Hastatus77
03-07-2013, 14.31.12
Sto da poco leggendo "I romanzi della Tavola Rotonda" di Jacques Boulenger, e mi sono imbattuto nella descrizione fisica del giovane Lancillotto, che vado qui a riproporvi:
"... Era di carnagione bruno chiaro: sul suo viso, il colore vermiglio si sposava piacevolmente con il bianco e il bruno, e tutti e tre si temperavano l'un l'altro. Aveva la bocca piccola, le labbra rosse e ben disegnate, i denti bianchi, minuti e fitti. Il mento era ben fatto e con una piccola fossetta; il naso leggermente aquilino; gli occhi azzurri, ma mutevoli: ridenti e pieni di gioia quando era contento , simili a carboni ardenti, quand'era adirato: allora, gli zigomi si macchiavano di gocce di sangue, egli increspava il naso , serrava i denti fino a farli digrignare e il suo fiato si sarebbe detto vermiglio, poi la voce risuonava come il richiamo d'una tromba, infine faceva a pezzi con le mani e con i denti tutto ciòche aveva intorno; altrettanto in fretta dimenticava tutto, salvo il motivo della propria collera, e ne diede prova in più d'una occasione.
Aveva la fronte alta, le sopracciglia sottili e folte, e i morbidi capelli rimasero biondi e splendenti finché fu ragazzo: più tardi si scurirono e divennero color cenere, ma restarono ondulati e lucenti. Il suo collo , non troppo gracile né troppo lungo né troppo corto, non avrebbe deturpato la dama più bella. Le spalle erano larghe e alte come si conviene, e le braccia lunghe, diritte, ben fornite di ossa, di nervi e di muscoli. Se le dita fossero state un po' più minute, le sue mani sarebbero state bene a una donna. Quanto alle reni e alle anche, quale cavaliere le ebbe meglio formate? Le cosce e le gambe erano diritte, e i piedi ben arcuati, tali che nessuno ebbe mai migliore equilibrio. Solo il petto era forse un po' troppo ampioe profondo, e molti stimavano che, se lo fosse stato di meno, si sarebbe provato ancor più piacere a guardarlo..."
Da "I romanzi della Tavola Rotonda" di Jacques Boulenger, Mondadori editore, pp 36-37.
"... Era di carnagione bruno chiaro: sul suo viso, il colore vermiglio si sposava piacevolmente con il bianco e il bruno, e tutti e tre si temperavano l'un l'altro. Aveva la bocca piccola, le labbra rosse e ben disegnate, i denti bianchi, minuti e fitti. Il mento era ben fatto e con una piccola fossetta; il naso leggermente aquilino; gli occhi azzurri, ma mutevoli: ridenti e pieni di gioia quando era contento , simili a carboni ardenti, quand'era adirato: allora, gli zigomi si macchiavano di gocce di sangue, egli increspava il naso , serrava i denti fino a farli digrignare e il suo fiato si sarebbe detto vermiglio, poi la voce risuonava come il richiamo d'una tromba, infine faceva a pezzi con le mani e con i denti tutto ciòche aveva intorno; altrettanto in fretta dimenticava tutto, salvo il motivo della propria collera, e ne diede prova in più d'una occasione.
Aveva la fronte alta, le sopracciglia sottili e folte, e i morbidi capelli rimasero biondi e splendenti finché fu ragazzo: più tardi si scurirono e divennero color cenere, ma restarono ondulati e lucenti. Il suo collo , non troppo gracile né troppo lungo né troppo corto, non avrebbe deturpato la dama più bella. Le spalle erano larghe e alte come si conviene, e le braccia lunghe, diritte, ben fornite di ossa, di nervi e di muscoli. Se le dita fossero state un po' più minute, le sue mani sarebbero state bene a una donna. Quanto alle reni e alle anche, quale cavaliere le ebbe meglio formate? Le cosce e le gambe erano diritte, e i piedi ben arcuati, tali che nessuno ebbe mai migliore equilibrio. Solo il petto era forse un po' troppo ampioe profondo, e molti stimavano che, se lo fosse stato di meno, si sarebbe provato ancor più piacere a guardarlo..."
Da "I romanzi della Tavola Rotonda" di Jacques Boulenger, Mondadori editore, pp 36-37.