Visualizza versione completa : La Sinfonia dell'incantato Verziere di Chanty
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Rimasi davvero colpita da tutte le informazioni che la mia collega era riuscita a trovare in così poco tempo, del resto, pensai, era considerata un vero portento nel suo campo.
Quando finii di leggere tutto il materiale, mi accorsi che si era fatto tardi, e quasi saltai sulla sedia.
La macchina...
Risposi velocemente alla mail, ringraziando di cuore Debby.
Poi, in men che non si dica, infilai stivali e giubbotto di pelle sopra i jeans e la camicetta nera che avevo indossato prima, presi la borsa e uscii.
Corsi al garage sotterraneo e mi infilai nella bellissima macchina sportiva.
"..Andiamo, bellezza.." sussurrai accendendo il motore.
Per tutto il viaggio pensai e ripensai a quanto avevo letto, dando forma a mille pensieri e ipotesi, che mi ripromettevo di mettere su carta elettronica una volta in metropolitana.
Ma c'erano anche gli occhi enigmatici di Masan e quel suo messaggio a tener banco nella mia mente.
Dopo poco tempo, arrivai al palazzo dei Taddei.
Notai che la folla della mattina si era dileguata e la dimora appariva spettrale e inquietante.
Rabbrividii.
In quel preciso istante mi ricordai di Luke e delle ricerche che gli avevo preparato. Mi ripromisi di spedirgliele via e-mail appena arrivata a casa, spiegandogli la situazione.
Ricordavo bene dov'era l'ingresso del garage, aprii la porta con il telecomando in bella vista sul cruscotto.
"..Ecco, adesso mi arrestano.." pensai sorridendo.
Ma non si è mai sentito di qualcuno arrestato perchè riporta una Lamborghini al legittimo proprietario.
Entrai e parcheggiai la splendida auto sportiva esattamente dove l'avevo trovata.
Infondo, pensai, ero stata via solo poche ore.
Scesi a malincuore e la osservai per qualche istante "..Addio splendore.." sospirai.
Mi avvicinai al pannello con le chiavi e mi resi conto che il mio biglietto era ancora lì, intatto, segno che nessuno l'aveva visto.
Lo presi tra le mani, lo accartocciai e lo gettai nel cestino poco distante.
Mi fermai un istante ad osservare la porta da cui ero entrata in garage, e dove ero rimasta immobile per qualche minuto ad osservare quelle tre bellissime auto.
Era successo davvero solo poche ore prima? Quante cose erano successe da allora.
Rimisi le chiavi a posto sospirando.
Poi mi diressi verso l'apertura del cancello, trovai il pulsante per aprirlo e uscii.
Avevo fatto solo qualche passo, quando mi voltai ed alzai lo sguardo verso il palazzo.
Il cielo era sempre più nero e la nobile dimora sempre più inquietante.
"..Addio fantasma dagli occhi chiari.. e grazie.." dissi con un sorriso malinconico, conscia che non avrei mai rivisto quello sguardo.
E, dopo essermi coperta le orecchie con delle cuffie nere e sottili da cui usciva la musica che più amavo, mi incamminai verso la più vicina stazione della metropolitana.
Guisgard
21-05-2013, 02.19.00
Clio aveva fatto solo pochi passi, quando udì dei rumori.
Un attimo dopo si ritrovò davanti due uomini robusti e di alta statura.
“Voi...” disse uno dei due alla ragazza “... chi siete? E come siete entrata qui?”
“Eravate dall'ora di pranzo nel palazzo?” Domandò l'altro uomo. “Non sapete che tutti gli invitati sono andati via?”
“Ammesso” fece il primo dei due “che siate una degli invitati e non qualche ospite non autorizzato e poco gradito...”
Ma prima che rispondesse ai due uomini, Clio notò una figura immobile davanti all'accesso di uno dei garage.
Qualche passo verso la ragazza e la figura si lasciò illuminare dal pallore lunare.
Era un uomo anziano, elegante, dallo sguardo mite ma indagatore, l'espressione imperturbabile ed intrisa di una sorta di calma apparente.
“Signor Kuon...” fissandolo uno dei due uomini “... abbiamo trovato questa ragazza qui e...”
“Tranquilli, ragazzi.” Con un cenno il maggiordomo. “Potete andare. Ci penserò io qui.”
“Si, certo.” E tornarono ai loro giri di ronda.
“Dubito” disse Kuon a Clio “che lei sia la Luna che stanotte ha deciso di prendere forma umana.” Sorrise. “E ne dubito per almeno due motivi... uno è perchè la Luna è ancora in cielo stanotte... e poi non credo che qui lei possa trovare il suo amante... ammesso che Ovidio non si sia sbagliato nelle sue Metamorfosi...”
Guisgard
21-05-2013, 02.29.22
“E va bene...” disse Daiz ad Altea “... passerò a prendervi domani, dopo le lezioni all'università... come facevo alle superiori con le mie varie fidanzatine...” e fece l'occhiolino alle due ragazze.
Così, l'investigatore privato riportò le due studentesse a casa di Julien.
Rimaste sole, Josephine prese Altea in disparte.
“Ma davvero vuoi collaborare con quel tipo?” Domandò all'amica. “Nelle sue indagini? Ma potrebbe essere pericoloso e poi noi dobbiamo studiare. Credi che non richieda tempo andare insieme a quell'investigatore? Tempo che toglieremo ai nostri studi. No, a me sembra una sciocchezza questa storia. E poi io ho già ottenuto di poter collaborare al giornale col signor Dean. Questa faccenda non mi interessa.”
Mi fermai di scatto. Ecco, ci mancava solo quello adesso, era troppo bello per essere vero.
Stavo per rispondere per le rime ai due uomini che mi si erano avvicinati, spiegando la situazione, quando un uomo anziano dal portamento elegante mi si avvicinò.
Sorrisi alle sue parole.
"..No, ha ragione.. non sono affatto la Luna.." dissi sorridendo "...Ero al pranzo oggi.. Clio Lester.. può controllare la lista.. ma sono dovuta tornare al lavoro.. e.." mi fermai.
Certo, e adesso come lo spieghi?
Sfoderai un cauto sorriso "..uno spettro di questo castello, di cui ho potuto vedere soltanto gli inconfondibili occhi chiari, mi ha detto di usare una delle sue macchine... ha aggiunto che il signor de Taddei è solito essere.. come aveva detto? Ah, si.. cavalleresco.." indicai il garage con un cenno "...sono venuta a riportarla, sono sgattaiolata via perchè non volevo disturbare..." abbassai lo sguardo "..e poi, infondo.. non avrei neanche saputo che cosa dire.." sussurrai.
Guardai con occhi calmi e leggermente imbarazzati l'uomo distinto davanti a me.
"...C'era il telecomando nella macchina.. può controllare è intatta, e ho anche rimesso la benzina che ho usato..".
Guardai l'uomo dritto negli occhi ancora una volta.
"..Posso andare ora?" dissi guardando la strada davanti a me "..Si sta facendo tardi e devo arrivare fino alla metropolitana, che non è vicinissima.. vorrei evitare di rimanere bloccata dall'altra parte della città..".
Guardai l'uomo e sorrisi nuovamente.
Guisgard
21-05-2013, 03.01.24
“Beh, è una storia tanto assurda” disse Kuon a Clio “che non può non essere vera, conoscendo i fantasmi, come li chiama lei, che frequentano questa dimora.” Sorrise. “E temo che anche lei abbia voluto giocare ad essere un fantasma, vero? Visto che voleva entrare ed uscire da qui come il vento. Ma purtroppo noi comuni mortali dobbiamo fare i conti con le avversità e gli imprevisti del nostro tempo. E dagli ultimi accadimenti non credo sia prudente lasciarla andare da sola, a quest'ora, per le vie di questa città. E poi, visto che il signor de' Taddei è così cavalleresco, non credo che mi perdonerà una tale scortesia verso di lei se ora la lasciassi andare da sola.” Con un cenno della mano chiese alla ragazza di attendere e si avvicinò ad un piccolo citofono posto sulla porta del garage.
“Gambir? Sono il signor Kuon... c'è qui un'amica del signore e temo che lui non gradisca vederla andare via da sola a quest'ora... ti spiacerebbe prendere la Limousine e riaccompagnarla a casa? Ottimo. Vieni, siamo qui, davanti all'ala Ovest.” Riagganciò il citofono e tornò da Clio. “E' questione di pochi minuti, signorina.”
E infatti, poco dopo, arrivò l'autista con la Limousine per riportarla a casa.
“Vuole che le saluti il signor de' Taddei, signorina?” Domandò sorridendo Kuon mentre apriva la portiera dell'auto. “O preferisce che porti i suoi saluti solo a quel simpatico fantasma?”
Sorrisi, lieta che mi avesse creduto.
Tentai di protestare quando intuii che voleva darmi un passaggio.
"..Davvero.. non serve.." dissi al maggiordomo "...non ho problemi a camminare..".
Ma non mi ascoltò e lo vidi allontanarsi e accostarsi al citofono.
Sorrisi quando tornò avvisandomi che l'auto sarebbe arrivata a momenti.
"..Grazie, davvero.. ma non ce n'era bisogno.. lei è troppo gentile.." balbettai.
Di certo non me l'aspettavo.
Stavo per salire in macchina quando udii le sue ultime parole.
Mi voltai verso di lui e sorrisi, guardandolo negli occhi.
"...Porti i miei saluti ad entrambi, dunque.." dissi sorridendo "..Buonanotte..".
Così dicendo salii in macchina e chiusi lo sportello.
Mi voltai ad osservare il palazzo per un breve istante.
Dopodichè, comunicai all'autista il mio indirizzo, ringraziandolo per il passaggio.
Certo che è stata proprio una giornata fuori dal comune..
Guisgard
21-05-2013, 03.29.11
L'autista accompagnò così a casa Clio.
E mentre guidava, l'uomo accese la radio.
“E ora gli ultimi aggiornamenti sul misterioso messaggio terroristico rivendicato dal gruppo chiamato Tarantole Rosse...” disse la voce del notiziario “... e di questi ultimi minuti la notizia che l'amministratore delegato Saome Tondo ha deciso di consegnarsi agli oscuri terroristi. Un'auto della Taddei Corporation ha accompagnato l'amministratore in una località sconosciuta, indicata dagli stessi criminali. Naturalmente il tutto è avvenuto nella massima segretezza, come richiesto dal gruppo estremista, senza così che la polizia potesse in alcun modo intervenire. Ciò che però più stupisce è il silenzio che avvolge il nuovo proprietario della Taddei Corporation, Guisgard de' Taddei, nipote ed erede del defunto Robert. Che siano dunque vere le voci che vogliono il rampollo incapace di guidare le importanti industrie di famiglia?”
“Bah...” chiudendo la radio l'autista “... giornalisti... sanno solo parlare a vuoto! Aveva ragione il signor Robert, che Dio l'abbia in gloria...” segnandosi “... la libertà di parola e di stampa hanno rovinato il mondo!”
La Limousine si fermò davanti all'abitazione di Clio.
“Siamo arrivati, signorina.” Aprendo la portiera dell'auto l'autista.
"...Lo dicevo io, che non l'avrebbero lasciato in pace..." Sussurrai nell'ascoltare la radio.
Giunti a casa, salutai e ringraziai l'autista e corsi di sopra.
Avevo ancora molte cose da sistemare.
Mandai una lunga mail a Luke spiegando la situazione, e gli inoltrai tutti i risultati delle mie ricerche, aggiungendo di scrivermi nel caso avesse avuto bisogno di delucidazioni ulteriori.
Preparai i bagagli un fretta e furia, prendendo solo il necessario.
Al l'una passata andai a dormire.
Alla mattina, mi svegliai contenta e serena, avevo fatto un bel sogno anche se non riuscivo a ricordarlo.
Raccolsi le mie cose, chiusi il gatto nel trasportino, ed uscii di casa.
All'ora pattuita ero davanti all'università, seduta su una delle panchine presenti nel giardino.
Talia
21-05-2013, 17.01.48
Lo fissavo mentre parlava... era un uomo singolare, diverso da tutti gli altri... c'era qualcosa nel suo modo di parlare, di muoversi, di sorridere e di ridere, qualcosa che impediva al mio sguardo di allontanarsi da lui anche solo per un momento... e poi quei suoi occhi, chiari come mai ne avevo visti...
Lo fissavo, sorridendo appena a quelle sue parole... in silenzio.
In quel momento arrivò Kuon con un vassoio.
“I panini e le Coca Cole, signore...” posando il vassoio su un tavolino “... come stai?” Fissando poi il suo padrone.
“Sto bene, vecchio mio...” rispose Guisgard “... sto bene, tranquillo...”
Kuon annuì e fece per andar via.
“Chi era quell'uomo, signore?” Tornando a voltarsi verso il suo padrone. “Quell'uomo che ha minacciato la città e le sue industrie?”
“Non lo so, vecchio mio...” scuotendo il capo Guisgard “... non lo so... ma chiunque sia, va fermato...”
Kuon lo fissò per un lungo istante, per poi andare via.
I miei occhi seguirono in maggiordomo mentre lasciava la loggia e solo quando la sua figura fu scomparsa oltre l'alta portafinestra parlai di nuovo...
"Il signor Kuon è una brava persona, io credo..." mormorai "Sembra uno di quegli uomini di una volta... ligi... corretti... gentili... E... e, se me lo permette, credo che le sia anche molto affezionato!"
Tacqui e lo osservai per un attimo... intensamente...
"Ginevra..." sussurrai poi, con un vago sorriso "Lo sa che mai nessuno mi ha chiamata così? E voi... e voi che neanche mi conoscete..."
Sospirai appena...
"Avete ragione, certe volte le decisioni non premeditate sono le migliori... si, decisamente le migliori..."
Tacqui di nuovo...
lo fissai per qualche minuto...
esitai...
poi parlai di nuovo...
"Mi chiedo... gli uomini che ci hanno sparato addosso... crede che abbiano qualcosa a che fare con gli ultimi eventi? Con le minacce e tutto il resto?"
elisabeth
21-05-2013, 17.20.41
Ingrid mi assediava col suo accento stranissimo di logiche domande......ero stanca, non volevo parlare .....ma dovevo ..." non so cosa mi e' successo..una mattina ti alzi e ti trovi due persone che contro la tua volonta' ti portano via...motivo ..?...ma figurarsi se te lo dicono, ti bendano e ti ritrovi a camminare in un tunnel ....sino ad avere la luce, in salone fantastico....non e'finita qui.....arriva un tizio belloccio che ti offre da bere in un bicchiere di cristallo fantastico...il nettare degli Dei..e sempre infischiandone di come la pensavo....mi porta in una sala operatoria divina....Ingrid non ci crederai..un sogno...e cosa c'era ?..una corazza di secoli fa......e a cosa serviva ?...tieniti forte...dovevo fare degli studi per collegare le terminazioni nervose dalla corazza a non so chi......Pazzesco.....colpo di scena, quando mi sono sentita in gabbia..esce fuori..il Dottor Venth....che scusandosi mi riporta in Ospedale......storia finita....ma quando, Venth...di ritorno, salta in aria......e allora incomincio a riflettere..L' Ospedale non e' piu' un posto sicuro per me.......e allora..mia cara Ingrid tuta da ginnastica.....e via...per un posto che non conoscevo neanche io...avevo paura................bene, paura giustificata...mi segue una macchina........accellero,accellero...sino a quando non sfondo il cancello del Sig. Martin.........e poi....mi hai trovati li'.....e non mi chiedere cosa succedera' perche' non lo so............sono stanca Ingrid.......ho bisogno di riflettere.........ma tu..cosa sai della Taddei Company ...?.....
Altea
21-05-2013, 17.37.17
Ascoltai Josephine e sorrisi.."Non devi preoccuparti, so che tu vuoi fare la giornalista...e potrai collaborare con Mr. Dean..non ti costringo a fare ciò che non vuoi...scoprire insomma questo fatto..per noi studiosi di arte o archeologi è come scoprire un oggetto raro..e io non ho intenzione di lasciarmi scappare questa scoperta..bene ora vado a letto domani devo andare a lezione".
Entrai nella camera stile barocco e mi stesi sul grande letto in ferro battuto..mi addormentai subito e mi svegliai al mattino di buona ora.
Mi preparai una buona colazione e poi scesi subito le scale e andai alla fermata dell'autobus vicina, una portava proprio alla Università Cattolica, era stracolmo di gente, e correva veloce per le strade, ero in piedi e ad ogni fermata imprecavo, quasi cadevo, finchè la vidi in lontananza, prenotai la fermata e scesi subito.
In poco mi trovai nella aula, era già piena di studenti, e piena di emozione.
Guisgard
21-05-2013, 19.43.45
Clio si era preparata per l'appuntamento con Masan.
Mentre però si vestiva per uscire, aveva sentito le ultime notizie al telegiornale.
Durante la notte c'era stato un tentativo di furto al Museo Archeologico.
Misteriosi individui erano riusciti a penetrare nel museo, devastandone gran parte degli ambienti, danneggiando anche alcune opere custodite.
Tuttavia, stranamente, non avevano portato via nulla di ciò che era custodito nel museo.
La polizia era riuscita ad arrivare mentre i ladri erano ancora nel museo, avviando così con loro un vero e proprio conflitto a fuoco, avendo però la peggio.
I misteriosi criminali, infatti, si erano dimostrati ben preparati a quell'azione delittuosa, apparendo ben equipaggiati al punto di poter sostenere e vincere uno scontro armato con la polizia.
Le uniche immagini disponibili dell'accaduto mostravano le auto della polizia in fiamme mentre gli ignoti delinquenti abbandonavano la scena del crimine.
E nelle immagini, sebbene per poco, era apparso quello che sembrava essere il capo di quel gruppo criminale.
Un misteriosissimo ed inquietante individuo, coperto da una strana uniforme, simile ad una futuristica corazza e accompagnato da uno spaventoso cane, anch'esso dall'aspetto allucinante.
http://m1.wholesite.com/2013/3/12/c67078ff-7972-f6e4-d53b-0957108e95e5/metalgearlead.jpg
Poco dopo, Clio uscì da casa e raggiunse l'università.
E all'ora stabilita, Musan la raggiunse.
Guisgard
21-05-2013, 19.56.10
A quelle parole di Elisabeth, Ingrid restò turbata.
Profondamente turbata.
Restò poi in silenzio per lunghi momenti.
Fissava la strada, mentre l'auto sfrecciava via.
“Io...” disse “... io non so cosa tu mi stia dicendo, Elisabeth... ma forse dovresti parlarne alla polizia... o forse...” esitò “... forse dovresti raccontare tutto ai nostri fratelli... si, credo che dovresti... ho saputo che Liam è in città in questi giorni... e lui dovrebbe conoscere tutta questa storia... non credi?”
Guisgard
21-05-2013, 20.04.54
Altea così raggiunse l'università.
Durante il tragitto l'autobus restò per un po' nel traffico, a causa di ciò che era accaduto in città la notte prima, con quel tentato furto al Museo Archeologico da parte di misteriosi criminali.
Per la strada erano ancora visibili i danni per lo scontro armato con i poliziotti.
Alla fine l'autobus condusse Altea davanti all'università.
Qui la ragazza seguì la lezione e alla fine di essa, come pattuito, attese l'arrivo di Daiz.
L'investigatore non tardò e all'ora stabilita si presentò davanti alla studentessa.
“Buongiorno alla studentessa più affascinante che io conosca.” Disse nel vederla.
Guardavo nervosamente il display dello smartphone, controllando le testate giornalistiche.
Non riuscivo a non pensare a quanto avevo sentito prima di uscire, e volevo sapere cosa avevano da dire i giornali.
Mi aveva profondamente turbata. Già il fatto che ci fosse di mezzo il museo archeologico bastava per farmi stare in pena, poi l'efferatezza e la crudeltà del crimine lasciava senza parole per non parlare di quell'individuo che sembrava uscito da un videogame.
Ma, se dovevo essere sincera, quello che mi turbava di più era il coinvolgimento del museo archeologico.
Corrucciai la fronte, nel leggere le notizie.
Siamo sicuri che non abbiamo preso nulla? Certo che sei proprio malfidente!
Alzai lo sguardo, e mi resi conto che Masan mi aveva raggiunto.
Mi alzai in piedi, sorridendo.
"...Salve... Come sta?" Dissi con un cenno della mano quando fu vicino.
"...ha sentito cos'é successo al museo? Il nostro scavo non è in collaborazione proprio col museo archeologico?" Continuai, sicura che conoscesse bene l'accaduto.
"...Mi scusi, non è il momento, me ne parlerà in viaggio.." Guardai di nuovo il display, dove capeggiava la foto scattata al misterioso criminale.
"...è che stavo leggendo adesso.." Sussurrai.
Alzai lo sguardo e mi ritrovai con gli occhi in quelli i Masan, per un breve momento.
"...Allora.." Sorridendo "...vogliamo andare?".
Altea
21-05-2013, 20.35.06
Uscii dalla Università e vidi Daiz..."Ho un nome..Altea..non bellezza etc" dissi mentre salivo sulla sua auto sportiva..."Bene e oggi che andiamo a scoprire...che è successo di particolare?"
Guisgard
21-05-2013, 21.08.11
Gli occhi di Masan.
Erano in quelli di Clio e vi restarono per alcuni istanti.
C'era qualcosa in quegli occhi.
Qualcosa di enigmatico, di indecifrabile.
Qualcosa di mutevole, di sfuggente, di inafferrabile.
Erano occhi di ghiaccio, come se la luce non riuscisse a penetrare fino in fondo, generando così ombre e chiaroscuri, in cui immagini e sensazioni inquiete prendevano forma.
“Si...” disse “... ho sentito di sfuggita... una brutta storia, non c'è che dire... purtroppo molti neanche concepiscono la vera essenza di un'opera d'arte... si limitano a metterla nei musei, a pagare un biglietto e a guardarla fissando una stupida guida, cercando un significato puerile e commerciale, scritto e confezionato per turisti annoiati e annoianti... questa gente non comprenderà mai il vero tormento del genio capace di generare arte... sono troppo inferiori... più simili alle bestie che all'essere umano...” restò poi in silenzio, chiudendosi in se stesso “... mi perdoni...” destandosi poi di colpo “... mi faccio prendere spesso la mano... e ho rischiato di annoiarla, mi scusi davvero...” sorrise “... beh, direi di andare. Il tempo volge al peggio e Sant'Agata di Gothia, a differenza di Capomazda City, è in mezzo alle montagne.”
Raggiunsero allora la sua auto nel parcheggio per i docenti.
Qui Clio vide il bellissimo pastore tedesco di Masan.
“Le presento Flender...” fece lui “... il mio inseparabile compagno.”
Salirono in auto e partirono per Sant'Agata di Gothia.
Guisgard
21-05-2013, 21.39.05
L'auto di Daiz, appena Altea fu a bordo, sfrecciò via.
“Altea...” disse l'investigatore “... davvero un nome niente male. Sembra quello di una principessa greca o di una musa. Insomma, qualcosa di simile.” Rise. “Mi chiede cosa è accaduto? Beh, per prima cosa, qualcuno stanotte ha cercato di rubare qualcosa al Museo Archeologico. Ma stranamente non ha portato via nulla. La radio li chiama ladri, ma, a giudicare da come hanno ridotto le auto della polizia, io direi più che somigliavano ai membri di un commando. E poi da come si vestono non penso possano davvero definirsi dei ladri. Solitamente chi ruba cerca di passare inosservato. Questi invece sembravano usciti da un cartone animato di fantascienza. Di quelli che fanno in Giappone. E la cosa, devo dire, mi puzza un po'... cercavano qualche reperto antico... la stessa strada che stiamo seguendo noi per il nostro caso...” mise la sesta “... che fine ha fatto la sua amica? Non vuole essere dei nostri?”
Guisgard
21-05-2013, 21.47.38
Guisgard, a quelle parole di Talia, cambiò espressione e divenne cupo.
“Si, forse...” bevendo un po' di quella Coca Cola “... assaggi questo panino... le assicuro che nessuno sa farli come Kuon...” sorridendo “... si, Kuon è incredibile... è un uomo straordinario... forse l'unica persona al mondo capace di sopportarmi...” morse il panino “... questo è particolare...” indicandolo a Talia “... di sicuro non c'è niente di simile dalle sue parti, mi creda... questa particolare varietà di broccoli cresce solo qui ed ha un gusto ed un sapore particolare... e le salsicce, aromatizzate, vengono messe nel panino appena tolte dalla brace... è questo il segreto...” gustandolo “... magnifico...” la fissò “... avanti, assaggi. E non si fermi al sapore piccante, anche se le sembrerà troppo all'inizio. Lo assapori lentamente... chiudendo gli occhi... gustandolo piano... sentirà tutto il sapore di questa magnifica terra...”
In quel momento arrivò Kuon.
“Signore...”
“Cosa c'è, Kuon?” Voltandosi Guisgard.
“E' accaduto qualcosa...”
“Cosa?”
Mise allora il tablet sul tavolino e mostrò al suo padrone le immagini del furto al museo.
“Gli occhi di quell'uomo...” fissando il piccolo schermo Guisgard “... sono gli stessi di colui che ha rivendicato il video terroristico... è il capo delle Tarantole Rosse...”
“Cosa cercavano secondo te al museo?” Chiese Kuon.
“Il Codex Nolhiano...” mormorò Guisgard.
“Signore?” Stupito Kuon.
“Me ne ha parlato Padre Nicola...” con occhi di ghiaccio l'ultimo dei Taddei “... cercano il Codex quei maledetti...”
“E' così prezioso questo codice, signore?” Domandò il maggiordomo.
“Si...” annuì Guisgard “... credo di si... per questo dobbiamo arrivare ad averlo prima di loro...” e restò a fissare gli occhi di quel criminale sul tablet.
http://www.coplanet.it/userfiles/Metal-Gear-Rising-Revengeance-642x415.jpg
Quegli occhi, era incredibile come riuscissero a monopolizzare la mia attenzione.
Distolsi lo sguardo, rapidamente, e seguii il professore verso la macchina, sistemai il borsone nel baule mentre tenni il trasportino sulle ginocchia.
"...Ottimo.. La montagna è casa mia.." Rabbrividii "...detesto il mare...".
"....Ma ciao, bello..." Dissi poi accarezzando la testa dello splendido cane.
"...non esiste cane più bello del pastore tedesco, a parer mio.." Dissi sorridendo a Masan.
"...beh, spero che lui e il mio principino possano andare d'accordo..." Allungando la mano nelle fessure del trasportino in modo da accarezzare piano il manto nero del mio gatto, accoccolato su se stesso.
Era incredibile quanto fosse bravo nei viaggi, se ne stava lì, tranquillo, senza dare di matto o altro.
"...le presento Giuliano..." Sorrisi "...le risparmio tutta la titolatura imperiale.." Facendo l'occhiolino al professore.
Mentre il tempo passava guardavo fuori dal finestrino.
"...comunque non si preoccupi.. Anche io sono il tipo che si fa prendere la mano... Capisco benissimo il suo ragionamento sul museo... Ma per chi studia queste cose ovviamente l'approccio è molto diverso..." Risi "...certo, se mettesse me davanti a un quadro novecentesco, o altro... Mi scambierebbe per uno di quei vuoti curiosi.." Scossi la testa "..ad ognuno il suo.. E al museo archeologico in particolare ci sono molte cose a cui tengo particolarmente..".
Restai in silenzio per alcuni minuti.
"...cosa crede che cercassero?" Dissi poi, seguendo il filo dei miei pensieri.
"...crede davvero che non abbiano preso niente?" Sospirai, sarcastica.
"...non mi fido dei giornali come non mi fido ciecamente delle fonti letterarie..." Sussurrai "...ognuno tira l'acqua al suo mulino...".
Mi voltai verso Masan e lo osservai guidare, restai a guardarlo per alcuni istanti, lo sguardo era puntato sulla strada e per la prima volta non mi trovai davanti ai suoi occhi così enigmatici.
Sorrisi "...ora sono io ad annoiarla, mi scusi... Di solito queste notizie mi scivolano addosso.. Ma se si toccano dei reperti..." Rabbrividii "...quello sì che mi preoccupa...".
elisabeth
22-05-2013, 15.57.47
Guardai Ingrid mentre guidava la sua auto.....la sua calma svedese dove era finita ?......Liam...polizia....io ero stufa..a quanti altri dovevo raccontare quella storia ?...non aveva senso per me figuriamoci per gli altri......." Hai detto una cosa sacrosanta Ingrid...i fratelli e Liam..loro sapranno gia' tutto e siccome io non ho intenzione di esporre la seconda e forse anche la terza tiritera.....andiamo in quel famosissimo bar dove ci rifugiamo sempre...quando abbiamo qualche minuto per noi.....che ne dici...crema di caffe' e cioccolata....tranquilla......se Liam sa...ci raggiungera'.....ho sempre avuto la sensazione che leggesse nel futuro...".......Erano due giorni che vagavo...un incidente....e non stavo riuscendo ancora a comprendere il senso della storia........basta adesso.....sarei stata ad aspettare....
Talia
22-05-2013, 16.59.02
Dietro quell'invito, presi il panino e lo assaggia...
e dovetti ammettere che aveva ragione: era davvero delizioso. Era diverso da tutto ciò che avevo sempre mangiato, a Sygma non avevamo niente il cui sapore assomigliasse a quello... ed era fantastico!
Gli sorrisi, dunque... addentando di nuovo il panino.
E fu allora che giunse Kuon con quel tablet...
Seguii la conversazione in silenzio, restando due passi più indietro...
e solo quando vidi di nuovo quegli occhi mi feci un poco avanti, per esser certa di non essermi ingannata...
"Ma..." mormorai allora "Ma... cosa c'entra la Taddei Corporation con il museo archeologico? E... e cos'è il Codex Nolhiano?"
Guisgard
22-05-2013, 19.35.20
Masan guidava in silenzio.
Gli occhi, pensierosi, erano fissi sulla strada, eppure sembravano lontani da ciò che c'era intorno.
“Giuliano...” disse all'improvviso “... nome curioso per un gatto... o forse no...” sorrise “... perchè ha scelto di chiamarlo così?”
Flender, accucciato sul sedile posteriore, guardava dal finestrino, per poi voltarsi alle parole del suo padrone.
“Non mi sta affatto annoiando...” mormorò Masan “... no, per niente... mi piace parlare mentre guido... accendere la radio o mettere musica mi annoia in certi momenti... si, credo che non abbiano portato via nulla dal museo...” voltandosi per un momento a guardare Clio “... la polizia e la città avevano poco da coprire credo, visto il modo in cui quegli uomini sono penetrati nel museo e umiliato poi le forze dell'ordine... non credo fossero ladri... chissà, forse cercavano qualche pezzo particolare... immagino che ora i poliziotti stiano indagando nell'oscuro mercato dei collezionisti privati... chissà...” sorrise ancora, come a voler far scivolare via quella discussione “... ma mi parli un po' di lei... infondo conosco poco della mia compagna di scavi... so che è una brillante storica, molto intuitiva e per niente afflitta da pregiudizi... e non so, ma credo di poter dire che molto altro si nasconde sotto quegli occhi azzurri...” la macchina percorreva tranquilla la strada, nonostante il forte vento che soffiava sulle carreggiate “... il cielo è coperto e cupo... chissà... magari questo preannuncia il risveglio dei fantasmi che Sant'Agata di Gothia cela sotto i suoi monumenti antichi...” la fissò di nuovo e ancora accennò un sorriso “... ha fame? Vuole che mi fermi in qualche posto? O preferisce continuare il tragitto fino a Sant'Agata di Gothia?”
Guisgard
22-05-2013, 19.47.42
Ingrid scosse la testa.
“Bere cioccolata” disse ad Elisabeth “mentre qualcuno ti sta pedinando, magari intenzionato pure a farti del male? Beh, mi sembra il modo migliore per facilitargli la cosa.” La fissò. “Bah...” sbuffò “... come al solito sei testarda... e dimmi... come pensi possa raggiungerti Liam? Visto che hai praticamente ammutolito il tuo cellulare?”
E proprio in quel momento squillò il telefono di Ingrid.
“Ecco...” guardando il display la donna “... parli del diavolo e... si, pronto? Si... si, è con me... siamo in macchina... dove siamo dirette? A bere caffè e cioccolata...” sarcastica “... ok... ma almeno troveremo dei biscotti?” Sorrise. “Ottimo... si, conosco dove abita il dottor Freinz... si, credo che tra una mezz'oretta saremo là... a tra poco...” chiuse la conversazione “... ecco, avrai la tua crema di cioccolata...” rivolgendosi ad Elisabeth “... la prenderemo a casa del dottor Freinz. Lo ricordi? Quel fratello distinto, ex rettore a Suession? Ci sta aspettando. E non sarà solo. Avevi ragione, sai? Forse davvero Liam vede nel futuro... o forse, chissà... ha solo una capacità innata di fiutare guai...”
Guisgard
22-05-2013, 20.24.17
“Il Museo Archeologico” disse Guisgard a Talia “è legato all'Università Cattolica ed entrambi sono sovvenzionati dalla Taddei Corporation...”
“Si, il signor Robert voleva che fosse così.” Fece Kuon.
“Ciò che però non capisco” pensieroso l'ultimo dei Taddei “è perchè le Tarantole Rosse siano penetrate nel museo solo ora... dalla loro azione mi sembra chiaro che avessero una gran fretta... perchè allora aspettare fino ad ora? Che senso aveva quel messaggio che hanno rivendicato? Se avessero assalito il museo, dopo sarebbe stato più semplice ed eclatante rivendicare questa loro azione...”
“Forse, come hai detto tu, ora erano convinti di trovare nel museo quel codice...” fissandolo Kuon.
“Già...” annuì Guisgard “... come se qualcuno avesse rivelato loro questa possibilità...”
“Ma chi?” Chiese Kuon.
“Forse per questo si sono fatti consegnare Saome Tondo...”
“Pensi che il nostro amministratore conoscesse quel codice?” Domandò Kuon.
“Si, credo di si...” alzandosi in piedi Guisgard “... ma mi pare ovvio che non sa invece dove si trovi ora...”
“Come mai?” Chiese ancora Kuon.
“Forse perchè mio zio non si fidava di nessuno...” rispose Guisgard “... nessuno tranne di voi, vecchio mio...” guardò poi Talia “... non so cosa sia esattamente il Codex Nolhiano... Frate Nicola lo ha definito in maniera molto enigmatica... ha detto che è una mappa per trovare il siero... il siero per quel veleno...”
“Che veleno?” Incuriosito Kuon.
“Il veleno” fece Guisgard “che da secoli, secondo lui, uccide i membri della mia famiglia... la maledizione... e mio zio credeva in quella maledizione...”
“E non solo lui.” Disse Kuon.
Guisgard lo fissò.
“E forse dovresti crederci anche tu.” Aggiunse il maggiordomo.
“Mio zio si fidava di voi...” mormorò Guisgard “... dove potrebbe aver nascosto quel codice?”
“Non mi ha mai parlato di questa cosa.”
“Perchè non è nascosto in questo palazzo.” Replicò l'ultimo dei Taddei. “Ma sono certo che qui ci sono tracce su come cercarlo.”
“Forse bisogna controllare nel suo studio.” Guardandolo Kuon. “Dove ci sono i computer...”
“Si, buona idea.” Disse Guisgard. “Venga con me...” rivolgendosi a Talia “... non sono molto portato per l'informatica... mi trovo più a mio agio con una bella ragazza.” E le fece l'occhiolino.
Raggiunsero così lo studio di suo zio.
Guisgard si sedette alla scrivania ed accese tutti i computer.
Cercò, fino a quando chiamò a sé Talia.
“Forse ho trovato qualcosa...” fissando il monitor “... in una cartella protetta da password c'è scritto qualcosa... sembra un indovinello...”
E lo lesse ad alta voce:
“Vola fiero, fin dove solo i falchi osano.
Cerca quel nido, dove le nuvole mai riposano.
E tra i frutti che lì son fioriti, non sarai da meno.
Perchè da essi ricaverai il tuo siero per quel veleno.”
“Mio zio amava gli enigmi, a quanto pare...” mormorò Guisgard, senza smettere di guardare il monitor con quell'arcano.
http://film.com.tr/resim/filmler/mi2/resim001.jpg
Sorrisi, osservando gli occhi gialli del mio micio che mi fissavano dal trasportino.
"....Beh, è un nome da chi si porta il lavoro a casa..." Alzai le spalle "...Giuliano è il mio imperatore prediletto.. Non l'unico, certo.. Ma quello a cui sono più legata...".
Mi incuriosì il modo in cui Masan allontanava la questione del furto.
Lo guardai negli occhi quando si voltò verso di me.
"...vuole sapere di me? Vediamo un po'... A parte il mio amore per la storia antica?" Ci pensai.
Non ero solita parlare dei miei fatti personali agli estranei, così decisi di selezionare le informazioni in modo da calmare le domande tralasciando le cose personali.
"...allora... Sono cresciuta in periferia e ho studiato solo nelle scuole statali.. Mai avrei pensato di entrare in un'università cattolica.." Risi "... Detesto la massa, una mandria di amebi tutti identici e amorfi... divoro libri fantasy o romanzi storici, pratico un arte marziale molto antica, radicata nella mia terra da millenni... Mi piacciono le armi bianche, il buon vino e le belle macchine..." Sorrisi, guardando fuori "...e amo la mia terra, ogni ciuffo d'erba, ogni parlata, ogni singolo aspetto..." Dissi piano, con gli occhi socchiusi, come se la stessi osservando in quel momento.
".. Ah, e detesto il mare.. Ma questo l'ho già detto..." Restai in silenzio per un momento.
"...ho la pessima abitudine di dire esattamente quello che penso, il che provoca non pochi problemi e litigi.. E quando inizio a parlare è difficile fermarmi" risi "...ma di questo se ne sarà già accorto..".
Spostai lo sguardo dal panorama all'uomo seduto accanto a me "...è soddisfatto delle informazioni? Tocca a lei adesso...." Dissi sorridendo "...lei sapeva qualcosina di me, ha letto i miei studi, ma io non so proprio nulla di lei...".
Mi ricordai della sua domanda.
"...guardi, non saprei... Dipende quanto manca, se siamo quasi arrivati direi di proseguire, ma se manca ancora molto allora conviene fermarsi o rischieremo di non trovare da mangiare a Sant'Agata di Gothia...".
elisabeth
22-05-2013, 20.42.20
" E quanto sei brontolona.....per i guai...una cioccolata e' la migliore delle medicine......" risi di gusto....i guai mi facevano un cattivo effetto..diventavo euforica......il cellulare a si...ricordavo ,...avevo rotto anche quello di Ingrid....ma come al solito...lei ne aveva uno di riserva in macchina.....risi...era Liam.....lei non mi credeva ma lui sapeva sempre quello che accadeva....." Il Dottor Freinz, si lo ricordo...secondo te ha la faccia di cioccolata e biscotti.....mi sa' che anche oggi il mio stomaco rimarra' vuoto...." La macchina sfrecciava sicura per quelle strade piene di curve....sino a quando arrivammo alla villa....era molto antica, su due piani....scesi dalla macchina.." Mia cara, mi ci vedi vestita in tuta da ginnastica in un certo ambientino ?......"...passai oltre Ingrid e salii i sette gradini erano in marmo bellissimi...un portone in legno intarsiato si stagliava davanti ai miei occhi.....tre colpi secchi col batacchio......il portone si aprii ed entrai in una stanza enorme...profumava di fiori...sentii delle voci provenire dal fondo...." Liam....siamo arrivate.......potresti almeno venirci incontro...".....ero sicura ed entrai nella grande sala...dal pavimento a scacchi....erano li'di spalle......." Benissimo niente cioccolata e dolci ..ma almeno....una degna accoglienza ...".....
Guisgard
23-05-2013, 02.10.30
“Giuliano l'apostata...” disse Masan “... originale, non c'è che dire.” Sorrise. “Vuole sapere di me? Vediamo... mi tengo sul vago come ha fatto lei? Oppure vado sul personale?” Rise. “Allora... Hito Masan, laureato in Archeologia Medievale... adoro le armi antiche e le tattiche belliche... anche io sono appassionato di lotta... pratico una speciale disciplina indiana all'arma bianca, risalente al periodo Vedico... se vuole un giorno le mostrerò Aiwa... la mia spada. Quanto al resto, non posso non apprezzarla. Anche io dico sempre ciò che penso e detesto i compromessi quasi quanto lei non sopporta il mare.” Le fece l'occhiolino.
La macchina continuava il suo percorso, mentre era cominciata a cadere la pioggia.
“In verità” fece Masan “tra poco più di un'ora saremo nel territorio di Sant'Agata di Gothia... e lì conosco un ristorante niente male e molto caratteristico. Quindi se non sta morendo di fame, direi di aspettare. Non se ne pentirà.”
Il cielo era carico e gonfio di nuvole che si rincorrevano e si avvolgevano a vicenda.
“Sant'Agata di Gothia” riprese Masan “è nel bel mezzo di alte ed aspre montagne. Praticamente un percorso obbligato che univa la piana di Capomazda con l'entroterra. La nostra chiesa si trova subito fuori le mura antiche della città. Fu edificata sul demanio ducale, quindi si trattava presumibilmente di una costruzione voluta da uno dei membri della famiglia Taddei. Ma quando la vedrà potrà farsi un'idea.”
Il viaggio proseguì, fino a quando cominciarono ad apparire le mura, le torri, le guglie e i campanili della parte vecchia della città.
“Ecco Sant'Agata di Gothia.” Indicò Masan.
http://fotoalbum1.aruba.it/ringhio_fotoalbum_aruba_it//photos/Viaggi/Franciachr322006/CarcassonneNotte.JPG
Guisgard
23-05-2013, 03.47.36
Elisabeth ed Ingrid entrarono così in quella villa, fino a raggiungere un'ampia sala.
Qui trovarono ad attenderle due uomini.
“Benvenute...” disse Freinz, andando loro incontro “... vi stavamo aspettando...”
Fece così accomodare le due donne su un comodo divano, mentre un cameriere servì loro del tè con pasticcini.
“Dimenticatevi caffè e cioccolata...” sorridendo Freinz “... questo tè viene da Ceylon e me ne porta una scatola ogni mese un mio ex paziente...”
Liam non aveva ancora detto nulla, restando immobile a fissare Elisabeth.
“Perchè non mi hai avvertito di tutta questa storia?” Rompendo finalmente il suo silenzio. “Sempre avventata, vero? Pessima abitudine per una Maestra...” scosse la testa “... hai rischiato grosso, stavolta... davvero, sai?” Fece un cenno a Freinz e questi annuì.
“L'uomo che ha deciso di contattarla” cominciando il dottore “è un noto scienziato. Il dottor Oydo è una sorta di genio visionario. Espulso da ben tre università, è stato praticamente messo al bando dall'intera comunità scientifica internazionale a causa delle sue idee. Qui a Capomazda poi non è molto amato, per tutta una serie di pubblicazioni in cui affermava di poter riprodurre in maniera scientifica il fenomeno della liquefazione del Sangue di molti Martiri oggi oggetto di culto da parte dei fedeli. Durante una cena ufficiale, il defunto Robert de' Taddei lo prese a pugni davanti a tutti.”
“Abbiamo fatto varie ricerche” intervenne Liam “e grazie ad alcuni fratelli presenti nell'ambito universitario abbiamo scoperto a cosa stava lavorando ultimamente. Ma forse tu ne sai molto più di noi, Elisaberth...” sorseggiò del tè “... sappiamo che è stato contattato da un misterioso gruppo non identificato, il quale gli ha praticamente commissionato di rimettere in sesto un'antica corazza medioevale. Oggi Oydo sembra irreperibile. L'unico a cui potevamo rivolgerci era il dottor Venth... ma saprai di certo che fine ha fatto... e non è stato un incidente...”
“E' stato assassinato.” Mormorò Freinz.
“Poi, dopo qualche giorno” riprese Liam “qualcuno decide di penetrare nel Museo Archeologico di Capomazda e guarda caso si presenta in maniera, diciamo, pittoresca...”
Freinz allora accese il video, mostrando alcune immagini registrate proprio la notte dell'assalto al museo.
“Allora, Elisabeth?” Fissandola Liam. “Noi Massoni sappiamo che nulla accade per caso... allora come spieghiamo la strana corazza che indossavano i misteriosi assalitori?” Indicando l'immagine ferma sul monitor. “Strana coincidenza, vero?”
"Giuliano, il filosofo..." Sussurrai a denti stretti, lanciando un'occhiata a Masan.
Odiavo il concetto per cui qualunque cosa va considerata in funzione del cristianesimo.
Scossi la testa, e tornai ad osservare il panorama.
"...restare sul vago mi sembra appropriato per due che si sono presentati da mezza giornata... Se e quando entreremo in confidenza, allora le permetterò di andare sul personale..." Dissi piano, come se fosse la cosa più scontata di questo mondo.
Sorrisi ed ascoltai attentamente le sue parole.
"...Lei è davvero un uomo interessante, Hito Masan.." Poi divenni pensierosa, ma dopo qualche istante tornai a sorridere.
"...i compromessi, già.. Sono d'accordo con lei..".
Annuii quando mi parlò del ristorante.
"...quindi la nostra chiesa, in realtà è una chiesa privata? I miei ricordi di Storia Medievale potrebbero ingannarmi, ma mi viene in mente che le chiese private erano costruite sul territorio di una famiglia, per onorare il santo protettore, di solito.. Mi corregga se sbaglio, eh.." Corrucciai la fronte "..ma perché mai i Taddei avrebbero dovuto edificare una chiesa alla Santa di Sygma? Non è possibile che durante la lunga anarchia quei territori siano stati dati ad un nobile filo-sygmese? Perché, va bene amare i propri nemici, e tutto il resto.. Ma così mi sembra esagerato.." Mi morsi il labbro inferiore, pensierosa.
Mi voltai improvvisamente verso Masan "...ci sono mai stati matrimoni tra i Taddei e la casa reale di Sygma? Che so, in seguito ad una tregua o altro.. Perdoni la mia ignoranza... Però.. In tal caso, si potrebbe pensare la chiesa come un "regalo" di nozze... Insomma, è pur sempre una chiesa..".
Scossi la testa.
"..beh, finché non la vedo non posso parlare, è inutile che continui a parlare a vanvera..." Sorrisi.
I miei occhi si illuminarono quando vidi davanti a me S.Agata di Gothia.
"...è bellissima..." Sussurrai, rapita da quella visione.
Guisgard
23-05-2013, 20.07.58
Clio e Masan giunsero così a Sant'Agata di Gothia.
La città racchiudeva nel suo cuore la parte antica, con le sue costruzioni medioevali.
Chiese, palazzi, torri, bastioni, il tutto racchiuso dalle poderose mura alto medievali.
Il cielo cupo e inquieto pareva avvolgersi su di essa, abbandonando tinte spente e variegate sulle pareti rocciose su cui era adagiato il centro abitato.
“Giuliano il filosofo...” disse Masan “... un filosofo però che non seppe riconoscere il mutato senso della sua epoca, che non fu in grado di individuare la svolta epocale che aveva investito l'impero e il mondo allora civilizzato. Un uomo elevato alla soglia imperiale, ma troppo piccolo per comprendere l'evoluzione, non solo religiosa, ma anche politica, sociale ed economica che stavano vivendo l'Occidente Latino e l'Oriente Greco. E così, il povero Giuliano, imperatore e filosofo, si ritrovò solo ad essere un piccolo momento di passaggio, come tanti altri che lo avevano preceduto in passato, come Galba, Otone, Vitellio... e la sua morte, tanto misteriosa quanto paradossale, forse disegna alla perfezione l'effimero senso del suo breve regno.” Sorrise. “Perdonate la lezione gratuita e pedante. E' la storia che lo dice, non io. Anzi, a me sta pure simpatico questo imperatore, visto che a tratti mi appare come un nostalgico sognatore. E infondo lo siamo un po' tutti, no? Sognatori o nostalgici...”
L'auto entrò finalmente in città e subito Masan, come chi conosce bene il luogo, raggiunse un grosso parcheggio.
“Venga...” spegnendo l'auto “... sono in debito di un pranzo, no?” Rise. “Il ristorante di cui le parlavo non è molto distante.” Aprì la portiera e fece scendere Flender. “Vai, amico mio... fatti un bel giretto... ci ritroveremo fra poco.”
Condusse poi Clio in quel ristorante.
Era caratteristico.
“Qui troverà” dando alla ragazza uno dei menù, dopo essersi seduti ad un tavolo “piatti tradizionali e tipici. I sapori di una volta insomma. Del resto dobbiamo calarci in questa realtà per poterne comprendere ogni aspetto. Sia vecchio che nuovo. E dopo mangiato le farò vedere la chiesa. Così molte delle sue curiosità saranno soddisfatte.”
Arrivò il cameriere.
“Ci porti il meglio che avete.” Esclamò Masan. “Ci rimettiamo nelle sue mani.”
“Non resterete delusi, signori.” Versò loro del vino rosso e si allontanò.
“Brindiamo alla nostra ricerca...” fece Masan “... e al nostro sodalizio...”
Feci schioccare la lingua sul palato mentre Masan tirava fuori la tiritera su Giuliano.
"Io credo che l'abbia capito troppo bene..." Sussurrai, guardando fuori.
"Proprio per questo cercò di fermarlo.. Ma era troppo tardi, lui troppo complesso, e non ha avuto nemmeno il tempo... Comunque ha fallito, questo glielo concedo... Ma per me l'aver tentato è già molto importante.. " sorrisi "si sbaglia se pensa di poterlo accomunare a imperatori brevi.. Per molti è un eroe... E lo sarà sempre...".
Terminai in un sussurro.
Fui felice del cambio di argomento, non avevo voglia di litigare per cose ormai passate.
Quando finalmente arrivammo al ristorante, mi guardai attorno come una bambina in gita scolastica.
Era davvero pittoresco, non mi aveva ingannata.
Seduti al tavolo approvai in silenzio la sua scelta di rimettere la decisione all'oste.
Alzai il calice e brindai con un sorriso leggero.
"Alle nostre ricerche, dunque...".
Bevvi un sorso contenuto e fui lieta di apprezzarne la qualità.
"Squisito... Devo dire che sono davvero curiosa di vedere questa strana chiesa... Mi parli un po' degli aspetti logistici, lo scavo, le strutture di cui possiamo usufruire, le sistemazioni... Tutte le cose pratiche che non ho ritenuto importanti quanto speculare sul motivo per cui fu edificata la chiesa..".
Bevvi un altro sorso.
"E che forse, invece, erano più importanti..".
Guisgard
24-05-2013, 02.08.10
Masan sorrise a quelle parole di Clio su Giuliano l'apostata.
“Mi sembra chiaro” disse “che per lei quell'imperatore rappresenta qualcosa che va ben oltre la sua mediocre figura storica. Quanto agli eroi, sin dall'antichità, questo termine ha assunto vari significati. Conosco gente oggi che ritiene, ad esempio, Maximilien de Robespierre, Lenin o Mao Tse Tung degli eroi, nonostante i milioni di morti che le loro esistenze hanno accumulato. Ma discutere di queste cose con una bella ragazza mi sembra sciocco. Anche perchè i suoi occhi azzurri potrebbero convincermi di qualsiasi cosa.”
Raggiunsero così quel parcheggio e poi il ristorante.
Alla fine il cameriere servì loro dei piatti tipici.
Gnocchetti al tegamino e poi dell'ottima carne di maiale come secondo.
“La chiesa” fece Masan “come detto sorge su territori che appartenevano alla famiglia ducale. Quindi presumibilmente la costruzione è stata costruita forse come voto. Le caratteristiche architettoniche sono differenti dai modelli diffusi in questi territori. Almeno prima della conquista di Sygma. Allora abbiamo provato a delineare due ipotesi... la prima vede una maestranza di Sygma giunta qui, probabilmente per volere dei Taddei, proprio per costruire quella chiesa. La seconda invece ritiene che la chiesa sia stata costruita col proposito di imitare lo stile delle chiese di Sygma. Infatti, come le dissi, questa chiesa richiama in tutto e per tutto, sebbene con proporzioni minori, la grande chiesa di Santa Caterina a Sygma. Entrambe le ipotesi però pongono per la sua costruzione una data posteriore alla conquista di Sygma. Ma ciò che ci ha stupito è qualche altra cosa. L'edifico presenta, alle spalle dell'abside, un nartece che collega la chiesa con una piccola cappella. Essa è circolare, con quattro esedre che sorgono dal muro perimetrale. E nella cappella abbiamo ritrovato una lastra marmorea che reca un'incisione... Cappella del Fiore...” lo sguardo di Masan si fermò per qualche istante in quello di Clio “... ora abbiamo rivoltato tutte le fonti di archeologia e storia Cristiana come un guanto e né i Testi Sacri, né quelli Patristici e neanche tutti gli scrittori e poeti più celebri, da Lattanzio a San Damaso, a San Paolino da Nola, a Prudenzio hanno mai citato un Fiore come simbolo Cristiano. Neanche nelle più antiche costituzioni Ecclesiastiche, come la Didaché o la Tradizione Apostolica, vi è tale simbolismo. Si potrebbe pensare a Rosa Mistica, uno degli epiteti della Vergine Maria, ma francamente mi sembra una forzatura voler vedere un legame qui. Fiore è una definizione troppo generica. Perchè allora i cattolicissimi Taddei hanno edificato questa chiesa, imitando lo stile di quelle di Sygma e dedicandola non a San Michele Arcangelo, protettore di Capomazda, ma ad una Santa invece veneratissima in quel regno? Anche perchè in tutto questo territorio vi sono chiese e grotte consacrate al Primo Angelo di Dio.” Sorseggiò altro vino. "Ma credo sia giunto il momento di andare a vederla da vicino la nostra chiesa."
elisabeth
24-05-2013, 13.46.18
Seduta nel divano accanto Ingrid.....presi il te dalle mani di Freinz......" certo il cioccolato era meglio......"...sorseggiavo da quella tazza di finissima porcellana cinese...potevo vederne il fondo....mentre Liam...mi elencava i suoi timori.....e cercava di riassumere cio' che stava accadendo........i Massoni......come potevano intervenire....se non erano gia' intervenuti....mi alzai e poggiai la tazzina sul tavolo in ebano...era lucido prezioso...cosa non era preziosa in quella casa........mi voltai verso Liam...Freinz ed Ingrid...." Liam perdonami sono stata prelevata ieri mattina dalla mia clinica prima di un intervento...da chi..sarei una maga se lo sapessi...sono stata portata bendata in un parcheggio enorme, a quel punto mi hanno tolto la benda e mi hanno fatta passare attraverso un tunnel...fetido....a quel punto...la luce mi trovo in Castello all' interno di un tempio.....e chi compare ?....Oydo......mi offre un dolcissimo bicchiere di vino...e poi....mi porta in una sala operatoria....da urlo, bellissima.....e li' una corazza.....una corazza stupenda non potevo togliere gli occhi da quel tubo che conteneva.....la richiesta...?...dovevo studiare il modo di applicare quella corazza ad un uomo attraverso le terminazioni nervose....il nome della corazza ?...Arconte meccanico.........io non credevo alle mie orecchie..come avrei potuto ? e li' arriva il Dot.. Venth....e come un cavaliere mi salva dalla situazione e mi riaccompagna in ospedale......figurarsi dopo un ora il Dott. Venth muore....e io..cosa faccio scappo come una matta.....rompo cellulari sfascio cancelli di ville altrui......e chiamo Ingrid............e mi pare logico Liam che tu mi chieda come diavolo non ti avevo avvertito........il tempo Liam il tempo......dove ero il cellulare non funzionava.....e il Dott. Oydo..non me lo avrebbe fatto usare........ora voi mi dite che c'e' stato un furto al museo e mi parlate di Robert.....Robert era un Fratello.......ecco..perche' sentendo la Taddei Company alla radio mentre cercavo di togliermi i tizi dal paraurti della macchina non mi aveva lasciata indifferente...........Noi conosciamo i segni Maestro Liam....qui in questo momento ci sono tre Maestri che conoscono i segni........il film che mi avete fatto vedere..credetemi..non assomiglia per nulla alla corazza in possesso del Dott. Oydo..........Ora io credo che questa storia incominci a prendere un piega piu' umana e che incominciamo ad avvicinarci a chi forse sta combinando piu' guai che altro.....Robert era un Fratello.......magari potremmo unire altri di noi...ma noi tre penso siamo in grado di dare una mano........."......Ingrid mi guardo...in maniera torva..gia'lei amava fare la marmellata...e questo mi fece venire da ridere
Rabbrividii.
Robespierre, Lienin e Mao erano personaggi di cui a stento sopportavo di sentir pronunciare il nome. Di certo non erano eroi per me.
"Beh, non per me... Sicuramente..".
Tuttavia, evitai di ribattere una volta ancora, rapita com'ero dalla bellezza della città.
Alzai gli occhi al cielo quando parlò dei miei occhi.
Era così difficile parlare solo di lavoro?
"Non ho intenzione di convincere nessuno... Detesto chi fa proselitismo..l le mie opinioni valgono per me, nella maggior parte dei casi non sono condivise dalla maggior parte delle persone che conosco..." Sorrisi "Non che mi importi...".
Al tavolo mi spiegò della chiesa, e in quel momento capii di non essere giunta invano.
Strabuzzai gli occhi, e rimasi con la forchetta a sospesa.
"Sta scherzando.." Dissi disorientata "Mi dica che scherza, davvero... La patristica, Lattanzio... Persino le Scritture...".
Lo guardai negli occhi "Se io sentissi parlare uno dei Taddei di un Fiore, come prima ipotesi penserei al Fiore Azzurro! È considerato una sorta di reliquia mistica, quindi non mi stupisce che gli abbiano dedicato una cappella... Certo, l'idea del voto è interessante... Ma bisogna sempre pensare perché Sygma... Beh, se è dopo la conquista tutto è più semplice... Non ci sono elementi per datarla con sicurezza?".
Finii l'ultimo boccone.
"..Conunque ha ragione, dovremmo andare..".
Masan aveva uno strano modo di comportarsi. Notai che non aveva risposto alla mia domanda sulla logistica, e prima quando gli avevo parlato della chiesa aveva cambiato argomento.
Era davvero un individuo singolare.
Guisgard
24-05-2013, 20.06.27
Appena Clio nominò il Fiore azzurro, Masan restò fisso a guardarla, come se fosse incapace di dire qualsiasi cosa.
Poi, dopo qualche istante, sorseggiò del vino e finì il suo piatto.
“La comprendo, mi creda...” disse con un'espressione seria “... anche delle mie convinzioni sono geloso... proprio perchè spesso non vengono comprese veramente...” guardò fuori da una delle finestre.
Aveva ricominciato a piovere.
“Strano Maggio...” mormorò, come se parlasse fra sé “... il cielo è cupo e carico d'acqua... ho letto che i Taddei amano simili scenari... che singolari individui... cattolicissimi eppure guerrieri, vassalli della Fede ma paladini di tutto ciò che differenzia gli uomini fra loro... entrare nell'animo di simili personaggi credo sia un'impresa titanica... e questo vale anche per le origini della nostra chiesa... ad essere sinceri io li detesto... odio ciò che sono i Taddei e ciò che rappresentano... ed è solo il mio lavoro mi spinge a restare su queste terre e studiarle...” tornò a guardare la ragazza “... la chiesa dovrebbe risalire, con ogni probabilità, verso il primo quarto del XII secolo, quindi poco dopo la conquista di Sygma da parte di Ardeliano il Grande... si, andiamo. Così vedrà la chiesa e conoscerà ulteriori dettagli, come la sua ubicazione, la cronologia precisa e forse anche il motivo della sua costruzione...” si zittì all'improvviso “... cos'è il Fiore Azzurro?” Domandò poi alla ragazza.
Guisgard
24-05-2013, 20.25.43
Liam ascoltò con attenzione ogni parola di Elisabeth.
“E' vero...” disse alla fine “... le corazze usate da quei misteriosi assalitori del museo non possono risalire a quella del Medioevo... ma sono una sua evoluzione...” mostrò allora a lei e a Ingrid alcuni disegni “... questa è la corazza del leggendario Arconte Meccanico... la sua forma è ricostruibile da varie illustrazioni del tempo... e osservando il filmato alla tv, mi sembrano chiari i richiami con quelle indossate dai misteriosi ladri... credo che Oydo, dopo averti parlato, abbia trovato il modo di portare a termine i suoi esperimenti... comunque hai ragione, Elisabeth... bisogna indagare. E tocca a noi, poiché la polizia non raggiungerà nessun risultato in questa storia. Abbiamo a che fare con nemici molto potenti...” fece un cenno a Freinz.
“Gli assalitori del museo” spiegò questi “sono un gruppo terroristico chiamato Tarantole Rosse. In realtà non sono semplici estremisti. Abbiamo motivo di credere che siano legati, anzi, che siano adepti di un'organizzazione molto più grande e forte... gli Illufestati.”
“Essi mirano” fece Liam “a dominare, diciamo, tacitamente questo mondo. Lo fanno con i giornali, le televisioni, persino con Internet.”
“Se sono così forti” intervenne Ingrid “perchè allora hanno bisogno di quei fanatici delle Tarantole Rosse?”
“Perchè essi rappresentano uno dei loro innumerevoli bracci armati.” Rispose Liam. “E noi ci concentreremo proprio su di loro. Dobbiamo scoprire chi sono le Tarantole Rosse e cosa stanno cercando per conto dei loro capi. Tu hai detto giusto, Elisabeth... c'entra anche la Taddei Corporation... anzi, credo che la morte di Robert de' Taddei e gli ultimi accadimenti siano collegati... per questo agiremo subito per scoprirlo... io partirò stanotte, mentre voi solo fra due giorni. Raggiungerete l'aeroporto di Capomazda, dove troverete un aereo ad attendervi. Condurrà voi tre” indicando Freinz e le due donne “in una località sicura, dove sappiamo essere sorte tracce interessanti.”
“Quale?” Domandò Ingrid.
“Sant'Agata di Gothia.” Fissandoli Liam. “E ci ritroveremo là. Colui che vi condurrà in quel luogo è un uomo di massima fiducia.”
elisabeth
24-05-2013, 20.38.06
Mi sedetti al tavolino dove vi era una bellissima scacchiera.....niente fanti..niente re...solo il disegno della scacchiera....toccando un tasto....altre linee delimitavano un'altro gioco......abili scalpellini...formarono la triplice cinta.......ascoltavo Liam.....lo ascoltavo tentando di assemblare ogni cosa senza che alcun pezzo si perdesse...ed intanto pensavo a Robert...lo avevo conosciuto qualche tempo fa...un uomo semplice ma di grande valore....... " Sant'Agata di Gothia.....Liam scusa ma questa città.....e' molto antica.....e spero solo che la persona in questione sia veramente di fiducia.....in questi giorni, incomincio a perderla....dovrei anche dire qualcosa in Ospedale....sono scappata come se fossi stata un ladro...e anzi...devo risarcire quei poveracci.....ho ancora la mia macchina nella loro villa....non vorrei che qualcuno possa fargli del male pensando che magri io sia ancora da loro......queste persone ho notato che uccidono..non offrono biglietti per il pranzo....."..........
Sorrisi nell'osservare l'espressione del professore.
"Davvero? No.. sarà che io non sono cresciuta a Capomazda, ma non ho alcun rancore verso i Taddei, anzi.. infondo,anche se avrà capito che non sono una chirichetta, sono una persona estremamente religiosa.. nel senso più antico e profondo del termine.. e apprezzo sempre chi vive la propria religiosità così intensamente.." sorrisi, mentre mi versavo l'ultimo goccio di vino rimasto nella brocca "Certo, divento una iena se mi si da dell'indemoniata, della strega o altro.. ma mi auguro che quei tempi siano ormai passati.." conclusi, facendo l'occhiolino a Masan "Lo so, lo so... sono abbastanza complicata".
Ascoltai con attenzione le parole sulla datazione della chiesa.
"Come ho già detto, questo non mi stupisce.. ma la smetterò di formulare vuote ipotesi finchè non saremo sul posto.. o rischierò di prendere dei clamorosi abbagli".
Poi, d'improvviso, quella domanda, così candida e spontanea.
Scoppiai a ridere.
"Mi prende in giro? No, perchè se ho detto qualche fesseria me lo dica, eh.. le ho detto che non è il mio campo.." osservai la sua espressione, ma capii che voleva davvero una risposta "..Non vorrà farmi credere che lei, capomazdese, laureato in Archeologia Medievale, non sa cosa sia il Fiore Azzurro? Ma non ci credo neanche morta!" lo guardai negli occhi per un altro istante "..e va bene, così se dirò qualche strafalcione sarà libero di prendermi in giro.. il Fiore Azzurro è.. vediamo un po'.. il Santo Graal dei Taddei? Le piace come definizione? magari troppo pittoresca e poco scientifica, ma è la prima cosa che mi è venuta in mente.. no, allora, seriamente.. il Fiore Azzurro è come una reliquia mistica, presente nella letteratura capomazdese più antica, il primo documento a parlarne, se non ricordo male è il Codex Nohliano... Che dovrebbe contenere la cronaca della guerra Nohlica.. e le gesta di un cavaliere che partì alla ricerca del fiore..".
“e per riconoscenza ho qualcosa anche io per lei...” e le mostrò una pagina strappata da un vecchio libro, su cui era raffigurato un antico codice “... il Codex Nolhiano... il più antico documento conosciuto che parla del Fiore Azzurro...”
D'un tratto mi tornò in mente quella colazione con il giornalista, e le sue parole su quell'antico codice. Feci mente locale cercando di ricordarmi dove avevo messo quella pagina che mi aveva donato.
"Comunque, come dicevo, il Fiore Azzurro è un simbolo, un miraggio... Fiorisce in territori particolari, ma potrebbe sbocciare ovunque, se non ho capito male.. ma quel che so per certo è che la sua fioritura è preceduta da degli eventi straordinari, non mi chieda quali che non me li ricordo proprio... in sostanza, però, potrebbe rappresentare molte cose, ma nessuno è riuscito a trovarlo, o... se lo ha trovato non lo ha scritto da nessuna parte..." con un sorrisetto sarcastico "...secondo alcuni studiosi, mi pare di capire, esso è legato alla celebre Gioia dei Taddei, la maledizione che da secoli colpisce i signori di Capomazda... beh, almeno così si dice, no?".
Presi un profondo respiro.
"Soddisfatto della spiefazione? Mancava qualcosa? Adesso mi vuol dire perchè mi ha fatto spiegare tutta questa storia?".
Mi alzai dalla sedia, posai il tovagliolo in un angolo del tavolo e indossai la giacca.
"Per strada, però.. o qui, a furia di chiaccherare, faremo tardi.." dissi con un sorriso.
Guisgard
25-05-2013, 01.53.24
“Quella persona” disse Liam ad Elisabeth “gode di tutta la mia fiducia. Se così non fosse non l'avrei voluta per questa storia.” Si accese una sigaretta. “Quanto alla tua macchina, non dartene pensiero. Manderò qualcuno a recuperarla. E penserò io a risarcire quelle persone. Tu da ora dovrai avere in mente solo questa missione.”
“Tu pensi sempre a tutto, vero?” Fissandolo Ingrid.
“Si.” Annuì Liam. “Il mio ruolo mi impone di farlo. Bene, non credo occorra altro. Direi di salutarci ora. Ci ritroveremo a Sant'Agata di Gothia fra due giorni. Sarò io a contattarvi.” Si voltò verso Freinz. “Pensa tu ad avvertire l'ospedale. E' inutile per ora che Elisabeth ritorni lì. Non voglio correre rischi inutili.”
Salutò tutti loro e andò via.
“Ho fatto preparare due stanze per voi.” Disse Freinz alle due donne. “Avete bisogno di riposare. Domattina quando ci ritroveremo per la colazione chiariremo gli ultimi punti prima di partire.”
Così, Elisabeth ed Ingrid furono accompagnate da una domestica nelle loro stanze.
La notte trascorse rapida e l'indomani il chiarore del giorno destò Elisabeth da quel sonno, che i fatti accaduti il giorno prima avevano reso lungo e profondo.
Guisgard
25-05-2013, 02.15.13
“No, affatto...” disse Masan a Clio “... non credo che lei sia poi così complicata... anzi, penso che infondo sia una ragazza molto solare, solo tutt'altro che scontata e banale. Mi piace immaginarla sognatrice, perennemente con la testa altrove, gelosa dei suoi pensieri e delle sue emozioni. Come un'eroina di un romanzo d'appendice.” Sorrise. “Oh, ma scusi... probabilmente sto dicendo un sacco di sciocchezze. E lei è venuta fin qui per vedere quella chiesa e non certo per sentire cose del genere.” Chiamò il cameriere per il conto. “Comunque non sono Capomazdese. Sono qui solo per i miei studi e ad essere sincero non sono un profondo conoscitore dei miti di queste terre.” Guardò verso le cucine, ma il cameriere tardava a farsi vivo. “E' sempre così in questi piccoli ristoranti. Mi sa che farò prima a pagare direttamente alla cassa. Mi scusi un momento...” e andò a pagare.
“Il Santo Graal è un'altra Cosa...” all'improvviso qualcuno alle spalle di Clio “... è la Reliquia più importante della Cristianità e i Taddei sanno cosa rappresenta...” era un vecchio seduto ad un tavolo vicino “... il Fiore Azzurro invece è qualcosa di diverso... qualcosa che lei e gli altri non potete capire... solo i Taddei conoscono il suo vero significato e valore... poiché esso è l'unica loro salvezza...” fissò Clio “... stia attenta alla tela rossa delle tarantole...”
“Eccomi.” Ritornando Masan. “Tutto apposto. E sono stati molto carini, visto che mi hanno regalato questo...” e mostrò alla ragazza una spilla di vetro colorata, a forma di fiore “... pare ce ne sia uno diverso per ogni cliente... chissà, magari somiglia a quel Fiore Azzurro di cui mi parlava...” e lo mise nella mano della ragazza.
http://www.finisilvia.com/foto/spille/S111-dettaglio%20spilla%20fiore%20azzurro.jpg
Guisgard
25-05-2013, 03.07.40
Capitolo VII: La Compagnia dei Falchi
“<<Ahimè,>> disse Edmond sorridendo <<ecco senza dubbio i segreti che avrà lasciato il cardinale; e questo buon abate, vedendo in sogno questi muri tutti risplendenti, si sarà illuso con ricche speranze!>>”
(Alexandre Dumas, Il Conte di Montecristo)
Guisgard continuava a guardare il monitor, dove quelle misteriose parole racchiudevano un oscuro senso che sembrava sfuggirgli.
“Siero...” disse senza staccare gli occhi da quell'arcano “... ancora questa parola... la stessa usata da Frate Nicola... e ora riportata anche in questo strano indovinello...” sbuffò “... che sia una sorta di parola chiave, una specie di codice? Ah, caro zio...” mormorò piano, come se stesse parlando a se stesso, nonostante nella stanza ci fosse anche Talia “... forse l'avevo sempre saputo... si... le storie di quella maledizione, sulla condanna della nostra famiglia, l'esilio da Sygma... erano ossessioni per voi... ossessioni e nulla più... forse è questo palazzo... si, questo palazzo che col tempo è divenuto una sorta di sarcofago, di cripta... con tutti i suoi fantasmi e i suoi deliri... è dunque questo il vostro testamento spirituale? povero zio... e pazzo devo esserlo anche io... che me ne sto qui a cercare di decifrare enigmi senza senso, mentre l'industria di famiglia e l'intera città sembrano andare a rotoli...” pigiò un tasto e chiuse quella finestra in cui si leggevano le parole dell'arcano “... si voltò finalmente verso Talia “... mi perdoni...” sorridendo amaramente “... neanche un degno pranzo sono riuscito ad offrirle... ma solo questo inutile giro in questa casa degli spettri, con i suoi assurdi segreti... segreti che hanno la stessa consistenza della neve al Sole... la farò subito accompagnare a casa sua, o ovunque vorrà...”
In quel momento entrò Kuon.
“Hai scoperto qualcosa, signore?” Chiese il fedele maggiordomo.
“Solo una speranza...” fece Guisgard “... la speranza che la pazzia non sia ereditaria, visto che per un momento mi ero convinto che il silenzio di questo palazzo potesse animarsi e che i suoi fantasmi potessero rivelarmi chissà quali segreti...” scosse il capo, con un sorriso beffardo e malinconico “... ho bisogno di riflettere... fate accompagnare la signorina ovunque vorrà, vecchio mio...” indicando Talia.
http://whatculture.com/wp-content/uploads/2012/07/dark_knight_michael_caine_christian_bale_011.jpg
Talia
26-05-2013, 13.39.44
Ero rimasta indietro, in disparte e silenziosa... non era mia abitudine essere particolarmente silenziosa o tenere per me i miei pensieri, ma li mi sentivo quasi un'intrusa... mi era sembrato quasi di essere entrata abusivamente nella vita di quell'uomo, nella sua casa, nella storia della sua famiglia... una clandestina, lì... una persona fuori luogo...
E me ne ero rimasta in silenzio, pensando... misurando ogni gesto dell'uomo di fronte a me ed ogni sfumatura della sua voce, riflettendo su quei versi senza però aver il coraggio di intervenire...
Come intervenire, infatti, in un momento tanto personale?
Come intromettersi senza risultare inopportuni, superbi e sciocchi?
Quando, dunque, spense in fretta e si voltò verso di me, mi sorprese e mi colse alla sprovvista.
"Mi perdoni..." dissi allora, dopo qualche momento "Lei mi troverà inopportuna ed invadente. Si trova in un momento difficile, in fondo, ed io mi rendo conto di non aver alcun diritto di essere qui... mi rendo conto di essere di peso e di intralcio. Tuttavia... tuttavia, una cosa mi permetto di dirle, signor de' Taddei... non accantoni quell'enigma con leggerezza, la prego! Io mi intendo un poco di parole... in effetti, le parole sono il mio mestiere... o, per lo meno, lo erano fino a poco tempo fa, quando..." esitai, lievemente a disagio "...quando ho lasciato Sygma. E posso dirvi che l'enigma che avete appena letto è tutt'altro che il delirio di un pazzo... al contrario, è molto raffinato invece! Sembra meticolosamente studiato..."
Tacqui e lo fissai...
"Ed ora, se desidera che tolga il disturbo, non c'è bisogno che incomodi Kuon... non ho una meta, infatti... sono arrivata solo stamattina a Capomazda. E... ironia della sorte... ho assistito al funerale di suo zio e poi, per caso, ho incontrato lei..."
elisabeth
26-05-2013, 15.47.49
Ogni cosa diventa ristoratore....dopo una lunga marcia..ma l'odore di lenzuola pulite e di un comodo letto fa sprofondare chiunque in un sonno che non ha limiti......quasi a pensare di non esistere....perché anche il respiro diventa silenzio....La sera prima mi concessi una doccia e mi venne dato il cambio per la notte e i vestiti per l'indomani......qualcuno era stato nel mio appartamento e aveva scelto per me.......ormai mi facevo poche domande......Liam mi aveva già illuminata...questa era una missione, mi alzai....e dopo essermi lavata mi vestii....per raggiungere Ingrid..di cui sentivo la forte risata svedese....e Freinz.
Entrai nella sala da pranzo che mi fu indicata da un maggiordomo......erano già seduti al tavolo ricoperto di quotidiani.....avevano il mio stesso abbigliamento completo giacca e pantaloni nero e camicia bianca Freinz aveva la cravatta noi per fortuna no......."Buongiorno, siamo tutti freschi e riposati a quanto posso vedere, devo dire che ho dormito come un sasso.......allora..posso condividere la vostra gioiosa conversazione ?.....posso anche avere del caffe' ....cosi' continuo a svegliarmi....Freinz, grazie per avermi portato il cambio da casa.....siete dei Fratellini fantastici.....".....sorseggiai il mio caffe'.....mentre mille pensieri affollavano la mia mente e un pensiero molto particolare si insinuo' nella mia mente......."...prima che incominciamo ad avere chiara questa situazione....mi chiedo....so di essere Massone....ma non uno 007.......questo potrebbe fare la differenza.........ora perdona il mio divagare Freinz.....possiamo andare avanti....".....
Alzai lo sguardo verso Masan, e ancora una volta mi ritrovai immersa in quegli occhi così indecifrabili.
"I romanzi di appendice?" dissi con uno sguardo sorpreso e poco convinto "..se voleva farmi un complimento, devo dire che ci è andato molto lontano.." con uno sguardo di sufficienza "..comunque ha ragione, preferisco parlare di lavoro..".
Lo osservai alzarsi e andare in cerca del cameriere, e apprezzai il fatto che mi avesse offerto il pranzo.
La cavalleria esiste ancora, dunque...
Sorridevo, fissando un punto indefinito nel muro davanti a me, quando una voce mi fece quasi sobbalzare.
“Il Santo Graal è un'altra Cosa...” all'improvviso qualcuno alle spalle di Clio “... è la Reliquia più importante della Cristianità e i Taddei sanno cosa rappresenta...” era un vecchio seduto ad un tavolo vicino “... il Fiore Azzurro invece è qualcosa di diverso... qualcosa che lei e gli altri non potete capire... solo i Taddei conoscono il suo vero significato e valore... poiché esso è l'unica loro salvezza...” fissò Clio “... stia attenta alla tela rossa delle tarantole...”
Mi voltai di scatto, con un sorrisino divertito dipinto sul volto.
"Santo cielo, io.. stavo scherzando.." dissi piano, senza smettere di sorridere. Ma quando vidi lo sguardo del vecchio la mia espressione cambiò radicalmente.
Divenni seria in un istante, ed ascoltai con attenzione le sue parole.
Stavo per ribattere, quando Masan tornò con quella spilla. Alle mie spalle, il vecchio che aveva parlato non c'era più.
Presi tra le mani il piccolo gioiello azzurro, ancora turbata dalle parole del vecchio.
Che cosa voleva dire con quell'avvertimento? La tela delle tarantole...
I terroristi che avevano minacciato la Taddei Corporation non si chiamavano mica Tarantole Rosse? Ma cosa c'entrava tutto quello con me?
Fissai la spilla per alcuni istanti, pensando al significato che potevano assumere quelle parole.
"Beh, di certo non è il mio fiore preferito.." dissi appuntando la spilla alla giacca "..ma potrò fare un'eccezione, solo perchè il gestore di questo posto non mi conosce.." dissi ridendo, e feci l'occhiolino a Masan.
"Cosa dice, andiamo a vedere finalmente questa chiesa di cui abbiamo tanto parlato?".
Guisgard
27-05-2013, 02.27.15
Freinz fissò Elisabeth e sorrise.
“Per carità.” Disse “Degli 007 proprio no. Almeno non io.” E sorseggiò un po' del suo caffè d'orzo. Perchè siamo Massoni?” Fissando poi le due donne. “Per ricostruire il Tempio di Gerusalemme? O erigere cattedrali qui e là?” Sorrise. “Quando l'Ordine fu fondato, il principale intento era uno solo... servire Dio e aiutare i propri fratelli, in nome di questa parentela spirituale che accomuna tutti gli uomini. Ebbene, amiche mie, qualcosa di remoto, quanto potente e oscuro, minaccia l'umanità. E questo invisibile nemico, proprio come il serpente nell'Eden, è penetrato silenzioso nel nostro mondo. Ha inviato i suoi angeli neri per un disegno che ancora ci sfugge, ma che senza dubbio mira a seminare i fiori del male. Da sempre la Massoneria agisce nell'ombra. E oggi siamo chiamati a fare altrettanto, contro un nemico implacabile che annovera anche i nostri nomi nella sua lista nera.”
“Perchè vi fanno così paura questi terroristi?” Chiese Ingrid.
“Perchè non sono terroristi.” Rispose Freinz. “Sono molto di più. Sant'Ireneo diceva che la più grande vittoria del demonio è stata quella di farsi credere una favola. Ma noi non commetteremo questo sbaglio.”
Ingrid fissò Elisabeth.
“Appena fatto colazione e preso il necessario, ci recheremo all'aeroporto, dove ci attende il nostro uomo.” Sentenziò Freinz.
Guisgard
27-05-2013, 02.53.05
Masan annuì e lui e Clio lasciarono il ristorante.
Ritornarono all'auto e dopo aver richiamato Flender, uscirono dal parcheggio.
“Vedo che i miei complimenti e i miei doni” disse Masan mentre guidava “non riescono a suscitare, non dico un grazie ma neanche un sorriso.” Rise. “Forse ho gusti particolari, lo ammetto. Ma da piccolo, ricordo, leggevo ogni giorno, da un quotidiano che mi dava mio nonno, un racconto ad episodi. Era una sorta di romanzo d'appendice e la protagonista era una ragazza non molto diversa da lei. Era figlia di un capitano di marina e sognava di prendere il mare su una nave sotto il suo comando. Non so, sarà sciocco e banale, ma in molte cose quella ragazza mi ricorda lei. Da qui quello che voleva essere un complimento. Quanto alla spilla, beh, mi è stata data dal padrone del ristorante e non avendo altra accompagnatrice o ragazza con me, mi è sembrato carino farne dono a lei. E' solo un pezzo di vetro colorato e può anche gettarlo via. Mi aveva fatto pensare a ciò che mi aveva detto circa quel Fiore Azzurro...” guardò nello specchietto il suo cane sul sedile posteriore “... eh, amico mio, meglio dedicarci al lavoro, cosa dici?” Rise di nuovo, per poi cominciare a fischiettare un vivace motivo.
Poco dopo arrivarono ad un campo racchiuso da paletti e nastri.
Sul posto vi erano alcuni furgoncini e un paio di fuoristrada.
“Eccoci.” Fermando l'auto Masan. “Ora vedrà la sua chiesa.”
Scesero dalla macchina e l'archeologo indicò a Clio un gruppo di alberi, tra i quali si intravedeva un'antica struttura.
Era la chiesa di Santa Caterina.
http://us.123rf.com/400wm/400/400/jarnogz/jarnogz1201/jarnogz120100014/11911390-la-chiesa-di-santa-maria-a-monte-naranco-e-una-cattolica-asturiana-chiesa-pre-romanica-l-39-architet.jpg
Guisgard
27-05-2013, 03.20.23
Guisgard fissò Talia senza interromperla.
“Se posso permettermi...” disse Kuon “... ritengo che la signorina sia molto arguta e perspicace. E per quanto può valere, anche io credo che quelle parole siano tutt'altro che vuote o assurde.”
L'ultimo dei Taddei, allora, fece qualche passo verso la parete e restò a fissare il dipinto di una battaglia.
“E' un quadro particolare...” mormorò Guisgard “... da piccolo venivo qui apposta per guardarlo... restavo per un bel po' a fissarlo... non so, forse mi colpiva il fatto che fosse stato realizzato con soli due colori... il bianco ed il nero... mio zio diceva che raffigurava una battaglia, tra cavalieri bianchi e cavalieri neri, buoni e cattivi... ma io, pur guardandolo con attenzione, non riuscivo a vedere quelle cose... per me c'erano solo i cavalieri bianchi... allora, una sera, mio zio abbassò le luci della stanza... e poi mi disse di guardare il quadro con ancora più attenzione... io fissai i miei occhi su questa tela... fino a quando, quasi per magia, come un negativo, dal chiaroscuro che dominava la scena, vidi emergere pian piano le linee nere... sembravano prendere forma e scivolare accanto alle sagome dei cavalieri bianchi, come quando un liquido viene versato su una tovaglia... e alla fine, davanti ai miei occhi, finalmente la scena si presentava completa... vedevo chiaramente i cavalieri bianchi che combattevano contro quelli neri... il male, disse mio zio, si annida sempre accanto al Bene... i giusti, concluse, vengono sempre messi alla prova e sono continuamente chiamati a combattere...” si voltò verso Talia “... allora, eroina senza dimora e senza meta, mi dica...” sorrise “... perchè è venuta proprio qui a Capomazda? Ma prima dovrei conoscere il suo nome, no? Vuole dirmelo, o devo indovinarlo io? Sono bravo a questo genere di giochi, sa? Nell'indovinare i nomi, intendo.”
Sorrisi, guardando fuori dal finestrino.
"Non ho sorriso?" dissi, fingendomi sorpresa "..mi scusi, non me ne sono accorta.. beh, doveva essere particolare quella ragazza.. già mi immaginavo un'eroina romantica e sdolcinata.." risi "..E comunque la spilla è carina, come vede si intona anche alla mia maglietta..". E feci l'occhiolino a Masan.
"Per te..".
Una voce familiare, alle mie spalle, mi fece sobbalzare e per poco non rovesciai la birra che tenevo in mano.
Mi voltai.
"Per la miseria, mi hai fatto prendere un accidenti.." dissi sorridendo al ragazzo che mi stava di fronte.
Poi, il mio sguardo si abbassò sulla mano aperta con un pacchettino, fatto alla buona, in bella vista.
"E quello cos'è?" dissi, con lo sguardo accigliato.
"Aprilo, su.. è per te.. te l'ho detto.." disse lui con un sorriso.
Presi il pacchettino con mani tremanti, il cuore batteva a mille. Mi aveva fatto un regalo, pensai, l'aveva preso apposta per me, e per nessun'altra.
Mi imposi di calmarmi e di restare concentrata, farneticazioni inutili non mi sarebbero servite.
Aprii l'incarto, al suo interno trovai una spilla con raffigurata un'aquila in volo.
Trattenni il respiro.
"Ti piace?" disse lui, tutto contento.
Tentai di reprimere il luccichio nei miei occhi, perchè non lo vedesse.
"Se mi piace? E' stupenda.. solo tu potevi farmi un regalo del genere, grazie..".
Non ci ero affatto riuscita, i miei occhi brillavano come mai avevano fatto.
Di slancio, lo abbracciai.
Fu un istante solo, ma sapevo che avrei portato con me le emozioni di quel momento per molto tempo.
POtevo sentire il battito del sue cuore, il suo respiro, il fruscio dei suoi capelli.
Mi staccai immediatamente, e ripresi la birra in mano per nascondere il tremore che si era impossessato delle mie mani.
"Ordino per te?" dissi con noncuranza, guardando dall'altra parte del bancone.
"Si, grazie.. una Guinnes..." disse lui, sedendomi accanto.
Finii la mia media e ne ordinai altre due mentre appuntavo la spilla sulla spalla del giubbotto.
"Si comincia.." disse lui con un sorriso, rivolgendo lo sguardo al grande televisiore sintonizzato sulla partita di quella sera.
Sorrisi e anuii.
Le nostre birre, intanto, erano arrivate.
"Alla nostra, allora.." dissi alzando il bicchiere per brindare "..e alla vittoria..".
"A noi e alla vittoria.." rispose lui sorridendo, facendo tintinnare i due boccali.
Un brivido mi percorse la schiena, nel ripensare a quel momento e, istintivamente, portai la mano alla spalla dove, su un altro giubbotto, in un'altra vita, quell'aquilotto era stato appollaiato per lungo tempo.
Sospirai, con gli occhi chiusi, ripensando a quell'abbraccio.
Erano anni che non mi veniva in mente.
Chissà come mai.. adesso basta, smettila.. guai a te se ci pensi un minuto di più...
Trassi un profondo respiro e guardai la strada davanti a me.
Finalmente, poi, arrivammo alla chiesa.
Scesi dalla macchina e mi diressi immediatamente verso l'antica struttura.
"E' davvero molto bella.." dissi a Masan. E mi diressi direttamente verso la cappella del Fiore.
Talia
27-05-2013, 17.11.26
Mentre parlava, mi ero avvicinata al quadro...
mi ero avvicinata quasi senza rendermene conto, fissandolo...
il bianco e il nero, la luce e l'ombra...
fissavo il quadro e la mia mente fluttuava tra ricordi confusi a studi e a sogni...
Infine, a quella domanda, mi voltai di scatto e lo fissai.
"Il mio nome..." mormorai "Oh... avete ragione... non ve l'ho ancora detto..."
Esitai...
potevo dire che il mio nome e il motivo per cui ero a Capomazda erano collegati?
Forse non lo erano direttamente, ma di certo lo erano in un rapporto di causa-effetto... quella sorta di turbine nel quale mi sembrava di essere sprofondata nell'ultimo anno...
esitai forse per un momento troppo lungo, ma me ne accorsi in tempo...
"Talia!" dissi allora "Il mio nome... il mio nome è Talia... è un nome un po' insolito, temo..."
Sorrisi appena...
"Quanto al motivo per cui sono a Capomazda... beh... diciamo che avevo bisogno di cambiare aria... di... di fuggire alle pressioni, ecco!"
elisabeth
27-05-2013, 17.19.11
Niente 007 a quanto pare...solo Liberi Muratori....." Bene ..siamo in tre quindi Giusti...per la perfezione ci penseremo dopo, avete ragione anche se il nostro compito e' quello di edificare...ma non stiamo parlando certamente di palazzi, la segretezza e' fatta solo di riserbo per chi non comprenderebbe la conoscienza, non perché ci sono gesti o atti cattivi che germogliano in noi....ma come sapete, ciò che ci dà il senso della cecità ci fà stare male....La notte ci fà paura....ma solo perché e' più difficile poter vedere oltre il nostro naso......Freinz , le tue sorelline saranno pronte in men che non si dica...il tempo di prendere le borse e potremo seguire ciò che Liam ha predisposto....".....guardai Ingrid...." Carissima.....andiamo a mettre in pratica ciò per cui abbiamo levigato la nostra pietra grezza..."......andai in camera e presi borsa e pc....un ultima occhiata allo spechhio...infondo ero comunque una donna...con tutti i suoi pregi e difetti..ed accarezzai il rametto di acacia che brillava sul bavero della mia giacca......era tempo di mettere fine a questa storia.....anche se diventava difficile comprendere quale storia, per la prima volta in vita mia........brancolavo nel buio.....gia' ma io ero negata per gli enigmi......ritornai cosi' nella sala da pranzo e trovai tutti pronti..." Bene, possiamo andare....."
Guisgard
27-05-2013, 20.10.50
Clio scese dall'auto e corse subito verso la chiesa, impaziente di vedere la Cappella del Fiore.
“Lei...” disse all'improvviso qualcuno “... lei, dove sta andando? Non sa che questa zona è vietata al pubblico?” Era una donna.
“Dottoressa Solder...” avvicinandosi Masan, con accanto sempre il suo fedele Flender “... le presento la dottoressa Clio Lester, dell'Università Cattolica di Capomazda.” Indicando la ragazza.
“Ah, mi perdoni.” Sorridendo la dottoressa Solder. “Vedendola arrivare da sola, senza il professor Masan, ho pensato fosse una curiosa. Come può ben immaginare, molte persone cercano di avvicinarsi al centro scavi. Sono lieta di averla qui.” Stringendole la mano.
“La dottoressa Lester” fece Masan “è impaziente di vedere la chiesa.”
“Allora a lei l'onore, professore.” Annuendo Solder. “Io devo sistemare alcune cose. Vi raggiungerò tra qualche minuto.” E si allontanò.
Masan allora condusse Clio nella chiesa.
La struttura, come aveva spiegato Masan, si presentava in uno stile caratteristico, ancora ben conservata al suo interno e con ampie porzioni di affreschi intatti che permettevano, se bene per lunghe linee, di farsi un'idea dell'aspetto originario della chiesa.
“Questo stile” spiegò alla ragazza “come può vedere è molto raro nel ducato, mentre invece diffusissimo a Nord, soprattutto a Sygma.”
La grande aula quadrangolare definiva e racchiudeva il corpo principale dell'edificio sacro, con nicchie che si aprivano sui lati, nelle quali appariva ciò che restava dell'antica decorazione parietale.
Sulla destra vi erano affreschi che descrivevano la vita di Santa Caterina e in particolar modo richiamava l'attenzione una nicchia con un piccolo altare.
“Questa nicchia” indicandola Masan “probabilmente conteneva qualcosa legato a Santa Caterina. Forse una reliquia, chissà. Per ricostruire l'interno della chiesa” continuò “ci siamo basati sulla grande chiesa di Sygma, visto che questa ne richiama la forma e l'ubicazione. In particolare, dove qui abbiamo la nicchia della Santa, nella stessa posizione a Sygma vi è una nicchia che ospita varie reliquie di Santa Caterina, tra cui la sua testa. Insomma, chiunque sia stato il committente, ha voluto riprodurre in tutto e per tutto la chiesa di Sygma in questo luogo. L'unica differenza” aggiunse “con la chiesa di Sygma è quel nartece che si apre nell'abside. Attraverso esso si arriva alla Cappella del Fiore. Unica parte di questa chiesa a non essere presente in quella di Sygma.” E condusse Clio attraverso il nartece, ritrovandosi poi entrambi nella cappella.
Si trattava di un'aula mono absidale, con copertura a volta, sorretta da quattro semi colonne che si aprivano nella muratura.
La volta presentava raffigurazioni simboliche, come frutti, viti, pesci e colombe.
Al centro della volta vi era l'Agnello di Dio sotto una conchiglia d'oro, adagiato su un fascio di Croci d'oro.
Subito sotto la volta vi era una fascia decorativa, con scene tratte dalle Sacre Scritture.
Apparivano Abramo e Sara, Giacobbe e Rachele, Davide e Betsabea.
Nell'abside dominava invece l'immagine del Cristo Cosmocratore.
Mentre a terra, davanti all'altare, una lastra nel pavimento mostrava un Fiore stilizzato ripetuto quattro volte, che racchiudeva una Croce Greca.
Il Fiore era essenziale al punto da apparire irriconoscibile.
“Questa cappella” mormorò Masan “è il vero mistero della chiesa. Credo che tutto qui sia simbolico e nasconda un suo linguaggio... un linguaggio ora come ora indecifrabile, impenetrabile...”
http://www.nuok.it/wp-content/uploads/2012/10/mausoleo-santa-costanza7-592x444.jpg
Guisgard
27-05-2013, 20.56.12
Così, Elisabeth, Ingrid e Streinz lasciarono la villa e si diressero all'aeroporto di Capomazda City.
“Mi dica...” disse Ingrid al dottore “... abbiamo già i biglietti prenotati?”
“Non viaggeremo su un aereo di linea.” Spiegò Streinz. “Ma su un aereo privato, noleggiato per noi da Liam. Un aereo che ci condurrà direttamente a Sant'Agata di Gothia.”
Dopo un po' arrivarono all'aeroporto.
Tramite un auto che li stava attendendo raggiunsero uno degli hangar nel lato Ovest.
Qui vi trovarono solo un aereo.
Si trattava di un vecchio piper.
Ad un tratto si udì qualcuno fischiettare.
“Arriva qualcuno...” fece Ingrid.
“E' il nostro uomo.” Annuì Streinz.
Un attimo dopo apparve un uomo.
Era alto, robusto e con indosso una tuta da pilota con la parte superiore arrotolata attorno ai fianchi.
“Il signor Hunz?” Chiese Strainz. “Gem Hunz?”
“Dipende.” Rispose l'uomo. “Dipende da cosa cercate...”
“Siamo le persone che devono raggiungere Sant'Agata di Gothia.”
“Ah, certo...” annuì l'uomo “... allora si... sono io Gem Hunz... anche perchè ho ricevuto solo un anticipo.” Rise.
“Il resto, come pattuito, lo riceverà appena atterrati a Sant'Agata di Gothia.”
“Beh, doveva dirmelo che si viaggiava con due donne.” Fissando Elisabeth e Ingrid.
“Perchè, non le piacciono le donne?” Domandò la svedese.
“A me?” Sorpreso Gem. “A me piacciono da morire, signora. Solo che, per molti, avere donne a bordo può essere indice di negatività.” Rise di nuovo. “Ma io ed il mio amico non abbiamo problemi su questo.”
“Il suo amico?” Ripetè Ingrid.
“Si, il mio gioiellino.” Indicando il piper Gem.
“Voleremo su questo coso?” Stupita Ingrid.
“Si, signora.” Sorrise Gem. “E si fidi... le sembrerà di fare l'amore.” E le fece l'occhiolino.
http://www.sorrentosposi.it/userfiles/image/Russel-Crowe.jpg
Guisgard
27-05-2013, 21.39.13
Guisgard sorrise.
La ragazza era accanto a lui ed insieme erano rimasti a fissare quel quadro.
“Talia...” disse “... Talia... mi piace questo nome!” Esclamò. “Non le piace il suo nome? Preferiva uno più comune?” Sorrise di nuovo. “Io lo trovo invece molto bello. Beh, almeno comincio a conoscerla un po'... ora conosco il suo nome, so che è giunta qui senza meta, per fuggire da non specificate pressioni... ma non mi dispiacerebbe se fosse in fuga da, non so, un matrimonio combinato... fa molto romanzo, no?” Le fece l'occhiolino. “Poi so che un po' le piacciono gli enigmi, anche se non ha lasciato che indovinassi il suo nome... ah, le dirò che avevo in mente almeno due o tre nomi che sembravano fatti apposta per lei.” Sorrise ancora. “Il mio invece è Guisgard. E' un nome che praticamente mi è stato cucito addosso prima del mio concepimento. Sa, nelle famiglie di vecchie tradizioni nulla è lasciato al caso.” Guardò Kuon. “Vero, vecchio mio?”
“Nulla accade per caso.” Fece il maggiordomo. “E dovresti saperlo bene tu.”
“Già, vero...” annuì Guisgard. “... allora, signorina, Talia...” tornando a fissare la ragazza “... sentiamo, perchè le parole di quell'arcano le sono sembrate così particolari? Perchè le trova così raffinate e studiate? Ah, se riuscirà a convincermi, prometto di sdebitarmi. E invece di un pranzo, le offrirò una cena. Sa, per festeggiare il fatto di non essere nato in una famiglia di matti.” Aggiunse sarcastico.
"Io? Oh, mi scusi.." farfugliai arrossendo.
Poi Masan mi presentò e strinsi la mano della dottoressa, sorridendo.
"Ottimo, non vedo l'ora.." dissi a Masan, senza smettere di sorridere.
Lo seguii così all'interno della chiesa, e osservai stupefatta ogni particolare, ascoltando le parole di Masan.
Era davvero spettacolare, un piccolo pezzo di Sygma in territorio ducale, se me l'avessero raccontato non ci avrei creduto.
Inforcai gli occhiali che riservavo solo alle occasioni in cui erano strettamente necessari e posai lo sguardo su moltissimi elementi.
Seguii poi Masan nella cappella del Fiore e qui restai davvero col fiato sospeso.
Tutte quelle immagini, i simboli, erano studiati alla perfezione.
"E' incredibile.." sussurrai, sempre più rapita dalla visione "..a parte lo stile che è, effettivamente sygmese in tutto e per tutto.. ma qui… queste immagini.. nessuna di loro è messa qui a caso.. è come se fossero legate tra loro.. è soltanto un'impressione, però.. ma di certo nascondono molto di più di quello che raffigurano.. e quei fiori.." mi chinai per osservarli meglio "..sono così.." cercai la parola giusta per definirli, ma non la trovai.
"..Davvero magnifico.. direi che c'è molto lavoro da fare.. Posso avere le riproduzioni fotografiche di tutti gli affreschi, i dipinti anche incompleti, insomma di tutto quello che può riguardare l'iconografia e la simbologia in generale, per favore? E ovviamente il resoconto dell'analisi sulle parti inscritte.. mi serviranno le foto di tutte le iscrizioni ritrovate.." mi guardai attorno "..beh, si.. servirà anche la planimetria ma basterà quella che ha mostrato ad Asevol..".
Mi voltai verso Masan e sorrisi, raggiante.
"..Bene, direi che è ora di mettersi al lavoro.. se non c'è altro che devo vedere, mi dica dove posso sistemare le mie cose e lasciare libero il mio povero gatto che mi starà odiando…" risi "..questo posto è davvero incredibile.. lo so che l'ho già detto ma.. davvero.. non ho parole.." alzai le spalle sorridendo "..Magari la chiesa è un ex-voto perchè qualcuno dei Taddei ha trovato il Fiore, e non potendolo scrivere a caratteri cubitali per paura che.. boh, che lo rubassero, magari, ha costruito questa chiesa.. come ringraziamento.. ma perchè Sygma?" mi guardai intorno pensierosa "..beh, magari invece è una mappa.. una mappa per trovare il Fiore.." dissi con un sorrisino divertito "..perchè no? Infondo un mito ha valore nella misura in cui qualcuno crede che sia reale..".
Guisgard
28-05-2013, 02.16.24
Masan sorrise davanti all'entusiasmo di Clio.
“Si, questo luogo è incredibile.” Disse. “Anche io credo che nessuna di queste immagini sia stata messa a caso. Come i personaggi della Bibbia...” indicando gli affreschi “... perchè proprio quelli? Mancano molti Grandi della Bibbia... Adamo, Eva, Abele, Caino, Isacco, Giuseppe, Giosuè, Sansone, Dalila, solo per fare dei nomi... ah, se guarda dopo l'affresco che raffigura Giacobbe e Rachele, potrà notare altri due personaggi... deve guardare con attenzione, perchè la muratura è coperta dall'intonaco che si è staccato dalla volta... vede? In quel punto che sto indicando...” fece segno Masan “... lì, può vedere Mosè e Sefora...” fissò Clio e sorrise nuovamente “... le farò avere tutto il materiale necessario. Quanto al motivo che cela questa costruzione... ovviamente ora non abbiamo alcun elemento per dar corpo ad un'ipotesi convincente, tuttavia spero di raccogliere presto dati importanti. Naturalmente grazie al suo aiuto. I suoi alloggi saranno insieme a quelli di tutta la spedizione archeologica. Risediamo in un albergo alle porte della città. Molto carino devo dire. Ah, quasi dimenticavo... abbiamo raccolto varie iscrizioni conservate nella chiesa, ma forse la più misteriosa è quella che si trova in questa cappella, sul lato destro dell'altare... venga...” e giunti presso l'altare, Masan mostrò a Clio quell'iscrizione:
“Tre uomini si trovano in un Giardino meraviglioso e fissano un bellissimo Fiore.
Il primo si contenta di ammirare il Fiore senza però toccarlo mai.
Il secondo decide di vendere tutto ciò che possiede e acquistare quel Giardino, anche se non sceglierà mai di cogliere il Fiore.
Il terzo, infine, coglie il Fiore, ma solo per sottrarlo alla vista di tutti gli altri e conservarlo nella sua dimora.
Chi fra i tre uomini possiede veramente quel Fiore?”
elisabeth
28-05-2013, 16.19.09
Quante volte ero andata all'aeroporto......mai avuta ansia, viaggi di lavoro o di piacere....ma in mente avevo avuto altri pensieri...questa storia era diventata....un pensiero grande, non avevo ancora compreso, quello che mi stava succedendo.....avevo in mente l' Ospedale e tutto quello che avevo lasciato.....non era nelle mie abitudini abbandonare il mio lavoro se non per cose importanti........quella era una cosa importante..?...ma quanto ?....arrivammo a destinazione e una macchina ci porto' negli Hangar da dove partono i piccoli aerei privati.....scesi dalla macchina e seguii Ingrid ed il Dottor Streinz.....Il sole era caldissimo ma l'aria sembrava gelida....sino a quando un tipo alquanto allegro...non si presento' vicino ad un piccolo aereo.....devo dire non molto giovane...la carriera di quell'aereo era visibilmente lunga.....il tipo...era di quelli che se ne fregano del mondo intero......la sua tuta completa a meta'..lo faceva sentire sicuro. tanto sicuro di se...da poter dire spiritosaggini.....Ingrid era un donnone e se si infuriava....era pericolosa...la sua calma svedese aveva i suoi tempi, molto ristretti..... il Dottor Streinz sorrideva....speravo per lui che il suo pensiero non fosse in piena condivisione col pilota sexy......." Signor Gem....piacere di conoscere lei , il vostro vecchio compagno di giochi erotici e il vostro sex appeal......credo che siano su tutti i giornali siete famosissimi per questo........ma abbiamo un problema di tempo e sperando che siate anche un ottimo pilota.........portateci a Sant'Agata di Gothia.....e se nel frattempo riuscirete anche a farci vivere l'apice del piacere.......vi giuro che vi darò un premio in denaro.......ma adesso faccia il bravo o uscirò fuori dalla mia borsa sette gatti neri e sarà un problema per voi......donne e gatti....un vero misto di disgrazie......."....parlando...ero finita a puntargli un dito sotto il naso.......era finito il tempo della superstizione.... ma chi diavolo conosceva Liam..un uomo fidato.....incominciavo a perdere la pazienza.....
"Si, li ho notati.. sicuramente hanno scelto quei personaggi e non altri per un motivo preciso, e noi lo scopriremo.. non è così?" dissi sorridendo a Masan.
Lo seguii fino all'iscrizione e restai a bocca aperta. Era davvero incredibile.
"Interessante.." sussurrai, rapita "..davvero interessante... qui, gli enigmi si moltiplicano, non c'è che dire..".
Ripetei mentalmente le parole incise almeno tre volte, riflettendo sul loro significato.
Estrassi il mio smartphone dalla tasca e fotografai l'iscrizione.
"Non sarà un granchè, ma almeno avrò modo di rivederla in ogni momento.." dissi sorridendo, senza staccare gli occhi dal muro iscritto.
"Lei saprebbe rispondere a questo indovinello, professore?"
Mi voltai verso Masan e, per un istante, i miei occhi trovarono i suoi. Distolsi lo sguardo rapidamente.
"Sono rimasta davvero affascinata da tutto questo, mi creda.. farò del mio meglio per aiutarvi a ricostruire la storia e il significato di questo edificio..".
Guisgard
28-05-2013, 20.56.54
Gem fissò Elisabeth e sorrise.
“Un premio in denaro...” disse “... interessante... non avevo mai pensato di intraprendere la carriera di gigolò.” Rise. “Ora però non farò altro che pensare al vostro... premio in denaro per tutto il viaggio, signora.” E le fece l'occhiolino.
“Dica...” intervenne Ingrid visibilmente infastidita “... siete davvero un pilota? O forse solo una sorta di pagliaccio? Perchè, posso assicurarla, che non siamo interessati a nessun tipo di animazione turistica durante il viaggio. Come ha detto la mia amica a noi interessa solo arrivare il prima possibile a destinazione. E' sicuro di essere adatto?”
“Eh...” sospirò divertito il pilota “... così rischiate di farmi venire l'ansia da prestazione, signore care...” rise di gusto “... però vi dirò... mi piace essere messo alla prova da due belle donne.”
“Se le do un biglietto da cinque” fissandolo Ingrid “ci risparmierà il resto della farsa?”
Gem rise di nuovo.
“Quando pensa che potremo partire?” Chiese Streinz.
“Amico mio, il tempo di fare rifornimento e poi ci alzeremo in volo come uccellini.” Rispose Gem.
“Bene, allora riempia di benzina il suo aereo.” Sbottò Ingrid. “Sperando che poi riuscirà ad alzarsi da terra.”
“Le prometto un volo che non dimenticherà, signora!” Esclamò il pilota, per poi cominciare a riempire il serbatoio del suo piper.
Guisgard
28-05-2013, 21.07.28
Clio distolse rapidamente gli occhi da quelli di Masan, ma lui invece restò a fissarla.
“Certo che scopriremo tutti i segreti di questa chiesa.” Disse. “Quanto all'iscrizione, in verità non ci avevo mai riflettuto... mi sono sempre limitato a studiarla sotto un punto di vista storico e archeologico... si, in effetti è un quesito interessante... lei crede che possa nascondere un significato preciso? Magari che possa guidarci a decifrare questo enorme libro di pietra?” Indicando la chiesa. “Beh, se è così, temo che ci toccherà svelerà quest'iscrizione al più presto allora... magari, se vorrà, potremmo farlo stasera a tavola, nel ristorante del nostro albergo.” Sorrise. “Ora, visto che abbiamo visitato la chiesa e raccolto vari elementi, direi di andare in albergo, dove lei potrà prendere possesso della sua stanza e sistemare i suoi bagagli. E' d'accordo?”
elisabeth
28-05-2013, 21.11.51
Ero nera piu' nera del vestito che portavo...l'ansia da prestazione.....quanto avrei voluto togliergli quel sorriso fesso dal suo viso....ma bastava la furia di Ingrid...la mia sarebbe stata esagerata......Ma Streinz era tranquillo , non era mai intervenuto........." Ingrid ti prego...facciamogli fare il pieno e vediamo di prendere il volo"......disse qualche parola nella sua stupenda e incomprensibile lingua.......meglio cosi' era impegnata a dire tutto cio' che voleva nella sua lingua alla bomba sexy.......io cominciai a passeggiare intorno al piper........credo che se potesse parlare mi avrebbe raccontato storie inaudite.....mi venne da ridere pensando al suo bizzarro padrone.....qualcosa catturo' la mia attenzione......mentre faceva rifornimento....vidi Gem prendere una giacca nera dall'areo e prendere le sigarette....aveva la foglia d'acacia all'occhiello anche lui.........feci in tempo a non farmi vedere....e andai da Streinz..." A che giochetto stiamo giocando...?......il signor Gem...e'dei nostri in incognito ?...."....
"Certo che lo credo..." Dissi rivolta a Masan "credo fermamente che ogni elemento di questa struttura sia la tessera di un grande puzzle..." Sussurrai.
"Mi ha letto nel pensiero, stavo proprio per chiederle di accompagnarmi in albergo, come ha detto lei, continueremo questa conversazione a cena..." Sorrisi "..vogliamo andare, professore?".
Talia
29-05-2013, 01.22.14
"Si..." mormorai a quella due parole "Si, sarebbe un po' come in un romanzo... E... e devo confessarle che con questa ultima affermazione si è, in un certo senso, avvicinato molto alla realtà..."
Lo fissai per un istante... poi sorrisi appena e distolsi lo sguardo...
"Ma perché..." mormorai "Perché le interessa così tanto? Le assicuro che non c'è poi molto di così... interessante, nella mia storia..."
Esitai... e ripensai all'ultimo anno di incertezza e confusione, alle parole del medico ed alla fuga da Sygma...
Ci ripensai ed i miei occhi si velarono per un istante...
"Interessante è invece il suo indovinello!" dissi poi, cambiando tono "L'indovinello e anche il resto... la storia di questo quadro..."
Tornai a fissare quel dipinto tra noi ancora per qualche istante, poi riportai gli occhi su di lui...
"Parla di una ricerca, quell'indovinello... quasi di un viaggio catartico, si direbbe... ed il premio è un 'siero'... non dà molti indizi sulla via da percorrere, eppure forse... forse... osservando questo quadro e pensando a quanto mi ha raccontato su di esso, mi viene da pensare che lei possegga, forse senza neanche saperlo, le chiavi per iniziare questa cerca..."
Tacqui, infine... e, mentre la mia voce si spegneva in un sussurro, i miei occhi rimasero nei suoi...
Guisgard
29-05-2013, 02.49.57
Streinz annuì ad Elisabeth.
“Si...” disse “... il signor Gem è un uomo particolare e come detto gode della fiducia di Liam. E non solo di Liam. Se non fosse un uomo vicino a noi, non sarebbe stato coinvolto in questa storia. Non tema, dottoressa. Vedrà che Gem farà il suo dovere.”
“Bene, signori.” Fece Gem. “Il mio cucciolo ha fatto merenda ed ora è pronto ad alzarsi in volo.”
Così, le due donne e Streinz furono fatti salire a bordo del piper.
Gem si accese un sigaro e richiuse la tuta da pilota.
Montò poi anch'egli a bordo ed accese l'aereo.
Poco dopo il piper si alzò finalmente in volo.
Il decollo però fu tutt'altro che tranquillo.
Prima alcuni scossoni fecero sussultare l'aereo, poi un vuoto d'aria quasi lo risucchiò al suolo e per finire uno dei carrelli restò bloccato.
“Tranquilli!” Esclamò Gem. “E' tutto nella norma! Sarà un volo tranquillo, vedrete!”
Il piper lasciò così Capomazda City.
“Altitudine giusta, velocità di crociera ideale e visibilità perfetta...” disse Gem ai suoi passeggeri “... vi ricordo che è vietato parlare al comandante e sotto i vostri sediolini si trovano due paracaduti... dei quali uno sicuramente funzionante...” e rise forte.
http://www.illotech.it/immagini/aeromodelli/piperozzo/preview/Piper%2043.jpg
Guisgard
29-05-2013, 03.01.21
Così, Clio e Masan lasciarono il campo e raggiunsero l'albergo.
Alla ragazza fu poi mostrata la sua stanza e Masan la salutò per ritornare nella sua.
Ma prima di andare si accordò con lei circa l'ora in cui ritrovarsi.
Masan infatti l'avrebbe attesa nel bar dell'albergo verso le 18, così da lasciare alla ragazza il tempo di sistemare i bagagli e riposarsi per il viaggio.
Nel frattempo, al campo scavi, in una tenda, la dottoressa Solder era con qualcuno.
“L'esperta giunta dall'Università Cattolica ha visto la chiesa.” Disse la donna. “Ora che potremo avvalerci del suo contributo, riusciremo senza dubbio a svelare il significato di quell'edificio, così da capire il motivo della sua costruzione.”
“Vorrei avere la sua stessa fiducia...” mormorò l'uomo che era con la donna “... ma non so... e poi quella chiesa potrebbe essere stata costruita per qualsiasi motivo... potrebbe anche non avere nulla a che fare col Fiore Azzurro...” scosse il capo “... dannati Taddei... anche da morti mi ossessionano... il vecchio Robert non ha mai voluto farmi partecipe dei segreti della sua famiglia... ha rimesso nelle mie mani incarichi importanti, vitali, delle sue industrie, senza però concedermi mai la possibilità di entrare nella sua vita privata... e ora siamo costretti a scavare tra le pietre di questo posto per aver una possibilità di riuscita...”
“Purtroppo” fece Solder “non siamo riusciti a trovare il Codex Nolhiano... ma chissà, forse è nascosto proprio nella chiesa...”
“No, non voglio farmi troppe illusioni...” fissandola l'uomo “... sono certo che il Codex Nolhiano è stato ben nascosto da Robert de' Taddei...”
“Se non troveremo indizi in quella chiesa” mormorò la donna “allora torneremo a Capomazda City e rivolteremo come un guanto il Palazzo dei Taddei.”
“Si...” annuì l'uomo “... ed elimineremo il nipote di Robert de' Taddei...”
Guisgard
29-05-2013, 03.36.36
“Lei” disse Guisgard a Talia “dice? Lo crede davvero?” Fissò di nuovo il quadro. “Eppure, fissando questo quadro, non riesco a trovare nessun legame con l'indovinello...” si voltò e trovò gli occhi di lei nei suoi “... si, è vero...” sussurrò “... trovo interessante invece la sua storia... e” sorrise “vorrei che fosse davvero così forse... che fosse davvero scappata da una vita infelice, soffocante...” e restò a guardarla a lungo “... non so, ma forse, se così fosse, mi sentirei meno solo credo... sapendo che anche altri, come me, vorrebbero fuggire da qualcosa...”
“Signore...” intervenne Kuon “... credo che la signorina abbia ben compreso il senso di quell'indovinello...”
Guisgard lo fissò.
“Credo anche io” continuò il maggiordomo “che quelle misteriose parole siano come una strada da percorrere...”
“In che senso?” Chiese l'ultimo dei Taddei.
“Lei naturalmente non può saperlo” fissando Talia il maggiordomo “e neanche tu, visto che tuo zio da anni ormai non aveva più contatti con loro...”
“Siete più enigmatico di quell'indovinello!” Esclamò Guisgard. “Di cosa state parlando?”
“Con i Falchi...”
“I Falchi?” Ripetè Guisgard.
“Si, la Compagnia dei Falchi, per essere precisi...” annuì Kuon “... sono dei piloti mercenari che tuo zio sovvenzionò anni fa. E ascoltando le parole di quell'indovinello non ho potuto non associare il tutto a quella compagnia...”
“Mi state dicendo che forse mio zio ha affidato a quei mercenari il Codex Nolhiano?”
“Potrebbe darsi.” Rispose Kuon. “E forse, come dice la signorina Talia, anche quel quadro potrebbe essere una sorta di messaggio in codice.”
“E cosa rappresenterebbe secondo voi?” Incuriosito Guisgard.
“Non so, ma i cavalieri bianchi mi ricordano i Taddei...” mormorò il maggiordomo “... e quelli neri invece mi fanno pensare ad un nemico oscuro ed invisibile che li perseguita...”
“Un nemico oscuro ed invisibile...” fissando il quadro Guisgard “... e chi?”
“La maledizione, signore...” disse Kuon "... la Gioia dei Taddei..."
Salutai Masan e chiusi la porta della stanza alle mie spalle.
"..Vai, piccolino.. ma guarda quanto sei stato bravo..." sussurrai mentre aprivo la porta del trasportino ad un assonnato gatto nero, e mi accorgevo che non aveva sporcato da nessuna parte.
Lo presi in braccio e lo accarezzai dolcemente mentre andavo alla scoperta della mia stanza.
Masan aveva ragione, era davvero un bell'albergo.
"..Vai, su.. fatti una passeggiatina.." dissi mettendo giù il mio fedele felino.
Sistemai i miei bagagli e tutto l'occorrente per il mio amato gattino.
Dopodichè, andai a farmi una doccia, mi cambiai e mi misi ad spulciare il materiale che avevo a disposizione.
Due cose mi erano rimaste impresse particolarmente, le parole dell'uomo al ristorante, e quelle dell'iscrizione.
Sparpagliai i fogli sul letto, e iniziai ad osservarli uno per uno.
Quasi non mi accorsi dello scorrere del tempo, e quando alzai lo guardo verso l'orologio erano già le sei.
Rccolsi in fretta le mie ricerche, le posai sulla scrivania e mi preparai per uscire.
"..Ciao principino.. ci vediamo dopo, fai il bravo, mi raccomando.." dissi a Giuliano che si era impossessato del cuscino di sinistra del letto.
Ricevetti uno sbadiglio come risposta, e si rimise a dormire.
Uscii in fretta, sorridendo, ero in ritardo di dieci minuti.
Affrettai il passo mentre raggiungevo il luogo dell'appuntamento con Masan.
elisabeth
29-05-2013, 19.43.47
Lanciai un'occhiata fulminante Streinz...odiavo conoscere le cose a rate e gli indovinelli mi davano su i nervi.......salimmo a bordo e sedetti accanto ad Ingrid......Gem....si diede una decente sistemata e si accese un sigaro.......il colmo......un sigaro nella cabina di un moscerino con le ali....le sue assicurazioni sul volo erano un disastro.....sembrava prendesse quota e invece.......che diavolo di mezzo era...." Continua a ridere ma gli stacco il collo........"....due soli parcaduti....certo il suo funzionava sicuramente.........presi un fazzolettino imbevuto dalla borsa e lo piazzai sul naso di Ingrid....." Qui non si respira......quel sigaro e' micidiale...il suo aereo...e' una bufala volante e lui e' da mal di fegato.........Sig. Gem...non le rivolgero' piu' la parola a vita ma spenga quel maledetto sigaro.....".......ecco cosa succedeva all'interno di un frullatore....me lo saro' chiesto un miliardo di volte...e oggi ne ero consapevole.....avevamo tutti un colorito verdognolo....ma nella mia mente pregavo il Grande Architetto dell' Universo......di poter atterrare......al Signor Gem...avrei pagato direttamente io il ocnto....
Guisgard
29-05-2013, 20.35.06
Masan era al bar dell'albergo quando vide comparire Clio nell'androne.
Si alzò e la salutò con un cenno della mano.
La fece accomodare al suo tavolino e ordinò qualcosa da bere anche per la ragazza.
“Allora, mi dica...” disse “... è rimasta sorpresa per la nostra chiesa, vero? Eh, ammetto che anche per me è stato così. Comunque, mentre ero in camera ad aspettare che si facessero le 18, ho fatto qualche ricerca in Rete sul Fiore Azzurro di cui mi ha parlato. In verità nulla ci assicura che quella cappella sia stata edificata per una qualche ragione legata proprio al Fiore. Da ciò che ho letto, nessuno conosce l'aspetto di quel Fiore. Neanche a quale specie appartenga. E' un mito molto antico e l'unico autore moderno a parlarne è il poeta Novalis. Ma appunto penso che sia solo un mito in realtà.” Sorseggiò il suo aperitivo. “Anche se in effetti in quella chiesa sembrano esserci vari misteri... come quell'iscrizione, dove appunto si parlava di un Fiore...” e mostrò la foto dell'iscrizione fatta col suo smartphone “... ci pensavo prima, visto che mi aveva chiesto di quell'enigma... forse sceglierei il primo... si...” annuì “... mi contenterei di fissare ogni giorno il Fiore senza coglierlo mai... non so, ma saperlo là, in quel Giardino, mi da sicurezza... potrei così vederlo ogni volta... senza sottrarre ad altri la possibilità di sentirlo proprio...”
Guisgard
29-05-2013, 20.51.49
Gem rise a quelle parole di Elisabeth.
“Spiacente, signora.” Disse. “Ma, vede, sono un uomo superstizioso e senza un buon sigaro neanche mi alzo in volo. E' un po' un amuleto, diciamo. Per qualsiasi altra richiesta, invece, sarò lieto di accontentarla.”
“Anche se le chiederemo di saltare giù senza paracadute?” Sarcastica Ingrid.
“Ma poi” ridendo il pilota “chi terrebbe in aria il mio angioletto?” Indicando la cloche dell'aereo.
“Fra quanto tempo arriveremo?” Chiese Streinz.
“Mezz'ora al massimo.” Rispose Gem.
Ma ad un tratto il pilota cambiò espressione.
Cominciò a controllare attentamente la strumentazione di bordo.
“Va tutto bene?” Domandò Streinz.
“Credo che stiamo per imbatterci in un temporale...” fece Gem “... tenetevi ben saldi, signori... tra poco temo ci sarà da ballare...”
Sorrisi a Masan e mi sedetti accanto a lui.
"Sì, la chiesa mi ha davvero colpito.. è incredibile quanta simbologia nasconda.. è così enigmatica e misteriosa.." presi l'aperitivo che ci era stato servito "..Vedo che si è dato da fare, professore.. ottimo, ottimo.." dissi sorridendo "..comunque, ha ragione, potrebbe non essere il Fiore Azzurro quello raffigurato nel dipinto, ma.. sinceramente.. mi sembra il candidato più plausibile, quindi, un ottimo punto di partenza..".
Sorseggiai il mio aperitivo e addentai alcuni stuzzichini che il barista aveva posato sul nostro tavolo.
"Già" dissi, dopo aver bevuto un lungo sorso "anch'io credo che quella risposta sia quella preferibile.. ci ho pensato a lungo, in camera.. e beh, occorre ragionare al contrario... uno sarebbe portato a pensare che chi lo colglie ne è il possessore, o peggio ancora chi compra il campo... una cosa così mistica non si cura di un contratto tra gli uomini, no?" fissai Masan per un breve istante "Ma, in fin dei conti, può davvero esistere un "padrone del fiore"? Io non credo.. qualcuno può dirsi fortunato ad averlo trovato, visto.. ma.. possederlo.. mi sembra un po' troppo..".
Sorrisi.
"Mi scusi, sto vaneggiando.. ma quando si ha sempre a che fare con storia religiosa anche queste cose diventano importanti.. non sta a me dare giudizi, se sia solo una favola o meno.. a me interessa vedere come il mito entra nei cuori della gente.. ci sarà sempre uno scarto, un qualcosa di indefinito.." sorrisi, sarcastica "che la storia economica non avrà mai..".
Finii l'aperitivo e guardai un'altra volta Masan dritto negli occhi, questa volta, però, non distolsi subito lo sguardo, ma restai ad osservarlo mentre parlavo.
"Allora, che mi dice degli altri membri dell'equipe di scavo? Mi interessa molto sapere che genere di specialisti abbiamo a disposizione.. sono sempre stata convinta che la collaborazione tra accademici sia la cosa migliore per la ricerca.." sorrisi appena "..un singolo studioso non può sapere tutto, le pare?".
Lasciai che i miei occhi studiassero i suoi, per lunghi istanti.
"Allora.." dissi infine "..ci farà compagnia qualcun altro stasera, O dovrò restare ancora sola con lei?".
Talia
30-05-2013, 02.14.46
I miei occhi si mossero da Kuon a Guisgard, per poi tornare a Kuon, mentre parlavano...
li fissavo...
la maledizione...
era la seconda volta, quel giorno, che sentivo parlare della maledizione legata a quella famiglia...
ma io non credevo alle maledizioni.
Superstizioni, storie, leggende... questo sì, poteva essere tramandato. Ma non vere e proprie maledizioni... no, a quello non potevo credere...
Inspirai e tornai a guardare il quadro...
che fosse solo follia, cercare di inseguire quel miraggio?
che fosse solo suggestione, quella mia sensazione che si stava facendo avanti e che mi portava a credere che tutta quella faccenda assomigliasse così tanto al motivo che mi aveva portata a Capomazda?
Esitai... infine, con un piccolo sospiro, riabbassai gli occhi...
“Guisgard...” dissi allora, con la voce vagamente più bassa “Mi perdoni se mi permetto di ricordarglielo, ma... ma le è stato dato un ultimatum. Quel pazzo in TV le ha dato un tempo limite di sole tre ore... posso chiederle cosa ha deciso di fare in proposito? E poi... poi, qualsiasi sia la mossa che riterrà opportuna adesso, io credo che debba essere fatta in fretta... credo che, se adesso le venisse dato un altro ultimatum così stretto, le sarà ben poco utile capire che cos’è che stanno cercando quei pazzi e dove si trova... lei non crede? Penso che debba precederli, adesso, dato che e è stato dato un minimo margine di vantaggio...”
Guisgard
30-05-2013, 08.23.33
Masan ascoltò ed osservò Clio con attenzione.
“Il nostro gruppo” disse “è molto nutrito e ben fornito. Abbiamo esperti e specialisti di vari campi. La stessa dottoressa Solder, che fra l'altro ci raggiungerà a breve per cenare con noi, è una valente esperta di Archeologia Cristiana.” Finì il suo aperitivo. “Anche io, come lei, credo molto nella collaborazione tra vari esperti e studiosi. E sinceramente penso che possa essere questo il vero punto di forza della nostra squadra.” Lasciò il conto sul tavolino e si alzò. “C'è ancora tempo per la cena... le va di fare quattro passi nel borgo? A quest'ora è magnifico.”
I due uscirono in strada.
“Questo luogo è straordinario...” fece Masan “... come se il Tempo si fosse fermato prima di oltrepassare la sua porta... qui tutto parla un linguaggio antico... ovunque c'è il sapore ed il profumo di un'epoca lontana... passeggiare in queste strade di pietra è come sfogliare un libro... e forse non è un caso che quella chiesa e la sua cappella siano state costruite qui...”
Raggiunsero così un ponte che correva parallelo al lato occidentale della città.
“Si...” annuì Masan “... la risposta esatta per me è proprio la prima... quella è forse il modo più puro per possedere qualcosa... forse, tra i tre, solo il primo desidera davvero il Fiore... e in fondo è anche la più grande prova di coraggio quella... guardare qualcosa che si desidera tanto, eppure non riuscire a colmare la distanza per farlo proprio...” guardò Clio negli occhi “... anche se quel qualcosa che tanto desideriamo ci appare in realtà distante e indifferente...” i suoi occhi si fissarono in quelli della ragazza senza che lui dicesse altro.
Poi, con gesto improvviso, si avvicinò a lei e la baciò.
Guisgard
30-05-2013, 08.25.32
Guisgard guardò Talia e un sorriso, enigmatico e mutevole, comparve sul suo viso.
“Per ora il signor Tondo ha deciso di consegnarsi a quei terroristi...” disse “... ma credo che quegli uomini cerchino altro... il Codex Nolhiano probabilmente... chissà, forse pensavano che Tondo ne conoscesse il nascondiglio...”
“Se tuo zio” intervenne Kuon “ha davvero nascosto in quei versi il Codex, allora significa che non si fidava di nessun altro... neanche di Tondo...”
“Di nessuno della Taddei Corporation.” Precisò Guisgard. “Voi non fate testo, lo sapete. Comunque, se davvero quei Falchi possono essere coinvolti, allora vorrà dire che cercherò nel loro nido il Codex Nolhiano... e dovrò agire prima che le Tarantole Rosse tornino a farsi vive...”
“Cosa credi di trovare in quel libro?” Chiese Kuon.
“Non lo so...” scuotendo il capo Guisgard “... quando lo sfoglierò allora lo scopriremo... vi prego, fate preparare il necessario... partirò subito...”
“Andrai da solo?” Stupito Kuon.
“Si...” rispose lui “... non voglio guardie del corpo dietro... è possibile avere informazioni su quei Falchi?”
“Le preparerò subito.”
“Grazie, vecchio mio.” Fissandolo Guisgard. “Lei ha sempre fretta di andare via?” Rivolgendosi poi a Talia. “Sempre impaziente di tornare a quella vita da cui è scappata e davanti alla quale sembra poi essersi arresa così presto?” Sorrise. “Se è così, posso riaccompagnarla ora che andrò all'aeroporto...”
Talia
30-05-2013, 14.54.42
Lo osservavo... ed i miei occhi si allargarono appena...
“Ha...” mormorai “Ha deciso di consegnarsi? E perché mai, se sapeva di non conoscere le informazioni che quei terroristi cercavano?”
Esitai...
“Ma che strano...” sussurrai poi, più a me stessa che non a lui “Sì, molto strano... davvero molto strano...”
Ero sovrappensiero... quelle sue parole, il quadro, l’enigma... mi sembrava che tutto appartenesse ad un grande disegno... come un puzzle, del quale però non possedevo ancora tutti i pezzi, sebbene mi sembrasse di scorgere una certa tonalità di fondo...
ma forse era solo la mia fantasia...
sì, mi era stato detto spesso che ne avevo sempre avuta troppa, di fantasia...
forse era per quello che avevo intrapreso quel mestiere...
un mestiere che, forse proprio a causa di quella troppa fantasia, ero poi stata costretta ad abbandonare...
Sospirai.
Poi le parole di Guisgard mi riscossero...
“Lei ha sempre fretta di andare via?” Rivolgendosi poi a Talia. “Sempre impaziente di tornare a quella vita da cui è scappata e davanti alla quale sembra poi essersi arresa così presto?” Sorrise. “Se è così, posso riaccompagnarla ora che andrò all'aeroporto...”
“Fretta di andare?” mormorai, stupita “In verità, la fretta è l’unica cosa che non ho, in questo momento. Sono giunta a Capomazda solo oggi, come le dicevo, e non ho impegni qui! Per la verità, Guisgard... per la verità a me pare che sia lei ad avere fretta... molta fretta! Ed in virtù di questa sua fretta di partire...” sorrisi appena “Beh... le abbonerò quel pranzo che mi doveva... ed anche la cena... per il momento!”
Lo fissai per un istante ed il mio sorriso, vagamente giocoso, si intensificò...
per qualche istante, poi tornai seria...
“Stia attento, piuttosto!” dissi, con la voce di nuovo bassa “Non credo che sarà una passeggiata, questo viaggio... stia attento!”
Masan aveva ragione, in quel posto c'era qualcosa di magico, di incredibilmente affascinante.
Lo ascoltavo parlare, ed osservavo ogni angolo delle viottole attorno a noi.
D'un tratto, mi ritrovai ad osservare i suoi occhi, e vi scorsi qualcosa che non sapevo definire. Come comprendevo il suo discorso, fin troppo bene, per quanto tempo l'avevo guardato senza mai fare un passo, beh, fino a quel giorno, almeno.
Poi, non ebbi il tempo di reagire, sentii soltanto le sue braccia che mi stringevano, e le sue labbra sulle mie.
Per un momento mi lasciai andare.
Ma, in un istante, quel bacio mi tornò alla mente, quel bacio che avevo sognato, desiderato, invocato, e che mi aveva rovinato la vita.
Non potevo credere di averlo fatto.
Le mie labbra sulle sue, il cuore che batteva, impazzito ed incredulo, la mia mano affondava nei suoi capelli scuri.
Quanto adoravo quei capelli che gli scendevano fino alle spalle, pregavo segretamente perchè non li tagliasse mai.
Potevo sentire il suo profumo che tanto detestavo riempire l'aria intorno a me, e in quel momento mi parve la più soave delle fragranze.
Ormai avevo perso le speranze, almeno così mi raccontavo, credevo che non avrei mai avuto il coraggio di farlo.
Mi sbagliavo.
Mai nella mia vita avevo provato una felicità tanto grande, e ne assaporai ogni battito.
Anche perchè, fu un attimo soltanto.
Quando riaprii gli occhi, traboccanti d'amore, fu come se mille lame trapassassero il mio cuore, da ogni parte.
Quegli occhi, quegli occhi che amavo più di qualunque altra cosa al mondo, mi osservavano increduli, sconcertati, colmi di rimprovero e disapprovazione.
Trattenni a stento le lacrime.
"Clio.. come..cosa.. cosa ti è saltato in mente?" disse lui, in un tono che mi ferì quanto lo sguardo.
Una fitta mi colpì in pieno petto.
Mai più, Clio.. Mai più..l'hai promesso..
Raccolsi tutta la lucidità che mi era rimasta, allontai Masan con una spinta, e caricai il braccio destro.
Mano aperta.. mano aperta.. non tirargli un pugno…
Chiusi gli occhi per la collera, e colpii Masan in pieno viso con un pesante schiaffo.
"Come si permette? Per chi mi ha preso, professore?" dissi dura, fissandolo in quegli occhi così profondi ed intriganti "..non so a che genere di donna sia abituato… ma non è mia abitudine dare così tanta confidenza a chi conosco appena.." sostenni il suo sguardo per lunghi istanti.
Poi, ricordai il mio cuore trafitto in quel giorno ormai lontano, ed evitai di caricare la dose.
Infondo, pensai, dovevo lavorarici insieme.
Chiusi gli occhi e respirai profondamente.
"Farò finta che non sia successo nulla.. ma non si azzardi mai più a trattarmi in questo modo.." strinsi istintavemente il pugno destro "...o non sarò così gentile, la prossima volta.. intesi?".
I miei occhi erano colmi di risentimento, collera, paura e dolore.
I sentimenti di ieri e oggi si mescolavano nel mio animo distrutto.
Ma, infondo, sapevo che non era soltanto quello, non ero esattamente il genere di ragazza che si concede un'avventura così, alla leggera.
Se era difficile conquistarsi la mia fiducia prima che il mio cuore venisse fatto in mille pezzi, ora credevo ormai che fosse impossibile.
elisabeth
30-05-2013, 15.47.50
Alle volte alcune conversazioni sembravano vane...ed il Silenzio era la migliore cosa.......cominciai a guardare giù dal piccolo finestrino.......il mondo sembrava immenso..quasi ci volesse ingoiare.....tutto era stupendo anche i colori del cielo sembravano diversi......stavo per chiudere gli occhi..per mezzora avrei dormito...mi avrebbe fatto bene.....quando Ingrid nonostante la cintura mi finii addosso......ascoltai giusto le ultime parole di Gem....ci sarebbe stato da ballare.....e cosi' fu, vibrava ogni cosa...guardai Streinz. e non vidi piu' la sicurezza di qualche tempo prima, era nervoso ma non diceva nulla......i suoi occhi erano incollati alla strumentazione, il panico era un'avvenimento dovuto.....la morte in quel momento sembrava la compagna di bordo.......ma rimanemmo tutti seduti......io comincia a strappare in piccoli pezzi il fazzolettino che poco prima avevo sul naso......." Gem....non si può parlare al pilota e' vero......ma lei crede sia necessario..pregare o tirar fuori i paracadute....."......le cose non hanno un tempo ben definito...accadono....e l'aereo cominiciò a fare capriole su se stesso...cosa c'era sotto non saprei dirlo..mare..foresta......il mio cervello era in panne..........quello era il momento di cercare di capire...........Gem ci avrebbe dato istruzioni per l'uso
Guisgard
30-05-2013, 18.45.26
Masan restò a fissare Clio senza dire nulla.
Ascoltava le parole cariche di rabbia della ragazza, mentre con una mano si sfiorava la guancia colpita da lei.
Poi ispirò profondamente e volse gli occhi verso il borgo addormentato.
“Forse ho sbagliato...” disse “... forse non è il primo, almeno per me, che può possedere il Fiore... passare la vita ad osservare ciò che si desidera, senza però raggiungerlo mai, non è amare... molti vivono così, ma non sono vivi...”
Ad un tratto arrivò uno degli operai di colore che si occupavano di trasportare la terra degli scavi nel campo intorno alla chiesa.
“Professore...” chiamando Masan “... la sto cercando per tutta la città...”
“Cosa c'è?”
“La dottoressa Solder...” mormorò “... dice che deve venire subito al campo...”
“E' accaduto qualcosa?”
“Hanno trovato qualcosa nella chiesa...” rispose l'operaio “... presto, venga...”
“Andiamo, Clio!” Voltandosi Masan verso la ragazza.
Guisgard
30-05-2013, 18.57.36
Gem continuava a controllare accuratamente la strumentazione di bordo.
“No, niente paracadute...” disse ad Elisabeth “... il vento e la pioggia vi porterebbero chissà dove...” l'uomo ora appariva profondamente diverso.
Sembrava aver perso la sua vena da burlone e da spaccamontagne.
Era concentrato sugli strumenti di bordo, intento a tenere il più diritto possibile l'aereo tra la furia della tempesta.
Ma quel piccolo piper sembrava davvero troppo leggero per poter resistere a quelle forze naturali.
Tuttavia Gem non tradì né paura, né disperazione.
Era lucido e non perse mai la calma con i suoi passeggeri.
Così mormorò loro di restare calmi e ben saldi sui sediolini.
Dai finestrini non si vedeva altro, se non un muro d'acqua.
“Quanta pioggia!” Esclamò Ingrid.
“Cosa succederà?” Chiese Freinz.
“Non lo so...” rispose Gem “... fin quando la strumentazione ci permetterà di farlo, noi voleremo in mezzo alla tempesta...”
“E quando non ci riusciremo più?” Impaurita Ingrid.
“Allora cercheremo di atterrare.”
“Atterrare?” Ripetè la svedese. “Dove?”
“Non lo so...” fece il pilota “... sotto e tutt'intorno abbiamo solo montagne... ma per ora l'aereo se la sta cavando bene...”
Non risposi alle parole di Masan, restai con gli occhi chiusi ad ascoltare il battito del mio cuore che si calmava poco a poco.
Aveva ragione? Non osare raggiungere ciò che si ama non è vivere?
Sorrisi un poco, tra me e me. Probabilmente era vero. Ma io sapevo bene cosa accadeva a chi compie quel passo, l'avevo fatto anni prima. Per cosa?
Avevo perso anche la dolorosa felicità che mi procurava la sua vicinanza. Non mi era rimasto più niente, a parte qualche pezzetto di cuore e un gran vuoto nell'anima.
Sapevo bene che un giorno sarei stata libera, ma sapevo anche che non sarei riuscita ad aiutarmi perchè ciò avvenisse. Preferivo vivere in un mondo dove il cuore non serviva che provare a ricucirne le ferite.
Quando l'operaio ci parlò, la mia mente si sgombrò di colpo. Adoravo il mio lavoro, occupava ogni spazio libero, ogni centimetro della mia mente, non lasciando spazio a queste farneticazioni insulse.
Sorrisi a Masan, come se nulla fosse accaduto.
Dimenticare in fretta era la mia specialità, per fortuna.
“Andiamo, Hito..” dissi, poi “... sono molto curiosa..”.
Guisgard
30-05-2013, 19.21.14
Guisgard sorrise a Talia.
“Beh...” disse “... se non ha fretta, le andrebbe di accompagnarmi? Così magari potrò sdebitarmi circa quel pranzo...” in quel momento ritornò Kuon, porgendo al suo padrone una cartellina “... ottimo, vecchio mio...” aprendola Guisgard “... e così i Falchi Volanti hanno il loro quartier generale nei pressi del Monte Taburn...”
“Si.” Annuì Kuon. “Sono terre di confine quelle e quei piloti mercenari vengono assoldati dal governo o da qualche ricca industria privata per mantenere quelle zone tranquille.”
“Il monte Taburn è un luogo molto caratteristico...” leggendo Guisgard quella cartellina “... quindi il nostro pranzo, se accetterà il mio invito, potrebbe avvenire in un luogo molto particolare...” rivolgendosi poi a Talia “... magari il posto riuscirà a conquistarla... a differenza mia ...” le fece l'occhiolino.
“E' tutto pronto per la tua partenza.” Disse Kuon.
“Bene.” Annuì Guisgard. “Venga...” voltandosi verso Talia.
Salirono così a bordo della Porshe Carrera e lasciarono il Palazzo dei Taddei.
“Saome Tondo” guidando lui “è un uomo particolare... lo conosco sin da quando ero ragazzino, eppure non posso dire di conoscerlo veramente... è un uomo molto riservato, distaccato... un indifferente osservatore del mondo lo definirei... non so perchè abbia deciso di consegnarsi a quei terroristi... forse perchè, morto mio zio, si sente responsabile ora del Destino della Taddei Corporation... non so...” inserì la marcia successiva e l'auto sfrecciò rapida. “Allora?” Guardando Talia accanto a lui. “Cosa ha deciso? Viene con me, diciamo, come assistente o segretaria, in questo viaggio che potrebbe rivelarsi anche piacevole? Del resto il Monte Taburn è un bel posto. Altrimenti posso sempre accoglierla come socia alla pari.” E sorrise ancora.
http://cfile217.uf.daum.net/image/1272F6354E006835384D19
Guisgard
30-05-2013, 19.46.17
Clio e Masan arrivarono poco dopo al campo e vi trovarono molto movimento.
Raggiunsero allora la chiesa e alcuni operai indicarono loro di recarsi nella Cappella del Fiore.
E qui c'erano tutti i membri della spedizione, compresa Solder.
“Dottoressa...” disse Masan avvicinandosi.
“Abbiamo trovato qualcosa...” fece la donna “... accanto all'altare, sotto i resti dell'ambone di pietra...”
Masan fece cenno a Clio di seguirlo e i due, con Solder, raggiunsero il posto dove fino a poco prima c'era ciò che restava dell'ambone.
E videro una lastra di marmo nella pavimentazione.
“Credo sia una sorta di botola...” spiegò Solder “... penso conduca in una cripta che deve trovarsi presumibilmente sotto l'altare...”
“Non avete cercato di aprirla?” Chiese Masan.
“In verità aspettavo voi...” rispose Solder, indicando lui e Clio.
La lastra era chiusa da un pesante anello di ferro che la bloccava alla pavimentazione.
“Ci vorrà un po' prima di rompere questo anello di ferro...” fece Solder.
Chiamò gli operai e questi cominciarono a lavorare a quell'anello di ferro.
Talia
30-05-2013, 19.50.23
Salirono così a bordo della Porshe Carrera e lasciarono il Palazzo dei Taddei.
“Saome Tondo” guidando lui “è un uomo particolare... lo conosco sin da quando ero ragazzino, eppure non posso dire di conoscerlo veramente... è un uomo molto riservato, distaccato... un indifferente osservatore del mondo lo definirei... non so perchè abbia deciso di consegnarsi a quei terroristi... forse perchè, morto mio zio, si sente responsabile ora del Destino della Taddei Corporation... non so...” inserì la marcia successiva e l'auto sfrecciò rapida. “Allora?” Guardando Talia accanto a lui. “Cosa ha deciso? Viene con me, diciamo, come assistente o segretaria, in questo viaggio che potrebbe rivelarsi anche piacevole? Del resto il Monte Taburn è un bel posto. Altrimenti posso sempre accoglierla come socia alla pari.” E sorrise ancora.
Mi voltai ad osservarlo mentre parlava...
“Beh...” dissi “Se le cose stanno come dice, sul suo amministratore delegato... se davvero ha deciso di consegnarsi a dei terroristi per il bene dalla sua azienda e dall’intera città, io direi che è un uomo molto coraggioso e molto generoso, e non un... come lo ha definito? ...un indifferente osservatore del mondo?”
Per qualche minuto ancora lo osservai...
“Tuttavia...” dissi poi, tornando a guardare la strada “Tuttavia, se vuole la mia personale opinione, io mi fido di quel suo giudizio. Sì, direi che mi fido!”
La macchina procedeva rapida attraverso la città, intanto... sfrecciando tra i palazzi ed i viali alberati...
rimasi per qualche momento in silenzio, valutando le sue parole e quel curioso modo che aveva di dire le cose...
“Assistente? O segretaria? Beh... data la mia presente situazione, direi che l’offerta è allettante...” dissi, con un mezzo sorriso “Si, molto! Devo però confessarle, che non ho mai svolto nessun impiego del genere... temo che dovrà istruirmi, dunque!”
Risi appena... lievemente...
“Sa...” dissi dopo qualche altro istante “Non è tanto per il pranzo, giacché i panini del signor Kuon erano davvero buoni e non sono sicura che lei potrebbe trovare qualcosa di altrettanto speciale su quel monte... e non è neanche per la storia della segretaria, giacché in tutta onestà mi piace il mio lavoro... no, credo che alla fine deciderò di accompagnarla più per una questione di... generosità. Sì, ecco... un’opera pia! Perché lei... mi perdoni, Guisgard... ma lei con gli enigmi è proprio una frana, a quel che ho visto!”
E di nuovo risi, mentre sfrecciavamo veloci ed il vento mi faceva volare i capelli...
"Aspettavate noi?" dissi, sorpresa "Grazie della premura, dottoressa..".
Mentre gli operai iniziavano a rompere l'anello di ferro, osservai attentamente la lastra di marmo.
Non che una cripta sotto una chiesa fosse qualcosa di strano, ma in quella chiesa qualunque cosa acquistava un significato ulteriore.
Mi legai i capelli, e sistemai la giacca in un angolo.
"Scenderò con voi, se permettete.." dissi rivolta a Solder e a Masan.
Mentre il mio sguardo vagava per la struttura, incontrai gli occhi di Masan, per un istante.
Mi avvicinai a lui "Cosa ci riserverà questa botola, secondo lei?" sussurrai "Una cripta.. non è strano di per sè.. ma perchè così ben chiusa, mi chiedo? Avevano qualcosa da nascondere?" con un'espressione divertita.
Guisgard
30-05-2013, 21.07.12
Masan fissò Clio.
“Forse nella cripta vi sono conservate le Reliquie di qualche Santo...” disse “... e magari questa lastra serviva per impedire ai profanatori di tombe di prelevarne il contenuto... o chissà, forse qui sotto è conservato il tesoro di qualche nobile Capomazdese...”
“L'unico modo per scoprirlo” fece Solder “è aprire questa lapide. Forza, voi!” Rivolta agli operai. “Fate più in fretta!”
Alla fine gli operai riuscirono a spaccare quel robusto anello di ferro.
Diversi di loro, allora, sollevarono la pesante lastra di marmo.
E ciò che si mostrò sotto di essa lasciò profondamente stupiti i presenti.
Una sorta di cunicolo scavato nella pietra che si trovava sotto la chiesa di Santa Caterina.
“Ma questa non è una cripta...” mormorò Solder.
“Sembra più l'ingresso per delle catacombe...” fece Masan “... forse questa chiesa è sorta su un cimitero sotterraneo... cosa ne pensa, dottoressa?” Rivolgendosi poi a Clio.
“Aspettate!” All'improvviso Solder. “Qui c'è qualcosa!” Prese una torcia ed illuminò le pietre sotto la lastra. “C'è un'iscrizione...”
Ed essa recitava:
“Neanche nel cuore nudo della terra cesserà il profumo,
né lo splendore dei petali che del Tempo non temono il consumo.
L'ametista e la giada gli si fanno servitrici, come l'oro, il platino e l'argento.
Che sia nei Cieli, sulla Terra o nelle acque, sboccia e fiorisce in ogni momento.”
elisabeth
30-05-2013, 21.10.06
Quando da casa....sentivo il vento che soffiava forte e la pioggia sferzava sugli alberi...la cui cima riusciva a toccare terra.....ringraziavo Dio di essere a casa .....ma quel giorno mi sentivo una foglia..una leggera e piccola foglia in balia del tempo......Gem sembrava improvvisamente serio..professionale....una persona diversa.....aveva ragione...il paracadute non era una cosa buona.....guardare giu' dai finestrini era impossibile........" Ingrid...?.....a cosa si pensa in questo momento ?...alle cose belle, alle cose che ci fanno stare bene...agli affetti......io non so a cosa sto pensando.........sto pensando........al senso di tutto questo.......che senso ha........".....seduta su quel seggiolino...nella posizione ce tenevo in tempio...rigida, tanto da farmi male ogni muscolo del corpo....attesi ogni parola di Gem....era lui che dettava legge.....
Guisgard
30-05-2013, 21.21.50
“Ma sentitela...” disse Guisgard dopo quelle ultime parole di Talia “... beh, forse si... forse davvero con gli enigmi non sarò così abile, però, posso dire, ho altri pregi... tipo istruire giovani segretarie in erba...” rise “... e va bene... allora vorrà dire che dovrò ringraziare la mia innata incapacità con gli indovinelli, invece dei panini di Kuon, se potrò godere della sua compagnia... nonostante il dazio da pagare al suo sarcasmo...” le fece l'occhiolino “... beh, visto che dobbiamo lavorare insieme, ora sono curioso... si, curioso circa il suo lavoro... allora... una bellissima ragazza arriva qui senza alcuna dimora e forse senza nessuno scopo apparente... allora mi chiedo... che mestiere farà? Che faccio? Provo ad indovinare, nonostante la mia celeberrima incapacità di risolvere enigmi, oppure me lo svela lei? Però se io indovino poi ci sarà un pegno da pagare!” Esclamò divertito.
“Beh, se ci fossero le reliquie di un Santo non sarebbe poi così interessante..” dissi sorridendo a Masan.
Poi, quando sollevarono finalmente la pesante lastra di pietra, rimasi impietrita ad osservare.
“Interessante..” sussurrai “beh, le catacombe sono davvero una testimonianza singolare.. a Roma ci si rifugiavano i cristiani.. ma qui.. siamo in dominio Capomazdese.. non le usavano i dissidenti, gli eretici? Interessante.. questa chiesa è una continua scoperta..”.
Mi stavo avvicinando alla lastra, quando la dottoressa Solder attirò l'attenzione su un'epigrafe.
Mi avvicinai ancor di più e la lessi attentamente.
“Il Fiore..” sussurrai “..professore, lo vede che non ci sbagliavamo? A cos'altro potrebbe riferirsi? Sembra quasi un indovinello..”.
Appuntai le parole dell'iscrizione sullo smarthphone e fotografai l'iscrizione.
“Ah, beh.. le vostre foto professionali saranno sicuramente migliori..” dissi sorridendo a Solder.
Presi una torcia ed illuminai la galleria, era buia ma non sembrava crollata.
“Che ne dice, andiamo a dare un'occhiata?” dissi, con un sorriso, guardando Masan negli occhi.
Talia
31-05-2013, 11.05.15
Lo fissai per un momento...
il mio lavoro...
esitai...
potevo ancora dire di averne uno?
Sarei mai riuscita a riprendere?
Il medico diceva che quel blocco, quei sogni, quell’irrequietezza che mi avevano infine convinta a fuggire da Sygma erano dovuti soltanto allo stress...
era vero?
Sospirai appena...
“E va bene...” dissi poi, con un vago sorriso “Indovini! E forse rivedrò il mio giudizio sulla sua abilità con gli enimi! Ma... la avverto: dovrà usare molta, molta fantasia per riuscire ad indovinare...”
Chantal
31-05-2013, 17.57.51
Capomazda, aeroporto. Ore 16:57
In alto, mentre si sorvolano i paesaggi sottostanti, guardando il mondo attraverso un finestrino i pensieri si fanno più rarefatti e sfiorano i sogni più carezzevoli per il cuore. Le bianche nuvole, poi, sembrano accogliere i desideri segreti..
L'atterraggio fu sicuro e morbido. Scesi i gradini dell'alta scala dell'aereo con quella lentezza che distingue la mia figura, e che non sempre è un pregio. Viaggiavo solo con un bauletto di pelle testa di moro che trovava sempre giaciglio sulle mie ginocchia. E, in quell' evenienza, avevo con me un bouquet di roselline, varietà porcellana, di un colore che virava dal bianco al rosa. Ne sentivo il profumo, di tanto in tanto, come una dolce compagnia.
Cadeva una pioggerellina finissima, quel giorno, che si posava dolcemente sul viso imperlando la cipria e conferendole l'aspetto di una pesca rivestita di rugiada. Il sergente mi venne incontro offrendomi riparo col suo ombrello di seta nero. Gli sorrisi, lo ringraziai e lo seguii.
Ero attesa.
Il generale mi avrebbe accolta ed accompagnata. Quando lo avemmo raggiunto, mentre il militare richiudeva l'ombrello, io mi annunciai.
" Chantal Grace Rose, generale. Mio padre, il colonnello, ha voluto esagerare scomodandola a tal punto." Una lieve esitazione per guardarlo negli occhi, poi aggiunsi quasi sottovoce: " Lusingata.." Gli sorrisi e gli porsi la mano non appena potei svestirle entrambe dei guanti bianchi che indossavo per la circostanza. Al suo sguardo sui miei occhi fui colta da lieve imbarazzo e timida soggezione, così, per protezione accostai ancora una volta al viso quel piccolo bouquet i cui fiori, teneri e vellutati, rilasciavano un delicato e rassicurante profumo.
Altea
31-05-2013, 19.10.08
Sorrisi appena a Daiz mentre la Mercedes correva a tutta velocità per Capomazda City "Davvero il mio nome vi ricorda quello di una musa o principessa greca?No no...sono solo una contessa inglese, e semplice direi."
Ascoltai con interesse le parole sul furto presso il Museo Archeologico, il tutto era strano.."Forse non hanno rubato nulla, perchè non hanno trovato ciò che stavano cercando..non pensate? Ma voi lavorate per vostro conto?".
Dovevo conoscere meglio quell'uomo..se fidarmi o meno..."Oh no, Josephine ha deciso di darsi al giornalismo, la sua passione e so che collaborerà con Mr. Dean".
Guisgard
01-06-2013, 01.34.33
Il piccolo piper era in balia della tempesta.
“Pensate a cose belle...” disse Gem a quelle parole di Elisabeth “... pensate a cosa farete stasera, domani e fra un mese... pensate alla persona amata e a tutti i vostri progetti futuri... tra breve tutto questo sarà finito e atterreremo senza problemi...”
“Come fate a dirlo?” Chiese Ingrid.
“Appena atterrati le risponderò...” accennando un sorriso Gem “... non posso mica spargere ai quattro venti i miei segreti di asso volante!”
Ingrid annuì, quasi più a tentare di convincere se stessa di quelle parole del pilota.
Ma ad un tratto il vento e la pioggia sembrarono aumentare di colpo.
Si intravide dai finestrini un forte lampo e subito dopo si udì un boato.
Il piper allora, improvvisamente, comincio a sussultare forte e poi a perdere quota.
“Cosa succede?” Gridò Streinz.
“Credo ci abbia colpito un fulmine...” osservando gli strumenti di bordo Gem “... appena scendiamo ad una quota accettabile tenterò un atterraggio di fortuna... tenetevi saldi ai vostri posti!”
Guisgard
01-06-2013, 01.46.20
Quell'iscrizione misteriosa e poi il cunicolo che sembrava condurre fin nel cuore della terra.
Uno degli operai accese una torcia e cercò di illuminare il cunicolo, per comprenderne larghezza e profondità.
“E' inutile...” disse Solder “... deve essere molto profondo... bisognerà scendere...”
“Potrebbero essere davvero catacombe Cristiane...” rivolgendosi Masan a Clio “... del resto queste terre sono state sotto l'impero Romano ben prima che i normanni conquistassero questi luoghi... dunque è molto probabile che cimiteri Cristiani, magari con Martiri delle persecuzioni, si trovino da queste parti... anche se quell'iscrizione di Cristiano in senso stretto ha ben poco...”
“Bisogna scendere, Masan.” Visibilmente eccitata Solder.
Masan annuì.
Guardò poi Clio.
“Andiamo a scoprire cosa nasconde questa chiesa...” facendo un cenno alla ragazza.
Così, accompagnati da alcuni operai, Clio, Masan e Solder scesero in quel cunicolo.
Era buio, umido e angusto.
Un silenzio profondo, assoluto e surreale dominava tra quelle pietre, rotto solo dal rumore dei loro passi sul pietrisco incerto sotto i loro piedi.
“Stiamo scendendo sempre più giù...” mormorò Masan “... un momento...” all'improvviso “... sentite questo rumore? Sembra... sembra il rumore di acqua che scorre... potrebbe esserci un fiume sotterraneo o qualcosa di simile... forse bisognerà tornare su e studiare la mappa del sottosuolo...”
“Perchè ritornare indietro?” Fissandolo Solder. “Avete letto l'iscrizione, no? Parlava del Fiore! E' ovvio!”
Masan la fissò con uno strano sguardo.
“Voglio dire...” incerta la donna, guardando di sfuggita verso Clio “... che... che mi sembra chiaro alludesse ad un Fiore... forse una sorta di codice per raggiungere una tomba di un Martire o magari qualche tesoro...”
“Credo che sia pericoloso continuare la cieca...” scuotendo il capo Masan “... lei cosa ne pensa, Clio?”
Guisgard
01-06-2013, 02.16.49
“Come le dissi” disse Daiz ad Altea “sono stato ingaggiato da un misterioso cliente che mi ha chiesto di indagare sulla morte di Robert de' Taddei. Non so altro di lui... mi ha contattato una mattina, dicendomi di voler restare anonimo... mi ha anticipato una grossa cifra, molto superiore rispetto al mio consueto onorario, assicurandomi poi che a lavoro ultimato avrei ricevuto il doppio.” Erano arrivati intanto nel suo ufficio.
Daiz mostrò ad Altea quell'ambiente che fungeva da casa e luogo di lavoro per l'investigatore privato.
“La sua ipotesi sull'assalto al museo è molto interessante, sa?” Fissando la ragazza. “In effetti è un ragionamento più che giusto... quei criminali cercavano qualcosa, ma evidentemente non era nel museo... ma cosa? Cosa potevano volere quegli uomini? Deve trattarsi di qualche oggetto storico, visto che hanno pensato di cercarlo in un museo... non crede?” Chiese poi ad Altea.
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Guisgard
01-06-2013, 02.25.07
Il generale sorrise a Chantal.
“Suo padre” disse alla ragazza “si è in realtà molto raccomandato. E sinceramente ne condivido la premura. Gli ultimi accadimenti hanno fatto calare una cupa atmosfera su Capomazda. Prima la morte di Robert de' Taddei, poi la minaccia di quei terroristi e infine il misterioso assalto al Museo Archeologico. Penserò io a farla scortare fin verso la villa del Colonnello. La sta aspettando. Ho già fatto avvertire il suo luogotenente. Intanto una macchina la sta già attendendo.” Fece cenno al tenente che era con lei e quello condusse Chantal all'auto.
Così, la macchina lasciò l'aeroporto e poco dopo anche il centro della città, fino ad imboccare una strada secondaria che conduceva verso la campagna.
La campagna Capomazdese è uno dei luoghi più affascinanti e suggestivi del mondo.
Chi legge e non conosce tali luoghi, difficilmente potrebbe comprenderne l'essenza, le forme, i colori e l'animo.
Il tempo era coperto e una fitta pioggia cadeva inclemente, tingendo ogni cosa di una malinconica alchimia, fatta di sensazioni e ricordi.
Il profumo dell'umidità e della pioggia, misto con quello asciutto dei campi, con il sibilo del vento parevano dar voce a quel tempo giunto da un'altra epoca.
Un tempo dove tutte le cose sembrano obbedire a Leggi diverse da qualsiasi altro luogo al mondo.
Alla fine Chantal intravide dal finestrino dell'auto una sontuosa villa nobiliare.
Suo padre era lì ad attenderla.
Guisgard
01-06-2013, 02.31.48
Guisgard sorrise a quelle parole di Talia.
“Eh, si è messa in un bel pasticcio...” atteggiandosi a pose più seriose “... perchè sono davvero bravo in questo genere di giochi. Sa, occorre psicologia... ed io sono un esperto nello studiare le persone... credo che ci scriverò su un libro prima o poi...”
Intanto l'auto continuava la sua corsa e presto lasciò il centro di Capomazda City, imboccando la strada che conduceva fuori città e poi verso Nord.
“Allora, fantasia...” fece Guisgard, gettando più di uno sguardo verso Talia seduta accanto a lui “... quindi potrei tentare con programmatrice di videogames o doppiatrice di cartoni animati... ma anche attaccante di manovra in una squadra di giocatrici di calcio... oppure collaudatrice di auto da rally o Formula 1... o magari istruttrice di tennis, rigorosamente su campi in erbetta... no... credo che queste cose non siano abbastanza fantasiose... vediamo...” guardandola ancora “... Talia... cosa può essere la nostra Talia? Vediamo... ecco, ci sono!” Esclamò. “Lei è la classica dama da salvare!” Sorrise. “Di quelle che si leggono nei romanzi e che una volta tratte in salvo, ricompensano con il loro Amore Eterno l'eroe di turno. Si...” annuì “... lei è proprio la classica dama da salvare!” E le fece l'occhiolino.
Scendemmo nel cunicolo, illuminando la strada davanti a noi con le torce.
Osservavo, rapita, quegli spazi così angusti e stretti, colmi di chissà quale passato.
Mi fermai alle parole di Masan, effettivamente si sentiva, in lontananza, il rumore dell'acqua corrente.
Non mi sfuggì lo sguardo tra il professore e Solder, non mi sfuggì e mi turbò.
Come il tono nella voce della donna.
Allora lo sai che qui si parla del Fiore Azzurro, eh...
Mi chiedevo perchè avessero finto di cercare significati nella Bibbia e nella Patristica, quando la risposta era davanti agli occhi. Avrebbe avuto senso se non avessero mai sentito parlare del Fiore Azzurro ma sapevo bene che non poteva essere vero.
E, infatti, non mi sbagliavo.
Eppure non capivo. Perchè volevano farmi credere di non saperne nulla?
Quando Masan mi parlò, il mio sguardo era ancora corrucciato e interrogativo.
"Non credo che questo posto ci sia nelle antiche mappe, e nemmeno il torrente, il laghetto, o qualunque altra cosa si nasconda qui.. perciò, possiamo andare pure avanti per me.. non credo che ci siano dei grossi pericoli.. la struttura è ben conservata, e salda.. non credo che ci cadrà in testa.. e non corriamo il rischio di perderci, perchè non ci siamo mai trovati di fronte ad un bivio.. è una galleria non un labirinto.. soltanto raggiungendone la fine potremo sapere dove conduce.." guardai prima Masan e poi Solder, con una risoluta espressione di sfida, mista a sarcasmo, negli occhi "..così vedremo se porta ad un indizio per trovare quel Fiore che volevate farmi credere di non conoscere, oppure ad un'improbabile sepoltura martiriale paleocristiana..".
Illuminai la strada davanti a me con una torcia.
"Allora, colleghi, che volete fare?" dissi, senza cambiare tono di voce, ai due archeologi.
Se c'era una cosa che detestavo era essere presa in giro. E, se il mio istinto non mi tradiva, quei due mi stavano nascondendo qualcosa.
Certo, ero l'ultima arrivata, probabilmente nemmeno io mi sarei fidata di qualcuno che conoscevo appena.
No, a ripensarci, sicuramente non mi sarei fidata.
Ma da qui a fingere di ignorare il Fiore Azzurro, mi sembrava troppo.
Come se io potessi credere ad una cosa del genere, poi.
Le bugie hanno le gambe corte, miei cari..
Trattenni a stento un sorrisino divertito e voltai lo sguardo verso la fine, o almeno quella che sembrava esserlo, della galleria.
Talia
01-06-2013, 15.39.22
Sorridevo e lo fissavo mentre snocciolava quell’assurdo elenco ti improbabili professioni...
sorridevo, scuotendo appena la testa...
beh... era fuori strada, decisamente fuori strada... ma non si poteva certo dire che non avesse usato l’immaginazione...
no... credo che queste cose non siano abbastanza fantasiose... vediamo...” guardandola ancora “... Talia... cosa può essere la nostra Talia? Vediamo... ecco, ci sono!” Esclamò. “Lei è la classica dama da salvare!” Sorrise. “Di quelle che si leggono nei romanzi e che una volta tratte in salvo, ricompensano con il loro Amore Eterno l'eroe di turno. Si...” annuì “... lei è proprio la classica dama da salvare!” E le fece l'occhiolino.
Risi...
“Lei è pazzo... glielo ha mai detto nessuno?” sorrisi “Pazzo!”
Tornai a guardare la strada per un momento, lievemente divertita... poi, avvertendo quel suo sguardo su di me, volsi di nuovo gli occhi su di lui...
“Già...” mormorai, con un lieve sorriso, osservandolo di traverso “Beh... in questo caso... lei capisce, in questo caso sarebbe tutto mio interesse trovare quell’Eroe senza macchia cui alludeva... trovarlo e... farmi salvare da lui, suppongo!”
Per un istante lo fissai intensamente, poi mi protesi leggermente verso di lui...
“Non è che ne ha visto qualcuno in giro, vero?” sussurrai, simulando un tono complice e circospetto “Sa, gli Eroi senza macchia né paura sono tremendamente difficili da trovare di questi tempi e... mi farebbe una cortesia se me lo indicasse, appena ne vedrà uno...”
Per qualche altro istante rimasi così, fissandolo divertita da sotto in su...
poi risi e tornai a guardare la strada dal mio posto.
Guisgard
01-06-2013, 16.56.21
Guisgard fissò Talia e assunse un'espressione vagamente accigliata.
“Ah, davvero...” disse guardando la strada e poi riportando gli occhi su di lei “... beh, per sua informazione, pare, che qualcuno qui discenda da un nugolo di eroi cavallereschi e da romanzo... e le dirò che il codice di noi eroi è molto rigido... cosa crede? Guai se si lasciasse in pericolo la bella di turno...” sorrise vagamente “... ci sarebbero i diritti da restituire a bardi e poeti... immagina? Se Troia non fosse caduta, Omero si sarebbe arricchito e addio a quella vita da ramingo tra le varie corti dell'antica Grecia. E poi ci sono i lettori. Se Lancillotto avesse lasciato Ginevra a Gorre, il povero Chretien de Troyes avrebbe scritto solo brani di poesia didascalica molto probabilmente. Eh, poi c'è forse la questione più complicata...” annuì “... il comitato degli Eroi da Romanzo... già... e se ora sapessero che ho lasciato in pericolo una dama, venendo meno al mio codice eroico, beh, dovrei dire addio alla pensione...” le fece l'occhiolino “... quindi, cara dama da salvare, mi tocca fare il mio dovere... anche se non ho mai capito una cosa... Arianna, Andromeda, Ginevra, persino la principessa di Simbad il Marinaio... insomma, sarà forse una coincidenza, ma poi tutte loro hanno ricompensato con il loro amore l'eroe di turno... e ho sentito dire che le coincidenze non esistono...” la fissò ed il suo sorriso si allargò.
elisabeth
01-06-2013, 18.45.27
Quello su cui eravamo era un Piper Cherookee 4 posti due avanti e due dietro....un solo motore e una sola apertura sull'alala da parte del copilota....che non c'era a meno che qualcuno di noi fosse in grado di fare miracoli....ma in quel momento non erano le competenze che mancavano......era il fato......e niente altro, aveva ragione Gem....si doveva pensare al bene di ogni cosa, ma a me non veniva nulla.....ero solo felice di non lasciare nessuno a casa ..solo il mio gatto che si sarebbe organizzato a casa della mia via vicina, lei lo adorava....quando partivo era li' a braccia aperte che se lo coccolava, traditore di un gatto.......ora mi consolavo...qualsiasi cosa fosse accaduta nessuno avrebbe pianto.......avrei pianto per i miei bimbi...ma loro erano al sicuro....in Ospedale eravamo tutti utili ma nessuno era indispensabile......" Ingrid ti ricordi.....la frutta che abbiamo raccolto nella tua campagna...era freschissima, ed eri orgogliosa di prepararne marmellate....adovao quelle alle arance amare e fiori di sambuco.......mi raccomando, quest'anno desidero la stessa fornitura .....e ti prometto che ti daro' una mano.......Gem....anche per voi ci sara' dell'ottima marmellata....ve ne manderemo alcuni barattoli....."....tenevo tra le mie mani quelle di Ingrid....era gelida .....Streinz...era silenzioso........un boato mi fece mettere le mani alle orecchie e la testa tra le gambe, questo mi avevano detto, chi me lo aveva detto non lo ricordavo piu'......Gem...ti prego fa qualcosa......sembrava che il veivolo fosse andato in frantumi.......e il boato dei tuoni era sempre piu' insistente....
Altea
01-06-2013, 22.35.52
Osservai attentamente lo studio di Diaz, vi regnava la confusione più completa e dietro una tendina vi era pure una brandina...quell'uomo trascorreva tutta la sua vita in quel posto.
Lo guardai perplessa...quindi lavorava per uno sconosciuto.."E voi? Vi fidate a lavorare per una persona che nemmeno conoscete e forse ha pure dei motivi poco positivi per avervi ingaggiato?....non avete scrupoli vedo" lo osservai mentre prendevo delle carte sbadatamente sulla scrivania.."Quanto al furto al Museo Archeologico, io direi e penso...che quello che cercavano, come detto non si trovava in quel museo, e deve essere qualcosa pure di speciale e raro, quasi da tenere segreto, altrimenti ci sarebbe pure in Palazzo dei Taddei, so che hanno degli oggetti antichi della famiglia pure là"...riflettevo e guardai Daiz quasi più facendo una domanda a me stessa..."E se avesse a che fare con...la Gioia dei Taddei?".
Chantal
01-06-2013, 22.38.28
Il generale si mostrò visibilmente apprensivo e premuroso con me, compresi che la città non dovesse essere realmente sicura come prima di quegli avvenimenti, così lasciai che disponesse ogni cosa per il viaggio che avremmo intrapreso in macchina io ed i suoi uomini, e che prevedeva l'essere scortata fino a casa.
Non avrei voluto si osservasse a tal punto il protocollo di protezione per me, non meritavo tante attenzioni nè desideravo essere causa di tanto disturbo per loro, sentivo di sottrarre quegli uomini a doveri più importanti ed urgenti, tuttavia, non avevo mai discusso le decisioni di mio padre, così, quasi remissiva, seguii il tenente fino all'auto.
Il generale mi accompagnò vicino alla portiera, scomodandosi di aprirla per me, sebbene non lo ritenessi necessario che provvedesse anche a quello. Tutto questo mi creava disagio e soggezione. Ma comprendevo che quel portamento ossequioso e galante fosse un'indole per uomini dediti alla disciplina.
Prima di occupare il mio posto sul sedile posteriore lo guardai in volto.
In quel frangente, quando nei suoi occhi lessi preoccupazione ed anche irrequietezza, nutrii una sensazione di freddo e desolazione, ma anche di tristezza, profonda tristezza.
Guardai il cielo cupo e grigio, poi di nuovo il volto teso dell'uomo, si respirava un'aria di agitazione inconscia e di dolore, come se il Cielo stesso piangesse l'orrore di quella morte di quell' uomo tanto amato a Capomazda e patisse lo sfregio degli eventi susseguitisi.
Sì, era come se il Cielo provasse lo sgomento nel quale si stava riversando la città, e lo esprimesse col suo pianto rilasciato attraverso quella fredda e scrosciante pioggia che improvvisamente prese a venire giù più abbondante.
Mi congedai dal generale, lo ringraziai e lo invitai ad essere prudente, probabilmente egli, come il corpo da lui capitanato, e mio padre stesso, erano molto più candidati probabili di un'eventuale minaccia di quanto non lo fossi io stessa, pur figlia di un militare, nell'attraversare la città in quel tempo infausto.
L'auto fu avviata.
Partimmo.
Il tenente guidava con prudenza e morbidezza, tuttavia più volte si rivolse a me, gentilmente, per domandarmi cosa mi occorresse in quella corsa verso casa, se io desiderassi che andasse più velocemente o più lentamente rispetto alla sua attuale guida, e premurandosi di non esitare ad avvertirlo se avessi desiderato fare una sosta.
Con noi, seduto di fianco al posto di guida, c'era il sergente che per primo mi era venuto incontro sulla pista dell'aeroporto.
Entrambi uomini silenziosi, seri, ma tanto giovani che, a guardarli, nutrii tenerezza chiedendomi se veramente avessero coscienza dei pericoli ai quali li esponeva il loro mestiere.
Ma poi.. mi ritenni sciocca e ingenua, probabilmente sottovalutavo il fatto che quegli uomini avessero un coraggio tale da essere preparati a fronteggiare il pericolo e la morte stessa a viso aperto, senza remore.
Lucidità..
Riflessi..
Intuizione..
E.. coraggio.
Tutte cose, tra tante altre, che già apprezzavo in mio padre.
ll guidatore teneva un andamento costante e regolare, e alcuno parlava, ognuno assorto nei propri pensieri.
Ad un tratto il tenente sdrammatizzò quel silenzio nel quale ci eravamo calati facendomi osservare qualcosa di straordinario, una costruzione risalente all'epoca romana.. l'antico acquedotto, ci sovrastava, e attraversato di esso si apriva come un mondo fiori dal comune, custodito in uno scenario d'altri tempi.. d
Si vedevano distese di campagna bellissima ed opulenta, pacata ma fervente, senza ombra di contaminazione, e sotto quella leggera nebbiolina generata dalla pioggia riversatasi sulla terra calda, appariva come il ritratto di un paesaggio fiabesco.
Come avrebbe mai potuto arrendersi al terrorismo un posto così intimamente e sapientemente conservato?
Il pensiero andò alle sue genti, agli abitanti di quei luoghi, ai coltivatori, possessori, amatori e protettori di quella campagna.
Che occhi potessero mai avere quelle genti? Mi domandavo.
Sicuramente ricchi, ricchi di tesori, e splendenti.
Attraversarla all'avvicinarsi della calma della sera, quando la campagna sta per addormentarsi dolcemente sotto i fumi dei focolai che accolgono pane caldo e fragrante, mi dava la sensazione di tornare ad un passato molto lontano, fatto di antichi profumi e cavalleria..
Che meravigliosa sensazione.. subivo quel fascino delle cose di un tempo passato, e quelle cose erano lì, a portata di mano.
Persino la pioggia sembrava battezzare quelle terre di una quasi completa sacralità.
Abbassai a metà il finestrino per sentire gli odori risalenti dai campi e lasciare che l'aria mi accarezzasse il viso. Era un'aria fresca e frizzante, impregnata di aromi fruttati e di muschi.
Terre coltivate, distese di granoturco di un brillante verde smeraldo, ulivi lucidi come giada e viti screziate di magenta .. e poi macchie di paglia ricoperte di pennellate di porpora e cardinale che affascinavano come rubini. Erano mele, mi spiegava il tenente, mele.. ripetei a me stessa.. succulenti frutti che ingolosivano gli occhi, disposti su letti dorati a maturare al sole. Colte, anch'esse, da quell'improvviso temporale di fine maggio.
Credo che se avessi allungato una mano ne avrei preso una, certamente, tanto erano vicine allo stupore dei miei occhi.
E quel temporale non sembrava scomporle da quell'allineamento meticolosamente disposto.
Fiancheggiammo, poi, i ciliegi matur e gli albicocchi traboccanti di frutti di un campo coltivato.
Ricordai in quel momento che mio padre, un tempo, mi aveva narrato che i temporali estivi scaturissero per maturare le ciliegie, e i tuoni risuonavano come campanelli per risvegliare le serpi d'acqua, annunciando loro l'arrivo della bella stagione.
Sorrisi. Attraverso lo specchietto retrovisore, guardai l'uomo alla guida, colsi nei suoi occhi compiacimento del fatto che quel viaggio si stesse rivelando per me piacevole e non una preoccupazione.
Ci sarebbe stato di certo tempo per le preoccupazioni.
Ma lì sembravano non poter mai giungere a scalfire lo scorrere lento del tempo.
L'uomo guidò per circa due ore, arrivammo alla villa che era quasi sera.
La casa mi apparve subito un'abitazione accogliente e deliziosa, sembrava risalente alla fine dell '800 ma era stata adibita, abbellita e disposta come una villetta di quelle che compaiono in quei vecchi film anni '40 , dove il bianco e il nero accolgono tutte le sfumature dei colori conosciuti al mondo. Si intravedevano le tendine di pizzo uncinetto alle finestre, mentre un lussureggiante e fiorito gelsomino ricopriva in larga parte la facciata antariore ed il lato sud.
Tutto era reso ancor più suggestivo da quelle ore di luce fioca che precedono il crepuscolo.
Mi piaceva molto quel momento.
La casa era sormontata da una mansarda dalla cui finestra si scorgeva la luce fioca di un lume.
Una figura si mosse all'interno, riconobbi il profilo di mio padre.
Il sergente mi aprì la portiera, la terra bagnata del sentiero sterrato emanava sentori di foglie e pacciamatura che abbondavano ai bordi, e sotto i piedi quella terra scura appariva un velluto.
Le mie scarpe di vernice lucida e arrotondate sulla punta, trattenute alla caviglia da un sottile "braccialetto" a cavigliera impressero le mie orme sul fango, anche quello mi piaceva molto, mi dava l'idea di appartenere già a quel luogo.
Sul retro dell'abitazione si intravedeva un abbondante frutteto, alberi variegati di frutti succosi e profumati già maturi.
Oh! fu una sensazione bellissima raggiungere quel luogo a me completamente sconosciuto e sentirlo proprio come casa mia, come la mia terra.
Intanto, intenta ad osservare, non mi ero accorta d'essermi incamminata verso l'ingresso sotto la pioggia, il sergente accorse subito a ripararmi, raccomandandomi più prudenza a meno che non desiderassi prendermi un malanno.
Ne fui contenta.
Varcammo il cancelletto di uno steccato di legno tinteggiato di bianco e verde a file alterne, rivestito di cespugli di rose, ortensie ed edere rampicanti.
Ci immettemmo sul vialetto di ciottoli che separava in due il giardinetto antistante, c'erano ancora le primule e le viole favorite da quelle insoliti temperature primaverili più fresche per quella stagione, ed una camelia bianca sul pianerottolo sembrava posta lì appositamente per accogliere gli ospiti.
Le luci degli interni andarono accendendosi una ad una, piano piano.
Il tenente seguiva me ed il sergente.
Io salii l'ultimo gradino delle scale del porticato e mio padre varcò la soglia della porta per accogliermi.
Sorrisi felice e nel rivederlo.
"Bentrovato, padre.." gli dissi incrociando il suo sguardo. E lui mi strinse forte nel suo abbraccio.
Talia
02-06-2013, 01.08.38
Anche io sorrisi a quelle parole...
"Ah, ma lei corre un po' troppo, caro il mio eroe da romanzo... voglio dire, non mi ha ancora salvata che già pensa al passo successivo?"
Lo osservai per un momento...
"E tuttavia..." soggiunsi, con un vago tono divertito "Beh, non vorrei mai rischiare di privarla della sua pensione da Eroe... certo che no... e perciò... beh, diciamo che le permetterò di salvarmi, la prima volta che se ne presenterà l'occasione... è contento? Così il suo 'Comitato degli Eroi' sarà soddisfatto..."
E ridendo appena tornai a guardare la strada davanti a noi.
Vidi che ormai ci stavano lasciando dietro le ultime case della città e, oltrepassata una zona industriale, ci addentravamo verso la campagna...
aveva detto che saremmo andati all'aeroporto, ma io non sapevo dove fosse né vedevo torri davanti a noi...
l'auto continuava a sfrecciare veloce sulla striscia di asfalto...
appoggiai la testa all'indietro...
"Mi chiedo..." mormorai poco dopo "Qui a Capomazda siete tutti piloti così audaci o è una prerogativa di voi Eroi senza macchia, correre così?"
Mi voltai a guardarlo e sorrisi...
Guisgard
03-06-2013, 01.28.56
A quelle parole di Clio, Solder e Masan si scambiarono un rapido sguardo.
Nessuno dei due però disse niente.
Seguirono così la ragazza e insieme continuarono quell'angusto cammino.
“Entravamo nelle gallerie, scavate nelle viscere della terra, completamente interessate dalle sepolture” disse all'improvviso uno degli operai “e così oscure che sembrava si realizzasse il motto profetico...”
“Discendano vivi nell'Inferno...” fece un altro operaio “... Salmo 54,16...”
“Gli operai” mormorò Solder “sono Capomazdesi e quindi facilmente influenzabili da questo genere di atmosfere... recitano San Girolamo e un Salmo...”
Masan annuì.
Continuarono allora a percorrere quella galleria, mentre il rumore dell'acqua era divenuto più vicino.
Ad un tratto però quel tragitto sembrò interrompersi.
Si ritrovarono davanti ad un muro.
“Possibile che non si vada oltre?” Stupito Masan.
“Impossibile!” Avvicinandosi alla parete di roccia Solder. “Non si scava una simile galleria sotto una chiesa per niente!”
“Forse era solo un nascondiglio...” mormorò Masan “... magari per fuggire dalle persecuzioni...”
“Se così fosse” replicò Solder intenta a studiare quella parete “ci sarebbero graffiti ed incisioni... i Cristiani usavano farli in posti simili... un momento!” All'improvviso. “C'è qualcosa qui! Presto, una torcia!” Illuminò quel punto. “Qui non c'è più roccia, ma... ma malta! C'è della malta! Qualcuno ha bloccato il passaggio con della malta!”
“Faccia vedere!” Avvicinandosi Masan.
“E c'è un'iscrizione qui!” Indicò Solder.
E la illuminò con la torcia:
“Per me si va dove avete perduto e lasciato i sogni.
Quando essi non sono più solo desideri, ma bisogni.
Dai campi svolazzanti di quaglie, ai giardini di pavoni screziati.
Dove ogni suo petalo premia i cuori degli uomini fra tutti privilegiati.”
Abbassai lo sguardo, e repressi a stento un sorriso. Fui lieta che nel buio della galleria i due archeologi non potessero vedere il mio sguardo divertito.
Camminai in silenzio, ed in silenzio ascoltai le preghiere degli operai e le considerazioni di Solder e Masan.
Avevo parlato abbastanza. Non avevo intenzione di scompormi maggiormente.
Corrucciai lo sguardo nel vedere che la galleria arrivava ad un vicolo cieco.
Non mi stupii quando trovarono la malta, Solder aveva ragione, non si scava una galleria per niente.
Mi avvicinai all'iscrizione illuminata dalla luce della torcia.
Il Giardino.. il Fiore..
Tutto in quella chiesa sembrava esservi legato. Stavolta, però, mi guardai dal comunicare il mio entusiasmo.
Mi allontanai dall'iscrizione ed osservai meglio la porta chiusa dalla malta.
Non sembrava poi così resistente.
Restai ferma, sfiorando la parete con il palmo della mano, delicatamente, e mi misi a pensare.
Perchè avete chiuso questo passaggio? Per non entrare? Per proteggere il contenuto dai profanatori? Perchè solo la malta, allora.. perchè non usare qualcosa di più duraturo? Dove conduci, dove ci porterai?
Mi voltai verso Masan e Solder.
"Beh, dobbiamo riuscire ad aprirci un passaggio.." dissi soltanto calma e sicura "..non siamo certo arrivati fin qui per poi fermarci!".
Non avrei fatto nuovamente l'errore di condividere le mie considerazioni, almeno finchè non avessi compreso appieno che cosa mi stavano tenendo nascosto quei due.
Guisgard
03-06-2013, 02.11.35
“Marmellata di ciliege per me...” disse Gem a quelle parole di Elisabeth, mentre cercava di fare restare l'aereo in rotta, nonostante la forza del vento e della pioggia.
Ad un tratto però la velocità aumentò di colpo.
Aumentava sempre di più, con un sibilo che invase in un momento tutti loro.
Un sibilo insopportabile.
“Cosa accade?” Gridò Streinz, rompendo finalmente il silenzio in cui si era chiuso.
“Stiamo precipitando...” rispose Gem, cercando di non perdere la testa.
“Moriremo tutti!” Urlò Ingrid.
“Restate ai vostri posti!” Ordinò il pilota ai tre passeggeri. “Non muovetevi per nessun motivo!”
Intanto il piper scendeva in picchiata senza più freni.
Sempre più veloce.
“Non riusciremo ad atterrare!” Fuori di sé Ingrid. “Ci schianteremo al suolo!”
Gem non rispose nulla, sempre con gli occhi fissi sulla strumentazione di bordo.
“E' la fine!” Gridò ancora la svedese.
Le sue mani erano strette a quelle di Elisabeth.
Il sibilo si fece più forte ed assordante.
Poi un boato e l'aereo che sussultò fortissimo.
“Raccontaci una storia, dottoressa...” fece uno dei bambini ad Elisabeth.
“Si, una bella storia.” Un altro bambino. “Con un eroe che vince il cattivo e sposa la bella.”
“Dottoressa...” arrivando una delle suore dell'ospedale “... avete visto? Bisogna mettere fiori nuovi davanti alla statua della Madonna... quelli vecchi sono tutti seccati... ho chiesto ad uno degli inservienti di cambiarli... ha detto che avrebbe preso dei bellissimi bucaneve... nel linguaggio dei fiori indicano consolazione ma anche speranza...” sorrise “... così, chi pregherà nella cappella avrà fiducia...”
Elisabeth aprì pian piano gli occhi.
Dopo qualche istante cominciò a guardarsi intorno.
Era una stanza con pareti e mobili di legno.
E vi era acceso un camino.
Ma non vi erano altre persone con lei in quella stanza.
Guisgard
03-06-2013, 02.41.16
La villa accolse così Chantal.
Come se fosse il cancello d'ingresso di un mondo fatto di profumi, colori e forme giunte da un tempo lontano.
Il tragitto si era mostrato alla ragazza traboccante di fiori e di piante, di frutti e di odori.
E tutte queste cose si erano mutate in sensazioni ed emozioni a contatto con i sensi di Chantal, facendola sentire come parte di quello scenario.
Ma l'emozione più viva e più forte fu quando la ragazza riabbracciò suo padre.
Poche parole e dolci carezze ebbe lui per sua figlia.
I due cenarono nel grande salone, dove un mobilio di gusto antico ne abbelliva il raffinato ambiente.
Ma più del mobilio erano due grossi ritratti alla parete, uno accanto all'altro, a rendere particolare quella sala.
Erano raffigurati un uomo ed una donna.
Entrambi indossavano abiti sfarzosi.
La differenza stava in ciò che appariva alle spalle dell'uomo e della donna dei ritratti.
Una campagna simile a quella vista da Chantal nel raggiungere la villa, alle spalle dell'uomo e uno scenario invece fatto di colline e cipressi abbelliva ciò che veniva mostrato dietro alla donna.
“Questa villa” disse il padre a Chantal “era uno dei soggiorni itineranti dell'Arciduca, durante le sue visite al re. Capitava che il viaggio dalla capitale lo portasse a sostare in alcune sue dimore lungo la strada e questa villa era una di esse.” Cenarono così, per poi prendere del tè nel pronao laterale. “La servitù è gente fidata. Vedrai che ti troverai bene. Ho già fatto preparare la tua stanza al piano superiore. Sono certo che la troverai accogliente. Immagino sarai stanca per il viaggio. Va a riposare. Io ho da sbrigare alcune cose, poi anche io mi ritirerò. Domattina faremo colazione insieme ed avremo un po' di tempo per noi due.” La baciò sulla fronte e si chiuse nello studio.
Una cameriera accompagnò Chantal nella sua stanza.
“Domattina” disse alla ragazza “verrò a svegliarla verso le nove, come ha disposto suo padre. Così farete colazione insieme. Il mio nome è Matilde. Se vi occorre qualcosa basterà suonare il campanello che si trova accanto al suo letto. Le auguro una buona notte.” E andò via.
La notte trascorse serena e silenziosa.
L'indomani, all'ora stabilita, Matilde bussò alla porta di Chantal.
Guisgard
03-06-2013, 02.51.06
“Beh...” disse Daiz ad Altea “... in verità mi interessano poco le intenzioni del mio sconosciuto cliente... mi ha pagato in anticipo e profumatamente. E so che a lavoro ultimato avrò la medesima cifra. Quindi, come vede, il mio unico scopo è scoprire ciò per cui sono stato pagato.” Si lasciò cadere svogliatamente sulla sedia dietro la sua scrivania. “La Gioia dei Taddei...” ripetè “... intende la maledizione, vero?” Fissando la ragazza. “In verità capisco poco di queste cose io... e anche per questo ho chiesto aiuto a lei, visto che è una studentessa di storia... in cosa consiste precisamente questa maledizione? E in che modo secondo la leggenda colpisce i Taddei? Voglio dire... ha segni distintivi? Riconoscibili? Le dirò ciò che penso...” accendendosi una sigaretta e porgendo il pacchetto ad Altea “... potrebbe esserci un pazzo in giro, un maniaco, imbevuto di cavolate varie su leggende antiche... e questo, dato il cervello ormai andato, potrebbe aver spinto quel folle ad uccidere Robert de' Taddei... ipotesi tutt'altro che fantasiosa, non trova, bellezza?” E le fece l'occhiolino.
Guisgard
03-06-2013, 03.08.08
Solder fissò Clio ed annuì.
Ma Masan, prima che la donna dicesse qualcosa, studiò ancora una volta quel passaggio bloccato dalla malta e la sua misteriosa iscrizione.
“Queste parole” disse “mi fanno pensare ai versi della Commedia di Dante, dove a parlare è la stessa Porta dell'Inferno al Sommo Poeta... e anche questa iscrizione pare avvertirci della sua funzione... non so, ma mi sembrano le parole di una porta...”
“Una porta per dove?” Chiese Solder.
“Non lo so...” scuotendo il capo Masan.
“Ha ragione la dottoressa!” Esclamò Solder ed indicando Clio. “Dobbiamo rompere la malta e vedere cosa c'è dietro!”
“Forse ciò che nasconde” fece Masan “è racchiuso in queste parole... quaglie e pavoni... uccelli di terra e uccelli d'aria... quali terre descrivono?” Pensieroso.
“Abbiamo solo un modo per saperlo!” Decisa Solder. “Voi, rompete la malta!” Ordinò agli operai.
Quelli allora con dei picconi cominciarono a rompere ciò che bloccava il passaggio.
E quando la malta fu distrutta, subito si alzò uno strato di polvere.
E quando quello si dissipò, apparve una lunga e buia galleria oltre quel passaggio liberato.
http://digilander.libero.it/denti56/fotografie/serremarie/Cunicolo.JPG
Guisgard
03-06-2013, 03.42.00
“Ovviamente” disse Guisgard a Talia “è una prerogativa di noi eroi.” La fissò e sorrise. “In verità pensavo già di doverla salvare subito da qualcosa... magari da ciò cui sta fuggendo ora... non so, ma ho idea che lei stia scappando da qualcosa... magari creditori, o spasimanti troppo insistenti... o forse, chissà, da una vita poco appagante...” inserì la marcia successiva e l'auto, ormai fuori dal centro abitato, sfrecciò ancora più velocemente sulla strada “... piccolo cambiamento di programma... dal dossier preparato da Kuon su quei piloti mercenari, ho visto che ci sarà più comodo raggiungere il territorio di Sant'Agata di Gothia, da cui poi risaliremo con un aereo le pendici del Taburn. In breve, così, saremo nel quartier generale dei Falchi. Naturalmente, essendo zone di confine, non ci saranno molti comfort. Noleggeremo quindi un aereo privato per raggiungere il covo di quei militari. Ah, dimenticavo... meglio viaggiare in incognito, visto che laggiù i ricchi turisti non godono di molta protezione... magari potremmo dire di essere una coppia in viaggio per cure termali o per respirare un po' d'aria pulita di montagna... oppure dire che siamo in viaggio per risolvere la nostra crisi coniugale... così non sarà obbligata ad essere carina ed affettuosa con suo marito... ho pensato a tutto, vero?” Rise di gusto.
Accese lo stereo e cominciò a canticchiare la vecchia canzona che la radio mandava.
http://www.youtube.com/watch?v=qjppwVyoQww
Sorrisi, e mi voltai verso il professore.
"Si, certo che è la porta a parlare nell'iscrizione.. Quanto al paesaggio.. Non saprei proprio cosa possa significare..".
Restai ad osservare gli operai che armeggiavano con la malta, e mi coprii gli occhi con la mano quando un gran polverone si alzò tutt'intorno.
Mi avvicinai al passaggio.
"Bene, a quanto pare siamo solo all'inizio..." Dissi illuminando la galleria con la mia torcia elettrica.
"Andiamo, come ha detto la dottoressa, c'è un solo modo per saperlo... Sembra ben conservato... Probabilmente sono secoli che qualcuno non mette piede qua sotto.." Sussurrai.
elisabeth
03-06-2013, 16.11.25
" Si certamente Gem..marmellata di ciliege, prendero' le piu' grosse e brune perche' possa venire dolcissima...."...Ingrid mi stringeva le mani, andava tutto bene, si tutto bene.....era solo un momento.....quando il boato, testa tra le gambe....." metti giù la testa Ingrid...mettila giù ".....il sibilo di un aereo che precipita.........chiusi gli occhi, e sognai sognai i miei bimbi....le favole o mio Dio quante favole,a quei volti sdentati......vi ricordate i Cavalieri della Tavola rotonda ?....Lady Elisabeth e il suo Cavaliere...i disegni..si ricordavo i disegni......I Bucaneve in Chiesa....si, chi prega deve vivere nella luce dei fiori...ma dove trovero' i bucaneve......Suora....Suora ?.....non vi fù schianto non vi fù nulla.......Suora dove trovero' i bucaneve.....aprii gli occhi,ero in piedi ...non barcollavo e il mio vestito era pulito,le mie mani erano candide, nessuna ferita..........la camera in cui mi trovavo era calda ed accogliente....il legno, adoravo il legno, sapeva di calore....di passione...era una stanza vissuta, ma da chi...incominciai a girarmi su me stessa......non c'era nessuno....." Gem..la marmellata di ciliege..te la sei meritata..."...ero visibilmente sotto shock......i miei passi risuonarono nel grande ambiente.....ed andai accanto al camino..........sono morta...ecco ,sono morta.......e questo cosa sarebbe, l'anticamera dell' inferno o del purgatorio....il paradiso era troppo.....quello non mi spettava per nulla...........i bucaneve...la speranza, se sono morta in cosa dovrei sperare..?......in una seconda possibilità, già in un'altra vita magari....in quella avevo già fatto abbastanza errori.......ero talmente vicina al camino...che avrei dovuto sentirne il calore...invece io non sentivo nulla...........
Talia
03-06-2013, 16.15.51
“Ovviamente” disse Guisgard a Talia “è una prerogativa di noi eroi.” La fissò e sorrise. “In verità pensavo già di doverla salvare subito da qualcosa... magari da ciò cui sta fuggendo ora... non so, ma ho idea che lei stia scappando da qualcosa... magari creditori, o spasimanti troppo insistenti... o forse, chissà, da una vita poco appagante...” inserì la marcia successiva e l'auto, ormai fuori dal centro abitato, sfrecciò ancora più velocemente sulla strada
Lo osservai per un momento, a quelle parole...
fuggire...
a quella parola mi irrigidii per un momento...
fuggire...
e tuttavia non era il primo che aveva usato quel termine, dopotutto, pensai...
non gli risposi, ma appoggiai la testa lievemente all’indietro e socchiusi gli occhi...
“Talia!” disse Carl, balzando praticamente su dalla sedia nel vedermi entrare nel suo ufficio “Sei qui!”
“Già!” mormorai.
“E’ fantastico! Fantastico! Ma potevi dirmelo... potevi dirmi che saresti venuta... ti avrei mandato una macchina... si, avrei mandato qualcuno a prenderti... è fantastico!”
“Carl...”
“Sei in gran forma!” proseguì, senza darmi ascolto “In gran forma davvero... come stai, dimmi! Sì, è fantastico vederti di nuovo in pista! Dobbiamo parlare... hai qualche nuova idea? Non dirmelo: sei qui perché hai una nuova idea! Lo sapevo, lo sapevo... lo dicevo proprio ieri... ”
“Carl...”
“Devi dirmi tutto... devi raccontarmi! Coraggio, siediti... vuoi qualcosa da bere? Vuoi mangiare qualcosa? Ti faccio portare un caffè... un tè...”
“Carl, sto partendo!”
Per la prima volta da quando ero entrata nell’ufficio, la voce dell’uomo si spense ed un denso silenzio accolse le mie parole... un silenzio attonito, perplesso ed allo stesso tempo preoccupato...
“Che vuol dire?” chiese allora cautamente “Che vuol dire che stai partendo? Partendo per dove?”
“Capomazda!” risposi.
Carl mi fissò...
“Capomazda? Vuoi andare a Capomazda? Ma perché? Mi spieghi cosa speri di trovare là? Mi spieghi che senso ha questa fuga?”
“Non è una fuga!” sbottai.
“Oh si, che lo è!” mi riprese “Una fuga in piena regola, una fuga da te stessa, da qualsiasi cosa sia la cosa che ti tormenta...”
“Carl, non sono qui per discutere su questa cosa!” lo interruppi allora “Non sono qui per discutere, va bene? Io ho già deciso che voglio partire... e lo farò! E’ solo che...” esitai “...è solo che speravo... tua... tua madre non aveva una casa a Capomazda, Carl? Ce l’hai ancora? E non è che... non è che me la presteresti? Ti prego... solo per qualche tempo... solo come base... ti prego...”
L’ometto mi fissò per qualche momento, con sguardo penetrante...
“Te la presto ad una condizione!” disse “Te la presto a patto che tu riprenda a scrivere... qualsiasi cosa... anche solo qualche idea, qualche scena, qualche personaggio... me lo devi, Talia! E lo devi a te stessa! Lo farai?”
Lo osservai per un istante, immobile...
“Prometto che ci penserò!” mormorai infine.
Il ricordo di Carl e di quell’ultima volta che gli avevo parlato scivolò tra i miei pensieri per poi fluire via, delicatamente.
“... piccolo cambiamento di programma... dal dossier preparato da Kuon su quei piloti mercenari, ho visto che ci sarà più comodo raggiungere il territorio di Sant'Agata di Gothia, da cui poi risaliremo con un aereo le pendici del Taburn. In breve, così, saremo nel quartier generale dei Falchi. Naturalmente, essendo zone di confine, non ci saranno molti comfort. Noleggeremo quindi un aereo privato per raggiungere il covo di quei militari. Ah, dimenticavo... meglio viaggiare in incognito, visto che laggiù i ricchi turisti non godono di molta protezione... magari potremmo dire di essere una coppia in viaggio per cure termali o per respirare un po' d'aria pulita di montagna... oppure dire che siamo in viaggio per risolvere la nostra crisi coniugale... così non sarà obbligata ad essere carina ed affettuosa con suo marito... ho pensato a tutto, vero?” Rise di gusto.
Accese lo stereo e cominciò a canticchiare la vecchia canzona che la radio mandava.
“Oh...” dissi, riportando di scatto gli occhi su di lui “Andiamo in auto, quindi? In auto fino a...”
A quel nome un lungo brivido mi corse lungo tutta la schiena...
tentai di frenarlo, osservandolo canticchiare sereno, ma non ci riuscii...
esitai...
“...fino a Sant’Agata di Gothia? Ed è... è lontano?” mormorai allora, tentando di simulare il tono più naturale che mi riuscì di sfoderare.
Altea
03-06-2013, 16.22.38
Rifiutai il pacchetto della sigaretta con un gesto...il fumo non faceva per me e pure mi infastidiva in quel posto chiuso.
"A dire il vero...sono venuta qui a Capomazda proprio per approfondire gli studi anche sulla Gioia dei Taddei..e so che questa maledizione colpisce i membri della famiglia, in pratica..ciò che dovrebbe dare gioia a loro porta invece tristezza dell'animo e sfortuna..da qui il nome "Gioia dei Taddei", soprattutto in Amore..forse se andiamo nella biblioteca universitaria potremmo trovare dei tomi, ho il pass per andarci".
Poi riflettei un attimo sulle ultime parole di Daiz, presi un bicchiere vuoto da una mensola e bevvi un sorso d'acqua in fretta..."Un folle dite?" mi voltai verso di lui col cuore che batteva forte.."sapete la amica della zia che mi ospita è psicologa, il giorno dei funerali di Robert dè Taddei venne un tipo strano e molto spaventoso, e quando ci vide..me e Josephine, ci disse che ci sarebbero stati altri a cadere per mano della Gioia dei Taddei, e la amica di mia zia uscì dopo questa seduta in modo strano...e strano per una psicoterapeuta come lei".
Guisgard
03-06-2013, 17.28.30
“Si...” disse Guisgard a Talia “... andiamo in auto... non impiegheremo molto... probabilmente arriveremo a destinazione in poco meno di due ore...” le fece l'occhiolino “... del resto ormai avrà capito che noi eroi da romanzo siamo piloti inarrivabili.”
Intanto la porsche sfrecciava rapida sulla strada.
“Perchè?” Fissandola poi. “Le dà noia l'auto? Se vuole possiamo fermarci lungo la strada. Ci fermeremo ogni volta che vorrà. Queste strade tra campagna e monti sono molto caratteristiche. L'aria poi oggi è fresca, frizzante e tutt'intorno è ancora intriso dell'odore di pioggia che fino a poco fa è caduta ovunque in questi posti. Inoltre ci sono molti luoghi in cui sostare per bere qualcosa o anche mangiare. A proposito...” guardando la strada “... ne conosco uno niente male. Hanno di tutto... salato, dolce...” sorrise “... davvero, per qualsiasi cosa mi dica pure tutto, senza problemi...” poi si fece serio “... sa... lei mi incuriosisce... mi incuriosisce molto... è sbucata dal nulla quel giorno molto movimentato... mi ha seguito a casa e poi in questa strana avventura, senza chiedermi mai nulla... sembra davvero una scena di un film... chi è davvero lei? Che sia una dama da salvare io non ho dubbi... ma da cosa vuole essere salvata? Forse dalla stessa cosa dalla quale è in fuga... si, credo sia così...” tornò a guardarla “... forse ho detto troppo, vero? Ho parlato troppo? Preferisce quando faccio il pagliaccio e scherzo sugli eroi da romanzo, Talia?”
Guisgard
03-06-2013, 21.33.27
Capitolo VIII: Mondo perduto
“L'Amore utilizza in questo luogo le sue frecce d'oro, vi accende la lampada costante, e vi agita l'ali di porpora, qui regna e gioisce; non nel sorriso pagato delle meretrici, che è senza gioia e amore e tenerezza, soltanto un godimento del tutto occasionale; e nemmeno degli amori di corte, nelle danze miste, né in qualche stravagante spettacolo, ballo di mezzanotte o serenata rivolta dall'amante infreddolito alla bella sdegnosa, piuttosto meritevole di essere abbandonata con disprezzo.”
(John Milton, Paradiso Perduto, Libro IV)
Masan annuì e poi guardò Solder per un breve momento.
Anche la donna allora mostrò al professore un cenno di assenso.
“Si, saranno secoli che questo passaggio è precluso agli uomini...” rivolgendosi Masan a Clio “... andiamo...” prese una torcia elettrica e fece strada agli altri.
Scesero così in quella galleria e la percorsero per una distanza indefinita.
“Non è naturale...” guardandosi intorno Solder “... è stata scavata nel cuore di queste rocce... ma perchè? Deve per forza nascondere qualcosa... un tesoro!”
“L'iscrizione” mormorò Masan “non parlava di un tesoro... ma sembrava accennare invece ad un luogo...”
“Sciocchezze!” Lo zittì Solder. “E' ovvio che questa galleria conduce ad un tesoro! Un tesoro inestimabile!”
Masan non rispose nulla alla donna e proseguì.
Ad un tratto la temperatura scese sensibilmente.
“Comincia a fare freddo...” fece Masan.
“Io non lo sento!” Esclamò Solder.
All'improvviso alcuni operai si fermarono di colpo.
“Cosa c'è?” Fissandoli la dottoressa.
“Non vogliono proseguire...” spiegò un altro di quelli “... dicono che stiamo scendendo nell'Oltretomba... e le nostre anime resteranno imprigionate qui per sempre...”
“Che idiozie!” Con disprezzo Solder. “Avanti, sciocchi ignoranti!” Gridò agli operai. “Siete stati pagati, cani rognosi!”
Ma quelli apparivano irremovibili.
La donna allora estrasse dalla sua borsa una pistola.
“Vi abbiamo pagati!” Puntandola contro di loro. “E chi non proseguirà davvero troverà qui sotto il Regno dei Morti!”
“Si calmi!” Gridò Masan. “Metta via quella pistola!” Avvicinandosi poi a lei. “Non faccia sciocchezze!” Abbassò l'arma che lei impugnava. “Non possiamo obbligarli a seguirci. Chi non vuol proseguire, allora tornerà indietro.”
“Ma potrebbe esserci da scavare più avanti!” Urlò Solder. “Chi scaverà? Lei e la sua amica dell'università?” Indicando Clio.
“Li guardi...” fissandola Masan “... questi uomini sono spaventati a morte. Non potrebbero esserci di nessun aiuto.” Si voltò verso gli operai. “Chi non vuol proseguire, è libero di tornare indietro.”
Quelli allora non persero altro tempo e tornarono indietro.
Restarono così solo Clio, Masan, Solder e Wako, l'unico operaio che aveva scelto di restare con loro e proseguire.
“Bene, direi che possiamo continuare...” guardandoli Masan, per poi riprendere il cammino in quella galleria.
Ma poco dopo, mentre il professore cercava di rendersi conto del tempo trascorso la sotto, si accorse di una cosa strana.
“Che strano...” guardando il suo orologio “... è fermo... il mio orologio si è fermato...”
E anche gli altri si accorsero della medesima cosa sui loro orologi.
Poi le torce elettriche cominciarono a spegnersi una dopo l'altra.
“Cosa succede?” Perplessa Solder.
“Forse qui sotto” spiegò Masan “deve esserci una sorta di campo magnetico negativo o qualcosa del genere...”
Intanto, i quattro, erano avvolti da una fitta oscurità.
E l'ultima immagine impressa nella mente di Clio era quello scenario che perdeva pian piano forma e luce.
http://www.miti3000.it/mito/image/antro_sibilla.jpg
Guisgard
03-06-2013, 21.35.58
Elisabeth, confusa, era accanto a quel camino.
Guardava le fiamme crescere pian piano, quasi animarsi.
E poi le ombre che quel fuoco proiettava sulle pareti.
Ombre danzanti, che parevano chiamarla e invitarla fra loro.
E se fosse il Regno dei Morti?
Un regno di ombre?
Ma proprio in quel momento qualcuno afferrò il braccio di lei.
“Elisabeth...” disse Gem “... come sta? Si è svegliata da molto?” L'uomo aveva molte parti della tuta lacerate e alcuni graffi sul viso.
Guisgard
03-06-2013, 21.38.04
Daiz ascoltò con attenzione Altea.
“Sa che lei è in gamba? Dico davvero.” Disse lui. “Lei ha il dono di conoscere e ricordare un particolare. E i particolari fanno la differenza nel nostro mestiere.” Prese anche lui un bicchiere e si versò del liquore. “Ricorda quel tipo visto dalla psicologa? Lo riconoscerebbe? Saprebbe descriverlo? Se si, ho in mente un certo piano che potrebbe tornarci utile... si, decisamente...”
elisabeth
03-06-2013, 21.58.16
Il fuoco...che immensa grandezza, rischiarava quelle gia' caldi pareti disegnado delle strane figure.....mi avvolsi nelle miei stesse braccia e cominciai a pensare....gia' il caldo e i pensieri arrivano soli....senza che nessuno lia ccompagni
" Moriro' dottoressa ?....non ho piu' i capelli"
" Non morirai ...vedrai e i tuoi capelli saranno piu' sani e lucidi"
" Quanto lucidi....quanto i pavimenti che la signora lava tutte le mattine ?"
" Di Piu'....matteo..di piu'....saranno lucidi come le foglie baciate dalla rugiada"...
" Quando uscira' di qui...mi fara' toccare la sua spada ? "
" Quando uscirai di qui ti portero' con me, sarai un valido scudiero"....
La morte era quella ...l'avevo immaginata, raccontata....ma mai avrei potuto pensare che fosse cosi'...dov'era la luce accecante ?....e quella musica fantastica...nessun musicista avrebbe mai potuto riprodurla....
Una voce......ma i miei occhi rimasero chiusi...una voce piu' vicina....eppure la riconosco....
" Gem...Dio mio Gem...siete morto anche voi....mi spiace, vi giuro che mi spiace.....se non fosse stato per Liam voi ancora sareste col vostro vecchio amico a fumare il sigaro.........sembra che vi siete fatto del male....ma qui non si dovrebbe soffrire....avete la tuta lacera.......io non mi sono mai addormentata......io sono sempre stata sveglia......ero qui in piedi in questa stanza...pulita...i miei vestiti sono intatti...e s emi guardassi allo specchio anche il mio trucco sarebbe intatto......la marmellata di ciliege...mi spiace forse non potro' farvela avere......ma da questa parte forse e' possibile.......io non capisco.....uno strano ronzio e una caduta libera.......mi viene da ridere...non ho sentito male....forse e' questa la morte dei giusti....."....Poggiai una mano sui suoi graffi...e quando la guardai...sulla mia rimase traccia del suo sangue......ma noi...eravamo morti...
Altea
03-06-2013, 23.18.48
"Si" risposi convinta senza perplessità "come non ricordarsi quel volto...un volto di un pazzo...un ghigno strano e perverso e due occhi folli spalancati, il viso enigmatico." scrollai il capo per rimuovere quel ricordo.."E ditemi che intendete fare, un identikit? Possiamo pure chiedere a Julien, la persona che mi ospita di farci una descrizione accurata di questo uomo, da quello che ho capito non era la prima volta che lo incontrava."
Annuii a Masan e lo seguii in quella galleria.
Passo dopo passo, pensavo all'iscrizione.
Anche se non avevo espresso il mio parere, sapevo che Masan aveva ragione: si parlava di un luogo non di un tesoro.
Eppure doveva essere un luogo molto particolare.
Mi tornò alla mente un libro letto anni addietro per un esame di medievistica, parlava di un Giardino e di una Rosa. Quello era un poema allegorico, certo, ma non mi sembrava poi così diverso. Anche qui, infondo, avevamo un Fiore e un Giardino, sebbene i significati cambiassero radicalmente.
E forse la dottoressa che mi stava così simpatica non aveva completamente torto, magari nel Giardino era nascosto un tesoro inestimabile, anche se avevo i miei dubbi sul fatto che potesse essere in monete sonanti o simili.
Guardai perplessa Masan, quando si accorse di avere molto freddo.
Scossi la testa.
"Io sto bene, mi spiace.. ma non faccio testo.. sono molto calorosa.." dissi, osservando gli operai che rabbrividivano.
Ma era soltanto il freddo a farli tremare?
Sbarrai gli occhi quando Solder prima rimproverò gli operai, poi li minacciò con la pistola.
Una pistola?
Perchè mai un'archeologa dovrebbe avere una pistola? Cosa si aspettava di trovare?
Restai immobile e guardai di sfuggita Masan abbassare l'arma.
Vidi il disappunto con cui trattò la donna ma anche la calma con cui reagì alla vista della pistola. Sapeva perfettamente che la sua collega era armata, lo sapeva e non aveva niente da ridire, anzi, per quanto ne sapevo poteva essere armato anche lui.
D'un tratto, non mi sentii più in colpa per quello schiaffo.
In che razza di guaio ti sei cacciata, Clio?
Sospirai. Chiusi gli occhi per un momento, poi li alzai verso il soffitto, in una preghiera silenziosa.
Non dissi una parola, mi limitai a restare al mio posto, segno che non avevo intenzione di tornare indietro.
Mi feci dare da un operaio lo zaino e la pala.
Si, cara dottoressa.. scaverò io se ci sarà bisogno..
Non sapevo da quanto tempo stavamo camminando. Vidi Masan che tentava di tenere il conto, ma il suo orologio si era fermato, così come quello di Solder e dell'operaio.
Io non lo portavo, ma il mio smartphone era fuori-uso da molto tempo. Non che mi aspettassi di veder funzionare quell'apparecchietto sottoterra.
Poi, si spensero anche le torce.
"Non c'è che dire.. sembra davvero l'entrata dell'Averno.." dissi, vagamente divertita.
Non che lo fossi davvero, ma avevo sviluppato una sorta di patina attorno a me, che mi proteggeva da qualsiasi terrore.
Basta terrore, ne avevo abbastanza.
Al massimo, ci rincontreremo..
Come mi aveva chiamata il fantasma alla festa? Ah, si: incosciente o cinica. Io avevo deviato il discorso ma, infondo, forse aveva ragione.
Perchè, l'unica cosa a cui riuscivo a pensare in quel momento era il tono della voce di Solder. Dovevo ammettere che sapeva nascondere molto bene la preoccupazione.
Sorrisi.
Clio, sii seria per una volta.. forza..
Alzai gli occhi al cielo e iniziai a pensare.
Mi appoggiai al muro, in modo da riuscire a mantenere l'equilibrio.
"Serve una torcia, una torcia vera.. non le nostre elettriche.. non possiamo procedere al buio, potrebbero esserci delle buche, o peggio..".
Mi chinai e tentai di esaminare il contenuto dello zaino a tastoni.
A prima vista, nulla che potesse servirmi.
Poi, mi venne un'idea e ringraziai di cuore l'operaio di cui non sapevo nemmeno il nome.
Presi la pala, della corda, quella che doveva essere una maglietta di ricambio.
Eppure mancava qualcosa: l'olio. Per poco non scoppiai a ridere, mentre tiravo fuori dalla borsa la boccetta di olio di semi di lino che continuavo a dimenticare di mettere a posto. Beh, magari non sarà servito per il suo scopo originario, ma pregai che fosse utile.
Cercai, in qualche modo, di costruire una torcia rudimentale.
Si sarebbe accesa?
Estrassi l'accendino zippo con due iniziali incise da una tasca della borsa chiusa con una cerniera.
Mi si strinse il cuore.
Perdonami, so che ho promesso che non l'avrei mai usato.. ma.. non posso.. perdonami, ti prego..
Una lacrima invisibile mi percorse, rapida e silenziosa, la guancia.
Quando accesi la torcia era già sparita.
Guisgard
04-06-2013, 01.34.49
“Invece i graffi fanno male...” disse Gem fissando Elisabeth “... e non solo quelli... ho lividi ed escoriazioni su buona parte del corpo... no, mi spiace deluderla, ma siamo ancora cittadini di questa valle di lacrime... lei ha dormito, mi creda. Ha dormito sodo. Forse ha perso conoscenza mentre l'aereo piombava sul fitto bosco sottostante... anche io credo di aver perso i sensi... quando mi sono svegliato, il piper si era spaccato in due... noi eravamo sul lato destro... l'altra parte non so dove sia finita... mi spiace, ma penso che i suoi due amici siano rimasti bloccati lì dentro... forse tra le lamiere... o chissà... magari sbattuti lontano... ho preso allora il suo corpo e ho cercato un luogo sicuro... e fortunatamente abbiamo trovato questo rifugio... non ho idea a chi appartenga, ma per ora ci ha dato un comodo alloggio... c'era della legna e ho acceso il fuoco per scaldare un po' l'ambiente...”
Guisgard
04-06-2013, 01.42.34
“Ottimo.” Disse Daiz ad Altea. “Si, vorrei un identikit e una serie di informazioni su quell'uomo. La farò subito giocare al detective.” Le fece l'occhiolino. “Ora la riporterò dalla sua amica e lei recupererà ogni tipo di informazione sul nostro uomo. Ah, perda subito ogni speranza che la sua amica psicologa possa fornirle informazioni. I medici sono vincolati dal segreto professionale. E per esperienza so che uno strizzacervelli tiene molto al suo rapporto con i pazienti. In un certo senso è un po' come tra un confessore ed il suo penitente. Quindi dovrà essere lei a trovare ciò che cerchiamo. Il piano è questo...” sorseggiando un po' di liquore “... lei tornerà nella casa della sua amica psicologa e quando ci sarà via libera, senza essere vista, mi farà entrare ed insieme cercheremo nello studio della strizzacervelli le informazioni che cerchiamo. Cosa ne pensa? Sono o no il più grande investigatore del mondo? E magari lei è già fortemente attratta da me.” E rise.
Talia
04-06-2013, 02.37.50
Mi voltai verso di lui a quell’ultima domanda...
era forse la prima cosa veramente seria che aveva detto da quando lo avevo incontrato...
e forse fu per questo che mi sorprese, o forse fu per il tono con cui lo disse... si, quel tono... il tono di un uomo che troppo a lungo si era sforzato di non prendersi sul serio...
lo fissai...
“No...” dissi infine, scuotendo appena la testa “No, non la preferisco quando fa il pagliaccio... affatto! Anzi...”
Il mio sguardo su di lui era serio, fermo, penetrante...
“Sa, Guisgard...” ripresi poi a dire, la voce vagamente più bassa, lieve “Penso che, tra noi due, qui il più incauto sia lei... si... si penso che sia veramente incauto!”
Lo osservai per qualche istante, in silenzio...
“Vede... qualsiasi cosa lei dica, o faccia, il suo nome è tutt’altro che sconosciuto... la storia della sua famiglia sconfina nella leggenda, ci sono mille e più aneddoti che dai meandri del passato mi parlano di lei, mille storie, piccoli dettagli... mentre lei di me non sa niente! Mi ha raccolta per strada ed ha deciso di portarmi con sé... mi ha mostrato cose e rivelato particolari... e se non fossi ciò che lei crede? Ha... ha pensato che sarei potuta essere una di quei pazzi che la minacciano, Guisgard? Ha mai pensato a questo?”
Lo fissai per qualche istante, seria... poi sorrisi appena...
“Sono un’incosciente...” mormorai “Adesso che le ho messo questo dubbio, forse mi abbandonerà qui e dovrò tornare a piedi fino in città... e addio aereo... addio volo avventuroso e gita in quegli angoli caratteristici che dice di conoscere così bene...”
Lo osservai per qualche istante, con uno sguardo lievemente indagatore...
“Chissà se lo farebbe...” sussurrai “Chissà...”
Per qualche altro istante restammo così... in silenzio. E tra noi si udiva solo il rombo della macchina che sfrecciava veloce sulla stretta stradina in mezzo alla campagna...
Lo osservavo e mi chiedevo quanto sarebbe stato saggio rivelargli... mi chiedevo se mi avesse presa per matta, se avesse saputo tutto di me...
eppure stavamo andando a Sant’Agata di Gothia...
pensai che se, per caso, avessi raggiunto Capomazda con il preciso intento di andare poi là, avrei di certo faticato di più per trovare chi mi ci avrebbe accompagnata...
e invece ci stavo veramente andando...
ci stavo andando senza che lo avessi chiesto, senza che lo avessi ricercato...
e ci stavo andando con lui.
“Nel mio lavoro...” dissi ad un tratto, senza preavviso “Mi capita di leggere molto, di documentarmi... e... e, per l’ultimo lavoro, mi è capitato di leggere molto su Sant’Agata di Gothia... davvero molto... ed è per questo che...” esitai “E’ per questo che sono eccitata e spaventata all’idea di arrivarci...”
Sorrisi, come a voler smorzare la mia tensione.
Guisgard
04-06-2013, 03.16.16
Il fuoco di quella torcia si accese pian piano, fino ad illuminare le pietre attorno a Clio.
La luce, sebbene debole e incerta all'inizio, poco a poco riuscì a squarciare quel denso velo di tenebre che, fino ad un attimo prima, aveva avvolto ogni cosa.
La ragazza allora tornò a vedere ciò che la circondava e intravide anche le sagome di Masan, Solder e Wako poco distanti da lei.
“Una torcia...” disse il professore “... ottimo, Clio!”
“Possiamo continuare.” Fece Solder.
“Dia a me la torcia...” avvicinandosi Masan a Clio “... così potrò precedervi tutti... mi sentirò più sicuro a sapervi dietro di me...”
Così ripresero a percorrere quella galleria.
Camminarono ancora per un po', con Masan a guidare il gruppo, seguito da Clio, poi da Solder e con Wako a chiudere il quartetto.
Il profondo silenzio di quell'ambiente era rotto solo dal rumore dei loro passi, che echeggiavano sulle pareti di pietra.
Ad un tratto però qualche altra cosa ruppe definitivamente quel silenzio.
Uno sparo.
“Casa è successo?” Voltandosi di scatto Masan.
Wako era alcuni passi più indietro, a terra in una pozza di sangue, mentre la pistola di Solder era ancora fumante.
“Perchè ha sparato a quell'operaio?” Fissandola Masan.
“Stava tornando indietro.” Rispose la donna senza tradire emozioni. “Ho sentito i suoi passi allontanarsi e mi sono voltata. L'ho visto scappare e gli ho sparato.”
“Perchè?” Fece Masan. “Che motivo c'era? Poteva andarsene, come hanno fatto gli altri.”
“Li abbiamo pagati.” Fissandolo la dottoressa. “E non mi andava di essere presa per i fondelli da questi dannati. Ha pagato lui per tutti.”
Masan scosse il capo.
“Si ricordi il nostro scopo.” Disse Solder. “Il motivo per cui siamo qui. Vuole assumersi lei la responsabilità se falliremo?”
Masan non rispose nulla.
“Sa, mi sembra un po' cambiato da quando è iniziato il nostro viaggio qui sotto...” continuò la dottoressa “... non vorrei che qualcosa possa distoglierla dal nostro scopo...” e lanciò un'occhiata verso Clio.
Masan continuava a restare in silenzio.
“Proseguiamo allora.” Aggiunse la donna.
Così Masan riprese il cammino e fece cenno a Clio di seguirlo.
Solder chiudeva il terzetto.
Guisgard
04-06-2013, 03.20.57
“Sa...” disse Guisgard a Talia “... quando Lancillotto incontrò Ginevra, ella non rivelò il suo nome... disse soltanto di essere diretta al matrimonio di re Artù e della regina Ginevra... lui non chiese altro... si propose come suo campione e la liberò dal cavaliere che l'aveva rapita...” fissò la ragazza e sorrise “... e se devo dirla tutta... pagherei che lei fosse il demone...” rise “... non si spaventi... vede, si narra che un demone perseguiti la mia famiglia... ma se avesse il suo aspetto non sarebbe poi tanto male.” Le fece l'occhiolino. “Già, dimenticavo... mi preferisce quando non faccio il pagliaccio...” inserì la marcia successiva e l'auto aumentò di velocità “... le propongo un patto... lei non tenterà di uccidermi ed io non la lascerò per strada... ci sta?” Sorrise ancora. “E magari prima o poi mi rivelerà davvero che genere di mestiere fa... così potrò comprendere la sua eccitazione ed i suoi timori nel raggiungere quella città...”
Ad un tratto cominciò ad apparire in lontananza una montagna che dominava l'intero scenario.
“Ecco il Monte Taburn...” indicò Guisgard “... Sant'Agata di Gothia si trova sull'altro versante, dove si intravedono quelle eliche per l'energia eolica, le vede? Noi invece raggiungeremo le pendici orientali del monte... lì troveremo un piccolo aeroporto... noleggeremo un aereo e giungeremo in breve nel nido dei falchi... ovviamente per lei, al ritorno, passeremo per Sant'Agata di Gothia.”
E dopo circa una mezz'ora, la porsche raggiunse il piccolo aeroporto.
Chantal
04-06-2013, 11.51.38
"Buongiorno, Matilde!" Accolsi la donna sorridendo "ha dormito bene? Oh, non badi alla mia stanza, me ne occuperò io più tardi.."
La seguii per le scale. "Sa, mi sono alzata all'alba stamane ed ho passeggiato nel frutteto, c'è tanta frutta matura.. se ne potrebbero fare marmellate, o pesche sciroppate.." mi guardavo ancora intorno in quell'ambiente tutto nuovo e tutto da scoprire, " ed ho anche visitato la piccola aia in fondo, quella ai confini con l'altra proprietà, sa dirmi chi sono i nostri vicini? Sembrano brave persone."
Lei mi ascoltava e mi rispondeva amabilmente e pazientemente, quasi come se a parlarle fosse una bambina eccitata. Forse lo ero.
"Sapesse, ho indossato quei grossi stivaloni di gomma che ho trovato nel box per gli attrezzi da giardino, ho seguito le galline fino al pollaio e lì ho raccolto quattro uova freschissime, desidero subito preparare uno zabaione per mio padre."
Intanto stavamo attraversando il salone.."le piace lo zabaione, Matilde?" Le domandai "Ovviamente.. avrei piacere che sedesse a tavola con noi per la colazione, vedrà, la sorprenderà preparato alla francese."
La donna mi guardava incuriosita.. "Sa che anche i vicini mi guardavano così? Proprio come sta facendo lei..Sì, due anziani signori affacciati al loro balcone che si stupivano a vedermi rincorrere la chioccia, dovevo essere davvero buffa con quella clamide immacolata, la vestaglia con tutti quei volants smossi dall'aria, slacciata e svolazzante, e quei grossissimi stivali da campagna ai piedi."
La donna rise.
"Potrei domandarle una gentilezza, Matilde? Una cortesia da parte sua.. mi aiuterebbe a preparare dei dolci da distribuire a tutti i vicini? Per presentarci e dimostrarci con loro amichevoli, non credo che mio padra abbia ancora avuto il tempo di intraprendere rapporti e socializzare con loro, pertanto, vorrei pensarci io, dunque..e vorrei conoscere tutti loro, anche chi vive ai confini della stradina.. crede di potermi sostenere? Ovviamente, nel rispetto dei suoi impagni.."
Intanto l'avevo seguita in cucina, stavo già preparando il bagnomaria per lo zabaione quando mio padre ci raggiunse.
"Buongiorno, come va con quella spalla? Deve essere l'umidità di questi giorni.." Lo salutai e gli sorrisi.
Indossava ancora la sua giacca da camera di un bordeaux molto elegante e dal collo di raso. Sul taschino spiccavano due viole ricamate tono su tono e sotto le sue iniziali.
Era stato un dono della mamma, era solito indossare quella giacca, stringersi in essa e tenersi caldo, nonostante fosse molto usurata.
Mi intenerii a guardarlo.
Così gli andai incontro e silenziosamente gli adagiai nel taschino una camelia, lasciandola appena traboccante, ne avevo colte alcune per adiagiarle nel piattino del pane come segnaposto per ciascuno.
Avevo apparecchiato anche per Matilde.
Qualche minuto dopo, infatti, sedevamo a tavola in una grande sala da pranzo, lo zabaione caldo e aromatizzato di vaniglia inondava l'ambiente di profumi antichi ed avvolgenti.
Avevo disposto al centro della tavola il mazzolino di rose portato con me dal viaggio, era ancora fresco, e dei tralci di ederina si calavano dal vaso, sinuosi, fino ad avvolgere i calici. Le frittelle preparate da Matilde conferivano opulenza ma anche un tocco di familiarità a tutto il resto. Si respirava accoglienza, semplicità e.. dolcezza.
Lasciai che mio padre ultimasse la sua colazione, e quando fu in piedi lo raggiunsi.
"Aiuterò Matilde a sparecchiare, poi.."guardando alla porta che dava sul salone "le domanderò di riporre quei due ritratti in soffitta, o in cantina.. non desidero che stiano lì, non occorre che occupino più un posto di rilievo in questa casa."
Varcai la soglia e, servendomi di una sedia li raggiunsi e li staccai dalla parete, mio padre mi guardava, tuttavia non mi fermò.
Ne fui lieta e rasserenata.
"Noi, fortunatamente, non siamo imparentati con l'arciduca, e non discendiamo neppure da questi luoghi.. noi apparteniamo al mare.. alla costiera.. sì, alle meravigliose costiere della penisola che separa i due golfi, pertanto.. quei ritratti per me non sono altro che due quadri che ritraggono due nobili a noi sconosciuti, null'altro.."
Mio padre mi guardò serio, forse anche con severità.
Mi accorsi per un momento che 'stavo dettando legge'. Mi sorpresi. E compresi che non fosse necessario, dato che non sarei rimasta in quella casa per sempre, anzi, presto sarei stata richiamata lì dove ero attesa, dove mi sentivo più completa nei miei panni di donna.
Anche se mio padre non voleva accettare che fossi una donna già da un po'.
Tanto meno quella semplicità che avevo scelto come filo conduttore della mia vita.
Forse, i genitori non lo accettano mai, credendo e ritenerdo i figli sempre piccoli e desiderando il meglio per loro.
Non era da biasimare per questo.
"E poi.." ripresi.." quel posto.. il posto sulla parete dell'ambiente più importante e più vissuto della casa spetta a voi, papà, ora siete voi il re di questa casa.."
Accennò un sorriso tra il tenero ed il compiaciuto.. "Conoscete il proverbio.." aggiunsi " ..a casa sua ciascuno è re.. "
Attesi in silenzio, infine conclusi: "Ci starà benissimo il ritratto di famiglia a sovrastare questa parete, quello che fu commissionato per l'anniversario con la mamma, quello in cui ci siamo tutti.." il tono della voce si smorzò piano.."tutti.." andando spegnendosi in un sussurro, con quella dolce malinconia che dagli occhi scivola sul cuore..
Qualche istante di silenzio ancora, poi, lo vidi protendersi verso di me.. "Ve lo impedisco, sapete.." dissi con gli occhi lucidi e accennando un sorriso per sdrammatizzare.."Vi impedisco di abbracciarmi, adesso, o.. oppure.. finirà che scoppio in lacrime e vi renderò responsabile.."
Ero schiva, sempre restia alle effusioni, e rifuggivo sovente le manifestazioni d'affetto.
Il ricordo della mamma, del resto, ancora ci rattristava.. ancora.. dopo tanti anni.. e ci univa sempre più.
Allora compresi che mio padre cercasse quell'abbraccio molto più di me, e mi lasciai andare, stringendolo forte forte a me.
Affidai i ritratti alle mani ed alle decisioni di Matilde, ella li avrebbe riposti dove meglio credesse.
Mio padre si accomiatò da me visibilmente sereno.
Sparecchiai da sola, così,con alcuni pensieri che affioravano senza che cercassi in alcun modo di sfuggire loro.
Non mi turbavano, tutt' altro.. mi sfioravano dolcemente.
Alla fine raggiunsi l'ingresso, mi curai di prelevare un cappellino che tenesse i capelli raccolti e in ordine, presi il cappottino di lana tweed e me lo poggiai sul braccio, ed attesi che mio padre fosse pronto, ammirandolo aggiustarsi l'uniforme davanti allo specchio.
Non sapevo se saremmo stati raggiunti da una macchina o mio padre avesse preferito prendere un'auto per sè, lo avrei accompagnato comunque per un po' fino al più vicino emporio dove avrei reperito il necessario destinato alla preparazione dei dolci per i vicini.
Mi accostai alla finestra, scostai appena con le dita la tendina, pioveva di nuovo.
Pioveva come al mio arrivo, e i toni del mattino prendevano a smorzarsi proprio come il sole nel dolce tintinnio dell'acqua sulle foglie del giardino, mentre le piccole e trasparenti gocce sul vetro luccicavano e mi impensierivano, generando in me sensazioni fluttuanti tra l'essere incantata e desolata.
Dapprima fu solo una piccola scintilla ma poi, con mio grande sollievo, la torcia si accese e illuminò la piccola galleria.
La diedi a Masan con un cenno di assenso, e lo seguii.
Dopo qualche passo, di colpo, mi fermai.
Uno sparo.
"Non ti muovere, ragazzina..".
Una voce aspra e tagliente alle mie spalle.
Mi si gelò il sangue nelle vene, potevo sentire l'acciaio freddo contro la mia nuca.
"La borsa.." grugnì l'uomo.
Chiusi gli occhi, cercando di restare calma, di concentrarmi sul mio respiro.
Ma non ci riuscii, la paura ed il terrore si erano impossessati di me.
Ero come paralizzata.
"Ho detto.. la borsa.." ripetè, premendo con forza la pistola contro la mia tempia.
Possibile che nessuno si accorgesse di nulla?
Lentamente, riuscii a sfilarmi la borsa dal braccio, lui la afferrò con forza.
Chinai il capo, sperando che se ne andasse.
Ma non lo fece.
"E quella?" disse sfiorando con la pistola la mia catenina d'oro "Dammela, avanti..".
Sbarrai gli occhi: non potevo permetterlo.
Tenevo a quella catenina enormemente, ma sapevo bene di non avere scelta.
Portai le mani al collo e feci scorrere il sottile filo d'oro finchè non mi ritrovai tra le mani il fermaglio.
Lo slacciai, tra le lacrime.
"Lasciala stare.." urlò qualcuno che sembrava essere molto vicino.
"Mi hai sentito, bastardo? Lasciala stare!".
Non seppi mai che cosa accadde realmente.
Mi ritrovai a terra, spinta dall'uomo che mi aveva rapinato, incapace di muovermi, tremante.
Li sentii lottare.
Poi, uno sparo.
Subito pensai che mi avesse colpita, ma erano soltanto il terrore e l'angoscia a tenermi inchiodata a terra.
Vidi l'uomo raccogliere la borsa e fuggire via.
Avrei voluto alzarmi, inseguirlo, avrei voluto urlare, piangere gridare.
E invece restai immobile, paralizzata.
Ciò che mi destò da quello stato fu un grido, un grido disperato.
Era una donna, ma era dietro di me e io non potevo vedere il suo volto.
Dopo lo sparo, e soprattutto dopo la fuga del malvivente, molta gente si era avvicinata, ed ora osservava la scena, inorridita.
Dovevo alzarmi, sapevo di doverlo fare.
Non ero ferita, perchè non riuscivo a muovermi?
"Stai bene, piccola?" disse una voce gentile di donna "è finita, tranquilla.. va tutto bene..".
Il suono di quella voce era così rassicurante che riuscii ad alzare lo sguardo per guardarla.
Era una signora di mezza età, con un profumo molto dolce ed un rossetto troppo rosso, ma con degli occhi che ispiravano fiducia.
"Ce la fai ad alzarti?" disse dolcemente.
Anuii, in qualche modo.
Lei e un'altra signora mi rimisero in piedi.
Fu allora che lo vidi.
Il ragazzo che mi aveva difeso se ne stava lì, disteso a terra, in una pozza di sangue.
Si chiamava Mark.
Sobbalzai, per la sorpresa, ma restai impassibile.
Masan si voltò di scatto e, per un momento, potei osservare i suoi occhi da vicino, alla luce della torcia. Notai che avevano una luce davvero particolare.
Andiamo… ti sembra il momento di pensare a sciocchezze del genere, Clio?
Poi, mi voltai verso Solder.
Lanciai una rapida occhiata all'operaio, e recitai in silenzio un'antica preghiera per la sua anima.
Come si fa a morire così?
Guardai Solder negli occhi, senza tradire alcuna emozione, e abbassai lo sguardo quando rimproverò Masan.
Davvero era cambiato? Non osavo immaginare come fosse prima.
Mi rimisi in marcia, in silenzio.
Non potevo non pensare a quello che aveva detto: la missione, la responsabilità del fallimento.
Cosa c'era sotto quegli scavi?
Era ormai ovvio che la ricerca non ne era il fulcro. Ci doveva essere qualcos'altro. Ma non mi sembrò utile fare domande.
Io, infondo, ero soltanto una consulente, non avevo responsabilità.
Almeno così credevo.
Talia
04-06-2013, 16.01.33
Risi appena a quelle parole...
“Beh, mi sembra una proposta ragionevole...” dissi “Io non tento di ucciderla e lei non mi abbandona in mezzo al nulla... sì, davvero ragionevole...”
Sorrise ancora. “E magari prima o poi mi rivelerà davvero che genere di mestiere fa... così potrò comprendere la sua eccitazione ed i suoi timori nel raggiungere quella città...”
Ad un tratto cominciò ad apparire in lontananza una montagna che dominava l'intero scenario.
“Ecco il Monte Taburn...” indicò Guisgard “... Sant'Agata di Gothia si trova sull'altro versante, dove si intravedono quelle eliche per l'energia eolica, le vede? Noi invece raggiungeremo le pendici orientali del monte... lì troveremo un piccolo aeroporto... noleggeremo un aereo e giungeremo in breve nel nido dei falchi... ovviamente per lei, al ritorno, passeremo per Sant'Agata di Gothia.”
Fissavo quella montagna avvicinarsi rapida.
L’auto filava morbida e regolare lungo la stradina che serpeggiava, seguendo l’andamento della campagna... il vento mi faceva volere i capelli e quel debole sole primaverile mi accarezzava la pelle sul viso...
La nostra destinazione si avvicinava...
l’aeroporto, poi il monte...
e poi?
Sant’Agata?
Mi chiesi se volessi davvero raggiungere la città di Sant’Agata di Gothia...
“Scrivo!” dissi ad un tratto, dopo quel lungo momento di silenzio, osservando la campagna correre intorno a noi “Il mio mestiere, dico... io per lavoro scrivo... scrivo romanzi, principalmente. Ne ho scritti tre, fino ad oggi... beh... fino ad un anno e mezzo fa, veramente... poi non ho scritto più!”
Tacqui per qualche momento...
“L’ultimo...” ripresi poi a dire, voltandomi a guardarlo “L’ultimo era un romanzo storico, ed era ambientato da queste parti, tre le altre cose... a Capomazda, in parte... e soprattutto Sant’Agata di Gothia...”
Sorrisi debolmente...
“Una bella coincidenza, no?”
Esitai per un momento...
“E forse è per questo che sono venuta a Capomazda... perché quando si legge e si scrive tanto a lungo e tanto diffusamente di un certo luogo, di determinati fatti e di persone che ci hanno preceduti, poi vi si resta in qualche modo legati... se ne resta vittime... e si ha bisogni di... si ha bisogno di visitare quei luoghi di persona...” sospirai appena “Carl, il mio editore, crede che sia una pazzia... crede che dovrei voltare pagina, cavalcare l’onda del successo e non perdere tempo dietro ai fantasmi di un passato lontano... non lasciare che quei fantasmi mi suggestionino, mi condizionino... E forse... forse, in parte, ha anche ragione... in parte...”
La mia voce calò lievemente ed io tacqui per qualche istante.
Poi, come rendendomi improvvisamente conto di aver parlato troppo, sorrisi, vagamente in imbarazzo...
“Beh... mi ha smascherata, infine!” dissi, con la voce di nuovo alta e scherzosa “Ora conosce il mio torbido segreto: sono una scrittrice!”
La macchina raggiunse in quel momento il piccolo aeroporto... rallentando appena, varcò il cancello e procedette verso un vetusto hangar.
elisabeth
04-06-2013, 16.39.22
Gem era provato....ma io ...io no...io ero intatta......mi scostai da lui e mentre mi raccontava del'accaduto lo guardavo sempre con più distacco.......Ingrid era morta ..il Dottor...come si chiama, non aveva importanza erano finiti chissà dove, impossibile......." Gem...se questo e' uno scherzo..credetemi e' di cattivo gusto.......o siamo tutti morti..o siamo tutti vivi.......io...io...non volevo morire ...nessuno lo voleva, in questa stramaledetta storia........il fuoco..si grazie era caldo, la stanza perfetta....io e lei ci siamo assopiti....accidenti Gem...per aver superato quell' impatto senza renderci conto di nulla.....noi eravamo in trance....e non e' possibile.....i bucaneve...i bucaneve alla Madonna.....ma perché lei ha scelto noi e non anche gli altri........".......mi sedetti a terra.....con le spalle alle pareti , tolsi le scarpe....e piegai le gambe appoggiando la mia testa sulle ginocchia..........voltai il capo e guardai Gem..li' davanti a me......." Bene cosa farebbero due persone come noi.......ve lo dico io...nulla.....non ho voglia di fare nulla........Liam avrà previsto anche questo ?......forse lui e' cosi' grande che sa già dove ci troviamo......"......alzai il capo e risi forte...risi talmente forte che si tramutò in urlo.............l'eco...l'eco delle mie urla e il silenzio....il silenzio rotto dallo scrosciare della pioggia....e il crepitio del fuoco
Altea
04-06-2013, 17.07.56
Lo guardai con calma e freddezza, mi sedetti per un attimo...quello sarebbe stato tradire la gentilezza di Julien, mentre lo guardavo sorridere..però mi rendevo conto pure che si doveva fare qualcosa e l'uomo che incontrammo a casa di Julien era ambiguo e un tipo forse pericoloso..ricordavo ancora il volto contratto e stranito di Julien, forse dovevo vedere questo fatto al contrario, ovvero scoprire chi era quello strano individuo..."Dunque" dissi mentre distrattamente e nervosamente presi senza accorgermene una sigaretta dal pacchetto e ne accesi una "prima di tutto non sono per nulla interessata fisicamente a voi..o a te..diamoci del tu...te lo concedo" e gli sorrisi enigmaticamente "e poi d'accordo, ti presenterò come un amico di Università, dirò a Josephine di non raccontare nulla...ok?" e messa in bocca la sigaretta iniziai a tossire pesantemente e spensi subito la sigaretta...che diamine stavo combinando? Tutta colpa di questa dannata situazione, ma io non ero venuta qui a studiare e ora mi trovavo con un investigatore privato.
Guisgard
04-06-2013, 21.09.23
“Le coincidenze non esistono...” disse Guisgard all'improvviso “... così dice qualcuno e a Capomazda, da sempre, ciò è stato preso come un dogma...” fissò Talia e sorrise “... una scrittrice... mi piace!” Esclamò. “Trovo che gli scrittori siano i più grandi sognatori. Forse perchè hanno il potere di rendere i loro sogni alla portata di tutti... donare sogni è forse il pregio più bello... solo gli innamorati ci riescono. Ma forse voi scrittori un po' lo siete. Non so, ma ho sempre pensato che per scrivere qualcosa di bello, come scolpire una statua meravigliosa o dipingere un quadro sublime, bisogna essere innamorati. L'amore è la più grande forma d'ispirazione credo.” Guardò ancora la ragazza. “Ma mi ha incuriosito una cosa di ciò che ha detto... fantasmi... quali fantasmi? Ho idea che non sia stato solo un modo di dire il suo...” sorrise ancora “... mi perdoni se faccio tanto domande, ma ho sempre pensato che uno scrittore non chiedesse altro che parlare continuamente delle sue opere e di conseguenza anche un po' di sé...” poi rise di colpo “... a meno che, visto che ora conosco il suo segreto, lei non penserà di eliminarmi... però, sembra la trama di un romanzo... immagini... lei è il demone famoso che perseguita i Taddei... si muta in donna, una bellissima donna, col solo scopo di trovarmi e continuare la maledizione... manca solo un colpo di scena... non so... magari di me che mi innamoro di lei...” e le fece l'occhiolino “... e non è detto che stia facendo il pagliaccio ora...”
Giunsero così all'aeroporto, fino poi a raggiungere un vecchio hangar.
Scesero dall'auto e si avvicinarono alla porta di un piccolo ufficio.
“E' permesso?” Bussando Guisgard. “C'è qualcuno?” Entrando, sempre seguito da Talia.
“Chi cercate?” Chiese una donna che puliva a terra.
“Vogliamo noleggiare un aereo...” fece Guisgard.
“Allora dovete parlare col vecchio Flint.” Disse la donna.
“Non possiamo trovarlo?”
“Sarà lui a trovare voi.”
“Interessante...” mormorò Guisgard “... e come accadrà?”
“Andate allo spaccio dei piloti.” Rispose la donna. “Verrà lui da voi.”
“E' forse un veggente?”
“No, solo un affarista.” Sbottò la donna.
Così, Guisgard e Talia raggiunsero lo spaccio.
Presero un tavolo ed ordinarono da bere.
“Pittoresco quaggiù, vero?” Rivolgendosi Guisgard a Talia. “Sembra il prologo di un romanzo vecchio stile, di quelli coloniali...”
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Guisgard
04-06-2013, 21.15.53
Clio, Masan e Solder continuarono a penetrare in quella galleria che sembrava senza fine.
Si sentivano solo i loro passi e il rumore della torcia che si consumava.
“Da quanto” disse Solder all'improvviso “stiamo camminando?”
“Forse due ore...” rispose Masan “... forse tre...”
“No, sono molte di più...” replicò la donna.
Masan non disse nulla.
“E se fosse senza fine questa galleria?”
“Cosa c'è, dottoressa?” Chiese Masan. “Vuole ritornare indietro? Come quegli operai?”
“Non lo farei mai.”
“Allora cerchi di non sprecare fiato...” mormorò Masan “... l'aria potrebbe cominciare a diminuire e parlando ne consumiamo di più...”
“Cerca di spaventarmi?”
“No...” scuotendo il capo Masan “... del resto è armata e ha dimostrato di saperla usare bene quella pistola...”
“Si...” annuendo Solder “... come lei sa usare la sua spada... la sua amica dottoressa” facendo segno verso Clio “sa di questa sua abilità? Di come sa tirare di spada? O crede che sia bravo solo con i libri? Non conosce tutti i suoi segreti, vero?”
“La smetta...”
“Come dice il Maestro?” Sorridendo Solder. “E' sciocco affezionarsi a ciò che non ci occorre...”
Masan non rispose nulla.
Ad un tratto però si fermò di colpo.
“Guardate!” Indicando la galleria. “C'è qualcosa in fondo! Una luce! C'è una luce!”
Guisgard
04-06-2013, 21.28.57
Prima che Matilde portasse via i due ritratti, il padre di Chantal si fermò per un momento a guardarli.
“Robert de' Taddei” disse “era un uomo molto particolare. Di umore instabile, intollerante su molte cose e radicato a vecchi pregiudizi. Lo conobbi giovanissimo, quando insieme frequentavamo l'accademia militare. Non era un'ipocrita. Non faceva nulla per nascondere il fatto di essere stato raccomandato. I Taddei accedevano per diritto in quell'accademia. Era stato un loro antenato ad averla fondata cinque secoli fa. Ma noi tutti sapevamo che lui sarebbe stato preso comunque. I Taddei, diceva sempre, due cose sanno fare... la guerra e l'amore. Ed era vero. Amò molte donne...” guardando l'altro ritratto, quello della donna “... ma solo lady Beatrice fu il suo grande amore... una volta mi parlò della secolare guerra che da sempre ha diviso Capomazda e Sygma... sai perchè combattiamo? Mi chiese. Per la terra? Per le risorse? Per il potere? No... noi vogliamo conquistare Sygma per un solo motivo... perchè lì sono nate le donne che abbiamo amato... le uniche... ” fece un cenno a Matilde e la cameriera portò via i ritratti. “Piove di nuovo...” mormorò poi l'uomo “... ma questa campagna è bella anche così...” guardò poi Chantal “... appena smetterà di piovere usciremo per una passeggiata...” ma solo in quel momento l'uomo si accorse di qualcosa alla parete.
Dietro ad uno dei ritratti, infatti, c'era una cassaforte a muro.
Non prevedeva la combinazione, ma si apriva con una chiave.
“Non mi ero mai accorto che lì ci fosse una cassaforte...” stupito il militare “... mi chiedo cosa possa contenere... e soprattutto... dove possa essere la chiave...”
Guisgard
04-06-2013, 21.37.58
Gem si avvicinò ad Elisabeth e la schiaffeggiò forte.
“Si calmi.” Disse poi guardandola. “Si calmi. Si, forse i suoi amici sono morti, ma noi no. Io sono stato pagato per condurvi a Sant'Agata di Gothia e poi di nuovo a Capomazda. Sani e salvi. E se ora siamo rimasti solo in due, io non verrò meno al mio compito e la riporterò a casa sua sana e salva.” La fissò per un lungo momento. “Siamo vivi... noi due... chiaro? Non so perchè. Non so perchè gli altri no e noi invece si. E sinceramente neanche mi interessa. Preferisco usare la testa per trovare il modo di tornare da dove siamo venuti. E se lei riuscirà a restare lucida, allora magari avremo due cervelli su cui poter contare. E da ciò che so, il suo non è niente male.” Si alzò e sistemò il fuoco nel camino. “Per prima cosa dobbiamo capire dove siamo e a chi appartiene questa casa di legno.”
Era un ambiente molto caratteristico, con un gusto vecchio stile.
Guisgard
04-06-2013, 21.42.36
“Ottimo.” Disse Daiz ad Altea. “Mi piace questo tuo spirito d'avventura. Vedi che sei tagliata per fare l'investigatrice?” Sorrise. “Quanto poi al tuo essere o meno interessata a me... beh, dammi un po' di tempo e almeno una possibilità... sai, con le donne faccio faville... ah, a proposito... non se guardi i film gialli e i noir... ma solitamente lì le assistenti degli investigatori sono sempre molto seducenti... quindi ti consiglierei di aggiornare il guardaroba, bellezza... gonna corta, scarpe alte e roba simile, così da perdere quest'aria da studentessa che ti porti addosso...” le fece l'occhiolino “... beh, ora direi di andare dalla tua amica psicologa e mettere in atto il nostro piano, bellezza...” E presa l'auto, si recarono a casa di Julien per scoprire l'identità di quel misterioso ed inquietante paziente.
Altea
04-06-2013, 22.02.06
Mi osservai da capo a piedi...jeans stretti, scarpe con tacco alto, camicetta moderna...cosa vi era di strano nel mio look? Voleva trasformarmi in una specie di fatalona?
Non risposi nemmeno, salimmo in macchina, la Mercedes sfrecciava veloce o forse era la corsa spericolata di Daiz...e in breve ci trovammo di fronte alla villa antica.
Entrammo e Julien era in cucina, feci l'occhiolino a Daiz e con un dito in bocca gli feci cenno di lasciar parlare me...e cosi presentai Daiz come compagno di studi appena conosciuto alla Università, lo lasciai in cucina mentre mi diressi furtiva verso la camera di Josephine che fortunatamente si trovava in camera.
Chiusi accuratamente la porta e mi avvicinai a lei che mi guardava con aria sospettosa..."C'è Daiz in cucina e sta parlando con Julien, ho detto a lei che è un mio amico di studi alla Università Cattolica e mi raccomando fai finta di non conoscerlo...non fare domande per favore, ci sarà un motivo ragionevole perchè te lo chiedo".
elisabeth
04-06-2013, 22.02.35
Due sonori schiaffoni......rimasi rimbambita a guardare Gem.....misi le mani sulle guance.....mi bruciavano.....mi alzai da terra e rimasi ad ascoltare Gem....eravamo vivi , questo avevo compreso......ero scalza....lasciai lui attizzare il fuoco......e intanto guardavo fuori dalla finestra......sembrava ci fosse un parco...un giardino ...forse un bosco...non riuscivo a comprendere...pioveva troppo.....Quella stanza era grande...il legno era lucido......curato, quella casa non era abbandonata......" Gem...da dove siete entrato.....non riesco a rendermi conto se la casa sia tutta questa.......o ci sia qualche altra cosa, togliendo il fatto che piove maledettamente....e non riusciremo neanche ad usciremo da qui.......il mio cervello.......dovete avere pazienza, ho subito dei cambiamenti.....senza che qualcuno avesse avuto la bontà di raccontarmi cosa mi stesse succedendo.....mi dite che dovete portarmi da un posto all'altro.....perché.....?.....voi sapete cosa dovrei fare.......perché mi trovo qui ........Gem .....siete l'unico porto sicuro.....ho bisogno di certezze......come faccio a ragionare....come faccio a darvi una mano......voi sapete Gem forse e' arrivato il momento di sapere chi siete...e non siete solo un pilota di scatolette....."......Mi ....misi davanti a lui..e decisi di ascoltare....e ad uscire da quel grande caos
Un sorrisetto divertito mi si piazzò sul viso.
Decisamente, Solder mi stava sempre meno simpatica.
Non sopportavo il modo in cui mi trattava, come se fossi una scolaretta ingenua e spaurita.
Più parlava, e più mi insospettivo.
Il maestro? Il maestro di che cosa?
Si che me ne ha parlato, simpaticona.. anche se non ne era mica obbligato.. nemmeno ci conosciamo.. del resto, tu non sai che potrei atterrarti a mani nude, se volessi, cara...
Mi morsi la lingua per non controbattere.
Era dietro di me, e volevo evitare che mi sparasse alle spalle.
Ma, in cuor mio, cominciai a sperare che le cose precipitassero prima o poi.
Sarebbe stato divertente gonfiarle la faccia di botte.
Non amavo le armi da fuoco, erano così asettiche, impersonali, e.. terribilmente moderne.
Il mio coltello poteva essere altrettanto rapido e pericoloso.
Sbuffai.
"Signori, smettetela di bisticciare, su.. abbiamo del lavoro da sbrigare.." dissi dura e tagliente, guardando i due archeologi.
Per un momento, i miei occhi trovarono nuovamente quelli di Masan, e vi restarono per alcuni istanti, indagatori.
Cosa mi stava nascondendo? Cosa si celava dietro quella strana luce? Di quali segreti parlava Solder?
Il mio sguardo diceva questo e molto altro.
Annuii quando vidi la luce, sorridendo appena.
Ci rimettemmo in marcia e, dopo un tempo indefinito, la raggiungemmo.
Talia
05-06-2013, 01.44.37
Lo osservavo parlare mentre l’auto, varcando il cancello, diminuiva l’andatura...
lo osservavo e non potevo non chiedermi quanto scherzo e quanta serietà vi fosse nelle sue parole...
eppure quella domanda, sui fantasmi...
era acuto, pensai...
era molto acuto.
Gli sorrisi a quella domanda, ma non risposi.
In quel momento la macchina giunse di fronte all’hangar e scendemmo...
Scesero dall'auto e si avvicinarono alla porta di un piccolo ufficio.
“E' permesso?” Bussando Guisgard. “C'è qualcuno?” Entrando, sempre seguito da Talia.
“Chi cercate?” Chiese una donna che puliva a terra.
“Vogliamo noleggiare un aereo...” fece Guisgard.
“Allora dovete parlare col vecchio Flint.” Disse la donna.
“Non possiamo trovarlo?”
“Sarà lui a trovare voi.”
“Interessante...” mormorò Guisgard “... e come accadrà?”
“Andate allo spaccio dei piloti.” Rispose la donna. “Verrà lui da voi.”
“E' forse un veggente?”
“No, solo un affarista.” Sbottò la donna.
Così, Guisgard e Talia raggiunsero lo spaccio.
Presero un tavolo ed ordinarono da bere.
“Pittoresco quaggiù, vero?” Rivolgendosi Guisgard a Talia. “Sembra il prologo di un romanzo vecchio stile, di quelli coloniali...”
Lo fissai e sorrisi appena...
“Il prologo di un romanzo stile coloniale?” dissi, mentre un ampio ed involontario sorriso mi increspava le labbra “Oh, no... no, direi piuttosto di uno di quei vecchi film avventurosi... di quelli in bianco e nero...”
Lo scrutai per un momento...
“A lei piacciono quei vecchi film, vero? Quei vecchi film nei quali l’eroe ha il cavallo bianco ed è senza paura... sì, credo che sia il tipo di persona cui quei film piacciono...”
Lo guardai ancora per un istante, sorridendo appena, poi mi guardai intorno...
“Però ha ragione...” soggiunsi “E’ pittoresco, qui... molto!”
Guisgard
05-06-2013, 02.11.57
“Potrei raccontarvi la storia della mia vita” disse Gem ad Elisabeth “ma che importanza potrebbe avere ora? Sono un ex pilota militare e oggi mi guadagno da vivere con voli per privati cittadini. Conosco Liam da tempo e lui mi ha chiesto di accompagnarvi in questo viaggio. Altro non so. E' ovvio che deve trattarsi di qualcosa di importante... intuirlo non è difficile, ma non conosco molto più di voi da quanto mi sembra di capire... ecco, ora ognuno sa cosa l'altro conosce di questa storia... ma ciò che conta adesso è capire dove siamo...” si guardò intorno “... sono entrato per quella porta. E' l'unico ingresso di questa casa. In verità credo si tratti di una sorta di rifugio, almeno credo... è arredata in maniera particolare... penso siano mobili molto antichi... probabilmente è fatta per turisti o qualcosa del genere...” si alzò e cercò nella credenza di quercia accanto al camino “... piatti di peltro... bottiglie di vino senza etichette... e qui cosa abbiamo? Fagioli secchi e ceci tostati e messi in un barattolo... non c'è che dire... il proprietario ha voluto dare a questo posto un'atmosfera vecchio stile... d'altra epoca direi... mancano anche le lampadine, persino la corrente elettrica... infatti bisognerà accendere queste candele per poterci muovere nell'unica stanza, sebbene molto grande, di questa curiosa casa...” e accese alcune di quelle candele.
Guisgard
05-06-2013, 02.21.52
Josephine restò sorpresa ed incuriosita da quelle parole di Altea.
Ma fece come le aveva chiesto l'amica e non domandò nulla.
“Cerca solo di non metterti nei guai...” disse poi.
Intanto Daiz era con Julien in cucina.
“E mi dica...” fece la psicologa “... quale è il campo dei suoi studi?”
“Lo stesso di Altea.” Rispose lesto l'investigatore.
“Lei è di Capomazda?”
“No, sono qui proprio per motivi di studio.”
“Capisco.”
Daiz annuì sorridendo.
“E' molto amico di Altea?”
“In realtà” disse lui “siamo molto più che amici noi due... si, decisamente...”
“Ah, non immaginavo.” Sorridendo Julien. “Anche perchè lei è giunta da poco qui a Capomazda City.”
“Eh, lei sa che l'amore non conosce Tempo...” sospirò Daiz “... basta un attimo infinitesimale per sbocciare e diffondere il suo profumo eterno ed inebriante...”
“Molto poetico.”
“Cosa vuole...” con fare sicuro di sé lui “... la poesia è affine a noi spiriti innamorati...” e sorrise di nuovo.
Guisgard
05-06-2013, 02.41.48
Clio, Masan e Solder raggiunsero infine quella luce.
Proveniva da un antro laterale che si apriva nella galleria.
“Sembra la luce di una candela...” disse Solder a voce bassa.
Masan però le fece cenno di non parlare.
Allora, senza far rumore, si avvicinò all'ingresso di quell'antro, fino a sbirciare al suo interno.
“Salute a voi!” Disse una voce all'improvviso. “Cosa fate sulla porta? Entrate, prego!”
Masan restò sorpreso.
Poi si voltò verso Clio e Solder, facendo loro segno di seguirlo.
Entrò così nell'antro.
La piccola spelonca vedeva al suo interno alcune casse lungo le pareti di pietra, usate probabilmente come sgabelli, un crocifisso inchiodato su uno spuntone sporgente e sotto di esso un tavolo rozzo e rudimentale.
Sopra c'erano alcuni vecchi libri ed una candela su di una bottiglia.
Seduto a quel tavolo vi era un uomo attempato, ma robusto e vigoroso.
Indossava una sorta di lungo e consumato saio, stretto sui fianchi da una grossa cintura di cuoio.
“Ah, non siete solo!” Vedendo entrare, insieme a Masan, anche Clio e Solder. “Ho piacere! E' tantissimo tempo che ormai non vedo gente! E l'uomo, si sa, non è fatto per vivere da solo!”
http://www.wearysloth.com/Gallery/ActorsH/8281-3920.jpg
Guisgard
05-06-2013, 03.16.51
“Si, ha ragione...” disse Guisgard a Talia “... sembra più un vecchio film, di quelli in bianco e nero... quelli degli anni'30, con Clark Gable, Gary Cooper o Alan Ladd nei panni di aviatori e piloti senza paura, in avventure d'altri tempi con piglio epico e romantico... si, decisamente...” sorridendo appena e guardandosi intorno “... si, mi piacciono i vecchi film...” annuendo “... li trovo sofisticati e sognanti, con quel loro doppiaggio soffuso e gli intensi primi piani... ai divi di un tempo bastava la faccia per riempire un'intera scena... una posa, un'espressione... e poi il mondo, in quei film, era più grande e sconosciuto... i cattivi erano ovunque... Nazisti in Europa, Comunisti ad Est, Giapponesi nel Pacifico... e le donne erano tutte fatali e bellissime...” sorseggiò dal suo bicchiere “... lei un po' mi ricorda una diva di quei film...” fissando poi Talia “... si... una Grace Kelly o una Olivia de Havilland... o forse...” guardandola con attenzione “... forse c'è un'altra attrice che mi fa venire in mente lei... si, decisamente... lei mi ricorda molto...”
“Turisti...” all'improvviso una voce “... siete tutti uguali...” era un vecchio magro e dallo sguardo vispo.
“Siamo così prevedibili?” Fissandolo Guisgard. “Ammesso che siamo davvero turisti.”
“Lo siete, lo siete...” annuì il vecchio “... vi riconoscerei anche ad occhi chiusi... una birra!” Ordinò al banco.
“Immagino lei sia il signor Flint...” fece Guisgard.
“Immaginate giusto.”
“Beh, lo riconosco...” finendo il suo bicchiere Guisgard “... siete stato voi a venire da noi...”
“Siete le uniche facce nuove qui.”
“Pensavo che un aeroporto pullulasse di gente nuova.”
“Non qui.” Scuotendo il capo Flint. “Non ai piedi del Taburn...”
“E' così carente la vostra ospitalità quassù?” Sarcastico Guisgard. “O è solo colpa dei pregiudizi della gente?”
“Sono terre di confine e poco sicure.” Sbottò il vecchio. “E per qualcuno è sconcertante non vedersi accettare la propria carta di credito.”
“Pensavo invece che fosse inquietante arrivare qui con contanti dietro...”
“Mille Taddei subito.” Sentenziò il vecchio. “Il doppio al vostro ritorno.”
“Ci credo che vi ritrovate poi senza visitatori da queste parti...” sorridendo Guisgard “... avete uno strano modo di fare affari qui.”
“Volete un aereo, no?”
“L'idea era quella.”
“Bene...” annuì Flint “... sono tremila Taddei... mille ora, il resto dopo.”
“Beh, non mi da molte possibilità di contrattare...”
“Niente chiacchiere.”
“Però si è tradito, amico mio...”
“Io?” Incuriosito Flint.
“Si...” annuì Guisgard “... ha detto che qui non arriva mai nessuno... quindi se ora non accetto le sue condizioni, lei perde l'unica possibilità che ha di noleggiare uno dei suoi aerei...”
“E voi di salire sul Taburn in volo.”
“Magari siamo davvero turisti...” mormorò Guisgard “... quindi volare sul Taburn o sul monte Fuji non ci cambia più di tanto la vita... lei invece perde l'occasione di noleggiare finalmente uno dei suoi aerei, amico mio...”
Restai alquanto sorpresa di sentire una voce in quella galleria.
Non credevo che avremmo mai incontrato anima viva.
Ancor più mi colpì il tono gioviale dell'uomo.
Entrai con un timido sorriso nella spelonca, e mi guardai attorno.
In un istante, il tempo sembrava essersi fermato.
Osservai i libri sul tavolo, grandi tomi rilegati in pelle che acquistavano un colore particolare alla luce della candela.
Possibile che ci fossimo allontanati così tanto? Dove eravamo finiti?
Chinai lievemente il capo alla vista della croce.
Un luogo di culto è un luogo di culto.. Ciò che è sacro non va discriminato perchè non lo si condivide..
Mi voltai verso l'uomo che ci aveva accolto così amabilmente, e sorrisi.
"Salute a voi, buon'uomo.." dissi gentilmente.
Avevo parlato senza riflettere, ma poi quel dettaglio mi tornò alla mente.
Aveva dato del voi a Masan.. esistevano ancora persone che davano del voi?
Sorrisi.
Probabilmente era un dettaglio irrilevante, un'antica forma di cortesia.
"Anche per noi è una gioia vedere qualcuno, credetemi… Pensavamo di esserci sperduti nelle viscere della terra, abbiamo perso il conto delle ore quaggiù.." esitai "voi, sapreste dirci dove ci troviamo?" Guardai rapida Masan, sperando non mi contraddicesse "..o dove conducano queste gallerie?" sussurrai poi.
Altea
05-06-2013, 16.25.29
Stavo rientrando in cucina quando di nascosto ascoltai il discorso tra Julien e Daiz e sorrisi ironicamente...entrai con indifferenza afferrando una succosa mela dal portafrutta e addentandola fissai Daiz..."Sei sempre spiritoso Daiz" per poi rivolgermi a Julien.."Per caso ho sentito questi discorsi...il mio amico Daiz è un gran simpaticone, non vi è nulla tra noi non preoccupatevi Mrs. Julien, anzi, il professor Asevol ci ha dato un argomento abbastanza difficile da studiare e per questo egli è qui, per una reciproca collaborazione...ora andiamo a studiare" dissi facendo l'occhiolino a Daiz e spingendolo fuori dalla cucina.
Lo portai al piano terra dove si trovava lo studio di Julien.."Ma la vuoi smettere? Non sono per niente attratta da te...questo dovresti capirlo..e ora parliamo seriamente per cosa siamo qui...ecco questo è lo studio di Julien e la porta è pure socchiusa" e la indicai con la mano.
Guisgard
05-06-2013, 16.32.25
Il vecchio sorrise a Clio.
“Siamo nel cuore del Monte Ataima...” disse “... queste gallerie furono scavate secoli fa dai minatori... oggi sono perlopiù abbandonate ed io ne ho fatto il mio eremo... qui posso dedicarmi alla lettura e alle preghiere, ormai i miei unici piaceri... da quando è avvenuta la rivoluzione tutto è mutato in queste terre... si vive nel sospetto, nell'ansia, nella paura del tradimento... purtroppo il principe è responsabile di tutto ciò con la sua debolezza ed i suoi vizi... come si dice? Quando il principe è virtuoso, lo sono anche i suoi sudditi. E purtroppo qui non è così...”
Masan e Solder ascoltavano stupiti quell'uomo.
“Chi ha costruito la chiesa?” Domandò Masan.
“A quale chiesa vi riferite?” Chiese il vecchio.
“Quella di Sant'Agata di Gothia...”
“Sant'Agata di Gothia?” Ripetè il vecchio. “Mai sentita...” scuotendo il capo.
Talia
05-06-2013, 16.35.13
Osservavo alternativamente Guisgard e l’uomo di nome Flint, vagamente divertita...
avevo la netta sensazione che quella trattativa fosse lievemente fine a sé stessa... sapevano entrambi che si sarebbero accordati, eppure nessuno dei due sembrava aver voglia di cedere per primo...
Infine, sorrisi e sospirai appena...
“Il monte Fuji...” mormorai, rivolta a Guisgard “Oh, mi dicono che il monte Fuji sia delizioso in questa stagione... i ciliegi sono già in fiore a valle, mentre la vetta è ancora innevata... e con quegli stessi tremila Taddei potremmo comprare un biglietto per Tokyo ed andare a visitarlo... sarebbe delizioso! Sì, assolutamente delizioso!”
Tacqui per istante, continuando a fissare Guisgard con sguardo complice... poi mi voltai verso Flint...
“Tuttavia... lei è fortunato. Lo è, perché oggi siamo qui e a me va di salire su questo monte! Ammesso che il gioco valga la candela, ovviamente!”
Sorrisi gentilmente...
“Avrà cinquecento Taddei adesso...” soggiunsi poi, in tono lieve ma fermo “Ed altri mille al ritorno! Se il servizio sarà particolarmente di nostro gradimento, ne avrà mille e cinque al ritorno... vedremo!”
Li fissai entrambi e sorrisi...
“Bene...” dissi poi, accingendomi ad alzarmi senza badare alle loro espressioni “Adesso, visto che siamo tutti d’accordo, direi che possiamo andare!”
Guisgard
05-06-2013, 17.08.19
“Donna risoluta...” disse Flint a Guisgard, indicando Talia.
“Eh, lei non sa quanto...” alzandosi l'ultimo dei Taddei.
I tre così andarono nell'ufficio di Flint.
“Vi noleggerò il mio Pk V-29, un gioiellino... problemi?” Chiese Flint.
“Sono stato all'accademia aeronautica da ragazzino.” Rispose Guisgard. “Dovrei essere capace di far decollare quel suo gioiellino.”
“Mi occorrono i vostri dati...” prendendo delle schede Flint.
“Immagino” fissandolo Guisgard “che questo volo non sia un monumento alla legalità...”
“Qui la legge è molto soggettiva.” Replicò Flint.
“Già, immagino...” mormorò Guisgard.
“Ma non temete...” sbottò il vecchio “... non voglio vedere i vostri documenti... mi andranno bene i vostri nominativi... qualsiasi essi siano... servono per comunicarli alla torre di controllo della pattuglia dei Falchi, che sorvegliano il monte... altrimenti vi apriranno il fuoco contro.”
“Capisco...” voltandosi Guisgard verso Talia “... allora... metta Giovanni Boccaccio e Fiammetta d'Angiò.” E fece l'occhiolino alla ragazza.
“Sono nomi di re e regina, vero?”
“E' uomo di lettere, vedo!” Ironico Guisgard.
“Bah...” scuotendo il capo Flint “... in realtà ho sempre detestato la scuola.”
“Non l'avrei mai detto!” Sorridendo il Taddeide.
“Ecco.” posando le schede Flint. “Appena decollerete, comunicherò i nominativi alla loro torre di controllo.”
Guisgard allora anticipò il denaro e Clint li condusse all'aereo.
“La parola d'ordine da usare è Libellula.” Spiegò Flint.
Poco dopo ci fu il decollo.
In breve l'aereo sorvolò il piccolo aeroporto e si diresse verso la cima del Taburn.
“Sa che è brava a contrattare lei?” Rivolgendosi Guisgard a Talia. “Dico sul serio. Quando si stancherà di fare la scrittrice, diventerà mia socia in affari. Davvero i ciliegi sono in fiore adesso laggiù? Sa...” sorridendo “... ho idea che un kimono le donerebbe non poco...” e le fece l'occhiolino.
In quel momento si accese la radio di bordo.
“Qui torre di controllo... fatevi riconoscere...”
“Giovanni Boccaccio e Fiammetta d'Angiò...” rispose Guisgard.
“Parola d'ordine?”
“Libellula.” Fece Guisgard.
“Atterraggio consentito... pista numero 8...”
E l'aereo atterrò pochi minuti dopo.
Erano nel campo della Compagnia dei Falchi.
Guisgard
05-06-2013, 17.21.00
“Ma dimmi...” disse Daiz ad Altea “... quando ammetterai che sei pazza di me?” E le fece l'occhiolino.
Fissò poi la porta dello studio.
“Bisogna entrare” indicando la porta “e cercare informazioni su quell'uomo... però, ora che ci penso, non conosciamo neanche il suo nome... ci saranno varie schede di pazienti... e se non sono munite di foto, allora sarà come cercare un pesce nel mare... bisogna inventarsi qualcosa... devi riuscire a sapere dalla tua amica psicologa il nome di quel paziente... sai come fare per riuscirci? Occorre un piano... un piano che funzioni... così da far partire le nostre indagini... e poi ci sarà una sorpresa...” strizzando l'occhio l'investigatore.
Altea
05-06-2013, 17.30.33
"Non farti illusioni sul nostro futuro amoroso...anzi pensa a quello non amoroso tra noi due cosi ti abituerai già" dissi ridendo.
Poi ascoltai le parole di Daiz, aveva ragione...non sapevamo nulla di quell'uomo, poi mi balenò una idea...e gli feci cenno di salire nuovamente.
Julien era ancora in cucina e misi dell'acqua nel bollitore per preparare un the per noi tre...in breve l'acqua bollì e versai l'acqua calda al punto giusto nelle fini tazze da the di porcellana di Limoges..."Mrs. Julien...oggi è successo un fatto strano, ero alla Università e sapete chi ho visto camminarci all'interno? Quell' uomo che venne da voi per una seduta il giorno dei funerali di Mr. Robert dè Taddei...mi riconobbe sapete? Già mi inquietò quel giorno, venne vicino a me e iniziò a parlare sconclusionamente e a infastidirmi..potreste gentilmente dirmi il nome di questo signore, cosi dirò all'usciere di avvisarmi se per caso si trovasse ancora li, lo sapete che per entrare dobbiamo presentarci" dissi sorridendo naturalmente e porgendo la tazza di the fumante a Julien a Daiz e iniziando a sorseggiarla aspettando una risposta dalla psicologa.
Talia
05-06-2013, 17.38.30
Salimmo sul velivolo ed io mi accomodai al posto del co-pilota...
era la prima volta che volavo su di un aereo che avesse meno di cinque e seicento posti e segretamente pregai che per Guisgard non fosse così... e pregai che quei suoi studi all’accademia aereonautica fossero un po’ più freschi di come non era sembrato da quel vago accenno...
Mi guardai intorno mentre l’uomo si accomodava a sua volta ed indossava le cuffie... la plancia, i sedili, la cabina in generale, tutto aveva un aspetto un po’ vecchio e frusto...
Sospirai appena...
“Oh, non faccia lo spiritoso...” risposi, con un vago sorriso a quelle sue parole “L’ho notato che si stava divertendo a giocare al mercante con quell’uomo... ma mi era sembrato di aver capito che avevamo fretta, e così ho concluso! E poi... beh, se avesse anche lei a che fare con editori, pubblicitari e spietati correttori di bozze... beh, le garantisco che imparerebbe a tagliare corto, si fidi!”
Risi appena.
In quel momento si accese la radio e Guisgard ottenne il permesso di atterrare...
“Allora?” gli sussurrai, togliendomi la cuffia, mentre spengendo via via i motori voltava l’aereo e lo riportava attraverso una pista di servizio verso l’hangar centrale “Ha pensato a cosa dirà a questi uomini? Ha pensato a come procedere?”
Guisgard
05-06-2013, 18.11.39
Il campo era coperto da un cielo grigio ed inquieto.
Sulla pista vi erano pochi veicoli, mentre altri sorvolavano l'intero circuito.
Appena atterrati, Guisgard e Talia videro avvicinarsi al loro aereo alcuni individui.
“Sono il tenente Eman.” Disse presentandosi uno di quelli. “Il motivo della vostra visita?”
“Siamo studiosi...” rispose Guisgard “... stiamo facendo ricerche sugli archivi militari di Capomazda e ora chiediamo di accedere ai vostri schedari.”
“Sono questioni che riguardano il comandante.” Fece Eman. “Venite, vi condurrò da lui.”
Così, i due furono condotti nell'ufficio del comandante del campo.
Questi li ricevette subito.
“Mi hanno detto che siete scienziati o qualcosa del genere.” Disse il militare.
“Siamo archeologi.” Fissandolo Guisgard.
“Per me non fa differenza.”
“Stiamo facendo ricerche sugli archivi militari, in special modo quelli dell'aviazione...” spiegò Guisgard “... e alcuni dati ci hanno condotto a voi. Chiediamo di poter visionare i vostri schedari.”
“Cosa cercano due archeologi nelle schede dei nostri voli?” Ironico il militare. “Dinosauri volanti?”
“Quelli sono i paleontologi.” Sorridendo il Taddeide. “Noi archeologi studiamo cose diverse.”
“Non credo di potervi essere d'aiuto.” Infastidito il militare. “E ora scusatemi.” Alzandosi.
“L'aerofotogrammetria” disse Guisgard “è usata per le ricognizioni archeologiche del territorio e anche voi militari mercenari siete tenuti a rilasciare informazioni in merito.”
“Qui riconosco solo la mia autorità.”
“Per questo sto parlando con lei.” Replicò Guisgard. “L'unica autorità che conta per i mercenari è il denaro. Gli aerei e le munizioni costano. E costano parecchio. L'Università Cattolica è finanziata dai Taddei. E anche questo campo da ciò che so.”
“Robert de' Taddei è morto settimane fa.”
“Si, ma la Taddei Corporation continuerà a finanziare questo campo.” E mostrò una busta che poi diede al militare. “E' un assegno. Non meno corposo di quelli che il signor Robert versava alla compagnia ogni anno.”
“Mc Vidan!” Chiamò il comandante.
Un attimo dopo un altro militare entrò nell'ufficio.
“Accompagna i signori ai nostri schedari.”
“Si, signore!” E fece cenno a Guisgard e Talia di seguirlo.
I due furono così lasciati da soli in una sorta di stanzone pieno di fogli, cartelle, schede ed un paio di computer.
“Beh, è andata bene, no?” Sorridendo Guisgard alla ragazza. “Quel militare poteva reagire in almeno una dozzina di modi diversi, ma fortunatamente si è comportato nell'unico modo a noi utile. Bene. Ora mettiamoci al lavoro, signorina scrittrice. Parola d'ordine... Codex Nolhiano!”
elisabeth
05-06-2013, 18.54.00
" bene ora siamo amici...ci conosciamo....allora, si penso sia un rifugio, sembra un unico ambiente, ma nessuno lascerebbe tante cose così belle e di una certa epoca in balia di nessuno...il peltro e' molto prezioso...e in alcune epoche lo era piu' dell'argento....."....mi rigirai tra le mani qualche piatto...o direi...scodella, di che secolo era quella roba......" Vuoi vedere che siamo caduti in un'altra epoca...?....".....mi venne da ridere.....,lo guardai accendere le candele.....stava facendo buio....." Immaginate...che simo caduti in buco nero......tanto ta tante cose strambe questa potrebbe essere la piu' veritiera....dal fururo al passato......magari Liam sapeva anche questo".......presi i legumi secchi...." Difficili da cuocere.....se fossero in scatola, surgelati o in barattolo...vi preparerei qualcosa di fantastico....a cena con uno sconosciuto.....c'e' anche la candela "......quella casa..sembrava arredata con l'essenziale..ma fuori era impossibile andare....quella notte....c'era poco da fare.....se non ubriacarsi col vino senza etichetta....
Guisgard
05-06-2013, 18.54.36
“Oh, non immaginavo questo...” disse Julien ad Altea “... non avrei mai pensato questo del signor Teslya...”
“Così si chiama quell'uomo?” Chiese Daiz.
“Si...” annuì la psicologa.
“Allora ora so a chi romperò il muso!”
“Oh, è molto malato...” fece Julien.
“Però infastidisce la mia donna.” E fece l'occhiolino ad Altea. “Che genere di disturbi ha?”
“E' un uomo dalla personalità contorta.” Spiegò Julien. “E' affetto da un'acuta sindrome di onnipotenza... è un visionario... credo soffra anche di allucinazioni... non fatemi dire altro, vi prego... è un mio paziente e sono vincolata dal segreto professionale...”
Daiz restò molto incuriosito.
Era chiaro che ci fosse molto altro su quell'uomo.
Talia
05-06-2013, 18.54.45
Sorrisi...
“Si, è andata bene!” mormorai “E’ stato veramente bravo, Guisgard... devo ammetterlo, veramente bravo!”
Mi guardai poi intorno... quella stanza era spaziosa e così invasa da fogli e cartelle da far venire lo sconforto, si sarebbe detto che da anni nessuno ormai mettesse più ordine là dentro... anzi, dubitavo sinceramente che qualcuno si fosse mai dato la pena di dare un ordine ed un ordinamento a quell’archivio...
Sospirai, lievemente preoccupata...
ma poi, subito, mi sbottonai le maniche della camicia bianca e le rigirai due volte, come a volerle tenere lontane da tutta quella polvere...
“Bene...” dissi allora, mentre ancora finivo di sistemare la seconda manica “Il Codex... mi ha detto che è... che è una mappa... così lo ha definito: una mappa! Ma ha una vaga idea di come potrebbe presentarsi? O di che cosa potrebbe contenere?”
Mi avvicinai ad uno schedario, intanto, e lo aprii...
“Ottimo...” soggiunsi, schermando con la mano la mia bocca contro la nuvola di polvere che si levò “Si preannuncia una caccia al tesoro impegnativa...”
Guisgard
05-06-2013, 19.11.03
“Penso” disse Guisgard a Talia “che abbia la forma di un grosso libro, di quelli che si vedono nelle biblioteche dei monasteri. Almeno così lo immagino. Credo sia anche molto vecchio... così sembrava essere dalle parole di Frate Nicola... quindi così lo immagino quel libro...”
Ma mentre cercava fra quel caos, Talia si accorse di qualcosa.
Vi era un piccolo mobiletto di legno, poggiato su dei mattoni.
Due mattoni erano posti sotto i tre spigoli del mobiletto.
Solo uno era sfornito di sostegno.
Ma era ancora visibile il segno tra la polvere.
Qualcuno aveva tolto quel sostegno da sotto il mobiletto, lasciando però la sagoma nella polvere.
Qualcosa di alto come due mattoni sovrapposti.
Sbarrai gli occhi: la rivoluzione, il principe?
Di che cosa stava parlando quell'uomo?
Andiamo, Clio.. sei una storica dovresti conoscere tutte le rivoluzioni!
Già, peccato che non me ne venisse in mente nessuna di plausibile.
Nessuna era così vicina, ancora in corso, e soprattutto, in nessun caso era implicato un principe.
Non conoscevo quel monte, ma era evidente che ci eravamo spinti molto lontano, forse troppo.
Ma quando mostrò di non conoscere Sant'Agata di Gothia, fu davvero troppo.
Come poteva essere possibile?
Certo, quell'uomo era sottoterra, ma noi non eravamo poi così lontani dalla città.
"Dobbiamo aver viaggiato a lungo nelle viscere delal terra, allora.. se siamo giunti così lontano.." sospirai, pensierosa "..Vogliate perdonare la nostra curiosità ma.. a chi appartengono queste terre? Voglio dire.. avete parlato di un principe e di una rivoluzione…".
Esitai, guardai Masan, chiedendomi se lui trovasse un senso in tutto quello.
Guisgard
05-06-2013, 19.42.18
Gem sorrise a quelle parole di Elisabeth.
“Beh, possiamo sempre mangiare i ceci tostati come snack...” disse “... il vino lo abbiamo... le candele danno atmosfera e il camino calore... direi che tutto è perfetto. Un aperitivo così lo fanno pagare bene nei locali più esclusivi.” Sorrise, prese poi i ceci ed una bottiglia di quel vino. “Un buco nero dice? In verità siamo stati molto fortunati... atterrare in mezzo a queste montagne non è semplice... si, siamo stati molto fortunati...” trascorsero così un paio d'ore, rilassati finalmente accanto al fuoco.
Gem le raccontò la sua storia.
Era un ex pilota, con un paio di relazioni amorose fallite alle spalle.
Appariva come un uomo disilluso, molto pratico e razionale.
I suoi modi oscillavano tra l'irrequietezza e una calma apparente, a seconda dei momenti.
E infatti Elisabeth si era ben accorta di questo aspetto della personalità del suo compagno di sventure.
Ad un tratto la finestra cominciò ad illuminarsi.
“Guardi...” fece Gem “... albeggia... è giorno... e finalmente vedremo in quale punto siamo finiti...” allora si alzò e corse alla finestra, restando a fissare l'orizzonte che si schiariva sempre più.
Ma ad un tratto Gem apparve sorpreso e turbato.
“Ma...” mormorò “... ma com'è possibile... questo territorio non è quello tra Sant'Agata di Gothia e le pendici del Taburn... ci ho volato spesso e lo conosco bene...” allora aprì la porta ed uscì fuori.
E restò a fissare quella misteriosa alba.
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Talia
05-06-2013, 19.44.55
Stavo ancora rovistando tra quei fogli, cercando magari qualche accenno, qualche allusione seppur velata ad un oggetto spedito lì e poi trasferito altrove magari da Robert de’ Taddei... o dalla Taddei Corporation... o dall’Università, forse...
rovistavo, quando i miei occhi caddero accidentalmente su quel mobiletto...
mi colpì, quel mobile, ma inizialmente non avrei saputo dire il perché...
forse per il suo aspetto così diverso dal resto dell’arredamento, composto da schedari di ferro e tavoli sgangherati e senza valore.
Istintivamente, dunque, appoggiai i fogli che avevo in mano, senza badarci troppo e mi accostai a quel mobile, inginocchiandomi per vederlo meglio...
era vecchio e poggiava su due mattoni per ciascun angolo, la polvere lo copriva completamente e così si poteva vedere chiaramente la forma, nella polvere che copriva il pavimento, del quarto sostegno che doveva essere stato tolto piuttosto di recente...
Inginocchiata di fronte a quel mobiletto, allora, passai due dita sul coperchio e sull’anta, osservandomi poi i polpastrelli coperti da quello spesso strato di polvere... li pulii con l’altra mano e li poggiai in quel ritaglio di pavimento pulito, proprio là dove mancava quel quarto sostegno...
Ero perplessa...
perché mai qualcuno doveva essersi preso la briga di togliere ciò che stava lì sotto?
Osservai il mobiletto ancora per un istante...
“Guisgard...” chiamai poi “Guisgard, venga qui...”
Guisgard
05-06-2013, 20.00.41
Guisgard si avvicinò a Talia e vide il mobiletto.
Fu subito incuriosito dalla forma nella polvere.
Passò allora una mano sotto il fondo del mobiletto, dove fino a poco prima doveva esserci stato un quarto sostegno.
“Sembrano i resti di ciò che fungeva da sostegno al mobiletto...” disse Guisgard guardando la sua mano sporca di una sostanza rossastra “... e non erano certo mattoni...” si guardò intorno “... dobbiamo cercare un grosso libro... un grosso libro con la copertina rossastra...” fece un cenno a Talia e ripresero a cercare.
E finalmente, dopo circa un paio d'ore, la ragazza intravide un grosso volume, proprio dalla copertina rossastra, ammassato fra vari fogli.
Era vecchio e consumato, ma sembrava ricalcare le dimensioni del sostegno mancante sotto il tavolino.
E sulla copertina consumata recava il titolo: “Codex Nolhiano”.
Guisgard
05-06-2013, 20.08.25
Masan rispose a quello sguardo di Clio e la ragazza intravide negli occhi di lui la stessa perplessità ed incertezza per quella situazione.
“Dovete giungere davvero da molto lontano” disse il vecchio “se non conoscete le sorti di queste terre. Da quando cioè sua maestà il principe ha dovuto prima firmare la Magna Carta al cospetto della nobiltà e poi accettare un'assemblea costituente con alti poteri. E poi la ribellione dei suoi fedelissimi a tutto ciò, con il conseguente scoppio della rivoluzione che di fatto ha portato al potere i Drappi Rossi e all'incarcerazione del principe.” Li fissò poi perplesso. “Si, dovete giungere da lontane contrade... lo vedo anche dai vostri abiti... non ho mai visto costumi del genere...”
Talia
05-06-2013, 20.17.21
Presi la sua mano con la mia e la avvicinai al viso, osservando quella polvere rossastra che gli tingeva le dita...
“Ha ragione, è pelle...” sussurrai, passando il mio dito sopra al suo “Pelle da legatoria... pelle rossa da legatoria!”
Ci scambiammo un’occhiata, poi entrambi riprendemmo a cercare...
E finalmente, dopo circa un paio d'ore, la ragazza intravide un grosso volume, proprio dalla copertina rossastra, ammassato fra vari fogli.
Era vecchio e consumato, ma sembrava ricalcare le dimensioni del sostegno mancante sotto il tavolino.
E sulla copertina consumata recava il titolo: “Codex Nolhiano”.
Il mio cuore sobbalzò, quando lo vidi...
mi avvicinai e, cautamente, tolsi i fogli che vi erano stati impilati sopra...
passai un dito sulla copertina e poi lo guardai: era macchiato della stessa polvere rossa che aveva sporcato la mano di Guisgard quando aveva toccato il mobiletto...
E poi lo lessi...
il titolo, lievemente scolorito ma ancora ben visibile nei suoi spigolosi caratteri gitici...
sorrisi...
“Guisgard!” chiamai “Guisgard, presto! Corra!”
elisabeth
05-06-2013, 20.30.33
Il mio sconosciuto compagno era fantastico.....lo avevo giudicato male....mangiammo quello che in quel momento...il buon proprietario ci offriva e si mise a raccontarmi la sua storia....il suo lavoro, le sue storie d'amore.....tutte finite, senza neanche la possibilità di guardarsi indietro.......giocavo col mio bicchiere pieno di vino e mentre lo sentivo parlare....mi piaceva guardarlo attraverso quel color rosso sangue........" Avete avuto una vita intensa....avete visto un sacco di posti ed avete amato tante donne, tutte con la stessa intensità......avete voluto rimanere solo ...voi e il vostro amico volante....Bene, tocca a me........proveniente da una famiglia di un certo livello.....ho seguito la strada di mio nonno......e ho studiato senza mai guardarmi intorno...ogni ragazzo, ed ogni uomo dopo diventavano un fastidio.....pensavano che essendo donna, dovevo diventare una loro proprietà......sbagliavano,...una storia soltanto e' durata più di altre....ma poi e' finita, doveva finire..........il lavoro e' stato tutto...dimenticavo..amo un gatto.....Pico della Mirandola.......un'amico mi diede lo spunto per il suo nome.... stara' facendo le fusa tra le braccia della mia vicina...traditore....."....Alzai il calice in segno di brindisi e ne bevvi un sorso....e vidi ciò che aveva visto Gem.....avevamo parlato così tanto che si era fatta l'alba........uno spettacolo di paesaggio, mi alzai e gli andai vicina..." Caro Gem..e' da rimanere senza fiato......".....rimasi perplessa alla sua reazione.....non era quello il posto che si aspettava....già..aveva parlato di montagne......ma di quale montagne stava parlando..............uscii fuori per seguirlo, ero scalza e a terra c'era il prato..fradicio e freddo......ma era una sensazione meravigliosa.......parlai ad alta voce..." Gem...ve lo avevo detto io che eravamo morti....siete un testone.....però siamo stati fortunati..questo e' il paradiso...".......
Altea
05-06-2013, 20.48.28
Guardai Daiz con fare eloquente..ovvero di starsene zitto.
"Signor Teslya avete detto Mrs. Julien? Bene allora dirò domani all'usciere di non farmi trovare da questo strano individuo..ma state tranquilla" mi avvicinai a lei e notai che stava tremando, la tazza di the si muoveva barcollando tra le sue mani e rimasi colpita.
Gliela presi e la poggiai sul tavolo..."E non dovete nemmeno pensarci, avanti venite con me vi porto in camera a riposare, vi vedo provata dopo aver parlato di questo fatto" mi diressi verso la sua camera mentre feci cenno a Daiz di scendere nello studio della psicologa e dare inizio alle ricerche.
Mi si gelò il sangue nelle vene.
Non poteva essere vero. Quell'uomo si stava facendo beffe di noi.
Da un momento all'altro sarebbe scoppiato a ridere, descrivendoci le nostre espressioni.
Tuttavia, non lo fece.
"La Magna Charta?" sbottai "Quella Magna Charta? Senta, se è uno scherzo non è divertente.." mi voltai verso Masan, con lo sguardo corrucciato "..quando è stata firmata? Anno domini 1215, giusto? E' lei lo specialista, ma fin qui ci arrivo anch'io.." guardai nuovamente lo strano uomo "..Lei sta scherzando.. vuole farci credere che siamo.." scossi la testa "..Re Riccardo, il principe Giovanni, Bouvines.. Siamo.." la voce mi si spezzò.
No, non riuscivo a dirlo. Era così assurdo.
Peggio che essere catapultati nel passato? Avanti, Clio.. non è il sogno di ogni storico?
No, non il mio, non in quel modo almeno.
Se dovevo tornare nel passato, cosa immensamente utile per i miei studi, allora avrei voluto vedere lo splendore di Roma, non il tredicesimo secolo.
Se quella assurda ipotesi era vera, eravamo nel medioevo.
Il medioevo, Clio.. E tu hai appena dato di matto.. davanti ad un frate.. un genio, Clio.. sei un genio..
Come poteva essere possibile? No, di certo si stava facendo beffe di noi.
Sembrava una scena di quel vecchio film che vidi da bambina.
Ma questa era la realtà.
"Perdonate la mia reazione, vi prego.." dissi poi, calmandomi un poco "Abbiamo viaggiato a lungo senza incontrare anima viva, è vero.. ma mai più avremmo pensato di oltrepassare i confini del regno d'Inghilterra...Perchè, è qui che siamo.. giusto? Il principe di cui parlate è Giovanni.. Giovanni senza terra.. figlio di… Eleonora d'Aquitania..?" osservando Masan.
Ora verrà fuori che siamo invece in un universo parallelo in cui è stato il re di Francia o l'imperatore in persona a concederla.. A questo punto.. non mi stupirei più di niente..
Ma poi, riuscii a riacquistare un barlume di lucidità, e le parole del vecchio mi risuonarono nella mente.
"Un momento.. Avete detto che il principe è stato imprigionato e che i drappi rossi hanno preso il potere?".
Dovevo essere impazzita.
Forse Solder mi aveva ucciso e quella era una strana forma di limbo.
Mi voltai verso Masan "Giovanni non viene imprigionato, giusto? lui.." mi interruppi.
Ecco, brava.. evita di metterti a fare profezie.. piantala.. stai delirando..
Ma chi erano i drappi rossi? Probabilmente si chiamavano così i baroni e io non lo sapevo perchè di Storia Medievale mi limitavo a conoscere gli avvenimenti principali. Ero certa che Masan ne conoscesse il senso.
Dovevo calmarmi, o quell'uomo mi avrebbe presa per pazza.
"Noi.." ripresi, poi "..abbiamo viaggiato a lungo.. lontano da queste terre, ed è evidente che abbiamo perso non solo il conto delle ore ma anche dei giorni e dei mesi.." esitai.
"Come possiamo uscire di qui?" dissi, infine, osservando lo sguardo stranito dell'uomo.
Guisgard
06-06-2013, 02.37.57
Ci sono molti modi per giungere a Chanty.
L'anonimo musicista fiorentino, grazie al quale noi tutti viviamo questa storia, passeggiava fra quei girasoli mentre componeva una suonata per la sua amata suora.
Il ricco Nicola Bivo vi giunse mentre era in cerca di uno spiedo particolare da usare nella sua affollata osteria.
Due amati giullari conobbero quel lontano asilo dopo aver imboccato per sbaglio una strada isolata, risvegliandosi poi il giorno dopo in una sconosciuta locanda.
Lalo invece si ritrovò in quel luogo seguendo le indicazioni dategli da un'amica, riguardo ad una grande piazza a lui ignota.
Enzo, straordinario giocoliere ed alfiere, ebbe un giorno un invito inatteso, da parte di nobilissimi signori, proprio per quelle leggendarie terre e che in dono gli offrirono una veste d'oro gigliata.
Robert de' Taddei, poi, arrivò a Chanty, si narra, mentre inseguiva una delle sue tante amanti e vi si trattenne il tempo di un duello con il marito di una di esse.
Anche se, nel frattempo, conobbe il suo grande amore.
E molti altri, in modi fantasiosi, avventurosi, romanzeschi, fiabeschi e grotteschi approdarono in quel suggestivo scenario.
Si, ci sono molti modi per arrivare a Chanty.
E chi continuerà a vivere e a leggere potrà vederne altri ancora.
Perchè c'è sempre un modo per arrivare a Chanty...
La Sinfonia dell'incantato Verziere di Chanty
Terza Parte
Capitolo I: Chanty
“Arrivando in treno da Dresda, si passa prima per Zenda, cittadina tra dolci colline dominata dal castello fortificato del Duca Michele il Nero (dove, per qualche tempo, fu tenuto prigioniero il futuro re Rodolfo IV). Poi si giunge a Strelsau, la capitale, ricca di stradine storiche e pittoresche (di notte non molto sicure) come la Konigstrasse, dove viveva Rupert di Hentzau, pericoloso spadaccino.”
(Anthony Hope, Il prigioniero di Zenda; Rupert di Hentzau)
Ad un tratto Masan, avvicinandosi alle spalle di Clio, afferrò la ragazza per le braccia, come a volerla tranquillizzare.
Infatti lei appariva scossa da quella situazione.
Le parole del vecchio frate avevano stravolto la sua capacità di giudicare e valutare le cose.
Masan le strinse le braccia per farle sentire la sua presenza.
“Clio...” disse poi, quasi a volerla far tacere “... non credo che questo frate ci stia parlando dell'Inghilterra medioevale...”
Il vecchio li fissò.
“Dove ci troviamo?” Chiese Masan. “E in che anno viviamo?”
Il vecchio continuò a guardarli.
“Chi siete voi?” Domandò. “E da dove venite?”
“Siamo viaggiatori...” rispose Masan “... anzi, cercatori... ma credo siano più importanti le mie domande ora...”
“Siamo nell'Anno del Signore 1513...” disse il vecchio frate “... e questo è il regno di Chanty... il principe di cui domandavate è Sua Altezza Lord Ardena.”
Masan restò profondamente turbato.
Clio sentì le mani di lui, che ancora stringevano le sue braccia, serrarsi per un momento.
“Ma cosa sta dicendo questo frate?” Quasi ridicolizzandolo Solder. “Si sta prendendo gioco di noi! O forse è solo un povero pazzo!” Annuì. “Si, un pazzo! Magari è stato rinchiuso qui perchè furioso! Si, un pazzo furioso!”
“Come si esce da questo posto...” fissando il frate Masan “... come?”
Il frate allora si avvicinò all'ingresso.
“Per di qua...” indicando la sua sinistra.
Masan oltrepassò l'ingresso e dopo alcuni metri si ritrovò all'uscita di quella interminabile galleria.
Fu subito accecato dalla luce del nuovo giorno.
I suoi occhi, come quelli di Clio e di Solder non erano più abituati alla luminosità del Sole.
Solder lo raggiunse e spinse con sé anche Clio, che appariva ancora scombussolata.
E appena i loro occhi si abituarono alla luce del Sole, uno straordinario scenario si mostrò davanti a loro.
Una terra sconosciuta, dai tratti quasi fiabeschi, dominava ogni cosa.
Una terra che non era più né Sant'Agata di Gothia, né qualsiasi altro luogo a Capomazda.
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Guisgard
06-06-2013, 02.47.08
Gem fissava quello scenario suggestivo e sconosciuto senza dire nulla.
Fino a quando si voltò a guardare Elisabeth.
“Non siamo morti...” disse “... non nel corpo almeno... forse abbiamo battuto la testa ed ora siamo affetti da qualche allucinazione... o forse, molto più probabilmente, siamo precipitati molto più lontano di quanto avessi creduto... si... non può che essere così...” annuì “... dobbiamo solo cercare il più vicino centro abitato, o una stazione di servizio... mi andrebbe bene anche un commissariato, per quanto detesti le forze dell'ordine... ma ho solo una gran voglia di tornarmene a casa...” fece poi cenno ad Elisabeth di prepararsi “... lasciamo questa casa e andiamo in cerca di aiuto...” mormorò poi.
Guisgard
06-06-2013, 02.55.23
Così, mentre Altea accompagnò Julien nella sua camera, Daiz si diresse verso lo studio della psicologa per iniziare a cercare informazioni sul misterioso signor Teslya.
L'investigatore cercò fra gli appunti della donna, fra le varie schede dei pazienti e persino nel suo diario personale.
Accese poi il pc della psicologa e raccolse su alcuni fogli tutto ciò che aveva trovato riguardo quell'uomo, per poi stamparli.
Rimise infine tutto a posto, attento che nulla restasse fuori posto.
Scivolò allora fuori dallo studio senza farsi vedere da nessuno, per poi ritornare in cucina, finire il suo tè ed attendere il ritorno di Altea.
Guisgard
06-06-2013, 03.08.44
Appena Talia lo chiamò, Guisgard lasciò tutto e si avvicinò alla ragazza.
Vide allora il libro nelle mani di lei, con quel titolo inciso sulla copertina.
“Ottimo...” disse fissando Talia “... ottimo davvero... ho sempre detto che lei ha un talento innato per essere la mia assistente...” e le fece l'occhiolino.
Guisgard, così, prese subito quel grosso libro e cominciò a sfogliarlo insieme a Talia.
Era scritto in un antico tipo di scrittura, sorto nel primo Medioevo per semplificare l'adattamento dei libri, su cui erano state scritte opere classiche, a divenire manuali religiosi e raccolte di preghiere.
Infatti il Codex Nolhiano era una raccolta di brani e annotazioni riguardanti la poesia sacra.
In esso si trovavano varie composizioni, con relative glosse e note, scritte in un arco temporale molto vasto, almeno dal proto Medievo fino alle soglie dell'Umanesimo.
Come se quel grosso volume fosse stato preparato e poi riempito in secoli diversissimi per cultura e bisogni.
Guisgard lo sfogliò ancora, fino a trovare, tra le varie illustrazioni, quella di un meraviglioso Giardino.
L'immagine lo colpì e cominciò a leggere.
Parlava di un Fiore.
Un Fiore meraviglioso e si vantava, l'anonimo autore, di essere stato il primo a parlarne a Capomazda.
Non descriveva il tipo di Fiore e neanche le sue qualità.
Si limitava solo a chiamarlo il Fiore Azzurro, decantandone le meraviglie.
Ma mentre leggeva quelle pagine, da due di esse scivolò a terra una lettera.
Il destinatario era Robert de' Taddei.
“Una lettera per mio zio...” mormorò Guisgard “... aperta e poi richiusa con la ceralacca... ma perchè si trova in questo libro? Come mai mio zio non ha conservato questa lettera a casa sua?” Guardò Talia. “Forse leggendo il contenuto riusciremo a capirci di più...”
Le mani di Masan sulle mie braccia, la sua voce, quella stretta rassicurante, il mondo cominciò ad essere un po' più saldo sotto i miei piedi.
Annuii. Aveva ragione.
Come poteva essere possibile?
Essere catapultati nel Medioevo, era qualcosa di assurdo e senza senso. Mi calmai, e restai in silenzio mentre Masan e Solder parlavano con quell'uomo.
Cercai di ascoltare soltanto il mio respiro. Ma quando Masan strinse ancor di più, ascoltai attentamente.
Cos'aveva detto quell'uomo? Chanty, 1513? Com'era possibile?
Non dissi nulla e lasciai che Masan e Solder mi conducessero fuori. Per poco la luce non mi accecò, abituata com'ero all'oscurità.
Caddi a terra, seduta su uno spuntone di roccia. Non potevo credere ai miei occhi. Non avevo mai visto una terra simile a quella, e di certo non era Capomazda, Sygma, o Sant'Agata di Gothia.
Mi presi la testa tra le mani, le braccia appoggiate alle ginocchia.
Adesso ti calmi.. Calmati.. Ricorda.. Ghiaccio.. Ghiaccio intorno al cuore, ghiaccio sulla pelle.. il sole non lo può scalfire, la terra gli dà forza..
Respirai, piano.
Restai ferma così per alcuni istanti, con gli occhi chiusi.
Quando li riaprii ero la solita impassibile accademica di sempre. "Perdonate se ho dato di matto.. Mi capita raramente di perdere il controllo.." Dissi, calma "..a quanto pare ho sbagliato di alcuni secoli, benissimo.. Meglio così... Cosa sapete voi di Chanty?" dissi guardando i due archeologi.
"Siamo esattamente un millennio oltre le mie competenze, ma qualcosa la so anche io.." Sorrisi "Ad esempio che io e la dottoressa non possiamo pensare di andarcene in giro vestite da uomini e passare inosservate, che l'abilità con le armi di Masan è molto più utile della vostra, dottoressa Solder, con tutto il rispetto.." Scossi la testa "E che dobbiamo nacondere ogni apparecchio anacronistico.. o ci prenderanno per pazzi, o molto peggio..".
Osservai il paesaggio intorno a noi "Magari è davvero un pazzo, ma anche se abbiamo camminato per ore, non possiamo essere giunti così lontano.. sarà meglio raggiungere un centro abitato, e se avranno computer e telefono, meglio.. ma occorre essere prudenti.." risi piano "..anche perchè se siamo davvero nel sedicesimo secolo, non credo che accetteranno le nostre carte di credito.. ergo, siamo senza un soldo..".
Lasciai che il mio sguardo si perdesse all'orizzonte.
"Ci sarà pure un senso in tutto questo.. c'è sempre un senso.." mi avvicinai a Masan "Forse era questo il luogo di cui parlava l'iscrizione...".
Poi, gli posai delicatamente la mano sul braccio e lo guardai negli occhi "Grazie per prima, Hito.." sussurrai, senza distogliere lo sguardo.
Altea
06-06-2013, 14.30.28
Effettivamente Julien era molto agitata, la lasciai nella sua camera e tornai in cucina dove sentii dei rumori, e osservando lo sguardo di Daiz capii tutto.
"Bene, penso possiamo andare ora di nuovo da te...vero?" uscimmo e mentre lui guidava mi ricordai di qualcosa che forse poteva tornarci utile..."Allora io posseggo due tomi importanti e anche una collana...la collana apparteneva a una mia antenata che venne in queste terre in età antica e poi due tomi di due mie antenate che portano lo stesso mio nome, una delle quali appunto fu sia a Santa Agata di Gothia che a Capomazda, e so che era alla ricerca del Fiore Azzurro e parlava pure della Gioia dei Taddei...ma ho lasciato tutto al professor Asevol affinchè potesse farli studiare e soprattutto sapere di quella collana..ma penso non ci abbia dato molta importanza..pensi che ci sarebbero di aiuto? Conosci qualcuno che potrebbe aiutarci, nel caso Mr. Asevol non li abbia sottoposti a studi?".
Talia
06-06-2013, 17.07.00
In piedi accanto a Guisgard, lo osservai prendere quel libro dalle mie mani ed iniziare a sfogliarlo...
pagine e pagine fitte di caratteri piccoli e spigolosi...
versi...
note...
illustrazioni...
ero stupita.
Possibile che ci fossimo arrampicati fin lassù, inseguiti da quel gruppo di terroristi squilibrati, per un testo altomedievale di poesia sacra?
Cosa aveva quel testo in più?
Perché sembrava essere così importante?
Mi stavo ancora ponendo queste e mille altre domande, quando Guisgard fu attratto da quella illustrazione ed iniziò a leggere...
il Fiore Azzurro...
non capii subito la sensazione che mi pervase, forse perché non riuscii immediatamente a rammentare dove avevo già sentito quel nome...
il Fiore Azzurro...
chiusi gli occhi un momento, pensando intensamente, scavando e raschiando nella mia memoria, perché ero sicura che ci fosse da qualche parte...
il Fiore Azzurro...
all’improvviso lì riaprii, di scatto.
“Il Fiore Azzurro...” dissi lentamente “Ho letto qualcosa in proposito, facendo ricerche su Capomazda e sugli Arciduchi... piccoli accenni, allusioni... niente di più. Eppure...” esitai “Mi aveva incuriosito questa storia, ma non ero mai riuscita a trovare niente di più preciso, in merito... mai niente! Ed è strano... molto strano...”
Ma proprio in quel momento, qualcosa scivolò dalle pagine del manoscritto e cadde a terra...
...scivolò a terra una lettera.
Il destinatario era Robert de' Taddei.
“Una lettera per mio zio...” mormorò Guisgard “... aperta e poi richiusa con la ceralacca... ma perchè si trova in questo libro? Come mai mio zio non ha conservato questa lettera a casa sua?” Guardò Talia. “Forse leggendo il contenuto riusciremo a capirci di più...”
Fissai lui, poi la lettera a terra...
mi chinai, dunque, e la raccolsi...
la busta era di una carta particolare, non commerciale, ed era stata sigillata con la ceralacca, dopo essere stata evidentemente aperta...
la raccolsi e, rialzandomi, la porsi a Guisgard...
“Probabilmente si!” risposi in un sussurro “E credo che spetti a lei aprirla!”
elisabeth
06-06-2013, 19.21.18
Fantastico posto...io non lo avrei neanche potuto immaginare.....quello era il paradiso...era inutile che Gem parlasse..io ero estasiata.....prepararci per andare dove...lì c' era solo natura ....mi voltai per guardare quella strana casa..che non aveva ne'spazio ne' tempo......avevo ancora il bicchiere di vino tra le mani ed ero a piedi nudi.....guardai le dita dei miei piedi......incominciai a muoverle..mentre fili d'erba si intrecciavano ad esse....il mio cervello prese a divenire musica.....e Beethoven ne fu il protagonista......avrei cantato in quel posto...avrei danzato....c'era pace.....avevo sentito Gem...voleva tornare indietro.....e se questo fosse il regalo di Liam.....aprii gli occhi e tutto cesso'....." State diventando isterico Gem......polizia....tornare a casa...mi sembra che stanotte mi abbiate raccontato un'altra storia...voi avete un compito ben preciso......mi dovete portare in un posto ben prestabilito e poi...dovete riportarmi a casa...sana e salva....questo e' il vostro compito e io dovro' scoprire il mio.....andro' dentro la casa prenderò le mie scarpe e cercheremo di seguire un sentiero...che io sinceramente non vedo..........sapete una cosa ?....per altri c'e' una storia bene definita nella loro vita.....c'e' un amore con cui dividere ogni cosa...per me e lei evidentemente questo non c'e'......ora...siamo adulti e vediamo di finire questo nostro destino assurdo......."...entrai a casa e guardai ogni cosa avesse accompagnato la nostra nottata....il cibo di fortuna...la bottiglia di vino, aperta e la candela col suo moccolo di cera ancora caldo........pensai con rammarico che sarebbe potuto sembrare il rifugio di due innamorati....presi alla sprovvista dal temporale.....poi risi..e pensai che dopo una caduta dall'alto quei miei pensieri arrivassero da una botta in testa....presi le mie scarpe in mano ed uscii fuori..." Andiamo mio bel Cavaliere...la seguirò come una dama....la mia vita e' nelle vostre mani......"......attesi quindi che Gem si muovesse......il sole incominciava ad alzarsi ed il paesaggio era sempre più fuori dal tempo.....
Guisgard
06-06-2013, 20.59.48
Guisgard fissò allora Talia.
“Il Fiore Azzurro...” disse “... anche io ne ho sentito parlare... ma lei come scrittrice forse ne sa più di me...” guardò poi la lettera “... si, credo che si debba aprire... poi parleremo del Fiore Azzurro...”
Ruppe la ceralacca e cominciò a leggere:
“Caro Robert, sono passati alcuni anni dal nostro ultimo incontro.
Ricordo perfettamente quel tardo pomeriggio al Castello di Sunien e quel bicchiere di vino che voi continuavate ad agitare nella vostra mano.
Uccidere un nobile in duello non è cosa semplice, soprattutto se egli era anche un marito geloso.
Non chiedetemi ancora, come faceste quel pomeriggio, per chi avesse tenuto lady Beatrice in quella contesa.
Conoscete benissimo la risposta, amico mio.
Ma siete voi ad essere in debito di una risposta invece.
E non a me.
Credo che per ogni sera trascorsa insieme, lady Beatrice fu sul punto di chiedermi del vostro ritorno.
Forse avrebbe dovuto scrivervi.
Le pregai di farlo.
Implorai, scongiurai, persino minacciai, ma ella non volle.
E forse avrei dovuto farlo io.
Ma alla fine il mio animo da cinico osservatore della vita, di chi predilige che siano altri a dar forma al mondo, ebbe la meglio.
E solo ora comprendo quando fui stolto.
Oggi che il regno di Chanty è nel caos.
I Rossi assalgono i Blu e i Bianchi sembrano impotenti.
Ma ho taciuto un tempo e credo sia giusto non parlare ora.
Vorrei almeno che lady Beatrice vi avesse seguito, amico mio.
Seguito anni fa.
O forse, un sogno, avrei voluto vedervi qui.
Magari come sovrano.
Ma sono solo le parole vuote di un sognatore.
Credo mi stiano cercando e forse stanno già venendo a prendermi.
Ma io ho il modo per beffarli.
Nello stesso modo in cui la Natura si è presa gioco di loro, facendoli nascere come gli inetti che appaiono.
Ora ci salutiamo, amico mio.
Sapete quanto io adori il teatro.
Devo dunque prepararmi per l'ultimo atto, con un degno colpo di scena.
Che il Cielo vi assista e vi risparmi, Robert.
E che vi doni il meglio.
Addio.
Carlo di Monsperon.”
“Chi può essere questo Carlo di Monsperon?” Stupito Guisgard. “Non ho mai sentito parlare di lui... né da mio zio, né da Kuon... e neanche di un luogo chiamato Chanty...”
Guisgard
06-06-2013, 21.53.42
Masan restò con i suoi occhi in quelli di Clio.
E restò così per un tempo indefinito.
Per un attimo, quasi, l'inquietudine, lo smarrimento e il timore per quella situazione sembravano essersi dissolti.
Per un attimo, un singolo attimo.
Ma un attimo indistinto, senza tempo.
Lui allora annuì quasi in maniera impercettibile a quelle parole di lei.
“Si, credo anche io...” disse Masan “... quell'iscrizione parlava di questo luogo forse...”
“Non siate assurdi!” All'improvviso Solder “Quel frate è un pazzo! Si, pazzo... ha perduto la ragione tra queste rocce... è ammattito sui suoi libri!”
“Cosa sa del posto di cui parlava il frate?” Le chiese Masan. “Chanty lo ha chiamato...”
“Molto poco...” mormorò la dottoressa senza smettere di fissare quello scenario fiabesco “... so solo che si tratta di un mito conosciuto in passato a Capomazda... una terra meravigliosa... probabilmente una visione romanzesca della stessa Sygma, sorta in seguito ai racconti di mercanti e viaggiatori che tornavano dal quel regno a Capomazda...” scosse il capo “... e quel frate deve essere stato suggestionato da quei vecchi miti... si, questa deve essere la verità...”
“Fatto sta” fece Masan “che ora ci troviamo in questo luogo sconosciuto, del quale nessuna mappa riporta nei territori di Capomazda... inoltre” fissando l'orologio e poi il suo smartphone “i nostri strumenti sembrano non funzionare più... non era allora colpa di un campo magnetico... anche ora sono fuori uso, nonostante l'aria aperta...”
“Cosa facciamo?” Chiese Solder a Masan. “Direi di tornare indietro, ripercorrendo a ritroso la galleria.”
Masan annuì.
Ritornarono allora nella grotta e ripercorsero la galleria nella direzione opposta, che avrebbe dovuto condurli di nuovo alla chiesa di Santa Caterina.
Ma dopo pochi metri qualcosa li fermò.
Un corso d'acqua aveva sommerso l'intera galleria.
“Come è possibile?” Urlò Solder. “Non può essere! Fino a poco fa qui non c'era acqua!”
“Ora non possiamo più tornare indietro...” mormorò Masan, per poi guardare Clio.
Guisgard
06-06-2013, 22.25.42
“Sei una donna piena di risorse.” Disse Daiz ad Altea mentre erano in auto. “Certo che possono esserci utili quei libri. Ed anche la collana. Tutto ciò che può far luce in questa intricata situazione, può farci comodo. E se il tuo professore non ha tratto molto da quei tomi, allora troveremo qualche altro esperto per cercare di capirne di più.”
La macchina dell'investigatore arrivò così all'università.
I due allora entrarono nella facoltà, fino a raggiungere lo studio di Asevol.
Era chiuso.
Daiz con un temperino fece scattare la serratura ed i due entrarono.
L'investigatore richiuse la porta ed accese il pc del professore.
“C'è una cartella qui sul desktop...” fece Daiz “... ed è chiamata Tomi di Altea... ecco, aperta...”
E cominciò a leggere ad alta voce:
“I tomi sono estremamente interessanti, poiché legano la leggenda della Gioia dei Taddei con il mito del Fiore Azzurro.
Probabilmente l'idea di arricchire la materia della Gioia dei Taddei con il racconto del meraviglioso Fiore è tratta dal Codex Nolhiano, una celebre e preziosa raccolta di scritti a tema sacro.
Questo ci porta a considerare la visione, seguita da alcuni autori, di legare la maledizione che perseguita i Taddei con la storia del Re di tutti i Fiori e legarli insieme in un contesto religioso.
Del resto la religione domina ogni ambito a Capomzda, dalla filosofia, alla filologia, alla letteratura e a tutte le altre arti.”
“Prima ne parlavi in macchina...” voltandosi Daiz verso Altea “e ora lo cita anche il tuo professore... che cos'è il Fiore Azzurro?”
Guisgard
06-06-2013, 22.28.53
Gem fissò con curiosità Elisabeth.
“Lei è strana...” disse “... molto strana... siete tutti così, voi medici? Allora faccio bene io a diffidare di voi. Beh, mi stia a sentire... il mio compito era quello di portarvi tutti a Sant'Agata di Gothia, ma mi sembra evidente che qui siamo altrove. Quindi dobbiamo trovare il modo di ritornare a casa. Non credo proprio che Liam immaginasse questo” indicando lo scenario circostante “quando mi dato quell'incarico. Perciò, faccia la dama, l'ancella o anche la regina, ma mi segua e collabori. Questo non è il Paradiso. E speriamo che non sia neanche l'Inferno.”
In quel momento, però, qualcosa attirò l'attenzione di Gem.
“Che strano...” mormorò “... il mio orologio è fermo... eppure è fatto apposta per situazioni estreme... ma la cosa più strana è che l'unica funzione ancora attiva è la bussola...” si guardò ancora una volta intorno “... ma cosa sta succedendo? Dove siamo finiti?”
Altea
06-06-2013, 22.47.56
Mi avvicinai al pc del professor Asevol...non potevo crederci...allora quei tomi rappresentavano qualcosa...chissà forse la mia antenata in età antica scopri davvero qualcosa sulla Gioia dei Taddei e questo Fiore Azzurro..."Cos'è il Fiore Azzurro? Ecco...a questo non saprei risponderti...so solo che la mia antenata andò alla ricerca di questo Fiore, e non so se lo ha trovato, visto o colto...partì da Santa Agata di Gothia fino a Capomazda e poi vi è qualcosa di indecifrabile...e chissà forse Teacher Asevol ha scoperto qualcosa di particolare...e la collana? Non dice nulla? Tra l'altro dovrei farmela restituire perchè ha un grande valore sia per la mia famiglia ma anche storico...e ce ne sono due in giro solo...una non saprei chi potrebbe averla. Che dici se facessimo finta di nulla..e chiedessimo al professore se per caso ha sottoposto i miei tomi e collana a studio? Letto cosi...è generico". Poi pensai un attimo..."Dimenticavo, nello scritto si dice che questo Fiore Azzurro crescesse in posto non noto ma dove vi era qualcosa di particolare, e che insomma fosse o un antidoto o qualcosa del genere...perchè tutti lo cercavano per esaudire dei propri desideri o lenire certe sofferenze, e che solo un certo Frate Nicola sapesse dove fosse sbocciato."
Quegli occhi, restai a fissarli per un tempo indefinito.
Era come se fossero l'unica certezza in quello strano momento.
Sapevo che anche lui mi stava osservando, mi chiesi cosa vedesse nei miei occhi.
Abbassai lo sguardo quando Solder parlò, vagamente imbarazzata.
Ascoltai ogni sua parola con attenzione, lasciando che lo sguardo percorresse tutto lo spazio sterminato e fiabesco intorno a noi.
Non protestai quando decisero di tornare indietro, li seguii in silenzio.
Ero un passo dietro di loro e li osservavo.
Anche nella penombra potevo vedere i rifessi della pistola di Solder, dalla sua borsa.
Quando trovammo l'acqua a sbarrare il passaggio, tuttavia, non mi sorpresi.
Masan si girò verso di me e, di nuovo, mi trovai di fronte a quello sguardo. Non era lo stesso di sempre, però, c'era una sorta di inquietudine che non vi avevo mai visto.
Incrociai le braccia e recitai, con gli occhi nei suoi "“Per me si va dove avete perduto e lasciato i sogni.Quando essi non sono più solo desideri, ma bisogni. Dai campi svolazzanti di quaglie, ai giardini di pavoni screziati. Dove ogni suo petalo premia i cuori degli uomini fra tutti privilegiati.” sorrisi.
"Se non possiamo tornare indietro, vuol dire che andremo avanti.. non vi pare?" distolsi lo sguardo da Masan per guardare Solder un momento "..vi arrendete così presto? Siamo arrivati fin qui.. dobbiamo andare fino in fondo.." sorrisi nuovamente "voi avete una missione da compiere, o sbaglio? Non vorrete giocarvi ai dadi chi dovrà andare a riferire di aver fallito? Forza... Andiamo a vedere se quel vecchio era davvero pazzo o se siamo in un reame cantato dai bardi.. Non so voi, ma io non ho la minima intenzione di tirarmi indietro..".
Mi voltai, stavo per muovere un passo.
Poi, non riuscii a trattenermi, fu più forte di me.
Mi girai e mi trovai di fronte a Solder.
Con una mossa rapida e improvvisa le bloccai il braccio, presi la pistola dalla sua borsa e la gettai nell'acqua corrente.
Mi allontanai di un passo e la guardai dritto negli occhi.
"Spero che sappia difendersi anche senza il suo giocattolo, dottoressa... sa, non mi piace essere costantemente sotto tiro.. non è professionale.." sorrisi "Quando torneremo a S.Agata gliene comprerò una nuova, stia tranquilla..". E le feci l'occhiolino."Vi aspetto fuori, colleghi...".
Senza aspettare o aggiungere altro tornai sui miei passi rapidamente e, poco dopo, raggiunsi nuovamente la luce del sole.
Mi sedetti sulla stessa roccia su cui mi ero accasciata poco prima, vagamente divertita.
Sapevo di aver fatto imbestialire Solder, e forse anche Masan, anche se non avevo dato a nessuno dei due il tempo per ribattere.
Poco male, almeno, se le cose fossero degenerate, saremmo state alla pari.
Eh, mai mettere due donne a lavorare insieme.. combinano guai.. dai retta a me..
Sorrisi, tra me e me a quel pensiero.
Alzai lo sguardo e lasciai che il sole mi illminasse il viso per un momento. Com'era bello sentire il suo calore. Restai ferma così per un momento indefinito, gli occhi chiusi, la mente altrove.
Ma quando mi tornarono alla mente quegli occhi intensi e penetranti, che continuavo a trovarmi davanti, aprii i miei di colpo, e sbattei le palpebre con forza.
Avevo cose più importanti a cui pensare, non potevo permettermi distrazioni.
Voltai la testa per osservare l'uscita della galleria, aspettando di vedere Masan e una furiosa Solder uscire di lì.
Talia
07-06-2013, 15.25.39
“Chi può essere questo Carlo di Monsperon?” Stupito Guisgard. “Non ho mai sentito parlare di lui... né da mio zio, né da Kuon... e neanche di un luogo chiamato Chanty...”
Rimasi in silenzio per un lungo momento, quando ebbe finito di leggere...
Chanty...
i Bianchi, i Rossi, i Blu...
il Castello di Sunien...
e poi il Fiore Azzurro...
il Fiore...
Infine sollevai lo sguardo e tornai a guardare negli occhi chiari e limpidi di Guisgard...
“Non lo so...” sussurrai, scuotendo appena la testa “Non so chi sia Carlo di Monsperon né dove sia il luogo chiamato Chanty... ma... ma, francamente, non è tanto questo, il mio essere geograficamente ignorante, a turbarmi...”
Esitai per un istante, lanciando un’altra occhiata a quel foglio che ancora stringeva tra le mani...
“In quella lettera, Guisgard, si parla di un duello... si parla di lotte tra tre fazioni per la supremazia su di un regno... si parla del sogno di un nuovo sovrano, magari più giusto, o solo più risoluto... insomma... non so come spiegarle la sensazione che quella lettera mi ha suscitato, ma... beh, dal momento che non credo che suo zio sia stato giovane nel tardo Medioevo, suppongo che quella lettera sia molto strana... o che giunga da molto lontano...”
Lo fissai ancora per qualche momento, poi i miei occhi tornarono a posarsi su quel libro che aveva appoggiato, aperto, sul tavolo di fronte a noi...
e vidi di nuovo l’immagine del giardino...
il Giardino del Fiore Azzurro.
Sollevai una mano, allora, e con la punta delle dita sfiorai delicatamente quell’immagine, per un istante...
“E poi, onestamente...” soggiunsi “Onestamente, non credo neanche che sia un caso se questa lettera è stata conservata proprio in questo libro...”
Di nuovo sollevai gli occhi e lo guardai...
“Io penso che suo zio le abbia tracciato un cammino, Guisgard... e gliel’ha tracciato sapendo che un giorno lo avrebbe percorso. Ed è un cammino fatto di tappe, dove solo ad ogni traguardo è possibile vedere il traguardo successivo e perseguirlo...” la mia voce era bassa, lieve, ma lo sguardo era intenso “Le ha mostrato quel quadro, da bambino, perché fosse preparato... e poi con quell’enigma le ha indicato questo luogo, perché trovasse il Codex... ed ora le mostra la prossima tappa: Chanty. E le ha lasciato questa lettera, così piena di indizi ed informazioni, perché non sia completamente disarmato... E’ come... è come una caccia al tesoro. Sì, come una caccia al tesoro... anche se ancora non saprei dire con certezza quale sia il Tesoro promesso...”
Guisgard
07-06-2013, 19.32.49
Poco dopo, Masan e Solder riemersero da quella galleria e si ritrovarono ancora davanti quel fiabesco scenario.
Erano passati alcuni minuti e solo ora Clio li rivedeva.
Molto probabilmente avevano parlato fra loro prima di uscire.
Solder però era visibilmente accigliata.
Fece qualche passo verso la ragazza.
Poi, improvvisamente, la strattonò e la spinse a terra.
“Ascolta, ragazzina...” disse con disprezzo “... ora che siamo qui la tua presenza vale meno di zero... e tale ti considero... togliti dal viso quell'espressione da eroina da soap opera o te la manderò via io... per mettere a posto quelle come te non mi occorre di certo una pistola... prova a mancarmi ancora una volta di rispetto e giuro che non racconterai a nessuno di questa avventura...”
“Ora direi di piantarla.” Intervenne Masan.
“La smetta!” Esclamò Solder. “Sono io che comando qui!”
“Davvero?” Fissandola Masan. “E con quale autorità?”
“Un capo lo si riconosce dalla stoffa!”
“Direi di calmarci qui...” fece Masan “... metterci l'uno contro l'altra non gioverà a nessuno e lei è troppo intelligente per cadere in un simile errore... cerchiamo dunque di fare il possibile per capire dove siamo finiti.”
“Lei allora tenga a bada la sua ragazzina!” Guardandolo Solder e indicando Clio. “E' molto più furba di quanto sembra!” Si voltò poi verso la ragazza. “Se fossi in te, carina, cercherei di farmi meno domande possibili... o potresti non sapere mai le risposte...”
“Andiamo adesso.” Disse Masan.
Così cominciarono a scendere a valle, attraversando una gola rocciosa.
Si ritrovarono allora nel fondovalle, in uno scenario contornato da dolci colline.
“Quaglie e pavoni...” mormorò Masan “... sono uccelli particolari e ci sarà un motivo se l'iscrizione li citava... ma quale? L'unica cosa che mi viene in mente è che i primi sono uccelli di terra, mentre i secondi sono uccelli d'aria... ma cosa possono simboleggiare?”
“Già, simboleggiare...” sbottò Solder “... tutto è simbolico in questa storia... cominciando da ciò che c'era nella chiesa... e sono stanca di queste cose fittizie! Voglio avere a che fare con cose concrete, reali, che posso capire e toccare!”
Ma mentre camminavano, dopo aver attraversato un gruppo di cipressi, intravidero un sentiero.
“Ecco.” Indicandolo Masan. “E' stata accontentata. Una strada è quanto di più reale e pratico ci sia. Ogni strada conduce da qualche parte.”
Guisgard
07-06-2013, 19.45.37
Daiz, a quelle parole di Altea, apparve pensieroso.
“Si, ma potrebbero essere solo leggende...” disse poi “... Frate Nicola di cui parli potrebbe benissimo essere un mito, come il Prete Gianni medioevale... questa storia è sempre più strana... come se fosse perennemente in bilico tra passato e presente... tra mito e realtà... non so... non vorrei che tutte queste cose finissero per portarci fuori strada... del resto non posso portare al mio cliente vecchie leggende medioevali...”
Ad un tratto si udirono dei passi.
“Deve essere il tuo professore!” Esclamò Daiz. “Presto, chiudiamo il pc! Dobbiamo evitare che scopra il nostro scopo... l'indagine è segreta...” e chiuse il computer.
La porta cominciò ad aprirsi.
Daiz allora, con gesto improvviso, prese Altea e la fece sedere sulle sue ginocchia, per poi cominciarla a baciare.
La porta si spalancò e Asevol si trovò davanti quei due che si baciavano.
“Come siete entrati?”
“Ops...” fece Daiz “... forse abbiamo scelto il posto meno indicato per restare un po' da soli, bellezza mia...”
“Si, lo credo anche io.” Fissandoli Asevol.
“Ci perdoni...” scusandosi Daiz “... ma non pensavo che...”
“Lei è la studentessa arrivata dall'estero.” Riconoscendo Altea, Asevol. “Vedo che si è ambientata presto...”
elisabeth
07-06-2013, 20.00.36
Noi medici eravamo strani..possibile...e mica avevo detto niente....avevo solo detto che avevo la sensazione di stare da un'altra parte......alle volte l'istinto e' la migliore cosa da seguire......" Tesoro ho le miei scarpe col tacco in mano....mi sono arrotolata i pantaloni...il mio orologio si e' fermato a pochi momenti prima di urlare precipito...e...lo so perche' accovacciandomi e l'ultima cosa che ho guardato.....per il resto mio caro....non so cosa dirvi, diciamo che siamo in un altro tempo.....prima dell'anno mille o dopo.....caro Gem....io vi staro' a seguire in religioso silenzio e visto che la vostra bussola ancora e' in piena tattivita'......andiamo verso Nord......voi uomini duri e' cosi' che dite se non sbaglio........."......sul mio volto apparve il migliore dei miei sorrisi.....ero cosi' carina......" Sbrighiamoci...a scegliere la strada da prendere..le formiche fanno il solletico..in qualsiasi tempo ci troviamo, che bello a spasso nel tempo...."......
Guisgard
07-06-2013, 20.17.16
Guisgard apparve turbato da quelle parole di Talia.
“Anche se ciò che ha appena detto” disse “può sembrare quanto di più assurdo si possa sentire, io credo... beh, diciamo sento... sento che forse è la strada giusta per decifrare tutta questa storia...” sbuffo pensieroso “... voglio dire... tutto sembra strano, troppo strano... come se sfuggisse ad ogni ragionamento logico... ma niente di razionale pare in grado di dare un verso e un senso a tutto questo... lei ha ragione... questa lettera sembra provenire da un luogo passato... ma è indirizzata a mio zio e quindi deve per forza essere di questo periodo... ora però mi sorge un dubbio... quando mio zio è stato quassù l'ultima volta? Così possiamo capire quanto tempo fa ha lasciato la lettera nel Codex Nolhiano... e di conseguenza il periodo in cui l'ha ricevuta...” continuò a sfogliare il libro, fino all'ultima pagina.
E qui i due si accorsero di qualche altra cosa.
Sul margine del foglio era stato scritto a penna qualcosa.
“Scrivere su un libro così antico è quasi un delitto...” mormorò Guisgard “... ma riconosco la scrittura di mio zio... sembrano indicazioni...”
E lesse ad alta voce:
“Superata Sant'Agata di Gothia, la bussola sarà la tua compagna.
Seguì il Nord, fin dove le colline da aspre saran dolci e vedrai la spada che bagna.
Così Ardeliano il Grande lo battezzò, lasciando nelle sue acque l'elsa della sua spada.
E se Dio vorrà, ti troverai nel regno prima che il male tutto vinca e il Bene per sempre cada.”
“Forse ha davvero ragione lei, Talia... forse davvero mio zio voleva lasciare delle tracce... solo così si possono giustificare queste annotazioni su pagine tanto antiche e preziose...”
Altea
07-06-2013, 20.26.35
Cercai di distogliermi da quel bacio, quando vidi il professor Asevol e poi udii le sue parole mi alzai di scatto e balbettando cercai una scusa plausibile...ma quante scuse stavo inventando?
"Oh Mr Asevol, a dire il vero, lui, si è follemente innamorato di me" dissi indicando Daiz "e io ero venuta qui a sapere se avevate scoperto qualcosa sui miei due tomi e sulla collana, mi ha seguito e poi mi ha baciato alla sprovvista...eh questi Capomazdesi" dissi ridendo.
Decisamente, l'avevo combinata grossa.
Solder era davvero fuori di se, ma la cosa non mi infastidiva affatto.
Senza la pistola era solo una donna, sicura di se e per nulla simpatica, ma ero abituata a combattere con uomini molto più pericolosi di lei.
Sarebbe stata una bella sfida.
Mi morsi il labbro e sorrisi, mentre mi rialzavo.
Davvero? Credi di sapere chi sono, dottoressa? Tu prova a toccarmi un'altra volta.. Beh, con questa siamo pari..
Rimasi ferma, avevo fatto abbastanza danni.
"Andiamo.." dissi scuotendo la testa "le conviene smetterla con le minacce, io non ho niente da perdere..." Sorrisi "me ne sarei già andata a quest'ora...".
Masan cercò di calmare le acque, gli lanciai una rapida occhiata che non ammetteva repliche.
"E non mi sembra di averle concesso tutta questa confidenza..." Sussurrai tra i denti.
Odiavo essere chiamata ragazzina.
Ma chi credeva di essere quella Solder?
La voglia di uno scontro diretto cresceva sempre più.
Tuttavia, sapevo che Masan aveva ragione, non potevamo metterci l'uno contro l'altro, anche se capii bene che io e Solder non saremmo mai andate d'accordo.
Così frenai la lingua e nascosi un sorrisetto divertito.
Perché non riuscivo ad essere preoccupata o terrorizzata da quella situazione?
Possibile che fossi così incosciente?
Sapevo di essermi cacciata in un guaio più grande di me, ma di certo non mi sarei fatta mettere i piedi in testa da quella donna.
Infondo, collera o no, avevo ottenuto quello che volevo.
Non commentai i loro discorsi, restai in silenzio ad osservare il paesaggio intorno a noi.
Pensai, però, alle parole di Masan, cercando di trovare un senso a quelle dell'iscrizione.
Quando trovammo la strada, sorrisi.
E, in silenzio, mi apprestai a seguirli nella direzione su cui non volevo avere voce in capitolo.
Guisgard
08-06-2013, 01.50.53
Gem fissò prima Elisabeth, poi le scarpe che teneva in mano.
Allora il pilota le prese, le mise entrambe su un ramo ed estratto il suo coltello da tasca, con un colpo netto, tagliò buona parte dei tacchi.
“Ecco.” Disse poi, ridando alla donna le scarpe. “Non saranno eleganti ora, ma sicuramente andranno benissimo per camminare sui prati. Voi donne barattate sempre la bellezza con la praticità. Bah.” Scosse il capo e fece cenno alla sua compagna di seguirlo.
Presero così a camminare in quella vallata, mettendosi in breve la casa alle spalle.
“Primo o dopo l'anno mille...” mormorò Gem camminando “... cosa intendevate dire? Cosa significavano quelle vostre parole?”
Ma prima che Elisabeth rispondesse, il pilota si fermò di colpo.
Prese poi la sua compagna di ventura per un braccio e si nascosero dietro alcuni alberi.
“Sento che qualcuno si avvicina...” fece Gem “... camminano sottovento e ho potuto avvertirne l'odore... una tattica molto utile usata dai militari... non faccia rumore o ci scopriranno...”
Infatti poco dopo apparvero due figure.
Un uomo robusto che aveva con sé della cacciagione ed un altro più esile.
“Ottimo colpo, milord!” Esclamò questi. “Davvero un colpo pregevole!”
“Si, non c'è male.” Fece l'altro. “Del resto i fagiani sono prede molto ambite. Andiamo, li metteremo nella dispensa.”
“Credo siano diretti nella casa in cui ci trovavamo noi prima...” sottovoce Gem ad Elisabeth “... ha visto che abiti strani indossano? Sembrano vestiti per il Carnevale...”
Guisgard
08-06-2013, 02.13.15
Asevol guardò Altea con aria perplessa.
“Ciò che fate non mi riguarda.” Disse poi. “Ma non voglio simili atteggiamenti nel mio studio. E se lei voleva sapere dei tomi, allora poteva benissimo aspettarmi qui fuori. Anche perchè la porta era chiusa, mi pare.”
Daiz allora si alzò dalla sedia e con un fazzoletto si tolse il rossetto di Altea dalle labbra.
Asevol lo fissò seccato.
“Quanto al vostro materiale” fece poi il professore, tornando a guardare Altea “posso dirvi che ci sarebbe molto da discutere e forse ancor più da scoprire. Sono testi antichi ed affascinanti. Combinano fra loro vari miti. Su tutti la Gioia dei Taddei ed il Fiore Azzurro. Sono fortemente influenzati da un altro testo,ovviamente precedente ai tomi... il Codex Nolhiano. La collana invece è un pezzo pregevole. Tuttavia può dirci molto poco riguardo alla sua storia, ovviamente.”
In quel momento qualcuno bussò alla porta dello studio.
“E' aperto.” Fece Asevol.
La porta si aprì ed entrò un uomo.
Un uomo che Altea riconobbe subito: era Teslya, il misterioso paziente di Julien.
Guisgard
08-06-2013, 02.52.18
Così, Clio, Masan e Solder presero quel sentiero che serpeggiava nella vallata, racchiusa da verdi e morbide colline.
Masan continuava a guardarsi intorno, come incuriosito e nello stesso tempo turbato da quello scenario.
E non aveva tutti i torti.
Infatti quelle terre erano diverse dal territorio che circondava Sant'Agata di Gothia, dove presumibilmente i tre dovevano trovarsi ancora.
Eppure nella sua mente non riuscivano a smettere di echeggiare le parole del vecchio frate.
Era davvero frutto di una mente folle quella storia?
Con tutti quei nomi, gli avvenimenti e la data così precisa?
"Clio..." disse voltandosi verso la ragazza "... va tutto bene?"
Controllò poi ancora una volta l'orologio e qualcuna delle apparecchiature nel suo zaino, ma tutto era fuori uso.
E fu in quel momento che si accorse di qualcosa che lo stupì non poco.
“Che cosa strana...” mormorò “... fra tutti gli oggetti che ho con me, solo la bussola continua a funzionare...”
“In verità” fece Solder “anche la mia pistola funzionava fino a poco fa...” gettando uno sguardo di disprezzo verso Clio.
E in quell'istante qualcosa apparve lungo la strada.
“Guardate là...” indicò Masan “... un casale... finalmente incontreremo qualcuno...”
http://www.cityfactor.it/wp-content/uploads/2012/11/chianti-600x450.jpg
Altea
08-06-2013, 20.14.38
Ascoltai con interesse le parole di Asevol, anche se già avevo letto qualcosa sul suo computer...il Codex Nolhiano, non lo avevo mai sentito nominare.."Teacher Asevol, potete tenere ancora i tomi per i vostri studi, ma visto la collana non vi è di aiuto vi chiederei di ritornarmela visto ha un valore importante per la mia famiglia, e io ne sono la erede..molte grazie".
Presi per un attimo il mio smarthphone, mi connessi a Internet e scrissi sul motore di ricerca "Codex Nolhiano" mandai l'invio, e nel mentre sentii bussare alla porta. Mi si raggelò il sangue...era lui, il paziente che era da Julien e che cosi tanto la inquieta...Teslya.
Mi voltai verso Daiz, gli feci un cenno col capo. Sicuramente pensavo avesse visto nei dossier di Julien pure la foto, ma mi avvicinai piano e gli dissi all'orecchio sottovoce..."E' lui..Teslya".
Non feci cenno di uscire, aspettavo che Daiz prendesse qualche iniziativa visto la sua esperienza in materia.
elisabeth
09-06-2013, 20.03.39
Le mie scarpe....taglio' di netto i tacchi e me le diede indietro..." grazie Gem....adesso abbiamo eliminato il problema formiche........deve sapere mio caro che ho fatto anni nei campi come forza medica nei posti dove lei neanche ...immagina...nei posti dove la sera....ci toglievamo i pidocchi che si insinuavano attraverso le dita dei piedi per evitare che si infilassero nella pelle.......mi faccia il favore....prendiamo questa bussola e vediamo se ci porta in mezzo a persone civili possibilmente......"....così prendemmo il sentiero che la bussola ci indirizzava e camminammo per qualche tempo...sino a quando....Gem... mi prese per un braccio e parlandomi di una sua esperienza di vita da guerriero..in cui aveva imparato ad utilizzare il suo fiuto .....fiuto magnifico..... due uomini di aspetto diverso passarono davanti a noi...parlavano con un'acceto diverso dal nostro.......sembrava volgare, non camminavano uno al fianco dell' altro....ma il piccoletto camminava un pò indietro rispetto a quello definito Milord......dispensa...avevano parlato di dispensa, io la cacciagione l'avrei messa nel frigorifero oppure nel congelatore.......non avevano fucili....ma Milord aveva le frecce......con arco.....certo, anche nel nostro tempo il tiro con l'arco era uno sport......ma........" Gem, mi avete chiesto cosa intendevo con due passi nel tempo....ecco cosa intendevo......questi non si sono vestiti per carnevale......riflettete, in casa le stoviglie erano in peltro....e non erano perfettamente lavorate.....le bottiglie del vino non avevano etichetta...la casa non aveva un arredamento degno della nostra epoca.......L'aereo......io ero perfettamente sveglia....i miei sensi erano tutti attivi, quando voi avete detto...stiamo precipitando.....mi sono solo accovacciata.....ma ero in sensi, il mio orologio non funziona......ma e' perfetto,...neanche un graffio...io non ho neanche un graffio......i miei abiti......perfetti...voi siete ammaccato....ma perchè mi avete portato a spalla......insomma Gem.......quando si precipita...ci si sbuccia un ginocchio...ci si strappa la giacca e che diamine.....mi dica la verita', neanche lei ha avvertito il tonfo dell'aereo.....noi siamo precipitati in buco nero.........ora, abbiamo due possibilità seguire in silenzio Milord e smilzo..oppure uscire allo scoperto e dire che il nostro aereo e' precipitato.....se siamo a carnevale...non ci sono problemi un colpo di cellulare e tutto e' a posto.....ma se così non fosse.....finiremo in gatta buia....in una sudicia gatta buia....."....tolsi il mio sguardo dal volto di Gem e continuai a seguire con lo sguardo i due...si stavano dirigendo verso la casa
Annuii a Masan.
"Ceramente.." dissi piano, senza nascondere il sarcasmo.
Adoro essere in compagnia di gente che ha una gran voglia di togliermi di mezzo.. che mi nasconde i suoi loschi piani.. e, per di più, essere finita in un posto che potrebbe essere in un altro tempo, per quanto assurdo.. Certo, caro, come vuoi che stia?
Sospirai e cercai di prestare attenzione a ciò che stava dicendo.
Che strano, pensai, la bussola funzionava?
"Beh, almeno sapremo in che direzione stiamo andando, non le pare?" dissi poi, con voce calma e piatta, rivolta a Masan.
Sorrisi, un sorriso gelido e divertito, quando lo sguardo di Solder si posò su di me.
"Se siamo nel sedicesimo secolo, non le sarebbe servita a niente.." sussurrai, scuotendo la testa.
Ma almeno non devo costantemente guardarmi le spalle... Mi fido di quella donna come mi fiderei di un programma storico in televisione.. Anzi, forse neanche..
Sorrisi tra me e me a quel pensiero, e seguii con lo sguardo ciò che indicava Masan.
"Ottimo.." dissi rivolta al professore, lanciandogli una rapida occhiata.
Per un momento, per un breve momento, mi era parso di sentirlo vicino, di potermi fidare.
Ma dopo la mia marachella non potevo permettermi di abbassare la guardia, neanche per un momento.
Ero certa che mi stessero nascondendo qualcosa, e Solder, involontariamente, me l'aveva confermato.
E lui non era certo da meno. Non che si fosse mai comportato male con me, anzi.
Anche se...
Abbassai lo sguardo, ripensando a quel bacio, quasi che potesse leggermi nel pensiero.
Scossi la testa, ed inspirai forte.
Non dovevo pensarci, avevo fatto benissimo a rifilargli un sonoro ceffone, come si era permesso, dopotutto?
Ripresi a guardare la strada, cercando di pensare a qualcosa di più concreto e reale.
Il casale era immerso nella vegetazione lussureggiante, e sembrava essere l'unica abitazione nei dintorni.
Sperai in cuor mio di trovare un'automobile parcheggiata nel vialetto, ma non c'era.
Più ci avvicinavamo e più quel casale sembrava reale, da lontano, infatti, avevo quasi avuto l'impressione di trovarmi di fronte a un quadro, dipinto nei minimi dettagli.
Dopo poco tempo lo raggiungemmo.
Talia
10-06-2013, 16.10.30
Lo fissai...
“Lo trova assurdo?” mormorai “Sconcertante? Sa... io trovo decisamente più assurdo e molto più sconcertante quell’attacco terroristico, ad esempio... trovo sconcertante quel tentativo di furto al museo... questo mi pare assurdo! Quanto a questa ipotesi, invece... beh... è plausibile che suo zio desiderasse renderla partecipe di ciò che sapeva ed aveva appreso durante la sua vita... ed è plausibile che abbia provveduto a metterla sulla giusta via, qualora non avesse potuto farlo personalmente... non trova?”
Per qualche istante rimasi in silenzio, guardandolo...
trovava sconcertante tutto quello, pensai... chissà cosa avrebbe pensato di me e del motivo che mi aveva portata a Capomazda... chissà cosa avrebbe pensato di quei sogni che mi avevano perseguitata nell’ultimo anno...
Riponendo questi pensieri, tornai a fissare quella lettera che ancora teneva tra le mani...
“Non possiamo sapere quando è stata spedita, temo...” mormorai “E comunque... comunque, forse, ciò che ci interessa di più sapere adesso è da dove sia stata spedita... questa Chanty, cui si fa riferimento...”
continuò a sfogliare il libro, fino all'ultima pagina.
E qui i due si accorsero di qualche altra cosa.
Sul margine del foglio era stato scritto a penna qualcosa.
“Scrivere su un libro così antico è quasi un delitto...” mormorò Guisgard “... ma riconosco la scrittura di mio zio... sembrano indicazioni...”
E lesse ad alta voce:
“Superata Sant'Agata di Gothia, la bussola sarà la tua compagna.
Seguì il Nord, fin dove le colline da aspre saran dolci e vedrai la spada che bagna.
Così Ardeliano il Grande lo battezzò, lasciando nelle sue acque l'elsa della sua spada.
E se Dio vorrà, ti troverai nel regno prima che il male tutto vinca e il Bene per sempre cada.”
“Forse ha davvero ragione lei, Talia... forse davvero mio zio voleva lasciare delle tracce... solo così si possono giustificare queste annotazioni su pagine tanto antiche e preziose...”
Annuii lievemente...
“E queste tracce sono per lei...” mormorai “E’ per lei che suo zio ha scritto queste note, Guisgard... e dunque... dunque, suppongo, sta a lei decidere se seguire la strada che le viene indicata o meno...”
Distrattamente, posai una mano sul Codex e sfiorai con le dita quelle parole scritte a margine, probabilmente in fretta e apparentemente con una penna a sfera...
“Per suo zio doveva essere importante...” sussurrai “Molto importante, per aver penato così tanto nel cercare di lasciarle tracce ed indizi... quello che non mi spiego è il motivo per il quale anche quei terroristi sono così decisi a seguire questa strada... perché cercano il Codex? Per giungere a Chanty? E per quale motivo giungere là sembra così fondamentale? Cosa c’è in quella terra che giustifichi tutto questo interesse?”
Guisgard
10-06-2013, 21.24.07
Capitolo II: La Guerra delle chiese
“I Brobdingnaghesi hanno leggi chiare e semplici, un re che regna con giustizia e politici onesti. Tutto ciò stupì tantissimo il buon Gulliver, abituato agli usi e costumi della sua Inghilterra.”
(Jonathan Swift, I viaggi di Gulliver)
Così, Clio, Masan e Solder raggiunsero finalmente quel casale.
Si trattava di un grande edificio, in muratura con conci di pietra solo grossolanamente squadrati, circondato da un giardino molto ben tenuto e da alti cipressi che lo cingevano come un atrio colonnato.
Un breve vialetto conduceva ad un piccolo portico di legno ricoperto da rampicanti e dal quale pendevano quattro piastrelle raffiguranti le stagioni.
“Non c'è traccia di asfalto in giro” disse Masan “e non si vede neanche un elettrodotto in lontananza...”
“Del resto siamo in aperta campagna.” Replicò Solder.
“Può darsi...” fece Masan, per poi entrare nel vialetto che conduceva all'ingresso del casale.
E giunto alla porta, bussò.
Qualche istante dopo qualcuno aprì.
Era una donna e restò turbata nel vedere quei visitatori.
“Chi siete?” Chiese, senza smettere di fissarli.
Indossava abiti molto diversi da quelli che i tre erano abituati a vedere ed il suo accento non era certo quello conosciuto a Capomazda.
“Siamo...” mormorò Masan “... siamo viaggiatori, signora... veniamo da molto lontano... non conosciamo queste terre e siamo in cerca di un posto in cui sostare... naturalmente abbiamo intenzione di pagare...”
“Aspettate, per favore...” e rientrò.
“Sembra una bigotta!” Esclamò Solder. “Cosa aveva poi? Sembrava aver visto un fantasma!”
“Fino a quando non capiremo dove siamo finiti” fissandola Masan “la pregherei di tenere a bada il suo sarcasmo... potrebbe darci noie...”
“Dove vuole che siamo finiti?” Sbottò la dottoressa. “Sicuramente in qualche regione oltre i confini di Capomazda. O forse crede davvero di essere nel XVI Secolo?”
Ma in quel momento qualcuno apparve sulla porta.
E non era la donna che aveva aperto in
precedenza.
Ora c'era un uomo, robusto e di alta statura.
Anche lui indossava abiti strani, che sembravano richiamare i tratti di un'uniforme militare.
“Chi siete?” Domandò ai tre.
“Abbiamo parlato con una donna...” fissandolo Masan.
“E' mia moglie.” Disse il militare.
“Ecco, siamo viaggiatori e...”
“Si, mi ha detto di voi.” Lo interruppe il militare.
“Cerchiamo un posto per riposare, almeno per qualche ora...” spiegò Masan “... naturalmente vogliamo pagare. Se poi è troppo disturbo, allora ci indichi un albergo e le saremo grati.”
Il militare li guardò con attenzione.
“I vostri abiti e il vostro modo di parlare...” mormorò il militare “... sono strani... da dove venite?”
“Da Capomazda.” Rispose Masan.
“Capomazda?” Ripetè il militare. “Mai sentito questo nome.”
Masan si voltò a fissare Clio e Solder.
“Comunque” continuò il militare “qui vicino non troverete alberghi o locande. Solo una piccola chiesa andando verso Sud. Se vi affretterete non impiegherete molto a raggiungerla. Forse il curato potrà aiutarvi.”
“Non possiamo lasciarli andare così...” disse la moglie da dietro la porta socchiusa alle spalle di lui “... ci sono i Rossi in giro per queste strade...”
Il militare allora li fissò.
http://www.wearysloth.com/Gallery/ActorsS/54359-29571.jpg
Guisgard
10-06-2013, 21.28.17
Nel vedere Taslya, Daiz restò a fissarlo per qualche minuto, limitandosi a fare un cenno col capo ad Altea.
“Il professor Asevol, suppongo.” Disse l'uomo.
“Si.” Annuì il professore. “In cosa posso aiutarla?”
“Ecco, sono un collezionista di antichi libri” spiegò Teslya “e facevo delle ricerche su un antico testo che pare sia perduto da secoli...”
“Prego, continui.” Annuendo Asevol.
Teslya fissò Altea e Daiz.
“Preferirei parlarle in privato, professore.”
“Certamente.” Fece Asevol. “Sono miei studenti e stavano per andare via. Prego, ragazzi. Ci rivedremo durante il corso.” E fece uscire Altea e Daiz.
Appena fuori dall'ufficio, Daiz prese Altea per mano e corse verso il parcheggio.
“Presto, all'auto!” Esclamò correndo.
Giunti alla macchina, l'investigatore tirò fuori delle cuffie da una tasca e le collegò al suo smartphone.
“Ho nascosto, prima di uscire, una cimice nell'ufficio del tuo prof...” mormorò Daiz “... ora sentiremo tutti i loro discorsi...” fece l'occhiolino ad Altea “... dai, ammettilo... sono troppo in gamba e tu sei pazza di me!”
Sintonizzò lo smartphone e cominciò ad udirsi la conversazione nello studio di Asevol:
Asevol: “Allora, che libro cercava?”
Teslya: “Un codice molto antico... il Codex Nolhiano.”
Asevol: “Il Codex Nolhiano? Un libro molto singolare.”
Teslya: “E prezioso.”
Asevol: “Esatto.”
Teslya: “Ho fatto alcune ricerche. Pensavo si trovasse nel Museo Archeologico di Capomazda, invece ho visto che non è lì.”
Asevol: “Infatti. Fu acquistato da un collezionista privato ed ora è nelle sue mani.”
Teslya: “Chi è questo collezionista?”
Asevol: “In verità, non sarei tenuto a rivelarlo...”
Teslya: “Gli occhi, professore... guardi i miei occhi... vede? Girano piano... ma sempre di più... più velocemente... più velocemente...”
Asevol: “Si... si... si, padrone... ordina e comanda...”
Teslya: “Chi ha acquistato il Codex Nolhiano?”
Asevol: “Robert de' Taddei, padrone...”
“Ma che roba è questa!” Esclamò Daiz quando la conversazione cessò. “Cos'era? Ipnosi o cosa?”
Guisgard
10-06-2013, 21.32.22
Gem ascoltò attentamente Elisabeth.
“Si, il suo ragionamento fila...” disse “... ma è totalmente assurdo!” Scuotendo il capo. “Ma si rende conto? Andiamo, è una donna di scienza lei... non può credere a ciò che ha appena detto!”
Intanto, i due uomini erano ormai andati verso la casa.
“Seguiamoli.” Fece Gem. “Poi decideremo cosa fare.”
Così li seguirono da pochi passi più indietro.
“Cosa accadrà ora a sua maestà, milord?” Chiese lo smilzo.
“Deciderà il Consiglio.”
“Ha perso il potere a vostro parere?”
“Di sicuro” rispose il milord “non basteranno più i suoi occhi azzurri a legittimarne il potere.”
“I Rossi lo uccideranno?”
“Non lo so, amico mio...” mormorò il milord.
E raggiunta la casa, entrarono dentro.
“Ma dove diavolo siamo finiti?” Sempre più sorpreso Gem verso Elisabeth. “Ha sentito cosa dicevano quei due? Re, Rossi, uccisioni, potere legittimo, segni particolari... ma lo sanno che le Nazioni Unite non permettono più questo genere di cose?”
Guisgard
10-06-2013, 21.36.59
Guisgard ascoltò Talia e restò vagamente perplesso.
“Chanty...” disse “... mai sentito un nome simile...” si avvicinò allora ad un computer e lo accese, per poi avviare il motore di ricerca.
“Ecco, l'ho trovato...”
E lesse su Google:
“Chanty è una terra immaginaria delle leggende e del folclore Capomazdese, situata in un luogo imprecisato del Nord, oltre i confini della Chiesa Romana e subito prima della terra delle nebbie perenni, in una visione simbolica che pone Chanty come sospesa tra il Divino ed il terreno. L'etimologia del nome risale molto probabilmente ad una storpiatura dal Franco Normanno di un antico nome etrusco o perlomeno italico della regione in cui sorgeva il regno di Sygma. Sorto dai racconti di mercanti e pellegrini, questo mito era l'idealizzazione della stessa Sygma agli occhi dei Capomazdesi, vista come una terra ricca di arte e bellezze naturali. Non a caso, nell'iconografia tradizionale, Chanty veniva rappresentata nei tipici paesaggi di Sygma.”
“Continua poi con nozioni storiche poco importanti...” mormorò lui “... quindi questa Chanty altro non è che una versione romanzata di Sygma... come il Catai lo era per la Cina... lei però è di Sygma... ha mai sentito il nome di Chanty? Anche qualcosa di simile?” Scosse il capo. “E poi perchè tracciare la via per un regno immaginario? Mio zio non era certo uno che fantasticava... anzi. E questa lettera invece sembra molto reale... non certo uscita da un brano di antologia o da un romanzo fantasy... continua a credere che tutto ciò non sia assurdo?” Fissando Talia.
Altea
10-06-2013, 22.37.51
Rimasi per un attimo perplessa ad ascoltare la conversazione quando Daiz pose quella domanda che più che altro fu una esclamazione..."Questo Mr. Teslya non sembra affatto pazzo" dissi seriamente "anzi sa ciò che vuole...e ora penso alla espressione stranita di Julien quando egli uscì dalla sua stanza...che abbia ipnotizzato o usato qualche mezzo pure con lei?E per cosa poi?".
Osservai le carte e dossier che Daiz prese nello studio di Julien.."Guardiamo cosa dicono le carte di Julien...e poi seguiamo quell'uomo quando uscirà dalla Università..pure lui con questo Codice Nohliano..io non so di che si tratta ma non ti sembra una strana coincidenza...il fatto che pensasse si trovasse al Museo Archeologico..ma non lo ha trovato...e se c'entrasse con il furto al Museo?..l'erede dei Taddei è in pericolo ora, dobbiamo avvisarlo penso".
Osservai stupita prima la donna e poi l'uomo che avevano parlato.
I loro abiti, il modo di parlare, il fatto che non conoscevano Capomazda.. possibile che fosse tutto vero?
Eppure, non sembravano intenzionati a farci entrare.
Come dargli torto, pensai, se io vedessi gente così strana sbarrerei la porta, e noi dovevamo apparire davvero singolari ai loro occhi.
Sarà anche assurdo, ma non abbiamo scelta..
"Perdonate, buon uomo.." dissi gentilmente, facendo capolino da dietro Masan.
"Abbiamo viaggiato a lungo, per giorni e giorni, veniamo da una terra oltre il Monte Ataima.. ci siamo perduti e l'abbiamo attraversato.. Non vogliamo turbare la tranquillità vostra, o di vostra moglie.. Cerchiamo soltanto riparo, anche modesto.. Abbiamo incontrato un frate, poco fa, e ci ha riferito che le strade non sono più sicure, qui a Chanty.." lo fissai con un'espressione speranzosa "..è molto lontana la chiesa di cui parlate? Non vorremmo doverci accampare per stanotte... non manca molto al tramonto... dite.." esitai "..che riusciremo a raggiungerla prima che faccia buio?".
Sfoderai l'espressione più ingenua e spaurita che riuscii ad elaborare, e sostenni lo sguardo dell'uomo.
Guisgard
11-06-2013, 01.33.37
“Si...” annuì Daiz a quelle parole di Altea “... potrebbe essere davvero coinvolto col tentato furto al museo questo Teslya...” poi scese rapido dall'auto “... seguimi!”
Tornarono così nello studio di Asevol.
Entrarono e videro il professore addormentato alla sua scrivania.
“Si svegli...” strattonandolo Daiz “... si svegli... mi sente, professore?”
Alla fine riuscì a svegliarlo.
“Cosa succede?”
“Ce lo dica lei.” Fissandolo l'investigatore.
“Devo essermi addormentato...” mormorò Asevol “... forse un colpo di sonno...”
“L'uomo che era qui?”
“Oh, il signor Teslya...”
“Si, lui.”
“Abbiamo conversato un po'...” spiegò il professore “... poi mi ha chiesto informazioni su un libro molto antico e io gli ho spiegato che per correttezza e privacy non potevo fornirgli ulteriori informazioni. Lui allora mi ha ringraziato per la disponibilità ed è andato via.”
Daiz fissò Altea.
I due allora lasciarono prima lo studio di Asevol e poi l'università con l'auto di Daiz.
“Asevol è stato di sicuro ipnotizzato...” fece questi “... non ricorda nulla...” passò la scheda di Teslya ad Altea “... ho già controllato... la sua amica psicologa ha scritto molto poco di quel suo misterioso paziente... qualche sintomo di una certa patologia ma nulla più... insomma, nulla che non possa essere tenuto a bada con qualche antidepressivo... era naturale capire che Teslya non è uomo da farsi schedare... però ciò che dicevi prima è giusto... forse Teslya ora sarà diretto dai Taddei per avere quel codice... credo che bisognerà fare una nuova visitina al loro fiabesco palazzo...” e fece l'occhiolino ad Altea.
Si diressero così al palazzo dei Taddei con la loro veloce auto.
Guisgard
11-06-2013, 01.50.31
A quelle parole di Clio, il militare si voltò verso sua moglie e poi di nuovo tornò a guardare i tre forestieri.
“La chiesa è a circa dieci miglia da qui...” disse col suo accento particolarissimo “... ma non è tanto la distanza...”
“Vedete, per queste strade si aggirano i Rossi” intervenne la moglie “e loro non vedono di buon occhio gli stranieri, perchè sospettano possano essere spie giunte per aiutare il re e i Blu... e voi potreste avere dei problemi a dover spiegare il vostro arrivo e quegli abiti che indossate...” e guardò suo marito.
Questi allora annuì.
“Si, mia moglie ha ragione...” mormorò “... sarà meglio non avventurarsi in giro stanotte... se volete possiamo offrirvi noi un letto fino a domani... ripartirete con la luce del Sole e forse sarà meno difficile viaggiare su queste strade...”
Finalmente li fecero entrare.
Il militare li condusse in due stanze, in cui passare la notte.
Una grande per Clio e Solder ed una più piccola per Masan.
“Domani vi preparerò una buona colazione...” disse la moglie del militare “... a domattina...”
Solder appariva silenziosa e pensierosa.
Si lasciò cadere sul letto e poi cominciò a fissare Clio.
Ora le due erano da sole in quella stanza.
“Sembra che siamo capitati in un luogo assai singolare...” sorridendo in modo enigmatico la donna “... nessuno verrà mai a cercarci qui... quindi sta attenta, ragazzina... se ti capitasse qualcosa, anche solo un malanno, potresti non sopravvivere...” rise e si coricò, voltandosi dall'altra parte del letto.
Tuttavia, nonostante quelle velate minacce, la notte trascorse silenziosa e tranquilla.
Fino all'albeggiare, quando, poco dopo, la moglie del militare accese il forno ed un odore di pane caldo invase l'intero casale.
La colazione era pronta.
Tirai un sospiro di sollievo quando, finalmente, l'uomo decise di farci entrare.
Ringraziai di cuore lui e la moglie per l'ospitalità, e raggiunsi con riluttanza la stanza che ci avevano riservato.
Sapevo che era inevitabile, ma l'idea di restare sola con Solder mi irritava non poco.
Mi buttai sul letto, sfinita, e lo stesso fece la mia simpatica collega.
Sorrisi alle sue parole, per quanto sia il fatto che mi desse del tu, che il chiamarmi ragazzina mi innervosivano immensamente.
Ma sentila.. La grande donna!
Tuttavia, non risposi, non volevo dar peso a quelle velate minacce.
Del resto, pensai, nessuno sarebbe venuto a cercarmi comunque, esattamente come non sarebbe venuto nessuno per lei.
Restai sveglia a lungo, nonostante la stanchezza, ed osservavo di tanto in tanto Solder che dormiva.
Sembrava così innocua e tranquilla.
Eppure, sapevo che non era affatto così.
Dopo molto tempo, infine, caddi in un sonno profondo e agitato, fatto di sogni e ricordi che si mescolavano senza alcun senso.
"Cosa ci fai qui?" Tally mi guardò, accigliata.
"Sono le tre del mattino, Clio.. accidenti..".
"Scusa.." risposi atona, senza voltarmi verso di lei.
Prima di ribattere nuovamente mi osservò, seduta su quei gradini, lo sguardo perso nel vuoto, le braccia appoggiate alle ginocchia e una bottiglia tra le mani.
E allora il suo sguardo accigliato si riempì di preoccupazione.
Non mi aveva mai vista in quello stato.
"Ehi, tesoro.. che è successo?" disse dolcemente, sedendomi accanto.
Alla debole luce della luna poteva ora vedere distintamente il mio viso rigato dal pianto, lo sguardo privo di luce.
Bevvi un sorso di birra, e scossi la testa.
Sapevo che se avessi detto una sola parola, sarei scoppiata a piangere.
Non era da me, ero sempre stata quella forte e decisa, quella situazione mi aveva prosciugato.
"L'ho baciato.." dissi con un filo di voce.
"Chi?" disse Tally, senza pensare.
"Lucio.. chi!" sbottai, fissando negli occhi la mia amica per la prima volta.
"Oh… presumo non sia andata bene.. mi dispiace, cara…" disse, piano "Ehi, vieni qui.. su..".
Mi abbracciò, e nel dolce calore del suo affetto finii le lacrime che mi erano rimaste.
"L'ho perso, Tally.." dissi poi, divincolandomi gentilmente "...Devi vedere come mi ha guardata.. dovevi sentire il tono della sua voce..".
Scagliai la bottiglia ormai vuota nel giardino lontano, in un impeto d'ira.
"Sono un'idiota!" sussurrai.
"Sapevi che prima o poi sarebbe successo.. cosa volevi fare, vivere in quel modo tutta la vita?" disse dolcemente, la mia amica "Almeno adesso sei libera..".
Anuii. "Già, distrutta ma libera…" cercai di sorridere "Mi riprenderò.. scusa.. non avresti mai dovuto farmi vedere in queste condizioni...".
"Non dirlo neanche per sherzo..".
Mi svegliai di scatto.
Restai a fissare il soffitto per molto tempo.
Ma con tutte le cose belle che potevo sognare, dannazione..
Mi alzai controvoglia, respirando piano.
Osservai Solder addormentata e mi sfuggì un sorriso.
Un inebriante prfumo di pane giungeva dalla cucina.
Scesi in fretta di sotto, e sorrisi alla donna che ci aveva preparato tante leccornie.
"Salute a voi.. siete davvero un angelo.. avete preparato tutto questo per noi?" Dissi sorridendo.
"Vi ringrazio, di cuore.. davvero.. per tutto..".
Altea
11-06-2013, 15.25.27
La Mercedes di Daiz correva veloce verso il Palazzo dei Taddei, ma io ero molto perplessa.
Fissai Daiz, appariva sicuro sia nella guida che su come agire.."Ma allora..mi chiedo..cosa avrà voluto sapere questo Mr. Teslya da Julien? Non penso Julien sia a conoscenza di fatti riguardanti ai Taddei o...forse sbaglio? Pure il caso che fosse li proprio il giorno dei funerali di Robert dè Taddei?".
Subito finito le mie riflessioni ci trovammo di fronte al Palazzo dei Taddei, sembrava tranquillo...e sorrisi.."Spero solo non ci prendino per dei visionari, che hai intenzione di fare ora? Sorvegliare la zona e vedere se Teslya verrà qua...a cercare il famoso Codex Nohliano?".
elisabeth
11-06-2013, 18.20.53
L'essere donna di scienze avrebbe sviluppato in me il senso del razionale...invece stavo andando verso il mio senso dell'illogico...c'erano giorni in cui mi piaceva andare oltre con la mente.....ma non mi ero mai spinta così avanti....il viaggio nel tempo..avevo letto no so più quanti romanzi....erano romanzi...ma io li avevo sognati ad occhi aperti....." Gem....essere un uomo di scienze non fa vivere sempre in un mondo dove due più due fà necessariamente quattro...oppure i miracoli potrebbero non esistere, se devo dirvi la verità all'interno di quella casa....mi sembrava tutto fuori dal tempo....anche noi seduti a lume di candela.......così tranquilli..a nostro agio.....era un miracolo Gem......".....aveva ragione seguimmo i due uomini e mi accorsi che l'uomo parlava allo smilzo con molta umiltà...nonostante la differenza di rango.....Milord mi sembrava preoccupato....come fare a scoprirne i risvolti....." Gem....stanno parlando di problemi politici.....i Rossi...a quanto pare loro non sono dei Rossi...visto che si preoccupano per la salute del Re.....e devo dirvi che mi sembra seriamente preoccupato..............sono entrati in casa ......e noi siamo in una brutta situazione...se devo essere sincera Gem caro......non troveremo una macchina a nolo e nemmeno una cabina telefonica...........e abbiamo a disposizione due persone di cui non conosciamo l'identita'....credo che andremo a bussare alla loro porta....e mi raccomando....noi stiamo con il Re...."...così andai avanti....mi sistemai la giacca, come se questa cosa mi desse sicurezza.....Gem era accanto a me....quando bussai alla porta......sentii rumori vari provenire dall'interno ....e la porta aprirsi tanto violentemente che io e Gem facemmo istintivamente un passo indietro..........vidi lo smilzo, ovvio, Milord non poteva sporcarsi le manine......." perdonate il disturbo, abbiamo avuto un problema......volevo sapere se potete ospitarci, giusto un pò, avrei la necessità del bagno ...".......sentii il gelo dello sguardo di Gem alle spalle...ovviamente non potevo mica chiedere di fare una telefonata....
Guisgard
11-06-2013, 20.13.20
A tavola, poco dopo, arrivò anche Masan.
Salutò la padrona di casa e poi si sedette accanto a Clio.
La donna servì ad entrambi l'ottima colazione e li pregò di mangiare.
“Davvero squisito, signora.” Disse Masan alla donna. “Vero, Clio?”
Dopo un po', però, il professore fissò la donna.
“Siete stata gentile ieri...” mormorò “... gentile ed ospitale... vi saremo sempre riconoscenti...”
“Non ditelo, messere.”
A quel “messere”, Musan fissò Clio con una strana espressione.
“Come detto, siamo viaggiatori” continuò lui “e siamo rimasti incantati dalla bellezza di questi luoghi.”
“Si, Chanty è molto bella.”
“Diteci...” fece lui “... siamo diretti a Roma... quando dista arrivarci da qui?”
“Oh, io non so di queste cose...” rispose lei “... dovete attendere mio marito. Lui saprà aiutarvi. Mi spiace...”
“Avete fatto già tanto.” Sorridendo Masan. “Ci avete salvato la vita da quanto ho capito...”
Lei si voltò a fissarlo.
“Dai Rossi intento...” smettendo di mangiare lui “... ma chi sono questi Rossi?”
“Fate molte domande, voi.” Arrivando il marito di lei all'improvviso. “E non è molto cortese da parte vostra.”
Guisgard
11-06-2013, 20.27.55
Gem seguì Elisabeth in quella casa.
Così i due si presentarono al milord ed allo smilzo.
Questi rimase sorpreso ed interdetto nel vedere sulla porta quell'uomo e quella donna vestiti in modo così pittoresco per lui.
“Pioppo...” disse il milord “... cosa diavolo aspetti? Non hai sentito madama? Vuoi far attendere una dama sulla porta? Avanti, falla entrare. Insieme al suo cavaliere, si intende.”
Pioppo annuì e fece loro cenno di entrare.
“Prego, amici miei.” Andando loro incontro il milord. “Questa è casa vostra. Ma temo, madama, che un bagno qui non sia molto confortevole. A meno che voi non vi accontentiate di una tinozza in cui si è lasciata a maturare fino a ieri frutta di stagione.” Li fissò con attenzione ora che erano entrati. “Immagino giungiate da molto lontano... da dove, se è lecito chiedere?”
“Ehm...” fece Gem “... da Sud...”
“E cosa vi ha condotti qui a Chanty?”
“Le bellezze del posto...” rispose Gem “... si, la campagna, le colline, le valli... è molto bello questo luogo...”
“Cosa siete?” Chiese il milord. “Artisti forse? Poeti o pittori? Solo loro potrebbero fare molta strada per un paesaggio e un panorama. Dico bene?”
Guisgard
11-06-2013, 20.35.23
“O quello” disse Daiz ad Altea “o trovare un modo per entrare ed essere ricevuti dal rampollo dei Taddei...” fissò la ragazza “... già, giusto... cosa poteva volere Teslya dalla tua amica psicologa? Brava, interessante domanda. Stai migliorando. Hai vinto un bacio. Con la lingua ovvio.” Rise. “Ma prima penseremo al Codex Nolhiano...” tornando a fissare il Palazzo dei Taddei “... serve un piano per entrare ed essere ricevuti, senza che i guardaspalle dei Taddei ci prendano a pedate... dai, bellezza... spremiamoci le meningi e cerchiamo di trovare un modo per essere ammessi in quel palazzo...”
Annuii a Masan, quel cibo era davvero squisito.
"Avete ragione, questo cibo è davvero squisito..".
Ascoltai le parole della donna, ed osservai il suo sguardo abbassarsi.
"Vi siamo grati per l'ospitalità, davvero..".
Fui io ad abbassare lo sguardo, quando l'uomo fece capolino nella sala.
"..perdonateci, non volevamo essere invadenti.. È solo che non conosciamo niente di questi luoghi.. E abbiamo viaggiato a lungo per poter raggiungere Roma.. Ed invece ci siamo persi.." Sorrisi "non vi daremo altro disturbo, troveremo da soli la strada..".
Lanciai un'occhiata a Masan.
Roma, aveva detto Roma, come poteva quella donna non sapere dove fosse?
Più il tempo passava e più non mi sembrava impossibile essere stata catapultata nel XVI secolo.
"Dovete perdonare le nostre domande, ma scoprire di essere in una terra poco sicura è preoccupante per tre viaggiatori.. Specie se un solo uomo deve difendere due donne..".
Dissi guardando negli occhi il professore.
Sorrisi tra me all'idea di Masan che prendeva le difese mie e di Solder, che ci nascondevamo impaurite.
Altea
11-06-2013, 21.13.16
Osservai Daiz seria...."Vista la esclamazione di prima...nemmeno un bacio innocente sulla guancia" pensai a un plausibile piano...o scusa ovvio e mi balenò una idea..."Bene un piano...vieni con me scendiamo dalla auto".
Camminai fino a un grande portone, sentivo la presenza di Daiz dietro a me..vidi un videocitofono e premetti forte il bottone aspettando.
Ad un tratto sobbalzai sentendo la voce di un signore di mezza età circa e vidi la sua figura.."Buongiorno..scusate se disturbo sono Altea Trevor e sono una studentessa della Università Cattolica di Capomazda" misi nel video in bella mostra il mio lasciapassare della Università per mostrare che era vero..."Sono qui perchè sto studiando storia antica e soprattutto vorrei conoscere di più sulla storia della casata dè Taddei e della antica Gioia dei Taddei...potrebbe il signor dè Taddei concedermi alcuni minuti per qualche domanda gentilmente?Ovviamente parlo dell'erede di Mr. Robert dè Taddei".
Guisgard
11-06-2013, 21.38.14
Quell'uomo fissò Clio.
“Si...” disse Masan “... io sono... sono un cavaliere e ho il compito di difendere queste due gentildonne... appartengono ad una nobile famiglia ed è compito mio condurle a Roma sane e salve...” guardò Clio “... per questo chiedevamo come raggiungere la città eterna...”
“Roma si trova a Sud...” fece l'uomo.
In quel momento arrivò anche Solder.
“Salute a voi, milady...” andandole incontro Masan e facendole dei segni con gli occhi “... avete riposato bene?”
“Si...” annuì Solder “... bene, grazie...”
“Chiedevamo” indicando l'uomo e sua moglie, Masan “la via più breve per giungere a Roma...”
“Non vi consiglio di passare per queste strade ora, cavaliere...”
“Perchè mai?” Domandò Masan.
“Perchè i Rossi le stanno attraversando...” rispose l'uomo “... e non è consigliabile incontrarli per voi...”
“Chi sono questi Rossi?”
“Sono la nuova forza del regno...” fissandolo l'uomo “... hanno limitato i poteri del re e ora controllano di fatto il potere...”
“Insomma” intervenne Solder “siamo nel bel mezzo di una rivoluzione!”
“In pratica si...”
“E in teoria?” Chiese Masan.
“Il potere è ancora formalmente nelle mani del re.” Disse l'uomo. “E tutto questo getta il paese nel caos... nel bel mezzo della guerra...”
“C'è una guerra?” Domandò Solder.
“Si...” annuì l'uomo “... la Guerra delle chiese...”
Guisgard
11-06-2013, 21.43.00
“Non funzionerà mai...” disse Daiz ad Altea.
Ma pochi minuti dopo, il portone si aprì e si avvicinarono due uomini.
Fecero allora segno all'investigatore e alla sua assistente di entrare.
Li condussero ad un grosso androne e chiesero ai due di aspettare.
Poco dopo arrivò un uomo anziano.
“Salute...” avvicinandosi ad Altea e a Daiz “... sono il signor Kuon, maggiordomo di fiducia del signor de' Taddei... sfortunatamente egli non è a palazzo in questo momento... forse potrei esservi d'aiuto io... cosa vi occorre?”
elisabeth
11-06-2013, 21.47.17
Fummo ricevuti in casa...Pioppo cosi' si chiamava lo smilzo...ci fece passare, non era molto convinto ma Milord lo esorto' ad essere ospitale.......certo che io e Gem...eravamo due tipi veramente strani.....mi fu offerta una delicatissima tinozza di frutta macerata.......questo mi diede la nausea......ma altro non potevo inventarmi......" Bel posto..veramente un gran bel posto...Chanty...avete detto Chanty ?....Ti ricordi Gem.....era qui che mi volevi portare ed qui che mi hai portato.......Vi ringrazio Milord per la vostra ospitalità......si vede che siete un nobile..........comunque sappiate che io dipingo....e il mio compagno di viaggio e' un Bardo.....cantore e poeta di grande valore......mi chiedo se magari ci poteste parlare di questa bellissima citta'...ve ne sarei immensamente grata......".......poggiai la mia mano in modo graziosa sul braccio di Milord....come a dargli la possibilità di accompagnarci al tavolo e di raccontarci qualcosa di veramente importante.......
Altea
11-06-2013, 22.33.33
Ad un tratto vidi il grande portone aprirsi e guardai Daiz in segno di vittoria...invece aveva funzionato, e ci accompagnarono fino a un grosso androne dove ci raggiunse un uomo anziano, guardandolo bene sembrava proprio l'uomo che ci parlò al videocitofono.
Purtroppo la cattiva notizia....l'erede di Robert dè Taddei non era in casa.
"Oh è un peccato" esclamai facendo ruotare il mio lasciapassare della Università Cattolica da una mano all'altra facendolo bene notare..."sapete io posseggo dei tomi di famiglia, vengo dalla Gran Bretagna e sono qui per studi..e proprio sto studiando la storia di questo Casato e delle Leggende che vi ruotano perchè proprio narrate nei tomi della mia famiglia..strana coincidenza non vi pare? E oggi parlavo proprio..col professor Asevol...il quale asseriva vi era anche qualche attinenza con qualcosa che non conosco bene...il Codex Noheliano...e sono venuta qui per sapere se appunto Mr. dè Taddei poteva aiutarmi a conoscerlo meglio o aiutarmi con queste mie ricerche e studi...e se non sono impertinente...starà via per molto o ho qualche possibilità di parlare con lui?".
Sorrisi, divertita, nel sentire Masan che si spacciava per un cavaliere.
A guardarlo bene, infondo, poteva anche sembrarlo.
Anche se noi donne non somigliavamo affatto a due damigelle in pericolo.
Salutai Solder con un cenno, ma non mi mossi di un centimetro.
Ascoltai attentamente le parole dell'uomo.
Eravamo finiti a Nord di Roma.
Ma, a quel punto, era la stranezza minore.
La guerra, i rossi, i blu.. Le cose si mettevano male.
"La guerra delle chiese?" Dissi con gli occhi sbarrati.
Ma d'altronde non potevamo nasconderci per sempre.
"Voi che conoscete queste terre, messere, cosa ci consigliate di fare?" Dissi dolcemente.
Guisgard
12-06-2013, 05.11.25
“Vi consiglio” disse l'uomo a Clio “di lasciare queste terre al più presto. Perchè fino a quando la situazione nel regno non si risolverà, tutti saranno in pericolo. E gli stranieri più di tutti gli altri.”
“Questi Rossi hanno dunque cacciato il re?” Chiese Solder.
“Diciamo che lo hanno reso incapace di governare.”
“Ossia?” Domandò la donna. “Lo hanno fatto imprigionare?”
“Non proprio imprigionare.” Rispose l'uomo. “Il re è stato, diciamo, ospitato in un ricco castello e i Rossi invece hanno preso possesso del palazzo reale. E così nel regno non c'è più ordine.”
“Perchè allora i Rossi non completano la rivoluzione?” Fece Solder. “Uccidendo il re e prendendo definitivamente il potere?”
“Per almeno due motivi...” spiegò l'uomo “... uno perchè nessuno fra loro ha il coraggio di condannare a morte il re... e poi perchè dopo non saprebbero cosa fare, visto che non hanno un'ideale di governo nuovo... in verità, come tutti i rivoluzionari, non mirano ad instaurare un nuovo ideale politico, ma solo a spostare interessi e vantaggi dalla loro parte.”
“Abbiamo sentito anche di Blu e di Bianchi...” intervenne Masan “... chi sono?”
“I Blu sono i nobili, troppo deboli e divisi per difendere la Corona...” mormorò l'uomo “... mentre i Bianchi sono il Clero, che non hanno voce in capitolo nella scena politica...”
“Cos'è la Guerra delle chiese?” Domandò Masan.
“I Rossi, preso il potere, hanno deliberato che tutto appartiene allo stato, compresi i tesori e i beni artistici delle chiese. Allora hanno imposto una tassa da pagare per chiunque entri in un edificio sacro. Questo ha causato la reazione del popolo e sono sorti scontri, che hanno gettato altro disordine nel regno.”
“Siamo capitati proprio in un bel posto...” lasciandosi cadere su una sedia Solder.
“Noi però non possiamo restare qui per sempre.” Disse Masan. “Dobbiamo pur lasciare questo casale. Mi rifiuto di sentirmi prigioniero di fatti e scontri che non mi riguardano.”
Guisgard
12-06-2013, 05.18.17
Il milord fece sedere alla sua tavola sia Elisabeth che Gem e ordinò a Pioppo di servire loro del buon vino.
“Il vino delle nostre dolci colline” disse il milord “non ha eguali... fidatevi, neanche nella Champagne francese esistono simili elisir... i francesi hanno ottimi formaggi e sublimi vini, lo ammetto, ma i nostri non hanno nulla da invidiare, credetemi...” rise orgoglioso “... sapete? E' stata una bottiglia di questo vino a salvarmi la vita... Pioppo, ti ho mai raccontato di quando il sultano turco prese il capriccio di offrirmi un pollo ripieno?”
“Almeno due volte nell'ultimo mese, milord.”
“Ah, ecco...” borbottò il nobile “... comunque...” tornando a fissare Elisabeth e Gem “... fui fatto prigioniero dai turchi mentre prestavo servizio nella marina Veneziana... fummo portati a Costantinopoli e ogni giorno, il sultano, decise di sacrificare uno di noi prigionieri... l'ultimo fui io... mi fece chiamare mentre era a pranzo... mi mise davanti un vassoio con un pollo ripieno di quelle loro verdure che lessano in pentole di argilla affusolate... e mi disse di mangiarlo... ma... farò a te tutto ciò che farai a questo pollo! Mi mormorò... io allora estrassi una bottiglia di questo vino che porto sempre con me per tirar giù un sorso... lui la vide e mi chiese di passargliela...”
“Ma i Musulmani non bevono alcolici...” fece Gem.
“Eh, ci sono cattivi Cristiani, come ci sono cattivi Musulmani...” sbottò il milord “... comunque... il sultano si scolò l'intera bottiglia... era brillo... mi ordinò di mangiare il pollo... ed io allora... ecco..." e si avvicinò all'orecchio del pilota mormorandogli qualcosa.
Gem fissò Elisabeth e poi scoppiò a ridere.
E lo stesse fece il milord, seguito subito dopo da Pioppo.
“E come la prese il sultano?” Chiese Gem senza smettere di ridere.
“Rise a tal punto” ridendo forte il milord “che dovette correre in bagno!”
E risero ancora più forte tutti e tre.
“Ehm...” ricomponendosi il milord “... c'è una madama con noi...” guardando Elisabeth.
“Già...” mormorò Gem, ridendo però ancora sotto i baffi.
“Cosa mi domandavate, madama?” Domandò il milord. “Ah, si... di questo paese... beh, ultimamente non si vive granché bene da queste parti...”
E raccontò di come i Rossi avessero fatto rinchiudere il re in un castello, rendendolo ospite di una prigione dorata, per poi prendere loro il potere.
Poi parlò dei Blu, ossia i nobili e della loro impotenza davanti a questo caos.
Infine citò i Bianchi, cioè il Clero, che si vedevano costretti a guardare i fedeli pagare una tassa per entrare nelle chiese, a causa dei beni artistici e dei tesori che lo stato aveva proclamato di pubblico dominio.
E questo aveva generato scontri tra i fedeli e i Rossi.
Scontri che il popolo chiamava Guerra delle chiese.
“Ma chi sono questi Rossi?” Domandò Gem.
“I Rossi sono quelli che un tempo chiamavamo borghesi.” Spiegò il milord. “Invidiosi delle nostre terre e dei nostri privilegi. E nello stesso tempo insofferenti alle leggi della Chiesa...”
Guisgard
12-06-2013, 05.22.29
“Sfortunatamente” disse Kuon ad Altea “il signor de' Taddei è fuori per motivi di affari. E non ha lasciato detto circa il tempo che tratterrà fuori città. Tuttavia, se ciò vi aggrada, potrei darvi io qualche informazione sulla famiglia de' Taddei. Ma vi avverto” sorridendo “che in fatto di maledizioni posso esservi di poco aiuto. Vedete, sono storie e leggende di vecchio tempo, che servivano a dare un alone mistico e fatalistico alla stirpe. Quanto al libro che citate... il Codex Nolhiano... conosco questo codice. Però non è conservato qui nel palazzo. Credo che il defunto signor Robert de' Taddei lo abbia donato a qualche monastero o convento. Quindi, se vi basterà ciò che conosco, sarò lieto di farvi da Cicerone.”
“Lei è davvero gentile.” Fece Daiz.
“Seguitemi, prego...” fece loro cenno Kuon e li condusse all'interno del palazzo.
Ascoltai attentamente il racconto dell'uomo.
Sembrava davvero uno scenario poco raccomandabile.
Mi chiesi quale potesse essere il motivo che ci aveva spinto fin li.
Doveva essercene uno, ne ero sicura.
Una situazione così assurda doveva accadere per una ragione, una ragione legata sicuramente all'iscrizione e alla chiesa, o almeno a quello che vi si voleva simboleggiare.
Annuii alle parole di Masan, nemmeno io avevo intenzione di restare rinchiusa in quella casa.
"Avete ragione, milord... Dobbiamo andarcene da qui, anche perché la nostra presenza potrebbe mettere in pericolo queste brave persone, e non possiamo permetterlo..." Mi voltai verso Masan "...staremo attenti e cercheremo di passare inosservati, per quanto possibile... Voi che dite? Avete un'idea migliore?".
Altea
12-06-2013, 15.45.32
Seguimmo Kuon per il palazzo, il quale quasi con vanto, mostrava le meraviglie che ci circondavano, io con il naso all'insù mi guardavo ovunque mentre egli ci spiegava la storia del Palazzo e di tutto ciò che lo abbelliva quando per un attimo ritornai ai miei pensieri, nonostante tutto quello che circondava serviva davvero per i miei studi...."Mr. Kuon, posso permettermi un suggerimento? Prima parlavo del Codex Nohliano..e me ne avete parlato e ci avete condotto per il Palazzo con gentilezza, ma dovete stare attento. Ho saputo che l'erede dei Taddei è stato minacciato, vi è stato un furto nel Museo Archeologico...quindi fate attenzione a chi fate entrare a Palazzo...ma toglietemi una curiosità? Avete mai sentito parlare di un certo signor Teslya? Sapete, io venendo da Oxford, proprio non ho conoscenze qui a Capomazda, ancora devo conoscere bene tutte le vie" e finsi un sorriso, osservando prima il maggiordomo e poi Daiz.
Guisgard
12-06-2013, 16.56.25
“Si...” disse Masan a Clio “... dopotutto non abbiamo nulla contro nessuno... che siano i Rossi o i Blu, a noi non importa niente delle loro questioni... quindi non vedo perchè debbano darci noie...”
“Si...” annuì il militare “... ora sapete come stanno le cose e non sarete imprudenti.”
“Infatti.” Fece Solder.
Terminarono così la colazione e poco dopo lasciarono quella casa.
Il militare aveva spiegato loro che la capitale del regno, Fisyem, non era molto distante.
La si poteva riconoscere dalle alte torri, dalle poderose mura e dall'abitato adagiato tra le dolci colline, tutto costruito con la tipica pietra rossa di quelle terre.
I tre avrebbero dovuto seguire il sentiero sterrato, fino ad arrivare alla piccola chiesa. Da lì il curato, stando alle parole del militare, li avrebbe fatti giungere a Fasyem.
Dopo circa un'ora, Clio, Masan e Solder intravidero la piccola chiesa.
“No...” scuotendo il capo Solder “... stile romanico... decisamente non siamo più a Capomazda...”
“E' chiaro che non siamo più lì.” Mormorò Masan. “E' inutile starci a pensare... meglio spremersi le meningi per trovare il modo di ritornare da dove siamo giunti...”
Entrarono nel piccolo recinto che racchiudeva la chiesa e videro il curato intento a recitare alcune orazioni del meriggio.
Talia
12-06-2013, 17.14.56
Mi avvicinai a mia volta al computer e rimasi in piedi mezzo passo dietro Guisgard, mentre leggeva...
Chanty...
era la prima volta che udivo pronunciare quel nome, eppure esso non suonava alle mie orecchie completamente sconosciuto...
era una curiosa sensazione, una sensazione che non sapevo spiegarmi bene...
e per quanto questo mi seccasse, non potevo fare a meno di pensare ai miei sogni... a quei sogni che avevano perseguitato ogni mia singola notte nell’ultimo anno e mezzo, quei sogni che mi avevano tormentata così spesso dopo le ricerche per l’uscita dell’ultimo romanzo... quei sogni che mi avevano tormentata fino a piegarmi e a costringermi a rivolgermi ad un medico...
“Ho sognato di un luogo...” mormorai.
Il sole, ormai basso sull’orizzonte, entrava dalla finestra spargendo ovunque una luce aranciata ed investendo completamente il cavaliere, in piedi davanti ad essa...
lui non si mosse...
io seguii con lo sguardo la sagoma della sua lunga ombra, che giungeva fino a me, finché non giunsi a guardare lui, mi dava le spalle...
“Ho sognato di un luogo particolare...” ripetei “Un regno in lotta... ed un giardino in pace... e un fiore... un fiore dai colori e dal profumo speciali...”
Finalmente lui si voltò e mi osservò con quei suoi incredibili occhi azzurri...
“Di che luogo si tratta, altezza?” chiese.
“Non lo so...”
“Continua poi con nozioni storiche poco importanti...” mormorò lui “... quindi questa Chanty altro non è che una versione romanzata di Sygma... come il Catai lo era per la Cina... lei però è di Sygma... ha mai sentito il nome di Chanty? Anche qualcosa di simile?” Scosse il capo. “E poi perchè tracciare la via per un regno immaginario? Mio zio non era certo uno che fantasticava... anzi. E questa lettera invece sembra molto reale... non certo uscita da un brano di antologia o da un romanzo fantasy... continua a credere che tutto ciò non sia assurdo?” Fissando Talia.
Rimasi in silenzio per un lungo momento, ricambiando quello sguardo...
il ricordo di quel sogno, uno dei tanti, mi aveva attraversato la mente alla velocità della luce ed era poi svanito, lasciando dietro di sé solo una vaga inquietudine...
“No, io...” mormorai poi “Io non ho mai sentito quel nome, prima... mai...”
La mia voce era lieve... vagamente lontana, persa tra mille e più pensieri...
pensieri tra i quali rimasi per un lungo momento, prima di tornare lì.
“Forse...” dissi allora “Sa, forse non importa cosa credo... forse, se la sua intenzione è quella di perseguire questa strada, ciò che conta davvero è capire cosa suo zio stava cercando di dirle... capire dove vuole portarla e perché. Lei dice che non era un uomo da seguire miraggi e fantasie, ed io le credo... ma allora... allora dove conducono le indicazioni che le ha lasciato?”
Esitai... ma i miei occhi non lasciarono i suoi neanche per un istante...
“E se... se provassimo a seguirle, quelle indicazioni?” mormorai.
Guisgard
12-06-2013, 17.15.04
“Non tema...” disse Kuon ad Altea “... quelle storie accadute giorni fa non hanno toccato il signor de' Taddei in prima persona. Erano rivolte alla Taddei Corporation, in particolar modo al nostro amministratore delegato. Quanto all'assalto al museo, esso non ha niente a che vedere invece con la Taddei Corporation e con la famiglia de' Taddei.” Il maggiordomo allora li condusse in un'altra ala del palazzo, mostrando loro altri ritratti e dipinti. “Il signor Teslya? No, non credo di aver mai sentito questo nome. E' forse legato agli affari della Taddei Corporation? Perchè mi avete chiesto di lui?”
Salutammo il militare e la moglie e ci mettemmo in viaggio.
Dopo un oretta apparve, così come ci era stato indicato, la chiesina romanica.
Solder aveva ragione, quello non era lo stile di Capomazda, ma d'altronde ormai era chiaro che non ci trovavano più lì, come aveva giustamente detto Masan.
Giunti nel recinto ci trovammo di fronte al vecchio curato, intento a pregare.
Attendemmo qualche minuto, affinché terminasse le preghiere.
"Salute a voi, padre.." Dissi poi, gentilmente "perdonate il disturbo... Siamo diretti a Fasyem... Potreste indicarci la strada? Ve ne saremmo immensamente grati.." Sorridendo.
elisabeth
12-06-2013, 17.43.41
Sedemmo a quel tavolo e come si usa dire nel paese delle donne...i maschietti si sentirono subito a loro agio......li guardavo...parlottarsi alle orecchie perchè quelle di una donna non potessero udire.....ovviamente le loro sconcezze non affar mio....che diavolo avesse fatto a quel pollo non riuscii a capirlo.....Gem me lo avrebbe spiegato in seguito....Milord sembrava una brava persona, forse aveva rischiato la vita così tante volte che ora si era ritirato in quel posto per finire in bellezza...Pioppo gli era fedele.....tanto da avere ascoltato le sue storie per un numero infinito di volte....... i discorsi poco ortodossi non erano per le mie orecchie, ma il vino potevo berlo......e potevo ascoltare anche la storia di quel paese......lui parlava di essere stato nella marina veneziana e di essere stato prigioniero dei turchi a Costantinopoli....questo e' potuto succedere dopo la meta' del XV secolo....e comunque c'era in atto nella sua citta' una sommossa da parte dei borghesi..... contro il Clero e i nobili, fossi sta in lui non mi sarei fatto più chiamare Milord.......diedi una gran pedata sotto il tavolo a Gem il suo sorrisetto soddisfatto mi dava ai nervi....." Un momento molto particolare Milord......per voi deve essere rischioso ?.......pensavamo fossimo in momento tranquillo...senza guerre......e guarda, ci troviamo in piena sommossa......ma per un uomo come voi...che ha dovuto subire la brutalià di un Sultano...credo che sia poca roba......in questo secolo....si ..oggi ne abbiamo ?....perdonatemi, il vostro vino vi ha salvato la vita e a me ha tolto la memoria...devo averne bevuto troppo...".....avrei voluto chiedere un giornale...per conoscere la data...speravo che quell'accenno di amnesia mi avrebbe prodotto dei dati certi......il periodo non faceva particolare differenza, ma se io e Gem ci trovavamo lì......c'era un motivo speciale........e quella citta' in quel preciso momento potevano esserlo...
Guisgard
12-06-2013, 21.12.29
“Già...” disse Guisdgard “... dove conducono queste indicazioni?” Mormorò. “Lei crede che bisognerebbe seguirle? Beh, prima si dovrà decifrare quella sorta di enigma che le racchiude... pare che mio zio amasse molto gli indovinelli...” e fissò Talia.
“Non può che essere suo nipote...” all'improvviso una voce “... si... quegli occhi sono inconfondibili...” sorrise.
Era un uomo.
Ma non un uomo comune.
Un prete.
“Perdonatemi, sono piombato qui quasi all'improvviso...” continuò “... sono il cappellano del campo... ho conosciuto bene suo zio... io e Robert de' Taddei siamo stati legati da un'amicizia vecchia di quarant'anni...”
“Noi siamo qui” fece Guisgard “proprio per capire quali segreti custodiva, poiché buona parte della sua vita sembra avvolta nel mistero... almeno per me...”
“Egli” disse il cappellano “era legato a due terre, due mondi... una era la sua Capomazda... di cui immagino conoscete tutto...”
“E l'altra?” Chiese Guisgard.
“L'altra è una terra” spiegò il cappellano “lontana... o forse vicina... una terra che conobbe anni fa... quando vi giunse mentre inseguiva un suo amore... o forse dovrei dire il suo Amore... quello vero...”
“Di che terra si tratta?” Fissandolo Guisgard.
“Chanty...” rispose il religioso.
Altea
12-06-2013, 21.14.38
Mi soffermai a quella domanda...quell'uomo era di una sincerità disarmante..avrei dovuto avvisarlo?? Dargli un segnale..."No, Mr. Teslya non ha a che fare con la Taddei Corporation".
Mi avvicinai a Daiz e sottovoce gli chiesi..."Dovremmo secondo te avvisare questo uomo? E' qui solo....e il rampollo della famiglia Taddei è tranquillamente in giro chissà dove, e Teslya cerca il Codex Nohliano...ma non sta qui, verrà sicuramente qui a cercarlo e magari farà del male a questo uomo?".
Guisgard
12-06-2013, 21.41.51
“Eh, madama...” disse il milord ad Elisabeth “... attenta... questo vino è amabile ma traditore... infatti vi ha già offuscato la mente, tanto da farvi dimenticare che siamo al 12 Giugno del 1513...”
A quelle parole Gem restò interdetto.
Fissò poi Elisabeth.
“Comunque” continuò l'uomo “ora conoscete anche le mie vicissitudini sotto il sultano turco.”
Gem intanto era visibilmente inquieto.
Fissava quegli uomini e poi la casa intorno a loro.
Come era possibile?
Pensava.
Come poteva essere?
Era un incubo?
I postumi di un trauma per l'incidente?
O forse erano rimasti imprigionati in una sorta di stregoneria?
“Amici miei...” fece il milord, destando Gem da quei cupi e assurdi pensieri “... dovete assolutamente vedere la capitale del regno. La favolosa Fisyem...”
Guisgard
12-06-2013, 21.47.22
“Non so...” disse sottovoce Daiz ad Altea “... cosa diciamo poi a quest'uomo? Un tipo sconosciuto dagli oscuri poteri cerca un vecchio libro per non si sa quale motivo? Andiamo, bellezza! Ci caccerebbe a pedate! Il nostro unico scopo è trovare il Codex Nolhiano per la nostra indagine. Quindi cerchiamo un modo per scoprire dove si trova adesso quel libro...”
“Posso offrirvi del tè con biscotti?” Chiese Kuon.
“Si, grazie.” Annuì Daiz.
Kuon allora li condusse in un sontuoso salone e andò nelle cucine.
“Ci occorre quel libro, Altea.” Fissando la ragazza l'investigatore. “Dobbiamo scoprire dove si trova...”
Guisgard
12-06-2013, 21.52.13
Il curato si voltò e vide i tre.
“Fisyem” disse poi a Clio “si trova a circa un tre ore da qui, se siete senza cavalli.”
“Purtroppo viaggiamo senza mezzi di locomozione, padre.” Fece Masan.
“Allora forse potrei aiutarvi io...” sorridendo il curato “... infatti tra poco sarà qui un uomo diretto proprio in città... viene qui per comprare i santini e rivenderli poi nella capitale... è un uomo dai modi un tantino rozzi, ma dall'animo semplice ed ingenuo... vi porterà a Fisyem senza chiedere nulla in cambio... nel frattempo potete star qui se vi aggrada...”
“Una curiosità, padre...” disse Masan “... per entrare in questa chiesa bisogna pagare una tassa?”
“No...” scuotendo il capo il curato “... solo nelle chiese della capitale e in quelle maggiori del territorio... dove ci sono tesori ed opere d'arte... nella mia chiesetta invece abbiamo solo qualche statua di legno e dei ceri...”
Ad un tratto si udì un carro.
“Ecco Mirò...” indicò il curato “... l'uomo dei santini...”
Mirò arrivò, scese dal carro e prese i suoi santini dal curato.
Questi poi chiese all'uomo di portare con sé Clio, Masan e Solder fino a Fisyem.
Poco dopo il carro partì.
“Quali sono i santi di queste terre?” Domandò Masan.
“San Giovanni il Battista e Santa Caterina...” rispose Mirò.
Masan allora si voltò verso Clio e Solder.
Santa Caterina aveva fatto subito pensare alla chiesa di Sant'Agata di Gothia.
Ad un tratto il carro rallentò.
“Cosa accade?” Chiese Solder.
“Laggiù...” indicò Mirò “... quegli uomini ci ordinano di fermarci...”
“Chi sono?” Domandò Solder.
“I Rossi...” mormorò Mirò per poi sputare in terra in segno di disprezzo.
Altea
12-06-2013, 22.30.02
Annuii e mi sedetti su una sontuosa poltrona barocca, mi guardavo in alto e vedevo il prezioso lampadario di cristalli che scendeva verso noi con tante gocce brillantinante.
Arrivò Kuon con del fumante the in una antica teiera di argento ovviamento e servito in tazzine di fine porcellana...assaggiai il the, era ottimo..."Oh finalmente, un the che mi ricorda la mia cara Inghilterra, sembra provenire da Ceylon. Io e il mio amico Daiz siamo molto rammaricati sapete? Volevamo davvero notizie su questo Codex Nolhiano, capisce..per una studentessa che viene da lontano come me solo per studiarlo. Avete detto un convento o qualcosa del genere? Non vi è nulla...che vi possa ricordare circa il posto dove si trova, la zona vicino? E non lo avete mai visto? Sarebbe un peccato buttare all'aria tutti questi anni di studi" dissi tranquillamente sorseggiando il the "...se solo sapessimo dove trovare Mr. dè Taddei per potergli parlare, magari egli ne sa più di lei..non potete contattarlo telefonicamente? Oppure darmi il suo cellulare..proverei a chiedere io ed esporgli le mie motivazioni".
Ringraziammo il curato e ci sistemammo sul carro di Tirò, che acconsentì a portarci fino alla capitale.
Io è Masan ci scambiammo un'occhiata quando l'uomo nominò i santi di quel luogo.
Santa Caterina non era la Santa di Sygma? E, a quanto aveva detto Solder, Chanty era considerata solo una versione romanzata di Sygma.
Quindi, pensai, forse non era così differente.
Il carretto rallentò e i Rossi si pararono dinnanzi.
Li osservai, ferma, come immobilizzata, tra Masan e Solder.
"Fantastico!" Sussurrai.
Ma, d'altronde, eravamo stati avvisati, e mi augurai che il nostro ospite sapesse sbrogliarsi in situazioni simili, dato che non era la prima volta che percorreva quelle strade.
Guisgard
13-06-2013, 02.19.13
“Signorina...” disse Kuon ad Altea “... temo che il signor de' Taddei non sia facilmente raggiungibile in questo momento. E neanche telefonicamente. E' fuori città per affari e ritornerà solo quando quelli saranno risolti. Quanto al Codex Nolhiano, sono rammaricato, ma neanche in questo vi potrò essere un granché d'aiuto. Vedete, esso fu donato dal signor Robert de' Taddei molti anni fa a quel convento e non credo oggi sia reperibile.”
“Comprendo...” fece Daiz.
Finirono così il loro tè e il maggiordomo li condusse a vedere un'altra parte del palazzo.
Alla fine ringraziarono Kuon e lasciarono quell'antica dimora.
Raggiunsero la macchina e Daiz girò varie volte nei paraggi, senza andare però via.
“Restare lì non ci avrebbe portato a nulla...” mormorò fermando l'auto in un luogo appartato “... credo sia molto più redditizio stare qui... ad aspettare... cosa? Non lo so... ma magari accadrà qualcosa... ho un presentimento...”
Passarono circa due ore ed era notte ormai fonda.
Ad un tratto accadde qualcosa.
Un furgone parcheggiò poco distante, celandosi nell'oscurità.
Da esso, qualche istante dopo, uscirono delle ombre che si confusero nella notte.
“Magia?” Sussurrò Daiz ad Altea. “Prima c'erano, poi non più...” prese allora degli occhiali dal cruscotto.
Occhiali particolari.
“Li ho fregati a quelli dei servizi segreti...” dandone uno ad Altea “... indossali e vedrai ciò che la notte nasconde... sono sensibili e servono a riconoscere le fonti di calore quando la visibilità è insufficiente...”
E messi quegli occhiali, Daiz ed Altea videro quelle misteriose ombre muoversi di nuovo nell'oscurità.
E si aggiravano furtive attorno al Palazzo dei Taddei.
http://xboxmedia.ign.com/xbox/image/splintercellpandoratomorrow__121503_015.jpg
Guisgard
13-06-2013, 02.34.56
Il carro di Mirò, così, si arrestò davanti a quegli uomini che presidiavano la strada.
Erano vestiti tutti in modo più o meno simile, con calzoni di pelle, alti stivali e camicie bianche, attorno alle quali portavano larghe facce rosse strette sulla spalla sinistra.
Prima però che lo fermassero, Mirò tirò fuori dalla tasca una cipolla, per poi addentarla.
“Allora...” disse uno dei Rossi al conducente del carro “... dove siete diretti?”
“A Fisyem...” rispose Mirò.
“Che il diavolo ti porti!” Portandosi una mano sul naso quell'uomo. “Ma cosa diamine hai mangiato? Cipolle?”
“Certo...” annuì Mirò “... sono buone vero? Col tempo ci si può abitare a mangiarle al posto del pane...”
L'uomo si allontanò di qualche passo.
“Cosa andate a fare a Fisyem?”
“Vendo santini...” mostrandone qualcuno Mirò “... volete acquistarne uno anche voi?”
“E alimentare così il commercio dei preti?” Con sdegno il Rosso. “Che vadano in malora! Un giorno a Chanty riusciremo nel nostro intento... un paese con più case e meno chiese...” fece allora cenno a Mirò di non parlare più, per via del suo alito disgustoso “... e voi?” Guardando poi Clio, Masan e Solder. “Voi chi siete? Occorrono quattro persone per vendere qualche santino?”
“No, ho solo dato loro un passaggio per la capitale...” fece Mirò.
“Sta zitto!” Con durezza il Rosso. “Mi hai appestato col tuo alito fetido!” Tornò a fissare i tre sul carro. “Allora, chi siete voi tre?”
Altea
13-06-2013, 15.43.46
Ormai era notte e io ero pure in preda a un tremendo sonno, quando Daiz mi svegliò improvvisamente, osservai quegli strani occhiali....servizi segreti? Ma in che guaio mi ero cacciata, mossa da curiosità più che altro li indossai e con stupore mi apparve qualcosa di veramente strano, e si vedevano delle figure muoversi..."Sono arrivati dici....che facciamo ora? Non possiamo rischiare e uscire, e Mr. Kuon potrebbe essere in pericolo..non sarebbe meglio chiamare la polizia e avvisarli di queste sospette figure scese dal furgone attorno al Palazzo dei Taddei?"
elisabeth
13-06-2013, 18.42.48
1513....accidempoli, quando avevo visto quel trabiccolo che si sarebbe alzato in volo per portarci a destinazione, avevo immaginato di tutto....ma non potevo immaginare che mi avrebbe portato indietro nel tempo di cinquecento anni......questa si che era una cosa eccezionale........e nel giro di pochi giorni avevo ben visto due cose eccezionali...la tuta di un uomo del medioevo e indietro nel tempo.........adesso ero veramente gasata, guardavo Gem e avrei voluto vedere nei suoi occhi la stessa mia eccitazione.....e invece in lui vedevo sgomento.....incredulità....." avete ragione Milord il vino mi ha fatto dimenticare anche che giorno fosse oggi.....ma e' buono e non stento a credere che il sultano........abbia bevuto con passione questo vino......ma ditemi come potremo andare a Fisyem....non siamo di qua e non vorremmo avere a che fare con i rossi......siamo artisti, persone semplici....non vogliamo scontrarci con nessuno........ma allo stesso tempo, non vorremmo portarvi dei fastidi..siete stato così ospitale che non sapremo mai come ripagarvi...".....dovevo necessariamente arrivare a capo di quella storia.....non si faceva un salto nel tempo...senza uno scopo......
Guisgard
13-06-2013, 19.54.22
“Niente affatto.” Disse Daiz ad Altea. “E per almeno due buone ragioni... la prima è che non voglio la polizia fra i piedi in questa mia indagine... la seconda poi è che i poliziotti hanno di meglio che finire sbudellati da questi misteriosi individui... già, sbudellati... guarda bene quelle sagome... si vede che sono armati... e di tutto punto...” scese silenziosamente dall'auto “... ora seguimi... cercheremo di capire cosa cercano attorno a questo palazzo... abbiamo il vantaggio di poterli vedere, mentre loro non possono vedere noi col buio...”
Così Daiz, fatto cenno ad Altea di seguirlo, andò dietro a quelle ombre.
Quelle giunsero davanti ad un muro di cinta e si fermarono.
“Capo...” parlando uno di loro ad una ricetrasmettente “... siamo attorno al perimetro Nord del palazzo... attendiamo ulteriori ordini per agire...”
“Bene.” Rispose la voce dall'altra parte. “Sono stato ieri all'Università Cattolica ed il prof Asevol, sotto ipnosi, mi ha rivelato che il Codex Nolhiano è in mano ai Taddei... non possiamo perdere altro tempo... la Vedova Nera e la Tarantola Lupo sono giorni che non fanno sapere loro notizie... sembrano essere spariti mentre studiavano la chiesa scoperta a Sant'Agata di Gothia... quindi entrate nel palazzo e cercate il libro.”
“Ricevuto, capo.”
Lanciarono allora alcune funi sul muro, che si impigliarono e le utilizzarono per issarsi oltre il perimetro esterno del palazzo.
“Hai sentito?” Voltandosi Daiz verso Altea. “Devono essere una banda di criminali... e il loro capo alla radio parlava del professor Asevol e del Codex Nolhiano...”
Trattenni il fiato, mentre gli occhi dei Rossi si posavano su di noi.
Cosa potevamo essere? Non nobili, sicuramente.
Mercati? Già, peccato che eravamo senza un soldo.
"Siamo.." Dissi poi, pensando che, se dovevamo mentire, tanto valeva farlo il meno possibile "..siamo studiosi.. Siamo diretti alla biblioteca della capitale per fare delle ricerche...".
Sperai non chiedessero di più, o dovevo inventarmi una possibile ricerca nel giro di qualche secondo.
Guisgard
13-06-2013, 20.04.22
“Beh...” disse il milord ad Elisabeth “... Fisyem non è molto distante da qui... in due ore circa potete arrivarci. Ammesso però di avere due buoni cavalli.” Sbuffò. “Quanto ai rossi poi... eh, in un modo o nell'altro ci avrete a che fare, visto che controllano la capitale... ma non credo vi causeranno noie... siete artisti, no? Loro si definiscono intellettuali, uomini di cultura e ritengono che tutti gli artisti abbiano i loro valori e i loro ideali... sebbene ancora non sono riuscito a comprendere quali siano... tu cosa ne pensi, Pioppo?”
“Vogliono l'intera torta, milord.” Rispose quello. “La torta che credono stiano a dividersi da sempre la Chiesa e la nobiltà. Altri intenti nei loro piani io non vedo.”
“Ecco, avete sentito!” Esclamò il milord. “Seguite sempre il sentiero verso Occidente e vi ritroverete a Fisyem. Senza abbandonare mai la direzione che vi ho indicato.”
Guisgard
13-06-2013, 20.18.04
L'uomo osservò Clio.
“Ehi, Gaben...” disse voltandosi verso i suoi compagni “... Viltor, Didier...”
“Cosa c'è?” Avvicinandosi quelli.
“A Fisyem, che voi sappiate, attendono studiosi?”
“No, che io sappia...”
“In verità” intervenne Masan “non siamo stati incaricati da nessuno riguardo ai nostri studi... il nostro intento è cercare antichi testi...” annuì “... antichi testi perduti, o presunti tali... dobbiamo recuperarli prima che vadano perduti per davvero...”
“Che tipo di testi?” Chiese l'uomo. “Religiosi?”
“Oh, tutt'altro.” Rispose Masan. “Il nostro scopo è quello di salvare i testi antichi, quelli pagani greci e romani, prima che vengano riutilizzati dai chierici e dai monaci nei monasteri per farne carta da usare per i sacramentari e messali...”
“Beh, cosa aspetti?” Fece uno di quelli a colui che aveva fermato il carro. “Falli passare. Sai bene che Guidox ambisce a riempire la capitale di intellettuali laici.”
“Però i loro abiti...” mormorò l'altro “... hai visto come sono strani?”
“Sono studiosi.” Replicò quello. “Cosa ti aspetti? Avanti, falli passare e libera la strada da questo carro.”
Così il carro di Mirò fu fatto passare.
“Buona idea la sua, Clio...” disse Masan alla ragazza quando si misero alle spalle il posto di blocco “... definirci studiosi è stata un'ottima mossa... spero che anche la mia trovata alla lunga ci tenga lontano dai guai... speriamo bene...” e proseguirono il cammino verso la capitale.
elisabeth
13-06-2013, 20.24.26
Due ore con due cavalli....noi eravamo a piedi, e avremmo comunque incontrato questi rossi......gli affari politici non ci interessavano, e avremmo fatto in modo di starci lontano......." vi ringrazio Milord, e che non abbiamo un cavallo....siamo stati derubati strada facendo.......ma a piedi cercheremo di fare il nostro meglio.......seguiremo le vostre indicazioni....e i vostri consigli....allora Gem..mi sembra il caso di togliere il disturbo..."...mi alzai dal tavolo ed il vino mi diede un senso di vertigine....ma passò in fretta.....mi appoggiai solo per un attimo al braccio di Gem.....il cammino sarebbe continuato .......
Altea
13-06-2013, 20.26.10
Lentamente seguii Daiz...certo non potevano vederci ma ogni mossa falsa o incauta poteva far notare la nostra presenza.."Certo che ho sentito, ma non ti sei accorto...chi parla è Teslya...ha detto chiaramente che è stato dal professor Asevol chiedendogli del Codex Nolhiano e sotto ipnosi...questo tipo è pericoloso e ora inizio ad avere dei dubbi...che dobbiamo bene ponderare" sospirai..."Julien sa forse qualcosa? Dovremmo chiederle qualcosa visto che era stranita quel giorno e ho il sospetto pure lei fu ipnotizzata...e poi chi sono questi Vedova Nera e Tarantola Lupo? E si trovano a Santa Agata di Gothia. Ebbene so che hanno iniziato degli scavi laggiù, se ne parla alla Università Cattolica e loro sono là..ha detto tra quegli scavi...e strano caso la mia antenata che partì alla ricerca del Fiore Azzurro era proprio in quella città. Forse dovremmo cercare di capire chi sono questi individui e recarci laggiù".
Talia
13-06-2013, 21.16.50
Bisognava seguire quelle indicazioni?
Lo guardavo in silenzio, intimamente combattuta...
Ma c’era la questione di quell’enigma...
aveva ragione, pensai, quell’enigma andava decifrato...
o forse vi si doveva soltanto credere...
sì, forse si doveva soltanto crederci e seguire le indicazioni?
Stavo ancora vagando nei suoi occhi azzurri, persa tra questi e mille altri dubbi, quando quella voce ci raggiunse...
sussultai...
“Non può che essere suo nipote...” all'improvviso una voce “... si... quegli occhi sono inconfondibili...” sorrise.
Era un uomo.
Ma non un uomo comune.
Un prete.
“Perdonatemi, sono piombato qui quasi all'improvviso...” continuò “... sono il cappellano del campo... ho conosciuto bene suo zio... io e Robert de' Taddei siamo stati legati da un'amicizia vecchia di quarant'anni...”
“Noi siamo qui” fece Guisgard “proprio per capire quali segreti custodiva, poiché buona parte della sua vita sembra avvolta nel mistero... almeno per me...”
“Egli” disse il cappellano “era legato a due terre, due mondi... una era la sua Capomazda... di cui immagino conoscete tutto...”
“E l'altra?” Chiese Guisgard.
“L'altra è una terra” spiegò il cappellano “lontana... o forse vicina... una terra che conobbe anni fa... quando vi giunse mentre inseguiva un suo amore... o forse dovrei dire il suo Amore... quello vero...”
“Di che terra si tratta?” Fissandolo Guisgard.
“Chanty...” rispose il religioso.
Mi voltai di scatto ed osservai quell’uomo avanzare verso di noi...
esitai, lanciando a Guisgard un’occhiata che tuttavia egli non colse...
tornai, dunque, a scrutare il nuovo venuto.
Aveva detto di essere il cappellano e aveva parlato con voce pacata e gentile, una voce comunque il cui tono non tradì neanche la minima esitazione e il minimo dubbio...
potevamo fidarci?
Guisgard sembrava pensare di sì, io decisi di mantenermi sul chivalà...
Parlò di Robert de’ Taddei e della loro presunta amicizia...
parlò di Capomazda e di Chanty...
lo fissai...
“A noi risulta che la terra di nome Chanty sia solo una leggenda...” dissi, sfoderando un sorriso vago e gentile “Una storia... niente più!”
Sorrisi, lieta che il mio stratagemma avesse avuto successo.
"La ringrazio.. ma, infondo, ho forse mentito? E' quello che siamo, no? E almeno non rischieremo di fare grandi gaffe visto che i libri che cerchiamo li conosciamo davvero..".
Risi. "Lei s'immagina che guaio, se ci fossimo spacciati per ricchi mercanti, o che so io? Avremmo rischiato di fare errori grossolani senza nemmeno accorgercene..".
Mi fermai per un momento ad osservare il paesaggio intorno a noi.
Restai incantata da quelle colline dipinte di colori accesi e vivaci. Era davvero un posto incantevole.
Dopo un po', voltai nuovamente lo sguardo verso il professore "Allora, cosa pensate di fare una volta arrivati in città?".
Guisgard
14-06-2013, 01.51.33
Gem prese per un braccio Elisabeth, a cui il vino sembrava aver causato un leggero capogiro.
“Forse non è il caso di fare tutta questa strada a piedi, Elisabeth...” disse alla donna “... almeno fino a quando non avrete sbollito gli effetti del vino...”
“In effetti” fece il milord “tutta quella strada a piedi non è consigliabile neanche fra un'ora. Forse davvero vi occorrono dei cavalli.”
“Si, ma non ne abbiamo.” Fissandolo il pilota. “Quindi faremo di necessità virtù.”
“Aspettate...” mormorò il milord “... Pioppo! Presteremo i nostri cavalli a questi due amici.”
“Quelli che abbiamo nella stalla qui?”
“Certo!” Esclamò il milord. “Quali altri sennò? Su, valli a sellare!”
Pioppo annuì e raggiunse la piccola stalla che si trovava a qualche centinaio di metri oltre la casa.
“Non credo di poter pagare i vostri cavalli...” mormorò Gem.
“Sciocchezze.” Disse il milord. “Non ve li venderei mai. Sono ottimi esemplari. Me li renderete quando ci rivedremo fra qualche giorno a Fisyem. Ora andate. Pioppo avrà preparato i cavalli. E buona fortuna, amici miei.
Così, Elisabeth e Gem, in sella a quei due cavalli, imboccarono il sentiero indicato loro dal milord.
Poco dopo avvistarono alcuni uomini a cavallo.
Erano una mezza dozzina ed indossavano abiti simili fra loro.
Pantaloni, camicia bianca ed una fascia rossa attorno alla spalla sinistra.
Quando si accorsero del pilota e della dottoressa, aumentarono la loro andatura e in breve li raggiunsero.
“Chi siete, stranieri?” Chiese uno di loro ai due. “Dove siete diretti? E perchè indossate questi strani abiti?”
Guisgard
14-06-2013, 02.03.10
“Si, hai ragione...” disse Daiz ad Altea “... era Teslya che parlava alla radio... e probabilmente i due che citava erano altri membri della banda...”
Ma proprio in quel momento suonò l'allarme nel palazzo.
“Presto, nascondiamoci!” Esclamò Daiz.
E prese con sé Altea prima di nascondersi tra le aiuole del parco che circondava il palazzo.
Poco dopo si udirono anche le sirene della polizia.
Quegli uomini allora ritornarono al muro perimetrale e utilizzando ancora le funi che avevano lasciato in precedenza, uscirono dal palazzo.
Salirono poi sul loro furgone e fuggirono via.
“Alla macchina!” Fece Daiz.
E si lanciarono sulle loro tracce.
“Li seguiremo senza che se ne accorgano...” guidando l'investigatore “... voglio capire dove vanno e cosa hanno trovato nel Palazzo dei Taddei...”
Il furgone imboccò una strada secondaria, fino ad immergersi nella campagna avvolta dal buio della notte.
Dopo circa mezz'ora raggiunse una grande villa che sembrava abbandonata.
“Forse è il loro covo...” mormorò Daiz, dopo aver parcheggiato l'auto poco più avanti della villa.
Guisgard
14-06-2013, 03.10.37
“Si...” disse Masan a Clio “... è stata brava... infondo sarà molto più semplice che recitare una parte, visto che dovremo essere solo noi stessi... poi, magari, mercanti e commercianti non stanno neanche simpatici a questa gente...” fissò poi la ragazza “... non so cosa faremo una volta giunti in città... immagino che bisognerà continuare con la storia degli studiosi... e nel frattempo trovare il modo di lasciare queste terre e ritornare da dove siamo giunti...”
“E se ci avessero drogati?” All'improvviso Solder.
“Chi?” Chiese Masan.
“Non lo so...” scuotendo il capo la donna “... qualcuno... a tutti e tre... e ora tutta questa storia è solo l'effetto di ciò che ci hanno dato...”
“E perchè poi?”
“Non lo so...” infastidita Solder “... cercavo solo una spiegazione a tutto questo...”
Ma proprio in quel momento, videro un sontuoso castello erigersi tra le colline.
“Che castello è quello?” Indicandolo Masan.
“E' il castello di Yrko di Bumin...” rispose Mirò “... e molti sospettano che lì sia stato rinchiuso il re...”
http://www.losttreasures.ru/wp-content/gallery/arundel-castle/arundel.jpg
Guisgard
14-06-2013, 03.36.13
“Anche per molte persone” disse il cappellano a Talia “l'Amore Vero è una leggenda, un qualcosa che può riempire solo le pagine di un romanzo o le scene di un film. Eppure esso è esiste.” Sorrise. “Amate anche voi parlare in modo cifrato o per metafore, padre?” Fissandolo Guisgard. “Perchè, con tutto il dovuto rispetto, siamo un po' stanchi di indovinelli e mezze frasi...”
“Eppure vi sto parlando di cose semplici e dirette.” Fece il religioso. “Gli antichi greci, popolo di filosofi e navigatori, usavano porre la porta degli inferi dove terminavano le terre da loro esplorate. Così, man mano, ponevano l'ingresso dell'Inferno sempre più ad Occidente... e quando si spinsero fin sulle coste campane, estremo limite delle loro navigazioni, si convinsero che l'accesso agli inferi si trovasse proprio lì, tra i fumi dei Campi Flegrei... e infatti i mitici Orfeo ed Enea raggiunsero Pozzuoli per discendere nell'Oltretomba...”
“Ci perdoni, padre, ma non riesco a capire il punto...” disse l'ultimo dei Taddei.
“Voglio dire” spiegò il cappellano “che spesso gli antichi usano nomi fantastici e romanzati per spiegare ciò che non conoscono o ciò che idealizzano... Chanty non è una leggenda. Anzi, essa è reale come lo sono i luoghi che vediamo intorno a noi.” Sorrise nuovamente. “Vi chiedete come faccio a saperlo?”
“Si, questa cosa mi balenava in testa in effetti...” mormorò Guisgard.
“Semplice.” Candidamente il cappellano. “Perchè me ne ha parlato proprio suo zio. Mi ha descritto ogni luogo di quella terra meravigliosa. E so che ha scritto le indicazioni per raggiungere Chanty proprio nel libro che avete appena trovato.”
“E' dunque possibile raggiungere quel luogo...” fece Guisgard “... ma voi prima avete accennato qualcosa riguardo al motivo che spinse mio zio a recarsi là...”
“Certo...” annuendo il cappellano “... si recò a Chanty per inseguire una donna... e non una donna come tante... ma quella che lui amò veramente... l'unica... l'Amore della sua vita...”
“E come arrivò a Chanty?” Domandò Guisgard.
“In treno.” Rispose il cappellano.
Annuii alle parole di Masan.
"Già, e chissà.. Magari rovistando in una biblioteca troveremo qualche indizio su come tornare indietro e, soprattutto, sul perché siamo qui..".
Evitai di sorridere, quando Solder ci illustrò la sua spiegazione.
Come poteva essere possibile?
Non che la situazione in cui ci trovavamo fosse altrettanto realistica.
La vista del castello mi distrasse, e le parole di Mirò mi colpirono profondamente.
Per un lungo istante restai a guardarlo.
"Quello che non capisco.." Dissi poi, quasi soprappensiero "...è perché non lo liberano.. Cioè, perché non provarci? Io capisco che i Blu possano essere indeboliti.. Ma al punto di permettere tutto questo?" Scossi la testa "...voglio dire.." Sussurrai, quasi "..anche la rivoluzione francese ha avuto la Vandea..".
Alzai le spalle e lasciai che il mio sguardo vagasse per i merli scolpiti e le alte torri del castello davanti a noi.
"Probabilmente sto parlando a vanvera, e i Blu stanno tentando in tutti i modi di liberare il re e ristabilire l'ordine.. Me lo auguro per loro..." sorrisi "Scusate, non volevo annoiarvi con le mie farneticazioni... Anche perchè, in fin dei conti, non sono affari che ci riguardano...".
Mi voltai verso i miei compagni di viaggio e i miei occhi incontrarono quelli di Masan per un lungo istante.
Erano passati giorni, ormai, eppure non riuscivo a decifrare quello sguardo.
Eppure, inspiegabilmente, i miei occhi lo cercavano troppo spesso, quasi senza accorgersene.
elisabeth
14-06-2013, 16.25.25
Gem era un grande uomo....lo vedevo un pò vacillare..ma forse ero io che vacillavo.....fu bravissimo nella sua parte....ma Milord fu il migliore.....ebbe un gesto di solidarietà nei nostri confronti che non mi sarei mai aspettata...infondo chi eravamo noi....due buffi esseri usciti fuori da un vortice temporale......ma questo lui non lo sapeva.....e così fui letteralmente issata da Gem sul cavallo e prendemmo la strada consigliata....."....Ricordati Gem che non sono brilla....ma quel vino era un tantino sopra le righe...vedrai con quest'aria ritornero' fresca come una rosa......grazie per avermi aiutata a salire a cavallo.....anche se pensavo di non farcela proprio......dunque stiamo cavalcando nel mille cinquecento, Gem il tuo aereo era magico devi farti pagare di piu' da Liam.un viaggio cosi non ha prezzo ma come facevi a conoscere questa citta.....io non ho mai trovato sui libri di storia la città di Fisyem....un re prigioniero dal colore blu e i rossi....che hanno preso in mano le redini della città....ma perché questo Re e' così stupido da non accorgersi di cosa stava succedendo nel suo paese.....non c'erano i servizi segreti all'epoca ?........funzionavano male...".....davanti a me degli uomini con la fascia rossa apparvero come per magia.....parla del diavolo......ci fecero fermare...e ovviamente le domande di rito....."......Salve....felice di vedervi, noi siamo artisti e andiamo nella vostra splendida città per riempire il nostro animo e il nostro estro.....i nostri abiti sono l'attrazione più importante.....vengono dal futuro......la strada che stiamo percorrendo spero sia quella giusta ?...".....