Visualizza versione completa : Lo Sparviero Nero e il Tesoro Maledetto dell'Isola Perduta
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"La bambina... Era sul ponte, è spaventata da tutto questo.. Potete tenerla con voi? Non è sicuro per lei là fuori.." Dissi preoccupata ad Ankaru.
"..io.. Io devo andare sul ponte, devo sapere cosa accade." Nel vedere lo sguardo preoccupato della donna, cercai di sorridere: ".. Vedete, se avvistassero la nave su cui viaggia il mio promesso sposo, sono certa che Musan l'affonderebbe con quel mortaio. Non farebbe distinzioni.. Io.. devo tentare di impedirlo...Non posso starmene rinchiusa."
La piccola tirò ancora il vestito di Clio.
“Non mi piace Maraiel...” mormorò “... io mi chiamo Noel...”
Accarezzai dolcemente i capelli della bambina.
"Piccola, non c'è tempo adesso, devi stare al sicuro." Le posai un bacio sulla fronte e la lasciai nella sicurezza della cabina di Musan.
Tornai sul ponte a passo spedito, guidata dalle grida della ciurma.
Non appena tornai a respirare l'aria di mare, i miei occhi si spalancarono nel vedere la nave pirata correrci incontro.
"Sono dei pazzi.." Pensai.
Ma sul ponte regnava lo scompiglio.
Mi guardai attorno, ma dell'Antigua Maria nessuna traccia.
Ormai però ero lì, avrei voluto rendermi utile, anche se sapevo bene che se fossi andata da Musan o dal capitano a chiedere se potevo fare qualcosa, mi avrebbero rimandato nella mia cabina.
Restai a guardare, come pietrificata, la sagoma della Santa Rita che ci veniva incontro.
Guisgard
29-12-2012, 02.24.56
Dal ponte della Queen of the East, Clio fissava la sagoma della Santa Rita che si avvicinava sempre di più alla loro nave.
Puntava diritto contro di loro, come se non temesse di essere colpita da quel terribile mortaio.
“Sembra...” disse Sumond fissando la nave pirata col suo cannocchiale “... sembra ci stiano venendo addosso... sono pazzi!”
“Forse vogliono solo farci un favore.” Mormorò Musan. “Abbattiamoli!”
Il Mortaio Settimiue allora fu caricato di nuovo e puntato contro la Santa Rita che era sempre più vicina.
“Fuoco!” Ordinò lo spagnolo.
Un sordo boato e poi la cannonata si avvicinò come un lampo al vascello pirata.
Tuttavia la nave dello Sparviero Nero si era avvicinata abbastanza a quella di Sumond e la gittata della cannonata passò oltre, cadendo in mare poco dopo la poppa.
Però quel colpo riuscì a sfiorare una delle vele, facendole subito prendere fiore.
“Presto!”Gridò Guisgard. “Tirate giù quella vela, o prenderanno fuoco anche i pennoni!”
Alcuni uomini allora, guidati da Rynos, slegarono la vela, per poi tirarla via.
“Ormai ci sono addosso!” Urlò Sumond. “Prepariamoci ad accoglierli!”
Musan in quel momento si accorse di Clio.
“Cosa ci fate qui sul ponte?” Avvicinandosi alla ragazza. “Presto qui ci sarà l'inferno! Dov'è la bambina?”
Guisgard
29-12-2012, 02.38.22
Il padre di Altea annuì a quelle parole di sua figlia e poco dopo una carrozza riportò la ragazza, suo padre e Philip al porto di Las Baias, ormai controllato dalle forze spagnole.
Qui il comandante Alvaro attendeva il tributo per liberare la città.
“Comandante...” disse Philip andandogli incontro “... abbiamo il denaro...”
“Benissimo!” Esclamò lo spagnolo.
“Ma non siamo riusciti a raccogliere l'intera somma.” Spiegò Philip.
“E quanto offrite allora?”
“Siamo arrivati a quattrocentomila Fiorini d'oro, comandante.”
“Quattrocentomila?” Ripeté il militare aragonese. “Centomila Fiorini in meno? E pretendete che io accetti?”
“Non vi è altro denaro qui a Las Baias.” Fissandolo Philip.
“Volete farmi credere che la ricca e potente Compagnia delle Flegee non possiede mezzo milione di Fiorini?”
“Non qui a Las Baias.” Rispose Philip. “Ci sono tanti altri empori e mercati tra qui e la Giamaica. Per raccogliere quella cifra bisognerebbe girarne almeno la metà.”
“E sia.” Fece lo spagnolo. “Vuol dire che accetteremo i quattrocentomila Fiorini... il resto lo prenderemo in natura.”
“Come sarebbe a dire?”
“Porteremo via metà della popolazione di Las Bias per venderla come schiava.” Sentenziò Alvaro. “Lavoreranno tutti nelle miniere di re Filippo IV nelle Antille.”
Cheyenne
29-12-2012, 02.46.09
Finalmente giunsimo a destinazione.
Non stavo più nella pelle e avevo fretta di arrivare dal colonnello sana e salva. Al nostro arrivo ci informarono dei disordini che erano accaduti a causa di alcune imbarcazioni di bandiera spagnola; nonostante ciò Fhael riuscì ad ottenere una carrozza.
Vi salimmo e partimmo alla volta della villa, non prima però di aver consegnato l'uomo della barca, ancora legato all'albero maestro, alle autorità.
Il tragitto in carrozza fu alquanto silenzioso, e trepidante di attesa e speranza.
Non appena i due cavalli si arrestarono balzai fuori, seguita da Fhael poco dopo.
Mi soffermai un istante a osservare la casa e i suoi giardini poi varcai il portone.
Un domestico, nel vederci, corse subito ad informare il suo padrone.
Il colonnello arrivò velocemente con passo scattante. Al vederci sul suo volto si delineò un sorriso. Strinse la mano a Fhael e gli diede una pacca sulla spalla compiaciuto poi mi abbracciò.
Talia
29-12-2012, 03.51.06
Eravamo quasi arrivate alla cabina quando quel colpo di mortaio colpì lo scafo... tutto intorno a noi tremò violentemente ed io barcollai e per poco non caddi.
Riuscii a tenermi alla parete con una mano, tuttavia, ed a restare in piedi.
Ma ero spaventata.
Ed anche Maraiel lo era... lo era molto...
Intanto, Talia e Maraiel avevano raggiunto la cabina.
Avevano avvertito il forte impatto di quella cannonata contro la Santa Rita e la bambina si era stretta a Talia impaurita.
“Voglio tornare a casa!” In lacrime. “Voglio tornare dal mio papà! Odio le navi e odio il mare! Riportami a casa! Voglio il mio papà!” Piangendo sotto gli occhi di Talia.
Piangeva... ed il mio dolore e la mia paura aumentavano, intensificate dall’angoscia che mi attanagliava il cuore ora che sapevo che non l’avrei mai più potuta portare a casa da suo padre... ora che sapevo la verità... una verità che non avevo il coraggio di spiegarle...
Entrai nella cabina, dunque, e mi richiusi in fretta la porta alla spalle...
“Calmati, Maraiel...” sussurravo, con la voce più calma e più dolce che possedevo “Calmati... vedrai, andrà tutto bene! Non devi aver paura... tra poco la smetteranno, vedrai... Guisgard sistemerà tutto e la smetteranno...”
La mia anima tremava ed il cuore era gonfio di paura e preoccupazione... eppure mi sforzai di sorriderle...
“Vieni...” le dissi, dirigendomi verso l’ampio sofà dalla parte opposta della cabina e facendola sedere lì “Ora riposati... calmati... vedrai, finirà presto!”
Silenziosamente, dunque, mi sedetti sul bordo vicino a lei e, quasi senza accorgermene, iniziai a canticchiare una lenta melodia... era una canzone antica... era la ninna nanna che il nonno mi cantava quando, da piccolissima, mi svegliavo di soprassalto nel cuore della notte e piangevo spaventata per la costante mancanza dei miei genitori...
Quella antica e dolce melodia, quasi per magia, ci calmò entrambe... qualche minuto dopo il respiro di Maraiel era tornato normale, ed anche io mi sentivo appena un po’ più serena.
Guisgard
29-12-2012, 04.32.15
Il colonnello, nel rivedere Cheyenne e Fhael, sorrise e dopo un attimo di smarrimento, andò incontro ai due.
Abbracciò la ragazza senza dire nulla e con gli occhi lucidi.
Strinse poi la mano al portoghese.
I tre entrarono in casa e Fhael raccontò tutte le disavventure di Cheyenne, fino al suo ritrovamento.
“Ringrazio il Signore...” disse commosso il colonnello “... lo ringrazio con tutto me stesso...” fissò la ragazza “... perchè mi ha ridato mia nipote...”
Fhael lo guardò stupito.
“Non voglio che vengano fatte altre ricerche.” Mormorò il colonnello. “Non mi servono. Non sarei stato così in pena se Cheyenne non fosse davvero mia nipote. Il legame dell'anima lo si avverte nei momenti più importanti.” Tornò a guardare la ragazza. “Quest'anno non ho festeggiato il Natale... non ne avevo motivo... ma ora...” sorrise “... ora tu sei di nuovo con me... e daremo ordine ai servi di preparare una grande festa per salutare l'anno vecchio che va via ed accogliere quello nuovo!”
Guisgard
29-12-2012, 04.37.11
La ninna nanna di Talia riuscì, alla fine, a calmare Maraiel.
La piccola si strinse ancor più alla ragazza e restò in silenzio a fissare il vuoto della stanza.
“Il mio papà” disse “mi cantava sempre una canzoncina prima di farmi addormentare... era una canzoncina che parlava di un inventore che costruiva barche di ogni tipo, per poi portare la sua bella in giro per il mondo...”
Dall'esterno si udivano ancora i rumori delle cannonate e le urla dei pirati, ma Talia e Maraiel ora sembravano quasi estraniarsi da tutto quel fragore.
“Talia...” fece la piccola “... quando tornerò dal mio papà, tu e il capitano sarete ospiti a corte. Verrete, vero?”
Intanto, sul ponte di comando, Guisgard guidava i suoi all'assalto dei nemici.
“Quando saremo alla giusta distanza” fissando Austus “colpiremo con i nostri cannoni. Ma occorre un colpo preciso. Dobbiamo colpire l'apertura da dove spunta quel dannato mortaio.”
“Vuoi distruggerlo?”
“No, è troppo grande...” scuotendo il capo Guisgard “... ma attorno ci saranno le munizioni. Una simile arma ha bisogno di una grande quantità di munizioni. E quelle colpiremo. Prepariamoci!”
La Santa Rita avanzò ancora verso la nave di Sumond, evitando altre cannonate del terrificante mortaio.
“Ora!” Urlò Guisgard. “Ora, Austus!”
Allora Austus ordinò ai cannonieri di puntare sulla prua della nave nemica e fare fuoco.
Un attimo dopo una serie di cannonate furono sparate verso il mortaio nemico.
Un istante di silenzio e poi un immane boato fece tremare la Queen of the East.
Le munizioni colpite dai cannoni della Santa Rita avevano fatto saltare in aria il Mortaio Settimiue insieme a tutta la prua della nave di Sumond, gettando i suoi uomini nel caos.
E sulla Santa Rita si esultava per quel trionfo.
Altea
29-12-2012, 15.43.21
CI doveva sempre essere qualcosa di storto..fissai mio padre e sir Philip..che ne sarebbe stato della povera gente?
"Vi prego risparmiate questa povera gente.." guardando il capitano spagnolo..come avrei voluto che il manoscritto portasse veramente a un Tesoro di valore e cosi avrei risparmiato quegli innocenti, ma mi avrebbero preso per pazza..mi feci coraggio.
Presi il manoscritto e lo mostrai.."Questa e' la rotta per un Tesoro nascosto dai pirati..se lo troveremo sarà vostro e la popolazione e Las Baias sarà libera altrimenti torneremo e potrete vendere chi volete come schiavo ."
"... Dove diavolo dovrei stare, secondo voi?.. Vi sembro una che si rintana nella sua cabina?" Scossi la testa.
" la bambina è al sicuro, nella vostra cabina, con Ankaru..".
Ma proprio in quel momento, le cannonate della Santa Rita riuscirono a far saltare in aria il mortaio, con tutta la prua.
L'immenso boato fece tremare ogni cosa e la nave fu scossa da cima a fondo. Dovetti aggrapparmi forte al parapetto per non cadere. Persino Musan vacillò un poco.
Ancora un momento, e l'inferno avrebbe davvero raggiunto la nave.
Avrei voluto restare, affrontare i maledetti pirati, allora sì, sarei stata davvero utile.
Ma in un attimo pensai che non era più soltanto a me che dovevo badare, c'era Noel, e anche Ankaru, di certo nessuno si sarebbe preso cura di lei.
"..vado da lei.." Urlai a Musan.
Non avevo un augurio per lui, la battaglia era un'incognita per tutti, ma sapevo bene che i tipi come lui sopravvivevano sempre.
Mi alzai e mi diressi verso la cabina di Musan.
Nel furore della battaglia nessuno badava a dove metteva le armi, fucili e munizioni brulicavano sul ponte, spinti a terra dai colpi di cannone.
Raccolsi un fucile, prima di scendere, controllai che fosse carico.
"..la fortuna mi assiste, per una volta.." Sospirai.
Raggiunsi di corsa la cabina di Musan ed entrai, chiudendo la porta dietro di me.
"..la situazione è precipitata.." Dissi trafelata ad Ankaru. "..presto la battaglia raggiungerà la nave... Dobbiamo proteggere la bambina.. E noi stesse..." Porgendo il fucile alla donna ".. Tenete.. non vi consiglio di confidare nell'aiuto degli uomini.. I pirati non hanno onore né dignità.." Sorrisi mentre cercavo nella stanza qualcosa da usare come arma ".. Ma voi siete abituata a trattare con uomini del genere, dico bene?" Strizzando l'occhio alla donna impaurita.
Iniziai a spingere un mobiletto contro la porta.
"... Questo non li fermerà, ma almeno li sentiremo arrivare..".
Cheyenne
30-12-2012, 03.38.42
Il colonnello dichiarò di essere ormai sicuro che ero io la nipote perduta. Ne fui molto felice.
Decise quindi di organizzare una festa per festeggiare il mio ritorno nel giorno di Capodanno. Quindi ci invitò ad andare a riposare un po' nelle nostre stanze e partì a ostruire i servi.
Io e Fhael ci dirigemno nei piani superiori. La mia stanza era la stessa e accanto alla mia, notai con un certo piacere, era stata posta quella del portoghese. Ci separammo con un sorriso e finalmente entrai nella mia camera. Per tanti giorni l'avevo sognata ed ora non mi pareva vero di essere li. Non era stato cambiato nulla dalla mia scomparsa ma era stata regolarmente passata la polvere ed erano state cambiate le lenzuola.
Trovai un bagno caldo ad attendermi..una vera delizia.
Mi crogiolai un po' nell'acqua ma dopo poco uscii...per fortuna trovai nell'armadio il mio completo da equitazione.
Nonostante la stanchezza non riuscivo a riposare prina di non aver visto Gulltropp.
Giunta nella scuderia lo vidi subito, spiccava in mezzo agli altri cavalli per altezza, possenza e lucentezza. Avvicinandomi però notai che c'era qualcosa che non andava.
Chiesi ad uno stalliere. Il giovane garzone fu molto felice nel vederni e mi spiegò che Gulltropp non aveva permesso a nessuno di salirgli in groppo, neanche al colonnello, da quando me ne ero andata.
Mi avvicinai all'animale che subito iniziò a nitrire e a scalpitare. Lo sellaio e lo portai fuori.
Correre di nuovo con il mio cavallo mi faceva dimenticare il buoi dei giorni appena trascorsi e mi faceva sentire libera.
Senza accorgemene stavo per giungere al luogo in cui si trovava la grotta dei pirati così feci una brusca inversione e costeggiando il lago presi la via del ritorno. Fu proprio alla fine del lago che incontrai Fhael, che passeggiava con aria assorta.
"Va tutto bene?" chiesi mentre scendevo da Gulltropp. "Ti vedo un po' pensieroso"
Guisgard
31-12-2012, 02.37.34
In un attimo si scatenò l'Inferno sulla Queen of the East.
Tutto prese fuoco, compresi gli uomini che si trovavano sul ponte in direzione della prua.
Le fiamme avvolgevano ogni cosa, dai parapetti fino ai pennoni in cima agli alberi con le vele.
Alcuni marinai cercarono salvezza gettandosi in mare, sperando di raggiungere a nuoto l'Isola del Fungo, ma, vedendo ciò, Sumond fu posseduto da un moto di rabbia e diede ordine di far fuoco contro quelli che riteneva ormai dei disertori, impedendo, così, a quei fuggitivi di raggiungere la riva dell'isola.
Intanto dalla Santa Rita arrivarono altre cannonate, infrangendosi nelle fiancate e sul ponte della nave di Sumond.
“Dobbiamo metterci in salvo, signore...” disse un ufficiale al capitano “... ormai questa nave è destinata a colare a picco.”
“Fate silenzio, lurido cane!” Urlò Sumond. “Quel maledetto Guisgard mi ha già sottratto una nave e non gli permetterò di togliermi anche questa!”
“Ma, signore...” scuotendolo l'ufficiale “... ormai non resteremo a galla ancora per molto! Dovete dare l'ordine di abbandonare la Queen of the East!”
“Non darò mai un simile ordine!” Esclamò il capitano. “Anzi, ucciderò tutti coloro che lasceranno i propri posti a bordo!”
“E' una pazzia!”
“All'Inferno tutti allora!” Tuonò Sumond. “Puntate i cannoni che ci restano contro quei pirati! E caricateli anche con posate e chiodi se necessario!”
Ma proprio in quel momento altre cannone piombarono sul ponte, demolendo ciò che ancora appariva salvo dalla distruzione e macellando molti altri uomini a bordo.
L'albero maestro, allora, avvolto dalle fiamme, si staccò e crollò sul ponte, portando altra morte tra l'equipaggio.
Un attimo dopo la nave cominciò ad inclinarsi.
“Stiamo affondando!” Gridò qualcuno dell'equipaggio. “Abbandonate la nave!”
Nello stesso momento, nella cabina dove si erano chiuse, anche Clio, Ankaru e Noel sentivano il trambusto che dominava a bordo.
“Dobbiamo lasciare la nave...” mormorò la serva “... o moriremo intrappolate qui...”
Un attimo dopo l'intera nave cominciò ad inabissarsi.
Guisgard
31-12-2012, 02.55.46
Fhael vide Cheyenne in sella al suo magnifico cavallo e sorrise alla ragazza.
“Si, va tutto bene...” disse annuendo il portoghese “... siete tornata a casa ed il colonnello ha compreso finalmente di aver ritrovato in voi sua nipote. Sono solo un po' stanco. Ma non ho molto tempo per riposare... domani, infatti, riprenderò di nuovo il mare... uomini come me non hanno una fissa dimora e il mio compito qui è finito. Sono felice che la vostra avventura sia giunta al termine, coronata con un così bel finale. E' forse la ricompensa più bella questa per me.”
Un lieve vento si era alzato, reso gradevole e profumato dal luminoso Sole del mattino.
Il cielo era di un azzurro vivissimo e neanche una nuvola si vedeva lungo l'orizzonte.
E solo un filo di malinconia, come racchiuso nel sibilo di quel vento, sembrava scuotere quello scenario.
Guisgard
31-12-2012, 03.43.13
Il comandante spagnolo vide il manoscritto e poi scoppiò a ridere.
“Forse” disse ad Altea “mi prendete per uno sciocco... dovrei accontentarmi di questo? Io chiedo oro e voi mi proponete una favola da locanda?” E lo gettò a terra.
“Avete sterminato il nostro Viceré a Balunga” continuò “e ora pagherete le conseguenze!”
Talia
31-12-2012, 03.51.01
La ninna nanna di Talia riuscì, alla fine, a calmare Maraiel.
La piccola si strinse ancor più alla ragazza e restò in silenzio a fissare il vuoto della stanza.
“Il mio papà” disse “mi cantava sempre una canzoncina prima di farmi addormentare... era una canzoncina che parlava di un inventore che costruiva barche di ogni tipo, per poi portare la sua bella in giro per il mondo...”
Dall'esterno si udivano ancora i rumori delle cannonate e le urla dei pirati, ma Talia e Maraiel ora sembravano quasi estraniarsi da tutto quel fragore.
“Talia...” fece la piccola “... quando tornerò dal mio papà, tu e il capitano sarete ospiti a corte. Verrete, vero?”
Quella domanda... semplice, chiara, precisa... mi si spezzò il cuore a quella domanda.
Non volevo mentirle, e non volevo ferirla... così mi limitai a sorriderle... un sorriso triste, carezzandole piano i capelli...
“Staremo sempre insieme, Maraiel...” mormorai “Se lo vorrai, noi staremo sempre insieme... non preoccuparti di questo... vedrai, andrà tutto bene!”
Sospirai...
sforzandomi di non ripensare alla paura ed all’angoscia che talvolta mi coglieva da piccola quando i miei genitori partivano e non sapevo se e quando sarebbero tornati... la stessa paura che, forse, stava opprimendo Maraiel, ora...
Esitai per qualche momento, dopo... pensando...
un pensiero mi stava vorticando per la mente... sempre più intensamente...
tentai di reprimerlo...
ma fu un tentativo vano.
“Maraiel...” mormorai dopo qualche momento, sforzandomi perché la mia voce suonasse piana e serena “Maraiel... ascolta... che cosa ricordi del giorno in cui hai lasciato la casa del tuo papà? Ricordi di aver visto qualcuno? Ricordi di aver visto qualcosa? Ricordi il motivo per cui te ne sei andata da lì?”
Sapevo che era un tentativo disperato.. forse inutile... ma era un tentativo.
E fu allora che si udì quel boato... giunse a noi attutito ed attenuato dalle pareti di legno della cabina, spessamente decorate da stoffe e tappeti... aguzzai le orecchie e mi parve di udire grida ed acclamazioni di gioia dal ponte... così sorrisi tra me...
chiusi gli occhi e la mia mante volò da Guisgard...
per un momento...
poi subito tornai a concentrarmi su Maraiel.
Guisgard
31-12-2012, 04.12.50
Maraiel, passato lo spavento per quel boato, torno a fissare Talia. “Cosa...” disse incerta “... cosa è stato?”
Ma un attimo dopo la porta della cabina si spalancò ed apparve Guisgard.
Fissava Talia ed un vago sorriso illuminava il suo volto.
“Abbiamo vinto...” a voce bassa, per poi abbracciarla “... la nave nemica sta affondando.” Aggiunse.
Ma proprio in quel momento arrivò uno dei suoi uomini.
“Capitano, presto...” fece Rynos.
“Cosa c'è?”
“Venite a vedere...”
Guisgard, Talia e la bambina salirono sul ponte insieme a Rynos.
E qui videro uno spettacolo che lì ammutolì.
Cinque fregate spagnole erano apparse, circondando la Santa Rita.
“Parlo al capitano della nave!” Disse una voce dalla fregata più grande. “Siete in mano alle navi del re di Spagna! Arrendetevi e consegnatevi a noi! Altrimenti apriremo il fuoco!”
Guisgard, con Talia accanto a lui, fissava quelle navi, mentre tutto intorno a loro sembrava un conto alla rovescia verso un'amara dipartita.
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Cheyenne
31-12-2012, 12.26.13
Sapere della partenza di Fhael mi rabbuiò. Avevo sperato che rimanesse almeno fino alla festa. Sarebbe stato l'unico invitato che conoscevo.
Ripartii al galoppo per non mostrare tutto il mio dispiacere al portoghese.
Alla villa venni informata che la festa sarebbe stata domani sera e che una sarta mi attendeva per confezionarmi un abito.
Prima però parlai di Fhael al colonnello e gli chiesi di convincerlo a restare.
Altea
31-12-2012, 13.56.20
"Ma questa porta a un Tesoro..inestimabile e conosco pure la persona che lo ha scritto sotto dettatura.." intravidi Wesl e gli feci un cenno.
"Provateci almeno...mettete qui i vostri soldati per non far scappare la gente cosi sarete sicuro di trovarli tutti se dovessimo fallire."
Lo guardai stupito.."Balunga? Strage??" fissai mio padre e Philiph "Ne sono testimoni pure mio padre e sir Philiph..non siamo a conoscenza di ciò che è avvenuto, non so chi abbia ordinato di fare un massacro..raccontatemi vi prego, cosa è successo."
"Avete ragione..." Dissi ad Ankaru mentre correvo veloce verso la porta l, librandola ".. Sono stata una sciocca a pensare che i pirati ci avrebbero affrontato, è così che si combatte in mare, Clio.. Avresti dovuto saperlo..." Borbottai tra i denti.
"..vieni Noel, vieni piccina, mettiamoci in salvo.." Mi parve di vedere la bimba, terrorizzata e tremante, illuminarsi un momento nel sentire il suo nome.
Ma in quel momento non mi importava degli oscuri piani di Musan, poteva essere morto per quanto mi riguardava.
Non c'era motivo di traumatizzare ulteriormente la bambina.
"..Andiamo, presto..." Gridai ad Ankaru nel frastuono, facendole un cenno con la mano, mentre prendevo la bambina in braccio.
L'acqua era ormai dappertutto, ma non era gelida come l'oceano Atlantico o il mare del Nord, nuotare risultava agevole. La vicinanza della riva, poi, infondeva speranza.
Così nuotai, con la bambina spaventata attaccata a me.
Mi feci largo tra i rottami della nave che sembrava la più maestosa e imponente di tutte.
Noel piangeva e si aggrappava a me sempre più forte.
"..forza Noel, un ultimo sforzo.." Ansimai scorgendo la riva dell'isola sempre più vicina.
Dopo qualche altra bracciata riuscii a toccare la terraferma, mi sdraiai, esausta, con la bambina accanto a me.
".. Ce l'abbiamo fatta, Piccola... Sei stata bravissima.." Dissi stringendola a me "..Sei stata coraggiosa... Sei stata.. Oh,Noel..." Allontanandomi un poco e accarezzandole dolcemente la testa con un sorriso.
Mi voltai verso il mare, scrutando le onde alla ricerca della serva di Musan "...Ankaru..." Chiamai verso l'orizzonte "..Ankaru.. Siamo qui..".
Ma mentre i miei occhi perlustravano la riva in cerca della donna, si spalancarono nel vedere cinque fregate spagnole davanti alla nave pirata.
Restai ferma, impietrita per un momento, incapace di interpretare quell'avvenimento.
D'istinto, feci un passo indietro, verso la bambina.
Sicuramente non era una buona notizia per i pirati, ma per noi?
Ricordavo bene le parole di Musan, e ancor più il suo piano. Gli spagnoli dovevano vendicare il viceré di Balunga, a scapito dell'Olanda.
Tirai un minimo respiro di sollievo, pensando che, infondo, la nostra nave batteva bandiera inglese.
Ma la presenza di Musan e dei suoi avrebbe chiarito presto ogni dubbio.
Pregai che nessuno si accorgesse di noi e, scossa dai miei pensieri ripresi la ricerca di Amkaru.
Poi, per un breve momento, una tristezza incontrollabile si impadronì di me.
Non lo troverò più..
Restai per un momento senza sapere veramente se stessi pensando a John o a Guerenaiz, poi tutto divenne più chiaro.
Tutte queste navi, questo trambusto... Giuff cambierà rotta, se non l'ha già fatto..
La mia unica traccia é andata in fumo...
Mentre le mie speranze andavano in pezzi, una lacrima ribelle mi scese sul viso, asciugata dalla brezza leggera che spirava dal mare.
Talia
02-01-2013, 01.35.11
Le parole di Guisgard, la gioia nella sua voce e la luce nei suoi occhi...
avevano vinto... avevamo vinto...
mi alzai e gli corsi incontro, abbracciandolo a mia volta.
E tuttavia quella gioia, seppure intensa e dilagante, durò poco. Era passato appena un istante, infatti, quando uno degli uomini dell’equipaggio piombò nella stanza per chiamare Guisgard...
Guisgard, Talia e la bambina salirono sul ponte insieme a Rynos.
E qui videro uno spettacolo che lì ammutolì.
Cinque fregate spagnole erano apparse, circondando la Santa Rita.
“Parlo al capitano della nave!” Disse una voce dalla fregata più grande. “Siete in mano alle navi del re di Spagna! Arrendetevi e consegnatevi a noi! Altrimenti apriremo il fuoco!”
Guisgard, con Talia accanto a lui, fissava quelle navi, mentre tutto intorno a loro sembrava un conto alla rovescia verso un'amara dipartita.
Mi guardai intorno per qualche momento... tremavo, ed ero senza parole per la paura e la preoccupazione...
I miei occhi guardarono rapidamente, una ad una, le navi spagnole che ci accerchiavano, gettando appena uno sguardo su quella inglese, proprio davanti a noi e ridotta, ormai, a poco più che un guscio galleggiante... poi si spostarono su Guisgard...
“Siamo in trappola...” sussurrai, pianissimo perché solo lui sentisse “Non abbiamo scelta: non ci lasceranno fuggire e, di certo, non possiamo combatterle tutte...”
Sospirai...
“Mi chiedo che cosa ci facciano qui tutte insieme...” soggiunsi “Come ci hanno trovati?”
Lo dissi con un vivo rammarico nella voce, che la fece tremare... e, quasi senza che me ne accorgessi, la mia mano corse a cercare quella di Guisgard e la strinse.
elisabeth
02-01-2013, 16.50.35
Demenza ?.....L'oste non sembrava essere eccessivamente nervoso..forse era abituato a scene del gene, ma Ingrid che motiva aveva di scappare da me, le bastava buttarmi le braccia al collo e l'avrei portata via da me, l'avrei riportata a casa....chiedendole perdono per quello che le avevo fatto passare........Storm era calmo, chiedeva informazioni senza far trapelare alcuna emozione, io invece avrei voluto picchiarlo......" Gia' molto astuto l'amico oste, e io ho ancora piu' paura di questa strna situazione, che motiva aveva di scappare da noi.........ho bisogno di vederla, devo trovare il modo di incontrarla......e se avesse perso la memoria ?.....ho lòetto una volta un romanzo in cui era successa la stessa cosa.......se voi distraete l'Oste io posso andare a parlarle ?..che ne dite ? "..
Guisgard
02-01-2013, 17.07.43
Scena XVI: L'Isola del Tesoro
“Dopo aver toccato, palpato e immerso le mani tremanti nell'oro e nelle pietre, Edmond si rialzò e si mise a correre per le caverne con la fremente esaltazione di un uomo che sta per impazzire.”
(Alexandre Dumas, Il conte di Montecristo)
Le navi spagnole avevano circondato la Santa Rita, senza che il galeone pirata avesse possibilità di fuga.
Poco distante, ciò che restava della Queen of the East stava colando a picco e i superstiti si erano gettati in mare in cerca di salvezza sulla vicina Isola del Fungo.
Sumond invece era rimasto al timone della sua fregata, orgoglioso e fiero, deciso ad inabissarsi insieme alla nave.
Fissava la Santa Rita ed i suoi occhi erano carichi d'odio.
Poco dopo scomparve tra le onde inquiete.
Da una delle fregate spagnole, allora, fu calata una scialuppa in cerca dei superstiti.
Sulla Santa Rita, intanto, Guisgard, Talia e il resto dell'equipaggio sembravano alla mercé degli spagnoli.
“Voi della nave...” disse Guisgard “... cosa volete?”
“Per ordine del re di Spagna” risposero “abbiamo il compito di ripulire questi mari dai pirati come voi! Arrendetevi senza condizioni!”
“Ci prendete per dei vigliacchi?” Replicò Guisgard. “Combatteremo fino alla fine!”
“Sapete bene di non avere possibilità alcuna... arrendetevi o apriremo il fuoco!”
Guisgard allora fissò Talia e poi Maraiel.
“Solo ad una condizione!” Urlò poi
“Nessuna condizione!” Si udì dalla nave spagnola. “Non trattiamo con dei pirati!”
“Allora molti dei vostri verranno all'Inferno con noi!” Minacciò Guisgard.
“Sentiamo le vostre condizioni!” Dopo alcuni istanti di silenzio.
“Abbiamo una ragazza ed una bambina a bordo!” Disse Guisgard. “Noi tutti ci consegneremo a voi, senza resistenza, a patto che loro due siano sbarcate sane e salve a Las Baias!” Estrasse la sua sciabola. “Altrimenti venderemo cara la pelle!” Aggiunse fiero, seguito dal grido di battaglia dei suoi uomini.
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Guisgard
02-01-2013, 17.41.12
Storm annuì a quelle parole di Elisabeth.
Così, dopo aver mangiato, quando l'ora di chiusura della locanda si avvicinò, Storm si recò in cucina ed incominciò a parlottare con l'oste.
Indicava il vino ed alcuni salumi appesi alle travi del soffitto.
Parlava di un viaggio e delle scorte prima di partire.
Poco dopo, Elisabeth vide uscire da sola Ingrid verso il cortile della locanda.
Ed era sola.
Talia
02-01-2013, 17.47.26
La tensione era alta ed io la sentivo, palpabile, aleggiare sulla nave e tra gli uomini.
Tremavo per la tensione e lo spavento, ed i miei occhi erano fissi su quel galeone spagnolo da cui proveniva quella voce...
Guisgard si avvicinò al parapetto e gridò le sue condizioni, allora...
“Nessuna condizione!” Si udì dalla nave spagnola. “Non trattiamo con dei pirati!”
“Allora molti dei vostri verranno all'Inferno con noi!” Minacciò Guisgard.
“Sentiamo le vostre condizioni!” Dopo alcuni istanti di silenzio.
“Abbiamo una ragazza ed una bambina a bordo!” Disse Guisgard. “Noi tutti ci consegneremo a voi, senza resistenza, a patto che loro due siano sbarcate sane e salve a Las Baias!” Estrasse la sua sciabola. “Altrimenti venderemo cara la pelle!” Aggiunse fiero, seguito dal grido di battaglia dei suoi uomini.
Quelle ultime parole...
le gride degli uomini a bordo mi accerchiarono, ma io quasi non le udii... spalancai gli occhi e per qualche momento non fui in grado di dire né fare alcunché... mi tremavano le ginocchia, ora... ed ebbi paura, una paura cieca, una paura che non avevo più avvertito da quando ero salita sulla sua nave.
Vacillai, fissandolo.
Lui tuttavia non mi guardava... i suoi occhi erano lontani da me, piantati sul vascello spagnolo.
“No...” mormorai allora, avvicinandomi piano a lui e sfiorando con la mano il suo braccio “No, ti prego... Guisgard... guardami! Dimmi che non stai dicendo sul serio... ti prego... dimmi che è un inganno! Io...” abbassai appena lo sguardo, poi tornai a fissarlo “Io non voglio lasciarti e tornare a Las Baias! Non lo farò!”
elisabeth
02-01-2013, 18.38.20
Storm mi rassicuro' come sempre.....e lo vidi andare a dare a parlare all' Oste, stavo raggiungendo il dietro delle cucine, quando vidi Ingrid uscire dalla porta principale, era sola e sembrava tranquilla, aveva lo scialle che le avevo regalato io, lo stringeva a se come se fosse la coa piu' preziosa che avesse....Guardai solo un attimo storm negli occhi e lui comprese...era il momento buono, la seguii senza chiamarla sino a quando arrivate in strada la vidi andare verso il proto, aveva il passo veloce e gli occhi bassi.....inciampai in qualcosa a qui non diedi alcuna importanza, ma mi torno' tra i piedi e questo mi fece abbassare gli occhi era il suo messale....le era caduto e non sen era accorta, lo aprii nella prima pagina, andandole dietro senza perderla di vista....c'era la mia dedica, era il suo compleanno quando le feci quel regalo che lei desiderava tanto...era rilegato in pelle, era ancora cosi' morbida quella foderina.....la vidi entrare in chiesa...e allora mi feci coraggio e le andai accanto......." Perdonatemi, ma l'avete persa mentre venivate in chiesa......vi chiamate Ingrid...vero?...non volevo essere invadente, ma non pensavo fosse vostra, in realta' me la sono trovata tra i piedi...non mi ero accorta che vi era scivolata.........sono felice di rivedervi, alla locanda siete fuggita come se aveste visto la persona peggiore al mondo......comunque io sono Elisabeth e vengo dall' Inghilterra...non sono qui da molto, ma in questi pochi giorni e' come se avessi vissuto una vita.......il mio volto ..non vi ricorda prorpio nessuno Ingrid ?....." attesi come si attendeva una sentenza di morte, avevo il cuore che mi martellava forte in petto e il respiro sembrava non aver piu' spazio nei polmoni.....avrei pregato Ogni dio di ogni razza perche' in quel momento m o dicesse " Elisabeth tranquilla...non e' successo nulla......sei la mia bambina".....ma il prete aveva iniziato la messa e qulcuno aveva chiesto il silenzio
Guisgard
02-01-2013, 18.47.30
Guisgard si voltò allora verso Talia.
“Tu e Maraiel” disse “dovete mettervi in salvo. Gli spagnoli vi porteranno a Las Baias.” Sorrise amaramente. “Ora devo fare qualcosa e tu non puoi seguirmi...” le accarezzò il volto “... ti affido Maraiel... e so che con te sarà al sicuro...” allora le sfiorò le labbra con un bacio “... e ricordalo sempre... ti amo...” sussurrò.
Una delle fregate si avvicinò alla Santa Rita ed un ponticello fu calato sul suo parapetto.
Poco dopo scesero da esso alcuni ufficiali spagnoli.
“Come pattuito” disse il capitano aragonese “la ragazza e la bambina saranno portate in salvo.”
“Bene.” Annuì Guisgard.
“Ma non a Las Baias.”
“Come sarebbe a dire?” Sorpreso il corsaro.
“A quest'ora, con ogni probabilità” rispose lo spagnolo “Las Baias sarà un cumulo di macerie.”
“Macerie?” Ripetè Guisgard.
“Si.” Annuì lo spagnolo. “Una parte della nostra flotta ha assalito Las Baias. Gli olandesi devono pagare la strage di Balunga. La ragazza e la bambina verranno sbarcate a Minisclosa, non abbiate timore.”
“Ho la vostra parla?”
“Sul mio onore.”
Guisgard allora si voltò verso Talia e Maraiel.
“Le affido a voi, capitano.” Mormorò il corsaro.
“Saranno al sicuro.” Fissandolo lo spagnolo. “Ora mantenete voi la parola data e consegnateci le armi.”
Guisgard si voltò verso il suo equipaggio ed annuì.
“Capitano!” Ad un tratto una voce. “Quando giungeremo a Balunga?” Era una donna anziana che scendeva dal ponticello.
“Donna Ines...” fece il comandante “... per stasera saremo a destinazione. Stiamo catturando questi corsari.”
“Datevi una mossa allora!” Esclamò la donna. “Voglio raggiungere il palazzo di mio figlio!”
“Nonnina!” Esclamò all'improvviso la piccola Maraiel.
Guisgard
02-01-2013, 19.20.19
Il colonnello, ascoltata Cheyenne, sorrise.
“Sai...” disse “... questo vecchio burbero che hai davanti ne ha viste davvero tante. E un po' posso dire che conosce anche un tantino le donne... dimmi la verità... ti sei affezionata al nostro portoghese, ragazza mia?”
In quel momento giunse un servitore ed avvertì il colonnello che Fhael era pronto per partire, ma prima voleva discutere con lui di alcune cose.
“Scusami un momento, Cheyenne.” Fece il colonnello, per poi uscire dalla stanza.
Talia
02-01-2013, 19.38.52
“No...” mormorai, con la voce che tremava forte, a quelle sue parole “No, ti prego! Ti prego, Guisgard... lascia che venga con te... ti prego, lascia che io...”
Ma lui non mi ascoltava... non voleva ascoltarmi... sfiorò le mie labbra e sussurrò quelle parole, ed io chiusi gli occhi per un momento, per tenerlo con me il più a lungo possibile.
Poi lentamente chinai la testa... sapevo che avrei fatto ciò che lui voleva, alla fine: mi sarei occupata di Maraiel, se era questo che desiderava facessi.
Tesi, dunque, la mano e presi quella della bimba, stringendola nella mia... la strinsi per qualche momento, tentando di rassicurarla, poi mi voltai e le sorrisi.
Infine, tutti e tre insieme, sollevammo gli occhi a fronteggiare gli spagnoli, che stavano giungendo a noi attraverso quel ponticello...
Poco dopo scesero da esso alcuni ufficiali spagnoli.
“Come pattuito” disse il capitano aragonese “la ragazza e la bambina saranno portate in salvo.”
“Bene.” Annuì Guisgard.
“Ma non a Las Baias.”
“Come sarebbe a dire?” Sorpreso il corsaro.
“A quest'ora, con ogni probabilità” rispose lo spagnolo “Las Baias sarà un cumulo di macerie.”
“Macerie?” Ripetè Guisgard.
“Si.” Annuì lo spagnolo. “Una parte della nostra flotta ha assalito Las Baias. Gli olandesi devono pagare la strage di Balunga. La ragazza e la bambina verranno sbarcate a Minisclosa, non abbiate timore.”
“Ho la vostra parla?”
“Sul mio onore.”
Guisgard allora si voltò verso Talia e Maraiel.
“Le affido a voi, capitano.” Mormorò il corsaro.
“Saranno al sicuro.” Fissandolo lo spagnolo. “Ora mantenete voi la parola data e consegnateci le armi.”
Guisgard si voltò verso il suo equipaggio ed annuì.
“Capitano!” Ad un tratto una voce. “Quando giungeremo a Balunga?” Era una donna anziana che scendeva dal ponticello.
“Donna Ines...” fece il comandante “... per stasera saremo a destinazione. Stiamo catturando questi corsari.”
“Datevi una mossa allora!” Esclamò la donna. “Voglio raggiungere il palazzo di mio figlio!”
“Nonnina!” Esclamò all'improvviso la piccola Maraiel.
Alle parole dello spagnolo su Las Baias trasalii...
il nonno...
mio padre...
mia madre...
tutta la gente di Las Baias che cosa c’entrava con Balunga?
Che colpa ne avevano?
Un cumulo di macerie, mi ripetevo...
un cumulo di macerie...
come potevano averlo fatto?
perché?
Tremavo di rabbia e di indignazione... tremavo, ed i miei occhi sull’ufficiale spagnolo, da larghi e spaventati, si fecero via via più piccoli e carichi di collera...
Sollevai il mento... e stavo per cedere alla tentazione di attaccare quello spagnolo, quando la voce sottile e candida di Maraiel mi interruppe.
Quella voce... quell’unica parola...
sorpresa, mi voltai a guardarla.
E lei se le stava lì, con la manina nella mia e quel sereno sorriso sul volto... la fissavo, ora... la fissavamo tutti.
Guisgard
02-01-2013, 20.21.42
Quelle parole di Maraiel fecero calare, per un istante, un irreale silenzio a bordo.
Tutti fissarono la bambina, per poi spostare, un attimo dopo, gli occhi sulla nobildonna spagnola.
“Maraiel...” disse quasi balbettando la donna “... sei... sei proprio tu?”
“Si, nonnina!” Esclamò la piccola, per poi correre verso di lei.
Le due si strinsero allora in un caldo abbraccio.
“Oh, piccola mia!” In lacrime Ines. “Sei viva! Grazie al Cielo sei viva!”
“Donna Ines...” fissandola il comandante “... cosa accade?”
“E' la figlia di mio figlio!” Commossa la donna. “La piccola Maraiel! Ed è viva!”
“La figlia del Vicerè?” Ripeté il comandante. “E' dunque viva? Possibile? Qui, in mezzo al mare?”
“Si, grazie alla Vergine!”
Allora il militare si voltò verso Guisgard.
“Come mai la figlia del Vicerè si trova sulla vostra nave?” Con tono minaccioso. “L'avete rapita, vero? E volevate venderla come schiava! E così, vero? Razza di cani!” Estrasse la spada. “Arrestateli tutti!” Ordinò poi ai suoi uomini.
I soldati spagnoli allora puntarono le armi contro i pirati e questi estrassero le loro.
“Non abbiamo rapito la bambina!” Urlò Guisgard. “Non rapiamo donne e bambini noi!”
“Fate silenzio, rinnegati!” Sbottò il comandante. “Arrestateli tutti!”
“No, capitano! Talia!” All'improvviso Maraiel. “No, loro sono buoni con me!” E corse a mettersi tra Guisgard e Talia.
“Ma cosa sta succedendo?” Turbato il comandante spagnolo.
“Aspettate.” Intervenne Ines. “Voi chi siete in realtà?” Fissando Guisgard e Talia. “Perchè mia nipote è su questa nave?
“Conosco io la risposta, Donna Ines!” Disse il comandante. “Questi pirati hanno assalito Balunga, massacrato tutti e rapito la piccola!”
Talia
03-01-2013, 01.27.56
Accadde tutto in fretta... quelle parole, l'abbraccio tra Maraiel e la nonna, e poi le accuse e le armi sfoderate...
"No!" dissi con impeto all'ufficiale spagnolo, facendo mezzo passo verso di lui ed allontanando, al contempo, Maraiel dalla sua spada "Noi non c'entriamo niente con Balunga... questi uomini non avrebbero mai fatto niente di simile..."
Lo guardai con disprezzo per un istante...
"Fino a prova contraria..." soggiunsi, sollevando le mie mani e mostrandogliele con aria di sfida "Fino a prova contraria, siete voi che state puntando la vostra spada su di una donna disarmata!"
Per qualche altro istante lo fissai, senza celare affatto il mio astio nei suoi confronti... poi tornai un po' indietro e la mia mano andò a cercare quella di Guisgard e, trovandola, ad intrecciarsi ad essa.
"Voi dovete credermi..." dissi allora, rivolgendomi all'anziana donna "Né io, né Guisgard, né nessuno di questi uomini avrebbe mai fatto del male a Maraiel... noi volevamo solo proteggerla..."
La osservai per un istante, poi il mio sguardo andò a cercare quello di Guisgard...
Guisgard
03-01-2013, 01.55.01
La messa era iniziata e il silenzio calò fino a quando il sacerdote cominciò a parlare.
Ingrid appariva turbata e continuava a fissare Elisabeth che era accanto a lei.
Assistettero così all'intera celebrazione della messa, fino a quando, ricevuta la Benedizione, tutti i fedeli lasciarono quel luogo.
Ingrid fece qualche passo e si fermò davanti alla porta.
“Chi...” disse incerta ad Elisabeth “... chi siete? Perchè mi conoscete? Forse sapete qualcosa del mio passato? Quanto al mio nome... io non lo ricordo... nessuno, a parte voi, dice di conoscermi...” chinò il capo “... ricordo solo di essermi svegliata su quest'isola e di non ricordare nulla... l'oste mi ha comprato ad un'asta di schiavi e dice a tutti di essere un mio parente... solo questo so di me e della mia vita...”
Guisgard
03-01-2013, 02.47.13
Clio e la piccola Noel avevano appena raggiunto la riva dell'Isola del Fungo, che un terribile spettacolo si mostrò ai loro occhi.
Sumond e la sua nave si erano inabissati sotto lo sguardo delle due.
Ma poco dopo un'altra scena le fece rabbrividire.
Gli spagnoli aprirono il fuoco su molti dei superstiti inglesi che avevano tentato di raggiungere l'isola a nuoto.
Chi si salvò fu preso ed imprigionato a bordo delle fregate.
Noel allora si strinse a Clio, ma in quello stesso istante qualcuno arrivò alle loro spalle.
Erano degli indigeni dai volti truccati, vestiti di canapa ed armati con lunghe lance.
E i loro sguardi erano ostili.
Guisgard
03-01-2013, 03.14.44
Ma mentre Altea parlava al comandante spagnolo, una carrozza raggiunse il porto.
Philip la fissò e restò sorpreso.
“Padre...” disse turbato “... cosa ci fate qui?”
Il vecchio Arkwin, aiutato da alcuni servitori, arrivò davanti alla delegazione spagnola.
Scrisse allora qualcosa e lo mostrò al comandante.
“Conosco la vostra fama, senor...” fissandolo questi “... e anche la considerazione che vantate in Spagna, ma Balunga deve essere vendicata... sono spiacente, ma sono gli ordini.” Sentenziò.
Philip, allora, appartandosi un momento con Altea e suo padre, raccontò loro della strage avvenuta a Balunga tempo prima.
“Ora comprendo...” mormorò turbato il padre di Altea “... gli spagnoli ci hanno invaso perchè ci ritengono responsabili della morte del Viceré...”
“Si, è così...” chinando il capo Philip “... e temo andranno via solo dopo aver avuto il tributo richiesto...”
Guisgard
03-01-2013, 03.37.06
“Talia...” disse Guisgard, per poi sorriderle “... noi non dobbiamo difenderci da nulla, non temere... io e i miei uomini” rivolgendosi poi al comandante spagnolo “non abbiamo mai fatto del male a donne e bambini e non starò qui a difendermi dalle infamanti accuse che ci rivolgete. E' vero, siamo pirati, fuorilegge, ma non siamo assassini. Non assaltiamo i porti con fregate e cannoni, uccidendo gente inerme come invece sta facendo la vostra flotta a Las Baias.” Il suo sguardo era freddo. “Si, sono un pirata e sono senza patria. Ma non senza onore. E quello mi vieta di puntare un'arma contro una donna.” E con rapido gesto colpì l'elsa della spada del capitano con la sua sciabola, facendo cadere a terra l'arma dello spagnolo. “E se punterete ancora la vostra spada contro di lei, io giuro proprio sul mio onore che vi infilzerò come un tordo.”
“Come osi, pirata!” Con astio il comandante. “Ora me la pagherai!”
Allora tutti i soldati si fecero avanti e di nuovo i pirati mostrarono le armi.
“Un momento!” Esclamò Ines. “Voglio vederci chiaro!” Fissò poi Maraiel. “Dimmi, Maraiel... come sei arrivata su questa nave? Chi ti ci ha portata?”
La piccola fissò Guisgard, poi Talia ed infine sua nonna.
“E' stato il capitano.” Rispose indicando Guisgard. “Lui e i suoi uomini.”
“Ecco, come volevasi dimostrare!” Urlò il comandante.
“Fatela finire.” Fissandolo Ines. “Continua, piccola mia.” Rivolgendosi di nuovo alla bambina.
“Io ero scappata da casa ed ero per la strada...” fece Maraiel “... avevo fame... ero stanca... e la gente era cattiva con me... e poi è arrivato il capitano... mi ha portata via da quelle persone cattive e siamo partiti con la sua nave... e qui ho conosciuto Talia...” mostrò poi la sua bambolina “... e anche la mia bambola si chiama così...” sorrise “... ma è del capitano ora...” si voltò a fissare Guisgard e abbozzò un sorriso con occhi furbetti “... perchè a lui piace Talia!” Indicando poi la ragazza. “Ora torniamo dal mio papà?”
“E perchè sei scappata da casa?” Domandò la nobildonna spagnola.
“E' stata la balia a farmi scappare...” mormorò Maraiel “... mi disse che dovevo scappare, che non c'era molto tempo... mi fece prendere solo la bambola e poi mi mandò via...”
Ines allora guardò Guisgard e poi Talia.
“Vi devo delle scuse, signori.” Sorridendo. “E' grazie a voi che mia nipote è viva. Forse è grazie al vostro intervento che gli assassini di Balunga non hanno potuto completare la loro opera. Grazie. A nome mio e della Spagna.”
In quel momento un ufficiale chiamò il comandante.
“Capitano, tra i prigionieri vi è uno spagnolo.” Disse l'ufficiale. “Il suo nome è Juan Musan e chiede di parlarvi.”
Cheyenne
03-01-2013, 04.49.20
“Sai...” disse “... questo vecchio burbero che hai davanti ne ha viste davvero tante. E un po' posso dire che conosce anche un taLntino le donne... dimmi la verità... ti sei affezionata al nostro portoghese, ragazza mia?"
Le parole del colonnello riecheggiavano nella mia mentre mentre lui si allontanava con un servo...
Era indubbio che io fossi molto grata a Fhael per avermi sempre assistita, al mio arrivo; con i rapinatori! Ma come facevo a sapere quale tipo di affezione portassi...non mi era mai successo prima.. Era solo una amicizia o c'era qualcosa di più?!
Persa nelle mie fantasticazioni potevo solo sperarare che Fhael si convincesse a restare x la festa in modo da continuare ad averlo accanto e finalmente capire che cosa realmente provavo...
Altea
03-01-2013, 15.45.07
Rimasi stupita dalla barbaria con cui venne compiuta quella strage a Balunga..chi poteva essere stato il mandante? Non certo la povera gente che ci circondava..e se fosse stato il Governatore?
Mi avvicinai al capitano spagnolo.."Voi pensate che questi indigeni..questa gente povera abbia avuto un motivo per...uccidere il vostro vicerè? Vivono giorno per giorno per sopravvivere, ed erano sotto l'assedio del Governatore olandese..e ora deve essere sotto il Vostro? Mi spiace milord..voi state sbagliando, e forse le persone colpevoli non si trovano nemmeno qui..infatti mi pare strano che proprio Guidaux, l'ammiraglio del Governatore sia fuggito e abbia tradito il Governatore, a mio parere dovreste chiederlo a lui."
Guardai la gente silenziosa, quasi rassegnata..un senso di tristezza mi pervase.."Se proprio non credete che possa esistere questo Tesoro allora" mostrando la mappa nel manoscritto "prendete me..si non posso accettare voi vendiate questi bambini innocenti e nemmeno che li priviate della loro madre, non è un gesto eroico ma un gesto giusto, se per voi la vostra giustizia è giusta" lo fissai in tono di sfida.
elisabeth
03-01-2013, 16.26.29
Mi sentii osservata per l'intera durata della Santa Messa, non volevo che pensasse quanto in ansia mi sentissi, eppure ero certa che si respiarasse nell'aria, quando tutto finni la seguii appena fuori dalla chiesa, dove ella si fermo', udii ogni sua parola, ogni sua lacrima non versata, ogni sua incertezza......." Conosco il vostro nome, perche' e' il vostro nome che ho pronunciato per primo quando ho cominciato a dire le prime parole, non siete mia madre...siete la mia nutrice....mi siete sempre stata accanto....mi avete amata sopra ogni cosa.....veniamo dall' Inghilterra, sono di nobile famiglia...ma per un mio miserabile capriccio da bambina vizziata siamo qui e voi avete patito anche questo.....vi prego di credermi, non avrei alcun motivo di mentirvi.......l'uomo che e' con me vuole aiutarci ad andar via da qui....."....non dissi nulla..non potevo dirle altro...potevo solo farle sentire quanto le volessi bene....pensai di abbracciarla...e quando lo feci...la vidi correre via da me verso la locanda....piansi..piansi......con tutto il dolore che avevo nel cuore..e mi diressi verso la locand...dove vidi ad attendermi Storm..." Non ricorda nulla...mi ha dimenticata..."...
Guisgard
03-01-2013, 18.21.53
Ingrid, a quelle parole di Elisabeth, corse via sconvolta.
Tornata alla locanda, Elisabeth trovò Storm ad attenderla.
“Io sono riuscito a far cantare l'oste...” disse “... so tutta la storia... la vostra Ingrid ha perduto ogni ricordo... un bel guaio, non c'è che dire...” il suo volto era teso.
Ma proprio in quel momento si udirono grida e schiamazzi.
“Las Baias è attaccata!” Urlò qualcuno. “Sono gli spagnoli!”
Molti allora cominciarono a correre per le strade e ad assalire botteghe e notizie.
“Cosa accade?” Chiese Storm ad uno preso per il bavero.
“Gli spagnoli!” Rispose questi. “E presto saranno qui! Meglio prendere tutto è fuggire!”
Guisgard
03-01-2013, 18.26.19
Passarono alcuni istanti e il colonnello ritornò nella sala.
“Forse il tuo portoghese” disse sorridendo “è l'ultimo di una razza in via d'estinzione. Con lui si può parlare di tutto... affari, politica, religione, persino del gioco d'azzardo... ma di ciò che lo riguarda da vicino è quasi impossibile. Forse dovresti farlo tu... forse dovresti chiedergli tu di restare per la festa... chissà che non ti ascolti...”
E dai vetri della finestra Cheyenne vide Fhael uscire nel giardino.
Guisgard
03-01-2013, 18.29.18
A quelle parole di Altea, suo padre trasalì.
“No...” disse turbato “... non puoi offrirti tu... non lo permetterò...”
“Vi offrite in qualità di ostaggio?” Chiese il comandante Alvaro ad Altea. “O forse come responsabile della strage? Si, perchè io ho l'ordine di trovare il colpevole. Oppure massacrare tutta la popolazione di Las Baias.”
“Un eccidio!” Sconvolto Philip.
“Sono gli ordini.” Annuì Alvaro. “Ed io li eseguo, non li discuto.”
Cheyenne
03-01-2013, 19.16.03
Dalla finestra vide passare Fhael, senza pensarci due volte mi precipitai fuori.
"Fhael! Aspettate! Spero che non stiate andando via e per di più senza salutarmi." dissi raggiungendolo di corsa.
"Non vi ho ancora pienamente ringraziato per tutto quello che avete fatto per me fin dal mio arrivo a Las Baias. Non ho parole per esprimervi la mia gratitudine, posso solo chiedervi di restare ancora un po', in fondo il tempo che abbiamo passato insieme è stato quasi sempre sotto prigionia. E poi voi siete l'unico di cui io mi fidi completamente, vi prego di non abbandonarmi ora. Lo so che siete un uomo d'affari molto impegnato ma una sera, vi chiedo soltanto una sera..."
Altea
03-01-2013, 19.39.33
Osservai il viso disperato di mio padre, ma mi voltai per non farmi influenzare e ribattei allo spagnolo.."Ostaggio ovvio, non posso accusarmi di un crimine che non ho commesso, come non ha commesso nessuno di questa gente..ma siete in errore" il mio sguardo fisso sul suo "nessun tributo di sangue qui a Las Baias..i patti erano chiari. Avete chiesto dei soldi, noi li abbiamo raccimolati, e voi avete detto che non bastavano ma avreste preso degli ostaggi eccomi qui..potete pure vendermi al mercato degli schiavi ma non poserete un dito su questa gente innocente...se siete uomo di parola!".
Guardai il mare inorridita a quello spettacolo, e il cuore cominciò a battere forte pensando che tra quegli uomini poteva esserci Ankaru.
Scrutai il mare, Noel era stretta a me. Non potevo lasciarla, nemmeno per cercare la donna.
Così, mi voltai.
Davanti a me, degli uomini dal volto dipinto ci guardavano minacciosi.
Noel si strinse a me, senza dire una parola.
".. Vi prego, cerchiamo solo un riparo..." Sussurrai timidamente.
Chiusi gli occhi per un breve istante, quel tanto che bastava a ricacciare nel profondo le lacrime di stizza e disperazione.
Dalla padella alla brace,Clio... Come al solito..
Presi in braccio Noel, lei non si oppose, la strinsi a me come se qualcuno potesse portarmela via da un momento all'altro.
Stavo per dire qualcos'altro, senza sapere bene cosa, quando mi chiesi se quegli strani uomini conoscessero la mia lingua.
Così mi limitai a guardarli con uno sguardo che chiedeva pietà e clemenza.
Mi strinsi a Noel : "... Andrà tutto bene, Noel, sta tranquilla...".
Ma, per tranquillizzare me stessa e i miei timori, non erano sufficienti quelle rassicuranti parole.
elisabeth
03-01-2013, 21.49.04
Il volto di Storm era teso e io ero disperata.....quando si dice che non puo' far piu' buio di mezzanotte......urla e schiamazzi gente che fuggiva arraffando tutto cio' che poteva, non mi sembrva ci fossero stati incendi o altro....eppure erano tutti impazziti, sino a quando gentilmente Storm fermo' qualcuno e anche noi avemmo la bella notizia....gli Spagnoli...avevano attaccato Las Baias, mi vennero in mente le parole del l'uomo che ci aveva accompagnato li' con la sua barca....noi eravamo su un'isola...che problemi avremmo avuto.......e mentre ero strattonata...." Storm, questa disgrazia e devo dire che in questi posti non si vive sogni leggeri....puo' esserci di aiuto, tutti scappano e dovremmo farlo anche noi...e Ingrid potremmo portarla via con noi, infondo lei sa' di essere stata acquistata dall' Oste, quindi e' un essere spregevole, e poi stara' correndo ai ripari anche lei....accidenti, ci travolgeranno se continueremo a stare fermi........Las Baias......mio padre era li'.....chissa' se almeno lui e' riuscito a trovare riparo..."....intanto vidi sulla scala che portava alle stanze Ingrid........" Storm che dite...rapirla e' l'unica cosa da fare ?..."....
Guisgard
04-01-2013, 02.07.40
L'aria del mattino era asciutta e le palme del giardino ondeggiavano, lente, al tenero soffio di un vento di mare.
Il Sole si sposava alla perfezione sul bianco che rivestiva i muri della villa, diffondendo ovunque un luminoso alone che sembrava quasi animare i vivi colori delle piante tropicali.
Fhael si voltò verso Cheyenne ed un sorriso sfiorò il suo volto.
“In verità” disse il portoghese “non stavo andando via. Non potrei farlo senza avervi salutata prima. Ho acquistato un battello e volevo controllare che tutto fosse in ordine a bordo. Ma sarei comunque tornato qui... per salutarvi.” Con un gesto delicato le accomodò una ciocca di capelli che ribelli scendevano lungo il volto. “Io sono molto felice di ciò che avete detto, ma ora dovete concedere la vostra fiducia anche al colonnello, visto che siete sua nipote.” Sorrise nuovamente. “Vi farebbe dunque così piacere se restassi ancora per una sera? Allora si, resterò.” Mostrò un lieve inchino. “A stasera allora.” E si recò verso il porto.
Nel frattempo nella villa si preparava il tutto per la festa della sera.
Il colonnello aveva fatto arrivare un magnifico abito rosso porpora, con mantellina di madreperla e ricami di seta greca.
Uno scialle di pizzo tinto con un pallido lavanda, accompagnato con un ombrellino alla moda di Barcellona, completavano quel prezioso vestito.
Una servitrice aiutò Cheyenne ad indossarlo e tutti gli invitati, vedendola scendere nel giardino illuminato a festa, restarono incantati dalla sua esotica bellezza.
Alcuni musicista ingentilivano la festa con la loro musica.
Si aprirono così le danze.
C'erano molti invitati, tra cui militari, uomini politici e d'affari.
Ma di Fhael nemmeno l'ombra.
Il colonnello chiese a Cheyenne di ballare.
“Sei bellissima...” fissandola “... sei la pietra più preziosa di questa festa. La più preziosa di questa terra.”
L'abito di Cheyenne sfavillava tra le luci colorate, le note e le danze di quella festa.
“Ora però” continuò il colonnello “dovrai perdonare questo vecchio che non può chiedere troppo al suo modo di ballare.” Rise. “E poi non vorrei attirarmi l'antipatia dei tanti giovanotti che bramano un ballo con te, mia cara.”
Cominciò così un altro ballo e qualcuno sfiorò la mano di Cheyenne.
“Siete uno splendore...” sussurrò Fhael “... posso avere l'onore di questo ballo?”
Guisgard
04-01-2013, 02.17.58
Storm annuì.
“Avete ragione...” disse ad Elisabeth.
La prese per mano e facendosi spazio tra la folla impazzita, a fatica riuscirono ad arrivare alle scale che davano sulla stanza di Ingrid.
I due salirono e approfittando del clamore generale, entrarono nella stanza.
Qui Ingrid era seduta sul letto.
“Cosa volete?” Fissandoli impaurita.
“Non sentite fuori?” Indicando l'esterno Storm. “Sta succedendo il finimondo e vogliamo portarvi in salvo.”
“Dove?” Scossa Ingrid. “Io non vi conosco!”
“In verità” sarcastico il contrabbandiere “voi non conoscete più nessuno... dunque uno vale l'altro.” E con energia prese la donna sulle spalle, incurante delle sue proteste e delle sue resistenze. “Presto, usciamo!” Disse poi ad Elisabeth.
Così ritornarono in strada.
Ma mentre attraversavano uno stretto vicoletto, da una casa in fiamme si staccarono alcune tegole ed una di queste colpì Ingrid alla testa, facendole perdere conoscenza.
“Forse è meglio così...” mormorò Storm “... ora dormirà e non farà più tante storie. Presto, ora dobbiamo raggiungere il porto!” Fissando Elisabeth.
Guisgard
04-01-2013, 02.25.06
Alvaro fissò Altea.
La ragazza appariva decisa e non tradiva alcuna debolezza.
“E sia.” Disse il comandante spagnolo. “Faremo così. Prenderemo i Fiorini d'oro che avete raccolto e voi, in qualità di ostaggio, completerete la parte mancante del tributo.”
“Noi non pagheremo il riscatto che chiedete aggiungendo la vita di questa ragazza!” Intervenne Philip.
“Non vedo altre possibilità per voi.” Fissandolo il militare.
“No, Altea!” Gridò il padre della ragazza. “Io non lo permetterò! Piuttosto mi farò uccidere!”
“Un momento!” All'improvviso una voce. “Voi non prenderete altre vite qui a Las Baias!”
Era Lin, il maestro di Altea.
“Noi non lo permetteremo!” Avvicinandosi poi al comandante spagnolo con aria di sfida.
Guisgard
04-01-2013, 02.36.17
Quegli indigeni dai volti dipinti fissavano con aria inquietante Clio e la piccola Noel.
La spiaggia era bianca, quasi immacolata, e i suoi granelli di sabbia sembravano confondersi con le spumose onde che giungevano a morire su quella riva.
L'acqua era trasparente e solo tinta da un vago azzurro, leggero e luminoso, per effetto dell'alto Sole del mattino.
Uno degli indigeni cominciò poi a dire qualcosa, ma erano dei suoni incomprensibili per la ragazza inglese.
Altri allora presero a parlare in quell'oscuro idioma, senza che nulla potesse comprendersi.
Poi, ad un tratto, uno di quelli che erano rimasti in silenzio fino a quel momento, fece qualche passo verso Clio e la bambina.
“Tu conoscere lingua di Inokupetè...” disse alla ragazza “... tu avere suo stesso linguaggio... e poi tu assomigliare molto a donna dei suoi disegni.”
Altea
04-01-2013, 15.04.13
Iniziò un tafferuglio..ovviamente, e me lo aspettavo, mio padre e sir Philip si ribellarono..quando una voce familiare si fece sentire alle mie spalle e mi voltai di scatto incredula..era il maestro Lin.
Era vivo, credevo fosse morto sotto le macerie delle prigioni, non lo avevo mai visto con quella espressione battagliera ma ricordai le parole di Wesl.. era irruento nelle parole, per una attimo temetti per lui.
Il maestro era vicino al comandante Alvaro con tono di sfida e cercai di allontanarlo "Maestro Lin..cosa proponete, cosa dobbiamo fare per salvarci tutti? Ormai è tutto pattuito, e poi sono certa che riuscirete a liberarmi, è l'unica salvezza per Las Baias e il suo popolo".
Cheyenne
04-01-2013, 15.58.48
Mi voltai e scoprii che a parlare era Fhael. Accettai il suo invito con un inchino.
"Per un momento ho temuto che non foste venuto, non vedendovi subito. Ma ora sono felice di ballare con voi. Dopo tutto quello che abbiamo passato direi che ce lo siamo meritato."
Continuammo a parlare volteggiando tra gli altri ospiti. "Dunque domani é il giorno della vostra partenza, e del nostro addio...Promettetemi che tornerete, di tanto in tanto, tra un viaggio e l'altro, siete.."dissi dopo una lieve interruzione"..il mio unico amico..."
Nel frattempo la musica era terminata e fui invitata a ballare da un giovane. Esitai sperando che Fhael si opponesse invitandomi nuovamente a ballare, ma non fu così. Il portoghese si allontanò dalla pista da ballo e lo persi di vista.
Ero intenzionata a far passare il più in fretta possibile quel ballo e andare alla ricerca di Fhael ma il giovane si rivelò molto simpatico e fu un piacere danzare con lui.
Ballai ancora con lui e poi con molti altri presenti senza mai intravedere Fhael.
L'orchesta fece poi una pausa e tutti gli invitati si spostarono nella sala adiacente in cui erano posto numerose tavole imbandite di cibi e bevande.
Il giovane col quale avevo ballato due volte mi si avvicinò porgendomi una coppa di vino. "Grazie" dissi con un sorriso avvicinando il bicchiere alle labbra. "Siete molto gentile signore, ma posso sapere il vostro nome?"
Guisgard
04-01-2013, 18.21.07
“Mi chiamo Carlos Mendieta...” disse il giovane a Cheyenne “... sono un sottotenente a Minisclosa...” poi continuò a parlare ma in quel momento Cheyenne vide Fhael passeggiare da solo in giardino, fra le palme e allora la ragazza non sentì più nulla di quello che diceva il giovane Mendieta.
Ci vollero alcuni istanti perché la mia mente riuscisse a recepire quelle parole.
Ma poi, il mio respiro si fece più ansante e la voce quasi mi tremò, mentre una lacrima tentava di fare capolino dai mesi occhi, spinta da quella che poteva essere solo una coincidenza, una banale combinazione, ma che per me aveva un solo nome: speranza.
Disegni.. Un inglese qui... Le somiglio...
I miei occhi ormai ardevano d'amore e speranza.
"..John.." Sussurrai quasi senza pensarci. "..voi conoscete..." Guardando negli occhi l'uomo che aveva parlato.
Cercai di sorreggere Noel con un braccio solo e mi portai la mano libera al petto.
"..Il mio nome é Clio.." Dissi titubante.
Lanciai un ultima occhiata al mare e po' mi decisi, dovevo rischiare.
Tesi la mano verso l'uomo che mi aveva parlato, non come avrei fatto in Inghilterra, perché la stringesse, ma col palmo rivolto verso l'alto, come fosse un'offerta.
"..potete condurci da lui?" Con uno sguardo carico di speranza.
elisabeth
04-01-2013, 19.11.14
Storm non era tipo da attendere, aveva reso un mio pensiero reale e fattibile, cio' che aveva detto ad Ingrid infondo era la verita', e cosi' il caso volle che una botta in testa la fece svenire......Il porto, c'era gente che accorreva da ogni parte per raggiungere il porto......ma da li' quale altra isola avremmo potuto raggiungere.....correvo, urtando ogni cosa...qualcosa era talmente affilato che mi lacero' la manica del vestito procurandomi una ferita, fosse stato un'altro momento, ci avrei pensato...ma Storm era l'unica mia luce, gli correvo dietro, saltando sopra ogni cosa.....sino a quando ci trovammo al porto.....e ora, che fare '...Ingrid sembrava ancora assopita, ma prima o poi si sarebbe svegliata dalla botta e come avrebbe reagito ?......Il barcaiolo...." Storm..e' lui..guardate e' l'uomo che ci ha condotto qui....forse, potrebbe portarci da qualche altra parte e questa volta niente soldi..o giuro che lo accoppo io stessa..."...
Cheyenne
04-01-2013, 23.15.41
"É un piacere conoscervi signore" dissi distrattamente non appena scorsi Fhael passeggiare solo nei giardini.
"Eh perdonatemi ora....io...io devo...devo andare ora..." Mi allontanai dal giovane Carlos velocemente ed uscii dal salone.
Scesi le scale e mi ritrovai faccia a faccia col portoghese.
Le luci e i suoni riecheggiavano dalla sala.
Senza parlare sfiorai una mano di Fhael e gli feci cenno di seguirmi. Ci allontanammo così dal frastuono della festa.
Condussi il portoghese verso le scuderie. Lì la calma regnava tranne per qualche nitrito di un cavallo irriquieto.
Ci sedemmo su uno steccato.
"Scusate se vi ho portato fin qui, non é certo il luogo più bello della tenuta ma perlomeno é silenzioso. Siete andato via e non vi ho più visto dopo il nostro unico ballo. Avrei voluto ballare di più con voi... Questa festa non ci sarebbe stata se voi non foste giunto a salvarmi...io non sarei qui... Vi devo la vita Fhael, lo sapete vero? Non potrò mai ringraziarvi abbastanza..."
Il portoghese mi ascoltava e i suoi occhi erano fissi sui miei.
Guisgard
05-01-2013, 02.14.43
Storm vide il barcaiolo ed annuì alle parole di Eisabeth.
“Aspettatemi qui, con lei...” disse per poi adagiare Ingrid, ancora svenuta, accanto ad Elisabeth.
Raggiunse così il barcaiolo e poco dopo tra i due cominciò un'animata discussione.
E poi una colluttazione.
Dopo un po' Storm ritornò.
Aveva un taglio sul volto e vari segni della lotta appena conclusa.
“Presto...” riprendendo Ingrid in braccio “... andiamo, ora abbiamo una barca per lasciare questo luogo.”
Guisgard
05-01-2013, 02.26.32
“Voi non andrete da nessuna parte, Altea.” Disse Lin alla ragazza. “E voi non porterete più distruzione e morte qui a Las Baias.” Voltandosi poi verso Alvaro.
“E chi impedirà questo?” Con tono di sfida lo spagnolo. “Voi?”
“Io e tutta la gente rimasta qui.” Rispose Lin. “Non resteremo più a guardare i vostri mortai che ci sparano addosso. Ci difenderemo. Prendete il vostro oro è accontentatevi.” Prese poi la mano di Altea. “Questa ragazza ha dimostrato che il coraggio non ci manca.” Aggiunse.
Tutta la folla, allora, gridò fiera grazie alle parole di Lin.
“Avete visto?” Rivolgendosi Lin ancora allo spagnolo. “Combatteremo.”
“Come volete.” Con aria di sfida Alvaro.
Gli spagnoli allora lasciarono il molo e ritornarono sulle loro navi.
“Presto!” Urlò Lin alla folla. “Prepariamoci! Tra poco ci sarà da combattere!”
Guisgard
05-01-2013, 02.32.40
“Perdonatemi, ma non sono un tipo molto mondano...” disse Fhael sorridendo a Cheyenne “... e poi... poi voi eravate bellissima e in quella sala tutti avrebbero voluto ballare con voi... c'erano invitati importanti, sapete? Figli di ufficiali della corona d'Aragona, o di consoli catalani inviati direttamente da Barcellona. E credo di aver scorto anche qualcuno molto influente alla corte di Castiglia. Magari ci sarà anche qualche funzionario venuto dalle Baleari.” Fissò allora il cielo.
La foschia arrivava dal mare, leggera, quasi eterea, e sembrava voler avvolgere ogni cosa, rendendo così sbiadito ed incerto quello scenario che li circondava.
Quasi fiabesco, col suo esotico mistero e con qualche stella che a fatica riusciva a filtrare da quella pallida caligine.
“Anche io avrei voluto ballare ancora con voi...” continuò il portoghese “... ma mi sembrava di essere uno dei tanti in quella sala... di dovervi quasi dividere con tutti gli altri...” tornò a fissarla “... ma ora che siamo qui... mi concedete un altro ballo ancora? Un ultimo ballo prima della mia partenza?”
Scese dalla staccionata e prese la ragazza per mano.
Calò allora un profondo silenzio tra loro ed intorno a loro.
E si arrivò a sentire, bassa e leggera, la musica provenire dalla villa.
Come se ora suonasse solo per loro.
Fhael prese le mani di Cheyenne e i due cominciarono a ballare.
Guisgard
05-01-2013, 02.51.29
Quegli indigeni fissarono Clio e la piccola Noel ancora per qualche istante, poi quello che aveva parlato alla ragazza annuì e le fece cenno di seguirli.
Penetrarono così nella fitta boscaglia, ricca di piante e fiori tropicali, fino a raggiungere una radura dove sorgeva un piccolo villaggio di capanne.
Con il loro incomprensibile idioma, gli indigeni annunciarono il loro ritorno agli altri abitanti del posto.
Poi quello che aveva parlato a Clio, le fece segno di seguirla ancora.
Si fermarono allora davanti ad una capanna.
“Inokupetè...” disse l'indigeno.
Un attimo dopo un uomo uscì dalla capanna.
Indossava una vecchia camicia, dei pantaloni di stoffa un po' sporchi ed aveva la pelle bianca.
Clio però lo riconobbe subito: era John.
Cheyenne
05-01-2013, 15.00.39
Fhael mi invitò a ballare.
La musica arrivava lieve dal salone e i nostri volti erano unicamente illuminati dalle stelle.
Volteggiammo e volteggiammo senza accorgerci che nel frattempo la musica era cambiata, stretti uno all'altro.
Pian piano eravamo sempre più vicini ed io riuscivo a sentire il suo respiro sfiorarmi la pelle. I nostri occhi si incontrarono e restarono fissi tra loro a lungo....Restammo così,fermi, dimenticando la musica, la festa, tutto quanto...
Ad un tratto l'orologio del campanile del villaggio non lontano suonò.
Fu allora che mi resi conto che era da molto tempo che mancavamo alla festa.
Ero indecisa. Sarei voluta restare ancora con Fhael senza nessuno attorno ma temevo di far preoccupare il colonnello...
Altea
05-01-2013, 21.51.13
Ascoltai un pò allibita le parole del maestro Lin..un combattimento..ma questo sarebbe significato pur sempre un sacrificio di sangue, morti e vittime innocenti.
Ma la gente era ormai pronta a combattere, e leggevo in loro la voglia di libertà e di rifarsi.
"Padre" dissi prendendolo per un braccio "andate a casa, dovete proteggere la mamma e Odette, non rimanete qui, sarebbe pericoloso".
Mi voltai verso sir Philip e il maestro Lin.."E voi che ne pensate? Con cosa possiamo combattere contro una flotta cosi potente..le navi delle Compagnie Flegeesi non sono cosi forti, forse è stato un errore ma ormai dobbiamo lottare con tutto noi stessi ma dovremmo avere degli alleati."
Pensai un attimo e una idea folle mi passò alla testa.."Ricordo i modellini delle navi del Governatore...la Santa Rita, è una nave forte e diceva imbattibile..e se mandassimo qualcuno a cercarla e magari, essendo pirati, dietro pagamento potrebbero darci una mano per via mare?Ho sentito dire da un marinaio al porto che il capitano della nave è in fondo un gentiluomo anche se un pirata".
Calò una cappa di silenzio e guardai i loro volti pensierosi.
elisabeth
06-01-2013, 11.31.31
O Signore si erano contesi la barca e non a a parole a quanto pare, lo aiutai ad issarsi sulla spalla Ingrid....e lo seguii sino al dove travai la barca....non c'era il barcaiolo..." Storm...avevo detto che lo avrei accoppato...ma per modo di dire, acciempoli voli lo avete fatto sul serio ?.......e comunque dove andremo visto che Las Baias e' stata presa dagli Spagnoli......"......non dissi niente altro...salii sulla barca e vidi Ingrid sdraiata accanto a me, sembrava dormisse era tanto che non prendeva i sensi, le toccai il collo e le pulsazioni sembravano normali, per istinto avvicinai l'orecchio alle sue narici....russava lievemente..." Storm...ho la vaga sensazione...che Ingrid dorma sonni sereni....non e' che ora fa' la furbetta....e dorme sapendo chi siamo ?.."...
Guisgard
07-01-2013, 01.40.16
Le Stelle come lampade ad illuminare quella sera, il vento che spargeva ovunque la musica proveniente dalla villa e il fruscio delle palme divenuto ormai come una ritmica melodia ad accompagnare il tutto.
Poi ancora gli occhi di Fhael in quelli di Cheyenne e le loro mani strette.
Ad un tratto il rintocco lontano destò i due da quel delicato e sognante incanto.
“Forse si staranno preoccupando alla festa...” disse Fhael e Cheyenne, senza però lasciare la mano della ragazza “... la festa dopotutto è in vostro onore e gli invitati vi staranno cercando...” una strana luce allora si accese negli occhi del portoghese e la sua mano strinse, per un momento, quella di Cheyenne con intensità “... forse dovrei riaccompagnarvi dentro...” ma ad un tratto l'uomo chiuse gli occhi e la baciò.
Guisgard
07-01-2013, 02.05.31
“Voglio vedere che aria tira a Las Baias.” Disse Storm ad Elisabeth, mentre la barca lasciava il piccolo porto dell'Isolotto di San Martino. “Magari la situazione non è così catastrofica.” Gettò allora uno sguardo verso Ingrid che dormiva. “No, ha preso davvero una bella botta in testa. Dormirà ancora per un po' e forse sarà un bene. Spero di poter sbarcare presto in qualche posto tranquillo, che sia Las Baias o altro. Così capiremo in che condizioni si trova veramente.”
Talia
07-01-2013, 02.15.07
Con un gesto rapido, Guisgard fece volare via la spada dello spagnolo... fu un gesto avventato, ma che mi strappò un leggero sorriso di vittoria dalle labbra.
Poi la nobildonna parlò, attirando l’attenzione di tutti.
“Un momento!” Esclamò Ines. “Voglio vederci chiaro!” Fissò poi Maraiel. “Dimmi, Maraiel... come sei arrivata su questa nave? Chi ti ci ha portata?”
La piccola fissò Guisgard, poi Talia ed infine sua nonna.
“E' stato il capitano.” Rispose indicando Guisgard. “Lui e i suoi uomini.”
“Ecco, come volevasi dimostrare!” Urlò il comandante.
“Fatela finire.” Fissandolo Ines. “Continua, piccola mia.” Rivolgendosi di nuovo alla bambina.
“Io ero scappata da casa ed ero per la strada...” fece Maraiel “... avevo fame... ero stanca... e la gente era cattiva con me... e poi è arrivato il capitano... mi ha portata via da quelle persone cattive e siamo partiti con la sua nave... e qui ho conosciuto Talia...” mostrò poi la sua bambolina “... e anche la mia bambola si chiama così...” sorrise “... ma è del capitano ora...” si voltò a fissare Guisgard e abbozzò un sorriso con occhi furbetti “... perchè a lui piace Talia!” Indicando poi la ragazza. “Ora torniamo dal mio papà?”
“E perchè sei scappata da casa?” Domandò la nobildonna spagnola.
“E' stata la balia a farmi scappare...” mormorò Maraiel “... mi disse che dovevo scappare, che non c'era molto tempo... mi fece prendere solo la bambola e poi mi mandò via...”
Ines allora guardò Guisgard e poi Talia.
“Vi devo delle scuse, signori.” Sorridendo. “E' grazie a voi che mia nipote è viva. Forse è grazie al vostro intervento che gli assassini di Balunga non hanno potuto completare la loro opera. Grazie. A nome mio e della Spagna.”
Avevo continuato a fissare Maraiel per tutto il tempo... il modo in cui parlava, i movimenti delle sue mani e quel sorriso birichino negli occhi... mi sorpresi ad essere orgogliosa di lei, fiera.
Quando Donna Ines parlò, poi, sollevai lo sguardo su di lei e sorrisi a mia volta...
“No, milady...” dissi “Non ringraziateci! Maraiel è una bambina molto coraggiosa ed intelligente, ed è stato un piacere per me... per noi tutti, io credo... averla conosciuta!”
Il mio sguardo tornò ad incrociare quello di Maraiel per un istante ed io le strinsi un occhio, con aria complice... poi tornai a guardare Donna Ines...
“Quanto a me...” soggiunsi “Sapete... ebbi la fortuna di conoscere vostro figlio, molto tempo fa. Io, mio padre e mia madre fummo invitati da lui a Balunga per una colazione e così feci la sua conoscenza... era un uomo per bene, vostro figlio... un uomo giusto. E, credetemi, il mio dolore alla notizia della strage fu grande... lo è ancora! Vi prego di accettare la mia solidarietà al vostro dolore...”
La mia voce si spense in un sussurro... un sussurro che, forse, solo Donna Ines poté udire... i miei occhi incrociarono i suoi ed io le rivolsi un piccolo e mesto cenno.
Durò appena un attimo quel sottile scambio di parole...
poi un ufficiale giunse sul ponte, richiamando l’attenzione di tutti...
“Capitano, tra i prigionieri vi è uno spagnolo.” Disse l'ufficiale. “Il suo nome è Juan Musan e chiede di parlarvi.”
La mia espressione cambiò all’istante, nell’udire quel nome...
ogni singola parte del mio corpo si tese e si irrigidì, il mio respiro si spezzò come di fronte ad uno spavento ed i miei occhi si allargarono allo stesso modo...
“Musan...” mormorai, cercando lo sguardo di Guisgard “Che cosa ci fa qui?”
Ero agitata, ora... ero inspiegabilmente preoccupata, ed ero spaventata.
Posai a terra Noel, delicatamente, le sorrisi e la presi per mano.
"..Andiamo, Noel.. stammi vicino, piccola..." le dissi mentre seguivamo gli strani uomini all'interno della foresta.
Ci scortarono in un villaggio fatto di capanne, ma non riuscivo a prestare attenzione al paesaggio, la mia mente seguiva soltanto i battiti impazziti del mio cuore.
Calmati, Clio.. può essere soltanto un caso, una coincidenza, uno strano scherzo del destino...
Ma qualcosa, nel mio cuore, non riusciva a prendere sul serio quei pensieri razionali.
Lo stesso qualcosa che mi aveva spinta lì, ai confini più estremi del mondo, che non aveva mai creduto veramente che lui avrebbe potuto non esserci più : il mio Amore.
Sentivo gli sguardi della gente su di noi, anche se non riuscivo a capire le loro parole. Tenni istintivamente più stretta a me Noel, non so dire se per proteggerla o per avere conforto.
Arrivammo davanti ad una capanna, e l'uomo che ci aveva scortati si fermò.
Il mio cuore si fermò mentre pronunciava lo stesso nome che aveva usato poco prima.
Poi, lo vidi: la camicia lacera, i capelli lunghi e incolti, ma gli stessi occhi che avevo amato dal primo istante in cui li avevo visti posarsi su di me.
"..John.." sussurrai con un filo di voce.
Sentii i battiti accelerare nei lunghi istanti in cui restò davanti a me, un fuoco indomabile mi accese il petto, la lingua si intorpidì, un nodo mi strinse la gola, le lacrime accorsero veloci ai miei occhi.
Fu come vederlo per la prima volta, ma fu molto di più, perchè il sentimento che ci legava era cresciuto con noi, giorno dopo giorno.
E in quel momento mi sentii assolutamente piccola e stupida. Ora, davanti al mio amore, sapevo che il battito che avevo permesso al mio cuore di donare a Guerenaiz non era nulla. Benedissi, per una volta, la mia ostinazione.
No, quei pensieri, quei sogni impertinenti, erano come polvere su un prezioso gioiello, un soffio di vento li disperde, e l'oro brilla di nuovo.
Feci un passo verso di lui, e mi persi nei suoi splendidi occhi ambrati.
Sorrisi, nella consapevolezza che lo amavo più di qualunque altra cosa.
Avevo anche potuto immaginare, per un momento, di avere accanto un uomo coraggioso e impavido, ma la verità era un'altra.
Amavo lui, amavo la sua genialità, la sua dolcezza e la sua tenerezza.
Allungai timidamente una mano e arrivai a sfiorargli la guancia. Chiusi gli occhi a quel contatto.
"..Amore mio.." mormorai tra le lacrime.
Ero a casa.
Guisgard
07-01-2013, 03.06.44
“Pirati...” disse turbato Philip ad Altea “... pirati qui a Las Baias? Sarebbero pari o peggio degli spagnoli!” Sentenziò.
“E comunque” intervenne il padre della ragazza “poi il denaro servirebbe a pagare i corsari, se accettassero mai la nostra richiesta.”
“Ma gli spagnoli che bloccano il porto” intervenne Lin “non permetterebbero mai ad una nostra nave di uscire per cercare aiuto ed alleati. A meno che non troviamo un altro modo per lasciare il porto senza essere visti. Voi lo conoscete questo modo?”
Guisgard
07-01-2013, 03.14.37
John nel vedere Clio sorrise.
Allungò la sua mano e sfiorò quella della ragazza, per poi stringerla.
“In tutto questo tempo” disse “ti ho vista ogni ora... ti ho vista tra le onde di queste maree sconosciute, nelle prime stelle della sera, nell'orizzonte indefinito tra la foschia e il giorno morente... e ho udito la tua voce nel silenzio del crepuscolo, nel fruscio del vento che accarezza le palme e nel mormorio del mare che si spegne sulla spiaggia...” e poi la strinse a sé, baciandola. “Clio...” sospirò “... Clio, sei dunque vera? Non sei solo un sogno? Pensavo di averti perduta per sempre... oh, Clio... Clio...” e la baciò ancora.
Guisgard
07-01-2013, 03.20.26
A quelle parole dell'ufficiale, seguite dallo sguardo turbato di Talia, Guisgard si inquietò.
“Fatelo venire qui.” Disse il comandante spagnolo.
Un attimo dopo, Musan fu condotto sul ponte davanti a loro.
“Chi siete?” Domandò il comandante.
“Juan Musan, guardia del corpo del Viceré di Balunga.”
“Musan!” Esclamò Maraiel nel vederlo.
Musan restò, in un primo momento, sorpreso, ma poi, quasi destandosi, si chinò ed abbracciò la bambina.
“Che gioia rivedervi sana e salva!” Stringendola a sé.
“Dove eravate quando mio figlio è stato raggiunto dai suoi carnefici?” Chiese Ines.
“Ero con la governante...” rispose Musan “... mi aveva chiesto di accompagnarla al porto. Doveva incontrare alcuni suoi parenti ed aveva deciso di farlo a tarda ora, per non lasciare il palazzo durante il giorno. Per questo non ho potuto difendere vostro figlio. Ancora ora non riesco a darmi pace per questo.”
“Davvero?” Fissandolo Ines. “Era con voi la governante? La dona che accudiva Maraiel?”
“Si, era con me.”
“Allora mia nipote mente quando dice di aver parlato proprio con lei prima di fuggire dal palazzo, giusto?”
Tutti allora fissarono Musan.
Ma questi, sentendosi perduto, afferrò Maraiel ed estratto un pugnale lo puntò al collo della piccola.
“Nessuno si muova o le tagliò la gola!” Minacciò.
Ines lanciò un grido e la bambina cominciò a piangere.
Cheyenne
07-01-2013, 08.08.54
"Forse...." ebbi appena il tempo di sussurrare.
Le nostre labbra si incontrarono, all'inizio quasi con timore.... Intorno a noi non esisteva più nulla, tutti i miei sensi era focalizzati unicamente su quel bacio.
Un dolce calore invase il mio corpo e fui scossa da un brivido.
Poi aprii lentamente gli occhi, quasi temendo di rompere un sogno....Invece trovai gli occhi di Fhael su di me.
Restammo qualche secondo a guardarci, senza dire niente,fare niente, come per catturare quel momento in eterno.
Ci baciammo ancora, in una splendida cornice di piante e fiori, con la luna uscita dalla nuvole per illuminarci ancor di più.
Mi strinsi tra le braccia di Fhael " Ora dobbiamo proprio tornare...il colonnello si potrebbe arrabbiare molto...e questo non conviene ad entrambi...."dissi con scarsa convinzione e senza muovere un passo verso la villa.
Fhael però capì....Mi tese la mano ed insieme ci incamminammo nuovamente alla festa.
Altea
07-01-2013, 16.00.44
Guardai i tre uomini allibita..certo erano privi di ogni sicurezza.
"Certo dovremmo pagarli..ma abbiamo qui una nave o armi potenti? No...sono certa che dopo averli pagati se ne andranno da Las Baias. I pirati dominano i mari non una Terra o nazione."
Riflettei a lungo invece sulla affermazione di Lin..il maestro aveva ragione ed era un dubbio che mi era passato alla mente.."Non saprei maestro Lin..certo non con una nave olandese..ci sono molte soluzioni..o impossessarsi di una nave spagnola ma da quel che so le navi delle Compagnie Flegeesi non sono potenti come abbiamo detto. O sviare con un piccolo battello o peschereccio. sfidando il mare..oppure? Insomma maestro Lin dove e' finita la vostra temerarieta'?".
Guardai la gente che aspettava il da farsi.."Qualcuno ha idea come potremmo sviare le navi spagnole e andare a cercare..alleati? Altrimenti possiamo anche arrenderci,"
Guisgard
07-01-2013, 16.29.53
Così, Fhael e Cheyenne, mano nella mano, ritornarono alla festa.
La musica continuava a diffondersi nella sala, così come le danze che non avevano mai smesso di animare la compagnia.
Ma tutto, ora, sembrava essere fatto apposta per loro.
Poco dopo l'una, la festa si concluse e gli ospiti cominciarono ad andare via.
Il colonnello diede la buonanotte a Cheyenne e si ritirò anch'egli.
Il portoghese però sembrava sparito.
Al mattino, una servitrice, portando la colazione nella camera di Cheyenne, consegnò alla ragazza anche una lettera.
Era proprio di Fhael.
“Il signor Fhael è partito stanotte.” Disse la servitrice. “E mi ha pregato di consegnarvi questa al vostro risveglio.” E uscì.
Guisgard
07-01-2013, 16.36.58
A quelle parole di Altea calò il silenzio fra tutti i presenti.
“La verità” disse Lin “è che lasciare questo porto senza essere visti dagli spagnoli è impossibile. Guardate.” Indicando il mare. “Ormai controllano i bastioni di avvistamento e qualsiasi imbarcazione che tenti di uscire o entrare dal porto verrebbe vista. Non abbiamo scelta. L'unica possibilità che ci resta è combattere.”
“Ma non abbiamo possibilità di vittoria!” Fece Philip.
“Si, lo so.” Annuì Lin. “Ma possiamo resistere. Abbiamo scorte e viveri. Fortificheremo il porto e respingeremo i loro assalti.”
“Ma fino a quando?” Chiese il padre di Altea.
“Fino all'arrivo di navi olandesi.” Rispose Lin.
“Arriveranno mai?” Turbato il padre di Altea.
“Speriamo.”
“Sperare?” Fissandolo Philip. “Solo sperare?”
“Non possiamo fare altro.” Sentenziò Lin.
Altea
07-01-2013, 17.25.52
"Insomma" urlai spazientita "mie cari signori, è possibile non abbiate un piano d'attacco? Maestro Lin, i viveri fino a quando dureranno? E i rinforzi sul molo...è una follia..perderemo ma la cosa peggiore è che perderemo degli innocenti in questa battaglia che, messa così, sappiamo già persa. Dite siamo assediati...allora non abbiamo via di scampo..a meno che non tentiamo. Stare qui senza fare nulla è inutile, con le parole non si ottiene nulla."
Il mio sguardo si fissò su quell'anziano milord che arrivò in carrozza e parlò col capitano Alvaro scrivendogli qualcosa in un pezzo di carta, stava composto e mi osservava, sembrava quasi sentisse e capisse ciò che stavo dicendo ma non riuscisse a parlare e mi avvicinai a lui.."Voi..cosa consigliate milord?".
Cheyenne
07-01-2013, 17.31.15
Tornati così alla festa finimmo la serata in compagnia degli altri invitati.
Quando fu l'ora di andare a dormire, salutato il colonnello, mi resi conto che mancava Fhael.
Fu un sonno agitato quello da cui destata il mattino seguente. Una cameriera mi portò la colazione. Accanto alla tazza di caffé era posta una lettera.
Era da parte di Fhael, che nella notte era partito.
Esitai. Non ero sicura di volerla leggere.
Congedai la donna e cercai di mangiare mantenendo la calma.
Posai poi la lettera, ancora chiusa, sul comodino ed iniziai a prepararmi....Aprendo l'armadio il mio occhio cadde sull'abito che Fhael mi aveva fatfo confezionare a Las Baias...Mi tornarono quindi in mente quei giorni...il nostro primo incontro....le nostre passeggiate nella città...
Una lacrima stava per cadere dal mio occhio ma mi feci forza e la ricacciai indietro.
Terminai di acconciarci i capelli e i miei occhi ricadevano puntualmente sulla lettera.
Ero in qualche modo arrabbiata con Fhael, era andato via senza dire una parola...dopo quello che era successo tra noi....
Ma avevo anche paura di aprire la busta che mi aveva lasciato...temevo di leggere qualcosa che mi avrebbe turbata o ferita...
Presi la lettera ed uscii. Salutai frettolosamente il colonnello e andai dritta verso le stalle.
Gulltoppr nitrì felice di vedermi...."Cia bello" dissi accarezzandogli il muso bianco" tu si che sei sempre fedele...Dai andiamo a farci una corsetta!"
Lanciai lo stallone al galoppo, smisi di pensare e mi concentrai unicamente sul cavallo, il suo respiro, i battiti del suo cuore, il rumore dei suoi zoccoli, il fruscio della sua criniera dorata.
Finalmente mi sentii calma.
Scesi da Gulltoppr e lo lasciai libero di brucare.
Mi sedetti con la schiena appoggiata ad un salice e aprii la busta.
Talia
07-01-2013, 18.13.40
L’ordine del capitano spagnolo non fu discusso.
I miei occhi incrociarono quelli di Guisgard... sapevo che in essi avrebbe letto turbamento e paura, avrei voluto spiegargli tante cose ma non c’era tempo.
Subito dopo, infatti, si udirono dei passi imperiosi sul ponticello che saliva sulla Santa Rita ed il capello, poi il volto e l’intera figura di Musan apparvero oltre il parapetto, che scavalcò e scese tra noi.
Io, quasi involontariamente, allora, mi feci indietro... un piccolo passo dopo l’altro mi trassi più indietro, dietro Guisgard e Donna Ines... nascosta.
E da qui, da quella posizione protetta, osservai la scena con una strana inquietudine in fondo al cuore...
Musan...
Musan e Maraiel...
Musan che non aveva mai neanche accennato a Maraiel, prima...
Musan e le sue spiegazioni circa ciò che era accaduto a Balunga...
spiegazioni deboli...
Osservavo quell’uomo vicina a Maraiel e una stranissima ed inspiegabile sensazione mi attanagliava il cuore... come una sorta di cupo disagio... paura...
Seguii quello scambio di battute dalla mia postazione defilata, con la sensazione che qualche cosa non tornasse... con la sensazione che ci fosse qualche cosa di orribile nell’aria...
Ed, infine, accadde qualcosa di orribile...
“Allora mia nipote mente quando dice di aver parlato proprio con lei prima di fuggire dal palazzo, giusto?”
Tutti allora fissarono Musan.
Ma questi, sentendosi perduto, afferrò Maraiel ed estratto un pugnale lo puntò al collo della piccola.
“Nessuno si muova o le tagliò la gola!” Minacciò.
Ines lanciò un grido e la bambina cominciò a piangere.
Donna Ines gridò...
Maraiel gridò, e poi si mise a piangere...
Il capitano spagnolo serrò la spada, ma rimase immobile, pietrificato...
A me mancò l’aria... i miei occhi si spalancarono come se, improvvisamente, vedessero con assoluta ovvietà ciò che fino a quel momento era sfuggito loro... come se, ad un tratto, ogni tassello del mosaico avesse trovato il giusto ordine...
ed anche io gridai.
Gridai sommessamente, quasi cercassi di dominare quel terrore dilagante...
“Musan!” dissi allora, facendomi istintivamente avanti ed avvicinandomi a lui e a Maraiel con le mani alzate “Musan, per l’amor del Cielo... no! Vi prego... lasciate Maraiel. E’ solo una bambina. Vi prego, datemela... non fatele del male... lasciatela venire qui, Musan! Per voi è finita in ogni caso... ed io ora capisco tutto: capisco perché cercavate di incolpare mio nonno, la Compagnia, gli indigeni, gli Inglesi... cercavate un capro espiatorio, non è vero? Ma Maraiel non ha colpa di questo... lasciatela andare... per favore!”
Chiusi gli occhi e mi lasciai condurre, docilmente, in quel mondo quasi irreale in cui il tempo si era fermato.
Sentivo le sue braccia che mi circondavano, le sue labbra sulle mie, potevo addirittura percepire il battito del suo cuore, veloce e incredulo, come il mio, del resto.
Alzai gli occhi per guardarlo, pur restando tra le sue braccia.
"..credevi forse che mi sarei arresa? Che avrei creduto a quanti mi dicevano di rassegnarmi, che non c'era speranza?" La voce mi tremò "..quando dicevano che non saresti mai tornato, che eri morto, o avevi trovato qualcun'altra..." Scossi la testa "... No, non ci ho mai creduto veramente... Non mi sarei mai arresa... Sono partita appena ho potuto...".
Cercai di nuovo le sue labbra e le sfiorai con un tenero bacio, e un altro, e un altro ancora. Fino a strappargli un altro sorriso.
"... Ma che importa, ormai?" Sorridendo a mia volta "Dimmi piuttosto che ti è successo, che ci fai su questa isola dimenticata da Dio?".
Poggiai la testa sulla sua spalla, e mi strinsi ancor di più a lui.
Guisgard
07-01-2013, 19.25.42
“Sta zitta...” disse Musan a Talia “... sta zitta, zitta!” Urlò. “Il primo che proverà ad avvicinarsi, giuro, sgozzerò questa mocciosa!”
“La ragazza ha ragione...” fece il comandante spagnolo “... non avete via di fuga... arrendetevi...”
“Zitto anche tu, cane!” Intimò Musan.
“Cosa volete ottenere?” Fissandolo il comandante. “Non avete via di scampo.”
Ma proprio in quel momento, Becco di Ferro, il pappagallo trovato sulla misteriosa nave, svolazzò improvviso davanti a Musan.
Maraiel allora, approfittando che la presa dello spagnolo si fosse allentata attorno al suo collo, morse con forza la sua mano.
Musan lanciò un grido e la piccola scappò via.
Lui allora fu sul punto di lanciarle dietro il suo pugnale, ma lesto Guisgard gli si parò davanti, impugnando la sua sciabola.
“Vediamo come sai cavartela con un avversario della tua taglia, vigliacco.” Disse il pirata.
L'agile e superbo spagnolo, allora, fissò il corsaro con un ghigno ed estrasse la sua spada.
“Lo Sparviero Nero, presumo.” Ridendo. “Aspettavo da molto questo momento.”
“Anche io.” Con sguardo di ghiaccio Guisgard. “Anche io...”
Lo spagnolo guardò Talia per un momento e rise di nuovo.
“Analopel...” mormorò “... sei stata sciocca... hai preferito lui a me... e sia... tra poco lo vedrai gridare come fece il tuo amico Passapour, prima di morire come un cane...”
Guisgard lanciò un grido e il duello cominciò, seguito dal caos a bordo.
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Guisgard
07-01-2013, 20.00.43
Il duello portò il caos a bordo.
E mentre Guisgard e Musan si sfidavano, Becco di Ferro volò tra i pennoni e poi tornò sulla spalla di Cavaliere25.
"Ottimo lavoro" disse Rynos che era accanto al giovane pirata "ha fatto questo pennuto! Merita un premio, non trovi?" Fissando poi Cavaliere25.
Un attimo dopo si voltò di nuovo verso i due contendenti.
cavaliere25
07-01-2013, 20.07.45
certamente dissi guardando il mio amico che possiamo dagli come premio non so neanche cosa potrei dagli come cibo non sapendo cosa mangia devo dire che è molto sveglio come pappagallo ora mai siamo inseparabili e mi rigirai continuando a guardare il duello tra i due
Guisgard
07-01-2013, 20.34.53
Cheyenne aprì la lettera di Fhael:
“Cara Cheyenne...
quando leggerai questa lettera io forse sarò già in alto mare, verso la Giamaica.
Scusami se ti do del tu, ma qui, tra le onde ed il vento, la lontananza sembra davvero infinita ed io non voglio mettere altre distanze tra noi.
Non ho dimenticato quel bacio e non lo farò mai.
Anzi, lo porterò con me in questo viaggio, rivivendolo in ogni momento e illudendomi di viverlo ancora come se fossi là.
Ma in questo mio viaggio visiterò terre esotiche e in gran parte sconosciute.
Ma sono anche terre selvagge e per questo ho preferito andarmene così.
Avrei voluto chiederti di venire con me, ma non sarebbe stato giusto.
E' un viaggio pericoloso il mio e non voglio mettere in pericolo la tua vita.
Con il colonnello invece sarai al sicuro.
Quanto a me, non so quanto durerà questo viaggio.
Ma se andrà in porto come spero e mi auguro, i miei affari mi sistemeranno per tutta la vita.
Così, a Dio piacendo, potrò realizzare il mio antico sogno di possedere un'isoletta tutta mia.
Ma ora, dopo ieri sera, sento che il mio sogno per essere completo necessita di ben altro.
Vorrei averti al mio fianco e condurti su quell'isola.
Vorrei chiederti di aspettarmi, anche se non so quando ritornerò.
E forse non è neanche giusto chiederti questo.
Aspetterò allora.
Aspetterò che questo viaggio sia terminato.
Ed al mio ritorno verrò a cercarti.
Per condurti, se vorrai, su quell'isoletta che apparterrà solo a noi due.
Per sempre.
Fhael.”
Guisgard
07-01-2013, 20.58.12
John allora prese Clio per mano e i due si allontanarono verso la spiaggia.
La sabbia era bianca come corallo e le onde sembravano tinte dello stesso colore del cielo blu.
In lontananza l'orizzonte appariva come un'indefinita e variegata linea continua, fatta di mille bagliori e riflessi.
“Giunsi su quest'isola in seguito ad un naufragio.” Disse alla ragazza. “Fui l'unico a salvarmi dell'equipaggio. Gli indigeni mi curarono e fui molto sorpreso della loro pacifica ospitalità. Questo è come un mondo incontaminato, fatto di valori primitivi e genuini. Qui la natura e la bellezza conservano ancora una primordiale essenza che nel nostro mondo è ormai scomparsa. Per questo ho deciso di restare qui ed istruire questa gente. Lo faccio attraverso la mia arte ed insegno loro ciò conosco, come loro fanno con me. Ma qui avvertivo comunque un senso di vuoto. Era la tua mancanza, Clio. Mi mancavi e questo mi rendeva incapace di dare tutto me stesso in questa missione che avevo voluto intraprendere. Ma ora che sei qui... sento che tutto è compiuto.” Le baciò la mano. “Vuoi restare qui con me? Per sempre?”
Guisgard
07-01-2013, 21.25.46
Arkwin fissò Altea, senza però dire nulla.
“Milady...” disse Philip alla ragazza “... mio padre può udirvi, ma non rispondervi. Egli è stato molto malato e ne paga ancora le conseguenze.”
“Milady, è inutile.” Intervenne Lin. “Capite che uscire da qui è impossibile? Parlate di morte e di innocenti, ma chi tenterà di lasciare questo porto troverà davvero la morte. Ripeto, non abbiamo altra possibilità che difenderci. Sperando che giungano presto dei rinforzi. O sarà la fine di Las Baias.”
Cheyenne
07-01-2013, 21.34.25
Seduta contro l'albero lasciai scorrere le lacrime che a lungo avevo trattenuto.
Una di queste cadde sul foglio...proprio sulla firma di Fhael.
Ripiegai la lettera in modo automatico, senza riflettere troppo...Avevo la testa pesante, confusa...La vista offuscata dalle lacrime...
Un viaggio lontano e pericoloso...per un tempo indefinito...in terre sconosciute...tutto per avere una isola privata....con me....
Con me...strano modo di dimostrarmi il suo affetto....sparire senza dirmi nulla e partire per l'ignoto....Per il mio bene mi aveva lasciata qui...diceva....
Questi e altri simili pensieri navigavano nella mia mente, lasciandomi nell'incertezza e nell' inquietudine.
Mi rialzai, non volevo più compatire me stessa. Chiamai Gulltoppr e ritornai alla villa.
Decisi che mi sarei presa un po' di tempo per riflettere sulle parole di Fhael, capure se aspettarlo o meno.
Decisi comunque di parlarne al colonnello, in fondo era la mia unica famiglia.
Lo trovai nella biblioteca. Si accorse subito della mia espressione grave. Mi sedetti accanto a lui e gli porsi la lettera.
Talia
07-01-2013, 21.34.33
Corsi incontro a Maraiel e le circondai le spalle con entrambe le braccia, in un gesto protettivo...
“Brava, Maraiel...” le mormorai, con una nota fiera nella voce “Sei stata molto coraggiosa, sai? Davvero molto...”
Sentii Guisgard muoversi rapido accanto a me e pararsi tra Maraiel e Musan... chiusi gli occhi per un momento, nell’attimo in cui compresi ciò che stava per fare.
Rapidamente, quindi, spinsi Maraiel verso sua nonna...
“State indietro, milady...” dissi, affidandole la bambina “State il più lontane possibile... non fatevi raggiungere!”
Poi mi voltai e subito tornai a sollevare lo sguardo sui due contendenti...
Lo spagnolo guardò Talia per un momento e rise di nuovo.
“Analopel...” mormorò “... sei stata sciocca... hai preferito lui a me... e sia... tra poco lo vedrai gridare come fece il tuo amico Passapour, prima di morire come un cane...”
Guisgard lanciò un grido e il duello cominciò, seguito dal caos a bordo.
Trattenni il respiro quando si lanciarono l’uno contro l’altro e a fatica repressi un grido...
Di istinto mi lanciai verso di loro, verso Guisgard... ma subito mi bloccai, conscia che gli sarei stata d’intralcio più che di aiuto...
Per molti minuti rimasi così... aggrappata al parapetto della nave... incerta se avvicinarmi o restare ferma... tesa, gli occhi spalancati... tremando.
Per un momento non capii. Poi, d'un tratto quelle parole si fecero strada nella mia mente.
"... tu hai deciso?" sussurrai, guardandolo negli occhi con un'espressione triste e interrogativa.
In un attimo, tutte le mie domande avevano trovato risposta, e la rabbia sovrastava a tratti la felicità di averlo accanto.
Ritrassi la mano, caricai il colpo e lo colpii, forte, al viso.
"Dovevi tornare da me!" a voce più alta di quanto avrei voluto.
Scossi la testa e mi allontanai di qualche passo da lui: "..come hai potuto?" sussurrai, con voce strozzata.
Restai immobile, ad ascoltare il fruscio delle onde e il rumore del vento. Quella calda e leggera brezza asciugò le mie lacrime, e riscaldò, per un momento, il mio animo inquieto.
Tornai da lui, con un espressione severa e triste sul viso, gli occhi traboccanti di lacrime.
".. tu.." dissi piano "..l'unica persona al mondo, che credevo di non essere in grado di colpire.." con un timido sorriso, mentre accarezzavo dolcemente il segno rosso sulla sua guancia.
"...casa mia è dove ci sei tu, mascalzone!" dissi sorridendo, posandogli un lieve bacio sulla guancia.
"..se non ricordo male, ci siamo scambiati delle promesse di matrimonio anni fa.." dissi con un sorriso impertinente ".. ma, per tua sfortuna non mi hai ancora sposato.." con una smorfia divertita.
Gli spostai delicatamente una ciocca di capelli che, ribelle, gli si era posata sul viso. E, per un momento, rimasi assorta nei miei pensieri.
"Quindi.." dissi poi ridestandomi ".. devo ancora sistemare alcune faccende, prima di potermi ritirare nel tuo paradiso...".
Guardai lontano verso il mare: "... ho un debito d'Onore da pagare, fino a quel momento, non posso deporre le armi..."
E, davanti all'espressione interrogativa di John, cominciai a raccontare.
".. poco dopo essere sbarcata a Las Baias, sono stata rapita dai pirati.." mi sembrava di aver raccontato quella storia talmente tante volte, da non volerla più sentire ".. non uno qualunque.. il Gufo Nero in persona.." continuai strabuzzando gli occhi, come fosse una cosa divertente ".. beh, per fartela breve, per evitare che mi facessero la festa ho finto di essere la donna di un ufficiale. Loro hanno chiesto il riscatto, e non mi hanno toccata.. però poi lui è venuto a salvarmi, in incognito..." sospirai "..ora, io sono sana e salva e lui è sulla nave, se ancora non l'hanno ammazzato, a fingersi un pirata..." agitai la mano della mano destra davanti a me ".. e come se non bastasse... indovina un po' dove sono diretti Giuff e la sua ciurma? All'Isola Perduta..".
Mi fermai e lo guardai, sconsolata. ".. devo salvarlo Jhon, gli devo la vita.. non posso permettere che muoia a causa mia.." abbassai lo sguardo ".. anche se, ormai, non so più come fare..".
Altea
07-01-2013, 22.34.02
Osservai il vecchio milord...era un peccato che avesse perso l'uso della parola, sembrava un uomo sapiente e certo avrebbe saputo tirarci fuori da quella situazione.
"Bene" dissi allargando le braccia in segno di rassegnazione "maestro Lin, allora ora tocca a voi, mostrateci cosa dobbiamo fare, se non vi è altra soluzione".
Abbracciai mio padre e gli dissi di andare nella dimora ed avere a cura mia madre ed Odette, io sarei rimasta al molo, anche se il mio aiuto era di poco conto.
Iniziai a camminare lungo un tratto di sabbia guardando l'orizzonte preoccupata, vedevo le navi spagnole in assetto di guerra e controllarci...come avrei voluto vedere invece qualcuno a salvarci.
Guisgard
08-01-2013, 02.12.07
Il padre di Altea si oppose a quella decisione di sua figlia.
Non voleva vederla combattere.
Ma poi, complice anche il pensiero di sua moglie sola a casa, si convinse a tornare nella sua villa, promettendo però ad Altea che sarebbe ritornato.
Poco dopo, Lin si avvicinò alla ragazza.
“Molti uomini sorvegliano il porto” disse “e stiamo distribuendo le poche armi rimaste. Ora voglio salire sulla collina del palazzo del governatore. Credo che lì ci siano dei mortai puntati verso il mare. Voglio controllare se sono ancora in buone condizioni. Possono esserci utili contro le fregate spagnole. Volete venire con me?”
Guisgard
08-01-2013, 02.25.17
Il colonnello, in un primo momento, restò sorpreso e poi turbato nel vedere Cheyenne in quello stato.
Poi prese la lettera e la lesse.
E dopo averla letta la lasciò sul tavolino davanti a lui e si alzò fino a raggiungere la finestra che dava sul giardino.
“Sei arrivata qui” disse “e ti ho subito visto come una bambina. La mia bambina. E infondo lo eri, almeno per me. Non ho potuto avere la gioia di vederti nascere, ti vederti crescere, di viziarti e forse volevo riprendermi il tempo perduto. Ma sei cresciuta ora. Sei una ragazza. Una bellissima ragazza. E forse me ne sono accorto ieri sera alla festa, quando molti giovani ti guardavano e ti chiedevano di ballare.” Si voltò a fissarla. “Si, ho perduto la possibilità di vederti crescere, ma non voglio ora perdere la possibilità di vederti felice. Perchè per me conta solo ciò che tu provi e ciò che tu desideri. Per questo ti chiedo... cosa provi per Fhael? Ne sei innamorata, Cheyenne?”
Guisgard
08-01-2013, 02.35.53
John restò turbato da quelle parole di Clio.
“Vuoi...” disse quasi incredulo “... vuoi andare in cerca di un uomo in mano a dei pirati? Questo mi stai dicendo?” Le prese le mani e le strinse. “Perchè, Clio? Perchè? Non capisci? Questo mondo non sarà mai migliore se continueremo a combattere? Le guerre e le ingiustizie ci saranno sempre, se non cambieremo i nostri valori in qualcosa di più duraturo! Ho sempre odiato la guerra! Sempre! Ho creduto che qui potesse nascere un mondo finalmente giusto! Senza più combattere! Quell'ufficiale non ha fatto nulla per te, non capisci? E' il suo scopo, la sua missione combattere contro i pirati! Probabilmente sarebbe salito lo stesso su quella nave, anche senza di te!
Il mondo non migliorerà fino a quando militari e pirati, senza distinzione alcuna, non spariranno per sempre! Il tuo posto è qui! E se mi ami allora ti chiedo di dimenticare ufficiali e pirati, guerre e tranelli! Dimentica tutto questo e resta con me! Qui, su quest'isola per vivere in pace!”
Guisgard
08-01-2013, 03.04.10
Ormai sulla Santa Rita tutti erano fermi ad assistere al duello tra Guisgard e Musan.
Talia era immobile, con gli occhi spalancati, davanti a quella scena.
Ines teneva stretta a sé la piccola Maraiel, mentre il comandante spagnolo sembrava incapace di decidere sul da farsi.
Nel vedere Musan incrociare la sua spada contro quella di Guisgard, i suoi uomini, catturati dai militari spagnoli, tentarono di ribellarsi ai loro carcerieri, ma il loro tentativo di rivolta fu facilmente soffocato.
Anche gli altri pirati assistevano impotenti a quel duello tra il loro capitano ed il malvagio spagnolo.
Becco di Ferro era sulla spalla di Cavaliere25 e di tanto in tanto giocherellava con il nodo della bandana del giovane bucaniere.
Intanto il duello proseguiva.
Guisgard e Musan mostravano un'abilità fuori dal comune e sembravano incapaci di prevalere l'uno sull'altro.
Ad ogni stoccata di uno, l'altro riusciva sempre a parare o ad evitare il colpo.
La foga del duello li portava quasi in ogni angolo del ponte, spingendoli persino sulle scale che davano al castello di poppa.
Ma nella foga Guisgard non si accorse che una asse di legno, già malconcia a causa della battaglia sostenuta poco prima contro la nave di Sumond, si stava spezzando sotto i suoi piedi.
Il legno allora cedette e Guisgard perse l'equilibrio e la spada, che cadde sul ponte sottostante.
Musan ne approfittò e tentò una stoccata mortale, arrivando però solo a ferire ad un braccio il corsaro.
Questi infatti saltò dal castello di poppa, aggrappandosi su una delle cime che pendevano dal pennone, raggiungendo così il ponte sottostante e ritrovando la sua spada.
“Mi ci voleva un graffio per svegliarmi...” disse, invitando lo spagnolo a raggiungerlo.
Questi allora gli si lanciò contro e la contesa riprese.
Di nuovo quella danza fatta di attacchi, parate e schivate, fino a quando le lame si bloccarono l'una contro l'altra, portando i due sfidanti faccia a faccia.
“Quando ti avrò sistemato...” mormorò con un ghigno Musan “... mi occuperò io della ragazza, non temere... la farò divertire... puoi contarci...”
Guisgard lo fissò con occhi colmi di rabbia e lanciò un grido.
Le lame si separarono e riprese lo scambio di colpi e parate.
Ma la luce che sin dal principio si era accesa negli occhi di Guisgard, ora era mutata in fuoco vivo.
Il corsaro allora aumentò la velocità dei suoi colpi, fino a trafiggere mortalmente al petto lo spagnolo, che lo fissò con occhi stravolti per poi cadere a terra in una pozza di sangue.
Conoscevo bene quei discorsi, ma ne avevo viste tante, troppe, per rintanarmi in un'isoletta lontana da tutto e da tutti.
".. quell'ufficiale.." risposi calma, guardandolo negli occhi ".. mi ha salvato la vita..." scandivo ogni parola come se parlare, per me, fosse uno sforzo immane.
"..se non fosse per lui, ora non sarei qui.. Sai bene che non sopporterei di respirare un solo istante, se qualcuno..." mi fermai, la voce strozzata, incapace di proseguire.
Liberai gentilmente le mani dalla sua stretta: ".. non mi importa per quale motivo l'ha fatto.." continuai scuotendo la testa "... se sono qui, per te lo devi a lui..." sorrisi " e al mio caratteraccio, ma quello non conta!".
Incrociai le braccia e lo guardai torva: "..Oh, io ti amo John, ti amo abbastanza da aver affrontato il mare per te, i pirati, queste isole maledette, uno spagnolo orribile..." sbuffai, per allontanare il più possibile il ricordo di Musan ".. quindi non venire a chiedermi una cosa del genere.. la domanda, però è se tu ami me.. a parte fare i tuoi bellissimi dipinti e sentire la mia mancanza... concretamente... cos'hai fatto per me? Non c'eri quando i soldati olandesi mi hanno circondata, quando i pirati mi hanno legata, quando lo spagnolo... ah, lasciamo stare, non voglio nemmeno pensarci.." il solo ricordo di quei ragni, mi metteva ancora disgusto.
"... la tua pace, tranquillità.. non mi sono state affatto d'aiuto... esattamente come il non avere tue notizie, o il dover convivere con una voce nella mia testa che mi diceva che non saresti mai tornato...".
Mi coprii gli occhi con le mani e mi sedetti per terra, abbandonando la testa all'indietro.
Ero esausta, avevo quelle parole sommerse nell'animo da tanto tempo e sapevo che, con lui, non volevo avere pesi.
Sicuramente non ero docile, ma non gli avevo mai mentito, e lui lo sapeva.
No, non potevo lasciare Guerenaiz nelle mani del Gufo Nero, non me lo sarei mai perdonato. E poi, dopo aver visto Musan, credevo più che mai che l'olandese fosse l'uomo giusto per la lotta ai pirati. Un uomo onesto, leale, un uomo d'Onore.
Se fosse morto su quella nave, la sua lotta sarebbe morta con lui, ed io sarei stata la causa di tutto. Era un peso troppo grande da portare.
"... non avrei mai dovuto mandargli la lettera.. " sussurrai, scuotendo la testa "... avrei dovuto cavarmela da sola.." fissai John "..come sempre..".
Chinai il capo, e una lacrima, calda e ribelle, mi scese sul viso.
Guisgard
08-01-2013, 03.20.27
John fissò Clio e scosse la testa.
Stava per dire qualcosa quando un indigeno li raggiunse.
Disse qualcosa a John nella sua lingua.
“Dannati...” disse John “... sono giunti anche qui quei dannati pirati! Non bastavano quelle navi spagnole all'orizzonte!” Si voltò a fissare Clio. “Ora sarai felice, immagino! Visto che quella gente che tanto ti affascina è giunta qui, sulla nostra isola!”
E l'indigeno disse altre cose a John.
Cose del tutto incomprensibili per Clio.
Altri pirati? Sono loro, sono arrivati! .... Guerenaiz...
Mi alzai di scatto, e guardai John dritto negli occhi.
".. non osare prenderti gioco di me... non mi affascinano affatto, li disprezzo..." con una smorfia ".. ho un conto in sospeso con loro, e un debito da pagare, fine della storia.. vorrei non averli mai incontrati, altrochè...".
Mi fermai e gli presi le mani "Ascolta.. " dissi dolcemente "loro ormai sono qui... non voglio combatterli, voglio solo metterlo in salvo. Non è un prigioniero, almeno, non credo..".
Sospirai "Sapevo che sarebbero arrivati, li stavo inseguendo con la nave che gli altri pirati hanno affondato..." dissi piano.
"Ti prego, Amor mio, ho bisogno del tuo sostegno..." gli spostai delicatamente il viso con la mano, perchè mi guardasse.
"...Quando avrò pagato il mio debito, se ancora mi vorrai, ti prometto che non chiederò mai nulla che quest'isola non possa soddisfare, non ti chiederò mai nient'altro, te lo giuro... resteremo qui, per sempre..." mi avvicinai ancor di più a lui "...ti prego.. non lasciarmi sola un'altra volta..." gli sussurrai.
cavaliere25
08-01-2013, 12.33.01
Guardai becco di ferro e dissi hei amico cosa mangi di solito ti devo dare un premio per qiello che hai fatto dimmi tutto continuai a dire mentre continuai a guardare il duello tra i due
Cheyenne
08-01-2013, 15.57.48
La domanda del colonnello mi spiazzò.
Non avevo mai realmente pensato a quello che provavo per Fhael...anche perché non sapevo che cosa volesse dire amare. Nella mia vita ero sempre stata sola e avevo sempre dovuto fare tutto da sola...
Certo da quando avevo conosciuto Fhael, il mio mondo era cambiato in un certo senso.E da allora spesso mi riscoprivo a pensare a lui...E fingere di essere sua moglie non mi era affatto dispiaciuto...
Ma sapevo anche così poco di lui, era sempre stato molto misterioso...E il suo partire di notte mi aveva fatto dubitare di lui per un po'....
Che cosa provavo per lui? Di certo gli ero molto affezzionata...ma parlare di amore...capii di non essere sicura dei miei veri sentimenti, anche perché molti eventi si erano succeduti in poco tempo lasciandomi una scia di diverse emozioni.
Stavo per rispondere al colonnello che non ero certa dei miei sentimenti quando, come un flash, mi tornò alla memoria il nostro bacio.
Il turbinio di emozioni e pensieri che mi sommergeva scompare lasciando soltanto quello che avevo provato allora. Fu così che capii quanto Fhael era importante per me, e questo dissi al colonnello.
Altea
08-01-2013, 17.29.39
Seguii il maestro e ci dirigemmo verso il promontorio dove tempo prima si ergeva trionfante il palazzo del Governatore..iniziammo la ispezione e nel mentre chiesi al maestro come si era liberato e cosa pensava del fatto della strage di Balunga.."Ciò che mi risulta strano e' stata la fuga dell' ammiraglio Guidaux..e mi trovavo nel Palazzo quando se ne andò lasciando il Governatore solo. Un uomo di fiducia lo avrebbe portato in salvo, e se c'entrasse qualcosa con l'uccisione del viceré spagnolo?".
Guisgard
08-01-2013, 19.26.20
John fissò Clio per un lungo istante senza dire nulla e senza tradire nessuna emozione.
“Clio, sai che non ti ho mai proibito nulla...” disse rompendo finalmente quel suo silenzio “... e mai mi sono opposto ad una tua scelta. E non lo farò ora. Vuoi tentare di salvare quell'ufficiale? E' questo che intendi fare? E sia. Fa come vuoi. Ma non chiedermi di aiutarti ed andare così contro i miei principi. Sai come la penso circa i pirati e i militari. Il mondo sarebbe migliore se loro non ci fossero.” Fissò il mare. “Va dunque, se è questo che vuoi. Io tornerò ai miei lavori. E qui mi troverai quando tornerai...”
Talia
08-01-2013, 19.27.59
Gridai quando Guisgard fu colpito, aggrappandomi al parapetto della nave con entrambe le mani... per fortuna, tuttavia, riuscì a schivare il successivo attacco di Musan e a raggiungere il ponte inferiore...
“Fate qualcosa!” implorai, voltandomi di scatto verso il capitano spagnolo “Fate qualcosa, per l’amor del Cielo!”
Vidi l’uomo voltarsi a guardarmi... tuttavia non rispose ed io, in un istante, seppi che non si sarebbe deciso ad intervenire.
Gli lanciai un’occhiata torva, appena per un attimo, poi i miei occhi tornarono subito sui due duellanti, in tempo per vedere Musan scendere la scala per raggiungere di nuovo Guisgard...
Il duello, così, riprese...
Di nuovo quella danza fatta di attacchi, parate e schivate, fino a quando le lame si bloccarono l'una contro l'altra, portando i due sfidanti faccia a faccia.
“Quando ti avrò sistemato...” mormorò con un ghigno Musan “... mi occuperò io della ragazza, non temere... la farò divertire... puoi contarci...”
Guisgard lo fissò con occhi colmi di rabbia e lanciò un grido.
Le lame si separarono e riprese lo scambio di colpi e parate.
Ma la luce che sin dal principio si era accesa negli occhi di Guisgard, ora era mutata in fuoco vivo.
Il corsaro allora aumentò la velocità dei suoi colpi, fino a trafiggere mortalmente al petto lo spagnolo, che lo fissò con occhi stravolti per poi cadere a terra in una pozza di sangue.
Trattenni il respiro, quando li vidi lanciarsi l’uno contro l’altro per l’ultima volta...
poi, lentamente, vidi Musan barcollare all’indietro con gli occhi spalancati ed una mano sul petto... la spada gli scivolò di mano... per un momento che parve infinito restò in piedi, sostenuto, si sarebbe detto, dal suo stesso orrore... infine scivolò a terra.
Io, allora, immediatamente, balzai in avanti e mi precipitai verso Guisgard...
lo raggiunsi e lo abbracciai forte, tremando ancora per lo spavento e la tensione...
“Pazzo...” gli mormorai all’orecchio, stringendolo “Sei pazzo! Stavo per morire dalla paura! Non farlo mai più...”
Lentamente mi allontanai da lui... i miei occhi incrociarono i suoi, allora, ed io lo fissai per un lungo momento, carezzandolo piano...
Poi, quasi controvoglia, spostai lo sguardo su Musan...
se ne stava a terra, gli occhi spalancati e fissi su di noi, le mani tremanti a coprire la ferita ormai piena di sangue, le gambe piegate...
lo fissavo in silenzio e pensavo che adesso non sembrava più l’uomo che tanta angoscia e tanto sgomento aveva gettato nel mio animo, l’uomo che aveva minacciato la mia famiglia, che aveva tentato di intimidirmi e che mi aveva costretta alla fuga...
lo fissavo ed i miei occhi erano gelidi, neanche la pur minima emozione velava il mio cuore...
lo fissavo... e lo fissai finché i suoi occhi non si chiusero.
Anche io chiusi i miei, allora... inspirai, serena, e appoggiai la fronte sul petto di Guisgard... era finita... sorrisi.
Guisgard
08-01-2013, 21.05.58
Musan morì, agonizzando, sotto gli occhi di Guisgard e di Talia.
Il corsaro lo fissava con uno sguardo gelido, senza tradire altro che un odio purissimo.
Strinse poi Talia e sé e con l'altra mano gettò la sciabola sul corpo senza vita dello spagnolo.
“Rynos, Emas...” disse “... prendete questo cadavere e gettatelo in mare... un'antica usanza vuole che i serpenti di mare non marciscano a bordo, ma in acqua...” si voltò poi a fissare Talia e senza dirle nulla lasciò che i suoi occhi si abbandonassero in quelli di lei, per poi baciarla.
“Quel maledetto...” avvicinandosi ai due il comandante spagnolo e fissando il corpo di Musan “... è stato dunque lui a...”
“Vi ringrazio, senor.” Lo interruppe Ines. “Grazie a nome mio e della Spagna.”
“Non ringraziatemi, milady...” fissandola Guisgard “... non l'ho fatto né per voi, né per la Spagna...” guardò il corpo di Musan che i suoi uomini stavano per gettare in mare “... avevo un conto in sospeso... una faccenda personale.”
“Capitano!” Correndo verso di lui Maraiel.
“Tutto bene, piccola?”
“Si!”
“Hai avuto paura?”
“No!”
E Guisgard le accarezzò la testolina.
“Ora dove andremo?”
“Ora tu dovrai andare con la nonna.” Disse Guisgard. “Tu sei davvero una principessa e devi tornare nel tuo palazzo.”
“Allora mi credi ora?” Sorridendo la piccola.
“Si.” Rispondendo con lo stesso sorriso il pirata.
Poi si sedette sul parapetto, sempre tenendo Talia con sé.
“Ma cosa fate?” Meravigliato il comandante. “Ignorate a tal punto le normali regole e consuetudini di corte? Va bene che non siete un gentiluomo, senor, ma mancare in questo! No, dico... ma non sapete che in presenza della figlia del Vicerè non potete sedervi mentre lei è ancora in piedi?”
Tutti i bucanieri, allora, dopo un attimo di sconcerto, scoppiarono a ridere.
Guisgard invece fissò prima il comandante e poi Maraiel.
“No...” ridendo la piccola “... lui può stare seduto. Ha il mio permesso.”
E di nuovo tutta la ciurma si abbandonò ad una sonora risata.
“Patate! Patate!” Ripetè all'improvviso Becco di Ferro che stava sulla spalla di Cavaliere25. “Patate! Patate!”
“Mi sa che devi preparargliele, ora!” Ridendo Joao verso Cavaliere25.
“Grazie ancora, capitano.” Disse Ines a Guisgard. “Grazie di tutto, anche se non volete che ve lo ripeta. Ora torneremo a Balunga. E sistemeremo le cose laggiù.”
“E Las Baias?” Domandò Guisgard.
“Cesseranno tutti gli attacchi.” Rispose la donna. “Avete la mia parola.”
“Non venite con noi?” Domandò la bambina a Guisgard e a Talia.
“Noi dobbiamo terminare il nostro viaggio.” Fece il corsaro. “Ma un giorno ci ritroveremo. Promesso.”
“E non dimenticare Talia, capitano.” Dandogli la bambola, Maraiel.
“Non potrei mai separarmene.” Sorridendo lui. “Sai che ne sono follemente innamorato.”
La piccola allora abbracciò lui e poi Talia.
Salutò infine tutta la ciurma, compresi Cavaliere25 e Becco di Ferro e seguì sua nonna sulla nave spagnola.
E mentre questa si allontanava, la bambina restò a fissare la Santa Rita svanire nell'incanto della sera sul mare.
E dal castello di poppa del galeone, Guisgard e Talia, tornati nella loro cabina, fissavano il firmamento che sembrava congiungersi con l'orizzonte.
Lo stesso orizzonte che segnava la loro nuova rotta.
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cavaliere25
08-01-2013, 21.08.55
e vada per le patate forza becco di ferro dissi andiamo in cucina ti preparerò una zuppa di patate che non hai mai assaggiato e gli accarezzai la testa e mi avviai verso le cucine
Guisgard
08-01-2013, 21.27.37
Il colonnello restò immobile e in silenzio per un po', poi si voltò verso Cheyenne.
“Da piccolo udii una storia da alcuni marinai...” disse “... parlava di una donna che tutti definivano pazza... non aveva nome, ma era per tutti semplicemente la pazza... ogni giorno si recava sul molo in attesa del suo amato... mancava da anni, forse morto in un naufragio... ma lei, incurante delle voci, ogni giorno raggiungeva il molo per sussultare all'arrivo di ogni nave, sperando che fosse quella del suo amato... un giorno, all'improvviso, nessuno la vide più... si è lanciata in acqua, pensava qualcuno... sarà forse tornato davvero il suo amato? Si chiedeva qualcun altro... la verità era che ormai lei ed il suo amato erano insieme... per sempre...” e restò a fissare Cheyenne senza aggiungere altro.
Guisgard
08-01-2013, 21.41.13
“I colpi dei cannoni spagnoli” disse Lin ad Altea “hanno danneggiato anche le prigioni. Alcuni detenuti sono morti sotto le macerie, ma io ed altri siamo riusciti a fuggire.” Fissò il mare e poi i resti del palazzo del governatore poco distanti. “Gidaux è un vigliacco ed un falso. Ovvio che sia fuggito. Ha sempre ritenuto il governatore un fantoccio. E forse lo era davvero. Balunga?” Voltandosi verso Altea. “Non so... ma quel massacro mi ha sempre fatto pensare... assurdo che indigeni o briganti possano essere penetrati nel palazzo del governatore con tutte le sentinelle presenti. Un palazzo come quello è più facile attaccarlo dall'interno, che dall'esterno...”
Altea
08-01-2013, 23.03.51
"Avete ragione..e alla fine siamo noi e la gente a rimetterci" osservai dall'alto del promontorio le navi spagnole..."Forse si ritireranno, magari avranno capito che noi non c'entriamo nulla..e se andranno, meglio non essere i primi a prendere iniziativa?..certo era meglio andare a cercare il Tesoro di Capitan Lanzaras, ricordo ci stavamo andando prima che finiste in prigione ricordate? Un giorno ci andremo vero maestro" ma il mio sguardo verso il mare era perplesso, chissà se avrei raggiunto la libertà di solcare quel mare...e forse tornare in Inghilterra, rimanere a Las Baias non aveva avuto mai un senso come partire.
Chiusi gli occhi per non piangere. Così vicini, eppure comunque lontani.
"..tu non puoi venir meno ai tuoi principi.." Dissi poi piano "...io non scendo a compromessi quando si tratta dei miei... Non mi aspetto che tu capisca, non l'ho mai preteso..." Sorrisi ".. Del resto, io fatico a capire te..." Gli accarezzai il volto con una mano "...Ricordati però chi sono..." Abbassai lo sguardo "... Una volta dicevi di amarmi proprio perché ero diversa..".
Scossi la testa ".. Non importa.. Devo andare ora...".
Il cuore mi tremava nel petto. Avrei voluto rifugiarmi tra le sue braccia, cercare confronto.
Ma, dopo averlo guardato un'ultima volta, mi allontanai di un passo.
Quando, d'un tratto, mi fermai.
"... C'é solo una cosa che ti chiedo.." Gli dissi girandoli verso di lui ".. Sono giunta qui con una bambina, si chiama Noel.. Non le è rimasto nessuno al mondo... Occupati di lei mentre sarò via, o affidala a qualcuno di fiducia, ti prego.. Io.. Io tornerò presto..".
Mi girai di nuovo e feci un altro passo, verso la spiaggia dove avevano avvistato la nave pirata.
Cheyenne
09-01-2013, 00.11.49
Il racconto del colonnello mi turbò. Che cosa voleva farmi capire con questa storia. Ero perplessa e guardai il colonnello con aria interrogativa ma egli non aggiunse altro.
Avevo bisogno di pensare, di schiarirmi le idee, di confidarmi con qualcuno...Fhael, lui era l'unico con cui parlavo..ma ora non era accanto a me...
Capii che avevo bisogno di conoscere gente nuiva,mia coetanea...mi sarei distratta un po'; non volevo certo diventare pazza come la donna del racconto.
E poi, poi il tempo mi aiuterà di certo a capire che cosa fare...
Decisi dunque di comunicare al colonnello che avevo intenzione di inserirmi a tutti gli effetti nell'alta società della città e dei dintorni...in qualità di sua nipote era più che giusto, aggiunsi.
Talia
09-01-2013, 01.42.12
Fissavo il mare dalla finestra... l’Isola del Fungo appariva sempre più lontana, avvolta com’era dalle onde e dai flutti, e la Santa Rita procedeva spedita verso l’orizzonte.
Fissai il mare per un lungo momento, infine gli voltai le spalle e sorrisi a Guisgard, proprio dietro di me...
“Sai... credo che mi mancherà!” mormorai, con un piccolo sospiro “Era davvero in gamba, in fondo... era coraggiosa...”
Lentamente abbassai lo sguardo ed osservai la bambola che Guisgard aveva appoggiato sul davanzale...
“Sì, in gamba... e... sai, credo che anche tu le mancherai proprio allo stesso modo...” proseguii sfiorando delicatamente l’abitino di quel gioco “Avevamo cucito questo abito per te, lo sai? ...Maraiel voleva rendere questa bambola più bella per te... per farti una sorpresa...” sorrisi “Io credo che lei ti abbia capito come pochi altri, sai capitano? Credo che ti voglia bene... e... beh... i bambini hanno il dono di capire le persone, hanno il dono di leggere nei cuori... lei ha letto nel tuo ed ha visto che era sincero...”
Le mie mani sfiorarono delicatamente la sua camicia sulle spalle, per poi andarsi ad intrecciare dietro il suo collo, in un morbido abbraccio.
Sorrisi di nuovo...
era difficile spiegare tutte le sensazioni che si agitavano in me in quel momento...
le emozioni per tutto ciò che era successo e per ciò che questo significava, l’emozione perché dopo tanta paura e preoccupazione tutto era andato bene, l’emozione di essere lì, di essere insieme...
“Sai, capitano, che dovrei essere arrabbiata con te?” mormorai lentamente, mentre mi avvicinavo piano e le mie labbra andavano a cercare le sue “Farmi prendere un simile spavento... e per cosa, poi? Per una sciocco duello... Sì, dovrei essere arrabbiata... molto arrabbiata...”
Il sussurro si spense e le nostre labbra, finalmente, si unirono.
Guisgard
09-01-2013, 02.40.54
Lin fissò anch'egli il mare.
Quel mare che stava guardando anche Altea.
Quello stesso mare ora dominio delle navi spagnole che assediavano Las Baias.
“Il tesoro di Lanzaras...” disse con un filo di voce Lin “... forse servirebbe solo quello per pagare gli spagnoli e raggiungere la nostra salvezza... ma quel tesoro non esiste... è solo uno dei tanti miti che il mare sussurra agli animi romantici ed insoddisfatti che solcano le sue acque... la verità è ben altra... la verità sono quelle navi spagnole... venite, dobbiamo controllare i bastioni e scoprire se i cannoni sono ancora funzionanti...”
Raggiunsero così le fortificazioni che racchiudevano le pendici del promontorio.
Ma proprio in quel momento le fregate spagnole cominciarono a muoversi verso la città e poco dopo riaprirono il fuoco contro il porto.
E una cannonata colpì in pieno uno dei bastioni.
Era quello in cui si trovavano Altea e Lin.
Un boato e poi un crollo.
Un attimo dopo Altea si ritrovò davanti ad un muro di polvere spesso ed impenetrabile anche per la luce del Sole.
Le navi spagnole riuscirono alla fine a superare le ultime difese che impedivano l'accesso al porto e cominciarono a sparare sul centro abitato di Las Baias.
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Guisgard
09-01-2013, 02.49.36
Il colonnello apprese così del desiderio di Cheyenne di inserirsi nell'alta società di Minisclosa.
“Mi sembra giusto.” Disse il colonnello. “Del resto tu ora sei a tutti gli effetti membro di questa famiglia e hai dunque il diritto di conoscere l'ambiente che da oggi ti circonderà. Avrai un precettore, con cui studierai e con l'aiuto del quale apprenderai tutte le conoscenze per inserirti in questo nuovo mondo. Frequenterai anche ragazzi e ragazze della tua età e un giorno, a Dio piacendo, forse conoscerai qualcuno degno di essere tuo marito.” La fissò e sorrise. “Diventerai la dama più invidiata ed ammirata della nuova Spagna. E chissà che un giorno tu non possa visitare Madrid, Barcellona o Castiglia. Cosa ne pensi di tutto questo?”
Guisgard
09-01-2013, 02.56.43
A quelle parole di Clio, John annuì.
Si sarebbe preso lui cura di Noel fino al suo ritorno.
Clio poi si diresse verso la spiaggia.
Giuntavi, vide una nave ferma all'ingresso della piccola baia che dava accesso all'isola.
Era ben riparata da bassi promontori e le navi spagnole, così come la Santa Rita, non potevano accorgersi della sua posizione.
Clio allora subito riconobbe quella nave: era l'Antigua Maria.
Ma c'era qualcosa di strano.
Come se una cupa atmosfera la dominasse.
Appariva infatti immobile e deserta.
Come se nessuno si trovasse a bordo.
Ad un tratto la ragazza sentì dei passi alle sue spalle.
Era un indigeno.
Lo stesso che comprendeva la sua lingua e che l'aveva condotta al villaggio da John.
Guisgard
09-01-2013, 03.34.13
La Santa Rita procedeva rapida, con il vento in poppa e le vele spiegate.
Il mare appariva calmo e rassicurante e gli unici rumori che si avvertivano erano quelli causati dalle onde che si infrangevano sullo scafo.
La piccola lampada di ottone penzolava dal soffitto, causando curiosi giochi di chiaroscuro nella cabina.
A quella incerta ed instabile luce tutto appariva come mutevole e sfuggente.
I preziosi tappeti e le scintillanti suppellettili sparse qua e là, sotto quella luce incostante sembravano quasi animarsi e assumere forme nuove e indefinite.
Guisgard prese le mani di Talia e se le portò sulle spalle, per poi, con le sue, scendere lungo la schiena di lei fino a cingerle i fianchi e a racchiuderla così in un passionale abbraccio.
Le loro labbra erano unite, sfiorandosi ripetutamente con baci fatti di sussurri e di sospiri.
Lui cercava allora, oltre le morbide labbra di lei, il suo mento, poi le gote arrossate, fino a raggiungere ciocche di capelli che si intrecciavano dietro le piccole e perfette orecchie.
Poi le sfiorava il collo, le spalle, sempre e solo con le labbra, fino a scendere sul suo bianco petto.
Con le mani la teneva stretta a sé, stringendo fra le dita l'abito leggero, come a volerlo strappare via per la troppa passione.
“Ah, è così...” disse in un sussurro Guisgard, senza smettere mai di baciarla ovunque “... sei arrabbiata con me? Ma sai, sono un pirata... e i pirati sono pessimi soggetti... cattivi ragazzi... e una dama dabbene come te non dovrebbe frequentare un corsaro come me...” finirono così per lasciarsi cadere sul morbido e profumato letto “... e dimmi, mia bella dama...” cominciandole a portare via, delicatamente, tra carezze fatte di contatti solo appena accennati, quel suo abito “... tu cosa hai visto nel mio cuore? Cosa ci leggi?” Ed ogni parola era accompagnata da baci. “Cosa vedi infondo al mio cuore di pirata?”
Ma non le lasciò il tempo di rispondere.
In un attimo lei si ritrovò nuda fra le sue braccia, sfiorata dalle sue carezze ed avvolta dalle soffici e preziose lenzuola di seta.
Fecero così l'amore per tutta la notte.
Al mattino, un dorato raggio di Sole, penetrando dalla finestrina accanto al letto, giunse a destare Guisgard.
Talia era addormentata sul suo petto e le loro mani erano ancora intrecciate l'una nell'altra.
E seguendo con lo sguardo quel raggio di Sole, Guisgard si accorse che terminava sulla schiena di Talia semicoperta dalle lenzuola.
E sulla sua pelle era tornato a fissarsi quel disegno raffigurante la mappa del tesoro.
Il corsaro allora spostò lentamente le lenzuola e liberò la schiena di lei.
La luce allora mostrò l'intero disegno sulla sua pelle.
Altea
09-01-2013, 16.34.23
Ad un tratto un boato assordante e sentii cedere la terra, capii subito che eravamo stati colpiti.
Attorno a me solo fumo, non riuscivo a vedere nulla, subito misi un lembo del vestito sul volto per non respirare la polvere...piano piano come per grazia ricevuta il fumo iniziò a dissolversi.
Mi alzai barcollando ma vidi il maestro Lin a terra privo di sensi, non rispondeva.
La flotta spagnola aveva iniziato l'attacco e sentivo le urla concitate della gente, mi alzai di scatto e iniziai a correre verso il molo..lungo la strada vidi molte persone a terra..ferite o morte?
Arrivata al molo la gente era in preda al panico.."Arrendiamoci" gridai "mostrate una bandiera bianca, è inutile continuare a combattere una guerriglia che già sappiamo persa".
Vedevo le navi ferme e troppo vicine alla costa...ero adirata, nessuno aveva seguito il mio consiglio, sarebbe bastato pagare e salire su quella nave e ora Las Baias sarebbe stata libera.
Talia
09-01-2013, 17.44.36
“Devi proprio andare?” mormorò lui.
Io gli sorrisi...
“Non vuoi?” domandai.
“Beh... dipendesse da me...”
“Cosa faresti?” lo interruppi, in tono falsamente severo “Mi terresti ancora qui? Sulla spiaggia? Sai... avevo la mia lezione di musica questo pomeriggio, e sono terribilmente già in ritardo... vuoi forse che la manchi?”
Lui sorrise appena...
“Si!” disse poi.
“Oh...” fingendomi sorpresa “Eh, ma così... così, mio temerario guardiamarina, finiresti per minare la rispettabilità del tuo senso etico... e del mio, magari... vuoi questo?”
Lui sorrise di nuovo...
“Davvero?” mormorò, mostrandosi pensoso “E se non mi importasse della mia rispettabilità?”
“In questo caso, dovrebbe almeno importarti della mia...” risposi.
Lui sospirò...
“E va bene, milady...” disse alla fine “Va bene! Hai vinto! Vai alla tua lezione, allora!”
Io sorrisi, divertita, e mi allontanai di qualche passo... poi, colta da un pensiero, mi fermai e tornai a guardarlo...
“Guisgard...” chiamai “Quando ci rivedremo?”
“Quando vorrai!” rispose.
Salii di corsa la stretta scala che, dalla spiaggia, portava fino ala casa del nonno, in cima alla scogliera... arrivai in cima accaldata e trafelata, e qui mi soffermai per un momento, per riprendere fiato. Ero tremendamente in ritardo, ma non mi importava: ero felice.
Lentamente poi, mi avvicinai al basso cancello che dava su quell’ingresso secondario, lo spinsi ed entrai nel giardino di soppiatto... in fretta raggiunsi la casa, salii la scalinata ed entrai.
La Sala della Musica era in fondo al corridoio del piano terreno... mi guardai intorno per un istante poi, non vedendo nessuno, mi avviai furtivamente in quella direzione, rimuginando qualche scusa credibile per il maestro che, sapevo, si sarebbe certamente adirato per quel mio grave ritardo...
“Talia!” disse una voce alle mie spalle.
Sussultai violentemente.
“Nonno...” mormorai, voltandomi e tentando di celare quell’aria colpevole che sapevo mi si era dipinta sul viso.
“Dove stai andando?” domandò.
“Oh... beh... io...” iniziai a dire “Ecco, io...”
Lui mi fissò per un lungo momento...
“Si?” domandò.
“La... la lezione di musica...” mormorai.
“Era più di mezz’ora fa!” disse lui “Il maestro era molto adirato per il tuo ritardo ed è venuto a dirmi che se ne andava...”
“Oh...” mormorai, sentendomi arrossire.
“L’ho pregato di scusarmi...” riprese lui dopo qualche momento “Di scusarmi perché non avevo fatto in tempo ad informarlo che oggi non ci saresti stata perché eri indisposta! Ti manda i suoi saluti e gli auguri di pronta guarigione, quindi... tornerà la prossima settimana!”
Sollevai gli occhi su di lui, a quelle parole, stupita...
Il nonno mi osservò a lungo...
“Dov’eri?” chiese poi.
“Io...” esitai, e di nuovo arrossii violentemente “Beh, io...”
Gli occhi del nonno erano su di me, sentivo che mi stava studiando, che mi stava valutando... osservava le mie guance innaturalmente rosse ed i miei occhi, le mie mani che si torcevano ed il fremito nella mia voce...
“Capisco!” disse infine “Ma dì al tuo giovane guardiamarina inglese che non mentirò di nuovo, se ti farà tardare. Digli che, se accadrà ancora, mi vedrò costretto a prendere dei provvedimenti... mi sono spiegato?”
“Ma...” balbettai, mentre i miei occhi si spalancavano a dismisura “Ma, nonno, tu come fai a sapere...”
“Oh, per l’amor del Cielo, Talia!” mi interruppe con un mezzo sorriso “Sono molto più vecchio sia di te che di lui, sai?”
Io lo fissavo, stupita...
“Piuttosto...” riprese, tornando serio “Dici che mi posso fidare di lui?”
“Si...”
“Ne sei assolutamente sicura?” insisté.
“Si!” dissi.
Il nonno sorrise appena...
“Molto bene...” concluse, voltandosi e facendomi segno di seguirlo “Ora... visto che la tua lezione di musica è saltata... vediamo di rendere utile il tempo che ci è rimasto, stasera...”
Stupita, lo seguii per il corridoio fino al suo studio.
Qui, mi fece entrare e richiuse la porta dietro di noi.
“Siediti!” disse, per poi avvicinarsi all’alta libreria e mettersi a rovistare in uno degni scaffali più in alto...
“Nonno... non capisco... cosa cerchi?” domandai dopo qualche momento.
Lui non rispose subito, continuando a scorrere con il dito i voluminosi codici... uno per uno, lentamente...
“Ah, ecco!” disse infine, estraendone per metà uno ed infilando la mano dietro...
lo vidi allungarsi, in cerca di qualche cosa...
rovistò per qualche momento...
poi sorrise ed estrasse un vecchio foglio di pergamena ripiegato su se stesso varie volte e tutto stropicciato...
maneggiandolo con cura, lo adagiò sul tavolo tra noi ed iniziò a spiegarlo.
Era una mappa... una mappa curiosa, piena di segni e senza neanche un nome...
io la osservai per qualche istante, perplessa, poi sollevai gli occhi su di lui.
“Che cos’è?” domandai.
“Questa...” mormorò lui “E’ la mappa di un tesoro! Anzi... è la mappa del più prezioso ed inestimabile dei tesori... il più cercato, il più desiderato, il più misterioso...”
“Un tesoro?” domandai stupita “Intendi... intendi un ‘vero’ tesoro, nonno?”
Lui sorride...
“Oh, si... sì, Talia: un vero tesoro!”
“Ma...” mormorai, tornando ad abbassare gli occhi sulla pergamena “Ma su questa mappa non c’è nessun nome, neanche il più piccolo riferimento... quel tesoro non potrà, dunque, mai essere trovato!”
Anche il nonno si chinò ad osservare la mappa...
“E’ vero, non ci sono nomi!” disse “Ma ogni singolo tratto, su questa mappa, è lì per un motivo... ricordatelo, Talia: niente in questa mappa sta lì per caso e l’attento osservatore troverà tra quei tratti tutte le risposte che cerca!”
Lo fissavo, incerta su che cosa pensare...
Il nonno ricambiò quello sguardo per qualche momento, poi sorrise. Si alzò, dunque, ripiegò di nuovo con cura la mappa e si allontanò dal tavolo, giunse di fronte al camino e, senza pensarci neanche per un istante, la gettò tra le fiamme.
Sobbalzai.
“No!” dissi, balzando in piedi.
Il nonno accennò un sorriso...
“No?” disse “Credevo che a te non interessassero i tesori...”
“Io...” mormorai “Beh, io...” esitai “Ma perché l’hai distrutta? Così... beh, così nessuno potrà più trovarlo...”
“Ne ho fatta una copia esatta...” disse lui dopo qualche momento, fissando le fiamme che avevano ormai del tutto eroso la pergamena “Molto tempo fa, ne ho fatta una copia esatta... nascosta in un luogo sicuro... nel luogo più sicuro che io conosca, là dove solo un meritevole giungerà... e quella è rimasta, ora, la sola copia in circolazione...”
Lo fissai stupita...
“Come lo sai?” chiesi “Come sai che questa copia non finirà nelle mani sbagliate?”
Il nonno si voltò a guardarmi e sorrise...
“Lo so!” disse, fissandomi con uno sguardo enigmatico.
La luce del sole mi sfiorava delicatamente le palpebre...
sentii quel sogno, quell’antico ricordo, scivolare via mentre lentamente riprendevo coscienza del presente.
E, con un piccolo sospiro, aprii gli occhi...
Guisgard
09-01-2013, 19.10.19
Talia aprì gli occhi lentamente e quel sorriso destò Guisgard da ogni altro pensiero.
Lui allora, delicatamente, coprì la schiena di lei con le lenzuola, per poi stringere a sé la ragazza.
“Si dice” disse fissando i meravigliosi dipinti e arazzi che ornavano il soffitto della cabina “che il duca di Buckingham abbia una stanza con un soffitto variegato da dipinti e da specchi... l'ha fatto preparare per la regina Anna, la sua amata... e in quella stanza, fatta apposta per loro, si sono amati più e più volte...” si voltò e fissò Talia “... quello mi ha fatto sempre pensare a te...” indicando uno dei dipinti in alto “... quella ragazza che guarda il mare... l'orizzonte non è raffigurato nel dipinto, allora io ci ho sempre fantasticato su... e immagino te ad aspettarmi... immagino di avere per me i tuoi pensieri e di essere la meta della tua attesa... e poi un po' trovo che ti somigli.” Sorridendole.
Poi i suoi occhi si fissarono in quelli di lei e la sua espressione divenne seria.
“Dio, quanto sei bella...” sfiorandole il viso “... hai i colori di un fiore di campo... i tuoi capelli chiari e spettinati, il viso vagamente arrossato, le labbra appena vermiglie e gli occhi di un ambrato indefinito...” prese la sua mano e la baciò “... potrei morire mille volte in questo stesso momento...”
Poi le indicò lo specchio di avorio e madreperla a poca distanza dal letto.
Scostò lievemente le lenzuola e di nuovo la luce si posò sulla pelle nuda di lei.
Allora anche Talia vide, riflesso sullo specchio, il tatuaggio sulla sua schiena.
“E se il tesoro non esistesse?” Sussurrò lui. “Se fosse solo un mito, una leggenda? O se magari fosse stato già raggiunto da altri?” Le baciò la fronte. “A me non importerebbe nulla se fosse davvero così... perchè io ho già trovato il tesoro raffigurato su quella mappa...”
“Capo di Vento e Speranza!” Gridò ad un tratto la vedetta. “Capo di Vento e Speranza!”
La Santa Rita aveva doppiato il Capo di Vento e Speranza, ossia l'estremo limite settentrionale del Mar delle Flegee.
Il punto in cui, secondo la leggenda, si trova l'Isola Perduta.
Giunsi alla spiaggia in poco tempo, immersa nei miei pensieri. Più cupi e tormentati di quanto non volessi.
Trattenni il fiato per un momento: l'Antigua Maria era davanti a me.
Poi, mi fermai un attimo a guardarla meglio, aguzzando la vista.
Vi era qualcosa di strano in lei, anche se non avrei saputo come spiegarlo.
D'un tratto, un rumore mi fece sussultare.
Lo stesso indigeno che mi aveva portato da John era lì, e mi fissava.
"...come mai sei qui?" Dissi, sorpresa ma gentile "... Non dovresti, é pericoloso.." Aggiunsi.
Lo guardai, chiedendomi se avesse capito le mie parole.
".. Devo raggiungere quella nave.." Indicando l'Antigua Maria "..senza essere vista... Puoi aiutarmi?" Chiesi sorridendo.
Guisgard
09-01-2013, 20.07.16
“Quella nave” disse l'indigeno a Clio “portare cattivo consiglio. Essere maledetta dagli dei.” Fissò l'Antigua Maria. “Quella nave essere giunta da Ventewan... quella che uomo bianco chiamare Isola Perduta. Ma io aiutare te... si, aiutare te se volere.”
Le fece segno di seguirla.
Raggiunsero così alcune canoe.
Salirono su una di quelle e l'indigeno remò verso la nave.
La raggiunsero e insieme salirono sulla scaletta dello scafo.
Si ritrovarono così sul ponte.
La nave appariva deserta ed intrisa di una cupa atmosfera.
Guisgard
09-01-2013, 20.13.57
Altea gridava, forse per rabbia, forse per paura, mentre Las Baias sembrava crollare sotto i colpi dei mortai spagnoli.
Polvere, macerie, lacrime e sangue dominavano ovunque.
Tutto sembrava perduto.
E le navi spagnole erano sempre più vicine.
“Si, arrendiamoci...” disse il padre di Altea “... tutto è perduto ormai... tutto...”
Ma ad un tratto, qualcuno indicò l'orizzonte.
“Guardate!” Gridò qualcuno. “Altre navi!”
“Battono bandiera spagnola!” Dopo un po' qualcun altro. “Siamo perduti! Siamo perduti!”
La gente allora corse a chiudersi nella piccola chiesa del porto, invocando l'aiuto dal Cielo.
Tutto sembrava prossimo alla rovina.
Le navi appena apparse raggiunsero le altre che stavano sparando su Las Baias e di colpo l'attacco si interruppe.
Trasalii. L'Isola Perduta. L'aveva trovata , dunque, quel mascalzone di Giuff.
Seguii in silenzio l'indigeno, dopo averlo ringraziato.
Raggiungemmo la nave e salimmo sul ponte.
Mi guardai attorno, la nave sembrava deserta. Eppure, pensai, se era arrivata fin lì diceva pur essere stata manovrata da qualcuno.
"..non c'è nessuno.. Ma.. È impossibile..." Dissi piano.
D'un tratto, udii un rumore.
"..vado a vedere..." Dissi all'indigeno sorridendo "...puoi aspettarmi qui, se vuoi.. Mi hai già aiutato tanto..".
Non sapevo cos'avrei trovato, non avevo idea di cosa avrei potuto fare.
Ma l'atmosfera presente a bordo mi fece dimenticare ogni pensiero.
Sapevo che era una pazzia, sapevo di ho dover essere lì ma, ormai, non avevo scelta. O forse, non ne avevo mai avuta.
Così, mi feci coraggio, e scesi sottocoperta.
Cheyenne
09-01-2013, 21.14.45
Fui felice di trovare il colonnello entusiasta della mia proposta. Era proprio ciò che mi ci voleva incontrare nuove persone e vedere posti nuovi.
Decidemmo che il giorno seguente avremmo iniziato ad andare a trovare vecchi amici del colonnello e le loro famiglie.
Per questa occasione era necessario un nuovo armadio. Così con una domestica andai in città alla ricerca di abiti e accessori nelle migliori botteghe.
Ero a circa metà del mio giro nel centro quando, in un famoso atelier, mi imbattei nel giovane che avevo conosciuto alla festa.
Lo salutai" Il signor Carlos se non erro, è un piacere rivedervi".
Lasciai la servitrice a ultimare le ultime compere secondo le mie istruzionie e insieme al giovane andai in un caffe che si affacciava alla piazza principale.
Talia
09-01-2013, 21.42.17
Al cenno di Guisgard i miei occhi si spostarono verso quello specchio ed io vidi, nitido, il disegno affiorato sulla mia schiena...
Lo osservai per qualche momento, sovrappensiero... e, per un istante, la mia mente tornò a moltissimi anni prima, a quel giorno in cui il nonno aveva gettato quella misteriosa mappa nel fuoco... ora sapevo cosa intendeva, dicendo che ne aveva fatta una copia e l’aveva nascosta in un luogo inaccessibile...
Sospirai...
“Quel tesoro esiste...” mormorai allora “Non è un mito, né una leggenda... è reale! Tanto reale da portare decine, forse centinaia, di uomini alla follia... tanto reale da distruggere navi ed interi equipaggi... tanto reale che le persone sono state disposte ad uccidere per esso... E questa... questa che vedi sulla mia schiena, questa specie di disegno di cui io neanche conoscevo l’esistenza, è una delle poche mappe che ne segnano la rotta... e forse l’unica, ormai!”
I miei occhi erano fissi in quello specchio e, cupi, fissavano quel disegno... lentamente mi voltai appena, sottraendo la mia schiena alla luce diretta del sole ed osservai quelle immagini scomparire... il mio sguardo allora, attraverso lo specchio, si spostò su Guisgard...
“Ti rendi conto di quanto questo mi renda pericolosa? Ti rendi conto di quanto questo ponga tutti noi, e tu per primo, in una situazione precaria? Ti rendi conto di cosa potrebbe accadere se, per caso, qualcuno dovesse venire a sapere di questo?”
La mia voce era cupa, seria... i miei occhi preoccupati e lucidi.
“Io sono probabilmente la cosa più pericolosa e più nociva che la tua nave abbia mai trasportato... ti rendi conto di questo, Guisgard?”
“Capo di Vento e Speranza!” Gridò ad un tratto la vedetta. “Capo di Vento e Speranza!”
La Santa Rita aveva doppiato il Capo di Vento e Speranza, ossia l'estremo limite settentrionale del Mar delle Flegee.
Il punto in cui, secondo la leggenda, si trova l'Isola Perduta.
Il mio sguardo salì verso l’alto a quel grido... quasi involontariamente, quasi controvoglia...
poi tornò a fissarsi negli occhi di Guisgard.
“E’ ora che tu prenda una decisione, capitano...” mormorai.
Guisgard
09-01-2013, 21.42.31
Intanto, Cavaliere25 era giunto nelle cucine per dar da mangiare al suo pappagallo.
Qui Munzh, il cuoco di bordo, era alle prese con una zuppa di pesce da preparare per l'equipaggio.
E poco distante vi era una scodella colma di patate appena pelate.
cavaliere25
09-01-2013, 21.45.56
entrai nella cucina e dissi hai visto laggiù c'è una scodella piena di patate ora chiediamo se possiamo averne un po dissi guardando il pappagallo e tranquillamente mi avvicinai verso il cuoco e dissi salve volevo chiedervi una gentilezza non è che mi darebbe quella scodella di patate??sa è per il mio pappagallo avrebbe fame o se non può ne avrebbe qualcuna da parte chiesi sorridendo e aspettai una sua risposta mentre mi guardavo attorno
Guisgard
09-01-2013, 21.50.54
Guisgard ascoltò Talia e solo la voce della vedetta lo destò da ciò che aveva udito.
“Tu sei la cosa più preziosa che questa nave abbia mai trasportato.” Disse e dandole un bacio. “E si sa che quando si possiede qualcosa di così prezioso, si corrono anche rischi seri.” Le sorrise, per poi scendere dal letto e rivestirsi. “E comunque...” mentre si sistemava “... ho già preso una decisione... ma devo trovare un altro capitano per attuarla.” Le fece l'occhiolino. “Andiamo a vedere questa tua isola così inafferrabile!”
Guisgard
09-01-2013, 22.02.35
Carlos fu cortese e galante con Cheyenne.
E dopo aver bevuto qualcosa, il giovane le mostrò la piazza del posto, tutta caratteristica, con i suoi negozi, le botteghe artigianali, i pescherecci, il lungo mare e la stradina che portava al piccolo faro sul promontorio.
Poco distante, dall'altra parte della piazza, vi era un piccolo laghetto, dove era possibile fare un giretto in barca.
Carlos chiese allora di avere una di quelle barche e con Cheyenne uscirono sulle acque del lago.
“Vi confesso” disse mentre remava “che dalla sera della festa non faccio altro che pensare a voi. Ricordo ogni momento passato in vostra compagnia... il nostro ballo, le vostre parole e tutti quei momenti trascorsi nella vostra villa. E allora, tutto questo mi ha spinto a decidermi... voglio parlare col colonnello e chiedere il permesso di corteggiarvi. Ma solo se voi ne sarete felice.”
Talia
09-01-2013, 22.03.21
Lo fissavo mentre parlava...
lo fissavo sorridere, minimizzare...
"Tu sei il capitano!" dissi, alzandomi a mia volta ed andandogli di fronte "Sei il capitano ed hai delle responsabilità! Questa nave ed il suo equipaggio dipendono da te, in questo momento... e tu hai il dovere di pensare a loro, come prima cosa!"
Lo fissavo, cercando di trasmettergli tutto il mio sgomento... lo fissavo... e presto iniziai a tremare...
"Tu hai il dovere..." mormorai, afferrando la camicia sulle sue spalle e stringendola "Hai l'obbligo preciso di tenere la Santa Rita fuori dai guai... ed io sono un guaio, Guisgard! Sono una disgrazia! Una calamità! Lo capisci?"
Guisgard
09-01-2013, 22.26.28
Guisgard fissò Talia.
Fissò i suoi occhi colmi d'ansia, di preoccupazione, di paura.
Ad un tratto afferrò le mani di lei e le strinse.
Poi la baciò.
“Ti amo...” disse in un sussurro “... ti amo e ti prometto che non accadrà nulla...” sorrise lievemente “... e tu sei la mia Fortuna...”
Salirono allora in coperta e subito Austus si avvicinò loro.
“Qui terminano le Flegee...” mormorò “... e vi è solo mare aperto...”
“Prendi le carte nautiche.” Fece Guisgard. “Voglio darci un'occhiata.”
Controllarono così le carte.
“Non vi è nessuna isola qui nel raggio di miglia...” fissandole Guisgard “... ma solo mare... mare e nient'altro...”
“Dobbiamo tornare indietro.” Preoccupato Austus. “Sono acque sconosciute queste...”
Guisgard allora fissò il mare, come a cercare una risposta o forse un segno.
“Quell'isola è reale...” all'improvviso Fulsin “... esiste e ci sta osservando...”
Ad un tratto grosse e scure nuvole apparvero lungo l'orizzonte.
Guisgard
09-01-2013, 23.03.53
Il cuoco si voltò a fissare Cavaliere25 e poi il suo pappagallo.
“Beh...” disse “... in verità sono per la zuppa di pesce... ma visto che sei così educato da chiederlo... ma dimmi, cosa dai da mangiare al tuo pappagallo? Le patate?”
Talia
09-01-2013, 23.37.14
Salimmo in coperta... era tesa, preoccupata... le storie del nonno avevano preso a vorticare nella mia testa in mille e più ricordi... le storie su quel pirata, sulla sua inumana ferocia, sul suo tesoro e sull’isola, le storie sulla maledizione e su coloro che avevano tentato di ingannarla...
ci voleva una chiave, diceva il nonno...
una chiave, mi ripetevo.
Controllarono così le carte.
“Non vi è nessuna isola qui nel raggio di miglia...” fissandole Guisgard “... ma solo mare... mare e nient'altro...”
“Dobbiamo tornare indietro.” Preoccupato Austus. “Sono acque sconosciute queste...”
Guisgard allora fissò il mare, come a cercare una risposta o forse un segno.
“Quell'isola è reale...” all'improvviso Fulsin “... esiste e ci sta osservando...”
Ad un tratto grosse e scure nuvole apparvero lungo l'orizzonte.
Osservai Guisgard per un momento, poi mi avvicinai a lui...
“...Eolo con le sue folgori fedeli allora ti guideranno, quando grigiore, furia e boati il mare gonfieranno. Ma prima di ciò tu guarderai l'alto Sole da Levante, quando la tua ombra per veder le stelle diverrà sestante...” citai in un sussurro al suo orecchio.
Poi, con un sorriso, tornai a guardarlo...
“E va bene, capitano... andiamoci, se è quello che vuoi!” dissi “Guarda... il cielo si sta incupendo e tra poco il mare si gonfierà... forse dovresti far spiegare le vele...”
Guisgard
10-01-2013, 00.25.09
Guisgard fissò Talia e sorrise.
“Beh...” disse lui “... la seconda parte dell'indovinello mi sembra chiara ora... tu sei il sestante che ci guida... quanto ai primi versi...” fissò il mare e poi il cielo “... forse sta accadendo qualcosa... chissà... forse presto scopriremo il loro significato...”
Diede allora ordine ai suoi di mantenere la rotta.
Gettò poi ancora uno sguardo sulle carte nautiche.
“E' grazie a te che siamo giunti qui...” sorridendo a Talia “... come un vero capitano ci hai condotti qui. Anzi, forse dovrei farti davvero capitano.” Le fece l'occhiolino.
Prese allora il tricorno dal posto di comando e lo adagiò sulla testa di Talia.
“Ecco.” Fissandola divertito. “Ora vediamo come te la cavi... capitano!” E rise.
Ma ad un tratto il cielo si coprì completamente.
Il mare divenne scuro, impenetrabile ed inquieto.
Onde alte cominciarono ad alzarsi e a far sussultare la Santa Rita.
Da lontano sordi boati iniziarono a scuotere il cielo, mentre le alte e spesse nuvole si contorcevano in cielo.
“Questo mare è maledetto!” Gridò Fulsin. “Maledetto! E finiremo tutti male!”
“Sta zitto!” Gli urlò Rynos. “Zitto o ti lego nella stiva! Dannato uccellaccio del malaugurio!”
Ma proprio in quel momento, come sorta dalle acque, apparve un'immagine all'orizzonte.
Prima incerta, poi sempre più nitida.
Come un'isola.
Anzi, come lo spettro di un'isola.
Fulsin corse verso il parapetto.
E lo seguirono tutti.
“E'...” balbettò “... è l'isola... l'Isola Perduta! E' sorta da uno dei fiumi infernali che scorrono sotto i mari del mondo!”
http://www.maxartis.it/data/2268/L_isola-nella-tempesta.jpg
Cheyenne
10-01-2013, 00.37.41
Durante la nostra gita nel lago, mentre era intento a remare, Carlos si dichiarò.
Espresse il suo intento di farmi la corte e chiese il mio parere.
" Beh Carlos, non posso che essere lusingata delle vostre parole e del vostro interesse verso di me. Sono certa che il colonnello vi ascolterà con interesse e non rifiuterà di certo di accordarvi il permesso di farmi la corte."
Carlos sorrise compiaciuto alle mie parole.
Continuammo il nostro giro in barca conversando amabilmente.
Il giovane aveva uno spiccato senso dell'umorismo e non esitava pur di farmi ridere.
Terminata questa gita fuori programma, tornammo per le vie del paese.
Il campanile segno le cinque di pomeriggio.
"Perdonatemi ma credo sia ora per me di tornare alla villa. Il colonnello apprezza molto la puntualità, sappiatelo..."
Insistette per accompagnarmi, anche perché la mia carrozza era stata utilizzata dalla domestica per le varie spese.
Giunta alla villa lo salutai, certa che nel giro di pochi giorni si sarebbe presentato alla porta.
Nella mia stanza trovai le compere del pomeriggio.
Scesi per la cena, durante la quale accennai di Carlos al colonnello.
Notai che avevo uno strano sorriso mentre gliene parlavo. Finito di accordarci per le visite da effettuare l'indomani andai finalmente a letto.
Talia
10-01-2013, 00.50.07
Guisgard posò sulla mia testa quel cappello ed io sorrisi...
“Se sono il capitano...” gli dissi “Allora tu dovrai fare tutto ciò che voglio... o ti farò mettere ai ferri, marinaio!”
Risi appena.
Ma quel piccolo gioco finì presto, perché il cielo si incupì ulteriormente ed il mare divenne impetuoso... sussultai, guardando verso l’alto... gli uomini corsero alle cime, allora, per tenere la rotta come Guisgard aveva ordinato loro...
Durò per molti minuti quel tempo inquieto, poi la voce di Fulsin si fece sentire...
Ma proprio in quel momento, come sorta dalle acque, apparve un'immagine all'orizzonte.
Prima incerta, poi sempre più nitida.
Come un'isola.
Anzi, come lo spettro di un'isola.
Fulsin corse verso il parapetto.
E lo seguirono tutti.
“E'...” balbettò “... è l'isola... l'Isola Perduta! E' sorta da uno dei fiumi infernali che scorrono sotto i mari del mondo!”
Anche io avevo raggiunto il parapetto ed avevo guardato in quella direzione...
“E’ un’isola, sì...” mormorai “Ma non sembra un miraggio, no! E’ reale, quell’isola...”
Esitai... poi mi voltai verso Guisgard...
“Raggiungiamola!”
Guisgard
10-01-2013, 00.58.21
Clio decise così di scendere sottocoperta.
Attraversò la porta che da dava sulle scale, sotto il castello di poppa e si ritrovò nel lungo corridoio che si apriva sugli alloggi dell'equipaggio.
C'era un silenzio surreale a bordo.
Innaturale.
Il mare era calmo e i sussulti delle onde si avvertivano appena.
Il corridoio era illuminato da poche candele e quel gioco di chiaroscuro rendeva l'ambiente ancora più inquietante.
Come se ombre e figure, frutto della suggestione di Clio dovuta a quell'atmosfera, si spostassero furtive intorno a lei.
Di tanto in tanto si sentiva qualche scricchiolio e la porta di uno sgabuzzino, in fondo al corridoio, rimasta socchiusa, cigolava in maniera sinistra.
Poi, ad un tratto, un rumore sordo, proveniente dall'ultima stanza, fece trasalire Clio.
Era un rumore metallico, simile ad un clangore lontano.
Ma durò poco più di un attimo.
“Clio...” disse all'improvviso una voce.
Sembrava provenire proprio da quell'ultima stanza e sembrava la voce di Giuff.
Poi più nulla.
Solo un cupo silenzio.
Guisgard
10-01-2013, 01.06.51
Cheyenne riposò tranquilla.
Al mattino una delle servitrici giunse a svegliarla e a comunicarle che il colonnello la stava attendendo in giardino per la colazione.
Scesa giù, la ragazza vide che l'anziano uomo era in giardino, circondato da fiori di vario tipo e preparati per bene.
“Stamani” disse “sono stato svegliato dal profumo di questi fiori. Sembra che tu abbia un misterioso spasimante. O forse” sorrise “non tanto misterioso.”
Erano fiori meravigliosi e tutti diversi fra loro.
E recavano un biglietto.
Il colonnello lo prese e lo passò a Cheyenne.
E quel biglietto recitava così:
“Il mondo è simile ad un giardino, colmo di fiori ed intriso del loro profumo.
Ma siete voi il fiore più bello...
Carlos.”
Guisgard
10-01-2013, 01.12.06
Tutti fissarono in direzione di quell'isola.
“Non può essere lì...” disse turbato Austus “... le carte non indicano nulla... non può essere... non è segnata da nessuna carta...” e tornò a fissare le carte nautiche.
“Smetti di cercare.” Fece Guisgard. “Non c'è. Ho controllato già io.”
“Come può essere?”
“Non lo so.” Scuotendo il capo Guisgard.
“Torniamo indietro!” Esclamò Fulsin. “Torniamo indietro o lo rimpiangeremo amaramente!”
“Capitano...” mormorò Rynos “... Fulsin è un dannato uccellaccio del malaugurio, lo sappiamo... ma stavolta forse ha ragione...”
“Avete dunque perso il gusto per l'avventura?” Saltando sul ponte Guisgard. “O la fame di ricchezze? Sapete cosa si nasconde su quell'isola?”
“La morte...” fissandolo Fulsin.
“Un tesoro inestimabile.” Senza curarsi di lui Guisgard. “Volete abbandonarlo lì?”
“Ma quell'isola è spuntata dal nulla!” Intimorito Emas. “E' apparsa come un fantasma!”
“Lo credete davvero?” Fissandoli Guisgard. “Se è così, allora siete solo dei superstiziosi e sciocchi uomini di mare.” Saltò sul parapetto. “Guardatevi intorno!” Esclamò. “Il vento ha reso l'aria limpida! Pulita! Rendendo migliore la visibilità! Abbastanza da poter scorgere la sagoma di quell'isola anche da diverse miglia di distanza! Prima non la vedevamo perchè c'era la foschia!” Tutti lo ascoltavano in silenzio. “Sulle mappe non è segnata perchè queste sono acque sconosciute! Non per altro! E noi invece l'abbiamo trovata lo stesso! Andiamo dunque!” Guardò Talia e sorrise. “Avete udito il vostro bel capitano, no? Vuole raggiungerla! Possiamo forse disubbidire a questo suo ordine? Andiamo allora!”
E la prua della Santa Rita venne puntata verso quella misteriosa isola, mentre il mare intorno a loro era sempre più agitato.
Cheyenne
10-01-2013, 08.30.11
Al mattino ebbi una piacevole sorpresa.
Carlos aveva inviato una miriade di fiori alla villa.
Risi, quel giovane era davvero deciso.
Terminai la mia colazione in compagnia del colonnello e poi finii di prepararmi.
Il colonnello mi attendeva sul viale all' interno della carrozza. Io però decisi di andare a cavallo, così andai a prendere Gulltoppr.
Seguii il colonnello fino ad un edificio molto grande circondato da un ampio parco nel quale passeggiavano pavoni e cigni.
Ad accoglierci arrivò un servitore in livrea che presi in carico cavalli e carrozza. Un secondo domestico ci accompagnò lungo la strada lastricata che portava dal cancello al portone. Allora ci si presentò davanti un terzo servitore, un maggiordomo, che ci invitò ad attendere nella sala d'ingresso il padrone di casa.
elisabeth
10-01-2013, 10.09.49
Si riprese ill viaggio al contrario sperando che per Ingrid tutto si risolvesse in una semplice botta in testa e che riprendesse la memoria....ma La Baias mi sembrava cosa peggiore, Ingrid si sarebbe potuta tranquillizzare, ma quello che avevo visto su l' isola di S. Martino, mi sembrava incredibile, la gente si accalcava per fuggire via, non avevo mai assistito ad un assediamento, ed ero piu' confusa che sicura di quello che stava per avvenire..." Storm, io non so cosa stia accadendo forse voi ne siete piu' sicuro, siete un contrabbandiere e siete ancora un ricercato.....se anche a La Baias c'e' lo stesso putiferio che ci stiamo lasciando alle spalle, non credo che qualcuno stia cercando voi..ma non e' mai detto e poi.....sapete bene come dovremo comportarci ?...gli Spagnoli sono cosi' davvero cosi' violenti come diceva la gente che scappava ?..."...ero nervosa molto nervosa..vedevo Storm remare, e io pensavo a mio padre.....che fine aveva fatto ?.......noi in quella situazione........non avevo avuto un momento di tregua da quando ero arrivata in quel posto......un attimo di riposo....un solo attimo per pensare....correvamo da un lato all'altro di quei piccoli luoghi come formiche impazzite....ma ad una cosa eravamo riusciti...stavamo riportando indietro Ingrid....una grande vittoria....sorrisi mio malgrado....sorrisi al mare ..sorrisi ad un futuro che sconoscevo...
cavaliere25
10-01-2013, 11.45.46
In verità signore non saprei cosa mangia questo pappagallo ma lui a detto patate patate e allora provo a dargliele voi sapete cosa mangiano questi animali? domandai tutto curioso e aspettai una sua risposta
Talia
10-01-2013, 16.44.29
Ascoltavo Guisgard, le sue parole, e sorridevo...
il modo in cui riuscì a motivare gli uomini e a cacciare dai loro cuori paure e preoccupazione, contribuì a rinfrancare anche il mio animo... dopotutto, mi dissi, io non avevo mai creduto alle maledizioni ed alle sciocche superstizioni, e non avrei certo iniziato in quel momento!
Certo, c’era la storia della nave alla deriva... ma Guisgard aveva ragione: potevano esserci milioni di spiegazioni ragionevoli per ciò che avevamo visto là sopra... ed io avevo solo finito per esserne suggestionata.
Ora però quell’isola era là, davanti a noi... potevamo vederla, potevano distinguerne i contorni e le coste... non era un miraggio, quello. Non c’era niente di misterioso in quel tratto di mare!
La Santa Rita puntava in quella direzione, ora... e tutti gli uomini, con l’eccezione forse solo di Fulsin, sembravano determinati a raggiungere quelle coste...
Lentamente i miei occhi si spostarono su Guisgard, allora...
era in piedi vicino al parapetto, incurante del vento sferzante e delle prime gocce di pioggia che iniziarono a cedere, ed i suoi occhi scrutavano il mare, come fossero riusciti ad annullare la distanza tra noi e quell’isola misteriosa.
Mi avvicinai a lui, dunque, ed infilai la mia mano nella sua...
“Stavo pensando alle tue parole...” mormorai allora, al suo orecchio “Alle tue parole di poco fa... che cosa significa che ‘devi trovare un altro capitano per attuare la decisione che hai preso’?”
I miei occhi incrociarono i suoi e li osservarono per qualche istante... c’era qualcosa in essi, qualcosa che non riuscivo a decifrare...
"Devo essere impazzita.." Pensai "..quale follia mi ha condotto in questa storia?".
Ma più mi guardavo intorno e più capivo che non sarei potuta essere in nessun altro posto. Sempre più mi rendevo conto di quanto Guerenaiz avesse bisogno di me.
La voce di Giuff mi aveva turbato. Non era arrabbiato, furibondo, era sorpreso.
Come dargli torto, infondo, mi aveva seppellita.
Avanzai di un passo, poi di un altro.
Finché non giunsi davanti alla porta della stanza da cui proveniva la voce.
Era aperta.
Sembrava che non ci fosse nessuno. Entrai titubante.
"...capitano.." Dissi, titubante.
I miei piedi urtarono qualcosa. Mi fermai di scatto. Era un vecchio ferro arrugginito, mi chiesi cosa ci facesse lì, ma lo raccolsi, tenendolo stretto nella mano destra.
"..capitano.." Dissi ancora, con più convinzione.
Guisgard
11-01-2013, 01.34.06
Cheyenne e il colonnello trascorsero così buona parte del giorno in quel palazzo, conoscendo il suo proprietario e tutto ciò che riguardava le sue attività.
Verso il tardo pomeriggio ritornarono a casa e qui un servitore annunciò loro la presenza di un ospite.
Era il giovane Carlos.
Il colonnello ricevette il ragazzo nella sua biblioteca e lì trascorsero circa una mezz'ora.
Poi uscirono e tornarono da Cheyenne che li aveva attesi in giardino.
“Beh...” disse il colonnello “... io credo che mi ritirerò. E voi avete molto da dirvi, immagino.” Sorrise e si ritirò.
“Sono felice di rivedervi, Cheyenne.” Fece il giovane. “Ho parlato col colonnello e mi ha concesso il permesso di frequentarvi e corteggiarvi.”
Guisgard
11-01-2013, 01.44.08
La barca avanzava verso Las Baias.
“Non ho le risposte alle vostre domande, milady...” disse Storm ad Elisabeth “... sinceramente ignoro ciò che è stato di Las Baias, ma solo arrivandoci lo scopriremo...”
Finalmente avvistarono il porto.
Si vedevano pennacchi di fumo alzarsi dalla costa e sul promontorio.
Il palazzo del governatore era visibilmente danneggiato e alcune navi spagnole bloccavano l'ingresso del porto.
“Gli spagnoli sembra che abbiano davvero assediando Las Baias” mormorò il contrabbandiere “e a giudicare dal fumo l'attacco che hanno portato non è stato affatto leggero.”
Ma proprio in quel momento Ingrid cominciò a mormorare qualcosa e dopo alcuni istanti riaprì gli occhi.
Si stava svegliando.
Guisgard
11-01-2013, 02.00.52
Clio chiamò Giuff, ma nessuno rispose alla sua voce.
La stanza era semibuia, illuminata a stento solo dalla luce che proveniva dal corridoio.
E non vi era nessuno al suo interno.
La ragazza entrando aveva urtato qualcosa, per poi prenderlo in mano.
Era un vecchio uncino arrugginito ed apparentemente senza valore.
Ma osservandolo meglio la ragazza si accorse che era sporco.
Sporco di sangue.
Ed era sangue ancora fresco.
“Clio...” disse una voce proveniente dal corridoio.
Ma stavolta non era stata la voce di Giuff a chiamarla.
Era la voce di John.
“Clio...” udì ancora “... Clio...”
Ma era una voce ancora diversa.
Stavolta sconosciuta alla ragazza.
Una voce bassa e rauca.
Una voce con un accento che lei non conosceva.
Più simile ad un mormorio quasi soffocato.
Ad un tratto qualcosa fece sussultare Clio.
Dei rumori.
Rumori provenienti dal ponte della nave.
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Guisgard
11-01-2013, 02.48.48
“Non saprei, ragazzo...” disse il cuoco a Cavaliere25 “... non ho idea di cosa mangino questi pennuti. Ma se ti ha chiesto delle patate, allora forse ne conosce il sapore. Proviamo.” E diede un pezzo di patata al pappagallo che subito la mangiò con gusto.
La Santa Rita intanto avanzava.
Avanzava verso quell'isola senza nome, sconosciuta, maledetta e dimenticata da tutto.
Avanzava verso di essa sfidando le onde impetuose, che sembravano voler spingerla indietro e lottando contro i venti contrari, che parevano essere giunti dagli estremi confini dei mari.
O forse la nave era già oltre quei confini.
Ma non erano solo le onde e i venti a rappresentare gli ostacoli da superare.
La ciurma aveva subito raccolto le parole di Guisgard, eppure fra quegli uomini serpeggiava ancora qualcosa.
Qualcosa di indefinito.
Qualche cosa che da un lato li spingeva ad avanzare, ma da un altro li opprimeva e forse ossessionava.
Eppure, nonostante tutto, la Santa Rita avanzava verso quell'isola dispersa in un Ade di vento e pioggia.
Il capitano era in piedi accanto al parapetto, quasi con aria di sfida a fissare il mare e Talia si avvicinò a lui.
“Ovvio.” Disse sorridendo alla ragazza, quasi a voler scacciare l'inquietudine che serpeggiava a bordo. “Non sai che un capitano ha facoltà di celebrare matrimoni a bordo? Eccetto il suo, naturalmente.” E le fece l'occhiolino, stringendo ancor più la sua mano.
“Guisgard...” raggiungendoli Austus “... siamo prossimi all'isola... ma sembra però impossibile trovare un punto di approdo... guarda anche tu...” e gli passò il cannocchiale.
“Già...” fissando l'isola col cannocchiale il corsaro “... pare manchi un punto per attraccare... l'isola infatti sembra un grosso scoglio di granito levigato dal mare...”
“Non è un'isola...” fece il vecchio Fulsin avvicinandosi ai tre “... no, non lo è... quella che vedete è solo la parte più alta ed estrema dei monti infernali...” si voltò a fissare Talia “... e noi, come Ulisse quando avvistò la montagna del Purgatorio, avendola vista abbiamo ormai il destino segnato...” e tornò a guardare l'isola con gli occhi colmi di angoscia ed orrore.
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Cheyenne
11-01-2013, 07.42.39
Carlos aveva ricevuto il permesso di farmi la corte.
"Cosa vi avevo detto...ero certa che il colonnello non vi avrebbe rifiutato il suo consenso. Ebbene ora, ora che facciamo? Che cosa dice l'etichetta in questi casi? Io non ne sono molto pratica a dire il vero...."
Il tè fu servito in giardino. Per un po' ci fu silenzio.
"Beh ora che abbiamo finito qui, vi va di vedere la tenuta? Ci vorrà il cavallo però, è molto vasta"
Carlos era un abile cavaliere e fu un piacere cavalcare al suo fianco." Avete un magnifico cavallo signore, dico davvero, e io ho un certo occhio per riconoscere le bestie di valore. Certo...il mio Gulltoppr é di un livello superiore, ma anche il vostro non é male."
Punto sul vivo dalle mie parole, Carlos accettò di fare una gara di velocità.
elisabeth
11-01-2013, 10.09.31
nessuno dei due aveva piu' risposte io per conto mio
non avevo piu' neanche domande, incominciammo ad avvicinarci alle coste di Las Baias, la gente aveva ragione, gli Spagnoli avevano cominciato la loro opera......" Storm avete detto il vero.....non ci sono risposte a tanto, il guaoio e' che dovremmo riuscire a passare senza dare nell'occhio...."..alcuni mugolii provenienti da Ingrid mi fecero zittire......si stava svegliando, incominciava a parlare di qualcosa che apparteneva al nostro passato.....mi chiamava per ricordarmi che la cene era pronta.....ma non apriva gli occhi......aveva scatti strani, mi chiamava...ma i suoi occhi rimanevano serrati...." Srorm. che succede, perche' non apre gli occhi...mi chiama, forse ricorda...eppure sembra dormire ancora...se solo lei fosse sveglia, potrebbe camminare senza che ve la portiate dietro, per voi diventa pesante, e forse se si svegliasse sapremmo cosa sta accadendo.......anche se in questo momento tutto sembra un gran caos........."....feci per toccarle il viso quando sentii la mano di Storm bloccarmi....
cavaliere25
11-01-2013, 14.16.20
Vedo che ti piacciono le patate dissi guardando becco di ferro ne vuoi ancora ? e sorrisi guardando il cuoco mi sa tanto che gli piacciono molto le patate continuai a dire ma non vorrei togliere un ingrediente a voi solo per dare da mangiare al mio pappagallo e aspettai una risposta mentre guardavo il pappagallo
Guisgard
11-01-2013, 16.38.12
Così, Cheyenne e Carlos si sfidarono in una gara di velocità, ciascuno col proprio cavallo.
Alla fine a trionfare fu Gulltoppr.
I due giovani allora si riposarono sotto una palma, lasciando i loro cavalli ad abbeverarsi in uno stagno poco distante.
“E' meraviglioso qui...” disse Carlos guardandosi intorno “... meraviglioso... è un posto da favola...”
Ma proprio in quel momento Cheyenne vide una figura lontana che la fissava.
Era un indigeno e le faceva segno di avvicinarsi.
Carlos non si era accorto di nulla e stanco per quella cavalcata si addormentò poco dopo.
Guisgard
11-01-2013, 17.18.49
“Lasciate che si svegli da sola...” disse Storm ad Elisabeth “... lasciate che riprenda pian piano conoscenza...”
Tornò poi a guardare il porto e le navi spagnole.
“Darei qualsiasi cosa per sapere cosa sta succedendo a Las Baias...”
Allora, con prudenza, decise di continuare ad avvicinarsi al porto.
Approdarono su un piccolo molo secondario, ben protetto da un vecchio bastione e sbarcarono così a terra.
Scese allora e chiese ad un pescatore cosa stesse succedendo.
“Gli spagnoli ci hanno attaccato e la flotta che doveva proteggerci è fuggita. E il governatore è morto.”
“E ora?” Domandò Storm.
“Ora sembra che l'attacco sia finito.” Rispose il pescatore. “Sono giunte altre navi spagnole e con esse è sbarcata la madre del defunto Vicerè spagnolo con sua figlia. Credo che siano in trattative con i rappresentanti della Compagnia delle Flegee.”
Storm allora tornò sulla barca e raccontò tutto ad Elisabeth.
Ma in quel momento Ingrid si svegliò.
“Cosa...” mormorò confusa “... cosa è accaduto? Dove sono?” Fissò Elisabeth. “Oh, finalmente, milady... ma dove siamo? E perchè sono vestita con questi abiti?”
Aveva ripreso la memoria.
Talia
11-01-2013, 17.27.25
Quelle parole di Guisgard... il suo sorriso... il suo sguardo...
mi mancò il respiro a quelle parole...
e per qualche istante lo osservai, stupita...
poi a mia volta sorrisi, mentre un intenso fiotto di felicità mi pervadeva il cuore.
Un sorriso radioso!
E, senza badare più a niente altro, mi avvicinai un poco a lui, giungendo a sfiorare le sue labbra con le mie...
Ma fu solo per un istante, perché l’arrivo di Austus ci riportò troppo presto su quella nave...
“Guisgard...” raggiungendoli Austus “... siamo prossimi all'isola... ma sembra però impossibile trovare un punto di approdo... guarda anche tu...” e gli passò il cannocchiale.
“Già...” fissando l'isola col cannocchiale il corsaro “... pare manchi un punto per attraccare... l'isola infatti sembra un grosso scoglio di granito levigato dal mare...”
“Non è un'isola...” fece il vecchio Fulsin avvicinandosi ai tre “... no, non lo è... quella che vedete è solo la parte più alta ed estrema dei monti infernali...” si voltò a fissare Talia “... e noi, come Ulisse quando avvistò la montagna del Purgatorio, avendola vista abbiamo ormai il destino segnato...” e tornò a guardare l'isola con gli occhi colmi di angoscia ed orrore.
Mi voltai ed osservai Fulsin per un momento...
“I monti infernali?” sussurrai, sorridendo appena “Oh, suvvia... non c’è niente di così terribile su quell’isola, né in queste acque! Sapete che cos’è che rende veramente pericolosa una maledizione? I preconcetti di chi l’ascolta e la tramanda, la paura, la superstizione... solo questo! E nessuno mi indurrà a credere che ci siano veramente dei morti a guardia di un tesoro... nessuno!”
Guisgard
11-01-2013, 17.40.05
L'isola appariva come un unico e monumentale blocco di granito galleggiante, con scogliere alte e a strapiombo, ripide e levigatissime, che come arcaici bastioni sembravano voler racchiudere e proteggere quel luogo dal resto del mondo.
La vegetazione si mostrava rada e confusa, macchiettando qui e là l'isola tra aspre pietre e profondi valici.
Il cielo cupo e inquieto, squartato da lampi lontani, pareva riflettersi come un alone spettrale su quel blocco informe, dando alle rocce sottostanti venature fosche e spettrali.
Fulsin, a quelle parole di Talia, fissò la ragazza con sguardo incerto.
Non disse nulla, ma la sua espressione era molto chiara.
Lui temeva quell'isola.
Anzi, ne era terrorizzato a morte.
“Eppure” disse Guisgard continuando a fissare l'isola col suo cannocchiale “se davvero vi è seppellito un tesoro laggiù, qualcuno deve averlo trovato il modo di approdare.”
“E se fosse tutta una leggenda?” Fissandolo Austus.
“La mappa che ci ha condotti qui” rispose il corsaro “è dettagliata e sembra descrivere in modo meticoloso l'aspetto di quell'isola. Non abbiamo motivi dunque di credere che sia una coincidenza.” Posò il cannocchiale. “Circumnavighiamo l'isola...” ordinò ai suoi “... sono certo che un passaggio deve pur esserci...”
La Santa Rita, così, cominciò a doppiare il perimetro dell'isola, costantemente in balia delle onde e dei venti che soffiavano con sempre più vigore.
Guisgard non smetteva di controllare accuratamente ogni metro che si mostrava loro, per trovare una qualche apertura che permettesse di arrivare sull'isola.
“Eccolo!” Gridò all'improvviso. “Laggiù! Lo vedete? Il passaggio!”
“Quella piccola baia?” Indicando quel punto Austus.
“Si, quella!”
“Ma non possiamo avvicinarci...” obbiettò Austus “... è troppo stretta! Finiremo per schiantarci contro gli scogli!”
“Ha ragione, capitano.” Intervenne Rynos. “E nove su dieci, avanzando ancora, finiremo per incagliarci sul fondale.”
“Raggiungerò l'isola con una lancia.” Disse Guisgard. “Così non correremo rischi.” E si arrampicò sul pennone per scegliere un posto d'approdo.
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Cheyenne
11-01-2013, 19.12.38
Dopo la sfida ci sedemmo accanto a una palma.
Ad un tratto vidi una figura farmi un cenno, era un indigeno.
"Scusatemi un momento" feci a Carlos, ma vidi che si era addormentato...
Mi alzai e mi avvicinai all'uomo.
Dopo tutto quello che mi era accaduto avevo la guardia alzata ed ero molto diffidente ma qualcosa dentro di me mi spingeva ad andare.
Tenevo comunque a portata di mano il pugnale di Fhael.
Mi avvicinai dunque con molta cautela.
Riuscii a vederlo meglio, era un uomo dal fisico atletico e asciutto, la carnagione era di poco più scura della mia. Il suo volto era dipinto con disegni tribali bianchi ma vestiva alla foggia europea, tranne per la collana di ossi e conchiglie.
" Chi siete? Che cosa volete da me?" gli chiesi
Talia
11-01-2013, 19.30.46
Avevo continuato a scrutare le coste, con gli occhi socchiusi... e, quando Guisgard lo indicò, anche io vidi quel passaggio...
ma avevano ragione: era troppo stretto per la Santa Rita... avvicinarsi ancora sarebbe stato pericoloso e perfino insensato...
“Ma non possiamo avvicinarci...” obbiettò Austus “... è troppo stretta! Finiremo per schiantarci contro gli scogli!”
“Ha ragione, capitano.” Intervenne Rynos. “E nove su dieci, avanzando ancora, finiremo per incagliarci sul fondale.”
“Raggiungerò l'isola con una lancia.” Disse Guisgard. “Così non correremo rischi.” E si arrampicò sul pennone per scegliere un posto d'approdo.
A quelle parole annuii appena e, senza una parola, mi avvicinai alla più vicina delle lance.
Guisgard
11-01-2013, 19.59.47
La Santa Rita si avvicinò fino a quanto possibile all'isola, poi arrestò la sua avanzata.
“Guisgard...” disse Austus “... non vorrai scendere da solo?”
“Solo?” Sorridendo Guisgard, per poi indicare una delle lance. “Non vedi qualcuno è già pronto!”
Talia aveva infatti già raggiunto una delle lance.
“Rynos, verrai con me e con Talia.” Fece il corsaro. “Ci sarà bisogno di scavare.”
“Allora porta con te anche Joao o Emas.” Fissandolo Austus.
“Meglio di no.” Rispose Guisgard. “Non sappiamo la portata di quel fantomatico tesoro e ci vorrà spazio sulla lancia.”
I tre, così, scesero con la lancia in mare e si avviarono verso l'isola.
“Sarà vera la storia degli spettri?” Chiese Rynos a Talia. “Bah... io non ci vivrei neanche da morto lì!”
Poco dopo approdarono finalmente sull'isola.
La piccola spiaggia era costituita da sabbia e sassi, mentre bassi scogli rendevano difficile raggiungerla.
L'isola ora si mostrava ancora più spettrale.
Sembrava completamente disabitata e solo
il vento pareva aver dimora lì.
“Mettiamoci subito in cerca del posto dove scavare.” Fece Guisgard. “Così lasceremo quanto prima questo luogo inospitale.”
Si avviarono così verso la boscaglia.
Guisgard guidava il terzetto, Talia lo seguiva e Rynos era l'ultimo.
Ad un tratto Talia si voltò e non vide più Rynos dietro di lei.
Talia
11-01-2013, 20.47.46
Sorrisi appena a quella domanda di Rynos...
spettri...
“Magari stiamo per scoprirlo...” dissi.
Avvertii il suo disagio a quelle parole e, involontariamente, il mio sorriso si allargò appena... ed io mi voltai a guardarlo...
“Ma non lo credo!” dissi, in tono vagamente divertito “No, Rynos... non credo che la storia degli spettri sia vera!”
Giungemmo sulla spiaggia piuttosto in fretta, spinti dal mare agitato e dalle onde, e qui sbarcammo, inoltrandoci quindi subito nella vegetazione...
Si avviarono così verso la boscaglia.
Guisgard guidava il terzetto, Talia lo seguiva e Rynos era l'ultimo.
Ad un tratto Talia si voltò e non vide più Rynos dietro di lei.
Mi fermai di scatto, sorpresa...
“Rynos?” chiamai.
Silenzio.
Tornai a guardare in avanti, verso Guisgard, con aria interrogativa...
poi di nuovo mi voltai indietro...
“Rynos!” dissi di nuovo, ostentando un tono sicuro anche se ero titubante “Rynos, andiamo! Non è il momento di passeggiare! Dove ti sei cacciato?”
Guisgard
11-01-2013, 20.57.28
L'indigeno fissò Cheyenne e sorrise.
Il suo sguardo però in qualche modo tranquillizzò la ragazza.
L'uomo infatti sorrideva e sembrava molto rispettoso verso di lei.
Le mostrò allora una ricca collana di fiori e la mise al collo della ragazza.
Poi le fece cenno di seguirlo.
Cheyenne
11-01-2013, 21.09.02
Voleva che lo seguissi...pensai di svegliare Carlos per avvisarlo ma l'uomo sembrava aver fretta.
Feci un respiro e mi incamminai dietro l'indigeno seguita dal mio fido Gulltoppr
Cercai di parlare ancora con l'uomo ma lui sembrava non capirmi.
Camminammo dunque in silenzio.
Guisgard
12-01-2013, 02.38.45
Cheyenne decise di seguire così quell'indigeno.
Attraversarono insieme un tratto di boscaglia, fino a raggiungere il lago che si trovava alle spalle della villa del colonnello.
Da qui l'indigeno condusse la ragazza verso un piccolo molo poco distante.
E qua, davanti ad una capanna di pescatori, Cheyenne vide altri cinque indigeni.
Erano tre maschi e due donne.
Portavano colorate collane di fiori e diademi fatti con petali intrecciati a larghe foglie secche.
Le due indigene allora si avvicinarono a Cheyenne, mettendole al collo altre collane di fiori e sistemando tra i suoi capelli uno di quei diademi.
La fecero poi sedere su una canoa sulla sabbia, coprendo la ragazza con un variopinto pareo.
Uno di quegli indigeni percuoteva un rozzo tamburo tribale, al cui suono gli altri suoi compagni danzavano.
Ad un tratto, l'indigeno che aveva condotto lì Cheyenne sorrise nuovamente alla ragazza.
“Hawa, tua meno resta.” Disse nel suo incomprensibile idioma. “Bacu, tama lin fao.”
“Ha detto” all'improvviso una voce alle spalle di Cheyenne “se vuoi benedire lui e la sua sposa. Essendo la regina della sua isola, tu ne hai facoltà.”
Era Fhael e fissava Cheyenne sorridendo.
Un attimo dopo si sedette sulla canoa accanto alla ragazza.
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Guisgard
12-01-2013, 03.06.48
A quelle parole di Talia, Guisgard si voltò di scatto.
Prese allora la mano della ragazza per avvicinarla a lui.
Un attimo dopo estrasse la pistola.
“Rynos...” disse guardandosi intorno “... Rynos, dove sei? Mi senti? Rynos, rispondi!” Urlò.
Ma solo il vento sembrò rispondere a quei richiami.
Nell'aria vi era qualcosa di sinistro.
“Resta vicino a me, Talia...” mormorò allora il corsaro, continuando a guardarsi intorno. “Rynos, dove sei?” Chiamò ancora.
Si voltò allora a fissare Talia.
“Non credo sia tornato alla lancia...” disse “... e di certo non ci ha preceduto avanzando da solo...” il tono ironico tradiva però inquietudine e preoccupazione “... ora cammina sempre accanto a me, Talia...”
Penetrarono allora ancora più in profondità in quella boscaglia.
Continuarono a chiamare Rynos e a cercare qualche sua traccia, ma il bucaniere sembrava essere sparito nel nulla.
Dopo circa mezz'ora raggiunsero il luogo segnato dal tatuaggio di Talia.
Il luogo in cui doveva trovarsi il tesoro.
E qui vi era una roccia di quarzo bloccata nel terreno.
“Dobbiamo cercare una leva e spostarla.” Fece Guisgard.
Trovarono allora un lungo ramo pietrificato.
Lo fissarono in una sporgenza della roccia e alla fine, a fatica, riuscirono a spostarla di qualche passo.
Sotto si mostrò un fondo melmoso.
Guisgard prese allora la pala che aveva portato con sé e cominciò a scavare.
Scavò per circa un metro e mezzo, fino a quando si mostrò una piccola crepa.
A colpi di pala il pirata riuscì ad allargarla quel tanto per poterci passare.
Fece allora cenno a Talia di accendere la lampada che avevano dietro e illuminare l'ingresso ricavato da quella crepa.
Scoprirono allora uno stretto passaggio, ma sufficiente per essere attraversato da un uomo.
Vi era anche una tavola di legno, annerita dall'umidità, sulla quale vi era inciso qualcosa:
“Solo io e il diavolo sappiamo dov'è sepolto il mio tesoro! E chi di noi due vivrà più a lungo se lo prenderà tutto!”
Intanto, a bordo della Santa Rita, Cavaliere25 aveva scoperto che al suo Becco di Ferro piacevano molto le patate.
“Facciamo così...” disse il cuoco al giovane pirata “... io ti darò altre patate per il tuo pappagallo, ma tu, in cambio, resterai qui e mi aiuterai a pelarne altre. Ci stai?”
Cheyenne
12-01-2013, 11.44.15
Giunsimo al lago e trovammo altri indigeni. Una donna mi mise al collo una collana di fiori e un pareo alla vita. Poi un uomo parlò in un idioma che non riuscii a comprendere.
Lo fissai con sguardo interrogativo senza capire quando una voce dietro di me, mi tradusse il significato delle parole indigene.
Era Fhael. Lo guardai piena di stupore e quando lui si sedette accanto a me sulla canoa, non potei far a meno di gettargli le braccia al collo in un abbraccio.
"Sono così contenta di vedervi qui, non riesco ancora a crederci...Siete partito solo da poco e io temevo di non vedervi per lungo tempo. Ma il vostro viaggio? Com'é andata? E questi uomini...chi sono? perché credono sia la loro regina? Io non capisco Fhael..."
cavaliere25
12-01-2013, 21.34.26
si mi va benissimo se mi da un coltello e delle patate mi metto gia al opera e mi sedetti su uno sgabello della cucina e aspettai sorridendo
Guisgard
14-01-2013, 01.53.19
A quelle parole di Cheyenne, Fhael sorrise e strinse a sé la ragazza.
“Poco dopo la mia partenza da qui” disse “giunsi, a causa di una tempesta, su una piccola isola sconosciuta. Lì conobbi la tribù del posto e pian piano mi guadagnai la loro fiducia, fino a scoprire così il dramma di quella gente. Un gruppo di contrabbandieri giungeva a cadenza regolare a rapire le loro donne più giovani, per poi venderle come schiave.
Allora decisi di aiutarli. Con i miei uomini preparammo una trappola e quei contrabbandieri vi finirono dentro. Liberarci di loro fu poi un gioco da ragazzi. E per riconoscenza gli indigeni mi proclamarono re della loro isola. Vollero in seguito darmi una loro giovane come sposa... ma io raccontai di voi a loro... per questo ora siamo qui... perchè io possa portare via la mia regina... ammesso che ella accetti di diventare mia moglie.” E sorrise nuovamente.
Rigirai l'uncino tra le mani, finché qualcosa di viscido non mi sporcò la mano. Aguzzai lo sguardo nella penombra: era sangue, sangue fresco!
Rabbrividii!
Ma tenni l'uncino stretto, pulendolo contro la mia giacca.
D'un tratto udii una voce, e poi un altra.
"..John.." Mormorai.
Mi precipitai nel corridoio. Guardando circospetta a destra e a sinistra.
Eppure vi era quella voce, una voce che non conoscevo. Eppure, mi chiamava per nome.
"...John.." Chiamai, certa di averlo sentito.
Ma poi dei rumori provenienti dal ponte mi fecero trasalire. Corsi in quella direzione e mi fermai davanti alla porta che dava sul ponte.
Inspirai profondamente, ed uscii.
Guisgard
14-01-2013, 02.15.11
Il ponte della nave era deserto e solo il vento ululava intorno a Clio.
Il cielo infatti si era coperto di colpo, con grosse e scure nuvole giunte da Occidente.
Le vele dell'Antigua Maria erano aperte, ma la bandiera del teschio ammainata.
Ma proprio in quel momento Clio vide un'ombra ferma sulla soglia che conduceva nella stiva.
Era una figura indefinita che la fissava, avvolta dalla penombra.
“Finalmente ti sei ricordata di noi...” disse una voce che dall'incerta luce sembrò a Clio essere quella di Boyuke.
Guisgard
14-01-2013, 02.23.29
Il cuoco diede allora a Cavaliere25 un coltello ed una scodella colma di patate da pelare.
“Ecco, ragazzo.” Disse il cuoco. “Pelami queste patate e te ne regalerò una bollita per il tuo pappagallo. Anzi, su quella patata bollita ci metterò anche del sale ed una salsa di spezie per renderla più appetitosa. Ma attento che neanche una di queste patate vada persa.” E tornò a preparare il pasto per l'equipaggio.
Ma proprio in quel momento, Becco di Ferro, senza farsi vedere dal cuoco, piombò sulla scodella con le patate e ne prese una, per poi volare via dalla cucina.
Cheyenne
14-01-2013, 08.09.23
Sorrisi, questa era una proposta di matrimonio ben confezionata.
Presi le mani di Fhael tra le mie e lo guardai fisso negli occhi " E io come potrei mai rifiutare? Certo, certo che accetto!".
Sorrisi di nuovo e lo baciai.
Lasciammo gli indigeni e insieme tornammo alla villa. Presentai come mio futuro sposo Fhael al giovane Carlos che nel frattempo si era svegliato.
Diedi poi ordine di chiamare il colonnello.
elisabeth
14-01-2013, 12.51.06
Evitai cosi' di svegliare Ingrid.....rimasi sola con lei ed aspettai Storm, da quella piccola ansa non si vedeva molto, ma si poteva veder molto , tranne odore di polvere da sparo unito all'odore di mare, ero in ansia...Storm parlava e sembrava preoccupato.........quando torno' da me.....sentii quanto era successo " Storm, e' grave cio' che state dicendo, l'assedio prima di una trattativa.....non e' cosa da poco, gli Spagnoli a quanto pare hanno deciso di tornare a dettar legge su queste Isole.........possiamo andare a cercare mio padre, forse lui sapra' qualcosa in piu'...visto che fa parte di un certo mondo, anche se un signore Inglese in posto del genere non so' bene quanta influenza possa avere......."......intanto il nostro parlottare aveva svegliato Ingrid.......la mia Ingrid...alzai gli occhi al cielo e ringraziai Dio .....questo era un miracolo.....l'abbracciai stretta...senza parlare, piangendo di gioia..." Tranquilla Ingrid......non preoccuoparti dei tuoi abiti, adesso sei con noi e tutto e' finito.....ti ricordi dil lui vero ?..."....Indicai con la mano Storm....e vidi passrae uno strano lampo negli occhi di Ingrid...." Lui e' Storm mi ha aiutata a ritrovarvi, vi avevano rapita...e' un gentil'uomo, ha sempre mantenuto la parola e sapete..?..mio padre e' qui...penstae che buffo...ci stava cercando....ma ho evitato di incontrarlo....non sapevo bene perche' si trovasse da queste parti.......O mio Dio come sono felice...Storm ..non siete felice anche voi ?.....".......mi mancava il respiro dalla raffica di parole che avevo tirato fuori....senza accorgermi che Ingrid...aveva lo sguardo torvo di quando non capiva perche' mi trovava a conversare con un ragazzo e Storm lo vidi con le mani al volto in senso di esasperazione........mi fermai di botto.. " Forse vi ho stancati, ma dovevo dire ad Ingrid come stavano le cose.....e poi dovevo presentare voi Storm..mi sembrava giusto...adesso che dobbiamo affrontare uno stato d'assedio...non e' cosi' Storm ?.....".....adesso eravamo in tre e Storm non mi avrebbe piu' lasciata.........mi ritrovai a pensare questa strana cosa.....sorrisi stranamente e mi accorsi che adesso Storm avrebbe potuto riprendere la sua strada.....era libero....
Guisgard
14-01-2013, 16.43.06
Carlos davanti a quella notizia perse la testa.
“Voi...” disse agitato a Cheyenne “... voi... voi vi siete presa gioco di me! Come una volgare popolana avete giocato con il mio cuore! Dovevo ben guardarmi da una come voi, dalla pelle scura e i sentimenti incerti! Mi avete reso lo zimbello di Minisclosa con questa farsa!”
Guisgard
14-01-2013, 17.06.21
Storm non ebbe tempo di rispondere ad Elisabeth che subito alcune navi apparvero all'orizzonte.
A vederle allora sul porto di Las Baias scoppiò un forte entusiasmo.
Erano infatti navi appartenenti alla Compagnia delle Flegee Occidentali.
“Ecco...” disse Storm “... se è vero che gli spagnoli hanno raggiunto un accordo con gli abitanti di Las Baias, allora la Compagnia sta tornando per nominare il nuovo governo in nome del re. Ci sarà un nuovo governatore e poi anche la nomina di un altro ammiraglio. Si, credo che la pace sia tornata in questi mari.” Si voltò a fissare Elisabeth e Ingrid. “E forse qui termina anche questa nostra avventura, mie signore. Las Baias è la vostra casa, ma non la mia. Lì vi attendono una famiglia ed una vita tranquilla. A me invece attende la forca. Sarà bene dunque che io vi lasci qui e riprenda la mia strada.” Sorrise un po' malinconico. “Dovete ringraziare la vostra Elisabeth, sapete?” Rivolgendosi ad Ingrid. “Per una volta è stata lei a curarsi di voi. Anzi, ne ha viste tante per venirvi a salvare. Ma sarà lei stessa che vi racconterà tutto. Si, magari un giorno, ricordando con un sorriso questa avventura.”
Talia
14-01-2013, 17.17.52
Accesi la lampada, dunque, e la sollevai davanti a noi per illuminare quella apertura...
Scoprirono allora uno stretto passaggio, ma sufficiente per essere attraversato da un uomo.
Vi era anche una tavola di legno, annerita dall'umidità, sulla quale vi era inciso qualcosa:
“Solo io e il diavolo sappiamo dov'è sepolto il mio tesoro! E chi di noi due vivrà più a lungo se lo prenderà tutto!”
“Incoraggiante...” mormorai, leggendo quelle parole.
Istintivamente mi voltai indietro, a fissare la selva alle nostre spalle... certo, quel cartello non prometteva niente di buono, ma ormai eravamo lì e non aveva senso tornare indietro...
Sospirai, e tornai a guardare quel passaggio e quell’iscrizione...
“Lascia andare avanti me...” dissi allora a Guisgard “Sono più piccola e passerò meglio da quella crepa! Farò appena qualche passo là dentro... per dirti se si vede qualcosa...”
Guisgard
14-01-2013, 17.37.51
“Non mi sembra una buona idea...” disse Guisgard a Talia “... posti del genere possono celare delle trappole... come le tombe dei re antichi che sono protette da trabocchetti per tenere lontani i profanatori... no, faremo così... illumineremo la crepa con una torcia...” si strappò allora un lembo di camicia e lo avvolse attorno ad una ramo secco, per poi dargli fuoco “... ecco...” e lanciò la torcia nella crepa.
Si mostrò così un piccolo antro oltre quella crepa, appena sufficiente per accogliere un uomo.
“Guarda!” Indicò Guisgard a Talia. “Si vede qualcosa! E' un forziere!”
La luce della torcia illuminava anche la tavola di legno con quell'inquietante scritta, che sembrava aleggiare come un'antica maledizione.
“Ora dobbiamo tirare fuori quel forziere, Talia!” Esclamò Guisgard.
“Sembra” all'improvviso una voce alle sue spalle “che abbia fatto prima io del diavolo!”
Guisgard si voltò di scatto e vide Giuff che avevo preso Talia, puntandole alla gola la sua pistola.
“Ma il satanasso si consolerà prendendosi l'anima della tua bella!” Continuò il Gufo Nero per poi abbandonarsi ad una sonora risata.
“Maledetto!” Ringhiò Guisgard.
“Attento!” Fissandolo Giuff. “Una mossa falsa e questa biondina andrà a fare compagnia agli spettri di quest'isola!”
Cheyenne
14-01-2013, 18.20.21
La sfuriata di Carlos mi stava provocando una risata ma cercai di trattenermi.
" Vi chiedo perdono ma un corteggiamento non porta necessariamente al matrimonio, non é colpa mia se vi siete illuso subito. Vi conosco da poco mentre Fhael è stato il mio angelo custode da ancor prima del mio arrivo in quest'isola. Ora vi prego di lasciare la villa....non sono affatto incline a farmi trattare così da voi."
Finalmente io e Fhael fummo da soli e un servitore ci informò che il colonnello non sarebbe rientrato prima di un'ora.
Ci sedemmo su un divanetto nella biblioteca e iniziammo a parlare della nostra vita futura.
Guisgard
14-01-2013, 18.34.22
Cheyenne e Fhael restarono così da soli nella stanza e cominciarono a parlare della loro isola e della nuova vita che li stava aspettando.
Giunse la sera ed il portoghese volle condurre in giardino la ragazza.
L'aria era fresca e limpida e una romantica atmosfera avvolgeva i due.
Ad un tratto tornò Carlos.
Era adirato e si scagliò contro Cheyenne e Fhael.
Ma il portoghese bloccò subito il suo tentativo di aggressione, per poi buttarlo fuori dalla villa.
In quello stesso momento tornò la carrozza del colonnello.
Poco dopo l'anziano uomo raggiunse Cheyenne e Fhael nel giardino.
cavaliere25
14-01-2013, 18.51.00
Vidi becco di ferro svolazzare via tutto di corsa con in bocca qualcosa e dissi accidenti se a rubato una patata io sto nei guai ma feci finta di nulla e iniziai a pelare le patate
Talia
14-01-2013, 19.27.23
Guisgard gettò la torcia nella crepa, illuminando il piccolo antro.
Io mi protesi... ma ebbi appena il tempo di gettare dentro un'occhiata, quando una mano mi si serrò sulla bocca, impedendomi di gridare, ed un braccio mi sollevò e mi tirò con forza indietro...
Mi divincolai, ma fu inutile...
poi sentii la bocca di una pistola posarmisi sul collo...
“Ora dobbiamo tirare fuori quel forziere, Talia!” Esclamò Guisgard.
“Sembra” all'improvviso una voce alle sue spalle “che abbia fatto prima io del diavolo!”
Guisgard si voltò di scatto e vide Giuff che avevo preso Talia, puntandole alla gola la sua pistola.
“Ma il satanasso si consolerà prendendosi l'anima della tua bella!” Continuò il Gufo Nero per poi abbandonarsi ad una sonora risata.
“Maledetto!” Ringhiò Guisgard.
“Attento!” Fissandolo Giuff. “Una mossa falsa e questa biondina andrà a fare compagnia agli spettri di quest'isola!”
Fissavo Guisgard, impotente.
Giuff mi stringeva tanto forte che quasi non riuscivo a respirare, e la sua pistola mi premeva sotto la gola facendomi quasi male...
i miei occhi, tuttavia, erano fissi su Guisgard... lucidi...
c'erano tante cose che avrei voluto dirgli: Giuff aveva fama di essere uno dal grilletto facile ed io non riuscivo a pensare che a quella cosa, ormai... era accaduto tutto così in fretta... era accaduto senza alcun preavviso... ed io realizzai, allora, di avere paura.
Sì, avevo paura... ma non ne avevo per me... no, io avevo paura per Guisgard, avevo paura di ciò che sarebbe potuto accadere da un momento all'altro... e mi tormentava l'idea che, se le cose si fossero messe al peggio, c'erano tante cose che ancora volevo dire a Guisgard e che non avevo mai detto, o che non gli avevo detto abbastanza spesso...
E così, involontariamente, iniziai a tremare.
Cheyenne
14-01-2013, 19.27.55
Carlos tornò la sere e cercò di assalire Fhael, che lo scansò e lo ricacciò fuori dalla villa.
Nel frattempo sentimmo la carrozza del colonnello avvicinarsi al viale.
Dal giardino dunque ci spostammo all'ingresso per accoglierlo.
Nel vedere Fhael ebbe un lieve stupore, che riuscì però a mascherare molto bene.
Gli andai incontro e gli raccontai del ritorno di Fhael e gli annunciai la proposta che mi aveva fatto.
"Credo sia meglio lasciarvi soli a discutere ora" dissi "Intanto io mi occuperò di impartire gli ordini per la cena".
Il colonnello e Fhael si ritirarono nello studio ed io passeggiavo agitata avanti e indietro in attesa di avere notizie.
Guisgard
14-01-2013, 20.25.18
Giuff teneva stretta Talia, puntandole alla gola la sua pistola.
“Lasciala andare, Giuff...” disse Guisgard “... lei non c'entra niente... vi è un conto in sospeso tra noi... lasciala andare e lo risolveremo qui, subito...”
“Lo credi davvero?” Fissandolo il Gufo Nero. “Credi davvero che lei non c'entri nulla? Ma se tutto è cominciato per lei! Ricordi? Che idiota!” Ridendo. “Hai mandato al diavolo la nostra alleanza per una donna! Sai quante donne avremmo avuto se fossimo rimasti soci? Tante, da mandarle via a calci!”
“Giuff...” cercando di restare calmo Guisgard “... avanti, risolviamo da uomo a uomo la cosa... mandala via e cominciamo il duello...”
“Ormai non mi interessa più la nostra vecchia questione!” Esclamò Giuff. “Ora voglio il tesoro!”
“Va bene...” annuendo Guisgard “... prenditelo e va al diavolo.”
“Lo farai tu per me!” Ridendo Giuff. “Avanti, tira fuori quel forziere! E non tentare qualche brutto scherzo, o la tua amica sarà cibo per gli avvoltoi!”
Guisgard allora scese nell'antro e cominciò a tirare fuori il forziere.
“Avanti, sbrigati!”
“Dammi tempo, dannazione...” fece Guisgard “... è pesante... molto pesante...”
Alla fine riuscì a tirarlo fuori da lì.
“Ora rompi il lucchetto!” Ordinò Giuff.
Guisgard allora cominciò a colpire il lucchetto con la pala.
Riuscì però solo a scalfirlo.
“Ci vuole la pistola per aprirlo.”
“E scommetto che vorresti avere tu l'onore, vero?” Mormorò Giuff. “E magari mirare al lucchetto e poi invece sparare a me, giusto?”
Guisgard lo fissava.
Ma all'improvviso Giuff sparò al lucchetto, facendolo saltare in aria.
Gettò poi a terra la pistola e con un gesto rapidissimo ne estrasse un'altra dalla sua cintura, puntando anche questa alla gola di Talia.
La ragazza non aveva avuto neanche il tempo di pensare, dato che la pistola del Gufo Nero aveva sparato a pochi centimetri da lei, facendole fischiare le orecchie.
“Ora apri quel forziere!” Ordinò Giuff a Guisgard.
Questi allora si avvicinò al forziere e lo aprì.
Guisgard
14-01-2013, 20.32.37
Cheyenne dispose ogni cosa per la cena nella villa.
Dopo un po' vide arrivare il colonnello e Fhael.
“Ragazza mia...” disse l'anziano uomo a sua nipote “... io non ho molto da dire, se non concedervi la mia Benedizione. Vi auguro ogni felicità e tutta la gioia che meritate.” E la strinse forte a sé.
Ordinò poi a i servi di preparare una grande festa.
Una festa fissata proprio per quella sera.
“Sarà una grande festa per celebrare il vostro fidanzamento!” Entusiasta il colonnello. “Tutta Minisclosa dovrà festeggiare!”
Guisgard
14-01-2013, 20.41.07
Cavaliere25 continuò a pelare le patate, fingendo che nulla fosse accaduto.
Ma poco dopo, Becco di Ferro tornò a svolazzare nella cucina, prese un'altra patata e volò via.
Il cuoco, intanto, continuava a preparare da mangiare senza accorgersi di nulla.
Cheyenne
15-01-2013, 00.14.33
Fui molto felice di ricevere l'approvazione del colonnello.
Lo presi poi da parte ed insieme convennimo nel non invitare il povero Carlos."Mi sembrerebbe soltanto una presa in giro"aggiunsi.
Mentre il colonnello si affaccendava per l'organizzazione della festa mi invitò a salire nella mia stanza per prepararmi.
Feci sistemare Fhael nella sua solita stanza dopodiché mi lasciai profondare nel mio letto a baldacchino in un attimo di assoluta tranquillità.
Ripensai ai fatti della giornata e nuovamente le emozioni mi invasero ripensando all'incontro con Fhael al lago. Anche in quel caso era stato tutto molto misterioso ed era proprio questo suo mistero una della cose che amavo in lui. Si ora finalmente ne ero cerca, io lo amavo. Me lo avevo detto il cuore, la mente, il respiro, il vento, persino la luna sembrava gridarlo.
Cullata così dai miei pensieri stava per addormentarmi.
No, no, devo prepararmi, ci sarà tempo per dormire più tardi, pensai.
Mi alzai, feci un veloce bagno caldo e poi mi piazzai dinanzi all'armadio. Feci scorrere velocemente lo sguardo tra i vestiti fino a scorgerne uno che non avevo mai notato fino ad allora. Era un magnifico abito di seta e broccato blu con inserti argentei.
Completai il tutto con una elaborata acconciatura di trecce tenuta insieme da fili blu e argento. Indossai infine i gioielli che il colonnelli mi aveva comprato a mio arrivo.
Avevo appena finito di mettere il secondo e ultimo orecchino quando udii bussare alla mia pirta.
Era Fhael.
"..Boyuke..." Dissi incredula, voltandomi verso la voce.
Mi avvicinai piano piano alla sagoma, ma, in un primo momento, non vidi nulla di strano.
O meglio, nulla di più strano rispetto al sentire delle voci e non vederne i proprietari.
Cercai con lo sguardo l'indigeno che mi aveva accompagnata, ma non lo vidi.
Immaginai che avesse deciso di tornare indietro.
"... Eppure, ero certa che fosse lui..." Mormorai.
Per un momento avevo creduto che John ci avesse ripensato e fosse venuto ad aiutarmi, ma sapevo che illudersi non portava mai nulla di buono.
Guardai la stiva, guardai ancora, cercando di scorgere un ombra, una traccia.
"...so già che me ne pentirò.." Sospirai, prima di entrare, con passi cauti e circospetti nella stiva.
"..c'è qualcuno?" Chiamai.
Ormai, chiunque ci fosse su quella nave si era accorto della mia presenza.
Guisgard
15-01-2013, 01.45.18
Clio oltrepassò la soglia, in cerca di qualcuno su quella nave.
Le assi sotto i suoi passi scricchiolavano e l'Antigua Maria sussultava al moto delle onde.
Un vento deciso si era alzato e le vele cominciarono a gonfiarsi.
Ma proprio in quel momento qualcosa apparve dalla penombra che circondava Clio.
Una mano forte bloccò il polso della ragazza, per poi agguantare il suo collo.
Clio fu strattonata fuori, sul ponte, con un uomo che la teneva ferma nella sua morsa.
“Guarda” disse Boyuke, quasi come se parlasse al vento “cosa ho qui!” Teneva stretta Clio a sé. “La riconosci? E' la tua amica! Quella che ti sta tanto a cuore! Ora è in mano mia! Ed anche tu lo sei, dannato! Esci fuori e getta le armi! Fallo o giuro che la sgozzo qui, davanti a te!”
Seguirono alcuni attimi di silenzio, fino a quando, poi, qualcuno si mostrò sul castello di poppa.
“Eccomi, sono qui...” fece Gurenaiz “... lasciala stare... mi arrendo...”
“Bene!” Esclamò Boyuke. “Ora getta le armi e avanza lentamente! E attento, al minimo passo falso la sgozzo!”
Guisgard
15-01-2013, 01.56.16
Cheyenne aprì la porta e trovò Fhael sulla soglia.
Il portoghese indossava un elegante abito blu, con giacca lunga coloniale a motivi di Marsiglia.
“Perdonami se giungo a distoglierti dai tuoi preparativi” disse “ma prima che tutto cominci, volevo darti questo...” prese la mano della ragazza e le mise al dito un bellissimo anello d'oro, con un magnifico diamante incastonato tra un fiore di corallo “... l'ho comprato ad un'asta. Faceva parte dei gioielli di una contessa greca e ho voluto prenderlo per te. Si dice che racchiuda una leggenda... secondo un mito, infatti, questo anello è stato forgiato fondendo due anelli appartenuti alla principessa Nausica.” Sorrise. “Io non so se quella leggenda dica il vero, ma voglio che tu indossi questo anello. Perchè tu sei la mia principessa.”
Cheyenne
15-01-2013, 15.50.12
Fhael mi porse un magnifico anello che portava con sé una leggenda greca.
Ne rimasi affascinata Ringrazia Fhael ed insieme scesimo le scale alla volta della festa.
Nella villa quella sera si era radunati tutti i notabili dell isola.
Il colonnello si era dato da fare ed in poco tempo era riuscito ad organizzare una festa perfetta.
Feci appena in tempo a battere le palpebre. Sentii la mano di Boyuke afferrarmi e trascinarmi fuori.
Restai disorientata quando lo sentii parlare. Pensai che fosse impazzito.
Poi, lo vidi.
Guerenaiz..
Era vivo, era vivo davvero! Gli occhi mi si illuminarono a quella vista, ma non dissi una parola.
Mi sentivo terribilmente stupida, mi ero lasciata distrarre dall'atmosfera di quella nave e non avevo considerato i pericoli.
Dovevo fare qualcosa.
Chiusi gli occhi e inspirai, lentamente, concentrai in quel respiro calma e lucidità.
Riuscii così a sentire il corpo di Boyuke dietro di me, la posizione delle sue mani, dei suoi piedi, il soffio fetido del suo respiro.
Mi resi conto di avere una mano libera e che l'arma con cui mi stava minacciando, in realtà, era la sua mano possente.
Essere considerata debole ha i suoi vantaggi, infondo..
Mi concessi un altro respiro perché sapevo che una mossa sbagliata sarebbe stata la mia fine.
Aprii gli occhi e strizzai l'occhio a Guerenaiz.
Dovevo essere rapida.
Buttai la testa all'indietro, colpendo forte il naso di Boyuke e, con il braccio libero tirai una forte gomitata al collo,obbligandolo a mollare la presa.
Scaricai, poi, tutto il mio peso sul suo piede, facendo pressione sul tacco del mio stivale.
Mi divincolai, ero praticamente libera.
Assestai un calcio alla sua gamba d'appoggio per fargli perdere l'equilibrio, e iniziai a correre, all'impazzata verso Guerenaiz.
Quasi capitolai tra le sue braccia.
"..sei vivo.." Dissi stringendolo forte.
"... Non sei stufo di salvarmi la pelle?Dovevo essere io a salvare te, questa volta!" Dissi sorridendo.
Poi ridivenni seria e mi voltai a guardare Boyuke.
"..poi mi racconterai cos'è successo... Ora pensiamo a lui.." Indicandolo con un cenno ".. Dove sono le armi di cui parla?" Gli poggiai una mano sul braccio.. "Ci sono io adesso.. Magari non sono l'aiuto che speravi, ma ti sarò utile, credimi...Ci sono molte cose che non sai su di me.." E gli feci l'occhiolino.
cavaliere25
15-01-2013, 22.45.24
Maledizione che diavolo stai combinando pappagallo cattivo riporta qui subito quello che hai rubato muoviti urlai e feci volare indietro lo sgabello e corsi a cercare di acchappare becco di ferro
Guisgard
16-01-2013, 01.47.24
La villa del colonnello era colma di invitati.
Praticamente tutta la buona società di Minisclosa era giunta per celebrare il fidanzamento tra Cheyenne e Fhael.
E tutti restarono piacevolmente meravigliati dalla bellezza di quell'anello che il portoghese aveva donato alla sua futura sposa.
Tutto era magnifico e perfetto in questa magica serata.
Poi ad un tratto, durante il gran ballo, Fhael portò nel giardino Cheyenne.
“Perdonami se ti ho rapita...” disse “... ma ero stanco di dividerti con tutti loro...” guardò il cielo e poi in direzione del mare “... tra poco ci sarà la marea nuova e sulla nostra isola si celebrerà una serata dedicata al ciclo delle stelle. Ed io voglio chiederti in quel magico scenario di diventare mia moglie. Vogliamo andarci ora? Senza preoccuparci più di tutti quegli invitati? Dobbiamo farlo subito, perchè presto la marea calerà.”
Guisgard
16-01-2013, 02.00.31
Tutto accadde rapidamente.
Clio colse di sorpresa Boyuke, che evidentemente aveva commesso il grave errore di sottovalutarla, e in un attimo non solo si divincolò dalla sua morsa, ma riuscì anche a colpirlo in più punti.
Per poi correre verso Gurenaiz.
Il capitano olandese restò meravigliato dall'abilità della ragazza, ma la gioia di rivederla gli fece superare quel momento di stupore.
Allora abbracciò forte la ragazza e quasi senza accorgersene la baciò.
La baciò con passione e trasporto, stringendola a sé come se fosse per lui la cosa più preziosa del mondo.
Ma tutto questo durò solo un istante.
Boyuke infatti si riprese abbastanza presto dai colpi di Clio.
Riprese la pistola da terra, la puntò contro i due e sparò un colpo.
Gurenaiz riuscì a spingere via Clio, che illesa finì a terra, per poi sparare anch'egli verso Boyuke.
E il suo colpo, rapido e preciso, finì in mezzo agli occhi del bucaniere, uccidendolo sul colpo.
“Clio...” disse Gurenaiz voltandosi verso la ragazza “... come... come stai? Ti... ha colpita?”
Ma prima che la ragazza rispondesse, si accasciò a terra.
Il colpo di Boyuke, infatti, lo aveva colpito ad una spalla.
Per salvare la ragazza si era beccato lui quella pallottola.
Guisgard
16-01-2013, 02.11.39
Cavaliere25 si lanciò all'inseguimento del dispettoso Becco di Ferro.
Seguì allora il pappagallo per tutta la stiva, fino a risalire sul ponte.
Ad un tratto però il giovane bucaniere perse le tracce dell'irritante pennuto.
“Ehi, Cavaliere25...” disse Emas accorgendosi di lui in coperta “... si può sapere dove vai così di fretta? Cerchi forse il tuo pappagallo?” Rise. “L'ho appena visto volare fin sull'albero maestro!” Ed indicò il pappagallo che se ne stava appollaiato proprio lassù.
Non ebbi nemmeno il tempo di pensare.
Mi ritrovai tra le sue braccia, stretta, e, per quanto una voce dentro di me mi dicesse di allontanarmi, mi abbandonai a quel bacio, così intenso e vero.
Ma non riuscii a trattenere una lacrima che prese a scorrere debolmente sulla mia guancia.
Ma fu solo un attimo. Boyuke sparò, Guerenaiz mi spinse via. E poi udii solo il tonfo sordo del bucaniere che cadeva.
"..No, no sto bene.." Risposi un po' intontita alla domanda di Guerenaiz.
Mi voltai verso di lui, era accasciato, la pallottola lo aveva colpito alla spalla.
"..Oh, maledizione.." Dissi chinandomi su di lui.
"...lasciami vedere.." Continuai, perentoria, allontanando la camicia dalla ferita.
"..non è grave, ma debbiamo fare in modo che non si infetti, e che si fermi il sangue..".
Gli accarezzai la testa e il viso con la mano: ".. Non ti abbandonerò.. Sono una testa dura, non mi dato per vinta finché non sarai sano e salvo.." Dissi sorridendo.
"..dimmi, siamo al sicuro qui? Dov'è Giuff? Ho sentito la sua voce prima..".
Lo guardai negli occhi ".. Ci sono degli indigeni su quest'isola, pacifici.. Sono certa che ti cureranno.. Dobbiamo andarcene di qui!"
Guisgard
16-01-2013, 03.03.10
Gurenaiz annuì a quelle parole di Clio.
“Ora che quel cane è morto” disse indicando con un cenno il cadavere di Boyuke “siamo rimasti solo io e te su questa nave... Giuff non è più qui... forse starà marcendo in fondo al mare o su qualche isola sperduta...” si strinse la ferita con una mano “... però dobbiamo lasciare questa nave... è maledetta... aiutami, Clio... dobbiamo darle fuoco... e poi con una lancia raggiungeremo quell'isola...” facendo segno verso l'Isola del Fungo “... aiutami... nella stiva ci sono dei barili di pece... con quella faremo bruciare questa dannata nave... prenderemo solo il sestante e le carte nautiche, così da poter ritornare a Las Baias...”
Talia
16-01-2013, 12.14.15
Osservai tutta la scena, impotente...
Guisgard, dietro le minacce di Giuff, varcò quel passaggio... lo vidi sparire nel buio di quell’antro e tremai: all’improvviso non me ne importava più niente del tesoro, non mi importava niente della maledizione, né delle leggende che ci avevano portati fin lì... all’improvviso non mi importava più delle storie del nonno e di ciò che promettevano, non mi importava di quel mio misterioso tatuaggio e del perché lo avessi, non mi importava niente di tutto questo... all’improvviso tutto ciò di cui mi importava e l’unica cosa che desideravo era vedere Guisgard uscire sano e salvo da quell’antro.
Ero agitata, preoccupata...
“Sei un essere spregevole!” sibilai a Giuff, che mi stringeva “E la pagherai per questo... ti garantisco che la pagherai!”
Poi finalmente Guisgard uscì, portando fuori quel pesante baule...
“Ora rompi il lucchetto!” Ordinò Giuff.
Guisgard allora cominciò a colpire il lucchetto con la pala.
Riuscì però solo a scalfirlo.
“Ci vuole la pistola per aprirlo.”
“E scommetto che vorresti avere tu l'onore, vero?” Mormorò Giuff. “E magari mirare al lucchetto e poi invece sparare a me, giusto?”
Guisgard lo fissava.
Ma all'improvviso Giuff sparò al lucchetto, facendolo saltare in aria.
Gettò poi a terra la pistola e con un gesto rapidissimo ne estrasse un'altra dalla sua cintura, puntando anche questa alla gola di Talia.
La ragazza non aveva avuto neanche il tempo di pensare, dato che la pistola del Gufo Nero aveva sparato a pochi centimetri da lei, facendole fischiare le orecchie.
“Ora apri quel forziere!” Ordinò Giuff a Guisgard.
Questi allora si avvicinò al forziere e lo aprì.
Gridai al rumore di quello sparo.
Ma non feci in tempo a fuggire perché Giuff, rapidissimo, mi riacciuffò e mi puntò contro un’altra pistola.
“Lentamente!” urlai a Guisgard, nel momento in cui, all’ordine di Giuff, si avvicinò al baule per aprirlo “Aprilo lentamente... sta’ attento!”
cavaliere25
16-01-2013, 12.54.32
Ha ecco dove sei ladro di un pappagallo dissi sai cosa a fatto dissi ribolgendomi al mio amico ero in cucina a pelare le patate e lui me le ruba dalla scodella il cuoco mi a raccomandato di non perderne neanche una di quelle patate se viene a scoprire che ne mancano due che figura ci faccio io e sbuffai e dissi tanto prima o poi ti prendo stupido pappagallo ruba patate e tornai nelle cucine
Cheyenne
16-01-2013, 17.05.35
Fhael mi colse di sorpresa portandomi fuori dalla sala e chiedendomi di andarmene dalla festa.
Voleva farmi una proposta speciale ma a me non importava della cornice in cui essa veniva fatta, di fronzoli o robe simili.
Ciò nonostante capii che per Fhael era importante perciò acconsentii.
Prima però chiamai una servitrice alla quale riferii un messaggio per il colonnello, non volevo che si preoccupasse nel non vederci.
Uscimmo a cavallo e ci dirigemmo verso la barca che ci avrebbe portato all'isola.
Al nostro arrivo l'equipaggio, composto tutto da indigeni, ci salutò calorosamente e in poco tempo sbarcammo su una magnifica spiaggia.
Mi si strinse il cuore nell'udire quelle parole.
Tornare a Las Baias.. Oh, Guerenaiz...
Come potevo dirgli che il mio posto ora era lì, su quell'isola sperduta, lontana dalla civiltà. Ma non potevo nemmeno illudere quegli occhi che mi guardavano illuminati da una luce che non conoscevo.
Così, annuii soltanto, cercando di pensare ad una cosa alla volta.
Lo aiutai a bendare la ferita con un lampo della camicia per cercare di fermare il sangue, poi gli offrii il mio appoggio per rialzarsi.
"..forza, aggrappati a me.." Dissi dolcemente "..da bravo.." Cercando di nascondere in un sorriso la tristezza che mi attanagliava.
Lo avevo appena ritrovato, e sapevo che avrei dovuto lasciarlo andare via.
Mi strinsi impercettibilmente a lui mentre si rialzava come per trattenerlo.
"..povero caro..." Dissi quando ci rialzammo e mi ritrovai gli occhi nei suoi ".. Quante disavventure a causa mia.." Scossi la testa, tentando di respingere le lacrime ".. Voglio sapere ogni cosa.. Appena saremo in salvo, sull'isola mi racconterai tutto.. E lo stesso farò io.. Ci sono molte cose che devi sapere su Las Baias..".
Non sapevo spiegare il mio stato d'animo. Volevo solo che vivesse, mi dicevo, ma sapevo bene che quando si sarebbe allontanato da me, avrebbe portato con sé una parte di me stessa, quella parte che dicevo abbandonare, che dovevo dimenticare.
E quella consapevolezza mi gettava in uno sconforto così grande, che dovetti ricorrere a tutta la mia forza d'animo per celarlo dietro il mio sorriso.
Potresti andare con lui...
No, non volevo nemmeno ascoltare la flebile voce che tentava di farsi strada dentro di me.
Ci muovemmo verso la stiva, lentamente. Lì, come aveva prefetto Guerenaiz trovammo i barili di pece.
"..forza.." Dissi sforzandomi di sorridere "... Liberiamoci di questa nave una volta per tutte.. Non credo che ne sentiremo la mancanza..".
Guisgard
16-01-2013, 19.37.02
Così, Clio e Gurenaiz versarono ovunque la pece di quei barili, per poi dare fuoco alla stiva dell'Antigua Maria.
Presero il sestante, le carte nautiche e infine calarono in acqua una delle lance.
Poco dopo raggiunsero la spiaggia dell'Isola del Fungo, mentre il galeone di Giuff andava alla deriva avvolto dalle fiamme.
“Brucia...” disse Gurenaiz guardando la nave “... brucia insieme a tutti i tuoi demoni ed a tutti i tuoi delitti...”
Scese poi dalla lancia, tenendosi a Clio.
Ma la stanchezza e il dolore causatogli dalla ferita lo fecero cadere, portandosi Clio con sé.
La sabbia era ancora calda sebbene la sera fosse ormai giunta.
Le prime stelle, nonostante la foschia, già illuminavano l'orizzonte.
“E' stata una brutta storia...” cominciò a raccontare Gurenaiz “... siamo giunti in queste acque e poi abbiamo navigato verso Settentrione... Giuff voleva trovare l'isola del tesoro... girammo per giorni senza vedere nulla... fino a quando fummo sorpresi da una tempesta... qualcuno allora giurò di aver visto un'isola all'orizzonte, ma era impossibile... le carte non indicavano nulla... e forse questo rese Giuff pazzo... quel maledetto fece calare una lancia e si diresse verso quel miraggio, minacciando di uccidere tutti quelli decisi a seguirlo... dopo un solo giorno il caos già era sorto a bordo... ci fu un ammutinamento e scoppiarono tafferugli... Boyuke prese il comando e cominciò ad uccidere tutti quelli contrari... fu una strage... tutti erano contro tutti... la ricerca di quel maledetto tesoro aveva reso pazzo l'intero equipaggio... anche l'Antigua Maria era fuori controllo, senza più nessuna rotta da seguire... lo scontro a bordo continuò, fino a quando restammo solo io e Boyuke... gli Alisei intanto avevano spinto la nave fin qui... poi sei arrivata tu...” si voltò a fissare Clio.
Erano vicini, ritrovandosi abbracciati senza neanche accorgersene.
“Durante questo viaggio” sorridendo alla ragazza “ho visto molte terre e molte isole... erano tutte bellissime, magiche... e ognuna di esse offriva ad un uomo la possibilità di viverci... ma in tutte quelle isole mancavi tu... ed io ho promesso di donarti un'isola su cui essere una principessa, ricordi?”
Guisgard
16-01-2013, 19.47.00
Giunti sull'isola, Cheyenne e Fhael furono accolti da indigeni entusiasti, che li condussero poi in un villaggio festante.
I due futuri sposi, trattati come veri re e regina, furono coperti da diademi e collane di fiori.
Furono poi offerti loro latte di cocco e frutti esotici.
“Cheyenne...” disse il portoghese prendendo le mani della ragazza “... nella lingua di questi indigeni ullapamalà significa una cosa sola, un'unica essenza... ullapamalà non possono esserlo i genitori con i propri figli, o i fratelli con le loro sorelle... perchè l'amore di un genitore per il proprio figlio, o quello di un fratello o di una sorella per il proprio fratello o la propria sorella non è paragonabile all'amore vero, quello che unisce per sempre un marito a sua moglie... solo l'amore vero, infatti, può rendere due esseri un'unica cosa... ed io voglio che tu sia una cosa sola con me... che tu sia il mio oggi e il mio domani, i miei giorni e le mie notti, la mia sorte e tutti i miei sogni... Cheyenne, vuoi essere tutto questo per me?”
Guisgard
16-01-2013, 20.43.06
Cavaliere25 ritornò in cucina e trovò ad aspettarlo il cuoco.
“Eccoti.” Disse. “”ma dove eri finito? Già stanco di pelare patate?”
Sull'Isola Perduta, si era riportato alla luce il leggendario tesoro di Capitan Lanzaras.
Guisgard annuì a quelle parole di Talia ed aprì il misterioso forziere.
Si trattava di un grosso baule di legno, corroso dall'umidità e dai tarli, cerchiato di ferro ormai arrugginito.
E aperto il forziere, tutti e tre rimasero abbagliati.
Era un bagliore formato da mille e più riflessi.
Uno sfolgorio quasi paragonabile al luccichio sfavillante delle stelle in una fredda e limpida notte d'Inverno.
Davanti a Guisgard, a Talia e a Giuff si aprì un mondo fatto di risplendenti Fiorini che brillavano di aurei finimenti e magnifici Dobloni dai riflessi fulvi.
E tra essi si vedevano pietre di ogni genere, colore e dimensione, come diamanti, zaffiri, smeraldi, rubini e perle.
E ancora emergevano tra questa magnificenza anelli di oro giallo e rosso, bracciali d'argento, coralli intarsiati, avori bianchissimi e gioielli di ogni tipo, con incastonate pietre e pepite superbamente lavorate.
E nel vedere quello spettacolo, Giuff lanciò un grido di compiacimento, per poi fissare come un posseduto quel tesoro.
“Ora...” disse senza distogliere lo sguardo da quella fortuna “... ora allontanati... allontanati dal mio tesoro!”
Guisgard allora si allontanò di qualche passo, tenendo gli occhi sempre su Talia, che ancora era in mano al Gufo Nero.
Questi si avvicinò al forziere e cominciò a ridere come un demente.
E rideva sempre più forte.
Si chinò poi sul tesoro, tirandosi quasi Talia dietro.
Affondò allora la mano libera nel contenuto del forziere, cominciando a stringere manciate di quei Fiorini, quei Dobloni, quelle pietre e quei gioielli.
Si lasciava scivolare tutto quel luccichio fra le dita, che come grandine ricadeva poi nel forziere, tra tintinni di mille suoni e riflessi meravigliosi.
“Sono ricco!” Cominciò a gridare. “Sono ricco! Ricco! Ricco!” E di nuovo quella sua assurda risata. “Ho vinto la maledizione di Lanzaras e dei suoi spettri! Ho vinto il demonio! Ho vinto contro tutto e sono il padrone del mondo!” E rise ancora.
Prese l'ennesima manciata di monete, pietre e gioielli e di nuovo la lasciò poi scivolare via, mentre con le dita serrate quasi voleva sentirne l'essenza.
Ma quando la sua mano fu vuota, si accorse che il palmo era rossastro.
E si tingeva sempre di più.
Vide allora qualcosa rimasto fra le sue dita.
Era uno scorpione schiacciato.
In un attimo la sua mano fu completamente avvolta dal sangue.
Il suo stesso sangue.
“Maledetto scorpione...” buttando via lo scorpione morto.
“Era uno scorpione rosso...” fece Guisgard “... è velenoso... sei spacciato...”
“Sta zitto!” Gridò Giuff. “Ti piacerebbe, vero? Vorresti vedermi morto per prenderti il mio tesoro! Ma io invece non morirò! E' solo una sciocca puntura! Ho perso del sangue e il veleno non è penetrato!”
“Il veleno è già in circolo.” Fissandolo Guisgard. “Stai perdendo sangue a causa dell'infezione.”
“Sta zitto!” Con rabbia il Gufo Nero.
Ma i suoi occhi erano ormai rossi e la bava colava dalla sua bocca.
All'improvviso cominciò ad urlare per il dolore.
Spinse allora a terra Talia e iniziò a correre verso la spiaggia.
“Acqua!” Delirava Giuff. “Sto andando a fuoco! Acqua! Acqua!” E svanì nella boscaglia.
“Talia, come stai?” Lanciandosi Guisgard verso la ragazza.
E accortosi che stava bene, strinse Talia a sé, in un abbraccio liberatorio.
Mentre a pochi passi da loro risplendeva ancora tutta quella fortuna racchiusa nel forziere.
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cavaliere25
16-01-2013, 20.51.12
ehm no però c'è un problema pultroppo non volevo dirglielo ma voglio essere onesto pultroppo il pappagallo se fregato due patate lo rincorso ma me scappato mi dispiace davvero tanto so che mi aveva detto che non dovevano andate perse neanche una ma mi prendo io tutta la responsabilità per il fatto accaduto e restai immobile e in silenzio ad aspettare una risposta
Cheyenne
17-01-2013, 00.07.55
Fhael mi parlò di ciò che per lui significava amore mentre una miriade di stelle splendeva nel buio della notte e talvolta una di esse si staccava dal suo punto per percorrere velocemente la volta celeste lasciando dietro di se una scia di luce.
Potevo avvertire la magia dell'evento nell'aria, ne avvertito il profumo inebriante.
All'inizio del mio viaggio, nel lasciare la Scandinavia e con essa la schiavitù, speravo in un futuro migliore ma non ero certo arrivata a pensare di ricevere dalla vita così tanto: un uomo che mi aveva accettata come nipote e che mi aveva accolta nella sua casa riempiendomi di attenzioni ed affetto e soprattutto donandomi un magnifico destriero divenuto ormai un caro amico, ma ciò che non avevo minimamente sperato di poter avere era un uomo che mi amasse per quello che ero dentro, non dando peso al mio passato, alla mia pelle...
Quella sera non potevo che sorridere alla vita e ringraziare gli dei per essersi dimostrati così benevoli con me nel donarmi così tanto.
Naturalmente risposi di si alla splendida proposta di Fhael.
Proseguimmo i festeggiamenti sull'isola fino a notte inoltrata.
Al termine di essa un indigeno, poiché la marea era bassa e non si poteva usare la barca, ci condusse ad una grossa capanna, ci fece entrare e poi se ne andò chiudendo la porta.
L'interno non era certo quello di un palazzo ma ogni cosa era stata posizionata con un certo gusto e ordine da rendere il tutto molto gradevole.
Il piccolo ingresso portava ad una sorta di salotto sulla destra e ad una camera sulla sinistra. Stanchi per la giornata vi entrammo.
Cademmo sulla sabbia, mentre l'Antigua Maria, in fiamme, andava alla deriva.
Ascoltai il racconto di Guerenaiz abbracciata a lui, rifrugandomi nella spalla che non sanguinava.
Tuttavia, quando nominò l'isola mi alzai di scatto a sedere.
"..Anche tu con questa storia? Lasciami indovinare, un'isola paradisiaca dove tutti vivono in pace e se ne infischiano dei problemi del mondo.. " proruppi, all'improvviso ".. credi che io possa rinchiudermi in un isola mentre il mondo va avanti, senza sapere nulla di ciò che accade nella mia terra, sapendo che i pirati devastano queste acque e uomini malvagi governano queste terre?" la mia voce era isterica, spezzata dal pianto, sentivo le lacrime scorrermi copiose sul viso, sentivo i singhiozzi scuotermi il petto.
Nel vedere gli occhi sgranati di Guerenaiz, però, mi resi conto che non erano rivolte a lui quelle parole.
".. Non posso, non posso.." continuai. Non ero in grado di spiegare nemmeno a me stessa a che cosa mi riferissi con quelle parole.
Smisi di parlare, mi presi il viso tra le mani e piansi, incapace di trattenermi ancora.
Piangevo perchè ora che Guerenaiz era in salvo dovevo tornare da John, lo stesso John che avevo cercato in lungo e in largo che ora mi appariva lontano. Piangevo perchè la vita insieme all'uomo che amavo mi appariva come una prigione, e non come quella che avevo sempre sognato, e mi odiavo per questo. Piangevo perchè una voce dentro di me non voleva tornare indietro.
Non so come, riuscii a calmarmi.
Mi voltai verso il capitano olandese e sorrisi, debolmente, tra le lacrime.
"..Perdonami.." dissi titubante "...tu.. no.. tu non c'entri.. mi dispiace.. non volevo reagire così.. non avrei dovuto.." tornando a cercare rifugio tra le sue braccia.
Alzai lo sguardo verso di lui ".. Ma una cosa è vera, Guerenaiz, il tuo posto non è su un isola sperduta.. avevi una missione... non l'ho dimenticato.. Davvero ti lasceresti tutto questo alle spalle?"
Ma prima che potesse rispondere, la stanchezza e la debolezza del pianto aprirono in me la strada a quella voce, la più ribelle e impertinente, che fino a quel momento ero riuscita a soffocare.
Lo guardai ancora, alzandomi quasi a sedere, perchè riuscisse a vedere il mio viso nell'oscurità, il mio sguardo era gelido e impassibile, la mia voce ferma.
"dimmi, ti prego, tu che conosci queste acque.. " fissandolo negli occhi ".. se fossimo sperduti in quest'isola, e non avessimo la lancia.. non sarebbe poi così difficile tornare indietro.. o, quantomeno, mandare un messaggo... o sbaglio?" sorrisi, beffarda ".. a maggior ragione se potessimo contare sulla totale disponibilità e amicizia degli indigeni del posto...".
La verità era che quelle parole, ancora non mi davano pace. La verità, era che, fin da quando ero partita speravo di trovare John in catene, prigioniero o senza memoria. Perchè l'idea che avesse deciso, deliberatamente, di starmi lontano era un peso troppo grande da portare per una vita intera.
Talia
17-01-2013, 01.02.51
Accadde tutto troppo in fretta...
Guisgard aprì il forziere e davanti ai nostri occhi apparve tutta quella meraviglia, e Giuff perse la testa.
La sua mano tremava, così come la voce... sentivo il ferro della pistola sfiorarmi la pelle e rabbrividivo... i miei occhi erano fissi su Guisgard, ma non avevo il coraggio di muovermi, quasi non avevo il coraggio di respirare...
Giuff mi strattonò con forza verso il tesoro...
ma presto ritrasse la mano, punto da quello scorpione.
Mi spinse, allora, gettandomi a terra...
gridai...
ma lo spavento durò solo un attimo ancora, poi finalmente mi ritrovai tra le braccia di Guisgard...
"Bene..." risposi alla sua domanda "Sto bene!"
Poi i miei occhi tornarono ad incrociare i suoi ed io sorrisi, abbracciandolo forte...
"Stringimi!" mormorai.
Guisgard
17-01-2013, 01.33.19
Tutto sembrava perfetto.
I festeggiamenti durarono per tutta la sera, poi Cheyenne e Fhael furono condotti in una capanna preparata appositamente per loro.
Qui i due furono uniti in matrimonio secondo la ritualità di quegli indigeni, divenendo così marito e moglie.
Fhael illustrò poi a Cheyenne tutti i suoi progetti per il futuro.
Si sarebbero stabiliti su quell'isola e lì il portoghese avrebbe poi realizzato il suo sogno di fondare un albergo affiancato da un grande emporio, sfruttando così tutte le conoscenze che negli anni lui aveva raccolto nei suoi viaggi.
Quell'isola sarebbe stato il cuore della loro nuova vita.
Guisgard
17-01-2013, 01.47.20
Gurenaiz si alzò di scatto, nonostante il dolore alla spalla e prese le mani di Clio nelle sue.
“Clio...” disse fissandola negli occhi “... cos'hai? Sei ancora scossa per tutti questi avvenimenti? E' questo che ti rende così inquieta?” Sorrise. “Ora calmati, è tutto finito.” La strinse a sé, accarezzandole i capelli. “Io non cerco isola sperdute... non cerco luoghi incontaminati, lontano dal mondo... io cerco te... ti ho cercata in quelle isole e ti ho trovata qui... questo per me conta. Io non voglio fuggire dalla mia vita e dal mondo. No, io voglio invece condurti nella mia vita e vivere con te ciò che il mondo può offrire. Ho preso il sestante e le carte nautiche per tornare con te a Las Baias. E' lì che voglio vivere con te. Vivere lì o in qualunque altro luogo tu desideri. A me interessa solo stare con te. E' per cercarti che ho sfidato il mare e quei pirati.” Tornò a fissarla. “Forse non l'hai capito... ma io voglio che tu resti con me...” sorrise nuovamente “... e non mi interessa se sei una principessa, un soldato o un maschiaccio!” E mise il suo cappello sul capo di lei.
Guisgard
17-01-2013, 02.22.28
Guisgard non disse nulla e strinse a sé Talia.
La strinse forte, per lunghi istanti, mentre intorno a loro si udiva solo il fruscio delle palme al vento che soffiava dal mare.
La testa della ragazza era sul petto del pirata, mentre i suoi lunghi capelli, inumiditi e profumati di salsedine, mossi dal vento, accarezzavano il viso di lui.
“Va tutto bene...” disse lui in un sussurro “... va tutto bene... non potrà più farti del male quel dannato... nessun altro potrà... ci sarò io... sempre...” restarono così ancora a lungo.
Poi, piano piano, le prime luci del giorno cominciarono a screziare il cielo e poi il mare.
Quell'isola allora, impenetrabile ed enigmatica, cominciò ad accendesi con tutti i suoi coloroi, i suoi suoni ed i suoi profumi.
Come se il Sole avesse destato tutto un mondo nascosto.
“Ora cosa ne facciamo di tutta quella ricchezza?” Voltandosi Guisgard verso il forziere. “Dici che basterà a farmi avere ciò che voglio?” Abbozzò un sorriso e baciò i capelli di lei. “Credi che con quel tesoro potrei acquistare ciò che mi occorre per essere felice?” Fissò la ragazza sempre con quel suo sorriso appena accennato. “Devi essere tu a dirmelo, sai? Non posso chiederlo a nessun altro... visto che voglio barattare quel tesoro con il tuo cuore!” I suoi occhi si illuminarono. “Guarda quel coltello intarsiato con pietre preziose...” indicando uno degli oggetti nel forziere... ad occhio e croce può valere un patrimonio... credi che riuscirei a barattarlo con un tuo si?” La guardò e la baciò.
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Guisgard
17-01-2013, 03.16.32
Il cuoco, a quelle parole di Cavaliere25, si abbandonò ad una sonora risata.
"Sei un bravo ragazzo." Disse. "Onesto e leale. Prendi tutte le patate che vuoi e portale al tuo pappagallo!" E gli fece l'occhiolino.
Sorrisi a quel gesto inaspettato.
"Oh, Guerenaiz.." sussurrai, con le lacrime agli occhi "... lo pensi davvero? Davvero ti vado bene così come sono? Non è semplice vivere accanto a una donna come me... beh, intendiamoci, sono pur sempre una donna, per quanto strana.." sorrisi "..non cercherai di cambiarmi? Di farmi diventare quello che non sono?"
mi strinsi a lui "..voglio venire con te.." sussurrai piano, tra le lacrime che avevano ricominciato a scendere copiose sulle mie guance "..portami con te..".
Sapevo, infondo, che Guerenaiz aveva ragione.
Lui aveva lottato per me, aveva affrontato il mare e i pirati per trovarmi. Non aveva esitato un solo istante. E sapeva, non poteva averlo dimenticato, che il mio cuore apparteneva ad un altro.
Era impossibile, per me, non fare il confronto. John era rimasto inerme, lontano, persino ora che ero andata ad affrontare i pirati, non mi aveva ostacolata, certo, ma non mi aveva nemmeno aiutata.
Eppure, la sola idea di separarmi da Guerenaiz non da John, mi appariva come separarmi da una parte di me stessa.
Com'è possibile? Lo conosci appena... Non avevi detto che era stato solo un soffio?
Eppure qualcosa mi diceva che le sue non erano parole vuote, che davvero mi avrebbe accettata per quella che ero, senza cercare di cambiarmi. Come, invece, avrebbe fatto John.
".. No, non sono scossa per tutto questo.." contunuai, un po' più calma ".. tocca a me raccontare, ora.. e non sarà facile.." le lacrime erano inarrestabili e silenziose, per quanto cercassi di trattenerle.
".. Ma tu sei debole, non stare in piedi.." gli dissi mentre lo aiutavo a sdraiarsi sulla sabbia, per poi sistemarmi accanto a lui.
".. vedi.." iniziai ".. sono giunta su quest'isola perchè stavo cercando te.. o meglio, stavo inseguendo Giuff.. sapevo dov'era diretto, avevo disegnato io la sua mappa.. mi dispiace, avrei dovuto avvertirti dell'Isola Perduta, ma non pensavo che saresti rimasto sulla nave.. dunque, quando sono arrivata a Las Baias ho fatto la conoscenza del tuo sostituto.. o meglio, del luogotenente dell'ammiraglio Guideaux, uno spregevole spagnolo di nome Juan Musan, che mi auguro sia finito in fondo al mare, anche se ne dubito fortemente.. mi sono spacciata ancora per la tua promessa sposa.." lo guardai sorridendo come una bambina che confessa una marachella ".. e, in qualche modo, gli ho convinti a portarmi con loro.. sono arrivati degli inglesi, ci hanno dato la loro splendida nave a patto che la usassimo per dare la caccia allo Sparviero Nero, e dato che si era alleato con Giuff, le rotte coincidevano.. li ho guidati fin qui.. abbiamo trovato i pirati, ma sono stati più furbi di noi e hanno affondato la nostra nave.. io sono arrivata qui a nuoto.. non era lontano.. la cosa strana, però... è stata che poco dopo, mentre molti dell'equipaggio cercavano rifugio su quest'isola, sono arrivate cinque fregate spagnole, e hanno circondato i pirati.. non so cosa sia stato di loro.. ma gli spagnoli hanno ucciso o fatto prigionieri tutti i supestiti della nave inglese.. così mi sono nascosta su quest'isola..".
Sospirai, pensare a tutto quello che avevo passato, alle cose pratiche, alle azioni compiute, mi aveva tranquillizzata un po', mi aveva distolto dalla lotta interiore che si combatteva nel mio cuore.
".. Bene, ma il bello arriva adesso.." mi feci coraggio ".. su quest'isola ci sono degli indigeni pacifici, a cui ti ho già accennato, mi hanno condotto nel loro villaggio.. e qui.." mi fermai per un istante "..ho ritrovato il mio promesso sposo.. lo stesso che ho cercato in lungo e in largo per questi mari.. lo stesso per cui mi sono imbarcata dall'Inghilterra sulla Moeder Recht."
Feci un respiro profondo ".. era qui.. è sempre stato qui.. e quel che è peggio.. ha deciso lui di stare qui.." d'un tratto, la rabbia che avevo cercato di soffocare esplose, di nuovo ".. oh, certo, gli manco.. dice che non gli mancavo che io.. mi ha fatto dei ritratti.. ma non è che ha preso una canoa ed è venuto da me.. non è che ha cercato in tutti i modi di mandarmi sue notizie.. no! Lui vuole vivere qui, in pace.. tutta la vita! e, quel che è peggio, vuole che io resti con lui per vivere secondo i suoi nuovi valori.. ma i valori non si possono cambiare, maledizione! Sono sacri e immutabili! ..dice che odia la guerra.. bhe, non è certo una novità.. ma venirmi a dire che non c'è differenza tra militari e pirati.. no! questo non posso proprio accettarlo! A me, poi! proprio lui! Mi ha visto ragazzina, al campo.. quando veniva a consegnare le mappe che mio padre ordinava, ero sempre sporca di fango, con qualche ferita fresca... lui mi sorrideva, mi parlava..sa benissimo chi sono! Ah, e adesso.. cosa dovrei fare, rinnegare quello che sono?"
Piansi, ancora, in silenzio "... no, Guerenaiz.. non sei tu che cerchi un isola sperduta.. perdonami questo sfogo, ti prego... ma non sai quant'è difficile per me.. vedere le mie certezze scivolarmi via da sotto i piedi..".
Alzai lo sguardo, abbozzando un sorriso "... no, non sono una principessa.. ma tu.." sfiorandogli il viso con una carezza "..tu sembri proprio uno di quegli eroi di cui leggevo da ragazzina.." risi "...solo che io sognavo di combattere insieme a loro.." strizzando l'occhio.
cavaliere25
17-01-2013, 11.55.56
Grazie di cuore signore lei è una persona buona e presi cinque patate e andai a cercare becco di ferro pensai sarà contento di vedere cosi tante patate e sorrisi mentre camminavo e guardavo in alto per vedere se lo trovavo appollaiato da qualche parte
Cheyenne
17-01-2013, 19.34.24
Sposati..era una parola che mi faceva ancora un certo effetto.
Nella capanna Fhael iniziò a parlarmi delle sue idee per il futuro: un albergo..un emporio...
Non che tutto ciò mi dispiacesse ma sentivo che mi mancava qualcosa mentre mi illustrava i suoi piani. Non riuscivo ancora ben a identificare che cosa stessi cercando ma sapevo che finché non lo avessi capito non sarei stata davvero soddisfatta.
Decisi di non parlarne a Fhael per il momento, era così entusiasta del suo progetto...
Guisgard
17-01-2013, 20.10.04
Fhael illustrò così ogni suo progetto a Cheyenne.
Il portoghese era entusiasta e dalle sue parole prendevano forma le immagini del loro futuro.
Ma qualcosa colpì Fhael.
Erano gli occhi di Cheyenne.
“Dimmi...” disse lui “... dimmi cosa ne pensi di tutto questo... dimmi tutto ciò che senti, Cheyenne...”
Guisgard
17-01-2013, 20.26.36
Gurenaiz ascoltò con attenzione ogni parola di Clio.
Ascoltò tutto senza interromperla mai.
“Ascoltami...” disse “... ascoltami, Clio... io credo di essermi innamorato di te sin dal primo momento in cui ti ho vista su quella nave... si, è così...” prese le sue mani “... e non ho intenzione di dividerti con nessuno... sapevo che cercavi quell'uomo e l'ho sempre visto come un fantasma, ma ora che è diventato reale quell'uomo, per me non cambia nulla... Clio, a me piaci come sei e così ti voglio al mio fianco...” la fissò ed una luce attraversò i suoi occhi “... ma tu? Tu davvero sei convinta di volermi seguire? Senza rimpianti o altri fantasmi? Se è così, allora io ne sarò felice... ma dimmi la verità...”
Cheyenne
17-01-2013, 20.40.00
Fhael si interruppe nel vedermi distratta.
"No non é niente...é solo che sono stanca, tutto qui...Ti dispiace continuare a parlarne domani mattina.? "
Fhael mi aveva colto di sorpresa ed io non ero ancora certa di che cosa mi frullava nella testa.
Guisgard
17-01-2013, 20.51.11
Fhael restò a fissare Cheyenne con un'espressione enigmatica.
“Certo, vai a riposarti...” disse sorridendo “... è stata una lunga giornata... ti auguro una notte serena...” le diede un bacio ed uscì.
Il portoghese restò allora sulla spiaggia, a fissare il mare.
Il cielo si era coperto e poco dopo una fitta pioggia cominciò a cadere.
Guisgard
17-01-2013, 21.33.00
Cavaliere25 risalì sul ponte per cercare Becco di Ferro.
Ad un tratto gli si avvicinò Joao.
“Ehilà...” disse “... cerchi il tuo pennuto? E' ancora lassù!” E indicò l'albero maestro. “Ma mi sa che devi andarlo a prendere tu!”
cavaliere25
17-01-2013, 21.36.02
ho un rimedio veloce per farlo scendere da lassù presi e tirai fuori una patata e dissi becco di ferro guarda cosa ho per te e gli mostrai una patata vieni a prenderla dissi e aspettai tenendo sempre in mano la patata
Cheyenne
17-01-2013, 21.51.40
Mi addormentai profondamente e non mi accorsi dell'arrivo di Fhael.
Quella notte molte immagini si affollarono nella mia mente, spesso vaghe e confuse..Solo una si stagliò chiara nella mia mente...piccole onde si avvicendavano sulla sabbia illuminata da un caldo sole, numerosi zoccoli affondavano morbidi nella spiaggia bagnata sollevando gocce di acqua salata...a guidare il gruppo di cavallo era il mio Gulltoppr, che correva fiero davanti agli altri....
Il mattino seguente, al mio risveglio, mi resi conto di sapere che cosa desideravo...Da sempre avevo avuto una passione per gli animali, in particolar modo per i cavalli....E l'isola sembrava un luogo perfetto, con tanti prati lussureggianti, per allevare stalloni e giumente di qualità.
Trovai Fhael ad attendermi nel salotto con la colazione pronta.
Iniziò subito a illustrarmi le sue idee ma io lo fermai per parlargli di ciò che avevo in mente.
".. No.." risposi con voce ferma ".. non dovrai dividermi con nessuno, su questo puoi starne certo.. un uomo e un uomo soltanto è sempre stata la mia regola di vita.." sorrisi, di quello, almeno, ero ancora certa ".. ecco perchè John non mi ha sposata, per quanto insistessi.. per lasciarmi libera..".
Scoppiai a ridere, ma senza allegria ".. mai avrei creduto che una situazione come questa potesse capitare a me.. mai, in tutta la mia vita..".
Mi misi a sedere e portai entrambe le mani davanti al viso, come se coprendolo tutta quella situazione si allontanasse un poco da me.
Restammo in silenzio, per lunghissimi minuti, ad osservare il mare.
Il lento ritmo delle onde che lambivano la morbida sabbia, poco lontano da noi, era l'unico rumore a rompere il silenzio della notte.
".. io lo amo.." sussurrai d'un tratto, con lo sguardo perso nel vuoto "...l'ho sempre amato.. quando l'ho visto ho pensato che mi ero sbagliata, che non mi stavo innamorando di te.." abbassai lo sguardo e iniziai a giocherellare con la sabbia "... però non sono riuscita a starmene lì come lui mi chiedeva, tranquilla, sapendo che tu eri in pericolo.. dicevo a me stessa che volevo solo salvarti, come tu hai fatto con me.. ma quando ti ho visto..." la voce mi si spezzò in gola "... non sopporterei l'idea di perderti ancora..".
La mia mano, nella sua nervosa esplorazione della sabbia sotto di essa, urtò qualcosa. Era un rametto, finito lì da chissà dove.
Lo strinsi forte e lo scagliai con rabbia verso il mare, cadde poco più un là, provocando un piccolo tonfo e uno spostamento d'acqua.
"Maledizione, che persona orribile sono!" quasi urlai, tra i denti, lanciando il malcapitato bastoncino.
Mi presi il viso tra le mani, per poi passare le dita nei capelli. Tentai, infine, sospirando, di asciugarmi le lacrime.
".. Basta, non mi sopporto più! Detesto essere così...".
Mi voltai verso Guerenaiz "... perdonami.. non avrei mai creduto.." ma dallo sguardo nei suoi occhi, mi accorsi che capiva.
"...Domani.." dissi poi ".. domattina, all'alba, andrò a cercarlo e gli parlerò..".
Lo guardai negli occhi "...ma hai la mia parola che se partirò con te, sarà una scelta mia e non te lo farò mai pesare.. e lascerò il mio passato e i miei rimorsi su quest'isola... ma.." le lacrime, imperterrite, mi riaffiorarono ".. ma se non dovessi riuscire a farlo.. allora promettimi che non mi odierai.. non potrei sopportarlo..".
Fu allora che mi accorsi quanto tenevo a lui, più di quanto riuscivo a dire, più di quanto avrei dovuto, più di quanto credevo di essere capace.
Mi avvicinai a lui e, per la prima volta, fui io a baciarlo per prima.
Talia
18-01-2013, 00.39.36
Quel bacio... così intenso, desiderato...
Poi tornai a guardarlo e sorrisi appena...
"Vuoi acquistarmi, capitano?" mormorai, sfiorandogli delicatamente la tempia con due dita "Oh, ma non puoi... non puoi acquistare il mio cuore... poiché esso già appartiene ad un giovane guardiamarina inglese, al quale lo donai molto tempo fa..."
Lo osservai per qualche momento ancora, con il sorriso che si allargava appena...
"Quel guardiamarina ha avuto in dono il mio cuore prima ancora che me lo chiedesse... ed è sempre suo..."
Le mie labbra sfiorarono quelle di Guisgard, allora...
"Non è mai stato che tuo!" sussurrai.
L'isola di era svegliata, ormai... i suoni ed i rumori che ci circondavano erano il fruscio del vento tra le fronde e la risacca delle onde in lontananza...
ed io ascoltavo quella pace, felice e di nuovo serena.
Guisgard
18-01-2013, 01.30.47
Fhael restò piacevolmente sorpreso da quel gesto di Cheyenne.
“Bene...” disse sorridendo “... ti ascolto... dimmi quali sono i tuoi progetti e desideri per la nostra isola. Sono proprio curioso di conoscerli.” Aggiunse entusiasta.
Guisgard
18-01-2013, 01.53.57
Gurenaiz e Clio allora si baciarono.
Era stata la ragazza a baciarlo per prima, ma l'ufficiale olandese subito rispose con passione a quel bacio.
Poi ad un tratto giunse qualcuno.
Erano degli indigeni e fra loro vi era anche quello che aveva accompagnato Clio sull'Antigua Maria.
“Venire al villaggio.” Disse l'indigeno. “Qui presto arrivare pioggia.”
Infatti sembrava prossimo un temporale.
“Si...” annuì Gurenaiz, che poi fece cenno ad uno di quelli di aiutarlo ad alzarsi “... io ho bisogno di una benda...” indicando poi la ferita.
L'indigeno annuì.
“Clio...” voltandosi Gurenaiz verso la ragazza “... andremo al loro villaggio... io mi farò curare e tu... tu andrai da lui... nel pomeriggio, quando la mia ferita starà meglio ed il mare si sarà calmato, con quella lancia ritornerò a Las Baias... nel frattempo tu sceglierai cosa fare... ti aspetterò sulla spiaggia per conoscere la tua decisione... qualunque essa sia...” la fissò per un lungo istante, nel quale solo il mare ed il vento sembravano esistere attorno a loro.
Poi tornarono al villaggio e i due si separarono.
Guisgard
18-01-2013, 02.39.36
Appena vista la patata mostrata da Cavaliere25, subito Becco di Ferro si catapultò in volo dall'albero maestro e si posò sulla spalla del giovane pirata.
E cominciò a mangiare la patata.
“Ehi...” disse Joao “... ci sei riuscito? Vedo che ti sta a sentire il tuo pennuto!"
Guisgard strinse a sé Talia e la baciò ancora.
Un raggio di Sole sfiorava i loro volti ed un lieve tepore si diffondeva sui loro corpi, dopo l'umidità della notte.
Uccelli sconosciuti, dal raro piumaggio, cominciarono a tubare tra la lussureggiante vegetazione che circondava quel luogo.
Il vento soffiava leggero tra le larghe palme ed il rumore del mare sembrava scandire ritmicamente lo scorrere del tempo su quell'isola dimenticata.
“Il tuo cuore” disse Guisgard a Talia “con tutti i suoi battiti è l'unico tesoro che ho sempre voluto...”
“Capitano!” Si udì all'improvviso. “Capitan Guisgard! Lady Talia! Dove siete?”
“Sembra che qualcuno ci stia cercando.” Fece Guisgard. “E ad occhio e croce, non credo siano gli spettri che custodiscono il tesoro.” Sorrise.
Allora si alzarono.
“Siamo qui!” Rispose a quelle voci Guisgard.
Poco dopo arrivarono Austus, Maras ed Emas.
E con loro vi era anche Rynos.
“Grazie al Cielo state bene.” Disse Austus.
“Ma tu che fine avevi fatto?” Rivolgendosi Guisgard a Rynos. “All'improvviso sei svanito nel nulla.”
“E' stato quel vigliacco!”
“Parli del Gufo Nero?”
“Si, quel dannato.” Annuì Rynos. “Mi ha colpito a tradimento e poi mi ha legato ad un albero.”
“L'abbiamo trovato privo di sensi.” Spiegò Austus. “Fortuna che abbiamo deciso di raggiungervi. Eravate su quest'isola da troppo tempo.”
“E il Gufo Nero?” Domandò Guisgard. “L'avete più visto?”
“E' sulla spiaggia.” Fece Rynos. “E a quest'ora starà raccontando i suoi peccati a Belzebù. Che possa marcire per sempre all'Inferno!” E sputò a terra.
“Era spacciato.” Mormorò Guisgard. “Il veleno di quello scorpione non da scampo.” Sorrise poi ai suoi. “Guardate un po' fra quelle pietre.”
E videro l'immenso tesoro di Lanzaras.
“Che io sia dannato!” Esclamò Emas. “Allora esiste!”
“Già.” Annuendo Guisgard. “Beh, direi che possiamo portarlo a bordo. Non credete? O vogliamo lasciarlo qui, così che lo spettro di Giuff possa vegliare su di esso per i prossimi secoli?” Sorrise.
E dopo un po', appena si furono ripresi, gli uomini di Guisgard portarono il forziere sulla spiaggia, per issarlo poi su una delle lance e ritornare tutti sulla Santa Rita.
E sulla spiaggia, lambito dalle onde che giungevano a morire sulla sabbia, videro il corpo senza vita di Giuff.
“E così...” fissando il cadavere Guisgard “... finisce un'alleanza nata già morta...”
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cavaliere25
18-01-2013, 12.41.33
eh si piano piano gli faccio imparare le buone maniere e anche a parlare devo provare ma sarà una cosas un po difficile vero becco di ferro dissi guardandolo e accarezzandogli la testolina
Mi persi nei suoi occhi, per attimi che sembrarono lunghi ore.
Poi, lentamente, ci avviammo verso il villaggio, Guerenaiz fu portato via da alcuni indigeni, mentre io raggiunsi la capanna di John.
L'alba era ancora lontana, e mi chiesi se fosse sveglio. Ma, tuttavia, non potevo permettermi di aspettare fino al levar del sole.
Così entrai e lo trovai addormentato su un giaciglio, nell'angolo più esterno della capanna.
Mi sedetti accanto a lui, e restai immobile per qualche istante a guardarlo dormire, ad ascoltare il suo respiro, calmo e regolare, riempire l'aria silenziosa intorno a noi.
Passai lunghi minuti ad accarezzargli i capelli e il viso, senza pensare a nulla, mentre lui dormiva, ignaro della mia presenza.
Com'è possibile che tutto questo sia capitato a me? Com'è possibile che sia capitato a noi?
Sorrisi dolcemente, accanto a lui mi sentivo a casa, il cuore era in pace e la mente rilassata. Era sempre stato il mio rifugio, il mio luogo sicuro.
Mi aveva sempre consolata, pur non capendo mai fino in fondo il mio pensiero.
Così, lo spostai delicatamente, e mi sdraiai accanto a lui.
Sei una persona orribile, Clio... Non puoi fare così.. devi fare una scelta...
Quei pensieri mi tormentavano, ma sapevo che sarebbe stata la decisione più complicata e dolorosa di tutta la mia vita.
Restai ancora un po' in silenzio, ad accarezzare dolcemente il viso di John, a posargli teneri baci sulle guance, sugli zigomi, sulla fronte.
Non ero ancora pronta per svegliarlo.
Chiusi gli occhi un istante, respirando piano.
La luna iulluminava la piccola spiaggia di una luce strana ed eterea, impreziosita dal riflesso delle onde del mare.
Mi girai verso di lui, d'improvviso.
Lo guardai negli occhi mentre mi avvicinavo verso il suo viso. Vidi i suoi occhi illuminarsi di una luce nuova e intensa.
Sorrisi, e chiusi gli occhi mentre posavo le mie labbra sulle sue.
Cercai il suo collo con la mia mano e lo strinsi a me, lo strinsi forte. Mentre la passione accendeva le nostre labbra, legandoci in baci intensi e infuocati.
Lui mi passò una mano tra i capelli, tenendomi impercettibilmente stretta a lui. Poi la sua mano scese, sul collo e poi sulla spalla, tenendomi in un abbraccio appassionato. Mi stringeva a sé come avesse paura che potessi scappare da un momento all'altro.
Tentò di abbracciarmi con entrambe le braccia, ma il dolore della ferita alla spalla lo fece desistere.
E, in un istante, ci fermammo, restando in silenzio, con gli occhi spalancati e increduli fissi gli uni negli altri.
Li riaprii di scatto.
"..Maledizione.." sibilai tra i denti.
Sentii John gemere nel sonno, iniziava a svegliarsi.
"... Ehi, John, svegliati.." dissi dolcemente ".. John.. sono io, Clio.. sono tornata.. sono qui..".
Quando lo vidi aprire gli occhi, gli sorrisi di nuovo "..Ciao.. sei sveglio finalmente..".
Lo abbracciai.
Smettila, per amor del cielo, Clio.. non si possono amare due uomini contemporaneamente.. svegliati.. svegliati..
Restai ad osservarlo mentre si svegliava,sapevo che avrei dovuto aspettare, ma non riuscivo a stare accanto a lui, come se nulla fosse.
"..so che è presto.." cominciai, passando lentamente la mia mano sul suo braccio, e sulla sua spalla ".. ma devo parlarti.. non posso aspettare domani..".
Mi sforzai di alzare lo sguardo, e guardarlo negli occhi ".. voglio la verità, John.. voglio sentirmi dire perchè, una volta guarito dalle ferite del naufragio non sei venuto da me.. perchè non hai tentato in tutti i modi di scappare da quest'isola.. o di mandarmi almeno tue notizie.." la mia voce era un crescendo disperato, e le lacrime ricominciarono a scendermi dalle guance, ribelli e indesiderate ".. sapevi che non mi sarei mai data per vinta.. sapevi che avrei passato ogni giorno della mia vita a fare la spola tra la mia stanzetta e il porto.. perchè? Voglio sapere perchè hai scelto questa gente e non me.. perchè non hai affrontato il mare per me..".
Lo guardai, disperata, tra le lacrime "... voglio sapere.. ho il diritto di sapere.. gli uomini innamorati affrontano qualsiarsi pericolo per le loro amate.. perchè tu sei rimasto inerme? Perchè hai aspettato che fossi io ad affrontare il mare e l'ignoto per venire a cercarti? Rispondimi, ti prego.. non posso vivere con questo peso tutta la vita..".
Guisgard
18-01-2013, 17.18.46
John fissò Clio.
“Ascolta...” disse “... la vita di un uomo è fatta di tante cose e l'amore è una di queste... io credo che l'amore, come l'amicizia e l'affetto per i propri cari, sia una parte importante, ma non può annullare tutto il resto... tu sai che sono innamorato di te, ma amo anche i miei disegni e amo conoscere il mondo per racchiuderlo in ciò che faccio... sono i miei sogni e rappresentano una parte di me... ti prego, non chiedermi di scegliere fra te e i miei sogni... eroi che lasciano tutto e partono per amore non sono reali, Clio... accade nei romanzi, ma non nella realtà... tu mi conosci da sempre e sai cosa penso... se io dovessi rinunciare ai miei sogni, beh, un giorno forse, nemmeno troppo lontano, potrei finire con l'odiare il nostro amore... Clio, mi comprendi, vero? Dimmi di si...”
Ad un tratto si udì un rumore di passi.
Poi il silenzio.
John si alzò e corse a vedere.
Ma non c'era nessuno fuori dalla capanna.
Tornò poi dentro e si sedette accanto a Clio.
“Allora, cosa mi rispondi?” Fissandola. “Mi capisci, vero?”
Lo guardai in silenzio.
Poi, lentamente, annuii.
"..ti capisco, John.. Ti capisco fin troppo bene.." Lo guardai con due occhi freddi e distaccati.
"...eppure sei stato tu a chiedermi di rinunciare a tutto per te.." I miei occhi divennero accusatori "..perché tu non dovessi rinunciare a nulla..".
Mi tolsi, tremando, la collana simbolo del nostro amore, e gliela misi in una mano.
"...io sono partita e ho lasciato tutto per amore, John.. E, credimi, certe cose esistono davvero..".
Lo guardai negli occhi.
"..nemmeno io voglio odiarti.. E tu sai bene che non posso vivere rinchiusa qui..".
Abbassai lo sguardo, per evitare di piangere ancora.
"...non credevo che l'avrei mai detto.. Ma sono felice che tu non mi abbia sposata prima di partire.. Avevi ragione..".
Distolsi lo sguardo e feci qualche passo verso l'uscita della capanna.
Guisgard
18-01-2013, 17.56.56
“Clio...” disse John alzandosi “... l'amore è molto, ma non tutto... lo vedi? Tu stai facendo la stessa cosa. Neanche tu sei disposta a rinunciare a tutto per me... ed è giusto. Così deve essere. Io ti voglio con me, qui. Perchè qui abbiamo tutto... libertà, serenità... i sogni, gli slanci, l'amore eterno... vivono nei romanzi, nelle poesie, ma non nella realtà... non esistono Lancillotto e Tristano disposti a tutto per Ginevra ed Isotta... Penelope non avrebbe mai atteso vent'anni il ritorno di Ulisse, se non in un poema... sono belle storie, ma non sono reali... la vita è un'altra cosa... tu stessa non troverai mai un uomo disposto a rinunciare a tutto per te. Deciso ad accettarti come sei, senza chiederti di cambiare. Anche l'amore segue dei compromessi.” La fissò. “Sei dunque davvero decisa ad andartene? E per cosa? Per i tuoi sogni? Per la tua libertà? Qui, di libertà ne avrai molta. Perchè io non ti chiederei di rinunciare a nulla.”
Sorrisi senza allegria.
"... Non mi negheresti nulla, dici? No, hai ragione, mi chiedo solo di rinnegare tutto quello che sono.."
Scossi la testa ".. No, John, tranquillo.. Non mi credo affatto migliore di te... Credi che sia facile per me vedere la vita con te come una prigione? Sentirti parlare in questo modo, come se l'amore fosse qualcosa senza importanza..".
Alzai lo sguardo e lo guardai negli occhi ".. No, io non lo credo.. L'Amore è una forza potente e incontrollabile... Per questo me ne vado, perché voglio l'Amore vero..." Sorrisi nuovamente ".. Un amore senza paura e senza compromessi..".
Guardai un punto indefinito della stanza ".. Io credo fermamente che esista, sai? Ho sempre pensato che fossi tu, ecco perché sono partita, ecco cosa mi ha dato la forza di sopportare le prove che la vita mi ha messo di fronte.."
Sorrisi, sognante "..ma io voglio un uomo che sia disposto a rischiare tutto per me.. Che mi ami per quella che sono, senza chiedermi di cambiare.. Un uomo che rischierebbe volentieri la sua vita per la mia, e per cui non esiterei a fare lo stesso... Un uomo che, se fossi rapita dai pirati, non aspetterebbe un istante prima di partire per salvarmi.. Un uomo che si prenderebbe una scarica di botte pur di darmi un bacio.. Un uomo.." Abbassai gli occhi e la voce, avevo parlato così in fretta da non accorgermi di averla alzata "... Un uomo capace di prendersi una pallottola al posto mio..".
Chiusi gli occhi e rialzai lo sguardo "..ed é evidente che quell'uomo non sei tu... E io.. Io non credo affatto a quello che dici, John, io credo che un uomo del genere non si racchiuda in un romanzo, ma esista davvero... E io lo voglio accanto a me..".
Sostenni il suo sguardo, fieramente.
Cheyenne
18-01-2013, 23.53.31
Parlai allora a Fhael del mio sogno e del mio grande amore x i cavalli. Gli proposi di aggiungere dunque anche la costruzione di una scuderia, anche modesta per iniziare, e l'acquisto di qualche buon cavallo con cui iniziare un allevamento. Naturalmente lo stallone di punta sarebbe stato Gulltoppr.
"Inoltre stavo pensando...gli indigeni di quest'isola sono molto abili nel costruire oggetti e decori, potrei insegnargli come si fanno i finimenti per l'equitazione..sarebbe un modo per permettergli di guadagnarsi qualcosa..."
Guisgard
19-01-2013, 02.37.07
Fhael ascoltò con attenzione ogni parola di Cheyenne.
E nei suoi occhi, pian piano, si accese un vivo entusiasmo.
“Io credo che questa sia una magnifica idea.” Disse alla fine. “Anzi, mi chiedo come mai non ci ho pensato anche io. Qui la terra è incontaminata e gli spazi sono sterminati. Il paesaggio poi è meraviglioso. Si, quest'isola potrebbe benissimo ospitare una grande fattoria.” Sorrise. “Una fattoria in cui allevare cavalli. Anzi, avremo un grande allevamento di cavalli. E anche l'altra tua idea non è affatto male. Gli indigeni qui sono molti abili e con i loro caratteristici manufatti attireremo grande interesse da parte degli abitanti dei litorali e delle isole. E naturalmente, come hai ben detto, potresti insegnare agli indigeni anche a fabbricare finimenti ed utensili adatti per l'equitazione. Si, la trovo un'ottima idea quella che hai avuto, Cheyenne.”
Guisgard
19-01-2013, 02.52.17
John fissò Clio senza interromperla.
“Capisco...” disse alla fine “... ed immagino, visto l'impeto e lo slancio con cui hai descritto questo tuo uomo modello, che egli non sia solo una speranza o un sogno...” i suoi occhi erano in quelli di lei, senza però riuscire a penetrare davvero in essi “... già... credo di capire... è quell'ufficiale olandese, vero? E' lui l'uomo nel quale vedi incarnato questo tuo romanzesco ideale?” Scosse il capo. “Ma tu credi davvero che egli abbia fatto tutto per te? Che non sia invece stata la caccia a quei pirati il vero motivo di tutto ciò che ha fatto? Lo credi davvero? Basta davvero così poco per farti vedere l'amore vero? Ammesso che esista davvero! Ma può esistere? Può davvero esistere a questo mondo un legame così forte? Capace di occupare un'intera vita, rendendo secondario o superfluo tutto il resto? No, non può esistere! Ed il tuo, Clio, è solo un colpo di testa.”
Ma in quel momento l'indigeno entrò nella capanna.
“Cosa c'è?” chiese John.
“Io controllare in giro...”
“Cosa?”
“Prima avere visto un'ombra qui, vicino capanna.” Rispose l'indigeno. “Essere rimasta qui, ferma... poi correre via...”
“Un'ombra?” Ripeté John. “E chi poteva essere?”
L'indigeno scosse il capo.
Ma all'improvviso arrivò un secondo indigeno e disse qualcosa nella sua lingua.
“L'olandese sembra scomparso.” Fece John, traducendo a Clio ciò che l'indigeno aveva appena detto. “Non è più nella sua capanna... dove può essere andato? E soprattutto... che motivo aveva di allontanarsi così, all'improvviso, dal villaggio?”
Guisgard
19-01-2013, 03.17.46
Joao sorrise a Cavaliere25.
“Si, credo che tu possa riuscire ad addomesticare questo pennuto.” Disse al giovane pirata.
E Becco di Ferro se ne stava tranquillo, sulla spalla di Cavaliere25, a mangiare la sua patata.
“Perchè non provi a farlo parlare ora?” Chiese Joao. “Vediamo se sa farlo bene.”
Talia
19-01-2013, 04.12.44
Seguii gli uomini attraverso la fitta vegetazione fino alla spiaggia.
Qui li osservai caricare, non senza un certo sforzo, quel pesante baule su una delle scialuppe e poi mi apprestai a salire a mia volta... stavo proprio per tendere loro la mano perché mi aiutassero, quando mi voltai e notai Guisgard immobile sul bagnasciuga, di fronte al corpo senza vita di Giuff.
Ritrassi la mano, allora, e tornai indietro...
“E’ stata una morte orribile...” sussurrai, raggiungendolo ed intrecciando la mia mano alla sua “Degna di un uomo orribile!”
Per qualche attimo restammo in silenzio, fissando il cadavere senza vita del Gufo... mi ero sempre chiesta come mai Guisgard aveva desiderato stringere un’alleanza con lui, dal momento che non avevano niente in comune... niente.
Presto, tuttavia, distolsi lo sguardo da Giuff e lo riportai su Guisgard...
sorrisi...
poi i miei occhi corsero ad osservare di nuovo quell’isola.
Il sole era alto, ormai, ed una leggera brezza aveva spazzato via la nebbia ed il grigiore. La natura appariva, ora, in tutto il suo splendore ai nostri occhi... alberi dall’alto fusto, uccelli variopinti, foglie larghe e verdissime...
“E’ bellissimo qui...” mormorai allora, poggiando piano la testa contro la spalla di Guisgard “Sì... meraviglioso! Guarda... non assomiglia più a quell’isola maledetta di cui le leggende parlano... non assomiglia all’isola cupa ed oscura in cui siamo approdati! Io... sì, io credo che tu abbia spezzato l’incantesimo, mio capitano... hai vinto, e quest’isola è tornata a vivere! Ed è magica!”
Guisgard
19-01-2013, 04.33.58
Gisgard guardò l'isola e sorrise.
“Forse” disse a Talia “quest'isola ha solo la colpa di trovarsi lontana dal mondo civile ed essere sconosciuta ai più... e quando le cose ci appaiono lontane o nuove, allora ci sembrano anche oscure, misteriose e magari ci fanno anche un po' paura... ma solo vedendole da vicino ci rendiamo conto di quanto siano belle e speciali...” strinse la mano di Talia “... e ogni luogo racchiude un tesoro... un tesoro che va guadagnato...” si voltò la fissò “... come tutte le cose speciali...”
E mentre i suoi pirati caricavano sulla lancia il forziere di Lanzaras, lui strinse a sé il suo vero tesoro e la baciò.
La baciò ed entrambi, con gli occhi chiusi, si abbandonarono a quel momento che sembrava infinito.
Un momento scandito dalle onde e impreziosito dal sibilo del vento.
Guisgard baciò Talia, lasciando che i suoi lunghi capelli lo avvolgessero.
Proprio come il Sole ed il mare avvolgevano quell'isola incontaminata e fuori dal mondo conosciuto.
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cavaliere25
19-01-2013, 15.23.45
Va bene dissi allora guardai becco di ferro e dissi presentati al mio amico che ti vuole conoscere e sorrisi aspettando che parlasse
Non abbassai lo sguardo mentre John parlava, per quanto male potessero farmi le sue parole, non lo avrei dato a vedere.
Non gli avevo mai mentito, e, di certo, non avrei cominciato quel giorno.
Più lo sentivo parlare, e più mi appariva lontano mille miglia. Eppure, forse aveva ragione, forse il mio era davvero un colpo di testa. Ma sarei davvero stata disposta a vivere accanto a un uomo che non credeva nemmeno nel vero amore?
Stavo per ribattere, quando fummo interrotti.
Ma in quel momento l'indigeno entrò nella capanna.
“Cosa c'è?” chiese John.
“Io controllare in giro...”
“Cosa?”
“Prima avere visto un'ombra qui, vicino capanna.” Rispose l'indigeno. “Essere rimasta qui, ferma... poi correre via...”
“Un'ombra?” Ripeté John. “E chi poteva essere?”
L'indigeno scosse il capo.
Ma all'improvviso arrivò un secondo indigeno e disse qualcosa nella sua lingua.
“L'olandese sembra scomparso.” Fece John, traducendo a Clio ciò che l'indigeno aveva appena detto. “Non è più nella sua capanna... dove può essere andato? E soprattutto... che motivo aveva di allontanarsi così, all'improvviso, dal villaggio?”
Una fitta dolorosa mi prese lo stomaco, se ne stava andando, se ne stava andando senza di me.
Mi chiesi, tuttavia che motivo avesse, se aveva sentito le mie parole sapeva che avevo scelto lui, dunque perchè andarsene in quel modo. Non avevo una risposta, ma una paura e un vuoto immane si impossessarono di me.
Quando i due indigeni uscirono mi voltai verso John.
".. Ascolta, non ti ho mai mentito, e non comincerò oggi.. è vero, parlavo di lui, ciò che a te sembra poca cosa per dimostrare amore, per me, invece è molto.." lo guardai con occhi gelidi ".. soprattutto se paragonato a quanto hai fatto tu per me...".
Sorrisi ".. forse hai ragione, forse è solo un colpo di testa.. infondo, ho sempre immaginato la mia vita con te, e non avrei creduto, mai, che questo giorno dovesse venire.. non so se riuscirò ad amarlo quanto ho amato te.. ma so che si merita tutto l'amore che ho da offrire, anche se, in questo momento, non è molto.." mi avvicinai a lui e gli accarezzai il viso tra le lacrime ".. sappi che ti ho amato, ti ho amato più di qualunque altra cosa, e se mi fossi resa conto che tu provavi lo stesso per me, allora molto probabilmente sarei rimasta.. ma tu.. tu hai scelto loro, hai scelto questa vita.. e io non posso sopportarlo... se non credi all'amore vero, è perchè non lo provi.. e io, questo non posso accettarlo..".
Mi tolsi, lentamente, la giacca della marina inglese che avevo ancora addosso, e la consegnai a lui ".. sai, i ritratti che mi hai fatto sono molto belli.." gli dissi con un sorriso.
L'alba aveva iniziato a illuminare il villaggio, e un tenue raggio di sole rendeva visibili i disegni di John, molti dei quali erano miei ritratti.
".. ma sai, in ognuno di essi, manca qualcosa.. non mi hai dipinta come realmente sono, ma come hai sempre sperato che fossi.. credi che avrei davvero indossato quel vestito?" indicando, con un sorriso, un disegno in particolare.
".. No, la verità è che nemmeno tu mi accetti per quella che sono.. tienila.." facendo un cenno alla giacca ".. così ti ricorderai di chi sono davvero, e del perchè non avrei mai potuto vivere nascosta su quest'isola.. infondo, non hai detto di odiare tutti i militari?" strizzando l'occhio.
Non attesi una risposta, mi avviai verso la porta, dovevo trovare Guerenaiz, dovevo trovarlo immediatamente.
Mi voltai, nonostante la fretta, sulla soglia.
".. Ah, riguardo alla tua domanda.." dissi, guardandolo negli occhi "... su quella nave, qui sulla tua isola.. quando il pirata mi ha preso per la gola e trascinato sul ponte della nave, lui si è arreso subito, temendo per la mia vita.." alzai le spalle sorridendo ".. poi, beh, io non sono certo una fanciulla indifesa, e sono riuscita a liberarmi da sola, ma quando il pirata ha sparato, mirava a me.. ma non mi ha nemmeno sfiorato perchè lui si è messo in mezzo.. e la pallottola ha colpito lui.. Quindi ti rifaccio la tua stessa domanda, credi che lo facesse solo per combattere i pirati?"
Scossi la testa ".. se non dovessi tornare, addio amor mio.." gli occhi umidi non potevano sopportare nessuna sua parola e, conoscendolo, sapevo che ci avrebbe messo un po' prima di riuscire a ribattere.
Mi lasciai la porta della capanna di John alle spalle, cacciai indietro le lacrime, e iniziai a correre, all'impazzata nella direzione che aveva indicato l'indigeno.
Mi ritrovai nella foresta che separava il villaggio dalla spiaggia dove, poco prima, aveva preso fuoco l'Antigua Maria.
Mi guardai intorno nella speranza di vederlo comparire dietro ogni albero, dietro ogni cespuglio.
Lo chiamai, a gran voce "..Guerenaiz.. Guerenaiz dove sei?".
Non sapevo da che parte andare e iniziai correre, perdendomi nella boscaglia.
"..Guerenaiz, maledizione... cosa credi di fare?" urlavo, al vento, in ogni direzioni "... sono qui, vieni fuori per l'amor del cielo..".
Correvo, senza sapere dove stavo andando, d'un tratto, una radice mi fece inciampare e cadere nel fango.
"..perfetto.." sibilai tra i denti.
Una voce dentro di me mi diceva che quel comportamento non era degno di me, che non avrei mai dovuto rincorrere un uomo.
Ed era vero, ma l'idea che lui partisse senza di me, mi gettava in un terrore e in uno sconforto che mai avevo provato prima di allora.
Mi rialzai e ricominciai a chiamarlo, senza avere risposta.
Vidi la fine della foresta, poco lontano, e mi diressi in quella direzione, cercando di evitare radici e cespugli mentre correvo.
Giunsi alla spiaggia, esausta, caddi in ginocchio sulla sabbia e osservai l'orizzonte.
"..Guerenaiz.." urlai un ultima volta ".. sono qui.. aspettami, maledizione... aspettami.. aspettami.." la mia voce si spense in un sussurro.
Restai lì, inginocchiata nella sabbia, con il cuore che batteva veloce come non mai e il respiro che faticava a tornare normale, cercando la forza di rialzarmi e riprendere la mia ricerca.
Cheyenne
20-01-2013, 21.00.09
Decidemmo così di partecipare ad una fiera di bestiame insieme al colonnello il giorno seguente.
Nel frattempo, durante la giornata, iniziammo ad organizzarci per la costruzione degli edifici di cui avevamo bisogno.
Poi ci concedemmo un pomeriggio di tranquillità, soltanto io e Fhael. Decidemmo di fare una passeggiata lungo la spiaggia e poi ci riposammo sdraiati sulla sabbia.
Guisgard
21-01-2013, 02.10.00
La spiaggia cominciava a diventare simile all'ambra, mentre il mare, pian piano, si schiariva.
Il Sole finalmente sorse e le ultime stelle cominciarono a spegnersi nel cielo sempre più pallido.
Clio, per un momento, non sentì più nulla, se non il rumore delle onde che si infrangevano sulla spiaggia.
Poi, all'improvviso, grazie ai bagliori del nuovo giorno, si accorse di una sagoma poco distante.
Una figura stava sistemando una lancia e si apprestava a lasciare l'isola.
Era intenta a montare la vela per il viaggio.
E Clio riconobbe quella figura sulla spiaggia: era Gurenaiz.
Guisgard
21-01-2013, 02.25.44
E sulla sabbia, Cheyenne e Fhael parlarono di quel loro progetto.
Parlarono e risero.
Erano sereni e felici.
Dopo tante difficili prove da superare ora potevano finalmente immaginare il loro futuro e dare ad esso forma e colori.
Ad un tratto la ragazza udì un nitrito.
Un superbo cavallo galoppava verso di lei.
Era Gulltoppr.
“Eh, voleva essere una sorpresa, ma sembra che lui non abbia resistito dietro quelle palme.” Disse ridendo il portoghese. “Ho mandato alcuni dei miei a prenderlo alla villa del colonnello. Volevo che venisse anche il tuo cavallo sulla nostra isola.”
E subito Gulltoppr raggiunse Cheyenne.
Dapprima mi parve un miraggio, poi, osservando meglio, mi resi conto che era davvero lui.
Dimenticai la fatica, mi alzai e iniziai a correre verso di lui.
"Ehi, che stai facendo?" dissi, trafelata quando gli arrivai vicino"E' soltanto l'alba.. .. non vorrai partire senza di me, spero?" corrucciando la fronte.
Gli tirai una pacca sulla spalla "... bada bene che non te lo perdonerò mai, se oserai abbandonarmi su quest'isola.." con un sorriso.
Cercai di catturare il suo sguardo e ridivenni seria "...perchè sei scappato via così? Mi hai fatto spaventare.. credevo fossi partito.. io..." sorrisi guardando il mare "... non ho mai avuto tanta paura in vita mia... non posso perderti, lo capisci?" Sorrisi, beffarda "...ma questo già lo sai.. eri tu, vero? fuori dalla capanna.. hai sentito tutto quello che ho detto, impiccione di un olandese.."dissi ridendo.
Lo abbracciai "... Guerenaiz, voglio venire con te... voglio stare con te.." mi strinsi a lui "..voglio soltanto te.." alzai lo sguardo, timidamente ".. vuoi ancora che parta con te?".
Guisgard
21-01-2013, 02.29.57
Il pappagallo, a quelle parole di Cavaliere25, fissò Joao.
“Becco di ferro... Becco di Ferro...” disse gracchiando.
“Ripete il suo nome.” Fece Joao. “Ma non sa dire altro? Insomma, voglio dire... ho sentito in giro che i pappagalli sanno parlare quasi come noi!”
Guisgard
21-01-2013, 02.44.45
Clio si strinse a Gurenaiz.
L'olandese però fissava il mare ed il suo sguardo era cupo.
“Si, ero io...” disse “... ero io davanti alla capanna... ero venuto a cercarti... non so perchè... forse per sapere della tua decisione... o forse solo perchè avevo paura di quella tua scelta... e ti ho vista... ti ho vista mentre lo accarezzavi...” scosse il capo, quasi a volersi destare “... io...” quasi a fatica “... io so di essere arrivato dopo... so che quando ci si mette con la ragazza di qualcun altro bisogna poi aspettarsi colpi da entrambe le parti... e forse non posso che prendermela con me stesso... ma ora non riesco a dimenticare il modo con cui lo fissavi e il modo in cui lo accarezzavi...” la guardò “... forse è con lui il tuo posto... si, accanto a lui... del resto hai attraversato l'oceano per trovarlo... e venendo con me ora, finirai un giorno col rimpiangere questa tua scelta...” si voltò e tornò a montare la vela sulla lancia “... va da lui, Clio... va...”
Rimasi impietrita.
"...Non hai sentito.." sussurrai "...non hai sentito quello che gli ho detto..".
Lo guardai con gli occhi sbarrati "...hai ragione, l'ho amato.. e ho attraversato il mare per lui.. ma ho trovato una persona diversa, una persona che mi ha abbandonato.. non voglio stare con lui..".
Mi avvicinai di un passo "...Ascolta, Guerenaiz... se non fossi partita per cercarlo, non ti avrei mai incontrato.. forse non dovevo trovarlo per restare... ma perchè vederlo mi rendesse libera..".
Abbassai lo sguardo ".. so che le parole di una donna che ha appena rotto un fidanzamento non valgono molto.. e so che non posso chiederti di fidarti di me, dopo quello che hai visto.. ma, maledizione.. lui è stata tutta la mia vita.. ti aspettavi che fosse facile per me?".
Alzai lo sguardo, e fissai i miei occhi nei suoi "..Se non mi vuoi più, va bene.. non posso biasimarti.." una fitta mi trafisse il cuore.
Ma di una cosa ero sicura ".. ma io non torno da lui, ho fatto la mia scelta, ho rotto tutto ciò che c'era tra di noi.." sorrisi "..non mi conosci abbastanza.." scossi la testa "...non torno da lui dopo avergli detto che volevo te, che ti meritavi tutto il mio amore... ho sostenuto che un uomo come te esiste davvero.. non voglio un uomo che non crede nell'amore..".
Abbassai lo sguardo, non sarei tornata da John, e di certo non avrei supplicato Guerenaiz.
".. quindi, ti prego di portarmi con te.." continuai, calma guardandolo negli occhi e sforzandomi di reprimere le lacrime "..anche se non mi vuoi più, accompagnami a Las Baias... il mio posto non è qui.. poi, troverò la mia strada.." tentai di sorridere "..te l'avevo detto che sarebbe stata una mia scelta partire o no, e non te l'avrei mai rinfacciato.. bene, tirati pure indietro se vuoi, ma io qui non ci resto..".
E, senza aspettare risposta, salii sulla lancia.
".. e, se proprio lo vuoi sapere.." dissi, guardandolo con aria di sfida "...era a te che pensavo mentre lo accarezzavo. Era il nostro bacio che non riuscivo a togliermi dalla mente. Restavo lì, con lui, in silenzio, perchè mi sembrava impossibile che ci fosse così tanta differenza. Che mi sentissi mancare a starti accanto, mentre potevo stare ore con lui, e non provare lo stesso!". I miei occhi, infuocati di rabbia e passione, erano fissi nei suoi.
Guisgard
21-01-2013, 03.29.49
Gurenaiz, a quelle parole di Clio, ebbe un impeto di rabbia.
Lanciò con forza un piccolo remo contro lo scafo della lancia.
Alzò allora gli occhi verso il cielo e cominciò ad inspirare forte, come chi tenta, a stento, di controllare le proprio emozioni.
“Maledizione...” disse quasi sottovoce “... maledizione!” Esclamò poi. “Ero partito con tanti sogni di gloria... immaginavo fama, onori... mi sentivo come un cavaliere di bianco vestito, pronto a vincere tutti i pirati del nuovo Mondo e a rendere questi mari liberi e tranquilli!” Scosse il capo. “Ora invece... ora invece tutto questo mi sembra inutile... tutto di colpo ha perso importanza... da quando ti ho incontrata su quella nave...” voltandosi a fissare Clio “... ora... ora non riesco ad immaginare la mia vita senza di te... come se tutto il resto non contasse nulla...” i suoi occhi erano in quelli della ragazza e rispondevano con la medesima passione e rabbia.
Poi, d'un tratto, saltò sulla lancia e la baciò.
La baciò con impeto.
La marea si ritirò poco dopo.
Gurenaiz e Clio erano stesi sulla sabbia e fissavano il Sole che ormai aveva lasciato l'orizzonte.
E cominciava a mostrarsi un bellissimo mattino, che tingeva il mare di mille e più bagliori.
“Appena la marea tornerà” disse Gurenaiz “lasceremo quest'isola e ritorneremo a Las Baias...” stringeva la mano di Clio, quasi a voler scongiurare qualsiasi altro distacco fra loro.
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cavaliere25
21-01-2013, 12.13.10
Si lo so ma questo pappagallo non è mio lo presi con me e non so come insegnargli le cose e soprattutto non so se le riesce ad imparare dovrò chiedere a qualcuno che si intenda di pappagalli e sorrisi
I battiti del mio cuore acceleravano ad ogni sua parola. Non mi ero sbagliata, non mi avrebbe abbandonata. Lo fissavo, con gli occhi sgranati.
Finché non saltò sulla lancia, mi strinse a sé e mi baciò. Io mi strinsi a lui, e lo baciai. Un bacio impetuoso, irruento eppure colmo di delicatezza e di sentimento.
Mi prese tra le braccia e mi adagiò sulla sabbia, senza staccare il suo viso dal mio. Non so per quanto tempo restammo abbracciati, stretti in quei baci in cui si annullavano tutta la rabbia e la paura degli ultimi momenti. Baci fatti di parole non dette, di sentimenti repressi e tenuti nascosti.
La marea si era ritirata, e il sole era ormai alto nel cielo.
Ma tutto questo non aveva importanza.
Al mondo non esistevamo che noi due, le nostre labbra che continuavano ad incontrarsi, i nostri sguardi abbandonati.
Sentivo le sue mani e le sue braccia stringermi forte, stringermi come a voler sottolineare che ero soltanto sua, che non potevo scappare.
Ma poi, di colpo, si staccò leggermente da me e guardò il mare. Com'era diverso il suo sguardo ora, ora che sapeva che ero lì per lui, che non doveva dividermi con nessuno.
Appoggiai la testa sulla sua spalla e restai in silenzio, cercando di immaginare cosa stessero cercando i suoi occhi.
Lui mi accarezzò la schiena per un momento, poi cercò la mia mano e la strinse.
“Appena la marea tornerà” disse Gurenaiz “lasceremo quest'isola e ritorneremo a Las Baias...” stringeva la mano di Clio, quasi a voler scongiurare qualsiasi altro distacco fra loro.
Anuii a quelle parole. Rimasi in silenzio per un momento, ad ascoltare il rumore delle onde del mare, sempre più lontane. Chiusi gli occhi, e d'improvviso rammentai le sue parole di poco prima, parole a cui non mi aveva dato tempo di rispondere.
"... Ma tu sei un cavaliere di bianco vestito, Guerenaiz.." alzandomi su una spalla per poter vedere meglio il suo viso. "... hai salvato la damigella in pericolo, hai conquistato il suo cuore.. e ora, ora daremo la caccia insieme a quei dannati.." sorrisi "..non crederai che io sia il tipo di donna che ti aspetta a casa, tranquilla, mentre te ne vai in giro per questi mari, vero?" lo baciai di nuovo "...portami con te.. i tuoi sogni sono i miei... portami con te... non ho mai conosciuto un uomo migliore di te.. nessun pirata potrà sfuggirti.. infondo, hai abbattuto il Gufo Nero.." alzai le spalle ".. anche se Giuff tornasse dall'Isola Perduta, non ha più la nave, né la ciurma.. e sei stato tu a fare tutto questo..".
Mentre lo guardavo, un lampo di malizia attraversò i miei occhi.
"..Oh, e non credere di essere arrivato tanto in ritardo, capitano.." scossi la testa ".. non sono mica sposata, o non sarei qui.. beh, non ti ho mentito quel giorno a Portuga.." sorrisi "..anche se non credevo che sarebbe finita così.." mi avvicinai ancora a lui e sussurrai "...solo il mio sposo potrà sfiorarmi.." mi portai la mano al collo, dove la collana che mi aveva sempre visto addosso, non c'era più "...nessun altro.. né prima, né tanto meno dopo..".
Il ricordo di quel giorno, che mi appariva lontano nel tempo e nello spazio, mi fece dapprima sorridere, poi, rammentando ciò che i pirati gli avevano fatto, mi scese una lacrima incontrollabile e solitaria sulla guancia.
"...Caro.. quante botte hai preso.." scossi la testa "..povero caro.." e lo baciai ancora, dolcemente.
Guisgard
21-01-2013, 17.30.34
Gurenaiz fissò Clio, sorrise e poi la baciò di nuovo.
“Allora” disse “appena a Las Baias, chiederò una bella licenza premio e ti porterò in un posto.” Sorrise di nuovo. “Appena arrivato, un ufficiale mi mostrò una piccola cappellina su un promontorio. E' bianca, con uno spiazzo davanti al piccolo portico fatto di rami intrecciati con rampicanti. Gran parte della cappellina è ricoperta da rampicanti. Si celebrano solo tre messe all'anno... a Pentecoste, nel giorno dell'Assunzione in Cielo della Vergine e in quello di Sant'Anna... ecco... io vorrei condurti lì e farti diventare la mia sposa...” le fece l'occhiolino “... cosa ne pensi? Dopotutto credo di essermela guadagnata quella licenza premio, no?”
Il mio sorriso si allargò enormemente alle sue parole.
"...tu?" Dissi poi, guardandolo con gli occhi sgranati "..ah ma io non parlavo mica di te... Io, insomma, voglio venire con te perché.. Beh pensavo saremmo stati buoni amici..".
Mi guardò come se avessi appena detto che il sole sorgeva a occidente. Scoppiai a ridere, nel vedere i suoi occhi.
"..No, no.." Dissi dolcemente "..non c'è nulla che desideri di più dell'essere tua per sempre..". Mi avvicinai, con lo sguardo perso nei suoi occhi, e gli posai un lieve bacio sulle labbra.
".. Dev'essere un posto incantevole...".
Guisgard
21-01-2013, 20.02.51
Gurenaiz, dopo un momento di stupore, sorrise e strinse di nuovo a sé Clio.
Poco dopo la marea si alzò e tutto fu pronto per la partenza.
La lancia prese così il mare e dopo un paio d'ore avvistarono Las Baias.
Entrarono poi nel porto e approdarono in un piccolo molo secondario.
Gurenaiz scese a terra e Clio lo seguì.
Si avvicinarono poi a due soldati e lui si fece riconoscere.
Furono così messi a conoscenza di tutti gli ultimi avvenimenti.
L'attacco spagnolo, la morte del governatore e la fuga dell'ammiraglio Guidaux.
E poi della pace raggiunta con la Spagna.
Scoprirono così che per ora il potere era nelle mani della Compagnia delle Flegee Occidentali e dai suoi ranghi doveva nominarsi un nuovo governatore.
Allora Gurenaiz decise di dirigersi agli alloggi degli ufficiali e ripulirsi.
Lasciò così Clio ad attenderlo in una locanda pagata dai militari e raggiunse gli alloggi.
“Tornerò presto...” disse alla ragazza e la baciò.
Poco dopo, mentre aspettava il suo ritorno, Clio sentì dei colpi di cannone.
La gente si era riversata nella strade e festeggiava la nomina del nuovo governatore.
Si trattava di Philip Van Joynson.
Talia
21-01-2013, 20.13.01
Avevamo trovato l’isola, avevamo trovato il tesoro...
Risalimmo sulla scialuppa, infine, ed io osservai l’isola allontanarsi sempre più... Guisgard aveva ragione: era la superstizione ad aver reso quell’isola spaventosa, maledetta addirittura... era solo la superstizione perché adesso, osservandola senza più paura, quell’isola mi sembrava più bella che mai.
Di nuovo appoggiai la testa contro la spalla di Guisgard e sospirai...
non riuscivo a non chiedermi cosa avremmo fatto adesso, non riuscivo a non chiedermi dove saremmo andati...
poi sollevai lentamente gli occhi su di lui, osservai il suo profilo contro la distesa blu del mare che ci circondava, ed all’improvviso non mi importò più. All’improvviso capii che non era importante il dove o il cosa... capii che tutto ciò che volevo era stare con lui, non importava dove.
Sorrisi, e stinsi un po’ di più la sua mano.
Cheyenne
21-01-2013, 20.25.49
Da dietro le palme ad un tratto vidi arrivare al galoppo Gulltoppr. Era una sorpresa di Fhael.
Lo abbracciai e lo bacia per ringraziarlo, ero davvero contenta di riavere il mio cavallo.
Lasciai Fhael e mi diressi verso Gulltoppr, che nitrì nel vedermi.
Lo accarezzai e gli feci segno di seguirmi. Il cavallo si mise al passo dietro di me ed insieme tornammo da Fhael.
" Grazie, grazie, grazie marito mio...Sei stato davvero carino a farmi questa sorpresa, mi rendi la donna più felice al mondo ogni giorno..."
Tornammo a casa e sistemai Gulltoppr in una stalla provvisoria accanto alla nostra capanna.
La sera, per ringraziare ancora Fhael, gli preparai una specialità nordica a base di pesce.
"Non vedo l'ora di andare alla fiera domani, ci sarà molta gente e tanto bestiame..e poi ho voglia di rivedere il colonnello... Pensavo che potremmo invitarlo sull'isola qualche volta, mi rattristo a pensarlo tutto solo in quella grossa villa".
Guisgard
21-01-2013, 20.37.19
La lancia raggiunse la Santa Rita e fu issata a bordo.
Il tesoro fu così mostrato all'intero equipaggio e grandi festeggiamenti cominciarono sulla nave.
E durarono fino a notte.
Cavaliere25 insieme a Becco di Ferro fu l'attrattiva per gli uomini a bordo.
Pian piano il giovane bucaniere insegnò a parlare al suo pappagallo e questo destò meraviglia fra l'equipaggio.
Alla fine restò il canto sereno, ma un po' malinconico, di qualche bucaniere, mentre in lontananza alcune stelle scintillavano oltre le alte nuvole tropicali.
Guisgard si avvicinò al parapetto e restò a fissare quello spettacolo.
Con gli occhi cercava le poche luci che impreziosivano quello scenario.
“Sai...” disse a Talia “... ora abbiamo una fortuna con quel tesoro e sento che questo viaggio è giunto alla fine... e pensavo... esiste un isolotto, nelle Flegee Settentrionali... gli indigeni del posto lo chiamano così, Isolotto... io vorrei acquistarlo e poi potremmo dargli un nome... cosa ne pensi, Talia? Un nome che lo renda solo nostro... per sempre...”
Guisgard
21-01-2013, 20.49.03
Così, Cheyenne e Fhael cominciarono la loro nuova vita in quell'isola che avrebbe poi ospitato la loro grande tenuta per l'allevamento di cavalli.
Più volte il colonnello giunse a far loro visita e altrettante volte loro trascorsero del tempo alla villa dell'anziano ex militare.
Così si conclude l'avventurosa vicenda di Cheyenne, che dalle terre del Nord giunse all'altro capo del mondo, fino a trovare l'amore e la felicità.
Talia
21-01-2013, 21.02.53
Guisgard si avvicinò al parapetto e restò a fissare quello spettacolo.
Con gli occhi cercava le poche luci che impreziosivano quello scenario.
“Sai...” disse a Talia “... ora abbiamo una fortuna con quel tesoro e sento che questo viaggio è giunto alla fine... e pensavo... esiste un isolotto, nelle Flegee Settentrionali... gli indigeni del posto lo chiamano così, Isolotto... io vorrei acquistarlo e poi potremmo dargli un nome... cosa ne pensi, Talia? Un nome che lo renda solo nostro... per sempre...”
I miei occhi, dopo aver vagato per qualche momento sul ponte tra la gioia degli uomini, erano poi corsi a scrutare quella distesa...
a quelle parole, tuttavia, si sollevarono ad osservare Guisgard...
"Un Isolotto..." mormorai "Un Isolotto solo per noi..."
Per qualche momento assaporai quelle parole, sorridendo appena... assaporai quella sensazione di calore che avevano portato con sé e i mille sogni meravigliosi che ne erano scaturiti...
poi, di colpo, quasi senza che me ne accorgessi, quel vago senso di disagio che provavo si impadronì di me... tremai, allora, come in preda a violenta vertigine...
"Tu parli di un sogno, Anima mia..." sussurrai "Parli di un sogno meraviglioso! Rifugiarci su quell'isola e dimenticare tutto e tutti, dimenticare il resto del mondo, annullare perfino il tempo... non avere più distanze da colmare, né pensieri, né preoccupazioni... pensare soltanto a noi, solo ad essere felici..."
Sospirai...
"Ma..." esitai "Ma che cosa accadrà quando ci troveranno, Guisgard? Tu sei il pirata più ricercato delle Flegee probabilmente, ed io... beh, credi che mio padre ed i suoi potenti alleati rinunceranno così facilmente a trovarmi? O a trovarti?"
La mia voce era cupa e tetra, ora, i miei occhi divennero lucidi e la mia mano tremò violentemente, tanto che dovetti stringere il parapetto per fermarla...
"Cosa accadrà, Guisgard, quando la Compagnia approderà su quell'isolotto? Cosa ne sarà di te? Di noi?"
Mi faceva male anche guardarlo adesso... sapevo che non gli sarebbero piaciute quelle parole, non piacevano neanche a me... eppure quella nera paura era tutto ciò che riuscivo a vedere.