Visualizza versione completa : La Sinfonia dell'incantato Verziere di Chanty
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Guisgard
04-04-2013, 20.07.49
Lord Brunos fissò Altea con ancora più attenzione, per poi prendere il permesso che lei mostrava.
“Attori itineranti...” disse leggendolo.
Tornò a guardarla.
E quello sguardo non tentava di celare nulla.
Quell'uomo la desiderava.
E intensamente.
I suoi occhi erano su di lei, sui suoi capelli, sul suo viso e sulla sua pelle.
“Concederò il permesso...” continuò “... ma lo farò per voi, in omaggio alla vostra bellezza... a patto però che trascorriate tre giorni qui nel mio castello...”
Talia
04-04-2013, 20.10.41
A quelle parole di Guisgard, sulle scale, i miei occhi ruotarono su di lui...
“Davvero?” sussurrai, altrettanto piano “E cos’è la bellezza, ditemi? Esiste qualcosa di più fugace, fuggevole, fasullo? Un poeta ha scritto che la bellezza è una moneta che ha corso e validità in un solo giorno, e poi perde ogni valore... Diffidate di ciò che è bello, sir... poiché domani potrebbe non esserlo più!”
Tornai a guardare davanti a me per qualche momento...
la mia espressione era distante, come velata da qualcosa di indecifrabile, di impalpabile...
poi, all’improvviso, mi riscossi...
tornai a guardarlo e sorrisi appena...
“Quanto alla mia sicurezza...” mormorai, in tono leggero “Beh... che io ricordi, non vi ho mai promesso che sarebbe stato facile, sir... non è così?”
Giunsero in una vasta sala e Tanis fece loro prendere posto a tavola.
“Cosa desiderate?” Chiese la marionetta. “Abbiamo antipastini di pane abbrustolito e accompagnati da formaggi fusi, verdurine tritate e salsine di aromi e spezie. A seguire una minestra di verdure, cereali e crostini, per poi accompagnare il tutto con focacce rustiche e grigliata mista. E per finire trionfo di Crema Noliana, con frutta di stagione e biscotti al miele. Ovviamente vini della miglior scelta e sidri.”
“Quanti servitori hanno lavorato a tutto questo?” Chiese stupita Marijeta.
“Io soltanto, signora.” Rispose Tanis. “Il padrone detesta avere troppi servitori.”
I miei occhi scambiarono un’occhiata sorpresa con Marijeta, a quelle parole...
poi si spostarono su Tanis e poi su Guisgard...
“Questo nostro ospite...” dissi “E’ di certo straordinario... quanta attenzione pone per dei semplici viandanti... Credete...” tornando a scrutare Tanis “Credete che potremmo ringraziarlo personalmente?”
Altea
04-04-2013, 20.29.53
Un attimo di silenzio..deglutii e sentii le mie mani sudate, segno di tensione.
Pensai alla Compagnia Teatrale, al fatto che era stata cacciata via da Santa Agata di Gothia in quel modo orribile e gli attori erano stati umiliati per ben due volte e il guadagno era stato misero per loro...la loro gentilezza nell'accogliermi nel carozzone e nel cercare la collana.
Fissavo quell' uomo e potevo leggere nel suo sguardo un chè di ambiguo nei miei confronti, ma certo se io ero ferma e risoluta, non avrebbe ottenuto ciò che voleva, non poteva costringermi...una via di fuga vi era sempre.
"D'accordo Lord Brunos" sorrisi falsamente "anzi vi ringrazio per la vostra..ospitalità, ma vi rammento che non avete a che fare con una donna di borgo, ma con una contessa, quindi vi pregherei pure di moderare i vostri modi poco consoni a voi e anche alla mia posizione" dissi in tono secco.."ovviamente, vorrei che mandaste un vostro servitore a dare permesso alla Compagnia Teatrale di poter iniziare i preparativi e vorrei pure conferire con il Chevalier de Lys...vedete, devo essere presente alla loro recita, se volete potete allietarci con la vostra compagnia" sorrisi ambiguamente.
Alzai gli occhi al Cielo...certo qui non poteva trovarsi Frate Nicola!!
Guisgard
04-04-2013, 21.08.07
“Sarete voi stessa, milady, a portare il permesso ai vostri amici.” Disse Brunos ad Altea. “Ma solo al termine dei tre giorni trascorsi qui. Nel frattempo loro prepareranno lo spettacolo. Avete la mia parola che vi sarà concesso il permesso di restare qui nel borgo per tutto il tempo. Basta solo che accettiate di trascorrere al castello i prossimi tre giorni. E vi assicuro che saranno estremamente piacevoli.” Battè le mani e arrivarono delle servitrici. “Fate preparare abiti e gioielli per la nostra ospite. E voglio che tutto sia degno della sua bellezza.” Ordinò Brunos.
Guisgard
04-04-2013, 21.18.20
“Le monete” disse Guisgard “perdono valore perchè cambiano i regnanti e i loro volti devono cedere il posto al nuovo potere... ma se su di una moneta vi è un'immagine di valore assoluto, allora essa circolerà per sempre...” sorrise “... altezza, io conosco Capomazda... lì da secoli vi è una sola moneta, il Taddeo, che reca l'immagine della Santa Croce da un lato e il simbolo dei nobili Taddei dall'altro... e nessun mortale oserebbe negare il valore di quella moneta, poiché essa è coniata per durare per sempre... e anche per la bellezza è così... quando è assoluta, essa dura per sempre...”
“Bellezza assoluta?” Ripetè Marijeta. “Ora siete anche un filosofo? Comunque, nulla dura per sempre. Soprattutto la bellezza.”
“La bellezza” replicò Guisgard “sta in molte cose... due occhi belli resteranno tali per sempre...” fissando Talia “... così come due labbra rosee daranno eternamente gli stessi baci... bellezza vuol dire molte cose... è un qualcosa che si sente, non solo che si vede... la bellezza ha la capacità di farti sentire felice... di darti serenità... da casa mia si vede una rigogliosa campagna... e ricordo che da piccolo restavo ore a guardarla... mi faceva stare bene... e la guardavo d'Estate, quando i campi erano in fiore e gli alberi carichi di frutta... ma anche d'Inverno, quando il paesaggio spoglio conferiva a tutto quel mondo una vaga malinconia, una dolce nostalgia... e mai, in nessuna stagione, ho pensato che quella campagna fosse meno bella...” chiuse gli occhi e assunse un'espressione indefinita “... ma forse siamo diversi... forse voi appartenete ad un altro mondo... e sono sciocchi probabilmente i Taddei a credere di poter congiungere mondi così diversi...” fissò Tanis e cambiò espressione “... già, quando potremo ringraziare direttamente il tuo padrone?”
“Egli non ama essere ringraziato.” Rispose la marionetta. “E' estraneo a tutto ciò che di futile esiste al mondo.”
E cominciò a servire loro la cena.
elisabeth
04-04-2013, 21.18.33
C'era una panca in pietra...mi andai a sedere....e cominciai a pensare....mentre tutti parlottavano con il priore, Orez...fu il piu' divertente nella risposta....aveva ragione eravammo messi male, Frate introvabile e Fiore esistente solo nella fantasia dell'a Arconte meccanico......mi alzai e andai incontro al priore...." Voi invece conoscete bene Frate Nicola e la sua storia e tutte le storie che stanno succedendo in questo paese.....se voi stesso aveste deciso di andarlo a cercare ....dove andreste ?...un Frate....come lui dove potrebbe essere cercato da un Frate come voi ?......qui siete peggio che nel mio paese.....omertosi......".....guardai Sawas.....volevo andar via, anche se quell'uomo.....sapeva, avevo i sensi all'erta, non potevo battere la testa continuamente, non avevo mai uno spiraglio di luce........un Frate, puo' chiudersi in preghiera in un monastero.....in una chiesa o nella casa di una famiglia a lui molto fidata e cara, ma cosa ne sapevo io di Frati......pensai a mio marito, quando miparlava della sua religione, quando mi spiegava cosa poteva un uomo spingere ad amare Dio.....ero entrata in chiesa molte volte con lui......ma questo non bastava a farmi conoscere il mondo cristiano...." Frate Nicola....deve essere una persona molto particolare.....cosa ha di speciale.....ditemi e' possibile che noi non possiamo sapere ?..."....
Talia
04-04-2013, 21.32.59
Fissavo Guisgard...
ed il mio sguardo, via via, si andò indurendo...
“I Taddei...” ribattei seccamente “I Taddei sono sciocchi solo a credere di poter trattare il mondo come fosse una loro proprietà... di poter disporre di tutto e di tutti... e di poter asservire ciò che non gli appartiene facendosi largo a viva forza e a sonora prepotenza!”
Lo fissai ancora per un momento, fredda e distante...
poi abbassai gli occhi sul piatto...
“E adesso non voglio parlarne più!” mormorai, iniziando a mangiare.
Cheyenne
04-04-2013, 21.34.30
Ringraziai calorosamente il mercante per il suo prezioso aiuto.
"Bene ora sappiamo per lo meno dove dobbiamo dirigere le nostre attenzioni... Capomazda o uno dei suoi domini..." mormorai riflessiva.
"Ora non mi resta che individuare la via per giungervi e poi da li potranno partire le mie ricerche".
A quel punto ebbi per un momento la tentazione di alzarmi, interrogare il mercante sulla strada e poi partire immediatamente ma poi guardando Urez mi parve di leggere la sua forte intenzione di partecipare più attivamente di come era stato fin ora alla mia ricerca.
In sua presenza infatti mi rivolsi al mercato che gentilmente ci spiegò la via più rapida per arrivare al cuore di Capomazda.
"Vi ringrazio nuovamente di cuore signore per il vostro aiutoX" dissi per congedarmi dal mercante che si allontanò.
Urez pareva in attesa di un mio invito che infatti non tardò" Mi chiedevo messer Urez se per caso ci fosse in voi l'intenzione di accompagnarmi in questa mia ricerca o se questo non vi interessa vi chiedo almeno di accompagnarmi fino a Capomazda al fine non perdermi per la via"
Altea
04-04-2013, 21.51.16
Mi morsi il labbro, le mie intenzioni erano quelle di parlare con il Chevalier de Lys, e anche di riferirgli che ero qui e di non preoccuparsi..."Ma mi verranno a cercare milord, non vedendomi arrivare, si preoccuperanno è ovvio e loro senza il vostro consenso non possono accamparsi qui, stanno aspettando, almeno avvisateli vi prego"..non ebbi nemmeno il tempo di continuare o replicare che subito mi trovai scortata da delle servitrici che mi portarono in una camera sempre decorata alla orientale, sembravo quasi Sherazade in quella sala.
Vidi passare davanti a me vestiti e gioielli, ma io mossi una mano..."Per me è indifferente, vedete voi..non ho da fare colpo su nessuno io, e gentilmente vorrei un bagno caldo..molto caldo, ho avuto un lungo viaggio".
Immersa nella acqua calda e profumata mi guardavo nello specchio di fronte a me pensando quanto sciocca fossi stata, mi ero lasciata ingannare, speravo quell'uomo non fosse poi cosi pericoloso, ma gli avrei fatto capire che non avrebbe ricevuto nulla altro da me...mi aveva solo chiesto di trascorrere tre giorni in quel sontuoso palazzo e nulla altro...direttamente no...e dovevo giocare su questo..in alternativa vi era la finestra per scappare..e guardai la piccola loggia con le vetrate dai tanti colori che facevano vari giochi di luce.
Presi il bicchiere che Mamyon mi porgeva con mani tremanti, lo alzai verso il suo per brindare.
"...oh, Mamyon... Così mi farai arrossire.." Dissi con un timido sorriso.
"...Non sei l'unico ad essere fortunato qui, sai..." Continuai sorridendo "...non riesco nemmeno a immaginare cosa sarebbe stato affrontare tutto questo da sola...".
Sorrisi "...sai, ho studiato a lungo gli antichi miti.. E se c'è una cosa che ho imparato da loro è che non si può sfuggire al proprio destino... Ogni cosa avviene per una ragione, sono certa di questo... E se non maledico il giorno in cui ho deciso di partire per questa città, è solo perché qui ho incontrato te..".
Alzai nuovamente il bicchiere "...alla vita, dunque... E alla luce che ci attenderá dopo le nuvole più nere...".
Gli presi la mano "...Non vorrei essere in nessun altro posto..." sussurrai "Promettimi che non mi lascerai mai sola... Non voglio separarmi da te...".
Sospirai "...Ma ne abbiamo di strada da fare prima di poterci permettere un po' di pace duratura... Non mi hai detto più niente da quando abbiamo lasciato il palazzo... Cosa ne pensi dell'atteggiamento dell'Arconte? Ma più che altro... Cosa credi possiamo fare adesso? Abbiamo tempo fino a domattina, poi dovrai tornare al castello... Quel casolare, quello dove mi hai rapita... È sicuro? Posso restare lì per stanotte? Magari in una stanza un po' meno angosciante?" Con un sorriso canzonatorio.
Guisgard
05-04-2013, 01.38.22
“Se io dovessi cercare Frate Nicola” disse il Priore ad Elisabeth “non saprei da dove partire. Egli è uomo enigmatico ed impenetrabile. E' un mistico e dunque ama la contemplazione e rifugge il mondo, ma è anche uno studioso e per questo frequenta i luoghi in cui è diffuso il sapere. E' un Cristiano e perciò è obbligato a vivere in mezzo alla gente per divulgare la Parola. Insomma, Frate Nicola è molte cose. E fortunatamente non devo cercarlo.”
“Si, siete decisamente fortunato.” Annuì Orez.
“Mi chiedete cosa lo rende tanto straordinario?” Rivolgendosi il Priore ancora ad Elisabeth. “Molte cose... potrei parlarvi della sua intelligenza fuori dal comune o della sua straordinaria sensibilità. Ma anche della sua cultura enciclopedica, delle sue intuizioni al limite della preveggenza, della sua capacità di leggere nel cuore degli altri o della profonda spiritualità che segna la sua esistenza. Ma fra tutte le sue qualità, a me colpisce quella sua capacità di utilizzare tutto ciò che esiste ai fini della Fede. Molti credono, ad esempio, che la scienza possa essere un male per la Dottrina, o che la cultura classica sia offensiva per la nostra religione. Frate Nicola invece adopera ogni cosa, che sia il sapere in tutte le sue forme, o ciò che anima gli uomini e la Natura per poi renderlo Cristiano. E' la sua capacità di uniformare ciò che esiste e mostrarlo in seno alla Fede. Così egli va oltre il concetto di Bene e male. Oltre le diversità, le faziosità, le debolezze, per forgiare un mondo nuovo, libero da limiti, pregiudizi e ristrettezze. Un mondo luminoso e positivo. Poiché, come egli stesso afferma, ogni cosa è stata Creata per il bene dell'uomo.”
“Sembra davvero un grande uomo il nostro frate.” Fece Sawas.
“E lo è.” Annuì il Priore. “Se così non fosse, non sarebbe stato scelto dall'Arciduca di Capomazda come consigliere del suo governo e precettore di suo nipote.”
Guisgard
05-04-2013, 01.53.59
Urez fissò Cheyenne.
“Beh, si tratta senza dubbio di un'impresa suggestiva...” disse “... intendo la ricerca di quel misterioso Fiore... e molto probabilmente senza il mio aiuto finireste nei guai...” finì la sua birra “... anche perchè, sebbene quel mercante sembrava ignorarlo, siamo nel bel mezzo di una guerra... una guerra terribile tra il ducato di Capomazda e il regno di Sygma... e sicuramente recarsi ora laggiù non è certo la scelta più intelligente... forse si potrebbe cominciare dai vari domini del ducato, invece che dirigersi direttamente nella capitale... cosa ne dite? Ah, dimenticavo... prima di qualsiasi decisione sarà bene pattuire il tutto... io vi aiuterò a trovare il Fiore... e voi in cambio mi cederete l'intera fama che questa impresa comporterà... vi sta bene?”
Guisgard
05-04-2013, 02.05.09
“Non temete, milady...” disse Brunos ad Altea “... manderò una servitrice ad avvertire i vostri compagni.”
Altea fu allora condotta in una sontuosa sala, lussuosamente arredata e meravigliosamente decorata, dove le fu offerto un bagno caldo e profumato, dei vestiti e vari gioielli.
L'acqua del bagno era intrisa di essenze dalla paradisiaca fragranza e oli dai diversi colori animavano i bordi della vasca di porcellana.
Dopo il bagno Altea fu aiutata dalle servitrici a vestirsi.
Le fecero così indossare un abito scollato, dai colori caldi e con un prezioso velo di seta da adagiare sul capo, insieme poi a gioielli di vario tipo.
Le mostrarono infine un grande specchio per farle ammirare la sua conturbante eleganza.
http://yaokino.ru/wp-content/gallery/three-musketeers/mv5bmtk5nzy1mdm2ov5bml5banbnxkftztcwodc5mjcxnq-_v1-_sx640_sy435_.jpg
Guisgard
05-04-2013, 02.27.06
“L'Arconte...” disse Mamyon “... io credo che sia un uomo molto razionale e come tale poco disposto a credere in cose poco realistiche... probabilmente non si rende conto, insieme alla principessa, che qualcosa di oscuro si nasconde in questa città... magari ci ha pure preso per dei visionari... ma noi non ci daremo per vinti... vuol dire che troveremo noi il modo per scoprire la verità...” strinse la mano di Clio “... si, ti prometto che nessuno ci separerà...” e le sorrise “... quanto al nostro casale, beh, posso garantirti che non solo è sicuro, ma anche molto accogliente...” sorrise.
Il locandiere allora servì loro il cibo preparato.
Ma mentre stavano mangiando, cominciarono a sentire alcuni strani discorsi.
Provenivano da un tavolo vicino, al quale stavano tre ragazzi.
“E se avesse le sembianze di una rosa?” Chiese il primo.
“E perchè proprio di una rosa?” Domandò il secondo.
“Perchè la rosa è la regina dei fiori.” Rispose il primo.
“Solo perchè tu parti dal presupposto” fece il terzo “che simboleggi la ricchezza e la bellezza.”
“Tu allora cosa credi raffiguri?” Chiese il secondo.
“Non so...” pensieroso il terzo “... per me potrebbe rappresentare altri valori... magari più spirituali che terreni... forse potrebbe essere un geranio, simbolo della gentilezza, o magari un giglio, emblema della purezza...”
“Allora potrebbe essere anche un loto, simbolo dell'illuminazione e della conoscenza.” Replicò il primo.
“Allora, visto che la sua ricerca richiede sforzi sovrumani, potrebbe benissimo essere un'orchidea, che simboleggia da sempre la totale dedizione...” fissandoli il secondo.
Guisgard
05-04-2013, 02.43.30
“I Taddei” disse Guisgard “sono probabilmente degli sciocchi, dei visionari, dei pazzi... visto che credono fermamente nei loro sogni...”
“Sembrate conoscere molto bene Capomazda e i suoi signori, cavaliere...” fissandolo Marijeta “... siete forse Capomazdese?”
“Io, signora?” Con un enigmatico sorriso Guisgard, senza fissare né la servitrice, né Talia. “Affatto... i Capomazdesi, come detto, credono ciecamente ai loro sogni... io invece non credo in niente e in nessuno...” sorseggiò del sidro “... ma ora direi di tacere con queste storia... o potrebbe guastarsi quest'ottima cena...” e prese a mangiare.
Un attimo dopo nella sala entrò Tanis con un buffo apparecchio.
“Bontà divina!” Esclamò Marijeta. “Cos'è quell'affare?”
“Ora vedrete, milady...” aprendolo Tanis.
E dal suo interno uscirono tre piccole marionette munite di strumenti musicali riprodotti perfettamente.
Qualche istante dopo la curiosa banda di marionette cominciò a suonare un variegato repertorio di melodie.
E dopo un po' Guisgard si alzò da tavola e uscì sul terrazzo, appartandosi presso il parapetto marmoreo.
Guisgard
05-04-2013, 02.52.12
Tutti nella stanza fissarono Parsifal.
“Cavaliere...” disse una delle tre anziane “... cosa intendete dire?”
“Non siate avventato, Parsifal.” Fece Loi.
“Aspettate...” alzandosi Ozg “... ho capito bene? Volete davvero recarvi laggiù, per sfidare quel misterioso tiranno? E come avete intenzione di affrontarlo?”
“Rammentate la vostra missione, Parsifal...” mormorò Loi “... abbiamo altro a cui pensare... spettri e demoni non sono cose che ci riguardano.”
“Vi sbagliate!” Fissando Loi un'altra delle tre vecchie. “Sconfiggere il male è una cosa che riguarda tutti i cavalieri!”
Altea
05-04-2013, 09.13.02
Alla fine di quel rituale mi misero davanti ad uno specchio, mi guardavo l'abito finemente decorato, delicato e prezioso..ma certo non mi avrebbe comprata in quel modo.
Osservai le servitrici che sistemavano le pieghe della gonna dell'abito con cura.."Parlatemi di Lord Brunos. vorrei sapere di più su lui...chi è?Perchè ha voluto rimanessi in questo palazzo.." e pensai.."E poi, che voi sappiate ci sono monasteri o frati in questa cittadina?".
Ad un tratto, guardandomi allo specchio, vidi una figura splendente..era Lei.
Stava vicino ad un muro e mi osservava, il velo a celare il volto.
Poi si avvicinò a Lei un'altra figura di donna e riconobbi le lunghe ciocche bionde che uscivano dal velo..Eleonor!"
Mi guardavano e stavano in silenzio.."Dove è la collana? Dove è Lui? Ditemi perchè la collana è sparita.."
Le due scrollarono la testa in modo indecifrabile..che significava?
Attorno a me ancora ombre e solo quella Luce..."Eleonor, almeno tu dammi un segnale che mi ama ancora, che devo continuare per Lui.
Non vedete..sono vestita di tutto punto, perfetta, a casa di uno sconosciuto e rischiando chissà cosa per il mio Cavaliere e magari..Lui non mi pensa più o è tra le braccia di un altra".
Calde lacrime scesero sulle mie guance finalmente lo ammettevo..per me vi era solo Lui, i suoi occhi grigi che si perdevano sempre in vaghi pensieri all'orizzonte.
"Attenzione..la Maledizione del Pozzo si sta impadronendo di te, sembra" e furono le uniche parole pronunciate da Lady Anastasiya.
Mi destai, turbata, mi asciugai in fretta le lacrime e mi voltai verso quelle donne con un finto sorriso, aspettando le loro risposte.
Abbassai gli occhi, sorridendo.
"...il Nostro casale? Milord..." Sussurrai, senza smettere di sorridere.
Poi, il pranzo ci venne servito e ci concentrammo su quelle appetitose pietanze.
Tuttavia, dei discorsi attirarono la nostra attenzione.
Parlavano del Fiore, senza alcun dubbio, chiedendosi quale aspetto potesse avere.
Evidentemente, dunque, non eravamo gli unici ad essere alla ricerca di quel Fiore.
"... Hai sentito anche tu?" Sussurrai sporgendomi verso Mamyon "...non è di un fiore comune che parlano... Eppure, questi non erano sull'aereonave che mi ha portato qui... Non vengono da Camelot... Quindi, chi avrà chiesto loro di partire alla ricerca del fiore?".
Mi voltai ad osservare quei ragazzi, erano giovani e pieni di entusiasmo.
"...Santo cielo non posso andare da loro come se niente fosse.. Mi prenderanno per pazza o peggio... Ma, finora non mi ero mai imbattuta in altri invischiati in questa ricerca.." Sospirai pensierosa.
"...tranquillo, tranquillo... Non ho intenzione di abbandonarti, mio caro..." Facendo l'occhiolino a Mamyon.
"..beh.." Dissi poi alzandomi "...non ho appena detto che tutto avviene per una ragione? Infondo, sono solo tre ragazzi.. Sono certa che, se il loro comportamento non sarà appropriato, saprai rimetterli in riga in men che non si dica... Infondo, ti ho visto fare di meglio, mio valoroso campione..".
Così dicendo mi alzai, presi il mio bicchiere e la brocca colma di vino speziato, e mi diressi al tavolo poco distante.
Notai, con piacere, che i ragazzi stavano bevendo la nostra stessa bevanda.
"..Salute a voi..." Dissi piano, con un sorriso "...e prendesse la forma che noi decidiamo di dargli?".
Ribattei con un sorriso alle loro occhiate stupite.
Versai il vino prima nel mio bicchiere, per poi passare a riempire i loro, ormai mezzi vuoti.
"...perdonate l'intrusione, messeri... Ma la locanda è piccola e voi parlate a voce troppo alta di faccende importanti e delicate... Cosa che non vi consiglio di fare...".
Bevvi lentamente un sorso di vino dal mio bicchiere, conscia dello sguardo che mi rivolgevano i tre ragazzi.
"...dunque, o siete molto ingenui... Oppure..." Lasciai la frase a metà e bevvi un altro sorso, guardando negli occhi quei ragazzi, uno per uno, con espressione enigmatica e indecifrabile.
"...fate più attenzione, dunque..." Conclusi poi, strizzando l'occhio.
Abbassai lo sguardo, sollevai la caraffa ormai mezza vuota, e mi diressi nuovamente al tavolo di Mamyon.
"...beh, che c'è?" Sussurrai con un sorriso "...ho solo detto loro di stare attenti a come parlano..".
Scoppiai a ridere "..di sicuro non se l'aspettavano..".
elisabeth
05-04-2013, 16.23.34
Fissavo il Priore.....mentre mi parlava, aveva un tono di voce che non ammetteva repliche eppure invitava alla continuazione del discorso.....mi ero convinta che Frate Nicola fosse tutto e fosse niente....lui era un essere tra l'immaginario e la realta'.......Orez aveva ragione cosi' come Sawas...." sapete Frate.....voi esaltate una buona perte della mia cultura, dove la scienza fa onore tra le grandi menti arabe....lessi qualcosa su Ermete Trismegisto....anzi non lessi nulla...perche' cosi' come Frate Nicola....in esso vi e' il contenuto di tutto.......Sapete ?....vi ho ammirato mentre parlavate di lui...sembrava che parlaste di voi stesso......sembravate un corpo e un'anima.....Quindi mi chiedo,dovrei rinunciare a cio' che un uomo mi fece promettere in punto di morte....?......dovrei rinunciare alla ricerca di un fiore che causerebbe la morte della mia nutrice ?.....o dovrei rinunciare...perche' magari voi stesso dovete proteggervi ?......"....
Talia
05-04-2013, 16.44.50
Quei discorsi sui duchi di Capomazda mi avevano molto irritata...
per tutto il resto della cena, dunque, non dissi neanche una parola e non posai affatto gli occhi sul cavaliere seduto di fronte a me, neanche per un fugace istante...
Poco dopo giunse Tanis con quel curioso marchingegno, dal quale uscirono quelle tre marionette...
E dal suo interno uscirono tre piccole marionette munite di strumenti musicali riprodotti perfettamente.
Qualche istante dopo la curiosa banda di marionette cominciò a suonare un variegato repertorio di melodie.
E dopo un po' Guisgard si alzò da tavola e uscì sul terrazzo, appartandosi presso il parapetto marmoreo.
Sentii Guisgard alzarsi ma non sollevai lo sguardo, continuando invece ad osservare le marionette con educato interesse.
Continuai ad osservarle a lungo e, quando terminarono, battei appena le mani...
“Affascinante, Tanis...” mormorai “Grazie infinite!”
Poi lentamente mi voltai verso la mia anziana servitrice che, per tutto il tempo, era rimasta silenziosamente seduta al suo posto...
“Marijeta...” mormorai “Sii gentile, va’ ad accendere il camino nella mia stanza. Tra qualche minuto verrò anche io!”
Cheyenne
05-04-2013, 17.33.42
La Fama...l'unica cosa che mi interessava era salvare il mio villaggio..
"Certo messer Urez, la fama di quest'impresa sarà tutta vostra!"
Tornai al negozio per fare altre provviste data l'aggiunta di una bocca in più poi ritornai nella piazza.
Ad attendermi, come pattuito, trovai il cavaliere, che era intento a sellare il suo destriero.
"Credo di aver preso tutto" feci sistemando una parte dei bagagli sulla groppa di Jaya "sarebbe bene partire e approfittare della luce del sole pomeridiana".
Lasciammo dunque il villaggio poco dopo mezzogiorno.
Cavalcammo per ore senza proferire parola, entrambi concentrati sulla missione.
Guisgard
05-04-2013, 17.43.06
Capitolo VIII: I cavalieri della vecchia Capomazda
“Cresceva tra i Burgundi una nobile fanciulla,
tale che in tutto il mondo non v'era cosa più bella,
si chiamava Crimilde: divenne una bella donna.
Per causa sua molti guerrieri avrebbero perso la vita.”
(I Nibelunghi)
L'Arconte Meccanico, lasciati Clio e Mamyon, raggiunse di nuovo la torre dalla quale era sceso poco prima, per attraversare ancora una volta quella porta di ferro.
Qui vi trovò il Maestro George non più impegnato a suonare il suo organo.
L'uomo se ne stava immobile davanti ad una stretta finestra.
“Ho mandato ad informarvi che...” disse l'Arconte.
“Si, lo so.” Lo interruppe George.
“Invierò subito l'Aeronave a Sygma con un messaggero per riportare indietro la principessa.”
“No, attenderemo.” Fece George. “Per ora a Sygma la ragazza è al sicuro. Anche se è molto seccante tutto ciò. Non tollero interferenze o ostacoli su quanto ho deciso. E fortunatamente questo non recherà danno più di tanto ai piani. Tuttavia nel giro di due giorni riporteremo la principessa qui.” Si voltò a fissare l'Arconte. “Voglio il Fiore. E lo voglio presto. Hai trovato il modo di coinvolgere i cavalieri?”
“Non ancora, Maestro...” rispose l'uomo di titanio “... ho dovuto risolvere una situazione assai inopportuna.”
“Quale?”
“Uno dei cavalieri e la ragazza giunta da Camelot hanno chiesto udienza poco fa...”
“Ebbene?”
“La ragazza pare abbia confidato al cavaliere tutto ciò che sa...”
“Sciocca ragazza...” tornando a guardare dalla finestra George “... si renderà presto conto di cosa significa andare contro il mio volere...”
“Ho troncato ogni loro possibile richiesta.” Spiegò l'Arconte. “E ora mi concentrerò su come coinvolgere i cavalieri nella ricerca del Fiore.”
“Ci ho già pensato io.”
“Voi, Maestro?”
“Si...” annuì George “... faremo in modo che anche loro cerchino il Fiore...”
“E come?”
“Hanno giurato di proteggere e difendere ad ogni costo la loro regina...” mormorò il Maestro “... e ciò li porterà proprio a cercare il Fiore...”
“Non comprendo, Maestro...”
“Ci sarà presto un nuovo attentato...” disse George “... ma stavolta i Capomazdesi non falliranno... non del tutto...” un ghigno apparve per un momento sul suo viso.
“Quando, Maestro?” Chiese l'Arconte.
“I cattolicissimi Capomazdesi sono già in fermento per i riti che seguono la Pasqua... e uno di questi attirerà molti nobili cavalieri in un luogo non troppo lontano da qui... nella Cappella dell'Apparizione dell'Arcangelo Michele... e lì accadrà qualcosa... ora va...”
“Si, Maestro.” Annuì l'Arconte.
Ed uscì.
E appena rimasto solo, il Maestro mutò orrendamente il suo aspetto, divenendo un vecchio decrepito.
E i suoi occhi si accesero di un odio primordiale.
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Intanto, nel castello di Limas, lo spettacolo mostrato da Tanis riscosse l'applauso di Talia.
“Lieto che abbia riscosso il vostro interesse, milady.” Disse inchinandosi la marionetta.
“Si...” alzandosi poi Marijeta “... vado ad accendere il camino...” guardò poi verso il terrazzo “... che cafone quel cavaliere... credo sia rimasto a lungo a Capomazda, visto che sembra incarnare tutti i peggiori difetti di quella gente... con permesso...” e andò via.
Guisgard
05-04-2013, 18.27.16
Cheyenne e Urez così partirono, lasciandosi quel borgo alle loro spalle.
Cavalcarono per buona parte del pomeriggio, fino a quando giunsero ad un bivio.
Vi erano infatti due stradine: quella di destra, contrassegnata da una piccola edicola in pietra, nella quale era raffigurato l'Arcangelo Raffaele e quella di sinistra, con una grossa pietra al suo imbocco, sulla quale erano incisi segni di un misterioso linguaggio celtico.
“Eh... un bivio...” disse Urez “... chissà quale delle due direzione è la migliore... ci fosse almeno qualcuno a cui chiedere...”
Ad un tratto sentirono qualcosa.
Era un vecchio su un carretto che tornava dai campi.
Talia
05-04-2013, 18.35.09
A quelle parole della donna, i miei occhi raggiunsero quella figura che se ne stava immobile sulla terrazza, volgendo le spalle alla finestra...
Non risposi a quella affermazione di Marijeta, e poco dopo la donna uscì dalla stanza ed io rimasi sola...
era vero... pensavo... era vero che aveva tanta dimestichezza con Capomazda, con i loro costumi ed usi, con i loro ideali...
ma cosa significava questo?
perché sapeva tutte quelle cose?
e perché ne parlava con quel tono e con quella luce indefinibile in fondo agli occhi?
Sospirai appena...
poi lentamente, quasi senza rendermene conto, mi alzai e mi accostai alla finestra...
spinsi piano la porta di vetro e, silenziosamente, la varcai...
restando poi, immobile, sulla soglia del terrazzo, accanto al vetro di nuovo socchiuso, a fissare quella figura silenziosa accanto al parapetto di marmo.
Guisgard
05-04-2013, 18.40.28
Dopo che Clio ritornò al suo tavolo, i tre ragazzi restarono sorpresi e poi cominciarono a parlare fra loro, stavolta a bassa voce.
Poi si alzarono e raggiunsero il tavolo della ragazza e di Mamyon.
“Salute a voi, signori...” disse uno dei tre “... ecco... noi siamo tre studenti... io studio Teologia, mentre lui Filosofia e lui Storia... ecco, noi parlavamo di un mito antico... uno dei più affascinanti conosciuti dalla letteratura Capomazdese e non solo... parlavamo del mistico Fiore Azzurro... ma lo facevamo come esercizio retorico... anche voi ne conoscete il mito? Siete studentessa forse?”
Guisgard
05-04-2013, 19.15.28
Guisgard era appoggiato al parapetto e guardava la foresta e le alture circostanti.
C'era una strana calma nell'aria.
Un vago senso di quiete e mistero.
Ma vi era anche un'incerta malinconia.
“Che pace c'è qui...” disse Guisgard all'improvviso “... sembra fuori dal mondo questo luogo...”
“Cos'hai?” All'improvviso una voce.
“Non lo so...” fece lui “... non lo so...”
“Sei inquieto...” ancora la voce.
“Il fatto è che” mormorò il cavaliere “non mi sono mai sentito così malinconico prima d'ora... si, mai così malinconico... è da quando ho parlato con lei...” scosse il capo “... il fatto è che a Sant'Agatha di Gotia era diverso... c'era la corte e tutto il resto... qui invece... lei è là... a pochi passi e questo mi...” ad un tratto si alzò un deciso alito di vento che portò con sé un profumo.
Un profumo che Guisgard riconobbe subito.
Si voltò allora di colpo e la vide.
Talia era immobile sulla porta che dava sul terrazzo.
Guisgard
05-04-2013, 19.19.05
Le due servitrici risposero con un sorriso ad Altea.
“Lord Brunos” disse una di quelle “si considera l'uomo più bello del mondo e ciò lo spinge a voler conquistare tutte le donne che incontra. E' come un'ossessione per lui... forse morirebbe se non riuscisse a soddisfare questa sua mania...”
“Se una donna lo rifiutasse, lui perderebbe il senno temo...” fece l'altra servitrice.
Poco dopo, Altea era pronta.
“Siete incantevole.” Fissandola una delle due. “Conquisterete in un attimo lord Brunos... e lui vi ripagherà a dovere...”
“Si, tutte noi abbiamo continuamente doni da lui...” sorridendo l'altra.
Guisgard
05-04-2013, 19.21.55
“Io non posso aiutarvi.” Disse il Priore ad Elisabeth. “Non so dove sia Frate Nicola ora. Forse è a Capomazda, forse in un monastero di clausura o magari partito per terre lontane. Mi spiace. Pregherò per voi e per la vostra compagna.”
“Qui non troveremo Frate Nicola.” Fece Sawas. “Sarà meglio andare.”
Così il gruppetto lasciò il convento.
“Cosa facciamo ora?” Chiese Enusia.
“Partiamo.” Rispose Sawas.
“E per dove?” Domandò Orez.
“Per cercare il Fiore.”
“E da dove cominciamo?” Stupita Enusia.
“Ho trovato questo...” e mostrò agli altri una vecchia cartina.
“Cos'è?” Fissandola Orez.
“Era in uno dei libri nella biblioteca...” spiegò Sawas “... è una vecchia mappa e mostra una città antichissima... Tylesia...”
“E perchè ti attira tanto?” Incuriosito Orez.
“Guardate qui...” e mostrando la cartina, al centro della città c'era scritto:
“In questo Giardino è sbocciato il Fiore Azzurro.”
Nel vedere arrivare i tre ragazzi, sorrisi, e il mio sorriso si allargò sempre più alle loro parole.
"..il Fiore Azzurro, certo... Sembra che in questa città non si parli d'altro..." Dissi, lanciando una fugace occhiata a Mamyon.
"...prego, sedete con noi..." Sospirai "...io, una studentessa? Magari! No, messeri, sono solo una studiosa... Ho avuto il privilegio di avere come maestro Guido da Lomatro, un importante studioso italiano. Ma no, non mi è mai stato concesso di frequentare le università o la scuola cattedrale..." Sorrisi "...santo cielo ha già fatto abbastanza scandalo quando è venuto alla luce che ero più istruita del figlio di un conte...".
Feci un cenno con la mano, come ad allontanare quel pensiero "...ad ogni modo, questo a voi non interessa... Ma, vedete... La mia preparazione riguarda principalmente gli autori classici... Sono specializzata in miti e riti antichi... Ma greci, romani.. Al massimo egizi o celti... Capomazda... Beh, non mi ha mai interessato..." Sorrisi di nuovo "...ma, sfortunatamente, credo che dovrò iniziare a conoscerla... Sarà un anno ormai che mi sono imbattuta in un romanzo cavalleresco, incompleto e senza titolo, che mi ha fatto scoprire percorsi molto diversi... Sono qui proprio per continuare le mie ricerche... E quel Fiore sembra essere inestimabile...".
Guardai Mamyon "...stavo giusto chiedendo al mio campione dove fosse la miglior biblioteca cittadina... Ma forse voi potete risparmiarmi ore di ricerche... Poiché non sembra essere un segreto, ma pura retorica, ditemi, vi prego... Cosa dice la letteratura Capomadese riguardo la ricerca e le proprietà di questo Fiore?".
Altea
05-04-2013, 19.33.54
Ascoltavo le parole delle donne...non accettava rifiuti? Ma allora era un donnaiolo, pensavo fosse solo una leggera infatuazione futile, un capriccio..beh sarò la prima a rifiutarlo...e si sarebbe visto che effetto avrebbe sortito su di lui.
"Sono pronta" dissi alle donne attorno a me..."dove dovrei recarmi ora?"
Talia
05-04-2013, 20.33.48
Si voltò di colpo verso di me ed io sussultai, come colta alla sprovvista...
i suoi occhi erano nei miei ora ed i miei nei suoi, si scrutavano...
Esitai, allora...
una parte di me sapeva che dovevo andare, sapeva che avrei dovuto lasciare quel terrazzo senza voltarmi indietro e raggiungere la solitudine della mia stanza...
eppure non lo feci...
esitai, restando immobile dov’ero...
esitai per un lungo momento...
infine, con un piccolissimo sospiro, iniziai a parlare...
“Questo luogo...” mormorai lentamente, la voce bassa e morbida “Questo luogo è sorprendente... Tanis e quelle tre marionette, e poi il nostro misterioso ospite... sono sorpresa ed ammirata da ciò che abbiamo trovato in questo castello... e credetemi, sir, vi prego, se vi dico che era molto tempo che qualcosa non riusciva più a meravigliarmi così profondamente...”
Tacqui per un istante...
e di nuovo giunse quella esitazione, che mi fece tramare appena la voce...
abbassai un poco lo sguardo, allora, solo per un istante...
e mi accorsi di essere leggermente arrossita di fronte a quegli occhi enigmatici ed incredibilmente chiari...
tenni gli occhi bassi solo per un attimo, come a cercare le parole...
ma non le trovai...
“E’... è una splendida sera...” dissi allora, tornando a guardarlo, per poi alzare gli occhi al cielo “Limpida, tersa, stellata... mi ricorda quello di Sygma, questo cielo... mi ricorda casa e... ed i giorni spensierati nei quali non c’erano guerre, né fazioni, né attentati...”
Sospirai...
“Prima avete detto una cosa giusta... avete detto che la bellezza risiede in ciò che ha il potere di renderci felici... avevate ragione! Ed io, temo, lo avevo dimenticato! La bellezza è in questo cielo, nella sua luminosità... la bellezza, per me, è nei colori di Sygma, nei suoi profumi, nel rumore chiaro e argentino dei suoi fiumi, nelle voci dei suoi abitanti...”
I miei occhi tornarono su di lui, allora, e lo fissarono intensamente...
“Mi sono irritata poco fa, mi sono molto irritata quando parlavate di Capomazda... e ve ne chiedo perdono. Ma vedete... per me quella famiglia, ormai, non rappresenta che la fine di tutto ciò che amo, la distruzione di ciò che mi è caro, la paura, la guerra e la sofferenza... questo, oggi, sono i Taddei per la gente di Sygma. E per quanto essi si affannino a decantare le loro lodi ed i loro pregi... ebbene, io non posso che contare i villaggi che hanno distrutto per la loro insaziabile sete di potere...”
La mia voce si spense in un sussurro, i miei occhi brillavano... ed io rimasi così, in silenzio, con gli occhi in quelli del cavaliere...
Guisgard
05-04-2013, 20.55.27
“La letteratura Capomazdese” disse lo studente di Teologia a Clio “narra ben poco riguardo alle caratteristiche del Fiore Azzurro... ciò che è certo è che sboccia in luoghi degni e la sua fioritura è preceduta e seguita da segni strabilianti...”
“Tenete però conto” intervenne lo studente di Filosofia “che sebbene a parlarne sia la letteratura, a Capomazda ogni cosa è legata intimamente alla sfera religiosa... dunque anche un poema racchiude grandi valori spirituali.”
“Infatti” fece lo studente di Storia “la letteratura Capomazdese, per acquisire autorità e prestigio, ha sempre utilizzato materie verosimili e mai del tutto leggendarie. In pratica anche quella che noi chiamiamo letteratura d'intrattenimento, lì comprende argomentazioni che presentano fondamenti concreti. In pratica il regime aristocratico così può forgiare le masse. Esercitare la possibilità che hanno i grandi, i nobili appunto, di illuminare il volgo, la massa, insomma i comuni mortali.”
“Per questo” fissando Clio lo studente di Teologia “il Fiore Azzurro è più di un mito. Ma il vero problema è che, se davvero esiste, nessuno ne ha dato testimonianza certa. Per questo si ignora che tipo di Fiore sia e dunque anche il suo significato...”
Scrutai attentamente i volti dei tre ragazzi mentre parlavano, e la mia mente iniziò ad elaborare idee e collegamenti. Quel poco che sapevo di Capomazda e dei suoi sovrani, veniva inevitabilmente confermato da quelle parole.
"Quello che non capisco.." dissi poi piano, come se parlassi a me stessa "..E' perchè sia tanto importante.. cos'abbia di così particolare.. cosa lo renda unico e prezioso... voglio dire, perchè uomini potenti e non solo dovrebbero fare di tutto per lui? Se nessuno ha mai testimoniato di averlo trovato, per quanto mi riguarda, potrebbe anche non esistere..".
Mi rivolsi allo studente di Storia "...Non convenite che se un fatto non è supportato dalle giuste fonti, allora è non è certo?".
Sospirai "..Eppure.." ripresi "..Qui non si tratta solo di un mito.. mi pare di capire.. ma di qualcosa di tangibile, che va cercato intensamente.. quasi fosse una reliquia.. o una fonte inestimabile.. di che cosa? Potere? Salute? O qualcosa di diverso per ognuno di noi?".
Non sapevo se stavo ragionando tra me e me o parlando ad alta voce.
La mia mente ripercorreva e tentava di analizzare ogni parola detta dai tre studenti.
Le parole ribollivano nei miei pensieri come ingredienti diversi di un'unica sostanza.
D'un tratto, trasalii "..Un momento.." dissi rivolta allo studente di Teologia "..Avete detto Segni strabilianti... a che cosa alludete?".
Guisgard
06-04-2013, 02.03.24
“Le fonti documentate che parlano del Fiore” disse lo studente di Storia a Clio “in realtà non esistono. Nessun documento ufficiale menziona qualcosa di concreto riguardante il Fiore. Esso esiste nei miti, nelle leggende e vari poeti e scrittori ne hanno cantato le meraviglie.”
“Avete detto reliquia” intervenne lo studente di Teologia “e forse non siete andata troppo lontana dalla verità. Il Fiore Azzurro è sicuramente un oggetto particolarissimo, dai tratti più spirituali che terreni. Quanto alle fonti, beh, non sempre si hanno riferimenti certi. L'Arca dell'Alleanza, ad esempio, è citata dalla Bibbia e per questo nessuno dubita della sua esistenza. Il Santo Graal invece non è riportato dai Vangeli, ma ciò non ha impedito a molti di cercarlo e molti ancora, se Dio vorrà, tenteranno di trovarlo. Come vedete non sempre le fonti, qualsiasi esse siano, sono così perentorie in certe situazioni.”
“Voi avete chiesto dei segni che annunciano e seguono la sua fioritura...” fece lo studente di Filosofia “... i miti di molti luoghi raccontano di tali segni e sempre, quando il Fiore è sbocciato, ha portato particolari doni... si narra che fiorì, secoli fa, anche nel giardino imperiale, donando alla famiglia dell'imperatore e al popolo uno straordinario periodo di felicità... la fonte più antica che ne fa menzione è una cronaca Nolhiana, risalente alla leggendaria guerra Nolhica, dove vi è narrata la storia di un cavaliere impegnato proprio a cercarlo... molti credono, tuttavia, che il Fiore segua comunque le leggi naturali e dunque conoscere a quale tipo appartenga può far comprendere il suo significato...”
“Perchè i fiori hanno un loro linguaggio che ne svela le caratteristiche.” Aggiunse lo studente di Storia.
“Io comincio a credere che siano solo favole...” mormorò Mamyon “... si, con ogni probabilità quel Fiore è solo frutto d'invenzione...”
Guisgard
06-04-2013, 02.14.27
Le due servitrici annuirono a quelle parole di Altea.
“Prego, sir Brunos vi sta attendendo...” disse una di quelle.
Così le due accompagnarono Altea in un grande salone, arredato con gusto e impreziosito da arazzi, dipinti e diversi trofei d'argento, rame e legno.
Nel camino ardeva molta legna che riscaldava a dovere quell'ambiente.
Ad un tratto una porta dall'altra parte del salone si aprì e apparve un uomo.
Era Brunos.
Con un cenno congedò le due servitrici e si avvicinò ad una tavola imbandita.
Riempì due coppe di vino, per poi offrirne una ad Altea.
“Siete incantevole...” fissandola Brunos “... prima mi dicevate di essere nobile... e non faccio fatica a crederlo... ogni cosa in voi è aristocratico, mia cara...”
Sorrisi alle parole degli studenti.
L'arca dell'alleanza? Il santo Graal? Non ero persona da prendere la Bibbia così alla lettera. Amavo i miti e il loro significato... Ma di certo non sarei partita per cercare un tesoro mitico che raccontavano.
Dunque, cos'era quel fiore?
"...già, ogni fiore ha un significato... Anche nell'iconografia... Quanto alle fonti.. Beh... Tutto dipende dal credito che lo studioso decide di dare a questo o a quel testo.. Anche se, ovviamente, quando si tratta di religione è difficile restare lucidi e imparziali...".
Guardai Mamyon "....Lo credi davvero?" Dissi con un sorriso "...certo.. Sarebbe la soluzione più logica e razionale... Ma ho imparato che una reliquia non ha potere solo se è autentica, ma bensì il suo valore è uguale a quello che la gente decide di darle... Magari dopo anni si scopre che è frutto di un imbroglio... Ma la gente le aveva già attribuito miracoli... Non so se mi spiego... Voglio dire che, secondo me, a questo punto non conta tanto l'esistenza o meno del fiore... Ma la vera cosa importante è che molte persone credono che esista e fanno tutto ciò che è in loro potere per ottenerlo...".
Mi voltai nuovamente verso gli studenti "..dato che siete così gentili e preparati, avrei un nuovo quesito da porvi... Durante le mie ricerche mi sono imbattuta in una strana setta, confraternita o qualcosa di simile... Ciò che mi ha stupito è che essi sembravano adorare un grande occhio... Ne avete mai sentito parlare?".
Guisgard
06-04-2013, 03.13.50
A quella nuova domanda di Clio, i tre studenti non seppero darle una risposta.
Non avevano sentito nulla di simile e neanche nei loro libri era mai stata fatta menzione di qualcosa del genere.
“Ora dobbiamo tornare ai nostri studi.” Disse lo studente di Teologia. “Comunque vi ringraziamo per la piacevole chiacchierata. E' sempre stimolante trovare persone aperte mentalmente e dotate di notevole cultura come voi.”
Salutarono la ragazza ed il cavaliere, per poi andare via.
“Io ho visto l'occhio...” all'improvviso una voce alle spalle di Clio e di Mamyon “... l'ho visto nella selva tempo fa...” era una bambina “... ci andavo a giocare con Jelena... poi lei è sparita e la mamma non mi lascia più andare a giocare là...”
Guisgard
06-04-2013, 03.30.28
“Si...” disse Guisgard a Talia “... questo posto è sorprendente, speciale... nulla è come sembra e tutto può stupire e meravigliare in qualsiasi momento...” respirò forte, come a voler assaporare la magia di quella sera, ma forse era solo un lungo sospiro “... non scusatevi per prima... dopotutto siete la principessa” sorridendo in maniera indecifrabile “e come minimo vi spetta decidere il tema delle discussioni...” per un attimo il suo tono si fece vagamente sarcastico “... quando siamo da soli ve lo concedo... tornare ad essere la principessa intendo... dunque non occorre che vi scusiate...” tornò però subito serio “... amate molto Sygma, si vede... vi stupirò, lo so, ma anche l'Arciduca ama così la vostra terra... ma non voglio far irritare ancora la mia principessa, tranquilla... non toccherò più l'argomento Capomazda...” sorrise di nuovo “... un momento fa avete detto una cosa che mi ha fatto riflettere... avete detto che ormai nulla riusciva più a meravigliarvi così...” la guardò ancora più intensamente negli occhi, per poi spostare, per un istante infinitesimale, il suo sguardo su tutta la sua persona.
La guardò così tutta.
Con occhi che alla principessa rammentarono la notte dopo l'attentato, quando restarono soli davanti ai suoi alloggi.
“Voglio dire...” continuò dopo quell'istante in cui la voce aveva ceduto il posto solo a quello sguardo intenso “... siete giovane, bellissima... la vita dovrebbe sorprendervi e meravigliarvi ogni giorno... dovrebbe essere intrisa di tutti i vostri sogni... e invece dite che ormai nulla vi colpiva più così profondamente... davvero guardate il mondo con quello sguardo gelido e sprezzante che vi precede sempre?”
Parsifal25
06-04-2013, 03.54.40
Vidi la meraviglia e lo spavento negli occhi dei commensali......li guardai' e dissi:
"Cari amici.....di certo.....non posso permettermi di combattere una minaccia simile senza alcuna possibilità per carpire i segreti ed i punti deboli del tiranno...ne ho combattute di battaglie ma non ho mai agito di istinto o foga.....ho sempre prediletto il raziocinio...."
Fissai' Loi e risposi: "Nobile amico....non ho dimenticato la nostra missione ma lo stesso capo del villaggio mi ha detto di provare a reclutare altri cavalieri nella città di Gothia.....quindi, unendo la missione prioritaria e quella che potrebbe presentarsi innanzi......potremmo effettuare delle ricerche e raccogliere informazioni utili. Non credo, che ci sia il bisogno di scatenare una lotta impari...."
Girai' intorno al tavolo e dissi: "Noi cavalieri.....nasciamo come tali perché abbiamo votato la nostra esistenza ad un bene massimo......la nostra forza e speranza la attingiamo da Nostro Signore e dai valori dell'etica morale e giusta;il male......inquina e sporca tali dettami e noi di certo non possiamo negare il nostro aiuto ai più bisognosi. Altrimenti, perché siamo divenuti cavalieri: gloria, fama, donne, potere.....questi sono i nostri valori....io non credo.....c'è altro....." ed indicai' il cuore.
Cheyenne
06-04-2013, 08.47.25
Dopo aver cavalcato senza interruzioni per alcune ore ci trovammo di fronte a un bivio. Scesi da cavallo per cercare qualche indicazioni approfittandono per far riposare gli animali. Stavo per scoraggiarmi quando scorsi un anziano contadino che tornava dal campi. Era piccolo, come schiacciato dal perso della carretta che portava dietro di sé.
"Perdonate messere" iniziai rivolgendomi all'uomo" sapreste aiutarci con le strade? Purtroppo non vi sono indicazioni e noi desidereremmo sapere dove portano la via di destra e quella di sinistra"
Anche Urez, nel frattempo, era sceso da cavallo per poter meglio udire le parole del vecchio.
Talia
06-04-2013, 12.59.16
Silenzio.
Quando la voce di Guisgard si spense, tutto ciò che rimase intorno a noi fu quel denso silenzio.
Un silenzio quieto, sereno... un silenzio che io, nata e cresciuta a corte, non avevo pressoché mai conosciuto.
Osservai il cavaliere per un momento, quando ebbe finito di parlare...
osservai i suoi occhi, così chiari e capaci di farmi sentire tanto fragile e disarmata di fronte a quello sguardo così intenso...
lo osservai profondamente, mentre il suono sottile di quella domanda aleggiava ancora tra noi...
poi, involontariamente, sorrisi...
un sorriso senza allegria... malinconico...
“Voi non avete idea...” sussurrai allora, la voce bassa e intrisa di un sottile dolore “Voi non avete assolutamente idea di che cosa significhi avere la responsabilità di un trono ed essere una donna...”
Distrattamente mi allontanai dalla finestra e mi avvicinai a mia volta al parapetto di marmo, raggiungendolo e guardando in basso, verso la foresta...
“Se fossi un uomo sarebbe diverso... sarebbe più facile. Non dovrei dimostrare ogni giorno la mia forza, il mio valore... non dovrei preoccuparmi di nascondere ogni giorno anche la più piccola fragilità, la più piccola debolezza, la più piccola paura. Non dovrei preoccuparmi di apparire salda come una statua di marmo ed altrettanti inscalfibile. E invece... invece sono una donna!”
Tacqui e fissai la massa scura della foresta ancora per un momento...
“Voi parlate di sogni...” tornai poi a dire, spostando gli occhi all’orizzonte “Io ne avevo... quando vivevo a Sygma ed era mio padre che sedeva sul trono, io ne avevo... avevo dei sogni, dei desideri... ma poi... poi è iniziata la guerra... e le cose sono andate diversamente...”
Sospirai...
poi il mio sguardo abbandonò l’orizzonte e tornò sul cavaliere...
era davanti a me, ora...
cercai i suoi occhi con i miei...
“Voi siete qui...” dissi lentamente “Siete qui per proteggermi... per proteggere la mia persona... ed io mi fido ciecamente di voi, sir Guisgard. Ma... la forza di Sygma, la sua vera inespugnabilità sta nella mia mente. Finché io resto in piedi, finché ogni singolo abitante di Sygma crede in me, finché credono che niente potrebbe turbarmi, ferirmi o spaventarmi... allora le nostre mura non cadranno mai!”
Esitai per un attimo, scrutandolo...
“Ditemi...” mormorai poi “Ho risposto alla vostra domanda, milord?”
elisabeth
06-04-2013, 13.17.09
Ascoltai Sawas dopo che uscimmo dal monastero, quell' uomo era una sorgente di novita'.....ma appena gli sentii dire il nome di Tylesia qualcosa nella mia mente si fece largo...un ricordo....piccoli cassettini si aprivano e chiudevano come una furia sinoa quando quello giusto....mi porto' in un pomeriggio...stavo passeggiando con Liam, mio marito....mi raccontava tutto in una volta...era euforico...ero con lui.....e questo lo faceva sentire felice......poi mi disse...
"Sai Rula..il tuo nome e' bellissimo ma desidero che tu in questa terra prenda il nome di Elisabeth......lei era una zia a cui volevo particolarmente bene, viveva in un bosco diceva di esserne la Regina, mi raccontava storie incredibili, e fui particolarmente affascinato di quando per un naufragio si trovo' a vivere alcuni momenti della sua vita a Tylesia....disse che era una citta' dalla bellezza inspiegabile.....ma quello che attrasse la mia fantasia di ragazzino fu la descrizione di un giardino impossibile al passaggio che non fosse della Regina del luogo e del suo fidato cavaliere e di un Fiore...un Fiore che tutti cercavano......"
Il suo racconto fu molto piu' lungo e io fui felice di assumere il nome della zia a lui molto cara.....
" Sapete Sawas.....Tylesia esiste.....Liam, mio marito me ne parlo' moltissimo tempo fa....e mi parlo' di un Fiore...una sua zia ne era alla ricerca...cosi' come lo siamo noi ora.......lei ci arrivo' via fiume, ma non ricordo' mai come avvenne l'approdo......ma via terra c'e' sempre una strada.....ci sara'..almeno credo, I racconti molto spesso sono verita'......e Tylesia potrebbe essere la citta' che cerchiamo per questo fiore......."......ero tra l'euforico e lo scetticismo piu' puro.....avevo creduto al racconto di mio marito....ma avevo creduto perche' dovevo conoscere solo la fonte del mio nuovo nome....ma qui era diverso....qui era in gioco la vita di Elina e la realizzazione del mio desiderio..
Altea
06-04-2013, 20.04.46
Sorrisi a quelle parole.."Si, sono nobile, vi ringrazio per la vostra gentilezza ma penso la nobiltà sia qualcosa di innato nella Anima e nello Spirito..un nobile tiranno e freddo non è degno di essere chiamato con quel nome".
Finsi di bere un sorso di vino, appena per inumidire le labbra, sentii il sapore forte del vino, in verità ero totalmente astemia.
Poggiai il bicchiere di vino sul tavolo e improvvisamente vidi Lei in fondo al salone, sussultai, mi fece cenno di salire. "Scusatemi, Lord Brunos, mi gira leggermente la testa, salgo un momento in camera a rinfrescarmi...sapete non bevo mai vino o alcolici".
Uscii lentamente dal salone e entrai nella camera, quasi fiabesca, mi guardai attorno sedendomi su dei morbidi grandi cuscini posti al lato, finemente damascati, sembravano essere arrivati direttamente da Baghdad.
Vidi due donne di Luce..erano Lady Anastasiya sempre accompagnata da Eleonor.
Si porsero davanti a me, le mani incrociate sul grembo, poi dalle mani di Lady Anastasyia vidi ciondolare qualcosa...una collana.
"Ecco la tua collana.." disse con tono leggero e tranquillo, la guardai attentamente e vidi un rubino splendere alla luce della candela.
La presi in mano..Sebastian..mi amava ancora allora, cosa era successo, perchè lady Anastasiya aveva fatto ciò, d'altronde i suoi gesti avevano sempre un significato.
Ad un tratto davanti a me delle visioni, comunque...Lui vicino ad altra donna che non riuscivo a distinguere, la stringeva, ma non ero io.
Mi gettai sul letto piangendo, che valeva quel lungo viaggio per Lui da Camelot e Lui non avrebbe rischiato nulla per me.
Sentivo una mano accarezzarmi i capelli lentamente, mi voltai era Eleonor.."Sorella cara..siamo legate dallo stesso destino, non avremo mai un Cavaliere tutto per noi, ma non mi getterò nel pozzo io".
Lady Anastasiya si fece avanti..."Questa è la Maledizione del Pozzo, lo sai ciò che incombe su voi, è anche una assenza totale di allegria e tristezza dell'animo per il Cavaliere perso...ecco perchè io conto su te, perchè ti ho detto di chiedere prima, quando troverai il Fiore, di sconfiggere la maledizione sul Casato, altrimenti perderete tu e le tutte le altre a venire i vostri cavalieri...anche se vi amano".
E sparirono all' improvviso.
Questa era una dura prova, sopportare il fatto di sapere che era con altra o altre, nonostante per me ancora provasse qualosa, strinsi forte la collana e la indossai...veniva da Lui, io dovevo farcela.
Mi sistemai, asciugai le lacrime, ero pronta per scendere di nuovo.
Ritornai da Lord Brunos nel grande salone.."Scusate il protrarsi dell'assenza milord...parlavamo di nobiltà..parlate allora come un Capomazdese" lo guardai con aria di sfida, volevo sapere il suo punto di vista, ero decisa ad andare a Capomazda, qualcosa mi portava laggiù e non sapevo cosa mi portasse laggiù, forse l'aver saputo tanto su quella Gioia dei Taddei da voler veder da me stessa.
"Il piacere è stato mio, capita assai di rado di intavolare conversazioni così stimolanti.." Dissi sorridendo ai tre ragazzi, prima di salutarli.
Restai a fissarli per qualche momento mentre riprendevano la loro strada.
"..Oh, come li invidio..." sussurrai senza voltarmi "...Frequentare le università, parlare con i più grandi sapienti della nostra epoca, imparare mille cose sempre nuove..". I miei occhi brillavano, mentre una dolorosa fitta mi trapassava il cuore.
"..Cosa darei per essere come loro, per non dover lottare contro tutto e tutti in nome della conoscenza.. Come vorrei avere un'intera biblioteca a disposizione dei miei studi..". Sospirai, persa in sogni e ricordi.
La pesante porta di legno scricchiolò, ed una figura esile e silenziosa si intrufolò nella stanza.
Per quanto la luce del sole fosse alta, le pesanti tende donavano a quell'ambiente un'atmosfera lugubre e spettrale.
Nel grande tavolo accanto alle finestra, tuttavia, una torcia illuminava interi volumi, codici, scritti di ogni genere.
"Signorina Clio.." chiamò piano una voce gentile "..Signorina.. mi manda vostra madre..".
Alzai la testa dai fogli e scrutai Miriam, la mia ancella più fidata, in piedi davanti a me.
"...Non ho finito.." dissi soltanto, immergendomi nuovamente nella lettura di quel documento.
"..Ha detto che è importante.." disse Miriam, timidamente.
Sbuffai "...Mi chiedo se lo faccia apposta a disturbarmi quando sono in Biblioteca..".
Mi alzai controvoglia e raggiunsi mia madre nella sala grande.
"..mi avete fatto chiamare, Madre?" dissi, inchinandomi leggermente, mentre scrutavo l'uomo che le stava accanto.
"...Oh, Clio.. eccoti finalmente.. Si può sapere dov'eri finita?".
"..In biblioteca.. come tutti i giorni a quest'ora.." risposi secca.
Vidi l'uomo accanto a lei trasalire.
E risi, tra me e me, della sua sorpresa.
"...Allora è vero, mia cara.." disse all'improvviso il misterioso individuo.
Mia madre, visibilmente contrariata, lo interruppe immediatamente.
"..Clio, ti presento Guido da Lomatro.. tuo padre l'ha assunto come tuo nuovo tutore.. pare abbia fatto molta strada, solo per conoscerti...".
L'uomo si inchinò, con un sorriso.
Sgranai gli occhi "..Conoscere me? E a quale scopo? Non sapete che fine hanno fatto i miei precedenti tutori?" aggiunsi, in aria di sfida "Di grazia, duqnue, quali studi credete che siano adatti a me? Vi ascolto".
L'uomo sorrise e mi guardò negli occhi "...Non potete pretendere di conoscere il sapere degli antichi, senza conoscerne la lingua..."
"..Ve l'hanno detto che non c'è il convento nel mio destino, vero?" lo interruppi, bruscamente.
"..Naturalmente, e come potrebbe essere altrimenti?" con un largo sorriso "..Dunque, dicevamo, in primo luogo dovrete conoscere il Latino, il Greco.. e quando avrete preso dimestichezza con queste lingue, potrete studiare storici, filosofi, letterati, poeti.. Tutto ciò che desiderate.. Scoprirete strada facendo cosa vi interessa di più.. e quindi ci saranno altre cose da imparare..".
Restai a guardarlo con due occhi sognanti.
"Ma.. dite davvero?" sussurrai sbalordita "..Ma, perchè io?".
"Vedete, Milady… ho insegnato a lungo a giovani rampolli di nobili famiglie, che bramavano la spada più della cultura… Quando ho saputo di una fanciulla che bramava la conoscenza, ho capito che valeva la pena attraversare il mare per trovarla..".
Lo guardai di sottecchi "..Ah, si? Avete viaggiato a lungo solo per incontrarmi? Dovete amare molto quello che fate...".
Ma, nonostante il mio solito tono freddo e distaccato, quell'uomo mi incuriosiva sempre di più.
"...Come.. come avete saputo di me?" continuai, fissandolo negli occhi.
L'uomo nascose a stento un sorrisino divertito "..Sono stato per qualche tempo il tutore di Sir Cartis, il figlio.."
"..il figlio del conte de Satyris.. lo so.. un vero gentiluomo, così intelligente e scaltro.." dissi divertita.
"..Già.. Allora, vogliamo cominciare, Milady? Non temete, saprò conquistarmi la vostra fiducia".
E così era stato.
Una voce, alle mie spalle, mi destò da quel ricordo lontano.
“Io ho visto l'occhio...” all'improvviso una voce alle spalle di Clio e di Mamyon “... l'ho visto nella selva tempo fa...” era una bambina “... ci andavo a giocare con Jelena... poi lei è sparita e la mamma non mi lascia più andare a giocare là...”
Mi voltai ad osservare la bambina che aveva parlato.
Le sorrisi e le feci cenno di avvicinarsi con la mano.
"...La tua mamma ti vuole bene, piccola.. fidati di lei, è pericoloso andare là..".
Il mio sguardo divenne triste mentre osservavo i suoi occhi, e le offrii una fetta di torta.
"..Tieni, è squisita.. ne vuoi un pezzettino?" con un sorriso "...Sai, anche il mio amico più caro è sparito nella selva.. anche se io non conosco questi luoghi così bene.. magari è lo stesso posto dei Jelena.. tu mi sai dire dov'è, piccola? Dove hai visto l'occhio?".
Guisgard
08-04-2013, 02.23.15
“Allora abbiamo già diverse tracce...” disse Sawas dopo aver ascoltato il racconto di Elisabeth “... lo scritto trovato in biblioteca e questo vostro ricordo... non è male come inizio.”
Tornarono così in città e prepararono l'occorrente per intraprendere quel loro viaggio.
Sawas allora li portò nella cantina posta sotto la sua casa e mostrò loro qualcosa.
Era una carrozza di ferro, trainata non da cavalli ma da un curioso aggeggio su due ruote.
“Questa è la mia turbocarrozza” spiegò Sawas “e può muoversi senza adoperare cavalli.”
“E come è possibile?” Meravigliata Enusia. “Con che cosa si muoverà?”
“Sarà il dottor Orez a spiegartelo.” Rispose Sawas.
“Quella cosa su ruote che vedete davanti alla Turbocarrozza” indicò Orez “e che somiglia ad una sorta di pentola mobile, è in realtà un motore alimentato da frutta e fango. Con questi materiali genera carburante che poi trasforma in energia e quindi movimento.”
“Siete un mago!” Esclamò Enusia.
“No, solo un uomo di scienza.” Replicò Orez. “In verità il procedimento che adopera per muoversi è molto semplice.”
“Bene.” Fece Sawas. “Direi allora che tutto è pronto per partire.”
Salirono così tutti e quattro a bordo e Sawas azionò la sua Turbocarrozza.
Un attimo dopo, l'incredibile veicolo cominciò a muoversi e con buona velocità uscirono da Sant'Agata di Gothia.
Cominciava la loro nuova avventura.
Guisgard
08-04-2013, 02.34.00
Il contadino fissò Cheyenne e poi Urez.
“Queste due strade” disse “sono quella della Buona Avventura e quella della Pessima Avventura... nessuno però sa quale sia l'uno e quale l'altra...”
“Cosa significa tutto ciò?” Chiese Urez.
“Che una” rispose il contadino “porta ad un'avventura positiva e l'altra ad una negativa...”
“Nessuno ha mai imboccato queste due strade?” Domandò ancora Urez.
“Si...” annuì il contadino “... ma non è mai tornato per raccontarlo...”
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Guisgard
08-04-2013, 02.44.18
Parsifal terminò di parlare e gli occhi di tutti erano su di lui.
“Avete ragione...” disse Ozg “... avete ragione da vendere, amico mio!” Si voltò poi verso Loi. “Sentito? Siamo cavalieri e non possiamo tirarci indietro. Allora, cosa ne pensi?”
“Cosa vuoi che pensi?” Fissandolo Loi. “Sono costretto a venire con voi. Anche perchè, sono certo che finireste col mettervi nei guai voi due.”
Ozg annuì e poi rise forte.
“Allora” avvicinandosi ai tre cavalieri una delle tre vecchie “meritate un premio per il vostro valore...”
Le altre due vecchie portarono un libro dall'aria molto antica, per poi sfogliarlo.
“Ecco...” fece la prima vecchia “... vedete questi corredi cavallereschi?” Mostrando loro un'illustrazione di quel libro. “Sono le armi e le corazze che formavano le nobili vestigia dei tre Cavalieri degli Elementi... quello Rosso, quello Verde e quello Blu...”
Guisgard
08-04-2013, 02.50.06
Brunos accennò un lieve sorriso, per poi riempire due bicchieri di vino.
“Direi di non perdere più tempo con questi sciocchi argomenti...” disse ad Altea “... la nobiltà... in verità mi interessa poco... io amo solo la bellezza... la bellezza in ogni sua forma... e voi, in questo momento, incarnate alla perfezione qualsiasi alto ideale di bellezza... quanto a quel luogo, Capomazda... ignoro dove sia e neanche mi attrae saperlo...” le offrì uno di quei due bicchieri di vino “... il vino è come la vita... spaventa quando non lo si conosce, ma poi, assaporatolo, si comprende che è la cosa più bella...” sorseggiò un po' di quel vino “... bevetelo... esso è come un elisir, una pozione magica... vi mostrerà le meraviglie nascoste intorno a voi... quelle meraviglie negate agli occhi di chi non conosce la bellezza...”
Guisgard
08-04-2013, 02.55.26
La bambina prese la fetta di torta offertale da Clio e cominciò a mangiarla.
“Ho visto...” disse mangiando “... ho visto l'occhio nella selva... su un pozzo di pietra...”
“Tu come ti chiami, piccola?” Chiese Mamyon.
“Julia...” rispose la bambina.
“E puoi dirci come è sparita la tua amichetta?”
“Giocavamo a nascondino” fece la piccola “e Jelena si nascose dietro al pozzo... io mi accorsi di lei perchè vidi la sua ombra... corsi allora verso il pozzo, ma lei non c'era più...”
“E non ricordi qualcosa di particolare?” Domandò Mamyon. “Magari un rumore sospetto, delle voci o la tua amichetta gridare?”
“No, nulla...” scuotendo il capo Julia “... ah...” come a ricordare qualcosa “... ah, si... qualcosa c'era stato... un suono strano... ci spaventammo nel sentirlo io e Jelena... ma poi non lo sentimmo più...”
“Che suono era?” Chiese ancora il cavaliere.
“Un suono strano... forse di un corno... ma faceva venire i brividi...”
Guisgard
08-04-2013, 03.10.34
“Avete risposto...” disse annuendo Guisgard a Talia “... si, avete risposto... chissà però se lo avete fatto come regina, oppure come donna...” sorrise, per poi voltarsi a guardare la foresta circostante.
Era un sorriso come al solito enigmatico.
Un sorriso che dietro un vago sarcasmo sembrava celare molto di più.
“A me hanno insegnato che le città e i regni hanno sempre formidabili fortezze a difenderli.” Continuò. “Che rappresentano tattici punti di forza.” Tornò a fissarla. “Voi, come principessa, siete Sygma... e dunque la vostra capacità di resistere dipende dalle due fortezze che vi proteggono... la vostra Ragione e il vostro Cuore...”
Ad un tratto si udì il rintocco di una campana.
Era quella della Cappella di San Nicola.
“Oh Cielo!” Arrivando di corsa Tanis. “Oh Cielo! Ci risiamo!”
“Cosa accade?” Fissandolo Guisgard.
“Ci risiamo!” Esclamò ancora la marionetta. “Stanno di nuovo litigando animatamente!”
“Chi?” Chiese Guisgard.
“Il Pedone, l'Alfiere ed il Re!”
“Come sarebbe?”
“Ecco...” mormorò Tanis “... il padrone, che ama molto il gioco degli scacchi, decise, mesi fa, di costruire una grande scacchiera animata, con i vari pezzi in grado di muoversi al solo comando della voce... tuttavia questi pezzi, quando non sono sulla scacchiera a giocare, amano intavolare varie discussioni, sui temi più disparati... religione, arte, economia ecc... ora stanno parlando di politica e come al solito sono sul punto di litigare!”
“E tu perchè ti preoccupi tanto?” Domandò Guisgard,
“Perchè io sono responsabile dell'ordine in questo castello!” Preoccupato Tanis. “E so che ora, come sempre, verranno alle mani!”
“Allora torna da loro e fa da arbitro alla discussione.” Fece Guisgard.
“Impossibile!” Categorico Tanis. “Non mi ascoltano! Sono dannatamente testardi!”
Altea
08-04-2013, 15.13.14
Avevo quel bicchiere in mano, osservavo quell' uomo molto affascinante ma alquanto strano e bizzarro, e facendo finta di nulla mi diressi verso il camino acceso..."Non conoscete Capomazda? La Gioia dei Taddei..la storia dei Duchi" fingendo di bere "allora promettetemi verrete allo spettacolo che daremo e ne saprete di più" e avvicinatami al camino, mi voltai di scatto e repentinamente feci scivolare le mani all'indietro gettando il vino sulle braci ma senza farle spegnere fortunatamente.
Sospirai, tenendo sempre le mani all' indietro per non far notare il bicchiere già vuoto.."Ottimo questo vino milord, avevate ragione" dissi con un sorriso ironico.."Però io vi parlerò della bellezza...che tanto adulate in me..si dice la bellezza a volte sia effimera, ingannatoria. Attorno a voi, in questo Palazzo, nel vostro abbigliamento vi vedo circondato da oggetti stupendi, affascinanti..eppure...è solo Apparenza, voi amate solo ciò che Appare senza andare a fondo alle cose. Non trattereste mai una donna brutta o con qualche difetto fisico come ora state trattando me vero...e perchè? Se avesse un Animo bello, il suo volto deforme potrebbe splendere della bellezza della sua Anima..non soffermatevi alle apparenze, o rimarrete ingannato, non ci avete mai pensato?" e portai le mie mani conserte davanti con il bicchiere di vino vuoto.
Ascoltai il racconto della bambina, con una stretta al cuore.
Poi, fissai Mamyon con uno sguardo d'intesa, mi sporsi verso di lui.
"...il pozzo, la selva, quel rumore... Non ti sembra uno scenario familiare?" Sussurrai.
Distolsi lo sguardo per tornare ad osservare Julia.
Cercavo le parole giuste, parole gentili e comprensive, ma anche un modo per saperne di più senza spaventare la piccola.
Ma le parole mi morivano in gola, e restai per un momento immobile, incapace di proferire parola.
Così, sorrisi alla bimba.
"...grazie, Julia... Ci sei stata di grande aiuto" con un sorriso.
Se prima avevo qualche dubbio a riguardo, ora sapevo per certo che quella strana setta c'entrava con la scomparsa di Lucius. Un brivido freddo mi attraversò la schiena.
Guardai il cavaliere di fonte a me "...che facciamo adesso? Secondo te dobbiamo tornare la?"
Cheyenne
08-04-2013, 15.58.38
Ci trovammo così di fronte ad un dilemma.
"Dobbiamo scegliere per forza a quanto pare...che facciamo?" dissi rivolgendomi a Urez dopo che il vecchio contadino si fu allontanato.
"Destra o sinistra? Buona o cattiva sorte? "
Mi avvicinai a guardare meglio gli altarini posti all'inizio delle due strade.
Riflettemmo a lungo sul da farsi mentre il pomeriggio stava passando. Attendemmo un eventuale passante in modo da ottenere ulteriori informazioni invano.
"Basta, sono stufa di aspettare, una vale l'altra a questo punto, abbiamo le stesse possibilità di fare giusto o sbagliato.Buttiamoci" così dicendo diedi un colpo di tacco al cavallo lasciandolo a briglia sciolta.
Fu così che imboccammo la strada con a capo la statua di un angelo.
elisabeth
08-04-2013, 20.32.33
Sawas era stato molto deciso..il mio racconto si era straordinariamente sposato con la pagina da lui trovata....
Ritornammo verso casa sua e sotto la casa....sorpresa ?....una carrozza....una carrozza straordinaria, se lo avessi raccontato nel mio paese forse qualche scienziato come Orez..mi avrebbe creduto....salimmo allora per iniziare il nostro meraviglioso viaggio, Enusia era accanto a me...e' Una favola.....io sto vivendo una favola.....Sawas e se Liam avesse ragione.....sua zia era la Regina del bosco vicino a Tylesia.....le maghe a quanto pare non muoiono mai...Orez....voi siete uno scienziato avete creato questa bellezza.......nel bosco ci potrebbe essere una risposta..".....la carrozza andava speditamente......ed io ero come se in un sogno fantastico stavo vivendo la mia avventura
Guisgard
08-04-2013, 21.31.15
La Turbocarrozza attraversava spedita la regione, tagliando rapida la selva e avvistando già, nonostante l'imbrunire, i confini di quella regione.
“Se quelle storie sono vere” disse Sawas ad Elisabeth “allora forse troveremo quella donna. Chiunque sia.” Si voltò poi verso Orez. “Ora serve una sbirciatina sul nostro Atlante Temporale.”
“Giustissimo!” Fece Orez.
Il dottore prese allora un libro e lo aprì.
E le pagine si piegarono a formare un cartonato in tre dimensioni.
“Allora...” cercando su quel cartonato Orez “... duenque... Tylesia... ecco, trovata!” Esclamò. “Allora...” cominciando a leggere “... Tylesia, antica città leggendaria della mitologia Capomazdese. Essa è legata al cosiddetto Ciclo del Fiore e attorno al suo nome sono sorti molti miti. E secondo la tradizione Tylesia fu distrutta da un cataclisma.”
“Quindi non esiste più?” Domandò Sawas.
“Ammesso sia esistita davvero.” Fece Enusia.
“Forse” replicò Orez “il nostro ruolo ci impone di credere ai miti e alle leggende, amici miei...”
Guisgard
08-04-2013, 21.38.46
L'Arconte Meccanico attraversò rapido le scale, fino a raggiungere una stanza in fondo ad un lungo corridoio.
Qui trovò il Maestro George.
“Sai bene che non voglio essere disturbato quando sono immerso nello studio...” disse questi.
“E' importante, Maestro...”
“Spera per te che lo sia davvero...”
“Una mia spia a Sygma” fece l'Arconte “mi ha informato che la principessa non è mai arrivata lassù...”
George alzò lo sguardo e lo fissò.
“Si, non è mai arrivata.” Continuò l'Arconte. “E anzi, non era neanche attesa... dunque è ovvio che ha mentito... probabilmente si è allontanata volontariamente.”
“Ma non può averlo fatto da sola...” mormorò George “... dov'è il Capitano della Guardia?”
“E' al suo posto.”
“E i cavalieri?”
“Nel Ludus Magnus.” Rispose l'Arconte. “Ne ho visti tre proprio stamani.”
“E gli altri due?”
“Uno è in licenza fino ad oggi.”
“E l'altro?”
“Credo sia anch'egli nel Ludus Magnus.”
“Credi?” Fissandolo il Maestro.
“Controllerò subito, Maestro.”
“Chi è?”
“E' quel sir Guisgard...”
“Va subito a controllare.” Ordinò George. “
Fallo subito, o giuro che farò massacrare tutti gli abitanti adulti di questa città e gettare tutti i bambini nell'inferno degli stuprati a mano mozze!”
L'Arconte annuì e corse via.
Intanto, Clio e Mamyon erano ancora in quella locanda.
Il cavaliere appariva pensieroso.
“Si, credo di si...” disse poi a Clio “... si, bisogna tornare là... ma non voglio che ci sia anche tu. Quel posto è pericoloso. Ci andrò con gli altri quattro cavalieri della principessa. Riuscirò a convincerli. E una volta insieme, non correremo alcun rischio. Nessuno infatti attaccherebbe cinque cavalieri.” Prese le mani di lei nelle sue. “Clio, mi aspetterai al casale. Con te ci sarà Densesu. E ti prometto che presto tutto questo finirà.”
Guisgard
08-04-2013, 21.42.30
Brunos sorrise a quelle parole di Altea.
“Voi” disse “scegliereste un uomo disgustoso o deforme come compagno? Anzi, non malformato, anche solo brutto o per niente attraente... lo scegliereste? No.” scuotendo il capo. “Voi, come tutte le persone, sognate un uomo bello, affascinante, carismatico e poi, forse, dolce e sensibile. E' solo ipocrita chi dice di guardare all'animo di un uomo o di una donna. Solo una vuota ed ostentata dimostrazione di profondità. In verità siamo tutti attratti dalla bellezza. Al di sopra di tutte le altre cose. Sbaglio? Dimostratemi che sono in errore e vi concederò qualsiasi cosa... accettate?” Sorseggiò altro vino. “Ho uno stalliere gobbo e dai tratti irregolari. Egli però è l'uomo più buono e generoso che io conosca. E visto che voi siete così virtuosa e sensibile, voglio premiare la sua fedeltà verso di me facendogli passare una sera in vostra compagnia... cosa ne pensate?”
Guisgard
08-04-2013, 21.47.04
Così, Cheyenne e Urez imboccarono la strada di destra.
Penetrarono allora nel cuore della boscaglia, in mezzo ad un trionfo di colori, dominati dal verde in mille e più sfumature, dal profumo dei campi e da un cielo solo appena velato da qualche nuvola.
Dopo un pò arrivarono ad una chiesetta immersa nella vegetazione.
La porta era aperta ma sembrava deserta.
Urez allora vi entrò e vide sull'altare un'Ostia esposta in una teca incastrata su un calice.
“E' il Santissimo Sacramento...” disse all'improvviso qualcuno alle loro spalle “... è esposto per i fedeli, affinchè possano adorarlo...”
Era una donna, anche se non giovanissima, molto bella, vestita con un abito austero, ma signorile.
In mano stringeva un Rosario.
http://farm3.static.flickr.com/2112/2348334641_afbfc63ff8.jpg
Altea
08-04-2013, 21.56.50
Mi morsi il labbro per placare la mia rabbia udendo quelle parole di lord Brunos...che ne sapeva lui di me?
"Una prova...?Sappiate" dissi a un tratto con le lacrime al volto e poggiando forte il calice vuoto sul tavolo di legno pregiato "che la sottoscritta, seppur ne decantiate la bellezza, come tutti...è stata abbandonata dopo un pegno d' Amore e credendo all' Amore da un Cavaliere che amava più della sua vita....e ora ditemi Voi, milord...a cosa era servita la mia bellezza se l'uomo che ho amato e amo è fuggito da me?".
Mi ricomposi asciugandomi le lacrime..."Quanto al vostro stalliere, sarei lieta fosse nostro ospite a cena, non ho intenzione di passare una nottata d'amore nè con lui nè con voi....e se darete risposta al quesito che vi ho appena posto allora rimarrò qui, altrimenti sarò libera di andarmene".
Cheyenne
08-04-2013, 22.51.42
Cominciammo a percorre il sentiero e il paesaggio che ci circondava pareva tratto da una fiaba.
Senza problemi giunsimo nel pressi di una cappella.
Smontammo da cavallo e ci guardamno intorno incuriositi.
La porta dell'edificio era stata lasciata aperta ma nei dintorni non notai nessuno.
Entrati vicino sull'altare, posta proprio al centro, una sorta di candelabro a forma di croce e nel centro, all'interno, era posto un cerchio bianco che pareva composto da qualche farina. Mi avvicinai all'oggetto per vederlo meglio quando una voce misteriosa, proveniente dal fondo della navata, non ci spiegò il significato del manufatto.
Io e Urez ci voltammo stupefatti per aver scoperto di non esser soli.
Al nostro cospetto ci trovammo un bella donna, elegantemente vestita di bianco e azzurro, dai biondi capelli raccolti in trecce sulla nuca e un rosario tra i palmi delle mani. I suoi occhi, anch'essi di color azzurro cielo emanavano serenità e pace, così come il tono della sua voce.
"Sembra la Madonna" mormorai piano verso Urez, riportando alla mente un'immagine che avevo visto durante la processione nello strano villaggio in cui avevamo sostato.
Anche Urez pareva colpito e non aveva ancora proferito qualcuna delle sue pungenti frasi da so tutto io.
Mi avvicinai alla donna, ammirata e le domandai che posto fosse questo.Poi, incoraggiata dal sorriso della bella signora, le chiesi chi fosse e le spiegai prevemente il nostro viaggio, in particolare la scelta del sentiero al bivio, sperando di aver conferma della giusta scelta.
Scossi la testa a quelle parole del cavaliere, senza però togliere le mani dalle sue.
"..Gli altri? Ma hai sentito cosa ti hanno detto l'altra volta? Come pensi di convincerli ad aiutarti?".
Sbuffai "..Comunque, per quanto mi costi ammetterlo, avrete più successo senza di me.. non voglio certo esservi di impiccio".
Restai per un momento a guardare lontano, come a voler rincorrere un pensiero sfuggente.
Chiusi gli occhi ed inspirai profondamente.
"..Senti, mi fido di te.. so che farai il possibile, davvero.. ma devi stare attendo.." Mi fermai, nel vedere la sua espressione "...Si, lo so, lo so..." dissi con un cenno della mano "..Sei il cavaliere migliore del mondo, nessuno può tenerti testa, nessuno può sconfiggerti.." dissi sorridendo, come fosse una cantilena.
Strinsi più forte le sue mani.
"..Ma devi fare attenzione lo stesso.. non voglio perdere anche te.." continuai piano, guardandolo negli occhi.
"Comunque." dissi, sorridendo "..Non ho la minima intenzione di starmene con le mani in mano... Facciamo così, io me ne starò buona nel casale, ma prima mi porterai nella biblioteca cittadina.." lo guardai con uno sguardo che non ammetteva repliche "..Se vuoi puoi andare al palazzo e lasciarmi con Densesu, ti fidi di lui, no? Non mi caccerò in nessun guaio, promesso... Ma devo saperne di più su questa storia.. Mi basterebbe anche un libraio ben fornito.. ho abbastanza denaro per comprare il libro che cerco..".
Improvvisamente, si era delineata nella mia mente la strada da seguire per tentare di scoprire qualcosa su quella setta.
I cavalieri avevano le loro armi e non potevo in alcun modo competere con loro, ma avrei usato tutte le mie capacità per aiutare Lucius.
"..Allora, mio caro..." Alzandomi dal tavolo, sorridendo "..Vogliamo andare?". E gli feci l'occhiolino.
Guisgard
09-04-2013, 01.40.08
Brunos sorrise a quelle parole di Altea.
“Come immaginavo...” disse con tono sarcastico “... e sia, risponderò a quanto mi avete chiesto... conosco il nome di Capomazda solo per sentito dire da vari viaggiatori giunti qui... in verità non mi interesso molto di cose che non riguardano la mia ricerca della bellezza... quanto a quella che definite la maledizione dei duchi, beh, vi dirò... per me l'unica maledizione esistente è quella che potrebbe privarmi della mia bellezza...”
Ad un tratto giunse una servitrice.
“Milord...”
“Cosa c'è?” Chiese Brunos.
“Volete che il fiore domattina resti nella serra?”
“No, lo porterete nel cortile” rispose Brunos “così che possa nutrirsi della luce del Sole. E mi raccomando, badate che non si sciupi. Sapete che è inestimabile.”
La servitrice annuì ed uscì.
“Va bene...” rivolgendosi Brunos ad Altea “... io non ho certo intenzione di prendervi con la forza... ma so che non resisterete a lungo alla mia bellezza...” si alzò dalla sedia “... per stanotte dormirete in una delle stanze degli ospiti... domani vedremo... la vostra stanza, uscendo da qui, è quella in fondo al corridoio. Vi auguro la buonanotte.” E si ritirò.
Guisgard
09-04-2013, 02.11.38
“Tanto so che non cambieresti idea comunque.” Disse sorridendo Mamyon a Clio. “E va bene. Ti porterò nella più grande biblioteca di questa città. Ma Densesu resterà con te. Così saprò che non ti caccerai nei guai. Ah...” fissandola con aria sarcastica “... fa poco la spiritosa, signorina, circa le mie qualità di miglior cavaliere del mondo.” La prese fra le braccia. “Perchè so farmi valere non solo come cavaliere...” le fece l'occhiolino e un momento dopo la sua espressione si fece seria.
La guardò per qualche istante negli occhi, per poi baciarla.
Poco dopo i due erano già in cammino verso il casale.
Qui trovarono Densesu ed insieme a lui si diressero poi nella più grande Biblioteca di Sant'Agata di Gothia.
Era gestita da una donna, di nome Marlyan.
In passato la biblioteca era appartenuta al Vescovado e dei suoi libri ne usufruivano tutti i maestri e gli studenti della scuola cattedrale.
Lo stesso vescovo, uomo di cultura, aveva raccolto negli anni una gran quantità di testi, alcuni molto rari e preziosi, arricchendo così la biblioteca di straordinari capolavori letterari.
“All'interno della biblioteca” spiegò Mamyon a Clio “troverai una donna. Chiedi a lei dei libri o degli argomenti che ti interessano. Quando avrai trovato ciò che cerchi, ritornerai con Densesu al casale. Io vi raggiungerò là appena avrò parlato con gli altri cavalieri. A presto.” La baciò ancora e poi si diresse al Palazzo Reale.
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Guisgard
09-04-2013, 02.27.19
“Questa è la Cappella di San Giovanni.” Disse la misteriosa donna a Cheyenne. “E' dedicata a San Giovanni Battista e a San Giovanni Evangelista. Qui si viene ad adorare il Santissimo Sacramento esposto.” Guardò poi con attenzione Cheyenne. “Io sono semplicemente una penitente. Sono qui per pregare davanti al Corpo di Nostro Signore e per chiedere il perdono dei miei peccati.”
“E questa chiesa è sempre così vuota?” Domandò Urez.
“Si riempie” rispose la donna “all'ora della messa. Per il resto non è molto frequentata.”
“E non vi è il sacerdote ora?” Chiese il cavaliere.
“Credo sia andato a portare l'Ostia ad una donna anziana impossibilitata a venire in chiesa.” Fissandolo la penitente.
Tornò poi a guardare Cheyenne.
La ragazza aveva narrato del loro viaggio e della loro ricerca alla misteriosa donna.
“Interessante il vostro viaggio...” mormorò “... ma siete fortunati. Ciò che state cercando non è lontano da qui.”
"...Ma sentilo..." Dissi ridendo, abbandonandomi a quell'abbraccio e a quel bacio così dolce e appassionato.
Poco dopo, in compagnia di Densesu, raggiungemmo la biblioteca e Mamyon si accomiatò per andare al palazzo, in cerca degli altri cavalieri.
Io e il fido scudiero entrammo nella grande biblioteca.
La mia meraviglia cresceva ad ogni passo. Camminavo con la testa all'insù, senza guardare dove mettevo i piedi e rischiando di inciampare due o tre volte.
Volumi di immenso valore, di ogni genere e fattura, erano sistemati in ampi scaffali.
Mi avvicinai alla donna descritta da Mamyon e mi feci indicare il settore dove si trovavano i libri che stavo cercando.
Iniziai così a vagare per gli scaffali, sfiorando delicatamente il dorso di codici di ogni tipo e valore.
Per un momento, dimenticai cosa stavo cercando, immersa com'ero in quel profumo di sapere.
Poi, la vista del libro che mi era stato prezioso alleato, mi destò dai miei vaneggiamenti.
Lo presi delicatamente dallo scaffale e tolsi con un cenno della mano la polvere che vi si era depositata.
Completai la mia ricerca con un erbario e un volume miniato della Cronica Nolhiana, memore della chiacchierata con gli studenti.
Mi avvicinai, con il mio pesante carico, verso un grande tavolo, illuminato da una luminosa candela.
"...Beh, cominciamo così.." Dissi sorridendo.
Feci cenno a Densesu di avvicinarsi e mi sedetti di fronte ai libri.
Dovevo fare con ordine.
L'erbario poteva decisamente aspettare.
Guardai il volume della Cronaca Nolhiana, incerta.
Cos'era prioritario? Il Fiore Azzurro o l'occhio?
"...No.." Sussurrai piano "... Il Fiore è un tesoro inestimabile per molta gente... Io devo capire cosa vogliono farci questi...".
Lasciai così da parte anche la Cronaca per concentrarmi sul grande libro rilegato finemente, che avevo sulla destra.
Sorrisi, pensando a quanto mi fosse stato utile in passato.
"...Andiamo, vecchio mio..." Sussurrai iniziando a sfogliarlo decisa
Il libro, all'apparenza, non era che una semplice raccolta araldica, commissionata da alcuni "nobili nuovi" che volevano evitare di adottare simboli poco consoni o equivoci per lo stemma del loro casato nuovo di zecca.
Risi tra me e me, pensando alle parole di mio padre su quell'argomento.
"Oh, certo.." Disse l'uomo sbuffando "..adesso lo stemma si sceglie da un libro.. E in che modo, aprendolo a caso? Come può uno stemma non avere una storia, una tradizione?" Scuotendo la testa.
Ma quelle polemiche a me non interessavano.
In quel libro, infatti, c'era molto di più.
L'uomo a cui era stato dato il compito di redigerlo non era un semplice cortigiano ma uno studioso che aveva dedicato la vita allo studio dei simboli in ogni paese e cultura conosciuta.
Dunque, erano descritte minuziosamente centinaia e centinaia di simboli o raffigurazioni iconografiche.
In seguito mi sarei dedicata all'analisi di tutte le possibili raffigurazioni del Fiore Azzurro.
In quel momento, però, stavo cercando altro.
"...ecco qui..." Dissi accarezzando la pagina con un dito "...l'occhio..".
Era incredibile vedere quanto fosse usato come simbolo, e nelle culture più diverse. Ma infondo, pensai non c'era da stupirsi che fosse così.
Guardai le splendide miniature e passai in rassegna le varie e possibili raffigurazioni.
L'occhio di Horus, decisamente, non poteva essere.
Ma nemmeno, pensai, quello raffigurante la Trinità, incastonato in un triangolo con o senza raggi.
Poi, quasi sussultai.
"...Eccolo, è proprio questo..." Bisbigliai, osservando la miniatura che raffigurava un occhio straordinariamente somigliante a quello che avevo visto in quella cripta.
Presi un profondo respiro e iniziai a leggere.
Altea
09-04-2013, 15.02.14
Rimasi sola in mezzo al corridoio...certo che quell' uomo non vedeva nulla all' infuori della sua Bellezza e della ricerca di Bellezza, doveva possedere tutto ciò che era bello.
Ma rimasi piuttosto pensierosa a quelle parole della servitrice e lord Brunos...di che fiore stavano parlando? Era impossibile fosse proprio...quel Fiore.
Ormai si stavano tutti ritirando, i servi spegnevano le torce e aprii la porta indicatami da Lord Brunos..perchè mai non avrei dovuto dormire nella camera che mi era stata data all'inizio, avevo pure le mie vesti laggiù e il mio borsello.
E, infatti, con sorpresa aprendo la porta mi trovai in una stanza angusta, un semplice letto di legno, un tavolo, un armadio e una sedia e nemmeno di legno pregiato...era probabilmente la camera di una serva.
Era una prova? Voleva mettermi alla prova visto gli avevo detto che lui amava solo attorniarsi di belle cose? Non vi era problema per me, accesi una candela sul comodino, e mi posai sul duro giaciglio, presi in mano la collana e la facevo ciondolare davanti a me..."Si, io ti troverò, anche se tu fossi già sposato, fidanzato a un'altra...ma voglio una spiegazione."
In quella angusta camera mille pensieri prendevano sopravvento, pensai a Vivian..che cosa stava subendo ora, la solitudine che pervadeva ora il mio cuore o la inquietudine.
Mi alzai di scatto...presi la candela e aprii lentamente la porta, tolsi le scarpe e prendendole in mano camminai a piedi nudi fino alla porta della stanza in cui fu accolta all'inizio per prendere almeno una camicia da notte e il borsello, ma era chiusa a chiave e battei i piedi dal nervoso sul freddo marmo.
Non riuscivo a dormire, e non certo perchè bramavo di entrare nella stanza del Bel Lord...il Fiore...ero curiosa, e se l'indomani lo avrebbero nascosto prima che potessi vederlo? Non potevo espormi parlandone col primo venuto, soprattutto con quell' uomo dai futili pensieri.
Quindi continuai a camminare per il buio corridoio rischiarata solo dalla candela, i miei piedi freddi dal contatto col marmo che tentavano di non fare passi falsi e rumore e mi trovai in giardino.
Camminai per un pò e finalmente vidi ciò che sembrava una serra, aprii la porta...non era chiusa a chiave e sgattaiolai dentro, guardavo i fiori ma erano pochi e tutti normali finchè sopra a un tavolo intarsiato di avorio vidi un Fiore mai visto prima...era molto strano e avvicinandomi lo illuminai con la candela per osservarlo meglio.
elisabeth
09-04-2013, 16.07.52
E si vagava tra monti e fiumi e laghi nascosti....tutto mi sembrava cosi' profondamente bello...ero estasiata...senza che alcun ombra mi passasse nella mente.....mi senti ragazzina e poi bimba...ero in grado di credere ad un mondo a cui i grandi non riuscivano piu' a credere...anzi noi grandi non riuscivamo piu' a vedere.......mi avvicinaiad Orez mentre prendeva quelle carte che sembravano aprirsi in grandi paesaggi...." Si'...Elisabeth....la mia prozia....fantastica...sapete una cosa ?...alla fine quando Tylesia fu distrutta, ogni persona si dedico' alla ricostruzione........Liam mi racconto' che con Elisabeth ci fu un certo Reas era una guardia fidatissima della Regina e Lady Altea, compagna di naufragio della prozia......quindi se cio' corrispondesse a realta'......qualcosa dovra' pur esserci.......".....incominciai a scrutare la cartina con loro...Enusia....mi era accanto e in lei percepii una forte presenza......" Gia' Enusia a quanto pare Elisabeth era una maga..."....
Talia
09-04-2013, 17.37.21
Fissai il cavaliere a quelle parole...
lo fissai a lungo...
“E’ giusto...” mormorai poi, lentamente “E dunque, credo, avete trovato una ulteriore risposta a quella vostra domanda... vi siete risposto da solo... perché... perché, se quelle due fortezze cadessero, come posso prevedere cosa ne sarebbe di me? O cosa ne sarebbe di tutti noi...”
Continuai a fissarlo per molti minuti, senza parlare...
avevo gli occhi nei suoi ed osservavo quella strana luce che gli illuminava lo sguardo, chiedendomi cosa stesse davvero pensando...
E poi, proprio in quel momento, quel rumore...
Ad un tratto si udì il rintocco di una campana.
Era quella della Cappella di San Nicola.
“Oh Cielo!” Arrivando di corsa Tanis. “Oh Cielo! Ci risiamo!”
“Cosa accade?” Fissandolo Guisgard.
“Ci risiamo!” Esclamò ancora la marionetta. “Stanno di nuovo litigando animatamente!”
“Chi?” Chiese Guisgard.
“Il Pedone, l'Alfiere ed il Re!”
“Come sarebbe?”
“Ecco...” mormorò Tanis “... il padrone, che ama molto il gioco degli scacchi, decise, mesi fa, di costruire una grande scacchiera animata, con i vari pezzi in grado di muoversi al solo comando della voce... tuttavia questi pezzi, quando non sono sulla scacchiera a giocare, amano intavolare varie discussioni, sui temi più disparati... religione, arte, economia ecc... ora stanno parlando di politica e come al solito sono sul punto di litigare!”
“E tu perchè ti preoccupi tanto?” Domandò Guisgard,
“Perchè io sono responsabile dell'ordine in questo castello!” Preoccupato Tanis. “E so che ora, come sempre, verranno alle mani!”
“Allora torna da loro e fa da arbitro alla discussione.” Fece Guisgard.
“Impossibile!” Categorico Tanis. “Non mi ascoltano! Sono dannatamente testardi!”
“Non ascoltano?” domandai, vagamente sorpresa e leggermente divertita dall’agitazione della marionetta “E’ un vero disagio... E diteci, Tanis... possiamo, forse, esservi di aiuto in qualche modo?”
Guisgard
09-04-2013, 18.40.22
“Forse” disse Guisgard a Talia “ciò che ci spaventa non sempre è un male, anzi...” la sua voce si fece più bassa, quasi un sussurro, nel pronunciare quelle parole “... e forse di quelle due fortezze solo una è davvero importante... voi...” fissandola con più intensità “... voi avete mai ascoltato davvero il vostro cuore? Facendo cessare tutte le altre voci intorno a voi? Ascoltando solo il vostro cuore?”
Ma proprio in quel momento arrivò Tanis.
“Oh, si, milady...” annuendo a ciò che poi Talia gli disse “... magari a voi daranno ascolto... vi condurrò da loro... prego...”
“Tutti i regni, stati e città sono retti da regimi” disse il Re “che si differiscono dal numero di coloro che detengono il potere.”
“A seconda” intervenne l'Alfiere “se il potere è in mano ad uno, a pochi o a molti.”
“E sono detti rispettivamente” fece il Pedone “Monarchia, Aristocrazia e Democrazia.”
“Tutte e tre queste forme di governo” sentenziò il Re “sono naturali e dunque positive.”
“Conoscono negatività solo quando mutano nelle loro forme corrotte” annuendo l'Alfiere “e ovvero in Tirannide, Oligarchia e Oclocrazia.”
“Ossia” completò il pedone “quando al re si sostituisce un capo illegittimo, quando alla nobiltà di sangue subentra quella di possesso e quando ai rappresentanti del popolo si sostituisce l'istinto della massa.”
“Ora bisognerà discutere” fissando gli altri due pezzi il Re “chi fra esse è la migliore. Io credo, senza timore di essere smentito, che la principale sia la Monarchia, visto che soddisfa in pieno la concezione che il potere scende dal Cielo e che se vi è un solo uomo a rappresentarlo il tutto è molto più semplice.”
“Io invece credo che la migliore sia l'Aristocrazia.” Disse l'Alfiere. “Se vi sono più uomini scelti da Dio, sarà più semplice tenere a bada le debolezze e i limiti di ciascuno.”
“Io ritengo che invece sia la Democrazia ad essere la migliore forma di governo.” Fissandoli il Pedone. “Voi, per le vostre tesi, partite da un errore di fondo... il potere è del popolo e sua è la sovranità. Per questo spetta ad esso eleggere i propri rappresentanti.”
I tre allora cominciarono a discutere animatamente.
“Signori!” Entrando Tanis con Guisgard e Talia. “Possibile che finiate sempre per litigare tra voi? Anche ora che abbiamo ospiti!”
“Allora saranno i nostri ospiti” voltandosi il Re “a fare da arbitri a questa discussione.”
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Guisgard
09-04-2013, 19.02.15
Clio aveva trovato qualcosa riguardante quel misterioso Occhio.
Cominciò così a leggere:
“L'Occhio Illuminato è un simbolo antichissimo, denominato dalla Scolastica Capomazdese Archetipo di Naughe, che richiama antiche tendenze religiose pagane precristiane.
L'Occhio giunse in queste terre in seguito alla migrazione di coloni bretoni e si diffuse tra alcuni giovani poeti e letterati che adoperavano questa simbologia in chiave anticlericale.
Il gruppo non aveva propositi religiosi, ma solo racchiudersi sotto un simbolo chiaramente critico verso il Clero e la nobiltà.
Tuttavia questi letterati ben presto cominciarono a mostrare il vero intendo della loro confraternita, organizzando raduni orgiastici e riti volti a soddisfare i sensi più bassi dell'animo umano.
Tutto ciò spinse l'Arciduca Oneas a proclamare fuorilegge la confraternita.
Incaricò allora sir Rodolfo di Ferrabronzo, capitano di ventura, a combattere i devoti dell'Occhio.
In pochi mesi gli adepti del gruppo furono arrestati, processati e impiccati tutti.
Tuttavia, nella confraternita, non tutti erano interessati solo all'aspetto politico e sociale.
Uno dei membri, l'unico a sfuggire all'arresto, lasciò il ducato per nascondersi nel regno di Sygma.
Il suo nome era...”
Ma a questo punto il testo appariva bruciato e si interrompeva.
Guisgard
09-04-2013, 19.17.56
Altea, entrata nella serra, vide qualcosa e si avvicinò.
Illuminandolo con la candela si accorse poi che era una bottiglia a forma di fiore.
Probabilmente adoperata per innaffiare i vari fiori della serra.
Intorno a lei vi erano molti fiori, tutti belli e ben curati.
Poi, quasi per caso, si accorse di qualcosa in fondo.
Era un vaso sotto una campana di vetro.
E dai riflessi sul vetro si poteva vedere qualcosa al suo interno.
Sembrava un fiore.
“Voi...” disse all'improvviso qualcuno “... come siete entrata qui?” Era una servitrice.
Altea
09-04-2013, 19.43.24
Scossi il capo, che sciocca...era una bottiglia e la presi in mano, guardavo con attenzione i fiori che mi circondavano, vi era un profumo tra l'acre della terra e il profumo che emanavano.
Poi alzai gli occhi e vidi una campana di vetro, che sembrava racchiudere un vaso con un fiore....un ricordo di un racconto passato davanti al focolare di quando ero piccola e mio padre amava raccontarci le storie dei nostri antenati...
"E così la vostra antenata...lady Altea giunse in quella misteriosa città
luminosa, mai vista prima...Tylesia.
Ella, di cui tu porti il nome" disse sorridendomi e indicandomi "narrava di aver visto un Fiore, dietro un cancello di un regno e di un Giardino dove vi era impossibile entrare, chiuso da un lucchetto di diamanti. Più volte tentò di aprirlo, era proprio testarda come te piccola Altea.., ma non ci riuscì mai, disse di averlo solo visto in una teca di cristallo forse, se non sbaglio dal libro scritto proprio da lei su questa avventura.
Poi ella conobbe un nobile, lord James Richard II Trevor, che sposò e al suo ritorno a Camelot continuarono la nostra dinastia, poi come sapete, ella ebbe lady Anastasiya...quel Fiore dice era Azzurro".
Sobbalzai mentre mi avvicinavo a quella campana di vetro, mentre pensavo a tutto questo...mi voltai di scatto era una delle serve.
"Scusatemi, che sto facendo di male..non riuscivo a dormire e cosi ero scesa in giardino...e sono giunta qui? Vi è qualcosa che non dovrei vedere forse?"
Guisgard
09-04-2013, 19.48.47
Più procedeva il cammino della Turbocarrozza, più Elisabeth si sentiva presa da quel viaggio.
Attraversavano una regione perlopiù sconosciuta, fatta di foreste, vallate, colli e monti.
La natura qui era selvaggia, incontaminata, a tratti inaccessibili ed abitata da secoli di leggende e tradizioni.
La civiltà in questi luoghi dalle fattezze primordiali era giunta con le truppe Capomazdesi e i vari mercanti che dal ducato raggiungevano poi tutte le più importanti città del Nord.
Il racconto di Elisabeth sull'antica Tylesia catturò l'attenzione dei suoi compagni di viaggio, soprattutto Enusia.
“Doveva essere una città dai tratti fiabeschi questa Tylesia...” disse sognante.
“In verità” fece Orez “le città, come tutte le cose di questo mondo, sono destinate a nascere, crescere e inevitabilmente a morire.”
“Come siete cinico!” Fissandolo Enusia.
“Eh, è la vita, ragazza mia.” Mormorò il dottore.
Ad un tratto apparve un lungo fiume che tagliava in due la foresta.
Dalle sue acque salivano intensi vapori.
“L'Atlante Temporale” disse Orez “indica che si tratta del Calars, il fiume dalle acque calde... seguendo il suo corso si giungerà poi alla sua foce... lì, secondo i miti, sorgeva Tylesia...”
La Turbocarrozza allora aumentò la sua velocità, percorrendo l'intero corso del Calars.
Erano passati molti anni dall'epopea in cui Tylesia dominava queste terre e oggi era molto più semplice viaggiare attraverso questi luoghi, un tempo sconosciuti e impenetrabili.
E verso il crepuscolo, la Turbocarrozza raggiunse la foce del Calars.
Qui ai loro occhi si mostrò uno spettacolo sconcertante.
Le rovine di una colossale città dominavano l'intero paesaggio.
http://fc09.deviantart.net/fs24/f/2009/241/3/b/Desert_fantasy_city_by_Inkarnus.jpg
Lessi le parole riguardante l'occhio, tutto d'un fiato, seguendo con il palmo della mano lo scorrere delle righe.
Restai impietrita, nel vedere che il testo era bruciato proprio dove era più importante.
Sbuffai scuotendo la testa.
"...ci mancava questo adesso...".
Mi presi la testa tra le mani, come voler tenere i pensieri di quel momento.
Allora, abbiamo un nuovo indizio: il capitano di ventura. Devo trovare qualche cronaca su di lui.
"...un momento.." Sussurrai rileggendo la pagina "..l'occhio dell'illuminazione... Non mi è nuovo come nome. Richiama culti pagani? Mm... Allora non può essermi sfuggito.. Ma Capomazda, io so ben poco di quella terra..".
Chiusi gli occhi cercando di acciuffare i ricordi che quelle parole risvegliavano in me.
"..andiamo Clio..." Sussurrai piano "...illuminazione..".
"..Che state cercando, mia cara?".
Sporsi la testa dallo scaffale che ero intenta a spulciare.
"..Ah, siete voi, maestro... Buongiorno..." Sorridendo.
Mi avvicinai al libro posato sul tavolo.
"..c'è un passaggio che non riesco a capire... Parla della luce.. Ma no, la luce non c'entra... È che.. Oh.. Allora, con ordine.." Respirai profondamente "...c'è nel testo un vocabolo che ha a che fare con la luce... Direi che più precisamente è "illuminazione" si.. O qualcosa del genere.. Tuttavia non parla affatto della luce del sole o altri, ma ha un significato metaforico... Ho come la sensazione che usi un linguaggio tecnico... Non so se mi spiego..".
Presi il libro tra le mani e iniziai a leggere:
"...e quelli, tra loro, che avevano ricevuto l'illuminazione...".
Alzai lo sguardo verso il maestro.
"...vedete, non ha senso.. Non ha messo lì una parola a caso, l'ha scelta con cura... Devo scoprire perché..." Con un sorriso.
"...vi dice qualcosa?" Guardandolo speranzosa.
Il maestro mi guardò e aspettò un attimo prima di parlare.
"...quel libro non è che una favola, Milady.. Ci sarà un errore."
"...Cosa?" Sbottai allibita "...un errore? No di certo maestro... Ve lo ripeto, ogni parola in questo testo è scelta con cura..".
"Sentite... Avrebbe un senso... Ma il romanzo di Leonard non è ambientato a Sygma, né a Capomazda..."
"..se è per questo non possiamo sapere con certezza dove sia ambientato... Ma non capite? È un indizio... Un indizio dato a Leonard sul rapimento di Sybil.. Ditemi ciò che vi era venuto in mente..."
"...beh.. C'è una setta che usa quel linguaggio... Ma, non sono che leggende..".
"...Maestro, vi prego... Ditemi di cosa si tratta e cercherò da sola..".
"..beh, si tratta degli Illufestati..".
"..ecco cos'era!" Esclamai piano con un sorriso "...come posso averlo dimenticato!".
Non avevo trovato nulla a Camelot su quegli individui, ma quella città apparteneva a Sygma, e prima era dominio capomazdese.
Pensai che, infondo, era il posto migliore dove cercare.
"...due piccioni con una fava.." Pensai, alzandomi.
E con quei nuovi indizi ben saldi nella mia memoria, tornai allo scaffale e ripresi la ricerca.
Talia
09-04-2013, 20.25.52
Lievemente sorpresa seguii Tanis attraverso la porta vetrata, per un corridoio, varie rampe di scale e ampie stanze... fino ad una sala dal soffitto a volta, illuminata da grandi bracieri accesi lungo tutto il perimetro e completamente ingombra da un’immensa scacchiera, i cui pezzi erano ben più alti di me e si muovevano liberamente...
I miei occhi si allargarono appena a quella vista... ero stupita...
mi voltai appena, allora, e guardai Guisgard...
gli lanciai un’occhiata incerta alla quale mi parve che rispondesse, e tuttavia non avrei saputo dire se anche lui fosse stupito o meno perché i suoi occhi, come spesso accadeva, non tradivano un reale stato d’animo...
lo fissai per un attimo, poi tornai a guardare gli scacchi che, proprio in quel momento, avevano iniziato a discutere...
I tre allora cominciarono a discutere animatamente.
“Signori!” Entrando Tanis con Guisgard e Talia. “Possibile che finiate sempre per litigare tra voi? Anche ora che abbiamo ospiti!”
“Allora saranno i nostri ospiti” voltandosi il Re “a fare da arbitri a questa discussione.”
“Fare da arbitri, signori?” domandai allora “Arbitri alla vostra discussione, dite... sapete... mi ha molto colpito, nelle vostre parole, la ricorrenza della parole ‘semplicità’... la sensazione che in una forma o nell’altra sia più semplice amministrare il potere o tenere a bada le debolezze... eppure... eppure io trovo che non vi sia niente di semplice... ed anzi... è mia opinione che principe della vostra discussione dovrebbe essere piuttosto il principio che fa muovere queste diverse forme di governo...”
I miei occhi si mossero tra le tre alte figure...
si spostarono su Tanis...
poi su Guisgard...
“Intendo dire...” mormorai poi, piano “Che cos’è che fa agire il monarca? E cosa fa agire il rappresentante del popolo repubblicano? E l’oligarca? A quali compromessi deve sottostare ciascuno di loro? Trovate il principio motore... e vedrete quale forma di governo è superiore alle altre...”
La mia voce si spense in un sussurro ed io li osservai di nuovo tutti in silenzio...
e quando mi miei occhi tornarono su Guisgard, sorrisi appena.
Guisgard
10-04-2013, 01.53.49
“No, non vi è nulla di segreto qui.” Disse la servitrice ad Altea. “Tuttavia questa è una serra e la porta era chiusa. Forse nessuno vi ha insegnato che non si entra in un posto il cui ingresso è serrato? I fiori qui hanno bisogno di aria temperata ed è per questo che la serra era chiusa. Il giardino è quello fuori.” La fissò con attenzione. “Ora vi prego di uscire. E d'ora in poi, quando trovate un ambiente chiuso, abbiate la cortesia di non entrarci.” Le fece segno di seguirla ed entrambe uscirono dalla serra. “Ora, se volete ancora passeggiare, abbiate la compiacenza di farlo qui in giardino.” Ed andò via.
Altea si ritrovò così da sola in giardino.
La notte ormai volgeva alla fine e presto sarebbe sorto un nuovo giorno.
Ma cosa c'era in quella serra?
Perchè la servitrice aveva reagito in maniera così aspra nel vedere lì dentro Altea?
E di quale fiore Brunos aveva parlato con la sua servitrice?
Guisgard
10-04-2013, 05.04.48
Clio si mise così a cercare ancora fra quei vecchi libri.
La biblioteca ne conteneva davvero moltissimi, spaziando da tutte le discipline conosciute.
Si imbatté così in libri di teologia, filosofia, letteratura, retorica, dialettica, geometria, aritmetica, musica, storia, architettura, agricoltura, ingegneria e alchimia.
Ma nulla sembrava contenere quello che alla ragazza interessava.
Ad un tratto le si avvicinò qualcuno.
Era Marlyan, la donna addetta alla biblioteca.
La salutò con un cortese cenno del capo ed un sorriso.
Cercò alcuni libri e poi ne prese qualcuno.
Ma prima di allontanarsi fece scivolare da uno di quelli un bigliettino.
“E' un anagramma... buona fortuna...” disse a bassa voce, per poi andare via.
Nella biblioteca infatti vi erano altre persone e quella donna sembrava non voler attirare sospetti su di sé.
Il bigliettino cadde così ai piedi di Clio e su di esso vi era scritto:
“Lui, il freddo tarda festa.”
Guisgard
10-04-2013, 05.09.44
Guisgard guardò Talia e rispose con un sorriso a quello della ragazza.
Poi con un cenno del capo annuì a ciò che lei aveva appena detto agli scacchi.
“Si, milady...” disse il Re alla principessa “... ma non avete chiarito però il punto... di chi è il potere? Non certo del popolo! Dunque ciò ci spinge ad eliminare la terza forma di governo!”
“Affatto!” Intervenne il Pedone. “Il potere è del popolo ed esso deve scegliere i suoi rappresentanti!”
“Che sciocchezza!” Esclamò l'Alfiere. “Come disse Socrate, se io sto male chiamo un medico. Se mi si rompe il tetto mi occorre un muratore e se ho fame chiamo un cuoco. Perchè allora in politica, che è la più importante delle mansioni umane, non dovrei affidarmi agli specialisti?”
“Sante parole!” Sentenziò il Re. “Il popolo, ossia la massa, è, come scrisse Seneca, una bestia e con le bestie non si ragiona!”
“Neanche con i somari allora!” Sbottò il Pedone.
“Come osi!” Tuonò l'Alfiere.
“Signori!” Intervenne Guisgard. “Come potete pensare di amministrare il potere, se poi non riuscite neanche ad accordarvi fra voi!”
“Siete forse un politicante?” Chiese l'Alfiere.
“No, sono un cavaliere.”
“I cavalieri sono buoni per la guerra, non per la politica.” Fece il Re.
“Spesso però” replicò il cavaliere “il buon senso basta per le cose basilari.”
“Sentiamo.” Fissandolo il Re.
“Beh, voi citate Socrate e Seneca, amici miei...” spiegò Guisgard “... io invece mi rifarò a Polibio lo storico... la forma migliore per governare è quella in cui tutte le classi sociali sono al potere, in modo che nasca un equilibrio tra esse... come nell'antica Roma Repubblicana, dove i Consoli rappresentavano la Monarchia, il Senato l'Aristocrazia ed i Tribuni della Plebe la Democrazia. E Roma, infatti, conquistò il mondo.”
“Arguto!” Annuendo il Re.
“Un giovane preparato!” Con soddisfazione l'Alfiere.
“Restate con noi a discutere, amico mio.” Propose il Pedone.
“Mi spiace” fece Guisgard “ma ho promesso a mia sorella” avvicinandosi a Talia, per poi prenderla per mano “di farle visitare questo castello. Dunque mi scuserete, ma dobbiamo andare. Piuttosto, toccherà a voi regolare la faccenda. E mi raccomando, amici miei, siate giusti e imparziali. La politica non deve avere colori.”
“Sicuramente non è rossa!” Fece il Re.
“Sicuramente non è Blu!” Replicò il Pedone.
“Magari è Bianca!” Annuì l'Alfiere.
“Signori, vi prego!” Disse Tanis. “Non ricominciate ora!”
Nel frattempo Guisgard e Talia erano usciti dalla sala e raggiunto il corridoio.
“Siamo salvi!” Esclamò Guisgar, per poi sorriderle. “Quei tre erano davvero pedanti. La cosa più sciocca è discutere di una cosa utilizzando solamente il proprio punto di vista.” In quel momento si accorse che la sua mano stringeva ancora quella di Talia. “Forse, se mi vedessero ora a corte qualcuno mi taglierebbe la mano per aver preso la vostra...”
Talia
10-04-2013, 15.36.37
“Più che sciocco...” mormorai alle sue parole “Più che sciocco, direi che è sintomo di debolezza... e non è il vostro caso, devo ammettere!”
Lo scrutai per un attimo...
lui mi aveva presa ed ora stavamo uscendo dalla sala...
“Mi avete sorpresa, sir... devo dirvelo. Polibio... l’equilibrio tra le classi sociali... una forma di governo mista in cui poteri ed organi si compensano l’un l’altro... sì, mi avete sorpresa! Ma... mi chiedo... i nobili Taddei di Capomazda, di cui voi siete tanto propenso a decantare i meriti, approverebbero questo vostro punto di vista?”
Gli lanciai un’occhiata ed un sorriso vagamente divertito...
“No, non credo... non credo, vero?”
In quel momento si accorse che la sua mano stringeva ancora quella di Talia. “Forse, se mi vedessero ora a corte qualcuno mi taglierebbe la mano per aver preso la vostra...”
Abbassai gli occhi a quelle parole ed osservai la sua mano che ancora stringeva la mia...
sapevo che avrei dovuto ritirarla, ma non lo feci.
Eravamo in un lungo corridoio adesso, illuminato solo vagamente da torce che ardevano alle pareti...
“Se dalla corte di Sant’Agata ci trovassero adesso...” mormorai, sollevando di nuovo gli occhi nei suoi e notando quanto era vicino “Penso che l’avermi preso la mano, sarebbe l’ultimo dei vostri più immediati problemi, cavaliere...”
Raccolsi il bigliettino e seguii con lo sguardo la donna allontanarsi.
Lo rigirai tra le mani, pensierosa.
Poi, presi distrattamente dallo scaffale un ampio volume, nascosi il biglietto nella copertina e mi avviai verso il mio tavolo a passo veloci.
Sorrisi a Densesu e posai il pesante libro davanti a me, poi estrassi delicatamente il misterioso biglietto e me lo portai tra il libro e me, in modo che non fosse visibile.
Estrassi dalla sacca che avevo preso al casale il mio taccuino, su cui annotavo tutti i protessi della mia ricerca.
Intinsi la penna nell'inchiostro e riscrissi l'anagramma, distanziando bene le lettere tra loro.
"...vediamo un po'..." Sussurrai.
Iniziando a scarabocchiare coprendo le righe e scrivendo parole, per poi barrarle subito dopo.
Scossi la testa, sconsolata.
Ero riuscita ad identificare soltanto Illufestati, anche se poteva essere anchre al singolare o al femminile, magari.
Le parole che si formavano dalle lettere rimanenti, però mi sembravano senza senso.
"...non può essere..." Sbuffai "...oh, Clio, per l'amor del cielo!".
Posai la testa sul tavolo per un momento.
Ero talmente sfinita che mi sarei addormentata. "..ho deciso... gli anagrammi non fanno per me...".
Mi voltai verso Densesu, con occhi speranzosi.
"...dimmi che sei un esperto di giochi di parole, ti prego... Io, a quanto pare, sono negata...".
Mi avvicinai a lui gli mostrai la pagina del taccuino con tutte le mie strane ipotesi.
"...ti va di aiutarmi?" Con un timido sorriso "...sono ad un punto morto, continuo a vedere le stesse parole.. Orda fredda, dardo, arda... Ma, non hanno il minimo senso... Sono davvero negata...".
Eppure, pensai, non poteva essere una coincidenza, quel nome che riaffiora dalla mia memoria e ora l'anagramma in cui comprare, no, decisamente doveva avere un senso, un motivo.
Anche se non riuscivo a capire quale fosse.
Altea
10-04-2013, 15.57.31
Fu così che mi trovai fuori nel giardino e stava quasi per albeggiare.
Quella serva era stata davvero insolente, la sua reazione era strana..forse era per paura scoprissi qualcosa? Magari riguardante quel Fiore?
Non potevo credere fosse tutto cosi semplice, di aver trovato subito il Fiore..no, non era possibile..sicuramente si trattava di un fiore raro ma perchè averlo tanto a cura?
Iniziavo ad avvertire la fresca brezza della prima mattina e rientrai nel castello, mi diressi verso la camera e mi stesi sul letto e presto mi addormentai..
"Attorno a me i prati fioriti, correvo tra iris, erba e vari fiori colorati e
gli alberi facevano bella mostra di sè con le loro folte chiome verdi e colorate dei fiori..rosa, bianco e giallo.
Mi sedetti all' ombra di un albero e mentre petali cadevano attorno a noi vidi gli occhi suoi nei miei, erano gioiosi, e iniziai a intrecciare una corona di vari fiori.
Egli me la prese di mano sorridendo e me la pose sul capo..."Ecco la mia Regina" disse baciandomi "e ti renderò felice per il futuro avvenire, parola di fedele Cavaliere".
Mi svegliai lentamente, avevo fatto quel sogno che in realtà era veramente un ricordo dei nostri incontri.
Mi accorsi di aver dormito poco e mi rannicchiai sul letto, pensierosa, le mani sui piedi e il mento poggiato sulle ginocchia..pensavo ai suoi occhi grigi, che assumevano riflessi diversi in base al cambiare della Luce e soprattutto del suo umore.
Mi scrollai di dosso quei dolci ricordi, mi avrebbero solo fatto del male.
Sospirando mi alzai e uscii dalla stanza, camminando pensavo che mi sarei staccata dalla Compagnia Teatrale e appena uscita dal castello avrei salutato tutti loro, cosi gentili...dovevo continuare sola quel viaggio, non dovevo incatenarli con la mia ricerca e avevamo diverse prospettive.
Arrivata vicino al salone chiesi di servirmi una buona colazione e soprattutto se era possibile far riaprire la mia stanza, ed entrai nel salone.
elisabeth
10-04-2013, 16.11.30
Fu un viaggio che mi lascio' senza fiato....andavo in giro per la turbocarrozza a guardare da ogni oblo'......all'interno c'erano cartine...Atlanti e le mie storie.....Gia' le mie storie.....mi venne in mente Liam.....sempre pronto a parlarmi di Elisabeth, aveva avuto in dono ogni suo libro ogni suo scritto...parlava di lei come se tutto il mondo fosse concentrato a Tylesia...sorrisi....se lui in questo momento avesse potuto vedermi...avrebbe fatto il tifo per noi.....avrebbe con noi cercato il fiore......che sciocchezza stavo pensando....lui ora era in un mondo meraviglioso....nel suo paradiso...sino a quando vidi cosi' con gli altri.....una citta' che non esisteva piu'......sembrava la citta' dei morti....ma io sapevo che era stata ricostruita......" Come puo' essere, ognuno di loro aiuto' Tylesia a risorgere...il fiore doveva essere protetto......eppure qui non vi e' nulla.....Orez...e se questo fosse solo un monito perche' i curiosi si allontanino, se in realta' noi stessimo vedendo la proiezione di Tylesia quando venne distrutta, questo avrebbe nel tempo preservato il fiore e coloro che lo proteggono......Sawas, Enusia voi cosa ne pensate...".....guardai ancora fuori dall'oblo' e divenni triste, di una tristezza quasi innaturale.......
Guisgard
10-04-2013, 17.22.49
Guisgard accennò un sorriso divertito a quelle ultime parole di Talia.
“Talvolta” disse “anche se può avere molti occhi ed orecchi, una corte non sempre può arrivare a vedere e a sentire tutto ciò che accade...” e strinse, per un attimo, ancor di più la mano di lei nella sua “... e poi, lo sapete...” con la voce che si fece di colpo più bassa “... io sono un vostro cavaliere e il mio unico compito è occuparmi della regina...” poi sul suo volto, ritornò quel sorriso guascone e vagamente beffardo “... però in effetti è vero... temo che se sapessero di questo nostro soggiorno qui, a corte non mi perdonerebbero facilmente... però, chissà, se svolgerò bene il mio compito forse vostra altezza potrebbe perorare la mia causa, qualora venissi chiamato a difendermi da qualche accusa...” la fissò negli occhi e poi il suo sguardo si posò sul suo viso e sulla sua bocca.
Erano vicini e quell'attimo non sfuggì alla principessa.
“Quanto ai nobili Taddei” aggiunse poi, ritornando a sorridere “io credo che voi giudichiate con troppa severità il loro modo di fare... anche a Capomazda ci sono forze e sentimenti in equilibrio... come in questa guerra... la conquista di Sygma nasce da tante cose... la caduta nell'abisso, la malinconia per la propria terra perduta, l'ambiziosa ricerca della felicità, la forza che solo l'amore sa donare... qualcuno vi ha mai amato così tanto, altezza? Al punto da sacrificare tutto, persino il proprio popolo e la propria terra, per conquistarvi? Al punto da mettervi al di sopra di tutti e di tutto?” Era tornato di colpo serio. “Io credo che qualcosa di straordinario, di grande, troppo grande, leghi i Taddei a Sygma... e solo chi conosce un amore altrettanto grande può comprenderlo davvero...” i suoi occhi erano di nuovo in quelli di lei.
E per un istante le labbra di lui arrivarono quasi a cercare quelle di lei, senza però giungere a sfiorarle.
“Salute a voi.” All'improvviso una voce.
Guisgard si voltò di scatto.
“Sono io, milord.”
“Chi ha parlato?” Stupito il cavaliere.
“Io, qui, sulla mensola.”
Guisgard vide la mensola e si accorse che sopra vi era un grosso volume impolverato.
“Ma chi ha parlato?” Confuso il cavaliere.
“Sono io, milord.” Rispose il libro. “Sono Abecedarius, il libro parlante.”
“Questa poi...” scuotendo il capo Guisgard.
“Ai vostri comandi.” Disse il libro. “Vi occorre atmosfera con la vostra amica? Basta sfogliarmi. Io conosco le storie più belle mai raccontate.”
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Guisgard
10-04-2013, 17.31.52
Densesu osservò con attenzione quelle lettere.
“Non saprei...” disse a Clio “... per me questo genere di rompicapo è sempre stato indecifrabile...”
Intanto, Marlyan, di tanto in tanto, gettava occhiate verso Clio e Densesu.
Si era accorta della difficoltà della ragazza con quell'anagramma.
“Questi sono i volumi che avete chiesto, Mastro John...” parlando con uno dei visitatori della biblioteca, ma in modo che le sue parole giungessero chiaramente anche dove si trovavano la ragazza e lo scudiero “... ah, mi avete chiesto la traduzione di quel passo... in verità non sono un'esperta di lingue semitiche, però in città vi è un greco, tale Solone, conoscitore di lingue e maestro decifratore... sono certa che potrà aiutarvi.”
Guisgard
10-04-2013, 17.41.23
Altea entrò nel salone e qui vi trovò Brunos che faceva colazione.
“Appena in tempo.” Disse. “Così mi farete compagnia. Servi la colazione alla nostra ospite.” Ordinò poi ad una delle servitrici.
Vi erano molte leccornie tra cui scegliere.
Focacce dolci, biscotti ai cereali, miele, marmellate varie, spremute d'arancia, succo di mela, uova e frutta fresca.
“Ho saputo” fece Brunos “che stanotte siete stata in giro per il castello. Eravate inquieta? Forse vi sentivate sola.” Sorrise. “Potevate venire nella mia camera... vi avrei fatto sentire sicuramente meno sola...” sorseggiò del succo di mela “... oppure, forse, cercavate qualcosa di particolare... cosa?” E la fissò con sospetto.
In quel momento Altea si accorse che su una delle pareti vi era un bellissimo quadro.
Raffigurava una meravigliosa rosa dai tratti quasi straordinari.
Guisgard
10-04-2013, 17.58.22
Davanti a quelle rovine, Orez prese il suo Atlante Temporale.
“Secondo l'Atlante” disse “Tylesia fu distrutta da un cataclisma molti anni fa... e da esso sorse un lago... secondo le coordinate il lago si trova poco più avanti...”
“Elisabeth dice che la città fu ricostruita però.” Fece Sawas.
“Si...” leggendo Orez “... ma fu ricostruita dagli uomini e da allora la nuova Tylesia divenne una città come le altre, visto che aveva smarrito ormai definitivamente i suoi tratti fiabeschi.”
“Sembra una metafora...” fece Enusia “... Tylesia era una città incredibile... poi, perduto il Fiore, è caduta in rovina... e anche se ricostruita, senza il Fiore non raggiunse più il suo antico splendore...”
“Bisogna cercare la nuova Tylesia...” disse Sawas “... Elisabeth, conoscete qualche indizio? Qualcosa in grado di portarci là?”
Altea
10-04-2013, 18.01.19
Mi sedetti al tavolo con Lord Brunos, mi servii del the e mentre stavo posandovi alcune zollette di trucco udii le sue parole sarcastiche.."No..non ero alla Vostra ricerca, non avevo sonno, e poi mi avete dato una camera di una cameriera" mi voltai e vidi un bellissimo quadro..vi era rappresentata una rosa.."Voi amate i fiori? Come mai...sapete appunto mentre girovagavo in giardino finii per sbaglio in una serra" dissi con sorriso ironico "mi ero davvero spaventata e ho visto qualcosa di strano...un Fiore..dentro una campana di vetro." Gli sorrisi dolcemente cercando di conquistare la sua attenzione e presi un piatto con delle focacce e glielo porsi "Prego, assaggiate queste gustose focacce..e mi chiedevo cosa mai fosse, potete darmi alcune informazioni?E mostrarmi quel Fiore...una vostra servitrice mi ha cacciata in malo modo e non capisco il motivo". E il mio sguardo ritornò su quel quadro.
elisabeth
10-04-2013, 18.32.10
Rimasi delusa, come poteva essere, ma gli uomini che l'avevano ricostruita erano fidati.....Elisabeth....
" Un momento...mio marito amava cantare cio' che per lui era verita' fiabesca, nel senso che non tutti potevano ascoltare come verita' assoluta.......ma Elisabeth era la Regina dei boschi.....e quindi ogni bosco era il suo regno, esso era animato da fate folletti e ogni sorta di creatura vivente che facesse parte del mondo della Dea Madre.........e se...la citta' di Tylesia fu costruita nel bosco nei pressi della vecchia Tylesia......cosi' facendo essa poteva essere celata da occhi indiscreti....."".......Orez...guardava me e la cartina mentre Sawas era pensieroso..." Almeno voi Enusia...spero mi crediate...."...
"..non importa..." Dissi sorridendo a Densesu "..io ci ho provato.." Strizzando l'occhio.
Non mi sfuggirono quelle parole della donna.
Mi incuriosiva davvero molto il suo modo di comportarsi, era come se volesse dirmi qualcosa senza che nessuno se ne accorgesse. Mi chiesi perché.
Non mi restava che scoprirlo.
"Andiamo, dissi alzandomi..." Ho trovato ciò che cercavo... Ma non è detto che non debba tornare in questo splendido posto, prima o poi..".
Rimisi a posto con cura i libri sugli scaffali e lasciai la biblioteca in compagnia di Densesu.
"...perdonate, Milord... Ma devo fare ancora una cosa prima di tornare al casale.... Mi conosco, se non troverò la risposta a questo enigma mi perseguiterà per giorni... Avete sentito quella donna? Devo trovare questo Solone, sono quasi sicura che saprà aiutarmi... Anche se, beh.... Devo dire che Non so dove cercare...". Sbuffai "....possibile che da sola non ci arrivi? Possibile che sia così incapace?".
Scossi la testa "...vediamo un po'... Non c'è, che so un quartiere greco o un posto dove potrei trovare questo Solone, secondo Voi? Conosco così poco questa città..."..
Parsifal25
11-04-2013, 00.43.15
L'area che si respirava in casa.....dopo quelle parole, mutò. Vidi gli sguardi fissi sulla mia persona......mi sentivo a disagio, forse avevo parlato un pò troppo.
"Perdonatemi, mi sono lasciato andare....." feci, tornando a sedere.
Poco dopo vidi le anziane donne ed i miei compagni di ventura, voltarsi verso di me ed ammirarmi per quel che avevo detto. Mi sentiì sollevato.
Prima di abbandonare la casa che ci ha accolto ed ospitato, una delle anziane donne ci porse un libro.....ove erano designate le vestigia di tre cavalieri e delle loro armature; ci spiegarono che rappresentavano gli elementi e....tra quelle riconobbi l'armatura rossa, quella che venne trafugata.
Riaffiorarono in me dolci e tristi ricordi.....avevo dimenticato il tutto: il Maestro Redentos, Orco il Rosso, la Bestia.......
Mi rivolsi ad una delle donne e dissi: "Riconosco quella Armatura.....è stata trafugata da un "cavaliere". Ho rischiato la vita.....per poter soddisfare la sua prova......" dissi....chiudendo gli occhi.
Guisgard
11-04-2013, 01.46.54
Brunos prese una delle focacce dal piatto che Altea gli aveva mostrato.
“In verità” disse “i fiori sono belli e mi attirano come tutte le cose belle di questo mondo. Ma oltre questo non vi è altro.” Si voltò poi a fissare il quadro della rosa. “Ma quel fiore è speciale... è inestimabile per me. E' la cosa più preziosa che possiedo.” Tornò a fissare Altea. “Perchè siete così attratta da quel fiore? Cosa vi incuriosisce tanto?” Sorrise. “E soprattutto... a cosa devo tutta questa gentilezza da parte vostra? Avete deciso di diventare più carina?” E con un gesto improvviso prese Altea fra le sue braccia e la baciò appassionatamente.
La stringeva e la baciava con impeto.
Guisgard
11-04-2013, 02.00.28
“Noi tutti vi crediamo, Elisabeh.” Disse Sawas. “Se così non fosse, non saremmo qui con voi ora.” Fissò poi Orez. “L'Atlante dice qualcosa riguardo la nuova Tylesia?”
“Solo che è sorta dalle rovine di quella vecchia.”
“Ma evidentemente non nel senso letterale.” Fece Sawas guardandosi intorno. “Visto che qui non c'è traccia di nessuna nuova città.”
“Credo che questa zona” intervenne Enusia “abbia spaventato gli antichi abitanti della vecchia Tylesia. Probabilmente decisero di costruire in un altro punto la nuova città, senza correre il rischio di vedere la terra tremare di nuovo sotto i loro piedi.”
Ad un tratto si udì un corno da caccia e poi diversi cani abbaiare.
“Dobbiamo cercare la nuova Tylesia” mormorò Sawas “e forse quel corno e quei cani possono essere una traccia. Seguiamo quei rumori.”
Si misero così in cammino, seguendo quei suoni.
Giunsero poco dopo davanti ad un casale.
“Chi può vivere nel bel mezzo di questa foresta?” Stupita Enusia.
“Beh, per scoprirlo dobbiamo bussare a quella porta.” Rispose Sawas.
Bussò così alla porta di legno di quel casale.
“Chi è là?” Domandò una voce.
“Siamo degli esploratori.” Fece Sawas. “Ci servono informazioni su queste terre. Potete aiutarci?”
“No.” Rispose la voce. “Andate via.”
“Non c'è che dire...” sarcastico Orez “... davvero ospitali.”
Guisgard
11-04-2013, 02.12.52
Quell'armatura” disse la vecchia a Parsifal “non è affatto andata perduta.”
“Si...” annuì un'altra delle tre anziane “... l'Armatura Rossa è stata recuperata tempo fa e nascosta in un posto sicuro. Lontano da chi non è degno di vederla.”
“Ma essa attende un valente e degno cavaliere per riprendere i suoi poteri.” Fece la terza delle tre. “Ma per riuscirci bisogna superare una dura prova.”
“Ma nessuno” mormorò la prima vecchia “è tanto coraggioso da intraprendere quella prova. Almeno fino ad oggi.”
“Coraggioso” disse la terza vecchia “o folle...”
E le tre vecchie fissarono Parsifal.
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Guisgard
11-04-2013, 02.29.29
“Domanderemo in giro.” Disse Densesu a Clio.
Girarono così per le strade, fino a quando lo scudiero di Mamyon chiese informazioni in una bottega.
I due scoprirono così che in città vi era una zona periferica, un vero e proprio quartiere greco latino, abitato un tempo prima da ecclesiastici romani, poi da rappresentanti bizantini.
Era una stretta stradina, attraversata da viuzze laterali, attorno alla quale si disponevano varie abitazioni e strutture, racchiuse da due grosse piazze.
La casa del greco Solone, come era stato riferito a Densesu, si trovava poco prima di una delle due piazze, in una viuzza avvolta da un fitto odore di formaggio e carne.
L'abitazione infatti sorgeva accanto ad un tipico ristorante greco.
Clio e Densesu bussarono così alla porta di Solone e trovandola aperta entrarono.
“Salute a voi, viaggiatori...” accogliendoli un uomo.
Era vecchio e magro, con una barba bianca e poco curata, gli occhi vispi ed un sorriso simile ad un ghigno sul viso.
“Sono Solone il Greco...” fissandoli “... in cosa posso aiutarvi?”
Altea
11-04-2013, 09.14.21
All'improvviso mi trovai stretta tra le sue braccia e lui continuava insistentemente con quel bacio, facevo forza ma non riuscivo a staccarmi..non capivo il perchè di tutta questa passione verso una sconosciuta.
Riuscii finalmente a staccarmi da lui leggermente, di primo impeto avrei voluto rifilargli un bel ceffone piazzato in faccia ma cercai di mantenere la calma.."Correte troppo in fretta Milord!!" dissi sorridendogli freddamente, anche se quell' uomo era veramente affascinante.
"Mi chiedevo appunto quella Rosa cosa significhi di cosi importante per Voi ed ebbene sì..sto cercando qualcosa". Tacqui e guardai il suo bel viso vicino al mio, poi ripresi sperando capisse..."Un Fiore..cerco un Fiore particolare, non conosco le sue fattezze, solo solo che ha qualche cosa di particolare, qualche potere particolare che solo un Frate...Frate Nicola..conosce e ne conosce la ubicazione sembrerebbe. E' stato l'Arconte Meccanico di Santa Agata di Gothia a chiedermi di trovarlo..e se non lo trovo la mia migliore amica..morirà".
Mi risedetti aspettando una qualche sua sensata risposta.
Salutai con un cenno del capo l'uomo davanti a noi, sorridendo.
"..Salute a voi, Solone... Il mio nome è Clio e vengo da Camelot, costui è Densesu... Siamo in cerca del vostro aiuto... Ci è giunta voce che voi state un conoscitore delle lingue antiche e un decifratore...".
Estrassi dal mio piccolo bagaglio il foglietto che mi era stato dato dalla donna in biblioteca e lo porsi all'uomo "..vedete, so che è un anagramma, ma per quanto ci abbia provato, non riesco a trovarvi un senso logico..." Sospirai "...e vi assicuro che ci ho provato in tutti i modi... Evidentemente questi enigmi non fanno per me... Mi chiedevo se voi poteste aiutarmi a risolverlo, o esso mi tormenterà per giorni..." Con un sorriso.
"...Naturalmente, non intendo approfittarmi del vostro sapere e della vostra competenza, ditemi pure quale compenso desiderate e sarò felice di concedervelo.. Non vi è nulla di più prezioso per me della conoscenza..." Dissi piano, con un gran sorriso.
elisabeth
11-04-2013, 16.56.49
Un terremoto smembro' sconvolgere Tylesia, l'uomo e la natura in uno scontro impari......scendemmo dalla turbocarrozza...l'impatto con quel posto, fu molto strano, era come se ci fossi gia' stata in quel posto. Tutti credevano in me, e questo mi faceva sentire forte......tanto forte da potere credere di riuscire in quell'avventura.....e poter riabbracciare Elina......seguii il gruppo e arrivammo al casale....l'unica cosa viva erano i cani che avevamo sentito e al bussare di sawas...una voce scorbutica....Orez fu pronto ad intervenire con le sue veritiere battute, lo adoravo..... Le grandi citta' avevano sempre una citta' uguale sotto di loro....il maniero poteva essere la porta che portava alla citta' sotterranea di Tylesia, Gerusalemme aveva i suoi sotterranei....erano splendidi li avevo visitati mille volte quei luoghi, Elina era la mia compagna fedele " Bene amici miei vediamo cosa succede se busso io...."......mi avvicinai alla porta e con tre colpi risposi alla voce......" Sono Lady Elisabeth sono tornata dalle mie terre e' ora che io entri a Tylesia...."...
Guisgard
11-04-2013, 20.32.53
Appena Clio parlò di compenso, il vecchio greco sgranò gli occhi.
Sul suo viso scarno sorse allora un grottesco ghigno, che doveva rappresentare in realtà un sorriso compiacente.
“Eh, il sapere...” disse “... il sapere non ha prezzo, ma noi poveri mortali, su questa terra materiale, dobbiamo pur fissare un valore per ogni cosa... è il nostro modo per ammettere l'immensità del Creato rispetto alle nostre debolezze...” accennò allora una goffa risata “... dunque...” prendendo il bigliettino “... separiamo le lettere e vediamo di capire cosa voleva celare il misterioso autore di questo bigliettino... sapete, uno degli errori che comunemente si commettono nel tentare di decifrare enigmi o rompicapi è quello di credere che il procedimento sia complesso e la soluzione invece semplice... ma non sempre è così... il trucco è dare l'idea che il procedimento sia elementare, essenziale, per invogliare così a continuare nella ricerca della soluzione... ma il più delle volte è proprio la soluzione ad essere complicata... e infatti, anche qui le cose stanno così... questo anagramma ha una soluzione così enigmatica che non tutti possono trovarla...”
“Dunque voi l'avete individuata?” Chiese Densesu.
“Può darsi...” fece Solone “... ma talvolta certe cose è meglio non saperle...”
“Cosa intendete dire?”
“Che magari è celato un messaggio pericoloso da scoprire...”
“Per voi?”
“Per tutti...”
“Allora?”
“Forse, amici miei, mi occorrono garanzie...” fissandoli il greco “... incentivi per rischiare...” e fece un segno inconfondibile con la mano.
Voleva del denaro.
Guisgard
11-04-2013, 20.48.06
Brunos fissò Altea.
“Io non conosco nessun frate e nemmeno l'Arconte di cui dite...” disse “... ma so per certo che il fiore che cercate è quello che io conservo gelosamente in questo castello. Infatti non esiste fiore più bello. Esso è il più alto simbolo di bellezza. E se qualcuno venisse a sapere che si trova qui, allora farebbero di tutto per averlo.” Si accomodò i capelli e si sistemò la camicia. “Mi spiace per la vostra amica, ma quel fiore resterà qui. Al massimo posso farvelo vedere. Ma solo ad una condizione... una notte d'amore con me.”
Guisgard
11-04-2013, 20.55.28
Dopo quelle parole di Elisabeth si avvertì solo silenzio.
Poi, all'improvviso, qualcuno cominciò ad aprire la porta.
Apparve così sulla soglia un vecchio.
Aveva capelli lunghi e barba folta, un volto segnato da rughe ma animato da uno sguardo luminoso.
Indossava una lunga tunica, simile ad un saio, stretta in vita da una larga cintura di cuoio e camminava appoggiandosi ad un grosso bastone di legno.
Ad un tratto arrivarono due cani che cominciarono ad abbaiare contro Elisabeth, Sawas, Orez ed Enusia.
“Buoni...” disse loro il vecchio e quei cani rientrarono in casa “... cosa ne sapete voi di Tylesia?” Chiese poi il vecchio ad Elisabeth e ai suoi compagni.
Altea
11-04-2013, 21.13.00
"Cosa?" dissi allargando i miei occhi.."Voi mi state minacciando..vedere il Fiore in cambio di una notte d' Amore con Voi..mi spiace, potete rimandarmi dalla Compagnia Teatrale. Ma io non scendo a tali bassi compromessi, nemmeno per il più bel Fiore di questo mondo, e poi sono certa non può essere quello il Fiore che cerco, non può essere in mano a una persona come voi...e ora.." dissi alzandomi "se volete tornarmi i miei effetti personali, andrei via da questo castello" dissi in tono serio.
elisabeth
11-04-2013, 21.38.55
Si apri' per misericordia il portone e vidi Un uomo di cui non potevo ricordare nulla...ricordavo solo la storia che mio marito amava narrarmi quasi allo sfinimento, Elisabeth era da lui adorata.....e questo doveva darmi la forza....do trovare il modo di farmi accettare da quel tizio che aveva la faccia cosi' vecchia ma gli occhi vivi come solo la vita e la saggezza potevano....." Tylesia e la sua regina...una donna giusta che non credeva piu' all'Amore tanto che fu bandito anche il solo pronunciarlo ........un giardino ....il cui fiore era per lei tutto cio' che teneva in piedi la sua citta' e la sua vita.............questo io so di Tylesia........Il mio regno era il Bosco......e dal bosco noi veniamo......posso chiedere con chi ho il piacere di parlare ?...".......speravo solo....che le fiabe esistessero veramente e il tempo potesse avere un portale per ogni esigenza......Elisabeth....ho bisogno di te.....
Sgranai gli occhi.
"..Ci siete riuscito? Di già? Io, ci ho provato in tutti i modi, ho distanziato le lettere, cercato le parole, credevo di aver trovato una parola ma poi, le altre lettere non avevano alcun senso, o erano banali e non si legavano affatto tra loro..." sospirai, rassegnata.
Evidentemente, pensai, non ero così scaltra come pensavo.
Sorrisi nel vedere il gesto dell'uomo, inconfondibile.
In quel preciso momento, forse per la prima volta, ringraziai di essere la figlia di un ricco marchese e ringraziai mia madre per avermi donato molti fondi per il viaggio.
Mi guardai attorno, osservando la semplicità degli arredi attorno a me, mi chiesi quante monete potesse valere una tale risposta.
Probabilmente, chi è vissuto per tutta la vita in un sontuoso palazzo, da al denaro un valore assai diverso.
Così, frugai per un attimo nella mia sacca, senza togliere gli occhi da Solone, estrassi una moneta e la feci tintinnare accanto a lui, era una moneta d'oro.
"..Cosa dite, mio buon maestro, vi basta come incentivo?" dissi ferma "..ma badate che non vi darò nulla di più di questo, sia chiaro..".
Potevo non comprendere fino in fondo il valore delle cose materiali, ma non avevo la minima intenzione di essere sfruttata.
"..Ebbene, cosa ci dite?".
Guisgard
12-04-2013, 01.46.10
Brunos sorrise spavaldo a quelle parole di Altea.
“Voi” disse “ne siete certa? Potete ben dire che il fiore che cercate non è quello che possiedo io? Eppure non ci sono fiori così preziosi a questo mondo. Nessuno conserva gelosamente un semplice fiore come faccio io. I fiori crescono spontanei nei campi o nei giardini, dove tutti posso raccoglierli. Il mio fiore invece è gelosamente conservato perchè è unico. Ma io non obbligo nessuno. Non vi mostrerò il mio fiore e non vi tratterrò qui con me. Volete andare? Prego, la porta è aperta. Ma siccome non avete rispettato l'impegno di restare qui con me per tre giorni, allora, una volta raggiunti i vostri amici attori, direte loro di lasciare questa città. Se oseranno restare e mettere in scena uno dei loro spettacoli, sappiate che li farò arrestare tutti.”
Guisgard
12-04-2013, 02.16.57
Il vecchio, a quelle parole di Elisabeth, fece loro segno di entrare nel casale.
Giunsero così in una sala abbastanza grande, arredata con gusto sassone, dove su una tavola si potevano vedere vari piatti.
Erano perlopiù cibi a base di legumi, cereali e verdure.
Si sentiva odore di lardo sciolto in quei piatti, per arricchirne il sapore.
Il vecchio li fece sedere e offrì loro del vino, per poi dividere con quei suoi ospiti ciò che stava mangiando.
“Il mio nome” disse “è Petrillus e sono un eremita che ormai da anni vive qui da solo, lontano dalle seduzioni del mondo. Gli unici compagni sono i miei cani e fino ad ora nessuno mai era giunto qui. In questo luogo domina il silenzio. Un silenzio profondo e a tratti sacro. Perchè è il silenzio dei morti. Infatti qui intorno vi sono solo rovine. Rovine di un mondo e di un'epoca perdute nel tempo.”
“Vi riferite a Tylesia, vero?” Chiese Sawas.
“Si...” annuì l'eremita “... era una città magnifica... sospesa tra Cielo e terra... una città che aveva avuto un grande dono...”
“Quale?” Domandò Enusia.
“Due anime si erano ritrovate e congiunte...” narrò il vecchio “... e Amore aveva fatto loro uno straordinario regalo... aveva materializzato il frutto di quel loro sentimento, facendo sbocciare proprio a Tylesia il Fiore Azzurro...”
http://amandajenner.files.wordpress.com/2011/12/abbe-faria.jpg?w=529
Guisgard
12-04-2013, 02.26.10
“Basta e avanza, milady.” Disse Solone a Clio, per poi prendere avidamente la moneta. “Allora...” mettendo il bigliettino davanti a loro “... spostando le varie lettere per poi cercare parole di senso più o meno compiuto, si può vedere qualcosa...”
“Cosa?” Domandò Densesu.
“Due nomi...”
“Due nomi?” Ripetè Densesu. “Che nomi?”
“Due nomi che possono dirvi poco o nulla” spiegò il greco “ma che racchiudono un grande significato...” rise “... eccoli... il primo è... Illufestati... sapete cosa significa? Si tratta di un'oscura setta di fanatici, cacciata da queste terre molti anni fa dall'Arciduca di Capomazda... adoravano una divinità che rappresentava la personificazione della Ragione umana... mentre il secondo nome...è Ordafredda... e si riferisce a Giorgio dell'Ordafredda...”
Altea
12-04-2013, 09.08.43
Mi alzai dal tavolo sicura..."Non preoccupatevi, milord" dissi con tono fermo e deciso "Non penso il Fiore che cerco..ripeto, si troverebbe in mano a una persona cosi egocentrica ed egoista come Voi..e potete mandare voi qualcuno a riferire alla Compagnia Teatrale di andarsene, visto siete il Signore della città. Io non ne faccio parte, ho solo chiesto loro un passaggio".
Uscii dalla stanza e chiesi di riavere i miei oggetti personali ovvero il mio borsello dove tenevo le cose a me più care, il libro della Gioia dei Taddei, quella strana bussola e i lasciapassare dati da de Lys.
Fu cosi che mi trovai fuori dal castello, e piena di sensi di colpa, non avevo il coraggio di affrontare il Chevalier de Lys e la Compagnia, già fu un insuccesso a Santa Agata di Gothia e ora avevo fatto saltare pure questo spettacolo.
"Non preoccuparti Altea, quell' uomo voleva costringerti con le minacce e usando la forza su di te" e vidi davanti a me la mia cara antenata.
"Hai avuto un ricordo..si della mia cara madre che vide il.. Fiore Azzurro a Tylesia" disse in modo enigmatico "Ella ne parlava sempre, era un Fiore speciale, direi quasi..magico". Sorridendomi sparì nel nulla.
Un Fiore Azzurro...mi incamminai verso il sentiero che portava nella cittadina quando vidi un mercato di bestiame e animali, vendevano dei bellissimi cavalli.
Ne vidi uno..mi avvicinai, era sano e robusto, dal mantello lucido e nero..ciò che occorreva per un lungo viaggio e mi rivolsi al venditore.."Ditemi, messere, quanto volete per questo cavallo? E che nome porta..devo fare un lungo viaggio, mi assicurate che possa resistere..anche fino a Capomazda?"
Mi guardai attorno..."E dove è la strada che porta al Ducato?" chiesi sorridendo..già, a quanto pareva dovevo continuare quel viaggio temerariamente sola anche se avevo paura di ciò, dell' incognito ma era giusto così..i teatranti avevano altre mete e la loro attività, io avevo altri fini.
"Ma allora ci ero arrivata!" Esclamai, ritrovando un po' di fiducia in me stessa.
"...solo che, non sapevo fosse un nome... E orda fredda non aveva il minimo senso..." Sorrisi.
Mi chiesi cosa potesse significare quel nome.
Poi, ricordai le parole riguardanti l'occhio e l'improvviso interruzione, proprio in corrispondenza di un nome: il nome dell'ultimo membro della setta, fuggito a Sygma.
"...poiché il compenso avete detto che non solo basta ma addirittura avanza, sapete dirmi qualcosa in più su questo Giorgio dell' Ordafredda? In caso contrario tornerò in biblioteca..." Dissi scrutando l'anziano maestro.
elisabeth
12-04-2013, 16.42.11
Un eremita...un custode, lo guardai con curiosita', troppi piatti per un uomo solo.....che si nutrva di preghiera e silenzio....." Petrillus ha ragione....l'Amore ha fatto loro un regalo straordinario e ha regalato al resto del mondo una cinica ricerca perche' nessuno riesce a trovarlo.....il lucchetto del giardino era stupendo......brillava ai raggi solari arricchendo della sua luce chi lo guardava......lei lo curava con un Amore che nessun uomo potra' mai conoscere dala sua donna.....e ora voi mi dite che c'e' solo distruzione.......ditemi Petrillus...perche' avete aperto appena vi ho detto il mio nome ?.......e ditemi ancora, siete un uomo esigente...perche' alla vostra tavola si potrebbe nutrire piu' di una persona e di due cani....".....
Talia
12-04-2013, 18.09.52
Abbassai appena lo sguardo alle parole del cavaliere...
ed improvvisamente una sottile e lieve tristezza mi pervase il cuore...
“Io...” iniziai a dire.
La mia voce si ruppe, però...
esitai...
era così vicino adesso e la sua voce era così morbida, così diversa da tutto ciò cui ero stata abituata ed educata fin da piccola...
e fu in quel momento che ebbi quel capogiro...
Canticchiando appena tra me e me, varcai l’alta porta intarsiata.
Una candida luce trasparente entrava dalle ampie vetrate... io, con un sorriso, indugiai per qualche momento di fronte alle finestre, lasciando che mi sfiorasse le pelle... poi mi lasciai scivolare sull’ampia poltrona ed aprii il libro che avevo con me...
“Buongiorno!” disse una voce sottile alle mie spalle.
Sussultai.
“Maestro!” dissi, voltandomi di scatto “Perdonatemi, io... io non sapevo che foste qui. Non vi avevo visto!”
Il maestro George si avvicinò lentamente...
“Forse perché eravate troppo intenta a canticchiare?” mormorò lievemente sarcastico.
“Io...” sussurrai imbarazzata.
“Cos’è quel libro?” chiese.
“Oh... niente!” risposi in fretta, tentando malamente di nasconderlo “Niente...”
Ma l’uomo, con un gesto rapido, lo prese...
“Tristano e Isotta?” domandò, sollevando lo sguardo “Non mi pareva rientrasse nella lista dei volumi che vi avevo consigliato, vero? C’erano dei trattati, in quella lista... politica, economia... giusto?”
“Si...” mormorai, abbassando lo sguardo.
“E dunque?” domandò secco “Cos’è questo?”
“E’ solo un libro...” risposi “Una lettura...”
“Letture di questo genere non sono per voi!” ribatté “Devo forse ricordarvi qual è il vostro ruolo? Devo ricordarvi i vostri obblighi, i doveri? Devo ricordarvi quali devono essere le vostre priorità? Devo?”
“Ma...”
Lui mi zittì con un secco gesto della mano e poi rimase a fissarmi con sguardo gelido, senza più parlare...
ed io mi sentii scioccamente in colpa.
Battei le palpebre, tornando in quel corridoio...
e mi accorsi che quella vaga tristezza, che avvertivo in precedenza, si stava lentamente trasformando in qualcosa di diverso...
Mestamente, sfilai delicatamente la mia mano da quella del cavaliere...
“Dimenticate che io sono la regina, sir...” sussurrai lentamente, senza guardarlo “E solo l’amore del mio popolo e della mia terra deve spettarmi... l’amore per Sygma... per il suo benessere e per la sua felicità... solo questo... questo è il solo amore che mi spetta... l’unico che mi sia concesso!”
Sollevai gli occhi su di lui, infine...
sperando che quel sottile dolore non trasparisse dal mio sguardo...
ma prima che potessi dire o fare qualunque altra cosa, udimmo quella voce...
“Salute a voi.” All'improvviso una voce.
Guisgard si voltò di scatto.
“Sono io, milord.”
“Chi ha parlato?” Stupito il cavaliere.
“Io, qui, sulla mensola.”
Guisgard vide la mensola e si accorse che sopra vi era un grosso volume impolverato.
“Ma chi ha parlato?” Confuso il cavaliere.
“Sono io, milord.” Rispose il libro. “Sono Abecedarius, il libro parlante.”
“Questa poi...” scuotendo il capo Guisgard.
“Ai vostri comandi.” Disse il libro. “Vi occorre atmosfera con la vostra amica? Basta sfogliarmi. Io conosco le storie più belle mai raccontate.”
Mi voltai di scatto e fissai stupita il libro...
ed arrossii lievemente a quelle parole...
“Ecco, io...” sussurrai, tornando a voltarmi esitante verso Guisgard “Io credo che sia meglio che mi ritiri, adesso, milord... buonanotte...”
E, lentamente, mi avviai per il corridoio.
Guisgard
12-04-2013, 19.30.16
Capitolo IX: Ardena e Melicha
“Chi dunque vuole ascoltare un racconto d'amore, rimanga qui. Io ben gli narrerò di nobili amanti che dettero prova di perfetto amore: un uomo che si strugge, una donna che si strugge; un uomo e una donna, una donna e un uomo; Tristano, Isotta, Isotta, Tristano.”
(Goffredo di Strasburgo, Tristano)
Ad un tratto si udirono mille trombe suonare verso il cielo.
Ma era un suono triste, funereo.
Drappi neri furono calati dal Palazzo Reale.
Un araldo, vestito a lutto, allora apparve nella piazza principale, mentre valletti, con sguardi commossi, cominciarono a suonare mestamente per le strade.
“Popolo di Sant'Agata di Gothia...” disse l'araldo “... oggi è un giorno nefasto. Come serpi striscianti, sicari Capomazdesi sono riusciti a cogliere la nostra colomba. Un assassino inviato dall'Arciduca ha trafitto con una freccia avvelenata la principessa Talia. Ella ora lotta tra la vita e la morte, in condizioni disperate. E difficilmente riuscirà a superare la notte.”
E le campane della città suonarono a lutto, mentre tra i cittadini si diffuse pianto e disperazione.
Intanto, nel Castello di Limas, Guisgard osservava Talia allontanarsi.
Avrebbe voluto chiamarla, fermarla, magari prendendola ancora per mano.
Ma non lo fece.
“Mi sentirei solo uno sciocco” pensò “davanti ad un suo rifiuto di restare...”
“Va via la vostra amica, sir?” Chiese Abecedarius.
“Non è una mia amica...” rispose lui seccato “... è... è mia sorella.”
“Allora siete di certo un re.”
“Cosa?”
“Dicevo, siete di certo un re” fece il libro “visto che lei, essendo vostra sorella, è una regina.”
“Regina?” Ripeté Guisgard.
“Si, l'ha detto lei prima di andare...”
Guisgard scosse il capo contrariato.
“Permettetemi, sir...” continuò il libro “... ma, avendo in memoria tantissime storie, so per esperienza che molte di esse possono fare la fortuna di tanti innamorati.”
“Tu chiacchieri troppo, sai?”
“Perdonatemi, ma, da come vi tenevate per mano e dal tono con cui vi parlavate, beh, posso permettermi di dire...”
“Sai, dalle mie parti l'espressione chiudi il libro equivale ad un sonoro e monumentale chiudi il becco!”
“Ops...” zittendosi poi Abecedarius.
Giusgard allora restò a fissare il corridoio, nella cui penombra era svanita la principessa.
“Altezza...” all'improvviso Marijeta nel vedere Talia davanti alla sua camera “... il vostro camino è acceso... così troverete la stanza calda...”
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Guisgard
12-04-2013, 19.38.57
Solone fissò quell'anagramma.
“Giorgio dell'Ordafredda” disse a Clio e a Densesu “era membro degli Illufestati, una confraternita formata da laici antinobiliari e anticlericali. Quella congrega però non aveva grandissimi ambizioni sociali o politiche, ma mirava solo a permettere che i suoi membri si godessero la vita a loro piacimento. Era una protesta contro ogni regola, ogni norma, ogni limitazione e gerarchia. Favoleggiavano di un mondo libero, governato dal popolo ma senza leggi e obbligazioni. Proclamavano di voler edificare nuove città, ma solo con case e senza più chiese. In verità” continuò il greco “oltre a queste fanfaronate, i sedicenti Illufestati non avevano un chiaro piano ideologico. Non proponevano alcuna alternativa ai governi che reggevano città e regni. Miravano solo ad appropriarsi di qualche fetta della grande torta che, a loro dire, si spartivano da secoli vescovi, abati, principi e duchi. Fino a quando i loro eccessi andarono oltre la morale pubblica e allora gli Arciduchi di Capomazda li misero fuorilegge.
In breve gli Illufestati furono arrestati, processati e impiccati tutti. Tutti tranne uno... un unico superstite, fuggito chissà dove... Pietro dell'Ordafredda. Probabilmente cambiò identità e continuò a tener viva la confraternita, stavolta con idee e propositi molto più ambiziosi... distruggere davvero la Chiesa e i nobili che la proteggevano...”
Guisgard
12-04-2013, 20.01.16
“Ho aperto” disse Petrillus ad Elisabeth “perchè avete nominato Tylesia. E sono anni che non sento più pronunciare quel nome. Vivo, come detto, qui da solo e la nuova Tylesia si trova dall'altra parte del lago. Il caldo Calars le ha donato straordinarie terme, dalle quali sgorga un'acqua unica e della quale ne apprezzano le qualità i signori di Capomazda. Ed è proprio quell'acqua che fa crescere le verdure, i legumi e i cereali che arricchiscono la mia tavola. Non impressionatevi per i miei pranzi. Amo il cibo e di certo non è peccato agli occhi di Dio apprezzarlo. Sono altre le colpe che Egli vede in noi.” Li fissò. “Ma perchè siete giunti qui? Cosa state cercando?”
Guisgard
12-04-2013, 20.06.53
Altea lasciò così il castello di Brunos e anche la compagnia teatrale che l'aveva presa con sé.
Tuttavia, nel lasciare il castello, l'unica cosa che Brunos non le aveva reso erano stati i biglietti che il misterioso Cevalier de Lys donò ad Altea e che valevano come permessi in varie città.
“Il cavallo costa tre Taddei, milady.” Disse il venditore. “Quanto a Capomazda, per arrivarci bisogna oltrepassare il Grande Acquedotto presso il Monte dell'Arcangelo. Ma vi sconsiglio di andarci. C'è la guerra e ovunque vi sono soldati, bande mercenarie e disertori... non riuscireste mai ad arrivare a Capomazda...”
Altea
12-04-2013, 20.14.12
Annuii dando all' uomo i tre Taddei..."So benissimo che vi è la Guerra, ma attualmente ho visto cose peggiori...credetemi..il Grande Acquedotto avete detto oltre il Monte dell' Arcangelo" e baciai istintivamente la collana "da che parte devo dirigermi mostratemi". Comprai pure una robusta sella e le staffe e montai a cavallo, aspettando l' uomo mi mostrasse da che parte andare.
Ora era iniziata la vera Avventura...e Ricerca, ma sapevo che il Signore mi avrebbe seguito in questo cammino.
"...un governo del popolo... Che assurdità..." Dissi con un cenno della mano. Ascoltai con attenzione le parole del saggio greco.
"...si, avevo letto di questa storia ma non conoscevo il nome del sopravvissuto...".
Ora lo sai...
Mi persi con lo sguardo per un momento.
Perché quella donna aveva deciso di aiutarmi? Perché mi aveva consegnato quell'indizio? Dovevo scoprirlo, dovevo scoprirlo a tutti i costi.
Ma c'era un altra domanda che mi tormentava. Cosa c'entrava tutto quello col Fiore? Perché tanto trambusto?
Forse da esso gli Illufestati intendevano espandere il loro potere? Cosa mi aveva detto quell'orribile uomo a quel proposito? Non riuscivo a ricordarlo.
Avrei voluto tornare nella biblioteca e trovare un modo per comunicare con la donna che mi aveva aiutato, ma notai che si stava facendo buio, e mi resi conto che l'avrei trovata chiusa.
Salutai Solone, ringraziandolo del prezioso aiuto.
Poi, mi feci accompagnare da Densesu al casale, e nel tragitto non dissi una parola, persa com'ero nei miei pensieri.
Giunti a destinazione, il tepore del fuoco scoppiettante mi destò da quel torpore.
"....perdonate la mia scortesia, Densesu, vi sono grata per avermi accompagnato oggi..." Sorrisi "...credete che Mamyon riuscirà a raggiungerci per cenare, o saremo solo noi?".
Talia
12-04-2013, 20.17.10
Giunsi di fronte a quella stanza quasi senza rendermene conto...
continuavo a pensare alle parole di Guisgard...
quelle parole che avevano richiamato alla mia mente quel ricordo lontano e doloroso...
la memoria di un’infanzia felice e piena di sogni...
sogni ormai sopiti e repressi da così tanto tempo che credevo di averne perduto memoria ormai...
ed invece lui aveva saputo risvegliarli...
aveva saputo mettermi in difficoltà...
ero stata in difficoltà, forse per la prima volta dopo non sapevo più quanto tempo.
Fu la voce di Marijeta a riscuotermi...
“Altezza...” all'improvviso Marijeta nel vedere Talia davanti alla sua camera “... il vostro camino è acceso... così troverete la stanza calda...”
“Grazie...” mormorai distrattamente, entrando e chiudendomi subito la porta alle spalle.
Nelle stanza erano state accese tutte le candele... lentamente feci il giro e le spensi una ad una, finché non fu solo la fiamma crepitante del camino a rischiarare l’ambiente con la sua luce mutevole...
e, proprio a quella luce ballerina, mi avvicinai all’alto specchio che troneggiava accanto al letto e rimasi a fissare la mia immagine riflessa...
osservai a lungo quella immagine, scoprendomi via via sempre più intenta a cercare in quella figura impettita e rigida l’ombra della bambina spensierata e felice che ero stata...
osservai gli occhi vagamente tristi e le labbra prive di sorriso...
osservai i capelli, acconciati con fin troppa cura...
ed infine il mio sguardo scese fino a terra, a cercare quell’ombra che sapevo non esserci più.
Esitai a quel pensiero...
la mia ombra...
dov’era finita la mia ombra?
Possibile che...
quelle antiche storie...
quelle leggende di cui il maestro mi aveva parlato da piccola...
era possibile che...
Distrattamente arretrai, allontanandomi dallo specchio, e mi lasciai scivolare sul letto...
e rimasi così, a fissare il soffitto nella semioscurità, con le ombre che si rincorrevano alla luce mutevole del camino...
pensando a mille e più cose...
finché, infine, il sonno non ebbe il sopravvento su di me ed io mi addormentai.
E sognai Sygma e Sant’Agata... sognai mio padre ed il maestro George... sognai giorni lontani e felici, e poi sognai giorni di guerra... sognai l’Arciduca e l’Arconte che combattevano ed io che venivo ferita... e poi sognai Guisgard, le sue parole, i suoi occhi... sognai Guisgard a lungo...
Guisgard
12-04-2013, 21.14.55
Clio non terminò neanche di parlare che subito cominciarono ad udirsi rumori e grida.
“Ma...” disse Densesu “... cosa accade?” E corse alla finestra. “C'è tribolazione... le campane suonano in città... chissà cosa sta succedendo... aspettatemi qui...” corse fuori e qui fermò alcuni contadini che tornavano dal centro abitato, chiedendo loro spiegazioni di quel caos.
Ritornò poi da Clio.
“In città” fissandola “è scoppiato un clamore incredibile... pare che ci sia stato un attentato e la principessa sia stata ferita... forse è anche morta... insomma, sembra esserci il finimondo... chissà Mamyon dove sarà... forse c'è stato un attacco... cosa facciamo?”
Guisgard
12-04-2013, 21.16.05
Avuto l'indicazione dal venditore, Altea partì alla volta dell'acquedotto.
Era però già giunta la sera e quelle vie si dimostrarono subito selvagge e misteriose.
Luci lontane sembrano animarsi nel buio e strani versi si udivano nell'aria.
Ad un tratto, lungo la strada, Altea vide una luce accesa.
Poco dopo intravide anche le fattezze della struttura da cui quella luce proveniva.
Era una casa.
E subito dietro di essa apparvero altre case e poi un intero borgo.
Guisgard
12-04-2013, 21.19.08
Talia era nella sua stanza, davanti a quello specchio.
Fissava la sua immagine e poi i suoi occhi cercavano quell'ombra svanita, perduta.
Indossava un abito lungo e leggero, perchè il fuoco del camino aveva riscaldato la stanza.
Ad un tratto dalla luce della fiamma che ardeva nel focolare prolungò una lunga ombra, che raggiunse i piedi della principessa.
Poi, all'improvviso, si animò.
“Talia...” disse con voce di donna “... Talia... attenta a quel cavaliere... non restare qui... il tuo popolo ha bisogno di te... fuggi via... fuggi via... apri la porta e fuggi via... ti guiderò io dal tuo popolo...”
“Principessa...” all'improvviso una voce “... principessa...”
“Principessa...” qualcuno bussò alla porta e destò Talia da quel sogno “... principessa... sono io...” era Guisgard.
elisabeth
12-04-2013, 21.29.00
Tylesia era divenatat una citta' termale......per i Signori di Capomazda doveva essere un paradiso......" Perdonate non volevo giudicarvi per i piatti distribuiti sulla vostra tavola......pensavo in verita' che ci fossero piu' ospiti in questa vostra casa........bene allora andremo a visitare la nuova Tylesia...la vecchia e' un cumulo di macerie.......per quanto riguarda noi.....cerchiamo un fiore....un fiore che mi fa venire in mente quello degli antichi Egizi....il fiore azzurro....voi lo conoscete....immagino ...."....
Altea
12-04-2013, 22.07.27
Il cavallo correva veloce e mi ricordavo di quando il vento sfiorava il mio bianco viso nella brughiera di Camelot, rendendolo colorito della sua brezza.
Non mi accorsi del trascorrere delle ore, udivo suoni strani e ormai sembrava farsi buio e vidi in lontananza una luce, spronai il cavallo e infatti era una casa, poi un' altra ancora finchè mi accorsi era un borgo...sospirai guardandomi attorno poichè era abitato.
Vidi una taverna dove avrei potuto avere ristoro e un fabbro...infatti necessitavo di una spada...era sempre meglio difendersi anche se avevo il pugnale preso nel castello dell' Arconte.
Entrai nella fucina e mi rivolsi al fabbro.."I miei omaggi messere, avrei bisogno di una spada, nulla di particolare, qualcosa adatto per difendermi nel mio lungo viaggio" mi guardai attorno e vidi appese corazze di ogni colore e pure con vari stemmi ed elmi piumati, spade intarsiate.."E, gentilmente, potreste anche dirmi dove mi trovo?"
"Io... io non lo so.." dissi con gli occhi sbarrati dall'agitazione.
Un attentato, il finimondo in città, chissà a Mamyon cos'era successo.
"..Lui, doveva proteggerla.. come è potuto accadere?" scossi la testa, con lo sguardo fisso fuori dalla finestra.
In un primo momento avrei voluto correre da lui, avere la certezza che stesse bene, che sarebbe tornato presto da me.
Poi, però, riflettei. Piombare all'interno del palazzo, con tutto quel trambusto, di certo non sarei stata ben accolta, sarei stata solo un intralcio.
Ma non potevo nemmeno starmene con le mani in mano, senza sapere nulla sulla sorte del cavaliere.
Iniziai a camminare nervosamente avanti e indietro, sotto gli occhi preoccupati di Densesu.
"...Credo che Mamyon abbia cose più importanti a cui pensare adesso, non può anche badare a me..." sospirai "..Gli ho promesso che sarei stata al sicuro.. che mi sarei fidata di lui..." sussurrai.
Mi avvicinai ad un tavolo, sopra il quale era poggiato un calamaio e alcuni fogli di pergamena. Ne piegai uno in due, lo strappai e iniziai a scrivere.
Mio Caro Mamyon,
ho udito il trambusto in città, e le malinconiche litanie. Sono addolorata per quanto accaduto alla principessa. So che avrai mille incombenze a cui badare, e che non sarò il primo dei tuoi pensieri in questi tristi momenti.
Ma ti prego, se puoi, di farmi avere tue notizie al più presto.
Sono in pena per te.
Tua
Clio
Piegai il foglio accuratamente e lo richiusi con la ceralacca, fermandolo con l'anello che portavo sempre al dito.
Mi rivolsi poi a Densesu.
"Credete che sia possibile far arrivare questo messaggio a Mamyon? Non ho intenzione di mettermi nei guai, ma devo sapere se sta bene.." dissi guardandolo speranzosa.
Guisgard
13-04-2013, 01.52.09
Petrillus accennò un vago sorriso a quelle parole di Elisabeth.
“Il Fiore Azzurro...” disse “... certo che conosco il Fiore Azzurro... tutti quelli che hanno una certa età qui sanno di cosa stiamo parlando ora... questo perchè da piccoli ci venivano narrate le storie sulla vecchia Tylesia, sulla sua regina e sul meraviglioso Tesoro che era sbocciato nel suo inaccessibile Giardino...”
“Parlateci di questo Fiore.” Fissandolo Sawas.
“Le cose più importanti e belle di questo mondo” fece Petrillus “ossia Fede e Amore, sono in realtà doni. Chi possiede questi due tesori non ha meriti particolari, ma può solo definirsi un privilegiato. La Fede Religiosa e l'Amore Vero fioriscono nella vita di persone fortunate. E così è anche il Fiore Azzurro. Può sbocciare ovunque e nessuno può prevedere dove accadrà. Tylesia fu fortunata tanto tempo fa. E ora, grazie al Cielo, qualche altro luogo starà godendo, o sarà prossimo a godere, tale Benedizione.”
“Come ha fatto a sbocciare a Tylesia?” Domandò Sawas.
“Le cose più belle” rispose Petrillus “sono sempre le più semplici. Accadde che la regina ed il suo innamorato piantassero un Fiore nel Giardino... e da lì è sorto meravigliosamente il Fiore Azzurro...”
“Che io sappia” intervenne Orez “il caso non esiste e dunque dubito che se io e lady Elisabeth si piantasse un fiore, al suo posto sboccerebbe proprio il Fiore Azzurro.”
Petrillus rise di gusto.
“Insomma, il Fiore potrebbe essere sbocciando ovunque...” disse Enusia “... anche all'altro capo del mondo...”
“Eppure deve esserci un modo per cercarlo...” mormorò Sawas “... voglio dire, deve pur esserci una traccia da seguire, qualche segno...”
“Posso darvi un solo consiglio.” Fissandoli Petrillus. “Cercarlo.”
“E' quello che stiamo facendo.” Replicò Sawas.
“Senza fermarvi.” Sentenziò l'eremita.
Guisgard
13-04-2013, 02.01.27
“Siete nel borgo di Douguen, milady.” Disse il fabbro ad Altea. “Quanto alle spade, ne ho alcune leggere e maneggevoli, adatte ad una donna. Magari non possono impensierire un cavaliere in armatura, ma di sicuro sanno mettere in fuga qualche malintenzionato.” E mostrò alla donna alcune di quelle spade.
Ad un tratto si udirono grida e risate provenire da fuori.
Un attimo dopo qualcuno entrò nella fucina.
“Sta per cominciare, Claus!” Rivolgendosi l'uomo appena entrato al fabbro. “Non vorrai certo perderti la gara! Avanti, i partecipanti sono pronti per cominciare! Chissà fra loro chi vincerà quel gioiellino!”
“Si, ho una cliente.” Annuendo il fabbro. “Finisco qui e vengo a vedere lo spettacolo.”
Guisgard
13-04-2013, 02.19.23
“In città credo ci sia un gran caos...” disse Densesu a Clio “... sicuramente ci saranno anche disordini, perchè il popolo si sentirà perduto, senza una giuda e molti temeranno l'arrivo dei Capomazdesi. Ma proverò a portare questo vostro messaggio al Palazzo Reale. Magari convincendo qualche valletto o servitore per farlo recapitare a Mamyon... proverò... vi prometto che proverò... voi aspetterete qui il mio ritorno. Mi raccomando, barricatevi dentro, senza aprire a nessuno.”
E uscì.
Passarono così alcune ore e dall'esterno Clio sentiva le campane di Sant'Agata di Gothia che continuavano a suonare a lutto.
Il casale era poco fuori dal centro urbano, ma di tanto in tanto giungevano le voci di contadini che tornavano dalla campagna.
E nelle loro parole vi era cordoglio, dolore e paura.
Sporadicamente la ragazza avvertiva anche dei cavalli che attraversavano di corsa quella zona.
Erano con ogni probabilità i soldati che ora percorrevano in un lungo e in largo l'area perimetrale della città, forse in cerca dei sicari che avevano attentato alla principessa.
Ma, all'improvviso, si udirono dei colpi alla porta.
“Clio, Densesu...” disse una voce dall'esterno “... ci siete? Sono io, Mamyon...”
Talia
13-04-2013, 03.16.16
Aprii gli occhi di scatto...
quel sogno...
quella voce...
Per qualche momento rimasi immobile, fissando il soffitto nella penombra cupa data dal camino ormai quasi spento...
ero confusa...
agitata...
il mio popolo, aveva detto quella voce...
il mio popolo aveva bisogno di me...
aveva bisogno?
Mi passai una mano sugli occhi, cercando di recuperare il controllo...
e mi accorsi, così, che stavo lievemente tremando...
tremando per l’agitazione...
e per il freddo...
c’era terribilmente freddo, lì, ora che il camino si era quasi spento.
E poi capii che non tutto ciò che avevo visto in sogno, faceva parte solo della mia fantasia...
lentamente l’agitazione diminuì ed io sentii che stavano davvero bussando alla porta...
ed una voce mi chiamava...
la voce di Guisgard...
“Principessa...” qualcuno bussò alla porta e destò Talia da quel sogno “... principessa... sono io...” era Guisgard.
Sorpresa, mi alzai e mi avvicinai alla porta...
rimasi per qualche momento ferma dietro di essa, vagamente incerta...
poi appoggiai la mano sulla maniglia ed aprii lentamente...
“Milord?” mormorai gentilmente, trovandomelo davanti.
Guisgard
13-04-2013, 03.55.44
Talia aprì lentamente la porta e apparve Guisgard.
“Che tono gentile...” disse lui “... vedo che quel vago fare contrariato di poco fa è svanito... ma state tranquilla, non sono tornato per prendervi ancora la mano...” sorrise “... ma sono un cavaliere... il vostro cavaliere... e volevo sapere... si, insomma... prima siete andata via un po' seccata... forse ho detto, oppure fatto qualcosa che vi ha infastidita? O magari è solo la nostalgia che avete della vostra corte?” Guardò la stanza intorno a loro. “Beh, non è male qui... voglio dire, è un castello nobiliare, con tanto di servitori, anche se, lo ammetto, un po' stravaganti... o chissà, forse vi mancano i vostri abiti sfarzosi e i vostri gioielli...” le fece l'occhiolino “... però, se proprio volete, qui nelle vostre stanze vi lascerò indossare tutto ciò che vorrete... persino la corona regale...” sorrise nuovamente “... anche se dubito faccia parte ora dei vostri bagagli!” Rise. “Su, fatemi un sorriso, altrimenti resterò inquieto per tutta la notte... e poi merito un premio, no? Sono venuto qui, sfidando le ire della vostra servitrice!” Le mostrò qualcosa. “E' uno strano oggetto per voi, lo so... è fatto di fogli ripiegati più volte... rappresenta un fiore... tecnicamente è chiamato Origami... mi ha insegnato il mio maestro a farli... da piccolo ero un portento... però devo dire che non ho perso la mano... tenete, è per voi... è un'orchidea... e secondo il linguaggio dei fiori rappresenta la totale devozione... come quella di un cavaliere alla sua regina...” e la fissò negli occhi “... siete bellissima...” sussurrò all'improvviso “... anche senza i vostri gioielli e abiti da cerimonia, altezza...”
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Talia
13-04-2013, 04.22.30
Presi tra le mani quel piccolo oggetto di carta che mi aveva porto e lo osservai stupita...
era qualcosa di molto bello...
di particolare...
era qualcosa che non avevo mai visto prima e per qualche minuto rimasi ad osservarlo con attenzione, studiando le piccole pieghe precise della carta e la perfezione dell’insieme...
poi, quando la sua voce si spense, tornai a guardarlo...
e, quasi involontariamente, un sorriso mi increspò le labbra...
“Ma quanto parlate!” mormorai, senza sapermi trattenere “Quanto parlate!”
Abbassai appena lo sguardo ed osservai il fiore di carta per un altro istante, sfiorandolo piano con la punta delle dita...
“Sapete...” dissi poi, gentilmente, tornando a guardarlo “Da piccola, dicevano a me che parlavo molto... mio padre talvolta mi rimproverava proprio per questo. Ma voi... santo cielo, se conoscesse voi...”
Sorrisi...
e per molti minuti nessuno di noi parlò più...
io avvertivo i suoi occhi su di me, ma continuai ad osservare quella piccola scultura di carta...
“E’ un dono molto bello...” mormorai infine, tornando a guardare il cavaliere “E’ probabilmente il più bel dono che mi sia mai stato fatto... è prezioso, perché lo avete fatto voi per me!”
Guisgard
13-04-2013, 06.43.04
“Eh, sono dunque un chiacchierone...” disse Guisgard alzando gli occhi “... ma almeno sono riuscite a farvi sorridere quelle mie chiacchiere...” sorrise “... quando sarete malinconica” sussurrò a Talia “o vi sentirete sola... questo fiore di carta vi ricorderà che non lo siete... che c'è qualcuno che veglia su di voi... che scaccerà ogni vostra paura...” i suoi occhi erano fissi in quelli di lei “... ma le sorprese non finiscono qui, altezza... anzi, prima che la vostra servitrice si svegli e venga qui con un mattarello, sarà meglio sbrigarci...” le fece l'occhiolino “... si, perchè volevo farvi ascoltare una cosa... anzi, molte cose in verità...” e senza attendere la risposta di lei, Guisgard la prese per mano e la portò fuori dalla stanza.
Di nuovo in quel corridoio, illuminato da una candela e dal chiarore del nuovo giorno che tingeva di rosa i vetri delle finestre.
“Vedo che siete riuscito a recuperare la dama!” Esclamò qualcuno.
Parsifal25
13-04-2013, 11.25.57
La notizia mi sbalordi'......eppure, ero convinto che l'Armatura Rossa che vidi presso il vecchio maniero era l'antica reliquia dei tempi che furono.
Inoltre, per ottenerne i suoi poteri.....conobbi la maschera degli Inferi e della morte tornata viva. Cosa significava tutto ciò? Allora, qualcuno ha avuto modo di replicarla senza trascurar alcun dettaglio? Era incredibile......
Mi rivolsi alle anziane e dissi: "Madonne, ma ne siete certe che non sia stata depredata? Poichè, in uno dei miei viaggi l'ho vista esposta nella teca del maniero di Sir Orco......è possibile.....che qualcuno sia riuscita a replicarla così perfettamente?
Osservai' le anziane donne e vidi che entrambe mi fissavano ponendomi questa domanda......"potrebbe mai esser qualcuno cosi' folle da sfidare la morte?".....venni attraversato dall'onda del dubbio e dell'incertezza.
Da un lato......l'armatura Rossa ci sarebbe servita per aiutare le poveri genti di Gothia e del villaggio che mi ospitò, ma dall'altro......chiunque l'avesse indossata avrebbe conosciuto la sua maledizione......
Chi mi avrebbe aiutato in questa scelta......la risposta presentava due protagonisti: il cuore o l'intelletto razionale.....
Altea
13-04-2013, 21.07.46
Osservavo le spade, scelsi una leggera ovviamente e anche con l'elsa finemente intarsiata, pagai il fabbro, il quale era di fretta dopo le parole di quella persona che giunse in fucina.
Riposi la spada nel fodero e la cinsi tra le pieghe della gonna..
"Altea, coraggio..tuo padre ti ha dato ottime lezioni di come tirare
di spada" disse prendendomi la mano e facendomi alzare dopo la brusca caduta.
Sbuffai.."Io non sono un Cavaliere come te, tu sei pure andato in Terrasanta hai raccontato, Sebastian. Certo migliori maestri come te e mio padre non ne potevo avere, ma lo sai che preferisco l'arco e le frecce...sono un asso in questo, il bersaglio è sempre mio".
Guardai sorridendo i profondi occhi chiari e i corvini capelli e ad un tratto mi sorprese con un fendente.
"Sei impazzito!!" urlai "vuoi uccidermi per caso?".
Lottai con tutta la forza in me, egli ovviamente era molto più forte ma lo disarmai..non capii mai se lo avesse fatto per galanteria o perchè ero riuscita veramente a batterlo.
"Complimenti" disse applaudendo "sempre in attacco, ricordalo...e sempre all'erta, l'attacco può arrivare in qualsiasi momento".
"Messere so che siete di fretta, ma ditemi, questo borgo di Douguen dove si trova esattamente, siamo molto lontani da Capomazda e il Monte dell' Arcangelo?" sentivo fuori le urla e schiamazzi "e che gara state per iniziare?"
elisabeth
14-04-2013, 10.15.08
certo tutti conoscevano il fiore azzurro...conoscevano Tylesia e la sua storia, mi allontanai solo un pochino dal gruppo......i due amanti avevano piantato in quel giardino il frutto del loro amore .....amore gli aveva donato un fiore, cercare qualcosa che non ci appartine non e' cosa semplice, solo le persone che amano hanno questa predisposizione....trovare il dono di Amore......usciti da quelle antiche mura...ero ancora immersa nei miei pensieri...quando mi rivolsi ai miei fidati compagni di viaggio....." Fui invogliata a percorrere questa strada da persone che mi promisero in cambio un dono.......non tutti accettamo e comunque non a tutti venne dato un biglietto...in questo biglietto vi era scritto qualcosa di noi che gia' si conosceva....qualcosa che ci avrebbe spinti ad intraprendere questa avventura........Io sono unita dal profondo amore per Liam mio marito che e' morto per mano sconosciuta.....quello che mi ha spinta a cercare questo fiore non e' stato il rapimento di Elina...ma la vendetta...Elina e' stata rapita quando hanno ritenuto opportuno che i tempi dovevano essere piu' stretti............il fiore non puo' essere ne' toccato ne' preso da chi non ha un cuore puro...un cuore toccato profondamente d'Amore..........Elisabeth lo era, almeno alla storia che Liam mi ha raccontata e anche lui fu messa sotto pressione per rintracciare il fiore......un fiore che era contenuto nel giardino di Tylesia...........Reas era un componente delle guardie fidato alla Regina......ma lui era nato col concetto che l'amore non esistesse.....se andassimo nella nuova Tylesia.....potremmo trovare qualcuno che venne dopo la regina e che amo' in maniera cosi' struggente....da aver tenuto in affidamento il fiore, e poi ancora qualcuno......portandolo sino ai giorni nostri......io non conosco altri posti intrisi d'amore come il mio maniero........quello e' per il mio dono d'amore.....".....pensieri strani e strane visioni........incominciarono a penetrare nella mia mente......una bellissima donna......forse era Elisabeth...lei aleggiava nei boschi e chissa'...non aveva mai lasciato la vecchia Tylesia....
Quasi sobbalzai a quella voce. Ero rimasta vigile e attenta per ore, senza che nessun suono in particolare attirasse la mia attenzione.
Mi affacciai alla finestra, velocemente, per controllare di aver sentito bene.
Quando vidi il cavaliere, corsi velocemente alla porta.
"..Mamyon.." dissi, aprendo l'uscio e tirandolo per un braccio dentro la stanza "...Entra, entra.. su, forza.." dissi sorridente, per poi richiudere la porta alle sue spalle.
"...Oh, Mamyon.." sussurrai abbracciandolo "...Sei tornato... ero così in pena per te... hai ricevuto il mio biglietto? Non pensavo che avresti avuto tempo per me stasera, con quello che è successo.." Alzai gli occhi "..come stai? Forza, racconta tutto... immagino che non avrai avuto modo di parlare con gli altri cavalieri..." con un sorriso.
Ma poi il mio sguardo mutò e lo guardai seria "...Come hai fatto ad arrivare prima tu di Densesu? E' venuto a cercarti ore fa ormai.. dovrebbe essere di ritorno a momenti, dunque.." dissi, cercando di nascondere una punta di preoccupazione.
Guisgard
15-04-2013, 01.30.25
“Quella corazza” disse una delle tre vecchie a Parsifal “è l'originale. Infatti nessuno potrebbe riprodurre una simile armatura. Essa contiene e custodisce i segreti di un tempo antico e ormai del tutto ignoto al sapere contemporaneo. Noi tre” indicando se stessa e le altre due anziane “sappiamo dove essa è custodita. E per vincerla occorre superare una dura prova. Chi fra voi tre” indicando Parsifal, Ozg e Loi “vorrà tentare l'impresa, potrà farlo.”
“Ma sappiate” intervenendo la seconda vecchia “che se fallirete resterete per sempre imprigionati dove ora è custodita quella corazza.”
Guisgard
15-04-2013, 01.41.17
“Questa regione” disse il fabbro ad Altea “è quella posta più a Nord-Est dai confini di Capomazda. Il Monte dell'Arcangelo è l'ultimo baluardo della barriera montuose che racchiude queste terre ed è l'avamposto che congiunge questo territorio con le terre del ducato. Ma tutte le strade che attraversano la regione sono ormai controllate o dall'esercito dell'Arciduca o dalle milizie di Sant'Agata di Gothia. Quanto alla gara ormai imminente” sorridendo “essa è una competizione che mette in palio un'arma incredibile. La più precisa e la più micidiale che si sia vista in queste regioni. E imbracciandola chiunque può diventare pericolosissimo da affrontare.”
Altea
15-04-2013, 01.48.14
Istintivamente guardai le montagne che sovrastavano il borgo..cos'era più pericoloso... l'esercito di Santa Agata di Gothia o quello Capomazdese?
Poi, pensai, che potevo far leva sul fatto che io non fossi cittadina di Sygma e nemmeno di Capomazda...io appartenevo fieramente a Camelot, quindi ero neutrale tra i due.
"Una arma invincibile..e ditemi possono partecipare pure le donne?Mostratemi di cosa si tratta, portatemi gentilmente con Voi" dissi con una euforia che stava per rinascere, forse per questa avventura che stavo fronteggiando...o forse per il solo fatto che come diceva la mia balia...dovevo nascere maschio e fare il cavaliere, e a quelle parole sorrisi appena.
Guisgard
15-04-2013, 02.02.11
“Si...” disse Sawas a quelle parole di Elisabeth “... è una buona idea... credo che recarci alla nuova Tylesia sia l'unica cosa da fare ora.”
“Credi che possa cominciare da lì la nostra ricerca?” Chiese Enusia.
“La nostra ricerca è già cominciata.” Fissandola Sawas.
“Bene, allora non ci resta che dirigerci là.” Fece Orez.
I quattro, così, risalirono sulla turbocarrozza e raggiunsero l'altra sponda del lago, dove presumibilmente si trovava la nuova Tylesia.
Trovato il lago, lo circumnavigarono, fino a raggiungere il punto in cui il Calars lo alimentava.
E tra le dense e spesse mura di vapore che si alzavano in prossimità di una cascata, come un miraggio, Elisabeth, Sawas, Enusia e Orez videro qualcosa.
Prima un qualcosa di indefinito e incerto. Poi, pian piano, sempre più nitido e definito.
Fino a quando ai loro occhi apparve una grandiosa città, racchiusa da più cinte murarie scandite e controllate da alte torri di avvistamento che proteggevano l'abitato cittadino.
E al centro, nel punto più alto, dominava un grandioso palazzo.
“Quella” mormorò Sawas “credo sia la nuova Tylesia...”
http://josch444.jalbum.net/Fantasy/slides/32%20Teil2.jpg
Guisgard
15-04-2013, 02.35.39
“Beh...” disse il fabbro ad Altea “... in verità nessuna regola vieta alle donne di parteciparvi... ma dubito che riuscirete ad ottenere buoni risultati, visto che alla gara partecipano i migliori tiratori dei dintorni. Però, come detto, nessuno può vietarvi di partecipare. Venite con me.”
I due, così, raggiunsero la piazza principale, dove si stava tenendo la gara.
“Signori e signore!” Un uomo da un palco. “La gara sta per avere inizio! I migliori tiratori fra voi si cimenteranno per vincere il premio più ambito.” E mostrò a tutti i presenti un'arma. “Questa è l'incredibile Costanza A, la più precisa e potente balestra del mondo. E' capace di centrare un acino d'uva a trecento passi, come spaccare perfettamente in due un cocomero alla medesima distanza. Le sue frecce hanno le punte fatte con acciaio smaltato di porcellana... fendono l'aria a velocità impensabile e penetrano qualsiasi materiale. Insomma, amici ed amiche... un'arma capace di rendere tutti gli uomini uguali.
Siano nobili o plebei, chierici o laici, Cristiani o infedeli, essi, con quest'arma, diventano tutti uguali! Avanti!” Esclamò. “Cosa aspettate? Iscrivetevi alla gara!”
Guisgard
15-04-2013, 06.56.36
“No, non ho incontrato Densesu e non ho letto il tuo biglietto...” disse Mamyon “... Clio, ascoltami... in città c'è il caos... la principessa è stata ferita ed ora è in fin di vita... i soldati cercano ovunque, nelle case, nelle stalle, per le strade, per le campagne i colpevoli dell'attentato... nessuno sa come sono penetrati nelle mura del palazzo... ma dall'interno una freccia ha trafitto la principessa e ora...” strinse le mani di Clio “... la freccia, scoccata da un arciere formidabile, era avvelenata... il precettore della principessa, il Maestro George, afferma che per salvarla occorre un potente antidoto... un antidoto che si ottiene da un Fiore rarissimo... anzi, unico... e ora l'Arconte Meccanico, in virtù del giuramento fatto dopo il torneo, ha incaricato noi cavalieri della principessa di trovare quel Fiore... e comincio a credere che si tratti dello stesso Fiore che stai cercando tu...”
Talia
15-04-2013, 13.41.32
Il cavaliere, con un gesto repentino, mi aveva preso la mano e mi aveva condotta fuori da quella stanza, in quel corridoio...
ne fui lievemente sorpresa...
così come mi avevano sorpreso le sue parole sulla mia malinconia e sulla solitudine...
quelle parole pronunciate piano, appena sussurrate, con quella voce calda e morbida...
lo avevo fissato per un momento, incerta...
mi chiesi se fossero a lui davvero così evidenti i miei sentimenti ed i miei pensieri...
me lo chiesi per lunghi minuti...
e poi, continuando a guardarlo, avevo lasciato che mi conducesse fuori, senza opporre la minima resistenza...
stringendo delicatamente quel piccolo fiore di carta...
Di nuovo in quel corridoio, illuminato da una candela e dal chiarore del nuovo giorno che tingeva di rosa i vetri delle finestre.
“Vedo che siete riuscito a recuperare la dama!” Esclamò qualcuno.
Sollevai gli occhi ed osservai il corridoio deserto...
poi portai lo sguardo di nuovo su di lui...
“Cosa, milord?” sussurrai allora, piano “Cosa volevate farmi ascoltare?”
Quando Mamyon finì di parlare, scoppiai a ridere senza riuscire a fermarmi.
"...oh, cielo... Scusa, scusa...." Esclamai senza smettere di ridere "....è terribile quello che è successo, non fraintendermi...".
Tentai di ricompormi e guardai il cavaliere con l'espressione più seria che riuscii a fare "...maestro George? Lo stesso a cui la servitrice è andata a spifferare i nostri discorsi? Oh, ma come sono sorpresa... È il precettore della principessa, dunque.. E, guarda caso, ti ha chiesto il Fiore... Non crederai che si tratti di un altro rispetto al mio vero?".
George.... E se fosse.....? No, impossibile, non saltare a conclusioni affrettate... Ti fai prendere la mano...
Sorrisi e appoggiai le mani sul collo del cavaliere, per poi stringerlo a me e baciarlo con passione.
"...Allora lo vedi che il nostro destino è stare insieme, mio valoroso campione?" Dissi, poi, guardandolo negli occhi.
"...io i bagagli li ho già pronti... Sono pronta a partire in qualsiasi momento... Perché... Sai che devi portarmi con te, vero? Correrei più pericoli standomene qui da sola che non in giro per il mondo con i migliori cavalieri del regno... O, soltanto con te... Dovete cercarlo insieme o separati per aumentare le probabilità?" Senza smettere di sorridere "....a meno che...." Sussurrai "...non vi abbiamo dato qualche indizio sa seguire, per cominciare la ricerca... Nel qual caso.. Beh sarebbe già un buon inizio..." Continuai senza staccare gli occhi dai suoi.
Altea
15-04-2013, 15.30.40
Seguii il fabbro, la piazza era gremita di gente, probabilmente proveniente pure dai paesi e borghi vicini.
Quell' arma, Costanza A, era veramente un gioiello e sorrisi appena ricordando quando volevo infilzare il servo dell' Arconte Meccanico.
Decisi che avrei tentato, anche se poi con spada e balestra sembravo più una dama in assetto di guerra piuttosto che alla ricerca di un prezioso Fiore..e di un Frate..e di un bello e valoroso Cavaliere, ad un tratto mi venne in mente Vivian.
Mi soffermai pensierosa, dovevo farlo pure per lei, per salvarla...quel Fiore valeva pure la sua Vita.
Mi misi in coda per partecipare, non mi spaventava la gara in sè ma quanto il fatto fossi l'unica donna a partecipare, così sembrava, e gli uomini erano tutti di robusta corporatura..ma nel tiro era anche importante la mira, non la forza e speravo di non essere fuori allenamento.
Aspettai pazientemente e mi presentai a colui che raccoglieva le adesioni, annuendo con naturalezza e con un sorriso.."Vorrei iscrivermi alla gara"...bisbigliai appena.
elisabeth
15-04-2013, 19.15.41
Sawas...si fece trasportare come me da l'unica certezza....la nuova Tylesia sarebbe potuta essere la dimora del fiore azzurro...ma se cosi' non fosse stato, nulla poteva essere perduto...perche' avremmo seguito Amore e forse questo ci avrebbe condotti a qualcosa di concreto.....con la turbocarrozza....viaggiammo percorrrendo il Calars e i suoi fumi , le sue nebbie.....sino a quando bellissima si ergeva una grandiosa citta'...era Tylesia ?.....non credo potesse essere altro....." Sawas e' superba....una citta' costruita col potere dell'armonia....ma solo al nostro atterraggio potremo sapere se e' Tylesia.....e comunque nonsappiamo il grado di ostilita' dei cittadini ?........non credo che abbiano ospiti molto spesso.....e' meglio nascondere la turbocarrozza e proseguire a piedi......almeno il mezzo di ritorno sara' assicurato....".....Guardai Orez ed Enusia.....eravamo pronti a scendere, una nuova realta' ci aspettava.....e dopo avere nascosto la turbocarrozza tra le fronde degli alberi della vicina foresta.......presi il cammino verso il ponte levatoio........Lei era Bella.....fluttuava nell'aria come lieve vapore....sorrideva gioisa.....ma chi era ?....rimasi solo un attimo senza respiro e proseguii per la mia strada......
Guisgard
15-04-2013, 21.09.47
“Presto lo scoprirete.” Disse Guisgard a Talia, tenendola sempre per mano. “E poi se vi svelassi tutto, finirei col perdere il vantaggio che ora la vostra curiosità mi ha dato.” Sorridendole.
“Tenetevela stretta ora la dama!” Esclamò ancora quella voce.
“Toccherà a te darmi una mano.” Fece Guisgard prendendo Abecedarius dalla mensola. “Perchè se sarà una storia noiosa, temo che la nostra dama fuggirà di nuovo via.” E si voltò a fare l'occhiolino alla principessa. “Allora, mi avevi accennato ad una storia speciale...”
“Oh, si...” aprendosi da solo Abecedarius “... solo un attimo che rammento la pagina... mi confondo sempre... era 2.127.915, o 3.908.123? Ah, si... eccola!”
“Non pretenderai che si stia in piedi ad ascoltarti!” Sbottò il cavaliere.
“Beh, in un corridoio solitamente non ci sono molte sedie...” mormorò il libro “... ma una c'è... eccola, a quella parete dietro di voi.”
“Sedevi qui.” Rivolgendosi Guisgard a Talia. “E' comoda.” Avvicinando la sedia alla ragazza. “Io resterò in piedi alla parete... avanti, comincia.” Parlando poi al libro.
“Signori...” arrivando Tanis con un vassoio “... sono appena fatte... assaggiatele!” Mostrando loro alcuni dolcetti.
“Sai che cominci ad essermi simpatico!” Ridendo Guisgard. “Cosa sono?”
“Sono dolci particolari...” rispose la marionetta “... sono comunemente dette meringhe... ma hanno anche un altro nome... assaggiatele. Addolciranno la storia che il nostro Abecedarius vi narrerà ora.” E ne offrì a Talia ed al suo cavaliere.
“Mmm...” assaggiandone una Guisgard.
“Come le trovate, sir?” Domandò Tanis.
“Sofisticata...” assaporandola lui “... delicata... raffinata...”
“Ne sono lieto.” Compiaciuto Tanis.
“Ah, la stanza di milady” fece Guisgard “ha un inconveniente... la porta cigola quando si apre... me ne sono accorto poco fa...”
“Oh, sono mortificato.” Sorpresa la marionetta.
“Tranquillo, dopo andrò io a darci una sistemata...” annuendo per l'ottimo gusto del dolcetto “... davvero squisita...”
http://m2.paperblog.com/i/85/850709/baci-di-meringhe-a-bassa-temperatura-L-MCR1sQ.jpeg
Guisgard
15-04-2013, 21.20.38
“Il Maestro George” disse Mamyon a Clio, con un tono stranamente perentorio e che sembrava non accettare repliche “è uomo di alti valori e di affidabile integrità morale. Vive quasi segregato nel Palazzo Reale perchè ormai si sente del tutto indifferente alle debolezze di questo mondo. Posso dire... si, posso dire che probabilmente non vi è uomo più leale e sincero in questa città.” I suoi occhi erano fissi in quelli di lei, eppure Clio, per un istante, li sentì lontani, freddi. “Sulla ricerca non saprei dirti...” assumendo ora un'espressione meno contratta e più serena “... ci riuniremo noi cavalieri stanotte, davanti alla Cappella del palazzo per decidere come iniziare a cercare il Fiore.” Finalmente le sorrise. “Se vuoi, puoi venire con me a quella riunione.”
Guisgard
15-04-2013, 21.28.36
“Voi” disse l'uomo delle iscrizioni alla gara nel vedere Altea “volete partecipare? Siete sicura? Guardate che bisogna pagare e se si viene eliminati subito poi il denaro è perso...” la fissò “... comunque, contenta voi... è rimasto l'ultimo posto da assegnare e per partecipare occorre pagare un Taddeo.”
Ad un tratto cominciarono ad arrivare i vari contendenti.
Tutti ambivano a quella formidabile balestra.
All'improvviso arrivò qualcuno su un cavallo.
Era un uomo bruno, dall'espressione inquieta e lo sguardo freddo.
“Voglio partecipare anche io!” Saltando giù dal suo cavallo.
“Mi spiace.” Fece l'uomo delle iscrizioni. “E' rimasto un solo posto e questa donna è arrivata prima di voi.”
“Sciocchezze!” Esclamò il nuovo arrivato. “Questa non è una gara per una donna! Sarebbe un posto sprecato!”
Altea
15-04-2013, 21.39.11
"I soldi non sono un problema per me, messere" e sorridendo frugai nel borsellino estraendo un Taddeo, stavo per consegnarlo all'uomo quando sentii arrivare un cavallo in fretta, scese un enigmatico uomo e senza chiedere alcun permesso si avviò verso colui che raccoglieva le iscrizioni...un senso di ira mi pervase quando egli osò proferire quelle parole.
"Milord...penso di poter essere più brava di voi nel tiro a bersaglio, sono una ottima tiratrice anche se donna, anzi mi piacerebbe sfidarvi" e mi rivolsi a quel docile uomo che ci guardava con aria interrogativa.."Messere, per non fare torto a nessuno dei due, potreste fare una eccezione e iscrivere pure questo..gentile e galante milord? Non penso creerà dei problemi un giocatore in più" e guardai quell'uomo dallo sguardo freddo e inquieto con aria di sfida.
Guisgard
15-04-2013, 21.40.25
Così, Elisabeth ed i suoi compagni di viaggio, giunsero davanti a quella maestosa città.
Dove il Calars baciava il lago, vi era una piccola banchina con una barca.
Poco distante vi era un uomo a sonnecchiare.
“Voi...” disse Sawas avvicinandosi a lui “... potete darci un passaggio fino all'altra sponda? Dobbiamo entrare in città.”
“Un Taddeo e mezzo.”
“Eccolo.” Lanciandogli una moneta Sawas.
L'uomo allora li condusse dall'altra parte del lago.
“E' Tylesia, vero?” Chiese Sawas.
“Si.” Rispose l'uomo mentre teneva la vela della barca.
“E' fortificata...” osservò Enusia “... teme forse di essere attaccata? C'è una guerra in atto.”
“La guerra non c'entra.” Fissandola l'uomo. “Le mura ci sono da prima che il conflitto cominciasse. In realtà quelle difese servono a custodire il tesoro di Tylesia.”
“Che tesoro?” Domandò Orez.
“Il suo fiore.” Disse l'uomo.
"Va bene.. certo.. scusa.. non intendo contraddirti.." sussurrai scrutando i suoi occhi.
Non mi piaceva quell'espressione, era lontana, era più di quanto potessi sopportare.
Quando finalmente sorrise, il mio sguardo si illuminò enormemente.
"...Certo che vengo anch'io.. che domande.. hai promesso che non ci saremmo mai divisi, ricordi?" dissi cercando di rubargli un nuovo sorriso.
"..Ehi.. Mamyon..." mormorai dolcemente, avvicinandomi ancor di più a lui e cingendolo con le braccia "..So che dev'essere stata una giornata terribile.. ma adesso sei qui con me..." mi sporsi per baciarlo dolcemente sulla guancia "..solo con me..." scrutai i suoi occhi per lunghi istanti "...non lasciare che i problemi e le preoccupazioni della giornata ti logorino... concediti un attimo di pace... ci sono io per te, adesso..." continuai dolcemente, spostandogli un ciuffo di capelli dalla fronte "...non negarmi quel meraviglioso sorriso che mi ha fatto innamorare..." baciandolo nuovamente.
Sorrisi "..Abbiamo ancora un po' di tempo prima che cali la notte, non vuoi mangiare qualcosa qui con me? Poi andremo dritti all'appuntamento coi cavalieri e salveremo la principessa."
E Lucius...
Già, pensai, almeno avevo nuovamente la possibilità di salvare il mio amico.
Talia
16-04-2013, 00.24.52
Lanciai al cavaliere un'occhiata penetrante a quelle parole...
lo fissai per alcuni istanti...
poi sorrisi appena ed mi sedetti sulla sedia che mi aveva avvicinato.
"E così..." mormorai, osservando il libro che si apriva apriva davanti a noi "E così... una storia, eh! Una storia speciale, dite..."
I miei occhi scivolarono sul libro meccanico, curiosi, poi tornarono ad indugiare sul cavaliere...
ero sorpresa e stupita...
nessuno si era mai comportato con me come stava facendo quel cavaliere...
nessuno si era mai preoccupato tanto del mio diletto, del mio umore, dei miei pensieri più semplici...
E fu in quel momento che giunse Tanis con quel vassoio...
"Dolci?" mormorai quasi incredula "Dolci... a quest'ora?"
Lentamente ne presi uno e me lo rigirai tra le dita per un istante...
"A Sygma hanno un altro nome..." dissi piano, per poi assaggiarne un po'.
E mangiucchiando distrattamente quel biscotto, tornai ad osservare il cavaliere, in attesa.
Guisgard
16-04-2013, 01.35.34
“Questa poi...” disse quell'enigmatico uomo a quelle parole di Altea “... una donna che vuole concorrere in una gara di tiratori...” la fissò “... avete soldi da sprecare, vero? Beh, vi farò un favore, facendovi risparmiare quel denaro... desistete perchè è una sciocchezza. Anzi, mettete da parte quei soldi così che possiate fare un regalo al vostro uomo.”
“Decidetevi voi due.” Fece l'uomo delle iscrizioni. “La gara sta per cominciare. E c'è solo un posto da assegnare. Mi spiace, ma non possiamo accettare più di un ultimo concorrente.”
“Vi propongo un patto...” rivolgendosi ancora il nuovo arrivato ad Altea “... lasciate che sia io a partecipare alla gara e se vinco il premio sarà di entrambi. Poi decideremo come regolare la faccenda fra noi. Cosa mi dite?”
Guisgard
16-04-2013, 01.55.31
Mamyon tornò a sorridere a quelle parole di Clio.
“Sciocchina...” disse piano “... nessuna preoccupazione di questo mondo potrebbe negarmi la felicità che mi doni ogni volta ti guardo...” la baciò delicatamente “... si, è vero, abbiamo ancora un po' di tempo... ma non ho fame... voglio solo qualche momento per noi... vieni, ci riposeremo...”
Così la portò sul lettino e i due si strinsero l'uno accanto all'altra.
Sopra di loro vi era una piccola finestra, dalla quale si poteva ammirare un po' del cielo notturno.
L'aria era pulita e fresca, le stelle scintillavano chiare nel firmamento e si poteva ammirare la sagoma della città che si stagliava contro l'oscurità della notte, assumendo tratti quasi fiabeschi.
Poche luci salivano dall'abitato cittadino, liberando un tenero alone, simile ad un torpore di mille e più bagliori che si confondevano fra loro, per poi perdersi nell'infinito silenzio notturno.
Mamyon stava steso sul lettino, con la schiena poggiata contro la parete ad angolo che racchiudeva quel giaciglio.
Fra le sue braccia vi era Clio.
“Quando sarò sazio di imprese, avventure e vittorie” sussurrò fissando quel cielo dalla finestra “mi ritirerò in una grande palazzo... un palazzo lontano da tutto e tutti... magari sulle sponde di un lago sconosciuto, posto ai limiti di una foresta inesplorata... voglio che sorga a pochi passi dalle montagne, perchè amo notti come queste... notti scintillanti di stelle ignote persino ai navigatori più esperti... si, vivrò in un luogo così... ma non voglio viverci da solo là...” e si voltò a fissarla “... sei bellissima, Clio... bellissima... e forse sono i tuoi occhi quelle stelle sconosciute che sogno di vedere io solo...” e la baciò con passione.
Poco dopo i due lasciarono il casale e galopparono fino al Palazzo Reale, dove raggiunsero così lo spiazzo davanti alla Cappella Reale ed attesero l'arrivo degli altri cavalieri.
Guisgard
16-04-2013, 02.30.34
“A Capomazda” disse Guisgard “la gente ritiene che i dolci facciano bene allo spirito, sollecitino il buonumore e che posseggano persino proprietà afrodisiache. In pratica sono ritenuti il cibo dell'amore.” Sorrise. “Dunque” fissando Talia e facendole l'occhiolino “potrebbero far addolcire anche la vostra acida servitrice.” Rise di gusto. “Eh, l'amore e i suoi sortilegi! E spero che la tua storia” rivolgendosi ad Abecedarius “sia degna. Avanti, di cosa parla?”
“Oh, non resterete delusi.” Compiaciuto il libro. “Una storia ricca d'avventura e d'amore.”
“Da piccolo” mormorò il cavaliere “sceglievo le storie in base ai titoli... questa ne ha uno, immagino... quale?”
“Questa è la storia di Ardena e Melicha...” rispose il libro meccanico “... ma questa mensola non è una degna cattedra... puoi tenermi in mano mentre racconto la storia, Tanis?”
La marionetta annuì e prese Abecedarius dalla mensola.
E nell'attesa che il libro trovasse una giusta posizione fra le mani di Tanis, Guisgard si chinò davanti al seggio di Talia.
“Avete detto” fissando la principessa “che questi dolci a Sygma hanno un altro nome... quale?”
Sorrisi a quelle parole. Nemmeno io avevo molta fame, volevo soltanto passare del tempo sola con lui.
Notai che aveva interpretato meravigliosamente i miei desideri.
Lo seguii fino al lettino e mi rifugiai tra le sue braccia.
Per un po' restammo in silenzio, ed io potevo sentire perfettamente il battito del suo cuore rimbombare nella stanza.
Poi, mentre Mamyon parlava, chiusi gli occhi e immaginai il castello che stava descrivendo.
"...si in castello con una leggenda di amanti indivisibili...." Sorrisi "...sarebbe un sogno..." Sussurrai.
E mi abbandonai a quel bacio appassionato, come se nulla esistesse oltre i nostri cuori e le nostre labbra.
Poco dopo i due lasciarono il casale e galopparono fino al Palazzo Reale, dove raggiunsero così lo spiazzo davanti alla Cappella Reale ed attesero l'arrivo degli altri cavalieri.
Una volta arrivati, sorrisi al cavaliere, gli strinsi la mano ed guardai intorno per vedere se gli altri stessero arrivando.
Mi chiesi dove avrebbe portato tutto quello, ma mi fidavo di Mamyon e sapevo di essere al sicuro.
"..Credi che ci saranno problemi per loro, se ci sono anch'io?" Dissi all'improvviso. Infondo, loro non sapevano che anche io ero stata mandata alla ricerca del Fiore. Poco male, non mi sarei certo tirata indietro.
Altea
16-04-2013, 15.48.09
La gente era impaziente di aspettare, osservai l'uomo attentamente senza proferire parola e mi feci restituire i soldi appena dati per partecipare, poi mi voltai verso quell' uomo.."Prima di tutto, milord..o messere..non ho regali da acquistare per nessun amato e poi fate ciò che più vi aggrada, so che voi uomini detestate negazioni proprio come dei bambini che amano fare dei capricci" sorrisi ironicamente "e quindi mi siederò con gli spettatori ed assisterò,purtroppo, alla vostra sconfitta presumo".
Così andai a sedermi in una panchina con altra gente e mentre aspettavo l'inizio della gara mi vennero in mente altri ricordi confusi..
"Bersaglio centrato, e le tue frecce che vanno a conficcarsi nella corteccia degli alberi" ridendo mentre staccavo una freccia dall' albero.
"Altea..siamo gemelle eppure così diverse" divertita Eleonor "Anche se sembra entrambe, attualmente, dedite all'Amore" si avvicinò accarezzandomi i lunghi capelli biondi.
"Che vuoi dire?" dissi fingendo di non capire.
"Chi ti ha regalato quel ciondolo di rubino, ieri pomeriggio non lo avevi.."
"L'ho presa dal nostro gioielliere, mi piaceva..che vi è di male?" prendendo in mano la collana e arrossendo leggermente "Ora scusami devo andare" e scappai con l'arco in mano e in groppa al mio destriero, sembravo proprio una amazzone.
Mi fermai al piccolo laghetto e aspettai guardando la mia immagine riflessa nell'acqua lanciando piccoli sassi che facevano strani giochi concentrici nell'acqua...finchè la Falce della Luna si rispecchiò in quei cerchi perfetti creati dall'acqua, fino notte fonda e tornai al Castello, chiudendo la porta della camera e piangendo, non vi era bisogno di spiegazioni...se ne era andato per sempre.
Mi destai da quel ricordo, da quel giorno non volli più toccare un arco e una freccia e udii degli applausi, e mi accorsi che la gara stava per iniziare.
Cheyenne
16-04-2013, 16.06.43
La misteriosa donna ci invitò dunque a sedere e ci offì del cibo.
Terminato il rapido pasto tornammo a discorrere della Cappella , interrotti di tanto in tanto dal sopraggiungere di un paio di pellegrini, poi ripresimo il dialogo e io le domandai maggiorni informazioni in merito alla strada che dovevamo percorrere.
La donna si stava accingendo a rispondere quando un gruppo, questa volta alquanto numeroso, arrivò in processioni lungo la navata.
A guidarli vi era un uomo sulla sessantina con i capelli bianchi radi nel centro e un semplice abito grigio, intendo a cantare invocazioni.
L'uomo si posizionò sull'altare e iniziò una predica.
Al termine della funzione seguimmo la donna fuori dalla Cappella e ci posizionammo in un angolo della radura.
Talia
16-04-2013, 16.21.14
Sorrisi appena a quella domanda del cavaliere...
“E poi avevate anche il coraggio di dire che ero io ad essere curiosa, sir?” domandai sottovoce, accostandomi leggermente a lui, con fare vagamente divertito...
lo osservai ancora per un istante, così da vicino, poi sospirai appena...
“Sospiri...” dissi quindi, piano “A Sygma, questi dolci si chiamano ‘sospiri’... non so perché!”
Per un attimo i miei occhi vagarono verso Tanis che stava prendendo il libro dalla mensola e lo stava accomodando tra le sue braccia, in modo che potesse aprirsi a suo piacere... li osservai per qualche istante, poi i miei occhi tornarono sul cavaliere di fronte a me...
“Non siate crudele ed ingiusto con Marijeta, milord...” mormorai, dolcemente “Vedete... elle è l’unica persona che mi sia stata sempre vicina e che mi abbia appoggiata in qualsiasi situazione, in qualsiasi caso... l’unica che è comunque dalla mia parte, che sarebbe dalla mia parte anche se non fossi la regina... l’unica che ha sempre tenuto a me, anche quando non ero la regina...”
La mia voce, già bassa, calò ancora un poco...
i miei occhi erano in quelli del cavaliere...
sorrisi...
“Marijeta non è acida, sir... è solo che si preoccupa per me... si preoccupa molto!”
Guisgard
16-04-2013, 17.32.45
“Magari” disse Guisgard a Talia “li ha inventati un cuoco innamorato della sua bella. O forse commissionati ad un cuoco proprio da qualche innamorato.” Sorrise. “E chissà che non contengano qualche ingrediente speciale... tipo un qualche filtro d'amore, come nella storia di Tristano e Isotta...” le fece l'occhiolino “... attenta, dunque...” ironico “... non mangiatene più, o potreste cadere vittima dei sortilegi d'Amore... e poi che fine farebbero quello sguardo freddo, i vostri modi distaccati, quell'aria altera, l'espressione indifferente? Insomma, poi addio principessa di ghiaccio.” Rise di gusto. “Eh, sarebbe un dramma se davvero questi dolcetti riuscissero nel miracolo di sciogliervi...” la fissò divenendo, per un momento, serio “... già, un miracolo...” e senza accorgersene il suo volto era vicino a quello della principessa. Così, come la sua bocca a quella di lei.
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Guisgard
16-04-2013, 17.44.46
“Non temere...” disse Mamyon a Clio “... tu resterai al mio fianco. Nessuno potrà impormi nulla.” E le sorrise rassicurandola.
Poco dopo, finalmente, giunse qualcuno.
Erano Lhar e Kosev.
“Salute.” Fece Mamyon.
“A voi.” Risposero i due. “Milady.” Salutando poi anche Clio.
“Non siamo tutti.” Fissandoli Mamyon.
“Mancano sir Xouf e sir Guisgard.” Disse Lhar.
“Guisgard manca da un po'.” Mormorò Kosev. “Sono giorni che non lo vedo.”
Ad un tratto apparve una figura.
Era Xouf.
“Manca solo uno a questo punto.” Osservò Lhar.
“Chi aspettate” disse Xouf “non verrà.”
“Come sarebbe?” Stupito Mamyon.
“Sono giorni che a corte Guisgard non si vede.” Fissandoli Xouf. “Guarda caso poco prima dell'attentato. Dov'è ora? Possibile che non sappia della principessa in fin di vita?”
“Già, è vero...” mormorò Kosev.
“L'Arconte e il Maestro George” annuendo Xouf “sospettano di lui.”
“Come sarebbe?” Meravigliato Lhar.
“Sospettano che sia coinvolto nell'attentato...” fece Xouf.
“Ma è uno di noi!” Esclamò Lhar.
“Io non mi ritengo uguale a nessuno.” Sentenziò Xouf.
“Cosa facciamo allora?” Fissandoli Kosev.
"Ciò che ci è stato ordinato." Rispose Xouf. "Cercare il Fiore e salvare la principessa."
Talia
16-04-2013, 17.47.33
Lo fissai, immobile...
i suoi occhi e la sue voce, dapprima ilari, si erano fatti all’improvviso seri...
lo fissai, e per un momento mi sentii incapace di parlare e di muovermi, incapace di reagire...
abbassai lo sguardo, dunque. In fretta.
“Lo avete detto voi...” mormorai allora, ma fu appena un sussurro “...un dramma... un... lo scoppio di una catastrofe... qualcosa che... è meglio non sfidare...”
Guisgard
16-04-2013, 17.50.32
Quel misterioso uomo, nel vedere la decisione di Altea, sorrise.
“Non angustiatevi...” disse “... avete fatto un affare oggi. Avete risparmiato quel denaro. E pur non essendo un gentiluomo io, manterrò quanto detto. Vincerò questa gara ed il premio apparterrà ad entrambi. Anzi... vi dedicherò anche la vittoria.” E le fece l'occhiolino.
“La gara ha inizio!” Fu proclamato.
Tutti i concorrenti allora si prepararono ai loro posti ed Altea apprese il nome del misterioso uomo con cui aveva discusso: Velvò di Nagas.
La gara prevedeva tre prove.
Il tiro al bersaglio contro sagome di paglia a buona distanza, poi il far passare la propria freccia in alcune asce poste su tronchi di legno e infine colpire al volo alcuni bottoni di vetro.
La gara iniziò e dalle due prime prove uscirono quasi tutti i contendenti.
E per l'ultima prova restarono solo Velvò e un certo Vidiano.
“Avanti, signori!” Un uomo tra la folla di spettatori. “Avanti, scommettete! Chi secondo voi vincerà? Velvò o Vidiano? Avanti, signori!”
Salutai i cavalieri con un cenno del capo e un sorriso.
Ascoltai i loro discorsi, passando lo sguardo dall'uno all'altro, cercando di decifrarne le espressioni.
Mi stupirono non poco le accuse rivolte al quinto cavaliere, ma, comunque la pensasse Mamyon, non mi fidavo di quel George o dell'Arconte.
Se c'era una cosa che avevo capito dal mio arrivo in quella città, era che qualcosa di sordido vi strisciava sotto.
E che c'erano uomini pronti a tutto per il fiore. Ma mi guardai bene dall'esprimere il mio pensiero.
"...beh, questo era sottinteso... da dove proponete di cominciare? A voi l'arconte ha dato una traccia da cui partire?" Dissi, senza pensare.
Poi mi resi conto che probabilmente non si aspettavano di sentirmi parlare e arrossii di colpo, ringraziando il buio.
"...perdonate, Messeri, ma anche a me l'arconte ha affiato il compito di cercare il Fiore, ben prima dell'attentato... Sono giunta qui da Camelot apposta... Ora che hanno colpito la principessa, poi, credo sia più utile che mai...".
Non dissi una parola su Lucius, il ricatto, i doni promessi. Avevo fatto fatica a fidarmi di Mamyon, quegli uomini dovevano ancora conquistarsi la mia fiducia.
Altea
16-04-2013, 18.03.19
Guardai l'uomo sbigottita...Velvò di Nagas...e in che modo avrebbe spartito quella bellissima balestra con me?
Certamente mi prendeva in giro, o forse voleva venderla e spartire i soldi? Pensavo a mille ipotesi ma poi pensai era meglio seguire la gara, veramente appassionante...ma quell'uomo mi ispirava veramente poca simpatia per il suo modo di porsi...arrogante e troppo sicuro di se.
Con forza e determinazione, comunque, superò tutte le prove e dovevo ammetterlo pure con bravura, era un ottimo tiratore, quando ci fu posta la ultima domanda...sorrisi tra me e me e alzandomi esclamai.."Scommetto 5 Taddei....sulla vittoria di....sir Vidiano".
Mi voltai guardando Velvò con aria di sfida, lo avevo visto attentamente e aveva tutte le credenziali giuste per essere il vincitore ma non volevo dargli nessuna soddisfazione ... non avrebbe avuto il coraggio, dopo queste frasi, nemmeno di dedicarmi la vittoria.
elisabeth
16-04-2013, 21.17.32
Vidi il taddeo volare dalla mano di Sawas a quella del barcaiolo.....e cosi' pagammo il nostro viaggio...." Orez...abbiamo pagato Caronte ?....secondo te, siamo vivi o siamo morti ?......questo e' uno strano posto...e' imponente....e sembra che la costruzione appartenga ad un mondo diverso.."....guardai con attenzione ogni cosa.....sino a quando non scesi sulla terra ferma.....ci incamminammo verso la citta' fortificata..." Sapete Sawas ?....qui c'e' un fiore da proteggere.....siamo stati fortunati ?...oppure pagheremo con la vita la ricerca di questo fiore......ma quello che mi piu' mi martella nella mente e' che ogni posto potrebbe avere un fiore....un fiore d'amore....come faremo a sapere che e' quello giusto ?...."....gia'....come potevo sapere che il fiore che avrebbe dato vita al mio desiderio e liberato Elina fosse quello di TYlesia ?
Guisgard
16-04-2013, 21.51.52
La misteriosa donna fissò Cheyenne e Urez.
“Prima” disse il cavaliere “avete accennato a qualcosa... qualcosa che poteva far terminare qui il nostro viaggio.”
“Si.” Annuì la donna.
“Cosa intendevate?”
“Avete parlato della vostra ricerca...” fissandoli la donna “... e qui si trova ciò che state cercando...”
Urez fissò Cheyenne stupito.
“Intendete dire...” mormorò lui.
“Si.” Disse lei. “Qui è custodito il fiore che state cercando.”
“Possibile?”
“Si, si trova in un luogo qui vicino.” Spiegò la donna. “Ma non tutti possono vederlo.”
“Che luogo è?”
“Un castello.”
“Dove si trova?”
“Non lontano.”
“Potete condurci là?”
“Forse...” sussurrò lei.
Cheyenne
16-04-2013, 22.27.34
Il Fiore...qui vicino...il mio cuore sobbalzò nell'udire queste parole ma mi rabbuiai subito dopo quando la donna proseguì svelando la presenza di alcuni ostacoli.
"Che cosa dobbiamo fare per ottenere le indicazioni mia signora?" chiesi speranzosa.
Nel frattempo i fedeli con il religioso si erano diretti a un lato della Cappella dove era stata ricavata una nicchia in cui era situata una statua della Vergine. I fedeli depisitaroni delle rose ai piedi della Madonna e iniziarono a recitare il rosario.
L'atmosfera che si respirava nella raduna , illuminata da raggi del sole che filtravano tra le fronde, era di una profonda pace interiore e fui assorbita da questa quiete.
"Mia signora vi prego aiutateci nella nostra ricerca, diteci ciò che sapete, aiutatemi a salvare il mio popolo..ve ne prego.."
Guisgard
17-04-2013, 01.42.18
“Milady...” disse Lhar a Clio “... ci è stato spiegato che il Fiore potrebbe essere sbocciato ovunque. E nessuno in questa città può conoscere indizi o trecce concrete.”
“Tuttavia” intervenne Kosev “l'Arconte ci ha parlato di un certo frate di nome Nicola che forse possiede qualche notizia in merito. Ma di quel chierico non vi sono più notizie a quanto pare.”
“Direi allora di non indugiare oltre.” Fece Mamyon. “Di partire adesso stesso alla ricerca del Fiore.”
“Come procederemo?” Chiese Lhar. “In gruppo o separati per coprire un raggio d'azione più vasto?”
“Io partirò da solo.” Sentenziò Xouf. “Non voglio nessuno con me.”
“Allora” disse Mamyon “faremo così... ci divideremo... sir Lhar e sir Kosev andranno insieme, come me e lady Clio... sir Xouf, come da lui stesso detto, partirà da solo. Siete d'accordo?”
“Bene.” Annuì Lhar.
“E sia.” Fece Kosev. “E per quanto riguarda sir Guisgard?”
“Se cercare il Fiore” fissandoli Xouf “è la missione principale, uccidere quel traditore è quella secondaria. L'Arconte in persona ha promesso una forte ricompensa in cambio di quel cane di Guisgard. Vivo o morto.”
“Allora non vi è altro da dire.” Fece Lhar. “Partiremo domattina presto. Sperando che almeno uno di noi ritorni in tempo con il Fiore e salvi la principessa.”
“Con il Fiore” precisò Xouf “e con la testa di quel rinnegato di Guisgard.”
“Buona fortuna, cavalieri.” Disse Kosev.
E si separarono.
Così, Clio e Mamyon ritornarono al casale per preparare l'imminente partenza.
Guisgard
17-04-2013, 02.17.05
“Forse il dramma” disse Guisgard a Talia “sarebbe proprio quello... che quella sciagura non giungesse...” le sorrise sfiorandole il viso che aveva chinato a terra “... sapete? Queste vostre parole mi hanno ricordato un vecchio mito... quello di Andromeda e Perseo... anche lei, condannata all'infelicità, disse all'eroe giunto a salvarla di andare via, poiché sfidare quella condanna era una sciagura...” la fissò “... ma fortunatamente Perseo non ebbe paura di sfidare quella catastrofe... chissà, magari aveva origini Capomazdesi l'eroe di Argo...” le fece l'occhiolino “... ops... dimentico che non devo pronunciare Capomazda in vostra presenza!” Rise di gusto. “Qui non siete a corte...” sussurrò “... voglio vedervi serena adesso... senza pensieri e preoccupazioni...” si voltò verso Abecedarius “... allora, questa storia? Su, dobbiamo far sorridere questa bella dama!”
“Subito, miei signori!” Esclamò il libro meccanico.
E cominciò...
La campagna si presentava rigogliosa e verdeggiante e copriva tutto ciò che l'occhio dell'uomo poteva vedere in quello scenario, animato ed impreziosito dalle screziate e dolci colline dai tratti quasi fiabeschi.
Una sagoma, solitaria e silenziosa, avanzava verso l'ingresso del piccolo borgo addormentato.
Era un quieto e laborioso centro urbano, con le case rosse e le stradine che, percorrendo in lungo e in largo l'abito, salivano e scendevano, racchiuse da portici fioriti, archi ricoperti da verdeggianti rampicanti e loggette che si aprivano dove le case sembravano restringersi fino quasi a toccarsi.
Un bambino correva libero, con la sua spada di legno, fra quei saliscendi, i dossi e le piccole nicchie che nei muri racchiudevano le immagini della Vergine Assunta col Bambino.
Come un novello cavaliere da poco armato, saltellava e rincorreva nemici immaginari, che a tratti chiamava per nome, fino a raggiungere, con un balzo, la statua del superbo felino che dominava la piazzetta e il centro di quella contrada.
E proprio dal dorso della pantera, il bambino si accorse di quella misteriosa sagoma che si avvicinava.
“Papà...” disse ad un uomo che, poco più avanti, sistemava la merce davanti alla sua bottega “... guarda, arriva qualcuno!”
“Beh...” fece l'uomo alzando lo sguardo verso quella figura ormai prossima “... lascia che venga figliolo...”
E fu in quel momento che gli occhi di quella figura, chiari e luminosi, incontrarono quelli vispi del bambino.
E nel vederli, il piccolo restò meravigliato.
In groppa al suo cavallo grigio, con una lunga e snella spada che pendeva dal ricco fodero, il mantello lungo e nero, la tunica verde e dorata, quella figura raggiunse così la bottega.
“Vi secca” fece il nuovo arrivato “se passo da qui?”
“No, affatto...” fissandolo il padre del bambino “... fate pure...”
L'uomo a cavallo si fermò allora davanti alla fontana su cui si trovava la statua della pantera e toltosi il mantello si lavò il viso, mentre il bambino non riusciva a staccare gli occhi da quell'uomo.
Ad un tratto il piccolo, euforico per la presenza di quel cavaliere, brandì la sua spada di legno, colpendo poi la muratura di un portico.
A quel rumore, il cavaliere si voltò di scatto, portando subito la mano sull'elsa della sua spada.
Il bambino, davanti a quei fulminei riflessi, restò di stucco ed in silenzio.
“Marcus...” affacciandosi una ragazza dalla finestra della bottega “... non si agitano le spade davanti alla gente.”
Era una ragazza dalla pelle chiara e gli occhi scuri.
I capelli, di un biondo accennato, lunghi scendevano come pendenti sulle belle spalle, divenendo mossi e irregolari, tanto da essere tenuti insieme all'indietro da una spilla adagiata fra essi.
E nel vederla, il misterioso cavaliere restò per un momento a fissarla, almeno fino a quando ella, dopo aver ricambiato per un istante quello sguardo, rientrò in casa.
“State all'erta voi!” Esclamò il bottegaio dopo quel rapido gesto del nuovo arrivato.
“Sai che mi hai spaventato, ragazzo?” Disse il cavaliere fissando il piccolo.
“Volevo solo farvi vedere la mia spada...” mostrando la spada di legno al cavaliere “... voi... voi tirate bene di spada?”
Il nuovo arrivato sorrise.
“Secondo me si.” Fece il piccolo.
“Non c'è male.” Asciugandosi il viso il cavaliere. “Ho visto che mi fissava prima, mentre arrivavo.”
“Si...” mormorò il piccolo “... ecco, io...”
“Hai fatto bene...” sorridendo il cavaliere “... è bene guardare ciò che accade intorno a noi. Si evitano molti malanni.”
A quelle parole anche il bambino sorrise.
Ad un tratto si udirono dei cavalli.
Poco dopo apparvero vari cavalieri.
“I vostri compari” fece il padre del bambino “stanno arrivando.”
“Compari?” Ripetè il cavaliere. “Io non...”
“Si, i vostri compagni dell'Aquila.” Annuendo il bottegaio.
“Non so di cosa stiate parlando.” Fissandolo il cavaliere.
“Non dimenticate il vostro mantello che avete lasciato sulla fontana” impugnando un bastone il bottegaio “ora che andrete via.”
“Quando metterete via quel bastone andrò via.” Sentenziò il cavaliere.
“Che differenza fa?”
“Così non sarà un'imposizione.”
Il bottegaio abbassò il bastone e il cavaliere, ripreso il suo cavallo, andò via.
Poco dopo arrivarono quegli altri cavalieri.
“Salute a te Pars...” ridendo uno dei cavalieri “... hai visto forse dei ladri?” Indicando il bastone che aveva con sé, suscitando le risa dei suoi compagni.
“Cosa volete, Jean?” Fissandolo il bottegaio.
“Mio fratello” rispose Jean “voleva sapere come mai voi altri di questa contrada avete fatto protesta al Consiglio circa le nostre giostre?”
“Non sono giostre le vostre!” Esclamò Pars. “Sono veri e propri atti vandalici! Venite qui e terrorizzate le nostre donne, malmenando tutti quelli che vedete per la strada.”
“Forse non sono un granchè gli uomini di questa contrada” replicò Jean “se non sanno difendersi dai nostri.”
“Siete dei briganti!” Accusò Pars.
“Papà, cosa succede?” Uscendo dalla bottega la ragazza che poco prima si era affacciata alla finestra.
“Rientra in casa, Melicha...” mormorò Pars.
Ma proprio in quel momento gli occhi di Jean e dei suoi gaglioffi fissarono la stradina alle spalle di Pars e dei suoi due figli.
“Tu chi sei, straniero?” Chiese Jean al cavaliere che immobile li guardava.
“Un amico di Pars.” Rispose questi.
A quelle parole, Parsi si voltò dietro di lui e vide il cavaliere che aveva cacciato malamente poco prima.
Per un lungo istante gli occhi di quel cavaliere e di Jean si ritrovarono gli uni negli altri.
“Ciò che dovevamo riferirti” tornando Jean a parlare con Pars “è stato detto. Poi regolati tu.” E andarono via.
E vedendoli partire, anche il misterioso cavaliere fece per andarsene.
“Papà...” mormorò Melicha “... tra poco andremo a tavola e forse...”
“Aspettate!” Lo chiamò Pars, dopo aver annuito a sua figlia. “Aspettate... io... ecco... pensavo che anche voi... mi spiace... non volevo scacciarvi poco fa... e poi quel bastone non è un'arma, ma solo un oggetto con cui avvolgo il tendone davanti alla bottega...”
“Non è un'arma?” Fece il cavaliere.
“Assolutamente!” Rispose Pars. “Vi sembro un uomo che va in giro a brandire armi? Mi chiamo Pars...” dandogli la mano “... quella è mia figlia Melicha e quello mio figlio Marcus... venite, mia moglie ha preparato un ottimo pranzo...”
“Io mi chiamo Ardena...” sorridendo il cavaliere, per poi seguire Pars nella sua bottega.
E nel vedere quel cavaliere entrare a casa sua, gli occhi di Marcus si illuminarono....
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"Allora, miei signori..." chiese Abecedarius, fermando la sua narrazione "... è di vostro gusto questa storia?"
Guisgard
17-04-2013, 02.27.05
A quelle parole di Altea, Velvò la fissò tra gli spettatori.
E scosse il capo.
Poi con fare di sfida ricaricò la balestra e si preparò per la gara.
I due contendenti furono fatti preparare e la terza parte cominciò.
Furono lanciati in aria tre bottoni di vetro in successione per ciascuno dei due.
Vidiano ne colpì uno soltanto.
Velvò colpì il primo, ma non il secondo.
Fu lanciato il terzo bottone e Velvò sparò un altro colpo.
Il bottone cadde a terra, senza pero presentare fori.
“Siamo pari.” Disse Vidiano.
“Controllate meglio.” Fece Velvò.
“E' vero!” Esclamò uno degli arbitri. “Il bottone presenta una scheggiatura sul bordo... è stato colpito! Il vincitore è messer Velvò di Nagas!”
Ci fu il boato degli spettatori.
Guisgard
17-04-2013, 05.47.33
“Solo giungendo in questa città” disse Sawas ad Elisabeth “scopriremo la verità.” “E ci renderemo anche conto” intervenne Orez “se quel barcaiolo era davvero Caronte e se questa città altro non è che una proiezione dell'Oltretomba.”
Il gruppetto, così entrò in città.
Era un luogo molto vivo, con gente di ogni dove ad affollare le strade.
Alti palazzi si elevavano oltre la moltitudine di case che riempiva il centro abitato, mentre i campanili e le guglie sembravano attirare i raggi del Sole per poi inondare di riflessi l'intera città.
Artisti ambulanti, mendicanti, commercianti, artigiani e tutta una infinita e variegata umanità percorreva in lungo ed in largo ogni spazio urbano.
“Dove andiamo ora?” Chiese Enusia.
“A cercare una locanda.” Rispose Sawas. “Stomaco pieno e mente riposata sono alleati formidabili per affrontare qualsiasi sfida.”
Ad un tratto videro una locanda.
L'insegna ammuffita e consumata recava il nome “Locanda del Fiasco di Vino”.
Il gruppetto allora vi entrò.
Presero così due stanze doppie.
Una per Sawas ed Orez, l'altra per Elisabeth ed Enusia.
“Avete notato?” Chiese Enusia ad Elisabeth una volta rimaste sole nella stanza. “Che sui cuscini del letto è ricamato un fiore stilizzato? E anche sulle tende. Persino entrando nella locanda ho visto quel fiore su tovaglie e tovaglioli. Forse davvero siamo vicini alla meta, Elisabeth...”
Ad un tratto qualcuno bussò.
“Noi siamo pronti per scendere al pian terreno...” fece Sawas “... voi avete fame? Vi unite a me e al dottor Orez?”
Guisgard
17-04-2013, 06.02.07
“Capirete tutto” disse la misteriosa donna a Cheyenne e ad Urez “una volta giunti al castello.”
“Che nome ha questo castello?” Chiese Urez.
“Il castello del fiore dai cento petali.” Rispose la donna.
Arrivò dunque una carrozza e lasciò salire a bordo la donna, Cheyenne e Urez.
Il cocchiere allora frustò i cavalli e lasciarono quel posto, mentre i fedeli intonavano una Litania Mariana davanti alla statua della Santa Vergine.
E quelle loro invocazioni sembravano quasi scandire l'arrivo di quella misteriosa avventura per Cheyenne ed il cavaliere che viaggiava con lei.
La carrozza attraversò rapida la foresta, fino a giungere, all'albeggiare davanti ad una grande sagoma avvolta nella foschia del primo mattino.
Ma pian piano che la carrozza si avvicinava, quella sagoma sembrava mutare sempre più, fino ad acquisire le fattezze e le forme di un grande maniero.
La poderosa struttura era arroccata su un basso monte e dalle sue torri si poteva dominare l'intero territorio sottostante.
Alte cascate alimentavano il fossato che proteggeva il castello, rendendolo inattaccabile.
“Ecco, quello è il castello del fiore dai cento petali...” indicò la donna.
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Altea
17-04-2013, 08.57.34
Velvò mi lanciò un'occhiata di sfida e osservai attentamente l'ultima gara, ad un tratto sentii sfiorarmi i capelli, mi voltai e la vidi, col suo velo bianco..
"Vuoi vedere il tuo Cavaliere? E sei la solita orgogliosa, non hai voluto darla vinta a quell'uomo vero?" disse con voce ironica.
Ad un tratto vidi delle scene davanti a me..Sebastian! Stava gustando un dolce, ricordo diceva sempre era il suo preferito..sorrisi appena a quel ricordo, ma il sorriso si tramutò presto in una smorfia.
Vicino a lui vidi la dama della scorsa visione, il suo volto era indefinito e non potevo vederla bene, udivo un racconto narrato e vidi un libro.
Il mio cuore batteva forte, le lacrime quasi scendevano, lei mi scosse per una spalla e le chiesi.."Ma quel Cavaliere che incontrai...era Lui? Eravamo veramente cosi vicini?".
Lei, col rosario bianco in mano, si fece il segno della croce quasi benedicendomi ed annuì o forse sembrava che annuisse, non capii quel cenno col capo.
Poi attorno a me udii urla e clamori.
Ero ancora scossa da tutto questo, vidi Vidiano mancare i due bottoni, poi fu la volta di Velvò, il quale colpì il primo bottone, mancò il secondo e sembrò sfiorare il terzo. Alla fine si fece notare che, invece, il terzo bottone era stato leggermente colpito e fu proclamato vincitore.
Mi alzaii assieme alle altre persone, porsi i 5 Taddei persi e sorridendo dissi a Velvò "Pensavo di meglio! Ovvero che colpiste tutti e tre i bottoni di vetro perfettamente!!".
"Allora, da dove proponi di iniziare la ricerca? Se può sbocciare ovunque una direzione è uguale all'altra, no? Però c'è quel frate.... c'è per caso qualche monastero nelle vicinanze... anche se, beh sarebbe troppo facile..." Sorrisi, poi mi guardai intorno "...Ma, noi abbiamo fatto avanti e indietro dal castello... Densesu dov'è finito? Verrà con noi o starà qui ad aspettarci?".
Sorrisi a Mamyon.
"....vado a prendere i miei bagagli... Però non ho tutto, domani, prima di lasciare la città, dovremmo prendere una bussola e una mappa.... A meno che tu non conosca questi territori meglio di un elfo dei boschi..." Dissi sorridendo.
Guisgard
17-04-2013, 17.10.18
Altea pagò così la sua scommessa.
Velvò le si avvicinò e la fissò.
“Tranquilla...” disse “... ho conservato quel colpo per noi. Perchè potrebbe servirci ed un colpo preciso è sempre utile.” Era spavaldo e sicuro di sé. “Non ho dimenticato il nostro patto. Mi sdebiterò fino a quando avrò riscattato per me questa balestra. Anche perchè avete appena perso una scommessa!” Rise di gusto.
Ci fu allora la premiazione ed oltre alla Balestra Costanza, Velvò vinse anche un bel gruzzolo di monete.
Tutti applaudirono il formidabile tiratore.
“Venite...” rivolgendosi poi ad Altea “... vi offro il pranzo, così decideremo come saldare il nostro debito.”
La condusse allora in una locanda del posto, dove però fu il locandiere a voler offrire loro il pranzo, visto l'onore di avere lì il vincitore della gara.
Mangiarono così varie specialità del posto, come minestra di legumi tostati e lardo, sformato di carne, focacce a vari gusti di formaggio, salumi del posto e frutta di stagione.
Il tutto annaffiato da vino pregevolissimo.
Dopo aver mangiato, Velvò riprese i suoi bagagli che il locandiere aveva sistemato in una stanza sicura.
Ma in quel momento si accorse di qualcosa.
“La mia balestra!” Urlò. “Dove è finita?”
Tutti corsero da lui.
Cercarono ovunque ma la balestra sembrava sparita.
“E' stata rubata!” Gridò Velvò.
Guisgard
17-04-2013, 17.19.29
“Densesu verrà con noi.” Disse Mamyon a Clio. “Ci sarà di aiuto nella ricerca.”
Il cavaliere attese allora che Clio prendesse la sua roba.
“C'è il vecchio Attrocch...” al ritorno di lei “... il vecchio che cura lo spaccio del Ludus Magnus... troveremo di certo l'occorrente per il nostro viaggio. E dopo recupereremo il buon Densesu.”
I due, così, si incamminarono verso il Palazzo Reale, dove raggiunsero lo spaccio del Ludus Magnus.
Nel vederli, il vecchio Attrocch li accolse sorridendo.
“Ci occorrono una bussola e qualche mappa della regione.” Spiegò Mamyon.
“Ecco le mappe più aggiornate, sir.” Mostrandogliele il vecchio. “Con queste conoscerete la regione come le vostre tasche.”
“Ottimo.” Annuì Mamyon.
“E per le bussole...” mettendo una grossa scatola il vecchio sul banco “... avete solo da scegliere... ecco le migliori bussole del regno! La Bussola d'Oro, che vi guiderà nei luoghi in cui si ergono le chiese e i monasteri più importanti... la Bussola d'Argento, che invece vi farà percorrere le zone in cui sorgono i più grandi castelli di queste terre... poi la Bussola di Bronzo, capace di indicarvi i tragitti nelle foreste e nelle selve... e infine la Bussola di Ferro, ottima per percorrere le zone dei grandi laghi e dei lunghi fiumi... sceglietene una, miei signori...”
“Una soltanto?” Domandò Mamyon.
“Si.” Rispose il vecchio. “Posso venderne una soltanto. Scegliete voi quale.”
“Tu cosa dici?” Rivolgendosi Mamyon a Clio. “Scelta ardua...”
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Altea
17-04-2013, 17.30.48
Ero perplessa da tanta attenzione da parte di quell'uomo...era come se mi conoscesse, se avessi bisogno di aiuto, quindi pensai che era anche un bene.
Andammo alla locanda e assaporaii un pò di tutte le pietanze, era veramente squisite, durante il pranzo parlammo poco.
Quando chiese dei suoi bagagli capii era forestiero, stavo per chiedere da dove proveniva e ove fosse diretto quando urlò che la balestra era stata rubata..."Rubata?" chiesi "Ma a che scopo? Non è un oggetto di valore...ditemi sir Velvò..a cosa vi serviva quella balestra e dove siete diretto."
Cheyenne
17-04-2013, 17.42.54
Giunsimo dunque alle porte di questo castello simile a quello descritto nella fiabe più belle.
La carrozza ci lasciò nel centro di una piazza adiacente al portone ma ancora fuori dalle mura.
Seguimmo la donna all'interno e quello che si presentò ai nostri occhi non fu minore a ciò che avevamo veduto all'esterno.
Ogni edificio, di diverse misure, era ricoperto di marmo bianco e finemente decorato con pitture, incisioni e rilievi. Persino delle semplice botteghe in legno non mancavano di decorazioni.
Passamo attraverso qualche viottola ciottolata e arrivammo nel centro, nel cuore della vita della fortezza: una grande piazza piena di gente indaffarata nelle sue faccende di commercio. Al centro vi era una magnifica fontana, piena di statue di angeli suonatari e animali acquatici leggendari dalla cui bocca uscivano spruzzi di acqua.
Guisgard
17-04-2013, 18.15.43
Così, Cheyenne e Urez giunsero in quel monumentale castello.
La gente che vi viveva tutt'intorno sembrava occupata con normali mansioni quotidiane e l'atmosfera che si respirava pareva gradevole.
Eppure, ad un tratto, un debole vento soffiò sul cortile centrale, diffondendo in Cheyenne e in Urez un senso di angoscia.
Una cupa ansia si diffuse di loro, come un senso di smarrimento prima e di velata e ingiustificata disperazione poi.
Urez, nell'avvertire quello stato d'animo, si voltò verso Cheyenne.
“Comprendo” disse la donna nel vederli “le vostre sensazioni. Chiunque giunge qui le avverte. Gli abitanti del posto sono ormai rassegnati.”
“Di cosa parlate?” Chiese Urez.
“Dell'angoscia che diffonde questo luogo.”
“E' vero...”
“Ed è colpa del fiore dai cento petali.”
“Perchè mai?” Domandò Urez.
“Perchè è smarrito e nessuno è in grado di ritrovarlo.” Rispose lei.
“Dove è perduto?”
“Nel cortile di questo castello...” indicando loro i viali che percorrevano il cortile, colmi di vari fiori “... ma nessuno è in grado di ritrovarlo.”
“Come mai?” Fissandola Urez.
“Perchè per farlo occorre superare una dura prova...” fece lei.
Cheyenne
17-04-2013, 18.49.15
Il senso di angoscia si accosto nuovamente al mio cuore nell'udire le parole della donna.
Feci un respiro profondo per scrollarmi di dosso quelle sensazioni e rivolgendomi alla donna le chiesi di che tipo di prova si trattava.
Per quando potesse essere ardua infatti, ero pronta ad affrontarla se questo mi avrebbe permesso di aiutare il mio villaggio e ero sicura che anche Urez sarebbe stato pronto a rischiare pur di ottenere fama e gloria.
elisabeth
17-04-2013, 19.22.30
Quella era una citta' viva..piena di gente da ogni parte del mondo...colori profumi e ......palazzi bellissimi.....Sawas aveva ragione, mangiare e dormire sembrava non far piu' parte dei nostri pensieri...ma lo stomaco brontolava...cosi' fui felice di accogliere la proposta della locanda.....e mi ritrovai da sola con Enusia.....mi sentii in imbarazzo.....nella mia vita avevo dormito con Elina e Liam.....Enusia era un'estranea e la soggezione mi prese in pieno, pero' ero grande in un mondo di grandi....chiusi la porta alle miei spalle e guardai con lei la stanza....era pulita, grande e ben arredata......ma Enusia mi fece vedere un piccolo particolare......Un Fiore era ricamato suo gni cosa fosse in tessuto e a quanto pareva sotto alla locanda anche tovaglie e tovaglioli avevano un fiore.....accarezzai i cuscini....come se potesse prendere vita e cosi' ovviamente non fu......." Sapete Enusia....nel mio paese, le leggende e le storie sono parte della nostra vita.....anche quella della vita degli adulti intendo......e gli uomini che vivono nel deserto.....dicono che nulla, nasce dal nulla,.....se la nuova Tylesia e' rinata in nome di questo fiore.....ogni cosa in questa citta' e' il simbolo della rinascita......" ....bussarono alla porta e interruppi il mio parlare erano gli uomini...si...forse era il caso di andare a mangiare qualcosina........." E meglio andare Enusia forse qualcuno ci dara' qualche buona notizia...."....mi volta e aprii la porta...Sawas e Oreg erano li' che ci attendevano scendemmo alla locanda ...alla speranza di un tavolo vuoto...c'era il caos.......avevano tutti fame?...
Osservai quelle bussole attentamente.
"...Beh, conoscere i monasteri ci farebbe comodo, per via del frate... tuttavia, monasteri e castelli sono facilmente riconoscibili, di solito ci sono grandi strade che portano in questi luoghi, senza contare che spesso non sono conosciute..." continuai ad osservarle, pensierosa "...certo, se guardassimo il loro nome dovremmo essere spinti immediatamente verso l'oro o al massimo l'argento.. ma noi non sappiamo dove siamo diretti, dico bene? Quindi.... se mi chiedi il mio parere, sceglierei la Bussola di Bronzo.. perchè trovare la strada per un castello o un monastero mi sembra più semplice che non ritrovare il sentiero se, malauguratamente, ci dovessimo perdere in un bosco o in una selva.. e per quanto riguarda i fiumi e i laghi.. beh, mea culpa.. non conosco abbastanza questi territori per poter dire se sia utile o meno la quinta bussola...".
Alzai lo sguardo verso Mamyon "..Ma questo è solo il mio parere.. sei tu il grande avventuriero..." facendogli l'occhiolino.
Guisgard
18-04-2013, 02.04.17
La misteriosa donna annuì a quella richiesta di Cheyenne.
Invitò allora la giovane ed il cavaliere che era con lei ad entrare nel castello.
Li condusse così in una vasta sala, arredata con mobili svevi, armi di tradizione longobarda che pendevano dalle pareti, animali impagliati, coppie di corazze franche alle quattro porte disposte sui lati del salone, dipinti di natura religiosa e ricche pelli sul pavimento.
Al centro della sala vi era un podio sopraelevato su cui era posizionata una robusta tavola di quercia Fraulese.
La donna invitò i due ospiti a sedersi attorno ad essa.
In queste terre l'aria della sera, sebbene fosse ormai Primavera, era ancora fredda e allora un servitore accese il grande focolare.
“Io mi chiamo Rosmunda” disse la donna “e questa città ha nome Monsarc. Il castello in cui vi trovate appartiene alla mia famiglia da molte generazioni. Esso fu donato come feudo ad un mio antenato dal re, per premiare la sua fedeltà alla corona. Tuttavia, se quel mio antenato avesse saputo della maledizione del fiore, non avrebbe di certo accettato questo dono...”
“Maledizione del fiore?” Ripetè Urez.
“Si...” fece Rosmunda “... una maledizione... tempo fa, una ragazza si innamorò di un cavaliere... egli era al servizio di suo padre, signore del castello... il cavaliere corrispose all'amore di lei e divennero amanti... suo padre però l'aveva promessa in sposa ad un signorotto del posto... la ragazza allora una notte colse un fiore dal cortile e cominciò a sfogliarlo, cercando una risposta fra quei petali alle sue pene d'amore... ma non arrivò a sfogliarlo tutto, poiché giunse il cavaliere. I due si baciarono e fecero l'amore. Ma furono sorpresi dal padre e dal futuro marito di lei che li uccisero entrambi. Da quella notte il fantasma della ragazza appare a Mezzanotte in cerca del fiore dai mille petali. Secondo la leggenda è lo stesso fiore che stava sfogliando quando giunse il suo amato cavaliere.”
Guisgard
18-04-2013, 02.17.14
Velvò era fuori di sé.
La balestra era stata rubata.
“Quella balestra” disse ad Altea “è preziosissima! E' un'arma unica ed il suo valore è altissimo! Ho fatto di tutto per partecipare alla gara e vincerla! Essa mi occorre per...”
“Ora calmatevi...” intervenne il locandiere “... cerchiamo di essere lucidi... chi poteva avere interesse a rubarla?”
“Immagino qualcuno dei partecipanti alla gara!” Rispose Velvò.
Allora le autorità del posto cercarono tutti coloro che avevano partecipato alla gara.
Erano ancora tutti in città.
Tutti tranne Vidiano.
“E' stato lui!” Esclamò Velvò. “Lui! Voleva la balestra e così ha deciso di rubarla! Ma io lo inseguirò!” Fissò poi Altea. “Quella balestra mi occorre per una missione. Ho fatto di tutto per vincerla e non posso perderla proprio ora! Ho deciso... partirò seguendo le tracce di Vidiano... e giuro che lo ritroverò!”
Parsifal25
18-04-2013, 02.24.41
Rimasi ancora più perplesso......se ripenso a tutto ciò che ho dovuto affrontare per aver salva la vita.......mi viene la pelle d'oca.
Fantasmi di antichi templari, tombe senza nome, la Bestia, la triste realtà celata dietro le mura di quel castello......sono cose che difficilmente si dimenticano.
Quando sentì.....nominare il presentarsi di una possibilità per recuperarla e utilizzandola per la giusta crociata che avevo intrapreso, ridendo risposi:
"Ho già rischiato la vita una volta.....se ho fatto trenta.......credo che farò trentuno.....di certo non posso negare la sua chiamata".
La maledizione la conoscevo bene.....e se non fosse stata indossata per un fine giusto.....la mia stessa anima ne avrebbe pagato le conseguenze.......
"Madonne.....io sono pronto a rispondere al mio dovere, sfidando nuovamente me stesso.......solo che non conosco la strada."
Guisgard
18-04-2013, 02.30.31
Alla fine, nonostante quel caos, Elisabeth e gli altri riuscirono a trovare un posto per sedersi.
Ordinarono da mangiare e poco dopo arrivò il cibo che avevano scelto.
Il particolare però visto da Enusia non sfuggì a Sawas e ad Orez.
“Sembra che in questo luogo vadano forte i fiori.” disse Orez. “Sono praticamente ricamati ovunque.”
“Il fiore dovreste dire.” Precisò Sawas. “E' sempre lo stesso fiore che appare sulle tovaglie, sui tovaglioli e persino sulle tende delle finestre.”
Sawas allora chiamò una delle cameriere.
“E' forse questo fiore” indicando quello ricamato sulla tovaglia “ad essere il simbolo di questa città?”
“No, messere.” Rispose la cameriera. “Esso è solo l'ossessione di re Thermes, il sovrano di Tylesia.”
Guisgard
18-04-2013, 02.39.11
“L'Armatura Rossa” disse una delle tre vecchie a Parsifal “è custodita in un dongione diroccato, nelle cui segrete si trova una cella impenetrabile. In essa è rinchiuso un vecchio pazzo. Solo egli sa come recuperare la favolosa corazza.”
“Dove si trova questo dongione diroccato?” Chiese Loi.
“Nella città di Magdalonia.” Rispose la vecchia. “Ma sappiate che dovrete superare molti pericoli per ottenere l'Armatura Rossa.”
Guisgard
18-04-2013, 03.12.19
Mamyon ascoltò con attenzione ogni parola di Clio.
“Beh, neanche io saprei quale bussola scegliere...” disse poi “... sono così diverse e ciascuna traccia un percorso preciso... chiese e monasteri... castelli... foreste e selve... laghi e fiumi... no, davvero non saprei quale scegliere... e sia!” Esclamò. “Mi affiderò al tuo ragionamento!” Sorridendo alla ragazza. “Prendiamo la Bussola di Bronzo!” Rivolgendosi poi al vecchio dello spaccio.
“Da ciò che avete detto” fece questi “siete attesi da un lungo cammino, in cerca di qualcosa. Beh, io non posso sapere la meta e lo scopo del vostro viaggio, ma sono certo che il percorso verso ciò che cercate è indicato da una di queste bussole. In base alla vostra scelta si compirà poi il risultato del vostro viaggio.” Sorrise.
Ma nei suoi occhi e nel suo tono sembrava esserci qualcosa di fatalistico.
Quasi profetico.
Mamyon allora prese le mappe e la bussola, pagò e con Clio uscirono dallo spaccio.
Ritornarono al casale e qui trovarono ad attenderli Densesu.
Il cavaliere raccontò ogni cosa al suo scudiero e poi lo incaricò di acquistare un carro per il loro viaggio.
Un'ora dopo finalmente partirono per quel loro viaggio.
Lasciarono così Sant'Agata di Gothia e penetrarono nella selva.
Poco dopo, verso il tardo pomeriggio, giunsero presso un fiume e si ritrovarono davanti un mulino a vento.
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Parsifal25
18-04-2013, 03.14.05
La città di Magdalonia......non conoscevo la sua storia ma potevo immaginarmi l'aria che si respirava....
Sapevamo il luogo, ma come si poteva ragionare con un pazzo? I modi vi erano.....ma la loro mente è così contorta ma carica di meraviglia che non era possibile prevedere la sua reazione.
Pensaì tra me.....speriamo che i leprecauni ci sorridano.......
"Madonne......come possiamo raggiungere la cittadina? E' possibile utilizzare strade alternative?"
Altea
18-04-2013, 08.55.11
Era sparita...non vi era traccia della balestra.
"Siete sicuro sia stato Vidiano? Pure gli altri partecipanti possono averla nascosta in qualche posto sicuro nella zona...o uno spettatore".
Guardai le montagne che ci sovrastavano, laggiù stava il Monte Arcangelo e oltre Capomazda.."E, comunque, pure io ho una missione importante da compiere. Ora, magari, pretendete pure che vi aiuti a cercare Vidiano o il colpevole? Devo trovare un Fiore raro che solo un Frate di nome Nicola sa dove cresce e sono convinta il Frate si trovi nel Ducato...e voglio anche vedere la Terra della Gioia dei Taddei. E dovrei allontanarmi ora per la vostra ricerca?Senza conoscere nemmeno la vostra missione..magari dovete pure uccidere una persona con quella balestra" dissi con tono di nervosismo.
Frugai nella sacca..."Vedete questa?" mostrandogli la bussola "Me l'ha venduta uno strano ragazzo ed è un oggetto strano, trova gli oggetti ma non le persone. Non l'ho mai usata, però se mi direte la vostra missione, chi siete e da dove venite forse potremmo metterla in pratica per trovare la balestra Costanza A".
A quella parola vidi il magnete della bussola girare fino ad indicare una direzione..."La bussola ha trovato una direzione, ora tocca a voi parlare" dissi seriamente.
Talia
18-04-2013, 11.40.44
Quelle parole del cavaliere...
la sua mano che mi aveva sfiorata leggermente...
mantenni gli occhi ostinatamente bassi ed ogni mio muscolo immobile...
lui non sapeva, non poteva neanche lontanamente immaginare, quanto folle fosse stato quel gesto e quanto gravemente avrebbe potuto essere punito se a corte avessero mai anche solo sospettato che mi rivolgesse simili parole e attenzioni...
Andromeda, aveva detto...
Perseo e Andromeda...
ma io non ero l’innocente Andromeda...
e nessun Perseo avrebbe mai potuto sconfiggere il mio mostro.
All’improvviso, però, la voce di Abecedarius mi riscosse da quei pensieri...
sollevai lo sguardo, dunque, e lo puntai sul libro adagiato tra le braccia di Tanis.
Ed in breve, quella storia, conquistò tutta la mia attenzione...
i miei occhi erano larghi, fissi sul libro...
storie come quella mi erano sempre state proibite: fin da piccola, infatti, il maestro George non mi aveva mai permesso di distrarmi in simili testi... e ciò che avevo letto, lo avevo letto di nascosto.
"Allora, miei signori..." chiese Abecedarius, fermando la sua narrazione "... è di vostro gusto questa storia?"
“Oh, si!” risposi subito, senza pensare, con la voce alta e carica di eccitazione ed entusiasmo “Oh, si... è una storia magica... il buon Pars ed i suoi figli, una contrada nemica e prepotente e... poi quel cavaliere misterioso... e...”
poi me ne accorsi...
mi accorsi di aver, per un istante, perduto lievemente il controllo e di aver lasciato che l’emozione mi sopraffacesse...
abbassai di nuovo in fretta lo sguardo, dunque...
“Voglio dire...” mormorai, lievemente imbarazzata, lanciando un’occhiata fugace e Guisgard per poi guardare Abecedarius “Voglio dire che è una storia molto bella... vi prego... vi prego, continuate...”
elisabeth
18-04-2013, 17.02.25
Ero cosi' presa dal borbottio umano del mio stomaco...che seguii poco la conversazione....sino a quando qualcosa.....nella conversazione tra Sawas e l'Oste ...non mi rese attenta......quando vidi l'Oste andare via..." Non posso credere alle mie orecchie......un'altro sull'alto del Trono...che sospira per un Fiore....il Re Thermes......cose' Tylesia si e' persa anche il fiore ?.....".....Giocherellavo nervosamente con un pezzo di stoffa della tovaglia...." Che ne dite..ci facciamo annunciare a corte.....Sire....anche noi cerchiamo un fiore.....forse e' il vostro..lo cerchiamo insieme...voi lo prestate a noi solo il tempo di ingannare..L' Arcontemeccanico di una certa citta' di matti e ve lo riporto....mi sembra un'idea carina ..."....Quella donna...era ancora lei...era perfetta..bellissima passava tra i tavoli sorridendomi...di istinto mi alzai e la vidi svanire....." L'avete vista anche voi ?..Orez...Enusia ?.....chei era la Regina..?...Elisabeth.....?...eppure e' gia' la seconda volta che la vedo...."....
Guisgard
18-04-2013, 17.16.04
Abecedarius fu compiaciuto e soddisfatto dalle parole di Talia.
“E a voi” disse a Guisgard “è piaciuta la storia?”
“Aspetto il finale.” Rispose lui. “Le storie le giudico sempre dal finale.” Sorridendo lievemente.
Ma era un sorriso enigmatico il suo.
Abecedarius allora riprese a raccontare...
Ardena pranzò così con Pars, sua moglie Maina e i suoi due figli, Melicha e Marcus.
“La terra che i membri della Contrada dell'Aquila reclamano” disse Pars al cavaliere “è praticamente tutta quella che vedete. Le loro scorribande non hanno nulla di cavalleresco e sono volte solo a seminare terrore e violenza tra le nostre donne. Il Consiglio li ammonisce, certo, ma controllare tutte le contrade è cosa assai complessa e comunque l'Aquila è la più ricca fra esse e i suoi cavalieri rappresentano lo zoccolo duro dell'esercito cittadino ed è per questo che i consiglieri consentono loro molti privilegi.”
“Chi era l'uomo con cui parlavate prima?” Chiese Ardena.
“E' Jean, rampollo dei Livori, la più importante famiglia dell'Aquila. Ma il vero capo è suo fratello maggiore, Mostranio. Uomo malvagio e superbo, che da pochissimo valore alla vita altrui. Si narra che giovanissimo infilzò un uomo solo perchè si rifiutò di definire nobile la contrada dell'Aquila.”
“Dunque la legge non vi tutela.” Fissandolo Ardena.
“Affatto.” Scuotendo il capo Pars. “E noi invece chiediamo solo di lavorare in pace... e grazie al Cielo di lavoro qui non manca. Anzi, tutt'altro. E un aiutante mi sarebbe di grande aiuto...” fissò sua moglie “... in verità ne avevo uno, ma quei balordi lo caricarono di botte e lui fuggì... ma non l'avranno vinta con me. Non mi cacceranno dalla mia bottega. Non fin quando sarò vivo. Dovranno portarmi via fra quattro assi.”
“Cosa vuol dire fra quattro assi?” Domandò il piccolo Marcus.
“Che dovranno prima uccidermi.”
“Pars, non voglio che parli così davanti ai ragazzi.” Fece sua moglie.
“Ma è la verità.”
“Sempre a parlare di lotte...” mormorò Melicha.
Ardena la guardò.
“E voi?” Tornando Pars a fissare il cavaliere. “Voi da dove venite?”
“Da Sud.” Rispose Ardena.
“E dove siete diretto?”
“Un posto vale l'altro...” e guardò ancora Melicha.
“Ogni uomo” mormorò Pars “dovrebbe scegliersi un posto dove vivere e mettere su famiglia. E col sudore attendere i frutti. Come noi, vero?” Sorridendo a sua moglie, che rispondendo al suo sorriso annuì.
“Vi ringrazio per il pranzo, signora.” Alzandosi Ardena. “Era davvero squisito.”
“Grazie, sir.” Sorridendo Maina. “Ma per il dolce dovete ringraziare mia figlia.”
“Era da tanto che non mangiavo un dolce così buono.” Sorridendo Ardena a Melicha. “Ora scusatemi.” Ed uscì fuori.
“Va via Ardena?” Domandò Marcus.
“No, ha lasciato qui la sua roba.” Rispose Pars.
“Avete visto che spada?” Fece il piccolo. “Chissà quanti uomini ha ucciso.”
Il cavaliere restò allora sulla staccionata del portico e cominciò a suonare la sua ocarina.
“Che musica triste, sir...” all'improvviso qualcuno.
Ardena si voltò di scatto e vide Melicha.
“Mi chiedo cosa nasconda una musica così triste.” Continuò lei.
“Non era triste.” Fissandola lui.
“Allora malinconica...”
“Forse...”
“E' stato certo mio padre, con quei discorsi...”
“Un cavaliere è abituato a simili storie.”
“Già... immagino...”
“E' molto bella questa terra.” Guardandosi intorno lui.
“E' come la gente che vi abita...” disse lei “... semplice, genuina, ospitale... anche se non sempre comprendo fino in fondo questa gente...”
Lui la fissava con attenzione.
“Come del perchè” aggiunse “vivere costantemente in pericolo e solo per difendere un po' di terra, una casa ed una bottega...”
“Forse perchè” mormorò lui guardando lo scenario reso rosso dalla terra circostante “bisogna avere qualcosa per cui lottare. Una terra da difendere e una famiglia da proteggere.”
“Anche a costo della vita?”
“Si, se è un bene così prezioso ciò per cui si combatte.”
“Vedete quel tronco cavo?” Indicando il cortile al cavaliere. “Sono mesi che mio padre cerca di sradicarlo... e magari domani, quegli uomini verranno a...”
“Vostro padre è molto coraggioso.”
Melicha restò un attimo in silenzio.
“Rientrerò ora...” dopo qualche istante “... buonasera...”
E rientrò.
Dopo un po' si udirono dei colpi dal cortile.
Pars corse alla finestra e poi chiamò sua moglie ed i suoi figli, mostrando loro ciò che stava accadendo.
Ardena con una scure aveva cominciato ad abbattere quel tronco cavo.
Pars allora prese anch'egli una scure e iniziò ad aiutare il cavaliere.
“Pars...” fece sua moglie “... perchè non leghi una coppia di cavalli a quel tronco e lo tiri via?”
“Sono mesi che cerco di spuntarla contro questo vecchio tronco...” ansimando Pars “... e se ora lo facessi tirare via dai cavalli... beh, gli darei partita vinta... invece nella vita si riesce in tutto, se non si risparmiano fatica e muscoli...” fissò Ardena e quello annuì.
I due ripresero così a colpire il tronco e alla fine quello si frantumò, per poi essere tirato via dai due.
Tutti allora festeggiarono, guardando con speranza al domani, come se quel tronco rappresentasse un segno.
E gli occhi di Marcus erano sempre più colmi di ammirazione per quel misterioso cavaliere...
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“Ti interrompi ancora?” Esclamò Tanis. “Ora voglio sapere cosa succede!”
Talia
18-04-2013, 18.32.32
Abecedarius si interruppe di nuovo ed un lieve sospiro mi sfuggì dalle labbra...
"E' una storia bellissima..." mormorai, quasi più a me stessa che non a loro "Bellissima..."
Lentamente mi lasciai scivolare indietro e mi appoggiai allo schienale imbottito di quella sedia...
non conoscevo quella storia...
niente di simile mi era mai stato raccontato ed io stessa in passato non avevo potuto procurarmi che pochi libri, di nascosto...
"Vi prego..." dissi allora, sollevando all'improvviso lo sguardo "Vi prego... proseguite!"
Guisgard
18-04-2013, 19.54.02
“Io non ho visto nessuno.” Disse Sawas ad Elisabeth.
“Neanche io.” Fece Enusia.
“Non vorrei” rivolgendosi Orez ad Elisabeth “che questa città fosse sede di fantasmi per voi. Forse a causa delle storie che vi hanno narrato.”
“Forse siete agitata per il viaggio, Elisabeth.” Fissandola Sawas. “Forse avete bisogno di riposare.”
“Si, così poi si deciderà cosa fare.” Disse Enusia. “Tu hai un piano, Sawas?”
“Elisabeth ha ragione... bisogna incontrare il re... ma come? Come?” Pensieroso lui.
“Bella domanda.” Mormorò Orez. “Occorre un piano...”
Guisgard
18-04-2013, 20.00.02
“Non vi ho chiesto nulla.” Disse Velvò ad Altea. “Non ho bisogno di nessuno. Farò da me. Anzi, ora vi ripagherò della vostra parte e poi ognun per sé.”
“Ma siete certo che sia stato Vidiano?” Chiese uno del posto.
“Si, lo sono.” Annuì Velvò. “Lui voleva la mia balestra ad ogni costo. E poi lo conosco da tempo. Mi odia.” Tornò a fissare Altea. “Comunque avete ragione su una cosa... la mia missione... devo uccidere un uomo. E Costanza mi occorre per non fallire. Siete soddisfatta?”
Altea
18-04-2013, 20.09.55
Trasalii a quelle ultime parole, quasi sbiancai...avevo cenato ed ero scesa a patti con un assassino??
"Ma voi siete folle..beh non voglio essere complice del vostro assassinio..se solo avessi saputo" mi soffermai con una smorfia di rabbia "non vi avrei lasciato la possibilità di combattere e pure dovevo poi patteggiare con voi e per cosa? Per uccidere un uomo...ma il Signore ha visto bene e ha fatto in modo di farvi sparire quella arma e salvato un uomo...e ora andatene via da me, non intendo aiutarvi se questi sono i vostri intenti".
Chiesi all'oste di darmi una camera dove riposare...l'indomani sarei ripartita per continuare il mio cammino.
Guisgard
18-04-2013, 20.10.16
Abecedarius riprese allora il racconto...
Il giorno dopo, Ardena si preparò per recarsi al centro della città.
“Quando sarete lì per acquistare abiti da lavoro” disse Pars “passate dal vecchio Leon a ritirare alcune cose che ha messo da parte per me. E mi raccomando, evitate provocazioni.”
“Certo.” Annuì il cavaliere. “Cosa vuoi che ti porti dall'emporio, Marcus?”
“La marmellata!” Rispose il piccolo.
“Macchè marmellata.” Replicò la madre. “Non lo viziate.”
Ardena allora lasciò la bottega e raggiunse l'emporio.
Questo fungeva anche da taverna per i passanti.
Qui il cavaliere acquistò abiti e ritirò la merce per Pars.
“Dite...” rivolto al taverniere “... avete marmellate?”
“Si, andate di là.” Indicò il taverniere.
Al bancone vi erano però alcuni individui che si erano ritrovati per bere.
Ed appartenevano tutti all'Aquila.
“Ehi, avete sentito?” Uno di loro agli altri, appena Ardena entrò. “Si sente una forte puzza di bifolco!”
Gli altri risero.
“Si, la sento anche io, Claus.” Un altro di quelli a colui che aveva parlato.
“Prego.” L'uomo al bancone.
“Vorrei della marmellata.” Fece Ardena.
E tutti quelli che bevevano cominciarono a ridere forte.
“Lo cacci tu, o devo pensarci io e farlo a calci?” rivolgendosi Claus all'uomo del bancone.
“Parlate con me?” Voltandosi Ardena.
“Si, proprio con te.” Fissandolo Claus. “Vedi altri bifolchi qui?”
Ardena lo fissò senza dire nulla.
“Dì, dove sei alloggiato, bifolco?”
“Sto alla bottega di Pars, se ti interessa.”
“Si, mi interessa e parecchio.” Ridendo Claus. “Allora, come la vuoi la tua marmellata? Alle fragole, alla pesca o ai mirtilli, bifolco?”
“Ecco la vostra marmellata.” Fece l'uomo del bancone.
“Vai a mangiare fuori la tua porcheria, bifolco.” Con disprezzo Claus. “E questo voglio offrirtelo io.” Buttandogli addosso un bicchiere di vino. “Così odorerai come un vero uomo.”
Ardena prese la marmellata e la strinse fra le mani.
Restò a fissare per un lungo istante Claus, per poi uscire, tra le risate di tutti.
Verso sera, nella bottega di Pars, si riunirono gli altri contradaioli.
“Alcuni di noi vogliono andar via, Pars.” Disse uno di loro.
“Perchè mai?” Stupito Pars.
“Perchè siamo stanchi delle loro continue pressioni e minacce.”
“Si era detto di resistere.” Fissandoli Pars. “Non si può fuggire come conigli davanti ai loro soprusi.”
“Cosa possiamo fare?”
“Resistere!” Rispose Pars. “Non possono cacciarci dalla nostra contrada!”
Nell'altra stanza, intanto, Melicha leggeva una favola a Marcus per farlo dormire.
Ma potevano udire quei discorsi.
Ad un tratto arrivò Ardena e Pars lo presentò agli altri contradaioli.
“Si...” fissando il cavaliere uno di quelli “... in città parlavano di voi...”
“Allora è deciso...” mormorò Pars “... si resta!”
“E sia.” Disse un altro di quelli. “Almeno fino a quando non ci prenderanno con le armi.”
“Ci difenderemo se sarà necessario.” Deciso Pars. “Siamo in molti.”
“E con Ardena uno in più.” Osservò un altro dei presenti.
“Non si può contare su di lui.” Alzandosi un altro dei contradaioli. “E' un vigliacco.”
“Attenti a ciò che dite.” Guardandoli Pars.
“Fatti raccontare da lui cosa è accaduto oggi.”
“Già, si è lasciato coprire di insulti da Claus, il maniscalco dei Livori.”
“Ho detto io ad Ardena di non raccogliere provocazioni.” Disse Pars. “Ha dimostrato giudizio.”
Ardena si alzò ed aprì la porta.
“Perchè andate via, Ardena?” Domandò Pars.
“Così sarete liberi di parlare fra uomini...” ed uscì.
“Non ci credo!” Nell'altra stanza Marcus. “Ardena non si lascia insultare!”
“Ora dormi, Marcus...” fece Melicha “... è tardi... la favola la finiremo domani...”
Ed uscì anche lei.
Il cavaliere era fuori, nel cortile.
“Ardena...” avvicinandosi a lui Melicha “... va... va tutto bene?”
“Si, tranquilla...”
“Cosa è successo?”
“E' una lunga storia...” mormorò lui “... una lunga e vecchia storia...”
“Credo di conoscerla...”
“Davvero?”
“Si...” annuì Melicha “... vorrei mostrarvi un posto... domani, se vorrete...”
“Perchè?”
“Perchè è speciale per me...” rispose lei “... e ci vado quando mi sento sola e malinconica... verrete?”
“Si...” annuì lui.
E lei lo fissò ancora prima di ritornare in casa...
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Era giunta però la notte e il libro meccanico si chiuse da sé.
“Continueremo domani, se vorrete.” Disse a Guisgard e a Talia.
“Si, sarà meglio andare a riposare...” fece il cavaliere “... e voi sarete di certo stanca, vero?” Fissando la principessa. “Non vorrete certo dormire su questo seggio.” Sorridendo il cavaliere. “O forse è così comodo da avervi fatto cadere in tentazione?”
elisabeth
18-04-2013, 21.36.19
Nessuno l'aveva vista...troppi fantasmi, sorrisi amaramente....avevano ragione avevo troppi fantasmi nella mia vita..." Si certo la mia mente sta fantasticando, i racconti di Liam erano pieni di vita....e io ho fatto vivere uno dei suoi personaggi.....Tranquilli non sono stanca...forse e' meglio fare un po' di chiarezza nel nostro piano.....bene, quattro stranieri vogliono incontrare il Re......vi faccio vedere una cosa...".....usci' da un fazzoletto di lino che tenevo all'interno di una borsetta .....una lettera.....incominciai a leggere..." A mio fratello Aidan Conte di Camelot, Fratello caro...sto partendo per un lungo viaggio non so dove andro' e dove mi portera'....ma questa strana nave chiamata il Carrozzone, mi dara' la possibilita' di respirare aria nuova......con amore tua sorella Elisabeth.."...guardai gli altri che non proferivano parola ma non sapevano dove dovessi andare a parare...." Bene....sappiamo che Elisabeth arrivo' qui,aiuto' i cittadini di Tylesia e li aiuto' alla ricostruzione di questa citta'....ora io sono venuta qui....perche' voglio conoscere qualcosa di lei e magari se c'e' qualcuno della sua discendenza......il Re sarebbe magari la persona piu' indicata per avere accesso......agli archivi....o magari...uscendo fuori la storia di Elisabeth al Re..ovviamente la ricerca di questo benedetto Fiore verremo a sapere qualcosa.........che ne dite e' solo pazzia la mia ?.....".....dalla stanchezza mi poggia di allo schienale della sedia.....bevendo dell' acqua fresca..........
Cheyenne
18-04-2013, 22.29.30
Che storia triste, pensai tra mr e me nell'udire le sfortunate vicente dei due amanti.
"E che in che cosa consiste questa maledizione esattamente? Insomma qui é tutto sommerso da un velo di tristezza apatia e rassegnazione, ma non riesco a capirne appieno il motivo, anche se ora so che il Fiore c'entra in qualche maniera. "
Nel frattempo il fuoco aveva iniziato a scaldare un po' l'ambiente rendendolo accogliente.
Fummo invitati a sedere e la tavola fu velocemente riempita di ogni sorta di pietanze. Mi persi per qualche istante nell' osservare le elaborate composizioni di cibi che torreggiavano lungo la tavolata illuminata da preziosi candelabri.
Nel sedermi potei guardare con più attenzione le sedie in legno scuro, magnificamente intarsiate e foderate con un prezioso broccato rosso.
Non ricordavo neanche più l'ultima volta in cui avevo mangiato dato il turbinio degli eventi in cui ero stata precipitata nell'arco di poco, pochissimo tempo.
Nonostante la fame comunque ero in attesa di nuove risposte dalla dama del castello.
Guisgard
19-04-2013, 01.43.27
E mentre Altea si affrettava a raggiungere la stanza datale dal locandiere, una mano le afferrò il polso.
“Non sono un assassino.” Disse Velvò. “Mi avete giudicato senza conoscere la mia storia. Avete fatto in fretta a bollarmi come un volgare assassino. Nominate Dio, eppure non vi siete fatta dei problemi a condannarmi come spregevole brigante. Ma sappiate che non sono un assassino e che nelle mie vene scorre sangue nobile. Come nobili sono i miei sentimenti. Comunque non mi interessa giustificarmi. Soprattutto agli occhi di una donna come voi. Ecco, prendete...” facendo cadere a terre un gruzzolo di monete “... questa è la parte che vi spetta su quella balestra. Anche se ora non è più in mio possesso. Ma io mantengo la parola data. Ora non sono più in debito con voi.”
Guisgard
19-04-2013, 05.08.33
“La maledizione” disse Rosmunda a Cheyenne “consiste nel fatto che tristezza e disperazione aleggiano perennemente su questa città. Tutto a causa della tragica morte di quei due amanti e dell'incanto interrotto dal fiore non più sfogliato da lei.”
“E come può vincersi questa maledizione?” Chiese Urez.
“Bisogna trovare il fiore dai cento petali.” Rispose lei. “Lo stesso che quella ragazza stava sfogliando la notte della sua morte. Trovato il fiore, sarà possibile rompere l'incanto malefico.”
“E in che modo?”
“Perchè grazie ad esso io coronerò il mio sogno d'amore.”
“Come?” Incuriosito Urez.
“Perchè quel fiore mi dirà se l'uomo dei miei sogni mi ama.” Fissandoli lei. “E se sarò felice io, lo saranno anche tutti i miei sudditi. E la tristezza non dimorerà più in questa città.”
“Non comprendo...” pensieroso Urez.
“Perchè io sono la discendente di quella sfortunata ragazza.”
Urez si voltò a fissare Cheyenne.
“Cosa ne pensate?” Domandò alla sua compagna di viaggio.
Guisgard
19-04-2013, 05.10.36
A quella lettera letta da Elisabeth, Sawas restò per qualche momento pensieroso.
“Forse non siete tanto pazza...” disse “... forse davvero questa storia potrebbe aprirci le porta del palazzo del re. Sperando naturalmente che il re abbia a cuore la storia della vecchia Tylesia.”
“Forse siete pazzi entrambi.” Fece Orez. “Ma del resto la pazzia è la vera musa dei geni, come disse qualcuno.”
Così, i quattro raggiunsero il palazzo del re e chiesero di essere ricevuti.
“E per quale motivo?” Chiese una delle guardie. E che sia un ottimo motivo, poiché re Thermes è molto impegnato oggi.”
“Stiamo raccogliendo miti e leggende sulla vecchia Tylesia.” Spiegò Sawas. “In modo particolare su un'antenata della nostra amica.” Indicando Elisabeth.
“E credete che queste cose possano interessare a sua maestà?”
“Beh, la vecchia Tylesia...”
“La vecchia Tylesia non esiste più!” Lo interruppe la guardia.
“Vogliamo solo consultare gli archivi.”
“Niente da fare.” Fissandoli la guardia. “E ora toglietevi dai piedi.”
I quattro ritornarono nella locanda.
“Occorre un altro piano...” mormorò Sawas.
“Già, ma quale?” Demotivata Enusia.
“Qualcosa che ci permetta di entrare a corte...”
“In effetti il re sembra di cattivo umore e dubito possa tirarsi su per una consultazione negli archivi...” disse Orez.
“Ma certo!” Esclamò Sawas. “Geniale, dottore!”
“Che vuoi dire?” Chiese Enusia.
“Il re è di cattivo umore” spiegò Sawas “e dunque occorrono degli specialisti per tirarlo su... amici miei... da oggi saremo attori itineranti! E lo spettacolo per il sarà il nostro lasciapassare a corte!”
Altea
19-04-2013, 09.06.00
Liberai il polso dalla sua stretta di mano, guardando i soldi cadere a terra...non accettai quel gesto privo di galanteria.
"No, non ho bisogno dei vostri soldi..mio padre, il Conte Trevor, ne dispone di molti..mio nobile signore" sorridendo appena "A me serviva quella balestra, come arma di difesa, per entrare a Capomazda e comunque avete dichiarato voi stesso che vi serviva per uccidere un uomo e con Costanza A non avreste fallito. Se ho frainteso, allora spiegatevi, altrimenti me ne andrò nella mia stanza, mio nobile signore, anche perchè domani devo partire alla volta del Monte Arcangelo e non sarà facile" dissi adirata "dimenticavo..mi presento..Contessa Altea Trevor". E lo guardai con sfida.
Non capivo se voleva prendermi in giro o se avesse qualcosa di segreto da compiere.
Finalmente eravamo partiti.
Guardare la città allontanarsi mi diede un nuovo senso di euforia. La nuova avventura iniziava.
D'un tratto, scrutai il mulino a vento, davanti a noi.
"..che dite, chiediamo ospitalità per la notte?" Dissi sorridendo ai due uomini.
elisabeth
19-04-2013, 19.19.30
La palazzo mia infondo non era del tutto pazzia......e cosi' partimmo per il grande Palazzo e per la grazia del Re....ma come in tutte le cose..le persone che si chiamano Re...non sempre hanno voglia di vedere coloro che si chiamano nulla....fai conto poi se egli e' preoccupato.....ritornammo sui nostri passi alla locanda e allo stesso tavolo......mi sentii al punto di partenza...ma Sawas tiro' fuori dal suo cilindro un'altra oppurtunita' per andare a corte.....attori....attori itineranti......per Allah se lo sapesse mio padre.....non avrei messo naso fuori dalla porta per interi periodi......Liam avrebbe riso....a stento riuscivo a tollerarlo con i suoi scherzi e le sue ballate....ma lui era Liam..." Andiamo ragazzi....che cosa recitiamo.....dobbiamo farlo ridere...dobbiamo divertirlo.....e dobbiamo farlo al primo tentativo.....se non vogliamo essere buttati fuori in malo modo...e non dalla porta principale......"......fissai cosi'il fiore ricamato sulla tovaglia......e se avesse saputo che un altro Regno ...... stava cercando il fiore ?...."...La compagnia del Fiore disperso.....siamo quattro Fiori....e ognuno di noi interpretera' un luogo......che sia vero o no poco importa......una storia d'amore...dove il fiore si incontra e il re di ogni terra riavra' la sua pace................non c'e' nulla da ridere.....ma a me non viene altro......".....in realta' non c'era altro.....l'amore alle volte faceva addolcire o indurire l'animo.....ma eravamo li' e potevamo rischiare........." Bene quando ci ritentiamo ?....."...
Cheyenne
19-04-2013, 20.49.36
Ascoltai attentamente le parole di Rosmunda assorbita dal loro significato.
"Che cosa ne penso io" feci rivolgendomi a Urez" più andiamo avanti più mi pare di udire una fiaba, sono sincera. Ho paura che troveremo più difficoltà di quando pensassi in partenza...insomma...é tutto così astratto fatto di miti e leggende..non vorrei che la faccenda del Fiore non sia altro che questo, un mucchio di racconti fantastici nati da menti fantasiose e se così fosse, beh per il mio popolo significherebbe la morte."
Le mie parole facevano trasparire la frustrazione maturata negli ultimi giorni.
"Perdonate le mie parole Urez ma lo sconforto sta iniziando a invadere la mia mente e il mio cuore, sono stanca, non dormo da secoli in un vero letto e non riesco a vedere la luce in tutto questo nostro cercare..." la mia voce iniziò a vacillare nelle ultime parole.
Guisgard
20-04-2013, 02.10.19
Capitolo X: Il fiore dai cento petali
“Chi si reca ad Averoigne farà bene a munirsi di un bastone di ontano che, sia pur debolmente, è efficace contro le magie.”
(Clark Ashton Smith, Racconti)
Urez si avvicinò a Cheyenne e le prese le mani.
“Non ditelo neanche per scherzo.” Disse fissandola negli occhi. “Io, lo ammetto, sono partito spinto dalla voglia di fama e onore, ma voi no... voi siete mossa da nobili ideali... salvare il vostro popolo... e quella gente ora attende il vostro ritorno... magari sta lottando contro lo sconforto, contro la disperazione e contro la paura della morte... come voi. Anche voi ora siete afflitta e sconfortata. Ma dovete trovare la forza proprio in quella vostra gente. Hanno fiducia in voi. Hanno affidato la loro vita e quella dei loro figli nella vostra capacità. Se ora vi arrendete, non sarà solo la vostra sconfitta, ma quella di un intero popolo. A me hanno insegnato che le cose più importanti di questo mondo sono invisibili agli occhi... come la Fede e l'Amore... io non so cosa rappresenti il Fiore che state cercando, ma se è davvero così grande come tutto sembra far pensare, allora non deve essere molto distante da quella Fede e da quell'Amore che fanno pulsare tutto ciò che esiste.” Le sorrise. “E anche io, per ciò che può valere, ho fiducia in voi, Cheyenne. E insieme vinceremo l'incanto di questo luogo.”
http://s.wallpaperhere.com/thumbnails/detail/20110627/EternalLove1.jpg
Guisgard
20-04-2013, 02.26.22
“Questa è un'ottima idea, Elisabeth.” Disse Sawas. “Metteremo in scena proprio questo... la ricerca di un fiore... e parlando di questo, scruteremo con attenzione ogni reazione del re. Ci hanno detto che il re è ossessionato da un fiore? Ottimo. E noi con un fiore entreremo nel suo palazzo. Anzi, con più fiori, visto siamo... la Compagnia teatrale dei quattro fiori.”
“Sembra il nome di un romanzo.” Fece Orez.
“E la vita forse, come dicono i Capomazdesi, non è simile ad un grande romanzo?” Sorridendo Sawas.
“Purché” osservò Orez “abbia un lieto fine!”
“Ma come agiremo ora?” Chiese Enusia.
“Faremo in modo che sarà lo stesso re a chiamarci a corte.” Con un occhiolino Sawas.
“E come?” Sorpresa Enusia.
“Vedrai...”
Ritornarono così alla turbocarrozza che avevano ben nascosto al loro arrivo e cominciarono, secondo le indicazioni di Sawas, a prepararla per il loro piano.
Tende, tappetti, strane forme fatte con ferro filato e poi rivestite di sughero e dipinte, insieme ad altre trovate particolari, in breve camuffarono la turbocarrozza, facendola somigliare ad un carrozzone simile a quelli usati dagli attori itineranti.
Per i costumi Sawas fece adoperare altro materiale conservato nel baule del suo turbo veicolo.
Si trattava di mantelli di vario tipo, pettorali di cuoio, calzoni bretoni, palli da villani, pellicce dalmate e altri tipi di stoffe varie.
“Ecco...” indicò loro Sawas “... ora ognuno di noi si farà un suo costume e delineerà il proprio personaggio.”
Guisgard
20-04-2013, 02.41.27
Velvò fissò Altea negli occhi.
La guardò per lunghissimi istanti.
Poi scosse il capo e si voltò a guardare l'orizzonte che si vedeva dal parapetto della strada.
Era questa sospesa tra due dossi e le case non coprivano la visuale che dava nella vallata.
“Si, devo uccidere un uomo...” disse poi “... un uomo che mi ha rubato tutto... forse non mi crederete, ma sono anch'io un nobile... e lo sono almeno quanto voi... o meglio, lo ero... lo ero fino a quando un giorno non mi è stato sottratto tutto... il castello, il denaro e la mia stessa vita, relegandomi a vivere come un vagabondo... si, perchè questo sono oggi... un miserabile senza terra e senza affetti... e l'unica cosa che mi da la forza di continuare ad andare avanti è la mia vendetta...” tornò a fissare Altea “... ecco, ora potete anche giudicarmi come un vile assassino...”
Guisgard
20-04-2013, 02.46.50
Mamyon annuì a quelle parole di Clio.
Allora i tre si avviarono verso quel mulino a vento.
Le sue pale giravano al vento, scricchiolando e tremando nel loro moto che appariva perpetuo a quei viaggiatori.
Ad un tratto udirono delle voci.
Poi della musica e dei canti.
“Ehi...” disse Densesu “... ma da dove arrivano queste voci e questa musica?”
“Da dietro questo mulino...” indicò Mamyon.
I tre allora avanzarono adagio oltre quella struttura, fino a scorgere un campetto poco distante.
Era come una piccola radura, dove diverse persone apparivano occupate a mangiare, a cantare, a ballare e a festeggiare.
Odore di pane bianco e di verdure e carne alla brace riempiva l'aria.
“Sembra che tutti qui si divertano molto...” guardandoli Densesu “... chissà cosa festeggeranno...”
“Beh, non ci resta che chiederlo.” Mormorò Mamyon.
E fece loro segno di seguirlo.
“Dove vuoi andare?” Meravigliato Densesu.
“A chiedere ospitalità per la notte.” Rispose Mamyon.
“Ma nel bel mezzo della loro festa?”
“Meglio, no?” Sorridendo il cavaliere. “Così saranno di certo di buon umore.”
Raggiunse allora la radura e si presentò nel bel mezzo di quella festa.
“Salute a voi, amici miei.” Cominciando a parlare. “Siamo lieti di vedervi così diverti da questi festeggiamenti. E sono state proprio le vostre voci e questa musica ad attirarci qui.”
E fra i presenti, dopo quelle parole di Mamyon, calò subito un inatteso silenzio.
E cominciarono tutti a fissare i tre nuovi arrivati.
Guisgard
20-04-2013, 04.32.09
“Per giungere a Magdalonia” disse la vecchia a Parsifal “dovete seguire la strada maestra. Essa poi si dividerà in più direzione, ma voi non lasciate mai il sentiero sterrato che converge verso Sud... badate che molti tenteranno di sedurvi con vie apparentemente più semplici, comode e brevi, ma voi ignoratele... le forze del male tenteranno di attrarvi in altre direzioni, per farvi perdere e smarrire il cammino, ma voi resiste... altrimenti non giungerete mai dove siete attesi...”
Altea
20-04-2013, 22.47.32
Ascoltai Velvò in silenzio...la voce alterata e piena di odio..lo guardai e mi avvicinai a lui scrutando pure l'orizzonte.."Oh vi sbagliate, io so che significa perdere una delle cose più importanti della propria vita...mia sorella Eleonor..e tutto colpa di un uomo...un cavaliere che io conobbi, le promise amore, di essergli fedele per l'eternità. Sapete, apparve un giorno a Camelot, da dove provengo, da un giorno all'altro e lei se ne innamorò follemente, e lui..non so. Alla fine si scoprì..che aveva già moglie e prole altrove. Fu un duro colpo per mia sorella, proprio un amore impossibile e per la disperazione....si uccise buttandosi da un pozzo. Sapete quanto lo ho odiato? Ma ho capito che l'odio non mi avrebbe portato a nulla..e soprattutto non mi riavrebbe ridato mia sorella".
Lo guardai in volto, asciugandomi una lacrima..."Io non so oltre i vostri beni, chi o cosa di tanto importante avete perso, ma vi capisco e vi chiedo scusa per aver urtato la vostra persona...ma ricordatevi che con la vendetta non si andrà altrove, ora se permettete vado nelle mie stanze, sono molto stanca".
Entrai nella stanza semplice, sospirai guardando il soffitto..iniziai a riflettere sul mio cammino.
Nulla mi portava ancora a raggiungere il Fiore e questo Frate Nicola, ero preoccupata per l'ultimo sforzo che avrei dovuto fare, a Capomazda vi saranno stati certo conventi e luoghi di culto e quindi forse lo avrei trovato, ma era come trovare un ago nel pagliaio...se solo lady Anastasiya mi avesse dato un cenno, anche nel sonno...ma non volevo più visioni, dopo aver visto Lui vicino a quella dama sconosciuta.
Mi sdraiai nel letto e mi addormentai lentamente.
Cheyenne
21-04-2013, 22.25.08
Le parole di Urez mi colpirono nel profondo, mi resi conto di averlo giudicato male, avevo creduto che fosse soltanto un giovane cavaliere pieno di sogni di gloria che si dava delle arie, ma dopo ciò che aveva detto cambiai decisamente opinione.
Lo ringrazia con gli occhi.
"Hai ragione non posso, non possiamo arrenderci!" dissi alzandomi.
"Signora Rosmunda noi siamo pronti, toglieremo la maledizione da questo castello e dalla vostra gente, ve lo prometto!"
Guisgard
22-04-2013, 01.35.27
Il nuovo giorno era giunto.
Il Sole penetrava da una delle finestra della camera e si posava dolcemente sul volto di Altea.
Lei allora si svegliò.
Dal cortile sottostante saliva un invitante odore di focacce appena sfornate e si sentivano le voci di varie persone.
Il borgo si era risvegliato.
Poi, ad un tratto, Altea udì risate ed applausi.
Dalla finestra infatti si poteva vedere un curioso spettacolo.
In un angolo del cortile qualcuno stava dando magistrale prova di sé.
Ad un albero stava appeso un disco di legno, sul quale era disegnato un bersaglio.
“Ora guardate bene...” disse Velvò a quelli che assistevano alla scena “... lo colpirò guardandolo riflesso dai vetri di questa porta...”
“Ma è impossibile!” Esclamò qualcuno.
Ma Velvò, incurante, cominciò a prepararsi per quel difficile tiro.
Guardò nei vetri della porta e poi puntò la balestra verso quel bersaglio, senza voltarsi verso di esso.
Un attimo dopo il colpo partì e raggiunse il centro.
Tutti restarono colpiti da tanta maestria e applaudirono forte.
Velvò fissò tutti loro sorridente e poi alzò lo sguardo verso la finestra della camera di Altea.
E nel vederla, le mostrò un vistoso inchino.
Altea
22-04-2013, 01.43.40
Mi destai da quel sogno ristoratore, un raggio di sole sembrava volermi solletticare una guancia per svegliarmi ma non ce ne fu bisogno, un dolce profumo di dolci e schiamazzi dalla piazza mi fecero subito alzare dal letto, mi affacciai e aprii gli occhi sconcertata...come era possibile tutto ciò? Quella balestra...era Costanza A?
Vidi centrare quel bersaglio con maestria, la sua aria trionfante aveva eliminato la sua rabbia del giorno prima finchè notò la mia presenza.
Mi lavai di fretta e scesi le scale velocemente, mi trovai tra quella folla e mi avvicinai a Velvò..."Milord, sto sbagliando ma quella è la balestra che vi fu sottratta? Come fate a riaverla tra le vostre mani?".
Guisgard
22-04-2013, 01.43.58
Rosmunda, a quelle parole di Cheyenne, sorrise commossa.
“Grazie...” disse in lacrime “... grazie di cuore...”
“Però dobbiamo sapere ogni cosa per poter riuscire in questa impresa.” Fece Urez.
“Solo questo dovete sapere...” fissandoli Rosmunda “... ogni notte giunge dall'Oltretomba quello spettro. E' la ragazza che cerca il suo prezioso fiore per poterlo interrogare sfogliandolo. Ma ella non lo trova e allora le sue apparizioni si ripetono ogni notte... per sempre, lasciando su questo luogo e su tutti noi solo tristezza e disperazione...”
“Ma siete sicura dell'esistenza di quello spettro?” Chiese Urez.
“Si.”
“E come?” Fissandola Urez. “L'avete forse visto?”
“No, ma di notte si sente il suo lamento.”
“Come fate a dire che sia il lamento di uno spettro?” Domandò Urez. “E non di un essere umano?”
“Perchè chi sente quel lamento” rispose Rosmunda “avverte subito un senso di sconforto e di disperazione. Le guardie ogni notte sentono quel lamento. Ed una delle sentinelle, proprio dopo averlo udito, si è gettata da una delle torri... si è tolta la vita per la disperazione.”
“Allora io direi di interrogare le guardie.” Disse Urez. “E di capire cosa davvero hanno sentito. Voi cosa ne pensate, Cheyenne?” Chiese poi alla ragazza.
Guisgard
22-04-2013, 01.50.31
“Buongiorno a voi.” Disse Velvò ad Altea. “Vedete? Siete una donna e come tale del tutto profana all'arte delle armi.” Sorrise. “Questa non è la mia Costanza... no, è solo una delle balestre usate durante la gara... se avessi usato Costanza, sarei riuscito a perforarlo quel bersaglio e non solo a colpirlo...” la guardò “... vi trovo riposata e anche in forma... venite a fare colazione con me? Prometto che non parleremo di armi, così non farete figuracce!” E rise di gusto.
Altea
22-04-2013, 01.58.19
Un senso di antipatia mi salii profondamente nell'animo eppure quell'uomo mi ispirava pure simpatia, in fondo..non era una cattiva persona ed era molto arguto.
Sorrisi lievemente.."D'accordo..ma solo perchè mi avete invitato voi" con un leggero inchino.."conte?duca?come devo chiamarvi?Prego fate voi strada e vorrei chiedervi alcune cose mentre gustiamo una deliziosa colazione".
Rientrammo nella locanda e mentre aspettavamo chiesi a Velvò sospirando.."Voi da dove provenite? Avete mai sentito parlare di un Fiore che cresce non si sa dove, ma capace di essere miracoloso, legato a un frate? E poi...volete scortarmi fino a Capomazda?".
Guisgard
22-04-2013, 03.55.55
Così Altea e Velvò andarono nella locanda e fecero colazione insieme.
“Un tempo” disse Velvò “ero un conte... ma ora sono solo Velvò e così voglio essere chiamato.” Sorrise in maniera enigmatica. “Da come sospirate quel Fiore di cui dite deve valere davvero molto... per cosa vi occorre? Forse per qualche filtro d'amore?” Rise. “Si, vi vedo come una che insegue un amore tormentato... magari un grande amore!” La fissò. “E si trova a Capomazda questo Fiore delle meraviglie?”
Altea
22-04-2013, 14.52.47
Sorrisi appena.."Vi correggo Velvò, siete un conte..guardate me, non ho un seguito più di vestiti, non mi trovo nel mio castello..ho solo un cavallo nero, una sacca con vari oggetti e solo la spilla del mio casato a dimostranza di chi sono...ma rimango ciò che sono, per questo permettetemi di dirvi che vi tratterò come nobile signore".
Afferrai una foccaccina dolce e rimasi senza parola alla domanda che mi pose sulla ricerca del Fiore, la posai sul tavolo e il mio volto si fece serio..."Un amore impossibile dite? E da cosa lo avete capito?" il mio pensiero volò a Sebastian e sospirai leggermente.."Non ho mai confessato nulla a nessuno, nemmeno a mia sorella Eleonor, a Vivian..la mia migliore amica ma mi avete narrato di Voi e ora vi parlerò di me e anche perchè, magari, potete darmi un consiglio, mi fido di Voi e badate che è un dono prezioso." Sorrisi leggermente.."Provengo da Camelot e io e la mia amica Vivian ci recammo a Santa Agata di Gothia come ospiti dell' Arconte Meccanico, la mia amica sognava di vedere lo spettacolo di un cavaliere attore molto famoso..comunque, tralasciando il tutto, questo Arconte mi chiese in cambio della sua ospitalità di trovare questo Fiore e cosi anche un mio desiderio sarebbe stato esaudito...già, e in questo desiderio vi è proprio un Cavaliere, vedete la collana con pendente a rubino che porto al collo?" la presi in mano mostrandogliela meglio "fu un suo pegno d'Amore e il giorno dopo egli..svani. E io questo chiedo di trovarlo, di sapere perchè mi ha lasciato e magari poter rimanere con lui per sempre, lo so sarebbe più facile dimenticarlo e trovare un altro uomo ma il mio Amore è profondo...e forse era pure vicino a me settimane fa e non ebbi il coraggio di farmi avanti" mi soffermai un attimo pensando a quanto fossi stata inetta e poco coraggiosa a non affrontare l'argomento con quel Cavaliere, ma se mi avesse riconosciuta pure lui mi avrebbe riconosciuto...eppure le visioni avute grazie a lady Anastasiya portavano a lui.
Mi destai dai quei pensieri continuando..."Ma il fatto più grave fu che la mia amica Vivian è stata rapita da un uomo a me sconosciuto, mi ha minacciato, se non gli porto quel Fiore...ucciderà la mia cara amica, io non so se quel Fiore a questo punto è un beneficio o una dannazione, forse dipende da ciò che si desidera e dall'uso che se ne faccia...e non so se si trova a Capomazda, solo un certo Frate Nicola sa dove è sbocciato, qui non ci sono più clerici ma a Capomazda si, forse si è ritirato laggiù..che ne pensate voi? E poi voglio vedere il luogo della Gioia dei Taddei".
Ad un tratto, però, ebbi un sussulto, la bussola...non trovava le persone ma gli oggetti..."La bussola, Velvò, è se proviamo a vedere se ci indica Capomazda o altrove?" la estrassi dalla sacca e mi avvicinai all' uomo per mostrargliela..."Ci indicherà dove si trova l'alloggio di Frate Nicola?" attesi con ansia che il magnete finisse di girare.
elisabeth
22-04-2013, 19.15.21
Il carrozzone assunse con mio stupore un' identita' totalmente differente.........all'interno Sawas ci aveva messo a disposizione ogni cosa....ci potesse servire per poterci vestire asseconda del personaggio che saremmo andati a presentare....non avevo molte idee, vedevo Enusia....e Orez esasperati...non era una cosa molto semplice, io non avevo mai recitato e comunque comke mi sarei vestita ?....mi avvicinai al baule...e cominciai ad uscire fuori ogni sorta di tessuto o vestito gia' confezionato.......sino a quando non trovai un pantalone stretto alle caviglie....sembrava un tessuto morbido quasi impalpabile.....il reggiseno era dello stesso colore e cosi' il velo da mette sul viso......." Sawas come fate ad avere un vesto da odalisca ?.....siete una fonte inesauribile di cose ed oggetti provenienti da ogni parte del mondo.......".....c'era della stoffa azzurra ...nei tagliai con cura alcune strisce...che con l'aiuto di ago e filo diventarono dei rudimentali petali di fiori......." Enusia......potete aitarmi ad indossare questa roba..?...."......i due Signori scesero dal turbocarrozzone e mi vestii da odalisca.....alla cinta del pantalone...infilai tutti i petali che avevo preparato e una volta finito....girai velocemente su me stessa ed essi si aprirono....." Enusia...saro' Il fiore azzurro......ed Elisabeth....sara' la mia storia.....che ne dite ?....."....
Talia
23-04-2013, 01.41.18
Ero completamente, interamente stata rapita da quella storia... dalle sue immagini, dai suoi colori e poi dai suoi personaggi... in particolar modo quel cavaliere... il mistero che lo circondava...
le mie mani, quasi senza che me ne accorgessi, giocherellavano ansiosamente con la stoffa liscia sul bracciolo di quella poltrona... io mi ero protesa in avanti, in ascolto... attenta... affascinata...
Era giunta però la notte e il libro meccanico si chiuse da sé.
“Continueremo domani, se vorrete.” Disse a Guisgard e a Talia.
“Si, sarà meglio andare a riposare...” fece il cavaliere “... e voi sarete di certo stanca, vero?” Fissando la principessa. “Non vorrete certo dormire su questo seggio.” Sorridendo il cavaliere. “O forse è così comodo da avervi fatto cadere in tentazione?”
"Oh, no..." mormorai, ma in fretta, d'impeto "Oh no, vi prego... vi prego, non ancora..."
Mi voltai verso il cavaliere e lo fissai...
"Vi prego, non ancora... vorrei ancora ascoltare quella storia... ancora adesso... vi prego, Guisgard..."
La mia voce era sottile, vagamente tremante... e la mia mano, d'istinto, sfiorò il suo braccio...
Guisgard
23-04-2013, 01.44.55
Velvò prese la bussola dalle mani di Altea e cominciò ad osservarla con attenzione.
“Vi sono incise delle parole dietro...” disse.
E cominciò a leggerle:
“Prima di chiedermi di quell'oggetto perduto, fissalo nella tua mente e soprattutto nel tuo cuore. Pensa ad esso intensamente e a nient'altro. E quando sarà per te ciò che più desideri, chiederai a me di quell'oggetto e leggerai così dove ti indicherò di cercare.”
“Mi sembra chiaro.” Fece Velvò. “Dovete pensare intensamente a ciò che cercate. Anche se dubito che questa bussola possegga tale potere. Quanto a Capomazda, non credo occorra chiederlo alla bussola. Tutte le strade qui conducono laggiù. Ma dubito sia una buona idea andarci adesso, visto che c'è questa guerra. Sul vostro cavaliere invece non saprei cosa dire. Vedete, io non mi interesso di sentimenti che vadano oltre una notte di passione. Dunque vi siete imbattuta nel peggiore dei consiglieri per il vostro problema di cuore.” E rise di gusto.
Guisgard
23-04-2013, 16.12.45
Enusia sorrise ed annuì.
“Siete meravigliosa.” Disse poi ad Elisabeth. “Sarete un perfetto Fiore Azzurro. E magari questo vostro travestimento sarà anche di buon auspicio per questa nostra avventura.”
Allora anche lei scelse un costume.
“Sarò...” mostrandosi poi ad Elisabeth “... sarò Consiglia! E' un'eroina di una ballata Capomazdese! Moglie del birbante Tucan, innamoratissima di lui!”
Le due scesero dal carrozzone e trovarono ad attenderle Sawas e Orez.
Anche i due si erano preparati, scegliendo ciascuno un costume.
“Io sono Kehoron!” Esclamò Sawas. “E' lo spirito dei boschi e può assumere qualsiasi sembianza. Ora è simile ad una rana.”
“Io invece” fece Orez “sono Bobolar, una figura della Commedia dell'Arte Capomazdese! Esperto e saggio cosmopolita!”
“E voi due chi siete?” Chiese il dottore alle due donne.
“Io sono la dolce Consiglia.” Con un inchino Enusia.
Altea
23-04-2013, 16.27.40
Risi a quelle ultime parole.."Oh Velvò, non ditemi che siete un donnaiolo allora, e invece dubito che non vi siete mai innamorato veramente".
Gustai un sorso di the e guardai attentamente la bussola, non avevo mai notato quella scritta:
“Prima di chiedermi di quell'oggetto perduto, fissalo nella tua mente e soprattutto nel tuo cuore. Pensa ad esso intensamente e a nient'altro. E quando sarà per te ciò che più desideri, chiederai a me di quell'oggetto e leggerai così dove ti indicherò di cercare.”
Per un attimo mi persi in confusi pensieri, ricordai quella notte di maggio in cui egli mi allacciò la collana al collo e mi strinse a se, mi sentivo sicura tra le sue braccia...e ora volevo sentire di nuovo quella sicurezza, persa in una ricerca senza senso, senza nessuna scappatoia.
Pensai al sorriso di Vivian, le nostre corse per i prati con Eleonor e le sgridate quando tornavamo a casa poichè non era atteggiamento di ragazze del nostro rango, strinsi forte la bussola e serrai la mano a pugno di quanto avrei voluto tutto questo tornasse..la tranquillità e la felicità, e tutto stava in un Fiore e..in un Frate..già Lui era la chiave di tutto? Dove potevo trovarlo?
Mi sentivo emotivamente fragile in quel momento..riaprii la mano e vidi il magnete della bussola, stavolta girava in modo diverso, con un solo giro il magnete non si spostava, fermandosi in una direzione ed era diversa da quella di prima.
Non dovevo avere dubbi, un posto valeva l'altro e tentare non poteva nuocere visto non sapevo che direzioni prendere, guardai Velvò.."Avete visto la direzione che indica? Dove porterà quella direzione? Ci sono due soluzioni da ciò che avete detto, ovvero Capomazda visto che tutto è circondato da territorio Capomazdese e la via da dove sono arrivata, egli potrebbe pure celarsi in vesti diverse da chierico. Io devo seguire questa direzione, Voi...ovviamente potete seguire la vostra, a voi la decisione..e devo partire oggi stesso" dissi fermamente.
elisabeth
23-04-2013, 16.31.26
Enusia era bella....ed ero sicura che il suo personaggio sarebbe stato portato in scena in maniera perfetta.....scendemmo e trovammo i nostri uomini ad attenderci.." Dottor..Orez, Sawas....mi piacete e comunque vada saremo perfetti, ne sono sicura.....perdonatemi non mi sono presentata....sono l'odalisca del vortice dei deserti.....e chi rappresento ?...il Fiore azzurro ovviamente.....giusto per anticiparvi una chicca....il Re sara' entusiasta di veder andar via ogni petalo.....e poi vedremo se non ci raccontera' qualcosa anche lui....".....feci l'occhiolino a Orez...." che dite ...cominciamo ad andare ?...."....
Nel vedere lo stupore dei presenti alle parole di Mamyon, mi feci avanti posando la mano sul suo braccio.
"...Suvvia, caro.. Li hai spaventati.. Sei un cavaliere, dopo tutto..." Dissi sorridendo.
"...Perdonate l'intrusione, non volevamo turbare la vostra festa..." Dissi dolcemente con un sorriso "...ma la vostra allegria é contagiosa e la sera fa rimpiangere un caldo camino acceso..." Senza smettere di sorridere "...siamo viaggiatori, e ci chiedevamo se qualcuno di voi avesse del posto riparato dove poter riposare questa notte.... Beninteso non intendiamo approfittare del vostro buon cuore... Possiamo pagare il disturbo..." Feci un passo indietro, senza togliere la mano dal braccio del cavaliere.
"...Tuttavia, siamo in primavera... Se nessuno di voi ha posto, non vi disturberemo oltre, e continueremo per la nostra strada... Queste strade brulicheranno anche di ladri e briganti ma nessuno può tener testa ad un cavaliere della corona... Dico bene, mio caro?" Sorridendo alla volta di Mamyon.
Mi sentivo così sicura accanto a lui, come se nulla potesse accadermi.
Guisgard
23-04-2013, 17.36.04
Quella richiesta di Talia e poi la sua mano che sfiorò Guisgard.
Bastò solo questo per far cambiare idea al cavaliere.
“Qualcuno scrisse” disse alla principessa “che i re e le regine non chiedono mai nulla... e per questo i loro desideri, a differenza dei loro ordini e dei loro capricci, sono la cosa più preziosa e rara...” le sorrise “... eh, amico mio...” rivolgendosi poi ad Abecedarius “... hai sentito? Questo vuol dire che dovrai riprendere la tua storia...”
Il libro allora si aprì e cominciò a far sfogliare le sue pagine, fino a fermarsi di nuovo su quella storia.
E riprese a raccontare...
Ardena e Melicha partirono poco dopo l'alba.
Il Sole nascente screziava la terra rossa delle colline circostanti, generando mutevoli riverberi, simili a trucioli intrecciati, che imperlavano le cime degli alti cipressi e delle nobili torri merlate sui colli, che si stagliavano nel vivo ed inteso rosato diffuso nel cielo.
Raggiunsero così, attraverso un incerto sentiero, una zona appartata, ma baciata come nessun'altra da quel primo Sole.
Vi era solo una cappellina in mezzo a quella campagna deserta.
Una cappellina simile al grande duomo della capitale.
E dentro vi era un'immagine dell'Arcangelo Michele.
“Che posto è questo?” Chiese Ardena.
“Anni fa” raccontò Melicha “qui sorgeva una grande città. Tanto vasta e potente da far tremare la capitale del regno. Allora decisero di distruggerla, per punire così la sua ambizione. La città fu rasata al suolo e su queste terre fu imposto il veto di costruire ancora. Solo la cappella dell'Arcangelo domina questo luogo di silenzio, come monito per l'accaduto.”
Ardena si guardò intorno, come in cerca dell'eco dell'antica città che ancora correva su quelle terre.
“Una leggenda vuole” continuò Melicha “che prima della distruzione della città, i cittadini siano riusciti a raccogliere l'intero loro tesoro e a portarlo fuori dalle mura. Per seppellirlo in questo luogo.” Lo fissò. “Forse per questo motivo qualcuno crede che Sygma interessi tanto a Capomazda... per quel tesoro...”
“I tesori” guardandola lui “possono avere molte forme... quella di un baule carico di preziosi, di un filtro magico, o di un antico libro da sempre perduto... un tesoro può essere tante cose... come un Fiore... un Fiore dal raro profumo e dai preziosi colori... un Fiore i cui petali sono capaci di scandire ogni momento della vita, rendendolo eterno... e un Fiore non è forse simile ad un volto? Un volto che cela nei suoi occhi qualcosa di pregiato, inestimabile... gli antichi dicevano che gli occhi nascondono i battiti del cuore...”
Lei allora arrossì e chinò il capo.
“Ora anche voi cercherete quel tesoro?” Chiese poi al cavaliere.
“Non conoscevo la leggenda di quel tesoro prima di adesso.”
“Neanche Ardeliano...” mormorò lei “... neanche lui lo conosceva... la tradizione vuole che vi giunse qui con la principessa Gyaia... e fu lei a narrare al nobile Arciduca di questo tesoro... lui giurò di volerlo cercare, ma poi dopo un triste Marzo non ritornò più a Sygma...” lo guardò negli occhi “... e voi... voi siete qui per cercarlo?”
“Io?”
“Si...” annuì lei “... conosco quell'accento... molti mercanti Capomazdesi arrivano in queste terre e li sento parlare... e poi la vostra spada... reca la Croce, la Civetta e il Giglio Verdeaureo... i simboli della nobiltà Capomazdese...”
“Perchè tutti qui vedono i Capomazdesi come invasori o razziatori?”
“E per quale motivo allora arrivano qui, se non per prendere qualcosa?”
“Non prendere...” mormorò lui “... ma cercare qualcosa... qualcosa che a noi manca e che sappiamo invece esserci qui...”
La sua voce si fece bassa e calda.
Allora, con un gesto naturale e delicato, si avvicinò a lei con le labbra.
Lei socchiuse appena gli occhi.
“Melicha!” Gridò qualcuno da lontano. “Melicha, presto!”
Era Marcus e correva verso di loro.
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Abecedarius si fermò ancora.
Infatti aveva iniziato a suonare la campana della cappella.
“Oh...” sussurrò il libro “... il padrone ha smesso di pregare...”
Guisgard
23-04-2013, 17.40.18
Allora uno di quelli che festeggiavano si avvicinò a Clio e agli altri due che erano con lei.
“Abbiamo” disse “un solo letto disponibile. E' nella casa della vecchia Perrel, perchè suo nipote si è arruolato due giorni fa nell'esercito ducale. Per il cavaliere ed il suo scudiero” indicando Mamyon e Densesu “c'è solo il mio fienile. Ma è comodo e tranquillo.”
“La vostra ospitalità” fece Mamyon “è straordinaria. Grazie per aver offerto un comodo giaciglio a milady.” Indicando Clio. “Per noi due il fienile andrà benissimo.”
“Ma venite!” Disse un altro di quelli. “La sera è ancora lontana e qui c'è da festeggiare! Unitevi a noi!”
Così, Clio, Mamyon e Densesu, si unirono a quella festa.
“Cosa si festeggia?” Chiese Densesu.
“Le nozze di mia figlia!” Esclamò colui che li aveva invitati. “Ha sposato il giovane Facchin.” E indicò un giovane seduto accanto a lui. “E' il padrone di questo mulino ed è un ottimo partito.”
E tutti risero.
“Ma è anche un eccellente pittore!” Fece qualcun altro.
“L'arte non da guadagni!” Replicò il padre della sposa. “Il mulino si!”
E di nuovo si alzò una risata dai presenti.
All'improvviso tutti si alzarono in piedi.
Da una casupola uscì una ragazza accompagnata da due anziane.
“Viva la sposa!” E tutti applaudirono.
Lei arrossì e poi cercò lo sguardo del suo amato.
Ma proprio in quel momento qualcuno indicò il sentiero che proveniva dal bosco.
Cheyenne
23-04-2013, 18.14.21
Approvai la proposta di Urez e insieme, dopo esserci congedati da Rosmunda, ci dirigemmo verso una delle torri della fortezza.
"Certo che tutti qui da segno di desolazione, anche i bambini non traggono gioia dai loro giochi" dissi guardandomi intorno.
Salimmo quindi le scale di legno all'interno della torre di vedetta fino ad arrivare nella guardiola.
Lo spazio era angusto e Urez, che era molto alto, dovette abbassare la testa per passare attraverso la porticina.
Un tavolo scarno fatto sostanzialmente da un asse e una sedia erano il grosso dell'arredamento dello stanzino.
L'uomo di guardia alzò il capo verso di noi con aria diffidente poi svogliatamente si alzò, feci qualche passo e si parò dinanzi a Urez al quale intimò di presentarci.
Talia
23-04-2013, 18.19.55
A quelle parole del cavaliere, il libro si riaprì e riprese a raccontare...
io mi voltai appena verso Guisgard e gli regalai un sorriso felice.
Ascoltai, poi, con attenzione ciò che Abecedarius ci narrò dei due personaggi, delle loro visita a quel luogo carico di magia e significato... ascoltai delle cappellina e del tesoro... ascoltai le loro parole e l’allusione alla conquista di Sygma da parte di Ardeliano...
tremavo, nell’ascoltare quel racconto... sussultavo... mi protendevo in avanti, senza accorgermene...
Poi, all’improvviso, Abecedarius si interruppe di nuovo...
“Cosa?” mormorai “Perché? Perché Marcus grida? Cosa è accaduto?”
Abecedarius si fermò ancora.
Infatti aveva iniziato a suonare la campana della cappella.
“Oh...” sussurrò il libro “... il padrone ha smesso di pregare...”
“Oh...”
i miei occhi corsero verso la finestra a quelle parole, incerti...
“Capisco...” mormorai.
E di nuovo tornai a guardare Guisgard... ero combattuta... una parte di me desiderava ascoltare ancora quella storia, e l’altra parte sapeva che forse avremmo dovuto presentarci al nostro ospite...
e, fissando il cavaliere, esitai...
Sorrisi alle parole di quell'uomo.
"...vi sono grata, messere, dell'ospitalità... Vi ringrazio davvero..".
Ascoltai poi il motivo della festa. I matrimoni mi lasciavano sempre perplessa.
Cosa significava "è un buon partito"? È davvero quello che la sposa desidera?Avevo sentito troppe volte quella frase e non riuscivo ad essere gioiosa a prescindere durante una festa di nozze.
Ma quando vidi il viso raggiante della fanciulla, sorrisi a mia volta, augurandole amore e felicità.
Mi voltai verso Mamyon, e nascosi un sorriso.
Un tempo, sicuramente, l'avrei invidiata. Ma ora, forse, anche io potevo sognare.
Avevo smesso di farlo troppo tempo prima. E Lucius mi rimproverava sempre. Sorrisi, pensando a cosa mi avrebbe detto se fosse stato lì.
D'un tratto, però, tutti si voltarono verso la selva, come pietrificati.
D'istinto mi avvicinai a Mamyon guardando lontano.
"..cosa sarà?" Sussurrai sapendo che nemmeno il cavaliere conosceva la risposta.
Guisgard
23-04-2013, 18.58.58
A quel rintocco di campana, Guisgard si avvicinò alla finestra che dava sulla Cappella di San Nicola.
“Allora è qui...” disse come se parlasse a se stesso.
“Si, è rinchiuso da giorni nella cappella per pregare.” Annuì Tanis. “E' tornato qui dopo aver svolto un esorcismo in un villaggio vicino. Era molto provato... e si è poi chiuso nella cappella per pregare.”
“Andremo da lui...” mormorò il cavaliere “... Tanis, affido a te la mia spada... me la restituirai quando usciremo dalla cappella...” e diede la spada alla marionetta.
“La proteggerò a costo della vita, milord.”
“Sarà lei a proteggere te.” Fissando la marionetta Guisgard. “Andiamo a salutare il nostro ospite, milady?” Rivolgendosi poi a Talia. “Vedrete, vi piacerà. Con voi sarà simpatico.” E rise sarcastico.
I due, così, raggiunsero la Cappella Palatina.
Era una struttura di gusto romanico, anche se edificata al tempo dei longobardi.
Le modifiche successive a questa invasione furono volute da alcuni vassalli del re che strapparono queste terre agli ultimi Gastaldi longobardi.
Guisgard e Talia allora entrarono.
La penombra dominava nella cappella e solo verso l'abside le candele squarciavano il buio.
Davanti all'altare vi era una figura di spalle.
“Il figliuol prodigo torna a casa...” senza voltarsi.
“Senza però” replicò Guisgard “che nessuno uccida il vitello grasso per lui...”
“Sei davanti all'altare...” mormorò la figura “... inginocchiati...”
Il cavaliere si inginocchiò e si segnò di nuovo.
“La dama che ti accompagna” sempre restando di spalle la figura “vedo non è avvezza ad entrare in una chiesa...”
“E'...” fissando quella figura Guisgard “... è una mia amica...”
“Per te le donne non sono mai state amiche.” Voltandosi finalmente la figura.
Era un vecchio monaco.
http://1.bp.blogspot.com/-AMs5cqQwjtg/UTZO22gF2gI/AAAAAAAAATM/M0hgT09XqW4/s1600/alec-guinness-as-ben-obi-wan-kenobi-in-star.jpg
Talia
23-04-2013, 19.57.49
Osservai Guisgard alzarsi ed avvicinarsi alla finestra...
mi stupii un po’ per quelle sue parole, sussurrate, vaghe... quasi dolorose, mi erano sembrate...
poi lasciò la sua spada a Tanis... ed anche questo mi sorprese molto...
infine mi chiese di andare a salutare il nostro ospite.
Lo fissai ancora per qualche momento, in silenzio...
lo studiai...
studiai la sua voce ed il suo sguardo, adesso tornato improvvisamente enigmatico ed impenetrabile...
poi, lentamente e senza smettere di fissarlo, gli porsi la mano perché la prendesse e mi alzai in piedi.
“Andiamo...” mormorai.
Attraversammo in silenzio il palazzo, diretti verso la cappella...
i miei occhi, di tanto in tanto, ruotavano nascostamente su Guisgard...
e tuttavia, non sapevo perché, non ebbi il coraggio di dirgli niente.
Solo quando giungemmo di fronte alla cappella, non potendo più aspettare, mi decisi...
“Non avevo capito...” mormorai, trattenendolo per il braccio “Non avevo capito che voi... che voi conosceste già il nostro ospite! Non avevo capito che aveste degli... amici, qui!”
Feci qualche passo e mi avvicinai a lui...
“E poi avete lasciato la vostra spada a Tanis...” sussurrai ancora, quando gli fui vicina “La vostra spada... proprio voi che mi avreste messo a soqquadro l’intera Sant’Agata pur di riaverla... proprio voi, ora, l’avete lasciata a Tanis...”
Lo scrutai ancora per qualche momento, in silenzio...
poi, con un piccolo cenno, lo invitai a precedermi...
Guisgard e Talia allora entrarono.
La penombra dominava nella cappella e solo verso l'abside le candele squarciavano il buio.
Davanti all'altare vi era una figura di spalle.
“Il figliuol prodigo torna a casa...” senza voltarsi.
“Senza però” replicò Guisgard “che nessuno uccida il vitello grasso per lui...”
“Sei davanti all'altare...” mormorò la figura “... inginocchiati...”
Il cavaliere si inginocchiò e si segnò di nuovo.
“La dama che ti accompagna” sempre restando di spalle la figura “vedo non è avvezza ad entrare in una chiesa...”
“E'...” fissando quella figura Guisgard “... è una mia amica...”
“Per te le donne non sono mai state amiche.” Voltandosi finalmente la figura.
Era un vecchio monaco.
Seguii quello scambio di battute in silenzio...
quella figura ci dava le spalle, eppure parlò come se avesse potuto vederci entrare.
Guisgard si inginocchiò di fronte all’altare... io no.
Il cavaliere si segnò ripetutamente... io no.
Io rimasi immobile... rigida... con la schiena diritta e gli occhi fissi sulla figura...
all’improvviso, poi, si voltò e ci fronteggiò entrambi...
era un anziano monaco, dall’aspetto semplice ma dagli occhi incredibilmente penetranti...
occhi che puntò su di noi, su di me...
ed io sostenni quello sguardo...
lo sostenni in silenzio, immobile, impassibilmente fredda e distante.
Guisgard
23-04-2013, 20.03.06
“E chi vi dice” disse Velvò ad Altea “che quella direzione indichi ciò che state cercando voi? Avete forse pensato intensamente all'Oggetto che vi occorre? Potrebbe voler indicare anche la mia balestra, visto che io ne sono ossessionato...” la fissò “... magari questa bussola non ha alcun potere, ma in caso contrario il mio ragionamento potrebbe avere un senso e voi vi ritrovereste ad inseguire Costanza...” sorrise “... forse vi conviene ripensare a ciò che cercate e poi a domandarlo ancora alla bussola... sempre che quell'Oggetto vi stia tanto a cuore...”
Altea
23-04-2013, 20.19.55
Sorrisi appena..."Avete ragione" e rimisi la bussola nella sacca..."la mia è una impresa già persa..ora scusatemi ma devo partire per Capomazda, devo raggiungere il Monte Arcangelo..prima della notte si spera, so che vi è la guerra...però so che questa mia ricerca non ha più un senso" dissi sconfortata "purtroppo trovare quel Fiore...per salvare Vivian e trovare il mio Cavaliere non ha senso...io ho fatto il possibile e non sono la salvatrice del mondo, andrò cosi errando, ma mi fido più del Duca di Capomazda che dell' Arconte Meccanico, e magari mi aiuterà a ritornare a Camelot...sola..e magari mio padre e il marchese, padre di Vivian,cercheranno di fare qualcosa".
Presi la sacca e uscii dalla locanda, presi il mio cavallo, lo abbeverai e salita in groppa presi la strada che il fabbro mi aveva indicato verso il Monte Arcangelo.
Guisgard
24-04-2013, 01.28.50
Cheyenne e Urez, così, si recarono verso la torre, dove si trovavano i soldati del castello.
Qui il cavaliere chiese di parlare col comandante della guarnigione.
Al militare poi Urez spiegò ogni cosa e quello ordinò allora di chiamare tre soldati che avevano montato la guardia proprio la notte prima.
“Conduceteli qui.” Disse al suo luogotenente.
Poco dopo arrivarono i tre soldati.
“Tutti voi avete svolto regolare turno di guardia?” Chiese Urez ai tre.
“Si.” Risposero loro.
“E vi siete accorti di qualcosa di strano?”
“Nulla di pericoloso, milord.” Fece uno dei tre.
“Nessun nemico, dunque?”
“No, signore.”
“Nessun fatto sospetto o strano?”
“Nulla che attentasse al castello.”
“Niente altro di significativo?” Fissandoli Urez. “Anche se non strettamente legato ad un pericolo incombente?”
“In verità...” mormorò uno dei tre.
“In verità?” Ripeté il cavaliere.
“E' successo ancora...”
“Cosa?”
I tre si scambiarono sguardi titubanti.
“Allora?” Li esortò Urez.
“Il fantasma, milord...” uno dei tre “... si è manifestato ancora...”
Guisgard
24-04-2013, 01.31.15
Così, la falsa compagnia teatrale raggiunse il palazzo del re.
Erano così truccati e mascherati che le guardie non li riconobbero.
E dopo alcuni controlli di circostanza, Elisabeth e gli altri suoi compagni furono fatti entrare.
Alcuni servitori li fecero alloggiare in un palazzetto laterale alla corte principale.
“Il vostro spettacolo” disse un servitore “andrà in scena a corte. Ma prima incontrerete sua maestà.”
“Quando accadrà?” Chiese Swas.
“Presto sarete convocati.” Ed i servi uscirono.
“Il re vorrà sapere dello spettacolo...” fece Orez appena i quattro rimasero soli “... se si tratta di una commedia o di una tragedia... dobbiamo mettere su una trama suppongo...”
“Parlerà di noi...” mormorò Sawas “... della nostra ricerca del Fiore... sperando che abbia un lieto fine e dunque sia una commedia...” si voltò verso Elisabeth “... voi sarete il Fiore Azzurro... e lo animerete per come lo vedete... lo rappresenterete secondo l'immagine che avete di quel Fiore...”
Guisgard
24-04-2013, 01.49.22
Tutti guardarono verso la foresta.
Mamyon per un istante guardò Clio, per poi tornare a fissare quel sentiero che emergeva dalla vegetazione.
Allora dalla boscaglia emersero dei cavalieri a cavallo.
Sulla gente che festeggiava calò un cupo silenzio.
“Presto...” disse il padre della sposa ad alcune donne “... nascondetela...”
E quelle nascosero la sposa.
“Cosa accade?” Chiese lo sposo.
“Sta zitto, per l'amor del Cielo!” Intimò il suocero a Facchin. “Sta zitto!”
Intanto i cavalieri arrivarono.
“Che bella festa...” fece colui che sembrava essere il loro signore “... perchè non sono stato invitato?”
Nessuno rispose.
“Dov'è la sposa?” Domandò il signorotto.
Ancora silenzio.
“Voglio augurarle il meglio!”
E i suoi uomini cominciarono a ridere.
“Allora, la sposa?”
“Milord...” avvicinandosi a lui il padre della sposa “... mi permetto di rammentarvi che un editto ducale, imposto dal vescovo, ha soppresso il diritto della prima notte...”
“Zitto, cane!” Colpendolo col frustino il signorotto. “Portatemi la sposa! Subito!”
L'uomo portò una mano sul taglio che quel frustino aveva lasciato sul suo volto.
Si voltò allora verso le donne che avevano condotto nel mulino la giovane, facendo loro cenno di chiamarla.
Poco dopo la sposa apparve fra loro.
“Facchin, vedo che hai gusto in fatto di donne!” Esclamò il signorotto, che nel frattempo si era seduto ad uno dei tavoli per mangiare. “Vieni avanti, non aver paura!” Rivolgendosi poi alla ragazza.
Intanto i suoi cavalieri, che avevano imitato il loro padrone prendendo posto ai vari tavoli, cominciarono a far battute oscene fra loro.
“Cosa sta succedendo?” Chiese Densesu sottovoce a Mamyon.
“Una vigliaccata...” rispose questi sempre a bassa voce.
Intanto la giovane sposa aveva raggiunto il signorotto.
“Si, davvero un bel bocconcino...” guardandola con lussuria il signorotto “... Facchin...” parlando poi allo sposo “... sei un uomo fortunato, sai? Perchè ora il tuo signore darà il suo assenso e la sua benedizione alle tue nozze...” fissò la giovane ed un ghigno apparve sul suo volto.
La prese allora per un braccio e la trascinò con sé verso il mulino.
Facchin, davanti a quella scena, tentò di correre da sua moglie, ma i cavalieri del signorotto lo bloccarono.
“Il primo che causerà noie” rivolgendosi uno dei cavalieri ai presenti “si ritroverà senza un braccio! Intesi, villani?”
Guisgard
24-04-2013, 02.13.07
Così, senza aggiungere altro, Altea lasciò quel luogo e col suo cavallo si mise in marcia verso il Monte dell'Arcangelo.
Attraversò così quella vallata verdeggiante, fatta di profumi e colori aspri, impenetrabili, frutto di quelle terre in parte ancore selvagge.
Ma piano piano la luce primaverile cominciò ad invadere quel mondo figlio di un lungo e gotico Inverno, schiarendone così, con i suoi riflessi ed i suoi bagliori, i tratti e le fattezze.
Dopo un'ora di cammino, giunse presso un bivio.
A dividere in due la strada vi erano alcuni alberi.
E sul più alto di quelli erano appesi degli scudi.
Ad un tratto apparve un uomo.
Era tozzo, vestito di pelli, dall'aspetto selvaggio e sgraziato.
Fissò Altea e spuntò poi in terra.
All'improvviso si udì un latrato.
Un molosso allora, uscendo dalla vegetazione, raggiunse il villano.
Fissava Altea e ringhiava.
Guisgard
24-04-2013, 03.12.11
“Non ho amici qui...” disse Guisgard a Talia “... non ho amici... quanto alla spada, purtroppo me ne sono solo separato per un po'... magari andasse perduta...” il suo tono era freddo “... e comunque qui, nonostante tutto, non ci sono nemici...”
Poi entrarono nella cappella e videro il frate.
“Allora?” Fissando Guisgard. “Perchè sei venuto qui? E perchè hai costretto questa ragazza ad entrare in un luogo che probabilmente metterà a repentaglio ogni sua effimera certezza?”
“E' un'amica...”
“Sciocchezze!” Lo zittì il chierico. “Tu non concepisci l'amicizia fra uomo e donna!”
“Lei è diversa.”
“E perchè?” Fissandolo il frate. “Perchè è bella? Perchè è Bionda?”
“Siamo qui perchè lei è in pericolo...”
“Da chi fuggite?” Duro il frate. “Dal marito?”
“Vi ho spiegato che lei non è come le altre...” replicò il cavaliere “... anzi... neanche mi guarda...”
“Allora ne hai trovata uno con giudizio stavolta!”
Guisgard lo fissò.
“In effetti è una ragazza particolare...” guardando Talia il frate “... molto... forse per questo ti piace... perchè non ha l'ombra...”
Strinsi il braccio di Mamyon così forte da temere di fargli male, pur con le mie mani così delicate.
Rimasi pietrificata da quella scena, incapace di proferire parola.
Non potevo stare ferma lì, attonita, ma che potevo fare, dopotutto? Non ero un guerriero, né un cavaliere, mi sentivo impotente. Detestavo sentirmi impotente e fragile.
"...non è per questo..." Sussurrai pianissimo "...non è per comportarci in modo tanto esecrabile che ci è stata donata la nobiltà.." Lo sguardo fermo e la mascella serrata dalla rabbia.
Mi voltai verso Mamyon "...non c'è nulla che tu possa fare?" Con occhi colmi di rabbia e speranza "...è un abominio per l'amor del cielo... E se il padre ha ragione anche fuorilegge.... Sei il miglior cavaliere del mondo, non puoi salvarla?" Guardandolo con occhi imploranti.
In cuor mio speravo di vederlo estrarre la spada e mettere fuori gioco in poche abili mosse quei bifolchi, ma nemmeno lui sarebbe stato in grado di tale impresa da solo.
Senza contare che poi ci saremmo trovati ad aver contro il resto delle truppe di quel disgraziato.
Anche perché c'era una frase del padre che continuava a rombombarmi in testa, sebbene lo stupore per tutto ciò che stava accadendo avesse monopolizzato la mia attenzione.
Editto ducale, vescovo, eravamo forse entrati in territorio capomazdese?
"...non sopporto di essere così inerme davanti a tutto questo...".
Avevo parlato piano, quasi un sussurro, in modo che solo il cavaliere mi sentisse.
Appoggiai il viso contro la sua spalla e sospirai, colma di frustrazione.
Altea
24-04-2013, 15.47.55
La luce filtrava tiepida tra le fronde degli alberi e quel paesaggio quasi esotico, spronavo il cavallo per riprendere il tempo perso e mi sembrava di essere a buona strada.
Ad un tratto il cavallo, che avevo chiamato Denvel, frenò la corsa e arretrò leggermente, ci trovammo di fronte a un bivio.
Vi erano degli alberi e sopra a quello più alto notai quegli scudi appesi, cercavo di capire se erano di Sygma o Capomazda, il sole era accecante.
Il mio sguardo si ripose a terra e all'improvviso apparve quello strano uomo, vestito di poveri stracci e pellame ed era accompagnato da un enorme cane che latrava..non parlava, solo mi fissava.
"Vengo in pace messere" esclamai tranquillamente "vengo da un posto chiamato Camelot, quindi sono neutrale..sono solo alla ricerca di un Fiore, non ho motivo di combattere la vostra guerra".
Il cavallo era nervoso alla vista del molosso e agitava nervosamente il capo, lo accarezzai cercando di calmarlo..certamente non era un soldato quell'uomo.
Guisgard
24-04-2013, 19.58.22
Mamyon fissò Clio.
I suoi occhi erano colmi di rabbia e la ragazza sentì i pugni del cavaliere serrarsi per quell'impotenza.
Il signorotto trascinava via la giovane sposa, mentre questa, in silenzio, fissava smarrita il suo sposo che incapace era bloccato tra due cavalieri armati.
“Una donna” disse il signorotto mentre a forza spingeva nel mulino la giovane “non dovrebbe mai conoscere un solo uomo... altrimenti diverrà infedele!” E rise.
Gettò la giovane a terra accanto alla macina e fece per richiudere la porta alle loro spalle.
Ma qualcosa bloccò l'uscio.
“Cosa vuoi tu?” Fece il signorotto fissando Mamyon che bloccava la porta con un piede.
“Questa donna non vi appartiene.” Con tono deciso il cavaliere. “Lasciatela andare.”
“Non sono affari tuoi, straniero.” Minaccioso il signorotto. “Riprendi la tua strada o quando avrò finito con lei passerò alla tua donna.” Guardò per un momento Clio. “E non credo sia affatto una cattiva idea.”
A quelle parole, Mamyon perse la poca calma che gli era rimasta.
Colpì al volto il nobile, facendolo cadere a terra.
“Attento!” Urlò all'improvviso Densesu.
Un attimo dopo i cavalieri del signorotto erano contro di lui.
Mamyon estrasse rapido la spada e cominciò ad affrontarli.
Ad uno mozzò una mano, mentre un altro, colpendolo con un calcio al torace, lo fece ruzzolare all'indietro, fino a fargli fracassare la testa contro la pesante macina del mulino.
Ma era ormai braccato da quattro cavalieri armati.
Eppure teneva loro testa con abilità.
Ma uno di quelli, con una balestra, gli trafisse una gamba, facendolo cadere a terra.
Cominciarono allora a pestarlo con calci violenti.
“Massacratelo questo cane!” Gridò il signorotto.
Densesu corse in suo aiuto, ma fu atterrato da due di quei cavalieri e poi bloccato a terra.
E costretto a guardare impotente mentre picchiavano a sangue il suo padrone.
E nessuno dei presenti osò intervenire.
Guisgard
24-04-2013, 20.08.16
Ad un tratto un nitrito e poi Denvel cadde pesantemente a terra, disarcionando Altea.
Il cavallo era stato abbattuto da un vigoroso colpo di scure.
Era stato un uomo rozzo e dall'aspetto villano, simile in tutto a quello che Altea aveva visto accanto agli scudi.
Il secondo villano allora prese la donna di peso e la trascinò verso l'altro villano, mentre il molosso di quest'ultimo ringhiava ancora con più veemenza verso Altea.
La legarono poi ad un albero con una spessa e nodosa corda.
“Siamo stati fortunati oggi...” disse uno dei due all'altro “... abbiamo trovato una bella dama...”
“E credo sia pure nobile!” Esclamò l'altro. “Basta guardare il suo aspetto ed i suoi vestiti!”
“Allora il padrone ne sarà lieto!” Fece l'altro.
“Però... non è detto che dobbiamo consegnarla subito a lui... possiamo prima divertirci un po' noi prima...” e risero entrambi.
Altea
24-04-2013, 20.28.01
Fu un attimo mi trovai a terra, mi alzai leggermente frastornata e vidi Denvel tra una pozza di sangue, innoridii a quella vista...e un altro di quegli uomini vicino a lui.
Ero talmente frastornata da quello spettacolo che non ebbi nemmeno il tempo di afferrare la spada presa dal fabbro, con la forza i due uomini mi presero e mi legarono a un albero.
Avevano notato che ero nobile, segnale che forse non accettavano l'aristocrazia, quindi erano di Sygma?
Parlavano di un loro signore, ma in che posto ero mai capitata? Sembrava più una di quelle tribù indigene che avevo letto nei libri, ma se solo mi avessero toccata li avrei conficcato una lama in quella disgustosa pancia.
Iniziai a correre, guardare mi avrebbe paralizzata.
Un'energia che non credevo di avere si impossessò di me.
Arrivai velocemente al carro e inizai a frugare, eppure doveva esserci, mi ricordavo di averla vista.
Poco dopo la trovai, un bella balestra di legno pregiato.
La presi senza pensare insieme alle frecce.
Non ero un guerriero ma di certo avevo un'ottima mira.
"...si Lucius, non come te.." Sussurrai tra me e me.
Approfittando della confusione generale entrai nel mulino e mi nascosi dietro una finestra, dopo aver sprangato la porta della stanza.
Non guardai Mamyon riempito di botte, presi un profondo respiro, mirai e lanciai una freccia e poi un'altra e un altra ancora. Non mi sembrava nemmeno di essere me stessa. Come se un estraneo si fosse impossessato del mio corpo per colpire quei bifolchi.
Giurai a me stessa che mai più mi sarei trovata inerme in quel modo. Non potevo sopportarlo.
Finché poi, con gli occhi infuocati non mirai al signorotto e scoccai una volta ancora.
"...per Mamyon.." Sussurrai.
elisabeth
24-04-2013, 21.03.43
Vestita in quel modo mi sentivo fuori luogo, ma tutto in quel momento era fuori da ogni cosa .....appena fummo lasciati soli ....Sawas, fu ben preciso....la trama, non era semplice mettere su la trama di uno spettacolo......pero' il fatto che avrei dovuto impersonare me stessa mi diede forza....si...avrei dovuto impersonare cio' che pensavo del fiore...." Certo non che la cosa sara' semplice, il fatto di comparire davanti al Re...in versione attrice non mi piace proprio ....ma faro del mio meglio.....da questo posto..usciremo tutti ..e porteremo il nostro fiore, il mio abito rappresenta la danzatrice del ventre, la danza della donna unita alla Dea Madre....la donna come fertilita'......dare la vita....questa danza muove ogni parte del corpo....e il Fiore.....e' vita come Amore......non so quanta sensibilita' alberga nell'animo di questo Re.....ma credo in Allah e lui illuminera' il nostro cammino......"...
Guisgard
25-04-2013, 01.33.04
I due villani fissarono con lussuriosa bramosia il volto ed il corpo di Altea.
Decisero allora di guadagnarsi il diritto di cominciare con lei, giocandosi ciascuno la propria possibilità con la sorta.
Ma mentre decidevano su questo, dalle foglie si udì un sibilo.
“Ehi...” voltandosi uno dei due villani “... chi è la?”
Ma nessuno rispose.
Tornò a fissare il suo compare ma ebbe una sorpresa.
L'altro villano infatti giaceva a terra con una freccia conficcata nella tempia sinistra.
“No!” Urlò con rabbia, per poi tornare a guardare verso la vegetazione.
E fu allora che vide qualcuno.
Era un uomo vestito di nero, con lo sguardo freddo ed una balestra nelle mani.
Il villano tentò di aggredirlo, ma quello mirò e poi sparò un'altra freccia, che penetrò nel petto dello zotico, uccidendolo sul colpo.
Si avvicinò poi ad Altea e la slegò.
“Per questo vostro assurdo colpo di testa” fece Velvò “ci avete rimesso un cavallo e per poco non perdevate anche le vostre grazie...”