Visualizza versione completa : Lo Sparviero Nero e il Tesoro Maledetto dell'Isola Perduta
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Guisgard
21-01-2013, 21.48.08
Guisgard prese le mani di Talia e la zittì con un bacio.
“L'Isolotto” disse Guisgard “si trova in mari liberi, nei domini spagnoli...” sorrise “... lì nessuno verrà a cercarci e nessuno ci darà la caccia... da uomini liberi raggiungeremo quei mari e da uomini liberi vi abiteremo...” fissò Austus e annuì.
L'altro allora diede ordine e la bandiera col teschio fu ammainata.
“Comincia ora una nuova vita, Talia...” continuò Guisgard “... una vita in cui essere finalmente felici. Una vita che ci vedrà liberi.” Tutti esultarono. “E nessuno potrà impedirci di vivere così. Talia... nessuno...”
La strinse a sé, mentre attorno a loro le luci di quelle stelle scintillavano nel buio, come se tracciassero la rotta verso una nuova vita.
Un vita ben più preziosa di qualsiasi tesoro.
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Restai nella mia stanza, ad aspettare Guerenaiz per un tempo che mi sembrò infinito. Se non altro ebbi tempo per lavarmi, acconciarmi i capelli e darmi una sistemata. L'oste, alla vista dei militari che mi accompagnavano, aveva acconsentito volentieri a prestarmi un abito di sua figlia. E anche se aveva insistito perchè lo tenessi, mi ero impegnata a restituirlo appena possibile.
Ora, avevo decisamente cambiato aspetto.
Mi buttai sul letto e guardai il soffitto, pensierosa. Gli ultimi avvenimenti erano di certo una svolta importante e definitiva della mia vita.
Mi sembrava di non essermi mai fermata da quando ero arrivata a Las Baias, e non ricordavo nemmeno l'ultima volta che avevo mangiato qualcosa.
D'un tratto, un colpo di cannone mi fece correre alla finestra. Avevano eletto il nuovo governatore.
"..Bene.." dissi piano "...speriamo che questo non abbia la passione dei modellini!" con un sorriso ironico.
Sospirai, sperando che Guerenaiz tornasse presto.
cavaliere25
22-01-2013, 00.14.08
Hai visto dissi guardando becco di ferro abbiamo fatto una bella impressione ora dovrò insegnarti altre parole che ne dici amico mio domandai tutto felice e accarezzai il pappagallo e restai a guardarlo dolcemente
Talia
22-01-2013, 01.34.28
Osservavo Guisgard come se intorno a noi non esistesse niente altro, come se fossimo già su quell'isola che mi aveva promesso, là dove niente avevamo da temere e dove nessuno sarebbe mai giunto a turbare la nostra felicità.
Al suo cenno, tuttavia, i miei occhi si spostarono sul Jolly Roger e lo osservai scendere lungo il pennone, accompagnato dall'entusiasmo generale...
Sospirai...
una nuova vita...
era come un sogno, quella promessa...
ed anche se il mio cuore ancora temeva che il mondo forse non era abbastanza grande per renderci per sempre invisibili agli uomini della Compagnia, io non parlai...
silenziosamente abbassai la testa sul petto di Guisgard e lì rimasi, chiudendo gli occhi ed accordando il mio respiro al battito del suo cuore...
"Talia..."
Mi voltai ed osservai il nonno raggiungermi sulla terrazza, gli sorrisi appena.
"Qualcosa ti turba?" domandò.
"Sto solo osservando l'orizzonte..." mormorai.
"Una fanciulla che osserva l'orizzonte in silenzio per tutto il giorno..." disse lui dopo qualche momento "O aspetta qualcuno, oppure la sua mente è lontana da dove si trova!"
Io mi voltai e lo osservai per un istante, ma non dissi nulla.
Per lunghi minuti nessuno di noi disse più niente, infine il nonno sospirò appena...
"Sei felice, Talia?"
Fui io a voltarmi verso di lui, questa volta...
"Si!" risposi.
"C'entra quell'inglese, in questa risposta tanto sentita?" domandò, senza giri di parole.
"Si!" dissi, senza distogliere lo sguardo.
Lui tacque per un momento...
"Tuo padre mi ha scritto che sarà qui entro la prossima settimana, cosa pensi che dirà?"
Fissai l'uomo di fronte a me...
"Non mi importa!" dissi "Quando Guisgard è qui non mi importa di niente altro!"
Il nonno sorrise...
Sospirai.
Guisgard
22-01-2013, 02.05.54
La folla che gridava per la gioia e poi risate e corse di ragazzini per le strade.
Tutta Las Baias era in festa e tutti acclamavano il nuovo governatore.
Ad un tratto qualcuno bussò alla porta della camera di Clio.
Un attimo dopo un ufficiale della marina entrò.
Era Gurenaiz.
Aveva dei fiori con sé.
Non disse nulla.
Fra loro erano gli sguardi a parlare.
Lasciarono allora la locanda e attraversarono come due ragazzini le strade in festa.
Presero allora un calesse e si diressero verso il promontorio.
Qui sorgeva la piccola chiesa che Gurenaiz aveva descritto a Clio.
Era un luogo isolato, ma molto suggestivo.
Si poteva ammirare l'intero porto di Las Baias e se l'aria era limpida anche la sagoma di Minisclosa.
“Forse da qui” disse Gurenaiz che teneva stretta a sé Clio “nei giorni di vento è possibile anche vedere qualche isola... non so quale, ma secondo gli indigeni vederla porta bene...” sorrise “... magari apparirà il giorno in cui ci sposeremo...”
Allora la fissò e poi la baciò con passione, mentre dalla cappellina cominciò a suonare la campana.
Suonava forse perchè la gente di Las Baias aveva vinto.
O forse perchè a vincere era stato, come sempre, l'amore.
Restai immobile, tra le sue braccia, ad osservare il mare.
Mi sembrava un sogno, etereo e perfetto, eppure tanto reale da togliermi il fiato.
Le campane della chiesa mi destarono dalla pace in cui ero avvolta.
Alzai lo sguardo verso di lui "..Oh, Guerenaiz.. Credo che il tempo mi sembrerà infinito.... che i giorni che ci separano da quel giorno saranno lunghi anni..."
lo baciai dolcemente.
".. Ora che ti ho trovato.. ogni minuto passato lontano da te mi sembra tempo vuoto ed inutile.." scossi la testa, ridendo.
La verità era che non mi ero mai sentita così in tutta la mia vita.
Il suo sorriso era diventato per me il sole senza il quale la mia giornata era buia e fredda. Mi chiesi come fosse possibile un simile miracolo.
Ma, comunque fosse, ne ero tremendamente grata.
Sentii una voce dentro di me, le frasi mi si spegnevano in gola, intrappolate dalla paura e dai ricordi. Mi avrebbe creduta?
Sembrava impossibile anche a me, ma quel sentimento era reale e forte come mai avrei creduto.
Mi morsi il labbro per trattenermi, ma la voce dentro di me, ebbe la meglio.
"...Ti amo, Guerenaiz.." dissi con gli occhi colmi di lacrime "...ti amo.." sussurrai ancora, mentre mi stringevo a lui ".. ti amo..".
Guisgard
22-01-2013, 03.08.35
La Santa Rita navigò per giorni, fino a varcare le acque territoriali che delimitavano i domini delle Flegee Settentrionali.
Qui la Compagnia non aveva giurisdizioni e non poteva avanzare pretese sugli empori e sui mercati di queste terre, che invece erano a metà tra spagnoli e inglesi.
Il galeone pirata sbarcò così a Porto Reale, sotto il governo spagnolo.
Guisgard diede a tutti i suoi uomini la libertà di scendere a terra e visitare il posto.
Una nuova vita li attendeva.
Ma mentre passeggiavano nel porto, Guisgard e Talia udirono alcuni mercanti.
Erano inglesi e parlavano di un processo tenutosi a Giamaica, nel quale era stato condannato un ufficiale per abuso di potere.
Era Sumond.
Attirato da quel nome, Guisgard chiese informazioni in merito a quella storia e seppe così che il malvagio capitano era stato condannato, sebbene morto in un naufragio, in contumacia davanti all'ammiragliato.
Guisgard allora domandò altri particolari su quella vicenda, ma i mercanti non sapevano altro.
Corse allora alla Capitaneria di Porto e qui conobbe tutti i risvolti di quel processo.
Sumond non solo era stato punito per i suoi crimini, ma anche gli ammutinati della Santa Rita erano stati giudicati innocenti, in quanto istigati alla ribellione dal cattivo ufficiale.
A quel punto Guisgard gridò di gioia e abbracciò forte Talia.
Poi corsero dagli altri e raccontarono tutto.
Finalmente la loro fuga era terminata.
Non erano più dei traditori e dei pirati.
Ora potevano rientrare in seno alla Marina del Re.
“Siamo liberi...” disse commosso Rynos “... siamo liberi!” E per la contentezza abbracciò Cavaliere25. “E voglio dare un bacio anche al tuo amico pennuto!” Ma Becco di Ferro, spaventato, volò via, per poi appollaiarsi sulla spalla di Cavaliere25.
Tutti erano felici.
“Siamo liberi!” Gridavano in coro. “Liberi!”
“Si, siamo liberi...” disse Guisgard stringendo a sé Talia “... lo siamo tutti... ma non tu...” fissando la ragazza “... tu non lo sarai mai... perchè ti vorrò sempre e solo per me, sul nostro isolotto felice...” e la baciò, tra l'esultanza e la gioia dei suoi uomini.
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Fine