marinaio, da un cavaliere o da un pirata.
Ma da un innamorato che forse racchiudeva tutte quelle cose in lui, perchè un innamorato può essere molte cose.
E allora lei ripensò alle sue parole della sera prima.
“E cosa chiede un innamorato alla sua amata?” Disse fissandola lui. “Una sola cosa... essere creduto da lei... e in cambio di questo prezioso dono, un innamorato offre in pegno il mondo intero.
E se il mondo intero non dovesse essere abbastanza bello per farla sognare, allora lui ne descriverà un altro... un altro abbastanza magico. E spetterà poi al suo amore far divenire vero quel mondo, quanto può esserlo quello reale che ci circonda. Tutto, affinché quei sogni si realizzino.” Sussurrò infine con dolcezza.
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“Analopel!” Chiamò all'improvviso Jamiel, destandola da quel ricordo. “E' tornato il signor Passapour!”
Il fedele servitore di Arkwin era infatti appena tornato alla villa.
“Salute a voi, signorina.” Sorridendo a Talia. “Eh, che viaggio stancante, ma finalmente di nuovo a casa! Vostro nonno immagino sia rientrato. Mi accompagnereste da lui?”

Guisgard
24-10-2012, 19.41.34
Fhael osservò quella scena divertito.
“In effetti” disse sorridendo a Cheyenne “quella scimmietta è tutt'altro che docile.”
Ma proprio in quel momento una porta si aprì ed una figura entrò nella stanza.
Era un uomo anziano, alto e con una solenne postura.
I capelli erano corti e bianchissimi, così come i baffi, curati ed eleganti.
Si sedette su un grosso seggio e fece cenno a Fhael di avvicinarsi.
“Vi attendevo giorni fa.” Disse al portoghese.
“Perdonatemi, signore, ma la ricerca non è stata affatto facile.”
“Venite avanti, insieme alla ragazza.”
Fhael allora prese per mano Cheyenne e si avvicinarono all'uomo seduto.
Questi osservò con attenzione la ragazza, per poi fissare i suoi occhi in quelli di lei.
“Conosce la nostra lingua?” Chiese a Fhael.
“Potete chiederlo voi stesso a lei, signore.” Sorridendo il portoghese.

Guisgard
24-10-2012, 19.51.05
A quelle parole di Altea il governatore sorrise.
“Oh, mia cara, lo trovo del tutto normale.” Disse. “Queste pietre non brillano di luce propria, ma hanno bisogno della vostra bellezza per risplendere. Non siete d'accordo? Eh, voi siete come la Luna ed io sono il vostro Sole.” Rise. “Su, scegliete la pietra che più vi piace. Altrimenti mi offenderò. Eh, sapete, il mio amico, l'ammiraglio Guidaux, mi ha fatto notare che voi e la vostra famiglia siete ancora alloggiati in quell'albergo. Ed io non posso permetterlo. Per questo, se ciò vi aggrada, ho disposto per voi e per i vostri cari una nuova sistemazione...” indicò alla ragazza di avvicinarsi con lui ad una delle finestre e guardare in basso “... vedete quella villa, giù sul promontorio? Per un fortunato caso è libera da inquilini ed io vorrei offrirla a voi e ai vostri familiari come nuova e più degna sistemazione.” Prese allora una chiave da una tasca e la pose nelle mani di Altea. “Potete prenderne possesso anche adesso, mia cara. Ovviamente non prima di aver scelto la vostra pietra preferita da quello scrigno.”

Cheyenne
24-10-2012, 20.06.43
L' uomo mi fisso intensamente, mi parve che il suo sgardo scrutasse la mia anima che un tempo interminabile.
Chiese a Fhael se sapessi la sua lingua e ritenni opportuno rispondergli direttamente.
" Si signore, capisco perfettamente la vostra lingua e la parlo discretamente, sebbene io abbia un accento nordico."

Guisgard
24-10-2012, 20.07.19
A quelle parole, Boyuke ebbe un sussulto.
“Un momento...” disse “... ho capito bene? State parlando di un tesoro? Quale tesoro? E come fai a dire che non è pazza?” Chiese a Clio, per poi avvicinarsi di qualche passo alle due. “Che storie racconta? Sono credibili? Non può essere il delirio dovuto alla febbre? E se avesse bevuto acqua di mare?” Fece un altro passo per avvicinarsi ancora, ma la ragazza si strinse ancor più a Clio e riprese a tremare.
Il pirata allora si allontanò.
“Per me è solo una povera pazza” mormorò con disprezzo “e stiamo perdendo solo tempo con lei.” Fissò Clio. “Bada che il capitano non attenderà molto prima di darla in premio alla sua ciurma, se davvero si dimostrerà solo una demente.” E uscì dalla cabina.
Poco dopo entrò un uomo, portando con sé le cose che Clio aveva chiesto.
Gettò uno sguardo sulle due ragazze, per poi uscire e andare via.

Altea
24-10-2012, 20.13.40
Rabbrivvidii.. i suoi discorsi volevano mettermi in trappola, avevo capito ciò che voleva il Governatore,. pensai rigirando quella chiave in mano.
Ad un tratto sicura di me gliela porsi.."Vi ringrazio però sapete mio padre ha abbastanza denaro per acquistare quella bella dimora la quale mi affascina molto, parlatene con lui, cercavamo proprio casa" notai il volto stupito dell'uomo..Con una scusa mi allontanai dallo scrigno.."Dovete scusarmi..un improvviso mal di testa..forse e' meglio ritorni a casa"..e finsi di perdere i sensi, cosi potevo sviare alla scelta del gioiello e alla passeggiata.

elisabeth
24-10-2012, 21.13.05
C'era una piccola stanza che sino a qualche momento fa sembrava quella di un pittore o di un folle scultore.....e ora era solo una stanza con due cadaveri e una persona ancora svenuta, fogli per terra, sculture rotte vista la colluttazione, ma la scultura sotto il tavolo era perfetta......." Sinceramente uno strano istinto mi ha convinta a stare dalla vostra parte, e non e' nessun tipo di attrazione, mi avete minacciata e' vero...ma lo avete fatto perchè eravate braccato, loro hanno rapito Ingrid per trovare voi, se fossero state delle brave persone come dicevano, non c'era bisogno di rapirla.....questa e' la differenza, voi non siete un assassino, spero in cuor mio siate sincero.....e adesso sistemiamo l'unica persona che puo' darci problemi.......una cosa sola aiutatemi a mettere da parte quel volto di donna, forse era molto caro ad Odeys ....ed morto per voi..,..."......cercai qualcosa da legare e trovai un cordone in seta, forse molto tempo fa era servito per tenere una tenda pregiata..." Questo potrebbe servirci....facciamo in fretta "

Talia
24-10-2012, 21.28.01
Quel ricordo tornò a sfiorarmi la mente... dolce, felice... per un momento. Poi lentamente scivolò via, mentre ancora stringevo quel foglietto tra le mani, e, come sempre più spesso accadeva da quando ero stata costretta a lasciare l’Olanda, un vago senso di vuoto e di tristezza mi invase il cuore...

“Analopel!” Chiamò all'improvviso Jamiel, destandola da quel ricordo. “E' tornato il signor Passapour!”
Il fedele servitore di Arkwin era infatti appena tornato alla villa.
“Salute a voi, signorina.” Sorridendo a Talia. “Eh, che viaggio stancante, ma finalmente di nuovo a casa! Vostro nonno immagino sia rientrato. Mi accompagnereste da lui?”

Sollevai gli occhi e vidi Jamiel e Passapour avanzare verso di me nel giardino.
“Grazie, Jamiel!” sorrisi al bambino, facendo un gesto con la mano per congedarlo.
Osservai per un momento il ragazzino allontanarsi, poi sollevai gli occhi su Passapour...
“Buonasera a voi...” dissi, senza che tuttavia neanche l’ombra di un sorriso sfiorasse le mie labbra e, anzi, scrutandolo con attenzione “Si, il nonno è rientrato proprio poco fa... iniziava ad essere freddo, qui!”
Lo osservai ancora per un attimo, in silenzio...
“E voi?” dissi poi, quasi con noncuranza, facendogli segno di seguirmi in casa “Avete fatto un viaggio stancante... ho visto che siete partito di buon’ora questa mattina... e che, per giunta, vi siete fatto sellare il cavallo più veloce della scuderia di mio padre... si più arrivare lontano con quel cavallo in un solo giorno... dove avete detto che siete andato?” domandai all’improvviso, voltandomi a guardarlo.
Eravamo giunti di fronte alla porta chiusa della stanza del nonno... io fissai Passapour negli occhi per qualche momento, ma lo conoscevo da abbastanza tempo da sapere che non gli avrei estorto la pur minima informazione senza il benestare del suo capitano, così come ero certa che lui ed il nonno non erano venuti a stare da noi per puro piacere personale...
I miei occhi e quelli di Passapour si studiarono per qualche momento... infine io, senza distogliere i miei, afferrai la maniglia della porta e la spinsi...
“Dopo di voi...” dissi, sempre scrutandolo, invitandolo a precedermi nella stanza.
Quando fu entrato, poi, lo seguii all’interno e richiusi la porta... le parole che avevo colto la sera precedente tra i due mi stavano ancora vorticando in mente... quelle parole, lo sguardo del nonno quando aveva appreso di Balunga, la sua preoccupazione e la rabbia malcelata... quei due sapevano qualcosa, ne ero certa...
Entrai, dunque, richiusi la porta e mi voltai ad osservare il nonno e Passapour, in silenzio all’altro lato della stanza, mentre intorno a noi il buio della sera si infittiva rapidamente.

Guisgard
24-10-2012, 21.37.44
Guisgard e Sumond erano faccia a faccia.
Il tenente con lo sguardo cupo, inquieto e l'espressione di chi aveva una tormenta nel cuore e nell'animo.
Il capitano, invece, con quel suo ghigno sadico e soddisfatto stampato sul volto.
E forse quella fu la prima volta che l'equipaggio vide ridere il proprio comandante.
“Grazie...” disse Sumond a Guisgard “... grazie... pensavo ormai di non riuscire più a togliervi quella patina di superbia che vi portate addosso... quel disprezzo, quell'indifferenza verso tutto ciò che non è come voi, nobile e di alto lignaggio...” rise “... e invece mi avete aiutato voi a farlo... si, grazie...” si voltò poi verso l'equipaggio “... siete stati tutti testimoni del tradimento del signor Guisgard verso un suo superiore! Signor Great...” rivolgendosi all'altro ufficiale “... mettete ai ferri il signor Guisgard. Resterà in isolamento fino a quando non sarà giudicato e condannato da una Corte Marziale. In Giamaica o in qualche altro porto inglese delle Antille, mi auguro.”
Great allora si avvicinò a Guisgard per condurlo in isolamento.
Il tenente fece qualche passo verso l'ufficiale, col capo chino, ma poi, improvvisamente, lo colpì con un pugno facendolo cadere a terra.
Si lanciò allora verso il nostromo e con una rapida mossa lo immobilizzò, per poi prendergli la spada dal cinturone.
Corse così verso il capitano Sumond e gli puntò al petto l'arma.
“Equipaggio!” Gridò Guisgard. “Assumo il comando della nave!”

cavaliere25
24-10-2012, 21.43.50
Vidi lo spettacolo tra i due e restai immobile e dentro di me dissi era ora che Guisgard prendesse una iniziativa mi voltai verso l'equipaggio e dissi ora possiamo bere senza paura e mangiare rischiuando di essere frustati o legati al albero maestro forza chi a sete vada a bere e mentre dissi questo mi voltai verso il capitano e gli dissi se le cercata signore a trovato qualcuno piu duro di lei e rimasi immobile a fissarlo

Guisgard
25-10-2012, 01.31.28
Altea, fingendo quel mancamento, si accasciò su uno dei divani e subito il governatore le si avvicinò preoccupato.
“Oh, diamine...” disse “... cosa avete? Lady Altea? Mi sentite?” Suonò allora un campanellino e subito giunse un servo. “Presto, i sali!” Ordinò.
Un attimo dopo, il servo tornò con i sali, che subito il governatore avvicinò al volto della giovane per farle riprendere conoscenza.

Altea
25-10-2012, 01.37.38
Ovviamente potevo sentire tutto.ma avrei preferito rimanere così per sempre.
Feci finta di riprendermi poco a poco.."Che e ' successo? Oh Governatore deve essere stata questa giornata estenuante forse sarebbe meglio tornassi a casa" dissi con un quasi leggero sorriso di vittoria.

Guisgard
25-10-2012, 01.47.04
“Oh, mi spiace...” disse il governatore ad Altea “... ma forse avete ragione... naturalmente vi accompagnerò io stesso a casa vostra.” Chiamò allora i servi e fece preparare la sua carrozza.
Così, Altea fu scortata al suo albergo dall'uomo più potente delle Flegee.
Giunti alla Rosa dei Venti, il cocchiere aiutò la ragazza a rientrare nel suo alloggio, mentre Fletcher scese subito in strada a salutare e a ringraziare il governatore.
Restarono così a discutere per un po', mentre Altea, salita in camera, fu subito accudita da Odette e da sua madre.
Poco dopo Fletcher salì anche lui.
“Come sta Altea?” Chiese ad Odette.
“Sta meglio, signore.”
“Bene, perchè ci sono straordinarie notizie!” Esclamò. “Ho parlato con sua eccellenza e mi ha promesso di inviare un maestro per gli studi di nostra figlia. Inoltre si è preoccupato di offrirci una nuova sistemazione. Una magnifica villa poco distante dal suo palazzo.”
“Ma è meraviglioso!” Entusiasta sua moglie.

Guisgard
25-10-2012, 01.54.32
L'uomo, allora, fissò Cheyenne con ancora più attenzione.
“Bene, allora ci intenderemo.” Disse. “Del resto conversare è uno dei pochi piaceri che mi sono rimasti, visto che quello sciocco del mio medico, il dottor Biscioth, ha pensato bene di negarmi anche il mio amato Porto.” Suonò un campanello e giunse un servitore. “Servi del Porto al signor Fhael e del tè alla ragazza.” Ordinò.
Si accorse allora della scimmietta accanto a Cheyenne.
“Gli animali e le donne” mormorò “hanno sempre avuto una forte affinità.”
Fhael annuì e sorrise.
“Ma visto che conosci bene la nostra lingua” rivolgendosi l'uomo di nuovo alla ragazza “penso sia il caso di cominciare subito con le presentazioni... io sono il colonnello Martin Rogerio De Gomera... e tu invece, ragazza dall'accento nordico?”

Guisgard
25-10-2012, 02.02.11
Così, Elisabeth e Storm legarono con cura Brizzon che ancora giaceva senza conoscenza.
Lo sistemarono poi in un vestibolo laterale, preoccupandosi di stringergli ben bene un bavaglio attorno alla bocca.
“Ecco fatto...” disse Storm “... almeno per un po' non ci darà noie... ma dobbiamo lasciare questa casa e prima che qualcuno scopra i cadaveri...” si portò d'istinto la mano sulla ferita che continuava a sanguinare “... ora però devo sistemare questa ferita... mi sento il braccio intorpidito e sarà meglio non perdere altro sangue...” fissò Elisabeth “... beh, non voglio mettere a rischio ciò che avete fatto oggi, salvandomi la vita... dunque mi aiuterete a medicare il mio braccio...” si sedette su una sedia ed indicò un baule alla donna “... lì dentro, Odeys teneva bende e qualche bottiglia di liquore... prendetele e aiutatemi a lavare e poi a bendare questa ferita...”

Altea
25-10-2012, 02.02.24
Ascoltai sgomenta le parole di mio padre..."Vi avevo chiesto personalmente un maestro. e sapevo già della dimora " continuai ribattendo fingendo una aria sognante "Chissà.. forse il Governatore mi presenterà un bel ufficiale.. della sua eccelsa flotta..li trovo cosi affascinanti " e guardai Odette cercando un supporto..sospettavo un interesse del Governatore nei miei confronti.

Guisgard
25-10-2012, 02.09.26
“Non essere sciocca ora.” Disse Fletcher ad Altea. “Una ragazza della tua posizione sociale non può certo mettersi a guardare ufficiali e marinai.”
“Tuo padre dice bene.” Intervenne Odette.
“Bene, direi allora di preparare i nostri bagagli e raggiungere subito la villa offertaci da sua eccellenza.”
Così, preparato ogni cosa, Fletcher scese al pian terreno e pregò il proprietario dell'albergo di procurare una carrozza.
Poco dopo partirono e dopo circa mezz'ora giunsero alla villa che il governatore aveva assegnato loro.
“Salute a voi, signori.” Andando loro incontro un servitore di colore. “Il mio nome è Hitiky e sono al vostro servizio. Prego, vi mostrerò la vostra nuova dimora.”

Guisgard
25-10-2012, 02.34.52
“Sono stato a trovare vecchi amici.” Disse Passapour a Talia, senza tradire la minima incertezza. “Si, è vero, quel cavallo è una bestia favolosa. Uno dei miei amici è un ottimo intenditore e ho scelto quel sauro proprio per mostrarglielo.” Sorrise e seguì la ragazza fino alla stanza del vecchio Arkwin.
E questi, nel veder ritornare il suo fedele servitore, fu subito scosso da un moto di inquietudine, come se attendesse chissà quali notizie.
“Salute a voi, capitano.” Mostrando Passapour un lieve inchino al nonno della ragazza. “Tornare a casa e ritrovare la calda sicurezza del focolare domestico non possiede prezzo” voltandosi poi verso Talia “ma essere accolto da un angelo come voi, beh, rende il tutto ancora più bello. Ora però temo sia tardi, signorina e forse sarà il caso di andare a dormire. Anche vostro nonno mi sembra un tantino stanco.”
Arkwin seguiva con lo sguardo il suo fedele compagno.
“Vi auguro una serena notte, signorina.” Aggiunse Passapour.
Talia comprese che quello era un chiaro invito a lasciarli soli.
“Prego, capitano...” disse poi al vecchio Arkwin “... è l'ora del vostro salasso. Venite, l'acqua calda sarà già pronta. Poi finalmente potremo riposarci.”
Prese allora il vecchio capitano in braccio e lo condusse in una stanza adiacente, adibita proprio per le cure del vecchio Arkwin.
“Sono stato a Balunga...” fece Passapour appena rimasti soli “... un massacro. Naturalmente la storia degli indigeni è una bufala. Chi ha massacrato il Viceré e la sua corte è senza dubbio un esperto. Tutto è avvenuto in tempi brevissimi. Probabilmente il Viceré non ha neanche avuto il tempo di alzarsi dal letto, ma quasi sicuramente ha visto in viso i suoi assassini. Devo dirvi che sono molto preoccupato... chiunque sia stato è molto in gamba... e gente così in gamba mi preoccupa sempre averla come nemico...”
Il vecchio Arkwin mormorò qualcosa e Passapour annuì.
“Si, avete ragione...” fece il fedele “... da domani cercherò informazioni su questa storia... meglio dormire ora.”
La notte trascorse così rapida, fino al mattino successivo, quando il Sole tornò ad illuminare la villa.
E come sempre, tutta la famiglia si riunì in giardino per la colazione.
Naturalmente anche Arkwin e Passapour si unirono a Talia e ai suoi genitori.
“Cosa avete stamani, Passapour?” Chiese Philip. “Vi vedo inquieto.”
“Che sciocco...” mormorò il fedele di Arkwin “... credo di aver perduto la mia stringa decorata... quella che mi guadagnai a Gibilterra...”
“Meglio così, allora...” disse Philip continuando a sorseggiare il suo tè “... detesto vedervi indossare i vostri cimeli di guerra.”

Guisgard
25-10-2012, 03.19.47
Guisgard fissava Sumond con uno sguardo di ghiaccio, puntandogli contro la spada.
“Signor Great...” disse Guisgard all'altro ufficiale, senza però alzare mai lo sguardo da Sumond “... datemi le chiavi dell'armeria!”
“Voi non gli date proprio niente!” Urlò Sumond a Great. “Andate giù e armate la guardia di bordo!”
A quell'ordine del capitano, Great fece per andare sottocoperta, ma Guisgard lo fermò.
“Non muovetevi, Great!” Ferendo ad una gamba Sumond, che subito portò una mano sulla ferita. “Avete finito di comandare su questa nave, Sumond!” Gridò il tenente. “Voglio le chiavi dell'armeria, Great!”
“Eseguite i miei ordini, Great!” Disse Sumond, quasi incurante di Guisgard e dell'arma che gli puntava contro.
Allora il tenente ferì nuovamente il capitano, stavolta ad un braccio.
“Un altro ordine, Sumond ed io vi farò saltare la testa!” Minacciò Guisgard. “Per Giove lo giuro!”
“No, signore...” intervenne Great “... non fatelo...” e gli lanciò le chiavi.
Guisgard le prese al volo.
“Rynos!” Chiamò poi il tenente. “Vai a prendere le armi e distribuiscile poi a tutti quelli che sono noi!” Lanciando le chiavi al marinaio.
“Si, signore!” Annuì Rynos, per poi correre sottocoperta.
“E' sciocco istigare all'ammutinamento...” disse Sumond a Guisgard “... non potete vincere e voi lo sapete.”
In quel momento uno degli ufficiali corse giù per dare l'allarme.
“Fermalo, Emas!” Gridò Guisgard.
Emas allora lo rincorse.
“Allarme!” Gridò l'ufficiale. “Presto, bloccate l'armeria! Vogliono prendere la nave! C'è un ammutinamento!”
Ma Emas lo assalì e subito scoppiò uno scontro tra marinai fedeli al capitano e quelli pronti ad ammutinarsi.
Rynos fu raggiunto nell'armeria da un marinaio deciso a bloccarlo, ma con un pugno lo spinse fuori.
Ovunque sottocoperta c'erano scontri.
Sul ponte, intanto, si attendeva l'esito di quegli scontri.
“Il vostro tentativo è fallito...” mormorò Sumond.
“E' da vedersi...” fissandolo Guisgard “... voi comunque avete finito di nuocere.”
Ad un tratto Rynos risalì sul ponte, con in mano diverse armi.
“Signor Guisgard!” Gridò. “Siamo tutti armati!”
“Bene.” Annuì Guisgard. “Distribuite le armi a tutti coloro che sono con noi.”
“Avanti, chi sta dalla nostra parte?” Chiese Rynos agli uomini dell'equipaggio, mentre gli ammutinati circondarono Sumond.
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Parsifal25
25-10-2012, 13.36.00
Attesi l'autorizzazione e la routine dei soliti controlli. Qualche minuto, e venni condotto presso le stanze del governatore varcato la soglia esplicaì i convenevoli che dovevano esser effettuati dinanzi a un Alto Comando e attesi responso.

Il tempo di terminare il tutto e il comandante che era lì presente mi accolse in maniera imminente tra i suoi ranghi. La scelta mi fece, leggermente sospettare,.....ovviamente non in male,.......ma sembrava strano........

"Comandante, sono lieto di fare la sua conoscenza e di prender servegio presso la vostra flotta cercherò di fornirle tutte le mie conoscenze e capacità in materia di strategia e navigazione militare. D'ora in poi, Las Baias sarà la mia nuova famiglia."

cavaliere25
25-10-2012, 14.35.54
Corsi verso Guisgard e dissi signore ora che facciamo di questi che sono con il Capitano? li mettiamo hai ferri insieme a lui rivolgendomi verso Sumound mentre guardavo che stava accadendo su quella nave non avrei mai immaginato che sarebbe scoppiato un caos del genere e restai ad aspettare una risposta

Altea
25-10-2012, 15.23.57
Era avvenuto tutto in fretta..troppo in fretta..e gia' mi trovai in quella splendida residenza soprattutto con una vista spettacolare..l'unica pecca era che apparteneva al Governatore e soprattutto era troppo vicina alla sua dimora.
Non potevo ribellarmi.. osservavo i volti soddisfatti dei miei genitori..uno quello di mio padre per la riuscita dei suoi affari e l'altro quello di mia madre, raggiante di poter continuare a frequentare la alta società. E in mezzo vi ero io..usata per i loro scopi e senza diritto di replica.
Sorrisi al servitore e fui l'unica ..non potevo credere i miei genitori giudicassero pure loro le persone dal colore di pelle.."Vi ringrazio, io sono Altea e vorrei proprio vedere questa residenza..e mi piacerebbe avere una stanza tutta per me proprio sul mare".
Vidi lo scatto furibondo di mio padre verso me per la troppa confidenza data al servitore.. no, certamente non l'avrebbe avuta vinta lui ne' mia madre.

Clio
25-10-2012, 17.27.06
Ascoltai le parole di Boyuke rivolgendogli uno sguardo di rimprovero: possibile che fosse così ingenuo? La ragazza non avrebbe aperto bocca davanti a lui, e il suo tono avrebbe avuto il solo risultato di farla spaventare ancora di più.
Mi maledissi per aver parlato del tesoro davanti a lui.
Ma poi, finalmente, uscì.
Al suo posto giunse l'uomo con il cibo, le erbe e il mio vestito.
" Vieni, devi mangiare qualcosa" dissi conducendola verso la branda.
"Mettiti questo addosso" indicando l'abito appoggiato su una sedia " è asciutto e dovrebbe andarti bene". Glielo porsi.
"Io ti preparerò un decotto di erbe che ti aiuterà a recuperare le forze" continuai sorridendo alla volta della fanciulla spaventata.
Accarezzai la pelle arsa dal sole del suo braccio e corrucciai il volto : " avrei dovuto chiedere dell'olio per un unguento, anche se dubito Che me l'avrebbero concesso."
Le spostai dolcemente una ciocca di capelli dal viso, sorridendo : " lo sai che non so ancora il tuo nome?"

Guisgard
25-10-2012, 19.22.53
Guidaux annuì a quelle parole di Parsifal.
“Non temete...” disse l'ammiraglio “... presto avrete la possibilità di mostrare tutto il vostro valore. E mi raccomando... non deludetemi!”
In quel momento bussò un soldato.
“Cosa accade?” Chiese l'ammiraglio.
“E' tornato il capitano Gurenaiz, signore.” Rispose il soldato. “E chiede di vedervi.”
“Fallo passare.”
Gurenaiz entrò.
Aveva il volto teso e lo sguardo scuro.
“Ebbene?” Fissandolo l'ammiraglio.
“Signore...” mormorò il capitano “... ci sono sfuggiti... non so come, ma ma hanno fiutato l'inganno e ci hanno attaccato di sorpresa... hanno poi preso il largo ed a quel punto è stato impossibile inseguirli con la nostra nave...”
“Sono circondato da incompetenti!” Tuonò Guidaux. “Ufficiali, soldati e marinai semplici! Tutti incompetenti!”
“Signore, vi rammento che in mano a quei pirati si trova ancora...” tentò di dire Gurenaiz.
“E a maggior ragione dovevate riuscire in questa impresa!” Lo interruppe l'ammiraglio. “Invece vi siete fatto giocare da una masnada di predoni e assassini!” Scosse il capo e cominciò a camminare nervosamente per la sala. “Ma è inutile piangersi addosso...” fermandosi poi davanti ad una finestra “... la partita non è ancora finita... del resto quei pirati hanno ancora a cuore il riscatto... e comunque non possono essere andati lontano... di certo non a Portuga... sanno che quell'isola scotta in questo momento per loro... capitano...”
“Si, signore.” Mettendosi sull'attenti Gurenaiz.
“Armate una fregata.” Disse Guidaux. “La più potente e veloce. E partite in cerca di quel maledetto Gufo Nero. Lo voglio vivo o morto.” Indicò poi Parsifal. “Questi è il Guardiamarina Parsifal e sarà il vostro secondo ufficiale a bordo. Andate ora. E non deludetemi ancora...”
“Si, signore.” Annuì Gurenaiz. “Seguitemi, prego.” Rivolgendosi poi a Parsifal.
Ed uscì.

Guisgard
25-10-2012, 19.50.56
Hitiky mostrò la meravigliosa villa ad Altea e alla sua famiglia.
“Certo, milady...” disse ad Altea “... la vostra stanza è già pronta ed è tutta per voi. Seguitemi e vi mostrerò il tutto.”
Il servo condusse allora Altea nella sua camera e la ragazza poté ammirarne il delizioso mobilio, i colori chiari e sognanti, con delicati dipinti alle pareti foderate e oggetti di gentile fattura sparsi un po' ovunque.
E la camera dava poi su una piccola loggia, da cui si poteva ammirare un paesaggio mozzafiato, con un mare di un intenso blu e tutto il golfo di Las Baias che si apriva tra litorali bianchissimi e promontori screziati da giardini fioriti di mille e più colori.
Così, la famiglia di Fletcher si sistemò nella sua nuova residenza.
E verso sera, l'uomo chiamò nel grande salone i suoi familiari, tra cui Altea.
“Sua eccellenza” fissandoli Fletcher “si è dimostrato molto generoso verso noi tutti. Egli sembra aver preso a cuore questa famiglia e forse il merito è di Altea, che ha saputo colpirlo.” Fissò sua figlia. “Ti prego, allora, di essere sempre gentile con lui. Egli ha anche provveduto a scegliere un maestro per la tua preparazione scolastica, visto che non hai potuto terminare gli studi a causa di questo viaggio.”

Talia
25-10-2012, 20.02.31
Quella mattina, scendendo in giardino per la colazione, ero inquieta... avevo dormito male quella notte, delusa com’ero dal modo in cui Passapour ed il nonno mi avevano messa alla porta senza né una parole, né una spiegazione. Mille e più domande si agitavano nella mia mente, mille e più pensieri... Balunga, Musan, lo sguardo di Arkwin, quelle mezze parole di Passapour... e poi sensazioni... tante sensazioni contrastanti si agitavano in me...
Giunsi presso la tavola apparecchiata e mi sedetti in silenzio, in silenzio accolsi i miei genitori quando giunsero ed anche il nonno e Passapour... mangiavo, ma la mia mente era lontana da lì, inseguendo idee e ragionamenti troppo fuggevoli perché riuscissi, per il momento, a coglierli o a dar loro una forma ed un nome...
Finii di mangiare e finalmente sollevai gli occhi... mio padre era scuro in volto, mia madre era visibilmente scossa, Passapour era inquieto... infine incrociai gli occhi del nonno... mi fissava ed io ricambiai quello sguardo con la più caparbia delle espressioni...

Guisgard
25-10-2012, 20.07.40
La ragazza sorrise a Clio e sembrò rasserenarsi nuovamente.
“Loren...” disse con un fil di voce “... io mi chiamo Loren...” strinse una mano di Clio “... chi sono questi uomini? Perchè sembrano così cattivi? E tu? Tu sei una di loro?” Chiese di getto. “Nessuno deve sapere di quell'isola... io non voglio più ritornarci... c'è il male nascosto laggiù!” Fissò il mare da uno degli oblò. “Nessuno la vede... eppure esiste... e chi vi giunge trova la morte... come il mio povero Jean...” e calde lacrime rigarono il suo dolce viso “... vorrei non essere mai partita...” posò allora il capo sul letto e riprese a raccontare la sua storia da dove si era interrotta...

Il frate descrisse la rotta che conduceva verso quell'isola... il giorno dopo partimmo all'alba, lasciando quel religioso ancora addormentato per la sbornia... navigammo per giorni, ma senza trovare quell'isola... intorno a noi vi era solo mare aperto... poi, d'un tratto, il cielo mutò... onde alte e vento forte... folgori e pioggia... pensammo ormai di essere perduti... poi all'improvviso vedemmo qualcosa... era l'Isola perduta, emersa dagli abissi... riuscimmo a raggiungerla e cominciammo a cercare il tesoro... ma senza mappa era impossibile... forse il frate era pazzo, forse neanche esisteva il tesoro... ma Jean e il capitano ci credevano... dopotutto l'isola eravamo riusciti a trovarla... cercammo per tutto il giorno, senza frutto... giunse la notte e ci accampammo presso la spiaggia... e fu verso Mezzanotte che accadde qualcosa... prima udimmo i lamenti, poi il pianto... Jean e il capitano seguirono quelle voci... io gridai, scongiurai, minacciai, ma Jean non mi diede retta... il tesoro li aveva resi come posseduti... corsero così a vedere... ma non tornarono più... e poi dalle tenebre li vidi... erano gli spettri... come ombre... corsi verso la nostra imbarcazione e mi rimisi in mare, da sola... fino a quando mi avete trovata...”

Pianse e si strinse a Clio “... ma gli spettri verranno a prendermi... morirò stanotte!”

Altea
25-10-2012, 20.27.44
Ero estremamente entusiasta della mia stanza, non potevo sperare in meglio che vedere il mare in tutta la sua meraviglia..cosi sconfinato come i miei pensieri e dubbi.
Ci riunimmo nel salone..finalmente, era piacevole potersi muovere liberamente nella propria dimora e ascoltai il discorso di mio padre..."Padre, avete ragione..il Governatore si è dimostrato generoso..ma non penso sia una generosità spassionata. Sicuramente in cambio vorrà qualcosa e io sospetto cosa..me. Io non sono affatto interessata a quell'uomo..cosa intendete devo essere gentile con lui?"..lo sguardo leggermente accigliato.

Guisgard
25-10-2012, 20.41.48
La colazione continuò così, tra silenzi, inquietudini e sensazioni celate.
Arkwin si era accorto dello sguardo di Talia.
Conosceva benissimo sua nipote.
Forse meglio di chiunque altro.
Anche Passapour, nonostante l'ostentata indifferenza, tradiva di tanto in tanto una certa inquietudine.
Ad un tratto si udì una carrozza.
Il padre di Jamiel arrivò di corsa nel giardino.
“Signore...” disse a Philip “... c'è un uomo che chiede di voi...”
“Fallo passare.”
Così, nel giardino si presentò Musan.
E con lui vi erano alcune guardie del governatore.
“Messer Musan!” Esclamò sorpreso Philip. “Che sorpresa vedervi qui a Las Baias... cosa è accaduto?”
“Perdonate il disturbo...” mormorò lo spagnolo “... e anche voi perdonatemi, signore...” mostrando un lieve inchino verso Talia e sua madre “... è poco piacevole rivedervi tutti dopo i tragici accadimenti di Balunga... sono a Las Baias per cercare i colpevoli di quella strage, grazie all'appoggio di sua eccellenza il governatore... e per questo sono qui ora.”
“Non capisco...” stupito Philip.
“Conoscete questa stringa, signori?” Mostrando quell'oggetto, Musan.
“Si...” alzandosi Passapour “... è mia... l'avevo perduta... dove l'avete trovata?”
“A Balunga.” Fissandolo Musan. “Nella stanza del Viceré. Accanto al suo cadavere insanguinato, per la precisione.”
“Come sarebbe a dire?” Sconvolto Philip. “Non può essere!”
“Vi dichiaro in arresto.” Disse Musan a Passapour. “Portatelo via.” Ordinò poi ai soldati.
E mentre Musan e i suoi portavano via Passapour, Talia vide il volto di suo nonno attraversato da un'espressione indefinita e di profonda sofferenza.
Come chi sa di essere caduto in un baratro senza fondo.

elisabeth
25-10-2012, 21.25.52
Avevamo impacchettato e imbavagliato il malvivente, forse, e adesso quella ferita era davvero messa male......Storm aveva perso molto sangue e questo non andava a suo favore...andai verso il baule da lui indicato e aprendolo trovai tutto il necessario per evitare.. di morire " Certo che cose del genere da queste parti sono all'ordine del giorno....ferite da arma da taglio o da fuoco, era organizzatissimo il vostro amico...."... Presi l'occorrente e incominciai a pulire la sua ferita, presi l'ago e lo sterilizzai alla fiamma di una candela e dopo aver congiunto bene i due lembi incominciai a cucire.......ogni tanto guardavo il suo volto, sudava ed era pallido, avevo il terrore che svenisse da un minuto all'altro...ma non potevorinunciare a ricucire la ferita, il tempo fu interminabile ma tutto fini'...e fasciai il mio ricamo, c'era un' armadio con una camicia pulita...la presi e la lanciai al moribondo " Forza vi aiutero' a cambiarla, se uscite di qui con la camicia insanguinata, sarete una bella preda....e avete un compito ben preciso...dovete aiutarmi a ritrovare Ingrid....."....Incominciai a togliergli la camicia lacera e sporca.....le mani mi tremavano....

Talia
25-10-2012, 21.58.41
L’arrivo di Musan ci sorprese tutti e più ancora ci sorprese ciò che era venuto a dire...
Gli occhi di mio padre si spalancarono a quella rivelazione, mia madre si portò una mano alla bocca, Passapour indietreggiò d’istinto di qualche passo... ma ciò che attirò maggiormente la mia attenzione fu l’espressione che si dipinse sul volto del nonno... un’espressione di puro sgomento...
Fissai il nonno per lunghi attimi, poi spostai lo sguardo su Musan... teneva la cordicella di Passapour tra le dita, facendola appena sventolare davanti ai nostri occhi, con un’espressione gelida stampata in volte ed un ghigno di vittoria che mi parve assolutamente fuori luogo.
Osservavo Musan e tremavo... era assurdo ciò che diceva... non ci potevo credere... conoscevo Passapour da sempre: era un buon combattente, un uomo che avrebbe dato la vita per il suo capitano, non era il tipo d’uomo che truciderebbe a sangue freddo un’intera corte...
per che cosa, poi? Perché avrebbe dovuto farlo?
Stavo per alzarmi e prendere la parola, quando colsi l’espressione di mio padre... un’espressione che non ammetteva repliche... lentamente mi sedetti di nuovo, anche se mi parve di ingoiare un boccone amaro...
Musan dette l’ordine, allora... due soldati presero Passapour e lo condussero verso la loro carrozza...
Li guardai allontanarsi... mi tremavano le mani...
Di nuovo guardai il nonno... quegli occhi...
“Heer Musan...” chiamai allora, non riuscendo a trattenermi, con la voce più dolce e candida che mi riuscì di trovare, facendo qualche leggero passo verso di lui, fino a sfiorare il suo braccio “Heer Musan, perdonatemi... io non mi intendo molto di queste cose, mi perdonerete, ma forse vi posso essere di qualche aiuto con ciò che ho da dirvi... perché vedete... ho visto io stessa Passapour ritirarsi con il nonno la sera del nostro rientro da Balunga... e poi ho sentito la sua voce fino ad un’ora molto, molto tarda leggere delle poesie al nonno... potevo udirlo molto bene dal terrazzo, dove ero uscita... rammentate, quel terrazzo di cui vi parlai quello stesso pomeriggio, Juan?”
Lentamente, con un gesto quasi noncurante, sollevai una mano e gliela porsi...
“Ecco, perdonatemi se mi sono intromessa... ma credete che questo possa esservi di qualche aiuto, milord?”
La mia voce suonò leggera, di un candore assoluto... i miei occhi erano fissi in quelli di Musan... cosa, questa, che almeno mi permise di non incrociare lo sguardo truce di mio padre.

Cheyenne
25-10-2012, 22.09.28
"Piacere di fare la Vostra conoscenza messere, il mio nome è Cheyenne, provengo dalla Scandinavia dove sono cresciuta, allevata come schiava fino a che Odino ha mostrato la sua benevolenza su di me. Da allora la mia condizione nel villaggio è cambiata,sono diventata la "Valchiria Nera", ho appreso le tecniche di guarigione e mi sono specializzata negli animali, che da sempre mi sono stati affini..Gon, qui, lo dimostra bene. Ho imparato la vostra lingua grazie al capo del villaggio che aveva viaggiato molto e che mi trattava con rispetto per timore di infastidire gli dei miei protettori. Alla morte del nostro capo villaggio, questo inverno, gli è succeduto il figlio, un giovane senza onore ne fede, che ha cercato di obbligarmi a sposarlo, per guadagnarsi il rispetto delle altre tribù. Allora sono fuggita e mi sono imbarcata per las Baias, dove ho incontrato il vostro uomo."

Clio
26-10-2012, 00.03.56
Ascoltando le parole della ragazza ,non riuscii a trattenere un senso di angoscia e di inquietudine, nel pensare al dolore che stava patendo.
Eppure, continuavano a risuonare nella mia mente le parole di Boyuke. Come potevo essere sicura che Loren non stesse farneticando? Che non fosse impazzita a causa dell'acqua di mare?
Nemmeno io credevo agli spettri, maledizione.
Eppure c'era qualcosa in quegli occhi, come una luce chiara, sapevo che non mentiva, sebbene non sapessi spiegarlo nemmeno a me stessa.
"No, non sono una di loro, Loren" dissi infine, senza smettere di impastare le erbe " sono una prigioniera, proprio come te. Ho avuto la fortuna di essere stata salvata da alcuni di loro."
Con un sorriso sarcastico : " non sono certo gentiluomini, anzi... Io sono ancora viva solo perché sperano che qualcuno paghi un riscatto.. La vita a bordo dell'Antigua Maria ha valore solo se può essere tramutata in oro". Sbuffai alzando lo sguardo verso il soffitto.
Le porsi la bevanda che avevo preparato.
"Bevi questo, ti sentirai meglio". Mi fermai ad osservarla.
Avrei voluto rassicurarla, dirle che non c'era nessun pericolo, che non aveva nulla da temere, ma sapevo bene quant'era incerto il suo destino.
No, non penso affatto agli spiriti...
"Beh, qui sei al coperto e quei mascalzoni sono armati. Sono sicura che gli spiriti non riusciranno a trovarti. E poi, per quello che vale, veglierò io su di te, se me lo permetteranno".
Sorrisi, ma, dentro di me, pensai che non avrei potuto trovare rassicurazione peggiore di quella. Sperai solo che capisse le mie buone intenzioni.
"Hai bisogno di riposare un po', devi recuperare le forze". Le strinsi la mano, dolcemente.

Parsifal25
26-10-2012, 01.22.01
Rimasi di stucco......la fiducia che il Comandante Guidaux aveva riposto in me, mi lasciava sempre più sorpreso.

"Ai suoi ordini Signore, farò del mio meglio". Improvvisamente, la porta della stanza si spalancò e da essa vidi avanzare la figura di un comandante....alquanto....agitato. Presentò la situazione e....il comandante Guidaux non accolse bene la notizia avevano fallito nel recuperare una nave.

Iniziaì a sentir parlare di pirati e della famigerata Portuga......non sarebbe stato facile il ritrovamento......poco dopo, venni assegnato alla fregata e partimmo.

Un pericoloso e arduo cammino ci attendeva, non sarebbe stato facile con quei pirati.

Guisgard
26-10-2012, 01.46.10
“Non essere sciocca ora, Altea.” Disse Fletcher a sua figlia. “Quando crescerai? Credi che il mondo sia quello dei romanzi? Nella vita bisogna farsi strada sapendo cogliere le occasioni! Ti piace questa villa? E la tua stanza? Ti piace la bella vita? E i vestiti? I gioielli? Beh, tutto questo impone di accettare le regole dell'alta società! Tu sei in età da marito e non puoi dire che il governatore non sia un buon partito! Saresti la dama più invidiata di Las Baias!”
“Fletcher, calmati...” fece sua moglie.
“No, cara!” Scuotendo il capo lui. “Nostra figlia non è più una ragazzina e deve capire come va la vita!”

Guisgard
26-10-2012, 02.12.02
Il colonnello De Gomera ascoltò con attenzione la storia di Cheyenne.
“La Valchiria Nera...” disse chiudendo gli occhi, come chi vuol raccogliere i propri pensieri “... forse posso immaginare cosa tu abbia passato... la schiavitù deve essere terribile...” riaprì gli occhi “... fortunatamente sei riuscita a guadagnarti il rispetto di quella gente...” suonò il campanello e giunse un servo “... accompagna Cheyenne nella stanza preparata per lei.”
“Si, signore.” Annuì il servo per poi pregare la ragazza di seguirlo.
Cheyenne, così, fu condotta nella sua stanza.
Si trattava di una camera arredata all'europea, con mobili in noce, lampade delle Fiandre e tende in stile italiano.
Da una finestra si poteva ammirare il lago e la vegetazione circostante.
“Nell'armadio vi sono degli abiti...” indicò il servitore “... il colonnello li ha fatti arrivare direttamente da una sartoria di Minisclosa, appena saputo del vostro arrivo. Farò subito preparare un bagno caldo. Quando sarete pronta troverete il colonnello ad attendervi nella sala che avete visto prima, o nel giardino.” Ed uscì.

Guisgard
26-10-2012, 02.24.34
Loren sorrise a Clio e si sdraiò sul letto, per poi chiudere gli occhi.
Ora sembrava più serena.
Ma, ad un tratto, Clio si accorse che la nave cominciava ad ondeggiare un po' troppo, con un andamento irregolare, formato da sussulti e virate improvvise.
Poi sentì delle grida provenire dal ponte.
Dall'oblò vide il mare mosso e la pioggia che scendeva con forza dal cielo.
Era scoppiato un temporale e la ciurmaglia di Giuff correva qua e la per il ponte per far fronte alla situazione.
Nella cabina delle due ragazze diversi oggetti cominciarono a cadere e a rotolare a terra, a causa del mare grosso.
Poi un tuono rimbombò lontano.
Loren allora si alzò di colpo e riprese a tremare.
“Restate qui e non salite in coperta.” Disse Boyuke entrando nella cabina. “Chiaro? Non vi vogliamo tra i piedi mentre cerchiamo di condurre in qualche porto sicuro la nave. Sono ordini del capitano.” E andò via.
Loren si voltò verso Clio e restò a fissarla con uno sguardo stravolto.
“Non è la tempesta...” mormorò terrorizzata “... no, non è la furia del mare o quella del cielo... sono loro... gli spettri... mi hanno trovata e sono venuti a prendermi!”

Guisgard
26-10-2012, 02.36.52
Così, Parsifal e Gurenaiz raggiunsero il bastione fortificato che sovrastava il porto di Las Baias.
“Il nostro compito” disse il capitano al giovane Guardiamarina “è quello di dare la caccia ad un famigerato pirata... si tratta del Gufo Nero, forse il peggiore di tutti i bucanieri... egli ha rapito una ragazza... una ragazza che...” esitò “... che ho conosciuto durante il viaggio che mi ha condotto in queste terre... con un ardito piano eravamo quasi riusciti a metterli in trappola, ma quel dannato pirata è furbo come un serpente di mare...” scosse il capo “... ora armeremo una fregata e partiremo alla ricerca di quel rinnegato e della sua ciurma. E voi, signor Parsifal, sarete il secondo ufficiale di bordo. Domande?”

Guisgard
26-10-2012, 03.13.33
Elisabeth medicò così la ferita di Storm.
Poi lo aiutò a togliersi la camicia sporca di sangue.
I muscoli del fuggitivo erano tutti tesi ed il sudore bagnava il suo petto.
“Vedo che tremate...” disse ad Elisabeth con la voce incerta a causa del dolore, anche se si sforzava di sorridere per tranquillizzarla “... e perchè mai? Non certo perchè il sangue vi impressiona, visto come mi avete ricucito per bene...” una smorfia di dolore sul suo viso, ma fu solo un momento “... forse allora è perchè vi imbarazza stare da sola con uomo? Perlopiù senza camicia?” Rise. “Ma tra noi ormai c'è una certa intimità... rammentate? Abbiamo dormito nello stesso letto!” E le fece l'occhiolino.