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Visualizza versione completa : Lo Sparviero Nero e il Tesoro Maledetto dell'Isola Perduta


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Guisgard
26-10-2012, 03.40.17
“Juan...”
Quel nome, sussurrato da Talia alla fine, sembrò scalfire lo sguardo scuro ed il volto teso di Musan.
Lo spagnolo prese allora la mano della ragazza e mostrò un lieve sorriso.
“Vi ringrazio, senorita...” disse fissandola negli occhi “... si, rammento il vostro terrazzo e sono certo della bontà delle vostre parole... tuttavia, perdonatemi, ma ad un giudice occorrerà altro, oltre alla testimonianza di un membro della famiglia dell'accusato... ci sarà un interrogatorio e poi delle indagini...” i suoi occhi erano sempre in quelli di lei e la sua mano strinse, per un momento, quella della ragazza “... ma io credo alle vostre parole... una creatura come voi non può mentire... non sa mentire... mi occuperò io stesso di questo caso e farò di tutto per portare indizi e prove a favore di quanto avete appena detto... ora devo andare... ma spero di rivedervi presto... magari tornare qui e trovarvi ad attendermi da quel vostro terrazzo... come i due amanti di Verona...” e le sfiorò la mano con un lieve bacio.
Musan salutò allora di nuovo Philip e sua moglie, per poi andare via con i soldati ed il povero Passapour.
Andato via lo spagnolo, Philip si avvicinò subito a sua figlia.
“Perchè sei intervenuta?” Fissandola. “Sai bene che non voglio ti immischi in simili faccende. Potresti essere chiamata a testimoniare e questo, come membro della Compagnia, potrebbe mettermi in una situazione difficile e poco piacevole. Quando imparerai a stare al tuo posto, Talia?”
“Philip, ti prego...” intervenne sua moglie “... vedrai che il signor Musan non coinvolgerà direttamente Talia... sono certa che non permetterà un suo interrogatorio davanti ad un giudice, in un'aula di tribunale... io sono una donna e certe cose le capisco... ho letto nei suoi occhi mentre la guardava...”
Philip scosse il capo e poi si voltò verso il vecchio Arkwin.
“Siete qui solo da poco tempo” disse al padre “e già avete portato scompiglio in questa casa! Non bastava il vostro passato a perseguitarci, ora anche il vostro domestico coinvolto in questa storia! Vorrei non essere vostro figlio!”
“Philip!” Avvicinandosi sua moglie.
Ma l'uomo rientrò in casa.
E il vecchio Arkwin chinò il capo, come rassegnato.

Guisgard
26-10-2012, 03.50.48
Sulla Santa Rita era il caos.
Gli uomini che erano con Guisgard, ora armati, minacciavano il capitano e quelli che sembravano decisi a restare con lui.
“Allora...” disse Rynos “... chi vuol stare con noi?”
“Rynos!” Chiamò Austus. “Sono con voi!”
E subito il marinaio gli lanciò una pistola.
“Avanti voi altri...” con disprezzo Emas e spintonando quelli fedeli al comandante “... mettetevi da quella parte e non muovetevi!”
“Non preoccuparti...” disse Guisgard a Cavaliere25 “... ora scendi nella mia cabina e prendi il sestante, la bussola e le carte nautiche... portami il tutto insieme alla cassetta con i medicinali.”
“La nave è nostra, signor Guisgard!” Avvicinandosi Rynos.
“Molto bene.” Annuì il tenente. “Ora sorvegliate Sumond.”
Intanto, sul ponte, gli ammutinati avevano raggruppato chi invece aveva deciso di restare dalla parte del capitano.
Sul ponte vi era anche Musmot, il medico di bordo, che aveva deciso di seguire gli ammutinati.
“Anche voi, dottore...” fissandolo Sumond “... anche voi avete deciso di unirvi a questi cani...”
“Un uomo come voi, signore...” rispose il medico “... un uomo come voi non mi lascia scelta...”
“Ah, è così?” Esclamò Emas e agitando il fucile davanti al viso di Sumond. “Siamo dei cani!”
“Leghiamolo alla grata” gridò Fidan “e frustiamolo, come lui faceva con noi!”
“Si!” Gridarono in coro gli ammutinati, spintonando Sumond.
“Fermi!” Urlò Guisgard.
“No, vogliamo frustarlo e poi accopparlo!” Urlarono quelli.
“Ho detto fermi!” Spingendoli via Guisgard. “Fermi! Comando io su questa nave! E se qualcuno non è d'accordo, allora si faccia avanti ora!” Il suo sguardo era deciso, alieno da ogni debolezza o tentennamento e subito si impose sull'ardore di quegli uomini. “Non voglio più delitti su questa nave! Non voglio più vedere scorrere del sangue! Si tratti pure di quello di Sumond!” Fissandoli il tenente.
“Se questo è un tentativo per ottenere clemenza” mormorò con disprezzo Sumond “io ci sputo sopra...”
“Siete solo uno sporco maiale...” voltandosi Guisgard verso il capitano “... e ringraziate il Cielo di non avermi reso simile a voi, ossia un lurido assassino...”
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Cheyenne
26-10-2012, 08.01.35
Il colonnello chiamò un servo che mi accompagnò nella stanza a me destinata.L' alloggio era magnificamente arredato in foggia europea.
Il servitore mi indicò un armadio con abiti fatti arrivare apposta per me, preparò una vasca di acqua calda e sali profumati e infine uscì.
Dalla finestra si intravedeva il lago, a osservarlo sarei stata capace di perdermi per ore. Riposi i miei oggetti nell'armadio e piegai accuratamente il mio abito smeraldo nuovo fiammante.
Mi immersi nell'acqua calda, mi sembrava cosi lontano il mio passato ora che mi trovavo in questa casa con tutti questi agi che un tempo non avrei neanche potuto immaginare.
Restai a mollo per un po' , lavai i miei capelli e poi uscii dalla vasca.
Gon si era accocolata su un grosso cuscino di velluto e si riposava per lo stress del viaggio.
Scelsi un vestito tra i tanti a mia disposizione. Presi un abito leggero color azzurro e bianco co. inserti di pizzo.
Sveglia Gon, la presi in braccio e mi diressi nel grosso salone alla ricerca di Fhael o del colonnello.

Altea
26-10-2012, 08.40.43
Ascoltai in silenzio la sfuriata di mio padre..guardai il volto rosso e contratto scagliarsi verso me e mia madre che,come sempre, cercava di calmarlo.
Non replicai...avrei agito da me..mi voltai senza nemmeno rispondere e uscii dalla stanza per dirigermi nella mia stanza.
Chiusi la porta bene col chiavistello, attraversai la piccola loggia e mi trovai davanti a tutto il golfo di Las Baias, vedevo in lontananza piccole navi che stavano arrivando e altri che partivano..e io volevo partire nuovamente.
Poi ebbi un sussulto...il pirata Topasfier...presi lo scrigno piccolo in legno, ben custodito, e lo aprii e tra le mani vi era di nuovo il manoscritto..il Tesoro..dovevo scoprire chi erano quei poveri marinai lasciati a custodirlo, non potevano sopravvivere a lungo.
Uscii di nuovo nella loggia e sentii la brezza fresca e leggera carezzarmi il volto e sedendomi aprii il libro...

Parsifal25
26-10-2012, 11.35.59
Giungemmo presso la nave che ci avrebbe condotto per i sette mari alla caccia del Gufo Nero.

Non sapevo chi fosse questo famigerato corsaro......non avevo mai sentito parlare delle sue imprese, anzi, ne negavo l'esistenza.

Saliti a bordo, il Capitano Gurenaiz mi illustrò il fattaccio: l'oggetto della missione era ritrovare la ragazza e catturare il Gufo Nero. Saputo ciò, decisi di porre alcune domande che potessero.....in qualche modo.....aprirmi uno scorcio sulla motivazione.

"Certo......Signore, ho delle domande da porre......"risposi. "La prima è questa: in che modo, la ragazza è stata rapita?" "In quali circostanze è avvenuto il rapimento?" ed infine......."Come mai il Comandante Guidaux era così furioso, per il vostro fallimento"

cavaliere25
26-10-2012, 14.35.04
Certo dissi rivolgendomi verso Guisgard e corsi nella sua cabina e cercai quello che mi aveva chiesto di portare

Clio
26-10-2012, 16.48.25
Il mare iniziò a gonfiarsi e la cabina sembrava un balìa di una furia impazzita.
Annuii a Boyuke, non ci saremmo mosse di lì. Sicuramente il ponte sembrava un posto meno sicuro, almeno per il momento.
Vidi Loren balzare giù dal letto e ricominciare a tremare.
Questa volta no, non credetti alle sue parole, come potevo, dopotutto? É ben noto che il mare in tempesta diventa ingestibile, non occorrevano di certo degli spettri per creare quel trambusto.
Ma lei tremava, terrorizzata.
"Anche se stessero davvero arrivando, faremo in modo che non ti prendano!" Tentai di rassicurarla.
Già, e come si uccide qualcuno già morto, maledizione? Che ne sai tu di tesori e fantasmi?
La mia mente tentava di mettermi davanti alla cruda realtà. Non volli cedere.
"Vieni" dissi decisa "nascondiamoci qui sotto" indicando una rientranza che faceva al caso nostro.
"Ci sarà pure un modo per placare gli spettri! Un incantesimo? Un amuleto? Una formula? ... Un sacrificio?"
La mia voce era quasi isterica sebbene tentassi di mantenere la calma.
Ecco, adesso stai decisamente delirando....
Tentai di scacciare la voce razionale della mia mente con un cenno della mano.
Avevo visto morire Dydas sotto i miei occhi, e quell'ufficiale di cui non sapevo il nome, avrei fatto di tutto per salvare Loren.
"Quel monaco non vi ha detto come sconfiggerli?" Con voce quasi implorante : " non possono essere invincibili, maledizione!"

Talia
26-10-2012, 16.57.34
“Perdonatemi, padre...” risposi chinando il capo, alle sue domande “Ho parlato solo per correttezza e per amore di verità!”
Ma Philip era adirato, era fuori di sé... era arrabbiato con me, con il nonno e forse, in quel momento, con il mondo intero...
In silenzio lo osservai rientrare in casa.
Il cielo era vagamente cupo quel giorno ed una leggera foschia sorgeva dal mare nascondendo e confondendo i contorni dell’orizzonte... lo osservai per un momento, con l’impressione che quel tempo si accordasse perfettamente al mio stato d’animo...
“E’ stata una mattinata movimentata...” dissi poi, rompendo il silenzio che era sceso tra noi “Movimentata e piena di emozioni. Nonno... forse hai voglia di una passeggiata... Madre... con il vostro permesso!”
Senza attendere la risposta di mia madre né il pur minimo cenno di Arkwin, mi accostai alla sua poltrona da giardino, che il padre di Jamiel aveva provvidenzialmente munito di ruote, e la spinsi via da lì, conducendola con me per uno dei viali fioriti che abbellivano il nostro parco.
Camminai per qualche tempo in silenzio, guidando la poltrona del nonno attraverso il parco... egli teneva gli occhi bassi, come immerso in cupi e tristi pensieri, io invece tenevo i miei lontani, distanti...
Camminai finché non ci ritrovammo, per caso, nella parte più estrema dell’ampio parco, là dove il giardino terminava contro un basso muro, al di là del quale il terreno degradava appena per qualche metro fino alla scogliera che cadeva a picco nel mare.
Qui lasciai la poltrona del nonno, per poi accostarmi lentamente al muretto... la foschia sul mare si stava addensando rapidamente, la osservai salire per qualche momento, come ipnotizzata, poi sospirai...
“Ho mentito!” dissi, voltando le spalle al mare e tornando a fissare il nonno “Ho mentito, e tu lo sai. Non ho visto Passapour dopo la sua lite con papà, quella sera, e non l’ho udito leggere... ho mentito perché sapevo che Musan mi avrebbe creduta, desidera credermi ed io ho sfruttato la cosa... ho mentito per te... ed ho mentito perché so che, comunque, non può essere stato Passapour... non è poi cosa difficile da intuire che Passapour non può aver fatto ciò di cui è accusato... è assurdo, è semplicemente privo di ogni logica. E’ evidente: non esiste nessun modo, neanche con il più veloce dei cavalli, con cui un uomo avrebbe mai avuto il tempo di lasciare questa casa al calare delle tenebre, raggiungere Balunga, compiere quell’abominio e poi fuggire prima del ritorno di Musan e dei suoi. E’ impensabile! Eppure... eppure quella era indubbiamente la cordicella di Passapour... e dunque... o lui è stato là ieri, quando ha detto di essere andato a trovare dei vecchi amici, oppure qualcuno ha rubato quella cordicella e l’ha portata a Balunga per incolpare lui della strage...”
La mia voce, che via via era andata calando, si spense in un sussurro... riflettei ancora per qualche momento, poi i miei occhi tornarono ad osservare il nonno... mi stava fissando...
“O magari entrambe le cose!” conclusi.
Restammo in silenzio ancora per qualche momento, l’uno negli occhi dell’altra... finché io, infine, distolsi i miei e tornai a scrutare il mare...
“E’ buffo...” mormorai respirando, con gli occhi socchiusi, la nebbia che risaliva la scogliera “Credevo che ti fidassi di me... chissà poi perché!”

Guisgard
26-10-2012, 17.45.52
Gli occhi del vecchio Arkwin restarono per un po' in quelli di Talia.
Erano come spenti, inumiditi dall'età e dall'inquietudine.
Poi un cenno, quasi impercettibile, come voler gridare qualcosa e poi, invece, un gesto di rabbia nel digrignare i denti.
Un gesto di rabbia e di impotenza.
La fiducia di chi si ama è un bene prezioso.

Era un pomeriggio ancora luminoso, con una lieve brezza marina a schiarire l'aria.
Il Sole, ormai presso Ponente, limpido e rilucente, con i suoi raggi purpurei screziava le tenere onde del mare di un magnifico e mutevole rubino.
Talia, con passo svelto, scendeva verso la piccola spiaggia, riparata com'era da alti alberi su un pendio roccioso, che rendevano gradevole quell'angolo di costa.
“Allora un po' tieni a me.” Disse all'improvviso una voce.
Talia alzò lo sguardo e lo vide.
Stava in piedi accanto ad un albero, con lo sguardo basso ed un sorriso enigmatico sul volto.
“Volevo vedere il mare...” mormorò lei.
“Noto dalla tua voce che sei ancora arrabbiata, giusto?” Voltandosi a fissarla lui. “Forse per questo non hai risposto al mio messaggio. Quel povero facchino mi ha detto che non c'era risposta, dopo averti dato il mio biglietto.”
“Si...” rispose lei “... ed è strano...”
“Cosa è strano?” Chiese lui.
“Non sono ancora riuscita a decidermi se e quanto sono arrabbiata con te...”
“Davvero?” Sorridendo lui. “E perchè mai?”
“Per ciò che hai detto in quel biglietto...” fissandolo lei “... che pensavi volessi trascorrere in altro modo questo pomeriggio...”
“Non volevo certo essere offensivo...”
“Lo sei stato!” Con uno sguardo scuro lei. “Falso ed offensivo!”
“Ho solo detto” sempre con quel suo sorriso quasi beffardo lui “che magari andare in giro col nonno, visitare il porto, la capitaneria o magari arrivare sino ad Amsterdam può essere più piacevole che trascorrere un pomeriggio qui, a fissare il mare. Sbaglio?”
“Questo non vale anche per te?”
“Io cosa c'entro?” Tornando ad appoggiarsi a quell'albero lui. “Stiamo parlando di te...”
“Io ero tutta felice per essermi liberata oggi!” Arrabbiata lei. “E appena saputo dell'assenza del tutore sono corsa qui!”
“Forse non dovresti farti vedere in giro con un cattivo ragazzo come me...” fece lui, voltandosi e restando a fissare il mare che accoglieva il Sole morente.
“Il peggior lato del tuo carattere è nulla rispetto a quanto sai farmi arrabbiare quando fai così!” Fece allora un passo verso di lui e sentì qualcosa sotto il suo piede.
Era un foglietto nell'erba.
Talia lo prese e lo aprì...

“La notte è simile alle pagine di un romanzo, dove la Luna funge con la sua pallida luce da candela e le stelle divengono simili a note che si scrivono sul margine di ogni foglio.
E in quelle note descrivo l'eroe del romanzo che assume pian piano il mio volto e la protagonista, che invece appare con le tue fattezze.
La Fortuna, allora, che assiste l'eroe la immagino come Amore, a cui solo confido ciò che provo, mentre il tesoro che egli cerca diviene il tuo cuore da conquistare, che come uno scrigno racchiude pietre preziose.
Pietre preziose che altro non sono che il dolce ed infinito tuo battito che, come gemme e zaffiri, liberato in questa notte splende per sempre tra le pagine del romanzo della mia vita.”

Alzò allora lo sguardo su di lui, che continuava a fissare il mare.
“Non puoi fare così ogni volta!” Con la voce rotta lei. “Non puoi farmi del male e poi pensare di risolvere tutto con qualche parolina! Non puoi!”
Ad un tratto, anche lui si voltò e i loro occhi si incontrarono, illuminati com'erano da ciò che restava di quel sognante tramonto sul mare.
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“Analopel!” Chiamò in lontananza Jamiel, facendo svanire quel ricordo. “Analopel, tua madre chiede di te! Sono tornati i soldati e stanno rovistando in casa! Il padrone ha preso la carrozza ed è corso dal governatore!”

Guisgard
26-10-2012, 18.05.19
Loren sembrò quasi tranquillizzarsi a quelle parole di Clio.
Si avvicinò a lei e si strinse al suo corpo.
“Il monaco...” disse fissando il vuoto “... ci indicò la rotta... al largo dell'isola di Vivermagren, navigando poi verso Nord...” alzò gli occhi verso e Clio e sorrise “... ma tu non andarci mai... è una rotta maledetta e chi vi naviga prima o poi incontra la morte... come me... ma io sono felice, perchè tra breve rivedrò il mio Jean...” e con un gesto rapido e improvviso prese il pugnale che Clio teneva nascosto addosso e si trafisse a morte, per poi cadere a terra in una pozza di sangue.
Poi, poco dopo, pian piano, la tempesta si placò.

Guisgard
26-10-2012, 18.40.25
Cheyenne scese nel salone e vide, seduti attorno ad una grossa tavola, Fhael e il colonello De Gomera.
Il portoghese allora si alzò e si avvicinò alla ragazza.
“Ho discusso un po' col colonnello” disse “e siamo giunti alla conclusione che vi occorre del tempo per conoscervi. Lui ovviamente vuol capire se voi siete o meno sua nipote rapita anni fa. Io tornerò fra un mese e conosceremo l'esito del vostro soggiorno qui. Ditemi... cosa ne pensate? Se nutrite dubbi, non temete... vi porterò via da qui anche adesso... dovete decidere voi e voi sola...”

Clio
26-10-2012, 18.43.49
Non riuscii a fermarla.
Vidi il sangue scorrere e i suoi occhi spegnersi con un'espressione serena e pacifica.
Mi scostai un po' da lei, incapace di agire, incapace di pensare. Poggiai il capo contro il muro di legno e mi accorsi che la tempesta si era placata: la nave sembrava più calma e le grida della ciurma non si udivano più.
Osservai il corpo senza vita ha giaceva accanto a me.
"Adesso non dirmi che avevi ragione, maledizione!" Sbottai, quasi che sperassi mi rispondesse.
Mi sporsi per accarezzar le una tempia ancora pulita : "povera ragazza, che amaro destino." Non riuscii a trattenere le lacrime : "ora hai ritrovato il tuo Jean, e nessuno vi dividerà più". La voce spezzata dal pianto.
Ma non potevo restare così a lungo, asciugai le lacrime e riflettei.
Era sotto la mia custodia, Giuff di certo non me l'avrebbe fatta passare liscia, sebbene non tenesse affatto a lei.
Decisi di restare lì, immobile, come se lo spavento fosse stato troppo grosso e mi avesse paralizzato.
L'unica cosa che feci fu aprire il cassetto più vicino alla mano di Loren, in modo da poter dire che lì aveva trovato il pugnale.
E ringraziai la buona sorte che fosse un semplice coltellaccio e non un pugnale pregiato o quella scusa non avrebbe retto.
Restai così ferma, respirando in maniera impercettibile, tentando di captare tutti i suoni che provenivano dal ponte. E intanto pensavo a cosa dire quando, inevitabilmente, mi avrebbero chiesto spiegazioni sulla morte di quella sventurata.

Guisgard
26-10-2012, 18.58.40
Altea riaprì quel libro e riprese la lettura...

“Dopo alcuni giorni di navigazione, avvistammo una nave. Navigava da sola nel bel mezzo di quelle acque e a giudicare dallo scafo doveva essere colma di merci. Sembrava una preda quasi inviata dal Cielo. Ma quando ci avvicinammo e fu a tiro dei nostri mortai, allora capimmo che non era stato il Cielo ad inviarla, ma l'Inferno. Infatti spuntarono subito tre fregate spagnole. Era una trappola e noi ci eravamo cascati come novellini. Capitan Lanzaras decise di accettare battaglia. Fu un massacro. Affondammo due di quelle fregate, ma la terza, anche a causa dei danni subiti e della perdita da parte nostra di metà dell'equipaggio, riuscì a danneggiare seriamente la Queen Lilla's Revenge, aprendo uno squarcio nello scafo.
Tutto era perduto.
Capitan Lanzaras, ormai folle e dannato, si lanciò contro i soldati spagnoli, uccidendone una dozzina... <<Satana, dammi un altro alito di vita>> gridava <<in modo che possa portare con me all'Inferno il più possibile di questi cani!>>... ma la sciabola di uno dei soldati lo colpì alle spalle... lo lasciarono agonizzante mentre la Queen Lilla's Revenge imbarcava acqua da tutte le parti. Io, unico dei suoi a restare vivo, mi avvicinai al capitano e lui mi rivelò il suo segreto... il segreto del suo tesoro maledetto... aveva seppellito il forziere su quell'isola e per non lasciare testimoni aveva poi trucidato i quattro marinai che erano scesi con lui, rendendoli spettri a guardia di quel tesoro...
Oggi, sono solo, in mezzo al mare, su una zattera, in balia delle onde e dei fantasmi del mio passato. Quando morirò, nessuno conoscerà più di quel segreto... per questo lascio questo scritto...”

Il libro si concludeva così.

Talia
26-10-2012, 19.00.18
L’Olanda, quella piccola spiaggia, il mare, i suoi occhi, la sua voce... il mio sguardo corse lontano, allora, come a voler cercare un appiglio contro quella malinconia che mi attanagliava il cuore, contro la nostalgia che mi aveva invasa e che si stava impadronendo di me... il mio sguardo corse lontano come a cercare la sagoma di quella nave su cui l’avevo visto imbarcarsi più volte, ma con cui l’avevo anche poi sempre visto tornare...
Ma era stato tanto, troppo tempo prima... era stato in un luogo lontano, dall’altra parte dell’Oceano...
Chinai la testa, infine... come rassegnata.

“Analopel!” Chiamò in lontananza Jamiel, facendo svanire quel ricordo. “Analopel, tua madre chiede di te! Sono tornati i soldati e stanno rovistando in casa! Il padrone ha preso la carrozza ed è corso dal governatore!”

La voce di Jamiel mi raggiunse e mi riportò lì, a Las Baias, lontana dai sogni...
Di nuovo tornai a guardare il nonno, ad incrociare il suo sguardo... non dissi niente, non ce n’era bisogno... afferrai la sua poltrona, dunque, e la spinsi di nuovo, tornando sui nostri passi...
Quando giunsi di fronte alla villa mi bloccai... un gruppetto di soldati era fuori dal portone di ingresso ed altri dovevano essere all’interno, a giudicare dai rumori e dalle urla che si sentivano... mia madre era fuori, sulla scala, e si teneva al corrimano come se stesse sul punto di avere un mancamento...
Io affidai il nonno a Jamiel, che mi era venuto incontro attraverso il giardino, poi raggiunsi mia madre... uno sguardo mi bastò per capire quanto dovesse essere sconvolta... la rassicurai sottovoce, per u attimo, poi sollevai gli occhi e scrutai il gruppo di soldati poco distanti...
“Che cosa succede, qui? Chi vi ha mandati?” domandai, raggiungendo quello che chiaramente era il più alto in grado “E’ stato arrestato il servitore di mio nonno questa mattina, e tutti noi abbiamo collaborato. Io stessa ho raccontato tutto quello che sapevo al signor Musan. Questo non vi dà affatto il diritto di venire qui a turbare la nostra quotidianità, mettendo sottosopra la nostra casa!”
I miei occhi erano gelidi, sul volto del soldato, ed il tono della mia voce altero.

Guisgard
26-10-2012, 19.19.28
“Ignoriamo” disse Gurenaiz a Parsifal “come abbiano fatto a rapirla. Sappiamo solo che è nelle loro mani e che ora chiedono un forte riscatto per liberarla. L'ammiraglio è furioso perchè aveva escogitato un modo per riprendere la ragazza e catturare i corsari, ma purtroppo è fallito miseramente. Il Gufo Nero è tanto scaltro quanto malvagio. Ora dobbiamo dargli la caccia e liberare quella ragazza...” fece qualche passo sul ponte e restò poi a fissare il mare calmo del porto “... il suo nome è Clio... ed è molto bella... forse la più bella che io abbia mai visto... i suoi occhi sono azzurri come il mare quando a sovrastarlo vi è solo e ovunque il cielo...” tirò per la rabbia un pugno contro il parapetto della nave “... la sera in cui è stata rapita dovevamo incontrarci...” nei suoi occhi si accese un lampo “... ma giuro che la ritroveremo... e se quel pirata ha osato farle del male, io...”
“Capitano!” Arrivando un altro ufficiale. “Tutto è pronto per salpare!”
“Bene.” Annuì Gurenaiz. “Non torneremo senza la testa di quel corsaro e senza aver liberato Clio.”
Così, la loro nave, la Tolerantie, partì.
Era una fregata armata con più di quaranta cannoni, doppio scafo rinforzato e alberi di velaccio alti il doppio dei normali velieri da guerra.
Era forse il meglio che la flotta olandese a Las Baias potesse mettere in acqua.

Guisgard
26-10-2012, 19.57.51
“Noi stiamo eseguendo degli ordini, signorina...” disse il capo di quei soldati a Talia “... ordini dell'ammiraglio Guidaux e come ho detto prima anche a vostro padre, per ogni lagnanza o pretesta bisogna rivolgersi all'ammiraglio o a sua eccellenza il governatore. Noi abbiamo avuto il compito di cercare indizi e prove in questa casa.” Fece un cenno ai suoi per farli continuare a cercare.
La madre della ragazza assisteva quasi allibita a quella scena, senza riuscire a dire e a fare niente.
Jamiel aveva condotto il vecchio Arkwin davanti all'ingresso e l'uomo poteva così vedere ciò che i militari stavano facendo in casa di suo figlio.
E tra i cassetti i militari trovarono libri e fogli appartenuti proprio al vecchio olandese.
“Signore, guardate qui...” fece un soldato, mostrando quei fogli al suo superiore “... erano nascosti nel doppiofondo di un cassetto...”
“E questi?” Chiese il soldato a Talia e a sua madre. “Questi sono documenti e atti che testimoniano legami tra Arkwin Van Joynson e la marina inglese. Come li giustificate?”
Maria allora quasi si sentì mancare.
“Non so...” scuotendo il capo “... non li ho mai visti... stamani il signor Musan...”
“Signora, il signor Musan non c'entra...” disse il militare “... siete voi che dovete giustificare la natura e il possesso di questi scritti.”
In quel momento tornò Philip.
“Sergente...” rivolgendosi al militare “... sono stato al palazzo di sua eccellenza ma senza essere ricevuto. Allora mi sono recato presso il Consiglio Generale della Compagnia delle Flegee Occidentali ed è stato appurato che non avete nessun diritto di venire qui e...”
“Signore!” Lo interruppe il militare. “Questa è la giurisdizione di sua eccellenza, non della Compagnia. C'è stato un massacro che rischia di scatenare ritorsioni tra noi e gli spagnoli. E' dunque un affare di stato, non per mercanti.”
“E' un oltraggio!” Gridò Philip.
“Misurate le parole.” Fissandolo il militare. “O sarò costretto a qualcosa di spiacevole.” Gli mostrò i documenti di Arkwin. “Nel frattempo, come giustificate questi?”

Talia
26-10-2012, 20.17.54
Lo sconcerto ed il terrore di mia madre, l’ira e poi la sorpresa di mio padre... e poi quei documenti... gettai loro un’occhiata... li scorsi con lo sguardo... infine sorrisi, appena...
“Giustificarli?” domandai “Guardate la data di questi documenti, sergente! Risalgono ad almeno trent’anni fa... tra questi documenti e la situazione attuale è passata molta acqua sotto i ponti. Solo negli ultimi venti anni ci sono state almeno due guerre ed altrettante paci, ci sono stati conflitti ed alleanze, accordi, scaramucce... Qualsiasi cosa fossero quei documenti al loro tempo, oggi non sono che carta straccia!”
Lo osservai per un momento, senza tradire la pur minima emozione...
“Io non sono un politico né un militare, sergente... ma non credo che occorra esserlo per capire che quei documenti sono pressoché inutili ed insignificanti, oggi! Guardate mio nonno, sir Arkwin Van Joynson...” accennando al nonno, immobile sulla sua poltrona “Ha avuto un incidente, purtroppo, che lo ha reso inabile ad ogni pur minimo movimento ed impossibilitato perfino a parlare... volete davvero sostenere, prima con i vostri superiori e poi magari di fronte a Sua Maestà, che un uomo nel suo stato sia in condizione di macchinare alcunché? Lo fareste davvero?”
Sorrisi, quasi trovassi la cosa vagamente divertente...

Guisgard
26-10-2012, 20.24.00
Trascorsero così diversi istanti, che a Clio sembrarono eterni.
Poi dei rumori di passi.
Un attimo dopo la porta si aprì ed entrò qualcuno.
“Che il diavolo mi porti...” disse Giuff, togliendosi la bandana e la camicia zuppe d'acqua “... il mare si è gonfiato all'improvviso, gettando onde alte quanto la prua sul ponte...” prese una bottiglia di rum, bevendone quasi metà senza prendere fiato “... ah, ecco... mi ha rimesso al mondo...” si voltò finalmente verso le due ragazze e si accorse di quella scena.
Clio, immobile e in silenzio, davanti al cadavere di Loren.
“Che io sia dannato!” Esclamò il pirata. “Cosa è successo? E' morta?” Si chinò sul cadavere. “Com'è accaduto?” Chiese a Clio. “Avanti parla!” Prendendola per un polso. “Cosa diavolo è successo qui?”
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Altea
26-10-2012, 20.40.44
Richiusi il libro..sentii dei brividi, ma non era freddo...spettri? Ma no..era una leggenda, nulla era vero si diceva..lo diceva pure quel mozzo incontrato al molo.
Riposi il libro, lo avrei custodito gelosamente...anche se non mi sarebbe certo servito e pensai di scacciare quei pensieri.
Aprii lentamente la porta della camera e mi incamminai per i corridoi, ancora non avevo visto la dimora completamente quando mi imbattei nella faccia sorridente del servitore che ci aveva dato il benvenuto, contraccambiai il sorriso e presa da curiosità volli sapere di più sulla casa.."Voi siete un nuovo servitore oppure eravate già a servizio di qualcuno prima che arrivassimo noi qui?".

elisabeth
26-10-2012, 20.44.58
Tremavo perche' non avevo mai messo in pratica quelli che erano stati gli insegnamenti di un vecchio cerusico amico di mio padre....provare non significava vivere realmente la paura di poter sbagliare su un essere umano....certo sola con un uomo non mi ero mai trovata, ma questo lui non doveva saperlo....presi la camicia lacerata e con la parte pulita gli asciugai il sudore....il dolore lo rendeva piacevolmente ironico, lo aiutai a vestirsi...." Con Una mano puoo' aggiustarsi la camicia nei pantaloni.......certo tra noi c'e' una grande confidenza...il letto per qualche minuto ci ha uniti, c'e' gente che neanche dopo anni sono uniti dallo stare insieme nel letto......ma adesso e' tempo che stiate in silenzio...la mia cucitura potrebbe essere perfetta, ma un infezione non farebbe al caso nostro......vorrei sapere chi sono gli uomini che hanno rapito Ingrid........vorrei proprio sapere perche' la mia cocciutaggine, sta facendo soffrire proprio lei, che non voleva partire"......andai verso un foglio di carta e con un carboncino disegnai le coste frastagliate della mia terra....." Storm...dovete dirmi chi erano quegli uomini e chi siete voi......penso di essermi meritata la vostra fiducia..."...

Guisgard
26-10-2012, 20.46.44
Il militare fissò prima il vecchio Arkwin, poi quei documenti ed infine Talia.
“Ecco io...” disse quasi balbettando “... questi documenti... si, sono un po' datati...” e guardò allora i suoi uomini “... si, in effetti siamo qui per fatti molto più recenti...”
“Appunto, sergente.” Fece Philip. “E non credo che troverete altro.”
Il militare lo fissò.
“Vi avverto che membri della Compagnia stanno venendo qui.” Continuò Philip. “E vedremo se semplici mercanti possono mettere a rischio la carriera di un militare.”
“Capisco...” annuì pensieroso il sergente “... capisco...” si voltò di nuovo verso i suoi “... credo che non ci sia altro da fare qui... andiamo.”
Salutò i presenti e poi, con i suoi, lasciò la villa.
“E' inaudito...” mormorò Philip guardando tutto quel disordine “... inaudito... ma protesterò.”
“Oh, Philip...” stravolta sua moglie “... oh, cara...” rivolgendosi poi a Talia ed abbracciandola “... hai sfoderato un coraggio incredibile, bambina mia...”
Jamiel condusse dentro il vecchio Arkwin.
“Padre...” fissandolo Philip “... avete udito? Per poco non ci facevate accusare tutti di tradimento.”
“Philip, come ha detto Talia, sono documenti vecchi di trent'anni...” guardandolo sua moglie.
“Non è questo il punto.” Scuotendo il capo l'uomo. “Prima Passapuor, poi quei documenti.”
“Ma cosa cercavano i soldati?” Domandò sua moglie. “Cosa volevano a casa nostra?”
“Non lo so...” pensieroso Philip “... e poi, il non essere ricevuto da sua eccellenza... i servi mi hanno detto che non era al palazzo, eppure ho veduto la carrozza ferma nel cortile... non so... per questo ho chiamato sir Whigan della Compagnia... verrà qui domani...”
“Non cercate demoni, signore.” All'improvviso una voce. “Non qui, dove invece avete solo amici.” Sorridendo Musan. “Sua eccellenza è vostro amico. Ed io con lui.” Si voltò poi verso la moglie di Philip. “I miei omaggi, signora.” E poi verso Talia. “Sempre incantevole, Analopel.” E le baciò la mano.

Cheyenne
26-10-2012, 23.15.53
Nel salone Fhael mi pose subito il nocciolo della questione: restare e conoscere meglio il colonnello o andarmene subito.
Riflettei un attimo, lasciare questa casa e tutto ciò che avrebbe potuto essere per me lo ritenevo una sciocchezza.
Ma quando capii che Fhael non sarebbe rimasto a sostenermi, fui presa dall' incertezza...il portoghese era l' unica persona amica che avevo e non volevo perderla.
Mi ritrovai a combattere tra due sentimenti contrastanti, la voglia di sapere e la paura dell' abbandono.
Alla fine il mio innato spirito di avventura, sostenuto dal mio bisogno di sapere di più sul mio passato, ebbe la meglio.
Accettai così di passare un mese nella villa del Colonnelli, in modo tale da dare la possibilità ad entrambi di conoscerci meglio. Con Fhael invece, rimasi d'accordo che sarebbe tornato tra un mese per controllare le cose.
Un mese, mi pareva un tempo così lungo, ora mai ero abituata alla presenza di Fhael e sapevo che mi sarebbe mancato..
Già mi immaginavo a contare i giorni per il suo ritorno....

Clio
27-10-2012, 01.33.13
"Credeva di essere maledetta" dissi guardando un punto indefinito nella stanza, come se la stretta di Giuff non mi sfiorasse.
"Credeva di essere la causa della tempesta, la considerava come la furia del cielo, o del mare diretta verso di lei... Così ha aperto quel cassetto e ci ha trovato un pugnale abbandonato.. E si è colpita a morte."
I miei occhi erano fermi, vuoti, inespressivi : "avevo cominciato anche io a credere di essermi sbagliata sul suo conto, raccontava storie di spettri a guardia di un tesoro su un'isola introvabile, ma che loro hanno trovato... A prezzo della vita. Diceva che gli spettri avevano ucciso sia il suo amato che il capitano della nave. E ora erano venuti per lei. "
Spostai lo sguardo sul capitano : "avevate ragione, capitano, era solo una povera pazza"
Poi ripresi a guardare nel vuoto, quasi che una verità invisibile mi si parasse davanti.
"Eppure" continuai con voce fioca " non appena ha esalato l'ultimo respiro, la tempesta si è placata."
Mi presi la testa fra le mani.
"Questo ha senso per voi, capitano?"

Parsifal25
27-10-2012, 12.10.39
Compresi la rabbia del capitano Gurenaiz.......e......da quel che sembra, suppongo che provi qualcosa per la dama rapita.

"Comprendo la sua rabbia......capitano, ma senza una meta o le coste ed il mare battuto dal nostro uomo......non la troveremo mai."

Purtroppo era così non potevamo mandare la fregata e la ciurma alla deriva......ne avremo pagato le conseguenze in tema di uomini. E' brutto a dirlo e pensarlo ma si sarebbe rischiato l'ammutinamento.

"Capitano Guirenaux è possibile visionare la carta nautica? Almeno, potremo dedurre il tratto di mare che il Gufo Nero predilige per le sue scorribande"

Talia
28-10-2012, 02.40.07
Raramente concordavo con mio padre su faccende del genere... anzi,in effetti, raramente mi curavo di faccende del genere che invece tanto occupavano il tempo ed i pensieri di Philip van Johinson... eppure quella volta dovetti ammettere con me stessa che ciò che mio padre aveva detto era sensato. Anche io infatti dubitavo che Passapour fosse un bersaglio per sé stesso, dubitavo che quella faccenda sarebbe finita lì e dubitavo anche che il governatore e l'ammiraglio ne fossero estranei...
Stavo appunto rimuginando tra me questi cupi pensieri, quando udii quella voce... mi voltai e vidi Musan avanzare verso di noi...
Il mio primo istinto, al suo gesto, sarebbe stato quello di ritrarre la mano... ma lo dominai appena in tempo...
Lo fissai per qualche istante, tuttavia... senza rispondere al suo saluto...
"Amici..." dissi poi, lentamente "che sono però arrivati un po' in ritardo questa volta, mi pare!"
I miei occhi, freddi ed inclementi, rimasero su di lui per qualche altro istante, poi li distolsi e scesi le poche scale di fronte a me, fino a raggiungere Jamiel...
"Credo di aver bisogno di una tazza di tè, Jamiel..." dissi "Vuoi essere così gentile da avvisare tua madre e farmela portare, quando sarà pronta?"
Poi, senza aggiungere altro e senza guardare nessun altro, soprattutto Musan, mi avviai per il giardino, allontanandomi.

Guisgard
29-10-2012, 02.24.28
Cheyenne scelse di restare a casa del colonnello.
Fhael allora salutò l'ex militare e questi lo ringraziò per il suo impegno, augurandosi la riuscita di quella storia.
Il portoghese salutò poi Cheyenne.
“Vedrete, vi troverete bene qui.” Disse sorridendole. “Il colonnello è un uomo perbene, dai grandi valori. In Spagna è considerato quasi un eroe nazionale. In questo mese vi tratterrà bene, con tutti i riguardi, come se davvero vedesse in voi sua nipote. Non vi negherà protezione, né tutto ciò che il denaro può acquistare. Tra un mese poi vedremo cosa sarà accaduto. Prendete questo...” dandole un Rosario “... so che non siete Cattolica, ma credo che qualsiasi oggetto sacro, a qualunque Credo appartenga, possa donare qualcosa di speciale. Il mio confessore mi ripeteva sempre che non conta il nome che diamo alla nostra Fede, né quello con cui invochiamo il nostro Dio... ciò che conta veramente è solo credere in Qualcosa. Tutto nel Creato è sacro.” Prese la sua mano e la baciò. “Vi auguro buona fortuna, Cheyenne. E al mio ritorno spero di trovarvi felice in questa nuova vita.” E partì.
Poco dopo un servitore informò Cheyenne che il colonnello la stava attendendo in giardino per prendere insieme il tè.

Guisgard
29-10-2012, 02.35.50
“Si, padrona...” disse Hitiky ad Altea “... io sono in questa casa da anni e ho sempre prestato servizio a coloro che ne hanno preso possesso... prima di voi questa dimora è appartenuta all'ammiraglio Vaikun e alla sua famiglia... egli era al servizio dell'ex governatore di Las Baias... ma quando prese l'incarico il suo successore, ossia l'attuale governatore, l'ammiraglio cadde in disgrazia per alcuni oscuri motivi, mai chiariti del tutto ed al suo posto fu nominato l'ammiraglio Guidaux.” Fissò Altea con uno sguardo enigmatico. “Vostro padre vi manda a dire che presto arriverà il vostro nuovo maestro. Vi prega dunque di prepararvi per poterlo incontrare.”
Infatti, circa mezz'ora dopo, una carrozza si fermò davanti alla villa.
E Fletcher mandò subito a chiamare sua figlia Altea.
Il nuovo maestro era giunto.

Guisgard
29-10-2012, 03.19.20
Storm fissò Elisabeth.
“Quegli uomini” disse “erano cacciatori di taglie... già, volevano la taglia che pende sulla mia testa... si, perchè la mia testa vale un bel gruzzolo, se vi interessa... indipendentemente dalla mia vita o dalla mia morte...” si accomodò la camicia “... avranno preso la vostra governante per ricattarvi e arrivare a me...” tornò a fissarla “... volete sapere dunque di me? Ebbene, io sono un contrabbandiere, uno che elude la legge, anzi, uno che non ha legge, né onore, né dignità... e nemmeno affetti... un uomo abituato a non amare e a non essere amato, a non chiedere e a non dare... un uomo che non può restare oltre in questo posto... ecco, questo sono io... voi parlate di fiducia meritata... e voi, ditemi? Voi avete fiducia in me?”

Guisgard
29-10-2012, 03.37.10
Giuff ascoltò Clio, per poi scuotere la testa.
“Già...” disse “... era una povera matta e forse io ho sbagliato a darti retta, ragazza... potevo darla alla mia ciurma, così, tanto per far divertire i miei uomini... invece ho dato retta a te... bah, che il diavolo mi porti!” Esclamò.
Ma sulla porta stava fermo un uomo a fissare il cadavere di Loren.
“Cosa fai lì, Rage?” Domandò il Gufo Nero.
“Un'isola introvabile...” mormorò Rage.
“Ma cosa diavolo ti prende?” Fissandolo Giuff. “Invece di star lì come un allocco, prendi il corpo della ragazza e gettalo in mare!”
“Capitano...” fissandolo a sua volta Rage “... ho udito cosa dicevate... l'isola introvabile... è l'Isola Perduta!”
“Hai bevuto?”
“No, capitano...” scuotendo il capo Rage “... c'era troppa acqua che penetrava nella nave fino a poco fa... e la tempesta la spingeva con una forza innaturale, come a volerci affondare... ed io odio l'acqua... non posso berne neanche un sorso...”
“Insomma, cosa diamine vuoi?”
“Forse non era pazza...” fece Rage “... almeno non lo era prima di vedere l'Isola Perduta...”
“Isola Perduta?” Ripetè Giuff.
“Noi vecchi bucanieri conosciamo da sempre la leggenda dell'Isola Perduta e del suo tesoro maledetto...” spiegò il pirata al suo capitano “... ci è stata raccontata da piccoli, poi, cresciuti, abbiamo fatto finta di crederci più... ma quella ragazza...” indicando il cadavere “... lei era troppo giovane e non poteva conoscere la leggenda... ciò vuol dire che l'ha vista... ha visto l'Isola Perduta e gli spettri, per questo, sono venuti a prenderla...”
“Esiste un'isola con un tesoro?” Chiese Giuff.
“Si, capitano...” annuì Rage “... ma nessuno ne conosce l'ubicazione...”
Il Gufo Nero si voltò allora verso Clio.
“Cosa ti ha detto di questa storia?” Chiese alla ragazza. “Rispondimi, cosa ti ha detto dell'isola e del tesoro?”

Guisgard
29-10-2012, 03.45.23
“Ovviamente” disse Gurenaiz a Parsifal “abbiamo più rotte su cui muoverci...” prese delle carte nautiche e le mostrò al suo Guardiamarina “... tutte ruotano più o meno attorno all'isola della Portuga... si tratta di un'isola ora completamente alla mercé dei bucanieri... un vero e proprio covo per quei dannati... da qui poi è possibile raggiungere altre zone battute da navi pirata...” fissò Parsifal “... il piano è questo... sbarcheremo a Portuga e cercheremo informazioni sul Gufo Nero...”
“Ma, signore...” turbato un altro ufficiale di bordo “... volete andare a Portuga? Ma è un suicidio! Non ci faranno neanche avvicinare!”
“Nasconderemo la nave a poche miglia dalla costa” spiegò Gurenaiz “e con un lancia pochi di noi, travestiti, scenderanno a terra... così da non destare sospetti...”

Guisgard
29-10-2012, 04.01.51
Talia uscì così in giardino.
L'aria era fresca e limpida, a causa del vento che sembrava voler portare grosse nuvole da Occidente.
Poco dopo Jamiel raggiunse Talia.
“Analopel...” disse avvicinandosi alla ragazza “... ecco il tuo tè... mia madre ha preparato anche dei biscotti...”
“Gli amici” all'improvviso una voce “non arrivano mai tardi... del resto, il Tempo è una virtù lodevole...” sorridendo Musan “... una poesia flegeese narra di come il Tempo sia il primo servitore del Fato... ma io sono cresciuto anche in Europa e so che molti pensatori dell'antica Grecia nutrivano dubbi reali sull'effettiva esistenza del Tempo...” fece cenno a Jamiel di andare via “... si racconta” avvicinandosi a Talia “che donna Ximena attirò in un giardino con uno sguardo, durante il loro primo incontro, Rui Diaz... e voi, Analopel? Voi perchè mi avete attirato in questo giardino? Perchè volevate farvi seguire? Per chiedere protezione? Per voi e per la vostra famiglia? O forse solo per restare con me?” La fissò. “Analopel... la Perla d'Oro... ed è vero... racchiudete la bellezza di due mondi...” fece qualche altro passo verso di lei.
Jameil, invece, si era allontanato solo di pochi passi, fermandosi poi accanto ad una palma e restando a fissare quella scena.

Guisgard
29-10-2012, 05.00.55
Cavaliere25 tornò sul ponte con tutto ciò che Guisgard gli aveva chiesto.
Il capo degli ammutinati ordinò poi al nostromo di prendere tutti gli oggetti personali di Sumond.
“Emas, Fidan, Mc Keu...” disse Guisgard ad alcuni dei suoi ammutinati “... portate il signor Sumond presso la lancia...” raggiunse poi il centro del ponte “... equipaggio, imbarcheremo il signor Sumond in una lancia... chiunque vuol seguirlo si avvicini a lui.”
Tutti coloro che non avevano preso parte alla rivolta si avvicinarono al capitano.
La lancia fu messa in acqua e quegli uomini, uno alla volta, cominciarono a salirci a bordo.
“Signor Guisgard...” avvicinandosi alcuni marinai al capo degli ammutinati “... ecco, noi...”
“Beh, cosa?”
“Ecco... ci siamo consultati... e... noi vorremmo stare con voi, ma abbiamo famiglia...”
“Unitevi a quelli che sbarcheranno allora.” Fece Guisgard.
“Ha bevuto un bel po' d'acqua fresca...” disse Austus a Guisgard, mentre faceva bere il marinaio che aveva bevuto in precedenza acqua di mare “... credo che si riprenderà...” sorrise “... Guisgard... sono fiero di stare dalla tua parte.”
“Beh, ti sei guadagnato i gradi di criminale, amico mio.” Sarcastico il capo degli ammutinati. “Non c'è che dire, ne hai fatta di strada... sei al tuo primo imbarco, ma già puoi vantare una condanna a morte sulla testa.” Raggiunse poi il capitano. “Come sapete, a Nord Est si trova l'arcipelago di Dragoa...” un marinaio gli consegnò del materiale e lui lo diede a Sumond “... qui ci sono la carte nautiche e la bussola. Il sestante è mio, dunque sapete che è preciso. Nella lancia abbiamo imbarcato viveri a sufficienza.” Lo fissò. “E ora, signor Sumond...” indicando al capitano la lancia.
“Avete modi da gentiluomo, ma siete solo uno sporco traditore.” Mormorò Sumond, per poi guardare la lancia e gli uomini che erano a bordo. “Siamo sovraccarichi... un uomo ancora e affonderemo.”
“Quand'è così” disse Emas “m'offro volontario!”
E tutti a bordo risero.
“Fermate l'imbarco!” Ordinò Guisgard.
“E noi?” Turbati quelli che volevano andare con Sumond. “Cosa ne sarà di noi?”
“Desiderio far sapere” disse Guisgard “a voi” rivolgendosi al capitano “e a voi altri” fissando poi quelli sulla lancia “che costoro” indicando coloro che non potevano più imbarcarsi “non hanno preso parte alla rivolta.”
“E cosa faremo?”
“Vi sbarcheremo appena possibile in un porto britannico.” Rispose Guisgard.
“Chi ci assicurerà di questo?”
“Avete la mia parola.” Fissandoli Guisgard.
“Non vogliamo venire con voi!”
“Fidan, portali di sotto e sorvegliali.” Fece Guisgard. “Non voglio che ci creino problemi. Appena possibile, come detto, li sbarcheremo al primo porto britannico.”
“Questo criminale di Guisgard” cominciò a dire Sumond agli ammutinati “vi ha detto cosa accadrà ora? O preferisce tenervi all'oscuro di tutto? Allora vi dirò io la verità... tutta la marina non avrà pace fino a quando l'ultimo degli ammutinati non sarà catturato e giustiziato. Ovunque andrete, ovunque vi nasconderete ci saranno decine di navi che vi daranno la caccia!”
“Che ci provino!” Esclamò Emas. “E se non fosse per il signor Guisgard, gli darei un altro motivo per farlo!” Puntando il fucile contro il capitano.
“Signor Sumond...” avvicinandosi Guisgard al capitano “... volete imbarcarvi o devo costringervi io a farlo?” Prese poi la frusta con cui il capitano aveva inflitto terribili punizioni ai suoi marinai e la posò sulla sua spalla. “E non dimenticate questa... è la vostra bandiera.”
“Non mi serve nessuna bandiera...” con disprezzo Sumond, per poi gettare a terra la frusta “... io, a differenza vostra, possiedo ancora una patria.” E si imbarcò con gli altri sulla lancia.
Furono allora mollate le cime che la tenevano attaccata alla Santa Rita e la lancia prese il mare.
“Addio maiale!” Ridendo l'equipaggio. “Buon viaggio, negriero!”
“Mi mandi alla deriva a centinaia di miglia dalla costa più vicina!” Gridò Sumond. “Credi di avermi sconfitto, Guisgard? Ma io condurrò questa lancia in capo al mondo, se necessario! E tornerò per darvi la caccia, fino a quando non vi vedrò penzolare tutti dal più alto pennone della flotta inglese!”
“Lo vedremo, carogna!” Urlò Emas, per poi prendere il fucile e puntarlo verso la lancia.
“Emas!” Gridò Guisgard, strappandogli il fucile e facendolo così sparare in aria. “Sei un idiota! Non voglio che sia versato altro sangue!”
E tornarono tutti a guardare la lancia di Sumond e dei suoi fedeli che si allontanava, mentre il capitano li fissava con tutto il suo odio.
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/0/04/Charles_laughton_mutiny_bounty_1.jpg

elisabeth
29-10-2012, 10.36.05
" Se mio passe sapesse quale feccia frequento.....sarebbe infuriato......avete una testa preziosa, sappiate che io non ho bisogno di soldi......quindi non vendero' la vostra testa a nessuno , ho fiducia in voi ?......se devo dire il vero sino ad ora mi avete minacciata e io ho dovuto ricucirvi e toglirvi dai guai.......e' la verita' quando dite che Ingrid sara' solo il mezzo per riavere voi, per quanto riguarda cio' che siete...non amate, non volete essere amato...nessuno vi ha chiesto amore...io rivoglio la mia Ingrid e la mia vita..........e ora escogitate qualcosa...perche' sono molto arrabbiata e anche stanca.....stanca di essere invischiata in una faccenda che non mi riguarda.....non posso far altro che avere fiducia in voi...".......non mi mossi mai dal tavolo dove stavo disegnando ....ma alla luce di una candela il volto bellissimo di uan ragazza apparve ......incomincio' a battermi forte il cuore...io non avevo disegnato quel volto....appallottolai il foglio e lo gettai sul pavimento..quasi fosse di fuoco....

Parsifal25
29-10-2012, 12.46.34
Prese le carte......tracciaì, lungo le linee delle idrobare una strana simbologia che ho imparato ad utilizzare nel corso del mio operato in marina.

"......il rischio è elevato......poichè nei pressi dell'isola di Portuga e del suo arcipelago potremo aspettarci delle navi di bucanieri, pronte a darci battaglia......"

Scrutaì le vele, il vessillo e la nave stessa e presentaì la mia idea: "potremo.....camuffare la nostra fregata......almeno non subiremo gli attacchi dei guardiacosta di Portuga.......". Il primo passo era stato presentato, ma non bisognava lasciar nulla al caso.......

"Comandante, il suo piano è ottimo ma se.......codesti pirati adottano un loro codice di comunicazione ed onore......non potremo sospettare che abbiano una parola d'ordine?"

cavaliere25
29-10-2012, 12.54.18
Mi avicinai a Guisgard e dissi ora che si fa signore chiesi gentilmente la nostra rotta sapete già dove andremo? che facciamo ora lo so che sto domandando troppo ma sapete io mi ero imbarcato su questa nave per lavorare ma alla fine ho trovato solo guai e problemi e aspettai una sua risposta

Altea
29-10-2012, 16.00.02
Scesi per conoscere il maestro, avevo dei dubbi...era stato ingaggiato dal Governatore.. avrebbe cercato di esaltare la figura di sua Eccellenza?

Talia
29-10-2012, 16.18.36
Ero seccata per ciò che era accaduto... ero seccata per il modo in cui quei soldati erano venuti a casa nostra ed avevano frugato tra le carte del nonno, ero seccata per il modo in cui si erano rivolti a mia madre, ero seccata per tutta quella faccenda che assomigliava tanto ad una sordida macchinazione, ma più di tutto ero seccata per il modo in cui Musan si era rivolto a noi, a mio padre e poi a me, quasi a volersi atteggiare a nostro unico e solo possibile salvatore... mi seccava e mi spaventava questa idea, mi rifiutavo di pensare a quale sarebbe stata la contropartita richiesta da Musan per il suo aiuto.
E poi pensavo a Balunga... a ciò che era avvenuto là, all’orrore che dovevano aver provato... un orrore che mi pervadeva se pensavo che solo poche ore prima il Viceré era stato in nostra compagnia, se pensato che avevamo mangiato alla sua tavola, se pensavo a quanto cortese e gentile era stato con noi... perché era morto, dunque? Era stata davvero solo una banda di indigeni e di ladri? Era possibile? E se questa non era la verità, chi poteva essere stato? Chi avrebbe tratto profitto dalla morte del Viceré spagnolo?
Immersa in questi mille e più pensieri, sussultai violentemente quando udii la voce di Musan proprio dietro di me.

“Gli amici” all'improvviso una voce “non arrivano mai tardi... del resto, il Tempo è una virtù lodevole...” sorridendo Musan “... una poesia flegeese narra di come il Tempo sia il primo servitore del Fato... ma io sono cresciuto anche in Europa e so che molti pensatori dell'antica Grecia nutrivano dubbi reali sull'effettiva esistenza del Tempo...” fece cenno a Jamiel di andare via “... si racconta” avvicinandosi a Talia “che donna Ximena attirò in un giardino con uno sguardo, durante il loro primo incontro, Rui Diaz... e voi, Analopel? Voi perchè mi avete attirato in questo giardino? Perchè volevate farvi seguire? Per chiedere protezione? Per voi e per la vostra famiglia? O forse solo per restare con me?” La fissò. “Analopel... la Perla d'Oro... ed è vero... racchiudete la bellezza di due mondi...” fece qualche altro passo verso di lei.
Jameil, invece, si era allontanato solo di pochi passi, fermandosi poi accanto ad una palma e restando a fissare quella scena.

Lo osservai per un attimo quando la sua voce si spense, sollevando appena un sopracciglio e trattenendo solo a fatica l’istinto di indietreggiare per allontanarmi da lui... ma indietreggiare avrebbe significato riconoscergli un vantaggio, riconoscere la mia posizione di svantaggio e di debolezza rispetto a lui, ed io non ero affatto disposta a concedergli così tanto terreno.
Per giunta ero sorpresa: come poteva sostenere che io lo avessi attirato lì, quando invece era l’ultima persona che avrei voluto vedere o con cui avrei mai desiderato rimanere da sola?
Rimasi, dunque, immobile e silenziosa per qualche lungo momento... infine sorrisi e sollevai il mento, gettandogli in faccia uno sguardo altero...
“Protezione?” dissi “E perché mai? Voi credete, forse, che ne avremo bisogno?”
Tacqui appena per un istante poi, prima che potesse dire alcunché, soggiunsi...
“Non capisco, milord... rassicurate mio padre, dicendogli che si trova tra amici e che non ha dunque niente da temere, e poi chiedete a me se desidero protezione... noterete che vi è una sottile nota conflittuale tra le due cose... a quale delle due versioni devo credere, dunque?” sorrisi appena “Oh, ma non c’è bisogno che me lo diciate... io so a quale versione credere. Dopotutto la verità è chiara e palese: a Balunga è accaduta una cosa orribile e raccapricciante, qualcosa di indicibile... ma io so che non è stato Passapour a perpetrare un simile orrore, so che non avrebbe mai potuto giacché la testimonianza che io stessa vi ho fornito esclude la sua presenza a Balunga pressoché nel solito momento. Questa è la verità, milord... ed io non temo la verità, poiché so che due uomini dabbene come voi ed il Governatore non possono che ricercare questa stessa verità. E dunque... mi perdonerete... ma ho la presunzione di credere che non necessito di protezione alcuna!”
Conclusi in discorso con l’aria di chi sta esponendo il più ovvio dei ragionamenti e non teme smentita, anche se la verità era ben altra e la mia preoccupazione era invece profonda.

Guisgard
29-10-2012, 17.07.29
Storm sorrise a quelle parole di Elisabeth.
“Allora siete una gran dama.” Disse. “Benestante e forse anche aristocratica. I miei complimenti, milady.” Mostrando ironico un vistoso inchino. “I miei omaggi. Sono vostro umile servitore.” Rise di gusto. “Dovreste essere più prudente, sapete? Rivelare così le vostre fortune ad uno sconosciuto che inoltre vi ha appena detto di essere un malfattore. Beh, devo avervi davvero conquistata, se già mi fate certe confidenze. Ah, che sciocco! Tra noi non ci sono più segreti, visto che abbiamo anche diviso lo stesso letto.” Rise di nuovo. “Non temete, non voglio e non posso restar qui in eterno. Questa città pullula di guardie e cacciatori di taglie.” Si avvicinò ad una delle finestrelle e guardò fuori. “Sembra calmo lì fuori... tra poco comincerà a far buio e noi usciremo...” cercò allora in un grosso armadio malmesso e tirò fuori una mantellina “... indossatela...” dandola ad Elisabeth “... io invece metterò questa...” indossando una lunga giacca blu “... sembro quasi un gentiluomo, no?” Voltandosi verso Elisabeth.

elisabeth
29-10-2012, 17.19.36
Risposi all'inchino....." vi sono sembrata leggera, nel darvi informazioni su di me ?...come avete detto voi, abbiamo condiviso lo stesso letto...come potreste essere malvagio e poco sensibile verso la donna con cui avete diviso una grande intimita'..........."......mi misi sulla punta dei piedi e gli diedi un buffetto affettuoso sulla guancia.....non ebbi problemi a farmimettere il mantello sulle spalle....e lui una giacca blu ....." Avete ragione Milord....datemi ill braccio e usciamo da qui.."...

Guisgard
29-10-2012, 17.20.50
Altea scese così nella stanza dove suo padre aveva fatto accomodare il nuovo maestro.
“Ecco a voi mia figlia.” Disse Fletcher al maestro, presentando così la ragazza.
“Salute a voi, milady.” Mostrando un lieve inchino il maestro. “Sono Lin Voledo e sono stato nominato da sua eccellenza il governatore come vostro maestro di studi.”
“Si, sua eccellenza ci aveva avvertito di questa sua piacevole e opportuna cortesia nei nostri confronti.” Fece Fletcher. “Siamo da poco giunti a Las Baias, dopo un lungo viaggio dall'Inghilterra. E per questo, sfortunatamente, mia figlia Altea non ha potuto continuare i suoi studi. Ma prego, accomodiamoci, così da poter discutere riguardo agli studi che mia figlia dovrà sostenere.”
Hitiky servì loro del tè e dei pasticcini.
“Prima di decidere” disse Lin “vorrei un po' conoscere quali sono le discipline che sua figlia ha studiato in Inghilterra, in modo così da poter decidere come organizzare al meglio la sua preparazione.”

Altea
29-10-2012, 17.33.34
Lin Voledo...sembrava una persona carismatica e affidabile.
Ci sedemmo e prendemmo il the..e udii la domanda del maestro, mi voltai verso mio padre e prima rispondesse lui ebbi uno scatto veloce e sicuro nello rispondere..."Maestro..vedete..io sono interessata alla letteratura, alle lingue straniere, all'arte. Non amo gli studi matematici...ma per favore, niente olandese. Io ho studiato il francese".

Guisgard
29-10-2012, 17.56.39
Dopo un'oretta, Elisabeth e Storm, sottobraccio, uscirono da quella casa, cominciando a passeggiare per il porto.
“Camminate come se niente fosse” disse sottovoce alla donna “e fingete di conversare con me, come se fossimo due innamorati o marito e moglie se volete. Farfugliate pure tutte quelle cose che solitamente voi donne ritenete indispensabili per vivere, come abiti, gioielli o profumi. Al resto penserò io.” La fissò, facendole l'occhiolino. “Ah, non dimenticate di sorridermi di tanto in tanto.”

elisabeth
29-10-2012, 18.34.51
Ascolatavo Storm mentre in maniera carina e confidenziale mi dava delle dritte su come comportarmi per non dare nell'occhio.....l'aria era piu' fresca e quel mantello mi dava un senso di tepore, poggiai la mia mano sul braccio di Storm e gli sorrisi amorevolmente come se mia vesse detto la cosa piu' carina del mondo......" Diciamo allora che vi parlero' di profumi costosi creati da essenze provenienti dall'oriente, di gioielli meravigliosi le cui pietre sono il colore della natura fusa in gemme preziose......vi diro' che il mio amore per voi e' talmente profondo che potrebbe essere paragonato all'abbisso piu' profondo dove pesci nascosti ad occhio umano vivono in sintonia col divino........come vi sembro....mio caro, abbastanza innamorata ?...."...risi con tutta la dolcezza che avevo in cuore.......ma un rumore strano, proveniente da tutto quello che era l'anima del porto..catturo' la mia attenzione, ma non avevo occhi abituati alla vita del porto..ed istinto strinsi il braccio di Storm....." Che succede ?.."..

Guisgard
29-10-2012, 19.05.28
Lin sorrise a quelle parole di Altea.
“Vedete, milady...” disse “... una dama di alta società deve conoscere almeno tre lingue. Quella che parla sin dalla nascita, quella del paese che evidentemente la ospita ed il latino. Io sono di origini spagnole, ma essendo al servizio di sua eccellenza non ho potuto non imparare l'olandese. Quanto al resto, ci dedicheremo agli studi generali ed entreremo nello specifico riguardo alle discipline da voi illustrate.”
“Beh, credo che vi occorra un po' di tempo da passare insieme per decidere queste cose.” Fece Fletcher. “Perchè non andate in biblioteca?”
Lin annuì e Hitiky condusse lui ed Altea in quella stanza.
“Direi di cominciare” mormorò Lin appena rimasti soli “con un po' di storia delle Flegee. Sono la vostra nuova casa ed è giusto conoscere il luogo in cui si vive. Cosa ne dite?”

Altea
29-10-2012, 19.13.41
Scossi il capo quando si parlò delle lingue..ma non obiettai..e mi trovai nella biblioteca.
Vi era un odore particolare, di polvere mista a muffa ma i libri erano ben tenuti.."Come..storia delle Flegee?" risposi un pò sbuffando, però convenii che il maestro avesse ragione, era giusto conoscere le radici di questo posto fantastico.."'D'accordo sono pronta ad ascoltarvi" e mi sedetti in un piccolo sgabello.

Guisgard
29-10-2012, 19.19.53
Gurenaiz ascoltò Parsifal ed annuì.
“Si, il vostro ragionamento è giusto...” disse al Guardiamarina “... tuttavia ho pensato anche a questo... ecco il nostro piano... la nave si fermerà pressò Capo Morn... lì raggiungeremo Portuga con una lancia... saremo solo noi due, io e voi... meno siamo, meno rischi incontreremo... ci camufferemo da marinai rinnegati in cerca di un'imbarcazione... e giunti lì cercheremo di scoprire notizie sul Gufo Nero... cosa ve ne pare? Avete suggerimenti, signor Parsifal?”

Clio
29-10-2012, 19.45.39
Mi voltai di scatto verso il vecchio marinaio.
"Si, avete ragione, la chiamava proprio Isola Perduta"
Poi mi rivolsi a Giuff che puntava i suoi occhi imperscrutabili su di me.
"Si capitano, vaneggiava di un tesoro, un tesoro maledetto a quanto pare, dato che è protetto da degli spettri che uccidono chiunque tenti di scovarlo."
La testa sembrava scoppiarmi, sapevo che quella ragazza non mentiva, ero io la prima a credere, ma come potevo credere a ... questo?
"Diceva di essere scappata e di essersi imbattuta in un monaco che, ubriaco, ha rivelato dell'isola e del suo tesoro a lei e agli altri della sua nave" continuai guardando Loren che giaceva ancora a terra.
Difficilmente il capitano avrebbe capito le vicende del suo cuore, così non mi dilungai.
"Poi, durante una tempesta l'isola è emersa dal mare. Sono scesi a terra i due uomini, insieme a lei, e, a quanto diceva, sono stati uccisi dagli spettri, lei è riuscita a scappare ma l'hanno trovata lo stesso".
Sorrisi, di un sorriso triste e amaro, pensando al volto di Loren prima che prendesse il pugnale.

Guisgard
29-10-2012, 19.48.28
Musan sorrise a quelle parole di Talia.
Sorrise come chi ha il vantaggio della prossima mossa.
Una mossa che sa di non poter sbagliare.
“Sapete, Analopel...” disse voltandosi a guardare il giardino “... qui non siamo in Olanda e neanche in qualche altro stato del Vecchio Mondo... le Flegee sono una nuova terra ed è dunque naturale che qui la vita segua un altro corso... un po' come avveniva nel Medioevo in Europa... i costumi sono per molti aspetti barbari, la violenza più immediata è quasi la normalità e tutto ciò che noi possiamo ritenere civile ed umano qui assume un significato relativo...” si voltò a fissarla “... comprenderete ora che in simili condizioni di vita è giusto, anzi doveroso, che pochi uomini amministrino ciò che invece in una società evoluta è affidato ad organi secolari. Così, la legge e la giustizia devono essere amministrate con metodi diversi, perchè solo così è possibile far valere l'ordine e spesso la forza è l'unica cosa in grado di legittimare l'autorità. Non affidatevi dunque a costumi che ritenete normali e consuetudinari. La vita quaggiù è diversa. E la legge non sempre è facilmente interpretabile. E una ragazza come voi, intelligente e arguta, oltre che bellissima, non farà fatica a comprendere che in un simile scenario è vitale avere amici potenti.” Ed il suo sguardo fu attraversato da un lampo. “Molto potenti, a cui poter ricorrere in cambio di protezione.”

Guisgard
29-10-2012, 20.06.59
Giuff fissò Clio con una strana espressione.
“Dì un pò, ragazza...” disse il pirata “... mi prendi per un babbeo? Un'Isola che spunta dal mare? Spettri che tornano a prendersi le persone? Mi stai prendendo in giro?” Estrasse un coltello e lo puntò contro il viso della ragazza. “Non ci metto niente a farti un bel tatuaggio sul tuo bel visino... tanto il tuo capitano, se ti ama davvero, ti riscatterà lo stesso...” agitò il coltellaccio sotto gli occhi di Clio “... ora ricominciamo dall'inizio e senza favole o altre stupidaggini... a me interessa di quel tesoro... raccontami tutto ciò che quella ragazza ti ha detto...” si sedette e mandò via Rage “... avanti, ti ascolto... e cerca di essere convincente, ragazza...”

Guisgard
29-10-2012, 20.16.59
Storm ed Elisabeth si voltarono di scatto.
Due soldati camminavano dietro di loro.
“Forse stanno solo facendo il loro giro d'ispezione...” disse sottovoce ad Elisabeth “... facciamo finta di niente... anzi, fermiamoci alla prossima vetrina, fingendo di voler comprare qualcosa...”
Si fermarono così davanti ad un negozio.
E dietro di loro fecero la stessa cosa anche i due soldati, restando così a fissare la vetrina.
“Possibile” parlando Storm ad alta voce ad Elisabeth “che ogni volta si esca a passeggiare tu debba sempre essere attratta da vestiti o profumi, cara?” E la fissò, come a volerla invitare a reggere il gioco.

Clio
29-10-2012, 20.25.02
Guardai Giuff con uno sguardo chiaro, deciso.
"Credete che io mi beva queste storie? Vi sto solo dicendo ciò che mi ha detto lei prima di morire."
Non staccai mai gli occhi da quelli del capitano.
Poi, come un lampo attraversò i miei occhi.
"L'unica indicazione di cui ha parlato è stata l'isola di Vivermagren, dicendo poi di navigare verso Nord, ma probabilmente è un altro luogo di miti e favole per bambini."
Sorrisi, sarcastica.
"Magari li ci sono le sirene.."
Tornai a fissare seria il capitano.
"È tutto quello che so, a parte il fatto che nei suoi occhi non c'era ombra di menzogna, per quanto assurde fossero le sue storie."

elisabeth
29-10-2012, 20.30.30
Sembravano volerci seguire, ma Storm aveva ragione poteva solo essere un caso....mano nella mano guardammo quella vetrina con bottigliette di varie forme e misure piene di profumi.......l'odore che usciva dalla bottega in quel momento mi sembrava nauseabondo.....quando Storm mi chiese di reagire....." Sei il solito avaro....non ti sembra il caso di fare un bel regalo alla tua mogliettina ?.....".....mi appoggiai a lui alzando il viso come a volere un bacio....speravo che quell'atteggiamento cosi' intimo facesse andar via le guardie.....ma nella vita le cose non vanno sempre come si vuole e dal negozio venne fuori un fragore di vetri rotti......

Guisgard
29-10-2012, 21.10.32
“Vivermagren...” disse pensieroso Giuff “... come poteva conoscerla? É molto lontana... quasi ai confini di questi mari... no, non può aver inventato anche questo...” i suoi occhi fissarono il sangue di Loren a terra “... forse vi è del buono in questa storia... val la pena di tentare...” guardò Clio “... e tu sei l'unica ad aver parlato con lei... dunque conosci la rotta...” si alzò “... tu ci condurrai lì... e vedremo se quel tesoro esiste davvero oppure no...”
In quel momento scese Boyuke.
“Capitano, la tempesta si è placata. Dove ci dirigeremo?” Chiese.
“A Portuga.” Rispose il Gufo Nero.
“Ma ci scoveranno!”
“Affatto.” Fece il capitano. “E' passato troppo tempo. Avranno armato una nave per partire e cercarci. Noi invece li giocheremo. Non si aspettano questa mossa. Avanti, a Portuga!” Ordinò. “Bouyke!” Esclamò. “Ti presento la nostra nuova socia!” Indicando Clio con tono sarcastico. “Ci renderà ricchi!” E rise forte.
L'Antigua Maria prese così la rotta verso Portuga.

Talia
29-10-2012, 21.22.30
Abbassai gli occhi mentre Musan parlava, li abbassai per non dover sostenere quello sguardo che tuttavia avvertivo su di me... era glaciale, quello sguardo, ed allo stesso tempo tagliente... e mi dava i brividi! Così come mi dettero i brividi le sue parole...
Le ascoltai in silenzio, tenendo lo sguardo lontano, apparentemente molto occupato a seguire lo scorrere delle nuvole oltre il cespuglio di rose europee che mia madre aveva fatto piantare lì al nostro arrivo...
Infine tacque.
Per qualche momento ancora rimasi immobile, poi lentamente mi accostai al vassoio d’argento che Jamiel mi aveva portato, presi con delicatezza la teiera e versai il tè nella tazza di fine porcellana... c’era una sola tazza, la riempii ma poi la lasciai dov’era...
“Eh, milord... voi mi sopravvalutate...” iniziai a dire, sfoggiando il sorriso più vago e più innocente che riuscii a tirare fuori “Io sono solo una dama e molto poco mi intendo di politica, di alleanze, di processi, di arresti e di tutto ciò di cui dite... la filosofia, le lettere, la poesia: ecco ciò che conosco! I greci, avete nominato... Eschilo era uno dei miei preferiti...”
Gentilmente spinsi verso di lui la tazza di tè, poi iniziai a recitare...
“Non vi è riparo allo sterminio ed alla tua rovina per te, uomo, che, imbaldanzito dalla ricchezze, hai violato il grande altare della Giustizia!”
Sorrisi innocentemente...
“L’Agamennone!” spiegai. Poi, indicando il vassoio, soggiunsi “Latte o limone, milord?”

Cheyenne
29-10-2012, 22.37.07
Salutai Fhael con un nodo alla gola, sapendo che mi sarebbe mancato molto. Osservai attentamente tra le mie mani il Rosario che mi aveva dato in dono prima della sua partenza.
Era un oggetto a me praticamente sconosciuto, ma avevo capito dalle parole del portoghese, molto importante per molti europei. Mi misi a contare i grani azzurri lucenti e a guardare i giochi di luce prodotto sulla parete, al contatto del sole con lo zaffiro.
Un servitore mi avvisò che il Colonnello mi attendeva in giardino per il tè.
Mi misi il Rosaio attorno al collo e mi diressi, lungo un ampio corridoio, ad un patio dal quale si accedeva al giardino vero e proprio.
Mi ritrovai immersa da una folta vegetazione quando meno esotica ma molto ben curata.
Sulla sinistra poi, c'era un ampio spazio dedicato unicamente alle rose. Mi fermai un momento a guardarle, incantata dai molteplici colori delle sfumature di ogni specie di rosa presente.
Gon, che non aveva smesso di seguirmi, mi tirò per la gonna, come per ricordarmi il mio dovere, così alla fine giunsi al tavolo del tè.

Guisgard
30-10-2012, 01.24.30
Lin sorrise a quella reazione di Altea.
“Guardate, non è affatto noiosa la storia delle Flegge.” Disse divertito. “Anzi, tutt'altro. Vedete, la maggior parte delle persone odia la storia a causa delle date e dei nomi da ricordare. Ma la storia non è solo date e nomi. Anzi, paradossalmente quelle cose sono quasi secondarie. La storia è comprendere gli uomini che l'hanno fatta, perchè nei loro spiriti vive lo slancio per il quale si è compiuta. Immaginate la storia come un grande libro... come un romanzo... le battaglie dei popoli antichi, gli intrighi nella politica di Roma, la nascita delle nazioni, le Crociate... e poi ancora, i primi navigatori, le grandi scoperte... non manca nulla, perchè davvero la realtà può superare l'immaginazione. E per quanto riguarda le Flegee, sappiate che non mancano straordinarie figure e grandi avventure... olandesi, inglesi e spagnoli... e poi i pittoreschi pirati...”

Guisgard
30-10-2012, 01.29.08
Ad un tratto, mentre Elisabeth e Storm fingevano scaramucce matrimoniali, dal negozio si udì un fragoroso rumore di vetri rotti.
Uno dei garzoni aveva fatto cadere un vassoio in esposizione, meritandosi poi i richiami del suo padrone.
“Perdonate, milady...” disse all'improvviso uno dei due soldati ad Elisabeth “... mi occorre un vostro suggerimento... vedete, devo regalare qualcosa a mia moglie per il suo compleanno e magari il gusto di una donna può aiutarmi a scegliere. Voi siete d'accordo, milord?” Rivolgendosi poi a Storm.
“Uh... si, certo...” annuì questi “... certo, certo...”

Guisgard
30-10-2012, 01.45.59
Cheyenne, così, raggiunse il colonnello.
L'uomo la pregò di sedersi con lui e subito un servitore portò del tè con dei pasticcini.
“Posso comprendere” disse l'uomo “questa situazione assai singolare e forse anche, almeno in parte, imbarazzante. Soprattutto per te. Inventarsi un legame dall'oggi al domani non è affatto semplice. Tutt'altro. Tuttavia dobbiamo pur relazionarci in qualche modo. Per questo è mio desiderio che tu sia il più naturale possibile. Io, per quanto mi riguarda, non ti negherò nulla, né ti imporrò abitudini a te estranee. Ciò che ti chiedo è di rispettare l'austerità e il decoro di questa casa, comportandoti come una dama spagnola di tal rango. Saluterai e ti presenterai agli ospiti che io riceverò, naturalmente come mia nipote, senza però l'obbligo di presiedere a tali incontri. Ovviamente non ti obbligherò a praticare i riti e le cerimonie cattoliche, fatta eccezione di accompagnarmi ogni Domenica alla piccola cappella di Sant'Anna, dove ascolto la messa, senza però, naturalmente, chiederti di restare ad ascoltare la Parola di Dio, visto che probabilmente il tuo Credo sarò tutt'altro. Alla fine della messa ritornerai a prendermi e faremo insieme la strada di ritorno verso casa. Tutto ciò che si trova in questa villa è mio come tuo e ne potrai usufruire senza alcun limite. Questo è quanto. Facciamo dunque del nostro meglio per rendere piacevole questa nostra convivenza.” Prese allora la sua tazza di tè e cominciò a sorseggiarla. “Prendi il tè, finché è ancora caldo. Dopo, quando avremo finito, c'è qualcosa che voglio mostrarti. Nel frattempo, hai qualche domanda che vuoi rivolgermi?”

Clio
30-10-2012, 01.47.58
Appoggiata al parapetto, guardavo il mare. E per un istante chiusi gli occhi e ascoltai soltanto le onde infrangersi contro la chiglia.
Mi parve così di tornare sulla Moeder Recht, colma di speranza, e attesi di udire da un momento all'altro la voce gioviale di Guerenaiz.
Possibile che fossero passati solo pochi giorni?
Eppure una voce, flebile e minuta, dentro di me, mi parlava di speranza.
Cominciavo a capire che potevano esserci stati mille motivi a trattenere Jhonn.
E se l'idea che mi avesse allontanato cominciava a sbiadire, si faceva largo al suo posto il timore di non essere in grado di trovarlo... o di arrivare troppo tardi.

Il sole si prestava a tramontare, e per quanto guardassi ripetutamente fuori dalla piccola finestra , lui non si vedeva.
D'un tratto la porta si spalancò pigramente ed entrò un uomo giovane e snello, con lunghi capelli color del mogano e occhi dai riflessi ambrati.
"Mi hai fatto stare in pensiero.." Proruppi con un gran sorriso, correndogli inoltro : " vieni, ti ho preparato una cena speciale. Che c'è, chi credevi preparasse il rancio all'accampamento?". Risi di gusto vedendo lo sguardo sorpreso di lui.
"Devo parlanti, Clio.. "
La sua voce spezzata mi indulse a posare il mestolo e correre accanto a lui.
"Sono qui amor mio, dimmi..."
Mi accovacciai a terra, tra lui e il camino r lo fissai con occhi titubanti e inquieti.
"Ricordi.. Tempo fa... Ti parlai di una missione speciale per conto del Re, ma non sapevo di cosa si trattasse?"
Annuii.
"Oggi l'ho saputo". Silenzio.
Mi avvicinai e gli presi la mano, senza dire una parola, sebbene il cuore tremasse come mai aveva fatto.
"Mi manda nelle Flegee, insieme a dei soldati, su una nave di cui non ricordo il nome. A quanto ho capito un nobile è entrato nella mia bottega, quasi per caso, ed è rimasto talmente colpito dai miei disegni da parlarne al Re."
Due anime lottavano dentro di me, dietro il mio viso candido.
L'una, innamorata, era felice per il riconoscimento che aveva avuto il mio amore.
L'altra, umana, urlava di angoscia e terrore per ciò che questo avrebbe comportato.
"Quando devi partire?" Dissi, infine, con gli occhi gonfi.
"Tra una settimana.." Rispose lui asciugandomi una lacrima indisciplinata.
Sgranai gli occhi.
"E il matrimonio? Non puoi partire tra una settimana, i preparativi non sono ancora finiti, non faremo mai in tempo!"
Lui mi guardò e sorrise.
"Lo so, non hai nemmeno l'abito da sposa..." In tono di dolce rimprovero.
"Sposiamoci adesso, s'impicchi l'etichetta, andiamo in chiesa domani, solo io e te... Io... Troverò un vestito che mi stia bene." Con un mezzo sorriso divertito.
"No,amor mio, non voglio rischiare di renderti vedova a vent'anni.."
"Cedi forse che non lo sarei comunque, se tu... Se tu non.. Maledizione non voglio nemmeno pensarci!"
Ora iniziai a singhiozzare, irrefrenabile. Lui mi abbracciò, dolcemente.
"Su, Amor mio non fare così.. Non starò via molto, e per quando tornerò avrai tessuto uno splendido abito con le tue mani. Farai come quella regina greca che preparava l'abito da sposa mente lo sposo era per mare". Risi, Risi tra le lacrime
e i singhiozzi.
"Quella era Penelope, la moglie di Odisseo. Mente il marito era per mare, assalita dai pretendenti tesseva il velo da sposa di giorno e lo diafana di notte. Non credo che io farei in grande affare!"
"Però Odisseo torna a casa..." Disse lui, rosso in volto, prendendomi tra le braccia.

Risi, come allora al ricordo di quell' ingenuo errore.
Mi portai una mano alla bocca per non destare sospetti.
Guardai il mare, complice silenzioso. Mi chiesi se sarei mai riuscita a ritrovarlo, queste isole nascondevano insidie ad ogni angolo.
Sentii un gran vociare, mi voltai, chiedendomi se fossimo già arrivati.

Guisgard
30-10-2012, 02.22.07
Clio, abbandonata a quella velata malinconia, fissava quel mare che sembrava essere divenuto suo complice in quel calvario.
L'Antigua Maria, grazie ai venti favorevoli, navigava rapida verso la sua meta, con le vele gonfie e la bandiera del teschio che sventolava, sebbene fosse ammainata per metà.
Ad un tratto la ragazza udì chiasso e si accorse dell'agitazione che ora regnava a bordo.
Un pirata sull'albero maestro aveva avvistato Portuga.
“Se quel tesoro esiste davvero” disse Giuff avvicinandosi a Clio “potrei anche prendere in considerazione l'idea di lasciarti andare, sai? Sarei ricco a quel punto e magari lascerò qualcosa anche a te. Dopotutto potresti rifarti una vita e dimenticare il tuo capitano...” rise “... e se stanotte ti sentirai sola e malinconica, allora non abbatterti... lascerò la porta della mia stanza aperta...” le sfiorò i capelli e si abbandonò ad una nuova risata, stavolta ancor più insopportabile.
Poco dopo scesero a terra.
“Volete che le incateni i polsi, capitano?” Chiese Boyuke indicando Clio.
“No, stavolta no...” rispose Giuff “... non credo sia tanto stupida da scappare... quest'isola è piena di farabutti e rinnegati, pronti a molestare qualsiasi donna...” fissò Clio “... gli altri pirati non sono mica dei gentiluomini come me!” E rise di gusto.
Raggiunsero così una locanda e Giuff ordinò subito da bere.
“Bevi anche tu!” Disse a Clio. “Il rum possiede il raro dono di scacciare l'insofferenza e la tristezza. E stanotte voglio saperti allegra, visto che dovrai disegnarmi una mappa con la rotta che ti ha rivelato la pazza.”

Guisgard
30-10-2012, 03.30.54
Scena VII: Lo Sparviero Nero

“<<Ora,>> disse l'uomo sconosciuto <<addio bontà, addio umanità, addio riconoscenza... addio a tutti quei sentimenti che allargano il cuore!>>”

(Alexandre Dumas, Il conte di Montecristo)



Guisgard sorrise a Cavaliere25, per poi dargli una pacca sulla spalla.
Raggiunse allora il centro del ponte e tutto l'equipaggio si voltò a fissarlo.
“Equipaggio...” disse “... amici, fratelli... noi oggi abbiamo perso tutto ciò che fino a ieri credevamo indispensabile. Solo il mare ci resta, come casa, prigione, salvezza o dannazione.” Tutti lo ascoltavano. “Noi tutti siamo uomini senza più patria, né onore, né nome... cacciati, condannati ed odiati dal nostro paese... esiliati e banditi da ogni altro conosciuto... uomini rinnegati dai loro simili... uomini disperati, in cerca di disperata fortuna... per questo ci uniremo in questa confraternita di pirati... da cacciati, diventiamo cacciatori! E obbediremo solennemente a questo regolamento... primo, ci impegniamo a vivere fraternamente fra noi, dividendo fortune e avversità... secondo, tutto ciò che la nostra attività di corsari frutterà, verrà raccolto in un fondo comune, dal quale preleveremo soprattutto per equipaggiare e vettovagliare la Santa Rita, poi per ricompensare i feriti nella misura che segue... per la perdita della mano destra, trecento Fiorini d'oro. Per la sinistra, duecento. Per la gamba destra, cinquecento. Per la sinistra, quattrocento. Punto terzo... chiunque nasconda un tesoro ritrovato o predato, sarà punito con l'abbandono sulla spiaggia di un'isola deserta, con una bottiglia d'acqua, un pezzo di pane ed una pistola con un colpo solo. Chi tradirà un compagno sarà punito con la stessa sorte. E chi molesterà una donna prigioniera contro la sua volontà, riceverà la medesima condanna. Ora, amici miei, conoscete il nostro regolamento. Il mondo è contro di noi... noi siamo contro il mondo! Chi approva queste regole, allora alzi la mano destra e giuri solennemente!”
Tutti allora giurarono con entusiasmo.
“Allora prepariamoci a partire, amici!” Gridò Guisgard, saltando sul ponte di prua. “Nessuno vi frusterà o vi toglierà cibo e acqua! Tutti ai posti di manovra! Liberate le vele e che si riempiano di quel vento di libertà, unico nostro alleato e compagno!”
La Santa Rita, così, magnifica e maestosa prese il mare, spinta da quel vento nuovo, fatto di sogni d'avventura e di libertà.
Guisgard allora fissò il mare con un sorriso di vittoria.
Ma quel sorriso, un attimo dopo, divenne malinconico.
Guardava il mare ed immaginava invece la terra, dove aveva lasciato i suoi sogni più belli.
Sogni che sembravano ora apparirgli racchiusi in uno sguardo e in un volto mai dimenticati.
Uno sguardo e un volto che parevano ora lontanissimi ed irraggiungibili, separati com'erano da lui dall'immensità del mare e da un infinita malinconia.
http://classicmoviestills.com/wp-content/uploads/2011/11/Errol-Flynn-in-Captain-Blood-1935.jpg

Guisgard
30-10-2012, 03.42.22
Musan fissò con attenzione Talia.
I suoi occhi indagatori scrutavano la ragazza, come a volerne riconoscere ogni pensiero.
“Citate i classici, Analopel...” disse “... ma qui, come detto, non siamo in Europa, né tanto meno nell'antica Grecia. I Greci sapevano riconoscere i barbari, ma furono i Romani poi a sconfiggerli. E sapete perchè? Perchè contro il caos e la violenza non servono poesia e filosofia, ma solo la spada. Roma imponeva prima il ferro delle sue armi e poi la forza dei suoi editti. I Sanniti, i Galli, i Cartaginesi, furono prima piegati nella polvere dei campi di battaglia e solo in seguiti dominati con il diritto nel lucente marmo del Senato. E quando la cultura della guerra venne meno a Roma, allora crollò tutto l'impero. Gli unni prima, i Goti e i Vandali poi distrussero ciò che restava di quel mondo, che si era illuso di fermare quelle furie solo con l'autorità delle sue leggi. Un po' come accade qui... queste terre sono barbare e vanno piegate con la spada, non con leggi senza alcuna forza. Quanto ad Agamennone...” fissandola “... se ricordo bene fu tradito da una donna... già, tradito dalla sua stessa moglie... Clitennestra era molto bella... e voi, Analopel? Voi vi sentite come Clitennestra?” Sorrise in modo enigmatico. “Io invece no... non sono come Agamennone... non mi fiderei mai di una donna tanto bella...” fece un passo verso Talia “... sono flegeese per metà, lo sapete... e amo il tè puro, non come si usa servirlo in Europa... né latte, né limone dunque, grazie...”

Altea
30-10-2012, 08.45.41
Ascoltavo con interesse il maestro Lin ed era quasi come se davanti a me si aprisse un libro senza interruzioni ma di una storia continua a più capitoli fino a quando si soffermò a quella ultima parola..."pirati".
"Maestro" dissi incuriosita "da quando sono partita da terra inglese non faccio altro che ascoltare racconti sui pirati..sono reali...è leggenda? Dicono sono una minaccia qui su Las Baias ma io non vedo questa minaccia...e dopo aver letto il manoscritto del pirata Topasfier e del Tesoro Nascosto di Capitan Lanzaras sono ancora più curiosa."
Vidi il volto del maestro sbiancare...e io mi accorsi di avere parlato troppo.

cavaliere25
30-10-2012, 11.23.40
mi avvicinai alla sponda della nave e restai li a guardare il mare e chiedermi quante avventure mi riserva questo viaggio e rimasi li appoggiato ero felice di quel viaggio perchè avevo trovato degli amici anche se non li conoscevo del tutto bene ma erano sempre persone con un cuore d'oro

Cheyenne
30-10-2012, 14.20.26
"Certo Colonnello, le vostre richieste sono giuste e prometto che mi impegnerò a farsi si che il mio comportamento sia consono a questa casa.
Per quanto riguarda la religione penso che le parole di del signor Fhael:
[QUOTE=Guisgard;49950]
... so che non siete Cattolica, ma credo che qualsiasi oggetto sacro, a qualunque Credo appartenga, possa donare qualcosa di speciale. Il mio confessore mi ripeteva sempre che non conta il nome che diamo alla nostra Fede, né quello con cui invochiamo il nostro Dio... ciò che conta veramente è solo credere in Qualcosa. Tutto nel Creato è sacro [QUOTE]
siano molto sagge e riflettano in qualche modo il mio pensiero, ad ogni modo vi sono grata che rispettiate i miei dei, che mi hanno aiutata nei momenti più bui."

"Sarei molto contenta di sapere di più su di voi, sulle vostre imprese...e anche qualcosa di vostro figlio..."

Parsifal25
30-10-2012, 14.59.28
L'idea del comandante non presentava alcuna imperfezione anche se ci si doveva pur sempre tener conto delle varie prove o codici da questi utilizzati.

"Comandante......non ho alcuna obiezione, ma credo che dovremo pur sempre tenerci in contatto con la nostra flotta per eventuali aggiornamenti in qualche modo"

"Forse...." pensaì fra me......." un'ottima copertura può esser anche un atto compiuto in nome della pirateria.....sà......per far colpo su eventuali indagatori i quali saranno stessi loro ad avvicinarci, almeno credo......."

Guisgard
30-10-2012, 16.33.49
A quelle parole di Altea, effettivamente il volto di Lin sbiancò.
Il maestro la fissò prima con uno sguardo sorpreso, poi turbato.
“Altea...” disse quasi in un mormorio “... cosa avete detto? Il Tesoro di Capitan Lanzaras? Dove avete letto quel nome?”

Guisgard
30-10-2012, 16.45.14
Il colonnello fissò Cheyenne, per poi guardare verso il lago.
“Preferirei toccare questo argomento un altro giorno...” disse “... quanto a me, c'è poco da sapere... un vecchio vive quasi esclusivamente di ricordi, poiché, a differenza di un cuore giovane come il tuo, il passato per me è molto più ricco di quanto potrà esserlo il futuro...” sorrise “... ma non ti consiglio di sollecitare la memoria di un vecchio come me, altrimenti sarai poi costretta a sorbirti racconti della mia giovinezza e temo ti annoieresti a morte.” Finì il suo tè. “Ora, appena avrai finito il tuo tè, come detto, vorrei mostrarti una cosa. Una sorpresa, diciamo...” e di nuovo un sorriso apparve sul suo volto.

Guisgard
30-10-2012, 17.04.03
Gurenaiz annuì a quelle parole di Parsifal.
“Si, avete ragione.” Disse al Guardiamarina. “Scenderemo in tre... io, voi e il nostromo Harvey... noi poi penetreremo in quegli ambienti, mentre lui resterà al porto. E al primo sospetto, avvertirà i nostri sulla nave.”
Così si prepararono e poco dopo con una lancia raggiunsero Portuga.
Come deciso, Harvey si mescolò tra i bucanieri del porto, mentre Gurenaiz e Parsifal raggiunsero la locanda.
“Ora però ci occorrono dei nomi per la nostra copertura...” fece Gurenaiz prima di entrare “... i nostri veri nomi potrebbero essere già noti a qualche filibustiere, del resto hanno spie ovunque... io allora sarò Daiser e voi Casaran... siamo due disertori evasi e sfuggiti al capestro, ora in cerca di una nuova vita...”
Ed entrarono nella locanda.

elisabeth
30-10-2012, 17.05.13
Il gran fragore arrivava dall'interno del negozio, un garzone aveva fatto involontariamente cadere un vassoio pieno di bottigliette...il padrone fu' oltremodo violento con lui....e pur stavo facendo le fusa a Storm ero tentata di entrare dentro e prenderea calci il padrone della bottega.....lo avrei fatto se non fosse stato per uno dei due soldati....l'invito sembrava normale e Storm, aveva simpaticamente accettato la cosa......" Ma che bel pensiero...certo che vi aiutero' a scegliere il regalo per la vostra signora, mi alletta la cosa......non vi aspettate che mio marito entri in negozio...gli verrebbe l'orticaria....".......Entrammo quindi nell'angusta bottega....vetri a terra che povero ragazzo raccoglieva....vidi il negoziante fare inchini oltremodo nauseabondi.....piu' degli odori che sentivo, dov'erano i profumi che mio padre mi faceva arrivare dalla Francia.." Non so che tipo sia vostra moglie, ma per aver sposato un tipo come voi deve essere una bella persona...prendetele questa boccetta....e' un'olio d'Ambra con chiodi garofano........" gli porsi la boccetta.....era intagliata, sembrava un bellissimo cristallo.......guardai sopra le spalle del soldato e vidi Storm faceva avanti e indietro nervosamente....forse era tempo che io lasciassi tutti......." Spero di esservi stata d'aiuto....e che vostra moglie sia contenta della scelta....".....

Guisgard
30-10-2012, 17.20.12
Elisabeth era all'interno del negozio con quel soldato che sembrava aver gradito il suo consiglio su quel regalo.
Storm invece era fuori che aspettava.
Ad un tratto l'altro soldato gli si avvicinò.
“Molto gentile vostra moglie.” Disse. “E anche bella, se posso permettermi.”
Storm annuì e sorrise.
“Da dove venite?”
“Uhm...” mormorò Storm “... in verità siamo arrivati da poco. Siamo qui per via dei miei affari.”
“E di cosa vi occupate?”
“Sono un commerciante di tè.”
“Capisco.” Annuendo il militare. “Ed è qui a Las Baias la vostra imbarcazione?”
“Si.” Rispose Storm. “Ora però alcuni carpentieri si stanno occupando della sua manutenzione.”
“E dove alloggiate?”
“Da un vecchio amico. Lassù, oltre il promontorio.” Indicò Storm. “Ora siamo diretti là.”
“Benissimo!” Esclamò il soldato. “Allora faremo la stessa strada! Anche noi siamo diretti lassù, al palazzo di sua eccellenza il governatore.”

Talia
30-10-2012, 17.27.22
I miei occhi, glaciali ed indagatori, erano fissi su Musan.
Lo osservai per un lungo momento... osservai ogni suo movimento ed ogni suo gesto, ascoltai ogni sua parola ed ogni pausa... lo osservavo e lo studiavo, tentando di comprendere l’essenza della sua indole, che tuttavia continuava a sfuggirmi... ed oro sicura che lui stesse valutando me allo stesso modo.
“Agamennone...” dissi lentamente “Non dimenticate, però, che Agamennone fu la causa principe della sua stessa rovina: aveva fatto molto male, e con molto male fu ripagato!”
Lo osservai ancora per un attimo...
“La guerra non rende l’uomo immortale, Heer Musan... il conflitto, la lotta, la prevaricazione non rendono un uomo migliore di un altro. Lo rendono più potente, forse... ma il potere è artificio... e passa presto!”

Altea
30-10-2012, 17.46.28
Indietreggiai lentamente...che errore..mi era venuto spontaneo narrare quella storia, fissai il maestro, il suo volto trasaliva qualcosa di enigmatico, non riuscivo a capire se fosse paura o sorpresa..."Io..io.." mi bloccai perplessa, ma non potevo continuare a tenere quel segreto a lungo.."ho comprato il libro delle Confessioni del Pirata Topasfier in un emporio presso il molo, ho letto qualche pagina, ma alcune sono in spagnolo e non le capisco. Vi sono pure dei disegni...e quel pirata è l'unico superstite della nave affondata di Capitan Lanzaras..anche se dicono..sia solo leggenda".

Guisgard
30-10-2012, 18.40.04
“Il bene e il male” disse Musan a Talia “sono concetti relativi, Analopel. Acquistano valore asseconda dove ci si trova. Un gentiluomo europeo non uccide un nemico disarmato, mentre è normale farlo per un guerriero flegeese. E non è vigliaccheria, ma solo una cultura differente.” Sorrise. “E voi sottovalutate il potere, Analopel. Forse nelle poesie e nella filosofia vi fate troppo sedurre dalle parole...”

“Come hai trascorso la mattinata?” Chiese Talia dopo averlo raggiunto e salutato.
“Probabilmente” rispose lui “non diversamente da te. Con la sola differenza che mentre io studiavo latitudine e longitudine, tu eri alle prese con i tuoi studi di poesia e letteratura.” Sorrise. “Ma forse con l'eccezione che io ho trascorso la maggior parte del tempo a pensarti. Per il resto, come vedi, abbiamo fatto quasi le stesse cose.”
“Come fai a dire questo?” Fissandolo Talia.
“Mi sbaglio?”
“Tanto non mi crederesti...”
“Prova a dirmelo, allora...” fece lui “... sai che poi ti credo sempre.”
“Se sei qui ora” replicò lei “allora vuol dire che hai ricevuto il mio biglietto. Ebbene, se ho pensato subito di fartelo avere, per informarti di questa mia uscita, allora vuol dire che eri nei miei pensieri, no?”
“Anche io ho mandato un messaggio al tenente di vascello” con un sorriso ironico lui “ma questo non vuol dire che ho pensato poi a quel mio superiore per il resto della mattinata.”
“Oh... capisco... ed è la stessa cosa, a tuo avviso?” Accigliata lei. “Fammi capire... gli hai dato appuntamento per stasera a quel tipo, avendo avuto prima cura di avvisare il mondo intero che anche di fronte ad una questione di vita o di morte, tu stasera in capitaneria non ci saresti stato?”
Lui sorrise nuovamente e si avvicinò, cingendole i fianchi.
“Lo vedi?” Sussurrò lui. “Che oscuro potere hai su di me, biondina? Riesci sempre a convincermi.” E le sfiorò i capelli con le labbra.
“Già...” chinando il capo lei “... ho saputo che ieri c'è stata una festa, tra gli ufficiali con le loro mogli... sarà stata bella, immagino... e ci saranno state dame bellissime...”
“Si, molto.”
“E tu, per dovere, avrai detto molte cose carine, credo...”
“Si, per dovere.”
“Già...” sospirando lei “... a volte mi chiedo quanto tu possa immedesimarti quando dici quelle cose...”
Lui la strinse ancor più a sé.
“Sento il tuo cuore battere...” disse sottovoce, mentre i capelli di lei accarezzavano il suo viso “... e darei qualsiasi cosa per sapere che sta battendo per gelosia...”
Lei tentò allora di staccarsi, ma lui la tenne ferma.
“Ciò che dico alle altre” mormorò lui “è solo per l'etichetta e per il dovere. Devo farlo, sono un Guardiamarina ed è un obbligo essere cortesi con i superiori e con le loro famiglie. Ma sono solo frasi vuote e di circostanza... non basta una donna con un abito scollato, o con gli occhi chiari per farmi dimenticare di te... anzi, più guardo le altre donne, più comprendo che nessuna sarà mai come te...”
“Ti prego, no...” tentò d'interromperlo lei “... non dire le cose solo per farmi rasserenare, o per farmi piacere...”
“Volevo scriverti stanotte...” stringendola sempre a sé “... anzi, ho qui il biglietto che volevo lasciarti sotto il balcone...”
“Leggimelo, ti prego...” sussurrò lei.
“Come si riempiono i giorni?” Cominciando a leggere lui. “E le ore? E gli attimi, i momenti, fino all'ultimo istante di cui è fatta l'Eternità?
Col Tempo, con la bellezza?
O forse con l'onore e la gloria?
No, io l'Eternità la riempio con le parole, che come frammenti di sogni raccolgo e ricucio ogni notte, talvolta al chiaro di una Luna magnifica e muta, altre volte al solo scintillio delle stelle lontane.
E di quelle parole io ne faccio arte, racconti, storie, immagini, suoni e profumi.
Ogni parola per me non ha più segreti, che sia forgiata dagli uomini o concepita nei Cieli.
Che sia bianca, nera o d'infiniti colori, io gioco con ognuna di essa, traendone ogni volta bagliori, riverberi, riflessi e sfolgorii con cui ornare i tuoi occhi, i tuoi capelli, la tua bocca o il tuo viso.
Si, perchè solo con le parole sussurrate al silenzio della mia solitudine e della mia malinconia io riesco ogni volta a rievocare la tua immagine.
Ed allora essa, come tutte le parole del mondo che faccio mie come dardi per il mio arco, mi appartiene e diviene materia stessa dei miei sogni, con cui vivere infinite volte ogni tuo ricordo e generandone ogni volta uno nuovo.
Si, quando scrivo di te, tu appartieni a me e a me solo.
E come te, anche il mondo intero che con le parole rendo lo scenario per ogni mia storia, dove tu sei e sarai sempre l'unica eroina.”
Lei si voltò a fissarlo ed i loro occhi si unirono, così come le loro labbra.
Unite e perse nel medesimo riflesso che il mare abbandonava nel crepuscolo.

“Le parole...” ripetè Musan, destando Talia da quel ricordo “... le parole passano. Il potere invece è fatto d'altro. Di testimonianze di forza.” Si avvicinò e mostrò un lieve inchino. “Ora vi saluto... ma ci rivedremo presto. Molto presto...” ed andò via.
“Analopel...” avvicinandosi Jamiel a Talia “... chi è quell'uomo? Quello che ti ha regalato il pugnale? E' lui? Allora lo sposerai?”
E fissò il volto di Talia.
http://www.movieactors.com/photos-stars/olivia-de-havilland-captainblood-079.jpg

elisabeth
30-10-2012, 19.23.27
Uscii dal negozio..pedinata dal soldato con la sua boccetta e mi accorsi dello strano colorito del volto di Storm, certo lapresenza edil parlottare del soldato non dovevano essere di suo gradimento......ma lo vedevo nervoso....mi avvicinai a Storm..e lo presi sotto braccio...." Ti vedo stanco amore mio, oggi ti ho fatto girare per tutti i negozi.......e non ti ho ancora accontentato......scusateci adesso, vi auguro la buona serata...e ...fate i miei complimenti alla vostra Signora......".....feci un mezzo inchino e mi trascinai Storm verso una piccola locanda li' vicino, credo che si bevesse e si mangiasse.....non sapevo niente di quel luogo.." Che cosa ti stavi raccontando con quel soldato ?..eri pallido come la morte......se non fossi una signora, ti direi che avrei bisogno di una sana sbronza...".....Speravo in cuor mio di raggiungere quel posto senza intoppi...

Clio
30-10-2012, 19.28.49
Mi ritrovai di nuovo nella taverna di Potuga. Guardai la porta da cui avevo visto entrare Dydas non molto tempo prima. Una vena di tristezza accarezzò la mia mente.
E fu quello che Giuff vide, probabilmente, quando mi offrì il rum.
Lo allontanai con una mano.
"Non l'avete ancora capito, capitano? Dalle mie parti le virtù che decantate le possiede una pinta di birra. Se mi volete allegra dovete offrirmi una di quelle." Dissi indicando il boccale che alcuni uomini avevano al tavolo. "E non aspettatevi granché dalla mappa, non conosco questi luoghi. Possiedo solo le informazioni della ragazza."
Rabbrividii pensando alle parole di Loren.

“... ma tu non andarci mai... è una rotta maledetta e chi vi naviga prima o poi incontra la morte... come me... ma io sono felice, perchè tra breve rivedrò il mio Jean...”

Ma non avevo scelta, e infondo , potevano essere solo vaneggiamenti.
Sperai, sapendo di mentire a me stessa.

Cheyenne
30-10-2012, 19.57.37
Risposi con un sorriso a quello del colonnello.
"Sono certa che le vostre memorie sono interessanti e sarò lieta di ascoltarle quando ne avrete voglia".
Mi alzai dalla tavola e attesi che mi mostrasse la " sorpresa"

Talia
30-10-2012, 21.23.23
Sospirai profondamente...
I miei occhi erano fissi di fronte a me, osservando Musan che si allontanava lentamente ma senza vederlo davvero. L’eco di quel ricordo, salito alla mia mente inaspettatamente e senza alcun preavviso, rimbombava nella mia anima, rimbalzando tra mille altri ricordi, sensazioni, sentimenti, emozioni... chiusi gli occhi un momento, dunque, cercando di fare ordine...
lui...
le sue parole...
la sua voce...
il suo sorriso...
le sue mani che sfioravano le mie, facendomi battere il cuore...

“Analopel...” avvicinandosi Jamiel a Talia “... chi è quell'uomo? Quello che ti ha regalato il pugnale? E' lui? Allora lo sposerai?”
E fissò il volto di Talia.

Sussultai violentemente...
Poi spostai gli occhi e fissai Jamiel per qualche momento... sorpresa... colpita...
Quella domanda così semplice, ingenua...
...lo sposerai?...
rabbrividii.
E non risposi.

Guisgard
31-10-2012, 01.18.17
Storm annuì e salutati i due militari, con Elisabeth si avviò poi nella locanda.
Qui si sedettero ad un tavolo e subito il locandiere si avvicinò.
“Portateci la specialità della casa.” Disse Storm. “E del vino... anzi, del rum.”
Il locandiere annuì e si allontanò.
“Siete stata brava poco fa...” rivolgendosi Storm ad Elisabeth “... si, davvero brava... siete rimasta calma... in effetti quel soldato cominciava ad essere seccante...”
Tornò il locandiere e servì in tavola.
Ma proprio in quel momento nella locanda entrarono anche i due militari, prendendo posto proprio ad un tavolo accanto a quello di Storm e di Elisabeth.
“Coincidenza oppure no?” Mormorò a voce bassa Storm fissando Elisabeth. “Avevano detto di essere diretti dal governatore ed invece ce li ritroviamo di nuovo dietro...”

Guisgard
31-10-2012, 01.25.55
“Bene.” Disse il colonnello nel vedere Cheyenne che attendeva la sua sorpresa. “Allora possiamo andare.” Chiamò un servitore. “Accompagnaci alle scuderie.”
Giunti alle scuderie, gli stallieri del colonnello condussero verso il loro padrone un magnifico cavallo bianco.
“Ecco la tua sorpresa.” Sorridendo il colonnello. “E' un magnifico cavallo di Spagna, costato ben settecento Fiorini d'oro. E' tuo.” Fissando Cheyenne. “Qualsiasi dama di Madrid, Barcellona o Castiglia deve saper cavalcare. E' quasi d'obbligo in una nazione civile. Naturalmente il cavallo è stato domato, ma mai cavalcato al di fuori del proprio recinto e questo lo rende praticamente solo tuo, ragazza mia. Ti toccherà anche dargli un nome. Su, laggiù” indicando un vestibolo che si affacciava nello spiazzo “troverai abiti adatti e degni di una vera Amazzone. Va a cambiarti, così potrai subito provare il tuo cavallo.”
http://daqache.com/uploads/posts/2012-01/1327769604_daqache.com005.jpg

Guisgard
31-10-2012, 01.44.36
Lin ascoltò con attenzione le parole di Altea, per poi restare in silenzio a riflettere.
“Si...” disse “... in qualche emporio o bottega del porto è possibile imbattersi in libri simili... il più delle volte sono dei falsi per attirare qualche allocco o, come nel vostro caso, stranieri interessati al folclore del posto... la gente vede i pirati come circondati da un alone di epico romanticismo e dunque è attratta da tutto ciò che i ricorda... molto probabilmente il libretto che avete letto è poco più di un libro di favole. Certo, magari accattivante, intrigante, ma con ben poco di reale. Tuttavia vorrei vedere quel libretto... vi va di mostrarmelo, Altea?”

Guisgard
31-10-2012, 02.03.31
La Locanda pullulava di volti tutt'altro che raccomandabili.
L'ambiente sembrava animato da una variegata umanità e tutta appartenente alla peggior specie.
Bucanieri con un uncino al posto di una mano, filibustieri con una gamba di legno o guerci, pirati dal volto sfregiato e altri con tatuaggi diffusi in ogni parte del corpo.
E poi ancora prostitute, mendicanti, accattoni e persino rinnegati con indosso divise sgualcite o rammendate, appartenenti alla marina olandese, inglese o spagnola.
“Diavolo di una ragazza...” disse Giuff fissando Clio “... non hai peli sulla lingua, vero? Ma infondo è questo che mi piace di te. Sai cosa? Saresti una gran corsara!” E rise di gusto.
Chiamò allora il locandiere ed ordinò della birra per lei.
“Ora possiamo brindare...” fece Giuff “... brindiamo alla nostra fortuna, allora!”
Ma proprio in quel momento entrarono due uomini nella locanda e subito Clio li notò.
Ed uno dei due attirò subito la sua attenzione.
Nel locale c'era fumo e le luci non illuminavano abbastanza quello stanzone, eppure la ragazza sembrò riconoscere in lui qualcosa.
Qualcosa di familiare.
E ad un tratto, raggiungendo il bancone del locandiere, i due nuovi arrivati furono investiti subito dalla luce di una torcia e Clio vide più chiaramente il suo volto.
Sembrava Gurenaiz.

Guisgard
31-10-2012, 02.19.19
Talia non rispose nulla a Jamiel, che restò così a fissarla per alcuni istanti.
Il crepuscolo era ormai prossimo a svanire nell'imbrunire sempre più marcato, eppure chiaro di stelle grazie alla fresca brezza che soffiava dal mare.
La ragazza rientrò in casa, dove cenò con suo nonno ed i suoi genitori.
La serata trascorse così, con l'atmosfera pesante ed intrisa di inquietudine e forse di un pizzico di paura.
Anche la notte passò così, scura ed enigmatica, senza consiglio e senza sogni.
Solo la luce del faro, che dal promontorio scendeva ad illuminare il golfo di Las Baias, sembrava voler squarciare quelle mute tenebre, senza però riuscirvi.
Il mattino si presentò invece luminoso e animato dai vivaci rumori che salivano dal porto e dalla parte bassa di Las Baias.
Philip uscì molto presto, deciso, com'era, a voler coinvolgere i suoi potenti amici della Compagnia in quella situazione.
Ma nella tarda mattinata accadde qualche altra cosa.
Jamiel corse in casa tutto affannato e visibilmente preoccupato.
“Padrona...” disse ansimando alla madre di Talia “... ci sono nuovamente i soldati...”
Alcuni istanti dopo, i militari si presentarono a Talia e a sua madre.
Nella stanza vi era anche il vecchio Arkwin.
Il sergente li fissò e fece un passo avanti.
“Signora...” salutando Maria “... signorina...” poi Talia “... mi spiace giungere qui così... ma reco notizie poco piacevoli... il signor Passapour ieri è stato sottoposto ad un nuovo interrogatorio ed alla fine è crollato, confessando di essere lui il colpevole della strage di Balunga...”
Maria riuscì a stento a soffocare un grido.
“E nel confessare” continuò il sergente “ha ammesso che il mandante è stato... il signor Arkwin Van Johinson ... mi spiace...” avvicinandosi al vecchio “... dovete venire con noi, signore...”
E lo sguardo di Arkwin sembrò perdersi nel vuoto, inquieto, come chi sa di essere caduto in una trappola e non avere alcuna via d'uscita.

Guisgard
31-10-2012, 02.45.52
Guisgard e i suoi, avevano ormai intrapreso la strada della pirateria.
La Santa Rita cominciò allora a solcare i mari e tutte le navi finite sulla sua strada, olandesi, inglesi, spagnole, portoghesi o francesi, venivano attaccate e predate.
Nessun veliero o galeone era in grado di opporsi ai mortai della Santa Rita e nello scontro ravvicinato la superba imbarcazione era in grado di muoversi con rapidità e agilità, sia negli stretti passaggi tra le isole flegeesi, sia in alto mare, dove le sue robuste vele erano capaci di dominare i forti venti settentrionali come nessun'altra.
Pian piano le imprese di Guisgard e dei suoi uomini cominciarono a diffondersi nelle isole prima e nei litorali poi.
I marinai indigeni avevano imparato a chiamarlo Lo Sparviero Nero, per via della rapidità dei suoi attacchi e della capacità che la sua nave aveva nel raggiungere ogni altra imbarcazione.
“Ecco fatto...” disse Emas a Cavaliere25 “... ci abbiamo lavorato per un bel po', ma alla fine ci siamo riusciti... avanti, andiamo dal capitano e mostriamogli il nostro lavoro ultimato.”
I due, infatti, avevano ricevuto l'incarico da parte di Guisgard di preparare la loro nuova bandiera.
“Capitano!” Correndo Emas da Guisgard e sempre seguito da Cavaliere25. “La bandiera è pronta!”
“Bene!” Esclamò Guisgard. “Allora lasciamola sventolare! Issatela!”
La bandiera fu issata e tutta la ciurma esultò con gioia nel vederla gonfiarsi al vento.
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Altea
31-10-2012, 08.42.00
Annuii e uscii dalla biblioteca, entrai nella mia stanza e aprii il piccolo scrigno...eccolo li il manoscritto...vero o fasullo? Una copia...chissà, lo sfogliai e vidi mappe e rotte oltre i racconti del pirata Topasfier, arrivai fino alla fine e vidi una firma autografata, la misi controluce....ero perplessa.
Ad un tratto una veloce folata di vento freddo mi fece cadere il manoscritto fino la loggia, lo seguii e riuscii ad afferrarlo prima volasse via, sotto vi erano alcuni soldati e marinai che bisticciavano...in questa rocca vi era molta tranquillità e solitudine, non il viavai della Rosa dei Venti.
Fosse stato un segnale..il vento cessò.
Rimisi il manoscritto nello scrigno e mi affrettai a tornare in biblioteca..."Maestro Lin, non lo trovo davvero, devo averlo messo tra i vari romanzi che mi diletto a leggere nei momenti di tranquillità, appena lo trovo ve lo mostrerò..tanto" dissi scrollando le spalle " è solo leggenda vero? E magari una favola inventata...meglio dimenticarlo. Ora..se permettete mi è venuto un tremendo mal di testa, tornerei nelle mie stanze" dissi fingendo di nuovo spudoratamente, non volevo andare oltre quella storia.

Clio
31-10-2012, 11.33.59
Ammiccai solamente a quelle parole di Giuff.
Io, una corsara? No, non mi ci vedevo proprio. Anzi, quella permanenza a bordo dell'Antigua Maria mi aveva solo fatto accarezzare l'idea di accompagnare Guerenaiz nella sua lotta alla pirateria.
Già, Guerenaiz, e i suoi discorsi su quella gentaglia con cui mi trovavo a convivere da più tempo di quello che avrei voluto.
D'un tratto il campanellino attaccato alla porta attirò la mia attenzione. Due uomini entrarono.
Quasi sussultai quando lo vidi. Possibile che fosse davvero lui?
La birra, pensai, mi giocava brutti scherzi. Ma quando raggiunse il bancone, e la luce della finestra illuminò il suo viso restai con il boccale a mezz'aria, come paralizzata da quella visione.
Eppure mi sembrava irreale. Come poteva trovarsi lì? Non era certo abbigliato alla solita impeccabile maniera, anche se non mi parve strano: se aveva deciso di avventurarsi in un luogo simile, senza dubbio dovrà celare la sua identità.
Non sarei stata certo io a smascherarlo. Infondo, pensai, se si trovava in quella bettola doveva essere ancora sulle tracce del Gufo Nero, e forse, sperai, non aveva abbandonato l'idea di salvarmi.
Pensai come muovermi. Non potevo certo alzarmi, andare da lui: se Giuff avesse capito chi era lo avrebbe ucciso.
Decisi di giocare d'astuzia. D'altra parte, pensai, l'ultima volta aveva funzionato.
"Avete ragione, capitano.."
Presi così il mio boccale e lo alzai alto sopra la testa, guardando negli occhi Giuff, sorridendo soavemente.
"Brindiamo alla fortuna del Gufo Nero". La mia voce rieccheggiò chiara e limpida tra il vociare, e molti tra i presenti alzarono i bocchieri o le bottiglie di rum per rendere omaggio al temibile pirata.
Sprofondai nella panca e bevvi risolutamente un sorso dal mio boccale.
Avevo lanciato l'esca.
Se l'uomo al bancone era davvero Guerenaiz, cosa su cui cominciavo a contare vivamente, avrebbe udito la mia voce, e sapevo bene che la rammentava, e il nome del gufo nero. Si sarebbe girato, e avrebbe incontrato il mio sguardo che ora vagava inerme come assorto in folti pensieri.
Ma in realtà ero vigile e attenta, pronta a cogliere ogni movimento di quell'uomo, così simile al bel capitano.

Cheyenne
31-10-2012, 12.06.33
Il colonnello mi condusse nelle scuderie e mi mostrò un magnificio stallone bianco.
Lo osservai con gli occhi che brillavano, non avevo mai visto un cavallo così, abituata ai possenti cavalli nordici.
Il colonnello mi disse che era mio.
Non riuscivo a credere alle mie orecchie, mi pareva di sognare.
Lo stallone, disse il colonnello, non era mai stato governato da nessuno fuori da un recinto e toccava a me cavalcarlo per la prima volta in uno spazio aperto.
La cosa non mi preoccupava, avevo imparato da schiava a trattare con i cavalli.
Mi avvicinai al cavallo e tesi la mano verso il suo muso. L'animale non si ritrasse e poi così stabilire un primo contatto con lui.
Presi gli abiti da Amazzone e corsi a cambiarmi.
Tornata poi nelle stalle, il cavallo era gia stato sellato con magnifici finimenti ed era pronto,agile e scattante, per la cavalcata.
Montai con un salto in groppa allo stallone e con un lieve tocco dei talloni partimmo.
Feci procedere l'animale al passo per qualche metro ma sentivo la sua impazienz di aumentare la velocità. Così, facevo un rumore con la lingua gli feci capire di cambiare passo. Lo stallone iniziò prima a trottare poi, dato che lo incitavo, si mise a galoppare in tutto il suo splendore.
Correndo, la sua criniera veniva mossa dal vento e il sole le dave dei particolari riflessi dorati.
Fu in quel momento, guardando il gioco di luce sul pelo del cavallo, che decisi il suo nome.
Gulltoppr, criniera dorata.

cavaliere25
31-10-2012, 12.33.18
Abbiamo fatto un ottimo lavoro amico mio hai visto ora che ce il nuovo comandante tutti sembrano piu felici e contenti inizia di nuovo a piacermi questo viaggio dissi rivolgendomi a Emas e guardai la bandiera con occhi fieri e gioiosi del lavoro portato a termine

Talia
31-10-2012, 17.27.45
Avevo dormito poco e male quella notte, avevo continuato ad agitarmi e a svegliarmi, avevo fatto sogni confusi ed inquieti... ed in ogni sogno c’era lui: il giorno il cui l’avevo incontrato ed il giorno in cui eravamo stati costretti a separarci, le passeggiate che facevamo, le cose che mi diceva, il modo in cui sapeva farmi sognare... iniziò a mancarmi l’aria, nascosi il viso nel cuscino... avevo poi sognato il nonno e Passapour, avevo sognato Balunga, Las Baias e l’Olanda, avevo sognato il mare...
Infine, scossa, mi alzai, mi infilai la veste da camera ed uscii sul terrazzo.
Non era neanche l’alba, ancora, e l’aria era fresca e limpida sul mare piatto... rimasi lì immobile per molto tempo, pensando, sognando ad occhi aperti.
Mio padre se ne andò presto quella mattina... subito dopo colazione si fece preparare la carrozza e lasciò la villa, diretto in città.
Io raggiunsi il nonno nell’ampia sala, ornata da ampie ed alte finestre che guardavano il mare... avevo con me il suo libro di poesie preferito, che poco dopo iniziai a leggere ad alta voce... ne avevo letto solo poche pagine quando mi interruppi... quei pensieri continuavano a vorticarmi in mente ed io non riuscivo più a tenerli a freno...
“Sai... ho fatto dei sogni stanotte!” dissi, senza sollevare gli occhi dalla pagina “Ho fatto molti sogni... ed in ogni sogno c’era lui!”
Esitai...
poi sollevai lo sguardo ed incrociai quello del nonno... mi stava fissando.
Sapevo che il nonno non aveva bisogno che gli spiegassi chi fosse lui... giacché sapeva che vi era una sola persona al mondo cui io potevo riferirmi, parlando a quel modo...
“Lo sogno spesso...” proseguii, riabbassando lo sguardo “E mi chiedevo... insomma, io mi chiedevo se... se tu lo hai più visto... o se hai sue notizie...”
Di nuovo esitai...
nel momento esatto in cui avevamo lasciato l’Olanda, due anni prima, mio padre mi aveva fatto divieto assoluto di parlare mai più di quella storia, mai più di lui... il nonno era il primo con cui infrangevo quella regola.
“Io...” ripresi, la voce che tremava forte “Io, nonno, mi stavo chiedendo se...”
Ma fui interrotta dall’ingresso di mia madre nella sala e tacqui.
Pochi istanti dopo giunse anche Jamiel.

Jamiel corse in casa tutto affannato e visibilmente preoccupato.
“Padrona...” disse ansimando alla madre di Talia “... ci sono nuovamente i soldati...”
Alcuni istanti dopo, i militari si presentarono a Talia e a sua madre.
Nella stanza vi era anche il vecchio Arkwin.
Il sergente li fissò e fece un passo avanti.
“Signora...” salutando Maria “... signorina...” poi Talia “... mi spiace giungere qui così... ma reco notizie poco piacevoli... il signor Passapour ieri è stato sottoposto ad un nuovo interrogatorio ed alla fine è crollato, confessando di essere lui il colpevole della strage di Balunga...”
Maria riuscì a stento a soffocare un grido.
“E nel confessare” continuò il sergente “ha ammesso che il mandante è stato... il signor Arkwin Van Johinson ... mi spiace...” avvicinandosi al vecchio “... dovete venire con noi, signore...”
E lo sguardo di Arkwin sembrò perdersi nel vuoto, inquieto, come chi sa di essere caduto in una trappola e non avere alcuna via d'uscita.

“E cosa gli avete fatto per spingerlo a dire questo?” mormorai rabbiosamente tra i denti, alle parole del sergente.
E tuttavia ciò che disse dopo mi sorprese ancora di più... mi colpì... mi ferì...
Vidi i soldati muoversi verso il nonno ed un improvviso moto di rabbia si impadronì di me.
“Fermi!” dissi, e la mia voce gelida risuonò nella sala.
Lentamente avanzai e mi frapposi tra il nonno, immobile sulla poltrona, ed il manipolo di soldati.
“Ciò che dite è sfortunatamente impossibile da attuare, sergente!” spiegai, la voce misurata ed altera “Mio nonno, a causa del suo incidente, sfortunatamente non può muoversi. Ogni spostamento potrebbe essere fatale per lui e per la sue salute. Ne consegue, mi perdonerete, che io non possa permettervi di portarlo via, a meno che i mezzi di trasporto con cui desiderate trasferirlo non siano appropriati alla sua condizione...”
Lo osservai per un attimo con aria scettica...
“E non credo che lo siano!” conclusi.
Notai sorpresa e sconcerto tra i miei soldati a quelle mie parole, ma non detti segno di averlo notato... al contrario, sorrisi amabilmente.
“Ovviamente, sergente, sarà nostra cura operare perché possiate interrogarlo qui, se lo desiderate... avrete, da parte nostra, tutto l’aiuto di cui abbisognate, siatene certo! Anzi... potete lasciare qui qualcuno dei vostri soldati, se lo gradite, mentre voi tornate in città per organizzarvi... possono accomodarsi nell’ingresso e controllare che nessuno entri o esca da qui... anche se...” gettai un’occhiata al nonno, poi una sarcastica al sergente “Anche se non credo temiate che fugga, non è vero?”
Il mio sguardo si mosse tra loro, amabile e cortese... poi tornò sul sergente e di nuovo diventò glaciale...
“Intanto, fatemi la cortesia di portarmi in città con voi... è mio desiderio, infatti, incontrare il signor Passapour ed ascoltare personalmente la sua accusa. Come vi ho già detto in passato, sergente, io non sono né un politico né un militare, ma credo che incontrare l’accusatore in vece di mio nonno che non può farlo rientri tra i miei diritti!”

Guisgard
01-11-2012, 02.43.30
Lin fissò Altea ed ascoltò con attenzione le sue parole.
“Milady...” disse accennando un sorriso “... sapete cosa diceva Crizia? Egli era un politico ed un filosofo che governò per breve tempo ad Atene dopo la disfatta nella Guerra del Peloponneso. Ebbene, Crizia affermava che nel modo di parlare, combinato alle caratteristiche delle persone, è possibile scorgere dei segni particolarissimi, capaci di svelarci le intenzioni e gli umori. E la bellezza, sempre secondo il nostro filosofo, è un dissuasivo a chi cerca di celare la verità. In pratica, le persone troppo belle, come lo siete voi, difficilmente riescono a nascondere per troppo tempo la verità dietro una bugia senza tradirsi. Ovviamente quella di Crizia è solo un'ipotesi, ma vi assicuro che molti dotti hanno prestato fede a questa sua convinzione.” Prese i suoi libri e poi il suo cappello. “Credo che per oggi possa bastare...” aggiunse “... tornerò domani per cominciare le nostre lezioni. Ammesso che vi fidiate abbastanza di me per continuare a volermi come vostro maestro. I miei omaggi, milady.” Accennando un lieve inchino, per poi uscire e andare via.
Lasciando Altea sola nella sua stanza.
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Guisgard
01-11-2012, 03.02.40
Cheyenne in sella al suo Gulltoppr si era lanciata nella vasta tenuta del colonnello, col vento che gonfiava i suoi capelli e rendeva sognanti i suoi occhi.
Quel cavallo sembrava avere le ali, tanto era veloce e quella corsa pareva donare alla ragazza un forte senso di libertà.
Dopo un po' giunsero presso uno stagno e Gulltoppr si fermò a bere.
“Ehi, vedo che mio zio ora lascia cavalcare liberamente la sua servitù...” disse all'improvviso una voce “... o forse lo fa soltanto con coloro che finiscono nelle sue simpatie?”
Era un giovane anch'egli in sella ad un cavallo, che fissava Cheyenne con uno strano sguardo.

Guisgard
01-11-2012, 03.14.32
La voce di Clio echeggiò nella locanda e molti dei presenti risposero al suo brindisi.
E nell'udire quella voce molti di coloro che erano al bancone fecero altrettanto.
Ma fra essi qualcuno non partecipò a quel brindisi.
Gurenaiz, entrato in incognito insieme al Guardiamarina Parsifal, era rimasto di stucco nell'udire la voce della ragazza, voltandosi così di scatto al suo brindisi.
La fissava, tra l'incredulità e la meraviglia, senza dire e fare niente.
La vedeva accanto a dei pirati, quasi a suo agio, almeno così parve all'ufficiale del re, con quel boccale in mano che brindava ed inneggiava con i presenti.
Ad un tratto i loro sguardi si incontrarono.
E gli occhi inquieti di Gurenaiz finirono in quelli azzurri di Clio.
“Voi...” disse all'improvviso un uomo ai due olandesi in incognito “... chi siete? Non vi ho mai visto da queste parti!” Era un uomo grande e grosso, con una bandana lercia e maleodorante avvolta sulla testa rasata e tatuata. “E a noi non piacciono le facce nuove...” e spintonò Parsifal.
Gurenaiz allora fissò il suo Guardiamarina e con uno sguardo eloquente gli fece segno di restar calmo.

Guisgard
01-11-2012, 03.26.10
Il Militare fissò Talia con uno sguardo inizialmente sorpreso, poi perplesso.
Spostò allora lo sguardo su Arkwin e sulla sua condizione menomata.
“Si, posso comprendere...” disse “... ma mi è stato dato l'ordine di portare via il sospettato...”
“Mia figlia ha ragione!” Intervenne Maria. “Mio suocero non può muoversi! Se avete dubbi a riguardo, allora contattate il dottor Afelaby che tiene in cura mio suocero sin dal suo arrivo a Las Baias!”
“E sia.” Annuì il sergente. “Contatteremo il vostro medico. Nel frattempo lascerò qui un soldato a... a controllare che tutto sia in regola.” Si voltò poi verso Talia. “Si, credo sia opportuno che un membro della vostra famiglia ci segua per rappresentare il signor Van Johinson ...”
Allora, lasciato un soldato a sorvegliare Arkwin e la sua casa, il sergente e i suoi uomini andarono via, seguiti da Talia.
Giunsero così al palazzo del governatore e raggiunsero un bastione fortificato secondario, che fungeva da caserma per la Guardia Cittadina.
Talia fu lasciata ad attendere circa un'ora in una piccola saletta laterale.
Ad un tratto un soldato arrivò e chiese alla ragazza di seguirlo.
Fu così condotta in un'altra stanza in attesa di un funzionario.
Dopo un po' entrò qualcuno.
“E' sempre un piacere ed una gioia rivedervi, Analopel.” Fissandola Musan. “Peccato che tutti i nostri ultimi incontri siano stati a causa di situazioni poco piacevoli.” Sorrise. “Mi è stato riferito che vostro nonno è impossibilitato, pare, a presentarsi qui, davanti alla Legge. Si, posso comprendere le vostre premure, ma vi assicuro che non usiamo maltrattare gli imputati qui. E poi, un uomo come vostro nonno, da ciò che ho sentito dire, merita ogni rispetto e onore.” I suoi occhi si accesero di una strana fiamma. “Ebbene... posso sapere a cosa devo questa vostra visita? Perdonatemi ma non riesco ad immaginarvi nelle vesti di vostro nonno.” Di nuovo quel suo ambiguo sorriso. “Ma ditemi, dunque, Analopel. Avete tutta la mia attenzione. Come sempre.”

Guisgard
01-11-2012, 03.41.30
Le notti nei mari Flegeesi sono diverse che in tutti gli altri luoghi.
Soprattutto dopo una giornata di vento e pioggia, quando poi il cielo comincia a schiarirsi, liberando un firmamento sterminato e tappezzato di stelle scintillanti come pietre preziose di ogni genere.
E la falce della Luna nuova, luminosa, pallida e incantata, che sorge da Ponente appare simile ad un pendaglio d'argento levigato che sembra declinare sul giaciglio che solo poco prima ha visto spegnersi il crepuscolo.
E in tutto questo il mare si mostra liscio, muto, splendente dei bagliori che la volta celeste abbandona e diffonde sulle sue acque.
E in quel mare le vele si gonfiavano senza incontrare ostacoli e su entrambe le fiancate della Santa Rita due profondi solchi d'acqua, spumosi e fruscianti, scuotevano quell'intatto scintillio.
A bordo c'erano musica, canti e risate tra i membri dell'equipaggio, che sembravano inneggiare alla vita libera che il mare aveva offerto loro.
“Avanti, Cavaliere25.” Disse ridendo Emas. “Perchè non balli? Su, ogni buon marinaio deve saper ballare! Su, non farti pregare!” Lo esortava con un viso rosso e gli occhi lucidi, segni indiscutibili della sbornia causatagli dal troppo rum. “Dai, il vecchio Mc Pherson ti accompagnerà con il suo fischio!”
Ad un tratto la vedetta sull'albero maestro segnalò una nave a babordo.
“Nave inglese a sinistra!” Gridava. “Ehi, in coperta! Nave inglese a sinistra!”
Guisgard allora prese il cannocchiale e affacciandosi a prua cominciò a guardare la nave avvistata in lontananza.
“Per bacco!” Esclamò. “E sembra anche una gran bella nave! Cosa ne dite, amici? Andiamo a far visita al suo equipaggio?”
“Ma no, capitano!” Scuotendo il capo Rynos. “Abbiamo ancora l'oro di quella nave portoghese da spartire fra noi! E gli uomini poi sono ansiosi di giungere a Portuga per spendere quell'oro!”
“Già, l'oro brucia le tasche, Guisgard.” Aggiunse sorridendo Austus.
“Ah, vedo che è in atto un ammutinamento!” Ironico Guisgard.
E tutti scoppiarono a ridere.
“E sta bene...” mormorò Guisgard, tornando a fissare quella nave “... torna pure in patria, amica mia... in quella patria che ora ci cerca e ci rinnega... quella patria che non rivedremo...”
“Guisgard...” avvicinandosi a lui Austus “... vieni, deve presiedere alla spartizione del bottino... spetta a te scegliere per primo.”
“Va tu, Austus...” fece il pirata “... stavolta presiederai tu alla divisione del bottino... io voglio restare a fissare ancora un po' questo cielo incantato... e forse dal firmamento sceglierò la mia parte di bottino...” sospirò “... amo guardare le stelle che scintillano sul mare in notti come queste... come se fossero gemme e pietre preziose... ma quando hai scelto quella che vuoi, la più bella fra tutte le altre, allora tenti di afferrarla... e in quel momento ti accorgi di quanto sia lontana e temi che neanche la magia di una notte come questa possa annullare tale distanza...” e malinconico restò a guardare il firmamento che splendeva sui mari flegeesi.
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cavaliere25
01-11-2012, 12.19.57
Ma non sono capace di ballare dissi chi mi da lezioni di ballo??? continuai a dire ridendo mentre guardavo gli altri marinai divertirsi e ridendo insieme come se era una gran festa

Parsifal25
01-11-2012, 12.24.02
Annuì alle sue parole e ci incamminammo verso la Locanda. Giunti alla banchina, vidi per le strade e vicino a dei barili la feccia che corollava il quadretto: artiste del Burlesquè, ubriaconi, giocatori d'azzardo etc., non era un posto per tutti.....

Aprimmo la porta della locanda ed il fumo, l'odore di birra e le giovani cameriere ci circondarono. Ebbi un pò di mal di testa, ma poco dopo passò.

Mi avvicinaì all'oste e chiesi: "Birra e un pasto caldo, sapete abbiamo viaggiato a lungo......c'è un tavolo per sedersi?"

Altea
01-11-2012, 14.48.20
A quelle parole del maestro avvampai..il maestro aveva capito tutto..aveva letto nella mia anima..ma non mi diede diritto di replica e lo vidi andarsene via per aspettarlo l'indomani.
Sprofondai in una poltrona, certamente sapeva di avermi lasciata nel dubbio se mostrargli il manoscritto o meno..fidarmi di lui?Ma se lo conoscevo appena..e poi lo aveva ingaggiato il Governatore e non sapevo se lo avesse dissuaso a insegnarmi e dirmi ciò che il Governatore volesse.
Mi alzai di scatto furente, da quel momento avrei agito da me..non avrei permesso a nessuno di decidere per me e non avrei mostrato il manoscritto.. mi guardai alla finestra che dava sul Golfo..e Crizia non mi conosceva affatto per poter dire che le persone belle sovente mentivano ed erano facilmente riconoscibili..dipendeva anche..dalla bellezza dell' animo.

Cheyenne
01-11-2012, 15.01.44
Cavalcai fino al lago e lascia bere il cavallo.
Mentre accarezzavo il suo candido manto sentii una voce alle mie spalle.
Mi voltai e mi trovai di fronte ad un giovane che si riferiva al colonnello come zio.
"Sono un' ospite del Colonnello, signore, il mio nome é Cheyenne. Posso sapere il vostro?"

Clio
01-11-2012, 19.06.08
Come previsto, lo sguardo dello sconosciuto si posò su di me. Trasalii. Era davvero lui! Anche se non avevo mai visto il suo accompagnatore.
Posai il boccale sul tavolo e lo fissai negli occhi, con uno sguardo d'intesa. Cercai di trasmettere a quello sguardo tutte le parole che non potevo dire, tutte le emozioni che non potevo esternare.
I nostri occhi si erano sempre capiti nelle settimane di viaggio.
Pregai perché mi leggesse nel cuore.
Ma non potevo permettermi che fraintendesse la mia posizione, non mi piaceva affatto il modo con cui mi guardava, con una faccia incredula e interrogativa.
Così, senza distogliere lo sguardo dal suo, strizzai velocemente l'occhio destro, poi chinai il capo nel prendere il bicchiere come per annuire, in risposta al suo sguardo sorpreso.
Tuttavia non fui l'unica ad accorgermi di loro, vidi un uomo avvicinarsi e strattonare l'uomo insieme a Guerenaiz.
Sgranai gli occhi, per un istante, pensando a cosa avrei potuto fare.
Ma sapevo che se li avessi difesi avrei ottenuto l'effetto contrario, così decisi di tentare.
"Io vi conosco" dissi alzandomi in piedi, rivolta ai due uomini "Eravate alla taverna di Las Baias il giorno che sbarcai su queste maledette isole!" Risi, sarcastica.
"Eravate, ubriachi al bancone.. Poco prima che le guardie del governatore venissero a prendermi... "
Per un momento il mio sguardo si fece inquisitorio" le notizie volano in quel porticciolo eh!"
Poi ripresi a ridere di gusto :"Hai poi chiesto di sposarti alla bella e prosperosa Josefine?" Dissi rivolta all'uomo che non conoscevo, sperando capisse il mio intento di farli passare per comuni malviventi.
"E tu? " rivolgendomi a Guerenaiz .
Hai salvato la tua "promessa sposa" rapita dai pirati?
No, decisamente dovevo inventarmi qualcosa di più convincente.
"Non ricordo chi giuravi e spergiuravi che avresti ucciso, tra una bottiglia e l'altra!"
Incrociai le braccia, divertita, sperando che il mio diversivo servisse a calmare la tensione.

Guisgard
02-11-2012, 01.48.05
Trascorse così la serata e poi la notte.
Un cielo chiaro di stelle avvolse le ore notturne, fino al mattino, quando il Sole tornò a splendere su Las Baias.
Altea scese in giardino per fare colazione insieme ai suoi genitori.
“Dimmi, Altea...” disse all'improvviso suo padre “... come trovi il tuo nuovo maestro? Lo trovi all'altezza? E' stato scelto da sua eccellenza in persona, dunque immagino sia degno di tale carica. Ma tu cosa ne pensi?”
“Io trovo che sia molto intelligente.” Intervenne sua madre. “Ed anche perspicace. E poi è molto affascinante e questo di certo non guasta. Gli ho anche chiesto consiglio su qualche lettura e lui mi ha promesso dei libri che a suo dire sono adattissimi al mio gusto e ai miei interessi.”

Guisgard
02-11-2012, 02.10.10
Quel giovane fissò Cheyenne con un sorriso enigmatico.
Smontò allora da cavallo e si avvicinò alla ragazza.
Era snello, con i capelli corti e biondi, gli occhi chiari e abbigliato come i rampolli dell'aristocrazia spagnola.
“Ospite del colonnello...” disse mentre fece abbeverare anche il suo cavallo “... interessante... eppure è strano, sapete? E' un anno ormai che vivo qui e non ho mai visto rivere ospiti da lui, fatta eccezione per qualche visita diplomatica o da parte del curato del paese. Si, perchè gli uomini come mio zio sono attaccati solo al proprio onore e alle tradizioni, che siano civili o religiose. Ed allora mi chiedo come mai si sia deciso a rivere qualcuno che non fosse un politicante, un militare o un religioso. Qualcuno molto particolare, come voi...” la fissò con ancora più attenzione “... che oltre ad essere molto bella è anche... una ragazza dalle pelle scura...”

Guisgard
02-11-2012, 02.44.29
A Portuga, in quella locanda, l'atmosfera era diventata tesa.
Gurenaiz e Parsifal, con false identità, erano entrati e subito avevano attirato l'attenzione su di loro.
Un bucaniere grande e grosso aveva cominciato a spintonare Parsifal, ma subito Gurenaiz, con uno sguardo eloquente, aveva fatto cenno al suo Guardiamarina di non reagire.
Ma un attimo prima che Gurenaiz rispondesse a quel bucaniere, Clio si alzò dal suo tavolo e intervenne in quella complicata situazione.
Il capitano olandese restò un attimo sorpreso dalle parole della ragazza.
Forse a causa del modo in cui riusciva ad essere così naturale in quel covo di pirati.
Poi, comprendendo di non avere molta scelta e soprattutto molto tempo, scosse il capo e voltandosi verso il locandiere ordinò da bere per lui e per il suo compagno.
“Già, quando si beve si dicono molte cose...” disse a Clio, per poi bere il rum servito dal locandiere “... e quasi sempre, poi, si realizzano se si è bevuto abbastanza...” comprese che serviva un atto estremo “... già...” scolò allora il suo bicchiere e prese poi la bottiglia di rum come a voler riempirlo di nuovo.
Ma, con un gesto improvviso quanto rapido, spaccò la bottiglia contro il bancone, per poi puntare ciò che restava al collo del bucaniere che aveva spintonato Parsifal.
“Si, è vero!” Esclamò agitando il vetro tagliente sotto gli occhi di quel bucaniere. “Le nostre sono facce nuove qui! Ma non trovo sia un buon motivo per prenderci in antipatia, non ti pare? Del resto anche a me la tua brutta faccia non piace per niente e nonostante una gran voglia di spaccartela a sangue mi sono trattenuto, limitandomi a bere del rum! Rum naturalmente che offrirò a tutte le donne che avranno il coraggio di avvicinarsi a questa tua gran brutta faccia!”
Quelle parole echeggiarono nella stanza maleodorante e subito calò un silenzio quasi irreale intorno a loro.
“Se stai cercando guai” mormorò il bucaniere contro il quale Gurenaiz aveva puntato la bottiglia rotta “allora sappi che ne hai trovati un bel po'...”
Allora tre uomini che stavano al bancone, limitandosi fino a quel momento ad ascoltare in silenzio, estrassero i loro pugnali e circondarono Gurenaiz e Parsifal.
“Non cerchiamo guai, io e il mio amico...” fissandoli Gurenaiz “... ma se li state cercando voi, allora sarete accontentati...”
“Cosa succede qui?” Avvicinandosi Giuff al bancone. “Sapete che detesto le risse quando vengo qui a bere.
“Capitano, questi due” disse uno di quelli che avevano estratto i pugnali “sono arrivati e cercano guai... nessuno di noi li hai mai veduti prima d'ora, fatta eccezione per la ragazza che è con voi...” indicando Clio “... visto che afferma di averli visti a Las Baias...”
“Davvero?” Voltandosi Giuff verso Clio. “Ne sei certa?”
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Guisgard
02-11-2012, 03.10.03
Sulla Santa Rita procedevano i canti e i balli dell'equipaggio, felice del bottino guadagnato e poi diviso fra tutti in parti uguali.
“Non c'è che dire...” disse Rynos facendo tintinnare le monete della sua parte di bottino “... il tintinnio dell'oro è la musica più bella che esista al mondo.”
“Non vedo l'ora di arrivare a Portuga” fece Emas “e spendere tutto in rum e belle donne!”
“Puoi dirlo forte!” Esclamò Fidan. “Rum e donne! Ma non necessariamente in quest'ordine!”
E tutti risero.
Ad un tratto si udì uno sparo.
Sul ponte arrivò allora zoppicando uno dell'equipaggio.
Il suo nome era Giwin ed era stato arruolato come carpentiere dopo l'ultimo arrembaggio portato a termine dalla ciurma di Guisgard.
Costui era prigioniero sulla nave portoghese predata perchè accusato di non aver pagato i propri debiti di gioco e per questo messo ai ferri.
“Capitano!” Correndo Giwin da Guisgard. “Poca fa, nella spartizione del bottino... ecco... c'è stato un errore...”
“Davvero?” Fissandolo Guisgard.
“Si...” annuì Giwin “... vedete, capitano... mi spettano altri duecento Fiorini d'oro per la perdita del dito... perdita dovuta al mio coraggio ed eroismo, capitano...”
“Quanto hai avuto” sorridendo Guisgard “è quanto ti spetta. Compreso per quel dito su cui ti sei sparato poco fa.”
E tutti risero di gusto.
“Ehi, Gwin!” Chiamò Rynos. “Avresti dovuto spararti alla testa e tenerti il dito. Ci avresti guadagnato di più!”
L'atmosfera sulla Santa Rita era gaia, mentre si avvicinavano a Portuga.
“E tu, Cavaliere25” fissandolo Emas “come spenderai la tua parte di bottino a Portuga?”

Talia
02-11-2012, 12.52.04
Ero rimasta seduta in quella piccola stanza rotonda per più di un’ora... ero agitata, ma mi sforzai di non lasciarlo trasparire, restando immobile e con lo sguardo fisso davanti a me per tutto il tempo, nonostante i soldati che continuavano ad andare e a venire dalle tre porte che si aprivano sulle pareti.
Presto iniziai a chiedermi se non fosse stata una mossa azzardata, quella... chiedere di essere portata lì... ero certa che mio padre non avrebbe approvato. Eppure, allo stesso tempo, sapevo di non aver avuto altra scelta... sapevo che, di qualsiasi cosa si trattasse, ciò che stava accadendo non era un caso: non era un caso che Passapour fosse stato arrestato, non era un caso che avessero cercato di venire a prendere anche il nonno...e, con mio sommo orrore, iniziavo a pensare che neanche quanto era successo a Balunga fosse stato un caso. Ero certa, ormai, che dietro ci fosse ben altro ed ero più che decisa a scoprire di che cosa si trattasse... era necessario capire, se volevo proteggere il nonno da quelle ridicole accuse.
E questa era la ragione per cui ero lì: nessuno se non Passapour poteva darmi le risposte che volevo... ammesso che fosse ancora in condizione di darmele, pensai con orrore... conoscevo, infatti, quell’uomo da abbastanza tempo da sapere che avrebbe preferito farsi uccidere prima di tradire il nonno...
Improvvisamente, interrompendo il filo dei miei pensieri, un soldato entrò nella saletta e mi chiese di seguirlo... fui così portata in un’altra stanza, se possibile ancora più piccola ed angusta, il cui unico arredo era costituito da un vecchio tavolo sciupato e due sedie, una di fronte all’altra.
Qui mi sedetti ed attesi.
Un istante dopo, con mio sommo sgomento, entrò l’unica persona che avrei preferito non vedere...

“E' sempre un piacere ed una gioia rivedervi, Analopel.” Fissandola Musan. “Peccato che tutti i nostri ultimi incontri siano stati a causa di situazioni poco piacevoli.” Sorrise. “Mi è stato riferito che vostro nonno è impossibilitato, pare, a presentarsi qui, davanti alla Legge. Si, posso comprendere le vostre premure, ma vi assicuro che non usiamo maltrattare gli imputati qui. E poi, un uomo come vostro nonno, da ciò che ho sentito dire, merita ogni rispetto e onore.” I suoi occhi si accesero di una strana fiamma. “Ebbene... posso sapere a cosa devo questa vostra visita? Perdonatemi ma non riesco ad immaginarvi nelle vesti di vostro nonno.” Di nuovo quel suo ambiguo sorriso. “Ma ditemi, dunque, Analopel. Avete tutta la mia attenzione. Come sempre.”

Lo osservai entrare e sedersi di fronte a me, ma subito distolsi lo sguardo... ero a disagio... e, sebbene il mio primo istinto sarebbe stato quello di alzarmi e scappare via, mi costrinsi a rimanere dove mi trovavo...
“Si...” iniziai a dire “In effetti, come ho spiegato ai soldati che sono venuti a prenderlo, mio nonno non può assolutamente venire qui... la sua condizione, voi capirete, è tale da rendere anche il più piccolo spostamento, ad esempio dalla nostra casa a qui, assolutamente impossibile. E’ chiaro, tuttavia, che mio nonno non ha assolutamente niente da nascondere... e dunque, se lo desiderate, potrete certamente interrogarlo a casa. Sono certa che sarà ben lieto di fornirvi le informazioni di cui necessitate... anche se, purtroppo, sempre a causa di quell’incidente cui accennavo, la sua capacità di parlare si è molto ridotta...”
Tacqui.
Avvertivo lo sguardo penetrante di Musan su di me... e se era vero che riuscivo piuttosto bene a tenergli testa quando eravamo a casa, dove mi sentivo sicura e tranquilla, era altrettanto vero che lì, in quella minuscola stanza della caserma, quello sguardo e la sua stessa presenza, che avvertivo così sconvenientemente vicina, mi mettevano molto in difficoltà.
E, cosa per me ancora più sgradevole, era la netta sensazione che Musan avvertisse quel mio disagio con assoluta chiarezza.
Esitai per un istante... poi mi costrinsi ad alzare lo sguardo su di lui.
“Il motivo per cui sono qui è semplice...” dissi “Il sergente mi ha informata delle accuse, bugiarde e tendenziose, del signor Passapour contro mio nonno... desidero perciò incontrarlo. In rappresentanza della parte lesa, infatti, vorrei fronteggiare Passapour ed udire ciò che ha da dire. Credete, milord, che vi sarà possibile accontentarmi?”

elisabeth
02-11-2012, 13.04.32
Quella locanda non era il massimo, ma un sano e caldo rifugio, mi sedetti ad un tavolo bene lontano dalla porta di entrata, ero stanca....e per un momento avrei voluto non pensare, STorm odino' per noi due....del rum, non avevo bevuto nulla in vita mia......chissa' come sarebbe stato l'essere ubriachi.....avevo visto lo stalliere una volta, ma Ingrid mi porto' via prima che dicesse un'indecenza dopo l'altra....." Vi ringrazio per quello che dite Storm, ma quando la persona a qui volete molto bene e' in mano di non so chi, si diventa quasi bravi in tutto...anche a dire le piu' grosse bugie e ultimamente credo di averne dette moltissime..."...Fui ineterrotta dall'entrata dei due ufficiali...visi Storm far finta di nulla....." Mi spiace ma non credo piu' alle coincidenze da quando sono qui......ma se vi avessere riconosciuto, perche' non arrestarvi, forse vogliono sapere che parte ho io in tutto questo....o forse hanno fame anche loro e dal Governatore si mangia male......o forse, se io mi ubriacassi, avreste una ragione per cercare una stanza in questo lercio posto...e se rimangono anche loro per la notte......Storm caro, fatevi venire un'idea, perche' finche' io non ritrovo Ingrid, saro' la vostra palla al piede......"......Storm aveva le mani sul tavolo e in modo confidenziale le presi tra le mie accarezzandole......uno di loro ci osservava con immenso interesse.....ed era quello che aveva acquistato il profumo....

Parsifal25
02-11-2012, 14.03.11
Come avevo sospettato, l'atmosfera non era delle migliori....infatti, incontrammo il primo guaio: un bucaniere alto e grosso che con uno spintone mi strattonò ad impatto, compresi che era meglio agire di astuzia.......

Parlaì sottovoce all'oste e dissi: "Adesso ci divertiamo....." . Con fare silenzioso, allungaì il braccio verso la cintola di uno di loro e la slacciaì leggermente cosicchè se avesse fatto qualche movimento brusco......avremo riso di gusto.

Fatto il tutto, tornaì al mio bicchiere e rimasi in silenzio.

Altea
02-11-2012, 15.51.40
Mi sedetti al tavolino e mi servii il the, il giardino emanava profumi di freschi fiori esotici mai sentiti prima..era tutto perfetto..se non fossero iniziati i soliti discorsi dei miei genitori.
"Cara madre, noto siete rimasta totalmente affascinata dal maestro Lin..ed e' successo una sorta di miracolo noto, visto non aprite libri da anni a parte quelli di modelli di vestiti." Dissi guardandola in tono di sfida.. poi sorrisi a mio padre "Non saprei, ieri abbiamo fatto poca lezione e parlato poco, e' una persona particolare lo ammetto e penso dovrei conoscerlo meglio."

cavaliere25
02-11-2012, 15.59.03
Non so ancora come spenderò i miei soldi quando arriveremo vedrò il dafarsi dissi guardando Emas chissà che non trovo fortuna dove andremo e sorrisi

Cheyenne
02-11-2012, 16.21.38
Non penso stia a me parlare delle motivazioni che hanno spinto il colonnello a farmi venire qui.
Credo che la cosa migliora sia parlarne direttamente con lui. Ora io torno a casa, se volete potete seguirmi e parlare cosi col colonnello della mia presenza, che ha quanto pare vi disturba assai.
Saltai in groppa a Gulltoppr, feci qualche passo poi mi voltai verso il giovane " allora, venite con me, Signor??"

Guisgard
02-11-2012, 16.38.25
“Accontentarvi...” disse Musan sempre con il suo sguardo indagatore su Talia “... sapete bene che non chiedo di meglio, Analopel...” sorrise “... ma stavolta, temo, di non potervi accontentare... almeno in questo... vedete, il domestico di vostro nonno in questo momento sarà impegnato a fronteggiare qualcun altro... il demonio spero. Sono infatti impegnato a scrivere un rapporto...” prendendo alcuni registri “... e sono indeciso sulle cause che hanno portato alla morte del signor Passapour... mentre tentava di fuggire, oppure nel tentativo di assalire uno dei soldati?” Alzò di nuovo lo sguardo su Talia e restò a fissarla con un'espressione enigmatica.

Guisgard
02-11-2012, 16.50.25
“Già...” disse Storm fissando Elisabeth “... ma credo scopriremo presto se i nostri due amici trovino così cattiva la cucina del governatore...” riempì i loro due bicchieri di rum “... ora bevete, milady... bevete senza farvi troppi problemi... e parlate. Parlate senza fermarvi, di qualsiasi cosa vi salti in mente. Su...” prese il bicchiere e lo avvicinò a lei “... brindiamo a questa nostra vacanza, mia cara!” Esclamò in modo che tutti potessero sentire. “E brindiamo a questa notte che ci attende!” Le fece l'occhiolino e buttò giù tutto il rum con un sorso solo.

Talia
02-11-2012, 17.17.51
A quelle parole di Musan i miei occhi si spalancarono e le mie mani tremarono violentemente.
...le cause che hanno portato alla morte...
Rimasi senza fiato, per la sorpresa e lo sgomento...
...le cause...
...la morte...
Aprii bocca per ribattere, ma nessun suono mi uscì dalla labbra. Così, infine, le richiusi.
Continuavo a fissare Musan... quel suo sguardo enigmatico, sicuro, vagamente sorridente... e non riuscivo a provare altro se non orrore e paura...
“Forse...” dissi infine “Forse, per compilare quel vostro rapporto in fretta, vi basterebbe scrivere semplicemente la verità... a proposito... come è morto? E quando?”

Guisgard
02-11-2012, 17.20.58
La madre di Altea, a quelle parole della figlia, scosse il capo e la fissò in malo modo.
“Il tuo modo di fare non mi piace, signoria.” Disse contrariata. “Forse è colpa nostra che ti abbiamo dato troppa libertà. Forse sarà il caso di una regolata. E non sto scherzando.”
Odette ascoltava in silenzio.
“Dille anche tu due parole.” Voltandosi poi la madre verso suo marito.
Ma proprio in quel momento Hitiky annunciò l'arrivo del maestro.
“Accomodatevi, prego!” Alzandosi Fletcher e andando incontro a Lin. “Gradite del tè?”
“No, grazie.” Sorridendo Lin. “Ho da poco fatto colazione.”
“Parlavamo di voi, sapete?” Fissandolo Fletcher.
“Davvero?” Sorpreso Lin. “Spero in bene.”
“Ma certo!” Esclamò Fletcher. “E poi, una persona scelta da sua eccellenza, beh, voglio dire, sarà degna di ogni rispetto!”
“Anche l'imperatore Marco Aurelio” disse Lin “era un grande uomo, ma nonostante questo scelse come successore un pessimo principe nella persona di suo figlio Commodo.”
Fletcher lo guardò perplesso.
“Anche se, a dire il vero, fu quasi obbligato a sceglierlo come successore.” Aggiunse Lin.
Fletcher fissò sua moglie.
“Stavo scherzando.” Sorrise Lin. “Non temete, non sono un visionario malato di onnipotenza come molti degli imperatori di Roma. Si, sua eccellenza non sbaglia mai.”
Allora Fletcher e sua moglie risero anche loro a quelle parole.

Altea
02-11-2012, 17.34.11
Guardai prima Odette e dopo quel simpatico quadretto appena formatosi con l'arrivo del maestro Lin...trattenni un sorriso ironico.
Il maestro iniziava quasi a piacermi, e i miei genitori non si accorgevamo che in un certo qual modo egli si divertiva a prendersi gioco di loro.."Amate molto la storia antica, noto sir Lin...eppure io sono fremente oggi di sentirvi parlare della storia flegeese come promesso...e dei pirati" mi alzai dal tavolino per recarmi in biblioteca col maestro Lin.
Strada facendo gli confessai.."Mi avete salvato la vita..mia madre stava pensando a una punizione esemplare nei miei confronti, vi sembro così irriverente maestro? Posso chiedervi una cortesia? Cosa vi ha detto il Governatore nei miei confronti e quelli della mia famiglia? Vi giuro rimarrà un segreto tra noi".

Guisgard
02-11-2012, 17.39.10
“La verità” disse Musan a Talia “è spesso complicata. O anche difficile da definire. Ma infondo, cosa cambia? Sarebbe morto comunque. Era un reo confesso. E da ciò che dite, anche un traditore, visto che ha accusato anche vostro nonno.” Lasciò scivolare i registri sul tavolo. “Tuttavia, è mio dovere indagare su questa cosa, voi capite. Quanto a vostro nonno, beh, dubito che sua eccellenza, che vi ricordo, secondo lo statuto coloniale vigente, è massima carica politica, amministrativa e giuridica, si lascerà convincere dall'interrogare un imputato a casa propria e non in un aula qui nel suo palazzo. Sfortunatamente per voi, Analopel, non tutti sono così influenzabili da vostro fascino come lo sono io...” si alzò e si avvicinò a Talia “... pare che io sia il vostro solo protettore... il vostro solo alleato... l'unico in grado di aiutare vostro nonno... vostro nonno che amate tanto...” e le sfiorò i capelli.
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Guisgard
02-11-2012, 17.50.26
Lin sorrise a quelle parole di Altea.
“Non immaginavo” disse “che una sola notte bastasse a farvi interessare della storia flegeese. Quanto al governatore... egli mi ha detto che siete molto bella e che lui tiene molto sia a voi che alla vostra famiglia.” La fissò. “Ma perchè mi chiedete questo?”

Altea
02-11-2012, 18.00.33
Come sempre..ironico..il maestro era cosi.. di una intelligenza ironica.
Aspettai di entrare in biblioteca e quando fummo soli risposi alla sua domanda.."Davvero vi ha parlato della mia bellezza e che tiene alla mia famiglia? Si..lo immaginavo...ma vedete, io.." sospirai e mi sedetti un attimo..e se era uomo di sua fiducia e parlando avrebbe spiattellato tutto al Governatore? Lo fissai..no, era una persona saggia oltre che colta.
"Vedete..i miei genitori sono convinti che egli sia interessato a me e premono perchè trovi marito..ditemi, maestro, perchè una dama a volte sembra importante solo in base al marito che decide o decidono debba prendere? E io temo che il Governatore...vi abbia detto di cercare di farmi innamorare di lui, poichè in verità non lo trovo nelle mie simpatie...ecco tutto" dissi le ultime parole velocemente e il cuore mi batteva forte.

Guisgard
02-11-2012, 18.05.35
Quel giovane sorrise alle parole di Cheyenne.
Sorrise in un modo indecifrabile, quasi sfuggente.
Poi, montato in groppa al suo cavallo, raggiunse quello di Cheyenne.
“E dimmi...” disse afferrando le briglie di Gulltopr, per impedire alla ragazza di andare “... tu cosa sei? La servetta personale del vecchio? Una specie di passatempo? Se è così, allora trovo davvero fortunata questa faccenda... magari poi anche il resto della famiglia potrà... usufruire della situazione, no?” La fissò con quei suoi occhi ormai piantati in quelli di lei. “E non è detto che la cosa possa dispiacerti poi... lui è vecchio... io no...” e si abbandonò ad una sonora risata, lasciando poi le briglie di Gulltopr.

Clio
02-11-2012, 18.33.39
La situazione precipitò, Guerenaiz spacco una bottiglia e la puntò alla gola dell'uomo con la bandana.
Non potevo fare niente per loro, se non stare ferma e guardare inorridita quello spettacolo, senza che un'espressione di terrore si posasse sul mio viso.
Poi Giuff intervenne, e si rivolse a me.
Ormai avevo iniziato questa faccenda, dovevo andare fino in fondo.
Fissai il capitano con sguardo deciso, quasi divertito.
"Eccome, erano alla locanda.. Me li ricordo bene, erano sbronzi al bancone e mi fissavano in un modo..." Risi, scuotendo la testa. "Ricordo di aver pensato che, evidentemente, non avevano mai visto una donna... Ehm.. Perbene.. Entrare in quella topaia."
Mi lasciai sedere sulla panca, come se la faccenda non mi riguardasse.
"Perché chiedete informazioni a me? Chiedetelo a loro, no? Sono sicura che avranno una storia interessante da raccontarci". Mi sporsi sul tavolo con i gomiti e gli avambracci.
"E non sono ancora ubriachi, io ne approfitterei!" Con un gran sorriso gelido.

Cheyenne
02-11-2012, 18.42.42
Il giovane prese le briglie di Gulltoppr e guardandomi fisso negli occhi insinuò che fossi una poco di buono al servizio del colonnello.
Sentii la rabbia crescere dentro di me, quel giovane, oltre ad aver mancato di rispetto a me lo aveva fatto anche con il colonnello ,grazie al quale a qudiosonto paeva, il giovane viveva agiatamente.
Certo che il colonnello voglia ritrovare la nipote -pensaii tra me- con un parente come questo.
Cercai di calmarmi e di non tirargli un pugno sul suo ghigno.
Presi un respiro profondo e semplicemente lo ignorai fino a che non giungemmo alle scuderie della villa.
Smontai a cavallo e consegnai Gulltoppr ad uno stalliere.
Mi incamminai verso le scale e dissi ad un servitore di annunciare al colonnello il mio arrivo e quello del nipote.

Talia
02-11-2012, 18.45.41
Quelle parole di Musan... il tono ammiccante... e poi quella mano che sfiorava i miei capelli... mi irrigidii ed un brivido mi scese lungo la schiena, scuotendomi.
D’istinto, dunque, ruotai appena la testa dalla parte opposta, allontanando così il viso dalla mano dello spagnolo...
“Siete mio alleato?” dissi poi, alzandomi e facendo mezzo passo indietro, così da lasciare la sedia tra noi “Bene. Volete proteggermi? Accontentarmi? Ottimo... non mi negherete, allora, la possibilità di vedere almeno il corpo di Passapour, signor Musan... così... in modo che io possa almeno riferire di averlo veduto!”
I miei occhi erano fissi nei suoi, tentando di cogliere la seppur minima incertezza... tesa com’ero nella sciocca speranza che stesse mentendo e che Passapour fosse ancora vivo.

Guisgard
02-11-2012, 19.07.46
Nella locanda la tensione si poteva ormai tagliare quasi con un coltello.
Gurenaiz fissava Clio, che con quel suo sorriso sembrava farsi scivolare addosso tutta quella situazione con una certa naturalezza.
Parsifal era tornato a bere, chinandosi sul bancone e un attimo dopo l'uomo a cui aveva slacciato la cintola fece un passo verso di lui.
Ma in quel momento, tra le risa generali, i suoi calzoni cascarono a terra, facendolo inciampare e cadere rovinosamente.
“Silenzio, ciurmaglia...” disse Giuff “... silenzio, ho detto! Silenzio, razza di bastardi!” Fissò prima Clio, poi Gurenaiz. “Avanti, chi diavolo siete voi due?”
“Siamo due marinai rinnegati...” mormorò Gurenaiz “... il mio nome è Daiser, mentre Casaran è quello del mio compagno.” Indicando Parsifal.
“Cosa vuol dire che siete marinai rinnegati?” Domandò Giuff.
“Che siamo stati condannati all'impiccagione.” Rispose Gurenaiz. “Per aver picchiato il nostro capitano.”
“E avete pensato bene di venire a rifugiarvi qui a Portuga...” fece Giuff.
“Già...” annuì Gurenaiz.
“E magari trovare anche lavoro, vero?”
“Era quella l'idea...”
“Bene...” con un ghigno Giuff “... ma prima c'è da superare la prova, vero, ciurma?”
“Si!” Gridarono in coro i bucanieri.
“Che prova?” Chiese Gurenaiz.
“Lo vedrete!” Esclamò Giuff. “Ora però beviamo!”
E il locandiere servì a tutti loro altro rum.
Giuff allora prese una prostituta e con lei si allontanò cantando a squarciagola.

Clio
02-11-2012, 19.27.16
Respiravo piano, il mio sguardo impenetrabile vagava nella stanza affilata. Seguii con lo sguardo carico di disgusto Giuff che si ritirava con quella ragazza. Il ricordo di Dydas mi attraversò la mente, e sorrisi pensando a lei. Ora non doveva più sopportare le voglie del capitano.
Mi guardai attorno, ogni uomo era impegnato a immergersi in una scollatura o in una bottiglia di rum. Nessuno badava a me. Nessuno tranne Guerenaiz, ovviamente, che mi osservava come sbigottito.
Mi chiesi cosa lo turbasse tanto.
Allora mi alzai, e andai verso di loro.
"È un piacere conoscervi, messeri" dissi con un lieve inchino e uno sguardo ironico mentre mi sedevo accanto a Guerenaiz.
"Avete l'aria triste. Qualcosa vi turba?"
Puntai i miei occhi nei suoi, restammo legati da quello sguardo così intenso per qualche lunghissimo istante.
Mi avvicinai a lui, e sussurrai.
"Avete finalmente imparato a leggermi nel pensiero?"
Sorrisi, dolcemente.
"Qualcuno una volta mi ha detto che si può mentire con le parole, ma non con gli occhi." E gli feci l'occhiolino.

Guisgard
02-11-2012, 20.33.13
Ma il servitore fece cenno a Cheyenne che nessuno era giunto insieme a lei.
Infatti il giovane incontrato da lei durante la cavalcata ora sembrava essere sparito.
Probabilmente ad un certo punto si era allontanato senza farsene accorgere.
Il servitore allora fece cenno a Cheyenne che il colonnello la stava aspettando.
Fu così condotta nella sala dove si trovava l'uomo.
“Eccoti.” Disse sorridendo il colonnello a Cheyenne. “Allora, dimmi... cosa ne dici del tuo cavallo? Avete fatto amicizia?”

Guisgard
02-11-2012, 20.52.04
Gurenaiz fissò Clio.
“Già, comincio a credere che sia possibile farlo...” disse “... leggervi nel pensiero, intendo. E forse per questo sono riuscito a giungere in questa tana di taglia gole e ritrovarvi.” Si guardò intorno, attento a non attirare o destare sospetti. “Ma ditemi... come state? Vi hanno fatto qualcosa questi maledetti pirati?” E senza accorgersene mise la sua mano su quella della ragazza.
Ma proprio in quel momento arrivò Boyuke.
“Vedo che avete fatto amicizia...” mormorò fissandoli, mentre Gurenaiz tolse istintivamente la sua mano da quella di Clio “... ma sarà meglio che tu vada a riposare...” rivolgendosi a Clio “... il capitano non vuole vederti in giro fino a tardi... la tua stanza è al piano di sopra...” per poi lanciare un'occhiata verso Gurenaiz.

Guisgard
02-11-2012, 21.09.42
Lin restò pensieroso a quelle parole di Altea.
“Sapete...” disse “... io non conosco benissimo sua eccellenza. E' stato nominato da poco ed io solitamente non mi occupo di politica. Il mio nome gli è stato riferito, così come la mia reputazione. Ed allora lui ha deciso di nominarmi vostro maestro. Quanto al fatto che io possa o meno farvi innamorare di lui, beh, forse chiedete all'ingegno umano un po' troppo.” Sorrise. “Far innamorare una donna è un qualcosa di assolutamente straordinario, unico. Ci sono stati artisti che hanno fatto di una donna la propria musa e solo per poterla conquistare. Grandi uomini che devono tutta o quasi la loro fortuna alla propria compagna. Come Pericle con Aspasia, o l'imperatore Augusto con Livia. Altri grandi, poi, pur di conquistare il cuore della propria amata hanno realizzato i loro più grandi desideri... come il re babilonese Nabucodonosor, che per scacciare la malinconia della sua sposa realizzò i leggendari Giardini Pensili nel bel mezzo del deserto. Vedete? Far innamorare una donna, conquistare il suo cuore, è un miracolo, un qualcosa che va oltre la comprensione e la Ragione umana. Credete dunque che basti un semplice maestro che cita storia antica o le quattro operazioni matematiche per far innamorare una donna? Dovrei forse essere messer Amore sotto spoglie mortali allora!” E rise di gusto.
Poi, fissò Altea facendosi serio.
“E comunque, solo uno sciocco” mormorò “ingaggerebbe qualcun altro per far innamorare una bella ragazza, perdendosi così la possibilità di corteggiarla giorno dopo giorno.” Annuì. “E sua eccellenza non è uno sciocco.”

Guisgard
02-11-2012, 21.19.13
Musan sorrise a quelle parole di Talia.
“Sapete, Analopel...” disse “... non so cosa mi affascina di più in voi... se la bellezza, o il vostro coraggio. Si, decisamente è una bella sfida... in fondo si tratta di due doni che la sorte vi ha fatto... tuttavia il coraggio maschera molte altre cose... come l'imprudenza, o la superficialità... il credersi intoccabili, inattaccabili e solo perchè si ritiene che un padre potente possa esserlo più della legge e dell'ordine...” la fissò, con occhi che sembravano divenire sfuggenti “... ma voi siete intelligente, Analopel e sono certo che non farete l'errore di ritenervi inattaccabile... anche il Viceré si riteneva tale...” un lampo corse nel suo sguardo “... eh, già... una bella lotta davvero... oltre alla bellezza e al coraggio, anche la vostra intelligenza esercita su di me una straordinaria attrazione...” si avvicinò allora alla porta e fece cenno alla ragazza di seguirlo.
Attraversarono così un lungo corridoio, fino a raggiungere una rampa di scale che scendeva in una piccola cantina.
Qui, su una brandina e coperto da un lenzuolo, stava un corpo senza vita.
“Non sarà un bello spettacolo...” mormorò Musan “... ma mi avete chiesto voi di accontentarvi...” fece cenno al boia che era accanto alla brandina e questi tirò via il lenzuolo.
Il cadavere portava gli abiti che Passapour aveva indosso quando fu arrestato, presentava la sua stessa corporatura ed il suo volto era sfigurato al punto da essere irriconoscibile.
Un colpo di moschetto gli era infatti scoppiato in faccia.
“Ecco ciò che mi avete chiesto, Analopel...” disse Musan a Talia “... non è un bello spettacolo, ma siete stata voi a chiederlo...”

Cheyenne
02-11-2012, 21.25.05
Il giovane era sparito.
Mi diressi comunque dal colonnello che mi stava aspettando per sapere che ne pensavo del cavallo.
"Sono davvero entusiasta di questo stallone, è davvero fantastico. Risponde ai miei comandi senza esitazione, ogni suo movimento è leggero e aggrazziato. L'ho chiamato Gulltoppr, che nella lingua vichinga significa criniera dorata, dato che il suo manto brilla al riflesso coi raggisolari. Sono giunta fino al lago senza che Gulltoppr mi desse alcun problema. Il problema, se così si può chiamare, è giunto a suo volta a cavallo. Sto parlando di un giovane biondo e dal portamenti altezzoso di cui, a ciò che ho capito, siete zio.
A quanto pare non è stato informato del mio arrivo poiché ha fatto alcune battute di cattivo gusto sul mio ruolo in questa casa.
Rispettando i patti con voi, mi sono trattenuta dal regolare i conti alla maniera nordica, e mi sono comportata da gentildonna, invitandolo ad accompagnarmi da voi ora, per poter porsi domande circa la mia presenza, ma, come potete notare, il giovane rampollo si è dileguato."

Altea
02-11-2012, 22.32.51
“E sua eccellenza non è uno sciocco.” .. a quelle parole mi parve davanti l'immagine del Governatore che rideva scioccamente davanti ai suoi giocattoli di legno, ovvero la sua collezione personale di vascelli e navi varie.
Mi destai da quel pensiero..."Si maestro Lin, è ciò che desidererei..avete ragione..che qualcuno potesse fare qualcosa di straordinario per conquistare il mio cuore, per farmi sorridere nei giorni bui e non solo di pioggia, che possa capirmi solo con uno sguardo..e non occorrono grandiosi monumenti per conquistarmi ma piccoli gesti quotidiani. Io...sono diversa...da tutte le ragazze aristocratiche che si sfidano a colpi di vestiti, acconciature e gioielli per prendere il miglior partito..senza nemmeno esserne innamorata. Forse per questo..sono ancora qui" e risi di gusto "sembra essere il discorso quotidiano della casa, sapete? Il fatto che non trovo marito."
Poi ebbi un sussulto..."Maestro andiamo al molo? Cosi mi mostrate un pò di questo posto e delle sue isole? So che vi sono altre piccole isolette nelle vicinanze o sbaglio?"

Clio
03-11-2012, 01.39.32
Sentii la mano di Guerenaiz sfiorare la mia, e un brivido mi attraversò la schiena. Sarebbe riuscito a salvarmi? Avrebbe trovato un modo per ingannare il Gufo Nero?
Però era lì, poco mi importava se per me o per il pirata, era lì, e questo solo importava. Sorrisi.
Ma poi Boyuke arrivò e mi destò da quei pensieri.
"Lasciarlo stare, Boyuke" dissi senza togliere lo sguardo da Guerenaiz: "non puoi pretendere che sappia chi sono io. Sono certa che se sapesse che nemmeno il capitano si azzarda a toccarmi per non compromettere il riscatto, ci penserebbe due volte prima di allungare le mani. O no?" Dissi sorridendo verso Guerenaiz, rispondendo indirettamente alla sua domanda.
"E sia, non oserei mai contraddire un ordine del capitano" alla volta del tagliagole "Messeri, è stato un piacere conoscervi, ma vogliate perdonarmi, mi ritirerò nelle mie stanze" dissi accennando ad una mal riuscita riverenza. E così facendo mi incamminai verso le scale, certa che avrei riconosciuto la mia stanza dalle guardie del capitano davanti alla porta.

Guisgard
03-11-2012, 03.41.56
A quelle parole di Cheyenne, il colonnello restò turbato.
Poi scosse il capo ed un moto di nervosismo mutò l'espressione del suo volto.
“Posso immaginare il fastidio che hai provato...” disse alla ragazza “... anzi, ti chiedo scusa per ciò che ha potuto dire o fare in tua presenza. Appena rientrerà gli parlerò io, imponendogli di non infastidirti ancora con il suo cattivo gusto. Ti prego, dimentica l'accaduto. Ti prometto che non accadrà mai più.” La fissò e nel suo sguardo era palese l'inquietudine causatagli da quell'episodio. “E ti ringrazio per non aver risposto alle sue basse provocazioni.”

Guisgard
03-11-2012, 03.52.32
Lin sorrise anch'egli a quelle parole di Altea.
“Beh, io credo che l'unico motivo per il quale siate ancora qui dipenda esclusivamente dal vostro recente arrivo a Las Baias. Ma appena la vostra famiglia comincerà a frequentare le altre famiglie aristocratiche allora sono certo che molti giovanotti cominceranno a farvi la corte.” Annuì. “E sicuramente, colui che mirerà al vostro cuore farà qualcosa di straordinario per conquistarlo.” Fissò poi la ragazza un po' perplesso. “Al molo dite? Veramente ci sarebbe una lezione da cominciare...” poi sorrise di nuovo “... massi, perchè no. Del resto per imparare la storia di un luogo bisogna anche conoscere la sua morfologia. E sia. Preparatevi, così usciremo subito.”

Guisgard
03-11-2012, 04.48.12
Gurenaiz, con al suo fianco sempre Parsifal, fissò Clio andar via, seguendola con lo sguardo fino a quando prese le scale e salì al piano superiore.
Ora il capitano, per quanto possibile, era più sereno.
Le parole di Clio avevano risposto alla sua domanda ed ai suoi timori.
Guardò allora Boyuke.
“La ragazza parlava di un riscatto...” disse “... di che riscatto si tratta?”
“Pensa a te.” Fissandolo Boyuke. “Hai già abbastanza problemi, per iniziare a preoccuparti di quelli degli altri.”
“Problemi?” Ripeté Gurenaiz. “Io non ho problemi.”
Boyuke non rispose niente e si allontanò, lasciando il capitano olandese ed il suo Guardiamarina in balia di dubbi ed inquietudini.
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Intanto, al piano superiore, Clio aveva riconosciuto la sua stanza grazie a due sentinelle ferme davanti alla porta.
Vi entrò e si accorse che il letto era insolitamente comodo.

“Non avvicinarti oltre!” Disse John fermandola sulla porta.
“Cosa succede?” Chiese Clio con un vago sorriso sul volto. “E cosa stai disegnando?”
“Aspetta ancora un po' e lo vedrai...”
Aveva fra le mani un grosso foglio sul quale stava disegnando qualcosa.
“E non sbirciare da lì!” Aggiunse. “Ti vedo, sai!”
“Dai, dimmi di cosa si tratta almeno?”
“Pazienta ancora un pò” rispose John “e lo saprai...”
“E' un nuovo tipo di pianta descritto da qualche marinaio?”
John non rispose nulla, continuando a disegnare.
“O forse qualche animale esotico?”
“Manca solo un ultimo passaggio...” sempre impegnato a disegnare John “... ed il gioco è fatto...”
“Insomma, dai...” impaziente Clio “... guarda che vengo a vedere!”
John sorrise, senza alzare mai gli occhi dal foglio.
“Dimmi solo...” mormorò la ragazza “... è qualcosa di bello?”
“Si.”
“Quanto bello?”
“Molto bello.”
“E...”
“Su, pazienta ancora un po'.” Interrompendola lui. “Anzi, dammi una mano...”
“A fare cosa?”
“Alza lo sguardo e fissami.” Fece lui. “Intensamente. Ovviamente senza parlare o almeno gesticolare tanto.”
Clio sbuffò e incrociò le braccia.
“Su, guardami...”
“Lo sto facendo.”
“Ecco, un po' di azzurro qui...” apportando qualche correzione lui “... il nero intorno...”
“Guarda che vengo a vedere!” Sbottò Clio. “Anzi, conto fino a tre! Uno... due... tre!” Arrivo.
John allora si alzò e portò il foglio dietro la schiena.
“Dai, fammi vedere cosa disegnavi!”
“Vuoi vederlo davvero?”
“Si!”
John allora mostrò il foglio alla ragazza.
“Ma...” sorpresa lei “... è... bellissimo...”
“Lo trovi somigliante?”
“E' bello...” senza smettere di guardare il disegno lei “... anzi, bellissimo... forse anche troppo...”
“Cosa vuoi dire?”
“Che non sono così bella...”
“Che sciocchezza.” Disse lui. “Tu lo sei molto di più.”
“Lo credi davvero?”
“Certo...” annuendo John “... e un giorno riuscirò a ritrarti in tutta la tua bellezza...”

Un raggio di Sole sfiorò il viso di Clio e i rumori dal piano inferiore cominciarono a diffondersi nella stanza.
La ragazza fu allora destata da quel sogno, svegliandosi in quella triste ed austera stanza.

Guisgard
03-11-2012, 05.06.10
La Santa Rita procedeva a passo spedito, con le vele al vento ed il canto dei suoi uomini che sembrava volerla accompagnare in quel suo viaggio, sotto le stelle flegeesi e seguendo la scia della Luna sulle acque.
“Capitano...” disse Emas a Guisgard “... fra quanto arriveremo a Portuga?”
“Sei impaziente di sperperare il tuo bottino?”
“In verità si!” Esclamò ridendo Emas.
“Io invece sono curioso di vedere quell'isola.” Fece Austus. “Un'isola completamente in balia di pirati e corsari... lo trovo affascinante.”
“Le isole sono tutte uguali.” Disse il dottor Musmot. “Vista una, viste tutte.”
“Un po' semplicistica questa teoria, no?” Sorridendo Austus.
“Affatto, ragazzo mio!” Replicò il dottore di bordo. “Io le ho viste tutte. Tutte quelle conosciute, s'intende. E proprio su un'isola mi fu amputata la gamba. Si... fu nel... si, insomma, una trentina di anni fa... ricordo che ad amputarmela fu un medico... un medico portoghese... lui mi diceva di star fermo in portoghese ed io lo insultavo in inglese.”
Tutti risero.
“Mandiamo un uomo sull'albero di maestra, Austus.” Ordinò Guisgard. “Così che subito si avvisti Portuga.”
“Si, Guisgard.” Annuì Austus. “Cavaliere25, sali in vedetta ed avvertici appena avvisti Portuga.”

cavaliere25
03-11-2012, 11.23.14
si vado subito dissi sorridendo e mi incamminai per salire sulla vetta e dare il segnale quando eravamo vicini all'isola di Totuga scrutai al orizzonte con occhio vigile e attento

elisabeth
03-11-2012, 11.30.07
Mi si paro' un bicchiere che dire pulito sembrava una parola di cattivo gusto....e cosi' come due attori di grande esperieza iniziammo a recitare....." Mio caro..lo sai da quanto aspettavo questa nostra vacanza....anche se le notti con te sono stupende anche in fondo al mare...." Lo accarezzai sul volto......avendo gia' le'ffetto del rum..che mi faceva vedere Storm duplicato........." Lo sapete che siete un uomo focoso...per questo vi ho sposato...." Tracannando un secondo bicchiere di rum......incominciai a ridere, sguaiatamente......Alzandomi in piedi presi il mio bicchiere..." Alle donne e a gli uomini che si amano.....e a quelli che fuggono.....dall'amore".......Il terzo bicchiere non arrivo' mai alle mie labbra...mi cadde dalle mani in un grande fragore...e poi il buio

Parsifal25
03-11-2012, 11.45.51
Come avevo prospettato lo spettacolo è stato divertente, infatti, quando il bucaniere mi si avvicinò cadde rovinosamente in balia delle sue braghe. Risi con gusto sotto i baffi......così, avrà imparato che oltre la forza e i muscoli bisogna utilizzare anche il cervello.

Il silenzio venne rotto dalle urla del capitano Giuff che indispettito di ciò mise tutti a tacere, un'ennesima volta si avvicinò a noi e chiese le nostre origini.......raccontammo il tutto e poco dopo ci disse che per essere accettati dal gruppo dovevamo superare una prova e tra me dissi:

"Mai che le cose possano filar liscie.....sempre prove.....che tristezza!!!!" e sbuffaì.

Cheyenne
03-11-2012, 12.04.22
Accettai le scuse del colonnello anche se avrei preferito sentirle dal diretto interessato.
"Non preoccupatevi signore, sono abituata a trattare con uomini del calibro di vostro nipote; fingerò di non aver mai avuto quel colloquio con lui, se questo vi da piacere ma ho almeno diritto a sapere come si chiama questo giovane irrispettoso. Sapete, al lago si è rifiutato di presentarsi dato che mi considera così inferiore."
Ma ora non ho più voglia di parlare di lui, avete qualche cosa che volete fare?

Altea
04-11-2012, 22.24.10
Andai a cambiarmi e indossai un vestito più leggere e soprattutto più semplice, visto andavamo verso il molo era meglio essere vestite il più semplice possibile.
Scesi nel giardino e vidi il maestro che fissava il golfo.."Sono pronta maestro, ho detto di far preparare la carrozza, possiamo andare."

Clio
04-11-2012, 23.55.40
Un tenue raggio di luce mi svegliò.
Mi accorsi di avere un sorriso beato dipinto sul volto.
Com'era dolce quel ricordo..
Com'erano avvolti di tenera poesia i momenti passati con lui...
Una lacrima mi scese sul viso, mi sedetti sul letto, le ginocchia strette al petto e la testa appoggiata ad esse.
Dove sei amor mio? Dove sei? La sorte mi permetterà di vedere ancora una volta il tuo viso?
Non sapevo se stavo pensando, sperando, o piangendo.. Probabilmente tutte e tre le cose insieme.
Chiusi gli occhi così forte che iniziarono a bruciarmi, asciugai le lacrime con la manica e fissai un un punto indefinito davanti a me.
No, per quanto la sorte sembri avversa, non mi arrenderò! Ti ritroverò.. dovessi metterci una vita intera!
Senza accorgermene avevo portato la mano al collo, al piccolo ciondolo a forma di scudo da cui non mi separavo mai.
Sospirai.
Per quanto ritenessi importante la ricerca di Jhonn, sapevo bene che non avrei potuto fare molto finché ero prigioniera.
E, sebbene Guerenaiz fosse a poche stanze di distanza da me, non riuscivo a vedere una via d'uscita.

Guisgard
05-11-2012, 01.40.33
Ingrid.
Poi il mare, le coste flegeesi, le isole, le navi.
Di nuovo Ingrid.
E ancora, Las Baias, la Rosa dei Venti, Storm e i suoi inseguitori.
E nuovamente Ingrid.

Ad un tratto Elisabeth si svegliò.
Era mattino e lei si trovava in un letto, coperta solo dalle lenzuola.
Gli abiti del giorno precedente erano accanto al letto, piegati con cura su una sedia.
Ad un tratto un rumore di passi, poi la porta si aprì.
“Ah, buongiorno.” Disse Storm entrando e richiudendo poi la porta dietro di sé. “Ho portato del latte caldo e un decotto di erbe. Il latte per la colazione e il decotto per quel mal di testa che, immagino, vi starà tormentando dopo la sbornia di ieri sera.”
http://www.ilmessaggero.it/MsgrNews/HIGH/20070809_mercier.jpg

Guisgard
05-11-2012, 01.54.35
“Si, hai il diritto di conoscere il nome di quello sfaccendato.” Disse il colonnello a Cheyenne. “Il suo nome è Sesc ed è, come hai capito, mio nipote. E' arrivato da Barcellona circa un anno fa, per volontà dei suoi genitori, perchè la vita all'accademia militare, dove era stato destinato per volere di suo padre, non era riuscita ad infondere disciplina nel suo animo riottoso. Praticamente vive qui senza seguire alcuna regola e senza rispettare nessuna delle mie volontà. Sinceramente spero che tu possa incontrarlo il meno possibile. E qualora accadesse ancora di vederlo, allora ti prego di ignorarlo come ormai faccio io.” La fissò e tentò di accennare un sorriso. “Ma hai ragione, meglio non parlare più di lui. Si, ora che ci penso, c'è qualcosa che vorrei fare. Qualcosa che non faccio ormai da troppo tempo. Vorrei fare un bel giro per Minisclosa. Un bel giretto per le sue stradine e per il suo porto. Ti va di accompagnarmi?”

Guisgard
05-11-2012, 02.06.04
Lin si voltò e vide Altea pronta per la loro uscita.
“Siete incantevole.” Disse sorridendo. “E questo abito vi sta molto bene. Mi sa che dovrò fare a pugni con diversi giovanotti per poter passeggiare con voi tranquillamente.” Aggiunse facendole l'occhiolino.
Saliti allora in carrozza, presero subito la strada per scendere verso il porto di Las Baias.
Il tempo era cambiato velocemente ed il vento aveva portato nuvole grigie e reso il mare grosso.
Tuttavia al porto vi era ancora vivacità ed un via vai di pescatori, marinai e militari ne animava ogni angolo.
Ad un tratto la carrozza passò davanti alla bottega dove Altea aveva comprato il libretto del pirata Topasfier.

Guisgard
05-11-2012, 02.20.29
Davanti alla locanda un nervoso Gurenaiz passeggiava avanti e indietro, con Parsifal poco distante che lo fissava.
“Ho sempre odiato questi dannati...” disse a denti stretti, voltandosi verso il suo Guardiamarina “... ed ora mi ritrovo a stretto contatto con loro...” scosse il capo.
Ad un tratto uno dei bucanieri di Giuff scese anch'egli nel cortile.
“Ehi, tu.” Chiamandolo Gurenaiz. “Ma di cosa parlava il vostro capitano ieri sera? Cos'è quella prova a cui sembra volerci destinare?”
“Eh, vedrete!” Rispose ridendo l'uomo.
“Deve essere molto divertente” replicò Gurenaiz “se sembra farti così ridere.”
“Lo sarà!” Replicò il bucaniere. “Lo sarà davvero! Soprattutto per chi assisterà allo spettacolo!”
“Almeno possiamo sapere quando avrà inizio?”
“Presto.” Fissandoli il pirata. “Molto presto. Appena salperemo di nuovo.”
“Dunque avverrà in mare questa prova.” Fece Gurenaiz.
“Si, in mare.” Annuì l'uomo. “Si, in mare... poi, se sarà sopra o sotto il mare dipenderà da voi.” E se ne andò con una grossa risata che faceva da eco ai suoi passi.
“Chissà” voltandosi Gurenaiz verso Parsifal “cosa avrà in mente quel dannato Gufo Nero....”
Nella locanda, intanto, Clio era nella sua stanza, appena svegliatasi da quel sogno fatto di ricordi.
E mentre era sul suo letto a ripensare al suo antico amore, udì la voce di Gurenaiz che proveniva dal cortile.

Guisgard
05-11-2012, 03.24.32
Scena VIII: Patto fra pirati


“Mefistofele:<<Io mi impegno a servirti quaggiù
a un tuo cenno, sempre e subito.
Quando di là noi ci ritroveremo
dovrai fare altrettanto con me.>>”

(Johann Wolfang Goethe, Faust)


La Santa Rita avanzava con i venti a favore ed il suo scafo solcava, tagliava e dominava le acque come fa una regina quando ammansisce i suoi sudditi.
Cavaliere25 scrutava vigile l'orizzonte e verso metà mattinata una sagoma lontana iniziò a mostrarsi agli occhi del giovane marinaio.
Era Portuga, l'isola che i pirati chiamano casa.
http://www.nuok.it/wp-content/uploads/2012/05/pontile-nord-bagnoli-vista-capo-miseno-592x394.jpg



Nel frattempo, sperduti in mezzo al mare sulla loro lancia stavano Sumond e quelli che gli erano rimasti fedeli.
“Abbiamo venti pezzi di carne, Signore...” leggendo Great da un registro “... cento cinquanta pezzi di pane, trenta galloni di acqua, un gallone di rum. Possediamo anche una bussola, un sestante e dieci sacchi da marinaio.”
“Ah, al diavolo!” Esclamò Sumond. “Issate la vela!” Ordinò.
E subito i suoi alzarono la vela al centro della lancia.
“Fate attenzione...” alzandosi poi Sumond e parlando a tutti loro “... non ci dirigeremo su Dragoa, ma faremo rotta verso un porto che potrà garantirci un passaggio verso l'Inghilterra al più presto. Punteremo su Cuba o su Giamaica.”
A quelle sue parole tutti cominciarono a protestare.
“Sono a oltre duemila miglia da qui, signore.” Disse Great.
“Lo so benissimo, signor Great.” Annuì Sumond. “Le Antille sono a duemilanovecento miglia da qui. Ma non vi spaventate. Gli alisei saranno propizi per tutto il tragitto. Vi sbarcherò tutti sani e salvi.”
“Si, certo!” Esclamò uno degli uomini a bordo. “Come siete riuscito a tenervi la vostra nave ed il vostro equipaggio!”
“Sarebbe uno sbaglio” disse Sumond prendendo la sua sciabola “non considerarmi più il vostro comandante e ho in pugno il mezzo per afferrare la mia autorità. E non infliggerei punizioni minori.”
“Scusate, signore...” alzandosi uno degli ufficiali “... posso chiedere perchè scartate Dragoa come consigliato dal signor Guisgard?”
“Perchè faremmo il suo gioco se impiegassimo due anni per tornare in Inghilterra.” Rispose il capitano. “E gli andrebbe ancora meglio se gli indigeni di Dragoa fossero dei cannibali!”
Tutti si allarmarono a quelle parole.
“Tutto questo arcipelago” continuò Sumond “è infestato da cannibali! Per questo ci dirigeremo verso le Antille! E per riuscirci ogni uomo a bordo dovrà sacrificarsi. Le scorte dovranno bastarci non per una settimana, ma per due, tre, quattro, forse cinque settimane! Solo così riusciremo in questa impresa!” Tornò a sedersi. “Questo dovrebbe bastare a convincerli.” Fissando Great. “Su, non siate così accigliato. Lo so anche io che è quasi impossibile, ma dobbiamo tentare. Non abbiamo altra scelta. Quei maledetti devono finire impiccati...”

elisabeth
05-11-2012, 09.42.08
Un sogno agitato e confuso dove il volto di Ingrid sembrava farne da cornice, ogni volta che tentavo di avvicinarmi a lei..lei sembrava allontanarsi piangendo, mi svegliai di colpo, un pesante mal di testa e lo stomaco in subbuglio...mi rigirai tra le lenzuola, sembravano sfregarsi direttamente sulla mia pelle, realizzai con orrore di essere nuda e di non ricordare nulla.....la stanza la mia roba piegata sapientemente e la porta che si apriva....Vidi Storm entrare..portando un vassoio con qualcosa...udii la sua vvoce che mi spiegava a cosa servissero...era la prima colazione....piano piano mi ero trascinata sotto le lenzuola..il mio volto era in fiamme, potevo sentire il calore che emanava.....da soltto le lenzuola " Buongiorno Storm......la serata di ieri spero abbia dato i suoi frutti.....anche se non ricordo nulla, essere astemi, non aiuta, posate pure il vassoio sul tavolo vi ringrazio......vi siete preso cura di me, quasi come faceva la mia Ingrid..perche' siete stato voi a mettermi a letto.....vero Storm?....".....il fiato mi mori' in gola in attesa di una sua risposta, come avrei fatto a guardarlo in volto sapendo che mia veva vista nuda ?.....e cos'altro avevo combinato in stato di ubriachezza ?...no..no...Storm non si sarebbe mai approfittato di me, mi avrebbe presa in giro in eterno....ma lui non avrebbe fatto niente altro.......ne ero prorpio sicura ?..

Parsifal25
05-11-2012, 12.35.48
Il comandante Gurenaiz era molto nervoso: sia per la prova sia per la vicinanza ad i
suoi acerrimi nemici, riuscivo a comprendere il suo stato.

"Comandante, se permettete.......vi consiglio di mantenere la calma e prepararsi su ciò che ci aspetta. La prova, non credo sia una passeggiata.......ma qualcosa di molto grosso."

Improvvisamente, entrò in locanda uno degli uomini del Gufo Nero e con fare superbo ci avvertì di ciò che avremo dovuto affrontare......la scelta era tra il mare o sul campo di battaglia.....

La cosa non mi piaceva per nulla.

Clio
05-11-2012, 14.00.54
Non so quanto restai ferma in quella posizione. Secondi, minuti, sicuramente non ore.
Poi una voce mi destò da quei vaneggiamenti, riportandomi alla realtà.
Guerenaiz...
Mi affacciai alla finestra e osservai, in silenzio, la scena.
Guerenaiz e il suo compare parlottavano con uno scagnozzo di Giuff.
Giusto, la prova, me n'ero scordata...
Cosa può volere da loro il capitano?
Quale tranello starà architettando?
Non riuscii a dare una risposta a quegli interrogativi.
Restai ferma, appoggiata al davanzale, ad osservare ogni movimento nel cortile. Ma detestavo stare con le mani in mano, specie in situazioni pericolose come quella.
Così, mi allontanai dalla finestra con un sospiro e mi avvicinai alla porta.
Esitai un attimo davanti alla maniglia, ma poi, dopo un profondo respiro, la spinsi e spalancai la porta davanti a me.

Talia
05-11-2012, 15.07.09
Seguii Musan oltre la porta, attraverso un corridoio e giù per un’angusta, buia ed umida rampa di scale... era una follia essere lì e lo sapevo: lì dove Musan aveva ogni potere ed io non ne avevo nessuno, lì dove mio padre non avrebbe mai potuto ritrovarmi tanto facilmente... quella parte di me ancora dominata dal buonsenso stava urlando forte... urlava che scappassi via, urlava di non approfondire oltre...
Ma io non le badavo: c’erano troppe cose che non mi quadravano in quella storia, troppi fatti non chiari, troppe coincidenze... le parole dello spagnolo continuavano a vorticarmi in mente ed io avevo la sgradavole sensazione che esse celassero qualcosa che però ancora mi sfuggiva... ed io volevo capire, sentivo l’esigenza di scoprire cos’era successo.
Giungemmo, infine, in una sorta di piccola cantina...

Qui, su una brandina e coperto da un lenzuolo, stava un corpo senza vita.
“Non sarà un bello spettacolo...” mormorò Musan “... ma mi avete chiesto voi di accontentarvi...” fece cenno al boia che era accanto alla brandina e questi tirò via il lenzuolo.
Il cadavere portava gli abiti che Passapour aveva indosso quando fu arrestato, presentava la sua stessa corporatura ed il suo volto era sfigurato al punto da essere irriconoscibile.
Un colpo di moschetto gli era infatti scoppiato in faccia.
“Ecco ciò che mi avete chiesto, Analopel...” disse Musan a Talia “... non è un bello spettacolo, ma siete stata voi a chiederlo...”

I miei occhi scorsero quel corpo... gli stivali di pelle alti con la risvolta, i pantaloni larghi, la camicia dal taglio inglese... giunsi al volto quasi controvoglia, ma ciò che vidi non fu ciò che mi aspettavo: quell’uomo poteva essere Passapour, infatti, ma poteva anche non esserlo... e nonostante questo, l’orrore più cupo mi colse alla vista del sangue e di ciò che restava di quel poveretto...
Chiusi gli occhi... ma ciò non bastò a contenere l’orrore...
Mi voltai, quindi, e, senza una parola, mi precipitai fuori... sostai solo un attimo oltre la porta... ma tutto quello era decisamente troppo per me, mi mancava l’aria. Risalii, quindi, in fretta la scala fino a raggiungere il corridoio soprastante... e qui mi fermai, con la schiena contro il muro, gli occhi chiusi e la mani sul viso, inspirando il più profondamente che potevo l’aria fresca.

Altea
05-11-2012, 15.39.50
"E' strano maestro..sono venuta qua altre ben due volte con la mia balia eppure non ho nessun timore...di tutte quelle storie di pirati e via dicendo."
Mentre parlavamo mi trovai proprio di fronte alla bottega dove comprai il manoscritto e feci cenno al maestro di entrare.
Il maestro si soffermo' a guardare gli oggetti esposti e io mi avvicinai al vecchio venditore.."I miei omaggi, avete una cartina di Las Baias e delle isole che si trovano qua vicino?" Sorridendo aggiunsi sottovoce "Messere alcune settimane fa comprai qui da voi Le confessioni del Pirata Topasfier, era una copia o il manoscritto originale?"

cavaliere25
05-11-2012, 18.17.14
Gridai Terraaaaaaaaaaaaaaaaaa guardando attentamente ci siamo quasi dissi siamo arrivati e aspettai che qualcuno dicesse qualcosa

Cheyenne
05-11-2012, 18.50.23
"Certi, sarò felice di accompagnarvi a vedere la città... sono molto curiosa di conoscere un posto nuovo, per di più se è un luogo in cui starò per un po'."
Ora vado a cambiarmi di abito, non credo che una donna aristocratica debba farmi vedere in società con vestiti da fantino, per quandi sia anch'esso di splendida fattura."
Salii nella mia stanza e chiesi a una domestica di preparami un bagno.
Prima di togliermi la divisa da cavallo e mi guardai allo specchio, non avevo ancora avuto l' occasione di vedermi nelle mie nuove vesti da nobile europea.
Il bagno era pronto e così mi gettai nell'acqua calda e piena di sapone. Avrei voluto restarci per ora ma non volevo far attendere troppo il colonnello.
Mi asciugai velocemente i capelli e li pettinai cercando di riprodurre un'acconciatura che avevo visto in un bel ritratto in una delle sale della villa.
Aprii il mio armadio e presi un abito bianco adatto a delle passeggiate in città.
Gon era rimasta nel giardino e preferii lasciarla a divertirsi tra gli alberi.
Scesi nel salone e dissi al colonnello che ero pronta a partire.
Sulla carrozza mi ritrovai a pensare a Fhael e a Sesc, prima di andarmene dal villaggio non avrei mai potuto immaginare che potessero esserci uomini che andassero in giro per il mondo per diletto o che non avessero una cultura guerriera. Quello che non era variato era la presenza, in ogni luogo, di giovani irrispettosi della tradizione e del passato, come il figlio del capo vichingo o il nipote del colonnello.

Guisgard
05-11-2012, 19.41.00
Storm sorrise a quelle parole di Elisabeth.
Ed il suo sguardo si posò poi su di lei, mentre la ragazza tentava di stringersi fra le lenzuola.
“Già, essere astemi non aiuta.” Disse divertito. “Ma lascia però molto spazio alle sorprese, sapete? Siete crollata in un sonno profondo. Neanche un colpo di cannone vi avrebbe svegliata.” La fissò ancora, stavolta con uno sguardo indagatore. “E state tranquilla per la vostra virtù.” Occupandosi poi di preparare la colazione ed il decotto per lei. “Se stanotte avessi approfittato di voi, milady, ora... beh...” tornando a sorridere “... qualcuno dice che è impossibile dimenticare una notte d'amore, se è stata vissuta con passione.” Portò il vassoio sul letto. “Su, prendete prima il decotto e poi il latte.”

Guisgard
05-11-2012, 19.52.35
“Ma, milady, era naturalmente un manoscritto originale.” Disse il venditore ad Altea. “Qui vendiamo solo oggetti autentici.”
Anche Lin si avvicinò al bancone.
“Davvero?” Fissando il venditore. “E ditemi, come siete entrato in possesso di quel manoscritto?”
“E' presto detto.” Fece il venditore. “Tempo fa venne qui un vecchio lupo di mare. Era in condizioni economiche disagiate ed aveva un gran bisogno di denaro. Tentò allora di vendermi varie cose, ma tutte senza alcun valore. Poi, quasi per caso, nella sua borsa notai il manoscritto. Incuriosito chiesi notizie al vecchio, ma quello richiuse la borsa e borbottò qualcosa. Fece allora per uscire dal mio negozio, quando sulla porta apparvero due soldati. Gli mossero alcune accuse che non compresi e poi lo portarono via. Il vecchio però aveva fatto cadere la sua borsa e i soldati non si curarono di recuperarla. Così lo feci io. E fra le cose di quel vecchio, quasi tutte inutili, presi solo il manoscritto. Ecco tutto.”
“Dunque quel vecchio non aveva intenzione di vendere il suo manoscritto, nonostante il disperato bisogno di denaro.” Disse Lin.
“Già.” Annuì il venditore. “Cosi pareva.”

Guisgard
05-11-2012, 20.11.27
Cheyenne si presentò con il suo nuovo abito al colonnello.
Appariva come una tipica bellezza catalana, con i suoi capelli corvini e gli occhi lisci come quelli di un cerbiatto.
Il bianco di quel vestito metteva in risalto la splendida carnagione della ragazza e disegnava, attorno alla sua figura snella, forme delicate e perfette.
Il colonnello nel vederla sorrise e le chiese il braccio.
“Oggi sarò il tuo cavaliere.” Disse non senza un moto d'orgoglio.
Presero allora la carrozza e il cocchiere li condusse nel centro abitato di Minisclosa.
Si trattava di poco più di un borgo, fortificato e ben sorvegliato a causa della presenza costante di militari e navi sia olandesi che spagnole.
La zona settentrionale infatti era sotto il controllo spagnolo, mentre quella meridionale era dominio olandese.
Trascorsero così il pomeriggio a passeggiare per le strette stradine del porto, guardando le diverse botteghe con i loro caratteristici prodotti locali.
E da un orafo del posto, il colonnello acquistò per Cheyenne uno splendido pendaglio d'oro, con al centro incastonata un'acquamarina dagli splendi riflessi.
“Da queste parti” spiegò il colonnello alla ragazza “l' acquamarina possiede un significato particolare. E' la pietra della Fortuna e della felicità.”
Passeggiarono ancora per quel luogo, acquistando anche altri oggetti, tra cui un meraviglioso ventaglio ornato con seta e fili d'oro, proveniente direttamente da Maiorca.
Ritornarono alla villa verso sera e il colonnello pregò Cheyenne di tornare in camera sua e prepararsi per la cena.
Ma salita nella sua stanza, la ragazza fu subito attirata da un nitrito.
Era Gulltopr che cavalcava dietro la villa.
E c'era qualcuno in sella al cavallo.

Altea
05-11-2012, 20.13.17
Mi morsi il labbro nervosamente..non volevo che il maestro Lin venisse a conoscenza del manoscritto, anche se gli avevo rivelato di possederlo non volevo ne sapesse di più perchè non chiedesse più di vederlo.
"E' ovvio" risposi "quel vecchio caduto in disgrazia forse sperava di trovare il Tesoro e arricchirsi, ecco perchè non voleva disfarsene, ma inizio a sospettare, non è che chi lo possiede ne cade in disgrazia? Ma voi maestro mi avete insegnato che...è solo una favola".
Presi nervosamente quelle mappe, ringraziai il venditore e presi per mano il maestro, era meglio non approfondire di più quella storia.
Una volta usciti ci trovammo di fronte al molo..."Dove si trovano i pirati?" chiesi con una risposta secca mostrando le mappe al maestro.

Guisgard
05-11-2012, 20.23.57
“Si, avete ragione...” disse Gurenaiz a Parsifal “... dobbiamo restare lucidi e calmi... un nostro passo falso manderà a monte il nostro piano...” scosse il capo, come a voler buttar giù la rabbia e quel senso di impotenza “... si, non abbiamo scelta... per ora dobbiamo attendere... ma stare a contatto con questa feccia di pirati... beh, mi innervosisce non poco... e poi... poi... avete visto quella ragazza che ci ha parlato nella locanda? Ebbene, è lei la ragazza rapita dai pirati... è lei...” alzò di nuovo gli occhi e fissò le finestre del piano superiore della locanda, come se volesse scoprire quella di Clio.
“La prova...” mormorò poi “... secondo voi di cosa si tratta? Vorrei tanto scoprirlo... ma come?” Voltandosi verso il suo Guardiamarina.
Intanto, proprio al piano superiore della locanda, Clio si era decisa ad uscire dalla sua stanza.
Aperta la porta si accorse allora che il corridoio non era sorvegliato, così come le scale che davano al piano terra.
E alla fine del pianerottolo vi erano due porte: una dava nella stanza grande, dove i filibustieri passavano il tempo a bere, a giocare e con le prostitute, mentre l'altra si apriva sul cortile.

elisabeth
05-11-2012, 20.27.36
Era leggero nei movimenti , non sembrava un rude bandito.......ma se anche lo fosse stato...mi aveva trattata con la massima cura....."Una mia amica era convinta che dormire con un uomo significava passare notti di passione, e invece io posso dire che con voi ho passato due notti e ho avuto ragione...posso fidarmi di voi...oppure non sono il vostro tipo.."..mi venne da rider, tentai di alzarmi stringendomi il lenzuolo al petto......un lieve giramento di testa mi fece gemere......"Non mi ubriachero' mai piu'..e' una cosa orrenda....ho la nausea, come faro' a bere quelle cose..?...ditemi...i due soldati ?"....

Clio
05-11-2012, 20.40.37
Il cuore batteva forte, mentre spingevo la maniglia, pensavo alle parole da rivolgere alle sentinelle, al tono da usare.
Poi, nessuno.
Guardai a destra, poi a sinistra, sospettosa.. nulla.
Cominciai a camminare di soppiatto fino alla fine delle scale.
Due scelte si aprivano davanti a me, non esitai, avrei usato come scusa la voglia di respirare aria pulita. Infondo, ero sempre nella locanda.
Mi diressi così verso il cortile.
Dapprima il sole mi disorientò, e dovetti coprire gli occhi con una mano per riuscire a vedere distintamente.
Ma poi mi abituai, e feci qualche altro passo.
"Buongiorno marinai..." Dissi a Guerenaiz e al suo compare.
"A quanto pare oggi è il grande giorno. Il capitano vi ha detto che sorte vi attende? "Sorrisi. " Perdonatemi, ho dimenticato i vostri nomi... "
Parole comuni, parole innocue, le uniche che mi fidai di rivolgere ai due olandesi.
Ma i miei occhi, fissi in quelli di Guerenaiz, dicevano ben altro.
Parlavano di gratitudine, e di una speranza di libertà unita al terrore per la loro sorte, ma anche per la mia.
Nemmeno io credetti di riuscire a trasmettere tutto quello con un unico sguardo, ma ero sicura che lui avrebbe capito.

Guisgard
05-11-2012, 21.06.12
Talia era scossa, disgustata e spaventata da ciò che aveva visto.
Era con le spalle contro la parete ed il volto sconvolto.
“Mi spiace...” avvicinandosi a lei Musan “... ma siete stata voi a chiedermelo, Analopel...” la fissò ed un leggero sorriso apparve sul suo volto “... venite, vi farò avere un po' d'acqua...”
Prese allora la sua mano e senza attendere risposta da lei si avviarono verso una piccola stanza.
Qui fu fatta sedere e un soldato le portò dell'acqua fresca.
“Comunque” mormorò Musan “non addoloratevi oltre. Quell'uomo era un assassino, visto che ha confessato di essere stato lui a trucidare il Viceré e la sua corte. Ora però, temo, cominci una parte molto spiacevole e forse dolorosa di questa brutta storia... prima di tentare la fuga, Passapour aveva confessato di avere un mandante... e ha fatto il nome di vostro nonno. E sono costretto a rivelarvi che dati i suoi trascorsi, una giuria non impiegherà molto a giudicarlo colpevole...” la fissò “... e poi c'è dell'altro... la vostra testimonianza, quella a favore di Passapour, si è rivelata... come dire? Inattendibile.” Di nuovo quel sorriso. “Ma tenterò io di spiegare a sua eccellenza che talvolta è possibile sbagliarsi...” le sfiorò i capelli “... si, tenterò di aiutarvi, Analopel...” ed i suoi occhi si fermarono su quelli di lei.

Cheyenne
05-11-2012, 21.13.19
Passai un bel pomeriggio in compagnia del colonnello e tornata a casa, salii nella mia stanza per prepararmi per la cena. Avevo intenzione di indossare gli splendidi gioielli di acquamarina che mi aveva regalato durante la nostra passeggiata.
Ero intenta a scegliere con quale abito abbinarli quando, dalla mia finestra, che avevo lasciato aperta per permettere a Gon di entrare, sentii un cavallo nitrire.
Il mio primo pensiero fu che il colonnello attendesse ospiti a cena, così mi affacciai per vedere chi fosse.
Gulltoppr era in mezzo al parco, cavalcato da quell'arrogante e prepotente Sesc.
Uscii come una furia dalla mia camera e feci di corsa la scale, urtai un servitore e urlandogli le mie scuse accorsi fuori.
Sempre correndo andai verso il cavallo e il suo indegno cavaliere.
Presi con forza le briglie di Gulltoppr e intimai a Sesc di scendere ma nel frattempo, sicura che mi avrebbe riso in faccia e non avrebbe dato ascolto alle mie parole, mormorai a bassa voce una parola al cavallo che, come impazzito si impennò, facendo rovinosamente cadere a terra quello sciocco ragazzo viziato.
Scoppiai in una fragorosa risata, gettai uno sguardo di sdegno verso Sesc e richiamai a me Gulltoppr.
Saltai in groppa al mio cavallo e lo ricondussi alle stalle. Dopo averlo liberato dalla bardatura e avergli dato una carota, ordinai agli stallieri di non permettere a nessun altro che non fossi io, di accedere al suo box.
Decisi di mantenere il più possibile il riserbo su questa faccenda con il colonnello, dato che avevo avuto modo di notare quanto imbarazzo gli procurasse il giovane nipote.
Tornai nella mia stanza dove trovai Gon addormentata su un grosso cuscino al centro del letto. Le accarezzai la testolina poi mi cambiai velocemente per la cena e scesi nel salone del pranzo.

Guisgard
05-11-2012, 22.21.09
“Altea...” disse Lin “... cos'è tutto questo interesse per i pirati? Devo forse collegarlo alla storia di quel manoscritto? Forse in cuor vostro pensate possa essere vero?” Prese le mappe dalle mani di lei. “I pirati si trovano in mare aperto, non rischiano di avventurarsi qui a Las Baias. Alcuni poi hanno covi segreti, posti in isole remote o sconosciute. Sicuramente la più celebre è Portuga, un'isola che in passato è stata in balia di spagnoli e inglesi e che oggi è quasi abbandonata al suo destino di rifugio di corsari.” La fissò. “Non mi sono ancora meritato la vostra fiducia? Non volete mostrarmi il manoscritto? Temete forse che vi ruberei il tesoro?” Facendole l'occhiolino.

Guisgard
05-11-2012, 22.32.16
Ad un tratto a Gurenaiz e a Parsifal apparve una figura.
Era Clio.
Nel vederla Gurenaiz restò fermo e in silenzio.
Come chi vede qualcosa dopo averla immaginata, pensata e sognata da sempre.
Poi a quelle parole di lei si scosse.
Si sedette sotto la grande palma che si trovava nel cortile e cominciò a tirare dei sassolini contro il muro.
“Già, il grande giorno...” disse fissando i sassolini che rotolavano “... peccato che nessuno si decida a dirci in cosa consista la cosa che rende così speciale questo giorno...” fissò allora Clio “... ho navigato molto e ho udito molte leggende... come quella di un pirata che si innamorò di una principessa... e per amor suo rischiava ogni volta, pur di vederla, di farsi catturare e giustiziare... ma per dichiarare il suo amore, narra la leggenda, a lui non servirono parole... perchè lei riuscì a leggere nel suo cuore e nel suo pensiero... già... agli uomini non sempre riesce, pare... ma una donna può davvero leggere nel cuore e nella mente dell'uomo innamorato di lei...” allora si alzò e si avvicinò alla ragazza “... io vi porterò via da qui... ve lo prometto...” le sussurrò piano.
http://peliculas-y-series.programasfull.com/wp-content/uploads/Van-Helsing-Cap-01.jpg

Altea
05-11-2012, 22.48.11
Annuii..."Ebbene si, sono rimasta colpita e affascinata da quel racconto del Pirata Topasfier...e della Isola Nascosta che è apparsa improvvisamente" lo guardai con aria di sfida..insisteva per vedere il manoscritto e non capivo il motivo di tale curiosità. "Portuga, avete detto? Ma se è un posto dimenticato da Dio e infestato da pirati perchè allora il Governatore non provvede a mandare le sue gloriose armate navali ed eliminare tutti quei pirati?" sorrisi forse più per la bravura con la quale i pirati sapevano dare filo da torcere al Governatore.
"Chissà se ci sono mai stati pirati dal cuore nobile..una sorta direi di..Robin Hood, d'altronde qui di miseria ve ne è abbastanza" dissi guardandomi attorno dove vi erano bimbi che già lavoravano per un tozzo di pane.

Clio
06-11-2012, 01.31.12
Di difficile distogliere lo sguardo.
Trattenni il fiato mentre parlava, ogni parola sarebbe stata inutile e inopportuna.
Poi, Guerenaiz si avvicinò e mi sussurrò piano.

“... io vi porterò via da qui... ve lo prometto...”

Sorrisi, leggermente con le labbra ma immensamente con lo sguardo.
"I vostri occhi non mentono, marinaio... Mi avete ridato speranza."
Mi avvicinai ancora più a lui, in modo che fosse impossibile per chiunque sentire.
"Non avrei voluto coinvolgervi in questa storia..." Sussurrai. "Mi dispiace... Ma.. ma non ho avuto scelta.... Avevo polsi e le caviglie legati...." La frase mi morì in gola, e gli occhi si velarono di lacrime.
Dovetti sbattere le palpebre risolutamente un paio di volte per evitare il pianto.
Alzai lo sguardo su di lui. No, non avevo mentito, per quanto non avessi mai dato per scontato il suo aiuto, ora non avevo più dubbi. Sapevo che per quanto la situazione sembrasse disperata, avrebbe cercato di salvarmi.
E questa consapevolezza rendeva la prigionia decisamente meno amara.

Guisgard
06-11-2012, 01.33.08
“Abbiamo già dormito nello stesso letto” disse Storm ad Elisabeth “e dite di non essere il mio tipo?” Facendole l'occhiolino. “E stanotte poi di nuovo soli soletti! Anzi, ora che ci penso, credo che poche coppie possano vantare il nostro stesso livello di passione, visto che anche nelle situazioni più complicate riusciamo poi a finire a letto insieme!” Sorrise. “Si, concordo... decisamente la sbornia non fa per voi.” Dandole il decotto di erbe. “Su, buttate giù questa prelibatezza. E dopo vi addolcirete con questa bella tazza di latte caldo.” Indicando l'altra tazza. “Quanto ai soldati, non so che pensare... quando vi ho portata in stanza, loro due sono rimasti a bere. Stamani poi, quando sono sceso per prendere il latte ed il decotto, non mi pare di averli visti. Su, bevete queste cose che poi ci attende una lunga giornata. Dobbiamo ritrovare la vostra domestica.”

Guisgard
06-11-2012, 01.53.33
I loro occhi si incontrarono e un senso di sicurezza, seppur velata, avvolse Clio.
“Basta...” disse lui a voce bassa “... non dite altro... non è stata colpa vostra...” arrivando a sfiorarle la mano “... e non sono venuto fin qui per vedere i vostri bellissimi occhi velarsi di lacrime...” tentò di avvicinarsi ancor più a lei, ma qualcosa lo fece desistere.
“Cosa ci fai qui?” Arrivando Boyuke e fissando Clio. “Chi ti ha detto che potevi uscire dalla tua camera? Forse abbiamo fatto un errore a toglierti le catene.”
“Non stava facendo nulla di male, la ragazza.” Intervenne Gurenaiz.
“Non sto parlando con te.” Con astio Boyuke.
“Ma sono io che parlo a te.” Replicò l'olandese. “La ragazza non rammentava i nostri nomi ed io stavo per ripeterli.”
Boyuke lo fissò.
“Daiser...” continuò Gurenaiz e sempre fissando Clio “... Daiser è il mio nome e Casaran è quello del mio amico.” Indicando Parsifal che era dietro di lui.
“Andiamo ora.” Ordinò Boyuke a Clio.
“Sei il suo Angelo Custode o cosa?” Domandò con velato sarcasmo Gurenaiz.
“Tu mi piaci sempre meno!” Esclamò Boyuke. “E forse meriteresti una bella lezione!”
“Vuoi darmela tu?” Con aria di sfida l'olandese.
“Perchè no...” portando una mano sul pugnale Boyuke.
“Una nave si avvicina!” Avvertì all'improvviso uno dei bucanieri che arrivava dal porto. “E' una nave pirata!”
“Pirata?” Ripeté Boyuke. “Meglio avvertire il capitano.”
E corse da Giuff.

Guisgard
06-11-2012, 02.16.23
Lin fissò Altea e tentò di comprenderne le intenzioni.
“Pirati...” disse all'improvviso qualcuno “... oh, si... esistono molti tipi di pirati... di tutti i generi... ma forse nessuno è come lo Sparviero Nero...”
Era un vecchio marinaio intento a sciogliere alcune cime sul molo e che aveva udito i discorsi della ragazza e del suo maestro.
“Io l'ho veduto...” continuò il marinaio “... assalì la nostra nave poco dopo il crepuscolo... in un attimo la sua bandiera sventolò con bagliori quasi fiabeschi, frutto della pallida Luna che quella sera splendeva sul mare... eravamo una nave mercantile e subito ci arrendemmo... in breve i suoi uomini saltarono sul ponte e ci immobilizzarono... poi giunse lui... diede prima ordine ai suoi di portare a bordo della loro nave tutto il bottino e le merci, per poi scendere in mezzo a noi e fissarci uno per uno... non avete opposto resistenza e vi siete arresi subito, disse... così da non far correre rischi ai miei uomini... per questo avrete salva la vita, concluse... e andarono via, lasciandoci così liberi...”
“E' pur sempre uno sporco pirata.” Fissandolo Lin. “Un uomo che vive predando ed uccidendo. Il fatto che abbia risparmiato voi, non vuol dire che sia misericordioso con tutti.”
“Signore, io non ho detto che lo Sparviero Nero sia migliore o peggiore degli altri pirati...” mormorò il vecchio “... ma ho solo detto che è diverso...”
“Sciocchezze.” Scuotendo il capo Lin. “I pirati sono tutti uguali.”
Il vecchio marinaio allora, prese le sue cime, si allontanò, svanendo tra la gente che affollava il porto.
“E voi smettetela di sognare ad occhi aperti dietro queste storie di pirati e tesori.” Voltandosi Lin verso Altea.
Era visibilmente contrariato, come se qualcosa lo avesse reso inquieto.
“Ora direi di tornare a casa.” Concluse.

Guisgard
06-11-2012, 02.30.44
Scesa nel salone, Cheyenne si accorse che il colonnello non era ancora giunto.
“Quelle come te” disse all'improvviso una voce proveniente da uno dei divani posti verso il camino “sanno dunque anche parlare agli animali?” Era Sesc che stava steso su quel divano, con le braccia dietro la nuca ed un piccolo cuscino sul viso. “Come ci riuscite? Con formule magiche?” Scosse il capo e il cuscino cadde a terra, liberando il suo viso.
Fissava Cheyenne con aria di sfida ed un sorriso beffardo era stampato sul suo volto.
“Sei anche una strega?” Continuò. “Magari hai fatto un incantesimo al vecchio colonnello, facendolo così infatuare, vero? Immagino miri al suo denaro. Beh, sai che dovresti essere più accomodante anche con me? E non fare come prima, quando mi hai fatto imbizzarrire il cavallo? Io sono il suo unico nipote e tutto questo” indicando la casa “un giorno potrebbe essere mio. E magari, se fai la brava... chissà, potresti avere i tuoi vantaggi...” rise in modo ambiguo “... dimmi, strega, stanotte vuoi che lasci la porta della mia stanza aperta? Così che tu possa venirmi a trovare?”

Guisgard
06-11-2012, 03.28.57
La Santa Rita sbarcò così a Portuga.
L'isola era in festa, con luci che scintillavano sulle chiare acque del porto e suoni che salivano, trasportati dal vento che accarezzava le alte palme, fin quasi al cielo.
Qui, Guisgard diede licenza ai suoi uomini di spendere e divertirsi come più garbava loro, ricompensandoli così della fedeltà e del valore mostrato in battaglia.
La locanda più famosa era la Lampara dei Mari, ritrovo per contrabbandieri e filibustieri.
La stessa locanda dove avevano trovato alloggio anche Giuff e i suoi uomini.
E quella sera l'atmosfera era più gaia del solito.
Il rum scorreva a fiumi, la musica inebriava e carne e pesce riempivano le tavole dove i filibustieri si abbandonavano ad ogni genere di svago e piacere.
“Avanti, cavaliere25...” disse Rynos dopo il sesto o settimo bicchiere di rum “... perchè non scegli una bella ragazza da far divertire stanotte?”
“O magari che sia lei a far divertire te!” Esclamò Emas, azzannando una monumentale coscia di capretto.
Ad un tratto un pirata della ciurma di Giuff prese il suo boccale e invitò i suoi compagni a brindare con lui.
“Viva il capitan Giuff!” Gridò e tutti i suoi gli fecero eco.
“Viva il capitan Guisgard!” Alzandosi allora Rynos e invitando anche i suoi a brindare.
E nessuno dei suoi compagni si fece pregare per partecipare a quel brindisi, abbandonandosi poi tutti insieme ad una grassa risata per aver surclassato con le loro voci il brindisi della ciurma del Gufo Nero.
“Finalmente incontro il famoso capitan Guisgard.” Avvicinandosi Giuff a Guisgard. “Sono mesi che ormai sento parlare di voi e dei vostri uomini. Posso dire che in tutto il Flegeeo non si sente che parlare dell'indomabile Sparviero Nero.”
“Davvero?” Fissandolo e sorridendo Guisgard. “Non pensavo di essere così famoso.”
“Altroché!” Esclamò Giuff. “In tutto il Flegeeo non c'è un pirata che mi stia alla pari! Eccetto voi!”
“Si, conosco la vostra fama, capitano...” fissandolo Guisgard “... conosco le vostre gesta...” aggiunse con tono quasi sarcastico.
“Allora direi di brindare a noi due, caro capitano!” Disse Giuff. “Ai due più temibili pirati di tutto il Flegeeo!” Lasciandosi poi cadere fra le braccia di una bella prostituta.
“Massì...” annuì Guisgard, per poi prendere un bicchiere e riempirlo con del rum “... del resto un brindisi non ha mai ucciso nessuno...”
“A noi due allora!” Ridendo Giuff.
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Cheyenne
06-11-2012, 08.11.47
Nel salone trovai invece Sesc.
"Non sono una strega, mi spiace deludervi, ho semplicemente un'affinità particolare con gli animali, cosa che, da quanto ho visto voi non avete neanche cin le persone. La porta della vostra stanza è meglio che resti chiusa, lo dico per il vostro bene. Mi sono sempre trattenuta nri vostri confronti per rispetto del colonnello e della parentela che avete con lui, ma vi assicuro che se non fosse per questo vi avrei già spaccato quel sorrisino odioso dal vostro bel faccino.
Dei soldi di vostro zio non mi importa, a differenza vostra non solo il mio unico costante pensiero fisso.
L'altra volta vi siete dileguato come un ladro furtivo, ora voglio vedere se avete il coraggio di cenate con noi ed esprimere al colonnello la vostra opinione su di me."

elisabeth
06-11-2012, 09.55.51
" Dite che dormire nello stesso letto si chiami passione ?...pensavo fosse un'altra cosa......Tramonti, mano nella mano, baci lievi sulle labbra.......perdonate sono in vena di atti artistici e fumi di sbornia....bene berro' il decotto "....poggiai le labbra su quella tazza che puzzava non poco....ne bevvi un sorso e feci fatica a non risputarla sul volto di Storm..." Mio Dio ma e' vomitevole, che cosa diavolo e'....."..presi invece la tazza col latte e l'assaporai di gusto...e mi venne da ridere...in genere andavo a bere il latte dopo che l'avevano munto e come al solito Ingrid rideva...dicendo che sembravo un generale dopo la bevuta di una pinta di birra...mi si formavano meravigliosi baffi di schiuma di latte.......mi passai involontariamente la mano sulle lebbra, come a voler custodire un episodio intimo tra me ed Ingrid...."...Dite il vero.....Ingrid e' nella mani di non so chi, gia' da molto tempo......e voi se mi state accanto finirete di regalargli la vostra testa su un piatto d'argento........vi ho ricattato e questo non va bene, non e' questo che mi ha insegnato mio padre.....Storm, ascoltatemi, la vita e' molto importante per ognuno di noi e la vostra a differenza di come la pensano in molti....avra' un valore per voi molto importante...non potrei credere il contrario....forse se vado dal console e denuncio la sua scomparsa...potrei avere un aiuto....o forse potrei essere ancora di intralcio per voi e per Ingrid stessa.......ieri i due soldati vi avrebbero potuto arrestare senza problemi..eppure non l'anno fatto............e' tutto molto strano"......scesi dal letto e feci per andare a vestirmi.." Potreste voltarvi ?...sono nuda..."....

cavaliere25
06-11-2012, 11.52.28
Non è male come idea dissi guardando i miei amici ora do un occhiata in giro e scelgo la donna mi alzai e mi avvicinai a una donna vicino al bancone e dissi salve signora come va? domandai sorridendo e aspettai una sua risposta

Altea
06-11-2012, 15.41.13
Ascoltai con cura il racconto del marinaio...lo Sparviero Nero..e ricordavo non si annoverava tra i vari nemici di cui parlò il Governatore quando ci mostrò i modellini delle navi.
Poi il marinaio scomparve tra la gente e guardai il maestro perplessa, cosa aveva causato in lui tale nervosismo? Voleva vedere il manoscritto in cui si parlava di Capitan Lanzaras ma non voleva più si parlasse di pirati.
Proseguii e salii in carrozza e ordinai di partire.."Maestro, scusatemi se mi permetto..ma perchè avete zittito in malo modo quel vecchio marinaio? D'altronde egli ci stava raccontando una..sua storia..una storia da lui vissuta, sapete è la terza volta che mi reco qui al molo e mi piace parlare con questi vecchi mozzi delle loro avventure, loro hanno una loro storia da raccontare e vera...che non sarà plateare come i vostri amati autori classici..ma pur sempre affascinante e degna di rispettoso ascolto".
Calò un brusco silenzio, arrivati a casa mi congedai e andai da Odette, erano giorni che io e lei non avevamo occasione di parlare assieme ed ella mi accolse con un sorriso..."Odette, volevo sapere la tua opinione sul maestro. Mi sembra un personaggio alquanto strano..o sbaglio?"

Talia
06-11-2012, 17.27.35
Non sapevo come ero arrivata in quella stanzetta e come avevo trovato quelle sedia, mi tramavano forte le gambe... e non sapevo come mi ero ritrovata quel bicchiere d’acqua tra le mani esitanti... lentamente lo accostai alle labbra, quasi in un gesto meccanico, ma non bevvi... lo appoggiai sul tavolo, invece, e sollevai gli occhi a fissare Musan, in piedi di fronte a me...
Le sue parole ed il tono della sua voce, infatti, avevano iniziato a far breccia in me. Rabbrividii nell’incrociare il suo sguardo, il quale lasciava davvero poco margine di immaginazione rispetto a ciò che avrebbe chiesto in cambio del suo aiuto...
E tuttavia finsi di non capire le sue allusioni.
“Mio nonno è innocente!” dissi, con la voce che tramava “E’ innocente e questa è la realtà! E inoltre non hanno alcun motivo per dubitare della mia testimonianza... nessuno!”
Esitai solo un attimo, poi mi alzai in piedi a mia volta, nonostante le gambe mi stessero ancora tremando terribilmente...
“Se davvero volete aiutarmi, milord, fate presente questo al Governatore!”

Clio
06-11-2012, 19.19.16
Sorrisi, più di quanto avrei voluto alle parole di Guerenaiz. Fissai quegli occhi veri e sicuri per lunghi attimi.
Poi Boyuke arrivò e, come al solito, rovinò tutto.
"Andiamo Boyuke..." Dissi sbuffando ".. Non sono mica scappata. Volevo prendere una boccata d'aria, maledizione!"
Alzai le braccia e roteai le mani per indicare il luogo in cui mi trovavo.
"Guarda dove sono, diamine... Passa uno di voi un minuto si e l'altro pure... Non sono mica così fessa... La moneta luccica ancora sul bancone. Credi che sia cieca?" Soggiunsi tra i denti.
Ma poi qualcuno lo avvisò dell'arrivo di qualche altro pirata, e il tagliagole corse via.
Lo guardai rientrare nella locanda, con le braccia conserte e lo sguardo sarcastico.
"No, non preoccuparti per me, caro. Vai pure dal capitano...." Esclamai alzando un sopracciglio.
"Poi non prendertela se non me ne sto buona buona nell'angolino. Non sono mica un cane!" Sibilai divertita sedendomi su una panca.

Guisgard
06-11-2012, 20.24.22
Sesc sorrise a quelle parole di Cheyenne.
Era un sorriso beffardo.
“Coraggio...” disse come a voler ripetere quella parola pronunciata dalla ragazza “... devo dunque dimostrarti il mio coraggio? O dimostrarlo a mio zio?” Si alzò dal divano e si sgranchì per essere stato un po' troppo in quella posizione. “Ma in realtà io non devo niente a nessuno... e ancora meno a mio zio o a te...” fece qualche passo in avanti, come a voler uscire dalla stanza “... quanto alla mia stanza, non ho bisogno di tenerla aperta o chiusa... quando voglio qualcosa so come prendermela...” si voltò e guardò negli occhi Cheyenne “... ho coraggio io...”
Poi, con un gesto improvviso, la prese fra le braccia e la baciò con passione.

Guisgard
06-11-2012, 20.33.29
Storm sorrise ed annuì.
Fece poi qualche passo verso la finestra e restò a fissare la strada senza voltarsi indietro, dando così la possibilità ad Elisabeth di vestirsi.
“Andare dalle autorità è perfettamente inutile...” disse “... il governatore è un uomo disgustoso, fanatico e malvagio. Incapace di provare amore o pietà verso i suoi simili. Pensate che un simile individuo possa interessarsi alle sorti della vostra governante? No, penseremo noi a salvarla... forse so dove è stata nascosta... quanto ai soldati, non credo mi abbiano riconosciuto. Del resto la mia attività di contrabbandiere mi ha portato raramente a Las Baias. Forse si sono insospettiti perchè eravamo nuovi qui. E per la mia vita... non so quanto possa valere... solitamente un uomo vale se al mondo qualcuno piangerà la sua morte... per me, invece, nessuno verserebbe una lacrima...” sorrise “... su, vestitevi in fretta... sono stanco di fissare la strada e la tentazione di voltarmi mi sta divorando!”

Guisgard
06-11-2012, 20.39.36
Durante il tragitto Lin non disse nulla, restando a fissare la strada con un'espressione accigliata.
La carrozza giunse a destinazione e il maestro andò via.
Tornata a casa, Altea subito si recò da Odette.
“Mah, mi sembra un uomo affascinante.” Disse la donna alla ragazza. “Intelligente, colto e dai modi raffinati. Ma perchè mi fai questa domanda? Non ti trovi bene con lui? Non pensi possa essere un valido insegnante?”

Guisgard
06-11-2012, 20.57.36
Boyuke era corso via, ad avvertire Giuff dell'arrivo di quei pirati.
L'isola e la locanda si riempirono così del chiasso che quella nuova ciurmaglia portò con sé.
“Altri pirati...” disse Gurenaiz guardando i nuovi arrivati che pian piano dal porto giungevano alla Lampara dei Mari “... se potessi attaccherei quest'isola con almeno dieci fregate, facendola saltare in aria a colpi di cannone...” si avvicinò poi a Clio che si era lasciata cadere su una panca “... occorre un piano...” mormorò “... un piano per la nostra fuga... ma non ora... voglio prima guadagnarmi la fiducia di quel dannato pirata... e l'unico modo per riuscirci è superare quella loro prova...” si voltò poi verso Parsifal “... Guardiamarina... fingendo di avere sete tornate dentro e cercate di capire chi diavolo sono i nuovi pirati giunti poco fa...” tornò a guardare Clio “... ve la sentite di indagare un po'? Indagare su quella misteriosa prova? Forse vi sarà possibile, visto che il Gufo Nero si lascia avvicinare da voi... cosa ne dite?”



Intanto all'interno della Lampara dei Mari, le due ciurme di pirati bevevano, giocavano e sceglievano le compagne con cui trascorrere il loro ozio.
“Salute a voi, signore.” Disse la donna, fissando con sospetto Cavaliere25. “Vi occorre qualcosa? Altro rum? O ancora un po' di carne? Se invece avete delle lagnanze, allora rivolgetevi a mio marito, il padrone di questa locanda.”
“Avete visto?” Ridendo Rynos. “Il nostro buon Cavaliere25 ha scambiato la locandiera per una delle donnine di questo posto!”
“Già, l'unica vestita in modo decente!” Gli fece eco Emas.
“Si vede che il nostro amico ha gusti raffinati in fatto di donne!”
E risero tutti di gusto.

Altea
06-11-2012, 21.03.42
Ascoltai Odette alzando gli occhi al cielo..pure lei ne era rimasta affascinata.
"Nulla, non preoccuparti" risposi..se avesse continuato con i suoi toni bruschi e il suo fare critico ne avrei parlato con mio padre.
Mi affacciai guardando il mare, un desiderio irrefrenabile di sapere cosa vi era oltre quella vasta distesa di acqua si impadronì di me.
Scrollai le spalle...e guardai le case raffinate decorate con buongusto vicino.
Fino ad oggi non avevo fatto amicizia con nessuno qui a Las Baias, iniziavo a destare quella isola, era diventata una sorta di prigione.

Guisgard
06-11-2012, 21.22.20
“Analopel...” disse sorridendo Musan a Talia “... io sono vostro amico e perorerò sempre la vostra causa. Anche al punto di difendere, per quanto possibile, la vostra scialba testimonianza. Vedete, avete affermato di aver visto Passapour quando invece, per sua stessa ammissione, in quel momento era a Balunga a trucidare il Viceré e la sua corte. Dunque, capirete che sua eccellenza
nutrirà molti dubbi sulle vostre intenzioni, Analopel...” si avvicinò di nuovo a lei “... ora però rasserenatevi... farò di tutto per tenervi fuori da questa storia... dovete fidarvi di me, visto che sono il vostro unico e solo protettore... perchè in una simile situazione, nel bel mezzo di un vero e proprio incidente diplomatico tra Olanda e Spagna, capite anche voi che vostro padre e la sua Compagnia di mercanti ben poco possono fare... e so che apprezzerete queste mie attenzioni per voi, Analopel..."
Ma proprio in quel momento si udirono delle voci.
Qualcuno dall'altra parte del corridoio parlava ad alta voce.
Un attimo dopo la porta si aprì ed un saldato entrò.
“Cosa succede?” Chiese Musan.
“Signore, è giunto il signor Philip Van Johinson, insieme ad un altro uomo della Compagnia.” Rispose il soldato. “E chiede di vedere subito sua figlia.”
“Voglio vederla ora!” Si udì dal corridoio. “Fatemi vedere mia figlia, altrimenti Amsterdam sarà avvertita di tutta questa storia!”
Musan allora uscì nel corridoio.
“Tranquillizzatevi, signor Van Johinson.” Fece lo spagnolo. “Vostra figlia sta benissimo. Venite a vedere voi stesso. E' qui la vostra perla.”
Philip allora entrò nella stanza, seguito da un altro uomo che era con lui e subito abbracciò sua figlia.
“Va tutto bene, Talia?” Domandò preoccupato.

Clio
06-11-2012, 21.25.02
Annuii a quelle parole.
"Si, certo... Un piano..." Sospirai.
"Cercherò di parlare a Giuff... Mi inventerò qualcosa... Ma sappiate che la sua fiducia è difficile da ottenere. Ci ho messo un secolo a far si che non mi considerasse un oggetto. E non credo nemmeno di esserci riuscita totalmente. Tuttavia spera ancora nel denaro del mio Guerenaiz, anche se ha cercato di fregarlo l'ultima volta" dissi strizzando l'occhio destro.
"Bene, andrò a cercare di capire cos'ha in mente quel dannato Gufo Nero!"
Portai una mano al capo in segno di saluto e me ne andai verso l'interno della locanda.
Qui gli uomini erano come raddoppiati e a stento riuscivo a distinguere quelli di Giuff dai nuovi venuti.
Ma poi vidi il capitano, con una bella moretta sulle ginocchia, e mi avvicinai a lui. Mi sedetti al tavolo con gli altri.
"Volevate vedermi, capitano? Boyuke sembrava preoccupato che scappassi" dissi con un sorriso divertito.
"La fuori ci sono quei nuovi venuti terrorizzati per la prova che dovranno affrontare." Sorrisi prendendo un bicchiere di rum, lasciato lì da qualcuno.. Bevvi un sorso e lo posai subito sul tavolo, disgustata.
"Ah, non so come fate a bere questa roba!!"
Esitai, temevo che ogni mia parola potesse scatenare una reazione nefasta.
"Sapete, non riesco a immaginarmi come mettiate alla prova i nuovi arrivati.. Noi, nell'esercito inglese, di solito.. Beh ufficialmente devono superare una "missione", per valutare forza e intelligenza" sorrisi, beffarda "ma non sarai mai uno del gruppo se non hai affrontato in duello il più grosso e gradasso di turno! Questo ufficiosamente, s'intende!" E feci l'occhiolino al capitano.
Sospirai, come se cercassi la risposta alle mie domande nel muro davanti a me, che continuava a fissare da un angolo all'altro.
"Infondo, come si dice? Tutto il mondo è paese... "

Cheyenne
06-11-2012, 21.46.47
Sesc fece per uscire dalla stanza ma poi, all'improvviso si voltò e mi baciò.
Il suo gesto inaspettato mi colse alla sprovvista e la mia reazione tardò ad arrivare.
Dopo un secondo che mi sembrò eterno, finalmente il mio cervello riprese il controllo del mio corpo.
La mia mano si scontrò con fragore con la guancia di Sesc rompendo il silenzio della sera.
Il mio palmo formicolava e il mio intero corpo fu preso da un fremito, non so se di rabbia, di vergogna o di qualcos'altro...guardai il volto del giovane, sul quale era rimasta l'impronta delle mie dita.
"Il coraggio, signore, è una qualità ben lontana dal vostro oltraggioso comportamento. La vostra morale non è paragonabile neppure al più meschino e sudicio animale che abbia mai popolato questa terra!"
Lo schiaffo che gli avevo tirato mi aveva invogliato a continuare a sfogare la mia rabbia per i suoi modi ma, ripensando al colonnello e alla sua ospitalità, dovetti trattenermi nuovamente.

elisabeth
06-11-2012, 22.23.04
Si volto' senza indugiare oltre, i suoi modi continuavano ad essere gentili e ben disposti.....guardava la strada o forse non guardava nulla, potevo ricostruire la sua stazza, la sua fisionomia...il colore dei suoi occhi cosi' cangianti quando pace o rabbia lo accoglievano, stavo con lui da cosi' poco e mi sembrava di conoscere ogni cosa, alle vote pensavo ai miei genitori, una vita serena piena di impegni e io in mezzo.....tra dame di buon rango e uomini che odoravano di sigaro e whisky.....ma tra loro quale intimita', poca...nessuna..........quasi due mondi cosi' diversi che dovevano attrarsi per amore o per forza........ero stata cresciuta con amore avevo tutto quello che potevo desiderare....ero stata vizziata da mia madre e di nascosto anche mio padre aveva fatto lo stesso.....ma non avrei mai voluto una famiglia come la mia........la mia famiglia si sarebbe dovuta basare sull'amore....e se non fosse successo, sarei rimasta un'allegra zitella....mi vestii in fretta, bene ero pronta..." Sono pronta Storm, sono certa anche io che andare dal Console non sia un' idea meravigliosa......allora sono tutta vostra....Ingrid ci aspetta"......gli porsi la mia mano.....pensai prendila e andiamo via....." Se vi succedesse qualunque cosa Storm, mi dispiacerebbe veramente tanto......siete stato l'artefice di tutto questo guaio.....ma alla fine, credo al destino.....meglio mi siate capitato voi che qualche altra cosa......"....

Talia
07-11-2012, 01.09.32
Il mio sguardo era fisso in alto, immobile su Musan... ero spaventata, preoccupata, tesa... e non riuscivo a smettere di pensare a quanto sciocca e avventata ero stata ad andare lì da sola, non riuscivo a smettere di pensare a tutto ciò che era accaduto, alle parole dello spagnolo, alle sue allusioni...
Poi d’un tratto udii quella voce gridare nel corridoio... sussultai nell’udirla e, quasi senza accorgermene, ripresi a respirare...
“Papà!” dissi, balzando in piedi e correndo ad abbracciarlo quando entrò nella stanza.
Ero felice, sollevata... probabilmente non ero mai stata tanto felice di vedere mio padre come in quel momento.
“Sto bene!” dissi alla sua domanda “Si, sto bene... stavo solo... solo rispondendo a delle domande... il signor Musan mi stava facendo delle domande...”
Improvvisamente mi accorsi di avere una gran voglia di raccontare tutto a mio padre... ciò che pensavo, ciò che sospettavo, ciò che Musan aveva detto e ciò che mi spaventava... ma non ero così sciocca da pensare di poterlo fare lì, o da non sapere quanto sarebbe stato opportuno che Musan mi credesse totalmente in suo potere...
Esitai, rimandando dunque ciò che avevo da dire a mio padre a quando fossimo rimasti soli...
“Ma ora...” mormorai “Ora sono davvero stanca e molto provata... e ciò che vorrei tanto, più di qualsiasi altra cosa è tornare a casa... a voi non dispiace se io e papà ce ne andiamo, vero Juan?”

Guisgard
07-11-2012, 01.59.03
Il pomeriggio e la sera trascorsero pigre alla villa della famiglia di Altea, con un vago senso di irrequietezza e forse malinconia avvertiti dalla ragazza.
Le notti flegeesi sapevano essere magiche, incantate, eterne, con il mare in lontananza che faceva giungere sul litorale il fruscio delle sue onde e l'odore di salsedine.
Le stelle apparivano come la cornice ideale per quel mondo, fatto, durante la notte, di luci soffuse, incerte, sfocate e distanti che sapevano dare a tutto un'immagine fiabesca e fatata.
Talvolta lungo l'orizzonte apparivano bagliori lontani, che poi, pian piano, sparivano nel nulla, come rapiti da chissà quale magia.
E nel fissarli Altea immaginava navi lontane, dirette chissà dove, destinando ai loro equipaggi avventure che lei poteva solo sognare.
Passata la notte, come spesso avviene, l'alba giunge e porta via i sogni più deboli, quelli che riteniamo destinati ad altri e non a noi, lasciando poi un senso di smarrimento e di vaga inquietudine.
Al mattino, come sempre, tutta la famiglia si riunì per la colazione, stavolta non in giardino ma in una luminosa veranda.
Poco dopo Hitiky avvertì che Lin era giunto.
Così, Altea e il suo maestro si ritirarono in biblioteca per studiare.
“Prima di cominciare la lezione” disse Lin alla ragazza “volevo scusarmi per il mio comportamento di ieri... sono stato davvero imperdonabile e vi chiedo scusa... vi prometto che non accadrà mai più...” la fissò “... posso sperare nel vostro perdono?” Sorrise. “Ma badate che non accetterò alcun rifiuto... anche perchè, per guadagnarmi il vostro perdono, mi sono permesso di farvi un piccolo regalo...”

Guisgard
07-11-2012, 02.12.26
Sesc si portò una mano sul viso e cominciò ad accarezzarsi la guancia appena colpita da Cheyenne.
“E' una carezza per me questa...” disse con quel suo sorriso di indifferenza “... ho sentito dire che le selvagge sono più passionali delle nostre donne e volevo accertarmene di persona...” la fissò “... e comunque non ho commesso alcun oltraggio... sei una schiava no? Una concubina... ed io qui un giorno sarò il padrone... come vedi ho solo assaggiato ciò che un giorno sarà mio... e togliti quella fierezza che ostenti tanto, perchè infondo sei solo una serva... e smetti anche di apparire offesa... tanto so che ti è piaciuto...” voltò le spalle e si diresse verso la porta fischiettando “... ah, dimenticavo...” fissandola di nuovo “... stanotte l'aria è deliziosa e resterò in giardino a fissare le stelle... magari ti interessa...” rise di gusto ed uscì dalla stanza.
Poco dopo giunse il colonnello.
“Vedo che sei già scesa.” Disse fissando Cheyenne. “Spero di non averti fatto attendere troppo.” E ordinò ai servi di portare la cena in tavola.

Guisgard
07-11-2012, 02.24.25
“Certo che vi dispiacerebbe.” Disse Stormo voltandosi e prendendo la mano di Elisabeth. “Del resto sono io che devo portarvi dalla vostra domestica.” Le fece l'occhiolino. “Dunque vi consiglio di starmi vicina. Molto vicina, altrimenti potrei volare via...”
Scesero così al piano inferiore e Storm pagò il locandiere.
Uscirono allora fuori e si accorsero che i due soldati non c'erano più.
“Bene...” mormorò Storm “... erano in buona fede...” si guardò intorno “... devo avvertirvi, cara moglie, che le nostre finanze sono tutt'altro che rosee. Ho pagato questo inaspettato soggiorno in locanda con le poche monete che ho trovato a casa di Odeys. E ora per muoverci da qui abbiamo bisogno di una carrozza... vedete quella deliziosa sartoria dall'altra parte della strada?” Indicando il punto ad Elisabeth. “Bene, attendetemi là. Cercherò di fare il prima possibile.” E si allontanò.
Ritornò dopo circa un quarto d'ora alla guida di un calesse a due posti, di quelli utilizzati dai signori del posto per passeggiare in città.
Saltò giù ed aiutò Elisabeth a salire.

Guisgard
07-11-2012, 02.55.54
Clio era entrata nella locanda e lì trovò una masnada di filibustieri tutti intenti a bere e spassarsela senza farsi troppi problemi.
E tra questi vi era Giuff che appariva come il più gaio di tutti, con una bella moretta sulle ginocchia.
“Ah, tu parli troppo, ragazza...” disse il capitano a Clio, quando ormai il rum aveva già da tempo cominciato a fermentare nella sua testa “... e chi ti ha detto poi di dare confidenza a quei due? Ora ti metterò un bel bavaglio, oltre che catene per tenerti ferma...”
“Su, capitano, bevete ancora un po'...” sorridendo la moretta e porgendogli altro rum.
“Ah, tu si che sai come trattare un uomo, bellezza!” Fece il pirata. “Però profumi troppo di fiori di campo per i miei gusti...” portò la bottiglia alla bocca e cominciò a bere di nuovo, per poi sputare un po' di quel rum sul viso della donna che teneva sulle ginocchia. “Ecco!” Esclamò divertito. “Ora odorerai come piace a me!” E la spinse a terra, mentre tutti i suoi uomini ridevano forte davanti a quella scena.
Si voltò di nuovo verso Clio.
“Sei ancora qui?” Sbottò. “Sai che sei seccante? Vuoi sapere della prova? E sia! Sappi allora che quei due là fuori dovranno dimostrare il loro valore appena salperemo di nuovo! Al primo arrembaggio, infatti, loro due avranno l'onore di saltare per primi sul ponte dell'altra nave! E se sopravviveranno, allora si saranno guadagnati la mia fiducia ed un posto nella mia ciurma!”
Tutti esultarono davanti a quell'antica costumanza molto in voga fra i pirati.
“E ora togliti di mezzo!” Con astio verso Clio. “Devo parlare d'affari con il mio prossimo socio...” si guardò intorno “... ma dov'è finito capitan Guisgard?”
“E' nell'altra stanza, capitano.” Rispose uno dei suoi.
“Se ne sta sempre da solo...” mormorò il Gufo Nero “... strano tipo davvero... e sia, gli farò visita io allora...” e andò nella stanza accanto.

Guisgard
07-11-2012, 03.16.48
Musan osservò l'abbraccio fra Talia e suo padre con un vago sorriso sulle labbra.
“Il mio nome” disse lo spagnolo fissandola “suona sempre meravigliosamente quando è scandito dalla vostra voce, Analopel. E potrei mai negarvi qualcosa?”
“Interrogare qui mia figlia” intervenendo Philip “è stato un atto inqualificabile ed intimidatorio! E ne risponderete voi e i vostri superiori!”
“Io rispondo solo a sua eccellenza, signore.” Fissandolo Musan. “E comunque non vedo per quale motivo debba esserci astio fra noi. E' stata vostra figlia a chiedere di poter incontrare Passapour in rappresentanza di suo nonno. E vi assicuro, come lei stessa potrà confermare, che non c'è stata alcuna intimidazione da parte mia e dei miei uomini.”
“Da oggi, riferite a chi di dovere, i miei familiari risponderanno alle vostre domande solo in presenza del signor Aron Blind” indicando l'uomo che era giunto con lui “che è eminente avvocato della Compagnia delle Flegee Occidentali!”
“Riferirò, non temete.” Con tono fermo Musan.
Philip allora prese sua figlia e con Blind lasciarono quel luogo.
Per tutto il tragitto non disse nulla.
Giunti a casa, dopo che anche Maria abbracciò Talia, Philip pregò la servitù di occuparsi della ragazza.
“Ora va con loro.” Disse a sua figlia. “Riposati e quando ti sentirai meglio scenderai in giardino. Io sarò lì con il signor Blind. E così potrai raccontarmi tutto.”

Cheyenne
07-11-2012, 07.58.22
Sesc se ne andò e poco dopo giunse il colonnello.
Mi sedetti a tavola cercando di mantenere la calma e non fare trasparire cosa era appena successo.
Ringrazia ancora il colonnello per il bel pomeriggio passato in città.
I servitori iniziarono a portare in tavola cibi favolosi e esotici di cui non sapevo neppure il nome.
Ad un tratto, con noncuranza chiesi al colonnello " Perdonate colonnello, ma non vedo vostro nipote al tavolo, è usanza che non ceni mai con voi?"

elisabeth
07-11-2012, 09.27.27
" Volerete via come il vento Storm ?....allora disegnero' uno stormo di uccelli per inseguirvi"...Risi e lo feci con serenita'..lo vidi pagare cosi' come avrebbe fatto un uomo con la sua donna....ed uscimmo dalla locanda, sembrava che tutto scorresse nella normalita', ol porto era pieno di gente...urla di marinai, odore di pece e di salsedine e il luccichio del mare, che quasi accecava.....mi resi conto che parlava di soldi. aveva ragione....i soldi..." Storm, ho dei soldi alla locanda......sono abbastanza per non avere problemi, mi sarebbero serviti a comprare casa e a vivere serenamente.......ma devo andarli a prendere non pensavo di doverli portare con me "......ero una gran sbadata, i soldi non dovevo mai lasciarli in luoghi poco sicuri, ma buon Dio era la prima volta che uscivo il naso fuori di casa e gia' mi sembrava che il cervello mi scoppiasse, quante cose a cui pensare.....e Ingrid...lei era il pensiero piu' grande...." Vi apsettero' qui...state tranquillo".......Lo vidi come promesso arrivare poco dopo, a me sembro' un tempo infinito.....mi avrebbe mai abbandonata ?......ogni tanto in quei giorni il terrore di rimanere sola mi era arrivato gelido lungo la schiena..ma cosi' come si fa con un grosso boccone amaro lo avevo buttato giu'....." Avete buon gusto Storm e' una bella carrozza.....ma dobbiamo prendere i soldi alla locanda dove sono arrivata la prima notte, dovrei pagare e portare tutto via, o la cosa potrebbe diventare sospettosa...infondo sono ancora passibile di controlli....non e' cosi' che funziona?.."........rimasi a guardare la strada davanti a me...lui si sarebbe accorto prima o poi che non ero una donna di quelle che avevano una grande esperienza della vita...mi avrebbe presa per una ragazzina vizziata....e senza conoscenza, ed in realta' quella ero...e la cosa mi dava fastidio....

Altea
07-11-2012, 15.24.13
Ascoltai il maestro Lin in silenzio...sembrava veramente pentito, la cosa mi fece piacere non fosse altro per il fatto che avesse ammesso di aver sbagliato.
"Una sorpresa..? Non preoccupatevi maestro, io non porto rancore verso nessuno e sono lieta che voi abbiate capito anche la mia sfuriata."
Ero molto curiosa di sapere di che sorpresa si trattasse..speravo fosse anche positiva.

Guisgard
07-11-2012, 17.42.23
Il colonnello scosse il capo a quelle parole di Cheyenne.
“Mio nipote” disse “purtroppo non rispetta nessuna regola, né sembra conoscere alcun precetto. E' un ribelle che vive infischiandosene di chiunque altro non sia se stesso. Ho cercato in tutti i modi di cambiare questo suo comportamento, sia con la comprensione, sia con l'autorità, ma pare abbia fallito. Ma ormai mi sono abituato a questo suo modo di vivere... diciamo che ognuno vive la propria vita... spero solo che non giunga mai ad importunare te, altrimenti sarei costretto a prendere seri provvedimenti stavolta.”
La cena proseguì allora col colonnello che cercò subito di cambiare discorso.
Non amava molto parlare di quel suo nipote così impetuoso.
Finito di cenare, l'uomo mostrò a Cheyenne una scacchiera molto particolare.
Era antica e di ottima fattura, risalente al XIV secolo e proveniente da Toledo.
“Io adoro il gioco degli scacchi...” fece lui “... tu lo conosci? Altrimenti ti insegnerò io a giocare...”
La serata trascorse così, fino all'ora in cui il colonnello, salutata Cheyenne, si ritirò per la notte.

Clio
07-11-2012, 17.57.41
Non me lo feci ripetere due volte.
Mi alzai, in silenzio e disgustata dalla tavola di capitan Giuff.
Raggiunsi velocemente la porta sul cortile e mi guardai indietro ad osservare la scena, rabbrividii.
Spinsi la pesante porta di legno e mi ritrovai fuori, sotto il tepore di una leggera brezza.
Dapprima non vidi nessuno, pensai che anche Guerenaiz fosse entrato nella locanda insieme al suo guardiamarina.
Ma poi, seduto su una panca seminascosta lo vidi.
Sorrisi, e mi avvicinai lentamente, per non spaventarlo.
"Che ci fai qui fuori tutto solo, marinaio? A quanto ho sentito potrebbero essere i tuoi ultimi giorni su questa terra, dovresti sfruttare meglio il tuo tempo!"
Gli feci l'occhiolino.
"Dovresti andare dentro e sceglierti una bella ragazza per la notte...potrebbe essere l'ultima occasione, dato che al prossimo arrembaggio salterai per primo."
Scossi la testa, ripensando a Giuff e alla moretta che teneva sulle ginocchia.
"Maledizione, che animali..." Bisbigliai.
Guardai Guerenaiz negli occhi, mi avvicinai a lui : "Avere un nemico comune ci rese potenziali alleati... Portami via da qui... Poi lasciami venire con te... "
Appoggiai i gomiti alle ginocchia, sporgendomi in avanti.
"Ho visto atrocità di ogni tipo vivendo in un accampamento... Massacri perpetrati da una parte e dall'altra...." Sospirai "...pensavo che nulla ormai potesse impressionarmi... Ma questo è davvero troppo... Almeno si rispettavano le stesse regole... Lo stesso codice d'onore..".
Un risolino divertito mi sfuggì dalle labbra... : "comincio a rimpiangere di non essere stata acciuffata da quei dannati soldati olandesi!".
Mi fermai, con gli occhi sbarrati, rammentando di aver accanto uno di loro.
"Senza offesa, marinaio..." Strizzando l'occhio.

Talia
07-11-2012, 17.59.09
Esitai... non volevo andare in camera mia, volevo subito raccontare tutto, volevo che sapessero subito tutto quello che sapevo io... o che credevo di sapere.
Ma la mamma di Jamiel fu inflessibile: mi circondò le spalle con un braccio e, senza sentire ragioni, mi condusse nella mia camera. Qui trovai ad attendermi un bagno caldo, poi un fresco abito pulito ed infine una tisana distensiva... non opposi alcuna resistenza a tutto questo, lasciando che la buona donna si prendesse cura di me.
Infine mi lasciai sprofondare sulla mia poltrona, di fronte alla finestra, sorseggiando quell’aromatica tisana fumante...

Il sole del primo pomeriggio era alto, quel giorno, e si specchiava sul mare, rifrangendosi tra le onde in mille e più scintille di luce.
Io, immobile sulla banchina, ne respiravo ad occhi chiusi il profumo... mi piaceva ascoltare il silenzio, rotto solo dal debole infrangersi delle onde sugli scogli sotto di me, mi piaceva stare con il viso al sole in quelle tiepide giornate di tardo autunno...
Improvvisamente dei passi proprio dietro di me infransero quel silenzio... tuttavia non mi mossi. Conoscevo quei passi, li avrei riconosciuti tra mille.
Lui si avvicinò, restando tuttavia qualche passo dietro di me... attesi per qualche momento, poi sorrisi...
“Iniziavo a pensare che non saresti più venuto...” mormorai.
“Nutri davvero così poca fiducia in me?” domandò quella voce alle mie spalle.
Il mio sorriso si allargò... e mi voltai a guardarlo.
“Sai che non è così... ma desideravo così tanto che tu arrivassi che...”
Anche lui sorrise...
“Ho fatto il prima che mi è stato possibile...”
“Lo so!” risposi, tornando a guardare il mare.
Per qualche tempo restammo così... con la sua mano che stringeva la mia, osservando le onde che si rincorrevano...
“Sai...” dissi ad un tratto “Ho fatto un sogno stanotte... un sogno orribile... mi sono svegliata di soprassalto e sono rimasta scossa per buona parte della mattina...”
Lui si avvicinò di mezzo passo... il suo sguardo era cupo, ora, vagamente preoccupato...
“Davvero?” mormorò “Che cosa hai sognato?”
“Ho sognato...” esitai per un attimo, cercando le parole per spiegare quell’orribile sensazione che avevo provato “Ho sognato che ero... come... come tenuta prigioniera. Ed ero spaventata. Ma non potevo fuggire... avevo paura che, se fossi fuggita, se la sarebbero presa con le persone cui volevo più bene... con il nonno, per esempio...”
La mia voce tremò appena. Lui mi osservava in silenzio... i suoi occhi erano fissi nei miei, quasi desiderasse entrare nella mia anima per scovare cos’era che l’aveva tanto turbata...
“Chi?” domandò poi, dolcemente “Chi ti teneva prigioniera?”
“Non lo so...” dissi scuotendo appena la testa “Non so chi fosse... ricordo solo che ero molto spaventata... ed ero preoccupata...”
“Capisco... e come finiva il tuo sogno? Cosa accadeva dopo?”
“Non lo so...” mormorai tristemente “Perché poi mi sono svegliata e dunque non so cos’è accaduto...”
“Davvero?” sussurrò, dopo un momento di silenzio, carezzandomi appena la guancia “Strano...”
“Perché dici che è strano?” domandai, sollevando gli occhi nei suoi.
Sorrise...
“Perché io, invece, so com’è finito quel sogno...”
“Davvero?” domandai.
“Certo!”
“E come lo sai?”
“Oh, beh... l’ho sognato!”
“Oh...” sorridendo a mia volta “E vuoi raccontarmelo?”
Lui mi osservò per qualche momento, in silenzio... i suoi occhi ardevano nei miei... mi sfiorò con un dito la guancia, poi lentamente mi cinse la vita e mi attrasse a sé...
“Chiudi gli occhi...” sussurrò allora al mio orecchio, tenendomi stretta “Chiudi gli occhi ed immagina... immagina di guardare l’orizzonte, aspettandomi... immagina di pensarmi così intensamente da farmi giungere la tua voce ovunque io sia... immagina tutto questo... ed io ti racconterò cosa è accaduto nel tuo sogno, così saprai di non dover avere paura mai più...”

Battei le palpebre, avvertendo quel ricordo scivolare via... lo trattenni con me ancora per qualche momento, crogiolandomi tra i suoi colori ed i suoi sussurri, chiudendo gli occhi ed immaginando di fargli arrivare la mia voce ovunque fosse... ma poi dovetti lasciarlo andare.
La tisana era finita, ormai, quasi senza che me ne fossi accorta... non sapevo quanto tempo era passato, ma sapevo che era giunto il momento di scendere. Poggiai quindi la tazza vuota sul davanzale della finestra ed uscii dalla mia stanza, diretta in giardino.
Qui, sotto la pergola, trovai mio padre intento a confabulare fittamente con il signor Blind...
Mi avvicinai lentamente, salutandoli con un piccolo inchino.
“Buon pomeriggio, signor Blind...” iniziai a dire, dopo essermi seduta dietro loro invito “Padre... innanzi tutto volevo chiederti perdono... sono stata sciocca ed ingenua a chiedere di poter vedere Passapour. L’ho fatto principalmente per prendere tempo, giacché quei soldati erano giunti qui per il nonno proprio nel momento in cui tu non eri a casa. E poi l’ho fatto perché pensavo, stupidamente, che mi avrebbero davvero lasciata parlare con Passapour... perché... padre, io ho vissuto per molti anni in Olanda e dunque conoscevo bene quell’uomo... poteva avere molti difetti, poteva aver avuto una vita travagliata e difficile... ma sono assolutamente certa, e tu devi credermi, che non fosse un assassino: non avrebbe mai e poi mai trucidato quelle persone indifese. E’ follia pensarlo! Così come è follia credere che il nonno possa aver commissionato una cosa del genere! Eppure Musan sostiene questo... sostiene che Passapour abbia confessato tutto questo e poi, subito dopo, provvidenzialmente, sia morto tentando la fuga!”
Tacqui e li fissai per un momento...
“Il signor Musan ha molto insistito su questo punto. Così come ha insistito sul fatto che, qualora tutto ciò fosse stato confermato, ne sarebbe naturalmente scaturito un increscioso incidente diplomatico, che avrebbe coinvolto tutti noi... ed in tutto questo, oggi, il signor Musan si è posto come mio, e nostro, unico e solo possibile protettore!”
Di nuovo la mia voce si spense... i miei occhi rimasero in quelli di mio padre per qualche momento, poi si spostarono sull’avvocato...
“Signor Blind, voi non mi conoscete... e mi rendo conto che, di quanto vi sto dicendo, non avete che la mia parola. Ma dovete credermi... vi assicuro che non sono né una sciocca né una visionaria. Padre... tu sai che non mi sono mai permessa di intromettermi nei tuoi affari, e non lo farei neanche adesso se non temessi che ben altro si cela dietro le parole del signor Musan. Io, infatti, e vi prego di correggermi se sbaglio, non credo affatto di essere io il termine ultimo di questo terribile gioco... non sono così presuntuosa, né così sprovveduta... Musan ha premuto su di me semplicemente perché sono più fragile di voi e, a suo avviso, più facilmente controllabile, ha premuto sull’affetto che sa che nutro per mio nonno e sulla mia preoccupazione per la sua sorte... ma a me pare chiaro ed evidente come il fine ultimo di tutto questo, chi è maggiormente in pericolo su uno spettro più ampio di osservazione, siate invece voi: tu per primo, papà, e subito dopo la Compagnia tutta! Ed io ho il terribile timore che Musan desideri controllare me per poi poter giungere a voi!”
Esitai per un attimo, poi lentamente soggiunsi...
“Se il nonno venisse, seppur ingiustamente, accusato di quanto è accaduto a Balunga... temo che la Compagnia tutta ne risentirebbe. Ed ho paura che sia questa la mira di chi vi è ostile... e mi fa orrore la sensazione che ho avuto: la sensazione che desiderino usare me, a questo fine!”

Guisgard
07-11-2012, 18.55.33
Philip ascoltò Talia senza interromperla e senza cambiare espressione del volto.
Era accigliato e tale restò per tutto il racconto della ragazza.
Come se avesse intuito qualcosa di marcio in tutta quella storia sin dal principio.
“Sei stata sciocca, Talia.” Disse alla fine. “Sciocca a poter pensare di affrontare da sola questa situazione. Si, è vero, sei l'anello debole in questo caso e perciò dovevi restarne fuori. Passapour è responsabile di se stesso e tu in nessun modo puoi proclamarti sua avvocata. La situazione è delicata, anzi grave. Per questo non voglio che tu ne sia più coinvolta. Il signor Blind è stato inviato dal Consiglio Generale della Compagnia e penserà lui a tutelarci.
“Signorina, ascoltatemi...” intervenne Blind “... è chiaro che a Balunga è accaduto qualcosa di molto grave e forse quella strage nasconde altro. Non vi nego, come detto anche a vostro padre, che molti membri della Compagnia quasi annuiscono riguardo alla colpevolezza di Passapour, potendo così indirizzare tutte le attenzioni a qualche fazione inglese ostile a noi olandesi. Tuttavia, le presunte accuse dello stesso Passapour, che sembrano coinvolgere anche vostro nonno, mettono tutto in discussione e su un piano totalmente imprevedibile per noi della Compagnia.”
“Signor Blind... ” fece Philip “... credo sia inutile continuare ad esporre i fatti. Mia figlia non deve esserne più coinvolta. Dunque, meno sa, meglio è.”
“Comprendo.” annuì Blind.
“Per questo” disse Philip “verrà con voi a Minisclosa. Non voglio che resti qui a las Baias ora. Preferisco saperla lontana e al sicuro. Almeno fino a quando tutta questa storia non sarà finita.” Si voltò verso Talia. “Partirai domani stesso col signor Blind. E a Minisclosa soggiornerai nella sede della Compagnia.”

cavaliere25
07-11-2012, 19.17.46
No nente dissi arrossendo mi scusi vi avevo scalbiato per un altra donna e mi allontanai senza creare casino e i sedetti ad un tavolo e mi guardai intorno

Talia
07-11-2012, 19.21.08
L’anello debole... era vero, lo ero... nonostante questo le parole di mio padre, così secche, mi colpirono...
D’istinto aprii bocca per ribattere...
Ma mi bloccai.
Mi bloccai perché mi resi conto che aveva ragione, dopotutto... aveva ragione su tutta la linea: ero stata sciocca ed avventata, mi ero dimostrata l’anello debole in quella faccenda, mi ero dimostrata la più ricattabile e la più soggetta a ritorsioni...
Richiusi, dunque, la bocca ed abbassai lo sguardo.
“Si, padre!” dissi soltanto.
E poi, pensai tra me, in fondo era già un vantaggio, almeno per il momento, poter scappare il più lontano possibile da Musan... mi inquietava quello spagnolo, fin dalla prima volta che lo avevo incontrato... e dopo l’ultima, forse, mi faceva anche un po’ paura!
“Se dunque non ti occorre altro, padre...” dissi allora, alzandomi “Andrei a preparare le mie cose per la partenza! Avvocato Blind... con permesso!”

Guisgard
07-11-2012, 19.22.09
Lin sorrise ad Altea.
“Dunque, per farmi perdonare” disse “oggi ruberemo un po' di tempo alla nostra lezione, anche se, forse, quel regalo di cui vi dicevo può benissimo avere un valore didattico.” Le fece l'occhiolino. “Ora usciremo dalla vostra bella dimora, ma stavolta senza prendere la carrozza. Faremo due passi all'aria aperta, dirigendoci così sul luogo di quel certo dono. Cosa ne dite?”

Altea
07-11-2012, 19.31.55
"A piedi" risposi sorpresa.."volentieri..anche perchè sono davvero curiosa però prima vorrei chiedervi una cosa".
Presi le mappe che acquistai all'emporio.."Vedete questa piccola isola, la prima vicina a Las Baias..come si chiama, è sicura?Che ne dite se chiediamo domani a qualche marinaio di portarci e farmela visitare, almeno vedrei nuovi posti" lo osservai con aria di supplica.

Guisgard
07-11-2012, 19.37.57
“Avanti, tocca a voi, capitano.” Disse Giuff a Guisgard. “Il primo che sbaglia, perde il premio.”
“Alè!” Fece la bella prostituta francese, lanciando poi in aria la moneta.
Guisgard allora prese la mira e la centrò in pieno con la sua pistola.
“Bel colpo, no?” Ridendo il corsaro.
“Oui, capitano!” Esclamò la francese. “Ora tocca a voi!” Voltandosi verso Giuff.
“Lancia, sono pronto!” Fece il Gufo Nero.
La donna lanciò un'altra moneta e subito il pirata sparò con la sua pistola, mancando però il bersaglio.
“Oh...” rammaricata la donna “... mancato!”
“Accidenti...” scuotendo il capo Giuff “... ho perduto! Beh, allora il premio è vostro, capitano!” Baciando la bella prostituta e poi spingendola nelle braccia di Guisgard.
http://malditovivant.files.wordpress.com/2010/12/cb107.jpg?w=640

“Lancillotto e Ginevra!” Disse Guisgard, restando poi a fissarla con un sorriso compiaciuto. “E ora? Come la mettiamo? Mi dai la vittoria?”
“Ma niente affatto!” Esclamò lei. “Sono ancora in gioco! E rilancio con Tristano e Isotta!”
“Mmm...” fissandola lui “... vedo che sei un osso duro... allora io dico... Teseo e Arianna!”
“Beh...” alzando un sopracciglio lei ed assumendo un'aria vagamente dubbiosa “... in verità è Arianna che merita un posto tra i celebri amanti, non lui... Teseo era un gran farfallone.”
“Oh, avanti, miss so tutto io, non divagare!” Replicò Guisgard. “Ti ricordo le regole... il primo fra noi che non riesce a trovare una coppia di celebri innamorati perde!”
“Ricordo perfettamente le regole, mio caro.” Fece lei. “Sottolineavo solo un'ovvietà, ossia che Teseo era un farfallone. E della peggior specie.”
Guisgard rise.
“E se tu lo neghi, allora vuol dire che lo sei anche tu!” Aggiunse lei.
“Cosa? Un eroe mitologico praticamente invincibile?” Sorridendo lui.
“No, un farfallone!” Sbottò lei. “Ed ora lasciami pensare alla mia risposta... dunque...”
Lui la fissava continuando a sorridere.
“E non tentare di distrarmi, Guardiamarina!”
“Ti sto solo guardando, Gioia mia.” Disse lui. “E' vietato? Anche perchè oggi quella frangetta che ti sei accomodata sulla fronte la trovo irresistibile!”
“E' vietato tentare di distrarre il proprio avversario!” Rispose lei. “Comunque, mi spiace per te, ma dico... Perseo ed Andromeda!”
“Accidenti...” scuotendo il capo lui “... ma ci sono ancora altre coppie? Ne avremo dette perlomeno una dozzina a testa...”
“Ti arrendi?”
“Io? Affatto!” Esclamò lui. “Mi chiedevo solo se ci fossero ancora innamorati da qualche parte fra mitologia e Amor Cortese...”
“Che delusione!” Sorridendo lei. “Tu che ti vanti di essere il più romantico, un cavaliere d'altri tempi, tutto amore e cortesia, battuto da una piccola dama!”
“Ah, è così?” Con sguardo di sfida lui. “Allora vediamo un po'... ecco, ci sono! Sei pronta? Io dico... Pietro ed Eloisa!” Con soddisfazione lui. “Come la metti ora? Ti arrendi?”
“Mai!”
“Ah, ma non abbiamo parlato della posta in palio... cosa spetta al vincitore?”
“Sceglierà lui... o lei...”
“Interessante!” Facendole l'occhiolino Guisgard.
“Ora però lasciami pensare...” tornando a concentrarsi lei, mentre lui continuava a fissarla sorridendo.
“Allora...” sempre pensierosa lei.
“Non siam pescatori, non siam marinai, nei gelidi mari del Nord...” cominciò a canticchiare lui “... e tutte le sere andiamo a vedere le bianche scogliere di Dover...”
“La smetti?” Contrariata lei.
“Di fare cosa?”
“Di fare quello che stai subdolamente tentando di fare!”
“Non posso guardarti, né commentare la tua frangetta” fece lui portandosi le braccia dietro la nuca “e ora neanche cantare... insomma cosa vuoi che faccia?”
“Non stavi cantando, ma solo tentando di distrarmi!” Rispose lei. “E voglio che tu smetta di farlo, imbroglione!”
Lui rise di gusto.
“Ecco!” Imbronciata lei. “Ora vediamo se riesco a giocare tranquilla... dunque... si, ci sono! E stavolta non potrai replicare!”
“Sentiamo...” curioso lui.
“Allora, dico...” soddisfatta lei “... Admeto e Alcesti!”
“Uh...” fece lui “... sembra un colpo decisivo alla gara...”
“Si, lo sapevo!” Raggiante lei. “Sapevo che avrei vinto io!”
“Oh, non cantare troppo presto vittoria...” mormorò lui “... ho ancora un asso nella manica...”
“Quale?”
“Beh, una coppia irraggiungibile...” fissandola lui “... una coppia che non ha nulla da invidiare a tutte quelle che abbiamo detto... e se anche la loro storia non è stata ancora narrata da qualche poeta o romanziere, lui non ama la sua amata meno di quanto Perseo amasse Andromeda, Lancillotto Ginevra o Tristano Isotta...”
I suoi occhi chiari sembravano aver catturato tutti i giochi di luce di quel luminoso pomeriggio.
“Quale coppia?” Chiese lei.
“La coppia più bella di tutte...”
“Dimmela...”
“E avrò il mio premio?”
“Si, se stai dicendo il vero...” annuì lei.
http://25.media.tumblr.com/tumblr_m7bv1jDpq41qzju1to1_500.png

“Pour nous, mon beau capitaine...” sussurrò la donna, allontanando da Guisgard quel lontano ricordo.
“Un'altra volta magari...” accarezzandola lui.
“Oh, mais pourquoi?” Delusa lei. “Che uomo siete? Non vi piaccio?”
“Sono di quegli uomini che piacciono a te...” sorridendo lui “... quelli ricchi...” e le diede un sacchetto di monete.
“Oh, merci!” Prendendo il sacchetto lei.
Guisgard allora si alzò e si avvicinò ad una delle finestre, restando a fissare il mare blu e così chiaro di luci e riflessi.

Cheyenne
07-11-2012, 19.47.56
Il resto della cena passo tranquilla.
Terminato il pasto il colonnello mi mostrò una splendida scacchiera e passo la serata, armato di una notevole pazienza, a insegnarmi le regole di quello strano gioco. Alla fine iniziai ad aver una certa padronanza dei vari pezzi che componevano la scacchiera e riuscimmo a giocare una intera partita senza che io avessi bisogno di spiegazioni; naturalmente persi.
Il colonnello allora decise di ritirarsi e mi augurò la buona notte.
Dalla finestra del salone si intravedeva uno spicchio di luna, "è splendida-pensai- scommetto che il riflesso che fa sul lago deve essere meraviglioso."
La voglia di prendere Gulltoppr per una cavalcata notturna fino al lago era tanta, ma poi, mi ricordai delle parole di Sesc e decisi che non sarebbe stato saggio recarmi in giardino.
Mi ritenevo perfettamente in grado di fronteggiarlo in caso di un suo eventuale approccio ma non volevo mettermi al suo livello o dargli strane idee sul mio ruolo nella casa.
Tornai quindi nella mia camera.
Mi misi la veste da notte, sciolsi i capelli e mi avvicinai alla piccola biblioteca addossata alla parete.
Iniziai a scorrere i titoli sulle copertine di pelle e alla fine ne scelsi uno con una bella incisione sul cuoio.
Presi in braccio Gon che sonnecchiava e lessi, anche se con un po' di fatica, le prime pagine. Era un libro di poesie.
Ad un tratto sentii la fatica della giornata sulle spalle, gli occhi pesanti..la luce si faceva più flebile....buio.

Guisgard
07-11-2012, 20.18.25
“State tranquilla” disse Storm ad Elisabeth “la vostra roba all'albergo può attendere. Se tutto va come immagino e spero, stasera tornerete lì con la vostra governante, dimenticando così tutta questa spiacevole avventura.” Frustò il cavallo e il calesse partì.
Risalirono così il promontorio che a picco guardava verso il golfo, con Las Baias che pian piano diventava sempre più piccola e lontana, mentre il Sole calava man mano sopra un mare chiaro di riflessi purpurei.
“I nostri cari cacciatori di taglie” fece Storm durante il tragitto “avevano un covo... di questo sono certo, perchè ne conosco l'ubicazione. E la vostra governante non può che essere lì.”
Arrivarono così quasi sulla cima del promontorio e Storm fermò il calesse.
Indicò ad Elisabeth una vecchia torre di avvistamento.
“E' quello il covo.” Mormorò Storm. “Sono sicuro che la vostra governante si trova là. Ora ci occorre un piano.”

Guisgard
07-11-2012, 20.39.06
Talia andò in camera sua e si preparò per la partenza.
Aiutata dalla mamma di Jamiel preparò i suoi bagagli, in modo da poter partire il giorno dopo.
Philip restò ancora un po' col signor Blind e ad ora di cena tutti si riunirono nel salone.
Tutti tranne Arkwin.
Maria aveva avvertito il marito che il vecchio padre appariva molto provato e non mangiava ormai da un giorno intero.
Si rifiutava inoltre di vedere gli altri membri della famiglia.
“Meglio lasciarlo così.” Disse Philip. “La morte di Passapour sarà un brutto colpo per lui. Dopo cena proverò io a dirglielo.” Fissò poi Talia. “Appena finito di cenare sarà meglio che tu vada a salutarlo. Forse gli farà bene vederti. Domattina partirai presto e forse non ti sarà possibile farlo.”

elisabeth
07-11-2012, 20.48.48
Sprono' il cavallo, e questo ci fece lasciare Las Baias velocemente, tutto era lontano, anche i miei averi......le piccole cose che mi rendevano esistente....viva,conoscoiuta...........il promontorio e l'acqua cristallina del golfo...solo un riflesso di colori, la natura era impareggiabile, non avrei mai potuto dipingere nulla di simile..Storm parlava, ero confusa ..una vecchia torre ed un piano...." Cosa potrei escogitare, non cosnosco questo posto, non so se vi sono entrate nascoste.........non so nulla mi chiedete troppo Storm, mi chiedete di pensare che tutto questo sia molto semplice...ho paura Storm..ho la netta sensazione che non troveremo Ingrid, non troveremo niente.........potrei solo entrare dentro ed urlare che rivoglio indietro la mia Ingrid....non ho un piano da offrirvi Storm, andate via e lasciatemi qui.....avete mantenuto fede alla vostra parola, mi avete portato nel posto dove si trova Ingrid.......e se continuerete a stare qui....la vostra vita, sara' in pericolo...".....mi avvolsi tra le braccia il mio scialle...c'era freddo

Guisgard
07-11-2012, 21.02.30
Lin sorrise ad Altea.
“Eh, non posso dire nulla...” disse divertito il maestro “... altrimenti vi rovinerei il regalo.”
Lasciarono allora la villa e scesero verso il golfo, dall'altra parte del promontorio.
Arrivarono così ad un ridotto molo, dove c'era una piccola capanna di pescatori.
“Io sono nato e cresciuto in un posto come questo...” fece Lin “... e vengo spesso qui, quando voglio starmene da solo...” fischiò e dalla capanna uscì un vecchio pescatore “... Wesl!” Andandogli incontro Lin. “Come stai, vecchio mio?”
I due si abbracciarono.
“Ti presento Altea.” Sorridendo Lin.
“Oh, i miei complimenti!” Esclamò Wesl. “Che bella fidanzata ti sei trovato!”
“No, Wesl...” ridendo Lin “... non è la mia fidanzata.”
“E cosa aspetti?” Replicò il vecchio. “Che qualcuno arrivi prima di te?”
“Wesl, è un vecchio lupo di mare” disse Lin ad Altea “e conosce tutte le leggende di questi mari. A lui potete chiedere ciò che volete su queste terre.”

Guisgard
07-11-2012, 21.11.00
Gurenaiz passeggiava nervosamente nello spiazzo davanti alla locanda, in attesa di decidere il da farsi.
Si avvicinò a lui una vecchia.
“Eh, sono cinquantanni che vivo qui” disse “e ho visto pirati di tutti i generi. Ho imparato a riconoscerli dagli occhi. Sai che un pirata possiede uno sguardo particolare e unico?”
“Davvero?” Fissandola lui.
“Già...” annuì la vecchia “... uno sguardo che brilla di una luce ignota a tutti gli altri uomini... posso ben dirlo, poiché io ho amato alla follia un pirata...”
“E nei miei occhi cosa vedi?”
“Tu non sei un pirata...” con un ghigno lei.
“Cosa dici?” Stupito Gurenaiz.
“Si, lo leggo nei tuoi occhi...”
“Sei pazza!”
“Solo due cose possono spingere un uomo comune a venire in un posto come questo...” mormorò la vecchia “... il denaro, o l'amore...”
Lui la fissò.
“E dai tuoi occhi comprendo quale sia questo motivo...” continuò lei “... dimmi, è bella? Si, deve esserlo davvero...”
“Si...” annuì Gurenaiz.
“Allora bada di non farti prendere...” disse lei “... sono malvagi gli uomini che stanno qui... ecco...” dandogli una boccettina “... usala con parsimonia... bisogna berla tutta per causare uno stato di morte apparente... infatti solo i morti vengono risparmiati da questi demoni...” e andò via.
Gurenaiz restò allora a fissare quella boccettina che aveva in mano.
Ad un tratto sentì una voce.
Era Clio.
“Dovevo immaginare si trattasse di questo...” scuotendo il capo Gurenaiz “... vogliono rendermi un assassino come loro...” fissò la ragazza “... si, andremo via da qui... andremo via insieme...”
In quel momento arrivarono due filibustieri di Giuff.
“In verità, bellezza mia...” rivolgendosi Gurenaiz a Clio e cambiano espressione “... ho già scelto la mia compagnia per stanotte... e non credo che lei mi rifiuterà questo, dato che potrebbe essere l'ultima mia notte d'amore... e non si rifiuta un ultimo desiderio ad un potenziale condannato a morte...” e con un gesto tanto improvviso, quanto istintivo, prese Clio fra le braccia e la baciò con trasporto.

Altea
07-11-2012, 22.50.21
Rimasi esterefatta arrivata in quel piccolo molo..e ancora di più nel sapere..che il maestro proveniva da quelle umili origini.
Un senso di vergogna mi pervase, per come lo avevo trattato il giorno prima..certo che capiva cosa significasse ascoltare un vecchio marinaio e me lo confermò da come abbracciasse e parlasse con Wesl.
Effettivamente, era cambiato...sembrato essere a proprio agio e mostrare il suo vero Io.
Fui destata dalla richiesta del maestro..."Prima di tutto sono felice di conoscervi messer Wesl..oh sono molte le cose che vorrei chiedervi. Però..visto che ho commesso un errore non fidandomi del maestro Lin.."ci fu un momento di silenzio e ci guardammo in viso "come dicevo al maestro..io posseggo un manoscritto..originale penso...sulle confessioni del pirata Topasfier sul Tesoro nascosto di Capitan Lanzaras e dove si trova..voi che dite di questa storia? Sono dicerie o qualcosa vi è di vero? E poi avrei un grande desiderio espresso al maestro...si può visitare qualche isoletta qui vicino? O vi è pericolo di pirati?"
Mi augurai che pure Wesl non fosse pietrificato dal terrore al solo sentir nominare..Capitan Lanzaras.

Clio
07-11-2012, 23.36.26
Non potei fare nulla. In un attimo mi ritrovai tra le braccia di Guerenaiz, stretta a lui.
Mi sentii sfiorare dal suo viso, le sue labbra sulle mie.
Mi abbandonai un istante a quel l'incontro dolce per quanto irruento.
Ma poi, spalancai gli occhi, il cuore mi batteva a perdifiato.
Ma... Cosa diamine stai facendo? Come puoi....
Spinsi via Guerenaiz con tutta la forza che avevo nelle braccia.
I miei occhi furenti e appassionati lo fissavano.
Alzai la mano destra e lo colpii al volto così forte da lasciargli un segno rosso sulla guancia.
"Tu, lurido, sporco... Pirata! Osa toccarmi, o insultarmi un'altra volta e giuro che sarò l'ultima donna con cui potrai fare il gradasso!"
Sentii le risate dei due scagnozzi di Giuff, ma non vedevo i loro volti.
Scossi la testa, senza smettere di guardare Guerenaiz: " siete tutti uomini meschini e senza onore. Per chi diavolo mi hai preso? Solo il mio promesso sposo potrà sfiorarmi.."
Mi avvicinai al suo orecchio sinistro:
"Quello vero... S'intende" gli sussurrai.

Talia
08-11-2012, 00.44.27
Annuii a quelle parole di mio padre.
Finimmo così di mangiare... io rimasi silenziosa durante la cena, non riuscendo a smettere di pensare a quella partenza affrettata, a come avrebbe reagito Musan quando lo avesse scoperto e a ciò che avrei detto al nonno poco dopo...
Alla fine, di una cosa sola ero convinta... mi addolorava il solo pensiero, ma sentivo che era una cosa che dovevo fare...
Esitai a lungo... infine mi alzai in piedi...
“Padre...” iniziai a dire, mentre la madre di Jamiel toglieva le ultime stoviglie dalla tavola “Ti prego, lascia che sia io ad informare il nonno su Passapour... sento di doverlo fare... sento che è giusto che io gli parli, dato che domattina partirò!”
Esitai... poi, ad un suo cenno, capii che era d’accordo... così mi congedai da tutti ed uscii dalla sala, diretta al piano superiore.
Giunsi di fronte all’alta porta scura che dava sulle stanze riservate al nonno e qui sostai... ero tesa, preoccupata, triste... ero lì per dirgli che il suo fedele Passapour era morto ed anche che io sarei partita l’indomani... esitai per qualche lungo momento, con la mano a mezz’aria... infine mi feci coraggio e picchiettai appena.
La stanza era immersa nella penombra... vi feci capolino, chiamando piano il nonno... poi lentamente entrai e richiusi la porta dietro di me...

La stanza era invasa dalla calda, tagliente luce del tardo pomeriggio. Io, immobile e silenziosa sulla soglia, continuavo a guardarmi le scarpe, incapace a decidermi ad entrare come pure a fuggire via. Per lunghi minuti fu il silenzio, poi una voce, proveniente dalla poltrona dall’alto schienale dal apate opposta della stanza, mi fece sussultare...
“Talia...” disse la voce del nonno “Cosa fai lì sulla porta? Non vuoi entrare?”
“Nonno...” balbettai, sentendomi immediatamente colpevole “Nonno, io... veramente...”
“Vieni avanti!” disse lui “Fatti vedere!”
Di mala voglia presi ad avanzare lentamente fino a raggiungere l’ampio tavolo di mogano, che, a me bambina, pareva alto ed imponente...
“Eccomi!” mormorai, mantenendo lo sguardo basso.
Il nonno mi osservò per un istante... un debole sorriso aleggiò sulle sue labbra per un istante, ma subito scomparve...
“Sei silenziosa oggi, signorinella... come mai?”
“Io...” iniziai a dire, ma subito tacqui, chiedendomi come fosse possibile che ancora non lo avesse saputo.
“Si?” mi incalzò.
Silenzio.
“Niente?” domandò il nonno.
Non risposi, continuando a scrutare il pavimento.
“Molto bene...” concluse lui “Allora credo che tu possa andare!”
Trattenni il respiro... poi, sorpresa e sollevata perché la mia marachella non era stata scoperta, mi affrettai a voltarmi e a riguadagnare la fuga...
Ero già arrivata sulla soglia, quando mi bloccai.
Non sapevo perché... ma improvvisamente mi sentii in colpa... il nonno, dopotutto si fidava di me, e quel guai che avevo combinato un po’ per gioco ed un po’ senza pensare alle conseguenze prese a rimordermi sulla coscienza...
Esitai per qualche istante... poi lentamente tornai verso il tavolo...
“Nonno...” mormorai con una vocina sottile sottile “Nonno, io... io, ecco... in verità, io dovrei dirti una cosa...”
L’uomo sollevò gli occhi dalle sue carte e mi fissò...
“Davvero?” chiese.
“Si...” dissi “Io... io non volevo fare del male... non ci ho pensato... e mi dispiace... è solo che...”
“Solo che proprio non hai resistito!” completò, con un mezzo sorriso “E la povera signora Lodewijk ne ha fatto le spese... è così?”
Sorpresa sollevai gli occhi e finalmente lo guardai, dall’altra parte del tavolo a cui il mio naso arrivava a fatica...
“Tu lo sai?” chiesi.
Il nonno annuì appena.
“Ma non me lo hai detto...” mormorai “Pensavo mi avresti sgridata...”
Il nonno mi osservò per un istante... poi sospirò...
“Vedi, Talia... ciò che hai fatto è sbagliato e lo sai. Così come io so che non l’hai fatto con cattive intenzioni, ma solo per uno sciocco gioco. La cosa davvero importante e di cui sono orgoglioso è che sei stata tanto onesta da confessare.” mi sorrise “Sai... qualche volta dire la verità è difficile, lo so... specialmente quando si teme di ferire o di deludere le persone che amiamo... eppure, anche in quei casi, la verità è la sola cosa che conta, la sola cosa che vale davvero! Ricordatelo, Talia... la verità! Sempre! Soprattutto con le persone a cui tieni!”

La stanza era buia, ma potevo distinguere la sagoma del nonno, immobile, sulla poltrona di fronte alla finestra...
Mi avvicinai adagio... sapevo che, se anche non poteva voltarsi a guardarmi, mi aveva sentita e mi aveva riconosciuta... il nonno aveva il dono di sentirmi e riconoscermi quando arrivavo, lo aveva sempre fatto...
“Ciao, nonno...” mormorai, giungendogli accanto e posandogli un leggero bacio sulla guancia, per poi sedermi sul tappeto ai suoi piedi, come facevo da piccola quando mi raccontava le sue storie sui suoi viaggi e sui pirati...
“Sai...” dissi dopo un po’ “Sono stati lunghi questi due anni... è stato difficile ambientarsi qui, è stato difficile iniziare a vivere una nuova vita, in un nuovo mondo... non so... a volte penso che se è stato così difficile è solo perché la mia vecchia vita in Olanda mi piaceva! Sì, mi piaceva stare con te... mi piaceva la nostra casa e la vista di cui si godeva dalla terrazza alta, ti ricordi? Mi sentivo sicura là... non ho mai avuto problemi e non ho mai avuto paura... mai, neanche una volta ho avuto paura di niente...”
Esitai...
“Qui, invece, tutto è diverso...” mormorai poi “Ho... ho conosciuto un uomo... uno spagnolo! Lui mi ha donato un pugnale e da quel momento in poi...”
La mia voce tremò forte... ma la schiarii e mi costrinsi a continuare...
“E da quel momento in poi tutto è cambiato! Tutto è precipitato!”
Sospirai... e, senza riuscire ad arginare le parole, raccontai tutto ciò che era accaduto con Musan... raccontai delle sue parole, di ciò che mi aveva detto e di ciò che aveva insinuato... raccontai dell’arresto di Passapour e di come ero voluta andare fino alle prigioni per vederlo... infine, con la voce spezzata raccontai di ciò che era accaduto là, del corpo senza vita che Musan mi aveva mostrato, delle sue parole, delle accuse, della paura, racconta di come mio padre era arrivato e di come mi aveva portata via...
I miei occhi erano pieni di lacrime alla fine e la mia voce così rotta che faticavo a parlare...
“Mi dispiace così tanto, nonno... ti ho deluso, sono stata così sciocca... così inutile... ed il povero Passpour... io so che non può essere stato lui, so che quelle accuse sono false e bugiarde... ma nessuno mi crede... nessuno vuole darmi retta... mi dispiace così tanto...”
Cercai con la mia la sua mano, immobile sul bracciolo della poltrona, e su di essa poggiai la fronte e piansi... piansi per qualche tempo, sfogando con lui tutta la paura, l’ansia e la frustrazione che avevo dentro...
Infine, riuscendo a calmarmi, tornai a sollevare la testa...
“Perdonami!” mormorai, asciugandomi gli occhi e cercando i suoi “Perdonami... se ho pianto. Il fatto è che... beh, il fatto è che, dopo questo, papà ha deciso che era troppo pericoloso per me restare qui... dice che sono l’anello debole della catena, perciò non posso più restare qui... ed ha deciso che dovevo partire. E così... beh, così domattina presto mi metterà su una nave!”
Sospirai... sentendomi come chi si è appena liberato da un peso insostenibile, un peso che avevo sul cuore.

Guisgard
08-11-2012, 01.51.00
Gulltoppr cavalcava rapido, fiero e sicuro attorno al lago, mentre le stelle scintillavano chiare nel cielo.
Cheyenne teneva strette le briglie e poteva sentire un fresco vento che le gonfiava i capelli e le accarezzava la pelle.
Ad un tratto udì una musica.
Era lenta e malinconica e sembrava diffondersi ovunque intorno a lei.
Ora sembrava il vento a condurla, mentre un attimo dopo pareva sorgere dalle increspate acque del lago.
Poi ancora erano le foglie degli alberi a vibrare come corde di violino e un momento dopo quella musica dava l'idea di perdersi nelle tenebre tutt'intorno.
Da dove giungeva dunque?
Chi la suonava?
Cheyenne corse allora verso la villa, dove trovò il colonnello seduto in giardino ed intento a giocare da solo una partita a scacchi.
“Il re è il pezzo fondamentale” disse “e se viene mangiato la partita è persa. Ma in realtà perdere la regina equivale alla sconfitta.”
Di nuovo quella musica.
Poi il vento aumentò ed anche le acque del lago divennero più inquiete.

Cheyenne si svegliò poco prima dell'alba e nel dormiveglia udì ancora quella misteriosa musica.
Cadde di nuovo addormentata e si destò definitivamente quando il Sole era ormai alto in cielo.
E anche in quei primissimi momenti sentì ancora quella musica.
Ma pochi istanti dopo essa cessò.
Era ormai metà mattinata e la villa si era già svegliata da un po'.

Guisgard
08-11-2012, 02.02.50
“Smettetela.” Disse all'improvviso Storm ad Elisabeth. “Cosa sono queste chiacchiere? Siete stata coraggiosissima fino ad ora e proprio adesso volete farvi prendere dal panico? La vostra Ingrid è là dentro” indicando la torre “e dobbiamo trovare il modo di farla uscire... ma occorre un piano...” si guardò intorno, come a voler cercare qualcosa in grado di aiutarli.
Notò allora un piccolo convento poco distante.
“Ecco ciò che ci occorre!” Esclamò. “E dire che da piccolo facevo sempre storie per andare in chiesa...” sorrise “... fortuna che il Buon Dio non ripaga mai con la stessa moneta...” frustò il cavallo e raggiunsero il convento “... mi spiace per voi, milady, ma ancora una volta bisognerà recitare la parte degli sposi felici.” Le fece l'occhiolino.
Storm saltò giù e bussò al portone del convento.
Un attimo dopo un fraticello aprì la porta.
“Chi è che bussa?”
“Frate...” fece Storm “... sia lodato il Cielo... io e mia moglie eravamo giunti per una bella passeggiata, quando è stata colta da un malore... credo abbia bisogno di riposare e non mi sento di farle affrontare il tragitto di ritorno a Las Baias... possiamo entrare per farla riposare un po'?”
Il frate allora fissò Elisabeth sul calesse.
“Cosa avete, signora?” Chiese il religioso.

Guisgard
08-11-2012, 02.17.39
Wesl sorrise a quelle parole di Altea.
“Ma certo.” Disse il vecchio lupo di mare alla ragazza. “Certo che le isole si possono visitare, anche se non tutte. La più vicina e più sicura è Nisides, dove si trova un porto commerciale di Las Baias. E' un'isoletta tranquilla, caratteristica e molto bella. Dal porto è possibile anche vederla se l'aria è asciutta. E sappiate che il vostro maestro la conosce benissimo.” Sorrise. “E poi, quella leggenda...” mormorò “... pensavo fosse andata perduta e invece, a quanto mi dite, circolano ancora scritti che la riguardano.”
Lin era a fissare il mare, senza prestare molto ascolto alle parole del vecchio marinaio, come se conoscesse già quel genere di storie.
“Vi dirò, visto che siete così bella e gentile, che nessuno può affermare con certezza se quel tesoro esista o meno.” Continuò Wesl. “Forse si, o forse no, chi può dirlo. Magari era un buon bottino e poi il tempo e le dicerie l'hanno mutato in una inestimabile fortuna, chissà. Fatto sta che non ci sono prove o mappe o altre testimonianze. Dite di possedere un manoscritto forse autentico? Eh, sapete quanti ne ho veduti? E tutti giuravano di riportare il vero, rivelandosi poi solo falsificazioni. Quanto al vostro manoscritto... cosa vi fa credere che sia autentico?”

Guisgard
08-11-2012, 02.36.28
Gurenaiz restò a fissare Clio per alcuni istanti.
Poi si portò una mano sul viso e la strofinò sulla guancia colpita dalla ragazza.
“Beh, immagino sia un no questo...” disse sorridendo “... chissà allora se ripenserai a questo mio bacio, quando mi vedrai penzolare dal pennone della prossima nave che il buon capitano Giuff deciderà di assaltare... e forse allora ripenserai a questo ultimo desiderio che hai rifiutato ad un povero condannato a morte...”
“Infondo mi piaci!” Esclamò uno dei due bucanieri che avevano assistito a quella scena. “Mi piace come tratti le donne!”
“Si, piaci anche a me, amico!” Fece l'altro.
E tutti e due risero forte.
“Già, peccato però che ci abbia provato con la ragazza sbagliata.” Disse Boyuke, giunto in tempo per vedere il bacio e la reazione di Clio. “Ti avevo avvertito... il capitano non vuole che qualcuno gironzoli intorno alla ragazza...” fissando Gurenaiz “... ma forse le parole non bastano... si, forse occorrono le maniere forti con te... tenetelo fermo!” Ordinò ai due bucanieri.
In un attimo Gurenaiz fu bloccato dai due e subito Boyuke cominciò a colpirlo con violenti pugni allo stomaco e poi sul viso.
E lo picchiò con rabbia, fino a quando l'ufficiale olandese si piegò sulle gambe.
Allora i due bucanieri lo lasciarono e Gurenaiz cadde a terra.
Boyuke fece un cenno ai due e quelli cominciarono a colpire l'ufficiale con calci allo stomaco e ai fianchi.
Lo picchiarono selvaggiamente, ridendo ed insultandolo.
“Va bene...” mormorò Boyuke “... così può bastare...”
I tre andarono via, lasciandolo a tossire e ad ansimare nella polvere.

Guisgard
08-11-2012, 03.25.37
Rynos ed Emas subito si avvicinarono a Cavaliere25, col chiaro intento di tirarlo su di morale.
“Su, ragazzo, non abbatterti.” Disse Rynos. “Ora ti aiuteremo noi a trovare una brava ragazza!” Si guardò intorno e vide una delle donnine del posto seduta sul bancone. “Ehi, Ines!” Chiamando la ragazza. “Vieni qui, in mezzo ai tuoi amici!”
La ragazza sorrise e si avvicinò ai tre.
“Questo è cavaliere25.” Fece Rynos. “E vogliamo si diverta un po' Vuoi pensarci tu a fargli compagnia?”
“Ma certo!” Esclamò Ines. “Sai che sei un ragazzo simpatico e carino?” Sedendosi subito sulle ginocchia di Cavaliere25.

Guisgard
08-11-2012, 03.39.19
Arkwin ascoltò ogni parola di Talia.
E anche le sue lacrime.
Il suo viso non riusciva a mostrare, a causa del suo cattivo stato di salute, espressioni chiare e definite, ma i suoi occhi erano attraversati da mille luci e ciascuna sembrava animata da una sensazione e un'emozione diversa.
Apprese così tutto.
Dello spagnolo, delle sue indagini, della cattura del fedele Passapour e della sua assurda morte.
Ed infine anche della partenza di Talia.
Ebbe allora un sussulto, quasi un moto di rabbia.
Arrivò a stringere il pugno, con la chiara intenzione di liberare la sua rabbia per quell'insopportabile stato di impotenza, ma non riuscì ad andare oltre ad una smorfia indefinita.
Il vecchio leone, vincitore di mille battaglie contro gli uomini, contro la fortuna e contro la natura, ora era imprigionato in un corpo malato, vecchio e stanco.
Un corpo che gli impediva di difendere le persone a lui più care.
Restò allora immobile e in silenzio accanto a sua nipote.
E restarono così per un tempo imprecisato, fino a quando Maria entrò e pregò Talia di ritirarsi e di lasciare suo nonno riposare.
La notte trascorse lenta e triste.
Al mattino tutto era pronto per la partenza.
Blind giunse con la sua carrozza per prendere Talia e andare insieme a lei al porto.
La ragazza salutò allora i suoi genitori, mentre invece Arkwin era ancora nella sua stanza.
“Tornate presto, Analopel...” fece la madre di Jamiel “... Las Baias è più bella quando voi siete qui.”
“Analopel!” Arrivando di corsa Jamiel. “Avevi dimenticato questo nella tua stanza!” Dandole il pugnale di Musan. “Portalo con te, così potrai difenderti se incontrerete dei pirati lungo il viaggio!”
“Che sciocchezza!” Esclamò Philip. “Il tragitto verso Minisclosa è tranquillo! Su quelle acque navigano spesso fregate olandesi o spagnole e nessun corsaro oserebbe avventurarsi in quello stretto di mare così sorvegliato!”
La carrozza allora partì e poco dopo raggiunse il porto.
Qui, Talia e Blind erano attesi dall'equipaggio di una nave olandese di proprietà della Compagnia delle Flegee Occidentali.
Saliti a bordo, la nave partì e subito puntò le sue vele verso Minisclosa.
“Non siate triste, milady...” passeggiando Blind sul ponte con Talia, insieme al comandante della nave “... Minisclosa è un posto molto accogliente e sicuro. Vedrete, vi troverete bene e presto ritornerete dalla vostra famiglia a Las Baias.”
"Oh, si..." intervenne il comandante della nave "... Minisclosa è sicuramente un posto che vale la pena vedere."
http://3.bp.blogspot.com/-4LCEgMcICW4/T1yto0Fz6xI/AAAAAAAAJdQ/Cdlt-t_gUqo/s1600/vlcsnap-2012-03-11-11h27m06s237.png

elisabeth
08-11-2012, 09.10.52
La sfuriata di Storm mi arrivo' alle orecchie come tempesta di mare....." Sono stata coraggiosa e' vero, ma l'ho fatto sempre colta di sorpresa da avvenimenti che si sono susseguiti uno dietro l'altro e che non mi hanno dato modo di riflettere veramente su quello che stava succedendo.....ora pero' se permettete, siccome dalla terra da cui provengo in genere non salvo Ingrid di mestiere...sono un po' scossa............Il Convento..dite il Convento quello li'........non ho un buon rapporto con i frati...mia madre si rifugia in chiesa a piagnucolare tutte le volete che non mi comporto come lei desidera...come se nostro Signore avesse il tempo di pensare a queste sciocchezze.........."....Alla proposta di Storm di continuare con la scenetta dei due sposi felici non ebbi il tempo di aprire bocca che mi ritrovai difronte al portone del convento......sapeva recitare veramente bene, forse oltre al fuorilegge faceva anche l'attore....e cosi' quando mi chiesero quale malore avessi....un sorrisetto malvagio si dipinse sul mio volto...." Buonasera Padre, e' un paio di giorni che ho la sensazione di sentire strani odori, il cibo mi da' la nausea e strani capogiri mi assalgono durante la giornata......spero proprio di non aspettare un bambino....questo e' un viaggio che abbiamo fatto dopo tanto tempo........e sembra che lo stia rovinando con questo strano malessere.."...non feci in tempo a finire la frase che svenni tra le braccia di Storm

Parsifal25
08-11-2012, 12.48.55
Non riuscivo a comprendere se ciò che il comandante Gurenaiz provava per Clio fosse vero o faceva parte del suo piano......, io rimasi in disparte e guardai' la scena che mi sembrava sempre più ambigua: parlava di una principessa che doveva salvare, ma era la stessa?

Tale quesito mi lasciava, alquanto perplesso......improvvisamente, sentì dei suoni simili ad una rissa corsi verso questi ultimi e vidi che il comandante era stato percosso in malo modo.......probabilmente, la sua esuberanza gli aveva regalato ciò......come si suol dire: meglio non esporsi troppo agli istinti, rischi di incappare in qualche brutto guaio. Pian piano mi avvicinai' per portargli soccorso, ma vidi che Lady Clio già andava prendendosi cura di lui.

Non proseguì verso di lui, ma mi limitai' ad osservare come sarebbe andata.

Talia
08-11-2012, 12.54.44
L’aria era umida e pesante, quella mattina... nebbiosa, cosa piuttosto rara a Las Baias...
Scesi nel cortile, dove era già pronta la carrozza, e mi soffermai in fondo alla scala a fissare quel cielo brumoso... mi sentivo strana, quella mattina... infelice... mi sentivo come un giovane ed ardimentoso soldato che, dopo aver creduto di poter vincere la guerra con le sue sole forze, viene sconfitto e costretto alla ritirata...
Sospirai mestamente... poi mi decisi a scendere anche gli ultimi scalini e a raggiungere i miei genitori vicino alla carrozza.
I saluti furono brevi ma dolorosi... tutti noi ci stavamo illudendo che quel mio strategico allontanamento non sarebbe durato che poche settimane, giusto il tempo che papà sistemasse la cosa e Musan si dimenticasse di me... ma la verità, che tutti cercavamo di ignorare, era che non sapevamo con esattezza per quanto tempo sarei stata via.
Salutai mio padre ed abbracciai mia madre, sorrisi alle parole addolorate e buone della madre di Jamiel, poi mi voltai ed i miei occhi corsero in alto, verso l’ampia finestra del primo piano... non potevo vederlo, ma sapevo che il nonno era là, sulla sua poltrona, e che mi stava osservando... potevo avvertire su di me il suo sguardo triste... sollevai lentamente una mano in un gesto di saluto, allora, e gli sorrisi... mi sarebbe mancato, e lui lo sapeva.
Poi salii in carrozza.
Stavamo già per partire quando Jamiel giunse di corsa per portarmi il pugnale di Musan che credeva avessi dimenticato... non lo volevo quel pugnale, mi raccapricciava l’idea di portare con me qualche cosa dello spagnolo... ma gli occhi del piccolo Jamiel erano così preoccupati per me e le sue intenzioni così palesemente buone che non me la sentii di contraddirlo... sorrisi, così, debolmente...
“Grazie, Jamiel...” dissi, prendendo il pugnale e lasciandolo cadere con poca attenzione in una delle mie borse da viaggio “Lo porterò con me per ricordarmi di te, mio piccolo amico, e della tua premura... E non preoccuparti...” soggiunsi, carezzandogli appena la testa “Ci rivedremo presto!”

La carrozza allora partì e poco dopo raggiunse il porto.
Qui, Talia e Blind erano attesi dall'equipaggio di una nave olandese di proprietà della Compagnia delle Flegee Occidentali.
Saliti a bordo, la nave partì e subito puntò le sue vele verso Minisclosa.
“Non siate triste, milady...” passeggiando Blind sul ponte con Talia, insieme al comandante della nave “... Minisclosa è un posto molto accogliente e sicuro. Vedrete, vi troverete bene e presto ritornerete dalla vostra famiglia a Las Baias.”
"Oh, si..." intervenne il comandante della nave "... Minisclosa è sicuramente un posto che vale la pena vedere."

Sorrisi gentilmente alle parole dei due uomini, ma non risposi... ero preoccupata... e non lo ero soltanto per me.
Lentamente mi avvicinai al parapetto ed osservai l’orizzonte piatto, in preda a mille e più pensieri cupi.

Altea
08-11-2012, 15.53.58
Alla domanda di Wesl scrollai le spalle "Non ho detto che il manoscritto che posseggo possa essere vero...ma se quella leggenda era vera. Infatti il maestro mi disse che ci sono tanti falsi in giro, ma chi me lo ha venduto afferma che è originale. Poi vi sono pure mappe ma potrebbero essere non veritiere..insomma chi lo ho scritto sa la verità".
Vidi lo sguardo del maestro Lin perso nella immensita del mare tra il luccicchio come stelle sul mare.."Maestro Lin, messer Wesl dice che voi conoscete questa isola..Nisides...cosa ne dite di portarmici a fare una visita domani?"

Clio
08-11-2012, 17.46.57
"Andiamo, Boyuke, posso difendermi da sola!!" Dissi sbuffando alla volta del tagliagole.
Poi lo vidi avvicinarsi a Guerenaiz e colpirlo, mentre gli altri lo tenevano fermo, talmente tanto da farlo rantolare a terra.
Avrei voluto urlare, implorarli di smetterla, ma , ancora una volta, sapevo che se lo avessi difeso lo avrebbero picchiato ancora di più.
Infondo lo avevo respinto, ero stata la prima a colpirlo, non potevano sospettare di me.
Ma quando se ne andarono restai lì, impalata, come pietrificata.
Sentii Guerenaiz gemere e mi ridestai come da un brutto sogno che, ahimè era accaduto davvero.
"Spero che tu abbia imparato la lezione, mascalzone..." Dissi a voce alta.
Ma recitare era così difficile mentre lo vedevo a terra, sofferente, lui che era lì per salvare me.
"Sei fortunato, marinaio.." Continuai "chi sta antipatico a Boyuke entra immediatamente nelle mie grazie."
Mi chinai su di lui, lo fissai con gli occhi colmi di lacrime, e gli presi il viso sanguinante tra le mani.
Sorrisi, caricando il braccio destro come a volerlo colpire ancora: " ma non ti azzardare a parlarmi un'altra volta in quel modo... O rimpiangerai le carezze di quei tre" guardandolo torva.
Rilasciai poi cadere il braccio e gli porsi la mano.
"Forza, appoggiati a me..." Aiutandolo a rialzarsi.
"Dovremo davvero escogitare un piano..." Sussurrai quando fui vicinissima al suo viso "... Le cose vanno di male in peggio. Non credo di avere molto tempo... Potrebbero anche tornare da un momento all'altro"
Lo aiutai a sedersi sulla panca e tentai di pulirgli il viso con il fazzoletto che avevo nella manica del bell'abito azzurro.

Cheyenne
08-11-2012, 18.16.00
Mi svegliai in un bagno di sudore.
Alla mia mente tentai di riportare il ricordo di ciò che avevo sognato ma invano.
Il sole era ormai alto, dovevo aver dormito a lungo, fino a tarda mattinata.
Gon attendeva pazientemente di poter uscire, mi alzai pigramente dal letto ed andai ad aprirle una finestra. La scimmietta mi guardò con una sorta di gratitudine e balzò verso un ramo vicino.
Mi diressi nella saletta da bagno e mi sistemai per bene. Guardai il mio volto segnato da qualche occhiaia di troppo e tentai di coprirle con della cipria.
Indossai un vestito di seta arancio pallido con un motivo floreale e cinsi i capelli in due treccie.
Uscii dalla camera con un lieve appetito così andai nella sala da pranzo dove, prontamente una giovane domestica mi portò caffe e una deliziosa torta ai lamponi.
Saziato così il mio stomaco decisi di andare a salutare il colonnello e fare poi un salto a controllare Gulltoppr. Volevo essere sicura che Secs non lo avesse più toccato.

Guisgard
08-11-2012, 19.51.41
Clio cominciò a pulire il viso di Gurenaiz, pieno di lividi e tagli.
Ma l'uomo ad un tratto, appena fu in grado di destarsi da ciò che gli era capitato, spostò il braccio della ragazza e si spinse, quasi strisciando, verso una tinozza colma d'acqua e cominciò a lavarsi il viso.
Immerse poi l'intera testa nell'acqua e la tolse quando ormai i suoi sensi sembravano aver attutito almeno un po' del dolore.
Tornò a sedersi e si voltò poi verso Clio.
“Hai sentito...” disse ansimando “... hai sentito cosa ha detto quell'uomo, no? Non devi farti vedere insieme a me...” tossì “... su, ritorna dentro...” tossì ancora “... e non temere...” guardandola con una strana luce negli occhi “... non ti importunerò più... non è mia abitudine molestare le donne degli altri...” appoggiò allora il capo contro il muro e chiuse gli occhi, come a voler dimenticare tutto ciò che lo circondava.

Guisgard
08-11-2012, 19.56.19
Cheyenne, finita la sua colazione, si recò dal colonnello per augurargli il buongiorno.
L'incontro però fu breve, poiché l'uomo dovette subito recarsi al porto per delle questioni urgenti.
Cheyenne allora raggiunse le scuderie e con sua soddisfazione si accorse che nessuno aveva toccato il suo formidabile cavallo.
Accanto a Gulltoppr c'era lo stalliere, intento a lavarlo e dargli da mangiare.
Ma proprio in quel momento Cheyenne udì di nuovo quella misteriosa musica sentita nel suo sogno e al suo risveglio poco prima.

Guisgard
08-11-2012, 20.02.22
Elisabeth aprì gli occhi e si ritrovò in una piccola cella, su un lettino non comodissimo ma comunque pulito, con una piccola finestra alla sua destra che illuminava sufficientemente quell'ambiente austero.
Ai piedi del letto, seduto su uno sgabello, stava Storm, intento a leggere un breviario.
“E dire” disse il contrabbandiere “che da piccolo le conoscevo tutte queste preghiere...” sorrise “... chissà, se non le avessi dimenticate, forse a quest'ora sarei una persona rispettabile e degna di fiducia.” Richiuse il libro e si voltò verso Elisabeth. “I miei complimento, milady! Siete un'attrice d'eccezione! Magari, un giorno potremmo mettere su una compagnia teatrale!” E rise di gusto.

elisabeth
08-11-2012, 20.17.37
Mi alzai dal lettino, e risi con Storm....se non fosse stato per il pensiero di Ingrid, c'era qualcosa di veramente divertente in qualle situazione...." Perdonatemi Storm in questop lettino riesco a sdraiarmi solo io a mala pena...voi dove starete ?......questa volta non potremo dormire insieme.....siete fantastico con quel breviario, avete un certo che di mistico......"...mi alzai e cominciai passeggiare ..i mattoni freddi di pietra risuonavano sotto i miei tacchi...." Una compagnia...si perche' no...la compagnia degli specchi, che ne dite ?.....ma ora facciamo i seri...da qui...come faremo ad intervenire per liberare Ingrid ?...."

Cheyenne
08-11-2012, 21.40.04
Entrai nelle scuderie e vidi uno stalliere intento a lavare Gulltoppr.
Volevo avvicinarmi al cavallo per accarezzarlo quando udii un rumore provenire dall'esterno.
Una musica si espanse nelle stalle,o forse, solo nella mia mente.
Mi tornò allora alla memoria il mio sogno fatto durante la notte, era lì che avevo già udito queste note.
Non osai chiedere al giovane garzone della stalla se anche lui sentisse la melodia, per timore di una sua risposta negativa.
Mi limitai a fargli un gesto di saluto e uscii dalle scuderie.
La musica mi sembrava sempre più forte ad ogni mio passo, presi una boccata d'aria e cercai di scacciare dalla mia testa quei suoni ma invano.
"Bene-pensai- allora la melodia non può che essere reale."
Decise dunque di seguire il suono per scoprirne la provenienza.

cavaliere25
08-11-2012, 21.58.15
Guardai la donna e le sorrisi dolcemente e dissi grazie sognora anche voi siete molto graziosa e simpatica e misi una mani dietro la schiena per tenerla su

Clio
09-11-2012, 00.09.10
Chinai il capo, osservando un punto indefinito di quella panca: "Mi dispiace... io.. credevo che sapessi.." sussurrai piano.
Guerenaiz era fermo, gli occhi chiusi, la testa appoggiata al muro.
Restai accanto a lui qualche istante, ma capii che voleva restare solo, così mi alzai.
Tuttavia, dopo aver fatto qualche passo, tornai indietro.
"Sappi che non ti biasimerò se vorrai scappare... Non sei obbligato a restare qui.."
La voce mi si spezzò in gola, sapevo di essere stata troppo dura con lui, ma schiaffi e parole dure erano gli unici strumenti che conoscevo per difendere il mio onore, e la mia virtù.
Mi voltai nuovamente ed entrai nella locanda. Trovai facilmente la stanza che mi era stata ormai affidata e ci entrai, chiudendo velocemente la porta.
Camminai in lungo e in largo in preda a sentimenti contrastanti.
Non riuscivo a togliermi dalla mente le parole di Guerenaiz, così dirette e insolenti, mi chiesi se stesse recitando o parlando sul serio.
"L'ultimo desiderio..." Ripetei ridendo, sarcastica: "maledizione, che insolente!" Continuavo a camminare per la stanza, incapace di trovare pace.
"Il bacio era vero, però..." Sospirai buttandomi sul letto."..anche troppo.." continuai ripensando all'espressione degli occhi dell'ufficiale, poco prima che li chiudesse.
Una parte di me ripeteva, imperterrita, che forse era venuto fin qui non tanto per catturare Giuff e liberare una conoscente, ma con mire molto più ardite.
Eppure avevo imparato a conoscere Guerenaiz, anche se soltanto da poco, ed era un brav'uomo.
Quella che parlava ora era la stessa parte di me che mi malediva per averlo trattato in quel modo, dato che sicuramente stava recitando.
Chiusi gli occhi. Rividi davanti a me la strana luce negli occhi dell'olandese, e le sue parole risuonarono ancora una volta nella mia mente.

“... non ti importunerò più... non è mia abitudine molestare le donne degli altri...”

"Oh, Clio.. andiamo.." sbuffai "..adesso cosa stai insinuando, maledizione?"
Ma l'espressione di quegli occhi non mi dava pace. Mi girai e rigirai nel letto prima che potessi prendere sonno,

"Hai visto che bel mare?" disse piano lui, cingendomi con le braccia da dietro le spalle.
"Già, lo stesso mare che ti porterà via da me.. " dissi, imbronciata, appoggiandomi a lui.
"...Bhe, ma quando tornerò.." sfiorando il mio collo con un bacio.
" hai detto bene, quando tornerai, furfantello..." ridendo divertita.
".. Oh, sei sempre la solita..voglio dire che inizieremo la nostra vita insieme.."
".. già, come no.."
"La nostra casa.. " cominciò lui " col piccolo giardino... io e te soli... sempre.. riesci a immaginare qualcosa di più bello, Amore?"
"No.." sussurrai ".. come potrei?"
Restammo così, abbracciati, per un tempo che sembrò infinito. La vera felicità era questa, la voglia di stare insieme ogni singolo giorno.
Guardammo il sole tramontare, leggero sulle acque, come si chinasse dolcemente a baciare la superficie marina, divenuta rossa per l'imbarazzo.
Lo spettacolo era mozzafiato.
D'un tratto, Jhonn si chinò su di me, d'istinto mi girai e le nostre labbtra si ritrovarono unite in un bacio dolce e appassionato.
Aprii gli occhi lentamente, per poi sbarrarli, incredula.
Mi ritrassi, veloce come un lampo.
"tu! Cosa? Come?" ansimavo, allibita.
Guerenaiz era davanti a me, e mi guardava con uno sguardo divertito e irriverente.

"No!" urlai, svegliandomi di soprassalto.
Che razza di sogno era mai quello? Strinsi a me le coperte, ma capii ben presto che non mi sarei addormentata tanto facilmente: troppi pensieri si affollavano nella mia mente.
Per quanto sapessi di dover essere forte, sentivo che le forze cominciavano ad abbandonarmi.
Lacrime ribelli e irrispettose iniziarono a scendermi sul viso. E mi abbandonai a quel pianto silenzioso, come una bambina che cerca conforto nella morbidezza di un cuscino.
Piansi per me e per la mia sorte, per la prigionia e il terrore costante in cui vivevo, piansi per Jhonn rinchiuso chissà dove, nascosto da queste terre maledette, ma anche per Guerenaiz che tanto aveva rischiato per salvarmi, e non meritava di pagarla così cara.
Dopo un po', mi sentii più leggera, sollevata.
Il sonno, però, mi aveva abbandonato del tutto, e mi alzai a guardare fuori dalla finestra che dava sul cortile.

Guisgard
09-11-2012, 01.26.44
Lin fissava il mare, poi, ad un tratto, si voltò verso Altea.
“Nisides...” disse “... manco da tempo ormai da quell'isola...” la fissò “... davvero vi piacerebbe visitarla? Allora vi propongo un patto... io vi ci porterò, anche domani... e voi in cambio mi mostrerete quel manoscritto... accettate?”
“Ragazzo mio...” fece Wesl “... io so perchè hai chiesto di vedere quel libretto...”
“E' solo per una curiosità scientifica...” mormorò Lin “... del resto sono uno studioso di libri, no?”
“Ti conosco troppo bene” replicò il vecchio “e non puoi mentirmi... giurasti di aver dimenticato...”
“E' possibile dimenticare ciò che è accaduto?”
Wesl lo fissò senza rispondere nulla.
“No, non si può...” continuò Lin “... tuttavia non è per questo che voglio vedere quel libretto... è solo interesse scientifico il mio...”
Wesl allora, scuotendo il capo, cominciò a sistemare le reti sul suo piccolo peschereccio.

Guisgard
09-11-2012, 01.37.59
Storm sorrise ad Elisabeth.
“Beh, di me probabilmente sapete ancora poco” disse “e forse questo che sto per dirvi vi stupirà... da piccolo servivo messa nella chiesetta del mio paese... mia madre era orgogliosissima quando mi vedeva sull'altare accanto al nostro vecchio curato...” rise “... e per questo oggi ritornerò un po' a quei giorni spensierati... infatti tra breve, io e voi, ci vestiremo da frati... ovviamente è per una buona causa... per la liberazione della vostra governante...” le fece l'occhiolino “... tra breve scenderemo nella mensa e mangeremo insieme agli altri frati... a metà del pranzo, però, voi avvertirete un capogiro e fingerete di svenire di nuovo... tutti i frati correranno da voi preoccupati ed io userò la scusa di una vostra medicina che portate sempre con voi per ritornare in questa cella. Ma in realtà non verrò qui... c'è un vestibolo laterale nell'ala Ovest del cortile, dove i frati tengono dei sai... ed io, indisturbato, ne prenderò un paio per noi due... vi piace il mio piano?”

Guisgard
09-11-2012, 01.56.38
Cheyenne decise così di seguire quella misteriosa melodia.
Era una musica mutevole e a tratti sfuggente, ora malinconica, ora vagamente più vivace.
C'era qualcosa d'inquieto però in quel suono.
La ragazza seguiva quella musica e ben presto si ritrovò nella tenuta dietro la villa, a pochi passi dal lago.
Giunse infine fra un folto gruppo di alberi che procuravano ombra su quella sponda del lago.
Cheyenne, avanzando, calpestò un arbusto e subito la musica cessò.
“Chi” disse all'improvviso una voce “ti ha detto di venire qui?” Una figura sbucò fra gli alberi. “Ma forse devo pensare che non riesci a starmi lontana?” Fissandola con quel suo sorriso irriverente Sesc.
http://img.karaoke-lyrics.net/img/artists/19039/soundtrack-robin-hood-bbc-serial-14273.jpg

Guisgard
09-11-2012, 02.29.27
Clio fissava il cortile dalla finestra della sua camera, mentre dal piano sottostante giungevano le risate dei pirati e delle donne che erano con loro.
Ad un tratto vide Gurenaiz che camminava nervosamente nel cortile.
Aveva strappato il ramo di un albero che sbucava dall'altra parte del muretto di cinta e con quello sferzava, rabbioso, le sterpaglie che crescevano tra le crepe della muratura.
Dopo un po' una donna, uscita dalla locanda, si avvicinò al capitano olandese.
Aveva in mano una bottiglia di rum.
“Forse ti va un po' di questo...” disse porgendo la bottiglia a Gurenaiz “... tutti qui ne bevano a fiumi... credo serva per dimenticare...”
“Cosa ti fa credere che abbia qualcosa da dimenticare?” Fissandola l'olandese.
“Beh, dai tuoi occhi...” rispose lei.
“Sembra che su quest'isola” sarcastico lui “tutti sappiano leggere nei miei occhi! Sentiamo... cosa ci vedi tu?”
“Conosco molto uomini” sorridendo lei “e so capirli.”
“Sei venuta qui solo per portarmi del rum?”
“Vuoi altro da me?”
“Caschi male con me, amica mia...” mormorò Gurenaiz, per poi prendere la bottiglia e cominciare a bere “... non ho il becco di un quattrino... non potrei pagarti...”
“Ho guadagnato molto negli ultimi giorni.” Disse lei. “E con te lo farei senza chiederti denaro...”
“Perchè?” Chiese lui.
“Perchè mi sento sola...” rispose lei “... e dai tuoi occhi so che anche tu lo sei...”
Si avvicinò allora a Gurenaiz e lo baciò.
Tutto questo sotto gli occhi di Clio che fissava il cortile dalla finestra della sua camera.
http://m.ocdn.eu/_m/96304fc144ec439e7147504dd2139b76,12,1.jpg

Guisgard
09-11-2012, 03.19.22
La nave proseguiva col vento in poppa, i pennoni di bompresso alti e gonfi e una spumosa scia, sferzata dai vermigli riflessi del Sole, si liberava, tra il bianco e il rubino, dietro di essa.
Il litorale di Las Baias, tra macchie verdeggianti e brulli pendii arsi dal Sole e battuti dal vento, pian piano diveniva sempre più indefinito, passando dal verde vivo all'azzurro incerto, fino a sfocarsi e poi sparire nella foschia lungo l'orizzonte.
Sul ponte c'era un continuo via vai di marinai e mercanti, ognuno impegnato con le proprie mansioni a bordo.
Blind si era accorto della malinconia di Talia e per questo aveva cortesemente rifiutato l'invito del comandante della nave ad ammirare la sua collezione di vini, ciascuno acquistato in una località diversa e battuta dai suoi innumerevoli viaggi.
Come detto, Blind era uno degli avvocati della Compagnia e vantava fama di uomo rispettabile e stimato.
Anche ad Amsterdam riscuoteva consensi, sia a corte, sia fra la gente comune.
Aveva circa sessant'anni, ma il modo sicuro di apparire, il passo deciso, la risolutezza dei modi e una certa fierezza che contraddistingueva la sua figura conferivano a questo personaggio un senso di autorità vera, che il più delle volte diveniva sincera ammirazione nei suoi interlocutori.
“Sapete...” disse rivolgendosi alla ragazza “... fino a qualche anno fa, tre per la precisione, ho servito sua maestà e svolto il mio lavoro di collaborazione per la Compagnia presso il distaccamento di Amsterdam, dunque in patria, ma sempre immaginando con un certo timore la vita quaggiù nel Nuovo Mondo...” sorrise “... si, insomma, sentivo parlare di febbri tropicali, insetti velenosi, acque poco sicure e costumi rozzi e violenti. Ma poi, trasferendomi e vivendo nelle Flegee, mi sono in realtà accorto che tutto qui è straordinariamente vivo, libero e bello. Come un mondo a parte, fatto di giornate calde e colorate, notti limpide e incantate, il tutto in uno scenario dai contorni fiabeschi e avventurosi. E vi dirò, anche se ora mi scambierete per uno dei tanti adulatori che vivacchiano a corte, che mi incuriosiva conoscervi.” Rise. “Oh, non fraintendete, potrei essere vostro padre. Si, conoscervi, milady. Infatti mi avevano parlato di una bellissima ragazza olandese, senza però, in principio, catturare più di tanto la mia curiosità. Forse le bellezze pallide, pensavo, sono piuttosto rare laggiù e per questo avranno ecceduto nelle descrizioni di quella ragazza. Soprattutto poi quel soprannome con cui i flegeesi usavano chiamarvi... la Perla d'Oro. Ma ora, conoscendovi, posso senza dubbio dire che mai epiteto fu più appropriato per descrivere una bellezza femminile.” Sorrise ancora. “Ma ora la smetterò di annoiarvi e di mettervi a disagio, milady. Perdonate poi se mi permetto... ma apparite stanca... posso consigliarvi di scendere nella vostra cabina per riposare? A Minisclosa, se continueranno a sostenerci questi venti favorevoli, arriveremo solo domani, per cui un buon riposo vi farà solo del bene nel frattempo. Ed io, senza dubbio, mi sentirei più sollevato nel vedervi serena e tranquilla.”

Guisgard
09-11-2012, 03.49.17
La locanda era piena di fumo, intrisa di odore di rum e colma delle risa e dei lazzi che i pirati si scambiavano fra loro.
Guisgard si appartò da quel trambusto e si lasciò cadere su una poltrona di raso, consumata e dai colori sgargianti.
“Eh, caro capitano, che bel paio saremmo io e voi.” Avvicinandosi a lui Giuff. “Il tutto il Flegeeo non c'è un pirata che mi stia alla pari. Eccetto voi.”
“Voi mi lusingate, Giuff.” Sorridendo Guisgard.
“E allora perchè esitate ad accettare la mia offerta di alleanza?” Fissandolo il Gufo Nero. “Sono giorni che oziate a Portuga e sicuramente dovete aver bisogno di denaro quanto me.”
“Mmm... un'alleanza come questa va molto meditata” pensieroso Guisgard “e la mia povera testa piena di rum è una settimana che balla.” Ridendo.
“Anche così il vostro cervello è il migliore di tutto il Flegeeo” replicò Giuff “ed io dico che con il vostro cervello e la mia forza faremmo miracoli!”
“Veramente faccio abbastanza bene anche da solo!”
E i due si abbandonarono ad una sonora risata.
Intanto, nella stanza grande della locanda, tutti i pirati fiutarono che qualcosa stava accadendo e corsero tutti dai loro capitani.
“Presto, Cavaliere25!” Esclamò Rynos. “Penserai dopo alla tua nuova conquista! Andiamo dal capitano! Sembra che ci sia qualcosa di grosso all'orizzonte!”
Un'ora dopo tutto era compiuto.
“Molto bene.” Disse Boyuke. “Quest'alleanza ci voleva proprio.”
“Tocca a te firmare ora, Guisgard.” Fece Austus, passando la penna al suo capitano.
“A voi, capitano.” Soddisfatto Giuff.
“Giuff, siamo intesi che si osserva il mio regolamento.” Prima di firmare Guisgard.
“Quel regolamento così severo?” Ridendo Giuff. “Massi. Accetterei anche il regolamento di un convento di clausura pur di avervi al mio fianco, caro capitano.”
Firmarono e l'accordo fu sancito.
Giuff allora si sedette accanto a due donne.
“Le donne saranno la vostra morte, capitano.” Sorridendo Guisgard.
“E non è il modo migliore per morire?” Esclamò Giuff. “Su, quale sarà la prima mossa, capitano?”
“Si salpa alla marea.” Disse Guisgard. “Poi ci distanziamo. Ogni nave procede per conto suo e attacca i bastimenti che incontra lungo la rotta. Ci ritroveremo all'isola di Vivenmagran.”
“Magnifico!” Ridendo Giuff. “Brindiamo al nostro primo successo!”
E tutti brindarono.

Cheyenne
09-11-2012, 07.38.27
Giunsi in una sorta di boschetto non lontano dal lago.
Sesc era appoggiato ad un albero.
Appena mi vide iniziò subito a canzonarmi.
"Stavo semplicemente facendo una passeggiata, se avessi saputo che vi trovavate qui, non sarei mai passata da queste parti."
Sentivo ancora la musica...da un lato volevo andarmene, dall'altro ero ansiosa di scoprire la provenienza di questi suoni.

elisabeth
09-11-2012, 09.46.06
" Un bimbo di chiesa .... mi chiedo cosa ha fatto cambiare il corso della vostra vita....ma non e' affar mio, suppongo.....anch'io andavo sempre a messa, con mia madre ed ero una brava bimba che aveva una voce niente male......ero una brava corista...sinoa quando, non divenni una bimba disobbediente...ed eccomi qui".....ascoltai ancora Storm....il piano non sembrava male ma..." perdonatemi, ma qualcuno non potrebbe venire qui in cella e preoccuparsi che la mia salute sia migliorata un pochino ? per non parlare della cena anche per i due ospiti...venendo qui, non troveranno nessuno.......ho il terrore che per punirci ci rinchiuderanno in chiesa a voi per dire servire messa e a me per cantare....e per lunghi anni...."...Risi..un po' preoccupata....ma non c'era di meglio e Storm stava facendo di tutto..." Bene allora, andiamo avanti con un'altra scena......".....Gli andai vicino mi alzai sulla punta dei piedi e gli poggiai un bacio sulla guancia......" Grazie, infondo non eravate tenuto.....un furfante non si ritiene mai in debito con nessuno...."............e cosi' pronti io e Storm... aprimmo la porta della cella ed andammo in mensa........un tavolo lungo a forma fi ferro di cavallo...un Frate in piedi davanti ad un leggio che leggeva i Salmi del giorno e solo due posti liberi...in fondo alla tavola, mi sedetti prima di Storm in modo che lui avesse piu' spazio possibile per ogni movimento........ci fu servita della minestra di cicoria con pane di segale, era calda ed io avevo fame.....ma come mangiare in quel momento.........io sarei dovuta svenire per soccorrermi ...avevo una paura matta.......fu l'ansia, fu la fame fu...non so cosa.......ma svenni veramente, un formicolio in tutto il corpo...ed il buio, svenni e svenni veramente.........il tempo non ebbe piu' senso....

Clio
09-11-2012, 10.54.27
Anche Guerenaiz era sveglio e, anche lui, sembrava non trovare pace.
Udii poi una voce e una giovane donna si avvicinò a lui, porgendogli del rum.
La finestra al primo piano permetteva di udire perfettamente il discorso tra i due. Restai lì ferma, incuriosita, fino al bacio.
"Eh bravo il mio marinaio..." Sussurrai con un mezzo sorriso "...hai trovato chi ti farà compagnia...buon per te, amico mio" soggiunsi rientrando nella stanza, per non vedere oltre.
Mi ributtai sul letto, sperando che Morfeo venisse a prendermi presto questa volta, ma i pensieri non mi lasciavano pace.
Per lo meno, la scena a cui avevo assistito rispondeva alla domanda che non avevo avuto il coraggio di esprimere ad alta voce.
"Non è innamorato di te... Un'uomo innamorato non accetta così volentieri un'offerta come quella..." Dissi sorridendo a me stessa.
Già, peccato che tu l'abbia respinto, dicendogli che appartieni ad un altro... Che doveva fare, pover'uomo? Aspettare te?
Le mie due anime contrastanti si scontravano ancora.
"Oh, andiamo... Non dire sciocchezze... Che altro avrei dovuto fare?" Sbuffai
"Prega piuttosto che, comunque sia, non cambi idea sul salvataggio..."
Non so per quanto rimasi sveglia ancora, in preda a dubbi e pensieri.
Ma dopo un po' i miei sensi cedettero e mi addormentai, sfinita.

Altea
09-11-2012, 16.26.48
Ascoltavo il maestro e Wesl...cosa spingeva il maestro a voler vedere quel manoscritto? Era tutto così enigmatico, ma almeno sapevo che non lo voleva vedere su ordine del Governatore.
Calò il silenzio, Wesl continuò il suo lavoro..."Maestro, d'accordo...vi mostrerò il manoscritto..ora mi fido pienamente delle vostre intenzioni..e questo grazie a Wesl" sorrisi a quel simpatico vecchio marinaio "se volete possiamo tornare nella mia dimora cosi lo potete vedere tranquillamente." Dissi in tono sicuro...ma volevo anche andare a fondo dei discorsi sentiti tra i due uomini..cosa non riusciva a dimenticare il maestro Lin?

Talia
09-11-2012, 17.07.49
La nave procedeva a vele spiegate verso l’orizzonte. A bordo le voci degli uomini si confondevano con il rumore delle corde e con lo sbattere delle onde contro la chiglia, il vento frusciava tra le vele e gli alberi ed io, appoggiata al parapetto sul castello di prua, osservavo il mare.
E qui l’avvocato Blind mi raggiunse.
Lo ascoltai in silenzio, mantenendo lo sguardo lontano... e solo quando, infine, la sua voce si spense mi voltai a guardarlo, e sorrisi appena...
“Siete fin troppo gentile con me, avvocato Blind... temo, in realtà, di esservi dovuta sembrare alquanto sciocca e sprovveduta, dopo quella faccenda di cui sappiamo...”
Lo osservai ancora per un istante, poi riportai gli occhi all’orizzonte...
“Avete ragione, sapete? Su queste terre, intendo... sono di una bellezza indescrivibile. I colori, i profumi, i suoni... tutto qui è speciale. E tuttavia vi confesserò che qualche volta sento la mancanza di casa, di quel vento talvolta freddo e di quei colori brumosi, simili ad un dipinto a pastello...”
Sorrisi di nuovo, come a sminuire quelle parole e la marea di sensazioni che avevano portato.
Per qualche tempo restammo entrambi così, in silenzio ad osservare l’orizzonte... infine mi riscossi dai miei mille pensieri...
“Con il vostro permesso, avvocato...” mormorai “Credo che seguirò il consiglio, ora. Probabilmente tutti i cambiamenti e le, fin troppe, emozioni che ho avuto negli ultimi giorni mi hanno un po’ provata... un po’ di riposo mi farà bene, dopotutto!”
Mi inchinai appena e, voltandomi, mi diressi verso la scala che portava sul ponte e poi sottocoperta.

Guisgard
09-11-2012, 17.20.46
Talia scese così sottocoperta e poi raggiunse la sua cabina.
Qui i suoi bagagli erano ancora da sistemare del tutto e fu in quel momento che si accorse del suo vecchio libro di poesie, quello che leggeva spesso a suo nonno.
E tra le pagine del libro vide affiorare una lettera chiusa.

Guisgard
09-11-2012, 17.33.27
Lin sorrisde ad Altea e poi annuì.
“Affare fatto.” Disse stringendo la mano alla ragazza. “Torniamo a casa vostra e diamo un'occhiata a quel manoscritto. Poi domani partiremo per Nisides.”
“Volete già andare via?” Fissandoli Wesl. “Proprio ora che ho pescato questi meravigliosi pesci? Su, tra poco saranno pronti, visto che la brace è calda al punto giusto!” Fissò Altea. “Assaggerete una delle mie specialità, milady!” E mise il pesce sulla brace.
“Eh, dall'odore sembra squisito.” Fece Lin. “Forse il nostro manoscritto può attendere. Cosa ne dite?” Chiese ad Altea.

Talia
09-11-2012, 17.35.34
Richiusi la porta della cabina e mi accostai al letto... non ero stanca, ma ero molto provata dai pensieri e dalle preoccupazioni di quei giorni...
Mi lasciai scivolare sull’alto e soffice letto... ma proprio in quel momento qualche cosa attrasse la mia attenzione: il mio libro di poesie, quello che mi era stato regalato dal nonno tanti e tanti anni prima, era adagiato sul comodino... e tra le pagine chiuse affiorava qualcosa che non avevo mai visto prima...
Incuriosita lo presi, lo aprii e ne estrassi una busta chiusa...
Era una busta bianca, senza particolarità o segni distintivi...
Me la rigirai tra le dita per un momento... poi, incuriosita, la aprii e ne estrassi il contenuto...

Altea
09-11-2012, 17.41.03
Annuii..."Non potrei mai negare di assaggiare questa prelibatezza cucinata da voi Wesl...avete ragione maestro, il manoscritto può attendere".
Mi avvicinai piano a Wesl mentre preparava il tutto per servire i pesci e chiesi sottovoce.."Cosa non riesce a dimenticare il maestro? Non ve lo chiedo per curiosità futile, il maestro sembra avere una corazza impenetrabile e a volte non lo capisco".

Guisgard
09-11-2012, 17.58.10
Ad un tratto una mano robusta cominciò a scuotere Clio, facendola così svegliare.
“Svegliati.” Disse Boyuke. “Svegliati e preparati. Si parte tra pochissimo. Avanti, non farmi perdere tempo. Ti aspettiamo nel cortile. E stavolta ti metterò queste quando scenderai giù.” E le mostrò le catene da mettere ai polsi.

Guisgard
09-11-2012, 18.09.11
Talia prese la lettera e cominciò a leggerla...

“Talia, ragazza mia...
Se stai leggendo questa lettera allora vuol dire che gli eventi sono precipitati e qualcosa di grave è accaduto.
La mano del buon Passapour sta trascrivendo queste che con ogni probabilità saranno le mie ultime volontà.
Mi sei cara come una figlia, o forse anche di più se ciò è possibile.
Avrei voluto donarti il mondo intero e tutte le sue meraviglie, ma ti hanno portata via da me troppo presto.
Allora, per quanto possibile, ti donerò tutto ciò che mi è rimasto, sebbene non sarà paragonabile al mio affetto per te e al vuoto causato dalla nostra separazione.
Ma ti donerò qualcosa che possa fungere da Fortuna, per poter essere davvero libera e fuggire dalle meschinità dei nostri simili.
Qualcosa che ti renderà davvero libera.
Libera di cercare la vera felicità.
Cara Talia, era tutto vero.
Le leggende, le storie e tutto ciò che ti narravo da piccola.
Capitan Lanzaras, l'Isola Perduta e l'inestimabile tesoro in essa perduto.
Anni fa conobbi un pirata prossimo all'impiccagione.
Il suo nome era Topasfeir.
Tutti lo ritenevano pazzo e forse anche io.
Ma una sera lo andai a trovare nella sua cella e mosso da umana pietà gli portai del rum.
Qualcosa in lui si accese.
Sembrò fidarsi di me.
Allora mi parlò di nuovo del tesoro.
Lo credevo in balia dei suoi deliri, ma poi cominciò a descrivere quei luoghi con una precisione ed una meticolosità non comune.
Aliene ad una mente folle.
E poi mi disegnò su un lembo di camicia la rotta per giungere a quell'isola e la mappa per trovare quell'incredibile tesoro.
Il giorno dopo Topasfier fu giustiziato e restai il solo a questo mondo a sapere del suo segreto.
Nascosi allora la mappa e custodii per anni questo segreto.
Ora però lo svelerò a te, donandoti la possibilità di trovare quella sterminata fortuna.
Ricordi, ragazza mia, la tua passione per gli enigmi?
Ebbene racchiuderò il segreto in un enigma e tu lo imparerai a memoria, per poi distruggere questa lettera.
Perchè nessun altro deve sapere di quel tesoro.
Nell'arcano vi sono racchiuse la rotta e la mappa per arrivare al tesoro.
Ora ti lascio, piccola mia.
Ti augurò ogni fortuna, bene e felicità.
Addio...

Il tuo vecchio nonno...

Raggiungi gli estremi confini a Settentrione,
dove due vasti mari si contendono lo scoglione.

Eolo con le sue folgori fedeli allora ti guideranno,
quando grigiore, furia e boati il mare gonfieranno.

Ma prima di ciò tu guarderai l'alto Sole da Levante,
quando la tua ombra per veder le stelle diverrà sestante.”

Clio
09-11-2012, 18.14.56
"Si, si mi sveglio... mi sveglio" dissi disorientata.
Avevo dormito talmente poco che sentivo la stanchezza scorrermi nelle vene. Tuttavia mi alzai, a fatica, mi siracchiai come un gattino e scesi dal letto.
Boyuke non mi aveva aspettato, per fortuna.
Così potei rivestirmi in santa pace, senza che lui notasse i calzoni di Giuff che tenevo ancora sotto il bell'abito azzurro.
Tentai di sistemarmi i capelli in qualche maniera, con scarsi risultati, per la verità, e mi affrettai a scendere di sotto.
Nel cortile c'era un gran via vai di gente. La partenza doveva essere davvero imminente.
Mi diressi verso Boyuke, che stava parlando con uomini che non conoscevo.
"Eccomi qua.." porgendogli i polsi ".. guarda che brava!"

Guisgard
09-11-2012, 18.38.02
Sesc sorrise e si avvicinò a Cheyenne.
“Dai, ammettilo.” Disse alla ragazza. “Non riesci a starmi lontana. E sono certo che stanotte mi hai pure pensato, vero?”
La musica era sempre nell'aria e stavolta si avvertiva più chiaramente.
“Eh, peccato tu sia così maldisposta verso di me...” sedendosi all'ombra di un albero “... peccato davvero... e dire che qui c'è tutto per un pomeriggio romantico... fiori, le acque di una lago, il verde, questa musica sognante...”