Visualizza versione completa : L'intricato Enigma Fiesolano
Guisgard
23-11-2013, 14.35.11
Quelle parole di Talia sembrarono scuotere ancor più Jacopo.
Le strinse i polsi, con forza.
“Basta con questi giochetti...” disse con tono cupo “... sono io qui che faccio le domande...” strinse ancor più le sue mani attorno ai polsi della ragazza “... dimmi come hai fatto a riconoscerlo... dimmi come si è mostrato a te... quando è ritornato? E in quali vesti? Come ha fatto a sfuggirmi? E dimmi... dimmi cosa ti ha fatto?” I suoi occhi sembravano ardere per l'odio. “E voglio sapere perchè è ritornato... perchè? E dov'è adesso?” Poi una smorfia parve deformare il suo volto. “Dimmi tutta la verità o te ne pentirai, Talia...”
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Parsifal25
23-11-2013, 14.37.04
Difatti fu cosi'......il domenicano era svanito come un fantasma fra la folla senza che nessuno lo vedesse.....chiedemmo in taverna se qualcuno lo conosceva, ma non vi fu risposta.
Emin, si voltò verso di me e mi chiese se tutto ciò ci avrebbe condotto a catturare il fantomatico Malibore:
"Caro amico......di certo codesto viaggio che intraprenderemo non possiamo solo votarlo alla riscossione di una taglia. Anzi, ti dico di più.....credo che stesso il ladro incrocerà i suoi passi con noi. Il monaco è stato molto chiaro, nell'affermare che è un cacciatore di arte sacra......inoltre, il Fiore Blu è proprio un codice criptico sacro che per molto tempo ho studiato e tenuto sotto stretta osservazione. Il nostro viaggio e ricerche possono di certo cominciare dal Castello Merlato".
Subito dopo, mi volsi verso Emin e posandogli la mano sulla spalla gli dissi, sorridendo:
"E poi..... non è forse vero che le favole e gli scenari pittoreschi forgiano e donano i natali a nuovi cavalieri?"
Guisgard
23-11-2013, 14.56.26
Emin sorrise a quelle parole di Parsifal.
Qualcosa di fraterno, e dunque sacro, li aveva sempre uniti.
Sin dall'inizio.
“Forse hai ragione tu...” disse Emin “... dopotutto ci hanno sempre insegnato che la prima dama da cercare è madonna Avventura... e forse ella si è appena mostrata a noi...”
Terminarono così il loro pranzo e Emin propose di lasciare Camelot al più presto.
Secondo quanto detto dal domenicano, quel castello si trovava a Nord del reame.
Un paio d'ore dopo i due cavalieri erano già in cammino.
Fino a quando giunsero alla fine del sentiero che si divideva in tre piccole direzioni.
Una a destra, una sinistra ed una al centro.
Accanto a questa variazione del percorso, seduta su un tronco cavo, vi era una dama.
Aveva in mano tre fiori colorati: uno rosso, uno bianco ed uno blu.
Talia
23-11-2013, 15.04.41
Mi stringeva forte i polsi, mi scuoteva... era fuori di sé.
Non avevo mai visto Jacopo tanto furioso... e per un istante mi spaventò.
Esitai...
ma non potevo dirgli tutto...
non potevo svelargli la sua identità o Jacopo sarebbe andato a cercarlo, cogliendolo probabilmente di sorpresa... ero terribilmente preoccupata! Molto più preoccupata per lui di quando non lo fossi per me, probabilmente!
Istintivamente cercai di tirarmi indietro, per sfuggirgli...
“Lasciami, Jacopo!” dissi “Mi stai facendo male! Lasciami!”
Sollevai gli occhi e lo fissai...
“E’ stato facile riconoscerlo...” mormorai “Molto facile, per me... all’inizio non potevo crederci... non potevo credere che fosse ancora vivo... ma i suoi occhi sono sempre gli stessi, la sua voce... può camuffarsi, travestirsi, fingere... ma io ho riconosciuto subito i suoi occhi... e allora gli ho parlato... gli ho parlato usando il suo vero nome... Guisgard, lo chiamavo... soltanto io... e poi...”
Abbassai lo sguardo...
era ancora nel palazzo, lo sapevo: solo un istante prima avevo visto la sua carrozza ancora nel cortile... il Cavaliere di Altafonte... Guisgard...
ma se Jacopo ancora non aveva capito, forse per lui c’era ancora una possibilità di scappare indisturbato... scappare lontano, al sicuro... ed io dovevo cercare di guadagnare tempo per dargli quella possibilità...
“Non lo prenderai mai, Jacopo!” dissi “Se non lo hai già preso, se non lo hai riconosciuto, se non hai capito fino ad ora, se non hai capito vedendoci vicini... allora non lo prenderai mai!”
Guisgard
23-11-2013, 15.18.44
Quelle parole di Talia parvero colpire più volte Jacopo.
Il militare strinse ancor più le mani della ragazza, per poi spingerla via, su una poltrona alle sue spalle.
“Guardati...” disse poi con disprezzo “... parli di te e di un volgare assassino... uno che è scappato per non essere impiccato... un vigliacco che amava sollazzarsi con la moglie di un nobile... un cane plebeo, per giunta straniero, ad insozzare le mogli di uno dei nostri cittadini più importanti... povera sciocca... è riuscito dunque a raggirare anche te... immagino tu ti senta lusingata... si, ad essere stata oggetto delle sue attenzioni... ma probabilmente sei una delle tante... povera sciocca... avevi tutto... rispettabilità, agiatezza... persino amore... il mio... invece ora cos'hai? Ma non illuderti... chi mi tradisce non può passarla liscia...” poi qualcosa lo fece zittire.
Come se solo in quel momento avesse dato il giusto peso alle parole della ragazza.
“Camuffarsi... travestirsi...” ripetè all'improvviso “... cosa significano?” Tornò a fissarla.
Poi corse verso la porta.
“Tenetela d'occhio.” Ordinò ai suoi due soldati di guardia. “Fino al mio ritorno. E fate chiamare la Madre Superiora del convento di Santa Caterina.” Si voltò ancora verso Talia. “Mia moglie pare abbia a noia la materialità di questo mondo.” Ed uscì.
La porta fu di nuovo chiusa a chiave dall'esterno.
elisabeth
23-11-2013, 18.55.31
Ascoltai le parole del magistrato....era lui che mi consiederava colpevole...io non lo ero affatto, come avrei potuto dichiarami colpevole di un fatto non commesso...forse solo per farla finita.....altri due soldati arrivarono e mi portarono in una stanza ben arredata.....c'era un uomo dietro la scrivania e una donna molto elegante seduta su una poltrona...Padre Anselmo mi diceva sempre di non abbassare mai lo sguardo.......e così feci, fiera di me stessa al centro di quella stanza il Viceprocuratore Simone Missani mi fece le stesse domande.....le stesse maledette domande.....avevo i polsi legati dietro la schiena che mi tagliavano la pelle.....avevo la rabbia che mi cresceva dentro......avevo la voglia di scagliarmi contro coloro che neanche conoscevo eppure aveva l'ardire di accusarmi di un fatto non commesso...eppure erano i padroni della mia vita........." Mi trovavo su quel carro perchè avevo chiesto un passaggio che la vecchia non mi aveva dato ....e io mi sono infilata nel carro senza che lei se ne accorgesse....ma questo avvenne dopo che la vecchia ha chiuso il passaggio alla carrozza che portava il quadro....i soldati erano furiosi quel contrattempo era pericoloso....e comunque arrivati lì dove i vostri soldati mi hanno trovata...il carro si fermò...e la vecchina in realtà era un uomo dopo un po' alcuni soldati raggiunsero il carro, ma avevano grande confidenza con la vecchina, perchè erano fasulli........e i soldati fasulli hanno portato via il quadro........questo e' successo..e questo ho raccontato.......sono rea, rea di aver rubato un passaggio alla persona sbagliata...c'e' un particolare che però devo dirvi e ve lo regalo qualsiasi decisione prendiate.......alla vecchina mentre si toglieva i costumi di scena si e' avvicinato un uomo che parlava una lingua strana ....credo che fosse arabo, e con lui...hanno preso la strada che porta al bosco..... a quanto pare l'uomo era entusiasta del suo operato.......avere soldati come complici non e' da tutti......e aver rubato il quadro sotto il naso del vostro Re, ancora più esilarante........ci tengo a dirvi ancora un'altra cosa....il mio unico Re e' Dio.....ed e' l'unico padrone della mia vita.......".........La donna forte ora era stanca....non volevo più domande......volevo solo essere lasciata in pace.....Guardai la donna era ben vestita, lei era elegante e faceva parte di quel mondo.......quel mondo che non mi apparteneva.....
Altea
24-11-2013, 12.22.17
E ad un tratto ripresi i sensi...ma ero dolorante...e come sempre avevo fatto quegli strani sogni.
Rimasi un attimo ferma nel letto a pensare...Azable e Mirabole...ma non poteva essere il Cavaliere di Altafonte il famigerato ladro..eppure aveva troppi misteri..quelle gemme che mi donò e rifiutai.
Poi pensai quel giorno nella Chiesa di San Giovanni...quando quel uomo incappucciato, di dubbia provenienza, mi narrò della effige di Santa Caterina e delle suore che dissero che fu lo stesso Mirabole ad averla riportata...che fosse un Paladino che operava per il bene del Clero..era di Capomazda certo..e avevo studiato come loro erano legati al Papato.
Mi destai da quei pensieri e mi guardai attorno, mi trovavo in una camera sconosciuta..ma era accogliente e il letto molto comodo, quindi non certo in una casa di qualcuno del popolo.
Poi udii delle voci...e trasalii...e se Azable si fosse fermato e preso dopo il salto mentre ero incoscente e mi avesse portato in qualche strano posto?
Mi alzai...la gamba doleva...ma cercai di raggiungere la porta e piano aprii la porta per udire chi stesse parlando e di cosa.
Guardai distrattamente fuori dalla finestra, nell'attesa.
Ero stranamente inquieta, non vedevo l'ora di liberarmi definitivamente di quella faccenda.
Vidi una carrozza a cui non badai molto, e scorsi di sfuggita Roberto.
Sospirai, nel vederlo.
Condensando in quel sospiro sentimenti ed emozioni.
Non avevo voglia di pensare nemmeno a lui.
Poi, finalmente, la prigioniera arrivò e rispose alle domande di Missani.
Ascoltai il suo discorso attentamente.
Non aveva l'aria di chi mente, sembrava rassegnata ad essere presa per colpevole.
"Interessante.." Dissi infine, alzandomi a mia volta "..potrebbe davvero avere un senso tutto questo..." Mi rivolsi direttamente alla donna "..sapreste riconoscere l'uomo che ha rubato il quadro? Avete detto di averlo visto togliersi il travestimento.. Immagino che il nostro viceprocuratore prenderà più volentieri in considerazione la vostra innocenza se ci aiuterete ad acciuffare quel brigante.. Non è vero messere?" Sorrisi, lanciando uno sguardo fuori dalla finestra, distrattamente.
D'un tratto trasalii.
"Guardie arabe eh..." Mormorai.
"Guardate un po' la coincidenza..." Fissando Missani negli occhi "..ce n'è giusto una nel cortile, accanto ad una sfarzosa carrozza.. Aspettate visite, signor viceprocuratore?".
Guisgard
25-11-2013, 01.18.37
Capitolo XIII: Re Ferdinando di Sygma
“<<Perchè Riccardo Plantageneto>> rispose il sovrano <<non desidera altra fama di quella che possono procurargli la sua spada e la sua lancia robusta, e perchè è più orgoglioso di affrontare un'avventura solo con la spada e il braccio, che di guidare in battaglia un esercito di centomila uomini armati.>>”
(Walter Scott, Ivanhoe)
“Questa donna” disse Simone a Clio, indicando Elisabeth “non può rivelarci il nome di quel furfante, poiché è rimasta tutto il tempo in quel carro, senza averlo mai visto in faccia. Anche se... potrebbe riconoscerne la voce, visto che l'ha sentito parlare ai suoi...”
Poi, alle parole di Clio, circa la carrozza nel cortile, Simone saltò su e corse alla finestra.
“Si...” annuì il viceprocuratore “... quello è davvero un arabo... e sembra sorvegli quella carrozza... ehi, tu...” rivolgendosi ad uno dei soldati “... a chi appartiene quella vettura?”
“A me, signor viceprocuratore.” All'improvviso qualcuno entrando nella stanza. “E' la mia. E ne sono molto fiero.” Sorridendo Altafonte. “Perchè io, ad essere sincero, apprezzo solo tre cose a questo mondo... l'affidabilità delle armi, la nobiltà dei cavalli e la bellezza delle donne.” Aggiunse il cavaliere, per poi mostrare un lieve inchino ai presenti. “E a proposito di bellezza...” fissando Clio “... sono qui da diverse settimane ma non ho ancora avuto il piacere di incontrarvi, milady...” e le sfiorò la mano con le labbra “... sono il Cavaliere di Altafonte... al vostro servizio.”
http://allvip.us/gallery/albums/userpics/10001/Alain_Delon_La_tulipe_noire_1964_0037.jpg
Guisgard
25-11-2013, 01.41.58
Altea, facendosi forza e coraggio, si alzò dal letto e nonostante la gamba dolorante raggiunse la porta.
Aprì e si mise ad ascoltare.
“E ditemi, mastro Alabarieri...” disse una voce bassa e sicura “... cosa si dice del re in questa città?”
“Alcuni” rispose l'altro “lo apprezzano. Altri invece lo detestano. Molti poi provano solo indifferenza verso di lui.”
“Non è un re liberale come si racconta?”
“La libertà” fece l'Alabarieri “è simile allo zucchero, milord... se è troppa infine stucca, disgusta... ogni gregge ha bisogno del suo pastore... altrimenti può disperdersi o finire in balia di lupi famelici...”
“Parlate come un Capomazdese...”
“Citavo le Scritture, milord...” sorridendo Alabarieri “... e comunque, si sa, i Capomazdesi osteggiano il re di Sygma...”
Talia
25-11-2013, 11.04.32
Le parole di Jacopo, dure, crudeli, sferzanti...
istintivamente mi rannicchiai sulla poltrona sulla quale mi aveva gettata, per proteggermi dal male che mi facevano le sue parole, come se mi stesse picchiando...
Tremavo.
Avrei voluto dirgli che non era vero, che lui non sapeva niente, che non poteva capire...
avrei voluto gridarlo...
ma il male che mi facevano quelle parole mi impediva di parlare, mi impediva di respirare quel dolore, forse mi impediva persino di pensare...
e il sonno della ragione genera mostri, genera dubbi e paure...
Poi, d’un tratto, Jacopo tacque.
Sollevai lo sguardo e, con sommo sgomento, vidi nei suoi occhi una luce diversa... la luce della comprensione.
In quell’istante capii di aver parlato troppo.
Con gli occhi spalancati per la paura, scossi la testa... tesi la mano, come a volerlo trattenere: dovevo dirgli che non era come pensava, che non era lui...
ma prima che potessi parlare, Jacopo era già corso via.
“Camuffarsi... travestirsi...” ripetè all'improvviso “... cosa significano?” Tornò a fissarla.
Poi corse verso la porta.
“Tenetela d'occhio.” Ordinò ai suoi due soldati di guardia. “Fino al mio ritorno. E fate chiamare la Madre Superiora del convento di Santa Caterina.” Si voltò ancora verso Talia. “Mia moglie pare abbia a noia la materialità di questo mondo.” Ed uscì.
La porta fu di nuovo chiusa a chiave dall'esterno.
La chiave girò di nuovo nella serratura della porta ed io non potei che sentirmi vagamente più tranquilla, ora che Jacopo era fuori da quella stanza...
mi rilassai appena...
distesi le gambe e tentai di alzarmi dalla poltrona, ma le ginocchia mi tremavano tanto che non ci riuscii al primo tentativo...
Altea
25-11-2013, 16.10.36
Rimasi ad ascoltare quel discorso...non capivo chi fossero..sicuramente un mastro..un certo Alabarieri e poi udii quel milord...chi era il nobile?
Parlavano del re..quindi il milord doveva essere un forestiero per non sapere nulla del re..finchè udii le ultime parole...i Capomazdesi non tolleravano il re di Sygma e il Cavaliere di Altafonte era di Capomazda...vi era secondo me, sempre se fosse stato Mirabole, qualche motivo dietro ai suoi furti..non erano furti da ladro ma con uno scopo preciso.
Cosi mi alzai e lentamente scesi le scale, piano...gradino dopo gradino solo dicendo..."Chi siete voi e perchè sono qui?" cercando di guardare chi erano quegli uomini.
Mi voltai di scatto, ammutolita.
Osservai il nuovo venuto chinarsi verso la mano che non mi ero neanche accorta di porgergli.
Sorrisi.
"Quale onore, cavaliere... Cosa porta un gentiluomo come voi in questo luogo tetro?" Dissi, dolcemente.
Sorrisi, tra me e me.
Non potevo chiedergli: Siete forse venuto ad escogitare un piano per liberare Francesco?
No, decisamente non era un argomento di conversazione!
E poi, che diamine, Mirabole avrà un piano da giorni!
Che sia venuto a metterlo in atto?
Non potevo espormi, un errore di valutazione mi sarebbe costato caro.
Magari era davvero un essere inutile, come l'aveva definito Missani, o un ricco eccentrico.
Eppure.. Non riuscivo a togliermi dalla testa i sospetti.
C'era un solo modo.
Erano giorni che aspettavo quel momento.
Trattenni il fiato, alzai lo sguardo e cercai i suoi occhi con i miei.
Guisgard
25-11-2013, 19.29.27
Talia tentò di alzarsi da quella poltrona, nonostante le ginocchia tremanti.
Poi d'un tratto delle grida.
Confuse, prima lontane, poi sempre più vicine.
Provenivano dalla strada, oltre le mura del palazzo.
Come se qualcosa fosse scoppiata in città.
Una rivoluzione o qualcosa di simile.
http://www.ciakhollywood.com/hp/notredame/The_Huchback_of_Notre_Dame-4.jpg
Talia
25-11-2013, 19.40.37
Quei rumori...
lontani...
all'inizio non capii di che genere di rumore si trattasse...
era confuso, indistinto...
noi via via iniziai a capire: erano grida... le grida di una folla.
Mi stupii.
Che cosa stava succedendo?
Inspirai profondamente, tentando di scacciare Jacopo e le sue calunnie lontano dalla mente, e mi alzai per accostarmi alla finestra...
la raggiunsi e guardai oltre le mura del palazzo, verso la folla...
Guisgard
25-11-2013, 19.52.20
Altafonte fissò Clio negli occhi.
Gli occhi della ragazza stavano cercando i suoi e li trovarono.
Chiari, luminosi, eppure enigmatici.
“Mi definisco” disse lui “un animo gotico... amo il meraviglioso ed il terribile, il grottesco e l'inaffidabile, l'impossibile e l'imponderabile...” sorrise “... molti affermano che nella Commedia Dantesca sia l'Inferno il più facile a comprendersi... dicono che sia più vicino alla nostra condizione... e quale luogo, mi sono detto, è più vicino di questo palazzo al poema del Sommo Poeta?”
“Quel Caronte con abiti orientali è con voi, milord?” Chiese Simone.
“Si, eccellenza.” Annuì Altafonte. “Gli infedeli, pare, siano predisposti alla lealtà ed al servigio.”
In quel momento entrò Jacopo.
Un attimo dopo si udirono voci lontane.
Provenivano dalla strada.
“Cosa accade?” Stupito Simone.
E corse con Jacopo alla finestra.
Intanto l'orologio segnava quasi Mezzogiorno.
elisabeth
25-11-2013, 20.13.43
Parlai e dissi tutto quello che avevo visto udito e vissuto..........L'unica persona che forse mi aveva creduta era Lady Clio almeno cosi' mi era parso di sentirla chiamare dal viceprocuratore...poi si spostarono alla finestra.....e parlarono di un uomo arabo....si avevo udito la sua voce...e avevo bene udito anche la voce della vecchia......." Potrei riconoscere sia l'arabo che il suo padrone......li ho uditi parlare....."......ero come in preghiera..speravo di essere utile per poter uscire da quella situazione......quando un uomo entro' nella sala.....galante..profumato...baciò la mano di Lady Clio......feci un passo indietro...volevo sparire...quella voce.....quella voce io l'avevo sentita.....ma dove........qualche altra parola e avrei compreso......
Guisgard
25-11-2013, 20.17.34
Talia corse alla finestra.
Guardò allora in strada.
Una moltitudine di persone si era riversata davanti al Palazzo di Giustizia.
Gridavano qualcosa a gran voce.
In principio era confuso, poi la ragazza riuscì a comprendere.
“Viva Re Ferdinando...” disse qualcuno dalla ressa “... lunga vita a Re Ferdinando!”
All'improvvisò Talia udì anche le guardie dall'altra parte della porta.
“Cosa accade in città?” Chiese una di quelle.
“Pare che Ferdinando sia sbarcato sull'Isola del Giglio...” rispose l'altra.
Guisgard
25-11-2013, 20.26.10
Altea apparve così ai due misteriosi uomini e subito loro si alzarono in piedi.
Uno era anziano e dai modi pacati.
L'altro più giovane, con gli occhi vispi e la barba nera.
“Vedo che vi sentite meglio, milady...” disse questi “... ne siamo lieti...” i suoi modi erano aristocratici “... vi abbiamo trovata senza sensi in una campagna... siete forse una principessa in fuga?”
Altea
25-11-2013, 20.42.47
Osservai i due uomini...dove ero finita...ma uno di loro sembrava un aristocratico, il più giovane.
"Eh si...direi una principessa in fuga e disperata per Amore" sospirai.
"Ditemi, dove mi trovo...e voi chi siete? Io sono la baronessa Altea." e feci un leggero inchino sedendo su una poltrona poichè la gamba era leggermente dolorante.
Talia
25-11-2013, 21.08.53
Avevo aperto la finestra per cercare di sentire, per capire cosa stesse succedendo...
mi protesi leggermente...
all’inizio udii solo grida indistinte...
poi iniziai a distinguere delle voci e delle parole...
Mi ritrassi, sorpresa.
Re Ferdinando?
Stavano davvero inneggiando a Re Ferdinando?
Il contendente al trono...
Ed era davvero in marcia verso Sygma?
Istintivamente spostai gli occhi in basso, nel cortile...
la carrozza e la guardia araba erano ancora lì: forse Jacopo non lo aveva ancora trovato, pensai.
Non ebbi nemmeno il tempo di soffermarmi su quegli occhi, che avevo tanto atteso.
Erano chiari, intensi ma.. erano davvero i suoi? Potevo esserne certa?
Eppure era così familiare, come se l'avessi visto in un sogno lontano.
Ma qualcosa catturò l'attenzione di tutti, sentii delle voci provenire dalla strada.
Mi avvicinai alla finestra, mentre il sangue mi si gelava nelle vene.
Ma il mio animo si rasserenò immediatamente, nel sentirli.
Possibile che Re Ferdinando avesse tanti seguaci a Sygma? Non l'avrei mai pensato!
"Che succede, capitano?" chiesi a Jacopo.
Ero scappata da un paese devastato dalla guerra, non avevo alcuna intenzione di infiltrarmi in faccende che non mi riguardavano.
Guisgard
26-11-2013, 19.27.03
Quel clamore.
In un attimo fu il caos.
Ad un tratto entrò nella stanza un soldato con un foglio che mostrò subito a Jacopo.
“Cosa...” disse Simone “... cosa accade?”
“Maledizione...” mormorò Jacopo “... maledizione...”
“Le brutte notizie” fissandolo Simone “non migliorano non comunicandole!”
“Ferdinando è sbarcato sull'Isola del Giglio...” rivelò Jacopo “... e pare che oltre trentamila Ferdinandisti sono pronti a combattere per lui...”
Intanto il popolo circondò il palazzo.
“Cosa accadrà ora?” Spaventato Simone.
“Ho già chiamato rinforzi dalle caserme...” fece Jacopo “... poi parlerò col ferro...”
Ad un tratto si udirono altre grida.
Stavolta molto più vicine.
“Capitano...” entrando un soldato “... hanno forzato i cancelli e sono penetrati nelle prigioni... stanno liberando i detenuti...”
Jacopo uscì insieme a quel soldato.
“So che cercate Mirabole” avvicinandosi Altafonte a Clio “ma forse dovreste preoccuparvi più di vostro fratello ora...” la fissava.
Erano gli stesi occhi di Mirabole.
Ora lei lo sapeva.
Il cavaliere si voltò poi verso Elisabeth.
“Andatevene...” guardandola “... nessuno vi fermerà... sono troppo impegnati a contare i dannati che fuggono dai gironi infernali...”
Simone intanto se ne stava a guardare dalla finestra, con lo sguardo terrorizzato.
“Simone Missani...” mormorò Altafonte “... fra tanti disperati che lasciano queste prigioni, uno solo invece resta... quel ragazzo, rammenti? Lo calunniasti con Jacopo de' Gufoni... per cosa? Per l'onore... ora però è tornato a perseguitarti...”
Simone lo fissava.
Poi riconobbe gli occhi.
Fece un passo all'indietro e precipitò dalla finestra.
Restò tuttavia aggrappato alle lancette dell'orologio che si stavano congiungendo sul XII.
Era ormai Mezzogiorno.
Un urlo disumano e il viceprocuratore restò stritolato.
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elisabeth
26-11-2013, 19.45.08
La sua voce....fu l'unica persona che si accorse della mia presenza...." Vi ringrazio per la pietà che state dimostrando ....".....e cosi' fu' fuggi da quella stanza e da tutte quelle persone piene di boria e di grandiosità....uscita da palazzo.......c'era una moltitudine di persone che urlavano un solo nome Ferdinando.....non sapevo chi fosse, ma involontariamente mi aveva ridato la libertà..........ora dovevo solo tornare a Casa......basta quadri...basta tutto.....la lezione l'avevo imparata......avevo seguito la via del denaro e per poco mi stava costando la vita......alle necessità avrei provveduto in maniera diversa, come diceva padre Anselmo.....la Provvidenza...
Guisgard
26-11-2013, 20.25.24
Jacopo corse verso la stanza in cui aveva rinchiuso Talia.
Entrò e trovò sua moglie.
“Dobbiamo andare via...” disse agitato “... è in atto una rivoluzione... pare il re sia fuggito... suo cugino Ferdinando sta venendo qui... dobbiamo lasciare il paese... andremo in Inghilterra... tu adori l'Inghilterra, no? Vivremo a Londra... cambiare aria ci farà bene... e ricominceremo... si, torneremo ad essere felici...”
Ad un tratto una figura sulla porta.
Fissava prima Talia, poi Jacopo.
“Jacopo...” chiamò.
Il capitano si voltò.
“Puoi fuggire da Altafonte, persino da Mirabole...” sorridendo “... ma non da Guisgard...”
“Cosa significa?” Stupito Jacopo. “Allora sei tu...” guardò Talia, poi di nuovo Guisgard “... ma non sei Mirabole... non puoi esserlo... io ho ferito quel ladro... al volto... e tu non hai cicatrici, maledetto...”
Guisgard allora si strappò la cera che mascherava la sua guancia, mostrando la cicatrice.
http://allvip.us/gallery/albums/userpics/10001/Alain_Delon_La_tulipe_noire_1964_0011.jpg
Guisgard
26-11-2013, 20.49.05
“Una principessa che soffre per amore...” disse l'uomo più giovane ad Altea “... l'ideale inizio per una bella storia...”
In quel momento arrivarono altri due uomini.
“Milord...” fece uno dei due “... la città è impazzita... dobbiamo agire adesso...”
“Sono arrivati i nostri?” Chiese l'uomo che aveva parlato ad Altea.
“Si, milord...” annuì l'altro dei due “... vi proclamano nostro re... infatti, quello attuale è già in fuga...”
“Può fuggire solo verso Nord...” intervenne Alabarieri “... se va a Sud le truppe papali lo cattureranno per poi consegnarlo ai Capomazdesi... e quelli gli eretici prima li impiccano, poi, forse, li processano...”
Talia
26-11-2013, 21.23.44
La porta si aprì di colpo ed io mi voltai allarmata...
fissai Jacopo entrare, arretrando istintivamente di mezzo passo.
Poi le sue parole.
I polsi mi facevano ancora male dove li aveva stretti, la mia anima sanguinava ancora ferita dalle sue parole, i miei occhi ancora vedevano la sua ira e le sue mani che mi scuotevano...
lo fissavo senza capire...
senza comprendere come avesse potuto cambiare idea tanto in fretta...
e poi...
per quanto tempo sarebbe durata questa tregua tra noi?
Poteva durare?
Volevo che durasse ora che avevo scoperto che lui non era morto in quel fiume tanti anni prima?
Abbassai gli occhi...
io non volevo andarmene...
non con Jacopo...
non più.
Poi, all’improvviso, quella voce.
Di scatto sollevai lo sguardo.
Guisgard.
Che cosa ci faceva lì?
Lo fissai allarmata...
fissai lui, poi Jacopo, poi ancora lui...
quella cicatrice profonda sulla sua guancia...
“No!” mormorai d’istinto “Perché sei qui, pazzo? Perché?”
Altea
26-11-2013, 21.39.24
Ascoltai lo scambio di battute tra gli uomini,
quali uomini dovevano arrrivare e perchè mai il re di Sygma doveva fuggire.
Fissai il giovane milord con aria interrogativa..."Ma cosa succedendo milord? E chi siete voi?"
Parsifal25
27-11-2013, 00.08.09
Sellammo i cavalli e partimmo alla volta del Castello Merlato. Durante il tragitto, entrambe ricordammo i tempi dell'Accademia e le continue sfide di duello che ci vedevano come protagonisti. Eravamo come fratelli, io ed Emin.
D'un tratto la strada prendeva tre diramazioni. Non vi era segnaletica ed era difficile saper dove dirigerci. Nel frattempo che andavo pensando, mi volsi e vidi una leggiadra dama seduta su di un tronco che reggeva tre fiori: rosso, blu e bianco. Mi avvicinai' alla dama, e chiesi: "Milady, avete bisogno di una mano....vi siete persa per caso; se ne avete bisogno sarò lieto di offrirle assistenza." Mi chinai' innanzi a lei e le sorrisi, porgendole la mano.
Restai immobile, le grida, la folla, le prigioni.
Diomede!
Altaforte si avvicinò a me, e io alzai gli occhi su di lui.
Erano quegli occhi!
Allora non ero pazza, allora avevo avuto ragione!
Gli sorrisi, complice.
"Mio fratello è l'unico motivo per cui cercavo Mirabole.." mormorai, senza togliere gli occhi dai suoi.
Poi, le parole rivolte a Missani, il suo inciampare, l'urlo disumano.
"Finalmente.." mormorai pianissimo.
Mi avvicinai nuovamente al Cavaliere, prima che lasciasse la stanza, e gli porsi la mano da baciare.
"Credo che Mirabole non abbia più niente da temere da me.." strizzando l'occhio "..buona fortuna, e addio..".
Lasciai quella sala senza guardarmi indietro.
Le prigioni, ricordavo perfettamente dov'era rinchiuso Diomede, Simone aveva parlato di prigionieri politici, i più pericolosi, e i primi ad essere liberati in caso di guerra.
Nessuno mi conosceva, infondo, ero una straniera, potevo parteggiare egualmente per una parte o per l'altra.
Scesi nella piazza, dove regnava il caos.
Ferdinando era davvero molto amato.
Una morsa mi strinse il cuore.
Avrei potuto portare tutto quello su Crysa? Le urla che incitavano il re, la folla in fermento che ribalta lo stato liberale.
Sì, era esattamente quello che dovevo fare, sarei tornata sulla mia isola, avrei risvegliato gli animi sopiti e combattuto al fianco del mio popolo.
Forse non mi serviva nemmeno un marito, mi bastava mio fratello, e uomini fedeli.
Era lui il primogenito, dopotutto.
Ma, così facendo, sarei stata di nuovo lontana da lui...
Non ascoltai la fitta dolorosa che mi attraversò l'anima, nella consapevolezza che, in nessun modo, ci sarebbe stato un lieto fine per noi.
Quel bacio, sarebbe stato l'unico ricordo che avrei portato nel cuore per sempre.
Sospirai, chiedendomi dove fosse in quel momento.
Scesa nella piazza, lo intravidi poco lontano o almeno così mi sembrò.
"Roberto.. vieni con me.." gli urlai "...corri.. Diomede, presto!".
Non mi fermai, gli feci cenno di seguirmi.
Quello era decisamente il momento sbagliato per pensare al mio amore infelice!
Corsi, più in fretta che potevo, mescolandomi alla folla.
Raggiunsi in fretta le prigioni, e cercai mentalmente di ricordare la strada.
Quando raggiunsi l'ala dei prigionieri politici, iniziai a chiamare mio fratello a gran voce, trattenendo a stento i singhiozzi.
Correvo, una goccia insignificante in un fiume in piena, controllando ogni cella, con il cuore in gola.
Lui era lì, da qualche parte.
Dovevo trovarlo prima degli altri, stringerlo tra le braccia, proteggerlo.
Non mi importava più sapere come fosse scappato da Crysa, se fosse un vigliacco, un disertore o se gli fosse semplicemente stato ordinato.
Era mio fratello, e tutto ciò che volevo era portarlo in salvo.
"Diomede!" chiamai, nuovamente, nel frastuono "..sono qui..".
Guisgard
27-11-2013, 01.49.38
“Milady...” disse Alabarieri ad Altea, indicando il giovane uomo accanto a lui “... questi è Ferdinando, prossimo re di Sygma.”
“Diciamo” fece Ferdinando “che a Sygma è arrivata la libertà. Quella vera.”
“Dobbiamo apprestarci, milord.” Mormorò uno degli altri che erano con lui. “Dobbiamo raggiungere il Palazzo Reale... Sua Grazia il vescovo a momenti arriverà in città... sarà lui ad incoronarvi reggente nella cattedrale.”
“E a breve” intervenne un altro “i Fernandisti di tutta Sygma prenderanno le città più importanti.”
“Preparate i cavalli...” ordinò Ferdinando “... partiremo subito.”
“Si, mio signore.” Annuì Alabarieri.
Guisgard
27-11-2013, 02.01.14
Il caos regnava in quelle prigioni.
I ribelli, giunti laggiù, si mischiavano ai prigionieri che liberavano.
Clio chiamò.
A gran voce.
Poi una mano la prese per un braccio.
“Sono qui...” disse Roberto guardandola negli occhi.
Strinse poi la sua mano e corsero verso il cuore delle segrete, continuando a chiamare Diomede.
Poi dei colpi di cannone.
Era il segnale che la resistenza dell'esercito ufficiale era conclusa in città.
Clio e Roberto continuarono a cercare.
Fino a quando intravidero una cella aperta.
Roberto allora vi entrò.
“Diomede...” mormorò “... amico mio...”
Il principe di Crysa era lì, incatenato alla parete.
E pianse di felicità nel vedere sua sorella ed il suo più caro amico.
http://cinema10.com.br/upload/filmes/filmes_1876_O-Conde-de-Monte-Cristo-3.jpg
Guisgard
27-11-2013, 02.07.41
Elisabeth aveva lasciato il Palazzo di Giustizia.
Era in strada ora, nel bel mezzo di quella confusione.
Il popolo si era riappropriato di Sygma ed ora attendeva il suo re.
Ad un tratto una mano forte strinse il suo polso, tirandola via da quella calca.
Un attimo dopo la donna si ritrovò sotto una piccola loggetta, al riparo da quel caos.
“Per essere una donna di chiesa” disse Velv “avete un po' troppo spirito d'iniziativa a mio giudizio.” La fissò. “Vi ho cercata ovunque, poi ho saputo del vostro arresto. Fortuna che questa rivoluzione ha stravolto ogni cosa. Come state? Vi hanno fatto qualcosa?”
Guisgard
27-11-2013, 02.14.59
“In verità” disse la dama a Parsifal “non mi sono persa più di quando non lo siate voi. Tre cavalieri si sfideranno a duello per me e ciascuno per pegno mi ha lasciato uno di questi fiori. Ed io ora, fissandoli, mi chiedo a quale di essi somigli il mitico Fiore Azzurro... potete aiutarmi a comprenderlo?”
Guisgard
27-11-2013, 02.32.58
“Perchè in questa terra” disse Guisgard a Talia “io ho tutto ciò che amo.”
“Ti ho già cacciato una volta da qui...” con rabbia Jacopo “... e stavolta sarà per sempre...” ed estrasse la spada.
“Non ti libererai del mio fantasma...” fissandolo Guisgard.
“Non potrai metterti fra me e lei...” fece Jacopo indicando Talia “... mai... perchè ti ucciderò! Così sarai davvero un fantasma!” E urlando gli si scagliò contro.
Guisgard estrasse rapido la spada e cominciò un duro duello tra i due antichi rivali.
I colpi erano scagliati con odio, rabbia, determinazione.
Jacopo era forte e attaccava d'anticipo, mentre Guisgard appariva più agile e veloce, neutralizzando i fendenti dell'avversario con una efficace difesa.
E continuarono a lungo a scambiarsi colpi micidiali.
Era un duello all'ultimo sangue.
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Nel sentire quella mano sul mio braccio mi voltai di scatto, gli occhi ardenti, diffidenti, che si spalancarono in un sorriso nel vederlo accanto a me.
Annuii semplicemente e ricominciammo a cercare.
Seguii Roberto in quella cella e per poco non mi venne un colpo al cuore.
"Diomede.." Sussurrai, senza riuscire a trattenere i singhiozzi.
Corsi da lui, lo strinsi a me nonostante le catene, gli abiti logori, il viso sporco.
"Sono qui.. " sussurrai dolcemente "...ti portiamo via di qui..." Continuando ad abbracciarlo.
Avevo così tante domande da fargli: volevo chiedergli di nostro padre, di Crysa, del palazzo.
Ma tutto quello che volevo era portarlo in salvo, lontano da quel luogo orribile.
Guardai Roberto con gli occhi lucidi, ma felici, e grati per il sostegno che mi aveva dato, e anche solo per essere lì.
Repressi un risolino nel ricordare il raffinato conte che aveva tolto un fazzoletto dal taschino, poche settimane prima.
Non sembrava preoccuparsi dell'odore in quel momento.
Forse, pensai, era ancora il ragazzo imprevedibile e avventuroso con cui avevo passato momenti indimenticabili su Crysa.
"Portiamolo via di qui.." Gli dissi indicando le catene da cui dovevamo liberarlo "..dici che casa tua è sicura? Non possiamo restare molto qui.. Arriveranno le truppe di Ferdinando.. Hai sentito il colpo di cannone? La resistenza è finita.." Sorrisi "..caspita, che fedeltà.." Mi lasciai scappare.
"Scusa.." Mormorai sorridendo "..voglio dire, sappiamo come vanno queste cose... Se tu sei compromesso e devi fuggire, fuggiremo tutti insieme.." Sorrisi.
Potresti venire su Crysa con noi, e restare lì con noi.. Con.. Me!
Sospirai, rendendomi conto che, ancora una volta, avevo dimenticato Selenia!
"Se invece per te un re vale un altro e non corri pericoli, allora possiamo tornare a palazzo Fiosari.." Arrossii, senza volerlo "..sarai preoccupato per Selenia.." Dissi, in un soffio.
elisabeth
27-11-2013, 12.16.42
Le persone sembravano aver perso la testa....l'acclamazione al nuovo Re.....e i vari brusii....mi arrivavano alle orecchie....come tempeste...farmi largo era diventato difficile...qualcuno mi fermava e mi esortava ad urlare il nome di Re Ferdinando......quando quancosa o qualcuno afferro' il mio polso....ebbi paura....io andavo controcorrente.....o una guardia mi aveva raggiunta e riportata in prigione.......e invece fu il volto di Velv che mi ritrovai difronte.....mi aveva messa al riparo da ogni tumulto....lo abbraccia di scatto......mentre lui giustamente ...mi elencava tutte le cose che avevo fatto e che non avrei mai dovuto fare.....ma ormai...indietro non si poteva andare....mi staccai da lui...." Guardate.....ho le scarpe ai piedi.....siete un gran maestro.....non le ho mai tolte.......e comunque.....sono una donna di Chiesa che non riesce a rimanere in un posto quando ci deve stare.......pensavo di non rivedervi piu'...sono stata arrestata.....sono stata in prigione con una povera donna e forse se non fosse successo tutto questo.....avreste visto il mio corpo mentre l'anima volava libera.....non esiste giustizia, almeno per la povera gente come me......ti fanno mille domande e poi non serve a nulla, non ti credono.....e allora meglio evitare i processi.......qualcuno....una persona ricca....e' stato lui a dirmi di scappare.....ero incredula...ma lui mi ha detto di farlo , in quel momento le guardie non si sarebbero accorte della mia assenza...e così ho corso infilandomi in questa bolgia umana.......devo andare via...ora sono una ricercata.....e voi in mia compagnia.....sareste nei guai.......pero' il fatto che mi avete cercata.....mi scalda il cuore.....c'e' stato troppo gelo in questi giorni, qualcuno che si accorge finalmente di me......questo vale piu' di ogni cosa.......ma ora devo andare via.......se mi trovano....Caro Velv....la vostra Elisabeth finira' i suoi giorni in quella fedita prigione.....e non mi va di rimetterci piede.......".....
Altea
27-11-2013, 15.06.23
Rimasi stupita..Ferdinando..futuro re di Sygma.
Mai mi ero accorta di un complotto contro il re, certo regnava la miseria ma come ogni posto.
Poi rimasi perplessa...e se il fatto del furto del quadro fosse stato un modo per distogliere la attenzione ai preparativi di questa quasi rivoluzione?Chissà..
Poi fui destata dai miei pensieri dalle loro parole, guardai Ferdinando e mi avvicinai..."Io sono di Camelot, non conosco la politica di questa città ma...lunga vita al re allora.." sorrisi.."posso venire pure io con voi? Vorrei vedere la vostra incoronazione".
Parsifal25
27-11-2013, 16.11.45
Le parole pronunciate dalla dama avevan una loro velleità intricata e complessa da interpretare. La domanda posta poteva esser letta in diversi modi, e di certo non potevo ergermi a sommo giudice. Presi coraggio e risposi: " Milady, la domanda che lei pone può trovar risposta solo nel vostro cuore. In non più di un'occasione mi son trovato a legger con pari importanza le traccie che mi venivan donate, e rimaner fermo lasciandomi guidare dall'intuizione......
Se dovessi rifarmi alla simbologia del color del fiore:
- Rosso: come la passione, il coraggio ed il fervore della battaglia....talune volte indica purificazione ed espiazione, ma anche distruzione;
-Bianco: sarebbe la scelta più semplice perchè ricorda il candore e la purezza del seguire un ideale, ma le tante sfumature che lo compongono possono deviarne il cammino poiché vincerebbe l'istinto del cavaliere;
-Blu: è il colore di coloro che rifuggon dalle situazioni caotiche. Rappresenta la calma e l'equilibrio, anche se son spinti da veementi ideali e farebbero di tutto per far in modo che vengano soddisfatti.
Ma queste....mia dolce signora, son solo le parole di un cavaliere alla ricerca di quel barlume di vero che possa spianare la via verso la redenzione."
Talia
27-11-2013, 16.23.18
Li vidi scagliarsi l’uno contro l’altro...
i vecchi amici, ormai così acerrimi rivali...
e non riuscivo ancora a capire perché...
che cosa aveva trasformato i due ragazzini in quei due uomini che tanto si odiavano...
Guisgard e Jacopo...
Li fissavo terrorizzata...
Jacopo non aveva mai perso un duello prima e quella cicatrice sulla guancia di Guisgard lo testimoniava...
rimasi così a osservarli... pietrificata...
i fendenti di Jacopo affondavano sempre più e Guisgard era costretto a colpire in difesa...
solo per un attimo rimasi dov’ero... poi d’istinto, quasi senza rendermene conto, mi lanciai avanti, verso Guisgard... volevo fermare Jacopo... potevo farlo, volevo farlo... volevo che smettesse...
Fu un istante.
Non capii subito cos’era accaduto.
Avevo raggiunto Guisgard, mi ero quasi messa davanti a lui... poi sentii quel dolore... un dolore lancinante, al fianco... mi mancò l’aria...
quasi non riuscivo a parlare...
mi sfiori il fianco, il vestito... era umido e caldo... poi mi guardai la mano...
sangue...
tanto sangue...
sangue ovunque...
il mio...
vacillai.
Sollevai gli occhi e guardai Guisgard... un attimo...
“Perdonami...” tentai di mormorare, ma la voce usciva con fatica...
C’era una cassapanca proprio lì accanto... mi ci aggrappai con tutte le mie forze, sforzandomi di restare in piedi.
Guisgard
27-11-2013, 17.05.25
Fu tutto un attimo.
Prima lo scintillio delle lame, poi il gesto di Talia, improvviso e rapido.
La sua voce che andava spegnendosi poco a poco.
Infine i suoi occhi che divennero grandi e inumiditi.
Ora era fra le braccia di Guisgard senza conoscenza.
E lui gridò.
“Perchè...” disse incredulo Jacopo “... perchè, Talia...”
“Che tu sia maledetto...” fissandolo Guisgard.
Prese allora Talia con sé e corse via, fuori dalla stanza.
Un attimo dopo, preso dalla collera, Jacopo li seguì.
Guisgard raggiunse la sua carrozza nel cortile.
“Portatela dove sapete...” ordinò ai suoi uomini “... affidatela alle cure di Ermiano... presto... se le accadrà qualcosa, pagherete voi tutti con la vita...”
“Si, padrone.” Annuì uno dei soldati arabi.
Un momento dopo la carrozza era già diretta verso quel luogo.
Ma nel cortile del Palazzo di Giustizia Jacopo aveva raggiunto Guisgard.
Si fissarono negli occhi con ancora più odio.
“Ora morirai...” mormorò Guisgard.
“Allora verrai all'Inferno con me...” replicò il capitano.
Un attimo dopo riprese il clangore delle loro spade.
Qualche ora dopo...
“Tu non sai cos'è davvero...” disse Guisgard tenendola per mano.
“Allora dimmelo tu...” fece Talia.
Passeggiavano in quel sentiero, presso la cappellina di Altafonte.
“Il Fiore Azzurro” mormorò lui “è tante cose... ma forse è la meta di ogni sogno...”
“Che Fiore è?” Chiese lei.
“Lo scopriremo insieme...”
E la condusse nella cappellina di San Michele.
Qui vi era alla parete un grosso quadro.
Tanto grande che la ragazza riusciva a scorgerne solo una parte per volta.
E quando il suo sguardo raggiunse il centro del dipinto, vide un'enigmatica scena.
E all'improvviso una voce nel suo cuore:
“Et in Sygma ego”
Un attimo dopo i suoi occhi si aprirono.
Si era risvegliata.
Si guardò intorno ed era in una piccola stanza, arredata in modo semplice, ma scaldata da un camino acceso.
Ed udì delle voci lontane.
Ma non ricordava più quel quadro, se non quella voce udita nel suo cuore.
http://www.diredonna.it/wp-content/blogs.dir/2/files/shakespeare-in-love/5f5b17675d8ef6e0f795df263fa246f6.jpg
Talia
27-11-2013, 18.01.04
Aprii gli occhi lentamente...
ero confusa...
rammentavo il clangore delle spade, un dolore al fianco... poi la voce di Guisgard... aveva gridato...
poi quelle immagini...
la cappellina di San Michele...
un quadro...
battei le palpebre e mi accorsi che l’immagine svaniva in fretta dalla mia mente...
la voce invece no...
quelle parole...
ma forse iniziavo a capire...
si, forse adesso iniziavo a capire...
Mi passai una mano sugli occhi e, lentamente, iniziai a mettere a fuoco la stanza: ero in un piccolo ambiente, il fuoco crepitava nel camino e spargeva intorno una luce calda nella quale danzavano ombre scure...
tentai di alzarmi, ma un’acuta fitta al fianco mi costrinse a riabbassarmi in fretta...
lo sfiorai, ero fasciata con una benda che mi avvolgeva la vita...
e fu allora che udii quelle voci... qualcuno parlava in un’altra stanza... mi concentrai, cercando di sentire cosa dicevano...
Guisgard
27-11-2013, 18.01.20
“Certo, milady...” disse Ferdinando ad Altea “... voi siete un po' come la fortuna... la mia... da quando vi ho trovata tutto è andato bene per noi... potremmo nominarla marchesa o contessa. Cosa ne dite?” Chiese ai suoi.
“Come desiderate, signore.” In coro quelli.
Tutti insieme, così, si diressero al Palazzo Reale.
Qui Ferdinando fu accolto in trionfo dai suoi e da tutto il popolo.
E tenne un discorso, in cui annunciava indulgenza per tutti coloro che gli giuravano fedeltà.
Poco dopo arrivò anche il vescovo in città.
Tutto era pronto per l'incoronazione.
Altea
27-11-2013, 18.12.37
Non ebbi il tempo di rispondere che già avevo un titolo nobiliare che mi trovai a Palazzo Reale.
Ferdinando era veramente acclamato dalla folla...come una ventata fresca di speranza.
Era il momento della Incoronazione e la gente si faceva avanti per vedere, lo guardavo in volto...era davvero bello e raggiante...chissà se cosi giovane avrebbe saputo regnare con coerenza...pensai.
Guisgard
27-11-2013, 20.56.56
Talia si destò da quell'enigmatico sogno, senza però più ricordare gran parte di esso.
Era in quella stanza e la ferita al fianco, benchè fasciata, le faceva ancora un po' male.
Poi udì quelle voci che provenivano dall'altra parte della parete.
“Quel ragazzo” disse una voce anziana “è troppo impetuoso. Manca da un bel po'. Dove sarà finito?”
“Non lo so, Colonnello...” rispose una giovane un po' più giovane “... in effetti doveva essere già qui... comincio a preoccuparmi... in città vi era troppa confusione...”
“Ecco cosa accade” replicò il Colonnello “quando si visitano questi paesi poco civilizzati... le rivoluzioni sono sempre all'ordine del giorno... e magari lui si sarà fatto invischiare in qualcuna di quelle faccende... anzi, sono certo che riguarda anche qualche donna!”
“Appena tornerà, lasceremo queste terre.”
“Non mi avete ancora detto dove ci dirigeremo...” fece il Colonnello “... resteremo in Asia? Io proporrei di cambiare... la Guiana Francese! Cosa ne dite?”
“Potrebbe essere un'idea.” Annuì l'altro. “Prima però bisogna recapitare un quadro.”
“Che quadro?”
“Un quadro particolare che attende un gran signore.”
“Troppi affari svolge quel ragazzo...” sbottò il Colonnello “... speriamo solo che si degni di non farci attendere troppo... presto comincerà la stagione dei Monsoni...”
Guisgard
27-11-2013, 21.02.16
Roberto trovò delle tenaglie a terra e liberò Diomede dalle sue catene.
Poi con Clio lo condussero fuori da quel luogo di dolore e disperazione.
Alla luce del giorno udirono il discorso di Ferdinando.
“Allora” disse Roberto “forse le cose cambieranno davvero... a casa mia saremo al sicuro...”
Raggiunsero così Palazzo Fiosari.
Qui chiamarono il medico di famiglia e Diomede fu messo a riposare.
Alla fine del giorno, stanco, Roberto uscì in giardino.
E restò a fissare il cielo crepuscolare di Sygma.
Mille inquietudini lo tormentavano.
Ripensava alle parole di Clio.
A ciò che voleva e a ciò che doveva.
E rimase là, a mirare le prime stelle nascenti di quella sera ormai prossima.
Guisgard
27-11-2013, 21.11.09
“No, non vi è giustizia...” disse Velv ad Elisabeth “... per nessuno temo... né ricchi, né poveri... quanto a me, anche io temo non ho più nulla da fare qui... Azable è fuggito ed io ho altro lavoro da fare... ma non dimentico il nostro patto... avete svolto metà lavoro, dunque metà paga vi spetta... vi riporterò così a casa vostra... nella vostra Camelot...” e le fece l'occhiolino.
Avrei voluto restare a vegliarlo giorno e notte, sembrava così sereno nel sonno.
Gli tenevo la mano, sussurrandogli parole di conforto.
Volevo vederlo aprire gli occhi, o anche solo sentire il suo respiro scivolare nel sonno.
Era vivo, salvo! Le lacrime continuavano a scorrere sulle mie guance.
Era finito tutto, Missani, Mirabole, il quadro.
Fu veramente una liberazione.
Ad una certa ora, però, il medico insistette perché andassi a riposare anche io.
Lasciai a malincuore la stanza di mio fratello, voltandomi più volte per essere sicura che non fosse un bel sogno.
Gli avvenimenti della giornata erano stati decisamente troppi, ero stanca, ma sveglia.
Iniziai a passeggiare per il palazzo, cercando il posto che preferivo: il giardino.
Sognavo ancora di poter scorgere il mare oltre quelle aiuole fiorite, potevo chiudere gli occhi e immaginare la brezza delle onde invadere l'aria, potevo sentirmi a casa.
Mi bloccai sulla soglia, scorgendo Roberto.
Sorrisi, impaziente di raggiungerlo.
Ma poi notai il suo sguardo, il modo in cui camminava, e non riuscii a muovermi.
Restai per un po' ad osservarlo di nascosto.
Una volta partita per Crysa, quando l'avrei rivisto?
Così, impressi nella mente ogni lineamento del suo viso, il riflesso nei suoi occhi scuri, i capelli che gli incorniciavano il viso, le mani affusolate, il portamento elegante.
Mi immersi in quell'attimo di beatitudine, desiderando che durasse per sempre.
Poi mi riscossi, al sorgere di un idea.
Non ci misi molto, dopo pochi minuti ero di ritorno, con due calici di vino sygmese in mano.
Respirai profondamente ed entrai nel giardino, avvicinandomi a Roberto.
"Come mai così pensieroso, mio caro?" sussurrai, porgendogli il vino "..è stata una lunga giornata ma.. dobbiamo festeggiare.." sorrisi "..Diomede vorrebbe che bevessimo alla sua salute!" lo fissai negli occhi "..Grazie Roberto, di tutto..".
Talia
27-11-2013, 21.35.46
Quelle voci...
le ascoltavo in silenzio...
una era anziana, non la conoscevo...
il Colonnello...
non conoscevo nessun colonnello, pensai...
l’altra... forse l’avevo già sentita... ma dove?
Ero ancora un po’ confusa...
e ascoltavo quei discorsi...
la Guiana Francese... l’Asia... i... i Monsoni?
Di cosa parlavano quelle voci?
Mi chiesi dove fossi...
forse ero ancora in un sogno...
ricordavo il viso di Guisgard, la sua voce, le sue braccia che mi sorreggevano mentre le gambe cedevano per quella ferita...
dov’era Guisgard?
Perché non c’era più?
Richiusi gli occhi...
il fianco mi faceva male...
ci misi una mano sopra, il calore mi fece sentire vagamente meglio...
La Guiana Francese, pensai...
ma dov’era?
Mi sentivo terribilmente stanca...
richiusi gli occhi...
Camminavo spedita, il mento caparbiamente alto, gli occhi fissi davanti a me...
“Ci vai?” disse ad un tratto la sua voce.
Mi bloccai e mi voltai di nuovo a guardarlo, ero arrabbiata.
Non risposi.
“Ci vai o no?” ripeté.
“Certo!” ribattei, vagamente risentita.
“Con chi?” chiese, dopo qualche istante.
“Che t’importa?” sbottai “Non hai appena detto che non ci tieni e che disprezzi chiunque ci vada?”
Lui mi fissò in silenzio.
Io rimasi per un attimo ferma... immobile, in attesa che parlasse... ma non lo fece.
Allora mi voltai di nuovo, per andarmene.
“Ci vai con lui?” la sua voce era quasi arrabbiata, ora.
“Jacopo me l’ha chiesto...” risposi, ma senza guardarlo, questa volta.
Lui rimase in silenzio a lungo... io avevo gli occhi fissi a terra...
“Guisgard...” gridò ad un tratto la voce di Francesco “Guisgard, dove sei?”
Lo sentii esitare solo per un istante... poi, senza aggiungere altro, corse via, da suo fratello...
Io mi voltai e lo osservai allontanarsi...
‘Perché non mi hai chiesto di accompagnarmi tu, stupido?’ mormorai tra le lacrime, con gli occhi che bruciavano di rabbia e delusione ‘Perché?’
Altea
27-11-2013, 22.15.16
Fu cosi che andai via da quella calca di gente...dovevo finire ciò che Azable aveva impedito facessi.
Non vi era più motivo per me rimanere a Sygma, camminai per la cittadina, passai di fronte la casa di Altafonte e diedi solo un leggero sguardo chinando il capo...sarebbe stato lui il mio unico Amore ma il destino era stato ingiusto con me.
Mi fermai con un anziano e chiesi la via che portava a Camelot...per un pò avrei camminato, poi avrei trovato un passaggio e cosi uscii dalla città e mi incamminai verso Camelot...devo dire a mia madre come quel conte anziano vuole il velo...almeno li devo essere colei che ha avuto tra tutte le sue mogli il velo da sposa più lungo.
E camminavo pensando al matrimonio che mi avrebbe aspettato, alla mia inutile fuga da Camelot con i rivoli di lacrime che scendevano sul volto...a volte non tutte le storie hanno un lieto fine...come nella vita reale.
Guisgard
28-11-2013, 01.31.29
Roberto prese il bicchiere dalla mano di Clio, sfiorandole delicatamente le dita con le sue.
“Si...” disse annuendo “... brindiamo a Diomede... ma anche a Sygma, a Crysa e a tutte le terre del mondo affinchè non conoscano più guerre e rivoluzioni...” la guardò “... vuoi conoscere i miei pensieri?” Sorrise malinconico. “Ma tu li conosci già... li hai sempre saputi... tu più di chiunque altro... la storia del quadro e di Mirabole ci ha più volte messo davanti al nome di Capomazda... sai cosa dicono i Capomazdesi di Sygma? Che è la terra dell'amore... e sempre per amore un giorno, così narra una loro antica leggenda, la conquisteranno... Clio... io non voglio perderti... non voglio rimpiangerti per tutta la vita... ma so che il tuo posto ora è a Crysa, con Diomede... il vostro popolo vi aspetta... ma se tu deciderai di aspettarmi, io un giorno, ti giuro, tornerò... non domani forse... ma presto o tardi e ci resterò per sempre... ma devo prima risolvere alcune questioni qui... ho l'onere del mio casato... ma io ritornerò a Crysa... se tu mi aspetterai davvero...”
Guisgard
28-11-2013, 01.41.38
La dama sorrise ed annuì a quelle parole di Parsifal.
“Siete molto saggio, cavaliere...” disse “... farò tesoro delle vostre parole... e vi sono debitrice.”
“Allora, milady...” intervenne Ewin “... consigliateci quale di questi sentieri prendere...”
“Dove siete diretti?” chiese la dama.
“Al Castello Merlato.” Rispose Ewin.
“A destra troverete la tradizione...” spiegò lei “... a sinistra il nuovo... e al centro, invece, la pacatezza...”
Guisgard
28-11-2013, 01.50.12
Dopo quel sogno, fatto di un lontano ricordo, Talia riaprì gli occhi.
Il fuoco nel camino, sebbene meno alto, continuava a scaldare quella stanza e il lento consumarsi della legna nella fiamma pareva rasserenare l'animo inquieto della ragazza.
Ad un tratto dei passi e poi la porta si aprì.
Entrò allora una donna dalla pelle ambrata e i tratti esotici.
Indossava uno stretto abito a fasce ed un velo sul capo.
Vide la ragazza e si accorse che era sveglia.
“Salute a voi...” mostrando un rispettoso inchino verso Talia “... che Allah vi protegga... come vi sentite?” E si avvicinò alle coperte.
Poi delicatamente controllò le bende attorno alla ferita di Talia.
“L'infezione si è arrestata...” mormorò la donna “... l'unguento con cui vi ho lavato la ferita sta già facendo effetto... domattina non avvertirete più neanche un lieve dolore.” Sorridendole.
Il cuore iniziò a battere forte, avremmo finalmente messo le carte in tavola?
Stava per.. dirmi che era innamorato di me? Che avrebbe fatto..
Che avrebbe fatto cosa? Pensai tristemente. Sapevo che non c'era nulla che potesse fare.
Più parlava, più il mio cuore accelerava, sperando, aspettando parole che non arrivarono.
Dapprima spalancai gli occhi, increduli, poi chinai il capo e inspirai forte, trattenendo a stento le lacrime.
Perché era così difficile?
Quando li rialzai erano ardenti, furiosi, tristi, appassionati, colmi di emozioni a cui non sapevo dare un nome.
"Non è una questione di tempo, Roberto... né di luogo.. " Dissi, cercando i suoi occhi con i miei "Tu sei sposato, e io non sono una sgualdrina, fine della storia..." Dissi seccamente, muovendo il bicchiere davanti a me.
Spostai lo sguardo sul vino, e sospirai, vuotando il bicchiere.
Mi voltai per cercare un tavolino su cui appoggiarlo.
Non sopportavo di guardare Roberto negli occhi, ma nello stesso tempo non riuscivo a stargli lontana.
Posato il bicchiere, sospirai nuovamente e tornai da lui.
Mi avvicinai, ancora e ancora, finché i suoi occhi non furono vicinissimi.
Come avrei voluto conoscere i pensieri che nascondevano.
Oh, baciami, maledizione! Sono qui, è tutto ciò che possiamo avere... Non so per quanto resterò a Sygma..Baciami!
"Perché?" Sussurrai soltanto dopo un silenzio indefinito "non mi hai dato un motivo..".
Dimmi che mi ami, maledizione! Dimmi che smuoveresti mari e monti per avermi.. Che combatteresti contro tutto e tutti per me...
Era utopia, era pura utopia, e lo sapevo bene.
"Che cosa mi stai chiedendo esattamente, Roberto?" Se non parlava lui, l'avrei fatto io "..di amarti ogni singolo giorno? Arrivi tardi.. Ti ho amato da quando mi hai presa tra le braccia al Ballo di Mezza Estate, anni fa.. Avrei voluto che il giro durasse un istante e il tuo turno una vita intera.." Sussurrai quasi.
Chiusi gli occhi, impedendomi di continuare, non volevo essere io ad espormi per prima, ma lo amavo e se esisteva anche solo una possibilità dovevo rischiare.
Ma in fondo al cuore, sapevo bene che non avevamo speranza.
Conoscete i suoi sentimenti mi avrebbe fatto sentire meglio?
Sapere che eravamo infelici in due avrebbe fatto differenza? Forse, non lo sapevo.
Era stato bello in quegli anni immaginarlo felice, nonostante non fosse con me.
"O mi stai chiedendo di non sposarmi?" Continuai, scacciando quei pensieri "..sai bene che non è una decisione che spetta a me, Diomede è vivo e vegeto... E dai nostri matrimoni dipende la sopravvivenza della dinastia!" Scossi la testa "Che cosa vuoi da me? Che rimanga nubile e passi ogni giorno ad osservare il mare sperando di vederti arrivare?" Lo guardai con gli occhi ormai velati di lacrime "..credi che non lo farò comunque? Che non l'abbia fatto ogni giorno in questi tre anni?" Sbottai "non potrai mai sposarmi... Mai.. Lo so.. Non puoi nemmeno lasciare qui Selenia e far finta di niente... Non prendermi in giro, Roberto, ti prego.. Non darmi false speranze.." Sussurrai "..io ti aspetterò, certo che lo farò.. Ma ho da offrirti solo il mio cuore. Perché solo di quello posso disporre.. Ma forse per te non sarà abbastanza.." Scossi la testa "Non ho scelta, capisci? Il mio futuro.. Dipende da Diomede, da Crysa.. Non da me.." Alzai gli occhi a cercare di nuovo i suoi "..ma, per quello che vale, ti amerò ogni singolo giorno della mia vita..." Mormorai tra le lacrime.
Parsifal25
28-11-2013, 15.48.21
"Son lieto di averle donato un pò di riso, Milady" espressi con riverenza. Negli occhi della dama si poteva leggere la leggerezza e la tranquillità che di certo le donano maggiormente dopo il nostro dialogo.
Subito dopo Emin, intervenne e chiese quale direzione percorrere per giungere al Castello Merlato, la risposta data somigliava ad un nuovo ed intrigante enigma che meritava di esser appurato con molta attenzione:
Tradizione;
Nuovo;
Pacatezza
erano le alternative presentate. Mi soffermai' a riflettere sul loro significante.......finché non optai' per la via della pacatezza. L'importante in questo viaggio era cercar di mantenere il giusto equilibrio fra tradizione e nuovo; almeno era come la vedevo io.
"Caro amico......io opterei' per la via che conduce al centro. Tu, quale preferiresti?"
Talia
28-11-2013, 16.35.24
Quanti sogni...
sogni che si confondevano con ricordi...
lui...
la cappellina di San Michele...
le nostre discussioni...
lui...
il modo in cui sapeva farmi arrabbiare e la facilità con cui sapeva farmi sorridere...
Il fuoco era un po' più basso, adesso, e la stanza in cui mi trovavo un po' più buia... quelle voci di poco prima non c'erano più...
non avrei saputo dire quanto tempo fosse passato, né se fosse giorno o notte in quel momento...
Poi, ad un tratto, udii dei passi e una donna giunse nella stanza...
“Salute a voi...” mostrando un rispettoso inchino verso Talia “... che Allah vi protegga... come vi sentite?” E si avvicinò alle coperte.
Poi delicatamente controllò le bende attorno alla ferita di Talia.
“L'infezione si è arrestata...” mormorò la donna “... l'unguento con cui vi ho lavato la ferita sta già facendo effetto... domattina non avvertirete più neanche un lieve dolore.” Sorridendole.
Il mio sguardo la seguì in silenzio mentre si muoveva e parlava...
non avevo idea di chi fosse né di che cosa stesse parlando, non sapevo neanche dove ci trovassimo, ma in fondo non era quella la cosa più importante...
sapevo solo di aver chiuso gli occhi tra le sue braccia...
"Lui dov'è?" mormorai allora, e la voce mi uscì lieve e affaticata "Dov'è Guisgard?"
Guisgard
28-11-2013, 20.31.10
Talia non terminò neanche di pronunciare quel nome che subito la stanza sussultò.
Poi un fischio lontano.
Di una barca.
“Tra breve” disse la donna alla ragazza “questo panfilo partirà.” Sorrise. “E' l'Oltrarno ed è di proprietà del Cavaliere di Altafonte...”
Un attimo dopo il panfilo si mosse.
Entrarono allora, dopo aver bussato, Ermiano e una guardia araba.
Questi era il marito della donna e Ermiano congedò entrambi.
“Vedo vi siete rimessa, milady...” fece il servitore “... vi ho portata questa... è una tisana... prendetela ora che è calda...” e offrì la tazzina a Talia.
Guisgard
28-11-2013, 20.37.31
Roberto la baciò.
Baciò Clio all'improvviso, come se volesse farla smettere di parlare.
Perchè le parole non contavano più.
E fu un bacio lungo, appassionato, desiderato e sognato da sempre.
Un bacio reso intenso dalle braccia di lui attorno al corpo di lei.
E ora lei si sentiva protetta.
E quel bacio durò un tempo indefinito.
“Sono stanco” disse lui in un sussurro, assaporando ancora le labbra di lei “di sguardi rubati, sospiri trattenuti e parole mai dette... e non ho altro linguaggio ora che non sia questo...” la baciò ancora.
A lungo.
Quasi incurante di non essere da soli in quella casa.
“Aspettami...” mormorò poi “... che sia a Crysa o in cima al mondo... aspettami... io verrò...”
Poi d'improvviso dei passi e i due giovani amanti fecero un passo indietro.
Apparve il medico.
“Il ragazzo sta meglio...” mormorò l'uomo “... è solo un po' provato dalla prigionia... un po' di riposo e poi sarà come nuovo... mi ha detto di non vedere l'ora di poter ritornare sulla sua isola.”
“Dio sia lodato.” Esclamò Roberto.
Talia
28-11-2013, 20.57.22
Ci muovemmo e io sussultai...
eravamo su una barca?
Fissai la donna, stupita... ma quella non disse altro ed io capii che non avrebbe parlato più... non lei... probabilmente non era suo compito...
Entrarono allora, dopo aver bussato, Ermiano e una guardia araba.
Questi era il marito della donna e Ermiano congedò entrambi.
“Vedo vi siete rimessa, milady...” fece il servitore “... vi ho portata questa... è una tisana... prendetela ora che è calda...” e offrì la tazzina a Talia.
Tentai di alzarmi un po', ma invano... così mi rassegnai e rimasi dov'ero.
"Ermiano..." dissi allora, prendendo la tazza e poggiandola su un basso tavolino giusto accanto al letto "Ermiano, vi ringrazio... ma vi prego... vi prego... ditemi dov'è lui... voi lo sapete! L'ultima cosa che ricordo è un duello... vi prego, ditemi che Guisgard sta bene..."
Guisgard
28-11-2013, 21.17.41
“Il duello” disse Ermiano a Talia “si è concluso... lui è ritornato e noi stiamo salpando... lasceremo Sygma, per ora... dobbiamo recapitare una cosa... ma ve ne parlerà lui...” e si voltò, guardando verso la porta, oltre la quale vi era il ponte del panfilo.
“Sabù!” Chiamò allora Ermiano.
Un attimo dopo un ragazzino dai tratti orientali si presentò nella stanza.
“Quando milady te lo chiederà” fissandolo Ermiano “tu ti presterai ad aiutarla per raggiungere il ponte.”
“Si, signor Ermiano!” Esclamò il ragazzo.
Non riuscirei a descrivere cosa provai in quel momento, forse non esistono parole che possano rinchiudere una felicità tanto grande con la miriade di emozioni che l'accompagnano.
Per un lungo, intenso, appassionato momento, dimenticai ogni cosa, lasciandomi trasportare dalla passione di quelle labbra, di quelle braccia che mi stringevano, facendomi dimenticare ogni dubbio e ogni paura.
Era molto più di quanto avrei osato sperare.
Ma, ancora una volta, attesi trepidante parole che non giunsero.
"Aspettami" aveva detto, di nuovo, non "ti amo, ti ho sempre amata".
Forse, semplicemente.. non mi amava.
L'arrivo del medico mi evitò di controbattere immediatamente.
Quando se ne andò, mi voltai verso Roberto. L'illusione era durata troppo poco.
"Hai ascoltato una sola parola di quello che ho detto?" chiesi, con gli occhi tristi e appassionati "Non hai risposto ad una sola delle mie domande..".
Mi morsi delicatamente il labbro inferiore, come a voler assaporare ancora quel bacio e sorrisi "Questo è un linguaggio molto convincente, te lo concedo.. ma non rende le cose meno difficili, anzi.." mi avvicinai, sfiorandogli delicatamente la guancia "Sei sposato, Roberto.. sposato.. questo non cambierà, che sia domani, tra dieci anni, a Sygma, Crysa o Capomazda... resterai sempre un uomo sposato.. come puoi pensare che io possa accettare di essere un'amante? Con che coraggio mi chiedi una cosa del genere? Non mi hai ancora dato un motivo.. e, no.. il bacio non vale come motivo.." mi avvicinai, e posai le mani sulle sue spalle "..per una volta, Roberto.. per favore.. parlami! Sono stanca anch'io di sguardi rubati, sospiri trattenuti e parole mai dette.." sorrisi, posandogli un lieve bacio sulle labbra "..e non provare a distrarmi.." aggiunsi, maliziosa "..voglio una spiegazione, e poi andremo a vedere come sta mio fratello, che devo tempestare di domande anche lui.." sorrisi.
Ero felice, e triste, e terrorizzata e furiosa, ma di nuovo felice, e poi inquieta, in fin dei conti.. innamorata.
Talia
29-11-2013, 01.23.49
Sospirai e scivolai di nuovo indietro, sul cuscino...
stava bene...
chiusi gli occhi e sorrisi...
stava bene.
Del resto non mi importava più... non mi importava di niente altro in quel momento.
Rimasi per lunghi minuti distesa sulla schiena con gli occhi chiusi, solo assaporando quel momento...
la mano ferma sulla fasciatura...
inspirando lentamente, come a voler recuperare abbastanza forza per alzarmi...
Ma la voglia di raggiungere quel ponte era tale, ormai, che quasi non sentivo più quel dolore, quella spossatezza...
Riaprii gli occhi...
"Sabù..." chiamai allora, tendendo la mano al ragazzino che era rimasto tutto il tempo vicino alla porta "Sii gentile, ti prego... aiutami un momento..."
Lentamente mi alzai, allora...
c'era un mantello adagiato su di un divanetto proprio accanto al letto... lo presi e me lo sistemai sulle spalle, per poi avvolgermici, nascondendo la mia ferita...
Poi, appoggiandomi appena alla mano di Sabù, mi diressi verso la porta della cabina e la aprii...
Guisgard
29-11-2013, 01.30.13
“Sei sempre stato il primo all'accademia...” disse Emin a Parsifal “... dunque seguiremo il tuo istinto... andiamo al centro...”
I due così, salutata la dama, ripresero il loro cammino imboccando il sentiero al centro.
Penetrarono in una fitta boscaglia, dai bucolici suoni e le atmosfere campestri.
Fino a quando videro da lontano una locanda.
E fuori il porticato che precedeva l'ingresso alcuni uomini bevevano e motteggiavano con allegria.
Guisgard
29-11-2013, 04.27.00
“Dentro di te...” disse Roberto a Clio “... in fondo al tuo cuore sai che ti ho sempre amata... e lo hai sentito di nuovo giungendo qui... ogni giorno, ogni istante trascorso in questa casa, insieme, vicini, persino quando fingevamo di ignorarci... e poi al ballo... e anche adesso... e tu mi chiedi parole... come se i sospiri, gli sguardi, lo sfiorarci appena e questi baci non contassero nulla... forse a te piacciono i tipi egocentrici e teatrali come quell'Altafonte, vero?” Sorrise. “Capaci di una dichiarazione d'amore in piena regola?” Si inginocchiò. “Bella principessa di Crysa...” prendendo la sua mano “... conoscete i miei sentimenti per voi, ma se ciò non bastasse io...” scosse il capo “... ah, queste cose non fanno per me!” Alzandosi. “Clio... Clio, ti amo... e se mi aspetterai io tornerò da te... per farti felice nell'unico modo che conosco... stando insieme per sempre...” strinse le sue mani “... ma ti prego... non chiedermi di scalare il tuo balcone... non ora almeno...” le fece l'occhiolino e la strinse forte “... ti giuro che la separazione sarà breve...”
All'improvviso arrivò uno dei domestici.
“Il ragazzo chiede di voi, milady...” mormorò fissando Clio.
“Si, ora andremo da lui...” annuendo Roberto “... mia moglie è in casa?”
“E' con messer Strozzi...” rispose il domestico “... conosce le persone giuste nella nuova corte reale...”
“Già...” fece Roberto “... conosco messer Strozzi... un noto donnaiolo...” guardò Clio “... forse la nostra separazione sarà ancora più breve...” le sorrise ancora “... andiamo da Diomede...” sussurrò.
Guisgard
29-11-2013, 04.36.26
Il piccolo Sabù aiutò Talia ad uscire da quella stanza.
Il panfilo era già salpato e ormai la città appariva ora ad una buona distanza dietro di loro.
Stavano risalendo il fiume e presto avrebbero raggiunto la baia.
Il Sole invase subito il volto di Talia, facendole chiudere per un momento gli occhi, abituati ancora alla penombra della stanza.
Quando li riaprì vide la prua del panfilo, sulla quale si stagliava un'austera figura.
Avvolta in un lungo mantello stava di spalle e fissava davanti a sé.
Il vento gonfiava i suoi capelli e faceva svolazzare l'alto bavero della sua cappa.
Ma lei lo riconobbe subito.
Era lui, Guisgard.
Il cuore iniziò a battere forte, per poi calmarsi, e l'ansia lasciò il posto ad una dolce felicità che mi avvolse come un caldo manto in un gelido mattino di Novembre.
Allora non mi ero immaginata tutto, allora mi amava davvero..
"Mi bastava sentirti dire che mi ami, che mi hai sempre amata... insomma, potevo anche essermi immaginata tutto.. potevo aver frainteso i tuoi sguardi.. qualcuno una volta mi ha detto che ho una fervida immaginazione.." sorrisi, stringendomi a lui "..vorrei essere così romantica da chiederti di scalare il mio balcone.. ma ciò che intendevo era molto più pratico.. non capisco come tu possa considerare un dettaglio irrilevante il fatto che tu sia sposato... Finché lo sarai.. io.." abbassai lo sguardo, arrossendo "..non sai quanto è stato difficile dormire qui, sapendo che tu eri con lei..." sussurrai "..non è una questione di tempo... ti aspetterò se esiste una possibilità..".
Mi fermai, avevo parlato abbastanza.
Restai immobile tra le sue braccia, assaporando la dolce felicità di averlo accanto.
All'improvviso arrivò uno dei domestici.
“Il ragazzo chiede di voi, milady...” mormorò fissando Clio.
“Si, ora andremo da lui...” annuendo Roberto “... mia moglie è in casa?”
“E' con messer Strozzi...” rispose il domestico “... conosce le persone giuste nella nuova corte reale...”
“Già...” fece Roberto “... conosco messer Strozzi... un noto donnaiolo...” guardò Clio “... forse la nostra separazione sarà ancora più breve...” le sorrise ancora “... andiamo da Diomede...” sussurrò.
Sorrisi, era questo che aveva in mente? Povera Selenia!
"Dubiti dell'onore di tua moglie, conte Fiosari?" dissi piano "..Andiamo da Diomede, se vuoi un futuro con me.. è lui che devi convincere, lo sai.. prima che decida di fidanzarmi con qualche reale europeo.. sempre che ne sia rimasto qualcuno.." strizzai l'occhio.
Nel tragitto, rammentai le sue parole di poco prima.
"Cos'è questa storia di Altaforte? Non ti è mai piaciuto quel tipo eh? Ricordo i tuoi commenti al ballo.. E' un bell'uomo, certo.. e ci sa fare con le donne, te lo concedo.. ma sta pur certo che non fa per me.." sorrisi, divertita "..ma c'è una cosa che non sai.. anche se non ha più importanza ormai.." lo guardai, felice "..era davvero lui, Mirabole.. Avevo ragione!" battendo le mani come una ragazzina "Anche se non ho ben capito se fosse anche davvero lui il fratello di Francesco, che tutti credevano morto.. beh, poco importa." sorrisi "Maledizione, Francesco!" mormorai tra i denti, rendendomi conto che l'aveva fatta franca.
Ma ero troppo felice per serbare rancore.
Quando arrivammo davanti alla mia stanza, mi balenò un'idea e feci cenno a Roberto di fermarsi.
"Ci metto un secondo.." dissi sorridendo "..tu resta qui!" gli ordinai, divertita.
Uscii poco dopo, reggendo un fagotto avvolto nella seta.
"Andiamo.." dissi.
La porta si aprì lentamente, e io riuscii a scorgere mio fratello.
Corsi da lui, appoggiando il fagotto su una poltrona, mi sedetti sul letto e lo abbracciai forte, con gli occhi pieni di lacrime.
Alzai il viso e sorrisi "Come vi sentite, Altezza?" spostandogli delicatamente una ciocca di capelli dal viso.
"Ho una cosa per te.." mi alzai e tornai alla poltrona, disfando delicatamente il fagotto, liberando la spada di mio padre.
Mi voltai nuovamente verso Diomede e gliela porsi.
"Lunga vita al re.." sussurrai tra le lacrime, senza sapere se mi stessi riferendo a lui o a nostro padre.
Non sapere era logorante, ma non osavo tempestarlo con tutti i miei interrogativi, restai in silenzio, nella speranza che fosse lui stesso a raccontare.
elisabeth
29-11-2013, 19.28.32
Guardai Velv e sorrisi......" Metà lavoro dite ?.....io penso di averlo svolto tutto...quell'uomo e' un demonio.......ma accetto solo se...mi aiuterete a sistemare il tetto.... un pasto caldo.....e un sacco di marmocchi tra i piedi...sarà la vostra ricompensa a questo lavoro....non sarà male vedrete......"...gli tesi la mano.....aspettavo che me la stringesse....così come si fà quando si chiude un patto....
Guisgard
29-11-2013, 20.56.41
“Altafonte...” disse stupito Roberto a Clio “... Mirabole? Impossibile! Non posso crederlo! Ma da cosa lo deduci? A me sembrava solo un damerino e un Don Giovanni da strapazzo...” incredulo lui.
Poi Clio prese quel fagotto e insieme i due andarono da Diomede.
Questi era nel suo letto, ma già in buono stato.
Clio allora strinse fra le braccia suo fratello e i due piansero a lungo di felicità.
E piansero ancora quando lui impugnò la spada di loro padre.
“Se valgo almeno la metà di lui” mormorò Diomede “con questa spada riporterò la pace su Crysa...” guardò Clio “... fuggii dalla nostra isola dopo la rivolta degli ultimi... dopo varie peripezie giunsi qui a Sygma... avrei aiutato alcuni compagni qui contro i liberali, in cambio del loro sostegno... ma fummo scoperti ed arrestati... il resto lo sai... in prigione però mi arrivò una lettera... di un misterioso Cavaliere di Altafonte...”
“Ancora lui...” mormorò Roberto.
“Lo conoscete?” Chiese Diomede.
“Si, ma va avanti, ti prego...” fissandolo Roberto.
“Egli mi scriveva che appena libero dovevo recarmi a Capomazda...” riprese Diomede “... lì avrei trovato alleati... è strano... quell'uomo sembrava sapere della prossima fine della mia prigionia...” sorrise “... io però farò come mi ha detto... e da Capomazda salperò poi per Crysa... a riconquistarla... e se nostro padre è ancora vivo, come sento, lo libererò... tu verrai con me, vero, Clio?”
Talia
29-11-2013, 21.00.46
Appena riaprii gli occhi lo vidi, lì in piedi, sulla prua del panfilo...
era di spalle, eppure lo riconobbi subito... e fui subito colpita da una forte sensazione... intensa, grave... la sensazione che fosse teso, o preoccupato... e istintivamente sperai che non lo fosse per causa mia, perché io ero lì.
In fondo, pensai, né Ermiano né la donna mi avevano detto niente di preciso...
Distrattamente sorrisi a Sabù, dunque, facendogli segno che potevo continuare da sola.
Mi appoggiai al parapetto, dunque, ed inspirai appena, avvolgendomi di più nel mantello che dalle spalle mi scendeva fino ai piedi.
Esitai per qualche minuto...
Poi, lentamente, sempre sostenendomi appena al parapetto, mi avvicinai alla prua della nave...
salii gli scalini, piano, silenziosamente...
e, sempre in silenzio, lo raggiunsi...
“Se avessi un tesoro di cui disporre...” mormorai, avvicinandomi piano alle sue spalle “Lo impiegherei tutto adesso, per conoscere i pensieri del Capitano di questa nave...”
Ascoltai il discorso di Diomede, con le lacrime agli occhi.
“Dici.. che potrebbe essere ancora vivo? Insomma, hai visto cos’hanno fatto allo zio e a tutti gli atri.. quando ho sentito la parola repubblica ho pensato che non vi fosse più speranza per lui…” scossi la testa.
“Altaforte eh… ma certo che sapeva.. probabilmente sapeva tutto fin dall’inizio.. ecco perché mi ha detto che avrebbe liberato l’innocente.. forse, non si riferiva solo a Francesco ma anche a te..”.
Annuii “Certo che verrò che con te, che domande! Non credere che sia stata con le mani in mano mentre eri in prigione..” sorrisi “…Non riuscirai a tenermi lontano dalla battaglia, caro fratello.. non c'è riuscito nostro padre..”.
Lanciai a Roberto uno sguardo d’intesa, dovevo parlare adesso. E lui doveva appoggiarmi, se voleva che potessi aspettarlo.
“Ma ti chiedo una cosa… se riusciremo a riprenderci il nostro regno, non voglio più lasciarlo.. so bene qual’è il mio posto ma.. sono successe troppe cose, Castel Fiorito, l’assalto al Palazzo, qui che ho dovuto dare la caccia ad un ladro.. la battaglia che ci attende.. non riuscirei a restarmene in disparte, ad obbedire docile..” mi stavo ingarbugliando, dovevo parlare chiaro “…permettimi di combattere al tuo fianco, di restare su Crysa per sempre e… ti prego.. permettimi di decidere del mio destino.. sai quanto sia cocciuta.. “il dovere prima di ogni cosa”.. renderò onore al nostro popolo, e non disonorerò mai il nostro nome.. te lo prometto ma.. ti prego.. non decidere per me.. non usarmi come una pedina.. il mio posto è accanto a te, a Crysa..”.
Abbassai lo sguardo “..e se non ci riusciremo.. allora beh, nulla avrà più importanza… restituiremo alla nostra terra il sangue che le appartiene..” sorrisi “..ma io so che ce la faremo.. io so che torneremo vittoriosi..”.
Guisgard
29-11-2013, 21.36.07
Guisgard si voltò di scatto a quella voce.
Come se il vento avesse portato a lui quelle parole simili al fruscio delle onde e al canto degli uccelli sull'acqua.
La guardò.
A lungo.
“Mi avevano detto” disse piano a Talia “che la ferita non era grave... sono venuto a vederti appena tornato, ma dormivi... e così sono rimasto a fissarti... invidiando i tuoi sogni...” si mosse appena, facendo aprire il mantello, che si lasciò gonfiare dal vento “... ti ho rapita, lady Talia... ti ho portata via come bottino... sono Mirabole e tu sei la mia preda...” le si avvicinò per poi stringerla “... stiamo portando il Verziere Fiesolano a Capomazda... il furto lo ha commissionato l'Arciduca... quel quadro serve per vincere un'antica maledizione... cos'è una maledizione?” Sussurrò stringendola al suo petto. “Qualcosa che ti incatena, che non ti rende libero... ma l'Amore non è una maledizione... tu non sei libera... poiché io ti voglio per sempre per me, Talia... per sempre...”
E fissarono Sygma che liberava la sua bellezza tra lo splendore delle dolci colline che l'avvolgevano, già pullulanti del chiarore luminoso dei suoi borghi lontani e incantati.
http://www.theerrolflynnblog.com/wordpress/wp-content/uploads/ErrolOlivia97.jpg
Guisgard
29-11-2013, 21.44.39
Diomede strinse all'improvviso la mano di Clio.
“Tu sarai al mio fianco...” disse fissandola “... solo col tuo aiuto Crysa sarà di nuovo nostra...”
Ad un tratto una mano strinse quelle dei due ragazzi.
Era quella di Roberto.
“Ci sarò anche io...” mormorò “... se mi vorrete con voi...” guardò Clio “... infondo Crysa è anche casa mia...”
“So che hai vegliato su Clio mentre ero in prigione...” fece Diomede “... e a te l'affiderei ancora...” sorrise “... e credo che neanche alla nostra giovane valchiria ciò sia sgradito...” e rise.
Roberto arrossì, per poi ridere anch'egli.
Guisgard
29-11-2013, 21.47.38
Velv fissò Elisabeth e sorrise.
“Siete risoluta e caparbia...” disse stringendole la mano “... potreste essere un'ottima cacciatrice di taglie, sapete? E sia...” annuì “... vi riporterò a casa e per ricompensare i guai passati vi aiuterò a sistemare il tetto... ma badate che non riuscirete a trasformarmi in un uomo domestico...” rise appena “... andiamo... la nostra avventura qui è conclusa...” e la condusse dai suoi compagni.
Poco dopo lasciarono Sygma diretti verso Camelot.
Sorrisi nel vederli ridere e coalizzarsi per prendermi in giro, come al solito.
“Bravi bravi.. ridete alle mie spalle..” dissi, fingendomi offesa.
Ero davvero felice, con Diomede e Roberto al mio fianco, ogni impresa sembrava possibile.
Lui voleva partire con noi! E mio fratello era d'accordo!
Alzai gli occhi verso Roberto “..non avevi.. una faccenda da sistemare prima della partenza?” dissi, sorridendo maliziosa “..sai, quel piccolo dettaglio di cui sembri sempre non curarti.. ti conviene fare in fretta… Il nostro principe, qui, vorrà partire a giorni..” stringendo nuovamente la mano di Diomede, e fancendogli l'occhiolino.
Cercai gli occhi di Roberto con i miei e lo fissai intensamente “..perché ti voglio al mio fianco.. per sempre..” dissi, senza curarmi del fatto che mio fratello fosse lì con noi.
Aveva sempre saputo cosa ci legava, ed ero felice di vedere che non aveva intenzione di ostacolarci.
Non sapevo come avrebbe fatto Roberto a liberarsi dal matrimonio con Selenia, e non mi importava.
Volevo solo che ci riuscisse e in fretta, così da poter essere mio, e mio soltanto. Perché io, sua, lo ero sempre stata.
Parsifal25
30-11-2013, 01.04.04
"Suvvia Emin.....sei sempre pronto a farmi complimenti; anche tu non sei da meno...." dissi ridendo.
Avevo soltanto utilizzato il concetto dell'introspezione soggettiva, di certo non volevo indurre una scelta forzata. Percorremo la via centrale e ci ritrovammo immersi nel l'abbraccio di Madre Natura e delle sue splendide opere d'arte, i suoni delle sue creature, il fruscio delle foglie e il vento che lambiva le chiome degli alberi erano l'innesto perfetto di una sinfonia. Fu davvero confortante traversare quella via.
Era già alto il sole quando vi uscimmo dalla boscaglia, finché non ci ritrovammo dinanzi ove un gruppo di uomini festeggiava allegramente......non volevo disturbare la loro euforia, ma vaevo bisogno di informazioni.....presi coraggio e chiesi:
"Perdonate messeri, è questa la via che conduce al Castello Merlato?"
Guisgard
30-11-2013, 02.14.50
Quella sera trascorse così, ridendo e scherzando, ma anche col cuore colmo di speranza.
Liberare Crysa dal caos non era cosa semplice e di questo sia Clio che Diomede ne erano coscienti.
Ma ciò che era avvenuto a Sygma sotto i loro occhi faceva si che anche per la loro terra potesse esserci una possibilità.
Passarono pochi giorni e già Diomede era pronto per partire.
Cilo lo avrebbe accompagnato naturalmente.
La loro meta ora era Puteos, da sempre porto controllato da Capomazda.
Da lì avrebbero raggiunto il cuore del ducato, riuscendo poi ad avvicinare la fazione filo aristocratica esule da Crysa, così da organizzare l'offensiva contro le deboli cittadelle repubblicane che si erano divise il controllo dell'isola.
A Sygma invece scoppiò poco dopo lo scandalo tra Strozzi e Selenia.
Roberto salvò il suo onore uccidendo a duello il libertino, per poi rinnegare sua moglie nella vergogna.
Il giorno di Sant'Andrea arrivò così a Capomazda, festante per i Ludi Eroici, dalla quale raggiunse pochi giorni dopo Brindisi.
Da qui salpò per l'Oriente, giungendo a Tessalonica.
Qui la fazione aristocratica lo fece imbarcare per Crysa, dove ritrovò Diomede e la sua amata Clio.
Ed il loro amore, come le loro avventure, saranno narrate da ballate e poemi Capomazdesi, dando spunti a tante nuovo storie.
Guisgard
30-11-2013, 02.29.45
“Il Castello Merlato...” disse uno di quegli uomini interrogato da Parsifal “... si, ne ho udito da qualche parte il nome...” annuendo “... tu sai forse dove si trova con esattezza?” Chiese ad uno di quelli che festeggiavano con lui.
“Si, ho sentito anche io questo nome” rispose “ma non conosco il luogo in cui sorge. Voi cosa sapete di quel castello?” Domandò agli altri.
Ma nessuno sembrava sapere dove si trovasse quel maniero.
Lo chiesero allora ad un cantore che era con loro.
“Il Castello Merlato” fece il cantore “si trova non molto lontano da qui. Tuttavia oggi non è possibile raggiungerlo, poiché ogni viaggio equivale ad una storia e voi siete solo al suo prologo...” fissando Parsifal “... forse lo raggiungerete... ma non oggi...”
Gli uomini allora invitarono Parsifal ed Emin ad unirsi a loro, per brindare alla vita e a tutti i suoi sogni.
Parsifal25
02-12-2013, 01.33.14
Tutti sembravano non conoscer nulla della giusta ubicazione del Castello Merlato, anzi, non se ne sapeva neanche l'esistenza.
Rimasi esterefatto dall'apprender ciò...... "eppur mi ricordo....che era sito a Nord....."; quel che mi sconvolse maggiormente fu l'affermazione di un cantore che fissandomi negli occhi mi disse ".....siete solo al prologo...." - "che indeva dire ciò......una nuova metafora?" Gli uomini che eran li', ci invitarono ad unirci ai loro canti, ma io non lo feci.....mi stesi su del verde che era li'.......e fissai' il cielo.....
" Cosa significano quelle parole......perché si parla di prologo? Stiam perdendo senza neanche saper dove ciò ci porterà.....eppure.....la dama ci aveva indicato la via......possibile, che abbia sbagliato a prender strada?"
Talia
02-12-2013, 02.36.58
Fissavo il paesaggio scorrere lento, mentre risalivamo il fiume... le colline scivolavano via piano, lievi, come il mio passato.
Lentamente sollevai gli occhi e scrutai Guisgard...
“Mi hai... rapita?” mormorai “E così adesso sono... sono il bottino di guerra del famigerato Mirabole...”
I miei occhi erano nei suoi... fermi... e nei suoi, così chiari, luminosi e belli, vidi di nuovo quel ragazzino scanzonato che avevo conosciuto tanto tempo prima...
Era caldo quel giorno ed io, scappando via da tutti, ero corsa verso il fiume: mi piaceva togliermi le scarpe e bagnarmi i piedi nell’acqua corrente... ma non mi era permesso: mia madre diceva che non era dignitoso e mio padre mi aveva vietato di farlo... così io, qualche volta, fuggivo e mi recavo là di nascosto.
Raggiunsi il fiume, mi avvicinai alla riva e mi sedetti...
ma qualcosa, proprio in quel momento, attrasse la mia attenzione: voci, grida, risate...
Attratta da quell’insolito rumore, dunque, abbandonai i miei propositi e mi inoltrai un po’ nel bosco.
In una piccola radura, un gruppo di ragazzini stavano giocando...
avevano le maniche delle camicie tirate su, qualcuno si era ripiegato i pantaloni fino al ginocchio, qualcun altro indossava un buffo cappello fatto con la carta o un fazzoletto messo come una benda su un occhio...
silenziosamente, mi acquattai tra le foglie e rimasi a fissarli, affascinata...
Rimasi lì per molti minuti...
un folto gruppo di bambini e bambine scorrazzava per la radura...
giocavano...
ai pirati...
pirati...
io non ero neanche certa di sapere cosa fosse un pirata, giacché non erano presenti nel genere di letture che mia madre “consigliava” leggessi...
ma quei ragazzini parlavano di mappe e di tesori, di navi e di fughe per mare...
ed io ero completamente rapita dai loro discorsi.
“Ehi!”
Quella voce all’improvviso alle mie spalle mi fece sussultare... mi voltai.
“Che ci fai tu qui?” disse un ragazzino piccolo e biondo.
“Niente!” ribattei, ma non mi badò: in malo modo mi prese per una manica del vestito e mi strattonò nella radura.
“Ho sorpreso questa che spiava!” disse senza troppe cerimonie agli altri.
“Io non spiavo!” ribattei, con il mento alto e fiero “Io... guardavo...”
Tutti tacquero... ma, dal modo in cui mi guardavano, sapevo che non mi credevano... così come sapevo di non essere la benvenuta lì.
“E per quale motivo ci guardavi?” chiese ad un tratto uno dei ragazzini, facendosi avanti...
lo fissai e lo riconobbi subito: era Francesco de’ Binardi... qualche volta aveva accompagnato suo padre a casa nostra, per parlare con mio nonno.
“Io...” risposi.
“Allora?” mi incalzò lui “Perché non sei con i tuoi amici in città? Ora neanche quando siamo nel bosco ci lasciano in pace? Da quando in qua mandano avanti le ragazze a spiare...”
“No!” tentai di giustificarmi “No... io...”
“Cosa?” insisté lui “Che ci fai qui, allora?”
“Forse...” ad un tratto una voce “Forse è qui solo perché vorrebbe giocare con noi...”
Per qualche momento fu il silenzio mentre un altro ragazzino dagli occhi chiarissimi veniva verso di me...
lo fissavo... e per qualche ragione ero senza parole.
Lui mi sorrise ed io abbassai lo sguardo.
“E’ così?” mi chiese.
Non risposi.
“Andiamo, Guis...” ad un tratto, Francesco “Lo sai chi è? Quelle come lei non vengono con noi a giocare nel bosco...”
“Lo so chi è!” ribatté lui.
Io allora alzai lo sguardo e lo riconobbi a mia volta... Guisgard, l’altro figlio di de’ Binardi... adottato, si diceva.
Ci osservammo per qualche momento...
“Allora...” mi incalzò lui “Vuoi giocare o no?”
Annuii.
Lui sorrise.
“Giochiamo ai pirati...” disse “Vuoi fare il pirata?”
Esitai un attimo, poi scossi la testa...
“Voglio fare la principessa!”
Sorrise...
“Va bene...” disse “E allora vuol dire che sarai la mia preda... io sono il Capitano dei pirati!”
Fu un pomeriggio divertente, spensierato...
lentamente, anche gli altri iniziarono a fidarsi un po’ di me...
Guisgard era un capitano coraggioso e quel pomeriggio ci portò per mari misteriosi e su isole sconosciute alla ricerca di incredibili tesori...
E così il tempo passò senza che io me ne rendessi minimamente conto.
E poi, verso il tardo pomeriggio, accadde qualcosa.
Non lo vidi e non lo sentii arrivare... non avrei saputo dire per quanto tempo era rimasto ad osservarci giocare ai pirati, tuttavia, quando si fece avanti, Jacopo aveva gli occhi che lampeggiavano.
Jacopo era di poco più grande di me e, per qualche ragione, mio padre si fidava di lui... cosa che rendeva il ragazzino, poco più che un bambino, orgoglioso e tronfio nei miei confronti.
“Talia!” disse, facendosi avanti “Potrei sapere che cosa stai facendo?”
“Io...” mormorai, muovendo lo sguardo tra i ragazzini fino a portarlo su Guisgard...
“Noi stiamo giocando...” disse allora lui, venendomi in soccorso “Ai pirati!”
Jacopo ruotò lo sguardo su di lui...
“Non parlavo con te, de’ Binardi!” disse con disprezzo.
“E io ti ho risposto lo stesso!” ribatté l’altro, con il medesimo tono.
Jacopo lo scrutò... poi riportò gli occhi su di me...
“Andiamo, Talia! Torniamo in città!” disse.
“Io non vengo!” dissi.
“Muoviti!” sibilò, gli occhi stretti e cupi.
“Non sei mio padre!”
“Si dà il caso...” disse lui, facendosi avanti e afferrandomi per un braccio “Si dà il caso che tuo padre ti stia cercando... non sarà per nulla contento di sapere dov’eri! E ora andiamo!”
Io mossi lo sguardo intorno, smarrita...
non volevo andare, ma non ero capace ad oppormi...
temevo mio padre e Jacopo lo sapeva... e giocava su questo.
Mossi gli occhi intorno, in cerca di aiuto, ma nessuno guardava: avevano tutti gli occhi a terra, o lontani da me.
Li portai su Guisgard.
Lo fissai e lui fissò me, ma non disse e non fece niente.
Per qualche momento rimasi immobile...
poi chinai lo sguardo...
“Non sei un vero pirata...” gli sibilai, senza guardarlo “Se tu lo fossi, non ti faresti portare via le prede così! Sei solo un ragazzino!”
Non sapevo perché lo avevo detto, ero amareggiata.
In silenzio, allora, e con la testa china, mi avviai dietro a Jacopo.
Avevo fatto pochi passi, che mi sentii afferrare per una mano.
Mi voltai e mi trovai davanti quegli occhi incredibilmente azzurri, limpidi, meravigliosi...
“Un giorno lo sarò!” disse soltanto, pianissimo, fissandomi “Sarò un vero pirata!”
I miei occhi erano nei suoi... fermi... e nei suoi, così chiari, luminosi e belli, vidi di nuovo quel ragazzino che avevo conosciuto tanto tempo prima.
C’erano tante cose che non sapevo ancora: cos’era successo dopo che ero stata ferita, cos’era successo sette anni prima, come si era salvato, cosa aveva fatto in tutto quel tempo, cosa lo aveva convinto a tornare...
eppure non posi nessuna di quelle domande.
Ci sarebbe stato tempo per le domande, dopo.
Ci sarebbe stato tanto tempo.
Ma non era quello il momento, quello era il momento della felicità.
E allora, istintivamente, senza pensare, lo cinsi con entrambe le braccia e mi strinsi a lui, appoggiando la testa contro il suo petto.
Respiravo piano... lentamente... assaporando ogni istante, ogni pur minima sensazione... assaporando ogni pur lieve sfumatura di quella intensa felicità che mi causava da sempre la sua sola presenza.
Infine, con un sospiro, tornai a guardare nei suoi occhi...
“Lo sei diventato...” sussurrai allora, dolcemente, sfiorandogli piano i capelli sulle tempie e dietro la nuca “Lo sei diventato davvero... un pirata... il mio pirata...”
Guisgard
02-12-2013, 03.21.44
Le domande ed i dubbi di Parsifal...
Il futuro di Clio e Crysa...
Il ritorno di Elisabeth dai suoi orfanelli...
Il destino di Altea...
Il viaggio di Guisgard e Talia...
Il Verziere Fiesolano ed il suo segreto...
Oggi tutto si confonde nella medesima leggenda...
La leggenda del Fiore Azzurro...
E quello stesso giorno, davanti alla Cappellina di San Michele ad Altafonte, una ragazza recitava:
“Lo cercan a destra, lo cercan a manca.
Ma lui fugge e di ingannarli mai si stanca.
E' Mirabole, l'inafferrabile e scaltro ladro.
E ora fugge, lontano, portandosi via il quadro.
E chi sarà? Pirata, zingaro, amante o sognatore?
Ma mai smetterà di inseguire quell'Azzurro Fiore.”
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Fine
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