Visualizza versione completa : L'intricato Enigma Fiesolano
Guisgard
04-11-2013, 18.28.25
“Eh, chi può dirlo, milady...” disse Duon a Talia “... forse è un mitomane, magari solo un pazzo... oppure una mente criminale geniale... chi può dirlo...”
“Io credo” intervenne Jacopo “che siamo davanti ad un megalomane. E molto probabilmente ha ben compreso che rubare il quadro per lui è impossibile... per questo si diverte a fare questi assurdi giochetti... pensa forse di innervosirci e confonderci...”
“E se invece” arrivando Simone e salutandoli con un cenno del capo “fosse tutto un piano? Intendo dire... e se lui avesse architettato tutto per portarci qui, lasciando la chiesa incustodita?”
“La chiesa non è incustodita.” Fissandolo Jacopo. “Proprio perchè sapendo di stasera ho deciso di far arrivare là un altro battaglione di soldati. Ma non davanti a Santa Felicita. No... ma nelle uniche due direzioni di una possibile fuga... la strada e il ponte.”
“Eccellente.” Annuì Simone.
“Signori...” mormorò Duon “... ho letto di Mirabole e delle sue, diciamo, imprese... quando lascia un biglietto, vuol dire che lo seguirà alla lettera... stasera, dunque, verrà qui... ammesso che non sia già arrivato...”
“Vedo è giunto anche quel curioso individuo...” voltandosi Jacopo verso Altafonte “... non ho ancora ben capito il motivo del suo arrivo a Sygma...”
“Pare sia per trovare moglie.” Ridendo Simone.
“E sembra l'abbia già individuata.” Fece Duon, indicando la dama che era con lui.
“Quella dama” osservandola Jacopo “era alla festa del banchiere Accio... era con un altro accompagnatore... ora invece è giunta col cavaliere... anche lei credo sia straniera...”
Guisgard
04-11-2013, 18.41.22
Clio aprì così quel bigliettino, che sebbene bagnato l'inchiostro con cui era stato scritto appariva ancora perfettamente leggibile:
“Visto che mi state cercando, sarebbe scortese da parte mia sfuggirvi ancora.
E sebbene un ladro, non sono così sgarbato da deludere una donna.
Mi ritroverò a Mezzanotte nella Saletta degli Arazzi
Mirabole”
Il biglietto si concludeva con l'immagine di un papavero blu.
http://www.midisegni.it/disegni/vivaio/papavero.gif
Talia
04-11-2013, 18.52.37
Seguii in silenzio le parole di Jacopo, Simone e Duon su Mirabole... ma la mia mente lavorava diversamente dalla loro...
Mirabole...
ripensai a quella sensazione provata a Palazzo Lorena... quelle sue parole... parole gettare lì, quasi per caso... parole che erano state poi sopraffatte dai gesti, dai sospiri... per poi tornare a far breccia nella mia mente più tardi... quelle parole così strane...
Mirabole...
Lentamente, quasi per caso, mi voltai e tornai a gettare un'occhiata sui nuovi arrivati...
la dama era molto bella... rammentavo di averla vista alla festa degli Accio, sebbene fossi certa che non fosse di Sygma...
il cavaliere era sorridente, ma il suo sguardo era lontano... indecifrabile, come sua abitudine...
Lo scrutai per lunghi minuti, quasi di nascosto...
lo scrutai con mille e più sensazione che si agitavano nel mio cuore...
Poi, quasi controvoglia, tornai di scatto a guardare mio marito e gli altri...
"Jacopo..." dissi, con un tono che ostentava una certa leziosa noia "Signori... vogliate scusarmi, ma questi discorsi sulla caccia, sulle prede e i cacciatori, non mi attraggono affatto. Vi lascio dunque soli..." sorrisi a tutte e tre, poi mi rivolsi a mio marito "Con il tuo permesso, Jacopo..."
Gli sorrisi appena...
poi, senza aggiungere altro, scesi le poche scale e mi addentrai tra la folla di invitati... lontana dall'ingresso, da Jacopo, dall'uomo noto come Cavaliere di Altafonte...
Guisgard
04-11-2013, 19.00.59
“Oh, milady cara...” disse Silvia ad Altea “... così però denigrate la vena artistica del nostro cavaliere... io invece trovo che una sua composizione ora desterebbe la festa dal suo torpore... siete d'accordo, milord?” Rivolgendosi ad Altafonte.
“In verità” fece lui con sufficienza “comincio a credere che dovrei farmi pagare... dopotutto lo sto rendendo celebre, quel lestofante...”
Accio e Silvia risero a quell'affermazione di Altafonte.
Lui allora si accorse che Altea stava stringendogli il braccio.
Prese allora due calici portati su un vassoio da un servitore e ne offrì una alla donna.
“Prendete, milady...” sorridendo al Altea “... questo vi farà rilassare e vi permetterà di godervi al meglio questa festa...”
Poi si guardò incontro, fino a riconoscere tra gli invitati Jacopo e Simone.
Il suo sguardo allora si posò, per un momento, con la donna che era insieme ai due.
Era Talia.
Poi d'un tratto cominciarono le danze.
"Milord..." avvicinandosi Silvia ad Altafonte "... rammentate? Mi dovete un ballo... l'avete forse scordato?"
"Milady, se ho scordato qualcosa è stato solo a causa dei vostri occhi d'ebano..." con un leggero inchino il cavaliere... ed è estremamente piacevole essere vostro debitore..."
E iniziarono a ballare.
Guisgard
04-11-2013, 19.15.06
Talia si allontanò così da loro e da quei discorsi.
Le danze si erano appena aperte e subito intorno a lei cominciò un armonioso e vorticoso giro di coppie che ballavano al suono di quella dolce e sognante musica.
E per questo, quasi involontariamente, la ragazza si spostò verso le grandi vetrate della sala, restando a fissare quelle danze.
Poi la musica cessò e riprese dopo un alcuni istanti con un nuovo ballo.
“Milady...” disse un giovane avvicinandosi a Talia “... permettete questo ballo?”
“Perdonate, messere...” all'improvviso qualcuno alle spalle di Talia “... ma vedete, sono in debito con questa dama... e se non riuscissi sdebitarmi con la danza a causa vostra, amico mio, temo sarei costretto a chiedervi soddisfazione...” con un sorriso sarcastico Altafonte.
Il giovane rise, sebbene incuriosito dal suo modo di fare.
“Allora, milady?” Altafonte fissando Talia. “Cosa decidete? Mi concedete questo ballo o devo incrociare le armi con questo giovane sventurato?” Sfiorandole la mano con le labbra.
Altea
04-11-2013, 19.18.24
Presi il calice datomi dal cavaliere e mi inumidii appena le labbra, mi voltai e vidi il Cavaliere, come sempre..a fare il galante con le altre donne e aprire il primo ballo con ella.
Riposi il calice nel vassoio e uscii sul terrazzo e mi sedetti sulla panchina, mi sentivo tremendamente fuoriluogo..era stata una pessima idea quella di venire, lo immaginavo e rimasi li a rimirar le stelle.
Rabbrividii. Era davvero lui?
Voleva incontrarmi? Perché rischiare tanto? Potevo correre a raccontarlo al viceprocuratore, anzi.. Dovevo andare subito a dirglielo.
In un breve momento, voltai lo sguardo verso Missani, impegnato a conversare col capitano.
Nello stesso istante, infilai il biglietto in una piccola tasca, nascondendolo alla vista.
Razionalmente pensai che, se si fosse sentito minacciato, Mirabole avrebbe rinunciato all'incontro.
Ma la verità era che non mi fidavo di Missari, anche se mi stava ricattando.
Anzi, soprattutto perché mi stava ricattando.
Mi chiesi se Mirabole sapesse chi fossi in realtà, ma lo esclusi immediatamente.
Un papavero blu.. Cosa poteva significare? Nell'antichità il papavero era legato a molte cose, il papavero da oppio, in particolare... Ma il papavero blu? Non lo sapevo.
Maledissi la mia ignoranza.
Alzai per un momento lo sguardo verso Roberto.
Avrei dovuto dirglielo, avrei dovuto per lo meno parlare con Duon.
Ma era me che voleva vedere, e io non volevo mettere il mio amico in una posizione compromettente con Missani.
Se si fosse rivelata una pazzia, un'imprudenza, allora la colpa sarebbe stata mia soltanto.
Non potevo perdere quest'occasione.
A quel punto, però, con il biglietto in tasca e mille domande nella mente, le priorità sembravano diverse.
Certo, Mirabole era un ladro e non un assassino, ma era comunque pericoloso.
Sorrisi, inseguendo un pensiero fugace.
"Duon è impegnato.." Sussurrai dolcemente, avvicinandomi di un passo a Roberto per prendere il bicchiere vuoto dalle sue mani e posarlo su un vassoio.
"Mirabole può essere ovunque.." Continuai, fissandolo negli occhi.
Alzai la mano destra perché la prendesse "..senti questa musica?" Esitai "..balla con me..." Sussurrai, in un tono che non avevo mai osato usare.
Era una pazzia, lo sapevo bene, non potevo tenere nascosto il biglietto.
Ma ormai avevo deciso.
E se dovevo aspettare la mezzanotte, allora l'avrei fatto nel modo migliore possibile. L'unica gioia che mi fosse concessa in quel momento.
Talia
04-11-2013, 19.49.20
Mi voltai, stupita al suono di quella voce, e lo vidi...
se ne stava davanti a me, con quel suo sorriso sarcastico che celava l'impenetrabile espressione degli occhi chiari...
lo fissai per un istante chinarsi e sfiorarmi la mano.
Non risposi subito... ed, anzi, mi sentii avvampare...
il giovane accanto a me rise, divertito forse dai modi lievemente esasperati del Cavaliere, ma io non gli badai...
fissavo lui...
lo fissavo, stupita...
era stato davvero così folle da chiedermi di ballare?
Esitai... ma solo per un attimo...
poi, a mia volta, sorrisi lievemente...
"Oh, beh... Cavaliere..." dissi, dissimulando la mia agitazione in un piccolo inchino "Non posso certo permettere che questo duello abbia luogo per causa mia... Con piacere, dunque..."
Chinando lo sguardo, dunque, lasciai che la sua mano mi conducesse verso il centro della sala... lo sentivo accanto a me, vicino...
e solo quando la musica si fece più viva e noi iniziammo a volteggiare al ritmo di essa, io tornai ad alzare gli occhi ed incrociai i suoi...
Guisgard
04-11-2013, 21.20.41
La musica si diffondeva, leggera e delicata, nella sala fatta di marmo e stoffe trapuntate alle pareti.
Quelle dolci note, dall'eco ora raffinato, ora melodioso, parevano dissolversi tra i cristalli luminosi, le finissime porcellane, i preziosi intarsi del mobilio ricco e sfarzoso.
Centinaia e centinaia di candele ardevano nella sala, riversando ovunque bagliori e screziature che rendevano quell'atmosfera simile a quelle delle favole.
Altafonte e Talia danzavano così, tra decine di coppie, al passo leggero dettato dalla morbida melodia dei violini, dei clavicembali, delle arpe.
Gli occhi azzurri del cavaliere erano in quelli ambrati di lei.
La sua mano stringeva quella della ragazza, mentre con l'altra, delicatamente adagiata sul suo fianco, la guidava con sicurezza in quel ballo senza tempo.
“Dovevo sdebitarmi con voi...” disse il cavaliere alla dama “... l'altro giorno, a casa mia... si, dovrei farmi perdonare... vi ho messo a disagio, in imbarazzo... potrei giustificarmi dicendo di essere stato del tutto soggiogato dalle vostre grazie, milady... ma temo che per una dama dell'alta società come voi ciò sia troppo poco per congedarmi da ogni responsabilità...” sorrise appena “... chissà, magari ne avrete parlato con vostro marito... o forse no... dopotutto il capitano, si dice, sia un abilissimo spadaccino... mi avrebbe già sfidato immagino... ma non posso biasimarlo... io non vi dividerei con nessun altro...” guardò dai vetri il sottostante giardino illuminato “... il giardino di Borgolo... un luogo incantevole mi è stato detto... soprattutto di notte... nelle zone meno illuminate le stelle sono visibili in modo straordinariamente chiaro...” strinse allora la sua mano sul fianco di Talia, per poi salire leggermente sulla sua schiena “... dopo sarò lì, in quel giardino...”
http://images3.cinema.de/imedia/3380/2343380,WQZy+_3zKEKqOXl5vO6kkN3__LI8A6RGT2pvaepNS+ wukgr0i6X53wH4ohwA3gAOZmSGjIltu8m8+putdBgbSg==.jpg
La musica cessò in quel momento ed il ballo terminò.
“Signori e signore...” fu annunciato da un cortigiano “... Sua Maestà!”
E tutti si voltarono a fissare il re che faceva il suo ingresso nella sala.
Ad un tratto qualcuno si avvicinò ad Altafonte e a Talia.
“Talia...” fissandola Jacopo “... dov'eri?” Guardò poi Altafonte. “Cavaliere.”
“Capitano.” Con un cenno del capo questi.
I due restarono a fissarsi per alcuni istanti, poi il capitano spostò i suoi occhi su Talia.
“Vieni, Sua Maestà attende...” e prendendola per mano la portò via.
Mentre Altafonte svanì come un'ombra tra gli invitati.
Guisgard
04-11-2013, 21.27.34
Il militare ascoltò Elisabeth, ma appariva sempre deciso a far rispettare gli ordini ricevuti.
“Milady ha ragione...” disse Velv “... abbiamo fatto un lungo viaggio per vedere quel quadro... inoltre è vero... nessuno può impedire ad altri l'ingresso in una chiesa...”
“Mi spiace...” fece il soldato “... sono gli ordini.”
“Allora fateci parlare col vostro comandante.”
“Impossibile, messere.”
“Perchè mai?” Chiese Velv.
“Perchè il capitano non è qui.” Spiegò la guardia. “E' ospite ad una festa che si tiene al Palazzo Reale. E fino a domani non verrà.”
“Fatemi capire...” fissandolo Velv “... tenete piantonata una chiesa e il vostro comandante fino a domani non si farà vedere? Immagino dunque abbia molta fiducia nei suoi uomini.”
“Sono gli ordini, messere.” Mormorò il militare. “Io faccio solo il mio dovere.” E si allontanò, tornando presso l'ingresso della chiesa.
“Se io volessi rubare quel quadro” a bassa voce Velv ad Elisabeth “lo farei ora... pare infatti che il comandante delle guardie non tema alcun furto stanotte...”
Guisgard
04-11-2013, 21.36.28
Altea era uscita sulla terrazza, appartandosi dal clamore della festa.
Il cielo era velato da nubi e le stelle non si mostravano.
Ad un tratto due degli ospiti uscirono anche loro, avvicinandosi poi al parapetto.
“Pare dunque che stasera Mirabole verrà qui...” disse uno dei due all'altro.
“Mah, io non ci credo.”
“Perchè mai?”
“Sarebbe da stupidi venire qui quando tutti ti aspettano, no?”
“Allora perchè lasciare quel biglietto?”
“Magari solo per depistare.”
I due allora si accorsero di Altea.
“Milady...” fece uno dei due “... non temete di star qui da sola? Si dice che stasera possa arrivare qui Mirabole.”
“Milady è molto più furba di te.” Replicò l'altro. “Sa che non verrà nessuno.” E rise.
elisabeth
04-11-2013, 21.37.23
Che grazioso battibecco.... e intanto quella Chiesa era impenetrabile.....sino a che Velv....parlo' da Ladro....." Certamente ...lo penso anche io....ma noi non siamo il Ladro....Velv....e siamo lontani dalla Chiesa......ma un modo ci potrebbe essere...solo se fossimo dei religiosi......ai religiosi non potrebbero sbarrare il passo.....e potremmo trovarci come per magia faccia Azable...e chi sara' mai.....".......
Guisgard
04-11-2013, 21.39.40
Roberto fissò Clio e le sorrise dolcemente.
Prese la sua mano e la condusse nel cuore del ballo.
I due, in mezzo a tante coppie danzanti, ballarono mano nella mano e con gli occhi persi gli uni in quelli dell'altra.
E così danzarono, fino a quando, quasi senza accorgersene, si ritrovarono presso una delle vetrate aperte.
Dava sulla terrazza e ad un tratto Roberto si fermò.
La luce delle candele qui si affievoliva e la vaga penombra della sera già reclamava il suo dominio.
I due allora furono quasi avvolti da quell'incertezza, divenendo simili a due ombre sbiadite agli occhi indifferenti di tutti gli altri.
Lui la fissò di nuovo e poi la baciò.
Fu un bacio lungo.
Lungo ed intenso.
Un bacio che terminò solo quando la musica cessò e fu annunciato l'ingresso del re nella sala.
Altea
04-11-2013, 21.58.37
Ascoltai i due uomini ...ancora Mirabole..non volevo sentirne parlare
Mi alzai e tornando nel salone vidi Altafonte ballare stretto a una dama che mi era familiareSorrisi leggermente scuotendo il capo...non aveva certo bisogno della mia presenza.
Chiesi a un maggiordomo di avvisare il cavaliere che lady Altea se ne stava tornando nella sua dimora e cosi uscii e salii nella carrozza. Istintivamente tolsi il pendaglio dal mio collo e lo posi sul sedile in modo che Altafonte lo trovasse per restituirglielo..certamente non sarei nemmeno rimasta in quella dimora di pazzi.
Talia
05-11-2013, 00.04.07
Mille luci mi giravano intorno, colori, musica... e per qualche momento mi parve di essere tornata indietro nel tempo, di essere tornata la ragazzina che ero stata...
poi le sue parole...
abbassai appena lo sguardo... ma non dissi niente.
Pensavo che era una follia... Jacopo non sarebbe stato affatto contento ed era una follia per lui provocarlo... essere lì con me... era una follia, per lui più che per chiunque altro.
Non lo dissi, tuttavia...
non lo dissi perché dentro di me ero felice. Intensamente.
La musica rallentò, lentamente, e gradualmente noi ci fermammo...
ci fermammo davanti ad una vetrata...
guardò dai vetri il sottostante giardino illuminato “... il giardino di Borgolo... un luogo incantevole mi è stato detto... soprattutto di notte... nelle zone meno illuminate le stelle sono visibili in modo straordinariamente chiaro...” strinse allora la sua mano sul fianco di Talia, per poi salire leggermente sulla sua schiena “... dopo sarò lì, in quel giardino...”
Spalancai gli occhi e lo fissai.
Non poteva dire sul serio... non poteva.
I miei occhi erano nei suoi... larghi... il cuore mi batteva forte, mi sentivo le guance rosse e accaldate...
Poi quella voce... mi colse alla sprovvista, facendomi sussultare...
“Talia...” fissandola Jacopo “... dov'eri?” Guardò poi Altafonte. “Cavaliere.”
“Capitano.” Con un cenno del capo questi.
I due restarono a fissarsi per alcuni istanti, poi il capitano spostò i suoi occhi su Talia.
“Vieni, Sua Maestà attende...” e prendendola per mano la portò via.
Mentre Altafonte svanì come un'ombra tra gli invitati.
“Ero... qui...” mormorai a quelle parole di Jacopo.
Mio marito, tuttavia, non badò a me, né a ciò che dissi... prese la mia mano e mi trascinò via...
Mentre ci allontanavamo tra la folla, mi voltai... incrociai per un istante ancora quegli occhi chiarissimi, poi svanì.
Non avevo mai amato danzare, lo consideravo un noioso dovere più che uno svago.
Ma non con lui.. d'un tratto, ogni cosa era diversa, potevo essere me stessa, libera e sicura di risplendere in quei meravigliosi occhi scuri, così diversi dai miei.
Non ero mai riuscita a spiegare quella sensazione, quella pace che trovavo in sua presenza, ma anche quel vago senso di inquietudine, come se ci fosse un velo impalpabile tra noi.
Da quando ero giunta a Sygma, avevamo osato fin troppo: a Crysa eravamo molto più distanti.
Forse era anche per quello che adoravo ballare con lui, perché in tutto quel volteggiare eravamo così vicini.
E anche quel giorno fu così, il mondo divenne opaco e lontano, mentre i suoi occhi e il suo sorriso brillavano come stelle nel firmamento.
Ero felice, felice come non lo ero da tanto, come pensavo che non sarei mai più stata.
Sapevo che era soltanto un sogno, che alla fine della musica sarei tornata ad essere la cugina fasulla, la principessa esule, l'amica sincera.
Ma volevo vivere quell'attimo di paradiso con tutta l'intensità possibile.
Cullai dentro di me le emozioni che si susseguirono, l'una dopo l'altra.
Quasi non mi accorsi quando arrivammo alla vetrata, per me, potevamo anche essere al Palazzo Reale di Crysa, o a Londra, o in qualunque altro posto della terra.
Eravamo soli, nonostante la folla.
Io, lui e la penombra.
Percepii il suo respiro, provava ciò che sentivo io?
Era troppo, dovevamo andarcene da lì, era troppo pericoloso!
Eppure, non c'era altro posto in cui avrei voluto stare. Nessuno parlò, fatto assai strano, era difficile che io e lui non avessimo argomenti di cui discutere.
Ma non in quel momento. C'era qualcosa di più, qualcosa che avevamo finto entrambi di ignorare ogni singolo giorno, era come una presenza, potevo quasi sentirla nell'aria, intorno a noi.
Avevamo esagerato, fingerci cugini ci aveva dato una liberà che non ci saremmo mai potuti permettere su Crysa.
Restai con gli occhi nei suoi, per lunghi istanti.
Poi, il mondo svanì.
Sentii soltanto le sue labbra sulle mie, una fitta dolorosa e bellissima mi attraversò l'anima.
Fu troppo breve l'istante in cui dissi a me stessa che non potevo, non era giusto, nemmeno mi accorsi di lui, quasi non fosse mai esistito.
Ciò che esisteva erano le nostre labbra unite in un tutt'uno.
Sentii le sue braccia stringermi, cercai istintivamente il suo collo con le mie.
Non avevo mai provato nulla di simile. Non che avessi mai perso tempo ad immaginare come sarebbe stato un bacio, fantasticare non era utile, nella mia posizione.
Ma in quei momenti appassionati nulla aveva senso, nulla esisteva.
Mai avrei creduto di avere in dono una felicità tanto grande.
Una voce, una voce lontana giunse al mio orecchio, così come al suo.
Il re.. era arrivato il re!
Ci fermammo, respirando a fatica, abbassai dolorosamente le mani dal suo collo, lasciandole ricadere lungo i fianchi.
Alzai gli occhi: increduli, felici, appassionati, terrorizzati.
Non riuscii a proferire parola.
Quella voce sottile, che continuava a ripetermi quanto fosse sbagliato, si fece sempre più possente e chiara nella mia mente.
La detestai, non la ascoltai, nonostante la sua insistenza.
Avrei dovuto schiaffeggiarlo, ma i miei occhi tradivano quanto lo desiderassi.
Avrei dovuto dirgli che avevamo sbagliato, che lui era sposato, che non doveva capitare mai più, ma il mio sorriso era troppo luminoso.
Avrei dovuto dire che era stato un momento di debolezza, la musica, l'atmosfera, nulla di più, ma non gli avevo mai detto una bugia.
Avrei dovuto.. avrei dovuto dirgli che lo amavo, che non avrei mai amato altri, anche se quel bacio era tutto ciò che c'era per noi, ma non potevo nemmeno dire la verità.
"Dovremmo andare.." fu l'unica cosa che riuscii a sussurrare, con un filo di voce.
Guisgard
05-11-2013, 01.39.25
Velv fissò incuriosito Elisabeth.
“State forse dicendo...” disse pensieroso “... di travestirci da religiosi per entrare in quella chiesa?” Restò poi per qualche istante in silenzio. “Però... potrebbe davvero essere un'idea...” guardò la chiesa “... perchè no...”
Fece segno alla dama di seguirlo.
Lasciarono quel luogo e poco più avanti fermarono un calessino e si fecero portare all'albergo dove alloggiavano.
Saliti di nuovo nei loro alloggi, Velv chiamò a sé gli altri due compagni.
“Ci occorrono due abiti da religiosi...” rivolgendosi ai due “... un curato ed una monaca... voi procuratemeli... io intanto preparerò una falsa lettera di presentazione...” prese la sua borsa e tirò fuori vari strumenti ed utensili “... vediamo un po'... ecco... saremo appartenenti all'ordine Agostiniano... inviati dal nostro convento per portare conforto al sacerdote di Santa Felicita da parte del nostro priore...” guardò Elisabeth “... trovatevi un nome da novizia... uno che vi è sempre piaciuto...”
Guisgard
05-11-2013, 01.45.11
Presa la carrozza e lasciato il Palazzo Reale di Sygma, Altea raggiunse poco dopo la dimora che un tempo fu dei nobili Castelflorenzio.
Qui la dama vide venirle incontro madama Irene.
“Milady...” disse la donna ad Altea “... siete già di ritorno? La festa è già finita?” Le fece cenno di rientrare in casa. “Volete che vi prepari qualcosa di caldo? Latte? Una tisana? Preferite vi porti il tutto in camera vostra?”
Guisgard
05-11-2013, 02.09.32
Roberto restò a fissare Clio, mentre tutto intorno a loro si animava.
La presenza del re aveva infatti destato ogni cosa in quella sala.
Un lungo applauso aveva accolto il sovrano di Sygma.
Roberto alla fine sorrise timidamente ed annuì a quelle parole di Clio.
Fu sul punto di sfiorarle la mano per condurla dove erano attesi.
Da Simone, da Selenia.
Ma non lo fece.
Solo un cenno col capo per indicarle di precederlo.
Tornarono così ai loro posti, dove trovarono sua moglie tutta entusiasta per l'arrivo del re.
Fu in quel momento che si avvicinò loro Duon.
“Salute a voi, amici miei!” Salutò il Capomazdese. “Bella festa, non trovate? E tra poco, chissà, arriverà anche l'ospite d'onore!” Ridendo.
“Di chi parlate, prego?” Chiese Roberto.
“Per Bacco!” Esclamò Duon. “Di Mirabole! Ovvio!”
Guisgard
05-11-2013, 02.42.00
Jacopo trascinò quasi via Talia, fino a raggiungere l'altra parte della sala, dove molti attendevano che il re prendesse posto sul suo trono.
“Continuate pure a divertirvi, amici ed amiche...” disse il sovrano prendendo posto sul suo regale seggio “... stasera bisogna essere gai... com'erano quei versi del nostro celebre predecessore? Ah, si...” sorridendo “... quant'è bella giovinezza, che si fugge tuttavia! Chi vuol esser lieto, sia del doman non c’è certezza!”
E tutti applaudirono a quelle parole recitate dal sovrano.
“Perchè hai ballato con lui?” Chiese d'improvviso Jacopo a sua moglie, mentre ancora tutti applaudivano al re. “E' uno sconosciuto... da quando dai così confidenza a chi neanche conosciamo?”
Il capitano poi si guardò intorno.
Il suo sguardo era cupo.
Come se cercasse qualcuno tra i presenti.
Forse un fantasma.
Altea
05-11-2013, 15.30.24
Mi voltai verso Irene senza dare spiegazioni..."No grazie, non desidero nulla" ed entrai in camera.
Accesi una candela, mi tolsi il trucco, i gioielli, sciolsi i capelli e mi tolsi il bel vestito che indossavo e ne indossai uno più semplice.
Mi sedetti su una poltroncina pensando....agli strani accadimenti avvenuti in quella casa e poi rimasi a guardare la parete pensando a come fui trattata dal Cavaliere al ballo...e se fossi stata parte di qualche suo piano? Perchè insistere tanto perchè andassi con lui, regalarmi un gioiello di valore per poi non degnarmi di una minima attenzione.
Presi un libro che avevo acquistato giorni prima e cercai di liberarmi da quei pensieri...forse era meglio ritornare a Camelot e ubbidire ai miei genitori...lo avevo constatato da me..il Vero Amore non esisteva affatto.
Abbassai lo sguardo e annuii impercettibilmente a quell'invito silenzioso.
Così, lo precedetti all'interno della grande sala, colma di euforia e curiosità.
Osservai il re sedersi sul trono. Una lacrima leggera mi sfiorò la guancia.
La porta si aprì d'improvviso, facendomi sussultare.
Erano ore che spiavo quella porta, i bambini non potevano entrare, avevano detto.
Così, io è Diomede ce ne stavamo nascosti ad osservare.
Il cuore iniziò ad accelerare e ci sporgemmo dal nostro nascondiglio per vedere cosa fosse successo.
Mio padre fu il primo a uscire, aveva il volto pallido e gli occhi scavati dal pianto, tuttavia c'era un'espressione severa e solenne nei suoi occhi chiari.
Fissava un punto indefinito davanti a lui, oltre la finestra.
Una grande folla si era radunata nel cortile, per stringersi attorno al re morente.
Furono il medico e il religioso ad uscire per ultimi, il capo chino.
Io e mio fratello uscimmo dal nascondiglio, e sorridemmo timidamente a nostro padre.
Per un momento, i suoi occhi si posarono su di noi e mi parve di scorgere l'ombra di un sorriso in quello sguardo che era triste e solenne allo stesso tempo.
Avrei voluto correre da lui, abbracciarlo, ma non potevo: anche se bambina, sapevo bene che le cose non sarebbero mai tornate come prima.
Non era più soltanto nostro padre, aveva un'intero popolo a cui badare.
Mio nonno era molto amato, in ogni angolo di Crysa, il suo era stato un regno lungo, pacifico e prospero.
Sapevo bene quanto mio padre tenesse a lui.
Ma sapevo anche che non poteva abbandonarsi al lutto come un uomo qualunque.
"Sua maestà ha lasciato questo mondo.." Disse il medico, in tono solenne.
Dopo un lungo, intenso silenzio, i presenti iniziarono ad inchinarsi profondamente.
"Lunga vita al re.." Si levò da ogni parte della stanza.
La voce vivace di Duon mi desto da quel ricordo lontano.
"Cosa vi fa pensare che non sia già tra noi.." Dissi, gaiamente.
"Mi chiedo quale sarà il prossimo fiore: un orchidea, una rosa rossa, un papavero blu?".
Sorrisi, pronunciando quelle parole con noncuranza, sperando in realtà che il capomazdese potesse rispondere alla mia domanda insespressa.
Talia
05-11-2013, 18.31.37
Mi voltai verso Jacopo a quelle parole, all’improvviso ero a disagio ma pregai che non se ne accorgesse...
“Beh, io...”
Esitai...
“Beh, mi ha invitata...” dissi poi, tentando di simulare indifferenza “E dunque mi sembrava cortese accettare... dopo tutto... dopo tutto, è un personaggio di rilievo, ormai, in città e tu sei il Capitano delle Guardie... suppongo che sarebbe stato sconveniente rifiutare...”
Tacqui e per qualche minuto rimasi in silenzio, guardando altrove... poi, quando infine mi azzardai ad alzare di nuovo gli occhi su mio marito, notai che il suo sguardo vagava nervosamente per la sala...
“Cerchi qualcuno, Jacopo?” chiesi, sorpresa.
Guisgard
05-11-2013, 18.43.20
“La cortesia” disse Jacopo a Talia, senza smettere di guardarsi intorno “non richiede certo che faccia ballare mia moglie. Sarà anche un personaggio di rilievo, ma in giro circolano strane voci su di lui... pare cerchi moglie... ti ha forse chiesto di aiutarlo a scegliere?” Voltandosi verso di lei. “Non cerco nessuno...” aggiunse poi, tornando a fissare la sala “... controllo che tutto sia tranquillo... sono qui per questo dopotutto... forse perciò mia moglie si diverte in giro e non con me... ma comprendo che il lavoro di suo marito sia noioso...”
elisabeth
05-11-2013, 18.43.23
Velv era pronto a tutto, non vi era cosa che per lui fosse impossibile....fu cosi' che mise in atto l'idea del mio piano.....e con l'aiuto dei suoi compari..richiese degli abiti......e dalla sua borsa tiro' fuori il necessario per scrivere......lo guardai seduto allo scrittoio.....penna e calamaio....aveva della pergamena giallastra.....e si mise di buona lena e di buona calligrafia a scrivere il nostro lascia passare......ci fecero arrivare un abito da curato e una da suora......Ordine Agostiniano .......vidi l'abito sul letto assieme a quello per Velv.....ebbi un momento di sconforto......" Velv....finiremo per finire all'inferno....stiamo profanando gli abiti dei servi di Dio.......Agnese ...questo e' il nome che mi e' sempre piaciuto.......e ho una paura terribile.......mi sono esposta con le guardie.....ma il copricapo e il pesante velo......cambiera' totalmente la fisionomia del volto...ma per voi ?......credo che voi dobbiate andare nella vostra stanza...incomincero' a vestirmi...verro' a bussare io alla vostra porta.....".....rimasi sola.....incomincia a spogliarmi...finche' non rimasi in sottana....guardai quell'abito......chiedendomi quale sensazione avrei provato.....e quante volte mi ero chiesta come facevano a vestirsi da sole...ora ci avrei provato ........incominciai dalla tonaca....misi il grosso rosario alla cinta.....e poi la cuffia.....che nascose del tutto i miei capelli......misi il colletto bianco....e con dei spilli misi il velo unendolo alla cuffia.........ero davanti allo specchio........non so se avessi provato la stessa sensazione se avessi provato l'abito da sposa.....forse si......con gli occhi lucidi..uscii dalla stanza e bussando alla porta di Velv......" Sono Suor Agnese........".....
Guisgard
05-11-2013, 18.46.15
Duon sorrise a quelle parole di Clio.
“Dipende...” disse “... dipende dal tipo di messaggio che eventualmente lascerà... Mirabole ha portato a segno molti colpi... dei più disparati e nei modi più imprevedibili... vi è qualcosa di teatrale in lui... forse ama il teatro, chissà...” rise “... ma vi è un particolare che invece ricorre ogni volta... come un marchio di fabbrica, un segno distintivo... il fiore... il fiore che ogni volta lascia nei suoi messaggi... ogni fiore, come ben sapete, ha un significato... e il nostro Mirabole pare sia appassionato del loro linguaggio...e così, che sia una margherita, una rosa, un papavero o un lillà... ogni fiore viene scelto con cura in base al suo messaggio e dunque alla sua prossima mossa...”
Talia
05-11-2013, 19.04.49
Osservai Jacopo per un istante a quelle parole, vagamente stupita...
poi un vago sorriso si allargò sulle mia labbra, diventando sempre più ampio...
“Sei...” mormorai, senza riuscire a smettere di sorridere “Tu sei... sei, forse geloso, Capitano?”
Sollevai un sopracciglio, con aria sarcastica...
“Andiamo... Jacopo, onestamente... tu non sei mai stato geloso, in vita tua. Non di me, almeno! Vorresti davvero farmi credere di esserlo adesso?”
Il mio sguardo si fece appena più profondo, su di lui... intenso...
Poi, scuotendo appena la testa, sorrisi di nuovo...
“Non sei molto credibile, temo!” mormorai dolcemente.
E mi voltai ad applaudire il Re, insieme a tutti gli altri.
Guisgard
05-11-2013, 19.05.10
Un attimo dopo la porta si aprì e davanti ad Elisabeth apparve un perfetto frate Agostiniano.
Velv si era attaccato sul viso una barba finta, lunga e brizzolata e una parrucca sulla testa dello stesso colore.
“Pace e bene, sorella...” disse fissandola “... cara suor Agnese... vi presento fra' Bartolomeo...” indicando se stesso “... siamo diretti alla casa di Santa Zita in pellegrinaggio... e udite le cose sulla chiesa di Santa Felicita abbiamo pensato bene di portargli il nostro conforto... è dura reggere una chiesa il cui ingresso è spesso vietato ai fedeli.”
Lasciarono poco dopo i loro alloggi e raggiunsero a piedi Santa Felicita.
Qui furono fermati dai soldati che piantonavano la chiesa.
“Pace e bene, figlioli...” mormorò Velv “... sono fra' Bartolomeo e lei è suor Agnese... eravamo diretti a pregare presso la casa di Santa Zita... ma udendo da alcuni viaggiatori di cosa accade qui ci è parso giusto, per Carità Cristiana, portare conforto al sacerdote di questa chiesa...”
“Non è possibile entrare.” Sentenziò uno dei militari. “Per nessuno. Sono gli ordini.”
“Comprendo, figliolo...” annuì Velv “... e non è possibile per voi andarlo a chiamare? Così lo vedremo qui, senza dover entrare... pregheremo davanti alla chiesa tutti e tre... e vi prometto che pregheremo anche per voi e per la vostra famiglia...”
Il soldato li fissò.
“Aspettate qui...” mormorò “... vedrò ciò che si può fare...” e si allontanò.
“Speriamo bene...” a bassa voce Velv ad Elisabeth.
Duon non mi rendeva le cose facili, infondo, non poteva certo leggermi nel pensiero.
Ma io non potevo parlare del biglietto di Mirabole.
"Lo so, avete perfettamente ragione, io sono assolutamente ignorante in materia.. Ed in questo momento è davvero terribile.. Insomma, non riuscirei a cogliere la differenza tra un biglietto firmato con una rosa rossa o un papavero blu.. Anche se immagino che i loro significati siano dieversissimi..." Sorrisi "..che buffo, non so perché mi sono fissata.. I papaveri sono rossi.. Ho una fervida immaginazione.. Eppure devo averlo visto da qualche parte.. Possibile che mi sia inventata il papavero blu?" Dissi, come se seguissi il filo sconnesso di pensieri.
"Oh, perdonate.." Sorrisi "..non è importante quanto il nostro Mirabole.. Dubito che userà un fiore di mia invenzione.." Scuotendo la testa, divertita.
Non mi importava di passare passare per ignorante, era anche plausibile che non mi intendessi di piante.
elisabeth
05-11-2013, 19.19.18
Poco non ci volle che cadessi a terra dallo stupore.......accidenti...mi sembrava di aver bussato alla porta sbagliata......" il vostro travestimento...e' come dire.......incredibile......comunque, Fra Bartolomeo...incamminiamoci ....questo pellegrinaggio dovra' portare i suoi frutti..." e cosi' fu........i soliti soldati e la solita solfa......certo Velv, aveva tentato portando fuori il Sacerdote..che fosse egli stesso a portarci dentro....quando all' improvviso....senza volerlo, il mondo incomincio' a girarmi attorno..." Velv..sto male......sto male veramente.....ho bisogno di sdraiarmi.........io....".......non ebbi il tempo di nulla....tutto intorno a me si fece notte.............
Guisgard
05-11-2013, 19.32.36
Jacopo fissò Talia.
“Non essere sciocca, Talia...” disse quasi con noncuranza “... non potrei certo essere geloso di un tipo simile... un damerino ed un esibizionista... uno che proclama in pompa magna di stare a cercare una moglie... andiamo, ho troppa stima per l'intelligenza di mia moglie... non voglio credere che un simile individuo possa esercitare alcun tipo di fascino su di te... tuttavia mi infastidisce che la gente, nel vederti vicino a lui, possa pensare che quell'uomo stia cercando di farti la corte... comunque... rammenta che sei la moglie del Capitano della Guardia e come tale devi comportarti... non sei l'eroina di un romanzo d'appendice che se ne va in giro in mezzo alla crema della nostra società con gli occhi sognanti... forse era meglio lasciarti a casa a leggere un buon libro stasera...”
All'improvviso si avvicinò Simone ai due.
“Tutto sembra tranquillo stasera, vero, capitano?” Mormorò.
“Già... anche troppo...” cupo Jacopo “... e ciò non mi piace...”
Guisgard
05-11-2013, 19.41.19
Altea prese quel libro e cominciò a leggerlo, sperando di scacciare pensieri ed inquietudini.
Ma ad un tratto cominciò ad udire dei rumori.
Provenivano dal pianterreno.
Come se fossero giunte più persone.
Forse camminavano per le stanze.
Erano passi pesanti.
Guisgard
05-11-2013, 19.45.32
Duon rise a quelle parole di Clio.
“Mirabole” disse “non usa mai fiori inventati. Mai. Ed anche il papavero blu esiste davvero. E simboleggia, nel linguaggio dei fiori, il mistero. Ecco, ora sapete cosa rappresenta un papavero blu, nel caso Mirabole vi lasciasse un biglietto. Dopotutto è un uomo, non certo un fantasma come qualcuno afferma. E non credo sia improbabile, qualora fosse davvero in mezzo a noi, che vi abbia notata, milady. Bella come siete.” Sorrise.
“Trovo di dubbio gusto queste vostre battute, messere.” Intervenne risentito Roberto.
“Andiamo, si scherzava!” Esclamò divertito Duon. “Ma comprendo che un ladro non sia un buon partito per vostra cugina! Ma chissà... magari è nobile e ricco quanto voi... o forse più!” E rise di nuovo.
Talia
05-11-2013, 19.46.14
Ruotando su me stessa, tornai a fissarlo...
era meglio lasciarmi a casa, aveva detto?
Ma come si permetteva?
Se c'era una cosa che detestavo... forse l'unica cosa che proprio mi mandava fuori di testa... era essere trattata in quel modo.
E Jacopo lo sapeva...
si, lo sapeva...
e allora come si permetteva di trattarmi come un oggetto di sua proprietà? Come una bambina capricciosa?
Come si permetteva di darmi ordini neanche fossi uno dei suoi soldati?
Lo fissai con gli occhi socchiusi, pericolosamente lampeggianti d'ira...
tuttavia, prima che potessi ribattere, giunse Simone e ci interruppe...
All'improvviso si avvicinò Simone ai due.
“Tutto sembra tranquillo stasera, vero, capitano?” Mormorò.
“Già... anche troppo...” cupo Jacopo “... e ciò non mi piace...”
"O forse..." dissi, in tono tagliente "Questo Mirabole si sta allegramente prendendo gioco di voi..."
Altea
05-11-2013, 19.54.12
Ad un tratto udii dei rumori e posai il libro..era come se fossero arrivate delle persone.
Lentamente scivolai fuori dalla porta e mi abbassai e guardai dal parapetto che stesse succedendo senza farmi notare.
Guisgard
05-11-2013, 20.00.23
A quelle parole di Talia, sia Jacopo che Simone si voltarono a fissarla.
“Non credo proprio, mia cara...” disse alla ragazza il capitano “... anche perchè la festa non è affatto finita...”
“Secondo voi sarà già nel palazzo?” Chiese Simone.
“Chi può dirlo...” mormorò Jacopo “... però gli invitati ci sono tutti... e se è tra di loro, per forza di cose è qui... anzi... ho un'idea...” e fece cenno col capo di seguirlo “... torno subito, Talia...” rivolgendosi poi a sua moglie.
E si allontanarono.
Il mistero..
Beh, se non altro era adeguato alla situazione.
"Oh, lieta di non essere impazzita.." dissi, con un'espressione ingenua e divertita.
"Siete gentile, messere... ma non sono certo l'unica dama in questa sala.." risi "...non sarebbe comunque un buon partito, direi... ve lo immaginate? Non potrei mai portarlo alle serate di gala se tutte le guardie lo cercano... no, decisamente dovrò cercare un marito altrove...".
Anche se i principi cominciano a scarseggiare, in questa Europa borghese e liberale..
Per un momento, i miei occhi incrociarono quelli di Roberto, ma si staccarono immediatamente, per vagare tra la gente sconosciuta.
"Dunque voi pensate che farà un ingresso in pompa magna?" rivolta a Duon "..io, personalmente, credo che sia già qui e osservi divertito i suoi cacciatori... se non si conosce la preda, diventa tutto più complicato, anche per i migliori levrieri..".
La mezzanotte era ancora lontana, ma almeno ero più tranquilla, dopo aver scoperto il significato di quel fiore.
Ero più curiosa che mai.
Il pensiero di Mirabole mi teneva la mente impegnata e le impediva di tornare, inesorabilmente, ai lunghi istanti passati tra le sue braccia.
Lo avevo sognato o era accaduto davvero?
Talia
05-11-2013, 20.36.32
Li osservai mentre si allontanavano...
avevo punto sul vivo l'orgoglio di Jacopo con quelle parole, lo sapevo...
Jacopo era diligente nel suo lavoro e ne andava fiero... ne era orgoglioso... ai limiti dell'arroganza, qualche volta.
Quelle mie parole taglienti lo avevano, dunque, irritato... e questo mi fece lievemente sorridere, tra me.
Li osservai allontanarsi chiedendomi cosa avesse in mente.
Poi anche io mi scostai dal palco reale, muovendomi piano tra la folla...
era pieno di persone della più alta società, agghindati con abiti bellissimi e gioielli sfavillanti...
io mi muovevo piano, lieve...
mi muovevo senza una meta...
senza una meta, mi ritrovai vicino alla vetrata che dava sul terrazzo e guardai fuori.
Il cielo era limpido, quella sera, e punteggiato da un milione di stelle... lo osservai per lunghi momenti, poi i miei occhi vagarono sul terrazzo e sul giardino sottostante...
il Giardino Reale del Borgolo...
uno dei più belli, dei più magici dell'intera Sygma...
ripensai alle sue parole...
sarebbe stato lì...
Esitai.
Era follia.
Lo ripetei a me stessa più e più volte: era follia... follia.
Eppure...
Combattuta tra la ragione e il desiderio, guardai la sala in cerca di lui... ma non lo vidi.
Neanche Jacopo era in vista.
Esitai ancora...
infine, inspirando profondamente, aprii la porta a vetri ed uscii sul terrazzo.
Da qui, silenziosamente, scesi la scala e raggiunsi il Giardino...
Guisgard
05-11-2013, 20.55.42
Scene confuse sognò Elisabeth mentre era senza conoscenza.
Poi, pian piano, aprì gli occhi.
Si trovava su uno scomodo lettino, con tutt'intorno immagini religiose.
E così un po' si sentì osservata.
Ad un tratto udì dei passi.
La porta di quella stanzetta si aprì e apparvero tre figuri.
Velv abbigliato da Agostiniano, uno dei militari e un sacerdote.
“Sorella...” avvicinandosi Velv al lettino “... come state? Vi sentite meglio?”
“Bevete un po' di questo amaro alle erbe...” porgendole un bicchiere il sacerdote “... vi farà sentire subito meglio, sorella...”
“Eh, abbiamo fatto molta strada...” mormorò Velv “... molta... e suor Agnese si è indebolita...”
Guisgard
05-11-2013, 20.58.22
Duon rise ancora nell'udire Clio.
“Magari non è affascinante.” Disse. “O forse non è neanche un uomo. E se fosse davvero una donna?” Rise ancora, in maniera grottesca ora. “E sia, sarò serio... come potrebbe essere? Io dico... uomo, naturalmente... dotato di una certa agilità, visto che fugge da tempo la polizia di mezza Italia... e dagli occhi neri... non so, mi danno l'idea di essere impenetrabili... e ovviamente credo sia giovane... ha mostrato vitalità nelle sue imprese.” Sorrise. “Cosa ne pensate del mio quadro su di lui?”
“Bah...” incurante Roberto “... non perdo certo tempo ad immaginare quel ladro...” e guardò Clio.
All'improvviso arrivò Silvia.
“Che gioco divertente!” Disse Entusiasta.
Guisgard
05-11-2013, 21.01.40
Altea uscì dalla sua stanza per scoprire cosa stesse accadendo.
Non vide nessuno, ma continuò a sentire quei rumori.
Poi, all'improvviso, delle voci.
Accompagnavano quei rumori.
“Il passaggio segreto” disse una voce maschile “lo copriremo spostando i mobili... non deve vederlo...”
“Non lo vedrà...” fece Irene “... è sopra a leggere... non pensavo tornasse così presto... ma per fortuna si è chiusa nella sua stanza...”
Ma Altea aveva riconosciuto la voce dell'uomo.
Era quella di Kos.
elisabeth
05-11-2013, 21.07.00
O Santa Pace...Signore Eterno....avevo mille api che mi ronzavano in capo.......mi sentivo con la testa appesantita.....ma forse era la tensione accumulata...forse era il terrore per la divisa......appena vidi il soldato...urlai....mettendomi a sedere nel letto.......presi il bicchierino dalle mani del Sacerdote e bevvi l'amaro.....mio Dio com'era amaro.....eravamo all' interno della Chiesa e io ero stanca per il pellegrinaggio.....facendomi il segno della croce.....presi la mano del Sacerdote...." Non so come ringraziarvi Padre....forse ho chiesto troppo a me stessa Fra Bartolomeo me lo aveva detto che era troppo faticoso per me questo viaggio.....ma come potevo non dar retta al richiamo di nostro Signore ".....così scivolai in ginocchio e a mani giunte chiusi gli occhi e ringraziai Dio di aver trovato quella casa di accoglienza per permettermi di proseguire il viaggio...." Sono sicura che il Signore nostro Dio stia ringraziando anche voi buona Guardia......e i vostri figli e la donna che li ha portati in grembo......come la Madonna abbiamo trovato rifugio......solo una notte e andremo via Padre....il tempo di riprendermi...".....Guardai con occhi strazianti Il prete.....insomma la carità cristiana doveva pur esserci da qualche parte......
Guisgard
05-11-2013, 21.11.49
Talia, così, lasciò la sala del ballo e piano raggiunse il terrazzo e da qui le ampie scale che davano verso il giardino di Borgolo.
L'aria era fresca, quasi fredda.
La sera era però incantata, chiara di stelle scintillanti.
Una sera magica, degna di quel firmamento.
Tale che ogni stella pareva brillare di una luce differente da tutte le altre.
Milioni di luci, dai riflessi vivi e variegati, scintillavano dunque nella volta celeste che sovrastava Borgolo.
E uscendo nel giardino, Talia si lasciò avvolgere e poi sprofondare nell'incanto di quella sera.
Una sera fatta di suoni e colori leggeri, soffusi e di magia e di mistero.
Il contrasto tra il silenzio quasi assoluto del giardino con i rumori della sala del ballo sembrava distinguere quei due luoghi, conferendo al Borgolo i tratti e le fattezze di uno scenario fiabesco.
Talia fece pochi passi e subito fu parte di quel mondo quasi ancestrale.
Fino a quando, come uno spettro, le apparve qualcosa.
Un'ombra, una figura immobile accanto ad un basso muretto.
Fissava la statua di Giove che fiancheggiava lo stretto corso di un vialetto perso tra la lussureggiante vegetazione.
Risi a mia volta, alle parole di Duon.
"Una donna eh.. interessate.. ma non mi convince, in realtà.." sorrisi "..mi piace il vostro quadro.. anche se, devo dire che non riesco a immaginarlo con gli occhi scuri.. vi assicuro che anche gli occhi chiari possono essere impenetrabili, se lo si vuole..".
Oppure possono essere impenetrabili per qualcuno e rivelare tutti i propri segreti ad altri.
Sentii l'occhiata di Roberto su di me, per un momento, alzai lo sguardo e quando incrociai il suo, gli sorrisi.
No, io sapevo che Mirabole non era una donna. Così come avrei giurato che avesse gli occhi azzurri.
Non puoi camuffare il colore degli occhi, non puoi. Forse avevano ragione Simone e il capitano a pensare che dietro Mirabole si celasse una banda, ma mi convincevo sempre più che quel priore Adamo fosse lui.
Certo, non avevo nessuna prova, ma il modo in cui aveva parlato a Missani non poteva essere uno tra i tanti.
Missani...
In quel momento mi ricordai delle sue parole, di quanto fossero incomprensibili per me.
Stavo per chiedere delucidazioni a Duon, ma mi accorsi che una dama si era unita a noi.
La salutai con un educato cenno del capo.
"Trovate, milady?" le dissi, sorridendo "..credo però che sia sterile, potremmo non vederlo mai.. insomma, o è abile come dice e scapperà via col suo quadro.. oppure.. non credo sopravviverà alla caccia..." dissi, con noncuranza.
Ma era quello che pensavo, se Francesco de' Binardi era dietro le sbarre per essere entrato in casa di Roberto, chissà cosa poteva capitare a Mirabole se fosse finito nelle grinfie di Missari.
Ma a me non importava, dovevo solo capire chi fosse, indicarlo a Missani e forse avrei rivisto mio fratello.
Forse, non ero così ingenua da fidarmi di un uomo tanto meschino.
Altea
05-11-2013, 21.55.55
Mi abbassai raso terra scivolando per appurarmi fosse davvero lui...si lo vidi in faccia..era Kos.
Mi diressi verso la camera e la richiusi piano, mi alzai, ero sudata mi appoggiai alla porta, il cuore batteva forte...Azable...ma perchè era alleato con Irene? E Altafonte sapeva qualcosa di questo?
Presi il vestito del ballo, i gioielli e il fermaglio, aprii la finestra...era di nuovo arrivato il momento di mettere in atto la mia abilità nel salire e scendere dalle finestre.
E cosi fu, fuggii con la veste e gli oggetti in mano guardando se qualcuno mi stesse seguendo finchè arrivai all'entrata del Palazzo di Altafonte e mi rivolsi alle guardie..."Sono in pericolo...nella mia dimora vi sta l'uomo di cui il vostro padrone vi chiese di proteggermi..per favore fatemi entrare in modo ritorni al ballo e ne parli col vostro padrone e se non avete una carrozza datemi un cavallo...e scortatemi".
Guisgard
06-11-2013, 02.18.57
“No, non è possibile...” disse il soldato a quelle parole di Elisabeth “... nessuno può stare in questa chiesa eccetto Padre Roberio...”
“Figliolo...” intervenne il sacerdote “... questa è solo una suora... davvero temete che possa tentare di rubare il quadro? E sarà solo per stanotte... domattina ripartiranno... vero?” Guardando poi Velv.
“Si, certo...” annuì questi “... si tratterrà solo di una notte... all'alba saremo già di nuovo in cammino...”
“E il vostro capitano” mormorò il sacerdote “quando arriverà domattina non li vedrà neanche... infatti saranno già ripartiti da un bel po'...”
“E sia...” sbuffando il soldato “... ma a condizione che resti solo la suora.”
“Ma ha bisogno che qualcuno le stia vicino...” fissandolo Velv.
“Ci sarà Padre Roberio.” Replicò il soldato, indicando il sacerdote. “Prendere o lasciare.”
“E sia...” fece Padre Roberio “...mi prenderò io cura di lei... state tranquillo...” rivolgendosi poi a Velv.
Questi guardò Elisabeth.
“Posso restare solo un minuto con lei?” Chiese Velv. “Le avevo promesso di confessarla...”
“Lo farà Padre Roberio.” Fece il soldato.
“Io sono il suo padre spirituale...” disse Velv “... ed anche il suo confessore... non temete, non ci vorrà molto... suor Agnese è una pia donna...”
“Su, non negate una confessione a questa nostra sorella.” Rivolgendosi Padre Roberio al soldato. “Aspetteremo fuori. Venite.” Ed uscì col soldato.
Elisabeth restò così sola con Velv.
Guisgard
06-11-2013, 02.25.00
Le guardie, a quelle parole di Altea, si scambiarono diverse occhiate fra loro.
“Signora...” disse poi uno di quei guerrieri “... noi prendiamo ordini solo dal nostro padrone. Se volete chiameremo Ermiano ed egli vi ascolterà.”
Così uno di loro andò a chiamare il fedele servitore di Altafonte.
Dopo qualche minuto finalmente l'uomo scese presso l'ingresso del palazzo.
“Lady Altea...” fissandola stupito “... che sorpresa... non eravate al ballo con Sua Signoria? Come mai siete qui da sola? E' accaduto qualcosa?”
Guisgard
06-11-2013, 02.51.22
Silvia sorrise a quelle parole di Clio.
“Mah, non saprei...” disse “... ma so che mi incuriosisce non poco cercare di delinearne l'aspetto... non so perchè, ma io lo immagino bello... di solito gli eroi dei romanzi d'avventura lo sono tutti...”
“Io invece” fece Roberto, lanciando un'occhiata a Clio “penso che sia brutto. Si, decisamente.”
“Oh...” stupita Silvia “... e perchè mai, milord?”
“Non so...” scuotendo il capo Fiosari “... visto che non mostra mai il suo volto...”
“Beh, mi sembra normale.” Sorridendo Silvia. “Dopotutto è un ladro.”
“In verità” intervenne Duon “a Capomazda lo chiamano l'uomo senza volto... perchè è un maestro dei travestimenti... Mirabole, si dice, è tutti e non è nessuno.” Rise.
“Prima, mentre ballavamo, sono riuscita a farmi recitare la nuova poesiola, alquanto irriverente, scritta dal Cavaliere di Altafonte... proprio sul misterioso Mirabole...” entusiasta Silvia “... e l'ho imparata a memoria... vediamo se la ricordo... si, ecco...”
E cominciò a recitarla:
“Chissà che faccia avrà...
Chi lo sa chi egli mai sarà...
So solo che Mirabole è il suo nome...
Egli verrà stanotte, anche se non so come...
Forse cercherà tesori, forse gioielli, ma verrà...
E io che nulla ho, il mio cuore ogni suo battito gli darà...”
“Davvero simpatica!” Ridendo Duon.
“Si, lo penso anche io.” Annuendo Silvia.
Sbarrai gli occhi per un momento fugace, lanciando uno guardo d'intesa a Roberto.
Allora non era un caso, quelle erano le medesime parole pronunciate dalla ragazza alla cappellina di San Michele.
Avevo dimenticato la mia curiosità verso quell'individuo, con tutte le cose inaspettate di quella sera: il biglietto, il ballo, il bacio.
Il bacio... Il bacio..
Battei le palpebre per allontanare quel pensiero.
Dovevo concentrarmi, pensare a Mirabole.
La stretta delle sue braccia, il suo respiro, il suo sguardo.. Il bacio..
Strinsi impercettibilmente la mascella, cercando di fermare il mare di sensazioni che continuava ad inondarmi, senza controllo.
Sorrisi alla dama "Ma che simpatica, davvero... Anche questo Cavaliere d'Altaforte ho sentito dire che è un personaggio singolare e affascinante.. Anche se non ho ancora avuto modo di incontrarlo.. Temo che questa faccenda di Mirabole ci distragga troppo.." Risi "Voi avete addirittura ballato con lui, ditemi.. È davvero enigmatico come dicono?".
elisabeth
06-11-2013, 16.25.45
Velv era gelido.....i suoi occhi lanciavano fulmini....ma la sua voce era ferma e il Sacerdote....comprese perfettamente quello che Fra Bartolomeo voleva fare......Il Soldato ovviamente era esecutore d'ordini e non si spiantava neanche di un centimetro....chi poteva essere il suo comandante....doveva essere un uomo che aveva il rispetto...anzi il timore della sua truppa.......Quando rimasi sola con Velv......gli indicai di sedersi su una sedia ...ed io in ginocchio incominciai a parlare......" Velv.....se qualcuno ci osservasse da qualunque fessura....non vedrebbe nulla di strano......in questa posizione ....io pulisco la mia anima.......ora Velv.....io rimarrò all'interno della Chiesa......quando il Prete si addormenta......io sarò libera di girare.....sperando di trovare il quadro ...... a quel punto.....se rubiamo noi il quadro il ladro rimarra' con tanto di naso....ma noi diventeremo i ricercati......non solo dalle guardie ma anche da Azable.....se e' lui che lo vuole lui verrà a cercarci............e se fosse tutta una finta ?....e se il quadro non fosse qui ?...........ho questo timore...ma nel caso in cui così non fosse.....ho notato che le finestre di questa stanza sono basse e senza protezione......"....avevo le mani in preghiera ed erano sudate....avevo l'adrenalina che correva come impazzita.....
Talia
06-11-2013, 16.32.47
Il giardino era silenzioso, tranquillo...
la pace di quel luogo contrastava con le luci e la musica della sala da ballo...
gettai appena una rapida occhiata indietro, verso il terrazzo, per poi inoltrarmi, lentamente, per i viali delimitati da alte siepi e da filari di rose rampicanti.
Camminavo, assaporando quel silenzio, guardando quel cielo illuminato da migliaia di stelle...
D’un tratto, poi, giungendo verso la fine di un ampio viale, proprio dove esso deviava in un sentiero più stretto, vidi una figura ferma a fissare la statua di Giove Pluvio...
Mi soffermai, allora, un momento.
Esitai.
Poi, lentamente, in silenzio, mi avvicinai.
Altea
06-11-2013, 16.37.34
Rimasi stupita nel vedere il comportamento delle guardie..solitamente non erano restii a farmi entrare.
Aspettai Ermiano e sbarrai gli occhi alle sue numerose domande mentre il cuore forte palpitava dalla paura che Kos potesse seguirmi..."Si.." risposi balbettando.."io..sono ritornata a casa...per favore non fatemi altre domande. Io devo tornare a quel ballo...fatemi entrare e vestire, e fornitemi gentilmente una carrozza o un cavallo. Io ho necessità di parlare col vostro padrone, Ermiano...e stavolta non è uno scherzo.Non è frutto della mia invenzione come il fatto successo stamattina..io sono veramente in pericolo".
Guisgard
06-11-2013, 16.52.33
Talia vide quella figura, incerta e quasi confusa con l'incanto della sera, davanti alla statua del Giove Pluvio e lentamente cominciò ad avvicinarsi.
“Ciò che conservo di queste terre” disse all'improvviso la misteriosa ombra “è il ricordo di questo infinito manto di stelle... non so perchè, ma ognuna di esse splende di una luce diversa... da dove provengo io questo meraviglioso spettacolo spesso è celato... le calde sere d'Estate o la foschia coprono a volte il cielo... in certe sere d'Inverno, invece, il freddo ed asciutto vento libera il firmamento agli occhi degli uomini... soprattutto degli esuli, degli emarginati, dei sognatori e degli innamorati... per questo forse amo l'Inverno... è la stagione del freddo ed il freddo libera... libera l'aria dall'umidità... e libera le anime sulla Terra... lo sapevate?” Sorrise appena. “Per questo si narra che le apparizioni dei fantasmi vengono precedute da un senso di freddo... perchè siete scesa qui stasera? Questo giardino ora è la dimora delle ombre e degli spettri... io stesso faccio parte di essi... i vivi sono su, in quella sala a ballare... qui vi è solo solitudine... come il fiore che portate nei capelli...” e si voltò a fissarla.
Ma il buio della sera teneva celato il suo viso.
Solo i suoi occhi chiari erano appena visibili.
Occhi chiari ed enigmatici che fissavano Talia.
Guisgard
06-11-2013, 17.08.05
“E quale uomo” disse Silvia a Clio “non lo è? Io credo che nei propri occhi ogni uomo nasconda tutti i suoi segreti. E ho idea che il nostro cavaliere ne abbia molti.” Sorrise.
“Davvero?” Fissandola Roberto. “E da cosa lo immaginate, milady?”
“Dagli occhi appunto.” Rispose Silvia. “E vi sono uomini che fanno del proprio sguardo uno scrigno inviolabile in cui nascondere tutto di loro. Voi, ad esempio, milord... voi siete di quegli uomini schietti, solari... quasi del tutto incapaci di celare le proprie emozioni... il cavaliere invece è inquieto... lo si vede benissimo... il suo viso, il suo sorriso, persino i suoi gesti dicono una cosa, ma i suoi occhi in realtà trasmettono tutt'altro... io ho la passione per la pittura... amo dipingere ritratti di ogni tipo e posso dire di conoscere bene gli sguardi e le espressioni dei vari individui.”
“Io invece” mormorò Roberto “penso che stiate sopravvalutando il nostro cavaliere... quella poesiola, ad esempio, non credo sia farina del suo sacco... l'altro giorno, infatti, durante una passeggiata a cavallo, io e mia cugina la udimmo recitare da una ragazza presso le colline... lo ricordo perfettamente... vero, Clio?” Guardando la ragazza.
Talia
06-11-2013, 17.09.36
Mi avvicinavo lentamente e nel più assoluto silenzio...
mi sorprese quando iniziò a parlare.
Era buio e non potevo vederlo bene, ma la voce la riconobbi subito.
Era bassa e lieve... ma la riconobbi.
E solo quando quella voce si spense, la figura si voltò a fissarmi.
Esitai a quello sguardo, abbassai gli occhi...
“Forse...” mormorai “Forse, allora, se sono scesa quaggiù, è perché sono in cerca di uno di quegli spettri... un fantasma del passato, che di recente è improvvisamente tornato nella mia vita...”
Esitai...
“Sono confusa, da allora. Ci sono tante cose in cui credevo e che ora non sono più sicura di comprendere. Ma... ma deve essere davvero uno spettro... giacché ho trovato la sua tomba, solo pochi giorni fa! Una tomba di cui ignoravo l’esistenza...”
Sollevai lo sguardo e lo puntai in quei due occhi chiari di fronte a me...
“Questo fiore...” sussurrai “E’ possibile che sia stato quello spettro a donarmi questo fiore che porto tra i capelli?”
Guisgard
06-11-2013, 17.33.06
“L'erica...” disse la figura a Talia “... nel linguaggio dei fiori simboleggia la solitudine... si, forse è stato uno spettro a donarvelo... gli spettri soffrono di solitudine... nel romanzo Cime Tempestose lei torna come ombra per portarsi via lui... ma loro si amavano... forse l'amore evoca gli spettri... ma probabilmente ad evocarmi è stato l'odio... del resto chi mi ama qui? Chi mi ha rimpianto? Si, avete trovato la mia tomba... e da lì che provengo ora e all'alba vi farò ritorno... vorrei portarvi con me... ma la legge delle ombre lo permette solo vi è amore...” i suoi occhi chiari erano su di lei, fissi, senza mostrare la minima emozione “... tu non mi amavi allora e non mi ami ora... perchè sei scesa qui? Non hai paura di me? Potrei portarti via come Ade fece con Euridice... e dentro di te sai che lui non sarà mai come Orfeo... non potrà venirti a prendere... lo sai, vero? Perchè lui non ti ama come ti amo io... io sono Orfeo ed sono qui perchè ho vinto la morte...”
Allora uscì finalmente dalla penombra che lo proteggeva e si mostrò alla ragazza.
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Guisgard
06-11-2013, 17.35.24
“Ascoltatemi...” disse Velv ad Elisabeth “... tra poco io lascerò questa chiesa con il soldato... voi invece resterete col sacerdote... appena vi crederà addormentata anche lui andrà a dormire... allora voi uscirete da qui e raggiungerete la navata per cercare il luogo dove è custodito il quadro... non fate nulla di avventato, ci sono le guardie all'interno della chiesa... cercate solo il quadro... poi ritornerete qui e attenderete l'alba, quando io potrò ritornare a prendervi...”
Rientrarono il sacerdote e il soldato.
Velv allora lasciò la chiesa con quest'ultimo.
“Riposate, sorella...” rivolgendosi Padre Roberio ad Elisabeth “... anche io andrò a letto... domani starete meglio... buonanotte...” ed uscì, lasciando da sola la donna.
Guisgard
06-11-2013, 17.43.06
Ermiano apparve turbato e preoccupato a quelle parole di Altea.
“Prego, entrate in casa, milady...” disse il servitore per poi condurla dentro “... ora calmatevi, qui siete al sicuro... ora sedetevi e raccontatemi ogni cosa... e non preoccupatevi, le guardie vi difenderanno da ogni pericolo... cosa vi è successo? Cosa vi spaventa tanto?”
Infatti il volto di Altea era contratto per lo spavento.
E ordinò ai domestici di portare una tisana calda per calmarla.
Repressi un risolino divertito quando la dama fece la descrizione di Roberto.
Certo, i suoi occhi erano sempre sinceri, e aveva uno sguardo schietto e solare, ma anche lui sapeva nascondere bene agli altri quello che provava.
Altrimenti tutti si sarebbero accorti di come mi guardava, o di come io guardavo lui.
Ma io riuscivo a leggere in quello sguardo, esattamente come lui sapeva interpretare il mio,
Gli lanciai un'occhiata fugace.
"Interessante.. Dissi alla dama... Gli occhi.. Ora sono curiosa di osservare da vicino gli occhi di quel cavaliere... Di che colore sono?" Sorrisi "Beh, se sono tanto belli non possono essere che azzurri.." Risi.
In quel gioco ero notoriamente di parte.
Mi voltai verso di Roberto, quando nominò la ragazza.
"Ma certo che la rammento.." Dissi "..non l'ho nominata perché Milady era così entusiasta... E poi.." Sussurrai maliziosamente "..può sempre averla imparata dal nostro cavaliere... Chissà magari era proprio lui il suo misterioso innamorato.." Sorrisi "..anche se credo che sia abituato a dame molto più altolocate..".
Altea
06-11-2013, 17.51.08
Bevvi quella tisana e mi sentii meglio..."Ermiano..è una cosa che solo il vostro padrone sa...se ve la raccontassi non capireste il senso...ed è il motivo per cui ho conosciuto il Cavaliere di Altafonte...fatemi vestire vi prego e fatemi scortare al ballo da qualche guardia..in modo che lui sappia" gli presi le mani guardandolo..."Vi scongiuro non trattenetemi di più".
Talia
06-11-2013, 18.01.46
Abbassai gli occhi per un momento, e quando tornai ad alzarli su di lui erano lucidi...
“Come fai a dire questo?” mormorai “Che cosa ne sai, tu? Tu non c’eri... non c’eri quando ti accusavano di aver ucciso quell’uomo e di essere l’amante di sua moglie... quando ti hanno dichiarato morto! Non c’eri quando sono venuta a cercarti al fiume dove dicevano che eri annegato! Tu dici che nessuno qui ti amava e che tutti ti hanno dimenticato, ma sei tu che hai dimenticato tutti! Sei tu che hai abbandonato tutti! Sei stato via per sette anni... sette anni, in cui hai lasciato credere di essere morto!”
Inspirai profondamente... stavo male, la voce mi tremava...
“Dici che io ti odiavo, ma non era vero! Avevo paura! Paura della tua sicurezza, della tua scostanza, del modo in cui ti ponevi con me... ero attratta da te e non volevo ammetterlo. Non volevo che mi ferissi! Ora... ora vorrei odiarti! Sì, ora vorrei odiarti. Odiarti per essere tornato così... per essere tornato tardi! E invece non ci riesco... non riesco ad odiarti... e sono qui...”
elisabeth
06-11-2013, 18.26.47
Velv andò via..lasciandomi un profondo senso di smarrimento....Il Sacerdote fu tenerissimo e come previsto mi consigliò di andare a dormire , così fece lui.......
Non passò molto.....e se mi fossi addormentata....mi sarei svegliata di botto....il suo russare sembrava far tremare le mura della Chiesa.........meglio avrebbe coperto involontari rumori......mi tolsi dalla cintola il rosario.......faceva un rumore pauroso ad ogni mio passo.......lentamente usci' dalla stanza del Sacerdote e guidata dalla luce di alcune candele......proseguii per la Chiesa.......spuntai proprio dietro l'altare.........questo non era buono.......in quel momento non c'erano guardie..e visto che ero a piedi nudi non facendo rumore scesi dal presbiterio ..... nel buio non riuscivo a vedere...i quadri erano scuri....comunque dovevo fare mente locale e ricordare come era fatto il quadro....strisciavo contro al muro...il vestito da suora mi aiutava era scuro.....e mi sporgevo solo appena pensavo fossi arrivata ad un quadro......Santi....Santi......Santi Numi....ero arrivata al quadro.........era posto tra seconda e terza stazione ..............era bello...ma non capivo perchè quella situazione per un quadro del genere ero arrivata al quadro....lo dicevo a Padre Anselmo se Velv fosse stato li'..........mi voltai per andare verso la mia stanza.........passo dopo passo....intorno al muro....arrivata al presbiterio me la feci e a quattro piedi arrivando alla stanza......operazione finita.....ma qualcuno mi aveva seguita..o mi era parso di vedere un ombra......o era forse solo il momento di tornare a dormire ?
Guisgard
06-11-2013, 18.40.20
Talia non terminò neanche di parlare, che lui, improvvisamente, la prese fra le braccia.
“Stanotte no...” disse in un sussurro, ma con gli occhi carichi di passione “... stanotte non sarai sua... stanotte no... stanotte sarai mia...” e la baciò con trasporto.
Stringeva il corpo di lei contro il suo, con ardore, con passione.
Lei sentiva le mani di lui scivolare e stringere ogni parte del suo corpo.
Poi quelle mani cominciarono a spogliarla.
Prima con vigore, poi più piano.
Lei avvertiva il raso e la seta che si sfilavano lungo il suo corpo.
Un corpo che subito restò quasi nudo.
Vestito solo dalle carezze di lui, dai suoi baci.
Dalle sue mani e dalle sue labbra.
Allora lui, in preda al desiderio, la prese in braccio.
Il buio li avvolse, come a volerli proteggere.
La portò così fra delle folte siepi e poi in mezzo ad alti ed irregolari alberi.
E stendendosi su un basso muretto ricoperto da edera e rampicanti, restarono così, da soli.
Sotto l'eterno e silenzioso scintillio delle stelle.
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Talia
06-11-2013, 19.47.35
Aprii gli occhi e guardai il cielo.
Era bellissimo... di un blu intenso, quasi nero.
Era bellissimo, e così bene si accostava a quella mia intensa felicità.
Poi lentamente i miei occhi si spostarono sul volto dell’uomo accanto a me... su quegli occhi chiari, sulla sua bocca che ora sorrideva appena... un sorriso che conoscevo bene, ma che non vedevo da così tanto tempo...
gli sfiorai appena i capelli con le dita, delicatamente... poi anche io gli sorrisi.
“Sei pazzo...” sussurrai dolcemente “Sei pazzo, lo sai? Ed io lo sono quanto te... due folli... e non sono mai stata così felice... non sono mai stata così desiderosa di essere completamente folle, Guisgard...”
Il mio sorriso si allargò appena...
“Ma...” mormorai poi “Ma ho paura... pensa... pensa se ci dovessero scoprire... se ti dovessero scoprire qui con me... tu...”
La mia mano gli accarezzò ancora delicatamente i capelli, poi si spostò sul suo viso, sulla guancia...
“Tu...”
in fondo era già successo, pensai all’improvviso.
Fu un pensiero non voluto, fulmineo, imprevisto... un pensiero che mi fece male.
Mi incupii leggermente...
tentai di scacciare quella sensazione...
tentai di cacciare quei pensieri... ma non ci riuscii.
Di colpo allora mi alzai, seduta, e mi strinsi le ginocchia tra le braccia, voltandogli la schiena.
Per lunghi minuti rimasi in silenzio...
respiravo quasi con fatica...
ripensavo a quella vecchia storia, al male che mi aveva fatto...
“Sarebbe uno strano scherzo del destino...” dissi allora, con la voce ora ruvida e carica di dolore malcelato “Uno strano scherzo, se per la seconda volta tu venissi messo al bando per colpa di una donna!”
Tacqui ed inspirai... mi sentivo improvvisamente male... sentivo improvvisamente freddo...
“Vattene, Guisgard! Vattene, non voglio essere la causa del tuo bando come... come lo fu quella!”
Guisgard
06-11-2013, 20.48.09
Elisabeth era riuscita a ritornare nella sua cameretta.
Ma qualcosa attirò a sua attenzione.
Delle ombre.
Si muovevano nella navata.
Erano soldati.
Tuttavia non l'avevano vista.
E dai loro discorsi e da dove si trovavano quei militari, Elisabeth comprese che il quadro non era quello che lei aveva visto.
Vi era una cappellina dall'altra parte della navata, opposta all'abside.
E in quella cappellina, coperto da un lungo telo, vi era l'ambito e prezioso quadro.
Sorvegliato da alcuni soldati armati.
Guisgard
06-11-2013, 20.53.06
“Milady, io posso pure farvi andare a quel ballo” disse Ermiano ad Altea “ma se davvero siete in pericolo allora vi consiglio caldamente di restare qui. Sarete infatti al sicuro in questo palazzo e potrete attendere senza rischio il ritorno di Sua Signoria. Andare al ballo ora potrebbe essere un pericolo per voi se davvero qualcuno vuole farvi del male. Aspetteremo qui Sua Signoria. Cosa ne dite? La decisione spetta a voi...”
Guisgard
06-11-2013, 20.57.08
“Oh...” disse Silvia ad udire Clio “... non pensavo fosse già nota quella poesiola... ma conoscendo un po' il cavaliere anche io immagino sia stato lui a recitarla a quella ragazza... dopotutto non fa mistero di essere in cerca di una moglie...”
“Secondo me” intervenne Roberto “può attrarre le donne solo per il suo denaro. A me sembra un vanesio, un damerino. Noioso e banale.”
In quel momento arrivò Selenia.
“Oh, Roberto...” prendendo il braccio di suo marito “... questo ballo è nostro...”
Lui guardò per un istante Clio e poi annuì a sua moglie.
E andarono a ballare.
“Non vale la pena...” all'improvviso qualcuno alle spalle di Clio “... è un giovanotto gradevole e non dubito che possa attirare l'attenzione di dame frivole o giovanissime... ma nulla di più...” era Simone e parlava piano alla ragazza “... ho visto come lo guardate... ma voi potete ambire a molto di più, milady...” sorrise “... novità sul nostro uomo?”
Guisgard
06-11-2013, 21.00.43
Guisgard si alzò, avvicinandosi a Talia.
La strinse a sé, cingendola con le sua braccia.
La sua schiena era contro il petto di lui.
“Forse vorrei essere scoperto ora...” disse piano, baciandole i capelli “... si... magari vederlo arrivare... adesso...” la strinse ancor più “... per chi fra noi faresti il tifo?” Sorrise appena e le baciò di nuovo il capo. “Per chi ti struggerai? Per lui o per me?” Rise lievemente. “Quando Ginevra fu rapita da Meleagant, partirono due cavalieri per liberarla... uno era Galvano ma fallì... l'altro era un cavaliere misterioso... superò indicibili prove e alla fine trovò il paese in cui la regina era prigioniera... sfidò allora Meleagant in singolar tenzone... e gli bastò guardare Ginevra dalla torre per tenere testa e poi vincere il malvagio Meleagant... e fu lei che svelò il suo nome... quel cavaliere misterioso era naturalmente Lancillotto...” la guardò negli occhi “... tu farai lo stesso? Chiamerai il mio nome davanti a tutti? Svelerai così che Altafonte altri non è che Guisgard... e come Ginevra con Lancillotto anche tu mi ricompenserai con il tuo eterno amore, Talia?” I suoi occhi erano in quelli di lei. “Quanto a quella donna e a tutte le altre donne di questo mondo... ecco cosa penso...” e la baciò.
Fu un bacio lungo, appassionato, lento e travolgente.
Dolce ed intenso.
Le sue labbra cercavano e trovavano quelle di lei ogni volta.
E ogni volta il profumo ed il sapore di lei impreziosivano la bocca di lui.
E restarono così, a baciarsi, per un tempo indefinito, tra l'incanto della sera e la magia di quel giardino.
Altea
06-11-2013, 22.21.33
Mi sedetti su una poltrona...annuii leggermente.
"Si Ermiano, aspetterò anche perchè non voglio disturbare il Cavaliere che sicuramente si starà divertendo e io non sono nessuno per poter permettermi di entrare cosi burroscasamente nella sua vita. E quindi..io ho preso una decisione..ma vi chiedo una cortesia...fatemi riposare qui stanotte, non disturbatevi a darmi camere sontuose, mi basta anche un divano e una stanzetta e lasciate il Cavaliere riposare tranquillamente..qui dentro sono al sicuro" mi fermai un attimo esitando, mi appoggiai alla poltrona e guardai il maggiordomo sempre gentile e sorrisi..."Vi racconterò la mia storia...io vengo da Camelot e sono la baronessa Altea Victoria Mac Parker..sono fuggita da casa perchè i miei genitori volevano darmi in sposa a un anziano vedovo e io ovviamente non lo amavo...sono fuggita sperando di migliorare la mia vita e renderla felice...conoscendo il vero amore..ma mi sono resa conto che non esiste, pensai di averlo trovato sapete?...ma mi sbagliai...e allora mi rendo conto ora che mia madre aveva ragione e la mia balia aveva torto. La mia balia mi diceva sempre che lo avrei riconosciuto a prima vista e il cuore avrebbe trovato la gioia della anima..per un momento pensai di averlo trovato invece ho preso un abbaglio".
Sospirai trattenendo le lacrime..."Mia madre, invece, insinuava che l' amore vero non esistesse..e dovevo sposare quell'uomo..e ora mi rendo conto che aveva ragione e seguirò il suo consiglio...domani dopo aver raccontato al vostro padrone ciò che ho visto partirò per Camelot, è l'unico posto sicuro e poi sposerò quel conte..pensate un pò..avrò figliocci più anziani di me" e sorrisi ironicamente. "Sono arrivata con un carro vestita da un misero abito preso da una serva per non farmi riconoscere e non ho problemi a tornare con lo stesso mezzo...arrivata qui però mi fidai di uomini poco raccomandabili che scoprii poi essere ladri e volevano sconfiggere pure il famoso Mirabole. Ho pure dovuto rubare per loro...diventare una delinquente, stanca di tutto questo chiesi aiuto al vostro padrone e cosi mi portò a Castelflorenzio..eppure laggiù avvenivano fatti strani..riguardanti proprio me stessa. E stasera caso volle tornassi prima dal ballo e ho scoperto tutto...Madama Irene è alleata di questo Azable, il capo della banda di ladri, ho visto io stessa il suo braccio destro e hanno un passaggio misterioso per entrare...dietro a dei mobili..se torno laggiù ora potrei rischiare la vita..ecco perchè vi chiedo di tenermi qui stanotte..domani partirò per Camelot..perchè non ho altro posto sicuro dove stare, la vita questo aveva predestinato per me" presi un fazzoletto e mi asciugai le lacrime pensando all'abito da sposa già pronto e a quell'uomo orribile e anziano che avrei dovuto sposare...Avanti Altea...cosa pensavi di poter conquistare il suo cuore, tua madre aveva ragione...il Vero Amore non esiste...almeno farai la bella vita fingendo di amare.
Mi alzai e feci un bel sospiro..."Bene portatemi ora a riposare, sono molto stanca ma per favore fate in modo che qualche guardia stia vicino a me mentre dormo, temo entrino in camera".
Guisgard
07-11-2013, 01.44.34
Ermiano ascoltò con attenzione le parole di Altea.
“Sapete, milady...” disse “... io mi intendo poco di queste cose... gli affari di cuore per me sono troppo complicati... ero cuoco a bordo di una nave che batteva bandiera maltese... facemmo sosta in un porto delle Cicladi e qui fummo assaliti dai pirati, che poi decisero di venderci ad uno degli eunuchi del Sultano Turco... io fui l'unico a scampare alla morte... sono bravo a cucinare e proprio il Sultano mi volle nelle sue cucine... e una mattina di Maggio conobbi il mio padrone... il Cavaliere di Altafonte... aveva fatto una scommessa col Sultano, circa la cottura del latte di dattero per una pietanza dolce... il Sultano nutriva dubbi e promise qualsiasi ricompensa in cambio di quel piatto... ma se esso fosse riuscito male, gli avrebbe mozzato il capo... il cavaliere accettò e chiese a me di cucinarlo dietro le sue indicazioni, promettendomi la libertà... il piatto risultò squisito e il Sultano concesse la ricompensa al cavaliere... egli allora chiese la mia libertà e quella di una delle ancelle dell'harem... il Sultano, vincolato alla promessa fatta, a malincuore acconsentì... il giorno dopo il cavaliere, io e l'ancella lasciammo Costantinopoli... tre giorni dopo sbarcammo a Rodi e il cavaliere lasciò libera l'ancella... lì la stava attendendo il suo amato... compresi solo allora il gesto del cavaliere... l'aveva fatto perchè l'ancella ritrovasse l'uomo che amava...” sorrise “... ecco, questo credo sia il Vero Amore...” annuì “... venite, vi mostrerò la vostra stanza...”
La condusse così in una lussuosa camera da letto, arredata con gusto e classe.
“Se vi occorre qualcosa” aggiunse Ermiano “suonate pure quel campanellino di porcellana... vi auguro una serena notte, milady...” ed uscì, lasciando la dama da sola.
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Restai immobile, o almeno così credetti.
Ma una fitta, intensa e profonda mi attraversò l'anima, quando Selenia portò via Roberto.
Abbassai velocemente lo sguardo quando il suo si posò su di me.
Lo rialzai quando furono lontani, immersi nel vortice di luci e colori.
Ero stata una sciocca, pensai, baciava Selenia come aveva baciato me? La guardava in quel modo?
Mi bloccai, c'erano cose a cui non volevo pensare.
Era lei sua moglie, certo non era obbligato ad amarla, ma bella com'era sicuramente non le sarebbe stato indifferente.
Era con lei che doveva stare, non con me.
Io ero solo un'ombra della fanciullezza, una promessa mai espressa, un sogno svanito ancor prima di nascere.
Quel bacio era stato un dono, un dono di felicità a chi sapeva che non avrebbe mai passato la vita con la persona che amava.
Non ero una contadinella, dalle mie nozze dipendeva la stirpe dei Sartell, nn potevo assecondare i miei desideri.
“Non vale la pena...” all'improvviso qualcuno alle spalle di Clio “... è un giovanotto gradevole e non dubito che possa attirare l'attenzione di dame frivole o giovanissime... ma nulla di più...” era Simone e parlava piano alla ragazza “... ho visto come lo guardate... ma voi potete ambire a molto di più, milady...” sorrise “... novità sul nostro uomo?”
Sussultai.
Era come se quella voce fosse uscita dalla mia testa.
Invece era quella fastidiosa e insolente di Missani.
Si vedeva così tanto? Dovevo stare più attenta.
Mi voltai e lo guardai negli occhi, vagamente divertita.
"Non siate ridicolo.." Sorrisi, lanciando un'occhiata alla pista da ballo "...voglio molto bene a Roberto, siamo cresciuti insieme.. Ma voi sapete chi sono davvero.. Sangue reale si mischia solo con sangue reale.. Anche se temo che i principi scarseggino in questa Europa liberale... Forse avrei più fortuna facendomi arrestare, pare che le prigioni, e non le corti, ne siano piene.." Guardai Missani negli occhi "Rammentate, milord? Io non credo affatto che tutti gli uomini siano uguali, io credo che ognuno abbia un ruolo e delle responsabilità ben precise.." Alzai una mano, in segno di resa "..lo so, lo so, anacronistico..".
Non sapevo se avevo risposto a Simone o a me stessa.
Nella mia situazione avrei dovuto cercare in tutti i modi un marito.
Come facevo , con Diomede in cella?
Eppure, se lui non fosse mai uscito, cosa provabile, sarebbe toccato a me mandare avanti la casata.
Non potevo certo permettermi di essere ricordata come colei che distrusse i Sartell.
Sarei stata il disonore della famiglia, e non lo avrei mai permesso.
Promisi a me stessa che, finita quella storia, avrei davvero cercato un marito.
Era inutile che pensassi a Lui, non solo era sposato, ma non ci saremmo mai potuti unire.
Anche se.. In una situazione così estrema..
Ma, anche se fossi stata disposta a sposare un conte perché lo amavo, restava il fatto che lui era sposato.
Nulla poteva cambiare questa situazione.
Non ero così meschina da augurare qualcosa di male a Selenia, che colpa ne aveva lei?
"Nessuna novità, per ora.." Cambiando volentieri discorso ".. ho solo una filastrocca del cavaliere di Altaforte sul nostro Mirabole.." Risi.
Lanciai un'occhiata fuori dalla finestra, la mezzanotte non doveva essere lontana.
Un idea bizzarra mi accarezzò, per un momento mi sembrò troppo crudele e orribile.
Ma avevo visto come Roberto aveva parlato del cavaliere di Altaforte, uno sconosciuto, così come di Mirabole.
Forse era la superbia a parlare ma, era come se volesse screditarli ai miei occhi.
E c'era forse un solo modo per farmi smettere di guardare Roberto e Selenia, l'uno tra le braccia dell'altra.
Per quanto mi ripugnasse.
"Se non sbaglio vi devo un ballo, milord.." Sorrisi "..il nostro ladro potrebbe farsi vivo da un momento all'altro, ora o mai più..".
Guisgard
07-11-2013, 03.12.55
Simone sorrise a Clio e la fece ballare.
Si mischiarono così alle coppie che volteggiavano su quelle dolci e sognanti note.
Simone la guardava.
I suoi occhi però trasmettevano sensazioni sgradevoli a Clio.
“Dobbiamo” disse “immaginare qualcuno simile a quel priore che interrogai, vero? Per Mirabole intendo... sto osservando tutti gli invitati sin dal loro arrivo... cerco un segno, un particolare distintivo...” scosse il capo lievemente “... ma non sarà così pazzo da mostrarsi in maniera tanto riconoscibile...”
Intanto il ballo procedeva.
Simone, che non era un gran ballerino, provava a destreggiarsi, mentre gli occhi di molti erano per Clio.
La sua bellezza era sfolgorante.
Poi, ad un tratto, tra le coppie, apparvero Roberto e Selenia.
Lui subito restò a fissare Clio e Simone.
E il suo sguardo appariva cupo, inquieto.
Poi quel ballo terminò e tornarono tutti ai loro posti.
“Pensavo fossi qui per trovare quel ladro e salvare tuo fratello...” mormorò Roberto passando accanto a Clio.
Ma proprio in quel momento arrivò il capitano Jacopo.
“Ho dato ordine ai miei uomini di sorvegliare tutte le uscite del palazzo.” Disse. “Nessuno potrà uscire senza essere visto. Mirabole ormai sarà anch'egli qui dentro... forse nelle cucine, nelle scuderie, nel giardino... o magari in questa stessa sala... ma di sicuro ci resterà... come un topo in trappola...”
“Eccellente, capitano.” Fissandolo Simone.
Mi pentii subito di averlo fatto.
Non solo Missani era un pessimo ballerino, ma il modo in cui mi guardava mi ripugnava, così come la sua mano sulla mia schiena.
Ma quando lo sguardo inquieto di Roberto incontrò il mio, sorrisi tra me e me.
Era geloso? Di quell'essere ripugnante?
Infondo, non ne aveva alcun diritto, così come io non ne avevo verso di lui.
Ma la mancanza di indifferenza in quegli occhi mi fece sospirare di gioia.
Quando finalmente la musica finì, tornammo ai nostri posti.
Io e Simone, Roberto e Selenia.
Non risposi alle parole di Roberto, mi limitai a guardarlo sorridendo divertita, con l'aria di chi ha fatto una marachella, e a lanciai una fugace occhiata, intensa ed appassionata.
Quel gioco doveva finire, riusciva ad essere divertente e doloroso allo stesso tempo.
Prima o poi avremmo dovuto trovare il coraggio di parlarci chiaramente, per quanto difficile.
Le parole del capitano mi arrivarono lontane, e mi riscossero da quei pensieri.
"Tutte le uscite? Ottimo.. E, se posso permettermi, avete controllato i passaggi segreti? Un Palazzo Reale non può non averne.." Restai pensierosa "...certo, voi non potete conoscerli tutti, alcuni saranno noti soltanto al re, naturalmente, e non vi rivelerà mai la loro ubicazione.. Alcuni possono essere lunghissimi, e finire in aperta campagna..".
O al porto..
Sorrisi per un breve momento, un sorriso dolce e malinconico.
Quante volte avevo usato quel passaggio, sgattaiolare via nei limpidi pomeriggi autunnali, quando non avevo il permesso di uscire perché avrei dovuto fare qualcosa di più importante a palazzo.
Roberto mi aspettava in un luogo preciso, con due cavalli, e per lunghe ore nulla esisteva, se non il cielo di Crysa, i suoi boschi, le sue valli, la spuma di mare dalle scogliere.
Il pensiero della mia terra mi strinse il cuore, come ricordare l'ultima volta che avevo attraversato quel passaggio, con le lacrime agli occhi, la spada di mio padre al fianco, mentre tutto ciò che amavo svaniva dietro di me.
Mi sforzai di sorridere.
"Ma immagino che Sua Maestà abbia già provveduto personalmente..." Dissi, con noncuranza.
Lanciai un'altra rapida occhiata fuori dalla finestra, era una splendida sera stellata, e sicuramente la mezzanotte non era lontana.
Dovevo solo aspettare e poi salutare tutti con una scusa e raggiungere la saletta degli arazzi.
Mi sarei fatta indicare la strada da un servitore.
Altea
07-11-2013, 17.29.22
Entrai nella bella camera e ovviamente immaginavo non vi fossero camice da notte..non osai nemmeno aprire i cassetti e armadio.
Mi slacciai leggermente lo stretto corpetto e mi stesi sul letto...ormai era deciso dopo avere parlato col cavaliere cosi che potesse sapere chi vi era nella sua dimora di Castelflorenzio sarei partita subito per Camelot e avrei sposato il vecchio conte.
Fu cosi che il sonno arrivò subito.
Guisgard
07-11-2013, 18.09.58
“In verità” disse Jacopo a quelle parole di Clio “non credo che Sua Maestà conosca eventuali passaggi segreti. Ammesso che ve ne siano. Probabilmente essi erano noti solo al vecchio re, visto che il nostro odierno sovrano ha preso possesso di questo palazzo solo da poco tempo.”
“Voi” fece Simone “parlate spesso di Sua Maestà usando il termine attuale... non sapete che attuale, momentaneo, temporaneo, sono termini che Platone bandiva nel riferirsi ad un monarca.” Rise. “Ma forse voi, capitano, ritenete che ogni re sia passeggero.”
“Non mi interesso di politica” replicò Jacopo “e neanche di filosofia... sono un militare e sono votato all'obbedienza. Indifferentemente da chi mi governa. Credo che questo sia un gran valore per un suddito.”
“Certamente.” Annuì Simone.
Roberto intanto lanciava occhiate verso Clio, in preda a diverse sensazioni che lo rendevano visibilmente inquieto.
“Ma mi chiedo...” mormorò poi “... mi chiedo... e se questo Mirabole si stesse solamente prendendo gioco di noi? Manca ormai mezz'ora per la Mezzanotte e di lui neanche l'ombra... e poi... siamo certi che possa davvero rubare il quadro? Perchè allora non ci è ancora riuscito?” Sorrise per coprire il suo nervosismo. “Scrive biglietti come fosse un gioco di società... di quelli in cui si caccia il tesoro... e intanto il quadro è sempre là...”
“Parlate così” intervenne Duon che era rimasto un po' in disparte “solo perchè non conoscete bene Mirabole.”
“Voi invece si, messere?” Fissandolo Roberto.
“Ho letto tutto ciò che è stato scritto sulle sue imprese.”
“I suoi furti volete dire.” Precisò Simone.
“E' lo stesso.” Disse Duon. “Ebbene, egli ha un codice di comportamento tutto suo... e posso dirvi che non ruberà quel quadro fino a quando esso resterà in quella chiesa.”
“Perchè mai?” Domandò incuriosito Simone.
“Vi ho detto...” mormorò Duon “... ha un suo codice di comportamento... probabilmente incomprensibile per noi...”
“Sembrate conoscerlo davvero bene.” Stizzito Roberto. “Siete forse voi Mirabole, messere?”
Tutti risero al sarcasmo di Fiosari.
“Vedete, milord...” sorseggiando del vino Duon “... non potrei mai essere Mirabole... egli non ruba per arricchirsi... a lui la ricchezza sembra non interessare... io invece non riesco a riconoscere nessun altro valore al mondo, se non quello del denaro... salute, amici miei...” e continuò a bere il suo vino.
Guisgard
07-11-2013, 18.19.32
Altea, una volta a letto, cadde subito addormentata.
Il suo sonno però fu molto inquieto.
Sognò immagini e figure.
Ombre e paure.
Vide in sogno luoghi sconosciuti, su tutti una grande casa, vuota e sconfinata.
Veli neri coprivano i mobili e i quadri alle pareti.
Era sola in quei sogni.
Sola in quella grande e desolata casa.
Eppure avvertiva qualcosa.
Delle presenze.
Come se ci fosse qualcuno intorno a lei, che la seguiva, che la spiava.
Sognò poi delle voci.
Voci che conosceva bene.
Quella di sua madre e quella della delle sua balia.
Poi altre voci.
Anch'esse conosciute dalla donna.
Erano quelle di Azable e dei suoi scagnozzi.
E quelle voci la fecero svegliare di colpo.
Era sudata ed ansimava per la paura.
Era buia la stanza.
Buia e vuota.
Ed era da sola.
Proprio come in quei sogni inquieti e confusi che aveva appena fatto.
Altea
07-11-2013, 19.18.01
Mi alzai di scatto dopo quel incubo..da quanto tempo non dormivo bene..per quanto tempo avrei dormito male...presi un asciugamano e mi asciugai i sudori.
Mi stesi di nuovo nel letto..era solo suggestione.
Ero sola..come lo ero nel sogno e nella vita.
E a fronte di quella ragione mi riaddormentai.
Sentivo il suo sguardo su di me, ne avvertivo l'inquietudine.
Di tanto in tanto i nostri occhi si incrociavano, e un fremito nascosto mi percorreva, obbligandomi a distogliere lo sguardo rapidamente.
Dovevamo smetterla, stavamo giocando col fuoco.
Quel bacio aveva esasperato una situazione che era stata in un equilibrio precario per molti anni.
E negli ultimi tre era rimasta come congelato, ma sapevo che gli sarà capitato di pensare a me, così come lui aveva fatto visita ai miei pensieri molte volte.
Ma adesso era davvero troppo.
Quanto ci avrebbe messo Selenia ad accorgersi di quegli sguardi.
Possibile che mi accorgessi solo io del tono con cui parlava?
Ascoltai le parole del capitano, ed evitai di intromettermi nei discorsi politici.
Però, come sempre, ascoltai volentieri i discorsi di Duon. E risi con lui, levando il mio calice in quel lussuoso brindisi.
"Interessante, messere.." Dissi poi, pensierosa "..e se fosse tutta una tattica? Mi spiego meglio.. Lui non parla di rubare il quadro, nei suoi biglietti ma di recuperarlo.. Considerando che il Verziere è ora proprietà di Sua Maestà e che presto verrà rimosso dalla chiesa, forse é proprio questo il momento che attede.. Oppure spera che, conoscendo la minaccia del furto, lo lascerete nella chiesa.. Ho sentito una storia su Mirabole, qualche giorno fa, che sia vera o no poco importa, ma una ragazza sosteneva di aver visto Mirabole riportare un quadro con la Vergine all'interno di una chiesa.." Mi voltai faticosamente verso Roberto, sforzandomi di apparire normale "Te ne rammenti, cugino? Dunque, magari, si sente un paladino della cristianità, anche se dubito che i veri ecclesiastici ne sappiano qualcosa..".
Cercavo di apparire calma, ma cominciavo a formulare delle scuse per allontanarmi, la mezzanotte si avvicinava, e la mia curiosità cresceva sempre più.
Talia
08-11-2013, 01.57.22
Quel bacio, dolce...
il silenzio...
la notte...
il lieve fruscio del vento...
Quando li riaprii, i miei occhi erano pieni di lacrime.
Gli sfiorai il viso con le mani... piano...
ero spaventata, ma gli sorrisi.
Era tornato ed era con me... e tutto era perfetto in quel momento... tutto.
Ma domani...
quello temevo: il domani...
cosa sarebbe successo domani?
Tremavo.
“Non metterti contro di lui...” mormorai infine, gli occhi fissi nei suoi, vicinissimi, la voce bassa come una supplica “Ti prego, non metterti contro di lui. Lui... lui è potente, ora. Può farti arrestare... può farti mettere al bando... e lo farà. So che lo farà! Ti prego! Ti prego, Guisgard... sei stato via sette anni... non andartene di nuovo via da me! Non di nuovo... ti prego! Morirei...”
Guisgard
08-11-2013, 02.30.04
Altea, nonostante quei sogni inquieti, in breve si riaddormentò.
Ma poco dopo si svegliò di nuovo.
Stavolta non a causa di altri sogni agitati.
Aveva udito delle voci.
Voci che provenivano dal piano sottostante.
Erano più dei mormorii, confusi e sovrapposti.
In certi momenti però, anche se per brevi istanti, sembravano farsi più nitidi, tanto che Altea giungeva quasi a riconoscere qualche parola.
E una di queste fu “signor cavaliere”.
Guisgard
08-11-2013, 02.35.05
“Ci sono molte storie su Mirabole...” disse Duon a Clio “... se ne raccontano diverse... possiamo dire che ogni luogo divenuto teatro di una sua impresa, o furto...” precisò sorridendo “... possiede una storia su quel ladro...”
“E voi le conoscete tutte, immagino.” Fissandolo Roberto.
“Si...” annuì Duon “... possiamo dire così...”
Roberto non replicò niente, limitandosi a guardare ancora Clio.
Ma proprio in quel momento, quasi come se le parole pronunciate poco prima da Clio avessero un valore profetico, il re chiamò l'attenzione dei presenti.
“Questa sera” alzandosi dal suo trono “così ricolma di felicità e piacevolezza, ci sembra l'ideale scenario per annunciarvi che...” esitò e rise lievemente “... che presto doneremo altra bellezza al nostro paese ed al nostro popolo... infatti la collezione un tempo privata appartenuta ai sovrani che ci precedettero e donata da noi al popolo, si arricchirà di una nuova meraviglia... il celebre Verziere Fiesolano non sarà più rinchiuso in una chiusa, celato agli occhi di tutti... ma lo renderemo visibile ai sensi di tutti i cultori dell'arte e dell'essenza più pura ed assoluta del genio umano... da domani quel quadro sarà in mostra perenne nella Galleria Artistica degli Uffici Reali!”
Tutti i presenti applaudirono la decisione e la concessione del re.
Duon allora si voltò verso Clio e le sorrise in modo enigmatico.
Intanto, guardando uno dei grandi orologi nella sala, la ragazza si accorse che mancava un quarto d'ora circa a Mezzanotte.
Guisgard
08-11-2013, 03.00.08
Guisgard fissò Talia negli occhi e le sorrise appena.
Un sorriso leggero e silenzioso.
Eppure luminoso.
Come le stelle che sovrastavano il giardino.
“In una notte come questa” disse sussurrando “potrei dire tante cose... tante parole... tutte belle, bellissime... e vere... ma non ti chiedo di credere alle mie parole... ma solo ai miei gesti...” le accarezzò dolcemente il viso “... e quelli dissolveranno ogni tua paura...” e la baciò piano.
Poi la strinse a sé.
La notte cominciava a divenire fredda.
Lui allora la coprì con quel vestito che le aveva sfilato prima in preda alla passione.
Le sue mani sfioravano quelle di lei e poi il suo bellissimo corpo.
Infinite carezze Talia sentì ovunque.
Carezze lente, lunghe, profonde.
Carezze dolci, eppure appassionate.
Guisgard accarezzò più volte quel corpo.
E così, tra i caldi sospiri di lei, lui la rivestì.
E poi la baciò ancora.
La baciò a lungo.
Infiniti baci.
Come infinite apparivano le stelle di quella notte.
Poi la strinse a sé e restarono così per un tempo indefinito.
La testa di Talia era sul petto di lui.
Poteva sentire i battiti del suo cuore e i sussulti del suo respiro.
Fino a quando ebbero entrambi il medesimo respiro e gli stessi battiti.
E così, dolcemente, tra il silenzio del giardino e lo scintillio incantato ed immutabile delle stelle di Sygma, Talia pian piano si addormentò fra le braccia rassicuranti di Guisgard.
Lui allora restò a guardarla per un po', come a voler fissare nella sua mente ogni tratto di quel viso.
Poi la prese di nuovo in braccio e la portò fuori da quei cespugli.
Poco dopo Talia si risvegliò, ritrovandosi da sola in una piccola saletta del Palazzo Reale riservata alle dame.
Era adagiata su un morbido e sfarzoso divanetto di mussola d'India, intarsiato d'avorio.
E in mano stringeva un fiore.
Un lillà.
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Lanciai un'occhiata divertita a Duon.
"A quanto pare ci sarà un nuovo posto da sorvegliare.." Dissi seria "..e il trasporto! Immagino che servirà una strategia.. È un momento perfetto per colpire.." Mi accorsi che non erano affari miei, e voltai lo sguardo verso l'orologio.
Mezzanotte meno un quarto! Dovevo andare.
"Con permesso, signori.. Milady.. Ma temo proprio che il vostro vino sia talmente delizioso, da farmi scordare le buone misure.. Ho bisogno di prendere una boccata d'aria..." Dissi, candidamente.
Sapevo di avere le guance arrossate, anche se non per colpa del vino, era la scusa perfetta.
In una situazione normale, Roberto avrebbe insistito per accompagnarmi.
Così, mi avvicinai a lui, e mi voltai in modo che soltanto lui potesse vedere il mio sguardo.
"Andrò da sola, cugino.." Dissi, anticipando le sue parole "..credo di potermela cavare." Aggiunsi, in tono scherzoso.
I miei occhi, intanto, lo guardavano intensi, supplicando una tregua.
Un attimo di pace da quel gioco di sguardi che mi infiammava e distruggeva in un solo momento.
Non ero abituata a chiedere il permesso.
Così, salutai tutti e mi diressi verso la vetrata.
Percorsi qualche passo in giardino, per poi rientrare a palazzo da un'altra vetrata, lontana dagli occhi di Roberto, Simone, o chiunque altro conoscesse il mio viso.
Parlai con un domestico, e, seguendo le sue indicazioni, raggiunsi la sala degli arazzi.
Restai sulla porta per un momento, chiedendomi se non fosse una pazzia.
Probabilmente lo era, ma non avevo scelta.
Ed ero curiosa, troppo.
Presi un profondo respiro, ed entrai.
Mancava davvero poco prima che i rintocchi della mezzanotte risuonassero nella sera stellata.
Altea
08-11-2013, 17.42.17
Mi rigirai nel letto e udii delle voci lontane..poi col risveglio sempre più nitide e udii una frase..."signor cavaliere".
Rimasi perplessa...avrei potuto pensare forse il Cavaliere di Altafonte fosse tornato a casa..ma non era cosi che i suoi servitori lo chiamavano.
Mi alzai da letto, e lentamente aprii la porta e cercai di sentire le conversazioni...muovermi da quella stanza poteva essere pericoloso, se fosse stata Irene a cercarmi mi avrebbe trovato.
Guisgard
08-11-2013, 19.29.08
Clio aveva fatto in modo che nessuno la seguisse.
E ciò fu una mossa astuta, in quanto Roberto, dopo qualche istante, con una scusa lasciò la sala e cercò proprio la sua falsa cugina.
Ma affacciandosi sul giardino non vide nessuno.
Clio intanto era giunta nella Sala degli arazzi.
Era questa una piccola saletta, poco più grande di un vestibolo, dove solitamente i cortigiani o qualche nobile annoiato venivano per rilassarsi un po'.
Quella sera però qualcuno aveva ecceduto un po' col volersi rilassare dagli eccessi di sfarzo e musica del ballo.
Su una delle poltroncine che arredavano la saletta vi era uno degli invitati abbandonato in un sonno tanto profondo, quando rumoroso.
Infatti il nobile, appisolandosi, aveva cominciato a russare a tutta forza.
Era un uomo di mezz'età, grassoccio e con ben poco di aristocratico nelle sue maniere, nonostante gli abiti dicessero tutt'altro.
Un attimo dopo nella saletta arrivò anche un servitore, di quelli incaricati di occuparsi degli ospiti che sceglievano di riposare in quella stanza.
Si avvicinò a Clio, le sorrise e le offrì l'unica coppa di champagne rimasta sul suo vassoio.
Guisgard
08-11-2013, 19.46.11
Altea si alzò così dal letto e si avvicinò alla porta della stanza, per poi aprirla.
Riuscì allora ad ascoltare meglio quelle voci.
Una era quella di Ermiano e sembrava si rivolgesse al Colonnello Antoine.
“Dovreste andare a letto, Colonnello...” disse “... vi ho preparato una tisana calda che prenderete così con le vostre medicine...”
“Medicine?” Ripetè il Colonnello. “Per Belzebù! A cosa diavolo mi servono le medicine?”
“L'avete scordato, Colonnello? Per la malaria. Volete forse ammalarvi di febbre? Non bisogna scherzare con il clima dei paesi tropicali.”
“Quando tornerà quel ragazzo?”
“Il signor cavaliere” rispose Ermiano “è andato a prendere dei fucili nuovi. Di quelli precisissimi. Così otterrete il massimo risultato dalla vostra battuta di caccia domattina.”
“Eh...” sorseggiando la sua tisana il Colonnello “... voi non sapete cosa significa dare la caccia al rinoceronte indiano... io si, invece... sebbene gigantesco, difficilmente lo si può scoprire mentre si avvicina... l'aria della giungla è afosa, densa, intrisa di odori dei più disparati... no, solo quando si è a tiro di quell'animale si riesce a scorgerlo... ed è troppo tardi... tutto comincia a sussultare... quel dannato carica a testa bassa e vi è un solo modo per abbatterlo... colpirlo in mezzo agli occhi!”
“Il signor cavaliere” fece Ermiano “lo conoscete, è un tiratore formidabile... ora prendete le vostre medicine contro la malaria, Colonnello...”
“Ah, quel ragazzo, devo rivelarvi, mi da dei pensieri...” mormorò il Colonnello “... ci sono tanti posti per poter cacciare le bestie feroci... la Malesia, Ceylon... persino il Madagascar... perchè allora ha scelto proprio questo posto? No... quel ragazzo nasconde qualche segreto... si, glielo leggo in faccia... si, qualche segreto... qualche segreto che lo tormenta e lo spinge ad agire così...”
Mi guardai attorno, dapprima vidi qualcuno, ma avvicinandomi di più mi resi conto che non era affatto pericoloso.
Sorrisi, sollevata.
Eppure, non poteva restare. Se Mirabole fosse arrivato? Forse era proprio quell'uomo.. Scossi la testa, era impossibile.
Sorrisi al cameriere, è presi il vino dalla sua mano, ringraziandolo con un cenno del capo.
"Credo che qualcuno dovrebbe accompagnarlo a casa, non credete?" Dissi al servitore "Ci pensate voi?".
Ero impaziente di restare sola, l'ultima cosa che volevo era che un ubriacone rovinasse il mio incontro con Mirabole.
Comunque, lui conosceva il mio viso.
Così, sprofondai in una poltrona, guardandomi intorno.
Guardai il vino.
Adoravo il vino, da sempre, era risaputo. Anche se gli eccessi non mi erano certo concessi.
Era facile sapere che non avrei mai rifiutato un calice di Champagne.
Non era il caso.
Lo posai così sul tavolino accanto a me, e mi guardai intorno, in attesa.
Guisgard
08-11-2013, 20.26.25
Il servitore sorrise a quelle parole di Clio.
“Non temete, milady...” disse “... credo che verrà presto a cercarlo sua moglie... perdonatemi, vado a prendere altre coppe di champagne... col vostro permesso...” annuì vagamente divertito ed uscì.
Clio allora, si sedette su quella poltrona, posando sul tavolino il suo calice di champagne.
Trascorsero così diversi minuti.
Dopo un po', alla ragazza parve un tempo indefinito, scandito dal ticchettio dell'orologio sulla parete di fronte a lei e dal russare del nobile addormentato.
Era Mezzanotte in punto.
Ritornò allora il servitore.
Sorrise di nuovo a Clio ed indicò con lo sguardo il nobile ancora addormentato che russava.
Si avvicinò allora alla ragazza e le consegnò un bigliettino ripiegato più volte.
“E' per voi, milady.” Disse.
Ed uscì.
Altea
08-11-2013, 20.51.44
Osservai la discussione tra Ermiano e il colonnello...e leggermente sorrisi.
Rientrai in camera e indossai uno scialle per coprirmi...aveva ragione però..quel ragazzo era misterioso, qualcosa di celato.
Uscii e sorrisi prima ad Ermiano e poi al colonnello.."I miei saluti colonnello, vi ricordate di me? Come state..e oggi a cosa mi paragonate" e lo presi sottobraccio sorridendo.."Ho sentito che non volete prendere le medicine per la malaria" e feci l'occhiolino a Ermiano "ma se non lo farete non potrete andare a cacciare il rinoceronte indiano...e sarebbe un peccato. Ora seguite i consigli di Ermiano e poi andate a riposare".
Sorrisi al servitore e nuovamente al colonello e un brivido freddo mi pervase...quella dimora e quelle persone erano ormai parte della mia vita ma non sarebbero mai state nella mia vita...e mi rammaricai di questo, il mio volto divenne di nuovo serio.
I minuti non passavano mai, mi guardavo attorno, con mille domande.
Odiavo aspettare.
Quasi sobbalzai quando udii i rintocchi della mezzanotte.
Guardai stupita il servitore tornare.
Presi il bigliettino dalle sue mani e gli sorrisi.
Un altro bigliettino.. Che fiore mi aspettava questa volta?
Poi, lentamente, lo aprii.
Talia
08-11-2013, 21.08.57
Aprii appena gli occhi e subito fui colpita dalla lieve e calda luce che avvolgeva l'ambiente...
d'istinto allungai la mano accanto a me, ma lui non c'era più.
Non ne fui sorpresa, ma ne fui triste.
Fu allora che mi accorsi di avere quel fiore appoggiato alla mano, in grembo... lo osservai per un istante, sorridendo...
un lillà...
con delicatezza le mie dita sfiorarono i suoi morbidi fiori, lentamente, quasi come una dolce carezza...
e così rimasi a lungo... sorridendo tra me, sfiorando piano quel fiore e pensando a lui... a lui solo.
Guisgard
09-11-2013, 02.36.17
“Oh, milady...” disse il Colonnello ad Altea “... ora comprendo perchè siamo giunti qui, nella misteriosa India... voi di certo siete la figlia di qualche ufficiale inglese... aspettate... ecco... si, ora indovinerò la vostra storia... avete seguito qui vostro padre perchè attratta dal fascino di questo sterminato continente... le notti stellate sul Gange... la caccia alla tigre... gli immensi tesori disseminati nella giungla... ma poi siete stata rapita dai feroci Thug, che vi hanno reso sacerdotessa della loro terribile divinità, la dea Kalì... e noi siamo giunti qui per liberarvi da quei fanatici!”
“Ecco, Colonnello...” avvicinandosi a lui Ermiano “... prendete la vostra medicina... non potete certo rifiutare ciò che vi ha detto lady Altea... domani magari porterete con voi anche la nostra dama...”
“Certo!” Esclamò il Colonnello, per poi prendere la sua medicina.
“Su, ora dovete riposare...” fece Ermiano “... venite, vi accompagnerò nella vostra stanza.”
“No, voglio restare ancora un po' a conversare con milady...” mormorò il Colonnello, lasciandosi cadere su una grossa poltrona “... così mi parlerà degli usi e dei costumi dei Thug...”
Ma pochi istanti dopo cadde addormentato sotto l'effetto della medicina.
Guisgard
09-11-2013, 03.06.47
Il servitore uscì e Clio aprì quel bigliettino.
Ma nel farlo la ragazza si accorse, con suo grande stupore, che non vi era scritto nulla.
Era un foglio bianco ripiegato più volte su se stesso.
Ma l'altra cosa che stupì Clio fu l'intenso e particolarissimo profumo che emanava quel biglietto.
Poi, d'un tratto, tutto cominciò a ruotare attorno a lei.
Il russare di quel nobiluccio addormentato sul divano divenne più forte e irregolare.
Le bollicine di champagne nel suo calice iniziarono a saliere e scendere in maniera sempre più vorticosa.
Le sembrò di udire i rintocchi dell'orologio che annunciavano ancora la Mezzanotte.
Poi, quasi senza accorgersene, la ragazza cadde addormentata...
Clio riaprì gli occhi in maniera naturale, come se non fosse passato neanche un istante da quando aveva iniziato ad avvertire quei capogiri.
Si guardò allora intorno, accorgendosi di trovarsi in un luogo strano, curioso, misterioso.
Di certo non più la Sala degli Arazzi del Palazzo Reale di Sygma.
Era stesa su un comodo e largo letto, foderato con lenzuola di seta rossa finissima, intrise di un profumo leggero, esotico e gradevolissimo.
Il letto era sormontato da un'icona russa raffigurante la Vergine con Bambino.
Qua e là dalle pareti pendevano armi di stile e gusto orientale, dai foderi ornati di pietre preziose come raramente si vedevano a Crysa.
Pietre che risplendevano in maniera mirabile, grazie ai deboli riflessi generati dall'unica candela che illuminava quel luogo dai tratti fiabeschi.
A terra invece il pavimento era ricoperto da un sontuoso e pittoresco tappeto arabo, alto e morbido.
Quel luogo sembra fluttuare quasi, come fosse una nuvola sospesa nel cielo, in balia dei venti.
Poi gli occhi della ragazza cominciarono ad abituarsi a quell'incerta e vaga penombra, riuscendo a cogliere sempre più particolari di quel luogo.
E infine, proprio dove la penombra ed il buio sembrano incontrarsi e confondersi, si accorse di qualcosa.
In quel punto vi era infatti un'ombra.
Il volto era quasi del tutto celato da quella semioscurità, fatta eccezione per gli occhi.
Erano occhi azzurri, vivi e penetranti.
Poi quel volto fece un movimento impercettibile, ma sufficiente a condurlo un po' più vicino alla luce della candela.
Clio intravide così quel volto, che però era coperto da una maschera.
Ma gli occhi erano perfettamente visibili.
E la ragazza si accorse che erano gli stessi occhi azzurri del Priore Adamo.
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Guisgard
09-11-2013, 03.22.39
Talia era in quella stanza, accarezzando quel fiore di lillà.
Ad un tratto la porta si aprì ed un servitore entrò.
“Milady...” disse avvicinandosi alla ragazza “... vostro marito vi sta cercando... è qui fuori...” Nella saletta non vi era nessun'altra dama, allora il servitore andò a chiamare l'uomo che stava attendendo fuori.
Così Jacopo entrò.
“Talia...” guardandola “... dov'eri finita? E' da tanto che ti cerco...” prese allora le mani di lei, stringendole “... hai le mani fredde... e sei un po' spettinata... ti senti bene?”
Ma nel prendere le mani di lei nelle sue, Jacopo aveva fatto cadere a terra il fiore di lillà.
"Maledizione, era una trappola..." Pensai, mentre la stanza girava intorno a me.
Quando riaprii gli occhi, per un momento restai disorientata.
Iniziai a guardarmi intorno, osservando le meraviglie intorno a me.
Poi, rammentai il bigliettino, il papavero blu, Mirabole.
D'un tratto, li vidi: quegli occhi.
Mi alzai, con tutta la regalità che mi era rimasta, certo non mi sarei fatta intimidire da quell'uomo.
"Buonasera a voi.." Dissi, come fosse la conversazione più normale del mondo "Non credo occorrano convenevoli, voi sapete chi sono io, e io so che siete voi, i vostri occhi vi tradiscono.." Dissi, con un sorriso enigmatico "..devo dire che la vostra richiesta di incontrarmi mi ha sorpreso non poco.. Chi vi diceva che non sarei corsa a raccontare tutto a Missani?" Sorrisi nuovamente "Ebbene.. Sono qui, Vi ascolto...".
Fissai a lungo quegli occhi enigmatici, azzurri, intensi.
Ma sapevo che i miei non erano da meno.
Dove mi trovavo? Non avrei mai potuto saperlo.
Ma per un motivo o per l'altro non ero spaventata, sapevo di potermi difendere e Mirabole non sembrava il tipo d'uomo che farebbe del male ad una donna.
O forse, più semplicemente, ero pericolosamente incosciente.
Intensificai lo sguardo, che per quanto l'azzurro dei miei occhi fosse trasparente, in confronto ai suoi, sapeva essere intenso e penetrante.
Bramavo risposte.
Altea
09-11-2013, 20.05.32
Mi sedetti in una poltrona vicino al colonnello..usi e costumi dei Thug..e cosa avrei inventato ora?
Eppure un chè di vero vi era nella sua storia...ero stata salvata ma non dal quella tribù.
Vidi il colonnello addormentarsi e mi voltai verso Ermiano..."Parlatemi di questo colonnello...che relazioni ha col Cavaliere di Altafonte? Lo incontrai anche l'altro giorno".
elisabeth
10-11-2013, 20.42.43
Uscii dalla mia stanza.......e mi accorsi che dal lato opposto della navata vi era una piccola Cappella......e li' due guardie armate facevano la guardia a qualcosa di prezioso....era quindi ragionevole pensare che io non avevo visto il quadro.....e com'era messa la cosa...non lo avrei visto neanche ora......ero una Suora e per quanto fosse strano...quella era la mia casa........quindi......tornai indietro ed andai a svegliare il Sacerdote........" Padre....Padre..svegliatevi vi prego....."....lo scossi con gentilezza e poi con piu' fervore....Dio mio ..aveva il sonno pesante quanto un macigno......ma poi si sveglio'.....prendendosi un accidente...." Padre...noto che siete forte di cuore.......perdonatemi se vi ho svegliato........ho avuto una visione........Ho visto degli angeli che pregavano davanti ad una Cappellina .....e mi hanno chiesto di svegliarvi e con voi devo andare a pregare.......Padre.......mi sembra il caso che voi vi alziate e veniate con me a pregare........Dio quando chiama non aspetta.........vi aspetto in Chiesa......".......soddisfatta nella mia divisa da Suorina.....me ne andai in Chiesa.......accesi alcune candele....e vidi le guardie mettersi in allarme......ma il sacerdote era già alle miei spalle......." bene Padre.....andiamo e Lodiamo le magnificenze di nostro Signore......"....col capo chino e le mani giunte.....presi il cammino verso la cappella......
Talia
10-11-2013, 23.54.07
Sollevai gli occhi sul servitore, senza vederlo davvero.
Egli mi rivolse appena qualche parola, poi si diresse di nuovo verso la porta e lasciò entrare la persona che era lì fuori.
Osservai Jacopo entrare e chinarsi su di me... sembrava preoccupato...
io sentivo le due parole, eppure era come se la mia mente non riuscisse a registrarle, come se non riuscisse a porvi attenzione...
Lo osservai per qualche istante, in silenzio.
Jacopo...
gli volevo bene, in fondo...
gliene avevo sempre voluto...
ma era un bene così diverso dall'intensa gioia che mi aveva pervaso il cuore e l'anima poco prima, nel giardino...
Esitai per un attimo alle domande di Jacopo...
solo un attimo, però...
"Ero... ero qui." dissi poi, lentamente.
Mi sentivo strana...
sentivo che non avrei tollerato più la confusione della festa, ora...
al contrario, avevo voglia di stare sola, avevo voglia di silenzio e di quiete per pensare in pace a quei dolci momenti nel giardino...
dentro di me avevo quasi paura che la confusione mi avrebbe portato via la magia di quei momenti, quasi come la luce del giorno fa sembrare lontani i sogni...
"Vorrei andare a casa, Jacopo..." dissi allora, chinandomi e raccogliendo delicatamente il fiore che mi aveva fatto cadere "Sto bene, ma sono stanca ed ho bisogno di riposare, perciò preferirei andare a casa subito!"
Lo osservai per un attimo...
"So che tu devi restare..." mi affrettai ad aggiungere "È pur sempre una questione di lavoro, per te... ti prego, presenta i miei omaggi al Re, sono certa che capirà la mia stanchezza! E sono certa che anche tu capisci, Jacopo..."
Abbassai gli occhi, quasi distrattamente... pregando che non facesse altre domande...
Guisgard
11-11-2013, 01.16.46
“Il nostro Colonnello è una brava persona...” disse Ermiano ad Altea “... purtroppo solo un po', come dire? Confuso.” Sorrise. “Sua Signoria lo incontrò a Capomazda... e siccome gli mancava l'accento di quella terra, ossia ne sentiva la nostalgia, decise allora di prenderlo con sé... e così il nostro Colonnello Antoine è giunto insieme a noi qui a Sygma... in verità credo che Sua Signoria sia attratto da tutto ciò che in qualche modo rappresenta la follia... forse perchè i folli sono tutti solitari, tutti sognatori... e forse anche un po' perseguitati dal proprio passato...”
Guisgard
11-11-2013, 01.23.49
Padre Roberio apparve un po' perplesso per quanto detto e fatto da Elisabeth.
Tuttavia, essendo, come tutti i religiosi di quel tempo, un mistico, decise allora di prestare fede a quel sogno descritto dalla suora.
Avanzò così con lei verso la Cappellina della Deposizione.
“Padre, sapete che nessuno può avvicinarsi...” disse uno dei soldati di guardia.
“Figliolo, vogliamo solo pregare davanti alla cappellina.” Spiegò il sacerdote. “Da qui, senza neanche entrare... non negateci questo bisogno... pregheremo anche per voi tutti...” si segnò, prese un Rosario e cominciò a recitare i Santi Misteri.
I soldati si scambiarono allora rapide occhiate e poi lasciarono al prete e alla suora la possibilità di pregare, allontanandosi di qualche passo.
Senza però perdere di vista la cappellina.
“Vi era qualche altra cosa nel vostro sogno, sorella?” Chiese poi il sacerdote ad Elisabeth.
Guisgard
11-11-2013, 01.54.39
Capitolo XI: Il quadro rubato
“Faust
No, no. Il diavolo è interessato.
Che per amore di Dio faccia favori a qualcuno, è difficile.
Fuori le condizioni, chiare e tonde.
Un servo del tuo genere, in famiglia, è un pericolo.”
(Johann Wolfang von Goethe, Faust)
Il misterioso uomo sorrise a Clio.
Un sorriso enigmatico.
Poi la fissò con i suoi occhi chiari.
Occhi intensi e penetranti, quasi capaci di ipnotizzare se fissati per un lungo momento.
Aveva capelli neri e mossi, indossava una camicia bianca di lino, una fascia di cachemire gli cingeva la vita, pantaloni di pelle nera ed alti stivali di cuoio.
Quegli occhi azzurri poi spiccavano ancora di più, grazie al viso di un pallore non comune.
Tanto da apparire simile ad uno spettro.
Se ne stava seduto su una robusta sedia di legno scuro.
Accanto a lui vi era un piccolo tavolino intarsiato di madreperla, sul quale stava un vassoio con una bottiglia e due minuscoli bicchieri.
L'uomo prese allora la bottiglia e riempì col suo contenuto i due bicchieri, per poi offrirne uno alla ragazza.
“Benvenuta a casa mia...” disse con un accento che, sebbene quasi impercettibile, era tutt'altro che di Sygma “... assaggiate questo elisir... viene prodotto su un'isoletta greca e solo in tre bottiglie l'anno... una è per il Sultano Turco... un'altra è per il Patriarca di Costantinopoli... e la terza” sorrise “è per me...” sorseggiò un po' di quell'elisir dal suo bicchiere “... così capirete che stavolta non ci sono trucchi...” la fissò intensamente “... dicevate prima che vi ho sorpresa... davvero? Per così poco? Allora, perdonatemi, ma temo che non siate mai stata amata abbastanza... se basta così poco da parte di un uomo per sorprendervi... dopotutto mi cercavate, no? Non conoscete la leggenda di Faust? Se si invoca un demonio poi quello prima o poi si manifesta... potevo dunque farvi attendere?”
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Guisgard
11-11-2013, 02.03.38
Jacopo ascoltò Talia e poi annuì lievemente col capo.
“Si, certo...” disse “... si, ti vedo un po' stanca... ti farò subito riaccompagnare a casa... appena finirò qui, tornerò anche io...”
Ma proprio in quel momento qualcuno bussò.
Entrarono allora Simone e il conte Roberto Fiosari, accompagnati dal servitore.
“Capitano...” fissandolo Simone “... pare sia accaduto qualcosa...”
“Cosa?” Chiese Jacopo.
“Sembra che il nostro uomo sia giunto.”
“Possibile?” Quasi incredulo Jacopo. “Dov'è ora?”
“Probabilmente sta fuggendo via in questo momento.” Rispose Simone. “Ma possiamo ancora raggiungerlo.”
“Dobbiamo!” Esclamò Roberto, visibilmente agitato.
Jacopo allora ordinò al servitore di condurre Talia alla loro carrozza, affinché potesse tornare subito a casa.
E poi uscì dalla stanza con Simone e Roberto.
“Prego, milady...” disse il servitore a Talia “... seguitemi, vi condurrò alla vostra carrozza.”
Altea
11-11-2013, 15.55.36
Ascoltai Ermiano con attenzione...mi strinsi di più allo sciallo, sentivo freddo.
"Capomazda?" e guardai il colonnello addormentato.."Ne ho sentito parlare negli studi col mio maestro, ma mi sembra non sia corso molto buon sangue tra Capomazda e Sygma e che il Ducato di Capomazda è molto legata al Clero".
Mi fermai un attimo a riflettere...Ermiano aveva detto che Altafonte non voleva sentire la mancanza di quel posto.."E quindi..se non voleva sentirne la mancanza..ne deduco che il Cavaliere di Altafonte provenga da Capomazda, e così? E ditemi...ho sempre pensato al suo nome...deve avere un nome il vostro padrone..ognuno di noi ha un nome e cognome..non me lo potete dire in segreto?".
Risi piano a quelle parole, prendendo l'elisir che mi veniva offerto, e portandomelo alle labbra, titubante.
Infondo, aveva detto niente trucchi, anche se mi chiedevo come potessi fidarmi di Mirabole.
"Amata? Temo che non sia una possibilità contemplabile.. L'amore rischia di essere una complicazione.." Sorrisi appena, scacciando dalla mente il pensiero di quel bacio, delle sue braccia attorno a me, del tocco delle sue labbra, del suo respiro sul mio viso.
Possibile che mi venisse in mente in un momento come quello? Dovevo restare concentrata.
"Casa vostra, eh.. Devo dire che corrisponde perfettamente all'idea che mi sono fatta di voi.. Eccentrico, sfacciatamente ricco.. " Dissi, passeggiando leggiadra per la stanza, cercai di sbirciare fuori dalla finestra, ma non conoscevo abbastanza Sygma per capire dove fossimo da un dettaglio.
"Questo significa che me ne andrò così come sono arrivata.." Sospirai "..sì, vi stavo cercando, ma, se avete scambiato le mie attenzioni per delle avance, avete sbagliato di sgrosso.." Sorrisi "..no, so bene che non fareste mai uno sbaglio simile.. Non appena scoprirò la vostra identità la rivelerò a Missani.." Lo guardai negli occhi, con un finto sorriso di scuse, decisamente la diplomazia non faceva per me "Niente di personale..." Sorrisi.
Quel bastardo viscido tiene imprigionato mio fratello, e io ho avuto la bizzarra idea di salvarlo
"E così non siete di Sygma..." Sorrisi.
Oh, come avrei voluto conoscere gli accenti italiani abbastanza bene da capire di dove fosse.
"Vediamo se indovino... Posso azzardare... Capomazda?" Sorrisi, beffarda, sapendo che non mi avrebbe mai detto la verità.
"Andiamo: Novalis, il Fiore Azzurro, il Verziere che sta per essere sottratto a Santa Felicita.. Avete sentito il re, no? Verrà esposto in una galleria.. Ma immagino che voi non lo permetterete...".
D'un tratto, un ricordo attraversò la mia mente.
"Sapete, sono stata dove un tempo sorgeva una città.. Altaforte.. Ora c'è solo una piccola cappella dedicata all'arcangelo Michele.." Alzando lo sguardo su di lui "lì, una ragazza sosteneva di avervi visto, mente riportavate nella chiesa del suo villaggio l'immagine della vergine.. Un gesto molto generoso da parte vostra, o forse.. Esattamente nel vostro stile..".
elisabeth
11-11-2013, 19.17.45
Padre Roberio ando avanti e chiese lalle guardie di farci pregare.....ed esse se pur a malincuore si spostarono tanto quanto bastava per potere tene d'occho la Cappella certo che di bugie ne stavo dicendo tante che alla fine sarei arrivata direttamente al cospetto del demonio...... Cominciammo così a recitare il Santo Rosario......la litania diventò eco in quella Chiesa solitaria....e io diventai un unica cosa con quelle pietre.....sino a quando Padre Roberio mi chiese cos'altro c'era nel mio sogno.....lo chiese pregando....e in latino.....ero una donna dai modi ruvidi, non conoscevo l'alta società....ma Padre Anselmo...sin da piccina.....mi aveva insegnato ogni cosa....per essere una buona cristiana a scrivere e a leggere e di conseguenza conoscevo bene il latino.....e nello stesso modo in cui me lo disse Padre Roberio....io risposi.." Vidi delle nubi con Angeli e il suo Santo volto...era Maria.....era turbata da come era utilizzato questo Sacro luogo.....uomini di fede mi disse e non uomini di guerra......chi doveva sorvegliare doveva essere una donna di fede....avrei dovuto sorvegliare pregando e digiunando.......con la vostra presenza Padre e quella di Fra Bartolomeo........"......le mie labbra erano aride..e il cuore batteva forte.....parlavo di un sogno che non avevo fatto......ma davanti ai miei occhi il sogno mi apparve certo e luminoso come se stesse prendendo corpo.....caddi in ginocchio...pregando senza sosta.......mentre i miei occhi si chiusero per un attimo solo per un attimo.......sentivo la voce di Padre Reberio
Guisgard
11-11-2013, 20.12.37
Così Padre Roberio ed Elisabeth continuarono le loro preghiere.
Il sacerdote però ripensava alle parole della donna.
Era praticamente impossibile attuare ciò che lei aveva visto in quel sogno.
Le autorità non permettevano ciò.
Poi la porta della chiesa si aprì di colpo ed altri soldati entrarono.
“Non si entra così nella Casa del Signore...” disse con tono di protesta Padre Roberio.
“Padre...” avvicinandosi a lui uno dei militari “... dobbiamo prepararci... Sua Maestà domani vuole il quadro nel Palazzo Reale.”
“Ma appartiene alla Chiesa!” Esclamò il sacerdote.
“Sono gli ordini del re.” Sentenziò il soldato.
Guisgard
11-11-2013, 20.23.18
“Si...” disse Ermiano ad Altea “... Sua Signoria proviene da Capomazda...” sorrise “... anche se credo di potervi rivelare che Sygma è a lui molto cara... quanto la sua stessa terra oserei dire... un po' assomiglia al suo stesso animo... qui infatti vi è l'arte, la bellezza... ma sono quasi velate, quasi sussurrate... e anche lui è così... si, se Sua Signoria fosse una terra, avrebbe queste caratteristiche... un nome? Si, tutti ne hanno uno... lui però ne ha molti...” rivelò quasi con tono enigmatico.
In quel momento l'orologio cominciò a suonare all'improvviso.
http://www.dimanoinmano.it/immagini/offerta_settimana/2010/milano_60/orologio_pendolo_home.jpg
Guisgard
11-11-2013, 20.29.30
Mirabole sorrise a quelle parole di Clio.
“Perdonatemi...” disse sorseggiando il suo elisir “... ma qui è permesso solo a me fare domande... non temete, non ho mai pensato di poter ambire alle vostre avance... in verità per confrontarmi con i miei nemici... che poi sono i vostri amici, devo assumere le loro sembianze... quindi non posso permettermi un cuore da potervi donare...” si alzò dalla sua sedia.
Quell'ambiente sembrava quasi fluttuare.
Poi in lontananza si udì il rumore di una barca.
Clio allora comprese: erano su un'imbarcazione.
“Voi siete qui” aggiunse Mirabole “perchè possedete qualcosa che io voglio...” le si avvicinò “... qualcosa che mi occorre...” la fissò negli occhi “... potete parlare con i miei nemici... ebbene direte loro che Mirabole non solo ruberà il Verziere Fiesolano, ma libererà anche l'innocente dall'ingiusta prigionia... salvandolo dal patibolo...” sorrise lievemente e si avvicinò ancor più a lei, per poi accarezzarle il viso con un fiore.
Clio allora avvertì un intenso profumo e poi perse conoscenza, cadendo svenuta fra le braccia di Mirabole.
Ma proprio in quel momento si udirono voci e rumori.
Poi degli spari raggiunsero la barca, rompendo i vetri delle finestre e lacerando le preziose tendine.
Mirabole allora adagiò Clio sul letto e corse poi a guardare fuori.
Sui ponti sul fiume erano giunte le guardie del re e le loro armi continuavano a colpire la barca del ladro.
In breve ci fu una pioggia di fuoco.
Altea
11-11-2013, 20.37.11
Tanti nomi???? Rimasi sbigottita a quelle parole quando sussultai al suono dell'orologio a pendolo...
"Oh, si è fatto tardi Ermiano e sapete non ho nemmeno sonno...quasi quasi faccio un giro per la casa, ma non vorrei essere invadente, dove potrei andare e non ledere la privacy del padrone di casa?".
elisabeth
11-11-2013, 20.56.56
L'apertura del portone fu cosi' violenta che sobbalzai e le candele rischiarono di spegnersi........i soldati entrarono e uno di essi fu molto duro nel rivolgersi al prete.......Il Re......e la Chiesa ?........." Padre...vorrei parlarvi un attimo....e' importante...." e così in disparte parlai lui...." La Madonna in sogno mi ha detto cosa devo fare e voi sapete che non posso far finta di nulla....il quadro andra' dal Re ....ma solo se lo porteremo noi e Fra Bartolomeo...ormai e' giorno dovrebbe essere qui.....dovete dirlo voi ai soldati...sono una suora e da donna non mi ascolteranno..."........
Distinguere un suono preciso era difficile. E forse era proprio quel frastuono il vero protagonista.
Un misto di grida, ordini, comandi, spari.
Tutto è appannato intorno a me, sento la forza venire meno, ma quel furore che non sarò mai in grado di spiegare mi tiene in piedi.
Nemmeno mi accorgo di essere pallida come un cencio.
No, io sento soltanto quelle urla, quegli spari.
Ma non posso cedere, non adesso, ripeto a me stessa, posso farcela, devo farcela.
Solo qualche passo, e sento le gambe cedere definitivamente, cado a terra, ansimante.
La ferita è troppo profonda, crollo, il buio mi avvolge senza pietà.
Dove mi trovo? Un leggero senso di torpore misto a inquietudine si impossessa di me.
No, non sono davanti a Castel Fiorito, non sono distesa su corpi, membra e fango.
Sento seta e raffinate stoffe sotto di me.
Sono forse a casa?
Eppure quel rumore, spari, ancora spari.
Non è possibile, non posso sopportare un'altra battaglia.
Sono ferita, sono sfinita, non posso.
Il mondo si muove veloce davanti ai miei occhi. Eppure, non sto camminando.
Forti braccia mi stringono, trasportandomi per il campo.
Mi hanno catturata? Sono in trappola?
Eppure, non c'è astio in quella stretta, solo una dolce preoccupazione.
Nonostante il forte odore della battaglia riesco, incredibilmente, a sentire l'essenza di bergamotto.
Lui usa un profumo al bergamotto.
Alzo gli occhi, a fatica, per guardare l'uomo che mi tiene in braccio.
Lui mi sorride, e s'illumina.
"Ti è andata bene, ragazzina.. ora riposa..".
"Diomede.." sussurro, prima di piombare nuovamente nell'oscurità.
Dov'è mio fratello? Dove sono adesso?
Ricordo un profumo, il profumo di un fiore. Possibile che non lo rammenti? Che fiore era?
Non ha importanza.
Il vino era ottimo, cosa c'era in quell'elisir?
Elisir?
Santo Cielo, Clio.. svegliati..
Svegliati!
Apro gli occhi, lentamente, e la luce del primo pomeriggio mi abbaglia.
Li richiudo immediatamente, le ferite bruciano nonostante gli impacchi.
Possibile che sia stata ferita così tanto? Come posso essere ancora viva?
Forse, dormo ancora qualche ora, perché, quando li riapro, la luce si è affievolita.
Qualcuno mi sta parlando dolcemente.
"Clio.." sussurra, piano "...svegliati..".
Non gli ho mai sentito usare quel tono, con me o con chiunque altro.
"Su, svegliati.. ti prego.. sono qui.." sembra supplicante.
Con uno sforzo immane, apro gli occhi.
I suoi occhi chiari brillano, e avrei giurato di vedervi una lacrima.
"Oh, Clio.. Bentornata, sorellina.. dormito bene?" riprendendo il solito tono scherzoso "Mi hai fatto davvero preoccupare, lo sai?".
Devo svegliarmi, devo aprire gli occhi.
Clio, apri gli occhi.
La voce di mio fratello mi rimbomba nelle orecchie: "Apri gli occhi.. Svegliati..".
Devo farcela.
Apro finalmente gli occhi, disorientata.
Mi ci vuole un minuto buono per capire dove sono e che cosa sta succedendo.
Mirabole non c'è più e una pioggia di proiettili si abbatte sull'imbarcazione,
Pezzi sconnessi si fanno strada nella mia mente, ma una cosa è chiara, devo andarmene di lì.
Nessuno sa che sono a bordo, e distruggeranno la nave.
Non c'è tempo.
Mi sfilo velocemente il vestito, restando con la semplice sottoveste, rabbrividisco un istante nel freddo della sera.
Senza pensarci due volte, mi butto in acqua.
L'acqua di fiume è diversa da quella spumeggiante dell'oceano, ma fa meno paura.
Posso vedere la riva, e raggiungerla in poco tempo.
Qualche bracciata e la raggiungo.
Sono in salvo.
Già, ma indosso solo una sottoveste, bagnata per di più, il massimo.
Non potevo tenere il vestito, mi avrebbe portato a fondo.
Guardai i soldati sul ponte.
Infondo, erano dalla mia parte, e devono avermi vista saltare e nuotare.
Chiusi gli occhi, e dimenticai di essere scalza e svestita.
Avanzai verso di loro, con tutta la sicurezza di cui ero capace.
Rabbrividivo.
Mi strinsi nelle braccia, tentando invano di riscaldarmi.
Ancora pochi passi.
Quando li raggiunsi, tirai mentalmente un sospiro di sollievo.
"Sono Lady Clio, cugina di Roberto Fiosari... Mirabole mi ha rapita alla festa e portato su quella barca, avvisate mio cugino, sarà in pena per me.." dissi, solenne ed autoritaria come avevo imparato ad essere.
Non che avessi l'aria della principessa conciata in quel modo, ma non avevo voglia di parlare, affatto.
Guisgard
12-11-2013, 01.39.03
Ermiano sorrise ad Altea.
“Milady, questo palazzo non nasconde alcun segreto.” Disse il servitore. “Se non riuscite a prendere sonno potete passeggiare liberamente per i suoi corridoi. Attenta solo a non perdervi.” Aggiunse scherzosamente. “In verità l'ideale sarebbe una passeggiata in giardino, ma l'aria è fredda stanotte. Prima di visitare il palazzo, rammentate di prendere con voi una candela. E' buio. Ora scusatemi, ma devo portare il Colonnello a letto.”
Lasciò così sola Altea in quella stanza.
Da essa si poteva accedere al lato Nord, che dava poi su un lungo corridoio, abbellito da varie statue di gusto classico.
Qui si presentavano numerose porte, dove ciascuna permetteva di accedere ad una stanza.
Guisgard
12-11-2013, 01.50.09
“Sorella...” disse il sacerdote ad Elisabeth “... secondo voi quei soldati mi ascolteranno? Non hanno voluto dar credito alle richieste del vescovo. Hanno ignorato i legittimi diritti della Chiesa su quel quadro, restando indifferenti anche alle preghiere e ai proclami dell'intero Clero...” scosse il capo “... temo non ci sia altro da fare... quel quadro è destinato a lasciare questa chiesa... questa chiesa che lo custodisce da secoli ormai...”
Intanto altri soldati erano giunti.
Ormai mancava poco all'alba.
Nel frattempo, attirato dal clamore causato dall'arrivo dei soldati, qualcuno apparve nel piccolo spiazzo antistante la chiesa di Santa Felicita.
Era Velv ancora abbigliato da frate.
E dall'interno della navata, attraverso la porta lasciata aperta dai militari, Elisabeth lo vide.
Guisgard
12-11-2013, 02.12.32
Tutto accadde velocemente.
Alla fine Clio riuscì a scappare da quell'imbarcazione ormai in fiamme.
Quando poi raggiunse i soldati, ormai svestita e scalza, parlava loro ma quelli apparivano occupati a fissare altrove.
Fu in quel momento che si accorse di ciò che guardavano i militari.
Sul ponte in fiamme dell'imbarcazione, poco prima di colare definitivamente a picco, vide due figure battersi a duello.
Una era il capitano Jacopo, mentre l'altra appariva indistinguibile per lei.
Il duello fu serrato, come se quei due contendenti fossero indifferenti al destino ormai segnato di quella barca.
Alla fine i duellanti arrivarono quasi a scontrarsi fisicamente, separati solo dalle loro due lame.
Poi un esplosione a bordo fece perdere l'equilibrio al rivale di Jacopo.
E questi lo colpì al viso mentre l'altro era ancora chino a terra.
La ferita fu seria, poiché l'altro non riuscì più a battersi, trovando rifugio poi solo tuffandosi nelle acque del fiume.
A quel punto Jacopo saltò su un piccolo battello condotto dai suoi uomini.
Appena in tempo per vedere l'imbarcazione del ladro scomparire nel fiume.
“Clio...” disse all'improvviso qualcuno “... Clio!”
Era Roberto.
Raggiunse la ragazza e la coprì col suo mantello.
“Come stai, Clio?” Chiese preoccupato. “Ti hanno fatto del male?”
In quel momento il battello col capitano Jacopo raggiunse la sponda del fiume.
“L'ho ferito!” Gridò Jacopo saltando a terra. “L'ho ferito! Al volto!” Urlò. “Gli ho lasciato una cicatrice sul viso! Ho ferito Mirabole!”
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elisabeth
12-11-2013, 12.13.20
Il Prete mi parlava con voce sommessa....incredulo a cio' che stava avvenendo....sembrava un'attacco militare e non una milizia di scorta a d un quadro.....perche' pensare che una suora e due preti con mille soldati sarebbero pututi essere una minaccia....il problema stava forse nel fatto che ognuno di noi poteva essere il ladro del quadro.....anche loro.....vidi Velv attraverso la fessura della porta...lo vidi e questo mi diede forza......una carica fornita anche dalla visione che non avevo fatto...era strano io quella visione me l' ero inventata...eppure mi sembrava di aver fatto veramente una promessa.......solo io e il prete eravamo davanti alla porta della cappellina...le guardie erano poco piu' distanti.....ma non davanti alla cappella......" Dovete portare un dipinto propieta' della chiesa....al Re.....le vostre mani sono sporche ...sporche di sangue...e sono profane.......solo chi come noi ha preso i voti e ha consacrato la vita a Dio ha diritto di toccare ogni cosa vi e' posta in questa Chiesa ".......qualche passo indietro e fui all'interno della cappella.....era talmente piccola che c'era posto solo per il quadro ed un inginocchiatoio...due candele ai lati.....e la tela che copriva il Capolavoro.......la tela avrebbe preso fuoco molto facilmente......sempre che sotto ci fosse stato il vero quadro........" Ci sono due modi per farlo uscire da qui...o tutti andremo dal Re....oppure dovrete uccidermi...ma nel farlo rovinerete il capolavoro....e il vostro Comandante...e il vostro Re.....non sarà contento........".....
Nessuno discute i miei ordini, e tantomeno gli ignora!
Fissai furiosa il militare che sembrava non aver udito le mie parole.
Seguii il suo sguardo per vedere che cosa lo trattenesse dal rispondermi.
Ammutolii.
Il capitano delle guardie e Mirabole erano su quell'imbarcazione, o ciò che ne restava.
Fissai la scena, gli occhi sgaranati, dimenticando il freddo.
Quella voce sembrò arrivare da un sogno.
La sentivo lontana, attutita.
Poi capii.
Mi voltai verso Roberto, e gli sorrisi, stingendomi nel mantello.
"Sto bene..." Sussurrai.
Non avevo la forza per parlare, nemmeno con lui.
La tensione della festa era sparita e il suo sguardo preoccupato mi strappò un sorriso.
"Avevo solo voglia di farmi una nuotata.." Scherzai.
Lanciai uno sguardo al capitano trionfante.
Dovevo parlare con Missani, non in quel momento.
Mi aggrappai a Roberto per un momento, alzando gli occhi a cercare i suoi.
"Portami a casa, ti prego.." Sussurrai appena
"...e raccontami tutto.. Come sapevano che questa era la barca di Mirabole? Cos'è successo mentre ero con lui?".
Sarà stata la sua vicinanza, o il calore del mantello, ma mi sentivo meglio.
O forse, la mia curiosità era rinvigorente.
"Sono felice che tu sia qui.." Dissi, quasi senza accorgermene.
Ma era vero, non avrei desiderato altro che restare tra le sue braccia, dopo tutto quello.
Dovevo ancora capire esattamente cos'era successo.
Tornati a palazzo, avrei mandato un messaggio a Missani.
Ora, in quell'abbraccio rassicurante Simone era l'ultima persona a cui volevo pensare.
Altea
12-11-2013, 16.51.09
Presi una candela color rosso e la accesi e iniziai a vagare per quel corridoio, che strano...era lungo e pieno di camere. Certo vivere soli in una casa cosi grande non doveva essere piacevole...sorrisi, era come un gioco..quale porta aprire?
Ad un tratto fui colpita da una porta color bianco e intarsiata, il pomello era d'avorio...cosa mai ci sarebbe stato dietro? Aprii lentamente la porta e entrai lentamente.
Guisgard
12-11-2013, 21.45.44
Quei soldati avevano commesso un'imprudenza a lasciare la cappellina incustodita.
E quando Elisabeth vi entrò, minacciando di distruggere il quadro, il sergente richiamò aspramente i suoi uomini.
I militari allora circondarono la cappellina.
“Suora...” disse il sergente ad Elisabeth, puntandogli contro la pistola “... se siete davvero una religiosa allora non potete minacciare di distruggere ciò che la Chiesa considera di sua proprietà... se così non fosse non avrei alcuna remora a spararvi... vi chiedo dunque di uscire da lì...”
Intanto, attirato dalle voci, Velv entrò nella chiesa e vide quella scena.
“Sergente...” fissando il militare “... dovete scusarla... è una donna depressa... la guerra gli ha ucciso il marito e i due figli... ha deciso così di prendere i voti ma la sua mente è rimasta sconvolta... ma non è pericolosa... lasciatemi parlare con lei e la convincerò ad uscire...”
“E sia, frate...” fece il sergente “... ma fate in modo che esca davvero da lì... o sarò costretto ad ucciderla...”
Velv annuì e si avvicinò alla cappellina.
Vi entrò e guardò Elisabeth.
“Cosa diavolo combinate?” A bassa voce per non farsi udire dai soldati. “Vi siete bevuta il cervello? Cosa volete fare? Farvi ammazzare? E perchè poi? A noi questo quadro non interessa... ora fate ciò che vi dirò... allontanatevi da lì e venite verso di me... usciremo insieme da qui... sperando che i soldati non decidano di arrestarvi... sciocca donna...” si voltò verso i militari “... datemi un minuto e la farò ragionare...” tornando a parlare a voce alta.
Guisgard
12-11-2013, 21.49.48
Tutti i soldati si avvicinarono a Jacopo che continuava ad urlare trionfante.
Roberto invece era rimasto accanto a Clio, tenendola fra le braccia.
“Capitano, io riporto mia cugina a casa...” disse poi al militare “... è scossa, bagnata e rischia di prendersi una polmonite...”
“Si...” annuì Jacopo “... ma domattina presentatevi in caserma... deve raccontarci cosa è successo su quell'imbarcazione.”
Roberto allora condusse Clio sulla loro carrozza e tornarono verso casa.
“Quando lasciasti la sala” mormorò appena la carrozza partì “ti ho seguita... ma sembravi svanita nel nulla... ho chiesto allora ai servitori ed uno di essi mi disse di averti vista entrare nella Saletta degli Arazzi... lì però non c'eri... ma a terra vi era un biglietto... era di Mirabole e sembrava indirizzato a te... chiamai il capitano e cercammo in quella saletta un passaggio segreto... lo trovammo e scoprimmo che conduceva fino al fiume... e da lì scorgemmo la nave di quel furfante...”
La carrozza arrivò finalmente davanti al palazzo dei Fiosari.
“Ora riposerai...” mormorò Roberto “... domani mi racconterai tutto...” e la portò nella sua stanza.
Lì, la lasciò riposare.
Guisgard
12-11-2013, 21.51.41
Altea, così, entrò in quella stanza.
La candela che aveva in mano illuminò subito, per quanto possibile, data la debole luce, quell'ambiente.
Dall'incerta penombra allora apparvero delle strane ed inquietanti figure, dalle forme e dai tratti quasi grotteschi.
Ma un attimo dopo, Altea comprese ogni cosa.
Erano corazze.
Provenivano da molti paesi stranieri.
Tra cui dal Giappone, dalle Indie, dall'Arabia, persino dalle Americhe.
E oltre a queste corazze, nella stanza vi erano diversi monili, utensili e manufatti dalle più disparate forme e dimensioni.
Tutti oggetti di antico valore storico.
Poi, all'improvviso, la donna udì delle voci e poi dei rumori.
“E' giunto il padrone...” disse qualcuno dei guerrieri orientali di guardia all'ingresso “... aprite il portone!”
Altea
12-11-2013, 22.29.48
La luce flebile creava giochi strani sui muri, ma mi accorsi subito di alcune corrazze e mi avvicinai a guardarle...ne ero affascinata, provenivano da Paesi lontani da quel che potevo capirne e poi altri oggetti, monili..era strano..in quella casa vi erano molti di questi oggetti, come ricordi di passati viaggi.
Poi udii quelle parole...il Cavaliere di Altafonte era tornato, uscii e richiusi subito la porta.
Eppure qualcosa mi bloccava, dopo quello che era successo al ballo...la sua indifferenza nei miei confronti..non avevo coraggio di parlare ora.
Cosi ritornai nella stanza datami da Ermiano e togliendomi lo scialle mi ristesi nel letto...forse il nuovo giorno mi avrebbe dato più coraggio.
Sorrisi al Capitano, e annuii alle sue parole.
Il freddo cominciava ad entrarmi nelle ossa, ma cercai di non pensarci, di ricordare.
Seduta accanto a Roberto, in carrozza, ascoltai il suo racconto.
E così mi ha seguita, eh...
Trattenni un sorriso, e un brivido mi attraversò mentre pensavo che non poteva avermi seguito per colpa di Mirabole.
O forse era soltanto il freddo.
Mi lasciai guidare, docile, verso la mia stanza, la sua voce era così rassicurante, mi sentivo al sicuro.
"Buonanotte, caro.." dissi, sulla porta "..grazie di tutto..".
Allungai, titubante, una mano verso il suo viso, sfiorandogli la guancia in una carezza delicata.
Perché doveva fare così male?
Perché mi sentivo in colpa per quel lieve, innocente contatto?
No, non era per quello, e lo sapeva anche lui.
Sorrisi, sperando che non riuscisse a leggermi nei pensieri.
Mi ritirai, nell'intimità della mia stanza.
Notai con piacere che mi era stato preparato un bagno.
Nessun domestico, però.
Roberto sapeva bene quanto adorassi stare sola con i miei pensieri, senza nessuno intorno.
Non riuscivo a pensare che non ci fossero, come mi diceva sempre mia madre da piccola.
No, volevo essere sola nella mia stanza, l'etichetta poteva restare fuori.
Il tocco dell'acqua calda fu rinvigorente.
Era calda, profumata, e dovetti lottare con la stanchezza per non addormentarmi.
Poco dopo, però. sprofondai nel letto morbido, in un profondo sonno ristoratore.
Dormii un sonno profondo, senza sogni, se non immagini confuse e prive di senso.
Mirabole, il Fiore, l'elisir, Diomede, gli spari, il Bacio, Crysa, il Verziere.
Brevi frammenti di ricordi, sogni, leggnde, senza un apparente filo logico.
Contro ogni aspettativa, mi svegliai di buon mattino.
La stanchezza della sera appena passata era svanita, e il sole autunnale faceva capolino tra le preziose tende della mia stanza.
Mi alzai, fin troppo di buon umore.
Dovevo andare da Missani e dal Capitano, raccontare di Mirabole.
Il volto di Diomede mi attraversò la mentre, mentre spazzolavo i miei capelli che cominciavano a ricrescere.
Ti tirerò fuori di lì, fratello.. Fidati di me..
Indossai l'abito viola, quasi un porpora, che dava colorito alle mie guance rosee.
Indossai la mia orchidea, fermi i capelli con un fermaglio intarsiato, e mi guadai allo specchio.
Sospirai, non c'era solo la faccenda di Mirabole da sistemare... Roberto, dovevamo parlare.
Dovevamo essere sinceri e franchi come non lo eravamo mai stati.
Sì, dovevamo.. ma mi chiesi se sarebbe mai successo davvero.
Infondo, persino quel gioco di sguardi era più semplice, doloroso e seducente, ma più semplice.
Presi un profondo respiro, non potevo indugiare oltre.
Scesi nel salone, chiedendo ai domestici di poter fare colazione in giardino.
Talia
13-11-2013, 00.07.03
Jacopo era uscito in fretta dalla saletta ed io avevo seguito distrattamente il servitore verso la carrozza...
ero sovrappensiero e non badai affatto alla vettura sulla quale mi fece salire né la strada che prendemmo.
Stavo ancora pensando a tutt'altro quando, all'improvviso, un battaglione di soldati oltrepassò la mia carrozza al galoppo... erano diretti verso il fiume... li osservai, stupita...
ma cosa stava accadendo?
Mi sporsi appena, stupita...
e per un attimo ebbi paura...
ma...
possibile che lui fosse lì?
Possibile?
Gli avevo detto di non mettersi contro Jacopo... gli avevo detto che poteva essere pericoloso...
La mia mano tormentava il bordo del mantello, in preda all'agitazione...
Guisgard
13-11-2013, 02.52.13
Altea, così, ritornò nella sua stanza, decisa ad attendere il nuovo giorno per incontrare il cavaliere.
Tuttavia l'alba non era lontana ormai.
Dalla sua camera, però, poteva sentire voci confuse che giungevano dalla sala sottostante.
Sembravano la voce di Ermiano e quella di Altafonte.
Intanto, dalla sua finestra, Altea cominciò a vedere il cielo schiarirsi poco a poco.
http://annalisastellapelliccia.fotoblog.it/photos/00/02/940915064.JPG
Guisgard
13-11-2013, 03.06.02
Clio, così, fu condotta dai domestici in giardino per la colazione.
Poco dopo arrivò Roberto.
“Sono stato a cavalcare...” disse sedendosi accanto a lei “... mi sono svegliato presto stamani... poco dopo l'alba credo... in verità non ho dormito molto...” prese una tazza di tè caldo “... poi ho atteso il tuo risveglio... volevo aspettarti per la colazione...” la fissò, senza però mostrare particolari espressioni nel viso “... sei bellissima stamani... quasi quanto lo eri stanotte... bagnata e vestita appena...” posò la tazza di tè sul tavolino “... Clio... devo saperlo... cosa ti ha fatto quel furfante? Ha... ha tentato di...” ma qualcosa lo interruppe.
Un rumore di cavalli.
Poi un domestico corse da loro.
“Signore, ci sono i soldati...” fece il domestico “... chiedono di milady...” fissando Clio.
“Falli passare...” con un cenno del capo Roberto.
Un attimo dopo i militari erano in giardino.
“Milord...” avanzando il sergente e salutando Roberto “... milady...” rivolgendosi poi a Clio “... il capitano de' Gufoni chiede di voi.”
“Poteva attendere il nostro arrivo in caserma il vostro capitano.” Risentito Roberto. “L'ordine di seguirvi è del tutto fuoriluogo.”
“Non è un ordine, milord.” Sorridendo il sergente. “Ma un invito. E non in caserma, ma per il Palazzo di Giustizia.”
Guisgard
13-11-2013, 03.17.06
Passarono quei soldati accanto alla carrozza di Talia, senza però che il conducente si fermasse.
Anzi, proseguì verso il palazzo dei de' Gufoni.
Vi giunse poco dopo.
Qui Talia vide venirle incontro i domestici.
Era ormai l'alba e le fu preparato un bagno caldo, oltre naturalmente la sua stanza per riposare.
Circa una mezz'oretta dopo, qualcun altro arrivò al palazzo.
Era Jacopo.
Si lavò, facendosi poi portare un'uniforme pulita e dopo essersi preparato si fece servire una veloce colazione nella veranda.
“Mia moglie” disse poi ad uno dei domestici “riposa?”
“Le abbiamo preparato un bagno caldo” rispose il domestico “e forse ora starà riposando.”
“Bene.” Annuì il capitano. “Io tra breve andrò al Palazzo di Giustizia.”
Lanciai una fugace occhiata maliziosa a Roberto, abbozzando un sorriso.
Nel caos della sera precedente, non avevo realizzato che lui mi aveva visto così.. Come aveva detto? Bagnata e svestita.
E io mi ero addirittura rifugiata tra le sue braccia!
Trasalii al pensiero di quanto fosse inappropriato tutto quello, il cuore accelerò improvvisamente.
Mi voltai verso Roberto, per rispondere alla domanda che, pensandoci bene, era la seconda volta che mi rivolgeva.
Era davvero preoccupato!
Ma non feci in tempo a rispondere.
Poi un domestico corse da loro.
“Signore, ci sono i soldati...” fece il domestico “... chiedono di milady...” fissando Clio.
“Falli passare...” con un cenno del capo Roberto.
Un attimo dopo i militari erano in giardino.
“Milord...” avanzando il sergente e salutando Roberto “... milady...” rivolgendosi poi a Clio “... il capitano de' Gufoni chiede di voi.”
“Poteva attendere il nostro arrivo in caserma il vostro capitano.” Risentito Roberto. “L'ordine di seguirvi è del tutto fuoriluogo.”
“Non è un ordine, milord.” Sorridendo il sergente. “Ma un invito. E non in caserma, ma per il Palazzo di Giustizia.”
Alzai gli occhi sul militare.
"Molto gentile da parte del Capitano.." Dissi, fredda "..sapevamo che ci avrebbe concesso udienza questa mattina.. Tuttavia, non intendo andare da nessuna parte prima di aver finito il mio tè, se non siamo in arresto, allora credo che il Capitano possa attendere qualche minuto..." Lo guardai negli occhi "..vi chiederei di unirvi a noi, ma conosco fin troppo bene la disciplina delle guardie reali.. E ora, se non vi dispiace, non ho intenzione di discutere di questioni personali davanti a voi, sergente... Se non vi fidate di noi, o se avete avuto ordini precisi, potete attendere fuori, vi raggiungeremo tra poco... è tutto, sergente.." Con un tono che non ammetteva repliche.
Presi la tazza di tè, e ne bevvi un sorso, smettendo di calcolare il militare.
Erano davvero impazienti Missani e de' Gufoni.
Mi voltai verso Roberto.
"Non è come sembra, Roberto.." Riprendendo il discorso, a bassa voce "..mi sono tolta il vestito di mia spontanea volontà.." Attesi un secondo, osservando il suo guardo "..un attimo prima di saltare in acqua.." Sorrisi "Mi avrebbe portato a fondo, intralciato..".
Bevvi un altro sorso di tè.
"No, sta tranquillo, non mi ha nemmeno sfiorato.. Mi ha solo fatto perdere i sensi un paio di volte con una specie di strano profumo, offerto un elisir preziosissimo, a sentir lui.. E mi ha affidato un messaggio... Non voleva farmi del male.." Sorrisi "..e, comunque, credo di essere in grado di difendere la mia virtù.." Guardai lontano, e il mio tono cambiò, per un secondo "..da chiunque.." Sussurrai.
Persino da me stessa, persino dai miei sentimenti e dai miei desideri.
Sospirai.
"A meno che non fossi incosciente.." Pensando che, effettivamente, mi aveva fatto perdere i sensi, ed allora ero indifesa "..ma se mi avesse toccato sta pur certo che, Mirabole o no, lo avrei cercato, trovato, e ucciso.." Sorrisi "...ma mi ha dato l'impressione di essere un gentiluomo..".
Il ricordo di quegli occhi azzurri che si avvicinavano sempre più, del suono di quella voce, del modo gentile con cui mi aveva sfiorato con quel fiore.
Stranamente, non mi faceva paura, probabilmente, pensai nuovamente era solo incoscienza.
Dovevo ricordare la sua voce, se l'avessi sentita nuovamente, dovevo essere in grado di riconoscerla.
Battei le palpebre un paio di volte, e tornai al presente.
"Hai finito il tuo tè?" Dissi, gaiamente "..dobbiamo andare, non possiamo certo far aspettare il capitano.." Sorrisi, sarcastica.
"Non mi hai ancora detto perché mi hai seguita..." Sussurrai dolcemente, alzando gli occhi a cercare i suoi "..ti avevo chiesto di non farlo, mi sembra.." Con un sorriso complice, e uno sguardo intenso.
Altea
13-11-2013, 15.44.38
Mi rigiravo nel letto, guardai la finestra e ormai stava albeggiando e per di più udivo le voci di Ermiano e di Altafonte.
Mi alzai, mi guardai allo specchio e mi sistemai...aprii la porta e mi diressi da dove sentivo quelle voci, dalla sala sottostante..bussai alla porta per voler entrare e il cuore palpitava forte. Non riuscivo a capire di cosa stessero parlando, forse Ermiano aveva raccontato di me al Cavaliere.
elisabeth
13-11-2013, 15.55.15
Non mi ero mai trovata con un arma puntata proprio all'altezza del cuore.....certo che stavo difendendo bene quel quadro di questo ne ero certa......ma ami era sfuggita la fine.....ero solo una suora che aveva deciso di distruggere un bene prezioso....diciamocela tutta.....una suora e' una suora ...un quadro e' un quadro...vidi arrivare Velv.....con una calma dovuta ad un Frate..ma con gli occhi che stavano sparando ancor prima dell'arma del soldato......e dopo avermi raccontato in silenzio al mio orecchio...quanto ero stupida..lo guardai quasi fosse venuto da un altro mondo....." Il quadro non ci interessa ?......ci interessa il Ladro....e senza il quadro..niente Ladro.....pero' almeno ho movimentato la nottata.....avanti Velv...mi arrendo.....".....e uscendo dalla Cappellina con Velv alle calcagna.....col viso più accorato che potevo....." Perdonatemi....sono stata una sciocca....ma ogni tanto la notte ho in visione la Madonna....e non potevo sopportare che questo bene come altri beni appartenenti alla Chiesa...cadessero in mani che non fossero quelle del clero.......e ora sono pronta a subirne le giuste conseguenze..."...Non ero pronta...per nulla....ma altro non potevo.....anche perchè una volta lontana da li' Velv mi avrebbe lanciato fulmini e saette.....potevo sentire quanto era arrabbiato
Guisgard
13-11-2013, 19.08.52
Velv riuscì così a far uscire Elisabeth dalla cappellina.
“Perdonatela...” disse ai soldati “... ora ripartiremo e cercheremo di aver cura delle sue disgrazie fra le mura del nostro convento... l'unico luogo in cui questa poveretta potrà trovare pace...”
“Si, portatela via, frate...” con disprezzo il sergente “... e ringraziate il Cielo che io sono credente... solo per questo non la porterò davanti al capitano... però badate di non tornare mai più qui... ora andatevene...”
“Grazie...” annuì Velv “... che il Cielo possa darvene merito...” e insieme ad Elisabeth uscirono dalla chiesa.
Raggiunsero il ponte e si nascosero in un punto lontano da occhi indiscreti.
“Siete davvero una pazza.” Sentenziò Vel. “Una pazza. Avete rischiato non solo di finire in gattabuia, ma anche di far fallire il nostro intento. Quel quadro non interessa a noi, ma ad Azable. Distruggerlo ci farebbe solo danno. Comunque...” scuotendo il capo “... credo sia una coincidenza assai fortunata questa del trasferimento del quadro... dalla chiesa al Palazzo Reale... infatti chi vuole rubarlo non può farsi sfuggire questa possibilità... e noi ci saremo naturalmente...”
Guisgard
13-11-2013, 19.35.06
Così, terminata la loro colazione, Clio e Roberto seguirono i militari fino al Palazzo di Giustizia.
Durante il tragitto Roberto non disse quasi nulla, limitandosi a farfugliare qualcosa circa il motivo per cui l'aveva seguita.
“Ero preoccupato...” disse a bassa voce “... la prossima volta cercherò di non esserlo...” aggiunse risentito.
Arrivarono così al Palazzo di Giustizia.
Poco dopo furono ricevuti da Simone Missani.
“Accomodatevi...” andando loro incontro “... accomodatevi... allora?” Fissando poi Clio. “So che avete una bella storia da raccontarmi.” Sorridendo.
Guisgard
13-11-2013, 19.58.48
Altea bussò ed Ermiano aprì la porta.
La donna così vide chi vi era all'interno della stanza.
Ermiano era fermo davanti alla porta, mentre invece Altafonte era seduto su una sedia.
Aveva gli abiti sporchi e un taglio sul viso.
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Posai lievemente la mano su quella di Roberto.
Una lieve fitta mi attraversò l'anima.
Era solo preoccupato, pensai.
Cosa mi aspettavo, che mi dicesse che voleva stare solo con me, lontano da tutti? Che voleva baciarmi ancora?
Era quello che avrei voluto io, più di qualunque altra cosa.
Ma lui?
Dopotutto, potevo essermi immaginata tutto, il tono della sua voce, gli sguardi, il bacio..
No, quello non me l'ero proprio immaginata!
Ma come potevo essere sicura che lui provasse ciò che provavo io?
Persino in quel momento, così vicini.
Serrai la mascella e guardai risolutamente fuori dalla tendina.
Sospirai, eravamo arrivati.
Dovevo smetterla di pensare in quel modo.
Era controproducente, mi facevo soltanto del male.
Entrammo nel palazzo di giustizia, dove Missani ci aspettava
"Potete ben dirlo, viceprocuratore..." Sorrisi.
Così, raccontai ogni cosa, il biglietto, la saletta degli arazzi, descrissi l'imbarcazione, l'elisir, riportai le sue parole, il suo messaggio.
Poi, degli spari e di come fossi riuscita a scampare da quella poggia di fuoco, sottolineando con noncuranza che potevano benissimo uccidermi.
A questo punto, se le cose erano andate come aveva riferito Roberto, sapevamo che io ero a bordo.
Ma, evidentemente, ero sacrificabile.
"Allora, dissi infine.. Mi sembra ovvio che stia parlando di de'Binardi.. A questo punto probabilmente avevate ragione voi nel dire che quella famiglia era coinvolta.. Infondo, è stato grazie alla faccenda del priore Adamo che Francesco è ancora vivo.." Sorrisi "..a proposito, il priore Adamo era davvero lui.. Non sbagliavo quando vi dicevo che i suoi occhi erano inconfondibili, di un azzurro così intenso, che non si trova facilmente.. Ah, un'altra cosa.. Non so se ci avevo fatto caso incontrando il priore Adamo ma, la sua voce.. Non era di Sygma, questo l'ho capito anche io, ma non saprei dirvi che accento fosse.. Vediamo se riesco a dar vi un'idea..".
Pronunciai così qualche parola, cercando di imitare l'accento di Mirabole.
"Non so, magari può esservi utile, magari per voi ha un senso..." Alzai le spalle.
Mi voltai poi verso Missani "È chiaro che Mirabole si sente un paladino della chiesa, e anche della giustizia.. Avete poi riflettuto sulle sue parole? Vi accusava di aver catasto la morte di qualcuno, se non erro.. Sembrava una cosa molto personale, se risaliamo a quella morte, forse troveremo Mirabole..".
Altea
13-11-2013, 20.16.13
Appena Ermiano aprì la porta entrai silenziosamente ma le mie mani iniziarono a tremare appena vidi Altafonte seduto e ferito gravemente al viso...accorsi vicino a lui...."Milord che vi è successo? Dobbiamo curare questa ferita oppure rischiate una infezione..ci vuole acqua calda per disinfettare, avete chiamato un medico?".
Involontariamente gli presi la mano dispiaciuta nel vederlo in quelle condizioni.
Guisgard
13-11-2013, 20.21.16
Le parole di Clio resero Simone prima perplesso, poi turbato.
“L'accento sembra vagamente Capomazdese direi...” disse infine “... ammesso che voi lo abbiate imitato in modo corretto...” restò pensieroso “... bisogna scoprire come i de' Binardi sono coinvolti in questa storia... bisogna scoprirlo...” fissò Clio “... dovete scoprirlo... non mi importa come, ma dovete riuscirci... anzi, vi fornirò io stesso un motivo per andare da loro... domani giustizieremo Francesco de' Binardi... andrete a riportare questa notizia a suo padre...”
“E non temete che Mirabole possa rubare il quadro nel frattempo?” Chiese Roberto.
“Tra poche ore il quadro sarà portato qui da Santa Felicita.” Spiegò Simone. “E qui sarà al sicuro.”
Roberto allora si avvicinò a Clio, sfiorandole appena la mano.
“Quando lascerete stare mia cugina, signor viceprocuratore?” Fissando Simone. “Non l'avete coinvolta già abbastanza? Stanotte i soldati potevano ucciderla...”
“Quando arresteremo Mirabole” sorridendo Simone “lei, come tutti noi, sarà libera di occuparsi di ciò che più le aggrada.” Sorrise. “Siamo in guerra, amici miei. E il pericolo è una costante.”
Guisgard
13-11-2013, 20.26.43
“Non occorre, milady...” disse Altafonte ad Altea “... è solo poco più di un graffio... un po' d'acqua calda, del disinfettante e qualche benda basteranno...”
Ermiano allora corse a prendere l'occorrente.
“Cosa ci fate qui a quest'ora?” Chiese poi il cavaliere alla dama. “Perchè avete lasciato così presto la festa? Avete forse trovato uno spasimante segreto?” Abbozzò un sorriso, ma il taglio gli causò subito dolore.
Altea
13-11-2013, 20.40.19
"Milord non sforzatevi troppo...oh no...non ho trovato uno spasimante anzi appena vi ho visto ballare con altre dame e ignorarmi io sono fuggita...ma sono successe cose gravi a Castelflorenzio..che forse ora è meglio non raccontarvi ma dopo..solo che non posso tornarvi..Madama Irene è alleata con Azable, entrando prima non se lo aspettavano e ho visto il braccio destro di Azable parlare di me e uscire da un passaggio segreto."
Ermiano portò la bacinella con acqua calda, la presi, usai del disinfettante per pulirmi le mani e con una pezza bagnata dalla acqua passai la ferita del Cavaliere.."Comunque...io..non posso tornare laggiù, mi cercano e potrebbero uccidermi..non posso fare altro che tornare a Camelot e purtroppo sposarmi..anche perchè..io credevo voi mi amaste ma vedendo come ballavate con le altre dame ho capito che mi sbagliai".
Tolsi la pezza dal suo volto e lo guardai silenziosamente per alcuni momenti nei suoi occhi...si dice che gli occhi sono lo specchio della Anima e allora volevo solo parlargli coi miei occhi e il mio sguardo.
Disinfettai la ferita e ci posi sopra una pezza e la saldai..."Ecco fatto milord..per tutto quello che avete fatto per me".
Guisgard
13-11-2013, 21.10.14
“Siete stata sciocca a lasciare il ballo...” disse Altafonte ad Altea “... e ancora più sciocca se ora decidete di tornare a Camelot... l'infelicità è una dama assai sgradevole...” tenendosi poi la benda sulla ferita “... quanto a me...” fissandola con i suoi occhi chiari “... io sono molto più simile ad uno spettro, un'ombra... non vedete? Sono solo... non ho amici, ma solo servitori e soldati... gente insomma di cui posso pagare i servigi, senza richiedere affetto... resterete qui... domani andrò io in quel palazzo a cercare di capire cosa nasconde...” le sorrise “... ora riposerò un po'... fate anche voi lo stesso...” si alzò “... e grazie per avermi medicato... grazie, Altea...” ed uscì dalla stanza.
elisabeth
13-11-2013, 21.16.52
Fui portata fuori dalla Chiesa con un Velv infuriato.....lo seguii fino a quando non fummo abbastanza lontani ci infilammo in mezzo ad una boscaglia e li' arrivo' tutta l'ira di Velv...anche se devo dire molto signorile......mentre lui parlava chiusi gli occhi...e quando fini'....riaprendoli.....gli dissi "....Certo che a quel soldato lo avrei preso volentieri a pedate nel deretano...e perdonatemi se non e' molto signorile..in quanto a voi......mi avete fatto passare per pazza...magari una Suora Visionaria..sarebbe stato meglio...comunque Fra Bartolomeo......dalla vostra mente eccelsa cosa tiriamo fuori adesso ?...pensate che Azable sia seduto su una comoda poltrona a palazzo....aspettando che quei quattro imbecilli gli portino il quadro a domicilio ?...."......ripresi fiato.....e ......" Si penso proprio che succedera' questo....il quadro fino a casa.....abbiamo vestiti che non ci faranno entrare con tanta facilità........e comunque mi dispiace......sono un pò impulsiva........"...ero veramente desolata......ma Elisabeth era proprio quello....fiamme e fulmini.....
Altea
13-11-2013, 22.23.59
Lo vidi andare via cosi...sempre misterioso..era solo, questo lo avevo capito bene e per di più sembrava qualcosa lo stesse tormentando.
"Ermiano...portate via la bacinella e le pezze sporche di sangue. Io vado nella camera a riposare un poco, non ho dormito nulla stanotte...e poi vi chiamerò per la colazione, ma se dovessi dormire troppo tardi vi prego di venire a svegliarmi".
Ritornai in camera, sentivo solo i miei passi come se non vi fosse nessuno in quella dimora...mi guardai attorno...chissà quale era la sua camera pensai.
Rientrai in camera e sospirai e mi stesi nel letto per riposare ancora un pò.
Risi, a quelle parole di Missani.
"In guerra, Messere? Se questa la definite guerra, mi fate pensare che non abbiate mai dovuto affrontarne una vera..." affermai, guardandolo negli occhi.
"Vi rammento che abbiamo un accordo... Vi ho dato più informazioni su Mirabole di chiunque altro.. vi consiglio di non prendervi gioco di me, e di non sottovalutarmi.." dissi, gelida e decisa.
Mi alzai.
"Bene, andrò io a portare un annuncio tanto increscioso al padre di Francesco de' Binardi.. sebbene spetterebbe a voi.. ma state attento, le parole di messer Duon alla festa erano molto sagge.. non ruberà il quadro finché è a Santa Felicita.. ma ora, può finalmente prenderlo per riportarlo dove crede che dovrebbe stare, in chiesa.. beh, ma almeno è ferito adesso, e chiunque non abbia una cicatrice sul volto è automaticamente scagionato.. dovreste pensare ad un censimento, casa per casa.." sorrisi "..ve l'ho già detto, non desidero che mi diate spiegazioni, né vi sto accusando di nulla, non ho alcun interesse né utilità.. ma pensate a quelle parole di Mirabole..".
Voltai lo sguardo verso Roberto e gli sorridi.
"Non ho altro da dirvi.. se dovessi rammentare qualche nuovo dettaglio, sarete il primo a saperlo... ora, se permettete, vorrei ritirarmi.. ho avuto una serata impegnativa e mi aspetta un pomeriggio non molto allegro.." porsi la mano a Roberto, perché la prendesse e mi conducesse fuori, lontano da lì.
Guisgard
14-11-2013, 02.02.18
“Ora calmatevi...” disse Velv ad Elisabeth “... fortunatamente non è accaduto nulla di irreparabile... quanto al quadro... si...” annuì “... penso qualche cosa del genere... forse Azable è davvero seduto in poltrona in questo momento, in attesa che il quadro lasci la chiesa... ed è quello il momento migliore per rubarlo... prima, mentre ero fuori dalla chiesa, ho udito alcuni soldati che parlavano di come il quadro sarà portato al Palazzo Reale... attraverserà la città, in mezzo ad un numero spropositato di persone... e sarà quello il momento adatto per colpire... sono certo che Azable tenterà l'impresa proprio durante il tragitto... e noi dobbiamo essere là... naturalmente con altri abiti... venite, torniamo in albergo... comincia il terzo atto della nostra recita...” e ritornarono al loro albergo.
Qui tirò fuori alcuni abiti vecchi e consumati.
“Un buon cacciatore di taglie” mormorò “deve avere in borsa tutto l'occorrente per ogni evenienza... e l'esperienza mi ha insegnato che nulla passa inosservato come l'essere delle persone normali... e noi saremo due popolani...” la fissò e le diede un vestito da contadinella.
E diede abiti da bottegai ai suoi due compagni.
Guisgard
14-11-2013, 02.38.26
“Un momento, milady...” disse Simone ad Altea “... certo, rammento, abbiamo un accordo. Ed io mantengo sempre gli impegni. Ma forse siete voi a scordare i termini di quell'accordo. Rilascerò vostro fratello quando avrò messo le mani su Mirabole. Uno scambio equo, non vi pare?” Sorrise. “Comunque è giusta la vostra osservazione... bisogna cercare un uomo con una cicatrice sul volto... quanto al quadro, non temete. Sarà sorvegliatissimo per tutto il tragitto, fino al Palazzo Reale.”
Roberto annuì e prese la mano di Clio.
I due uscirono prima da quella stanza, poi dal palazzo.
“Vieni, ti accompagnerò dai de' Binardi...” fece Roberto “... anche se non so come troverai il modo di dirglielo...”
Salirono in carrozza e si diressero verso la casa di Riano de' Binardi.
La strada era però stata chiusa a causa dei preparativi per il passaggio del quadro.
Infatti da qui sarebbero passati i militari con la famosa opera d'arte.
Clio e Roberto allora scesero dalla carrozza e proseguirono a piedi.
E si ritrovarono a passare davanti alla casa di lady Silvia.
La donna si trovava in giardino, a dipingere.
Li vide e riconoscendoli li chiamò.
“Ma che sorpresa!” Esclamò. “Avete deciso di fare una passeggiatina in città?”
“In verità siamo stati costretti...” spiegò Roberto dopo averla salutata “... pare la strada sia stata chiusa... cosa dipingete di bello, milady?”
“Volete proprio saperlo?” Entusiasta lei. “Ebbene, sto dipingendo il volto del Cavaliere di Altafonte! Trovo abbia un viso molto interessante! Soprattutto lo sguardo!” E mostrò quel ritratto ai due.
http://th01.deviantart.net/fs41/200H/i/2009/005/9/1/Andre_by_Elbereth_de_Lioncour.jpg
Parsifal25
14-11-2013, 02.45.03
"E' passato tanto.....molto tempo, da quando son partito per un nuovo e lungo viaggio nel recuperare nuove sul mio status da cavaliere. In compagnia di Belfagor e del mio fidato taccuino varcai' i confini delle valli di Camelot e saggiai' il calore ed il mistero della terra di Avalon. Un altro viaggio di continue ed estenuanti ricerche era terminato.....spero, di esser tornato molto più temprato dall'ultima volta che varcai' codesto portone....."
Adesso, però ero tornato in codeste terre per compier quel che deve esser fatto...., i miei doveri verso l'antico codice ed il mio amato popolo devon tornare come priorità. Traversai' la piazza di Camelot ed attesi che il nuovo giorno sorgesse. Nei miei pensieri speravo di poter reincontrare qualche compagno di ventura, ma chissà.....
Guisgard
14-11-2013, 03.22.26
Parsifal attraversava, in sella al suo fidato destriero, la piazza di Camelot.
Il cielo ad Oriente andava sempre più a schiarirsi e il nuovo giorno aveva fatto ormai la sua comparsa.
Poco dopo, i primi mercanti cominciarono ad affollare le vie, mentre le botteghe aprivano le porte per una nuova giornata di lavoro.
E mentre il giovane Parsifal era giunto all'ombra di un grande dongione, udì una voce.
“Per mille demoni illusi...” disse qualcuno alle sue spalle “... non posso crederci... Parsifal!” Lo raggiunse.
Era un giovane cavaliere, alto e dai capelli cortissimi, quasi rasati.
“Non ti ricordi più di me?” Fissandolo. “Abbiamo frequentato insieme la casa di lord Nagas, come cadetti! Sono Emin... Emin di Monducale! Non mi riconosci più!”
Guisgard
14-11-2013, 03.28.40
Altea restò così, stesa sul suo letto, tentando di riposarsi un po'.
Riuscì a dormire forse per un'oretta o poco più.
Poi, alcuni rumori e delle voci provenienti dal cortile interno del palazzo, la svegliarono.
Erano Altafonte e il fidato Ermiano.
“Dunque c'è mancato poco stavolta...” disse questi “... dopotutto era prevedibile... forse non siamo più al sicuro qui, signore...”
“Esiste forse un luogo al mondo in cui lo siamo?” Mormorò il cavaliere. “Qui sono gli uomini, altrove saranno i miei fantasmi a tormentarmi...”
“Cosa avete intenzione di fare adesso?”
“Finire ciò che ho cominciato.” Rispose il cavaliere.
“Quel graffio che portate sul volto è come un marchio...” fece Ermiano “... un marchio che mi ricorda dannatamente quelli che imprimevano sul viso dei condannati a morte nelle prigioni francesi...” scosse il capo.
Roberto aveva ragione, dove avrei trovato la forza di rivelare una notizia tanto dolorosa.
Camminavo nervosa per le strade di quella bella città, quando ci accorgemmo di lady Silvia.
Osservai il dipinto, ammaliata.
"Caspita, Milady.. È davvero bello come lo dipingete questo cavaliere, o siete voi ad essere una ritrattista troppo buona?" Sorrisi alla donna.
Restai ad osservare quella tela per un lungo istante.
Perché mi sembrava familiare? L'avevo già visto?
No, non mi era mai stato presentato il cavaliere di Altaforte, eppure, al palazzo reale volevo incontrarlo.
Ma il biglietto di Mirabole aveva cambiato tutto.
"Ha un'aria familiare.." Sussurrai "..devo averlo intravisto alla festa, allora, senza sapere chi fosse..".
Anche se... C'era qualcosa che mi sfuggiva, la avvertivo, ma non potevo definirla.
Sembrava quasi somigliare a.. No, scacciai quel pensiero.
"Vogliate perdonarci, Milady.. Ma abbiamo una faccenda da sbrigare.. Avvisateci però quando avrete finito il quadro... Sono curiosa.. Ricordo che parlavate del suo sguardo.. Di quanto fosse particolare, indecifrabile.. Sono certa che saprete renderlo vivo.." Sorrisi, sincera.
Il quadro era davvero molto bello, e la dama cordiale.
Ma non volevo rimandare.
Prima mi sarei tolta quel peso, prima avrei potuto distrarmi e non pensare a nulla.
Altea
14-11-2013, 15.22.16
Mi destai e riconobbi le voci di Ermiano ed Altafonte, provenivano dal giardino, fu cosi che aprii la finestra e udii la loro conversazione.
Rimasi ferma e perplessa...cosa stava succedendo? E cosa era successo al Cavaliere di Altafonte per essere ferito...pure lui, non trovava pace in nessun posto dove si trovasse...la sua vita quindi era un tormento..ma perchè?
Uscii dalla camera e raggiunsi il cortile interno da dove provenivano quelle voci e mi avvicinai ai due uomini..."Come state milord...la vostra ferita duole ancora?Ma queste sono ferite curabili...le ferite dell' Anima sono lente a rimarginarsi, non pensate?".
Parsifal25
14-11-2013, 16.02.25
Camelot non era per niente cambiata dall'ultima volta che vi son stato. I mercanti eran sempre immersi nelle loro mille commissioni, le dame portavan sollievo ai loro uomini nell'avvicendarsi di una nuova e curiosa giornata, i bambini si rincorrevano l'un l'altro cosicché da imitar le gesta dei loro beniamini: noi, Cavalieri......"son simpatico a qualcuno....di questi fanciulli?" e sorrisi.
Come era bello respirar nuovamente aria di casa. Improvvisamente, mi sentii chiamare alle spalle a gran voce.....era un suono che mi era molto familiare anche se non ricordavo a chi apparteneva. Mi fermai e risposi: "Si'.....sono io.....posso aiut....", incrociai' lo sguardo del giovane......e rimasi esterefatto.
"Emin......sei proprio tu!!!", scesi da cavallo e subito lo salutai'. "Da quanto tempo, non ci vediamo caro amico. Come stai? E' un piacere rivederti. Da poco son tornato da uno dei miei tanti viaggi.....qualche nuova è giunta nel nostro regno?"
Guisgard
14-11-2013, 17.57.56
Lasciata la dimora di Silvia, Clio e Roberto giunsero finalmente presso la residenza dei de' Binardi.
Il portone era aperto ed alcuni operai stavano scaricando della merce.
Era presente anche Sara, attenta che ci fosse tutto il materiale scaricato.
Un attimo dopo, quasi in contemporanea con l'arrivo di Fiosari e della ragazza, uscì dalla casa anche Riano.
Guisgard
14-11-2013, 18.00.35
“Buongiorno a voi, milady...” disse Altafonte ad Altea con un lieve inchino “... vi vedo fresca e profumata come una rosa... si, oggi vi paragonerei ad una bella rosa sbocciata dopo la malinconia che vi avvolgeva stanotte... dite che questa ferita guarirà? Certo. Ho ottimi medici. Sfortunatamente tra poco ho un importante appuntamento... e temo dovrò andarci così...” sorrise “... voi siete una dama molto sensibile e non dovete avere ferite nel vostro animo... anzi, ora mi donerete un bel sorriso... si, voglio sapervi sorridente, così andrò con più serenità dove sono atteso stamani... e se a Dio piacendo tutto andrà bene, al mio ritorno vi porterò a fare una passeggiata in città...” le sfiorò delicatamente la mano con un bacio.
Guisgard
14-11-2013, 18.05.23
Emin abbracciò fraternamente il buon Parsifal.
“Si, molta acqua sotto i ponti è passata.” Disse. “Io sono apprendista cavaliere e cerco solo una grande impresa che mi possa donare l'investitura. E qui a Camelot circola ancora un bando che parla di un paese straniero... si tratta di Sygma, dove pare giungerà a colpire un famigerato ladro... Mirabole! Vi è una taglia sulla sua testa. Ma oltre al denaro a me interessa la fama. La fama che avvolgerà il mio nome quando lo avrò catturato. E' questa l'impresa che voglio compiere. E vagavo in cerca di compagni per quest'avventura...”
Altea
14-11-2013, 18.09.25
Lo vidi chinarsi sulla mia mano e sentii la sua bocca sfiorarla lievemente...a quelle parole sorrisi..."Eccovi il sorriso milord..sarà un piacere fare una passeggiata con voi..ma qualche guardia dovrebbe andare a prendere tutti i miei averi e vestiti a Castelflorenzio..mi raccomando non si deve sapere io mi trovo qui ovviamente...allora vi aspetto, e ora penso dovrei fare un buona colazione".
Impegni...sempre impegni...ma pensai alle parole di prima e ora cercava di mostrarsi il più sereno possibile.
Guisgard
14-11-2013, 18.33.36
Altafonte sorrise ad Altea.
“Ermiano vi servirà una colazione degna della regina Giovanna d'Angiò.” Le fece l'occhiolino. “Tranquilla, penserò io a far portare qui tutti i vostri bagagli da Castelflorenzio, milady.” Guardò il suo servitore. “E' ora.” Sentenziò. “Hand è giunto?”
“Si, signore.” Annuì Ermiano. “Vi sta aspettando. Nella vostra stanza è tutto pronto.”
“Bene.” E si avviò verso la porta.
“Signore...” mormorò Ermiano.
Altafonte si voltò.
“Che Dio vi assista.” Fissandolo il servitore.
Lui sorrise, annuì ed uscì.
Ermiano allora servì una bella colazione ad Altea.
Altea
14-11-2013, 18.46.54
Ringraziai Ermiano per la colazione..."Qualcosa turbava il vostro padrone mi sembra o sbaglio? Certo deve avere pesanti incombenze..un uomo che ha viaggiato cosi tanto e ora si trova qui solo...ma non cercava moglie? Avrebbe bisogno di una dama vicino a lui".
Mi alzai e vidi che i miei bagagli stavano arrivando...per fortuna..salii nella camera.
Mi immersi in una vasca con essenze orientali, avevo bisogno di rilassarmi con acqua calda ed essenze profumate...ma mille domande mi pervasero..."Che affari potrebbe avere qui Altafonte quando ai balli è uno sconosciuto misterioso..sarebbe in giro per Sygma".
Uscii dalla doccia, indossai un abito pulito e uscendo mi venne in mente quella stanza che non ero riuscita a vedere bene per via della oscurità e ritornai per controllare le corazze e gli oggetti che vi stavano.
elisabeth
14-11-2013, 19.12.22
Mi sentivo a teatro...si cambia scena mia Signora....e infondo non avevo cambiato nulla ero diventata cio' che ero ..una popolana, questo ruolo non mi avrebbe creato nessuna difficolta'......." Finalmente a casa Velv questo vestito ....ha ricreato Elisabeth.....bene mio Signore, ditemi.....devo mischiarmi tra la folla ed origliare...oppure devo seguire i soldati.......insomma ditemi tutto quello che devo fare......." Il punto era che Velv non mi avrebbe più persa d'occhio.....non sempre si può rimediare agli errori e certi errori mettevano il cappio attorno al collo......
Guisgard
14-11-2013, 19.41.43
“Ascoltatemi bene...” disse Velv ad Elisabeth “... non dobbiamo fare nulla di che... ma osservare... osservare il tragitto che il quadro farà... da quanto ho capito lo porteranno via con una carrozza, presumibilmente ben sorvegliata da uno squadrone di militari... il nostro scopo è osservare il carro per tutto il tragitto... non sarà complicato, poiché ci sarà folla e camminerà a passo d'uomo... l'unico problema sarà farsi largo tra la folla incuriosita... saremo in quattro... io, voi e loro due...” indicando i suoi due compari “... ognuno di noi sceglierà un lato da cui osservare la carrozza... e non dovrà perderla d'occhio... non dobbiamo trascurare nessun dettaglio... dobbiamo tenere gli occhi su quella carrozza... se Azable agirà, a noi non deve sfuggire... e qualcosa accadrà... intesi?”
Si vestirono e scesero per la strada.
Come aveva previsto Velv c'era folla ovunque.
I quattro allora raggiunsero, non senza difficoltà, la chiesa di Santa Felicita, dove tutto era pronto per portare via il quadro.
elisabeth
14-11-2013, 20.05.45
Compresi bene il piano.....dovevamo essere discreti senza mai perdere di vista la carrozza.....certo che di gente ce ne era......" Velv preferisco stare al lato della carrozza......una donna che passeggia e osserva non da' all'occhio..." e così fu mi incamminai accanto alla carrozza...gli spintoni erano duri da prendere, la gente sembrava andare in processione dietro ad una reliquia......ma i miei occhi erano vigili e al momento tutto sembrava andare liscio come l'olio......
Presi un profondo respiro.
Probabilmente ero l'ultima persona che voleva vedere.
No, quella era Roberto.
Chiusi gli occhi e pensai Diomede con gli abiti stracciati, logori, in cella.
Dovevo farlo per lui.
"Signor de' Binardi.." Chiamai andandogli incontro.
Lo salutai educatamente con un cenno del capo.
"Perdonate l'intrusione, ce ne andremo subito.." Respirai "...sono stata incaricata di portarvi un messaggio anzi.. Due.." Alzai a fatica gli occhi su quelli del mercante, dovevo guardarlo negli occhi, glielo dovevo.
"Simone Missani mi manda a dirvi..." Trattenni il fiato "...che domani giustizieranno Francesco..." Dissi, con la voce più dolce possibile.
Esisteva un modo indolore per dire una cosa del genere?
Dovetti combattere con tutte le mie forze per non distogliere lo sguardo.
"Mentre Mirabole.." Continuai "...mi ha detto che lo salverà...".
Mi sembrava giusto dargli un po' di speranza.
E poi, era la verità.
Sospirai.
"Mi dispiace.." Sospirai nuovamente "..comprendo il vostro dolore meglio di quanto possiate immaginare...".
Per un momento, come davanti a Francesco, lasciai cadere la maschera di spensieratezza, che mi evitava di ricordare il dolore.
Lasciai che quell'uomo vedesse il dolore nei miei occhi, per la mia famiglia, la mia casa, mio fratello.
Battei le palpebre e tornai ad essere impassibile.
"Non voglio intromettermi nel vostro dolore..." Mi affrettai a dire "..ce ne andiamo immediatamente..".
Conclusi, prima che potesse sbatterci fuori.
Infondo, ne aveva tutto il diritto.
Guisgard
14-11-2013, 20.46.03
A quelle parole di Clio, Roberio si lasciò cadere si alcuni sacchi di carbone.
Rimase così, seduto, senza dire nulla, ma con gli occhi rossi per le lacrime.
Sara invece scoppiò a piangere, gettandosi a terra disperata.
“Prima lui...” disse in lacrime “... ora anche Francesco... perchè non ci uccidono tutti? Perchè?”
Roberio riuscì ad un tratto a trattenere le lacrime.
“Vi...” mormorò fissando Clio “... vi ringrazio per avercelo detto...” si alzò a fatica ed entrò in casa.
Ne uscì poco dopo.
“Questo lo fece Francesco anni fa...” dando a Clio un vecchio disegno “... è il ritratto di suo fratello morto sette anni fa... potete darglielo? Però, dopo... dopo vorrei riaverlo... vi è possibile?”
http://th06.deviantart.net/fs41/200H/i/2009/005/a/2/Andre_15_ans_by_Elbereth_de_Lioncour.jpg
Presi il foglio che Sara mi porgeva.
Lo guardai attentamente, trasalii.
Era.. era identico a quello di lady Silvia. Certo erano ritratti un ragazzino e un uomo, ma potevano essere la stessa persona.
E se?
Alzai lo sguardo verso Sara.
"Ma certo, glielo farò avere.. e farò del mio meglio perché vi venga restituito.. non dovrebbero esserci problemi.. Missani non me lo vieterà..".
Restai corrucciata, a guardare quel disegno, le parole di Mirabole mi tornarono in mente.
"Posso farvi una domanda indiscreta?" tentai "..io non sono di Sygma e non conosco i fatti di questa città ma.. questo vostro fratello.." indicando il disegno "..per caso, Simone Missani ha avuto una parte nella sua morte? Sapete, Mirabole l'ha accusato di aver causato la morte di qualcuno, e ora vuole liberare Francesco.. no, non franintendetemi, non vi sto accusando di nulla.. non credo che abbiate a che fare con lui.. è solo che, Missani non ha mai voluto rispondermi, sostiene di non avere nulla da nascondere.. ma sono certa che non è così..".
Sospirai, mi ero spinta troppo oltre.
"Vi chiedo scusa.. non volevo essere inopportuna.." sorrisi "..ma sono certa che quell'uomo non è immacolato come vuole farmi credere..".
Talia
15-11-2013, 00.12.54
Ero rimasta a lungo immersa in quel bagno caldo, con il vapore che mi inumidiva i capelli e mi arrossava le guance... pensando.
Pensando a tante cose... al passato, al presente... pensando al pericolo che anche soltanto quei miei pensieri ponevano su una testa... sulla sua testa...
E non potevo non chiedermi perché...
perché era sempre stato tanto complicato...
perché era dovuto succedere tutto ciò che era accaduto...
Il bagno era caldissimo e presto quei miei pensieri si confusero in sogni, in ricordi, in rimpianti e desideri...
Quando infine mi decisi ad abbandonare quel bagno, a vestirmi e a scendere, mi fu detto che Jacopo era tornato e poi era di nuovo uscito, diretto al Palazzo di Giustizia, da Simone...
ma c'era fermento in casa...
un insolito fermento di cui non comprendevo il motivo...
finché, dopo richieste e insistenze, una domestica mi confidò di aver sentito dire di 'un intrepido duello avvenuto nottetempo tra il Padrone e il famigerato Mirabole'...
disse che al mercato non si parlava d'altro...
mi disse di non preoccuparmi però, perché 'il Padrone stava bene'...
a quelle parole trasalii...
Guisgard!
Era stato un pensiero incondizionato, istintivo: non potevo sapere che Mirabole fosse lui, ma lo sentivo... lo sentivo nel cuore come avevo sentito che Altafonte era lui...
Senza pensarci neanche un istante, dunque, corsi a cambiarmi e poi mi precipitai nelle stalle... sellai da sola, in fretta, un cavallo e balzai in sella.
Guisgard
15-11-2013, 02.54.03
Velv ed i suoi avevano deciso come seguire l'avvenimento.
Ognuno prese così il proprio posto.
Elisabeth aveva scelto di stare di lato alla vettura.
La carrozza, con a bordo diversi soldati armati, lasciò Santa Felicita.
Il quadro, sempre avvolto nel suo telo, era stato posto nella vettura alla presenza del capitano Jacopo de' Gufoni.
L'uomo aveva infatti lasciato la sua residenza per raggiungere la chiesa.
Alla fine la carrozza partì, diretta verso il Palazzo Reale.
Nelle strade, sebbene chiuse in gran parte, si era riversata una folla nutrita ed incuriosita.
Nessuno infatti aveva mai visto quel quadro.
Solo i chierici.
E a fatica la vettura col prezioso carico si faceva strada in quel marasma generale.
Ad un certo punto, passato il ponte, la carrozza fu bloccata da un carro che si era infilato in uno dei vicoli chiusi.
“Ehi...” disse con rabbia il soldato che conduceva la carrozza alla vecchia che portava il carro “... non vedi che hai bloccato il passaggio? Togliti di là, vecchia! La strada era chiusa!”
Ma la vecchia appariva intontita da quella confusione e impiegò qualche minuto a rimettersi in marcia.
“Al diavolo!” Gridavano i soldati. “Libera la strada!”
Intanto la gente si era avvicinata alla carrozza e ci volle tutta la determinazione dei militari per allontanare quei curiosi.
Addirittura furono sparati vari colpi in aria, per allontanare i più testardi.
Alla fine, rimessasi in cammino la vecchia col suo carro puzzolente, la carrozza col quadro poté riprendere il suo cammino fino al Palazzo Reale.
Ma, arrivata a destinazione, una volta nel cortile del palazzo i militari si accorsero di qualcosa di sorprendente.
Il quadro non c'era più.
Al suo posto vi era solo il telo.
E davanti a quella scena, Jacopo de' Gufoni gridò tutta la sua rabbia.
Intanto la vecchia ed il suo carro maleodorante furono spinti da altri militari verso la periferia della città.
Tuttavia, per uscire del tutto dal centro abitato, occorreva passare un posto di blocco messo lì per controllare la situazione.
“Fermati, vecchia...” disse il sergente “... prima di lasciare la città dobbiamo controllare cosa porti in questo tuo letamaio.” E fece cenno ai suoi di controllare il carro.
“Eh...” scuotendo il capo la vecchia “... ci troverete solo dolore... il mio povero figliolo...”
“Cosa gli è capitato?” Chiese il sergente.
“Due grossi bubboni sotto le ascelle...” mormorò lei “... forse è la peste... la terribile Peste Nera... lo sto portando nel Santuario di Santa Zita... ma forse non arriveremo in tempo...”
“Maledizione!” Inveì il sergente. “Sei impazzita a portare qui quel tuo disgraziato figlio! Vuoi forse far scoppiare un'epidemia in città!” Cominciò a tossire e poi a sputare a terra. “Riparti con questo tuo fetido carro e non tornare mai più in città! Se ti rivedo giuro che ti faccio sparare addosso! E ora togliti dai piedi, vecchia megera!”
“Così disprezzate i derelitti, sergente?” Guardandolo la vecchia.
“Vattene o farò dare fuoco a te ed al tuo carro infetto!” Minacciò il sergente.
E la vecchia col suo carro lasciò definitivamente la città.
Qualche minuto dopo, un gruppo di soldati a cavallo raggiunse il posto di blocco.
“Chi comanda qui?” Chiese il capo del drappello.
“Io.” Facendosi avanti il sergente.
“Da qui dovrebbe passare una vecchia con un carro.” Spiegò il militare a cavallo. “Fermatela. Intesi?”
“Una vecchia?” Ripetè il sergente. “In verità è già passata... poco fa...”
“E l'avete lasciata andare?”
“Beh...” balbettando il sergente “... aveva dietro il suo figliolo malato... volevate che mi buscassi la peste?”
“Volevo solo che usassi la testa, grosso idiota!” Urlò il militare a cavallo. “Quella vecchia, mio caro signor sergente, era quel ladro, Mirabole!”
“Che io sia dannato!” Esclamò il sergente.
“Già!” Annuì il militare a cavallo. “E aveva con sé il quadro!”
“Diavoli dell'Inferno!” Incredulo il sergente.
“Avanti, alzate la sbarra e fateci passare!” Ordinò il militare a cavallo.
Il sergente fece alzare la sbarra e quei soldati galopparono via, all'inseguimento della vecchia.
La raggiunsero poco dopo.
“Sembra sia andato tutto bene, capo...” disse il capo dei militari alla vecchia.
Quella annuì.
“Prendete il quadro” ordinò poi lei a quelli “e portatatelo nel posto stabilito.” E restò a fissarli con i suoi enigmatici ed impenetrabili occhi chiari mentre i falsi soldati si allontanavano.
http://www.wearysloth.com/Gallery/ActorsC/3925-9527.gif
Guisgard
15-11-2013, 03.07.12
“Voi...” disse Sara fissando Clio con rabbia “... cos'altro volete da noi? Perchè continuate a tormentarci?”
“Sarà meglio andare ora, Clio...” mormorò Roberto, prendendo la mano della sua finta cugina.
“Aspettate...” all'improvviso Riano “... non so cosa vogliate scoprire... comunque si...” annuì “... Simone Missani accertò la morte del nobile di Castelflorenzio... e fu lui a firmare l'ordine di arresto per quel mio figlio adottivo... egli si professò innocente ma ebbe il torto di fuggire... allora Missani incaricò il capitano de' Gufoni di inseguirlo... e durante quella fuga, raccontarono poi le autorità, mio figlio restò ucciso... poco dopo quella storia, sia Missani che il capitano videro le loro carriere giungere all'apice...”
“Lo accusarono di aver una relazione con la moglie di Castelflorenzio” intervenne Sara “e di aver poi ucciso per questo quel nobile... ma è falso! Lui non era un assassino!”
Ma proprio in quel momento dalle strade cominciarono ad udirsi delle grida.
C'era gente che correva in strada urlando.
“Hanno rubato il quadro!” Gridava qualcuno.
“E' stato Mirabole!” Urlava qualcun altro.
Guisgard
15-11-2013, 03.14.25
“Credo” disse Ermiano ad Altea “che il cavaliere fosse solo pensieroso per i suoi affari.” Guardò poi per un momento dalla finestra che dava sulla strada. “Si, lo penso anche io...” aggiunse poi “... avrebbe bisogno di una donna al suo fianco...”
Altea lasciò la stanza e andò a farsi un bagno caldo.
Poi ritornò nella sala delle corazze, riprendendo ad osservare le armature e tutti gli oggetti che abbellivano quell'ambiente.
Ma qualche istante dopo sentì giungere dalla strada grida e schiamazzi.
Come se una folla confusa e rumorosa si fosse riversata nelle vie cittadine.
“Hanno rubato il quadro!” Gridava qualcuno.
“E' stato Mirabole!” Urlava qualcun altro. “Ci è riuscito davvero!”
Guisgard
15-11-2013, 03.38.26
Talia, così, sellato quel cavallo, lasciò il palazzo galoppando via.
Si lanciò in una corsa frenetica e cieca, lasciando quasi al cavallo il compito di condurla via da quella casa e dai suoi timori.
E mentre cavalcava, rivide immagini e frammenti di episodi passati.
Lui restò in silenzio all'improvviso.
La fissò e poi si avvicinò con la bocca agli occhi di lei.
Chiusero gli occhi insieme, fu un istante.
Un istante nel quale Talia non si rese più conto di nulla.
Poi solo il calore delle sue labbra sulla bocca di lei.
Fu un bacio che sembrò durare un momento infinito.
Quelle labbra che cercavano quelle di lei.
Il suo sapore, il suo profumo.
Poi la ragazza aprì gli occhi di colpo e lo schiaffeggiò.
Ma il sapore di lui sulle labbra di lei restò a lungo...
All'improvviso delle grida la destarono da quei ricordi.
Per le strade vi era fermento e confusione.
La folla urlava come impazzita.
“Hanno rubato il quadro...” disse qualcuno “... hanno rubato il quadro!”
“E' stato Mirabole!” Gridò qualcun altro. “Quel ladro ci è riuscito davvero!”
Parsifal25
15-11-2013, 11.41.40
L'ardire del mio caro amico Emin portava in se tutta la vivacità dell'apprendista cavaliere......ricordava me nel periodo in cui viaggiavo e studiavo come novizio presso il Gran Maestro Carandil......sorrisi malinconicamente.
"Caro amico, nell'intraprendere un'impresa non bisogna mai puntare alla sola fama, ma bensi' tutto ciò che questa avventura ha da offrirti: il semplice ringraziamento di un mendicante, la cattura della famigerata preda e i profondi mutamenti della tua essenza, forgieranno il tuo animus. Ogni piccolo passo, azione e scelta che compirai' sarà il tuo tracciato verso il tuo esser cavaliere." Gli posi la mano in spalla e dissi:
"Beh.....credo che dovrò rimandare il mio meritato riposino e la calorosa passione che solo le fanciulle di codesto reame possono offrirti. Che didsetta!! Hai una cena da pagarmi " e risi flagorosamente.
Abbassai lo sguardo a quelle parole di Sara.
Aveva ragione.
Sentii la mano di Roberto sulla mia, e quel lieve contatto mi rassicurò: non ero sola, lui era lì con me.
Ascoltai Riano con attenzione.
Sì, era sicuramente quello a cui si riferiva Mirabole.
"Vi ringrazio.. Davvero.." Sussurrai.
Poi, la folla, il chiasso, mi distrassero.
"Che ingenui.." Proruppi "...era ovvio che l'avrebbe rubato adesso.. Che cosa si aspettavano?".
Scossi la testa.
Ora l'insieme delle cose cominciava ad avere un senso.
Non era una guerra, ma una vendetta, contro Jacopo e Simone.
Si ma... Chi?
Se il fratello di Francesco fosse sopravvissuto, sarebbe in cima alla lista.
Ma è morto!
Forse qualcuno che gli voleva bene?
Non c'erano altri fratelli.. Forse un amico?
Una cosa era certa: dietro quella morte c'era la chiave!
Posai lo sguardo sul disegno che tenevo tra le mani.
Eppure.. Era così somigliante!
Così somigliante a quell'uomo così particolare, eccetrico, di cui nessuno sapeva nulla.. Quell'uomo che, a sua volta, somigliava a lui.. A Mirabole!
Solo a pensarlo era una pazzia..
E se non fosse morto?
Impossibile! Anche se fosse, è stato Simone ad accertarne la morte, se avesse mentito lo saprebbe.
E allora capirebbe a cosa si riferisce Mirabole, di cosa lo accusa.
Certo, a meno che non si sia solo sbagliato.
Ma non mi sembrava possibile.
E poi, i morti si seppelliscono, non ci si può sbagliare!
Forse al momento, negli ultimi istanti.
Ma poi, un morto è un morto!
Trasalii: stavo davvero facendo un simile ragionamento?
Ma per quanto assurdo, sembravano logico.
Poi, scossi la testa.
Allora perché non lo avevano riconosciuto?
Ricordai la scenata di Francesco al ballo degli Accio.
Non era stato proprio Altaforte a salvarlo da Jacopo?
Insomma, era suo fratello, l'avrebbe riconosciuto.
Però lui l'aveva difeso..
Cominciava ad essere tutto molto complicato.
"Andiamo a casa, Roberto.." Dissi al mio finto cugino "Ho bisogno di riordinare le idee...".
Altea
15-11-2013, 16.11.31
Stavo osservando la stanza quando come un temporale improvviso udii quelle parole da fuori..il quadro..Mirabole era riuscito nel suo intento.
Corsi giù per le scale.."Ermiano..dove siete..hanno rubato il Verziere..ma il vostro padrone lo saprà? "
elisabeth
15-11-2013, 17.18.46
Quanta gente per strada...la meraviglia stava passando attraverso la povera gente....ognuno voleva vedere....magari toccarla, ma i soldati erano tanti sino a quando il drappello si fermo'...non riuscivo a vedere Velv .....ma una vecchia donna ostruiva il passaggio, guarda un po'....proprio in quel momento si veniva a trovare la vecchina disturbatrice...i soldati urlavano e imprecavano di togliersi di mezzo...e lei poverina con occhi......i suoi occhi....erano così vivi rispetto alla sua età.......Velv aveva detto che ci interessava prendere il ladro...decisi nella confusione....di infilarmi all' interno del carro...e quando questo riprese a camminare realizzai che ero sola.........le parti laterali non erano chiuse......ma nessun odore di carne putrida mi arrivava.......sino a quando non lo toccai...era una tela...il quadro, Velv aveva ragione ..lo avrebbe rubato in quel momento e non in Chiesa o a Palazzo Reale.........mi batteva forte il cuore......il carro fu fermato dai soldati.......mi misi infondo al carro e mi coprii con del vecchio tessuto....fu fermato il carro dai Soldati e la vecchina...dolcissima vecchina disse di trasportare il figlio malato di di peste.......e figurarsi....scapparono via, e proseguimmo per non so dove, passo' del tempo fino a quando il carro non si fermo' di nuovo.......tutte voci maschili, dovevano portare via il quadro, mi ero fatta piccolissima.....ma erano soldati....come poteva essere.....lo stavano portando dove ?.....accidenti come avrei fatto ad andargli dietro...una volta che uscirono il quadro dal carro.....alzai un pezzo del telone per seguire con lo sguardo...qual'era la direzione........speravo solo che nessuno controllasse il quadro.........evitai anche di respirare....
Guisgard
15-11-2013, 20.10.56
Così, Roberto riportò Clio a casa.
La via del ritorno fu tutt'altro che semplice.
Ovunque c'era fracasso, disordine.
La gente urlava, rideva.
In ogni dove si intravedevano uno o due soldati, con le loro giubbe blu, in mezzo al marasma di popolani che si accalcavano quasi l'uno sull'altro.
Molti corsero verso il Palazzo Reale, ben custodito dalle guardie reali, altri in direzione di Santa Felicita.
La chiesa tuttavia era stata chiusa per ordine delle autorità.
A nulla erano valse le proteste di Padre Roberio.
Alla fine Clio e Roberto riuscirono ad arrivare alla dimora dei Fiosari.
“Sembra che la città sia impazzita...” disse Roberto “... assurdo... per il popolo ogni scusa è buona per gridare alla rivolta ed alla rivoluzione...”
In quel momento giunse Selenia.
“Meglio non uscire di casa oggi...” fece Roberto.
“Io sono appena tornata.” Mormorò lei. “Volevo vedere il quadro mentre veniva portato al Palazzo Reale... ma poi...”
“Già, poi quel Mirabole è riuscito a farcela!” Esclamò Roberto. “A farla in barba a tutti!”
“No, caro...” scuotendo il capo Selenia “... si dice che non sia stato Mirabole a rubarlo...”
“Come sarebbe a dire?” Fissandola Roberto.
“Si, pare che quel ladro sia stato ferito dal capitano de' Gufoni...” rispose la donna “... non può essere stato lui...”
“E chi altri?”
“Le autorità dicono che qualcuno abbia approfittato della confusione e dell'attenzione posta verso Mirabole per rubare il quadro...”
http://i249.photobucket.com/albums/gg220/donpayasos/vlcsnap-412717.png
Guisgard
15-11-2013, 20.35.15
Altea corse per le scale, fino ad intravedere Ermiano fermo davanti ad una finestra.
“Si, milady...” annuì il servitore “... ho sentito anche io... pare che siano riusciti a rubarlo... Sua Signoria? Perchè dovrebbe saperlo? Non so... immagino sia preso dai suoi affari... forse è fuori città... ma di sicuro apprenderà questa notizia appena vi farà ritorno...” sorrise “... ma dubito a lui possa interessare la cosa... egli non è di Sygma e le vicende di quel quadro riguardano solo la gente del posto...”
In quel momento arrivò il Colonnello Antoine.
“Per mille borghesi arricchiti!” Esclamò. “Mi sono svegliato poco fa e ho udito il fracasso che giunge dalle strade! Cosa accade, Ermiano? Forse gli Indù si sono decisi a ribellarsi al governo Inglese? Eh, era ora!” Si voltò verso Altea. “Oh, perdonatemi, mia cara... non vi avevo vista... anche voi siete stata svegliata dal baccano che fanno gli indigeni? Purtroppo l'ordine in questa parte del mondo è assai turbolento.”
Guisgard
15-11-2013, 20.44.29
“Certo...” disse annuendo Emin a Parsifal “... con piacere!” I due vecchi compagni allora si recarono in una locanda e qui si fecero servire un degno pasto.
“Locandiere...” fece Emin “... lo vedi questo cavaliere?” Indicando Parsifal. “Egli è il mio più caro amico! Ne abbiamo passate tante insieme e molte delle cose che so sono frutto del suo insegnamento! Egli era il primo del corso durante l'apprendistato! Dunque, caro locandiere, servirai a noi un pasto degno della fama e del valore che oggi siedono al tuo tavolo. Intesi?”
“Certo, messeri!” Sorrise il locandiere. “Mia moglie ha appena preparato uno squisito sformato di verdure. Sapete, lei è famosa per tale piatto.”
“Ottimo!” Esclamò Emin. “E aggiungici anche due monumentali cosciotti di tacchino! E poi frutta, tanta e fresca, insieme ad una buona brocca del tuo vino migliore per innaffiare il tutto!”
“Sarà fatto, miei signori!” Disse il locandiere per poi andare.
“Massi, voglio godermi la vita!” Emin a Parsifal. “Se Dio vorrà, presto sarò ricco. E spero lo sarai anche tu... la ricompensa per catturare quel ladro non è niente male!” Facendogli l'occhiolino.
Chiusi gli occhi, per nascondere il dolore che quelle parole di Roberto suscitavano in me.
Rivolta... Rivoluzione..
"Roberto, per favore.." sussurrai appena, con voce tremante.
L'arrivo di Selenia, mi interruppe e la ascoltai attentamente.
"Interessante.." mormorai "E se fosse stato proprio Mirabole a mettere in giro questa voce, per allontanare i sospetti? E' vero, ha la faccia segnata.. ma è anche vero che pochissimi conoscono il suo volto.. e a quanto pare nessuno l'ha visto, quindi può benissimo averlo rubato lui.. L'ha senz'altro rubato lui.. certo, era il momento migliore per chiunque.. ma ha un significato preciso per lui.." sorrisi "..vedremo se sarà così abile anche domani.." sussurrai.
Mi voltai verso Roberto.
"A proposito..." mostrandogli il disegno che mi aveva consegnato Sara "..ti ricorda niente questo viso?".
Guisgard
15-11-2013, 20.56.46
Elisabeth rimase lì, in silenzio.
Respirava appena per non farsi scoprire.
Il suo respiro divenne davvero quasi impercettibile.
Forse per prudenza, o forse solo per paura.
Restò così per un tempo che parve infinito.
Poi sentì arrivare dei cavalli.
Poco dopo udì delle voci.
“Padrone...” disse una voce dall'inconfondibile accento arabo “... tutto bene?”
“Si...” rispose un'altra voce, mentre saltava giù dal carro “... la mia carrozza?”
“Eccola, padrone.”
E infatti Elisabeth sentì l'avvicinarsi di una vettura.
“Finalmente...” mormorò la seconda voce “... non ne posso più di questo trucco...”
“Cosa ne facciamo del carro, padrone?” Chiese la voce araba.
“Lo lasceremo qui... dobbiamo pur lasciare un ricordo al caro capitano ed ai suoi scagnozzi...” rise “... anzi, come trofeo da portare al suo re, visto che il quadro è ormai perduto, gli farò dono anche della parrucca da vecchia...” e la lanciò dove si sedeva il conducente del carro “... andiamo via... di sicuro avranno scoperto il nostro inganno... tra breve giungeranno...”
E sia la carrozza che i cavalli andarono via.
Dopo un po' Elisabeth, sempre nel carro, udì l'arrivo di altri cavalli.
“Ecco il carro!” Gridò qualcuno.
Lo circondarono e cominciarono a perquisirlo.
Erano soldati.
E uno di loro, entrando nel carro, scoprì Elisabeth che se ne stava rintanata.
“Sergente! Qui c'è qualcuno! E' una donna!” E prendendola di peso la portò fuori, gettandola ai piedi del suo superiore.
elisabeth
15-11-2013, 21.24.51
Avevo una paura sconfinata.......ero attenta a d ogni rumore sino a quando non sentii un uomo...non parlava la mia lingua..parlava con accento arabo....e poi rispose il padrone.....ed infine il rumore della carrozza, ma nessuno dei due diede accenno al luogo dove stavano andando...e per dire la verità ebbi la paura che dessero fuoco al carro.....I soldati....certo ci stavano cercando....e il rumore della carrozza con i due malviventi si udi' lontano.....e i Soldati...arrivarono al carro e siccome nel carro cera poco da nascondersi qualcuno mi trovò e con molta poca cortesia mi prelevò gettandomi ai piedi del Sergente.....mi alzai da terra, ripulendomi i vestiti dalla polvere.." La galanteria non in uso dalle vostre parti a quanto vedo........e poi non ho nulla a che vedere con questa storia.......mi sono nascosta all'interno del carro per avere un passaggio e mi hanno lasciata qui.....avete bisogno di altro ?....".....
Altea
15-11-2013, 22.21.35
Annuii con la testa..."Avete ragione...il Cavaliere di Altafonte, come avete detto è di Capomazda".
E proprio in quel momento arrivò il Colonnello Antoine, lievemente sorrisi alle sue parole.."Oh milord, voi allora non avete simpatia per gli inglesi...allora aspettatemi qui e vado a controllare che sta succedendo":
Feci un lieve cenno di intesa ad Ermiano, uscii dalla dimora, la confusione vi era ovunque..finchè fermai un uomo.."Messere, potete spiegarmi che è successo? Il quadro è stato rubato ho sentito".
Talia
16-11-2013, 01.14.00
Tirai forte le briglie ed il cavallo si impennò, per poi fermarsi...
quelle grida...
il quadro era stato rubato...
rubato da Mirabole...
e del ladro che ne era stato?
Era fuggito?
Dov'era ora?
Ero giunta vicino alla porta della città e guardai fuori, verso le colline... una parte di me voleva fuggire là, verso la cappella di San Michele...
l'altra parte voleva sapere cosa era successo...
Esitai.
Dov'era Guisgard?
Perché inscenare tutta quella farsa?
Solo per il quadro?
No... non aveva senso...
Ma, allora, perché?
Esitai solo per qualche altro minuto...
oltre lui, pensavo, qualcun altro conosceva la risposta...
oltre lui, qualcun altro era stato presente a Castelflorenzio quella notte di tanto anni prima...
In fretta, prima di ripensarci, girai il cavallo e ripresi a galoppare, questa bella verso il Palazzo di Giustizia: Jacopo mi doveva una spiegazione! Questa volta me l'avrebbe data!
Parsifal25
16-11-2013, 12.39.23
Neanche il tempo di dirigerci ai cavalli che Emin, subito mi trascinò in locanda per saldare il debito che aveva contratto. Risi di cuore......non pensavo che lo avrebbe fatto sul serio.Ci ritrovammo come i vecchi tempi, seduti allo stesso tavolo a ridere e scherzare rivangando i tempi che furono presso l'Accademia. Mi riempi di complimenti, dinanzi al locandiere " devo ammetterlo, mi trovavo in imbarazzo. Non ero poi cosi' bravo......" e mi grattai' il capo. Fra una pietanza e l'altra, Emin mi raccontò di questa taglia che pendeva sul famigerato ladro e di come fosse stato bello recuperarla. Lo guardai' in viso e gli chiesi: " Allora.....Emin che sappiamo di questo ladro? Come mai è cosi' famoso? Quanti indizi abbiamo a disposizione." Sorseggiando un bel bicchierone di acqua di fonte.
Guisgard
16-11-2013, 17.37.01
“Beh...” disse Emin a Parsifal “... di lui si sa poco... il nome, Mirabole... che è di pronuncia francese... poi che ruba solo opere legate in qualche modo alla Chiesa... perlopiù quando minacciate di finire nelle collezioni pubbliche di qualche nobile o di qualche sovrano... pare infatti che veda di cattivo occhio la confisca dei beni ecclesiastici... per questo molti sospettano che possa essere legato ai chierici o addirittura essere lui stesso un chierico...” sorseggiò un po' di vino “... è un ladro atipico... infatti annuncia ogni suo prossimo furto con un biglietto ed usa ogni volta un fiore diverso per firmarsi... ora la sua prossima impresa, diciamo così, pare sia un famoso quadro che si trova in una chiesa nel regno di Sygma... e anche in questo caso, l'opera d'arte in questione, fa parte dei beni ecclesiastici... e anche stavolta un re ha deciso di confiscarla... ora però non ricordo il titolo di quel quadro...”
“Il Verziere Fiesolano...” all'improvviso una voce da un tavolo vicino.
“Come dite?” Voltandosi verso quella voce Emin.
“Il quadro...” disse quella voce “... è intitolato Verziere Fiesolano” era un monaco domenicano “e non è un semplice quadro...”
Guisgard
16-11-2013, 17.43.34
“La galanteria” disse il sergente ad Elisabeth “è in uso solo con le persone oneste e non certo per le ladre! Questo è il carro con cui molto probabilmente hanno portato via il quadro e non certo un mezzo con cui dare passaggi a dame!” Urlò. “Ora voglio sapere la verità, chiaro? Se il quadro non sarà ritrovato, qualche testa cadrà e non sarà certo la mia! Dunque se ci tieni alla testa, allora raccontaci tutto! E cerca di essere molto convincente, donna!”
Guisgard
16-11-2013, 17.55.52
Roberto guardò il disegno che Clio gli porgeva.
“Così, a primo impatto...” disse “... no, nulla di particolare... un ragazzo normale... nulla di che, direi...”
“Che disegno è?” Avvicinandosi Selenia. “Oh, che curioso...” guardando poi il disegno.
“Cosa?” Chiese Roberto a sua moglie.
“Mi ricorda qualcuno...” fece lei “... si, non so... forse gli occhi direi... qualcuno, ma non rammento chi... chi è?”
“Il figlio di de' Binardi.” Rispose Roberto.
“Ah, ecco...” annuì Selenia “... allora somiglierà a suo padre...”
“No...” scuotendo il capo Roberto “... è figlio adottivo...”
Guisgard
16-11-2013, 18.01.06
“Si, milady...” disse l'uomo ad Altea “... è stato rubato mentre lo portavano al Palazzo Reale... non si sa come abbiano fatto, c'erano soldati ovunque...” scosse il capo “... ora qualcuno dice che è stato quel ladro, Mirabole... altri invece che è stato qualcun altro... fatto sta che il quadro sembra perduto ormai...”
Intanto continuava il clamore per le strade.
E voltandosi verso la strada che dava sul palazzo dei Castelflorenzio, Altea si accorse che tutte le porte erano chiuse.
Come se fosse disabitato.
Nonostante Irene lasciasse sempre le finestre aperte per far entrare la luce.
Guisgard
16-11-2013, 18.15.43
Talia si diresse così verso il Palazzo di Giustizia.
Galoppava rapida per una stradina secondaria, evitando così la confusione che invece regnava nel cuore della città.
E poco dopo arrivò al palazzo dove si amministrava la giustizia.
I soldati di guardia la riconobbero e subito la fecero entrare.
Fu così condotta in una saletta.
“Milady, il capitano arriverà subito...” disse un militare, per poi lasciarla sola.
E dal corridoio, poco dopo, Talia cominciò ad udire delle voci.
E una era di Jacopo.
“Avete trovato il carro di quella vecchia?” Chiese ai suoi.
“Non abbiamo ancora notizie certe. Ma non ci sfuggirà.” Rispose un soldato.
“Dovete cercare un uomo con una cicatrice sul volto...” tuonò Jacopo “... sono certo che ci sarà stato lui su quel carro... lo voglio!”
“E se fosse morto?” Intervenne Simone Missani. “Se fosse morto nel fiume dopo essere stato ferito da voi?”
“Allora troveremo il suo corpo!” Replicò Jacopo.
Ci fu poi un attimo di silenzio.
Jacopo allora entrò nella stanza dove si trovava Talia ad attenderlo.
“Talia...” fece lui “... come mai sei qui? C'è il caos in città... era meglio restare a casa per te...”
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/4/4c/Scaramouche_%28film_1952%29.JPG
elisabeth
16-11-2013, 20.03.47
Ero nei guai sino al collo avrei raccontato ogni cosa di quello che avevo udito e il poco che avevo visto,ma come raccontare il perché ero in quel carro?.....Velv me lo aveva detto che mi sarei cacciata nei guai !! " Mi state accusando solo perché mi avete trovata all'interno del carro ma dove avrei il quadro? E se avessi dei compari,per loro sarebbe stato meglio far di me un cadavere e non una testimone.Avevo chiesto all'anziana signora un passaggio prima che questa bloccasse la strada alla carrozza......allora ho deciso di prendermelo lo stesso...mi sono infilata nel carro.....una volta finito il caos e rimettendosi in moto il carro....mi sono accorta del quadro....a quel punto mi sono nascosta tra la roba sporca....se volete sapere come stanno le cose,alcuni soldati,quelli che sono tornati indietro erano fasulli...e poi c'era un uomo dall'accento arabo che ha parlato con la vecchia del carro che nella realtà era un uomo e Che se la rideva per essersi preso gioco di voi tutti....comunque la carrozza è andata fuori Sygma o almeno così mi sembra di aver visto....non so altro...."....Adesso si che avevo paura.....non mi avrebbero mai creduta...perché avrebbero dovuto farlo......
Parsifal25
17-11-2013, 15.40.43
"Un ladro atipico......che potrebbe esser un chierico......sembra quasi....una favola" pensai' sorpreso. Emin descrisse in meglio il modo di agire del nostro ladro.....o meglio.....Malibore.
Aveva un suo codice e un suo modo di presentarsi alquanto pittoresco e carico di ermeneutica: "firmarsi con il linguaggio dei fiori". Rimasi a riflettere per un pò, finché Emin non mi delucidò sulla prossima mossa che avrebbe fatto......trafugare, "il Verziere Orlesiano" presso il regno di Sygma.....le voci che circolano son quelle di un semplice quadro mistico, ma qualcosa di più profondo.....almeno era ciò che disse un monaco domenicano a pochi passi da noi.....
Altea
17-11-2013, 15.48.35
Dopo aver ascoltato l'uomo rimasi in mezzo alla strada e istintivamente mi voltai verso Castelflorenzio...tutto era chiuso, quella casa ora sembra disabitata.
E se fosse stato Azable a rubare il quadro?...ma come faceva ad aver messo in scena quel quadretto nel Palazzo.
Rientrai...faceva piuttosto freddo o forse era il mio stato d'animo irrequieto..."Vi prego, Ermiano, vado in camera mia...portatemi del bel the caldo..sento freddo."
Mi stesi sul letto guardando il soffitto...ma che coincidenze strane..Altafonte doveva proteggermi da Azable e invece mi aveva fatto vivere dove vi era una sorta di suo quartier generale..e perchè poi proprio me...il quadro, le allucinazione, il fatto della collana. Perchè sfruttare me? E perchè Altafonte non aveva mai creduto alle mie parole, invece di indagare dava colpa alla mia suggestione, alla mia paura...avremmo parlato la sera, quando mi promise quella camminata..e mi avrebbe dovuto dire chi era e la sua storia.
Guisgard
18-11-2013, 02.50.03
Capitolo XII: Ladri a Sygma
“<<Avete torto a dire così, signore,>> disse l'abate <<perchè fra qualche istante sarò per voi una prova di quanto asserisco>>.”
(Alexandre Dumas, Il Conte di Montescristo)
Padre Roberio se ne stava nella sacristia, camminando nervosamente avanti e indietro.
Il quadro era stato portato via e la chiusa chiusa.
Si sentiva impotente e la rabbia cresceva forte in lui per tutta quella assurda situazione.
Ad un tratto però qualcosa attirò la sua attenzione.
Un rumore sordo proveniente dalla navata.
“Chi...” disse accostandosi alla porta che dava sul presbiterio “... chi c'è là?”
Un momento di silenzio e poi un ombra si mosse.
“Chi c'è?” Chiamò il sacerdote.
“Rammento” all'improvviso una voce “quando alla fine di ogni messa, prima di concederci la Benedizione, elencavate gli annunci della settimana...” rise appena, per poi uscire dall'incerta penombra “... è rimasto tutto come allora qui...” mostrandosi al prete.
“Chi siete?” Domandò Padre Roberio.
“Alla destra dell'altare” disse l'uomo emerso dalla penombra “il Crocifisso davanti al quale mi inginocchiavo a pregare dopo l'Eucaristia... e a sinistra la Vergine Maria...” fissando il prete con i suoi occhi azzurri “... quando Ulisse tornò a casa, solo la sua vecchia servitrice lo riconobbe... a causa di una ferita... anche io ne ho molte... dentro... ed una fuori...” sfiorandosi il volto segnato da una cicatrice “... neanche voi riconoscete Ulisse ritornato? O forse dovrei dire il figliol prodigo...”
“Quegli occhi...” mormorò il prete “... e quella voce... chi siete?”
L'uomo non rispose nulla e posò sul tavolo della sacristia un sacchetto, dal quale fuoriuscirono pietre preziose di enorme valore.
“Ciascuna di queste vale un quarto di milione, Padre...” fece lui “... per ricompensarvi delle offerte non raccolte a causa della chiusura della chiesa...” sorrise al chierico.
“Non comprendo...”
“Padre... davvero non mi riconoscete?”
Il sacerdote lo fissò a lungo.
“Durante la festa del vino” aggiunse l'altro “mi nascondevo sotto le tavole per prendere di nascosto un po' d'uva... e voi che mi sgridavate ogni volta...”
“Bontà Divina...” sgranando gli occhi il prete “... tu... tu... sei tu, Guisgard?”
“Padre Roberio...”
I due si strinsero in un tenero abbraccio.
“Ma tutti ti credevano morto...” tornando a fissarlo il prete “... cosa ti è successo?” Gli toccò la cicatrice. “E questa?” Guardò poi le pietre preziose sul tavolo. “E quelle da dove provengono?”
“Padre, vorrei spiegarvi tante cose, ma ora non ho molto tempo...” mormorò Guisgard “... vi basti solo sapere che il quadro è al sicuro...”
“Il quadro?” Ripetè il sacerdote.
“Si...” annuì sorridendo Guisgard.
“Sei tu...” incredulo il prete “... Mirabole!”
“Si.” Sorridendo ancora Guisgard.
“Allora riprenditi le tue pietre preziose!” Esclamò il prete. “Sono frutto di furti e rapine!”
“No, padre...” scuotendo il capo lui “... sono un pegno della Fortuna che mi abbandonò anni fa... sono il mezzo con cui mi vendicherò dei miei nemici... ho pagato ciascuna di queste pietre con dolore e solitudine... e ora saranno della chiesa queste pietre.”
“Ti stanno cercando.” Lo avvertì il prete. “Cercano un uomo con una cicatrice sul volto.”
“Lo so.”
“Cosa farai allora?”
“Non temete.” Cercò di tranquillizzarlo lui. “Saprò cavarmela.”
“Nessun altro ti ha riconosciuto?”
“Forse...” sussurrò Guisgard “... ma ora devo andare, padre...” si inginocchiò “... beneditemi, vi prego... come quando venivo qui a sentire la messa...”
“Possa Colui che vegliò sulla fuga di Davide” segnandolo Padre Roberio “posare la Sua protettrice su di te, figlio mio... ti benedico nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo... Amen.”
Guisgard si alzò e lo abbracciò ancora.
Lo fissò ancora una volta e poi svanì in quella stessa penombra da dove era emerso.
http://allvip.us/gallery/albums/userpics/10001/Alain_Delon_La_tulipe_noire_1964_0021.jpg
Intanto, a Palazzo Lorena, Altea era tornata nella sua stanza.
Poco dopo giunse Ermiano con un tè caldo per lei.
L'uomo però appariva inquieto, nervoso.
Di tanto in tanto guardava verso la finestra e poi l'ora sull'orologio a pendolo.
Qualcosa lo preoccupava.
Ed ogni istante sembrava affliggerlo di più.
“Ecco il vostro tè, milady...” disse porgendo alla dama una tazza di porcellana “... zollette? O preferito del latte? Vi ho portato anche dei pasticcini al burro...”
Guisgard
18-11-2013, 02.57.33
Emin fissò prima quel domenicano, poi Parsifal e e di nuovo quel chierico.
“Perchè” disse a questi “dite che non si tratta di un semplice quadro?”
“Perchè il Verziere Fiesolano” rispose il domenicano “è come una mappa... anzi, un codice per essere più precisi...”
“Un codice?” Ripetè Emin.
“Si...” annuì il chierico “... un codice in cui è stato racchiuso un segreto millenario...”
“Non comprendo...” fece Emin.
“Quel quadro” fissandoli il domenicano “racchiude un segreto...”
“Quale?”
“Il luogo in cui si trova il leggendario Fiore Azzurro...”
A quelle parole del religioso, Emin si voltò a guardare Parsifal.
Guisgard
18-11-2013, 03.10.47
Il sergente ascoltò ogni parola di Elisabeth e alla fine restò a fissarla con aria sospettosa.
“Vedremo” disse poi “se questa tua storia convincerà il viceprocuratore... portatela via!” Ordinò ai suoi.
La caricarono così su un cavallo, con i polsi legati e la condussero fino al Palazzo di Giustizia.
Qui fu rinchiusa in una cella in attesa di essere portata davanti al viceprocuratore.
“Cosa hai fatto?” All'improvviso una voce alle sue spalle. “Hai rubato? O forse ucciso?” Era una mendicante anch'ella incarcerata. “Beh, qualsiasi sia il tuo reato, perdi ogni speranza... qui non vi è giustizia...”
Altea
18-11-2013, 15.39.03
Osservavo Ermiano mentre versavo il latte nel the e assaggiavo i biscotti.."Che succede Ermiano vi vedo nervoso..il vostro padrone tarda a tornare o avete un appuntamento? "
"Davvero?" Chiesi a Roberto, stupita "..A me ricorda moltissimo il quadro che stava dipingendo Lady Silvia.. Il ritratto del Cavaliere di Altaforte..." Sorrisi "Com'è possibile che, in un modo o nell'altro salta sempre fuori?".
Mi voltai verso Selenia "Si, quello morto anni fa.. Io non conoscevo questa storia, naturalmente... Ricordo con quanta rabbia Francesco ricordasse l'accaduto..".
Trasalii.
"Francesco!" Esclamai, voltandomi verso Roberto "perché non mi hai detto niente? Verrà giustiziato domani, devo andare a portargli il ritratto!".
Lo fissai a lungo negli occhi, cercando il suo appoggio.
"L'ho promesso a sua sorella.." Dissi, dolcemente "..e io so quanto può essere straziante avere un fratello in prigione, in attesa del capestro! Mi accompagnerai? Oppure fa sellare Ercole, che è troppo tranquillo ultimamente e andrò da sola..".
elisabeth
18-11-2013, 16.59.24
Ero arrabbiata con me stessa.....non ascoltavo mai i buoni consigli.....non avevo fatto niente, Velv me lo aveva detto ...a forza di fare a testa mia sarei finita in prigione..........non ero mai andata a cavallo con le mani legate, e non ero mai passata tra la gente come una Ladra......mi vergognavo sino alla punta dei capelli, avevo il capo chino, come se fossi responsabile di quel reato.....e invece eccomi li....portata dentro alle prigioni ......davanti alla mia cella...mi tolsero i legacci ai posi emi ci gettarono dentro........mi alzai e andai correndo alle sbarre..." Dite al Sergente che non ho fatto nulla...sono innocente...e state lasciando scappare il ladro per arrestare me..."...urlavo....ma sentivo solo squallide risate....una voce alle miei spalle.....mi fece un sacco di domande....." Io non ho rubato e non ho ucciso.....ci sono finita per sbaglio in questo sudicio posto.......e spero che voi vi sbagliate......"....quando i miei occhi furono pronti a penetrare le pareti del buio....vidi una donna .....era lì chissà da quanto tempo........era sucida....e i suoi capelli sembravano covi per bestie infette......ma i suoi occhi erano vivi e brillavano come pietre preziose...mi allontanai di istinto sedendomi su una panca di legno..." E Voi...perché siete qui ?..."
Talia
18-11-2013, 20.04.11
Quelle voci appena fuori della porta giunsero chiare fino a me...
riconobbi quella di Jacopo e quella di Missani, l’altra forse era di un soldato...
poco dopo Jacopo entrò nella stanza in cui ero stata accompagnata.
Rimasi in silenzio nel vederlo entrare ed alla sua domanda non risposi...
lo scrutavo.
“Si, c’è caos in città...” mormorai, dopo lunghi minuti “Caos perché, si dice, quel quadro è stato infine rubato... è così? Si dice anche che tu abbia trovato l’uomo che cercavi e che tu lo abbia affrontato... lo hai ferito?”
Tacqui e lo fissai...
ferito alla guancia aveva detto Simone, pensai...
I miei occhi continuavano a scrutare quelli di Jacopo...
possibile che davvero non avesse ancora capito?
possibile che davvero i suoi occhi non vedessero ciò che ai miei era ormai così palese?
“Si dice, Jacopo, che preso o tardi si debba sempre rendere conto delle nostre azioni... presto o tardi ciò che di male abbiamo fatto ci si ritorce contro, così come le bugie che abbiamo detto... tu...” la mia voce era lenta e priva di qualsiasi emozione, ormai “Tu... mi hai mai mentito, Jacopo? Dimmi la verità... negli ultimi sette anni... mi hai mentito?”
Guisgard
18-11-2013, 20.51.14
Jacopo fissò Talia.
La guardò a lungo.
Come a volerla quasi studiare.
“Una bugia” disse fra sé “è disdicevole solo se nasconde un tradimento o un delitto... ma se è a fin di bene, allora non vale più di una delle tante parole dette a caso... anzi, può essere necessaria...”
Così prese a giustificarsi dentro di sé.
Ogni azione viene giustificata da chi la compie.
Nerone giustificò l'incendio di Roma col desiderio di generare arte e bellezza.
Diocleziano motivò le sue disumane persecuzioni con la volontà di salvaguardare i valori dell'impero.
Persino il primo degli angeli rinnegati giustificò la sua ribellione.
Ognuno è convinto di compiere il giusto dietro ogni azione.
Ed anche Jacopo obbedì a ciò.
“No...” scuotendo il capo e fissando Talia “... non ti ho mai mentito, Talia... né negli ultimi sette anni, né prima... mai...” le si avvicinò ancora “... sei venuta qui per questo? Per chiedermi questo, Talia?”
Guisgard
18-11-2013, 21.09.51
“Perchè” disse quella donna ad Elisabeth “ho ucciso il mio bambino... l'ho strangolato col cuscino...” aveva gli occhi fuori dalle orbite “... qualcuno dice che sono cattiva, altri che sono pazza... ma non è così...” sorrise “... sai... l'ho avuto da un demonio... veniva ogni notte a violentarmi... e quando ho partorito sono morti i miei gatti... anche le galline... volevo lasciarlo ai monaci, ma un essere diabolico non può entrare in convento... e allora ho deciso di ucciderlo... io stessa...” il suo viso era contratto, con un'espressione di profonda e delirante sofferenza.
Guisgard
18-11-2013, 21.11.07
Ermiano fissò Altea e non disse nulla.
Dopo qualche istante cercò di rispondere alle parole della dama, ma un rumore di cavalli lo fece voltare verso la finestra che dava sulla strada.
Corse ad affacciarsi.
“Il cavaliere è tornato...” disse “... gli vado incontro... perdonate, milady...” ed uscì.
Guisgard
18-11-2013, 21.15.25
“Ora che ci penso...” disse pensierosa Selenia alle parole di Clio “... si... certo!” Esclamò. “Somiglia davvero al Cavaliere di Altafonte! Che curiosa coincidenza!”
Roberto, a quelle parole, fissò Clio.
“Ne sei certa?” Chiese poi a sua moglie.
“Certo.” Annuì Selenia. “La somiglianza è innegabile. Naturalmente non significa nulla. I de' Binardi non sono certo imparentati con lui. Il cavaliere è ricco, loro solo benestanti. E solo ultimamente con un po' di agiatezza.”
“Certo che ti accompagno...” rivolgendosi Roberto a Clio “... andiamo...”
Ed uscirono.
Durante il tragitto però apparve silenzioso e pensieroso.
Il suo sguardo era cupo.
Infine giunsero davanti al Palazzo di Giustizia.
Roberto chiese di essere ricevuti dal viceprocuratore ed uno dei soldati li condusse da lui.
Simone era visibilmente scosso ed agitato.
I suoi occhi tradivano preoccupazione e paura.
Altea
18-11-2013, 21.22.18
Mi alzai e mi ricomposi...sentivo silenzio..solo silenzio..in quella casa vagava inquietudine e solitudine, per quanto mi sforzassi di farlo sorridere Altafonte sarebbe sempre rimasto solitario nei suoi misteri.
Uscii dalla stanza e udii le voci del Cavaliere e Ermiano e lentamente mi avvicinai....mi sentivo come una moglie ubbidiente pronta ad aspettare il ritorno del proprio consorte..vi era però una grande differenza...che egli non mi amava.
Rimasi ferma, immobile e composta ad aspettare, avevo imparato che prima di parlare e agire il Cavaliere doveva dare direttive a tutti e spiegare come erano andati i suoi affari.
Talia
18-11-2013, 21.37.18
A quelle parole di Jacopo abbassai lo sguardo, tristemente...
gli avevo appena offerto una possibilità... gli avevo appena offerto di giocare quella che probabilmente era la sua ultima carta buona con me... e lui l'aveva lasciata cadere.
Inspirai profondamente, come a trovare la forza...
avevo voluto bene a Jacopo, gliene avevo voluto davvero: lo avevo sempre creduto onesto e sincero con me... e niente mi feriva come scoprire che anche di fronte ad una mia precisa richiesta era capace di mentirmi con così tanta spudorata sfacciataggine.
Mentirmi su ciò che era così tanto importante, per di più!
Tenni gli occhi bassi a lungo, poi li rialzai... ed erano ormai freddi.
“Sì, ero venuta per questo, Jacopo!” dissi “Ero venuta per darti una possibilità... ma tu l'hai gettata via!”
Lo fissai per un altro istante...
“E, sai... penso che sia per questo che non hai vinto contro di lui, sette anni fa... per questo che poi non hai capito che era tornato... per questo che non ti sei accorto di niente... non ti sei accorto che è stato qui per tutto il tempo... che è stato vicino, molto vicino... vicino a noi, vicino a... me!”
Esitai, fissandolo...
“All’inizio quasi non potevo credere che fosse vero, perché avevo creduto alle tue parole... poi ho capito... e allora non riuscivo a comprendere come tu non vedessi ciò che per me era invece così ovvio e palese... non capivo come nessuno di voi lo vedesse... Ora lo so, però. Ora ho capito: non lo vedevate perché siete stati voi! Siete stati voi a cacciarlo via... siete stati voi a cercare di eliminarlo! E siete così presuntuosi da non poter credere di aver commesso uno sbaglio nell’eseguire quel vostro efferato piano... siete troppo tracotanti per considerare l’ipotesi di non esserci riusciti... anche quando questo era così evidente!”
Guardai Simone, non l'avevo mai visto in quello stato.
Così, decisi di evitare i convenevoli.
Mi avvicinai e gli mostrai il ritratto che mi aveva dato Sara.
Il tragitto era stato stranamente silenzioso, e avevo avuto modo di riflettere su tutta quella faccenda, mettere insieme i pezzi dell'enigma.
"Questo ragazzo è la chiave per arrivare a Mirabole... non so perché non l'abbiate capito voi stesso, ma non importa... E' il figlio adottivo dei de' Binardi.." dissi, calma e decisa.
Mi accorsi in quel momento di non poter dare un nome a quel volto.
"E' questa la morte di cui Mirabole vi accusava... è per questo che i de'Binardi sono sempre coinvolti.. ora vuole liberare Francesco, perché? E' una vendetta... una vendetta contro di voi, e non so chi altri... vi crede responsabile della morte di quel ragazzo... mi è stato detto che ne avete accertato voi la morte... quindi non potete averlo dimenticato.." continuai "...guardate bene questo volto.. non vi ricorda nessuno? Pensateci bene... E' il Cavaliere d'Altaforte... certo, più giovane.. ma è lui! E sapete a chi assomiglia quell'uomo? Beh, credo lo indoviniate... riflettete.. quell'uomo era appena arrivato in città quando sono arrivata io.. poco dopo l'annuncio di Mirabole!" scossi la testa "...si assomigliano troppo... ascoltate.. e se fosse il vero fratello del ragazzo adottato dai de ' Binardi? Magari ha sentito le storie parziali raccontate dalla sua famiglia e pensa che voi siate responsabile della sua morte... così, torna a Sygma per vendicarsi... mi sembra l'ipotesi più plausibile.. perché, beh.. non è possibile che sia lui stesso.." abbozzai ad un sorriso "...i morti non tornano dall'inferno.. per fortuna!".
Guardai Simone negli occhi "Voi mi avete chiesto un nome.. ecco, su tutte le persone, io sceglierei lui.. naturalmente è una mia idea e potrei sbagliarmi.." sorrisi, un sorriso freddo "..ma andare a controllare che questo Cavaliere non abbia alcuna ferita sul viso, non può nuocere a nessuno.." sospirai "Andrò io, non temete..immagino che abbiate tutti gli uomini occupati, al momento..".
Mi bloccai per evitare di dirgli quanto fossero stati incapaci a farsi soffiare il quadro da sotto il naso.
Eppure erano stati avvertiti che il tragitto sarebbe stato il momento migliore.
Lo avevo detto persino io! Certo, nessuno avrebbe ascoltato me, ma mi davano l'impressione di essere troppo sicuri di sé per fidarsi di chiunque altro.
"In realtà non sono venuta solo per parlarvi delle mie teorie su Mirabole.. a cui vi prego di dare ascolto però.." sospirai "..devo vedere Francesco de' Binardi prima dell'esecuzione.." indicai il disegno che avevo tra le mani "Ho promesso alla sorella di portarlo a Francesco, e di faglielo riavere quando sarà morto.." fissai Simone negli occhi "Non credo che, nemmeno voi.. neghereste questo piccolo conforto ad un condannato a morte..".
Sostenni il suo sguardo, altera "Io non ho altro da dirvi, anzi.. ritengo di aver abusato abbastanza del vostro tempo... ma riflettete su quanto ho detto.. vi farò sapere i nuovi sviluppi...".
Parsifal25
19-11-2013, 00.41.00
L'enigma diveniva sempre più intricato.....ascoltai' con molta attenzione le parole pronunciate dal monaco domenicano. Mi volsi verso la sua persona e chiesi:
"Padre, le porgo i miei più calorosi saluti. Il mio nome è Parsifal....e lui è il mio collega di ventura Emin. Stavamo discorrendo sulla questione del "Verziere Orlesiano", e la ringraziamo per averci illuminato con la vostra spiegazione. Posso chiederle il suo nome?" Emin, era alquanto confuso visto che cercava risposte negli sguardi miei e del monaco.
Durante il nostro incontro conobbi il segreto che si celava dietro il dipinto, la sua ricerca conduceva ad un codice antico che per millenni era stato conservato. Si trattava del "Fiore Blu", quando senti' pronunciare tal nome, un dejà vù mi riportò all'avventura che percorsi con il maestro Redentos anni addietro......"quanti ricordi ho vissuto nuovamente quell'istante"
elisabeth
19-11-2013, 11.31.35
Avrei voluto portare le mani alle orecchie e non ascoltarla......sarei voluta fuggire per non tornare mai più sui miei passi.....ma ero lì con lei o con quello che era rimasto di lei ...La sua Follia.....c'era poca luce che veniva da fuori....dalle alte grate......ma potevo vederla..era minuta..e spaventata....
" Se Il diavolo vi resa sua amante...perchè non vi ha tirata fuori di qui con un suo sortilegio........credo che voi non abbiate conosciutoil de,onio.....per nostra sfortuna..stiamo conoscendo gli uomini....e questa sarà la nostra ondanna a morte.......ma a questo punto....visto che non abbiamo nulla da fare..perchè non provare a pregare...il tempo passa prima se ci impegnamo in qualcosa.......visto che siete stata Madre....potremmo chiedere a lei...di lenire la nostra anima......io le chiederò di vegliare sui miei bimbi.......non sono madre..ma non per questo lo sono meno di tante altre...."...ed incominciai a pregare...L'Ave Maria....non sentivo lei...ma la mia voce doveva arrivarle bene mi stava scoltanto......
Guisgard
19-11-2013, 19.48.49
Altafonte entrò in casa con Ermiano.
I due passeggiavano attraverso un lungo corridoio, fino a giungere in una sala.
Lì arrivò anche Altea.
“Dunque” disse il cavaliere ad Ermiano “questo è quanto. Raduna gli uomini e comincia i preparativi per la nostra partenza.” Si accorse della dama. “Salute a voi, milady.” Con un inchino e sorridendole. “Vi trovo bene. E me ne compiaccio. Il buon Ermiano vi ha offerto una delle sue famose colazioni?” Le fece l'occhiolino.
In quel momento entrò nella sala anche il Colonnello Antoine.
“Bontà Divina!” Esclamò fissando Altafonte. “Dove eravate finito?”
“Perdonatemi, Colonnello...” fece Altafonte “... ho dovuto sbrigare affari urgenti.”
“Troppi affari, ragazzo mio!”
“Già, dite il vero...”
“E la nostra battuta di caccia?”
“Colonnello...” rispose il cavaliere “... presto lasceremo queste terre... vedrete, vi porterò in un altro luogo e lì potremmo dedicarci alla nostra passione per la caccia.”
“Volete andar via da qui?” Sorpreso il Colonnello. “Perchè mai?”
“Qui siamo stranieri” mormorò il cavaliere “e non abbiamo amici... nessuno ci rimpiangerà...” accennò un vago sorriso “... troveremo un altro posto in cui stare...”
“Siete più enigmatico di uno spettro, ragazzo mio!”
“Su, voi siete troppo esperto e troppo conoscitore degli uomini” ridendo Altafonte “per trovare enigmatiche le mie parole.”
“Sarà!” Scuotendo il capo Antoine.
Guisgard
19-11-2013, 19.52.37
Simone ascoltò ogni parola di Clio.
I suoi occhi erano fissi in quelli di lei.
E ad ogni parola della ragazza, qualcosa sembrava accendersi nello sguardo del viceprocuratore.
Tuttavia non rispose nulla, limitandosi poi a far cenno ad una guardia di condurre Clio dal prigioniero.
Ella infatti doveva dare quel disegno a Francesco.
Così, con un militare, Clio raggiunse la cella dove si trovava Francesco de' Binardi.
“Solo pochi minuti...” disse il soldato alla ragazza, lasciandola poi sola col condannato.
“Cos'altro volete da me?” Fissandola Francesco.
Altea
19-11-2013, 19.58.08
Ascoltai le parole del Cavaliere...parole di falsa indifferenza..perchè quella partenza improvvisa.
E poi quel dibattito tra lui e il Colonello Antoine...
"Milord" avanzai lentamente di qualche passo e mi posi davanti a lui.."Allora partite? Quindi dovrò ora provvedere a me stessa da sola? Ditemi...e predisporro a questo punto il mio ritorno a casa, e cercherò qualche buon convento che mi ospiti prima di tornare a Camelot".
Guardai poi Ermiano con aria insoddisfatta...Ermiano...era come mi leggesse negli occhi...capisse cosa vi era dentro di me.
In quel momento avrei voluto una sola cosa...mi dicesse di seguirlo in capo al mondo..mi dicesse chi fosse...ma io non ero nessuna, solo una persona a cui aveva dato un aiuto.
Non una parola!
Quell'uomo era davvero insopportabile!
Eppure, le mie parole non l'avevano lasciato indifferente, mi accorgevo del cambiamento nel suo sguardo.
Possibile che avessi colto nel segno? Possibile che l'avessi turbato tanto?
Scossi la testa, non aveva importanza.
Seguii la guardia in silenzio, persa nei miei pensieri.
Se avevo ragione, allora doveva lasciar andare Diomede! Certo, dovevo esserne sicura.
Ma sicuramente non potevo andare semplicemente a bussare a casa del Cavaliere d'Altaforte e dire: "Buongiorno messere, non è per caso voi siete Mirabole?".
Certo se era davvero lui mi avrebbe riconosciuto, altrimenti.. avrei bussato alla porta di un perfetto sconosciuto che avrebbe avuto tutto il diritto di prendermi per pazza.
Forse, però, lo ero davvero!
No, dovevo escogitare un modo più discreto.
Un'idea mi balenò in mente: sì, era davvero geniale e.. appropriata!
Ma la voce della guardia interruppe il filo dei miei pensieri.
Eravamo arrivati davanti alla cella di Francesco.
Avrei messo in atto il mio piano una volta uscita di lì!
Annuii alla guardia, e voltai lo sguardo verso Francesco.
Tesi la mano verso di lui, lasciando che il disegno attraversasse le sbarre.
"Ve lo manda vostra sorella.." dissi, ignorando il tono delle sue parole "Volete che le porti un vostro messaggio? Le ho promesso di farle riavere il disegno..." sorrisi "..anche se, forse sarete voi stesso a farlo.. sapete, siete un prigioniero fortunato.. Mirabole ha promesso di liberarvi.. e, visto che ha appena rubato il quadro, immagino sia solito mantenere le promesse..".
Guisgard
19-11-2013, 20.25.05
Elisabeth cominciò a pregare.
E mentre recitava la preghiera alla Vergine Maria, sentiva la folle e delirante risata di quella disperata che divideva con lei la cella.
Come se fosse un'insopportabile tentazione, volta a farla distrarre.
Come se davvero il demonio fosse giunto in quel luogo, con l'intento di gettare Elisabeth nella più cupa disperazione.
Poi dei passi e il rumore della porta che si apriva.
“Tu...” disse il carceriere ad Elisabeth “... vieni... devi essere interrogata...”
“Anche io!” Gridò l'altra prigioniera, per poi lanciarsi verso il carceriere.
Ma questi la colpì, facendola cadere a terra.
E con rabbia gli tirò due calci nello stomaco.
“Dannata...” mormorò “... andiamo, forza...” rivolgendosi poi di nuovo ad Elisabeth.
“Ora incontrerai un vero demonio anche tu...” mormorò la prigioniera colpita ad Elisabeth, mentre il carceriere era fermo sulla porta ad aspettare.
Guisgard
19-11-2013, 20.33.10
“Il mio nome non è importante...” disse il monaco a Parsifal “... quando si cerca il Fiore Azzurro null'altro lo è... solo il Fiore è importante... se così non fosse per voi, non riuscirete mai a trovarlo...”
“Cos'è di preciso il Fiore Azzurro?” Chiese Emin.
Il Francescano non rispose, limitandosi solo a sorridere.
“Lasciando Camelot” mormorò poi il chierico “troverete, andando verso Nord, un antico castello... esso sorge su una piccola montagna... lì vive un vecchio giardiniere... conosce molto del Fiore...”
“E il nome di quel castello?” Domandò Emin.
“Il Castello Merlato...” rispose il monaco.
Si alzò ed uscì.
Un attimo dopo era già svanito.
Guisgard
19-11-2013, 21.15.41
Francesco prese il disegno dalle mani di Clio e restò a guardarlo.
“Comprendo...” disse poi alzando lo sguardo sulla ragazza “... siete giunta qui per prendervi gioco di me... si, certo... vi diverte così tanto, vero? Del resto mi detestate perchè ho sfidato vostro cugino... per me potete andare al diavolo insieme a lui! Cosa pensavate di fare raccontandomi l'assurda storia di Mirabole? Perchè poi dovrebbe volermi salvare? Mi ignora molto probabilmente! E ora fatemi un favore... ignoratemi anche voi! Guardia!” Chiamò. “La visita è finita! Fate uscire la damigella da qui!”
Guisgard
19-11-2013, 21.18.41
Altafonte fissò Altea con un lieve sorriso.
“Si, milady...” disse annuendo “... i miei affari qui sono quasi conclusi e dunque non vi è motivo per me di restare oltre...” prese allora un piccolo sacchetto, versandone sul tavolo il contenuto.
Vi erano diverse pietre preziose.
“Siete stata una buona amica, milady...” continuò il cavaliere “... e meritate la felicità... queste sono per voi... la Fortuna ha aiutato me ed io ora aiuto voi... queste pietre valgono moltissimo e vi permetteranno di potervi fare una vita vostra, senza dover tornare a Camelot dove per voi lì c'è un destino di infelicità...”
“Per Diana!” Esclamò il Colonnello. “Da dove arrivano quelle pietre? Avete forse trovato un tesoro, ragazzo mio?”
“No, amico mio...” ridendo Altafonte “... ho trovato la fiabesca Lampada di Aladino.” E rise.
Guisgard
19-11-2013, 21.25.10
A quelle parole di Talia, Jacopo sembrò trasalire.
I suoi occhi si fecero ancora più scuri, cupi ed enigmatici.
E una smorfia indecifrabile deformò l'espressione del suo volto.
Fece un passo verso di lei.
“Cosa...” disse piano “... cosa significa tutto questo?” I suoi occhi sembravano prendere fuoco ora per la rabbia. “Cosa significa tutto questo? E cosa significa che è vicino a te ora?” Afferrò con forza i polsi della ragazza. “Parla!” Urlò. “Voglio sapere tutto! Dove si trova ora? Cosa ha osato farti? Rispondimi!” Scuotendola con rabbia.
In quel momento entrò un soldato.
“Capitano...”
“Cosa?” Gridò Jacopo.
“Il viceprocuratore chiede di voi.” Disse il soldato. “Dice che è cosa urgente.”
Jacopo tornò a fissare Talia.
“Mia moglie” rivolgendosi poi al soldato “resterà qui... in questa stanza... in città c'è troppa confusione oggi... sarò più tranquillo nel saperla qui, al sicuro... sorvegliatela...” ed uscì.
Il soldato annuì e lo seguì.
Un attimo dopo Talia sentì la porta che veniva chiusa a chiave dall'esterno.
Ora era rinchiusa in quella stanza.
Scossi la testa.
"Non vedreste una gentilezza nemmeno se vi si parasse davanti... " dissi, fredda "..e, comunque, se non avete nessun messaggio da dare a vostra sorella, peggio per voi... avrei fatto meglio a non avere alcun riguardo per voi, come voi non ne avete ora per vostra sorella.. non pensate alla sua pena.. certo, non ci avete pensato quando avete avuto la brillante idea di sfidare mio cugino, o di entrare di notte armato in casa sua... Siete un egoista, Francesco.. è tutto.." feci per andarmene, ma poi mi voltai e lo guardai nuovamente "...l'ho detto solo per darvi speranza... non sono affari miei.. Non so cosa si dica in questi casi, probabilmente, solo Addio..".
Feci un cenno alla guardia "Ho finito, grazie..".
Ero furiosa, ma non sapevo a quale fratello e a quale sorella erano dirette le mie parole.
Quella situazione mi ricordava Diomede in ogni momento.
Guisgard
19-11-2013, 21.32.52
“Aspettate...” disse Francesco a Clio “... sono un condannato a morte, no? Ho diritto ad un ultimo desiderio, vero?” Le si avvicinò e restò a guardarla negli occhi.
E all'improvviso, senza dire altro, la baciò.
La baciò con passione.
Altea
19-11-2013, 21.33.00
Osservai le pietre cadere sul tavolo...ma dove aveva trovato quel Tesoro.
Mi feci seria e in quel momento buttai fuori la mia rabbia...
"Non so che farmene dei vostri gioielli e delle vostre pietre...vi dichiarai il mio Amore...e voi mi lasciate ora qui...come niente fosse e un insensibile sola..il mio futuro..il mio futuro.." guardai Ermiano, le lacrime scendevano calde..."sarà infelice ugualmente senza di Voi e non avete capito di chi vicino vi ha sempre amato...troppo preso nei vostri affari milord".
Presi le pietre preziose le rimisi nel sacchetto e le gettai a terra..."Aladino...lui voleva i suoi averi non per le sue ambizioni..ma perchè era l'unico modo per farsi amare dalla sua Principessa..ma poi capì che ella lo amava cosi...per come era...ricordatevi queste parole."
Infuriata presi la porta dell' atrio, aprii la porta e uscii camminando sola per la città, dovevo trovare un carro, che mi avrebbe portata a Camelot.
Non mi resi nemmeno conto delle sue intenzioni, finché non fu troppo tardi.
Sentii le sue labbra che cercavano le mie, implacabili, roventi.
Un brivido mi percorse la schiena.
Era così diverso dal bacio di Roberto, così carico e intenso.
Cielo, non potevo certo subire un simile oltraggio!
In un istante, spinsi via Francesco con tutta la forza che avevo.
I miei occhi fiammeggiavano di rabbia, intensi e furiosi, fissi nei suoi.
Nemmeno sentii la mia mano alzarsi, colpirlo forte al viso, senza mai allontanare lo sguardo.
"Come osate, mercante?" tuonai "...avete sbagliato donna da offendere, ve l'assicuro..." i miei occhi ora erano braci ardenti "... avete ragione... domani il boia laverà la mia ira..." alzai una mano verso di lui "..ma se, per sbaglio, Mirabole dovesse davvero salvarvi, state pur certo che vi troverò, e la pagherete cara per questo..." gli occhi gelidi, la voce imperiosa.
"Guardia!" chiamai "..portate questa specie di uomo lontano da me... ".
Dovevo andarmene di lì, andarmene immediatamente.
La rabbia dentro di me era talmente tanta da farmi credere di annegarci dentro.
Non era da me, sapevo nascondere bene le mie emozioni.
Ma c'erano troppe cose: Mirabole, Missani, quello sconsiderato di Francesco, Roberto e Selenia, Diomede in cella, con i capelli sporchi e le vesti logore.
Anche lui non pensava a sua sorella? Anche lui si sarebbe comportato come Francesco?
E Roberto? Perché non mi ero indignata tanto con lui? Perché respingere quest'uomo era stata la cosa più semplice e naturale del mondo, mentre con lui sembrava una tortura. Beh, in fondo all'anima conoscevo la risposta a quella domanda. Ma faceva troppo male. Sarebbe stato molto più semplice se avessi schiaffeggiato anche lui, se gli avessi parlato in quel modo.
Ma quell'attimo mi aveva donato una felicità che nemmeno credevo esistesse.
Ancora? Non era il momento per pensare a quello.. perché continuava a tormentarmi?
Chiusi gli occhi, cercando di calmarmi.
Avevo una missione da compiere, dovevo smascherare Mirabole. Dovevo restare calma e lucida.
Missani aveva ragione, finita quella storia saremmo stati tutti liberi. Dovevo resistere, ero brava in questo.
Seppellii la rabbia dentro di me e ritrovai la voce calma e lo sguardo impenetrabile che avevo perso per un momento.
elisabeth
20-11-2013, 14.58.13
Piu' pregavo piu' lei rideva e diceva cose senza senso...alle volte mi sembrava di non ricordare piu' le parole di quella preghiera che dicevo da sempre.....ma essa flueva limpida dalle mie labbra senza tentennamento.......poi qualcuno urlò il mio nome...cessai di botto di pregare e vidi una guardia ...dovevo andare con loro....la donna che era con me in quella cella pregò di essere portata fuori e per risposta ricevette due calci che la lasciarono a terra...chiusi gli occhi e la udii rantolare.......le sue parole furono irreali o reali io non so....so solo che avrei conosciuto il demonio......." Io Giuro di non aver fatto nulla e se Dio ha scelto per me la morte....non posso far altro che accettarla.....la giustizia degli uomini, non esiste.....mi spiace per voi se solo potessi aiutarvi lo farei con tutto il cuore...e se questo mi sara' possibile lo farò ve lo prometto ".....fui portata fuori da quella stanza fetida e gelida...mi furono legati i polsi.....e fatti percorrere dei corridoi senza fine, non volevo neanche pensare ....non volevo neanche credere che questo stava capitando proprio a me........e invece eccomi lì........eccomi lì in una sala enorme......
Parsifal25
21-11-2013, 02.33.52
"Un nome non è importante.....quanto la missione che vi attende": tali parole andarono a stamparsi nella mia mente come un codice indelebile.....quel sorriso di intesa lasciava intender soltanto un unico avvertimento: "il dado è tratto.....come agirai'?"
Ciò che il Fiore nascondeva fra i suoi petali, potrebbe condizionare le sorti del tempo che viviamo. La missione era più importante di quanto ci aspettassimo. Ad un tratto vedemmo il monaco allontanarsi dal loco in cui si trovava, Emin gli corse dietro e in lontananza senti' soltanto il suono di una voce......che sussurava ciò:
"Dirigetevi al Castello Merlato. I vostri dubbi diminuiranno ed il percorso vi sarà mostrato.....; ascoltate il giardiniere....."
Non conoscevo bene la posizione esatta della rocca, ma le mille voci che si rincorrono puntano ad un solo cardine: il Nord. Era tempo di mettersi in marcia.....bisognava far qualcosa, altrimenti ciò che un doveva esser celato potrà trasformarsi in qualcosa di autentico e reale.
Talia
21-11-2013, 12.28.42
Osservai Jacopo uscire con il soldato, diretto da Simone...
mi massaggiavo piano i polsi che mi aveva stretto, mi facevano male...
nei miei occhi ancora le immagini della sua ira, delle sue grida, il modo in cui mi aveva scossa con violenza...
Tremavo.
Forse non avrei dovuto dirglielo, pensai...
adesso cosa avrebbe fatto Jacopo?
lo avrebbe cercato?
e se lo avesse trovato cosa sarebbe accaduto?
Cercai di non pensare che, se fosse accaduto qualcosa a Guisgard, sarebbe stata colpa mia... si, cercai di non formulare quel pensiero, me esso si presentò ugualmente e mi spaventò...
I due uscirono, chiudendosi la porta alle spalle... un attimo dopo sentii la chiave girare nella serratura...
"No..." urlai, correndo verso la porta e tentando invano di aprirla.
"Non potete chiudermi qui..." gridai ancora, battendo un pugno sul legno "Jacopo, non puoi chiudermi a chiave! Aprimi! Aprite subito questa porta!"
Ma non un suono udivo dall'altra parte...
era inutile gridare, lo sapevo!
Voltai la spalle alla porta, allora e corsi verso la finestra...
la aprii e guardai sotto...
eravamo almeno al terzo piano... saltare era impensabile... ero in trappola!
Guisgard
21-11-2013, 19.52.01
Altafonte guardò Altea uscire e andare via.
“Signore...” disse Ermiano guardandolo.
“Lasciamola andare...” mormorò il cavaliere “... qui non sarebbe mai potuta essere felice... non con noi...” fissò le pietre preziose “... dopotutto l'ho sempre saputo... questo tesoro non basta a rendere gli uomini felici... e vale per tutti...” guardò di nuovo Ermiano “... prepara il mio trucco... vado a sistemare l'ultima faccenda in sospeso... poi andremo via da qui...”
Intanto Altea, lasciato Palazzo Lorena, era scesa in strada.
Qui vi era ancora un po' di trambusto.
Ad un tratto la dama notò una bella carrozza ferma ad un angolo di strada.
Accanto vi era un cocchiere vestito come si conviene a chi presta servizio presso un gran signore.
Altea
21-11-2013, 20.04.46
Camminavo per la strada trattenendo le lacrime..poi vidi ferma una carrozza probabilmente di una persona abbiente.
Mi fermai e parlai col servitore.."I miei omaggi...per chi date servigio? Vedete io sono la baronessa Altea Victoria Mac Parker..e avrei bisogno di un passaggio..ovvero devo tornare al mio posto di origine..Camelot...dove mi aspettano i miei genitori e.."esitai un attimo "il mio futuro sposo..le mie nozze sono imminenti, con questa folla non riuscirei mai a tornarci".
Guisgard
21-11-2013, 20.26.36
Talia si sentì in trappola.
La porta era chiusa e saltare dalla finestra risultava impensabile.
Poi ad un tratto il rumore di una carrozza che entrava nel cortile del palazzo.
La ragazza era ancora presso la finestra e la vide.
E da essa vide scendere il Cavaliere di Altafonte.
Lo vide bene.
E non aveva alcuna cicatrice sul volto.
Intanto, in un'altra stanza, Jacopo aveva raggiunto Simone.
“Allora...” disse questi “... siete inquieto... dunque temete di aver perduto il quadro?”
“Non pensavo al quadro ora...”
“E invece dovreste!” Scuotendo il capo il viceprocuratore. “Cos'avete? Sembra abbiate visto un fantasma!”
“Forse...” mormorò Jacopo “... rammentate Guisgard de' Binardi?”
“Cosa c'entra?”
“Non morì...”
“Sciocchezze!”
“Il corpo non lo trovammo mai, no?” Guardandolo il capitano. “E quello fu il nostro errore...”
“Vaneggiate!”
“Ne ho le prove.”
“E quali?”
“Talia l'ha incontrato...” con astio Jacopo “... lo so... lui l'ha sempre amata...”
“Se fosse in città noi l'avremmo riconosciuto.” Replicò Simone.
“Evidentemente è ben camuffato...”
“Come sarebbe a dire?”
“Che si è travestito per non farsi riconoscere.”
“Sarebbe un pazzo se tornasse qui.” Sbottò Simone. “Ammesso che sia vivo davvero.”
“Lo è.” Annuì Jacopo. “Ed è qui.”
“Perchè allora è tornato dove rischia di morire davvero stavolta?”
“Per vendicarsi...” con tono cupo il capitano “... di noi...”
"E come?" Con disprezzo Simone. "Guisgard era un poveraccio che non sapeva neanche impugnare un'arma!"
"E' qui e ci sta cercando..." sentenziò Jacopo "... e se non lo abbiamo riconosciuto, significa che non è più lo stesso di un tempo..."
E istintivamente Simone portò una mano sulla gola.
http://www.basilrathbone.net/films/markofzorro/mz608.jpg
Guisgard
21-11-2013, 20.53.07
Francesco vide Clio e sorrise appena.
“Avete fatto felice un condannato a morte...” disse toccandosi la guancia colpita dalla ragazza “... e comunque ne avevate bisogno... bisogno di essere baciata... siete troppo fredda... e a volte neanche sembrate capace di nutrire sentimenti... ma quel pallore sulle vostre gote tradisce invece la femminilità che con tanta sicurezza nascondete... e siete una bellissima donna... si, è un peccato che debba morire tra poche ore... e non temete, nessuno mi salverà... il vostro onore e il vostro orgoglio saranno soddisfatti...”
La guardia aprì la cella e fece uscire fuori Clio.
Guisgard
21-11-2013, 20.56.42
Elisabeth fu condotta così in una piccola stanza, arredata solo da un austero tavolo usato a mo di scrittoio.
La guardia la lasciò lì ed uscì.
Poco dopo arrivò un uomo.
Il suo aspetto era comune, ordinario ed il viso non aveva nulla di particolare.
Guardò Elisabeth come se neanche fosse una persona.
Neanche avesse un'anima.
Si sedette e prese a scrivere.
“Siete in un brutto guaio...” disse senza alzare gli occhi su di lei “... siete accusata di appartenere alla banda di Mirabole e le prove sono tutte contro di voi... il diritto del re vi offre clemenza... proclamatevi rea ed avrete una morte onorevole e veloce.”
Talia
21-11-2013, 21.01.45
Ero vicino alla finestra quando arrivò quella carrozza, impallidii nel vederla entrare nel cortile...
era pazzo!
Non sapevo cosa Jacopo pensasse, né se avesse capito che era a lui che mi riferivo... ma sapevo che sarebbe impazzito se lo avesse scoperto.
Ero molto in alto e la finestra era chiusa, tentai di picchiare sul vetro per attrarre la sua attenzione: volevo che se ne andasse, volevo fargli capire che era pericoloso e che doveva scappare via lontano da Jacopo e da Simone...
ma non mi sentì.
Lo guardai con attenzione e vidi che non aveva cicatrici sul viso... possibile?
Ma... anche senza cicatrice, quanto ci avrebbe messi Jacopo a capire?
Fui colta dal panico...
esitai per qualche momento, senza sapere cosa fare...
poi mi precipitai di nuovo verso la porta...
"Soldato!" dissi forte contro la porta, pregando che Jacopo avesse lasciato qualcuno lì fuori con la chiave "Soldato, apri subito questa porta! E' un ordine!"
elisabeth
21-11-2013, 21.12.49
Non avevo mai provato ad avere la mente affollata di cose da dire e la lingua ferma in quella mia bocca paralizzata.....non volevo che la guardia se ne andasse....avevo paura di rimanere da sola.....ma quell'uomo che non sapeva di nulla.....quell'uomo che non credeva fossi un essere umano...con un'indifferenza che non si ha neanche con gli ultimi della terra.............mi diede la sua sentenza........e che potevo dire.... che io non ne sapevo nulla ?......mi avrebbe ascoltata ?...." Io non conosco questo Mirabole ..... non ho fatto nulla.....ma varrebbe a qualcosa che io ve lo dicessi ?....no...non varrebbe a nulla......non mi state neanche ascoltando.........ma visto che il Re mi usa Clemenza.....scelgo una morte veloce ed onorevole........".......cosa si provava in punto di morte.....il vuoto totale........questa era la strada che dovevo prendere......nella mia mente un solo pensiero...Signore abbi cura di loro.....
Guisgard
21-11-2013, 22.04.21
Talia bussò alla porta e chiamò.
Un attimo dopo sentì dei rumori.
“Milady...” disse da fuori il soldato di guardia “... il capitano ha dato ordine di non farvi uscire... è per il vostro bene. Mi spiace.”
Nell'altra stanza, intanto, mentre Simone e Jacopo discutevano, fu annunciato qualcuno.
“Signore...” disse un soldato a Simone “... chiede di voi il Cavaliere di Altafonte.”
“E cosa diamine chiede?” Voltandosi Simone. “Fatelo passare...”
Così il cavaliere entrò.
“Salute a voi, signor viceprocuratore...” sorridendo “... capitano...”
“Cosa possiamo fare per voi, signore?” Domandò Simone.
“Vedete, ho saputo che ci sarà una condanna...” rispose il cavaliere “... io ho viaggiato molto nell'Oriente Mediterraneo e quei popoli hanno modi alquanto ingegnosi per sopprimere la vita dei loro simili... e mi sono sempre chiesto, invero, perchè noi presunti popoli civili invece difettiamo di tanta fantasia...”
“Vi diverte vedere la gente mandata a morte?” Fissandolo Jacopo.
“Oh, non più di quanto diverta a voi, capitano.” Replicò Altafonte. “Ma mentre per voi è puro lavoro, io ne sono affascinato, diciamo, come profano.”
“Comunque l'esecuzione avverrà domani e sarà pubblica.” Mormorò Simone.
“Davvero interessante.” Annuì Altafonte. “E come avverrà?”
“Per impiccagione.” Sentenziò Jacopo.
“La stessa sorte che toccherà a Mirabole quando lo prenderemo.” Aggiunse Simone.
“No, lui lo passerò da parte a parte con la mia spada.” Con disprezzo Jacopo.
“Ah, vi prego...” sedendosi Simone “... basta parlare di morte... mi angustia...”
“Durerà poco.” Replicò il capitano. “Già sono riuscito a ferirlo una volta.”
Ad un tratto si udì il rintocco delle ore.
“Questo dannato orologio...” sbuffò Simone “... ma proprio accanto a noi doveva essere? Detesto questa torre...”
“Secondo gli antichi cretesi” ridendo Altafonte “il Tempo è colui a cui gli dei affidavano le vendette... forse da questo nasce il nostro detto... la vendetta è un piatto che va servito freddo...”
http://corrierefiorentino.corriere.it/media/foto/2013/04/17/orologio_110018--620x420.jpg
Guisgard
21-11-2013, 22.09.07
“Milady...” disse il cocchiere ad Altea “... in verità siamo diretti in un reame lontano... tuttavia la strada per Camelot è un passaggio obbligato per noi... sono certo che il mio padrone avrà piacere di avervi ospite e compagna durante il suo viaggio...”
Guisgard
21-11-2013, 22.18.46
“Dunque” disse quel magistrato ad Elisabeth “vi proclamate colpevole? Se è così, firmate questa confessione...” mostrandole un foglio da firmare, in cui lei confessava ogni sua colpa “... in caso contrario sarò costretto a mandarvi davanti al viceprocuratore del re... e vi avverto... egli è un uomo alquanto impaziente ed insofferente...”
Altea
21-11-2013, 22.20.21
Un regno lontano...che stano...."D'accordo, a me basta arrivare a Camelot".
Salii sulla carrozza in silenzio, tenevo un comportamento composto...come diceva mia madre...le belle parole e gli elogi...tutti gli uomini erano in grado di farli...e ingannarti..avevo solo davanti a me il volto di Lui.
Scossi il capo...sposare un vecchio anziano e essere infelice...ma almeno non sarei stata presa in giro..aveva ragione mia madre stavolta..il Vero Amore non esisteva e questa a volte era la vita...non sempre quel giardino fiorito che la mia balia mi descriveva invece.
Aspettai l'arrivo dei padroni per partire...e speravo di arrivare presto a Camelot dopo quella grande delusione.
Mi allontanai da quella stanza, furiosa.
Uscii dalle prigioni mentre la rabbia innescava mille pensieri nella mia testa.
Mi ritrovai, così, nel cortile del palazzo di giustizia.
Mi sedetti su una panchina, ad osservare il cielo.
Per quanto cercassi di calmarmi, non ci riuscivo.
Come osava parlarmi in quel modo? Non sapeva niente di me!
Eppure, le parole di Francesco continuavano a tormentarmi.
Era vero? Avevo bisogno di essere baciata?
Forse, ma di certo non da lui.
Un brivido mi attraversò la schiena, ripensando allo stupore, l'ardore, la passione, la sensazione d'estasi in quei pochi istanti rubati al Palazzo Reale. Sarei mai stata più felice di così?
Ma era Roberto, non uno sconosciuto indisponente, era lui.. l'unico di cui mi fidassi, l'unico che mi conosceva veramente, l'unico con cui avrei passato volentieri ogni giorno della mia vita.
Sospirai, non spettava a me scegliere, anche se mi chiesi a chi spettasse, con mio padre morto e mio fratello prigioniero!
E poi, non avevo molta scelta, lui aveva già una moglie!
Infondo, avevo passato i vent'anni, alla mia età mia madre era sposata da tre anni e si struggeva perché non aveva ancora messo al mondo un principino.
La mia vita aveva preso una piega decisamente differente.
Ormai, mi chiedevo se non fossi destinata a rimanere sola.
Rabbrividii, estinguere una dinastia di secoli era un sacrilegio!
Come potevo mostrare la mia femminilità se ormai ero padrona del mio destino, quasi fossi un uomo?
Chi prendeva le decisioni per me, chi si curava del mio bene? Non c'era nessuno a badare a me, dovevo cavarmela da sola.
Non che mi dispiacesse, anzi, ma sicuramente mi rendeva più dura e fredda.
Dov'era Roberto? Pensai d'un tratto. Non lo vedevo da quando avevo lasciato la stanza del viceprocuratore.
Sorrisi, tra me e me, immaginando la faccia che avrebbe fatto nel vedere Francesco che mi baciava.
O, almeno, la faccia che speravo avrebbe fatto..
E quel pensiero spensierato, mi fece dimenticare la rabbia e la frustrazione.
Così, tornai a sorridere.
Guisgard
22-11-2013, 01.48.11
Altea salì così su quella carrozza.
Dopo un po' giunse un uomo.
Era vestito in modo distinto ed i suoi modi erano garbati.
Salutò con gentilezza la dama.
“Il mio cocchiere” disse “mi ha informato del vostro bisogno di giungere a Camelot. Fortunatamente sarò costretto a passare per quelle terre, dunque non avrò problemi ad accompagnarvi fino alle porte della vostra città.”
Aveva la pelle chiara, con barba e capelli di un castano chiaro.
Stringeva un bastone di legno di noce, con una grossa pietra rossa ad alveolo sull'estremità.
Passarono pochi secondi ed arrivò una donna.
Era una monaca, col viso sempre chino, senza guardare mai né l'uomo, né Altea.
Il capo era coperto e non era possibile guardarla bene in faccia.
L'uomo si limitò così a salutarla con cordialità, senza tuttavia attendere risposta.
La religiosa infatti aveva fra le mani un Rosario e subito cominciò a recitare i Divini Misteri.
L'uomo fece allora un cenno dal finestrino della vettura e la carrozza partì.
“Oggi pare” mormorò guardando fuori “che la città sia caoticamente vivace. Non ho ben capito cosa sia successo. Voi forse siete informata su ciò, milady?” Chiese ad Altea.
Guisgard
22-11-2013, 01.58.54
Mentre Clio era su quella panchina, in balia di mille e più pensieri, udì giungere qualcuno.
“Ti stavo aspettando...” disse Roberto “... nel frattempo ho un po' girovagato fra l'androne e il cortile... ho udito alcuni militari conversare fra loro... domani Francesco de' Binardi sarà giustiziato... gli hai portato il disegno? Immagino come starà ora... impaurito e pronto ad elemosinare clemenza... si, quelli come lui hanno paura... infondo è questo che separa gli uomini comuni dai nobili... la paura ed il coraggio... loro credono che siano le rendite e i privilegi a distinguerci... ma si sbagliano... è il coraggio che noi abbiamo... coraggio di vivere, di lottare, di amare... si, il coraggio... mentre invece loro hanno solo paura... paura della loro condizione, dei loro limiti, della loro miseria... paura di vivere...”
In quel momento un militare si avvicinò ai due.
“Milady, il viceprocuratore chiede di voi.” Rivolgendosi a Clio. “Vuol farvi vedere una prigioniera... uno dei membri della banda di Mirabole.”
Guisgard
22-11-2013, 02.07.48
Andato via il domenicano, svanito quasi come una visione in mezzo alla folla che attraversava la strada, Parsifal rimase di nuovo solo con Emin.
“Sembra svanito come un'ombra quel domenicano...” disse questi al compagno “... cosa avrà voluto dire? Il Castello Merlato... che posto sarà mai? La nostra missione puntava ad altro... catturare quel ladro ed intascare la taglia... il quadro, il Fiore e tutto il resto, non so... mi sembra tutto così... come dire? Romanzesco, fiabesco... tu cosa ne pensi? Credi che trovando davvero quel Fiore si possa giungere poi a catturare quel ladro?” Chiese poi a Parsifal.
Sorrisi alla guardia.
"Arrivo subito, grazie..." Annunciai distrattamente.
Alzai gli occhi verso Roberto e sorrisi.
Lasciai malvolentieri la quiete di quella panchina, e in un attimo fui davanti a lui.
Vicina, molto, troppo.. Potevo quasi sentire il suo respiro.
"Hai dimenticato qualcosa.." Sussurrai, gli occhi nei suoi "..la responsabilità e il sacrificio.. Un nobile non vive per se stesso.. Non può semplicemente inseguire i suoi sogni, sentimenti, passioni, se non sono consoni al nome che porta e al sangue che gli scorre nelle vene.. È l'onore che ci distingue Roberto, e il vivere in funzione di esso.. A qualunque costo..".
Una fitta dolorosa mi attraversò l'anima e lo sguardo, nel pronunciare quelle parole.
Quante volte mi era stato ripetuto?
Ma dirlo ad alta voce, in quel momento, con quegli occhi scuri fissi nei miei, sembravano reali e crudeli più che mai.
Ma mi ricordavano anche perché non potevo dimenticare tutto, ascoltare il cuore e colmare la breve distanza tra me e lui, e sentire quelle labbra sulle mie.
Sembrava una distanza minima alla vista, pochi centimetri, ma a me sembrava una voragine incolmabile.
Forse Francesco aveva ragione, pensai arrossedo.
Ma, anche volendo, non potevo lasciarmi andare come una ragazza qualsiasi spensierata.
"Francesco sta bene.." Dissi, cambiando volentieri discorso, vista la tensione palpabile tra noi "..mi è parso sfacciatamente rassegnato alla morte.. Egoista, indisponente e intrattabile come sempre.." Annuii "...gli ho dato il disegno.. Domani devo ricordarmi di farmelo consegnare, devo ridarlo a Sara.." Sorrisi "Beh, andiamo.. Il viceprocuratore mi aspetta.. Tu che fai, vieni con me o resti qui?" Chiesi.
Poco dopo, raggiunsi la stanza del viceprocuratore, chiedendomi chi fosse quella misteriosa donna, e soprattutto se avesse ritrovato la parola dopo il nostro incontro di poco prima.
Avevo esagerato? Poco importava, avevo detto ciò che pensavo.
Altea
22-11-2013, 17.26.41
Guardai il milord che gentilmente mi avrebbe dato un passaggio...eppure non era di Sygma, e neppure doveva essere stato qui ultimamente se non sapeva cosa stava succedendo.
"Milord, vi ringrazio per il vostro gentile passaggio...cosa sta succedendo? Hanno rubato un quadro, si chiama il Verziere Fiesolano, ma io non ho mai avuto occasione di vederlo..e il presunto ladro dovrebbe essere un certo Mirabole, solo mi sfugge se queste persone lo stiano osannando o ricercando..è tutto strano.Posso sapere qualcosa di Voi, invece?"
Talia
22-11-2013, 17.59.57
A quelle parole mi irritai...
e così il Capitano aveva dato ordine di non farmi uscire, eh?
Aveva ordinato di tenermi chiusa lì?
Ero furiosa!
Ed ancor di più ero spaventata...
cosa stava accadendo al piano di sotto?
Perché Guisgard era venuto fin lì?
Esitai solo per un istante...
“E dov’è il Capitano, adesso?” dissi allora, cercando di prendere quel mio involontario carceriere per il verso giusto “Dimmi almeno che cosa sta accadendo di sotto...”
Guisgard
22-11-2013, 18.14.20
“Milady...” disse il soldato a Talia “... si sta lavorando per ritrovare il quadro... il viceprocuratore e il capitano staranno interrogando una prigioniera ora... vedrete, appena avrà terminato, vostro marito verrà da voi... qui siete al sicuro... e se vi occorre qualcosa io sono qua...”
Intanto nel cortile c'era sempre la carrozza di Altafonte, con accanto una delle sue guardie orientali.
Guisgard
22-11-2013, 18.21.18
Roberto fissò Clio.
“Preferisco restare un po' qui...” le disse “... in questo cortile... comincio a non sopportare più la presenza di Simone Missani...”
La ragazza allora lasciò il suo finto cugino e si diresse verso l'ufficio del viceprocuratore.
Quando vi giunse lo trovò sprofondato nella sua sedia, con gli occhi fissi nel vuoto.
Accanto a lui vi era il capitano Jacopo, con uno sguardo invece cupo.
Era a guardare dalla finestra.
“Venite, entrate pure...” rivolgendosi Simone a Clio “... ci sono novità... abbiamo catturato una donna... si trovava nel carro che hanno usato per portare il quadro fuori città... ora la sta interrogando uno dei miei magistrati... ma la farò portare qui... così scopriremo cosa sa e chi ha rubato il quadro... se Mirabole o altri...” sorseggiò un liquore, quasi volesse riprendersi da una forte emozione “... poco fa qui vi era il Cavaliere di Altafonte... ha chiesto di poter girare un po' nel palazzo... tra breve credo ripasserà per salutarci... che inutile individuo è quello...”
Intanto, nelle prigioni del palazzo, qualcuno, con passo solitario e furtivo, era sceso in quell'Ade di ingiustizia.
“Chi è la?” Gridò il carceriere.
“La tua fortuna...” avanzando Altafonte.
“Chi siete? Qui non potete venire senza permesso!”
“Ecco il mio permesso!” Fece Altafonte, lanciando al carceriere un grosso zircone.
“Solo pochi minuti, signore...” prendendo avidamente quella pietra il carceriere.
Lo fece così entrare da Francesco.
“Chi siete?” Guardandolo entrare Francesco.
“Un fantasma, Francesco.” Rispose il cavaliere.
“Vi ho già visto...” mormorò il giovane “... si, alla festa del banchiere Accio... vi metteste in mezzo... cosa volete ora?”
“Quando eravamo piccoli” sorridendo Altafonte “giocavamo spesso ai duellanti... una volta sotterrammo in giardino i nostri tesori... io una mappa del tesoro disegnata da me... tu invece un piccolo flauto... il vincitore avrebbe preso tutto per sé... poi invece la mattina dopo andammo a scuola e niente più duello...”
Francesco lo guardò quasi incredulo.
“Qualcuno mi ha insegnato a tirare di spada...” riprese Altafonte “... mi ripeteva sempre... la spada è come un uccellino... stringila troppo e soffocherà... troppo poco e volerà via... hai cercato la morte in tanti modi, Francesco... Fiosari ti avrebbe ucciso... lo guardavo prima da una delle finestre... prima ancora alla festa degli Accio e poi al Palazzo Reale... non è un grande uomo... non ha il coraggio di seguire il proprio cuore... forse perchè non è abbastanza grande quel cuore... ma sa tirare di spada e ti avrebbe ucciso subito...”
“Tu...” balbettò Francesco.
Altafonte lo guardò con i suoi occhi azzurri.
“Sei...” a stento Francesco “... sei... vivo...”
“Il Giorno del Giudizio è prossimo...” sentenziò Altafonte “... e tu, come tutti i prigionieri, sarai liberato... correrai da loro...”
Francesco non comprese quelle parole.
Come coloro che leggono ora.
Si lanciò allora fra le braccia del fratello e pianse.
E Altafonte pianse con lui.
Poi il carceriere chiamò.
“Dovete uscire, signore...” mormorò.
“Aiutami...” in lacrime Francesco.
“Dio ti assista, fratello mio...” guardandolo il cavaliere.
Ed uscì.
Guisgard
22-11-2013, 18.26.54
“Io” disse quell'uomo ad Altea “sono un barone. E venire qui per me non è stata una cosa fortunata, milady. Sapete, quel quadro doveva essere mio. Mi era stato commissionato il furto da un misterioso individuo. Ed io non avevo mai fallito un colpo. E in più, quella che doveva essere la mia prima assistente, una donna molto bella, nobile e furba, ha invece pensato bene di lasciarmi, andare via... e perchè mai, poi? L'ho sempre trattata come una gran dama. E voi, che siete una donna... sapete dirmi dove ho sbagliato con lei?”
La carrozza era riuscita a superare il centro della città e ora, avendo strada libera, prese a correre veloce.
Altea
22-11-2013, 18.35.34
Ascoltai quelle parole...il cuore iniziò a battere forte e molto..barone...il quadro che doveva essere rubato da lui...la dama che lo lasciò..la carrozza era partita.
Deglutii e guardai l'uomo negli occhi...."Azable....voi siete Azable vero? Ci si rivede...la donna vi ha lasciato perchè lei non voleva essere una ladra...non voleva essere messa in mezzo...parlatemi dell'uomo che vi ha commissionato di rubare il quadro...e poi lasciatemi libera.."
Guisgard
22-11-2013, 19.03.58
A quelle parole di Altea l'uomo sorrise.
“L'ho sempre detto” disse “che siete in gamba. Peccato... sareste stata una straordinaria ladra, milady...” si tolse la maschera “... avete classe, stile, talento...”
Era davvero Azable.
La monaca alzò lo sguardo e fissò Altea.
Era madama Irene.
“Mi avete lasciato per non diventare ladra?” Stupito Azable. “Eh, mica vero... visto che siete andata a vivere con colui che ha rubato il mio quadro... con la differenza che lui è un volgare delinquente, io invece sono un genio... vero, Irene?”
“Si, barone.” Annuì la finta monaca.
Altea
22-11-2013, 19.12.58
Rimasi a bocca aperta...vi era pure Irene...ma che c'entrava lei in tutto questo.
"Il Cavaliere di Altafonte...e sarebbe Mirabole?? Non è un delinquente...affatto...anche se lo avesse rubato...riportatemi da lui subito, fatemi scendere".
Cercai di aprire lo sportellino della carrozza per scendere anche se la carrozza era in corsa e mi lanciai.
Talia
22-11-2013, 19.26.26
Sospirai, irritata, a quelle parole...
non mi avrebbe mai aperto la porta, lo sapevo.
Mi allontanai, quindi, dalla porta e tornai verso la finestra...
la carrozza era ancora lì...
mi chiesi dove fosse, cosa stesse facendo...
mi chiesi cosa mi sarebbe accaduto quando Jacopo avesse trovato il tempo per tornare da me...
rabbrividii.
elisabeth
22-11-2013, 21.15.56
Quando mi venne messo quel foglio davanti a gli occhi mi chiesi se avessi potuto firmare la mia condanna a morte, io ero innocente infondo perché non provare a spiegare la mia versione a questa persona così insofferente
....la condanna a morte sarebbe avvenuta comunque ma con il suo tempo....presi il foglio e lo strappai...." siete voi che mi avete condannata io ho detto la verità e mi hanno messa in prigione....bene...proviamo la poca pazienza di questo braccio destro del Re....magari saprà rendersi conto se una persona dice la verità oppure no "....attesi così di cadere dalla padella alla brace,come diceva la mia compagna di cella....avrei conosciuto il demonio..
Sorrisi a Roberto.
Nemmeno io sopportavo Missani.
Entrai nello studio del viceprocuratore e sorrisi a entrambi.
"Bene.." Dissi soltanto, accomodandomi su una poltroncina.
Alzai gli occhi, sorpresa a quelle parole di Simone.
"Oh, Altaforte era qui?" Chiesi, candidamente.
Se aveva passeggiato inosservato nel palazzo, evidentemente non aveva nessuna cicatrice, e io mi ero sbagliata.
Eppure ero così sicura... Tutto quadrava alla perfezione.
O forse ero io che vedevo collegamenti dove non ce n'erano?
"Mi chiedo come mai non riesca mai a vedere quell'uomo in faccia!" Mormorai, distrattamente.
Guisgard
23-11-2013, 02.18.28
Clio era così giunta nell'ufficio del viceprocuratore del re.
“Scusatemi” disse all'improvviso Jacopo “ma devo sistemare una faccenda. Tornerò fra qualche minuto.” Ed uscì.
“Beh...” fece Simone “... vorrà dire che comincerò io ad interrogare quella donna...” suonò un campanellino e subito si presentò uno dei suoi uomini “... portate qui la prigioniera.” Ordinò.
Guardò poi Clio.
“Ora scopriremo come sono andate le cose subito dopo il furto...” mormorò Simone.
Intanto, in un'altra stanza del palazzo, Elisabeth veniva interrogata da quel magistrato.
“E sia.” Disse questi. “Come volete. Il diritto moderno concede a chiunque la possibilità di parlare e di difendersi dalle accuse. Ma rammentate che un reo non può professarsi innocente. E' un reato gravissimo.” Chiamò il soldato che stava fuori dalla stanza. “Qui ho finito.” Ed uscì.
Ma proprio in quel momento altri due militari arrivarono con l'ordine, da parte del viceprocuratore, di portare da lui la prigioniera.
Così Elisabeth fu condotta nell'ufficio di Simone Missani.
E qui, col viceprocuratore, vi era anche Clio.
Simone allora si alzò dalla sua sedia e fece mettere Elisabeth in piedi al centro della stanza.
“Siete stata trovata” fissandola “nel carro che i ladri del quadro chiamato Verziere Fiesolano hanno utilizzato per sottrarre quell'opera a Sua Maestà. Le prove dunque sono schiaccianti e tutte contro di voi. Cosa avete da dire a vostra discolpa? E tenete a mente che mentire ad un funzionario del re è come mentire allo stesso nostro sovrano.”
Guisgard
23-11-2013, 02.35.04
Con gesto improvviso, Altea si era lanciata da quella carrozza in corsa.
Era finita a terra, per poi rotolare giù su un tumulo che sorreggeva la stradina.
Rotolò così fino a raggiungere alcuni cespugli.
Nella navata vi erano diverse persone.
Erano tutte impazienti di entrare nella cappellina.
Arrivarono allora due monache e dissero loro di fare silenzio.
Poco più avanti, infatti, davanti al transetto che separava la navata centrale dal presbiterio, si stava celebrando la messa per pochi fedeli raccolti attorno al sacerdote.
Le due monache andarono via e poco dopo arrivò un diacono.
Fece cenno a quelli che aspettavano di seguirlo.
Fra loro vi era anche Altea.
“Il Verziere Fiesolano è dietro questa tendina.” Disse il Diacono, giunto davanti alla cappellina.
Tirò su allora la tendina, ma con lo stupore dei presenti si mostrò una scena imprevista.
Il quadro non c'era più.
“Il quadro...” mormorò il diacono, per poi correre via.
“E' stato Mirabole” fece uno dei presenti “o Azable?”
“No, è stata lei!” Esclamò un altro di quelli, indicando Altea. “E' una ladra!”
E tutti la circondarono.
Altea si svegliò di colpo da quello strano sogno.
Dopo qualche istante si accorse di essere in un comodo letto.
Si guardò intorno.
Si trovava in una piccola ma accogliente stanza.
E alcune voci, a lei sconosciute, giungevano dall'altra parte della parete.
Guisgard
23-11-2013, 02.50.45
Talia era sempre chiusa in quella stanza.
Si sentiva come prigioniera.
Ad un tratto il rumore della serratura che girava.
La porta si aprì ed entrò qualcuno.
Era Jacopo.
Il suo sguardo era fisso su di lei.
Uno sguardo cupo e inclemente.
“Ora” disse infine “io e te faremo un bel discorso... voglio sapere tutto di lui... quando è tornato... quando l'hai visto e voglio sapere cosa ti ha fatto... e infine... dove si trova adesso quel bastardo?” La sua voce era piena di risentimento e rabbia. “E bada, voglio sapere tutta la verità...” aggiunse con tono minaccioso.
Talia
23-11-2013, 03.24.26
Mi voltai di scatto verso la porta e fissai Jacopo entrare...
Il suo sguardo era fisso su di lei.
Uno sguardo cupo e inclemente.
“Ora” disse infine “io e te faremo un bel discorso... voglio sapere tutto di lui... quando è tornato... quando l'hai visto e voglio sapere cosa ti ha fatto... e infine... dove si trova adesso quel bastardo?” La sua voce era piena di risentimento e rabbia. “E bada, voglio sapere tutta la verità...” aggiunse con tono minaccioso.
Lo osservavo in silenzio...
non ero spaventata.
Conoscevo Jacopo troppo bene perché potesse spaventarmi.
Rimasi in silenzio a lungo, e quando iniziai a parlare la mia voce era lieve, ma gelida.
“Tu davvero vuoi sapere dov’è?” mormorai, mentre un lievissimo sorriso mi sfiorava le labbra “Vuoi sapere quando l’ho visto?”
Lo scrutai ancora per un istante...
“Non sono queste le domande giuste, Jacopo, credimi! Ciò che dovresti chiederti, invece, è come mai io l’ho riconosciuto e tu no... come mai per me è stata fin da subito così palese la sua identità, come mai io abbia riconosciuto nella sua voce e nei suoi occhi qualcosa... qualcosa che era così candidamente uguale ai ricordi, a quelli nitidi e a quelli più lievi... come mai io si e tu no...”
I miei occhi, in quelli di mio marito, non cercavano di celare più niente, ormai... lo guardavo con la fronte alta, immobile.
“Anche tu devi darmi delle risposte, però! Mi hai mentito su quella notte... la notte in cui poi sei venuto a dirmi che era morto... reo di omicidio, in fuga e poi morto... non fu questo il tuo racconto, Jacopo?”