Hastatus77
19-03-2013, 19.35.26
Negli ultimi mesi del 2012, era girata la notizia del ritrovamento di un poema inedito e non concluso, di circa mille versi, di J.R.R. Tolkien, intitolato "The fall of Arthur" (La caduta di Artù).
Il poema verrà sicuramente pubblicato nella primavera del 2013.
In Italia, la pubblicazione sarà ad opera della Bompiani. Al momento non ho ancora trovato indicazioni sulla daata di pubblicazione.
Tutto è iniziato quando Christopher Tolkien, figlio di John Ronald Reuel ed esecutore letterario delle sue opere, si è presentato alla casa editrice a Londra. «Credo che vi potrebbe interessare pubblicare questo», ha detto al direttore editoriale Chris Smith, mostrando un manoscritto. «Si intitola: La caduta di Artù». Un poema inedito, non concluso, di circa mille versi, ispirato da un quadro del pittore inglese John Mulcaster Carrick, in cui si vede il mitologico sovrano a terra, sollevato per un braccio da un cavaliere. Entrambi sono rivolti verso il mare dove una nave si allontana confusa nelle nebbie del tramonto. Non è chiaro se Artù sia ancora vivo.
Una riscrittura moderna
“The Fall of Arthur” (“La caduta di Arthur”) è un poema allitterativo – ma non in rima – di circa mille versi (si interrompe al verso 954), basato sulle leggende del ciclo arturiano. L’esistenza del poema era conosciuta solo dalle brevi menzioni fatte in due lettere e dalle sei righe che biografo dello scrittore, Humphrey Carpenter, ebbe il permesso di pubblicare. Tolkien ne parla al suo editore in una lettera del 1955: «Scrivo versi allitterativi con gran piacere, benché abbia pubblicato molto poco aldilà dei frammenti contenuti nel Signore degli Anelli, se si eccettua Il ritorno a casa di Beorhtnoth… un dialogo sulla natura dell’“eroismo” e della “cavalleria”. Spero tuttora di finire un lungo poema sulla “The Fall of Arthur” usando la stessa metrica» (Lettere, n. 165).
«Non avevamo mai visto il manoscritto fino a quando non ci è stato consegnato», ha detto Chris Smith. «È completamente inedito, a parte la manciata di righe della biografia di Carpenter. Nelle due lettere, ci sono solo riferimenti vaghi, ma al tempo stesso molto intriganti. Questo è il motivo per cui lo si conosce, ma nessuno ha avuto accesso al manoscritto finora». Christopher Tolkien non è stato in grado di stabilire con esattezza quando il poema è stato scritto: sembra che Tolkien vi lavorò nei primi anni Trenta, nello stesso periodo in cui aveva iniziato a scrivere Lo Hobbit, ma il poema non fu mai completato. L’autore ha fatto un solo riferimento ad essa in una lettera del 1955 e in un’altra del 1934 a un suo amico, R.W. Chambers, professore di inglese alla University College di Londra, che gli ha scritto dopo averlo letto: «È davvero molto bello… davvero eroico… Lo devi per forza finire». Dopo la morte dello scrittore nel 1973, il poema è rimasto nascosto in una zona riservata della Bodleian Library di Oxford, città in cui Tolkien fu per decenni professore di anglosassone. Anche gli studiosi non vi hanno avuto accesso. Si tratta del secondo inedito di Tolkien ad essere portato alla luce dopo l’uscita della “Leggenda di Sigurd e Gudrun” nel 2009.
La trama
Sulla trama di “The Fall of Arthur” si conosce soltanto l’episodio da cui parte l’azione. Il Dux Bellorum (il Signore delle Guerre, così era chiamato Artù) e Galvano, il più valoroso dei cavalieri della Tavola Rotonda – imbattibile alla luce del giorno, più vulnerabile al calar della sera -, vanno in guerra verso la terra dei Sassoni ma vengono richiamati a casa dalla notizia del tradimento di Mordred. Alcuni estratti dal poemetto sono stati pubblicati nella biografia su JRR Tolkien di Humphrey Carpenter: «I versi del poemetto hanno l’allitterazione, ma non la rima [e] non toccano l’argomento del sacro Graal. Inizia con una rappresentazione individuale della “Morte d’Arthur” di Thomas Malory, in cui il re e Gawain vanno in guerra nelle “terre dei Sassoni”, ma sono richiamati a casa dalla notizia del tradimento di Mordred». Mentre il mondo della Terra di Mezzo si sviluppa a partire dalla conoscenza e dalla passione di Tolkien per le lingue e per il folclore, “The Fall of Arthur” è scritto usando un inglese moderno eppure ispirato alla lingua e ai versi dell’undicesimo secolo.
Una delle ispirazioni di quest’opera è sicuramente Le Morte d’Arthur scritta in inglese medio da Thomas Malory nel 1469 (pubblicata da William Caxton nel 1485), che fonde insieme diversi romanzi francesi e inglesi su Re Artù, anche se contiene materiale originale scritto da Malory. Con la sua morale cavalleresca è il testo che ha più influenzato la visione della leggenda arturiana, rappresentando la transizione dal romanzo medievale a quello moderno.
Fonti:
Associazione romana Studi Tolkieniani (http://www.jrrtolkien.it/2012/10/08/the-fall-of-arthur-di-tolkien-uscira-in-primavera)
La Stampa - Un poema inedito di Tolkien scoperto negli archivi di Oxford (http://www.lastampa.it/2012/10/08/esteri/un-poema-inedito-di-tolkien-scoperto-negli-archivi-di-oxford-sSABCXOC1MxkN6T2HMTAXM/pagina.html)
Il poema verrà sicuramente pubblicato nella primavera del 2013.
In Italia, la pubblicazione sarà ad opera della Bompiani. Al momento non ho ancora trovato indicazioni sulla daata di pubblicazione.
Tutto è iniziato quando Christopher Tolkien, figlio di John Ronald Reuel ed esecutore letterario delle sue opere, si è presentato alla casa editrice a Londra. «Credo che vi potrebbe interessare pubblicare questo», ha detto al direttore editoriale Chris Smith, mostrando un manoscritto. «Si intitola: La caduta di Artù». Un poema inedito, non concluso, di circa mille versi, ispirato da un quadro del pittore inglese John Mulcaster Carrick, in cui si vede il mitologico sovrano a terra, sollevato per un braccio da un cavaliere. Entrambi sono rivolti verso il mare dove una nave si allontana confusa nelle nebbie del tramonto. Non è chiaro se Artù sia ancora vivo.
Una riscrittura moderna
“The Fall of Arthur” (“La caduta di Arthur”) è un poema allitterativo – ma non in rima – di circa mille versi (si interrompe al verso 954), basato sulle leggende del ciclo arturiano. L’esistenza del poema era conosciuta solo dalle brevi menzioni fatte in due lettere e dalle sei righe che biografo dello scrittore, Humphrey Carpenter, ebbe il permesso di pubblicare. Tolkien ne parla al suo editore in una lettera del 1955: «Scrivo versi allitterativi con gran piacere, benché abbia pubblicato molto poco aldilà dei frammenti contenuti nel Signore degli Anelli, se si eccettua Il ritorno a casa di Beorhtnoth… un dialogo sulla natura dell’“eroismo” e della “cavalleria”. Spero tuttora di finire un lungo poema sulla “The Fall of Arthur” usando la stessa metrica» (Lettere, n. 165).
«Non avevamo mai visto il manoscritto fino a quando non ci è stato consegnato», ha detto Chris Smith. «È completamente inedito, a parte la manciata di righe della biografia di Carpenter. Nelle due lettere, ci sono solo riferimenti vaghi, ma al tempo stesso molto intriganti. Questo è il motivo per cui lo si conosce, ma nessuno ha avuto accesso al manoscritto finora». Christopher Tolkien non è stato in grado di stabilire con esattezza quando il poema è stato scritto: sembra che Tolkien vi lavorò nei primi anni Trenta, nello stesso periodo in cui aveva iniziato a scrivere Lo Hobbit, ma il poema non fu mai completato. L’autore ha fatto un solo riferimento ad essa in una lettera del 1955 e in un’altra del 1934 a un suo amico, R.W. Chambers, professore di inglese alla University College di Londra, che gli ha scritto dopo averlo letto: «È davvero molto bello… davvero eroico… Lo devi per forza finire». Dopo la morte dello scrittore nel 1973, il poema è rimasto nascosto in una zona riservata della Bodleian Library di Oxford, città in cui Tolkien fu per decenni professore di anglosassone. Anche gli studiosi non vi hanno avuto accesso. Si tratta del secondo inedito di Tolkien ad essere portato alla luce dopo l’uscita della “Leggenda di Sigurd e Gudrun” nel 2009.
La trama
Sulla trama di “The Fall of Arthur” si conosce soltanto l’episodio da cui parte l’azione. Il Dux Bellorum (il Signore delle Guerre, così era chiamato Artù) e Galvano, il più valoroso dei cavalieri della Tavola Rotonda – imbattibile alla luce del giorno, più vulnerabile al calar della sera -, vanno in guerra verso la terra dei Sassoni ma vengono richiamati a casa dalla notizia del tradimento di Mordred. Alcuni estratti dal poemetto sono stati pubblicati nella biografia su JRR Tolkien di Humphrey Carpenter: «I versi del poemetto hanno l’allitterazione, ma non la rima [e] non toccano l’argomento del sacro Graal. Inizia con una rappresentazione individuale della “Morte d’Arthur” di Thomas Malory, in cui il re e Gawain vanno in guerra nelle “terre dei Sassoni”, ma sono richiamati a casa dalla notizia del tradimento di Mordred». Mentre il mondo della Terra di Mezzo si sviluppa a partire dalla conoscenza e dalla passione di Tolkien per le lingue e per il folclore, “The Fall of Arthur” è scritto usando un inglese moderno eppure ispirato alla lingua e ai versi dell’undicesimo secolo.
Una delle ispirazioni di quest’opera è sicuramente Le Morte d’Arthur scritta in inglese medio da Thomas Malory nel 1469 (pubblicata da William Caxton nel 1485), che fonde insieme diversi romanzi francesi e inglesi su Re Artù, anche se contiene materiale originale scritto da Malory. Con la sua morale cavalleresca è il testo che ha più influenzato la visione della leggenda arturiana, rappresentando la transizione dal romanzo medievale a quello moderno.
Fonti:
Associazione romana Studi Tolkieniani (http://www.jrrtolkien.it/2012/10/08/the-fall-of-arthur-di-tolkien-uscira-in-primavera)
La Stampa - Un poema inedito di Tolkien scoperto negli archivi di Oxford (http://www.lastampa.it/2012/10/08/esteri/un-poema-inedito-di-tolkien-scoperto-negli-archivi-di-oxford-sSABCXOC1MxkN6T2HMTAXM/pagina.html)