Visualizza versione completa : La Sinfonia dell'incantato Verziere di Chanty
Pagine :
1
2
3
4
[
5]
6
7
8
9
Guisgard
25-04-2013, 01.44.35
E così, mentre Elisabeth e gli altri discutevano della trama per il loro spettacolo, giunse da loro un servitore.
“Sua maestà vi riceverà subito.” Disse. “Prego, seguitemi.”
Li condusse allora attraverso un lungo corridoio illuminato da ampie vetrate e ornato di statue.
Arrivarono infine in un'ampia sala che in realtà faceva da anticamera ad un ambiente più grande.
Infatti una porta si aprì ed un valletto fece loro cenno di entrare.
Si ritrovarono così nella sala del trono.
Il seggio era però vuoto e il valletto pregò loro di attendere.
“Come ve lo immaginate questo re?” Chiese Enusia agli altri.
“I re sono tutti uguali.” Mormorò Orez. “Hanno la barba, perchè conferisce loro saggezza, una corona, per ostentare autorità ed uno scettro per imporre agli altri soggezione.”
Ad un tratto la porta dietro al trono si aprì ed apparve qualcuno.
Era un bambino e restò a fissarli.
Guisgard
25-04-2013, 02.22.42
Le grida di disprezzo di quei cavalieri, poi le loro risate e le urla disperate di Densesu.
E ancora la risata del signorotto e infine quel silenzio insopportabile da parte di quella gente davanti alla terribile scena del pestaggio di Mamyon.
E solo dopo quelle frecce lanciate in maniera disperata da Clio.
Solo due però andarono a segno.
La prima si conficcò nella spallina di uno dei cavalieri, facendolo arretrare e poi barcollare per la ferita.
La seconda invece raggiunse il braccio del signorotto, strappandogli un forte grido di dolore.
E nel vedere il loro signore cadere all'indietro e sbraitare sofferente, i suoi cavalieri smisero di pestare Mamyon e corsero da lui.
“Maledetti cani!” Disse inferocito il signorotto, mentre i suoi tentavano di strappargli via quella freccia dal braccio. “Chi è stato fra loro? Chi fra questi villani ha osato tirarmi una freccia? Chi? Li farò impiccare tutti e donerò le loro donne e i loro bambini ai miei soldati!”
Ma proprio in quel momento giunsero dalla foresta altri uomini a cavallo.
E anche quelli erano cavalieri.
“Fermi tutti!” Intimò quello che li guidava. “In nome di Sua Signoria l'Arciduca!”
Nel vedere che una mia freccia si era conficcata nel braccio del signorotto, un sorriso compiaciuto mi si piazzò sul volto. Ma quando mi accorsi che i cavalieri smisero di pestare Mamyon e si diressero verso il loro padrone, fui davvero fiera di me stessa.
Dapprima le parole del signorotto e poi quelle dei nuovi venuti mi incuriosirono non poco, e decisi di uscire dal mio nascondiglio per soccorrere Mamyon e Densesu.
"..Lasciateli stare.." dissi secca guardando con disprezzo il bifolco che avevo colpito "...nessuno di loro vi ha colpito.. nessuno di loro si è opposto a voi.. non vedete come sono buoni e silenziosi?" tenevo la balestra ben salda in mano, perfettamente visibile "...A quanto pare rischiare la vita per difendere l'onore e la virtù propria o altrui è usanza soltanto di nobili e cavalieri..." dissi, senza nascondere la rabbia"..Quelli veri, s'intende.." lanciandogli una nuova occhiata sprezzante.
Il silenzio e l'indifferenza di quegli uomini mi aveva davvero esasperato, certo rischiavano molto, ma Mamyon non aveva esitato a difendere quella fanciulla, eppure poteva tranquillamente proseguire per la sua strada. Io stessa li avrei affrontati se ne fossi stata in grado.
Evidentemente appartenevamo a mondi molto diversi.
Guardai poi i cavalieri giunti a cavallo, ma non posai la balestra.
Allargai leggermente le braccia ed inizia a parlare con voce calma, alta e decisa.
"..Ho colpito io quest'uomo… e se in questo paese è un reato, allora sarò lieta di pagarne le conseguenze.. costui.." indicando il signorotto "...si è presentato alla festa di nozze, pretendendo l'antico ius primae noctis con la sposa.. nonostante gli sia stato ricordato dal padre di lei che un editto ducale lo ha abolito..".
Solo allora guardai Mamyon, a terra, sanguinante, e mi si strinse il cuore.
"..Noi siamo soltanto viaggiatori, avevamo chiesto ospitalità per la notte.. ma il mio campione non ha potuto sopportare la vista di tale abominio.. e ha tentato di redarguirlo a parole..." alzai le spalle "...quando questo gentiluomo ha minacciato di toccarmi, beh.. è preciso dovere di un campione difendere la propria madrina.. ma l'hanno atterrato e nemmeno l'aiuto del suo scudiero è servito… uno contro quattro non è esattamente un duello.. così mi sono sentita autorizzata a prendere questa balestra e tentare di difendere il mio cavaliere e me stessa.. poichè nessuno è accorso in nostro aiuto.." cercai gli occhi del primo dei cavalieri con lo sguardo "..questo è quanto… ora, se permettete.. devo occuparmi del mio campione..".
E senza aspettare ancora mi diressi verso il tavolo presi una caraffa d'acqua.
Puntai la balestra contro tutti i cavalieri che mi si paravano davanti, e mi chinai finalmente su Mamyon.
"..Ehi.." dissi dolcemente "....Sono qui..ci sono qui io adesso..".
Intinsi il mio fazzoletto nell'acqua e iniziai a pulirgli il volto dal sangue e dalla sabbia.
Mi avvicinai a lui, posandogli leggerissimi baci su tutto il viso, sembrava così fragile, come se ogni mio movimento potesse fargli del male.
"..Sei davvero il miglior cavaliere del mondo.. Il più coraggioso, il più audace.." sussurrai piano, dolcemente "…sono fiera di te, amor mio.. Non sai quanto...". Ed era vero, ero davvero fiera ed orgogliosa di avere accanto un uomo tanto leale e impavido. Non mi importava delle ferite e delle percosse, sapevo che non era stata una lotta impari.
Non riuscivo a sopportare la vita di lui ridotto. in quel modo, mi si riempirono subito gli occhi di lacrime.
"...Sono qui, sono qui solo per te... è finita..." sussurrai ancora "..ti donerò un bacio per ogni loro botta.. " sorrisi "... Vedrai che passerà in fretta..".
Poi, mentre continuavo a puligli il viso e a posargli dolci e leggeri baci sulle guance e sulle tempie, accostai le labbra al suo orecchio e sussurrai ancora più piano, cosicchè nessuno potesse sentire.
"...siamo in territorio capomazdese, non dire chi sei… non voglio che ti accada nulla".
Poi tornai a cercare i suoi occhi e mi sforzai di sorrdirere "..Da bravo, devo toglierti la freccia.." ed osservai la freccia conficcata nella gamba del cavaliere.
Lanciai uno sguardo preoccupato allo scudiero poco distante.
"...Densesu, come state?siete tutto intero?"
Dopodiché mi avvicinai, ruppi la punta della freccia, e la sfilai con tutta la forza che avevo.
Dopodiché tentai di disinfettare la ferita in qualche modo, bendandola con un lembo della mia sottoveste di seta pura.
"...va un po' meglio, caro?" Dissi tornando a fissare i suoi occhi, con un sorriso "...hai bisogno di cure..." Sfiorando dolcemente il suo viso con una mano tremante "...tranquillo, non ti lascerò mai solo...".
elisabeth
25-04-2013, 18.49.11
Quante chiacchiere.....ma la trama di una storia era importante..sino a quando, un valletto non ci invito' al cospetto del Re....La stanza da piccola era diventata grande...la sala del trono......era diversa da come si presentava nel mio paese.......mi affascinavano i quadri alle pareti....uno mi colpi' non poco....era una donna dai tratti fini....somigliava a qualcuno..gia' somigliava a Liam..e sotto vi era una scritta Elisabeth del bosco...Lady Altea......e vicino al ritratto della Regina vi era quello del Capitano Reas.....la storia sembrava assemblarsi nella mia mente come se un vecchio ricordo vi riaffiorasse........ad un angolo della sala una bellissima scultura due cigni.....Ero sorpresa e felice...felice perche' ogni cosa raccontata da Liam era diventata realta' aveva preso vita....piroettando su me stessa stavo tornando dai miei compagni....quando si udi' il rumore di una porta..che si apriva.......apparve un bambino bellissimo......dietro di lui..il valletto........mi avvicinai all'orecchio di Orez e vi sussurrai..." Per la barba...mi sa che dovremo aspettare un bel po'...cio' significa poca saggezza ?.......se questo e' il Re.....poverino, i suoi impegni quali sarebbero ?.....dove ho messo il gioco dell' oca ?.....".....
Altea
25-04-2013, 20.28.49
Vidi cadere uno ad uno quegli uomini...mi voltai di scatto...certo era la mira infallibile di quell' uomo di nero vestito..Velvò.
L'uomo non aveva certamente perso la sua spavalderia nemmeno in quella circostanza..."Parlate peggio di mio padre" risposi a tono.."grazie per aver salvato la mia..virtù..anzi io vi ringrazio per avermi salvato la vita. E comunque sappiatelo che sono cosi di indole, lo dice sempre il mio caro padre..il conte Trevor..che ho preso dalla antenata che sfidò il mondo per andare a Tylesia e di cui porto il nome..quando tornò da quella avventura scrisse il suo racconto e strano caso io mi trovo come quella lady Altea, a cercare di andare a Capomazda e mi accadono tutti gli eventi più strani di questo mondo." Sbuffai..."Ora gentilmente, potete slegarmi da questo albero? Anche perchè penso sia meglio andare via da qui, questi uomini parlavano di un loro padrone..non so se parlano di un aristocratico o di un capo villaggio".
Guisgard
26-04-2013, 02.39.11
Il bambino fissò Elisabeth, Sawas, Enusia ed Orez.
Nessuno di loro però osò parlargli.
“Forse la barba è spuntata sul volto di suo padre...” disse sottovoce Orez ad Elisabeth “... ammesso che questo fanciullo sia davvero imparentato al re...”
“Parlare al cospetto del re” all'improvviso il bambino “senza averne licenza è già un atto di scortesia... ma farlo poi a bassa voce, senza farsi udire, è da villani.”
“Chiede umilmente scusa per i miei compagni...” fece Sawas dopo aver rivolto un'occhiata in direzione di Elisabeth e di Orez “... ma in verità attendavamo di essere ricevuti da sua maestà e nel frattempo discorrevamo sullo splendore di questa corte.”
“Siete abile con le parole” replicò il piccolo “ma esse ai nostri occhi hanno ben poco valore. La libertà di parola non è un diritto in questa città, ma un privilegio e come tale va meritato.”
Guisgard
26-04-2013, 02.47.32
Velvò liberò così Altea.
“Credetemi, vi ho reso un gran servigio...” disse ridendo “... ho sentito dire che a Capomazda le donne devono essere tutte virtuose, dunque capirete che vi ho tratta da un grande impiccio.” Le fece l'occhiolino. “Però sul padrone di quei due villani dite il vero... sarà meglio andare via, visto che per salvarvi ho sprecato la mia mossa migliore... il fattore sorpresa.” Fissò il cavallo morto di Altea. “E a quanto pare abbiamo un solo mezzo di trasporto... il mio cavallo.”
Salì in sella al suo palafreno e aiutò la donna a fare altrettanto.
E insieme galopparono via da quel luogo.
“Non possiamo andare troppo veloce” fece Velvò “o rischieremo di far stremare il cavallo, visto che siamo in due. Comunque, mi spiace per voi... ma, almeno fino a quando non troverete un altro mezzo di locomozione, faremo la medesima strada. E vi assicuro che non conduce di certo a Capomazda.”
Guisgard
26-04-2013, 03.33.06
Mamyon gridò forte per il dolore, appena Clio strappò dalla sua gamba la freccia.
Poi le cure della ragazza, ma soprattutto la sua vicinanza, ridestarono un po' il cavaliere dalla ferita e dalle percosse prese poco prima.
Densesu allora corse verso di loro per sincerarsi anch'egli delle condizioni di Mamyon.
“Si, sto bene...” disse annuendo lo scudiero a Clio.
“Una ragazza” fece il capo dei nuovi venuti “che si dimostra più impavida di voi e dei vostri uomini.” Fissando il signorotto ed i suoi cavalieri. “Potrei farvi impiccare per questo, visto che non meritate dunque il maniero che Sua Signoria vi ha affidato.”
“Sir Rudolf...” mormorò il signorotto “... se avessi saputo del vostro arrivo io vi avrei accolto degnamente...”
“Per questo non ho fatto giungere notizie.” Replicò il nuovo venuto. “Così da potervi vedere all'opera nel vostro naturale elemento... la melma.”
“Milord, io...”
“Comunque non avevo finito.” Lo zittì Rudolf. “Parlavo della vostra probabile impiccagione... e potrei farvi penzolare da un albero perchè avete tentato di far violenza ad una giovane nonostante un editto ducale. Ma in verità poca importanza ha ciò che stava accadendo qui. Almeno non tanto da richiedere il mio fastidio nell'intervenire.”
“Certo, sono villani questi.” Annuì il signorotto.
“Ma il vostro problema, ahimè...” scuotendo il capo Rudolf “... non è tanto lo stupro in sé... ma l'aver violato un Editto Ducale... in pratica avete disobbedito a Sua Grazia il vescovo e a Sua Signoria in un colpo solo... il reato in sé non è tanto il male che potevate fare a questa gente, ma la violazione ad un edito proposto da Sua Grazia e proclamato da Sua Signoria... e voi sapete quanto l'Arciduca detesti vedere i suoi ordini anche solo discussi. Figuriamoci poi ignorati. Eh, amico mio... ora posso rivelarvelo... io non ho mai visto di buon occhio la vostra presenza in queste terre. E a quanto pare avevo ragione. Dunque capite che ora con soddisfazione mi accingo a fare ciò che devo.”
“Milord, io...”
Ma Rudolf lo zittì con un cenno.
“Vi prego...” facendo poi segno ai suoi di prenderlo “... avete vissuto come un brigante, affrontate ora la giusta punizione come un aristocratico...”
“Mio signore, aspettate...” spaventato il signorotto.
“In nome di Sua Signoria...” avvicinandosi Rudolf al signorotto che i cavalieri ora tenevano fermo “... vi viene tolta ogni giurisdizione su queste terre per aver ignorato un Editto Ducale... e per aver disobbedito alla volontà del vostro signore sarete punito con l'evirazione.”
I cavalieri lo condussero allora nel mulino e dopo qualche istante si udì un forte grido di dolore, fino a quando la voce del signorotto si alterò completamente.
Poi silenzio.
“Cosa ne facciamo dei suoi cavalieri, signore?” Chiese uno dei suoi a Rudolf.
“Chi non è capace di scegliersi un degno padrone” rispose questi “non può servire Sua Signoria. Impiccateli.”
“Si.”
E gli uomini del signorotto furono condotti poco distante ed impiccati.
“I corpi resteranno lì per due giorni.” Ordinò Rudolf. “Come monito.” Poi si sedette ad uno dei tavoli. “Beh?” Fissando lo sposo e la sposa. “Basta un caprone castrato per interrompere il giorno più bello della vostra vita? Avanti, riprendete i festeggiamenti. Ora avete altri ospiti.”
E subito le donne offrirono cibo e vino a Rudolf ed ai suoi cavalieri.
“Voi invece chi siete?” Domandò poi Rudolf a Clio, Mamyon e Densesu.
Nell'udire quel grido, mi si strinse il cuore, ma sapevo di dover togliere la freccia il più presto possibile.
"...è finita, è finita.. Dovevo farlo..." Dissi prendendo delicatamente il suo viso tra le mani.
"...dobbiamo rimetterlo in piedi... Anche se non so se potrà camminare subito, fortuna che abbiamo il carretto..." Dissi rivolta a Densesu.
Poi, guardai di nuovo Mamyon "...ehi... Quando te la senti, appoggiati a noi.. Ti porteremo sul carretto, così potrai riposare..." Gli tolsi una ciocca di capelli dagli occhi "...povero caro...".
E lo baciai ancora.
Mentre ero inginocchiata accanto a Mamyon sofferente, udii perfettamente il discorso tra Sir Rudolf e il signorotto.
Un sorriso compiaciuto mi si piazzò sul viso, quando udii la sua punizione.
Dopo poco mi resi conto che Sir Rudolf si era rivolto direttamente a noi.
Mi voltai ed osservai tutti che banchettavano davanti alla tavola imbandita.
Scossi la testa e mi alzai.
"..il mio nome è Clio di Restoiry, costui è Sir Mamyon e il suo scudiero Densesu...".
Mentire sui nostri nomi non avrebbe portato a nulla di buono ma di certo non potevo raccontare la verità.
"...siamo fuggiti da Sant'Agata di Gothia... In quella città senza Dio accadono cose terribili.. Io ho perso un fratello... Ora siamo diretti lontano, lontano da tutto... Dove poter vivere in pace...".
Mi avvicinai al banchetto dove le donne avevano servito cibo e vino.
Presi un bicchiere e lo riempii di vino, poi mi diressi nuovamente verso Mamyon.
"...ecco.. Bevi un po'... Ti farà bene.." Sorrisi "...anche se forse ci voleva qualcosa di più forte...".
Altea
26-04-2013, 15.21.12
Presi la mia sacca a terra e salii con Velvò sul suo cavallo..quando udii le sue ultime parole..non si andava a Capomazda.."Certo" risposi fermamente.."e dove andrete? A cercare la balestra Costanza? Per poi fare la lotta a chi vi ha rubato i vostri possedimenti? Una guerra...come Sygma e Capomazda..è cosi che voi uomini risolvete le situazioni..con la guerra e uccidendovi"
Ad un tratto udii il nitrito del cavallo, si fermò lentamente e fui accecata da una forte luce..
Due donne camminavano lentamente celate e una era di bianco vestita..
le avevo riconosciute..erano lady Anastasiya e Eleonor..
Lady Anastasiya mi fece un cenno con la mano...lei era come una aurea angelica..e a un tratto mi apparvero quelle immagini, scene che non capivo..Sebastian? O chi era..era Lui? e un Frate...parlavano tra loro, e una dama, la stessa col volto non riconoscibile.
"Frate Nicola.." disse la dama eterea "stai andando dalla parte sbagliata, egli si trova da quella parte..." e vidi la sua mano col rosario bianco in mano indicarmi la via.."Ti aiuto io, Altea..vedo che non sai come uscirne da questa situazione e sii ferma e risoluta, questo uomo ha le sue priorità ma le tue vengono prime delle sue...ad esempio del Casato e della Maledizione".
Non le vidi più, osservai Velvò che mi scrutava."E' laggiù che dobbiamo andare" e gli indicai la via che mi aveva mostrato lady Anastasya e in quel momento mi accorsi che nella mia mano ciondolava il suo bianco rosario..trasalii ma capii che era la sua benedizione.."E se non volete portarmici, ci andrò a piedi, d'altronde la mia antenata per arrivare a Tylesia e salvarla camminò per mari e monti" dissi fermamente scendendo da cavallo e guardandolo con aria di sfida..."Poi potrete andare dove volete, ovviamente" aggiunsi.
Guisgard
26-04-2013, 17.33.39
A quelle parole di Altea, Velvò fermò all'istante il suo cavallo.
“Si, avete ragione e vi comprendo...” disse “... probabilmente avete anche voi uno scopo, come io ho quello di ritrovare la mia balestra. Dunque credo sia giusto che ognuno segua la propria strada. Laggiù...” indicò poi alla donna “... vedo il fumo di un comignolo... ci sarà probabilmente una fattoria o comunque una casa di contadini. Magari con un po' di fortuna troverete lì anche un buon cavallo. Vi auguro buona fortuna, milady. Io non posso lasciare il sentiero, poiché sono già in ritardo per ciò che mi aspetta.” Salutò Altea e galoppò via alla ricerca della sua formidabile balestra rubata.
Guisgard
26-04-2013, 17.41.22
“Voi” disse Rudolf a Clio “provenite da Sant'Agata di Gothia? Eppure il vostro accento non è di quella regione. E cosa accade laggiù? Raccontateci dei suoi governanti, delle sue leggi, del suo popolo e di tutti i fatti degni d'importanza a cui avete assistito. Fatelo e vi prometto che avrete la mia gratitudine. E naturalmente quella di Sua Signoria.”
Poi fece cenno alle donne di accomodare alla meglio Mamyon e di servire ai tre stranieri cibo e vino.
Altea
26-04-2013, 17.46.47
E lo vidi cosi...andarsene, aveva capito le mie ragioni ma anche lui non voleva abbandonare le sue motivazioni...e ognuna delle nostre erano importanti..per la nostra vita futura...Velvò che il Signore vi dia ciò che più desiderate..pensai tra me e me afferrando quel rosario.
Lo riposi nella sacca, mi rammaricai solo di una cosa..volevo donargli la bussola.
Comunque seguii il consiglio di Velvò e mi diressi verso la zona che mi aveva indicato la mia antenata e quell'uomo oscuro...e cosi mi trovai davanti a un casolare molto grande, e iniziai a chiamare..."Scusate, vi è qualcuno?"
elisabeth
26-04-2013, 17.54.07
Andiamo bene pensai nella mia mente......un fiore introvabile......ci eravamo vestiti da attori...ci aspettavamo il Re barbuto di Orez e invece ?.......un dolce fanciullo....dalla lingua di fuoco....e che fosse il Re o meno.....le sue parole erano troppo adulte per un bambino.........il punto era che non si poteva parlare.....gia'....ma si poteva danzare.........
mi feci largo tra i miei amici.....e iniziai a danzare ......avevo imparato bene..cio' che erano le movenze dell'antica danza.......e se era un bambino cosi' intelligente
forse avrebbe potuto cogliere qualcosa dalla mia muta richiesta.......toccai i petali azzurri che si intrecciavano intorno al mio corpo sino a toglierli ad uno ad luno e poggiarli ai piedi del Bambino.....non tornai insieme ai miei amici...ma mi diressi e mi misi sotto il quadro di Elisabeth....
Ansimavo per la fatica.........ed ero molto arrabbiata infondo ero la figlia di un Re nel mio paese......eppure...dovevo guadagnarmi il permesso...ogni uomo aveva diritto alla parola ...anche il peggior assassino
Guisgard
26-04-2013, 18.22.25
Capitolo XI: Il fiore perduto di Tylesia
“Madre, non ho incontrato Kunta.
Colui che ho incontrato
Ha pure lui la pelle nera
Ma non ti conosce.”
(Diarra B. Tieco, Kunta e Tobby)
Il bambino osservò danzare Elisabeth, fino a quando la donna terminò quel suo ballo e ritornò al suo posto.
“Voi...” disse a lei il bambino “... quale costume è questo che indossate? A noi pare rappresentare un fiore. E' così? Siete mascherata da fiore? E come mai? Vi è forse un motivo particolare?”
Sawas e gli altri fissarono allora Elisabeth, lanciandole sguardi di intesa.
http://media.sundancechannel.com/UPLOADS/blog/wp_fullfrontal/images/2010/02/robin_gladiator_05.jpg
elisabeth
26-04-2013, 20.08.54
Avevo avuto il consenso di parlare.....la mia danza lo aveva incuriosito....tolsi il velo dal volto e mi inchinai a lui...cosi' come era consono innanzi ad un Re.....
" Mio Signore, questo che indosso e' un abito che viene dall'oriente.....e anche la danza con cui vi ho parlato....viene da quel lontano posto, sono felice che Voi abbiate compreso.....si...il mio abito e' un Fiore...il Fiore Azzurro.......il Fiore che racchiude in esso l'emblema dell' Amore.........veniamo da lontano...perche' questo Fiore da sempre lega la vita di molte persone, e in questo momento il vostro Fiore equivale alla vita di una persona che amo molto....Sire........in passato venne distrutta la vostra citta'.......e il Fiore gli ha ridonato la vita.....questo vi chiediamo....il Fiore azzurro......".....a quel punto feci un passo indietro.....consapevole del fatto....che potevo anche avere la testa tagliata...potevo essere messa ai ferri.......potevo tante cose e sopra ogni cosa...i miei amici potevano subire la mia stessa sorte.......L'egoismo mi aveva portato a mettere la vita di quattro persone in pericolo...guardai il volto di Elisabeth......tu ...cosa avresti fatto ?......ma i quadri non parlano........un ombra leggera attraverso' la grande sala....vidi il suo volto ma solo per qualche istante......era la donna che avevo visto alla locanda.....ma non era il momento di tirar fuori i fantasmi......tanto se continuava cosi'...avrei potuto parlare con Elisabeth di persona......
Aiutai le donne a sistemare Mamyon, restando sempre al suo fianco.
Era una pena vederlo ridotto così, non aveva detto una parola e i suoi occhi avevano perso l'abituale lucentezza.
Mi accorsi delle domande di Sir Rudolf.
"...Avete ragione, sono molto lontana da casa.. Sono originaria di Camelot, in Britannia.. Sono giunta a Sant'Agata per cercare notizie di un antico manoscritto bella biblioteca della sua scuola cattedrale.. Ma non ho trovato ciò che cercavo... So ben poco delle istituzioni, l'influenza della mia famiglia non si estende così lontano... So che la città è retta da un arconte, che ha l'aiuto di una principessa... Ma poco tempo fa c'è stato un attentato.. E, per quanto ne so, la principessa potrebbe essere già morta... Ah, e ovviamente so che non vi è più la scuola cattedrale ne il vescovo..." Alzai le spalle "..e che la selva brulica di briganti.. è li che ho perso chi era come un fratello per me, e avrei fatto la stessa fine se lui non mi avesse salvato..." Posando delicatamente una mano sulla spalla di Mamyon "...non so dirvi altro, solo che desidero proseguire il viaggio lontano da qui.. Il più lontano possibile da uomini come quello che avete giustamente punito... Dove poter vivere in pace...".
Ci avevano servito cibo e vino, nel frattempo.
"...riesci a mangiare qualcosa,caro?" Sussurrai a Mamyon.
Volevo andarmene da quel luogo il più in fretta possibile ma sapevo che, con Mamyon in quelle condizioni sarebbe stato più difficile del previsto.
Talia
26-04-2013, 21.21.18
Il mio sguardo, inclemente e distante, rimase per tutto il tempo sul chierico...
la mia mente, tuttavia, non riusciva a non pensare agli occhi freddi del cavaliere quando, poco prima, aveva detto di non avere amici lì... non riusciva a non pensare a quell’espressione che si era dipinta sul suo volto, quasi di dolore... la mia mente non riusciva a mettere da parte la sensazione che ci fosse qualche cosa che le sfuggiva, qualcosa di importante...
Il chierico intanto parlava, ed ogni sua parola su di noi suonava non come una domanda ma come una sentenza... come una condanna... come un detto che non ammetteva regole...
“Non giudicate e non sarete giudicati. Non condannate e non sarete condannati. Perdonate e vi sarà perdonato.” mormorai allora, interrompendolo “...non era forse questo ciò che vi veniva insegnato? Non era, forse, uno degli apostoli che ammoniva: ‘Chi sei tu che ti fai giudice del tuo prossimo?’...” lo fissai, con sguardo alto e distaccato “Parole!” mormorai.
L’uomo tuttavia non parve dar peso a ciò...
“In effetti è una ragazza particolare...” guardando Talia il frate “... molto... forse per questo ti piace... perchè non ha l'ombra...”
A quella affermazione, mio malgrado, vacillai...
la mia ombra...
come poteva sapere...
i miei occhi si allargarono appena, allora, le mie guance si infiammarono e la gola mi parve che mi si chiudesse...
Ero nel buio...
un buio caldo, appiccicoso, opprimente, claustrofobico...
giravo su me stessa, cercando una via, ma di vie non ce n’erano...
e poi all’improvviso lo vidi di fronte a me...
grande, immenso, luminoso...
quell’occhio mi guardava ed io adesso sapevo di non potergli sfuggire...
fissavo l’occhio e l’occhio fissava me...
mi sentivo attraversata dallo sguardo di quell’occhio...
sentivo che mi leggeva dentro.
E poi, all’improvviso, udii quella voce vicina...
“Non fidarti, Talia... ricorda di non fidarti mai di nessuno!”
“Ma Maestro...” iniziai a dire, voltandomi verso l’uomo che era comparso accanto a me.
“Di nessuno, Talia... loro sono ovunque! Saranno sempre ovunque! E, se giungeranno a te, sarà la fine!”
“Loro?” chiesi.
“Si... loro! I nostri nemici! I tuoi nemici!”
“Ma chi sono?”
L’uomo mi fissò...
“Non preoccuparti... penserò io a loro. Tu ricordati solo di non fidarti di nessuno! Di nessuno!”
Battei le palpebre, incerta...
era durato soltanto un attimo, quella sorta di macabro sogno...
un ricordo, pensai...
sì, forse era un ricordo...
ma antico...
un ricordo molto molto lontano e che non avrei saputo collocare né nel tempo né nello spazio.
Un lungo brivido mi scosse la schiena, allora...
ed improvvisamente mi accorsi di essere spaventata...
di essere molto spaventata, inspiegabilmente.
Inspirai, dunque, e sollevai di nuovo lo sguardo sui due uomini davanti a me...
fissai il monaco, poi spostai lo sguardo su sir Guisgard, poi tornai a guardare il monaco...
“Cosa...” mormorai, gelida “Cosa dite? State vaneggiando!”
Repressi un nuovo brivido, allora, e tornai a guardare Guisgard...
“Voglio ritirarmi!” esclamai.
Guisgard
27-04-2013, 00.42.23
Il Bambino ascoltò con attenzione Elisabeth.
“Il Fiore Azzurro...” disse poi “... voi siete giunti qui per cercare il Fiore Azzurro?”
“Si, maestà...”annuì Sawas, svelando i loro intenti “... dobbiamo trovarlo e miti e leggende ci hanno condotto fin qui... e non per cercare il Fiore Azzurro tra i fantasmi della vecchia Tylesia, ma per trovarlo fra lo splendore di quella nuova.”
“Allora perchè vi fingete attori girovaghi?”
“Per poter essere ricevuti in questa corte, sire.” Intervenne Enusia.
“Se siete giunti fin qui” fece il bambino “vuol dire che più di miti e leggende parlano ormai di ciò che sta per accadere. Infatti in questa città sta per sbocciare il più grande di tutti i tesori di questo mondo.”
“Questo vuol dire che...” mormorò Enusia con la voce carica di speranze.
Guisgard
27-04-2013, 04.05.02
Altea si avvicinò così a quella casa.
Era un'abitazione rustica, con uno spiazzo racchiuso da una staccionata davanti ad essa.
Dal comignolo usciva del fumo, segno che qualcuno vi aveva acceso il camino all'interno.
Ad un tratto Altea si accorse di qualcosa.
Era una sorta di scatola di legno, a forma di rudimentale teatrino, poggiata su un tronco di un albero.
Al suo interno vi erano due pupazzi su un cavallo.
Una targhetta di latta era messa in bella mostra sul palco.
E recitava queste parole:
“Il nostro fiore vi conquisterà.”
Guisgard
27-04-2013, 04.07.29
Mamyon annuì a quelle parole di Clio e mangiò un po' di quel cibo.
“Avete detto” disse Rudolf alla ragazza “di un attentato... alla principessa? Ne siete certa?” Chiamò a sé alcuni dei suoi uomini e mormorò loro qualcosa. “Eppure so per certo che nessuno dei nostri ha organizzato altri attacchi a Sant'Agata di Gothia...” tornando a fissare Clio.
“Invece è così.” Intervenne Mamyon, visibilmente agitato. “So per certo che la principessa è stata ferita in un attentato. Ferita mortalmente e ogni minuto che passa potrebbe peggiorare... ammesso che non sia già tardi...”
Rudolf lo fissò.
“Calmate il vostro ardore, cavaliere.” Con tono duro. “Rammentate con chi state parlando. Io qui rappresento Sua Signoria.”
“Allora ditemi...” ansimando Mamyon “... è il vostro signore che manda sicari per assassinare una ragazza? Così volete vincere le guerre? Eppure ho sentito che le vostre armate si fregiano di altisonanti epiteti, tutti di natura divina...”
“Potrei farvi impiccare per questa vostra insolenza.” Lo riprese Rudolf.
“Perchè non affrontate l'Arconte Meccanico?” Con rabbia Mamyon. “Invece di assalire le donne indifese?”
“Se credete che il vostro stato vi metta al sicuro dalla vostra arroganza” seccato Rudolf “vi sbagliate. Un'altra parola fuori posto e rimpiangerete le carezze di quei cavalieri di poco fa.” Guardò poi Clio. “Milady, se avete una minima influenza sul vostro cavaliere, vi consiglio di esercitarla, o per lui finirà molto male oggi.”
Guisgard
27-04-2013, 04.12.29
“Vedo che la dottrina” disse il frate a Talia “almeno qualcuno ha avuto lo scrupolo di insegnarvela. Peccato che non abbia fatto nulla per spingervi poi a metterla in pratica.” I suoi occhi erano su di lei, duri, inclementi ed impenetrabili. “Comunque nessuno vi sta giudicando qui.” Aggiunse. “Siete già stata giudicata.” E guardò poi a terra.
Le candele mostravano le ombre del chierico e di Guisgard, ma non quella della principessa.
“La vostra ombra.” Indicò il frate.
“Maestro...” mormorò Guisgard.
“Già...” annuì frate Nicola “... è una di loro...”
“No... non può essere...” fece il cavaliere “... non lei... lei è...”
“Lei è cosa?” Lo interruppe il frate.
Ma proprio in quel momento Talia disse di volersi ritirare.
“Aspettate...” prendendola per una mano Guisgard “... non... non andate via...” la sua mano strinse forte per un istante quella di lei.
“Rammenta la tua missione.” Fissandolo il chierico. “Ed il nostro patto.”
Talia
27-04-2013, 12.42.47
Fissai la mano di Guisgard che stringeva la mia... poi sollevai gli occhi nei suoi a quelle parole...
e nei suoi occhi chiari vidi una strana luce, una luce che non avevo mai visto prima...
li fissai a lungo, quegli occhi...
e lentamente la mia mano si ammorbidì...
si ammorbidì, mentre mi lasciavo convincere da quegli occhi... da quello sguardo...
si ammorbidì perché io volevo credergli...
avevo bisogno di credergli...
“Rammenta la tua missione.” Fissandolo il chierico. “Ed il nostro patto.”
Quelle parole, all’improvviso, giunsero a me come una coltellata...
missione...
patto...
fissai per un istante il monaco, quasi senza capire, poi il mio braccio tornò ad irrigidirsi e a mia mano a stringersi a pugno mentre tornavo a guardare il cavaliere...
“Missione?” sussurrai, con voce bassa ed incerta “La vostra... la vostra missione?”
I miei occhi cercarono i suoi allora, con la viva speranza di trovarvi qualcosa che smentisse quella affermazione... lo speravo... lo speravo ardentemente... ma invano...
“Avevano ragione...” sussurrai allora, senza riuscire a mascherare quel dolore intenso che provavano “Avevano ragione su di voi... avevano tutti ragione... siete venuto con altri interessi, siete venuto con una missione... ed io... io mi sono fidata di voi... io mi sono...”
Mi interruppi di colpo, quasi non riuscendo più a parlare...
“Io mi sono fidata di te!” mormorai pianissimo, mentre gli occhi mi diventavano lucidi... e quel sussurro appena percepibile suonò quasi come un’accusa.
Tirai allora con forza il braccio indietro, sfilando la mano dalla sua, e corsi via senza più voltarmi.
Mi si gelò il sangue nel sentir parlare Mamyon.
Cosa gli prendeva? Non aveva udito le mie parole? Lo avevo avvertito di stare attento.
Gli strinsi il polso con tutta la forza che avevo, e gli lanciai un'occhiataccia.
"....dovete perdonarlo, Milord... Non intendeva offendervi... Non voi direttamente, almeno..." Dissi in tono di scuse alla volta di Sir Rudolf "... Egli.. Ecco... Ha un rancore antico contro chi se la prende con le donne.... Era solo un bambino quando... Sotto i suoi occhi..." Mi interruppi come se fosse doloroso continuare "...beh, perdonate ma sono ricordi troppo privati e dolorosi..." Augurandomi che immaginassero qualcosa di terribile "...da allora giurò di difendere le fanciulle in difficoltà.. E poco importa se si tratti di una giovane straniera, della figlia di un mugnaio... O della principessa di un regno in guerra..." Alzai le spalle "...credo che essere un cavaliere errante faccia perdere di vista il sottile equilibrio della politica...".
Scossi la testa "...tuttavia, questa guerra è affar vostro, non ci appartiene... Ma sappiate, però, che quanto ha detto è la verità... Io stessa ho sentito le campane a lutto e gli araldi... Ma, dovete perdonarmi, non intendevo accusare nessuno, mi avete chiesto notizie... Per quanto ne so potrebbe essere stato un sicario mandato in gran segreto.. O anche un fanatico che ha agito da solo... Come ho già detto, questa non è la mia guerra... ".
Sperai che quella raffica di parole avrebbero calmato Mamyon e distratto il signorotto.
Poi, mi voltai verso il mio cavaliere e gli lanciai una nuova occhiataccia.
"...si può sapere che stai facendo" Sussurrai "...voglio sposarti non seppellirti, per l'amor del cielo...".
Lo guardai dritto negli occhi "...lascia parlare me, e non mi contraddire o saranno guai per tutti noi... Ti prego, fidati di me... Non voglio che ti accada nulla...".
Poi, strinsi la mascella e guardai Mamyon con occhi diversi.
Incrociai le braccia "...beh, mi chiedo se non dovrei essere gelosa..." Dissi cercando il suo sguardo "...Non mi hai degnato di uno sguardo o una parola nonostante le mie cure e le mie parole dolci e invece ritrovi subito le energie per difendere una principessa che non hai mai visto ?" Scossi la testa, come se fossi esasperata "...certo, perfino i bardi cantano la sua bellezza... Ora non mi verrai a dire che è più bella di me ai tuoi occhi? È così?" Fingendo un offesissimo broncio.
Altea
27-04-2013, 19.42.39
Guardavo attorno e mi accorsi di una piccola scatola di legno, mi abbassai e vidi rappresentava un teatrino con una strana descrizione....due pupazzi su un cavallo..sembravamo quasi io e Velvò poco prima..scossi il capo pensando fosse una casualità, alzai lo sguardo e strabuzzai gli occhi di stupore guardando quella insegna di latta dove vi era riportata una scritta..
“Il nostro fiore vi conquisterà.”
Un fiore? Dovevo venirne a capo e scoprire cosa significasse quel teatrino e quella scritta...cosi mi avvicinai alla staccionata, vi era vicino un palo con una piccola campana e tirai la corda per farmi notare ed aprire il portoncino...dalle parole era un invito a entrare e poter vedere quel fiore sembrava.
elisabeth
27-04-2013, 21.40.35
Non si stupi' del fatto che io avessi avoluto interpretare un Fiore.....?.....anzi la mia danza era stata chiara senza doppi sensi....
Ma quello che mi diede piu' stupore...fu il fatto che in quel luogo proprio in quel momento lo stupore del mondo e quindi questo splendido Fiore stava nascendo......saremmo stati presenti a cotanta meraviglia..." Perdonateci sua Maesta se per arrivare a Voi abbiamo dovuto diventare attori.......ma non sapevamo quale altro mezzo ci avrebbe concesso la possibilita' di incontrarvi..........ditemi Sire.....cosa sta nascendo, di cosi' stupendo ?....il Fiore ?.....il Fiore azzurro ?....voi pensate che saremmo degni di poter essere presenti a tale avvenimento ?.....abbiamo viaggiato tanto per vederlo.....".....il punto era che lo avremmo anche visto....come lo avremmo portato via ?.....non credo che ci fosse stato qualcuno ben felice di darci il Fiore......eppure l'evento era stupefacente....
Guisgard
29-04-2013, 01.20.42
“Solitamente” disse il fanciullo ad Elisabeth “la non chiarezza dei comportamenti causa il nostro disappunto. Tuttavia, dato l'evento straordinario di cui questa città sarà testimone, tralasceremo il modo in cui siete arrivati a corte. Infatti il nostro animo è meravigliosamente predisposto a scorgere solo la luminosità della vita in questi giorni, senza farsi influenzare dalle carenze dei nostri simili e sudditi.”
In quel momento fu annunciato qualcuno.
“Maestà...” fece un valletto “... don Galiarden, Giardiniere di Corte, chiede di essere ricevuto.”
“Fatelo passare.” Fissandolo il fanciullo.
Il giardiniere si presentò allora al cospetto del fanciullo.
“Ebbene?” Chiese questi.
“Ci siamo, maestà...” sorridendo Galiarden “... credo che oggi sboccerà...”
Guisgard
29-04-2013, 01.30.30
Altea fece suonare la campana.
Ad un tratto udì abbaiare.
Un attimo dopo, un piccolo cane le si avvicinò senza smettere di sbraitare.
“Poroit...” disse qualcuno da lontano “... Poroit! Sta buono!”
E una ragazzina si mostrò ad Altea.
“Poroit, buono!” Ammonì ancora il suo cane che, nonostante la stazza non eccezionale, sembrava deciso ad impressionare la loro ospite inattesa. “Così accogli i visitatori? Ora qui, buono!” Guardò poi Altea. “Salute a voi, milady.” Sorridendole. “Perdonate Poroit. Abbaia molto, ma non è cattivo. Cosa vi ha portato qui?”
E in quel momento Altea si accorse che la ragazzina aveva in mano altri due pupazzi, del tutto simili a quelli che aveva visto nel teatrino poco prima.
Con la sola differenza che uno dei due recava in mano una piccola balestra.
Guisgard
29-04-2013, 01.47.28
“Va bene, va bene...” disse Rudolf, come a voler evitare che un battibecco scoppiasse tra Clio e Mamyon “... dunque a Sant'Agata di Gothia piangono la loro principessa...” tornando a parlare di ciò che a lui più interessava “... Sua Signoria avrà presto tali notizie...”
“Non pensate che Sua Signoria possa già essere al corrente di tali fatti, milord?” Chiese uno dei cavalieri a Rudolf.
“Impossibile.” Scuotendo il capo questi. “Sono certo che nessun attacco simile è stato ordinato recentemente da Capomazda. Se così fosse io ne sarei stato informato. Tuttavia, torneremo subito nella capitale per informare l'Arciduca.” Continuò Rudolf. “Ma resta la mia riconoscenza per ciò che avete riportato da Sant'Agata di Gothia.” Rivolgendosi di nuovo a Clio. “Immagino, essendo forestieri, stiate cercando un alloggio. Ebbene, questo mulino non è adatto e degno della mia gratitudine. Soggiornerete in una dimora adatta al servizio che mi avete reso.” Prese allora da una tasca un sacchetto di pelle e lo scucì sui lati.
Poi, con l'anello, impresse un marciò su sacchetto e lo consegnò a Clio.
“Poco di stante da qui...” indicò “... proseguendo nella boscaglia, giungerete ad una villa... chiederete di soggiornarvi e mostrerete questo sacchetto a chi vi accoglierà.” Sorrise. “Questo è quanto.”
Li salutò e poi insieme ai suoi cavalieri andarono via.
“Li chiama attacchi...” mormorò Mamyon appena Rudolf e i suoi sparirono nella boscaglia “... attentati dovrebbe dire!”
“Lady Clio ha ragione...” fissandolo Densesu “... meglio essere prudenti in queste terre...”
Guisgard
29-04-2013, 06.46.36
Talia corse via.
Corse fuori dalla Cappella di San Nicola, ritrovandosi poi in un atrio colonnato e scorgendo la debole luce che indicava un lungo corridoio per accedere al palazzo vero e proprio.
E correva verso quel corridoio la principessa.
E l'avrebbe raggiunto, lasciandosi così indietro la cappella e tutto il resto, se una mano non le avesse afferrato il braccio, impedendole di proseguire.
“La mia missione...” disse Guisgard guardandola negli occhi “... siamo qui proprio per quella... proteggervi... questa è la mia missione... se avessi avuto altri scopi, li avrei già attuati... siamo rimasti soli a lungo in questo castello... e se avessi voluto farvi del male, non sarebbe stata certo la vostra servitrice ad impedirmelo...” la sua mano stringeva il braccio di lei.
Poi, all'improvvisò, si allentò e infine la sua mano lasciò quel braccio.
“Se ora non vi fidate più di me” continuò senza distogliere i suoi occhi da quelli di lei “allora lasceremo subito questo castello e vi ricondurrò a Sant'Agata di Gothia. Si, lo farò, se ordinerete questo. Anche rischiando poi di essere messo sotto processo. Del resto, se non godo della fiducia di colei a cui ho giurato obbedienza, credo sia giusto che abbandoni tale incarico...”
E poi, con un gesto improvviso e delicato, asciugò una lacrima che aveva rigato il volto di Talia.
“Nelle favole” sussurrò “si dice che le principesse non devono piangere mai... e non rispondetemi ora che questa non è una favola...” sorrise appena “... perchè sono pronto a smentirvi... smentirvi con una parola magica... La Fonte della Speranza...”
http://media.tumblr.com/tumblr_mbnpjeY3ko1rnc23p.png
elisabeth
29-04-2013, 11.06.29
Erano talmente tutti felici...che nulla piu' importava loro, anche le spiegazioni piu assurde avrebbero avuto una risposta pacifica......ero ammaliata da quel ragazzino...il volto di un fanciullo e la lingua di un saggio Re.....la ricerca di quel Fiore era stata semplice.....come se avessi camminato su un tappeto di fiori.......avevo trovato, nonostante la mancanza di Elina, persone amabili ed affidabili..........era questo il mio desiderio ? E dov'era la mia vendetta ?.....Forse nella vita nonostante il grande dolore era meglio perdonare.......il perdono, una grande parola che poco nel mio animo trovava spazio.......mi feci ancora una volta avanti..." Vi ringrazio Sire...per averci dato la possibilita' di poter vedere un miracolo cosi' grande......."...piegai la testa nel senso del rispetto.....ed attesi la visione di tale bellezza....
Altea
29-04-2013, 12.27.14
Arrivò un piccolo ma deciso cane a darmi il benvenuto, quasi sorrisi per la sua determinazione quando arrivò una ragazzina a calmarlo.
"Non preoccupatevi per il simpatico Poroit, voleva solo difendere la sua casa da estranei. Sono lady Altea, vengo da molto lontano perchè avrei bisogno di alcune indicazioni, e poi vorrei parlare con chi si occupa del bestiame soprattutto di cavalli...inoltre ho visto qui si trova un Fiore...mi piacerebbe vederlo" dissi sorridendo quando mi accorsi dei pupazzi che la fanciulla teneva in mano, deglutii vedendo uno con la balestra in mano. Mi voltai istintivamente verso il teatrino..ma come era possibile che tutto questo avesse a che vedere con ciò che avevo appena vissuto.."Gentile damigella, potreste dirmi cosa rappresentano questi pupazzi che avete in mano e quelli del teatrino e chi sono?"
Tirai un sospiro di sollievo nel vedere che le mie parole e il mio atteggiamento avevano smorzato la tensione.
Sapevo quanto gli uomini detestassero capricci delle donne, io stessa li sopportavo a malapena. Il mio stratagemma, dunque, aveva funzionato.
Li guardai sparire nella selva, e la voce di Mamyon mi raggiunse, facendomi alzare gli occhi al cielo e scuotere la testa.
"...senti..." Sussurrai piano, cercando di non perdere la calma "...nemmeno a me piacciono questi fanatici, ma siamo a casa loro... E non vanno certo famosi per sopportare allegramente le critiche... Abbiamo un compito da assolvere, o mi sbaglio? Non vorrai condannare a morte certa quella povera ragazza..." Lo guardai negli occhi "...su, forza.. In piedi.." Dissi alzandomi a mia volta "...mi sembra che tu stia meglio, ma se non riesci ancora a camminare ti puoi appoggiare a noi... Ti porteremo sul carretto.. Immagino che non vorrai accettare l'ospitalità di quell'uomo... Quindi, decidi in che direzione dovremo dirigerci.. Sei tu il capo..." Dissi strizzando l'occhio.
Mi allontanai per un momento, raccolsi la balestra e le frecce che non erano andate a segno, rammaricandomi di non essere una tiratrice migliore.
Poi, lasciai qualche moneta sul tavolo, per ripagare quegli uomini del cibo e del vino che ci avevano offerto.
"...Scusate se abbiamo interrotto i vostri festeggiamenti, signori..." Dissi dura e fredda guardando il padre della sposa e lo sposo "...il vino era squisito... Ce ne andremo immediatamente...".
Non sopportavo la vista di quella gente, continuavano a scorrere davanti ai miei occhi le immagini di Mamyon a terra e di quell'insopportabile silenzio.
Tornai da Mamyon, e nell'osservare il suo viso il mio sguardo si addolcì.
Era incedibile il potere che aveva su di me.
Mi chinai per baciarlo sulle labbra, dolcemente.
"...allora, partendo dal presupposto che non ho intenzione di restare in questo posto un minuto di più, che hai deciso di fare?" Con un sorriso.
Talia
29-04-2013, 17.25.57
Abbassai lo sguardo a quelle parole...
tremavo appena...
poi lentamente tornai ad alzarlo su di lui...
“Il problema...” mormorai “Il problema non è che non mi fido di voi... al contrario... al contrario, il problema forse è che mi fido troppo!”
Eravamo vicini ed io lo osservai per lunghi minuti, affondai i miei occhi nei suoi, pur senza sapere bene cosa cercarvi...
e per lunghi momenti restammo così, in silenzio...
poi sospirai e, abbassando ancora lo sguardo, mi allontanai di qualche passo...
“Vedete...” sussurrai, accostandomi all’alta vetrata che si apriva sull’esterno “Vedete, a me è stato sempre insegnato a diffidare di chiunque... la mia posizione, mi è stato insegnato, è purtroppo tale da non potermi permettere di avere debolezze né punti scoperti... e la fiducia, mi è stato detto, è il più subdolo dei punti deboli...”
Guardai fuori per qualche momento ancora, nel buio che via via si andava diradando cedendo il posto all’aurora...
poi tornai a voltarmi verso di lui...
e pensai che aveva ragione: se fossimo tornati quello stesso giorno a Sant’Agata, il maestro George e l’Arconte non avrebbero certo capito, né approvato quella cieca fiducia che io avevo riposto in quel cavaliere... e allora... allora, mi chiesi, cosa avrebbero osato fare... mi chiesi cosa stessero pensando in quel momento e se avessero già scoperto che a Sygma non ci eravamo mai arrivati... mi chiesi cosa sopettassero...
e allora, guardando il cavaliere, mi domandai se si fosse mai soffermato a pensare a quello, a pensare quanto era per lui pericoloso essere lì con me, pressoché da soli, e se davvero ritenesse che il gioco valesse la candela...
Lo osservavo in silenzio, nella debole luce di quel corridoio...
poi, lentamente, tornai ad accostarmi a lui...
“Io mi fido di voi, Guisgard...” sussurrai, quando gli fui vicinissima “Mi fido di voi più di quanto mi sia mai fidata di chiunque altro. Ma... ma voi non giocate con me... non mi insultate, comportandovi come se fossi sciocca, o peggio... non negate che qualcosa, qualsiasi cosa sia, vi lega a quel monaco... non negate che voi lo conoscevate già, prima di venire qui...”
Guisgard
29-04-2013, 21.52.47
Il bambino fece cenno al giardiniere di condurre tutti loro a vedere quella meraviglia.
Così, l'uomo condusse il fanciullo attraverso un lungo corridoio, fino ad arrivare nel giardino del castello.
Naturalmente anche Elisabeth e gli altri li seguirono.
Arrivarono allora in una grande serra.
Al centro di essa vi era un vaso d'oro poggiato su uno sgabello intarsiato d'avorio.
Sul tenero terreno sembrava approssimarsi qualcosa.
Poi, all'improvviso spuntò un germoglio.
Un attimo dopo, incredibilmente, un fiore fece la sua comparsa.
“Incredibile!” Esclamò Enusia. “E' sbocciato in un istante! Di che fiore si tratta?"
http://cdn.leganerd.com/wp-content/uploads/LEGANERD_041118.jpg
Guisgard
29-04-2013, 22.02.58
“Si, andiamo...” disse Mamyon a Clio, dopo aver risposto con un bacio a quello che lei gli aveva dato “... naturale che non accetteremo la loro ospitalità... sono nostri nemici...”
Allora con un carretto abbandonarono quel luogo.
Attraversarono così la boscaglia, fino a raggiungere un albero con un cartello, che recitava così:
“Villa del Fiore.”
“Deve essere il luogo indicatoci dal nobile.” Fece Densesu.
“Allora andremo oltre.” Replicò Mamyon.
E proseguirono.
Dopo un'ora, incredibilmente, si ritrovarono di nuovo davanti a quell'albero.
“Com'è possibile?” Stupito Mamyon.
“Forse abbiamo girato in circolo...” disse Densesu.
“Ma se camminiamo da un'ora?” Perplesso Mamyon. “E siamo andati nella direzione opposta!”
“Cosa facciamo allora?” Domandò Densesu.
“Andiamo da quella parte.” Indicò Mamyon. “Così lasceremo questa boscaglia e ci metteremo alle spalle questa albero e la sua destinazione.”
Vagarono così per altre tre ore, fino a quando, con loro stupore, si ritrovarono ancora davanti a quell'albero con il cartello.
“Deve essere una specie di magia!” Esclamò Densesu.
“Smettila!” Lo zittì Mamyon.
Ma il cavaliere appariva molto inquieto.
Guisgard
29-04-2013, 22.04.24
“Questi pupazzi” disse la ragazzina ad Altea “sono dei giocattoli che mio nonno fa per me. Rappresentano un formidabile tiratore e la sua dama. Quelli nel teatrino sono nuovi. Seguono una trama, un gioco... ieri ho giocato con questi, ma oggi giocherò con gli altri due... perchè qualcuno ha rapito la balestra al tiratore... e ora lui e la dama partono alla ricerca del ladro e dell'arma... è un bel gioco, vero?”
Guisgard
29-04-2013, 22.07.20
“Potrei” disse Guisgard a Talia “mai nascondere qualcosa alla mia principessa?” Sorrise. “Infatti non ho nascosto nulla. E voi nulla mi avete domandato. Fatelo e vi rivelerò ogni cosa di me.” Si avvicinò al suo orecchio. “Anche quelle più scabrose ed indecenti per un cavaliere. Ammesso che ciò non vi turbi.” E poi le fece l'occhiolino. “E ora, in attesa delle vostre domande su di me, come detto, vi mostrerò qualcosa di fiabesco... vi va di uscire a cavallo con me? Fino ad una fontana... una fontana non distante da questo castello... una fontana particolare... ci andiamo?”
Altea
29-04-2013, 23.28.10
Ascoltai sbigottita le parole di quella bambina, non poteva essere...ma in che posto ero arrivata?
Mi chinai verso di lei e le presi la dama e la tenni in mano..."Ma la dama cercava un Fiore..molto prezioso per lei e fu cosi che dovette lasciare l'uomo il quale voleva cercare la balestra a ogni costo per riavere i suoi possedimenti..lasciandola sola, allo sbaraglio...cosa succederà alla nostra dama secondo te?" chiesi a quella dolce bambina sorridendo.
Sgranai gli occhi nel vedere l'albero per la terza volta, eppure, Mamyon aveva ragione avevamo fatto percorsi molto diversi.
"...Che ci sia sotto qualcosa mi sembra ovvio.." Sospirai, rassegnata.
Frugai per un momento nel mio bagaglio e dopo aver trovato ciò che cercavo mi diressi verso il cavaliere e lo scudiero.
"...beh, possiamo usare la bussola... Indica la via attraverso i boschi, no?" Con un sorriso.
I miei occhi tornarono all'insegna. Era davvero strano tutto quello, come se non fosse reale.
"...oppure..." Sussurrai appena "...oppure potremmo vedere cosa si nasconde dietro quel l'insegna... Infondo, il nome è allettante...".
Ma l'idea di vedere Mamyon di nuovo alle prese con un capomazdese mi terrorizzava alquanto.
Mi avvicinai a lui e lo cinsi con le braccia.
"... Però, se dovessi per uno strano caso del destino decidere di entrare..." Cercai i suoi occhi con i miei "... Mi prometti che fingerai di essere un cavaliere errante dall'oscuro passato, innamorato follemente di me, che non desidera altro dalla vita che trovare un bel castello in cui vivere con questa adorabile fanciulla dagli occhi blu?" Sorrisi "... O qualunque altra storia ti venga in mente, anche se... Devo dire che questa non mi dispiace...".
E gli feci l'occhiolino.
"...allora..." Tenendo la bussola in mano "...vuoi affidarti a lei o affrontare qualunque cosa ci sia in quella villa?" .
Talia
30-04-2013, 01.35.44
I miei occhi fissavano Guisgard mentre parlava piano, come incantati...
mentre sorrideva...
e quando si accostò al mio orecchio per sussurrare quelle parole...
abbassai lo sguardo per un istante a quel gesto semplice, a quella vicinanza cui non ero abituata...
lo abbassai, poi tornai ad alzarlo e gli lanciai uno sguardo obliquo...
“La Fonte della Speranza...” sussurrai allora, rammentando ciò che aveva detto poco prima “La Fonte della Speranza, avete detto... di che cosa si tratta?”
Poi quella affermazione, quella domanda... lo osservai per un istante...
“Volete che esca con voi...” mormorai “Volete che esca con voi a cavallo? Che lasci questo castello per raggiungere una fontana che dite essere... particolare... fiabesca... Io...”
I miei occhi erano su di lui, fissi, visibilmente stupiti...
Lo scrutarono...
infine sorrisi appena...
“Andiamo, cavaliere...” sussurrai “Portatemi là!”
Guisgard
30-04-2013, 02.20.31
“Magari” disse Guisgard a Talia “è una fonte da cui nasce un'acqua particolare, magica... dagli effetti imprevedibili... come una sorta di elisir...” sorrideva sarcastico “... ma quali effetti potrebbe avere quell'acqua? Fonte della Speranza... magari lo rivela lo stesso nome... la speranza di farvi scogliere, mia signora... ti farvi perdere quell'alone di freddezza e indifferenza...” la fissò e poi quel sorriso sarcastico mutò in un'espressione divertita “... state tranquilla...” facendole ancora l'occhiolino “... non nasconde terribili segreti quella fonte... vi è una leggenda attorno ad essa, ma non ha mai recato male ad alcuno... e poi” sussurrò “siete con me... e avete detto di fidarvi del vostro cavaliere...”
Scesero allora nelle scuderie e vi trovarono due cavalli.
Uno bianco, l'altro nero.
“Lasciate il castello, messere?” Chiese Tanis nel vederli uscire nel cortile.
“Si.” Annuì Guisgard. “Ma al nostro ritorno vogliamo trovare una ricca colazione. Cavalcare mi mette sempre appetito.”
Allora lasciarono il castello.
Guisgard sul cavallo nero e Talia su quello bianco.
Uscirono così nella foresta che si stava appena svegliando alla nuova alba.
Così, il cavaliere e la regina galopparono lungo un incerto sentiero, che li condusse ai piedi del colle su cui sorgeva il maniero.
Erano circondati da un'alta boscaglia, lussureggiante ed evocativa, in cui il verde assumeva tonalità sconosciute e si confondeva, screziandosi, con un'infinità di fiori e frutti.
Ad un tratto giunsero su uno spuntone roccioso coperto di muschio.
Si udiva il rumore dell'acqua che scendeva forte, anche se la fontana non appariva da quel punto.
“Scendete, altezza...” disse all'improvviso Guisgard “... scendete da cavallo...”
Lui però restò in sella al suo destriero.
Aveva il Sole contro il suo viso e Talia non riusciva a scorgere più il suo sguardo e la sua espressione.
Poteva solo sentire la sua voce.
Quella voce che sembrò quasi ordinarle di scendere da cavallo.
Talia
30-04-2013, 02.49.11
Senza opporre resistenza scesi nel cortile con Guisgard e presi le briglie del cavallo che mi venne affidato... ero vagamente divertita da quella inattesa ed insolita gita... a me non era mai stato permesso di fare simili avventatezze... non ero più potuta uscire a cavallo dopo l’inizio della guerra e così, quel giorno, mi ero lasciata convincere da Guisgard e mi trovavo lì pervasa dalla stessa eccitazione di un bambino che sta per compiere una marachella...
Prendemmo i cavalli e li conducemmo nel cortile, dove Tanis ci raggiunse...
“Siate gentile...” dissi con un sorriso allora alla marionetta, dopo che Guisgard gli ebbe parlato “Recatevi dalla dama che ci accompagnava e ditele di stare tranquilla... si preoccuperebbe non trovandomi... ma ditele che sto bene e che ci vedremo più tardi, a colazione!”
Poi spronammo i cavalli e lasciammo il castello.
Attraversammo la foresta lungo quel sentiero fino ai piedi del colle, fino ad uno spuntone roccioso, dove si udiva un forte gorgoglio d’acqua...
il sole era alto di fronte a noi, ormai...
misi una mano a schermarlo, ma invano...
e poi, all’improvviso, udii di nuovo la voce di Guisgard... ma era diversa... molto diversa...
“Scendete, altezza...” disse all'improvviso Guisgard “... scendete da cavallo...”
Lui però restò in sella al suo destriero.
Aveva il Sole contro il suo viso e Talia non riusciva a scorgere più il suo sguardo e la sua espressione.
Poteva solo sentire la sua voce.
Quella voce che sembrò quasi ordinarle di scendere da cavallo.
Mi stupì quel tono...
mi stupì la sua voce, che suonò improvvisamente diversa...
esitai solo per un istante... poi, stupendomi io per prima di tanta condiscendenza e docilità, scesi da cavallo senza domande né obiezioni...
“Cosa accade, sir?” mormorai.
Guisgard
30-04-2013, 03.00.13
Guisgard non rispose nulla.
Il Sole sembrava la sua maschera, ma Talia poteva avvertire lo sguardo di lui su di lei.
E restò così, a fissarla per alcuni lunghi istanti.
Ad un tratto tutto cessò di far rumore attorno alla principessa.
Solo il rumore dell'acqua che continuava a scorrere poco distante, anche se non si vedeva, lambiva quel silenzio.
E ad un tratto, sempre senza dire nulla, Guisgard smontò da cavallo.
Ora lei poteva vedere di nuovo i suoi occhi ed il suo volto.
Eppure non riusciva a decifrarli.
Ma proprio quel momento Talia si accorse finalmente della fontana da cui sgorgava quell'acqua con tanta veemenza.
Era davvero a pochi passi da loro.
L'aveva vista perchè il cavaliere si era avvicinato alla grande vasca di pietra in cui fuoriusciva l'acqua da un grosso doccione scolpito con volto umano.
Il cavaliere si tolse la camicia e si bagnò prima il volto e poi i lunghi capelli.
Si voltò allora verso di lei e restò a guardarla sempre avvolto da quel silenzio.
C'era una strana luce in quei suoi occhi.
Una luce indecifrabile, enigmatica, eppure viva, intensa, quasi pulsante.
Fino a quando fu di nuovo vicino a lei.
E lei poteva sentire il suo sguardo, il suo respiro su di lei.
Tutto sembrava quasi poter avvertire di quel cavaliere.
E all'improvviso lui le sfiorò il volto, per poi baciarla.
Un bacio lungo, caldo, intenso.
Un bacio in cui le sue labbra cercarono, trovarono, sfiorarono e poi penetrarono in quelle di lei.
Un bacio vivo, forte, quasi liberato.
E dopo le labbra ardenti del cavaliere, la principessa sentì anche le mani di lui sul suo corpo, fino a stringerla contro il suo petto nudo.
Guisgard
30-04-2013, 03.48.35
La ragazzina, a quelle parole di Altea, guardò i suoi pupazzi.
“La dama” disse poi “deve capire cosa fare... perchè cerca il Fiore? Lei ama il tiratore e se non lo segue allora non ci sarà amore nel gioco... e senza amore come può cercare il Fiore? E poi, senza di lui, chi aiuterà la dama? Sarà sola...”
Ad un tratto si udì una voce che chiamava.
“E' il nonno!” Fece la piccola. “Venite, conoscerete mio nonno!” E prese Altea per mano e la condusse verso l'abitazione.
E trovarono così sulla soglia un uomo anziano.
Guisgard
30-04-2013, 04.02.57
Mamyon, nonostante la difficoltà di movimento a causa delle percosse avute, prese Clio fra le sue braccia e la baciò.
La baciò più volte, cercando la sua bocca ed il suo volto.
E non trovò soltanto il dolce sapore delle sue labbra, ma anche quel vivo blu dei suoi occhi e l'intenso profumo dei suoi capelli.
“Allora” disse sorridendo “lascia che ti baci ancora... così da poter entrare meglio nella parte di quel cavaliere errante, in cerca di un castello in cui vivere con questa bellissima ragazza...” e la baciò di nuovo “... quale filtro nascondono le tue labbra?” Fissandola in quegli occhi chiari. “Quale? Visto che riesci sempre ad ammansirmi e a farmi fare ciò che vuoi...” sorrise nuovamente “... usiamo la bussola... magari riuscirà davvero a farci uscire da questa boscaglia...”
Interrogarono così la bussola.
Ma, stranamente, la freccia di quell'oggetto, dopo aver girato per un po', indicò la medesima direzione segnata dal cartello su quell'albero.
Mi abbandonai a quei baci appassionati, assaporando una felicità che credevo mi fosse sconosciuta.
Abbracciai a mia volta il cavaliere e risposi con passione al richiamo delle sue labbra che cercavano le mie, mi persi per un momento in quegli occhi fissi nei miei, un brivido mi percorse la schiena al tocco delicato delle sue mani che mi stringevano.
Sorrisi, spensierata, alle sue parole, come se null'altro al mondo avesse importanza.
Io lo ammansivo?
Lui, piuttosto, rabboniva me, o mi faceva infuriare, a seconda della situazione.
Sorrisi tra me e me a quel pensiero.
Decidemmo di usare la bussola, annuii a quella decisione.
Ma quando l'ago indicò la medesima direzione dell'insegna, chiusi gli occhi per non vedere lo sguardo di Mamyon.
Evidentemente, però, non avevamo scelta.
Mi avvicinai al cavaliere, che aveva visto benissimo l'andamento dell'ago "... A quanto pare non abbiamo scelta... Dobbiamo passare di lì.. Non dobbiamo per forza fermarci per molto tempo, possiamo, una volta trovata la villa, passare oltre... Anche se riposare ti farebbe bene, ma... Tant'è..." Alzando le spalle.
Feci qualche passo in direzione dell'insegna, poi mi fermai e tornai indietro.
Guardai Mamyon negli occhi, con un'espressione decisa.
Mi avvicinai e lo baciai per lunghi istanti, affondando la mano nei suoi capelli. Poi, mi staccai da lui e lo guardai nuovamente negli occhi "...mi raccomando...". E, prima di girarmi nuovamente, gli feci l'occhiolino.
Iniziai così a camminare, seguendo la direzione indicataci dalla bussola.
D'un tratto scoppiai a ridere tra me e me.
Oh Lucius... Quanto mi prenderesti in giro nel vedermi così sdolcinata...
Poi, il pensiero del mio amico imprigionato mi fece quasi sentire in colpa per la dolce felicità che la vicinanza di Mamyon mi donava.
Resisti, amico mio... Non ti abbandonerò...
Alzando gli occhi al cielo.
Altea
30-04-2013, 11.58.36
Ascoltai con attenzione le parole della bambina abbassando lo sguardo, quando mi prese per mano e mi portò da un anziano..il nonno che creava i pupazzi a somiglianza mia e di Velvò.
"I miei omaggi messere" sorrisi "Io e vostra nipote, di cui ancora ignoro il nome ma è una bimba deliziosa, parlavamo dei pupazzi che create e del suo gioco...ma sapete..manca un pupazzo per finire di raccontarle la storia..un cavaliere..egli ha la stessa collana dal pendente rosso della dama.." e guardavo l'uomo e la bimba "è bello, ha gli occhi chiari e cristallini e i capelli scuri..è un Cavaliere pure".
Mi abbassai vicino alla bimba.."Sai, la dama è triste" prendendole il pupazzo che mi raffgurava "ella ama..è può cercare il Fiore, e cercava il Fiore in nome del suo Amore ma sai gli adulti a volte o certi uomini non conoscono il significato del vero Amore..e l' Amore fu per la dama ingannatore".
Alzai lo sguardo, ad un tratto fui accecata dal Sole, non riuscivo a intravedere molto.
Lontano vidi lady Anastasiya, recava un altro rosario in mano, stavolta era scuro visto che possedevo il suo e annuì col capo..in un attimo apparvero davanti a me delle scene di Sebastian..rimasi ferma, bloccata..sentivo lo scrosciare dell' acqua e vedevo nitidamente ciò che stava facendo come un fendente che mi colpì nello stomaco...stretto tra le braccia di un'altra baciandola appassionatamente.
Mi ridestai e sorrisi alla bimba.."L'Amore non può esserci se non c'è..e come vedi la dama ama il suo Cavaliere e lo amerà per sempre...ma ora sa che egli non la ama e forse non la ha mai amata, lo ha visto coi suoi occhi ma lei le prometterà amore eterno e non amerà nessun altro...nemmeno l'uomo con la balestra. Ma avrà sempre l'Amore per il suo Cavaliere nel Cuore e alla fine della storia, dopo aver trovato il Fiore si chiuderà in un posto sicuro dove poter pregare per la felicità del suo Cavaliere. E' una storia triste...ma io ti auguro, invece, di conoscere il Vero Amore e per questo voglio farti un dono..per me è una cosa di gran valore, affettivo ovviamente." Mi tolsi la collana con il rubino rosso e la misi al collo della bimba.."La affido a te..".
Mi voltai verso il nonno della bimba e mi scrutava in silenzio, mi avvicinai a lui.."Messere, voi avreste un cavallo da vendermi? Che sia robusto..ho un lungo viaggio da compiere.." ora la mia impresa era solo..salvare Vivian "e poi ho letto che qui vi sta un Fiore e invitavate a vederlo?Potrei avere tale onore?".
Guisgard
30-04-2013, 17.23.14
Capitolo XII: L'ultimo custode del Fiore
“Ci sono persone che muoiono... la maggior parte per fuoco. Senza dubbio molte muoiono per fiori, ma anche questo è morire per fuoco. Il fuoco lento o intenso del profumo, sia dell'amore che dell'odio.”
(Martinson Johnson, Sogni di rose e di fuoco)
E dopo quell'occhiolino di Clio, Mamyon restò a fissarla per qualche istante.
Poi, senza dire nulla, prese la mano di lei e tirò ancora la ragazza a sé.
E di nuovo la baciò, stavolta con ancora più passione, mentre la stringeva fra le sue braccia.
“Per questo” disse sussurrandole “che ti sei raccomandata, vero?” E ancora le loro labbra si unirono. “Per baci come questo...”
Dopo un po' ripresero il cammino.
Non sembravano avere molta scelta e decisero così di seguire l'indicazione della bussola.
Presero allora la strada segnalata da quel cartello.
E un'oretta dopo, dalla vegetazione, apparve una grande villa nobiliare.
Si trovava alle spalle di un vasto giardino, racchiusa da un muretto di cinta e dal quale si accedeva attraverso un cancello di ottone.
La villa però appariva molto vecchia, in gran parte fatiscente, con diversi muri divisori crollati o seriamente danneggiati.
Rampicanti erano cresciuti un po' ovunque ed avevano ricoperto gran parte dell'abitazione.
Anche il giardino appariva abbandonato, con i suoi viali lastricati invasi dalla vegetazione incolta e con le sue meravigliose fontane marmoree, un tempo policrome, vuote e annerite dal tempo.
E proprio sul cancello d'accesso vi era una targa di legno, sulla quale era inciso:
“Villa del Fiore.”
http://www.panoplya.com/blog/wp-content/gallery/fallout/Apocalipse24.jpg
Talia
30-04-2013, 17.31.09
Fissavo gli occhi di Guisgard, senza capire...
lo osservai bagnarsi nella fontana e poi tornare a guardarmi...
lo osservai tornare verso di me e quasi mi mancò il respiro quando mi fu di nuovo vicino...
lo fissavo e restavo in silenzio, ammaliata da quello sguardo di cui però non comprendevo bene il significato.
E poi, lentamente, quel bacio.
E quel bacio, in un attimo, annullò tutto il resto...
annullò paure, dubbi, incertezze, annullò passato e futuro, annullò diversità e contrasti, annullò Sygma, Capomazda, Sant’Agata...
le mie mani allora sfiorarono il petto del cavaliere, poi le sue spalle ed i capelli...
e le mie labbra risposero a quel bacio, quasi come se in esso avessi alfine trovato la risposta a ciò che la vicinanza di quel cavaliere aveva sempre potentemente generato in me, fin dal suo arrivo.
Eppure, questa sorta di dolce oblio non durò in me per più di qualche minuto.
Ad un tratto un dolore, improvviso ed insostenibile, si impossessò di me...
un dolore inspiegabile, simile ad un fuoco che mi lacerava dall’interno, simile ad un uncino che mi lacerava la carne...
Delicatamente, allontanai Guisgard da me, allora, e chinai la testa...
Respiravo forte, tentando di riprendere il controllo...
e fu allora che quel capogiro mi colse e quella visione mi pervase tutta...
Un uomo incappucciato le si avvicinò, porgendole un pugnale d'oro.
“Chiunque si avvicinerà alla Vergine Gigliata” pronunciò una voce alle spalle di Talia “sarà trafitto da questa lama sconsacrata.”
Poi dei canti invasero l'aria.
Due ancelle si avvicinarono alla principessa e la condussero davanti ad una vasca di porcellana, colma di acqua calda e intrisa di essenze sconosciute.
La fecero immergere e la lavarono con cura.
“Chiunque poserà gli occhi sulla Vergine Gigliata” ancora quella voce alle spalle della ragazza “dovrà morire.”
Barcollai violentemente, portandomi una mano alla bocca...
battei le palpebre, tentando di scacciare l’angoscia, ma fu un tentativo vano...
esitai...
tremavo forte e non riuscivo a smettere...
e, lentamente, tornai ad alzare gli occhi sul cavaliere...
“Perché?” sussurrai quasi impercettibilmente, senza che la mia voce riuscisse a mascherare il terrore che si stava impossessando di me “Perché l’hai fatto? Perché? Sei... pazzo! Loro... loro lo sapranno... e noi... per noi non vi sarà clemenza...”
"Non fare il furbo con me..." Sussurrai appena, con le labbra sulle sue"... Lo sai per che cosa mi sono raccomandata...".
Ma, dopo quei momenti intensi e appassionati, ci incamminammo e dopo poco giungemmo alla villa.
Era davvero diversa da come me l'ero immaginata, era antica e affascinante.
"...Salute a voi..." Dissi a gran voce, guardandomi intorno "... C'è nessuno?".
Guisgard
30-04-2013, 18.17.01
“Avrei preferito uno schiaffo...” disse Guisgard a Talia con un sorriso enigmatico “... almeno sarebbe stata una reazione da donna vera, che tradisce emozioni, sentimenti...” i suoi occhi erano impenetrabili “... loro? Chi sarebbero loro? I vostri cavalieri forse? O gli uomini dell'Arconte? Ah, no... giusto... parlate dei vostri genitori a Sygma? O magari dei pretendenti alla vostra mano, scelti, chissà, proprio da vostro padre... si... avrei preferito uno schiaffo...” si voltò e raccolse la sua camicia da terra.
“Talia...” all'improvviso una voce “... Talia... figlia mia... Talia... non temere... ci sono io ora con te... guarda davanti a te... raccogli quel fiore... ti aiuterà... coglilo, Talia...”
E davanti a lei vi era un fiore.
Guisgard
30-04-2013, 18.30.49
“Il vero Amore” disse il nonno della ragazzina ad Altea “non va mai imposto. Altrimenti non sarebbe vero. L'Amore infatti, come l'amicizia e soprattutto la Fede, è simile ad un Fiore... deve sorgere spontaneo. Se fissate il terreno, non vedrete mai nessun germoglio sbocciare.” Posò il martellino che aveva in mano e uscì dalla soglia. “Si, ho qualche buon cavallo.” Aggiunse poi. “Anzi, ad essere sincero, ne ho di ottimi. Ciascuno adatto ad un determinato cammino. Voi dove siete diretta?”
Altea
30-04-2013, 18.37.58
"Infatti io non ho imposto nessun Amore...e ho accettato la dura realtà messere, mi è solo stato promesso Amore in cui credevo ma erano solo bugie e me ne rendo conto solo ora" accarezzai la testa della bimba che faceva bella mostra della collana al suo collo.
"Dove sono diretta? A dire il vero dovevo andare a Capomazda...ma poi un certo uomo mi ha sviato la strada ma non solo lui...vedete quella strada laggiù?" gli indicai la direzione data da lady Anastasiya "vado da quella parte, mi è stata indicata..voi sapete dove porta? Sto cercando da molto tempo un Frate per trovare un Fiore".
Osservai i cavalli e vidi uno identico a Denvel, stesso mantello nero e lucido, forte e robusto.."Ecco questo è il cavallo che ho scelto."
Ma era strano che quell'uomo sviava il discorso e non mi voleva mostrare il Fiore.
Talia
30-04-2013, 19.06.34
A quelle parole del cavaliere indietreggiai appena, quasi mi avesse aggredita... quasi mi avesse schiaffeggiata con forza...
e per qualche istante rimasi immobile, fissandolo...
la mia anima gridava forte nelle mie orecchie adesso, gridava forte per non sentire il dolore causatomi da quelle parole sprezzanti...
il suo sguardo su di me era enigmatico... impenetrabile...
ed io lo fissai, rimproverando tuttavia a me sola quel dolore, sconosciuto prima di quel momento e che mi stava lacerando il cuore.
Abbassai gli occhi per un istante, allora, quasi a volermi proteggere da tutto quello... e quando li rialzai ogni sentimento ed ogni dubbio era svanito da essi ed io, di nuovo, mi nascosi dietro quella maschera fredda e distante che da sempre mi aveva contraddistinto e che, tanto incautamente, avevo lasciato scivolare via...
“No...” mormorai, e la mia voce suonò più che mai glaciale, tanto che quasi io stessa me ne sorpresi “No, niente di tutto ciò... probabilmente niente che voi potreste anche solo immaginare, cavaliere...”
Lo fissai...
“Cavaliere... un titolo talvolta fin troppo abusato, mi sembra... bambini capricciosi e volubili... ma... non temete, cavaliere: per vostra fortuna, la vostra regina è molto forte... ella sa come tenervi al sicuro... anche al sicuro da voi stesso...”
I miei occhi su di lui erano inflessibili, impenetrabili... la mia voce dura...
Poi, all’improvviso...
“Talia...” all'improvviso una voce “... Talia... figlia mia... Talia... non temere... ci sono io ora con te... guarda davanti a te... raccogli quel fiore... ti aiuterà... coglilo, Talia...”
E davanti a lei vi era un fiore.
Abbassai gli occhi e vidi il fiore...
lo osservai per lunghi minuti, in preda ad una gelida furia, quasi potessi riversare su quel fiore tutta la rabbia che, invece, provavo per il cavaliere...
ed allora, proprio per quell’acuto furore, calpestai il fiore con stizza, poi mi voltai, afferrai le briglie del cavallo e risalii in sella...
e, senza degnare più il cavaliere di un solo sguardo, mi diressi al galoppo sulla strada che avevamo percorso per giungere lì, diretta di nuovo al castello.
Guisgard
30-04-2013, 19.42.32
La villa appariva muta e avvolta da una remota desolazione.
Il giardino aveva invaso ogni spazio, ricoprendo ed ammutolendo ogni cosa.
A stento, fissando le murature, le colonne, i portici e tutto il resto, si poteva immaginare l'antica bellezza di quel luogo.
Doveva trattarsi di qualche villa aristocratica, forse punto di sosta per il re durante i suoi spostamenti nel regno.
Ma era chiaro che da molti anni nessuno più ne curava lo splendore.
“Credo sia disabitata...” disse Densesu “... e la cosa non mi meraviglia affatto... è desolata anche per un fantasma...”
“No, non credo.” Fece Mamyon. “Ci ha inviato qui quel tirapiedi dei Taddei... dunque deve per forza esserci qualcuno qui.”
Ad un tratto Densesu notò una piccola campana di ottone su un pilastro.
Corse così a suonarla.
“C'è qualcuno sopra!” Esclamò Mamyon. “Da una delle finestre! Ho visto chiaramente una figura che ci fissava! Si è affacciata appena Densesu ha suonato la campana!”
“Io non vedo nessuno!” Guardando in alto lo scudiero.
“Eppure c'era!” Disse il cavaliere. “Ne sono sicuro!”
“Cosa facciamo?” Chiese Densesu.
“Andiamo a vedere dentro...” rispose Mamyon.
“Possiamo?”
“Visto che nessuno giunge ad accoglierci” replicò il cavaliere “allora saremo noi ad annunciarci.”
Fece cenno a Clio e tutti e tre entrarono nella fatiscente villa.
Guisgard
30-04-2013, 19.54.36
“Voi siete già a Capomazda, milady.” Disse il vecchio ad Altea. “Queste terre sono sotto i vassalli dell'Arciduca. Fin dove giunge lo sguardo è dominio dei Taddei. La strada che indicate passa per diverse città e borghi, anche se ora è bloccata in molti punti dalle armate ducali che muovono verso Nord, per assediare e riprendere Sant'Agata di Gothia. Eh, brutta guerra questa...” scuotendo il capo “... e quale Fiore cercate? Ve ne sono tanti al mondo.”
Si accorse allora che Altea aveva scelto uno dei cavalli.
“Aspettate...” mormorò “... prima di scegliere un cavallo, è bene che ne conosciate le caratteristiche...” e le mostrò i cavalli nella stalla “... quello col manto nero è Astro... l'unico capace di percorrere ogni territorio durante la notte... quello chiazzato è Belfrano, abilissimo ad attraversare laghi e corsi d'acqua... quello bianco è Desko, veloce come un fulmine... e infine, quello grigio è Rollone ed è in grado di spiccare balzi eccezionali, per superare fossati e muri. Ma vi avverto... ognuno costa molto... più di quanto possedete, milady...”
Altea
30-04-2013, 20.12.45
Ero già a Capomazda? Mi guardai attorno...allora Velvò aveva mantenuto la promessa..senza dirmi nulla.
Laggiù vi erano i Taddei..ma la zona indicatami?Attraversava borghi e città e assediata per riprendere Santa Agata di Gothia..quindi tornava quasi indietro.
Non dovevo pensarci..dovevo seguire quella strada...e poi i soldati capomazdesi che potevano farmi del male? Non avevo nulla a che fare con l' Arconte.
"Detto cosi...sono indecisa tra..Desko e Rollone...ma la velocità non ha importanza se il terreno è impervio o è presediato da mura e cinta..quindi Rollone".
"Che fiore cerco? Non so le sue fattezze, un Fiore raro e prezioso, capace di esaudire dei desideri...e mi hanno detto che solo un frate..Frate Nicola...sappia dove si trova e quindi devo prima trovare il Frate penso o camminerei allo sbaraglio in queste condizioni, voi avete mai sentito parlare di questo Frate?" mentre lo chiedevo aprii il portamonete mostrando i soldi all' uomo, mio padre mi aveva dato una bella cifra di soldi e non erano solo in quel portamonete ovviamente.
Guisgard
30-04-2013, 20.18.50
Guisgard restò a guardare Talia che scappò via.
Galoppò via senza dire altro, come se la sua mente ed il suo cuore fossero ormai lontani.
Forse erano già a Sant'Agata di Gothia o a Sygma.
E allora nell'animo del cavaliere si accavallarono stati d'animo contrastanti.
Rabbia, delusione, angoscia, tristezza.
“Sei...” disse “... sei il mio schiavo, no? In questa vita lo sei... abbiamo un patto... allora obbedisci... donami l'indifferenza... o strappamela dalla mente... e se non riesci in questo, allora prenditi il mio senno...”
“Se avessi tale potere” mormorò la sua spada “allora avrei già conquistato il mondo.”
Guisgard serrò i pugni per la rabbia.
“Il ciclamino...” fece la voce “... e nel linguaggio dei fiori indica rassegnazione...”
Il cavaliere allora, grazie a quelle parole, notò il fiore che Talia aveva calpestato un attimo prima.
E un senso di oppressione lo colse.
Montò in sella al suo cavallo e si lanciò all'inseguimento della ragazza.
La vide da lontano mentre si dirigeva verso il castello.
Ma all'improvviso qualcosa spaventò il suo cavallo.
Questo si imbizzarrì e disarcionò Talia, facendole perdere i senti.
Guisgard lanciò un grido e la raggiunse.
“Non ha colto il ciclamino...” disse la donna “... ma lo ha calpestato... e questo mi è bastato per vederla...”
“Sai dunque dove si trova?” Chiese il Maestro George.
“Si...” annuì lei “... vedo... vedo un grande castello che domina da una montagna... e vedo... vedo che non è sola...”
“Chi c'è con lei?”
“Un cavaliere...”
“Deve essere quel dannato Guisgard...”
“Ma...” mormorò la donna “... sento... sento...”
“Cosa?”
“Sento... una forza incredibile... vedo... un... un... frate...” e lanciò un grido.
“Cosa è successo?” Domandò George.
“Mi ha vista...” rispose lei “... il frate mi ha vista... com'è possibile, Maestro?”
“E' lui...” fece il Maestro “... la Vergine Gigliata e il cavaliere sono dal Frate...” fissò di nuovo la donna “... sei capace di ricordare quel castello?”
“Si, Maestro...”
“Allora lo descriverai...” con occhi cupi George “... e così troveremo la nostra principessa...”
Talia si svegliò di colpo dopo quel sogno inquietante.
Era in una stanza avvolta dalla penombra.
Accanto a lei vi era una figura.
“Come vi sentite?” Le chiese Frate Nicola.
Alzai gli occhi al cielo e repressi un risolino nel sentire Mamyon parlare del nobile che ci aveva mandato lì.
Decisamente, non sapeva nascondere il suo stato d'animo. Da una parte mi preoccupava, ma dall'altra ero felice che non sapesse fingere, le sue parole acquistavano importanza.
Per un momento pensai anche io che fosse disabitata, poi, alle parole di Mamyon, mi chiesi se non ci fosse davvero qualcuno.
"...beh, signori miei.. Non ci resta che entrare... L'ospitalità tende a scarseggiare da queste parti..." Dissi, sorridendo.
Seguii così i due uomini all'interno della villa, coperta quasi internamente da quella vegetazione, quasi che il giardino avesse voluto invadere l'abitato.
Una volta entrati, ci guardammo intorno alla ricerca di qualcuno a cui domandare informazioni.
La mia curiosità cresceva a dismisura. Possibile che quell'uomo considerasse questa magione "degna della sua benevolenza"? Stentavo a crederlo.
elisabeth
30-04-2013, 21.04.48
Alle volte nella vita si e' vicino ad un iracolo....e la vicinanza a questo miracolo fa si che se ne abbia anche il meritevole perche' si possa vedere.....
Fu un estasi di respiri bloccati di lacrime lasciate andare sino a quendo un fiore magnifico spunto' dalla tenera terra.........vidi quel parto dalla madre terra....cosi' come una donna fa col suo bambino...era uno spettacolo......
Cosa mi avrebbe dato il coraggio per sdradicarlo da quella terra che era la sua vita ?.....il mio desiderio ?.....Elina.....ero imbarazzata, non stavo vivendo appieno quel momento........stavo pensando a me..egoisticamente ero io la protagonista.......tra pianto e stupori...la mia voce usci' dalla mia gola come se non fossi io a parlare.....".....Purtroppo Sire...quel Fiore ......vale la vita di una persona a me cara..e che voi lo vogliate o no....a me serve......"......avvolta in una nuvola di oppio.......sfoderai la spada ad un soldato e piazzai la sua punta al collo del bambino............stavo rischiando la testa...ma un senso di disperazione invase la mia mente......Elisabeth passo' guardando il fiore........con la mano fece l'atto di prenderlo....ma lei era morta non poteva io si......mi guardo con il rammarico negli occhi e ando' via......" Ve ne prego Orez ho la mano impegnata..potreste prendere quel vaso per me ?..."......
Guisgard
01-05-2013, 01.45.48
A quel gesto improvviso ed inaspettato di Elisabeth, tutti restarono sorpresi.
Sawas, Orez ed Enusia rimasero a fissarla per alcuni istanti.
Poi Orez, esortato dalla donna, si fece coraggio e si avvicinò al fiore.
I soldati intanto, estrassero le loro spade e le puntarono verso Elisabeth.
“Se oserete farci del male” disse il bambino alla donna “i miei soldati vi infilzeranno a dovere.”
“Aspettate!” Rivolgendosi il giardiniere ad Elisabeth. “Il fiore non può essere spostato da qui! Non ora! Ha bisogno di luce e protezione e solo in questa serra potrà averne! Occorre che trascorrano tre giorni da ora per comprendere davvero la verità!”
“Quale verità?” Chiese Sawas.
“Se quello è davvero il Fiore Azzurro!” Rispose il giardiniere.
“Potrebbe essere un bluff...” disse Orez “... magari è un trucco per non farci prendere il fiore...”
Guisgard
01-05-2013, 02.38.28
“No, non conosco quel frate di cui dite, milady.” Disse il vecchio ad Altea. “Prima mi domandavate del fiore che citavano i pupazzi che faccio per mia nipote...” sorrise “... in verità è una metafora... una metafora su una leggenda molto antica che domina in queste terre... una leggenda che parla proprio di un fiore... chissà, magari è lo stesso che state cercando voi...” guardò allora i suoi cavalli “... dunque scegliete Rollone... ottima scelta davvero. Oh, mettete via quel denaro, vi prego... non certo con quello riuscirete ad avere uno dei miei formidabili cavalli.” Sorrise ancora. “Una simile bestia merita molto più che vile denaro, non credete? Per averlo occorrerà ben altro pegno, amica mia.”
Guisgard
01-05-2013, 02.40.42
Così Clio, Mamyon e Densesu entrarono nella misteriosa villa.
L'interno non era differente da come poteva immaginarsi dall'esterno.
Gli arredi apparivano consumati dalla polvere, dal tempo e dall'umidità, mentre le pareti non avevano più le ricche incrostazioni marmoree che un tempo le abbellivano.
Inoltre i pannelli figurativi sui soffitti erano ormai indecifrabili e solo confuse macchie di colori sbiaditi animavano ciò che restava.
Ad un tratto i tre udirono qualcosa.
Come un vocio lontano ed indistinto.
“Sembra provenire dal piano di sopra...” disse Densesu.
“Aspetta, fa silenzio...” lo interruppe Mamyon “... sembrano... sembrano più voci che parlano insieme... come se... come se recitassero qualcosa... non so... forse una preghiera o una litania...”
Densesu allora si avvicinò alle scale che davano al piano superiore, cercando di ascoltare meglio quelle voci.
“Credo...” mormorò “... credo si tratti di donne... e sembra stiano recitando il Santo Rosario...”
All'improvviso quel vocio cessò di colpo.
E un attimo dopo una donna apparve sulle scale.
Altea
01-05-2013, 02.46.32
Ascoltai con attenzione le parole del vecchio..."Una leggenda?Ovvero...potete narrarmela, magari mi servirà per trovare il Fiore" dissi sorridendo.
Un sorriso spento dalle ultime parole..."Devo pagare un pegno? D'accordo..ma prima narratemi della leggenda e poi ditemi di che pegno si tratta." dissi alquanto pensierosa.
Guisgard
01-05-2013, 03.06.10
“Si tratta” disse il vecchio ad Altea “di una leggenda molto antica... narra di un fiore... ma non un semplice fiore... un fiore custodito in una grotta... nessuno ne conosce l'ubicazione, anche se molti sono partiti alla sua ricerca... e tutti ignorano il vero potere di quel fiore... l'unica cosa certa è che quel fiore nasconde un grande segreto...” sorrise “... e a dirvi la verità, anche io, durante la mia giovinezza, sono partito alla ricerca di quella grotta... ma ahimè non sono mai riuscito a trovarla...”
elisabeth
01-05-2013, 10.50.39
Era vero..potevano anche infilzarmi....ma non avrebbero mai rischiato che io affondassi la lama nel collo del bambino.......troppo rischio vi era per la sua vita...sembravo una scheggia impazzita......ascoltato il giardiniere...."....Non dovete sottovalutarmi...nonostante una donna l'arte del maneggio della spada mi e' stata insegnata a dovere....vivendo in un posto dove la guerra e' all'ordine del giorno......con le vostre Crociate....avete portato sangue e saccheggio nelle nostre terre...ma il punto non e' questo....Io ho bisogno dei quel Fiore....non ho tanto tempo...anzi a dire la verita non so neanche se il mio tempo e' scaduto.....e allora facciamo cosi'......io e il Vostro Re...rimarremo chiusi in questa serra per tre giorni......solo uno dei miei amici potra entrare col giardiniere per constatare la salute e la validita' del Fiore......ovviamente vi rammento che egli potra' portare del cibo al Re....e' pur sempre un bambino e necessita di essere nutrito.......Un Ultima cosa...vorro' vedere i miei amici in completa salute attraverso i vetri della serra....se solo ad uno di essi verra' fatto del male.........uccidero' anche il giardiniere...e cosi' rimarremo tutti curiosi sulla verita' che appartiene a questo magnifico fiore....."......
Altea
01-05-2013, 13.47.50
Ascoltai le parole dell' anziano uomo..dalla sua descrizione sembrava proprio il Fiore che mi avevano detto di cercare e stavo cercando..."Si" risposi perplessa "da come lo descrivete sembra proprio il Fiore che sto cercando e da come narrate sembra non abbia speranze se nemmeno un uomo arguto come Voi l'ha trovato..ma mai dire mai..ne va della salvezza di una persona a me molto cara...quasi come una sorella".
Poi pensai a ciò che disse...ovvero...da queste parti...quindi si trovava forse in territorio capomazdese davvero?
"Dunque...ditemi che pegno dovrei pagare per avere il cavallo? Spero niente di pericoloso o compromettente" dissi perplessa e chiedendomi cosa avessero di tanto speciale quei cavalli rispetto agli altri.
Mi voltai verso Densesu, e annuii alle sue parole.
Probabilmente aveva ragione, eravamo a Capomazda dopotutto, e le voci di quelle donne erano in perfetta sintonia.
Un attimo dopo, mi accorsi della donna che aveva fatto capolino.
Superai Mamyon e Densesu.
"...Salute a voi, Milady..." Dissi con un rispettoso inchino "...siamo forestieri, cerchiamo rifugio per la notte... Sir Rudolf ci ha indicato questa villa, assicurandoci che avremmo trovato ospitalità...".
E, così dicendo, estrassi il pezzo di pelle con inciso il sigillo del signorotto capomazdese e lo mostrai alla donna.
Sapevo che Mamyon non sarebbe stato felice, ma più lo guardavo e più mi rendevo conto di quanto gli avrebbe fatto bene riposare per un po'.
Talia
02-05-2013, 01.23.58
Il cavallo correva, correva veloce...
quel grido nelle mie orecchie si faceva sempre più forte ed insistente eppure, per qualche ragione, la velocità del cavallo sembrava in qualche modo attenuare la rabbia e l’angoscia, o forse era solo l’illusione di poterle lasciare indietro...
e così spronai ancora di più il cavallo, spingendolo a correre sempre più forte, quasi al limite.
Non avrei saputo dire cosa successe dopo, non avrei saputo spiegare se fu una mia mossa sbagliata ad imbizzarrirlo o se qualcosa che aveva visto davanti a sé sulla strada...
per certo ci fu soltanto che mi ritrovai sbalzata per aria...
lanciai un grido, mentre le briglie mi sfuggivano di mano...
e poi caddi duramente a terra, e tutto fu buio.
“Non ha colto il ciclamino...” disse la donna “... ma lo ha calpestato... e questo mi è bastato per vederla...”
“Sai dunque dove si trova?” Chiese il Maestro George.
“Si...” annuì lei “... vedo... vedo un grande castello che domina da una montagna... e vedo... vedo che non è sola...”
“Chi c'è con lei?”
“Un cavaliere...”
“Deve essere quel dannato Guisgard...”
“Ma...” mormorò la donna “... sento... sento...”
“Cosa?”
“Sento... una forza incredibile... vedo... un... un... frate...” e lanciò un grido.
“Cosa è successo?” Domandò George.
“Mi ha vista...” rispose lei “... il frate mi ha vista... com'è possibile, Maestro?”
“E' lui...” fece il Maestro “... la Vergine Gigliata e il cavaliere sono dal Frate...” fissò di nuovo la donna “... sei capace di ricordare quel castello?”
“Si, Maestro...”
“Allora lo descriverai...” con occhi cupi George “... e così troveremo la nostra principessa...”
Talia si svegliò di colpo dopo quel sogno inquietante.
Era in una stanza avvolta dalla penombra.
Accanto a lei vi era una figura.
“Come vi sentite?” Le chiese Frate Nicola.
Battei le palpebre...
quel sogno...
un sogno così reale, vivido, inquietante...
Poi notai quella figura...
udii la sua domanda ma non vi badai...
“Lui dov’è?” chiesi, con la voce bassa.
Guisgard
02-05-2013, 17.27.26
“Beh...” disse l'anziano ad Altea “... ci sarebbe un pegno per quel cavallo... e riguarda proprio il fiore...” sorrise “... e visto che anche voi lo state cercando... ma non indugiamo oltre... esiste una grotta in queste terre che nessuno è riuscito a raggiungere mai... io ci ho provato in gioventù, senza tuttavia riuscirvi... ora sono troppo vecchio, ma il desiderio di raggiungerla è ancora vivo in me... e visto che voi siete giovane e sana potreste tentare per me... del resto entrambi vogliamo quel fiore... cosa ne dite?”
“Nonno...” intervenne la ragazzina “... proprio come i miei pupazzi!”
“Si.” Annuì lui.
“Però la dama deve essere accompagnata dal tiratore...” mormorò lei “... perchè il viaggio è pericoloso per lei sola...”
Altea
02-05-2013, 17.39.40
Guardai l'anziano un pò con disapprovazione..."Sapete? Siete la terza persona che mi chiede di cercare questo Fiore..è una sorta di ossessione diventata, e se non riuscissi a trovare quella grotta? Che dovrei fare? Restituirvi il cavallo???"
Poi dopo aver udito le ultime parole scossi il capo camminando per il cortile e poi raggiunsi di nuovo l'anziano.."Io..ne ho parlato..all'uomo con la balestra del Fiore...ma lui non mi ha creduto, a lui interessa ritrovare la sua balestra in modo da riconquistare il suo castello per di più ammazzando il colpevole, non gli interessa nulla del Fiore e della grotta...io sono disposta a fare questo viaggio ma egli non a seguirmi, capite?"
Poi ebbi un ricordo...quando incontrai l' Arconte Meccanico per la prima volta...egli chiamò un servo e si fece trapassare da una freccia con una balestra senza che questa gli procurasse nessuna ferita, era una casualità oppure no?
Guisgard
02-05-2013, 19.04.48
“E' fuori, nel corridoio...” disse il frate a Talia “... sembra un leone in gabbia... tra un po' dovrò mandarlo via o finirà per rendermi nervoso...” il suo tono era severo, ma qualcosa nella sua voce tradiva come una sorta di velata indulgenza “... non ho neanche ben capito cosa è successo... è arrivato al castello tenendovi svenuta fra le sue braccia... e mi diceva che era uno sciocco, un idiota... e vi ha affidata a me...” prese una tazza fumante “... ora prendete questo estratto... non avete mai assaggiato nulla di simile, è un segreto conosciuto e tramandato dal monastero di Saint Jean... e non abbiate paura... noi chierici non usiamo avvelenare voi mangiapreti... o, come vi definite oggi, laicisti... anche perchè nessun castigo di questo mondo può eguagliare quelli dei cerchi infernali...” scoppiò a ridere “... tranquilla, non andrete all'Inferno... quando la vigna da pochi frutti, il Padrone del Campo manda prima via gli operai, affidando la sua terra a gente nuova... dunque la vite non ha nulla da temere ora...”
Guisgard
02-05-2013, 21.53.20
“Vi ordiniamo” disse il bambino “di non ascoltare alcuna parola di questa donna. Non avrà mai il nostro fiore.”
La situazione stava precipitando.
Sawas allora comprese che doveva riflettere.
E in fretta.
Fissò Enusia e poi Orez, che in quella situazione avevano cercato il suo sguardo, facendo loro un cenno.
Allora memorizzò la distanza che lo separava da Elisabeth e poi dall'uscita della serra.
Un attimo dopo estrasse dalla tasca due fialette che fece poi frantumare a terra, liberando da esse una densa nuvola che in un attimo rese nulla la visibilità.
Orez ed Enusia, messi in guardia dal cenno di Sawas, corsero verso l'uscita e la stessa cosa fece l'illusionista appena preso per mano Elisabeth.
E nell'uscire dalla serra, Sawas lanciò altre due fialette al suo interno, liberando stavolta un potente anestetico.
“Presto...” rivolgendosi ai suoi “... dirigiamoci verso l'uscita del palazzo, prima che qualcuno trovi il re ed i suoi senza conoscenza in quella serra...”
“Riusciremo ad uscire da qui?” Impaurita Enusia.
“Siamo fortunati” fece Sawas “che la serra sia vicina all'uscita... se ci fossimo trovati ancora a corte, ci avrebbero presi praticamente subito... ora siate il più naturali possibile... avremo una possibilità di farcela solo se appariremo tranquilli...”
Poi si fece consegnare il vaso col fiore da Orez e lo nascose nel suo mantello.
Raggiunsero così l'ingresso, dove si trovavano due sentinelle.
“Dove siete diretti?” Chiese una di quelle.
“Abbiamo mostrato a sua maestà” rispose Sawas “alcune cose del nostro spettacolo. Ora dobbiamo prendere ciò che resta del materiale per prepararlo.”
“Cosa nascondete sotto il mantello?”
“Nulla.” Fissandolo Sawas.
“Mostratemelo o da qui non uscirete.”
“Amico mio, io sono un illusionista e non posso svelare ad alcuno i miei trucchi. Ne va della mia reputazione.”
“Poche storie” irritata la sentinella “e mostratemi cosa nascondete.”
Sawas allora aprì il mantello e saltò fuori un coniglio, che poi cominciò a correre per l'androne.
“Che mi prenda un colpo!” Esclamò la sentinella. “Come ci siete riuscito?”
“Ora chiedete troppo, amico mio.” Sorridendo l'illusionista.
La sentinella annuì e finalmente li fece uscire dal palazzo.
“Dobbiamo raggiungere la turbocarrozza e lasciare questa città.” Mormorò Sawas appena furono fuori.
Guisgard
02-05-2013, 22.02.07
Quella mattina un tenero e luminoso Sole inondava le belle e rigogliose cime che circondavano la valle.
La nobile tenuta era in fervida attesa ed ognuno dei servitori aveva assimilato ben bene le indicazioni del padrone.
Ad un tratto si udì il suono di un corno e poi una carrozza, preceduta e seguita da due schiere di cavalieri, si arrestò davanti al cancello di ottone.
Un valletto aprì la portiera ed uomo alto e robusto scese con un salto, finendo però con i piedi nella melma.
Tutti allora, servitori e cavalieri, fissarono quell'uomo senza proferire, come se attendessero la sua ira.
Ma quello, dopo averli guardati uno per uno, si abbandonò ad una sonora risata, causando così la medesima reazione di tutto il suo seguito.
E tutti loro, gaiamente, affondarono i loro piedi in quella melma.
L'Arciduca ne fu compiaciuto e cominciò a dirigersi, dopo essersi pulito le scarpe contro il tronco di un albero, verso la villa.
Allora gli andò incontro un uomo.
Era alto e magro, col viso scarno e l'espressione austera, come se fosse perennemente corrucciata.
“Alvat...” disse l'Arciduca nel vederlo “... Alvat, amico mio!”
“Milord.” Salutandolo con un inchino Alvat. “Grazie dell'onore che fate a me ed alla mia dimora.”
“Mi attendevi?”
“Una degna casa” rispose Alvat “è tale solo se è sempre pronta ad accogliere il suo signore.”
“Hai ragione!” Esclamò l'Arciduca. “Ben detto, amico mio! Oggi è proprio una bella giornata! Ed io sono di ottimo umore!”
“Me ne compiaccio, milord.”
“Dimmi, hai deciso?”
“Milord?”
“Riguardo a quella questione.”
“Ho riflettuto.”
“Ebbene?” Fissandolo l'Arciduca.
“La mia convinzione non cambia.”
“Allora devi rifletterci ancora su!” Sentenziò il signore di Capomazda.
“Ha forse bisogno della mia approvazione Sua Signoria?”
“Tutti i miei consiglieri” fece l'Arciduca “hanno approvato la decisione.”
“Allora non occorre altro a Sua Signoria.”
“Ma loro sono solo dei ruffiani!” Tuonò l'Arciduca. “Tu invece sei un uomo onesto! Sei l'unico liberale del ducato a cui non chiuderei a calci la bocca!” Cercò di contenersi. “Bella giornata oggi. Si e sono davvero di ottimo umore.” Tornò a fissare Alvat. “E' una guerra giusta. Quegli uomini non hanno Fede e degradano la Chiesa di Roma.”
“Vi è forse una legge che vieta di essere anticlericali?”
“Si!” Annuì l'Arciduca. “La Legge di Dio!”
“Allora spetterà a Dio occuparsene.” Replicò Alvat.
Quel ricordo attraversò il cuore della donna nel vedere quel marchio mostratole da Clio.
“Se vi manda sir Rudolf...” mormorò “... allora siete i benvenuti...”
http://1.bp.blogspot.com/_6qgeWVXWLfY/S1qEYTQ_LqI/AAAAAAAAAm4/1M-VuqiTJQI/s400/Jean+Simmons.jpg
Per un attimo mi parve di vedere gli occhi della donna indulgere su quel marchio, quasi vi vedesse molto più di quanto non appariva alla vista.
Ma fu solo un attimo.
Poi vidi i suoi occhi alzarsi su di noi, e darci il benvenuto.
Rimisi delicatamente il pezzo di pelle marchiata nella tasca e sorrisi alla donna.
"..Vi ringrazio.. non daremo disturbo, ripartiremo domattina presto.. ma.." voltandomi verso Mamyon "...il mio cavaliere è stato ferito e avrebbe bisogno di riposare.. e di cambiare la medicazione , con delle bende pulite..".
Sorrisi a Mamyon, osservando la rudimentale benda dove la frecci lo aveva colpito.
Poi mi voltai nuovamente verso la donna.
"..Se vorrete dirci dove possiamo sistemarci e donarci dell'acqua pulita, ve ne sarò davvero gradta, Milady.." dissi con un sorriso.
Guisgard
03-05-2013, 01.38.15
“Il pegno per il cavallo” disse l'anziano ad Altea “non è trovare quella grotta, ma cercarla. Impegnatevi a cercarla ed io vi cederò il cavallo. Non importa se la troverete oppure no. L'importante è cercarla. Dopotutto state cercando anche voi qualcosa. Magari si tratta della medesima ricerca. Cosa avete da perdere?” La fissò. “Comunque, l'uomo della balestra non è lontano da qui. Non avete perso del tutto la possibilità di averlo come compagno per il vostro viaggio.”
La ragazzina era lì ad ascoltare quei discorsi.
“Del resto” continuò l'anziano “molte cose vi accomunano a quell'uomo... entrambi cercate qualcosa e le vostre strade sono intrise della medesima minaccia... la morte...”
Altea
03-05-2013, 01.45.05
"Cercare" risposi bruscamente "come se non avessi fatto altro fino ad esso...cercare chi mi promise amore e cercare la verità su questo amore, cercare la felicità dopo la morte di mia sorella...ora cercare un Fiore..per salvare la mia amica Vivian..per delle persone che ci stanno usando..." cercai di calmarmi, ero disperata..e poi quelle ultime parole..cosa intendeva dire? "D'accordo ve lo prometto, d'altronde non ho nulla da perdere...avete ragione, mi sono imbarcata in una avventura più grande di me, solo il Signore può aiutarmi. Vi prometto..sulla collana che ho donato a vostra nipote, che per me vale più di ogni altra cosa, che andrò alla ricerca della Grotta e di Velvò..così si chiama l'uomo della balestra."
Guisgard
03-05-2013, 01.54.58
La donna annuì a quelle parole di Clio e fece loro cenno di seguirla.
Così, li condusse al piano superiore della villa, mostrando ai tre visitatori alcune camere.
“Il cavaliere ferito” disse “e l'uomo che lo accompagna prenderanno possesso di questa camera. Mentre voi, milady, alloggerete in questa accanto. In esse troverete bende ed acqua fresca.”
Queste ultime parole stupirono Mamyon.
Come poteva una villa così decadente e fatiscente avere a portata di mano bende pulite ed acqua fresca?
“Ditemi, signora...” fissandola il cavaliere “... vivete qui da sola?”
“Si, cavaliere.” Rispose. “La colazione domani sarà servita alle otto. Alle dieci sarà celebrata la Messa, nella cappella di famiglia. Vi auguro un sereno riposo.” Ed andò via.
“Perchè ci ha mentito?” Fece Densesu. “Dice di vivere qui da sola, ma noi abbiamo sentito quelle voci.”
“Già, vorrei proprio saperlo...” mormorò Mamyon.
“Forse erano fantasmi.” Sarcastico Densesu.
“O forse è lei stessa un fantasma...”
“Cosa vuoi dire?”
“Che questa casa e tutto ciò che la circonda” rispose Mamyon “sembrano il frutto di un incantesimo... di una magia...”
Guisgard
03-05-2013, 16.22.29
“Forse” disse l'anziano ad Altea “nella grotta troverete tutte queste cose. Tutte le risposte a queste vostre domande. Del resto tutto è scritto, compreso il nostro cammino. E a noi sta solo decidere come percorrerlo... se trarne del Bene, oppure no...” sorrise “... scegliete pure il vostro cavallo... ora vi appartiene...”
Sorrisi guardando i due uomini.
"...suvvia come siete impressionabili... Siamo a Capomazda, dopotutto... Magari le voci che abbiamo sentito erano di pie monache che non devono essere turbate dalla vista di due uomini giovani e belli come voi..." Con un sorriso.
Poi, alzai le spalle "...ma più probabilmente quelle donne non abitano qui... Anche mia madre invita sempre un sacco di amiche con cui recitare il Rosario...".
Osservai le porte vicine per un momento, poi mi voltai verso i due uomini.
"...Densesu, tenete la porta ben aperta, non mi fido delle cure degli uomini, dobbiamo cambiare quelle bende ma non voglio che le mie intenzioni vengano fraintese...".
Feci un cenno a Mamyon di seguirmi nella stanza, li, come descritto dalla donna trovammo bende e acqua pulita.
"...perfetto..." Sussurrai.
"...forza cavaliere, giù, da bravo..." Aiutando Mamyon a sdraiarsi sul letto accanto alla grande finestra.
"...certo che è messo proprio male..." Osservando la rudimentale benda intrisa di sangue.
In poco tempo sistemai per quel che potevo la medicazione.
"...ecco, così dovrebbe andare..." Dissi a Mamyon, sorridendo "... E ora riposa, ti farà bene..." Chinandomi a baciarlo dolcemente.
Lasciai la stanza subito dopo.
"...buonanotte Densesu, cercate di dormire un po'..".
Chiusi la porta dietro di me, e solo in quel momento mi resi conto di quanto ero stanca in realtà.
La stanza era spaziosa e luminosa e anche lì, come in quella di Densesu e Mamyon, c'era una tinozza con dell'acqua fresca.
Ne approfittai immediatamente per lavarmi e cambiarmi d'abito.
Ma dopo poco mi coricai, cadendo in un sonno profondo.
Altea
03-05-2013, 17.23.17
Annuii col capo, d'altronde quell'uomo aveva un chè di saggezza, qualcosa di celato e misterioso..quelle rappresentazioni di me e Velvò che stranamente avevano qualcosa in comune con quella leggenda e nelle sue stesse parole.."Mi affido alla vostra intelligenza e al vostro sesto senso messere, come vi dissi, io ho scelto Rollone..e vi ringrazio per avermi indirizzato nella giusta via...mi auguro, perchè mi sentivo spaesata, ora forse sarebbe meglio affrettarsi non pensate?Sir Velvò potrebbe allontanarsi troppo".
Pensai anche, stranamente, che Velvò mi aveva proprio indirizzato in questa casa...fu il fato o non era una casualità?
Talia
04-05-2013, 01.40.08
Presi la tazza dalle mani del monaco e la avvicinai al viso... aveva uno strano profumo... leggermente speziato...
Per qualche momento, osservai il fumo che saliva in ampie volute da quella tazza... poi riportai gli occhi sul monaco...
“Vi sbagliate su di me...” dissi poi, con voce lieve “E’ vero, io non credo in ciò cui credete voi... ma ho sempre rispettato chi, invece, possiede quel dono. La mia anziana servitrice è spesso in pena per me e prega molto per me... io non penso che questo serva, ma rispetto ciò in cui crede. Io... sì, io credo in ciò che posso vedere e toccare e non credo nella manna dal Cielo... e non credo che aver fiducia in qualcosa di superiore porti gli uomini ad essere migliori... anzi... meschinità, sotterfugi, falsità e menzogne... solo l’Etica ci salva da tutto questo... l’Etica, e tutti quei fondamenti che ci permettono di agire correttamente, di agire mediando tra la propria libertà ed il rispetto per gli altri...”
Sospirai e portai gli occhi verso la finestra sulla parete opposta...
“Parole...” mormorai “La filosofia, come ciò in cui voi credete, rischia di restare nient’altro che parole... solo un’inutile discorso infiocchettato, se non supportato da fatti... ed i fatti, in tempi come questi, giocano tutti a nostro sfavore...”
Per lunghi minuti rimasi così, in silenzio, con gli occhi tristi fissi sui vetri della finestra da cui filtrava la luce del giorno...
e pensavo a tante cose...
pensavo al mio soggiorno lì e a ciò che dovevano pensarne a Sant’Agata...
pensavo a Sygma e a Capomazda...
pensavo a quella voce che avevo udito ed al sogno che avevo fatto nel mio stato d’incoscienza...
pensavo a quel frate ed alle sue parole...
ma più di tutto, più che a qualsiasi altra cosa, io pensavo a Guisgard: al suo gesto presso la fontana ed alla durezza delle sue parole poco dopo, pensavo a ciò che aveva appena detto il monaco su di lui, pensavo a quel suo sguardo che sapeva essere così dolce e rassicurante ma anche così tanto freddo ed enigmatico... e poi pensavo a quanto ero stata debole, pensavo alla facilità con cui avevo abbassato la guardia e a quanto dovevo essergli sembrata sciocca e fatua... e pensavo a quanto pericoloso poteva diventare per entrambi quel mio singolo momento di fragilità...
Infine battei le palpebre e mi costrinsi a tornare in quella stanza...
“Forse...” dissi allora al frate, con la voce di nuovo forzosamente glaciale “Forse dovreste andare in quel corridoio a dirgli che sto bene. Sapete, ha giurato di proteggermi ed è dunque solo per questo che quella mia sciocca caduta da cavallo lo ha così preoccupato, se è vero ciò che avere detto... dopotutto...” sorrisi amaramente “Dopotutto se mi fossi gravemente ferita, lui avrebbe dovuto fornirne spiegazione... senza contare poi il grave colpo che questo avrebbe inferto al suo cavalleresco ed arrogante orgoglio di cavaliere imbattibile!”
Pronunciai quelle parole con voce bassa, fredda e sarcastica... senza tuttavia riuscire a celare del tutto quell’ingombrante sentimento che mi attanagliava pensando a lui...
Guisgard
04-05-2013, 13.32.32
Frate Nicola ascoltò con attenzione ogni parola di Talia.
Ascoltò senza distogliere mai i suoi occhi da quelli di lei.
Occhi penetranti ed indagatori erano quelli del vecchio frate.
Occhi che però non lasciavano trasparire nulla, né sensazioni, né emozioni.
E come quello sguardo, anche la sua espressione austera appariva impenetrabile.
“Voi” disse poi alla ragazza “credete davvero a tutte queste sciocchezze che avete appena detto?” Accennò poi un vago sorriso. “Forse dovreste dirglielo voi... magari riuscirete a convincerlo... e a convincere voi stessa di ciò che avete detto...” e si avvicinò alla porta per far entrare Guisgard.
"Quando si parte per cercare le cose della terra, allora bisogna seguire le regole e i tempi della terra.
Ma quando cerchiamo le cose del Cielo, quelle che durano in eterno, allora le regole e il tempo degli uomini non esistono più."
(Lao Tzu)
Fine Prima Parte
Guisgard
04-05-2013, 14.02.22
La Sinfonia dell'incantato Verziere di Chanty
Seconda Parte
Capitolo Primo: Il Codex Nolhiano
“<<Sai>>, disse l'Austero, <<intanto che il tempo passa e ti abitui potresti scrivere un libro di racconti sulla Terra promessa, su che effetto fa. Tanto, questo sul diavolo l'hai finito ormai.>>”
(Igor Sibaldi, Il Frutto Proibito della Conoscenza)
Università Cattolica degli Studi, Città di Capomazda.
2013.
http://lh4.ggpht.com/_hVOW2U7K4-M/S4eTGcqjicI/AAAAAAABQUA/qGjhx0Nguvg/s720/5e6ue5yeres.jpg
Il professor Asevol aveva appena terminato il suo seminario di Filologia Capomazdese.
“Concluderà” disse poi ai suoi studenti “la dottoressa Morin.”
Dalla platea si avvicinò allora una giovane donna, che prese posto fra il professore ed i suoi assistenti.
“Buongiorno a voi.” Salutando gli studenti presenti. “Sono Maria Morin e faccio parte del Dipartimento di Storia Capomazdese, sezione Miti e Leggende del passato. La dialettica e la preparazione del professor Asevol sono senza dubbio straordinarie e dalle sue parole sembra emergere quel mondo antico con tutto il suo fascino intatto. Ma, al di là della bravura del vostro professore, noi tutti ovviamente sappiamo che la Gioia dei Taddei, così come il Fiore Azzurro sono poco più che favole. Sono miti elaborati dagli antiche per nobilitare la loro storia e la loro terra. Sono simboli, come il Vello d'Oro, Excalibur o Durlindana. Sono immagini e temi che alterano la storia, romanzandola e rendendola quindi più facilmente assimilabile al meraviglioso ed al sovrumano. Una tendenza comune a tutte le grandi civiltà del passato. Come quando una guerra, probabilmente nata per motivi commerciali, diviene, secoli dopo e grazie alla bravura di aedi e cantori, la Guerra di Troia, il più leggendario conflitto della storia. O come quando i romani, per mostrarsi degni del mondo greco, legano le loro origini con gli ellenici, inventando la leggenda dei due gemelli allattati dalla lupa. E gli esempi potrebbero continuare. Tuttavia oggi molti studiosi tentano di far luce su questi miti, cercando di capire cosa volessero rappresentare. Il mito di Giasone, gli Argonauti ed il Vello d'Oro, ad esempio, descrive forse una spedizione nel Mar Nero durante l'Età del Bronzo. Così come il mito delle discesa degli Eracliti, i figli di Ercole, nasconde la storica conquista dorica e la nascita della Grecia antica sulle rovine del mondo Miceneo. Per questo il Dipartimento vuole promuovere studi che possano decifrare l'origine e il significato di questi arcaici miti Capomazdesi. Cosa nasconde davvero la Gioia dei Taddei? Forse una serie di congiure da parte di nobili filosygmesi? O sentimenti di ribellione verso il dispotismo illuminato degli Arciduchi? E il Fiore Azzurro? Forse una sorta di arma che legittimava il potere? O un simbolo religioso, visto il ruolo della spiritualità nel Cosmos Capomazdese? Per svelare tutto questo, naturalmente per fini scientifici, il Dipartimento promuoverà una serie di campagne di scavo nei luoghi in cui sono stati ambientati quei miti... la città di Tylesia e quella di Sant'Agata di Gothia in particolar modo.”
+++
La luce del sole pomeridiano filtrava dalla grande vetrata, illuimnando l'intera stanza.
Fogli, libri, un computer e un tablet erano sparsi disordinatamente sulla scivania.
Tenevo stretto in mano un foglio, leggendolo velocemente, mentre sorseggiavo una tazza di caffè.
Possibile che non sapessero fare un caffè decente, in quella città?
E dire che, per tutto il resto, mi sembrava di essere passata dalle stalle alle stelle.
L'università statale dove avevo studiato e dove stavo svolgendo la mia ricerca per la tesi di dottorato era totalemente diversa.
E io che mi ero sentita spaesata quando mi avevano chiamato a Capomazda.
Del resto, pensai, il mio stupore era ben fondato poichè raramente le università cattoliche affrontavano temi come quelli in cui ero specializzata.
Ma la mia professoressa mi aveva spinto ad accettare la collaborazione e io ero partita di buona lena.
Infondo, lasciare casa mia mi avrebbe fatto soltanto bene, vista la situazione.
Posai il foglio e finii il caffè in un sorso.
Non avevo intenzione di pensare ai miei problemi personali in quel momento.
Dovevo concentrarmi, dovevo essere lucida e reattiva.
Il trillo del telefono mi fece sobbalzare. Non risposi, attendendo che qualche impiegata lo facesse al posto mio.
Poi mi resi conto che era ancora la pausa pranzo, e nel dipartimento non c'ero che io.
"..Pronto, dipartimento di Antichità classiche, sezione mitologia e religione.." dissi nel mio capomazdese poco brillante, alzando gli occhi al cielo "...no, non c'è.. dovrebbe richiamare più tardi..A lei, arrivederci..".
Riagganciai, scuotendo la testa.
Infondo, non dovevo lamentarmi delle piccole incombenze come quella: nella mia università non avevo nemmeno una scrivania tutta mia, con tanto di vista sulla città e macchinetta del caffè (per quanto penoso) a portata di mano.
Lì, le cose erano diverse.
Infondo, pensai, avevano bisogno di me e delle mie ricerche.
Tornai a concentrarmi sugli appunti che tenevo in mano, quando sentii il mio smartphone vibrare vigorosamente.
"..Che c'è adesso.." sussurrai, prendendolo tra le mani. Un sorriso nostalgico mi si piazzò sul viso.
L'allenamento di quella sera era stato anticipato.
Già, peccato che io mi trovavo a centinaia di chilometri da casa. Evidentemente il mio maestro aveva mandato un messaggio collettivo, includendo anche me. Risposi.
Magari! Volerei lì se potessi. Mi mancate tutti. Buona serata, saluti da Capomazda.
Pensai per un momento a quanto mi mancasse combattere. Certo, da quando ero arrivata andavo regolarmente in palestra per evitare di perdere tutti i progressi che avevo fatto nell'anno precedente, ma non era affatto la stessa cosa.
Sospirai, mi ero disratta di nuovo.
Guardai l'ora e per poco non saltai sulla sedia: era tardissimo.
E io che pensavo di avere anche il tempo di esaminare quell'antico codice che mi avevano lasciato sulla scrivania.
Decisamente, l'avrei fatto in serata.
Raccolsi tutte le mie cose e mi diressi nell'ala dell'università in cui si trovavano le aule.
Seguii i corridoi con cui non avevo molta familiarità, e mi feci guidare dai cartelli per raggiungere l'aula che cercavo.
Percorrendo il grande corridoio dell'ala est, mi imbattei in una bella locandina, che invitava gli studenti al seminario di filologia capomazdese.
Normalmente non mi sarei interessata di tali questioni, ma sapevo che la dottoressa Morin doveva tenere un intervento in un seminario di quel tipo.
Non mi sbagliavo, infatti, il suo nome era indicato tra gli oratori.
Più tardi le avrei chiesto come fosse andato.
Da quando ero arrivata a Capomazda, lei era sempre stata gentile e disponibile con me, e mi era stata subito simpatica.
Del resto i nostri studi, seppur in contesti diversi, non erano poi così distanti.
Finalmente trovai l'aula, in perfetto orario.
Trassi un profondo respiro prima di entrare.
Nel varcare la soglia, lanciai uno sguardo agli studenti che riempivano l'aula.
Possibile che siano così tanti? E' così seguito questo corso? Aiuto..
Raggiunsi la cattedra e vi posai sopra la borsa.
Per un momento rimasi con la testa bassa, dovevo prendere gli appunti, sistemare la chiavetta nel computer per proiettare la presentazione che avevo preparato, ma più che altro ero terrorizzata.
Era la prima volta che tenevo una lezione da sola, e soprattutto in una lingua che non era la mia.
Tuttavia, dovevo parlare dell'argomento della mia tesi di laurea, e questo facilitava non poco le cose.
"..Buongiorno a tutti.." dissi poi, con convinzione, quando l'orario di inizio scoccò, implacabile.
"..Come avrete saputo, oggi il professore non ha potuto esserci e ha chiesto a me di tenere questa lezione.. Immagino che non mi abbiate mai visto, sono la dottoressa Lester e collaboro con il dipartimento di Antichità Classiche..".
Vidi molte facce guardarsi intorno, perplessi.
"...no, tranquilli.. non ho sbagliato aula.. so che questo è il corso di Storia della guerra tra Capomazda e Sygma.. il professore mi ha invitato perchè ho studiato a lungo qualcosa che sicuramente voi non avete trattato..".
Un piccolo sorriso ironico mi incorniciò il volto.
Ci scommetto..
"..Dunque.." dissi distrattamente, facendo partire la presentazione elettronica "..Come potete notare il tema della nostra lezione sarà il seguente: "Tracce del culto di Morfeo a Sant'Agata di Gothia".. so che può sembrare impossibile, ma sono state trovate delle testimonianze di questo antico culto nella città contesa, proprio al tempo della conquista Sygmese della città.. data l'eccezionalità della questione, occorre capire bene con che cosa abbiamo a che fare... Mi auguro di riuscire a spiegarvi lo stato e l'orientamento degli studi in questo senso e, magari, di fornirvi qualche spunto per le vostre ricerche.." sorrisi "...Vi chiedo scusa per la mia pessima pronuncia, ma sono qui da poco..".
Iniziai, quindi, la mia presentazione.
Parlai del ritrovamento del ciondolo contenente papavero essiccato e un lembo di pergamena.
Mostrai il suo "gemello" molto più antico.
Tradussi l'invocazione a Morfeo e condussi una veloce analisi paleografica della pergamena stessa in cui era contenuta, spiegai così il perché quella preghiera non poteva essere retrodata in un'epoca in cui il culto del dio era diffuso.
Parlai dell'inchiostro particolare, di quanto fosse pregiato e di come questo avesse fatto pensare che il ciondolo appartenesse ad un membro della nobiltà.
Ma anche di come il ritrovamento, da solo, non autorizzi a pensare che il culto fosse diffuso, ma che potrebbe trattarsi di un caso isolato, così come quel ritrovamento potrebbe essere il primo di molti, ma finché le ricerche non continueranno non si potrà delineare un quadro preciso.
"...Inutile dire.." dissi infine "...che stupisce trovare un reperto tale in un contesto come questo... E molti hanno tentato di trovate una spiegazione... Tuttavia, occorre tener conto di una cosa... Noi non sappiamo se questo ciondolo sia da inserire in un contesto capomazdese o sygmese, infatti, come ben saprete, le due potenze rivali si contesero la città di Sant'Agata di Gothia nel periodo in cui fu scritto questo amuleto... È scontato dire che le considerazioni su di esso cambiano radicalmente a seconda dell'ipotesi che si prende in considerazione... Le nostre, al momento, non sono che supposizioni e solo ulteriori ritrovamenti potranno far luce sulla questione...".
Respirai profondamente, mentre anche le sequenze della mia presentazione digitale si esaurivano. "...grazie dell'attenzione... Se avete domande o riflessioni da fare, chiedete pure..." osservando con sguardo benevolo gli studenti seduti davanti a me.
Altea
05-05-2013, 00.25.17
Quella mattina era veramente uggiosa sopra il cielo di Oxford, attraversai di fretta la zona universitaria e percorsi quasi correndo St. James Road..eravamo in ritardo.
Suonai alla porta e la madre di Josephine aprì frettolosamente..dovevo attendere visto che la mia amica era, come sempre, perplessa su cosa portare soprattutto in fatto di vestiti, sbuffai, presi il cellulare e nel frattempo chiamai un taxi.
Mi sedetti al tavolino da the, rassicurando la madre della mia migliore amica "Non si deve preoccupare Mrs. Johnson, andiamo a Capomazda per perfezionare i nostri studi di Storia Antica e sui Miti e Leggende. Il nostro professore, Teacher George Parker, ci ha così affascinato su questa Leggenda del Fiore Azzuro, della Gioia dei Taddei, la guerra tra Capomazda e Sygma che vogliamo approffondire gli studi e scoprire se veramente si tratta di Leggenda o anche vi sta della realtà."
Per fortuna ero una delle migliori studentesse del professore e mi spronò a partire e a dire il vero potevo anche permettermelo quel lungo soggiorno.
Mio padre discendeva da una antica Casata di conti...i Trevor...ed era pure lui uno dei migliori professori nelle Università di Oxford.
Mia madre, invece, nonostante fosse pure lei una esperta di Arte aveva scelto di dedicare la sua vita alla famiglia, ma mi aveva sempre spronata negli studi..e forse a non commettere il suo errore.
Ma vi era altro..nella biblioteca della nostra antica dimora vi stavano da sempre dei libri su questi Miti poichè si narrava una antenata in tempi molto antichi, fosse andata alla ricerca del Fiore Azzurro..che lo avesse trovato non si sapeva certamente.
Quando Josephine fu pronta salimmo sul taxi e ci dirigemmo verso l'aeroporto dove la mia famiglia mi aspettava coi bagagli.
Ci salutammo calorosamente, ci dirigemmo verso il check-in, prendemmo la navetta e poi salimmo sull' aereo.
Ero emozionata per questa avventura e Josephine molto più di me.."Ecco!" mi rivolsi a lei ridendo "Inizi già a fare castelli in aria.D'accordo che a te non interessa molto studiare tutto questo e mi accompagni solo per curiosità e conoscere nuovi posti, ma ricordati che non lascerò Capomazda senza avere studiato accuratamente e doverosamente e dato un ottimo esame..chissà magari scoprirò pure dove si trova il Fiore Azzurro" le feci l'occhiolino.
Decollammo, ero in preda a un fervore d'animo, dopo un pò guardavo le nuvole quasi svanire e tutto fu limpido, sotto di noi vi stava una città..eravamo arrivate finalmente a Capomazda.
Atterrammo, prendemmo i nostri bagagli e mostrammo a un taxista un biglietto con un nome ed una via, egli ci fece cenno di salire.
Saremmo state ospiti durante il nostro periodo di una amica di una mia zia la quale dimorava pure in una villa antica e aveva nobili passati. Ovviamente i miei genitori avevano pensato a darci una ottima sistemazione.
Poco dopo ci trovammo di fronte ad una grande villa antica e suonai il campanello.
elisabeth
05-05-2013, 21.29.57
Il traffico era stressante...la gente sembrava impazzita e non vi era ne mattina ne pomeriggio......raggiungere la Clinica era impossibile.....eppure le viuzze conosciute diventano un toccasana in certi momenti.......bene...parcheggiato, borsa carpetta...pc..camice e che diamine, tra un po' mi sarebbe stata utile una valigia, raggiunsi il mio studio....." Elina buongiorno..lunedi' di inferno anche per te immagino......le cartelle che le ho richiesto spero stiano sulla mia scrivania....desidero guardarle prima degli interventi......buon lavoro allora...."...entrai nello studio...chiusi la porta alle miei spalle......il mio mondo....accesi il pc......andai in bagno e mi cambiai......sembravo un Folletto verde......il camice bianco spezzava un po' la cosa......stavo ridendo .....quando gli occhi mi caddero su una busta gialla posata sulla mia scrivania....la presi tra le mani e l'aprii col mio tagliacarte preferito..l'abbassalingua.....riconobbi la carta.....ed il suo colore....aprii il foglio scritto accuratamente........come esperta di simbologia e di vecchie leggende dovevo recarmi all' Universita' Cattolica di Capomazda........era stata la mia passione ed ora potevo prendermi qualche giorno di ferie......" Elina....guarda cosa mi e' arrivato......un invito...niente appuntamenti per i prossimi giorni...e tu verrai con me....".......rientrando in studio......mi ritrovai esultante come una ragazzina....
Guisgard
06-05-2013, 02.37.31
La lezione di Clio terminò e nell'aula ci fu un basso brusio.
Qualche studente scambiò veloci considerazioni con la bella professoressa, ma in breve l'aula cominciò lentamente a svuotarsi.
E mentre Clio raccoglieva dispense, fotocopie e dvd contenenti materiale vario della lezione, sentì qualcuno battere le mani.
“Davvero una lezione affascinante.” Disse un uomo seduto negli ultimi banchi della prima fila. “Mi piace il modo in cui descrivete argomenti che nove su dieci finirebbero per annoiare.” Rise. “A me facevano morire dal sonno all'università. Ora invece neanche mi sono accorto del tempo che passava. Lei ha un dono non indifferente. Mai pensato di fare la presentatrice di quei programmi scientifici su National Geografhic? Quelli in cui si parla di storia, archeologia e scienza, mischiandole con argomenti assurdi, tipo alieni, sette sataniche e continenti perduti?” Scosse il capo divertito. “Beh, credo sia il caso di presentarmi... sono Luke Odis, fumettista e sceneggiatore. Mi hanno indirizzato da lei, diciamo così, quelli della Facoltà di Storia... Lettere Classiche... in verità a me serve un Cicerone, per documentarmi su usi e costumi dei tempi antichi, visto che sto lavorando ad una nuova saga in stile gotico... non mi andava di mettere su il solito polpettone fantasy e dark... e così ho deciso di documentarmi... ho chiesto un po' in giro, soprattutto ad amici che lavorano nel campo universitario e tramite uno di loro ho conosciuto il professor Asevol. E proprio lui mi ha fatto il suo nome...”
http://www.homeenter.com/picHE/JPG600/122/12241_screen02.jpg
Talia
06-05-2013, 03.00.09
La penna scorreva rapida sul foglio di carta lievemente ruvido, grattando appena e producendo quel rumore per me tanto gradevole.
Amavo scrivere...
avevo bisogno di scrivere...
mi era sempre sembrato che, mettendole nero su bianco sui miei quaderni, molte delle mie idee riuscivano poi a trovare un ordine ed un senso. E spesso li trovavano autonomamente.
E su quei quaderni scrivevo e appuntavo qualsiasi cosa: impressioni, opinioni, fatti rimarchevoli, stati d’animo che altrimenti sarebbero stati troppo fuggevoli per essere compresi.
Sollevai la penna per un istante e portai gli occhi fuori dal finestrino, osservando distrattamente il paesaggio che correva fuori...
Il medico sollevò gli occhi dai suoi fogli e mi osservò...
“Signorina...” iniziò poi a dire, con quella sua tipica voce calma e profonda “Signorina, da quel che vedo... da ciò che ho potuto appurare, durante i nostri incontri... lei non è malata!”
Lo osservai in silenzio, impassibile.
“Ciò che le è capitato...” continuò l’uomo “...può essere imputabile a molti fattori: lo stress in primo luogo, e poi la suggestione. Ha ammesso lei stessa di aver compiuto molte ricerche... come dire... particolari, per il suo lavoro. Ciò nonostante, io non credo che vi sia minimamente ragione per ritenere che il suo stato sia imputabile ad una patologia!”
“Faccio ancora quei sogni...” dissi.
“Sempre lo stesso sogno?” chiese.
“Sogni simili!” risposi.
“Ha ripreso a scrivere?”
“No... non come vorrebbe il mio editore!”
“Scrive ancora soltanto sui suoi quaderni?”
“Si!”
Lui mi fissò...
“Senta...” disse poi “Le darò un consiglio: cambi aria! Lasci la città, vada da qualche parte dove non è mai stata, faccia nuove esperienze... si rilassi, e vedrà che anche quei sogni presto svaniranno e riprenderà a scrivere.”
Lo osservi per qualche momento, poi mi alzai...
“Grazie, dottore!” dissi, tendendogli la mano.
“Buona fortuna!” rispose, alzandosi a sua volta e stringendola.
Il fischio del treno mi destò da quel ricordo.
Una voce metallica di donna giunse, poi, da un altoparlante per informare i passeggeri che eravamo giunti al capolinea.
Eravamo a Capomazda.
Con un sospiro, richiusi il quaderno e lo riposi nella borsa, insieme alla penna... poi presi dalla rastrelliera il trolley di vernice bianca, lo posai a terra e lentamente mi avviai verso la porta centrale, proprio mentre il treno si fermava ed apriva le porte.
La stazione centrale di Capomazda era una struttura moderna in ferro e vetro, un’umanità disparata correva su e giù per i binari, si accalcava, premeva contro le barriere...
io, con la borsa sulla spalla e trainando il trolley, mi diressi verso l’uscita.
Avevo quasi raggiunto l’ampio e luminoso atrio che dava sull’esterno, quando qualcosa attrasse la mia attenzione... diversi giornali erano appesi di fronte ad un’edicola, e su di essi campeggiava un’immagine ed un titolo a caratteri cubitali... il mio sguardo fu attratto da alcune parole... “mistero”, “morte sospetta ed inspiegabile”... e poi un nome... un nome che, da solo, bastò a bloccarmi dov’ero...
“Me ne dà uno, per favore?” dissi, avvicinandomi alla donna nel chioschetto ed accennando ai giornali “Quanto le devo? Ecco a lei! Grazie... buona giornata...”
E, con il giornale tra le mani, mi allontanai in fretta.
Guisgard
06-05-2013, 03.07.11
Elisabeth arrivò così presso il suo studio.
Ma subito uno degli infermieri le si avvicinò.
“Dottoressa...” disse “... so che non ama ricevere visite prima di cominciare il suo turno... ma quei due visitatori... credono abbiano fatto pressioni per essere ricevuti da lei. Probabilmente hanno avuto permessi speciali dalla Facoltà di Medicina. Ora la stanno attendendo nel suo studio, dottoressa.” L'infermiere aprì di poco la porta ed Elisabeth vide due uomini seduti ad aspettarla.
Indossavano abiti eleganti, con giacca e cravatta e avevano occhiali scuri che sembravano celare qualcosa di enigmatico.
Guisgard
06-05-2013, 03.12.23
Così, Altea e Josephine si diressero verso villa di quell'amica di famiglia.
Tuttavia il tragitto per raggiungerla fu un po' più lungo del previsto.
Infatti Città di Capomazda era quasi bloccata dal traffico e molte strade principali erano state praticamente chiuse alla circolazione.
Il taxi così cominciò a prendere scorciatoie, tagliando in stretti vicoletti, quartieri secondari, fino a raggiungere l'asse tangenziale mediana, la velocissima strada che percorreva la periferia Nord di Capomazda e la metteva in comunicazione con le più importanti città dello stato.
Alla fine arrivarono alla villa.
Allora le due bussarono e subito le accolse quell'amica di famiglia, invitandole ad entrare.
La donna era Julien, una psicologa in pensione e si mostrò subito molto cordiale ed affettuosa con le sue due ospiti.
Guisgard
06-05-2013, 05.19.55
Talia raggiunse così l'uscita della stazione, leggendo quel giornale appena preso.
E la prima pagina pubblicava un articolo dal titolo “Misteri e leggende attorno alla morte di Robert de' Taddei”:
“Improvvisa e misteriosa morte dell'industriale Robert de' Taddei, proprietario della Taddei Corporetion.
Il multimiliardario è stato trovato senza vita nei suoi uffici dell'Empire state of Afra, il grattacielo che ospita gli studi delle sue industrie. Secondo notizie ufficiali, rilasciate dai suoi portavoce, l'uomo sarebbe deceduto per cause naturali, anche se da alcune fonti non ufficiali trapela lo stupore dei medici circa le reali cause del decesso.
Pare infatti che uno degli addetti alle pulizie, trovandosi presso gli uffici verso l'ora della morte, abbia dichiarato di aver visto il corpo dell'industriale in condizioni indescrivibili. Dalle testuali parole dell'addetto alle pulizie riportiamo che Robert de' Taddei <<appariva con l'espressione e i tratti stravolti, come se qualcosa di orribile lo avesse spaventato a tal punto da fargli perdere il senno prima e la vita poi.>>
Da alcune anticipazioni sui risultati dell'autopsia, che sarà resa pubblica tra pochi giorni, sembrerebbe che il referto trovi inspiegabile il decesso. Gli organi del multimiliardario sembrerebbero alterati nel loro funzionamento chimico e biologico. Come se i suoi organi interni avessero improvvisamente cessato di funzionare, causandogli un decesso innaturale ed inspiegabile.
Queste ipotesi, ancora del tutto da verificare, hanno però scatenato le reazioni, spesso non senza eccessi di fanatismo, da parte di molti che vedono in questa morte un ritorno di antichi fantasmi e spettri dal passato. Il decesso del noto industriale ha infatti riesumato tutta la superstizione che aleggia nella nostra società, facendo ritornare così Capomazda nel bel mezzo dei secoli bui, a caccia di streghe e demoni.”
Alzai distrattamente lo sguardo, per osservare l'uomo che aveva parlato.
Mi resi conto di quanto credesse di essere divertente, ma i tipi come lui mi irritavano e basta.
Tuttavia, aveva cercato di farmi un complimento, e non potevo starmene lì a guardarlo con quel l'aria di sufficienza.
"...E traviare la popolazione, facendogli credere che le piramidi le hanno costruite gli alieni, o che i giganti hanno deposto i megaliti di Baalbek? C'è davvero gente che guarda quella roba?" Dissi, senza trattenere il mio disprezzo.
Detestavo quelle infiltrazioni giornalistiche nel mondo accademico.
Lasciai così la cattedra, mi avvicinai e strinsi vigorosamente la mano che mi porgeva.
"No, la televisione non fa per me, sono un topo da biblioteca...Clio Lester.. Piacere di conoscerla... Sono lieta che non si sia annoiato... Deve aver avuto dei pessimi maestri all'università, o scelto una strada che non le apparteneva, il sapere non dovrebbe mai annoiare." Sorrisi, un sorriso freddo, di circostanza.
"...Dicevate di aver bisogno di un Cicerone..".
E, mentre stavo per rispondergli che la mia copia delle catilinarie era rimasta a casa, compresi il significato profondo di quella frase.
Essere immersi negli studi a volte fa perdere di vista i modi di dire, e si è tentati di prendere tutto alla lettera.
"....Oh, ha bisogno di qualcuno che le faccia da Cicerone, certo... Il professor Asevol, eh.. Filologia capomazdese, se non mi sbaglio..".
Un sorrisetto ironico mi si dipinse sul volto.
I soliti filologi, certo... Che cos'è la storia sociale se non lo studio degli usi e dei costumi... Tanto varrebbe chiamarla "storia delle tradizioni paesane"....
Tuttavia, il solo fatto che quel tipo avesse deciso di documentarsi denotava buona volontà, dote assai rara da trovare.
In più, essendo l'ultima arrivata, per lo più straniera, non potevo certo mettere in discussione il parere di un professore così stimato.
"...Dunque... Non so se posso davvero esserle utile, ma farò del mio meglio..." Sorrisi, nuovamente "...così le eviterò di dar vita ad un... Come l'ha chiamato? Un polpettone.. Di quelli che mi fanno venire la pelle d'oca per come parlano del mondo classico.. Ma la avverto, non so che cosa le abbiano raccontato dei miei studi.. Io mi occupo di storia socio-religiosa.. Al massimo di mitologia... Non di usi e costumi...." Mi fermai prima di spiegare nel dettaglio il mio campo di studi, rischiando di annoiare quel pover uomo.
"...beh, non importa..." Guardai l'orologio, potevo concedermi una pausa prima di tornare al lavoro.
"..Che ne dice di una razza di caffè? Così mi spiegherà di che cosa tratta questo non-polpettone..." Dissi con un sorriso cordiale.
Altea
06-05-2013, 16.02.01
Julien, l'amica di zia Margareth,ci aprì cordialmente la porta e ci fece accomodare.
Aveva un volto allegro e cordiale e un modo di fare rassicurante..non per niente era una famosa psicologa e subito mi sentii a mio agio in quella grande casa e soprattutto in quella grande città.."Grazie per l'ospitalità" esclamai stanca, appoggiando a terra i bagagli "Non immaginavo Capomazda fosse così caotica, Oxford, nonostante sia popolata da molti studenti, è così lineare e ci si può perfino muovere in bicicletta tranquillamente volendo."
Entrai nella mia stanza, io e Josephine avevamo due grandi stanze separate ma comunicanti con una piccola porta.
Iniziai a disfare le valige, riposi meticolosamente i miei oggetti personali e i libri di studio, i vestiti nel grande e antico armadio stile barocco, presi una lettera e due tomi e li appoggiai sullo scrittoio.
Guardavo la stanza e fuori la finestra, fuori vi era la modernità ma in quella camera come in tutta la casa si viveva un profumo di antichità che non dava senso di oppressione ma di bellezza, accarezzai le fresche tende di seta profumate leggermente di lavanda e i drappeggi damascati.
Fummo chiamate per un the, ci sedemmo su un tavolino ben imbandito di dolci e Julien ci guardava sorridendo, doveva essere felice...la zia mi aveva raccontato si era sentita piuttosto sola dopo la morte del marito, il quale era capomazdese.
"Mrs Julien, avrei bisogno di una cortesia..nonostante sono appena arrivata dovrei recarmi alla Università Cattolica. Devo consegnare a un professore, amico del professor Parker, una sua lettera dove è spiegato il percorso di studi che dovrei seguire, dalla storia Capomazdese alla guerra con Santa Agatha di Gothia, la storia di Tylesia e i Miti sul Fiore Azzurro e la Gioia dei Taddei e altro ancora. In tal modo potrò iniziare subito col mio piano di studi. Vorrei anche consegnarli i due tomi che sono stati rinvenuti nella biblioteca di casa mia" e ricordai le parole di mio padre...
"Non so il motivo ma qualcosa ci lega a quelle Terre...due nostre antenate, che portavano il tuo nome, furono sia a Tylesia che a Santa Agata di Gothia e Capomazda..come narra uno storico della nostra famiglia in questi tomi".
Mi sembrava di vederlo con il sigaro in bocca e la lente mentre osservava i suoi documenti storici e i suoi reperti.."Inoltre tra i vecchi cimeli di famiglia si tramanda da generazioni..questa collana con un rubino rosso, chissà di che epoca possa essere, deve andare alla primogenita della famiglia come vuole la tradizione...e noi Inglesi teniamo a preservare le nostre tradizioni quindi ora è tua."
Mi destai e chiesi quindi a Julien se ellla o qualcuno avrebbe potuto accompagnarmi alla Università.
elisabeth
06-05-2013, 17.37.35
Alberto l'infermiere di turno quella mattina, smorzo un pochino il mio animo giulivo.....due uomini...." lo sai Alberto che desidero pace prima di ogni intervento......ma a quanto pare...questa mattina e' un giorno particolare.....andiamo a vedere questi due tizzi mandati dall' Universita'.....immagino.....qualche richiesta per il passaggio d'esame di qualcuno.....!...."...scortata da Alberto mi introdusse in una stanza....dove riuscii a vedere i due uomini.......potei osservarli senza essere vista Alberto aveva aperto la porta giusto quanto bastasse perche' io li vedessi.....rimasi ammutolita, si certo gentil'uomini ....ma l'abito non fa sempre il monaco, e quei due, non mi sembravano monaci......" Grazie....chiamami tra una mezz'ora......oggi e' una giornata pesante e i miei bimbi non possono aspettare....cosi' entrai nella stanza....l'aria condizionata mi sembro' piu' forte del solito in quel momento...." Buongiorno sono la Dottoressa Elisabeth Jebel......a cosa devo la vostra visita, problemi all' Univerista'?......ho bocciato agli esami qualcuno che non dovevo ?......" spostai una sedia emi sedetti al tavolo perfettamente rotondo.....dando modo anche a loro di decidere se sedersi oppureno,molte volte ero stata li' a parlare con dei genitori a cui non avrei voluto mai dire neanche una parola.....ed ora...ero io, che mi sentivo in ansia per quella presenza, anche se gli spillini sulle loro giacche ...mi dicevano molto.....
Guisgard
06-05-2013, 21.19.02
“Un caffè...” disse Luke a Clio “... un caffè? Ma qui a Capomazda vi è una parola magica che apre ogni porta...” sorrise “... pizza!”
Poco dopo si ritrovarono in una piccola pizzeria all'interno di una viuzza di fronte l'ingresso dell'università.
“Quindi si occupa dell'aspetto religioso...” fece Luke mentre mangiavano “... ora capisco il perchè su quel mito di Morfeo a Sant'Agata di Gothia... dunque si tratterebbe di un simbolo o qualcosa del genere, vero? Intendo...” sorseggiando una birra “... forse la diffusione anomala di quel culto, in quel contesto, in un certo periodo storico, può far pensare ad altro... non so... magari che qualcuno ha procurato veleni e sieri in grado di causare morti apparenti o qualche altro tipo di coma profondo...” rise “... so a cosa pensa... non faccio il verso a quei programmi sugli alieni o sui satanisti... ma, come detto, faccio il fumettista e quindi un po' di mistero da sapore a quel piatto, facendolo diventare più saporito del solito polpettone...” rise ancora “... e a proposito di mistero...” e mise sul tavolo una copia del giornale di oggi, facendo notare a Clio l'articolo sulla misteriosa morte di Robert de' Taddei.
Guisgard
06-05-2013, 21.32.43
Julien annuì a quelle parole di Altea.
“Vi accompagnerò io stessa all'università” disse “ma temo che ora non sia possibile. Venendo qui avrete di certo notato come in città domini un certo caos. E' a causa dei funerali di un noto industriale morto improvvisamente. La Taddei Corporation, la società a cui fanno capo tutte le industrie della famiglia Taddei, controlla praticamente tutto qui e sovvenziona anche l'Università Cattolica, che è privata e legata ad alcune società che detengono azioni della Taddei Corporation. Quindi ci toccherà aspettare che si tranquillizzi la situazione in città.”
Guisgard
06-05-2013, 21.41.16
“Buongiorno a lei, dottoressa.” Disse uno dei due uomini ad Elisabeth. “In verità all'università ci hanno solo indicato il suo nome. Del resto è bastato controllare il suo curriculum.”
“Lei è un luminare nel suo campo.” Intervenne l'altro. “Sappiamo di riconoscimenti, attestati, persino una citazione a Stoccolma per il Nobel. Per questo siamo qui, dottoressa. I suoi studi sugli sviluppi possibili del cervello umano in determinate condizioni hanno rivoltato come un guanto l'intero ambiente accademico e le sue convinzioni. Lei non ama i conservatori nel suo campo e la pensa dunque esattamente come colui che ci ha inviato da lei...”
Altea
06-05-2013, 21.52.28
Annuii..."Non ci sono problemi per me Mrs. Julien, potrò aspettare. Dunque la famiglia Taddei ha ancora una certa influenza su Capomazda, mi auguro ci saranno dei successori degni di questo uomo, ecco perchè la citta era in fermento...e chissà Josephine se hanno pure degli eredi facoltosi della nostra età" e feci l'occhiolino alla mia amica che a quelle parole si risvegliò dal suo torpore e sorrisi.
Mi alzai e andai a sdraiarmi sul letto...mi sentivo stanca, ma aprii uno di quei tomi che mi ero portato da casa e iniziai a leggerlo svogliatamente finchè non mi addormentai lentamente.
Sorrisi, al tentativo di Luke di dare un po' di sapore al piatto.
"...si beh.. Quella è stata la mia tesi di laurea.. E, sinceramente, la faccenda mi sembra già abbastanza affascinante e misteriosa così com'è senza bisogno di inventare.." Tagliai una fetta di quella pizza squisita "...perché, infondo, non è tanto quello che sappiamo, ma quello che non sappiamo ad essere così interessante... Non è un simbolo, ma un vero e proprio amuleto.. Come quelli che si portavano al collo in tempi antichi... E che in un ambiente laicista, materialista e chi più ne ha più ne metta come Sygma qualcuno abbia trovato le risposte nella religione dei padri mi sembra già intrigante... Per non parlare dell'ipotesi contraria... Si immagina cosa sarebbe successo se fosse appartenuto ad un nobile capomazdese?".
I miei occhi brillavano, e, nella foga di parlare della mia ricerca ero rimasta con la forchetta in mano, con un pezzo di pizza arrotolato sopra.
"...mi scusi, tendo a farmi trasportare...".
Poi, buttai l'occhio distrattamente sul giornale.
"...si, ho letto stamattina... Un Taddeo morto... Come farà Capomazda adesso? Vi metterete tutti a lutto per una settimana..." Dissi, con un sorriso ironico.
"... Non era questo che voleva farmi notare, immagino..." Dissi prendendo un sorso di birra.
"...il mistero... Già.. Il terrore nei suoi occhi... E di questo che mi dice? .. La maledizione dei Taddei è tornata alla riscossa?" Ridendo.
Talia
07-05-2013, 01.45.39
Finendo di leggere quell’articolo, uscii per strada.
Il caos era frenetico in città, e maggiormente proprio a quell’ora di punta... e tuttavia lo notai appena... le automobili e gli autobus si accalcavano nell’ampia piazza davanti alla stazione, c’era gente che chiamava, gente che attendeva, gente che correva e si affaccendava... io notai un taxi fermo a poca distanza da me, mi avvicinai dunque e dissi all’uomo di occuparsi del mio bagaglio, poi salii in auto.
Rilessi in fretta l’articolo... più e più volte... riflettendo...
quel nome mi aveva colpita...
mi aveva colpita inconsciamente ed ora stavo cercando di rammentare perché...
rammentavo quella vecchia leggenda di cui avevo letto...
si, quella leggenda che parlava di antiche maledizioni...
ed il nome di quella famiglia era ricorrente in quelle leggende...
sì, molto ricorrente...
rilessi quelle allusioni a quella strana morte...
una morte strana... si sarebbe detto quasi che fosse morto di paura...
Rilessi l’articolo ancora e ancora, mentre il taxi percorreva lento la città... non guardai mai fuori dal finestrino, neanche una volta, e sollevai gli occhi solo quando l’uomo al volante mi informò che eravamo giunti all’indirizzo che gli avevo fornito...
Scesi di macchina, dunque, e mi guardai intorno...
ero in un quartiere residenziale, vagamente silenzioso e tranquillo, molto diverso dal centro città, e davanti a me si dipanava una fila di case tutte simili, dall’aspetto lindo, candido e semplice...
quella casa era stata un prestito: era appartenuta alla madre di Carl, il mio editore... quando ero andata da lui a chiedergli di prestarmela perché volevo partire, avevo creduto avrebbe dato in escandescenze... non capiva perché volevo partire e non potevo scrivere, non capiva il senso di quella fuga... ma alla fine lo avevo convinto e aveva acconsentito a darmi le chiavi.
La mia mente, tuttavia, in quel momento era altrove...
spulciando il giornale, infatti, in taxi, avevo scoperto ciò che cercavo in un annuncetto in una delle ultima pagine...
“Può aspettarmi per qualche minuto, per favore?” domandai, quindi, al tassista.
L’uomo annuì ed io corsi in casa, dunque, e lasciai lì il trolley... cercai un specchio e mi sistemai, poi presi al volo una giacca scura, gli occhiali da sole e la borsa, prima di correre di nuovo fuori...
qui trovai di nuovo il taxi ad attendermi e salii a bordo, fornendo all’uomo il nuovo indirizzo.
Sul giornale, infatti, nell’ultima pagina, quella dei necrologi, avevo letto che proprio quel giorno ci sarebbe stato l’estremo saluto a Robert de’ Taddei ed in un attimo avevo deciso di andarci... non sapevo perché ma volevo andare al cimitero: ero curiosa. Forse perché c’era qualche cosa in quell’articolo che avevo letto che mi aveva colpita, e che non mi quadrava... forse solo perché ero suggestionata da quelle antiche storie...
eppure di una cosa ero certa: volevo andare al cimitero e vedere... sì, io volevo vedere chi avrebbe partecipato a quel funerale...
Guisgard
07-05-2013, 03.02.21
L'aria si era fatta più fresca di colpo e sul cimitero era calato un cupo silenzio.
Talia entrò e si trovò davanti una statua di un Angelo che sovrastava una nicchia dall'aria molto antica.
“Agape, hai creduto in Cristo, vivrai in Dio.” Vi era inciso sulla nicchia.
Poco distante vide poi una nutrita fila di persone.
Si avviavano verso la chiesa del cimitero.
Una macchina lussuosa e con una vistosa ghirlanda le fece comprendere che si trattava del funerale dell'industriale morto.
Era quasi impossibile avvicinarsi oltre, data la folta presenza di persone che affollavano il piccolo spiazzo antistante la chiesa.
Da lontano il sacerdote cominciò a celebrare la messa.
Ma durante l'Eucarestia una voce si alzò dai presenti.
“Come fate” disse “ad essere così cechi? Non capite che nonostante gli sforzi fatti, tutto sta andando nel medesimo modo?”
Cercarono di farlo tacere, ma senza riuscirci.
“La storia si ripete e noi ne siamo schiavi.” Continuò. “Anche Robert de' Taddei l'aveva compreso, ma non è riuscito a farci nulla. Le leggende che fosse stata sconfitto, che si trattasse solo di un antico mito sono state tutte smentite... e oggi piangiamo una nuova vittima...”
La Messa allora si concluse col sacerdote che impartì sui presenti la Solenne Benedizione.
Molte persone si avvicinarono per dare l'ultimo saluto alla tomba dell'industriale.
Ma poi quella voce tornò a mischiarsi alla folla.
“Ora ne è rimasto un altro.” Fece. “Un'ultima vittima e poi non resterà più nessuno dei Taddei. E' tutto vero... la maledizione non è stata vinta... ci hanno raccontato una storia che aveva bisogno di un lieto fine... di un finale che dipingesse i Taddei come invincibili... ma non lo sono... e stavolta non accetteremo nessun finale di circostanza...”
Poi, prima che la bara fosse calata nel terreno, prese la parola l'amministratore delegato della Taddei Corporation, Saome Tondo.
“Oggi ci troviamo ad attraversare un lungo tunnel, amici miei...” disse “... l'improvvisa morte del signor Taddei ci ha lasciati tutti senza più la nostra guida... senza la colonna più alta e robusta della nostra grande famiglia... eppure so... si, lo so... che egli non soffrirebbe nel vederci così. Questa società è il frutto della sua intelligenza, della forza, della sua determinazione. Ed il modo migliore per tenerlo in vita... l'unico veramente giusto, è quello di continuare ciò che lui ha cominciato e definito. Continuare a tenere alto il nome della Taddei Corporation. E noi tutti, insieme, ci riusciremo.”
“Raccontateci la verità!” Ancora quella voce tra la folla. “La verità!”
Alla fine, identificato colui che continuava a proclamare queste cose, fu allontanato da alcuni agenti addetti alla sicurezza.
Talia vide così quell'uomo che veniva portato via dagli agenti.
Portato via insieme a quelle sue strane parole proclamate al vento.
Guisgard
07-05-2013, 03.24.44
“Bingo.” Disse Luke a Clio. “Era lì che volevo portarla. La Gioia dei Taddei. Non le sembra il titolo ideale per una saga gotica di fumetti? Io credo sia perfetta.” Sorrise. “Non importa se sia reale o meno, ciò che conta è che la Gioia dei Taddei sia spettacolare, fuori dall'ordinario, epica e roba simile. Questo il pubblico vuole. E noi questo gli daremo.” Sorseggiò altra birra. “Cosa ne dice? Cominciamo da qui? Dalla terribile Gioia dei Taddei? Magari le sembrerà cinico, lo so, ma del resto bisogna attirare il pubblico... io direi di sfruttare questa nuova moda sui miti e sulle leggende di questo paese... soprattutto ora che è morto proprio un altro dei Taddei... bisogna battere il ferro finchè è caldo.” La fissò. “Cosa ne dice? Andiamo a caccia di materiale e tradizioni sulla Gioia dei Taddei?”
Guisgard
07-05-2013, 05.03.14
Poco dopo Altea si svegliò.
Trovò Josephine accanto al suo letto, su un divanetto, intenta a leggere un libro.
“Ben svegliata.” Disse accorgendosi del suo risveglio. “Julien è nel suo studio con un paziente. Ha detto che dopo questo appuntamento ci avrebbe accompagnate in facoltà.” Chiuse il libro. “Che strana cosa la psicoanalisi, non trovi? Parlare parlare... parlare fino a stare male, con l'intento di stare poi meglio... mi chiedo che senso ha rinvangare il passato se ormai è andato... mah...” ad un tratto si udirono dei rumori “... forse sarà finita la seduta... vieni, andiamo a vedere se Julien ora è libera...” e senza attendere altro, Josephine prese per mano Altea e la trascinò fino al pianterreno, davanti alla porta dello studio di Julien.
Ma da quella porta uscì qualcuno.
Doveva trattarsi del paziente.
Era uno strano ed inquietante individuo.
E appena uscito dallo studio si voltò verso le scale, come se avesse avvertito la presenza di Altea e di Josephine.
“Dovete stare attente, amiche mie...” fissandole con i suoi enigmatici occhi “... le strade sono piene di gente, ma solo per un funerale... e si dice che la morte non venga mai per un solo uomo...” restò a guardarle per un po' e poi rise.
Una risata agghiacciante, delirante con un che di visionario e sfuggente.
E andò via.
Un attimo dopo, Julien uscì dal suo studio.
Ma il volto di quell'inquietante uomo era ancora impresso nelle menti di Altea e di Josephine.
http://2.bp.blogspot.com/_mpBGa4P5jUo/TB9s1Zbrh0I/AAAAAAAAEug/ir3Hkt7IfKc/s1600/losthighway1.jpg
elisabeth
07-05-2013, 09.38.47
Fissai l'uomo che mi aveva parlato...erano rimasti rigorosamente in piedi......" Sapete tutto di me...o almeno cio' che il mondo accademico conosce, ma so che sapete molto di piu'...ho trovato una lettera sulla mia scrivania.....aveva la stessa calligrafia di un tempo...quante litigate con Liam....lui non riteneva possibile che una donna potesse essere Massone.....gia' era una prerogativa maschile...di rito diceva lui......chiacchiere dico io.....voi siete maestri e lo leggo dai vostri spillini e oggi siete qui da me......allora penso che il caro buon Fratello Liam abbia bisogno diciamo .....di quella sensorialita' femminile...ache al mondo maschile manca......la dualita'....ho sempre pensato che l'uomo e la donna si completano..ed e' in visione di questo.....che il mondo si svela.......ditemi adesso cosa posso fare per Lui.....il dovere mi aspetta e non posso tardare oltre.....".......Liam...lo avevo conosciuto tanti anni fa..prima all'universita' poi c'eravamo persi di vista.....e da adulti ..c'eravamo urtati ad un caffe' di Firenze.......e da li' non ci eravamo piu' persi di vista ......passavamo serate intere a parlare del nostro mondo....nascosto......poi alla fine ci rendevamo conto che uno aveva bisogno dell'altro......e a quanto pareva i due Signori erano li' per dirmi qualcosa che non potesse essere ne scritto....ne passato attraverso fili e computer o telefoni........la vecchia e meravigliosa voce.......
Guardai l'uomo di sottecchi, mentre un'espressione corrucciata mi si dipinse sul volto.
"..La Gioia dei Taddei? Lei è venuto da me per questo?" Sorrisi, distogliendo lo sguardo.
"... Il professore deve avere un gran senso dell'umorismo... Con tutti gli studenti, gli assistenti, i ricercatori che ci sono di storia capomazdese l'hanno mandata da una studiosa di storia romana.. Perché non l'hanno indirizzata dalla dottoressa Morin? È lei l'esperta..." Scossi la testa.
Decisamente, il professore doveva avere una grande considerazione dei miei studi.
Ma mentre sorseggiavo l'ultimo sorso di birra, il mio sguardo si perse in un punto lontano, così come la mia mente.
Aprii la porta con la stessa trepidazione di sempre.
Rammentai per un momento la tensione dei primi anni, quando varcare quella soglia era per me come affrontare la macchina della verità.
Sarei davvero stata all'altezza?
Bussai alla porta aperta nel corridoio.
C'era sempre uno strano profumo in quel corridoio ormai così familiare.
"...Si può? Buongiorno..." Dissi piano, non vedendo nessuno.
"...Ah è lei, Buongiorno, entri..." Disse una donna piuttosto giovane, dal sorriso cordiale "...Si accomodi, Clio..".
"...Grazie, Professoressa..." Prendendo posto.
"...Allora, come si sente?"
Un sorriso mi illuminò il viso.
"...lo sa, vero che questo non è che l'inizio?"
"...certo, certo.. Ma sono felice di aver avuto una possibilità..."
"...Non la sprecherà, ne sono sicura..." Si lasciò scappare la professoressa.
"..il suo progetto di ricerca mi sembra interessante, ma anche ambizioso..."
"..lo so, potrei cercare per anni senza trovare nulla..."
"...quello non è importante.." Disse muovendo distrattamente la mano "..non deve per forza esserci qualcosa.. Potrebbe trovare prove per dire che non esisteva nulla di quel tipo.."
"...naturalmente...".
La professoressa mi guardò e sorrise.
"...Allora, da dove ha pensato di iniziare?"
Sgranai gli occhi. Era passata solo una settimana dalla notizia della mia ammissione al dottorato.
"...io.. Non lo so..." Balbettai.
"...ottimo, che ne dice di Capomazda?".
Sgranai gli occhi ancor di più, doveva avermi confuso con qualcun altra, anche se mi sembrava impossibile. Già era stato stravagante studiare Sant'Agata di Gothia, ma adesso, si stava esagerando.
"..Capomazda? La roccaforte del cattolicesimo più intransigente? Non credo che..."
"...il cattolicesimo non è esistito da sempre, o sbaglio?" Mi interruppe, alzando gli occhi per lanciarmi un'occhiata divertita.
"...No, ovviamente..." Mentre una strana luce si accendeva nel mio sguardo.
"...esatto.. Buon lavoro...".
Poco tempo dopo mi avevano informato dell'invito a Capomazda, tra presentazioni e convegni avevo perso il filo della ricerca.
E non avevo fatto grandi progressi per la mia tesi.
Guardai il fumettista con uno sguardo diverso, quasi a volerlo studiare, mentre la mia mente volava in collegamenti e supposizioni.
Infondo, pensai, perché no?
Capii immediatamente che non era stata una gentilezza nei miei confronti appiopparmi quell'incarico, ma avrei sfruttato la situazione a mio favore.
Del resto, non si dice forse che nulla avviene per caso?
"...E sia.." Dissi battendo il palmo della mano sul tavolo "..la aiuterò... Ma la avverto, sarà una ricerca anche per me... Ho come l'impressione che all'università abbiano fatto un po' da scarica barile.. Si dice così?" Sorridendo "...ad ogni modo, se vuole ancora il mio aiuto, possiamo cominciare anche domani...".
Guardai l'ora dal display del cellulare.
".. Ora peró dovrei andare... Si sta facendo tardi, e ho ancora del lavoro da fare... Oltre ad un micio tutto solo che starà facendo impazzire i miei vicini di casa...".
Presi l'agenda dalla borsa e osservai le pagine per qualche istante.
"...facciamo domani alle nove in punto davanti alla biblioteca di Storia Capomazdese? Sa dov'è?".
Altea
07-05-2013, 15.31.08
Il volto ma soprattutto l'espressione e il sorriso di quell' uomo era agghiacciante ma rimasi attonita alle sue parole...che senso avevano? Era una sorta di premonizione o solo le parole di uno psicopatico?
Lo vidi uscire e Julien si affacciò alla porta...ancora scossa chiesi informazioni su quell' uomo "Mrs Julien, lo so che vige il vostro segreto professionale, ma avete udito le parole di quell' uomo rivolte a noi? Cosa intendeva dire?".
Guisgard
07-05-2013, 17.19.29
“Si, così il professor Asevol mi ha parlato di lei...” disse Luke a Clio “... come un'esperta di Storia Antica. In verità io non sono molto ferrato e quindi faccio confusione se mi si chiede di distinguere Romani da Greci, Egizi da Babilonesi o da Hittiti... spero di aver messo l'accento al punto giusto...” sorrise “... perciò tutto ciò che è antico per me va messo nella stessa scatola. Anzi, il mio mestiere mi ha insegnato che più roba metto in quella scatola, più la gente ne è attratta. E poi è stata la notizia della morte improvvisa e misteriosa di Robert de' Taddei ad avermi dato l'idea di studiare quell'antico mito. Rifletta... e non da storica, ma da lettrice di fumetti, magari...” le fece l'occhiolino “... una stirpe maledetta... ricca, famosa eppure con un segreto inconfessabile... cosa li perseguita da secoli? L'odio di chi detesta la loro ambizione, o forse qualcosa di oscuro?” Sorrise. “La gente impazzirà. E forse dopo queste nostre ricerche, anche lei diventerà una lettrice accanita di fumetti.” Di nuovo le fece l'occhiolino. “Allora domani davanti alla biblioteca. Così comincerò a fare pratica... trovare una biblioteca e poi il mistero di un'antica maledizione.” Pagò il conto e si alzò. “Domani mi troverà là. Ad attenderla impaziente.” E andò via.
Guisgard
07-05-2013, 17.50.41
“Conosciamo la persona di cui parla, dottoressa...” disse uno dei due ad Elisabeth “... tuttavia non è stato lui ad inviarci qui oggi.”
“Molte cose” fece l'altro “stanno cambiando, dottoressa. Il mondo sta mutando velocemente e bisogna sapersi adattare. E' prerogativa delle menti superiori leggere con anticipo le svolte che si approssimano. Questo ci differenzia dagli animali e dagli esseri inferiori. E questo permetterà di definire la nuova gerarchia umana. Si, noi conosciamo molto di lei. E ancora più cose conosce colui che ci ha inviato. Ma non le spargerà ai quattro venti, stia certa.”
“Però lei oggi non terminerà le sue mansioni qui.” Fissandola il primo dei due. “Deve seguirci subito. C'è una macchina giù che ci sta aspettando. Non abbiate pensieri. Vi riaccompagneremo qui molto presto. Ora, direi che possiamo andare. Ci segua, prego...” e le fece cenno di andare con loro.
Guisgard
07-05-2013, 18.09.34
Altea notò lo sguardo di Julien quando uscì dalla stanza.
Era come assente, quasi apatico.
Restò a fissarla per un po'.
“Parole...” disse quasi distratta “... ah, parli di quel paziente... è... è un uomo d'affari... ma soffre di una forte... si, di una forte depressione... e di allucinazioni... è in cura qui da pochi giorni... è un percorso lungo il suo...” restò poi per un po' in silenzio e allora Josephine guardò Altea.
Nei suoi occhi c'era una strana meraviglia.
Infatti Julien era sembrata strana anche a lei e non solo ad Altea.
“Ora...” continuò Julien “... ora... credo che mi occorra un caffè... o un tè caldo...” e senza aggiungere altro andò in cucina.
“Non trovi che sia molto strana oggi?” Chiese Josephine ad Altea. "Sembra quasi lei il paziente..."
Altea
07-05-2013, 18.33.33
Seguii Julien e la vidi prepararsi un caffè...aveva ragione Josephine, il volto era assente e tormentato..che mai sarà successo? Aveva perso il radioso sorriso di prima, speravo solo di non vedere di nuovo quell'uomo.
Cercai di smorzare il tono freddo..."Vi sentite bene per portarmi alla Università? Oppure possiamo rimandare a domani mattina..vi vedo piuttosto stanca Mrs. Julien".
Presi il giornale che stava sopra il tavolo e lessi l'articolo riguardante la morte di Robert dè Taddei...un fatto sconvolgente, per fortuna avevo imparato un pò di capomazdese.
Ma quindi...la morte di quell'uomo era un mistero..e mi tornò in mente la Gioia dei Taddei...ricordando che ciò che dava Gioia creava per loro invece la morte dell' animo..cosa strana.
Presi un pò del caffè avanzato nella caffettiera da Julien e lo bevvi in un sorso solo cercando di dimenticare il fatto appena accaduto.
Guardai l'uomo allontanarsi tra la folla.
Restai seduta ancora per un secondo, poi, mi alzai a mia volta e mi avviai verso la vicina stazione della metropolitana.
Mi coprii la testa col mio inseparabile berretto e sotto ci nascosi un paio di grosse cuffie che avevano il pregio di isolarmi dal resto del mondo.
Dopo poche fermate, riemersi in superficie, in un quartiere residenziale, fatto di alti casermoni ma con abbastanza verde perchè la vista non fosse delle peggiori.
Era tutto quello che potevo permettermi.
Ma, almeno, era una casa tutta mia.
Girai le chiavi nel portone, senza pensare a quei gesti già automatizzati, salii le scale quasi di corsa e mi ritrovai sul pianerottolo del terzo piano.
Un mesto miagolio mi salutò da dietro la porta scura, facendomi sorridere.
Ma fu qualcos altro ad attirare la mia attenzione.
Davanti alla porta c'era un grosso pacco, imballato come se provenisse da lontano.
Mi chiesi cosa fosse e chi l'avesse portato lì.
La seconda domanda fu facile da risolvere: un bilgietto del portiere mi informava di averla lasciata lì in mattinata, dopo averla ritirata dal corriere.
Un dettaglio attirò la mia attenzione, un nome, una marca.
"..Dimmi che non è quello che penso.." sussurrai in preda all'eccitazione.
Aprii la porta di casa e spinsi dentro il misterioso pacco.
"..Ma ciao.. ma ciao bel musetto.." risposi dopo che un elegante gatto nero mi aveva salutato con un sonoro miagolio.
"..Si, si.. adesso arrivo..".
Diedi da mangiare al gatto e tornai ad esaminare il mio "regalo".
Scartai piano piano.
Per poco non mi misi ad urlare. Non poteva essere vero.
C'era anche un bigliettto.
"...Oh, ma tu sei un mito.." commentai ad alta voce.
Mi ripromisi di telefonare immediatamente al mio maestro per ringraziarlo.
Certo, gli avevo scritto che avevo smesso di allenarmi perchè era difficile trovare un corso della mia specialità, ma da qui a spedirmi un sacco per allenarmi a casa, c'erano delle vie di mezzo.
"..E io dove lo metto adesso?" dissi guardandomi attorno.
Dopo pochi minuti l'avevo sistemato in un angolo tranquillo del salotto, rivoluzionando un poco la disposizione della stanza.
Guardai per un momento il computer abbandonato sulla scrivania, sapevo di avere ancora del lavoro da sbrigare.
Ma, infondo, la serata era ancora lunga.
Mandai un messaggio entusiasta al mio maestro, e uno alla mia migliore amica, dopodichè corsi a cambiarmi.
Passarono pochi minuti ed ero già pronta, pensai per un istante di mettere i guantoni, ma poi pensai che rinforzare le nocche mi avrebbe fatto solo bene.
Passai mezz'ora buona ad allenarmi, colpo dopo colpo, dimenticando problemi e tensioni, cose da fare e scadenze.
Poi, esausta ma soddisfatta, mi concessi una lunga doccia, che eliminò ogni residuo di stanchezza arretrata.
Alle 23.00 ero pronta per lavorare.
Mi misi davanti al computer, e mi alzai dalla sedia soltanto a notte inoltrata.
Il mio adorato micio, intanto, si era raggomitolato sulle mie gambe.
"..andiamo a nanna.. su.." dissi prendendolo in braccio.
Raccolsi in una cartellina tutto il materiale che avevo raccolto, dividendolo per argomento, e poi mi diressi finalmente verso la camera.
Sfinita, mi addormentai, un sonno calmo e senza sogni.
La sveglia trillò, implacabile, alle 7.00 in punto.
Mi alzai, tenendo aperti gli occhi a metà, e mi diressi in cucina controvoglia.
Feci colazione, mi preparai, e dopo poco fui in condizione di uscire.
"..Buonagiornata, tesorino mio..." dissi accarezzando affettuosamente il gatto che mi osservava con grandi occhi gialli.
Alle nove in punto ero in Università, davanti alla biblioteca di Storia Capomazdese.
elisabeth
07-05-2013, 21.16.27
Li guardai.......allibita...." Voi state scherzando......io per mestiere non apro e chiudo la serranda di un negozio...io devo operare e operare dei bambini.......non credo proprio che io vi seguiro' senza aver compiuto il mio lavoro, e se siete menti eccelse capirete bene quale motivo mi spinge a rispondervi cosi'......poi credo che sia anche il caso...che io sappia chi sia il mandante di tutta questa storia......anche se lo ringraziero' di persona per non sventolare ai quattro venti quello che e' il mio privato.......poi dovro' anche avere il tempo di cambiarmi , sono in una tenuta che non penso sia carina per andare in giro...e ora se non vi dispiace, se vi piace la cosa potete attendere qualche ora in questa stanza..caso contrario andate a passeggio con la vostra macchina e passate dopo...sempre se il mandante sia di mio gradimento...."....mi alzai e andai verso la porta.......ma chi diavolo si credevano di essere.....avrei dovuto lasciare tutto per seguire chi ?.....intanto avrei telefonato a Liam....se sapeva qualcosa e non mi aveva detto nulla... me l'avrebbe pagata cara.......misi il piede fuori la porta ......per chiamare Elina....
Guisgard
08-05-2013, 01.48.10
“Professoressa...” disse uno dei due uomini ad Elisabeth “... non è saggio da parte sua far attendere colui che ci ha inviati qui. Di bambini ce ne sono tanti... alcuni muoiono, altri guariscono, molti ancora nascono. Del resto a questo mondo vi sono tanti drammi. E lei è certo troppo intelligente per divenire causa di altre sciagure.” La sua voce suonò cupa.
“Abbiamo conoscenze non solo all'università” intervenne l'altro “ma anche in questo ospedale. Praticamente in questo stesso momento un qualsiasi infermiere o inserviente potrebbe alterare un lavaggio o un'iniezione per uno di quei bambini. Quindi è ragionevole da parte sua seguirci senza fare troppe domande. Non abbiate paura... vi sarà spiegata ogni cosa da chi di dovere. E domani riprenderà tranquillamente il suo lavoro qui.”
“Quindi la preghiamo caldamente di seguirci.” Fece il primo con una voce che suonava quasi perentoria.
Guisgard
08-05-2013, 06.37.09
Clio arrivò così davanti alla porta della biblioteca e quasi nello stesso momento si sentì chiamare.
Vide allora avvicinarsi a lei qualcuno.
Luke era un uomo magro, dal volto scarno e dallo sguardo sveglio.
Capelli pettinati all'indietro, pizzetto nero e ben curato, un cappello vagamente sulle ventitré ed uno zaino sulla spalla.
In mano aveva diversi giornali legati l'uno sull'altro.
“Buongiorno.” Disse sorridendo. “Arrivando ho notato una caffetteria molto caratteristica. E' quella in cui, narra la tradizione, veniva preparata la Sacher per la Granduchessa Conelia. Quindi, anche se ha già fatto colazione, non accetterò rifiuti. Andremo lì ad assaggiare quella torta.” Le fece l'occhiolino. “E nel frattempo le mostrerò i primi risultati della mia ricerca. E ne resterà sorpresa.”
Così, in quella storica caffetteria, Luke mostrò a Clio alcuni articoli che lui aveva raccolto qui e là.
“Il primo a cadere, secondo la leggenda, per colpa della maledizione, fu l'Arciduca Ardeliano.”
Spiegò il fumettista, facendole vedere i vari ritagli di giornali. “In verità ho capito poco circa i motivi, visto che le fonti non sono d'accordo su tutto. Le motivazioni non sono chiarissime... gli Arciduchi muoiono a causa di questa maledizione, ma non si capisce bene se sia legata solo alla sfera amorosa, o anche a quella politica... in pratica... la maledizione mira solo a negare la felicità ai Taddei, o anche a disconoscere le loro pretese su Sygma?” La cameriera servì loro ciò che avevano ordinato. “I ricchi Taddei, oggi industriali di successo, sono comunque i discendenti degli aristocratici duchi che dominarono queste terre dalla tarda antichità fino alle soglie dell'età contemporanea. E la loro dinastia conserva ancora oggi privilegi incomprensibili per molte persone. Possiamo dire che i Taddei sono veri e propri principi. Principi della moderna Capomazda, come lo erano i loro antenati nei secoli passati, sebbene il loro potere oggi ha origini economiche e non più di sangue. E se hanno conservato intatto questo loro potere... avranno alle calcagna ancora il demone che li perseguita da sempre? In pratica non riescono a non avere il pacchetto completo.” Rise. “Comunque la città ora è in fermento. Infatti è atteso l'unico erede di Robert de' Taddei. Suo nipote, nominato dal vecchio industriale suo erede universale. Sarebbe un bel colpo andare nel loro mega palazzo per il pranzo che celebrerà il suo arrivo, vero? Eh, peccato che occorra l'invito ufficiale... e se anche viviamo nel XXI secolo, certi privilegi non sono stati aboliti... e quei privilegi non valgono certo per i fumettisti squattrinati...”
Guisgard
08-05-2013, 06.41.47
“Si, certo...” disse Julien ad Altea “... l'università...” sembrava che pian piano riacquistasse serenità “... datemi solo qualche minuto e vi accompagnerò io... avevo anche fatto una telefonata... ad un vecchio amico... dirige una testata giornalistica... e la madre di Josephine mi aveva parlato della sua passione proprio per la carta stampata...”
“Sta dicendo che...” fissandola Josephine.
“E' solo un'idea la mia...” sorridendo la psicologa “... però ci sono buone possibilità che al giornale abbiano bisogno di una mano... e così...”
“Oh, signora Julien!” Saltando su dalla contentezza Josephine. “Io non so cosa dire! Il mio sogno è proprio quello di entrare un giorno in un grande giornale!”
“Speriamo bene allora.” Sorridendo Julien.
Poco dopo, le tre si recarono in centro, per raggiungere l'università.
Il traffico ed il caos per i funerali dell'industriale erano poco a poco diminuiti e la circolazione riprese a scorrere fluida.
In breve così, Altea, Julien e Josephine, arrivarono all'Università Cattolica.
Talia
08-05-2013, 07.02.18
Il cimitero di Capomaza era un luogo spazioso, monumentale... statue, colonne, sepolcri e cappelle erano sparsi tutt’intorno, ordinati attorno ad ampi viali alberati...
e fu proprio percorrendo il principale viale che vidi quella silenziosa e lenta processione uscire dalla cappella e dirigersi verso i sepolcri...
li seguii in silenzio, dunque, e mi fermai a qualche distanza, appena celata nell’ombra di un’alta colonna...
e da lì, nascosta dietro i miei occhiali neri, potevo vedere tutti gli astanti...
c’erano uomini seri ed eleganti in giacca e cravatta, donne compunte vestite di nero, uomini di chiesa, giovani, anziani...
io scorrevo le facce, ad una ad una, non sapendo bene cosa stavo cercando...
e poi, all’improvviso, quella voce, quelle grida.
Incuriosita, cercai tra la folla il volto dell’uomo che aveva parlato, ma non riuscii ad identificarlo.
La cerimonia funebre riprese, un uomo prese la parola con un discorso carico di tensione e dolore...
e poi, di nuovo, quella voce tornò a farsi sentire...
questa volta, però, l’uomo fu trovato... e non soltanto da me...
“Raccontateci la verità!” Ancora quella voce tra la folla. “La verità!”
Alla fine, identificato colui che continuava a proclamare queste cose, fu allontanato da alcuni agenti addetti alla sicurezza.
Talia vide così quell'uomo che veniva portato via dagli agenti.
Portato via insieme a quelle sue strane parole proclamate al vento.
Lanciai un ultimo sguardo alla bara che veniva calata nel terreno... scrutai gli astanti ancora per un momento... poi, in fretta, feci qualche passo indietro e mi diressi nella medesima direzione presa dagli agenti, facendo discretamente un giro un po’ più ampio.
Li vidi scortare l’uomo lontano dalla cerimonia e lasciarlo sotto un lungo porticato...
attesi che si allontanassero, poi mi avvicinai a lui...
“Salve!” dissi.
Altea
08-05-2013, 15.38.17
Ero davvero contenta per Josephine...a Oxford era sempre eccelsa nei giornali universitari, la abbracciai di contentezza e tutto tornò nella normalità di prima.
Presi i tomi, la lettera e pure la collana di famiglia...era mia intenzione farla analizzare poichè volevo saperne l'epoca e la provenienza.
Salimmo nella bella auto di Julien che sfrecciava lentamente e tranquillamente tra le vie della città..allora il caos di prima era proprio dovuto al funerale del miliardario dè Taddei.
Notavo quella città...a volte sembrava di essere tornati in tempi remoti nella zona storica per poi addentrarsi nella zona moderna, il tutto cosi ben amalgamato in modo da unire in modo sapiente passato e futuro..pensai sarebbe stato bello camminarci tranquillamente ma non era ora il momento.
In breve arrivammo alla Università Cattolica, entrate mi presentai alla reception e consegnai la busta a una ragazza che lavorava in segreteria, chiedendole di darla al professore interessato e se poteva conferire oggi stesso.
Ci sedemmo in una panca e aspettamo, guardavo il viavai di studenti e professori.
Ascoltai attentamente Luke, poi sorrisi.
"...un invito, lei dice?" Digitando qualcosa sul display dello smartphone "...tipo quello che é stato mandato ai presidenti di Facoltà senza tener conto degli impegni accademici di ognuno? Mi è giusto arrivata una mail in cui chiedono se ci sia qualcuno disposto a fare rappresentanza ... I Taddei tengono molto ai loro investimenti, mi pare di capire..." Dissi passando il telefono tecnologico al fumettista.
"...comunque... Tornando coi piedi per terra.. Anche io ho fatto qualche ricerca... Ha ragione nel dire che le fonti non concordano, ma è spesso così quando si tratta di miti e leggende.. Ci sono varie versione... Ho stilato una lista di titoli e voci da consultare... Inoltre, ho trovato direttamente on-line alcuni articoli.." Aprii la cartelletta.
"...questo mi è sembrato interessante il ruolo del fiore azzurro nella Gioia dei Taddei: percorso ipertestuale, nonostante il titolo altisonante è una raccolta di fonti letterarie, ma era giusto per farsi un'idea.. Non possiamo partire da una sintesi... Dobbiamo andare alla radice... Si direi che dobbiamo focalizzare l'attenzione sull'inizio, confrontando la realtà storica con quanto riportano i miti... Sono certa che qualcuno ha già svolto un'analisi di questo tipo... Il primo Taddeo ad essere vittima della maledizione mi sembra un ottimo punto di partenza..." Alzai la testa, mentre programmavo mentalmente il giro che avremmo dovuto fare in biblioteca.
"....allora, che mi dice? Iniziamo la ricerca o mi offro come volontaria per rappresentare la facoltà? Ci sarà la fila! Eheh... Mi avvisi, perché in tal caso dovrei comprarmi un vestito nuovo..." Dissi ridendo, mentre il sole mattutino, ormai, illuminava ogni cosa intorno a noi.
Guisgard
08-05-2013, 21.19.43
“Vuol dire...” disse Luke a Clio “... che ha un invito per quella presentazione nel palazzo dei Taddei? E che potrei venire anche io? Magari come suo accompagnatore?” Saltò su dalla contentezza. “Lei è un portento! Anche tutte quelle ricerche, quei libri, le ipotesi e tutto il resto! Si, lei è un portento! Già la vedo... riconoscimenti, titoli e magari il Nobel! Lo daranno per la storia o per l'archeologia? Beh, penso di si... mettiamo che uno scopra, non so... Atlantide o Eldorado! Non possono poi non dargli il Nobel!” Rise di gusto. “Ah, Clio... lei è formidabile! Stiamo arrivando cari vecchi Taddei!” Esclamò. “E noi due insieme siamo davvero forti! Clio...” fissandola “... vuole sposarmi? Altrimenti mi offra almeno il pranzo! Mangio poco e solo cibi leggeri!” Fece sarcastico. “e per riconoscenza ho qualcosa anche io per lei...” e le mostrò una pagina strappata da un vecchio libro, su cui era raffigurato un antico codice “... il Codex Nolhiano... il più antico documento conosciuto che parla del Fiore Azzurro...”
elisabeth
08-05-2013, 21.20.16
La mente si fermo' all'istante non ragionavo e come se il piede non fosse mio feci un passo indietro e chiusi la porta........il loro volto era imperturbabile.....non vi era emozione...se non il respiro lievemente accellerato......" Di bambini purtroppo ce ne sono tantissimi e avete ragione....ma a quanto pare ci sono pochissime persone che pensano a farli rimanere in vita.....per quanto riguarda il vostro discorso....devo forse accettarlo come una minaccia ?......non devo avere paura.....eppure devo temere per la vita di piccoli indifesi.......la persona che mi sta attendendo, non credo possa pensarla come me.......i ricatti non li amo.....maneggiare il bisturi e' come maneggiare un'arma che al solo tocco ,uccide.... senza che ci sia uno sforzo fuori misura......quindi fate che a quei bambini non succeda nulla......perche' le persone da operare sarete voi...e il vostro compare.....e ora se volete accompagnarmi...cerchiamo di fare in fretta...certo...vestita.. cosi' non passero' in'osservata....ma va bene cosi'......".........
Guisgard
08-05-2013, 21.24.32
Altea, Julien e Josephine erano così giunte all'università.
Attesero allora nel grande Cortile delle Statue, su una panca.
Era un fresco pomeriggio e l'aria era gradevole e profumata.
Ad un tratto squillò il cellulare di Julien.
“Si...” disse rispondendo “... si, siamo qui... nel Cortile delle Statue... ci raggiungi? Ottimo.” Chiuse la telefonata. “Ci sta raggiungendo il mio amico giornalista.” Fissando Altea e Josephine. “Gli avevo dato qui appuntamento.”
Pochi minuti dopo ed un uomo le raggiunse.
“Buongiorno.” Salutandole. “Sono Dean Skitos, editorialista del Mondo Capomazdese.”
“Queste sono le mie amiche...” presentandole Julien “... Altea Trevor e Josephine Johnson.”
“Il piacere è mio.” Sorridendo Dean. “E sono entrambe interessate al giornalismo?”
Guisgard
08-05-2013, 21.39.07
I due uomini annuirono a quelle parole di Elisabeth.
I tre, così, lasciarono l'ospedale.
Salirono sulla lussuosa auto che li stava aspettando e uscirono dal parcheggio ospedaliero.
Attraversarono un tratto di città e poi uno dei due uomini mise una benda attorno agli occhi di Elisabeth.
“E' per la vostra sicurezza, dottoressa...” disse l'uomo.
Dopo circa un'oretta, l'auto giunse a destinazione.
“Ora questa non serve più.” Togliendole la benda l'uomo.
Elisabeth si ritrovò così in una sorta di parcheggio sotterraneo.
Ampio e dispersivo.
Il rumore dei loro passi echeggiava cupo attorno a loro.
Passarono per una stretta porta di ferro ed Elisabeth vide qualcosa di incredibile attorno a lei.
Una lunga galleria scavata nella roccia.
Era semibuia e l'aria era intrisa di un odore indefinito.
Attraversarono allora quell'oscuro luogo, come se fosse un passaggio per il mondo dei morti.
Fino a quando videro una nuova porta di ferro.
Oltre essa quel mondo di tenebre e rocce finì, lasciando il posto a qualcosa di diverso.
Una sorta di lussuoso palazzo nobiliare.
Sfarzo, sontuosità, magnificenza dominavano ovunque.
Elisabeth fu condotta così in una vasta sala, illuminata a giorno e lasciata sola.
Sola ad attendere qualcuno.
Poco dopo, una porta si aprì e una figura entrò nella stanza.
“Buonasera, dottoressa.” Fissandola.
Guisgard
08-05-2013, 21.43.16
Talia si avvicinò a quell'uomo che era stato malmenato dagli agenti della sicurezza e allontanato dal corteo funebre.
“Ci...” disse fissandola “... ci conosciamo? Cosa siete? Una giornalista? Forse altri potrebbero esservi d'aiuto... altri che sanno, ma che non vogliono parlare...” si alzò “... questa città... è come Roma... Costantinopoli... città annientate dalle loro debolezze, dai loro demoni... la storia ammonisce e non perdona... le forze del male albergano qui e nessuno muove un dito per salvare questa città...” guardò con disprezzo verso il corteo funebre “... burocrati corrotti... amministratori asserviti... questo sono... e ora fingono che tutto vada bene... ma loro sanno... devono saperlo...” tornò a guardare Talia “... che la Gioia è tornata... e porterà dolore...”
Altea
08-05-2013, 21.54.10
Ci alzammo e ci presentammo a Dean, il giornalista amico di Julien..."Solo la mia amica Josephine ha la stoffa della giornalista" risposi sorridendo e osservando con ammirazione la mia amica.."e merita di avere il posto nel giornale..io sto studiando storia antica, infatti siamo arrivate a Capomazda perchè ne volevo conoscerle la storia, le leggende, la Gioia dei Taddei, le guerre, tutto ciò che circonda l'antico casato dei Taddei".
Mi guardavo attorno, aspettando con ansia venissi accolta da quel professore o persona a cui mi aveva indicato il mio professor Parker...possibile dovessi aspettare ancora cosi tanto?
Restai immobile a fissare Luke per un momento, poi scoppiai a ridere fragorosamente.
"..Non esageri adesso, su… faccio solo il mio lavoro… e quando fai le cose con passione, sembra tutto più facile.. e non si faccia strane idee su di me per questo invito.. sono squattrinata quanto lei, mi creda.. è solo rappresentanza, gliel'ho detto..".
Presi il telefono tra le mani e risposi al presidente di facoltà che sarei andata volentieri io al ricevimento dei Taddei..Nella sua e-mail era ben specificato che l'invito era esteso ad un accompagnatore.
"..quindi il gran galà ha vinto sulla nostra gita in biblioteca, mi pare di capire.." dissi sorridendo "..Beh, i libri non scappano, le persone sì..".
Mi ammutolii nel vedere quello che mi porgeva.
"..I miei complimenti.." dissi prendendo il foglio tra le mani "...dove l'ha trovato? Il fiore azzurro sembra essere molto legato alla maledizione.. quasi fosse un antidoto.. grazie, farò tesoro di questo dono.." Facendogli l'occhiolino.
Dopo pochi istanti guardai nuovamente il telefonino, e mi alzai dalla sedia.
"..Beh, cambio di programma.… dobbiamo andare nell'ufficio del presidente a ritirare l'invito e poi..." mi fermai e squadrai Luke da capo a piedi "...e poi… poi dovremo trovare degli abiti adatti in fretta e furia.. credo che anche con l'invito non la farebbero entrare, se tentasse di portare quello zainetto con sè.." dissi poi, con un sorrisetto ironico.
"..Io non abito lontano.. posso fare velocemente avanti e indietro.. lei? Perchè se non ho letto male è una specie di pranzo sontuoso.. non abbiamo poi così tanto tempo.. anche perchè bisogna raggiungere il posto.. io non ho la macchina al momento, quindi dovrà darmi un passaggio..".
Gli feci cenno di seguirmi verso il grande edificio poco distante da noi "..Su, andiamo.. prima ci sbrighiamo, prima lei potrà vedere questi misteriosi Taddei.." dissi ridendo.
elisabeth
08-05-2013, 23.13.38
Che tutto abbia inizio in una o piuì volte poco importa...importa solo che l'uomo apra le danze......e cosi' bendata, iniziai un nuovo cammino..le tenebre, quando mi fu tolta la benda.....era indefinito il posto, non sapevo se fossi in citta o in aperta campagna...aria condizionata in macchina e li' solo l'odore di motori messi in moto.....fui trattata col dovuto rispetto...se rispetto si puo' chiamare portar via una persona e bendata......un tunnel...buio....cosi' inizia l'iniziazione, per gli uomini che vogliono attingere alla conoscenza, un tunnel dove la luce non esiste..solo i sensi, l'odore era tra la muffa e acqua ferma.......dava la nausea.....ma cosa erano gli inferi ?.......e poi la luce.....gia'....il cammino dell' iniziato...dalle tenebre alla luce, mi riparai gli occhi..la luce del giorno era forte ....e quella stanza era enorme, alle pareti da un lato e dall' altro sei colonne........poltrone da un lato e dall'altro......il tetto aveva la volta stellata ....il pavimento rigorosamente a scacchi neri e bianchi.........un Tempio........ma se non era Liam chi altri poteva cercarmi.....sino a quando una voce....mi fece voltare.....rimasi stupita.....mi chiesi quanto il caso potesse far parte della vita umana......nulla..un preciso disegno........" Ma guarda il caso, perdonate il mio abbigliamento ero pronta per mettermi in opera, in genere sono in abito da sera....ci si amo incontrati in qualche Agape....chiedevo sempre a Liam chi foste....afascinante e' certo....ma il vostro carisma era tangibile...da parte sua ricevevo delle schiarite alla gola e cambio di argomento....ed ora.....in una siituazione che non comprendo......per mille motivi che lei conosce......ci troviamo una difronte all'altra......e visto che sa praticamente tutto di me........sarebbe cosi' cortese di sapere con chi ho il piacere di parlare ?.....perche' sulla mia collaborazione ci sara' da discutere credo....."......Ero proprio al centro del Tempio......
Guisgard
09-05-2013, 01.50.46
Luke sorrise ed annuì a quelle parole di Clio.
Si offrì così di darle un passaggio con la sua berlina.
Raggiunsero allora l'ufficio del presidente, dove si trovava l'invito.
“Ora” disse Luke “prima di riaccompagnarla a casa, sfrutterò ancora un po' la sua disponibilità. In verità è un bel po' che non compro dei vestiti. Sa, la vita dei geni è fatta così... sono tutti un po' trasandati. Prenda Albert Einstein... aveva camicie ed abiti tutti uguali, così non perdeva tempo a scegliere cosa mettersi al mattino. Ah, non le ho detto che sono una specie di genio nel mio campo. Beh, ora lo sa.” E le fece l'occhiolino.
Il fumettista riuscì così a convincere Clio ad andare con lui per acquistare un abito da indossare al pranzo nel palazzo dei Taddei.
Alla fine, verso sera, dopo aver trovato un abito adatto all'occasione, Luke riportò a casa la ragazza.
“Passerò a prenderla domattina, visto che il pranzo comincerà alle 13. Nel frattempo studi, mi raccomando. Ah, quasi dimenticavo... mi piace il parallelo tra il Fiore e la Gioia... chissà che non abbia fatto centro. A domani, Miss Nobel!” Sorridendo.
E andò via.
Guisgard
09-05-2013, 02.17.01
Quell'uomo sorrise alle parole di Elisabeth.
Giunse allora un maggiordomo e riempì due calici di cristallo con un liquore dal colore rossastro.
“Assaggi questo elisir...” disse il misterioso uomo, porgendo alla donna uno dei due calici “... un proverbio tibetano recita che... tutto ciò che non ci uccide, ci rafforza...” fece cenno al maggiordomo di andare “... Liam, certo. Il dottor Liam. Il prototipo dell'uomo perfetto. Peccato che la perfezione, come affermano gli Indù, non possa mai giungere da questo mondo.” Sorseggiò dal suo calice. “Non trova anche lei che questo elisir sia semplicemente fantastico, dottoressa? Io ucciderei per averne anche solo una bottiglia in più.” Era un uomo di raro carisma.
I suoi occhi erano penetranti ed enigmatici.
Un'inafferrabile luce li attraversava.
“Comunque non è gran merito conoscere le sue virtù, dottoressa.” Continuò. “Lei è una donna straordinaria. In bilico tra scienza e spiritualità. Ma anche tra passione e raziocinio. E non solo. La sua professione la porta persino ad attraversare spesso il confine che separa la vita dalla morte.” Sorrise e la invitò a sedersi. “Spero che il tragitto per giungere qui abbia stimolato il suo gusto. Io lo trovo meravigliosamente angosciante. Sa che in quei cunicoli si nascondevano coloro che venivano definiti eretici dalla Chiesa? Paradossale, no? Quelle gallerie, scavate per rappresentare la loro salvezza, divennero invece le loro catacombe. Infatti le catacombe non furono un marchio di fabbrica dei Cristiani. I Capomazdesi sono stati tra le civiltà più intolleranti e fanatiche, lo sa? Io però non scomoderei tanti paroloni. Per me sono solo un popolo di bigotti. Beh, diciamo che nell'attraversare quei cimiteri ipogei, lei ha fatto una sorta di cammino iniziatico. Vede? Siamo nel suo campo. Mi chiedeva di me... io sono il dottor Oydo... Guillerme Oydo...” e quella luce nei suoi occhi mutò improvvisamente.
http://blogg.passagen.se/historiebloggen/resource/Yul2.jpg
Guisgard
09-05-2013, 02.36.05
“Dean” disse Julien ad Altea “è un vero esperto in fatto di storia Capomazdese.”
“Adesso non esagerare, Julien.” Fece il giornalista. “Esperto è una parola grossa. Diciamo che amo leggere la storia di queste terre.”
“Non essere modesto ora.” Fissandolo Julien. “Quindi per i tuoi studi” tornando poi a rivolgersi ad Altea “Dean potrà esserti d'aiuto se vorrai.”
“E così” disse Dean ad Altea “lei è attratta dalla storia antica di Capomazda. Però devo dire che mi ha stupito ciò che diceva prima. Ha parlato della Gioia dei Taddei. Non pensavo che questa antica leggenda fosse conosciuta bene anche fuori dai confini di Capomazda. Anzi, molti giovani studenti di qui neanche la conoscono.”
“A proposito...” mormorò Julien “... mi hai fatto tornare alla mente una cosa che avevo dimenticato... eppure è strano... è stato un mio paziente a parlarmene ed io non dimentico mai ciò che mi dicono i miei pazienti...” appariva turbata “... davvero strano...”
“Può capitare.” Sorridendo Dean. “Può capitare di dimenticare qualcosa. Era importante?”
“Oh, no...” scuotendo il capo Julien “... nulla di importante... conversavo con il mio paziente stamani... mentre fissavo il prossimo appuntamento... e lui, all'improvviso, mi ha chiesto se credessi nella Gioia dei Taddei...”
“Le leggende spesso affascinano le persone.” Disse il giornalista.
“Si...” annuì Julien “... ma soprattutto mi ha stupito il fatto che avessi dimenticato questa cosa...”
“Il paziente” intervenne Josephine “era forse l'uomo che abbiamo visto io ed Altea uscire dal suo studio?”
“Si, era lui...” rispose la psicologa.
E Josephine rivolse subito ad Altea uno sguardo inquieto.
Rientrai in casa sorridendo, tenendo i sacchetti con gli acquisti della giornata in una mano sola, mentre con l'altra armeggiavo con le chiavi.
"..Ma ciao, principino..." dissi sorridendo al micio che si stiracchiava pigramente.
Posai i sacchetti in un angolo e guardai l'ora, avevo un sacco di tempo.
Accesi la tv, per sentire le notizie, monopolizzate dalle vicende riguardanti Robert de Taddei, e mi diressi in cucina.
Adoravo cucinare, mi rilassava e mi permetteva di spegnere il cervello per un po'.
Preparai una splendida pasta al tonno, tanto semplice da preparare quanto squisita, e mi sedetti a mangiare davanti alla tv.
In parte le notizie mi erano già giunte, ma ci si concentrava in particolare sui funerali dell'industriale e sul pranzo a cui avrei partecipato l'indomani.
Sorrisi nel sentire i nomi altisonanti dei partecipanti.
"..Fortuna che ho comprato un abito nuovo.." dissi , rivolta al micio di casa.
Spensi la tv, mentre il telegiornale finiva e una gentile annunciatrice decantava la soap opera che sarebbe seguita.
Sparecchiai, misi i piatti in lavastoviglie e mi ritrovai davanti al pc.
Restai a lavorare per ore, resistendo alla tentazione di piantare lì tutto e concedermi una mezz'ora di allenamento, ma sapevo bene che quando iniziavo a spulciare siti e database era difficile fermarmi.
Qualcosa, però, ci riuscì.
Il trillo del telefono virtuale, era Telly la mia migliore amica, passammo un ora buona a parlare.
Le raccontai dell'incontro col fumettista, del regalo che avevo ricevuto e del pranzo a cui avrei partecipato l'indomani. Tutto questo nei primi quindici minuti, il tempo restante passò tra vecchi ricordi, risate e discorsi senza senso.
Quando la salutai era ormai tardi. Sistemai le ultme cose e andai a dormire.
La mattina arrivò rapida, e un bel sole illuminò il mio risveglio.
Ero davvero curiosa di tutta quella agitazione, mi chiesi se sarei stata a mio agio tra tutte quelle persone importanti.
Mi ci volle un po' di tempo per prepararmi.
Ma quando finii, non sembravo nemmeno io.
I capelli finemente pettinati, truccata di tutto punto anche se in maniera leggera.
Avevo optato, dopo molte indecisioni, per un tubino nero, di poco sopra il ginocchio, stretto in vita da una cintura particolare, poco scollato.
Sopra di esso avevo indossato una bellissima giacca coordinata, nera anch'essa, con dei bordi grigio perla.
Le scarpe alte e la borsetta completavano il tutto.
Va bene che era gente dell'alta società, ma io dovevo rappresentare la facoltà, dovevo avere un aspetto professionale.
Quando fui finalmente pronta, guardai l'orologio, Luke sarebbe dovuto arrivare da un momento all'altro.
Altea
09-05-2013, 14.57.13
Mi tornò alla mente il volto di quell' uomo e il volto sconvolto di Julien, che ora osservavo perplessa...sembrava come se a nominare la Gioia dei Taddei procurasse in lei uno strano turbamento ma dovuto a cosa?
E poi le parole di quell' uomo...che non ne morrà uno solo ma altri..si riferiva dunque a quella specie di maledizione che si stagliava su quella importante famiglia?
"Julien" dissi appoggiandole una mano sul braccio per rassicurarla "è una antica leggenda...si narra che nella famiglia dei Taddei ciò che dovrebbe dare Gioia in realtà è fonte di dispiacere" osservai Dean "O sbaglio, Mr. Dean? Quindi anche l' Amore diventa una afflizione dell' Animo...una maledizione che si perde nella notte dei tempi...e voi credete ancora possa esistere??Questo voglio sapere" guardando fisso il muro "se tutto questo è stato o è frutto di superstizione, da dove nasce...eppure nei tomi rinvenuti nella nostra biblioteca personale una delle eredi ne parla accuratamente".
elisabeth
09-05-2013, 16.55.21
Le sue dita toccarono le mie nel porgermi il bicchiere.......fine cristallo..talmente fine che sembrava rompersi tra le mie labbra......lo vidi bere .... e bevvi anch'io..poteva essere un terribile veleno.....o l'unione di viti venute da un mondo impalpabile....mentre ingoiava il liquido di un colore pari al sangue....mi sembrava di poter vedere scendere nella sua gola quel succo da lui tanto amato..potevo vedere quel liquido unirsi al contenuto delle sue vene.....perché ne diventassero parte di lui.......mi invitò a sedermi su una morbida poltrona...in cui sprofondai tanto che il mio camice sembrò formare una nuvola intorno al mio corpo......." Tutto magistralmente ben fatto....un uomo dalle vostre capacita'.....dalle vostre conoscenze .....non avrebbe potuto fare diversamente.........Sì....avete ragione, ho percorso la via iniziatica.....quanti anni sono passati da allora.........eppure e' un momento che non si dimentica mai, anzi ogni giorno si rinnova.....Un lavoro strano il mio......sempre sospeso tra la vita e la morte....comunque sia..la vita vince quasi sempre.....e quando finisco ogni intervento...penso.....scacco matto al Re.......Bene..Dottor Oydo....se sono qui,non e' certo per omaggiarmi con questo calice di finissimo ...come lo avete chiamato ?...A si....Elisir.....c'e' qualcos'altro che dovrei sapere ?......".....
Talia
09-05-2013, 18.34.23
Fissai l’uomo a quella domanda e sorrisi appena...
“Una giornalista?” dissi “Oh, no... no, di certo...”
Frugai per un momento nella mia borsa ne estrassi un fazzoletto candido, che gli porsi...
“No, no... sono solo un’amica...”
Poi quelle sue parole... parole dure e terribili su quella città e sui suoi demoni... parole su quella famiglia e su antichi spettri... e poi quello sguardo carico di disprezzo che rivolse al corteo...
e poi quella affermazione...
“... burocrati corrotti... amministratori asserviti... questo sono... e ora fingono che tutto vada bene... ma loro sanno... devono saperlo...” tornò a guardare Talia “... che la Gioia è tornata... e porterà dolore...”
Per tutto il tempo lo avevo osservato in silenzio, studiandolo... ma solo quando riportò gli occhi su di me notai veramente quella luce fiammeggiante in fondo al suo sguardo...
ne rimasi vagamente stupita...
lo fissai per qualche momento...
“La Gioia?” mormorai poi...
ero sorpresa...
sorpresa del fatto che vi fosse ancora qualcuno che, nel 2013, attribuisse davvero la colpa della morte di un uomo ad un’antica maledizione...
e tuttavia, mi chiesi poi, non era forse per la curiosità intorno proprio a quelle antiche leggende che io stessa ero lì?
Fissai l’uomo per qualche altro istante...
“Voi pensate davvero che quell’antica maledizione...?” la mia voce sfumò, mentre i miei occhi, per un momento, tornavano su quel corteo...
poi tornai a scrutare l’uomo davanti a me...
“E comunque...” dissi “Comunque, se anche aveste ragione, se anche fosse come voi dite e davvero fosse questa la causa... beh, direi che purtroppo quella maledizione ha già colpito, dal momento che il signor Taddei è...”
Guisgard
09-05-2013, 19.29.58
Capitolo II: Angelo o demone
“E' falso! Non siete neanche padroni di questo pianeta! E l'Eurasia? E l'Estasia? Non le avete ancora conquistate.”
(George Orwell, 1984)
La veloce macchina sportiva sfrecciava tra le strade quasi buie di Capomazda City, solitaria, silenziosa, tra le soffuse luci che cominciavano ad illuminare la sterminata megalopoli.
Percorse così tutta la periferia Ovest, fino ad uscire dal centro abitato e immettersi in una stradina secondaria.
Alla fine terminò la sua corsa davanti ad una vecchia casa, dall'aspetto gotico e austero.
Dalla macchina scese allora qualcuno, che con passo sciolto si avvicinò alla porta d'ingresso.
“Vediamo...” disse mettendo una mano sotto una grossa anfora lì vicino “... c'è ancora la crepa in cui nascondevo i Mars da piccolo... vediamo se... ecco...” e tirò fuori dall'anfora una chiave.
Aprì allora la porta ed entrò in quella casa.
Vi dominava una fitta penombra, ma lui si muoveva sicuro, come chi conosce ogni passo di quel percorso.
Sentì un miagolio davanti a lui.
“Ciao, Kitty...” sorridendo lui “... di che umore è il tuo padrone stasera?”
Raggiunse allora una scala e scese i gradini, fino ad intravedere una luce in fondo ad un lungo corridoio posto alla fine di quei gradini.
Tutto questo sotto lo sguardo vigile e silenzioso di quel gatto.
La raggiunse ed entrò nella stanza.
“Il Figliol Prodigo torna a casa...” fece il vecchio seduto a guardare la tv.
“Eppure” rispose il nuovo arrivato “non vedo nessun agnello grasso sul tavolo...”
“Non abbiamo molto tempo...”
“Perchè mi avete chiamato con tanta urgenza?” Fissandolo il nuovo arrivato. “Sono tornato solo ora in città e non sono neanche passato al cimitero...”
“Lasciate che i morti seppelliscano i loro morti...” mormorò il vecchio.
“Mio zio...”
“Tuo zio è morto.” Lo interruppe il vecchio. “Che Dio lo abbia in Gloria.” Segnandosi. “Tu invece sei ancora vivo...”
“Padre Nicola, io non credo a questa storia...”
“Taci.” Zittendolo il frate. “Non conta ciò che credi o non credi. Conta la verità.”
“Parlate come lo zio...”
“Già.”
“Ma lui è morto...” con astio lui “... e non so neanche come...”
“Lo sai.”
“No...”
“Si, invece.” Disse il frate. “Anche se non vuoi ammetterlo.”
“Cosa volete da me?”
“Non ho molto tempo, stanno per arrivare...”
“Chi?” Chiese lui.
“Loro.”
“Loro chi?”
“Gli Illufestati.”
“Chi sarebbero?”
“Coloro che scrivono i giornali che leggi...” voltandosi finalmente il frate “... che pubblicano i libri su cui studi e che preparano i telegiornali che ascolti. Loro sono ovunque.”
“Mi sono perso qualcosa?”
“Non esistono forme di governo buone o cattive.” Spiegò il chierico. “Tutto sta in chi esercita il potere. Una Democrazia non è immune da errori. Come tutte le altre forme di comando, anch'essa possiede i mezzi per esercitare un controllo. E quelli della Democrazia sono gli organi d'informazione. E possono essere più pericolosi dei soldati.”
L'altro lo ascoltava in silenzio.
“Vieni qui...” alzandosi il frate “... voglio mostrarti una cosa...”
E lo portò davanti ad una teca, nella quale era custodita una spada.
Era una spada particolare.
Incatenata al suo fodero e con enigmatiche incisioni sull'elsa.
“Non mi avevate mai mostrato questa spada...”
“No, infatti.”
“Perchè?”
“Perchè era per tuo zio.” Rispose il frate. “Ma non ha mai voluto saperne.”
“Sembra una spada da usare in un rituale.” Mormorò l'altro. “Dall'aspetto pare antica... ma le sue condizioni sono perfette. E' una riproduzione?”
“No, è una spada vera.” Sbottò il frate. “E ora ascoltami, invece di dire idiozie come tuo solito. Quest'arma è l'unica possibilità che hai.”
“Possibilità per cosa?” Incuriosito l'altro.
“Di non fare la fine di tuo zio.” Fissandolo il frate. “Almeno per il momento.”
“Perchè è incatenata al fodero?”
“Perchè è pericolosa.”
“Come sarebbe?” Stupito lui. “Come le spade dei samurai? Quelle che si muovono da sole, come si vede in quei vecchi film anni'70?”
“Smettila di dire stupidaggini!” Infastidito il frate. “In tutti questi anni ho allevato ed addestrato un pagliaccio! Buono solo ad alzare le sottane delle donne!”
“Probabilmente ho sbagliato a venire qui...” fece l'altro e si voltò per andare via.
“Guisgard!” Esclamò il frate. “Torna subito qui!”
Lui allora si voltò e restò a fissare frate Nicola.
http://www.tomcruisewallpapers.com/wp-content/uploads/wallpapers/tom_cruise_as_ethan_hunt_portrait_wallpaper-336x280.jpg
Guisgard
09-05-2013, 19.58.30
“Si.” Disse l'uomo a Talia. “Si, è morto. E nessuno poteva farci nulla. Nessuno poteva. E nessuno potrà.” Prese il fazzoletto dalla mano della ragazza. “E ora non ne resta che uno soltanto... l'ultimo...” restò a fissarla “... avete detto di essere un'amica... amica di chi? Dei Taddei? Loro non hanno amici. O servi, o nemici.”
Intanto il corteo andava scemando.
Era ormai quasi sera e l'ultimo saluto dei presenti fu dato alla bara del vecchio industriale.
Ormai la mente di tutti loro era già volta al giorno seguente, quando sarebbe stato presentato il successore di Robert de' Taddei.
Successore al suo impero, al trono economico di Capomazda City e forse al suo stesso destino.
Il cimitero stava chiudendo e l'inquietudine del crepuscolo, con i suoi antichi fantasmi, i suoi segreti inconfessabili e quella percezione di vuoto che anima senza senso infinite vite, calava lentamente, come una lunga ed inesorabile ombra, sulla gotica ed incantata città.
Guisgard
09-05-2013, 20.14.26
La telefonata che Clio ebbe con Telly fu lunga e piacevole.
La ragazza chiese alla giovane dottoressa del fumettista, della città e di tante altre cose più o meno futili.
Domandò se davvero Capomazda fosse come appare sui giornali e se i Taddei più che una semplice famiglia apparissero invece come una casta chiusa.
Poi quella telefonata terminò e Clio si preparò per la notte.
Le ultime notizie date dal telegiornale erano ovviamente incentrate sul funerale di Robert de' Taddei e del suo successore.
Poche cose dette al riguardo, come se la Taddei Corporation non volesse far trapelare nulla.
L'unica cosa certa era che un grande pranzo avrebbe presentato al mondo il nuovo proprietario di quelle immense industrie.
Un pranzo che avrebbe svelato il volto del nuovo principe dell'economia cittadina.
Poi la ragazza andò a dormire.
Al mattino, all'ora pattuita, Luke fece squillare il cellulare di Clio.
Era giù in strada ad attenderla.
Talia
09-05-2013, 20.25.49
Lo fissai per un momento...
“Dei Taddei? Oh, no... no, non posso dire di essere amica dei Taddei... anzi... avete appena detto che ve n’è rimasto ancora uno... un ultimo erede... ed io, onestamente, non sapevo neanche il signor Taddei avesse un figlio... siete voi, dunque...” sorrisi appena “...siete voi dunque ad essere molto più informato di me!”
Lentamente i miei occhi tornarono sul corteo... un momento... poi tornai a guardare l’uomo...
“E voi?” chiesi senza sapermi trattenere “Voi a quale delle due categorie appartenete? Quella dei servi, o quella dei nemici?”
Il telefono squillò mentre stavo dando una bustina di mangime al mio bel gatto.
"...Ottimo..." Dissi senza correre a rispondere, immaginando fosse il fumettista "...Giuli, tesoro... Si mangia.." Esclamai sorridendo.
Il micio si avvicinò con passo felpato e mi guardò con due grandi occhioni prima di immergere il musino nella ciotola.
Lo accarezzai dolcemente.
"...io vado, piccino... A dopo..." Dissi mentre mi allontanavo.
Presi il soprabito e la borsa, mi guardai allo specchio per un rapido secondo, e uscii.
Percorsi le scale in fretta, cercando di fare meno rumore possibile.
Aprii il portone, controllando il cellulare.
Un e-mail.
Chiusi gli occhi, infastidita.
Non avrei dovuto controllare la posta di prima mattina, ma non potevo certo immaginare.
Stinsi i denti.
No, non avrei permesso a nessuno di rovinarmi la giornata.
Spensi il display con rabbia e infilai il telefono in una tasca della borsa.
Poi, cercando di non far trapelare il mio stato d'animo, alzai lo sguardo.
Luke mi aspettava, appoggiato alla sua auto.
"...Buongiorno, ha visto che bel sole?" Dissi sorridendo "...vogliamo andare?".
Guisgard
09-05-2013, 21.50.25
“E' solo un vecchio mito.” Disse Dean ad Altea. “Come le maledizioni sulle tombe dei faraoni. Oggi nessuno ci crede più, ovviamente. Spesso in passato gli uomini davano risposte assurde ai fenomeni che non sapevano spiegarsi.”
“Da cosa ha preso origine quella maledizione?” Chiese Josephine.
“I Taddei, come tutti i grandi signori del passato, amavano rappresentare la loro immagine legata in qualche modo al divino.” Spiegò Dean. “Come i Tolemei in Egitto, o gli imperatori Romani. E così, per rendere l'immagine della loro divina invulnerabilità, i biografi dei Taddei hanno dipinto la morte dei loro signori con aspetti sovrumani. Di qui l'elaborazione della Gioia dei Taddei nella letteratura e nelle altre arti.”
Ad un tratto si avvicinò qualcuno.
“Chiedo scusa...” fissandoli “... cerco Altea Trevor.”
“E' lei.” Indicò Josephine.
“Sono l'assistente del professor Asevol. Se vuole seguirmi, la condurrò da lui.”
Guisgard
09-05-2013, 21.54.12
Oydo sorrise a quelle parole di Elisabeth.
“No...” disse posando il calice su un tavolino intarsiato con avorio e madreperla “... lei è stata chiamata dalla scienza. Il nostro vero unico dio. Il padrone al quale siamo fedeli. Io e lei siamo alfieri del medesimo potere. Il più luminoso, il più forte. L'unico capace di condurre alla verità e quindi alla libertà. La scienza...” sorrise “... conosce un personaggio storico chiamato Arconte Meccanico? Per la storiografia ufficiale è poco più di un mito, una leggenda. Questo perchè gli uomini non possono concepire ciò che la loro mente ed il loro spirito ignora. Invece l'Arconte Meccanico era un semidio. Invulnerabile. Senza debolezze. Capace di far tremare i Taddei ed il loro fanatismo. E quel suo grande potere, che molti credono solo una favola, è invece emerso dal buio della storia. L'archeologia ci ha ridato qualcosa di straordinario, dottoressa.” I suoi occhi erano quelli di un genio visionario.
Altea
09-05-2013, 22.13.05
"Un Mito? Una leggenda?" dissi quasi infervorita.."cosi Mr. Dean io sarei venuta qui a studiare solo delle storielle fantasiose?? E che mi dite della morte misteriosa del grande miliardario Robert dè Taddei? Inspiegabile quasi...e come mai la gente, ancora oggi, lega quella morte alla Gioia dei Taddei?" scossi il capo quando vennero finalmente a chiamarmi.
Presi in mano i miei due tomi e seguii l'assistente del professore..e se non gli fossi piaciuta? Non avrebbe voluto accettarmi a studiare e pensava pure lui credevo in assurde favole...mi trovai davanti a una porta e vi era una targetta sopra...Professor Asevol..guardai l' assistente aspettando aprisse quella porta.
Guisgard
10-05-2013, 03.04.49
Guisgard fissò il vecchio frate.
Questi allora, senza dire nulla, aprì la teca e prese la spada.
“Il nostro Destino è scritto, lo sai...” disse “... ma abbiamo la libertà di viverlo come sappiamo e vogliamo quel Destino già deciso... questa spada può farti essere un Angelo, oppure un demone... dipende da cosa ne farai... se sarai tu a dominarla, o se invece ti farai soggiogare da lei...”
“Cosa nasconde quell'arma?” Chiese Guisgard.
“Secoli fa” raccontò il frate “questa spada apparteneva ad un nobile cavaliere. Costui per sfuggire alla maledizione che perseguitava la sua gente, strinse il patto con lo spirito che custodiva quest'arma. Il cosiddetto Pegno di Gioia... lo spirito sarebbe stato servo del cavaliere in questa vita, mentre nell'Aldilà i ruoli si sarebbero invertiti. Tutto questo per sconfiggere i nemici della sua famiglia. Nemici comandati da un despota chiamato Arconte Meccanico. Ma anche per sfuggire alla maledizione che da secoli decimava i suoi antenati.”
“Il Pegno di Gioia... la maledizione?” Ripetè Guisgard. “Allora quel cavaliere era un...”
“Si, uno dei Taddei.” Annuendo il frate.
Ad un tratto si udirono dei rumori.
“Eccoli.” Fece il chierico. “Prendi la spada e va ora. Sul fodero vi è una pergamena. L'ho scritta per te. Leggila. Capirai il resto.”
“Cos'è questo?”
“E' la celata del Cavaliere Bianco.” Dandogli quella visiera. E' tutto ciò che resta di un'antica corazza. Ora va, ragazzo mio... e che il Cielo ti assista.”
“E voi?”
“Io mi prenderò beffe di loro.” E mise al dito un anello, per poi svanire all'improvviso.
Di nuovo dei rumori.
Guisgard allora chiuse la spada e la celata in una borsa e nascose un vassoio di ferro sotto la camicia.
Un attimo dopo alcuni uomini entrarono.
E con loro vi era il misterioso uomo che avevamo incontrato nello studio di Julien.
“Dov'è frate Nicola?” Chiese a Guisgard. “E tu chi sei?”
“Lo sto aspettando anche io.” Sarcastico lui. “Devo confessarmi.”
“Cercatelo!” Ordinò l'uomo ai suoi sgherri. “Cercatelo ovunque.”
“Ehi, per la confessione dovete rispettare la fila.” Ironico Guisgard.
“Tranquillo...” fissandolo il misterioso uomo “... non hai bisogno di confessarti... il Paradiso e l'Inferno non esistono...” ed estratta una pistola, lo sparò in pieno petto.
E Guisgard cadde a terra all'istante.
Quegli uomini allora misero sottosopra la casa, senza trovare tracce del frate.
Ritornarono poi nella stanza dove avevano sparato a Guisgard.
Ma qui il suo cadavere non c'era più e al suo posto vi era solo il vassoio di ferro con il proiettile ancora bloccato su di esso.
“Maledetto...” con rabbia l'uomo misterioso “... cercatelo... cercatelo!” Gridò poi ai suoi.
http://sphotos-a.xx.fbcdn.net/hphotos-snc6/s320x320/7124_143953642605_5626133_n.jpg
Guisgard
10-05-2013, 03.35.57
“Io...” disse quell'uomo a Talia “... io non sono né l'uno, né l'altro... lavoravo alla Taddei Corporation, come inserviente... incontravo il signor de' Taddei ogni mattina... gli portavo il giornale prima della sua riunione quotidiana. E parlavamo di sport durante le pause nel corridoio. Hanno detto che il signor de' Taddei è morto in seguito ad un malore... cavolate!” Esclamò. “Aveva una salute di ferro! Più lo guardavo, più mi rendevo conto che poteva tranquillamente vivere cent'anni o più!” Fissò Talia. “No, non è morto per un malore... quella sera pioveva ed io stesso avevo chiuso le finestre del suo ufficio. E per sua stessa richiesta. Il mattino dopo, quando l'hanno trovato morto, invece una finestra era aperta... e non si apre una finestra all'ultimo piano di un grattacielo, in piena notte e nel bel mezzo di un temporale. Ne ho parlato con l'amministratore delegato, il signor Saome Tondo e per tutta risposta sono stato licenziato. Ora ciò che accadrà in quell'azienda e nel resto della città non sarà più affar mio... si, io non avrò più nulla a che fare con tutti loro... e presto ci sarà una nuova vittima... l'ultimo dei Taddei...”
Arrivò il custode e li pregò di uscire.
Il cimitero infatti stava per chiudere.
Talia e l'uomo uscirono così dal cancello principale.
Un attimo dopo, quell'uomo però era già sparito.
Ad un tratto una macchina sportiva spuntò da una traversa, per poi sfrecciare verso di lei a grande velocità.
Un secondo dopo altre due macchine apparvero sulla strada, intente ad inseguire l'auto sportiva.
Talia
10-05-2013, 04.02.31
Osservai l’uomo stupita...
una finestra aperta...
quell’uomo credeva in un’antica maledizione solo per via di una finestra aperta?
E credeva che anche qualcun altro fosse in pericolo...
per una finestra aperta!
Lo fissai...
aveva senso questa tesi?
No, probabilmente non ne aveva...
Eppure...
quali motivi razionali potevano spingere un uomo ad aprire una finestra nel bel mezzo di un temporale?
Fissavo l’uomo, combattuta...
E fu allora che giunse il custode.
Arrivò il custode e li pregò di uscire.
Il cimitero infatti stava per chiudere.
Talia e l'uomo uscirono così dal cancello principale.
Un attimo dopo, quell'uomo però era già sparito.
Ad un tratto una macchina sportiva spuntò da una traversa, per poi sfrecciare verso di lei a grande velocità.
Un secondo dopo altre due macchine apparvero sulla strada, intente ad inseguire l'auto sportiva.
Mi ero scusata ed ero uscita in fratta...
e tuttavia, una volta fuori, l’uomo scomparve in fretta...
mi guardai intorno stupita per alcuni istanti, ma ero ormai sola e alla debole e traballante luce dei lampioni non si scorgeva neanche un’anima viva...
sbuffai... certo che ce n’era di gente strana in giro, pensai.
Mi ero appena voltata e mi ero avviata lungo il marciapiede, chiedendomi come diavolo avrei fatto a tornare fino a casa, quando il rombo di alcuni motori ed un forte stridio di gomme mi indusse a voltarmi di nuovo...
e feci appena in tempo a vedere quella macchina girare l’angolo a tutta velocità e puntare su di me, subito seguita da altre due...
colta alla sprovvista, gridai e mi ritrassi di due passi, contro il cancello del cimitero.
Guisgard
10-05-2013, 07.11.30
Talia vide quell'auto, velocissima, andare verso di lei.
Un attimo dopo altre due auto apparvero sulla strada
Anch'esse rapidissime.
Poi, ad un tratto, quelle aprirono il fuoco contro quella che le precedeva.
Colpirono i vetri e quell'auto sbandò, fino a finire proprio contro il cancello del cimitero.
Talia in quel momento fu colta da paura e si ritrovò quell'auto a pochi passi da lei.
La portiera allora si aprì e qualcuno ne uscì.
“Dannati...” disse Guisgard togliendosi il giubbotto lacerato lungo la spalla “... sta bene?” Fissando Talia.
Allora da lontano, dai vetri delle due auto, arrivarono altri spari verso di loro.
“Stia attenta!” Fece Guisgard lanciandosi verso Talia e tenendola ferma a terra. “Non possiamo restare qui...” mentre una pioggia di proiettili tintinnava intorno a loro due “... o faremo la fine di un colabrodo...” tentò allora di guardarsi intorno “... dobbiamo raggiungere quelle auto parcheggiate laggiù...” indicò a Talia “... venga con me e tenga giù la testa...” e scivolarono via, cercando di nascondersi dietro i cassonetti dell'immondizia.
Intanto altri colpi arrivarono verso di loro.
Guisgard e Talia però, a fatica, riuscirono a raggiungere le auto parcheggiate.
“Vada all'altra portiera...” indicò alla ragazza “... sempre tenendo la testa in giù...” allora con un temperino Guisgard forzò la serratura e scattò l'allarme.
Entrò, staccò i fili sotto il volante e l'allarme cessò.
Anche Talia era entrata.
Le due auto erano però su di loro ormai e cercarono di tamponarli.
Ma prima del fatale impatto, Guisgard riuscì ad accendere l'auto e a farla partire rapida.
“E' un diesel...” derapando nel bel mezzo della strada, con una manovra al limite “... mi ci vorrà un po' per avviarla bene!” Le due auto li fiancheggiarono, ma quella manovra disperata fece compiere all'auto un'inversione ad u e le due macchine finirono l'una contro l'altra.
“Al giorno d'oggi” guardando le due auto in fiamme dallo specchietto “nessuno più rispetta il codice della strada...” guardò Talia che era accanto a lui “... sta bene? Coraggio, il peggio è passato.” E lanciò l'auto rapida nella strada.
Guisgard
10-05-2013, 07.32.27
“Mi scusi” disse Dean ad Altea “ma cosa si aspettava? Di trovare un'antica maledizione che falciasse i membri di una ricca famiglia? Andiamo, siamo nel XXI secolo e la gente ha altro a cui pensare. La morte del vecchio de' Taddei è avvenuta per cause naturali. Era da solo quella sera e forse si sarà sentito male. E purtroppo non c'era nessuno a prestargli soccorso.
Poi arrivò l'assistente di Asevol ed Altea lo seguì.
E quando giunse davanti al suo ufficio, la ragazza entrò.
“Buongiorno a lei.” Salutandola il professore. “Ho visto che ha chiesto di me. In cosa posso aiutarla?”
Guisgard
10-05-2013, 07.35.17
“Imparerà presto” disse Luke a Clio “che Capomazda è la patria del Sole. Pensi che molti qui detestano l'Estate.” La guardò dalla testa ai piedi. “Accipicchia, che eleganza!” Esclamò. “Vuol proprio far girare la testa a tutti i pezzi grossi che incontreremo, vero?” Sorrise annuendo. “Però se il suo intento è quello di far colpo sull'erede del vecchio De' Taddei, beh, le dirò che i miliardari sono tutti eccentrici, innamorati del loro stesso ego, insensibili e malati di onnipotenza. E comunque le ricordo che la mia proposta di matrimonio è sempre valida!” Sorrise e poi aprì la portiera dell'auto. “Prego, milady! Il mio destriero la porterà nel palazzo dei balocchi ora!” Fece sarcastico.
Un attimo dopo l'auto del fumettista partì.
“Allora...” mentre guidava “... siamo una squadra ormai e quindi tutto va pianificato. Come ci presentiamo là? Io direi... come marito e moglie. Mi sembra perfetto, no?” E le fece l'occhiolino.
Salii in macchina e scossi la testa, sorridendo.
"..Sono contenta che le piaccia la mia mise, non è il mio abbigliamento abituale e ci ho messo un bel po' a decidermi… Non si preoccupi, non ho intenzione di far colpo su nessuno.. rappresento la facoltà, ci mancherebbe altro.. " guardai fuori dal finestrino "...No, i miliardari egocentrici non mi interessano, ma devo a loro il mio assegno di ricerca all'università, e il minimo che possa fare è evitare di presentarmi in jeans ad un ricevimento, non crede?".
Restai in silenzio per alcuni minuti, guardando fuori dal finesrtino.
"..Comunque no, niente marito e moglie.." mi voltai a guardarlo e sorrisi "..Le rovinereri la piazza...". E gli feci l'occhiolino.
"..Diremo di essere quello che siamo, io il rappresentante della facoltà di Lettere, dato che il presidente non ha potuto presenziare, e lei il mio gentile accompagnatore, un genio dei fumetti.. o sbaglio? Beh, credo proprio che dovrà farmi leggere qualcosa di suo, così potrò constatarlo io stessa..". Sorrisi.
Altea
10-05-2013, 15.28.43
A quella domanda del professor Asevol strabbuzzai gli occhi...come mai mi chiedeva di cosa avevo bisogno? Il mio professore gli aveva fatto una relazione completa degli studi che avevo fatto a Oxford e in cosa ero interessata...era tutto scritto nella lettera che avevo fatto recapitare.
"Sono Altea Trevor" mi presentai con una forte stretta di mano...sempre forte..in modo da non far trasparire titubanze "e penso abbiate letto la lettera del mio professore e vostro amico, Teacher Mr. Parker, su quello che ho studiato e ciò che sono venuta a studiare qui a Capomazda" e poggiai i pesanti tomi sopra una sedia.
Lo osservai attentamente, forse voleva sentire da me ciò che desideravo imparare..."Ebbene...sono venuta ad approfondire i miei studi sulla storia capomazdese, sui Miti e Leggende...se sono miti e leggende...della Gioia dei Taddei, attualmente tornata alle cronache, sul Fiore Azzurro e la famiglia dei Taddei..oltre ciò che circondava la guerra tra Capomazda e Santa Agata di Gothia. Per questo Mr. Parker vi chiedeva di definirmi un piano di studi accurato" dissi sorridendo ma piuttosto perplessa.
Talia
10-05-2013, 16.14.07
Ero schiacciata sul seggiolino anteriore di quella macchina, respiravo affannosamente, velocemente e fissavo con gli occhi spalancati l’uomo seduto accanto a me, alla guida...
era successo tutto in fretta, troppo in fretta...
quell’auto...
le altre che la inseguivano...
io che quasi non venivo schiacciata...
gli spari...
la voce di quell’uomo...
altri spari...
un impatto...
si, era successo tutto troppo in fretta ed io mi ero ritrovata sul sedile di quell’auto in fuga senza sapere neanche bene come ci fossi arrivata...
“Al giorno d'oggi” guardando le due auto in fiamme dallo specchietto “nessuno più rispetta il codice della strada...” guardò Talia che era accanto a lui “... sta bene? Coraggio, il peggio è passato.” E lanciò l'auto rapida nella strada.
Quelle parole, all’improvviso, parvero riscuotermi...
“Lei è...” mormorai con la voce appena alterata “Lei è pazzo! E’ pazzo! Stava... stava per investirmi poco fa... stava per farmi sparare... e ora mi chiede se sto bene? No che non sto bene, se lo vuole sapere... non sto bene per niente... mi ha quasi fatta ammazzare, se ne rende conto? Se ne rende conto? E ora sono anche sopra un’auto rubata... oddio, un’auto rubata... mi faccia scendere, ha capito? Mi faccia scendere immediatamente! Lei è completamente pazzo ed io non ho... non ho la minima intenzione di...”
Mi interruppi mentre i miei occhi, casualmente, cadevano sullo specchietto retrovisore da cui potevo vedere il rogo delle auto dietro di noi, dal quale faticosamente stavano uscendo alcuni uomini...
“No no no no... aspetti... aspetti, non voglio scendere... non qui...”
Continuai a fissare lo specchietto, continuai a fissarlo finché l’auto non svoltò sulla strada principale e quel rogo scomparve alla mia vista...
chiusi gli occhi, allora...
chiusi gli occhi, cercando di recuperare il controllo...
chiusi gli occhi e mi passai una mano sul viso...
“Va bene...” mormorai poi “Va bene, va bene... calma... sono calma...”
Inspirai profondamente, poi ruotai gli occhi e fissai l’uomo seduto accanto a me...
“Chi...” esitai “Chi è lei?”
elisabeth
10-05-2013, 16.25.43
Guardai quegli occhi che sprizzavano un energia incontenibile, non sapevo se fosse fuori di mente o la mia mente mi stava facendo vivere un momento da cancellare........ero una donna di scienza...verissimo , ma questo per lui poteva avere un significato che non era il mil mio...l'Arcontemaccanico.....avevo letto qualcosa tempo fa.....e da quello che avevo letto, non era un gran simpaticone.....un firore ...si un fiore intrecciava le strade di piu' tempi...Tylesia ....Tylesia era la citta' che piu' mi era rimasta in mente......ma nel 2013 cos apoteva significare tutto questo...?....".....Bene ora che ho avuto l'immenso piacere di conoscerla.....e che mi ha dato modo di sorseggiare questo nettare degli Dei e di darmi qualche chicca sull'archeologia..........io dico che e' tempo di andare......anzi...se ne avesse bisogno come donna di scienza e medico saro' a sua disposizione....Ippocrate me lo impone.......dunque da quella parte ci dovrebbe essere l'uscita di questo magnifico posto.....se vuole puo' essere cavaliere e accompagnarmi all'uscita........e non prenda per ingratitudine tutto questo...e che forse lei ha beccato la persona sbagliata....."...nell'alzarmi il mio cellulare comincio' a tremare......speravo fosse qualcuno che potesse venirmi a prendere...e feci l'atto di mettere la mano in tasca.......
Guisgard
10-05-2013, 21.08.11
Guisgard guardò nello specchietto ed un vago sorriso apparve sul suo volto.
“Si, è una macchina rubata questa...” disse poi rivolto a Talia “... ma ciò che più mi secca è che la mia Mercedes era nuova...” scosse il capo “... per non parlare del mio giubbotto di pelle...” la guardò “... su, dovrebbe essere fiera e lusingata... gli uomini fanno a gara per darle un passaggio.” Rise. “Chi sono io? Eh, mi creda... stanotte non penso sia una buona domanda da fare...” tornò a fissarla e sorrise “... però farò fino in fondo il gentiluomo e non la lascerò in strada con questi casini...”
La macchina allora continuò la sua corsa, fino a sfrecciare verso la parte alta della città.
Ad un tratto una maestosa sagoma appare davanti a loro.
Era un grande palazzo che si stagliava nell'incerto chiarore dell'alba nascente.
Una costruzione dalle fattezze gotiche, che il chiaroscuro rendeva quasi surreale.
Guisgard allora azionò un telecomando e sulla vegetazione i fari dell'auto illuminarono un cancello che cominciava ad aprirsi.
La macchina lo attraversò e poi il cancello si chiuse dietro di loro.
Alla fine l'auto concluse la sua corsa entrando in un grande garage sotterraneo.
“Eccoci...” fece Guisgard “... ora possiamo scendere. Qui saremo al sicuro.”
Ed aiutò Talia, ancora scossa, a scendere dall'auto.
Ad un tratto arrivò qualcuno.
Era un uomo anziano.
“Oh, Cielo...” guardando Guisgard “... signorino... signorino Guisgard...”
“Kuon!” Esclamò Guisgard. “Kuon, vecchio mio!” E i due si abbracciarono.
“Signorino...” stringendolo il maggiordomo “... come stai? Oh, forse dovrei darti del lei ora...”
“Smettetela!” Fece Guisgard. “Il tu andrà benissimo! Piuttosto, eviterei quel signorino... sono cresciuto ormai...” sorrise.
Kuon sorrise ed annuì.
Guardò poi Talia.
“Oh, non sapevo che...” stupito il maggiordomo “... i miei complimenti, signore... è davvero incantevole.”
“Eh, non è come credete, vecchio mio.” Voltandosi verso Talia e guardandola tutta ora che il pericolo era passato. “Non è una mia conquista, purtroppo...”
Guisgard
10-05-2013, 21.15.45
“Eh, povero me...” disse sbuffando Luke a quelle parole di Clio “... già... questo è il mio dramma... lei è interessata solo al mio genio fumettistico... e sia, niente dolci piccioncini...”
Ma mentre si dirigevano al Palazzo dei Taddei, videro da lontano che qualcosa bloccava la strada.
“Cosa accade?” Chiese Luke ad un poliziotto.
“C'è stato un incidente verso l'alba.” Spiegò questi. “Due auto si sono tamponate e poi sono esplose. Prima ancora c'è stata una sparatoria cominciata verso il Cimitero. Probabilmente una faida criminale.”
“Accidenti...” fece Luke “... speriamo che il traffico non ci terrà bloccati a lungo...”
Guisgard
10-05-2013, 21.21.53
“Ah, si certo...” disse Asevol ad Altea “... ora rammento. Mi perdoni, ma ho così tanti studenti e parlo ogni giorno con moltissimi di loro. Si... ho letto la lettera del vostro professore... e credo sia qui, in questa cartellina... ah, ecco.” Guardò velocemente la lettera. “Beh, interessantissimo indirizzo di studi il suo. Benissimo... allora, per prima cosa, le consiglio di iscriversi subito al seminario sulle Tendenze Eeligiose nella vecchia Capomazda e i suoi riflessi in quella odierna. Il seminario presenterà alcune lezioni e persino uno stage nei luoghi in cui molti antichi miti hanno dominato in passato. Ovviamente sarò lieto di seguire personalmente i suoi studi e tutto il suo percorso. Sono certo che da questo seminario lei trarrà i punti fondamentali per il suo piano di studi.”
Guisgard
10-05-2013, 21.26.52
“Nella vita” disse Oydo ad Elisabeth “non possiamo vai veramente scegliere.” Ad un tratto il cellulare della donna smise di suonare. “Lei non è la persona sbagliata. E' quella che ho cercato e che mi aiuterà. E da ciò che so di lei è abbastanza furba da capire che non le ho chiesto nulla. Ciò che lei può darmi io lo prenderò da me, se sarà necessario. In questo castello non siamo raggiungibili o identificabili. Il suo cellulare ha solo ricevuto un avviso di chiamata, ma non vi sono cellule conosciute a cui agganciarsi per trovare questo luogo. Avanti, abbiamo parlato già troppo.” Entrarono allora alcuni uomini e Oydo fece cenno ad Elisabeth di seguire tutti loro.
La dottoressa fu così condotta in un grosso laboratorio sotterraneo.
Raggiunsero un poi una sorta di capsula di vetro e ferro, dentro la quale vi era una vecchissima corazza di titanio.
“Dottoressa...” indicando Oydo quella capsula ad Elisabeth “... le presento l'Arconte Meccanico.”
Altea
10-05-2013, 21.37.03
Sospirai..era un sospiro di sollievo e liberatorio, il professor Asevol si dimostrò una persona veramente affabile e sicuro di sè e rimasi stupita quando mi diede pure il suo personale appoggio nel seguirmi.."Grazie professore, sono lusingata ad avere accanto uno studioso come Voi, Mr. Parker mi ha raccontato molte cose su voi...mi iscriverò subito al seminario che mi avete indicato cosi domani mattina verrò già alla prima lezione."
Guardai i tomi dei racconti delle mie antenate di sottecchi e inoltre avevo nella mia preziosa borsa Gucci un sacchetto di velluto..."Teacher Asevol..spero voi capiate il mio capomazdese, l'ho studiato approfonditamente ma rimane il mio accento inglese...vedete questi tomi? Io li ho trovati nella biblioteca della mia antica dimora ed è stato scritto da uno studioso della mia antica famiglia...si narra che due mie discendenti furono qui a Capomaza e Tylesia, e pure a Santa Agata di Gothia, vorrei lasciarvelo per leggerli...forse potete dirmi qualcosa in merito e poi avrei una richiesta..." e dal sacchetto di velluto estrassi la collana dal rubino rosso.."questo apparteneva alla mia discendente che si dice da Camelot arrivò fino a Capomazda, voi potete farla analizzare...periodo, significato..io ne sono la proprietaria ovviamente come prima discendente femmina". E gli porsi la collana.
Guisgard
11-05-2013, 01.44.16
Asevol prese i tomi di Altea.
“Si, certo.” Disse. “Li leggerò molto volentieri. A giudicare dall'aspetto sono molto antichi. Probabilmente possono custodire note o annotazioni particolari. Chissà, solitamente opere come queste riescono a fornire indicazioni caratteristiche. Magari possiamo catalogarle nel ramo della letteratura erudita.” Vide poi la collana di rubino rosso. “Questo sembra davvero un pezzo interessante. Dalla fattura e dalla lavorazione sembra un monile di epoca medievale... forse Basso Medioevo. Sapete dirmi qualcosa in più su questa collana?” Chiese poi ad Altea.
Altea
11-05-2013, 01.58.35
Ero felice...avevo fatto quasi centro sul professore, allora ciò che avevo non erano solo farneticazioni.
"Certo Teacher Asevol" e mi sedetti sullo sgabello davanti la sua scrivania "questa collana era di una mia antica antenata, la tradizione vuole la possegga la prima erede femmina della casata....si narra che la mia antenata si chiamasse Altea..proprio come me...e quello...era il pegno d' Amore dato da un cavaliere...e pure questo cavaliere ne possedeva uno uguale, quindi ce ne sono due soli uguali...qualcuno dice..l'altro potrebbe trovarsi proprio...a Capomazda".
Non risposi alle parole di Luke e mi limitai ad osservare la città attraverso il finestrino.
Strabuzzai gli occhi quando vidi le macchine in fiamme.
"...Accidenti che brutta storia.. Ha ragione, Luke, spero di non rimanere imbottigliata per molto... Non possiamo certo fare tardi al pranzo dei Taddei.." Così dicendo mi voltai nuovamente verso il finestrino, osservando ogni cosa attorno a me.
Talia
11-05-2013, 02.28.33
Continuai a fissarlo, ma in silenzio...
lo fissavo guidare, parlare con quel vago sorriso sulle labbra...
lo fissavo e mille domande si accalcavano nella mia mente, eppure non ne posi neanche una...
lo guardavo e basta... lo guardavo.
Ed fu, probabilmente, per questo motivo che non notai la strada che stava imboccando...
a almeno non la notai finché non varcò quel cancello.
Attraversammo la proprietà e poi entrò in un garage...
mi aprì la portiera ed io scesi...
Ad un tratto arrivò qualcuno.
Era un uomo anziano.
“Oh, Cielo...” guardando Guisgard “... signorino... signorino Guisgard...”
“Kuon!” Esclamò Guisgard. “Kuon, vecchio mio!” E i due si abbracciarono.
“Signorino...” stringendolo il maggiordomo “... come stai? Oh, forse dovrei darti del lei ora...”
“Smettetela!” Fece Guisgard. “Il tu andrà benissimo! Piuttosto, eviterei quel signorino... sono cresciuto ormai...” sorrise.
Kuon sorrise ed annuì.
Guardò poi Talia.
“Oh, non sapevo che...” stupito il maggiordomo “... i miei complimenti, signore... è davvero incantevole.”
“Eh, non è come credete, vecchio mio.” Voltandosi verso Talia e guardandola tutta ora che il pericolo era passato. “Non è una mia conquista, purtroppo...”
Ero imbarazzata... imbarazzata da tutta quella situazione...
Non sapevo dove fossi, ma questo stranamente non mi turbava... ora, però, forse, ero anche un po’ a disaggio...
“Oh...” mormorai “Lei... lei è stato molto gentile ad avermi dato questo... passaggio... davvero molto! Ma... ma non vorrei essere un disturbo, perciò... perciò, se sarà così gentile da prestarmi un telefono, io credo... credo che potrei chiamare un taxi e togliere così l’incomodo...”
Guisgard
11-05-2013, 03.14.00
“Un” disse Guisgard a Talia “taxi? Il suo fidanzato non ha neanche il buongusto di venirla a prendere? Neanche dopo averla lasciata da sola davanti ad un cimitero? Che tempi... la cavalleria è morta.” Sorrise appena. “La riaccompagnerò io allora. Mi dia solo il tempo di una rinfrescatina e di cambiarmi.”
“Ehm, signore...” fece Kuon.
“Si?”
“Dimentichi che sta per iniziare un pranzo.” Fissandolo il maggiordomo. “Un pranzo in tuo onore. Ci saranno tutti. Tutta Capomazda City.”
“Già, dimenticavo...” mormorò Guisgard “... beh, se il suo fidanzato non è geloso” rivolgendosi a Talia “magari può restare qui per il pranzo. O al massimo chiamarlo e farsi raggiungere da lui. Ma non credo apprezzerà il nostro pane. Sa, è per palati fini. Abbiamo gusto qui. E non solo per la cucina.” Sorrise sarcastico. “Penserete voi alla nostra ospite, Kuon? Magari facendole indossare un abito adatto per il pranzo.”
“Chiamerò madame Marches e la sua boutique in centro, signore.”
“Si, bene.” Annuì Guisgard. “E forse un parrucchiere...”
“Shoen Fruan impiegherà pochi minuti per arrivare, signore.”
“Ottimo...” fece Guisgard “.. però io non le farei un taglio troppo liscio... trovo che invece un po' mossi i capelli le diano un tocco di...”
“Fidati di lui, signore.” Mormorò Kuon. “E' il miglior parrucchiere per signore.”
“Beh...” fissandolo Guisgard “... allora vedo che avete pensato a tutto voi, vecchio mio...”
“Non avere pensieri.” Disse il maggiordomo. “La signorina è molto affascinante e non sarà complicato prepararla e mettere in risalto la sua fresca bellezza. Ora forse dovresti andare tu a prepararti.”
“Si, giusto.” Asserì Guisgard. “Allora a tra poco.” Facendo l'occhiolino a Talia.
E andò a prepararsi.
Guisgard
11-05-2013, 15.02.55
“Chissà, magari al mercato nero” disse Asevol ad Altea “o forse nelle mani di un collezionista privato. Non credo di aver mai visto questo genere di monile nel museo cittadino. E neanche nella collezione privata degli Arciduchi.” Sorrise. “Sono oggetti molto particolari e sicuramente hanno una storia. Chissà, forse legata al periodo della Guerra con Sygma. Se poi si riuscisse a dimostrare che la collana è appartenuta anche ad uno degli Arciduchi, beh, il suo valore salirebbe alle stelle. Magari è legata ad uno dei Taddei morti nell'ambito del mito della maledizione.”
Guisgard
11-05-2013, 15.04.39
Quell'incidente aveva praticamente bloccato la circolazione sulla strada principale, quella che tagliava in due Città di Capomazda.
L'antica capitale del ducato, infatti, aveva forma longitudinale, caratteristica questa che doveva leggersi nel ruolo che i re avevano dato al primordiale centro urbano destinato poi a svilupparsi nella fiorente città dei Taddei.
Essa infatti, anticamente, era vista come collegamento, passaggio obbligato, tra la capitale del regno, l'odierna Afrapolis, Suession e l'attuale Nuova Casalis.
E quella forma allungata aveva caratterizzato il futuro sviluppo di Città di Capomazda, con una grande arteria centrale a collegare ogni suo quartiere e strada secondaria.
“Mi chiedo...” disse Luke “... cosa mai ha potuto causare quest'incidente... non pensavo fosse così attiva la criminalità in città...” suonò il clacson più volte “... ma dove passi, idiota?” Gridando ad una macchina che lo aveva superato saltando sul marciapiede.
Dopo un po' l'ingorgo cominciò a diminuire ed il traffico a scorrere.
“Non temete...” rivolgendosi Luke a Clio “... conosco delle scorciatoie... arriveremo in tempo al pranzo del nostro miliardario egocentrico!”
E dopo aver imboccato qualche traversa secondaria ed un paio di sensi vietati, l'auto di Luke si ritrovò sulla strada che conduceva sull'antica acropoli cittadina.
E qualche minuto dopo, intravidero il maestoso palazzo dei Taddei.
http://traveltipz.ru/gallery/11/127311/1024x768/1273983.jpg
Talia
11-05-2013, 19.20.21
Ero ancora vagamente sotto shock...
sotto shock per l’incidente, gli spari, la fuga...
e forse per questo motivo non dissi niente, restando in silenzio, vagamente confusa, durante tutto quello scambio di battute...
in silenzio... muovendo gli occhi dall’uno all’altro, quasi senza capire...
parlavano di vestiti e capelli...
un pranzo...
...un pranzo?
Dopo che ci avevano sparato a raffica, e quasi colpiti?
Dopo che avevo visto quelle macchine schiantarsi e prendere fuoco proprio davanti a me?
Chiusi appena gli occhi: solo l’idea di andare a pranzo mi dava la nausea...
Osservai l’uomo strizzarmi l’occhio e poi allontanarsi...
non aveva avuto neanche il buongusto di chiedere il mio parere, pensai.
Mi voltai, quindi, verso l’anziano maggiordomo che se ne stava ancora davanti a me, osservandomi.
“E’ sempre così arrogante e supponente, il suo capo?” chiesi, senza curarmi affatto di modulare il tono “Non ha avuto neanche la gentilezza di dirmi il suo nome, dopo avermi quasi investita... né di chiedermi se, per caso, ci fosse qualche posto dove volessi andare... ed ora, per contro, dovrei accettare un invito a pranzo... più un abito, un taglio di capelli... deve essere pazzo!”
elisabeth
12-05-2013, 11.09.20
Il cellulare smise di vibrare....e per quanto riguardava le scelte.....si potevano non fare..e io le avevo non fatte e la mia carriera ne aveva risentito......comprendevo che non avrei potuto fare molto o forse nulla per trovarmi fuori di li' con tranquillita' e pace.....il mio mal di testa aumentava...cio' significava che non c'era nulla di buono.....Oydo da parte sua.....si stava trattenendo dal diventare furioso....." Bene ho tutto l'interesse di andar via di qui....quindi vediamo un po' cosa c'e' di nuovo"......altro tunnel.....ma che diavolo era quel castello.......avevo letto che nel periodo della seconda guerra mondiale molti Castelli avevano nelle loro viscere il vero cuore di un'attivita'...spionistica e di ricerca che al difuori non sembrava proprio.......O mio Dio......una sala Operatoria enorme...ogni strumentazione era di ultima generazione........gli strumenti erano sigillati cosi' come dovevano essere prima di ogni intervento.....e poi ?.....Una capsula con all' interno una corazza ...in Titanio aveva detto Oydo......L'Arconte meccanico.....il mio cervello incomincio' a mettersi in moto.....e la cosa era tra il fantastico e l'abbominevole.....guardai all' interno della capsula.....un uomo ?.....l'emozione fa brutti scherzi...o si incomincia a piangere in versione cascata.....e anche quando decidi di smetterla i tuoi occhi continuano come se nessun meccanismo mentale possa fermali oppure ridi come una deficente..che davanti ai suoi carnefici riesce a piegarsi in due dalle risate..uso film comico........sinceramente risi..riuscendo a reprimere il piegamento in due..avevo paura....." Tutto meraviglioso qui...devo dire che e' il sogno di ogni chirurgo.....non avere piu' il problema di andare a cercare i mezzi per operare....e avere strumentazione ultima generazione.......adesso vediamo se ho indovinato......prima possibilita'....mi state regalando per non so quale motivo un Ospedale dove poter finalmente lavorare come ho sempre desiderato.......oppure seconda e poco probabile possibilita'.. resuscitare il signore che riposa da non so quanti secoli..............seppur una donna di scienza.....e anche se.... massone per scelta........io spero.....che la prima ipotesi sia quella giusta perche' per la seconda......siete ammattito.........."........Bene Elisabeth.....questa situazione...non l'avresti mai immaginata.......
"...non si preoccupi... Sono abituata al traffico cittadino, anche se devo dire che un incidente così non l'avevo mai visto..." Dissi, guardando dritto di fronte a me.
Ma il tutto non durò moltissimo, e riuscimmo ad arrivare in tempo davanti al grande palazzo dei Taddei, grazie alla guida sicura e un poco spericolata di Luke.
Decisamente, mai avrei immaginato di mettere piede in quel posto.
Un gran numero di auto eleganti erano parcheggiate nel parco, e altre ancora percorrevano la nostra stessa via.
"...mi chiedo se non ci sentiremo due pesci fuor d'acqua..." Dissi piano, rivolgendomi al fumettista.
Ero cresciuta in periferia, fatto i salti mortali per pagarmi gli studi, non ero minimamente preparata a tutto quello sfarzo.
Mostrai l'invito ad un addetto, con un sorriso.
"...Salve... Clio Lester, facoltà di Lettere, università cattolica di Capomazda... Ho una delega dal presidente di Facoltà..." Indicai Luke con un cenno della mano "...lui é con me..".
Altea
12-05-2013, 19.41.08
Ascoltai attentamente le parole del professor Asevol...ma non era tanto per il valore economico che volevo scoprire se in giro ci fosse una seconda collana, ma nel tomo si narrava di quanto la mia antenata teneva a questa collana..ma mai si seppe se trovò il Suo Cavaliere.
"Potete tenerla Mr. Asevol..cosi potete fare le vostre ricerche tranquillamente, se pensate possa esserci una soluzione"..poi pensai un attimo.."Ma Voi pensate che Mr. Robert dè Taddei sia morto a causa di questa maledizione?"
Guisgard
13-05-2013, 01.32.38
Asevol sorrise ad Altea.
“E' soltanto un vecchio mito.” Disse. “Un mito affascinante, certo, ma nulla di più. La parola mito deriva dal greco e significa favola. E proprio come una favola esso veniva raccontato da qualche bardo o qualche poeta, magari per un piatto di minestra, per sedersi davanti al fuoco di una nobile corte o per entrare nelle grazie del suo signore. E più passava il tempo, più questa leggenda si arricchiva di particolari, in modo da far durare di più il racconto e di conseguenza l'ospitalità a corte. E cosa poteva arricchire il racconto al punto da renderlo ricercatissimo dal pubblico? I protagonisti, ovviamente. E chi meglio della stirpe dei Taddei poteva fornire protagonisti così conosciuti a tale materia? E così venne elaborata la leggenda di questa maledizione. Ossia, solo un oscuro incanto poteva scalfire la forza dei nobili duchi.” Sorrise ancora. “Spesso la storia ci aiuta a decifrare molte cose, in maniera documentata e certa, che in passato invece apparivano inspiegabili ai nostri antenati.”
Guisgard
13-05-2013, 03.47.22
Alla fine, Clio e Luke riuscirono ad arrivare al grande palazzo dei Taddei.
La ragazza mostrò l'invito e i due furono accolti nell'imponente e antica dimora nobiliare.
C'era già un buon numero di invitati e subito Luke iniziò ad indicare a Clio i più celebri fra loro.
Poi apparve l'amministratore delegato della Taddei Corporation.
“Quello è Saome Tondo...” disse Luke a Clio “... praticamente è l'uomo di fiducia del boss defunto. Ora tutto è nelle sue mani. Anche perchè, voci di popolo affermano che il rampollo di casa Taddei non sia all'altezza di guidare l'impero economico di famiglia...” fece poi cenno a Clio di seguirlo “... salve, dottor Tondo!” Presentandosi all'amministratore i due. “Vogliamo regalare alla gente di Capomazda City una bella saga sui Taddei? Con tanto di illustrazioni artistiche e onomatopee fatte come si deve?”
“Questa non è una casa editrice, giovanotto.” Sorridendo Tondo.
“Infatti!” Replicò Luke. “Ce ne occuperemo noi! Vede?” Indicando Clio al suo fianco. “Ho anche una eminente docente dell'Università Cattolica! Quella finanziata dalla vostra azienda! Saremo documentati su tutto!”
“Pubblichi un libro o un fumetto” disse Tondo “ed io lo comprerò. Leggendolo ovviamente come puro esercizio letterario.” Rise.
“E della Gioia dei Taddei cosa ci dice?” Chiese a bruciapelo Luke.
“Non esiste nessuna Gioia!” Esclamò Tondo. “Abbiamo tanti problemi qui e non possiamo certo preoccuparci di spettri e demoni!”
Guisgard
13-05-2013, 03.56.10
Oydo sorrise ad Elisabeth.
“Non tema...” disse poi “... lei ci guadagnerà e non poco da questa storia. Un nuovo ospedale, con macchinari, strutture, personale specializzato e soprattutto fondi.” Sorrise. “Fondi da utilizzare per la ricerca, per sovvenzioni o anche semplicemente per le sue tasche, dottoressa. In cambio di cosa, si chiederà... beh, è presto detto... la corazza dell'Arconte Meccanico...” indicandola nella capsula “... vogliamo ripararla e renderla di nuovo funzionale. Essa era collegata al corpo dell'Arconte tramite il suo sistema nervoso. Qualcosa di incredibile per quei tempi. E allora entra in gioco lei adesso... dovrà svolgere delle analisi e dei test per capire come rendere possibile questo. Lei ci aiuterà a legare quella corazza al sistema nervoso umano, dottoressa.”
Guisgard
13-05-2013, 04.20.06
Guisgard allora raggiunse la sua camera, quella che aveva avuto sin da piccolo e che suo zio aveva praticamente conservato in attesa del suo ritorno.
Una doccia veloce e poi si avvicinò alla borsa in cui aveva conservato gli oggetti affidatigli da frate Nicola.
Prese così la spada, la celata e infine la pergamena che il vecchio frate gli aveva detto di leggere.
La srotolò e cominciò a leggerla:
“Ragazzo mio, se stai leggendo questa pergamena vuol dire che il nostro breve incontro è già avvenuto.
Avrei voluto rivederti e perchè no, riabbracciarti in un'occasione più degna, ma gli eventi sono evidentemente precipitati.
Tuo zio non è morto per cause naturali, ma questo, probabilmente, tu già lo sai anche se non vuoi ammetterlo a te stesso.
E ciò che ha ucciso tuo zio, presto o tardi, giungerà a reclamare anche la tua vita.
Da piccolo ti fu dato un nome particolare, adatto sia ad un bambino che ad una bambina, proprio per tentare di confondere il demone di quella maledizione.
Ma non si può fuggire per sempre dai propri demoni e dal proprio Destino.
E tu ora dovrai affrontare l'uno e l'altro.
E in questa battaglia sarai solo, perchè io non potrò più aiutarti.
Tutto ciò che potevo darti, l'hai avuto in tutti i miei insegnamenti.
Ora sta a te, ragazzo mio.
Rammenta però che discendi da una stirpe di eroi.
E agli eroi l'Altissimo chiede cose che per altri sono impossibili.
Non stare a chiederti il perchè.
Forse l'unica risposta è perchè altri non possono.
Là fuori però avrai altri nemici.
Se stai leggendo questa pergamena vuol dire che io sono andato via per non farmi trovare da loro.
Gli Illufestati sono ovunque e vanno fermati.
Distruggere il vertice del loro potere ora è forse impossibile, ma bisogna fermare coloro che sono stati incaricati di cercare il Fiore Azzurro.
In nessun caso devono arrivare al Fiore.
Ti ho dato tutto ciò che possedevo e ora sta a te continuare la ricerca del Fiore.
Devi trovarlo prima che lo trovino loro.
Un documento importantissimo ti aiuterà nella ricerca.
Un documento che anche i nostri nemici vogliono avere.
Si tratta del Codex Nolhiano.
Trovalo prima di loro.
La spada ti aiuterà.
Non esiste al mondo un'arma simile.
Ma nell'usarla starà a te decidere cosa essere, se un Angelo o un demone.
Altro non ho da dirti, ragazzo mio.
Una volta da piccolo mi chiedesti cosa rende un uomo capace di realizzare tutto.
Il cuore, Guisgard.
Con la forza che ha nel cuore.
Non dimenticarlo, mai.
Che Dio ti assista e ti risparmi, figlio mio.
E se Lui vorrà, ci rivedremo.
Frate Nicola.”
Guisgard richiuse la pergamena e poi fissò la spada.
Era bloccata al fodero da una piccola catena.
Allora la impugnò.
Un attimo dopo però cominciò a sentire qualcosa.
Un capogiro.
La lasciò cadere sul letto e restò a fissarla.
Dopo qualche minuto la impugnò ancora.
E di nuovo quei capogiri.
Cercò di resistere e tenne ancora in mano quell'arma.
E ad un certo punto ebbe delle allucinazioni.
Nel frattempo, al pianterreno, Talia era con Kuon.
“Magari, signorina, non ha voluto rischiare.” Disse sorridendo Kuon. “Rischiare un suo rifiuto. Non capita tutti i giorni, se posso permettermi, di incontrare una ragazza come lei e il signor Guisgard, credo di poter dire, è molto sensibile alla sua bellezza. Ma condivido la sua perplessità. Anzi, se posso permettermi un suggerimento, direi di farlo penare un pochino. Del resto il signor Guisgard ha bisogno di qualche regola. Almeno per quanto riguarda la sfera, diciamo, personale. Quindi io sarò, in questo, suo alleato.” Rise appena. “Preparo una cioccolata calda? Ovviamente solo per noi due. E magari con qualche biscotto. Naturalmente i preferiti del signore. Biscotti che mangeremo invece solo noi due.” Sorrise ancora. “E dopo ci prepareremo per il pranzo. Pranzo di cui, ne sono certo, lei sarà la madrina.”
Altea
13-05-2013, 15.49.34
Annuii.."Storie di corte, intendete. Di bardi che esaltavano i propri Signori, ve ne sono a centinaia nelle antiche corti." Non ero molto convinta, comunque..."E quindi ciò che è stato scritto in questi libri sulle mie due antenate, pensate siano solo favole? Io ne ho letto il contenuto...quando lo farete voi, ne parleremo."
Misi la collana sul tavolo, il professor Asevol era una persona davvero gentile, mi sentivo a mio agio con lui e, inoltre, amava il dibattito, non come alcuni professori che davano per unica certezza i loro pensieri..poi fu colta da improvvisa curiosità..."Si può visitare il palazzo della famiglia dei Taddei? Vorrei vedere come è all'interno e se vi sono antichi cimeli di famiglia interessanti...è aperta al pubblico o si deve avere un appuntamento?"
elisabeth
13-05-2013, 16.26.27
Ad Oydo gli era andato in fumo il cervello.....era l'unica cosa sicura che sapevo..per il resto......stava parlando di un test e di prove a cui non avevo mai pensato...ma come avrei potuto pensarci......collegare la corazza alle terminazioni nervose di un uomo.......guardavo quella corazza, conservata con cura maniacale........." Lei pensa che tutta la vita giri intorno al Dio denaro ?......nella stra maggioranza delle cose.....non posso darle torto......ma qui non si tratta di denaro.....qui si tratta di qualcosa di assurdo.....collegare un uomo a quella corazza ...se mai si potesse fare.....significherebbe negargli una vita normale nel momento in cui decidesse di togliersela, non stiamo parlando di una camicia.........I Test....gli studi......il sistema nervoso umano e' un mondo inesplorato.....anche negli interventi piu' semplici il nostro cervello sembra essere sconosciuto......qui ....si parla di uccidere un uomo......e io sino a prova contraria...aiuto a vivere non a morire.......e poi perdonatemi........cosa ha di speciale quella corazza.....forse secoli fa serviva a qualcosa ma oggi si potrebbe sopperire...........anche se sinceramente.....non so per quale pazzia....."......ero un mondo di pensieri..sensazioni...volevo andare via da li'...quello non era il mio posto....
Mi guardavo intorno, osservando l'alta società di Capomazda nei suoi abiti migliori.
Il mio sguardo passava rapido da un invitato all'altro, senza tuttavia soffermarsi su nessuno in particolare.
Luke mi fece notare l'amministratore delegato della Taddei Corporation e, con mia grande sorpresa, si avvicinò e iniziò a parlare con lui.
Gli lanciai un occhiata di disapprovazione.
Amavo starmene in disparte, nel mio angolino non andare dritta da uno degli ospiti più prestigiosi.
Ascoltai il discorso tra i due in silenzio, ma alzai gli occhi al cielo quando il fumettista nominò la Gioia dei Taddei.
"...il signor Odis ha un particolare interesse per i miti e le leggende, a quanto pare sono un ottimo elemento per un fumetto..." Sorrisi "...ha la fortuna di occuparsi di opere di fantasia anche se inquadrate in un periodo storico ben preciso... Un lusso che un accademico non può premettersi, ovviamente....".
Guisgard
13-05-2013, 19.19.04
“Il Palazzo dei Taddei” disse Asevol ad Altea “è proprietà privata ed appartiene ovviamente alla famiglia de' Taddei. Tuttavia al suo interno, la zona detta Domus Ardeliana, ossia quella più antica, è stata adibita a museo. In essa si trova la collezione privata degli Arciduchi, visitabile però in determinati giorni e ad ore stabilite. A meno che non si ottenga un invito ufficiale. A differenza dei beni appartenuti ad altri signori e monarchi del passato, quelli dei Taddei non sono mai stati donati allo stato, né messi completamente a disposizione per il grande pubblico. Questo naturalmente perchè si vuole rispettare l'antica tradizione aristocratica, che vedeva il popolo indegno di accostarsi alla nobiltà e quindi impossibilitato a frequentare i luoghi invece destinati ai migliori, ossia all'aristocrazia appunto.” Sorrise. “Ma come mai tutto questo interesse per la storia dei Taddei? E' davvero rimasta così affascinata dagli antichi miti che orbitano intorno alla loro stirpe?”
Guisgard
13-05-2013, 19.23.28
“Il nostro amico fumettista” disse Tondo a Clio “è un vulcano di idee. Peccato che spesso dimentichi i confini tra la realtà e la sua immaginazione.” Sorrise. “Ora scusatemi, ma devo salutare alcuni ospiti. Fino a quando il nuovo presidente non si mostrerà a noi poveri mortali, tocca a me fare gli onori di casa.” E così si allontanò da loro.
“Eh, vecchia volpe il nostro signor Tondo!” Esclamò Luke per poi fissare Clio. “Secondo i beninformati ora sarà lui a dirigere le industrie dei Taddei. Anche perchè il rampollo non sembra ispirare molta fiducia al consiglio d'amministrazione. Come si dice? A pensar male si fa peccato, ma si fa sempre bene!” Rise e prese dal vassoio portato da un cameriere due bicchieri di champagne. “Un bel brindisi? Alle nostre ricerche, al nostro sodalizio e a noi due!” Le fece l'occhiolino. “Ho letto che per conquistare una donna bisogna sorprenderla. E mi è appena venuta un'idea!” Prese la ragazza per mano e sgattaiolarono fuori dalla sala, senza farsi vedere da nessuno. “E' pronta a visitare questo enorme maniero, Clio? Magari alla ricerca degli oscuri segreti di questa stirpe maledetta!” E rise di nuovo.
Ma in un'altra stanza del palazzo, attraverso un monitor, qualcuno li stava osservando mentre si spostavano in quegli ambienti.
Altea
13-05-2013, 19.28.22
"Vi dirò..perchè ho letto talmente tanto di questa stirpe nel libro della ultima mia antenata che perfino si riferisce alla Gioia dei Taddei, che vorrei davvero saperne e studiarne di più. E poi ella racconta che era alla ricerca di un Fiore Azzurro ed era proprio qui a Capomazda, ed egli ovviamente regnavano qui...vorrei sapere se vi è alcuna traccia di tutto questo o fu solo invenzione...ma impossibile per una ragazza che veniva...da Camelot? Non pensate?" Presi un giornale vicino e strabuzzai gli occhi e mi alzai di scatto.."Leggete qui...Mr. Asevol, faranno un pranzo in onore del futuro erede dei Taddei" e gli mostrai il giornale.."Oggi, in questo momento, secondo voi è possibile avere un invito? Ci terrei molto, sarebbe una occasione per vedere appunto la dimora e la parte antica...per il vestito ho abbastanza soldi per comprarmene uno nuovo e subito..accompagnatemi vi prego".
Guisgard
13-05-2013, 19.30.32
Oydo rise a quelle parole di Elisabeth.
Rise forte, in maniera quasi irriverente.
Era una risata che sembrava mostrare chiaramente l'anima di quell'uomo.
“Ah, com'è ingenua, dottoressa...” disse ad Elisabeth, smettendo finalmente di ridere “... il dio denaro... si, certo. Perchè no. Ma, vede, esistono molti altri dei. Un vero e proprio Pantheon. Il dio potere, il dio successo, il dio fama e così via. E quella corazza può semplificarli tutti. Infatti essa è una vera e propria centrale di forza. Un potere inimmaginabile. Un qualcosa davvero capace di rendere un semplice uomo invincibile. Lei crede che neghi un'esistenza normale? Certo. Ma per concedere un'esistenza simile a quella di un dio. Dalle analisi che abbiamo svolto su di essa, abbiamo compreso che un corpo legato a questa corazza può essere virtualmente eterno. Immagina? Una vita senza più dolore, senza più debolezza e senza più morte. Dottoressa... siamo di fronte all'alba di una nuova umanità... un nuovo Adamo... ma stavolta così potente da non temere più neanche il giudizio del suo dio. Ammesso ne abbia uno...”
Guardai allontanarsi il dottor Tondo ascoltando le parole di Luke sulla scarsa fiducia di cui godeva il rampollo dei Taddei.
Presi il calice che il fumettista mi porgeva, sorridendo.
"..Alle nostre ricerche, dunque.." dissi alzando il bicchiere "..e a nient'altro.." con uno sguardo deciso, scandendo bene le parole.
Potevo sopportare una battuta, due al massimo, non di più.
Mi infastidivano soltanto.
Lo osservai con uno sguardo leggermente accigliato, ma mi ritrovai a seguirlo mio malgrado.
Adesso stava decisamente esagerando.
"..Ma è impazzito?" dissi poi "...Ha un'idea dei tesori che si nascondono in questo palazzo? Crede che ci faranno andare in giro così.. all'avventura?" lo guardai con aria interrogativa e perplessa.
Incrociai le braccia "..non se ne parla.. devo tutta la sovvenzione della mia ricerca ai Taddei, non ho intenzione di inimicarmeli andando a curiosare in giro.. bel tentativo, ma ha trovato la donna sbagliata, mi dispiace.." Replicai dura e fredda.
Chiusi gli occhi e trassi un respiro profondo, conscia di aver trattato troppo duramente chi voleva soltanto essere gentile.
Eppure mi infastidiva troppo essere trattata in quel modo, pur con tutte le buone intenzioni.
Avrei dovuto essere al settimo cielo, e invece, ormai, attenzioni e atteggiamenti come quelli mi riempivano soltanto il cuore di rabbia.
Era più forte di me, non potevo farci niente.
"...Possiamo vedere il giardino, se vuole.." dissi piano, cercando di mascherare il più possibile il mio stato d'animo.
Alzai lo sguardo e sorrisi, faticosamente.
elisabeth
13-05-2013, 20.16.52
Pazzesco.... inimmaginabile...follia allo stato puro, eppure il potere era stato il fondamento della nostra storia....." Il Dio Oydo spero non l'abbiate dimenticato...perche' non era elencato tra i vostri falsi Idoli ....anche se devo darvi ragione su una cosa....siamo in un momento in cui l'uomo venderebbe l'anima al Diavolo per avere Fama e Gloria, la sofferenza..la vita la morte fanno parte di un disegno che nessuno puo' cambiare, .......ma devo purtroppo insistere......saro' come dite voi, ingenua.....ma non so come aiutarvi....avete commesso un'errore....un grande errore, e state perdendo il vostro ed il mio di tempo......".....Era paurosa...quella storia era paurosa...se quella macchina si fosse messa in moto........sarebbe stato un disastro per l'intera umanita...almeno quella pensante
Talia
13-05-2013, 21.16.41
Nel frattempo, al pianterreno, Talia era con Kuon.
“Magari, signorina, non ha voluto rischiare.” Disse sorridendo Kuon. “Rischiare un suo rifiuto. Non capita tutti i giorni, se posso permettermi, di incontrare una ragazza come lei e il signor Guisgard, credo di poter dire, è molto sensibile alla sua bellezza. Ma condivido la sua perplessità. Anzi, se posso permettermi un suggerimento, direi di farlo penare un pochino. Del resto il signor Guisgard ha bisogno di qualche regola. Almeno per quanto riguarda la sfera, diciamo, personale. Quindi io sarò, in questo, suo alleato.” Rise appena. “Preparo una cioccolata calda? Ovviamente solo per noi due. E magari con qualche biscotto. Naturalmente i preferiti del signore. Biscotti che mangeremo invece solo noi due.” Sorrise ancora. “E dopo ci prepareremo per il pranzo. Pranzo di cui, ne sono certo, lei sarà la madrina.”
Fissai l’uomo per qualche istante... stupita...
“Io...” iniziai poi a dire, piano “Io veramente credo che voi abbiate frainteso... noi... noi davvero ci siamo conosciuti solo pochi minuti fa... lui... lui stava per investirmi con la sua macchina, e poi...”
Esitai, ma pensai che forse non era il caso di preoccuparlo con la storia degli spari... no, mi dissi, non era il caso...
“Poi... poi non so neanche bene come sono finita su questa macchina... e non so perché mi abbia portata qui... ed io... si, lui è stato molto gentile con me, ma io non posso accettare...”
Di nuovo esitai e fissai quell’uomo che mi stava ascoltando balbettare e tentennare con un sorriso gentile sulle labbra e con un garbato interesse negli occhi...
“Io...” iniziai a dire, ma poi, con un sospiro ed un lieve sorriso, mi arresi a quello sguardo buono “E va bene... va bene... in effetti, forse, una cioccolata calda sarebbe proprio ciò di cui avrei bisogno... sì, ne avrei proprio bisogno... ed anche... anche quei biscotti, li accetterei volentieri...”
Ci osservammo per un attimo, con la vaga sensazione che quell’anziano maggiordomo avesse il dono di comprendermi... poi, senza aggiungere altro, mi apprestai a seguirlo docilmente fuori da quel garage...
Guisgard
14-05-2013, 20.44.40
Capitolo III: Nella tela rossa delle Tarantole
“Nel palazzo d'onice dei sognanti Esseri Grandi potrebbe essersi insediato Nyarlathotep, il caos strisciante.”
(Howard Philips Lovercraft, La ricerca della sconosciuta Kadath)
Luke sorrise a quelle parole di Clio.
Ma subito si ritrovarono in una sala che faceva da vestibolo, con un mega schermo al plasma in bella mostra.
Schermi simili si trovavano anche nei corridoi e nella sala dove erano stati ricevuti tutti gli ospiti.
Servivano a mandare in onda scene e immagini sulle industrie dei Taddei.
Ma proprio in quel momento le trasmissioni si interruppero per qualche istante, per poi riprendere alcuni secondi dopo.
Ma qualcosa era cambiato.
Cominciarono a scorrere sui monitor scene differenti.
Apparve poi una figura col volto coperto.
Fissava il monitor e sorrideva.
“Ma...” disse Luke indicando lo schermo “... chi diavolo è quello?”
Lo stupore regnava anche nella Sala Grande, dove si trovavano tutti gli altri ospiti.
“Parlo a tutta la popolazione di Capomazda...” fece quella misteriosa figura “... questa città è sotto scacco... abbiamo la possibilità di far saltare in aria un grande edificio ad ogni ora. Scuole, ospedali, caserme, musei, centri commerciali. Insomma, possiamo annientare in un attimo i santuari del vostro consumismo.”
“Ma chi è?” Stupiti gli ospiti.
“Buffone!” Gridarono altri dei presenti.
“Scateneremo questo Inferno di fuoco...” continuò la figura “... a meno che non ci consegnerete il dottor Saome Tondo insieme a 100 milioni di Taddei in lingotti d'oro.”
“Ma è pazzo!” Esclamò Luke.
E la stessa reazione ci fu tra gli ospiti.
“Avete soltanto tre ore di tempo per pensarci.” Sentenziò la figura. “Allo scadere di questo ultimatum, su Capomazda sorgeranno fiamme e morte. E questo Averno di distruzione sarà opera delle Tarantole Rosse.” E la trasmissione si interruppe mentre quel misterioso individuo fissava tutti loro dallo schermo con uno sguardo impenetrabile."
http://2.bp.blogspot.com/-xrUBx2hHo6U/TnOaakvzrnI/AAAAAAAAAZY/zbrzHlJxKF0/s1600/raiden+mgs+rising.jpg
Guisgard
14-05-2013, 21.28.46
“Dottoressa, non abbia paura...” disse Oydo ad Elisabeth “... nessuno le chiede più di quanto può dare... voglio solo che lei effettui dei test e delle analisi durante la sperimentazione. Così da poter seguire passo dopo passo gli effetti che quella corazza può provocare sulla psiche umana. Dovrà stabilire ogni effetto ed ogni causa. Solo così capiremo dove davvero può arrivare il potere che abbiamo fra le mani.”
In quel momento un altro uomo entrò nella sala.
“Dottor Oydo...” fissandolo “... ho udito i suoi discorsi.”
“Professor Venth...” voltandosi Oydo “... ho piacere nel rivederla... lasciate che le presenti la dottoressa Elisabeth...”
“Dottor Oydo....” lo interruppe l'altro “... mi ascolti... non abbiamo l'autorizzazione a procedere con la sperimentazione sul corpo umano. Ed io non ho intenzione di andare contro la legge e contro l'etica.” Guardò Elisabeth. “Sono spiacente che lei sia stata condotta qui. Ma non ci saranno sperimentazioni su corpi umani. Ora la faremo subito accompagnare a casa. E ci perdoni ancora per il tempo che le abbiamo sottratto.”
Allora lo sguardo di Oydo si fece cupo e carico d'odio.
Guisgard
14-05-2013, 21.33.02
“Ascolti...” disse Asevol ad Altea, mettendo via quel giornale “... io non credo che si possa ottenere oggi un invito per quel pranzo. Tutto è stato preparato con attenzione ed ogni particolare è definito da giorni ormai. E comunque io sono un docente universitario e non un giornalista o un economista. A me non interessa nulla di quelle industrie, né tanto meno di andare fra quella gente in veste di accompagnatore. E ora mi scusi, ma potevo concederle del tempo solo inerente ai suoi studi. Altre faccende non mi riguardano.” Il suo tono era contenuto, ma chiaramente seccato. “Questo e quanto. Ora, mi perdoni, ma devo tornare dai miei studenti.”
Guisgard
14-05-2013, 21.43.34
Così, Talia e Kuon giunsero nelle cucine ed il maggiordomo preparò una cioccolata calda che servì poi con degli ottimi biscotti.
“Il dolce è una Panacea per l'umore e per lo spirito.” Disse alla ragazza. “E aiuta a vivere cent'anni o più. Almeno così diceva mio nonno.” Sorrise. “Eh, il nostro signor Guisgard... anche se proprio non mi viene di chiamarlo così... l'ho visto crescere e signore mi sembra una parola grossa anche ora che è diventato adulto. Facciamo un patto... le va se in sua presenza, quando parlerò di lui, lo chiamerò signorino? Così mi sembrerà più naturale la cosa.” Rise. “Ricordo una volta, quando era ancora piccolo... giocava nel cortile del palazzo con quei suoi robot e quelle sue astronavi, sa di quelli che si vedono in quegli assurdi cartoni animati giapponesi... poi si avvicinò a me e mi chiese se fosse possibile costruire davvero un robot gigante e pilotarlo...” sorrise nuovamente “... io naturalmente non avevo la più pallida idea di questa cosa e gli dissi che il giorno dopo, se avesse voluto, saremmo andati in una delle fabbriche di famiglia per chiedere ad un esperto delucidazioni in merito... e il giorno seguente mi pressò per ore per farsi accompagnare in fabbrica e non abbandonò questo suo entusiasmo fino a quando uno degli ingegneri meccanici non si propose come volontario per costruirgli un robot gigante...” rise “... eh, benedetto figliolo...”
In quel momento entrò uno dei camerieri.
“Signor Kuon...” agitato lui “... ha visto in tv? Poco fa?”
“Di cosa parli?” Chiese il maggiordomo.
Il cameriere allora prese il telecomando ed accese la tv, dove andava in onda il notiziario in un'edizione straordinaria.
“Ancora attonita l'intera città e le industrie Taddei” diceva il notiziario “per il messaggio shock trasmesso su un network sconosciuto e rivendicato dal misterioso gruppo terroristico autodefinitosi Tarantole Rosse...”
E rimandarono in onda il messaggio:
“Parlo a tutta la popolazione di Capomazda...” fece quella misteriosa figura “... questa città è sotto scacco... abbiamo la possibilità di far saltare in aria un grande edificio ad ogni ora. Scuole, ospedali, caserme, musei, centri commerciali. Insomma, possiamo annientare in un attimo i santuari del vostro consumismo. Scateneremo questo Inferno di fuoco...” continuò la figura “... a meno che non ci consegnerete il dottor Saome Tondo insieme a 100 milioni di Taddei in lingotti d'oro.
Avete soltanto tre ore di tempo per pensarci.” Sentenziò la figura. “Allo scadere di questo ultimatum, su Capomazda sorgeranno fiamme e morte. E questo Averno di distruzione sarà opera delle Tarantole Rosse.” E la trasmissione si interruppe mentre quel misterioso individuo fissava tutti loro dallo schermo con uno sguardo impenetrabile."
“Bontà Divina...” mormorò sconcertato Kuon.
Altea
14-05-2013, 22.55.01
Mi alzai dalla scrivania e mi scusai..."Mi scusi Mr. Asevol, avete completamente ragione...ci vediamo domani mattino in classe per la lezione e vi ringrazio per l'attenzione datami".
Uscii dalla stanza e raggiunsi Josephine, Julien e il giornalista Dean..."A Palazzo dei Taddei danno un ricevimento per il nuovo erede e io sono curiosa di vedere la dimora e le antichità, ma sono pure curiosa di vedere cosa succede...Mr. Dean, non può procurarci un lasciapassare...per i vestiti vi è una boutique qui di fronte e posso comprarmi un bel vestito, vi prego" chiesi speranzosa.
Subito pensai fosse uno scherzo.
Ma, pensandoci, come avrebbe potuto esserlo.
Restai pietrificata ad osservare lo schermo, mentre quegli occhi sembravano scrutare ognuno di noi.
Non dissi una parola, non risposi alle parole perplessa di Luke.
"...venga..." Dissi prendendolo per un braccio "...dobbiamo tornare di là, si sarà scatenato il panico...".
E senza aggiungere altro mi ritrovai nella grande sala, intenta ad osservare lo sgomento dei presenti.
Intanto, pensavo.
No, per quanto mi sforzassi non conoscevo quel nome: le tarantole rosse.
Restai in disparte, immersa nei miei pensieri.
Le parole di quell'uomo continuavano a rimbombarmi nella testa. Quelle minacce, richieste.
Mi chiesi come avrebbero reagito i Taddei, o forse era meglio dire l'ultimo dei Taddei e il dottor Tondo in persona.
Guisgard
15-05-2013, 02.39.33
Dopo quell'annuncio, nel Palazzo dei Taddei vi era il caos.
Tutti gli ospiti ora apparivano inquieti a causa di quella situazione.
E naturalmente tutti gli sguardi furono sul dottor Saome Tondo.
Cominciarono allora a piovere domande, alcune anche assurde, sull'amministratore della Taddei Corporation.
Nel frattempo anche Clio e Luke avevano raggiunto la Sala Grande, in attesa forse di sviluppi e reazioni importanti dopo quelle minacce scioccanti.
“Signori, vi prego...” disse ad un certo punto Tondo “... signori, vi prego... cerchiamo di mantenere la calma... vi prego...”
“Cosa ne pensa, dottore?” Chiese uno dei giornalisti presenti.
“Chi crede siano quei misteriosi terroristi?” Domandò un altro giornalista.
“Perchè hanno fatto il suo nome, dottore?”
“Pagherete la somma richiesta?”
“Signori, vi prego...” cercando di mantenere la calma Tondo “... vi prego... io non sono autorizzato a rilasciare alcuna dichiarazione ufficiale... riuniremo al più presto il Consiglio e decideremo cosa fare...”
“Ma quell'ultimatum scadrà fra poche ore!” Fece un altro di quei giornalisti.
“Signori, ne so quanto voi...” fissandoli Tondo “... altro non posso dirvi...”
“Ma dov'è il signor de' Taddei?” Domandò Luke. “Non dovrebbe rilasciare una dichiarazione ora? E cercare di tranquillizzare tutti i suoi collaboratori?”
“Non so...” scuotendo il capo Tondo “... non so cosa deciderà di fare il signor de' Taddei... come voi, anche io sto attendendo gli sviluppi di questa situazione...”
Luke allora fissò Clio.
“Forse hanno ragione coloro che definiscono un pivello ed un inetto il nuovo proprietario della Taddei Corporation. Lei cosa ne pensa di tutta questa storia?” Chiese poi alla ragazza. “Che idea si è fatta?”
Guisgard
15-05-2013, 02.49.31
Dean fissò sorpreso Altea.
“Non immaginavo” disse poi “che apprezzasse a tal punto i Taddei. Addirittura al punto da voler a tutti i costi partecipare al pranzo di presentazione del nuovo proprietario.” Sorrise. “In tutta sincerità, io potrei al massimo tentare di farla entrare come giornalista al Palazzo dei Taddei. Ma occorrerebbe qualche altra cosa, oltre ad un abito adatto alla circostanza. In primis un tesserino da cronista... poi, non ultime, una preparazione e un'esperienza sufficienti per non essere scoperta. Sarebbe alquanto imbarazzante, diciamo così, se lei fosse costretta ad abbandonare quel posto dopo essere stata scoperta. Non pensa?”
“Per l'Amor del Cielo, Altea...” fece Julien “... ma cosa ti salta in mente? Perchè questa improvvisa smania di voler entrare nel Palazzo dei Taddei?”
“Anche perchè” ridendo Josephine “passare per una giornalista non è affatto semplice! Magari è più facile intrufolarsi come inserviente o cameriera!”
Osservavo la scena in disparte, distante, come se i miei occhi fossero dietro una parete di vetro, di quelle che permette di guardare senza essere visti.
Quasi sobbalzai alle parole di Luke.
"..Non conta cosa penso io.." sussurrai "..Il terrorismo può avere mille motivi, e questi sono stati piuttosto chiari nel dichiarare contro che cosa combattono…" mi voltai verso il fumettista "..Per quanto riguarda il signor Taddei, beh.. non sono il genere di persona che giudica qualcuno prima di conoscerlo.. non l'ho mai incontrato.." distolsi lo sguardo "..E a questo punto non credo che avrò mai occasione di conoscerlo.. poco male..".
Guardai Tondo attorniato dai giornalisti.
"...Non credo che negozierà.. credo che aspetteranno, non curandosi dell'ultimatum.. e poi, quando la gente avrà perso i propri cari.. si rivolteranno contro i Taddei.. e accuseranno il giovane rampollo di non essere all'altezza della situazione.." un sorriso perfido mi illuminò il viso "..Ma nel mio mestiere ho imparato che niente è come sembra, che le cose vanno sempre messe in dubbio e analizzate in mille modi.. qui non è tanto diverso.. per quanto ne so potrebbe anche essere una mossa tattica della Taddei Corporation per mettere in cattiva luce il nuovo erede…" guardai fugacemente Luke "...Ma queste sono solo farneticazioni di una mente diffidente, non fateci caso.. quello che è certo è che qualcuno ci rimetterà da tutta questa storia.. e sono certa che non saranno nè i Taddei nè il signor Tondo..".
Altea
15-05-2013, 15.45.00
Scoppiai in una risata.."Mi state palesemente prendendo in giro...cameriera? Inserviente?Niente di tutto questo" il mio tono era convinto e guardai i tre..."Mi sembra che sei tu Josephine la aspirante giornalista per il giornale di Mr. Dean non è vero? Ebbene, sarà la tua possibilità pure...farai l'inviata per il giornale al pranzo e io ti farò da aiutante" e li osservai con aria di sfida.."Coraggio, non vi è tempo..dobbiamo comprare i vestiti ed affrettarci".
E, nel frattempo, speravo di poter trovare qualcosa che avvalesse la Gioia dei Taddei...o del Fiore Azzurro...qualcosa che avevo letto sulle storie delle mie antenate.
elisabeth
15-05-2013, 16.43.12
Oydo era deciso a procedere per lui era tutto nella normalita', incominciai a mordermi il labbro, uscire da quella situazione sembrava impossibile..........le analisi..avrei perso tempo per analizzare ogni cosa.....ma sino a quando avrei potuto tirare avanti quella scena....e poi il ricordo della minaccia ....in Ospedale c'era qualcuno che teneva sotto tiro uno dei miei bimbi......" Bene ....facciamo in modo di giardare questa corazza e di vedere dove sono applicate le parti che dovrebbero essere collegate alle terminazioni nervose..."...non feci in tempo ad andare verso la capsula che un uomo entrando nella sala.....lo vidi parlare parlare con il Dott. Oydo......e il suo pensiero era quello che cercavo di dire in temini meno confidenziali...di lui.....quando tutto fini'....gli occhi di Oydo..sembravano esplodere nelle sue stesse orbite....." Dott. Venth vi perdono tutti......forse sarebbe stato un esperimento innovativo...ma non credo che la nostra etica professionale avrebbe mai potuto permetterci di poterla iniziare......ora..Signori....vi ringrazio...se mi indicate la strada io torno da dove sono venuta......".....Una situazione particolare.......volevo andare via...ma non riuscivo a muoversi....ringraziavo il Dott.Venth.....ma anche per lui non vedevo nulla di buono.....
Guisgard
15-05-2013, 20.03.17
Luke restò turbato da quelle parole di Clio.
Ma poi, quasi all'improvviso, arrivò nel palazzo la polizia.
Tutti i presenti allora si avvicinarono all'ispettore che guidava una squadra di poliziotti.
“State calmi, signori...” disse l'ispettore, cercando di tenere in pugno la situazione “... state calmi... sono l'ispettore Gunside e mi occuperò di questo caso. Ma mi occorre la collaborazione di tutti voi. Quindi vi chiedo di mantenere la calma.”
“Come fate a chiederci di stare calmi?” Sbottò Luke. “Non avete sentito, ispettore? Quei fanatici hanno minacciato di far saltare in aria ogni ora un edificio! Che piano ha la polizia?”
“Per ora ne sappiamo quanto voi.” Rispose Gunside. “Quel gruppo di terroristi non era mai apparso prime e nessun attentato in passato è stato rivendicato da loro.” Guardò poi Saome Tondo. “Voi avete mai sentito parlare di quei terroristi?”
“No, naturalmente.” Fece Tondo.
“Perchè mai hanno chiesto di consegnarvi a loro?”
“Non ne ho la minima idea.”
“Era più semplice immaginare da parte loro la richiesta di avere il signor de' Taddei, non pensate?”
“Non so cosa pensare...” scuotendo il capo Tondo “... forse perchè ormai reggo da anni l'amministrazione della Taddei Corporation... mentre il signor de' Taddei è giunto solo ora e in seguito alla morte di suo zio...”
“Si, potrebbe essere...” pensieroso Gunside.
Clio, nel frattempo, era rimasta più indietro, ancora nella sala e fissava da lontano quella discussione tra la polizia e gli ospiti.
Quando, all'improvviso, notò un'ombra dalla parte opposta, dove una porta aperta dava ad uno dei corridoi laterali.
Una figura che stava immobile, protetta dalla penombra sulla soglia, a fissare quelle persone e ad ascoltare ogni loro parola.
Guisgard
15-05-2013, 20.09.54
Josephine e Julien fissavano stupite Altea.
“Ma...” disse Josephine “... dici sul serio? Vuoi davvero andare lì ed essere ricevuta?”
“In effetti è un'idea assurda.” Mormorò Julien e fissò Dean.
“Forse non del tutto.” Sorridendo il giornalista. “Certo, andarci vuol dire quasi sicuramente essere messi alla porta, ma del resto ogni buon giornalista è stato messo fuori da convegni, conferenze, ricevimenti e così via. E' un po' il rischio del nostro mestiere. Anzi, potrebbe essere un'esperienza importante. E magari mostrare se davvero si ha la stoffa del giornalista. Però questo vale anche per lei.” Rivolgendosi ad Altea. “Magari le piacerà farà la giornalista. Chissà.”
“Ma allora...” mormorò Josephine.
“Vi occorrono dei vestiti.” Disse Dean. “Naturalmente sobri, adatti a due giornaliste d'assalto.” E fece loro l'occhiolino.
Guisgard
15-05-2013, 20.19.39
“La farò subito riaccompagnare al suo ospedale, dottoressa.” Disse Venth ad Elisabeth. “Anzi, verrò con lei anche io. Dopotutto qui la sperimentazione è conclusa.” E Fissò Oydo.
Allora Venth pregò Elisabeth di seguirla e insieme uscirono da quel laboratorio e poi dal castello.
Trovarono una macchina e con quella lasciarono finalmente quel luogo.
“La prego di scusarci ancora, dottoressa.” Fece Venth. “Il dottor Oydo è un genio, ma purtroppo non ha ancora capito che la natura umana ha molti limiti e lui, come noi tutti, non può superarli. Quella sperimentazione nei test ha dato risultati contrastanti. E' vero, almeno in maniera teorica, che è capace di alterare le prestazioni fisiche e forse anche psichiche di un individuo, ma sono troppe le incognite. Per esempio i nervi. Non sappiamo in che modo quella corazza può agire sui nervi e sull'intero cervello umano. E il nostro dottor Oydo non sembra curarsene pare. Le vorrei chiedere solo una cortesia... diciamo da persone di scienza quali siamo e che fanno con coscienza il proprio lavoro... la prego, dimentichi ciò che ha visto ed udito... non vogliamo che la stampa ed il mondo accademico vengano a conoscenza di quella scoperta. Non ancora. C'è ancora molto lavoro da fare. Sono certo che lei comprende il senso delle mie parole, dottoressa.”
Altea
15-05-2013, 20.27.25
Forse ero arrivata nel mio intento...presi per mano Josephine sorridendole e dandole fiducia..poteva essere una ottima occasione pure per lei..poi feci cenno a lei, Dean e Julien di seguirmi, entrammo in una boutique e dissi alla commessa che ci occorrevano dei vestiti sobri per andare al pranzo alla dimora dei Taddei...come dei tailleur eleganti con una sottogiacca particolare, scarpe eleganti e alte...davano eleganza e professionalità.
In breve trovammo ciò che ci occorreva e fummo pronte..."Bene" dissi a Dean sorridendo..."Ora possiamo subito andare alla meta".
Guisgard
15-05-2013, 21.15.17
Così, Altea, Josephine e Dean si diressero verso il Palazzo dei Taddei.
Julien invece aveva preferito non andare.
Attraversata la città, l'auto dei tre arrivò così davanti alla grande dimora dei ricchi industriali.
Ma con loro sorpresa la trovarono completamente circondata da diverse auto di polizia.
“Deve essere accaduto qualcosa...” disse Dean “... solo così può spiegarsi tutta questa polizia...”
Dean allora con l'auto raggiunse una delle pattuglie che impedivano l'accesso.
“Cosa accade, agente?” Chiese al poliziotto.
“Non è possibile avvicinarsi al palazzo.” Fissandoli il poliziotto. “Un gruppo di terroristi ha minacciato di voler sequestrare l'amministratore delegato della Taddei Corporation. E in più ha chiesto un riscatto per non combinare casini in città.”
“Per tutti i diavoli!” Esclamò Dean.
“Ma non li guardate i telegiornali in tv?” Sorpreso il poliziotto. “Tutti ormai ne parlano!”
Altea
15-05-2013, 21.29.49
Ci guardammo sgomenti...un riscatto? Terroristi?
In giro vi era confusione ma anche paura..."Ecco Josephine" le dissi sottovoce "questo è lo scoop che ci vorrebbe...devi riuscire a intervistare l'erede dè Taddei e scoprire come vorrà agire.."
Poi mi rivolsi a Dean..."In questa confusione totale, se Voi riuscite a parlare con la polizia forse io e Josephine riusciamo a sgattaiolare nel palazzo e scoprire qualcosa, anche perchè la cosa mi spaventa non poco".
Prendemmo una stradina che dava sul retro della dimora cercando una via di entrata, quando vidi una porta e un poliziotto e feci finta di sentirmi poco bene, facendo l'occhiolino a Josephine per farle intendere di farmi entrare perchè stavo svenendo per la tensione.
Li osservavo, eppure mi apparivano lontani e indistinti.
Mi chiesi perchè non fossi terrorizzata, in preda al panico e tutto il resto.
Forse il mio cuore non era più in grado di impressionarsi, nè di intenerirsi. E' questo il prezzo che si paga. Ma io lo sapevo fin da subito, e non me n'era mai importato.
Non avrei mai lasciato che accadesse di nuovo. Lo avevo promesso a me stessa quel giorno, mai più.
Mi avvicinai ad un tavolino lasciato incustodito e mi versai dell'ottimo spumante.
In un modo o nell'altro, il fresco gusto della bevanda mi allontanò per un momento da quella stanza.
Fu allora che la vidi, un'ombra. No, non era proprio un'ombra, ma una persona nascosta dietro una porta.
La osservai per qualche istante, poi, lentamente, mi avvicinai.
Percorsi il perimetro della sala ormai deserto e mi ritrovai dopo poco accanto alla porta.
C'era qualcuno. Non riuscii a distinguerne i lineamenti, ma ero sicura che ci fosse.
Lanciai un'occhiata nella stanza, non indagatrice o inquisitoria, ma complice.
C'era qualcosa che mi aveva spinto fin lì, come se qualcosa accomunasse le uniche persone che restavano in disparte.
Mi appoggiai allo stipite della porta, lentamente, con lo sguardo rivolto verso gli ospiti e la polizia.
Certo che aveva proprio una bella visuale!
"...Gran bel guaio..." dissi rivolta allo sconosciuto, ma senza voltarmi.
"..già immagino le conferenze stampa, i comunicati... i visi cordiali che rassicurano la gente, riempiendola di bugie.." scossi la testa prima di sorseggiare un altro po' di vino "...è una vera tragedia.." sussurrai, troppo calma, considerando la situazione.
Rimasi per lunghi attimi appoggiata allo stipite, il bicchiere in mano, i piedi incrociati l'uno sull'altro, lo sguardo nel vuoto, come se davvero potessi osservare senza essere vista.
"..Mi chiedo cosa o chi ci sia dietro tutto questo.." sussurrai "...probabilmente non lo scopriranno mai..." sorrisi, beffarda "...di certo hanno rovinato la festa al padrone di casa..".
Guisgard
16-05-2013, 01.41.30
Altea così simulò un malore.
Josephine, che comprese le intenzioni della sua amica, cercò di darla a bere al poliziotto.
Quello però non aveva intenzione di fare entrare nel palazzo le due ragazze.
“Se la sua amica si sente poco bene” disse a Josephine “allora chiameremo subito un'ambulanza, così da farla portare in ospedale. Lì avrà tutte le cure del caso.”
“Ma, in verità...” fece Josephine “... ecco, noi... noi in realtà siamo due giornaliste... veramente, ad essere sincera... si, insomma... io sono una cronista... mentre la mia amica è... è un'esperta di storia e letteratura... e volevamo... si, cioè... siamo qui perchè dobbiamo scrivere un libro... un libro sulla storia dei Taddei... la maledizione e tutto il resto...”
“Giornaliste?” Ripetè stupito il poliziotto. “No, mi spiace. Ma ho l'ordine di non far passare nessuno. Ordine dell'ispettore. E ora vi pregherei di andare via. E se la sua amica davvero sta male, allora come detto chiameremo un'ambulanza.”
“Comodo, agente!” All'improvviso una voce.
“Chi è là?” Scattando il poliziotto.
“Ma come? Non riconoscete più gli amici voi della polizia? Sono io... Daiz... Occhio di Falco Daiz... ma per gli amici solo Daiz.” Sorridendo.
“Cosa? Sei tu?” Indispettito l'agente. “Cosa ci fai qui? Nessuno può passare senza autorizzazione! E di sicuro tu non hai nessuna autorizzazione!”
“Ero qui solo per una passeggiata.” Fece Daiz. “Poi ho visto tutte queste auto della polizia e da buon cittadino mi sono insospettito.”
“Non c'è nulla da vedere.” Fissandolo il poliziotto. “Quindi fila.”
“Dovrebbe essere più gentile, agente.” Accendendosi una sigaretta Daiz. “Soprattutto con queste due ragazze... visto che sono con me...”
“Dovevo immaginarlo!” Scuotendo il capo il poliziotto. “Le inventeresti tutte per le tue indagini! Ora però prendi le tue due amiche e fili via! O vi ritroverete tutti in un mare di guai!”
Guisgard
16-05-2013, 02.10.33
Quella figura, ancora avvolta nella penombra, ascoltò con attenzione ogni parola di Clio, continuando a guardare verso i poliziotti e gli ospiti che ancora si trovavano dall'altra parte della sala.
“O magari” disse all'improvviso “hanno solo fatto un piacere al padrone di casa...” il suo sguardo passò da quelle persone alla ragazza “... ora avranno qualcosa a cui pensare e probabilmente lo lasceranno in pace...” alle sue spalle si intravedeva il lungo corridoio animato da un debole chiaroscuro.
Vi erano diversi ritratti alle pareti e raffiguravano i vari Arciduchi che avevano nei secoli dominato a Capomazda.
Non erano ben visibili, ma lo erano i loro sguardi.
Quelli almeno raggiunti dal contrasto tra la debole luce e la vasta oscurità del corridoio.
E dalla penombra apparivano visibili solo gli occhi di quella figura, proprio come per i ritratti degli Arciduchi.
Occhi che ora erano su Clio e la studiavano con attenzione.
Come se da quella corazza di semioscurità, la figura potesse osservare senza essere vista.
“Lei” continuò la figura “non sembra aver paura di tutta questa storia... perchè? E' incosciente, o soltanto cinica?”
http://www.elle.it/var/elleit/storage/images/entertainment/cinema-tv/scarlett-johansson-supereroina-nel-film-the-avengers/11030788-1-ita-IT/Scarlett-Johansson-supereroina-in-The-Avengers_scaledownonly_638x458.jpg
Sorrisi, nel sentire che quella strana figura mi rispondeva.
"...lei dice?" Risposi, senza voltarmi pensando alle parole sul padrone di casa.
"....e io che mi immaginavo il giovane miliardario come uno che ama stare al centro dell'attenzione... Se è come dice lei potrebbe iniziare a starmi simpatico..." Sorrisi "...ma si sbaglia, non lo lasceranno in pace, spieranno ogni sua mossa per dimostrare che non è all'altezza di guidare l'azienda di famiglia.." Scrutai il signor Tondo da lontano "...non aspettano altro, mi creda...".
Finii lo spumante con un sorso deciso "...e comunque, non mi permetto di giudicare chi non conosco, ma soprattutto non sono affari miei...".
Non so perché, ma mi voltai nuovamente verso il corridoio ed osservai quegli occhi.
Restai immobile a guardarli nell'oscurità, passai lentamente dai quadri a quelli della figura immersa nell'ombra.
Mi colpirono le sue parole.
“Lei” continuò la figura “non sembra aver paura di tutta questa storia... perchè? E' incosciente, o soltanto cinica?”
Sorrisi.
"...ha ragione, l'avevo quasi dimenticato ... Dovrei essere terrorizzata, mettermi le mani nei capelli e strillare, si salvi chi può.. Mi dispiace non è nel mio stile... Non è cinismo, né incoscienza.. Temo sia deformazione professionale... Non ci faccia caso... Sono abituata a osservare le cose con distacco e occhio critico.. Le guerre, i massacri.. Vanno contestualizzati... Vede, la mia mente si è già attivata, pensa a cosa scriveranno un domani di questa storia, alle fonti che avranno a disposizione, a quanto saranno contraddittorie...".
Ho già avuto la mia parte di terrore... Non accadrà più..
Sorrisi nuovamente "...beh che dire di lei.. Non è che la veda correre dai giornalisti e dai poliziotti in preda al panico..." Mi voltai nuovamente con un sorriso.
E di nuovo vidi quegli occhi puntati su di me.
"...Sono i Taddei, non è vero?" Indicando col bicchiere ormai vuoto i ritratti alle pareti.
"...mi hanno sempre colpito i loro occhi... Hanno qualcosa di indecifrabile.. Un particolare che non si dimentica, che ti torna in mente quando meno te aspetti....".
Per un momento provai l'insensata voglia di muovere un passo ed entrare in quel corridoio così da dare un volto a quegli occhi.
Ma poi pensai che se quella figura se ne stava nascosta aveva i suoi buoni motivi, e sarebbe stato molto scortese da parte mia violare il suo rifugio.
Mi limitai a sorridere, con gli occhi in quelli della figura, per poi distogliere lo sguardo e tornare ad osservare la sala.
Altea
16-05-2013, 15.19.24
Feci finta, ovviamente, di riprendermi e assistetti a tutta la scena, chi era quell' uomo Daiz??
"Ci deve essere un errore" dissi all'agente "noi non conosciamo affatto questo uomo e poi la mia amica ha mentito..." guardai Josephine, come poteva essere stata cosi sciocca.."Non volevamo dare all'occhio ai fotografi e ai giornalisti...ebbene, io sono..la cugina dell'ultimo erede dei Taddei, vi prego scortatemi fino a lui in modo possa sincerarmi egli stia bene" finsi lo sguardo più serio che potesse esserci...ecco come giocare bene la mia ultima carta.
Guisgard
16-05-2013, 19.04.48
“Forse perchè” disse quella misteriosa figura a Clio “a differenza di quei giornalisti e di quei poliziotti io non ho la loro stessa ossessione di sopravvivere ad ogni costo...” la sua voce era bassa, come se non fosse attraversata da nessuna emozione “... e poi...” esitò “... e poi non vogliono me i terroristi...” i suoi occhi continuavano a studiare la ragazza “... si...” annuì in maniera impercettibile “... sono i Taddei...” riferendosi ai ritratti “... e come fantasmi osservano tutti coloro che attraversano queste stanze... sa cosa rende insopportabile vivere con dei fantasmi? Lo spavento che possono dare? La paura? No... io trovo insopportabile il silenzio dei fantasmi... ti osservano senza rispondere a nessuna delle tue domande, delle tue paure...” restò in silenzio per un lungo momento “... e lei? Lei invece cosa scriverà domani di questa storia? Di questo assurdo teatro e delle marionette che lo animano?”
Talia
16-05-2013, 19.26.53
Sorrisi appena a quelle parole dell'anziano maggiordomo... sorrisi ed annuii appena...
"Potete chiamarlo così, signor Kuon, se volete..." mormorai "ma penso che non gli farà piacere... in fondo lo conosco così poco e..."
E tuttavia quel cameriere che giunse di corsa mi zittì...
In quel momento entrò uno dei camerieri.
“Signor Kuon...” agitato lui “... ha visto in tv? Poco fa?”
“Di cosa parli?” Chiese il maggiordomo.
Il cameriere allora prese il telecomando ed accese la tv, dove andava in onda il notiziario in un'edizione straordinaria.
“Ancora attonita l'intera città e le industrie Taddei” diceva il notiziario “per il messaggio shock trasmesso su un network sconosciuto e rivendicato dal misterioso gruppo terroristico autodefinitosi Tarantole Rosse...”
E rimandarono in onda il messaggio:
“Bontà Divina...” mormorò sconcertato Kuon.
Rimasi per lunghi minuti a fissare il televisore, quasi incredula...
uno strano brivido gelido mi era sceso lungo la schiena alla vista di quegli occhi e nell'udire quelle parole...
lentamente mi voltai verso Kuon...
"Ma..." mormorai "Ma cosa significa? Perché? Che... che senso ha tutto questo?"
Ma all'improvviso un'altra idea mi colse...
tanto prepotente da sovrastare tutte le altre...
"Taddei Corporation?" sussurrai "Taddei? Volete dire che il signor Guisgard è..."
esitai...
"È..." con la voce quasi impercettibile "è... l'erede di Robert de' Taddei?"
E, mio malgrado, iniziarono a farsi strada nella mia mente le oscure parole del misterioso uomo al cimitero... parole alle quali, fino a quel momento, non avevo dato alcun peso...
"...già, sopravvivere ad ogni costo è terribilmente sopravvalutato..." Sussurrai appena.
Guardai nuovamente nell'oscurità.
"...io? Io non scriverò nulla su questa storia... È affare dei giornalisti, non degli storici, anche se qualcuno crede il contrario..." Scrollai le spalle "... Però mi piace, l'idea delle marionette.... Direi che ha colto nel segno... E, se è per questo non vogliono neanche me, come non vogliono la maggior parte delle persone in questa stanza, eppure sono terrorizzati...".
La mia voce era calma, come se il tempo su fosse fermato, come se non ci fosse nessun attacco e nessun ultimatum.
Ripensai alle parole sui fantasmi.
"...il silenzio.." Mormorai.
Poi, di scatto, mi voltai e sorrisi.
"...lei lo sa, vero che è terribilmente scortese parlare con una fanciulla nascosti dall'oscurità?" Sorrisi, senza distogliere lo sguardo da quegli occhi intensi "...potrei iniziare a farmi strane idee sul perché se ne stia rintanato, che so.. Magari lei stesso è un terrorista, e io me ne sto qui a disquisire sulla paura e l'assurdità della vita.." Senza distogliere mai lo sguardo ".. O magari.. Non lo so.. È allergico alla luce..". E feci l'occhiolino.
Risi, piano.
"...non si preoccupi, non ho intenzione di muovere un passo.. Anche perché poi lei scapperebbe e io non avrei nessuno con cui conversare così bene...".
Posai lo sguardo dall'altra parte della stanza, vidi gente in preda al panico che fabbricava e si agitava.
Dev'esserci qualcosa che non va in me, pensai ascoltando il mio respiro calmo e regolare.
Guisgard
16-05-2013, 20.32.31
A quelle parole di Altea, Daiz esplose in una sonora risata.
“Voi” disse l'agente alla ragazza “siete la cugina del signor de' Taddei? Bene, potrei vedere i vostri documenti? O deve pensare che tutta questa sceneggiata è solo un proposito per introdursi senza invito ed autorizzazione nel palazzo?”
“Ecco, noi...” balbettò Josephine “... forse dovremmo andare, Altea...”
“Ah, è davvero uno spasso!” Esclamò Daiz. “E pensare che tutti i giornali affermano sia rimasto uno solo dei Taddei! Sai che scoop ora che è saltata fuori anche sua cugina!” E rise ancora.
“Sono io...” parlando alla radio il poliziotto “... mandate qui una squadra... ci sono due donne sospette... sono all'ingresso Ovest del palazzo...”
Altea
16-05-2013, 20.50.40
"Ovviamente siamo cugini di lontano grado...e non posso svelare i segreti di famiglia" risposi per avvalorare ancora di più la mia tesi..quel agente chiamò la polizia, presi Josephine per mano, iniziai a correre e fortunatamente arrivai a una porta...si apri, entrai nella dimora e chiusi la porta a chiave.
"Ecco Josephine, siamo entrate...e ora è meglio ci sbrighiamo..o ci prenderammo...saliamo subito al piano di sopra tramite queste scale" e imboccammo delle scale che portarono in un corridoio.
elisabeth
16-05-2013, 21.48.54
Lasciammo il castello....senza che nessuno fece l'atto di fermarci.....tutto tranquillo, infondo quella giornata secondo le ultime situazioni mi sembrava atroce...pensavo di non rivedere l'ospedale.....o per lo meno non nei prossimi giorni.......eppure il Dott.Venth....era arrivato come la manna dal cielo.....incomincio' a spiegarmi come stavano le cose e i loro studi che sembravano ancora a d un punto morto..o comunque niente che potesse prevedere dei cambiamenti veloci eppure Oydo...mi sembrava cosi' sicuro..." Dott.Venth...non so' come ringraziarvi......ho cercato di spiegare al Dott. Oydo che era una follia e non solo la sua richiesta....ma i tempi erano stretti.....e poi, eticamente io non avrei mai acconsentito ad uno studio su una sperimentazione del genere.......la fantascienza e' stata molto semplicistica in fatto di uomini macchina.....ma collegare le terminazioni nervose da quella corazza al corpo di un uomo...perdonatemi ..... saro' pure un medico da quattro soldi..preferisco lasciare perdere..........dimenticatevi di me...e io mi dimentichero' di voi...statene certo.......non c'e' bisogno che ve lo giuri....."....la macchina intanto sfrecciava sulla statale......l'aria della sera incominciava a rinfrescarsi......non vedevo l'ora di tornare in ospedale...
Guisgard
17-05-2013, 02.16.00
Altea e Josephine, con quel gesto improvviso e maldestro, scapparono via e si intrufolarono in un ambiente chiuso che dava in un corridoio.
Ma ad un tratto si ritrovarono davanti due individui.
“Da qui non si passa.” Disse uno dei due.
Erano alcuni dei guardiani del palazzo.
Presero allora le due ragazze e le condussero fuori, dove trovarono i poliziotti.
“Consegnatele a noi.” Fece uno di questi. “Un po' di tempo al fresco le convincerà a chiarirci il perchè di questa voglia di entrare qui.”
Ma proprio in quel momento arrivò di nuovo Daiz.
“Sono con me queste due donne.” Disse ai poliziotti. “Rispondo io di loro, agenti.”
“Hanno detto di non conoscerti, Daiz.” Fissandolo uno dei poliziotti.
“Oh, era solo una parte del nostro piano.” Sorridendo Daiz. “Perchè cercavamo indizi per le nostre indagini. Fidatevi.” E fece l'occhiolino ad Altea e a Josephine.
Guisgard
17-05-2013, 02.35.33
L'auto condusse così Elisabeth di nuovo in ospedale.
Venth la salutò e la ringraziò ancora per la sua cortesia e disponibilità.
La donna allora tornò nel suo ufficio e cominciò a dedicarsi a varie pratiche da ultimare, prima di iniziare il suo giro nel reparto.
Ma un'ora dopo, un suo collega la raggiunse.
“Elisabeth...” entrando “... hai sentito alla tv? Sembrano giorni di pura follia questi. Prima le minacce di quei terroristi alla Taddei Corporation, poi quello spaventoso incidente nel quale ha perso la vita uno stimato scienziato... il dottor Venth...”
Guisgard
17-05-2013, 02.50.19
“Forse” disse quella figura a Clio “sono anche io un fantasma... proprio come i duchi di questi ritratti... e magari vittima, come loro, della maledizione... lo sa” abbozzando un leggerissimo sorriso “che secondo la leggenda la maledizione colpiva quando uno dei duchi si innamorava? Quindi è per il bene della bella fanciulla che il fantasma se ne sta qui nella penombra... un po' come il celebre Fantasma dell'Opera... o come il Conte di Montecristo, quando resta nell'ombra per non farsi riconoscere dalla sua Mercedes...”
In quel momento lo smartphone di Clio cominciò a vibrare per un sms.
“Dottoressa, sono Asevol. So che è a quel pranzo nel Palazzo dei Taddei, ma la pregherei, appena può, di passare in facoltà. C'è una questione di cui vorrei parlarle.”
Recitava il messaggio.
Guisgard
17-05-2013, 03.18.01
Kuon, dopo lo stupore e lo sconcerto per quelle minacce delle misteriose Tarantole Rosse, fissò Talia.
“Non so cosa pensare, signorina...” disse “... e non so chi siano questi terroristi...” si sedette su una sedia e restò così, in silenzio, per alcuni lunghi istanti.
Poi scosse il capo e tornò a fissare la ragazza.
“Si...” annuendo “... il signor Guisgard è il nipote di Robert de' Taddei... nonché ultimo discendente della sua dinastia...” i suoi occhi ora apparivano indagatori su di lei “... è giunto in città a causa della morte di suo zio... era stato proprio questi a far allontanare suo nipote da Città di Capomazda... ha pagato i suoi studi, i suoi viaggi e tutti i suoi capricci... tutto, pur di tenerlo lontano da qui... ma ora, inevitabilmente, il signor Guisgard sarà costretto a prendere il comando della Taddei Corporation... anche se suo zio ha fatto di tutto per evitare questa cosa...” tornò a guardare la tv, dove l'immagine, divenuta sbiadita, si era fermata sull'inquietante sguardo di quel misterioso terrorista “... e forse perchè voleva tenerlo lontano da queste oscure forze che ora ci minacciano...”
http://i1.ytimg.com/vi/X4htDdHtvWA/hqdefault.jpg
"..Dovrebbe essere uno dei Taddei, però, perchè la Gioia abbia effetto... e a quanto ne so ne è rimasto uno soltanto.. deve stare attento.." sorrisi "...ma se è davvero così allora le basterà schioccare le dita e avrà ai suoi piedi le più belle donne di questo paese, amore o no, non credo che perderebbe mai tempo innamorandosi di me...". Mi voltai e feci l'occhiolino all'oscurità.
"...Anche perchè poi dovrebbe farmi innamorare di lei, e.. mi creda.. credo sia un'impresa troppo ardua, anche per uno che vive tra i fantasmi..".
Sentii vibrare il mio smartphone, lo estrassi dalla borsetta e lessi il messaggio.
“Dottoressa, sono Asevol. So che è a quel pranzo nel Palazzo dei Taddei, ma la pregherei, appena può, di passare in facoltà. C'è una questione di cui vorrei parlarle.”
Sorrisi.
"..Il lavoro mi chiama.." sussurrai.
Era un'ottima scusa per lasciare quel posto, infondo il pranzo non era stato dei migliori, l'annuncio dei terroristi e l'arrivo della polizia avevano trasformato completamente l'atmosfera festosa.
Eppure, pensai, non sapevo nemmeno il nome di quella figura immersa nell'oscurità.
"...Lei sembra conoscere bene questo posto e la sua storia, saprebbe indicarmi anche una via d'uscita? Magari senza dovermi imbattere in quei giornalisti, nei poliziotti, o nel mio accompagnatore.. non ha apprezzato il mio atteggiamento e di certo non capirà il mio lasciare l'edificio con una crisi terroristica in atto..." alzai le spalle "..tanto meglio, cominciava ad essere troppo invadente.." sussurrai "...prenderò la metropolitana...".
Osservai Luke che si agitava insieme agli altri invitati.
Poi, di scatto, mi voltai nuovamente verso il corridoio, e nuovamente trovai quegli occhi fissi su di me.
"..Perchè non viene via con me?" dissi, quasi senza pensarci "..L'ha detto lei stesso: non è lei che vogliono.." sorrisi "..venga con me..." dissi piano "...le va una pizza? Muoio di fame, e non credo che qui proseguiranno con questo pranzo: il re è morto, lunga vita al re.." scrutai quegli occhi per un momento "..Andiamo, offro io... odio mangiare da sola..".
Risi, piano "..Non cercherò di farla innamorare, promesso.." dissi alzando la mano destra come se stessi facendo un solenne giuramento.
elisabeth
17-05-2013, 15.15.14
Salutai il Dottor Venth...." Siete stato molto comprensivo dottore Venth....grazie per avermi riaccompagnato......e se avete bisogno di me intendo solo voi.....sapete dove trovarmi....." Scesi dall'auto che sfreccio' via....sull'antica Villa che ospitava la struttura....ed andai subito nel mio studio....molte cartelle si erano ammonticchiate sulla mia scrivania....accesi il pc...ed incominciai a lavorare....l' indomani avrei avuto studio........ogni tanto il mio sguardo andava fuori dalla finestra e ripensavo a tutto quello che mi era capitato nella giornata....e anche alle parole del Dott. Venth...sorrisi...era pura follia.....quando la porta si apri' di botto e un infermieri mi aggiorno sugli ultimi avvenimenti della giornata.....quella giornata che si svolgeva fuori dall' Ospedale......una notizia mi lascio' senza respiro.....sentii il sangue rallentare la sua corsa nelle miei vene....come se ogni cosa perdesse la sua funzione vitale....." Il Dottor Venth....avete detto ?....."....al suo assenso.....mi alzai dalla poltrona e cominciai a camminare avanti indietro...mi aveva lasciata da poco.....certo avevo fatto solo qualche pratica.......non poteva essere saltato in aria con la sua macchina, poi...un pensiero terribile mi passo' nella mente........se lui era veramente morto...io ero veramente nelle mani di un pazzo.......dovevo andar via da li'.......entrai nel bagno e mi tolsi tutto......misi la tuta da ginnastica che tenevo nei momenti di corsette togli tensioni e le mie comode scarpette........presi il mio iphone.....la borsa e via....senza salutare nessuno........non sarei neanche tornata a casa.......ma dove potevo andare...intanto dovevo prendere la macchina e poi strada facendo....ci avrei pensato.......
Altea
17-05-2013, 16.53.47
E cosi mi ritrovai nuovamente fuori, quando quell'uomo si avvicinò di nuovo..ma che voleva mai da noi?..Daiz...lo guardai..."Già..Mr. Daiz..questi poliziotti stanno mandando a monte tutto quanto" e gli sorrisi.
Ma che mai stavano mandando a monte? Mi chiesi..chi era quell'uomo..conosceva il corpo di polizia, e loro conoscevano lui...forse era un investigatore?
Guisgard
17-05-2013, 19.14.25
La misteriosa figura sorrise a quelle parole di Clio.
I suoi occhi azzurri, illuminati a stento da quel pallido bagliore, erano in quelli chiari di lei.
“L'ha detto lei ora...” disse “... il lavoro la sta chiamando... e temo che il mio presto chiamerà anche me... perciò sono costretto a non poter accettare il suo invito, per ora... e poi, noi fantasmi, viviamo solo di notte, anche se conosciamo molti incantesimi per fare innamorare le ragazze...” fece qualche passo all'indietro, come a volerle indicare un passaggio “... però le farò un favore... esca per di qua... questo corridoio la condurrà ad una scalinata... scenderà così nei garage sotterranei... vi sono tre auto... una Corvette anni'70, una Porsche Carrera e una Lamborghini Diablo... scelga quella che preferisce e lasci il palazzo... ho sentito dire che il signor de' Taddei è molto generoso con le belle ragazze, quasi cavalleresco... quindi magari mi ringrazierà di questo... renderà l'auto quando ci ritroveremo per quella pizza...” e un attimo dopo, proprio come un fantasma, quella figura svanì nella penombra del corridoio.
Guisgard
17-05-2013, 19.27.49
Daiz sorrise ad Altea e poi le fece l'occhiolino.
“Si, bellezza, hai ragione.” Disse, accendendosi una sigaretta. “Talvolta i poliziotti sanno essere maldestri come pochi.”
“Falla finita, Daiz!” Sbottò un agente.
“E va bene...” sorridendo ancora Daiz “... ho capito che oggi siete di pessimo umore, amici miei... ok, allora vi lasceremo fare il vostro lavoro...”
“Già e vedi di non farti più vedere da queste parti!” Fissandolo un altro poliziotto.
“Non siamo in un paese libero?”
“Dipende.”
Allora Daiz rise.
“Ok, recepito il messaggio.” Mormorò. “Andiamo, ragazze.”
“Dove vorresti portarle?” Indispettito l'agente. “Queste due sono in arresto.”
“Andiamo, non penserete certo che lasci questo posto senza le mie due assistenti!” Fece Daiz.
“Va bene...” sbuffò l'agente “... ma solo se mi darai la tua parola di non immischiarti più in questa storia.”
“Parola di boy scout!” Esclamò Daiz.
Prese allora Altea e Josephine e insieme lasciarono quel posto a bordo della sua auto sportiva.
Guisgard
17-05-2013, 19.42.14
Elisabeth allora, in seguito a quella notizia scioccante, lasciò di corsa l'ospedale.
Prese la sua auto e guidò per un po'.
Mille pensieri si accalcavano nella sua mente.
Mille timori e paure.
Imboccò così la grande arteria mediana, che conduceva fuori dalla città.
La radio in macchina dava vecchie canzoni, quando all'improvviso il programma di musica si interruppe.
“Interrompiamo le trasmissioni” disse la voce del radio giornale “per aggiornarvi sugli ultimi sviluppi delle minacce indirizzate da un misterioso gruppo di terroristi, le Tarantole Rosse, ai membri della Taddei Corporation...”
Ma un tratto una macchina apparve dietro la sua.
Dopo un po' la dottoressa si accorse di essere seguita.
elisabeth
17-05-2013, 21.24.30
Ormai in macchina mi sentivo al sicuro....anche se il Dottor Venth doveva provare la stessa sicurezza, eppure ormai era solo un ricordo......avevo preso la statale.......dovevo andare da qualche parte ero come in preda ad un presentimento...canticchiavo nervosa qualche motivo..la radio mandava brani che ascoltavo da ragazzina e poi...le ultime notizzie.....la Taddei Corporation...si in quei giorni avevo sentito anzi per meglio dire avevo letto il giornale.....ma io ero una distratta da Oscar....e in mente non mi rimaneva molto..leggere il giornale era un momento di tranquillita' per impedire a chi mi passava accanto di chiedermi la qualsiasi cosa......avevano ricevuto minacce.....dalle Tarantole Rosse......e chi diavolo erano.....i miei occhi ora non puntavano sempre la strada ma lo specchietto retrovisore......qualcuno stava facendo la mia stessa strada....incomincia ad accellerare e a togliermi qualche camion davanti...ma questi erano sempre dietro.........Le tarantole Rosse non poteva essere il pazzo del laboratorio......li' era un discorso campato per aria.......no...non poteva essere...anche se Venth era morto dopo avermi accompagnato.......La macchina nera era incollata al mio paraurti...bene affondiamo..per i punti sulla patente...ci pesneremo un'altro giorno con calma......la strada era pessima.....due corsie una a scendere e una a salire......ed il punto era che un lato dava sulla scogliera........era una corsa senza fine......i sorpassi erano imprudenti da morire...infatti.....potevo scegliere solo di morire.....quando distanziandoli......vidi l'entrata di una villetta...era immersa nella vegetazione........una curava mi fu' propizia ed entrai nella villa senza pensare a pfrenare o a scalare di marcia.....portandomi via col muso della macchina una parte di cancello......Non usci' nessuno..nonostante il gran rumore......e portai la macchina dentro sino a farla coprire dalla vegetazione.......avevo l'ansia....le mani sudate...il senso del panico...e la voglia di urlare......la prima cosa che feci fu prendere il cellulare...e chiamare.....mi fermai di colpo......e tolsi la batteria......non avete piu' modo di seguirmi.......rimasi in macchina aspettando la notte, solo allora mi sarei mossa....
Sbattei le palpebre un paio di volte.
Non che credessi davvero che quella figura così misteriosa avrebbe lasciato il palazzo insieme a me, ma c'era qualcosa in quegli occhi, qualcosa di ineffabile ed enigmatico che, stranamente, non mi irritava, anzi.
Di solito detestavo essere osservata, eppure quello sguardo non mi dava fastidio.
Le sue parole rimbombavano nella mia mente. Le aveva davvero pronunciate?
Per quanto ne sapeva potevo non tornare più, avere cattive intenzioni.
Ma, infondo, pensai gli occhi rivelano molte cose.
Iniziai a percorrere il corridoio un passo alla volta, mentre mille pensieri si susseguivano nella mia mente.
Come avrei fatto a riportare l'auto? Beh, l'avrei portata l'indomani stesso, ovviamente.
Ma come poteva fidarsi di me, se non si era fidato nemmeno a farsi vedere?
Non sapeva nemmeno il mio nome.
Persa in questi interrogativi arrivai al garage e vidi le tre auto parcheggiate.
Sorrisi.
Erano una più bella dell'altra.
Vidi un pannello con le chiavi, e, senza pensarci due volte ne presi un paio.
Mi sentivo come se stessi vivendo un sogno.
Aprii la borsetta, riuscii a trovare una penna, e strappai una pagina dalla mia agenda.
Così, al posto delle chiavi lasciai un biglietto.
Grazie.
La riporterò massimo domani sana e salva.
Le devo una pizza.
Clio
Sapevo che avevano registrato i nostri nomi all'ingresso e immaginai che non ci fossero molte omonime della musa della Storia.
Sorrisi nuovamente, non sapendo dove girare lo sguardo.
Non stava succedendo davvero, pensai mentre salivo sulla Lamborghini Diablo.
E pensare che i miei amici mi avevano preso in giro quando ero andata con loro al corso di guida sportiva.
Fortuna che non do retta mai a nessuno, eh...
Il garage sotterraneo dava su una stradina secondaria, lontana dalla bolgia dell'ingresso principale.
Così, in poco tempo, mi ritrovai in città, e in men che non si dica, raggiunsi l'università.
Parcheggiai nel garage custodito riservato ai dipendenti.
Spensi il motore, e buttai la testa all'indietro, appoggiata al sedile.
Restai così, con gli occhi chiusi per lunghi istanti, ascoltando il mio respiro.
Mai nella mia vita avrei creduto di guidare quella macchina su strada.
Era un sogno.
Prima di scendere dall'auto, però, mandai un sms a Luke.
Sono dovuta tornare in università. Scusi se l'ho abbandonata. Ci aggiorniamo nei prossimi giorni per le nostre ricerche.
Percorsi velocemente i corridoi, e mi diressi al bar.
Presi un panino al volo e lo mangiai nel tragitto verso lo studio del professor Asevol.
Stavo davvero morendo di fame.
Quando raggiunsi la facoltà e il dipartimento lo avevo ormai finito.
Trovai la porta di Asevol aperta, ma mi fermai sulla soglia e bussai allo stipite.
"...Voleva vedermi, professore?" Dissi lanciando un'occhiata all'interno della piccola stanza.
Guisgard
18-05-2013, 01.31.40
Tutto accadde velocemente ed Elisabeth si scoprì, suo malgrado, protagonista di quella scena tanto azzardata, quanto disperata.
La macchina svoltò di colpo, senza frenare o diminuire di velocità.
Un urto violento e poi quel cancello rimasto sopra il cofano dell'auto.
Poi silenzio.
Un silenzio interrotto solo da qualche macchina che sfrecciava rapida sulla strada.
E dell'auto che fino a poco prima la seguiva, Elisabeth non ebbe più tracce.
Poi dalla villetta si accese una luce.
La porta, dopo qualche istante, si aprì ed apparve qualcuno.
“Santo Cielo...” disse quell'uomo avvicinandosi all'auto di Elisabeth “... ehi, tutto bene?” Chiese poi guardando all'interno della macchina. “Va tutto bene? Siete ferito?” Ed illuminò l'interno dell'abitacolo con una torcia.
Guisgard
18-05-2013, 02.15.36
“Venga pure avanti, dottoressa...” disse Asevol a Clio.
Il professore era impegnato a cercare alcune cartelle in uno schedario, dando le spalle alla porta.
“Allora, com'è andato il pranzo al Palazzo dei Taddei?” Chiese alla ragazza. “Immagino non benissimo, dato l'accaduto... mi spiace per tutto questo. Ma le assicuro che Capomazda City non è affatto una città in mano a criminali e a terroristi. Purtroppo, o per fortuna, tutto qui ruota attorno alla Taddei Corporation e un simile impero economico è normale che attiri le ambizioni di molti malintenzionati...” si voltò e si sedette alla sua scrivania, posando le schede davanti a lui. “La prego, si accomodi.” Fissandola. “L'ho fatta chiamare perchè credo di poterla distrarre, finalmente, da tutto ciò che è accaduto in queste ultime ore. Dopotutto lei è una storica, non una giornalista.” Sorrise. “Ecco, sono stato contattato da un importante ente privato che sovvenziona varie iniziative universitarie. Ultimamente hanno promosso, in appoggio col Museo Archeologico, un campo scavi a Nord-Ovest di Sant'Agata di Gothia. Hanno contattato poi la nostra università per chiedere collaborazione per le loro ricerche. E hanno fatto il suo nome, dottoressa. Molto probabilmente sono al corrente delle sue ricerche e delle sue pubblicazioni. Ma sarà uno dei loro esperti a chiarirle ogni cosa di questa possibilità.”
In quel momento entrò un uomo nell'ufficio di Asevol.
“Lasci che le presenti il professor Masan, dottoressa.” Alzandosi Asevol ed indicando quell'uomo a Clio.
http://www.wearysloth.com/Gallery/ActorsL/9755-8556.gif
elisabeth
18-05-2013, 11.58.22
Non so quanto tempo passo' un minuto un secolo....avevo ancora i pezzi del cellulare tra le mani il cappuccio sulla testa...ed una grande confusione...come cavolo c'ero finita in quella situazione...il cofano della mia macchina doveva essere distrutto....ma anche il cancello del proprietario nono doveva essere granche' visto che meta' era adagiato davanti ai miei occhi.........poggiai la testa sullo sterzo...ero sfinita....quando una luce attraverso' l'abitacolo della macchina........speravo non ci vivesse nessuno in quella casa...ma ormai speravo a vuoto...un uomo...un uomo della mia eta' stava cercando di capire...cosa fosse successo.....infondo avrei fatto la stessa cosa anche io......mi riparai gli occhi con una mano ed alzai la testa dallo sterzo.....col finestrino chiuso gridai..." Tutto bene non si preoccupi.....mi spiace...non conosco bene questa zona...non sono di qui...e la macchina e' uscita fuori strada...fortunatamente c'era la sua villa....".......le mie parole arrivavao all'uomo non in senso compiuto...i vetri della mia macchina......erano particolari...proprio per attutire i rumori.....cosi' aprii lo sportello.......e scesi dall'auto......" Mi spiace, le ho distrutto il cancello....ma la macchina e' uscita fuori strada..devo aver preso la curva in piena velocita'......io sto bene..tranne il mio cellulare che e' andato in pezzi......le risarciro' ogni cosa non si preoccupi...ogni danno sara' coperto.........dovrei fare solo una telefonata......paghero' anche quella ?....."...l'uomo mi guardava pensando che fossi piombata da marte.......entrare in quela villa ...o ci si voleva entrare oppure era impossibile.........e io ero riuscita a fare l'impossibile.....
Talia
18-05-2013, 15.29.15
Osservai Kuon accasciarsi sconsolato sulla sedia. Gli posai così una mano sul braccio in un gesto consolatore...
poi i suoi occhi tornarono su di me, vagamente indagatori.
Ed io sostenni quello sguardo, non sapendo quasi cosa pensare...
le oscure leggende di cui avevo sentito parlare quasi aleggiavano nella parole del maggiordomo, eppure io non potevo credere che fossero vere...
lo fissai per lunghi istanti...
"Tenerlo lontano da cosa, esattamente?" chiesi "Un... un attacco terroristico non è cosa che si poteva prevedere... sbaglio, forse?"
Altea
19-05-2013, 21.40.53
Non capivo assolutamente cosa stesse succendendo...e poi perchè la dimora dei dè Taddei era cosi presidiata, nemmeno la Reggia della nostra Queen Elisabetta lo era in questo modo.
So solo che mi trovai con quello sconosciuto in una Mercedes sportiva, che correva per le vie di Capomazda..."Scusate Mr. Daiz, ma perchè ci avete, come dire salvate da questa situazione imbarazzante?Chi siete voi? Non vi conosciamo nemmeno, vi ringraziamo, ma gentilmente portateci a casa di mia zia Julien Trevor nella parte nord di Capomazda, io sono solo una studentessa che proviene da Oxford e sono anche piuttosto stanca, domani mi aspetta la prima lezione alla Università Cattolica di Capomazda...e poi inizio a detestare quell'erede dei Taddei, senza nemmeno conoscerlo, uno che fa cacciare le persone in questo modo, che fa una vita agiata tenendosi lontanto e allontanando le persone comuni...anche se io discendo da nobile famiglia come lui e ho una dimora pari alla sua a Oxford...è sono uno sbruffone antipatico!!" e guardai quell'uomo misterioso.
"...No, infatti.." sorrisi "..le dico solo che ho dovuto prendere un panino al bar dell'università... non può immaginare il panico e il terrore negli ospiti.. non si preoccupi, comunque.. non sono così facilmente impressionabile.. e, in realtà, non amo le feste mondane, ma ho accompagnato quel fumettista che mi ha mandato..".
Mi sedetti sulla sedia che mi indicava il Professor Asevol e ascoltai quello che aveva da dirmi.
Sorrisi, nel sentire le sue parole.
Erano anni che desideravo andare a Sant'Agata di Gothia, e collaborare con uno scavo sarebbe stato davvero interessante, sempre che gli archeologi vedessero di buon occhio il fatto di avere una storica tra i piedi.
Mi voltai quando il professore mi indicò la porta e mi alzai in piedi nel veder entrare il nuovo venuto.
"...Clio Lester, piacere di conoscerla..." dissi stringendo la mano al professore.
"...Allora, il professor Asevol mi ha accennato ad una richiesta di collaborazione per uno scavo a Sant'Agata di Gothia.. mi spieghi un po' di che cosa si tratta...".
Mi rimisi a sedere, ed osservai i due uomini con aria interrogativa.
Guisgard
20-05-2013, 02.04.11
Capitolo VI: La chiesa dimenticata
“Al termine della galleria, fate attenzione nell'oltrepassare l'arco avvolto da una nebbia cangiante e multicolore: potreste rischiare di cadere nel Pozzo della Luna.”
(Abraham Merritt, Il Pozzo della Luna)
Masan fissò Clio con interesse.
Il suo sguardo era penetrante e nei suoi occhi vi era qualcosa di intrigante.
Dai suoi modi e dal suo portamento non sembrava uno studioso, né tanto meno un archeologo.
“Da quando” disse senza smettere di guardarla “al dipartimento mi hanno fatto il suo nome, devo confessarle che ho subito cominciato a farmi un'idea su di lei. Un'idea personale naturalmente. Ma devo dire che, vedendola ora, quell'idea era totalmente sbagliata.” Sorrise. “Le confesso che la immaginavo diversa. Molto diversa. So che sembra la scena di un vecchio film... uno di quelli in cui il datore di lavoro toglie gli occhiali e scioglie poi i capelli della sua segretaria, fino a quel momento un brutto anatroccolo, rivelandone così il fascino. Si, perchè la immaginavo totalmente diversa. Ma non si preoccupi, non starò qui a descriverle il modo in cui questo nostro incontro mi ha sorpreso. Favorevolmente sorpreso.” Si sedette. “Direi allora di passare a cose più importanti. Al perchè io sono qui, dottoressa.” Aprì la sua borsa e prese alcune cartine. “Queste sono le planimetrie del nostro campo scavi a Sant'Agata di Gothia. Gli scavi sono cominciati alcuni mesi fa, in seguito ad alcune scoperte casuali in quella zona. Durante i lavori per un progetto stradale, alcuni bulldozer hanno riportato alla luce diversi manufatti. Da qui poi i lavori sono stati bloccati e tutta la zona è stata oggetto di studi. Alla fine il dipartimento è riuscito ad ottenere i permessi per aprire un campo scavi. E così, man mano, sono stati portati alla luce vari reperti, tutti inquadrati in una stratigrafia riconoscibile e documentata. Fino a quando...” e mostrò a Clio e ad Asevol un prospetto “... quasi per caso, sono emersi i resti di una vasta struttura... resti che per dimensioni, pianta, orientamento e caratteristiche architettoniche sono stati riconosciuti come appartenenti ad un edificio Cristiano... una chiesa. Una chiesa però dedicata ad un Santo il cui culto non era diffuso in quella regione. Un po' com'è accaduto per il culto di Morfeo nella stessa Sant'Agata di Gothia, al quale lei ha dedicato molto del suo tempo, dottoressa. E per questo il dipartimento vuole che lei venga a Sant'Agata di Gothia per formulare un suo parere in proposito.” E le mostrò la planimetria della chiesa.
http://www.francescocorni.com/disegni/Ach/Battistero_paleocristiano_resti_e_ricostruzione_Ba ttistero_Barcellona_0_Spagna_A_Ch_E_Barcellona1.jp g
Guisgard
20-05-2013, 02.23.38
Daiz rise di gusto a quelle parole di Altea.
“Avete perfettamente ragione.” Disse. “Concordo con voi su tutto. Anche a me gente come quei Taddei mi è sempre stata antipatica.” La sua auto sfrecciava sicura per le strade di Capomazda City. “Tuttavia non per cavalleria vi ho sottratte dalle grinfie di quei detestabili poliziotti, amiche mie. E neanche per la vostra avvenenza, sebbene davvero notevole devo dire.” Fece l'occhiolino ad Altea. “Vedete, sono un investigatore privato e mi trovavo presso la dimora dei Taddei per delle mie indagini. Ma prima di giungere là, ero all'Università Cattolica. E mentre pedinavo un giornalista, ho udito i vostri discorsi.”
“State parlando del signor Dean, vero?” Chiese Jophine.
“Bingo, bellezza!” Esclamò Daiz. “E così ho sentito cose interessanti che riguardano voi due... siete studentesse e a quanto ho capito anche molto preparate. In pratiche voi siete le persone giuste. Quelle che fanno al caso mio.”
“In che senso?” Domandò Josephine.
“Io sono cresciuto nella grande scuola della strada” fece Daiz “e non posso certo vantare conoscenze storiche e archeologiche... ma sono proprio queste che occorrono, oltre all'intuito e all'abilità, per risolvere il caso di cui mi sto occupando. E sarete quindi voi a offrirmi queste conoscenze che riguardano storia e archeologia.”
Accennai un sorriso mentre il professor Masan farneticava su quanto fossi diversa da quello che si aspettava.
Lo guardai negli occhi per alcuni istanti, erano così intriganti e profondi, tuttavia, abbassai lo sguardo poco dopo.
"...Ciò che conta è il contenuto dei miei scritti, professore.." dissi, leggermente scocciata "...Quelli non cambiano a seconda del mio aspetto.." dissi piano, con noncuranza.
Ma che razza di discorsi sono?
Fui lieta che la conversazione prendesse immediatamente una piega più interessante, e ascoltai avidamente il resoconto.
Una chiesa... beh siamo a Capomazda, che ti aspettavi?
Quando il professor Masan finì di parlare, alzai lo sguardo e sorrisi.
"...Beh, come lei saprà, avendo letto i miei saggi, non sono un'esperta di santi.. tuttavia, le anomalie in campo religioso mi interessano, e molti santi sono particolarmente interessanti.. di che santo parliamo, esattamente?." sorrisi leggermente "..Avevo sentito parlare dei ritrovamenti casuali e degli scavi, ma devo dire che quest'ultimo ritrovamento è davvero curioso.. e non è molto lontano dal luogo in cui è stato ritrovato il medaglione che ho studiato.. e non solo..".
Restai a guardare il prospetto della chiesa per alcuni istanti.
"..Bene.. posso avere una copia di questi documenti, per favore? In modo da iniziare a lavorarci.." alzai le spalle "...Se il professor Asevol non ha bisogno di me qui in facoltà posso partire da un momento all'altro... mi faccia sapere i dettagli della spedizione al più presto.. sarò ben felice di vedere e studiare sul campo Sant'Agata di Gothia..".
Guardai Masan negli occhi per alcuni istanti, ferma e decisa, poi senza distogliere lo sguardo, sorrisi.
"..C'è altro?" dissi poi, passando rapidamente lo sguardo da un professore all'altro.
Guisgard
20-05-2013, 02.29.05
Alla fine quell'uomo annuì alle parole di Elisabeth.
“Si...” disse “... si, certo... venga...” e la condusse nella villa.
Le preparò poi un caffè ristretto e la fece stendere sul divano del suo soggiorno.
In quel momento arrivò una donna.
“Che succede, Martin?” Chiese al marito.
“Per fortuna nulla di che, Marta.” Rispose lui. “C'è stato un incidente, ma senza conseguenze.”
“Incidente?” Ripetè la donna.
“Si, questa signora” indicando Elisabeth “è uscita di strada, ma come detto non ci sono state conseguenze.”
“Forse bisogna chiamare un medico.”
“No, sta bene.” Fece lui.
Prese allora il telefono di casa e lo passo ad Elisabeth.
“Telefoni pure, signora.” Fissandola.
Guisgard
20-05-2013, 02.55.58
“Oh, per quanto mi riguarda, lei può partire anche domani, dottoressa.” Disse Asevol a Clio. “Anzi, lei deve partire, visto che rappresenterà la nostra università in quel campo scavi.”
“Così, studiando quel complesso da vicino, potrà farsi un'idea su quel misterioso ritrovamento.” Fissandola Masan. “Lei sa, naturalmente, che Sant'Agata di Gothia apparteneva ai domini ducali. Ma non è stato sempre così. Durante la cosiddetta Lunga Anarchia, la città fu sottratta al dominio degli Arciduchi e posta sotto il comando dell'Arconte Meccanico. Questo fece scoppiare una rovinosa guerra tra Capomazda e Sant'Agata di Gothia, anche perchè l'Arconte si era alleato nel frattempo con il re di Sygma, sulla cui corona i Capomazdesi vantavano diritti. Fatto sta che la chiesa ritrovata fu abbandonata proprio in quel periodo, a causa della volontà dell'Arconte di mettere fine ad ogni forma di superstizione religiosa.”
“Beh...” lo interruppe Asevol “... la superstizione è una cosa e la religione un'altra...”
Masan lo fissò per qualche istante.
I suoi occhi erano diventati freddi ed enigmatici.
“Si, certo...” sorridendo poi “... ma le fonti la raccontano così...”
“Ci sono fonti e fonti.” Fece Asevol. “Ma continui, la prego.”
“Si...” annuendo Masan “... dicevo... la chiesa fu così abbandonata... ma ciò che interessa a noi è il Santo a cui era stata dedicata la chiesa... una Santa per essere precisi... e cioè Santa Caterina... che guarda caso è la protettrice, insieme a San Giovanni Battista, del regno di Sygma... e a Sant'Agata di Gothia non c'è nessun culto dedicato a questa Santa...”
“Mi sembra chiaro che il culto di Santa Caterina sia giunto da Sygma.” Osservò Asevol. “Portato a Sant'Agata di Gothia probabilmente nel momento in cui l'Arconte Meccanico si alleò con quel regno.”
“Improbabile, professore.” Replicò Masan. “L'Arconte era avverso ad ogni forma di religiosità. Non aveva senso edificare una chiesa ad una Santa di un altro regno, quando invece le chiese e i monasteri di Sant'Agata di Gothia venivano chiusi.”
“Si, giusto...” annuì Asevol “... beh, direi che è interessante la cosa, vero?” Rivolgendosi a Clio.
“Molto.” Sorridendo Masan. “E se lei vorrà, dottoressa, partiremo domani stesso per Sant'Agata di Gothia.”
Guisgard
20-05-2013, 03.26.47
Kuon fissò Talia per un lungo istante.
“Tenerlo lontano...” disse “... lontano da cosa? Eh, signorina... guardi questa casa... è magnifica, vero? Sa che dentro vi sono custodite opere di valore inimmaginabile? La Galleria Privata degli Arciduchi è un vero e proprio museo... e corredi liturgici inestimabili sono conservati nella Cappella Palatina... e a vedere tutto questo è facile ritenere i Taddei come uomini fortunati, invidiati... ma tutto questo è solo un'illusione... dietro ai rivestimenti marmorei dei corridoi e della sale... tra le colonne e le arcate, i portici e le scalinate... negli sguardi dei ritratti e delle statue... in ogni angolo di questa dimora si annida qualcosa di oscuro... qualcosa che...”
“Kuon...” entrando in cucina Guisgard “... è così che intrattenete i nostri ospiti? Così li mettete a loro agio?” Sorrise. “E poi la nostra bella signorina, a quanto pare, è l'unica ospite che non ha ancora lasciato questo palazzo...” si avvicinò ai due “... e come minimo dobbiamo almeno offrirle quel pranzo che le avevo promesso...”
“Oh, signore...” alzandosi Kuon “... hai ragione...”
“No...” fece Guisgard “... ora però non mi va più quella roba... sarà fredda ormai... no, vorrei qualche altra cosa... qualcosa che non mangio da un po'... magari uno di quei panini per i quali eravate così famoso, vecchio mio...” fissò Talia “... si, due bei panini, con due Coca Cole ghiacciate... e magari li mangeremo sulla loggia...”
“Certo, signore.” Mostrando un lieve inchino Kuon, per poi andare a prepararli.
“Venga...” rivolgendosi Guisgard a Talia “... venga sulla loggia... le farò vedere una cosa unica, incredibile... una cosa che gli altri possono solo sognare...”
Ascoltai con interesse il colloquio tra i due professori, e repressi un risolino divertito quando si misero a disquisire su religione e superstizione.
Osservai lo sguardo di Masan, e notai qualcosa di strano, che non avrei saputo definire.
"...Non vorrete mettervi a parlare di religione e superstizione davanti ad una studiosa di religio romana, vero?" dissi divertita.
Stavo già per ribattere le parole di entrambi, ma mi morsi la lingua. Non ero nella mia università, e non potevo permettermi di parlare con la mia solita ironia.
Per mia fortuna, i due professori lasciarono cadere il discorso, soffermandosi sulla chiesa dimenticata e il suo culto.
Lanciai uno sguardo interrogativo quando il nuovo venuto si mise a spiegarmi la Lunga Anarchia, che conoscevo molto bene.
Senza di essa, infatti, i miei studi non avrebbero avuto alcun senso.
"..Santa Caterina, interessante... beh, io normalmente ho a che fare con divinità, ma farò del mio meglio per essere all'altezza del compito che mi affidiate.." sorrisi.
"..Ottimo, allora.. domani andrà benissimo.." mi sporsi sulla scrivania e presi un post-it giallo da un apposito contenitore "..Posso? Grazie..".
Ci scrissi sopra il mio numero di telefono e l'indirizzo e-mail, e lo porsi a Masan.
"..Devo ancora sistemare delle faccende prima di partire, dato che non era previsto, ma sarò pronta per domani...".
Devo solo mettere a posto il mio studio, cambiarmi, riportare una Lamborghini dall'altra parte della città, liquidare un fumettista senza lasciarlo a mani vuote, informarmi su santa Caterina e affini.. dar da mangiare al gatto..
Trasalii.
"..Ah, mi scusi.. ho dimenticato di dirle una cosa.. non sarò sola..." sorrisi "...mi spiace ma non conosco nessuno di cui possa fidarmi a Capomazda e non ho intenzione di sbatterlo in una pensione.. quindi la informo che avrò un piccolo ospite che miagola e fa le fusa.." guardai Masan una volta ancora "..Spero non sia un problema..".
Mi alzai, ed osservai i due uomini.
"..Se non c'è altro, direi che possiamo vederci direttamente domani, mi faccia sapere lei posto e ora..".
Altea
20-05-2013, 16.54.04
Mi voltai di scatto e osservai Daiz in malo modo.."Perfetto, non si può stare tranquilli che si viene controllati pure a distanza..potrei denunciarvi per aver leso alla nostra privacy sapete?" dissi in modo molto seccato..."Eh che ricerca si tratta? Vi prego di non immischiarci in fatti strani, anche perchè noi siamo ragazze straniere e siamo qui per i nostri motivi..io in particolare per affinare i miei studi".
Questo uomo sapeva il suo fatto...era da fidarsi? Un investigatore privato..certamente lavorava da solo o per conto di qualcuno, non certo per la Polizia.
Talia
20-05-2013, 17.24.58
Fissavo il maggiordomo davanti a me, cercando di capire cosa stesse cercando di dirmi...
lo scrutavo intensamente, in silenzio...
Aveva ragione, quella casa era davvero magnifica... era splendida... ma via mai poteva nascondere quella casa, oltre al suo più che fornito corredo di storie e leggende?
E possibile che vi fosse ancora qualcuno che in quelle leggende ci credeva tanto intensamente?
Lo fissavo, e stavo iniziando a chiedermi cosa rispondere quando quella voce mi interruppe ed attrasse la mia attenzione verso la porta...
“Kuon...” entrando in cucina Guisgard “... è così che intrattenete i nostri ospiti? Così li mettete a loro agio?” Sorrise. “E poi la nostra bella signorina, a quanto pare, è l'unica ospite che non ha ancora lasciato questo palazzo...” si avvicinò ai due “... e come minimo dobbiamo almeno offrirle quel pranzo che le avevo promesso...”
“Oh, signore...” alzandosi Kuon “... hai ragione...”
“No...” fece Guisgard “... ora però non mi va più quella roba... sarà fredda ormai... no, vorrei qualche altra cosa... qualcosa che non mangio da un po'... magari uno di quei panini per i quali eravate così famoso, vecchio mio...” fissò Talia “... si, due bei panini, con due Coca Cole ghiacciate... e magari li mangeremo sulla loggia...”
“Certo, signore.” Mostrando un lieve inchino Kuon, per poi andare a prepararli.
“Venga...” rivolgendosi Guisgard a Talia “... venga sulla loggia... le farò vedere una cosa unica, incredibile... una cosa che gli altri possono solo sognare...”
Lo osservai entrare ed avvicinarsi a noi... ero stupita di vederlo lì... per qualche ragione, la mia mente lo aveva inconsciamente immaginato lontano, in un lussioso ufficio, a discutere con uomini impettiti di ciò che era appena accaduto...
lo osservai, dunque, mentre entrava e non dissi niente mentre parlava, poi lo seguii fuori da quella stanza, senza la minima protesta.
Lo soguii fuori dalla cucina, attraverso un corridoio e alcune sale, fino ad un'ampia e fiorita loggia...
"Mi pare.." mormorai allora, appoggiandomi appena alla balaustra per poi voltandomi a guardarlo "Si, mi pare che gli eventi siano un po' precipitati dal nostro incontro... non è vero, signor de' Taddei?"
Per qualche istante lo fissai e sorrisi...
"E tuttavia..." prosegii poi, tornando seria "Devo confessarle di essere molto sorpresa! In fondo... in fondo neanche lei mi conosce... eppure mi avet portata qui, e siete qui con me ora, invece che a prendere importanti decisioni..." lo fissai "Si, sono molto sorpresa!"
elisabeth
20-05-2013, 18.29.55
Non mi chiese null' altro fu cortese e mi fece entrare nel soggiorno di casa......era pulita....c'era un profumo di sapone...ecco si di sapone di marsiglia, in quello strano momento mi venne in mente...lo usava mia nonna......c'era la lavanda si c'era anche la lavanda........certo che ero folle...dopo quello che mi era successo ...pensavo all'odore, pensavo ad un odore passato....mi sdraiai sul divano cosi' come gentilmente mi aveva offerto.....non volevo infastidirlo..credo che per quella sera lo avevo infastidito abbastanza.....mii rialzai solo quando mi porto' una tazza di caffe'.....e con essa entro una donna.....Marta...anche il suo nome mi ricordava il tempo in cui si usava il sapone marsiglia.......Il padrone diede tutte le giustificazioni a Marta....e la tranquillizzo'...stavo sorseggiando il caffe'....quando una cosa mi salto' alla mente.....Marta chiese a Martin...se non fosse stato il caso chiamare un medico...lui disse no, ma la prima domanda che ti fanno dopo un incidente...era " Ha bisogno di un medico ?..."....Martin non me lo aveva chiesto........rimasi con la tazzina a mezz'aria......poi come una sciocca sorrisi...avra' visto il bollino sul parabrezza.......e serena continuai a berlo...poggia la tazzina sul tavolino vicino al divano....."...Mi spiace Signora, averle causato questo grande disturbo....ma come dicevo al Signore qui presente...non sono di qui e mi sono lasciata andare all'imprudenza......tutto le verra' risistemato nel minor tempo possibile .....mi creda.....Signor Martin se ha un telefono di rete fissa le sarei grata..."...e cosi' fu..andai in un'altra stanza e
feci il numero di una sorella " Ciao Ingrid......sono Elisabeth.....ho bisogno che tu mi venga a prendere.....ti prego di non chiedermi nulla ora ne parleremo dopo......sono in quella villa che vediamo sempre quando andiamo nei nostri incontri......gia'..ogni volta la immaginavamo...ed ora ho deciso di visitarla...........grazie tesoro.....un ultima cosa...non mi cercare sul cellulare perche' e' scollegato ......Ciao a presto ".......rientrai nel soggiorno......." Vi ringrazio.....vi devo chiedere una cortesia......se potreste tenere qui ancora la macchina almeno sino a domani.......chiamate qualcuno di vostra conoscenza e vi risarciro' dei danni......vi sono veramente grata....."....usci' quindi in giardino per prendere borsa e pc e chiuderla........
Guisgard
20-05-2013, 18.59.43
Masan sorrise a quelle parole di Clio.
“Niente affatto, dottoressa.” Disse. “Perchè anche io non sarò solo, visto che il mio inseparabile compagno mi segue in ogni occasione. Ma a differenza del suo ospite, il mio abbaia e mordicchia tutto ciò che gli capita a tiro.” Rise. “Ci ritroveremo domattina proprio qui all'università.” Prendendo il bigliettino col numero di telefono e indirizzo e-mail della ragazza. “Raggiungeremo così insieme il campo scavi a Sant'Agata di Gothia.” Si alzò e salutò entrambi i docenti. “Sono molto impaziente di lavorare con lei, dottoressa.” Aggiunse poi Masan, con quel suo sguardo tanto intrigante, quante impenetrabile.
Sguardo che restò per qualche istante in quello di Clio.
Poi andò via.
Guisgard
20-05-2013, 19.05.11
Daiz sorrise ad Altea.
“Eh, amica mia...” disse inserendo la sesta marcia e lanciando ancor più in velocità la sua auto “... viviamo nel periodo dei satelliti, di Internet... e lei vuole denunciarmi perchè ho monitorato qui e là qualcuno? E poi era per una giusta causa!”
“E quale sarebbe questa giusta causa?” Chiese Josephine.
“Io sono un professionista.” Fece lui. “Non posso certo parlare con leggerezza dei miei affari. A meno che voi due...”
“A meno che noi due?” Ripetè Josephine.
“A meno che voi due non accettiate di collaborare con me.” Rispose lesto Daiz. “Non vi va di giocare a fare le investigatrici? Potrebbe essere divertente...”
Guisgard
20-05-2013, 19.12.19
L'uomo e sua moglie annuirono a quelle parole di Elisabeth.
Furono poi cortesi nel tenerle compagnia, senza essere troppo invadenti circa l'incidente, fino a quando si fermò una macchina davanti alla villa.
“Santo Cielo...” disse Ingrid entrando dal cancello ormai distrutto “... Elisabeth!” Chiamò poi preoccupata.
Subito allora Marta aprì la porta e la fece entrare.
“Ma cosa ti è successo?” Chiese Ingrid nel vedere Elisabeth. “Non mi avevi detto di aver avuto un incidente! Hai distrutto la macchina e sfondato il cancello! Ma dico... cosa ti è capitato?” Respirò forte, come a volersi calmare. “Come stai soprattutto? Tutto bene? Forse dovremmo andare in ospedale, non credi?”
Altea
20-05-2013, 19.13.13
La macchina sfrecciava veloce sulle strade di Capomazda City, guida sicura..di chi fa inseguimenti, pensai tra me e me.
"Non è tanto il collaborare o meno...Mr. Daiz...non mi piace come dire, giocare a mosca cieca..dovremmo dirvi di si senza sapere di che si tratta?Magari di cose illecite, siamo persone per bene e io ho un onore e una dignità nella mia famiglia da mantenere...avanti..viviamo nella era di internet, potrei avere qualcuno che possa intercettarla, metterle addosso una cimice mentre vi saluto e sapere che vita fate..quindi perchè non ci dite chiaramente di cosa si tratta...io sono appassionata di archeologia e storia antica...non ho la stoffa dell'investigatore privato o della spia, non sono una moderna Mata Hari, mi spiace" dissi in modo seccato per tutto ciò che stava accadendo.."E non sappiamo nemmeno dove ci sta portando, comunque."
Guisgard
20-05-2013, 19.38.22
Guisgard sorrise a Talia.
“Non dovrebbe pronunciare ad alta voce quel nome” disse “visto che qualcuno potrebbe udirla e riconoscermi...” rise vagamente “... si, perchè nella florida e variegata letteratura sorta attorno alle leggende sulla mia famiglia, qualcuno ritiene che il demone non sia Onnipresente... del resto solo Dio lo è, no?” Le fece l'occhiolino. “E non avendo tale potere, vaga in cerca dei membri di questa stirpe, per riconoscerli e portarli via con sé... ora lei, se tutto ciò risponde a verità, ha fatto cadere la mia copertura...” rise di gusto.
Si avvicinò ad alcune piante fiorite e osservò il cielo.
“Davvero sono riuscito a sorprenderla?” Tornando a guardarla. “Eppure le assicuro non era mia intenzione...” di nuovo il suo sguardo spaziò tra il Cielo che volgeva ormai al crepuscolo e la campagna che avvolgeva la periferia della città “... si, ho deciso di portarla qui... perchè? Non lo so... l'ho fatto senza pensarci... e forse le cose che si fanno senza pensarci troppo su, sono le migliori... forse perchè non volevo tornare da solo in questo palazzo... o forse perchè ho udito la sua voce, quel suo accento straniero e mi è subito piaciuta... e sentendola parlare, smetto di udire l'insopportabile silenzio di questo palazzo... questo palazzo, con i suoi marmi, i suoi ritratti, le sue sculture e i suoi fantasmi... guardi laggiù...” indicando un punto davanti a loro “... verso Nord... vede quelle montagne in lontananza? Davanti, la più bassa... si riconosce la sagoma di un vecchio castello... quello volevo farle vedere... quello è il castello di Camelot... storici, archeologi e sognatori lo cercano da secoli... io invece lo conosco sin da piccolo... giocavo ad essere un cavaliere ed immaginavo che quello fosse davvero il palazzo di Camelot...” la sua voce era diventata malinconica “... del resto chi può smentirmi? Non si conosce la vera Camelot e magari quello è davvero il suo castello...” si voltò di nuovo a guardare Talia “... si, per questo ho voluto portarla qui... quando lo guardo mi fa sentire come un tempo, quando giocavo ad essere Lancillotto... e lei” sorridendo “credo che somigli molto a Ginevra...”
In quel momento arrivò Kuon con un vassoio.
“I panini e le Coca Cole, signore...” posando il vassoio su un tavolino “... come stai?” Fissando poi il suo padrone.
“Sto bene, vecchio mio...” rispose Guisgard “... sto bene, tranquillo...”
Kuon annuì e fece per andar via.
“Chi era quell'uomo, signore?” Tornando a voltarsi verso il suo padrone. “Quell'uomo che ha minacciato la città e le sue industrie?”
“Non lo so, vecchio mio...” scuotendo il capo Guisgard “... non lo so... ma chiunque sia, va fermato...”
Kuon lo fissò per un lungo istante, per poi andare via.
elisabeth
20-05-2013, 19.41.24
Ingrid arrivo' come una furia......era svedese....ogni volta che la guardavo mi sembrava dii vederla al comando di una nave vichinga....quando entro' non ebbe mezzi termini......io avevo avuto l'incidente e lei sembrava entrare in uno stato di delirio......."Ingrid....ho avuto l'incidente da qualche ora......non credo di dover andare da nessuna parte se non a casa tua......e anzi tesoro...vuoi darmi il tuo cellulare ?.."...quando lo ebbi tra le mani....lo misi sotto i piedi...".....Ti avevo detto che era un cellulare molto vecchio...mi dava su i nervi solo il sapere che ancora lo avevi.......bene, ora noi andremo via e ti raccontero' dell' incidente, questi signori credo che siano stati disturbati gia' abbastanza........Signor Martin......il nome dell' Ospedale presso cui lavoro e' questo....mi faccia avere il conto delle spese......domani faro' venire a prendere la mia auto, lei e sua moglie siete stati dolcissimi..."...presi cosi' tutto quanto era in mio possesso.....raccattai i rimasugli del cellulare di Ingrid ed andai verso la sua auto.........mi sedetti sul sedile anteriore....ed attesi tutte le sue domande.....e il mio mal di testa...stava diventando un incubo.....
Dopo aver salutato il professor Asevol lasciai il suo studio.
Mentre salivo le scale che portavano al mio dipartimento continuavo a pensare allo sguardo di quell'uomo.
C'era qualcosa, qualcosa che per quanto mi sforzassi non riuscivo a definire.
Era proprio la giornata, pensai.
Percorsi rapidamente il tragitto fino al mio piccolo studio, stando attenta che nessuno mi fermasse.
Non mi sentivo a mio agio vestita in quel modo in università, e mi maledicevo per il fatto di non essere passata da casa a cambiarmi.
Aprii la porta del mio studio con un sospiro di sollievo.
Iniziai a raccogliere i figli sulla mia scrivania, presi il codice che mi era stato chiesto di esaminare, e tutto ciò che poteva servirmi.
Guardai la stanza per un momento, elencando nella mia mente tutto ciò che poteva servirmi.
Quando mi resi conto di avere tutto, uscii e mi diressi verso il parcheggio.
Nel tragitto scrissi un messaggio alla migliore "agiografa" della mia università, avevamo fatto percorsi diversi ma venivamo dallo stesso liceo e non ci eravamo mai perse di vista.
Le chiesi consigli bibliografici su Santa Caterina e Sygma, e quali fossero gli strumenti migliori per questo genere di studi.
I miei ricordi di corsi universitari erano sbiaditi.
Giunta nel garage mi fermai un attimo a contemplare la macchina sportiva.
Era davvero magnifica.
All'inizio pensai di correre a restituirla immediatamente, ma poi mi resi conto di essere troppo carica e che dovevo davvero dar da mangiare al gatto.
Così, decisi di passare da casa.
Avrei posato il mio carico, controllato alcune cose, riempito la ciotola del mio principino, mi sarei cambiata.
Poi, avrei portato la macchina al palazzo dei Taddei, non troppo tardi dato che dovevo prendere la metropolitana per tornare.
Intanto che questa lista di cose da fare mi riempiva la mente, ero entrata in macchina ed avevo messo in moto.
Poco dopo mi ritrovai vicino a casa, e lasciai la machina in un parcheggio sotterraneo custodito non molto distante.
Raggiunsi in fretta il mio palazzo, salii le scale e, finalmente entrai.
"...Buongiorno maestà.." Dissi sorridendo nell'osservare la camminata regale del felino.
Poco dopo avevo dei vestiti più consoni, la ciotola del gatto era piena e il contenuto dei cassetti della mia scrivania era sparpagliato sul divano.
Mi accorsi che Debby mi aveva risposto inoltrandomi già qualche articolo interessante sulla questione.
Guardai fuori dalla finestra, il sole era ancora alto, avevo molto tempo prima di andare a portare la macchina.
Così, mi sedetti davanti al pc a leggere il materiale che la mia collega esperta mi aveva inviato.
Guisgard
20-05-2013, 20.18.19
Così, Elisabeth ed Ingrid, a bordo dell'auto di quest'ultima, lasciarono la villa.
“Bene...” disse la svedese dopo alcuni lunghi istanti di silenzio “... sono tutta orecchi... qualcosa mi dice però che non si è trattato di un semplice incidente, vero? No, non hai l'aspetto di chi è solo spaventato... no, tu sei anche preoccupata, Elisabeth... avanti, comincia dall'inizio... cosa è successo? Cosa ti ha fatto davvero andare fuoristrada, rischiando di romperti l'osso del collo?”
Guisgard
20-05-2013, 20.21.20
“E va bene...” disse Daiz ad Altea “... allora, come detto sto indagando su un certo caso... mi è stato assegnato da un cliente misterioso, che vuole restare anonimo, anche per me... ebbene, costui mi ha contattato, chiedendomi di indagare sulla morte del ricco Robert de' Taddei... se avete letto i giornali saprete che è una morte ancora molto misteriosa... così ho accettato l'incarico e iniziato subito le mie indagini... questi Taddei però sembrano davvero venuti dal passato... tutta la loro esistenza pare legarsi in qualche modo con fatti accaduti tempo fa, quasi fuori dalla realtà... naturalmente io non credo a storie di maledizioni e incantesimi... ma forse un ipotetico assassino potrebbe aver ragionato in maniera differente... magari è un matto, un maniaco che ama giocare con gli enigmi del passato... per questo ho bisogno di documentarmi ed avere due assistenti come voi due potrebbe essermi molto utile...” sorrise “... ecco, ora sapete tutta la storia...”
La macchina allora svoltò in un viale, fino a fermarsi davanti ad un edificio.
“Questo è il mio ufficio.” Fece Daiz. “La mia agenzia di investigazioni Occhio di Falco. La migliore naturalmente.”
Guisgard
20-05-2013, 20.46.09
Clio, così, si mise a leggere davanti al pc le informazioni inviatele dalla sua amica agiografa.
La mail parlava del culto di Santa Caterina, della sua vita, con la passione della Santa, i luoghi a Sygma in cui visse ed esercitò la sua Fede.
Vi erano annotate poi anche notizie sulle sue reliquie e sulla magnifica chiesa che a Sygma era stata eretta per la grande Santa.
E questo già colpì Clio.
Infatti, dalla planimetria che Masan le aveva lasciato, la ragazza notò che per caratteristiche architettoniche la chiesa di Sant'Agata di Gothia somigliava molto a quella di Sygma, sebbene di proporzioni minori.
Persino l'orientamento era lo stesso.
La mail spiegava che il culto della Santa, oggi diffusissimo a Capomazda, vi giunse solo in seguito alla conquista dell'Arciduca Ardeliano il Grande.
Prima infatti Santa Caterina non vide mai nessuna chiesa eretta a Capomazda dedicata al suo culto.
La Santa di Sygma veniva invocata per proteggere la stirpe Taddeide dalla presunta maledizione che ne decimava le fila.
Per questo il culto della Santa era diffuso molto più nella capitale che nei territori circostanti del ducato.
Quando Clio terminò di leggere tutta questa documentazione, era ormai giunto il crepuscolo.
Fu in quel momento che si le arrivò un sms sul cellulare:
“Sono certo che resterà piacevolmente sorpresa da ciò che vedrà domani a Sant'Agata di Gothia. Forse quasi come lo sono stato io nel vederla oggi in facoltà.
Ci ritroveremo domattina all'università, dottoressa.
Masan.”
L'sms si concludeva con uno smile.
Altea
20-05-2013, 21.38.50
Mi voltai e vidi la insegna a neon..."Occhio di falco"...scossi la testa..."Ebbene, se si tratta di questo...si potremmo aiutarvi Mr. Daiz, d'altronde io sono convinta che la Gioia dei Taddei qualcosa c'entri..sia che sia nella leggenda o in qualcosa di attuale...però insieme a questo devo anche studiare...portateci a casa, domani dopo la lezione ci incontreremo" dissi sorridendo..."Comunque..piacere di conoscervi, io sono Altea Trevor".