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Guisgard
03-09-2013, 03.59.45
Prologo...
Poco dopo il crepuscolo, quando ormai l'imbrunire aveva ceduto il posto ad una chiara sera finalmente stellata, un elegante calesse trainato da due magnifici cavalli baschi si fermò davanti ad una piccola chiesa.
Il conducente, un uomo di poderosa statura e dai tratti marcati, saltò giù dalla vettura e con fare servile corse ad aprire lo sportellino.
Dal calesse scese allora una figura che tentava di apparire distinta, con un abito scuro, bottoni ottonati, stivali bassi di cuoio ed un lungo mantello color porpora.
Aveva i capelli chiari e pettinati con cura, uno sguardo attento ed un'espressione vagamente tesa.
Indicò allora col pomello del suo bastone il portico della chiesa.
Il poderoso conducente, così, si avviò verso l'ingresso del sacro edificio e vi entrò.
Controllò che tutto fosse tranquillo, si voltò poi verso il suo padrone e lo fissò mostrando un cenno di assenso col capo.
La figura allora si ritrovò, un attimo dopo, all'interno dell'edificio.
Era una sala monoabsidata, avvolta nella penombra, che sembrava racchiudere quello scenario dominato da un silenzio solenne e profondo.
Avanzò così verso un confessionale posto poco prima del presbiterio e spostando la piccola tendina guardò al suo interno.
“Vi aspettavo...” disse una voce dalla piccola grata divisoria da cui parlava solitamente il confessore al penitente.
La figura allora si inginocchiò
“Non credo” fece questa “che quel vostro biglietto mirasse alla redenzione dei miei peccati...”
“E perchè no?” Mormorò la voce nel confessionale. “Si dice che anche l'uomo saggio pecchi sette volte al giorno.”
“Perchè non credo voi siate un prete.”
“Oh, me ne guarderei!”
“Magari il demonio...”
“Credete alla sua esistenza?” Domandò la voce.
“Se esiste Dio” rispose la figura inginocchiata “non vedo perchè non debba esserci anche il Suo nemico.”
“Avrei molte obbiezioni su questa vostra affermazione” replicò la voce “ma non siamo qui per disquisire di teologia.”
“Infatti.” Disse la figura. “Potrei sapere allora chi siete davvero? E cosa volete da me?”
“E' così importante per voi un nome?”
“Si, se quel nome sembra conoscermi così bene.”
“Dopotutto cosa so di voi?” Chiese la voce. “Il vostro nome e poco altro... barone, così vi fate chiamare, Azable... e vi definite anche in altri svariati modi... genio del crimine, artista del misfatto, cesellatore del furto...”
“Si e sono fatti, non parole!” Con una punta di orgoglio Azable.
“Ed è per questo che vi ha fatto venire qui...” disse la voce “... perchè mettiate la vostra arte al mio servizio.”
“Impossibile!” Sentenziò il barone. “Lavoro da solo!”
“Voglio che rubiate per me una cosa... in cambio vi offrirò una rendita vitalizia... una rendita di cui disporrete da questo momento in poi, così da coprire eventuali spese riguardo a ciò che vi chiedo...”
“Ma chi siete voi?”
“La vostra fortuna, amico mio...”
“A... a quanto ammonta questa rendita?”
“Seicentomila Taddei all'anno...”
A quelle parole il bastone del barone, appoggiato al confessionale, cadde a terra.
“Mi...” balbettò Azable “... mi state prendendo in giro?”
“Anche se siamo in una chiesa” con tono basso la voce “vi assicuro che non è stata pronunciata alcuna falsità tra noi...”
“E cosa dovrei rubare per voi?” Chiese Azable.
“Un dipinto...” spiegò la misteriosa voce “... un dipinto conservato a Sygma... nella chiesa di Santa Felicita...”
“Un dipinto?”
“Si... un dipinto che il re ha donato al Clero e che ora è conservato in quella chiesa...”
“Di che dipinto si tratta?”
“Il titolo è Verziere Fiesolano...” la voce “... opera di un anonimo pittore che lo dipinse sotto dettatura di un poeta...”
“Un quadro si dipinge sotto dettatura?” Stupito il barone.
“Si...”
“Perchè per un quadro siete disposto a spendere una fortuna simile?”
“Vi ho già detto...” sorridendo la voce “... sono la vostra fortuna... sta a voi cogliere il tutto...”
“E una volta rubato il dipinto” fece il barone “come farò a consegnarvelo?”
“Sarò io a farmi vivo...”
“Avete detto che la rendita inizia da questo momento...”
“Vi farò avere, domattina al massimo, un congruo anticipo...”
In quel momento suonarono le campane della chiesa ed entrarono nella navata alcuni frati.
Il barone allora si alzò e poi, vinto dalla curiosità, con fare furtivo, si sporse dall'altra parte del confessionale per vedere chi fosse il suo misterioso benefattore.
Ma dietro la grata non vi era nessuno.
Come se quella misteriosa voce fosse svanita, proprio come Mefistofele con Faust, al suono delle campane, lasciando il Barone Azable in una profonda inquietudine.
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L'intricato Enigma Fiesolano
Capitolo I: La sfida
“Il falso e il meraviglioso sono più umani dell'uomo reale.”
(Paul Valery)
Lord Bohw, pari del regno e ministro del re, continuava a fissare quel biglietto gettato sul tavolo davanti a lui con occhi inquieti.
Ad un tratto qualcuno bussò.
“Milord...” disse entrando un suo funzionario “... mi avete fatto chiamare?”
“Leggete pure...” fece Bohw mostrandogli quel biglietto.
Il funzionario lo aprì e lesse:
“Ruberò il celebre dipinto chiamato Verziere Fiesolano, conservato ad oggi nella chiesa di Santa Felicita a Sygma...
Mirabole
http://us.123rf.com/400wm/400/400/morphart/morphart1205/morphart120501214/13771474-malvarose-nani-doppie-o-incisione-alcea-rosea-epoca-vecchio-illustrazione-inciso-nel-vettore-di-un-i.jpg”
“Cosa significa?” Sorpreso il funzionario.
“Quel nome non vi dice nulla?” Guardandolo Bohw.
“Credo di averlo sentito nominare ma...”
“Ma pensavate si trattasse di una leggenda, vero?”
“Si...” annuì il funzionario “... ma siete certo dell'autenticità di questo biglietto? E quell'incisione sotto la firma? E' un fiore...”
“Si ed è proprio quel fiore a renderlo assolutamente autentico...” spiegò il nobile “... quel famigerato lestofante si firma sempre con un fiore... quella è una malvarosa e nel linguaggio dei fiori indica l'ambizione... è una sfida lanciata...”
“Come è giunto qui questo biglietto?”
“Mi è stato recapitato da un ufficiale della Guardia Reale di Sygma.” Rispose il nobile. “Il biglietto, in due copie, è stato trovato sia nella Cancelleria Reale che nel refettorio del Monastero di Santa Margherita.”
“E da Sygma sono giunti qui a portarne notizie?”
“Si...” mormorò Bohw “... per volere di Sua Grazia il vescovo... egli infatti teme che le guardie del re possano sottovalutare questo pericolo e quel dipinto rappresenta un tesoro per la chiesa di Sygma, già scossa dalle lotte interne tra clericali ed anticlericali...”
“Ma possiamo davvero mandare dei militari lì per custodire il dipinto?”
“Naturalmente no...” sentenziò il nobile “... sfioreremmo l'incidente diplomatico, rendendo insostenibile la posizione del Clero Sygmese...”
“Allora?” Domandò il funzionario.
“Faremo in modo che siano privati cittadini di Camelot, gente del popolo, a recarsi a Sygma...” fissandolo Bohw “... spinti dalla volontà di facili guadagni... porremo una taglia sulla testa di quel ladro... ora diffonderemo la notizia per le strade di Camelot...”
Il giorno dopo, per le strade principali e le piazze più grandi di Camelot, oltre che nelle chiese, fu letto il bando al popolo:
“Il misterioso e famigerato Mirabole (“Mirabòl”, nella pronuncia Franco Capomazdese) ladro e brigante, come è suo solito, ha proclamato la sua prossima impresa.
Il criminale intende rubare il celebre dipinto intitolato Verziere Fiesolano, custodito a Sygma, facendosi beffe del suo valore e dell'abilità delle guardie reali incaricate di proteggerlo giorno e notte.
Per questo Sua Grazia il vescovo, custode del dipinto, ha promesso una lauta ricompensa a chiunque, per Carità Cristiana ed amore per la giustizia, giungerà ad offrire il suo aiuto contro le mire dell'inafferrabile criminale.”
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La tiepida luce mattutina spargeva sulle onde calmi riflessi rosati.
Restai ad osservare l'orizzonte per molto tempo, cercando di non ascoltare la sottile malinconia che mi pervadeva.
Poco dopo, la vedetta annunciò che la terra era ormai vicina.
Mi avvicinai al parapetto opposto, quello di prua, e mi sporsi ad osservare la nuova terra che mi attendeva.
Ancora una volta, però, una morsa mi strinse lo stomaco.
Nella mia mente continuavano a susseguirsi le immagini di qualche giorno prima, quando avevo visto, tra le lacrime, la mia terra scomparire all'orizzonte.
Arrivammo alla spiaggia dopo poche ore, salutai con un cenno l'equipaggio che mi aveva scortata, e scesi sulla terraferma.
Le briglie del mio cavallo mi davano sicurezza.
L'unica cosa che mi era rimasta di casa mia, pensai.
Ma poi, mentre mi voltavo a guardarlo, capii che non era affatto così.
Portai la mano istintivamente al fianco, dove la spada di mio padre era avvolta in un fodero semplice, anonimo, che restasse inosservato, così come il piccolo scudo rotondo di mio fratello, adagiato comodamente sulla mia spalla.
Sorrisi, non ero sola, loro erano con me, e lo sarebbero stati sempre.
Sospirai.
Pensare ai miei cari non mi avrebbe aiutato in quel momento.
Montai sul mio fedele destriero e lo spronai al galoppo nella foresta.
Ancora non mi fidavo a percorrere le strade, anche se ero talmente lontana, che nessuno avrebbe riconosciuto il mio viso.
Cosa poteva saperne quella gente di me?
Cavalcammo inosservati per un giorno e una notte, come ombre nella foschia.
La mattina seguente, arrivai finalmente a Camelot.
Smontai da cavallo e mi diressi verso l'abbeveratoio per fargli riprendere fiato.
Quanto a me, calai il pesante cappuccio sul viso, ed evitai gli sguardi della gente.
Più tardi si accorgeranno che sono una ragazza, meglio sarà.
Così, avvolta nel lungo mantello scuro che nascondeva in parte la mia figura, mostrando solo due semplici stivali di cuoio, neri come il manto del mio cavallo, sarei potuta sembrare un fantasma.
Solo un osservatore attento avrebbe notato la carnagione chiara e gli occhi azzurri che spuntavano dall'ombra del cappuccio.
Mi diressi verso la locanda, quando qualcosa attirò la mia attenzione.
“Il misterioso e famigerato Mirabole (“Mirabòl”, nella pronuncia Franco Capomazdese) ladro e brigante, come è suo solito, ha proclamato la sua prossima impresa.
Il criminale intende rubare il celebre dipinto intitolato Verziere Fiesolano, custodito a Sygma, facendosi beffe del suo valore e dell'abilità delle guardie reali incaricate di proteggerlo giorno e notte.
Per questo Sua Grazia il vescovo, custode del dipinto, ha promesso una lauta ricompensa a chiunque, per Carità Cristiana ed amore per la giustizia, giungerà ad offrire il suo aiuto contro le mire dell'inafferrabile criminale.”
"Sygma.." mormorai.
Sembrava scritto apposta per me.
Sygma era ancor più lontana di Camelot, sarei stata al sicuro lì.
Avevo perso tutto, non avevo un mestiere, una casa, un futuro.
I soldi che avevo con me non sarebbero bastati in eterno.
Poteva essere la mia occasione.
Infondo cos'ho da perdere?
Restai ad osservare l'avviso per lunghi istanti.
Ma ci volle davvero poco perchè prendessi una decisione.
Guardai Ercole "Tu che ne dici, bello.." sussurrai lisciandogli dolcemente il manto "..ti va di ripartire?".
Però, dovevo riposare.
Mi avvicinai così alla locanda e chiesi una stanza per me e un posto nella stalla per il mio cavallo.
L'indomani, sarei partita per Sygma.
elisabeth
03-09-2013, 16.51.42
La mattina iniziava sempre troppo presto....vestiti da rattoppare, la colazione da preparare e la casa da rassettare, era molto tempo che avevo deciso di aprire la mia casa a gli orfani che vivevano a Camelot.....gli orfani aumentavano e i soldi scarseggiavano......quando avevano fame...sembravano le bocche di tanti uccellini.....i più grandi andavano via prendendo ognuno la propria strada.......avevo ancora del tempo per andare a Messa.....il silenzio della mattina....avrebbe fatto si che la Divina Provvidenza mi ascoltasse con meno interferenze.........ma quel giorno in Chiesa ella si mostrò in maniere differente....ascoltai ciò che aveva da chiederci il Vescovo....una taglia......il punto era che dovevo raggiungere Sygma......come avrei fatto con i bambini.....ero davvero combattuta............e così in Chiesa ascoltai i mormorii della gente, qualcuno mi conosceva e metteva nelle mie mani un Taddeo....con la felicità di poter contribuire al pranzo di quel giorno e di altri avvenire.......Forse la Divina Provvidenza aveva fatto che quel giorno avessi trovato il tempo per andare a Messa......già era proprio cosi' sarei andata a Sigma......e tornai a casa.........e seduti intorno a tavolo.....parlai con i ragazzi "....So che quello che starò per dirvi non vi piacerà.......ma stamattina...mi e' stato offerto un lavoro e voi sapete quanto bisogno c'e' dei denari........ai piu' grandi chiedo di non andar via subito...almeno sino al mio ritorno e di prendersi cura della casa......penso che non vi mancherà nulla sino ad allora.......Padre Anselmo della Chiesa della Maddalena....vi dara' tutto l'aiuto......lo ha sempre fatto......."......vidi tutti gli occhi puntati addosso....non mi ero mai allontanata...ma quelli erano momenti tristi e dovevo darmi da fare...qualche lacrima del piu' piccolo che asciugai col grembiule che portavo fosse una divisa..." Suvvia partiro' domani.......che sia oggi un giorno spensierato....ho portato mele e mandorle.....faremo un dolce....."....e cosi' mi avviai in cucina.....ero nervosissima....non sapevo neanche da che parte iniziare il viaggio...qualcuno mi avrebbe aiutato.....
Guisgard
03-09-2013, 17.45.59
La locanda, posta presso le mura di Camelot, in modo da essere uno dei primi edifici visibili per chiunque entrasse in città, era preceduta da un portico alquanto semplice, invaso per buona parte da rampicanti e coperto da paglia, con un irregolare spiazzo, antistante l'ingresso, in cui erano coltivate poche verdure da usare nella cucina alquanto semplice di quell'esercizio.
In balia del vento e della polvere era lasciata ad oscillare un'insegna grezza e corrosa dal tempo, sulla quale era raffigurato uno scudo con all'interno una testa di gallina.
Clio vi era giunta, insieme al suo cavallo e subito il locandiere le andò incontro, tradendo, con questo suo modo di fare, il cattivo stato dei suoi affari negli ultimi tempi.
“Benvenuta nella mia locanda, milady.” Disse con un grosso sorriso sul volto. “Sedetevi pure ad uno dei tavoli, io intanto mi occuperò del vostro cavallo. Abbiamo una stalla sul retro... non molto grande, ma sicura.”
Corse fuori, verso il portico e qualche istante dopo una donna uscì dalla cucina.
“Cosa vi va da mangiare?” Chiese con fare spiccio a Clio. “Abbiamo della minestra con pane raffermo... altrimenti credo sia rimasto del formaggio da servire con quel pane...”
Ma proprio in quel momento si udirono dei cavalli davanti alla locanda.
“Josh!” Chiamò la donna. “Sono arrivati altri clienti! Dove sei finito? Io ho da fare in cucina, dannato!”
“Abbassa la voce, gallina!” Tornando il locandiere. “Vuoi farti subito riconoscere da tutti? Va in cucina e prepara qualcosa! E bada che non sia la solita minestra insaporita con il lardo! Prepara un po' di carne!”
“Carne?” Ripetè la donna. “Aspetta almeno di sapere chi siano questi clienti!” Poi accortasi di aver parlato davanti a Clio, si zittì e tornò in cucina, sotto lo sguardo contrariato del marito.
Nella locanda allora entrarono i nuovi clienti.
Erano tre uomini con lunghi mantelli.
E subito il locandiere andò loro incontro.
“Sono Francesco di Baccaiano...” disse uno dei tre nuovi entrati “... e questi sono i due miei compagni di viaggio...” indicando gli altri due che erano con lui “... siamo stati qui per la Fiera di fine Estate... volevo mangiare qualcosa prima di rimetterci in viaggio...”
“Oh, siete capitati nel luogo adatto, miei signori!” Indicando loro un tavolo il locandiere. “E ditemi, se non sono indiscreto... venite da molto lontano?”
“Siamo mercanti...” rispose Francesco “... della compagnia dei Binardi di Sygma...”
“Bene, allora vi porterò subito il meglio della mia famosa cucina!” Ridendo il locandiere.
E andò da sua moglie.
Guisgard
03-09-2013, 17.59.38
Elisabeth era intenta a preparare quel dolce e vedeva come questa cosa aveva in qualche modo allontanato la tristezza dai volti dei suoi angioletti.
Dopotutto i bambini sono straordinari anche per questo.
Basta poco per accendere la loro infantile spensieratezza e a scacciare via cupi pensieri o accennate preoccupazioni.
Ma mentre la donna era occupata con un pestello a tritare le mandorle, Rown, il più grande dei suoi orfanelli, era in cucina con lei.
Giocava nervosamente con la sua fionda di legno, come se volesse prendere di mira invisibili nemici.
Continuò così per un po', poi smise e si avvicinò ad Elisabeth.
“Non ci hai detto di che lavoro si tratta” disse “e dove ti porterà. Ci hai sempre detto la verità... e ora? Ora non vale più questa cosa?”
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Altea
03-09-2013, 18.02.26
Entrai lentamente nella grande chiesa e mi diressi verso la statua della Beata Vergine, il volto incappucciato e mi inginocchiai a pregare ma la mia preghiera fu disturbata da un uomo che leggeva un bando...un quadro e un criminale che voleva rubare un famoso dipinto, cercavano gente per difenderlo..guardai quelle persone farsi largo per partire con gli occhi della speranza di una vita migliore.
Uscii mestamente e mi incamminai verso palazzo, quante volte avevo odiato la mia posizione sociale e ora più che mai, non era vero che i soldi davano la felicità..la libertà rendeva felici e essere la figlia di uno degli uomini più potenti di Camelot certo non dava possibilità di essere felici nonostante le agiatezze.
Entrai in camera e vidi il volto sorridente di mia madre mostrarmi un manichino con un bellissimo abito bianco.
La collera mi assalì fino a farmi arrossire dalla rabbia e urlai..."Cosa significa questo? Non solo mi costringete a sposare un uomo che non amo, vedovo e anziano..ma pure decidete quale sarà il mio abito da sposa..e ora immagino le nozze saranno imminenti pure, senza darmi via di scampo..dandomi una vita infelice".
Mia madre non rispose, si limitò a guardarmi col suo modo severo..d'altronde pure lei si era sposata solo per il denaro e uscì di stanza.
Mi sedetti sul letto, non era tempo per piangere..dovevo fuggire...scappare dalla vita che mi veniva imposta.
Ad un tratto pensai a quelle parole in chiesa, andai dalla serva vicino alla mia camera e le chiesi se, gentilmente, potesse darmi una delle sue vesti.
Tornai in camera e indossai quella veste..avrei perso la mia identità ma ovviamente non la libertà e dignità rammentando sempre chi fossi, mischiandomi tra quella folla.
Presi il mantello e raggiunsi correndo la chiesa dove prima era stato fatto il proclamo...mi avvicinai a un uomo ed esclamai "Mi chiamo Altea, sono una povera serva e sono pronta a partire per proteggere quel quadro".
elisabeth
03-09-2013, 18.17.39
Il grande mortaio in legno era poggiato sul tavolo....stavo pestando le mandorle come se stessi pestando le mie stesse decisioni....ma il sentirli allegri, mi rallegrava il cuore......era la loro felicità che contava, alle miei spalle sentii una presenza era Rown....e la sua voce e le sue parole mi fecero smettere...sentii le mie gote divenire rosse....mi voltai di scatto....." Quante volte ti avro' detto di non usare la fionda....finirai per combinare qualche guaio e allora altro che lavoro......"....andai e la strappai dalle sue mani la fionda stringendola tra le mie.......aprii la finestra e feci solo il gesto di buttarla via....poi mi resi conto....che volevo scappare soltanto alla sua domanda......richiusi la finestra e girandomi lo guardai negli occhi....." Vieni Rown sediamoci un momento...se non finisco di preparare il dolce, dovro' costruirmi anche io una fionda, dici il vero...vi ho detto la verità e in qualche modo l'ho fatto anche ora........solo che dovro' andare a Sygma....e dovrò essere brava, perchè mi pagheranno solo se riuscirò a trovare un quadro......saremo in tanti a fare questa ricerca.....e quindi tu dovrai essere bravissimo qui......e dovrai pregare tanto......devo trovare quel quadro......lo devo..per te e per i ragazzi........prometti che a loro non dirai nulla...."....
Guisgard
03-09-2013, 18.26.22
Quell'uomo fissò Altea con uno sguardo quasi sprezzante.
Ella gli appariva come una miserabile, una di quelle tante persone, reietti, rinnegati, inetti, che raminghi vagavano per le strade di Camelot.
“Vedo...” disse alla ragazza “... allora comincia col cercarti un passaggio fin laggiù, visto che i servi non sono ammessi sulla carrozza voluta da lord Bohw per condurre a Sygma i migliori cavalieri volontari per quell'impresa... buon viaggio e buona fortuna!” E si allontanò scuotendo il capo.
“Potete venire con noi...” all'improvviso una voce dalla navata “... partiremo domattina poco dopo l'alba...” era un frate “... dobbiamo consegnare a Sua Grazia il vescovo di Sygma alcuni documenti richiesti da un monastero di quelle terre... avremo piacere ad avervi con noi, non temete.” E le sorrise.
Altea
03-09-2013, 18.37.08
Lo sguardo di quell'uomo..lo sostenevo con tutta la mia dignità..non sapeva con chi parlava..con la figlia di un barone, uomo di fiducia del re.
Per la prima volta capii cosa provassero quelle persone che ogni giorno mendicavano e a cui benevolmente lanciavo una moneta, a volte mi soffermavo a parlare con loro e certi mi raccontavano dei loro viaggi in posti lontani e sconosciuti.
Fui lasciata sola ma proprio la Divina Provvidenza mi venne in aiuto, andai incontro al frate.."Vi ringrazio, siete la mia salvezza, se mai dovessi essere ricompensata per quel quadro sarete nei miei pensieri. Accetto volentieri il vostro passaggio".
Talia
03-09-2013, 18.38.33
Entrai nella stanza e mi richiusi la porta alle spalle.
Sospirai.
Poi lentamente mi accostai all’alto specchio sulla parete opposta ed iniziai a togliermi il diadema dai capelli.
Non potevo dire di essere arrabbiata...
ero delusa, forse...
si, probabilmente ero un po’ delusa...
insomma... Jacopo aveva i suoi compiti e le sue responsabilità, d'accordo! Le aveva sempre avute... però... beh, però questa volta quella che avevano appena interrotto era la festa per il mio matrimonio... il nostro matrimonio!
Sorridevo...
L’abbacinante luce del giorno entrava dalle finestre schermate da candidi tendaggi illuminando ogni cosa. Il chiacchiericcio degli astanti si confondeva e diveniva solo un brusio alle mio orecchie, mentre volteggiavo. Gli occhi neri, senza fondo, di Jacopo erano l’unico punto fisso in quella marea di suoni, colori, luci...
D’un tratto una voce...
“Capitano!”
La musica si fermò e noi interrompemmo il ballo, voltandoci verso il soldato che, a spintoni, si faceva strada tra gli invitati verso di noi.
Gli lanciai un’occhiata, poi guardai Jacopo.
Scossi la testa, impercettibilmente... lui abbassò lo sguardo, poi tornò a puntarlo su di me, silenzioso.
“Non oggi...” mormorai.
“Devo.” disse.
“Ti prego...”
“E’ il mio dovere, lo sai...” disse, altrettanto piano “E lo sapevi anche quando ti ho chiesto di sposarmi.”
Fui io ad abbassare lo sguardo questa volta, per poi tornare ad alzarlo su di lui...
“Si...” dissi.
“Tu puoi restare e festeggiare ancora...” tentò “Dopotutto è il nostro matrimonio.”
“Voglio andare a casa!” dissi, ferma.
Annuì.
Il soldato ci raggiunse proprio in quel momento...
“Capitano!” disse, mettendosi sugli attenti “Perdonatemi se mi permetto di disturbarvi proprio oggi, ma...”
“Che cosa c’è?” chiese Jacopo.
“Un’emergenza, Capitano! E’ stato rinvenuto un biglietto... una missiva di minaccia!”
Jacopo annuì...
“Andiamo!” disse, per poi voltarsi rapidamente verso di me e baciarmi brevemente.
Rimasi immobile mentre recuperava la sua spada ed il cappello e si allontanava con il soldato.
Lo specchio rimandava la mia immagine riflessa... lo splendido abito bianco, i gioielli di mia madre... mentre quelle immagini della mia festa di nozze mi vorticavano in mente...
La festa di nozze probabilmente più disastrosa che si potesse rammentare a memoria d’uomo, pensai...
E mi chiesi che cosa poteva essere accaduto di così preoccupante e drammatico da non poter essere rimandato a domani, ma che richiedesse subito la presenza di Jacopo a Palazzo.
Eilonwy
03-09-2013, 19.08.19
In una grande stanza a bifore gotiche, che dava sulla piazza stava una per destarsi una ragazza.
Quella ragazza sono io. Damigella Eilonwy.
Mi ero svegliata con un leggero mal di testa.
Quando mi affacciai alla finestra sentì un bando:
“Il misterioso e famigerato Mirabole (“Mirabòl”, nella pronuncia Franco Capomazdese) ladro e brigante, come è suo solito, ha proclamato la sua prossima impresa.
Il criminale intende rubare il celebre dipinto intitolato Verziere Fiesolano, custodito a Sygma, facendosi beffe del suo valore e dell'abilità delle guardie reali incaricate di proteggerlo giorno e notte.
Per questo Sua Grazia il vescovo, custode del dipinto, ha promesso una lauta ricompensa a chiunque, per Carità Cristiana ed amore per la giustizia, giungerà ad offrire il suo aiuto contro le mire dell'inafferrabile criminale.”
Non potevano darmi notizia piu' bella.
Avrei dato il mio aiuto per fermare quel criminale così avrei potuto diventare
un cavaliere.
Mi spazzolai velocemente i capelli castano scuro mogano.
http://xxemyxx.altervista.org/CdF/henn__paz.jpg
Mi misi il mio abito preferito.
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E scesi le scale pronta a convincere mio padre a lasciarmi andare in questa avventura.
Guisgard
03-09-2013, 19.18.51
Talia restò così tutto il pomeriggio, come attraversata da uno stato d'animo misto di delusione e inquietudine.
A nulla era valsa la conversazione avuta con sua madre circa il motivo per il quale Jacopo aveva lasciato in quel modo la festa per il suo matrimonio.
Alcuni servi erano stati mandati al palazzo del Re, ma lì vi era troppa confusione e le notizie, soprattutto quelle fantasiose ed improponibili, sembravano spuntare come funghi.
Poi, verso il tardo pomeriggio, la carrozza di Jacopo tornò finalmente nel cortile del loro palazzo.
Il capitano si cambiò d'abito e raggiunse Talia nel grande salone.
“So che sono imperdonabile...” disse avvicinandosi ed abbracciandola “... ma forse potrei tentare? Magari con un bel viaggio per l'Europa... cosa ti piacerebbe vedere? Londra? Tu adori Londra. Oppure Parigi, o forse Praga?” La fissò e sorrise. “E se le visitassimo tutte?”
Talia
03-09-2013, 19.26.45
Vidi la sua carrozza rientrare da una delle alte finestre del salone e qui lo attesi, finché non giunse da me.
Ricambiai il suo abbraccio, ma lo sguardo che gli riservai fu tra i più truci che possedevo, anche se solo per gioco...
"Non tentare di corrompermi, Capitano!" mormorai, con un mezzo sorriso "Ci vorrà ben altro! Dimmi piuttosto... cosa c'era di così urgente da averti trascinato fino a Palazzo proprio oggi? Ho fatto fatto mandare dei servi per avere notizie, ma sono tornati con storie degne del più fantasioso dei poeti!"
Guisgard
03-09-2013, 19.30.33
Eilonwy, indossato il suo abito, scese così nella sala al pianterreno, dove sapeva di poter trovare suo padre.
La fanciulla con quell'abito sembrava aver rubato le fattezze ad uno di quei personaggi di cui si leggono le imprese nei romanzi cortesi o nei poemi cavallereschi.
Era infatti simile ad una Enide o una Erminia, col i lunghi capelli che dal chiaro mutavano, leggeri, in un vivace mogano, le gote impreziosite da un vago rossore e il portamento degno del suo lignaggio.
“Piccola mia...” nel vederla apparire suo padre “... vieni pure avanti... e che splendido abito indossiamo oggi!” Sorridendole.
Il locandiere mi venne incontro, nel vederlo lasciai cadere il cappuccio in modo da mostrargli il mio viso.
"Salute a voi.." Dissi sorridendo.
Da quanto tempo un uomo qualunque non mi sorrideva? Non ricordavo nemmeno un sorriso fuori dalle mura di casa.
Ma, infondo, come poteva essere diversamente.
Per la prima volta, fui felice di essermene andata.
Lo seguii nella locanda, lasciando che si prendesse cura di Ercole.
Posai il mio leggero bagaglio accanto a me e adagiai lo scudo contro di esso.
Mi sedetti ed osservai divertita i battibecchi tra l'oste e sua moglie.
Mossi la mano in un gesto di noncuranza.
"Portatemi pure quello che avete in casa.." Dissi piano.
D'un tratto, si udirono dei cavalli e poi dei passi fuori dalla locanda.
Mi si gelò il sangue nelle vene.
Qualcuno mi aveva seguita? Eppure, avevo controllato costantemente durante il viaggio in nave, non poteva essere.
Ma la paura non mi abbandonava, così coprii la spada col mantello e appoggiai il gomito sul tavolo, portando una mano alla tempia.
Quel che restava dei miei lunghi capelli, tagliati di metto sotto le spalle, avrebbe celato loro il mio viso.
Ma poi, quegli uomini parlarono, e il loro accento non poteva essere più diverso dal mio.
Sospirai di sollievo e prestai orecchio alle loro parole.
Sygma.. Ancora quella città.
Che fosse un segno?
Lanciai una rapida occhiata ai tre uomini, e poi tornai a fissare la cucina, da cui speravo sarebbe uscito un gustoso piatto di.. Qualunque cosa.
In quel preciso momento, abbassata la guardia, mi accorsi di essere affamata.
Eilonwy
03-09-2013, 19.35.48
"Buongiorno padre" dissi a lui inchinandomi "Grazie del complimento. Volevo chiedervi se potevo unirmi a quelli che dovranno fermare il ladro, di cui oggi ho sentito parlare".
Dissi questa frase timidamente.
Volevo andarci, ma mio padre mi avrebbe detto sicuramente di no.
Guisgard
03-09-2013, 21.43.03
Il locandiere portò a Clio un piatto di minestra accompagnato da una coscia di pollo.
E la stessa cosa servì ai mercanti di Sygma.
E nel mangiare Clio non poté fare a meno di ascoltare le loro parole.
“Sembra che le cose di casa nostra abbiano fatto il giro del mondo...” disse uno di loro.
“Già...” fece un altro dei tre “... vedendo cosa accade qui, temo che ci ritroveremo un bel po' di avventurieri e cacciatori di taglie a Sygma...”
“Al diavolo...” imprecò Francesco “... queste sciocchezze sono l'ultimo dei miei pensieri... le cose vanno male da quando è diventato difficile commerciare con monasteri e chiese... di questo passo la nostra compagnia fallirà e dovremmo trovarci tutti un nuovo lavoro...” scosse il capo “... su, finiamo di mangiare e poi rimettiamoci in viaggio... voglio essere a Sygma il prima possibile...”
Guisgard
03-09-2013, 21.44.51
“Un...” disse Rown sorpreso da quelle parole di Elisabeth “... un quadro? Forse il quadro di cui tutti parlano qui a Camelot? Quello che si trova in una chiesa di un paese straniero e che un famoso ladro ha detto di voler rubare?” Era eccitato nella sua infantile ingenuità. “Ma esiste davvero quel ladro? Padre Anselmo dice che tutti i ladri sono cattivi, ma che quel ladro forse non esiste... altri invece dicono che esiste davvero e che è il più cattivo di tutti, perchè vuole rubare un quadro in una chiesa... Dio non lo permetterà, vero?”
Guisgard
03-09-2013, 21.45.55
Il frate sorrise ad Altea e le offrì un piatto caldo nella mensa della chiesa.
“Domani all'alba” disse alla ragazza “trovatevi qui, davanti alla chiesa. Partiremo presto, così che alla fine del giorno, forse verso il crepuscolo, giungeremo alle porte di Sygma. Troveremo molta gente entrando nella capitale. Tanti infatti sono stati richiamati dalla ricompensa promessa per proteggere il quadro nella Chiesa di Santa Felicita.”
Guisgard
03-09-2013, 21.46.49
Il padre di Eilonwy, a quelle parole della ragazza, trasalì.
“Sei impazzita...” disse “... si, del tutto... hai perduto il senno... vuoi andare in un paese straniero a fare cosa? Difendere un quadro dagli intenti di un brigante? E come? Sfoggiando pettinature alla moda ed abiti sfarzosi? Ora stammi a sentire... non voglio più sentire simili assurdità! Intesi? Altrimenti finirai in convento! E ora va nella tua stanza! E restaci fino a quando non ti farò chiamare!”
Guisgard
03-09-2013, 21.50.09
“Oh, nulla...” disse Jacopo a Talia, per poi lasciarsi cadere stancamente su una poltrona “... l'inventiva non è solo una prerogativa dei poeti e dei romanzieri, a quanto pare... solo che loro la usano per l'arte...” accennò un vago sorriso “... altri invece se ne vedono bene dal farlo... è infatti accaduto che i buoni chierici di questa terra, non accettando ovviamente che i beni confiscati diventino patrimonio del regno e dunque del popolo, hanno pensato bene di costruirsi un bel fantasma capace di spaventare chiunque sia interessato a prelevare, in nome del diritto, i tanti tesori custoditi nelle loro chiese... io non sono molto ferrato, ma Cristo nei Vangeli non predicava la povertà? Comunque... dicevo... non è un caso che tutto sia sorto attorno ad un quadro che si trova al centro di un'aspra contesa... infatti il vescovo afferma che re Cosimo, prima di morire, abbia donato il Verziere Fiesolano, il quadro della discordia, alla Chiesa... cosa ovviamente contestata da suo figlio, il regnante re Giovanni... e allora il nostro prelato, in combutta con i Domenicani, ha ideato, diciamo così, un vendicatore... un Robin Hood dei credenti... ma che invece di rubare ai ricchi per dare poi ai poveri, ruba, guarda caso, i beni che la Chiesa afferma essere di sua proprietà...” scosse il capo e si avviò verso una finestra “... ma non voglio angustiarti con queste cose... allora? In quale città europea vuoi trascorrere la nostra Luna di Miele?” E si voltò a fissare Talia, mentre alle sue spalle, dalla finestra, si potevano ammirare le splendide e dolci colline di Sygma.
http://themomentofyouth.files.wordpress.com/2012/12/keanu1.jpg?w=394&h=560
Eilonwy
03-09-2013, 21.52.44
"Padre ti prego, si ragionevole. Ti scongiuro è il mio sogno diventare cavaliere.
Lo sai anche tu quanto sono brava con l'arco e la spada. Lo dicono anche gli insegnanti di scherma e di tiro con l'arco".
Lo guardai con i miei grandi occhi neri .
"Per favore, sono disposta a tagliarmi i capelli come un ragazzo pur di andare in missione".
Mi scese una lacrima dal mio bianco viso.
Altea
03-09-2013, 23.44.37
Consumai la zuppa calda offertami, ormai dovevo abituarmi a questa vita che mai avevo vissuto..lo stomaco esigeva di più e sospirai.
Mi guardai attorno..il frate aveva detto di trovarsi l'indomani, all'alba davanti alla chiesa e quindi non mi veniva offerta ospitalità.
Uscii dalla mensa ma forse era meglio cosi, pensai ai miei genitori e che ormai mi stavano cercando e sicuramente sarebbero andati in ogni convento e posto per trovarmi.
Vidi degli alberi e stesi il mio mantello nel manto erboso e poggiatomi sopra presi sonno anche se la nottata fu insonne, spaventata qualcuno potesse farmi del male.
E il sole iniziò a fare capolino, mi alzai e guardai il Cielo...la notte era passata fortunatamente indenne e mi alzai indossando sempre il mantello per celarmi.
Mi trovai di fronte alla chiesa e aspettai il frate con impazienza.
Ringraziai il locandiere con un sorriso, e mangiai di gusto ciò che mi aveva portato.
Ma, nel mentre, non potei fare a meno di ascoltare i loro discorsi.
Tornavano a Sygma.. Anche io ero diretta là.
Per un momento mi sfiorò l'idea di chiedere se potevo aggregarmi a loro.
Ma poi mi fermai.
Una ragazza sola con tre uomini?
Non potevo essere così imprudente.
No, dovevo mettermi in marcia da sola, silenziosa, veloce, senza dare nell'occhio.
Non potevo rischiare di abbassare la guardia troppo presto.
Era troppo rischioso anche solo parlare con qualcuno più del necessario.
Infondo, per quanto ne sapevo, potevano avere spie ovunque.
Così, trassi un profondo respiro e mi diressi verso la camera che il locandiere mi aveva preparato.
Serrai la porta dietro di me, vi posai un mobiletto contro e mi guardai intorno.
Era semplice ma pulita e io non avevo grandi pretese.
Mi buttai sul letto senza togliere nemmeno gli stivali e chiusi gli occhi, sfinita.
Ero appena arrivata, e già volevo ripartire.
Ma sapevo in cuor mio che era la scelta giusta. Tutta quella libertà mi spaventava ed elettrizzava allo stesso tempo.
Sapevo che la mia vita non sarebbe mai stata quella di un tempo ma, per la prima volta dopo molto tempo, guardavo al futuro con occhi colmo di speranza.
Mi alzai a fatica, riuscii a spogliarmi e a rinfrescarmi.
Quando indossai la sottile veste di seta che avevo portato con me e mi infilai sotto le coperte, per un momento, mi parve di essere a casa.
E mi addormentai con un sorriso.
Guisgard
04-09-2013, 01.44.20
Altea trascorse così quella notte all'aperto.
Era però una nottata fortunatamente limpida, stellata e dall'aria fresca e profumata di campo.
Camelot con i boschi circostanti, fino ai monti lontani, appariva chiara e meravigliosamente incantata da quell'atmosfera che oramai annunciava il prossimo Autunno.
Giunse poi l'alba ed il Sole cominciò ad illuminare ogni cosa, facendo svanire, a poco a poco, il mistero della notte a vantaggio del chiarore del giorno.
E con le ombre dell'oscurità, in breve, sfumarono anche i timori di Altea.
Poco dopo la chiesa aprì la sua porta ed alcuni frati apparirono sul portico romanico.
Arrivò allora un grosso carro di legno.
Era quello che avrebbe condotto la ragazza a Sygma.
Guisgard
04-09-2013, 06.18.18
Clio così si addormentò per poi svegliarsi il mattino seguente.
A destarla fu la luce che penetrava dall'unica finestra della stanza, l'odore di focacce calde che saliva dal pianterreno e le voci che si udivano nello spiazzo sottostante.
Erano le voci di quei mercanti che ormai stavano per partire.
“Messere...” disse il locandiere a Francesco “... vorrei chiedervi una grazia...”
“Dite pure.”
“Ecco... c'è un mio cugino... ed è un chierico... lui è atteso in un monastero a Sygma...”
“Dunque?” fissandolo Francesco.
“Beh, ultimamente laggiù ci sono state tensioni...” fece il locandiere “... e lui ora ha paura ad intraprendere questo viaggio da solo... teme che presso Sygma possa accadergli qualcosa... insomma... aiuterete un uomo di Dio...”
“E sia...” annuì Francesco “... ma noi si parte fra meno di un'ora... dite a vostro cugino di arrivare qui in tempo.”
“Grazie, messere.” Sorridendo il locandiere, per poi ritornare dentro.
Guisgard
04-09-2013, 06.20.04
Ma nonostante le preghiere di Eilonwy, suo padre appariva irremovibile.
Fece allora chiamare la nutrice della ragazza per farla condurre nella sua stanza.
La nutrice obbedì e portò Eilonwy nella sua camera.
“Come potevi pensare” disse la nutrice una volta rimaste sole in quella stanza “che tuo padre ti concedesse di partire? Lui sogna per te un matrimonio con qualche nobile di Camelot e di destinarti dunque ad una vita tranquilla ed agiata. Non ha mai preso in considerazione la possibilità di vederti diventare cavaliere. E mai lo farà. Togliti perciò questa idea dalla testa. Altrimenti, temo, che tuo padre ti farà davvero chiudere in un convento. Su...” sorridendole “... ho sentito che domani giungerà tuo zio Nicolò proprio da Sygma. Sono certa che ti porterà tanti doni e con i suoi racconti ti farà sognare di quella terra.” La baciò per la buonanotte ed andò via.
Talia
04-09-2013, 14.19.41
Avevo girato intorno alla poltrona di Jacopo e gli avevo poggiato delicatamente le mani sulle spalle, massaggiando piano mentre parlava... era teso, lo sentivo... era stanco.
In silenzio ascoltai le sue parole... un dipinto... il Verziere Fiesolano... e qualcuno che vuole rubarlo?
E avevano interrotto la festa del mio matrimonio per questo?
Dopotutto, pensai, da ciò che dica Jacopo, quel quadro era ancora al suo posto, no?
Sospirai: ero scontenta, ma cercai di mascherarlo... e, prima che potessi dire alcunché, Jacopo si alzò all’improvviso...
scosse il capo e si avviò verso una finestra “... ma non voglio angustiarti con queste cose... allora? In quale città europea vuoi trascorrere la nostra Luna di Miele?” E si voltò a fissare Talia, mentre alle sue spalle, dalla finestra, si potevano ammirare le splendide e dolci colline di Sygma.
Lo fissai per un momento, come combattuta...
infine, raggiungendolo di fronte alla finestra, sorrisi tristemente...
“La nostra Luna di Miele...” mormorai “Sai... non credo di voler partire adesso. Insomma... c’è questo fantomatico Robin Hood in giro, no? Ed io sono assolutamente sicura che, se pure partissimo stasera stessa, nel giro di due giorni tu saresti richiamato qui ed io mi ritroverei a fare la Luna di Miele da sola e chissà dove...”
I miei occhi scivolarono fuori dalla finestra, verso le colline... ne seguii il familiare contorno, accarezzai con lo sguardo i dolci declivi e il verde dei prati... poi riportai gli occhi su di lui.
“Andrebbe esattamente così, Jacopo, lo sai anche tu... e sarebbe orribile!”
Esitai...
“Risolvi questa cosa...” soggiunsi poi, sforzandomi di sorridere e di non apparire delusa “Risolvila, e poi forse riusciremo anche a partire!”
Altea
04-09-2013, 15.09.07
Aspettavo con ansia e mi nascondevo nel mantello dai primi viandandi mattutini che mi osservavano, alcuni erano di alto ceto e avrebbero potuto scoprirmi...sentivo i loro occhi puntati...alcuni misericordiosi, altri di disprezzo.
Dentro di me provavo risentimento verso i miei genitori, poichè ero costretta a fare tutto questo...scappare e nascondermi come una fuggitiva. In fondo anche questo era dettato da loro, se mi trovavo in quella circostanza era sempre per colpa loro.
Ma non vi era tempo per avere rimorsi e riflettere, presto arrivarono i frati e il carro di legno..mezzo di trasporto assai scomodo, mi fecero segno di salire.
Senza proferire parola presi posto in fondo al carro aspettando la partenza, che speravo imminente.
Guisgard
04-09-2013, 16.43.20
Jacopo fissò Talia per alcuni lunghi istanti, per poi voltarsi a guardare fuori.
“Non c'è nessun Robin Hood...” disse con lo sguardo indefinito verso quello scenario che l'aria limpida di Settembre aveva reso ancora più bello “... nessuno è così idealista... neanche per una causa tanto assurda quanto sbagliata... forse cose simili accadono nei libri... la realtà è ben diversa... dietro a tutto questo si cela il normale e primordiale bisogno che l'uomo ha di difendere ciò che crede suo... io non critico il Clero... probabilmente anche gli aristocratici avrebbero reagito così se qualcuno avesse attentato ai loro beni e privilegi... ma sono al servizio del re ed ogni nemico della legge è anche mio nemico... e poi la Chiesa in passato si è già macchiata di simili colpe... come la storia della Falsa Donazione di Costantino...” sorrise “... ma basta parlare di queste cose...” abbracciò la sua giovane moglie “... ti prometto che appena sistemata questa faccenda partiremo per un viaggio attraverso le più belle e importanti capitali europee... Madrid, Parigi, Londra, Vienna, Capomazda, Atene... se vuoi arriveremo anche ad Istanbul... o, come la chiama ancora qualcuno, Costantinopoli...” i suoi occhi incontrarono quelli di lei e poi la baciò.
Ma proprio in quel momento un servitore bussò alla porta.
“Capitano...”
“Cosa accade?”
“Chiedono di voi...”
“Chi è?”
“Corsica...”
Quella parola suonò come una sorta di codice.
“Si, sarò nel mio studio.”
Il servo andò via e Jacopo salutò Talia.
“A più tardi, cara...” le baciò la mano e raggiunse il suo studio al pianterreno.
Guisgard
04-09-2013, 16.47.22
Era tutto pronto per la partenza.
Altea salì su quel carro e poco dopo il suo viaggio verso Sygma iniziò.
Lasciarono subito Camelot ed si diressero verso Nord.
Il paesaggio mutò rapidamente e dalle verdeggianti e folte foreste subito si ritrovarono tra le erbose colline che questa vigilia, ancora assopita, di Autunno si preparava a renderle adorne come una sposa per il suo sposo.
Per allietare il viaggio, uno dei frati intonò alcune canzoni, fino a quando si fermarono per far riposare i cavalli.
Poi ripresero il cammino.
“Credo” disse uno dei frati “che troveremo Sygma al quanto animata...”
“Già...” fece un altro “... ci saranno guardie e avventurieri ovunque... gran brutta storia questa faccenda del quadro e tutto il resto...”
Eilonwy
04-09-2013, 16.57.56
Non era giusto.
Non era affatto giusto. Io non mi voglio sposare con un nobile di Camelot scelto da lui. Voglio essere libera, voglio combatte, voglio essere un cavaliere.
Solo perchè sono una una donzella non significa che mi caccerò nei guai.
Non voglio essere una ragazza da marito, fragile e ingenua, come quelle delle favole.
http://www.lefiguredeilibri.com/wp-content/uploads/2010/02/lefiguredeilibri.Medioevo.jpg
Che barba.
Talia
04-09-2013, 17.33.54
Fissavo Jacopo...
parlava con gli occhi lontani, uno sguardo cupo e altero...
lo conoscevo bene, troppo bene per non sapere quanto quei discorsi lo irritassero.
Lievemente gli poggiai una mano sul braccio, dunque.
sorrise “... ma basta parlare di queste cose...” abbracciò la sua giovane moglie “... ti prometto che appena sistemata questa faccenda partiremo per un viaggio attraverso le più belle e importanti capitali europee... Madrid, Parigi, Londra, Vienna, Capomazda, Atene... se vuoi arriveremo anche ad Istanbul... o, come la chiama ancora qualcuno, Costantinopoli...” i suoi occhi incontrarono quelli di lei e poi la baciò.
Ma proprio in quel momento un servitore bussò alla porta.
“Capitano...”
“Cosa accade?”
“Chiedono di voi...”
“Chi è?”
“Corsica...”
Quella parola suonò come una sorta di codice.
“Si, sarò nel mio studio.”
Il servo andò via e Jacopo salutò Talia.
“A più tardi, cara...” le baciò la mano e raggiunse il suo studio al pianterreno.
Guardai il servitore, poi Jacopo...
Corsica?
Quella parola mi parve strana... una strana risposta alla domanda che era stata posta...
Corsica...
cosa significava?
Stavo per chiederlo a Jacopo, ma lui non me ne dette il tempo: mi baciò la mano ed uscì subito dalla stanza.
Esitai per qualche istante.
E tuttavia non posi molta attenzione alla cosa... uscii dalla stanza diretta in cortile e quando vi giunsi il servitore ed il misterioso appuntamento di Jacopo erano già svaniti dalla mia mente.
C’era una sola cosa capace di rilassarmi e di farmi dimenticare problemi e preoccupazioni, solo una cosa che davvero mi piaceva fare...
In silenzio, rapidamente, raggiunsi il cortile interno e da qui l’ampio stanzone che fungeva da magazzino per il palazzo, vi entrai e mi accostai all’angolo in cui erano riposte le mie cose... con cura scelsi una tela liscia e dei colori, scelsi dei pennelli, misi dell’acqua in un barattolo chiuso e presi l’olio... riposi tutto con cura in un’ampia e ruvida sacca che mi misi a tracolla, poi mi diressi verso le stalle.
Pochi minuti dopo, in sella al mio cavallo, stavo attraversando la città, diretta verso la campagna...
Altea
04-09-2013, 18.05.20
Il paesaggio cambiò dopo poco, guardavo le dolci colline che contornavano l'orizzonte mentre i frati intonavano canzoni per rendere il viaggio più piacevole.
Poi la conversazione si spostò proprio sul quadro..infatti quello non era un viaggio di piacere e che cosa avrei trovato una volta arrivati a Sygma?
"Pensate davvero che troveremo gente di ogni tipo? Che ne sarà di me una volta arrivati a destinazione, ora ho la vostra protezione ma poi? Mi troverò sola laggiù..non vorrei trovarmi in balia di gente poco raccomandabile." abbassai finalmente il cappuccio del mantello e osservai i frati mentre ponevo loro le mie domande e perplessità.
elisabeth
04-09-2013, 18.15.55
Ascoltai il discorso animato di Rown....." Padre Anselmo...dice il vero, i ladri non sono brava gente ed e' questo che vi ho insegnato.....si puo' vivere senza rubare e questo ladro potrebbe non essere una leggenda......e se riuscissi ad evitare che rubi il quadro..magari con l'aiuto di nostro Signore....e delle preghiere di voi tutti........potremmo ancora mantenere questa casa che ci accoglie tutti...e magari qualche altro bimbo potra' sperare di avere un tetto sulla testa.....ora tesoro mio, tu sarai l'uomo di casa.....e dovrai essere l'uomo che ti ho insegnato ad essere...vedrai che tornero' prestissimo....non ve ne accorgete neanche......"......scappai a guardare la torta...era pronta e profumata...." Andiamo a dividerla con gli altri...cosi' potro' salutarli........."........fu una gioia guardarli mangiare...e fu un dolore doverli salutare..presi solo qualcosa da mettere in una sacca........era quasi buio....andai a trovare Padre Anselmo.....mi sarei fatta indicare la strada da lui......entrando in Chiesa..." Padre Anselmo ?...Padre ?.....sono Elisabeth devo parlarvi....." Sentii dei passi vicino all'altare...e gli andai incontro......" Sono felice di vedervi ....come state?...il vostro raffreddore vedo che e' passato.....sono felice......ascoltate...sono qui a quest'ora tarda....perchè ho deciso di andare a Sygma......so da Rown che siete a conoscenza del quadro e del fatto che daranno una bella ricompensa a chi fermerà il ladro...nessuno più di voi sa quanto io abbia bisogno di quei soldi......e ho deciso di provare.....vi chiedo solo di proteggere i miei bimbi......lo avete fatto sino ad ora.....per voi non sarà un sacrificio.......riposerò nella vostra chiesa..una panca andrà bene...domattina partirò....magari mi indicherete la strada migliore......"...risi nervosamente.......il mio primo viaggio...e guardandomi i piedi anche a piedi nudi...ma maria aveva bisogno di un paio di scarpe piu' grandi e le mie sembravano andarle meglio.....
Mi svegliai, destata dalla luce, senza sapere bene quante ore avevo dormito.
Mentre mi vestivo udii i discorsi dei mercanti, fermi davanti alla locanda.
Perfetto, pensai, ora sono in quattro, e per di più con un chierico, meglio non mi poteva andare.
Però una cosa andava considerata attentamente, le strade non erano sicure.
Eppure, pensai, con tutta la gente attratta dalla storia del quadro..
E se fosse giunto qualcuno fin da casa mia?
Trasalii, la prudenza non è mai troppa.
Presi una pezza di cotone dalla sacca e vi avvolsi accoratamente l'elsa della spada, era troppo pericoloso andarsene in giro con quella in bella vista.
Mi chiesi perché non ci avessi pensato prima.
Tuttavia, non avevo affatto cambiato idea: sarei andata a Sygma, sola.
Non potevo fidarmi di sconosciuti, non ero ancora abbastanza tranquilla, non ero ancora pronta.
Scesi nell'ampia sala, dove potei mangiare le ottime focacce che spargevano profumo in tutto l'ambiente.
Pagai il locandiere e tornai da Ercole. Fu un piacere accorgermi che gli era stato dato da mangiare.
"Pronto per una nuova avventura, amico mio?" Sussurrai sorridendo.
Lo condussi fuori, mi calai il cappuccio sulla testa e mi avviai sulla strada per Sygma.
Guisgard
04-09-2013, 20.42.22
Eilonwy trascorse così quel giorno, tra mesti pensieri ed una forte delusione.
Ma verso il pomeriggio accade qualcosa.
Una carrozza fece il suo ingresso nel palazzo di famiglia e subito fu accolta con grandi onori.
Era infatti suo zio Nicolò giunto a far loro visita.
Poco dopo la nutrice bussò alla porta della ragazza.
“Eilonwy...” disse “... presto, preparati... tuo padre vuole che scendi a salutare tuo zio che è appena giunto.”
Eilonwy
04-09-2013, 20.45.43
Mi pettinai i capelli e guardai per un po' la mia immagine riflessa nello specchio.
Mi misi un fiore giallo tra i capelli.
Indossai un abito giallo con fiocco azzurro.
http://fc08.deviantart.net/fs71/f/2013/200/5/1/anastasia__dream_dress_done_by_yunaangelz-d6d07yq.jpg
Scesi le scale per andare a salutare mio zio.
Guisgard
04-09-2013, 20.48.48
Clio, in groppa al suo fidato Ercole, aveva preso la strada per uscire da Camelot e dirigersi verso Sygma.
Il carro dei mercanti, avendola preceduta, si trovava davanti a lei, quasi come se le indicasse la via facendosi seguire.
Il paesaggio mutò rapidamente con l'imbrunire e i fitti boschi disseminati fra le colline cominciarono a segnare l'orizzonte.
La ragazza udiva il canto di uno dei tre mercanti e quasi pareva allietare il suo cammino.
Poi, quando il crepuscolo era ormai giunto, i mercanti, che precedevano ancora Clio, decisero di fermarsi prima che facesse buio.
Si accamparono così in una radura irregolare ed accesero un fuoco.
“Teniamolo bello vivo...” disse Francesco agli altri “... è zona di lupi e di briganti questa e non voglio ritrovarmi addosso né gli uni, né gli altri.”
“Che Dio ci scampi da entrambi i pericoli!” Esclamò il frate.
Guisgard
04-09-2013, 20.51.37
Nel vedere che Altea era in realtà una ragazza e non un uomo, i frati restarono sorpresi.
“Se avete deciso di partire” disse poi uno di loro ad Altea “allora significa che avevate uno scopo una volta giunta a Sygma...”
“Potrete cercarvi un lavoro” fece un altro “laggiù. Magari in un convento come giardiniera o cuoca.”
“Perdonatemi...” fissandola un altro di quei religiosi “... ma perchè siete partita per questo viaggio? Cosa volevate trovare lassù a Sygma?”
Guisgard
04-09-2013, 20.53.05
Padre Anselmo si voltò a fissare Elisabeth.
La sua espressione era però strana, come inquieta.
Infatti egli non tradì alcuna emozioni a sentire la donna parlare.
Riuscì solo a fare un cenno, quasi impercettibile, con gli occhi, quasi fosse un segnale.
Ma in quello stesso momento due sagome presero forma dalla penombra che avvolgeva la navata.
“Guarda guarda...” disse un uomo sbucato dal nulla “... una pecorella che torna all'ovile...”
“Fortunati, vero?” Ridendo l'altro che gli stava accanto.
“Avanti, prete...” fece il primo mostrando un affilato coltello “... mettiti accanto all'altare... e fa lo stesso anche tu, bella signora...” minacciando poi anche Elisabeth “... tienili d'occhio, Ioga.” Fissando il suo compare.
“Tranquillo, Monty!” Esclamò questi.
“Al minimo passo falso” mormorò Monty “non esitare ad accopparli entrambi.” Si voltò allora verso la penombra più fitta del presbiterio. “Vieni avanti, capo...”
E dalla semioscurità emerse una terza figura.
Era un uomo alto, dai capelli lunghi, la barba incolta e l'espressione inquieta.
http://www.cinefilos.it/v2/wp-content/uploads/2013/04/Aragorn.png
Guisgard
04-09-2013, 20.54.05
Talia, così, lasciato il palazzo, cavalcò verso la campagna.
Attraversò rapidamente la città, ritrovandosi poi immersa nella verdeggiante campagna.
Qui dominava un silenzio calmo, rasserenante, reso tale anche dal chiarore del cielo, attraversato dal vento, che mostrava l'ancestrale bellezza di quel luogo.
In lontananza apparivano poggi distanti, dai quali si stagliavano contro il limpido crepuscolo le sagome quasi fiabesche delle loro torri merlate circondate da slanciati cipressi.
E l'immensità di quel mondo abbracciò e raccolse Talia in balia delle sue inquietudini.
Altea
04-09-2013, 21.10.15
Osservai gli occhi sgranati dalla meraviglia dei frati, e le loro mille domande...uomo e donna, che differenza faceva.
Già..trovare un lavoro e un frate aveva proposto un convento. Sarebbe stato troppo pericoloso lavorare per qualche famiglia sotto le sembianze di una serva...non avrei nemmeno saputo come iniziare o cucinare un uovo.
"Io..sembrava fosse chiaro" dissi sorridendo benevolmente a quei frati "sono partita in cerca di fortuna...si ... come tutte le persone che vogliono salvare quel quadro" e fu la prima volta che mi vergognavo di me stessa per quella bugia seppur in fin di bene, proprio a dei chierici.
Viaggiai per tutto il giorno, senza fermarmi, guardando il panorama cambiare intorno a me.
I mercanti col frate a carico mi erano davanti, sembrava proprio che non riuscissi a liberarmi di loro.
Ma qualcuno cantava e, senza accorgermene, mi ritrovai a sorridere.
Prima ancora che si facesse buio, si accamparono in una radura.
Dapprima pensai di proseguire, ma poi mi resi conto che, infondo, non avevo fretta.
E se proprio dovevano arrivare dei briganti avrebbero preso di mira più volentieri il fiorente carro che mi precedeva piuttosto che un viandante malandato.
Così, legai Ercole ad un albero non molto distante e mi sedetti accanto a lui.
Potevo sentire le voci dei mercanti attorno al fuoco, ma un grande albero mi nascondeva alla loro vista, e probabilmente era meglio così.
Non avrei dormito quella notte, era troppo pericoloso.
Restai immobile, la schiena appoggiata ad un possente albero a guardare le stelle, la testa buttata all'indietro.
Il cielo, limpido e immenso, non era poi tanto diverso da quello che amavo osservare dal mio balcone.
Se i miei cari non stavano guardando quelle stesse stelle, allora probabilmente stavano guardando me, da lassù.
E non saper dare una risposta a questa terribile domanda inespressa mi tormentava più di qualunque altra cosa.
Mi misi a giocherellare con un rametto di legno, cercando di pensare a qualcosa di bello, un ricordo che mi accompagnasse durante quella lunga notte di veglia.
Quando lo trovai, restai a fissare un punto indefinito davanti a me per molto tempo, e sorrisi.
Ma poi il sogno ad occhi aperti finì, e cupi pensieri oscurarono la mia mente.
Almeno finchè un pallido raggio di sole non annunciò che l'alba era ormai vicina.
Eilonwy
05-09-2013, 01.23.43
Era da tempo che non vedevo lo zio Nicolò.
Chissà? Forse oltre a portarmi qualche dono mi avrebbe permesso di stare a Sygma con lui.
Mi ricordo ancora quando visitai il castello di mio zio a 5 anni.
Era stupendo sia fuori che dentro.
http://czech-transport.com/images/hluboka%20b.jpg
Fu lo zio in persona a regalarmi Dante, il mio dolce e fiero cavallo nero.
http://digilander.libero.it/rgtech/images/foto/tunder.jpg
Talia
05-09-2013, 15.36.28
Il cavallo correva sulla stretta strada di campagna.
Gli zoccoli sembravano sfiorare appena la terra battuta, il verde dei prati mi sfrecciava intorno... tutto era silenzio alle mie orecchie, attente solo al sibilare del vento tra i miei capelli... tutto era silenzio dentro a fuori di me.
Ad un tratto tirai le briglie ed il cavallo si fermò.
Avevo attraversato, quasi senza rendermene conto, la strada che serpeggiava tra le colline ed ero giunta fin quasi sulla sommità di un piccolo poggio... sonnolenti campi modellavano le colline tutt’intorno, punteggiati qua e là da alte e frondose querce, cipressi ed olivi, e di fronte a me, seminascosta dagli alberi che la attorniavano, apparve la piccola cupola di mattoni rossi.
Esitai.
Poi, lentamente, scesi da cavallo e, prendendolo per le briglie, mi accostai alla cappellina. Era questo un edificio a pianta ottagonale, dalle candide mura bianche, rafforzate agli angoli da finte colonne di gusto classicheggiante.
Camminando lentamente, un passo dietro l’alto, risalii il lieve declivio e raggiunsi il selciato. Tutto era silenzio e quiete. Chiusi gli occhi.
Il pennello scorreva leggero sulla tela... azzurro, verde, ocra, arancio, rosso... le forme vi prendevano via via consistenza ad ogni mio tocco, ad ogni movimento dalla mano...
Mi piaceva dipingere, mi era sempre piaciuto, mi rilassava... e quella solitaria cappellina, dalla quale si poteva godere di un paesaggio senza eguali, era uno dei miei luoghi preferiti per farlo. Nessuno saliva mai lassù, fino alla Cappella di San Michele, e la sua storia e tutte le leggende che la circondavano erano ormai quasi perdute. E forse proprio per questo motivo a me piaceva così tanto quel luogo ed amavo rammentarne le storie... perché quel luogo era silenzioso e solitario, ma vivo allo stesso tempo...
La mia mano smise di accarezzare la tela con il pennello e quei colori, per un istante... mi mossi appena sulla bassa sedia, cambiando angolazione e visuale, come a voler valutare quel mio disegno con altri occhi, con un altro sguardo.
E fu proprio in quel momento che udii quei passi inattesi sul selciato. Sussultai e mi voltai di scatto.
Il ragazzo camminava lento, come perso in cupi pensieri... aggirò la cappella e fu allora che, sollevando lo sguardo, mi vide... si bloccò e mi parve, per un momento, leggere la sorpresa nei suoi occhi chiari.
Io riportai in fretta i miei sulla tela, in silenzio.
Battei le palpebre e mi costrinsi ad abbandonare quel ricordo...
erano passati anni, ormai... troppi anni.
E poi...
Esitai... era stato un errore salire lassù, pensai... uno sciocco errore.
In fretta, in preda ad una inspiegabile agitazione, saltai di nuovo in sella al mio cavallo e mi lanciai al galoppo giù per il pendio, lontana dalla cappella, lontana dai ricordi.
elisabeth
05-09-2013, 15.43.54
Guardai Padre Anselmo con un strana sensazione...era diventato muto...in genere avrebbe alzato le braccia al cielo e avrebbe chiesto a nostro Signore perchè io mi comportavo in maniera sconsiderata....ormai la recita la conoscevo tutta......ma questa volta i suoi occhi erano segnali..eme ne accorsi subito dopo...due bifolchi spuntati dal nulla ...ci fecero mettere vicini all'altare.......era quasi giorno ormai......sarei dovuta andar via....." Che cosa sta succedendo Padre ?....non c'e'nulla da rubare qui dentro....e noi due...facciamo pietà al Signore stesso....".....questo sussurrai al suo orecchio...quando qualcuno chiamo' il Capo.....il Capo ?.....erano andati tutti fuori di mente......vidi arrivare quest'uomo, comparve dal buio ......era alto....magro ...ed aveva i capelli lunghi...con la barba che non vedeva cura da un po' di tempo......aveva gli occhi luminosi....forse dalle fiamme delle candele.....sembravano brillare......e se fosse un fuggitivo ?......pensai ai bambini....la mattina andavano a messa con regolarità......." Credo che abbiate sbagliato prete...Chiesa e situazione.....siamo di una povertà sconvolgente e credo che tranne che un pezzo di pane secco...non si possa offrire...e poi Padre Anselmo deve prepararsi alla Santa Messa e io devo aiutarlo.........Vero Padre ?...".....alle mie parole ne'Padre Anselmo ne'..lo sconosciuto si scomposero.........ma io dovevo andare......io lo dovevo ai miei ragazzi......
Guisgard
05-09-2013, 20.55.12
“Sta zitta...” disse Monty ad Elisabeth “... zitta o ti tiro il collo come si fa con le galline...”
Ioga rise a quelle minacce.
“Tagliamo corto...” fece colui che era il capo dei tre “... a noi occorre un posto sicuro in cui rifugiarci... questa è una chiesa e presto ci sarà gente per la messa del mattino... indicateci un luogo in cui nasconderci o su quell'altare oggi non verrà spezzato solo del Pane...”
E guardandolo, Elisabeth si accorse che era ferito ad una gamba.
Guisgard
05-09-2013, 20.58.41
Il cielo si rischiarò pian piano e il Sole fece finalmente la sua comparsa, mutando quello scenario e liberandolo dall'oscurità e dai silenzi della notte.
Ma proprio in quel momento una serpe sbucò davanti ad Ercole ed il destriero di Clio si imbizzarrì.
Quel nitrito attirò subito l'attenzione dei mercanti accampani poco lontano.
Impugnarono le armi e corsero a controllare, convinti di essere seguiti.
“Voi...” disse Francesco giungendo davanti a Clio “... voi chi siete?”
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Guisgard
05-09-2013, 21.09.36
“Beh, di sorte” disse uno dei frati ad Altea “ne troverete molta a Sygma... e starà a voi poi capire se sarà buona o cattiva...”
“Sembra che la storia di quel quadro” un altro dei frati “abbia attirato a Sygma davvero tanta gente... ma voi” chiese alla ragazza “vi sentite in grado di partecipare ad una cosa così pericolosa? Una vera e propria caccia al ladro... non sarà certo un gioco...”
Ma ad un tratto uno dei frati indicò agli altri le alte torri di Sygma che cominciavano ad apparire nel primo chiarore del mattino.
Poco dopo raggiunsero le porte della capitale di quel regno ed un grandioso spettacolo li accolse.
La città si stava appena svegliando al nuovo giorno e lo splendore dei suoi palazzi, la monumentalità delle torri merlate e quadrangolari, le guglie slanciate delle sue chiese e gli eleganti ed essenziali campanili romanici apparivano come meravigliosi pilastri su cui l'infinito cielo azzurro e terso sembrava aver poggiato le sue fondamenta sulla Terra.
Guisgard
05-09-2013, 21.19.52
Eilonwy fu accompagnata dalla sua nutrice nel grande salone, dove si trovava suo padre in compagnia dello zio Nicolò.
E questi, nel vedere arrivare la giovane nipote, le corse subito incontro, abbracciandola forte.
“Ma sei diventata una signorina ormai...” disse poi ridendo “... una splendida signorina! Eh, ma bisognerà tenere lontani i giovanotti, o qualcuno penserà bene di rapirti! Sai che tuo zio ti ha portato un dono? Guarda qui...” prendendo la sua borsa “... questa è una magnifica spada greca che secondo la leggenda è appartenuta all'eroina Clorinda... ed è ora tutta per te!”
“Nicolò, non voglio che Eilonwy abbia simili oggetti...” fece suo padre.
“Sciocchezze!” Esclamò Nicolò. “E' una spada degna di una principessa!”
Altea
05-09-2013, 21.55.12
Annuii leggermente ma fui distolta dalla visuale che improvvisamente apparve...entrammo in città, eravamo a Sygma. Mai avevo visto niente di spettacolare, forse nemmeno a Camelot, guardavo i palazzi monumentali e le chiese a naso in su e leggermente sorrisi.
Ma poi mi destai...quello non era un viaggio di divertimento o una visita.
Ad un tratto il carro si fermò e io volli scendere..."Avete ragione...la sorte può essere buona o cattiva e io mi affido al Buon Dio".
Certamente io non ero arrivata a Sygma proprio per custodire quel quadro...era solo un pretesto per fuggire da quel assurdo matrimonio e alla infelicità che mi avrebbe sopraffatta.
Salutai e ringraziai i frati e iniziai a camminare per la città..forse avrei potuto chiedere in qualche locanda vitto e alloggio e in cambio avrei fatto la lavapiatti. Ricordavo ancora quando nel casolare di caccia mia nonna mi chiamava a lavare i piatti solo per distogliersi da quei noiosi discorsi mondani. Lei era forte, particolare...dicevano avevo preso da lei. E ci divertivamo assieme parlando di vari argomenti.
Vidi una insegna proprio vicino e mi diressi verso quella locanda e la gente mi spintonava, era vero...a Sygma era arrivata gente di ogni genere.
Guisgard
05-09-2013, 22.01.44
Nel palazzo dei Gufoni, Jacopo entrò nel suo studio e trovò ad attenderlo un uomo.
Era di corporatura sgraziata, il collo tozzo e le spalle strette, i capelli scurissimi e la pelle cotta dal Sole.
Questi si voltò e il Capitano della Guardia Reale subito lo riconobbe.
Il mercato si Sygma, attraversato dal fiume Elsa, era il centro commerciale ed economico dell'intero regno.
E un'umanità viva, vivace e varia frequentava quel luogo per le ragioni più disparate.
E così avventurieri, mendicanti, mercanti, commercianti, accattoni, prostitute, imbroglioni e sprovveduti affollavano ogni angolo di quello spaccato cittadino.
E due figure, distinguendosi da tutte le altre, fissavano un punto del parapetto del ponte, dal quale si sporgeva un ragazzo con abiti militari e l'aria cupa a fissare la parte più ampia del corso del fiume.
“Jacopo...” disse una delle due figure indicando quel militare “... è innamorato... spasima per la bella Talia... ma lei non si decide... e lui soffre... boh! Bravo chi comprende l'amore!”
Gli occhi dell'altra figura, piccoli e scuri, si serrarono quasi del tutto, come se volesse penetrare l'animo del ragazzo che si sporgeva dal parapetto.
“Vieni, Massimo...” mormorò poi all'altro “... andiamo da lui...”
E raggiunsero il giovane militare sul ponte.
“Jacopo...” fece Massimo quando i due lo raggiunsero “... mica vorrai gettarti nel fiume!”
“Meglio!” A denti stretti il soldato.
“Assaggia un po' di vino se vuoi bagnarti.” Fissandolo Massimo.
“A parte che l'acqua un uomo vero non la tocca mai.” Disse l'altro.
“Simone ha ragione.” Indicandolo Massimo. “L'acqua fa male. Il Diluvio lo insegna. L'acqua è per gli uomini malvagi e i derelitti.”
“Andiamo...” guardando il militare Simone “... affogheremo le tue pene d'amore, amico mio...”
E i tre si avviarono verso la locanda.
“Ci si rivede, amico mio.” Voltandosi l'ospite. “O dovrei dire capitano?”
“Simone, che sorpresa.” Sorridendo Jacopo. “Pensavo fossi in Corsica.”
“Qui c'è molto più da fare.” Fissandolo Simone. “Sia per te che per me... e già una volta, se rammenti, abbiamo fatto ottime cose insieme...”
“Ti ascolto...” mormorò Jacopo.
“Come Procuratore del Re” spiegò Simone “sono stato richiamato per occuparmi della faccenda del Verziere Fiesolano e scoprire chi c'è dietro quella minaccia di furto...”
“Andiamo, non penserai che esiste un fantomatico ladro che con piglio epico e romantico ruba ai nobili per dare ai chierici...”
“Affatto.” Scuotendo il capo Simone. “Ma di sicuro so che non saranno i Domenicani o i Gesuiti, dopo essersi alzati i loro cappucci, a portare via quel quadro... la Chiesa in passato ha più volte agito contro la normale etica e morale umana, giustificando un Bene, per essa, superiore... e probabilmente anche in questo caso sta andando così... e il nostro compito è scoprire chi sta agendo per conto del Vescovo...”
Jacopo lo ascoltava in silenzio.
“Se ci riusciremo” continuò Simone “io diventerò Console... e tu magari Governatore di una città del regno... pensaci, amico mio...” sorrise “... dobbiamo solo scoprire chi o cosa si cela dietro il nome Mirabole...”
Intanto Talia, quasi senza accorgersene, galoppando si ritrovò alla periferia della città.
E vide una sfarzosa carrozza correre e poi arrestarsi davanti a Palazzo Lorena, uno dei palazzi più sontuosi della città.
E dalla carrozza scese un uomo dall'aria semplice e i capelli cortissimi, seguito da altri abbigliati in modo fastoso ed esotico, come se fossero guardie di qualche ricco emiro.
L'uomo fece segno alle guardie di attenderlo accanto alla carrozza, per poi dirigersi verso l'ingresso del palazzo, dove fu accolto con tutti gli onori dal proprietario.
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elisabeth
05-09-2013, 22.45.06
Erano due idioti con l'immondizia in bocca.......il collo lo avrei tirato io a loro.....ma il Capo dei due infelici.....apri' bocca, voleva un rifugio.......e aveva anche ragione..tutto calcolato, la Chiesa tra un po' si sarebbe popolata.....donne uomini...e bambini....già i miei bambini.....mi guardai con Padre Anselmo.....era una storia da sistemare al piu' presto.....nel guardare quell'uomo mi accorsi della sua gamba....era ferito, ma la carità Cristiana non guarda in faccia nessuno......" Abbiamo il piacere di parlare con chi ?....un ladro, un assassino....un fuggiasco di sicuro e la vostra gamba credo che abbia bisogno di cure.......Padre Anselmo....c'e' una stanza che non usate mai nella sacrestia, non sarà la stanza di un castello...ma per sua signoria e i suoi amici, credo vada bene.....che ne dite..credo che abbiamo tutti da fare...."....
"Buono, buono, bello.." esclamai alzandomi di scatto.
"Non è niente, su… tranquillo.. se n'è andata..".
Presi le redini di Ercole e gli accarezzai il muso dolcemente, finchè non si calmò.
Ma il suo nitrito aveva attirato l'attenzione dei mercanti.
In un attimo, me li ritrovai di fronte, con le spade sguainate.
Tutto quello che avrei voluto evitare.
Sospirai, indurendo lo sguardo.
Ma qualcosa mi colpì a tal punto, da farmi sgranare gli occhi: lo sguardo interrogativo dell'uomo.
Forse, avevo esagerato, forse era giunta l'ora di abbassare la guardia.
Non aveva idea di chi fossi, non aveva mai visto il mio viso, e sicuramente non conosceva il mio nome.
"Mi dispiace.." dissi, calma "..una serpe.. si è imbizzarito.." alzando lo sguardo verso Ercole.
"Io? Io sono solo un viandante diretto a Sygma in cerca di fortuna… perdonate se ho disturbato la vostra quiete.." sorrisi "..non era mia intenzione spaventarvi..".
Eilonwy
05-09-2013, 23.20.37
"Oh, ma è stupenda. E' magnifica, bellissima. Davvero era appartenuta a
Clorinda? Grazie, grazie, grazie mille. Siete un angelo".
Lo abbracciai forte e gli diedi un bacio sulla guancia rasata.
Non avevo mai visto una spada così lucente e affilata.
La impugnai e mi senti una guerriera.
Scommetto che nessuno aveva una spada come questa.
Anche se era un po' pesante riuscivo a destreggiarla bene.
Tutto merito dei miei insegnanti di scherma.
Guisgard
06-09-2013, 05.13.56
Nicolò fu felice nel vedere la giovane Eilonwy raggiante per quel dono.
“Così dicono...” disse poi “... pare sia davvero appartenuta a Clorinda... e secondo la leggenda la stava impugnando quando fu battezzata dal suo Tancredi...” sorrise “... insomma con questa spada sarai una perfetta amazzone!” Rise di gusto.
“Una ragazza del suo lignaggio” fece il padre di lei “non può avere oggetti simili.”
“Sciocchezze, fratello mio!” Scuotendo il capo Nicolò. “Anzi, penso che tu sia troppo severo con tua figlia. E' una ragazza in gamba e deve imparare a conoscere il mondo.”
“Davvero?” Contrariato il padre.
“Si, davvero.” Annuendo Nicolò. “E forse dovresti farla venire con me a Sygma. Sarebbe utile per la sua educazione.” Guardò Eilonwy. “Cosa ne pensi, Eilonwy?”
Guisgard
06-09-2013, 05.15.44
A quelle parole di Clio, Francesco fece cenno ai suoi due compagni di abbassare le armi.
“Un viandante da solo ad attraversare questi boschi...” fissandola “... il meno che può capitarvi è quello di incontrare un cinghiale furioso...” la sua arma era però ancora in bella mostra “... posso sapere invece perchè ci stavate seguendo? Attratto dal nostro carico? O forse siete solo il primo di una banda di briganti? Magari mandato avanti dai suoi compari? Parlate se tenete alla vita!” Con fare minaccioso Francesco. “E vi avverto... la mia pazienza scarseggia come i guadagni che questo dannato viaggio ci ha portato... avanti... ditemi chi siete o giuro davanti al Cielo che vi infilzo all'istante!”
“Bontà Divina!” Segnandosi tre volte il religioso che era con loro.
Guisgard
06-09-2013, 05.19.58
“Si, abbiamo tutti da fare...” disse il capo ad Elisabeth “... e voi due” indicando la donna ed il prete “più di tutti... indicatemi la stanza... vi seguirò... voi intanto” parlando poi ai suoi due compari “tenete d'occhio il prete e chiudete la chiesa.”
“La Casa del Signore non può essere chiusa!” Protestò Padre Anselmo. “E' come chiudere la Sua Misericordia!”
“Fa quello che ti dico, prete, o qui di misericordia non ce ne sarà per nessuno...” fissandolo il capo.
Ioga rise forte.
“Avanti, mostratemi quella stanza...” rivolgendosi ancora ad Elisabeth “... e badate di non fare scherzi o farete la fine di una delle tante statue di martiri che affollano questo posto... e cercate di tenere per voi le vostre domande... meglio sapete di noi, meglio è per voi...” e puntandole il coltello contro le intimò di portarlo in quella stanza.
Guisgard
06-09-2013, 05.23.56
Nonostante quella ressa, Altea riuscì a raggiungere l'entrata della locanda.
Era un ambiente non grandissimo, eppure vi era gente praticamente seduta anche sul muretto che correva lungo la parete interna tanto era gremito.
E mentre la ragazza cercava di arrivare al banco, udì una strana conversazione.
“Dilettanti...” disse un uomo seduto ad uno dei tavoli “... ciò che più detesto sono i dilettanti... Kos, quando verranno gli altri?” Chiese ad un omone che era seduto con lui.
“Credo in giornata, barone...”
“Ci saranno tutti?”
“Si, barone.”
“Ci occorre qualcun altro...” per poi guardarsi intorno “... ma che non siano dilettanti o persone comuni... detesto quello scialbo apparire e quell'insignificante inespressività tipica degli individui ordinari...” sgranò gli occhi “... per Bacco!” Esclamò. “Fidia avrebbe risolto gran parte del suo tempo se fosse passato qui, invece che cercare fra l'Attica e l'Arcadia!” Si alzò in piedi, avvicinandosi ad Altea. “Madama... permettete?” Prendendo la sua mano e baciandola. “Anche se la bellezza è patrimonio di ogni uomo intellettualmente libero, concedetemi l'ardire di potervi adulare da vicino...” e mostrò un vistoso inchino, per poi restare a fissarla.
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Avevo parlato al maschile, e al maschile quell'uomo si era rivolto a me.
Ringraziai di non avere una vocina stridula.
Sorrisi, portando una mano al cappuccio, per scoprire il mio viso.
Mi credevano una minaccia, ma come poteva una fanciulla esserlo?
La mano mi tremava impercettibilmente, mentre le raccomandazioni di mio padre mi tornavano alla mente.
La grande sala era illunimata dalle molte fiaccole appese alle pareti, creando un gioco di luce ed ombra che da bambina mi aveva sempre spaventato.
Era raro che fosse così gremita di gente, eppure, quel giorno soldati, scudieri, ancelle e persino ragazzi lo affollavano.
Tutti, però, si scostavano al mio passaggio.
Raggiunsi così la parte alta della sala, dove uomini giovani e anziani erano in piedi intorno ad un tavolo, intenti a discutere animatamente.
Feramai l'araldo con un cenno della mano: mi sarei annunciata da sola.
"Padre.." chiamai ad alta voce, calma e decisa.
Un uomo non molto alto ma dal portamento nobile ed elegante lasciò quel tavolo e si girò verso di me.
I suoi occhi azzurri, così simili ai miei, si illuminarono nel vedermi.
Sorrisi.
"Clio.. grazie al Cielo, sei qui.." disse con un sorriso, si voltò poi verso gli altri uomini "..vogliate scusarmi..".
Si avvicinò e mi fece cenno di seguirlo in una piccola stanzetta poco distante.
"Quelli non sono gli abiti di tuo fratello.." disse mentre camminavamo, osservando i pantaloni, la cintura e la camicia che mi andavano alla perfezione, evidentemente fatti su misura.
"No, in realtà.." balbettai io, arrossendo.
"Lascia stare.." mi interruppe lui "..non ho il tempo per rimproverarti perchè ti sei fatta fare dei vestiti da uomo..".
Abbassai lo sguardo, imbarazzata.
Come potevo spiegare a mio padre che gli splendidi abiti da fanciulla, che sicuramente non mi mancavano, erano davvero scomodi nelle lunghe cavalcate con mio fratello, o per tirare con lui di spada?
Eravamo soli, dopotutto. E insieme ci eravamo sempre divertiti un mondo.
Alzai lo sguardo e repressi il sorriso che quel breve ricordo aveva posato sulle mie labbra, eravamo arrivati nella stanzetta splendidamente affrescata, e quello non era certo il momento di scherzare.
Mio padre restò a fissare la parete per alcuni minuti, vi erano raffigurate scene mitologiche: Achille e Pentesilea, Atteone dilaniato dai cani, Bellerofonte e la Chimera, Eracle e il cinghiale Erimanto.
Mi ero sempre chiesta se ci fosse un senso in quella successione di immagini così diverse tra loro, ma se c'era, io non riuscivo a trovarlo.
Ero rimasta in silenzio ad osservare lo sguardo di Pentesilea morente.
"Devi partire, Clio.. stanotte stessa.." mio padre parlò come se ogni parola fosse un pesante macigno.
Un lampo di terrore attraversò i miei occhi.
"No!" esclamai, trattenendo le lacrime.
Lui si girò e mi fissò negli occhi, con una calma che mi sorprese.
"Sono qui.." disse piano "..ma quando entreranno, tu sarai già lontana..".
"Padre, vi prego.." sussurrai, tra le lacrime che non ero riuscita a fermare "… il mio posto è qui… non.. non potete chiedermi di lasciarvi.. non passeranno, li fermerete, lo so..".
Il suo sguardo tradì una tristezza che non vedevo da molti anni.
"Somigli sempre di più a tua madre.." sussurrò "..impulsiva e fiduciosa..".
Mi avviciai di un passo, e lui, di slancio, mi abbracciò.
Restai tra le sue braccia per molto tempo, fingendo di non sentire i tamburi e gli schiamazzi provenire dal palazzo.
"Sono in troppi.." disse, infine.
Mi scostai da lui.
"Da quando avete così poca speranza, padre?" dissi, guardandolo negli occhi "..li respingerete..".
Per tutta risposta lui si tolse la spada lucente dal prezioso fodero e me la porse.
"Non discutere con me, Clio.." disse, ritrovando l'autorità che la tristezza aveva fatto vacillare per un momento.
La presi tra le mani tremanti.
"Padre.. come.. come potete pensare che potrei abbandonarvi? Questa è casa mia, il mio posto è accanto a voi.." dissi, con tutta la calma che mi restava.
Guardai la spada che avevo in mano, apparteneva alla mia famiglia da secoli, era stata bottino di guerra di un mio avo, e ogni discendente maschio l'aveva abbellita, affilata, ammodernata, ma mai cambiata o persa.
Mio padre aveva aggiunto solo un incisione con un monogramma che univa le iniziali sue e di mia madre, morto lui, sarebbe appartenuta a mio fratello.
"Tu farai quello che ti dico, Clio.." tuonò con voce severa "… non osare contraddire i miei ordini…" con uno sguardo triste e disperato che contrastava con la sicurezza della voce.
"Ma padre…" mormorai "..è la vostra spada.." porgendogliela nuovamente.
"E tu sei mia figlia.." tuonò lui "..e non voglio che abbiano nessuna delle due! Sono stato chiaro?".
Per un breve momento, sorrise "So che la saprai maneggiare molto bene.. credi che non sappia con chi si esercita quell'incosciente di mio figlio?".
Arrossii "..mandate lui in salvo.. questa spada appartiene a lui non a me..".
Mio padre scosse la testa "..No, lui mi serve qui.. e se dovesse accadermi qualcosa prenderà il mio posto, ma se tutto dovesse essere perduto, almeno sapremo entrambi che la nostra stirpe non si esaurirà.." mi posò le mani sulle spalle "…ascolta Clio… c'è una nave che ti aspetta.. ha istruzioni precise, ma non mostrare mai il tuo volto, non sanno chi devono trasportare… non fidarti di nessuno.. quando sbarcherai, raggiungi Camelot e poi, Capomazda o Sygma.. regni lontani, dove non hanno idea di cosa accade qui.. so che saprai badare a te stessa.. Beh, anche se non potrai guadagnarti da vivere ricamando o cucendo, visto che fai di tutto per non imparare.." sforzandosi di scherzare.
Sorrisi.
"Quando sarai al sicuro.." continuò "..solo allora fidati delle persone.. nessuno ti riconoscerà, nessuno ti cercherà.. fai di tutto per passare inosservata, per non dare nell'occhio.. e, soprattutto, vedi di non metterti nei guai.." con un sorriso.
Non riuscivo a trattenere le lacrime, lui mi strinse per lunghi istanti.
"Se tutto andrà bene, verremo a cercarti, potresti anche raggiungere i confini del mondo ma ti troveremo.. e.." la voce gli tremò "..se dovesse andar male..".
"Tornerò a vendicare la mia casa.." lo interruppi, con la voce calma e lo sguardo deciso, nonostante le lacrime.
Lui sorrise e mi guardò colmo d'orgoglio.
"Sei la nostra speranza, Clio.. nel bene e nel male.." disse sorridendo.
"Ora va, e rendimi fiero..".
"Addio padre.." dissi, reprimendo la voglia di abbracciarlo o sarebbe stato ancora più doloroso il distacco.
"Ehi.." mi chiamò, facendomi voltare un'ultima volta "..attenta alla spada..".
"Non temete, è in buone mani.." dissi, con un doloroso sorriso.
"Oh, lo so bene.. addio, figlia mia.." mormorò piano.
Ero abbastanza lontana, dovevo essere una persona qualunque, uguale a mille altra.
Così, abbassai il cappuccio, rivelando all'uomo i miei occhi chiari, fermi e decisi.
"Il mio nome è Clio.." dissi, guardandolo negli occhi.
Mentire sul mio nome non mi sembrava una buona idea.
"…vi ho già detto chi sono, solo un viandante… e i cinghiali non mi spaventano… Ho viaggiato molto per arrivare qui…" dissi sorridendo "… non vi stavo seguendo, sono solo diretta a Sygma, come voi… e temo che la strada sia la stessa per tutti… Ci siamo già visti, rammentate, a Camelot.. alloggiavamo nella stessa locanda.. siete solo partiti prima di me…".
Alzai le spalle "…mettete via quella spada.." dissi con noncuranza "…non mi aspetto che vi fidiate delle mie parole, io non mi fiderei delle vostre, d'altronde… se preferite, partirò prima di voi stavolta, così potrete controllare che non vada a spifferare a nessuna banda di briganti dove siete…".
Talia
06-09-2013, 15.34.10
Ero corsa via da quel luogo con la mente così sconvolta che non mi ero quasi accorta di aver raggiunto in breve la periferia della città.
Il mio cavallo prese la strada principale, passando così proprio di fianco al muro di cinta del sontuoso Palazzo Lorana, e fu perciò che vidi quella scena...
E vide una sfarzosa carrozza correre e poi arrestarsi davanti a Palazzo Lorena, uno dei palazzi più sontuosi della città.
E dalla carrozza scese un uomo dall'aria semplice e i capelli cortissimi, seguito da altri abbigliati in modo fastoso ed esotico, come se fossero guardie di qualche ricco emiro.
L'uomo fece segno alle guardie di attenderlo accanto alla carrozza, per poi dirigersi verso l'ingresso del palazzo, dove fu accolto con tutti gli onori dal proprietario.
Avevo fermato il cavallo accanto al muro, fissando la carrozza e le persone che ne discesero... non avrei saputo dire il motivo esatto per cui quella scena mi avesse incuriosita, forse per il contrasto tra la semplicità del primo uomo e lo sfarzo esotico dei suoi accompagnatori...
e tutto ciò a Palazzo Lorena...
mi chiesi se Jacopo avrebbe trovato interessante, quella cosa...
Jacopo...
non gli avevo neanche detto che sarei uscita a cavallo...
certo, mi corressi subito, lui forse neanche si era accorto della mia assenza, chiuso nel suo studio...
Esitai...
lanciai un’ultima occhiata a quella carrozza ferma...
poi spronai il cavallo e ripartii.
Eilonwy
06-09-2013, 15.45.08
Sorrisi e il mio viso si illuminò di falicità.
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"Oh, caro zio. Per me va benone. Certo che verrò con voi. Che bello. Grazie ancora".
Lo abbracciai di nuovo.
Adoravo mio zio Nicolò. Non poteva darmi una felicità piu' grande.
Altea
06-09-2013, 15.57.32
La locanda era veramente affollata, a fatica si respirava...mi sentii per un attimo barcollare per il caldo e la stanchezza.
Mi incamminai verso il bancale osservando le persone e il mio sguardo si pose a un tavolino..vi erano seduti non persone del popolo ma un nobile con alcuni uomini che si stava lamentando per qualcosa che non capivo.
Ad un tratto il suo sguardo si fermò su di me, rimase quasi incredulo e sbigottito..mi guardavo attorno..cosa avessi di tanto strano?
Si alzò e baciandomi la mano mi propose addirittura di corteggiarmi, lo osservai sgranando gli occhi..che mai voleva quello sconosciuto? Da una serva poi...ovvero non eravamo a Camelot quindi non poteva sapere fossi del suo stesso rango e pure baronessa come lui e il mio aspetto era quello di una umile e povera ragazza ora.
"Milord" feci un leggero inchino togliendo la mano dalla sua "posso sapere cosa mai ha colpito tanto la vostra attenzione?" lo fissai attentamente mentre gli parlavo..poteva avere pure cattive intenzioni.
elisabeth
06-09-2013, 16.21.38
Chiudere la Chiesa al culto.....ci sarebbe stato il caos...Padre Anselmo pregava sommessamente...tenevo stretta la mia sacca tra le mani......e vidi i due andare a chiudere le porte della Chiesa......sotto minaccia.....mi voltai verso la sagrestia e portai il Capo nella piccola stanza dove ogni tanto Padre Anselmo...schiacciava un pisolino nelle ore più calde dell'estate......la porta in legno cigolava.....c'era poca luce...veniva da una finestrella in alto..." Sdraiatevi sul letto...siete stanco e state zoppicando.........se volete daro' un'occhiata alla vostra gamba.....ma permettetemi di dirvi,che se chiudete le porte della Chiesa vi tirerete dietro un vespaio......qui' c'e'povera gente e questo luogo e' luogo di rifugio.....cercheranno Padre Anselmo a costo di buttare giu' le porte......non credo che abbiate bisogno di questo....!!!! ".......ero in ansia...i ragazzi da soli, io che sarei dovuta essere già in cammino per quei maledetti soldi che mi servivano e che mi avevano condotto a prendere quella decisione........
Guisgard
06-09-2013, 21.28.45
“Non fidiamoci di lei...” disse uno dei mercanti a Francesco “... è troppo sveglia per essere una semplice donna...”
“Perchè, tu hai mai incontrato donne meno sveglie di te, Bartolo?” Fissandolo lui. “Stento a crederlo.” Tornò a guardare Clio. “Perchè siete diretta a Sygma? E' per la storia del quadro forse? Siete un'avventuriera o una cacciatrice di taglie?”
“Credi che ti dirà la verità se non è né l'una, né l'altra?” Fece Bartolo.
“Siamo ormai prossimi ai confini di Sygma.” Disse Francesco. “Tra un'ora al massimo avvisteremo la capitale... se ci fossero dei briganti sulle nostre tracce, allora ci avrebbero già attaccato molto prima...” fissò di nuovo Clio “... se volete, potrete unirvi a noi fino a Sygma... io mi chiamo Francesco dei Binardi e questi due sono i miei compagni... Bartolo e Cadimo... lui” indicando il chierico “è frate Biagio...” e il capo dei mercanti attese una risposta da Clio.
http://25.media.tumblr.com/tumblr_m8cplmtGjU1rcxjz0o1_500.jpg
Guisgard
06-09-2013, 21.30.55
Nicolò rise per la reazione felice di Eilonwy.
“Su, comincia a preparare le tue cose.” Disse poi. “Partiremo domattina presto. Devo tornare subito alla mia banca.”
Nicolò infatti era un noto banchiere a Sygma, legato alla ricca e potente compagnia dei Bardi.
Tuttavia il padre di Eilonwy si mostrava ancora contrariato per quella faccenda.
“Non credi sia pericolosa ora Sygma?” Chiese allo zio.
“E perchè mai?”
“La storia di quel ladro... tutta Camelot ne parla...”
“Sciocchezze!” Minimizzando lo zio. “Il mio palazzo è lontano dalla chiesa di Santa Felicita, dove si trova il quadro. Questa storia neanche ci toccherà.”
E alla fine Nicolò riusci a convincerlo.
Così cominciarono i preparativi del viaggio.
Il giorno dopo, al mattino presto, la carrozza di Nicolò era pronta per lasciare Camelot e raggiungere Sygma.
Cominciava una nuova vita per Eilonwy.
Guisgard
06-09-2013, 21.33.02
Il capo si sdraiò sul piccolo letto, facendo attenzione a poggiare la gamba ferita sul materasso.
“Non ho bisogno del vostro aiuto...” disse ad Elisabeth “... occupatevi solo di seguire tutto ciò che vi dirò...” fece una smorfia di dolore a causa di quella ferita “... piuttosto... cosa dicevate prima? Verrà gente qui? Bene, troveranno il mio compagno ad accoglierli...” e mostrò ancora il suo coltello “... anzi, vi darò l'occasione per salvare voi, il prete e ognuno che tenterà di entrare qui... trovate uno stratagemma per tenere eventuali seccatori lontano da questa chiesa... perchè vi avverto... io sono il più ragionevole dei tre... i miei due compagni invece sono teste calde e mettono mano alle armi per un nonnulla...”
Guisgard
06-09-2013, 21.35.30
Talia ritornò così a casa.
Ed entrando nel cortile del palazzo, vide uscire dall'androne due figure.
Erano Jacopo ed un altro uomo.
“Talia...” disse il militare nel vedere la ragazza “... eri uscita a cavalcare? Già di ritorno? Lascia che ti presenti messer Simone Missani... viceprocuratore del re...”
“Nonché” sorridendo Simone “amico di vecchia data del capitano... incantato di conoscervi, milady...” e mostrò un lieve inchino.
“Messer Missani stava andando via...”
“Eh, ci sono molti impegni ultimamente qui...” fece Simone “... ma sono certo che avremo molte occasioni per rivederci ancora... milady... capitano...”
E andò via, lasciando Talia sola con Jacopo.
E lo sguardo del militare era cupo ed indecifrabile.
Sorrisi alle parole dell'uomo.
"Non ho mai detto di essere una semplice donna.." strizzandogli l'occhio.
Ascoltai il capo dei mercanti parlare, e lo fissai negli occhi.
"Già, è per la storia del quadro..." annuii "...per me un posto vale l'altro e.. beh, un po' di avventura non fa mai male, no?" sorridendo.
Presi le briglie di Ercole e tornai a guardare i mercanti.
"Beh, preferisco viaggiare da sola, in realtà.. ma se manca così poco a Sygma.. allora non vedo perchè non viaggiare con voi...".
Sospirai, avevo cercato di evitare quei mercanti per tutto il viaggio, eppure mi ero ritrovata a dover condividere la strada con loro.
La verità era che erano anni che non parlavo con gente di quel tipo, arricchiti e borghesi che bramavano il potere e il guadagno più di qualunque altra cosa.
Ma loro non avevano idea di chi fossi, e non avrebbero mai dovuto saperlo.
Una volta giunti a Sygma, ognuno avrebbe preso la sua strada.
L'ultima cosa che volevo era legare con dei mercanti, ma avevo accettato solo per sembrare gentile.
Mi sembrava terribilmente scortese, infatti, andarmene per la mia strada, lasciandoli con il dubbio che fossi una minaccia.
Meno problemi trovavo sul mio cammino, meglio era.
"Ebbene, messeri.." dissi guardandoli con un sorriso "..vogliamo andare?'".
Talia
07-09-2013, 02.02.49
Senza fare molto caso alla strada, ripresi a cavalcare ed il fedele animale mi riporti presto sulla strada di casa.
La scena al Palazzo dei Lorena non voleva uscirmi dalla mente... quell'uomo, i suoi misteriosi accompagnatori...
Poco dopo varcai l'alto cancello ed entrai nel cortile del Palazzo de' Gufoni.
Con una mano sfiorai la mia attrezzatura da pittura, che avevo preparato ma poi non utilizzato... e tra me mi ripromisi di uscire a dipingere il giorno seguente... era tanto che non dipingevo più... troppo tempo... eppure era sempre stata la mia attività preferita...
Fu in quel momento che notai Jacopo...
Erano Jacopo ed un altro uomo.
“Talia...” disse il militare nel vedere la ragazza “... eri uscita a cavalcare? Già di ritorno? Lascia che ti presenti messer Simone Missani... viceprocuratore del re...”
“Nonché” sorridendo Simone “amico di vecchia data del capitano... incantato di conoscervi, milady...” e mostrò un lieve inchino.
“Messer Missani stava andando via...”
“Eh, ci sono molti impegni ultimamente qui...” fece Simone “... ma sono certo che avremo molte occasioni per rivederci ancora... milady... capitano...”
E andò via, lasciando Talia sola con Jacopo.
E lo sguardo del militare era cupo ed indecifrabile.
Ero scesa da cavallo ed avevo salutato educatamente l'uomo di nome Simone. Lo fissai, era un uomo dall'aspetto strano, forse un po' sfuggente...
e quando questi, poco dopo, se ne fu andato, mi acciaiai a Jacopo... aveva uno sguardo cupo ed indecifrabile, preoccupato forse...
"Che cosa c'è, Jacopo?" sfiorandogli delicatamente il braccio "Qualcosa non va? Che cosa era venuto a dirti messer Simone?"
Guisgard
07-09-2013, 02.03.19
“Oh, perdonatemi, milady...” disse mostrando un ghigno quell'uomo ad Altea “... ma probabilmente la vostra bellezza ha, diciamo così, offuscato momentaneamente quegli insegnamenti e quei precetti, tanto cari a monsignore Della Casa o al cortese Baldassarre Castiglione, con i quali il sottoscritto ha avuto cura di affinare il proprio spirito e gusto... ma vi assicuro che non era certo mia intenzione corteggiarvi o importunarvi... ma lasciate che mi presenti...” facendole garbatamente segno di sedersi al suo tavolo “... sono il Barone Azable...” si voltò poi verso l'omone che era seduto con lui “... Kos, va a sincerarti che gli altri trovino questo luogo...”
“Si, barone.” Annuì quello, per poi uscire.
“Barone Azable, dicevo...” tornando l'uomo a fissare Altea “... servo vostro umilissimo, come il maestro da Vinci lo era di Monna Lisa...”
Guisgard
07-09-2013, 02.34.40
Francesco annuì a quelle parole di Clio.
“Donna di poche parole vedo...” disse fissandola “... e sia... rimettiamoci in viaggio... Sygma non è lontana ormai...”
Così, i mercanti, raccolta ogni loro cosa, si rimisero in viaggio, affiancati dalla ragazza col suo fido cavallo.
“Immagino” fece Francesco “che arrivata a Sygma saprete già cosa fare, visto che è stata la faccenda di quel quadro ad attirarvi da noi... vi confesso che farei anche io questo... si, se sapessi tirare di spada ed usare le armi, anche io cercherei di guadagnare soldi facendo la guardia a quel quadro... ormai il commercio è in una crisi profonda e se non fosse per mio padre che è affezionato alla nostra compagnia, io avrei già chiuso i battenti e cercato un altro lavoro... ma perchè, mi chiedo, una ragazza diventa un'avventuriera? Cosa la spinge a fare una cosa così assurda? E' per denaro? Immagino di si...” dandosi lui stesso una risposta “... per cos'altro, sennò... ormai tutto si fa per denaro...”
Poco dopo entrarono nei confini di Sygma e percorso qualche altro miglio avvistarono la capitale.
Entrati in città, furono subito accolti dalla gran quantità di persone che animava le sue strade.
“Eccoci in città...” mormorò Francesco “... una città gremita... molti hanno avuto la vostra stessa idea per guadagnare soldi credo...” voltandosi verso Clio.
Eilonwy
07-09-2013, 02.59.55
Ringraziai il cielo di avermi mandato quell'angelo di mio zio.
Era l'alba.
Mi lavai il candido viso con del sapone al latte d'asina.
Mi spazzolai e mi acconciai i capelli.
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Indossai un abito rosso e nero.
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Salutai mio padre.
Lo abbracciai, lo baciai sulla guancia e gli dissi: "Padre, vi voglio tanto bene. Starò bene vedrete. Vi renderò fiero di me".
Salutai anche la mia dolce nutrice.
Salì nella carrozza trainata da Dante (il mio destriero) e da cinque cavalli bianchi.
I bagagli erano stati fissati alla carrozza con delle funi.
Misi la spada di Clorinda accanto a me e quando partimmo salutai per l'ultima volta i miei cari.
Verso a metà viaggio chiesi: " Caro zio, ma è vero che nel vostro castello c'è un fantasma di una dama che si chiamava Angelica? E' vero che si suicidò per amore?".
http://i589.photobucket.com/albums/ss339/MissMountainBike/026VictoriaFrances.jpg
Guisgard
07-09-2013, 03.34.29
Il viaggio era iniziato per Eilonwy.
“Oh, Cielo...” disse ridendo Nicolò a quella domanda della nipote “... sai, Sygma è una terra molto antica e tanti artisti vi giungono per trovare ispirazione... la bellezza delle sue terre, i suoi capolavori architettonici ed artistici... e non nego che vi siano diverse leggende che animano ancor più quella realtà, rendendolo quasi fiabesca... e qualcuna di queste leggende è stata raccontata anche sul nostro palazzo... e chissà, magari qualche mia vecchia servitrice un giorno potrà raccontartela...”
Il viaggio proseguì tranquillo, fino a quando la carrozza giunse nelle terre di Sygma e poco dopo varcò la porta della capitale.
Verso il tardo pomeriggio, infine, raggiunsero il grande palazzo di Nicolò, dove l'uomo fece portare i bagagli di sua nipote nella stanza fatta preparare per lei.
“Ora” disse aiutando la ragazza a scendere dalla carrozza “organizzeremo un gran ballo per te... per presentarti all'alta società di Sygma.”
Si presentò allora una vecchia servitrice.
“Questa è Cestia...” presentandola Nicolò ad Eilonwy “... e si occuperà di te.”
Guisgard
07-09-2013, 03.42.11
Jacopo, destato dai suoi pensieri da quelle parole di Talia, si scosse quasi con un sorriso, per poi prendere nella sua mano quella della giovane moglie.
“Nulla di importante...” disse fissandola “... solo le solite questioni che angustiano l'umore del Capitano della Guardia Reale...” sorrise ancora, stavolta con più naturalezza “... messer Simone manca da un bel po' da Sygma e rivederlo ha riacceso in me vecchi ricordi... ora però, in quanto viceprocuratore del re, lavorerò con lui riguardo alla faccenda del quadro di Santa Felicita...”
La locanda era praticamente vuota e quasi tutti i tavoli erano liberi.
I tre avevano così potuto scegliere quello più vicino alla finestra.
Jacopo afferrò subito il boccale col vino, ma Simone lo prese dalla sua mano.
“Piano...” disse “... piano, soldato... prima a me...” riempendo il suo bicchiere “... poi a lui...” versando il vino in quello di Massimo “... e poi a te...” facendo lo stesso col bicchiere del giovane militare “... salute!” E i tre brindarono.
“Eh...” fece Simone fissando il soldato “... povero Jacopo...” e scambiò una rapida occhiata con Massimo che avidamente riempiva ancora il suo bicchiere.
Il militare infatti se ne stava in silenzio, con lo sguardo cupo e l'espressione accigliata.
“Non è mica gentile” disse poi Massimo “starsene zitto e tenere tutto dentro...”
“Lascialo stare...” mormorò Simone “... non vedi che gli secca?”
“No.” Esclamò Massimo. “Brutto affare amare una ragazza e quella invece magari non ricambia.” Scuotendo il capo.
“E' libera di amare chi vuole.” Fissandolo con disprezzo Jacopo.
“Ah, già già...” mormorò Massimo “... e poi ormai... magari i buoni partiti aumenteranno in città...”
Jacopo lo guardò con occhi ancora più duri.
“Pare infatti che il nostro vecchio re” continuò Massimo “voglia appianare l'astio tra i clericali e voi mangiapreti... e so che Binardi vuol stringere accordi e alleanze con la vostra fazione... dunque chi fino a ieri è stato vostro nemico, da domani magari sarà vostro alleato... o parente, chissà...”
Jacopo quasi trasalì a quelle parole.
“E i figli del buon Binardi” aggiunse Massimo “si sentono già quasi i padroni di Sygma... soprattutto uno...” e guardò Simone “... vedessi... alza già polvere lui!”
Simone rise e scosse lievemente il capo.
“Si!” Battendo la mano sul tavolo Massimo. “E poi lui è mio amico! E mi ha anche offerto un lavoro nella loro compagnia! Alla sua salute!” E alzò il bicchiere con gesto di chi vuol brindare.
“Brindiamo...” prendendo la parola Simone “... alla salute del prossimo capo mercante di Sygma, nonostante sia uno straniero, un Capomazdese... brinda anche tu Jacopo... e poi è pure tuo amico...”
Simone e Massimo brindarono ma Jacopo fece solo finta di bere, rimettendo poi giù il bicchiere, senza aver toccato neanche un sorso di vino in quello strano brindisi.
“Rientriamo in casa ora...” fece Jacopo “... e poi dobbiamo ancora decidere della nostra Luna di Miele, rammenti?”
Ma proprio in quel momento arrivò un calesse davanti al cancello del loro palazzo.
Vi scese una donna e subito i servitori la fecero entrare.
“Lady Silvia...” salutandola Jacopo “... che sorpresa...”
“Capitano...” sorridendo la donna “... lady Talia...” salutando poi anche la ragazza “... in città pare ci sia fermento... e non solo per la storia del quadro...”
“A cosa vi riferite?” Incuriosito il capitano.
“Non l'avete saputo?” Fissandoli Silvia. “Pare sia stata affittata la residenza dei Lorena...”
“Affittata?” Ripetè Jacopo.
“Si...” annuì Silvia “... da uno straniero dicono... del resto chi è così ricco qui da poter affittare un simile palazzo?”
Eilonwy
07-09-2013, 04.17.24
Fui condotta da Cestia per lunghi corridoi fino ad arrivare a una stanza con un letto a baldacchino, un terrazzo spazioso pieno di fiori e una libreria gotica.
http://www.wwnorton.com/college/english/nael/images/romantic/gp4.jpg
Le tende erano di velluto blu come le coperte e le tende del letto.
Dentro c'era anche un bellissimo caminetto in marmo bianco con volute e paffutelli cherubini.
elisabeth
08-09-2013, 20.45.09
Se lui era buono immaginavo come lo fossero gli altri e in questo lui diceva la verità.....Salvare il mondo questo mi chiedeva....i ragazzi sapevano che io ero partita....e gli altri...come fare....guardai la finestrella....e guardai il Capo..era sudaticcio....il dolore lo stava tendendo su di giri..." Facciamo cosi'....usciro' dalla Chiesa e andro' a dire alla piu' pettegola del posto che padre Anselmo ha preso un brutto raffreddore contagiosissimo.....quindi dovranno stare lontani dal luogo di culto.....quando Padre Anselmo starà meglio sara' lui a dare l'avviso alle sue pecorelle, per un paio di giorni andranno a pregare da un'altra parte.......tornero' qui, curero' la vostra gamba ...ma voi, mi farete andare per la mia strada........vi assicuro.......che i miei problemi sono cosi' importanti che voi....siete l'ultimo dei miei pensieri.........vi sto offrendo quello che volete...infondo se uccidete qualcuno...bloccato qui dentro.....vi prenderanno.......lascio la mia sacca....certo non vi e' l'oro..poche cose.....ma tornero' a prenderla...."........
Altea
08-09-2013, 22.21.30
Mi sedetti al tavolino ma ero in preda alla ansia..fissavo quel uomo in modo enigmatico, vi era qualcosa di strano in lui.
"Milord" finalmente ripresi la parola "il mio nome e' Altea e sono solo una serva in cerca di lavoro e mi trovo qui per questo..devo vivere in qualche modo..oppure davvero dovrò andare a proteggere quel quadro che vogliono rubare..".
Eilonwy
08-09-2013, 22.49.36
Vicino al letto a baldacchino c'era un manichino sul quale veniva sfoggiato un abito bianco e crema.
Era un vestito non di certo europeo, forse greco.
Era in tulle, seta e broccato.
Sembrava uscito da un racconto mitologico greco-romano.
Era veramente stupendo.
http://www.bunnychan.it/wp-content/uploads/Dior-Palladio-1992.jpg
Guisgard
09-09-2013, 01.19.12
A quelle parole di Altea, Azable con fare sicuro di sè.
“In verità” disse “le eroine di Plauto erano quasi tutte serve o cortigiane che poi, quasi per incanto, si scoprivano essere principesse... oggi è il vostro giorno fortunato, milady... si, decisamente fortunato... ma permettete che vi parli un po' più di me prima... sono un artista, milady. Proprio come lo erano Fidia, Lisippo, Leonardo e Michelangelo. Senza falsa modestia, che è poi la virtù dei miseri e degli ignavi, sono un genio nudo e crudo. Il mio estro e la mia ispirazione sono in continuo movimento. Ai miei occhi, a differenza dei comuni miei simili, le cose non appaiono come esse sono, ma in una forma che ne muta costantemente l'essenza e la concezione. Come un Torquato Tasso io vivo con inquietudine il mio genio tormentato e quando plasmo le mie ideazioni il modo assiste impotente e impaziente al suo Destino.” Sorrise. “E voi, mia gotica delizia, siete la modella che ho scelto per il mio prossimo capolavoro. E l'umanità, naturalmente, ve ne sarà grata.”
Guisgard
09-09-2013, 01.30.45
L'uomo fissò Elisabeth quasi a volerla studiare.
“E se vi lascio uscire” disse “chi mi assicura che poi ritornerete?” Guardò verso la navata. “Già, il prete... è lui il vostro lasciapassare... e sia... vi lascerò andare a diffondere questa buona novella... ma poi badate di ritornare e presto... altrimenti sgozzerò il prete...” i suoi occhi erano freddi, anche se il dolore per la ferita sembrava essere tradito da alcune smorfie sul suo volto “... sono stato chiaro? Anche solo qualche minuto di ritardo e vi giuro che il prete raggiungerà il Regno dei Cieli in un momento... ora andate... vi aspetto qui, impaziente...”
Lanciai al mercante uno sguardo sprezzante.
Il denaro.. già, pensai, come poteva quell'uomo pensarla diversamente?
Uomini come lui non riuscivano ad immaginare che nella vita possa esistere altro, qualcosa di più alto, nobile e puro.
"La verità è molto più semplice, in realtà.." dissi, portando nuovamente lo sguardo sulla strada.
Sorrisi, senza voltarmi verso di lui "…credo sia semplicemente… sete di avventura..".
Poco dopo, arrivammo a Sygma, e io mi guardai intorno, avida di dettagli.
Era esattamente come l'avevo sempre immaginata, colorata, viva, gremita di gente, così diversa da casa mia.
Osservai le strade, le vivaci insegne che spiccavano sulla via, il via vai incessante per le strade.
I palazzi, imponenti e lussuosi, contrastavano con la semplicità delle vesti di molti viaggiatori richiamati a Sygma dalla storia del quadro.
Poi, mentre il mio sguardo vagava, cullato da una ritrovata allegria, lo vidi: intagliato in un legno antico, sulla facciata di un palazzo, lo stemma della fenice.
Sbattei le palpebre un paio di volte, pensando di essermelo immaginato. Ma lo stemma era sempre lì, chiaro come il cielo sopra di me, una fenice che regge una spada.
Sospirai, ma ero a Sygma, dopotutto, avrei dovuto immaginarmelo.
Nel salone delle feste, illuminato da grandi fiaccole alle pareti che riflettevano la luce sui sontuosi specchi, dame riccamente vestite e nobili rampolli delle più illustri famiglie del regno volteggiavano sulle note di dodici violini, chiamati per l'occasione.
Non avevo mai amato le serate di gala, non si faceva che parlare di abiti, gioielli, e commentare il miglior partito sulla piazza, o l'avventuriero giunto da un paese lontano, come se noi fanciulle avessimo mai avuto voce in capitolo su queste cose.
I ragazzi, in realtà, non erano da meno, ma almeno parlavano di caccia, armi e si vantavano dell'ultima conquista.
Solo i più anziani parlavano di politica, ma sapevo bene di dover stare lontana da loro, o avrei rischiato di mettere mio padre in imbarazzo.
Così, senza molta convinzione, mi ritrovavo a volteggiare tra le braccia di giovani uomini che non guardavo mai negli occhi.
Amavo quel particolare ballo: dopo una giravolta e un mezzo giro, il cavaliere cambiava dama.
Era davvero il mio ballo preferito, non sarei riuscita a rimanere per un'intera canzone con lo stesso ragazzo, avrei dovuto come minimo guardarlo in faccia, e si sarebbe di certo accorto del mio disappunto.
Ma, d'un tratto, qualcuno sussurrò.
"Devo dire che questo era l'ultimo posto dove pensavo di incontrarvi.." riconobbi la voce all'istante, e trasalii.
Una giravolta e mi ritrovai con gli occhi nei suoi.
"Stavo curando quel cervo da ore…" disse, con disappunto.
Un passo verso destra, e fummo di nuovo lontani.
"Se avete una pessima mira non è colpa mia.." dissi mentre mi attirava nuovamente a sé.
Mi guardò intensamente, e si avvicinò alla dama davanti a me, così come un nuovo cavaliere mi prese la mano.
Dopo un giro, mi ritrovai nuovamente tra le sue braccia.
"Quel cervo era mio.." e mi fece fare una giravolta.
"Cacciavate nella mia proprietà.. era mio in partenza.." quando fummo di nuovo l'uno di fronte all'altro.
Non ci fu un terzo giro, la canzone finì, e io cercai di dileguarmi per evitare di essere invitata, raggiungendo il terrazzo.
L'aria era fresca e, anche se l'intero giardino ci divideva, potevo sentire la brezza marina salire dalla scogliera, e il rumore delle onde.
"Siete sempre così sfuggente?" una voce alle mie spalle.
"Solo con chi mi annoia.." risposi secca, cercando di nascondere che, in realtà, stavo sorridendo.
"E io vi annoio, milady?" disse con voce sinceramente sorpresa.
Mi voltai e lo guardai negli occhi, senza smettere di sorridere.
"Affatto.."
"Non abbiamo avuto il tempo di presentarci, oggi.." si inchinò e mi baciò la mano "..Sono il Conte Fiosari.. ma, vi prego, chiamatemi solo Roberto..".
Repressi un risolino divertito.
"Clio.. Clio de' Sartel.."
Sbiancò "..io, non immaginavo che voi.." balbettò.
Lo fermai con un cenno della mano.
"Dunque venite da Sygma…" dissi, cambiando discorso "..ora capisco perchè non mi avete riconosciuto, questa mattina..".
"Come conoscete la mia casata?" stupito, lui.
"Temo che la mia istruzione comprenda conoscere tutte le famiglie nobili non soltanto del regno e anche del continente.. con anche i relativi stemmi, naturalmente… vediamo, il vostro è, se non vado errato, una fenice che regge una spada.. ho indovinato?".
"Precisamente…" con gli occhi sgranati.
Sorrisi "..bene.." e mi voltai nuovamente ad osservare il giardino davanti a noi, dove le fontane creavano splendidi giochi d'acqua.
"Eppure non me lo spiego.." disse, senza avvicinarsi.
"Che cosa?" senza voltarmi.
"Cosa ci faceva una ragazza come voi nel bosco, vestita da uomo e con un arco in mano?".
"Vi aspettavate che andassi a caccia con questo bel vestito, e portassi con me un ago da ricamo?" girandomi a guardarlo con fare interrogativo.
"Avete ragione, in effetti.." sorridendo.
"Che discorsi, io ho sempre ragione!" Strizzando l'occhio.
Restammo a guardarci per alcuni istanti finchè, una delle ospiti mi venne a chiamare, sostenendo che era assolutamente necessaria la mia presenza.
Gli porsi la mano perchè la baciasse, e lui lo fece con un inchino galante.
"Quando posso rivedervi?" sussurrò quasi.
"Non potete, in realtà.." sorridendo "..ma poi, ditemi, Roberto.. quale dama volete rivedere? Quella con cui avete danzato, o quella che vi ha rubato una succulenta preda da sotto il naso?" con aria interrogativa.
Lui sorrise "… In realtà, non riesco a immaginare l'una senza l'altra..".
Lo scrutai attentamente.
"Non vi spaventa il fatto che una donna abbia la mira migliore della vostra?" con un sorriso scherzoso, ma in tono serio.
"Al contrario, milady.. al contrario..".
Mi accorsi che il mercante mi stava parlando, e mi girai verso di lui.
"Cosa? Oh, si certo.. sono sicura che ci verranno date istruzioni.. per adesso, la locanda andrà benissimo" dissi, decisa.
Mi passò per la mente l'idea di andare a bussare alla sua porta, avrei giurato di potermi fidare di lui.
Ma erano tre anni ormai che era tornato a Sygma per sposarsi, per quanto ne sapevo poteva avere anche un paio di bambini in giro per casa.
No, pensai, meglio non rinvangare il passato, infondo tra noi non c'erano stati che sguardi e pensieri inespressi, non avevamo mai fatto una conversazione diversa da quella che avrei potuto fare io con mio fratello e lui con un qualunque ragazzo della sua età.
Così, salutai il mercante e mi diressi alla locanda gremita, sperando di trovare una stanza libera e qualcosa da mangiare.
L'indomani avrei pensato a trovare le indicazioni necessarie per la faccenda del quadro.
Talia
09-09-2013, 01.47.40
Scrutavo gli occhi di Jacopo... erano lontani e una strana luce brillava in essi, pensieri che non conoscevo li affollavano, pensieri cupi, indecifrabili...
Alle mie parole, tuttavia, si riscosse e sorrise... dapprima un sorriso freddo, quasi meccanico, poi più spontaneamente... annuii alle sue parole.
Ma proprio in quel momento arrivò un calesse davanti al cancello del loro palazzo.
Vi scese una donna e subito i servitori la fecero entrare.
“Lady Silvia...” salutandola Jacopo “... che sorpresa...”
“Capitano...” sorridendo la donna “... lady Talia...” salutando poi anche la ragazza “... in città pare ci sia fermento... e non solo per la storia del quadro...”
“A cosa vi riferite?” Incuriosito il capitano.
“Non l'avete saputo?” Fissandoli Silvia. “Pare sia stata affittata la residenza dei Lorena...”
“Affittata?” Ripetè Jacopo.
“Si...” annuì Silvia “... da uno straniero dicono... del resto chi è così ricco qui da poter affittare un simile palazzo?”
Osservai lady Silvia raggiungerci allarmata...
il Palazzo dei Lorena...
trasalii...
“Oh, si...” dissi, prima di riuscire a trattenermi “E’ vero, l’ho visto!”
Avvertii gli occhi di Jacopo su di me a quelle parole... uno sguardo perplesso...
“Prima, quando sono uscita a cavallo...” spiegai, voltandomi verso di lui “Sono passata accanto al Palazzo dei Lorena ed ho visto che c’erano delle persone... e poi è anche arrivata una carrozza... mi è parso un po’ strano, in effetti...”
Sorrisi poi e mi voltai verso mio marito...
“Ma perché mai questo dovrebbe riguardarci, Jacopo?” domandai.
Guisgard
09-09-2013, 01.49.40
Cestia mostrò quella camera ad Eilonwy, con tutti gli oggetti in essa conservati.
“Vostro zio” disse alla fanciulla “ha fatto preparare questa stanza e molte altre cose per voi... nelle scuderie ci sono cavalli per cavalcare e potrete avere una sarta personale per il vostro guardaroba. Inoltre potrete uscire quando vorrete a visitare la città, in mia compagnia.” Prese allora un piccolo cesto e lo mostrò alla ragazza.
Dentro vi era a riposare un gattino.
“Questo è un altro dono di vostro zio...” fece Cestia “... vi farà compagnia. Naturalmente dovete scegliere un nome per lui, visto che sarete la sua padroncina.”
http://www.nemresbilivit.com/wp-content/gallery/mace/macic-slatki.jpg
Eilonwy
09-09-2013, 02.03.25
"Oh che carino. Adoro i gatti. Vediamo ti chiamerò Felis, che significa gatto in latino".
Lo accarezzai e cominciò a fare le fusa.
Era veramente tenerissimo.
Lo misi sul mio letto e gli legai al collo un fiocco rosso con un campanellino.
Avevo sempre desiderato un gatto.
Piu' tardi, dopo essermi rinfrescata e profumata, Cestia mi aiutò ad indossare il vestito bianco greco.
La donna mi spazzolò i capelli e mi mise una ghirlanda di fiori sui capelli.
Mi porse i vari trucchi e cosmetici.
Incominciai ad truccarmi con il suo aiuto e quando finimmo, notai in un angolo un quadro di una donna su un cavalletto.
La riconobbi era mia zia Lilia, morta a causa di brigantaggio.
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Guisgard
09-09-2013, 02.19.11
Sygma, la capitale di un grande regno, ricco e potente, famoso per la sua arte rinascimentale, il genio dei suoi figli più illustri e culla di una cultura umanistica e secolare senza eguali, tanto da meritarsi, fra i contemporanei ed i posteri, il titolo di “Novella Atene”, accolse l'arrivo di Clio e dei mercanti con i suoni delle sue piazze gremite, le strade brulicanti di una vivace e calorosa umanità, il suono delle campane di chiese dallo straordinario splendore che con le loro guglie e i loro alti campanili sembravano volersi porre come pilastri del Cielo.
Gli stendardi del giglio, simbolo del regno, sventolavano dalle torri merlate, dai palazzi signorili e dalle eleganti mura che circondavano la città, interrompendosi solo in due punti, protetti tuttavia da alti e vigorosi bastioni fortificati, per permettere il passaggio del fiume.
Il carro dei mercanti arrivò a fermarsi davanti ad un grande palazzo rinascimentale che, nonostante lo stato non perfetto in cui si trovava, non celava più di tanto il fasto di quando fu costruito.
“Se volete” disse Francesco a Clio dopo essere saltato giù dal carro “potete fermarvi un po' per riposarvi dopo questo lungo viaggio.”
Ma solo in quel momento si accorse che la ragazza l'aveva salutato e si era avviata verso una locanda.
Diverse persone si ammassavano davanti al portone del palazzo, che fungeva, oltre che da residenza per la famiglia dei Binardi anche da sede principale della loro compagnia mercantile.
Molti erano creditori, dato il cattivo stato dei loro affari, ma tanti altri erano passanti o gente in cerca di un lavoro.
E tra queste persone spuntò all'improvviso un uomo dai capelli neri e disordinati, gli occhi stretti e scuri, i vestiti di chi non è certo un gran signore.
“Messere...” avvicinandosi a Francesco “... vi ricordate di me?”
“Certo, messer Massimo...” annuendo Francesco “... cercavate lavoro una quindicina di giorni fa... ma purtroppo le cose non sono cambiate...”
Clio, attirata da quella voce, si voltò e fissò quell'uomo e in un attimo lo riconobbe.
Era stato maniscalco presso il palazzo di suo padre quando lei era ancora un'adolescente, benchè non avesse ricordi più particolari di lui.
Guisgard
09-09-2013, 03.05.26
“Si...” disse Cestia ad Eilonwy “... era vostra zia... dopo la sua morte vostro zio si è chiuso in se stesso... ma poi, grazie al suo lavoro, ha trovato la forza di ricominciare...” mentre le pettinava i lunghi capelli “... ora è dovuto uscire... è stato chiamato dalla sua banca perchè pare ci sia un nuovo cliente...” sorrise “... a voi cosa va di fare? Come volete trascorrere la giornata?”
Eilonwy
09-09-2013, 03.21.56
"Cara Cestia, per favore, mi potete raccontare per filo e per segno la storia del fantasma della dama Angelica? L'avete vista voi? Com'è?".
Cestia era una dolce e vivace signora ormai segnata dalle rughe e dal tempo, ma che non perdeva mai la voglia di vivere e di andare avanti. Guerra e povertà avevano scalfito il suo esile corpo , ma hanno arricchito il suo animo e l'avevano resa ancora più umile e generosa.
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Guisgard
09-09-2013, 03.23.44
Jacopo fissò Talia.
“Infatti non ci riguarda...” disse “... madama Silvia ama conoscere ciò che accade intorno a lei e talvolta, in buona fede, crede che ciò possa interessare anche agli altri...” il suo tono era vagamente seccato.
“In verità” fece Silvia “non solo io sono incuriosita da questa cosa... pare infatti che in città tutti parlino di questa faccenda, capitano.”
“E perchè mai, madama?”
“Perchè il Palazzo dei Lorena è tra le dimore più importanti e belle del reame e non tutti possono permettersi di prenderlo in affitto. E poi ci si chiede chi sia questo personaggio. Si sa solo che viene da fuori. Forse dall'Oriente afferma qualcuno.”
“I soliti beninformati, immagino.” Con un'espressione riluttante Jacopo. “Comunque pare che il nostro paese sia divenuto meta di vari e pittoreschi personaggi... ladri e ricchi emiri.” Scosse il capo. “Ora vogliate scusarci, madama... ma io e mia moglie aspettiamo degli ospiti...”
Silvia comprese le parole del militare e salutò i due sposi, per poi andare via.
“Detesto quella pettegola...” fece Jacopo appena rimasto solo con Talia “... è il genere di persone che proprio non digerisco...” fissò sua moglie e tentò con un sorriso di dimenticare quella storia “... sai che sto preparando una sorpresa? Per te? A proposito di persone importanti... voglio infatti portarti a corte e farti ricevere da Sua Maestà...”
Guisgard
09-09-2013, 03.52.26
Capitolo II: Il Cavaliere di Altafonte
"Va Firenze, fatti in là
Semifon divien città»
(Motto di scherno dei cavalieri di Semifonte)
Un ampio corridoio, formato da diverse stanze fastose e ben arredate, aveva condotto in quel salotto, ammobiliato con la sontuosità di uno studio privato di qualche notaio o legale.
Era una stanza quadrangolare, non molto ampia, ma neanche eccessivamente piccola, tappezzata di seta color porpora e ricoperta da mussola di Bombay, con i mobili in vecchio legno di noce fregiati con stoffe e avorio, un largo lampadario circolare che pendeva al centro del soffitto e un elegante tappeto persiano sul pavimento.
“Guarda bene, figlio mio...” disse il teatrante
“Vi ascolto, Carlo...” annuendo il giovane.
“E' norma degli uomini” continuò Carlo “che ogni padre lasci al proprio figlio ciò che possiede...” sorrise “... ed è regola naturale che l'eredità sia giusta... e a te che mi sei caro come un figlio, perchè tale sei stato in questi tre anni, lascio ciò che possiedo e che non posso portare con me ora che corono il mio sogno a causa di un antico voto fatto al Cielo...”
“Un voto?” Ripetè il giovane, fissandolo meravigliato con i suoi occhi azzurri.
“Ascolta e non interrompermi...” stringendogli la spalla Carlo “... i regnanti e i potenti di oggi non sono più gli uomini di una volta... re Salomone e l'imperatore Traiano spinsero i loro soldati fino ai confini del mondo per trovare immensi tesori e dare il loro nome alla storia dell'umanità... per questo ciò che è conservato laggiù è rimasto intatto... perchè gli uomini hanno perduto la forza della volontà, che li differenzia tra loro...”
“Io non comprendo, Carlo...”
“Ti ho insegnato tutto ciò che conoscevo...” lo zittì l'attore “... l'arte del recitare... ti ho istruito su come dare il tuo volto a mille e più personaggi... ti ho reso Giulio Cesare, Orlando e Bassanio... persino Lancillotto insegnandoti a tirare di spade... ho sciolto la tua lingua per mille e più versi... ma ora ascoltami... ora non è più una recita...”
“Se lascio questa compagnia” fece il giovane “mi troveranno e sarò giustiziato...”
“Io ti renderò libero... e ricco...” sgranando gli occhi Carlo “... ricco come neanche puoi immaginare... un tesoro più grande di quello che Alarico portò via da Roma dopo il suo sacco...” fissandolo Carlo “... più inestimabile di quello che i Turchi trassero da Costantinopoli dopo il suo assedio... un tesoro immenso, col quale potresti realizzare l'antico sogno dei re Longobardi e poi di Machiavelli, che fantasticavano di rendere l'Italia un regno unito e potente... poiché avrai questo paese ai tuoi piedi...”
“Io non so nulla di queste cose...” disse il giovane.
“Ma le imparerai...” sorridendo Carlo “... poiché sarai così ricco da rendere tutti gli altri poco più che mendicanti... e avrai per te una nuova vita... quella che hai sempre sognato, figlio mio...”
La porta della stanza si aprì di colpo, destando quell'uomo seduto dal suo ricordo.
“Perdonatemi se vi ho fatto attendere...” avvicinandosi quello appena entrato “... sono corso da voi appena il mio segretario mi ha informato del vostro arrivo... sono Nicolò di Accio, direttore di questa banca.”
L'uomo seduto lo salutò con un lieve cenno del capo, mostrando un sorriso di circostanza.
“State comodo.” Disse il banchiere, per poi sedersi anch'egli alla scrivania.
“Immagino” fece l'altro “abbiate ricevuto la lettera della banca dei Bardi...”
“Certo.” Annuendo Nicolò. “Per questo sono corso da voi, per mettermi a completa disposizione delle vostre richieste.”
“Prelevare dai Bardi” spiegò l'uomo “mi avrebbe fatto perdere del tempo ed in verità non ne ho molto.”
“Per questo vi hanno segnalato la nostra banca...” con soddisfazione Nicolò “... perchè siamo i loro più importanti soci... credetemi, non avrete da pentirvene.”
“Lo spero...” con sufficienza l'altro.
“Non ho ben compreso però a nome di chi intendiate aprire un conto presso la nostra banca.” Fece il banchiere. “Nella lettera era indicato solo il vostro titolo e nessun nome. Un titolo che francamente non conosco, milord.”
“E' a quel titolo” disse l'uomo “che aprirete un conto per me. I Bardi hanno allegato tutti i documenti del caso, dunque credo non vi siano problemi per voi.”
“Assolutamente.” Disse Nicolò. “Le garanzie poste dai Bardi sono più che sufficienti. Solo che mi incuriosiva questo vostro titolo... Cavaliere di Altafonte... non conoscevo questo casato devo ammettere...”
“Infatti” annuì l'uomo “non sono nobile.”
Il banchiere lo fissò stupito.
“Affatto.” Con naturalezza il cavaliere. “Appartengo invero al Patriziato. A coloro, cioè, che pongono il loro lignaggio sul possesso e non sul sangue. I nobili de' Medici, tanto per fare un esempio, appartengono al Patriziato e non alla nobiltà. Ciò era in voga nell'antica Grecia, quando sorse la distinzione tra aristocrazia e oligarchia. La prima era la nobiltà dettata dal sangue e dalla discendenza... l'altra invece basava tale privilegio sul denaro e sulle terre...” sorrise candidamente “... ma ormai ho preso così l'abitudine di vivere come tale, che non potrei non concedermi gli sfarzi propri dell'aristocrazia... e con essi anche le insofferenze che angustiano quella classe... come i miei abiti...” indicando la sua giacca di ciniglia blu cobalto “... sono giunto qui a Sygma direttamente dall'isola d'Ischia, arrivato lì in seguito ad una traversata dell'Egeo, con questi vestiti che risentono appieno della scomodità di non poter disporre, ahimè, di un bagaglio sufficientemente adeguato per simili spostamenti... ma in verità a rendermi seccato sono i miei capelli, che l'umidità del mare ha reso crespi... e sia... mi riposerò a dovere in questi giorni... ma veniamo a noi...”
“Vi ascolto.” Sorridendo Nicolò.
“Mi occorrono ingenti capitali durante questo mio soggiorno a Sygma...” chiarì il cavaliere “... anche perchè sono vittima di un pessimo affare...”
“Davvero?”
“Già...” seccato l'uomo “... ho perduto una discreta quantità di denaro a causa di un esperimento scientifico...” rise “... o per meglio dire letterario...”
“Mi incuriosite.” Fece il banchiere.
“Ah, lo immagino!” Esclamò il cavaliere. “Vedete, a Cipro ho scommesso con l'Arconte Michele Skotos sulla riuscita della fuga di un'odalisca dall'harem del sultano di Istanbul...”
“Ebbene?”
“Beh, ho corrotto alcuni eunuchi turchi per farla fuggire” raccontò il cavaliere “sperando poi nella sua riconoscenza... ella invece ha pensato bene di scappare anche dalla residenza dove mi trovavo per il suo, pare, sogno d'amore con un marinaio armeno... certo avrei potuto farla inseguire dagli uomini dell'Arconte... ma, cosa volete, sono un romantico e del tutto incuriosito dall'esito di questa faccenda ho lasciato volar via l'odalisca...”
“E l'esperimento di cui parlavate?” Domandò il banchiere.
“Si dice che la vita sia come un romanzo, no?” Guardandolo l'uomo. “E che l'amore ne sia la sua trama più eccelsa, giusto? E allora, per vedere se ciò corrisponde al vero, ho voluto concedere questa possibilità ai nostri due colombi... vedremo se mi smentiranno.”
“Smentiranno?” Ripetè Nicolò.
“Si... io non credo all'Amore Vero...” sentenziò l'uomo “... lo ritengo un magistrale artificio di menti dalla straordinaria immaginazione... ma vedremo cosa combineranno l'odalisca ed il suo innamorato armeno.”
“Capisco.” Fece il banchiere. “E riguardo al vostro conto presso di noi, milord?”
“Vediamo...” annusando un fazzoletto di pizzo intriso di profumo il cavaliere “... visto che ho da poco preso casa in questa città...”
“Allora” meravigliato Nocolò “siete voi il misterioso forestiero che ha preso in affitto Palazzo Lorena...”
“Si, in effetti si...” senza tradire reazioni significative il cavaliere “... in verità ho lasciato fare al mio servitore... credete abbia fatto una buona scelta?”
“Milord, la residenza dei Lorena è tra le più belle di Sygma.”
“Mi compiaccio...” accennando un debole sorriso l'uomo “... quanto al mio credito...”
“Prego, milord...”
“Diciamo che per questo mese mi contenterò di tre milioni di Taddei. Naturalmente andranno bene anche in Fiorini.”
“Tre milioni...” pensieroso Nicolò.
L'uomo lo guardò.
“Beh, per questo mese non avremo problemi a fornirvi tale cifra...”
“Ottimo.”
“Ci attrezzeremo per sostenere questo credito anche in quelli successivi.”
“Benissimo.” Quasi con insofferenza il cavaliere. “Credo che ognuno abbia abusato fin troppo del tempo e della disponibilità dell'altro...” alzandosi il cavaliere “... siete stato estremamente disponibile...”
“E' un onore servirvi, milord.” Con un lieve inchino Nicolò. “Posso chiedervi del motivo di questo vostro soggiorno qui a Sygma?”
“E' presto detto...” sistemandosi il fazzoletto nel taschino il cavaliere “... vedete, sono giunto qui per un motivo, diciamo, di diletto, di piacere...” mostrò un sorriso quasi ebete “... voglio trovare moglie... e siccome si dice che le donne italiane siano le migliori, beh, ho pensato bene di dar credito all'Alighieri e al Petrarca che cantarono i divini pregi del genere femminile di queste terre...”
“Perbacco!” Esclamò il banchiere. “Siete una continua sorpresa! Ma sono certo che le dame di Sygma cadranno tutte ai vostri piedi, milord!”
“Oh no...” scuotendo il capo il cavaliere “... troppo svenevoli e sdolcinate non fanno per me... ora vi saluto... ancora grazie...” un lieve cenno col capo ed uscì, accompagnato dal segretario di Nicolò.
Raggiunse allora la sua carrozza che lo attendeva davanti alla banca, per poi partire.
“E' andato tutto bene, signore?” Chiese un servitore all'interno.
“Si, tutto tranquillo...” rispose il cavaliere ora con un'espressione diversa sul volto “... il meno è fatto...”
“Volete vedere la vostra nuova residenza?” Domandò il servitore.
“Si...” fece il cavaliere “... ma sono certo che avrai scelto per il meglio, Erniano...”
Il servitore ringraziò con un cenno del capo.
“E comunque...” disse poi “... voi conoscete bene questa città, signore...”
“No...” fissandolo il cavaliere “... non conosco queste terre... non più... il Cavaliere di Altafonte non vi è mai giunto prima d'ora... intesi?” Con quei suoi occhi azzurri che ora erano divenuti freddi ed enigmatici.
“Si, signore...” annuì Erniano.
E la carrozza raggiunse dopo un po' lo splendido Palazzo dei Lorena.
E nel pomeriggio il misterioso cavaliere uscì a galoppare nei giardini della sua nuova dimora.
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Una voce familiare mi fece voltare di scatto.
Riportai gli occhi sul mercante ed osservai l'uomo con cui stava discutendo.
Trattenni il fiato: lo conoscevo.. come poteva essere possibile?
In pochi istanti mi rammentai di lui, sebbene non riuscissi a ricordarne il nome: era stato il nostro maniscalco anni addietro.
Servizievole e gentile, se n'era andato per conto suo.
Lo guardai, era sporco e impoverito, aveva bisogno di un lavoro, diceva, quindi aveva bisogno di soldi.
Rabbrividii.
La mia famiglia aveva resistito molto più delle altre, avevo avuto tutto il tempo di vedere i nostri nemici distruggere uno per uno i casati del regno.
Se il mio non aveva ricevuto un trattamento diverso, e non avevo motivo di pensarlo, allora c'era una taglia sulla mia testa, e anche molto ingente.
Mi calai il cappuccio sul capo con mani tremanti, pregando che l'uomo non mi avesse scorto.
Quale modo migliore per fare fortuna?
Il cuore batteva forte, e respiravo a fatica, colta dal panico.
Poi, iniziai a cavalcare dapprima piano, a causa della moltitudine di gente, poi più velocemente man mano che la strada si liberava, senza sapere dove stessi andando, cercando solo strade libere che mi conducevano inevitabilmente verso i confini della città.
Era stato un errore, continuavo a ripetermi, un terribile errore arrivare fin lì.
Mio padre si sbagliava, Sygma non era abbastanza lontana, nonostante i lunghi giorni di traversata che la separavano da casa mia.
Mi fermai, esausta, in una radura appena fuori le mura della città, c'era una fontana, e una quiete che avrebbe calmato i miei pensieri.
Non era acora calata la sera, dopotutto.
Smontai da cavallo e condussi Ercole ad abbeverarsi, restando ad osservarlo mentre immergeva il muso nella fresca acqua corrente, sereno e fiducioso: avrei voltuto essere tranquilla come lui.
Avevo sbagliato tutto, mi ripetei, non dovevo fermarmi, dovevo andare più lontano.
Appoggiata sul bordo della fontana, vi immersi le mani, per rinfrescarle.
Mi imposi di calmarmi, ormai ero arrivata fin lì, e dovevo almeno tentare.
Decisi di sedermi sul prato, la schiena appoggiata alla fontana, in balia di quella malinconia.
Un pensiero mi attraversò la mente.
E se tutto fosse passato? Se mio padre fosse riuscito a respingerli e debellarli? Se avesse trionfato dove tutti gli altri avevano fallito?
Io non lo avrei mai saputo.
Avevo la sua promessa, certo, che mi avrebbe trovata, ma sarebbe riuscito a mantenerla?
Sospirai, un sospiro doloroso e malinconico.
Mi mancava casa mia, mi mancavano i boschi, l'alto monte, il mare impetuoso e gli immensi giardini che lo univano al palazzo, mio fratello e i nostri battibecchi, mio padre e i suoi sguardi severi.
Chiusi gli occhi per un momento, chiudermi nella malinconia e nel dolore non avrebbe portato a niente, dovevo essere forte e riuscire a farcela, nonostante tutto.
Avevano fiducia in me, non potevo deluderli.
Guardai Ercole, fermo accanto a me, che si guardava intorno, brucando di tanto in tanto un po' d'erba, con poca convinzione.
"Adesso andiamo, eh.." dissi, con un sorriso "…dammi due minuti e mi rimetto di nuovo in piedi, così ci cerchiamo un bel posto dove dormire…" strizzandogli l'occhio. Lo guardai, sembrava quasi che mi avesse compreso.
Guisgard
09-09-2013, 16.05.32
Cestia sorrise ad Eilonwy.
“E' una storia vecchia come il mondo...” disse “... una storia che ognuno di noi ha udito da piccola e che poi, crescendo, non ha più voluto crederci...” si sedette ed accarezzò il volto della fanciulla “... lady Angelica era una giovane dama come voi... amava leggere, ascoltare musica, cavalcare e sognare... ed era molto devota a suo padre... per questo non mostrò obiezioni quando egli le impose di prendere marito... in realtà ella ama già un giovane, di nome Marco... chiese allora al suo amato di presentarsi da suo padre e chiedere la mano di lei... Marco così fece e pattuì con lui di sposare Angelica dopo tre anni di lavoro presso la sua fattoria... venne infine il giorno delle nozze e Marco vide giungere in chiesa la sua sposa coperta da un lungo velo bianco... la sposò davanti a Dio, ma solo di notte, nella loro stanza nuziale, si accorse che la donna prese in moglie non era la sua Angelica, ma la cugina Penelope... protestò così col padre della ragazza e questi gli propose di lavorare altri tre anni presso le sue terre, allo scadere dei quali avrebbe potuto unirsi in matrimonio con sua figlia... Marco, con le spalle al muro, accettò... lavorò per altri tre anni e alla fine di essi sposò finalmente Angelica... Penelope però, sentendosi messa da parte, pagò uno dei servi affinchè uccidesse Marco a tradimento... il funerale del giovane avvenne in gran segreto per nascondere la tragedia ad Angelica... ella però vide il corteo funebre dalla finestra della sua stanza e in preda alla disperazione si lanciò giù, per abbracciare il corpo del suo amato Marco... da quel giorno, ogni Primo Venerdì del mese, allo scoccare della Mezzanotte, gli spettri rievocano quel corteo funebre e il fantasma di Angelica appare in lacrime a recitare il Santo Rosario dietro la bara di suo marito...” Cestia sorrise ancora “... naturalmente è solo una leggenda... su, ditemi ora come volete trascorrere questa giornata, in attesa del ritorno di vostro zio...”
Guisgard
09-09-2013, 16.24.35
Clio era giunta in quella radura, appena fuori le mura Ovest della città.
Era ancora agitata e per questo si accorse solo in un secondo momento che a pochi metri da lei, protetta da alcuni cipressi, si trovava una piccola pieve.
E notò, infine, che in fondo al piccolo sentiero, che dalla campagna correva verso il bosco, sorgeva una casupola preceduta da uno spiazzo irregolare e dal cui porticato pendeva un'insegna con l'immagine di un'incudine.
Altea
09-09-2013, 16.29.58
Guardai perplessa il barone...avevo pure delle perplessità sulle sue origini nobili.
Ci fu un momento di silenzio e riflessione...che fare? Ero sola..non avevo un alloggio, ero partita consapevole che avrei dovuto sopravvivere sola e vivere senza gli agi a cui ero abituata e tra me e me pensavo sinceramente che mi mancavano...fare la modella per questo artista.
"Alzate il viso, sorridete milady Altea..cosi proprio non va" disse il pittore rassegnato e sedendosi aprendo le braccia al cielo.
"Mi spiace per voi..mio caro Joshua. Ma proprio non ho nulla da ridere e per cui sorridere" dissi col viso imbronciato.
Entrò mia madre, attratta dagli schiamazzi che vi erano nel salone da parte del pittore.
"Cosa succede qui?" disse con aria severa, come sempre, voltandosi verso me e il pittore.
Joshua si alzò, profondamente isterico inveiva al cielo come ogni artista e gironzolava attorno alla tela..."Vostra figlia non collabora milady Elisabeth, e io devo portare questo dipinto al futuro sposo..il duca Kensinghton tra due giorni, vuole appenderlo al salone cosi potrà vederla in ogni momento".
Mi alzai di colpo... "Mi rifiuto categoricamente di posare e che quel uomo, quel vecchio anzi mi guardi ogni giorno...non lo amo e non lo sposerò mai".
Lo sguardo accigliato di mia madre su di me.."Altea Victoria Mac Parker..ricordati chi sei, non sei la figlia di un pescivendolo del mercato ma di un barone ed eseguirai i nostri ordini...e non accetto un rifiuto".
Mi sedetti deglutendo le parole che avrei voluto controbattere e continuai a farmi ritrarre....senza un minimo accenno di sorriso.
"D'accordo" risposi "in cambio però vorrei alloggio, vitto poichè non so dove recarmi, dove alloggiate voi? Sapete io provengo da Camelot e sono proprio arrivata ora a Sygma".
Mi alzai e mi guardai intorno, cercando di capire meglio dove mi trovassi.
Notai così una piccola Pieve e un sentiero che si inoltrava nel bosco.
L'idea di tornare in città non mi allettava, con tutta quella gente giunta da ogni parte del regno, persino camminare era complicato.
Così, senza nemmeno sapere bene perché, forse spinta dalla tranquillità che quella radura mi donava, mi incamminai verso la casupola, ignorando sia cosa stessi cercando che cosa avrei potuto trovare.
Guisgard
09-09-2013, 16.56.48
Azable sorrise a quelle parole di Altea.
“Milady, come barone non posso che alloggiare in una degna dimora...” disse facendo un cenno al locandiere per avere il conto “... e naturalmente” continuò dopo aver pagato “in quanto mia musa, a voi spetterà il mio medesimo asilo, comprese tutte quelle frivolezze che il denaro è solito comprare...” si alzò e chiese il braccio alla ragazza “... s'intende che vi occorre subito un degno abito...” fissandola con attenzione.
Uscirono allora dalla locanda e trovarono in strada l'energumeno al servizio del barone.
“Kos...” disse questi “... accompagna milady Altea presso il miglior sarto della città e falle scegliere l'abito più bello.”
“Barone...” mormorò Kos “... temo che... ecco, insomma... purtroppo le nostre disponibilità...”
“Taci, beota!” Esclamò Azable, lanciandogli in mano un sacchetto. “Vi attendo in albergo.” Baciò la mano di Altea e andò via.
Kos aprì allora il sacchetto e vide fuoriuscirne un bel gruzzolo di monete.
“Andiamo a scegliere il vostro abito, milady.” Fissando Altea con un sorriso.
Intanto dalla locanda si udirono le improvvise grida del locandiere, che lamentava il furto del suo denaro.
Ma Altea e Kos erano già diretti alla sartoria.
Eilonwy
09-09-2013, 17.01.21
"Il fatto è che indosso questo meraviglioso vestito greco per il ballo e quindi se voglio fare quello che avevo in mente dovrò di nuovo ricambiarmi.
Sennò si sciuperà. Sapete, Cestia, avevo in mente di andare a cavalcare e di tirare un po' con il mio arco".
Mi dovevo tenere in allenamento se volevo partecipare alla cattura del ladro di Sygma.
Non mi sarebbe sfuggito se ogni giorno mi fossi allenata come un cavaliere.
Altea
09-09-2013, 17.05.35
Non risposi e seguii le direttive del barone Azable..fissavo quell'enorme uomo che mi faceva da scorta, certo aveva dei modi proprio grezzi.
"Non preoccupatevi Kos" dissi guardando il sacchetto "non consumerò tutto il denaro, mi basta un vestito bello ma anche semplice".
Entrammo cosi in una sartoria e vi era del silenzio, attorno vidi stoffe di vari colori, vestiti sui manichini e cappellini alla moda, vari tipi di scarpe.
Il mio sguardo si soffermò su un manichino con un vestito di un bel colore porpora, molto fine e delicato ma senza eccessivi fronzoli.
"Ecco...questo penso potrebbe andare bene" dissi a Kos e feci suonare un campanellino.
elisabeth
09-09-2013, 17.11.55
" Siete davvero magnanimo.....saro' come il vento...."......non uscii dalla porta della Chiesa......misi la sedia di legno sul tavolo sotto la finestrella....e uscii da li'.......dar retta a quei due stupidi uomini mi dava fastidio...corsi per un poi' sino a quando non intravidi la cada di Donna Agnese....era la donna piu' pettegola del mondo....come arrivai alla sua casa...vidi che lei stava uscendo per andare in Chiesa....." Il Signore sia Lodato Donna Agnese.....sto venendo proprio dalla Chiesa ero andata a portare fiori freschi prima della funzione.....non crederete alle vostre orecchie.....Padre Anselmo era per terra davanti all'altare che si contorceva tutto....era in preda al delirio......non vi dico i bubboni che aveva sul viso......lui mi ha detto che ha mangiato male.......ma io dico, che e' la febbre da bubbone....una malattia rara che ha bisogno di qualche giorno per passare e che e' molto contagiosa......anzi statemi lontana....il Signore vi sarebbe grato se lo faceste sapere a gli altri parrocchiani.....mi raccomando discrezione sulla malattia.....".....feci per darle la mano...mi ritrassi e andai verso casa mia.....non potevo entrare....ma avevo bisogno di alcune cose, prima di tutte bloccare i ragazzi.....cosi' vicina allo steccato dietro l'albero di mimosa..atte Rown..lui era il primo che usciva e cosi' fu'...lo chiamai..." Hei...Rown sono Elisabeth vieni che ti devo parlare......".....la sua sorpresa fu tale...che sarei voluta ritornare indietro sui miei passi....ma non potevo....." Ciao tesoro...vedo che va tutto bene...ascolta..per un paio di giorni non potrete andare in Chiesa....o cercare Padre Anselmo...ha preso il raffreddore e non voglio che vi ammaliate durante la mia assenza......sara' lui che verrà da voi quando tutto sarà a posto.....ora devi farmi un favore...dovresti prendere quel sacchetto in pelle che ho nella mia stanza.....riusciresti a farmelo avere senza che gli altri ti vedano?....."....I Ragazzi hanno una mente formidabile...riescono a comprendere anche le cose che noi adulti spieghiamo loro in maniera contorta......ma Rown come un fulmine mi fece avere ciò che gli avevo chiesto....".....Bene....mi raccomando....non avvicinatevi alla Chiesa..se vi ammalate e io non ci sono per i più piccoli sarà un problema..." gli diedi un bacio sulla fronte e ritornai da dove ero venuta.......la finestra era stretta.... e scesi nella stanza........" Bene Capo......non staranno fuori dai piedi per una vita ma per qualche giorno si.......spero che vi basti per andarvene via......ho qualcosa per la vostra gamba.........e poi io devo proseguire per la mia strada......questo ve lo avevo gia' detto...."....
Guisgard
09-09-2013, 17.40.31
Quell'uomo fissò Elisabeth compiaciuto.
“Ero certo che sareste tornata...” disse “... e non ho avuto dubbi sulle vostre qualità persuasive... ora lasciate perdere la mia gamba... capirete che non posso fidarmi della prima venuta...” sorrise con un ghigno “... magari una lama sporca o quale intruglio infettivo e mi ritrovo al Creatore... “ scosse il capo “... anche perchè è un po' colpa vostra se non posso fidarmi totalmente di voi... infatti un uccellino mi ha confidato un segreto... vero, Monty?”
E dalla porta entrò il suo compare.
“Dici bene, capo...” annuì il losco figuro “... infatti prima, come mi hai detto, ho seguito la nostra parrocchiana... e ho scoperto cose molto interessanti...”
“Davvero?” Chiese il capo senza però smettere di fissare Elisabeth.
“Già...” mormorò Monty “... non si direbbe, ma la nostra amica qui nasconde un bel mucchio di mocciosi...”
“Davvero interessante...” ridendo il capo “... siamo davvero fortunati... quei mocciosi infatti sono un bel salvacondotto per la nostra fuga da questo posto...” e i suoi occhi divennero di ghiaccio.
Guisgard
09-09-2013, 17.50.40
Clio, così, raggiunse quella casupola.
Era un'abitazione fatiscente, dall'aspetto ben poco attraente e rassicurante.
Quell'insegna oscillava al vento che sembrava voler annunciare il cambiare del tempo.
La porta era semiaperta e Clio riuscì a vedere all'interno.
E notò una donna, dai capelli neri e arruffati, le vesti misere e sgualcite.
Era intenta a pulire a terra, quando, voltandosi, si accorse di Clio.
“Voi...” disse con tono aspro “... cosa cercate? Siete rimasta col cavallo azzoppato? O col calesse danneggiato? Dovete comunque attendere mio marito... quando lui non c'è, la fucina è chiusa...”
elisabeth
09-09-2013, 18.08.12
Era li' ad attendermi ........un sorriso pieno di soddisfazione sul volto e la triste notizia ..... triste ?....orribile, mi sentii smarrita...indignata.....e piena di paura,il piu' grande dei miei bimbi aveva dieci anni Rown......cosa avrebbe potuto fare...nulla..." La vostra gamba con o senza il mio aiuto si infetterà se e' questo che deve succedere e al Creatore avrete un posto comunque.......per il resto avete tutta la Chiesa a disposizione......avete cibo e tutto quello che vi necessita......non capisco.....perchè vi interessino altri luoghi......il mio dovere l'ho fatto la promessa l'ho mantenuta.....io sono una povera disgraziata dimenticata dal mondo...ma voi di uomini non avete nulla...anche gli uomini che non hanno anima...hanno una parola..."........guardavo loro e guardavo me con i miei vestiti lisi e i piedi pieni di sangue per aver corso avanti e indietro.....ero nella casa di Dio....doveva proteggere i miei bimbi...
Sbattei le palpebre alle parole della donna, come destata da un sogno.
"No, io.." Dissi piano, imbarazzata "...temo di aver solo smarrito la strada.. Vi chiedo scusa, non volevo importunarvi...".
Il tono della donna indicava chiaramente che non voleva seccature.
Così, voltai il cavallo e mi diressi nuovamente per la città, chiedendomi cosa mi avesse fatto avvicinare a quella casupola.
Stava calando il tramonto, e dovevo ancora trovare un posto dove dormire.
Talia
09-09-2013, 19.03.10
Sorrisi appena a Jacopo...
“Sei stato un po’ sgarbato con lady Silvia, Capitano...” dissi, con una finta aria di rimprovero, una volta rimasti soli “In fondo ha solo riportato delle voci... e tu, quale Capitano della Guardia, sei anche tenuto a prestar orecchio alle voci, che la cosa ti piaccia oppure no...”
Lo fissai per un attimo ancora, poi risi appena della sua aria vistosamente seccata...
fissò sua moglie e tentò con un sorriso di dimenticare quella storia “... sai che sto preparando una sorpresa? Per te? A proposito di persone importanti... voglio infatti portarti a corte e farti ricevere da Sua Maestà...”
Spalancai gli occhi a quella frase...
“A Corte?” mormorai “Me? Tu vuoi portare me a Corte?”
Battei appena le palpebre, stupita e agitata al tempo stesso... non me lo aspettavo... non ci avevo mai neanche pensato... neanche da ragazzina...
pensai che mia madre sarebbe andata in sollucchero a quella prospettiva... ma io... io cosa ne pensavo?
“Ma... ma Jacopo...” mormorai.
Ma poi guardai i suoi occhi, così soddisfatti e carichi di aspettativa, così lieti... e sorrisi dolcemente...
“Grazie, Jacopo!” dissi, abbracciandolo forte per lunghi minuti, tornando poi a guardarlo “Ci andremo insieme, però, vero? Non devo andarci da sola... non senza te... vero?”
Guisgard
09-09-2013, 19.49.58
Jacopo strinse forte a sé Talia.
Il giorno dopo il capitano e sua moglie furono convocati al Palazzo Reale per l'udienza.
Il re era fermo davanti al tavolo, osservando con attenzione i suoi cuochi che preparavano una crema al cioccolato.
Poi il capocuoco prese un vassoi piccolo d'argento con un cucchiaino e lo porse al sovrano.
Questi lo prese e assaggiò un po' di quella crema, per poi scuotere la testa.
“Continuate, continuate...” disse al capocuoco.
Questi annuì e riprese a girare quella crema.
In quel momento entrò un valletto, seguito da Jacopo e Talia.
“Il Capitano de' Gufoni e sua moglie, Vostra Maestà.” Fece il valletto, per poi ritirarsi con un inchino.
“Venite pure avanti, capitano...” con un cenno il re “... questo è il momento più delicato...” indicando il capocuoco che preparava la crema.
Quello allora di nuovo offrì al re il vassoio col cucchiaino ed il sovrano assaggiò ancora la crema.
“La panna montata.” Asciugandosi la bocca con un fazzoletto ricamato.
Il capocuoco allora cominciò a versare sulla crema al cioccolato alcuni cucchiai di panna.
“Bene.” Fissando quella scena il re.
Poi il capocuoco iniziò a mescolare il tutto.
“Tagliate, tagliate...” fece il re “... non mescolate...”
Il capocuoco annuì e seguì le indicazioni del sovrano.
“Così...” annuendo il re “... piano... un poco alla volta...” si voltò poi verso Jacopo e sua moglie.
“Maestà...” fece il capitano “... volevo l'onore di potervi presentare mia moglie... lady Talia...”
“Davvero deliziosa...” sorridendo il re “... siete un uomo fortunato... in tutti i sensi, capitano.”
Jacopo mostrò un cenno di assenso col capo.
“Abbiamo saputo” aggiunse il re “che non indugiaste a lasciare la vostra festa di matrimonio pur di accorrere in seguito alla faccenda di quel quadro...”
“Ho solo eseguito il mio dovere, Maestà.”
“Il proprio dovere” replicò il re “è spesso un privilegio che i sovrani ricevono dai loro sudditi. Ci rammenteremo della vostra lealtà.”
In quel momento entrò un servitore con un biglietto per il re.
Questi lo lesse e senza tradire emozioni fissò il servitore.
“Che entri.” Ordinò.
Un attimo dopo, accompagnato da un suo funzionario, entrò Simone.
Con un cenno del capo salutò Jacopo e poi con un inchino rese omaggio al re.
“La crema al cioccolato” tranquillamente questi “richiede la nostra presenza... e anche voi richiedete la nostra presenza, signor Missani... è così che vi chiamate, ci pare...”
“Si, Vostra Maestà.” Annuì Simone. “E se mi sono preso la libertà di importunare Vostra Maestà...”
“Importunare...” lo interruppe il re “... è la parola giusta...”
Il capocuoco porse ancora una volta il vassoio col cucchiaino ed il re assaggiò la crema.
“Poco morbida...” dopo averla assaggiata “... altra panna...” si voltò allora verso Simone “... parlate...”
“Maestà...” disse questi “... ho le prove che dietro la minaccia del furto del Verziere Fiesolano non si cela direttamente il Clero... ma altri uomini...”
“Uomini reali speriamo...” ridendo il re “... che si riescano a vedere, come noi ora guardiamo voi...”
Il capocuoco fece nuovamente assaggiare la crema al sovrano.
“Eccellente!” Compiaciuto questi. “Davvero deliziosa! L'ambasciatore veneziano stasera resterà umiliato!” Tornò a fissare Simone. “Dunque, continuate...”
“Maestà, ho preparato una documentazione chiara ed esaustiva che spiega e conferma le mie dichiarazioni. Ne ho fatto recapitare una copia ad ogni magistrato del regno, anche al capitano de' Gufoni, proprio in questo momento.”
Il re apparve finalmente inquieto.
“Cosa ne pensate voi, capitano?” Chiese a Jacopo.
“Leggerò al più presto la documentazione preparata dal vostro viceprocuratore e saprò dirvi.”
“Chiedo solo che non si perda troppo tempo, Maestà.” Preoccupato Simone.
Il re allora li congedò.
I tre così uscirono dal Palazzo Reale.
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Guisgard
09-09-2013, 21.23.10
Cestia sorrise ad Eilonwy.
“Nel vostro guardaroba” disse “troverete un bellissimo abito da amazzone. L'ideale per cavalcare. Clint lo stalliere vi mostrerà poi uno dei cavalli che vostro zio ha fatto arrivare per voi.”
Dopo un po' raggiunsero la tenuta dello zio e Eilonwy poté cavalcare e tirare con l'arco in quello spazio aperto.
Cavalcò a lungo, libera, come se quel mondo appena dischiusosi fosse tutto per lei.
Verso sera poi vide rientrare la carrozza di suo zio.
L'uomo vide la sua giovane amazzone e sorrise.
Poi la chiamò a sé.
“Sei davvero magnifica vestita così.” Felice lui. “Sai che sto per prepararti una sorpresa? Una magnifica festa qui a casa nostra. Per presentarti all'alta società cittadina. Ci saranno i più nobili ed illustri personaggi. E tu sarai la reginetta.”
Guisgard
09-09-2013, 21.24.55
Ma proprio mentre Clio si allontanava da quella fucina, riprendendo il sentiero, vide apparire in lontananza un calesse che veniva verso di lei.
Anzi, quando l'uomo che lo conduceva si accorse che la ragazza era appena uscita dalla fucina, aumentò l'andatura del ronzino che tirava la carrozzella.
“Oh, salute a voi...” disse arrivando proprio davanti ad Ercole “... vi ho visto uscire dalla mia fucina... perdonate se ho tardato... ditemi in cosa posso aiutarvi?” Ma scrutandone meglio il volto, si accorse che era una ragazza. “Ah, una dolce fanciulla!” Esclamò. “Dunque immagino una fanciulla in viaggio abbia ancor più bisogno di un buon maniscalco!” E rise.
Guisgard
09-09-2013, 21.38.13
“Ascoltatemi bene...” disse il capo ad Elisabeth “... questo paese per noi tre è una trappola e il nostro scopo è fuggire da qui al più presto... e se per riuscirci io e i miei compagni dobbiamo uccidere qualcuno, beh, sinceramente non mi pongo più di tanto il problema... dunque, se cercherete di fregarmi io vi ucciderò... ma se invece farete ciò che vi dico, senza furbate, avrete la mia parola di uscirne viva con i vostri marmocchi... e anche se sono un brigante ho sempre onorato la mia parola... intesi?” Poi una smorfia tradì il dolore alla ferita. “Riuscite a farci qualcosa?” Chiese alla donna. “Sta peggiorando...”
“Ma bada, donna...” disse Monty “... se accade qualcosa al capo, ti giuro che li sgozzo tutti i tuoi marmocchi...”
Guisgard
09-09-2013, 21.38.59
Suonato il campanello, Altea e Kos videro arrivare una signora che subito si mise a loro disposizione.
Mostrò diverse stoffe alla ragazza, tra cui lilla di Provenza, agata di Andorra, blu di Guascogna e varie sete orientali.
Poi ancora cappellini alla moda europea, scialli, borsette e scarpe.
Alla fine la sarta confezionò ben tre abiti per Altea, di cui uno ritirato al momento, mentre gli altri due dopo due giorni.
I due poi lasciarono la sartoria e Kos condusse la ragazza dove li attendeva Azable.
Era un albergo, tra i più importanti della città.
“Saliamo, il barone ci attende...” mormorò l'omone.
Salirono in camera e trovarono Azable ad attenderli.
Ma non era da solo.
“Siete un incanto, Altea..” sorridendo il barone “... un incanto... una novella Aspasia... vorrei essere un poeta e non un genio per descrivervi ciò che vedo...” sospirò “... ma lasciate che ora vi presenti il resto della mia banda... o per meglio dire squadra...” indicando gli altri due che erano con lui “... il professor Mundos, abilissimo decifratore di ogni enigma conosciuto... e Mussan, il più grande spadaccino del mondo...”
“Il più grande mai nato, barone.” Precisò con un filo di arroganza lo spadaccino, per poi baciare la mano ad Altea. “Incantato, milady... incantato...”
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Eilonwy
09-09-2013, 21.57.28
"Per me sarebbe un onore, caro zio. Grazie per l'abito, il micio e per il poter stare qui a fare l'amazzone" gli diedi un bacio e dissi "bene allora è meglio che mi rimetta il mio nuovo vestito greco, la ghirlanda di fiori e mi rimbelletti per farvi fare bella figura".
Cestia mi rimise addosso l'abito bianco e dopo avermi spazzolato mi rimise la ghirlanda di fiori bianchi.
La donna mi mise sul viso una polvere di riso che mi faceva ancora piu' bianca.
Poi un pasta rossastra sulle labbra e sulle guance.
Infine una polvere nera-grigia sulle palpebre.
Mi guardai allo specchio ero molto bella, ma sembravo una giovinetta degli antichi
romani conciata in quel modo.
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elisabeth
09-09-2013, 22.17.31
Loro dovevano fuggire e io dovevo raggiungere Sygma....." Ogni anima di questo posto conosce i miei bambini........se torcerete un capello a loro....le guardie del Re al loro confronto sono una passeggiata nel bosco.......curerò la gamba del vostro Capo....il Padreterno......non credo che lo desideri al suo tavolo.....devo andare a Sygma per acquistare alcune erbe......ci sono dei sai in Sagrestia.....i Frati con una donna ...non sono controllati sulla strada.....qui lasciamo tutti liberi e voi, sarete lontano da questa città visto che vi sta stretta...."......apri la sacca che mi aveva dato Rown...ed uscii alcuni attrezzi con fasce ed erbe essiccate...le lavorai con acqua pulita e del vino....tagliai il pantalone ......il sangue era secco...ma la ferita era lunga......" Stringete i denti grand'uomo...."......lavai la ferita...sino a fra scorrere ancora il sangue vivo.......presi l'impacco di erbe....e lo passai ......fasciai la parte in maniera stretta, presi ancora del vino e lo misi in un bicchiere....." Bevete.....dormite e domani si parte.......".......mi lavai le mani...gli strumenti.....disinfettai i miei piedi......dovevo camminare.....e dovevo essere pronta......mi accovacciai sotto la finestra...ero stanca...dovevo dormire...era stata una giornata pesante.......
Altea
09-09-2013, 22.27.37
Alla fine la sarta da un vestito era riuscita a farmi comprare ben tre con relativi cappellini e accessori.
Indossai subito quello viola Provenza, colore che amavo con ricami dorati, indossai un cappellino intonato ma sobrio e raggiungemmo un albergo.
Rimasi un pò sorpresa..quindi quell'uomo non abitava a Sygma ma pure lui era qui proveniente da qualche parte.
Ma la sorpresa più grande fu nel vederlo con alcuni uomini..il professor Mundos e un uomo dall' aria cupa ed enigmatica che mi fissava..Mussan.
Prese la mia mano baciandola e vidi i suoi occhi nei miei..."Cosi siete il più bravo spadaccino..e cosa vi porta qui a Sygma?" chiesi perplessa.
Guisgard
10-09-2013, 01.47.50
Ora Eilonwy assomigliava ad una figura del teatro classico greco.
Ma nel vederla, suo zio non nascose la sua perplessità.
“Nipote cara...” disse “... non si tratterà di un ballo in maschera, ma di una festa per farti debuttare in società. E credo che tu debba indossare qualcosa di più adatto all'occasione.”
Fece allora chiamare la sua sarta personale, madama Matilde, col compito di preparare un abito adatto per Eilonwy.
“Spiega a madama Matilde che genere di abito desideri” fece suo zio “e lei lo adatterà all'occasione.”
Guisgard
10-09-2013, 01.49.21
Il capo annuì a quelle parole di Elisabeth.
“Faremo così...” disse “... partiremo tutti insieme per Sygma... voi verrete come ostaggio... ma appena sarò certo di non avere più nessuno alle costole, vi lascerò andare...”
“Possiamo fidarci di lei, capo?” Chiese Monty.
“La sorveglieremo.”
“E il prete? Lo accoppo nel sonno?”
“Vedremo domattina...” fece il capo “... ora voglio solo riposare...” e cadde addormentato.
Guisgard
10-09-2013, 01.52.41
“Potrei rispondervi in tanti modi, milady...” disse Mussan ad Altea “... la ricerca dell'avventura, della fama, della ricchezza e perchè no... dell'amore...” e la fissò “... e voi perchè siete giunta a Sygma?”.
“Beh, direi di cominciare a programmare il lavoro...” fece Azable.
“Barone...” disse Mundos “... chi è questa donna? Possiamo davvero fidarci di lei?”.
“Certo.” Annuì Azable. “L'ho scelta e fa parte della banda.”
Il sorriso dell'uomo era disarmante e contagioso.
"In realtà, sono capitata di qui per caso..." Mi voltai a guardare Ercole "...ma credo che il mio amico qui non disdegnerebbe dei ferri nuovi..".
Esitai, osservando il tramonto.
"..solo che dovremmo affrettarci, dobbiamo ancora trovare un posto dove passare la notte, e considerando quanta gente c'è in città.. Beh, non abbiamo molto tempo.. Spero siate veloce ed efficiente..." Con un sorriso.
Guisgard
10-09-2013, 02.33.15
“Non temete per questo...” disse il maniscalco a Clio “... casa mia non è molto grande, ma possiamo ospitarvi per stanotte...” sorrise di nuovo e si tolse il capello, avvicinandosi ancora alla ragazza.
E lei finalmente lo riconobbe.
Era ancora Massimo, il maniscalco che aveva lavorato anni prima presso suo padre.
“Venite, vi faccio strada verso casa mia...” e le fece cenno di seguirlo “... mia moglie sarà lieta di avere una nuova ospite stasera...”
Guisgard
10-09-2013, 03.07.28
La verde, vasta e muggente campagna era tutt'intorno a lui, sussultante sotto quel tiepido vento che faceva oscillare, quasi fossero corde di arpa che vibrano, le foglie dei rami e le cime più alte dei cipressi, sopra la quale le alte e bianche nuvole parevano rincorrersi ed accavallarsi simili ad inquiete ed immense onde di un mare sconfinato.
Solo il verde degli alberi, le tinte screziate delle colline, con i loro paesaggi macchiettati e variegati, fatti di vigneti, uliveti e girasoli che parevano seguire il corso del Sole e il moto infinito del cielo, circondavano quel luogo fatto di vivaci suoni e profondi silenzi.
Carlo gli aveva detto di aver rispetto di quel luogo, di fermarsi ad ascoltarne il lamento delle sue ombre e l'eco del Tempo inclemente.
Se al mondo vi fosse, gli ripeteva sempre il teatrante durante le lunghe prove dei loro spettacoli, un luogo degno di rappresentare insieme la commedia dell'arte umana e l'arte dell'umana tragedia era proprio quella collina.
Essa era la culla della fama e della vanagloria umana, dell'illusione e della speranza, dell'esaltazione e della rovina di tutte le cose.
In nessun altro luogo infatti la Fortuna aveva così eccelsamente innalzato e sommerso l'animo umano.
In nessun “altrodove” il Destino aveva compiuto superba meraviglia della sua potestà sulla ventura umana.
“I Sygmesi” ricordando le parole di Carlo “assediarono la città... e quando i suoi abitanti compresero che la fine era vicina, portarono fuori dalle mura tutto il loro sterminato tesoro...”
Il giovane trasalì.
Aveva udito già questa leggenda anni prima, ritenendola solo un mito.
E se così fosse, pensava mentre con la vanga e la zappa raggiungeva ciò che restava dell'antica fonte,?
Se davvero fosse solo una leggenda?
Se Carlo a causa del suo amore fosse impazzito, giungendo a credere all'impossibile e al fantastico?
Forse egli non aveva lasciato tutto per seguire quella donna?
Come si può rinunciare ad una fortuna simile solo per amore di una donna?
Se davvero stessi rincorrendo solo un mito?
A me cosa resterà?
Ma quando tra gli sterpi e i rovi intravide i ruderi della vecchia fonte, all'improvviso tutti questi pensieri svanirono e rammentò solo l'ultimo commovente saluto tra lui e il commediante.
E prendendo spunto dal protagonista di quella storia che insieme a Carlo portarono sulla scena, il giovane prese vanga e zappa e mormorò:
“Avanti... apriti, Sesamo!”
Ad un tratto un nitrito lontano lo destò da quel ricordo.
Si voltò e vide arrivare Erniano, il fedele servitore a cavallo.
“Perdonate, signore...” disse.
“Cosa c'è?” Fissandolo il Cavaliere di Altafonte.
“E' giunto Ammone...”
“Bene, arrivo subito.”
“C'è dell'altro, signore.”
“Cosa?”
“Un invito.”
“Un invito?” Ripetè il cavaliere.
“Si...” annuì Erniano “... da parte del vostro banchiere... Nicolò Accio...”
“Ci andrai tu, in veste di mio segretario.”
“Non è un invito per discutere di affari, signore.”
“E per cosa?”
“E' un invito per una festa.” Spiegò Erniano. “Pare ci sarà tutta l'alta società di Sygma.”
“Voglio una lista completa degli invitanti, intesi?”
“Si, signore.”
Il cavaliere allora rientrò in casa e poco dopo Erniano gli consegnò la lista richiesta.
Lui la guardò con attenzione e poi la strappò con rabbia.
“Qualcosa non va, signore?” Preoccupato Erniano.
“Nulla di importante...” mormorò il cavaliere “... non ho più bisogno di te, puoi andare per ora, Erniano... grazie.”
Il fedele servitore mostrò un lieve inchino e si ritirò.
Mentre invece il cavaliere restò a fissare con sguardo cupo il vuoto della stanza, come a voler trovare riparo dai fantasmi che giungevano a tormentarlo.
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Era come tentare di scappare dal proprio destino.
Prima quei mercanti, che avevo cercato in tutti i modi di evitare e con cui mi ero ritrovata a fare un pezzo di strada, e ora quell'uomo: quante probabilità c'erano che, scappando per non farmi riconoscere, capitassi esattamente nella sua fucina?
Stentavo a crederci ma sapevo bene che nulla accade per caso.
Così, mi rassegnai e sorrisi all'uomo.
Mi aveva guardato negli occhi e non aveva mostrato di riconoscermi, come io non lo avevo fatto con lui, d'altronde.
Anuii alle sue parole "..Grazie, spero di non recarvi disturbo… ovviamente posso pagarvi l'ospitalità..".
Lo seguii così verso la casupola fatiscente, ripensando alla donna che avevo incontrato poco prima, probabilmente mi avrebbe presa per pazza, ma poco importava.
Cercai di ricordare un particolare, un momento in cui avevo parlato con quell'uomo, ma non riuscivo a trovarlo.
Probabilmente, pensai, anche lui non si ricordava di me.
Infondo, erano passati molti anni e io ero cresciuta da allora.
Tuttavia, nascondere la mia identità sarebbe stato difficile, portavo sempre al fianco la spada di mio padre, anche se camuffata, che lui ben conosceva.
Entrammo nella casupola e salutai la moglie di Massimo con un sorriso.
"Grazie dell'ospitalità… madama.." dissi, gentilmente.
Ma la mia mente era altrove.
La brezza del mare mi sfiorava il viso, portando con sé l'odore delle onde che si infrangevano ritmicamente sulla riva.
Davanti a me, il bosco delicato, colmo di sentieri nascosti, animali liberi e fiori colorati.
Lo attraversai in fretta, a malincuore: dovevamo rientrare il prima possibile.
Mi voltai verso mio fratello, e lui mi sorrise.
Cavalcavamo in silenzio, mentre, alle nostra sinistra, un sole rosso tramontava dietro l'alto monte.
Quando uscimmo dal boschetto, che segnava il limite del territorio privato del palazzo, ed era la riserva di caccia della mia famiglia e dei nostri ospiti, ci ritrovammo nel giardino vero e proprio.
Cercammo di evitare la parte centrale, con le fontane, i ninfei e le aiuole con fiori esotici e variopinti.
Costeggiammo il margine del bosco, lasciandoci il mare alle spalle, correndo incontro al tramonto.
Ci scambiammo uno sguardo d'intesa, se mio padre mi avesse vista vestita in quel modo, avrei passato dei guai seri.
Ma allenarsi in riva al mare era il nostro passatempo preferito.
La lezione di musica era decisamente più noiosa, e io non solo non possedevo talento musicale, ma ero proprio una frana.
"Ci vediamo a cena, Clio.." disse, mio fratello, voltando verso l'ingresso principale.
Lui poteva fare un ingresso trionfale, poteva andare dove voleva e fare ciò che voleva, quando nostro padre lo lasciava libero da impegni e doveri.
Lo salutai con un cenno e mi diressi verso le scuderie riservate agli ospiti, se fossi andata nelle nostre, mi avrebbero visto in troppi.
Qui, smontai e portai la cavalla al suo posto.
Ero intenta a toglierle le briglie, quando dei passi mi fecero sussultare.
Portai d'istinto la mano alla spada, senza però sguainarla.
Un uomo entrò e mi guardò con gli occhi sbarrati e stupiti.
"Oh, siete voi.." dissi, respirando di sollievo.
"Perdonate, milady, non intendevo spaventarvi… non credevo ci fosse qualcuno qui…" farfugliò Massimo.
Sapevo che mi aveva visto benissimo, ma non dovevo certo dare spiegazioni al maniscalco.
Sorrisi. "Già che siete qui, allora ne approfitto.. domani potreste dare un'occhiata ai ferri di Era, per favore?".
Massimo si inchinò rispettosamente "Naturalmente, milady.. posso farlo anche stasera stessa se avete bisogno di lei..".
Mi ero già avvicinata all'uscita, e mi voltai.
"Non è così urgente… domani andrà benissimo… andate a casa, ora… Buonasera".
"Buonasera a voi…" disse con un sorriso.
Lasciai le stalle e corsi, attraverso una piccola porticina, verso le mie stanze.
Tre ancelle mi vennero incontro "Siete arrivata finalmente…" eravamo in pena per voi…".
"Addirittura.." dissi, scuotendo la testa "..veloci, ho pochissimo tempo.. il bagno è già pronto?".
"Naturalmente.." disse una.
"Cosa desiderate indossare?" mi chiese l'altra.
"Stasera c'è il barone di Soamor con il figlio più giovane.. e la contessina Faser, con il conte Soster il suo promesso sposo.." la terza.
"Allora l'abito blu, quello con gli inserti in velluto.. e prepara lo zaffiro..".
A palazzo, in realtà, ogni sera era un ricevimento, più che una cena in famiglia.
Non rammentavo altro di quella sera, ma potevo facilmente immaginarlo. Una sontuosa cena, una pessima conversazione frivola con la contessina fresca di fidanzamento, sguardi d'intesa con mio fratello, impegnato ad intrattenere il giovane dei Soamor, un giorno uguale a mille altri.
Entrando nella semplicità di quella casa, nel vedere quella coppia di sposi che si apprestava a cenare insieme, mi sembrò di essere stata catapultata in un altro mondo.
Un tempo sapevo che non avrei mai potuto avere tutto quello, persino la cena era una faccenda diplomatica, e una volta sposata non sarebbe stato certo diverso, anzi, non avrei più potuto bighellonare durante il giorno e avrei avuto molte più responsabilità.
La cosa non mi era mai pesata, era mio preciso destino, e compito, scritto nel sangue che mi scorreva nelle vene.
Ero una Sartell, dopotutto, il dovere prima di ogni cosa, ci veniva ripetuto fin dalla culla.
Proprio questo i nostri nemici non riuscivano a sopportare: quel sangue che loro non potranno mai ottenere col denaro. L'unica cosa che possono fare, è eliminare tutti quelli che lo portano.
Ma col mio casato, non l'avrebbero avuta vinta tanto facilmente.
Avremmo fatto di tutto pur di non lasciare la nostra bella Crysa nelle loro mani, quell'isola era parte di noi, l'avremmo difesa e protetta fino all'ultimo istante.
Quella era l'unica vita che conoscevo.
Ma ora? Mi chiesi.
Ora che la mia vita era stata stravolta e sradicata, cosa mi riservava il futuro?
Sospirai, non era il tempo né il luogo per porsi una domanda simile.
Talia
10-09-2013, 14.16.00
Tirai un sospiro di sollievo, uscendo dal Palazzo Reale... non avevo mai amato molto queste occasioni ufficiali.
Seguii, dunque, fuori Jacopo e l'uomo di nome Simone...
osservavo quest'ultimo... non mi piaceva, c'era qualcosa di mellifluo e sfuggente nel suo sguardo che contrastava con il gesticolare sbrigativo...
E tuttavia a colpirmi fu l'agitazione che li pervadeva entrambi, l'urgenza della voce nell'esporre il problema al Re...
"Mi sembra di capire che questo misterioso ladro vi preoccupa seriamente, messer Simone..." dissi gentilmente, uscendo nel cortile "Pensate davvero, dunque, che qualcuno voglia rubare... come si chiama?" voltandomi appena verso Jacopo "Il... Verziere Fiesolano, dico bene? Non pensate che sia solo una burla, mi par di capire..."
I miei occhi si mossero tra i due...
"Ma poi... perdonatemi, ma io proprio non capisco... perché mai qualcuno che intende rubare un oggetto, debba prima gridare la sua intenzione ai quattro venti e rendere così la sua impresa immensamente più difficoltosa? Siamo dunque di fronte ad un pazzo, o ad un ladro esibizionista?"
Eilonwy
10-09-2013, 15.53.39
"Madama Matilde, vorrei avere un abito composto da più parti sovrapposte, tutte in chiffon. I colori utilizzati vorrei che fossero l'azzurro, il rosa e il lavanda.
Gli strati devono essere di lunghezze diverse.
Le maniche devono essere corte, a metà del braccio, e devono ricadere morbide.
Il seno deve essere ricoperto da una fascia di pizzo bianco e da uno strato inferiore sempre color lavanda. La fascia-nastro sotto il seno, la vorrei rosa.
Ecco l'abito si può vedere in questo libro".
Gli porsi il libro per fargli vedere la figura.
http://4.bp.blogspot.com/-LeFzyFZZNqA/TsQjxFClm9I/AAAAAAAAAGE/4_UrnWa6Kxo/s320/swimdress2.jpg
Altea
10-09-2013, 16.03.10
Alle ultime parole di Mussan ritrassi subito la mano.
I miei occhi si posavano sugli uomini presenti ascoltando silenziosamente i loro discorsi ma trasalii nell' udire la parole di Azable...che stava a significare che ero parte della banda...che tipo di banda tanto da sincerarsi se si potevano fidare di me.
Mille dubbi mi assalirono...."Di che banda state parlando milord Azable?Voi mi avete offerto un posto come modella ma non di far parte di una banda..siate sincero con me..altrimenti me ne andrò e farò finta di non avervi nemmeno incontrati" dissi guardando gli uomini con aria interrogativa.
elisabeth
10-09-2013, 17.09.27
" Non c'e' motivo per uccidere nessuno....Padre Anselmo non ci sarà di ostacolo......attenderà il mio ritorno giorno e notte......sono cresciuta in questa Chiesa.....senza genitori lui mi ha cresciuta....era l'unico posto dove mi si offriva un riparo e affetto......." vidi i due sgherri ammutolirsi alle parole del Capo......e dopo che si fu addormentato....andai da Padre Anselmo...." Padre, come state ?.....questa non ci voleva....venite, sediamoci su quella panca, domani non avrete piu' nessuno tra i piedi, guardate che Donna Agnese sa che avete un brutto raffreddore con bubboni.....era l'unico modo per tenere lontani i parrocchiani, i bambini staranno a casa...sino a quando non andrete a trovarli voi....Padre...volevo parlarvi di Sygma...e' lì che voglio andare...sapete di quel quadro che vogliono rubare, c'e' una ricompensa per chi eviterà che questo avvenga.......sapete quanto bisogno ho di quei soldi.......la casa...i bambini...il minimo indispensabile......l'altro giorno ha piovuto e una piccola parte di tetto non ha retto.........so che non siete d'accordo perchè io affronti questo viaggio.....ma con l'elemosina che mi danno e i pochi lavori che riesco a fare....non ce la faccio.......alle volte in sogno mi appare un uomo ricco.....che si prenda cura di me e dei miei diavoletti.....ma quello Padre e' piu' di un miracolo credetemi............un ultima cosa prenderò i sai da Frate che avete nella Sagrestia li farò indossare ai due uomini .......dirò che sono dei Frati muti e io li sto accompagnando al convento di Sygma..........e ora Padre Beneditemi............".......attesi la sua Benedizione...non sarei andata a riposare senza
Guisgard
10-09-2013, 17.24.54
Jacopo fissò Talia e poi Simone.
I suoi occhi scuri erano impenetrabili ed enigmatici.
C'era qualcosa in quegli occhi.
Qualcosa che li aveva sempre caratterizzati.
Come se riuscissero sempre a celare le sue emozioni ed i suoi stati d'animo.
Jacopo era un uomo particolare.
Un uomo sempre capace di misurarsi, di controllarsi, di far valere la ragione sempre e comunque.
Ma nello stesso tempo animato da una forza non comune.
Forza che aveva sempre messo al servizio di se stesso, come tutti quegli uomini che non credono al Destino ma solo alle loro qualità.
“L'uomo che si nasconde sotto il nome di Mirabole” disse Simone alla ragazza “è sicuramente, come giustamente dite, un esibizionista, un megalomane, un fanatico.”
“Un mitomane.” Fece Jacopo.
“Si e della peggior specie.” Annuì Simone.
“Magari” osservò il capitano “non è solo un uomo a nascondersi dietro quel nome, ma più uomini... forse una banda...”
“Non saprei...” mormorò Simone “... quando affronto un avversario preferisco conoscerlo prima bene... e studiando i suoi precedenti furti ho l'idea che ci troviamo di fronte ad una sola mente... un indole così esaltata da se stessa da spingere, ho motivo di credere, a questi furti per il solo gusto, o per meglio dire bisogno, di far parlare di sé... e questi tratti, così tutti insieme, ed affiancati alle indubbie qualità criminali, all'audacia e all'inventiva quasi scenica delle sue azioni sono rare da riscontrare in più uomini... e poi quel quadro non è un semplice oggetto d'arte secondo qualcuno...”
“Esagerazione...” sbuffò Jacopo interrompendolo “... se esiste davvero questo Mirabole, allora prima o poi sarà a tiro della mia spada...” guardò poi Talia “... ma non voglio parlare di questo ora... Simone, a presto...”
“A presto, capitano...” con un cenno di assenso il viceprocuratore “... milady...”
E Jacopo e sua moglie tornarono a casa.
E appena giunti, uno dei servitori consegnò al capitano un biglietto.
“E' un invito...” guardandolo Jacopo “... per una festa pare...”
Guisgard
10-09-2013, 17.45.34
Padre Anselmo tentò di far desistere Elisabeth da quel suo proposito, ma non ci fu nulla da fare.
Seguire quegli uomini o andare a Sygma per difendere quel quadro erano, agli occhi del prete, la medesima cosa.
Un'assurdità.
Venne però il mattino e il capo si sentiva un po' meglio.
Tuttavia la sua ferita era ancora fresca e questo fece preoccupare i suoi due compari.
“Non importa...” disse lui “... guarirà da sé...”
I tre allora, come proposto da Elisabeth, indossarono quei sai.
“E voi?” Chiese il capo alla donna. “Come vi vestirete? Da suora?”
“Inoltre serve un carro per partire...” fece Monty “dovete procurarcelo voi...”
“Trovatene uno” il capo ad Elisabeth “e Monty e Ioga lo ruberanno...”
elisabeth
10-09-2013, 18.04.14
Tutto come previsto Padre Anselmo fece di tutto perchè tornassi sui miei passi....ma non c'era nulla da fare, questa era l' unica strada.......i tre briganti misero il saio.....e ora?....." No...non ci sarà nessuna suora , ma tre frati muti....cosi' evitiamo che aprendo la bocca l'ignoranza si dilaghi......essendo voi muti io sarò colei che vi accompagna al convento di Sygma......"....pensavo che fosse tutto finito e che avrei potuto tirare un sospiro di sollievo e invece....volevano un carro.....gia' un carro...il Capo aveva ancora problemi alla gamba..camminare per lui sarebbe stato impossibile.......chiusi i pugni come se volessi scaricare tutta la violenza non sulle loro facce invece lo feci sui palmi delle mie mani......." Mi avete seguita...quando sono uscita da qui...la prima casa in cui mi sono fermata nella parte sul retro ha due carri....credo che alla signora...uno possa bastare.......e ora fatemi il favore.....non chiedetemi più nulla....sto pagando una colpa che non mi appartiene...".......mi avvicinai a Padre Anselmo...." fate che il buon Dio mi perdoni......infondo, a lei uno bastava...".....mi sedetti su una vecchia sedia di paglia...ed attesi che quel carro mi portasse via di lì.....
Talia
10-09-2013, 18.04.23
I miei occhi si spostavano tra Jacopo e Simone, mentre parlavano...
ero vagamente stupita...
forse ero io ad essere nel torto ma io non riuscivo a vedere quel Mirabole come una grande minaccia... insomma... dopotutto aveva annunciato le sue intenzioni, no? E quindi quel quadro poteva essere ben protetto... anche a costo di farlo piantonare giorno e notte... non capivo come mai si dessero tanta pena...
Jacopo, tuttavia, troncò presto il discorso... mio marito non amava che io mi immischiassi in questo genere di cose e lo lasciò bene ad intendere tanto a me quanto a Simone... ci congedammo dal viceprocuratore, dunque, e tornammo verso casa.
Qui ricevemmo una sorpresa...
E appena giunti, uno dei servitori consegnò al capitano un biglietto.
“E' un invito...” guardandolo Jacopo “... per una festa pare...”
“Un invito per una festa?” domandai, sollevando sorpresa gli occhi su mio marito “Oh, ma è delizioso... da parte di chi?”
Guisgard
10-09-2013, 18.36.06
Jacopo aprì il biglietto e lo lesse.
“E' di messer Nicolò Accio, il banchiere...” disse il capitano “... pare voglia dare una festa di presentazione, per il debutto in società di sua nipote... sarà un ricevimento in grande stile... praticamente ha invitato tutta la crema di Sygma...” fissò Talia “... immagino sia inutile chiederti se tu voglia andarci o meno...” sorrise “... beh, un'occasione mondana che forse mi viene in aiuto per farmi perdonare della nostra Luna di Miele mancata... o per meglio dire solo rinviata... su, preparati e va a far compere... voglio che tutti muoiano di livore per la mia bella moglie... acquista l'abito più bello e i gioielli più costosi... sarai tu il centro della festa, lo so... e sarò l'uomo più fortunato di Sygma...”
Guisgard
10-09-2013, 18.53.51
Padre Anselmo toccò con dolcezza il capo di Elisabeth, quasi a volerle perdonare quelle colpe non sue, ma procurate.
Iddio Onnipotente, infatti, sa che spesso le colpe dei miserabili sono indotte da oscuri demoni, che il più delle volte assumono i tratti dei nostri simili.
Nostro Signore, nelle Beatitudini, invocò la Giustizia Suprema.
E forse, quella Giustizia, richiede che quei volti non giungano mai nel Regno dei Cieli.
I due briganti così rubarono quel carro.
Poi, insieme al loro capo, indossarono quei sai.
Verso il tardo pomeriggio, finalmente, con Elisabeth, lasciarono la chiesa, indirizzandosi verso le porte di Camelot.
E quando le raggiunsero, videro alcuni soldati a controllare l'ingresso.
“Badate di non tradirvi, o vi sgozzò all'istante...” disse il capo ad Elisabeth.
E giunti al posto di controllo, i soldati fermarono il carro.
“Chi siete?” Chiese uno di quelli. “E dove siete diretti?”
Talia
10-09-2013, 19.11.18
Sorrisi appena alle parole di Jacopo...
“Stai di nuovo tentando di corrompermi, Capitano... sei molto scorretto!” risi appena “Ma... c’è da darti atto che almeno sai come fare...”
Lo scrutai per un istante, lievemente divertita...
“Certo che ci andremo, a quella festa...” dissi poi “E... certo che andrò a fare spese... in fondo, me lo merito, no? Un piccolo dono di nozze...”
Gli strizzai appena l’occhio, poi mi diressi verso la stalla...
“Prendo la tua carrozza!” dissi divertita, allontanandomi.
Pochi minuti dopo, il cocchiere di Jacopo di fermò davanti al laboratorio di Madama Lucia, la mia sarta preferita. Con un sorriso, scendendo dalla carrozza, lo ringraziai e subito entrai nella bottega.
Mi ritrovai in una stanza non molto grande ma luminosissima, con alte finestre che si aprivano sulla strada... tutto intorno era lindo e pulito e un buon profumo di lavanda e gelsomino pervadeva l’ambiente.
“Buongiorno, madama!” salutai, individuando la donna oltre il bancone in fondo, intenta a riporre un rotolo di candido tessuto.
Guisgard
10-09-2013, 19.11.25
Azable sorrise a quelle parole di Altea.
“Milady...” disse “... vi ho detto che sareste stata mia modella ed è la verità... io sono un artista e voi sarete la mia musa ispiratrice, facendo parte del mio prossimo capolavoro... vedete... siamo una banda... una banda particolare... siamo artisti, poiché facciamo arte... e infatti il mio prossimo capolavoro sarà legato intimamente all'arte... la più eccelsa... ruberemo un quadro... e non un quadro qualunque...”
Altea
10-09-2013, 19.22.34
Sgranaii gli occhi..."Rubare? Ma non ditemi...che voi..voi...siete il fantomatico ladro che vuole rubare il quadro a Sygma..." mi sedetti un attimo, presi una brocca di acqua e versai il liquido in un calice di cristallo per tranquilizzarmi.."No...io non sarò mai complice per questo...ne va del mio buon nome di baronessa" esclamai per poi mettermi una mano in bocca per ciò che avevo appena detto.
Guisgard
10-09-2013, 19.24.25
Massimo fece preparare da sua moglie qualcosa da mangiare per Clio, mentre lui diede un'occhiata ai ferri del suo cavallo.
Poi ordinò a sua moglie di preparare la stanza per gli ospiti, in modo che la ragazza potesse riposare.
Clio mangiò e poi andò a letto.
E subito cadde in un sonno profondo.
“Hai finito” disse con disprezzo la donna “di farmi lavorare come una schiava?”
“Sta zitta, donna!” Fece Massimo. “Non capisci? Ho messo del sonnifero nel suo cibo... ora dormirà come un sasso fino a domani... adesso entrerò nella sua stanza, ruberò tutto ciò che possiede e la riempirò di botte... domattina la caricherò sul calesse, per poi scaricarla nel bosco, dove solo gli animali selvatici la troveranno... naturalmente il suo cavallo lo terrò per noi...”
“Fallo subito allora!” Esclamò la donna.
Massimo annuì e con un secondo mazzo di chiavi entrò nella stanza di Clio che dormiva.
La notte trascorse rapida e al mattino Clio si risvegliò ancora in quella stanza.
“Milady...” bussò la moglie del maniscalco “... ho cotto del pane e raccolto un po' di frutta... appena vorrete, la colazione è pronta che vi attende...”
Guisgard
10-09-2013, 19.38.49
“Lady Talia...” disse madama Lucia sorridendo “... che piacere! Come sta il capitano? E ditemi... in cosa posso servirvi?”
Ma proprio in quel momento entrò lady Silvia.
“Milady...” salutando Talia “... anche voi a fare compere? Immagino sia per la festa del banchiere Accio... ha invitato anche la mia famiglia ed è per questo che sono venuta da madama Lucia... pare ci sarà la più alta società cittadina... ed io non voglio sfigurare.”
“Si, ho sentito che ne parlavano due cameriere del banchiere stamani...” intervenne la sarta “... sarà davvero la festa più bella degli ultimi tempi...”
“Cosa dite voi?” Fece Silvia guardando Talia e poi Lucia. “Ci sarà anche lui?” E sorrise.
elisabeth
10-09-2013, 19.39.03
Mi avrebbero sgozzata.....avrei preferito morire se non fosse stato per chi mi attendeva a casa......alle porte di Camelot....le guardie ci attendevano...." Salve soldato.....sono una parrocchiana di Padre Anselmo....e sto accompagnando tre suoi confratelli al convento di Sygma.......poverelli sono sordi e sono muti.....Padre Anselmo mi ha promesso qualche preghiera in piu' per il paradiso...ed ho fatto la buona azione..... potete pure frugare nel carro c'e' tutta la povertà di Camelot......almeno qualche spiccio me lo potreste dare voi...per la carità Divina....."...tesi la mano verso il Soldato...
Talia
10-09-2013, 19.49.05
Sorrisi lievemente alle due donne, iniziando a vagare per la bottega, sfiorando le stoffe e i modelli ai manichini... la loro curiosità mi divertiva un poco...
evidentemente c'era grande aspettativa in città per quell'evento, pensai...
E tuttavia fu solo alla domanda di lady Silvia che compresi che cos'era realmente a smuovere tutta quella curiosità e quell'agitazione...
ridendo tra me, dunque, sfoderai l'aria più sorpresa e ingenua che riuscii a tirare fuori e sollevai gli occhi su Silvia...
"Lui?" domandai, apparendo sinceramente sorpresa ma divertendomi tra me, in realtà, un mondo "Perdonatemi, milady... ma... lui... chi?"
Guisgard
10-09-2013, 19.50.59
“Oh, non confondiamo...” disse Azable ad Altea “... io sono un professionista... non un pagliaccio... non metterei mai in mostra uno dei miei lavori...” scosse la testa “... io ruberò quel quadro, certo, e metterò così in ridicolo quel pagliaccio... com'era il nome?”
“Mirabole.” Rispose Mundos.
“Già, nome assurdo tra l'altro...” fece il barone “... comunque...” tornando a fissare Altea “... noi non siamo semplici e volgari ladri... ma artisti del furto...”
“Un momento...” avvicinandosi a lei Mussan “... cosa avete detto? Siete una baronessa?”
Altea
10-09-2013, 20.00.17
Mi ammutolii...erano pur sempre dei ladri..e io ne ero entrata a far parte.
Poi quella parola a bruciapelo di Mussan...era inutile celarsi..loro si erano scoperti e forse, chissà, mi avrebbero lasciata libera se sapevano non ero una umile serva.
"Ebbene si..." dissi osservandoli "pure io ho i miei misteri..sono baronessa..piacere lady Altea Victoria Mac Parker. Sono fuggita da casa...senza però portarmi nemmeno un soldo quindi non pensiate disponga di denaro, sono solo fuggita dal mio palazzo contro un destino avverso. Ma certo..non immaginavo di entrare a far parte di una banda di ladri..mi spiace milord Azable, voi potrete rubare quel quadro anche a fin di bene...come dite voi" e seguii una strana smorfia da parte mia "ma io non sarò vostra complice...quindi dimentichiamo di esserci conosciuti e ognuno se ne andrà per la vostra strada" e mi avvicinai faccia a faccia al barone guardandolo negli occhi..."O mi dite veramente cosa dovrei fare io".
Guisgard
10-09-2013, 20.02.10
“Ma come...” voltandosi Silvia verso Talia “... volete dire che non sapete nulla?” Sorrise guardando la sarta. “Ma il nostro misterioso forestiero! Chi altri!” Esclamò. “In città non si parla d'altro! E anzi si vocifera che il banchiere abbia colto l'occasione per invitarlo. Pare poi che il nostro enigmatico milionario, se non miliardario, sia giunto qui per trovare moglie!”
“Ma si sa chi sia?” Chiese Lucia.
“Mah...” mormorò Silvia “... qualcuno afferma sia un principe orientale arricchitosi con la pirateria... altri invece che sia scappato con il tesoro sottratto ad un nobile greco... addirittura altri ancora giurano sia il figlio illegittimo di un vescovo e che la sua ricchezza sia il pegno per il suo silenzio...”
“Che assurdità.” Scosse il capo Lucia.
“Chi l'ha visto” eccitata Silvia “dice che il suo accento è un misto tra il provenzale ed il greco... fatto sta che non vedo l'ora di scoprire chi sia davvero costui!”
Ero davvero stanca, infondo, erano due notti che non dormivo.
Mi abbandonai ad un sogno senza sogni, finché, la mattina dopo, la moglie del maniscalco mi svegliò.
"Grazie, troppo gentile..".
Mi alzai e iniziai a vestirmi.
Qualcosa però non quadrava, il mio zaino non era dove l'avevo lasciato.
Qualcuno era entrato nella mia stanza, sgranai gli occhi con orrore.
Avrei dovuto dar retta alla parte di me più ansiosa e diffidente.
Corsi a controllare che fosse tutto al suo posto, che non mancasse niente.
Dopodiché, sarei scesa di sotto portando con me il mio bagaglio.
Prima lasciavo quella casa e meglio era.
Talia
10-09-2013, 20.13.43
Risi appena a quella massa di congetture...
Silvia era inesauribile ed ero certa che, se solo le si fosse dato spago, avrebbe potuto continuare fino al giorno seguente a fantasticare...
"Oh, potrebbe essere queste cose e molto altro... un cercatore di tesori... un furfante... o forse solo un uomo d'affari..."
Mi voltai verso Lucia...
"Mi piace questa, madama!" indicando una stoffa leggera, color pervinca con ricami lilla e in sottilissimo filo perla "E vorrei un abito ricco, lungo, con le maniche ampie... Vorrei stupire Jacopo... e poi..."
Lanciai un'occhiata a Silvia...
"E poi... dobbiamo essere in grado di non sfigurare di fronte al vostro misterioso straniero, vero, milady?" soggiunsi scherzosamente.
Guisgard
10-09-2013, 20.28.43
“Eh, cosa volete, milady...” disse Silvia a Talia, mentre sceglieva tra varie stoffe “... mica siamo tutte fortunate come voi... un marito affascinante, ricco, stimato, ammirato... avete trovato il grande Amore, quello dei romanzi... noi invece lo stiamo ancora sognando...” sorrise “... capirete dunque che la nostra attenzione è tutta per lui, per quell'enigmatico straniero... ma sono certa che il vostro capitano apprezzerà di vedervi così bella solo lui... prendo questa, madama Lucia...” indicando una stoffa alla sarta “... ammesso poi” aggiunse “che il nostro misterioso forestiero sia uomo da lasciarsi affascinare da qualche semplice e ingenua dama... magari, ricco come si ritrova, è anche misantropo... si sa, questi ricchi sono spesso indifferenti a tutto... fortuna che voi non avete di questi problemi, lady Talia...” sorridendo di nuovo “... eh, povere noi dame sole ed infelici...”
“Vi confeziono subito l'abito, milady.” Disse Lucia alla moglie del capitano.
Guisgard
10-09-2013, 20.50.58
Madama Matilde annuì alle indicazioni di Eilonwy e poi, guardando l'illustrazione sul libro, cominciò a preparare quell'abito che doveva essere pronto per la festa.
Intanto nel palazzo continuavano i preparativi.
Paggi e valletti preparavano le varie stanze, soprattutto il grande salone, cuore del ricevimento, mentre i cuochi avevano già iniziato a far arrivare tutti gli ingredienti per la loro cucina.
Nicolò allora chiamò sua nipote.
“Dimmi, cara...” disse mentre era con il suo cuoco “... quali sono le tue pietanze preferite? La festa è in tuo onore, dunque ogni cosa dovrà compiacerti.”
Eilonwy
10-09-2013, 21.16.45
Madama Matilde dopo aver confezionato il mio nuovissimo abito, me lo porse.
Cestia mi levò il vestito greco e mi mise l'abito di Madama Matilde.
Mi stava alla perfezione.
Mi fecero mettere delle scarpe azzurre con il tacco.
Mi tolsero la corona di fiori e mi misero sulla testa una corona in oro bianco ed argento.
Infine mi misi una collana d'oro bianco appartenuta a mia madre.
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http://image.dhgate.com/albu_222541503_00-1.0x0/lord-of-the-ring-silver-arwen-evenstar-necklace.jpg
Guisgard
10-09-2013, 21.26.19
Clio controllò il suo bagaglio con attenzione.
Era infatti stato spostato da come lo aveva messo lei, tuttavia nulla sembrava mancare.
La moglie del maniscalco chiamò ancora.
La colazione era infatti pronta.
In casa però non c'era il marito.
Dal porticato si vedeva infatti che mancava il suo carretto.
In quel momento arrivò qualcuno.
“Signora...” disse il cliente “... dov'è vostro marito?”
“E' andato in città per una faccenda importante.”
“In città?” Stupito quello. “Ma se gli avevo detto che avrei portato qui il mio calesse! E poi si lamenta che non ha lavoro! Ed è stato lui a insistere perchè venissi qui!”
“Oh, non seccatemi!” Sbottò la donna. “Andate al diavolo voi e il vostro calesse!” E lo cacciò via, in malo modo, con una scopa.
E dopo averlo cacciato tornò a rivolgersi a Clio.
“Su, mangiate...” con tono dolce “... il pane è caldo e la frutta è fresca... ho preparato tutto per voi...”
Guisgard
10-09-2013, 21.29.25
Il soldato sorrise, ma senza lasciare alcuna moneta ad Elisabeth.
“Su, potete passare...” disse poi “... e pregate anche un po' per me...”
Il carro, così, lasciò Camelot.
“Ottimo lavoro...” compiaciuto il capo “... siete stata in gamba...” mentre Monty e Ioga esultavano per averla fatta franca.
Ad un tratto però videro un drappello di soldati che tornava verso Camelot.
“Cosa diamine vorranno questi ora?” Imprecò Monty.
“Non traditevi...” fece il capo fissando Elisabeth.
I militari raggiunsero il carro e lo fermarono.
“Chi siete?” Chiese il loro capitano. “Stare qui è pericoloso... sono evasi dalle prigioni tre feroci assassini e questa zona è pattugliata notte e giorno.”
Guisgard
10-09-2013, 21.32.04
Azable guardò negli occhi Altea per lunghi istanti.
Poi scoppiò a ridere.
“Un genio...” disse “un genio! Si, lo sono davvero! Tanto da stupire ogni volta me stesso!”
“La strozzo, barone?” Chiese Kos.
Assolutamente no!” Rispose il barone. “Sono stato straordinario a riconoscere che aveva qualcosa di unico e speciale... e infatti è una nobile!” Sorrise. “Milady...” fissando Altea “... vi propongo un patto... io vi aiuterò a fuggire... mentre voi aiuterete me a rubare quel quadro... come? Semplicente entrando nella mia banda. Amo la perfezione e la banda non era completa... mancava un tocco di bellezza, femminilità e classe... e con voi ora saremo completi... è deciso, siete dei nostri! Kos!”
“Agli ordini, barone...”
“L'ordine del giorno.” Mormorò Azable. “Novità sul misterioso Mirabole?”
“No, barone.” Scuotendo il capo Kos.“Ma pare ci sia movimento in città.”
“Ossia?”
“Una festa dove parteciperà tutta l'alta società.”
“Ottimo!” Eccitato il barone. “Sarà un'occasione per conoscere i piani dei funzionari reali per difendere e proteggere il quadro. E magari scopriremo qualcosa su quel pagliaccio che vuole rubare ciò che ruberemo invece noi!”
Guisgard
10-09-2013, 21.36.23
Eilonwy provava i gioielli da indossare alla festa.
Intanto suo zio era davanti a lei.
“Allora...” disse l'uomo “... cosa mi rispondi, cara? C'è qui il nostro maestro di culinaria che attende di sapere i tuoi gusti.” indicando il suo cuoco che era accanto a lui.
Eilonwy
10-09-2013, 22.23.13
"Caro zio a me piacciono tutti cibi esistenti, scegliete pure per me. A me andrà bene qualsiasi cosa. Io non saprei da dove cominciare. Ma se proprio devo scegliere, andrei su un menu' italiano".
Sarebbe stata una festa magnifica ed interessante.
Chissà quali persone avrei conosciuto stasera?
Altea
10-09-2013, 22.34.25
I miei occhi fissarono a lungo quelli di Azable..quando egli li distolse in una risata clamorosa..osservai lui e gli altri della banda e pensai che forse più che di bellezza avessero bisogno di qualcuno con un pò di cervello...sospirando...non ero a mio agio con loro.
"Perfetto Altea...ti sei liberata di un vecchio vedovo benestante per capitare in una banda di ladri alquanto strana..che vuole superare Mirabole e ancora non capisco il motivo" pensai irritata.
Mi affacciai alla finestra dell'albergo e non mi ero accorta dello scenario che si poteva ammirare di Sygma...le alte guglie e le cupole delle chiese e cattedrali, i maestosi palazzi della gente ricca, le colline dolci che abbellivano l'orizzonte come un quadro, e poi delle casupole dove, probabilmente, abitava la gente più povera.
Venni distratta dal discorso tra la banda..era meglio non reagire, ormai mi ero scoperta e per vendetta mi avrebbero potuto riportare a casa...per ora era meglio assecondarli.
"Una festa..meraviglioso" dissi con un falso sorriso visto le avevo sempre odiate "allora dobbiamo cercare di avere gli inviti..io mi rendo disponibile da farvi da dama, milord Azable, anche perchè noto non conoscete bene come ci si comporta nella alta società..seppure vi facciate chiamare..barone" risposi con un sorriso ironico.
Chiusi gli occhi e presi un profondo respiro, ogni cosa era al suo posto.
Legai il fodero con la spada alla cintura, con il cuore che batteva forte.
Non potevo nemmeno immaginare l'idea di perderla, dovevo stare più attenta.
Quando la voce della donna mi giunse dalla stanza al piano terra, mi scossi leggermente.
Che impazienza…
Scesi di sotto portando con me il mio esiguo bagaglio.
"Grazie, perdonate.. mi sono attardata.." dissi sorridendo.
Tuttavia, nonostante il tono gentile, la mia mente era inquieta.
Qualcuno era entrato nella mia stanza, questo era sicuro.
Allora perchè non derubarmi? Non avevo moltissimo denaro con me, ma era comunque più di quanto quel maniscalco avrebbe guadagnato in un mese.
Dunque perchè non prendere niente?
A meno che… Trasalii.
A meno che non mi avesse davvero riconosciuta e pensasse di fare una fortuna consegnandomi.
Non avevo fatto in tempo a sedermi, che un uomo entrò, chiedendo del marito.
Solo in quel momento mi accorsi che non era in casa.
Restai a bocca aperta davanti alla reazione della donna.
Una faccenda importante? In città? E rinunciare a un cliente?
Certo, pensai, bastava trovare qualche ricco mercante o banchiere amico di uno degli Uguali, e il gioco era fatto.
Te l'avevo detto io, di non fidarti… non mi ascoltare, Clio.. fai l'incosciente..
Ma ciò che mi stupì ancor di più fu il tono con cui la donna si rivolse a me.
Una gentilezza quasi melliflua.
No, c'era qualcosa che non quadrava…
"Grazie, ma non ho fame…" dissi, senza pensarci.
Mi sentivo in gabbia, volevo scappare, volevo lasciare quel posto a tutti i costi.
"Vi ringrazio davvero per l'ospitalità, per il cibo, e per i ferri.." dissi sorridendo alla donna "… tenete.." posando delicatamente delle monete sul tavolo, abbastanza per pagare abbondantemente quelle premure.
"Ringraziate vostro marito da parte mia… io devo proprio andare.." sorrisi.
Così dicendo, salutai la donna con un cenno del capo, e mi avviai verso la porta.
Non vedevo l'ora di riprendermi Ercole e scappare via.
Guisgard
11-09-2013, 05.55.02
Lo zio annuì a quelle parole di Eilonwy.
Diede allora disposizioni al suo cuoco circa il menù, rigorosamente italiano, da preparare per la festa.
Intanto per il palazzo continuava quel via vai di valletti, paggi e servitori, tutti impegnati con i preparativi per il ricevimento.
E Cestia, poco dopo, si presentò ad Eilonwy con una lunga lista.
“Sono gli invitati che vostro zio ha voluto per la festa...” disse la servitrice “... il meglio della società di Sygma...”
Guisgard
11-09-2013, 05.56.08
Azable mostrò una smorfia a quelle parole ironiche e taglienti di Altea, ma non commentò.
Si sedette e prese a riflettere sulla situazione.
“Ci occorrerà un invito...” disse “... bisogna procurarcene uno...” fissò Mundos “... avete delle idee, professore?”
“Abbiamo due possibilità, ragionevolmente parlando...”
“Vi ascolto.”
“O convincere il padrone di casa ad invitarvi...”
“Oppure?” Chiese il barone.
“Oppure sostituirsi a qualcuno degli invitati.”
“Eccellente.” Annuì Azable. “Eccellente, professore. Mussan...”
“Si...” fece lo spadaccino.
“Scopri chi parteciperà a quella festa e valuta a chi poi sottrarre l'invito.”
“Ci penserò io, barone.”
“Naturalmente due inviti...” precisò Azable “... uno per me ed uno per milady...” indicando Altea.
Mussan annuì ed uscì.
“Ora vi mostrerò” rivolgendosi il barone ad Altea “che l'alta società è il mio ambiente naturale... non per niente sono un barone...” rise con soddisfazione.
Guisgard
11-09-2013, 05.57.11
“Aspettate...” disse la moglie del maniscalco a Clio “... aspettate... già andate via? Mio marito non tarderà e ha piacere di salutarvi... vi va di restare un po' qui con me? Sapete... non amo molto restare da sola... vedete fuori? Sta piovendo e qui quando il tempo è brutto la campagna è ancora più desolata... ecco... mi sentirò più sicura sapendovi qui... con la vostra spada... vedrete... mio marito non tarderà...”
Intanto, nella capitale, al Palazzo di Giustizia, un servitore aveva informato il viceprocuratore del re che qualcuno chiedeva di essere ricevuto.
“Di chi si tratta?” Chiese Simone.
“Non conosco l'uomo” rispose il servitore “ma lui afferma di conoscervi...”
“Il nome?”
“Non mi ha rivelato il nome...”
“Allora mandalo via, ho da fare.”
“Ha però lasciato detto una curiosa frase...”
“Frase?”
“Si...” annuì il servitore “... locanda del Ponte... sette anni fa...”
Simone trasalì.
“Fallo passare...”
Il servitore allora fece entrare l'uomo, per poi ritirarsi.
“Tu?” Fissandolo il viceprocuratore. “Cosa vuoi tu da me ora?”
“Ne avete fatta di strada, signore...” sorridendo Massimo.
“Non ho nulla da spartire con te oggi...”
“Credete?” Fece Massimo. “Eppure vi porto un buon affare... e noi ne abbiamo già fatti di buoni affari in passato, vero?”
“Avanti, parla...” gli ordinò Simone.
“Rammentate quando ci siamo conosciuti?” Mormorò Massimo. “Dodici anni fa... voi eravate un ambasciatore di Sygma sull'isola di Crysa... ed io il maniscalco del suo signore...”
“Continua...” fissandolo Simone “... ti ascolto...”
"Siete gentile, ma devo proprio andare.." dissi, infastidita dalle parole della donna.
La mia spada…
Allora l'aveva vista, l'aveva notata.
"Non dite così.." voltandomi a guardarla "…vedo che sapete bene come cacciare chi non vi aggrada.. salutate vostro marito da parte mia.. io devo partire, sono attesa a Capomazda, e sono già in ritardo, dovrò cavalcare notte e giorno.." mi voltai verso l'uscio e restai a guardare la pioggia.
"Vi saluto ora.." dissi.
Mi calai il cappuccio sulla testa e andai a prendere Ercole legato lì fuori.
"Vieni bello.. andiamo via.." sussurrai al mio fedele amico.
Montai in sella e mi diressi al galoppo verso la città.
Adoravo cavalcare con la pioggia, Ercole era esperto, e non avevo paura.
Sentire le gocce incessanti e taglienti abbattersi sul mantello, e sfiorare il viso mi dava uno strano senso di libertà.
Dovevo fuggire, quell'uomo mi aveva riconosciuta, ne ero certa, ero in pericolo.
Giunsi presto in città dove la gente cercava di ripararsi in qualche modo dalla pioggia.
Non sapevo dove andare.
E se alla locanda qualcun altro mi avesse riconosciuto?
Sembrava una follia ma, come avevo incontrato quell'uomo, potevano essercene altri.
E di certo non avrebbero difeso me.
Mi serviva un posto dove andare, un alleato, un amico.
D'improvviso, capii cosa dovevo fare, non avevo scelta.
Percorsi velocemente la città, col capo coperto dal pesante cappuccio nero, e tornai sulla strada da cui ero arrivata.
Benedissi il mio ottimo senso dell'orientamento che mi faceva ricordare alla perfezione ogni percorso che avevo fatto.
Era assai difficile che mi perdessi.
Alzai lo sguardo verso il palazzo davanti a me. Era imponente ma non sontuoso, era elegante e sobrio, ma c'erano delle guardie a sorvegliarne la porta, sopra di essa, lo stemma della fenice spiccava tra la decorazione.
Dov'è il giardino? Un palazzo senza giardino?
Mi augurai che avessero anche una residenza di campagna, vivere senza un giardino mi sembrava impossibile.
Smontai da cavallo e lo consegnai ad una guardia, ammonendolo di prendersene cura.
Salii la scalinata che portava all'ingresso principale, dove due guardie erano ferme, nel vedermi, spostarono lo sguardo fisso su di me.
"Desidero parlare con il conte Roberto Fiosari.." dissi, abbassando il cappuccio, ritrovando l'autorità nella voce che avevo cercato in tutti i modi di abbandonare "..è una faccenda personale e riservata.." aggiunsi, anticipando le loro domande.
Mi tolsi la catenina che portavo al collo e la diedi alla guardia.
Era di mia madre, un filo d'oro semplicissimo che reggeva un'orchidea, simboolo del suo casato, la portavo sempre durante il giorno, quando non dovevo indossare ricchi gioielli abbinati agli abiti. Lui lo sapeva.
"Dategli questa, e capirà chi sono, non è necessario che lo sappiate anche voi.. attenderò qui..".
Era bastato un istante ed ero di nuovo me stessa.
Posai la tazza di té, in fine porcellana cinese, e guardai l'uomo con un sorriso.
"Ditegli che lo raggiungerò sul terrazzo…" sorridendo "..vogliate perdonarmi, signore.. tornerò immediatamente.." dissi rivolta alle tre dame sedute accanto a me.
Uscii dalla stanza e mi diressi sul terrazzo a passo veloce, scesi la scalinata che conduceva alla grande sala e attraversai la grande vetrata.
Lo trovai appoggiato al parapetto, lo sguardo rivolto al giardino.
Nel sentire dei passi frettolosi si voltò e mi sorrise.
"Ehi.. non ti aspettavo.." dissi, correndogli incontro "…ho giusto due minuti prima che si freddi il té..".
Lui si inchinò rispettosamente "Altezza..perdonate l'intrusione, volevo solo vedervi.. devo.. devo parlarvi..".
Gli lanciai un'occhiataccia scocciata e divertita allo stesso tempo.
"Ditemi allora, Conte Fiosari, cosa volete condividere con la Maestà Nostra?" dissi in tono serio e cerimoniale, prendendolo palesemente in giro.
Scoppiò a ridere, e io con lui.
Odiavo il cerimoniale in presenza dei miei amici, mi piaceva pensare che per persone a cui davo fiducia e amicizia non fossi una titolo, ma semplicemente Clio.
"Dicevi?" dissi, senza smettere di sorridere.
Lui divenne serio immediatamente.
"Devo partire, torno a Sygma.. tra una settimana.." con un tono che tradiva poco entusiasmo.
"Beh, e non sei contento? Insomma.. capisco che non vi sia terra più bella di questa, ma è sempre bello tornare a casa…" sorridendo.
Guardò lontano, cercando il mare con lo sguardo. "Mi hanno trovato una moglie, ci sposeremo in primavera.." alzò lo sguardo su di me, ma non disse altro.
Una fitta dolorosa mi attraversò il petto, ma non la ascoltai, sapevo che prima o poi sarebbe successo, così come sapevo che non ci sarebbe mai stato nulla tra noi, nonostante l'evidente intesa che ci legava.
Restai impassibile "E lei com'è?"
"Non ne ho la minima idea.. ho chiesto di mandarmi un ritratto ma mi hanno detto che tanto tornare quindi.. non ce n'è motivo..".
"Brutto segno…" con una smorfia "..speriamo non sia grassa o noiosa.. noiosa è peggio, fidati… ne conosco fin troppe..".
Lui annuii e sorrise, senza convinzione.
"Ti faccio le mie congratulazioni, allora.. Se vorrai tornare a trovarci con la tua famiglia, sarai sempre il benvenuto.." dissi, senza tradire emozioni.
Dovevo andare, pensai dolorosamente, le dame avrebbero cominciato a innervosirsi, e mio padre non ne sarebbe stato felice.
Gli porsi la mano perchè la baciasse "Addio, Roberto.. sii felice, mi raccomando..".
Lui si inchinò, mi baciò la mano e alzò lo sguardo a cercare i miei occhi.
Non vi trovò ciò che cercava, sapevo nascondere bene le mie emozioni.
"Addio, Clio.. porterò Crysa nel mio cuore, per sempre..".
Annuii e mi voltai verso il palazzo.
"Clio.." mi chiamò nuovamente, con voce tremante.
Voltai il capo e mi ritrovai gli occhi nei suoi, uno sguardo intenso in cui erano raccolte tutte le parole che non ci eravamo mai detti, parole che sarebbero rimaste inespresse per sempre.
"Lo so.." dissi, rispondendo a quello sguardo con la medesima intensità "..in un'altra vita..".
Lui sorrise senza allegria, io lo salutai con un cenno del capo e rientrai.
Raggiunto il piano superiore, prima di tornare nella sala da tè, mi affacciai ad una finestra che dava sul giardino, e lo osservai allontanarsi.
"Brutta storia, eh.." la voce di mio fratello mi fece sobbalzare.
"Diomede, maledizione.. Mi hai fatto prendere un colpo, sciagurato.." dissi, voltandomi.
"..scusa, ma non ho resitito.." ridendo.
Lo guardai con una smorfia.
"Ti piaceva, eh.." incalzò lui.
Scossi la testa "..forse.. mi piaceva il fatto che mi vedesse esattamente per quella che sono, che sapesse tutto di me.." lo guardai e sorrisi "..e non mi prendesse per pazza…".
Sapevo di potermi fidare di lui. Era difficile spiegare cosa ci legava, noi stessi faticavamo a comprenderlo.
Ma qualunque cosa fosse, la fiducia ne era parte integrante.
Mi chiesi se fosse cambiato o se fosse invece rimasto lo stesso.
Fissai la porta per un lungo istante, aspettando.
Odiavo aspettare, camminavo avanti e indietro per quel piccolo vestibolo, nervosamente, lanciando di tanto in tanto un'occhiata alla porta.
Una piccola parte di me si chiese cosa avrei provato nel rivederlo.
Niente, le risposi, niente.. non c'era mai stato niente e non ci sarebbe mai stato.
Era solo un amico fidato, niente di più.
Eilonwy
11-09-2013, 15.23.25
"Accidenti certo che sono tanti. Pensavo che fossero una ventina, ma a quanto vedo sono piu' di una cinquantina..." dissi sorpresa "....Speriamo che siano tutti socievoli, gentili e cordiali".
Sopirai e dissi "Speriamo che non ci sia qualche dama o qualche cavaliere pronti
a sparlare di me già vedendomi".
elisabeth
11-09-2013, 15.40.47
Guardai negli occhi il soldato......aveva chiesto a me di pregare per lui..lo avrei fatto....e il carro ando' avanti, sobbalzando e facendo sobbalzare i nostri pensieri...i miei di sicuro....quando altri soldati comparvero ala nostra vista....non finiva pu', quella situazione sembrava senza fine....ci fermarono e ci fecero la stessa domanda.....la differenza fu...che ora sapevo chi fossero quei tre.....erano assassini ........ non avevo molto tempo per decidere......i soldati erano tanti e a cavallo ...loro erano con me sul carro.....contando il fatto che ero la figlia di nessuno che io vivessi o morissi per loro era una questione da niente...sapevo come andavano le cose per i poveracci.....una volta arrivata a Sygma io sarei stata libera......." O mio Dio degli assassini avete detto ?.....vedete questi tre monaci sono sordo muti e mi sono stati affidati da Padre Anselmo perche' li accompagnassi al convento di Sygma........penso che nessuno attacchi tre poveri monaci....in un carro vuoto..e s e poi vorranno il carro...che se lo portino pure...proseguiremo a piedi...intanto pregherò la Vergine Maria di proteggerci......".......non avevo mai detto tante cavolate in un solo momento.....devo dire il vero ?...non mi riconoscevo..piu'.....
Altea
11-09-2013, 16.13.09
Sorrisi poichè immaginavo quegli inviti li avrebbero sottratti con l'inganno, li vedevo accordarsi mentre mi specchiavo e guardando se il mio volto fosse rimasto innocente e sincero come sempre lo era stato...magari avrei dovuto pure fingermi qualcun altro a quella festa.
Non sopportavo più quegli uomini...Azable poi si esaltava per qualsiasi cosa superficiale.
"Scusatemi" dissi rivolgendomi alla banda "mentre voi vi procurate quegli inviti...io ho bisogno di aria fresca...no, non scapperò. Ho visto una stalla nell'albergo con dei cavalli, ho bisogno di una bella corsa a cavallo..sto soffocando qua dentro".
Non ascoltai nemmeno la risposta, uscii dalla stanza e potevano pure seguirmi se volevano controllarmi.
Chiesi allo stalliere dell'albergo un qualsiasi cavallo e di indicarmi la strada per la collina, salii in groppa al nero cavallo e presto, senza problemi, raggiunsi la radura più vicina.
Scesi dal cavallo e lo legai a una staccionata e vidi un piccolo laghetto, mi sdraiai sull'erba fresca guardando le nuvole passare in cielo.
Poi mi alzai e guardai la mia figura riflettersi sull'acqua del laghetto..respiravo a pieni polmoni l'aria frizzantina e osservavo il verde stagliarsi davanti a me.
Finalmente..un pò di pace..non mi sentivo cosi tranquilla da molto..che sarebbe stato di me..dovevo accettare ora una vita raminga? E mi chiedevo se i miei genitori si fossero attivati in qualche modo per trovarmi.
Guisgard
11-09-2013, 20.44.12
Il soldato fissò Elisabeth e poi gettò un'occhiata sui tre falsi monaci.
“Degli assassini come quelli” disse poi il militare “non si fanno certo degli scrupoli ad attaccare tre poveri monaci ed una donna... sono fuggiti qualche giorno fa dalle prigioni di Camelot, quando ormai il boia si apprestava ad impiccarli. Hanno ucciso il loro carceriere e stuprato una donna... durante la fuga però uno di loro è stato ferito... e sia... potete andare, ma seguite sempre il sentiero ed evitate la brughiera... andate!”
E il carro riprese il suo cammino.
Guisgard
11-09-2013, 20.51.02
Le guardie fecero attendere per un bel po' Clio in quel piccolo ingresso.
Poi finalmente arrivò un domestico.
“Vogliate seguirmi, prego...” disse alla ragazza.
Attraversarono così l'androne dopo il portone, giungendo ad un vasto cortile, attorno al quale correva l'interno della residenza dei Fiosari.
Imboccarono un lungo e silenzio corridoio, che li condusse in una saletta privata che dava poi, attraverso un piccolo vestibolo laterale, sul giardino del palazzo.
La saletta era arredata con gusto mondano, abbellita con frivolezze di vario tipo, perlopiù monili provenienti da varie città italiane ed Europee, che tradivano quegli aspetti e particolari tipici che contraddistinguono gli spazi amati dai giovani dell'alta società del tempo.
Roberto era in piedi a guardare da una delle due piccole finestre della saletta, che davano sul giardino, quando il domestico entrò con Clio.
L'uomo mostrò un lieve inchino ed uscì, lasciando la ragazza sola col giovane.
“Forse è questa l'altra vita...” voltandosi lui, mentre stringeva fra le mani quella collanina con l'orchidea “... l'altra vita in ritrovarci...” sorrise “... come stai, Clio?”
Guisgard
11-09-2013, 20.59.20
Altea così raggiunse il laghetto per rilassarsi.
Ma mentre era in balia dei suoi pensieri, ad un tratto udì dei rumori.
Era una veloce carrozza che attraversava la stradina adiacente al lago.
Poi si fermò per far abbeverare i cavalli e da essa scesero alcuni uomini abbigliati in modo esotico e pittoresco.
Fra essi apparve uno che sembrava esserne il capo.
Era grosso e robusto, i capelli lunghi e il volto piccolo.
“Lasciate che i cavalli bevano...” disse ai suoi “... ma poi rimettiamoci subito in cammino... il padrone ci sta aspettando.”
Guisgard
11-09-2013, 21.03.40
“La lista” disse Cestia ad Eilonwy “continua anche dietro...” e mostrò alla ragazza la seconda pagina.
E in effetti gli invitati erano il doppio, più di un centinaio.
E nel vedere quei nomi, Eilonwy notò uno assai particolare: il Cavaliere di Altafonte.
Eilonwy
11-09-2013, 21.08.52
“Cestia, ma chi è Cavaliere di Altafonte?".
Altafonte, non so per quale motivo, mi veniva quasi da ridere.
Non aveva niente di buffo il nome, ma mi risultava divertente e strano.
"Quanti anni ha? Lo sai?".
Altea
11-09-2013, 21.10.22
Ad un tratto sobbalzai quasi presa come ero dai miei pensieri...si fermò una carrozza.
Certamente, non era inusuale visto la nobiltà che qui faceva bella mostra di sè eppure rimasi colpita dagli uomini che scesero.
I loro abiti erano davvero strani, sembravano quasi orientali..ricordavo gli studi fatti col maestro Denser.
Poi prese la parola uno di loro..diceva agli uomini di affrettarsi poichè il loro padrone li aspettava..quindi erano alle dipendenze di qualche signorotto della città.
Li guardai e fui troppo tentata e mi avvicinai a quello che doveva essere il capo..ma l'essere finalmente libera mi aveva fatto ritornare a quella che veramente ero..in quel posto mi sentivo finalmente di nuovo me stessa.
"I miei saluti messere" dissi al capo "sono lady Altea Mac Parker..stavo prendendo dell'aria fresca e vi ho visto arrivare di gran fretta e potete immaginare sono rimasta colpita nel vedervi, non sono di Sygma ma neppure voi vedo...da che posto straniero provenite?"
elisabeth
11-09-2013, 21.15.33
Ascoltai la guardia pensando di vivere un incubo......avrei voluto urlare sono loro.....avrei voluto saltare giu' dal carro e salire sul cavallo con una guardia...ma allo stesso tempo potevo essere giudicata loro complice........" Vi ringrazio.....terremo come oro il vostro consiglio....".....ed il carro prosegui' il suo percorso...guardavo avanti la strada e sentivo che mi guardavano....già..sentivo i loro sguardi....ora sapevo..." Quindi , siete la peggior feccia che ci sia sulla faccia della terra......avete ucciso per il piacere di farlo...avete stuprato.......e ora, cosa pensate di fare adesso......il mio dover l'ho fatto....dovete lasciarmi andare via.....non vi indichero' mai a nessuno....meglio dimenticare le vostre facce che ricordarle....."....mi rannicchiai in segno di protezione.....e fu solo un attimo......la mia vita poteva interrompersi lì .......su quel carro sconosciuto...
Talia
12-09-2013, 01.14.03
Salii sul piedistallo al centro della bottega di madama Lucia ed allargai le braccia di fronte allo specchio, mentre la donna si affaccendava per prendere le misure per il mio abito.
Alle parole vaghe di Silvia sorrisi ampiamente...
"Sono certa che Jacopo sarebbe molto colpito se solo sapesse tutti i complimenti che gli rivolgete, milady..." dissi divertita.
Poi mi voltai verso di lei, appena, quel tanto che la stoffa fermata e appuntata con le decine di spille che Lucia mi stava mettendo addosso me lo consentiva, e le sorrisi appena...
"Quanto al vostro misterioso straniero..." soggiunsi piano "Pensate davvero che verrà? Non so, ma se ha preso in affitto Palazzo Lorena, così enorme e così solitario, mi viene da pensare che non ami troppo la compagnia del suo prossimo..."
Continuammo a chiacchierare del più e del meno per qualche momento, finché la sarta non ebbe finito con le misure, dopodiché salutai con la promessa che l'abito mi sarebbe stato recapitato entro la mattina seguente, uscii dalla bottega e risalii in carrozza.
Guisgard
12-09-2013, 01.44.44
L'uomo dagli abiti orientali si voltò e fissò Altea.
“Che Allah vi risparmi, signora...” disse mostrando un lieve inchino col capo “... avete visto giusto... io ed i miei uomini” indicando quelli che erano con lui “non siamo di questo regno e neanche di altri regni latini. Non siamo battezzati e proveniamo dall'Oriente... siamo originari della città del Profeta... ci troviamo qui agli ordini del nostro padrone... il Cavaliere di Altafonte, l'uomo più ricco del mondo... egli un giorno ci riscattò dalla morte e noi giurammo di difenderlo a costo della nostra stessa vita...” e mostrò ancora un cenno del capo come saluto.
Seguii la guardia in silenzio, attraverso quelle stanze elegantemente arredate.
Mi guardai intorno e, d'un tratto, sorrisi: allora c'era il giardino.
Entrammo nella piccola saletta e il mio sguardo si posò sulla figura accanto alla finestra.
Roberto..
Il mio viso si illuminò nel vederlo, da quanto tempo non vedevo un volto amico?
Non era cambiato in quei tre anni.
Mi avvicinai a lui, cercando di non sporcare troppo col mio mantello fradicio.
"Sono in un mare di guai.." dissi con una smorfia, senza rispondere alla sua prima domanda.
"Non hai saputo?" dissi poi, cercando i suoi occhi con i miei "Crysa è messa a ferro e fuoco.. I ricchi borghesi, banchieri, mercanti, e quelli che pretendevano di entrare nell'alta società, hanno aizzato la folla.. sostenengono che la nobiltà sia solo tirannide.. che solo dando il potere a loro i cittadini saranno davvero liberi.. come se fossero migliori.." scossi la testa "...sono caduti tutti.. tutti.." la voce iniziò a tremarmi "...non hanno risparmiato nessuno, donne, bambini, persino neonati.. ed espongono le teste dei nobili sulle mura dei loro palazzi.. se qualcuno riesce a scappare, mettono una taglia talmente alta che nessuno si è salvato... sono in troppi... alcuni vengono anche dal continente, quasi fosse una crociata.. hanno armi moderne ed efficienti.. noi... insomma siamo in pace da almeno un secolo.. hai visto com'è il nostro esercito.. mio padre certo non è un guerrafondaio... siamo rimasti soli, e senza alleati.. per quanto ogni tanto qualche cadetto riuscisse a scappare per rifugiarsi a palazzo.. solo i contadini ci hanno appoggiato, non credendo alle menzogne dei nuovi ricchi.. ma stanno pagando un prezzo troppo alto per la loro lealtà..".
Sospirai, stavo parlando troppo, probabilmente conosceva ogni cosa.
"Scusa, sto divagando... ho lasciato Crysa dieci giorni fa, più o meno.. il palazzo si preparava all'assedio finale e mio padre mi ha obbligato ad andarmene, a mettere in salvo me stessa e la nostra eredità..." allargando il mantello per mostrargli la spada.
Gli occhi mi si riempirono di lacrime, ma le trattenni, a fatica "..Non so nemmeno se abbiano resistito.. non so nemmeno se.." non riuscii a finire la frase, se avessi detto anche solo un'altra parola sarei scoppiata in lacrime.
E non potevo certo farmi vedere in quello stato.
Trassi un profondo respiro e rialzai lo sguardo verso di lui.
"Ho bisogno del tuo aiuto, Roberto... non mi fiderei di nessun'altro... non so nemmeno cosa chiederti, in realtà, asilo, protezione.. una via di fuga... e discrezione.. nessuno sa che sono qui.." chiusi gli occhi per la rabbia, rammentando il maniscalco "...forse no, ho incontrato un uomo ieri.. lavorava per mio padre, è una lunga storia.. ma credo mi abbia riconosciuto anche se ha fatto finta di non conoscermi..".
Scossi la testa "Ti prego, dimmi che posso contare sul tuo aiuto... non ti avrei immischiato in questa storia se non ne fossi stata costretta.." sorrisi "...ti ho sempre augurato di essere felice, e arrivo io a scombussolarti i piani.." continuai a guardarlo negli occhi "...io ti ho parlato anche fin troppo di me, dimmi, piuttosto.. come procede al tua vita in questa bella città?".
Guisgard
12-09-2013, 02.02.54
Il capo si voltò verso Elisabeth che se ne stava rannicchiata e in silenzio.
“Si...” disse il brigante “... abbiamo ucciso... siamo stati costretti a farlo, ma non cerco giustificazioni... quell'uomo voleva consegnarci al boia e se tornassi indietro lo rifarei... quando un animale è braccato, messo con le spalle al muro, estrae gli artigli e lotta con tutto se stesso... è una legge naturale e vale per tutti... uomini e bestie...”
“Quella donna...” fece Monty “... è stata lei a provocarmi... è stata lei a cercarsela... e comunque alla fine, ne sono certo, le sarà pure piaciuto...” rise e subito Ioga gli fece eco con una risata ancora più fragorosa.
“Ma come vi ho detto” mormorò il capo “io rispetto la parola data... non procuratemi problemi e vi lascerò andare... non ora, non qui ma a Sygma...”
Proseguirono per un po', poi verso il tramonto il capo decise di far riposare i cavalli.
Scesero allora dal carro e accesero un fuoco per tenere lontani eventuali lupi.
“Monty, farai tu il primo turno di guardia...” ordinò il capo “... poi toccherà a te, Ioga... io vado a stendermi...” e andò a riposare nel carro.
Intanto Monty e Ioga erano accanto al fuoco a bere del liquore.
“Su, venite qui vicino a noi...” rivolgendosi Monty ad Elisabeth “... magari a bere un sorso... avanti, non c'è nulla da temere... siamo due frati ormai...”
E Ioga si abbandonò d un'insopportabile risata.
Guisgard
12-09-2013, 02.19.13
Roberto non disse nulla.
Sorrise.
I suoi occhi erano in quelli di Clio.
Poi le si avvicinò e la fece sedere su una delle poltrone in legno intarsiato e foderate.
“Credo che tu abbia bisogno immediatamente di abiti puliti e sicuramente più consoni per una ragazza.” Disse alla fine il giovane. “Così almeno passerai inosservata da potenziali nemici.” Era felice per averla rivista. “Resterai qui naturalmente... almeno fino a quando la situazione si sarà stabilizzata... diremo che sei una mia cugina... nessuno ci baderà, dopotutto la mia famiglia è numerosa...” suonò un campanellino e poco dopo ritornò il domestico “... accompagna milady nella stanza degli ospiti” ordinò Roberto al domestico “e occupati che abbia abiti a sufficienza per il suo soggiorno qui da noi.” Fissò poi Clio. “Va con lui... quando ti sarai cambiata e avrai riposato un pochino, mi troverai qui o in giardino ad aspettarti... ora va... e non temere, sei fra amici adesso...”
Guisgard
12-09-2013, 02.23.32
“Non saprei...” disse Cestia ad Eilonwy “... non ho mai sentito questo nome... il Cavaliere di Altafonte... forse sarà uno straniero... potreste chiederlo a vostro zio... egli per averlo inserito fra gli invitati lo conoscerà di certo... magari sarà un cliente della sua banca... provate a chiederlo a vostro zio... lo conoscerà di certo...”
Guisgard
12-09-2013, 03.22.07
“Oh, milady...” disse Silvia a Talia “... invece sembra proprio che il nostro misterioso straniero ci sarà a quella festa... come ho detto, infatti, pare che sia giunto a Sygma per trovare moglie... e capirete dunque che per sistemarsi bene deve poter scegliere per il meglio... e quale migliore occasione della festa a casa degli Accio? Ci sarà praticamente tutta la città...”
La conversazione continuò, fino a quando Talia lasciò la bottega di madama Lucia.
Salì nella sua carrozza e ritornò verso casa.
E nello stesso instante in cui la carrozza si fermò nel grande cortile del palazzo, la sagoma di un uomo a cavallo apparve davanti al portone.
Era Jacopo.
“Come sono andate le tue compere?” Chiese il capitano aiutando sua moglie a scendere dalla carrozza. “Rimasta soddisfatta del lavoro di madama Lucia? Vieni, mi racconterai tutto una volta entrati in casa.”
Ma qui, arrivando nel grande salone, trovarono qualcuno ad attenderli.
Un uomo alto, dai capelli bianchi e l'espressione perennemente riflessiva.
“Voi qui?” Stupito Jacopo.
“Avevate dimenticato” fece l'uomo “che un pastore non abbandona mai le sue pecore? Anche quando in realtà sono lupi travestiti da agnelli?”
Il capitano lo fissò senza dire nulla.
“Ma dopotutto” continuò l'altro “come sacerdote ho il diritto e il dovere di arrivare nelle case dei fedeli per benedirle... già...” alzando il tono della voce “... ma forse voi neanche ricordate più di avere una Fede, vero? Eh, già... la nostra Sygma ha una parte buona, ammirata, con il Palazzo della Signoria, dei Pitti, dei Lorena, le opere d'arte, la lingua eccelsa... e una parte cattiva, da tenere quasi nascosta, che si pronuncia a malincuore, anzi che non si pronuncia affatto... ed è quella con le sue chiese, i suoi ordini religiosi, la Reliquia della Santa Croce...” scosse il capo “... cosa avete?”
“Padre Roberio...” mormorò Jacopo “... voi chierici siete tutti ritenuti nemici dello stato e venire qui oggi è stata una leggerezza da parte vostra... siete fortunato solo perchè non intendo disonorare la mia casa con un arresto... solo per questo... o forse mi ritenete incapace di arrestare un prete?”
“Assolutamente...” senza scomporsi il prete “... so benissimo che un uomo come voi è capace di compiere una simile azione... e poi non temo certo un arresto... ogni giorno sono nella mia chiesa e ci sarò anche quando deciderete di venirmi a prendere... perchè una chiesa è sempre aperta... anche per quelli come voi...” lo fissò “... attento però, de' Gufoni... sta per accadere qualcosa... forse non oggi e né domani, ma, presto o tardi che sia, accadrà... e quando sarà, il re... questo reuccio, taglierà la corda... l'Arciduca di Capomazda, legittimo sovrano del regno, sbarcherà a Sygma prima o poi... e quando sarà sulla via della capitale allora, statene certo, migliaia di uomini a lui fedeli si alzeranno da contrade e borghi per ricongiungere la Croce al Giglio... attento dunque alla vostra fede monarchica e liberale...”
“E voi sareste un prete?” Con disprezzo Jacopo.
“Un prete è pur sempre un uomo” replicò il sacerdote “e forse più degli altri uomini deve saper riconoscere il Bene e condannare il male... a presto, capitano...” accennò una risata “... milady...” avvicinandosi a Talia “... è tanto che non vi vedo durante le confessioni... vi attendo presto e so che verrete... così, magari, le vostre penitenze salveranno anche altri peccatori... a presto...” le accarezzò il volto “... Cristo sia lodato...” ed uscì dal palazzo.
Eilonwy
12-09-2013, 08.48.14
"Avete ragione Cestia" dissi alla fine.
Corsi da mio zio.
Dovetti guardare in ogni stanza e alla fine lo trovai.
"Zio caro, potrei farvi una domanda?....Sapete chi è il Cavaliere di Altafonte?.... E' uno straniero?.....Quanti anni ha?".
Quel Cavaliere di Altafonte, mi sembrava di averlo già sentito da qualche parte durante la giornata da due popolane.
Probabilmente quando sono andata a cavalcare.
http://www.medioevosanluri.it/popolani1.jpg
Alzai lo sguardo verso Roberto e sorrisi.
"Lo sai che hai detto la stessa identica cosa il giorno del nostro incontro? Intendo.. che mi dovevo trovare degli abiti da ragazza.. mi sembra passata un'eternità da allora..".
Mi alzai e tesi la mano verso la sua, per prendergli la collana che teneva ancora stretta "..grazie, davvero…" sfiorandolo leggermente, mentre l'orchidea cadeva nella mia mano.
Gli sorrisi nuovamente e seguii il domestico verso la stanza degli ospiti.
Durante il tragitto gli rammentai che avevo lasciato il mio cavallo in custodia delle guardie all'ingresso, chiedendogli se poteva portarlo in un luogo asciutto e pulito.
La stanza era ampia e spaziosa, arredata all'europea, con mobili eleganti e soprammobili esotici.
Un grande armadio torreggiava in fianco al letto sontuoso, e uno specchio enorme occupava la parete settentrionale.
La finestra, coperta dai tendaggi, dava, con mio molto piacere, sul giardino e non sulla strada.
Ringraziai il domestico e diedi istruzioni perché mi venisse portata l'acqua per il bagno.
Non ero stanca, dal maniscalco avevo dormito anche troppo, ma mi sentivo sporca e fradicia.
Quando l'uomo se ne andò, rimasi sola in quella stanza, e mi sentii in pace, per la prima volta dopo tanto tempo.
Non era l'ambiente sfarzoso, o il silenzio della solitudine, ma il fatto di sapere che nessuno mi stava braccando.
Così, mi concessi un lungo bagno, sperando che l'acqua potesse lavare via anche le preoccupazioni.
Poi, aprii l'armadio, e vi trovai molti abiti di vario genere.
Li guardai uno ad uno, finché non ne trovai uno adatto.
Era un abito bordeaux, con inserti bianchi, che ben ravvivava la mia carnagione chiarissima.
L'ampia scollatura era impreziosita da una fila di pietre rosse, che riflettevano la luce.
Ma, in mancanza di altri gioielli, non conferivano all'abito un'apparenza troppo sontuosa.
Era un abito perfetto per delle passeggiate in giardino nei lunghi pomeriggi autunnali, non certo per un ricevimento.
Era davvero perfetto.
Per un momento, mentre allacciavo a fatica lo stretto corpetto o sistemavo la sottogonna, dimenticai ogni cosa, dov'ero, cos'era successo.
E fui grata a quella frivolezza per avermi distolto dai miei pensieri.
Notai che in mobiletto accanto c'erano dei cappelli abbinati agli abiti, ne scelsi uno del medesimo colore del vestito.
A Crysa non si usava ancora abbinare cappelli ai vestiti, ma avevo sentito tante dame che parlavano della moda continentale.
Così, decisi di provarlo, mi avrebbe protetto sia dal sole che da sguardi indiscreti.
Una volta indossata l'orchidea, ero pronta.
Com'era diversa la mia immagine riflessa nello specchio, ora.
Sorrisi e mi avviai verso il giardino, dove sapevo che avrei trovato Roberto.
"Ehi.." dissi, vedendolo da lontano "..Buongiorno, cugino..".
Lo raggiunsi e sorrisi, guardandolo negli occhi.
"Lo sai che non hai risposto alla domanda più importante prima?" dissi, corrucciando la fronte "..come stai?" con un nuovo sorriso.
Altea
12-09-2013, 15.49.09
Ascoltai con attenzione e stupore le parole dell'uomo proveniente dall' Oriente.."Cavaliere d'Altafonte..che nome strano, alquanto enigmatico..e poi l'uomo più ricco del mondo addirittura.." pensavo tra me e me.
Sembrava quasi parlasse di una antica fiaba dei posti da dove proveniva, dove la meravigliosa falce splendente si confonde tra le stelle.
Non ebbi il tempo di ribattere che l'uomo mi salutò e ritornò nella carrozza.
La curiosità era troppo forte..presi il cavallo e seguii la carrozza senza farmi notare.
"Li aveva salvati.." pensai "e se fosse un milord già di una età ritiratosi a vita tranquilla?Avrei dovuto rischiare e raccontargli la mia situazione chiedendogli di aiutarmi a uscire da ciò in cui mi ritrovavo ora trascinata dentro?..non volevo essere complice di quegli uomini ma temevo le conseguenze pure".
La carrozza correva veloce, finchè si fermò e io mi tenni a distanza..quel tanto per osservare e non farmi notare.
Talia
12-09-2013, 16.20.18
Lanciai uno sguardo severo a Jacopo, poi mi voltai ed accompagnai Padre Roberio fino alla porta, in silenzio.
Conoscevo da molto tempo l'anziano sacerdote: mio nonno era sempre stato un fautore di pace tra le due fazioni che dominavano Sygma e, fin nei miei più antichi ricordi, aveva sempre cercato di dialogare con entrambe le parti, anche con quella che aveva idee diametralmente opposte alle sue.
E tuttavia le cose erano molto cambiate negli ultimi anni, i rapporti si erano molto inaspriti tra le fazioni da quando il nonno ed i suoi alleati non c'erano più: Jacopo e gli uomini della nuova generazione erano di una pasta diversa.
Padre Roberio uscì senza aggiungere altro... lo osservai attraversare il cortile ed uscire in strada, poi richiusi la porta e tornai nel salone...
"Avresti anche potuto essere meno sgarbato..." dissi a mio marito, entrando "E' pur sempre una persona anziana e tu sei stato molto duro!"
Distrattamente mi avvicinai alla finestre e guardai fuori...
"Che cosa credi che sia venuto a fare qui, tuttavia?" mormorai "Onestamente non capisco il senso di questa visita..."
Guisgard
12-09-2013, 16.39.34
Jacopo si versò del liquore in un bicchiere.
“Talia...” disse sorseggiando “... tu sei una ragazza fondamentalmente ingenua su questo genere di questioni... vedi, tutto è politica oggi... e anche la Chiesa non fa eccezione... nei Vangeli Cristo ed i Suoi Discepoli entravano nelle case della gente per portare la Buona Novella... invece oggi i preti, come hai potuto vedere, entrano nelle dimore delle persone per propagandare i loro ideali politici, per mettere in guardia, quasi minacciare... e se non ho dato ordine di farlo arrestare è proprio perchè è una persona anziana... gli uomini di Chiesa sanno forgiare le coscienze come pochi altri... per questo gradirei che tu non andassi a confessarti... non da lui almeno... e se proprio senti il bisogno di farlo, chiameremo un altro sacerdote...”
Guisgard
12-09-2013, 16.50.08
Roberto stava seduto su una di quelle sedie da giardino un po' esotiche, in stile vagamente coloniale che andavano per la maggiore tra l'aristocrazia e la ricca borghesia.
E nel vedere arrivare Clio si alzò subito in piedi, lasciando cadere il libro che stava leggendo sull'ampio cuscino dello schienale.
“Clio...” fissandola “... sei un incanto...” restò a fissarla ancora per qualche istante “... vieni a sederti...” indicando alcune sedie attorno ad un piccolo tavolino “... mi farai compagnia per il tè, vero?” Suonò il campanellino. “Io? Io sto benissimo... anche troppo... soprattutto rispetto a te... lessi tempo fa di quel che succedeva a Crysa...” scosse il capo “... ma ora qui sarai al sicuro...” sorrise “... anzi, sei giunta appena in tempo oserei dire... appena in tempo...”
Arrivò il domestico e cominciò a servire il tè con dei pasticcini, mentre Roberto non riusciva a smettere di fissare Clio.
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elisabeth
12-09-2013, 16.51.54
Ero un unico elemento con il carro......avevo paura...da ora in poi la strada sino a Sygma era vuota.....qualche viaggiatore come noi.....qualche guardia ma niente altro, ero uscita una sola volta dalle mura di Camelot, con Padre Anselmo.....giusto un piccolo tratto di strada per incontrare un suo confratello che aveva un bimbo da farci conoscere era Rown piccolo e selvaggio.......ma sarebbe divenuto la mia spalla destra.....mi vennero le lacrime agli occhi..mentre il Capo......mi spiegava la loro storia....come mi spiegarono dello stupro...in realtà era stato motivo di piacere, guardandoli mi venne un conato di vomito...che trattenni a stento.........il tramonto e la fermata forzata...." Non vi ho chiesto nulla....so solo che non si uccide per il gusto di farlo....il boia doveva eseguire degli ordini...e voi lo avete tolto alla sua famiglia......A Sygma mi lascerete andare, credo che anche voi abbiate una parola d'onore...".....Vidi scendere dal carro il Capo.....mentre si trascinava con la sua gamba, sapevo bene che la sua ferita non sarebbe stata mortale......qualche problema per qualche giorno e nulla piu'.......la sera faceva freddo e i due sgherri accesero il fuoco...ridevano sguaiati con quel sorriso dai denti marci....battevo i denti.... ed accettai di unirmi a loro intorno al fuoco......ma prima di allora toccai il pugnale che portavo sotto la gonna...una donna sola non cammina mai totalmente disarmata......"...niente liquore grazie....non ho sete...ma visto che voi siete tanto allegri..perchè non mi raccontate qualche bella avventura......bisognerà passarla questa nottata....sembra essere lunga.....".......
Guisgard
12-09-2013, 16.55.01
Quando Eilonwy raggiunse suo zio Nicolò, l'uomo era affaccendato nel suo studio con alcuni documenti.
Ma nel vedere arrivare sua nipote, mise tutto da parte e accolse la fanciulla con un ampio sorriso.
“Beh...” disse “... si, è uno straniero... in verità non conosco ancora la sua terra d'origine ed il suo accento, come il modo di parlare, sono alquanto vaghi... in certi momenti sembra avere qualcosa di greco, in altri invece la cadenza pare scivolare sul francese... in altri ancora poi mi sembra abbia quasi cadenza spagnola... naturalmente non posso conoscere la sua età, avendolo incontrato una sola volta... sicuramente è giovane... anzi, proprio questo mi spinge a credere che la sua fortuna debba in qualche modo derivare da un'eredità ricevuta, perchè altrimenti non si spiegherebbe come si possa guadagnare tanta ricchezza a quell'età...” sorrise ancora “... ma potrai soddisfare la tua curiosità sul nostro eccentrico Cavaliere di Altafonte molto presto... alla festa.”
Guisgard
12-09-2013, 17.07.09
Altea, così, seguì quella carrozza e quegli uomini dagli esotici vestiti.
Tornarono in città, fino a raggiungere uno splendido palazzo nobiliare, tra i più sontuosi che si potevano ammirare in quella terra di rinascimentale bellezza.
Il capo di quei guerrieri orientali fece un cenno all'uomo che stava di guardia al cancello e quello aprì subito per farli entrare, per poi richiudere un attimo dopo.
E una volta giunti nel maestoso giardino interno, il capo dei guerrieri vide andargli incontro un altro individuo.
Era un uomo magro, dai capelli cortissimi ed il volto semplice.
“Siete giunti...” disse ai nuovi arrivati.
“Il padrone è in casa?” Chiese il capo dei guerrieri.
“Si, ti stava aspettando.”
Ed entrarono nel grande palazzo.
Talia
12-09-2013, 17.12.18
Quelle ultime parole di Jacopo mi sorpresero...
mi voltai a guardarlo.
Mi sentivo strana... e qualche cosa dentro di me scalpitava...
la mia famiglia era sempre stata liberale, fedele al Re, forte del suo laicismo... ma era dalla coscienza di ognuno che dipendevano queste scelte e nessuno si era mai sognato di dirmi ciò che Jacopo mi aveva appena detto...
Lo fissai per lunghi istanti, restando davanti alla finestra... quasi cercassi di capacitarmi di ciò che avevo appena udito...
infine, lentamente, mi avvicinai a lui...
“Jacopo...” dissi in tono dolce e pericolosamente moderato “Io credo che... sì, credo che la scelta di confessarmi o meno debba dipendere dalla mia coscienza e non dalla tua. E, nel caso, anche la persona cui rivolgermi dipenderà da quella medesima coscienza... questo è ciò che mi è stato insegnato, almeno! Inoltre... beh, se avessi avuto intenzione di farmi dare ordini da te mi sarei arruolata nella Guardia Reale! Ora, con il tuo permesso, credo che andrò a farmi preparare un bagno!”
Lo oltrepassai e, senza voltarmi né aggiungere altro, uscii dalla sala.
Altea
12-09-2013, 17.25.57
Davanti a me si stagliò un palazzo di una indescrivibile sontuosità, forse nemmeno a Camelot avevo visto un Palazzo di tale bellezza.
Mi avvicinai di più fino quasi all'ingresso del grande portone ad ammirarlo, avevo capito dalle loro parole che il padrone era a casa...ma ero sicura che erano proprio a casa di questo Cavaliere di Altafonte? Non avevano fatto nomi...era un rischio cercare di entrare, mi sarei solo messa o in una situazione imbarazzante o pericolosa dovendo raccontare chi fossi davvero e che mi fosse successo.
Mi guardai attorno, eravamo di nuovo in città ma il cuore iniziò a battere forte, non riuscivo più a capire dove fossi, era inutile cercare di tornare indietro verso i colli e cercare il laghetto..avrei aggravato la situazione.
E dovevo tornare in albergo...si...e dovevo prepararmi per il ballo e vedere di un vestito adeguato poichè quelli ordinati erano eleganti ma semplici e non adatti alla situazione.
Per fortuna, vidi alcune persone vicino al Palazzo e mi avvicinai a loro.."Scusatemi, non sono di Sygma, ero andata a cavallo fino ai colli..e penso di essermi persa. Dovrei tornare..alla Locanda del Giglio Dorato, uno degli alberghi più lussuosi della città" e sorrisi certa che mi avrebbero indicato la strada mentre pensavo se i biglietti per la festa erano stati procurati...dovevo fare in fretta o avrei fatto saltare il piano di Azable
Guisgard
12-09-2013, 18.01.38
Jacopo si voltò e fissò Talia.
“Nell'antica Grecia” disse piano “la falange era l'arma più potente... con essa Alessandro conquistò la Persia e prima ancora suo padre Filippo, con quella stessa arma, unificò quasi tutte le cittadelle greche in un unico regno... e il cuore della falange erano gli opliti, i fanti pesantemente armati... ognuno doveva difendere col proprio scudo non se stesso, ma il compagno accanto... dunque il singolo errore, lo sbaglio di uno poteva costare la morte al suo compagno o addirittura la distruzione della falange... per questo gli opliti venivano scelti ed addestrati con cura...” sorrise in modo enigmatico “... non saresti potuta entrare nella Guardia Reale, poiché i miei uomini devono mettere il bene collettivo davanti ad ogni sciocca e frivola debolezza... Talia, diciamolo ora, tra noi, così da non doverlo ripetere in pubblico... la tua famiglia, così lungimirante, saggia, liberale, non è un modello di perfezione... ha fatto comodo ai tuoi l'essere imparentati col Capitano della Guardia Reale... quando il re vedeva di cattivo occhio il vostro ruolo di mediatori tra monarchici e clericali... e poi non dimentichiamo che anche il patrimonio di famiglia scarseggiava... ora però non più, grazie al nome dei de' Gufoni... ed è un vero peccato che la superbia, l'arroganza e l'insolenza non possano essere tramutate in denaro, vero? Sennò sareste ricchissimi.” Di nuovo quel sorriso che ora però sembrava un ghigno. “Scegli pure il sacerdote che più ti aggrada per confessarti... ma bada che non tollererò problemi a causa di qualche tua sciocchezza...”
E dopo qualche istante uscì dalla stanza, per poi raggiungere il suo studio.
Guisgard
12-09-2013, 18.05.13
Elisabeth si sedette così accanto a Monty e a Ioga, davanti a quel fuoco.
“Un'avventura...” disse Monty “... vediamo un po'... vuoi raccontarla tu, Ioga?”
“Io?” Ridendo l'altro. “No, sei tu lo specialista.”
“Si, ne avrei diverse...” fece Monty “... magari posso raccontare di quando incontrammo quella popolana, rammenti? Sembrava così ingenua, invece poi...”
“Già, ricordo eccome!” Divertito Ioga.
“O quando” mormorò Monty “ci divertimmo a farci sollazzare da quella zingara... aveva il fuoco dentro...”
“Si, una gran bagascia!” Esclamò Ioga.
“E voi invece...” Monty fissando Elisabeth “... che tipo di donna siete?” Sfiorandole i capelli. “Vi piace dominare o essere dominata?”
“Oh oh...” con espressione da ebete Ioga “... eccolo in azione...” e rise forte.
Eilonwy
12-09-2013, 18.18.05
Così nessuno sapeva di questo Cavaliere di Altafonte.
Era sbucato dal nulla come uno spettro.
Dalle due popolane avevo sentito dire che aveva affittato un certo Palazzo Lorena.
Comunque la cosa non mi convinceva.
Forse era solo una coincidenza, ma come mai quel Cavaliere di Altafonte era arrivato dal nulla nello stesso periodo di tempo del ladro Mirabole?
elisabeth
12-09-2013, 18.23.20
Il fuoco mandava dei strani bagliori......il caldo si incominciava a sentire....e avrei voluto addormentarmi......incominciavo a non avere piu' tanto freddo......ma alla mia richiesta di un racconto sulle loro storie...la cosa diventò pericolosa Monty si era avvicinato piu' del dovuto...mi accarezzo i capelli e caccia la sua mano con rabbia......." Io non sono così ingenua Monty....in caso di pericolo uccido....e voi non avrete un lascia passare sino a Sygma....."...alla risata ebete di Ioga....." Stupido uomo il tuo Capo non sarà così sorridente......"......la cosa non era messa veramente bene.......e sentivo il loro Capo russare.....così misi la mano al pugnale.....avevo detto che non si uccideva per motivi inutili...ma quello era un motivo piu' che utile......non lo avevo mai fatto.....c'era sempre una prima volta.....ero guardinga, non volevo uscire il coltello se la cosa si fosse fermata lì......era pur sempre la mia arma nascosta........" E allora......cosa facciamo....raccontate qualcosa di decente o comincio ad urlare in modo che mi sentano fino a Camelot....".
Talia
12-09-2013, 18.23.57
A quelle parole di Jacopo mi bloccai...
mi bloccai già quasi sulla porta e di nuovo mi voltai a guardarlo...
quel ghigno e quelle parole quasi di disprezzo...
lentamente feci di nuovo qualche passo attraverso la stanza, fino a giungergli di fronte.
Lo fissavo.
Jacopo era più alto di me, ma io sollevai il mento fino a poterlo guadare bene negli occhi senza dover alzare i miei...
Ed i miei occhi nei suoi rimasero impassibili...
nonostante quel modo d’ira che mi colse, nonostante la voglia di schiaffeggiarlo che riuscii a dominare solo stringendo le mani a pugno, nonostante tutto, non un sentimento trapelò dal mio sguardo.
“La tua tracotanza, Jacopo, è rivoltante!” sibilai “E’ pari solo alla tua presunzione!”
Un istante dopo uscì dalla stanze ed io feci altrettanto.
Gli andai incontro sorridendo.
"Cos'è quel tono sorpreso?" Dissi in tono canzonatorio ".. Non faccio mica l'amazzone a tempo pieno.." Risi e gli feci l'occhiolino.
Abbassai lo sguardo "..credevo saresti rimasto sconvolto dai miei poveri capelli..." Aggiunsi, sedendomi accanto a lui.
"Diciamo solo che l'ultimo anno è stato un inferno.. Non abbiamo avuto nemmeno un attimo di pace.." Alzai lo sguardo verso di lui "..tu.." Dissi titubante "...non hai notizie fresche, vero? Voglio dire.. Se Diomede e mio padre sono ancora vivi..." Sussurrai con gli occhi tristi.
Non sapere era terribile.
Il rumore di passi mi distolse da quei pensieri.
Quando il domestico arrivò con il tè, lo guardai estasiata.
Non mi era mai parso tanto buono, e i pasticcini mi sembrarono la miglior delizia del mondo.
Ascoltai Roberto mentre mangiavo, rispondendo al suo sguardo con un sorriso.
"Si si, lo vedo che te la cavi bene.. Sono davvero felice per te.. Uhm.." Dissi posando la tazza "...non pensare di scappare sai, mi devi presentare la Contessa.." Con un risolino divertito.
Bevvi un sorso di tè, e lo guardai con aria interrogativa, con la tazza ancora a mezz'aria.
"Aspetta.. Cosa vuol dire che sono arrivata appena in tempo?".
Guisgard
12-09-2013, 20.07.02
“Purtroppo” disse Roberto a Clio “non ho notizie particolari di ciò che è accaduto a Crysa... capirai che qui a Sygma la causa della nobiltà della tua isola non è molto sentita... anzi... ormai qui si è instaurata una monarchia costituzionale, dove il re è affiancato da organi controllati dall'aristocrazia e dalla borghesia... gli stati che ancora sono retti da poteri assolutistici qui non godono di molte simpatie...” la fissò per un istante senza dire nulla “... la contessa” riprese poi “la conoscerai molto presto. Credo che fra qualche minuto rincaserà. E' andata a scegliere dei gioielli per il ballo di domani.” Sorrise. “E infatti questa è la sorpresa... io e mia moglie siamo stati invitati ad un ballo molto importante, a casa del banchiere Nicolò Accio. E tu, in qualità di mia cugina, naturalmente verrai con noi.” Facendole l'occhiolino. “Quindi inizia pure a decidere cosa indossare per domani, mia cara amazzone.”
Guisgard
12-09-2013, 20.08.56
A quelle parole di Elisabeth, per tutta risposta Monty la colpì con un violento schiaffo al volto e poi la spinse verso Ioga che a quella scena prese a ridere ancora più forte.
Bloccò allora la donna e la tenne ferma, come se le sue mani fossero una morsa d'acciaio, in attesa che il suo compare si avvicinasse.
“Ora io e te ci divertiremo...” disse Monty avvicinandosi, per poi cominciare ad aprirsi la camicia.
Guisgard
12-09-2013, 20.10.47
Quelle persone indicarono ad Altea dove si trovava l'albergo e la ragazza lo raggiunse abbastanza velocemente.
E negli alloggi di Azable ritrovò lo stesso barone e alcuni dei suoi.
Mancava infatti solo Mussan, impegnato a procurare gli inviti.
“Finalmente, milady...” disse Azable vedendola rientrare “... aspettavamo voi... su, ora andremo a prendere i gioielli che indosserete alla festa... Kos verrà con noi...”
Ed uscirono.
Passeggiarono così per la città, nella zona del ponte, famosa per i suoi orafi.
“Ora ammirerete cosa sa escogitare il mio genio, milady.” Fece Azable.
Alla fine il barone scelse una gioielleria e fece cenno a Kos di entrare.
“Hai il denaro con te?” Chiese.
“Si, barone.” Annuì l'omone. “Ho preso tutto ciò che era rimasto in cassa.”
“Vai, dunque.” Ordinò Azable.
Kos entrò nella gioielleria e si avvicinò al banco.
“Salute a voi...”
“Prego, messere.” Fece il gioielliere.
“Sono un servitore della baronessa Victoria Mc Parker...” spiegò Kos “... vedete, ella è molto ricca ma affetta da una curiosa malattia... appena vede qualcosa di prezioso, inconsciamente, è tentata di rubarlo... naturalmente non lo fa per bisogno, essendo ricchissima, e dunque, appena ritorna in sé si rammarica di ciò... e allora manda me, suo fedele servitore, a rimediare... sto girando le gioiellerie di tutta la città per saldare questi debiti, diciamo così... vi chiedo dunque... è venuta qui stamani la baronessa? Vi manca qualcosa?”
Il gioielliere, fiutando l'affare, finse di controllare nella sua vetrina e rammaricato si voltò verso Kos:
“In effetti ora mi accorgo che manca qualcosa... un bracciale... non molto prezioso invero...”
“Ditemi solo quanto vi devo.” Fece Kos.
“Beh...” mormorò il gioielliere “... facendo due conti... sono cento Fiorini...”
“Presto fatto.” Mettendo il denaro sul banco Kos. “Vi pregherei però massima riservatezza.”
“Assolutamente.” Disse il gioielliere. “La baronessa può stare tranquilla.”
“E un'altra cosa...”
“Vi ascolto.”
“Se dovesse tornare e rubare qualcosa...” fissandolo Kos “... qualunque cosa... anche la più preziosa... voi lasciatela fare... poi ripasserò io e come ho fatto adesso vi ripagherò... intesi?”
“Assolutamente, messere.” Garbatamente il gioielliere. “Quando entrerà la baronessa io e il mio commesso fingeremo di sistemare il retro del la bottega... così nessuno correrà il rischio di mettere in imbarazzo la baronessa.”
“Grazie.” Annuì Kos ed uscì.
“Ma...” fece il commesso “... non è venuta nessuna baronessa qui, signore...”
“Sta zitto, idiota...” lo riprese il gioielliere “... abbiamo guadagnato cento fiorini senza vendere nulla.” E rise.
Kos poi raggiunse Altea e Azable che erano dall'altra parte del ponte.
“Com'è andata?” Chiese il barone.
“Tutto come previsto.” Rispose Kos. “Naturalmente il gioielliere ne ha approfittato e mi ha spillato del denaro.”
“Recupereremo tutto con gli interessi.” Sicuro di sè Azable.
http://www.corporate-aliens.com/quotes/hamlet.jpg
Guisgard
12-09-2013, 20.11.33
“Eilonwy...” disse suo zio vedendola pensierosa “... cosa c'è? Ti vedo pensierosa?” Sorrise. “Ti stai preparando per il ballo? Guarda che manca solo un giorno ormai. Domani tutta la città ti darà il suo benvenuto a Sygma.”
Guisgard
12-09-2013, 20.16.13
Talia ancora scossa per quella discussione con Jacopo, attraversò il corridoio centrale che dava sul giardino.
Ma prima che vi giungesse, la ragazza vide la sua governante.
“Milady...” disse la donna “... che volto scuro avete... dovreste essere gaia invece, visto che domani ci sarà quel gran ballo. In città tutti ne parlano. E poi, guardate qui...” e le mostrò una grossa scatola chiusa da un elegante fiocco colorato “... il garzone di madama Lucia lo ha consegnato proprio pochi minuti fa... il vostro abito per domani!”
Ma prorio in quel momento qualcuno giunse dal corridoio.
Era Jacopo e fissava Talia.
"Indossalo..." sorridendo "... sarai bellissima..." le si avvicinò "... ed io sarò fortunatissimo ad averti accanto..." la guardò "... ti prego, scusami per prima... è un periodo in cui sono molto agitato... non volevo che litigassimo per quel prete..."
Eilonwy
12-09-2013, 20.17.27
"Sì zio mi sto preparando e penso che questo abito vada bene insieme al diadema
e al ciondolo".
Feci una piccola piroetta per farmi ammirare meglio.
Altea
12-09-2013, 20.28.00
"Avanti" risposi guardando Kos e Azable "avrete trovato un mezzuccio per rubare dei gioielli immagino vero? Mostratemeli...e per il vestito cosa farete" e rimpiansi amaramente di non aver bussato e provato a chiedere se in quel palazzo vi abitasse proprio il Cavaliere di Altafonte...avrei forse preferito fargli da sguattera piuttosto che essere nelle mani di questi ladri.
elisabeth
12-09-2013, 20.54.18
E' umano molto spesso fare i conti senza l' oste....cosi' feci io, ingenua e spavalda allo stesso tempo......non avevo preso in considerazione che quelli erano due uomini ....... lo schiaffo che colpi' il mio volto fu talmente violento che sentii un gusto simile al ferro in bocca.....ero piena di sangue perche' nello sputare a Monty la sua camicia si coloro' di rosso.....Ioga aveva preso a ridere in maniera strana....quasi che al solo pensiero di cio' che sarebbe avvenuto l'eccitazione gli era arrivata ad annebbiargli il cervello......sentii le mie braccia portate dietro la schiena....in quel modo il mio respiro era diventato difficoltoso..........ero stordita dal ceffone .....ma guardavo Monty che si spogliava.....e le sue mani schifose incominciarono a toccarmi...lacrime calde scesero sul mio volto mentre il suo si avvicinava ....l'alito era insopportabile....mentre parole che la mia mente non voleva ascoltare scendevano sul mio collo come la saliva dalla sua bocca......la mia camicia inesistente....la mia gonna arrotolata....e le sue gambe che si facevano spazio.........le tenni le mie strette piu' che potevo.....mi muovevo e scalciavo...quel poco che la posizione in cui ero messa mi fu concessa.......poi cala il buio.....poi intorno a me scese la sera...i miei occhi sbarrati guardavano il cielo.......la stanchezza fece di me una preda.......una cosa sola in quel momento in cui una donna si sente sudicia per un atto non commesso....mi diede pace al cuore.......nonostante non sapessi chi fossero li avevo allontanati dai miei bimbi........quelle bestie non li avrebbero mai toccati.......
Eilonwy
12-09-2013, 23.31.34
Massì dai, era meglio per quella sera non avere brutti pensieri o ipotesi strane.
Tanto lo avrei incontrato al ballo.
Avrei capito, come al solito, che tipo era semplicemente guardandolo negli
occhi e parlandoci.
Era meglio, per il momento, concentrarsi sulla festa e divertirsi.
Guardai Roberto con gli occhi sgranati, mentre mi diceva cose che conoscevo benissimo.
"Lo so, cosa credi... Sono la principessa di un.. come l'hai chiamato? Regno assolutistico.. conosco la situazione politica del continente.." scossi la testa "...non mi aspettavo dispacci, o solidarietà, ma che qualche ricco banchiere si fosse vantato con i suoi amici di aver ucciso Perseo III de'Sartell!" Avevo parlato in maniera agitata, col respiro ansante, spinta dal terrore che quegli argomenti mi suscitavano "...sei diventato un liberale anche tu adesso?".
Guardavo nervosamente dalla finestra, osservando il sole abbassarsi sempre più.
Ero intenta ad osservare un merlo che si era appollaiato sulla mia finestra, quando vidi la carrozza fare capolino nel piazzale, e scenderne due giovani uomini.
"Finalmente.." sospirai, balzando giù dalla sedia.
Raggiunsi il piano di sotto in un batter d'occhio e corsi loro incontro.
"Allora, si può sapere dove siete stati voi due? Dovevamo allenarci questo pomeriggio.." mi fermai un momento a guardarli "...cosa sono quelle facce?".
"Vieni, ragazzina.. andiamo a prendere un tè in salotto.. questo lo devi vedere.."
Lanciai un occhiataccia a mio fratello "..non mi chiamare ragazzina..".
Lui scosse la testa, ridendo, e ci precedette.
"Buongiorno, Clio.." disse Roberto chinandosi a baciarmi la mano "..scusa se abbiamo perso l'allenamento.. ma ti assicuro che abbiamo un buon motivo.
Gli sorrisi. "Si può sapere dove siete stati?".
"Al salotto di Madama Saraly".
Entrammo nel salottino privato, dove Diomede aveva già provveduto a far arrivare il tè.
"Allora?" mi sedetti su una poltrona, in mezzo a loro.
"Tieni.." mio fratello mi porse un foglio "..leggi un po'..".
"Cos'è?" dissi iniziando a leggerlo , sgranai gli occhi sempre di più, mano a mano che leggevo "...Chi diavolo ha scritto queste assurdità?" alzai lo sguardo dal foglio e lo posai su di loro, poi mi soffermai sulla firma "..chi sono questi Uguali? Che nome infelice...".
"Un'associazione di banchieri, mercanti, intellettuali.. beh.. sul continente già governano in molti stati.. prima o poi dovevano arrivare.." disse Diomede, con un sospiro.
"E.. li hanno consegnati a voi? Voglio dire.. cos'era una specie di provocazione?".
"Esattamente... quindi capirai il ritardo.." disse Roberto con un sorriso "...diciamo solo che c'è stata un'accesa discussione...".
I due ragazzi risero tra loro.
"Bravi, lasciatemi a casa quando succedono queste cose..." fingendo un broncio.
"Non avevi una lezione di qualcosa di inutile.. che so.. ricamo?" ridendo, mio fratello.
"Simpatico, lui.." dandogli un colpetto sul braccio.
E ridemmo tutti e tre insieme, spensierati.
"Comunque... non penso che ci sia da preoccuparsi per tutta questa storia.. Crysa non è mai stata conquistata... cosa vuoi che siamo quattro borghesi?" disse Diomede, con noncuranza.
"E' diverso, però.." si intromise Roberto "...questi li avete in casa, non devono sbarcare.. dovreste vedere Sygma.. restereste sconvolti.." ridendo.
"Sì, me lo immagino.." rispose Diomede.
"Beh, comunque non sono proprio quattro..." dissi, continuando a fissare il foglio "..basta guardare agli stati del continente... ormai hanno ricchezze ingenti.. nostro padre ha persino dato loro delle cariche istituzionali! Dovremmo informarlo, non credi?"
"Mah.. probabilmente lo saprà già...".
Le cose erano cambiate molto da quel giorno lontano, ma nessuno di noi avrebbe potuto immaginare tanto dolore.
Mi fermai e mi portai una mano alla fonte "Scusa.. scusa.. non volevo prendermela con te.. mi dispiace.. ma è davvero una tortura non sapere... sai quanto siamo legati..".
Lo guardai negli occhi con aria di scusa, e poi tornai a sorridere.
"Bene, bene.. non vedo l'ora di conoscere tua moglie...." dissi, battendo le mani "...cosa? Una festa a casa di un banchiere? Andiamo Roberto.. sai che detesto i ricevimenti.. e ancor più i banchieri..." non riuscii a non sorridere nel vedere il suo sguardo "...va bene .... va bene.. come faccio a dirti di no, se mi guardi così..." risi "...mi farà bene distrarmi.. e pensare ad abiti e gioielli è un'ottima distrazione.. ma voglio passare inosservata.. quindi mi servirà un abito sobrio.." sorrisi "..e che dici, a tua moglie possiamo dire la verità o è meglio che anche lei mi creda tua cugina?".
Guisgard
13-09-2013, 01.16.12
Azable guardò Altea e sorrise.
“Col mio piano” disse “avremo dei preziosi gioielli per il ballo. Voi li indosserete insieme all'abito che la sarta vi confezionò l'altro giorno. E' arrivato stamattina. E poi l'avete visto, no? Quel gioielliere è un disonesto. Non come me che invece sono un artista. Ora ascoltatemi bene, milady... entrerete in quella gioielleria presentandovi come ciò che siete... la baronessa Victoria... il gioielliere allora fingerà di distrarsi e vi lascerà prelevare ciò che vi piacerà... scegliete il gioiello più bello... e poi, come se niente fosse, uscirete da quella gioielleria... facile, no?”
Guisgard
13-09-2013, 01.37.11
Elisabeth era tenuta ferma da Ioga, mentre Monty era già su di lei, pronto a soddisfare la sua vile lussuria.
Ma ad un tratto accadde qualcosa.
In un momento Monty si spostò con violenza dal corpo della donna, per poi finire nella polvere.
Ioga allora mollò improvvisamente la presa, facendo cadere Elisabeth in terra.
“Siete due idioti...” disse il capo ai suoi due compagni “... due grossi idioti...”
“Volevamo solo divertirci un po', capo...” alzandosi Monty dal terreno “... infondo è solo una stupida donna...”
“Sta zitto e va a fare il tuo turno di guardia.” Fissandolo il capo.
“Non puoi trattarci così, capo...” mormorò Monty “... non hai il diritto di farlo...”
“Sono ancora il vostro capo, rammentatelo...” fece lui “... e anche con questa gamba malandata posso tenere testa ad entrambi... ed il prossimo che oserà fare di testa sua, giuro su tutti i diavoli dell'Inferno che gli taglierò la gola... chiaro?”
I due annuirono.
Il capo allora si avvicinò ad Elisabeth.
“Alzatevi...” mormorò “... avvicinatevi al fuoco, vi scalderà...” e le diede il suo mantello, in quanto i suoi vestiti erano stati in parte strappati da Monty.
Guisgard
13-09-2013, 02.00.45
Roberto sorrise, senza tuttavia rispondere alla domanda di Clio riguardo la sua tendenza politica.
“Vedi...” disse “... dovremmo spiegare a mia moglie tante cose... del perchè sei fuggita, di ciò che sta accadendo a Crysa... forse per ora sarà più facile far credere a tutti che sei mia cugina... del resto non è poi una bugia nel vero senso della parola... infondo, voglio dire, c'è un rapporto speciale tra noi...”
In quel momento il giovane vide però qualcuno uscire in giardino.
Allora si alzò subito in piedi, salutando con un cenno della mano.
“Caro, non immagini cosa può essere una città” avvicinandosi a lui una donna “quando un semplice accadimento mondano ne scuote la quotidiana normalità. E tutti sembrano impazziti per il ballo di domani. E la cosa è alquanto inspiegabile, dato che comunque messer Accio è un banchiere e non certo un pari del regno.”
“Cara, lasci che ti presenti mia cugina...” fece Roberto “... Clio de' Sartel... Clio, questa è mia moglie... lady Selenia...”
“Oh...” stupita Selenia “... non mi ero accorta avessimo visite...” sorrise “... benvenuta, milady...” mostrando un lieve cenno col capo.
http://1.bp.blogspot.com/-uNw10fkpq1Q/TWd759QzKEI/AAAAAAAAAtY/3us6zncJt44/s640/FD03c.JPG
Guisgard
13-09-2013, 02.20.59
E mentre Eilonwy riprendeva a pensare alla festa, alcuni domestici di suo zio chiamarono Cestia.
La donna allora corse da Eilonwy e le rivelò che era giunto un dono.
“Deve essere da parte di qualcuno degli invitati alla festa.” Le disse Cestia.
Le due scesero così nel salotto, dove i domestici avevano portato il regalo.
Si trattava di un pacco finemente confezionato, non molto grande e con un nastro dorato.
“Chissà cosa sarà...” fece Cestia “... e chissà chi sarà stato a mandarlo...”
Talia
13-09-2013, 03.07.58
Presi la grossa scatola dalle mani della donna e le sorrisi, tristemente...
aveva ragione ero tesa...
molto...
non mi piaceva il tono con cui Jacopo mi aveva parlato e non mi piaceva il modo che aveva di imporsi sugli altri... me compresa.
Poi, all'improvviso, ne avvertii la presenza...
Ma prorio in quel momento qualcuno giunse dal corridoio.
Era Jacopo e fissava Talia.
"Indossalo..." sorridendo "... sarai bellissima..." le si avvicinò "... ed io sarò fortunatissimo ad averti accanto..." la guardò "... ti prego, scusami per prima... è un periodo in cui sono molto agitato... non volevo che litigassimo per quel prete..."
Lo fissai per un istante...
a quelle sue parole tuttavia abbassai appena lo sguardo, per poi rialzarlo...
le mie labbra sorrisero, ma i miei occhi no.
"Certo, Jacopo..." mormorai "Lo vedrai... Lo vedrai domani alla festa!"
Di nuovo lo fissai...
"Ora scusami... ho bisogno di un bagno!" conclusi, per poi oltrepassarlo ed allontanarmi.
Guisgard
13-09-2013, 03.21.10
Ma mentre Talia stava andando via, Jacopo le prese la mano.
“Talia...” disse “... ti ho chiesto scusa... andiamo, non puoi essertela presa... ti ho spiegato che è un periodo pieno di preoccupazioni... e poi la visita di quel prete mi ha fatto perdere la calma... probabilmente ho sfogato su di te la mia frustrazione...” sbuffò “... lo so... non ho giustificazioni... ma ho sbagliato... vuoi tenermi il broncio fino a domani? Ti farà sentire meglio? Su, siamo persone adulte... allora, mi ascolti?”
Tutto questo sotto gli occhi della governante.
“Vi spiace lasciarci da soli, per cortesia?” Accorgendosi di lei Jacopo.
“Si, certo...” fece la governante, per poi ritirarsi.
Talia
13-09-2013, 04.04.05
Osservai la governante uscire, poi tornai a guardare lui...
"Meglio..." mormorai, con un sorriso freddo "Meglio?"
Esitai per un istante, abbassai lo sguardo... poi lo rialzai quasi controvoglia.
"Si, probabilmente si! Probabilmente mi farà sentire meglio..." lo fissai "Farmi un bagno caldo mi farà sentire meglio!"
Tirai piano la mano e la sfilai dalla sua...
"Con il tuo permesso, Jacopo!" dissi.
Poi mi voltai e me ne andai.
Guardai Roberto intensamente e sorrisi. Aveva ragione, c'era sempre stato un rapporto speciale tra noi, probabilmente era la definizione migliore.
Quando lo vidi scattare in piedi mi voltai verso il palazzo, osservando la figura che si avvicinava verso di noi.
Mi alzai a mia volta, e le sorrisi.
“Caro, non immagini cosa può essere una città” avvicinandosi a lui una donna “quando un semplice accadimento mondano ne scuote la quotidiana normalità. E tutti sembrano impazziti per il ballo di domani. E la cosa è alquanto inspiegabile, dato che comunque messer Accio è un banchiere e non certo un pari del regno.”
“Cara, lasci che ti presenti mia cugina...” fece Roberto “... Clio de' Sartel... Clio, questa è mia moglie... lady Selenia...”
“Oh...” stupita Selenia “... non mi ero accorta avessimo visite...” sorrise “... benvenuta, milady...” mostrando un lieve cenno col capo.
Mia moglie.. mia moglie...
Quelle parole rimbombarono nella mia mente, accellerando i battiti del cuore.
Non era grassa, nè racchia, ma una bellissima donna.
Forse ostentava un po' troppo la sua ricchezza, ma aveva un sorriso gentile.
Era stato fortunato, ero contenta per lui... allora perchè cercavo di notarle anche il minimo difetto?
Andiamo, Clio... cosa ti aspettavi..
Respirai piano, e ascoltai le sue parole.
Lanciai un'occhiataccia a Roberto quando pronunciò il mio vero nome. Probabilmente a Sygma nessuno conosceva le vicende di Crysa, tanto meno la sua casa reale. Tuttavia dovevamo andare a un ballo, e volevo evitare che tutti sapessero che c'era una Sartell in città.
"Che cugino scuiagurato..." dissi, voltandomi verso di lui "..capisco che tenere il conto dei rami della famiglia sia un bel da fare ma.. Sono una Torel...".
Scossi la testa, sorridendo.
"E' davvero un piacere conoscervi, Lady Selenia.." con un cenno del capo, di rimando "...vi ringrazio dell'ospitalità... e mi scuso con voi per questa visita inaspettata...".
Tornai a guardare Roberto "...hai una moglie deliziosa..." sorridendo.
"Bene, prendo congedo ora.. non voglio essere d'incomodo... grazie del tè, cugino.." sorridendo a Roberto.
"Lady Selenia, è stato un piacere..." con un cenno del capo.
Mi avviai così verso il palazzo, per tornare nella mia stanza degli ospiti.
Eilonwy
13-09-2013, 15.07.05
"Ma non c'è neanche un biglietto o una scritta o il disegno di una casata?
Strano, ma è proprio per me? Nessuno sa chi sia io a Sygma. E se fosse,cara Cestia, solo uno scherzo".
Rimanemmo per qualche secondo a guardarci negli occhi.
"Ma no, forse mi sbaglio. Dai su, apriamolo! Forse sarà qualcosa di interessante".
Sciolsi il nastro e aprì il pacco.
elisabeth
13-09-2013, 15.54.09
Improvvisamente cominciai a respirare.....Monty era volato via come fosse un fuscello....Sentii Ioga lamentarsi ...e io caddi a terra, le sue mani non mi legavano piu'...Il Capo ecco cosa era stato il Capo....era intervenuto e nonostante i due schifosi si lamentavano..lui aveva tenuto testa.....Mi feci aiutare da lui per rimettermi in piedi.....mi coprii alla meglio e il suo mantello mi evitarono altro disagio.......era stato umano il Capo.....si..umano.........ero stordita....mi sedetti accanto al fuoco......e il sangue sembro' rimescolarmi dentro a quelle vene che poco prima sembravano vuote..........la parte dove avevo ricevuto lo schiaffo era gonfia cosi' come il mio occhio......ma quello sarebbe passato........vidi che il Capo si sedette attorno al fuoco......" Vi ringrazio......per aver preso le mie difese...credo che non abbiano gradito quanto avete fatto....infondo hanno ragione...sono solo una donna.....non sono stata molto attenta alla vostra discussione........ma non credo che voi facciate parte della stessa razza di quei due......non perché avete avuto pietà di me, ma perché il vostro modo di parlare ......il vostro modo di giustificare il vostro omicidio......e' stato quello di un uomo costretto da un'ingiustizia.....e comunque non e' a me che dovete le vostre confidenze.......".......lo guardavo ipnotizzata........sino a quando presa dalla stanchezza...non mi accasciai su un fianco....addormentata.....
Altea
13-09-2013, 16.32.47
La mia anima era tormentata, guardavo le gioiellerie unite e vicine come tante piccole casupole su quel ponte ad abbellire quel tratto del fiume...io dovevo rubare...diventare una ladra. Trattenni le lacrime e mille pensieri riaffioravano in me...
La balia mi pettinava i lunghi capelli biondi e rideva di alcuni avvenimenti di quando ero piccina...la sera era un momento sereno per lei a rammentare di come mi aveva allevata e di quante ne avevo combinate.
Ridevamo assieme e a un tratto sentimmo bussare alla porta...era George, uno dei camerieri e disse a Lizzy, la balia, di comunicarmi che il barone ,mio padre, e mia madre, lady Elisabeth, mi aspettavano nel piccolo salotto.
Mi alzai e indossai la vestaglia, scesi le scale ed entrai nel salottino, il fuoco scoppiettava nel camino e mio padre era seduto sulla poltrona di velluto rosso mentre mia madre sorseggiava del Porto guardando il cielo farsi più buio.
"Mi avete mandato a chiamare..immagino sia una questione importante e urgente" dissi mentre mio padre accendendosi un sigaro mi fece cenno di sedermi sulla poltrona di fronte a lui e mia madre ci raggiunse.
Si rischiarò la voce, come era solito fare quando doveva dire qualcosa di importante..."Altea..." si fermò un attimo guardando mia madre.
Mio padre, barone e uno degli uomini di fiducia del re, era uomo di indole benevola e generosa, io ero figlia unica e per lui rappresentavo tutto, mi aveva viziato come una principessa anche perchè sapeva benissimo che mia madre non lo amava...fredda come era..ella si era sposata con accordi tra le famiglie e poco le importava dell' amore.
Volse il volto e la fronte era corrugata..."Cosa succede, padre? Non vi sentite bene".
"Affatto" rispose mia madre prendendo la parola come sempre "abbiamo novità per te...ti abbiamo trovato marito..e anzi dobbiamo brindare, vero Edward?"..mio padre mi guardò senza rispondere.
"Si tratta del conte Kensinghton, vedrai diventerai una delle donne più ricche di Camelot e pure invidiate...le nozze si terranno tra un mese."
Sgranai gli occhi e ribattei balbettando..."Ma..è uno scherzo..non è possibile, egli ha 30 anni più di me, è vedovo e avrà figli forse pure più grandi di me..io mi oppongo...padre voi non potete.." mi alzai quasi implorandolo "..non potete permetterlo".
"Ora basta Altea" disse mia madre in modo deciso "tuo padre, lo sai benissimmo che si farebbe corrompere da una sola tua lacrima e quindi parlo io per il tuo bene...vuoi forse sposare un uomo del volgo? O un borghese arricchito? O un aristocratico in declino? Lo facciamo per il tuo futuro...è deciso..e ora puoi tornare nella tua stanza".
Chinai il capo e uscii piangendo.
Mi voltai verso Azable e mordendomi il labbro cercai di prendere coraggio mentre chiedevo al Signore di perdonarmi.
Aprii la porta della gioielleria e con un sorriso finto mi avvicinai al bancale e arrivò il gioielliere.."I miei saluti...sono la baronessa Victoria Mac Parker, dovrei andare a un ballo veramente importante e quindi ho bisogno di gioielli veramente degni di quel evento...io opterei sulla mia pietra preferita..l' acquamarina" e aspettai la reazione del gioielliere.
Guisgard
13-09-2013, 17.06.38
Jacopo indispettito fissò Talia andare via.
E per la rabbia tirò un calcio ad una sedia.
E dopo aver sorseggiato del liquore, tornò a chiudersi nel suo studio.
Talia intanto trovò il suo bagno già pronto, come aveva ordinato.
Si immerse in quell'acqua e si abbandonò a pensieri e ricordi lontani.
Era un bel paesaggio di Settembre, con le ridenti e dolci colline, i pendii floridi e verdeggianti in lontananza, il cielo terso e luminoso, le nuvole alte e bianchissime.
Il vento di Ponente aveva cominciato a soffiare tra le viti e gli ulivi, ingentilendo l'aria ormai più fresca, chiara e gradevole.
Il Sole di queste terre, in Autunno, dona un particolare colore a questo scenario, che ai più può apparire a foglia morta, e che pare posare un lento e dolce oblio su una Natura che si appresta ad abbandonarsi al suo crepuscolare riposo.
Forse solo il lento oscillare delle cime più alte degli austeri cipressi e lo scorrere mite dell'Elsa, che in quel punto segnava il passo dove la campagna mutava in bosco, sembravano rompere la malia di trovarsi in un mondo incantato.
“Non fa per te...” disse lui all'improvviso.
Talia si voltò di scatto a fissarlo.
“Si, siete male assortiti...” continuò lui, per poi portarsi le mani dietro la nuca, appoggiarsi al parapetto del ponticello e chiudere gli occhi.
“Cosa ne sai tu?” Sbottò lei vagamente infastidita. “E poi non mi pare di aver chiesto il tuo parere.”
“Basta vedervi insieme...” mormorò lui.
“Non capisco” seccata lei “perchè io debba star qui a perdere tempo... e perchè debba parlare di queste cose con te, che non solo sei uno sconosciuto, ma anche uno straniero.”
“Non rivolgergli neanche la parola, Talia!” Esclamò Veronica. “Su, il cocchiere ha ormai riparato quella ruota e possiamo tornare a casa.”
“Hai ragione...” annuì Talia all'amica “... è colpa mia che ho prestato attenzione alle sciocchezze che dice... andiamo, Veronica.”
“Ehi...” ridendo lui “... non c'è bisogno che ti alteri così... per quanto mi riguarda puoi metterti insieme a chi ti pare...” saltando giù dal muretto “... e sono io che vado via, comunque... cosa dire?” Con aria indifferente ed un vago sorriso stampato sul volto. “Magari hai ragione tu e l'Amore Vero neanche esiste... forse una vita tranquilla, la sicurezza e l'agiatezza bastano per essere felici... chissà... dunque ti andrà bene quel fanatico... i miei omaggi, milady... ritorno nel mio Paese dei Balocchi, dove la gente crede ai sogni e alla felicità.” E corse via dopo aver mostrato alla ragazza un profondo inchino.
Quel ricordo lontano attraversò in un attimo la mente di Talia, per poi dissolversi tra i vapori del bagno, mentre da fuori la governante aveva bussato.
“Milady, vi occorre qualcosa?”
Guisgard
13-09-2013, 17.38.08
Selenia sorrise e salutò cortesemente Clio che si ritirava.
“Allora...” disse Roberto a sua moglie “... cosa te ne pare? “
“Non saprei...” rispose la donna “... è carina, educata, persino deliziosa... una ragazza come tante immagino... e tu poi” sorridendo “che neanche rammentavi il cognome...”
“Oh, si...” annuì Roberto “... siamo cugini alla lontana e le nostre famiglie in verità si son frequentate sempre poco... comunque l'ho invitata al ballo... non ti dispiace, vero?”
“Affatto.” Fece lei. “Ma piuttosto... sei certo che non si troverà a disagio? Voglio dire... ci sarà tutta l'alta società di Sygma... e lei magari, giunta solo oggi in città... anche perchè non mi sembra abbia dimestichezza che le regole della cortesia e dell'aristocrazia... insomma, intendo dire che, si è molto gentile e carina, ma si vede che non è vissuta dove vige un rigoroso protocollo nobiliare...”
“Ti informo che Clio è nobile quanto te, se non di più, Selenia.” Fissandola Roberto.
“Ma certo...” mormorò lei “... del resto ha un po' del tuo sangue... ora però devi perdonarmi, ma devo prepararmi... stasera a casa del viceprocuratore Missani è stata organizzata una delle sue interminabili partite a scacchi... naturalmente mi annoierò da morire, ma comparire in pubblico in tali occasioni è praticamente un obbligo per ogni dama dell'alta società... ti confesso che quasi invidio la tua cuginetta... libera da ogni onere mondano e da ogni impegno dettato dal buongusto... cosa fai, mi accompagni?”
“Preferisco di no...” rispose Roberto “... resterò a casa, così farò compagnia a Clio... e poi domani abbiamo il ballo... troppe occasioni mondane mi seccano in verità...”
“Buonasera, Roberto.” E andò via.
Il giovane allora restò nel giardino a leggere, in attesa, magari, di rivedere Clio.
Guisgard
13-09-2013, 17.41.24
Elisabeth cadde addormentata.
Il capo allora la coprì per il meglio con quel suo mantello e gettò altri rami secchi sul fuoco.
La notte poi trascorsa rapida, cedendo il posto al giorno mite e luminoso.
Le antiche chiese Cristiane venivano costruite orientandole verso Oriente, opposte all'Occidente, simbolo del peccato.
Il carro riprese il suo tragitto muovendosi proprio verso Ponente, come se quegli uomini fossero ormai esiliati da ogni misericordia e clemenza.
Come se le ombre della notte, assunte a sommi giudici dei dannati, avessero sentenziato per loro una pena senza fine.
Ma a condannarli era stata la giustizia degli uomini, non quella Divina.
E nessun giurato umano può negare ad un condannato la Misericordia del Cielo.
Elisabeth si svegliò a causa degli scossoni che scuotevano il carro su quel sentiero.
Erano ripartiti ed accanto a lei rivide i due uomini ed il capo.
Guisgard
13-09-2013, 17.45.54
Il gioielliere annuì a quelle parole di Altea.
Prese dalla vetrina la pietra che la baronessa aveva chiesto, insieme però ad altri gioielli, tutti di altissimo valore.
“Mentre voi scegliete con calma, milady...” disse il gioielliere “... io termino di sistemare alcuni oggetti nella vetrina sul retro... vogliate scusarmi...” ed andò nell'altra stanza.
Altea ora era sola davanti a quei meravigliosi gioielli.
Guisgard
13-09-2013, 17.50.45
Eilonwy alla fine aprì quel misterioso pacco.
E una volta scartato il tutto, con sua somma sorpresa, vi trovò all'interno un vecchio libro.
Aveva la copertina di cuoio ed era stato rilegato a mano.
Ma la cosa strana è che ogni sua pagina era bianca, senza neanche una figura o un'immagine.
Ed aprendolo, sfogliandolo, la ragazza vide cadere un biglietto che così recitava:
“Sono giunto in città solo da poco e oltre alla presentazione di una giovane dama in società più nulla conosco di lei, dei suoi gusti e dei suoi sogni.
Allora mi sono procurato questo antico libro.
Esso è magico, poiché basta scrivere un desiderio su una delle sue pagine bianche ed esso si realizzerà, come se fosse la meravigliosa Lampada di Aladino.
E questo porto in dono al vostro debutto in società, damigella: i vostri sogni.
Oltre all'augurio sincero di un vita fatta di felicità.
Il Cavaliere di Altafonte”
Talia
13-09-2013, 17.56.31
Sobbalzai al suono di quella voce e quel ricordo indugiò ancora nella mia mente, aleggiando tra i vapori dell’acqua calda...
socchiusi gli occhi e mi costrinsi a lasciarlo scivolare via...
era passato tanto, troppo tempo...
erano successe tante cose e lui era...
Avevo ascoltato il racconto di Jacopo in silenzio, con una strana e dolorosa agitazione in fondo al cuore...
“E... e lui?” mormorai alla fine.
Jacopo si voltò verso di me di scatto...
“Perché?” domandò aspramente.
Abbassai lo sguardo in fretta...
“Per... per sapere... voglio dire... lo avete rincorso, hai detto... braccato... io... io ho solo chiesto...”
“E’ morto!” mi interruppe, con una nota dura nella voce.
“Morto?” la voce mi uscì quasi in un soffio... sentivo il sangue pulsarmi forte nelle orecchie, la testa girare “Come... come morto?”
“E’ caduto nel fiume mentre lo inseguivamo...” spiegò “Non lo abbiamo più visto!”
Respirai...
“Si, ma... ma non è detto che sia... non è detto che sia proprio... morto... no?”
Lo sguardo di Jacopo su di me era freddo e truce...
“Nessuno sopravvive ad una caduta come quella!” disse poi alzandosi “Dammi retta, Talia: dimentica tutta questa storia! E’ morto... e questa storia, per te, finisce qui!”
Mi passai una mano bagnata sugli occhi...
sentivo uno strano dolore nel petto, ora... un dolore cui non avrei saputo dare un nome...
“Sto... sto bene...” mi costrinsi a dire.
Eilonwy
13-09-2013, 18.02.24
Lessi il biglietto ad alta voce.
Fui veramente sorpresa da quel biglietto e quel dono.
"E' stato veramente gentile questo Cavaliere di Altafonte. Non mi sarei mai aspettata un regalo simile. Molto poetico e fiabesco quando dice che questo libro è come la Lampada di Aladino. Deve essere tipo molto simpatico e scherzoso".
Mi veniva quasi da ridere.
Buona questa, un libro magico come la Lampada di Aladino.
"Molto bene, allora io desidero incontrare personalmente il Cavaliere di Altafonte e ballare con lui per tutta la notte..." risi ancora " .... e desidero essere la dama piu' bella del ballo".
Scrissi così sul mio libro.
Figurarsi se un libro poteva esaudire dei desideri.
Altea
13-09-2013, 18.05.56
Osservavo i gioielli davanti far bella mostra di sè, quasi gareggiare per tanto splendore.
Maledissi il fatto di essere partita senza prendere prima un bel gruzzolo di soldi e sorrisi scuotendo il capo, pensando che a casa a Camelot ne avevo a quantità di quei gioielli.
Li guardava attentamente e li prendevo in mano...una collana di ametista, un bracciale con brillanti e una parure con collana con un ciondolo di acquamarina che rifletteva bagliori verdastri con relativi orecchini e anello..quelli erano perfetti.
Li stavo prendendo ma la mano tremava......non potevo.
Uscii dalla gioiellieria e guardando Azable e Kos indicai loro di andarcene...mentre eravamo quasi a metà strada affermai..."Mi noteranno tutti alla testa..si sarò al centro dell' attenzione..poichè sarò la unica dama senza gioielli ma sarà il mio animo puro e intatto a brillare" e sorrisi in aria di sfida..mai mi sarei abbassata a tanto, a rubare per un ballo.
Guisgard
13-09-2013, 18.26.46
“Allora” disse la domestica dall'altra parte della stanza “preparo il vestito per domani, così che lo troverete pronto per il ballo.”
La donna così preparò il bellissimo abito, lasciandolo poi nella stanza della ragazza per l'indomani.
Poco dopo, prima che Talia tornasse, Jacopo entrò nella stanza da letto e restò a fissare quel vestito.
Lo guardò per un lungo momento, quasi immaginandolo indosso a sua moglie.
Il suo sguardo si fece allora enigmatico, sfuggente, mutevole.
E quell'impenetrabile nero del suo sguardo rendeva inviolabile ogni suo pensiero.
elisabeth
13-09-2013, 18.38.02
Il mio sonno era pesante e la mia anima sembrava essersi assopita con il mio corpo.......quando ero a casa, sognavo raramente, mi mettevo a letto così stanca che la mattina....le piu' piccole venivano nel mio letto a svegliarmi per chiedermi di preparare la colazione.....Rown le rimproverava......ma io mi alzavo facendo a quelle piccole pesti il solletico........una vita semplice, molto spesso rattristata dal fatto che non riuscivo a mettere nulla sul tavolo, avevo imparato a far l'elemosina....così mi aveva conosciuta Padre Anselmo.......mi aiutava tanto, procurava dei vestiti per i ragazzi e molto spesso il poco che aveva lo dava a loro per mangiare....e io e lui..?..mangiavamo lunghe chiacchierate davanti al fuoco........lo stomaco brontolava, ma un amico era un'amico....e su di lui sapevo di poter contare, avevo imparato a contare sulla Divina Provvidenza.......avevo imparato a pregare e quando ero veramente furibonda....il buon Padre Anselmo sapeva di doversi tappare le orecchie........
Qualcosa mi dondolava......sino a quando qualcosa non fece sobbalzare il carro....mi svegliai....e vidi Ioga....Mi alzai di scatto e mi rannicchiai su me stessa.....portando le due mani tra me e lui...."...Vi prego...basta....vi prego non fatemi del male.......".....questo urlai...tra il sonno e i dolori della sera prima......ma poi vidi il volto del Capo......" Scusatemi stavo sognando......dove stiamo andando "...
Talia
13-09-2013, 18.45.42
Ero ancora scossa da quelle immagini e da quei ricordi quando, quasi controvoglia, mi costrinsi ad uscire dalla vasca...
mi asciugai, allora, e mi rivestii...
poi tornai in camera e qui trovai Jacopo...
Poco dopo, prima che Talia tornasse, Jacopo entrò nella stanza da letto e restò a fissare quel vestito.
Lo guardò per un lungo momento, quasi immaginandolo indosso a sua moglie.
Il suo sguardo si fece allora enigmatico, sfuggente, mutevole.
E quell'impenetrabile nero del suo sguardo rendeva inviolabile ogni suo pensiero.
“Sei qui!” dissi entrando ed andando a sedermi di fronte allo specchio poggiato su un piccolo tavolo “Ed hai visto il mio famoso vestito...”
Aprii un cassetto del tavolinetto e ne estrassi una spazzola, con la quale iniziai a pettinarmi...
“Allora...” dissi “Che ne pensi di quell’abito?”
Mi avviai verso il palazzo, lanciando un'ultima occhiata a Roberto e Selenia.
Ma giunta alla grande porta che dava sul giardino, mi accorsi di aver lasciato il cappellino sul tavolo da tè.
Si vedeva che non ero abituata a portarlo.
Così, mi voltai sorridendo, e tornai sui miei passi.
Dalle poche parole che udii, i due coniugi stavano parlando di me.
Non riuscii a resistere, mi avvicinai ad un albero, e mi nascosi lì dietro, sentendo ogni parola.
Mi tappai la bocca con la mano per non scoppiare a ridere.
No, in effetti non ero avvezza alle regole nobiliari.
Ma un po' aveva ragione, nessuno osava mettere in discussione i miei comportamenti, tranne mio padre, ovviamente.. Ma aveva altro a cui pensare.
Adoravo essere libera da costrizioni nelle mura domestiche, per gli altri sarà anche stato il palazzo reale, ma per me era casa mia.
Sorrisi nel sentire che io è Roberto saremmo stati soli, come ai vecchi tempi.
Ma quando disse di invidiarmi scossi la testa e la guardai con gli occhi pieni di tristezza.
Non aveva ovviamente idea di cosa si celasse dietro quella libertà.
La vidi accomiatarsi e tornare nel palazzo.
Restai sorpresa dalla freddezza con cui si salutarono.
Erano sposati, dopotutto.
O forse anche quello era una parte del l'etichetta che non conoscevo?
Probabilmente ero troppo abituata a fare di testa mia, conti e baroni dovevano essere più controllati.
Quando solo una persona può darti ordini, probabilmente si è più liberi.
In privato, certo, in pubblico è un'altra cosa.
Restai ferma a guardare Roberto che leggeva per lunghi istanti, poi mi decisi ad uscire dal mio nascondiglio.
"Eh, lo so, lo so.. Sono un disastro..." Dissi, andandogli incontro "...dovrai farmi un corso accelerato di buone maniere..." Ridendo.
Arrivai al tavolino, mi sedetti nuovamente e sventolai il cappellino davanti al naso di Roberto.
"Questi aggeggi sono carini, ma temo non facciano per me, li dimenticherei ovunque.. Anche se ogni tanto può essere divertente.." Lo guardai col sorriso di una bimba che ha fatto una marachella "..scusa.. Non ho resistito.. Tranquillo, domani metterò la maschera di glaciale distacco che indosso nelle occasioni mondane.. Non sia mai che ti metta in imbarazzo.." Sorridendo.
Lo guardai negli occhi per un lungo istante "...cosa leggi di bello?".
Guisgard
13-09-2013, 20.04.32
“E' molto bello...” disse Jacopo a Talia, senza smettere di fissare l'abito “... sarai bellissima a quel ballo... tutti gli occhi saranno per te...” le si avvicinò, quasi sfiorandole i capelli “... stavo pensando... appena si risolverà questa faccenda del quadro... potremmo partire per la nostra Luna di Miele... magari farò prenotare già un bel viaggio per l'Europa... hai qualche preferenza? Ah, ripensando al ballo... c'è da scegliere il regalo per la nipote del banchiere... vuoi pensarci tu, oppure do indicazioni a qualcuno della servitù?”
Eilonwy
13-09-2013, 20.26.00
Camminai velocemente per far vedere a mio zio il libro e il biglietto del Cavaliere di Altafonte.
Quell' uomo era veramente imprevedibile.
Avevo un po' timore di conoscerlo, ma allo stesso tempo ne ero fortemente incuriosita come una falena vicino a una fiamma.
Come una bimba che ha scoperto qualcosa di fantastico, dissi: "Zio, guardate cosa mi è arrivato!".
Talia
13-09-2013, 20.39.01
Lo osservai attraverso lo specchio...
“Sono felice che ti piaccia!” dissi, senza che il mio tono tradisse particolari sentimenti “Avevi detto di comprarmi qualcosa di speciale e l’ho fatto!”
Finii di pettinarmi, poi appoggiai la spazzola di nuovo nel cassetto e, richiudendolo, mi voltai verso di lui...
“Ti ho già detto che faremo quel viaggio, Jacopo... ma non voglio pensarci adesso, non mi va di deciderlo in questo momento in cui sei teso e non hai chiaramente intenzione né tempo per concentrarti sulla meta...”
Sospirai, sforzandomi di ricacciare l’irritazione di poco prima dentro di me...
“Ma si, penserò io a quel regalo...” dissi quindi, alzandomi “Ci andrò domani mattina stessa!”
Guisgard
14-09-2013, 02.16.16
Il capo fissò Elisabeth che si era appena svegliata.
“Era solo un incubo, probabilmente...” disse lui “... siamo diretti a Sygma, l'avete scordato? Ognuno di noi, voi compresa, sembra aver qualcosa da fare laggiù.” Le passò la bottiglia col vino da cui stava bevendo. “Avanti, fatevi un goccetto... vi aiuterà a dimenticare quel brutto sogno...”
Intanto il viaggio continuava e poco dopo avvistarono da lontano le alte torri di Sygma e la cupola del suo magnifico duomo.
“Finalmente ci siamo, capo...” fece Ioga.
“Finalmente...” mormorò il capo, quasi come una liberazione “... ora non avremo più i soldati alle calcagna...” si voltò verso Elisabeth “... appena giungeremo in città vi lasceremo andare come pattuito... così potrete dimenticare di averci incontrato...”
“Come fai ad essere certo che non correrà a denunciarci ai soldati, appena la lasceremo andare?” Chiese Monty. “Io non mi fiderei di lei, capo.”
Guisgard
14-09-2013, 02.19.36
“Non essere sciocca...” disse Roberto a Clio “... non mi metterai in imbarazzo domani a quel ballo.” Sorrise. “Anzi, se vuoi saperlo, sono contento che ci sia anche tu... queste occasioni mondane proprio non le sopporto... dame incipriate, uomini annoiati e afflitti da gotta... un vero strazio...” scosse il capo, fissò la ragazza e poi scoppiò a ridere.
E quella risata sembrò alleggerire l'atmosfera tra i due.
“Leggo un libello” spiegò il giovane “sui trattati e sulle pene contro i diritti dell'uomo. E' la nuova letteratura liberal borghese. Ti va di giocare a scacchi? Come ai vecchi tempi?” Si fece portare una scacchiera. “E magari potremmo cenare qui in giardino.”
Trascorse così il tardo meriggio e poi la sera, con i due giovani che rivissero le atmosfere dei loro incontri a Crysa.
Fino a quando Selenia ritornò.
“Cara...” accogliendola Roberto “... com'è andata la tua serata?
“Oh, sicuramente meno piacevole della tua, temo...”
“Come mai?”
“Le serate a casa del viceprocuratore sono spesso noiose.” Rispose la donna. “Anzi, se la conversazione non fosse finita sul ballo di domani al palazzo del banchiere Accio, difficilmente avrei sopportato quell'andazzo. Pare infatti che ci sarà un ospite eccentrico domani alla festa.”
“Chi?” Incuriosito Roberto.
“Oh, ne parla tutta Sygma...” sorridendo Selenia “... il Cavaliere di Altafonte, tanto ricco, pare, quanto misterioso. Pensa, i salotti di tutta Sygma non hanno altro di cui discutere se non sul modo in cui quell'uomo è riuscito a guadagnare la sua fortuna. E alcune voci sono davvero assurde, come quella che vuole l'origine di tale ricchezza in seguito al recupero, da parte del nostro enigmatico cavaliere, dell'intero tesoro di Costantinopoli dal palazzo del sultano turco.”
“La gente sa inventare davvero cose assurde.” Sarcastico Roberto.
Poco dopo, però, i due coniugi salutarono Clio e si ritirarono.
Giunse presto il mattino e con esso il giorno dell'atteso ballo.
Guisgard
14-09-2013, 02.21.31
Azable e Kos restarono sorpresi per quelle parole di Altea.
“Cosa...” disse il barone “... cosa intendete dire, milady? Forse che il mio piano perfetto ha fallito? O che il gioielliere ha scoperto il nostro inganno? Avanti, non capisco... cosa ci volete far capire? Perchè non siete uscita con i preziosi da quella gioielleria?”
Guisgard
14-09-2013, 02.36.53
Nicolò prese il libro dalle mani di Eilonwy e lo osservò con attenzione.
“Un regalo alquanto insolito...” disse l'uomo “... sicuramente in linea con lo stile di quell'uomo...” sorrise “... e vedo che hai già espresso e scritto un desiderio su una pagina... beh, il ballo ci sarà domani e dunque non dovremo attendere molto tempo per scoprire se questo libro davvero riesce ad esaudire i desideri.”
Poco dopo cenarono e poi si ritirarono per la notte.
Giunse il mattino.
Era finalmente il giorno del ballo.
Guisgard
14-09-2013, 02.40.45
“Non saranno certo i miei impegni” disse Jacopo avvicinandosi di nuovo a Talia “a distrarmi dal preparare un meraviglioso viaggio con mia moglie.” Il suo tono era calmo ed accomodante. “E ho dato ordine ai domestici di servirci la cena nel salotto, visto che fuori l'aria è un po' troppo fresca.”
Trascorse così la sera e poi la notte.
Il giorno seguente, quello del ballo, Jacopo uscì molto presto da casa, per poi ritornarvi verso Mezzogiorno.
Raggiunse allora sua moglie nella loro stanza.
Talia era davanti allo specchio e il capitano dietro di lei. “Per quanto tempo ancora mi terrai su il muso?” Sorridendo. “Forse questa mi sarà da alleata...” e mise al collo della ragazza una preziosa collana “... l'ho presa stamattina appena uscito dalla caserma... credo starà benissimo su quel vestito... ora ti lascio sola... vado a prepararmi... oggi c'è quel ballo...” ed uscì dalla stanza.
Eilonwy
14-09-2013, 03.00.46
Mi svegliai piena di energie quella mattina.
Feci pratica con la mia nuova spada di Clorinda e tirai con l'arco tutto il giorno.
Verso pomeriggio feci un bagno veloce.
Alla fine del bagno dissi: "Cestia cara, potresti andare da mio zio a dirgli che non mi metto piu' l'abito di Madama Matilde? Vorrei mettere il vestito della mia defunta madre. Le sarebbe piaciuto che lo indossassi per una occasione speciale come questa. E' un vestito semplice da mettere..... me lo metterò da sola, tranquilla".
Le sorrisi.
Presi da uno scatolone circolare in cuoio il vestito di mia madre.
Me lo misi a dosso.
Era indescrivibilmente bello.
Era un vestito di velluto e di tulle bianco.
All' interno della scatola c'era un diadema di diamanti e piume di cigno e una collana.
Mi raccolsi i capelli in una crocchia, mi truccai come mi aveva insegnato Cestia e mi misi i gioielli.
http://lazarinadellecollane.files.wordpress.com/2011/03/odette-acconciatura.jpg?w=170&h=168
http://www.mylifeinthecountryside.it/wp-content/uploads/092409_1334_Organizzare3.jpg
"Non dirlo a me... sai quanto mi annoi durante gli eventi mondani.. però.." dissi, prendendo un pasticcino dal piatto, per poi guardarlo nuovamente "..è il mio primo ballo da semplice invitata.. sarà divertente.. non avrò tutti gli occhi addosso..".
Quando Roberto mi mostrò il libro che stava leggendo tesi la mano verso di lui "..fa vedere.." osservando titolo e autore "..ah, sì.. l'ho letto.." risi "..non guardarmi in quel modo, li ho letti tutti.. non sono così retrograda da leggere solo Cicerone e Tacito.. Devo sempre essere informata su tutto.. anche sulle nuove tendenze politiche..." E gli feci l'occhiolino.
Accettai di buon grado l'idea di giocare a scacchi, anche se, come al solito, fu Roberto a vincere.
Il pomeriggio e la cena furono davvero deliziosi, sembrava quasi che il tempo si fosse fermato, parlavamo di mille cose spaziando dai ricordi di momenti passati insieme, a nuove esperienze, a sogni, idee, ma anche politica, o aneddoti divertenti, libri.
Era bello poter parlare di ogni cosa, l'unico argomento che entrambi evitammo volentieri fu la guerra e gli ultimi avvenimenti di Crysa. Gliene fui grata, distrarmi mi fece davvero bene.
Quasi non mi accorsi dell'ora, quando, infine, Selenia ritornò.
La salutai educatamente e rimasi colpita e divertita dalle parole sul ballo e il suo misterioso invitato.
Mi chiesi chi fosse, e se si stesse divertendo di quell'attesa che si stava creando intorno al suo nome.
Poi, Roberto si alzò, mi diede la buonanotte, e si ritirò con sua moglie.
Io e Selenia ci salutammo nuovamente.
Restai a guardarli rientrare per lunghi istanti, finchè non sparirono dalla mia vista.
Anche io dovevo andare a letto, ormai, ma ero inquieta.
Camminai per un po' in giardino, cercando di non pensare a niente.
Dopo un po', mi ritirai anche io, tornando nella camera degli ospiti.
Mi tolsi il ricco vestito per indossare una semplice veste da camera.
Come ogni sera, mi misi davanti alla specchiera e iniziai a spazzolarmi i capelli, di solito non ero io a farlo, ma ogni tanto capitava che volessi restare sola con i miei pensieri.
Ultimamente, però, quel rituale di bellezza quotidiano, era diventato terribilmente doloroso.
Presi in mano la spazzola, la fissai per un lungo istante, e una calda lacrima mi scese sul viso.
Un giro, e poi un altro e un altro ancora.
La lunga benda girava intorno al mio corpo, stringendo il petto sempre di più, dopo un po' il seno diventò invisibile.
Infondo, pensai con un sorriso, mi stringeva meno di quanto facessero i corpetti all'europea.
Riuscivo a respirare, riuscivo a muovermi, era perfetto.
Finii di vestirmi: indossai i pantaloni attillati, sgli stivali, la camicia bianca e la giacca dell'uniforme.
Era stata di mio fratello, ma ora non gli andava più. Non era uguale a quella dei soldati della Guardia Reale: il falco nero coronato in campo verde e blu, simbolo dei Sartell, era appuntato all'altezza del cuore.
Una ciocca di capelli si impigliò in un bottone della giacca, facendomi imprecare.
"Maledizione.." mormorai tra i denti.
La tolsi e mi guardai allo specchio, vestita di tutto punto, gli stivali, l'uniforme, la spada al fianco, solo i lineamenti del volto mi rendevano ancora una fanciulla.
No, pensai, non solo quello.
I lunghi capelli ricadevano con ampie onde fin sotto la vita. Erano anni che me ne prendevo cura, anni che tentavo di domare la loro natura ribelle.
Non potevo crederci.
In un momento, però, capii cosa dovevo fare. La donna dentro di me urlò, imprecò, mi supplicò di non farlo.
Non potevo ascoltarla.
Così, davanti allo specchio, presi i capelli nella mano sinistra e li scostai dal collo, tenendoli tesi, per quanto potevo.
Con l'altra mano, sguaianai la spada e restai lì, immobile, incapace di farlo.
Iniziai a respirare forte, cercando in quel respiro la forza che non avevo, calde lacrime mi rigavano il viso, mentre il cuore batteva veloce, sempre di più.
Non avevo tempo, non potevo indugiare, mio fratello mi stava aspettando.
Stavo per andare a combattere, pensai, e non riuscivo nemmeno a liberarmi dei miei capelli?
Non sarei durata nemmeno un minuto.
Con un grido disperato, alzai la spada e, con un colpo deciso, tagliai la massa di capelli che la mia mano sinistra tratteneva. La aprii immediatamente, e distolsi lo sguardo per non vedere le ciocche spargersi sul pavimento.
Non mi voltai mai, presi il mantello e scesi di sotto, asciugandomi le lacrime.
La battaglia di Castel Fiorito mi aveva segnata moltissimo, nel corpo e nell'anima.
Gli orrori che avevo visto, la morte, la desolazione, mi tormentavano continuamente e, per quanto si fosse rimarginata ormai, la ferita alla spalla pulsava ogni tanto, anche se, probabilmente, era solo una mia impressione.
Sospirai, cercando di concentrarmi sulla spazzola che, ritmicamente, accarezzava i miei capelli.
Dopo alcuni minuti, tornarono ad essere lucenti e morbidi, per quanto possibile.
Mi stesi sul letto, ma non riuscii a prendere sonno.
Non sapevo quale pensiero mi tormentasse di più, se i ricordi degli ultimi drammatici avvenimenti, o la consapevolezza di Roberto e Selenia, l'uno tra le braccia dell'altro.
Mi rigirai per molto tempo, completamente sveglia, nonostante la stanchezza.
Vederlo sposato mi aveva colpito molto più di quanto pensassi, per un momento, quel pomeriggio, avevo dimenticato ogni cosa.
Sapevo che non avrei mai dato a vedere quanto mi pesasse, sapevo che era giusto così, che erano solo sciocchezze da fanciulla. Un giorno sarebbe capitato a me, anche se avevo ormai passato i vent'anni.
Sorrisi, non era poi nemmeno così sicuro, visti gli avvenimenti.
Andiamo, Clio.. è soltanto Roberto.. ti ha visto col viso paonazzo per la fatica della corsa o cadere nel fango durante le battute di caccia.. è soltanto un amico.. un amico fidato, niente di più.. smettila, adesso..
In un modo o nell'altro, quel pensiero mi calmò e riuscii ad addormentarmi.
Fu un sonno tranquillo, senza sogni.
Mi svegliai di buon mattino, diedi disposizione perchè mi venisse preparato il bagno, mi lavai e indossai un nuovo abito, scegliendolo sempre dall'armadio della stanza.
Restai a guardarli uno a uno per un tempo più lungo del previsto, pensando, da brava dama, quale avrei potuto mettere quella sera, non decisi immediatamente, ma ne presi in considerazione due in particolare, i più sfarzosi ed eleganti.
Per la giornata, invece, indossai un semplice abito verde in tinta unita, ma ugualmente elegante.
L'ampia scollatura e la fine delle maniche erano ornate da un bianco merletto, come se una maglia ricamata spuntasse da sotto il vestito, lo stretto corpetto, invece era ravvivato da motivi floreali, in cui un'altra tonalità di verde, leggermente più scura, si mescolava a quella principale per dar risalto alla forma di fiori e foglie.
Un abito sobrio ma elegante.
Acconciai i capelli in modo che non si notasse la loro lunghezza, indossai l'orchidea dei Torel, e uscii, pregustando la colazione.
elisabeth
14-09-2013, 21.03.37
" Berrei volentieri ho una sete incredibile, ma sono a digiuno da un po' e Sygma la vedrei doppia........siete gentile comunque......" Guardai anch'io Sygma che si avvicinava sempre di piu' ....e la voglia di libertà....anche se non mi fossi piu' occupata di quel maledetto quadro.......i soldi servivano ma anche la vita aveva un suo valore....e i miei pensieri furono confermati dall'espressione cruda di Monty......guardai di scatto il Capo...." Non mi importa nulla di voi....non voglio mai più sentire nominare il vostro nome.......mi avete promesso la libertà....io vi ho promesso Sygma e l'avete avuta......non so quali sono i vostri progetti....e' questo il mio lasciapassare,nessuno di voi...mi ha detto nulla......."......Ero io la persona mezza nuda con i lividi e senza un soldo, non loro....dove sarei potuta andare.....mi ricordai allora del mio sacco...avevo un cambio sarei andata in qualche Chiesa .... e poi magari qualcuno mi avrebbe dato qualche soldo......e poi da cosa nasce cosa.....volevo solo essere lasciata in pace................Il carro sembrava essere arrivato alle porte della citta'.....
Altea
14-09-2013, 22.57.53
Indietreggiai un attimo...poi feci cenno loro di ritornare verso la gioielleria che non distava molto.."Ero indecisa e non sapevo quale prendere, perdonate questo comportamento da ragazza ricca e viziata" dissi con rabbia...volevo fuggire e scappare..e poi? Sarei stata braccata da loro perchè sapevo troppe cose oltre che probabilmente pure i miei genitori avevano mandato qualcuno per cercarmi.
Ritornammo di fronte alla gioielleria...coraggio Altea, lo fai in fin di bene e poi magari al ballo potrai conoscere qualcuno che in futuro potrà aiutarti a uscire da questa situazione.
Deglutii ed entrai di nuovo..il gioielliere era sempre intento nelle sue faccende...e i gioielli ancora sul bancale, forse non si era nemmeno accorto della mia quasi fuga.
Aprii la borsa di velluto che si abbinava al vestito lilla e infilai velocemente la parure con la collana con la preziosa acquamarina, gli orecchini e l'anello abbinati con la stessa pietra e uscii di fretta dicendo..."Grazie mille, ma ci devo pensare".
E feci cenno a Azable e Kos di allontanarsi correndo e quando eravamo a debita distanza mostrai dentro la borsetta la refurtiva.
Eilonwy
15-09-2013, 04.02.08
Mi guardai allo specchio.
Il vestito mi stava giusto ed ero veramente bellissima.
A un certo punto, mi ricordai che avevo lasciato la spada di Clorinda su un forziere di legno.
La presi e la lucidai con un fazzoletto di lino.
Adoravo quella spada e grazie a quella avrei potuto diventare un cavaliere.
Ma per diventare cavaliere avrei dovuto scovare ed uccidere Mirabole.
Non avevo mai ammazzato un uomo, ma se volevo salvare la città e recuperare il Verziere Fiesolano ne sarei stata costretta.
La cosa brutta era che mio zio mi aveva promesso di farmi continuare ad esercitarmi con spada ed arco, però che la storia sul quadro non ci avrebbe mai coinvolto.
Forse al ballo avrei conosciuto qualcuno che mi avrebbe aiutata a fermare Mirabole.
Riposi la mia spada dentro un cassetto del mio armadio.
http://www.lestoriedellastoria.it/images/pg130_1_12.jpg
Poi presi il Libro dei Desideri.
Scrissi che desideravo diventare un cavaliere e stare di nuovo con la mia sorellina Kayley.
Era da tempo che non la vedevo.
Quando la spedirono a studiare nel convento delle suore della carità di Tridentum, aveva solo sei anni.
http://img230.imageshack.us/img230/7291/annapaquin22zx7.jpg
(sopra mia sorella Kayley)
Mentre io (avevo undici anni) rimasi a studiare a Camelot.
Lei era l'unica amica che avevo.
Piansi amaramente quando andò via, ma per fortuna ci tenevamo in contatto
grazie alle lettere che ci scrivevamo.
Ormai erano passati quattro o cinque anni.
Guisgard
16-09-2013, 01.25.46
Azable aprì la borsa di Altea ed i suoi occhi si accesero nel vedere i gioielli che lei aveva rubato in quella gioielleria.
“Eccellente...” disse sorridendo il barone “... eccellente, milady... al ballo sarete ammirata ed invidiata come una regina...”
I tre allora ritornarono in albergo, dove trovarono ad attenderli, insieme al professor Mundos, anche Mussan.
“Novità?” Fissandolo Azable.
“Certo, barone.” Sorridendo lo spadaccino.
“Allora?” Fece il barone.
“Ecco i vostri inviti, capo.” Disse Mussan dando al barone due lettere sigillate.
Azable le prese e le guardò con attenzione.
“Sono gli inviti recapitati ad un certo messer Lorenzo Valieri e a sua moglie Sveva d'Istria.” Compiaciuto il barone. “Ottimo lavoro, Mussan. E dimmi... cosa ne hai fatto dei legittimi proprietari di questi inviti? Così, solo a titolo di informazione...”
“Di sicuro non si presenteranno al ballo!” Esclamò lo spadaccino, per poi ridere forte.
“Allora” rivolgendosi Azable ad Altea “non ci resta che prepararci, recarci a quel ballo e impersonare messer Valieri e sua moglie milady. Sarete bellissima.”
E verso il tardo pomeriggio si recarono al palazzo del banchiere Accio.
Guisgard
16-09-2013, 01.32.09
Clio così raggiunse Roberto e Selenia per la colazione.
La donna non faceva altro che parlare della festa, di tutti i suoi invitati, non dando però più di tanto importanza al misterioso Altafonte, con Roberto che di tanto in tanto lanciava divertite occhiate a Clio per l'eccitazione di sua moglie riguardo alla festa.
La mattinata e poi il primo meriggio trascorsero in fretta, tra i preparativi e l'attesa per il ballo.
Infine, nel tardo pomeriggio, lasciarono il palazzo per raggiungere la residenza degli Accio
Guisgard
16-09-2013, 01.56.39
Il carro era ormai giunto in città.
“Silenzio.” Disse il capo a Monty. “Sono io che decido qui. E spetta a me capire cosa è giusto e cosa non lo è.” Allora scrutò un po' la situazione intorno a loro.
“Dobbiamo trovare un luogo dove rifugiarci.” Fece ai suoi. “Appena lo troveremo” rivolgendosi poi ad Elisabeth “come pattuito vi lascerò andare. Come vi ho detto, io mantengo sempre la mia parola. E nessun giudice potrà mai togliermela.”
“Dove possiamo mai nasconderci, capo?” Chiese Monty.
“Siamo vestiti da monaci, no?” Mormorò il capo. “Sfrutteremo dunque i nostri abiti. Dobbiamo trovare un convento in cui nasconderci.”
E dalla strada videro proprio un convento che sorgeva sulle colline che circondavano la città.
Talia
16-09-2013, 02.13.36
I miei occhi fissavano, attraverso lo specchio, Jacopo che era in piedi dietro di me. Fissarono lui, per poi spostarsi sul gioiello che mi mise al collo... ne ero quasi stupita...
Jacopo era stato sempre convinto che avrebbe facilmente potuto appianare ogni incomprensione ed ogni discussione con un regalo... e poi era cosciente di essere stato duro, e più il regalo era ricco e opulento... e questa volta quella collana era veramente sfavillante.
Lui, tuttavia, non attese la mia reazione... probabilmente, pensai, non voleva aspettarla, voleva che essa maturasse mentre ero sola.
In silenzio, dunque, lo guardai uscire dalla stanza...
Il resto del pomeriggio passò fin troppo in fretta: ebbi appena il tempo per un piccolo momento per me prima che la mia anziana governante si presentasse da me con due giovani cameriere ed iniziasse a dare disposizioni per la festa...
Le tre donne, dunque, mi spazzolarono a lungo i capelli, mi pettinarono, scelsero per me i gioielli più belli ed un sottile diadema d’oro e argento, presero dall’appendiabiti il mio nuovissimo abito, quello che con tanta cura madama Lucia mi aveva confezionato con quella stoffa finemente ricamata...
Lo indossai con somma soddisfazione, presi la stola madreperla che la sarta mi aveva preparato insieme, ed un paio d’ore più tardi ero pronta a scendere.
Guisgard
16-09-2013, 02.23.06
Eilonwy si preparò così per l'atteso ballo.
Il suo abito, appartenuto a sua madre, era meraviglioso, i gioielli impreziosivano la sua solare figura e c'era qualcosa in lei, forse la fanciullesca impazienza per quell'evento, unita alla giovane età e alla bellezza che rendevano la sua immagine più luminosa che mai.
Oramai tutto era pronto e la festa stava per cominciare.
Poco dopo giunsero i primi invitati.
Guisgard
16-09-2013, 02.42.52
Talia era pronta.
Scese con quel suo abito, i gioielli e la stola madreperla, apparendo così davanti a Jacopo.
Descriveremo in seguito l'abito indossato dalla ragazza e che ella portava con una grazia ed una sicurezza non comuni.
Jacopo invece indossava la sua uniforme militare, di colore rosso, bianco e nero, il Giglio Dorato ricamato sul petto, rifinito in viola e la lunga spada da parata che pendeva dalla sua cintura.
Salirono allora sulla loro carrozza e raggiunsero il Palazzo degli Accio.
Guisgard
16-09-2013, 03.43.22
Capitolo III: Nostos
“Oreste: <<Sembrando uno straniero, con i bagagli al completo, arriverò con quest'uomo alla porta del magaron, con Pilade; lui è ospite ed alleato del palazzo; parleremo entrambi l'idioma del Parnasso, imitando il suono del dialetto focese.>>”
(Eschilo, Orestea)
Era giunto il giorno del ballo al palazzo degli Accio.
In un crepuscolo ormai morente si apprestavano a prendere forma le fattezze di una sera bellissima, fatta di profumi e suoni, giochi e sogni, scintillii e bagliori.
Il cortile del palazzo era ampio, adorno di statue antiche ed alti alberi che si innalzavano sotto un cielo chiaro, in cui, come leggere increspature sull'acqua limpida, scivolavano via le ultime nuvole, scoprendo una volta celeste trapuntata di stelle d'argento che pian piano stavano cominciando ad accendersi su quell'infinito manto.
Lentamente e quasi con regolarità si illuminavano uno ad uno i viali che conducevano al vasto giardino, mirabilmente curato attorno ad una grande fontana di marmo, dalla quale guizzavano getti d'acqua colorata, per generare riverberi screziati alla luminosità delle lampade sistemate fra i rami degli alberi.
Nelle due sale al pianterreno fervevano i primi balli al suono dei musici.
Candele profumate poi, con fiori e tovaglioli colorati abbellivano i tavoli destinati ad accogliere gli invitati per la cena.
Verso sera inoltrata erano già giunti tutti gli invitati.
Tra cui il capitano della Guardia Reale Jacopo de' Gufoni con sua moglie Talia, il conte Roberto Fiosari con la consorte Selenia e Clio, il viceprocuratore del re Simone Missani.
E tra gli invitati, celati da false identità, vi erano anche Azable ed Altea.
Così la festa cominciò, tra lusso e frivolezze.
Nicolò, padrone di casa, presentò allora subito ai suoi invitati la debuttante nell'alta società Sygmese: la giovane Eilonwy.
E in una delle due sale, alcuni giovani avevano aperto una discussione, attirando l'attenzione di gran parte dei convitati.
“Allora” disse uno di quei giovani del tutto imbevuti dei nuovi valori della società borghese “è il Crocifisso l'equivoco di tutto. Vederne uno o più di uno in una chiesa va anche bene, diciamo così...” sorridendo “... ma trovarne uno in ogni ufficio pubblico, in luoghi come una caserma o una scuola, posti cioè aperti a tutti, religiosi e non, credo sia un atto di profonda ingiustizia per il diritto che ogni uomo ha di credere in ciò che sente.”
“Più che un'ingiustizia” replicò uno altro di quei giovani “direi che è un atto di propaganda dei chierici. Dopotutto non dimenticate che se l'Italia non divenne un forte ed unito regno sotto i Longobardi, fu a causa della Chiesa Romana che chiamò i Franchi, indirizzando la sorte di quella terra a restare in balia di staterelli deboli e tirannici.”
Gli altri annuirono convinti.
“E trovo inutile dunque” continuò il giovane “tentare di far valere l'idea, del tutto antistorica oggigiorno, volta a favoleggiare le presunte basi Cristiane della nostra civiltà.”
“Massi!” Esclamò un altro ancora di quelli, del tutto infervorato dalla piega che la discussione aveva preso. “Che si tolgano i Crocifissi dalle pareti di ogni ufficio pubblico, così che nessuno possa più affermare che il nostro Occidente è sorto sul Pensiero Cristiano!”
“In verità” una voce all'improvviso “servirebbe a poco, temo. Un Simbolo resta tale e non può avere la forza delle idee se non scuote gli animi. Consiglierei piuttosto di eliminare dai libri e dai programmi scolastici lo studio di autori come Boezio, Cassiodoro, Dante Alighieri, Pietro Abelardo, Gian Battista Vico e di artisti quali Giotto, Michelangelo... così da estirpare davvero ogni frammento del Pensiero Cristiano dalla nostra civiltà. Cosa resterà poi della nostra cultura proprio non so, ma almeno ce ne saranno grati gli studenti. Quelli più svogliati perlomeno.”
Tutti si voltarono verso quella voce.
“Il Cavaliere di Altafonte.” Annunciò il servitore sulla porta.
E colui che aveva parlato fino ad un attimo prima di quell'annuncio comparve nella sala.
http://allvip.us/gallery/albums/userpics/10001/Alain_Delon_La_tulipe_noire_1964_0035.jpg
Alla fine, misi l'abito blu, il mio colore preferito.
Era davvero bellissimo, con gli inserti in seta bianca che rischiaravano il colore scuro, il corpetto coperto di piccole pietre preziose che disegnavano motivi geometrici, giustificando con il loro luccichio l'assenza di una collana preziosa al mio collo.
Non avevo il mio splendido zaffiro, ma, probabilmente, sarebbe stato perfino troppo.
Le maniche a tre quarti e la scollatura erano rifinite da un merletto, dello stesso tessuto ricamato di cui era fatta l'ampia sottogonna.
Mi guardai allo specchio, non sarei stata la dama più elegante o sontuosa, ma lo scopo non era quello.
Mentre mi acconciavo i capelli, notai con piacere che i miei occhi venivano ravvivati dalle pietre nel corpetto.
Lasciai che una ciocca ordinata mi scendesse sul viso, raccolsi tutti gli altri attorno ad un nastro blu.
Dopo qualche rifinitura ero davvero pronta.
Scesi nell'ampia sala, salutai Roberto e Selenia, osservando lo sfarzo dei loro abiti con un sorriso.
Poco dopo, partimmo alla volta del ballo.
Scesi dalla carrozza, davanti alla residenza del banchiere, chiusi gli occhi per un momento.
Quando li riaprii ero un'altra persona, lo sguardo vivace, il sorriso malizioso e irriverente, lasciarono il posto a uno sguardo altero, distante e a un sorriso di circostanza.
Quando fummo annunciati, con mio grande sollievo, non conoscendo il mio nome, si limitarono a presentarmi come la cugina di Roberto.
Mi guardai attorno, osservando le dame riccamente vestite e gli uomini che discutevano.
Nessuno badava a me, pensai con un sorriso, nessuno osservava attentamente com'ero vestita, i giovani non facevano la fila per invitarmi, le dame non facevano a gara per raccontarmi pettegolezzi di cui non mi importava.
Era come un sogno, come se un grande peso fosse stato tolto dalle mie spalle.
La nipote del banchiere era davvero stupenda, con quell'abito che ravvivava piacevolmente la sua giovane età.
Il tempo passò, in quel lussuoso ozio, quando le voci di alcuni giovani attirarono la mia attenzione, ma non appena compresi di cosa parlavano, alzai gli occhi al cielo e mi allontanai.
Era la prima volta che desideravo ardentemente parlare di frivolezze, e non di altro.
Ma quando l'araldo annunciò l'arrivo del cavaliere di Altaforte, mi voltai incuriosita ad osservare il misterioso invitato di cui aveva parlato Selenia.
Gli sorrisi e continuai ad allontanarmi da lì.
Cercai Roberto con lo sguardo, ma mi accorsi che stava parlando con alcuni uomini.
Lo salutai con un cenno del capo, e per un momento abbandonai la mia compostezza per lanciargli un'occhiata divertita.
Raggiunsi poi una finestra che dava sul giardino, e restai lì, defilata, ad osservare i giochi d'acqua della fontana.
Altea
16-09-2013, 17.57.41
Oltrepassavo quel giardino da favola ripetendomi...Sveva d' Istria..ricordati non ti chiami Altea.
Mi guardavo attorno, vi erano blasonati e borghesi arricchiti, più di tanto non mi sentivo a disagio poichè non era per me la prima volta certo che mi trovavo in feste come quelle.
Indossavo un vestito color crema e bianco e spiccavano i gioielli...rubati..che parola dolorosa.
Si sentivano le parole di alcuni giovani su politica e religione...non capivo molto che intendevano dire..quando dalla porta qualcuno ribattè, mi voltai di scatto e vidi quell' uomo che fu annunciato.."Cavaliere d'Altafonte".
Era lui...deglutii guardandolo..e non era un anziano come avevo pensato. Lo osservai e un pensiero tremendo mi venne in mente...il capo delle sue guardie..speravo non fosse presente o mi avrebbe riconosciuto.
elisabeth
16-09-2013, 20.28.46
Le parole del Capo furono solenni come colui che non avrebbe sopportato udire nulla...nulla che non il proprio pensiero.....non riuscivo a comprendere cosa non lo legasse a quei due.....eppure facevano parte della stessa banda...e si erano macchiati tutti di orribili crimini........il Convento...c'era Padre Teodoro......era con'fratello di Padre Anselmo.....stavo coinvolgendo in questa situazione un'intera comunità...questi erano assassini........" Mi avevate assicurato che sarei scesa qui..in città...siete stato portato a destinazione .....Sygma.....perchè un convento..per fare altre vittime ?......o per continuare a rimanere sordomuti.......il problema che i vostri complici ridono e sguaiatamente...e i Frati non lo fanno........ma se volete entrare con la forza io non vi servo a nulla....minacciate, puntate loro coltelli...o altro ancora.......siete bravissimi in questo......"...le parole servivano a poco...il carro andava sembrava che una forza al di fuori della mia volontà andasse per i fatti suoi.....il convento..la collina e ill grande portone in legno.........guardando il Capo.....se volete, fate l'unica persona in possesso della voce......io ho i vestiti laceri e il volto tumefatto...dite loro che mi avete trovato sulla strada e mi avete raccolto....chiederò di Padre Teodoro......e farò in modo che abbiate accoglienza, ma non fate del male a nessuno.....per il buon gusto di uccidere...non si scampa...alla volonta' di Dio...."....rimasi cosi' sul carrò.......attesi ogni decisione.......ormai ero solo una fonte di bugie..enormi...altro che confessione......
Guisgard
16-09-2013, 20.41.16
Clio si era defilata ed osservava quasi in disparte il resto degli invitati.
Vi erano maschere e parodie di infiniti tipi.
L'umanità poteva assumere davvero tratti farseschi, persino grotteschi, quando ogni valore ed ideale abbandona i loro animi.
E così, come le immagini del gioco, il Mercante in Fiera, che i valletti avevano preparato per deliziare alcuni degli ospiti degli Accio, i volti degli ospiti divenivano simili a caricature, quasi scimmiottando quelle figure illustrate dalle carte.
Ad un tratto Roberto si avvicinò a lei.
“Ci è andata bene, dai...” disse sbuffando “... ci siamo sorbiti solo l'inizio di quella discussione pseudo religiosa... poi, a quanto pare, l'arrivo di quel cavaliere ha spento l'ardore di quei tipi...”
Ma proprio in quel momento arrivarono ad interromperli Selenia ed un altro degli invitati.
“Clio cara...” Selenia a Clio con un grosso sorriso di circostanza “... ma dov'eri finita? Lascia che ti presenti un uomo molto importate... che ha tanto insistito per conoscerti... il viceprocuratore del re, messer Simone Missani.”
“E' un onore per me...” sfiorandole piano la mano con la bocca Simone “... lady Selenia e suo marito il conte sono persone squisite, dunque conoscere la loro famiglia è sempre un piacere...” i suoi modi erano pacati ed educati, ma i suoi occhi erano invece ardenti, puntati in quelli di Clio, tradendo una strana luce che metteva a disagio la ragazza di Crysa.
“Clio è una di famiglia ormai.” Sorridendo Selenia.
Cominciò a suonare il primo valzer e già alcune coppie presero posto per il ballo.
“Ahimè, sono solo a questa festa” fece Simone “e temo che un uomo come me, ligio alla tranquillità ed al lavoro, finirà per risultare noioso a molte delle dame qui. Posso dunque chiedervi l'onore di questo ballo? Non negatemelo, vi prego... farete un'opera buona per un'anima in pena e solitaria...” mostrando un inchino col capo.
“Ma certo!” Esclamò Selenia. “Certo che la nostra Clio ballerà con voi!” E guardò la ragazza in attesa di un suo si.
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Eilonwy
16-09-2013, 20.49.31
"Ben detto Cavaliere d'Altafonte, della nostra cultura non ci rimarrebbe niente.
E poi dovremo essere invece fieri di quei poeti e artisti che abbiamo, dato che tutta l'Europa c'è l'invidia" dissi con un fuoco freddo negli occhi.
Che razza di assurdità.
Togliere Dante, Giotto e Michelangelo.
Con un sorriso dolce, mi rivolsi a lui: "Benvenuto Cavaliere d'Altafonte.
Sono felice che ci deliziate con la vostra presenza".
Feci un inchino.
Guisgard
16-09-2013, 20.50.38
Altea si guardava intorno, quando le si avvicinò Azable.
“Siamo qui per uno scopo preciso, milady...” disse il barone “... dobbiamo raccogliere informazioni sul quadro... il Verziere Fiesolano... date un'occhiata in giro... origliate ad ogni discussione... tra questi idioti ci sarà qualcuno che non parli solo di politica mischiata a religione... avanti, datevi da fare...” e si mischiò tra la folla.
Un attimo dopo, però, la baronessa sentì per caso una conversazione tra alcuni uomini e il capitano Jacopo.
“Come pensate di proteggere il quadro, capitano?” Chiese uno di quelli al militare.
“Santa Felicita” rispose Jacopo “è ben sorvegliata. Due uomini sono fissi a montare la guardia alla cappellina dove si trova il dipinto, mentre all'esterno un manipolo di soldati controlla ogni strada che da accesso alla chiesa.”
“Ma esiste davvero quel ladro?” Domandò un altro. “Quel... come si chiama? Ah, si... Mirabole.”
“Messere...” sorridendo Jacopo “... nessun ladro perderebbe il vantaggio di colpire di sorpresa, senza essere atteso...”
“Dunque ritenete sia solo uno scherzo?”
“Affatto.” Scuotendo il capo il capitano. “Sono convinto che esista davvero qualcuno intenzionato ad avere quel quadro... ma non si tratta certo di un personaggio pittoresco, come uscito da un romanzo, come lo si vuol immaginare.”
Altea
16-09-2013, 21.00.04
Mi guardavo attorno...quanta folla e non conoscevo nessuno..guardavo la festeggiata...davvero una ragazza deliziosa e di modi fini.
Poi vidi un uomo dai tratti scuri, pure il suo sguardo era cupo, mi soffermai ad assaggiare alcune tartine e udii i suoi discorsi sul quadro...quindi era ben sorvegliato..e quel Mirabole..ma del resto non erano affari miei e non avrei detto nulla ad Azable pensai sorridendo.
Non ero qui per essere sua complice...mi guardavo attorno e camminavo sola, un pò mi sentivo a disagio poichè non conoscevo nessuno e nessuno si avvicinava a parlare con me.
Così mi avvicinai alla festeggiata.."Damigella Eilowny se non sbaglio? Piacere sono milady...Sveva d' Istria" dissi sospirando "vorrei farvi i complimenti per la bella serata, la festa e poi...siete incantevole..vi faccio i miei migliori auguri." E osservavo dove fosse Azable, mi sentivo leggermente fuori luogo.