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Guisgard
11-02-2013, 03.58.12
PROLOGO
Il palazzo vescovile sorgeva su una vasta rupe, da cui si poteva dominare l'intera vallata con un solo sguardo.
L'unico principato però sembrava essere quello delle tenebre, che infinite, opprimenti e silenziose parevano avere potestà su ogni spirito della notte.
Una luce fredda, limpida ed eterea, figlia del rigido Inverno, avvolgeva tutte le cose, ormai riscattate dalle apparizione del crepuscolo, proiettando sulle antiche mura del palazzo immagini confuse e inquiete, quasi sul punto di animarsi e prendere possesso dell'oscurità.
“Ormai sono tre giorni che sua signoria dorme...” disse il vescovo Tommaso “... pensate sia normale questa lunga degenza?”
“Il suo corpo” rispose il vecchio frate “deve abituarsi, vostra Grazia... quando l'ho visitato era in condizioni disperate... se anche fosse sopravvissuto alle gravissime ferite che gli erano state inferte, la cancrena l'avrebbe consumato in brevissimo tempo... ciò che abbiamo fatto era tanto disperato quanto indispensabile... vedremo come reagirà il suo organismo a tutto questo.”
“E' straordinario, frate Nicola, ciò che avete fatto!” Fissandolo il vescovo. “La scienza è straordinaria... io credo, si, credo che sia una delle più chiare manifestazioni del Divino nel nostro mondo. In quale altro modo un uomo potrebbe fare cose simili? Solo la Grazia Divina può illuminare a tal punto il nostro mortale e fallace ingegno, facendogli poi compiere simili prodigi. Si, è così... più si conoscono le leggi della Natura, più è impossibile non avere Fede.”
“Vostra Grazia sa bene” replicò il frate “che tutto ciò non è in nessuno modo un miracolo. Infatti ciò che abbiamo fatto è tranquillamente spiegabile. Abbiamo unito tessuti recisi con placche di titanio, in modo che l'infezione si arrestasse all'istante. E' un metodo che alcuni regni del nord già praticano da secoli. Ora però bisogna capire come si comporterà il corpo di sua signoria. Gli abbiamo salvato la vita, ma la sua mobilità è ancora fortemente in pericolo. Potrebbe non alzarsi mai più da quel letto e vivere come un vegetale per il resto della vita.”
“Sarà fatta la Volontà di Dio.” Sentenziò il vescovo. “Resterete con noi, frate Nicola?”
“Perdonate, ma devo tornare al monastero.” Alzandosi il frate. “Ho alcune cose da sistemare laggiù...”
“Forse qualche pecorella smarrita?”
“Direi piuttosto una pecorella inquieta.” Ridendo il frate. “Ma domani tornerò a vedere come sta sua signoria.”
Il vescovo allora lo fece accompagnare alla porta.
“Vostra grazia?” Presentandosi poi a lui un diacono.
“Mi ritirerò.” Fece il vescovo. “Ma voglio che ci sia sempre qualcuno accanto a sua signoria. E voglio essere messo al corrente di ogni sviluppo.”
“Si.” Annuendo il diacono.
Ma proprio in quel momento un eco lontano, simile al lamento del vento, ruppe il silenzio del palazzo.
Poi un clangore di passi.
“Cosa è stato?” Turbato il vescovo.
“Forse il cambio della guardia, monsignore.”
Ma quel rumore riprese e cominciò ad avvicinarsi sempre più.
“Ma da dove proviene?”
“Non saprei...” stupito il diacono “... forse sono i soldati che smontano... vado a controllare...”
Ma quei passi sembravano scandire inesorabili un conto alla rovescia.
Erano infatti sempre più vicini e nella sala tra i due uomini cominciò a sorgere una profonda inquietudine.
Poi un'irreale silenzio.
Un attimo dopo alcuni forti colpi cominciarono a far tremare la porta, fino a spaccarla letteralmente in più pezzi.
Una sagoma allora apparve nella penombra dell'uscio.
“Voi?” Atterrito il vescovo. “Come... come avete fatto a...”
“Vostra grazia...” mormorò impressionato il diacono, cercando con lo sguardo il vescovo.
“Tornate...” visibilmente nervoso questi “... tornate a riposare... alzarvi non è prudente da parte vostra...”
In quel momento arrivarono alcuni soldati.
“Da questo momento in poi prendo il potere...”
“Siete impazzito?” Incredulo il vescovo a quella figura immobile sull'uscio.
Le guardie allora cercarono di prenderla, ma in breve furono tutte massacrate sotto gli occhi del vescovo e del suo diacono.
Allora un eco di morte si diffuse attorno al palazzo...
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LA SINFONIA DELL'INCANTATO VERZIERE DI CHANTY
Capitolo I: L'ambasceria dal cielo
"Forse, per comprendere meglio avvenimenti in cui mi trovai coinvolto, ebbene che io ricordi quanto stava avvenendo in quello scorcio di secolo, così come lo compresi allora, vivendolo, e così lo rommemoro ora, arricchito di altri racconti che ho udito dopo - seppure la mia memoria sarà in grado di riannodare le fila di tanti e confusissimi eventi."
(Umberto Eco, Il Nome della Rosa)
Quella mattina a Camelot vi era fermento.
Un vivo fermento.
Nel reame infatti l'eccitazione regnava sovrana.
E a scalfirla non riuscivano neanche le notizie sulla lunga e devastante guerra che si stava combattendo a Sud.
Infatti in città giungevano, quasi ad intervalli regolari, notizie su quel conflitto, portate da mercanti, attori itineranti, pellegrini e mendicanti.
Il ducato di Capomazda non si dava per vinto e nonostante le sue cattoliche ed aristocratiche armate fossero state scacciate dal reame di Sygma, gli Arciduchi continuavano a cingere d'assedio i confini di quel regno.
Ma, come detto, questi venti di guerra sembravano non aver mai scalfito l'atmosfera tranquilla di Camelot.
E soprattutto ora i suoi abitanti sembravano distratti da un evento straordinario.
Nel regno infatti erano arrivati alcuni araldi itineranti che annunciavano il sopraggiungere di una delegazione della lontana città di Sant'Agata di Gothia.
La città era stata da poco strappata ai territori Capomazdesi da un valoroso condottiero, proclamandosi così indipendente.
Ora da quella città un'ambasceria stava giungendo a Camelot e ovunque nel reame vi era una trepidante attesa.
Come sarebbe arrivata quell'ambasciata?
Per terra?
Navigando il fiume?
Ad un tratto accadde qualcosa.
Un'eccitazione generale e tutti a guardare il cielo.
Due enormi vascelli sospesi tra le nuvole apparvero su Camelot tra lo stupore generale.
“Eccoli...” disse un vecchio tra la folla “... sono giunti attraverso la stessa strada che i sogni usano per raggiungerci... quelle delle stelle...”
Allora dai vascelli furono fatti cadere migliaia di volantini sulla città.
Un bambino ne prese uno al volo e lesse:
“Popolo di Camelot, vi sta per essere offerto un gran dono.
Un dono capace di mutare la vita.
Di scacciare il dolore e allontanare la morte.
Alzate gli occhi al cielo ed accorrete.
Oggi vi raggiungeranno i sogni.”
Poco dopo i due vascelli si fermarono su Camelot.
E uno dei due atterrò nella piazza principale.
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Altea
11-02-2013, 16.57.38
Come ogni giorno, dopo l' Alba, fui svegliata dal suono della campana della Cappelletta dedicata alla Vergine Madre del maniero, udii la balia entrare in camera e preparare le vesti.
Mi alzai e mi vestii di fretta con grande tristezza nel cuore e uscii verso la cappella con mia madre e alcune dame di compagnia.
Alzai il cappuccio del mantello, era umido o forse era il freddo del mio Animo che avvertivo.
Pregammo in dignitoso silenzio, tra noi vi erano solo sguardi compassionevoli.
Dopo le preghiere io e mia madre camminammo in silenzio nel giardino fino a giungere inconsciamente all'antico e profondo pozzo e mi ritornarono alla mente quegli ultimi versi della sua lettera...."Io muoio per Amore, ma ricorda tu combatti per me e in nome del tuo Amore...Sei sempre stata più coraggiosa di me".
Mi asciugai una lacrima e mi strinsi a mia madre la quale mi aveva sempre giurato che non fu mio padre ad osteggiare l' amore di mia sorella con quel cavaliere di semplici origini, ma fu proprio il cavaliere stesso a non contraccambiarla tanto da farle perdere il senno e compiere quell'insensato gesto.
Rimasi sola, immobile a guardare l' acqua di quel pozzo che stranamente risplendeva ancora del sorriso perso della amata sorella gemella...promettendole vendetta contro chi era stato reo della sua morte.
D'un tratto fui destata da quei pensieri da una serva che tornava dal mercato della città, agitata e infervorita e agitando un foglio che mi fece leggere:
"Popolo di Camelot, vi sta per essere offerto un grande dono.
Un dono capace di mutare la vita.
Di scacciare il dolore e allontanare la morte.
Alzate gli occhi al cielo ed accorrete.
Oggi vi raggiungeranno i sogni."
Chiesi alla serva di condurmi subito a Camelot ad osservare ciò che stava succedendo e raggiunta la piazza osservai sbigottita quei vascelli.
Pallidi raggi del sole filtravano dalla finestra, che si affacciava sulla strada principale, illuminando così la grande stanza, finemente arredata.
Il grande tavolo in legno pregiato, antico cimelio di famiglia, si distingueva tra gli altri arredi per raffinatezza e valore.
Un antico codice era aperto, da molte ore ormai, su una pagina dove era raffigurata una bellissima miniatura.
In oro e rosso, su sfondo azzurro, era infatti ricamato San Giorgio nel celebre atto di uccidere il drago.
Fu il frastuono della strada a destarmi, alzai lentamente la testa, come rapita in un sogno lontano.
Sbattei le palpebre, mi occorse più di un minuto per rendermi conto di dove mi trovavo.
Non nel soffice letto con le lenzuola che mia madre aveva fatto arrivare dall'Oriente, ma alla scrivania, il capo chino sulle braccia incrociate l'una sul l'altra.
Fissai il grande libro davanti a me, sospirai. Mi ero addormentata mentre studiavo, di nuovo.
Mi alzai, stirando le membra intorpidite come un gatto assonnato.
Poi, di nuovo, mi soffermai ad ascoltare il frastuono che proveniva dalla strada.
La gente era in fermento.
Uscii sul piccolo balcone, pronta ad assaporare la dolce brezza mattutina, chiusi gli occhi per un momento, guardando il cielo, lasciai che il calore del sole mi accarezzasse il viso.
Sorrisi, la città era davvero bella quella mattina.
Cercai di capire il motivo di tutto quel trambusto, poi, d'un tratto, li vidi.
Navi, navi imponenti solcavano il cielo.
Restai attonita, per lunghi istanti a guardare il cielo.
Poi, una pioggia di volantini scese su su Camelot, e uno di loro finì proprio sul mio balcone.
Mi chinai a raccoglierlo, e lo lessi rapidamente.
Strane emozioni si impossessarono di me, in quei pochi momenti. Curiosità, trepidazione, desiderio di avventura.
Osservai la nave dirigerai verso la piazza principale. Il desiderio di scendere in strada e correre incontro, insieme all'altra gente, a quella strana nave fu davvero forte.
Tuttavia, sospirai e rientrai in camera, tenendo però, il volantino stretto tra le mani.
Mi sedetti, controvoglia al grande tavolo, e ripresi lo studio di quell'antico testo laddove l'avevo interrotto.
La mia concentrazione durò poco, e il ricordo dei rimproveri di mia madre, delle raccomandazioni del maestro, degli interminabili e prevedibili discorsi di famiglia durante le fredde cene furono talmente assordanti, da costringermi a fare una pausa.
Bevvi e mangiai qualcosa della cena che mi ero fatta portare in camera la sera prima. Mi rallegravo di aver chiesto quella premura, e ancor più di aver sottolineato che non volevo essere disturbata per la colazione.
Bevvi qualcosa, cercando di allontanare i pensieri quotidiani per ritrovare la concentrazione.
Ma lo sguardo mi cadde sul volantino.
Lo presi tra le mani, e di nuovo quel brivido mi attraversò la schiena.
Lanciai una rapida occhiata al libro, focalizzando il momento a cui ero arrivata. Conoscevo bene quella storia.
E, di quel momento particolare, avevo già letto tre diverse versioni.
Sospirai guardando la finestra.
Poi, con il sorriso di una bambina disobbediente, corsi verso l'armadio.
Nessuno avrebbe notato la mia assenza, pensavo mentre mi preparavo per uscire, nessuno avrebbe fatto domande, almeno fino all'ora di pranzo.
Così, indossai l'abito meno appariscente e il mantello più semplice che possedevo, chiusi l'antico libro e uscii, di soppiatto.
Sapevo bene che percorso fare per non essere vista, avrei tagliato per il giardino.
Poco dopo, mi ritrovai in strada, e seguii la grande folla verso la piazza principale dove la misteriosa nave era atterrata poco prima.
elisabeth
11-02-2013, 17.34.49
Tanto tempo era passato ormai da quando ero arrivata a Camelot, ero arrivata li' dal lontano Oriente la citta' di Gerusalemme era la mia terra, sposai un Franco che mi fece regina nella sua immensa casa.....non ebbi problemi..il colore della mia pele era quello dell'ebano e i miei capelli erano neri come il come le notti del cielo d'oriente.......non mi mancava nulla, i miei studi continuavano e molto spesso c'erano libri che mi facevo pervenire dalla mia terra, parlavo la lingua della terra di quel luogo molto bene.....ma leggevo molto meglio in arabo......Ormai sola da tempo, le persone piu' fidate speravano che riprendessi marito...ma io non mi sentivo ancora pronta, lo avevo amato molto...la mia anima non aveva pace.....andai nelle cucine e tra i cesti pieni di frutta vidi un volantino....il destino.....un mondo che si divide tra la logica e l'illogico.....la mente diventa irrazionale...e senza pensarci su' andai nell'androne e presi il mantello......uscita da casa.....da quanto tempo non uscivo da casa....tanto di quel tempo che respirai aria nuova e mi diressi verso la piazza...e il mio naso..si alzo' in aria......cosa erano quelle grandi barche volanti....?....ero reticente ma la curiosita' e' donna......
Guisgard
11-02-2013, 22.04.50
Quell'incredibile veliero volante scese, quasi planando, sulla grande piazza di Camelot gremita di gente.
Tutti allora accorsero a vedere quella meraviglia.
Dal veliero, poco dopo, scese a terra un'ambasciata formata da uomini dagli abiti sfarzosi e il nobile portamento.
Salutarono il popolo accorso a vederli e subito salirono su una carrozza inviata loro dal re, in segno di ospitalità, per raggiungere poi una villa baronale come dimora per quel loro soggiorno a Camelot.
Tra la folla, però, cominciarono a girare alcuni paggi, anch'essi scesi dal veliero, che distribuivano doni alle persone.
Pane, sale, olio, vino, carne.
Ma non a tutti capitarono cose simili.
Infatti quei paggi ad alcune persone lasciarono solo un biglietto ripiegato più volte.
Così, tra la gente, un paggio si avvicinò ad Altea e le consegnò uno di quei bigliettini.
Sopra vi era disegnato un pozzo.
Un altro paggio fece la stessa cosa con Clio, appena giunta, mostrandole un biglietto con impressa l'immagine di San Giorgio.
E infine, un terzo paggio diede ad Elisabeth un biglietto simile, con l'emblema della Mezzaluna a fronte.
Altea
11-02-2013, 22.49.29
Scrutai gli uomini scesi da quegli strani velieri...dal portamento e dal vestimento sembravano abbienti.
La gente si accalcava sempre di più per procurarsi quei viveri...viveri? Non ne avevamo bisogno fortunamente in famiglia, anzi eravamo soliti a offrire solidarietà alla gente bisognosa.
Ad un tratto un paggio mi consegnò un bigliettino tra le mani..lo aprii e trasalii...un pozzo.
"Ma che diavoleria è questa?" pensai tra me e me "come..come fanno a sapere?" La mano tremava...e riguardavo quel pozzo...un pozzo era tante cose, un pozzo dove porre i desideri, dove attingere acqua fresca per assettarsi e rigenerarsi o dove ristegnava acqua putrida...mai avrei immaginato fosse luogo di morte e forse dovevo liberarmi di quel pensiero.
Strinsi il biglietto a me e corsi via, senza prima non notare che quei nuovi venuti stavano dirigendosi verso la villa di un barone, amico di famiglia, avrei chiesto a mio padre se ne sapesse qualcosa.
Prima di tornare a casa mi fermai nel mio luogo preferito, dove amavo trascorrere le mie ore e giornate in solitudine. Dopo che la mia gemella Eleonor avesse perso la vita in quel gesto imprevisto la mia vita era sempre più solitaria e amavo trascorrere il mio tempo libero in un piccolo bosco, e ivi stava un piccolo laghetto pieno di fiori acquatici che galleggiavano nell'acqua come tante ballerine.
Mi sedetti vicino al laghetto lanciando sassolini...e a ogni lancio un pensiero ma più di tutto uno era nella mia mente.
Prima di tutto come potevano affermare con certezza i nuovi arrivati che avrebbero potuto farci felici con un dono che avrebbe cambiato la vita...chi mi avrebbe ridato la persona a cui tenevo cosi tanto?
Scossi il capo, non ci credevo...ed estrassi dalla tasca quel bigliettino col pozzo e una collana con un simbolo portandolo alle labbra e baciandolo.
Parsifal25
12-02-2013, 00.29.18
Il sole andava carezzando le mie stanze con i suoi tiepidi raggi......il campanile della chiesetta accanto donava il buongiorno e dalla piazza si sentivano già le chiacchiere dei cittadini.
Ad esser sincero, rimasi alquanto sorpreso che già di buon'ora i cittadini erano già in strada, probabilmente, era successo qualcosa. Aperta la finestra......ebbi risposta.......
"navi volanti solcavano il cielo", non potevo credere ai miei occhi, forse, stavo ancora sognando......mi pizzicai il viso e vidi che non era un sogno......dovevo indagarci su e imparar qualcosa di nuovo.
Presi le mie arme e vesti e corsi verso il piazzale......salutai Belfagor e dissi:
"Caro amico, credo che una nuova avventura è alle porte......teniamoci pronti".
Restai immobile a guardare il bigliettino, incredula.
Non avevo bisogno di correre a casa per sapere che quel disegno era esattamente identico a quello sul mio libro.
Com'era possibile? Probabilmente una coincidenza, ma ci credevo poco.
Quando l'avevo avuto tra le mani, un nuovo brivido mi aveva attraversato la schiena.
Dovevo saperne di più, avevo ancora tempo prima che qualcuno si accorgesse della mia assenza .
Mi guardai attorno e cercai con lo sguardo qualcuno a cui chiedere spiegazioni.
Ma vedevo solo i paggi che avevano distribuito doni alla folla.
Decisi, così di farmi strada tra la folla, verso la nave chiedendomi se avrei mai trovato un significato a quel biglietto,
Guisgard
12-02-2013, 02.02.21
Altea estrasse così da una tasca quel bigliettino.
Ma la collana della ragazza aveva scheggiato la ceralacca che sigillava il bigliettino e questo si aprì, permettendole di leggerne il contenuto.
Contenuto che così riportava:
“Altea, io non posso prometterti ciò che desideri.
Ma posso farti un gran dono... il Tempo.
Si, il Tempo per rincorrere e realizzare ciò che più cerchi.
Conserva gelosamente questo bigliettino, poiché esso vale come invito per giungere dall'Arconte Meccanico, signore di Sant'Agata di Gothia.
Ed egli ti donerà ciò che ti è stato promesso...”
Guisgard
12-02-2013, 02.07.02
Clio restò sorpresa da quel bigliettino datole da uno dei paggi.
Si avvicinò allora al veliero che era da poco atterrato a Camelot, in cerca di notizie su tutta quella strana situazione.
“Damigella...” disse ad un tratto qualcuno alle sue spalle “... non potete avvicinarvi troppo all'Aeronave... può essere pericoloso...”
Era uno di quei paggi che avevano distribuito doni alla popolazione.
Guisgard
12-02-2013, 02.12.22
Parsifal raggiunse così il piazzale, dove la gente era ancora radunata intorno a quell'incredibile veliero volante.
Ad un tratto uno dei paggi si avvicinò al giovane cavaliere e lasciò nella sua mano un misterioso bigliettino sigillato con la ceralacca.
E su di esso vi era il disegno di una lancia.
Avanzai di alcuni passi verso quelle navi così strane e affascinanti.
Camminavo con cautela, gli occhi sgranati, non curandomi delle grida di giubilo che provenivano dalla folla attorno a me.
Tenevo il bigliettino in mano, come fosse immensamente prezioso e avessi paura di romperlo.
D'un tratto, però, qualcuno mi fece sussultare. Mi voltai di scatto verso l'uomo che aveva parlato.
Arrossii timidamente, cercando tuttavia di parlare con più naturalezza possibile.
"..Perdonatemi, messere.." dissi, accennando ad un inchino formale "...non ho potuto fare a meno di osservare la bellezza di queste navi..." con un sorriso.
Ma sapevo bene che non era per quello che mi ero spinta fin lì, sapevo bene che era stata la mia curiosità, il mio desiderio di saperne di più su quel bigliettino a condurmi lì dove non avrei potuto stare.
Già, pensai con un sospiro, la mi curiosità.
"La vostra curiosità è troppo impertinente, signorina Clio.. non è bene per una donna nella vostra posizione..".
Il vecchio maestro passeggiava avanti e indietro nel grande giardino, dove rose e gigli crescevano rigogliosi per la gioia della padrona di casa.
Lo guardai, con gli occhi sgranati. Temevo quel discorso, sapevo che prima o poi sarebbe giunto il momento, ma speravo che almeno il maestro sarebbe stato dalla mia parte.
"..Ma maestro, siete stato voi a insegnarmi a leggere, scrivere, a comprendere le lingue degli antichi.. perchè mi dite questo ora?" scossi la testa, con le lacrime agli occhi "..non capisco..".
L'uomo in piedi accanto al roseto evitò il mio sguardo "..avete ragione, Milady.." cominciò "...vi ho insegnato tutto questo perchè me l'ha chiesto vostro padre, e perchè siete stata davvero un ottima allieva.." sorrise.
"Tuttavia, è giunto il tempo di mettere da parte i libri e prendere il posto che vi spetta nel mondo.." scosse la testa ".. non avrei dovuto insegnare così tante cose ad una donna.. l'età mi ha reso incosciente..".
Strinsi i pugni per evitare di piangere. Sapevo cosa intendeva dire il maestro con "il tuo posto nel mondo": mia madre non faceva che ripetermi di andare a questo o quel ballo, e che nessun ragazzo di buona famiglia si sarebbe preso una moglie che non sapeva stare al suo posto.
Mi alzai e presi il maestro per un braccio "... ma ci sono ancora troppe cose che non so..".
Lo sguardo del maestro si fece di ghiaccio "...state attenta, ve lo ripeto, questa voglia di sapere non vi porterà a nulla di buono...".
Fece qualche passo verso il cancello, cominciai a comprendere che non l'avrei più rivisto.
Ma c'era una cosa, una cosa che mi tormentava più di qualunque altra: una storia.
"... E Leonard?" dissi, come tra me e me. Ma il maestro si fermò, si voltò e i suoi occhi neri come la notte mi trapassarono: "Devi dimenticare quella storia.." urlò, dimenticando persino le buone maniere ".. sia maledetto il giorno in cui hai curiosato nella mia biblioteca senza il mio permesso..".
"..Ma, il manoscritto si interrompe... devo sapere che cosa gli accade.. io.. devo sapere.." abbassai lo sguardo e sussurrai "...e se fosse tutto vero?".
"..Non è altro che un mito, una leggenda.. non vi è nulla di vero in quelle parole.." si avviò nuovamente verso il cancello, mi guardò un ultima volta "...ascolta questo vecchio, ragazza... lascia stare quella storia.. passerò nei prossimi giorni a prendere il manoscritto..".
Sorrisi, nuovamente, anche se con una vena di tristezza. Il maestro non era mai tornato a prendere il manoscritto che studiavo quasi fosse una reliquia, sperando di trovarci chissà quale risposta. Ma, infondo, di lui non avevo più saputo nulla da quel giorno non molto lontano.
Osservai l'espressione cordiale dell'uomo davanti a me, e mi resi conto di essere rimasta con lo sguardo perso nel vuoto per lunghi istanti.
Così, arrossendo sempre più, mi feci coraggio e provai a spiegarmi.
"..Ehm, perdonatemi.. la verità è che, questo biglietto..." dissi mostrandolo al paggio, ma tenendolo sempre ben saldo tra le mani ".. io... io conosco questa immagine..".
Che assurdità, Clio! Tutti conoscono l'immagine di San Giorgio...
Mi rendevo conto che i lunghi giorni nell'isolamento della biblioteca mi avevano resa poco incline al dialogo.
"... voglio dire.. che è importante per me.." lo guardai sperando comprendesse le mie parole. Certo, non potevano sapere del mio manoscritto, di Leonard e del suo sogno premonitore. Sospirai, cercando le parole giuste.
"...voi, messere.. voi sapreste dirmi perchè è stata scelta questa immagine? Perchè proprio questa tra mille altre possibilità? Cosa.. cosa significa tutto questo?" i miei occhi brillavano di una luce che ben conoscevo, una luce che invano i miei genitori avevano tentato di spegnere.
Talia
12-02-2013, 16.12.20
Silenzio.
La carrozza procedeva rapidamente per l’ampia strada che, tagliando boschi ed aggirando valli, scendeva verso sud. Il convoglio era partito presto ed il capitano premeva perché non diminuissimo l’andatura, onde evitare di essere sorpresi dal tramonto ancora sulla via. Non erano tempi, quelli, nei quali sarebbe stato salutare sostare o perdere molto tempo per strada... soprattutto non sarebbe stato salutare per me.
Silenzio.
Amavo il silenzio. Ed era precisamente per questo motivo che in quella carrozza avevo voluto viaggiare da sola. Avevo accettato di accogliervi, giacché il viaggio non sarebbe stato breve, soltanto quell’anziana e devota servitrice che aveva vissuto presso la mia famiglia da ben prima della mia nascita; lei sola sarebbe bastata per le mie necessità, ma ero certa che non avrei potuto sopportare le chiacchiere di nessun altro in quello spazio angusto e per tutto quel tempo. Sollevai lo sguardo e fissai la donna: stava guardando fuori dal finestrino. Amavo quella discrezione almeno quanto detestavo le chiacchiere inutili e gli sguardi insistenti di talune persone.
Silenzio.
C’era vento quel giorno, e fu proprio quel vento a spazzare via, ad un tratto, le nubi che coprivano il cielo e a permettere a quel debole sole invernale di bagnare la campagna. All’improvviso, un raggio scese verso di noi, colpì l’armatura metallica di uno dei due soldati che procedevano a cavallo di fianco alla mia carrozza e, riflettendosi su di essa, giunse a penetrare fin dentro al landò. Osservai, quasi stupita, quel raggio di sole indugiare sul mio abito di broccato verde ed oro per qualche momento, poi la strada ci fece curvare leggermente ed il raggio scomparve.
Silenzio.
I miei occhi erano immobili di fronte a me, lo sguardo lontano, l’aria impenetrabile... niente di me, se non la presenza stessa del mio corpo, testimoniava che ero lì. Ad un tratto, tuttavia, come destata da una sensazione, distolsi quello sguardo da qualsiasi cosa lo avesse occupato fino a quel momento e lo portai fuori dal finestrino...
ed allora la vidi, la nostra meta...
una città arroccata su di una piccola altura, gli edifici regolari che sembravano nascere dalla pietra stessa, e tutt’intorno alture e valli, come una corona, come a proteggerla...
“Mandate a dire al capitano che spedisca due soldati avanti, ad annunciare il nostro arrivo...” dissi “Non voglio dover aspettare neanche per un istante!”
La donna seduta di fronte a me annuì appena, poi si accostò ad uno dei finestrini per chiamare il soldato.
Io non le badai, tuttavia, ritrovando immediatamente quel mio impassibile distacco.
Altea
12-02-2013, 16.16.51
Lentamente il biglietto si aprì come se quella collana, a me cosi cara, avesse voluto dar risposta ai miei quesiti..rimasi sbigottita nel vederne il contenuto.
Chi scriveva sembrava conoscermi, sapeva il mio nome...e ciò che era successo.
Guardai il laghetto e il lieve fluttuare delle acque al leggero fruscio della brezza...il Tempo.
Era vero...il Tempo era ciò che poteva aiutarmi, non avrebbe mai potuto farmi dimenticare ciò che era accaduto ma avrebbe lenito lentamente i miei dolori e fatto accettare tutto questo, anche se accettarlo era troppo forte per me, non potevo perdonare ancora.
Continuai a leggere il biglietto e rimasi ancora più stupita...chi mai poteva essere l'Arconte Meccanico di Sant'Agata di Gothia e cosa poteva avere a che fare con la mia vita, era quasi una premonizione.
Scossi il capo pensando tra me e me..."E se fossero impostori? Magari conoscono la mia vita, ciò che è successo alla nostra famiglia e vogliono entrarne a far parte per qualche motivo?Certo sono arrivati dal Cielo ma non da Dio, colui che solo conosce tutto di noi".
Mi alzai e sapevo dove dovevo andare..alla fonte...rimisi con cura il biglietto e la collana nel sacco di velluto rosso in tasca e imboccai il piccolo sentiero camminando nella brughiera fino a raggiungere la villa del barone dove si trovavano i nuovi arrivati presentandomi alla porta...."I miei saluti, sono la figlia del conte Trevor, Altea, trovo per caso la figlia del barone?".
La porta mi fu subito aperta, ero grande amica della figlia del barone e subito fui accompagnata nella sua stanza e abbracciatola mi sedetti alla poltrona.
Ella stava ricamando uno dei suoi tanti preziosi arazzi, questo rappresentava due innamorati a cavallo...mi rabbuiai.
"Tu credi ancora nell' Amore?" chiesi alla baronessina "ovunque nella tua stanza ci sono libri di antichi miti d'Amore e ricami sempre scene di innamorati...si vede che aspetti l'anima gemella..lo sai che dopo Eleonor..".
Un freddo e quasi interminabile silenzio..."Certo" continuai avvicinandomi a lei e l'arazzo toccandolo con cura "non è che sono sfortunata da meno, le figlie del conte Trevor non hanno molta fortuna in Amore...che sia per quella leggenda che si narra della nostra antenata?E che Eleonor imitò gettandosi come lei nel pozzo per Amore...già pure Lui se ne è andato senza un saluto, una spiegazione, ormai mi avrà pure dimenticato ma io certo non lascerò che un uomo si prenda oltre che il mio cuore anche la mia vita."
Sentii la mano della cara amica prendere la mia mano...io la fissai in volto "Ma non sono venuta per questo..per tediarti con queste storie che già conosci. Chi sono i nuovi venuti che ospitate qui in dimora? Mi hanno lasciato un messaggio...sembra mi conoscano e ne sono spaventata..potrei parlare con qualcuno di loro?"
Parsifal25
12-02-2013, 16.27.35
Lo spettacolo era incredibile.......rimasi a bocca aperta dinanzi a tale magnificenza ingegneristica.
La scrutai dall'alto in basso ma non riusci ad esprimer parere. Poco dopo un paggio venne verso di me e mi consegnò una lettera sigillata, la girai e vidi il simbolo di una lancia........era simile al mio ciondolo: il Longinius.
"Cosa significa? Chi mi manda tale messaggio" pensai tra me alzai lo sguardo e
"Perdonate messere......ma......", il paggio era sparito.
Cercando tra le varie aeronavi, facendo fede alla mia memoria nel riconoscere il paggio, vidi una leggiadra fanciulla che andava facendo lo stesso......portava le arme di cavaliere ed i suoi capelli erano di color argenteo......probabilmente, avrebbe potuto aiutarmi.
elisabeth
12-02-2013, 18.37.14
Ero ferma ad osservare come una bimba a cui qualcuno sta facendo vedere un mondo di favole.....c'era un leggero vento....quando uomini di alto lignaggio scesero da quella strana nave volante.....mi strinsi il mantello alle spale, conoscevo alcune delle persone nella piazza.......ma non amavo essere riconosciuta, molti mi chiamavano l'araba solitaria......ridevo...quando la mia fedele governante veniva a riferirmelo mentre mi spazzolava i lunghi capelli...lascia perdere le dicevo......sono un'araba solitaria.....un paggio mi fece sussultare mentre mi porgeva un bglietto.....quando lo aprii vi trovai disegnata la mezzaluna.......ebbi un tuffo al cuore, il simbolo della mia terra, come potevano sapere......lo strinsi tra le mani, volevo gettarlo a terra e invece lo tenni, mi guardai intorno e pensai che forse era tempo di tornare tra le mura di casa...dove avrei trovato protezione....
Guisgard
13-02-2013, 01.56.48
Il paggio sorrise a quelle parole di Clio.
Poi, con un gesto delicato, prese il bigliettino dalle mani della ragazza.
“Damigella, io non posso conoscere il significato di questa immagine.” Disse il paggio. “Il bigliettino è indirizzato a voi e non è consentito a nessun altro di leggerlo.” Allora ruppe il sigillo di ceralacca e ridiede il bigliettino alla ragazza, per poi salutarla e andare via.
Il bigliettino così recitava:
“Clio, un libro è fatto di mille pagine, milioni di parole e infiniti significati.
Come i sogni.
Io non posso svelarti ciò desideri sapere, ma posso offrirti la possibilità di cercarlo.
Lo farò concedendoti qualcosa di straordinario... il Tempo.
Conserva gelosamente questo bigliettino, poiché esso vale come invito per giungere dall'Arconte Meccanico, signore di Sant'Agata di Gothia.
Ed egli ti donerà ciò che ti è stato promesso...”
Guisgard
13-02-2013, 02.31.06
Vivian, la figlia del barone, guardò Altea e poi sorrise dolcemente.
“Non voglio vederti triste, lo sai.” Disse alzandosi e avvicinandosi alla finestra. “So che quanto accaduto ti ha scosso. Si, è terribile. Ma alla morte non si risponde con la morte. Sei giovane e bella.” Si voltò e la fissò di nuovo. “E la vita è una continua meraviglia. Si, sogno l'anima gemella. Cosa c'è di male. Ginevra, Isotta, Enide. Loro hanno trovato ciò che cercavano.” Si avvicinò ad Altea e prese le mani di lei nelle sue. “E anche per noi sarà così. Messer Amore sorride a tutte!” Esclamò speranzosa. “In verità non so chi siano i nuovi arrivati.” Alzando lo sguardo verso la porta della stanza. “So solo che mio padre li tratta con rispetto. Credo siano nobili.” Sorrise maliziosa. “Ho fatto però alcune ricerche su quella città, sai? Sant'Agata di Gothia. Si trova a Sud. In passato era sotto la giurisdizione della Chiesa, ma poi fu concessa come Feudo agli Arciduchi di Capomazda, in modo da legare con un patto di vassallaggio quei nobili al Pontefice.” Si avvicinò allora alla sua libreria e dopo aver cercato prese un piccolo volumetto.
Lo aprì e tra le sue pagine estrasse un volantino.
“Guarda.” Mostrandolo ad Altea. “A Sant'Agata di Gothia si tiene ogni hanno una grande festa per celebrare il raccolto delle mele. Ci saranno fiere e spettacoli. Molte persone correranno a vedere quella festa. E alcuni attori itineranti mi hanno detto che forse giungerà anche il misterioso Chevalier de Lys...” sospirò “... nessuno sa chi sia veramente... e neanche che volto abbia... ma tutti lo definiscono il miglior attore in circolazione! Pare sia stato un cavaliere costretto poi da un voto fatto in Terrasanta a lasciare la cavalleria. Ora per vivere è diventato un attore itinerante. Ma il suo passato di cavaliere gli permette di interpretare magistralmente ogni ruolo romantico e d'azione.” Sospirò ancora. “Si dice che nei suoi spettacoli salvi dame in pericolo... ma solo se sono bellissime...” e si lasciò cadere, sognante, sul suo lettino.
Guisgard
13-02-2013, 02.40.42
La ragazza armata, avvicinata da Parsifal, prestò subito attenzione al biglietto che il cavaliere aveva con sé.
“Messere...” disse “... vi aggirate stupito e titubante con quel bigliettino... ma in esso vi è tutto ciò che vi occorre...” prese allora delicatamente il bigliettino e ruppe il sigillo di ceralacca.
Lo aprì e lo ridiede a Parsifal, per poi allontanarsi.
Nel bigliettino c'era scritto:
“Parsifal, ciò che cerchi non può essere riconosciuto da occhi umani, poiché misera è la natura dell'uomo.
La tua ricerca cesserà quando sarai lontano da ogni colpa.
Ma basta una vita, con i suoi brevi e dolorosi anni, a purificarsi dal peccato?
Per questo io voglio donarti l'unica cosa che ti occorre per continuare... il Tempo.
Conserva gelosamente questo bigliettino, poiché esso vale come invito per giungere dall'Arconte Meccanico, signore di Sant'Agata di Gothia.
Ed egli ti donerà ciò che ti è stato promesso...”
Guisgard
13-02-2013, 02.56.57
Elisabeth era ferma, nel piazzale, con quel bigliettino fra le mani.
La gente continuava, incredula e meravigliata, a girare intorno a quell'incredibile veliero sceso dal cielo, mentre i paggi proseguivano a distribuire olio, pane, carne e vino alla popolazione accorsa.
Ad un tratto, nella confusione generale, qualcuno urtò Elisabeth, facendo cadere a terra il biglietto.
Nel cadere, il sigillo di ceralacca si ruppe e il foglietto si aprì, mostrando alla donna il suo contenuto:
“Elisabeth, la solitudine è come un veleno che si prende in piccole dosi.
Alla fine non ci si accorge di esserne diventati immuni.
Ma tu non sei ancora sola.
Ciò che hai perduto io non posso rendertelo.
Ma posso offrirti la possibilità di riavere quel che ti è stato sottratto... il Tempo.
Si, perché nel Tempo perduto sono imprigionati i giorni che la solitudine ci ha impedito di vivere.
Conserva gelosamente questo bigliettino, poiché esso vale come invito per giungere dall'Arconte Meccanico, signore di Sant'Agata di Gothia.
Ed egli ti donerà ciò che ti è stato promesso...”
Parsifal25
13-02-2013, 03.47.52
La donzella con fare delicato e sicuro andò ad avvicinarsi alla mia figura, neanche il tempo di proferire parola che il bigliettino venne tolto dalla sua custodia.....
Leggendo ciò che conteneva rimasi allibito ed incuriosito......ciò che vi era scritto era di certo un' esortazione a riprendere il viaggio per ritrovare le origini del mio ordine sia per la corazza che era stata sottratta villanamente.
"Il mio miglior amico.......sarebbe stato: il Tempo".
Inoltre, avevo già sentito parlare di Sant'Agata di Gothia......dovevo raggiungere tale luogo, ma prima di farlo.......avevo bisogno di consultare qualche manoscritto che parlasse della storia di Sant'Agata di Gothia.
Posi il bigliettino al sicuro e mi avvicinai' ad uno di quei paggi chiedendo:
"Perdonate messere.....sapete se per caso conoscete una tratta che mi permetta di raggiungere Sant'Agata di Gothia? Le sarei molto riconoscente....."
Guisgard
13-02-2013, 04.28.06
La carrozza continuava ad avanzare a velocità regolare, quando due dei soldati che la scortavano, dopo un ordine ricevuto, lanciarono al galoppo i loro cavalli e corsero verso la città.
Il paesaggio appariva enigmatico ed inquieto.
Impenetrabile, selvaggio ed intriso di un misticismo primordiale, fatto di un silenzio e di un vuoto quasi assoluti.
Quel mondo gotico sembrava celare la sua natura violenta e barbara tra le maestose montagne imbiancate di neve e la tundra silente e spettrale che ricopriva ogni cosa.
E finalmente apparve.
Come sospesa in una vallata ammutolita da un remoto incanto, pareva poi di colpo sorgere tra i bastioni e i picchi rocciosi, sui quali si stagliavano torri e cattedrali, manieri e campanili, una città dalle fattezze tanto antiche, quanto straordinarie.
E quando la carrozza fu avvistata dalle alte e poderose mura che correvano in lungo e in largo sulle pendici dei monti, si alzò al cielo un insieme di rintocchi, fatti di mille e più campane che suonavano a festa.
Allora le secolari porte della città si aprirono, permettendo alla carrozza di entrare.
Attraverso una strada lastricata la vettura risalì la parte alta della città, fino a giungere alle porte di una monumentale fortezza.
Tre cinte murarie, concentriche, correvano ad avvolgere il colle sul quale era costruita l'imponente struttura.
Un'infinità di dongioni, rotondi, quadrangolari, esagonali ed ottagonali, nascevano da manieri arroccati a scandire il corso di quelle mura, circondando come una morsa ogni accesso al nucleo centrale di quella incredibile dimora.
Ed esso, quel nucleo principale, era costituito da una massiccia torre circolare dalla quale si staccavano altre cinque di minori dimensioni.
Tutte erano a protezione del palazzo centrale, ornato di fregi e vessilli le cui immagini parevano animarsi al freddo vento del Nord.
La carrozza penetrò così in quella titanica struttura, ritrovandosi infine nel palazzo centrale.
Servi, scortati da guardie, accolsero allora Talia e la sua servitrice.
“Benvenuta, maestà.” Disse all'improvviso un'austera figura appena uscita dal palazzo.
Aveva il volto celato da una maschera di titanio e il corpo bardato da una spessa corazza avvolta in un lungo mantello nero.
Cominciò allora ad avanzare, tra il timore e la venerazione dei suoi servi, verso la giovane appena giunta al palazzo.
“Vi attendevo con ansia...” mostrando un lieve inchino a Talia “... venite a prendere possesso della vostra città...” e porgendole il braccio, la condusse all'interno del palazzo.
http://ankichan.files.wordpress.com/2011/03/vlcsnap-2011-03-12-13h58m56s149.png?w=627
Guisgard
13-02-2013, 04.33.01
Il paggio fissò Parsifal e sorrise.
“Messere, vi sono due modi per raggiungere Sant'Agata di Gothia...” disse “... uno è quello che attraversa la selvaggia via dei monti... l'altro invece parte direttamente da qui, da Camelot, a bordo di una delle nostre Aeronavi. Ma per salire bisogna prima firmare un atto di fedeltà assoluta all'Arconte Meccanico.”
Sgranai gli occhi davanti al gesto del paggio. Ero rimasta così incantata dall'immagine, da non rendermi conto della ceralacca e del messaggio.
Tuttavia, quando lo aprii, il mio stupore fu ancora più forte e il cuore iniziò a battere sempre più veloce
Mi sbagliavo. Chiunque avesse scritto quel biglietto mi conosceva, mi chiamava per nome, parlava del mio manoscritto, e dei sogni. Mi chiesi di che sogni parlasse. Poteva conoscere quello premonitore di Leonard, ma non poteva certo conoscere quello che turbava tanto il mio sonno.
Ringraziai il paggio, e lo salutai con un sorriso.
Il sole era ormai alto nel cielo, e l'ora di pranzo doveva essere terribilmente vicina, mia madre non mi avrebbe mai perdonato un ritardo, tanto più che aveva detto di avere invitato ospiti importanti alla nostra tavola.
Così, mi affrettai sulla strada di casa, tenendo il bigliettino stretto tra le mani.
"..Il tempo.." sussurravo, come rapita in un sogno.
Mi chiedevo che significato avesse tutto quello. Il tempo era certo un dono prezioso, quante volte avevo sospirato di non averne a sufficenza.
Il biglietto era un invito, pensai poi sorridendo. In quel momento, pur di fuggire da casa mia, sarei andata dovunque.
Camminavo con la testa tra le nuvole ed in poco tempo giunsi davanti alla porta di casa.
Entrai, con disinvolutra, un'ancella di mia madre mi guardò torva, effettivamente non avrei dovuto essere lì.
Risposi con durezza al suo sguardo "..Avvisate mia madre che sarò pronta per il pranzo tra pochi minuti..".
Non attesi nemmeno la sua risposta, salii velocemente le scale della villa che portavano alle mie stanze, e accolsi con un sorriso Miriam, la mia ancella pià fidata, che, vedendomi arrivare si era alzata in piedi.
"..Oh, proprio te cercavo.." facendole cenno di avvicinarsi con una mano ".. vieni, preparami un bagno, per favore... voglio essere impeccabile per il pranzo..".
Aprii così la porta della mia stanza, e lasciai che Miriam preparasse tutto l'occorrente per rifocillarmi.
Io, invece, mi precipitai alla scrivania, e accarezzai dolcemente il manoscritto, senza titolo, per cui tanto mi struggevo.
"..Ciao Leonard.." sussurrai "..mille pagine.. mille significati.. il tempo..", sospirai, persa nei miei pensieri.
Mi voltai un momento, e mi resi conto che il bagno era ormai pronto.
"..Grazie, Miriam.." dissi rivolta alla mia fedele ancella ".. preparami l'abito blu.. quello in seta.. e lo zaffiro..".
Sorrisi agli occhi sgranati di lei, non era mia abitudine indossare gli abiti e i gioielli più sfarzosi.
"..devo fare bella figura.. non posso sempre essere disobbediente.. altrimenti chi la sente.. ".
Non avevo certo molto tempo, e il mio bagno durò molto poco.
Mentre indossavo il mio splendido abito blu, con le ampie maniche azzurre leggere ed eteree, mi resi conto di non conoscere l'identità degli ospiti di mia madre.
"..Sai per caso quanti siamo a pranzo? Mia madre ha insistito perchè mi facessi bella.. ma non mi ha affatto detto chi ha invitato..." Sbuffai, i pranzi di cortesia mi annoiavano almeno quanto i balli "..spero solo che finisca presto.. devo andare in biblioteca.. male che vada, fingerò un malore.." strizzando l'occhio alla mia ancella.
Altea
13-02-2013, 15.57.57
La voglia di vivere di Vivian mi faceva quasi invidia..certo lei non aveva ancora conosciuto il dolore e la vera delusione..ma come diceva quel biglietto..il Tempo..ci voleva Tempo e presto avrei ritrovato pure io un mio equilibrio.
Curiosamente guardai il libro e ascoltai la storia della festa che si teneva a Sant'Agata di Gothia..e risi vedendo Vivian sognante sopra il suo letto.
"Vivian...cara amica...sembri una moderna Ginevra che sogna Lancillotto...certamente non Giulietta poichè credi nell' Amore Trionfante e non in quello Sofferente. E dimmi, vorresti andarci per vedere la festa o per incontrare il misterioso..Chevalier de Lys? Ma non mi sembri una dama in pericolo" fissandola con sorriso ironico "Oppure vi è un malvagio innamorato che vuole rinchiuderti in una torre e non ne sono a conoscenza? Attenzione però...egli è un attore, e magari sa come recitare i suoi sentimenti."
Vivian era riuscita a mettermi di buon umore e pensavo che forse un pò di svago mi avrebbe rinvigorita anzi forse il cambiare aria e luogo mi avrebbe aiutata nel cammino per ritrovare quella gioia perduta.
Mi sedetti vicino a lei nel letto..."Dunque, in verità io conosco un pò questi posti ma solo di nome poichè so la mia famiglia ha dei parenti laggiù, uno zio...e delle cugine...e cugini..nobili pure loro valorosi guerrieri che si sono fatti valere in Terrasanta guadagnandosi molto onore, mi incuriosisce che voto possa aver preso il tuo bel cavaliere attore misterioso" ... vedevo il suo bel viso quasi illuminarsi ... "e quindi potrei chiedere a mio padre di mandare una missiva per dire che stiamo andando laggiù per un pò ospiti da loro, io non li ho mai conosciuti, ma penso debba allontanarmi da qui per dimenticare ogni cosa. E tu verrai con me...potremmo chiedere ai tuoi ospiti come possiamo raggiungere al più presto quel posto. Sei d'accordo?". Presi dalla sua mano il volantino e guardai la immagine di quel cavaliere...ma era del tutto mascherato e non conoscibile. Mi chiedevo cosa lo aveva spinto a cambiare radicalmente vita.
Parsifal25
13-02-2013, 16.20.15
Le scelte presentate dal paggio sembravano semplici e di facile interpretazione....ossia:
"Prendendo la via dei monti il percorso sarebbe stato più arduo, in quanto ci si potevano incontrare difficoltà sia in termini di tratta che di incontri......";
"La seconda era la più semplice, ma anche quella maggiormente ambigua.....poiché si sapeva poco del nobile Arconte e dei suoi veri intenti...."
Rimasi dubbioso....quasi in cerca di una risposta ma optai per la prima la spiegazione è molto semplice: era quella che conoscevo meglio.
"La ringrazio messere, le sue indicazioni sono state molto utili. Spero di rivederla nuovamente."
Abbandonai la piazza e mi diressi verso la zona mercantile; prima di partire avevo bisogno di recuperare notizie e indicazioni sulla cittadina di Sant'Agata
e sulla via per raggiungerla. Sarebbe stata una dura impresa.......
elisabeth
13-02-2013, 16.29.45
Lo scossone mi fece cadere il biglietto....un piccolo tac in quel caos indefinibile fece aprire la debole ceralacca....c'era ....la presi con la cura ed il timore per le cose che portino un cattivo presagio.....e vi lessi il contenuto.....rimasi rigida nella postura, chi conosceva la mia solitudine...chi poteva scandire le ore ed il passare del tempo di quegli anni.... nessuno poteva profanare con un bigliettino......la mia intima sofferenza.....ero in collera, in collera con me stessa per essere uscita per strada.......tornai correndo verso casa......porte e portoni furono aperti e richiusi al mio arrivo.......entrai nel gelido androne, gelido come la mia anima...e mi tolsi il mantello...Elina ...urlai...Elina dove sei.......colei che cullava il mio dolore apparve......." La mezzaluna Elina.....ho rivisto il simbolo della mia terra......la terra che amo, ma che non riesco a raggiungere dopo aver perso lui......il tempo non guarisce..il tempo ferisce.......il tempo e' assassino come la mano che porta via l'uomo che ami.......guardate questo biglietto, chi altro puo' sapere chi oltre voi e le poche persone che vivono in questa immensita'....la festa di Sant'Agata di Gothia, di questo si parlava in piazza, si deve raggiungere questo posto...ma come.....tu sai Elina come togliere dalla mia anima il peso del tempo ?..."...corsi in camera mia e presi tra le miei mani due medaglie....vi era scritto su una Logico e su l'altra Illogico...quando lo conobbi mi chiese....cose' l'Amore logica o illogica.....le strinsi tra le mani e ora gli avrei rispoto...logico e' stato amarti...illogico e' amarti ancora oltre la morte........dovevo andare...dovevo raggiungere quel posto..Elina mi avrebbe aiutata...lei lo faceva da sempre...
Talia
13-02-2013, 16.32.32
La carrozza attraversò rapida la città e si arrestò nell’ampio cortile interno, di fronte alla fortezza centrale.
Non guardai fuori, non mi alzai: non c’era fretta... mi sistemai appena l’abito, presi il mantello di velluto cremisi e oro che la fedele servitrice mi porse e lo indossai con cura. Soltanto dopo aver fatto ciò scesi dalla carrozza, aiutata da uno dei soldati di scorta e senza tuttavia degnarlo del pur minimo sguardo.
Il cielo era di nuovo cupo, adesso, ed un forte vento gelido spazzava il cortile.
“Benvenuta, maestà.” Disse all'improvviso un'austera figura appena uscita dal palazzo.
Aveva il volto celato da una maschera di titanio e il corpo bardato da una spessa corazza avvolta in un lungo mantello nero.
Cominciò allora ad avanzare, tra il timore e la venerazione dei suoi servi, verso la giovane appena giunta al palazzo.
“Vi attendevo con ansia...” mostrando un lieve inchino a Talia “... venite a prendere possesso della vostra città...” e porgendole il braccio, la condusse all'interno del palazzo.
Gli lanciai appena una rapida occhiata...
avevo molto sentito parlare di lui, anche se non lo avevo mai incontrato fino a quel momento, e fu per questo che la mia espressione non tradì il benché minimo stupore né alcun sentimento nell’osservarlo.
Risposi con un lieve cenno al suo inchino, poi sollevai una mano e la posai delicatamente sul braccio che mi porgeva, lasciando che mi conducesse all’interno del palazzo...
Guisgard
13-02-2013, 17.47.58
L'uomo allora condusse all'interno del palazzo Talia e tutta la sua scorta li seguirono.
L'interno era sfarzoso, abbellito da oggetti di spoglio, come colonne di porfido rosso, capitelli marmorei, dipinti e statue di classicheggiante bellezza.
Giunsero così in una vasta sala, arredata con molto sfarzo.
“Sua signoria, l'Arconte Meccanico e la principessa Talia.” Disse un araldo alla corte.
“Tutto ciò che vedete, maestà, proviene dai più sontuosi palazzi e dalle più antiche chiese della città.” Mostrandole la sala l'Arconte. “Non che il mio predecessore si facesse mancare nulla...” con tono ironico l'uomo “... ma si sa, il cattivo gusto degli uomini di Chiesa è risaputo... fortuna che i miei architetti hanno saputo ovviare alle carenze di questo palazzo vescovile, mutandolo in breve nella degna dimora del più potente e fedele servitore di Sygma.”
Portò Talia davanti ad un sontuoso seggio intarsiato con avorio ed oro.
“Prendete pure il vostro posto, altezza.” Indicando alla ragazza il trono.
Guisgard
13-02-2013, 18.12.23
Miriam fissò stupita Clio.
“Non potete andare in biblioteca ora.” Disse Turbata. “Vostra madre ha invitato per pranzo una delegazione della Corporazione degli Artigiani. Loro si occuperanno del restauro dei pilastri nella cattedrale e vostra madre ha contribuito alle spese ricevendo in cambio una promessa... quella di veder riprodotti gli stemmi di famiglia su uno dei pilastri.” Poi la fissò pensierosa. “In biblioteca? E da quando per cercare libri bisogna essere eleganti?”
Talia
13-02-2013, 18.16.15
Entrammo nel palazzo e, spinta dalle parole dell’Arconte, mi guardai distrattamente intorno.
La corte al gran completo si trovava nell’ingresso e, al nostro passaggio, ci seguì nella sala di rappresentanza.
Pensai tra me, passando, che quell’uomo doveva essersi dato un gran da fare per rendere quella residenza sfarzosa e ricca... una raffinatezza, tuttavia, che a me pareva più che altro di facciata... una ricercatezza che risultava quasi volgare, seppur apparentemente piacevole.
La mia mano scivolò dal suo braccio, dunque, ed io mi andai a sedere sullo sfarzoso trono che si trovava al cento della sala...
“Si dice, Arconte, che la residenza di un uomo sia lo specchio dell’animo e dell’indole di chi l’hai progetta...” dissi, con voce sottile, quasi un sussurro “Siete d’accordo?”
Lo osservai, impassibile... ed impossibile sarebbe stato comprendere cosa pensassi.
Guisgard
13-02-2013, 18.23.57
Parsifal aveva fatto la sua scelta.
Raggiunse allora la zona mercantile, pullulante di empori, mercerie e banchetti ambulanti.
Qui vide una piccola bottega nella quale vi era un cambiavalute.
Il posto adatto, insomma, per chiedere informazioni.
Guisgard
13-02-2013, 18.52.59
“Oh, Altea...” disse Vivian quasi incredula “... dici davvero? Possiamo andare a Sant'Agata di Gothia? Hai davvero parenti laggiù? Oh, è meraviglioso! I miei in questo caso non si opporranno! Dai, ti prego, andiamo subito a parlarne con mio padre!”
E senza attendere oltre, la ragazza prese Altea per mano e insieme corsero nel salone, dove il padre di Vivian si trovava con i suoi ospiti.
“Ragazze.” Vedendole arrivare il barone. “Cosa ci fate qui?”
L'uomo era intento a conversare con i suoi misteriosi ospiti.
“Beh, ora che siete qui, almeno presentatevi... questa è mia figlia Vivian e la dolce ragazza insieme a lei è la sua amica Altea.” Presentandole agli uomini giunti col veliero volante.
Guisgard
13-02-2013, 19.13.17
L'arconte si avvicinò al trono, restando poi in piedi alla sinistra di Talia.
“Se il vescovo” disse “avesse un'anima simile a questo suo palazzo, allora sarebbe un re e non un ministro religioso. Ma tuttavia dubito che esista l'anima.”
“Se esiste davvero l'anima a rendere vivi i corpi, allora perchè i chierici affermano che essa è propria solo dell'uomo? Gli animali dunque come sono animati? Ricordi questa nostra lezione, Talia?”
“Comunque” riprese a dire l'Arconte, destando Talia da quella sensazione “Credo sia sciocco star qui a discutere sulle superstizioni che i Cristiani diffondono tra i loro fedeli. La loro storia afferma che l'apostolo Pietro giunse a Roma per morire. Il vescovo ha preferito la fuga invece di difendere il suo ministero.”
“Signore!” Entrando di corsa uno dei suoi uomini.
“Cosa succede?”
“Sono stati trovati altri corpi...”
“Corpi?” Ripetè l'Arconte. “Che corpi?”
“Non sono stati ancora identificati... sono tutti sfigurati e poi seppelliti in fosse sconsacrate...”
“Ancora!” Gridò l'Arconte. “Ancora fanatici!”
“Si, milord...”
“Vogliamo tener testa alle armate di Capomazda” tuonò l'Arconte “e poi non riusciamo nemmeno a difenderci da misteriosi assassini che si nascondono come ratti fra le mura della nostra città!”
Guisgard
13-02-2013, 19.16.03
Elina fissò Elisabeth per un lungo momento.
“Perchè” disse finalmente “quel posto dovrebbe avere tutte queste risposte? Un biglietto può essere ingannatore. Il Profeta ci metta in guardia dagli incantamenti dei maghi e dei Gin. E se fosse stato proprio un Gin a scrivere quel biglietto? Solo la magia può rivelare segreti come questo. Davvero vuoi scoprire l'autore di quel biglietto? Per fare poi cosa? Cosa speri di trovare?"
Altea
13-02-2013, 19.16.38
Non ebbi il tempo nemmeno di dire una parola in più che Vivian mi travolse con la sua incontenibile euforia...tanta era la sua voglia di partire.
Ed eccoci davanti al Barone e ai nuovi arrivati...li avevo riconosciuti erano coloro arrivati con gli strani velieri.
Feci un leggero inchino..."I miei omaggi barone..e ai nuovi arrivati, ho avuto modo di incontrarvi in piazza a Camelot ma forse visto la folla nemmeno vi ricorderete di me. Sono la contessa Altea Trevor.." ma Vivian mi spintonava leggermente, sapevo ciò che voleva facessi.." e..mi stavo piacevolmente intrattenendo qui con Vivian, la figlia del Barone, poichè ho dei parenti proprio a Sant'Agata di Gothia e stavamo progettando proprio un soggiorno di visita in questa cittadina, da dove presumo gli ospiti del Barone provengono. Ci chiedevamo giusto come arrivare in fretta laggiù". Voltandomi vidi il sorriso compiacente di Vivian, eppure qualcosa in me stava chiedendosi se era la cosa giusta, quelle persone erano enigmatiche...e che relazione avevano col Barone?
elisabeth
13-02-2013, 19.24.32
L'ascoltavo andando avanti indietro nella stanza..." Sai cosa voglio...sai cosa ho chiesto al profeta........voglio rivederlo per un ultima volta......voglio accarezzare quel volto dalla barba incolta.....quel sorriso che non mi abbandona ne' giorno ne' notte........ti ricordi quella mattina ?.....usci' sorridendo......mi saluto' con l'amore di sempre, era un cantore...amava cantare, raccontare, amava vivere ...me lo hanno riportato morto.....per mano di chi Elina...per mano di chi.....ho pregato giorno e notte ho studiato interi libri..perche' il profeta potesse rendere pace alla mia anima.....e cosi' ha fatto...vivo con lui in sogno......ma devo vendicarmi..i suoi assassini non sono mai stati trovati........e che sia la magia o i Gin ol Dio di qualche altro essere vivente io ho un desiderio...devo trovare i suoi sicari......e poi....saro' in grado di morire.....per poter continuare a vivere con lui.........Questo e' tanto Elina.........che Allah ci protegga...."....
Posai immediatamente il pettine sul prezioso tavolino davanti a me.
Mi voltai verso Miriam e la guardai con disappunto.
"...si può sapere dove hai la testa oggi? Non mi ascolti? Questo vestito è per il pranzo.. Per gli importanti ospiti di mia madre.. Sono giorni che mi dice di mettere il vestito migliore e altre quisquilie del genere... Ma..." Scuotendo la testa ".. Tutto per cosa? La delegazione della corporazione degli artigiani? Si può sapere io che c'entro? Mah... L'avrà fatto apposta per farmi un dispetto, dai retta a me!"
Sbuffai e sistemai l'acconciatura. Ormai era ora di pranzo e avevo indossato quel bell'abito di certo non mi sarei cambiata.
"...dopo.." Dissi, guardando Miriam che arrossiva "...dopo andrò in biblioteca... Nel pomeriggio...devo saperne di più di una città e del suo strano arconte...".
Sorrisi, cercando di far sorridere anche la mia ancella, che non volevo turbare con i miei rimproveri.
"...cosa credevi, che avessi uno spasimante nascosto tra gli scaffali polverosi?" Strizzandole l'occhio ".. Sarebbe romantico... " sospirai ".. Ma sta pur certa che mi cambierò prima di andare in biblioteca...".
Mi alzai controvoglia e mi diressi alla porta.
"..forza, mia cara.. Mia madre mi aspetta.. Non vorrai che gli artigiani attendano?".
Talia
13-02-2013, 20.49.23
Sollevai gli occhi ed osservai attentamente l’uomo mentre, quasi involontariamente, un vago sorriso ironico sorse ad incresparmi appena le labbra...
“Oh, Arconte, suvvia...” mormorai “Il concetto di anima, di psiche, non è esclusivo dei vostri amici Cristiani, io credo! Ci sono stati fior di filosofi e secoli prima di loro... non vorrete dirmi che intendono accaparrarsi anche l’esclusiva delle parole, adesso...”
Il mio sorriso, gelido, si intensificò per un istante... poi, di colpo scomparve...
“E poi, vi dirò...” sentenziai, in tono freddo e duro “A me piace pensarmi eterna! Il mio regno lo sarà! Il mio nome! Dunque, io lo sono!”
“Se esiste davvero l'anima a rendere vivi i corpi, allora perchè i chierici affermano che essa è propria solo dell'uomo? Gli animali dunque come sono animati? Ricordi questa nostra lezione, Talia?”
[...]
“Signore!” Entrando di corsa uno dei suoi uomini.
“Cosa succede?”
“Sono stati trovati altri corpi...”
“Corpi?” Ripetè l'Arconte. “Che corpi?”
“Non sono stati ancora identificati... sono tutti sfigurati e poi seppelliti in fosse sconsacrate...”
“Ancora!” Gridò l'Arconte. “Ancora fanatici!”
“Si, milord...”
“Vogliamo tener testa alle armate di Capomazda” tuonò l'Arconte “e poi non riusciamo nemmeno a difenderci da misteriosi assassini che si nascondono come ratti fra le mura della nostra città!”
Quella voce che aveva pervaso i miei pensieri per qualche momento... mi sorprese... e per qualche momento mi parve di essere tornata indietro nel tempo, di molti anni...
Poi quell’uomo giunse nella sala gridando e quei pensieri, quella voce e quelle sensazioni uscirono per un istante dalla mia mente...
I miei occhi si mossero tra l’uomo che era appena entrato e l’Arconte per un momento...
corpi?
corpi sfigurati...
fosse...
cosa accadeva?
“Basta, ora!” esclamai, zittendo con un gesto della mano le grida dell’Arconte “Adirarvi non vi servirà! Informatemi piuttosto! Che cosa sta accadendo?”
Guisgard
13-02-2013, 21.44.59
L'Arconte meccanico scosse il capo e congedò il suo fedele.
“Sono alcuni giorni” disse poi voltandosi verso Talia “che troviamo gente orrendamente uccisa e sfigurata, per poi essere seppellita in fosse sconsacrate... è ovvio che gli autori sono estremisti religiosi, forse una setta... gli assassini non sembrano seguire una certa regola nell'agire, ma pare più amino colpire a caso... sono per questo tanto difficili da riconoscere e da braccare... ma li troveremo!” Sentenziò con odio.
Guisgard
13-02-2013, 21.49.09
Miriam allora accompagnò nel salone Clio.
Qui la ragazza trovò sua madre impegnata a discutere con i rappresentanti degli artigiani.
Tutto era però pronto per il pranzo.
“Oh, Clio.” Disse la madre vedendola. “Vieni pure avanti. Questi signori rappresentano un'importante delegazione, sai? Impegnata in una causa straordinaria.”
Presentò così a sua figlia quegli ospiti.
“E non sai” fece poi “che il colonnello Albin ha combattuto fino a pochi mesi fa, vero?”
L'uomo annuì.
“Si, ma ora preferisco dedicarmi al mio mestiere di incisore.” Disse il colonnello. “Mi sono ritirato dall'esercito in seguito ad una grave ferita. Ma in realtà ho visto cose disumane. Soprattutto nella battaglia di Sant'Agata di Gothia.”
“Infatti” entusiasta la madre di Clio “il colonnello ha combattuto nella terribile guerra tra Capomazda e Sygma!”
Guisgard
13-02-2013, 21.54.07
Elina a quelle parole di Elisabeth, a quella sua determinazione, chinò il capo.
“E sia...” disse “... se è questo che vuoi... ma ricordati... è dall'età dei quattro Califfi che i maghi sono combattuti... e io credo che qui siamo di fronte ad una potente forza oscura...” prese allora una ciotola e vi lasciò cadere dell'acqua da una bottiglia, per poi immergervi un po' d'olio “... tre cerchi d'olio sull'acqua...” restò turbata “... uno dei tre cerchi ha divorato gli altri due... attenta, Elisabeth...” e fissò quel bigliettino che la donna aveva fra le mani.
Ma dalle finestre si sentiva giungere l'entusiasmo della gente in strada per quei velieri volanti.
Guisgard
13-02-2013, 21.59.06
“In verità” disse uno degli ospiti del barone ad Altea “molte strade conducono a Sant'Agata di Gothia. Essa è una delle grandi capitali del Nord e i suoi territori mettono in comunicazione l'entroterra con il Sud. Tuttavia, la terribile guerra tra Capomazda e Sygma ha devastato molte vie di comunicazione e oggi vi è solo un percorso, via terra, che permette di giungere a Sant'Agata. Ma è una strada lunga e pericolosa, piena di bande mercenarie e disertori.”
“Per questo” prendendo la parola un altro di quegli ospiti “sua signoria ci ha inviati con le sue aeronavi. E restano quelle il modo più sicuro e veloce per arrivare a Sant'Agata. Dunque, se il barone lo permetterà, potrete venire con noi, a bordo dell'aeronave.”
Entrai nel salone a passo deciso, guidata dalle chiacchiere di mia madre con i suoi ospiti.
Salutai i presenti con una riverenza delicata e formale, e rivolsi a mia madre un leggero cenno del capo.
La mia mente era già pronta a vagare lontano da lì, pensavo a quello strano biglietto, a dove mi avrebbe condotto, a come potesse l'autore conoscere il mio nome e parte della mia vita, quando delle parole risvegliarono la mia attenzione.
“Mi sono ritirato dall'esercito in seguito ad una grave ferita. Ma in realtà ho visto cose disumane. Soprattutto nella battaglia di Sant'Agata di Gothia.”
“Infatti” entusiasta la madre di Clio “il colonnello ha combattuto nella terribile guerra tra Capomazda e Sygma!”
Trasalii. Sant'Agata di Gothia, di nuovo quel nome. Di sicuro il colonnello mi avrebbe potuto dare informazioni molto più fresche e dettagliate di qualsiarsi libro, per quanto aggiornato.
Alzai lo sguardo verso l'uomo davanti a me, scrutandolo delicatamente. Era alto, aveva un viso gentile, una barba ben curata, e dei profondi occhi neri. Gli sorrisi e mi inchinai nuovamente.
"...E' un onore dunque avervi alla nostra tavola, colonnello.." con un gran sorriso "...vi prego, sedetevi accanto a me.." indicandogli una sedia attorno al grande tavolo.
".. posso solo immaginare gli orrori della guerra, Milord, ma mi auguro che vorrete condividere con noi qualche notizia circa quell'estenuante battaglia..".
Il pranzo stava ormai per essere servito, e tutti prendemmo posto.
"...Vi prego, dunque.. raccontate.. per una fanciulla appassionata di storia, poter avere notizie di prima mano sulla guerra tra Capomazda e Sygma è davvero un dono del cielo..".
Sorrisi, dolcemente ".. vi prego.. che ne è ora di Sant'Agata di Gothia? Ho sentito parlare di un certo Arconte Meccanico.."
Altea
13-02-2013, 23.25.20
Annuii ascoltando le parole dell' ospite.. "Avete ragione e poi non abbiamo una scorta e se le strade sono pericolose come le descrivete forse è meglio viaggiare assieme a voi, è la migliore soluzione."
Vivian mi guardò perplessa ma continuai sicura.."Comunque vi chiediamo di accompagnarci solo nel viaggio, poichè come detto io e Vivian saremmo ospiti dei miei parenti".
Poi mi rivolsi al Barone che mi guardava con aria benevola, egli ci fu molto vicino dopo quella disgrazia in famiglia.."Ora, milord, devo chiedere il consenso a mio padre e che mi dia indicazioni per il viaggio e dove si trova esattamente mio zio, ci rivedremo domani per definire gli ultimi dettagli".
Mi congedai e Vivian mi accompagnò fino in giardino e ci abbracciammo forte.
Corsi subito al maniero, mio padre ancora non era a casa e chiesi alla balia di informarlo appena arrivato che avevo urgenza di conferire con lui.
Mi chiusi in camera, mi affacciai al balcone della loggetta e istintivamente portai la mano nella sacca ed estrassi la collana..solo una persona ne indossava una identica e la mia mente vagò nel passato...
"La Luna Piena rischiarava il maniero, mentre Morfeo mi cullava in dolci sogni. Poi un ticchettio, un secondo e mi destai lentamente..al terzo ticchettio capii..e mi affaccia al balcone, sotto vi era Lui che lanciava piccoli sassolini per svegliarmi e ridendo dissi sottovoce "E chi siete voi, Cavaliere, che nel buio della Notte inciampate cosi nei miei pensieri?".
Mi vestii di fretta , feci segno alla balia di accompagnarmi in giardino ed ella rassegnata per l'affetto che provava per me accossentì di farmi da vedetta scuotendo il capo.
In un angolo buio del giardino estivo dove il gelsomino inebriava l'aria col suo profumo egli mi aspettava..."Altea, vieni qui ho un regalo per te."
Accorsi verso lui e lo abbracciai stretto e poggiai la testa alla sua spalla.."Ti ho aspettato per giorni, ma dove eri finito?Temevo mi avessi rimpiazzata con una altra dama".
Egli rise di gusto e dal sacchetto rosso estrasse due collane identiche "In verità sono andata alla ricerca di questi pegni d'amore..la fattura è semplice come il nostro sentimento ma profondo e come vedi vi è un rubino incastonato nel ciondolo...rosso come il nostro Amore e la nostra Passione".
Istintivamente mi allacciò la collana al collo e indossò la medesima collana, baciandomi, ma d'un tratto mio padre si affacciò alla finestra e gli feci cenno di andarsene.
Il giorno dopo, come d'accordo, andai al bosco del piccolo laghetto dove avevamo appuntamento ma aspettai invano, come il giorno dopo e quello dopo ancora...fino oggi..".
Strinsi tra le mani la collana con rabbia, non riuscivo ad indossarla, Egli mi aveva abbandonata senza un motivo mentre la sera prima mi prometteva Amore e ad un tratto mio padre aprì la porta della camera..sorridente. Egli aveva già parlato col Barone ed era felice di questa decisione, era convinto che svagarmi un pò era una ottima soluzione e poi sapeva che ero in buone mani sia coi nuovi arrivati che con i parenti a Santa Agata di Gothia. Mi informò che una missiva era già stata inviata per annunciare l'arrivo mio e di Vivian ma comunque mi consegnò una lettera da dare a mio zio e tutte le indicazioni su come raggiungerlo.
Mi baciò in fronte e ordinò alle servitrici di preparare i bagagli.
elisabeth
13-02-2013, 23.42.29
Califfi, Maghi....ero stata ripudiata, avendo scelto un uomo d' occidente, la mia famiglia mi aveva ritenuta morta, anche se avevo giurato che sarei rimasta mussulmana e che lui non mi avrebbe mai imposto nulla.......l'unica persona che raccolse le mie lacrime fu' mia madre.....le asciugo' con un fazzoletto di seta........ero stata istruita a casa, contro il volere di mio padre.......conoscevo ogni cosa delle scienze e della matematica......ero stata parecchie volte a casa di Gialal al-Din Rumi.....i suoi libbri erano tantissimi, migliaia.....ma nonostante donna ebbi la possibilita' di ascoltarlo........Elina fu l'unico dono che mi fece mio padre.....sarebbe stata l'ultima volta che lo avrei visto vivo......." Cosa hai fatto Elina ?.....c'e' la malasorte che veglia su di me ?.......dimmi Elina......pensi anche tu che io sia un'anima fragile ?........lo sai che sono cresciuta attraverso i dettami del corano...ho avuto i migliori maestri ho te......dovrei avere paura per la mia vita ?......"......C'era la finestra aperta e i suoni entravano prepotenti .....la chiusi con malagrazia....sciolsi la lunga treccia e tolsi il vestito...rimanendo con la sottoveste........incomincia a ballare prima lentamente e poi girando vorticosamente su me stessa, le braccia aperte facevano si che mantenessi il mio equilibrio.........sino a quando all' apice della velocita' non ricaddi su me stessa.....alzai il capo ed Elina era li' ferma........" Fai in modo che io raggiunga quel luogo.....non voglio discutere oltre ...tu verrai con me......medita Elina e nella meditazione...troverai la tua serenita'......ora sono stanca ho bisognodi riposare....al mio risveglio.....da te voglio solo certezze......"...mi alzai da terra....e mi lavai con acqua di rose..........il morbido letto mi porto' al sonno...e il sonno creo' i sogni... sapevo che Elina avrebbe obbedito......aveva ordini ben precisi.....la mia vita era la sua vita.....
Guisgard
14-02-2013, 02.04.55
Le pietanze furono servite e tutti i presenti cominciarono a mangiare.
“Clio cara...” disse sua madre “... su, ora non annoiare il nostro colonnello con queste cose. E' stato lui stesso a dirci che non vuole più saperne di storie di guerra!”
“Oh, non temete, milady...” rivolgendosi il colonnello alla madre della ragazza “... i giovani sono spesso portati ad immaginare in modo romanzato tragedie come la guerra. Non è ingenuità la loro, ma solo l'ardore della loro giovinezza. In verità anche io ero mosso da tali sentimenti quando, ancora giovane, mi arruolai nei Dragoni di Capomazda. Ero affascinato dalle leggende che ruotavano attorno alla nobile stirpe dei Taddei. Mi sentivo scioccamente simile a quei cavalieri dei romanzi che offrivano la loro spada ad una grande causa. Ma ben presto compresi quali orrori e quali assurdità possono nascondersi in una guerra. I Capomadesi e i Sygmesi sono simili al cielo e alla terra... pur se eternamente divisi, ciascuno riempie una delle due metà nelle quali è diviso è il mondo. Eppure queste due terre, così diverse, ma complementari, perchè ciascuno possiede ciò che all'altro manca, sono state capaci di generare una guerra devastante. Una guerra combattuta di città in città, tra armate disposte a tutto pur di annientare il proprio nemico.”
“Ma come è cominciato questo immane conflitto, colonnello?” Chiese uno degli altri ospiti.
“Tutto nasce secoli fa” spiegò l'ex militare “quando l'Arciduca Ardeliano conquista Sygma e prende come sposa la principessa erede al trono del regno. Ma la morte improvvisa e misteriosa dell'Arciduca, subito successiva a quella, altrettanto misteriosa, di sua moglie, getta il caos sullo scenario politico. I Sygmesi, ritenendo l'Arciduca responsabile della morte della principessa, si ribellano e alla fine riescono a scacciare le armate Capomazdesi dai confini del regno. Da allora gli Arciduchi hanno continuamente avanzato pretese sul trono di Sygma, fino a quando il nuovo signore di Capomazda ha dichiarato nuovamente guerra al regno gigliato.” Il colonnello fissò Clio. “Sant'Agata di Gothia, anticamente nei domini ducali, è stata recentemente strappata ai Capomazdesi da un formidabile condottiero ora al servizio della casa reale di Sygma. Tuttavia quel nome... quell'Arconte Meccanico, mi suona nuovo... è la prima volta che lo sento... anche se... anche se mi ricorda il titolo con il quale amava farsi chiamare il conquistatore di Sant'Agata di Gothia... l'Arconte Oxsyos... ma come mai, damigella, vi interessate a fatti che riguardano contrade tanto lontane?” Domandò alla ragazza.
Guisgard
14-02-2013, 02.20.58
Elisabeth riposò, non riuscendo tuttavia a trovare sollievo dalle sue inquietudini...
I tre cerchi d'olio sulla acqua...
Una tundra dimora di spiriti erranti...
Città fatte di ombre libere dai propri corpi...
E due occhi feroci, carichi d'odio, che la fissavano...
Questo sognò e al suo risveglio vide la fedele Elina accanto al suo letto.
“Sono stata nel piazzale, dove si trova quella nave scesa dal cielo.” Disse la donna. “Presto ripartirà per far ritorno in quella sua città. Quel biglietto che hai ricevuto pare possa valere come invito. Ma l'unico modo per essere imbarcati su quella nave volante è giurare cieca fedeltà al signore di Sant'Agata di Gothia. Sei disposta a tutto questo, Elisabeth?”
Ma il ricordo di quegli occhi carichi d'odio era ancora vivo in lei.
http://stat8.blog.ru/lr/0c0c794aad077de4f29b546a8607fbc6
Guisgard
14-02-2013, 02.37.48
Il giorno successivo tutto era pronto per la partenza.
I bagagli di Altea erano stati preparati dalle servitrici e i genitori salutarono commossi la ragazza.
Una carrozza accompagnò poi Altea al palazzo del barone.
Qui vi era Vivian ad attenderla impaziente.
“Oh, Altea, finalmente...” disse andandole incontro “... sono così impaziente di partire! E quella città, Sant'Agata di Gothia, emana così tanto mistero! Sono certa che vivremo un'avventura incredibile!”
E salutati i genitori di Vivian, le due ragazze furono accompagnate da una carrozza al piazzale, dove si trovava l'incredibile veliero volante.
Si avvicinarono allora ad uno dei paggi che erano là.
“Benissimo, mie signore.” Fece quello. “Partiremo a breve. Ma prima, per poter salire a bordo, dovete giurare fedeltà al signore di Sant'Agata di Gothia, l'Arconte Meccanico.”
Restai affascinata dal racconto del colonnello.
I Dragoni di Capomazda, il regno di Sygma, la battaglia di Sant'Agata di Gothia, immagini nitide passavano rapide nella mia mente.
Regni affascinanti, misteriosi, ma anche lontani e terribili.
Le parole del biglietto risanavano nella mia mente, e la voglia di partire aumentava ad ogni parola.
"..dunque Sant'Agata di Gothia ora è nelle mani di Sygma.. O meglio di questo arconte, comunque si chiami.." Dissi pensierosa, come a me stessa "..e perché mai Sygma dovrebbe mandare un'ambasceria nella nostra città?".
Mi accorsi dello sguardo del colonnello e sorrisi, timidamente.
"..oh, perdonate i miei vaneggiamenti... Ve l'ho detto, sono un'appassionata di storia, e avvenimenti così recenti non si trovano facilmente sui libri..." Sorrisi, pensierosa "..tuttavia non avevo mai avuto modo di approfondire i rapporti tra Capomazda e Sygma, ma questa mattina non ho potuto fare a meno di notare le aereonavi.. La gente non faceva che parlare di Sant'Agata di Gothia e del suo arconte... Sarei andata in biblioteca oggi stesso per saperne di più.. Anche perché.." Trattenni il fiato.
Forse non avrei dovuto parlare ma,
Infondo, davanti agli ospiti mia madre era così cordiale da non sembrare nemmeno lei.
La guardai per un momento e sorrisi debolmente: "...mi piacerebbe molto vedere questa città così misteriosa... Credo che sarebbe davvero istruttivo e proficuo per il completamento dei miei studi...".
Non avevo intenzione di dire a mia madre del biglietto che sentivo frusciare delicato nella tasca del bell'abito.
Infondo, pensai, sarei partita con o senza la sua benedizione, ma le diedi una possibilità per essere dalla mia parte, per una volta.
"...siete stata voi stessa a dire più e più volte che non mi fa affatto bene passare giorni interi sui libri, che dovrei svagarmi? Che mi farebbe bene vedere gente nuova, dimenticare.. Come le chiamavate? Ah si.. Le mie anticaglie?".
Alzai un sopracciglio e sorrisi, come se stessi dicendo la cosa più ovvia del mondo.
Parsifal25
14-02-2013, 15.46.48
Era giunto il tempo di tornare ai vecchi studi......tirai' fuori il mio diario ed iniziai' a raccogliere tutte le informazioni e strategie da adottare per raggiungere il luogo senza incorrere in grossi pericoli.
Mi fermai dinanzi al negoziante e chiesi:
"Le porgo i miei saluti messere, per caso nella vostra bottega è possibile effettuare ricerche sul passo che attraversa le montagne che conducono a Gothia? O vi siano testi che trattino la sua geomorfologia?
Non bisogna mai esser troppo frettolosi e impavidi......quando decide di perseguire la via più lunga......
Altea
14-02-2013, 15.50.47
Arrivammo nel piazzale e guardai di nuovo stupita quegli strani velieri volanti, Vivian rimase sbigottita visto era la prima volta che li osservava.
E d'un tratto le parole a sorpresa di quel paggio...io e Vivian ci guardammo sgomente.
"Scusate messere" tossii rischiarandomi la voce e alquanto perplessa "perchè mai dovremmo giurare fedeltà a un signore che nemmeno conosciamo? Tra l'altro ella è la figlia del Barone e io sono cara amica della loro famiglia che sta, appunto, dando ospitalità alla delegazione arrivata e loro stessi ci hanno dato il permesso di salire e senza vincoli di fedeltà...scusatemi, ma io non giurerò, se non ci farete salire vorrà dire ce ne andremo a Sant' Agata di Gothia in carrozza, e ovviamente arrivati informeremo del tutto il Barone per questo spiacevole inconveniente."
Vivian si avvicinò a me quasi spaventata e la allontanai un attimo dal paggio..."Vivian, non possiamo giurare fedeltà a un Arconte che nemmeno conosciamo, non siamo mica cavalieri o servi fedeli? Tutto questo ha dell'assurdo...e poi...insomma.." parlando sempre più sottovoce " mio padre mi ha raccontato di mio zio...egli non vede di buon occhio cosa sia successo a Sygma..in pratica, mio zio è particolare, quasi un sovversivo e rivoluzionario e sembra abbia a cuore che Sant'Agatha di Gothia ritorni in possesso dei Capomadesi. Ma a noi, come ha detto mio padre...questo non deve interessare. Non dobbiamo intrometterci in queste questioni politiche ha raccomandato...ecco perchè non posso giurare fedeltà, mio zio se lo sapesse non me lo perdonerebbe e ci manderebbe via".
Il volto di Vivian sembrava sempre più spaventato...certo lei non pensava altro che a vestiti, cavalieri, ricami e...attori cavalieri e quindi era meglio non andare oltre.
Ritornammo con un sorriso di convenienza vicino al paggio..."Ordunque, ci farete salire senza giurare fedeltà visto ci era stato promesso dalla vostra delegazione solo un passaggio...o volete indicarci la via per andarci in carrozza?".
Guisgard
14-02-2013, 20.04.03
“Oh, ma che assurdità...” disse all'improvviso la madre di Clio “... una città così lontana, magari con usi e tradizioni diverse dalle nostre... voi cosa ne pensate, colonnello?”
“Sant'Agata è stata strappata dai domini capomazdesi e quindi si trova nel bel mezzo della guerra, questo è ovvio.” Rispose l'ex militare.
“Bontà Divina!” Esclamò la madre della ragazza.
“Tuttavia” fece il colonnello “il grosso degli eserciti si trova verso i confini meridionali di Sygma, dunque per il momento a Sant'Agata di Gothia vige una calma piatta. Inoltre la città ora è una roccaforte di Sygma, protetta dal poderoso esercito dell'Arconte. Invece il grosso dell'Armata Sacra di Capomazda sta marciando verso Nord, per congiungersi con gli eserciti del Papa, vero alleato dell'Arciduca.”
“Armata Sacra?” Ripetè uno degli altri ospiti.
“Si.” Annuì il colonnello. “Così è chiamata l'armata ducale. Essa è formata da due corpi ben distinti... la Falange Capomazdese, costituita dai fanti potentemente armati che si spostano come un'unità corazzata compatta ed impenetrabile... e poi la cavalleria pesante, il vero corpo d'elite delle forze ducali, formata solo da nobilissimi cavalieri.”
“Che uomo è questo Arciduca?” Domandò la madre di Clio.
“Taddeus VIII è un uomo enigmatico.” Fissandola il colonnello. “Un despota illuminato. Un uomo impenetrabile e inarrivabile per i suoi simili. La misteriosissima morte di sua moglie anni fa, ancora giovanissima, lo aveva reso molto più austero e cupo... ma la scomparsa del suo nipote preferito ed erede designato, ha accentuato ancor di più il carattere intollerante e aspro dell'Arciduca. E ora forse riconquistare Sygma è l'ultima cosa che gli è rimasta da fare per riempire la sua vita.”
I miei occhi brillavano sempre più, ad ogni parola. Forse il colonnello aveva ragione, forse era soltanto l'ardore giovanile a farmi sognare quei posti.
In fin dei conti, chi poteva garantirmi che vi avrei trovato le risposte che cercavo? Ma quel biglietto...
Chiunque l'avesse scritto conosceva i miei desideri e, quel che è peggio, i miei sogni, gli stessi che mi donavano un'inquietudine terribile ad ogni risveglio.
Dovevo tentare, Dovevo capire.
"...e che mi dite invece dell'Arconte che ha conquistato Sant'Agata? È davvero un uomo valoroso come dicono?"
Mi voltai verso mia madre, conscia del suo disappunto.
"... Oh, madre.. Pensate a quante cose potrei imparare laggiù... Un posto così diverso, sono certa che custodisce una saggezza inestimabile...".
Guisgard
14-02-2013, 20.41.54
Il paggio fissò Altea e Vivian.
“Mie signore...” disse poi candidamente “... l'Arconte Meccanico è il liberatore di Sant'Agata di Gothia dalla tirannide di Capomazda. E' stato lui ad annientare il giogo dei duchi sulla città. Lui ha rischiato la vita e i suoi uomini. Ed è grazie a lui che ora noi viviamo in pace e liberi. Se le aeronavi sono giunte qui con i loro doni è per volontà dell'Arconte Meccanico. E' lui che vi sta offrendo tutto questo ed è lui che ha aperto a voi tutti le porte della sua meravigliosa città. Ed è dunque normale e giusto che per accogliervi nel suo feudo ora egli chieda la vostra fedeltà. Sant'Agata di Gothia ha molti nemici. La città sta pagando amaramente la sua sete di libertà. Le forze del tiranno Capomazdese non conoscono sosta. I suoi fanatici cavalieri vagano con l'unico intento di annientarci. Ed è dunque naturale che l'Arconte Meccanico voglia tutelare il suo popolo. Per questo egli chiede la vostra lealtà.”
Guisgard
14-02-2013, 20.55.37
Il cambiavalute fissò Parsifal.
“Sant'Agata di Gothia, suppongo...” disse, per poi cominciare a cercare qualcosa sotto il suo bancone “... ecco, ricordavo di averlo...” mettendo sul banco un grosso volume polveroso e consumato “... in questo antico itinerario religioso sono riportate le chiese più importanti che si trovano tra la costa e l'entroterra... si, ecco il cammino tracciato per giungere a Sant'Agata di Gothia... è un bel viaggio! Si, proprio lungo... attraverso terre selvagge e sconosciute... a questo poi va aggiunto che la guerra tra Capomazda e Sygma sta imperversando ovunque a Sud... volete davvero arrivare in quella città attraversando regioni così violente e misteriose?”
Altea
14-02-2013, 21.06.20
"E anche se dessimo fedeltà? Noi non vogliamo abitare a Santa Agata di Gothia ma andiamo solo a trovare dei parenti e per un viaggio di svago...e poi torneremo a Camelot...no grazie...prego diteci che strada dobbiamo prendere per arrivare presto in quella zona. Io rimarrò convinta" osservai Vivian sicura, la quale ad un tratto in un impeto che non mi sarei aspettata mi prese in disparte arrabbiata, ella insisteva per giurare fedeltà all'Arconte Meccanico tale era la sua voglia di partire ed arrivare subito. Sospirai...guardai le nuvole in cielo passeggere, d'altronde mio padre aveva detto di non interferire in queste questioni politiche e una volta arrivate a Santa Agata di Gothia avremmo lasciato quegli uomini e tutto si sarebbe dimenticato.
Mi riavvicinai al paggio..."Dunque messere...d'accordo io e la mia amica Vivian diamo la nostra fedeltà all' Arconte...se può servire a qualcosa!! Ora possiamo salire e fate portare i nostri bagagli..e sia chiaro, una volta arrivati alla meta le nostre strade si divideranno, non sto andando a trovare l'Arconte" e stavolta guardai il paggio con aria decisa.
Talia
14-02-2013, 21.07.35
Osservai l’Arconte per qualche minuto quando ebbe finito di parlare... in silenzio.
“Capisco...” dissi poi, lentamente “Molto increscioso, devo dire!”
I miei occhi tornarono a fissare la sala per lunghi istanti, impassibili...
“Estremisti religiosi, dite...” esclamai poi, tornando a guardarlo “Certo, è plausibile... ma non è certo l’unica possibilità! Non dimenticate che siamo in guerra e che voi avete cacciato via da qui il vescovo, potente alleato dei duchi di Capomazda... e non mi stupirei, dunque, se i vostri estremisti avessero finalità politiche, piuttosto! Far leva sulla paura e sulla superstizione, mi dicono, è quasi una prassi in certi ambienti... ed i nostri nemici potrebbero approfittare proprio di questo. Ad ogni modo, su di una cosa sono senz’altro d’accordo con voi... tutto questo va fermato subito! Ho intenzione di interessarmene personalmente, anzi! E che si sappia! Che i vostri servitori, i paggi, i soldati non si azzardino a tener nascosto che voi ed io, in prima persona, ci stiamo occupando della faccenda, e che siamo decisi a risolverla! Voglio che la voce arrivi diretta e chiara ai diretti interessati... devono sapere con chi hanno a che fare!”
Avevo parlato con voce bassa e regolare, senza le sguardo tradisse alcun sentimento, se non freddezza e severità... poi tacqui e nella sala tornò un cupo silenzio.
elisabeth
14-02-2013, 21.25.05
Avevo il cuore che mi martellava in petto impazzito...dio mio quegli occhi......mi svegliai , come se quegli occhi mi avessero alzato di scatto dal letto....ero madita di sudore....e difronte a me Elina......aveva eseguito il mio ordine....parlava di navicella e di giuramento....mi alzai dal letto e prei il bicchiere di acqua che c'era sul tavolino vicino alla finestra...c'era fredo eppure sembravo risalita dagli inferi......." Elina....ho sognato ...ho sognato il demone della valle perduta.....che vuol dire, non lo sognavo da tempo, avevo dimenticato cosa voleva dire svegliarsi col terrore nel cuore......mi dicevate che dovrei prendere una navicella.....e dovrei anche fare giuramento........"...mi sedetti sul letto.....e attesi che le mani di Elina mi accarezzassero il capo e mi rifacesse la treccia........." Ho giurato solo ad Allah e al mio sposo.......non posso fare altri giuramenti.........di sicuro c'e' un'altra via per arrivare in questo posto.......ci verra' indicata ne sono sicura ........Prepara i miei e i tuoi bagagli.......e dai ordine per la carrozza, in piazza troveremo chi ci indichera' la strada.......lo sai che con me non dovrai mai temere.....le forze del male, non possono toccarci..." Sentii Elina togliere le mani del mio capo e il rumore dei suoi passi che andavano via dalla mia stanza.........mi schiarii la voce, e pensai che nulla poteva accadermi......avevo la protezione del mio sposo, era per lui che avrei intrapreso quel viaggio....era solo per lui.......solo poco temp e salii sulla carrozza che ci condusse in piazza.......arrivata li' scesi e vidi un paggio..." Perdonatemi dovrei andare a Santa Agata di Gothia, desideravo essere messa a conoscenza del percorso via terra......ve ne sarei grata"
Guisgard
14-02-2013, 21.42.05
“Oh, Cielo...” disse la madre di Clio alla figlia “... e sentiamo, come ci arriverai laggiù? E cosa farai quando sarai giunta in quella città? Ricorda che sarai tutta sola, in una città straniera.” Fissò il colonnello. “Voi cosa ne dite?” “Beh, i giovani per crescere devono fare esperienze.” Rispose l'ex militare. “Certo, una città tanto lontana e pure in guerra non è proprio il massimo, ma Sant'Agata di Gothia è sterminata, ricca di luoghi culturalmente vivi, come scuole cittadine e capitolari, accademie e così via... inoltre è praticamente inespugnabile e fuori, in questo momento, dal centro della guerra...” si voltò verso Clio “... l'Arconte? Non lo conosco direttamente. So che è temuto dai nemici ed ammirato dai suoi uomini. Di più non potrei dirvi. Ma piuttosto... come farete ad arrivare laggiù? E' un viaggio lungo per una ragazza. Inoltre ho sentito dire che occorre uno speciale invito per essere ammessi in città...”
Guisgard
14-02-2013, 21.50.14
Nella sala calò un irreale silenzio dopo le parole di Talia.
L'arconte Meccanico annuì.
“Sarà fatto come ordinate, milady.” Disse, per poi raggiungere i suoi uomini.
Diede loro alcune disposizioni e poi tornò accanto alla regina.
“Ora però sarà meglio che riposiate, altezza.” Fece l'Arconte. “Il viaggio è stato lungo e nei prossimi giorni sarete molto impegnata. Dunque vi occorre riposo.”
Con un cenno chiamò delle servitrici e diede ordine a queste di condurre la principessa nelle sue stanze.
Talia comprese che l'Arconte aveva ragione.
Si lasciò allora accompagnare dalle servitrici.
Fu condotta in un'alta torre che rappresentava la parte nobile della fortezza.
La principessa di Sygma prese così possesso delle sue stanze, che apparivano arredate con gusto e lusso.
Le servitrici aiutarono Talia a prepararsi per la notte e poi la lasciarono sola nella sua stanza da letto.
La fedele serva giunta con lei da Sygma aveva alloggio in una camera poco distante.
Poco dopo Talia si addormentò...
La chiesa gotica si presentava avvolta da una fitta penombra.
Le ampie vetrate non riuscivano ad illuminare la navata a causa delle suore che recitando il Rosario affollavano il matroneo.
Talia avanzava verso l'altare, senza però sapere bene cosa fare o dove andare.
Ad un tratto, un diacono incappucciato, estratto un pugnale, si lanciò sulla principessa e le squarciò la gola.
Talia si svegliò di colpo, portandosi le mani alla gola.
Respirava forte e tremava.
Era ormai notte fonda e nel buio della stanza intravide una sagoma.
Arrossii. È vero, ero solo una fanciulla, sola e inesperta.
D'un tratto ebbi una folgorazione.
"...e se non fossi sola? Se avessi una scorta? Sono certa che Lucius verrebbe con me.. Mi ha detto centinaia di volte che sarebbe pronto a seguirmi in capo al mondo.. E persino mio padre ha detto che è diventato davvero abile con la spada".
Sorrisi, l'idea di avere accanto il mio amico mi metteva incredibilmente di buon umore. Adoravo il rapporto che c'era tra me e Lucius, il figlio del maestro di palazzo: io dimenticavo di avere davanti un mio sottoposto e lui di avere a che fare con una ragazza.
Quante volte avevamo sognato di vivere insieme delle avventure mozzafiato, ascoltava rapito i miei racconti sul l'assalto a Troia, su Roma, sulle Termopili.
Mi aveva insegnato a cavalcare e a far rimbalzare i sassi sull'acqua.
I grandi avevano smesso di storcere il naso nel vederci insieme, quando si erano accorti che non vi era alcuna malizia nei nostri sguardi.
"... Chiedetelo a lui..." Continuai, con un largo sorriso dipinto sul volto "...anzi... Miriam" rivolta all'ancella in un angolo della stanza "...mandalo a chiamare, presto...".
Guardai mia madre con un sorriso compiaciuto sul volto.
Poi mi voltai verso il colonnello "... Vedete, mi è parso di capire che siano le aereonavi stesse a condurre chi lo desideri a Sant'Agata di Gothia... E la storia dell'invito non mi preoccupa affatto... Non credo che avrò problemi a trattare per un passaggio...". Sorrisi ancora, ormai la partenza mi sembrava sempre più vicina.
"...madre..." Dissi poi "... Voi mi conoscete bene... Sapete quanto detesti le feste mondane e quanto adori il profumo della pergamena... Mi recherò in una scuola cittadina... Se non ricordo male prima dell'Arconte era il vescovo ad essere a capo della città, dunque vi saranno di certo scuole cattedrali con annessi convitti presso le sante monache, che volentieri vorranno ospitare una marchesina la cui famiglia è tanto timorata di Dio..". Sorrisi ancora "....madre, il colonnello ha ragione... I giovani devono fare esperienza..".
Parsifal25
15-02-2013, 16.00.18
"........come immaginavo......" pensai' tra me, nulla è cambiato dall'ultima volta che ci sono stato. La guerra imperversa ancora......le cappelle, i villaggi e la gente non ha ancora assaporato la tranquillità.
Presi il libro ed iniziai' a tracciare il percorso, le chiese e i vari villaggi che avrei' incontrato. L'impresa, probabilmente, sarebbe stata complicata e irta di pericoli ma non potevo tirarmi indietro.......c'era gente che soffriva per il blando fantoccio della guerra e di certo, un cavaliere......non poteva tirarsi indietro davanti a ciò.
"Messere, la mia strada è tracciata......continuerò per la via scelta. Iddio, mi aiuterà......"
Poco dopo, mi diressi alla cappella ed avviai' il mio rituale......
Guisgard
15-02-2013, 17.34.55
Il paggio sorrise candidamente a quelle parole di Altea.
Poi annuì e fece cenno alle due ragazze di seguirlo.
Giunsero così in una tenda e qui alcuni valletti fecero avanzare le due amiche.
Mostrarono poi loro un grosso libro.
“Questa è la costituzione di Sant'Agata di Gothia” disse uno di quei valletti “e giurerete sulle sue somme leggi di essere devoti e fedeli sudditi dell'Arconte Meccanico. Questa costituzione è stata scritta col sangue di molti martiri e grazie a loro oggi la nostra città è libera. Mancare a questo giuramento comporta la pena di morte.”
Quell'ultima parola del valletto risuonò quasi naturale, indifferente e Vivian probabilmente neanche ci fece caso.
La ragazza era felicissima e fissava Altea con occhi sognanti.
Le due ragazze furono poi condotte a bordo del veliero.
“Tra breve partiremo.” Annunciò un altro di quei valletti alle due amiche.
Guisgard
15-02-2013, 17.44.37
Il paggio sorrise ad Elisabeth.
“Milady...” disse “... per raggiungere via terra Sant'Agata di Gothia bisogna compiere un lungo viaggio, attraverso regioni sconosciute e inospitali. Bisogna percorrere un tragitto pericoloso, in territori devastati dalla guerra e fuori dal controllo di poteri costituiti. Avventurarsi in un simile viaggio è come sfidare la morte, milady. Perchè invece non venite con noi, a bordo dell'aeronave? E' il modo più semplice e veloce per raggiungere Sant'Agata di Gothia.”
elisabeth
15-02-2013, 17.55.29
Per una infinita' di secondi...mi sembro' di essere trasparente al paggio che forse per i troppi impegni'...non rispose alla mia domanda.......poi come per incanto egli mi diede udienza e quasi come se fosse meccanica la sua risposta...mi delucido'...su quello che in realta' avra' ripetuto un miliardo di volte........." vi ringrazio...forse avete ragione, un viaggio cosi' lungo potrebbe essere quasi impossibile anche per la nostra salute.....il dondolio della carrozza e' quasi insopportabile .....quello che mi tiene e' questo strano giuramento......nella vita non amo giurare ..almeno piu' del dovuto..."...
Talia
15-02-2013, 18.07.42
Mi svegliai di soprassalto, balzando seduta sul letto... tremavo... mi portai entrambe le mani alla gola, di riflesso, e poi le guardai, quasi mi aspettassi di vedere del sangue...
per qualche minuto rimasi così... immobile... scossa da profondi brividi e pervasa da un acuto senso di angoscia...
Poi all’improvviso, sollevando lo sguardo, la vidi...
una sagoma, proprio di fronte a me...
sobbalzai e, istintivamente, afferrai la coperta morbida e la sollevai, quasi fosse una protezione...
“Chi c’è?” dissi, con una severità ed un cipiglio nella voce che tuttavia non riuscivano a mascherare tutta la mia tensione e l’angoscia di poco prima.
Guisgard
15-02-2013, 18.20.55
La madre di Clio restò un attimo perplessa.
Poi l'insistenza e l'entusiasmo di sua figlia, uniti alla fiducia che lei nutriva verso Lucius, fecero ammorbidire la posizione della donna.
Poco dopo, mandato a chiamare da Miriam, Lucius arrivò al palazzo.
La madre di Clio volle subito parlargli e poi fece chiamare anche sua figlia.
“Allora...” disse ai due giovani “... vi lascerò andare in quella città... ma a due condizioni... che prendiate alloggio presso un monastero o una scuola episcopale... ed esigo che mi scriviate almeno una volta a settimana. Intesi? Bene.” Annuì la donna. “Darò ordine che preparino subito i tuoi bagagli, Clio.” Ed uscì.
“Sant'Agata di Gothia...” mormorò Lucius una volta rimasto solo con Clio. “... che posto sarà? Io non l'ho mai sentito! Però ho sentito parlare della guerra. E molto. Sai che gli Arciduchi di Capomazda sono una stirpe maledetta?”
Altea
15-02-2013, 18.30.04
Salimmo sul veliero e dentro me avevo una rabbia incontrollata...guardai Vivian scrollando il capo e rimasi in silenzio camminando su e giù nell'entrata aspettando che ci facessero accomodare in qualche posto.
Vivian...senza aspettare e ragionare aveva giurato fedeltà, certo a lei non importava se quella fedeltà era veritiera o meno, ma per me andava di mezzo l'onore della mia famiglia...che avrei dovuto dire a mio zio appena arrivata? Che avevo giurato di rispettare quelle leggi e quel arciconte che odiava e contro cui egli forse tramava contro?
Forse mio padre aveva ragione....erano questioni politiche...e noi non ci dovevamo entrare in mezzo...essere ambi parte e per nessuno.
Mi avvicinai a un paggio e chiesi quando saremmo partiti e quanto tempo avremmo impiegato.
Poi andai vicino Vivian e la abbracciai...era inutile arrabbiarsi con lei, lei sognava il divertimento e conoscere l' Amore e io volevo che i suoi desideri si esaudissero... per me liberarmi la testa di pensieri negativi.
"Ma...le chiesi d' un tratto" ridendo..."ma non ti sei nemmeno informata quando vi è la festa della raccolta delle mele, cosi non potrai vedere il tuo bel...cavaliere mascherato".
Guisgard
15-02-2013, 19.28.58
Talia respirava ancora con difficoltà ed il tremore non sembrava abbandonarla.
Fissava la penombra e quella sagoma che in essa prendeva forma.
Poi ad un tratto, la sagoma cominciò a mostrare le sue fattezze.
Prima incerte, poi sempre più marcate.
Poi due occhi scuri furono illuminati dalla debole luce dell'unica candela.
“Avete fatto un brutto sogno, maestà...” disse la fedele servitrice di Talia “... albeggia appena...” e scostò lentamente la tenda ad una delle finestre “... tuttavia la città sembra già sveglia... fra poco infatti sua signoria parlerà al popolo e ha chiesto anche la vostra presenza, altezza... ora vi aiuterò a prepararvi...”
Un'ora dopo, l'Arconte Meccanico si mostrò al popolo da una delle torri del suo palazzo.
Primo discorso dell'Arconte Meccanico al popolo...
“Popolo di Sant'Agata di Gothia... io vi ho liberato dalla schiavitù di Capomazda e della chiesa! Io vi ho ridato il bene più prezioso... la libertà! Grazie a me nessuno vi imporrà più con quale nome chiamare i vostri figli e cosa mangiare! Nessuno più vi ordinerà di venerare statue e adorare icone! Nessuno più incatenerà la vostra esistenza con sciocchi e bigotti vincoli! Non ci saranno più libri buoni e libri cattivi! Né autori leciti e autori illeciti! Voi deciderete cosa è giusto e cosa non lo è! Voi sceglierete cosa è Bene e cosa invece è male! Non esiste il bianco e il nero a questo mondo! E se anche esistesse, coloro che vi hanno dominato fino ad oggi non sono certo bianchi! No, perchè non basta essere unti da uomini con lunghe toghe per essere destinatari della giustizia e della verità! Si dicono seguaci di un Dio umile, eppure impongono il loro orgoglio e la loro superbia! Si proclamano discepoli di un Dio misericordioso e caritatevole, eppure non hanno esitato a muovere una crociata contro chi non riconosce il loro Credo! Affermano di essere figli di un Dio dei poveri, eppure nei loro palazzi e nelle loro chiese dominano l'oro, l'argento e il marmo! Favoleggiano di un Dio che ci ha creati tutti liberi, eppure impongono il loro Credo e bollano come infedeli chi non lo segue! Ma da oggi non ci imporranno più i loro pregiudizi! L'uomo è nato libero! E nessuno potrà mai renderlo schiavo attraverso i falsi dogmi di un credo bugiardo! Nessuno!”
E un boato rispose alle parole del signore di Sant'Agata di Gothia, che fissava quella oceanica folla con un'enigmatica luce proveniente dal suo elmo di ferro.
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Non riuscivo a crederci, mia madre che mi dava il permesso di andare.
"...oh, madre... Grazie grazie." Dissi con le lacrime agli occhi "...certo, saremo diligenti... Davvero, non ci metteremo nei guai...".
La vidi sorridere e uscire, lasciandomi sola con il mio amico.
“Sant'Agata di Gothia...” mormorò Lucius una volta rimasto solo con Clio. “... che posto sarà? Io non l'ho mai sentito! Però ho sentito parlare della guerra. E molto. Sai che gli Arciduchi di Capomazda sono una stirpe maledetta?”
Sorrisi, ero troppo felice per spaventarmi.
"...davvero?" Dissi con gli occhi sgranati "..allora la cosa si fa sempre più interessante...". Presi le mani del mio amico tra le mie e lo guardai ridendo "...dai, Lucius.. Dov'è la tua voglia di avventura? Non hai sempre sognato di diventare un cavaliere senza paura? Sant'Agata dev'essere un posto incredibilmente misterioso e affascinante...".
Mi avviai verso la mia camera e gli feci cenno di seguirmi.
Mi fermai dopo qualche passo, guardandomi attorno per essere sicura che non ci fosse nessuno.
Mi voltai verso di lui e gli mostrai il bigliettino.
Restai in silenzio mentre lo leggeva, Lucius conosceva tutti i miei segreti e sapevo che avrebbe capito.
"... Che te ne pare?" Mentre entravo nella stanza e mi dirigevo verso il manoscritto che non avrei abbandonato per nessuna ragione.
".. Li distribuivano in piazza.. E questo è quello capitato a me.. Capisci perché devo andare? E perché ti voglio con me?".
Avevo sistemato le mie cose più care, quelle che nessuna servitrice si sarebbe azzardata a toccare.
Ero pronta per partire.
Guisgard
16-02-2013, 02.08.46
Parsifal, così, si avviò alla cappella che si trovava a poca distanza da quel luogo.
Era in stile romanico, fatta quasi interamente di pietra e con grezze sculture ad ornare il piccolo portico colonnato.
Il tempo era grigio e dal cielo cominciavano a cadere le prime gocce di pioggia.
Parsifal aveva tracciato il percorso che lo avrebbe poi condotto attraverso regioni sconosciute e violente, fino a Sant'Agata di Gothia.
Ad un tratto, mentre era ancora nella cappella, udì alcune voci provenienti dall'esterno.
Era una carovana di mercanti diretta proprio a Sud.
Ossia la strada che aveva scelto Parsifal.
Guisgard
16-02-2013, 02.17.34
Poco dopo tutto era pronto per la partenza.
La madre di Clio salutò sua figlia e il giovane Lucius.
Poi, una carrozza guidata dal cocchiere di famiglia condusse i due ragazzi fino al piazzale.
“Sto continuando a fissare questo biglietto...” disse Lucius a Clio, mentre i due si incamminavano verso i paggi al centro del piazzale “... non credi sia strano? Voglio dire... chi ha mai potuto scriverlo? E come fa a conoscere il tuo nome? E poi la storia del libro... insomma, a me insospettisce... e non poco... e poi chi è mai questo Arconte Meccanico? Uno strano titolo, non credi?” La fissò. “Sei davvero decisa ad imbarcarti in questa strana avventura?”
Ma proprio in quel momento uno dei paggi, accorgendosi del biglietto in mano a Lucuis, si avvicinò ai due ragazzi.
“Posso aiutarvi?” Domandò con cortesia.
Guisgard
16-02-2013, 02.27.32
“Perchè” disse il paggio ad Elisabeth “ritenete strano questo giuramento? In tutti i regni del mondo bisogna giurare fedeltà ad un re o a qualche nobile potente. A Camelot voi tutti siete fedeli al re... perchè dunque vi stupisce tanto l'atto di fedeltà che l'Arconte Meccanico chiede a tutti coloro che arrivano nella sua città? Egli apre a voi e a molti altri le porte del suo feudo, permettendovi di usufruire di tutto ciò che dispone la nostra terra. E lo fa senza porre limiti o costrizioni. Ma chiede soltanto un gesto di fiducia. Dopotutto anch'egli giura di difendere e aiutare tutti i visitatori che arrivano a Sant'Agata di Gothia. Tutto questo vi turba, milady?”
Lucius sembrava terribilmente insospettito dal biglietto, non faceva che guardarlo.
Tuttavia, risi alle sue parole e lo spintonai leggermente con la spalla.
"... Dimmi un po'.. Da quando sei diventato un fifone?" Fissandolo con una smorfia divertita ".. Mi conosci da una vita e sai benissimo che con uba situazione del genere divento curiosa come una biscia.." Lo guardai negli occhi, ritrovando la serietà "..certo che mi insospettisce.. Ma voglio sapere.. Voglio sapere come faceva l'autore del biglietto a sapere il mio nome, a sapere del manoscritto e dei miei sogni... Voglio risposte... E non le avrò tra le mura di casa, ma a Sant'Agata di Gothia..".
Tornai a sorridere "...ma se ti sembra troppo pericoloso, puoi sempre tirarti indietro, fifone... Non lo diremo a nessuno.." Ridendo.
Un paggio poi si avvicinò, chiedendoci se avevamo bisogno.
Lo salutai con una riverenza educata.
"...Salute a voi.. Credo proprio di si... Sono la figlia del marchese di Restoiry e lui è addetto alla mia sicurezza... Siamo diretti a Sant'Agata di Gothia..".
Presi il biglietto dalle mani di Lucius, sorridendogli.
"..immagino.." Continuai nel vedere lo sguardo del paggio "..che voi possiate indicarci la strada..".
Guisgard
16-02-2013, 02.45.05
Vivian si voltò verso Altea e sorrise.
“La Festa delle Mele” disse raggiante “praticamente è già cominciata che io sappia. Ma durerà un bel po' e sono certa che arriveremo in tempo.” Si voltò allora verso uno dei valletti poco distanti. “Perdonatemi...” chiese “... quando partiremo?”
“Molto presto, damigella.”
“E ditemi... arriveremo in tempo per la Festa delle Mele?”
“Certo.” Annuì sorridendo il valletto. “Arriveremo in tempo per la festa.” Si voltò poi verso Altea. “Potrei avere il biglietto, milady? Quello che vi è stato dato. Esso vale come invito ed è esclusivo. Consegnandolo a me sarà registrato il vostro arrivo a Sant'Agata di Gothia.”
Guisgard
16-02-2013, 04.29.37
Il paggio prese il biglietto dalle mani di Clio e sorrise.
“Il vostro posto sull'aeronave è già pronto.” Disse ai due ragazzi. “La partenza è imminente. Ma prima bisogna che giuriate.”
“Giurare cosa?” Chiese Lucius.
“Giurare fedeltà all'Arconte Meccanico.” Rispose il paggio. “Solo chi giura fedeltà al nostro signore potrà raggiungere Sant'Agata di Gothia con questa aeronave.”
Lucius allora fissò Clio, attendendo la decisione della ragazza.
Talia
16-02-2013, 14.21.14
Quella sagoma si avvicinò ed io, finalmente, potei riconoscerla...
“Mi hai spaventata..” dissi seccamente “Lo sai che è vietato a chiunque introdursi nella mie stanze... non farlo mai più! Meno che mai senza preavviso!”
Lei tuttavia scostò le tende e mi mostrò che già iniziava ad albeggiare... sospirai...
“D’accordo...” dissi, alzandomi lentamente “Prendi il mio abito, dunque... quello porpora... ed il diadema. E prepara il mantello di armellino!”
Un’ora dopo ero pronta e mi stavo dirigendo rapidamente verso la torre dalla quale l’Arconte avrebbe tenuto il suo discorso...
“Popolo di Sant'Agata di Gothia... io vi ho liberato dalla schiavitù di Capomazda e della chiesa! Io vi ho ridato il bene più prezioso... la libertà! Grazie a me nessuno vi imporrà più con quale nome chiamare i vostri figli e cosa mangiare! Nessuno più vi ordinerà di venerare statue e adorare icone! Nessuno più incatenerà la vostra esistenza con sciocchi e bigotti vincoli! Non ci saranno più libri buoni e libri cattivi! Né autori leciti e autori illeciti! Voi deciderete cosa è giusto e cosa non lo è! Voi sceglierete cosa è Bene e cosa invece è male! Non esiste il bianco e il nero a questo mondo! E se anche esistesse, coloro che vi hanno dominato fino ad oggi non sono certo bianchi! No, perchè non basta essere unti da uomini con lunghe toghe per essere destinatari della giustizia e della verità! Si dicono seguaci di un Dio umile, eppure impongono il loro orgoglio e la loro superbia! Si proclamano discepoli di un Dio misericordioso e caritatevole, eppure non hanno esitato a muovere una crociata contro chi non riconosce il loro Credo! Affermano di essere figli di un Dio dei poveri, eppure nei loro palazzi e nelle loro chiese dominano l'oro, l'argento e il marmo! Favoleggiano di un Dio che ci ha creati tutti liberi, eppure impongono il loro Credo e bollano come infedeli chi non lo segue! Ma da oggi non ci imporranno più i loro pregiudizi! L'uomo è nato libero! E nessuno potrà mai renderlo schiavo attraverso i falsi dogmi di un credo bugiardo! Nessuno!”
E un boato rispose alle parole del signore di Sant'Agata di Gothia, che fissava quella oceanica folla con un'enigmatica luce proveniente dal suo elmo di ferro.
Fu un discorso forte, pronunciato con voce carica di sentimento e concertato con sapienza.
Mi bastò ascoltare le prime parole e lanciare una rapida occhiata in basso per comprendere tutto il potere ed il carisma che quell’uomo esercitava sul popolo di quella città... l’Arconte si era guadagnato la fiducia ed il rispetto di quella gente, ed era chiaro che lo sapesse esercitare.
Rimasi in silenzio durante tutto il discorso, ostentando garbata attenzione... ma riflettevo.
Sygma aveva bisogno della fedeltà e dell’appoggio dell’Arconte... lui era riuscito a cacciare le truppe di Capomazda fuori dai suoi confini, ma i duchi stavano riscuotendo altri successi su altri fronti e i dispacci che ne lodavano le gesta giungevano a me, alla corte di Sygma, quasi ogni giorno.
Osservai ancora per qualche istante l’Arconte... io avevo bisogno di lui in quella guerra contro i duchi di Capomazda, era vero, ma lui aveva un bisogno assoluto del mio sostegno se voleva legittimare e rendere duraturo il suo potere su quella città... sorrisi appena, pensando che forse avremmo anche potuto trovare un tacito accordo.
Proprio in quell’istante la voce dell’Arconte si spense ed un boato di giubilo si alzò dalla folla.
Lentamente mi feci avanti, dunque, e salii sul palco insieme all’Arconte... salutai la folla e poi, delicatamente, appoggiai la mia mano sul braccio dell’uomo, in quel gesto di silenzioso consenso.
Parsifal25
16-02-2013, 15.51.36
Il cielo andò ad oscurarsi.......sembrava quasi come se chiedesse di portare la mia spada al servizio di quella povera gente.
Sin da piccolo, ho sempre creduto che in quel che ci si para dinanzi, vi è sempre una predestinazione........spesso, il mio caro Maestro mi parlava di ciò......aveva ragione......
Effettuate le mie preghiere ed il mio rito di buon auspicio mi diressi verso l'uscita, quando ad un tratto sentì vociferare alcune persone che erano dirette a Sud, la cosa mi fece sorridere perché la teoria del mio mentore si avverava sempre....giunto a destinazione mi rivolsi alla carovana e chiesi:
"Perdonate, Signori ho sentito che siete diretti a Sud.......potrei' unirmi a voi? Sarò ben lieto di offrire i miei servigi da cavaliere alla vostra causa. Lasciate che mi presenti, il mio nome è Parsifal, cavaliere dell'ordine Longinius......per servirvi."
Sorrisi a quelle parole del paggio e mi voltai verso Lucius, chinando leggermente la testa in un cenno di assenso.
"..ma certo, è naturale..." Dissi rivolta al paggio "... Non ho alcun problema a giurarvi che per tutto il tempo che trascorreremo a Sant'Agata di Gothia saremo fedeli all'Arconte che la governa e che rispetteremo le sue leggi.." Guardavo il paggio con aria ferma e solenne.
"..mi auguro che la mia parola vi basti per entrambi.." Dissi poi "..Quest'uomo.." Voltando lo sguardo verso Lucius accanto a me "..ha giurato fedeltà a me e alla mia famiglia molto tempo fa, ed è il mio uomo più fedele.. Si rimetterà alle mie decisioni, qualunque esse siano... E se io sono fedele al vostro arconte, lui lo sarà...".
Fissai il paggio con aria ferma e decisa.
Sapevo che Lucius non mi avrebbe contraddetta, mai davanti a qualcun altro almeno. Anche se mi pesava rimarcare in quel modo la distanza che c'era tra noi, facevo di tutto per trattarlo alla pari, ma c'erano situazioni in cui non potevo comportarmi come quando eravamo soli.
"...dunque.." Continuai dopo una pausa "..possiamo andare ora?" Con un sorriso.
elisabeth
16-02-2013, 19.01.44
Ascoltai le giuste motivazioni del paggio anche se erano disturbate dal borbottio di Elina............che motivo aveva la figlia di uno degli uomini piu' potenti di Israele........di fare un giuramento che ritenava profanatore fosse solo per il proprio credo religioso......." posso comprendere cio' che dite,paggio , per me ha garantito il mio sposo al cospetto del Re di Camelot...........ebbene posso promettere ma non giurare..........questo posso fare per questo grande eroe............e se per voi e lo stesso io e la mia nutrice siamo pronte a partire ""......Elina potevo immaginarla ......ma avevo un desiderio e nessuno poteva impedirmi di realizzarlo.......
Altea
17-02-2013, 00.23.33
Annuii e porsi al paggio il biglietto dell' Arconte Meccanico con disegnato il pozzo.
Vivian osservò la scena un pò stranita.."Già ti chiederai perchè un biglietto con un pozzo...non lo so nemmeno io, sembra quasi sappiano qualcosa della mia vita e dentro vi erano delle parole e pure...il mio nome, come se questo Arconte mi conoscesse, tutto questo ha dell'incredibile e voglio scoprire pure questo fatto".
Guardai nel sacchetto di velluto rosso dove era stato estratto il biglietto e presi in mano la collana...qualcosa mi portò a indossarla, come protezione e buonaugurio. "So Vivian che avrei dovuto gettarla via..dopo che Lui se ne andò cosi senza una spiegazione ma che sciocca..in realtà ho sempre sperato in cuor mio si rifacesse vivo, che ci fosse stata una buona ragione per la sua scomparsa improvvisa..tranne la Morte ovvio."
Ma con un sorriso la abbracciai ..."E che questa avventura abbia inizio, ma mi raccomando appena arriviamo non nominare tutto questo...il biglietto invito dell' Arconte e il giuramento o mio zio e i miei cugini ci lasceranno dormire per la strada".
Guardai fuori la finestra e osservai molte dame e uomini che erano pronti per salire...mi augurai che sarebbe stato una permanenza tranquilla.
Guisgard
18-02-2013, 01.33.37
Dopo essersi presentato, Parsifal fu subito accolto da quei mercanti.
Infatti, secondo le credenze del tempo, i cavalieri erano le manifestazioni in terra degli Angeli di Dio.
In particolar modo poi i cavalieri erano ritenuti devoti all'Arcangelo Michele e dunque averne uno vicino faceva sentire più sicuri.
Poco dopo la carovana partì.
“Cavaliere...” disse dopo un po' il capo di quei mercanti a Parsifal “... conversare è un modo cortese che gli uomini hanno per rendere più piacevole un viaggio. E se ciò vi aggrada avrei una domanda... cosa vi spinge a viaggiare? Perchè siete diretto a Sud?”
Guisgard
18-02-2013, 03.17.18
Il paggio fece allora giurare a Clio e a Lucius davanti alla costituzione di Sant'Agata di Gothia.
“Vi rammento” disse poi ai due giovani “che venire meno a questo solenne giuramento comporta la pena di morte.”
Poi, come se quelle ultime parole non avessero alcun significato, il paggio sorrise ai due ragazzi e li accompagnò sul veliero volante.
Quell'incredibile mezzo di trasporto si trovava ancora nel piazzale di Camelot e dal ponte, dove passeggiavano ora Clio e Lucius, si poteva vedere buona parte del reame di Camelot.
“E' incredibile...” fece Lucius osservando quel veliero “... questo mezzo può davvero volare? Incredibile!” Esclamò. “Chissà quanto impiegherà per raggiungere Sant'Agata di Gothia!” Poi di colpo sul suo viso scese inquietudine. “Hai sentito quel paggio, vero? Che strane parole... in pratica siamo vincolati a quel giuramento... abbiamo dato le nostre vite come pegno... come pegno per la nostra obbedienza a quell'Arconte...” aggiunse fissando Clio.
Nel frattempo, sull'altra parte del ponte, anche Altea e Vivian si trovavano a bordo del veliero volante.
“Basta parlare del passato.” Disse Vivian ad Altea. “Non ha senso. Lui non era la tua anima gemella. L'amore è predestinazione, fatalità, insomma è un qualcosa di naturale. Discordanze e incongruenze non sono cose che si vedono nel grande amore.” Sorrise. “Ora basta dunque con questi tristi pensieri. Vedrai che a Sant'Agata di Gothia ci capiterà qualcosa di meraviglioso! Lo so, lo sento! Deve essere un posto da favola! E poi non dimenticare che a Sant'Agata di Gothia assisteremo allo spettacolo del famoso Chevalier de Lys!” E sospirò, per poi farle l'occhiolino.
Nello stesso momento, nella tenda ai piedi del veliero, Elisabeth ed Elina erano con uno dei paggi.
“Milady...” disse questi ad Elisabeth “... giurare o promettere cambia poco... è comunque un impegno quello che prenderete.” Mostrò allora la costituzione di Sant'Agata di Gothia e le fece promettere fedeltà al suo signore. “Tutto è compiuto.” Fissandola. “Con questa promessa vi siete impegnata ad essere fedele all'Arconte Meccanico. Dando in pegno la vostra stessa vita.” Sorrise e mostrò un lieve inchino.
Poi accompagnò le due donne sul veliero.
Poco dopo si udì un fischio prolungato e forte.
Era il segnale.
Il veliero aprì le sue vele e queste subito si gonfiarono al vento.
Poi le grandi pale delle eliche laterali cominciarono a girare, seguite subito dopo da quelle poste a poppa.
L'incredibile mezzo allora si alzò da terra, destando meraviglia fra i cittadini di Camelot.
In un attimo il potente reame divenne piccolissimo, mentre il veliero cominciava a penetrare nelle alte nuvole del cielo.
La prua fu allora puntata verso Sud e quello stupefacente mezzo volante iniziò il suo viaggio di ritorno verso Sant'Agata di Gothia.
Guisgard
18-02-2013, 03.56.41
Capitolo II: Il torneo della Quaresima
“S'avvicina il giorno in cui debbon ritornare e ciascuno portare cento cavalieri per decidere la disfida, come innanzi vi dissi, e, per attenersi ai patti loro, ciascun cento cavalieri fino ad Atene ha condotto bene armati a combattere a oltranza.”
(Geoffrey Chaucer, I Racconti di Canterbury)
Dalla terrazza del palazzo, l'Arconte Meccanico e Talia salutavano il popolo festante.
Il discorso dell'Arconte aveva destato l'entusiasmo generale e la presenza in città della principessa di Sygma rafforzava e legittimava le pretese di indipendenza di Sant'Agata di Gothia nei confronti dell'Arciduca di Capomazda.
Cominciarono allora a vedersi anche fuochi d'artificio, mentre le truppe passavano in rassegna fra le strade.
Da alcuni palazzi, all'improvviso, si alzò una mongolfiera.
Tutti cominciarono a guardarla divertiti, mentre quella pian piano saliva al di sopra delle costruzioni della città.
E lentamente iniziò ad avvicinarsi al palazzo dell'Arconte.
La corte sembrava divertita e i vari valletti la indicavano compiaciuti.
Solo l'Arconte Meccanico la fissava in modo incerto.
La mongolfiera, infine, raggiunse il palazzo e fece sparare in aria un centinaio di cartellini colorati, che i valletti cercarono di prendere al volo, quasi fosse una gara di abilità.
Ma mentre tutti apparivano distratti da tutto ciò, la mongolfiera si avvicinò alla terrazza e improvvisamente qualcuno saltò verso l'Arconte e Talia.
Un'ombra rapidissima e agilissima si catapultò tra il condottiero e la giovane principessa.
Estrasse una lunga lama e colpì Talia al collo.
L'Arconte però, con gesto rapido, bloccò la mano di quel misterioso sicario e stringendola nel suo guanto di ferro la spezzò, facendo cadere così a terra l'arma di quell'attentato.
Il misterioso assalitore era riuscito solo a lacerare la parte della mantellina d'ermellino che Talia portava legata fra le spalle e il collo.
Fu il caos.
Dalla folla tutti gridavano ed osservavano con paura quella scena.
Il sicario, accasciato a terra con la mano spezzata, fu subito raggiunto e immobilizzato dai soldati, mentre i valletti si avvicinarono a Talia.
“Presto...” disse l'Arconte ai suoi servitori “... presto, portate dentro la principessa!”
Talia fu così portata nelle sue stanze.
In breve un cupo silenzio calò sul palazzo.
Un silenzio rotto, poco dopo, solo dal rumore di passi metallici.
Qualcuno risaliva i gradini della torre Est, la più antica dell'intera fortezza.
E raggiunto l'ultimo piano, bussò ad una pesante porta di ferro.
“Vieni pure avanti...” mormorò qualcuno dall'interno.
L'Arconte Meccanico allora entrò.
Era una stanza semibuia.
“I nibbi” fece una figura intenta a sfamare un rapace “fiutano il sangue da chilometri di distanza... questo permette loro di sopravvivere, benchè esistano predatori molto più forti di loro. Forse bisogna prendere esempio da questi rapaci, non trovi? Anche noi, del resto, dobbiamo guardarci da predatori molto forti...”
L'Arconte Meccanico ascoltava in silenzio.
“Cosa succede?” Fissandolo la figura. “Perchè sei qui?”
“Hanno appena tentato di uccidere la principessa.” Con tono fermo l'Arconte.
“Chi è stato?”
“Un uomo giunto su una mongolfiera.” Rispose l'Arconte. “I miei uomini lo stanno interrogando.”
“Non parlerà.”
“Conosciamo metodi capaci di far parlare le pietre.”
“Nei primi tre secoli del Cristianesimo” fece la figura “i magistrati romani, nonostante notevoli mezzi di persuasione, non riuscirono a piegare la volontà dei Cristiani. La maggior parte di loro preferì morire in croce o a causa di belve feroci. Non sottovalutare il fanatismo dei nostri nemici.”
“Credete sia stato inviato dai Capomazdesi?”
“Toccherà a te scoprirlo.” Rispose la figura. “Come sta ora la ragazza?”
“E' illesa.” Rispose l'Arconte. “Solo spaventata, credo.”
“Bisogna essere prudenti. Lei è troppo preziosa per noi.” Mormorò la misteriosa fiducia. “Occorrono guardie del corpo.”
“Guardie del corpo?”
“Si, difenderla.” Pensierosa la figura. “Tenteranno ancora di eliminarla. E noi non possiamo correre altri rischi.” Aggiunse con tono fermo, per poi fissare con occhi enigmatici il vuoto della stanza.
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Altea
18-02-2013, 15.38.16
Osservai Vivian e la sua voglia di vivere e divertirsi..eravano del tutto opposte, ma forse solo per il fatto che nulla aveva scalfito il suo animo ma questo viaggio mi avrebbe insegnato a vivere la vita più serenamente...sorrisi appena stuzzicandola "Il Chevalier de Lys!!Giusto..me ne ero dimenticata, ma sei sicura che sia cosi famoso, misterioso e affascinante? Attenta nulla è come appare ed egli appunto recita..di essere un cavaliere nobile e affascinante e di salvare le dame, di essere romantico. Ma recita...non sai in realtà come è la sua vera indole, magari potrebbe avere pure prole ed essere sposato, tu sei troppo sognatrice e romantica cara amica" e osservai divertita il viso quasi deluso di Vivian.
Ad un tratto ci fu un fischio, era il segnale che il veliero stava partendo e rimanemmo stupefatte nel vederlo alzarsi e sotto di noi la cittadina e i campi che si facevano sempre più piccoli, e iniziò ad avanzare con forza tra le nuvole.
Era uno spettacolo straordinario, essere nel cielo e ammirare tutto l'orizzonte, poi feci cenno a Vivian di metterci in un posto più riparato e meno rumoroso.
Ci sedemmo e senza farci notare da nessuno estrassi un libro con una mappa dentro.."Vedi questo luogo? Qui si trova Santa Agata di Gothia, i miei parenti...di cui non ti ho parlato..sono duca e mio zio è fratello di mia madre. Loro non abitano nella cittadina ma in un sontuoso palazzo, appena fuori la città e vicino a un bosco. Mia mamma mi ha raccontato tutto, io ne sapevo la esistenza solo per lo studio della araldica di famiglia. Quindi speriamo la missiva sia già arrivata a destinazione e cosi qualcuno sia già pronto a prenderci...chissà magari qualche affascinante cugino di cui mia mamma ha parlato a lungo...e ne sai il motivo. Ma io, sicuramente, non sposerei mai un parente e comunque lo farei solo per amore"... e risi nuovamente poichè sapevo ciò che avrebbero destato le mie parole infatti vidi il volto di Vivian vagare nei suoi sogni romantici.
Mi alzai e ci avviamo dove vi erano pure gli altri viaggiatori.
elisabeth
18-02-2013, 16.15.22
Poca pace negli occhi di quel paggio......nessun senso nelle sue parole......promettere o giurare potevano essere quasi la stessa cosa.........ma ad un cristiano chi oserebbe farlo senza la vicinanza della sua Bibbia ? " andiamo Elina non si puo essere scortese con chi ci offre tale ospitalita.....?.......salii a bordo di qudsta djavoleria di un altro mondo......c'era molto vento ma il cielo dra terso.........Camelot sembrava diversa da quell'altura.........una strana nostalgia mi prese il cuore........stavo lasciando il mio porto sicuro perche qualcuno mi aveva promesso che un mio desiderio sarebbe divdntato realta..........la vendetta questo era il mio desiderio..........me ne rammaricai..........lui non avrebbe mai voluto....lui che mi aveva dato unamore sconfinato.....cosa mi aveva insegnato.....solo venddetta......Vidi una dama dall'aspetto elegante e dai modi sinceri......avevo bisogno di parlare con qualcuno " Elina..guardate quella dama penso che forse potremmo parlare con lei e magari tu sarai piu tranquilla" non attesi e mi avviai verso la dama che a quanto pareva sembrava volesse an che lei far conoscenza con gli occupanti di quel veivolo......" Buon giorno perdonate se magari disturbo la vostra quiete.......ma desideravo conocere le persone che si aprestano a fafe questo viaggio, io sonl Lady Elisabeth con chi ho il piacere di fare la conoscena? "
Guisgard
18-02-2013, 16.41.00
Vivian fissò con fare titubante Altea.
“Che sciocchezze...” disse “... non sai che un grande attore porta sulla scena la sua stessa vita? Egli così non è costretto a recitare, ma a vivere! Eh...” sospirò “... già lo immagino... sarà tenebroso, inquieto, solitario... sono convinta che ci sia una grande storia d'amore nel suo passato turbolento... si, un amore infelice! Magari una donna già sposata e forse anche un omicidio! Chissà, proprio il marito di quella donna!”
Restò così a fantasticare e a sospirare, senza neanche rispondere ad Altea circa i parenti dell'amica che vivevano a Sant'Agata di Gothia.
Infatti la giovane non aveva altri pensieri che quelli riguardanti i suoi sogni d'amore.
Ad un tratto, alle due ragazze, si avvicinarono Elisabeth e la sua fedele Elina.
L'aereonave era davvero incredibile. Fissavo il territorio circostante con uno strano sorriso, seguendo il filo dei miei pensieri, quando udii le parole di Lucius.
Mi voltai e lo guardai negli occhi.
"...oh, cielo, come sei ansioso... Era solo un giuramento di fedeltà, mi sembra normale... Stiamo andando in un paese in guerra, mi sembra ovvio che un signore che già accoglie tutti questi visitatori voglia sincerarsi della loro fedeltà... E se fossimo stati dissidenti?" Sgranai gli occhi "..cos'è, ti sei arruolato nei dragoni di Capomazda senza dirmi nulla?" In tono divertito "..dai, infondo, perché dovremmo venir meno al giuramento? Non siamo mica inviati degli arciduchi per sovvertire l'ordine.. Entriamo un una città nuova e ne rispetteremo le leggi, come è ovvio... Poi se ci sarà qualcosa di così malvagio da non poter sopportare, troveremo il modo per tornare..." Strizzando l'occhio destro.
Mi misi a guardare la campagna sotto di noi, potevo vedere anche i possedimenti di mio padre e il nostro sontuoso palazzo.
"..Non è bellissima?" Con un sorriso.
Sospirai "...oh torneremo, sta tranquillo... " il mio sorriso divenne malinconico "..oh, io tornerò di sicuro... Ad occupare il mio posto nel mondo..Ma magari tu no.." cercai di scherzare per non pensare all'inquietudine che mi stava attraversando.
Guardai Lucius, sognante "...magari salverai una leggiadra fanciulla da un pericolo mortale, lei si innamorerà di te e ti rivelerà di essere la principessa di un reame lontano, e vivrete felici e contenti nel suo castello...". Risi, divertita.
"..che c'è.." Dissi poi nel vedere l'espressione di Lucius "...non posso augurarti di essere felice? Lo so, lo so... Smettila di fantasticare" tentando di imitare la sua voce.
Sospirai di nuovo, scuotendo la testa "...sogna, per amor del cielo.. Tu che puoi... Tu che sei libero da doveri e responsabilità..." Alzai le spalle "...guarda che altrimenti sogno io per te..." Con un sorriso "Ho smesso di farlo per me stessa da tempo ormai, fa troppo male...".
Restai immobile ad osservare il paesaggio cambiare e modificarsi ad ogni minuto.
Mi immersi così tanto in quella vista mozzafiato, da non pensare più a nulla.
Parsifal25
18-02-2013, 17.01.04
Non temevano la mia presenza, anzi......erano tutti meravigliati e rincuorati dalla mia sola persona e senza alcun indugio mi uni' alla loro carovana, di certo.......non ci saremo annoiati. Sarebbe stato triste viaggiar soli.......
Poco dopo, uno di loro (probabilmente il più anziano), cominciò a proferire parola con me, chiedendomi il perché della mia rotta verso il Sud
"Caro amico, corro verso il Sud perché sono in cerca di risposte. Il mio compito è quello di riportare alla luce un vecchio ordine cavalleresco di cui......sono l'unico sopravvissuto e donar speranza ai poveri perseguitati della guerra che imponente si abbatte su di essi......" gli sorrisi e chiesi:
"Il suo nome, messere. Vorrei' ringraziare nel migliore dei modi la persona che mi ha donato ospitalità".
Guisgard
18-02-2013, 17.22.52
Camelot dal veliero volante sembrava diventare simile ad un paesaggio ritratto.
I suoi colori e le sue forme, pian piano, diventavano sempre più vaghe e sbiadite, quasi a confondersi col resto del paesaggio.
Lucius si avvicinò al parapetto, accanto a Clio.
“Se ho accettato di accompagnarti in questo viaggio” disse “è perchè non mi va più di vederti appassire nell'anima, Clio. Ma guardati? Sei giovane e bellissima! Dovresti trascorrere i giorni a sognare la felicità! Tu puoi sognare un grande cavaliere o un principe! Io... io non voglio più vederti così... non voglio più vedere, giorno dopo giorno, l'azzurro dei tuoi occhi sbiadirsi sempre più...” restò per un lungo istante in silenzio, poi scosse il capo, come a destarsi da quella malinconia “... se questa gente adopera simili macchine per viaggiare, allora cosa useranno per combattere? Forse mezzi ancor più incredibili vengono messi in campo per la loro guerra. Ma cosa può giustificare una guerra così feroce? Voglio dire... davvero la sete di conquista basta per gettare tanto orrore fra gli uomini?”
Ad un tratto uno strano sibilo si udì nell'aria.
Un attimo dopo, davanti ai due giovani, arrivò svolazzando un curioso animale.
Era una civetta dorata che si fermò proprio sul parapetto.
Ma la cosa più straordinaria era che quell'animale appariva fatto di ferro, ottone e ingranaggi vari.
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Talia
18-02-2013, 17.23.35
Accadde tutto tanto in fretta che non avrei potuto reagire...
la mongolfiera, i volantini colorati... i miei occhi la sfiorarono appena, per poi tornarono a guardare lontano... e poi quel sentore... quasi un sesto senso... intravidi una figura rapida saltare giù dalla mongolfiera e lanciarsi su di me... una lama brillò appena alla pallida luce di quel cielo invernale... trattenni il respiro...
feci appena in tempo a comprendere che era stato l’Arconte a frapporsi tra me e l’assalitore, prima che i soldati lo accerchiassero ed un gruppo di servitori giungesse presso di me per portarmi via...
fui accompagnata nelle mie stanze...
tremavo.
“Padre?”
“Talia... entra!”
“Mi avete fatto chiamare?” mormorai, varcando la soglia della biblioteca e richiudendomi la porta alle spalle.
“Infatti!” mormorò l’uomo, tornando a scrutare quei fogli che teneva tra le mani.
Io lo raggiunsi e mi fermai proprio di fronte a lui, osservandolo in silenzio.
Mio padre non disse niente per lunghi minuti... lesse quei fogli ancora una volta, poi mi voltò le spalle e si avvicinò alla finestra...
Il sole stava tramontando oltre la collina, tingendo il cielo di mille e più colori che andavano dall’arancio al rosso, dal rosa al viola...
Attesi...
infine, non potendo più trattenermi, presi fiato...
“Padre...” mormorai “Perdonatemi... perché mi avete fatta chiamare? Mi hanno detto che era urgente...”
L’uomo si riscosse, quasi si fosse dimenticato della mia presenza... poi, lentamente, tornò a guardarmi...
“Si...” disse, quasi controvoglia “Vedi... ho ricevuto un dispaccio poche ore fa... un dispaccio dai nostri territori di confine...”
Lo osservavo, silenziosa... non capivo quella titubanza... mio padre non era mai stato un uomo titubante...
“E dunque?” domandai poi.
Mio padre sospirò, poi mi porse la lettera che ancora teneva tra le mani...
“I duchi di Capomazda hanno oltrepassato i nostri confini con il loro esercito ed hanno occupato le città più a sud del regno di Sygma, distruggendo alcuni villaggi...” disse.
I miei occhi si allargarono a quelle parole... d’impeto gli strappai quel dispaccio dalle mani e lo lessi tutto di un fiato, lo lessi più volte...
“Cosa significa?” domandai poi, sollevando gli occhi di nuovo su di lui.
Mio padre sospirò...
“Temo, Talia...” disse “Temo che significhi soltanto una cosa: guerra!”
Quel ricordo sfiorò i miei pensieri...
mi avevano accompagnata nella sala delle udienze dell’ala del castello che l’Arconte aveva riservato a me... e mi avevano fatta sedere.
Non opposi resistenza... mi sembrava che mi mancasse l’aria, adesso...
Ripensai a quel giorno lontano, a Sygma, agli occhi di mio padre mentre pronunciava quella parola: guerra...
ripensai a ciò che mio padre mi disse quel giorno, quando lesse nei miei occhi tutta la paura, lo sgomento e l’angoscia che la parola ‘guerra’ aveva portato nel mio cuore...
‘La nostra condizione, Talia...’ aveva detto quel giorno ‘non ci permette di giovare del lusso dei sentimenti. Sensazioni come la paura e la disperazione dovranno essere messe al bando. Da oggi tu sei la principessa di una nazione in guerra e dovrai comportarti come tale... niente ti turberà, niente ti spaventerà, niente potrà più soggiogare il tuo cuore. Rammenta: noi siamo ciò che dimostriamo di essere agli occhi dei nostri nemici... rendi il tuo cuore irraggiungibile, decidi con fermezza, giudica con rigore. Sii la torre di Sygma, perché Sygma possa resistere.’
Ripensai a quelle parole ancora, e ancora, e ancora...
il mio cuore irraggiungibile...
la mia mente aliena da paura o sgomento...
Inspirai.
Socchiusi appena gli occhi e chinai la testa, ricercando il controllo... fino a ritrovarlo.
Poi li riaprii, sollevai il mento e mi alzai in piedi...
“Dove è stato portato quell’uomo?” chiesi.
Nessuno rispose.
“Desidero interrogarlo personalmente!” dissi “Subito!”
Silenzio.
“Voi...” esclamai allora, rivolta a due valletti “Trovate l’Arconte e comunicategli questa mia decisione! Andate! Mentre...”
I miei occhi si voltarono verso i due soldati che si trovavano a presidiare la porta della stanza...
“...mentre voi altri mi accompagnerete subito là dove quel sovversivo è stato portato! Intendo parlare con lui! Ed intendo farlo adesso!”
Sorrisi, dolcemente, Lucius sapeva sempre trovare le parole giuste.
Ma avevo imparato a mie spese che illudersi porta solo dolore.
Conoscevo la vita che mi attendeva, avrei voluto ostacolarla con tutte le mie forze ma il mio senso del dovere me lo impediva.
Avrei percorso quella strada, rinunciando a sogni e fantasticherie romantiche, chiudendo me stessa in un angolo remoto dell'anima.
"...quanto sei caro amico mio..." Dissi appoggiandomi al suo braccio.
"..beh la guerra è la guerra.. Gli uomini combattono dall'inizio della civiltà, probabilmente lo facevano anche prima e continueranno a farlo fino alla fine dei tempi... È il potere.. La brama di potere spinge gli uomini a combattersi, io credo... Mah...".
Chiusi gli occhi, cercando di immaginare macchine belliche, campi di battaglia, e terre devastate.
Ma poi un rumore mi destò da quei pensieri.
Sgranai gli occhi, una civetta fatta di ferro e ingranaggi ci osservava dal parapetto.
Quasi sussultai dallo stupore.
"...oh, cielo..." Dissi poi ridendo "...Lucius, guarda.. Una civetta... Ma... Santi Numi è una macchina? Come è possibile? La civetta, Lucius.." I miei occhi si illuminarono "...la civetta in Grecia era il simbolo della saggezza.. È.. È l'animale sacro ad Athena..." Mi voltai verso di lui, sorridendo "...quella non era fatta di ingranaggi però...".
Altea
18-02-2013, 17.56.45
Scossi il capo..."Vivian...dama sposata?Omicidio del marito..beh allora sarebbe un assassino. Lo costateremo di presenza come sarà il nostro cavaliere misterioso..visto che non ti interessa molto dei miei cugini..." ma fui destata da un voce di donna dall'accento leggermente straniero.
"Milady Elisabeth...è un piacere fare la vostra conoscenza e soprattutto che vi abbia destato interesse. Io sono lady Altea Trevor e questa dama dallo sguardo sognante è la mia amica Vivian. Anche voi siete partita da Camelot per raggiungere Sant'Agata di Gothia? E cosa vi ha spinto..scusate la mia curiosità ma sono molto sorpresa da tutto questo."
Guisgard
18-02-2013, 18.00.43
Alcune servitrici annuirono a quelle parole di Talia e corsero a chiamare l'Arconte Meccanico.
Altre accompagnarono la principessa fuori dai suoi alloggi, per condurla dalle guardie.
Queste infatti non avevano accesso agli appartamenti della figlia del re di Sygma.
La principessa fu poi accompagnata dalle guardie verso le prigioni, dove si trovava il misterioso assalitore.
Subito i soldati di sentinella si misero sull'attenti nel vederla arrivare.
“Altezza...” disse stupito il capitano “... cosa ci fate qui? Le prigioni non sono un posto adatto voi... e poi voi dovete riposare dopo ciò che è accaduto oggi...”
Talia
18-02-2013, 18.17.18
Scortata da due servitrici ed alcune guardie, raggiunsi dunque le prigioni...
“Non dite assurdità, capitano!” ribattei, in tono fermo “Io sto benissimo! Ditemi, piuttosto... ha detto qualcosa, il prigioniero? Lo avete già interrogato circa il suo gesto? Sappiamo chi lo ha mandato?”
elisabeth
18-02-2013, 20.23.27
La vidi rivolgermi un incantevole sorriso, era sgranamente irritata.........." Altea....Lady Altea,perdonatemi........questa e' Elina, e' la mia compagna di viaggio in questa vita........veramente desideravo fare a voi la stessa domanda......questo veliero e quel particolare giuramento che ci hanno imposto per regalarci un desiderio..........ma se svelassimo i nostri desideri si dice che la sorete non li ascolti...........e voi Altea.......perche' siete cosi amabilmente contrariata? "...........Elina era la mia stessa anima e in arabo.......mi disse tra i denti a quanto dolore ancora mi avrebbe condotta quel viaggio........" Inshallah.......se Dio lo vorra' Elina ".....e tornai a porre attenzione alla dama che avevo difronte.......anche se cio'che mi circondava.....mi sembrava un'assurdita'
Altea
18-02-2013, 20.29.04
"Vi sembro contrariata?" dissi sorridendo.."affatto...forse preoccupata..cosa mi porta qui..non so forse trovare quella felicità persa, ma mi stupisce il fatto che l' Arconte Meccanico sembra conoscere la mia vita...è capitato pure a voi" e mi guardai in giro furtiva..."e poi milady quel giuramento? Sono stata obbligata a farlo...e io detesto gli obblighi".
elisabeth
18-02-2013, 20.41.57
" a quanto pare conosceva anche la mia......e questo non mi piace, sapere cosa turbi un essere umano e obbligarlo a fare un giuramento........non mi sembra possa essere un gioco pulito, ma come si dice a caval donato non si guarda in bocca.........vedremo se cio' che ci ha promesso e' vero........"..........vidi un posto dove sedermi e anche se in maniera ineducata mi staccai da lei e mi sedetti......la mancanza del maniero si faceva sentire, troppo tempo reclusa per una decisione improvvisa come quella......ma cosa potevo fare....il peso era cosi grande che mi sareiaggrappata ad ogni cosa ........
Altea
18-02-2013, 20.48.10
La donna misteriosa come arrivò se ne andò, senza lasciarmi perplessa...anche lei sembrava titubante e forse come me cercava una rassicurazione su cosa stavamo facendo..."Vivian..sembra non sia la unica a essere preoccupata. Andiamo a sederci, sono ansiosa di arrivare e pure stanca...ah si, lo so benissimo che tu fremi dalla voglia di arrivare pure e fare strage di cuori, e sei cosi bella che sono certa lo farai". Ci accomodammo in una panchina e lasciai che il vento ci portasse presto alla meta.
Guisgard
18-02-2013, 21.23.12
“No, altezza.” Disse il capitano a Talia. “Non siamo riusciti a farlo parlare. Non ancora.”
Ma proprio in quel momento si udì un clangore.
Erano dei passi.
Un attimo dopo giunse l'Arconte Meccanico e tutti i soldati si misero sull'attenti.
“E' molto sciocco, altezza, venire qui.” Fissando Talia. “Non solo è pericoloso, ma lo spettacolo di questi luoghi non è adatto a voi. Quel cane è sottoposto a torture per costringerlo a parlare e non voglio che voi assistiate a queste cose. Potrebbero essere scioccanti per una donna... ora vi riaccompagnerò nei vostri alloggi. Non temete, mi occuperò io di scoprire la verità. E saprò io come difendervi da questi attacchi.”
Guisgard
18-02-2013, 21.38.44
“Che buffa...” disse Lucius nel vedere quella civetta meccanica “... ma... è vera? Chissà da dove arriva...”
“E' Yay...” all'improvviso uno dei paggi a lui e a
Clio “... la civetta dell'Arconte Meccanico. E' il suo animale prediletto.”
“Animale?” Ripeté Lucius. “Ma se è di ferro!”
“Cosa significa?” Sorpreso il paggio. “Questo gli impedisce di avere un'anima? E' stato l'Arconte stesso a volerla. Per sconfessare le ridicoli tesi della Chiesa di Roma che negano l'anima a tutti gli esseri al di fuori dell'uomo.” Fissò poi Clio. “Milady, questa guerra non è dettata dalla sete di conquiste. Ma da quella di libertà. Infatti noi siamo un popolo libero, che chiede solo di vivere in pace. E' Capomazda che vuole imporci le sue regole e il suo Credo.”
Restai colpita dalle parole del paggio, in casa mia parole come quelle erano bandite e temute.
Sorrisi, e mi voltai verso Yay "...è davvero bellissima..".
La libertà...
La mia mente si perse nei ricordi, per un momento rimasi assorta, fissando la civetta, e un giorno lontano riaffiorò come fosse passato da poche ore.
Nascosta in un angolo della grande sala immersa nella penombra, aspettavo, sapevo che prima o dopo la tempesta si sarebbe riversata su di me.
La porta si spalancò d'improvviso e mia madre si lanciò contro di me come una furia.
"..Clio.. dove sei?" urlò, fuori di sé ".. vieni subito qui.. non farmi perdere tempo...".
Chiusi gli occhi e appoggiai per un momento la testa contro il muro. Le urla si fecero più vicine e insistenti.
"...non farmi perdere la pazienza, signorina.. vieni subito fuori..".
Attesi ancora un momento, e poi mi alzai, andando incontro alla mia sorte.
".. sono qui, madre.." sostenni il suo sguardo, ferma e decisa, per quanto fosse difficile.
"..E' vero?" disse lei, con due occhi accesi dal furore "...il prete mi ha avvisato immediatamente... E' vero che hai osato affermare una cosa tanto blasfema?"
Non risposi, restai immobile a guardarla.
"..vorrei proprio sapere dove l'hai sentita una così grande eresia, come ti è venuto in mente? Oh, lo so io.. sono tutti quei libri.. c'è un solo libro che dovresti leggere, non quelle opere di autori pagani..".
Attesi un ulteriore sfuriata, ma mia madre mi fissava con due occhi che attendevano una risposta.
Ero offesa e delusa, da quando dire la propria opinione era proibito? E poi, aveva toccato i miei libri, sapevo che non amava il fatto che mi dilettassi a studiare gli antichi miti, ma io sentivo che c'era molto da imparare da quelle antiche civiltà.
"...ho detto solo quello che pensavo.." cominciai, a voce bassa "..io.."
"...quindi lo pensi davvero?" mi interruppe con la voce rotta dall'isteria "..sciagurata, ora chiederai perdono al prete e farai penitenza per i tuoi peccati.. è il demonio a spingerti a dire queste cose..".
"..Ma madre, non ho fatto del male a nessuno.. ho solo ragionato... io..." con gli occhi sgranati.
"..Basta non voglio sentire una parola di più.. E puoi dire addio ai tuoi libri blasfemi..".
Non riuscii a trattenere le lacrime "..ma.. madre.. come puoi.."
"...Basta, farai come ti dico, è chiaro?" e detto questo se ne andò lasciandomi sola tra le lacrime.
Inspirai profondamente per scacciare quel brutto ricordo, e mi voltai verso il paggio.
"..libertà voi dite? Non c'è dubbio che sia una nobile ricerca.. una volta un uomo era considerato tale solo se era libero..." sorrisi "... eppure, ci hanno insegnato a credere che la Chiesa di Roma ha vinto.. che tutti si devono piegare al suo volere... e chi non lo fa è dannato.. chi la contraddice è un eretico.. voi siete liberi da tutto questo, ora, dite? Allora la vostra città dev'essere un posto davvero incantevole..".
Sorrisi, lasciando vagare lo sguardo. Se mia madre mi avesse sentito parlare in quel modo, probabilmente non mi avrebbe più rivolto la parola.
Guardai il panorama sotto di noi e poi mi voltai, nuovamente verso il paggio, al sopraggiungere di uno strano pensiero.
"..eppure, non posso fare a meno di chiedermi.. In che cosa credete, dunque?" fissando il paggio con aria interrogativa.
Talia
19-02-2013, 00.44.03
Osservai l'Arconte per qualche istante, in silenzio.
Avvertivo gli occhi dei soldati e del capitano su di noi, ma non badavo loro... il mio sguardo, fermo e impassibile, era puntato sull'elmo di ferro dell'uomo di fronte a me...
"Ma che pensiero delicato, Arconte..." mormorai poi, con un sorriso sottilissimo "È davvero premuroso da parte vostra pensare a questo..."
Osservai una piccolissima pausa, cortese...
"Tuttavia..." proseguii dopo un istante "Dubito che qualsiasi cosa possiate fargli possa turbarmi più di vederlo saltare verso di me con quel coltello alla mano... intendo solo parlargli... intendo guardarlo negli occhi mentre gli chiedo se si rende conto di aver attentato alla vita della sua regina!"
La mia voce era bassa, gentile... ma il tono era fermo. Non era una richiesta.
"Coraggio, Arconte..." dissi poi, sollevando lo sguardo su di lui "Vi assicuro che ci tratterremo solo pochi minuti... e non correrò alcun rischio... il capitano è qui per questo, giusto? E poi ci siete anche voi con me..."
Sorrisi.
"Coraggio!"
Guisgard
19-02-2013, 01.57.05
“Il mio nome è Melenik” disse il capo dei mercanti a Parsifal “e sono io onorato dalla vostra presenza in mezzo a noi, cavaliere.”
Conversarono cortesemente per buona parte del tragitto, fino a quando, giunti ad un bivio, il vecchio mercante riprese la parola:
“Cavaliere, da qui sorgono due strade... quella a Ovest, che conduce verso la costa, ancora molto lontana... e quella a Est, che apre invece le porte dei grandi monti, anche se porta verso regioni coinvolte nell'immane conflitto tra Capomazda e Sygma... voi dove siete diretto di preciso?” Chiese a Parsifal.
Guisgard
19-02-2013, 03.00.55
Il paggio sorrise a Clio.
“Si, milady...” disse “... noi siamo liberi dai dettami della Chiesa e dei suoi vassalli. E' stato l'Arconte Meccanico a liberarci da quel crudele giogo. Lui ha annullato i dogmi di quella Fede che loro professano come unica e vera. Mi chiedete in cosa crediamo, milady? Crediamo negli uomini. Nelle loro capacità. E gli uomini devono essere liberi per godere dei doni che la natura ha offerto loro. E' con assurde paure che la Chiesa Romana ha tenuto legati a sé gli uomini di ogni epoca. Come la paura del peccato e quella della dannazione eterna. Ma non esiste nulla del genere. L'uomo deve vivere libero, senza aver paura di contraddire i dogmi di un Dio geloso e severo. Vivere al meglio questa vita, senza vincoli o timori vari. E dopo di ciò, spegnersi in pace, senza rimpianti. Perchè oltre questa vita non esiste nulla.”
A quelle parole del paggio, la civetta meccanica Yay volò via per il ponte.
Per poi scendere accanto al posto dove era seduta Elisabeth.
Il veliero volante continuava il suo viaggio fra le nuvole, mentre tutto ciò che si trovava in basso appariva piccolo e indistinto.
Yay osservava Elisabeth, fissandola con i suoi occhi grandi.
E in essi, la donna vedeva riflesso l'immenso cielo che avvolgeva ogni cosa intorno a lei.
Ma poi, all'improvviso e solo per un vago momento, Elisabeth negli occhi di quel buffo animale di ferro intravide qualcosa.
Come una sagoma, poi un volto.
Era una donna.
Una donna dallo sguardo indefinito e infinitamente malinconico.
Poi il riflesso del cielo negli occhi vitrei della civetta cancellò quell'immagine.
Nel frattempo, Vivian e Altea osservavano le meraviglie di quel viaggio.
Il cielo infinito e la terra lontana sottostante.
“Come sarà Stant'Agata di Gothia?” Chiese Vivian ad Altea. “Io immagino somigli ad una grande città gotica... con guglie, chiese e palazzi altissimi. Stendardi nobiliari, stradine lastricate ed intrecciate e tante piazze ornate di statue e fontane regali. Immagino una città pullulante di nobili cavalieri e dame bellissime. Cavalli bianchi, corazze argentate e armi luccicanti. Si, deve essere il posto più bello del mondo.” Sospirò.
Alte nuvole avvolgevano l'orizzonte, intrise di mille e più bagliori.
Rosati, rossastri e vermigli, si confondevano con ogni screziatura di bianco, fino a raggiungere l'argento delle nuvole più lontane.
Giganteschi banchi nuvolosi naufragavano ai limiti del cielo, che grazie a giochi di chiaro scuro parevano generare città lontane, sospese nella Volta Celeste.
Poi, d'un tratto, quelle immagini divennero reali, liberandosi di tutti quei riflessi fiabeschi.
E così, sul fare del mattino, i raggi del Sole trassero sfolgoranti bagliori da quelle nuvole, che per incanto mutarono in cupole, torri, palazzi.
A ridosso di una massiccia e alta rupe, quasi galleggiante in una fitta selva, apparvero le maestose mura di una città dai tratti incantati.
Una città sterminata che da sola sembrava riempire lo spazio infinito che corre fra i monti che circondano l'orizzonte.
Una città dai colori mutevoli, al servizio del riverbero senza fine del Sole.
E nel cuore della selva, ad ulteriore protezione delle sue titaniche mura, scorreva un fiume dal corso burrascoso e dal letto vasto, racchiuso da due fitte e larghe cordigliere di granito.
Un fischio allora si udì dagli alberi del veliero volante.
Era il segnale di arrivo.
L'arrivo a Sant'Agata di Gothia.
http://img16.imageshack.us/img16/3788/portcity.jpg
Guisgard
19-02-2013, 03.34.39
A quelle parole di Talia, l'Arconte Meccanico fece un cenno al capitano e questi condusse lui e la principessa in una cella poco distante.
Qui trovarono alcuni soldati e un uomo incappucciato che sceglieva con cura tenaglie, catene e marchi da far riscaldare su una brace ardente.
In un angolo di quella cella vi era poi un uomo incatenato alla parete.
Indossava solo dei calzoni lacerati e sul petto, sulle braccia e sul volto presentava tagli ed ematomi.
Nel vedere arrivare i tre, i quattro uomini nella cella mostrarono profondi inchini.
Prima a Talia, poi all'Arconte.
“Allora...” disse questi “... ha parlato questo cane?”
“Non ancora, signore.” Rispose un soldato.
“Allora vuol dire che siete troppo teneri!”
“Credo che questo dannato” fece il soldato “sia stato stregato dai suoi signori. Ci fissa, senza tradire alcuna emozione mentre lo torturiamo a morte.”
L'Arconte allora si avvicinò al prigioniero e lo fissò.
Era un uomo scarno, dagli occhi scuri e la barba lunga.
“Chi ti manda, lurido porco?” Con gli occhi su di lui l'Arconte. “L'Arciduca? O qualche vescovo? Appartieni ad un ordine religioso? O forse sei un misero soldato capomazdese?” Lo schiaffeggiò, graffiandogli ancor di più il viso. “Parla... parla o ti strapperò io stesso la lingua.”
“Prima di venire in questa città senza Dio” parlando finalmente l'attentatore “ho ricevuto l'Estrema Unzione. I miei peccati sono rimessi. Posso morire in pace. E morirò sereno, poiché so che mi seguirete molto presto. Io ho fallito, ma altri verranno dopo di me. E ne verranno ancora, fino a quando non compiranno la loro missione. Eppure sarete fortunati... si, perchè la silenziosa lama di un coltello o l'aspro veleno di una coppa metteranno fine senza strazi alle vostre vite. Invece sarà molto più triste la fine del popolo che vi ha seguito... quando le armate del mio signore demoliranno le vostre mura, i cavalieri Capomazdesi non avranno pietà di questa gente. E neanche delle vostre mogli e dei vostri figli. Gli uomini saranno sterminati, mentre donne e bambini verranno venduti come schivi.” Fissò poi Talia. “E' vero ciò che si dice di voi... siete bella, molto bella. Ma quando una terra è devastata col fuoco, neanche i fiori più belli riescono a ricrescere.” Tornò a guardare l'Arconte.
Ad un tratto portò una mano alla bocca e con gli anelli delle catene si strappò la lingua, per poi gettarla ai piedi dell'Arconte Meccanico.
Questi allora, dominato dalla rabbia, prese fra le mani la testa del prigioniero e la girò su stessa, spezzandogli l'osso del collo.
“Figlio di centomila vermi...” con ira l'Arconte.
Si voltò poi verso Talia. “Vi avevo detto di non venire qui, maestà. Andiamo, vi riaccompagnerò al palazzo.”
Così, l'Arconte e Talia ritornarono nel palazzo principale.
Ma prima che Talia raggiungesse i suoi appartamenti, un servitore andò loro incontro.
“Altezza, milord...”
“Cosa c'è?” Chiese L'Arconte Meccanico.
“Il Maestro ha lasciato le sue stanze” rispose il servitore “e chiede di poter incontrare sua altezza.”
“Venite, maestà...” rivolgendosi l'Arconte a Talia “... una persona a voi cara, ma che non vedete da tempo, chiede di potervi salutare...”
E presa la sua mano, l'Arconte condusse Talia in un grande salone.
Dunque non credete in nulla...
Restai perplessa e stupita da quelle parole. Avevo sempre osteggiato e guardato con diffidenza la Chiesa di Roma, trovando incongruenze e contraddizioni nei suoi insegnamenti.
Eppure, tutta quella libertà era troppo anche per me, mi appariva superba e pericolosa.
I filosofi greci mi avevano insegnato che la vita non si può ridurre a qualcosa di materiale e che vi è altro, oltre l'uomo, a governare l'universo.
Almeno, i filosofi che tenevo particolarmente in considerazione.
Mi chiesi dove potesse portare un ragionamento come quello: il popolo ubriaco di libertà. Rabbrividii, senza accorgermene.
Non c'era un passo di Platone che parlava di un simile pericolo? Non lo rammentavo. Mi sforzai.
Parlava della sete di libertà e di coppieri troppo generosi, il popolo inebriato, l'ordine sovvertito, i padri picchiati dai figli, gli schiavi che si ribellano ai padroni, gli scolari rimproverano i maestri.
Eppure la libertà di quell'uomo era diversa da quella descritta in quelle pagine che tentavo disperatamente di ricordare, forse persino più pericolosa.
Dei rumori a bordo mi destarono da quei ragionamenti.
"..beh, sono sempre più ansiosa di vedere la vostra città, dunque, messere.." Dissi gentilmente, non trovando cortese rivelare i miei vaneggiamenti e i miei timori.
Tuttavia non avevo affatto mentito, le parole di quell'uomo destavano in me sempre più curiosità.
D'un tratto, uno spettacolo meraviglioso si levò davanti ai nostri occhi.
Restai incantata e rapita a guardare il cielo.
Eccola, era lì, davanti a noi, era esattamente come l'avevo immaginata: incantevole.
"...Lucius, guarda.." Dissi al mio amico, indicando l'orizzonte "... siamo arrivati... Non è bellissima?" Sorridendo come una bambina felice.
Altea
19-02-2013, 15.33.51
"Infatti Vivian" le indicai la città "è proprio come te la eri immaginata, guarda come splende sotto i toni rosati e ambrati dell'aurora, è uno spettacolo...speriamo sia pure una città dove regna la serenità da come splende, sono rimasta perplessa da quel giuramento...è stato un obbligo e l'andarne contro rischiando la pena di morte sembra una forma di tirannia."
Io e Vivian ci dirigemmo verso i nostri bagagli, sembrava che ormai stavamo per atterrare.
elisabeth
19-02-2013, 16.22.31
Seduta...insieme ad Elina..restai a fissare le persone che si davano da fare perche' forse stavamo arrivando a destinazione....." Sai Elina ?...cosa vuol dire avere un ruolo.. nella vita o in una parte dove si reciti..?.....significa avere complicita' con tutti quelli che partecipano che siano bravi o meno..che siano importanti oppure no...questo e' il gioco di ruolo......e quando si viene ignorati per piu' di una volta......si sceglie o di togliersi la vita...o di uscire di scena....allora si saluta tutti...si augura buona fortuna e ci si allontana........in silenzio Elina cara...come per magia............"......
Guisgard
19-02-2013, 18.00.14
Davanti ai loro occhi apparve, sconfinata e meravigliosa, Sant'Agata di Gothia.
Tutti i passeggeri del veliero volante restarono lungo i parapetti o affacciati dalle finestre a fissare rapiti quella straordinaria visione.
Una città sospesa nella vallata, come se fosse altrove e non su questo mondo.
Così appariva a tutti loro quella città.
Il veliero atterrò al centro di Sant'Agata di Gothia, in un largo spiazzo fatto di marmo.
Subito altri valletti legarono le cime che dal veicolo venivano calati e poco dopo a tutti i passeggeri fu dato il permesso di sbarcare.
Così, fra gli altri, anche Clio e Lucius, Altea e Vivian, Elisabeth ed Elina, scesero finalmente a terra.
Ma, appena raggiunto il grande spiazzo, furono avvicinati da alcuni valletti.
“Salute a voi...” disse sorridendo uno di quelli “... vi do il benvenuto a Sant'Agata di Gothia. Voi siete invitati speciali e dunque ospiti esclusivi. L'Arconte Meccanico ha disposto per voi una sontuosa dimora. Alloggerete infatti in un magnifico maniero di proprietà del nostro signore. Si trova dall'altra parte del fiume e lì attenderete di essere ricevuti dal liberatore della nostra città.
Seguitemi, prego. Una carrozza vi attende per condurvi al castello.”
Ma proprio in quel momento un altro dei passeggeri, appena sceso, fu anch'egli avvicinato dai valletti.
E dopo le parole di questi ultimi, anche lui si unì al gruppetto degli altri.
Salirono così tutti in carrozza, Clio, Lucius, Altea, Vivian, Elisabeth, Elina e partirono alla volta del castello.
E con loro vi era anche quel nuovo arrivato.
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Altea
19-02-2013, 19.59.56
Ospite presso l' Arconte...io e Vivian ci guardammo in preda allo stupore completo ma non ci furono alternative e fummo fatti salire insieme agli altri viaggiatori e un misterioso personaggio.
"Se permettete messere" dissi al paggio" che stava a cavallo vicino la carrozza "io e milady Vivian siamo attese altrove, volete gentilmente farci scendere poichè devo andare dai miei parenti che vivono in un palazzo qui vicino, non ho bisogno dell' ospitalità dell' Arconte Meccanico anche se non mancherò di venire a ringraziarlo".
Ero davvero seccata....senza nemmeno ascoltare le nostre decisioni loro decidevano per noi.
elisabeth
19-02-2013, 20.10.17
Non ebbi il tempo di raccontare ad Elina cio' che vidi negli occhi di quella strana civetta.......o forsi non volli, Elina era cosi' superstiziosa.....che avrebbe continuato a dirmene di tutti i colori usando il suo sorriso e la sua lingua strana...come dicevano a Camelot.....cosi' a me tanto familiare e calda....ringraziai il paggio e salimmo sulla carrozza....vidi salire un'altra persona, non l'avevo notata sulla nave volante.......non sembrava volesse comunicare con nessuno di noi......ero seduta difronte a lui.....immaginai cosa avesse potuto spingerlo a fare un viaggio cosi' fuori da qualsiasi mente razionale........neanche io avevo voglia di parlare.......Una trappola...eravamo tutti rinchiusi in una piccola trappola dorata....quando sentii colei che si fu presentata come Altea....parlare con il paggio che ci seguiva.......voleva scendere...da dove ?......eravamo saliti cosi' in alto che ora scendere da quella carrozza sembrava fuori dal mondo......" Milady Altea......spero tanto che a noi tutti sia concessa un'altra scelta.....".....
Altea
19-02-2013, 20.17.57
Sentii le parole di lady Elisabeth, che conobbi nel viaggio..."Ognuno di noi milady ha il diritto di seguire la propria strada e dove vi è libertà si spera si possa farlo. L'Arconte Meccanico è venuto a Camelot per portarci a Santa Agata di Gothia e sembra con la benevolenza ma ora sembra che ogni nostro gesta debba seguire le sue direttive..io ho il diritto di scegliere e quindi scendere da questa carrozza e seguire il motivo per cui sono venuta in questa cittadina con milady Vivian".
elisabeth
19-02-2013, 20.25.42
Risi risi silenziosamente a quella donna a cui brillavano gli occhi......era una donna libera, ecco perche' si trovava li'......" Perdonatemi Milady......ma nessuno vi ha imposto con la forza di salire sulla nave volante...di firmare una condanna a morte..e di obbedire ciecamente.......siamo donne libere e a quanto pare, ecco il frutto della nostra liberta'.......credo che meno vi agitiate e meglio starete........"......guardai fuori dalla carrozza, non volevo guardarla in viso...era a me stessa che stavo dando una giustificazione, ogni altro passeggero era in religioso silenzio.....gia' religioso...filosofico.....chissa' cosa riempiva la loro mente.......
Altea
19-02-2013, 20.31.11
"Avete ragione milady..ma la delegazione venuta a Camelot sapeva benissimo il motivo del nostro viaggio e che dovevamo essere ospiti di miei parenti, e per questo ci diedero ospitalità per il viaggio. Milady Vivian è la figlia del barone che diede ospitalità alla delegazione che arrivò da questa città. Per questo ora mi stupisco di tutto questo. Mi spiace, ma non rimarrò zitta, chiedo solo di proseguire il viaggio con milady Vivian da sola" e mi rivolsi di nuovo al paggio con determinazione e Vivian annuii.
elisabeth
19-02-2013, 20.38.43
" Come volete mia cara....siete solo convinta di quello che era la vostra verita' quindi il vostro motivo.......non credo che era il loro....ma continuate a chiedere speriamo vi diano da bere...non si dovesse asciugare la vostra gola...".....mi giunse un calcio da Elina e uno sguardo che diceva quanto troppo mi fossi spinta....." Non preoccuparti Elina....tra un po' avremo tutte qualcosa da dire........"......
Guardavo fuori dalla carrozza, immersa nei miei pensieri.
Non era quello che avevo promesso a mia madre, avrei dovuto cercare una scuola cattedrale e un convitto.
Ma mi chiedevo se potessero esistere cattedrali in una città senza dio.
Infondo, disubbidirle era la mia specialità, e non avrebbe potuto controllarmi, tanto era lontana.
Lucius era accanto a me, in silenzio.
Le voci degli altri passeggeri mi destarono da quel torpore.
Mi voltai verso la ragazza che tentava di parlare al paggio accanto alla carrozza, con voce decisa.
Rivolsi sorridendo un cenno di saluto a lei e alle altre donne che le sedevano vicino.
"...perdonate, Milady..." Dissi timidamente "... Ma credo che nessuno potrebbe trattenervi contro la vostra volontà... Almeno lo spero.." Abbozzando un sorriso.
Altea
19-02-2013, 20.49.15
Non risposi e stetti in dignitoso silenzio...avrei poi risolto il tutto arrivata in quel palazzo e istintivamente portai una mano su quella di Vivian e l'altra alla collana...poi osservai il cavaliere arrivato dal nulla..era alquanto misterioso.
elisabeth
19-02-2013, 20.53.21
" Gia'....e' proprio cosi' nessuno potrebbe e speriamo che questa sia la volta buona.....ben trovata Milady "......salutai cosi' la giovane Dama che era seduta con noi ........
Arrossii, vedendo che forse le mie parole avevano turbato la ragazza a cui mi ero rivolta.
Le parole della donna davanti a lei, però, mi diedero coraggio.
Sorrisi nuovamente "...salute a voi, Milady.." Venite da Camelot anche voi? Oh, beh certo.." Continuai arrossendo "...l'aereo nave partiva da lì..".
Decisamente non ero portata per conversare con degli estranei.
"...il mio nome è Clio, e lui é Lucius.. È un piacere fare la vostra conoscenza.." Con un sorriso.
elisabeth
19-02-2013, 21.18.55
" E' con vero piacere che faccio la vostra conoscenza, si vengo da Camelot.....anche se il colore della mia pelle...mi concede di provenire da un luogo decisamente piu' caldo......cosi' giovane e anche voi su questo mezzo cosi' particolarmente strano........il vostro amico vi dara' molto conforto in quets avventura...si' oserei chiamarla cosi'......questa strana avventura.....comunque Sono Elisabeth e lei e' Elina....la mia seconda mamma....."......e sorrisi...solo per il gusto di dare un po' di serenita'a colei che si stava preoccupando...cara e dolce Elina....
Guisgard
19-02-2013, 21.25.56
Il paggio ascoltò Altea e si fece dire il nome del nobile che stava attendendo lei e Vivian.
“Milady...” disse il paggio “... purtroppo quella dimora non è più nei possedimenti di vostro zio. Egli infatti si è macchiato di alto tradimento, tentando di favorire i nostri nemici. E' stato così arrestato e i suoi possedimenti sono stati confiscati. Sono desolato, ma non potete più recarvi lì. Ora dunque non avete altro alloggio che il maniero che l'Arconte ha preparato per tutti voi. Vi prego dunque di salire a bordo, milady.”
Vivian restò turbata da quelle parole del paggio.
“Ci vuole ancora molto?” All'improvviso il nuovo arrivato. “Sono stanco per il viaggio e trovo seccante restare qui in questa carrozza a sentire tante chiacchiere inutili.” Gettò poi uno sguardo sugli altri passeggeri.
Fissò prima Elisabeth, poi Elina, infine Altea e Vivian.
Poi i suoi occhi si fermarono su Clio.
Quegli occhi erano freddi e distaccati.
E quello sguardo infastidì Lucius.
Un attimo dopo però, quel misterioso passeggero, tornò a fissare fuori dal finestrino.
“Abbiate pazienza, signori...” fece il paggio “... partiremo subito. Abbiamo l'ordine di condurvi tutti al castello. E' per la vostra sicurezza.”
E approfittando dello stupore e dello sconcerto di Altea e Vivian, i paggi spinsero le due donne nella carrozza e poi chiusero le porte.
Un attimo dopo il veicolo partì.
Poco dopo arrivarono finalmente al castello.
Era una struttura poderosa, circondata da un folto giardino.
I viaggiatori trovarono ad attenderli vari servitori.
“Benvenuti.” Disse una donna. “Sono Deya e sono la governante di questo maniero. E' mio compito occuparmi di voi. Ora vi illustrerò come sarete alloggiati... lady Clio e messer Lucius nell'ala Ovest... lady Elisabeth e la sua servitrice nell'ala Est... lady Altea e lady Vivian nell'ala Sud... infine, sir Fornò in quella Nord.” Fissando il nuovo arrivato.
"Re Fornò..." la corresse questi "... sono re Fornò, signore di Brulandia..."
La donna annuì e si scusò.
E tutti loro furono condotti nei rispettivi alloggi.
Altea
19-02-2013, 22.10.35
Rimasi sbigottita, senza parole e osservai Vivian in modo eloquente...ovvero..non commentare.
Rimasi in silenzio per tutto il viaggio finchè arrivammo nel palazzo dell' Arconte Meccanico, non vi era che dire...il palazzo era sontuoso e poi il giardino mostrava foggia di sè con varietà di piante di ogni genere, ma dentro me sentivo l'animo sconvolto.
Fummo accompagnati nella nostra stanza, era di fattezze classiche e trionfavano due sontuosi letti a baldacchino e stanca mi sdraiai ma fui invasa dalla indole esuberante di Vivian, ovviamente per il re misterioso.
"Hai già scordato il Chevalier de Lys?" sorridendo...."si, persona misteriosa e piuttosto schiva, d'altronde nulla da meravigliarsi, lo sono pure io no?".
Mi alzai e osservando una fontana zampillante di acqua luminescente pensai a mio zio e miei cugini...e parlai sottovoce, era come se quella dimora avesse pareti con orecchi per sentire.."Che ne sarà di mio zio e dei miei cugini? Non mi interessa delle loro Terre....mio zio è imprigionato, ma i miei cugini? Ecco un altro motivo per essere qui...scoprire cosa sia successo a mio zio e il resto della sua famiglia".
Suonai un campanellino ed entrò una serva..."Scusate, potreste portarci del the e biscotti secchi? Non abbiamo fatto ancora colazione...e poi vorremmo alcune notizie...sulla Festa delle Mele poichè è nostro desiderio andarci al più presto" e osservai Vivian che si illuminò in un ampio sorriso.
elisabeth
19-02-2013, 23.35.03
Fu una scena di tale violenza che rimasi senza parole, anche se per il pkacere di qualcuno avrei parlato all'infinito......arrivati a palazzo, non fui sorpresa ne dalla sua bellezza ne dal suo giardino........avevo visto di meglio........adesso sapevamo anche come si chiamava il viaggiatore sconosciuto........un re....quale re avrebbe permesso che due dame vossero trattate in quel modo.........fummo accompagnati nelle nostre stanze la nostra era ad est.......lma prima di allontanarmi....mi voltai sorridendo ferso lo strano ospite e dissi....." Forno' siete sicuro di non essere il Signore di Burlandia?.......no forse no avete ragione voi.....lui si sarebbe comportato meglio......".......fu solo allora che mi voltai per seguire Elina.....che non camminava....credo corresse....borbottando in modo incomprensibile.......
Feci pe entrare nella stanza quando qualcuno o qualcosa mi afferro' il polso......Elina era gia in camera e io non riuscivo ne a parlare ne a muovermi.......la paura alle volte blocca ogni nostro movimento........l'unica cosa e' il respiro che diventa sempre piu veloce....
Talia
19-02-2013, 23.40.04
Rimasi immobile e silenziosa...
i miei occhi erano fissi sull’uomo e non tradivano alcuna sensazione, alcuna luce e nessun sentimento li attraversava.
Le sue parole, tuttavia, sebbene niente di me lo mostrasse, mi inorridirono...
disse che altri sarebbero venuti...
disse che sarebbero venuti per me, con coltelli o con il veleno...
disse che dopo di me anche l’Arconte sarebbe stato colpito...
disse che le armate di Capomazda avrebbero poi invaso Sygma e che non avrebbero avuto pietà per niente e nessuno, avrebbero ucciso gli uomini, deportato le donne ed i bambini...
I miei occhi lampeggiarono pericolosamente, a quelle parole, e le mie mani si strinsero per l’ira repressa...
come si permettevano, mi chiedevo...
come osavano quegli uomini, che si dicevano duchi e giusti, comandare qualcosa di tanto orribile...
come poteva la sola sete di potere portare a tanto...
L’Arconte, tuttavia, reagì prima che io potessi parlare o fare alcunché... uccise l’uomo e poi mi condusse fuori dalle prigioni...
“Siete stato collerico...” dissi con voce leggera, camminando “Anche io trovo molto sgradevole ciò che quell’uomo ha detto... ma in futuro, se dovesse ripresentarsi la situazione, gradirei attendeste il mio parere prima di uccidere un prigioniero... soprattutto se è un prigioniero con il quale io desidero parlare, Arconte!”
Tacqui, poi... non c’era bisogno di altre spiegazioni, io credevo.
Ma proprio mentre stavamo per raggiungere l’ala del castello che era stata a me assegnata, venimmo fermati da un servitore...
“Altezza, milord...”
“Cosa c'è?” Chiese L'Arconte Meccanico.
“Il Maestro ha lasciato le sue stanze” rispose il servitore “e chiede di poter incontrare sua altezza.”
“Venite, maestà...” rivolgendosi l'Arconte a Talia “... una persona a voi cara, ma che non vedete da tempo, chiede di potervi salutare...”
E presa la sua mano, l'Arconte condusse Talia in un grande salone.
Spostai gli occhi dal servitore all’Arconte... e per un istante mostrai sorpresa.
“Una persona a me cara, dite?” chiesi.
Ciò che avrei desiderato maggiormente, in quel momento, sarebbe stato raggiungere le mie stanze e sedermi a pensare... e tuttavia, anche se non lo avrei ammesso, ero anche vagamente curiosa... così non dissi niente e lasciai che l’Arconte mi conducesse in quel salone.
Guisgard
20-02-2013, 01.45.06
La servitrice annuì a quelle parole di Altea.
“Milady, questo castello è ora la vostra dimora. Vostra e della damigella che è con voi.” Indicando Vivian. “Potete dunque uscire dalla vostra stanza e visitare l'intero maniero. L'unica condizione che vi viene posta è quella di non uscire da questo palazzo fino a quando non sarete ricevute da sua signoria. Quanto alla Festa delle Mele, essa è cominciata da poco e durerà per diversi giorni ancora. E ora, con permesso.” Ed uscì.
Poco dopo ritornò e servì loro del tè con deliziosi pasticcini.
“Hai sentito?” Fece Vivian dopo che la serva uscì. “Hai sentito, Altea? La festa è cominciata. Speriamo solo che l'Arconte Meccanico si decida presto a riceverci, così da poter lasciare questo castello.” E restò a fissare il giardino da una finestra.
Sorrisi a quelle parole della dama.
"..Milady, a volte è proprio la giovinezza, io credo, a concedere tali opportunità..".
Tuttavia, fummo tutti distratti dal modo irruento con cui le due dame furono spinte a bordo e dalle parole dello strano individuo che, finora, era rimasto in silenzio.
Eppure le sue parole non mi colpirono quanto i suoi occhi, li incrociai per un momento, e un brivido freddo mi percorse la schiena. Sostenni il suo sguardo con fermezza.
Mi voltai verso Lucius e vidi che non aveva affatto gradito l'atteggiamento di quello strano individuo.
Arrivammo al maniero in poco tempo, immersi nel silenzio.
“Benvenuti.” Disse una donna. “Sono Deya e sono la governante di questo maniero. E' mio compito occuparmi di voi. Ora vi illustrerò come sarete alloggiati... lady Clio e messer Lucius nell'ala Ovest... lady Elisabeth e la sua servitrice nell'ala Est... lady Altea e lady Vivian nell'ala Sud... infine, sir Fornò in quella Nord.” Fissando il nuovo arrivato.
"Re Fornò..." la corresse questi "... sono re Fornò, signore di Brulandia..."
La donna annuì e si scusò.
E tutti loro furono condotti nei rispettivi alloggi.
Fummo scortati nell'ala ovest, dove avevamo a nostra disposizione alloggi sontuosi, due camere comunicanti attraverso un delizioso salottino, grandi finestre permettevano di osservare il panorama circostante.
"...Caspita, questa si che è un'accoglienza come si deve.." Dissi, tentando malamente di fischiare, come Lucius tentava di insegnarmi da anni.
"... Scegli pure la camera che vuoi, per me è lo stesso.." Continuai ridendo mente andavo ad esplorare le stanze, alla ricerca dei nostri bagagli.
"...ah.. E non una parola sul fatto che questo non è un convento né una scuola cattedrale.. Quando mia madre verrà a saperlo sarà tardi ormai..".
Mi tolsi il pesante mantello e i guanti, guardando distrattamente fuori dalla finestra.
"..quella donna aveva ragione.. Sarà una bella avventura... Chissà che storia affascinante nasconde.. Non le ho nemmeno chiesto di dove era originaria esattamente... Beh certo, con quello che hanno fatto a quelle povere ragazze...".
D'un tratto, qualcosa nel l'orizzonte attirò la mia attenzione, ma non era qualcosa di preciso, piuttosto un punto indefinito.
Di colpo cambiai espressione e mi voltai verso Lucius.
"...senti un po', hai visto quel tipo? Certo che è strano forte.. E con che razza di occhi mi ha guardata... Beh non solo me.. Chi crede di essere? Mah..." Sospirai.
"...tu lo conosci quel posto, Brulandia?"
Guisgard
20-02-2013, 02.01.48
“Non conosco quel luogo, milady...” disse Fornò ad Elisabeth, mentre si allontanava con Elina ed una servitrice verso la sua stanza “... in verità conosco poco le terre da cui presumibilmente venite, visto che sono piene di infedeli...” aggiunse con tono sprezzante.
Poi, seguendo una servitrice, raggiunse anche lui la sua stanza.
Elisabeth ed Elisa, intanto, erano giunte davanti alla loro stanza e proprio in quel momento qualcuno prese il braccio della donna giunta dall'Oriente.
“Perdonate, milady...” disse la servitrice ad Elisabeth “... ma prima che prendiate possesso della vostra camera volevo rammentarvi che questo castello è la vostra dimora e dunque potete visitarne gli interni a vostro piacimento. Solo una raccomandazione... non si potrà lasciare il maniero fino a quando non sarete ricevute da sua signoria. Nel frattempo io e tutti gli altri servitori siamo a vostra disposizione.”
E si allontanò.
E rimaste sole nella camera, Elina mostrò tutto il suo disappunto per quella situazione.
“Non comprendo...” mormorò per poi fissare Elisabeth “... perchè esiliarci qui dentro? In questo castello? Perchè non portarci direttamente da questo Arconte Meccanico? Non so, ma più passa il tempo e più penso che sia stato un errore imbarcarci in questa avventura.” E scosse il capo.
Guisgard
20-02-2013, 02.14.50
Anche Clio e Lucius furono accompagnati nei loro alloggi.
“Vi ricordo” disse ai due giovani la servitrice “che questo castello è la vostra dimora e dunque siete liberi di visitarne ogni sua parte e in qualsiasi momento. Un'unica raccomandazione sono però obbligata a mostrarvi... è vietato lasciare il maniero. Almeno fino a quando non sarete ricevuti da sua signoria. Per qualsiasi bisogno, io e gli altri servitori siamo a vostra disposizione.” Mostrò un lieve inchino ed uscì.
Lucius apparve subito perplesso.
“Questo luogo è strano, non so perchè...” mormorò “... quanto a quel tipo, quel re... sinceramente non conosco la terra che ha nominato... e a dirla tutta non mi piace affatto. Non mi piacciono i suoi modi e non mi piace il modo in cui ti ha guardata. Si, ha guardato tutti, ma su di te si è soffermato di più... spero di non incontrarlo più e di lasciare presto questo castello...” e si voltò a guardare il cortile dalla finestra “... eccolo lì il nostro arrogante re...” notando Fornò da solo nel cortile “... se ne sta da solo a passeggiare...”
Guisgard
20-02-2013, 02.48.07
L'Arconte Meccanico condusse così Talia in una grande sala.
Era un ambiente molto vasto, illuminato da diverse candele e riscaldato da un grande camino acceso.
In fondo alla stanza vi era una figura.
Era vestita con lunghi abiti scuri e appariva dall'aspetto austero e dalla postura greve.
“Maestro...” disse l'Arconte, mentre i servi richiudevano le porte.
La figura si voltò e mostrò il suo volto.
Aveva un cappello piumato che incorniciava, con una barba ben curata e brizzolata, un viso lungo ed impenetrabile, dai lineamenti essenziali.
I suoi occhi erano attenti, vigili, come se nulla potesse sfuggire a quello sguardo, neanche i più insignificanti dettagli.
Uno strano grigio li tingeva, rendendoli mutevoli, sfuggenti ed enigmatici.
La sua espressione, tuttavia, appariva rasserenante, attraversata da una curiosa quiete.
“Quanto è passato, milady...” sorridendo all'improvviso e togliendosi il cappello “... rimpiango di non avere la capacità di leggere i volti e comprendere il loro sviluppo. Se avessi avuto questo dono, di certo avrei immaginato la bellezza a cui era destinata quella bambina che di tanto in tanto si dilettava ad ascoltarmi nei giardini del palazzo di suo padre. A proposito, altezza, vostra madre predilige ancora i gerani? E vostro padre pratica ancora la caccia per allietare i suoi giorni? Eh, già... manco da tanto tempo da Sygma... mi mancano le sue dolci colline, i casali dispersi fra cipressi e girasoli. Mi manca il suo buon vino e mi manca la bellezza che quei luoghi sanno emanare. Ma avvicinatevi, vi prego...” facendo un cenno a Talia “... forse così mi riconoscerete...” accennò una risata “... rammentate come vi piaceva chiamarmi? Vi divertiva il fatto che avessi due nomi di battesimo... rammentate quale era il vostro preferito? Giorgio o Pietro?” Sorrise nuovamente. “O forse il brutto episodio di stamani vi ha scosso al punto da rendermi un estraneo ai vostri occhi?”
“Sua altezza sta bene.” Fece l'Arconte. “Non è accaduto nulla alla sua persona, per fortuna.”
“Si ed è questo che conta.” Annuendo l'uomo che l'Arconte chiamava maestro. “Nessuno può far del male alla nostra principessa.”
“Nessuno più oserà avvicinarsi a lei, non temete.” Disse l'Arconte con tono fermo. “Nessuno.”
"Naturalmente." Disse il Maestro, tornando poi a fissare Talia.
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Seguii lo sguardo di Lucius fuori dalla finestra, scovando così il re Fornò che passeggiava nel giardino.
"..dici?" Dissi a Lucius, ripensando alle sue parole "...beh, che devo dirti, gli ricorderò qualcuno che detesta particolarmente... Di certo non mi ha guardato di più perché è rimasto folgorato dalla mia bellezza..." Risi, poi, sgranando gli occhi in un'espressione divertita.
Feci un cenno con la mano destra, come a sottolineare che quelle cose non avevano importanza "...mah, probabilmente è soltanto uno di quei nobili che è stato abituato a trattare tutti gli altri dall'alto in basso perché sono esseri inferiori.." Alzai le spalle "...mi chiedo cosa ci faccia qui...".
Non avevo mai staccato gli occhi da quella figura che camminava avanti e indietro, solitaria, chiedendomi quali pensieri attraversassero la sua mente.
Mi allontanai dalla finestra dopo un po' e mi rivolsi nuovamente a Lucius.
"...hai sentito quella servitrice? Possiamo visitare questo castello.. Anche se non capisco perché dobbiamo restarcene qui... Cos'è hanno paura che scappiamo? Boh..".
Guardai negli occhi il mio amico "..ti va di andare a fare un giro ad esplorare il maniero? Magari conoscendolo meglio questo posto ti sembrerà meno strano..." Con un sorriso.
Altea
20-02-2013, 15.44.42
Mangiavo i pasticcini silenziosamente e sentivo lo sguardo di Vivian addosso, ella mi conosceva e sapeva che quando ero silenziosa stavo pensando e riflettendo...infatti stavo valutanto tutta la situazione in cui ci trovavamo..."un Arconte che fece arrivare una delegazione e dei paggi a Camelot, conoscendo la vita mia e di quelle dame che erano arrivate fino a qui...e quale era il motivo? Non aveva certo bisogno del nostro supporto, d'altronde...avevano appena tolto una città importante ai Capomazdesi."
Mi alzai e osservai il giardino cercando di scoprire cosa vi fosse oltre quelle cinte alte e invalicabili ma era cosa impossibile.."prigionieri quasi in una gabbia d'oro, avevamo dovuto giurare fedeltà ma noi eravamo sudditi di Camelot ma certo non potevamo donare tutta la nostra vita a questo uomo."
Iniziava a essermi antipatico e sorrisi leggermente..già doveva essere un vizio di famiglia a quanto pare.
"Vivian....si, speriamo possiamo uscire da qua subito, ma mi raccomando, quando saremmo ricevuti dall' Arconte Meccanico, fingiamo la più assoluta naturalezza...e ora direi di farci un giretto per il palazzo, andiamo in giardino..sento il bisogno di aria fresca".
Uscimmo dalla stanza e aprimmo una porta laterale e ci trovammo fuori, l'aria era leggermente frizzante e iniziammo a camminare tra maestosi alberi, statue classiche e fiori dalle dolci essenze.
Talia
20-02-2013, 16.51.58
Entrammo nella sala... la luce sparsa dalle poche candele e dal camino acceso era tenue e aranciata, e disegnava sulle pareti curiose e danzanti figure.
Socchiusi gli occhi, in quella penombra, per riuscire a distinguere l’alta ed esile figura avvolta in quel mantello nero che, in piedi dall’altra parte della sala, ancora ci voltava le spalle.
L’Arconte lo chiamò in quel momento e l’uomo, quasi sorpreso nei suoi pensieri, si voltò a guardarci...
Riconobbi la voce prima ancora di riuscire a distinguere completamente, alla luce del camino, i suoi lineamenti...
quella voce che conoscevo così bene, seppure non la udissi più da molti anni...
quella voce che aveva diretto e incoraggiato i miei studi fin dalla più tenera età.
“Maestro George...” mormorai, vagamente sorpresa...
la mia mano scivolò allora da sopra il braccio dell’Arconte, dov’era appoggiata, ed io feci qualche passo verso il mio antico maestro...
“Maestro!” esclamai, quando gli giunsi di fronte “E’ una vera sorpresa per me trovarvi qui... non ho vostre notizie da molto tempo... da quando lasciaste Sygma... vi credevo in giro per il mondo, vi credevo intento nei vostri studi... ed invece vi trovo qui, in mezzo ad una guerra! Ma ditemi, cosa vi ha portato fino a Sant’Agata di Gothia?”
elisabeth
20-02-2013, 20.09.19
La mia terra una terra d' infedeli.....non tanto quanto quella che calpestava Re Forno' a quanto pare.....gli ultimi dettagli della governante e poi dritta in camera...Elina...parlava e si agitava e io andai alla finestra.....Il Re ...era a passeggio nel giardino, un po' d'aria gli avrebbe fatto bene....." Elina, non vale piu' la pena star li' a chiedersi se e' giusto o non e' giusto essere in questo posto...ormai ci siamo.......stavo pensando al nuovo compagno di viaggio....conoscete la sua terra ?...io non ne ho mai sentito parlare.....si e' molto stizzito alla mia Burlandia...e io mi sno presa dell'infedele....e gia'.....i fedeli sono i Cristiani...tutto il resto e'....da passare in'osservato.....comunque mi importa poco, io ho te e questo mi basta...quello che pensano gli altri....e' acqua che mi scivola addosso...venite ..andiamo a fare due passi, siamo state molto in carrozza, e da qui non si sa quando ne usciremo....."....l'abbracciai forte da quando Robert se ne era andato...non avevo che lei......scendemmo cosi' una scala in pietra lavica...e andammo fuori nel giardino...presi Elina sottobraccio e percorremmo una stradina di ghiaia bianca..il rumore dell'acqua...ci porto' ad una fontana...l'acqua era fresca e sembrava profumasse....quando mi accorsi che il forte profumo non proveniva dall'acqua ma dai fiori che le stavano accanto...erano stupendi impossibile da poter descrivere....io non ne avevo mai visti.....ritornai con la mente a casa...al palazzo di famiglia...........grandi giardini e ogni giardino aveva una grande vasca di acqua sette vasche in tutto.....era tutto piastrellato...un grande mosaico..con i toni del blu e dell'azzurro.......sorrisi..ricordandomi mentre correvo senza sentire mio padre....che urlando il mio nome....mi chiedeva di rientrare......mi fermavo esausta...con la treccia disfatta e le guance rosse...i suoi occhi erano severi....sino a quando i suoi occhi si illuminavano....e rideva con me ......prendendomi tra le braccia......." Mi manca casa Elina......ma qui c'e' sepolto il mio amore e non posso tornare ...."....
Guisgard
21-02-2013, 01.45.48
Lucius annuì a quelle parole di Clio e i due giovani uscirono per fare un giro nel maniero.
La struttura appariva monumentale, in uno stile gotico essenziale ed austero.
L'umidità della sera aveva reso sbiadito il cielo e sulle antiche murature del castello la pietra sembrava come sudare.
“Che posto cupo...” disse Lucius “... io non ci vivrei neanche da fantasma qui...”
E mentre attraversavano un lungo atrio colonnato, dopo il quale si apriva il giardino, Lucius notò qualcosa.
Era una porta di ferro sulla quale era scolpita una stra figura.
“Sembra una capra...” mormorò Lucius “ una capra con un serpente attorno al collo... almeno così pare... deve essere molto vecchia... ah, qui è inciso qualcosa... una scritta nel ferro...”
E lesse ad alta voce:
“Bellerefonte la sfidò,
ma non avendo natura mortale,
essa si aggira ancora oggi in notti come queste,
Fatte di cupi silenzi, antiche paure e dimenticate disperazioni.”
Restò poi turbato.
“Cosa vorranno mai significare queste parole?” Fissando Clio.
Guisgard
21-02-2013, 01.56.07
Altea e Vivian scesero nel giardino del castello.
L'aria umida e incerta della sera aveva reso come incantato quel posto, che sembrava attraversato da un'irreale immobilità.
Le statue che ornavano i suoi viali apparivano con i volti inquieti, sofferenti, quasi lambiti da una primordiale rassegnazione.
E attorno alle due regnava un irreale silenzio.
“Questo posto” disse Vivian “non sembra affatto fiabesco... anzi, tutt'altro...”
All'improvviso si udì nell'aria un cupo lamento che in un attimo mutò prima in una grottesca risata, poi in un pianto straziante.
“Cosa è stato?” Impaurita Vivian. “Hai sentito, Altea? L'hai sentito anche tu? Era orribile!”
Altea
21-02-2013, 02.04.57
Deglutii e sbiancai...si lo avevo sentito...era quasi animalesco quel pianto, ma ancor di più quella risata sadica che lo precedette.
"Vivian" dissi cercando di smorzare l'atmosfera "fa..piuttosto umido in questo giardino, forse è meglio tornare in casa".
Rientrammo correndo in dimora e vidi davanti a me una serva..."Scusate...vorrei sapere da voi se per caso in questo posto si celi un mistero..se vi sia qualche leggenda, ho appena udito un cupo lamento" le chiesi sottovoce e sentii la mia pelle rabbrividire mentre una porta si apriva dal giardino sbattendo da una ventata improvvisa.
Guisgard
21-02-2013, 02.08.18
Elisabeth ed Elina scesero in giardino.
Camminarono per un po', per poi fermarsi a sedere su una panchina di pietra scolpita.
“La casa di un uomo” disse Elina “è ovunque egli si senta al sicuro ed amato...” si guardò intorno “... ma dubito che questo posto possa essere dimora di qualcuno... forse solo di spettri...” prese la mano di Elisabeth e le sorrise “... lui vive in te, nel tuo cuore e nel tuo animo. E' sempre con te, non dimenticarlo...”
Il giardino era molto vasto.
Il lato in cui si erano addentrate le due donne era quello Ovest, ben distinto da quello Est adornato di statue.
Ad un tratto le due udirono qualcosa.
Uno strano e curioso rumore metallico.
Poi un calpestio fra i cespugli e più nulla.
“Sarà qualche animaletto.” Mormorò Elina.
Ma un attimo dopo, dai cespugli apparve una figura.
Era una donna.
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Guisgard
21-02-2013, 02.28.18
La serva sorrise ad Altea.
“No, milady.” Disse. “Non vi sono misteri qui. Né miti, né leggende. E' una vecchia fortezza costruita come difesa per la sponda opposta del fiume.”
“Ma noi abbiamo sentito...” fece Vivian.
La serva la fissò.
“Abbiamo sentito quel lamento, poi mutato in risata e infine in un terrificante grido...” continuò la ragazza “... l'abbiamo udito nel giardino... era terribile...”
“Forse vi siete lasciate suggestionare dall'atmosfera del castello.” Osservandole la servitrice. “Può capitare. Ma vi assicuro che non ci sono leggende simili qui.”
Guisgard
21-02-2013, 03.04.19
Il Maestro sorrise a Talia.
“Sono qui per i miei studi.” Disse. “Purtroppo, la scienza, da sempre, ha un grande nemico... l'ignoranza. Da essa poi giungono altri fantasmi, come la superstizione, l'intolleranza, il pregiudizio. E tutto questo non permette ad un uomo di scienza di compiere i suoi studi. La Chiesa di Roma ha ovunque occhi ed orecchie, generando un clima di sospetti e paure. Anche leggere autori classici può costituire un reato agli occhi dei suoi sospettosi messi. Così, grazie all'invito di sua signoria” indicando l'Arconte Meccanico “posso vivere e studiare in una città che mi consente di compiere tranquillamente le mie ricerche.” Sorrise. “E giunti alla mia età, la tranquillità è il bene più prezioso.” Fissò la principessa negli occhi, con uno sguardo carico d'affetto. “Ma basta parlare di questo vecchio noioso e burbero tutore. Piuttosto, come state voi? Ho saputo di quel terribile episodio.”
“Per fortuna” intervenne l'Arconte Meccanico “sua altezza sta bene. Ma da oggi la sua protezione sarà la nostra priorità.”
“Sono d'accordo, milord.” Annuì il Maestro George.
“Presto formeremo una guardia del corpo per sua altezza.” Fece l'Arconte. “Darò subito ordine di convocare in città i migliori mercenari della regione.”
“Permettetemi, milord...” avvicinandosi a lui George “... non so se metterci nelle mani di mercenari sia un bene... abbiamo due priorità... assoldare guerrieri esperti ma fidati.”
“Cosa proponete?” Domandò l'Arconte.
“Di offrire il meglio alla nostra principessa.” Rispose il Maestro. “Affiancarle uomini capaci di difenderla dai sicari dei nostri nemici. Capomazda è famosa per i suoi cavalieri. Guerrieri invincibili, capaci di vincere battagli e sfide ritenute impossibili dai comuni soldati. Sono questi i nemici da cui dobbiamo difenderla. Dunque risponderemo con le loro stesse armi. Metteremo al fianco di lady Talia proprio dei cavalieri.”
“E come avete intenzione di assoldarli?” Chiese l'Arconte.
“Proclameremo un torneo.” Sentenziò il Maestro. “Un torneo che richiamerà a Sant'Agata di Gothia i migliori cavalieri della regione. E fra essi sceglieremo quelli più valorosi.”
“Un torneo?” Ripeté l'Arconte.
“Si.” Annuì il Maestro. “Un torneo che prometterà onore e alte ricompense. Un torneo molto sentito dalla gente. Un torneo che da secoli si svolge in questa città. Il Torneo della Quaresima.”
Parsifal25
21-02-2013, 15.41.34
Il tragitto risultò più leggero, fortuna che ho trovato questa carovana, giunti al bivio che conduceva verso i monti......era tempo di separarsi:
"Caro Malenik......è stato un vero piacere conversare con la vostra persona. Sono molto contento di avervi conosciuto, ma le strade.....credo che si dividano qui......".
Subito dopo, il capo dei mercanti mi chiese il percorso che avrei' dovuto seguire e con garbo risposi:
"Sono diretto a Sant'Agata di Gothia......"
Altea
21-02-2013, 15.51.58
Tacqui a quelle parole della serva e feci cenno a Vivian di entrare in stanza..."Ci prendono in giro a quanto pare, non pensi Vivian...e hai notato lo sguardo della serva? Non certo siamo impazzite entrambe se lo abbiamo udito quello spaventoso grido...e se fosse qualcosa d'altro invece? Non di paranormale, ma questa dimora dovrebbe celare sicuro dei misteri".
Vivian era davvero spaventata, lei era troppo sensibile e le dissi di rimanere in stanza, uscii e imboccai un corridoio lungo, era alquanto tetro e solo illuminato dalle flebili luci delle torce quando vidi una porta di ferro che probabilmente dava in un seminterrato...presi coraggio e aprii quella porta che stranamente era aperta e vidi delle scale.
Presi una torcia appesa al muro e di corsa scesi e mi trovai in un posto silenzioso e umido e lentamente iniziai a camminare.
Trasalii alla vista di quella scritta. Sentivo la voce di Lucius leggerla come lontana e distante.
"...la chimera..." Sussurrai con gli occhi sgranati.
Lucius poi mi guardò e mi chiese qualcosa.
"..credo che si riferisca alla chimera..." constatai osservando il disegno sulla strana porta "La chimera era un mostro mitologico... Un'orribile bestia metà capra e metà leone con coda di serpente... Se non ricordo male... Ma per quanto fosse effettivamente di stirpe divina, venne uccisa..." Mi avvicinai alla scritta, posando lievemente le mani sulla prima parola.
"...Bellerofonte è un eroe, un semidio... È lui che ha sconfitto la chimera...".
I miei occhi si illuminarono e iniziai a gesticolare "...cavalcando Pegaso, giunse dall'alto e uccise il mostro in un solo colpo...".
Alzai le spalle ".. Ma è un mito... Non vorrai farmi credere che c'è un mostro del genere che gira per queste stanze? Andiamo.. I miti servono a farci imparare qualcosa, ci insegnano ad essere migliori... Ma non sono, insomma "reali"... Ci sarà un altro significato... Qualcosa che ci sfugge...".
Talia
21-02-2013, 17.57.19
Il mio sguardo si spostò perplesso dall’Arconte al Maestro...
parlavano...
facevano piani e congetture...
guardie del corpo...
mercenari...
cavalieri...
un torneo...
Li osservavo e la mia espressione divenne in breve sonoramente stupita...
“Un momento!” dissi ad un tratto, interrompendoli “Un momento... un torneo? Avete intenzione di indire un torneo per scegliere una guardia del corpo per me? Oh, ma questo... questo è completamente fuori discussione!”
Lentamente, voltai loro le spalle e mi allontanai di qualche passo...
una guardia del corpo...
mi sembrava un’idea così assurda...
“Arconte...” dissi poi, tornando così a guardarli “Francamente penso che stiamo esagerando... insomma... se sceglieremo una guardia del corpo per me, non sarà come ammettere che abbiamo paura dei nostri nemici, in generale, e di Capomazda, in particolare? Ed io non desidero che sia questo il messaggio che passerà! Sygma non teme Capomazda... non la temerà mai! Ed io non ho certo intenzione di lasciare che un cavaliere da due soldi mi dica dove posso andare e cosa posso fare... non ho intenzione di dover sottomettere le mie decisioni a ciò che un cavaliere pensa, chiunque egli sia... e non ho intenzione, per colpa di un pazzo saltato giù da una mongolfiera, di ritrovarmi murata viva in questa palazzo per tema che presto o tardi qualcuno possa riprovarci... se le condizioni saranno queste, ve lo dico fin da subito, la mia risposta sarà no!”
Fissai per qualche momento l’Arconte con sguardo deciso... poi i miei occhi si spostarono sull’altro uomo...
“Maestro...” dissi allora “Voi che cosa ne pensate? Ritenete anche voi che questa precauzione sia così necessaria?”
elisabeth
21-02-2013, 19.39.15
" siete cosi' saggia cara Elina.......come farei senza di te........" ricambiai la sua carezza ..." andiamo in camera si sta facendo freddo" ...stavamo tornando quando uno strano rumore ci fece fermare......ci guardammo e pensando fosse un animaletto ...... rimanemmo di pietra nel vedere una donna......era bellissima........con un sorriso dolcissimo , emanava tristezza, ma forse era per i fatti suoi e noi l'avevamo disturbata......." Scusate Milady......per l'intrusione, forse ci siamo spinte troppo ma il sentiero......non mostrava parti non praticabili...comunque vi porgo i mie omaggi e vi lasciamo ai vostri pensieri....."....presi Elina per il braccio e ripresi la strada per il ritorno......" Elina come abbiamo potuto disturbare la padrona di casa.....incominciamo bene...."
Guisgard
21-02-2013, 20.44.41
“Allora dovete prendere la strada verso i monti, cavaliere.” Disse il capo dei mercanti a Parsifal. “Noi invece proseguiremo verso la costa. Ma siete un bravo giovane e l'onore è stato tutto nostro per avervi conosciuto.” E lo abbracciò con affetto.
La carovana così riprese il suo cammino.
Parsifal allora imboccò la direzione che dava verso le regioni montuose.
Dopo un po', lungo la strada apparve una locanda.
Vi erano diverse persone a sostare lì, sicuramente desiderose di un posto caldo visto il clima che diveniva sempre più rigido.
Guisgard
21-02-2013, 20.54.35
Così Altea attraversò quella porta.
Scese le scale, era un luogo umido e buio.
Sui muri a fatica potevano riconoscersi strani graffiti e misteriose scritte in una lingua a lei sconosciuta.
Erano scritte in rosso, affiancate da quei graffiti che sembravano rappresentare enigmatiche forme.
E Tra queste forme la più ricorrente pareva essere quella raffigurante un occhio.
Ad un tratto udì dei rumori in lontananza.
Poi i suoi occhi, grazie alla torcia che aveva con sé, notarono una flebile luce in lontananza.
Era una stanza in fondo al corridoio.
Guisgard
21-02-2013, 21.01.16
“Beh, siamo in un antico castello” disse Lucius a Clio “e credo sia normale trovare riferimenti ai miti antichi. Entrando, in giardino prima ho intravisto statue in stile romano... perchè ti stupisce tanto questa immagine ora?” Indicando la testa di capra con serpente sulla porta. “Magari ce ne saranno altre che raffigurano altri mostri o draghi.” Poggiò allora la mano contro la porta. “Forse da qui si possono raggiungere le segrete del castello. O, chissà, magari la camera delle torture.” Rise. “Io ho sempre desiderato vederne una!” Ma la sua mano sulla porta la fece cigolare. “Ehi, non è chiusa...” meravigliato Lucius.
Aprì allora la porta di ferro.
“E' buio e non si vede nulla...” guardando dentro “... ma sembra ci siano delle scale... chissà dove si scende da qui...”
Guisgard
21-02-2013, 21.08.18
“Aspettate...” disse all'improvviso quella misteriosa donna ad Elisabeth e ad Elina “... io non sono la padrona di questo castello... i veri padroni non ci sono più... tanti non si trovano più in questa città... e molti altri mancheranno presto...” il suo sguardo, come Elisabeth aveva notato, era triste “... e neanche io ho molto tempo, dunque, vi prego, ascoltatemi... vi hanno fatto venire qui per...”
Ma proprio in quel momento arrivò qualcuno.
“E' molto umido, signore...” fece la governante trovando lì Elisabeth ed Elina “... non state qui... tra breve sarà servita la cena e nel castello i servi hanno da tempo acceso i camini. Così potrete scaldarvi.”
La misteriosa donna, nel frattempo, sembrava essere svanita.
“Prego, venite con me, mie signore.” Aggiunse con cortesia la governante. “Vi accompagnerò dentro.”
Guisgard
21-02-2013, 21.26.40
“Altezza...” disse il Maestro a Talia “... voi siete giovane e non conoscete queste terre. Non siamo a Sygma, dove un re governa affiancato da un consiglio, nel rispetto di una costituzione sovrana accettata anche dai rappresentanti della borghesia. Capomazda, come tutti gli altri ducati di questo regno, è governata da duchi potentissimi, che hanno potere di vita e di morte nelle loro terre e che rispondono di questo loro dispotico potere solo davanti al re o al vescovo. E l'Arciduca capomazdese è il primo fra tutti i duchi. Se Sygma è retta da una monarchia simile ad un principato, Capomazda è invece governata da una dominazione. E al servizio dell'Arciduca ci sono cavalieri tanto nobili quanto forti.”
“In verità” intervenendo l'Arconte Meccanico “io ho sconfitto le loro armate quando ho conquistato questa città.”
“Voi avete sconfitto la retroguardia del loro esercito.” Replicò il Maestro. “Un drappello di fanti arruolati tra i borghesi. Altra cosa è la cavalleria pesante dei Capomazdesi. Io li conosco bene quei cavalieri. Ho l'onore di essere da tempo nelle loro liste di proscrizione. Il loro fanatismo li spinge a confrontarsi in ogni genere di impresa. Sono convinti di essere difesi dal Cielo.” Rise. “Un'altra incongruenza della loro discutibile Fede... un Dio ritenuto Onnipresente, Onnipotente ed Onnisciente che poi mostra debolezze umane, prediligendo alcuni uomini e contrastandone altri...” scosse il capo e poi tornò a fissare Talia “... si, maestà... credo sia bene formare una guardia del corpo per la vostra persona. E quel torneo è il mezzo migliore per farlo. Fidatevi di noi... non è debolezza questa, ma solo lungimiranza. E prima lo faremo, meglio sarà.”
elisabeth
21-02-2013, 21.39.37
Ci fermammo all'istante, la sua voce era limpida come il suono dell'acqua che ci aveva portate li..........ascoltai l'accorato racconto,sino a quando la governante non ci venne alle spalle, premurosa e piena di rispetto.......il camino era caldo e la cena era quasi a tavola............la donna non c'era piu' nessuna traccia di lei......se non fosse stato per la presenza di Elina avrei potuto giurare di aver sognato........" Elina mia cara ma come abbiamo potuto dimenticare..........perdonatemi mia cara, ma e' usanza nel mio paese osservare il digiuno,almeno la sera dell'arrivo e di bagnare il proprio volto in acqua di fonte prima della preghiera........quindi se non vi dispiace dobbiamo tornare alla fontana......scusateci con tutti i commensali......ma e' necessario che il rito venga compiuto...." non so bene cosa disse o cosa penso governante....ma Elina doveva avere freddo e fame......la trasinai con me sino alla fonte......" perdonami Elina ma dobbiamo finire di parlare con la dama.......mi ha messa un'angoscia che non so spiegare......." e cosi' cominciai ad infilarmi tra i cespugli e a chiamarla a bassa voce
Guisgard
21-02-2013, 22.02.45
“Non preoccuparti...” disse Elina ad Elisabeth “... non morirò di freddo o di fame...” ed aiutò Elisabeth a cercare quella misteriosa donna fra i cespugli.
La governante, intanto, era andata via.
Tuttavia quella donna apparsa poco fa, ora sembrava svanita.
“Forse si sarà impressionata in seguito all'arrivo della governante.” Fece Elina.
“Cosa accade, signore?” Arrivando all'improvviso uno dei paggi. “Avete forse smarrito qualcosa?”
“In verità” rispose Elina “poco fa vi era una donna qui.”
“Che donna?” Domandò il paggio.
“Era una donna credo di alto rango.” Fissandolo Elina. “Di nobile portamento. Vero?” Voltandosi poi verso Elisabeth.
“Signore...” sorridendo il paggio “... in questo castello, oltre a voi ospiti, vi sono solo servitori di sua signoria. Non ci sono dame o messeri dell'alta nobiltà. Perdonatemi, ma vi sarete di certo confuse. Forse avete visto da lontano una delle statue. Vedete?” Guardando anche lui nei cespugli. “Non c'è nessuno.”
E proprio in quel momento qualcosa svolazzò via dai cespugli.
“Oh, era Yay...” mormorò il servo “... la civetta meccanica di sua signoria. Forse è stata lei a fare rumore nei cespugli, facendovi così impressionare, signore.”
Risi alle parole di Lucius: "..adesso vorresti vedere una camera delle torture? Oh, santi numi.. ci mancherebbe solo quella... beh, l'atmosfera qui intorno in effetti è abbastanza cupa..".
Ma poi restai immobile a vedere la porta che si apriva, e mi avvicinai per vedere meglio.
La aprii del tutto con una mano, svelando soltanto altra oscurità.
"..Che dici?" dissi poi rivolta a Lucius "..andiamo a cercare la camera delle torture?" ridendo "...faresti meglio a pregare di non vederne mai una, altrochè... ma ormai mi hai incuriosito.. e sai quanto sono curiosa...".
E, così dicendo, entrai nella stanza, feci qualche passo, e cercai di orientarmi in quella oscurità.
"..Che fai, mi lasci andare tutta sola?" dissi voltandomi indietro.
elisabeth
21-02-2013, 23.18.57
Eravamo improvvisamete senza senno......."Elina ma hanno ragione loro......ma come possiamo esserci sbagliate.......sono le statue...noi abbiamo visto ed udito una bellissima statua.......infatti dovrebbe essere quella dietro di voi Elina.......oppure no quella sul vostfo fianco destro.....o magari tutte e due.......gia statue parlanti......e il rumore? Il gufo di sua signoria.......logico......come non averci pensato.....pero'perdonatemi.....noi vogliamo rimanere qui.....torneremo alla nostra stanza per riposare.....piu' tardi.e' vietato ?....."........
Altea
21-02-2013, 23.34.22
Con la torcia mi feci luce in quel tetro corridoio e notai nel muro degli strani segni, avvicinai la fiamma e li toccai...non riuscivo a capirne il significato, l'idioma era a me sconosciuto ma era strano che il loro colore fosse rosso e più volte appariva l'immagine di un occhio. Non potevano essere scritte antiche, la dimora sembrava almeno di recente costruzione..ma un rumore in lontananza mi destò, trasalii e il cuore batteva forte.
Mi voltai subito cercando di mantenere la calma, e subito notai una luce mi avvicinai di più era una stanza da dove proveniva quel bagliore.
Mi trovai davanti la porta...che fare? Presi coraggio...che poteva spaventarmi...avevo una sorella e una antenata annegate per amore in un pozzo di cui si narravano misteriose leggende.
Aprii lentamente quella porta e guardai furtiva dentro.
Talia
22-02-2013, 02.49.22
Mi ero avvicinata alla finestra mentre il maestro George parlava ed ero rimasta in silenzio a fissare quel susseguirsi di monti e valli che segnavano l’orizzonte intorno alla città fortificata, riflettendo.
Quando la voce dell’uomo si spense, nella sala calò il silenzio... un silenzio che ruppi soltanto alcuni minuti dopo...
“E’ un governo assolutistico quello che ci avete appena descritto... dispotico, addirittura! E mi disgusta anche solo pensare di dover concedere il pur minimo margine all’arrogante avanzata di quella stirpe di guerrafondai!”
Tacqui... ed i miei occhi rimasero lontani, sull’orizzonte, ancora per qualche momento.
Infine voltai le spalle alla finestra e tornai a fronteggiarli.
“Va bene!” dissi “Se questo è davvero il vostro pensiero, miei signori... che sia così, dunque! Organizzate quel torneo, se lo ritenete così opportuno, e traetene il vostro campione. A me non interessa: ho piena fiducia in voi e lascerò che siate voi a scegliere per me. Solo una condizione impongo: che questa presenza non tenti di mutare i miei piani e le mie decisioni... non voglio interferenze in ciò che farò e riterrò opportuno di fare... non tollererò obiezioni a nessuna delle mie decisioni!”
Per qualche istante fu il silenzio nella sala... ero certa che non ci fosse bisogno di ribadire ulteriormente quel concetto, lasciai loro soltanto un momento di quel silenzio perché ne comprendessero la gravità.
“Adesso...” tornai poi a dire, in tono più leggero “Mi perdonerete, ma intendo ritirarmi... Maestro, lieta di ritrovarvi! Arconte, buona serata!”
Così dicendo, mi voltai e mi diressi verso il fondo della sala per poi, da sola, raggiungere le mie stanze.
Guisgard
22-02-2013, 03.28.20
Il paggio sorrise a quelle parole di Elisabeth.
“Questo castello” disse “è la vostra dimora per ora e qui siete come padrone. Sua signoria ha messo l'intero maniero e noi tutti al vostro servizio, milady.” Mostrò un lieve inchino. “Molto presto, forse domani, sarete ricevute dal nostro signore. Ora vi auguro una serena serata.” E si allontanò.
“Questo luogo mi piace sempre meno.” Fece Elina. “Troppi misteri, troppe ombre... non so... e poi quella donna... non era una statua e lo sai anche tu... ora cosa hai mente? Se un po' ti conosco e ti conosco, lo sai... tu non tornerai nella stanza se non troverai prima quella donna, vero?”
Ma appena Elina smise di parlare, nell'aria si diffuse uno strano suono.
“Cos'è?” Stupida la donna. “Sembra una specie di corno... ma da dove arrivava?”
Di nuovo si udì quel suono.
Era lento, prolungato, con tonalità incostanti.
“E' il Brasinga.” Ad un tratto una voce. “Quel suono è il Brasinga. Si produce con uno speciale corno cerimoniale. Probabilmente nessuno in questo secolo ne ha mai visto uno.” Era una vecchia servitrice.
Guisgard
22-02-2013, 03.33.23
Altea aprì la porta di quella stanza, ritrovandosi in un luogo non molto ampio e desolato.
Era arredata da un grosso tavolo e due sgabelli, ma ovunque vi erano libri molti antichi.
Al centro del tavolo vi era uno aperto, con un'illustrazione che occupava l'intera pagina.
Era rappresentato uno strano disegno.
Uomini e donne nudi in una grande vasca, attorno alla quale spuntavano piante sconosciute, tutto sotto l'attenta custodia di un grande occhio.
Le parole presenti appartenevano allo stesso idioma che Altea aveva visto nel corridoio.
E proprio in quel momento ella si accorse di un'altra cosa.
Una lunga clamide adagiata su dei libri, con accanto un cappuccio.
Erano entrambi di un colore spento, come un grigio sbiadito, sporco, incerto.
In quella stanza vi era qualcosa.
Qualcosa che rendeva Altea inquieta.
In quella stanza si respirava un misto di apatia, angoscia, ossessione.
Ad un tratto però, come a destarla da tutto ciò, avvertì qualcosa alle sue spalle.
Un ringhio.
Si voltò e vide un molosso che la fissava minaccioso.
Guisgard
22-02-2013, 03.38.55
Lucius non rispose nulla.
Era visibilmente inquieto.
Tuttavia scosse il capo ed entrò, precedendo Clio.
“E' buio pesto...” disse tentando di muoversi in quell'oscurità “... spero non ci siano muri o cunicoli...”
Cominciarono così, anche se a fatica, a scendere alcuni gradini.
Ad un tratto i due giovani udirono qualcosa.
Erano voci sovrapposte, che intonavano strani ed inquietanti canti incomprensibili.
E una luce si vedeva in lontananza.
“Cosa sarà?” Turbato Lucius. “Proviene tutto da quella luce lontana...”
I due allora si avvicinarono, con cautela, a quel chiarore.
Era un arcosolio in muratura, dentro il quale vi era una piccola apertura che dava poi su uno stretto cunicolo sotterraneo.
E da questo arrivavano quei canti.
“Sembra di scendere attraverso delle catacombe...” mormorò Lucius.
Ma la curiosità dei due ragazzi era molto forte.
Così proseguirono, giungendo alla fine dello stretto cunicolo.
Allora si affacciarono in un'altra apertura che chiudeva quell'angusto passaggio e ai loro occhi apparve qualcosa di incredibile.
In un vasto antro sotterraneo, illuminato da decine di torce, stava avvenendo un rituale.
Diverse figure con lunghe clamidi e cappucci stavano raggruppate davanti a misteriose immagini incise nelle pareti rocciose.
E tra queste figure dominava una grande occhio che sembrava fissare tutto quello che lo circondava.
Guisgard
22-02-2013, 03.56.24
“Milady, non abbiate timore per questo.” Disse il Maestro a Talia. “I cavalieri che formeranno la vostra guardia del corpo si occuperanno solo di proteggervi e in nessuno modo provocheranno fastidi alla vostra persona. Di questo non dubitate. Saranno scelti con cura.”
Talia allora si ritirò e subito i due la salutarono con un inchino.
“Sei stato imprudente.” Rivolgendosi il Maestro all'Arconte Meccanico una volta rimasti soli. “Quel maledetto poteva davvero farle del male e per noi è troppo importante la ragazza.”
“Non riesco ancora a capire come sia riuscito a superare i miei controlli quel sicario.” Fissandolo l'Arconte.
“Perchè i nostri nemici sono forti e decisi.” Rispose il Maestro. “Ed è chiaro che vogliono uccidere la principessa. Ella è l'anello più debole. Ed io non voglio più correre rischi.” Si avvicinò ad una finestra e restò a fissare lo spettrale silenzio della notte. “Ti occuperai tu di organizzare il torneo. Domani stesso deve partire il bando e tutto il resto. Chiaro? Io non posso lasciare questo luogo a causa di quell'anatema... affido dunque a te ogni cosa. Ma voglio al più presto dei custodi per lady Talia.”
“Fidatevi di me, Maestro.”
Intanto Talia era ritornata nei suoi alloggi.
Il camino era stato acceso e su un tavolino la principessa trovò del latte caldo con miele e dei pasticcini.
Poi, ad un tratto, dalla tazza calda il fumo cominciò a prendere strane forme...
Un uomo incappucciato le si avvicinò, porgendole un pugnale d'oro.
“Chiunque si avvicinerà alla Vergine Gigliata” pronunciò una voce alle spalle di Talia “sarà trafitto da questa lama sconsacrata.”
Poi dei canti invasero l'aria.
Due ancelle si avvicinarono alla principessa e la condussero davanti ad una vasca di porcellana, colma di acqua calda e intrisa di essenze sconosciute.
La fecero immergere e la lavarono con cura.
“Chiunque poserà gli occhi sulla Vergine Gigliata” ancora quella voce alle spalle della ragazza “dovrà morire.”
Talia aprì gli occhi e si ritrovò stesa sul suo letto.
Era giorno.
Ma quel sogno le aveva lasciato addosso una strana inquietudine.
Ma era stato davvero un sogno?
elisabeth
22-02-2013, 10.54.30
Aveva ragione Elina, non sarei tornata in camera neanche se mi ci avessero portato con la forza......quella donna io doevevo ritrovarla, era vera......non potevo essermela sognata...feci di rimando un inchino al paggio....." Tutto e' molto strano.......ma ho accettato io di venir qui, io mi sono lasciata andare al desiderio di ritrovare chi ha ucciso il mio amore......e questo fara' si che mi prendero' tutte le responsabilita' dovute......" Un'altra voce...un'altra voce di donna, piu' vecchia piu' stanca, mi voltai di scatto e vidi una vecchia serva....ella parlo' e non so dire se lo fece con la consapevolezza che noi fossimo li'..oppure come uno spettro che nella notte vaga e si fermi....." Il Brasinga ?.....e' una cosa che non ho mai sentito, ne qui ne' nel mio paese.....dite che ci sara' una cerimonia ?.....almeno voi....potete dirci chi siete e in che posto siamo qui ?......e tutto cosi' stucchevolmente amorevole e premuroso...ma come farebbe una fiera con la sua dolce preda.....".....all'orizzonte il cielo si rischiarava di luci...non erano forti, erano piccoli puntini argentati...c'era silenzio, non si muoveva foglia e l'aria sembrava..pulita...mi scappo' un piccolo sorriso....cosa pensavo ?...che tutto odorasse di zolfo ?...." Elina .....mi sembra di vivere al di sopra delle parti.....ti ricordi del Bardo che veniva a cantare le sue storie durante le miei notti insonni ?.....ultimamente era svanito anche lui.......tutto cio' che vedo e che vivo...sparisce.....e' la mia tortura cara Elina...anche qui...vediamo cose che poi vanno via..o non sono mai esistite.........bene...Signora..cosa avete da dirci su questo posto da favola..."...
Seguii Lucius in quei cunicoli.
Eppure, quasi non credetti ai miei occhi, non sapevo trovare una spiegazione per quello.
"..Che diavoleria è mai questa?" dissi a bassa voce, temendo che le strane figure potessero sentirci "..Di certo non è la stanza delle torture.. almeno spero.." tentando di abbozzare un sorriso.
Ma in quel momento non avevo molta voglia di scherzare. Osservai attentamente quelle persone, chiedendomi chi potessero essere e che cosa fosse quello strano rituale.
Osservai attentamente l'occhio, cerando di rammentare dove potevo averlo già visto.
Mi avvicinai al mio amico e mi strinsi al suo braccio "..Torniamo indietro, Lucius.. Prima che ci scoprano... Non ci vedo niente di buono..." Sussurrai poi.
Altea
22-02-2013, 15.49.56
Entrai in quella stanza e mi aggirai furtiva e vidi quel libro tra i tanti...aperto, lo toccai, era filigranato e sembrava antico, osservai con cura la immagine, le parole e ancora...l'Occhio...come un Dio supremo che osservava...clemente o inclemente?
Poi i miei occhi si posarono su quella clamide..la presi in mano, ma era del tutto lercia.
Cosa significava tutto questo...ebbi un sospetto ma ad un tratto udii un ringhio e voltandomi vidi un enorme bestia nera, sembrava quasi volesse assalirmi e mi feci scudo con la torcia infuocata, quel molosso indietreggiò..e fu cosi che li lanciai sul capo la clamide. Egli iniziò a divincolarsi, e approffittai per uscire dalla stanza senza prima prendere quel manoscritto aperto e fuggi di corsa nel corridoio prima che egli mi seguisse e azzannasse. Il cuore batteva forte, più correvo e più sembrava quel corridoio non finisse mai.
Salii le scale e chiusi la porta con cura, mi fermai un attimo ansimando e riposi poi la torcia.
Rimasi li per un pò perplessa....e cercavo di capire, nella mia mente si era definito qualcosa di probabile..o forse improbabile. Di per se quella clamide rappresentava il fatto che si svolgevano dei rituali, l'Occhio era qualche simbolo...forse di una setta o una organizzazione segreta? E poi quella strana immagine con quel idioma sconosciuto...forse rappresentava proprio un rituale.
Scossi il capo...effettivamente in giro non vedevo simboli della nostra religione.
Non avevo più intenzione di stare in quella dimora...e magari essere iniziata a chissà quale Dio o setta o strana organizzazione e iniziavo a pensare che i servi erano complici di tutto questo, e ci controllavano ma a quale scopo?
Una grande rabbia si accese in me e vidi un servo arrivare verso di me sorridente, nascosi il libro in un angolo e presi dal muro, dove tante spade facevano bella mostra, un pugnale intarsiato e lo puntai di impeto sul servo, proprio tra lo stomaco e il cuore...."Ora" dissi guardandolo negli occhi con tono serio e minaccioso e premendo col pugnale sulla sua pelle "ci preparerai una carrozza e dirai di portarci dall' Arconte Meccanico poichè la contessa Altea Trevor e soprattutto la baronessa Vivian Mc Lanchester vorrebbero immediatamente conferire con lui, anche perchè il padre della baronessa ha dato ospitalità alla sua delegazione e abbiamo il diritto di uscire e di avere la sua attenzione, come il barone ha fatto con loro" guardai in giro che non ci fossero altri servi.."E non dirai nulla e non ti conviene urlare o ribellarti" premendo sempre di più il pugnale "sono una donna ma mio padre mi ha insegnato a tirare bene di spada e pure tirare con l'arco, ho una mira infallibile e se solo tenti di scappare o chiamare qualcuno in aiuto prendo quella balaustra appesa e conficco una freccia a chiunque oserà ostacolarmi...penso di aver reso bene l'idea" e sorrisi senza nessuna titubanza.
Talia
22-02-2013, 16.11.51
Aprii gli occhi e la poca luce che filtrava dagli spessi tendaggi chiusi bastò a ferirli.
Lentamente mi portai una mano alla testa, a coprire gli occhi e la fronte...
mi sentivo confusa, stordita...
quel sogno...
lo ripercorsi per un momento con la mente...
cosa significava quel sogno?
cosa era avvenuto in quel sogno?
una cerimonia...
un pugnale...
e poi quella voce, quelle parole...
Non sapevo spiegarmelo, ma il solo ripensare a quel sogno bastava per causarmi un vago senso di disagio.
Mi alzai e percorsi tutta la stanza fino al tavolinetto che si trovava dalla parte opposta, presi un bicchiere e mi versai un po’ d’acqua fresca... e tuttavia quella cupa ed indefinita sensazione non scomparve.
Guisgard
22-02-2013, 18.39.55
Capitolo III: La Vergine Gigliata
“La pelle era rosea, d'una morbidezza impareggiabile; gli occhi grandi, neri e scintillanti come diamanti; un naso diritto che nulla aveva d'indiano, labbra sottili, coralline, schiuse a un melanconico sorriso che lasciava scorgere due file di denti d'abbagliante bianchezza; una opulenta capigliatura d'un castano cupo, fuligginoso, separata sulla fronte da un mazzetto di grosse perle, era raccolta in nodi e intrecciata con fiori di sciambaga dal soave profumo.”
(Emilio Salgari, I misteri della Jungla Nera)
Ad un tratto qualcuno bussò e destò Talia da quei pensieri inquieti.
“Altezza...” disse una servitrice “... il Maestro George chiede di potervi parlare...” e mostrò alla ragazza un pendaglio.
Era d'oro e nel mezzo vi era incastonata una pietra coloro ghiaccio.
“E' un dono per voi, da parte sua...” e la serva uscì.
Ma nel fissare quel pendaglio, Talia cominciò ad avvertire dei capogiri.
Il pendaglio oscillava, lasciando misteriosi riflessi da quella pietra color ghiaccio.
“E' un portafortuna...” fece una voce “... segui sempre la sua oscillazione... ti guiderà nel giusto...”
Nel frattempo alcune ancelle la stavano spogliando, per poi farle indossare una clamide sottile.
Infine adagiarono un leggero cappuccio sul suo capo.
“Sei la Vergine Gigliata...” disse quella voce che non smetteva di far oscillare il pendaglio “... ed i tuoi fratelli ti stanno attendendo da secoli... grazie a te potranno tornare dall'oblio in cui erano stati imprigionati... grazie a te schiacceremo i nostri nemici...”
Allora Talia fu condotta attraverso un breve corridoio su un piccolo pulpito.
Davanti ai suoi occhi apparve una vasta basilica, fatta di marmi preziosi, colonne di porfido rosso, pareti incrostate d'oro e d'argento.
E poi avori pregiati, mosaici aurei con enigmatiche raffigurazioni e statue dalle fattezze indefinite.
La vasta navata era piena di figure incappucciate che cantavano e in fondo, nell'abside, era raffigurato un gigantesco occhio.
“Questi sono i tuoi devoti, Vergine Gigliata...” avvicinandosi a lei quella misteriosa voce “... e ti sono fedeli fino alla morte...” le mise al collo quel pendaglio “... e ora che sei qui, tutto può avere inizio... suonate il Brasinga.” Ordinò ai suoi.
Suonò allora un corno e tutto cominciò.
E oscuri rituali presero forma, accompagnati da canti in una lingua sconosciuta agli uomini di questo secolo.
Talia partecipò a tutti quei riti con vaghe e sconosciute sensazioni nel cuore.
Alla fine, quando tutto terminò, si ritrovò in una vasta cripta.
Era ancora abbigliata con quella clamide.
“Salute a te, o Vergine Gigliata.” Entrando qualcuno nella cripta.
Era il Maestro George che la fissava.
http://ocdn.eu/images/pulscms/MWM7MDMsMjA4LDAsMCwx/1b05b406bfeb7f52c5f478563333c55d.jpg
Guisgard
22-02-2013, 18.45.07
La vecchia servitrice fissò Elisabeth.
“Il Brasinga” disse “è... o forse dovrei dire era, il corno cerimoniale di un'antica confraternita giunta qui dall'estremo Nord secoli fa. Il corno suonava quando la confraternita si riuniva in notti non diverse da questa appena passata.” Infatti l'aurora aveva fatto la sua comparsa. “I suoi adepti si facevano chiamare Illufestati, ossia gli infestati di illuminismo. Si ritenevano infatti illuminati da una verità assoluta, capace di liberare gli esseri umani dalle catene imposte loro dall'ignoranza e dalla superstizione. Adoravano un misterioso idolo pagano, ossia la personificazione della Ragione e della Libertà umana. Ma i loro costumi e il loro modo di vivere, ritenuto dalla nobiltà lascivo e deplorevole, attirò su di essi l'astio della Chiesa. Così, i potenti signori cattolici cominciarono una vera e propria Crociata contro gli Illufestati, che battezzarono subito come infestati di Illusione.”
“E cosa accadde loro?” Chiese Elina.
“Furono sterminati dai cavalieri del re.” Rispose la servitrice. “Mentre il Clero mandò in queste terre i suoi sacerdoti per strappare i fanciulli e le fanciulle alla propaganda degli Illufestati.”
“Allora” stupita Elina “come abbiamo fatto ad udire quel corno? Voi stessa avete detto che è scomparso da secoli!”
“Era il vento.” All'improvviso una voce. “Il sibilo del vento e null'altro.” Era la governante. “Talvolta, percorrendo la selva di Gothiaburgo, il vento diviene lamento. E' un effetto che si genera al suo passaggio nella fitta vegetazione.” Fissò la vecchia servitrice. “Ora smettila di turbare i nostri ospiti con le tue sciocche storie. Va nelle cucine e da una mano agli altri servi.”
La servitrice obbedì ed andò via.
“Perdonatela, mie signore.” Rivolgendosi poi la governante ad Elisabeth e ad Elina. “E' vecchia e non è più molto lucida. Sua signoria è un uomo generoso e non ha voluto mandarla via. Così ne sopportiamo le sue manie.” Sorrise. “Ora perdonatemi, ma devo tornare alle mie mansioni. Buona giornata.” E andò via.
Guisgard
22-02-2013, 18.49.53
Quel servitore fissò Altea stupito.
“Milady...” disse “... non comprendo... non capisco cosa intendiate dire... però non abbiate timore, vi condurrò da sua signoria... saprà egli sciogliere ogni vostro dubbio... prego, seguitemi...” così condusse la ragazza attraverso uno stretto corridoio.
Ma da una piccola feritoia laterale avvolta nell'oscurità, qualcuno vide quella scena.
Allora con una sottile cerbottana soffiò verso Altea.
Questa sentì subito un pizzichino al collo.
“Sono gli insetti...” voltandosi il servo verso di lei, dopo essersi accorto che la ragazza si massaggiava il collo “... ce ne sono molti qui...” e sorrise.
Ad un tratto Altea cominciò a sentire strani rumori alle sue spalle.
Erano dei latrati.
Si voltò e vide decine di molossi che correvano verso di lei.
Capì di essere perduta.
E dalla paura perse i sensi.
Di colpo poi aprì gli occhi e si ritrovò nella sua stanza.
“Altea...” era Vivian accanto al suo letto “... Altea, mi senti? Come stai?” E le accarezzò il viso. “Sei uscita dalla stanza ieri... e poi forse hai avuto un capogiro... hai perso i sensi e i servitori ti hanno trovata nel cortile, per poi portarti qui...”
Guisgard
22-02-2013, 19.00.06
Quello spettacolo aveva ammutolito Lucius.
“Si...” disse quasi balbettando “... meglio andare via da qui...” ma mentre si allontanavano, lui con un piede fece scivolare in basso del pietrisco, che cadde nell'antro sottostante, dove stava avvenendo quel misterioso rituale.
Allora tutti quegli uomini incappucciati si voltarono verso di loro.
“Prendeteli!” Gridò uno di quelli.
“Presto, Clio!” Urlò Lucius.
E corsero via.
Ma quegli uomini subito si lanciarono ad inseguirli.
Poi, uno di quelli prese una sottile cerbottana e Clio sentì una leggera puntura sul collo.
Intanto lei e Lucius correvano verso l'uscita di quel cunicolo.
E finalmente la raggiunsero.
Ma mentre stavano uscendo, Clio vide una torcia staccarsi dalla parete.
Cadde sul suo vestito e subito la ragazza fu avvolta da fiamme.
Il fuoco in breve consumò i suoi vestiti e poi cominciò ad attaccarsi alle sua pelle.
Clio allora vide le sue carni cuocersi e poi aprirsi.
Il suo bellissimo volto era ormai sfigurato.
Sentiva le fiamme che ardevano forte e la voce di Lucius che gridava.
E mentre il suo corpo si consumava, un pensiero, disperato, la raggiunse.
Sotto le mura del castello vi era il fiume.
L'unica salvezza era saltare giù.
Era infatti vicina ad uno dei camminamenti delle mura, pronta a saltare da quell'immane altezza.
Ma proprio in quel momento sentì qualcosa afferrarle il polso.
Era una mano.
“E' un'allucinazione!” Disse qualcuno. “E' solo un'allucinazione!” La schiaffeggiò per farla destare. “Non pensare a ciò che vedi! Pensa al tuo nome! Pensa al tuo ragazzo, alla tua casa!”
Ad un tratto le fiamme svanirono.
La sua pelle ed i vestiti erano intatti.
Un attimo dopo vide un volto accanto a sé.
“Credo sia passato...” era il misterioso Fornò “... si, credo che quelle allucinazioni siano svanite...”
“Clio!” Avvicinandosi a lei Lucius. “Come stai? Cosa ti è accaduto? Eri come impazzita!”
E Fornò la fissava ora in silenzio.
Sbattei le palpebre, ansimando, tentai di calmare il respiro.
Mi portai le mani al volto e sentii la pelle liscia sotto di esse.
Chiusi gli occhi e sospirai, incapace di proferire parola.
Guardai Fornò e poi Lucius, poi ancora Fornò.
Lanciai una rapida occhiata al camminamento, e al baratro sotto di esso. Rabbrividii.
Dovevo dire qualcosa, sapevo di dover parlare, ma era come se le parole mi si fossero bloccate in gola.
Mi rialzai lentamente, cercando di pensare a quello che era successo.
Come potevo distinguere la verità dall'allucinazione?
"..io.." Dissi con un filo di voce "..andavo a fuoco..".
Non riuscivo a spiegare con parole più appropriate quello che mi era accaduto.
Guardai Fornò, e mi inchinai rispettosamente.
"..Sire, vi devo la vita... Come potrò mai ringraziarvi?" Lo guardai negli occhi e ripensai allo sguardo gelido che mi aveva rivolto nella carrozza.
Decisamente era l'ultima persona da cui mi sarei aspettata un gesto simile.
Altea
22-02-2013, 20.04.44
I raggi flebili dell' Aurora mi svegliarono come una carezza...per un attimo rimasi immobile nel letto poi mi voltai e vidi il dolce viso di Vivian che mi guardava preoccupata e la sua bocca che pronunciavano quelle parole.
.."Nel giardino..mi hanno trovata nel giardino priva di sensi?" dissi a Vivian, poi come se quelle parole fossero un sonoro schiaffo mi ridestai e ricordai tutto quello che era successo...sia nel seminterrato e nel corridoio..quello strano pizzicore al collo e quelle bestie nere.
Piano mi alzai, la testa girava ancora ma c'era solo un modo per dare conferma a tutto ciò, lentamente aprii la porta e senza farmi notare camminai fino a quella porta e infatti con stupore, lo trovai proprio dove era nascosto....il libro preso nel seminterrato.
Che era successo allora...e chi mi aveva portato nel giardino? Tutto questa dava conferma ai miei sospetti, che i servi erano a conoscenza di tutto e che qualcosa di strano era successa la notte prima.
Presi il libro e lo portai con me in camera, feci cenno a Vivian di non preoccuparsi..."Comunque Vivian, non penso proprio potrai vedere la tua festa delle Mele, noi siamo qui prigionieri e non ne sappiamo il motivo, l'Arconte Meccanico avrebbe potuto venire qui e darci il benvenuto, non pensi? Come gli uomini educati fanno con gli ospiti...ma tu non preoccuparti, ci penso io...a costo di scalare quella torre che svetta e scenderci, sono bravissima sai...oppure chissà verrà a salvarti il tuo Chevalier de Lyes?" e le feci l' occhiolino. Vivian non doveva sapere nulla di tutto questo, ella era troppo sensibile e inoltre mi sentivo in colpa per averla portata fino quel posto.
Iniziai a sfogliare distrattamente quel libro..una cosa era certa. Quel palazzo celava misteri ed era difficile scovarli, l'unica possibilià era uscirne ma come??
Parsifal25
23-02-2013, 00.21.14
Il saluto scambiatoci.....sentivo che era puro e sincero, quanta cordialità e affetto è possibile trarre da una persona estranea. Pensai':
"Fortunatamente......non tutto è perduto....". Poco dopo, traversai' il primo tratto di montagna e mi accorsi che il clima stava cambiando, osservai' il cielo e dalla disposizione delle nuvole capi' che questa strada era soggetta a molte nevicate.
Prosegui' verso l'interno e cominciai' a d avvertire la rigidità dell'area......iniziava a far freddo......era tempo di fermarsi, per mia fortuna una locanda era lì.....
"Dio ti ringrazio......hai visto caro amico, adesso potrai' riposare un po'.....". Scesi da cavallo ed entrai' nella locanda, vi era gente a fiotti chissà se vi erano ancora stanze libere.
Mi avvicinai' all'oste e chiesi:
"I miei saluti messere, volevo chiederle se vi era posto per la notte ed un pasto caldo da gustare. Domani.....mi attende un lungo viaggio....."
elisabeth
23-02-2013, 01.09.08
I racconti affascinano perche' possono prendere formanella mente umana......non sempre dandoleuna grande verita'....ma quel suono era reale e l'anziana donna non parlava con gli occhi di chi vaneggiava.....nel mio paese gli anziani avevano tutto il rispetto....che si poteva dare ad una persona di grande rispetto.....lascai che le donne andassero via....." Elina...mi hai insegnato che quando un anziano parla...i suoi occhi diventano di lacrima se e' la verita' che dice e io....nei suoi occhi hovistoun fiume di lacrime.....oltre la siepe c'e' il muro di cintae il suono proviene da oltre il muro..ti chiedo troppo se ti chiedessi di saltarlo ?...."...andai dietro la siepe....e vidi il muro...era alto ed invalicabile.....ma quando ero una ragazzina avevo imparato che nulla e' impossibile...e cominciai cosi' a cercare un lato debole o valicabile....poggiando le mani alcune pietre sembravano stranamente malmesse...e cominciai a staccarne le pietre non senza l' aiuto di Elina....mi sembro' di vedere oltre.....era l'altro lato del maniero?...
Guisgard
23-02-2013, 02.15.53
Clio si era ripresa.
La sua pelle ed i suoi abiti erano intatti.
Poco distante vi era il camminamento delle mura, dal quale si poteva vedere un baratro profondo diversi metri.
“Clio...” disse Lucius ancora visibilmente stravolto per l'accaduto “... Clio... eri come impazzita... e volevi lanciarti nel fiume da quassù...”
“Eravate in preda a qualche allucinazione” fece Fornò “e decisa a lanciarvi dalle mura del castello.” Il suo sguardo era gelido e distante, come se l'accaduto non avesse suscitato alcuna sensazione in lui.”
“Allucinazioni?” Ripetè incredulo Lucius.
“Si, allucinazioni.” Fissandolo il misterioso re di Brulandia. “Avete presente? Sono una specie di visioni. Immagini irreali che tuttavia ci appaiono vere.”
“So cos'è una allucinazione!” Risentito Lucius.
“Mi fa piacere per voi.” Con indifferenza Fornò.
“Ma da cosa sono state prodotte queste allucinazioni?”
“Invece di star qui a fare sciocche domande” mormorò Fornò “vi consiglio di riaccompagnare la vostra ragazza in stanza. E la prossima volta che deciderete di passeggiare al chiaro di Luna, accertatevi di farlo in un posto sicuro.” Fissò Clio. “Non voglio i vostri ringraziamenti. Comunque non riuscireste mai a sdebitarvi con me.” E si allontanò, per poi svanire nel primo Sole di quella mattina.
“Ma che tipo arrogante...” borbottò Lucius “... comunque su una cosa aveva ragione... meglio tornare in stanza. Devi riposarti.”
E riportò Clio nella sua camera.
Poco dopo si udirono alcune trombe e poi voci festanti.
Nel castello arrivò una sontuosa carrozza.
Era quella dell'Arconte Meccanico.
Guisgard
23-02-2013, 02.28.28
Altea, per trovare conferma dei suoi ricordi, scese di nuovo fino a quella porta di ferro, recuperando così il libro visto la notte prima.
“Queste tue parole mi inquietano, Altea...” disse Vivian visibilmente turbata per quello strano comportamento di Altea “... mi vuoi dire perchè sei uscita stanotte? E perchè ora sei andata a prendere questo libro? Insomma, voglio capire il perchè di questi tuoi strani comportamenti!”
Altea nel frattempo aveva cominciato a sfogliare distrattamente quel libro.
Ma con suo grande stupore si accorse che ora le sue pagine apparivano diverse.
Quelle misteriose illustrazioni non c'erano più e neanche quello sconosciuto idioma.
Era un normalissimo libro in cui erano registrate le entrate e le spese del castello.
Con aggiunte e note riguardanti l'amministrazione e i lavori di ristrutturazione.
“Allora?” Fissandola Vivian. “Ti interessano ora i registri di questo castello?”
Forse Altea aveva sognato davvero?
Forse aveva perso i sensi e poi fatto quell'incubo?
Ma proprio in quel momento si udirono alcune trombe suonare a festa.
Seguirono poi voci che accoglievano con entusiasmo una carrozza appena giunta al castello.
Era quella dell'Arconte Meccanico.
Guisgard
23-02-2013, 02.40.58
Elisabeth scostò alcune pietre malmesse dal muro, aprendo così una piccola breccia nelle murature del castello.
E da lì vide cosa circondava il maniero.
Una sterminata selva, nel cui ventre scorreva il fiume che fungeva da barriera e nello stesso tempo prigione.
Nessuno poteva avvicinarsi e nessuno poteva lasciare quel luogo senza permesso.
Infatti le mura erano alte e tentare di scavalcarle equivaleva ad un suicidio.
“In nome di Allah...” disse Elina “... allontaniamoci da qui... oltre queste mura c'è un salto di decine di metri...” prese allora per un braccio Elisabeth e si allontanarono di qualche passo.
Ad un tratto le due donne udirono qualcosa.
Erano delle trombe e provenivano dal cortile.
Il ponte levatoio del castello fu calato ed una carrozza entrò.
Si fermò poi in mezzo al cortile e diversi servi accorsero ad accoglierla.
Da essa scese un'austera figura avvolta in un lungo mantello nero.
Il suo portamento era fiero e tutti si prostravano davanti a quella.
Era l'Arconte Meccanico.
Guisgard
23-02-2013, 02.52.39
Parsifal raggiunse così la locanda.
Si trovava lungo la strada isolata, ma appariva accogliente.
Al suo interno un grande camino scaldava un vasto ambiente.
Qui, seduti ai tavoli, vi erano diverse persone.
Perlopiù viaggiatori.
“Salute a voi, cavaliere.” Disse il locandiere a Parsifal. “Certo, ho per voi una comoda stanza e se prendete posto ad uno dei tavoli liberi vi servirò un pasto caldo e del buon vino.”
Accompagnò così ad un tavolo il giovane cavaliere.
Poco dopo gli servì un piatto di minestra, accompagnato da pane e formaggio.
Aggiunse poi una piccola brocca di vino rosso.
“E' buono, cavaliere.” Indicando il vino il locandiere. “E' quello della casa. Vi auguro buon appetito.” E si allontanò.
Nella sala vi erano, come detto, molte persone.
Viaggiatori, commercianti, contadini, pastori e zingari.
Ad un tratto Parsifal si accorse di essere come spiato.
Infatti ad un tavolo non distante dal suo vi erano quattro uomini che continuavano a fissarlo.
Parsifal25
23-02-2013, 19.12.55
L'accoglienza fu delle migliori, il locandiere senza indugio mi disse che vi era una stanza per riposare......
L'aria che si respirava era molto familiare......sembrava che tutti i viandanti si conoscessero l'uno con l'altro, tutto era nella norma.....tranne che un piccolo problemino:
il tavolo di fronte ospitava quattro persone che mi fissavano, i quali non battevano ciglio nell'allontanare lo sguardo. Consumai' il mio pasto e mi diressi verso l'oste e gli chiesi:
"Messere, è possibile sapere chi sono gli uomini laggiù?". Era meglio rimanere concentrati, non si poteva mai sapere.
Altea
23-02-2013, 22.14.28
Un incubo o una allucinazione??....Il mio sguardo fisso su quel libro che segnava solo parole e numeri...guardai Vivian sbigottita, aprii la porta e lo riposi sopra un mobile...ma che era successo???
Ad un tratto sentii degli squilli di trombe, i servitori si muovevano frenetici finchè una carrozza giunse in giardino..era arrivato l' Arconte Meccanico.
Rientrai in camera..."Vivian, presto, è arrivato l' Arconte e noi dobbiamo essere presentabili come si conviene a una dama del nostro rango, come i nostri genitori ci hanno insegnato. Presto indossiamo uno dei migliori abiti...e mi raccomando, o stiamo zitte e parliamo solo quando ci interpella lui o mostriamo la più assoluta spontaneità..e dimentichiamo tutto ciò che è accaduto fino ora".
Iniziammo a prepararci in fretta...indossai un bel vestito di seta turchese con pizzo bianco, mi guardai allo specchio e mi spazzolai i capelli e li raccolsi in una mezza coda cinta da una spilla dorata che lasciava cadere parte dei lunghi capelli biondi lateralmente su una spalla...."Vivian...non dimentichiamoci, come ci hanno detto di indossare lo stemma del casato quando si incontra una persona importante" e cosi mi puntai al petto una spilla con il simbolo del mio casato ovvero una aquila con una spada laterale, e l'aquila in bocca teneva un ramo di alloro.
Poi il mio sguardo ricadde sulla collana, trattenni una lacrima e presi in mano il ciondolo, il rosso del rubino risaltava sulla pelle candida e sul colore del vestito...e vicino a quel ciondolo vi era un piccolo simbolo, quasi un emblema a me sconosciuto e di cui non avrei mai conosciuto il significato.
Guardai Vivian..."oh si...so a cosa stai pensando..ma io non potrò mai amare nessun altro più" e sospirai lasciando quel ciondolo.." e ora usciamo da qui e andiamo nel salone e aspettiamo che l'Arconte Meccanico ci dia udienza".
Uscimmo dalla stanza e ci sedemmo aspettando silenziosamente e con ansia perchè...chissà...forse potevamo uscire da quel posto.
elisabeth
24-02-2013, 19.18.01
Dopo le mura solo un volo....non c'era nulla...elina mi tiro' via e come si fa con i bambini...si finisce di dargli retta...e si portano in un luogo sicuro...non senza dovere ascoltare tutte le sue manifestazioni di non approvazione....eravamo nei pressi del portone che portava alle nostre stalle, quando il portone si apri' e una carrozza scese da essa......un unomo, buio..buio come la notte ....il suo abbligliamento mi colpi' era uguale alla morte........ogni persona si inchinava al suo passaggio...io ed Elina rimanemmo sulle scale del palazzo...." Elina...guarda abbiamo ospiti, nella gente incute paura...non rispetto...e questo non e' un buon segno.....pensi che e' lui il Signore di questo posto ?......nonmi piace proprio....".....cosi' salii i gradini che ci avrebbero portato nella nostra stanza
Guisgard
25-02-2013, 01.20.26
Il locandiere gettò uno sguardo nella direzione indicata da Parsifal, dove si trovava il tavolo di quei quattro uomini.
“Credo siano contadini, cavaliere.” Disse. “Lo si vede dai loro abiti. Probabilmente vengono dal fondovalle. Ma non temete, non vi daranno alcun problema. Sono un po' rozzi, ma brava gente infondo.” Diede allora ordine al suo figliolo di accompagnare Parsifal al piano di sopra, dove si trovava la sua stanza.
Lì il cavaliere avrebbe potuto riposare.
Ma appena il figlio del locandiere uscì, qualcun altro apparve sulla soglia.
Erano i quattro uomini che Parsifal aveva visto giù.
“Perdonate, messere...” fece uno di quelli “... abbiamo notato il vostro portamento e poi la corazza che indossate... siete di certo un nobile cavaliere...”
“Noi non vogliamo recarvi noie, messere...” intervenne un altro dei quattro “... ma in giro si dice che i cavalieri sono al servizio dei più deboli e così noi...”
“Siamo intenzionati a pagare i vostri servigi, sia ben chiaro...” prese a dire un altro ancora di loro.
Guisgard
25-02-2013, 01.30.02
Anche Vivian, seguendo l'esempio di Altea, si preparò al meglio per quell'incontro.
Finalmente il misterioso Arconte Meccanico era giunto al castello.
Passarono alcuni lunghi minuti, durante i quali le due ragazze avvertirono l'ansia crescente per quell'incontro.
“Secondo te” disse all'improvviso Vivian “quell'Arconte Meccanico è una specie di mago? Voglio dire... come fa a conoscere cose di persone di cui ignorava persino l'esistenza? E poi cosa davvero può donare a coloro che ha chiamato in questo luogo? Tu, per esempio... tu cosa ti aspetti di avere da tutta questa storia, Altea?”
Altea
25-02-2013, 01.40.24
Ad un tratto quella domanda di Vivian che mi tartassava la testa da tempo..."Mago??" risi benevolmente per la domanda di Vivian.."no, non lo è, forse ha mandato qualcuno a Camelot per sapere qualcosa di noi, chissà forse tuo padre saprebbe darci la risposta a questo quesito, visto ha ospitato i suoi uomini no?..certo è Vivian che qui succedono cose alquanto strane e secondo me è una persona che ha potere sugli uomini, questi servi sembrano come in stato di trance al suo servizio, ma ancora non sono riuscita a capire come".
Pensai a quella allucinazione...o al fatto veramente avvenuto..e se fosse veramente presente una specie di strana confraternita che guida il Principato di Sygma?
Mi rabbuiai un attimo poi presi la mano di Vivian...."Cosa sogno di trovare in questo viaggio?...la perduta felicità, volevo solo svagarmi e allontarnarmi dai posti che mi hanno fatto cosi male...qualunque cosa possa accadere voglio che la mia vita abbia una svolta e sia finalmente serena e priva dei fantasmi del passato."
Restai ammutolita a guardare Fornò che si allontanava, e mi lasciai condurre da Lucius nelle nostre stanze.
Il ghiaccio nella voce e negli occhi del misterioso re era ricomparso immediatamente, ma non potevo fare a meno di ricordare il tono con cui mi aveva parlato, un tono completamente diverso.
Mi chiesi cosa si celasse dietro quella coltre di arroganza e disprezzo.
Le sue parole mi risonavano nella mente, mentre varcammo la porta dei nostri alloggi.
"..Già.. ma guarda un po'.." dissi pensierosa.
D'un tratto, scoppiai a ridere fragorosamente e guardai Lucius, poco distante da me.
"..Non hai sentito quello strano tipo? A me ha detto di pensare al mio nome, al mio ragazzo e alla mia casa, a te di riportare la tua ragazza in camera..." risi di nuovo ".. ci ha preso per due innamorati... chissà magari in fuga dalle nostre famiglie contrarie al nostro amore..".
Mi abbandonai ridendo sul grande letto, nella stanza che avevo scelto, ero stanchissima. Non solo non avevamo chiuso occhio per tutta la notte ma non riuscivo a ricordare l'ultima volta in cui avevo mangiato qualcosa.
Ma poi, un suono mi destò.
Corsi alla finestra e vidi una carrozza irrompere nel giardino. L'arconte meccanico era arrivato.
"..Oh, caro.. guarda un po'... a quanto pare il nostro soggiorno qui non durerà poi molto.." con un sorriso.
Mi guardai, la corsa e l'esplorazione avevano reso il mio bell'abito decisamente impresentabile.
"...Dammi cinque minuti e sono pronta..." dissi chiudendo la porta della mia stanza.
Mi preparai in fretta, indossando un abito di velluto rosso con inserti bianchi e oro. Scelsi un gioiello non troppo vistoso, mi acconciai i capelli con cura, e mi buttai sulle spalle un prezioso mantello che ben si intonava col vestito.
"..Eccomi.." dissi a Lucius, varcando la soglia ".. sono pronta, possiamo andare.. vediamo un po' che cosa ha da dirci questo misterioso arconte.. voglio proprio sapere che ne sa lui di Leonard, della storia del manoscritto, e di me, soprattutto...".
Guisgard
25-02-2013, 01.49.26
E mentre Altea parlava a Vivian, si avvicinò alle due una servitrice.
“Sua signoria chiede di vedervi, mie signore.” Disse. “Vi prego di seguirmi. Vi condurrò da lui.”
Così accompagnò le due ragazze attraverso l'ala del castello, fino a condurle in una vasto salone.
Era pieno di statue di legno, ciascuna incisa con valente maestria.
Raffiguravano strane ed inquietanti figure sconosciute alle due ospiti del castello.
Ad un tratto si aprì una porta laterale ed entrò una donna.
Aveva lunghi capelli scuri ed indossava un abito formato da vari veli intrecciati e legati attorno al corpo, stretti con spille e diademi.
In mano aveva una coppa di porcellana.
Dentro vi era un liquido rosso e vischioso.
“Salute a voi, mie signore.” Sorridendo ad Altea e a Vivian.
Altea
25-02-2013, 02.01.05
E fu cosi che l'atteso momento arrivò...seguimmo la servitrice lanciandoci sorrisi che significavano speranza di poterci riappropiare delle nostre vite.
Entrammo in un grande salone, ci guardammo attorno, osservai con cura quelle statue di legno pregiato ma non ne capivo il significato quando d'un tratto, una donna di una bellezza disarmante entrò da una porta laterale e alzò il calice in segno di saluto..lanciai una occhiata a Vivian facendole capire di non dire nulla.."I miei omaggi a voi milady" con un leggero inchino "io sono la contessa Altea Trevor e la mia amica è la baronessa Vivian Mc Lanchester, ma forse sua Signoria, l'Arconte Meccanico, ci conosce già visto ci ha dato...questa gradita ospitalità".
Scrutai quella donna, chi mai poteva essere...non certo la consorte, un uomo del suo rango non avrebbe mai potuto farsi precedere dalla moglie.
Sfoderai un fasullo sorriso...era come dissi a Vivian, tutto doveva sembrare il più naturale possibile eppure mi sentivo sotto pressione.
Guisgard
25-02-2013, 02.03.00
Ad un tratto, qualcuno bussò alla porta della stanza di Clio e di Lucius.
“Salute a voi...” entrando una servitrice “... sua signoria è giunto al castello e chiede di vedervi. Prego, seguitemi... vi condurrò da lui.” E li accompagnò attraverso i gradini che davano alla corte principale.
Da qui arrivarono ad una grande sala.
In essa vi erano molti specchi, di varie forme e dimensioni.
Alcuni erano deformati, altri addirittura rotti.
La luce che penetrava dalle bifore si rifletteva su di essi e per via della loro irregolarità generava strani effetti.
Ad un tratto una porta laterale si aprì ed entrò una ragazza.
Aveva capelli ricci e nerissimi ed indossava una lunga tunica di un blu cobalto, stretta in vita da un nastro bianco.
In mano recava due lunghe fasce colorate.
“Salute a voi.” Fissandoli con un sorriso.
Guisgard
25-02-2013, 02.11.59
La donna sorrise a quelle parole di Altea.
“I nomi qui” disse “non contano nulla. E neanche i luoghi da dove arriviamo. Ad essere importante è il luogo che invece ci attende. E la ragione che ci spinge a raggiungerlo.”
Vivian la fissò sorpresa.
“Non è forse una degna metafora per descrivere la vita?” Aggiunse, per poi ridere. “Ma ditemi... cosa cercate? Perchè siete giunte qui a Sant'Agata di Gothia?”
Seguimmo la servitrice per scale e corridoi del maniero che ci ospitava.
I miei pensieri cominciarono a vagare, inquieti, alla ricerca di speranze, aspettative, timori.
Giunti nella sala mi guardai attorno, e un brivido leggero mi attraversò la schiena, c'era qualcosa, qualcosa di inquietante in quella stanza, ma probabilmente era solo la strana atmosfera generata dagli specchi.
D'un tratto però una donna ci venne incontro e ci salutò.
Mi soffermai, scioccamente, ad osservare la raffinata semplicità del suo abito.
Ma poi la mia attenzione fu catturata dalle due lunghe fasce che teneva in mano, mi chiesi a cosa potessero mai servire.
"..Salute a voi, Milady.." dissi con una riverenza formale.
Di norma, mi sarei presentata, ma considerando il fatto che l'Arconte Meccanico si vantava di conoscere il mio nome e i miei segreti, decisi di non farlo.
"..Ci è stato riferito che sua signoria desiderava incontrarci.." non sapevo se stavo formulando una domanda, o una timida affermazione, ma i miei occhi, cordiali e gentili erano fermi e decisi.
In quel momento, sentendo il respiro e la presenza di Lucius accanto a me, ringraziai di non essermi imbarcata in quell'avventura da sola.
Altea
25-02-2013, 02.22.47
Fissai lo sguardo pure stupito di Vivian..."Milady, forse avete ragione ma se noi dimenticassimo il nostro nome e il luogo da dove proveniamo non avremmo nemmeno più una nostra identità, non pensate?" continuando con un sorriso cortese...chiedendomi chi si celasse dietro quella figura misteriosa "Ma avete pure le vostre ragioni, anche ciò che ci riserva il futuro o il luogo che ci attende nel futuro ha una sua importanza..e questo può essere solo il fato a deciderlo penso non noi. Personalmente mi trovo qui a Sant'Agata di Gothia" facendomi seria "proprio per dimenticare il passato..certo la morte di una sorella non si può dimenticare ma si può lenire e accettarla con consapevolezza e poi per dimenticare..una persona che mi ha tradita e avere più fiducia nelle persone. Mentre la mia amica Vivian...ella cerca la felicità e forse pure un cavaliere."
Osservai quelle statue, ma forse era meglio non chiedere nulla..solo rispondere e basta.
Guisgard
25-02-2013, 06.03.06
Elisabeth ed Elina ritornarono così nella loro stanza.
“Si, credo che sia lui il signore di questa città...” disse Elina “... tutti si prostravano davanti a lui... possedere il potere non è sempre un male... il problema è capire come lo si è conquistato questo potere...” restò a fissare la carrozza nel cortile “... ma piuttosto...” continuò “... chi sarà davvero questo Arconte Meccanico? Perchè conosceva il tuo nome? E cosa vuole da te?”
Ma proprio in quel momento qualcuno bussò alla loro porta.
“Mie signore...” entrando una servitrice “... seguitemi, prego... sua signoria chiede di voi.”
E condusse così le due donne attraverso un lungo corridoio, fino a raggiungere una grande sala.
Questa era arredata con imponenti mobili di noce, candelabri d'ottone, dipinti raffiguranti battaglie e manufatti di curiosa produzione adagiati qua e là.
Ma soprattutto erano i libri che sembravano dominare in quel luogo.
“Sua signoria giungerà tra breve.” Fece la servitrice.
Ed uscì.
Un attimo dopo nella stanza entrò una giovane donna.
Aveva i suoi lunghi capelli neri raccolti in una treccia stretta con fermagli d'agata.
In mano recava un grosso libro.
Lo aprì ed Elisabeth ed Elina si accorsero che esso aveva tutte le pagine bianche.
“Salute a voi.” Sorridendo quella giovane donna.
Talia
25-02-2013, 16.38.30
Battei le palpebre ed osservai il maestro George avvicinarsi a me...
ero confusa...
rammentavo esattamente ciò che era accaduto fino a quel momento, eppure ero pervasa da una stana sensazione al ricordo... la medesima sensazione che si prova rammentando un sogno, qualcosa del quale non si è stati né completamente attori e né completamente spettatori... qualcosa di cui non si sa definire i contorni e che non ci sappiamo spiegare...
Esitai.
Poi lentamente il mio sguardo si abbassò ad osservare quella clamide che indossavo, le mie dita sfiorarono quel ciondolo che avevo al collo, gli occhi vagarono per la vasta cripta fino a giungere sul volto sereno e tranquillo dell’uomo di fronte a me...
“Maestro...” dissi dunque “Maestro... perdonami... non capisco! Cosa è accaduto? Dove siamo? Perché sono vestita così?”
Guisgard
25-02-2013, 16.41.37
La donna sorrise ad Altea.
“Gli orientali dicono” disse “che gli occhi del corpo ingannano. Che sono fatti per comprendere solo il mondo materiale e impossibilitati invece a vedere oltre. E le cose più alte, quelle davvero grandi, non sono quelle che vediamo. Non con gli occhi del corpo.” Si avvicinò allora alle due ragazze e mostrò loro il calice di porcellana. “Intingete le dita in questo liquido rosso e vischioso...” facendo lei stessa questa cosa “... e tingetevi il terzo occhio sulla fronte...” dopo averlo fatto sulla sua stessa fronte “... e vedrete l'Arconte Meccanico...”
Altea
25-02-2013, 16.58.38
Annuii..."Certo milady..nulla è come sembra vero? E comunque si deve vedere..con gli occhi dell' Anima".
Ad un tratto quella richiesta, rimasi scossa...il terzo occhio sulla fronte, un simbolo chiaro di misticismo ed esoterismo probabilmente, ma che andava a simboleggiare proprio "l'occhio interiore" , come una porta tra il mondo interiore e stati di illuminazione. Ricordo che lo avevo studiato col maestro nella spiritualità orientale.
Annuii, intinsi l'indice con il liquido rosso e mi avvicinai a un piccolo specchio e disegnai un occhio sulla fronte e feci cenno a Vivian di fare altrettanto..."Ora Vivian, pensa qualsiasi cosa possa accadere o potresti vedere di strano...è fonte di allucinazione o immaginazione, ma pensiamo in positivo e che appaia l' Arconte Meccanico e tutta questa...folle messa in scena finisca...ora capisci? Lui poteva presentarsi e basta..questi rituali stanno a signficare qualcosa..ora torniamo dalla dama".
Ritornammo al posto lasciato e sorridendo dissi..."Eccoci siamo pronte ad accogliere l' Arconte Meccanico con l' Occhio dell' Animo".
Guisgard
25-02-2013, 17.20.42
La donna sorrise a Clio.
“Dunque” disse “voi cercate sua signoria? L'Arconte Meccanico? Oh, ma egli è in questo castello, forse neanche troppo lontano da voi. Ma vedete...” voltandosi verso gli specchi “... spesso gli uomini cercano di vedere la realtà secondo i loro pregiudizi, le loro debolezze e le loro miserie... un po' come accade con questi specchi... essi sono deformati o rotti e dunque anche ciò che riflettono è distorto.” Rise. “Smettete di fissare questi specchi cercando di vedere la verità riflessa.” Mostrò a Clio e a Lucius le due fasce che aveva in mano. “Copritevi gli occhi con queste... così impedirete alle vostre debolezze di ingannarvi... e vedrete l'Arconte Meccanico...”
Guisgard
25-02-2013, 17.37.00
Altea era nella selva.
Il cielo era cupo, inquieto ed un angosciante sibilo attraversava gli alberi spogli che il freddo aveva reso muti e spettrali.
Poi ad un tratto una voce.
Una voce a lei familiare.
Un attimo dopo apparve un pozzo.
“Se avessi avuto un corpo” disse quella voce “ora potrei tornare a casa con te, Altea... invece ora sono destinata a questo eterno silenzio... per questo sono qui, affinché tu possa avere la possibilità che è stata negata a me...”
Nessuno apparve, ma Altea aveva riconosciuto quella voce proveniente dal pozzo.
Ed il ricordo ed i dolori ritornarono nel suo cuore...
“Finalmente, lady Altea.”
Quella voce destò Altea da quell'oscura visione.
Era un uomo avvolto da un lungo e nero mantello, col capo celato da un cappuccio.
Alzò allora la testa e la fissò.
Il suo volto era coperto da una maschera di ferro e titanio.
Altea
25-02-2013, 17.49.20
"Guardavo nel pozzo, ma era stranamente vuoto
e attorno nel Cielo, sembrava quasi ruotasse
...Eleonor...dove sei...sorella mia..fatti vedere.."
Mi destai da quella visione...il cuore batteva forte, avevo bisogno di un bicchiere di acqua...avevo visto con l'Occhio dell' Animo la mia angoscia attuale che mi tormentava e il mio desiderio che Eleonor potesse tornare in vita...cosa impossibile.
E quella voce possente mi fece destare completamente...era lui...l'Arconte Meccanico e conosceva pure il mio nome, sapeva benissimo chi ero, ma poteva averglielo detto chiunque...cosa alquanto strana fu che mi chiamò per nome come se ci conoscessimo da sempre.
Feci un leggero inchino..."Salute a Voi, sua Signoria, noto che già mi conoscete..quindi non abbiamo bisogno di tante presentazioni non pensate? Io e la mia amica Vivian vi ringraziamo per la Vostra gentile ospitalità."
Era coperto da una maschera di ferro...ma d'altronde come aveva detto quella dama un volto non da importanza, ciò che da importanza è il nostro volto interiore.
Guisgard
25-02-2013, 18.55.21
Il Maestro George fissò Talia ed uno strano sorriso apparve sul suo volto.
“Sei nel nulla” disse “o nel tutto. Forse in un altroquando, o forse in un tempo senza tempo. Ti trovi nell'attesa. Tra la fine di un mondo e l'inizio di un altro, tra la morte di un'epoca e la nascita di una nuova.” Riempì due coppe di un profumato nettare. “Abbiamo vagando molto, sai? Vagato in regioni impenetrabili, quali l'intolleranza, l'odio, la persecuzione. E solo per cercare la libertà. Ed essa si è finalmente mostrata. Grazie a te.” Le offrì una di quelle coppe. “Tu ci permetterai di liberarci dall'antico giogo. Tu renderai liberi tutti noi. Perchè tu sei la Vergine Gigliata, colei cioè che permetterà la nostra liberazione. I tuoi devoti ti attendevano da secoli. Ho vagato da terra in terra per cercarti... fino a quando giunsi a Sygma, attirato dalla notizia della nascita di una nuova erede. Tutti i segni sembravano confluire in questo evento. L'oracolo, le congiunture astrali, il sacrificio dei Laichioni, ossia gli eletti, i puri... allora entrai a corte, guadagnandomi la fiducia del re tuo padre... e ho potuto iniziarti al vero credo... e ora che sei qui, potrai prendere possesso dei tuoi adepti e devoti... gli Illufestati!”
Guisgard
25-02-2013, 19.31.46
L'Arconte fissò Altea, come se volesse studiarla.
“Per il momento la vostra amica non è importante.” Disse.
Infatti Vivian non era più in quella stanza.
“Ora conta solo il motivo che vi ha spinto a venire qui.” Il suo sguardo era celato dalla maschera, eppure Altea lo sentiva tutto su di lei. “Sapete da cosa deriva la parola greca che all'inizio indicava gli aristocratici? Migliori. I migliori, così erano chiamati dal popolo. Coloro, cioè, che avevano avuto di più dagli dei... bellezza, forza, ricchezza, potere... ma tutte queste cose andavano messe al servizio degli altri. Questo è il vero concetto di aristocrazia. Concetto che pare sia stato smarrito dai nobili di Capomazda. Ma io non sono come loro. Non ingrasso le mie casse a dispetto del popolo, latrando come un cane attorno alla mensa degli ecclesiastici. No, io divido col popolo le mie fortune. Ed è ciò che farò anche voi, milady. Io non vi vendo illusioni. Non vi prometto la fine di ogni dolore e la felicità assoluta. Sarei un bugiardo. Ma vi offrirò ciò che è stato donato a me. Il Tempo. E lo dividerò con voi, milady. Lo stesso tempo che è stato negato a chi voi amavate tanto.” Restando poi in silenzio davanti a lei.
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Altea
25-02-2013, 19.50.21
Mi guardavo attorno, deglutii...Vivian, ma dove era andata? Era illusione o l'avevano portata via senza che me ne accorgessi?
Ascoltai le argomentazioni dell' Arconte Meccanico...certo...era chiaro che non ero d'accordo, aveva pure imprigionato mio zio che era con le fazioni di Capomazda e non sapevo cosa ne era stato dei miei cugini...era presuntuoso, non ero affatto d'accordo con lui..ma era meglio non parlare con lui, ma a un certo punto mi venne quasi il sospetto potesse leggere la mia mente..poi quella ultima parola e mi feci coraggio..."Io non sono qui per affari politici, io e Vivian eravamo venute per altre intenzioni e non per supportare i vostri ideali mio Signore, e scusate l'impudenza...quindi..preferisco non intromettermi in questi discorsi.."
"Ricorda, Altea, gli affari politici di quel posto non devono interessarti" queste furono le parole di mio padre...come se sapesse.
"Il Tempo...già scorre veloce quando si è in buona compagnia quando si è felici, eppure sembra lento e inesorabile quando si è tristi e avviliti....ma Voi.. pensate addirittura di dividere il Vostro Tempo con me? e che cosa sapete di Lui...ditemelo."
Le parole della donna mi scivolarono addosso, come se fossero state pronunciate da molto lontano.
Mi voltai verso Lucius e lo guardai negli occhi, chinando lievemente il capo in un leggero cenno di assenso, quasi impercettibile.
Ormai ero lì, e sarebbe stato assurdo tirarmi indietro.
Non dissi nulla, sapevo che se avressi parlato la mia mente razionale avrebbe cercato di opporsi a quella richiesta tanto assurda.
Mi avvicinai alla donna e presi la fascia, lanciai un ultimo sguardo a Lucius, cercando di sorridere e mi legai delicatamente la benda introno agli occhi.
Talia
25-02-2013, 20.11.12
I miei occhi si socchiusero leggermente a quelle parole, mentre nitidi e chiari ricordi affioravano tra i miei pensieri...
la mia infanzia a Sygma...
le lezioni con il maestro George...
i lunghi pomeriggi a parlare di ciò che era giusto e ciò che era sbagliato, a parlare di Capomazda e della loro cieca ed sprezzante sete di conquista...
mio padre...
gli Illufestati...
il loro credo...
il nostro credo...
l’unico credo...
la libertà...
la giustizia...
Esitai.
Poi i miei occhi tornarono su quel mio abito e ne sfiorarono per un momento la stoffa leggera e delicata... ecco che cos’era avvenuto, dunque... la liberazione... era avvenuta, infine, proprio come il Maestro aveva predetto tanti e tanti anni prima...
Sorrisi.
“Capisco...” mormorai “Vedo! Ma... abbiamo ancora tanti nemici, Maestro... tanti detrattori... persone che ci infangheranno solo per venire qui e prendere il nostro posto, non curandosi affatto del benessere e della felicità di Sygma... persone che non esitano a muoverci le più orribili accuse solo per giustificare la loro brama di conquista e il loro imperituro desiderio di guerra e distruzione...”
La mia voce si spense in un guizzo d’ira... le mie mani si strinsero a pugno...
Chiusi gli occhi, tuttavia, ed inspirai profondamente per ritrovare il controllo...
“Avrò bisogno di voi, Maestro...” dissi poi, tornando a guardarlo “Avrò molto bisogno di voi e del vostro prezioso consiglio! E della fedeltà e delle risorse dell’Arconte, io credo!”
Guisgard
25-02-2013, 20.33.08
“I nostri nemici” disse il Maestro a Talia “sono agguerriti, ma non sono mossi dai nostri alti ideali. I nostri valori sono più forti dei loro pregiudizi e della loro intolleranza. Noi abbiamo il bene della Ragione. E quando noi pensiamo, i nostri nemici sono ridotti all'impotenza.” Sorrise alla principessa. “Io sarò sempre al tuo fianco. Ti saprò consigliare e guidare. E presto, vedrai, questa guerra ci proclamerà vincitori e liberi.” Battè le mani e tutto ruotò attorno a Talia.
La sera era giunta silenziosa, dopo il rapido ed etereo crepuscolo, avvolgendo ogni inquietudine della città nel suo manto indefinito.
Talia era nella sua stanza quando giunse la sua fedele servitrice.
“Altezza, in città c'è fermento.” Dopo un inchino. “La notizia del torneo ha rallegrato il popolo e i primi partecipanti sono già giunti a Sant'Agata di Gothia.” Aggiunse sorridendo. “Non credo di aver mai visto così tanto entusiasmo per una giostra.”
Ad un tratto si udirono delle voci.
La serva allora corse a vedere.
Ritornò poco dopo.
“Altezza... due donne chiedono di parlarvi... credo vogliano sottoporre alla vostra augusta persona una controversia... l'Arconte non è al palazzo e dunque chiedono a voi di risolverla...”
Guisgard
25-02-2013, 20.57.18
Era una caverna dai mille bagliori, tra il verde ed un celeste pallido.
L'acqua tutt'intorno scorreva in un mormorio fatto di una lenta e riposante cadenza.
Le rocce parevano assumere sfolgorii sconosciuti e le stalattiti sembravano raffigurare infinite lacrime cadenti dal soffitto pietrificato.
“E' il Gorgo del Lagno...” disse una voce, che sembrava nascere da più voci sovrapposte “... qui ogni cavaliere incide tre croci nella pietra... per invocare la protezione dal Cielo, per allontanare il male e per testimoniare il suo passaggio in questo luogo...”
Ad un tratto Clio vide una nicchia scavata nella roccia.
Dentro vi era l'immagine scolpita di San Giorgio...
“Salute a voi, lady Clio.” Quella voce la destò da quella visione.
Era un uomo avvolto da un lungo mantello, col capo coperto da un cappuccio.
Ed il suo volto era celato da una maschera di ferro e titanio.
elisabeth
25-02-2013, 21.19.27
" Elina...Ellina...il potere logora gli uomini...lo sai.....e non ho mai amato chi si prosta ai miei piedi lo sai...." fummo interrotte dalla voce di una donna che ci invitava a seguirla......il corridoio sembrava interminabile ma la sorpresa fu' entrare in un salone ampio......dai molti ritratti....e dai molti libri......girammo in quella sala...curiosai trai molti libri.....quando una voce morbida come la sabbia del deserto fece voltare me ed Elina.....Era una donna molto bella dal portamento regale......tra le mani un libro ricoperto di pietre bianche......" vi ringrazio per il benvenuto Milady....e' tutto cosi' strano....qui...forse voi potreste illuminare i nostri pensieri ? ".....
Guisgard
26-02-2013, 01.49.56
“Milady...” disse la donna ad Elisabeth “... la vita di ciascuno di noi è come un romanzo, le cui pagine sono i giorni che viviamo...” mostrò allora il libro dalle pagine bianche “... e forse la vostra vita non è diversa da questo libro... scrivete su queste pagine bianche il motivo che vi ha spinta a venire qui... scrivete e vedrete l'Arconte Meccanico...”
Guisgard
26-02-2013, 02.06.41
“Milady, la politica non c'entra.” Disse l'Arconte Meccanico ad Altea. “Sto parlando dei vostri desideri e dei vostri sogni. E vi offro la possibilità di raggiungerli. Voglio donarvi il Tempo per farlo...”
In quel momento entrò un servitore armato di una balestra.
“Comincia pure.” Ordinò l'Arconte.
Il servitore allora mirò ad un robusto scudo alla parete e poi lo perforò con una freccia.
Puntò allora l'arma verso il suo signore e sparò un'altra freccia nel bel mezzo del suo petto.
La freccia lacerò il suo mantello e si fermò all'altezza del suo cuore.
“Vostra sorella è morta” fece l'Arconte, estraendosi lui stesso la freccia dal petto “ma voi potreste vivere per cent'anni o forse più. Ma anche una vita lunga, se costellata da rinunce e dolore, può essere indegna. Presto la guerra porterà morte ovunque e solo coloro in grado di sopravvivere potranno salvarsi. Io vi offro una lunga vita e dunque la felicità. Niente più dolore e morte. E viverla esaudendo il vostro più importante desiderio. Rammentate queste mie parole...”
Altea
26-02-2013, 02.16.03
Guardai la scena...un attimo rabbrividii come se quel momento in cui minacciai il servo diventasse realtà ma ancor più nel vedere che quel tiro mirato giusto al cuore non aveva sortito nessun effetto sull' Arconte ma era vivo.
In fondo ero d'accordo che la vita poteva essere lunga, ma se piena di tormenti era la peggior tortura...ma non capivo...in fondo, chi ero io per poter meritarmi tutto questo interesse? E perchè voleva donarmi tutto questo..."La vita, milord, se vissuta in serenità e felicità potrà solo essere eterna...eterna anche nel nome dell' Amore e dell' Onore. D' altronde i grandi poeti hanno decantato le loro Muse rendendole immortali e le gesta dei grandi eroi e condottieri li hanno resi ancora invincibili per la eternità...vi ringrazio per i vostri buoni suggerimenti".
Sorrisi...ero impaziente...quando avrei potuto essere libera di uscire...ma dove sarei andata poi?
Parsifal25
26-02-2013, 02.33.31
Il Locandiere mi informò dell'entità dei quattro uomini e ne fui sollevato.
Terminata la cena, accompagnato dal figlio di quest'ultimo mi diressi nelle mie stanze per prestarvi riposo ma trovai' i quattro della tavolata ad attendermi sulla soglia, la situazione non mi piaceva.......non volevo incrociare le armi in quel loco; attesi....
Il più anziano venne a presentarsi e mi chiese se potevo concedergli un favore a se e la sua gente. Ero un cavaliere, non potevo rifiutarmi di accoglier la loro proposta e dissi:
"Miei cari signori, se permettete, avrei' bisogno di saper chi mi dona codesto incarico.......non è di buon garbo agire senza essere informati di chi sono i committenti."
Osservai' i loro modi e movimenti e con circospezione soppessai' ogni singola parola.....:
"Un'ultima richiesta......di cosa dovrei' occuparmi?"
Talia
26-02-2013, 04.30.14
Continuavo a pensare alle parole del Maestro...
i nostri ideali ed i nostri valori contro le ingiustizie e le intolleranze dei nostri nemici...
la nostra Ragione contro il loro cieco furore...
la nostra pace contro la loro guerra...
Sospirai.
Poi, ad un tratto, qualcuno bussò alla porta, riscuotendomi...
“Altezza, in città c'è fermento.” Dopo un inchino. “La notizia del torneo ha rallegrato il popolo e i primi partecipanti sono già giunti a Sant'Agata di Gothia.” Aggiunse sorridendo. “Non credo di aver mai visto così tanto entusiasmo per una giostra.”
Ad un tratto si udirono delle voci.
La serva allora corse a vedere.
Ritornò poco dopo.
“Altezza... due donne chiedono di parlarvi... credo vogliano sottoporre alla vostra augusta persona una controversia... l'Arconte non è al palazzo e dunque chiedono a voi di risolverla...”
“Oh...” mormorai in risposta alla sua domanda “Forse addirittura fin troppo entusiasmo, a me pare... Qual è il problema?”
Per un attimo guardai indispettita verso la porta... quasi infastidita...
infine mi riscossi, sospirai e sorrisi appena...
“Molto bene...” dissi allora “Molto bene... è nel loro diritto appellarsi per ricevere giustizia, dopotutto! Fatele accomodare, dunque, nella Sala delle Udienze... fra tredici minuti esatti!”
Mentre la donna usciva, io mi voltai e mi accostai alla finestra...
c’era fermento in città, aveva detto...
fermento per quel torneo...
e l’Arconte non era a palazzo...
che fosse anche lui in città per quel motivo?
I miei occhi scorsero ciò che della città riuscivo a vedere da quella finestra... appena un piccolo scorcio tra le mura del palazzo e quelle di cinta...
vagai tra le case per un momento...
per le strade con la mente...
non ammettendo neanche a me stessa che io stessa, forse, ero un po’ eccitata all’idea di quel torneo...
Infine, riscuotendomi, voltai le spalle alla finestra e mi affrettai ad uscire dalla stanza, diretta nella sala delle udienze...
cosa mai potevano voler chiedere quelle due donne al mio giudizio?
Guisgard
26-02-2013, 04.48.24
Talia entrò nella sala delle udienze e vi trovò le due donne.
I loro volti erano segnati tesi.
Tutti allora si alzarono in piedi ed attesero che la principessa si sedesse sul trono per poi tornarsi a sedere ai loro posti.
Allora fu dato inizio alla controversia.
“Altezza...” disse la prima donna “... costei” indicando l'altra “ha ucciso le mie galline... ogni notte giunge nel mio pollaio e ne ruba qualcuna... ho provato a mettere un cane da guardia, ma lei lo ha messo in fuga... sapete perchè, maestà? Perchè è una strega!” Ci fu un brusio in sala.
“Questa donna è pazza.” Si difese l'altra.
“Invece no!” Gridò la prima. “Ne ho la prova! Mettiamola accanto ad una luce... vedrete che non possiede un'ombra! E' una strega! Gli animali si spaventano al suo passaggio!”
“Costei è una visionaria!” Urlò l'altra. “Mi odia da tempo. Perchè le rubai uno spasimante... ed ora vuole vendicarsi così! Inoltre io so con certezza che lei proviene da una famiglia filo capomazdese...”
Ci fu stupore in sala per quelle parole.
Guisgard
26-02-2013, 04.50.11
I contadini annuirono a quelle parole di Parsifal.
“Cavaliere...” disse uno di quelli “... noi veniamo da un piccolo villaggio nel fondovalle... vedete, ogni volta che c'è un nuovo raccolto, arrivano da noi dei feroci banditi per portare via metà delle nostre scorte ... siamo allo stremo e ridotti alla fame... allora abbiamo deciso di offrire quel po' di ciò che ci è rimasto per assoldare qualcuno in grado di difenderci... e siamo allora partiti per cercare dei cavalieri... e abbiamo incontrato voi...”
“Voi siete la nostra unica speranza, cavaliere.” Intervenne un altro di quelli.
“Cavaliere...” fece un altro ancora “... vi pagheremo e voi assolderete altri cavalieri, così da poter cacciare quei dannati dal nostro villaggio... accettate, in Nome del Cielo!”
Guisgard
26-02-2013, 04.52.37
“Io parlo di vita vera, milady.” Disse l'Arconte ad Altea. “Di anni da vivere. Anni in cui essere felici e realizzare ogni desiderio. Io so cosa cercate... ma lui potrebbe essere lontano e forse per raggiungerlo potrebbero servire anni... io invece vi offro una lunga vita e la possibilità di ritrovarlo... spetta a voi ora decidere... accettare il mio dono e rincorrere la vostra felicità... o lasciare questo castello e tornare a Camelot, ad una vita di grigiore e rimpianti...”
Battei le palpebre un paio di volte, prima di rendermi conto di quello che mi stava accadendo.
Il Gorgo del Lagno... Quell'immagine... Quel rito, anche Leonard lo compie prima di partire nel suo viaggio.. È proprio in quella grotta che ha il suo sogno premonitore, davanti all'immagine di San Giorgio... Lì gli viene rivelato il luogo in cui è nascosta..
Alzai lo sguardo, un individuo strano e regale era davanti a me. Intuii fosse l'arconte.
"Salute a voi, mio signore.." Mi inchinai leggermente, come si addiceva alla situazione, con una riverenza gentile ed educata.
"...a quanto pare conoscete molte cose sul mio conto, a parte il mio nome... O sbaglio?" Dissi piano guardandolo con aria gentile, l'ultima cosa che volevo era apparire arrogante davanti ad una persona tanto importante.
"...sapete cose che sanno in pochi, e altre che non sa nessuno..." La mia voce si spense quasi in un sussurro, quasi non riuscissi a credere io stessa di aver pronunciato quelle parole.
Altea
26-02-2013, 15.06.54
Quella domanda e quelle frasi arrivarono a bruciapelo, lo guardai smarrita..e inconsciamente toccai la collana pensierosa...osservai l' uomo sospirando, all'improvviso riaffiorarono in me i miei veri sentimenti, l' Amore che ancora non avevo dimenticato e la speranza di rincontrarlo, non era vero che l'avevo dimenticato ma volevo cercare di farlo credere a me stessa.."E se fosse servito a nulla? Milord...egli...mi lasciò dall'oggi al domani proprio con le sue promesse d' amore per svanire nel nulla, e chi mi assicura che egli mi ama ancora? Oppure che non mi abbia dimenticato...se qualcuno mi desse questa certezza allora certo sfiderei l'Eternità pur di ritrovarlo".
Ero perplessa, quella domanda mi aveva spiazzato e aveva agitato il mio profondo animo come non prima...ma..dovevo vedere non con gli occhi umani ma andare oltre e guardare appunto con l' Occhio dell' Animo..."Ma forse se tornassi a Camelot, mi rimpiangerei per tutta la vita di non aver sfidato la sorte per saperlo, la mia vita si tormenterebbe, ma prima dovete dirmi....cosa devo darvi in cambio se accetto la vostra proposta? O siete solo un uomo profondamente altruista?"
Guisgard
26-02-2013, 20.44.12
L'Arconte Meccanico ascoltò Clio senza interromperla.
“Non è importante cosa io sappia di voi, milady...” disse poi “... potrei averlo saputo in mille modi... ciò che invece conta davvero è il perchè voi siate qui... e conosciamo entrambi la risposta, vero?”
In quel momento entrò un servo con una fiaccola.
L'Arconte annuì e quello appiccò il fuoco sul lembo del mantello del suo signore.
In un attimo, davanti a Clio, l'Arconte fu avvolto dalle fiamme.
La sua figura bruciava davanti allo sguardo della ragazza.
L'uomo restò così per un tempo indefinito, fino a quando, poco a poco, consumato il mantello e la tunica, il fuoco cominciò a spegnersi contro il suo corpo metallico.
Alla fine la sua figura emerse da quelle fiamme, riportando sul suo corpo di ferro e titanio solo una leggera patina fuligginosa.
Il servo allora offrì un altro mantello al suo padrone e questi lo indossò.
“Il dolore e la morte” fece l'Arconte “sono i veri ostacoli alla felicità degli uomini. E l'unico modo per conquistare la felicità è raggiungere i propri sogni. Ebbene, questo vi offro, milady. Raggiungere i vostri sogni. Offrendovi la possibilità di farlo. Il Tempo... il Tempo che occorre, senza concedere alla nostra esistenza di sottrarci giorni e forze... a me è stato offerto tutto questo e come vedete ho raggiunto i miei sogni...” mostrandole ciò che li circondava “... sono il signore di questa città. Ora voglio offrire ad altri la mia stessa fortuna. E a voi sto offrendo la possibilità di trovare ciò che desiderate da tempo...”
Restai impietrita davanti a quello spettacolo.
Il fuoco divampava davanti a me, avvolgendo l'arconte tra le fiamme.
Il mio respiro si fece ansante e preoccupato.
Non sapevo cosa pensare o credere.
Poi, il fuoco di spense, e l'arconte mi parlò di nuovo.
Il tono mi turbò particolarmente, mi parlava come se mi conoscesse, come se potesse leggermi nella mente.
Il tempo... Come si può donare una cosa del genere? Eppure sei qui per questo... Non c'è nulla che desideri di più... Riesci a trovare qualcosa che brami con maggior foga?
Guardai l'arconte negli occhi, per un momento: "...a quale prezzo?" Dissi soltanto.
Guisgard
26-02-2013, 21.44.59
Capitolo IV: Il Pegno di Gioia
“Questa tomba non sarà aperta da mano d'uomo, se non da colui che conquisterà la Dolorosa Guardia.”
(I romanzi della Tavola Rotonda, La tomba di Lancillotto)
Nella stanza vi era un forte profumo di lavanda e ginepro e tutt'intorno i raggi del Sole mattutino, filtrando dalle tendine lillà, tingevano le pareti di una luce violacea con screzi purpurei.
Il cavaliere era steso nel mezzo di quel grande letto e tutt'intorno le ragazze ridevano e scherzavano con lui.
“E diteci, messere...” disse una di quelle, mentre giocava intrecciando le dita fra i lacci sul pantalone del cavaliere “... davvero gli orchi usano rapire le dame e poi rinchiuderle nelle torri?”
“Proprio così...” annuì il cavaliere “... e devo dire che hanno un ottimo gusto in fatto di prigioniere...”
“E cosa ne fanno?” Chiese un'altra.
“Oh, bella...” sorridendo lui “... anche gli orchi maschi hanno impulsi sessuali come tutti.”
Tutte risero.
“Ma allora anche gli orchi possono essere passionali, messere?”
“Non sai quanto, angelo mio...”
“E voi ne avete mai affrontato uno?” Domandò un'altra ancora di quelle.
“Proprio tre giorni fa” chiudendo gli occhi come a volersi rilassare lui “ne ho accoppato uno... aveva avuto la pessima idea di rapire la moglie del marchese De Iang...”
“E diteci, cavaliere...” fece un'altra di quelle, giochicchiando con una rosa sul petto di lui “... è stato difficile batterlo?”
“Faticoso...” rispose il cavaliere “... ma almeno posso dire che il tutto si è rivelato assai istruttivo...”
“In che senso?”
“Beh, amiche mie...” sorridendo ancora lui “... io sono un cavalier cortese e stiamo parlando di una marchesa... non mi sembra il caso di rivelare cose così personali...”
“Su, cavaliere, infondo siamo tra amici, no?”
“Si e poi qui non vengono le marchese... al massimo i loro mariti!”
E tutte loro risero.
“Avanti, messere! Rivelateci questo segreto e noi, magari... vi ricompenseremo...”
“Davvero?” Fissandola lui.
“Si...” sussurrò lei, giocando con le dita sul petto del cavaliere “... magari vi porteremo di là, per insaponarvi tutto...”
“E poi?” Sorridendo lui.
“E poi... poi chissà... voi conoscete tanti bei giochi... toccherà a voi dare un ruolo ad ognuna di noi...”
“Allora? Questo segreto?” Chiese un'altra di quelle ragazze.
“Beh...” sospirando lui “... sono rimasto deluso...”
“Dalla marchesa?”
“Era forse brutta?”
“No, tutt'altro...”
“E allora?”
“Beh, ho scoperto che... il rosso dei suoi capelli non era il suo colore naturale...”
E tutte scoppiarono a ridere.
“E ora?” Fissandole lui.
“Ora tocca a voi... a cosa giochiamo?”
“Beh... potrei proporre... vediamo...”
Ma all'improvviso la porta della stanza si aprì di colpo e una figura apparve sulla soglia.
Le ragazze allora, urlando, si coprirono con lenzuola e cuscini e corsero via.
“Cosa ci fai qui, lazzarone?” Gridò il vecchio frate.
“Ma è questo il modo di entrare!” Urlò il cavaliere.
“Sta zitto, grosso imbecille!”
“Non potete entrare qui” alzandosi il cavaliere “e gridare in questo modo!”
“Sta zitto!” Intimò il frate.
“E poi gli uomini di Chiesa non possono entrare qui!”
“E gli idioti non dovrebbero camminare a piede libero!” Lo zittì il frate.
“Basta!” Con rabbia il cavaliere. “Io non obbedisco a nessuno! Soprattutto non ad un frate!”
“Cavaliere!” Fissandolo il religioso.
Lui allora chinò il capo sbuffando.
“E guardami quando ti parlo!”
Il cavaliere lo fissò.
“Perchè sei venuto qui?” Guardandolo il frate. “Per andare a donne?”
“E' affar mio.”
“No, non è affar tuo!”
“Cosa volete da me?”
“Che tu rispetti il giuramento!” Rispose il frate. “Altrimenti ti lascerò andare in malora!”
“Tanto nessuno può aiutarmi!”
“Sta zitto!”
“Ormai sono condannato...”
“Lo sarai” interrompendolo il chierico “se continuerai a fare di testa tua! Ora rivestiti e lascia questa casa di perdizione!”
“Ah, Giuda porco...”
Il frate allora lo schiaffeggiò.
“Recati davanti ad un Tabernacolo e recita tre Pater...”
Il cavaliere annuì ed il frate uscì.
Lui allora raccolse una rosa rimasta sul letto e si abbandonò ad inquieti pensieri.
“Hai fatto arrabbiare il frate...” disse all'improvviso una voce.
“Già...” annuì il cavaliere “... sembra che io abbia perso ogni libertà...”
“Ma questo lo sapevi già, amico mio...” ancora quella voce.
Lui allora alzò lo sguardo e fissò la sua spada poco distante, che emanava luminosi bagliori.
http://photos1.blogger.com/blogger/6984/1502/1600/photo_17_hires.4.jpg
Guisgard
26-02-2013, 21.47.37
“Sono un uomo altruista, è vero.” Disse l'Arconte Meccanico ad Altea. “Ma non nel senso ingenuo del termine. Ma ciò che possiedo, come detto, è un dono e come tale spetta a tutti. Io vi offrirò ciò che ho detto e vi chiederò, badate chiederò, un unico pegno... non vi impongo nulla, ma chiedo di ricambiare la mia generosità... il luogo dove si trova colui che cercate, milady, custodisce anche una cosa che appartiene a questa città... è un simbolo... un semplice Fiore... che voi raccoglierete e riporterete in questa città... come gratitudine per aver raggiunto la felicità...”
Guisgard
26-02-2013, 21.49.30
“Milady...” disse l'Arconte Meccanico a Clio “... io ho raggiunto la felicità... ho tutto ciò che desidero... e voi, con tutto il rispetto, siete una giovane donna. Molto bella, questo è chiaro, ma non credo che possiate offrirmi potere, ricchezza o forza più di quanto già io non le possegga. Non trovate? No, non sono qui per imporvi nulla. Vi sto offrendo la fortuna che è stata donata a me. In cambio vi chiederò solo riconoscenza, senza alcuna costrizione o condizione. E questa riconoscenza equivale ad un piccolo pegno. Il luogo in cui si trova la vostra felicità è lo stesso in cui è custodito qualcosa appartenente da sempre alla città di Sant'Agata di Gothia. Un Fiore. Un semplice Fiore che voi, quando tornerete qui, riporterete a questa gente. Come riconoscenza per aver realizzato il vostro più grande desiderio.”
Aggrottai la fronte, l'arconte aveva ragione, non potevo promettere potere o ricchezze, anche se di queste cose probabilmente non aveva bisogno.
Un fiore? Un fiore era ben poca cosa, eppure mi chiesi cosa potesse nascondere se quell'uomo lo desiderava così tanto.
Se c'era una cosa che avevo imparato era che nessuno fa niente per niente.
Trattenni il respiro, il mio animo era combattuto e diviso.
"...e se non dovessi trovarlo? Che cosa mi accadrà?" Dissi lentamente fissando l'arconte negli occhi.
Altea
26-02-2013, 22.45.55
Fatalità o furbizia....dove era Lui, vi era anche il Fiore..ebbi un momento di titubanza..."Dunque, dove si troverebbe questo Fiore?...a quanto pare il mio Tempo lo dovrei impiegare per una vita alla ricerca di questo Fiore. Ma voglio credervi..." in realtà ero perplessa ma ormai ero in gioco ed era inutile tornare indietro "e d'altronde per conquistare un sogno ci vuole un lungo cammino e un sacrificio ma dovrete lasciare che Vivian venga con me, e di essere libere. Intendo, ora io dovrei mettermi alla ricerca di un posto a me sconosciuto e non intendo essere sola. Detto questo mio Signore, ditemi le ultime disposizioni, Altea cercherà il suo Amato e in cambio...solo se la renderete felice..vi porterà il Fiore altrimenti i conti non pareggiano non pensate?"
Ad un tratto guardaii le statue lignee e apparve la sagoma di Eleonor e quella dell' amato Cavaliere e sussultai, ma scossi il capo...esse era come prima..forse la mia suggestione aveva giocato uno strano scherzo ma certo era un segno...avevo chi mi proteggeva.
Talia
27-02-2013, 00.20.38
Le due donne iniziarono a parlare e ben presto la sala iniziò a risuonare di grida e accuse, di mormorii di sorpresa e stupore...
io rimasi in silenzio per tutto il tempo...
ascoltando...
osservando...
immobile e apparentemente distante, ma attenta.
Notai quel mormorio di disappunto e di preoccupazione tra gli astanti al solo nominare Capomazda... nessuno però si era turbato troppo all’accusa di stregoneria... mi parve strano!
Accuse...
tante accuse volavano...
e nessun fatto.
All’improvviso sollevai una mano e il brusio si spense all’istante.
“E’ vero?” dissi, dopo lunghi minuti di rigoroso silenzio “La vostra famiglia rimpiange Capomazda ed i loro intolleranti ed intriganti duchi? E voi altra... voi praticate la stregoneria, dunque?”
I miei occhi le studiarono... le studiarono entrambe ed a lungo...
“Ho ascoltato!” ripresi poi a dire “Ho visto! Accuse e insinuazioni, ma nessun fatto! Nessun fatto certo!”
Tacqui appena per un istante...
“Noi siamo in guerra e le accuse di parteggiare per il nemico suppongo siano tra le più semplici da far passare... d’altra parte, le accuse di stregoneria hanno sempre effetto e presa sulla paura e la superstizione! Ora... se avete altro da dire, qualcosa di concreto questa volta, allora io vi ascolterò ancora per qualche momento. In caso contrario... non c’è ragione che restiate oltre! Oh... e voi, perché siate ripagata della vostra perdita, ed a dimostrazione della Nostra generosità, avrete un altro cane... uno più affidabile e che non fugge alla prima occasione. Ve lo donerà la Corona di Sygma! Ed ora ditemi... è tutto?”
Guisgard
27-02-2013, 01.38.03
L'Arconte Meccanico fissò Clio.
“Nulla...” disse “... io non vi ho posto condizioni, milady. Vi indicherò presto il luogo in cui cercare ciò che più desiderate. Lì vi sarà anche il Fiore. Per riconoscenza, solamente per quello, vi chiedo di portarmi poi quel Fiore. Ma senza alcun obbligo. Come vedete non correte alcun rischio, se non quello di non poter conquistare il vostro grande desiderio. Ma ciò, una volta raggiunta quella località che vi indicherò, dipenderà poi da voi e non più da me. Accettate dunque?”
Guisgard
27-02-2013, 01.48.03
L'Arconte Meccanico annuì a quelle parole di Altea.
“Si, mi sembra giusto.” Disse. “A voi il vostro desiderio e a me il Fiore. Ma non temete, non perderete anni o giorni a cercarlo. Il Fiore si trova nel medesimo posto in cui troverete il vostro grande desiderio. Voi lo realizzerete e per riconoscenza, in cambio, riporterete a Sant'Agata di Gothia il Fiore. Naturalmente la vostra compagna verrà con voi. Io non ho alcun interesse a dividervi. E ovviamente da questo momento in poi siete libere di lasciare il castello e visitare la mia bellissima città. Presto vi invierò un mio messaggero per indicarvi il luogo da raggiungere per trovare ciò che desiderate. Insieme al Fiore naturalmente. Questo è tutto. La vostra amica sta riposando in giardino...” indicando ad Altea una finestra che dava proprio sul giardino del castello.
E qui la ragazza vide Vivian addormentata su una panca in un viale alberato.
Altea allora si voltò di nuovo verso l'Arconte, ma questi era svanito.
Nella stanza entrò però un servo.
“Se lo desiderate, potete lasciare il castello, milady.” Mostrando un lieve inchino.
Guisgard
27-02-2013, 02.00.07
Le due donne ascoltarono ogni parola pronunciata da Talia.
“Si, altezza.” Disse la donna accusata di stregoneria dall'altra. “Mi ritengo soddisfatta del vostro verdetto. E vi ringrazio per come avete saputo amministrare la giustizia davanti al vostro popolo.”
“Maestà...” fece l'altra, quella filocapomazdese “... maestà... costei è davvero una strega! Ella mi tormenta e tormenta la mia casa! Non servirà prendere un altro cane, perchè lei saprà uccidere anche questo! Non vedete? Non vedete come di buon cuore accetta la vostra mediazione? Eppure la sto accusando di un gravissimo peccato! Di stregoneria! Possibile che non richieda di veder cadere questa infamia su di lei?”
“Tu dovresti preoccuparti!” Fissandola l'altra. “Tu che vieni accusata di simpatizzare per il nemico! Per coloro che vogliono toglierci la libertà! Non mi curo delle tue accuse, poiché sono false! Eppure, se esistessero davvero streghe e folletti, allora preferirei essere una di loro! Si, di danzare nel sabba e invocare il demonio! Meglio quello che il fanatismo e l'intolleranza dei Capomazdesi!”
Esitai per un breve momento.
Ma poi, i miei desideri furono più forti della prudenza stessa.
"..Si.." sussurrai.
Rialzai lo sguardo, e cercai di ritrovare un tono di voce convincente.
"..Se le cose stanno così, non trovo motivi per rifiutarmi.." annuendo "..se troverò ciò che cerco, e con esso il vostro fiore, lo riporterò a Sant'Agata di Gothia.." sorrisi lievemente "..Naturalmente, il mio fidato Lucius mi acccompagnerà..".
Restai a fissare l'arconte per qualche momento, attendendo la sua risposta.
Mi chiesi dove mi avrebbe condotto tutto quello, cosa avrei potuto trovare sulla strada, ma non era tempo per ripensamenti e timori. Avevo preso la mia decisione.
Parsifal25
27-02-2013, 14.58.13
Dai loro occhi era possibile scrutare la paura e la disperazione.....era impossibile, non accogliere le loro preghiere.
Li guardai' ad uno ad uno e poco dopo gli sorrisi:
"Non temete cari amici......farò il possibile per porre fine alle loro scorribande, solo una cosa vi chiedo: come agiscono e si muovono, è necessario saperlo.....almeno, potremo fronteggiarli al meglio."
Bisognava evitare di farsi prendersi dai sentimentalismi......già ci sono passato con quella banda di "finti-mercanti" che mi condussero in trappola, allontanandomi da damigella Lilith.
Altea
27-02-2013, 16.00.54
Svanito nel nulla...eppure non avevo sentito aprire la porta laterale, e subito arrivò il servo che diede almeno quella lieta notizia...si poteva lasciare il castello.
Lo ringraziai e uscii dalla stanza, per un attimo barcollai per tutta la tensione accumulata ma ora dovevo svagarmi...erano stati attimi che mi avevano particolarmente scossa.
Scesi le scale e imboccai il corridoio che dava al giardino e mi accorsi, guardandomi allo specchio, che era sparito pure il terzo occhio disegnato nella fronte...e ricordai quella domanda di Vivian..ovvero se l' Arconte Meccanico fosse un mago, certo era una persona dotata di strani poteri...e mentre camminavo nel viale dove vi era Vivian, nel giardino, pensavo al Fiore.
Prima di tutto doveva trovarsi in un posto dove non era consentito nè a lui nè agli abitanti di Sygma di raggiungerlo altrimenti sarebbero già andati a prenderselo...e chi mai lo aveva sottratto al Principato?
"Tu pensi troppo figliola mia e questo a volte è un danno per la propria vita"...ed ecco altre parole di mio padre che affiorarono alla mente.
Mi fermai proprio davanti a Vivian...la scossi ed ella si destò..."Vivian, ma come sei capitata qui? Ho appena finito di conferire con l'Arconte Meccanico..ora non spaventarti e non ti costringo, se vuoi puoi tornare a Camelot...vedi...ho fatto un patto con lui..devo andare a cercare un Fiore e portarlo qui in modo che il Principato di Sygma ne abbia di nuovo possesso, per ora non so dove si trova..so solo che dove si trova...ecco..si trova anche lui, il mio amato Cavaliere e io voglio ritrovarlo, non mi importa se dovesse rifiutarmi o dirmi in faccia che non mi ama...ma voglio saperlo guardandolo negli occhi. Decidi con calma se seguirmi."
Un attimo di silenzio tra noi ma poi aprii il volto in un ampio sorriso "Ma per ora siamo libere di uscire e mi sembra...ci aspetti una Festa delle Mele e un certo Chevalier de Lys" facendole l'occhiolino.
E le feci segno di alzarsi e di dirigerci verso l'uscita del Palazzo.
Talia
27-02-2013, 16.52.07
“Basta!”
La mia voce, bassa ma implacabile, risuonò per la sala, interrompendo e zittendo le due donne...
“Basta così! Questa, signore, è una Sala delle Udienze... qui si viene a portare fatti, non parole! Si viene per esporre delle circostanze inconfutabili e per chiederne giustizia... non è un mercato, questo: non si viene per contrattare, qui, e meno ancora si viene per fare pettegolezzo! Le accuse che muovete, entrambe, sono gravissime... ma non sono che parole, parole delle quali non sapete portare neanche una prova tangibile, mi sembra di capire...”
I miei occhi restarono su di loro ancora per qualche momento, fermi e duri, poi si sollevarono e scorsero gli astanti rapidamente...
“Chiamate subito il maestro George...” dissi poi ad uno dei servitori che era più vicino a me “E fate venire immediatamente qui il Capitano delle Guardie di Sygma. Andate!”
Guisgard
27-02-2013, 17.13.54
A quelle parole di Clio, l'Arconte Meccanico annuì.
“Ero certo” disse “della vostra saggezza. Non abbiate timore, il Fiore è sbocciato proprio dove troverete ciò che cercate da tempo. Naturalmente il vostro amico verrà con voi. Nessuno qui ha intenzione di imporvi o vietarvi nulla.”
In quel momento entrò un servitore e chiese a Clio di seguirlo.
“Presto riceverete un mio messo” fissandola l'Arconte “che vi rivelerà il luogo in cui si trova ciò che cercate. Vi auguro un felice soggiorno a Sant'Agata di Gothia.”
E il servo la condusse via.
Attraversarono così un lungo criptoportico, fino a raggiungere una parte del cortile.
Qui, accanto ad alcune armi affisse per esposizione, Clio ritrovò Lucius.
“Clio!” Vedendola questi. “Dove sei stata? Tutto bene? Dopo essermi messo quella fascia sugli occhi qualcuno mi ha condotto qui nel cortile. E qui ti ho aspettata.”
In quel momento i due giovani videro il ponte levatoio abbassato.
Da fuori provenivano voci festanti, musica e canti.
Come se ci fosse una festa.
Ora potevano finalmente lasciare il castello.
Guisgard
27-02-2013, 17.20.40
A quelle parole di Parsifal i contadini esultarono.
“Grazie, cavaliere...” disse uno di loro.
E tutti e quattro si inginocchiarono commossi davanti a lui.
“Vi informeremo su tutto ciò che vi occorre sapere su quei banditi.” Fece un altro di quelli. “E appena vorrete partiremo per il nostro villaggio. Così, conosciuti tutti i fatti, potrete assoldare altri cavalieri per combattere quei dannati.”
“Si, perchè vi occorrono altri uomini...” fissandolo un terzo contadino “... sono una banda e sono tutti armati, mentre noi invece siamo solo poveri contadini del tutto inesperti in fatto di armi e battaglie...”
“Diteci voi quando vi è comodo partire.” Aggiunse il quarto contadino.
Guisgard
27-02-2013, 17.31.48
A quelle parole di Altea, Vivian restò molto sorpresa.
“Un Fiore...” disse “... un Fiore? Ma qui ci sono tanti fiori! E molti altri sbocceranno con l'arrivo della prossima Primavera! Che senso ha cercare un semplice Fiore in terre forse anche lontane?”
Ma proprio in quel momento le due si accorsero che il ponte levatoio del castello era abbassato.
Da fuori si udivano voci di gente felice, che cantava e danzava.
Era chiaro che in città ci fosse una grande festa.
E loro erano ora finalmente libere di lasciare il maniero.
Così, uscirono da quel luogo e subito videro un meraviglioso spettacolo.
La città, sull'altra sponda del fiume, appariva animata da una grande festa, dove tutti si divertivano.
Dai palazzi e dalle torri sventolavano stendardi e bandiere che raffiguravano una mela di un rosso giallognolo.
Poco distante da loro due vi era un contadino.
“Perdonate...” avvicinandosi a lui Vivian “... potete dirci cosa si festeggia in città?”
“E' la Festa delle Mele.” Rispose quello. “Per festeggiare l'ultimo raccolto della Mela dell'Orco, un tipo di mela che cresce solo qui. E' una mela unica anche per il suo sapore. Tutte le altre mele al suo confronto sono poco più che frutti acerbi.” E rise di gusto.
Altea
27-02-2013, 17.42.59
E cosi ci trovammo nella città in piena festa, la gente era allegra e ovunque vi erano stendardi e bandiere, quando Vivian fermò un contadino il quale ci confermò che si festeggiava proprio la Festa delle Mele.
Ascoltai incuriosita le sue parole..."Ma dunque messere perchè festeggiare se tutte le altre mele sono acerbe e amare e solo una in assoluto è la più buona, è un controsenso questo" mi accorsi dello sguardo di Vivian su di me perplesso..ma non ricambiai..come poteva pensare che tutti i Fiori fossero uguali..certo come tutte le mele non erano uguali, e nella vita stessa ogni cosa o ogni persona per qualcuno di noi era più speciale e particolare di altre.
"Mah.." continuai "incuriosita...esiste questa mela raccolta dall' Orco e si può assaggiare?O è solo una leggenda?"
Seguii il servitore senza dire una parola. Questi, mi condusse da Lucius.
Non sapevo che cosa raccontargli del mio incontro con l'arconte, sapevo che si sarebbe preoccupato, e volevo evitarlo.
D'altra parte, non potevo nemmeno nascondergli ciò che era successo, lo volevo al mio fianco.
"..ho visto l'arconte.." Dissi poi, mentre mi avvicinavo per salutarlo "...ha mantenuto la parola... Mi donerà ciò che mi ha promesso... Tra poco un messo mi comunicherà la località in cui troverò ciò che cerco..." Alzai lo sguardo, incontrando gli occhi chiari di Lucius "..in cambio vuole che riporti un fiore a Sant'Agata di Gothia.. Un fiore che sboccerà laddove mi recherò, dove troverò ciò che cerco..".
Cercai di studiare l'espressione del mio amico.
Gli presi le mani tra le mie "...ah, ma non andrò in nessun posto senza di te, sono stata chiarissima su questo punto..." Sorrisi "...beh, ora siamo liberi di andare dove ci pare... Cosa ti piacerebbe fare in città?".
Non parlavo per cortesia, volevo davvero esaudire un desiderio di Lucius, mi aveva accompagnata senza battere ciglio, e volevo davvero vederlo sereno e felice.
elisabeth
27-02-2013, 19.55.07
Non esitai ad avvicinarmi ancora di piu' per leggere il contenuto di quel libro...come diceva la Dama pagine bianche, candide come la neve.....potevpo scrivere sul di un libro quello che era il mio desiderio ?.....".....Sapete che non fa parte della mia religione scrivere su pagine bianche pensando che tutto diventi realta'.....ma la disperazione o l'odio o l'amore trovano vie traverse per trasformarsi in un unica cosa......sia....scrivero' "......Elina mi sorrise, lei sola sapeva.......e cosi' scrissi.........Desidero riveder l'Amor mio perche' lui stesso possa dirmi i nomi di chi lo ha ucciso con l'inganno.......Questo scrissi e restituii il tutto alla Dama......" La pazzia ha strane forme e questa mi ha resa cieca.....non si scrive su di un libro il dolore che si ha nel cuore......ma a me da la forza per vivere".....
Guisgard
27-02-2013, 20.37.39
A quell'ordine di Talia, uno dei soldati corse a chiamare il Maestro George.
Nel frattempo, in una delle torri della fortezza, la più alta ed inaccessibile, in una stanza semibuia si trovavano due figure.
“Allora...” disse il Maestro alla donna che era accanto a lui “... cos'altro hai avvertito? L'oracolo ti ha parlato?”
“No, maestro...” mormorò la donna “... non riesco a percepire niente... l'oracolo tace ancora...”
“Non abbiamo molto tempo...” pensieroso il Maestro “... dobbiamo conoscere il nome di quel luogo... conoscere dove è sbocciato il Fiore...”
La donna lo fissò in silenzio.
Ad un tratto qualcuno bussò alla porta.
E sulla soglia, un attimo dopo, apparve un uomo.
“Come osi giungere qui” voltandosi verso di lui il Maestro “senza farti annunciare? Sai che non voglio nessuno qui.”
“Perdonate...” disse l'Arconte Meccanico “... la principessa ha chiesto di voi...”
“Sei stato al castello?”
“Si.” Rispose l'Arconte.
“Ebbene?”
“Tre dei nostri ospiti hanno accettato.”
“Dunque cercheranno il Fiore...”
“Si, Maestro.” Annuì l'Arconte. “In cambio dei loro più grandi desideri.”
“E questa è l'unica assicurazione che ti hanno offerto?”
“Non basta?”
“Ovvio di no.” Scuotendo il capo il Maestro. “Gli uomini fanno le cose solo per due motivi... per il proprio tornaconto o per paura. E a noi occorrono entrambe queste queste garanzie. Sono giunti soli qui?”
“Le tre donne sono accompagnate da un amico, da una compagna e da una servitrice. L'uomo invece è giunto qui da solo.”
“Bene.” Annuì George. “Isolde, continua ad interrogare l'oracolo.” Voltandosi poi verso la donna.
“Si, Maestro.”
“Avanti, conducimi dalla ragazza.” Rivolgendosi poi all'Arconte.
Poco dopo, il Maestro e l'Arconte raggiunsero la Sala delle Udienze.
“Avete chiesto di me, altezza?” Mostrando un lieve inchino il Maestro a Talia.
Guisgard
27-02-2013, 21.05.04
“Un Fiore...” disse Lucius a Clio con l'aria perplessa “... un Fiore vale dunque tanto? E perchè poi devi essere tu a portargli quel Fiore? Dicono che l'Arconte Meccanico sia un condottiero invincibile... ha dunque bisogno di una ragazza per avere ciò che per lui sembra così importante? Mi sembra tutto così strano...”
Ma quei pensieri volarono via subito, appena Clio prese le sue mani, chiedendogli cosa fare ora in città.
E la città era tutta in festa.
La Festa delle Mele aveva colorato e profumato ogni angolo di Sant'Agata di Gothia.
Inoltre sembrava riscuotere grande interesse il carrozzone del misterioso Chevalier de Lys, che attraversava le strade cittadine seguito da una fila chiassosa di ragazzini incuriositi.
“Accorrete, gente!” Gridava una voce dal carrozzone. “Accorrete a vedere l'incredibile spettacolo del misterioso Chevalier de Lys! Gli ultimi biglietti sono ancora in vendita!”
Ma in città vi era un altro avvenimento che sembrava attirare l'attenzione generale.
Il Torneo proclamato per la Quaresima.
Ed infatti già i primi cavalieri erano giunti a Sant'Agata di Gothia.
“Guarda, Clio!” Indicò Lucius. “Quelli sono veri cavalieri! Andiamo a vederli da vicino!”
Guisgard
27-02-2013, 21.48.07
Il contadino rise a quelle parole di Altea.
“Certo, milady.” Disse. “Ovunque in città ci sono oggi quelle mele. Sui banchetti, nei chioschi e così via. Assaggiatela, così voi stessa proverete la bontà di quella mela. Quanto alla leggenda... beh, si narra che un orco malvagio coltivava delle squisite mele nel suo giardino, impedendo a tutti gli altri di coglierle. Un giorno, la moglie di un valoroso eroe espresse il desiderio di assaggiarne una. Ed essendo la donna in dolce attesa, l'eroe non le negò questo desiderio. Così partì alla volta del castello dell'orco. Lo sfidò, lo uccise e raccolse tutte le mele, per poi portarle alla sua amata. E siccome erano straordinariamente buone, si decise di coltivarle in tutte le campagne della regione.” Sorrise. “In verità, secondo la leggenda l'eroe era di Capomazda, perchè solo i Capomazdesi sfiderebbero un terribile orco pur di non negare qualcosa alle loro amate. Infatti si definiscono non solo i più valorosi, ma anche i più romantici fra tutti gli uomini. Ma il nuovo governo non ama molto i Capomazdesi, dunque questa parte della leggenda viene taciuta.”
La città era davvero in festa e ovunque la gente si divertiva.
Sui vari banchi c'erano tantissime leccornie e tutte prodotte con quel tipo di mela.
C'erano mele mature in grandi cesti, poi focacce, torte, biscotti, budini.
E ancora mele fritte, agrodolci, tostate e persino aromatizzate e conservate in grossi barattoli di vetro.
Si potevano vedere naturalmente vari succhi, fatti solo con mele o aggiungendo queste ad altri tipi di frutta.
E in quel chiassoso e festante gremire, ad un tratto un carro attraversò la strada.
Era pittoresco e grottesco, fatto di legno e cartapesta.
“Accorrete!” Gridò una voce da quel carro. “Accorrete al meraviglioso spettacolo dello straordinario Chevalier de Lys! Accorrete gente! Sono in vendita gli ultimi biglietti!”
“Altea!” Raggiante Vivian. “E' lui! E' Lui! E' il suo spettacolo!”
Mi lasciai trascinare da Lucius tra la folla festosa, com'era bello passeggiare, come due ragazzini spensierati tra bancarelle, chioschi e gente vestita a festa.
Ridemmo come non facevamo da tanto e ci lasciammo contagiare da quell'atmosfera così gioiosa.
Fui distratta per un momento dall'annuncio di uno spettacolo, ma Lucius fece volgere la mia attenzione su tutt'altro avvenimento.
Cavalieri! Dei veri cavalieri!
Seguii il mio amico volentieri, ci avvicinammo ad uno spiazzo dove alcuni cavalieri si stavano riunendo.
"..A quanto pare ci sarà un torneo.. " dissi guardandomi attorno con occhi accesi "...un vero Torneo..ti piacerebbe assistere? Oh, sono certa che sarebbe emozionante.. chissà quando si terrà.." risi "guarda che un giorno voglio vederti non partecipare ma vincere ad un torneo come questo..".
Mi guardavo intorno, incapace di credere a tutto ciò che mi stava accadendo.
La preoccupazione sopita se ne andò definitivamente e fui ben lieta di essere partita, non rimpiansi la mia casa nemmeno per un momento.
Anzi, tra quella vita pulsante intorno a me, mi pentii di essermi chiusa così tanto in me stessa negli ultimi tempi.
Ma ora è tutto diverso..
Mi avvicinai ad una donna dall'aspetto gentile che mi era passata accanto "...Perdonate Milady.." dissi cercando di attirare la sua attenzione ".. siamo giunti da poco in città e.. beh mi chiedevo... sapete nulla di questo Torneo? Sapete quando si svolgerà o per quale motivo?" con un sorriso.
Altea
27-02-2013, 22.22.04
Ascoltai il racconto del contadino con trasporto, osservando attorno a me i tavoli imbanditi di ogni bontà, nell' aria aleggiava il dolce profumo di nettare della mela.
La storia era terribilmente romantica e rimasi colpita dal finale.
L'uomo, infatti, pronunciò quelle ultime parole quasi bisbigliando...i Capomazdesi.
"Che stranezza" pensai "anche se saputa ma taciuta si festeggia in realtà la vittoria di un eroe capomazdese su un orco facendo poi cambiare la storia come la Festa dell' ultimo raccolto dell'Orco..doveva essere invece la vittoria dell'eroe capomazdese sull' Orco".
Sospirai...dovevo smettere di pormi domande pure su una mela e ne presi una, da una cesta decorata con rose, addentandola delicatamente per assaporarne il sapore...era proprio vero, il sapore era particolare, una delizia per il palato e lo spirito, mai ne avevo mangiata di cosi buona....e tutto merito di un Capomazdese..risi tra me e me guardando la gente attorno.
Ma quei pensieri furono scossi da Vivian annunciandomi l'arrivo del Chevalier de Lys, e prendendomi per un braccio mi portò subito a prendere gli ultimi biglietti..."Vivian, devo dire non se la cava molto bene a soldi il tuo cavaliere visto il suo mezzo di trasporto".
Ma la gente era davvero in trepidazione aspettando solo che egli apparisse e mostrasse il suo spettacolo e in me crebbe pure questa curiosità e riuscimmo a metterci in prima fila.
Guisgard
28-02-2013, 02.11.36
“Certo, milady.” Disse quella donna a Clio. “Si tratta di un secolare torneo che avviene ogni anno proprio durante il periodo della Quaresima. In verità quest'anno è stato proclamato per un preciso motivo. Qualche giorno fa qualcuno ha attentato alla vita della principessa di Sygma. Ora per questo sua signoria ha indetto la giostra. I migliori cavalieri saranno scelti come guardia del corpo della principessa.”
“Per partecipare ad un torneo come questo” fece Lucius “occorrerebbe avere un'armatura, delle armi ed un cavallo. Ed io dubito di riuscire mai a possedere tutto questo. Purtroppo in questo mondo non è il valore che fa il cavaliere, ma il denaro e il lignaggio.”
Ma proprio in quel momento si udirono strane voci.
Un capannello di curiosi si era formato attorno ad un piccolo spiazzo irregolare.
“Cosa accade laggiù?” Incuriosito Lucius. “Andiamo a vedere.” E presa Clio per mano corse a vedere.
Al centro dello spiazzo stavano alcuni cavalieri, disposti in cerchio attorno ad un altro cavaliere che invece stava seduto.
“Insomma, sei il più arrogante pallone gonfiato che io abbia mai visto.” Disse uno di loro a quello seduto.
“Già ed anche il più antipatico.” Fissandolo un altro di quei cavalieri.
“E neanche a me vai a genio...” aggiunse un altro ancora.
“Posso comprenderlo...” quasi con indifferenza il cavaliere seduto in mezzo a loro “... del resto la mia faccia piace alle donne ed è detestata dagli uomini... specie se brutti come voi...”
“Forse meriteresti una lezione!” Esclamò uno dei cavalieri.
“Meglio così...” con un sorriso beffardo quello seduto “... meno saremo al torneo, più rapida sarà la mia proclamazione come vincitore...” e cominciò a fissarli uno ad uno negli occhi, mentre la mano scivolava lentamente sull'elsa della sua spada.
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Guisgard
28-02-2013, 02.35.46
Così, presi i biglietti, Altea e Vivian riuscirono a trovare posto in prima fila.
Il piccolo palco in legno era stato montato in una piazzetta all'ombra di un grande edificio.
Tutt'intorno la gente si era accovacciata sui gradini di mattoni che delimitavano il perimetro del largo.
C'era molta attesa e la stessa Vivian non stava più nella pelle.
Ad un tratto apparve un ometto anziano al centro della scena e tra gli spettatori calò subito il silenzio.
“Oh, Amore...” disse l'omino “... oh, Amore...” nel frattempo dall'altra parte del tendone, che faceva da sipario, alle spalle del buffo araldo si iniziarono a sentire alcuni flauti e qualche violino “... Amore, che ti fai beffe dell'intelletto e nascondi la felicità a chi la insegue con l'ingegno... tu, Amore, cosa ci narri dunque?” E mostrato un vistoso inchino alla folla, sparì nel sipario.
Apparve allora sulla scena una fanciulla.
Indossava un lungo abito e recava tra i capelli un diadema di fiori.
Nelle mani aveva un libro.
“L'Epifania dell'amore...” sussurrò, per poi portare quel libro al petto e sospirare “... sono l'erede del re, mio padre... e sposerò il cavaliere più ricco... questa è la volontà del mio venerabile genitore... oh, Amore... sarà anche bello?”
In quel momento apparve un altro attore.
Alto e magro come un chiodo e abbigliato come una margherita.
“Chi sei tu, o fiore?” Chiese la fanciulla.
“Sono la Margherita.” Rispose l'altro. “E sono ambasciatore di...”
“Amore?” Lo interruppe lei.
“No, del mio padrone!”
“Oh...” sospirò lei “... e dimmi, o Margherita... è bello il tuo padrone?”
“Come Lancillotto!”
“Ed è anche ricco di spirito? Ed indulgente e generoso?”
“Come Galeotto!”
“Oh e di Amore è amico?”
“Ne è il prediletto!”
“Ed è ricco?”
“Solo se tu l'amerai!”
“Oh... allora mio padre non acconsentirà...” e chinò il capo.
Un attimo dopo, l'attore e l'attrice uscirono.
Qualche istante ed uscì un nuovo attore.
Indossava il costume da cavaliere, una maschera sul viso ed in mano stringeva una margherita.
Dal sipario qualcuno con uno specchietto illuminava la mano del cavaliere.
Quella che stringeva la margherita, donando così al fiore uno straordinario effetto scenico.
“E' lui, lo sento...” bisbigliò Vivian avvicinandosi ad Altea.
Mi imbronciai per un momento alle parole di Lucius.
Diceva a me di sognare, quando era il primo ad essere realista e concreto.
Ma sognavo da anni di vedere il mio amico realizzare i suoi sogni, e non avevo dimenticato il ragazzino che mi raccontava di voler diventare un cavaliere.
Certo, aveva ragione, non aveva nè il lignaggio nè il prestigio, ma sperai che un giorno potesse conquistarli in qualche modo. Non sarebbe stato il primo cavaliere a farsi strada da solo, pensai sorridendo.
Mi chiesi poi da quando avessi preso l'abitudine di fantasticare per Lucius, certo era meno rischioso che sognare direttamente per me, ma rischiavo comunque di farmi male.
Non ebbi nemmeno il tempo di salutare la donna che Lucius mi prese per mano e mi condusse via.
Qui, dei cavalieri stavano discutendo tra loro, mi fermai a guardarli.
Uno sembrava proprio arrogante, doveva essere una caratteristica degli uomini di quelle parti.
"..Santo cielo, Lucius... eccoli qui i cavalieri.." dissi al mio amico "...dici che assisteremo a un piccolo scontro in anteprima?" facendogli l'occhiolino.
Osservai l'uomo seduto "..Che vuole fare, battersi contro tutti loro?" Con gli occhi sgranati.
Guisgard
28-02-2013, 03.01.04
“Già, pare di si...” disse Lucius a Clio, mentre la tensione fra quei cavalieri aumentava sempre più.
Tutti quei guerrieri allora estrassero le armi e le puntarono contro quello che stava seduto al centro.
“Impugna la spada e vediamo se sai usarla come fai con la lingua!” Gridò uno dei cavalieri a quello.
“Sapete perchè, miei rozzi amici, i samurai sono superiori ai cavalieri?” Ridendo beffardo il cavaliere seduto. “Perchè non si separano mai dalla propria spada...” si alzò finalmente in piedi “... anzi, si dice che un samurai dorma insieme alla propria Katana...” la sua mano era sempre più vicina all'elsa della spada che pendeva dal suo cinturone.
“Ma che diavolo stai dicendo?” Fissandolo uno di quei cavalieri. “Sta zitto e combatti!”
“Vi sto aspettando...” mormorò e subito gli altri gli si lanciarono contro.
Lui allora estrasse rapido la sua spada e cominciò a combattere, riuscendo a tenere testa a tutti loro.
E così schivava, parava e respingeva i loro attacchi, mostrando un'abilità fuori dal comune.
“Questo è ciò che sapete fare?” Ridendo. “Allora mi sa che questo torneo durerà molto meno dell'intera Quaresima!”
“Dannato...” ansimando uno di quei cavalieri “... è velocissimo...”
“Siete già stanchi?” Deridendoli quello al centro. “Avanti... vi va di ravvivare la contesa? Scommettiamo qualcosa?” Guardò tra la folla e notò Clio. “Sono pronto a scommettere” tornando a fissare i cavalieri che lo circondavano “che alla fine di questo scontro quella bella damigella mi darà un bacio per premiare il mio valore!”
“Sta zitto!” Urlò uno dei suoi aggressori e di nuovo quei cavalieri ripresero ad attaccarlo.
Ma anche stavolta lui riuscì a respingere ogni loro colpo.
“Fermi, in nome di sua signoria!” All'improvviso una voce.
Lo scontro cessò all'istante.
“I duelli sono severamente vietati in città!” Fissandoli il capitano delle guardie. “E anche gli stranieri devono rispettare questo editto! E se non vi è stato chiesto di consegnare le armi al vostro ingresso in città, è solo perchè siete iscritti al torneo! Ma al prossimo duello fra le strade sarete espulsi dal torneo e da Sant'Agata di Gothia!”
Così, quei cavalieri, rimesse a posto le spade, si allontanarono.
“Ehi, voi...” ad un tratto qualcuno avvicinandosi a Clio e a Lucius “... non mi è stata data la possibilità di vincere, lo so, ma credo di essermelo meritato quel bacio... non pensate?” Era quel cavaliere che aveva tenuto testa a tutti quegli altri cavalieri. “E come vincitore vorrei reclamare il mio premio...” facendo l'occhiolino a Clio.
Sgranai gli occhi davanti a tanta destrezza, il cavaliere era davvero coraggioso e straordinariamente abile
D'un tratto, però, il suo sguardo si posò su di me e lo sentii vantarsi che avrebbe avuto un mio bacio.
Ma guarda un po', che insolente...
Tuttavia, arrossii e distolsi lo sguardo per non incrociare di nuovo gli occhi del bel cavaliere.
Quando delle guardie interruppero il duello impari dei cavalieri mi voltai verso Lucius, ma non ebbi nemmeno il tempo di parlargli perchè udimmo una voce.
“Ehi, voi...” ad un tratto qualcuno avvicinandosi a Clio e a Lucius “... non mi è stata data la possibilità di vincere, lo so, ma credo di essermelo meritato quel bacio... non pensate?” Era quel cavaliere che aveva tenuto testa a tutti quegli altri cavalieri. “E come vincitore vorrei reclamare il mio premio...” facendo l'occhiolino a Clio.
Sorrisi alle parole del cavaliere. Poi, per tutta risposta, incrociai le braccia e lo guardai negli occhi.
"..vi siete battuto con valore, Milord.. ve lo concedo.." allargai il sorriso, cercando di trattenere una risata "..ma in fatto di buone maniere.." scossi la testa.
"..Non so a che genere di donna siate abituato.. ma ci vuole molto più di questo per conquistare un mio bacio.." alzai le spalle sorridendo "...sono certa che troverete decine di dame al mio posto.." strizzando l'occhio.
"Tuttavia.. Non posso essere scortese con un uomo tanto valoroso.." sorridendo "... il mio nome è Clio di Restoroiry e costui è il mio fidato Lucius..." con una riverenza elegante "..mi direte il vostro nome anche se non avrete il vostro sfacciato premio, cavaliere?" senza smettere di sorridere.
Guisgard
28-02-2013, 04.13.11
Quel cavaliere sorrise a Clio e mostrò un lieve inchino col capo.
“Il mio nome” disse “è Mamyon...” prendendo la sua mano e sfiorandola con un bacio “... e se non potrò avere quel sospirato bacio, allora lasciatemi chiedere una grazia... un lembo del vostro mantello, un orlo della vostra tunica o anche solo un brandello di un vostro fazzoletto... in modo che io possa legarlo al mio guanto, mostrando così i vostri colori e proclamandomi vostro campione...” di nuovo col capo accennò un inchino “... forse confrontarmi con quella marmaglia di cavalieri” sorridendo “non è bastato a farmi guadagnare quel vostro bacio... allora per meritare il frutto delle vostre labbra io per voi vincerò quel torneo... e allora, ne sono certo, da vostro campione non mi negherete più quell'ambito premio...” e le fece l'occhiolino.
"Vedo che siete molto sicuro del fatto vostro, cavaliere..." fissandolo Lucius.
"Per un simile premio" replicò Mamyon senza però distogliere il suo sguardo da Clio "si possono compiere le imprese più grandi..."
Guisgard
28-02-2013, 04.20.41
Elisabeth scrisse così quel suo desidero su quella pagina bianca...
Il castello era circondato da una densa nebbia, mentre tutt'intorno le tenebre sembravano tingere ogni cosa.
La campana della cappella batteva Mezzanotte ed una strano silenzio, cupo ed enigmatico, attraversava l'aria.
Elisabeth era sull'alta torre e nonostante guardasse oltre le mura, quel muro di nebbia rendeva offuscato ogni dove.
“Compare a quest'ora...” disse una voce “... ogni notte... e resta a passeggiare tra i bastioni e le merlature... non chiamatelo o egli vi chiederà di seguirlo... e prima che il gallo canti ritornerà nell'Oltretomba, dove i suoi lamenti saranno ignoti al nuovo giorno...”
“Salute a voi, milady.” Quella voce destò Elisabeth da quella visione.
Era una figura avvolta in un lungo e scuro mantello, con un cappuccio che gli copriva il capo.
Il volto era racchiuso in una maschera di ferro e titanio.
Parsifal25
28-02-2013, 12.08.23
"Alzatevi.....cari amici, non vi è alcun bisogno di prostrarvi a me; è mio dovere salvaguardare la gente in difficoltà.....".
Ero molto imbarazzato, non mi era mai capitata una cosa del genere.....
Mi venne spiegata la situazione e quest'ultimi insistevano sul fatto che bisognava reclutare altri cavalieri, ma dove li potevo trovare? L'unica idea che mi veniva in mente e usufruire della bacheca della locanda......che non sempre portava buone nuove ma bisognava tentare.
Scrissi su di un foglio l'entità del pericolo assicurandomi di consegnarlo all'oste, il quale potesse svolgere il suo compito e portarci una valida mano.
Ero pronto a partire.......giunto a destinazione avrei' proceduto ad ulteriori analisi.
Arrossii lievemente alle parole del cavaliere.
Di norma, non amavo essere guardata in quel modo.
I pochi rampolli di qualche nobile famiglia che avevano avuto l'ardire di avvicinarmi erano stati trattati con diffidenza e distacco.
Ma quella non era Camelot, li non ero l'unica figlia di un marchese, quell'uomo mi sorrideva senza conoscermi.
Già, pensai poi, infondo non mi conosceva nemmeno e si offriva di battersi per me.
"..Beh, allora siete in grado di conversare come si deve con una dama..." sorridendo "Ma ditemi... Vi battereste come campione di una dama che nemmeno conoscete, Milord? Potrei essere una strega, un'assassina, o che so io...." Con un sorriso.
"Tuttavia...." Slacciando un bellissimo nastro ricamato, di un rosso purpureo, che decorava la mia ampia manica "...sono certa che non disonorerete il mio nome, se i miei occhi non mi hanno ingannata, poco fa'..".
Mi avvicinai e gli allacciai dolcemente il nastro intorno al polso.
"Per un simile premio si compiono le imprese più grandi..." Scossi la testa "..sapete, una volta ho letto una frase come questa in un libro, la pronunzia un cavaliere prima di partire per una cerca che sembra impossibile.. Non so se riuscì mai a trovare il suo premio, ma ho sempre fatto il tifo per lui..." Facendogli l'occhiolino.
Abbassai lo sguardo, conscia di aver parlato troppo. Non era da me.
Solitamente il parlare con gli estranei mi imbarazzava e riuscivo a malapena a pronunciare poche parole.
"..avete il mio favore dunque.. Vincete quel torneo, e avrete il vostro bacio.." Con un sorriso "..ma dovrete procurarci due ottimi posti per assistere al torneo.." Sorrisi ancor di più ".. Starò in pena per il mio nastro...".