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Guisgard
19-09-2012, 03.28.17
PROLOGO
Una nuova epoca sta sorgendo, preceduta da scoperte, invenzioni ed un nuovo modo di vedere e concepire le cose.
Il mondo sta cambiando, il suo centro si sta spostando verso spazi e confini nuovi, quasi infiniti.
Il Mediterraneo, culla di grandi civiltà, non è più il centro della storia.
Le strade per il Vicino Oriente, dopo la caduta di Costantinopoli ad opera dei Turchi Ottomani, sono ormai chiuse per gli occidentali e la sconfitta degli eserciti Cristiani durante le Sante Crociate ha fatto perdere le ultime roccaforti latine in Terrasanta.
Nuove rotte e nuove terre vengono dunque cercate dalle grandi nazioni civilizzate.
I portoghesi e gli spagnoli, così, hanno cominciato a circumnavigare le coste occidentali dell'Africa, mentre veneziani e inglesi tracciano nuove strade verso il favoloso e fiabesco Oriente.
Allora, mondi lontani e misteriosi cominciano a mostrarsi agli Europei, come le Indie, il Catai, le coste malesi e quelle del Borneo, fino ai più remoti porti imperiali del Giappone.
E navi spagnole hanno scoperto un nuovo mondo, al di là dell'oceano, popolato da indigeni dalla pelle rossa e olivastra, ricoperti d'oro e stanziati su terre ricche e fertilissime.
In questo nuovo scenario, alla ricerca di grandi spazi ricchi di risorse umane e commerciali, acquistano un ruolo sempre più importante alcune terre scoperte e frequentate dagli occidentali solo da qualche decennio: il sub continente delle Flegee.
Attraversate da navi e commercianti greci, bizantini, italiani, spagnoli, inglesi, francesi e olandesi, queste terre, dai lunghi, lussureggianti ed esotici litorali e frastagliate da isole perlopiù misteriose, sono ricchissime di risorse e rappresentano un crocevia fondamentale per controllare le nuove rotte commerciali sulle quali si sta scrivendo un'altra pagina della storia dell'umanità.
I ricchi e potenti stati europei, allora, cominciano ad ambire al controllo di queste nuove terre.
La corona d'Olanda e quella di Francia, in particolare, vedono nel controllo delle Flegee la possibilità di espandere i propri territori ed imporre le loro leggi commerciali alle altre potenze civilizzate.
Per questo il re olandese concederà ad una corporazione di mercanti e commercianti un credito illimitato per sfruttare quelle terre, oltre ad un'autonomia quasi assoluta sotto l'aspetto giuridico, proprio nella consapevolezza che la penetrazione e poi il controllo commerciale ed economico delle Flegee siano solo il preludio per il dominio politico e militare della monarchia olandese su quelle esotiche terre.
La corporazione di mercanti e commercianti, allora, fonderà la Compagnia delle Flegee Occidentali, affermando così il suo controllo sui porti commerciali più importanti di quei territori ed imponendo dazi e tributi alle navi spagnole, inglesi, italiane e francesi.
In breve la Compagnia delle Flegee Occidentali si ritroverà ad affiancare i governatori olandesi nel governo di quei luoghi.
Tuttavia, ancora un nemico ostacola il dominio della Compagnia nelle Flegee.
Una piaga che da sempre flagella i mari di tutto il mondo: i pirati...
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Lo Sparviero Nero e il Tesoro Maledetto dell'Isola Perduta
Scena I: Mercanti olandesi
“Non evitate le occasioni, e le avventure cercatele.”
(Alexandre Dumas, I tre moschettieri)
Quella mattina la vedetta del porto fluviale di Camelot segnalò l'arrivo di una goletta che, risalendo da Ovest il fiume e costeggiando l'isolotto di Wessek, approdò sul piccolo molo attirando l'attenzione di un manipolo di curiosi.
Sulla banchina scesero alcuni uomini, dagli abiti appariscenti e dalla postura solenne.
Tre di questi, staccandosi dal gruppetto, salirono su una carrozza giunta a prenderli per condurli verso il reame fortificato.
Dopo circa una mezz'ora, la carrozza giunse alla Porta Grande di Camelot e raggiunse rapidamente la piazza principale, proprio davanti al palazzo reale.
I nuovi venuti, fatti scendere, furono subito condotti nel palazzo, dove ad attenderli vi era lord Wilkinson, pari del regno e braccio destro del re.
Il colloquio tra lui e quei visitatori durò circa un paio d'ore, sancito alla fine da un brindisi ed un augurio che sembrava confortare tutte le parti.
Poco dopo, un araldo apparve nella piazza, ormai già colma di curiosi, poiché a Camelot è sempre un avvenimento di un certo interesse l'arrivo di una nave, soprattutto, come in questo caso, quando era costruita e rifinita con un gusto tanto elegante, eppur gentile, quanto robusto e funzionale, per parlare al popolo.
Richiamò l'attenzione di tutti e passò poi la parola ad uno di quei nuovi arrivati.
Questi era un uomo, all'apparire, di una certa positività, ossequioso verso i superiori e molto diretto, con fare bonario, verso tutti gli altri.
“Cittadini di Camelot...” disse, gesticolando con le mani come a voler far scemare il brusio e qualche risata “... siamo giunti nelle vostre terre per cementare ancora di più i buoni rapporti tra le genti inglesi e la corona olandese... noi rappresentiamo la Compagnia delle Flegee Occidentali e portiamo, a nome della nostra società e di sua Maestà Guglielmo d'Orange, un invito a tutti voi. Un invito per una terra nuova, un tempo nuovo ed una vita nuova. Oltre l'oceano, amici ed amiche, esistono terre fertilissime, temperate, bagnate da mari nuovi e ricche di risorse per tutti. Esse sono ancora poco abitate da noi occidentali, ma gli spazi e le possibilità sono praticamente infinite e possono davvero garantire una nuova vita in un vero e proprio paradiso in terra. Per questo la Compagnia delle Flagee Occidentali vuole offrire a tutti voi la possibilità di raggiungere e stabilirsi in quel nuovo mondo. Le Flagee, il nome con cui sono state battezzate quelle terre paradisiache, attendono solo voi. Portare nuovi coloni laggiù rappresenta il solo modo per far sorgere una nuova civiltà, basata sulla libertà, sulla convivenza e sulla fratellanza. Chiunque vorrà visitare le Flagee e rendersi così conto dello splendore di quei luoghi, potrà partire con noi. La goletta con cui abbiamo raggiunto il porto fluviale di Camelot partirà domattina per Truro, in Cornovaglia, dove ci imbarcheremo su un veliero diretto alle Flegee. Amici di Camelot... una nuova vita vi sta chiamando... non indugiate oltre e raggiungete un nuovo mondo che attende solo voi!”
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Altea
19-09-2012, 08.41.01
Camminavo con la balia per la piazza di Camelot, era gremita di gente, una strana euforia pervadeva la quieta cittadina e vidi quella bandiera sbandierare trionfante, udii quel uomo parlare ma non vi era bisogno mi soffermassi ad ascoltarlo.
Mi sedetti su una panchina del molo, guardavo il mare esclamando.."Domani partiremo mia cara balia, mio padre, sir Fletcher, ha già deciso per tutta la nostra famiglia, non gli bastano gli agi e le ricchezze che possediamo qui a Camelot, ma vuole iniziare un nuovo commercio. Ho studiato molto su queste Isole Flegee, devono essere di una bellezza disarmante, ma io sono fatta per una vita sociale diversa." scossi il capo "Ho paura balia...di un naufragio, dei pirati...e di una nuova vita che mi attenderà laggiù, ma devo essere coraggiosa, accetterò ciò che Dio ci riserverà. Ora presto andiamo a palazzo per finire di sistemare i bagagli, domani salperemo" ci alzammo e ci dirigemmo verso la dimora.
cavaliere25
19-09-2012, 20.43.23
ero appena arrivato a Camelot in cerca di un lavoro ero nella piazza centrale e mi guardavo intorno per cercare qualcuno che mi assummesse come apprendista mi incamminai in una viuzza stretta per vedere se trovavo qualche bottega
Guisgard
20-09-2012, 02.33.30
Giunte nella loro dimora, Altea e la sua balia si dedicarono agli ultimi preparativi in vista della partenza.
“Un vecchio detto delle mie parti” disse la balia mentre era intenta a sistemare i bagagli “recita pressapoco così... << quando la formica decide di morire, mette le ali! >>” Scosse il capo. “Partire per terre così lontane... Beata Vergine! E lasciare un posto come la nostra Camelot! Bah, per me è assurdo! E chissà quali genti vivranno laggiù! Ho sentito dire che alcune isole dell'oceano sono infestate da popolazioni che si cibano di carne umana!”
In quel momento un servo bussò.
“Vostro padre” rivolgendosi ad Altea “è uscito per svolgere alcune commissioni... ha lasciato detto di non attenderlo per cena, visto che tarderà.”
Così, giunta la sera, fu servita la cena e fattosi ora Altea e la balia si ritirarono per la notte.
L'indomani i preparativi ripresero allo spuntar del Sole e nella prima mattinata tutto ormai era pronto.
Una carrozza condusse Altea, suo padre, sua madre e la balia al porto fluviale di Camelot, dove era pronta per salpare la goletta dei mercanti e sulla quale sventolava, maestosa e viva di colori, la bandiera della Compagnia delle Flegee Occidentali.
Guisgard
20-09-2012, 02.45.07
Mentre Cavaliere25 girovagava per le strade di Camelot, ad un tratto qualcuno lo chiamò.
“Ehi, ragazzo...” disse un uomo fuori ad una taverna “... ti va di giocare con noi? Ci manca il quarto per questo tiro di dadi...” era di alta statura e aveva i capelli cortissimi, quasi rasati e con lui vi erano altri due individui “... vieni, su... se sarai bravo e fortunato potrai guadagnarti un bel boccale di birra... io mi chiamo Rynos e questi due galantuomini che vedi” indicando i due che erano con lui “sono i miei amici... Emas e Fidan...”
cavaliere25
20-09-2012, 08.14.25
Mi avvicinai al uomo e dissi salve signore che gioco sarebbe? domandai tutto curioso io sto cercando un lavoro voi non sapete se qualcuno a bisogno di un apprendista aiutante continuai a dire e guardai i tre uomini aspettando che qualcuno mi dasse una risposta
Altea
20-09-2012, 08.40.28
Al mattino presto ci svegliammo, vi era un gran fermento nella dimora finchè salimmo sulla carrozza...lentamente vidi casa allontanarsi e provai una stretta al cuore poichè vi lasciavo tanti teneri e bei ricordi.
Durante il viaggio verso il molo calò il silenzio, guardavo mia madre...gli occhi rossi trattenuti di lacrime, la balia era spaventata come la sera prima e mio padre era trionfante..lui forse già sognava ciò che avrebbe concluso e creato in quelle Isole lontane.
Arrivati vidi la goletta battente bandiera della Compagnia delle Flegee Occidentali, era robusta e già molta gente era trepidante di salire: gente di vario ceto sociale, da aristocratici come noi, borghesi e gente povera che sognava di arricchirsi in posti lontani.
Fummo fatti subito salire a bordo, mentre molti aspettavano ancora di salire, volevo subito entrare nella mia cabina e addormentarmi sperando di svegliarmi solo una volta arrivati a destinazione.
elisabeth
20-09-2012, 09.11.43
Avevo tante idee per la mente ero piena di sogni e di cose reali che si intrecciavano con essi........la fortuna mi volle far nascere in una buona famiglia.....e questo mi dava la possibilita' di vivere serenamente, i miei erano i conti di Arbroath.......quel giorno rientravo con le mie tele sotto il braccio e i carboncini nell' altra........salii nel nostro palazzo e sentii mio padre e mia madre parlare di un lungo viaggio in terre lontane e pronte per vivere in terre nuove......una nuova vita diversa............mio padre non aveva intenzione di lasciare Camelot e mia madre concordava.........ma io avevo voglia di partire, incomincio' a battermi il cuore, buttai a terra tutto cio' che avevo tra le mani....." Padre io voglio andare, vi prego...terre nuove ...ricostruiamo le nostre vite e se voi non volete, datemi la vostra benedizione e fatemi partire..."......sentivo alle mie spalle il ridacchiare della mia balia, lei mi conosceva meglio di stessa.....sapevo che mi sosteneva....
Guisgard
20-09-2012, 19.28.29
Rynos fissò Cavaliere25 e poi i suoi due compagni.
“Ehi, ragazzo...” disse poi al giovane “... anche noi stiamo cercando lavoro, sai? Siamo provetti marinai e siamo giunti qui per partire con quegli olandesi appena giunti a Camelot. Si dice che nelle lontane Flegge il lavoro non manchi. Chissà, forse laggiù riusciremo a trovare lavoro su qualche nave. Tu cosa ne dici? Hai esperienza come marinaio? Ti interessa un lavoro del genere?”
Guisgard
20-09-2012, 19.37.20
Giunti al molo, Altea e i suoi familiari furono accolti da uno dei mercanti olandesi.
Il padre della ragazza mostrò i documenti e subito furono fatti salire sulla goletta.
Camelot era particolarmente bella e a vederla dal porto fluviale si poteva ammirare tutt'intorno la verde campagna, fino ai monti lontani resi chiari e nitidi dal fresco vento che soffiava da Est.
Sulla goletta vi erano anche alcuni uomini di colore, intenti in varie mansioni, come controllare gli ormeggi e sistemare i bagagli dei passeggeri.
“Chissà” disse la balia di Altea “da dove vengono questi uomini di colore...”
“Provengono da luoghi diversi, signora.” Fece un uomo sul ponte. “Questi, per esempio, sono originari del Madagascar. Ma molti altri ne vedrete quando ci imbarcheremo sulla nave che ci condurrà nelle Flegee. Senza dimenticare, poi, che laggiù le genti del posto hanno anch'essi la pelle più scura della nostra. La tratta degli schiavi è uno dei commerci più fiorenti nel Nuovo Mondo.”
Guisgard
20-09-2012, 19.52.35
Il padre di Elisabeth restò in silenzio per alcuni istanti.
Era seduto davanti ad una larga finestra a fissare la strada sottostante pullulante di gente.
Sorseggiava del vino da un bicchiere ed il suo sguardo sembrava impenetrabile, come se volesse celare ogni minima emozione.
“I miei affari” disse all'improvviso “ci impediscono di lasciare Camelot, ma, da quanto sento, tu invece sei disposta anche a partire da sola... e cosa farai poi una volta giunta laggiù? Sono terre lontane e selvagge, flagellate dalla guerra che le corone d'Olanda, di Francia, d'Inghilterra e di Spagna a turno si danno per il controllo di quei luoghi... hai idea di come sopravviverai laggiù? Ritraendo spiagge bianche e tramonti sul mare? Andiamo, è totalmente insensata questa tua richiesta, Elisabeth! Abbandonare la tua famiglia ed un futuro certo, per rincorrere sciocchi sogni in un luogo lontano dal mondo libero e civile!” Posò il suo bicchiere e si alzò. “E con questo, l'argomento è chiuso.” Ed uscì dalla stanza.
Allora la balia si avvicinò ad Elisabeth.
“Ero ovvio” mormorò “prevedere questa reazione da parte di tuo padre. E forse non possiamo dargli tutti i torti.” Fissò Elisabeth e poi sorrise. “Avanti non fare quella faccia... conosci bene tuo padre e sai quanto sia cocciuto... quasi quanto te. Ma non mi stupirei se, pazza come sei, tu decidessi di scappare per imbarcarti su quella goletta.”
elisabeth
20-09-2012, 20.08.47
I sermoni di mio padre li conoscevo a memoria, il mio amore per la pittura era per lui solo perdita di tempo.....ero una dama di buona famiglia e sapevo che pensava a sistemarmi gia' da tempo.......ma io avevo negli occhi il colore di un mondo nuovo e poi, nessuno mi avrebbe impedito di tornare a Camelot.....non ero fatta per gli affari.....non lo salutai avevo gli occhi pieni di lacrime e rabbia , me ne tornai in camera...dove la mia balia mi aveva seguita....." Mi tratta come una ragazzina, non sono fatta per i doveri di corte e lui lo sa....pericoli, i pericoli si trovano ovunque....se solo avesse un po' piu' di fiducia in me.......mia madre sospira e continua ad annusare il suo fazzoletto scuotendo la testa.......anche per lei devo essere una gran delusione......forse avete ragione, ho del denaro messo da parte....mi fu lasciato da mio nonno, sapete bene che nelle spese sono molto parsimoniosa....aiutatemi a preparare il bagaglio, voglio andare via.......pero' non lasciatemi sola, venite via con me, ho denaro anche per voi....."...mi alzai di scatto e in preda ad una strana euforia.....presi una borsa in cuoio e misi all'interno due abiti a alcunia accessori intimi...." Io..sono pronta....".....avevo la borsa ai miei piedi due tele e i miei carboncini.........forse troppo poco...o forse nulla, ma la vita si prende al volo.....e cosi' iniziai il nuovo viaggio
Altea
20-09-2012, 22.35.02
Osservavo le verdi colline di Camelot, mi stringevo le spalle in un brivido. Mi voltai per non pensare a quello che stavo lasciando..la mia vita, le amicizie, gli agi e molto ancora. E per cosa? Per un capriccio di mio padre, lo fissavo e provai un senso di odio....doveva chiederci ciò che volevamo, sapevo che mia madre era contraria a partire come me, avrebbe potuto andare via solo e mandarci il guadagno a Camelot. Ma lui diceva teneva troppo a noi, non avrebbe potuto vivere cosi lontano senza i suoi...tesori. Ora quei "Tesori" avevano smesso di risplendere.
Fui destata dalla balia e osservai quei marinai di colore e ascoltai le parole dell'uomo che si avvicinò spiegandoci chi fossero e perchè si trovassero sulla nave.
"Tratta degli schiavi? Mercato fiorente?" risposi stupita "Vendere degli uomini è un commercio? E pure redditizio...è una cosa davvero disumana."
Mi avvicinai alla balia scossa "Ci manca solo che mio padre abbia deciso di intraprendere questo "commercio"..ahimè dobbiamo chiamarlo cosi?"
cavaliere25
20-09-2012, 22.51.15
Guardai l'uomo e dissi pultroppo no ma se qualcuno mi imparasse il lavoro non mancherei ad impararlo dissi guardando i tre uomini se vi va mi aggiungo a voi sempre che non vi dia fastidio o problemi e aspettai una loro risposta sperando in una risposta positiva
Guisgard
21-09-2012, 04.12.56
La balia fu sorpresa da quelle parole di Elisabeth.
“Venire anche io...” disse quasi smarrita “... io sono nata e cresciuta qui e forse non saprei neanche ricominciare una nuova vita... qui ci sono i miei ricordi e poi ci sono i tuoi genitori...” fissò Elisabeth “... ma dall'altra parte ci sei tu, pronta a partire per un mondo nuovo, fatto di misteri e forse pericoli...” si avvicinò ad una finestra e guardò la strada “... ti ho sempre protetta, sin dalla tua infanzia... e forse non saprei fare altro...” tornò a fissare Elisabeth “... spero tu sappia cosa stai facendo, Elisabeth... e sia, partiamo! Aspettami in strada... prenderò solo pochi oggetti personali... perlopiù ricordi...”
Poco dopo, Elisabeth e la sua balia lasciarono la casa e si diressero verso il porto fluviale.
Qui subito un uomo andò loro incontro, salutandole ed invitandole a salire sulla goletta.
“A nome della Compagnia delle Flegee Occidentali” fece l'uomo “che io rappresento, vi do il benvenuto a bordo, mie signore!”
Guisgard
21-09-2012, 04.24.31
A quelle parole di Altea, l'uomo sorrise.
“Vedete, signora...” disse “... il Nuovo Mondo è molto diverso dai luoghi in cui siete cresciuta... sono terre vergini, senza leggi e alla mercé del più forte... le popolazioni locali sono talvolta ostili e sotto molti aspetti sono diversissime da noi occidentali. E l'unico modo per farle lavorare, o anche solo per renderle inoffensive, è quello di imporre loro degli ordini. Ora però non pensate a queste cose... le Flegee sono un Paradiso in terra ed attendono solo noi per mostrare le loro meraviglie. Ora perdonatemi, ma ci stiamo preparando per la partenza.” E salutate Altea e la balia, si congedò da loro.
“Era come pensavo!” Esclamò la balia. “Stiamo per raggiungere un luogo popolato da selvaggi, retti a loro volta da usanze barbare e inumane! Ah, Beata Vergine!” E preso il Rosario che aveva nella tasca, cominciò a recitare alcune preghiere.
Guisgard
21-09-2012, 04.33.22
Rynos e i suoi due compagni, a quelle parole di Cavaliere25, si scambiarono rapidi sguardi e poi annuirono tra loro.
“Ma certo, ragazzo.” Disse Rynos a Cavaliere25. “Da quel che si dice, le Flegee sono una terra nuova e il lavoro laggiù proprio non dovrebbe mancare. Certo che puoi unirti a noi! E non temere, ti insegneremo noi i segreti per diventare un buon marinaio.”
“Ehi, credo sia ora!” Esclamò Emas. “Meglio incamminarci verso il porto fluviale, o quella goletta partirà senza di noi!”
Così, Rynos, Emas e Fidan, insieme a Cavaliere25, lasciarono Camelot e si diressero verso il porto.
E quando arrivarono, riconosciuta subito la goletta, si avvicinarono ad alcuni uomini che preparavano il tutto per la partenza e si presentarono.
Furono così fatti salire a bordo.
“E' fatta, amici!” Disse Rynos a Cavaliere25 e agli altri due che erano con loro. “Tra pochissimo partiremo e ci imbarcheremo per le Flegee!”
Radunai in fretta le poche cose che avevo con me. Non che avessi molto da portare via, ma non volevo separarmi troppo da ciò che amavo.
Sentii qualcuno entrare nella stanza, non mi voltai, sapevo bene chi era, presi coraggio e dissi: "Parto" aspettai un attimo per continuare : "Hai sentito gli olandesi oggi, vanno oltremare, proprio dove si perdono le tracce di John". No, la verità è che non ho mai creduto a tutte le menzogne che mi hanno raccontato per calmare il mio dolore, no John non è morto, non ha trovato un'altra donna in quei paesi paradisiaci. Il mio cuore l'avrebbe saputo, una parte di lui si sarebbe spento. Dovevo tentare. Mi girai a guardare Alice, la mia unica amica, con i polsi appoggiati sulla cintola, come una mamma che vuole rimproverare una bambina troppo testarda. Borbottava qualcosa sul pagare la traversata o mantenersi, come se fossero quelli i timori che mi facevano stringere lo stomaco. "Non lo sai?" sostenni con un sorriso beffardo:" c'è sempre bisogno di una guaritrice, sia sulla nave che a terra. E poi, so badare a me stessa, sta tranquilla" dissi infilando il pugnale nello stivale. Mi fermai un secondo ad osservarlo, con quanta naturalezza lo avevo riposto eppure, erano anni che non mi facevo quel gesto, ma una fanciulla deve pur proteggersi, pensai.
Giunsi alla porta, abbracciai forte Alice, trattenendo a stento le lacrime, potevamo raccontarci un mucchio di bugie, ma sapevamo entrambe che era un addio.
"Devo andare, o partiranno senza di me".
Mi incamminai verso il porto, pensando alla nuova vita che mi attendeva.
ladyGonzaga
21-09-2012, 12.04.29
http://nagrafantasy.files.wordpress.com/2011/05/fantasy_music_by_tintz-my-girl.jpg
Oggi la piazza del mercato è gremita più del solito.Sarà l'aria fresca di fine estate o forse le tante novità giunte a Camelot , a bordo della goletta , ancorata in porto da appena tre giorni.
Una cosa buona di certo ha portato , un nuovo mercante di tessuti ed erbe rare , di certo utili per preparare tisane e infusi salutari alla persona.
Dicono che arrivi da terre lontane , e che sia salito a bordo della goletta , per sfuggire al tiranno della sua terra.
Mi diressi verso la stradina che arriva al porto e non potei fare a meno di notare il grande albero maestro , con la sua immensa vela bianca .
Quanti ricordi mi tornarono alla mente.Uno in particolare che il mio cuore non vuole scordare.
Adesso di quel dolce ricordo mi resta solo uno strumento antico di legno pregiato , e il suo suono è ora solo un dolce ricordo...colui che me lo diede s'imbarcò per le terre d'oriente ..ricordo ancora le sue parole..
" tenetelo voi per me..io sarò sempre con voi..."..
Il tempo passò velocemente , il ricordo di quel giorno mi rapì dal vero motivo per cui ero scesa in paese....
cavaliere25
21-09-2012, 15.41.45
Che bello dissi grazie ancora per avermi portato con voi speriamo sia una bella avventura continuai a dire non vi deluderò promesso metterò tutto il mio impegno per imparare a fare il marinaio e sorrisi
Altea
21-09-2012, 15.57.02
Fissai quell'uomo mentre si allontanava, notai non si era nemmeno presentato.
D' un tratto sentii un leggero brusio e notai la balia spaventata con un rosario in mano e nominare i Santi Misteri.. "Odette, sia lodato il Cielo, ma voi così invece di rassicurarmi mi mettete ansia. Coraggio andiamo a guardare cosa ci riserva questa goletta e chi sono i nostri compagni di ventura..sono curiosa".
elisabeth
21-09-2012, 19.49.47
La guardai con apprensione....e poi la vidi sorridere, sapevo che non mi avrebbe abbandonata......cosi' per me e la mia Balia inizio' l'alba di un nuovo giorno, avevo lasciato una lettera per i miei genitori, mio padre sarebbe andato su tutte le furie, ma in cuor suo eravamo sapeva che avendo lo stesso carattere......avrei preso le mie decisioni a prescindere dalla sua...mia madre invece sarebbe scappata in lacrime nella cappella di famiglia e avrebbe pregato in una lingua che non avevo mai compreso.......felice assieme ad Ingrid, la mia balia, invitate da un uomo sorridente, salimmo a bordo..............ero felice, e forse ero anche ingenua, ma avevo bisogno di crescere e di cambiare vita..........." Ingrid ditemi...non siete felice anche voi....di questa mia splendida decisione ?".....la guardai col mio sguardo da ragazzina che aveva combinato una grande marachella..........ero felice di sentirla vicina,.
La nave era grande e vi erano molte persone sul ponte........ma fui attratta da Camelot e dalla spettacolare visone in quel particolare giorno....una lacrima scivolo' dal mio viso, ma con il palmo della mano....la feci sparire cosi' in fretta....che nessuno se ne sarebbe accorto
Guisgard
21-09-2012, 20.09.37
Una lieve brezza soffiava sul porto fluviale di Camelot, rendendo vivaci le acque e cullando dolcemente la goletta.
Gli ultimi bagagli furono caricati a bordo da alcuni uomini di colore, sotto lo sguardo attento di uno dei mercanti.
Ad un tratto una cassa scivolò e cadde a pochi passi da Gonzaga, che sognante fissava la goletta.
“Cosa combini, razza di animale...” disse con rabbia l'uomo che controllava il lavoro degli schiavi a colui che aveva fatto cadere la cassa “... se una sola di queste casse andrà perduta, sarai frustato fino all'arrivo a Las Baias! Ora raccogli la merce caduta a terra!”
L'uomo allora raggiunse Gonzaga.
“Perdonate, signora...” scusandosi con lei “... ma questi selvaggi non hanno il dono dell'accortezza quando fanno qualcosa... vi siete fatta male? Quella cassa vi ha colpita? O vi siete solo spaventata per l'incidente?”
Guisgard
21-09-2012, 20.25.26
La balia sorrise ad Altea ed annuì.
Raggiunsero allora la parte inferiore del ponte della goletta e subito furono attirate da un uomo che aveva preso posto verso prua e pronto a parlare a tutti i passeggeri.
“Signori e signore...” disse “... voglio subito darvi il benvenuto a bordo. Sono lieto che abbiate accettato il nostro invito con entusiasmo. Io sono De Blak e rappresento la Compagnia delle Flegee Occidentali. La goletta ormai è pronta a partire e raggiungere subito il porto più vicino, in Cornovaglia, dove ci attende una nave per condurci tutti nel Nuovo Mondo. Sulla nave conoscerete altri membri della Compagnia e vi sarà spiegato tutto ciò che occorre sapere sui luoghi che raggiungeremo. Nel frattempo, per qualsiasi vostro dubbio, io sono a vostra completa disposizione.”
Poco distanti, Elisabeth ed Ingrid parlavano della loro fuga per imbarcarsi.
“Mi chiedi se sono felice...” disse la balia “... non saprei... è tutto così nuovo, incredibile per me... non riesco neanche ad immaginare cosa può attenderci oltre il mare... quelle terre si trovano dall'altra parte del mondo conosciuto e sicuramente saranno diversissime dalle nostre... e... oh, beh, ora basta!” Esclamò. “Ormai abbiamo deciso! Tutte le nostre domande troveranno risposte molto presto!” Ed abbracciò Elisabeth. “Guarda...” indicando poi De Blak che stava parlando agli altri passeggeri “... credo sia importante ascoltare cosa dice... sei d'accordo, Elisabeth?”
Intanto, Rynos, Emas e Fidan avevano accolto con entusiasmo Cavaliere25 nel loro gruppo.
“Ragazzi...” disse Rynos “... andiamo a sentire cosa dice quel mercante ai passeggeri.”
E raggiunsero il capannello di gente attorno a De Blak.
elisabeth
21-09-2012, 20.39.00
" Siete saggia come sempre Ingrid cara, si credo che sia conveniente andare ad ascoltare cosa ha da dire quell'uomo,e se poi non la cosa non fosse di nostro gradimento...potremmo tornare a Camelot a nuoto....."...risi, perche' sapevo che non avrebbe mai messo un piede in acqua....ci avvicinammo agli altri ed ascoltai attenta....il nuovo mondo, cosa poteva dire " il nuovo mondo " quello in cui vivevo, non mi sembrava poi cosi' vecchio.....mi avvicinai a De Blak....." perdonate Signore, forse mi sono persa qualcosa.......ma oltre l'orizzonte, io non vedo nulla......la terre su cui approderemo.......come sara'..."...
cavaliere25
21-09-2012, 20.46.32
Quanta gente dissi rivolgendomi hai tre amici appena conosciuti saranno tutti interessati a ciò che starà dicendo quel uomo dissi speriamo di trovare un lavoro subito e un alloggiamento e anche da mangiare e sorrisi
Guisgard
21-09-2012, 20.49.58
Alice forse disse qualcosa, ma Clio era già andata via per udire la voce della sua amica.
Si incamminò verso il porto fluviale e lo raggiunse dopo circa un'oretta di cammino.
Sul molo vi era un vivace viavai di uomini e merci.
La goletta ondeggiava dolcemente sulle acque, mentre l'imbrunire rendeva, a poco a poco, impenetrabile lo sterminato cielo che avvolgeva ogni cosa.
“Non dite nulla...” disse all'improvviso una voce a Clio “... non una parola... leggerò il tutto dal vostro sguardo...” e saltò giù dalla goletta fino alla banchina “... leggerò i vostri pensieri guardandovi negli occhi, intendo dire!”
Era un giovane dai capelli lunghi e di bell'aspetto, robusto e vestito con una lunga giacca da ufficiale.
“Sapete” continuò “che gli indigeni di Cyumas riescono a leggere nel pensiero? In verità credo si tratti di una sorta di rito religioso o qualcosa di simile... ed affermano che funzioni...” sorrise “... dunque sono curioso di provare... e voi sembrate adattissima a questo mio esperimento, milady... ditemi, volete sacrificarvi per la scienza? Chissà che un giorno il mondo non ci sarà riconoscente!” E rise di gusto. "Ma permettetemi di presentarmi... sono Gurenaiz, ufficiale della marina olandese, milady."
Altea
21-09-2012, 21.57.03
Ascoltai con attenzione sir De Black e guardavo gli altri passeggeri, alcuni mi sembravano visi familiari, scossi il capo.."Odette, avete sentito? Tra poco arriveremo in una grande nave, e spero presto..conosci qualcuno di queste persone? E dove saranno finiti i miei genitori?Certo mio padre starà discutendo dei suoi affari ma mia madre è strano non sia qua, non vorrei si sentisse sola." E mi allontanai cercandola seguita da Odette, la quale ormai fin da piccola era abituata ai miei modi irrequieti e inusuali per una ragazza di buona famiglia.
Scrutai attentamente l'uomo che avevo di fronte. Non sapevo se essere infastidita o divertita da quel suo atteggiamento così diretto, ma la sua risata era contagiosa, e mi strappò un sorriso. Lo fissai negli occhi per un momento prima di rispondere. "Orbene, Gurenaiz" dissi tentando di sfoggiare il mio inchino migliore, "cosa avete letto nei miei occhi? Sono curiosa. Oh, perdonatemi, non avrei dovuto dire nulla" e sfoderai un sorriso ironico mentre mi coprivo la bocca con entrambe le mani, come a voler trattenere le parole. "Il mio nome è Clio, voglio proprio vedere se riuscite a scrutare nella mia anima. In cosa consiste questo vostro esperimento?".
ladyGonzaga
21-09-2012, 23.16.43
" Non preoccupatevi" , risposi a quell'uomo dall'aria imponente che a pareva incuttere timore .
In effetti mi spaventai un po, ma non per la caduta delle pesanti casse, ma per il modo in cui tratto quei poveri marinai.
Il suo accento era spagnolo di certo, il suo comportamento rozzo però nascondeva qualcosa di particolare cosi come particolare era il tatuaggio sulla parte interna del suo braccio...
http://www.tatuaggitattoo.info/wp-content/uploads/2011/02/tatuaggi_farfalle_colorate1.jpg
Il suo viso...le sue mani...ecco cosa mi colpi in particolare...un uomo dall'aspetto cosi apparentemente rozzo , ma dai lineamenti ben curati , e di certo il sole preso per mare, aveva risparmiato il suo viso...
Era strano...troppo strano...
Guisgard
22-09-2012, 02.23.47
De Blak aveva lo sguardo di chi ostenta sicurezza sempre e comunque, la voce nitida di chi non ha paura di farsi udire e i modi spicci di chi vuol far capire agli altri di avere sempre sotto controllo la situazione.
Fissò poi Elisabeth e rise di gusto.
“Milady, le Flegee sono lontane da noi forse nello stesso modo in cui lo sono quelle grosse nuvole sull'orizzonte.” Disse. “Esse si trovano al di là di questa terra e dei suoi mari. Sorgono oltre l'oceano e per raggiungerle bisogna navigare con venti impetuosi e orientarsi sotto stelle sconosciute. Ma una volta giunti, credetemi, esse ci appariranno in tutto il loro esotico splendore e nulla di esse vi sembrerà paragonabile alle cose che avete visto qui.”
“Ma è vero” prendendo la parola Ingrid “che laggiù vivono popolazioni selvagge ed ostili? Che si cibano di carne umana?”
“Signora, tutto in quei mari è strano, terribile e meraviglioso allo stesso tempo.” Rispose De Blak. “Il clima è differente, così come lo sono i venti e le piogge che si abbattono sulla terra con modi e intensità ignote a noi occidentali. La vegetazione dunque che cresce obbedisce a ritmi diversi ed anche le genti hanno abitudini e tradizioni difformi da quelle del mondo libero e civile. Ma non temete, poiché noi giungeremo a Las Baias, ormai colonia olandese disseminata di empori e scali commerciali della Compagnia delle Flegee Occidentali.”
Nel frattempo, Altea, seguita da Odette, era in cerca dei suoi genitori.
Trovò la madre sul ponte a fissare il porto di Camelot, con lo sguardo malinconico e l'aria incerta.
Ma, accortosi dell'arrivo di sua figlia e della sua balia, la donna mostrò un tenero sorriso e cercò di nascondere la sua inquietudine.
“Ormai la goletta sta partendo.” Disse. “Tuo padre parlava appunto di questo con quei mercanti.”
In quel momento si udì una campanella.
“Ecco, è il segnale.” Continuò la madre di Altea. “La goletta partirà tra pochissimo.”
Intanto, anche Rynos, Emas, Fidan e Cavaliere25 avevano udito il suono della campanella.
“Ecco, finalmente si parte.” Disse Rynos. “Ora tireranno su gli ormeggi. La goletta è piena di persone... credo che quei mercanti possano ritenersi soddisfatti. Un bel po' di gente partirà per il Nuovo Mondo.” Fissò poi Cavaliere25. “E noi, appena giunti laggiù, cercheremo subito una nave su cui imbarcarci come marinai.”
Guisgard
22-09-2012, 02.33.03
L'uomo fissò Gonzaga e sorrise.
“Voi forse” disse “siete qui per imbarcarvi sulla goletta... e forse quello sciocco schiavo vi ha fatto perdere tempo... se volete potete salire anche da qui. Vedete quei due uomini?” Indicando altri due mercanti sul ponte dell'imbarcazione. “Vi sistemeranno loro a bordo, fornendovi ogni informazione e spiegazione.”
Si udì il suono della campanella.
“E' il segnale...” fece l'uomo “... stiamo partendo... dunque affrettatevi se davvero avete deciso di partire con noi.”
Guisgard
22-09-2012, 02.52.10
“Oh, è, come detto, un esperimento della massima importanza, milady...” disse Gurenaiz dopo aver risposto con un inchino a Clio che si era appena presentata “... vedete, molti dottori e filosofi tentano di studiare gli usi e i culti degli indigeni del Nuovo Mondo e magari noi oggi stiamo fornendo alla scienza un notevole servigio per i loro studi.” Sorrise. “Ora però, mi raccomando, non dite altro... nessun'altra parola, poiché tenterò di leggere nel vostro sguardo...” e fissò la ragazza come se davvero cercasse di svelare i suoi pensieri attraverso lo sguardo “... allora... vediamo un po'... a vedervi... si, siete una principessa di qualche luogo esotico... magari figlia adottiva di qualche console o di qualche ministro del re... comprata ad un'asta di schiavi dopo essere stata strappata alla vostra regale famiglia... ovviamente in tenerissima età e ciò spiega il perchè non vi è traccia di traumi o altro, rendendovi dunque solare e luminosa...” assunse un'espressione vagamente pensierosa “... e... e ora siete intenzionata a ritornare nelle vostre terre natali per accampare diritti sul trono di vostro padre... vostro padre che regnava... vediamo... si, su un'isola del Nuovo Mondo colma di oro e pietre preziose di ogni genere... ovviamente nessun altro gioiello di quell'isola era paragonabile a voi...” sorrise nuovamente “... ora potete parlare... ditemi, ho indovinato?” Chiese divertito.
In quel momento si udì la campanella proveniente dalla goletta.
“E' il segnale che stiamo per partire...” fece Gurenaiz “... dobbiamo dunque affrettarci a salire a bordo, altrimenti non giungerete mai nella vostra isola, mia bella principessa.” E mostrò un vistoso inchino alla ragazza. “Ovviamente, come ufficiale del re d'Olanda, io mi occuperò della vostra sicurezza in questo lungo e pericoloso viaggio.” E le fece l'occhiolino.
cavaliere25
22-09-2012, 09.59.02
Bene dissi non vedo l'ora di iniziare questa avventura con voi signore e hai vostri due amici continuai a dire guardandoli poi mi misi a guardare in giro ero molto felice dentro di me pensavo chissà cosa mi aspetterà e guardai il mare
Restai immobile a fissare l'ufficiale olandese mentre mi svelava la mia storia. Tirai un sospiro di sollievo, no, non esistono metodi per leggerti nell'anima. Eppure ero divertita e affascinata dalla storia dell'uomo, la mia vita non sarebbe stata altrettanto poetica."Su una cosa avete ragione, Milord" e posi il mio sguardo verso la goletta attraccata e pronta alla partenza "devo raggiungere quelle terre misteriose per ritrovare una persona cara" e i miei occhi divennero tristi d'improvviso, mentre portavo la mano alla gola a sfiorare il ciondolo a forma di scudo da cui non mi separavo mai. Ma, tuttavia, non volevo spegnere l'entusiasmo di quel giovane, così galante, e dissi, con un sorriso malizioso in volto: "Eppure, potrebbe anche esserci del vero. Non ho mai conosciuto i miei genitori, dunque potrebbero essere anche loro oltremare, che non aspettano altro di ritrovare la loro figlia perduta, pronti a cederle il trono di una terra paradisiaca. E allora vi sarò grata di avermi svelato in tempo la mia vera identità". Risi, come non facevo più da molto tempo. Avevo pensato a lungo a chi potessero essere i miei genitori ma, una principessa di un'isola lontana, no quella possibilità non l'avevo mai calcolata.
Mi avvicinai all'ufficiale di un passo e gli porsi la mano perchè mi scortasse "Bene, Milord, vi occuperete della mia sicurezza anche se non sono una principessa come credevate?" dissi con il sorriso da timida fanciulla che su di me appariva terribilmente fuori luogo. Ma d'altronde, pensai, il mio classico so badare a me stessa, non impicciatevi sembrava alquanto scortese e inappropriato.
elisabeth
22-09-2012, 20.10.35
Non ero totalmente soddisfatta della spiegazione, ma era anche doveroso pensare che il viaggio stava per iniziare.......e Ingrid aveva una terribile paura di chi avrebbe incontrato....andato via De Blak....mi resi conto del fermento che c'era a bordo, tra passeggeri e personale di bordo, tante persone che si mescolavano, chi chiedeva informazione sul viaggio, chi chiedeva spazio per poter lavorare meglio...........non avevo mai visto tanta confusione se non quando accompagnavo Ingrid al mercato........" Non vi batte il cuore mia dolce Balia ?......stiamo voltando pagina, nuova terra nuove avventure, venite a vedere con me i colori questo nuovo giorno su Camelot....li dipingero' appena possibile......cosi' non li dimenticheremo mai..."......Guardai incuriosita, ogni persona a cui riuscivo a vedere il volto.....non mi passo' mai per la mente in quel momento che un giorno avrei potuto pentirmene......
ladyGonzaga
22-09-2012, 20.40.10
Partire con voi? risposi ...." per andare dove ? forse in posti a me sconosciuti e per trovare chi?"
Vi ringrazio di cuore Signore, il vostro invito è molto interessante, ma anni fa quando giunsi in questa piccola cittadina , promisi a me stessa che mai l'avrei lasciata ".
Vidi una piccola folla che si radunava al molo, gente piena di speranza, uomini in cerca di un futuro migliore ..una nuova vita !
Altea
22-09-2012, 22.41.52
Vidi mia madre scrutare l'orizzonte ella era preoccupata e la abbracciai "Madre, fingete ora di essere serena ma i vostri occhi rossi e lucidi vi tradiscono. Sono io qui con voi, forse mio padre ha ragione e ci troveremo bene laggiù."
D'un tratto una campanella e mia madre mi avviso' che stavamo partendo, mi sporsi e osservai ancora la splendente Camelot..come fosse un ultimo ricordo da portare nella valigia.
Guisgard
24-09-2012, 02.21.29
A quelle parole di Gonzaga, l'uomo annuì e non aggiunse altro.
Era ovvio che la ragazza non aveva intenzione di lasciare Camelot.
La salutò allora con un cenno del capo e tornò ad occuparsi delle mansioni a bordo.
“Teresa...” disse all'improvviso una voce a Gonzaga “... Teresa, sei tu, vero? Ho riconosciuto la tua voce, ragazza mia! Sapevo di trovarti qui sul molo, visto che è stata tua madre a dirmelo! Allora hai finalmente cambiato idea, vero? Hai finalmente deciso di accompagnarmi!”
Era un uomo anziano, abbigliato come un borghese benestante ed i suoi modi erano garbati.
L'uomo sembrava conoscere bene Gonzaga, anche se lei non lo aveva mai visto prima d'ora.
“Sono felice” continuò il vecchio “che tu abbia deciso di accompagnare il tuo vecchio zio nelle Flegee!” Chiamò allora uno dei mercanti sulla goletta. “Per favore, ci aiutate a salire a bordo? Qui ci sono i nostri bagagli.”
“Subito, signore.” Sorridendo il mercante. “Quante persone siete?”
“Io e mia nipote...” rispose il vecchio “... io sono Mc Pherson e lei” indicando Gonzaga “è mia nipote Teresa Wilberg.” Si voltò poi verso Gonzaga. “Su, cara, saliamo a bordo... la goletta sta partendo.” E sorrise.
Guisgard
24-09-2012, 02.44.09
Sulla goletta ormai tutto era pronto.
L'imbarcazione, una volta partiti, avrebbe risalito il fiume fino a raggiungere il porto di quella cittadina in Cornovaglia, dove ad attendere il suo equipaggio vi era un veliero olandese diretto nel Nuovo Mondo.
E mentre Elisabeth era accanto alla fidata Ingrid, un uomo dell'equipaggio si avvicinò alle due donne.
“Avete detto dipingere...” disse ad Elisabeth “... siete dunque una pittrice... ho piacere di questo, sapete? Sono anni ormai che vivo dall'altra parte del mondo per curare gli affari della Compagnia... mia moglie si trova a Las Baias, in una graziosa casetta coloniale dove sogniamo di riposarci appena mi sarò guadagnato la pensione...” sorrise “... e se siete una pittrice allora anche voi amerete quelle lontane terre... i tramonti laggiù hanno un sapore diverso, particolare e tutto sembra infinitamente più grande... il cielo, il mare, i giorni e le notti... sono luoghi unici, quasi forgiati da un Dio sconosciuto da quello che abbiamo imparato ad adorare qui da noi... un Dio fatto di infiniti colori, di sterminate forme e di eterni suoni... si, credo che le Flegee siano le terre più belle mai create... e quando imparerete ad amarle, sono certo che dipingerete quadri di straordinaria meraviglia...” restò un attimo a fissare il fiume “... ma permettete che mi presenti... il mio nome è Van Jong e ho il compito di condurre tutti voi al veliero che salperà per le Flegee.”
Nello stesso momento, sul ponte della goletta, a quelle parole di Altea sua madre sorrise e poi annuì.
“Hai ragione, ragazza mia...” disse a sua figlia “... si, non può essere che così... del resto tutte queste persone sembrano mosse da vivo entusiasmo per la partenza... appena imbarcate sul veliero chiederemo informazioni per il luogo in cui siamo diretti... non trovi che il suo nome esotico sia molto intrigante? Las Baias... chissà che posto sarà...”
“E' uno dei luoghi più belli di quel continente.” Arrivando il padre di Altea. “E' stato da poco strappato agli Inglesi... ora è amministrato da un governatore olandese...”
Intanto, anche Rynos, Cavaliere25, Emas e Fidan attendevano con ansia di partire.
“Io direi che ora serve un bel brindisi.” Disse Rynos. “Non siete d'accordo?” E mostrò ai suoi amici una piccola bottiglia di rum. “Brindiamo al nostro viaggio e alla fortuna. Che possa sorriderci sempre in quel nuovo mondo!”
Guisgard
24-09-2012, 02.58.51
Gurenaiz fissò Clio e sorrise.
“Allora forse” disse l'ufficiale “un po' mi sono davvero avvicinato alla realtà... dunque, non ci resta che raggiungere quei luoghi e scoprire il resto della vostra storia. Del resto, milady, le nostre storie potrebbero non essere poi così diverse... vedete, anche io parto per una missione... una missione particolare, affascinante, avventurosa, pericolosa e spero anche portatrice di fama e gloria...” sorrise nuovamente “... e visto che entrambi sembriamo amare tanto l'avventura ed il romanzesco, direi allora di calarci subito in questa impresa che la sorte sembra volerci affidare... dopotutto cosa c'è di più avventuroso e di, permettetemi, romantico che scortare una bellissima principessa in un viaggio verso terre sconosciute, poste ai confini del mondo?” Prese la mano di lei e la sfiorò con le labbra. “Allora, maestà, il capitano Gurenaiz è pronto a condurvi oltre i confini del mare, alla ricerca della vostra regale isola e forse, chissà, della felicità perduta...” e le fece l'occhiolino “... possiamo salire a bordo... la goletta attende solo noi...”
Così, i due giovani, salirono a bordo.
cavaliere25
24-09-2012, 11.02.56
Certo ma mancano i bicchieri continuai a dire o beviamo a canna devo dire che sono molto felice di avervi incntrato dissi rivolgendomi hai 3 amici di avventura
Altea
24-09-2012, 12.13.59
Annuii alle parole di mia madre..mi ero informata attraverso libri su quelle isole e si narrava di un posto esotico dove l'azzurro del cielo si confondeva con quello del mare cristallino, la sabbia era fine e dorata e il sole ravvivava tutti questi colori e della vegetazione..un luogo del tutto diverso da Camelot.
Udii la voce di mio padre che mi desto' da quel sogno.."Padre voi parlate sempre di affari..diteci, invece, come ci sistemeremo una volta arrivati a Las Baias ".
Aggrappata al parapetto della nave, osservai il classico via vai mattutino del porto fluviale. Alzai un poco lo sguardo verso Camelot, la città che pensavo mi sarebbe appartenuta per sempre. Impressi nella mia mente ogni angolo di quel panorama, ogni anfratto, ogni scalino, ogni strana abitudine. Guardai con nuovi occhi quelle scene che vedevo ogni giorno, sapendo che non li avrei più riviste. Anche il vecchio Tom, come tutti giorni fermo davanti al peschereccio ad aspettare le anguille, aveva un'aria diversa quella mattina: improvvisamente sapeva di casa. Ma non era tempo di perdersi in ricordi e fantasticherie, mi girai ad contemplare il fermento della partenza, e la tristezza sparì, veloce come era apparsa. No, niente indugi, era ora di partire. E osservando tutta quella gente così diversa, non potei fare a meno di sorridere. “Caspita, comincia a diventare un'abitudine” dissi divertita tra me e me, ripensando alla conversazione avuta col capitano olandese Gurenaiz, che mi aveva scortata fin sul ponte della goletta.
Guisgard
24-09-2012, 20.45.49
Giunta a Truro, la goletta dei mercanti e del loro equipaggio avvistò subito un maestoso veliero ormeggiato nell'insenatura artificiale tra il porto vero e proprio e l'isoletta di Jutax.
Sull'albero maestro della nave sventolava la bandiera di casa D'Orange e un può più in basso quella con lo stemma della Compagnia delle Flegee Occidentali.
Il nome del veliero era “Moeder Recht” e rappresentava in pieno i nuovi valori che la casa D'Orange aveva voluto dare, non senza pretese ed intenti politici, alla cultura dell'impero ed utilizzati spesso come sottili armi di propaganda contro la troppo conservatrice Inghilterra e nei confronti della corona d'Aragona, vista invece come integralista soprattutto dopo il trattamento riservato dai re Cattolici spagnoli agli ebrei e agli arabi di terra ispanica.
E proprio Inghilterra e Spagna contendevano agli olandesi il controllo delle rotte verso le ricche Flegee.
La nave, con tutti i suoi uomini già pronti a salpare, si lasciava cullare dalle onde quasi con una melanconica tristezza, che i più superstiziosi avevano subito battezzato come segno di cattivo auspicio.
Tuttavia la superstizione, anche se si trattava della superstizione di gente di mare, era ignota, o per lo meno combattuta, dallo slancio del nuovo pensiero illuminato che stava attraversando l'ambiziosa società olandese.
La goletta attraversò il porto e costeggiò la già citata isoletta di Jutax, un tempo fortificata dai galli contro gli invasori sassoni e oggi invece divenuta cittadella d'accesso al porto.
Il Sole del primo meriggio cadeva ancora con calda e vivificante intensità sulle rocce e sulla vegetazione dell'isoletta, rendendo rigoglioso e vivace quello scenario.
Grilli e cicale, tra le piante tutt'intorno, facevano avvertire la loro presenza con un variegato e costante brusio, mentre la lieve brezza marina faceva tintinnare come tanti sonagli le foglie degli alberi che circondavano il pendio che dava al bastione fortificato dell'isoletta.
Il tufo e il granito, quasi arsi sotto il Sole e consumati dalla millenaria salsedine, parevano emanare infiniti bagliori e scintillii e il via via di marinai e pescatori faceva volare via, come in una ballata, i gabbiani che si posavano sulle murature che davano a picco sul mare.
Fatti salire tutti sulla Moeder Recht, l'equipaggio si mise in attesa del comandante della nave.
Poco dopo, davanti a tutti, apparve un uomo dal viso bonario ma vigile, abbigliato senza badare troppo all'apparire, con un'espressione di vivo entusiasmo e dai modi forzatamente ostentati, come se volesse a tutti i costi imitare le pose e l'incedere di un gentiluomo.
“Do a tutti voi il mio benvenuto sulla Moeder Recht, amici ed amiche.” Disse sorridendo. “Sono De Chur e sono il comandante di questa nave, nonché membro della Compagnia delle Flegee Occidentali. Voglio subito porvi il ringraziamento mio e della Compagnia per aver accettato con entusiasmo questa straordinaria possibilità che gli eventi e la storia ci stanno ponendo. Oggi partirete per un mondo nuovo, ricco e pronto ad accogliere voi e i vostri sogni. Il domani, il futuro e ogni possibilità per un mondo migliore si trovano oltre l'oceano, nelle paradisiache coste delle Flegge. Grazie a tutti voi e buon viaggio!”
Tutti gli uomini raggiunsero i propri posti di manovra, l'ancora fu issata e le vele sciolte al vento.
Un colpo di mortaio salutò la partenza della Moeder Recht che prese il mare, lasciando la Cornovaglia e le coste Britanniche.
Sul ponte, intanto, Altea era insieme ai suoi familiari.
“A Las Baias” fece il padre della ragazza “prenderemo alloggio in una lussuosa villa proprio sul litorale... saremo ospiti di sua eccellenza il governatore e potremo frequentare il suo palazzo e le persone più importanti di quei luoghi. Come vedete” aggiunse con soddisfazione “ho pensato a tutto, pur di rendere speciale il nostro soggiorno laggiù.”
Dall'altra parte del ponte, Clio aveva osservato le coste Britanniche in balia di pensieri, ricordi e forse di una sottile tristezza mista a malinconia.
Tristezza e malinconia che però svanirono subito alla partenza del veliero.
“Eh, lo so lo so...” disse all'improvviso una voce alle sue spalle “... come gentiluomo ho avuto gravi mancanze, visto che ho lasciato da sola sul ponte una futura principessa di un regno tropicale...” sorridendo Gurenaiz “... ma forse ho qualche scusante, sapete? Infatti un veliero di questa portata ha sempre bisogno del lavoro di tutti i suoi ufficiali quando lascia un porto e prende il mare. Io poi qui sono l'unico militare, mentre tutti gli altri marinai sono stipendiati dalla Compagnia delle Flegee Occidentali. Ma questo riguarda quella mia missione di cui vi accennavo prima... ora però devo tornare al mio posto di manovra... sono di turno fino a stasera, poi sarò libero... se volete, possiamo chiacchierare un po' qui sul ponte, tra le onde e le stelle... le sere sul mare hanno un fascino speciale...” sorrise nuovamente “... ora devo andare... a dopo, se vi va...” e dopo un lieve inchino corse via.
Nello stesso momento, Rynos, Cavaliere25, Emas e Fydan stavano festeggiando la partenza con del rum.
“Allora dobbiamo bere dalla bottiglia!” Esclamò Rynos. “Forza, un vero marinaio si vede anche da come regge il rum!”
E quel brindisi salutò le coste Britanniche, mentre il veliero, quasi sulla scia del Sole morente, seguiva la rotta verso un nuovo mondo.
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cavaliere25
24-09-2012, 20.48.25
Che bello dissi chissà cosa ci aspetta nella nuova terra spero solo che ci accolgano bene sapete in certi luoghi non accettano gente che non sia di quella terra continuai a dire mentre guardavo al orizzonte
Cheyenne
24-09-2012, 20.53.20
Ero appena giunta al porto di Jutax, dopo un lungo viaggio dalla Danimarca con l'intento di giungere a Camelot, luogo di pace narratomi da stranieri incontrati nei mie viaggi al Nord.
Lungo il pontile, camminando distrattamente, udii pronunciare da un marinaio il nome della mia Terra Promessa e decisi così di avvicinarmi alla nave in cui l'uomo stava lavorando.
Purtroppo la mia ancora scarsa conoscenza della lingua dei Britannici mi giocò uno scherzo: convinta di imbarcarmi verso Camelot, salii su una nave i cui passeggeri provenivano da Camelot!
Altea
24-09-2012, 22.13.38
Arrivammo finalmente sul veliero, era di bella fattura ma vi aleggiava una atmosfera pesante, scossi il capo...forse era solo una mia sensazione per il fatto di lasciare la mia Terra.
Udii le parole di mio padre.."Davvero? Ma è meraviglioso...di fronte al mare, cosi potrò vedere l'alba e il tramonto su quelle acque cristalline". Non dissi nulla a mio padre, ero entusiasta da un lato ma dall'altra volevo avere una casa mia ed essere indipendente. Notai il volto di mia madre soddisfatto, forse per il solo fatto di poter continuare la sua alta vita sociale che era tutto per lei e che ambiva pure io frequentassi per prendere marito...e che trovavo tremendamente noiosa.
Guardai Guerenaiz allontanarsi sul ponte, e mescolarsi al resto dell'equipaggio. Stavo per dire "Vi attenderò, stasera.." ma poi pensai che non mi avrebbe udito in mezzo a tutto quel frastuono. Così non dissi nulla, mi limitai a voltarmi nuovamente verso il mare ad osservare la costa, sempre più lontana e indefinita, certa che giunta la sera lui mi avrebbe attesa e che forse, il non sapere se c'ero o meno avrebbe aggiunto un'aura di mistero. Mistero. Risi tra me a quella parola: come se avessi avuto altri impegni importanti a cui non potevo mancare, pensai con una smorfia. Restai ferma per un secondo, tentando di sentire il rumore delle onde tra il vociare di ciurma e passeggeri. No, la verità era che cominciava ad incuriosirmi la storia di quell'ufficiale. E poi, con quel suo strano modo di fare, riusciva a mettermi sempre di buon umore, pensai, e mi scappò una risata, che soffocai con veloce gesto della mano.
Guisgard
25-09-2012, 03.08.05
La Moeder Recht scivolava docile sulle leggere onde del mare, sospinta dagli Alisei favorevoli ed accompagnata dagli ultimi riverberi del giorno morente.
E al tramonto, magico ed incantato come sempre si può ammirare sul mare, seguì il silenzioso crepuscolo, sempre misterioso ed impenetrabile, e poi la sera, chiara di stelle e muta nel suo scorrere infinito su quelle acque.
Alcuni musici tennero di buon umore i passeggeri e l'equipaggio offrì a tutti una deliziosa cena, accompagnata da vino francese e liquori delle Fiandre.
La tiepida sera spinse molti dei passeggeri a restare poi sul ponte, tra il lieve eco del vento e il dolce mormorio delle onde.
Una variegata e vivace umanità si era imbarcata sul veliero, cullando il sogno di una nuova vita in un mondo che appariva a tutti tanto lontano, quanto idealizzato.
E fra i diversi volti, sul ponte apparve anche quello di Cheyenne, una ragazza straniera, che sembrava celare nei suoi occhi e nei suoi modi qualcosa di insolito, di misterioso, quasi indefinito.
“Fissate il mare” disse all'improvviso qualcuno avvicinandosi a lei “con la stessa malinconia del naufrago... una vecchia leggenda udita in non so più quale porto parlava di una ragazza che, disperata per la morte dell'amato, gettatasi in acqua divenne una sirena...” era un vecchio marinaio, dall'incolta barba bianca e impregnato dell'odore delle erbe che masticava continuamente “... siete straniera, vero?” Chiese a Cheyenne. “In fondo, quando si naviga, lo siamo tutti... il mare è la terra di tutti e di nessuno... è tanto vasto da perdersi, eppure gli stolti uomini di potere ambiscono ancora a dominarne gli sterminati confini...” sorrise “... cosa cercate nel vostro voler fissare il mare? Forse di vedere la sagoma del nuovo mondo nel pallore della Luna? O nei riflessi che essa lascia sulle acque? Io conosco le Flegee... si, le conosco forse come pochi altri... un Paradiso in terra... si, vero... ma anche in paradiso può apparire un demonio, come quello che tentò Adamo ed Eva...”
Le parole del vecchio marinaio a Cheyenne avevano attirato anche altri passeggeri, come Altea e la sua balia.
Era stata proprio questa a far segno ad Altea di avvicinarsi al vecchio, incuriosita dalle sue parole.
“Scusatemi...” fece la balia “... scusatemi se ho inavvertitamente udito i vostri discorsi... parlavate di demoni in quelle terre paradisiache... quali demoni?”
“Vedete...” mormorò il vecchio marinaio “... anche le splendide Flegee, come tutte le cose di questo mondo, hanno un flagello... i pirati...” fissò tutti coloro che lo stavano ascoltando “... si, i pirati... vi siete mai imbattuti nei pirati? No, ovvio di no... altrimenti, se così fosse, non stareste qui ora... ebbene, si tratta di predoni ferocissimi, animati dai demoni dell'avidità, dell'odio e della violenza... avvistare una nave corsara equivale ad una condanna a morte... un veliero come questo” indicando la nave su cui viaggiavano “non potrebbe mai stare al passo di un vascello pirata... in breve il raggio dei suoi mortai ci avrebbe sotto tiro... e una volta raggiunti, l'arrembaggio segnerebbe la nostra sorte... gli uomini verrebbero massacrati, mentre le donne e i bambini venduti come schiavi... esistono molti pirati nel Mar delle Flegee... tanti quanti sono i pesci di tutti gli oceani... eppure vi è un nome che è sinonimo di morte... un pirata malvagio come un demonio, inesorabile come la peste e violento quanto un uragano... un essere diabolico, la cui anima è già da tempo promessa agli inferi... il suo nome è...”
“Basta con le tue stupide storie, Robbios!” All'improvviso una voce. “Smettila di spaventare i passeggeri con i tuoi folcloristici racconti!”
“Capitano De Chur, sapete che non sono storie...” tentò di dire il vecchio marinaio.
“Sei pagato per occuparti della stiva!” Lo interruppe il capitano. “Ora va e accertati che l'umidità non abbia reso scivolose le cime, o qualche marinaio stanotte potrebbe cadere. Vai...”
Il vecchio annuì e si allontanò.
“Perdonatelo, signori...” disse De Chur ai passeggeri “... i vecchi marinai amano il folclore del mare e questo li spinge a raccontare leggende fantasiose... non badateci e godetevi questo meraviglioso viaggio.”
Alle parole di Robbios avevano prestato ascolto anche Rynos, Cavaliere25, Emas e Fydan.
“Pirati...” mormorò Rynos “... bah, bazzecole... nessuno oserà attaccare una nave come questa!”
Intanto, poco distante, Clio fissava l'orizzonte sterminato e vari pensieri attraversavano la sua mente.
“Strano...” mormorò ad un tratto una voce alle sue spalle “... eppure l'Astrolabio di bordo funziona correttamente...” era Gurenaiz e si avvicinò di qualche passo alla ragazza “... la Stella del Nord” fissando il cielo “dovrebbe trovarsi dall'altra parte” indicando il firmamento “e invece la vedo qui, proprio davanti a me...” sorrise e salutò Clio con un lieve cenno del capo “... il mio turno è terminato e come promesso eccomi qui con voi. In verità, ad essere sincero, avrei dovuto completare alcune mansioni, ma mi sono detto che un timoniere sufficientemente esperto ed un mozzo appena sveglio sicuramente avrebbero svolto senza noie quelle manovre...” fece l'occhiolino alla ragazza “... allora ditemi, mia esotica principessa, cosa facevate di bello? Posso ardire di credere che forse pensavate ad un certo affascinante ufficiale di mia conoscenza? Ufficiale investito dal Fato al ruolo di vostro campione e accompagnatore?” Sorrise e mostrò alla ragazza una conchiglia. “Questa era attaccata all'ancora... sapete? Si dice che sia di buon auspicio trovare una conchiglia prima di partire... provate ad ascoltare la voce del mare...” porgendola a Clio “... chissà che non vi sussurri qualcosa di magico...”
Cheyenne
25-09-2012, 07.57.18
Le parole del vecchio marinaio mi lasciarono interdetta...le isole Flegee...che posto era mai questo? Di certo non Camelot!
"Ma oramai sono su questa nave , pensai, tanto vale vedere cosa mi riserva questo viaggio.."
In fondo al mio cuore poi, si stava facendo largo una nuova speranza, quella di trovare in queste terra lontane qualche traccia del mio passato, della mia infanzia, del mio popolo perduto...
Smisi di guardare il mare e cominciai a camminare tranquilla lungo il ponte mentre una donna accompagnata a una giovane ragazza, farneticava parole a me straniere stringendo un rosario.
Presi la conchiglia che Guerenaiz mi porgeva, sorridendo, la accostai all'orecchio e restai in silenzio un momento ad ascoltare la voce del mare. "Non sarete un po' troppo presuntuoso capitano?" ribattei poi, in tono scherzoso, rammentando le sue parole, con il mento leggermente alzato e le palpebre basse come a voler fissare un punto indefinito del ponte. "O troppo galante..." continuai guardandolo con gli occhi stretti in un'espressione divertita e inquisitoria. "Ma, comunque," sospirai voltandomi nuovamente verso il mare, giocherellando con la conchiglia. Osservavo questo splendido paesaggio, il tramonto, l'imbrunire, e adesso le stelle: avevate ragione la sera sul mare ha un fascino inspiegabile. Non capita spesso di poter assistere ad un simile spettacolo... beh a chi non fa la vita del marinaio, ovviamente." Conclusi con un sorriso. "Sapete, non mi avete ancora spiegato in che cosa consiste questa vostra missione, o era una missione segreta di cui non potete parlare? Non lo rammento..."
Altea
25-09-2012, 14.59.40
Stanca del brusio della gente andai sul ponte con Odette.. alzai lo sguardo alla volta celeste, mai avevo visto il cielo nella sua vastita' riflettersi sul mare ma fui destata dalla balia che si diresse verso una ragazza e un anziano mozzo.
Ascoltavo con trepidazione i suoi racconti di uomo di mare, la balia ovviamente era spaventata e notai il suo solito rosario in mano.
Tutto si interruppe con l' arrivo del capitano che caccio' il vecchio in malo modo e attorno a noi solo il vociare di gente intimorita dal racconto.
Lasciai la balia sul ponte e seguii il vecchio mozzo giù nella stiva poiché la curiosità era forte.. "Messere fermatevi, io vi credo..ditemi il nome di quel temibile pirata e perche' e' cosi temuto."
Talia
25-09-2012, 17.05.06
Il cielo terso, appena solcato da candide nubi, si perdeva all’orizzonte confondendosi con la linea del mare piatto e cristallino, quasi del medesimo colore.
Lentamente chiusi gli occhi e respirai la brezza leggera che sapeva di salsedine.
Erano passati quasi due anni dal nostro arrivo lì, nelle Flegee, e tuttavia dovevo ammettere che ancora non mi ero del tutto abituata a quel luogo, ai suoi suoni, ai suoi colori... suoni e colori che non si vedevano in nessun’altra parte del mondo, dicevano... un luogo paradisiaco, infinitamente più meraviglioso di qualsiasi altro, dicevano... e forse era vero.
Eppure a me sempre più spesso mancava la mia vecchia casa...
sempre più spesso mi sorprendevo ad osservare il mare, come se fosse possibile aguzzando molto la vista riuscire a scorgere all’orizzonte la costa della mia Olanda...
Sospirai e riaprii gli occhi.
“Che cosa c’è oltre il mare?” chiesi un giorno, osservando l’ennesima nave perdersi all’orizzonte.
Il nonno, che mi aveva appena raggiunta sulla terrazza alta, si appoggiò alla balaustra e fissò a sua volta la distesa d’acqua di fronte a noi...
“C’è un intero mondo...” mormorò “Un mondo totalmente diverso da quello che conosciamo qui, diverso da qualsiasi cosa sia possibile vedere in Europa... c’è un mondo selvaggio ed inesplorato, un mondo in cui ogni uomo può e deve valere per ciò che è, un mondo in cui i valorosi vivono ed i buoni a nulla vengono sopraffatti, un mondo che nasconde inestimabili tesori e indicibili avventure, l’unico mondo in cui si può essere veramente liberi...”
Lo ascoltavo come rapita.
Ero solo una bambina e i racconti del nonno sui suoi viaggi oltreoceano e sulle sue peripezie erano una delle cose che amavo di più... non mi ero mai soffermata a chiedermi se e quanto di vero vi fosse in quelle storie.
“Mi racconti di nuovo la storia sui pirati?” domandai ad un tratto.
L’uomo mi osservò per qualche momento...
“Quella sui pirati...” mormorò poi, portando gli occhi all’orizzonte “Ti piace molto quella storia, vero?”
“Oh, si...” risposi, con entusiasmo “Mi piace molto! Io... oh nonno, io credo che conoscere un pirata sarebbe così emozionante...”
Per lunghi minuti il nonno non disse niente, limitandosi a scrutare l’orizzonte... infine tornò a guardarmi e sorrise...
“Si! E sarà opportuno non rivelare a tuo padre quest’ultima cosa, io credo!” disse, ammiccando appena.
Il vento, che si era alzato improvviso e prepotente dal mare, mi raggiunse sulla scogliera e fece volare i miei capelli, portando via quell’antico ricordo risalente a tanti, troppi anni prima quando ancora vivevo con il nonno, prima che mio padre decidesse di attraversare l’Oceano e stabilirsi lì...
Ruotai gli occhi, allora, lentamente, ed osservai la grande casa candida che sorgeva, solitaria, sulla parte più alta della scogliera, la quale scendeva poi gradualmente ad accogliere la città di Las Baias... sospirai... poi, quasi controvoglia, ripresi la strada in salita che mi avrebbe riportata a casa.
Guisgard
25-09-2012, 17.18.30
Altea aveva quasi rincorso il vecchio marinaio per farsi raccontare ancora di quella storia.
“Quel nome...” disse lui “... vi interessa davvero conoscerlo? E perchè mai? Avete sentito il capitano, no? Sono solo fandonie di un povero vecchio... dimenticate quella storia, damigella...”
Nel frattempo, Odette, seguendo Altea, si era accorta di una ragazza che vagava sola per il ponte.
“Perdonatemi...” avvicinandosi a Cheyenne “... vi ho intravista anche prima... beh, ecco... mi sembrate sola su questa nave e forse anche un po' smarrita... non vi ho sentito pronunciare parola... ecco, mi chiedevo... forse vi occorre aiuto?”
Nel frattempo, dall'altra parte del ponte, Clio era insieme a Gurenaiz.
“Presuntuoso...” disse il valente ufficiale “... davvero? E perchè mai? Forse perchè vi ho confusa con la Stella del Nord? In questo caso, allora, quell'astro mi sarà favorevole, visto che complimento più bello non potevo fargli!” Sorrise. “O forse voi facevate riferimento al mio famoso fascino?” Le fece l'occhiolino. “Eh, vi dirò che ne sono molto fiero e badate che le sere stellate sui mari del Sud, così come le fresche albe, gli incantati tramonti e gli indefinibili crepuscoli sono ottimi alleati per far valere il proprio fascino, specialmente davanti ad una meravigliosa creatura come voi.” Si voltò allora a fissare il mare e la scia che la Luna lasciava sulle acque. “Infatti non vi ho parlato ancora della mia missione nel Nuovo Mondo...” riprese a dire “... vi avevo solo accennato al suo essere avventurosa e pericolosa...” si voltò di nuovo a fissare Clio e sorrise ancora “... sono stato inviato da Sua Maestà per liberare i mari delle Flegee dai pirati che li infestano... giunti a Las Baias, aiuterò il governatore in questa importante impresa.”
A quelle sue parole, il vento, per un momento, soffiò con più intensità, quasi portando con sé un eco lontano.
cavaliere25
25-09-2012, 17.56.47
Se dovessimo essere attaccati dai pirati dissi saremmo pronti ad affrontarli continuai a dire quelli sono delle taglia gole non si fermano davanti a niente ma spero vivamente di non avere a che fare con quella gentaglia e rimasi in silenzio a fissare i presenti
Altea
25-09-2012, 18.28.25
Scossi il capo in segno di dissenso.."Non ho apprezzato il comportamento del capitano, voi dite cose vere messere e non sono fandonie di un vecchio mozzo, sono certa che voi avete vissuto mille avventure nei mari..e io ne sono affascinata...vi prego..svelatemi tutto..continuate." Lo guardai con sguardo quasi implorante.
Cheyenne
25-09-2012, 19.39.43
Assorta nei miei pensieri udii distrattamente la voce di una donna che mi si era avvicinata.
Le sorrisi :" Vi ringrazio gentile Signora, il mio nome è Cheyenne e provengo da un luogo del Nord governato da possenti uomini dai lunghi capelli biondi"
MI rivolse uno sguardo interrogativo, effettivamente il mio aspetto era alquanto diverso dal popolo da me descritto.
Sono stata sottratta dalla mia tribù in tenera età e sono diventata una schiava per questi uomini nordici... Ma non voglio parlare del mio passato.
Ora sono alla ricerca di qualcosa di meglio, e chissà cosa mi riserberà questo viaggio" dissi con aria sognante.
La donna mi fissò a lungo borbottando parole sconclusionate tra le quali percepii "Pirati"
Ascoltai scuotendo la testa quelle parole, con un sorrisino divertito dipinto sul volto. A quanto pare era inutile insistere, ed evitai di replicare. Ma quando nominò i pirati tornai immediatamente seria. "Dunque siete un uomo d'onore, capitano... e un avventuriero" conclusi sorridendo, poi corrucciai la fronte e lo fissai dritto negli occhi: "Ma se il re d'Olanda manda un nobile gentiluomo come voi a liberare le terre dai pirati, significa che sono una minaccia potente e diffusa.. o sbaglio?" tornai poi a guardare il mare, ascoltando la brezza che si era librata, pensierosa ".. certo che un vascello come questo, con tutti i ricchi e nobili passeggeri che ci sono, sarebbe una preda troppo facile...senza contare che non reggerebbe il confronto con le spietate navi pirata... oh, ma sono certa che voi ci proteggerete, in caso di arrembaggio.. dopotutto siete l'unico militare" e stavolta fui io a fargli l'occhiolino.
Guisgard
26-09-2012, 02.54.44
“Queste cose mi mettono ansia...” disse Rynos a quelle parole di Cavaliere25 “... non mi va di parlarne mentre mi trovo nel bel mezzo dell'oceano...” fissò Fidan “... avanti, suonaci qualcosa di allegro, che scacci questi tetri pensieri!”
Fidan annuì e preso un piccolo piffero che aveva con sé cominciò a suonare una vivace melodia.
Nel frattempo, dall'altra parte della nave, Altea era ancora in compagnia del vecchio marinaio.
“Vedo che siete davvero affascinata da questo genere di storie...” mormorò con un lieve sorriso “... ma forse perchè avete sentito qualche storia in una locanda, udito qualche ballata in un porto o letto uno di quei romanzi esotici che ricchi ed annoiati gentiluomini scrivono per le loro dame... ma la verità è ben diversa e vi assicuro che di avventuroso e romantico questo genere di cose hanno ben poco... fissate l'orizzonte...” indicando il mare “... ed immaginatene uno non troppo diverso da questo... all'improvviso una sagoma lontana... batte bandiera olandese, inglese o spagnola, cambia poco... si avvicina così senza destare sospetti... ma poi, d'un tratto, ammaina la bandiera che fino a quel momento sventolava al vento e ne issa una diversa... un cranio con sciabole, coltelli o tibie incrociate... allora comprendete di quale genere sia quella nave... ma è troppo tardi... in un attimo vi raggiunge, vi danneggia a babordo, il lato più debole e più carico, con precisi e forti colpi di mortaio... e quando è abbastanza vicina alla vostra nave, allora vi aggancia e comincia l'arrembaggio... e in quel momento cominciate a chiedervi cosa sia peggio... morire sotto la lama di un pirata, o sopravvivere e divenire sua schiava...” scosse il capo “... dimenticate queste cose, milady... dimenticatele...”
Intanto, qualche passo più indietro, Odette era insieme alla misteriosa Cheyenne.
“Perdonatemi se con la mia sciocca curiosità vi ho fatto rammentare momenti tristi del vostro passato...” mormorò Odette “... sono convinta” sorridendo “che questo viaggio vi riserverà cose belle... la Provvidenza ed il buon Dio aiutano sempre chi ha troppo sofferto...” si voltò poi verso il vecchio marinaio che qualche passo più indietro parlottava con Altea “... in verità sentire storie di pirati mi ha un po' inquietato... preferisco stare qui a guardare questa meravigliosa notte incantata... posso chiedervi di quale terra siete originaria, Cheyenne?”
Nello stesso istante, ma da un'altra parte del ponte, Clio era con Gurenaiz.
“Già...” sorridendo l'ufficiale a quelle ultime parole della ragazza “... ma non temete, nessuno attaccherà questa nave. Quando doppieremo Capo Calar, che segna l'inizio del Mar delle Flegee, troveremo ad attenderci una fregata ormeggiata presso Miniscolsa, un porto fortificato che pullula di militari, che avrà il compito di scortarci fino a Las Baias. Infatti, come voi stessa avete detto, il carico di questa nave è troppo prezioso per la Compagnia delle Flegee Occidentali. Quanto ai pirati...” facendosi serio “... si, sono una piaga che flagella i mari del Nuovo Mondo... ma per forti che siano, nulla potranno contro l'organizzazione e la determinazione di una marina civile e ben equipaggiata. Ed io so che in breve ripuliremo le acque Flegee da quei dannati corsari.”
Guisgard
26-09-2012, 04.06.14
Scena II: Analopel
“Ditemi, voi portate un altro nome infinitamente più bello di quello di Marianna Guillonk, è vero?”
(Emilio Salgari, Le Tigri di Mompracem)
Talia si avviava verso casa, attraverso la stradina che giungeva poi a diramarsi verso la scogliera da un lato e in direzione di Las Baias dall'altra.
Il cielo era terso, con riverberi intensi che sembravano smaltarsi tra l'azzurro infinito e il luminoso splendore degli sterminati banchi di nuvole che naufragavano verso Ponente.
Tutt'intorno, con lampi d'argento screziato, il mare pareva voler accogliere i raggi del Sole che poi, dalle acque, si riflettevano sulle lontane e bianche case, poste l'una sull'altra, che pullulavano nella pittoresca ed esotica baia.
“Analopel...” disse all'improvviso una voce “... Analopel, aspettami!” Correndo verso Talia il piccolo Jamiel.
Il bambino era figlio di alcuni indigeni al servizio di Philip Van Joynson, padre di Talia e Rappresentante Capo della Compagnia delle Flegee Occidentali a Las Baias.
“Analopel, dov'eri?” Chiese il ragazzino dalla pelle olivastra alla ragazza. “Il padrone” come gli indigeni chiamavano Van Joynson “era preoccupato per te. Mi ha mandato a cercarti. Forse era un po' seccato... dice che deve recarsi dal governatore e voleva portarti con lui, Analopel.”
Così gli indigeni chiamavano la bellissima figlia di Van Joynson.
“Vieni, torniamo a casa insieme.” Fece il piccolo, prendendo per mano Talia.
Giunsero così sull'alta scogliera, dove dominava la lussuosa residenza dei Van Joynson, una meravigliosa villa coloniale, circondata da un vasto giardino che dava, alle spalle, sul meraviglioso golfo di Las Baias.
Intanto, all'interno della villa, in una stanza illuminata da ampie vetrate impreziosite da tende di gusto borbonico, con pareti coperte da ricchi tessuti boemi, da velluti ungheresi e di broccati di gran sfarzo e pregio, abbelliti da ritratti e incisioni di gusto classicheggiante e alla moda di Vienna, stavano un uomo ed una donna.
Credenze d'ebano cariche di bottiglie, bicchieri e calici di cristallo arredavano la sala, con tavolini intarsiati d'oro e d'argento, corallo e madreperla.
“Tua figlia non si è ancora degnata di tornare...” disse con fare seccato l'uomo in piedi davanti ad una delle finestre “... forse abbiamo sbagliato tutto con lei... siamo stati troppo buoni e permissivi... comincio a crederlo davvero...”
“Philip...” fissandolo sua moglie e smettendo così di leggere il libro che aveva fra le mani “... non essere troppo duro con lei... è cresciuta dall'altra parte del mondo e non si è mai mossa dall'Olanda fino a poco tempo fa...”
“Eccola che arriva.” La interruppe l'uomo, guardando dalla finestra e vedendo Talia giungere davanti al cancello accompagnata da Jamiel.
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cavaliere25
26-09-2012, 10.11.46
Iniziai ad ascoltare quella melodia che stava suoando quel uomo rimasi incantato da quel suono che inizia a ballare e saltare ero come stregato ma era cosi dolce e rilassante
Altea
26-09-2012, 13.04.39
Ascoltai le parole del vecchio mozzo..certamente di avventure ne avevo letto nei romanzi ma sapevo che un pirata era tutt'altro che un galantuomo ma non ribattei, volli sentire da lui ciò che si rischiava, chissà quante cose da narrare aveva e provavo stima nei suoi confronti .."Messere vi ringrazio per avermi aperto gli occhi..allora siamo nelle mani del Signore." Sorrisi leggermente "Io sono Altea e quando vorrete sarò ansiosa di sentire le vostre avventure..vere..non quelle da romanzo."
Lasciai il mozzo ai suoi lavori e tornai sul ponte, notavo molti si erano impressionati al racconto sui pirati ma distolsi quel pensiero dalla testa, volevo fare una traversata senza pensieri e mi avvicinai alla balia"Odette avete fatto nuove amicizie? " chiesi osservando la ragazza con cui conversava, sembrava quasi spaventata o disorientata.. "I miei omaggi milady, e' un piacere fare nuove amicizie, in questo veliero ci si sente un po' soli non pensate?Cosa vi porta alle Flegee?"
Talia
26-09-2012, 16.07.50
Sorrisi appena a Jamiel, quando mi raggiunse e mi invitò a tornare a casa.
Per gran parte del tragitto mi limitai a seguirlo in silenzio, il ragazzino camminava qualche passo davanti a me e di tanto in tanto si voltava appena, come a controllare che ci fossi ancora...
Jamiel era solo un bambino, eppure io lo stimavo molto: c’era qualche cosa di particolare in lui, qualcosa che non avevo mai scorto in nessun’altro ragazzino della sua età... una sorta di pacata consapevolezza ed una inusuale responsabilità... per qualche curiosa ragione, infatti, le sue parole suonavano sempre ponderate e cariche di significati, quasi fosse un anziano capotribù a parlare anziché un vivace e irrequieto ragazzino.
Una volta, poco dopo il mio arrivo a Las Baias, per scherzo, gli avevo chiesto quanti anni avesse in realtà e lui, senza scomporsi, mi aveva risposto che era la saggezza del suo antico popolo che riconoscevo in ciò che diceva, che gli spiriti degli anziani capotribù vivevano ancora intorno a noi e nelle cose che ci circondavano, che niente nella Natura era privo di anima e che il suo popolo sapeva rispettare e dialogare con tutti quegli spiriti, in un modo che noi europei a stento potevamo capire. Disse che era questa antica forza che talvolta parlava per bocca sua ed era perciò che io vedevo la verità nelle sue parole.
Fui molto stupita da quella risposta...
E fu l’ultima volta che gli chiesi una cosa del genere.
Quando giungemmo davanti all’alto cancello che delimitava la proprietà di mio padre, Jamiel lo spinse e mi invitò ad entrare... insieme percorremmo il viale pergolato che costeggiava la scogliera e raggiungemmo il basso cancelletto che dava sul giardino di fronte alla casa.
“Credo...” dissi allora, voltandomi a guardarlo “Che qui tu possa lasciarmi, Jamiel...”
Lo scrutai per un attimo, poi sorrisi...
“Ti prometto che non scapperò via e che andrò diritta in casa!” soggiunsi, vagamente divertita, spingendo il cancelletto ed entrando in giardino.
Avevo fatto appena due passi quando, sollevando gli occhi, vidi la sagoma di mio padre immobile oltre il vetro di una delle alte finestre centrali... rimasi ad osservarlo per qualche istante... poi distolsi lo sguardo ed entrai in casa.
Cheyenne
26-09-2012, 19.17.37
"Oh,mi piacerebbe molto potervi dare una risposta precisa, ma purtroppo ho solo pochi ricordi del mio paese natale.
Si trova a molti mesi di viaggio da qui...La Natura regna incontrastata...Vi sono immense distese di campi e boschi, fiumi infiniti e gli animali...oh gli animali di quelle terre...grossi buoi dal denso manto scuro, felini dagli occhi color miele e orsi con la gobba... e ognuno di noi bambini aveva un portafortuna fatto di corde e piume per scacciare via gli Spiriti della Notte...
La mia mente viaggiava attraverso quei luoghi lontani, sforzandosi di ritrovare le memorie dei miei primi anni.
"Le nostre case erano tende enormi e decorate, con un focolaio acceso nel centro durante i freddi dell'inverno...non quanto agli inverni scandinavi comunque...durante la primavera il mondo era pervaso da colori, profumi e suoni a simboleggiare la rinascita annuale della Terra....
Il popolo con cui sono crescita, i Vichinghi, chiamavano il mio paese Vinland e dicevano che la mia tribù si trovava agli estremi mi questo territorio da loro scoperto.
Mi dispiace ma non posso dirvi di più, questo è tutto quello che ricordo...oltre alle faccia sfocata di chi mi ha data alla luce....
Cheyenne
26-09-2012, 19.21.07
Salute a voi Milady.
Il mio nome è Cheyenne, sapete non ho idee precise su questo viaggio a dire la verità...confido negli Dei..loro mi condurranno...
E voi? Cosa vi ha spinta in questa nave?
Altea
26-09-2012, 19.32.49
Ascoltai con attenzione l'affascinante racconto di quella ragazza.."Il posto da dove venite sembra un paradiso in Terra, capisco il vostro rammarico per averlo perso, ma un giorno chissà..forse ci ritornete" riflettei un attimo.."Si, ho letto riguardo questa usanza, di donare a ogni piccolo nato un amuleto di piume e corde, come uno scaccia spiriti..veglierà il bimbo nel sonno, in modo che i sogni brutti rimarranno imprigionati tra quelle ragnatele di corde mentre quelli belli voleranno con le piume degli uccelli fino al Cielo per diventare reali, è molto suggestivo."
Alla domanda improvvisa della ragazza, mi prese un leggero sconforto.." milady..nemmeno io so perchè sono diretta a Las Baias, ne sono costretta, sapete mio padre è un importante uomo di affari e io e mia madre dobbiamo seguirlo perchè vuole espandere i suoi averi...quindi pure io sono del tutto confusa su quello che mi spetterà laggiù." Sospirai guardando Odette malinconicamente.
Cheyenne
26-09-2012, 19.43.19
Beh Milady pare proprio che i nostri destini stiano viaggiando paralleli in questo momento delle nostre vite....
Entrambe costrette da qualcosa più grande di noi a imbarcarci verso un luogo sconosciuto, senza sapere a cosa si va incontro..
Vostro padre è un uomo d'affari..sicuramente lui sarà meglio informato sui luoghi che ci accingiamo a visitare..
Altea
26-09-2012, 20.02.32
Annuii.."Penso un pò tutti in questa barca siano un pò spaventati per il futuro che ci attenderà laggiù..mio padre..lui sa certamente gli affari da compiere e come arricchirsi ma questa è una storia lunga. Ha già deciso tutto, lui..pure dove andremo ad abitare ma io non approvo le sue decisioni.
Ora milady, mi congedo da Voi...l'aria è un pò umida..è stato un piacere fare la vostra conoscenza, ci rivedremo ancora sicuramente".
Salutai la ragazza con un sorriso e feci cenno a Odette di seguirmi.."Sono stanca, non si può andare a riposare, o dobbiamo continuare con queste feste noiose che mi costringono a partecipare i miei genitori?" dissi alla balia.
"Tanto meglio" risposi con una smorfia "perché un arrembaggio complicherebbe di gran lunga i miei piani... senza contare che essere venduta come schiava non è esattamente il mio sogno ricorrente" continuai tornando a sorridere. Guerenaiz era stranamente serio e fissava un punto indefinito all'orizzonte, pensai che il pensiero della sua missione lo avesse inquietato. "Suvvia, non crucciatevi, valente capitano.. sono sicura che riuscirete nella vostra impresa. Nessun pirata potrà sfuggirvi....temo per loro, piuttosto, non sanno cosa li aspetta.." lo guardai di sottecchi, sperando di avergli strappato un sorriso.
Guisgard
27-09-2012, 03.43.33
A bordo tutti i passeggeri furono alloggiati in comode cabine e l'equipaggio fu sempre loro vicino per ogni necessità.
Passarono così i giorni e poi le settimane, durante le quali i passeggeri, pian piano, videro aumentare sempre più l'attesa per quel nuovo mondo che li attendeva.
Il veliero doppiò Capo Calar e poco dopo la vedetta annunciò una nuova terra in vista.
Nella calda foschia, che come un velo accarezzava l'orizzonte, cominciò a vedersi una terra lontana che ai più apparve quasi come l'ultimo asilo ai confini del mondo.
Il capitano De Chur, allora, parlò nuovamente ai passeggeri, spiegando loro dell'imminente arrivo e di come la Compagnia avesse già fatto preparare alloggi per tutti a Las Baias.
Erano giunti ormai nel Mar delle Flegee e un caldo vento tropicale spingeva la nave verso quelle terre che apparivano, pian piano, sempre più vicine.
E dopo alcune miglia, due imbarcazioni si stagliarono lungo l'orizzonte, a poca distanza dalla terraferma.
“Sono le due fregate” disse il capitano osservandole con un cannocchiale “di stanza a Minisclosa. Sparate un colpo come segnale.” Ordinò al suo secondo. “Così ci scorteranno fino a Las Baias.”
Fu fatto allora sparare un colpo di mortaio e subito le due fregate olandesi cominciarono le manovre, affiancando così la Moeder Recht nel suo viaggio verso le coste Flegee.
Era appena passato Mezzogiorno e dopo circa tre ore la Moeder Recht e le due fregate arrivarono finalmente nel golfo di Las Baias.
Due sottili e affusolati bracci di terra concavi racchiudevano quell'insenatura naturale, ricoperti da una moltitudine di case bianche, ammassate le une sulle altre e attraversate da strette viuzze, simili a intricati labirinti usati per confondere e disperdere eventuali invasori, che percorrevano in lungo e in largo quella che ad un europeo poteva apparire come poco più di una cittadella di mare, ma che invece rappresentava, nel Nuovo Mondo, una vera e propria città commerciale.
La Moeder Recht fece il suo trionfale ingresso nel porto e subito dalla terraferma, per salutarla, furono fatti esplodere più colpi di mortaio, mentre una folla di curiosi raggiunse subito il molo per osservare da vicino la superba nave olandese.
Era il pomeriggio di un giorno quasi estivo, col vento che era andato rinforzando da Sud, facilitando il traffico nella baia e soffiando a raffiche irregolari che sembravano quasi voler spazzare via le piccole costruzioni bianche che adornavano il pittoresco paesaggio della città.
L'aria odorava di salsedine e pareva intrisa d'acqua trascinata dal vento, mentre il mare appariva di un blu cobalto, forte, intenso ed enigmatico nel suo primordiale ardore destato da quella brezza.
L'ancora fu calata e i passeggeri finalmente furono fatti scendere a terra.
Las Baias li aveva accolti come naufraghi alla ricerca di una felicità perduta e sognata da sempre.
La città era davanti a loro, con la sua moltitudine di case, le sue palme in balia del vento e le sue viuzze serpeggianti come tanti cunicoli e passaggi segreti.
Il tutto arroccato e quasi prostrato intorno ad un maestoso palazzo fortificato e posto in cima al promontorio dal quale scendeva il centro abitato.
Quello era il palazzo del governatore.
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“Sarà meglio trovare subito una taverna qui al porto...” fece Rynos, fissando Cavaliere25 ed i suoi due compagni “... dove potremo bere qualcosa e cercare un lavoro su qualche nave...”
I genitori di Altea, insieme alla fedele Odette, presero tutti i loro bagagli e chiesero poi ad uno dei mercanti dove si trovassero gli alloggi preparati per loro.
“Non sono molto lontani da qui...” spiegò il mercante “... basterà percorrere quella stradina e vi ritroverete in un piccolo borgo, detto di Santa Lucia... lì troverete una confortevole locanda con diverse stanze già prenotate a vostro nome. La locanda si chiama La Rosa dei Venti.”
E appena quel mercante spiegò il tutto, Odette vide passare accanto a loro la misteriosa Cheyenne.
“Anche voi cercate gli alloggi?” Domandò alla ragazza. “Se è così, allora potete unirvi a noi, visto che siamo diretti là.”
Scesa dalla nave, come tutti gli altri, anche Clio si apprestava ad ambientarsi in quella nuova terra.
“Madama...” all'improvviso una voce con un accento esotico “... perdonate, mi manda il capitano Gurenaiz...” era un uomo di colore che aveva prestato servizio sulla Moeder Recht durante il viaggio “... si scusa per non potervi accompagnare a terra, ma è impegnato con alcune manovre a bordo e non può lasciare il suo posto... per questo vi manda un messaggio...” e consegnò alla ragazza un bigliettino.
Guisgard
27-09-2012, 04.04.59
Appena Talia entrò in casa, subito un domestico la condusse nel salone dove i suoi genitori la stavano attendendo.
Entrata la ragazza nella sala, sua madre la fissò scuotendo lievemente il capo e indicando con un'occhiata suo padre, che invece se ne stava in silenzio ed immobile a fissare il giardino dalla finestra.
“Alla buonora.” Disse all'improvviso l'uomo e rompendo così il silenzio nel quale sembrava essersi chiuso. “Se non ricordo male” proseguì “ti avevo espressamente chiesto di non allontanarti troppo da casa, visto che era mia intenzione portarti con me in visita ufficiale presso il nuovo governatore. Ma evidentemente chiederti di aver rispetto ed attenzione verso i desideri di tuo padre è cosa troppo complicata per te, vero?”
“Philip...” fissandolo sua moglie.
“Ti prego, Maria...” interrompendola con un cenno lui “... forse nostra figlia ha scambiato la mia benevolenza e la mia premura verso di lei come un segno di debolezza, visto che non perde occasione di approfittarne...” tornò a fissare la ragazza “... in principio volevo far svanire la tua malinconia e la tua tristezza per aver abbandonato l'Olanda, cercando in tutti i modi di accontentare ogni tuo desiderio. Ma mi sono accorto che i tuoi non sono desideri, ma capricci e tu non sei altro che una ragazza viziata. Del resto, non poteva essere altrimenti, visto il modello di vita che hai appreso vivendo insieme a tuo nonno.” Il suo sguardo era severo ed il tono della sua voce alterato. “Ora se, come credo, non hai nulla da dire a tua discolpa, ti pregherei di prepararti. Non voglio far attendere il nuovo governatore. Anche se per te, come immagino, ben poco valore possono avere il mio ruolo e la mia autorità come rappresentante della Compagnia qui a Las Baias.”
cavaliere25
27-09-2012, 12.57.29
Si dissi sono d'accordo con voi messere forza andiamo la nuova avventura ci aspetta e mentre dicevo cosi sorrisi guardandomi in giro e dentro di me pensai accidenti non poteva andarmi meglio di cosi
Altea
27-09-2012, 15.01.54
Il viaggio fu tranquillo e veloce, più di quanto immaginassi, e quando vidi finalmente la Terra che sarebbe stata la mia nuova dimora un senso di tranquillità mi pervase. Era straordinaria, il mare era di una bellezza disarmante e respirai a pieni polmoni il profumo della salsedine.
Scesi dalla nave un mercante ci diede le indicazioni per il nostro alloggio..guardai mio padre con fare sorpreso e interrogativo "Padre..ma non avevate detto che eravamo ospiti del Governatore? E ora ci troviamo a soggiornare in una locanda? Molto ospitale il vostro amico di affari olandese", notai l'occhiataccia di mia madre, forse la pensava come me, ma sapeva che non avevo problemi a esprimere ciò che pensavo.
Mi voltai e vidi Odette conversare con quella ragazza che incontrai sul ponte e le feci cenno di avvicinarsi in modo da raggiungere presto il borgo di Santa Lucia.
Talia
27-09-2012, 16.59.00
Fissai mio padre per qualche istante quando ebbe finito da parlare... era teso, arrabbiato... e, qualsiasi cosa dicesse, io ne conoscevo il motivo.
Fin dal nostro primissimo arrivo a Las Baias, mio padre aveva fatto il buono ed il cattivo tempo lì... sulla carta, infatti, egli non era che il rappresentante della Compagnia nelle nuove terre e non aveva la pur minima mansione politica... di fatto, tuttavia, aveva in breve tempo assunto ogni sorta di potere e privilegio, l’anziano Governatore pendeva letteralmente dalle sue labbra e si era dimostrato più volte incapace di prendere anche la pur minima decisione senza il suo appoggio e consiglio, era dal vaglio di mio padre che passava ogni sentenza ed ogni provvedimento...
Un nuovo Governatore, dopo che quello vecchio ci aveva lasciati, significava dunque, per mio padre, la perdita di molto terreno.
Sapevo che con il nuovo Governatore mio padre aveva intessuto una prolifica corrispondenza epistolare, negli ultimi tempi... ed oggi doveva aver luogo il loro primo incontro, appena due giorni dopo il suo arrivo nelle Flegee.
I miei occhi erano fissi in quelli di mio padre... non approvavo il suo operato e disprezzavo la sua insaziabile ambizione, ma non ero tanto sciocca da credere che questi miei pensieri potessero mutare la sua indole o, meno ancora, che mi convenisse osteggiarlo in un simile frangente.
Sfoderai, dunque, il sorriso più di circostanza che possedevo...
“Perdonatemi, padre...” dissi, chinando appena la testa “Ho soltanto fatto una passeggiata... e temo di aver perso la cognizione del tempo. Ma, con il vostro permesso, corro a prepararmi... sarò pronta in pochi minuti!”
Mi inchinai impercettibilmente ed uscii.
Raggiunsi la mia stanza in fretta e qui trovai, adagiato sul letto, un abito di una stoffa morbida e chiara, di ricca e meravigliosa fattura... certamente uno degli ultimi acquisti di mia madre, pensai.
Due servitrici mi aiutarono ad indossarlo ed una terza mi pettinò... non amavo avere sempre tutte quelle persone intorno, non c’ero abituata, in Olanda non era mai stato così... ma quelli erano gli ordini di mio padre da quando eravamo arrivati lì e non si potevano discutere.
Neanche mezz’ora più tardi, tuttavia, ero pronta... scesi, così, nell’ingresso dove trovai già i miei genitori ad attendermi.
Cheyenne
27-09-2012, 18.29.51
Giunta finalmente alla metà, scesi dalla nave e guardai intorno alla ricerca di un luogo in cui alloggiare. Fu allora che vidi la gentile signora con cui avevo conversato durante il viaggio.
Che donna premurosa, pensai , a invitarmi nella locanda in cui soggiornerà, e mi affrettai ad accettare la sua offerta.
Guisgard
27-09-2012, 20.25.05
Cheyenne, così, si avvicinò alla famiglia di Altea e tutti insieme si diressero al borgo di Santa Lucia.
Si trovava quasi nel centro di Las Baias e rappresentava la sua zona più importante, visto che molte famiglie legate alla Compagnia delle Flegee Occidentali vi soggiornavano.
E queste famiglie, possiamo dire, costituivano una sorta di nuova aristocrazia, forse più definibile patriziato oligarchico, visto che questa ostentata nobiltà era data dal possesso di navi e merci, invece che dal sangue e dagli antenati.
Raggiunto il centro del borgo, subito riconobbero l'albergo Rosa dei Venti.
Si trattava di un antico fortilizio spagnolo, sede della vecchia guardia cittadina, acquistata da un ricco colono ed ora trasformata in una lussuosa dimora alberghiera.
Cheyenne, Altea e i suoi familiari furono così accolti dal padrone, un ricco italiano di nome Baldovini, partito dalla sua terra qualche anno prima per cercare fortuna nel Nuovo Mondo.
Altea e i suoi, allora furono sistemati in una comodo e vasto appartamento all'ultimo piano, da cui si poteva ammirare buona parte delle caratteristiche abitazioni di Las Baias, mentre a Cheyenne, essendo da sola, fu dato un locale più piccolo, ma non per questo meno confortevole, dal quale si dominava la piazza del borgo.
“Il soggiorno” disse Baldovini “è come sapete già stato pagato e per qualsiasi cosa i e i miei servitori siamo a vostra disposizione.” E si ritirò.
“Sua eccellenza il governatore” fece il padre di Altea a sua figlia una volta rimasti soli “ci ha invitato personalmente, ovviamente rivolgendosi alla banca che io rappresento, e quindi il tuo spirito e fuori luogo, figlia mia. Anzi, quando saremo ricevuti nel suo palazzo, voglio che abbia la migliore impressione possibile della nostra famiglia. Mi raccomando, sono in gioco le sorti dei miei affari.”
Poco dopo, all'altro piano dell'albergo, qualcuno bussò alla porta dell'alloggio di Cheyenne.
Era un ragazzo del posto che faceva il garzone nella locanda dell'albergo.
“Qualcuno vuole incontrarvi alla locanda...” disse il ragazzo “... non mi ha detto il suo nome, ma solo di recapitarvi questo invito.”
Guisgard
27-09-2012, 20.30.44
Rynos, Cavaliere25, Emas e Fidan raggiunsero la locanda che dava sul porto e subito ordinarono da mangiare e da bere.
“Scusatemi...” disse Rynos al locandiere che serviva in tavola “... sapete per caso se arruolano marinai da queste parti? Magari qualche nave in partenza...”
“Che io sappia” rispose il locandiere “in questi giorni no. Tuttavia, se cercate lavoro, vi consiglio di raggiungere l'altra parte del litorale, dove si trova la borgata di Lacroas... è territorio a metà tra inglesi e spagnoli... da quanto ne so c'è una nave in partenza...”
elisabeth
27-09-2012, 20.35.15
Come tutte le persone che avevano l'animo aritistico......avevano sempre la testa tra le nuvole, feci la piacevole conoscenza di VanJong....fu cortese e molto ospitale rese piu'serena Ingrid che forse in cuor suo aveva lasciato il cuore a Camelot........" Tranquilla Ingrid....i soldi non ci mancano e poi vuoi che la figlia dei duchi di Arbroath...si perda mai d'animo ?......io dipingero' e tu friggerai le tue meravigliose frittelle.....diventeremo ricchissime...."...risi abbracciandola, infondo avevo detto la verita', mio padre mi aveva insegnato a vivere, senza guardare al fatto che avesse avuto una figlia femmina...e questo mi rese il suo orgoglio..........il viaggio non fu male, le cabine erano comode e ogni passeggero si impresse nella mia mente....pronto ad essere dipinto, i vari colori di questo nuovo mondo.........il viaggio era al termine e io non ero riuscita a far amicizia con nessuno.......Ingrid mi era stata attaccata come un francobollo...scesi a terra, mi guardai un po' smarrita....." Ingrid dobbiamo torvare una taverna dove alloggiare....e poi vedremo cosa ci riservera' il futuro....."...presi i bagagli e chiesi ad un marinaio.."perdonate..un posto dove possimao alloggiare io e .....mia zia ?.."....
cavaliere25
27-09-2012, 20.41.07
Che facciamo dissi avevo ascoltato il discorso tra i due qui non ce lavoro o ci spostiamo o proviamo a trovare qui un lavoro e aspettai una risposta
Guisgard
27-09-2012, 20.58.58
Talia scese nell'ingresso e vi trovò suo padre e sua madre ad attenderla.
Nell'androne vi erano un uomo ed una donna, rispettivamente padre e madre del piccolo Jamiel.
Lei faceva da governante nella villa, mentre suo marito si occupava di varie mansioni, tra il giardino e il cortile antistante la principesca abitazione.
“Padrone, la carrozza è pronta.” Disse l'uomo.
“Bene.” Annuì Philip Van Joynson. “Partiamo subito.”
“Siete davvero incantevole con questo abito, Analopel.” Sorridendo la donna a Talia. “Uno splendore.” E le accarezzò il viso.
“Su, presto.” Fece Philip. “E' tardi e siamo attesi da sua eccellenza.”
La carrozza, così, prese la strada verso il centro abitato di Las Baias, per poi imboccare la via che conduceva al palazzo del governatore.
“Che idea ti sei fatto del nuovo governatore, Philip?” Chiese la madre di Talia al marito.
“Non saprei...” rispose questi “... tentare di decifrare un uomo dalla scrittura è un esercizio complicato, forse adatto a poeti e romanzieri, non certo a chi è abituato a far quadrare tutto sotto numeri e sigle. Posso però dire che la sua reputazione in patria è ottima. Anche perchè, se così non fosse, la Compagnia non avrebbe appoggiato ed accettato la sua nomina. La cosa però, almeno da questi primi momenti, che lo differenzia dal suo predecessore è l'attenzione che pone all'aspetto militare, visto che sarà affiancato da un nuovo ammiraglio, nominato direttamente dall'Alto Ammiragliato di Amsterdam. Ma, sicuramente, anche questa cosa sarà stata voluta dalla Compagnia, visto il gran numero di navi pirata che affollano questi mari. Alcune delle quali, molto probabilmente, sotto il controllo, o almeno sotto la protezione, degli inglesi e degli spagnoli.”
“Capisco.” Annuendo sua moglie.
“E poi” fece lui “c'è anche da risolvere la delicata questione con il Viceré spagnolo di Balunga, nelle Flegee aragonesi e a noi confinanti... sono curioso di vedere come il nuovo governatore gestirà questi difficili rapporti.”
In quel momento la carrozza giunse davanti al palazzo del governatore.
Presi il bigliettino che quell'uomo mi porgeva, lo ringraziai, e quando se ne andò lo aprii per leggere il messaggio di Guerenaiz.
Delle scuse, un luogo e un orario, decisamente un appuntamento.
Alzai gli occhi verso il cielo e osservai compiaciuta la calda luce del sole. Avevo tempo,molto tempo prima che Guerenaiz si liberasse. Bene. Ascoltai per caso i discorsi di alcuni giovani, decisi a trovare la taverna della cittadina. Pensai di seguirli. Dopotutto, dove avrei potuto trovare le informazioni che stavo cercando se non in un rifugio di vecchi marinai ubriaconi? Era proprio quello che faceva al caso mio.
Entrai nella taverna poco dopo, ed evitai di commentare, e anche solo di immagazzinare il genere di parole che gli uomini seduti nei vari tavoli mi rivolgevano. Evidentemente non entravano molte donne in quella taverna , molte donne per bene, s'intende. Giunsi veloce al bancone, mi appoggiai, battei forte la mano sul tavolo per richiamare l'attenzione dell'oste e chiesi a gran voce una pinta di birra. Per Ercole quanto mi era mancata! L'oste mi osservò, strabuzzando gli occhi, un altro che non aveva mai visto una donna, pensai. Feci scivolare una moneta sul tavolo, e lo fissai con due occhi gelidi che non promettevano nulla di buono, ma restai stupefatta da ciò che mi disse quell'uomo. Niente birra! Mi servì un liquore del posto, scuro e dolciastro. Non male, dopotutto. Richiamai l'uomo con un cenno della mano destra e quando si avvicinò gli chiesi notizie degli ultimi superstiti della marina militare inglese. Mi guardò di nuovo come se venissi da un altro mondo, il che - pensandoci bene - era anche vero. Lo fissai dritto negli occhi, s'impicchi l'etichetta, con lo sguardo di chi non ha nessuna intenzione di essere preso in giro. "Gli inglesi" ripetei calma, come se dovessi spiegare le cose ad un bambino troppo stupido "sai dirmi dove posso trovarne qualcuno...". Vedendo che continuava a non capire, e rammentando che a questo mondo nessuno fa niente per niente, feci scivolare una seconda moneta sul bancone, insieme ad uno sguardo perentorio. "Allora, ti è tornata la memoria oste?"
Passeggiai a lungo sulla spiaggia, ripensando alle parole di quell'uomo. Le ore passarono veloci, mentre i pensieri occupavano ogni spazio della mia mente. Il sole tramontò in un tripudio di colori che mi lasciò letteralmente senza fiato. Una brezza leggera si alzò a presagire che il giorno lasciava spazio alla sera. La sera. Guerenaiz ! Mi alzai in fretta e furia e tentai di orientarmi, tornai sui miei passi e mi diressi là dove lui mi stava aspettando.
Guisgard
27-09-2012, 21.06.24
“Vedo che siete appena scese dalla nave giunta oggi...” disse il marinaio ad Elisabeth e ad Ingrid “... allora senza dubbio il vostro alloggio è stato preparato presso La Rosa dei Venti... si tratta di un albergo nel cuore di Las Baias, presso il borgo di Santa Lucia... seguite la strada principale e vi ritroverete nel borgo...” indicando la direzione alle due nuove arrivate.
elisabeth
27-09-2012, 21.40.07
Fui grata a quel marinaio, prendemmo le nostre cose e ci conducemmo nel cuore di Las Baias........Verso La rosa dei Venti.......ogni tanto mi volgevo verso Ingrid, credevo si stancasse, la luce sembrava lasciare il posto alle tenebre e desideravo arrvare il prima possibile....." Avanti Ingrid.....non vi piace questo posto ?...e' fantastico, l'odore del mare sembra diverso da quello delle scogliere Gallesi....guardate, dovremmo essere arrivati...."....entrammo in quella che sembrava La rosa dei venti.....all'interno c'era molta gente che parlava tra loro...ma senza urla e schiamazzi.....c'era eleganza e attesa.....c'era un Signore che sembrava fare gli onori di casa e mi rivolsi a lui con estrema timidezza..." Perodnatemi Signore, siamo sbracate adesso e un marinaio al porto, ci ha detto che dovevamo rivolgervi a voi, per passare la notte.....".....Guardavo Ingrid in volto e per la prima volta, mi resi conto che avrei voluto avere mio padre con me......forse ero stata troppo impulsiva.......poggiai il baglio che avevo con me a terra...ero sfinita...
Altea
27-09-2012, 21.59.13
Il borgo era molto raffinato e aristocratico, entrammo nella locanda e sorrisi a Cheyenne, come per rassicurarla e mostrarle la mia amicizia.
Fummo divisi, noi fummo portati in un appartamento molto signorile e ascoltavo quell'uomo italiano dal buffo accento inglese.
La stanza era arredata riccamente e dava proprio sulle casette del borgo bianche e colorate e vi era una vista incantevole sul mare, uscii dal terrazzo e mi soffermai a osservare quel panorama quando fummo soli e fui raggiunta da mio padre che mi rispose a tono.
Lui, sempre cosi pacato, sapeva bene quando e come rispondere.."Padre, non ti preoccupare, mi tapperò la bocca, cosi non rovinerò i vostri affari." Lo fissai.."Scusatemi" scuotendo la testa "sono stata irriverente, saprò farmi onore, sarete fiero di me ma sapete che non sono molto avvezza a questo mondo aristocratico, quindi vorrei essere tenuta fuori dai vostri affari."
E mi voltai di nuovo guardando il mare, evitando il suo sguardo.
Cheyenne
27-09-2012, 22.16.51
Giunta alla locanda, il padrone, un simpatico uomo di origini italiane mise a mia disposizione una camera molto confortevole che dava proprio sulla piazza.
Stavo per gettarmi sul letto posto al centro della stanza quando udii bussare alla mia porta.
Un giovane garzone mi informò che qualcuno, al piano di sotto, voleva vedermi.
Che strano, pensai, chi potrà mai essere? Insomma non conosco nessuno di queste parti, e poi perché non ha voluto farsi annunciare dicendo il suo nome?
Sistemai il mio piccolo bagaglio ai piedi del letto, mi diedi una veloce sistemata ai capelli, stirai con una mano la mia gonna e decisi di andare a scoprire chi fosse quest'individuo ancora più misterioso di me...
Guisgard
28-09-2012, 02.14.16
Il signor Baldovini sorrise ad Elisabeth e ad Ingrid e subito si avvicinò alle due nuove arrivate.
Consultò rapidamente i registri e comandò poi ad uno dei suoi di accompagnare le due donne nei loro alloggi.
Così, Elisabeth ed Ingrid presero possesso di un bell'appartamento al primo piano.
“E' caratteristica” disse la balia aprendo una finestra “l'architettura e il mobilio di questi luoghi... immagino si adeguino al tempo che c'è quaggiù... siamo alla fine di Settembre eppure le giornate sono ancora calde... però, devo ammettere, che le sere sono davvero incantevoli...”
Ma proprio in quel momento si udirono alcuni schiamazzi per la strada.
“Cosa è stato?” affacciandosi Ingrid.
All'improvviso alcune sagome apparvero in strada.
Erano delle guardie armate.
“Presto, voi due con me!” Ordinò il sergente. “Voi tre, invece, tornate al porto!”
E si divisero.
“Santa Vergine!” Esclamò Ingrid. “Chissà cosa sarà mai successo!”
Passarono alcuni minuti e tutto sembrò tornare normale.
Poi, d'un tratto, si udirono rumori alla finestra.
Un attimo dopo, una figura scivolò rapida nella stanza.
“Se ci tenete alla vita” disse alle due donne “allora restate in silenzio...” puntando contro di loro un pugnale la cui lama scintillava come fuoco.
Richiuse lentamente la finestra e gettò una rapida occhiata in strada.
“Non datemi noie” tornando a fissare Elisabeth ed Ingrid con i suoi occhi di ghiaccio “o vi torcerò il collo a dovere...”
Talia
28-09-2012, 02.21.49
Sorrisi alla madre di Jamiel... era sempre così buona con me.
Poi, incitati da mia padre, uscimmo in fretta dal portone principale e salimmo nella carrozza che ci stava aspettando di fronte.
Per tutto il viaggio mio padre e mia madre continuarono a parlare del nuovo Governatore e della sua assegnazione, di ciò che la Compagnia pensava e di ciò che la Casa Reale avrebbe concesso... erano discorsi che avevo sentito più di una volta in quegli ultimi tempi e che comunque poco mi interessavano...
Lentamente, dunque, i miei occhi corsero fuori dal finestrino... osservavo il paesaggio scorrere rapido intorno a noi che correvamo verso la casa del Governatore, eppure non lo vedevo davvero... la mia mente era lontana da lì, molto lontana... vagava... sognava...
...anche questa cosa sarà stata voluta dalla Compagnia, visto il gran numero di navi pirata che affollano questi mari. Alcune delle quali, molto probabilmente, sotto il controllo, o almeno sotto la protezione, degli inglesi e degli spagnoli...”
Quella parola, in un istante, destò la mia mente...
Pirati...
Ed una sorta di vaga, e forse infantile, eccitazione mi pervase all’istante.
Aprii bocca per chiedere di più, ma in quel momento la nostra carrozza fece ingresso nel cortile del Palazzo del Governatore ed ogni discorso fu troncato da un gesto della mano di mio padre.
Sospirai e mi voltai verso lo sportello, oltre il quale sarebbe presto apparso un servitore e poi, probabilmente, anche il nostro ospite.
Guisgard
28-09-2012, 02.33.26
Cheyenne scese così nella locanda ed attese di conoscere la misteriosa persona che aveva chiesto di incontrarla.
La locanda vedeva andar via gli ultimi clienti e i garzoni cominciavano già a mettere da parte le scorte per il giorno dopo.
“Eppure” disse all'improvviso una voce “qualcuno in Europa dubitava della vivibilità di queste terre. Chi diceva che fossero troppo calde, chi invece troppo umide, altri ancora addirittura le ritenevano abitate da creature metà uomini e metà animali.” Sorrise. “Invece, a quanto pare, siamo stati noi europei a portare qui tutti i mali e i vizi del Vecchio Mondo, come la guerra, i complotti e le ingiustizie.” Si alzò dal tavolo al quale era seduto ed invitò con un gesto cortese la ragazza a sedersi con lui.
Era un uomo ben vestito, dal fisico asciutto, baffetti ben curati e due occhi indagatori.
Il suo viso, dotato di un certo che di solare, appariva pulito, aggraziato com'era da piacevoli lineamenti, mentre i suoi modi tradivano un che, se non di nobiliare, almeno molto vicino all'indole di un gentiluomo.
“Perdonatemi” continuò “se non ho trovato altro modo per invitarvi qui. Vi ho vista mentre giungevate dal porto per prendere un alloggio nell'albergo e non ho voluto attendere domani per incontrarvi. Permettete che mi presenti... il mio nome è Fhael Reaz, portoghese di nascita, ma ormai cittadino del mondo. Ma, vi prego, potete chiamarmi semplicemente Fhael. Bevete qualcosa?” Facendo poi cenno al locandiere di avvicinarsi al loro tavolo.
Guisgard
28-09-2012, 02.38.52
“I miei affari” disse il padre di Altea a sua figlia “sono il vanto della nostra famiglia e ci permetteranno, a Dio piacendo, di condurre una vita agiata ed avere un nome rispettabile. Ed esigo che questo sia chiaro per tutti qui. Ora, essendo stanco, andrò a letto.”
E insieme a sua moglie si ritirarono nella loro stanza da letto.
“Ah, ragazza mia...” scuotendo il capo Odette e fissando Altea “... possibile che tu non sappia tenere a freno quel tuo caratteraccio? Di questo passo non troverai mai marito. Vuoi forse restare zitella per sempre?” Le sorrise. “Dai dimmi, ora che siamo sole... hai già notato qualcuno che ti piace? Magari un bel marinaio al porto o qualche affascinante soldato?”
Guisgard
28-09-2012, 02.44.21
“Non saprei...” disse Rynos fissando Cavaliere25 e gli altri “... cosa proponete? Di attendere qui che prima o poi salti fuori un lavoro per noi, o seguire il consiglio del locandiere e recarci a Lacroas per imbarcarci su una delle navi in partenza da là?”
“Mettiamo la decisione ai voti...” propose Fidan “... sceglierà la maggioranza... io dico di andare a Lacroas. Non mi va di restare qui con le mani in mano.”
“Non conosciamo bene questi luoghi” fece Emas “e sinceramente non mi va di avventurarmi in giro come un vagabondo... dico perciò di restare qui ed aspettare un lavoro.”
“E tu cosa decidi, ragazzo?” Chiese Rynos a Cavaliere25.
Guisgard
28-09-2012, 03.05.22
Facendo tintinnare un paio di monete sul bancone, Clio prima di lasciare la locanda era riuscita ad ottenere dall'oste un po' di quelle informazioni che stava cercando.
L'oste aveva spiegato alla ragazza che di inglesi da quelle parti era difficile trovarne.
Anzi, era pericoloso anche solo nominarli, soprattutto in presenza delle guardie del governatore.
Questi, infatti, da quando era arrivato per succedere al precedente governatore, non aveva mai nascosto la sua poca simpatia per gli inglesi e sembrava poco propenso a seguire la politica di collaborazione che i suoi predecessori avevano invece praticato verso l'Impero Britannico.
Tuttavia, con mezze parole, l'oste aveva fatto capire alla giovane che per trovare qualche inglese il posto più vicino, anche se non tranquillissimo, era l'isolotto di Neishas, dove sorgeva uno scalo mercantile e militare inglese.
Clio, lasciata poi la locanda, fattasi l'ora di incontrare Gurenaiz, si recò sul luogo del loro appuntamento.
All'improvviso la ragazza udì dei passi e poi vide comparire una sagoma nell'incerto imbrunire della sera.
Si avvicinò e pian piano mostrò finalmente i suoi tratti.
Era un militare, ma non Gurenaiz.
E un attimo dopo, altri soldati lo affiancarono.
“Eccola qui la nostra intrigante ragazza...” disse uno di quelli “... chissà mai perchè tanto interesse verso gli inglesi... cosa dite... vorrà dircelo, oppure preferirà parlarne direttamente all'ammiraglio Guidaux?”
E la circondarono.
Guisgard
28-09-2012, 03.24.21
La carrozza che conduceva Talia e la sua famiglia dal governatore giunse finalmente a destinazione e fu subito fatta entrare dal cancello d'ingresso del palazzo.
Era questo un luogo fortificato, posto su un promontorio dal quale si poteva dominare tutta Las Baias e tenere sotto controllo l'ingresso nell'intero golfo.
Da qui si poteva ammirare una meravigliosa veduta del Mar delle Flegee, riconoscendo anche alcune delle isolette lontane che frastagliavano quelle acque.
Scendendo dalla carrozza, Philip Van Joynson, che diverse volte era stato invitato in quel palazzo dal vecchio governatore, notò subito un'atmosfera diversa.
Quel luogo, infatti, pullulava di guardie armate come mai in precedenza e i mortai sul camminamento lungo le mura erano puntati non solo verso il mare, ma anche verso il porto ed il centro abitato di Las Baias.
Il rappresentante della Compagnia e la sua famiglia furono subito ricevuti da un servitore, che domandò loro il motivo di quella visita.
“Sua eccellenza” disse Philip “ci sta attendendo. Sono Philip Van Joynson e questa è la mia famiglia. Vengo a nome della Compagnia delle Flegee Occidentali per dare il benvenuto al nuovo governatore.”
“Sono spiacente” fece il servitore “ma sua eccellenza non ha lasciato detto nulla in proposito... ma vi prego di seguirmi... avvertirò subito il governatore del vostro arrivo.”
Così, Talia e i suoi furono condotti in una saletta di rappresentanza in attesa di essere ricevuti.
“Questa poi...” mormorò Philip visibilmente infastidito “... totale noncuranza verso di me e verso la Compagnia... spero che il governatore avrà un buon motivo per giustificare tutto questo...”
Il servitore ritornò poco dopo e pregò loro di seguirlo.
Il governatore era pronto per riceverli.
cavaliere25
28-09-2012, 11.17.43
Guardai Rynos e dissi io signore proporrei di andare dove ci a indicato il locandiere tanto anche se stiamo qui che facciamo mica possiamo stare tutto il tempo alla lcanda a bere e sorrisi ora vedete voi che fare per me andare da una parte o restare qui non cambia basta che troviamo un lavoro senza girare troppo
Osservai quella figura avvicinarsi, credendo fosse Guerenaiz che sopraggiungeva.
Mi sbagliavo. Un soldato, e poi un' altro e un'altro ancora sbucarono dal buio: senza rendermene conto ero circondata. "Maledetto oste chiacchierone" pensai, ma la lealtà di un uomo non si compra così facilmente. Li squadrai bene, li contai : erano cinque. Non sarei mai riuscita a scappare. Mi chiedevano perché cercassi notizie degli inglesi e beh, non avevo nulla da nascondere, anche se sapevo bene che non mi avrebbero creduta.
"Sono alla ricerca di un soldato inglese, imbarcatosi alcuni anni or sono per queste terre a bordo della New Tiger, nave da guerra del re, senza fare più ritorno in patria. Devo sapere se è vivo o morto. Il resto, signori, non vi riguarda." Mi guardavano ridendo, mi schernivano. Ormai erano talmente vicini che potevo sentire il loro fiato pesante. Come immaginavo, non mi avevano creduto. Sto preparando una rivolta contro voi olandesi, radunerò le truppe e le guiderò alla vittoria. Probabilmente era questo che si aspettavano ma, ahimè, non era la verità.
"Vi ho detto quello che volevate sapere adesso lasciatemi andare" continuai con la voce da ragazzina impaurita che ultimamente mi riusciva tanto bene. No, non avevano nessuna intenzione di lasciarmi andare, erano soldati, e io conoscevo bene i soldati, ero cresciuta in mezzo a loro. Dov'era Guerenaiz quando serviva, maledizione? Iniziavo a sentire il pugnale contro il polpaccio, mi chiamava, mi incitava alla rivolta. Dovevo cavarmela da sola, tanto per cambiare!
Notai solo in quel momento che non erano armati, o meglio che le loro spade erano rimaste elegantemente nel fodero. Evidentemente non mi avevano considerato una minaccia, loro erano cinque uomini di guerra, infondo, e io una ingenua fanciulla.Terribile errore.
Mi avvicinai lentamente ad uno che mi stava fissando più degli altri e lo guardai dritto negli occhi, posando le mani sulle sue spalle, supplichevole. Si distrasse quel tanto che mi bastò per alzare il ginocchio e colpirlo così forte da farlo cadere a terra. Presi il pugnale dallo stivale e colpii l'uomo alla mia destra, gli rubai la spada e con quella sferrai un colpo possente ad un terzo che sopraggiungeva alla mia sinistra.
Il tutto accadde in pochi istanti, ma lo stupore di vedere la loro preda trasformata in furia sarebbe durato pochissimo, e io non avevo scampo. Iniziai a correre all'impazzata. Potevo sentire i loro passi, lo sferragliare delle loro spade. Adesso sì, le avevano sguainate.
Altea
28-09-2012, 15.33.45
Risposi a Odette con tono seccato.."Pure tu cara balia pensi a rifilarmi presto un marito..magari un anziano aristocratico se come dici rimarrò zitella..piuttosto meglio monaca di clausura".
Calo' un leggero silenzio quando mi parve di udire delle voci concitate e dei rumori.."Odette mi sembra di avere udito dei forti rumori dai piani di sotto..li hai sentiti?"e mi sporsi di più da terrazzo.. era sera e notavo delle sagome aggirarsi.
Guisgard
28-09-2012, 17.02.49
Con un'azione tanto rapida, quanto audace, la sveglia ed intrepida Clio era riuscita a sfuggire alla morsa di quei soldati.
Fuggì allora via, penetrando nelle intricate e strette viuzze di Las Baias, che come un labirinto sembravano in grado di avvolgere, confondere e disperdere chiunque si riversasse in quei meandri.
I soldati, dopo un attimo di sorpresa per l'accaduto, estratte le spade, si lanciarono all'inseguimento della temeraria ragazza.
Questa invece correva senza sosta, sentendo però sempre più vicino il fiato di quei soldati.
L'eco dei loro passi sembrava udirsi ovunque, come se da un momento all'altro potessero piombare su di lei.
Ad un tratto, voltato un angolo di strada poco illuminato, Clio sentì una mano afferrarla per un braccio, come una morsa di ferro dalle quale era impossibile liberarsi.
E un attimo dopo, quasi senza accorgersene, la ragazza fu trascinata in un piccolo vestibolo, sentendo richiudere poi silenziosamente la porta alle sue spalle.
Poche candele illuminavano quell'ambiente e riconobbe tre sagome attorno a lei.
“Aspettate...” disse una di quelle alle altre due “... sembra siano passati oltre quei dannati...”
“Ne sei sicuro?”
“Si...” annuì “... si, sono andati via...”
Un'altra candela fu accesa e finalmente Clio vide i suoi misteriosi salvatori.
Erano tre uomini vestiti in maniera molto caratteristica e tutti armati con pugnali e pistole.
“Però!” Esclamò uno dei tre. “Non pensavo che una semplice ragazza potesse sfuggire alle guardie del governatore!”
“E tu” fece un altro di quelli “che ritenevi le belle ragazze adatte solo ad una certa cosa!”
E risero di gusto.
“Su, butta giù un sorso di questo...” disse uno di loro a Clio, porgendo alla ragazza una bottiglia di rum “... ti farà passare il fiatone e lo spavento...”
Guisgard
28-09-2012, 17.10.34
“Cavaliere25 ha ragione.” Disse Rynos. “Anche io voto per andare a cercare lavoro a Lacroas. Ci occorre guadagnare del danaro, altrimenti resteremo dei vagabondi. Bisogna sfruttare le possibilità che questo viaggio ci offre. Allora è deciso... la maggioranza fra noi decreta che si vada tutti a Lacroas!”
cavaliere25
28-09-2012, 17.12.17
Bene dissi quando iniziamo il viaggio se partiamo ora dovremmo essere in città per sera se tutto va bene o magari troviamo un passaggio per la città e li vediamo un po il dafarsi dissi guardando i tre amici
Guisgard
28-09-2012, 17.28.06
A quelle parole di Altea, Odette si affacciò anch'ella alla finestra e guardò giù in strada.
C'erano dei soldati che sembravano cercare qualcosa o qualcuno.
“Sarà meglio rientrare...” disse sottovoce Odette ad Altea “... meglio non interessarsi troppo a questo genere di cose... chi si fa gli affari propri, vive cent'anni, diceva mio padre.”
Prese allora Altea per una mano e si allontanarono dalla finestra.
Altea
28-09-2012, 17.49.53
Sbuffando entrai nella stanza.."Queste Isole Flegee sono una noia, mi divertivo di più a Camelot, Odette..non guardare fuori..è meglio farsi gli affari propri..e quando troverò marito e soprattutto fare i convenevoli al Governatore".
Mi sedetti sul letto e dissi alla balia che poteva andare nella sua stanza ed ero molto stanca.
In effetti, la curiosità di vedere cosa riservasse la città era forte, aspettai che Odette si fosse addormentata, aprii piano la serratura della porta e scivolai lentamente giù per le scale della locanda Rosa dei Venti, volevo solo vedere come era la strada, cosa animava le persone a Las Baias, non poteva essere solo un luogo dove aver paura a ogni minimo movimento.
Ero salva, pensai. Ce l'avevo fatta. Non avevo dimenticato tutto, infondo.
Respiravo affannosamente cercando di recuperare le forze. Mi guardai attorno, l'aria era calma e densa nella piccola stanza. Osservai, nella semioscurità, i miei tre salvatori, incapace di proferire parola.
Presi la bottiglia che mi porgevano e bevvi avidamente quel liquore caratteristico che stavo cominciando ad apprezzare. Ripresi fiato e ringraziai di tutto cuore quei misteriosi uomini che continuavano a guardarmi con occhi interrogativi e divertiti:
"Non sono una semplice ragazza, sono cresciuta in un reggimento di soldati e ho imparato a combattere fin da bambina, per necessità.. ma è una lunga storia" e così dicendo presi un altro sorso di liquore.
Mi chiesi dove mi trovavo, avevo corso talmente tanto da dimenticare l'orientamento. Poi pensai a Guerenaiz che mi stava aspettando al molo: aveva visto tutto? avrebbe saputo dagli altri soldati che ero io la misteriosa fuggitiva? E all'improvviso scoppiai a ridere pensando alla faccia che avrebbe fatto il bel capitano sapendo quello che avevo combinato.
Alzai la testa verso i miei salvatori che mi guardavano sempre più stupiti "non stanno simpatici nemmeno a voi eh?" con un sorriso divertito.
Talia
28-09-2012, 18.39.27
La sorpresa e lo scontento di mio padre per la scarsa attenzione che gli stava riservando il nuovo Governatore erano evidenti... palpabili, addirittura, nella stanza in cui eravamo stati fatti accomodare nell’attesa che Sua Eccellenza si liberasse.
Ed io, mio malgrado, dovetti ammettere di essere sorpresa e vagamente colpita... non mi ero mai interessata molto agli affari di mio padre e meno ancora a quelli della Compagnia... tuttavia sapevo bene quanto quegli uomini fossero potenti nei nuovi territori delle Flegee, forti di tutti i privilegi e del grande consenso di cui godevano e che gli erano stati concessi dal Re in persona...
Pensai, tra me, che questo nuovo Governatore doveva essere un pazzo ad osteggiare così la Compagnia... un pazzo o un intrepido...
Sorrisi appena... constatando che comunque, in entrambi i casi, ero molto curiosa di incontrarlo.
Finalmente un servitore giunse a dirci che il Governatore era pronto a riceverci...
Guisgard
28-09-2012, 19.20.29
In una grande sala rettangolare, ammobiliata con un deciso e sfarzoso cattivo gusto, tappezzata con parati dal sapore esotico, tende color porpora e arazzi di mussola del Madagascar, con seggiole e mobili d'ebano trattato con ottone, una figura anonima, dai modi bizzarri e dalle movenze teatrali, stava fissa davanti a tre parrucche incipriate.
“La bianca fa troppo giudice” disse fissandole “e quella scura... non so... mi sembra più adatta ad un circolo aristocratico... e qui di certo non ve ne sono, ahimè... voi cosa ne dite, caro ammiraglio?”
Era un uomo di bassa statura, dai lineamenti anonimi e con qualcosa di tremendamente borghese nell'espressione di un viso che tradiva un vistoso pallore, abituato com'era a vedere poco la luce del Sole.
“Forse questa castana...” continuò, prendendo in mano una di quelle parrucche e accomodandosela poi sul capo “... si, decisamente meglio... e poi castano è il colore naturale dei miei capelli...” sbuffò “... ah, disdetta averli dovuti tagliare così corti a causa di quei dannati pidocchi! Come si può vivere in un luogo del genere? Per questo gli indigeni riescono a starci... è una terra adatta agli animali, più che agli uomini!” E si voltò verso l'ammiraglio che invece gli dava le spalle e fissava la baia da una finestra, sorseggiando in piedi una tazza di tè.
Era un uomo di corporatura robusta, con i capelli rasati a zero ed un pizzetto folto a dar colore ad un viso dallo sguardo cupo e dall'espressione impenetrabile.
Alle sue spalle stava in piedi un servitore dalla pelle scura, immobile e con un vassoio in mano.
“Detesto” mormorò l'ammiraglio “chi non è capace di trattare e di sfruttare le risorse della propria terra... anche a voi flegeesi, benchè più vicini alle bestie che agli uomini, la natura ha voluto dare beni e possibilità per poter ambire ad una vita decente... beni capaci di attirare in questi sperduti angoli del globo le nazioni civilizzate... e fra questi doni c'è anche il tè... chissà poi perchè la natura ha voluto donarvi proprio il tè, adatto di certo ad un popolo raffinato e non invece a voi selvaggi...” e si sedette, posando sul tavolino la tazza di tè.
“Ah!” Esclamò divertito il governatore, ora ancora più ridicolo con quella monumentale parrucca posta sulla testa. “Egli non ama il tuo popolo, amico mio!” Rivolgendosi al servitore indigeno che stava sempre in piedi con il vassoio tra le mani.
“Cosa penseranno i nostri amici inglesi” fece l'ammiraglio, masticando un po' ti tabacco che prese dal sacchetto che aveva in tasca “quando, prima di essere impiccati, chiederanno come ultimo desiderio una bella tazza di tè, tanto per sentirsi un'ultima volta nella loro lercia isola?” E sputò a terra, dopo aver masticato, un po' di quel tabacco.
Il servitore, allora, subito si chinò per pulire e lesto l'ammiraglio cominciò a schiacciargli la mano col tacco del suo stivale.
“Non è tè questo che ci hai portato...” con disprezzo, mentre premeva sempre più con lo stivale sulla mano del povero indigeno “... è piuttosto acqua calda, solo sporcata appena da un po' d'ambra...”
L'indigeno tratteneva a stento un grido di dolore, tutto contratto, com'era, in un'espressione di sofferenza.
“Dite che riescono ad avvertire dolore come noi bianchi?” Chiese il governatore all'ammiraglio.
“Lo sapremo” rispose questi “quando ci porterà un'altra tazza di tè... se, come credo, sarà decente, allora anche queste scimmie possono sentire dolore quando si tenta di addomesticarle...”
In quel momento un altro servitore giunse ed annunciò l'arrivo di Philip Van Joynson e della sua famiglia.
A quelle parole, l'ammiraglio finalmente tolse il suo stivale dalla mano del servo, lasciando il poveretto chino a terra per il dolore, mentre stringeva a sé la mano insanguinata.
“Vattene ora.” Ordinò a quel miserabile.
“Phlip Van Joynson ?” Stupito il governatore. “E chi diavolo è?”
“Non rammentate?” Fissandolo l'ammiraglio.
“Ah, si...” rispose l'altro “... il mercante... che noia, l'avevo scordato... ma un governatore non può mica ricevere tutti i mercanti di Las Baias!”
“Quello che voi chiamate mercante” disse l'ammiraglio “altri non è che la più alta autorità della Compagnia delle Flegee Occidentali in queste terre. Ed è grazie alla Compagnia che voi avete ricevuto questa carica.”
Il governatore lo ascoltava in silenzio.
“Sarà meglio, allora, accoglierlo come si conviene.” Continuò l'ammiraglio. “Visto che, almeno per ora, è bene tenercelo come amico.”
“Io, un governatore, alla mercé di un pugno di commercianti!” Lasciandosi cadere su un grosso seggio. “In che mondo viviamo? Io qui rappresento la corona e il popolo d'Olanda!”
“Dite il vero...” replicò l'ammiraglio “... voi qui esprimete la nobiltà e la legge del nostro paese, mentre la Compagnia solo i suoi interessi economici e commerciali. Ma non è il sangue blu che porta avanti le nazioni oggigiorno, ma il denaro. Perchè solo il denaro porta il vero potere. Le teste coronate cadono, mentre l'oro invece dura per sempre.”
“Dite purtroppo il vero, amico mio...” insofferente il governatore “... sarò dunque obbligato a far buon viso a questi mercanti...”
“Si.” Con un ghigno l'ammiraglio. “Come avveniva nell'antica Roma, tra gli imperatori e il Senato... i senatori infatti, abituati com'erano a reggere da sempre le sorti dell'impero, mal vedevano il nuovo potere militare dei Princeps... per questo l'imperatore Caligola, per denigrarli, nominò il suo cavallo come nuovo senatore.”
“Mi suggerite dunque questo?” Ridendo il governatore. “Di nominare uno dei miei cavalli come nuovo membro della Compagnia delle Flegee Occidentali?”
“Vi suggerisco solo di attendere.” Rispose il militare. “Attendere... per ora, infatti, attenderemo... evitate dunque di toccare temi scottanti ora che incontreremo il nostro ospite... temi come politica, economia, Inghilterra e Spagna...”
“Di cosa allora dovrò discutere con lui?” Confuso il governatore. “Del clima? Del cibo? O delle mie parrucche?” Sorrise. “Si, questo potrebbe essere un argomento interessante... parlerò delle parrucche più in voga in questo momento in Europa. Cosa ne dite?”
“Philip Van Joynson...” mormorò l'ammiraglio “... ho già incaricato alcuni dei miei uomini di raccogliere informazioni sul nostro uomo e sulla sua famiglia... fa entrare il nostro ospite.” Ordinò poi al servitore. “Sua eccellenza il governatore è pronto a riceverlo.”
E così, Philip, sua moglie Maria e la loro figlia Talia furono ricevuti dal nuovo Governatore.
“Ma che piacere incontrarvi!” Fece questi nel vederli e andando loro incontro con la più credibile espressione di entusiasmo possibile. “Finalmente riesco ad incontrare l'uomo più importante di Las Baias! Ma che dico, del Nuovo Mondo! Anzi, dell'intero emisfero a est dell'Attlantico!” Sorrise. “Io sono Mark Van Bumin, nuovo governatore di Las Baias e questi” indicando l'uomo accanto a sé “è Rus Guidaux, ammiraglio della nostra flotta qui nelle Flegee Occidentali!”
elisabeth
28-09-2012, 19.41.52
Fummo accolte con molat cortesia, gli italiani infondo erano dei gran maestri in questo..il nostro appartamento era comodo e ben organizzato, mi buttai sul letto di peso.." Avete ragione Ingrid, il paesaggio e' molto particolare, ma la calura e' insopportabile, dovremmo darci una rinfrescata prima di cena....o gli ospiti penseranno di noi che siamo delle carine puzzole.."...Vidi Ingrid aprire le finestre..lo schiamazzo di sotto era forte, ma sinceramente ero molto menbo curiosa di lei e cominciai a adisfare i bagagli, quando ho avuto la netta percezione che qualcosa non andava per le vie giuste, un fragore alla finestra mi fece voltare di scatto, e un tizzio si infilo' all'interno della camera, come se fosse spuntato dall'inferno...vidi Ingrid indietreggiare e frapporsi istintivamente tra lui e me, le minacce di quell'uomo erano fredde cone lame di ghiaccio.....spostai Ingrid di lato ..." Avete bisogno di qualcosa messere ?....potrete accoltellare solo una di noi due..l'altra fara' in modo che voi abbiate vita breve, ora comprendendo che avete bisogno di riparo e magari siete della peggior specie di malvivente che il mondo conosca...per il vostro bene sara' utile che mettiate via quell'arma...o potreste farvi del male !...." il viaggio cominciava bene, mio padre mi aveva insegnato molte cose, e nella maggior parte della mia giornata portavo i pantaloni.......non era poca femminilita' era la fortuna di essere libera, un coltello non mi spaventava poi cosi' tanto...se non il volto di Ingrid che era bianco come la panna
Guisgard
29-09-2012, 03.21.48
Decisa la votazione, Rynos, Cavaliere25, Emas e Fidan si prepararono per raggiungere Lacroas.
Chiesero allora informazioni al locandiere e questi spiegò loro che una carrozza, ogni giorno, partiva da Las Baias e raggiungeva appunto Lacroas verso sera.
Questa località infatti non era molto lontana e si trovava in una zona dal destino ancora incerto, visto che olandesi e inglesi avevano stipulato un patto fra loro per lasciarlo, al momento, come territorio neutro.
E così il porto di Lacroas vedeva ogni giorno arrivare e partire sia navi olandesi, che inglesi.
“Bene.” Disse Rynos agli altri tre. “La carrozza arriverà qui poco dopo l'alba e potremo così partire per Lacroas.”
Guisgard
29-09-2012, 03.31.26
Altea, appena la balia si addormentò, lasciò i suoi alloggi ed uscì dall'albergo.
Scese così in strada, attirata dai rumori che aveva udito poco prima.
Ovunque dominavano tenebre e rumori lontani, forse risa, forse schiamazzi o, chissà, forse solamente il sibilo del vento che soffiava dal mare e che quelle intricate viuzze avevano imprigionato tra le loro vecchie murature consumate dalla salsedine.
Ad un tratto due figure apparvero ad Altea nell'incertezza di quel buio.
La ragazza si accorse che erano uomini, probabilmente soldati, armati con fucili e spade.
“Voi...” disse uno di quelli fermandola “... chi siete? E cosa ci fate in giro a quest'ora?”
Guisgard
29-09-2012, 03.38.36
Quel misterioso uomo era riuscito ad entrare negli alloggi di Elisabeth e di Ingrid, minacciando le due ragazze con la lama del suo coltello.
“Sta zitta tu...” disse con tono minaccioso ad Elisabeth “... zitta, se non vuoi una bella cicatrice sul tuo volto come ricordo di questa notte...” si voltò con fare furtivo verso la finestra e gettò un'occhiata giù in strada “... dannati soldati...” mormorò.
Ad un tratto cominciò a barcollare.
Si avvicinò allora al letto e si lasciò cadere su di esso.
“Ora ascoltatemi bene se vi preme la vita...” fissando le due donne “... mi serve uno straccio o anche una camicia, ma che siano puliti... portatemi poi dell'acqua, insieme alle chiavi di questo alloggio... e vi avverto... vi osservo e vi tengo sotto tiro... al minimo passo falso vi lancerò il mio pugnale... ed esso non perdona...”
Il braccio dell'uomo perdeva sangue a causa di una ferita.
“Presto, fate come vi ho ordinato!” Intimò alle due donne.
Guisgard
29-09-2012, 03.49.07
I tre misteriosi uomini osservavano incuriositi e divertiti l'audace e scaltra Clio.
“Vacci piano con quel rum” disse uno di loro “o finirà per darti alla testa.”
“E da quando impedisci ad una ragazza di ubriacarsi?” Chiese un altro. “Dopo non sai che non hanno più freni?” E rise di gusto.
“No, non stanno simpatici neanche a noi i soldati del governatore.” Mormorò il terzo.
“Chissà poi perchè!” Esclamò divertito l'altro. “Del resto noi siamo dei veri gentiluomini! E della miglior specie!”
E tutti e tre si abbandonarono ad una sonora risata.
“Avanti, bella damigella...” fissandola quello che le aveva dato il rum “... perchè adesso non ci racconti tutto? Come mai i soldati ti stavano inseguendo? Sei una ladruncola? O magari un'assassina?”
cavaliere25
29-09-2012, 11.53.35
Bene dissi allora mentre che aspetteremo la carrozza potremmo conoscerci meglio che ne pensate ragazzi dissi sorridendo e guardando i mie tre amici
Li osservai ridere e scherzare, e un'antica pace mi pervase. Era come tornare a casa. Infondo , quegli uomini non erano poi tanto diversi dai soldati con cui avevo vissuto tanto a lungo. La divisione tra buoni e cattivi mi appariva terribilmente labile e precaria. Le guardie mi davano la caccia, e quei "banditi" mi avevano salvato la vita.
Mi lasciai cadere in un angolo, appoggiai la schiena alla fredda parete di legno, ed iniziai il mio racconto.
"Il mio nome è Clio, sono arrivata a Las Baias questo pomeriggio, a bordo della Moeder Recht. Non sono una ladruncola e no, non ho ancora ucciso nessuno." aggiunsi con un sorriso beffardo "Ma tuttavia sono qui con uno scopo preciso, ritrovare un uomo..."
mi chiesi se fosse prudente rivelare a quegli uomini i miei intenti: forse mi avevano aiutato per odio verso le guardie del governatore, ma come potevo sapere se anche loro, al solo nominare gli inglesi sarebbero diventati pericolosi?
Ma poi decisi di rischiare, infondo, non avevo altra scelta, dovevo fidarmi di loro.
"... un soldato inglese" continuai dunque, scrutando la reazione nei loro occhi "imbarcatosi anni or sono sulla New Tiger, senza fare più ritorno in patria. Le ultime notizie che ho di lui provengono da queste isole, ma non so se è vivo o morto."
Avevo come la netta impressione di aver ripetuto quella storia solo poco tempo prima, chissà perchè!
"Comunque, a quanto pare, le guardie del governatore non hanno apprezzato il mio interessamento alla marina militare britannica. Devono avermi sentito mentre chiedevo informazioni all'oste della locanda, o sono stati informati da lui... questo non lo so. Resta il fatto che, fattasi sera, mi sono recata al molo dove dovevo incontrare un amico, che ha pensato bene di non farsi vivo"
ecco, decisamente Guerenaiz non era il genere di compagnia che loro avrebbero apprezzato
"e al suo posto ho trovato quei cinque brutti ceffi. Volevano sapere perchè mi interessassi agli inglesi, e io gliel'ho anche detto, vi dirò, ma temo non mi abbiano creduto.... o non abbiano voluto credermi. Così..." e una smorfia divertita e compiaciuta mi decorò il viso " me ne sono liberata, ho iniziato a correre senza meta, finchè tre galantuomini hanno avuto l'ardire di salvare la damigella in pericolo. E non li ringrazierò mai abbastanza per questo" conclusi con un largo sorriso.
Altea
29-09-2012, 14.13.54
Udii rumori strani forse portati da quella brezza che profumava di sale..mi si avvicinarono due soldati intimandomi di presentarmi "Sono Altea Fletcher, appena approdata a Las Baias e sono sorpresa dalla vostra cordialità " dissi con tono ironico "E momentaneamente soggiorno presso questa locanda poiché io e la mia famiglia ci accomoderemo presto dal Governatore..ora potrei stare tranquilla a guardare questa cittadina?".
Cheyenne
29-09-2012, 15.27.01
Piacere di fare la vostra conoscenza, signor Fhael, anche se in un modo un poco insolito.
Mi sedetti al suo tavolo e ordinai una birra poi mi rivolsi al portoghese: Ma ora ditemi, vi prego, che cosa vi ha spinto a volermi incontrare...
Talia
29-09-2012, 17.34.19
Un servitore ci accompagnò attraverso lunghi corridoi vetrati, fino ad introdurci in un’ampia sala arredata con tanto sfarzo da risultare addirittura di cattivo gusto.
Qui un uomo basso e cerimonioso ci venne subito incontro, con un enorme sorriso stampato sulla faccia...
“Ma che piacere incontrarvi!” Fece questi nel vederli e andando loro incontro con la più credibile espressione di entusiasmo possibile. “Finalmente riesco ad incontrare l'uomo più importante di Las Baias! Ma che dico, del Nuovo Mondo! Anzi, dell'intero emisfero a est dell'Attlantico!” Sorrise. “Io sono Mark Van Bumin, nuovo governatore di Las Baias e questi” indicando l'uomo accanto a sé “è Rus Guidaux, ammiraglio della nostra flotta qui nelle Flegee Occidentali!”
Sollevai un sopracciglio e lo osservai per qualche istante... sorpresa.
Ero ferma, silenziosa, pochi passi dietro i miei genitori... non potevo vedere il volto di mio padre, ma ero certa che la sua espressione non fosse molto diversa dalla mia... io e lui, infatti, pur molto diversi sulla maggior parte dei nostri tratti caratteriali, pensavamo esattamente la stessa cosa dei convenevoli futili e dell’eccessivo ossequio.
Ben altra era l’impressione che dava l’ammiraglio... i suoi occhi erano freddi e la linea del viso era dura, da uomo pertinace e deciso.
La conversazione prese presto una piega salottiera... alcune volte mio padre tentò di portarla sugli argomenti che poi gli interessavano, ma il Governatore sembrava più che deciso ad ignorare spunti e domande di mio padre, preferendo disquisire del clima che aveva trovato qui, così diverso da quello della Madrepatria...
Una conversazione ostinatamente futile e noiosa, che rispose a molte delle domande che mi ero posta poco prima.
elisabeth
29-09-2012, 21.06.42
Era nervoso....si muoveva come se avesse la febbre.....lo lasciai fare, sino ad ascolatre la sua richiesta, il suo braccio perdeva molto sangue e se continuava cosi' ben presto avrebbe perso anche i sensi......" Maledette guardi, non ho mai incontrato guardi eche inseguono gentil uomini....in genere succede il contrario...ma e' evidente che in questo posto funziona al contrario........"....lo vidi accasciarsi sul letto, aveva ancora il coltello tra le mani......" Ingrid..devo avere una camicia di mio padre nel baule...me la sono portata dietro se magari fosse stato necessario un travestimento.....e poi c'e' la mia sottoveste.......vediamo di evitare altre spiacevoli situazioni...".......mi avvicinai all'uomo...era pallido, aveva gli occhi ridotti ad una fessura......andai a prendere il catino con l'acqua e dell'essenza ..era un distillato di lavanda, avrei cercato di pulire la ferita.......Ingrid fu di grande aiuto, gli togliemmo la camicia e il coltello dalle mani, lo conservai in un posto dove non l'avrebbe mai trovato e insieme a lei pulii la ferita ...la disinfettai e la chiusi con fasce pulite......gli mettemmo la camicia pulita....e poggia fasce imbevute di acqua fresca......." Mia cara Ingrid, credo che quando si svegliera' dovra' darci delle spiegazioni diverse......fate una cosa, scendete giu' nella sala da pranzo e prendete qualcosa per la cena, fate finta che sono indisposta.......in modo che al risveglio...anche questo disgraziato possa mangiare qualcosa.....penseremo dopo al dafarsi..".......andata via Ingrid....mi alzai a guardare fuori dalla finestra, gendarmi passavano sotto la finestra, mi voltai verso l'ospite..." Chi diavolo sei per essere cosi' ricercato......"...
Guisgard
01-10-2012, 02.53.01
Quel misterioso uomo aveva perso i sensi ed Elisabeth ed Ingrid ne avevano approfittato per disarmarlo e medicargli la ferita che lo aveva reso così debole.
Poco dopo, Ingrid tornò nella camera, portando con sé del cibo e un po' di vino.
“Ecco...” disse ad Elisabeth “... sono riuscita ad avere questo...” indicando il vassoio col cibo e con il vino “... giù nella locanda avevano insistito per preparare qualcosa di caldo, ma ho fatto capire loro che questo poteva bastarci...” fissò il misterioso uomo che ancora dormiva “... chi sarà mai? E perchè le guardie lo inseguivano?” Tornò a fissare Elisabeth. “Non mi piace questa storia... e non mi piace neanche ciò che credo tu voglia fare adesso... ti avverto, non ho intenzione di finire nei guai! Intesi? Dunque, domattina, racconteremo tutto al padrone di questo albergo, così che possano essere avvertite le autorità!”
Guisgard
01-10-2012, 02.59.59
“Non è ora questa” disse uno dei soldati ad Altea “per una ragazza di girare in strada. Non sapete che non sono sicure le vie cittadine nel bel mezzo della notte? Il porto non è poi così lontano e laggiù ci sono dei pessimi soggetti. Ora rientrate nel vostro albergo, milady. Domattina, quando il tutto sarà più calmo, riuscirete a visitare la città con tranquillità.”
“Un momento!” All'improvviso un altro soldato avvicinandosi. “Avete detto che siete alloggiata in questo albergo?” Chiese ad Altea. “Allora forse avete visto o udito qualcosa stanotte... vi è forse parso di vedere o sentire un fuggitivo? Sappiamo per certo che è passato di qui... proprio sotto il vostro albergo.”
Guisgard
01-10-2012, 03.18.27
“Invece per me un bicchiere di porto.” Disse Fhael al locandiere. “Si, avete ragione...” rivolgendosi poi a Cheyenne “... in effetti è un modo un po' insolito per presentarsi, lo ammetto... e sia, verrò subito al dunque...” tornò il locandiere e servì la birra alla ragazza ed il vino al misterioso portoghese “... vedete, non ho potuto fare a meno di notarvi al vostro arrivo qui, alla Rosa dei Venti...” continuò Fhael appena il locandiere andò via “... ma lasciate che vi parli di me prima... in Europa la vita è tutt'altro che facile per chi non vuole piegarsi alla dura realtà delle cose... nel Vecchio Mondo, infatti, la creatività di uno spirito libero vale forse come una bottiglia di vino vuota... ho deciso allora di lasciare tutto e venire qui, dove le possibilità sembrano a disposizione di tutti coloro animati di buona volontà e ho intrapreso così un'attività come privato gentiluomo.” Sorrise. “Mi occupo di incarichi, diciamo, fuori dall'ordinario. Ossia, mi occupo di risolvere quelle situazioni ritenute troppo complicate o pericolose dalla maggior parte dei nostri simili. Comunque, per non farla lunga, tempo fa fui contattato da un ex ufficiale ora in pensione... suo figlio sposò anni fa una meticcia del posto e da quell'unione nacque una bambina... i due, purtroppo, persero la vita a causa di un attacco ad opera dei pirati e della figlioletta si persero le tracce. Il mio cliente non si diede per vinto e cercò di rintracciare sua nipote... in seguito riuscì a scoprire che la bambina fu uccisa dai bucanieri, ma venduta come schiava e poi imbarcata su una nave per l'Europa... della bambina possiedo informazioni sul suo aspetto al tempo del rapimento e dunque mi sono fatto un'idea di come può essere oggi... e oggi, nel vedervi, non ho potuto non notare una vostra somiglianza con il possibile aspetto attuale di quella sfortunata ragazzina... ecco, vorrei solamente conoscere la vostra storia e farvi qualche domanda... è possibile?”
Guisgard
01-10-2012, 03.38.28
I tre uomini ascoltarono con attenzione il racconto di Clio e alla fine, dopo essersi scambiati varie occhiate, si abbandonarono ad una sonora risata.
“Amici...” disse uno di loro “... avete udito? Le guardie del governatore odiano gli inglesi!”
“Davvero?” Ridendo un altro di quelli. “Chissà perchè poi!”
“In effetti” intervenne il terzo “anche a noi gli inglesi stanno poco simpatici, non è vero?”
“Certo!” Esclamò il primo. “Peccato però che anche le guardie del governatore non riescano a farci impazzire!”
E risero di nuovo.
“Insomma, mia cara...” fece uno di quelli fissando Clio “... sei capitata con dei tipi molto difficili in fatto di gusti, sai? Si dia infatti il caso che mal sopportiamo olandesi, inglesi e spagnoli! E di conseguenza ci stanno antipatici tutti i loro amici!”
“E poi” mormorò un altro dei tre “ormai abbiamo un debole per te e dunque sapere che stai cercando un inglese ci rende alquanto gelosi!”
“E quando siamo gelosi” disse uno dei suoi compari “diventiamo intrattabili!”
E risero ancora una volta.
Ma proprio in quel momento si udirono dei passi.
I tre allora saltarono in piedi e smisero subito di ridere.
Uno di loro si avvicinò alla porta e pose l'orecchio in attesa di qualcosa.
“La ballata salata del gufo nel pallido plenilunio.” Mormorò qualcuno dall'esterno.
“E' lui, apri!”
La porta fu aperta ed entrò qualcuno.
Era un giovane uomo dalla corporatura asciutta, con i capelli biondi e cortissimi e due occhi di ghiaccio che sembravano incapaci di tradire emozioni.
“Avete avuto problemi?” Domandò il nuovo arrivato.
“No, nessun problema.”
Si accorse allora di Clio.
“E questa chi diavolo è?” Chiese vagamente turbato. “Razza di idioti!” Esclamò. “Vi avevo ordinato di non attirare in nessun modo l'attenzione su di voi, né di combinare casini e invece, come dei marinai in licenza, passate il tempo con una prostituta e a fare baldoria!”
Guisgard
01-10-2012, 03.42.10
“Beh, di noi ormai sai abbastanza.” Disse Rynos a Cavaliere25. “Sai che siamo dei marinai in cerca di lavoro. Abbiamo prestato servizio su varie navi mercantili ed abbiamo viaggiato in un lungo e in largo nel Mediterraneo e nel Mare del Nord. E tu invece? Ci hai detto di non essere un marinaio e di non avere nessuna esperienza in fatto di navigazione. Cosa facevi allora prima di imbarcarti con noi?”
Guisgard
01-10-2012, 04.26.34
La conversazione tra il nuovo governatore, il suo ammiraglio e la famiglia di Talia, prese una piega tutt'altro che ufficiale e un'oretta buona trascorse tra dibattiti sul clima umido delle Flegee, sulla preparazione del tè, sul pesce che era alla base dell'alimentazione del posto e sulla collezione di velieri in bottiglie di Van Bumin.
“Eccellenza, perdonatemi...” disse all'improvviso Philip “... avete già incontrato il viceré spagnolo? Il vostro predecessore aveva in sospeso con lui una delicata questione sui confini tra i territori della corona d'Aragona e i nostri.”
“Oh, ma perchè rovinare questo nostro incontro parlando di queste cose!” Esclamò il governatore.
Suonò allora un campanellino ed un servo indigeno si presentò.
“Porta un po' di Coopa...” fece il governatore “... l'ho pronunciato bene?”
“Benissimo, padrone.” Annuì il servo, per poi andare via.
“Si tratta di un delizioso liquore” spiegò Van Bumin “che si ricava dalla polpa di una pianta particolare, di cui ignoro il nome e l'aspetto, e che posso assicurarvi essere straordinario! Non siete d'accordo, ammiraglio?”
“Assolutamente, eccellenza.”
“Conosco quel liquore, eccellenza.” Disse Philip. “E' alla base di molti traffici curati dalla Compagnia. Come voi ben sapete, immagino.”
“Ah...” mormorò il governatore “... certo, certo! Naturale! Eh, la nostra compagnia delle Flegee Orientali!”
“Occidentali, eccellenza.” Lo corresse Guidaux. “Compagnia delle Flegee Occidentali.”
“Si, certo, certo.” Annuendo il governatore. “Ma poi” sorridendo “magari è anche di buon auspicio questo mio involontario abbaglio. Voglio dire, magari un giorno l'Olanda dominerà su tutte le Flegee, sia Occidentali che Orientali.” E rise.
“Beh...” intervenne Philip “... in verità la Compagnia non ha alcun interesse a veder scoppiare una guerra tra noi e l'Inghilterra o la Spagna. Ma questo, immagino, vi trova di certo d'accordo, eccellenza.”
“Ma non vedo perchè toccare argomenti così noiosi per due signore.” Disse Guidaux prima che il governatore potesse replicare. “Mi sbaglio?” Fissando Talia e sua madre. “Sua figlia è davvero incantevole, caro Van Joynson.” Fissando la ragazza. “E se non erro è conosciuta con un caratteristico e bellissimo nome qui a Las Baias... Analopel...”
“Analopel?” Ripeté il governatore. “E cosa significa?”
“Sono i flegeesi che usano chiamarla così.” Disse Phlip. “Ma non credo sia argomento così interessante.”
“Allora, forse, caro Van Joynson, vorrete chiarirci un po' le vostre tendenze filo britanniche?” Fissandolo Guidaux.
“Cosa intendete dire?” Turbato Philip. “Potrei ritenermi offeso! Non occuperei certo il mio ruolo nella Compagnia, se avessi legami con inglesi o con altre nazioni straniere!”
“Allora” con sufficienza Guidaux “forse, mio caro amico, sono solo maldicenze di chi, in patria, non vi ha perdonato il fatto di essere figlio di un traditore. Infatti Arkwin Van Colbye, vostro padre, è caduto in disgrazia proprio a causa di un'accusa infamante di tradimento.”
“Io sono io” rispose Philip “e non sono responsabile di ciò che mio padre ha deciso di fare della sua vita.”
“Mi sembra giusto.” Disse l'ammiraglio. “Anzi, dimostrato ormai quanto sia di cattivo gusto toccare simili argomenti, quali politica, economia e affari di famiglia in un'occasione invece tanto piacevole ed interessante, direi di assaggiare un po' di questo liquore tipico e brindare alla nostra amicizia e alla collaborazione tra il governo e la Compagnia.”
Infatti il servo aveva servito in tavola il Coopa.
“Ditemi, damigella...” rivolgendosi Guidaux a Talia “... vi piace vivere qui a Las Baias? Trovate questi luoghi interessanti e ammalianti per una giovane e vivace ragazza come voi?”
cavaliere25
01-10-2012, 11.43.57
io facevo il vagabondo andavo dove trovavo lavoro un po qui un po li e ora sono qui in questa nuova avventura chissà che non sia definitiva e fermarmi per sempre dopo un po ci si stanca a cambiare posto spero di restare fisso qui con voi continuai a dire sorridendo
Ecco perchè le donne non dovrebbero imparare a combattere: non per la presunta debolezza del loro corpo, quella può essere allenata, non per la loro presunta indole buona e generosa, quella - se mai esiste - ben presto la si doma, ma perchè è così facile, così semplice insultarle. Ed è più facile insultare una donna che resterà quieta e zitta nel suo anfratto.
Questo pensai in quell'istante, quando quello strano uomo entrò e parlò.
Roteai gli occhi nell'espressione tipica di chi rivive per l'ennesima volta la stessa scena, feci schioccare la lingua contro il palato, presi il pugnale dallo stivale, meledizione lo avevo appena rimesso via!, e con una mossa rapida e abituale lo scagliai verso di lui. Si udì un suono sordo, seguito da un leggero tintinnio, quando si conficcò nel legno della porta, ad un centimetro dal suo orecchio.
No, non lo mancai, non avevo intenzione di ucciderlo, molto semplicemente. Sotto gli occhi allibiti e sconvolti, ma anche vagamente preoccupati, dei miei tre salvatori presi la spada olandese che avevo ancora con me, e la puntai alla gola del nuovo venuto, i suoi occhi erano freddi e impenetrabili, ma i miei erano bui e profondi come la notte.
Udii il rumore dei pugnali che lasciavano i foderi e delle pistole che venivano caricate, non mi importava.
"Questi tre uomini mi hanno salvato la vita, mentre sfuggivo alle guardie del governatore. E le sacre leggi dell'ospitalità sono l'unico motivo per cui siete ancora vivo. Ma, se vi azzardate a insultarmi un'altra volta, vi giuro che non vi concederò nemmeno il tempo di chiedermi perdono. Sono stata abbastanza chiara?" la mia voce era ferma, perentoria.
Mi avvicinai a lui per riprendere il pugnale incastrato nella porta, ma non distolsi mai lo sguardo fiero e inquisitorio da quegli occhi di ghiaccio, liberai il pugnale con un gesto secco e deciso, poi allontanai la lama dalla sua gola.
Altea
01-10-2012, 16.08.52
Annuii..certamente ero appena arrivata e non volevo essere preda di gente poco raccomandabile. Las Baias aveva due facce..quella splendente del territorio e oscura della notte e dei suoi pericoli. Come si poteva evitare di ammirare la luna riflettersi sul mare a causa dei tafferugli?
Ad un tratto quella domanda della guardia.."A dire il vero non ho visto nulla di particolare ma udii degli schiamazzi forti e rumori sospetti tanto da far preoccupare pure la mia balia."
Guisgard
01-10-2012, 17.12.23
Tutto accadde molto velocemente.
Forse troppo.
I tre uomini ebbero solo il tempo di estrarre i pugnali e puntare le loro pistole verso Clio, ma la ragazza aveva giù sotto il tiro della sua lama il nuovo arrivato.
Poi, dopo quella dimostrazione di abilità da parte di Clio, la ragazza abbassò l'arma, senza però dare segnali di debolezza.
“Mi sembra evidente” disse il quarto uomo a Clio “che non sei una prostituta...”
“Infatti non siamo stati noi a portarla qui.” Mormorò uno dei tre.
“Si, l'abbiamo tratta in salvo solo perchè aveva alle calcagna le guardie del governatore.” Aggiunse uno dei suoi compari.
“Allora” fissandoli il nuovo arrivato “siete doppiamente idioti!”
“E perchè mai?”
“Perchè con la vostra sciocca idea di salvarla” spiegò il quarto uomo “avete fatto in modo di far restare nei paraggi i soldati.”
“E in che modo?”
“Nessuno sa che siamo giunti qui a Las Baias” rispose il nuovo arrivato “e di conseguenza non ci sono guardie che ci cercano. Adesso invece, avendo strappata questa ragazza dalle loro grinfie, ora il porto e le stradine adiacenti pulluleranno di guardie... idioti!”
I tre si scambiarono rapide occhiate.
“Ed ora ci ritroveremo controlli molto più serrati.” Concluse il nuovo arrivato.
“Allora” fece uno dei tre “ributtiamola in strada, così che le guardie possano arrestarla ed andarsene in malora!”
“Quanto siete ingenui...” con un ghigno il quarto uomo “... pensate che non ci denuncerà una volta che le guardie l'avranno arrestata?”
“Allora uccidiamola noi e poi gettiamo il cadavere per le strade!” Propose un altro dei tre.
Guisgard
01-10-2012, 17.19.56
I soldati ascoltarono con molta attenzione Altea.
“Allora” disse uno di quelli “forse altri che alloggiano nell'albergo avranno udito quegli schiamazzi e magari anche visto qualcosa.”
“Cosa facciamo allora?” Domandò un altro di quelli.
“Interrogheremo tutte le persone che si trovano alla Rosa dei Venti.” Rispose il militare. “Volete accompagnarci nell'albergo, milady? Forse voi conoscete già buona parte dei clienti...” chiese ad Altea.
Guisgard
01-10-2012, 17.29.42
A quelle parole di Cavaliere25, gli altri tre suoi amici annuirono e sorrisero.
Presero allora le loro poche cose e si diressero al punto in cui la carrozza per Laocras era attesa.
Poco dopo il mezzo giunse e i quattro salirono a bordo.
“Scusate, signore...” disse Rynos al conducente “... quanto ci vorrà per arrivare a Laocras?”
“Tre ore circa!” Rispose il conducente.
Dopo un quarto d'ora la carrozza finalmente partì.
Altea
01-10-2012, 17.43.03
Scossi il capo sicura "Non conosco nessuno, se non di vista, solo una ragazza che ho incontrato nel viaggio. Scusatemi, ma non ho intenzione di fare da soldato con voi, se state cercando qualcuno penso sia vostro dovere farlo, non certo mio, ora se scusate mi ritiro nelle mie stanze" entrai nella locanda e vidi il signore italiano che ci aveva accolto e mi avvicinai a lui "Scusate, ma vorrei avvisarvi che ci sono delle guardie qui fuori e penso cercheranno nella locanda un fuggitivo o qualche persona poco raccomandabile, lascio a voi l'onere di occuparvi di tutto".
Salii di fretta le scale col cuore che batteva a mille, speravo di non incontrare quel tizio che stavano cercando..e se fosse stato armato? Cercai di aprire la porta della camera ma era chiusa..imprecai, il chiavistello si era chiuso e fui costretta a bussare per farmi aprire, immaginando già i rimproveri.
Guisgard
01-10-2012, 17.50.16
Il padrone italiano della Rosa dei Venti ascoltò con attenzione Altea e anche se un po' preoccupato, annuì cercando far sembrare la situazione sotto controllo.
La ragazza poi tornò verso il suo alloggio e rimasta chiusa fuori, bussò per farsi aprire.
Qualche istante dopo, Odette aprì.
Il suo volto era teso e l'espressione molto accigliata.
“Tu...” disse stravolta “... tu? Dove sei stata, sciagurata? Sei uscita da sola? E a fare cosa? A quest'ora? In un posto che neanche conosciamo! Sei diventata matta?”
Altea
01-10-2012, 17.58.14
Guardai Odette sbalordita.."Ma come osi rivolgerti in questo modo? Nemmeno mia madre lo fa..volevo solo uscire, vedere come era Las Baias, e poi mi avevano incuriositi quei rumori..niente di chè, cosa pensi che sarei andata in giro da sola per la cittadina?" chiusi la porta.
"C'erano dei soldati giù, ti ricordi quei rumori e quelle urla concitate? Stanno cercando qualcuno e probabilmente si trova nella locanda e verranno e interrogare tutti, chiudiamo le finestre forse è meglio, anche se si sente forte la umidità in queste stanze."
Talia
01-10-2012, 18.06.11
L’atmosfera in quella sala stava diventando piuttosto surreale... volavano parole, discorsi, falsi complimenti e lusinghe futili... avevo la sensazione che il Governatore stesse facendo di tutto per non entrare nel merito di questioni politiche o economiche, questioni che mio padre mostrava invece molto chiaramente di aver premura di affrontare.
E questa sorta di camuffato braccio di ferro finì presto per stancarmi.
Lentamente la mia attenzione fu dunque attratta dalla miriade di oggetti ricchi e un po’ pacchiani che affollavano tavoli e tavolini... sentivo ciò che dicevano mio padre ed il Governatore, ma iniziai a non badare più a loro.
Il mio sguardo più critico stava proprio valutando un’orribile e pretenzioso orologio a pendolo da tavolo d’oro, che scimmiottava la fattura di certi manufatti molto in voga tra l’alta società olandese qualche anno prima, quando fui distratta da certe parole dell’ammiraglio...
“Allora, forse, caro Van Joynson, vorrete chiarirci un po' le vostre tendenze filo britanniche?” Fissandolo Guidaux.
“Cosa intendete dire?” Turbato Philip. “Potrei ritenermi offeso! Non occuperei certo il mio ruolo nella Compagnia, se avessi legami con inglesi o con altre nazioni straniere!”
“Allora” con sufficienza Guidaux “forse, mio caro amico, sono solo maldicenze di chi, in patria, non vi ha perdonato il fatto di essere figlio di un traditore. Infatti Arkwin Van Colbye, vostro padre, è caduto in disgrazia proprio a causa di un'accusa infamante di tradimento.”
“Io sono io” rispose Philip “e non sono responsabile di ciò che mio padre ha deciso di fare della sua vita.”
“Mi sembra giusto.” Disse l'ammiraglio. “Anzi, dimostrato ormai quanto sia di cattivo gusto toccare simili argomenti, quali politica, economia e affari di famiglia in un'occasione invece tanto piacevole ed interessante...
I miei occhi si spalancarono e, per un istante, trattenni il respiro...
il nonno... avevo già sentito voci simili, quando ancora vivevo con lui in Olanda, ma non gli avevo mai dato alcun peso... o forse, pensai, semplicemente non mi ero mai fermata a valutarle...
questa volta, però, ne rimasi molto turbata! E non fu l’evidente nervosismo di mio padre a turbarmi, né quelle inutili e vuote minacce... no, a turbarmi fin dentro l’anima fu il tono basso e gelido dell’ammiraglio: il tono di chi sa di avere l’altro in pugno, il tono di chi non esiterebbe un istante a buttare chiunque giù dalla rupe se solo questi ostacolasse un minimo i suoi piani...
“Ditemi, damigella...” rivolgendosi Guidaux a Talia “... vi piace vivere qui a Las Baias? Trovate questi luoghi interessanti e ammalianti per una giovane e vivace ragazza come voi?”
Appena un attimo di impasse... esitai... poi costrinsi il mio volto a tornare perfettamente sereno e sorrisi...
“Ebbene, ammiraglio...” dissi, in tono morbido e vagamente noncurante “Vi dirò che la vista di cui si gode dalla parte del nostro giardino che dà sulla scogliera è assolutamente incantevole... niente di altrettanto bello, ne sono certa, esiste in un’altra parte del mondo...”
Esitai...
E improvvisamente, inaspettatamente, pensai che non era vero ciò che avevo detto... e quel ricordo fece di nuovo breccia nella mia mente...
“Posso aprire gli occhi?” domandai.
“Non ancora...” rispose.
“Ed ora?” domandai poco dopo “Ora posso aprirli?”
Sorrise...
“Sei davvero così impaziente?” mormorò al mio orecchio la sua voce calda e suadente.
“No...” dissi, scuotendo appena la testa “No, sono molto più che impaziente... molto, molto di più...”
“Ottimo!” mormorò divertito.
Camminammo ancora per qualche momento sulla stradina appena dissestata. Io tenevo gli occhi chiusi, ma camminavo sicura e niente affatto preoccupata perché entrambe le mie mani erano strette nelle sue...
“Va bene...” mormorò infine, fermandosi e facendomi appoggiare le mani su quello che sembrava un muro di pietra o un parapetto “Sei pronta?”
Sentivo il mare calmo infrangersi contro la costa proprio sotto di noi ed avvertivo la luce della luna attorno... sorrisi...
“Si!” risposi.
“Va bene...” sussurrò “Ora puoi aprirli...”
Battei le palpebre, quasi potessi di nuovo vedere quel mare davanti a me e sentire la sua presenza accanto... per un attimo vidi di nuovo quella luna candida e grande e quel cielo stellato, il più bello che avessi mai visto... e poi quella canzone, melodia di un dolce ricordo...
Sospirai.
Ma lo sguardo gelido dell’ammiraglio e quello severo di mio padre mi trassero presto via da quell’antico ricordo...
“Altro non so dirvi...” dissi candidamente “Ma sono certa che mi perdonerete se pure mostro di conoscere questo luogo, pur così bello, così poco!”
Guisgard
01-10-2012, 18.49.32
“Eh, immagino...” disse con un sorriso, molto più simile ad un ghigno, l'ammiraglio, per poi distogliere lo sguardo da Talia e sorseggiare un po' di quel caratteristico liquore “... del resto, la villa che la Compagnia ha destinato al suo uomo più importante deve essere degna di tale prestigio e bellezza.” Fissò poi il governatore. “Quasi mi chiedo, eccellenza, quale sia più adatta ad un capo, tra quella villa e questo palazzo.”
Il governatore lo guardò perplesso.
“Andiamo, sto scherzando, eccellenza.” Sorridendo l'ammiraglio. “Dopotutto, un capo commerciale è cosa be diversa da un capo militare... il primo lavora con trattati e merci... mentre il secondo con navi e cannoni... e se i trattati e le merci si adoperano fra amici, è con navi e cannoni che si tratta con i nemici...”
“Mi spiace dirlo” alzandosi Philip “ma temo che sia ora di andare per noi, eccellenza.”
“Oh, mi spiace.” Alzandosi anche il governatore. “Il tempo vola quando si è in piacevole compagnia. Ma ritenetevi miei ospiti per una di queste sere, amico mio.” E ordinò ad un servo di accompagnare alla carrozza i suoi ospiti.
“Rammenterò” fece l'ammiraglio fissando Talia “di venire a vedere quel meraviglioso panorama che si può ammirare da casa vostra, signorina.”
Poco dopo, Philip e la sua famiglia lasciarono il palazzo del governatore.
Il suo sguardo era pensieroso e l'espressione del volto molto tesa.
E per tutto il tragitto non disse nulla.
Giunti a casa, subito il padre di Jamiel andò loro incontro.
“Padrone...” disse il servo “... è giunta questa per voi...” consegnandogli una lettera.
Philip la prese e cominciò a leggerla.
E ad un tratto sbiancò.
cavaliere25
01-10-2012, 19.11.15
non vedo l'ora di arrivare sono troppo felice dissi tutto contento di essere partito appena arriveremo cerchiamo subito una nave che cerca lavoranti e almeno qualcosa da mangiare e anche un posto per dormire che alla fine sto viaggio ci sta sfinendo le energie e sbadigliai
Cheyenne
01-10-2012, 19.17.21
“ tempo fa fui contattato da un ex ufficiale ora in pensione... suo figlio sposò anni fa una meticcia del posto e da quell'unione nacque una bambina... i due, purtroppo, persero la vita a causa di un attacco ad opera dei pirati e della figlioletta si persero le tracce. Il mio cliente non si diede per vinto e cercò di rintracciare sua nipote... in seguito riuscì a scoprire che la bambina fu uccisa dai bucanieri, ma venduta come schiava e poi imbarcata su una nave per l'Europa... della bambina possiedo informazioni sul suo aspetto al tempo del rapimento e dunque mi sono fatto un'idea di come può essere oggi... e oggi, nel vedervi, non ho potuto non notare una vostra somiglianza con il possibile aspetto attuale di quella sfortunata ragazzina... ecco, vorrei solamente conoscere la vostra storia e farvi qualche domanda... è possibile?”
Le sue parole riecheggiavano nella mia mente come l'eco tra le montagne... cercai di riportare alla memoria le poche immagini confuse della mia infanzia per poter ricercare tracce di ciò che l'uomo di aveva detto...
Certo, l'idea di ritrovare una parte del mio passato e della mia famiglia mi entusiasmava ma...se non fossi quella bambina? Illuderei me stessa e quel povero vecchio speranzoso...
Beh signore, esordii, il vostro racconto è alquanto singolare e ricalca in qualche aspetto le mie vicissitudini..questo devo ammetterlo. Però insomma non vorrei darvi risposte troppo affrettate basate su poche informazioni..non voglio illudermi per qualcosa che magari non c'è...
Feci una breve pausa, scolai la mia birra alla maniera vichinga e ripresi: Vedete, sono cresciuta in un ambiente ostile e sono sopravvissuta, e ciò che mi dava la forza di andare avanti era il sapere che da qualche parte, nel mondo, c'erano altri uomini come me...ora voi mi portate notizie che mi confondono, mi disorientano... Vi prego, non potete darmi maggiori informazioni, delle prove tangibili di quello che dite? Altrimenti da me non avrete nessun aiuto per la vostra ricerca.
Stetti in silenzio, osservando il mio interlocutore, in attesa di una risposta quanto più esauriente..
Guisgard
01-10-2012, 19.32.03
Il portoghese ascoltò con attenzione Cheyenne ed annuì.
“Avete ragione.” Disse. “Ma ben poche informazioni posso darvi adesso... l'uomo che forse potrebbe essere vostro nonno è molto ricco e vive in territorio spagnolo. E' legato alla corte del Viceré aragonese e dunque occupa un ruolo sociale molto importante... per questo non vuole che qualcuno approfitti della situazione. Voi mi capite, vero?” Sorseggiò il suo vino. “In verità, fino al vostro incontro io posso dire ben poco. Infatti è mia intenzioni portarvi direttamente da lui e farvi incontrare. Altro, ora, non potrei fare.”
Talia
01-10-2012, 19.39.04
Le parole dell’ammiraglio mi raggiunsero mentre mi alzavo per uscire...
Sollevai gli occhi su di lui e lo scrutai per un istante, dunque... poi, senza dire nulla, chinai appena la testa in segno di saluto. Mi inchinai appena al Governatore, poi uscii.
Il tragitto fino a casa trascorse nel più assoluto silenzio... mio padre era visibilmente teso e molto nervoso, mia madre era preoccupata ed io... sospirai... ed io?
Io ero turbata, pensai.
La mia mente ritornò all’ammiraglio, a quei suoi occhi così gelidi... e rabbrividii...
Giungemmo alla villa senza che quasi me ne accorgessi... scendemmo dalla carrozza, e qui il padre di Jamiel giunse con una lettera...
“Padrone...” disse il servo “... è giunta questa per voi...” consegnandogli una lettera.
Philip la prese e cominciò a leggerla.
E ad un tratto sbiancò.
Stavo per rientrare in casa quando notai la sia espressione e trasalii...
“Che cosa accade, padre?” chiesi, improvvisamente preoccupata.
Cheyenne
01-10-2012, 19.42.06
Non avendo ricevuto una risposta esplicativa, feci per alzarmi dal tavolo ma poi ci ripensai...in fondo quel vecchio uomo era come me alla ricerca della sua famiglia, chissà magari la ricerca poteva terminare per entrambi..
Bene signor Fhael, dissi con un sospiro, dovete ringraziare il mio buon cuore e anche la mia curiosità..verrò con voi..ma vi avverto se si tratta di un qualche scherzo meschino...non esiterò a mettere in pratica i metodi dei Vichinghi mie rapitori!
Detto questo lo guardai con uno sguardo un po' crudele e ordinai un'altra birra.
elisabeth
01-10-2012, 20.57.12
Guardai quell'estraneo disteso sul letto...non mi ero mai trovata in una simile circostanza, gli andai vicina, repsirava...sembrava giovane, anche se il suo volto era segnato da rughe di sofferenza, aveva i tratti fini eppure le guardie lo cercavano, desideravo farmi l'idea di quel posto...ma ero appena arrivata e sinceramente nel momento in cui avevo deciso di imbarcarmi non mi ero fatta troppe domande, forse sarebbe stato il caso......Ingrid torno', la vidi poggiare tutto sul tavolo e sorbii anche il suo sermone, mi conosceva piu' di ogni altro, mi aveva cresciuta dal momento in cui avevo visto il mondo......avevo pianto con lei avevo riso....mi aveva coperta alle sfuriate di mio padre quando pensavo di essere libera e indipendente......." Avete fatto bene zia, il cibo lo tirera' su appena aprira' gli occhi, non voglio mandarlo in prigione se prima non sara' lui a dirmi da cosa sta fuggendo e chi e'........e poi, gli ho tolto il cltello, e' ferito ed e' innoquo...due contro uno...andiamo, di che cosa avete paura....e poi....un po' di avventura mia cara..."...incomincia cosi' a solleticarla...facendola sorridere quando un movimento mi fece voltare verso la finestra...i soldati avevano delle fiaccole e stavano parlottando, aprii la finestra per sentire meglio.....ma era Spagnolo e io non avevo una buona conoscenza di quella lingua....mi affacciai un po' di piu'....quando qualcuno dal letto incomincio' a dare segno di risveglio.....fui lesta e chiusi le imposte.....
Ascoltai esterrefatta quelle parole.
Ma che storia era mai quella? Prima mi salvavano e poi tentavano di uccidermi? Andiamo, dove diavolo era il codice d'onore di questa gente? L'ospitalità è sacra, maledizione!
E dire che infondo mi erano stati simpatici! Ah, probabilmete aveva ragione Guerenaiz, erano la feccia della società.
"Davvero astuti, i miei complimenti... signori, se avessi le mani libere applaudirei"
li guardai accigliata, stringendo forte la spada nella mano destra e il pugnale nella sinistra
"E ditemi dunque, chi dovrei denunciare? Voi sapete il mio nome, ma io non conosco i vostri. Voi conoscete i miei intenti, ma i vostri affari mi sono ignoti. Dovrei essere io quella che teme di essere denunciata, non vi pare? Infondo, non so nemmeno chi siete.... eccetto certo, uomini senza onore, che non conoscono le sacre leggi dell'ospitalità, questo mi pare chiaro"
poi alzai le sopracciglia in un'espressione divertita.
Certo, pensai mentre li squadravo attentamente, non li avrei mai potuti battere: erano armati non soltanto di pugnali ma anche di pistole, e un solo colpo bastava per mandarmi all'altro mondo.
Dovevo giocare d'astuzia, infondo, mi avevano visto sfuggire alle guardie del governatore, e sapevano che non sbagliavo un colpo col pugnale.
Dovevo rischiare!
Per John sussurrò la voce più dolce che ancora esisteva nel profondo del mio cuore.
No, non ero giunta in capo al mondo per farmi ammazzare da tre ubriaconi maleducati, maledizione!
"E sentiamo, come pensate di uccidermi? Credete forse che sia così semplice?" poi il mio ghigno diventò perfido
"e se oserete iniziare a combattere, chi vi dice che io non mi metta ad urlare chiedendo aiuto come una povera fanciulla indifesa? Se le guardie, che come ben dite sono vicine, accorreranno, mi basterà buttare il coltello in un angolo e sembrerò la povera vittima di tre mascalzoni. A quel punto, anche se dovessero riconoscermi, il mio "crimine" sarà ben poca cosa davanti al vostro, non credete?"
Restai a fissarli, imperturbabile.
Guisgard
02-10-2012, 02.12.53
“Per carità.” Disse Fhael a Cheyenne. “Scherzo meschino? E perchè mai? Per quale motivo poi? Siete forse ricca da giustificare un rapimento con conseguente riscatto?” Sorrise. “E poi mi sembrate capace di difendervi benissimo da qualsiasi malintenzionato. E comunque, vi assicuro, che io non sono uno di quelli.”
Il locandiere portò un'altra birra per Cheyenne e Fhael pagò poi il conto.
“Direi” aggiunse il portoghese “di partire il prima possibile, se siete d'accordo. Se volete farò preparare la mia imbarcazione e tra due giorni salperemo per incontrare quell'uomo. Cosa ne dite?”
Guisgard
02-10-2012, 02.21.44
“Mi hai fatto prendere un colpo...” disse Odette ad Altea “... per questo ero preoccupata... e tu non puoi fare come ti pare! Domani ne parlerò con i tuoi genitori!”
Ad un tratto si udirono dei rumori nel corridoio.
Poi delle voci.
Probabilmente i soldati erano arrivati e il padrone dell'albergo li stava accompagnando da stanza in stanza per interrogare i vari clienti.
Dopo qualche istante qualcuno bussò anche alla porta di Altea e di Odette.
“Aprite, per favore.” Fece il padrone della Rosa dei Venti. “Dobbiamo fare un controllo.”
Odette allora aprì la porta, facendo entrare il padrone con i soldati.
I militari cercarono nelle stanze e poi si affacciarono dalle finestre per vedere giù in strada.
“Avete visto o sentito nulla di strano?” Chiese uno di loro ad Odette.
“Si...” mormorò la donna “... dei rumori provenienti dalla strada... poi più nulla...”
In quel momento arrivarono anche i genitori di Altea, svegliati da quel trambusto.
“Cosa accade, sergente?” Chiese il padre.
“Abbiamo scoperto dei contrabbandieri al porto” rispose il soldato “e poi sono fuggiti per la città... abbiamo motivo di credere che uno di loro possa essersi nascosto in questo albergo.”
Guisgard
02-10-2012, 02.30.34
Il fuggitivo cominciò a svegliarsi e subito Ingrid fu presa da inquietudine.
“Si sta per svegliare, credo...” disse ad Elisabeth.
In quel momento il misterioso uomo aprì gli occhi.
Restò per qualche attimo a fissare il soffitto, poi d'un tratto, come se avesse realizzato e rammentato ogni cosa, tentò di alzarsi di scatto dal letto.
Ma fu un tentativo vano.
La fitta causatagli dalla ferita lo fece subito desistere da quell'idea.
Cercò allora il suo pugnale, senza però riuscirvi.
“Cosa mi avete fatto?” Fissando le due donne. “Dov'è il mio pugnale?”
“Dovete stare calmo, signore...” mormorò Ingrid.
“Al diavolo!” Esclamò l'uomo. “Mi avete disarmato, eh! Ma posso benissimo torcervi il collo! Anche se sono ferito! Non mi occorre nessun pugnale!” Il suo sguardo era carico di rabbia. “Avete già chiamato i soldati, vero? Mi avete già venduto a quei dannati!”
Guisgard
02-10-2012, 03.08.45
“La ragazza dice il vero...” disse uno dei tre dopo aver udito il discorso di Clio “... cosa ne facciamo allora?”
“E' troppo abile” mormorò il nuovo arrivato “per tentare di accopparla senza conseguenze e troppo scaltra per lasciarla andare senza correre rischi...” e cominciò a camminare nervosamente su e giù per la piccola stanza.
“Forse davvero dovevamo lasciarla in balia dei soldati del governatore.” Fece un altro dei tre.
“E se le facessimo perdere i sensi?” Propose un altro. “Per poi lasciarla legata ed imbavagliata qui da sola?”
“Ed al suo risveglio?” Fissandolo il suo compare. “Quando qualcuno la troverà? Secondo te quanto impiegherà per descriverci e denunciarci ai soldati?”
Ma, all'improvviso, approfittando di tutte quelle chiacchiere che avevano in qualche modo attirato l'attenzione di Clio, il nuovo arrivato, mentre camminava pensieroso per la stanza, avvicinandosi alle spalle della ragazza la colpì alla nuca, facendole poi perdere i sensi.
Clio, dopo un tempo indefinito, riaprì finalmente gli occhi.
Si trovava in un ambiente nuovo e sconosciuto per lei, con oggetti preziosi disseminati in ogni angolo, come coppe e calici d'oro, candelabri d'argento, collane di corallo, pendagli di giada, ambra e onice che penzolavano da seggi e tavolini intarsiati.
In un angolo vi era poi un grosso baule pieno di stoffe preziose e tappeti raffinati e pregiati erano sparsi ovunque, mentre armi di pregevole fattura pendevano dalle pareti, come se fossero trofei di guerra.
Un gran mal di testa sembrava premere con vigore contro le tempie della ragazza ed un senso di stanchezza pareva diffuso in tutto il suo corpo.
Comprese allora che non si trovava più a Las Baias e di sicuro neanche più sulla terra ferma.
Tutto, infatti, sembrava oscillare come cullato dalle onde del mare.
Si trovava su una nave.
Indosso, naturalmente, non aveva più le armi ed i suoi polsi, come le sue mani, erano legati con stretti nodi al letto nel quale si trovava.
In quel momento nella stanza entrò qualcuno.
Era un uomo magro e dalla pelle scura.
Si avvicinò al letto e fissò Clio.
“Lanmò ki nou pito?” Mormorò nel suo esotico idioma.
“Ti ha chiesto quale tipo di morte preferisci...” disse all'improvviso qualcuno entrando nella stanza.
Era un uomo dal fisico asciutto, con indosso vestiti sfarzosi abbelliti da oro e argento.
I suoi occhi erano neri come la pece e la sua espressione celava qualcosa di inafferrabile e misterioso.
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Guisgard
02-10-2012, 03.27.26
Il tragitto fu lungo e la carrozza percorse la strada che correva parallela alla costa. E verso la tarda mattinata finalmente arrivò a Lacroas.
“Eccoci, ragazzi...” disse Rynos a Cavaliere25, a Emas e a Fidan “... siamo giunti finalmente Lacroas. Direi di andare subito al porto e cercare un lavoro adatto a noi. Siete d'accordo?”
Guisgard
02-10-2012, 03.39.39
Philip entrò nella stanza e quasi svogliatamente lasciò cadere il suo cappello sul grosso seggio.
Fece qualche passo verso la tavola e si versò da bere in un bicchiere.
Ma quando alzò gli occhi per sorseggiare il suo liquore, si accorse di quella figura seduta che lo fissava.
“Voi...” disse turbato Philip “... voi qui?”
“Forse avevi dimenticato di avere un padre...” fissandolo sorridente l'uomo seduto “... e poi, nella casa di mio figlio posso entrarci liberamente, no?” Assunse allora una strana espressione, tra il vago ed il sarcastico. “Ma tu forse neanche ricordi più di avere un padre, molto probabilmente! E di sicuro hai dimenticato il suo nome!” Si alzò dal seggio.
Era un uomo alto, robusto, con i capelli bianchi e lo sguardo di chi conosce bene i tormenti della vita e le miserie umane.
“Eh, già...” continuò “... perchè oggi il nostro nome, quello della nostra famiglia, possiede due volti... uno ricco di prestigio, di potere, di onore e di dignità, al quale sono legati il castello, le proprietà sulla costa, la villa di Amsterdam e poi la tua eccellente carriera diplomatica e commerciale... e l'altro volto, che ha un che di disdicevole, di ignobile, di abominevole ... un volto che è meglio non rammentare mai, sinonimo com'è di slealtà e tradimento... vero?”
“Siete ricercato, padre!” Esclamò Philip. “Le guardie del re vi stanno cercando!”
“Lo so.” Senza scomporsi il vecchio avventuriero.
“Dovete nascondervi!”
“Sono qui!” Fece il vecchio. “Nella casa di mio figlio, persona rispettabile, onorata e ricca di fiducia. Conosci forse un posto più sicuro?”
“Siete pazzo...”
“Ma non temere...” sorridendo “... tuo padre ha sempre con sé i suoi strumenti di lavoro... ecco...” aprendo la sua valigia “... una parrucca... una barba finta... un naso di cera ed il gioco è fatto...”
Si camuffò sotto gli occhi di Philip.
“Ecco, vedi!” Mostrando il suo nuovo aspetto al figlio. “E comunque, non stare in pena per tuo padre... quelli che oggi sono lupi, domani forse saranno agnelli... e la lepre che scappa oggi, domani magari sarà ben al sicuro...” rise “... Ferdinando d'Aragona sta per sbarcare dal mare, mentre gli inglesi marciano da Nord, figlio mio... ed il tuo Guglielmo d' Orange forse scapperà lui come una lepre!”
“Siete folle...”
“Ah, dimenticavo...” disse al figlio “... mi presteresti il tuo mantello? Sai, la sentinella lì fuori si aspetta di vedere un uomo con abito chiaro senza mantello.”
E preso il mantello di suo figlio, il vecchio avventuriero uscì.
“Questa lettera...” mormorò Philip, destato da quell'antico ricordo e fissando Talia e poi sua moglie “... annuncia che mio... mio padre sta per arrivare con una nave qui a Las Baias...”
“Qui da noi?” Sorpresa la donna.
“Si...” annuì lui “... e forse non poteva scegliere momento peggiore...”
“Non era esiliato da ogni territorio olandese?” Domandò sua moglie.
“L'avranno inviato qui” rispose lui “forse per allontanarlo dai suoi vecchi amici antiorangisti...”
Cheyenne
02-10-2012, 07.54.28
Tutto sommato Fhael mi pare un brav'uomo...pensai...però ho fatto bene a spaventarlo un po'...almeno sono più tranquilla ora...
Bene, signor Fhael, dissi con un leggero sorriso, partiremo fra due giorni, come le aggrada..Ora perdonatemi ma sono leggermente stanca per il lungo viaggio che ho intrapreso per arrivare fin qui.Con il vostro permesso vado a ritirarmi nella mia stanza. Arrivederci.
Detto ciò,mi alzai lentamente dalla mia sedia,feci un breve inchino al portoghese, e mi voltai verso la direzione delle scale che portavano ai piani superiori.
Giunta nella mia camera, terminai di disfare i miei bagagli, pochi e vecchi abiti adatti ad un clima rigido, "certo, con questi abiti avrò caldo in queste isole ma anche durante il mio imminente viaggio..domani sarò costretta a trovarne uno nuovo" Sbuffai, odiavo andare a fare compere.
Guardai dalla mia finestra, la calma della piazza era quasi surreale, mi sciacquai il volto e finalmente mi misi a riposare.
elisabeth
02-10-2012, 10.23.18
Gia' si era svegliato, rigido nei movimenti, sembrava quasi smarrito....Sentii Ingrid venirmi accanto, ma quell'uomo non mi faceva paura...e poi ero una fatalista, qualsiasi cosa doveva succedere..sarebbe successa......" E si mia cara Ingrid il nostro uomo del mistero si e' destato....e senza un bacio...come fece la bella addormentata nel bosco, guarda guarda ci minaccia pure..".....mi sedetti sulla sedia accanto al letto li' dove l'avevo lasciata quando avevo vegliato il suo sonno in attesa del pasto....." Bene, il vostro coltello non c'e' piu'...svanito, la prossima volta fatevi ferire ma chiedete la grazia di non perdere troppo sangue se questo non giovasse ad uccidervi......vi ho cambiato la camicia, ne avete una pulita e di ottimo tessuto....vi ho pulito la ferita e ho fatto si che si fermasse l'emorragia, vi siete addormentato come un bimbo e mia zia e' stata cosi' cortese da portare qualcosa da mangiare in camera per rimettervi in forze.......ora, lei mi esortava a denunciare la vostra presenza domattina al locandiere.......in realta' io sono una brava bambina e sono molto obbediente....ma prima voglio sapere cosa avete combinato e voglio la verita', perche' vedete, non vi abbiamo denunciato....ma abbiamo il vostro coltello..."...Vidi il volto di Ingrid farsi di mille colori, a lei non piaceva che una signorina parlasse cosi' e tantomeno gradiva una presenza losca di un uomo nella nostra stanza.....ma aveva visto che ero a braccia conserte e che non avrei spostato un capello se prima non ottenevo cio' che avevo richesto......
Dapprima riuscivo a sentire soltanto l'incessante martellare delle mie tempie, poi,a poco a poco, mi sforzai di aprire gli occhi e mi guardai attorno, spaesata.
Dove mi trovavo? Cosa diavolo era successo? Poi, ben compresi che avevo perso i sensi, e quei mascalzoni mi avevano di certo imbarcato su una nave.
Osservai le immense ricchezze attorno a me, gioielli, argenterie di ogni tipo e fattura, e armi.. oh, quanto erano preziose e pregevoli quelle perfette lame affilate, se solo avessi potuto stringerle... fu allora che mi resi conto di non avere le mani libere.
Tirai i nodi, tentai di avvicinarmi per scioglierli con i denti ma fu tutto inutile.
Ero in trappola.
Era un uomo magro e dalla pelle scura.
Si avvicinò al letto e fissò Clio.
“Lanmò ki nou pito?” Mormorò nel suo esotico idioma.
“Ti ha chiesto quale tipo di morte preferisci...” disse all'improvviso qualcuno entrando nella stanza.
Era un uomo dal fisico asciutto, con indosso vestiti sfarzosi abbelliti da oro e argento.
I suoi occhi erano neri come la pece e la sua espressione celava qualcosa di inafferrabile e misterioso.
Che razza di domanda, come se non ci avessi pensato ogni momento da quando ho iniziato a combattere.
Pensai, fingendo di non capire il vero senso della domanda.
Lo squadrai con gli occhi di ghiaccio, fermi e incrollabili: dare segni di debolezza in quel momento sarebbe stata la mia fine.
"Campo di battaglia, armi in pugno, nell'assalto decisivo o nell'eterno slancio prima della sconfitta. Questo è il mio destino, l'ho sempre saputo. Ma per voi farò un'eccezione, date le circostanze: potete sfidarmi in un regolare duello e uccidermi così. Andiamo, non avrete paura di una fanciulla indifesa?" sfoderai un sorriso beffardo. ".. a voi la scelta dell'arma Milord".
Il mio cuore sobbalzava, ma mi sforzai di respirare lentamente, non volevo sembrare atterrita e spaventata.
Ma a me stessa non potevo mentire, sapevo di essere alla loro mercé.
Poi pensai che, infondo, doveva esserci un motivo per cui non mi avevano ancora ucciso.
E quel pensiero mi diede dapprima un po' di speranza, poi mi terrorizzò.
Altea
02-10-2012, 15.34.31
Mia madre e Odette erano leggermente spaventate, lo si leggeva nei loro volti sbiancati mentre mio padre assunse il solito atteggiamento sicuro..lo osservai, in fondo io e lui ci assomigliavamo di carattere ecco perche' ci scontravamo sempre.."Scusate ma di che reato si e' macchiato quel fuggiasco per essere..cosi temuto e cercato" chiesi istintivamente alle guardie già incontrate all' entrata della locanda sperando, appunto, non accennassero alla nostra precedente conversazione.
cavaliere25
02-10-2012, 21.45.35
Siiiiiiii dissi a gran voce andiamo di corsa al porto prima che scappi via la nave e risi scherzosamente e mi incamminai per il porto guardandomi intorno
Guisgard
03-10-2012, 01.41.21
“E' un contrabbandiere, milady.” Disse il soldato ad Altea. “Un individuo che vive raggirando ed eludendo la legge. Che fa commercio clandestino ai danni del governo e in barba delle autorità che vigilano su queste terre. Abbiamo scoperto quella banda di contrabbandieri al porto, ma uno ci è scappato... e molto probabilmente si è nascosto in questa strada... forse proprio in questo albergo.”
“Un simile individuo” fece il padre di Altea “deve essere assicurato alla giustizia.”
“E' ciò che stiamo tentando di fare, signore.” Replicò il militare.
“Qui non c'è nessuno, sergente.” Disse un altro di quei soldati, appena finito di controllare quelle stanze.
“Cercheremo in altre stanze, allora.” Mormorò il sergente. “Perdonate il disturbo. Vi auguro una serena notte.” Ed uscirono.
“Ora farò un discorsetto ai tuoi genitori, signorina...” disse sottovoce Odette ad Altea con tono minaccioso.
Guisgard
03-10-2012, 01.45.22
A quelle parole di Elisabeth, il misterioso uomo tentò di alzarsi, ma la ferita gli impedì ogni movimento brusco.
“Dannate...” disse “... cosa volete da me? Pechè non mi consegnate subito ai soldati? Volete la mia storia? E perchè mai? Cambierebbe qualcosa per voi? Resto pur sempre un fuorilegge!”
“Chi siete dunque?” Chiese Ingrid.
“Il demonio!” Urlò l'uomo. “Sono come il demonio! Sono condannato!”
Ma proprio in quel momento qualcuno bussò alla porta.
“Sono io, il padrone dell'albergo...” disse dall'esterno “... perdonate per l'ora, ma qui ci sono dei soldati e devono fare un controllo nelle vostre stanze... apriteci, per favore...”
Guisgard
03-10-2012, 01.51.55
Il misterioso uomo rise a quelle parole di Clio e poi con un cenno del capo congedò il suo servitore di colore.
Si sedette allora su un grosso seggio davanti al letto e piantò i suoi occhi scuri sulla ragazza.
“Un regolare duello...” disse quasi sarcastico “... e magari mi concederai anche la scelta delle armi, vero?” Rise nuovamente. “Ah, sciocca ragazza!” Esclamò divertito. “Ci sono più uomini in questo emisfero che mi odiano e mi danno la caccia, di quanti pesci invece non nuotino nei mari! Ogni giorno scampo alle fregate e ai velieri, ad ogni angolo evito sciabole e pistole e poi dovrei perire in un duello per mano di una ragazzina?” E di nuovo quella sua risata. “No, faremo così invece... tu mi dirai chi sei veramente e per quale motivo non dovrei darti in pasto ai pescecani dopo averti concessa, come premio, a ciascun uomo della mia ciurma!” La fissò con uno sguardo inquietante che sembrava rendere ancor più reali quelle sue terribili parole.
Guisgard
03-10-2012, 02.00.05
Giunti a Lacroas, Rynos, Cavaliere25, Emas e Fidan raggiunsero subito il porto per rendersi conto della situazione.
Fidan, avvicinandosi ad un uomo in una bottega, chiese di eventuali navi pronte a salpare.
“Laggiù, sul molo vecchio” disse l'uomo “si trova una grande nave inglese e da quel che so stanno ancora arruolando marinai.”
“Bene!” Esclamò Rynos. “A quanto pare abbiamo la fortuna dalla nostra! Forza, ragazzi! Andiamo ad arruolarci come marinai!”
Guisgard
03-10-2012, 02.25.40
Cheyenne, tornata in albergo, riuscì finalmente a riposarsi.
Ma la notte per lei fu tutt'altro che serena.
Strani sogni, infatti, tormentarono il suo sonno, mostrandole immagini e visioni inquiete ed angoscianti...
Il villaggio era in fiamme e tutt'intorno dominavano solo distruzione e morte.
Cadaveri giacevano a terra, con le carne lacerate e gli avvoltoi che scendevano a cibarsi di quei resti.
I pochi superstiti venivano condotti via in catene, con i vincitori che già si dividevano i vari ostaggi.
E tra questi vi era anche Cheyenne.
La ragazza camminava tra quei pochi disperati, sotto l'ombra e la minaccia di un destino avverso.
Ad un tratto un uomo fece fermare il gruppo ed indicò proprio lei.
Era vestito come un ufficiale ed era di età avanzata.
“Quella...” indicando Cheyenne “... voglio quella.”
“Questa, signore?” Domandò uno dei soldati. “Perchè proprio questa?”
“Perchè è mia nipote!” Rispose il vecchio ufficiale.
Cheyenne si svegliò di colpo.
Era agitata e sudata, mentre la chiara sera di Las Baias appariva muta e indifferente, dominata, com'era, da una pallida ed incantata Luna che giungeva a specchiarsi, malinconica ed enigmatica, sulle calme acque del mare.
http://www.spaghettifile.com/data/2009_04_11/www.spaghettifile.com_img_555023.jpg
Cheyenne
03-10-2012, 07.58.25
Il villaggio era in fiamme e tutt'intorno dominavano solo distruzione e morte.
Cadaveri giacevano a terra, con le carne lacerate e gli avvoltoi che scendevano a cibarsi di quei resti.
I pochi superstiti venivano condotti via in catene, con i vincitori che già si dividevano i vari ostaggi.
E tra questi vi era anche Cheyenne.
La ragazza camminava tra quei pochi disperati, sotto l'ombra e la minaccia di un destino avverso.
Ad un tratto un uomo fece fermare il gruppo ed indicò proprio lei.
Era vestito come un ufficiale ed era di età avanzata.
“Quella...” indicando Cheyenne “... voglio quella.”
“Questa, signore?” Domandò uno dei soldati. “Perchè proprio questa?”
“Perchè è mia nipote!” Rispose il vecchio ufficiale.
Mi svegliai all'improvviso nel cuore della notte con ancora le orrendi immagini del mio sogno impresse nella mente...Mi alzai dal letto e mi diressi verso la finestra..fuori la luna splendeva magnificamente...il dio Mani sta facendo davvero un buon lavoro questa notte..anche se non posso dire altrettanto di Loki, deve essere lui che mi fa sognare questo orrore.
Fuori, sulla piazza, passeggiava tranquillo un gattino, al vederlo il mio cuore si calmò e andai a sedermi sul bordo del letto.
Passai almeno un'ora a pensare al mio sogno, se un sogno era veramente, insomma, che cosa mi garantiva che quello non era un ricordo, il volto del vecchio ufficiale mi sembrava così reale, così famigliare.........
La luce invase la mia stanza e mi svegliò.Era già mattino inoltrato.
Altea
03-10-2012, 15.26.39
Appena le guardie se ne furono andate e i genitori si ritirarono nelle stanze la balia si scaglio' verbalmente verso me come fossi una bambina.. "Odette, sono cresciuta ormai e so quello che faccio..non dirai nulla e il discorso termina qui.. Ora se permetti andrei finalmente a riposare".
Entrai nella stanza mi stesi nel letto..pensai più volte al futuro a Las Baias, se le premesse erano quelle attuali potevo solo dolermi.
Non ci pensai più.. forse dovevo riposare e lasciare tutto scorresse come un fiume e buttarmici dentro.
Talia
03-10-2012, 16.27.33
Le parole di mio padre risuonarono alle mie orecchie come un’eco: dapprima deboli e lontane, vagamente sbiadite, com’era stata la mia vita da quando mi trovavo a Las Baias, poi via via sempre più intense e colorate, vivaci, come il ricordo che avevo del nonno...
Notai solo di sfuggita il disappunto nella voce di mio padre nel dare quella notizie e lo sconcerto di mia madre, tanto ero concentrata su quella inattesa e vivida gioia che mi era scoppiata in mezzo al cuore...
La stanza era invasa da un fitto buio ed il fuoco che crepitava nel camino disegnava sulle pareti inquietanti disegni mutevoli.
I miei occhi erano fissi sulla fiamma danzante da non sapevo più quanto tempo, ormai... li sentivo bruciare, li sentivo rossi e lucidi, ma non mi importava. Le mie guance erano arrossate per il troppo calore ed i capelli sciolti mi ricadevano scompostamente sulla schiena e sulle spalle, fino a sfiorare le ginocchia che tenevo strette al petto con entrambe le braccia.
“Oh... ecco dove eri finita!” disse ad un tratto una voce alle mie spalle “Ti ho cercata sulla terrazza alta e nel cortile... non riuscivo a trovarti!”
L’uomo rimase per qualche attimo immobile sulla soglia poi, vedendo che non rispondevo, entrò nella stanza e chiuse la porta alle sue spalle.
“Sai... sono stupito...” disse guardandosi un momento intorno, quasi con noncuranza, per poi, riportando gli occhi su di me ancora accoccolata sul tappeto di fronte al camino, andarsi elegantemente a sedere su una poltrona dall’alto schienale “In fondo domani è un gran giorno per te... stai per partire, per salpare su una di quelle navi che sempre osservavi scomparire all’orizzonte... e conoscerai un nuovo mondo, avrai una nuova vita... dovresti essere felice!”
Per qualche lungo momento calò il silenzio nella stanza, un silenzio pesante e cupo...
“Ti ricordi quando ero piccola?” mormorai ad un tratto, la voce ruvida “Ricordi il modo in cui correvo fino in terrazza ogni volta che papà stava per tornare? Lo attendevo con una tale gioia e con un’aspettativa così vivida... volevo che tornasse, bramavo qualsiasi momento potesse dedicarmi... rammenti?”
Il nonno esitò...
“Si!” disse poi “Si, ricordo!”
“Ma lui non ha mai avuto molto tempo per me... arrivava e si chiudeva nel tuo studio, aveva appena il tempo per dirmi che ero cresciuta e per dirmi che mi aveva portato un dono... doni che, poi, era sempre e solo mia madre a consegnarmi. Si trattenevano qualche giorno e poi ripartivano! Sempre!” esitai appena, poi ripresi a parlare “Ed io... io presto ho iniziato a pensare che era colpa mia... che se, al mio posto, avessero avuto un figlio maschio lo avrebbero amato di più... che non avrebbero avuto bisogno di lasciarlo, ogni volta...”
“Talia!” mi interruppe la voce del nonno, alzandosi dalla sua poltrona e venendosi ad inginocchiare accanto a me “Talia, non dire queste cose! Non pensarle neanche, queste cose...”
“Non fa niente, nonno...” mormorai, sorridendo tristemente “Non fa niente! Ero triste e mi sentivo in colpa perché mi mancavano i miei genitori... ma la verità è che sono sempre stata felice qui con te, tu ti sei preso cura di me più di quanto non abbiano mai fatto loro!”
Il nonno rimase in silenzio per qualche momento, fissandomi... era preoccupato, ora... lo vedevo.
“Ed è per questo che non capisco...” proseguii “Desideravo che mi portassero con loro, quando ero piccola... anche una volta soltanto... lo desideravo più di qualsiasi altra cosa al mondo... ma non l’hanno mai fatto. E allora perché ora si? Perché adesso, che io vorrei poter restare qui con te, vogliono portarmi via? Non è giusto, nonno! Non è giusto!”
L’uomo sospirò e portò gli occhi sulla fiamma...
“No...” disse lentamente “No, non lo è! Ma, lo sai, tuo padre ha il terrore della cattiva influenza che potrei avere su di te...” aggiunse sarcastico.
“Adesso! Non aveva però questa paura anni fa...” ribattei.
“Forse ce l’aveva...” rispose il nonno “Ma, forse, la sua carriera a quel tempo non aveva preso una piega tale da potergli permettere di pensare che aveva anche una figlia!”
C’era astio e risentimento nelle sue parole... un astio che riuscì a celare solo in parte.
“Mi mancherai, nonno!” dissi ad un tratto.
Lui riportò gli occhi su di me e sorrise...
“Anche tu mi mancherai, piccola mia!”
Il resto del tempo trascorse lento, mentre la fiamma nel camino si abbassava man mano che il fuoco consumava gli ultimi residui di legna... io e il nonno non parlammo più, restando entrambi in silenzio ad osservare i giochi di luce e di ombra che il fuoco rifletteva nei nostri occhi. Non avevamo bisogno di parlare, non ne avevamo mai avuto particolarmente bisogno perché in fondo eravamo uguali... sì, in fondo, nonostante lo sdegno che ciò causava in mio padre, io ero esattamente la nipote di Arkwin Van Colbye, e probabilmente ero come lui.
I miei pensieri, tuttavia, erano cupi quella sera...
“E poi c’è lui, qui...” mormorai ad un tratto, come chi prosegue a voce alta un ragionamento che a lungo aveva ponderato silenziosamente “Lui... che papà vuole non veda più... vuole che neanche ne parli. E' andato su tutte le furie, papà... ha detto che siamo dei traditori e dei pazzi e... e tante altre cose orribili!”
Il nonno sbuffò appena... non aveva bisogno di chiedere chi fosse ‘lui’, lo sapeva... e tuttavia non parlò subito.
“Sai, Talia... temo di non essere esattamente il tipo d’uomo che possa permettersi di giudicarne altri...” disse poi “Non sono così arrogante. Né così ipocrita! Ciò che posso dirti è solo ciò che so... ed io so che esiste una particolare categoria di uomini audaci e sognatori, uomini che mai si accontentano. Sono quegli uomini che non conoscono le mezze misure e che mai valutano la ragionevolezza, meno che mai se di mezzo c’è il loro cuore... Ed io credo che quel nostro giovane amico rientri in questa categoria! Una categoria che poco e male si mescola con quella cui appartiene tuo padre!”
Battei le palpebre mentre quel ricordo sfumava tra i miei pensieri... il ricordo della mia ultima sera in Olanda, l’ultima volta che avevo visto il nonno...
Sospirai, appena...
Mi mancava!
E, forse scioccamente, pensai che non era il solo che mi mancava...
elisabeth
03-10-2012, 17.16.39
Dannato uomo,..." Sembrate piu' un pesce fuor d'acqua che annaspa senza respiro, che non il demonio in persona.......abbiate la prudenza di non urlare almeno...e se vi viene bene fate il demonio in persona e sparite in una nuvola di zolfo....."....ero furiosa piu' con me stessa che con lui...riuscivo sempre a cacciarmi nei guai, quando udii bussare alla porta....era il locandiere con alcune guardie.....guardai il volto dell'uomo e il tremore di Ingrid che si faceva sempre piu' palese......" Un attimo perfavore il tempo di rendermi presentabile........spostai la candela sul tavolo, lontano dal letto, in modo che solo quel lato della stanza fosse illuminato...." Ingrid aiutatemi a togliere il vestito...."...lo e lo poggiai sulla sedia in modo che fosse in bella vista, misi la camicia da notte...." e ora grande uomo fatemi spazio e appiattitevi contro di me piu' che potete.....se vi preme la pelle....".....mi misi a letto su un fianco in modo che lui mi stesse dietro e lascia volontariamente una spalla scoperta..." E ora Ingrid aprite la porta..."......il gelo scese nella stanza, se fossi stata illuminata abbastanza il colorito del mio volto andava dal rosso al viola...asseconda di cio' che in quel momento la scena mi avrebbe portata a recitare.........
Guisgard
03-10-2012, 20.06.25
Elisabeth entrò così sotto le lenzuola, facendo quasi da scudo col suo corpo per impedire ad altri di vedere il misterioso fuggitivo.
Ingrid restò in un primo momento quasi interdetta davanti all'idea che aveva avuto Elisabeth.
Avrebbe voluto probabilmente protestare contro quell'avventata e malsana, per lei, trovata, ma la paura del momento era troppo forte.
Si segnò tre volte e poi, tremante, aprì finalmente la porta.
Nella stanza entrarono così il padrone dell'albergo e i militari.
“Perdonateci, milady...” disse il proprietario nel vedere a letto Elisabeth “... ma purtroppo stiamo facendo questo anche per la serenità e la tranquillità di voi clienti... vedrete, occorreranno solo pochi minuti. Dobbiamo accertarci che nessuno sia entrato qui a vostra insaputa.”
Il sergente allora ordinò ai suoi di controllare in giro.
Trascorsero così diversi momenti nei quali la tensione sembrava potersi quasi tagliare con un coltello.
Elisabeth vedeva Ingrid pallida e tremante che si guardava intorno, per poi fissare, quasi a cadenza regolare, il letto nel quale lei si trovava insieme a quell'uomo.
La sua attenzione però non era solo per la balia, ma anche per quel fuggitivo che ora si trovava nascosto con lei sotto le coperte.
Poteva avvertire il suo respiro ed il calore del corpo di quell'uomo contro il suo, insieme alle sue mani che per il poco spazio erano praticamente sui fianchi e sulla schiena della donna.
E mentre i soldati cercavano in giro, il sergente, rimasto nella stanza con il proprietario e le due donne, cominciò a fissare la balia.
“Comprendo che l'ora sia tarda” mormorò “e per questo mi chiedo come mai voi non siate ancora a letto... forse vi ci vorrà ancora un po' per abituarvi al clima di Las Baias.”
“Si...” balbettò Ingrid “... si... è... è proprio così...”
“Allora” fece il militare “di sicuro avrete, se non visto qualcosa nelle strade, almeno udito rumori da li provenienti... giusto?”
A quelle parole del sergente, Ingrid cadde nel panico e senza rispondere nulla si voltò a fissare Elisabeth, quasi ad invocare il suo aiuto.
Guisgard
03-10-2012, 20.17.32
Altea si stese sul letto, in balia di diversi pensieri.
Ad un tratto qualcuno bussò e poi entrò.
“Scusami per prima...” disse Odette, ora con lo sguardo più sereno “... ma mi hai fatto spaventare... siamo qui, in un posto che neanche conosciamo e che, come tu stessa hai visto, pullula di strani personaggi... su, ora riposa e poi domattina ci recheremo a fare un bel giro in città. Dopotutto, questo luogo è molto bello. Il mare è blu come forse in nessun altro posto e il borgo è davvero caratteristico. E poi presto, come ha annunciato tuo padre, visiteremo il palazzo del governatore. L'ho visto venendo qui alla Rosa dei Venti, sai? Domina tutto il paesaggio da un promontorio... deve essere davvero magnifico!” Sorrise. “Su, domani scopriremo i segreti e le meraviglie di Las Baias! Ora riposati.” E salutatala, andò a dormire anche lei.
Giunta l'alba, il chiarore si diffuse da una piccola finestra e cominciò ad illuminare il volto di Altea, svegliandola così da suo sonno.
Era mattino presto e nessun altro della sua famiglia si era svegliato, se non la devota Odette che canticchiando si stava preparando nella sua stanza.
Poi un nitrito attirò l'attenzione di Altea: erano i cavalli dei soldati, a dimostrazione che erano ancora nell'albergo a cercare il loro uomo.
Guisgard
03-10-2012, 20.46.37
Cheyenne, svegliata dal nuovo giorno, non riusciva a smettere di pensare a quel misterioso sogno.
Un sogno che, sebbene enigmatico e sfuggente, sembrava celare qualcosa di reale, tanto da apparire quasi come un ricordo o una visione.
Dalla finestra della sua stanza salivano i suoni e i rumori della vivace vita cittadina, che subito aveva ripreso a pulsare grazie al nuovo giorno.
Ad un tratto qualcosa attirò la sua attenzione.
Era una voce in qualche modo a lei familiare.
“Perdonate, signora...” disse qualcuno dalla strada “... mi vedete, sono qui?”
“Cosa cercate?” Chiese la donna affacciatasi alla finestra.
“Sto cercando una ragazza.” Rispose Fhael.
“Una ragazza?” Ripetè la donna alla finestra. “E la cercate qui?”
“So che alloggia in questo albergo” spiegò il portoghese “ma sfortunatamente non so in quale parte.”
“Beh, qui non vi sono ragazze.” Disse la donna. “In questo alloggio siamo solo io e mio marito.”
“E non l'avete vista?” Domandò Fhael. “Non so, magari nei corridoi o in giro per l'albergo.”
“Sapete quante ragazze ci sono in giro?” Scuotendo il capo la donna. “Com'era questa ragazza?”
“Beh... ha la pelle un po' più scura della nostra, non come l'ebano, ma più simile ad un ambrato imbrunire... i suoi capelli sono simili al gelso maltese e gli occhi luminosi, grandi e lucidi, come quando il crepuscolo svanisce sul mare della sera...”
“Cosa siete voi?” Chiese la donna. “Una sorta di poeta?”
“Io?” Stupito il portoghese. “Oh, no, signora!” Sorridendo. “Sono solo un mercante e cercavo quella ragazza.”
“Beh, io non ho visto una simile ragazza qui!” Seccata lei. “Forse l'avete sognata!”
Altea
03-10-2012, 21.36.32
Un piccolo raggio di sole ma splendente fece capolino da una fessura della finestra a giocare col mio volto e mi destai lentamente...era giunta l'alba, quasi mattino.
Mi alzai di scatto e aprii la finestra e in lontananza vidi il mare e il cielo che dal rosato stava prendendo il colore dell'azzurro splendente, pronto a fare giochi di luce sul mare coi raggi del sole.
Sorrisi, la giornata si prospettava meravigliosa a discapito di quella nottata.
Udii la voce di Odette canticchiare, probabilmente pure lei voleva uscire e vedere Las Baias e cosa offriva.
Ma sporta di più dalla finestra vidi ancora quei soldati..sbuffai, speravo non facessero ancora storie e ci facessero uscire.
Mi lavai e rinfrescai, scelsi un vestito color celeste come il mare, non troppo sfarzoso poichè non era mio solito ostentare la mia ricchezza e andai nel salone dove Odette stava sistemando la colazione per tutti portata da un cameriere..."Odette...io sono pronta..per andare in giro per Las Baias..e tu? Speriamo mio padre non interrompa i miei piani...soprattutto per i suoi affari" dissi sedendomi sulla sedia prendendo una tazza di the.
cavaliere25
03-10-2012, 21.51.14
che bello dissi tutto contento segui il gruppo e dentro di me pensai chissà cosa mi porterà questa avventura un po di dubbi mi erano venuti ma cercavo di pensare in positivo
elisabeth
03-10-2012, 23.57.27
Ero impacciata, imbarazzata....un contatto cosi' intimo con un uomo non lo avevo mai avuto, pensai che forse mie ro davvero spinta oltre, la sua mano indugiava piu' del dovuto sul mio fianco, sapeva che non avrei potuto urlare, anche se infondo potevo dire che mi stava minacciando.......ma quella situazione l'avevo voluta io......" perdonate Signori, ma mia zia e' molto preoccupata, prima ha sentito schiamazzi per la strada e poi io che non mi sono sentita bene.....un malore che mi ha fatta mettere a letto prima di lei....infondo la stanchezza del viaggio , la differenza di temperatura evidentemente non ha reso piacevole il primo giorno in questa stupenda citta'.......ora..vi pregherei se non avete trovato nulla per cui tediare ancora la nostra mente e il nostro corpo stanco, di poter fare andare aletto mia zia e' molto stanca e poi...se non vi dispiace, non mi sembra molto conveniente il fatto che uomini armati girino nella stanza mentre una Signorina della nobilta' Inglese e' a letto in abiti non proprio consoni alla situazione".........che fossi stata convincente o no....era poco importante.....il problema era sapere se avessi fatto la cosa piu' giusta o no....
I nodi che mi legavano i polsi cominciavano a far male, e rosse piaghe si stavano formando laddove la corda era troppo tesa.
Ma non ero ancora morta. E questo, considerando la situazione, era già qualcosa.
"Beh, almeno ci ho provato.." dissi cercando il migliore sorriso di cui disponessi.
"Se avete così tanti nemici, Milord, probabilmente vi farebbe comodo un'alleato." Lo fissai dritto in quei suoi occhi neri come la pece
"Se mi risparmierete la vita, sarò in debito con voi... e finchè non saremo pari avrete la mia lealtà, vi do la mia parola. Vi assicuro che sono molto più utile da viva che da morta. Ve ne accorgerete al primo scontro: so infliggere terribili pene ai nemici, e curare le ferite degli amici."
Ora sì che mi era tornato il sorriso beffardo di chi sa bene quel che dice, e misura le parole con attenzione.
Non volevo arrivare a questo: ho dato la mia parola. Avevo forse altra scelta?
Ma vedevo come mi guardava quell'uomo, con un'odiosa smorfia divertita.
Infondo, come dargli torto? Non ero che una ragazza indifesa. Come poteva fidarsi della mia parola?
"Voi volevate sapere chi sono veramente" continuai, dunque.
Mi balenò per un'istante l'idea di raccontare un mucchio di fandonie, o anche, perchè no, la strana storia di Guerenaiz. Ma pensai che la verità era molto più funzionale in quel frangente. Un guerriero serve di più che una principessa perduta
"Non ho mai conosciuto i miei genitori, ma sono stata allevata da un generale che aveva perso la figlia. Crebbi in un accampamento, e quando il mio tutore si rese conto che avevo raggiunto un'età in cui i soldati potevano iniziare ad allungare le mani, mi insegnò a combattere. Ma non addestrò solo il corpo, mi insegnò anche a credere nell'Onore e nel sacrificio."
No,non avrei svelato i miei intenti stavolta.
"Ora sapete chi sono veramente. Non tradirei mai la parola data."
Sostenni il suo sguardo, per quanto terribile, con gli occhi fieri e decisi.
Guisgard
04-10-2012, 19.18.02
Scena III: La Santa Rita
“Non c'era modo di tornare indietro. Era come se fossi saltato in un pozzo- in un buco infinitamente profondo...”
(Joseph Conrad, Lord Jim)
Rynos, Cavaliere25, Emas e Fidan raggiunsero così il molo indicato loro e vi trovarono ormeggiato un grandioso veliero.
Nonostante il superbo aspetto, quella nave si lasciava cullare senza opporre resistenza alcuna dalle onde che andavano a spegnersi nel molo.
Attorno all'imbarcazione vi era un via vai frenetico di marinai e garzoni che portavano a bordo merci e oggetti di ogni tipo.
I quattro allora si avvicinarono ad un uomo che stava presso il ponticello d'accesso e subito Rynos chiese informazioni.
“Questa nave” disse l'uomo “è la Santa Rita ed è uno dei fiori all'occhiello della flotta di Sua Maestà. Oggi è una nave mercantile, ma un tempo è stata una fregata e molte battaglie ha sostenuto nei mari del Vecchio Mondo. Oggi per questo è utilizzata nei traffici commerciali delle Flegee... grazie infatti alla sua struttura ed al suo sistema di attacco e difesa” indicando gli oltre quaranta mortai che si affacciavano sui due lati della nave “è un mezzo più che sicuro per navigare in queste acque infestate dai pirati.”
“Noi quattro” fece Rynos indicando sé ed i suoi tre amici “stiamo appunto cercando un nave su cui imbarcarci. Siamo tutti ottimi marinai.”
“Bene!” Esclamò l'uomo. “Infatti mancavano giusto pochi altri uomini da arruolare! Salite a bordo e cercate sul ponte l'uomo con i registri.”
I quattro allora salirono a bordo e furono subito registrati nell'equipaggio della Santa Rita.
“Dove è diretta questa nave?” Chiese Emas.
“Nei mari del Sud, in un viaggio lungo circa un anno e mezzo.” Spiegò l'uomo dei registri. “La paga è buona, non temete.”
Ma proprio in quel momento un fischietto richiamò l'attenzione degli uomini a bordo.
“Equipaggio...” annunciò un marinaio “... il comandante!”
Sul ponte salì così il capitano.
Indossava gli abiti ufficiali, il tricorno sul capo e cominciò a scrutare il volto di ciascun marinaio.
“Che tipo è?” Chiese sotto voce Rynos ad un altro dell'equipaggio.
“Lo conosco di fama...” rispose quello “... è un osso duro, con la salsedine al posto del sangue, gli occhi freddi come sartie gelate ed il volto scavato dai gelidi venti del Pacifico...”
“Capitano Sumond...” avvicinandosi un ufficiale al capitano “... è un privilegio navigare con voi... sono il tenente Great. Ai vostri ordini, signore.”
“Com'è l'equipaggio?” Domandò il capitano.
“Ottimo, signore.” Rispose Great. “I marinai sono tutti volontari.”
“Allora troverò forse qualcuno di fidato a cui consegnare ordini, senza correre il rischio di vederlo fuggire via alla prima occasione.”
“Si, signore.” Annuì Great. “Ehi, tu...” rivolgendosi a Cavaliere25 “... vieni qui.”
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Guisgard
04-10-2012, 19.25.09
Appena Elisabeth finì di parlare ai soldati, avvertì di nuovo sotto le lenzuola la mano di quel misterioso uomo sulla sua pelle.
Stavolta con una pressione più decisa.
Almeno così parve a lei, o forse era solo la tensione di quel concitato momento carico di irrequietezza.
“Si, avete perfettamente ragione, madama...” disse il proprietario dell'albergo, asciugandosi la fronte per l'agitazione generata da quella situazione “... tra un momento andremo via... pazientate, vi prego...”
In quel momento ritornarono nella stanza gli altri soldati.
“Qui non c'è nessuno, sergente.” Fece uno di quelli al suo superiore.
“E sia...” mormorò il sergente “... probabilmente quell'uomo ha pensato bene di fuggire oltre... forse sarà tornato al porto.”
“Sarà stato sicuramente così...” disse il padrone dell'albergo “... dopotutto l'ingresso di questo edificio è ben chiuso a quest'ora e tutti gli alloggi sono occupati dai clienti... se davvero fosse penetrato qui, uno dei miei clienti se ne sarebbe di certo accorto...”
“Allora non c'è altro da dire.” Annuendo il sergente. “Vi chiedo ancora perdono per questa spiacevole situazione, signore...” rivolgendosi prima ad Elisabeth e poi ad Ingrid “... vi auguro un piacevole soggiorno a Las Baias.” E tutti uscirono dall'alloggio.
Ingrid allora richiuse piano la porta a chiave e poi si lasciò scivolare a terra, abbandonandosi ad un gemito liberatorio.
Guisgard
04-10-2012, 19.30.08
“Oh, non temere.” Disse sorridendo Odette ad Altea. “Tuo padre oggi sarà così impegnato con tutte le faccende da sbrigare, di cui ieri se ricordi ci ha fatto un ampio resoconto, che neanche si accorgerà della nostra uscita, se non, forse, solo al nostro ritorno. Su, finisci la tua colazione, così che si possa uscire subito. Assieme al tè assaggia anche qualcuno di quei biscotti...” indicando un piccolo vassoio di pasticcini “... in questo posto ci sono strane spezie e curiosi aromi, molti dei quali dolcissimi al palato, che rendono i cibi assai deliziosi, devo dire.”
Quello scorcio di mattinata trascorse così, fino a quando, ultimata la colazione e preparatesi a dovere, Altea e Odette lasciarono la Rosa dei Venti per visitare finalmente la città.
Las Baias era una Babele di voci e di colori, vivacizzata, com'era, da un miscuglio di umanità che pullulava in ogni suo angolo.
Profumi e odori perlopiù sconosciuti ad un europeo dominavano nell'aria e tonalità caratteristiche, che tingevano merci e prodotti vari, ignote anche al più esperto navigatore dei mari del Vecchio Mondo, balzavano subito all'occhio di qualsiasi curioso osservatore di quella baraonda.
Le due donne visitarono prima il borgo di Santa Lucia, per poi giungere, attraverso una stradina laterale, al porto.
Qui furono subito attratte da una caratteristica bottega, a metà tra un emporio e uno spaccio.
“Visitiamola!” Esclamò Odette.
Entrate, trovarono ad accoglierle un vecchietto sorridente e dai modi affabili che le invitava a visitare il suo negozio brulicante di ogni tipo di merce.
E lo sguardo di Altea, quasi per caso, cadde su un vecchio ed ammuffito libricino che recava uno strano titolo: “Le ultime confessioni del pirata Topasfier”.
Guisgard
04-10-2012, 19.41.04
L'uomo ascoltò Clio giocherellando con un affilato pugnale, con cui si divertiva a deviare e riflettere la luce che penetrava da un oblò sul volto della ragazza mentre parlava.
“Interessante storia, la tua...” disse poi quasi con noncuranza “... si, è una buona storia... non dissimile da quelle che ognuno dei miei uomini ha raccontato almeno un milione di volte dopo il decimo o undicesimo bicchiere di rum...” sorrise “... ma le storie sono come l'acqua quando bagna i vestiti... svaniscono presto... mia cara, sono sincero e non ti nego che se tu fossi stata la figlia di un ufficiale in servizio presso la flotta del governatore, o un console agli ordini del Viceré spagnolo, o qualsiasi altro lercio militare imbarcato su una qualsivoglia nave inglese o spagnola per te le cose sarebbero state di certo più semplici... ad occhio e croce un padre premuroso arriverebbe a pagare anche un riscatto di, diciamo... 300 Dobloni d'oro. Naturalmente la somma sale se il padre è particolarmente affettuoso...” un ghigno sostituì il sorriso sul suo volto “... dunque, amica mia... devo sfruttarti nel miglior modo possibile data la situazione... sull'isola di Vivarmagran i mercanti di schiavi fanno affari d'oro con la tratta delle prigioniere... e le donne con la pelle bianca sono le più ricercate... ma non essere triste... magari sarai comprata da un principe di qualche favolosa isola che finirà poi per innamorarsi follemente di te!” Conficcò allora il suo pugnale sullo schienale del letto ad un paio di centimetri dal volto di Clio e si abbandonò ad una grossa risata. “Ma forse, prima di venderti...” smettendo di ridere e cominciando ad accarezzare i capelli e poi il volto della ragazza “... dovrei provare la bontà della merce...” ed un bagliore, visionario e profondo, attraversò i suoi occhi.
“Capitano...” all'improvviso una voce “... siete qui...” era l'uomo che Clio aveva incontrato insieme agli altri tre a Las Baias. “... vi ho cercato per tutta la nave...” ed il suo sguardo cadde su Clio.
“Stavo appunto facendo la conoscenza del regalo che tu e gli altri tre mi avete portato da Las Baias, caro Boyuke...” mormorò il capitano.
“Forse abbiamo cose più urgenti a cui pensare...” fissandolo Boyuke.
“Che vuoi dire?”
“Dal mio ritorno sulla nave” fece Boyuke “non ho avuto modo di parlarvi di ciò che abbiamo scoperto a terra...”
“Ebbene?”
“Pare che dall'Europa sia giunto un nuovo ufficiale...” raccontò Boyuke “... pronto ad affiancare le navi del governatore con l'intento di ripulire i mari flegeesi da tutti i pirati...”
“Che tipo è questo ufficiale?” Chiese il capitano.
“Non lo so...”
“Allora ci occorrono informazioni su quel maledetto!” Sbottò il capitano.
Guisgard
04-10-2012, 19.55.11
Philip ebbe solo il tempo di pronunciare quelle poche parole, rese inquiete dal tono cupo e preoccupato della sua voce, che subito ripartì con la sua carrozza.
Raggiunse la Capitaneria di Porto, dove aveva buoni amici, per informarsi sull'arrivo della nave su cui si era imbarcato suo padre.
Tornò nel tardo pomeriggio col volto pensieroso.
Avvertì così i suoi familiari che la nave sarebbe arrivata il giorno successivo.
E infatti, la mattina seguente Philip, accompagnato dal padre di Jamiel, si recò al porto.
Tornò un paio d'ore dopo e all'ingresso della carrozza nella villa, la madre di Talia chiamò subito sua figlia.
Ma, con grande loro sorpresa, si mostrò ad esse uno spettacolo inaspettato.
Un vecchio, dall'aspetto stanco e sofferente, scese dalla carrozza in braccio al padre di Jamiel.
Fu condotto in casa e accomodato su un comodo seggio di noce, foderato con cuscini ungheresi.
Insieme a lui era giunto anche il devoto Passapour, un marinaio di Marsiglia, conosciuto anni prima da Arkiwn e da allora divenuto il suo fedele braccio destro.
Philip spiegò a sua moglie e a sua figlia che Arkwin, esiliato dal governo olandese in una lussuosa villa ai confini del regno e nella quale era vissuta Talia per tutto il periodo trascorso insieme a suo nonno, aveva un giorno tentato la fuga su una nave inglese dei suoi amici antiorangisti.
La fuga era stata organizzata proprio dal fidato Passapour.
Ma in seguito ad un assalto da parte di una nave nemica, forse contrabbandieri, o più probabilmente pirati slavi dei mari del Nord, Arkwin restò gravemente ferito e a causa della cancrena si ridusse a ciò che era oggi, ossia quasi un vegetale.
Poteva muovere solo gli occhi ed assumere qualche vaga e quasi impalpabile espressione.
Non parlava quasi più, riuscendo esclusivamente ad emettere lenti ed impercettibili bisbigli che solo Passapour era capace di comprendere.
“Talia...” disse Philip a sua figlia “... io e tua madre siamo ospiti nel pomeriggio di Wincler Van Hoydion, per discutere alcune situazioni inerenti agli affari della Compagnia. Resterai tu a fare compagnia al nonno ed a Passapour.
E fatte alla ragazza altre raccomandazioni, uscirono.
cavaliere25
04-10-2012, 21.30.27
vedendomi indicare e chiamare mi avvicinai e dissi mi dica signore sono hai vostri ordini e aspettai una sua risposta mentre mi guardavo in giro per la nave dentro di me dissi che lusso sta nave davvero grande
Cheyenne
04-10-2012, 22.34.04
"Beh... ha la pelle un po' più scura della nostra, non come l'ebano, ma più simile ad un ambrato imbrunire... i suoi capelli sono simili al gelso maltese e gli occhi luminosi, grandi e lucidi, come quando il crepuscolo svanisce sul mare della sera.”
Sentii queste parole attraverso il vetro della finestra...la voce mi era famigliare...e infatti, gettando un'occhiata sulla piazza capii chi avete fatto una descrizione così poetica della mia figura...Fhael!
Apri un'anta e mi affacciai:" Signor Fhael,salve...quassù, sono Cheyenne...mi stava cercandi? Senta mi dia una decina di minuti e mi farò trovare nel primo piano della locanda.
Chiusi la finestra, mi gettai sul mio scarso bagaglio e presi l'abito meno malconcio che avevo, mi detti una sistemata alla faccia e ai capelli e mi getta fuori dalla mia stanza verso le scalinate che portavano al piano inferiore.
Sentii i suoi occhi fissi su di me.
Iniziai a respirare sempre più forte. No, non gli avrei permesso di toccarmi. Lo avevo giurato a me stessa molti anni prima.
Avevo imparato a combattere con il preciso intento di proteggermi da uomini come lui.
Il pugnale era così vicino che potevo sentire la sua lama affilata che mi accarezzava la guancia. Quella era una carezza gradita, ma quelle mani sui miei capelli e sul mio viso, quelle avrei voluto tranciarle via io stessa, se solo avessi potuto. I miei occhi erano furiosi e infuocati.
Dovevo trovare una via di fuga. Un modo per morire piuttosto. Ma mai, per nessuna ragione al mondo, gli avrei permesso di mettermi quelle luride mani addosso.
Eppure era lì, così vicino, troppo vicino.
La luce, la luce fu la mia salvezza, o forse no.
“Capitano...” all'improvviso una voce “... siete qui...” era l'uomo che Clio aveva incontrato insieme agli altri tre a Las Baias. “... vi ho cercato per tutta la nave...” ed il suo sguardo cadde su Clio.
“Stavo appunto facendo la conoscenza del regalo che tu e gli altri tre mi avete portato da Las Baias, caro Boyuke...” mormorò il capitano.
“Forse abbiamo cose più urgenti a cui pensare...” fissandolo Boyuke.
“Che vuoi dire?”
“Dal mio ritorno sulla nave” fece Boyuke “non ho avuto modo di parlarvi di ciò che abbiamo scoperto a terra...”
“Ebbene?”
“Pare che dall'Europa sia giunto un nuovo ufficiale...” raccontò Boyuke “... pronto ad affiancare le navi del governatore con l'intento di ripulire i mari flegeesi da tutti i pirati...”
“Che tipo è questo ufficiale?” Chiese il capitano.
“Non lo so...”
“Allora ci occorrono informazioni su quel maledetto!” Sbottò il capitano.
Il mio cuore riprese a battere forte mentre udivo quelle parole.
Guerenaiz! Oh, si ero certa che stessero parlando di lui.
Pregai perchè in quel momento le sentinelle scorgessero la sua nave all'orizzonte, pregai che arrivasse in tempo per salvarmi, ma sapevo che erano speranze vane.
Forse, però, poteva aiutarmi anche da lontano. Già, ma come? Non l'avrei mai venduto a quegli spregevoli esseri.
Quell'uomo aveva parlato di un riscatto, mi chiesi se lui l'avrebbe pagato mai per me. Dovevo rischiare, a costo di perdere la fiducia di Guerenaiz.
Lui era un uomo d'onore, mi avrebbe aiutata, anche se forse poi non mi avrebbe più voluto vedere.
Troverò il modo, se riesco a salvare la pelle penserò a come farmi perdonare da Guerenaiz.
E allora scoppiai a ridere, fragorosamente.
"Oh si, lui arriverà. Sono anni che non aspetta altro che questo momento" fissai intensamente gli occhi strabuzzati e sgomenti dei due uomini. "E quando saprà che avete osato toccare la sua promessa sposa non avrà pietà per nessuno di voi" sorrisi, ma con un sorriso perfido.
"Non sarà di certo molto lontano, dato che senza dubbio mi starà cercando. Lasciate che gli mandi un messaggio, sono sicura che saprà ben ricompensarvi, se mi lascerete andare."
E poi tornerò al suo fianco e vi punirò per tutto quello che avete anche solo pensato di farmi, cani rognosi.
Infondo, poteva anche funzionare.
Altea
04-10-2012, 22.58.51
Las Baias era in gran fermento, i miei occhi roteavano da una parte all'altra, era un fiorire di colori luminescenti e brillanti dati dalle stoffe, spezie, cibi mai visti prima..questa era il posto che sognavo, ma di notte diventava oscuro purtroppo.
Raggiungemmo il porto e Odette si spinse in un piccolo negozietto gestito da un simpatico vecchietto..sembrava quasi un uomo di mare che ormai non navigava più e vendeva ciò che gli era più caro, o solo aveva aperto quel negozietto per fare quattro chiacchiere.
Guardavo con curiosità gli oggetti su un banchetto e ad un tratto fui attratta da un libricino.."Le ultime confessioni del pirata Topasfier”.
Presi in mano il libro, la carta era ruvida e grezza e lo aprii e con stupore vidi era scritto in bella grafia e vi erano disegni e mappe, guardavo la copertina ma non trovavo scritto l'autore del libricino.."Scusate messere, ma sarei interessata a questo libro, non ho mai sentito parlare di questo romanzo..voi potete darmi qualche spiegazione? E' mia intenzione acquistarlo, deve essere molto avvincente" dissi stringedolo forte a piene mani.
Talia
05-10-2012, 01.29.21
Erano strani talvolta i casi della vita, pensai... dapprima quella gioia intensa per l'arrivo improvviso del nonno, poi la sorpresa per la sua condizione, lo sconcerto, il dolore, la preoccupazione, e poi di nuovo sorpresa nell'incrociare i suoi occhi e quello sguardo ancora vivo, nonostante la decadenza del corpo.
Rimasi in silenzio mentre mio padre parlava, mentre si raccomandava e spiegava... lo guardai uscire con mia madre, restando compostamente al mio posto.
Quando, infine, furono usciti dalla stanza e i loro passi si spensero in fondo al corridoio, mi rilassai...
"Nonno..." mormorai, la voce carica di dolore e preoccupazione, correndo subito verso la poltrona su cui era stato accomodato e inginocchiandomi ai suoi piedi "Oh, nonno..."
Lo osservai per qualche momento, sfiorando con la mia la sua cara mano, così fredda e immobile...
"Passapour, vi prego..." dissi quindi "Cos'è successo? Ditemi!"
Guisgard
05-10-2012, 03.02.51
“Marinaio, mettiti subito a disposizione del capitano Sumond.” Disse l'ufficiale Great a Cavaliere25.
“Seguimi nella mia cabina.” Ordinò il capitano.
Così, Cavaliere25 si ritrovò nella cabina del comandante.
“Consegnerai queste lettere a mia moglie.” Disse Sumond, consegnando le lettere al marinaio. “L'indirizzo è segnato sulle buste.” Lo fissò poi negli occhi. “E c'è un altro incarico per te. Un incarico che richiede fiducia. Scendi nella cambusa, dove ci sono le scorte che serviranno per il viaggio, e prendi un paio di forme di formaggio. Le consegnerai, come le lettere, a mia moglie dicendo che sono stato io a mandarti. E mi raccomando... che nessuno si accorga di nulla. Ora vai, marinaio. Sbrigati e non deludere il tuo comandante.”
Guisgard
05-10-2012, 03.12.27
“Quello” disse il vecchio venditore ad Altea “non è un romanzo, milady. Si tratta di una sorta di diario, scritto da un pirata durante la prigionia che precedette la sua impiccagione. E' stato scritto diversi anni fa e molti ritengono il contenuto del tutto inventato, frutto, com'era, della mente ormai andata di quel filibustiere.” Si avvicinò e prese per un momento il libro dalle mani della ragazza. “Quel pirata era l'unico superstite dell'equipaggio del leggendario Capitan Lanzaras, il corsaro più folle e malvagio dei sette mari. Quando venne catturato era in uno stato pietoso... aveva infatti trascorso diversi giorni alla deriva su una barca in mezzo al mare, divenendo pazzo per aver bevuto acqua di mare... venne processato e impiccato per pirateria... e questo diario rappresenta il suo testamento spirituale, diciamo...” e ridiede il libro ad Altea.
Guisgard
05-10-2012, 03.25.39
Cheyenne, dopo essersi preparata alla meglio, scese nella locanda e vi trovò ad attenderla Fhael.
Il portoghese era seduto ad un tavolo e nel vederla arrivare chiamò subito il locandiere per ordinare.
“Galantuomo...” disse “... una bella colazione. Allora... un po' di quelle focacce dolci il cui odore ha invaso la strada... confettura, miele, qualche pannocchia e due tazze di tè caldo!”
“Si, signore!” Esclamò il locandiere.
Fhael allora si alzò e pregò la ragazza di sedersi accanto a lui.
“Trovarvi non è stato affatto facile.” Disse sorridendo. “Mi riferisco a stamattina... purtroppo non conoscevo il vostro alloggio e ho dovuto così chiedere un po' in giro... e detto fra noi, quella signora mi avrà preso per un pazzo o un ubriacone.” E rise di gusto. “Perdonate se ho anticipato i tempi... lo so che non era in programma questo nostro incontro stamani... ma ci ho pensato tutta la notte... non potete presentarvi così dal nostro uomo... voglio dire, non senza un abito adeguato... sentite dunque la mia idea...”
Nel frattempo tornò il locandiere con la loro colazione.
“Faremo colazione” continuò Fhael “e poi visiteremo la miglior sartoria di Las Baias, dove ordineremo un vestito degno del vostro incontro con l'ufficiale. Lui stesso mi ha offerto una cospicua somma di denaro per affrontare eventuali spese in questa mia ricerca. Ed io non vedo spese più imminenti di questa. Cosa ne pensate?”
Guisgard
05-10-2012, 03.40.19
Quella risata e poi le parole di Clio sorpresero e turbarono profondamente i due uomini davanti a lei.
“Ma...” disse confuso il capitano “... ma che diavolo vai farneticando? Vuoi forse prenderti gioco di noi, sciocca ragazza? Guarda che ti farò scontare col sangue questa tua insana idea!”
“Aspettate, capitano!” Esclamò Boyuke. “Forse... vi è del buono in ciò che dice!”
“Come sarebbe?”
“Ho idea che stia parlando del nostro uomo...” spiegò Boyuke “... dell'ufficiale incaricato dal re olandese di fare piazza pulita dei pirati da questi mari...”
“Sciocco!” Esclamò il capitano. “Come potrebbe conoscerlo?”
“In effetti è strano...” mormorò Boyuke “... visto che era in fuga dai soldati del governatore... ma vale la pena capirci qualcosa...” fissò Clio “... e sia, ascolta... se dici il vero allora risponderai a qualche domanda... qual'è il nome di quell'ufficiale? E perchè eri in fuga dai soldati? Quale reato può aver commesso la futura sposa di un ufficiale del re? Avanti, rispondi!”
Guisgard
05-10-2012, 04.03.38
“C'è poco altro da dire, signorina...” disse Passapour a Talia “... il Comandante” come lui chiamava Arkwin “è in queste condizioni a causa della cancrena causatagli da una ferita. Eravamo riusciti a sfuggire alle navi olandesi che pattugliavano il passo, ma poi ci attaccarono dei predoni slavi... era l'albeggiare di un Martedì e troppo tardi ci accorgemmo di quella nave pirata che puntava verso di noi... ci raggiunsero e scoppiò un violento scontro sul ponte della nostra imbarcazione... io stesso sono vivo per miracolo e questo solo grazie al Comandante... lui invece fu colpito alle spalle e cadde in acqua... la nostra nave prese fuoco e noi superstiti trovammo rifugio saltando in mare... ripescammo vostro nonno dopo qualche ora, in fin di vita... e in questa triste condizione ha espresso il desiderio di poter vivere insieme alla sua famiglia...” fissò il vecchio Arkwin e poi di nuovo Talia “... anche se forse la nostra presenza potrà recare fastidi a vostro padre...”
In quel momento il vecchio nonno di Talia fissò Passapour e sgranò leggermente gli occhi.
Il fedele servitore si chinò verso di lui e Arkwin bisbigliò qualcosa al suo orecchio.
“Vostro nonno mi chiede di domandarvi, signorina...” rivolgendosi Passapour a Talia “... siete felice?”
“Ricorda, bambina mia...” disse Arkwin a sua nipote, proprio mentre fissavano insieme quel meraviglioso tramonto spegnersi nel mare “... chi tiene a te, chi ti ama davvero, non può far a meno di chiederti se sei felice... perchè la tua felicità è la felicità di chi ti ama...”
Quel ricordo, ridestato dalle parole di Passapour, attraversò per un momento il cuore di Talia, per poi svanire nel debole chiarore degli occhi del vecchio Arkwin.
Cheyenne
05-10-2012, 08.07.13
Trovai il signor Fhael seduto a un tavolo della locanda a ordinare la colazione.
Mi sedetti nel posto di fronte al suo e ascoltai il motivo della sua visita...: ... non potete presentarvi così dal nostro uomo... voglio dire, non senza un abito adeguato... sentite dunque la mia idea...”
....visiteremo la miglior sartoria di Las Baias, dove ordineremo un vestito degno del vostro incontro con l'ufficiale. Lui stesso mi ha offerto una cospicua somma di denaro per affrontare eventuali spese in questa mia ricerca. Ed io non vedo spese più imminenti di questa. Cosa ne pensate?”
Cielo, quest'uomo legge i miei pensieri...proprio l'altra sera ho fatto la stessa riflessione e avevo deciso che oggi sarei andata a fare qualche spesa!
"Siete molto gentile signor Fhael, insomma, mi costa ammetterlo, ma i miei abiti sono adatti ad un clima decisamente più rigido e beh, non sono neanche quelli di una principessa vichinga..."
Presi una focaccia che il locandiera aveva portato e sorseggiai del tè fissando il signor Fhael..."ah, mi raccomando però, non amo andare a fare compere, quindi vi prego di non prolungare la nostra visita dal sarto più di quanto non sia strettamente necessario.". E gli lanciai uno sguardo divertito.
elisabeth
05-10-2012, 10.58.56
Ingrid era sfinita...mi fece un'immensa tenerezza, qualche secondo e la mia mente si rivolse a quella mano sul fianco come fosse un tizzone ardente, schizzai fuori dal letto......avevo il volto in fiamme e gli occhi pieni di luce, fuori era gia' giorno...era volato cosi' la mia prima notte a Las Baias, tra le braccia di un non so chi...in preda al panico.
Mi avvicinai al tavolo e riempii un bicchiere d'acqua che diedi ad Ingrid.....lei era la mia pena piu' grande, l'avrei protetta contro ogni cosa....ma i suoi occhi puntati su di me, mi fecero voltare verso il letto...."....Mi avete chiesto e non con gentilezza di stare zitta, non vi ho dato ai soldati, rischiando di essere vostra complice, ora gradirei sapere chi ho protetto....e vi pregherei...di uscire dalle nostre vite.....state bene abbastanza, per raggiungere i vostri compagni di sventura..se mai ne aveste..."....
Altea
05-10-2012, 15.30.52
Capitan Lanzaras... era forse quello il nome del temuto pirata di cui parlava il vecchio mozzo sulla barca e non mi rivelò? Ascoltai estasiata quel racconto, per quanto fosse tragico.
Odette stava guardando altri oggetti..ero affascinata solo al pensiero di detenere quel libricino, pagai al vecchio quanto dovuto e nascosi il libricino nella sacca che avevo con me.
"Bene Odette..possiamo andare " ma mi voltai istintivamente verso il posto vuoto dove prima si trovava quel manoscritto chiedendomi perplessa come mai fin'ora non lo avesse acquistato nessuno.
Talia
05-10-2012, 17.22.07
Ascoltai le parole di Passapuor con il cuore in gola... nella mia mente quelle parole diventavano terribili immagini.
Poi quella domanda...
I miei occhi si allargarono appena mentre quel ricordo mi attraversava il cuore... poi li spostai sul nonno...
"Felice..." sussurrai.
Un attimo di esitazione...
"Adesso sono felice, nonno..." dissi, costringendomi a sorridere "Adesso che ti rivedo sono felice!"
Oh, forse avevo una speranza.
Dovevo giocare le mie carte nel miglior modo possibile. Un solo errore mi sarebbe stato fatale.
Ripresi a sorridere, superba. Incurante delle minacce che quell'uomo proferiva.
"Diciamo che un ufficiale, scelto personalmente da re Guglielmo d'Orange, non va a sbandierare ai quattro venti di essersi innamorato di una fanciulla che si considera una strana specie di soldato britannico. Ma, come si dice, al cuore non si comanda." Sorrisi con gli occhi brillanti di una ragazza innamorata.
Bene, li avevo catturati, mi stavano ascoltando. Sapevo cosa voleva dire quello sguardo, cominciavano a credermi, avevano bisogno di credermi.
"Eravamo appena sbarcati dalla nave, anzi lui non era ancora sbarcato, quando io me ne sono andata in giro a cercare notizie dell'uomo che ho sempre considerato mio fratello, un soldato inglese, come mi sembra di avervi già detto." dissi indispettita alla volta di Boyuke.
Ora dovevo dare il colpo finale ed era fatta. Grazie Guerenaiz!
"Era lui che dovevo incontrare sul molo, prima che le guardie mi circondassero. Non avevano gradito il mio interesse per la marina militare britannica. Non erano ufficiali di alto rango, ma semplici guardie, probabilmente non sapevano nemmeno chi fosse il mio promesso sposo e men che meno chi fossi io. Non ho pensato di appellarmi a lui perchè ero armata e sapevo bene di potermela cavare. Infatti, come avete potuto constatare" dissi rivolta di nuovo a Boyuke "pur essendo uno contro cinque sono scappata, e quando voi mi avete salvata.." calcai quella parola e lo guardai con odio "stavo appunto andando da lui, soltanto che non conoscendo Las Baias mi ero persa, e la fuga si è rivelata più complicata del previsto."
Mi avranno creduto? mi chiesi.
"Non potevo permettere che mi catturassero, se si fosse saputo chi ero in realtà per la sua missione sarebbero stati guai"
Si, comincia ad avere un senso. Disse una voce compiaciuta dentro di me.
Lo sguardo che scrutai nei loro occhi mi diede la forza per dire poi "Vi ho raccontato tutto questo per dimostrarvi che è la verità. Il nome dell'uomo che cercate è Guerenaiz"
Infondo, il nome lo avrebbero saputo in un modo o nell'altro.
"Ma risponderò alle vostre domande solo dopo che mi avrete tolto le corde dalle mani, altrimenti potrete anche spellarmi viva che sarò muta come una tomba"
Sapevo quanto erano preziose per loro le mie informazioni. E con le mani libere, pensai, nessuno sarebbe mai riuscito a sfiorarmi.
Guisgard
05-10-2012, 19.54.11
Fahel sorrise a quelle parole di Cheyenne.
“Avete ragione...” disse sorseggiando del tè “... in effetti ho sempre pensato che fosse un po' noioso andare in giro a fare compere, con tanti pacchi, di negozio in negozio, con i commessi che fanno di tutto per venderti abiti e cappelli che probabilmente non indosseresti mai.” Sorrise. “Però, devo anche ammettere di aver sempre creduto che questo genere di cose piacesse da matti alle ragazze e alle donne di ogni dove. Ma voi, evidentemente, non siete una ragazza qualsiasi.” Versò allora altro tè nelle loro tazze ed invitò Cheyenne ad un brindisi. “A voi...” disse “... brindiamo al vostro futuro e alla nostra ricerca... che possa darvi tutto ciò che il destino vi ha sottratto in passato.”
Finita la colazione, i due lasciarono la locanda e si diressero verso il centro di Lass Baias, dove sorgevano sartorie e negozi di vario tipo, frequentatissimi dall'alta società del posto.
Fhael allora indicò una sartoria a Cheyenne, che a vederla sembrava tra le più esclusive della città.
Ma proprio in quel momento un uomo di colore si avvicinò al portoghese.
“Signore...” mormorò “... dovete venire al porto... c'è un controllo in atto e le guardie vogliono vedere il permesso per ormeggiare la nave a Las Baias.”
“Che seccatura...” sbuffò Fhael “... recatevi in quella sartoria” disse alla ragazza “e cominciate a scegliere la stoffa che più vi aggrada... io cercherò di sbrigare presto questa faccenda, per poi raggiungervi subito.”
Guisgard
05-10-2012, 20.01.34
A quelle parole di Elisabeth le coperte del letto si alzarono e l'uomo si mostrò nuovamente.
“Devo ammettere” disse quasi con un ghigno “che siete molto scaltra. Non era facile mantenere il sangue freddo in quel frangente, con i soldati in giro per le stanze ed uno sconosciuto nel letto...”
“Insomma, chi diavolo siete?” Urlò Ingrid.
“E chi lo sà, signora...” alzandosi con un po' di fatica lo sconosciuto “... forse sono uno spettro... uno spettro dettato dall'infelicità e dall'insoddisfazione...” fissando Elisabeth “... e forse voi un po' lo siete...” sorridendo “... come lo so? Semplice... non si lascia tutto ciò che si possiede per fuggire all'altro capo del mondo, portandosi dietro solo la propria fedele governante... cosa cercavate qui? Una nuova vita? Magari più interessante della precedente? Beh, allora un po' ho fatto il mio dovere...” avvicinandosi a lei “... visto che vi ho ravvivato una nottata altrimenti tutt'altro che eccitante...” e scoppiò a ridere.
“Uscite subito di qui!” Urlò Ingrid.
Guisgard
05-10-2012, 20.12.03
Altea e Odette uscirono dalla bottega, con la ragazza molto soddisfatta di quello strano acquisto.
“Allora...” disse Odette “... non hai visto nulla di interessante in quel negozio? C'erano oggetti davvero caratteristici, alcuni dei quali mai visti prima.”
Si trovavano nel cuore del porto di Las Baias e ovunque intorno a loro vi era un vivace via vai di mercanti, marinai, visitatori e mendicanti.
E in quella baraonda, Altea riconobbe un volto: era quello del vecchio mozzo conosciuto a bordo della nave olandese che aveva portato tutti loro nelle Flegee.
Guisgard
05-10-2012, 20.28.59
I due pirati ascoltarono con attenzione ogni parola di Clio, assumendo, di continuo, strane ed imperscrutabili espressioni.
Alla fine, i due si allontanarono di qualche passo e trascorsero alcuni momenti a parlottare fra loro.
Boyuke allora fu spedito sopra dal suo capitano e questi tornò da Clio.
“Se ci hai raccontato delle menzogne” disse con uno sguardo che non lasciava dubbi circa la malvagità di quell'uomo “allora ti farò rimpiangere di essere nata. Chiaro?”
In quel momento ritornò a Boyuke.
“Ora farai come ti ordinerò...” continuò il capitano, mentre Boyuke cominciò a scogliere i polsi della ragazza “... scriverai una lettera al tuo innamorato... una lettera in cui racconterai tutto l'accaduto e di come tu sia ora nostra prigioniera... dirai al tuo innamorato che la tua vita vale almeno 300... anzi, no... 500 dobloni d'oro! E se tale cifra non sarà versata, allora lui riceverà la tua testa in un barile di salamoia! Scrivigli che presto sarà avvicinato da uno dei miei uomini... e soprattutto rivelagli che il nome di colui che ti ha catturata è Giuff... Capitan James Giuff detto il Gufo Nero...” e diede alla ragazza carta e penna.
Guisgard
05-10-2012, 20.38.38
Il vecchio Arkwin, fissando Talia, restò commosso ed una tenera espressione illuminò, per quanto possibile, il suo volto sofferente.
Passapour allora condusse il vecchio avventuriero sulla terrazza della villa, dal quale si poteva ammirare un meraviglioso panorama.
Qui di nuovo Arkwin bisbigliò qualcosa al fedele servitore.
“Signorina...” disse poi Passapour a Talia “... vostro nonno mi prega di rivelarvi che io sarò i suoi occhi e la sua bocca e nulla di quanto vi dirà, attraverso me, uscirà dalle nostre conversazioni. Egli allora vuol farvi sapere che solo voi siete la luce dei suoi occhi e l'unica ragione che lo tiene in vita. Inoltre” aggiunse “mi prega di mostrarvi qualcosa...” si chinò su un piccolo baule che avevano portato al loro arrivo e cominciò a cercare qualcosa in esso “... ecco...” estraendo un piccolo libretto “... questo è il diario di vostro nonno e vi prega di custodirlo come il più prezioso dei tesori...” e lo diede alla ragazza.
cavaliere25
05-10-2012, 21.38.41
Si signore dissi vado subito e usci dalla cabina del capitano e mi guardai in giro se c'era qualcuno non vedendo nessuno mi incamminai velocemente nella cambusa a prendere due forme di formaggio per poi nasconderle senza che mi vedesse nessuno ma come facevo ad andare dalla moglie del capitano senza dire nulla hai miei amici pensai e restai li fermo a riflettere
Altea
05-10-2012, 22.31.49
La domanda di Odette mi prese alla sprovvista.. "Oh no, ti sembravano oggetti adatti a me?" risposi mentendo spudoratamente.
Il porto era vivo di barche, persone e marinai e vi era un gran fermento, quando riconobbi il vecchio mozzo della nave olandese, feci cenno ad Odette di aspettarmi e mi avvicinai al mozzo che mi riconobbe.."Messere" dissi concitatamente "ricordate quella notte che ci parlò di un terribile pirata?Era forse Capitan Lanzaras?" e mentre pronunciai quel nome estrassi dalla sacca il libricino appena acquistato e glielo mostrai.
Guisgard
06-10-2012, 02.04.51
E mentre Cavaliere25 era fermo in balia di dubbi ed indecisioni, nella cambusa scese un marinaio, senza però accorgersi, anche a causa della poca luce, di quanto fatto dal nuovo arruolato.
“Ehi...” disse a Cavaliere25 “... ma tu non avevi ricevuto ordini dal comandante? Sicuramente ti avrà assegnato un compito, no? Allora sbrigati a portarlo a termine che manca poco ormai per la partenza! Su, forza, marinaio!” E ritornò in coperta, ad occuparsi degli ultimi preparativi prima della partenza.
Guisgard
06-10-2012, 02.19.29
Il vecchio mozzo fissò prima sorpreso Altea, poi, un attimo dopo, un sorriso cancellò ogni dubbio dalla sua mente.
“Ah, ora vi riconosco...” disse alla ragazza “... si, eravate sulla Moeder Recht anche voi!” Ma quel suo sorriso subito svanì, appena Altea pronunciò quel nome. “Capitan Lanzaras...” ripeté il vecchio mozzo “... come fate a conoscere quel nome? Voi siete forestiera in queste terre e neanche chi abita questi luoghi, almeno che non abbia sopra la cinquantina, conosce quel nome... un nome ormai dimenticato, grazie al Cielo...” scosse il capo, come se un mare di ricordi, simili ad una confusa e travolgente marea, lo avesse sommerso “... ormai Capitan Lanzaras è una leggenda... una favola oscura che quelli come me hanno udito anni fa e che oggi, poi, hanno fatto finta di dimenticare o di non averci mai creduto veramente... no, sulla nave non parlavo di Capitan Lanzaras... egli ormai vive solo nel ricordo intrappolato nell'eco delle onde... io mi riferivo invece ad un pirata ahimè ben peggiore, poiché solca ancora questi mari...” ma proprio in quel momento si accorse del libricino in mano ad Altea “... e questo? Come siete riuscita ad averlo?”
Libera. Non riuscivo a pensare ad altro. Stinsi le mani attorno ai polsi ormai violacei come se quelle carezze potessero cancellare il dolore.
Mio caro Guerenaiz,
Perdonami, ti prego. Se sono arrivata a tanto è perché non soltanto la mia vita, ma la mia virtù erano in pericolo.
Quando lasciai la Moeder andai in cerca di mio fratello e i soldati del governatore mi seguirono, mi circondarono. Riuscii a fuggire ma passai dalla padella alla brace dato che mi salvarono dei mascalzoni che ora mi tengono prigionieri. Conosci questi uomini,sono senza onore e senza dio, con una sirena al posto della ragione. Il capitano James Giuff , detto il gufo. Mi tiene prigioniera. Mi obbliga a dirti che ti chiede 500 dobloni d'oro se mi vuoi rivedere viva. E tu sai quanto ti ricompenserà la nostra vita insieme, quando finalmente saremo marito e moglie. Sai bene come temo Il mercato degli schiavi, lo sai perché mi hai letto nel pensiero, come quegli indigeni.
Verrai avvicinato da un uomo, se non avrai quello che vuole mi ucciderà.
Usa queste parole con saggezza. Confido che un uomo d' onore saprà capire e perdonare.
Con amore e trepidante attesa
La vostra esotica principessa perduta
Clio
Sperai con tutta l'anima che Guerenaiz capisse i significati nascosti in quelle righe. Che trovasse in esse il modo di salvarmi senza sottostare a quello stupido ricatto. Ma soprattutto , sperai con tutta me stessa che non mi odiasse, che mi riservasse ancora una volta quel sorriso magico che mi faceva dimenticare il dolore.
Guisgard
06-10-2012, 03.17.34
Appena Clio terminò di scrivere, James Giuff, il pirata temuto allo stesso modo dalle navi olandesi, spagnole e inglesi, strappò quella lettera dalle mani della ragazza e la lesse con attenzione.
La mostrò poi al suo fedele braccio destro Boyuke.
“Allora...” disse il Gufo Nero “... cosa te ne pare?”
“Drammatica, lacrimevole e passionale allo stesso tempo.” Ridendo l'altro. “E' perfetta.”
“Credi che la riterrà autentica quel dannato ufficiale?”
“Probabilmente si...” annuì Boyuke “... e ho idea che il nostro capitano olandese non resterà con le mani in mano.”
“Bene!” Esclamò Giuff. “Allora fai in modo di fargliela avere al più presto!”
“Manderò uno dei miei a terra, capitano.” Fece Boyuke. “Dove fisseremo il luogo dello scambio?”
“Sull'isolotto di Nisidies...” rispose il capitano “... si, è perfetto per questo genere di faccende... uno scoglio, desolato ed abbandonato in mezzo al mare...”
Boyuke annuì e andò via.
“Sei stata davvero molto brava...” rivolgendosi Giuff a Clio “... immagino che quell'ufficiale sarà innamorato perso di te... al punto da pagare quella cifra colossale per riaverti!” E rise forte. “Che sciocchezza, vero? E dire che con molto meno si possono avere due belle indigene per una notte intera! Ma forse una donna con la pelle bianca possiede sempre un suo particolare valore!” Smise di ridere e la fissò con quei suoi occhi impenetrabili come la notte. “E prega che davvero creda a ciò che hai scritto... e soprattutto che sia disposto a pagare il riscatto per te... altrimenti...” di nuovo le sfiorò il volto, per poi andare via ancora accompagnato da quella sua terribile risata.
Dopo un po', qualcun altro scese in quella stanza.
Era un uomo robusto, con tatuaggi su tutto il corpo, orecchini ai lobi, bandana in testa ed una serie di citrici tra il collo ed il petto che rendevano ancora più inquietante il suo aspetto.
Portava alla ragazza del cibo e un po' d'acqua.
“Aveva ragione il capitano...” mormorò “... sei davvero un bel bocconcino...” ed un'espressione di ambigua bramosia attraversò il suo volto “... è vero che sei abile con le armi? Davvero sei sfuggita da sola alle guardie del governatore?”
Guisgard
06-10-2012, 04.16.53
La carrozza percorreva con andamento lento la stradina che, tagliando in due il borgo, conduceva al molo dov'era ormeggiata la Santa Rita.
L'ufficiale al suo interno guardava con sguardo cupo dalla finestrella del veicolo, perso com'era in un'ombrosa e sfuggente inquietudine.
“Io...” mormorò lei con la voce rotta “... io ti ho sempre creduto... e forse l'averti creduto è stata la più grande disgrazia che potesse capitarmi...” lo fissava ed i suoi occhi sembravano volersi nascondere nel silenzioso imbrunire del crepuscolo, con ormai solo una pallida e malinconica Luna ad illuminare ciò che restava di quel triste giorno “... mi sono accadute tante cose per questo... troppe cose per me... ora scusami... ma voglio andare... non ho la forza di restare...” i suoi occhi scuri erano ancora più belli del solito, anche se lui non riusciva a comprendere se quel loro fulgido luccichio dipendesse dall'alone lunare riflesso in essi, o da calde lacrime apparse ad inumidirli con screziato vermiglio.
Lei allora corse via e lui non riuscì neanche a sussurrare ciò che aveva nel cuore.
“Non andartene...”
E quel sussurro si spense con gli ultimi bagliori di quel giorno che stancamente andava a morire.
“Come siete silenzioso e pensieroso, milord...” disse una delle due dame che erano con lui nella carrozza, destandolo così da quel ricordo “... forse avvertite già la mancanza di qualche avvenente dama? Certo che imbarcarsi per un anno e mezzo per i mari del Sud, lontano dalle frivolezze e dagli sfarzi dell'alta società, deve essere alquanto triste per un uomo come voi, vero?”
L'ufficiale la fissò e sorrise, per poi assumere un'aria di sarcastica sufficienza.
“In verità, cara lady Adelya, è la certezza della vostra mancanza, come quella della deliziosa lady Anghela” fissando poi l'altra dama seduta nella carrozza “che già mi rende opprimente questa partenza... posso allora augurarmi un dolce saluto da parte vostra prima di imbarcarmi per mari e rotte sconosciute?”
“Oh, milord, i commiati sono tanto lacrimevoli” rispose Adelya “e voi un così abile simulatore che tutta la scena mi appare surreale e melodrammatica!”
“E poi, milord...” intervenne Anghela “... da come guardavate lady Roman, l'audace e giunonica moglie del capitano Muschat, forse è giusto pensare che debba essere lei a recarvi tale saluto per questa imminente partenza!”
“E anche lei, cara Anghela, non disdegnava di lanciare occhiate al nostro romantico tenente di vascello!” Replicò Adelya. “Comunque, abbiamo accettato di accompagnarvi, milord, solo per vedere da vicino il veliero su cui vi imbarcherete.”
“Eh, amiche mie...” sospirò l'ufficiale “... un tempo ai marinai in partenza le donne destinavano ben altre attenzioni...”
“Chissà poi” fece Adelya “cosa racconterete alle donne che incontrerete in questo viaggio. Si dice che le isole dell'emisfero Australe siano abitate da donne dalla pelle d'ebano, d'ambra e di corallo. Già vi vedo, milord, a dispensare a quelle poverette i vostri modi da cavalier cortese e amante devoto. Eh, povera la donna che vi concederà la sua fiducia!”
“Oh, ma come siete crudeli, amiche mie!” Esclamò divertito l'ufficiale. “E dire che pensavo di non avere nemici, o almeno di non curarmene abbastanza da poterli rammentare. Invece vedo che non avete nulla da invidiare ad una Medea o ad una Morgana.”
“Vi sentite dunque un novello Giasone, milord?” Domandò Anghela.
“Più un Teseo direi, cara Anghela!” Disse Adelya. “E cosa direte, dunque, a qualche novella Arianna che incontrerete su una sperduta isola del Sud?” Chiese al nobile ufficiale.
“Oh, racconterò una storia adatta a tutte le occasioni, vecchia come il mondo e credibile da un cuore ingenuo, come sicuramente può essere quello di una selvaggia principessa indigena...” con un sorriso beffardo lui “... che sono un nobile principe di qualche lontano potentato orientale, lasciato da una donna crudele e che per questo sono finito poi ad odiare tutte le altre e a farmi beffe dell'amore!”
“Oh, nessuno vi crederà mai!” Esclamò Adelya. “Neanche un'ingenua indigena del Sud! Si vede che non avete mai sofferto per amore voi!”
A quelle parole della donna, per un momento, lo sguardo dell'ufficiale fu attraversato come da un lampo.
Un lampo poi che lui stesso si sforzò di spegnere.
Ad un tratto la carrozza si fermò ed il cocchiere scese ad aprire la porta.
“Siamo arrivati al molo, milord.” Disse.
“Benissimo, Garret!” Esclamò l'ufficiale, per poi saltare giù dalla vettura. “Amiche mie...” rivolgendosi alle due dame e togliendosi il cappello “... grazie per avermi accompagnato. Così che serberò questi momenti durante le lunghe, calde, silenziose ed incantate notti nei mari del Sud, come ultimo e felice ricordo del mondo civile.” E mostrò loro un vistoso inchino.
“Oh, siete detestabile, milord!” Esclamò Adelya. “Siete un adulatore anche nei saluti, che invece richiederebbero un minimo di sincera commozione! Ma ormai è da tempo che ho smesso di sperare in un atto di schiettezza da parte vostra! Ciò nonostante, vi auguro buona fortuna per il viaggio ed un felice risultato per la vostra missione.”
“A presto, milord.” Sorridendo Anghela. “E che il Cielo vegli su di voi!”
E la carrozza andò via.
L'ufficiale allora salì a bordo della Santa Rita.
“A chi apparteneva quella carrozza?” Chiese il capitano Sumond nel vedere il mezzo ripartire.
“Al vostro secondo ufficiale, signore.” Rispose Great. “Non lo conoscete?”
“No...” mormorò il capitano “... mi è stato assegnato dall'Ammiragliato... sarà allora più un damerino che un ufficiale di vascello...”
“Signore, egli è...”
Ma prima che Great potesse continuare, l'ufficiale si presentò al comandante Sumond.
“Tenente Guisgard, signore!” Disse il nuovo arrivato a bordo. “Ai vostri ordini!”
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Cheyenne
06-10-2012, 10.57.56
Finita la colazione ci dirigemmo in una sartoria di alta moda nel centro del paese quando un ragazzo chiamò il signor Fhael per un affare al porto.
Entrai così da sola nel negozio e inizia a osservare le merci esposte.
Nella prima parte dell'atelier c'erano stoffe di tutti i tipi, colori e tessuti che non avevo mai visto (la mia conoscenza si limitava a lana e pelliccia), in un'altra parte del negozio invece c'erano accessori di ogni tipo: borsette, cappelli, scialli e guanti finissimi, e infine nel piano superiore erano esposti modelli di abiti confezionati dal sarto e che, stando a ciò che il cartello diceva, erano "abiti di alta moda europea".
Finito questo giro di esplorazione del negozio, mi guardai intorno alla ricerca di qualcuno che potesse aiutarmi nelle scelta dell'abito più adatto a me.
elisabeth
06-10-2012, 19.47.04
Sarcastico lo spettro...adesso mi redeva in faccia e pensava anche di leggermi nel cuore......Ingrid era furente e se non fosse stata per la situazione cosi' strana e pericolosa.....gli avrebbe staccato gli occhi....." Tranquilla Ingrid.....il fantasma ...adesso se ne andra' cosi' come' arrivato, non so che abitudini ci siano su quest'isola ...ma da dove provengo, non avevo la necessita' di fuggire,per sapere che sapore avesse la vita......sono una donna libera .....e stanotte siete stato fortunato in genere non amo che uno sconosciuto mi metta le mani sui finachi..........non volete dirmi chi siete, bene allora e' tempo che voi cerchiate il modo di uscire da qui......anche se devo pensare che siete sul punto di chiedere il mio aiuto per farlo......e' una giornata splendida.......ho voglia di fare una passeggiata....avete uscito i vestiti dal baule Ingrid ?....."...incomineciai a spazzolarmi i capelli ....godendomi quel momento senza togliere gli occhi dall'ospite fantasma.........un sorrisino si poso' sulle mie labbra.....
cavaliere25
06-10-2012, 23.20.46
Presi e andai giu dalla nave senza farmi vedere da nessuno e mi diressi al indirizzo sulla busta chiedendo in giro a qualche persona che stava nei paraggi dopo un po che avevo camminato arrivai davanti a una casa rilessi l'indirizzo e dissi ecco finalmente sono arrivato e mi avvicinai davanti alla porta
Altea
07-10-2012, 19.40.37
Guardavo il volto sbiancato del vecchio mozzo...e anche pensavo semmai i quel libricino vi fosse una sorta di maledizione visto nessuno lo aveva preso prima di me.
"Laggiù.. vedete quella strana bottega?Vi e' un vecchio signore e lui mi narrò sia di Capitan Lanzaras e mi ha venduto il libricino narrandomi la storia di chi lo scrisse..voi che sapete di questo libricino?E' una farsa o cela qualcosa..".
Mi ero quasi pentita di averlo acquistato, forse dovevo resistituirlo..o forse donarlo a quel mozzo.
Dannato pirata, come se si potessero paragonare le attenzioni di una giovane schiava con l'incondizionato amore di una moglie.
Ma, tuttavia, avevo sentito più di un uomo fare quel ragionamento e non mi scandalizzava più come un tempo.
Gli taglierò quella mano io stessa, maledizione!
Giurai mentre mi sfiorava di nuovo il viso.
Mi lasciò sola, finalmente.
La luce della luna giocherellava con le onde del mare e una leggera brezza si era alzata da nord.
Lei era aggrappata al parapetto a scrutare l'orizzonte, immersa in un universo intero di pensieri.
"A che cosa pensa la mia bella principessa?"
Non l'aveva nemmeno sentito avvicinarsi.
"Domani arriveremo a Las Baias, mio valente capitano... E le nostre strade si divideranno." Disse continuando a fissare il mare, tentando di immaginare l'espressione dell'altro.
Poi si girò, e fissò negli occhi l'ufficiale, con un calmo sorriso "non vi mancheranno le nostre chiacchierate notturne?"
Lui la guardò con occhi tremanti, tese una mano come a volerle sfiorare la guancia ma nel vedere il disappunto nei suoi occhi di fermò.
"Clio...
La porta si spalancò di nuovo. Strappandomi ai ricordi.
Osservai distrattamente lo strano uomo che fece capolino nella stanza. Il cibo tra le sue mani aveva monopolizzato la mia attenzione. Cercai di ricordare l'ultima volta che avevo mangiato qualcosa, senza successo. La paura e il terrore mi avevano fatto dimenticare la fame. Ma quella misera zuppa mi sembrava ora la migliore delle leccornie.
Udii di sfuggita le sue parole, già col cucchiaio in mano.
Mi girai verso di lui con uno sguardo beffardo : "oh si, la guerra è la mia vita, combattere è la cosa che so fare meglio."
Poi cercai i suoi occhi e dissi : "le guardie del governatore, infondo, erano solo in cinque"
E strizzai l'occhio.
Guisgard
08-10-2012, 02.49.35
Cheyenne entrò in quella sartoria e cominciò ad ammirare le stoffe, i tessuti e tutti quegli oggetti messi in bella mostra e che richiamavano il gusto e la moda europea di quel periodo o subito precedente.
E così, la ragazza poté trovare sete di Cipro, drappi di Provenza, tendaggi d'Aragona, parrucche alla moda di Parigi e ancora giacche di lamé con bottoni borbonici in uso presso la marina napoletana, baltei trapuntati d'oro e ciniglia alla maniera degli ufficiali asburgici, baschi di Croazia, broccati fiorentini e giubbe foderate d'ermellino e velluto delle Fiandre.
Non mancavano poi oggetti di ogni tipo, come i ventagli con fantasie veneziane, cappellini ad intreccio e richiami bucolici, diademi alveolati, mantelline di Boemia e ombrellini con fantasie di Franciavecchia.
Ma mentre Cheyenne si guardava intorno, un uomo le si avvicinò.
La fissava con uno sguardo seccato ed i suoi modi non sembravano curarsi di lei più di tanto.
“Temo” disse “che gli articoli esposti qui siano poco adatti a persone come te... per voi nativi del posto vi sono spacci ed empori presso il porto... li troverai cose più appropriate a quelle come te...”
Guisgard
08-10-2012, 02.56.25
Il misterioso fuggitivo sorrise a quelle parole di Elisabeth, per poi restare a fissarla mentre si spazzolava i capelli.
“Eh, avete ragione su una cosa...” disse con aria sarcastica “... devo uscire da qui, non posso pensare di nascondermi in queste stanze per sempre... e forse non vi sbagliate neanche quando affermate che può essermi prezioso il vostro aiuto... infatti usciremo insieme da qui.”
“Cosa volete dire?” Stupita Ingrid.
“Oh, nulla di pericoloso.” Rispose l'uomo. “Almeno, non più di quanto non lo sia stata la trovata di questa notte. Vediamo... allora, mi occorre un cappello, magari un basco... una camicia pulita, una lucidata agli stivali ed un rasoio per radermi...” fissò di nuovo Elisabeth “... siete in grado di procurarmi queste cose?”
Guisgard
08-10-2012, 02.58.55
Alla fine, cavaliere25 trovò la casa del capitano Sumond.
Bussò alla porta e venne una donna ad aprire.
Era la moglie del capitano.
Prese le lettere e poi le forme di formaggio.
“Grazie.” Disse la donna al marinaio. “Potete andare ora.” E chiuse la porta.
Guisgard
08-10-2012, 03.03.27
Il mozzo fissò per lunghi istanti quel libricino nelle mani di Altea.
Nei suoi occhi si accese come un lampo, simile ad una burrasca esplosa all'improvviso, ma pronta a spazzare via ogni cosa incontrata sul suo cammino.
“Quel libricino” disse “può essere una benedizione, o anche una maledizione. Dipende. Dipende da quanto siete disposta a rischiare pur di raggiungere una fortuna illuminata. Ammesso che siate propensa a credere all'incredibile storia, a metà tra leggenda e dramma, celata in quelle pagine...”
Guisgard
08-10-2012, 03.16.49
L'uomo osservava Clio mentre mangiava il cibo che lui stesso le aveva portato.
“Sembri sveglia...” disse “... forse presto testeremo se tutto ciò è vero, oppure no...” ed un ghigno apparve sul suo volto “... stiamo facendo rotta verso l'isola di Portuga... il capitano ha deciso di concedere a noi tutti un po' di sano svago... beh, vedrai che lì non ti annoierai di certo... vi è infatti un'antica usanza... il pirata più abile vince un premio... può scegliere la prostituta più bella ed avere per sé le sue grazie per un'intera notte... ovviamente il tutto pagato dagli altri bucanieri... ebbene, su quell'isola vi è una bellissima prostituta, figlia di un pirata ucciso dagli inglesi... dopo la morte del padre lei fu venduta come schiava ed oltre a richiamare gente per la sua bellezza, è famosa anche per la sua abilità nell'uso dei pugnali... nessuno è mai riuscita a vincerla, per questo è la più ambita... e noi dell'equipaggio abbiamo intenzione di farti combattere contro di lei, così, per il gusto di scommettere tra noi...” e si abbandonò ad una grassa risata.
Altea
08-10-2012, 08.37.25
Osservai quel lampo improvviso negli occhi del mozzo...maledizione o benedizione?
Fui destata da una voce che mi chiamava, mi voltai...era Odette e si stava avvicinando a me, ovviamente seccata, subito nascosi il libricino nella sacca.."Devo andare messere" dissi balbettando ancora scossa da quei racconti e per non aver potuto finire il discorso col vecchio mozzo "vi auguro un buon viaggio se state partendo e spero di incontrarvi qui a Las Baias...per continuare a parlare di queste storie affascinanti e di questo libricino, lo conserverò con cura e non lo mostrerò a nessuno".
E mi avviai verso la balia prima si accorgesse di qualcosa.
elisabeth
08-10-2012, 09.01.09
Lo ascoltai .......pensando alle setole della mia spazzola che incrociavano i miei capelli, la mia mente elaborava tutto questo mentre pensava a come avrebbe dipinto quella scena.....avrei mantenuto i toni del viola e del rosso per Ingrid..la paura e la furia la rendevano cosi' viva, mentre per l'uomo venuto dalla finestra avrei mantenuto dei colori che andavano dall'arancio alle tenebre...il suo animo cosi' ribelle e indomito, cona la sua natura misteriosa......" Certo che vi aiutero' ad uscire da qui.....ma volete uscire da uomo dalla mia stanza ?.....volete rovinarmi la reputazione?........Ingrid rimarra' in camera e voi uscirete con me come se foste lei, i suoi abiti vi staranno d'incanto......e quel un certo tocco di femminilita'...renderanno piu' appassionante la vostra figura, e guardate che non trattero' sulla mia decisione....o cosi' o niente..."......
cavaliere25
08-10-2012, 12.49.23
restai un po sorpreso dal modo che fece la moglie del capitano non domandò nulla di chi ero o da dove venivo presi e mi avviai di nuovo verso la nave dovevo fare presto prima che partiva e camminai velocemente
Cheyenne
08-10-2012, 18.40.47
Ad un tratto mi si avvicinò un uomo che guardandomi con uno sguardo alquanto seccato mi invitò, se così si può dire, ad andarmene dal negozio perchè non era posto per gente come me, ovvero per gente senza la candida e lattea pelle che contraddistingue gli europei.
Le sue parole mi scivolarono adosso come pioggia di una tempesta, dentro di me sentiva ribollire sempre di più una rabbia maturata negli anni, ero stufa di venire considerata inferiore solo a casa del colore ambrato della mia carnagione. Guardai l'uomo in malomodo e cercando di non urlare gli dissi che non era mia intenzione andarmene, anzi che avrei fatto proprio delle belle compere all'interno di quel negozio e che, al momento dell'arrivo del mio accompagnatore ero sicura che si sarebbe scusato di aver cercato di mandarmi via."E mi farà anche un bello sconto per farsi perdonare" aggiunsi prima di voltarmi.
La sua risata si spense quando si accorse che gli faceva eco la mia.
Mi guardò sorpreso, forse sperava che la notizia mi terrorizzasse?
"Bene, una prostituta abituata a pirati e tagliagole, sarà una sfida stimolante." Dissi sorridendo, mentre finivo di mangiare avidamente.
"E poi, se è davvero abile come dite, sarà un piacere avere finalmente qualcuno che sappia tenermi testa. E credo che non dispiacerà nemmeno a lei avere davanti un'avversario alla sua altezza." Continuai, senza smettere di sorridere.
"E quale sarà il mio premio se riuscirò a battere la vostra bella e ambita damigella?"
Mutai il mio sorriso in quello di un cacciatore che già pregusta la preda che tiene sotto tiro.
Guisgard
08-10-2012, 21.15.16
Odette fece così segno ad Altea di andare ed insieme lasciarono il porto.
Fecero un altro giro per la città, fino a ritornare al signorile borgo di Santa Lucia.
Rientrate nell'albergo, trovarono la madre di Altea intenta a leggere un libro.
Poco dopo rientrò anche suo padre.
Scesero allora tutti insieme nella locanda e pranzarono in quell'ambiente vivace e colorato, ingentilito da oggetti caratteristici, come timoni, lanterne, cime, sciabole ed altri arnesi che solitamente si possono trovare a bordo di una nave.
Finito di pranzare risalirono in camera, dove i genitori di Altea ed Odette approfittarono per stendersi e riposarsi.
Altea, così, restò da sola, senza più nessuno intorno.
Da sola con quel misterioso libretto acquistato al porto.
Guisgard
08-10-2012, 21.24.24
Quelle parole di Elisabeth lasciarono sorpreso il misterioso fuggitivo.
“Da...” disse confuso “... da donna? Come sarebbe a dire da donna? Non riusciremo ad ingannare nessuno! Ci sono guardie ovunque e la mia voce non somiglierà mai a quella della vostra governante, o a quella di qualsiasi altra donna di questo mondo!” Scosse il capo. “Cos'è questa? Una sorta di vendetta per essere entrato nel vostro letto? Siete stata voi ad avere quell'idea! Ed io sono stato un perfetto gentiluomo, contro ogni mia aspettativa! E ora questo scherzo da parte da vostra non mi piace affatto!” Urlò.
Guisgard
08-10-2012, 21.32.49
L'uomo del negozio gettò uno sguardo aspro ed insofferente verso Cheyenne.
“Ascoltami, indigena...” disse con disprezzo “... forse i gesuiti vi hanno fatto credere di essere uguale a noi, ma le cose son ben diverse qui! Queste terre ora appartengono ai bianchi e per voi non c'è più posto, se non in qualche stalla o in qualche porcile! E se poi vuoi guadagnarti da vivere, allora posso sempre consigliarti il bordello del porto... i pirati, infatti, sembrano apprezzare il colore della pelle di quelle come te! Ed ora o lasci questo posto con le tue gambe, oppure penserò io a farti uscire con le mie... a suon di calci!”
Guisgard
08-10-2012, 21.39.05
“Tu pensa a vincere” disse il bucaniere a Clio, innervosito dalla risata fragorosa della ragazza “e il resto si vedrà. Vedo che sei sicura di te... meglio, almeno non sei una vigliacca!”
In quel momento si sentì il suono di una campanella ed il bucaniere subito ritornò in coperta.
Poco dopo, nella stanza in cui Clio era prigioniera, scese un altro di quei pirati.
Era Boyuke.
Fissò la ragazza per alcuni istanti ed ad un tratto estrasse un lungo pugnale.
Si avvicinò e cominciò a tagliare i legacci alle caviglie della giovane.
“Tanto” disse “non puoi fuggire ora che siamo in alto mare... e mi raccomando... niente mosse false o azzardate... non ci impiegherei nulla ad infilzarti... chiaro, ragazza?”
All'improvviso si udì un grido dal ponte.
“Terra!” Gridò un marinaio. “Siamo a Portuga!”
Boyuke allora condusse in coperta Clio.
Si trovavano su un imponente galeone con tre alberi e ben cinquanta cannoni distribuiti su entrambe le fiancate.
La ciurma appariva della peggior specie e tutti i membri dell'equipaggio erano armati di tutto punto.
E sull'albero maestro sventolava una terribile bandiera di morte: il Jolly Roger di Capitan Giuff.
“Benvenuta a bordo dell'Antigua Maria !” Esclamò il feroce capitano di quei pirati nel vedere Clio sul ponte. “Tra breve saremo a Portuga!”
http://www.crwflags.com/art/miscflags/jollyroger_pin.jpg
Altea
08-10-2012, 22.39.44
Dopo quella tranquilla cena raggiungemmo le nostre stanze, ovviamente sbuffai di nuovo per essere ancora in una locanda...ma ne avrei parlato più avanti con mia madre sulla nostra futura sistemazione. Mi sentivo una estranea in quel posto, volevo tanto una casa mia dovevo potermi muovere liberamente.
Mi affrettai a dare la buonanotte ed entrai nella stanza, accesi una candela e la posai nel comodino vicino al letto.
Aprii la sacca ed estrassi quel libricino..guardai attentamente la copertina dove primeggiava quel titolo "Le confessioni del pirata Topasfier".
Mi sdraiai sul letto, il cuore mi batteva forte, il libricino era in ottime condizioni, chi mai prima di me aveva letto tutti i segreti di questo pirata..matto o sano di mente che fosse?
Non iniziai a leggerlo dall'inizio, il libro era scritto sia in spagnolo che in francese, quindi potevo comprendere ben poco se non ciò scritto in francese, studiato dal maestro.
Mi soffermai in una pagina...ecco..parlava di un naufragio di una nave pirata e di altre avventure.
E rischiarata dalla luna e da quella locanda mi inoltrai in quei racconti.
Sentii le caviglie liberarsi, e fui grata a quell'uomo, ciò nonostante risposi con uno sguardo tagliente alle sue parole. Dopotutto era solo colpa sua se mi trovavo in quel pasticcio. Anche se, certo, se avessi evitato di andarmene in giro da sola al posto di aspettare Guerenaiz, tutto questo non sarebbe successo.
Oh, Guerenaiz, in che guaio ti ho cacciato.
Seguii Boyuke sottocoperta. Indugiai ad osservare la nave, così possente, eppure così diversa da tutte quelle che avevo visto finora.
Giunta sul ponte, alzai lo sguardo verso il cielo, ma il vento fece gonfiare e garrire quella bandiera. E io, nonostante il caldo, rabbrividii.
Le parole del capitano suonarono aspre e taglienti. Non sarei stata certo da meno.
"Grazie capitano. Ho sentito che ci sarà da divertirsi a terra. Non chiedo altro"
Il mio sguardo era una sfida, il suo indecifrabile e distante.
E così era quello il nome della nave, finalmente ne venivo a conoscenza.
Cercai di ricordarmi dove lo avevo udito in precedenza, ma senza successo.
Poi qualcosa attirò l'attenzione di tutti e capii che dovevamo essere giunti a destinazione.
Guisgard
09-10-2012, 02.43.14
Capitan Giuff osservò Clio ed un ghigno sorse sul suo viso.
Sulla nave vi era gran fermento.
Ormai, infatti, erano giunti presso quell'isola oltre le coste di Las Baias, dalla fama sinistra, covo di imprendibili e violenti pirati.
Il Galeone entrò nel piccolo e pittoresco porto, tutto circondato da case bianche e da bastioni antichi e consumati dalla salsedine.
Ma nel momento di scendere a terra, Boyuke si avvicinò a Clio e legò i suoi polsi a quelli della ragazza con una piccola e spessa catena racchiusa da due bracciali di ferro.
“Così” disse il pirata “saremo certi che non tenterai di fuggire!”
La ciurmaglia di Capitan Giuff si catapultò in una locanda del porto, chiamata “Il Covo”, e subito il buonumore si impossessò di tutti loro.
Il rum cominciò a scorrere a fiumi, balli e canti si diffusero nell'aria e qualche tafferuglio scoppiò tra alcuni che si sfidavano con giochi particolari, quali il lancio di coltelli e quello che richiedeva destrezza nel farsi passare velocemente la punta di un pugnale fra le dita della mano.
“Dydas!” Chiamò all'improvviso Capitan Giuff. “Dydas, dove sei? Non senti che siamo arrivati?”
Un attimo dopo una donna si mostrò ai presenti.
Aveva capelli corvini, la pelle chiarissima e vestiti attillati, fatti di cuoio e pelle.
Tre affilati pugnali pendevano dalla sua cintura ed altri due erano nascosti nei suoi lunghi stivali.
“Dydas!” Nel vederla il Gufo Nero. “Ti fai attendere oggi?”
La donna non rispose e lanciò uno sguardo su Clio.
“Sai che questa ragazza sembra molto in gamba?” Le disse il pirata. “Forse quasi quanto te!”
“Chi è?” Chiese Dydas.
“La bella di un ufficiale olandese.”
“Allora lasciatela a me” fissandola Dydas “ci penserò io a darle una nuova faccia... forse meno carina, ma di sicuro più caratteristica...”
“Lascia perdere!” Ridendo Giuff. “E' troppo preziosa! Vale un bel riscatto!”
Guisgard
09-10-2012, 03.23.27
Cavaliere25 ritornò così a bordo e subito ritrovò i suoi tre amici, Rynos, Emas e Fidan.
Intanto, tutto era pronto per la partenza.
L'ultimo ufficiale era infatti giunti poco prima e l'equipaggio era così completo.
“Siete un tenente di marina, suppongo...” disse il capitano Sumond proprio all'ultimo arrivato, ossia Guisgard.
“Si...” sorridendo questi “... perdonate se giungo solo ora, ma ero con alcuni amici nella loro villa sul litorale e ho avuto la chiamata solo poche ore fa.”
“Già...” annuendo Sumond “... infatti era stato stato scelto il tenente Brailn, ma poi ad un tratto si è ammalato e allora...” fissò con attenzione l'ufficiale che aveva di fronte “... siete molto in ritardo, signor Guisgard... prendete subito servizio senza ulteriori rinvii.”
“Si, signore.” Fece Guisgard. “Posso chiudere delucidazioni su questo nostro viaggio? So che ci recheremo nei Mari del Sud in cerca di piante...”
“Quelle che chiamate piante” interrompendolo il comandante “rappresentano una straordinaria ricchezza per i mercanti britannici. E dello stesso avviso è il Primo Lord dell'Ammiragliato ed io del pari. Andremo in cerca del cosiddetto Milios, una pianta simile al grano, ma molto più economica, che permetterà di sfamare gli schiavi nelle nostre colonie tra l'Oceano Pacifico e quello Indiano. Badate che questo viaggio è stimato, per il valore della nostra missione, almeno mille sterline al giorno.”
“Però!” Esclamò Guisgard. “Una cifra non indifferente! Direi colossale!”
“Già e questo sposta l'attenzione su di voi, signor Guisgard...” disse il comandante “... esigo il massimo da qualsiasi marinaio, Guardiamarina o tenente che sia. L'alto lignaggio non dispensa dai propri doveri.”
“Sono d'accordo, signore...” annuendo Guisgard “... del resto, un gentiluomo è sempre un buon ufficiale.”
“Purchè sia prima di tutto un buon ufficiale.” Precisò il Comandante.
“Su questo si potrebbe discutere, signore.” Sorridendo Guisgard. “Ottimo spunto per conversare a cena, non trovate?”
“Guisgard, sei proprio tu?” All'improvviso una voce. “Che sorpresa!”
“Austus!” Salutandolo il tenente. “Anche tu a bordo? Sono felice di rivederti!”
“Faccio sistemare i tuoi bagagli nel tuo alloggio.” Sorridendo Austus.
“Ti ringrazio.” Fece Guisgard. “E' davvero un giovane in gamba, sapete?” Rivolgendosi poi al capitano. “Conosco lui e la sua famiglia da tempo ormai.”
“Prepariamoci a partire, signor Guisgard.” Ordinò Sumond.
“Si, signore.”
L'ancora fu issata e gli ordini disposti all'equipaggio.
“Tutti gli uomini ai posti di manovra!” Gridò Guisgard. “Sciogliere le vele! Alare i pennoni! Alare tutto!”
Tutto era in fermento a bordo.
“Al vento ogni centimetro di vela, signor Guisgard.” Fece il comandante. “Timone a dritta e via così.”
La bandiera britannica fu issata e la Santa Rita finalmente salpò, sospinta dai venti favorevoli verso l'orizzonte sterminato, culla e dimora di avventure senza fine.
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Cheyenne
09-10-2012, 08.04.53
Gli insulti di quell'uomo parevano non avere una fine, erano un torrente in piena che scivolava via da quella sua boccaccia e si infrangevano addosso a me.
Che cosa avranno mai fatti gli indigeni per meritarsi un odio simile?tentato di difendere le loro terre da degli usurpatori?
Non sapevo che fare, mi guardai intorno sperando di scorgere Fhael in arrivo dal porto, ma di lui non c'era traccia...
L'uomo continuava a fissarmi con occhi minacciosi ed era pronto a farmi del male pur di scacciarmi. Benché fossi perfettamente in grado di difendermi da uno come lui, decisi di lasciare perdere per il momento; aggredire un abitante de luogo, seppure per un giusto motivo, non mi avrebbe certo aiutata.
Gli feci un lieve cenno col capo e me ne uscii dal negozio, non senza dimenticare di sbattere la porta.
Mi ritrovai nella via, feci qualche passo avanti indietro e poi mi risolsi ad andare verso il porto alla ricerca del portoghese.
elisabeth
09-10-2012, 08.56.44
posai lentamente la spazzola sul tavolo, adesso ero realmente divertita, ovvio da donna era troppo per un uomo dalla U maiuscola....." Urlate ?...vi permettete di urlare in camera mia ?...Voi non siete un gentiluomo, se lo foste stato sareste uscito immediatamente dalla finestra e non ci avreste minacciato con un coltello.....voi al contrario ci dovete la vita e questo e' molto molto di piu'....di quello che voi pensiate, ora, eviterete di parlare, perche' la traversata in mare vi ha portato un incredibile mal di gola.....rendendovi senza voce, vi metterete i panni di Ingrid....ringraziando Dio ...anche lei ha una bella stazza.....e questo e' l'unico modi per endere libero voi stesso e noi due.....e ora cerchiamo di tagliarla corta e di vestirvi...".......la camera non aveva nessun luogo appartato e quindi dovetti far viso a cattiva sorte e cambiarmi nella stessa stanza con il Fantasma che tanto Fantasma non era..........
cavaliere25
09-10-2012, 11.28.41
Ritornato a bordo della nave cercai il capitano con lo sguardo e lo vidi in compagnia di un uomo allora aspettai che fosse solo per riferigli che il compito che mi fu dato era completato mi avvicinai cosi al capitano e dissi signore le dovrei parlare in privato quando a un momento libero e mi misi a guardare l'orizzonte
Guisgard
09-10-2012, 18.13.44
Altea iniziò così a leggere quel misterioso libricino.
Il racconto partiva dal 23° giorno di navigazione.
“Doppiammo il Capo di Mergoglio e ci attendevano giorni e giorni di navigazione in mare aperto.
Molti di noi si interrogavano circa le intenzioni del capitano Lanzaras.
Sapevamo soltanto che era in cerca di un posto in cui nascondere il tesoro.
Ad un tratto il cielo si coprì e onde alte più dell'albero maestro cominciarono ad abbattersi su di noi.
Vento e pioggia si scatenarono, come se i demoni delle acque volessero distruggerci.
E fu in quel momento che avvistammo quell'isola.
Sorgeva in un punto dove fino ad un istante prima vi erano solo miglia e miglia d'acqua.
Come se quell'isola fosse emersa dal mare proprio davanti a noi.
Infatti nessuna mappa indicava quell'isola in quel punto.
Un folle ghigno apparve allora sul volto del capitano.
“E' il demonio ad esserci propizio!” Disse. “Un'isola sconosciuta, non segnata da nessuna carta! L'ideale per nascondere il mio tesoro!”
In quel momento entrò Odette ed interruppe la lettura di Altea.
"Ho visto il chiarore della candela sotto la porta..." disse la balia "... sei ancora sveglia?"
Guisgard
09-10-2012, 18.25.51
Cheyenne, appena uscita da quella sartoria, si incamminò verso il porto.
Qui c' era sempre un via vai di persone di tutti i tipi, mentre piccole e grandi imbarcazioni arrivavano e partivano di continuo.
Ad un tratto la ragazza sentì qualcuno avvicinarsi.
“Non ditemi” disse Fhael “di aver già scelto il vostro abito... no, non posso crederci!” Sorrise. “Una dama di qualsiasi corte europea impiega di media almeno tre ore per decidere cosa indossare. Questo, naturalmente, senza tener conto del cappellino da abbinare e dalle scarpe ritenute adatte al completo. Altre poi, pensate, passano altre due ore a decidere l'ombrellino da utilizzare in caso di passeggiate o giri su qualche laghetto. Voi invece volete darmi ad intendere di aver già trovato l'abito adatto? Impossibile!” Esclamò divertito. “Le donne sono sempre donne, al di là delle tradizioni con cui sono cresciute e dell'emisfero in cui vivono!”
Altea
09-10-2012, 18.28.44
Leggevo con interesse quel racconto...come mai quella isola era comparsa all'improvviso..era stato proprio un demonio ad aiutarlo?
Ero ansiosa di sapere se fossero approdati in quella isola quando all'improvviso entrò nella stanza Odette..sussultai nascosi il libricino dietro la schiena e con un veloce scatto lo nascosi sotto il cuscino.
"Odette" dissi in tono seccato "ma ti sembra modo di entrare in stanza? Non riesco a dormire...o potevo leggere uno dei miei amati romanzi? Non si può fare nulla? E tu..perchè non dormi?"
Guisgard
09-10-2012, 18.33.18
Il fuggitivo scosse il capo a quelle parole di Elisabeth, ma poi comprese che doveva adeguarsi.
La donna infatti sembrava molto determinata ed in fondo non aveva tutti i torti.
Non c'erano molte altre possibilità per uscire tranquillamente da quell'alloggio.
Anzi, forse non 'erano altre possibilità oltre a quella.
Il fuggitivo, così, prese gli abiti di Ingrid e si vestì.
“Giuro su Belzebù” disse seccato e contrariato “che mai in vita mia mi sono sentito così ridicolo.”
“Ora che uscirete da qui” rivolgendosi Ingrid ad Elisabeth “io cosa farò? Al vostro ritorno vi vedranno tornare senza la falsa me...”
Guisgard
09-10-2012, 18.36.36
Il capitano Sumond annuì a Cavaliere25 e un attimo dopo si avvicinò al marinaio.
“Sono qui...” disse “... ebbene, marinaio?”
Di nuovo le mani legate, maledizione!
Mi ritrovai nella locanda, ad osservare quel tripudio di dissolutezze, quando la mia misteriosa avversaria si fece avanti.
Incredibile a dirsi, il capitano mi aveva difeso. O meglio, aveva difeso i suoi 500 dobloni d'oro.
La guardai, era incredibilmente bella. Non ero abituata a combattere con un'altra donna, e l'idea di avere un avversario alla pari mi divertiva non poco.
"Non di meno, capitano, non mi avete portata in quest'isola con il preciso intento di farmi combattere con lei?" dissi rivolta al capitano.
Tirai le catene in modo che il rumore ricordasse loro che ero legata.
"Bene.. Dydas vogliamo far vedere a questi uomini come si maneggiano le armi? Voi non mi avete offeso, e io non vi ho recato alcun danno. Quindi: niente colpi mortali, niente colpi alla faccia. Vinca il primo sangue o un colpo mortale non inferto. Infondo, combattiamo per divertimento."
Le feci l'occhiolino, divertita. Sapevo bene che i pirati non erano certo soliti rispettare regole in un duello "amichevole".
Tentai dunque di parlare una lingua che potesse comprendere.
"Sappiate che io non vi ucciderò, Milady. E vi consiglio di fare altrettanto, perchè ho idea che questi nostri amici non sarebbero felici di sapere che il loro riscatto è sfumato, e che c'è un ufficiale al comando di un'armata pronto a vendicare la sua futura moglie... ho come l'impressione che se la prenderebbero con voi... "
tentai di avvicinarmi di un passo "E vi consiglio di non puntare alla mia faccia, perchè se lo farete, io farò altrettanto" E il mio sguardo divertito divenne perfido e la guardai con aria di superiorità "Io sono un guerriero, e porterò una cicatrice con orgoglio. Inoltre, là fuori c'è un uomo che mi ama per quella che sono, e una cicatrice vi assicuro non lo smuoverà. Ma voi.. voi ci lavorate con quel bel faccino.. con una cicatrice, chi vi guarderà più... no, non intendo rovinarvi la vita... e per il divertimento di questi farabutti poi.. " dissi gettando uno sguardo alla ciurma.
"Allora, che mi dite?" Continuai, riprendendo il sorriso di poco prima.
Cheyenne
09-10-2012, 21.37.32
Fu con sollievo che udii la voce di Fhael...
"Temo che non sia così signore...sono entrata nel negozio ma ho avuto appena il tempo di guardarmi intorno che mi si è avvicinato un uomo, che con un tono piuttosto minaccioso, mi ha scacciata dalla bottega a causa del mio aspetto no europeo!"
Guisgard
10-10-2012, 01.15.57
“Ero solo venuta a sincerarmi che andasse tutto bene” Disse Odette ad Altea “e che non ti occorresse nulla. Avevo notato la luce della candela e sono passata a controllare. Io vado a letto, ma tu non fare tardi... buonanotte.” Ed uscì dalla stanza.
Ora Altea poteva riprendere la lettura di quel misterioso libricino.
Guisgard
10-10-2012, 01.49.33
Dydas lanciò un'occhiata a Clio, senza però rispondere nulla alle sue parole.
“Avanti, capitano...” disse uno della ciurma “... facciamole combattere! In fondo, è solo per tirare su il morale dei vostri uomini!”
“Si, che combattano!” Urlarono in coro gli altri.
“Non combatteremo.” All'improvviso Dydas. “Mi sembra chiaro che questa ragazza sia troppo preziosa per il nostro capitano.” Tornò a fissare Clio. “Conserva il tuo bel visino...” le disse quasi con disprezzo “... o finirai per perdere anche il tuo amato ufficiale, credimi...”
“No, vogliamo vedervi combattere!” Gridò ancora uno dei pirati.
“Fate silenzio, cani!” Urlò Giuff.
Dydas allora estrasse uno dei suoi pugnali e si graffiò una mano.
“Ecco...” rivolta a Clio “... ho versato il primo sangue... hai vinto...” e si avvicinò al bancone della locanda, per poi scolarsi quasi un'intera bottiglia di rum.
Giuff allora la raggiunse e la prese in modo brusco, cominciando a baciarla.
“Liberala, Boyuke.” Ordinò all'improvviso al suo fidato taglia gole, senza però smettere di strofinare il bel viso di Dydas contro la sua bocca.
Boyuke allora liberò Clio dalle catene che la tenevano a lui.
Il capitano estrasse dalla tasca una moneta d'oro e chiese un martello ed un chiodo al locandiere.
Inchiodò, così, la moneta ad una trave di legno.
“Se la nostra ragazza tenterà di fuggire” disse ai suoi “il primo fra voi che la riprenderà avrà diritto a due premi... un'ora con lei e questa moneta d'oro.”
“Alla salute del nostro capitano!” Urlarono i pirati, brindando ed invocando il Gufo Nero, mentre questi si ritirava in una stanza con la bella Dydas.
“Ora hai le mani libere, ragazza...” disse Boyuke a Clio “... ma hai sentito il capitano, no? Quindi agisci con saggezza e forse un giorno potrai raccontarlo ai tuoi figli.”
Nello stesso momento, ma nel palazzo del governatore a Las Baias, un nuovo ufficiale fu presentato all'ammiraglio Guidaux.
“Capitano Gurenaiz, signore.” Entrando il nuovo arrivato. “Ai vostri comandi.”
“Bene, bene...” mormorò l'ammiraglio leggendo la lettera di nomina del nuovo ufficiale “... e così avete combattuto a Wintors contro gli inglesi e a Maiorca contro la Flotta degli Aragonesi Castigliani... leggo poi di vari riconoscimenti ottenuti in più battaglie navali...” alzò gli occhi dalla lettera e cominciò a fissare Gurenaiz “... perchè avete fatto domanda per prestare nelle Flegee il vostro servizio?”
“Perchè” rispose il capitano “volevo vedere il Nuovo Mondo, signore. Toccare con mano le meraviglie che venivano illustrate dai viaggiatori e dai marinai provenienti da queste terre. Solcare acque inesplorate, visitare isole animate da animali misteriosi e piante ignote agli europei, orientarsi sotto costellazioni sconosciute e vivere quanto di nuovo questi luoghi possano offrire.”
“Siete un idealista e un romantico sognatore.” Fece l'ammiraglio. “Queste terre però non offrono solo le belle cose che avete descritto, capitano. Qui tutto è in perenne movimento e sta a noi dare a questi luoghi legge e ordine. La vita umana ha un valore molto diverso quaggiù. Siamo in guerra, capitano. E non solo contro potenze straniere che ci affrontano con le nostre stesse armi. No, i nostri nemici sono anche bande di rinnegati, di predoni, di rapaci che solcano questi mari sfidando ed eludendo tutto ciò che noi rappresentiamo... civiltà, diritto, giustizia. I pirati sono una piaga forse ben peggiore dei galeoni spagnoli e delle fregate britanniche. Essi non hanno onore, né conoscono il codice di guerra usato anche tra nazioni nemiche. Tenetelo a mente, capitano.”
“Si, signore.”
“Siete in libertà fino a domani.” Disse l'ammiraglio. “Rammentate però che stasera saremo ospiti di sua eccellenza il governatore. E' tutto, grazie.”
Gurenaiz salutò ed uscì.
Raggiunse poi il bastione marittimo, per vedere e rendersi conto della potenza navale che avevano a disposizione lì a Las Baias.
Qui però uno dei soldati gli si avvicinò, consegnandogli una lettera.
“E' stata recapitata da un uomo, capitano.” Spiegò il militare a Gurenaiz.
Il capitano allora subito aprì la lettera e cominciò a leggerla.
Il suo volto sbiancò e per la rabbia strinse la carta fra le mani.
“Chi era quell'uomo?” Chiese al soldato. “L'uomo che ti ha dato questa lettera!”
“Era un marinaio, signore...” rispose il militare “... come ce ne sono tanti al porto di Las Baias.”
Gurenaiz allora tornò di corsa al palazzo del governatore e chiese di poter parlare di nuovo con Guidaux.
Guisgard
10-10-2012, 02.43.45
Fhael ascoltò Cheyenne con uno sguardo che sembrava non voler tradire emozioni.
“Bene, ma a noi occorre quell'abito...” disse sorridendo “... non possiamo certo presentarci dal nostro uomo senza avervi preparata a dovere, no?” Prese allora per mano la ragazza ed insieme ritornarono in quella sartoria.
“Guarda, cara...” prendendo alcune stoffe di pregevole fattura e mostrandole alla ragazza “... non trovi che possano andare? O forse gradisci quel turchese? Si, trovo che metta in risalto il tuo magnifico colore... e cosa ne dici di queste sete? A contatto con la tua pelle vellutata sembrano assumere straordinari riflessi... anche se... non so... non sono convinto... e il cappellino? Hai già visto qualcosa che ti piace? Ma che metta in evidenza i tuoi bellissimi occhi, mi raccomando!”
Il padrone della sartoria allora si avvicinò.
“Posso aiutarvi, signore?”
“Oh, certo.” Annuendo Fhael. “Vedete, sono tornato solo oggi da un lungo viaggio, a causa dei miei affari, e dunque ho deciso di dedicare questo giorno ad accontentare i capricci della mia bellissima moglie...” indicando Cheyenne “... cosa volete, è una mia debolezza ma non riesco a dirle mai di no... credo mi abbia stregato! Si, forse la bellezza, come asserivano gli antichi greci, possiede le stesse qualità della magia! Non trovate anche voi che sia magnifica?”
L'uomo fissò Cheyenne e annuì.
Poi, facendo finta di non averla mai vista, assunse un'espressione cordiale e sorridendo cominciò a mostrare loro le stoffe e le sete più belle.
E poi ancora, costumi, cappelli, scialli, guanti, ombrellini, scarpe e tutta una serie di oggetti ambiti dalle dame dell'alta società.
“Dovete sapere, signore” disse l'uomo “che in questa sartoria potete trovare tutti gli abiti e i tessuti in voga in Europa. Sono certo che non resterete deluso.”
Ma ad ogni cosa mostrata, Fhael riusciva sempre a muovere dubbi e perplessità.
“Capisco che sia impossibile” con sufficienza il portoghese “chiedere tessuti al pari di quelli sfoggiati nelle corti europee, ma sinceramente non credo che questi siano adatti ai nostri bisogni. Posso vedere merce migliore?”
“Ma signore...” turbato l'uomo “... vi assicuro che sono i nostri capi migliori e...”
“Non è ciò che cerchiamo.” Scuotendo il capo Fhael. “Vi ringrazio comunque... ma ci occorre ben altro.”
“Ma signore...” tentò di dire l'uomo, ma Fhael e Cheyenne uscirono dalla sartoria.
“Avevate ragione...” sorridendo con soddisfazione Fhael alla ragazza “... si, non c'era niente di adatto a voi in quella sartoria... non bello quanto voi almeno.” Le fece l'occhiolino.
Il portoghese condusse allora Cheyenne in un vicoletto laterale e alla fine di questo trovarono una piccola e caratteristica sartoria.
elisabeth
10-10-2012, 10.03.52
Lo guardai e mi venne da ridere....trattenersi era impossibile, che donna aggraziata...." Se fossi un uomo vi sposerei siete bellissima, dite il vero Ingrid ma questo deve essere un gioco fatto molto bene...nell'armadio avete un vestito simile a quello che ha indossato la Dama Misteriosa, ricordate ?...vi rimproverai perche' non vi eravate accorta che la stoffa era simile, tenetevi pronta Ingrid..perche' appena avro' abbandonato la Signora io tornero' alla taverna, siamo di giorno e tutti sono intenti a riordinare le stanze a far la spesa e a preparare da mangiare, questo ci aiutera'.....se rientrando vedo qualcuno in sala...urlero' che mi hanno derubata dei pacchetti.....nel trambusto scenderete i pochi gradini che ci dividono dal pian terreno...infondo voi essendo mia zia...starete avanti e quindi avrete varcato la soglia e io mentre lo sto per fare vengo derubata.....nel caos, nessuno si accorgera'.....il vestito poi sara' quello che tutti hanno visto quando siamo uscite...."......quattro occhi increduli mi stavano fissando, Ingrid non svenne solo per non lasciarmi qualche secondo con lo sconosciuto e lo sconosciuto....non sapeva cosa pensare, aveva il volto di chi si fosse accorto che quel famoso Belzebu' nominato da lui prima...fosse vero....." Insomma.....un po' di coraggio, avete un modo differente ?....accetto ogni altra soluzione....".....in realta' l'animo ha sempre una discussione intima col cuore lasciando fuori la mente e io sentivo che stavo rischiando grosso....ma avevo voluto salvare quel tizzio.....accidenti a me e i pensieri buonisti....mi lasciai cadere su una sedia...aspettando l'esito della loro decisione
cavaliere25
10-10-2012, 10.24.13
Il compito a me assegnatomi dissi è stato portato a termine dissi guardando il capitano però vi devo dire che non a chisto nulla ne chi ero a preso la lettera e il formaggio ed è rientrata subito in casa continuai a dire e aspettai una sua parola
Altea
10-10-2012, 16.47.52
Odette uscì dalla stanza..per poco mancava scoprisse il libricino.
Alzai il cuscino e lo riaprii. alla pagina rimasta..cosa era quella isoletta e come si chiamava?
Nei miei pensieri mi pentii di non aver donato il manoscritt a quel vecchio mozzo che tanta gentilezza mi mostrò.. dovevo andare a cercarlo al molo l'indomani mattina prima si imbarcasse di nuovo.
Cheyenne
10-10-2012, 19.20.27
Mi ritenevo piuttosto soddisfatta di come Fhael l'aveva fatta pagare all'uomo del negozio; avevo capito che a volte con le parole si può ottenere di più che con i pugni..
Usciti dal negozio, all'occhiolino del simpatico portoghese non potei fare a meno di risponderli con un'occhiata divertita e complice, prima di entrare nel nuovo negozio.
La osservai attentamente. Sapevo che i pirati non avevano regole, ma quel comportamento mi sembrava eccessivo. Ma quando vidi come la prendeva il capitano mi irrigidii.
Non avrei permesso ad un uomo di trattarmi in quel modo nemmeno tra un milione di anni.
"Posso avere una birra?" Dissi a Boyuke che era ancora accanto a me.
Mi lasciai andare su uno scranno. Era inutile tentare di scappare, non sapevo nemmeno dove fossi.
Qualcuno mi passò una bottiglia di rum, la allontanai con una mano.
"Possibile che non abbiate della birra in questa lercia isola? Pagatela coi soldi che erano nel mio borsello."
Continuai, sempre rivolta a Boyuke: "per favore... Dovrò pur impiegare il tempo mentre voi intrattenete quelle belle signore"
Bonfonchiò qualcosa che non compresi, ma tornò dal bancone con una pinta di birra.
Ne bevvi un lungo sorso e poi mi aggrappai ad essa, come fosse la mia ultima speranza.
Non riuscivo a togliermi dalla testa le parole di Dydas.
E la birra, di sa, trova la strada tra i ricordi.
"Clio! Sei tornata.. "
Lui la vide riaffiorare dall'alto pendio, a piedi, col cavallo tenuto per le briglie. Avanzava piano, come se camminare le costasse fatica infinita. Corse a perdifiato verso di lei, quando fu più vicino vide che indossava un'uniforme da soldato.
Lei lo vide e accelerò il passo.
Com'era bello buttarsi tra le sue braccia, era lui la sua pace.
"Oh, amor mio.. Sono a casa..perdonami non ho potuto avvertiti, un'imboscata olandese.. Gliel'abbiamo fatta pagare cara" prendeva fiato ad ogni parola, mentre lo stringeva, incurante del sangue e del fango di cui era ricoperta.
Lui la guardò :" e hai dovuto combattere anche tu? Insomma, sei sempre una donna!"
Clio gli allontanò un ciuffo ribelle dagli occhi :" Non una donna qualunque, però!"
"No, la mia vita, il mio amore... La mia futura sposa" disse lui cingendola con le braccia "Ma.. È sangue quello che hai addosso?" Continuò lui inorridito.
"Che domande, non ti aspetterai che mi lavi insieme ai soldati, vero?"
E sorride vedendolo arrossire. Lo buttò sull'erba e si stese accanto a lui.
"Come fai ad amare una come me? Proprio tu, che a stento porteresti un'arma, anche solo per difenderti?" sospirò Clio osservandolo dolcemente.
Lui si dimenticò del sangue e la prese tra le braccia.
" Continuerei ad amarti anche se perdessi un occhio, una gamba, o se qualcuno ti tagliasse il viso da parte a parte"
Sorridevo sognante, non riuscivo a trovare ricordo più dolce in quel momento sciagurato.
Ma mentre prendevo il boccale , pregustando un altro sorso, mi accorsi che qualcuno mi stava fissando.
Non era uno della ciurma di capitan Ciuff, ma un uomo piuttosto vecchio che se ne stava in un angolo remoto.
Ricambiai il suo sguardo, e mi accorsi che non vi era bramosia , desiderio o disprezzo, mi scrutava come se stesse cercando qualcosa in me. Qualcosa di familiare. Strizzai gli occhi, potevo averlo già visto da qualche parte? Sulla Moeder Recht magari? No, sebbene quei tratti non mi fossero nuovi, non riuscii a rammentare dove li avevo già visti.
Infondo, pensai, eravamo ai confini del mondo, come potevo imbattermi in qualcuno di mia conoscenza?
Poi lui alzò il boccale, che solo allora mi accorsi essere uguale al mio, in segno di saluto e augurio.
Ricambiai con un sorriso.
Guisgard
10-10-2012, 19.39.05
Entrarono così in quella piccola sartoria e subito il suo interno colpì la giovane Cheyenne.
Vi erano infatti tessuti di ogni tipo, stile e colore.
Alcuni molto semplici che mettevano in risalto il fondo unico di una particolare tinta, ottenuta come da più giochi e incontri di colori, trattati con modi e rimedi forse sconosciuti per un europeo.
Altri, invece, vivaci e dettagliati, con fantasie e motivi particolari, sia geometrici che vegetali.
Era così possibile ammirare su splendide porpore, o turchesi, paglierini, lillà, blu, minuziosi richiami di fantasia di ambra, agata, giada, perla uniti con oro e argento.
Sete d'Oriente si intrecciavano con richiami di cobalto, smeraldo, onice e zaffiro.
Scialli di esotiche tinture e veli di delicato candore ornavano poi abiti di morbido splendore, con capellini alla moda di Praga, di Varsavia, di San Pietroburgo e di altre corti dell'Est Europeo, che sembravano voler sfidare con il loro caratteristico gusto quelli sfarzosi in stile di Francia, d'Austria Ungheria e del regno Spagnolo di Napoli.
“Benvenuti...” disse all'improvviso un vecchietto a Cheyenne e a Fhael “... in cosa posso servirvi?”
“Non mi ricordi, vecchio Maimot?” Ridendo il portoghese.
Il vecchio allora restò a fissarlo con aria meravigliata.
“Bontà Divina!” Esclamò ad un tratto. “Siete proprio voi, signor Fhael!”
I due si strinsero la mano con sincera allegria.
“Non conoscevo questa tua bottega qui.” Disse il portoghese. “Al porto me ne hanno parlato quando ho chiesto tue notizie.”
“Come posso aiutarvi?”
“Vedi questa bella ragazza?” Indicando Cheyenne. “Ci occorre qualcosa che non sfiguri troppo con la sua esotica bellezza!”
Il vecchio annuì e corse nel retro della sua sartoria.
Tornò alcuni minuti dopo, portando con sé stoffe di tutti i tipi e colori.
“Qual'è il vostro colore preferito?” Chiese alla ragazza. “Avete già qualche idea sul vostro abito?”
Guisgard
10-10-2012, 19.50.33
Altea, riaperta la stessa pagina, riprese così la lettura del libricino.
“Da dove era spuntata quell'isola?
Questo ci chiedevamo.
Controllammo nuovamente le carte nautiche e studiammo la nostra posizione con una precisione ed un'attenzione mai utilizzate prima.
Non vi erano dubbi... nessuna mappa segnalava quella misteriosa isola.
Essa era fuori da ogni rotta conosciuta.
E di nuovo la delirante risata di Capitan Lanzaras si diffuse sulla nave, echeggiando nel sibilo del vento che aumentava sempre più.
Il mare infatti era sempre più agitato ed il vento ci spruzzava sui visi pioggia mischiata a salsedine, mentre il cielo era scosso da boati, con folgori che sembravano cadere come fuoco da quel manto di nuvole impenetrabili.
Contro un muro di ferro pareva sbattere la nostra nave nella sua rotta verso quell'isola.
Come se quello scoglio galleggiante fosse la dimora di oscuri demoni destatisi dal loro primordiale sonno.
Uno degli uomini mise in guardia il capitano, ammonendolo ad avvicinarsi ad un simile luogo, ma Lanzaras, folle e visionario, gli mozzò la testa con un improvviso colpo di sciabola.
“Il prossimo fra voi” disse il capitano, brandendo al vento la sua sciabola ancora intrisa del sangue vivo di quello sfortunato “che mostrerà debolezza o paura, gli farò rimpiangere di essere nato!”
Ma la tempesta non dava tregua ed il mare sembrava come posseduto da malvagi dei ostili.
Gli alberi cominciarono a scricchiolare sotto la foga del vento e le vele iniziarono a lacerarsi.
Ma niente di tutto questo fece desistere il capitano dai suoi folli propositi.
E alla fine, quasi per un insperato miracolo, vincendo la forza di quella natura avversa, riuscimmo a raggiungere quella misteriosa isola sbucata dal nulla...”
Ad un tratto, da una finestra semiaperta, un soffio di vento raggiunse la candela posta accanto al letto, spegnendone la fiamma e lasciando Altea nella penombra della stanza.
Fuori cominciava ad albeggiare e i primi rumori che iniziarono ad udirsi nella strada fecero comprendere alla ragazza che la città si stava svegliando al nuovo giorno.
Sentì poi dei rumori provenire oltre la porta.
Odette si era alzata e poco dopo altrettanto fecero anche i suoi genitori.
Guisgard
10-10-2012, 20.00.54
Ingrid non rispose nulla.
Aveva gli occhi stralunati e l'espressione di chi si ritrova in una situazione, o forse bisognerebbe dire guaio, ben più grande di lui.
“Vedo che avete pensato davvero a tutto...” disse il fuggitivo ad Elisabeth “... una risposta ed una soluzione ad ogni problema... e sia, sono d'accordo... anche perchè probabilmente se esiste un altro modo di uscire da qui, escluso naturalmente quello di farlo insieme ai soldati del governatore, vi è solo il demonio a conoscerlo...” fissò Elisabeth con una strana espressione “... ammesso che non siate proprio voi il demonio...”
“Si...” balbettò Ingrid “... faremo... faremo così... e che la Santa Vergine ci protegga...”
“Però a questo punto sono curioso...” mormorò il fuggitivo senza distogliere lo sguardo da Elisabeth “... perchè fate tutto questo? Perchè rischiate la vostra reputazione e la vostra stessa vita per aiutarmi? Potrei essere davvero il peggior criminale di questo mondo, non trovate?”
Guisgard
10-10-2012, 20.16.39
Il vecchio sorrise a Clio.
“Non guardarlo...” disse Boyuke alla ragazza “... anzi, fa finta che non esista... perchè tra un' ora al massimo non ci sarà più...” e buttò giù un bicchiere di rum.
Il vecchio però continuava a fissare Clio, con un sorriso quasi immacolato, nonostante i lividi ed un paio di cicatrici sul volto.
Osservandolo meglio, la ragazza si accorse che indossava una divisa.
Era sporca e strappata in vari punti, ma ancora riconoscibile la sua appartenenza.
Era una divisa della marina inglese.
Intanto, a Las Baias, Gurenaiz era ritornato dall'ammiraglio Guidaux, mostrandogli la misteriosa lettera che gli era stata recapitata.
“Dannati pirati...” disse con rabbia l'ammiraglio, lasciando poi cadere sul tavolo quella missiva “... penetrano fin qui, rapiscono donne o uomini importanti e ci impongono i loro sporchi ricatti...” alzò poi gli occhi sul capitano “... è davvero la vostra futura moglie?”
“In verità...” mormorò Gurenaiz.
“Dovevate proteggerla meglio, allora!” Lo interruppe Guidaux. “E' impensabile sottostare ai ricatti di quella marmaglia!”
“Posso chiedere il permesso di entrare in azione, signore?”
“Cosa avete intenzione di fare?”
“Prenderò una fregata e mi incontrerò con quegli uomini nel luogo scelto per le trattative.”
“Trattative?” Ripeté turbato l'ammiraglio. “Io non tratto con i pirati!”
“Signore, con tutto il dovuto rispetto, io non metterò a rischio la vita di...”
“Capitano!” Interrompendolo di nuovo Guidaux. “Comprendo che siate coinvolto emotivamente, ma ciò non cambia le cose. Bisogna agire con sangue freddo. Questi pirati sono simili a bestie e vivono d'impulsi e istinti. Agendo come loro perderemmo ogni vantaggio che invece possiamo vantare su quella feccia. Rammentate... noi abbiamo il dono di pensare... e quando lo facciamo i nostri nemici sono impotenti...” si avvicinò ad una finestra e fissò il mare “... sfrutteremo questa situazione a nostro favore...” ed un ghigno apparve sul suo volto.
elisabeth
10-10-2012, 20.17.38
" Lo siete ?...siete il piu' grande criminale di queste terre ?.....ci avreste gia' uccise, un assassino sa come sbarazzarsi di due donne, e senza chiedere loro il permesso, forse siete un furfante, un imbroglione o peggio ancora un pirata.....ma che importa, voi non sapete nulla di me, come avete detto...potrei essere il demonio in persona....e comunque, non era compito mio mettere la vostra vita nelle mani delle guardie del governo, non so da che parte sta la verita' e non voglio prendere decisioni che non mi appartengono......se volete Ingrid cara possiamo uscire per una meravigliosa passeggiata....."..Baciai la vera Ingrid sulla punta del naso...ero solita farlo sin da bambina...." Siate pronta e vedrete che tutto andra' a posto....vi siete sempre fidata di me..."...Andai verso la porta e la apri' seguita dal Buon uomo....aveva il volto nascosto da un ventaglio...faceva veramente caldo, in sala non c'era che un ragazzo che stava pulendo il pavimento.......feci uscire fuori l'uomo prima di me e salutai gioiosamente il ragazzo...eravamo per strada........." Bene, adesso siete fuori, ci sono dei negozzi io andro' a comprare qualcosa e voi vi fermerete a guardare qualche vetrina, poi ..voi andrete per la vostra strada e io faro' la mia....."...cosi' feci, c'era un negozio di colori e tele....mi fermai affascinata...qualcuno mi passo' affianco, ma non seppi mai chi fu.....so solo che dopo un po' mi accorsi che dovevo tornare indietro a riprendere Ingrid
Guisgard
10-10-2012, 20.17.53
“Ovvio che si sia comportata così.” Disse il capitano Sumond a Cavaliere25. “Sono compiti che vanno subito dimenticati e meno se ne parla, meglio è. Infatti dimenticati subito di ciò che hai fatto, marinaio. Nessuno doveva vederti e nessuno dovrà mai saperne niente. Ti resterà la fiducia che il tuo comandante nutre verso di te. Intesi? Ora va dagli ufficiali e mettiti a loro disposizione.”
Altea
10-10-2012, 20.34.14
Mentre leggevo quelle righe pensavo se quell' Isola fosse opera del demonio..come poteva essere apparsa cosi all'improvviso, non vi era traccia nelle mappe..cosa sarebbe successo al vascello pirata?? Capitan Lanzaras era uomo senza scrupoli e avido.
Ad un tratto una folata di vento e la candela si spense, mi voltai verso la finestra e mi accorsi che avevo passato tutta la nottata sveglia e ormai si era fatto mattino..mi alzai subito dal letto, nascosi il libricino nella sacca.
Barcollavo leggermente dal sonno, mi rinfrescai il viso più volte e subito mi cambiai e uscita dalla stanza andai incontro a Odette e ai miei genitori che già facevano colazione.
Mentre bevevo il the dissi con tutta calma e cercando di essere più credibile possibile..."Vorrei andare in una sartoria, e farmi degli abiti con colori più vivaci adatti a questa isola, che ne dite padre?E voi madre?".
Effettivamente avevo pensato a questo, ma più che altro dovevo andare al molo con Odette, che era veramente eccezionale a ricordare le stradine, e cercare il mozzo per parlargli di ciò che avevo letto...e forse dargli quel libricino.
cavaliere25
10-10-2012, 20.55.51
Certamente dissi rivolgendomi al Capitano e mi voltai e mi incamminai verso il gruppo di ufficiali quella storia la dovevo dimenticare e non parlarne con nessuno era un segreto mio e del capitano arrivai dopo un po davanti a un gruppo di ufficiali e dissi signori scusate mi a mandato il capitano avete qualcosa da farmi fare domandai sorridendo e aspettai una risposta da uno di loro
"Che diavolo significa: tra un'ora al massimo non ci sarà più?" dissi rivolta a Boyuke, ma continuando ad osservare di sottecchi il vecchio marinaio.
"Certo che sembra proprio un pesce fuor d'acqua.. chi è?" dissi più pensando ad alta voce che non rivolgendomi veramente al pirata.
Non mi era certo sfuggita quella divisa. Poteva essere sporca e lacera ma io l'avrei riconosciuta tra mille. Cosa ci faceva un vecchio marinaio inglese in un vecchio rifugio di manigoldi come quello? Pensai, e ripensai.. perchè tanto non avevo nient'altro da fare, mentre i pirati se la spassavano.
Così, decisi di tentare. Nel peggiore dei casi mi avrebbero presa per pazza e avrebbero fatto una grassa risata.
Mi alzai in piedi col boccale in mano e dissi: "Voglio proporre un brindisi: Sorga l'artiglio dal cuore stellato" e tracannai la poca birra rimasta tutta d'un fiato.
Come avevo previsto, si sbellicarono dalle risate: evidentemente pensarono che fossi ubriaca.
Mi risedetti sorridente sullo scranno e mi trovai davanti gli occhi sbarrati e increduli di Boyuke.
"Che c'è, non siamo forse in un bordello?" risposi candidamente alla domanda che non mi aveva fatto "Non conosci i versi del celebre William Blade? Sono una libidine.. meglio del rum" E sorrisi, come se fosse la birra ad ispirarmi quelle parole.
Ma non erano i versi di un poeta mai esistito che avevo pronunciato. No, quello era il motto della New Tiger. Solo i marinai che vi avevano prestato servizio lo conoscevano. Io, in verità, non avrei nemmeno dovuto saperlo.
Ma avevo lanciato l'esca, e se quel marinaio aveva servito sulla New Tiger, ed era abbastanza sano di mente da ricordarselo, lo avrebbe riconosciuto.
Altrimenti, avrebbe riso come gli altri. Dovevo solo aspettare.
Intanto ripresi a punzecchiare Boyuke : " Non mi hai ancora risposto... quel vecchio.. chi diavolo è?"
Cheyenne
11-10-2012, 00.18.26
All'interno del negozio fummo accolti da un vecchietto, antica conoscenza di Fhael, che subito si rese molto disponibile nei miei confronti e corse subito a prendere le prestigiose stoffe presenti nel suo atelier. La scelta era davvero vastissima, non ero mai stata abituata a poter decidere su un mio abito. Stetti un attimo in silenzio a considerare la vastissima scelta a mia disposizione.
"Verde, credo che sceglierò un abito sui toni del verde...dove sono cresciuta era un colore raro mentre qui predomina su tutti gli altri colori." In quanto alla stoffa, beh, seguirò ciò che dice il mio tatto, voglio una stoffa morbidissima, ma anche leggera."
"Inoltre, signor Fhael, pensavo sia necessario che prenda anche qualcosa che mi ripari durante il nostro viaggio in mare, non crede?"
Mi fermai, stavo iniziando a perdermi nella moltitudine di modelli che il negozio offriva. "Ebbbene, ho tentato di riassumere le mie richieste, ora signor sarto mi affido però a lei, son certa che con il suo talento e la sua esperienza sarà in grado di realizzare un abito che va al do là delle mie più rosee aspettative."
Guisgard
11-10-2012, 02.16.43
A quelle parole di Altea i genitori annuirono.
“Si, sono d'accordo.” Disse suo padre. “Del resto molto presto faremo visita al governatore e bisognerà presentarsi come conviene al suo cospetto. Tu e Odette, appena terminata la colazione, scenderete per queste compere.”
E così, finita la colazione, Odette corse a prepararsi e dopo un po' era già pronta per scendere.
“Sono pronta.” Presentandosi da Altea. “Appena lo sarai anche tu usciremo.”