Visualizza versione completa : I Pilastri di Afravalone
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Lanciai un’occhiata al dipinto di Karel, era davvero bellissimo.
Gli sorrisi e mi sedetti accanto a lui.
In un attimo, vidi i suoi occhi di smeraldo catturare i miei, facendomi dimenticare tempo e spazio.
Non compresi affondo le parole del principe, ma ero quasi sicura che cambiare discorso sarebbe stata la cosa migliore.
“Siete stato molto coraggioso a tornare, Altezza..” dissi, rompendo il silenzio che si era creato “Ma essere qui vi mette in pericolo, i ribelli hanno occhi e orecchie ovunque, anche all’interno del senato.. occorrerà essere prudenti..”.
Non staccai gli occhi dai suoi, anche mentre esponevo con voce calma e decisa le misure per la protezione.
“Immagino comprendiate la delicatezza della situazione, quindi spero che vi fiderete del mio giudizio, e non commettiate imprudenze.. tutto il popolo ha bisogno di voi, e visto come siete stato accolto in città, i ribelli avranno il dente avvelenato, e cercheranno di eliminarvi, in un modo o nell’altro.. Veniamo alle misure, il senatore ha ragione, non ci serviranno molti uomini, ne ho portati quattro, che vanno ad aggiungervi alla vostra scorta, più che per il numero, essi sono fondamentali perché in questi mesi sono rimasti nella capitale, e sono informati sui ribelli, mentre la vostra scorta conosce le vostre abitudini e tutto il personale.. l’unione fa la forza, in questi casi…” sorrisi “..So di chiedervi tanto, ma la cosa migliore sarebbe lasciare il palazzo.. ritirarvi in una dimora più piccola e facilmente difendibile, in città naturalmente… una piccola villa, con un giardino interno sarebbe l'ideale, così non vi sentirete rinchiuso ma sarete celato da sguardi indiscreti... faremo di tutto poi per mantenerla segreta, facendo in modo che le vostre apparizioni partano sempre dal palazzo, come se non l’aveste lasciato.. ma qui sarete scortato e non mi preoccupo.. Le vostre uscite pubbliche, poi, per quanto possibile, dovrebbero essere improvvisate.. se i ribelli sanno che dovete parlare dalla loggia, saranno lì ad aspettarvi..” sorrisi “Dobbiamo rendere loro la vita complicata.. molto.. una cosa fondamentale che dovete ricordare è che noi non sappiamo chi sia dalla nostra parte, i ribelli potrebbero entrare nelle vostre cucine, nei vostri giardini, persino nelle vostre stanze.. fate ben attenzione dunque al personale da portare con voi.. chiedete loro un sacrificio di lavorare di più, piuttosto, ma circondatevi solo da persone fidate, persone di cui non dubitereste mai. Poi, tutto può succedere.. ma così scongiuriamo il peggio.. Nonostante il senato consulto non potrò esserci sempre, anche perché non mi sopportereste più…” scherzai, ma ridivenni seria immediatamente “I senatori hanno un bel dire a parlare di mercenari.. ma intendo tenerli sotto stretta sorveglianza quando arriveranno.. cercherò comunque di esserci per la maggior parte del tempo che mi sarà possibile.. anche perché, siete sotto la mia protezione ora.. e non mi perdonerei mai se vi accadesse qualcosa a causa di una mia mancanza..” dissi piano “…questo dovrebbe essere tutto… vi ho fatto venire voglia di andarvene di nuovo?” sorridendo.
Guisgard
21-01-2014, 19.54.40
“Tutt'altro.” Disse con un sorriso Karel a Clio. “Anzi, ascoltandovi ora mi chiedo come abbia fatto a restare lontano da qui così a lungo.” Guardò per un momento la sua tela, per poi tornare a fissare la ragazza. “Sareste un'ottima moglie, Clio.” Mormorò come se quella fosse la cosa più naturale del mondo. “Avete in un attimo pianificato la mia vita.” Rise appena. “Voglio dire... è una capacità non da poco... solo le mogli pare sappiano farlo...” tornò a sorridere “... scherzi a parte, ho annotato tutte le vostre indicazioni... la villa, la mia scorta personale, i servitori fedeli, la segretezza dei miei spostamenti... ho una buona memoria, non temete... a differenza vostra, però... infatti temo abbiate scordato la nostra ultima conversazione prima della mia partenza... si era detto, se non erro, che potevamo chiamarci per nome... o forse devo pensare che la mia guardia del corpo è tanto bella, quanto austera?” Le fece l'occhiolino.
Guisgard
21-01-2014, 19.57.19
Un battito d'ali, improvviso, fece distogliere Elisabeth dai suoi pensieri.
“Era una civetta...” disse una voce all'improvviso “... in queste terre è considerata di buon auspicio... è praticamente il simbolo della nobiltà...” era Daizer “... vedete?” Mostrandole una moneta. “Su una faccia c'è la Croce e sull'altra proprio una civetta...” fece cadere la moneta in un sacchetto che poi diede alla donna “... vi dirò io del nostro nuovo patto... questo è il denaro che mi avete dato come anticipo... riprendetevelo... a me invece torneranno i cavalli... e vi condurrò nel bosco senza richiedere alcun compenso... affare fatto?” E allungò la mano verso di lei, per sancire quel nuovo accordo. “Partiremo domattina presto. Con la luce del giorno il bosco fa meno impressione, credetemi.” E le fece l'occhiolino. “Quanto al vostro formidabile tiro, beh, lo ammetto...” aggiunse “... non avevo molta fiducia... che dire? Davvero un bel colpo di fortuna!” Rise di gusto.
Guisgard
21-01-2014, 20.00.42
Salutato così Gufo Scarlatto ed i suoi mercenari, Parsifal, in compagnia del fido Alanius, galoppò via.
Poco dopo, penetrando nel cuore della foresta, udì delle voci.
Erano alcuni uomini armati che parlottavano attorno al fuoco.
“Occorre un modo” disse agli altri colui che sembrava esserne il capo “per fare uscire quei dannati da quella cupola di ghiaccio...”
“Deve trattarsi di certo di un sortilegio...” mormorò uno dei suoi “... è sorta dal nulla... forse quella ragazza che tanto desideri è capace di simili magie...”
“Magari” intervenne un altro di quelli “è una fattucchiera... ho sentito che possono compiere anche malocchi...”
“Sciocchezze!” Li zittì il capo. “Che razza di briganti siete! E' solo una ragazza! Una bella ragazza! Ed io la prenderò per me stanotte! E se anche fosse una strega, allora si accorgerà presto che giacendo con un uomo come me è possibile trovare molto più giovamento che concedersi ad un satanasso!” E rise con lussuria.
“Questi briganti” mormorò Alanius a Parsifal, mentre i due ascoltavano ben nascosti i discorsi di quei furfanti “devono aver catturato qualcuno. Parlano di una cupola di ghiaccio... che sia il luogo in cui si sono nascosti quegli sventurati?”
Guisgard
21-01-2014, 20.05.31
Il grosso albero cominciò a bruciare lentamente, fino a quando, dopo un po', le fiamme lo avvolsero ben bene.
“Occorrerà un po'” disse Tyssen “che bruci del tutto... ma almeno saremo al caldo...” guardò in alto “... e la luce del fuoco ci permetterà di non dover temere nulla dal buio, visto che ormai è sera...”
Si avvicinò a loro il giovane apprendista.
“Io sarò un cavaliere” ridendo “e come tale devo difendere i veri valori. Ed aiutare chi necessita è un dovere per qualsiasi paladino cavalleresco. Questi sono i veri valori, non quelli che professano i preti.”
“Il tuo aiuto non ci occorre.” Fece Gyen.
“Questi passaggi” replicò l'apprendista “sono come trappole per chi non li conosce. Altri ostacoli troverete proseguendo lungo questo sentiero.”
“E' l'unica strada che io conosco.” Disse il novizio Pich.
“Non rivolgerti a me, prete...” fissandolo l'apprendista “... io non parlo con voi chierici... dunque da me non avrai risposta.”
“Neanche noi” sbottò il nano “vogliamo però rivolgerci a te... per cui riprendi la tua strada e grazie comunque per l'aiuto propostoci.”
Ma proprio in quel momento Altea vide qualcuno.
Era una donna che fissava tutti loro con un enigmatico sorriso.
“Madre!” Esclamò nel vederla l'apprendista.
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/hu/thumb/0/08/Helen_Mirren_as_Morgana_in_Excalibur_1981_002.jpg/640px-Helen_Mirren_as_Morgana_in_Excalibur_1981_002.jpg
Un'ottima moglie? Io? Sgranai gli occhi e sorrisi, sperando di non essere arrossita.
Fui lieta che non si fosse opposto alle misure di sicurezza, non erano mai state la norma ad Afravalone.
Quando mi invitò a chiamarlo per nome abbassai lo sguardo per un momento.
"Fortuna che è una donna a capo della Guardia Reale e della vostra scorta, allora..." Sorrisi "Non ho mai pensato di essere una brava moglie in realtà, o una moglie in generale.." Risi.
Fino a questo momento...
"Dunque, Karel... " con tutta la sicurezza di cui disponevo "Avete in mente una villa che possa fare al caso nostro o devo dare ordine di cercarla?".
Guisgard
21-01-2014, 20.19.33
“Eh, di ville o posti simili” disse Karel a Clio “ve ne sono un bel po'... in questo momento me ne vengono diversi in mente... vi propongo un patto... io accetto tutte le vostre disposizioni, villa compresa, voi però verrete con me a scegliere la villa più adatta...” sorrise “... guardate, sono già entrato perfettamente nella parte... ci andremo in incognito... così nessuno ci riconoscerà e potremo dunque scegliere con calma il luogo più adatto... certo, però, questo comporterà un grosso svantaggio... non potremo godere di un trattamento di favore in caso di acquisto o affitto della suddetta villa!” Le fece l'occhiolino. “Scherzi a parte... cosa mi rispondete, Clio?” Fissandola negli occhi.
Eilonwy
21-01-2014, 20.23.59
Da sotto il vestito vidi spuntare una squamosa ed iridescente coda di pesce.
Dato che stavo per cadere a terra, mi aggrappai al carro.
Mi sedetti su una ruota del carro, mi sfilai l' abito bianco e verde marino e lo rimisi dentro la Magica Borsa Rimpicciolente.
Mi accasciai a terra perchè mi sentivo stanca, assetata e debole.
Guardai prima la mia luccicante coda e poi Sir Riccardo.
I miei occhi neri si rispecchiavano in quelli limpidi di lui.
"Adesso mi credete, Milord?....Non abbiate timore....non sono una creatura ingannevole e malvagia! Sono sempre io!" affermai supplicante per paura che avesse paura di me con quell' aspetto.
Respiravo a fatica e le mie sanguigne labbra erano secche e disidratate.
Come chi ha l' asma o sta morendo di sete in un deserto, pronunciai le parole facendo varie pause: "Coco?!?....Aladiah?!?......Vi supplico......per favore....datemi dell' acqua.....del vino....qualunque cosa!...".
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Altea
21-01-2014, 23.53.38
Mi voltai verso l' apprendista...questa era bella...madre? "Oh milady, siete venuta a prendervi vostro figlio? Una madre dovrebbe dare i veri insegnamenti e comportamenti al proprio figlio".
Mi allontanai da tutti a quella vista e mi appoggiai a un albero..mille pensieri dopo quella visione mi passarono in testa.
"Figliola, cosa fate qui, dovreste essere al capezzale di vostra madre..
ogni momento..potrebbe venire a mancare."
"Sto pregando la Santa Vergine padre Francis, ho fatto un giuramento e la Santa Vergine in cambio farà ritornare mia madre in vita, lo so".
"No.." disse con voce grossa padre Francis..cosa avete giurato...non ditemi, quello che fanno le ragazze come voi, riconosco quel rosario che tenete in mano..di non amare nessuno, di non innamorvi e servire solo Lei anche se non in convento..lo avete già fatto? Una ragazza bella, di ottima famiglia e avvincente come voi..Altea."
Annuii solo col capo, egli si sedette vicino a me..."Sai, vero, che se tua madre guarisse.." "Si, lo so padre" risoluta io "ma farei qualsiasi cosa per mia madre, mio padre ne è innamorato follemente, i miei fratelli minori non potrebbero crescere senza di lei, non per mancanza di soldi ovvio ma di affetto e della sua educazione".
Dopo alcuni gioni arrivò il dottor Saverius a casa e constatò uno strano miglioramento in mia madre finchè guarì...casualità o veramente quel pegno fatto fu la causa della sua guarigione? Tutti in famiglia si rallegravano.
Andai nella cappella di famiglia e alla soglia trovai padre Francis..."Siete contenta ora?" scuotendo il capo e prima di rientrare nella piccola chiesa pronunciò alcune frasi sibilline..."Vi è qualcosa..sospeso tra il Cielo e la Terra...un Tesoro.." ma si bloccò e infine disse prima di andarsene..."La Vergine ha riconosciuto il vostro Amore per vostra madre...non dovete temere a innamorarvi".
Eppure io fui ligia e mantenni la promessa e ancora oggi mi sono promessa di non voler conoscere l'Amore e innamorarmi e infrangere quel giuramento.
Poi la mente vagò a Lui...l'unico che fu capace di farmi innamorare.
Egli allungò la mano sul mio viso diafano per baciarmi, era bello e solitario...mi scansai prima potesse farlo..egli mi guardò stupito e credette di non essere corrisposto, se ne andò e non lo rividi mai più,ero in viaggio proprio con Tyssen.
Scossi il capo, mi accorsi stavo piangendo e in mano avevo quel rosario che mi portavo sempre nella tasca, asciugai le lacrime...forse non amavo perchè non lo avevo mai dimenticato...ricordai le parole dei Tre Uomini di Fede..se lo avessi rivisto..forse gli avrei raccontato di quel pegno e che lo amavo come non mai, se fossi stata sicura di rivederlo avrei chiesto a padre Nicola consiglio...ma non valeva la pena senza di lui, il mio cuore era solo per lui...preferivo una vita senza Amore piuttosto.
Mi asciugai le lacrime e mi voltai verso il gruppo, udii la donna...stava iniziando a parlare.
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Guisgard
22-01-2014, 01.16.40
La misteriosa donna non sembrò badare troppo alle parole di Altea.
Continuava ad avere quel vago ed enigmatico sorriso e con naturalezza cominciò ad avvicinarsi al tronco che bruciava nella notte.
“Mio figlio” disse “è cresciuto con sani valori e forti ideali. Io stessa, sin dalla sua infanzia, ho voluto impartirgliene. E quando la sua età ha richiesto una guida più preparata, allora ho fatto sì che lasciasse la nostra casa per seguire un degno maestro di vita.” Fissò suo figlio e sorrise dolcemente.
Questi allora scese da cavallo e avvicinandosi a sua madre le baciò poi la mano.
“Togliti l'elmo, figlio mio adorato...” fece lei, slegandogli delicatamente il cimiero “... così che tutti possano vedere quanto sei bello...”
E tolto l'elmo, il giovane apprendista mostrò il suo volto.
I tratti e le fattezze erano le sue, come potevano riconoscere i tre viaggiatori dopo averlo visto alla locanda e presso il suo maestro.
Tuttavia ora, in maniera quasi incredibile, il giovane appariva cresciuto.
Se prima la sua età non superava che di poco l'adolescenza, ora invece si mostrava ai loro occhi un giovane più maturo.
“Che incanto è mai questo?” Stupito Gyen.
“In questi boschi” mormorò la donna “tutto può apparire mutevole ed ingannevole. Le illusioni sono ad ogni passo ed errare senza meta è un pericolo costante. Voi che giungete dalle città, che sono sotto il superstizioso dominio della Chiesa, siete facili da raggirare. Ovunque siate diretti, la vostra destinazione vi sembrerà irraggiungibile.”
“E se vi lascerete guidare da quel chierico” fece l'apprendista indicando il novizio Pich “finirete col perdervi nei meandri di questi luoghi a voi ignoti.”
A quelle parole, Tyssen e Gyen si voltarono verso Altea.
A lei spettava ora cosa decidere.
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Guisgard
22-01-2014, 01.22.11
Eilonwy, così, davanti ad Aladiah, Coco e ad un incredulo ed un po' impressionato Riccardo, si trasformò ancora una volta in una sirena.
“Oh, Cielo...” disse allarmata Coco “... dobbiamo fare qualcosa, o finirà col morire... Aladiah, cosa possiamo fare? Le occorre dell'acqua o il suo corpo marcirà in breve sotto ai nostri occhi...”
“Non possiamo fare molto noi...” fece il Cherubino, anch'egli preoccupatissimo per le sorti della ragazza “... l'unica possibilità è uscire da questa cupola e immergerla nel rio che attraversa il bosco qui vicino... ma solo lei può sciogliere l'incanto e far svanire questa cupola di ghiaccio...”
“Sentito, Eilonwy?” Rivolgendosi Coco alla ragazza. “Presto, dissolvi questa cupola, così che possiamo bagnarti in quel rio... fallo o morirai in breve tempo...”
Altea
22-01-2014, 01.30.40
Che mai era quella..stregoneria, magia?
"Chi vi da questo potere" estraendo la spada"..un qualche demone?Pensate io seguirò Voi e perchè non dovrei avere fiducia in questo novizio...io seguirò il frate e sapete perchè? Perchè è guidato da Dio e da un uomo potente chiamato Abate Nicola...voi nemmeno sapete dove egli si trova..e non avvicinatevi cavaliere o vi conficco questa spada dritta nel cuore e ora andatevene e non fatevi più vedere".
Tyssen e Gyen mi osservavano speranzosi, quasi, accettassi la proposta dell' apprendista e di sua madre, dagli strani poteri.."Volete seguirli voi, ebbene andate con loro allora, io continuerò il mio viaggio con frate Pich".
Deglutii tenendo ferma la spada...gli animi si stavano incendiando più di quel tronco che quasi si stava consumando e mostrava un sentiero.
Guisgard
22-01-2014, 01.45.57
La donna sorrise ad Altea.
Era un sorriso però sempre più enigmatico.
“Non c'è bisogno di agitare la spada, signora...” disse candidamente lei “... nessuno vi obbliga... seguite pure la strada che più ritenete sicura... vieni, figlio...” tornando a rivolgersi a suo figlio “... torniamo a casa... ti preparerò un bel bagno caldo e profumato...” e lasciarono quel luogo.
“Milady...” disse Tyssen ad Altea “... io ho promesso di affiancarvi in quest'avventura e terrò fede a quanto detto.”
Gyen annuì.
Intanto il tronco si stava ormai consumando sempre più.
Alla fine, oltre le fiamme che avvolgevano quel duro legno, apparve il resto del sentiero.
Dopo un po', i quattro ripresero il loro cammino.
Era ormai giorno e verso Mezzogiorno raggiunsero i piedi di una montagna.
“Lassù...” indicò il novizio Pich “... vedete? Là, dove sorge quella grotta... lì dimora l'Abate Nicola...” e fece cenno ai tre di seguirlo verso quella grotta.
Guisgard
22-01-2014, 01.50.26
Il carro proseguì lungo quella strada dissestata.
“Dimmi, Nestos...” disse Guisgard a quell'uomo che gli era accanto “... come sono finito qui?”
“Ti hanno trovato lungo il tragitto.” Spiegò Nestos. “Si erano fermati per far dissetare i cavalli in un ruscello. E tra le acque ti hanno visto.”
“Di chi parli?” Chiese Guisgard.
“I mercanti di schiavi.” Rispose Nestos. “Questa carovana è loro. Ti hanno trovato in quel ruscello e non ci hanno pensato due volte a metterti insieme a noi altri.”
“Ora rammento...” mormorò Guisgard “... mentre cercavo di spegnere il fuoco sui miei vestiti devo essere caduto nel fossato di quel maledetto castello... e da lì poi sono finito in quel ruscello...” guardò Nestos “... ora cosa accadrà?”
“Saremo venduti come schiavi.” Disse Nestos. “Siamo diretti al più grande mercato di schiavi della regione...”
Il cavaliere allora cercò di alzarsi ed affacciarsi dalla grata che chiudeva la finestra del carro, ma avendo mani e polsi legati non riuscì a muoversi più di tanto.
“Non siamo degli animali...” sbottò, accorgendosi delle catene che lo tenevano bloccato “... non possono venderci come bestie...”
“Lo faranno.” Annuendo Nestos. “Ora cerca di stare tranquillo, o ti frusteranno a sangue.”
La carovana proseguì fino a raggiungere un campo che sorgeva in una vasta radura.
Qui vi erano alcune case di legno con tutt'intorno uomini che conducevano altri uomini, dalla pelle e dai tratti diversissimi fra loro, pronti per essere venduti come animali.
Il carro allora fu aperto e quegli schiavi fatti scendere.
“E' questo il mercato?” A bassa voce Guisgard a Nestos.
“Si...” sussurrò questi.
Furono poi condotti insieme a tutti i prigionieri della carovana in una di quelle case, che fungeva da magazzino per la merce in vendita.
Vennero allora messi in piedi contro una parete di legno, dove uno dei mercanti li contò più volte per essere sicuro del loro numero.
Dopo circa un'ora in cui avevano aspettato stando in piedi, furono portati in un vasto cortile racchiuso da alcune di quelle case.
“Comincia l'asta, signori!” Esclamò un banditore con abiti borghesi. “Il primo di oggi è un elemento molto particolare. Signori, non un comune bracciante o un mendicante... il suo nome è Nestos ed è un medico. Tale professione infatti esercitava prima di essere rapito da alcuni nomadi, per poi essere rivenduto ai mercanti che oggi lo pongono in vendita per voi. Si parte da un prezzo base di cento Taddei.”
“Cento Taddei per quello?” Protestò uno dei presenti. “Ma non potrebbe sopravvivere un mese nella mia tenuta, sotto il Sole d'Estate e al freddo d'Inverno!”
“Signore, egli non è un contadino, ma un medico.” Spiegò il banditore.
“Beh, qui nessuno è interessato ad un medico.” Replicò l'uomo. “Se ne voglio uno lo cerco tra quelli rispettabili! Non farei mai curare la mia gotta ad uno schiavo!”
Altri tra i presenti annuirono.
“Allora passiamo ad un altro...” propose il banditore “... questi” indicando Guisgard mentre veniva spinto in avanti dai mercanti “è un cavaliere, signori. La cicatrice sulla gamba lo testimonia...” spronando i mercanti a mostrare la ferita al pubblico “... dunque potrete utilizzarlo tranquillamente per qualsiasi lavoro manuale, visto la sua resistenza e forza... prezzo di partenza trecento Taddei.”
“Trecento?” Ripetè uno dei presenti. “E' un bel prezzo!”
“E' un cavaliere, capitano.” Spiegò il banditore. “Non un uomo comune.”
“Per quel prezzo” fece il capitano “voglio controllare che sia sano e che non abbia invece malattie!”
“Fate pure, capitano.” Annuendo il banditore.
L'uomo allora si avvicinò a Guisgard e cominciò ad osservarlo con attenzione.
“Apri la bocca e mostrami i denti.” Fissandolo.
Ma per tutta risposta Guisgard serrò la bocca.
“Razza di cane...” con astio il capitano “... aprila o te la farò aprire io, facendoti sputare tutti i denti!”
Guisgard strinse ancor più la bocca.
L'uomo allora lo schiaffeggiò forte.
Il cavaliere, tenendo a freno l'ira, lo guardò negli occhi, per poi sorridere in segno di sfida.
“Bastardo...” scuotendo il capo l'uomo.
“Capitano, è solo uno schiavo.” Avvicinandosi all'uomo il banditore. “Frusta, digiuno e vedrete che abbasserà la coda.”
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“Non sono un negriero io!” Urlò il capitano. “Non voglio gente a cui sferzare la schiena, a meno che non siano loro a volerlo! Questo però meriterebbe di morire di stenti o in una gogna!” Con una smorfia di rabbia. “Me ne servivano due. Avrei preso questo ed il medico. Ma ora preferisco che sia qualcun altro a comprarlo. Qualcuno magari in grado di piegarlo nell'orgoglio. E sia... vi darò settantacinque Taddei per il medico. Non un soldo di più.”
“Ma, capitano...” il banditore “... almeno novanta Taddei...”
“Ottanta è il mio massimo.” Sbottò l'uomo. “Non un Taddeo di più.”
“E sia.” Acconsentì il banditore.
E preso Nestos, il capitano lasciò il mercato insieme ai suoi uomini.
In quello stesso momento giunsero altri a cavallo.
Si avvicinarono agli schiavi messi in vendita e cominciarono ad osservarli.
“Fra questi miserabili” disse Gufo Scarlatto al banditore “non vi sono galeotti o fuggiaschi? Insomma, chiunque sappia impugnare un'arma?”
“Abbiamo solo questo con tali credenziali, signore...” il banditore indicando Guisgard “... è un cavaliere.”
“Davvero?” Stupito Gufo. “Interessante...” guardando poi lo schiavo “... come sei finito qui?”
Guisgard lo fissò senza rispondere.
“Sei orgoglioso, vero?” Con un ghigno Gufo. “Ma saprò io come farti piegare, canaglia. Quanto?” Rivolgendosi al banditore.
“Trecento Taddei, signore.”
“Troppo.” Scuotendo il capo Gufo. “Potrebbe essere un disertore, dunque neanche abilissimo con le armi... ne offro duecento.”
“Troppo poco, signore...” rammaricato il banditore “... è giovane, forte, sano... ed il suo portamento è fiero. Sarà di certo di nobili origini.”
“Fiero?” Ripetè Gufo. “Orgoglioso, superbo direi! E pieno d'odio!” Gli occhi neri di Gufo erano in quelli azzurri di Guisgard. “Mi odi, vero? Si, te lo leggo in faccia...” rise, schernendolo “... e mi piacciono quelli pieni d'odio... duecentotrenta. Prendere o lasciare.” Al banditore.
“E sia.” Rispose questi.
E Gufo ordinò ai suoi di prendere Guisgard e legarlo in sella ad uno dei loro cavalli.
Poi, quando tutti i suoi furono in sella, il capo dei Gufi Scarlatti diede ordine di ripartire.
Altea
22-01-2014, 01.53.31
Non risposi a quella donna .... troppo sicura di sè, li seguii con lo sguardo..ma possibile che Tyssen e Gyen non trovassero nulla di strano in questo?
Ripartimmo e dopo un viaggio tra le montagne raggiungemmo finalmente la dimora dell' abate..."Siamo già giunti" chiesi sorpresa mentre scendevo dalla carrozza, il vento freddo lambiva le bianche gote fino ad arrossarle.
Seguimmo il frate..mille pensieri mi passarono tra la testa..e ora? Una volta data la missiva? Il nostro compito era finito...
Eilonwy
22-01-2014, 01.57.32
"Ma come facciamo con quei briganti?.......Scommetto che sono la fuori che aspettano solo un nostro passo falso. Però.....meglio morire per mano loro all' istante che in modo lento e doloroso. Forse è meglio così!.....Forse, così, non sarò piu' una palla al piede. Anzi sapete che vi dico? Scappate......in questo modo non morirete a causa mia!" le ultime parole le dissi con paura e tristezza nel cuore.
Delle lacrime scesero dai miei occhi ed affondai il volto su un cuscino di fiori viola invernali.
Chissà? Forse Slathnir guardava anche compiaciuto questa scena attraverso il suo Specchio dei Sette Peccati.
Chissà come se la rideva?!?
Che Dio abbia pietà di me se morirò! Mi pento di tutti i peccati che ho compiuto, se li ho fatti, e perdono tutte quelle persone che mi hanno fatto soffrire, compresi Slathnir e questi briganti.
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COLONNA SONORA DI SOTTOFONDO:
http://www.youtube.com/watch?v=whSHrQ0J0Lw
"Addiruttura? Io pensavo più ad una vostra proprietà, ma devo ammettere che è un'ottima idea affittarne una, se per voi non è un problema..." Sorrisi "In incognito? Beh, non sarà facile, in molti conoscono il vostro volto.. Quanto a me.." Sospirai "Una donna vestita da uomo non passa certo inosservata... Questo significa che dovrò trovarmi una veste.. Ma per la vostra sicurezza potrei fare un sacrificio.." Sorrisi.
"Bene, non c'è tempo da perdere allora, col vostro permesso, andrò a procurarmi il necessario per le noste visite in incognito... Sono certa che un sarto fidato basterà, perché anche i vostri abiti non passerebbero inosservati..".
Parsifal25
22-01-2014, 16.32.45
" E' mai possibile che ovunque vada....debba sempre salvar qualcuno. Ho desiderato divenir un cavaliere onorevole, regale e misterioso come il demone che ho deciso di accomunare a me......chissà, se Eilonwy e Richard se la passano meglio....."
"Alonius.....è mai possibile che appena incappo in un nuovo cammino, vi è sempre qualcuno da salvare......" risi sberleffo. Pronunciai' le parole arcane e deci si di intervenire.
Avvicinandomi nella notte delle ombre, senti' che il capo dei briganti avevano catturato una innocente fanciulla. La etichettarono come fattucchiera molti di loro, ma se cosi' fosse.....avrebbe già utilizzato i suoi poteri.
"Alonius.....potresti sorvolare il luogo e veder se vi è una rifugio che similmente potrebbe sembrare, una cupola di ghiaccio? Nel frattempo che mi porterai' nuove.....osserverò e preparerò qualche bell'incontro con il mondo oscuro....."
elisabeth
22-01-2014, 20.32.28
Mi voltai di scatto e vidi Daizer........non mi alzai dal muretto...rimasi ad ascoltarlo......guardai la moneta e il sacchetto che gli avevo dato.....sinceramente lui non sapeva che i cavalli sarebbero stati il pagamento del rientro.....ma a questo punto lo avrei ripagato in monete.......quei soldi stavano facendo il giro di rientro.....presi il denaro......e gli strinsi la mano....." Volete i vostri cavalli.....perche' non giocarceli a dadi.......a quanto pare..amate il gioco...e io sono un onesta giocatrice......"...risi trattenendo la mia mano nella sua......" Non vi piace l'idea..infondo tutti dormono.....e domani mattina partiremo con la meravigliosa luce dell'alba....una partita.......e vediamo a chi andranno questi cavalli......"......misi la mano nel sacchetto del denaro, e tirai fuori due stupendi dadi....." Guardate un po' cosa ho trovato.....due splendidi dadi......andiamo...magari e' stata solo fortuna......".........
Guisgard
23-01-2014, 02.17.47
Così, il novizio Pich condusse Altea ed i suoi compagni di viaggio alla grotta dove doveva trovarsi l'Abate Nicola.
Il religioso vi entrò e fece segno ai tre di seguirlo.
Quel luogo appariva avvolto da una suggestiva penombra, resa incerta solo da un vago chiarore proveniente dal punto più profondo della spelonca.
Pochi passi e si trovarono nel cuore di quella dimora fatta di rocce e solitudine.
Un piccolo antro, frutto della sedimentazione di un qualche antico fiume, sorgeva racchiuso da stalattiti simili a grate pietrificate, come a voler proteggere quell'accesso da ignoti visitatori.
In esso vi erano rudimentali mobili ricavati da tronchi cavi, o lavorati con paglia e rami secchi.
Una candela ardeva su una primitiva tavola, insieme ad alcuni grossi volumi e fogli scritti qua e là.
“Qui” disse il novizio “vive l'Abate Nicola.”
Un attimo dopo, Gyen emise un mormorio.
Una figura infatti era apparsa alla sue spalle, con indosso un lungo saio ed un cappuccio sul capo.
Guisgard
23-01-2014, 02.38.40
Daizer fissò incuriosito Elisabeth.
“Già...” disse “... solo fortuna... e magari è solo un caso che in questo sacchetto abbiate trovato due dadi... cosa siete? Una specie di illusionista? Di quelli che nascondono una cosa in una mano, per poi farla apparire magicamente dietro l'orecchio di qualcuno?” Incrociò le braccia, senza distogliere i suoi occhi da quelli di lei. “Qualcosa mi dice che mi pentirò di questo... ma, diamine, non ho mai rifiutato una sfida!” Esclamò. “E sia!” Prendendo i dadi dalla mano di lei. “Vediamo chi vince!” Agitò i dadi, per poi lanciarli. “Cinque e cinque... dieci è un buon colpo... vediamo se sapete fare meglio...” porgendo i dadi alla maga.
Guisgard
23-01-2014, 02.45.47
Eilonwy sentì le forze abbandonarla pian piano.
E questo causò lo scioglimento, quasi istantaneo, della cupola di ghiaccio.
Infatti i suoi poteri stavano risentendo del suo disperato stato.
“Aladiah...” disse Coco al Cherubino “... guarda, è svenuta!”
“Sta male...” fece Aladiah “... e starà sempre peggio se non la immergiamo in acqua!”
Riccardo invece appariva sempre più turbato e meravigliato da quei fatti straordinari.
Ma quelle voci attirarono i briganti.
“Guardate!” Gridò uno di quelli. “Sono usciti da quel loro rifugio!”
“Prendeteli!” Ordinò il loro capo.
E in un attimo i quattro furono circondati.
In quello stesso momento, però, volando lì vicino, Alanius aveva visto tutto.
E volò subito ad avvertire Parsifal.
“Presto...” posandosi su un ramo davanti al cavaliere “... i briganti stanno minacciando quattro viaggiatori... dobbiamo aiutarli!”
Eilonwy
23-01-2014, 13.05.04
La vista mi si appannò e tutto divenne buio.
"Sir Riccardo......vi prego....aiutatemi...." furono le ultime parole che dissi prima di perdere conoscenza.
Probabilmente quei briganti mi avrebbero violentata ed uccisa, o viceversa, oppure mi avrebbero venduta a qualche circo....oppure con disgusto, vedendomi già mezza morta, mi avrebbero lasciata lì a marcire.
Chissà, se morendo avrei riveduto i miei genitori in Paradiso? Ma.....era improbabile ed impossibile che io andassi nel Regno di Dio, dato che avevo abbandonato il mio popolo al dominio del Demonio.
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Altea
23-01-2014, 15.12.35
Entrammo nella grotta...l'aria era solenne, proprio come se quel posto fosse una chiesa...d'altronde non era il luogo che rappresentava la presenza di Dio..anche un freddo e angusto antro era la sua dimora se vi risiedeva un uomo come quell' abate, suo rappresentante.
In lontananza vi era una flebile luce ad indicare il punto da raggiungere, eravamo tutti in silenzio...tensione? riverenza...o timore?
Arrivammo vicino a un misero tavolo, mi guardavo attorno, solo un uomo forte di spirito e tenace poteva vivere in quel posto angusto e freddo.
Sopra il tavolo osservai dei tomi, appunti e oggetti vari.
Ad un tratto udii un leggero mormorio..era Gyen e avvertii dietro me nella penombra una figura.
Afferrai la candela sul tavolo per osservare meglio, mi voltai e vidi una figura vestita col saio e incappucciata..non riuscivo a distinguere il volto ma sapevo egli ci stava scrutando e forse fino dentro l'Animo.
"I miei omaggi...voi siete..l' Abate Nicola" chiesi con voce tremante ma non spaventata.
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Tara La Banshee
23-01-2014, 16.02.29
Smarrita in quella taverna piena di novità e ancora intontita dal viaggio presso le Sarchie, mi guardavo intorno senza trovare riscontri.
Non riuscivo a rammentare tutto ciò che le tre donne mi avevano detto nella loro grotta e non sapevo dunque quale sarebbe stata la mia prossima mossa.
Facendo attenzione a non svelare le mie ali, mi sedetti e ordinai da bere, sperando di riuscire a schiarirmi le idee con un po' di riposo.
Proprio mentre stavo seduta con la testa tra le mani udii una voce debole farsi strada nella locanda.
Alzai lo sguardo, la voce apparteneva ad un ragazzino malvestito...parlava di un Fiore..
Balzai in piedi facendo rovesciare il mio boccale, pagai in fretta e mi feci largo fra la folla fino a quando non riuscii a fermare per un braccio il bambino.
"Tu" lo apostrofai," che cos'è questa storia che vai dicendo? Di che Fiore si tratta? Voglio vederlo!"
E per convincerlo, feci rovesciare qualche moneta tra le sue mani.
elisabeth
23-01-2014, 19.16.03
Sorrisi divertita....." Sapevo che non vi sareste lasciato scappare un' occasione simile......e comunque siete voi che non avete guardato bene nel sacchetto, i dadi erano proprio lì, molto spesso..siamo distratti o vediamo solo che più ci interessa...tralasciando tutto il resto......Bravo....siete stato un portento..però ora tocca a me....".....presi i due dadi da terra....li agitai ..tra le mani e li lanciai.......non mi piegai a guardare ..aspettai che lo facesse lui....due cavalli bianchi su una faccia e due sull'altra...." Vedete ....questo si chiama destino.....".......quando...mi torno a guardare negli occhi.....misi le mani dietro le sue orecchie......e tirai fuori due monete...." Questa si chiama illusione......Daizer......il Bosco e'un luogo speciale, ci sono una moltitudine infinita di creature e devono essere rispettate......c'e' qualcuno o qualcosa però...che non sta rispettando questi patti e i giovani del Borgo..sono posseduti ......da qualcosa, o da qualcuno....che osa farsi chiamare Frate Elia.......ecco perchè verrai con noi nel bosco ed ecco perchè ne uscire fuori insieme...i dadi lo dicono...e' il tuo destino...".....raccolsi i dadi...e glieli porsi...." E' una notte magnifica questa.......sara' di buon auspicio..."....gli feci l'occhiolino..ormai sembrava un gesto convenzionale.....
Guisgard
23-01-2014, 19.47.21
Clio, così, seguendo l'idea del principe Karen, si recò da messer Pelon, il sarto personale di suo padre. Pelon serviva la famiglia del capitano, come era comunemente ancora chiamato il padre della ragazza, da quasi due generazioni.
Oltre ad essere abilissimo, l'uomo godeva della totale fiducia non solo del capitano, ma anche di tutti i membri della sua famiglia.
Pelon procurò abiti adatti all'incarico di Clio.
“In verità” disse alla ragazza “sono piacevolmente sorpreso da questa vostra richiesta, capitano. Voglio dire... solitamente fornisco alla vostra persona abiti militari ufficiali per tutte le occasioni. Oggi però mi avete chiesto un vestito femminile. Posso dunque rivelarvi che ciò mi rallegra non poco. Ah, non abbiatene a male. Sono un vecchio curioso, lo ammetto. Ma cucio abiti da una vita e talvolta ho vestito dame bellissime. Un po' mi seccava non potervi mai vedere con un abito adatto alla vostra femminilità. Questo è semplice, ma delicato, elegante e sobrio. Lo indosserete con naturalezza e senza alcun imbarazzo, credetemi. I colori sono pastello per mettere in evidenza il chiarore dei vostri capelli e lo splendore dei vostri occhi. Il perlato della vostra carnagione, poi, si legherà meravigliosamente, come un velo trasparente sul tessuto raso, con il ciniglia di questo abito.” Le sorrise, consegnandole quell'abito.
Ora era pronta per giungere all'appuntamento stabilito con Karel, presso una cappellina all'angolo del Convento del Sacro Cuore.
Un luogo dove raramente i militari passavano durante il giorno.
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Guisgard
23-01-2014, 20.00.27
“Grazie...” disse quasi incredulo quel ragazzino a Tara, vedendo quelle monete tintinnare nelle sue mani “... grazie, signora!” La fissò e sorrise. “Si, mio nonno sta coltivando un fiore... si tratta di un fiore speciale, unico... afferma di averlo veduto tanto tempo fa... da allora ne conserva nel cuore l'immagine... da tempo cerca di ricavarlo dal nostro giardino... e dopo tanti tentativi, finalmente quel fiore potrebbe sbocciare davvero... ci renderà ricchi e diremo addio a questa vita di sacrifici...” prese poi uno dei fiori che aveva con sé e lo posò delicatamente nella mano di Tara “... è una campanula, signora... mio nonno mi ha insegnato il linguaggio dei fiori... e questa simboleggia la gratitudine... voglio offrirvela poiché siete stata buona con me... e poi la sua bellezza mi ricorda il vostro volto ed i suoi colori...”
Guisgard
23-01-2014, 20.05.50
Daizer restò sorpreso da tutto ciò.
“Un momento...” disse ad Elisabeth “... voi conoscete diversi trucchi e dico dunque che non vale la nostra partita...” ma poi, quel gioco di prestigio con le monete, le parole di lei ed i suoi occhi, lasciarono una strana malia in quelli di Daizer.
E così il contrabbandiere calò ogni proposito di protesta.
“Si, una notte magnifica...” mormorò sorridendo “... forse anche troppo... e non credo troveremo nulla di paragonabile in quel bosco... si raccontano strane cose su quel luogo... io non ci vivrei mai... non so perchè voi e quei due monaci intendiate andarci, ma fossi in voi non lo farei... già...” fissando il cielo che però in breve andò coprendosi di nubi “... non sono in voi io... e di certo non lascerei mai andare una donna come voi in un luogo simile... ma suppongo che ciò non abbia alcun valore, visto non sono neanche il vostro uomo... e sia...” aggiunse “... raggiungiamo i vostri amici monaci e prepariamoci a partire... ho promesso di condurvi là e manterrò la mia parola...” le fece ancora l'occhiolino “... del resto, se vi fidate di me, di certo non vi farà paura neanche il lupo cattivo che si nasconde del bosco...” e rise di gusto.
Poco dopo raggiunsero il casolare dove i due monaci erano ad attenderli.
Guisgard
23-01-2014, 20.24.29
I briganti, accorgendosi che la cupola di ghiaccio non c'era più, subito corsero verso Eilonwy e gli altri suoi compagni, circondandoli e puntandogli contro le armi.
“Non muovetevi...” disse il capo di quei fuorilegge “... il primo che si muove finirà all'Inferno con una bella freccia in mezzo agli occhi...”
Riccardo, però, non volendosi arrendere, estrasse la sua spada e si lanciò contro quegli uomini.
Lottò con coraggio ma, essendo ancora debole e dolorante, in breve fu disarmato e ferito nuovamente.
Quei malvagi predoni, allora, lo bloccarono puntandogli una lama alla gola.
Nel frattempo, essendo spuntata l'alba, il chiarore del giorno si diffuse nella foresta, dissolvendo le sue ombre e gli spettri che vi abitavano.
E come la notte svanì all'arrivo del Sole, così anche l'oscuro incanto che affliggeva Eilonwy cedette il passo alla sua nemesi.
In un attimo, infatti, la principessa da sirena ritornò ragazza.
E vide Riccardo in balia di quei briganti.
“Il primo che farà una mossa falsa” intimò il capo di quelli alla ragazza ed ai suoi due compagni, Aladiah e Coco “vedrà la lama di quel coltello affondare nel collo di questo cavaliere come se fosse di burro caldo!”
Guisgard
23-01-2014, 20.30.43
Quella figura si limitò a fissare Altea per un breve istante, per poi, quasi indifferente, raggiungere la rozza tavola e mettere da parte i fogli che su di essa stavano sparsi, come se non volesse svelare ciò che vi era scritto.
“Immagino” disse poi rivolgendosi al novizio Pich “che neanche in un luogo tanto desolato ed inospitale un povero uomo possa rifugiarsi dalle seccature del mondo.”
“Pace e bene, Abate.” Salutandolo con un sorriso il novizio. “Ho piacere nel rivedervi.”
“Allora?” Con tono burbero l'abate. “Cosa ti ha spinto a rivelare il mio eremo? Forse una Visione Celeste? Magari la Santa Vergine vista in sogno che ti spronava a giungere qui per confessarmi, credendomi in fin di vita?”
“Non la Santa Vergine, Abate...” rispose Pich “... ma una donna. La Granduchessa lady Consel, cugina dell'Arciduca.”
“Già, non proprio Maria Vergine...” mormorò il chierico, ammansendo il suo tono “... e cosa c'entri tu con la Granduchessa? Sei divenuto Cappellano di Corte? O forse confessore dei duchi?”
“Nulla di tutto questo, Abate...” scuotendo il capo Pich “... la mia dimora è e resterà il monastero di San Michele Arcangelo... almeno fino a quando così vorrà la Volontà dell'Altissimo.”
“Dunque?” Chiese l'abate.
“Lady Consel vi manda un suo messaggio, Abate” spiegò Pich “e lo fa nelle persone di questi nobili e pietosi messaggeri...” indicando Altea, Tyssen e Gyen “... e saranno loro stessi a narrarvi il tutto...” e fece cenno ad Altea di raccontare al religioso la loro missione.
L'Abate, così, si sedette sulla sua rudimentale sedia, scoprendosi finalmente da quel cappuccio e mostrando il suo volto.
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L’abito era indubbiamente delizioso, scomodo, ma delizioso. Sicuramente nessuno mi avrebbe riconosciuto.
Avevo avvisato i miei uomini che sarei stata reperibile dopo pranzo, intanto, le guardie selezionavano attentamente i servitori, con discrezione.
In caserma le cose erano calme, non era ancora venerdì e non dovevo vedere Maria, mentre avevo avvisato Astin di comunicarmi se Nikis si fosse fatto vivo, e ovviamente di tenermi aggiornata sugli spostamenti dei mercenari. Non dovevano essere lontani ormai.
Nonostante le insistenze del sarto, tenni sotto l’abito dei pantaloni attillati, e, non potendo portare la spada, infilai un paio di pugnali nei miei stivali, il bello della gonna era che li copriva perfettamente.
Presi poi la mia spada, e coprii l’elsa con morbide cinghie di cuoio, in modo da coprire i piccoli zaffiri.
La portai con me, senza però metterla al fianco, ovviamente.
Raggiunsi così il posto stabilito, in perfetto orario.
elisabeth
23-01-2014, 20.35.27
Avevo ragione....il Bosco non era un posto sicuro in quel momento, ma dovevamo affrontarlo...." Daizer, vi sembrerà strano, ciò che vi dico, ma nessuno di noi sa bene cosa accadrà all'interno del bosco ......nessuno di noi sa cosa sta andando a fare all'interno del Bosco, questa storia ha avuto un inizio e man mano sta assumendo altri aspetti....abbiamo incontrato voi alla ricerca di aiuto, pagato si intende........ognuno di noi e' legato all'altro.....che lo vogliate o no......comunque sia....la partita e' valida.....non fate il furbo....sarei capace di cose che neanche immaginate....."....passai davanti a lui per tornare dai monaci....." Dimenticavo......dicevate che non siete il mio uomo ?.....non mi sembra che vi siate mai messo in ginocchio...e abbiate chiesto la mia mano.....".........i Frati erano in attesa ed impazienti...avevano preparato....tutto quello che potevano....." Fratelli e' giunto il momento di andare a scoprire cosa ci nasconde il bosco......a voi Daizer....preparate i cavalli....a voi a condurci sulla retta via...".....presi lo scialle che avevo lasciato accanto al fuoco e me lo misi sulle spalle...stava facendo freddo
Altea
23-01-2014, 20.45.12
Sorrisi appena, l' Abate Nicola non era affatto un uomo burbero e rude, anzi aveva un grande senso ironico e rimasi stupefatta a come il novizio sapeva pure tenergli testa.
Poi il giovane frate mi invitò a raccontare tutto all' abate, egli si sedette e mi fissò e allora iniziai a narrare..."Fu per caso, incontrai Gyen" e feci cenno al nano di farsi avanti "egli proviene da Capomazda e ha avuto un compito importantissimo da lady Consel...trovarvi e recapitarvi una missiva per la salvezza della sua famiglia e del Regno".
Estrassi lo scrigno dalla sacca e lo posai sopra il rudimentale tavolo.."Gyen, gentilmente, azionate lo scrigno affinchè l'abate Nicola possa sentire la missiva".
Tara La Banshee
23-01-2014, 22.11.52
Presi il fiore e me lo appuntai tra i capelli con un sorriso verso il ragazzino.
Lo feci sedere alla mia tavola e gli offrii del cibo.
Così, invogliato a parlare, mi narrò della vita che faceva con il nonno e del grande desiderio, divenuto quasi ossessione, di riprodurre il fiore che aveva ammirato in gioventù.
Finalmente, con modi gentili, riuscii a convincerlo a condurmi nel giardino in cui l'amato nonno conduceva i suoi esperimenti botanici.
Uscimmo così dall'affollata locanda, e ne fui molto felice, gli odori all'interno di quella bettola iniziavano ad infastidirmi.
Il ragazzino mi prese per mano, affinché non ci perdessimo in mezzo alla gente che girovagava nella piazza del mercato e con fatica riuscimmo a farci largo fino a che non svoltammo in un vicolo più tranquillo.
Lì potemmo camminare con calma e chiacchierare.
"A proposito" gli dissi "non mi hai detto il tuo nome ragazzo..io sono Tara.."
Eilonwy
23-01-2014, 23.18.04
Fui baciata dai tiepidi e dorati raggi del Sole.
Mi svegliai piena di forze, ma aprendo i miei occhi d' ebano vidi che eravamo stati circondati da quei farabutti.
Sir Riccardo, per di piu', era stato ferito di nuovo, probabilmente, per proteggermi da quei ladroni. Tuttavia, la cosa che mi terrorizzò di piu', fu di vedere sotto il collo del bel tenebroso cavaliere la lama affilata di un pugnale.
Non avrei, per nulla al mondo, lasciato che lo sgozzassero!
"Nooo!!! Ve ne prego......fermatevi!!!.....Mi volevate, Messere? Sono vostra, ma lasciate in vita i miei amici!" dissi implorando il capo dei briganti.
Stranamente, pur essendo nuda come un' albero in inverno, non mi vergognai di prendere parola davanti a otto uomini.
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Guisgard
24-01-2014, 02.25.19
Il giorno era ormai giunto e il chiarore del Sole invase ogni angolo di quel luogo.
Daizer preparò i cavalli, legandoli poi al suo carro corazzato.
Poco dopo tutto era pronto per la loro partenza.
Così, Elisabeth, i due monaci ed il contrabbandiere si mossero alla volta del bosco.
La natura appariva lussureggiante ed incontaminata, con il verde degli alberi che sembrava rivestire ogni tratto di quel cammino tra piante secolari e fiori di rari colori.
Ben presto però il tempo mutò bruscamente e al Sole si sostituì un cielo coperto ed un'aria umida e pesante.
Il carro avanzava piano su un terreno divenuto di colpo fangoso ed angusto.
Dopo un po', quando ormai furono nel ventre di quella macchia verde, videro qualcosa.
Qualcuno era seduto su una piccola pietra, proprio ai margini della viuzza tracciata tra il pietrisco e la melma.
“Guardate...” disse Daizer agli altri “... c'è qualcuno seduto accanto alla strada... sembra una bambina...”
Infatti era una proprio una bambina, dal volto sporco e l'aria impaurita.
Guisgard
24-01-2014, 02.34.34
Gyen annuì a quelle parole di Altea, prese lo scrigno, lo caricò e poi lo aprì davanti all'Abate Nicola.
Così anche il chierico ascoltò il messaggio inviato da lady Consel.
Dopo ciò, restò pensieroso ed in silenzio.
Poi prese a camminare nella grotta.
Passarono diversi minuti senza che l'abate dicesse nulla.
“La fortuna degli uomini” disse finalmente “è che nonostante sappiano macchiarsi di grandi e gravi colpe, alla fine la Misericordia Divina da sempre loro la possibilità di rimediare. Anche se in alcuni casi le colpe richiedono enormi sacrifici per essere espiate...”
“Cosa significa questo?” Chiese Pich.
“I Taddei” fissandolo l'abate “si portano dietro una grave colpa, che qualche demone ha imposto loro come una sorta di maledizione... e ancora oggi ne pagano le conseguenze...”
“Cosa c'entra il regno con tutto questo?” Domandò il nano.
“Quanto il principe è virtuoso” mormorò l'abate “non vi è suddito che non lo sia, recita un detto cinese... ma quando invece egli reca colpe nell'anima e nel cuore, allora anche i suoi sottoposti sono soggetti al vizio...”
Parsifal25
24-01-2014, 02.37.50
Attesi il segnale di Alonius che subito si adoperò per mettere in pratica il mio piano. Mi avvisò che vi erano degli innocenti che rischiavano di esser assassinati.....non potevo permettere che ciò accadesse.
Le Oscure Forze già hanno iniziato a muovere le loro armate......i Demoni potevan esser risvegliati prima del previsto " nei miei studi antichi.....la prima regola da attuare, quando uno dei sigilli o dei messaggi implicati nelle steli dei 7 vizi, faceva la sua comparsa, era la seguente: ogni atto ostile poteva incrementare l'orda dell'Orrore......"
Raccolsi il potere celato dell'oscuro mistero dell'inganno e creai' una nube oscura che mi consentiva di amplificare il potenziale della paura e delle percezioni sensoriali.
Pian piano avanzai' verso il nemico e con voce tombale e sovrannaturale pronunciai' tali parole: "Alla fine siete giunti a dar fastidio alle orde maligne....comuni mortali. Il mio signore mi ha raccontato che qualcheduno ha usufruito fin troppo del potere che vi è stato concesso. Il contratto è stato rispettato....ora son qui per prender le vostre anime......" applicai' la logica del fattore psicologico.....è noto che quando due forze affini collimano l'un l'altro posson crear forti innesti mentali.
Alzai' la mano al cielo e creai' l'illusione di un piccolo varco dimensionale, pronunciando suddette parole in lingua arcana antica....
http://www.dragonslair.it/forum/attachment.php%3Fattachmentid%3D5307%26d%3D1210691 057
Guisgard
24-01-2014, 02.45.17
“Io invece mi chiamo Juama...” disse il ragazzino a Tara “... Tara è un bellissimo nome... una ragazza bella come voi non poteva che avere un nome così... io vi ho visto in chiesa, sapete? Si, insomma, non proprio voi... ma una statua che vi somiglia... è quella di un Angelo... ha i vostri occhi ed i vostri capelli... e poi grandi ali piumate... io credo che anche quella statua si chiami come voi...”
Alla fine giunsero in una piccola casa in mezzo alla boscaglia.
Era semplice e poco appariscente.
Alle spalle, però, aveva un bel giardino fiorito, dove splendevano fiori dai petali meravigliosi, capaci di emanare un profumo che pareva ingentilire l'aria come se fosse Primavera.
E quando giunsero davanti alla casa, un uomo uscì dalla casa.
“Nonno...” correndogli incontro Juama “... sono tornato presto oggi... guarda!” Esclamò dandogli tutte le monete che Tara aveva offerto a lui. “E' stata questa ragazza a darmele!”
“Che Dio vi benedica, milady.” Sorridendo l'uomo a Tara. “Siete una benefattrice. Vi prego, accomodatevi in casa... stavo preparando il pranzo e sarebbe bello avervi a tavola con noi.”
“Hai visto quanto è bella, nonno?” Fece il piccolo Juana.
Il nonno annuì fissando Tara con gentilezza.
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Guisgard
24-01-2014, 03.19.51
Clio giunse presso la cappellina che sorgeva poco lontana dal Sacro Cuore e dopo qualche minuto vide arrivare qualcuno.
Indossava un lungo mantello blu cobalto, un basco piumato e alti stivali da caccia.
“Salute a voi, Clio...” disse Karel alla ragazza “... siete... si, siete incantevole... mi ricordate la fresca bellezza delle giovani di Provenza e del Rossiglione...” sorrise, restando però con i suoi occhi in quelli di lei “... perdonatemi, ma dopo avervi vista così non posso che ritenere un sacrilegio sapervi ancora una volta un militare...” continuò, per poi offrirle il braccio “... ma non voglio parlare di cosa accadrà dopo... siamo in incognito, no? E per una causa importante... difendere la vita del principe e dunque dello stato...” ammiccando “... andiamo dunque... saremo due giovani promessi sposi e naturalmente innamorati alla follia, in cerca di un loro nido d'amore... la nostra fantomatica villa!”
Risalirono allora a piedi la stretta via del centro ed in breve si ritrovarono alle spalle dell'abitato cittadino.
Oltrepassarono un ponte ed infine giunsero nei pressi di una piccola villa isolata.
“Qui vivono” fece Karel “due vecchi custodi del Palazzo Reale. Hanno lasciato quell'impiego essendo ormai anziani e vivono qui da soli. Sono certo che ci offriranno ospitalità nella loro villa.”
Così raggiunsero quell'abitazione.
Davanti l'ingresso vi era un vecchio intento a coltivare un piccolo orticello.
“Salute a voi, Gabin...” avanzando verso di lui Karel “... molto bella la vostra dimora... volete vendermela?”
“Impossibile, signore...” scuotendo il capo Gabin “... essa non è in vendita... ma come conoscete il mio nome?”
“Mi hanno indirizzato qui...” rispose lui “... siccome la mia fidanzata” indicando Clio “vedendo la vostra casa si è innamorata di colpo, ho chiesto informazioni su di voi... avanti, non posso non esaudire i desideri della mia futura moglie... ditemi il prezzo e sono certo che concluderemo.”
“Non si può, messere.” Irremovibile Gabin. “Non è in vendita.”
“Neanche se a chiedertela fosse il tuo signore?” Sorridendo Karel. “Quel discolo che ti faceva ammattire rompendo gli ortaggi dell'orto di palazzo?”
Gabin lo fissò meravigliato.
“Neanche mi riconosci adesso?” Ridendo il principe.
“Bontà Divina!” Esclamò il vecchio. “Siete voi, altezza! Bontà Divina!”
E i due si strinsero forte.
“E chi è questa bella ragazza?” Domandò Gabin fissando Clio.
“Come ti ho detto” prendendo la mano di lei Karel “lei è la donna che amo e che sto per sposare.”
“I miei complimenti, altezza.” Annuendo Gabin.
Guisgard
24-01-2014, 03.24.35
Eilonwy allora, vedendo Riccardo in quelle condizioni e alla mercé dei briganti, si offrì a loro, purchè lasciassero libero il cavaliere ferito.
E nel vederla così, bellissima, arrendevole e disperata, nonché completamente nuda, quei fuorilegge furono presi da bramosia e lussuria.
Ma il peggiore di tutti fu il loro capo, che subito si avvicinò alla giovane per prenderla per sé.
Però, proprio in quel preciso momento, accadde qualcosa.
Una nube scura e poi l'illusione di un grosso varco, simile ad un portale che si apriva nell'ignota meraviglia di quella misteriosa visione.
Ed infine una voce, quella di Parsifal, che sembrava giungere da un lontano e terribile Ade, pronto a reclamare la vita e le anime di quei briganti.
Bastò questo e i farabutti fuggirono via, svanendo poco dopo nella boscaglia.
Eilonwy ed i suoi amici furono così salvati dall'intervento di Parsifal.
Guisgard
24-01-2014, 03.34.17
I mercenari di Gufo Scarlatto attraversarono il bosco e continuarono il tragitto fino a notte fonda.
Si accamparono allora nella boscaglia, per riprendere il cammino alle prime luci dell'alba.
Durante il percorso, alcuni di quelli si divertirono a prendere in giro Guisgard.
Il loro schiavo fu fatto cadere da cavallo e trascinato per un po', legato ad una corda alla sella della sua cavalcatura.
Fu Gufo a fermarli.
“Magari” disse ai suoi “questo miserabile sa davvero impugnare un'arma. Ad Afravalone lo metteremo alla prova. Male che vada ne faremo di lui un maniscalco o uno stalliere.”
E verso Mezzogiorno, finalmente, l'armata mercenaria avvistò le torri di Afravalone.
Il loro ingresso in città fu accolto dalla meraviglia e dalla curiosità della gente.
Erano uomini armati fino ai denti, abili combattenti e abituati ad ogni tipo di guerriglia conosciuta.
Come tenerli a bada?
Questo si chiedeva la gente.
Alla fine i mercenari raggiunsero il Senato e qui furono accolti da Bool e da Gheorgis.
Così fu assegnata loro una caserma di proprietà ecclesiastica, per fungere da loro quartier generale.
Qui Gufo Scarlatto volle subito mettere alla prova il suo prigioniero.
“Affronterai Koim...” fece il mercenario “... il più abile spadaccino della compagnia. Dopo di me, naturalmente. Si combatterà fino al primo sangue.” Lanciò ai piedi dello schiavo uno spadino.
Koim allora impugnò la sua arma ed affrontò Guisgard.
I due così cominciarono la contesa.
Koim era rapidissimo e si divertiva a stuzzicare Guisgard.
“Ora gli taglierò la giubba all'altezza della spalla destra...” vantandosi davanti agli altri
E così fece.
“Ora a quella sinistra...” e fece altrettanto “... adesso sul fianco destro...” e così fu.
“Dai, fagli un bel graffio, fratello!” Gridò uno dei mercenari che assisteva.
“Certo!” Esclamò Koim, per poi lanciarsi contro Guisgard.
I due allora furono quasi al contatto fisico, poi si allontanarono rapidi l'uno dall'altro.
“Ti ho mancato per poco.” Ridendo Koim. “Ma ora non te la caverai.”
Guisgard però si fermò e lanciò lo spadino ai piedi di Gufo.
“Perchè ti fermi, cane?” Urlò Koim. “Ti dai per vinto?” Ma poi si accorse che la sua giubba era tinta di sangue.
Allora si tolse quella veste e scoprì il suo fianco tagliato dalla spada di Guisgard.
A terra infatti lo spadino era macchiato di sangue.
Il sangue di Koim.
“Eccellente...” mormorò Gufo “... meriti un bel premio...”
“Rendimi la libertà.” Disse Guisgard.
Gufo rise forte.
“Perchè ridi?” Con astio Guisgard.
“Ci sono solo tre modi per lasciare questa compagnia...” fissandolo Gufo “... trascorrere dieci anni di onorato servizio ai miei ordini... o pagare una penale di diecimila Taddei...”
“Hai detto tre modi...” mormorò Guisgard “... qual'è il terzo?”
“Morire sul campo di battaglia...” sentenziò Gufo.
E tutti i mercenari risero sonoramente, mentre lo sguardo di Guisgard era su ognuno di loro, per poi fermarsi in quello impenetrabile di Gufo.
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Eilonwy
24-01-2014, 03.53.40
Per un momento pensai che per me fosse la fine e che sarei diventata la schiava dei piaceri erotici di quei criminali, ma poi vidi un cavaliere con una armatura nera, il quale aprì, quella che io ritenni, un portale per l' Oltretomba.
I sette briganti fuggirono a gambe levate.
Che l' Angelo della Morte fosse nostro alleato?
Anche se i miei genitori e San Francesco dicevano di non aver paura del Cupo Mietitore perchè era nostro fratello o sorella, da piccola fui terrorizzata da quella immagine cupa con la falce.
Adesso, però, al contrario di quando ero bimba e a differenza di tutti gli esseri mortali, quel tetro cavaliere, per quanto terrificante, non mi faceva paura.
Anzi la presenza di quell' entità portava sollievo al mio animo!
Non perchè ci aveva salvato, ma poichè mi dava proprio quella sensazione!
Coprì il mio latteo corpo con la folta chioma castano mogano scuro e mi avvicinai, con cautela ovviamente, alla fosca figura.
"I miei omaggi....Milord! Vi ringrazio di averci aiutati contro quei ladri. Mi chiamo Eilonwy....e questi sono Coco, Aladiah e Sir Riccardo. Potrei sapere di grazia, se non sono troppo scortese ed indiscreta, il vostro nome?" chiesi con gentilezza ed educazione.
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Parsifal25
24-01-2014, 04.20.14
" Pensavo che l'incontro con la piccola Eilonwy era ormai cosa lontana, ma non immaginavo di ritrovarla.......avevo perso le speranze....magari il nostro incontro sarebbe andato a concreatrsi in Afravalone o al termine del gioco.......più noto e più mi accorgo che ciò che stiamo vivendo è davvero reale......."
Mi avvicinai' alla giovane damigella e le porsi un manto per coprir le sue beltà. Improvvisamente, una voce andava riecheggiando nel mio cuore:
"Sai.....quale è il tuo compito.....non puoi immischiarti con le faccende umane......sei il mio portatore....." riconobbi la voce di Reienhearth
" Conosco bene il mio supplizio....." mi toccai' il capo ".......fin troppo.....".
Scesi dalla mia cavalcatura ed il passo che toccava il terreno vivido di quel loco......andava corrompendosi sotto i miei piedi.....la voce tuonò solenne
"Mi chiede il nome soave fanciulla......non ho un vero suono che implichi un significante allo essere una persona comune.....c'è chi mi chiama: Portatore, Oscuro presagio, Oblivion.....ma uno è quello maggiormente usato......Mietitore.....andai' avvicinandomi al cavaliere che era con lei.....lo odorai' e gli sorrisi:
"Riccardo, nobile paladino ed assassino di un suo confratello. E'un piacere incontrarla.....ho sempre voluto che accadesse.....quante volte sei sfuggito alla Belladonna, porti il suo marchio ne sento l'odore. Sai, che non bisogna andare contro il vello tessuto dalle Parche, e invece......" levai' alta la spada sul suo capo...... "come immaginavo....ti diverte fuggir dalla Sentenza
L'aria attorno andava divenendo sempre più cupa, trame illusorie, spirti vendicativi e nubi fatiscenti andavan marchiando il povero angol di vita
" Quanto dolore provo a causa del mio giuramento, non vorrei'......ma devo farlo.....cosi', mi è stato prescritto se il mio intento è quello di salvaguardar il mondo in cui vivo......"
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Arrivò a passo svelto, per poco non mi mancò il fiato, era splendido.
Gli sorrisi, ma il mio sguardo divenne freddo e lontano quando commentò il mio aspetto.
Una fitta mi colpì. Aveva parlato in generale quella sera, dicendo che avrei incontrato un uomo che non mi volesse diversa.
Per un momento avevo sperato... Che ingenua!
Io ero quella che ero, e non sarei mai cambiata per nessuno.
"Non illudetevi, altezza.. Questa non sono io.." Dissi freddamente "Tenete.." Porgendogli la spada nel elegante fodero con tanto di cintura "ho coperto gli zaffiri col cuoio, non voglio dare nell'occhio.. Io non posso portarla, ma voi si.." Sorrisi "immaginavo sareste venuto disarmato.. Non temete, se saremo in pericolo la estrarrò io.. Non permetto a nessuno di maneggiarla.. Beh, ma potrei fare un'eccezione per voi, nel caso ci cogliessero separati.. " sorrisi.
Appena sfiorai il braccio che mi porgeva, ritrovai la serenità. Non potevo certo sperare che il principe ereditario si interessasse a me, ma almeno la mia posizione mi permetteva di stargli vicino senza malizia, ma con la confidenza che avrebbe tranquillamente accordato ad un uomo.
Ed era già tanto, infondo.
"Sono lieta che abbiate già avuto un'idea per la vostra villa, così non dovremo impazzire... Ho detto che sarei stata in caserma nel pomeriggio, attendo notizie e più che altro i mercenari dovrebbero arrivare da un momento all'altro.. E ho dato disposizione che se ne stiano buoni nei loro alloggi finché non ci avrò parlato.. Non voglio che se ne vadano in giro per la città a far danno finché non avranno capito le mie regole e cosa accade a chi non le rispetta.." Sorrisi, immaginando Nero che mi ascoltava docile "E non sarà una passeggiata.. Ma almeno ci sarà da divertirsi..".
Non sarebbe stato facile farsi rispettare dai mercenari, ma era necessario. Del resto, se c'ero riuscita con la Guardia Reale, il senato, e persino Karel, un gruppo di mercenari non doveva essere tanto difficile.
Davanti l'ingresso vi era un vecchio intento a coltivare un piccolo orticello.
“Salute a voi, Gabin...” avanzando verso di lui Karel “... molto bella la vostra dimora... volete vendermela?”
“Impossibile, signore...” scuotendo il capo Gabin “... essa non è in vendita... ma come conoscete il mio nome?”
“Mi hanno indirizzato qui...” rispose lui “... siccome la mia fidanzata” indicando Clio “vedendo la vostra casa si è innamorata di colpo, ho chiesto informazioni su di voi... avanti, non posso non esaudire i desideri della mia futura moglie... ditemi il prezzo e sono certo che concluderemo.”
“Non si può, messere.” Irremovibile Gabin. “Non è in vendita.”
“Neanche se a chiedertela fosse il tuo signore?” Sorridendo Karel. “Quel discolo che ti faceva ammattire rompendo gli ortaggi dell'orto di palazzo?”
Gabin lo fissò meravigliato.
“Neanche mi riconosci adesso?” Ridendo il principe.
“Bontà Divina!” Esclamò il vecchio. “Siete voi, altezza! Bontà Divina!”
E i due si strinsero forte.
“E chi è questa bella ragazza?” Domandò Gabin fissando Clio.
“Come ti ho detto” prendendo la mano di lei Karel “lei è la donna che amo e che sto per sposare.”
“I miei complimenti, altezza.” Annuendo Gabin.
Abbassai gli occhi, con un leggero sorriso. Siete in incognito, sciocca.. Non parla di te..
"Perdonate l'intrusione, Gabin.." Dissi timidamente "Questa dimora è incantevole, ho sempre sognato un posto come questo, una vita tranquilla.. Lontano da sguardi pettegoli.. Ho detto a Karel di non disturbarvi, ma ha insistito, vuole accontentarmi in tutto.." Lanciando una fugace occhiata al principe.
E in quel momento mi accorsi che non avevo mentito del tutto.
Vivere in una villa come quella, nella tranquillità e nella pace, dove condividere la quotidianità con la persona amata, trovare nel suo abbraccio la pace dopo la mia giornata piena di guerra e orrori.
Ma non era che un sogno, un sogno lontano.
Ero compito della moglie, di norma, portare la pace al marito, e io di certo non potevo portare la pace a nessuno, anzi.
Eilonwy
24-01-2014, 14.32.00
Il cavaliere mi aveva coperto con il suo mantello di tenebra. Ci avviammo verso il carro dove c' erano i miei compagni.
Il Cupo Mietitore parlò normalmente con Sir Riccardo, ma la cosa che mi allarmò fu il gesto di alzare la spada, come per voler tagliargli la testa, contro di lui e le sue apocalittiche parole:
"Riccardo, nobile paladino ed assassino di un suo confratello. E'un piacere incontrarla.....ho sempre voluto che accadesse.....quante volte sei sfuggito alla Belladonna, porti il suo marchio ne sento l'odore. Sai, che non bisogna andare contro il vello tessuto dalle Parche, e invece......" levai' alta la spada sul suo capo...... "come immaginavo....ti diverte fuggir dalla Sentenza
Sguainai la mia Spada di Fuoco Fatuo e feci un Trovar di Spada contro l' arma dell' Oscuro Portatore.
La mia fedele spada mandava fiamme color zaffiro da ogni parte della sua lama.
"Vi prego Angelo della Morte.....vi supplico....non portate via Sir Riccardo!
Se è scappato dalla vostra Sentenza è perchè nell' ultimo duello, capitato due giorni fa, gli ho salvato la vita! Caro Mietitore, non ti crucciare: vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandate" dichiarai supplichevole, ma anche con coraggio.
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(Trovar di spada: Deviare la lama dell'avversario cercando il contatto con la propria)
Altea
24-01-2014, 15.58.17
L'Abate camminava nervosamente per la stanza e ascoltavo le sue parole con il novizio, istintivamente mi voltai verso Tyssen e stranamente incrociai proprio il suo sguardo.."Abate Nicola, sir Tyssen non conosce personalmente la famiglia dei Taddei ma è venuto a conoscenza di qualcosa da una persona...Tyssen, gentilmente, racconta all' abate ciò che ti disse quella ragazza e sulle raccomandazioni di suo nonno di non innamorarsi di un uomo del loro casato".
Ascoltai la voce di Tyssen mentre narrava la storia quando ad un tratto davanti a me si pose un ricordo ora ben nitido...lo stesso che apparve confuso quando mi trovavo con l'apprendista e sua madre..era una sorta di de-javou, come tornare nel Passato...
Il Cavaliere camminava di fronte a me con una torcia in mano visto il luogo buio e sacrale..
"Petra è un posto affascinante e misterioso..misterioso come Voi..mi state seguendo da Gerusalemme fino qui..e quindi di strada ne abbiamo fatta, e non avete voluto mai dirmi da dove venite e soprattutto il vostro nome...come devo chiamarVi?Vediamo..." mi fermai e lui si voltò verso me guardandomi con i suoi meravigliosi occhi.
"Cavaliere misterioso? Protettore di Altea? Cavaliere venuto dal nulla? Cavaliere di ventura?...eh scelta difficile".
"Se è per questo" con quella sua aria sicura lui "pure voi mi avete solo detto il vostro nome e non da dove provenite..dove vi troverei se decideste di sfuggirmi?Di una cosa sono sicuro..non siete greca" e iniziò a ridere beffardamente tale da temere quelle millenarie mura potessero crollare.
"Ovvero" dissi io con una punta di risentimento.
"Lasciate perdere...perchè vi seguo? Non vi è passato in testa forse.." disse avvicinandosi a me, il suo volto era vicino al mio, il mio cuore batteva forte ma cercavo di fare forza al mio Animo...la Promessa..non potevo.."che forse possa essere minimamente innamorato di Voi visto vi sto seguendo e non mi sfuggirete".
Lasciò scivolare nelle mie mani un sacchetto di velluto azzurro.."E' un vostro ennesimo regalo? A Gerusalemme mi donaste un libro azzurro e ora cosa vi è qua dentro?Volete stupirmi...non devo aprire nemmeno questo sacchetto come il libro?"
Lui sembrò nemmeno ascoltare le mie parole si avvicinò alle mie labbra e io mi scansai immediatamente, si bloccò e mi guardò risentito e senza proferire parola se ne andò via.
"Fermatevi" urlai e sentii l'eco della mia voce in quel luogo diventato sempre più solitario e semibuio.."Io non volevo..non potete capire..io non posso..ma io vi.." e mi bloccai.
D'un tratto apparve una donna bellissima dalla pelle di ebano, i lunghi capelli neri come la notte profonda e vestita turchese con un lungo velo e adornata di monili e pietre preziose...sembrava una antica sacerdotessa del luogo..."Altea vero? Ho visto...ma tu non sei legata a nessuna promessa...tu hai solo paura dell' Amore" e poi la vidi andarsene.
Tyssen mi raggiunse subito e da quella volta di Lui non seppi più nulla, solo che nelle mie vesti nella tasca vi è sempre il Rosario e quel sacchetto che non volli mai aprire.
Mi destai e ritornai nel mondo reale..anzi era proprio come se fossi ritornata dal Passato.
Tyssen aveva smesso di narrare la storia e stava parlando con Gyen, davanti a me vi era l' Abate e mi fissava impenetrabilmente tanto i suoi occhi erano diventati una fessura quasi...provai una strana sensazione, abbassai lo sguardo, ma lui no...avevo notato da quando ero arrivata egli mi scrutava ma in modo indifferente ma ora quello sguardo entrava nell'animo.
"Bene" dissi per distrarlo "avete sentito la storia di Tyssen...è di questo che parlavate prima sulla maledizione dei Taddei? Che porta questo demone...e vi è un modo per sconfiggerlo, anche se, effettivamente, mi sembra non dovrebbe essere compito nostro...abbiamo solo avuto ordine di portarvi la missiva ovvio" e stavolta lo guardai io negli occhi.
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Guisgard
24-01-2014, 19.22.49
“Allora” disse Karel a Gabin “faremo così... potrà darsi che per un certo tempo io e Clio si debba stare lontani dalla vita di corte... verremo qui, come tuoi affittuari, Gabin.”
“Signore...” fece il vecchio guardiano “... la mia cosa, come la mia devozione e la mia fedeltà, è vostra... non sarete mai un ospite qui... ma sempre e solo il mio principe e come tale vi tratterò.” Con un inchino.
“Invece” sorridendo il principe “io ti pagherò proprio per la tua fedeltà alla Casa Reale, vecchio mio.” Dandogli una pacca sulla spalla. “Ora lascia che mostri la villa alla mia amata, Gabin.”
Così, il principe e Clio passeggiarono per l'orto posto dietro quella dimora.
“Gabin è sempre stato un uomo semplice...” mormorò Karel accarezzando le verdure e gli ortaggi di quel campetto “... da piccolo, per farmi mangiare frutta e verdure, ricordo che le dame di mia madre chiamavano proprio lui...” sorrise “... e con tanta pazienza, per ogni verdura che c'era a tavola lui inventava una storia... erano novelle di contadini, genuine e sempre con una morale di base... forse per questo, crescendo, ho poi cercato quelle morali nella vita reale... io credo possa esistere un mondo diverso, dove le parole non cedano mai il passo alle armi e la pace non trovi mai il modo di indietreggiare davanti alla guerra... so che in Senato non godo di fiducia ed ammirazione... un Afavalonese che rifiuta la nobile arte della guerra, dicono di me... lo so benissimo... ma sono fatto così e credo in ciò che dico...” la fissò “... come credo che sia un peccato vedere una donna come voi con indosso armi ed uniformi... avete portato la spada con voi... eppure qui non ci sono pericoli... l'unico per voi sono le mie parole, ma non vi servirà una spada per difendervi da esse... Clio, so che vostro padre vi ha voluto così... ma credo anche che meritiate di decidere da voi sul vostro futuro... quando torneremo io a corte e voi in caserma, prima di spogliarvi di questo abito, vi prego, restate qualche istante a fissarvi davanti ad uno specchio... e guardate la donna che vedo io...”
Ad un tratto i due udirono qualcuno parlare.
Era una vecchia donna che se ne stava sotto una grossa quercia.
“Eh, ecco che ritorna la pioggia...” mormorò.
E infatti una leggera pioggerellina in breve diventò più intensa.
Così anche Karel e Clio trovarono riparo sotto i robusti rami di quella quercia.
“Ma tu sei Claren...” fissando la vecchia il principe “... la moglie del buon Gabin!”
“Mi conoscete?” Guardandolo lei. “Oh, Cielo... altezza...” riconoscendolo, per poi stringergli forte la mano nelle sue.
“Quanto tempo è passato...” annuendo Karel “... cosa facevi?” Osservando le piccole pietre che la vecchia aveva con sé.
“Sono Rune...” sorridendo lei “... mi aiutano a capire meglio la vita, mio signore...”
“Rune?” Ripetè Karel. “Ma non fanno parte del folclore germanico? Anzi, che io sappia sono legate alla religiosità di quei popoli. Cosa direbbero i nostri cattolici senatori se ti vedessero ora a leggere queste pietre?”
“Altezza, gli Afravalonesi” spiegò lei “non sono forse di stirpe normanna e dunque germanica? E poi non bisogna temere o fuggire ciò che non conosciamo... il Divino e dunque Dio, è in ogni cosa, indipendentemente dal nome e dal credo che noi diamo... credete forse che siano idoli pagani, quali Odino o Thor, ad animare l'energia delle Rune? O che forse fosse davvero Apollo a far parlare la Pizia o la Sibilla di Cuma?” Scosse il capo. “Dio è in ogni luogo e si manifesta in maniera spesso inspiegabile per noi uomini... rammentate sempre... tutto ciò che esiste è frutto della Creazione di Dio ed obbedisce alle Sue Infinite Leggi...”
“Vedo che la tua saggezza non è calata col tempo...” annuendo Karel “... su, mostraci cosa vedono le tue Rune su me e su Clio...”
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Guisgard
24-01-2014, 19.27.56
Riccardo si avvicinò a Parsifal, che ora appariva con le vesti di un oscuro e potente cavaliere, custode delle terrene fattezze di madonna Morte, fissandolo negli occhi.
“Io non fuggo al mio Destino” disse spostando Eilonwy che si trovava fra loro “e non temo la morte, sebbene ami la vita. Ho ucciso un mio simile, si, ma solo perchè egli lo meritava. E lo rifarei ancora. Se ora volete prendere la mia vita, sebbene sia ferito, la difenderò con onore...” ed estrasse la spada, puntandola verso Parsifal.
“Un altro duello!” Esclamò Coco.
“No, sciocca...” scuotendo il capo Aladiah “... è molto di più di un semplice duello, temo...”
In quel momento giunse anche Alanius, posandosi su di un ramo, restando poi a fissare impassibile quella scena.
“Se sei davvero chi dici di essere” disse il falco a Parsifal “rammenta che hai il dovere di reclamare ogni anima come giusto compenso al Fato. Altrimenti subirai gravi punizioni.”
Guisgard
24-01-2014, 19.44.26
“Infatti...” disse annuendo l'Abate Nicola “... le maledizioni riguardano solo coloro che ne sono vittima... voi avete compiuto il vostro dovere, recapitando il messaggio... dunque non vi è altro e potete andare.”
“E cosa diremo alla Granduchessa?” Chiese Gyen.
“Potete dire di aver portato il suo messaggio all'abate.” Rispose il chierico.
“Senza ricevere alcuna risposta dunque?” Fissandolo il nano.
“Ne avete ricevute?” Guardandolo l'abate. “Vi ho forse detto qualcosa riguardo il messaggio?”
“No, nulla...” scuotendo il capo Gyen.
“Allora nulla riferite alla vostra padrona.” Con tono burbero l'abate.
“Non vi occorre nulla qui?” Domandò il novizio. “Intendo qualcosa per i vostri studi.”
“Qui” fece l'abate “ho tutto ciò che mi occorre.”
“Vedo dei libri e dei fogli scritti...” guardandosi intorno il novizio “... chi vi fornisce gli strumenti per i vostri studi in questo luogo dimenticato?”
“Conosco” spiegò l'abate “un trattamento noto solo ad alcuni monaci di San Giovanni D'Acri che rende le foglie degli alberi lisce e compatte come fossero carta. Come penne adopero le piume degli uccelli di cui mi cibo, riempiendole con la fuliggine che lascia sulle pietre il fuoco che accendo per scaldarmi e cucinare. Ed ecco per magia l'inchiostro.”
“Siete straordinario.” Entusiasta il novizio Pich.
“Allora lo erano anche i nostri antenati che nelle caverne, senza conoscenze primarie, diedero il via alla nostra civiltà.” Replicò l'abate.
Il chierico fissò poi Altea.
“Tuttavia, per essere giunta fin quassù solo per consegnarmi quel messaggio, voglio ripagarvi con un consiglio...” rivolgendosi alla bella avventuriera “... guardatevi le spalle, poiché qualcuno di cui non sospettate vi sta ingannando...” si alzò, rimettendosi sul capo il suo cappuccio ed uscì dalla grotta “... le mie orazioni mi attendono...” e svanì nella sera ormai giunta.
Eilonwy
24-01-2014, 19.48.09
"Adesso basta!!! Piantatela tutti e due!!!" e così dicendo li separai con una latra di ghiaccio.
Poi ritornai a rivolgermi verso il Cupo Mietitore: "Sentite, vi siamo grati di averci salvato. Tuttavia, se volete l' anima e la vita di Sir Riccardo dovrete passare sul mio cadavere! Sono pronta a duellare contro di voi anche se sono una semplice mortale. Sono stata abbastanza chiara!!!" dissi guardandolo e puntandogli la mia spada, che era stata creata dall' Arcangelo Michele in persona, in segno di sfida.
Sentì una rabbia crescere dentro e questo provoco una forte bufera di neve.
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Guisgard
24-01-2014, 19.54.38
“E' un affare tra noi due, lady Eilonwy...” disse Riccardo alla ragazza “... restatene fuori. Avete già fatto tanto per me e vi sarò sempre debitore per questo. Ora riprendete il vostro carro e raggiungete Afravalone, la vostra meta.” Il suo tono era deciso.
“Dobbiamo rimetterci in cammino, Eilonwy...” Aladiah alla ragazza “... siamo in pieno Inverno e il giorno è breve... presto sarà di nuovo buio e tu tornerai ad essere una sirena... andiamo dunque...”
Altea
24-01-2014, 20.00.00
Rimasi sbigottita...quindi? Non voleva aiutare i Taddei? Ed eravamo venuti fin qui senza risolvere nulla..ma furono le ultime parole a trapassarmi come una spada, mi alzai di scatto...qualcuno mi sta ingannando? Ma chi mai...qui vi sono Gyen, appena conosciuto e...Tyssen. Tyssen? Lo osservai..non poteva essere, eppure...aveva avuto dei comportamenti strani durante il viaggio..e questo volermi ubbidire e seguire.
Il frate se ne andò a pregare.."Bene" dissi un pò frastornata dalle ultime parole "ora possiamo andare..e penso possiamo ognuno tornarcene nella propria casa" e mi incamminai verso l'uscita..."Gyen, voi riuscirete a tornare solo verso Capomazda e lady Consel? Voi frate Pich...volete un passaggio verso il monastero...e noi Tyssen...possiamo tornare nelle nostre rispettive dimore e riposarci dopo questa impresa..mi auguro i Taddei possano trovare la Pace".
Guardai tutti aspettando le loro mosse...non potevo certo girare il mondo a servizio di quei Duchi e riportare tutti a casa loro.
Ma, qualcosa mi insospettiva su Tyssen...certo avrei potuto tornare a casa sola..ora non mi fidavo più...il fatto che arrivò al mio palazzo proprio quando parlavamo dello scrigno..la prontezza ad aiutarci...eppure mi aveva giurato Amore...come poteva essere?
E alcuni fiocchi di neve avevano iniziato a cadere mentre il freddo vento del nord lambiva quel posto desolato..come lo era ora il mio Cuore.
Osservai gli uomini uno ad uno e presi coraggio.."L'incontro con l' Abate Nicola mi ha fatto pensare, mi ha come plasmata..io ho capito che..devo trovare me stessa e devo farlo..in solitudine..solo cosi potrò superare gli ostacoli e fare un cammino nel mio Animo...un pò una sorta di pellegrinaggio. Non ho paura..non temo i pericoli e se perirò per mano di essi, almeno avrò provato..." alzai gli occhi al Cielo sentendo i fiocchi sul viso..."E ora le nostre strade si dividono qui..Tyssen, vi chiedo uno dei vostri cavalli se non è utile per la vostra carrozza altrimenti posso proseguire a piedi". Li guardai ferma e decisa...irremovibile.
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elisabeth
24-01-2014, 20.38.22
Il nostro viaggio incominciò...eravamo tutti in silenzio,ognuno di noi era immerso nei propri pensieri, cullati dalla dalla strada, su quel carrozzone il dondolio era quasi impossibile, e poi il ventre della Madre..il Bosco e le sue creature,piante di ogni genere.....e l'odore dell'umidità che diveniva forte pungente.......incominciavo ad avere caldo...stavo sudando l'aria era appiccicaticcia ....e la terra asciutta si era trasformata in fanghiglia........quel posto era orrendo...mi voltavo continuamente....sorvegliavo quel paesaggio che cambiava forma e colori....e con un fazzoletto mi asciugavo il collo.....e poi Daizer.....e vidi quella creatura seduta ...una fanciulla....." Non lasciare il carro Daizer non lasciare mai il carro e i Frati......fammi scendere...vediamo cosa possiamo fare per lei....".......scesi e il fango mi si appiccicò ai piedi,camminavo con fatica e l'aria era umida da morire.....mi avvicinai a lei......ebbi uno strano senso di angoscia.......c'erano ragazzi in quel bosco...era dispersa ?..veniva dal Borgo ?...." Ciao tesoro......perchè sei qui....tutta sporca e triste....?.....stai aspettando qualcuno o devi tornare a casa ?.....se vuoi..possiamo aiutarti ....."......allungai la mano..per toglierle i capelli davanti agli occhi......
Eilonwy
24-01-2014, 21.34.28
Riposi la spada nella guaina di cuoio.
"Va bene, ma state attento! Che Dio vi benedica.....addio!" dissi con angoscia e dandogli un bacio sulla guancia.
Salì sul carro e partì verso Afravalone. Percorsi molta strada e alla fine dopo essere uscita da quel sventurato bosco vidi le guglie e i tetti della città.
Mi accorsi, però, di essere coperta solo dal mantello nero del Cupo Mietitore.
Così feci una breve sosta ed indossai un abito giallo-arancione. Coco mi aiutò a stringere il corsetto e mi fece velocemente un acconciatura di nome Treccia Corona a Cascata. La mia fatina era veramente unica ad inventarsi le acconciature e i loro nomi.
Riprendemmo il viaggio e dopo essere entrati nelle mura di Afravalone, arrivammo di fronte al palazzo sul lago di Lady Galatea.
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Risi appena a quelle parole di Karel.
"Sono abile altezza, questo è vero.. È potrei affidarmi alle mie mani o ai due pugnali nascosti negli stivali.. Ma un senato consulto mi ha affidato la guardia della vostra persona, credete che voglia correre rischi?" Scossi la testa "io non potevo sapere che vi sareste rivolto ad un uomo di fiducia.. Quanto al resto, beh.." Alzai le spalle "Io sono quella che sono, e non cambierei mai la mia vita con quella di qualunque altra donna.." Sorrisi, ma senza allegria "una volta qualcuno mi ha detto che chi non fosse stato capace di apprezzare il mio valore in battaglia, avrebbe visto solo una bella donna come tante.. E che sarebbe uno spreco se lasciassi la guardia reale.." Scossi la testa, per allontanare il ricordo di quella sera.
"Probabilmente me lo sono immaginato.." Mormorai appena.
Eppure quei ricordi erano vivi e saldi nella mia mente, in quei giorni poi, continuavano a tormentarmi.
L'ammirazione di quando gli avevo salvato la vita, il modo in cui mi aveva donato la spada dicendo che era il gioiello migliore per me, le parole nel parco.
Possibile che fosse cambiato tanto in pochi mesi? O ero io che mi ero suggestionata?
"Dove sta scritto? Siete un ufficiale non un monaco!".
Scossi la testa "Non capite, altezza... Credete che un marito mi permetterebbe di continuare a combattere, quando magari sono più abile di lui?"
"Sarebbe un terribile spreco..." Guardandomi negli occhi "Ma se un uomo chiederà la vostra mano sa chi siete, non credo si aspetti che impariate a ricamare all'improvviso! ".
Risi nuovamente, scuotendo la testa "Ecco perché nessuno si sogna di farmi la corte!".
Quando alzai gli occhi su di lui, mi accorsi che era divenuto nuovamente serio. Per lunghi istanti nessuno parlò, restai incatenata a quegli occhi così intensi.
"Non sono in molti a saper riconoscere la bellezza, capitano.." Sussurrò lui "E chi non apprezzi il vostro coraggio e il vostro valore in battaglia, non riuscirà mai ad amarvi completamente... Vedrà solo una bella donna, ma voi siete molto più di questo" Sorrise "Dovreste trovare un uomo che non vi desideri diversa, e non sia in competizione con voi, anzi... Un uomo che non riuscirebbe nemmeno ad immaginarvi coperta di pizzi e merletti..".
No, io ero lì, non poteva essere un sogno ad occhi aperti.
Probabilmente era stato solo gentile, o era curioso come se fossi un esotico animale sconosciuto.
Mi sentii terribilmente sciocca ad aver pensato che lui potesse apprezzarmi per come ero.
Ci avevo sperato, avevo sperato davvero che potesse esistere un uomo capace di vedere oltre le apparenze,mi pregiudizi, e apprezzarmi senza desiderarmi diversa.
Mi sbagliavo. Anche lui mi avrebbe voluto diversa. Non era poi tanto dissimile dal giocane medico supponente che avevo incontrato, con la differenza che al principe non potevo dare ordini.
No, non era lui l'uomo che stavo aspettando, e mi chiesi se l'avrei mai incontrate.
Era così difficile capire che io amavo la mia vita, il mio ruolo, le armi, la cavalleria.. Era ben difficile farmi fare qualcosa che non volevo!
Mi sentii incredibilmente ingenua e sciocca. Come avevo potuto pensare che lui avrebbe potuto interessarsi a me? Era questa la donna che vedeva.. Una donna finta, che non sarebbe mai esitita.
L'unica vera Clio era quella con l'uniforme.
Una tristezza sconosciuta mi attraversò, era sempre un bel sogno, ma nessun uomo avrebbe mai accettato una donna come me.
E io che avevo sperato che almeno lui avrebbe capito. Evidentemente, mi ero illusa come una sciocca ragazzina.
L'incontro con la donna, interruppe la mia tristezza.
La salutai sorridendo.
Evitai di rispondere alle loro parole sulla divinazione, che consideravo pratica di tutto rispetto, ed osservai il responso delle rune, attendendo le parole della donna.
Parsifal25
25-01-2014, 03.17.51
" Spavaldo e condottiero anche innanzi al suo fato, sir Riccardo....." riposi la spada: "non son qui per toglierle la vita......non mi è concesso stroncarla se non sotto esplicito contratto ed autorizzazione....volevo solo testare l'attitudine del mio nuovo compagno di viaggio......stia attento ai suoi comportamenti" sorrisi.
Guardai' la fanciulla allontanarsi e dissi: "La veemenza non le manca.....ma non andrà avanti se agisce senza saper gestire la questione.....puntar la spada contro qualcheduno che le salva e provare a minacciarlo con un'arma forgiata nel mio stesso mondo......non sarebbe durata a lungo se avesse duellato con me. Ha la spada dell'Arcangelo Michele, ma non ne conosce il vero potenziale......."
Mi volsi verso Alonius " Rammenti.....quel che mi fu detto.....non mi è concesso tranciar il filo di una vita senza una valida sentenza.....". Guardai' il cavaliere......" è probabile, che ad Afravalone.....qualcosa potrebbe accadere che ti riguarda direttamente, giovanotto.....il mio è un avvertimento.....non puoi sempre scappar dall'abbraccio della Belladonna......" spronai' il cavallo......."vogliamo raggiunger la nostra damigella.....un buon cavaliere non abbandona mai la sua fanciulla......quasi quasi un pensierino lo farei'......è già impegnata con lei Sir Riccardo? " ultima risatina e tornando serio risponde:
"Afravalone sarà la prima rocca a cadere.....se non cerchiamo di carpire il segreto e l'Apocalisse che silente si avvicina......non credo che ci sia speranza......"
Tara La Banshee
27-01-2014, 23.46.30
Juama mi accompagnò quindi alla capanna dove viveva con il nonno, il quale mi accolse con molta gentilezza e ospitalità in casa.
Seduta al tavolo mentre i due padroni d casa terminavano di preparare il pranzo, mi domandavo come dirigere il discorso verso il misterioso fiore ma non ve ne fu bisogno.
Non appena iniziammo a mangiare infatti, il nonno di Juama incominciò a tessere le lodi del suo bel giardino e dei numerosi fiori che vi crescevano.
Lo lasciai parlare sufficientemente per non essere sgarbata e mostrarmi interessata poi decisi che era giunto il momento di arrivare al punto di mio interesse.
"Sa"inizia"ho incontrato suo nipote in una locanda e mi ha colpito molto per via di ciò che andava dicendo...sosteneva infatti che voi, suo nonno, foste in possesso di un fiore particolare, frutto di anni di lavoro..simile a quello che avete veduto in gioventù...ecco, questo è il motivo della mia visita oggi...ho percorso molte terre per questo...."
Guisgard
28-01-2014, 01.47.17
Elisabeth si avvicinò a quella bambina, nonostante Daizer, dal carro, le gridava di fare attenzione.
La fanciulla appariva pallidissima, forse a causa del freddo, il visino sporco e gli occhi fissi nel buio.
I suoi abiti erano sudici e strappati.
E nulla rispose a quelle parole di Elisabeth.
Dal carro allora scese anche Fra' Favelius.
“Questa bambina” disse fissandola “sembra sia stata spaventata da qualcosa. Come se avesse subito un qualche trauma.”
“Come può trovarsi una bambina tutta sola nel bel mezzo del bosco?” Fece Daizer. “Io non mi fido!”
“Questo forse” mormorò Fra' Favelius “riguarda ciò che questo luogo nasconde. Ciò che noi dobbiamo scoprire...”
E in quel momento una fitta pioggia cominciò a cadere dal cielo.
Guisgard
28-01-2014, 01.51.15
Tyssen e Gyen guardarono stupiti Altea.
“Ma, signora...” disse confuso il nano “... perchè separarci qui? Non sarà meglio raggiungere Tylesia e poi decidere il da farsi? Queste terre sono selvagge e sconosciute per essere attraversate da soli.”
“E' vero.” Intervenne Tyssen. “Correrete un grosso pericolo a viaggiare da sola in questa foresta. Siete senza dubbio una valente spadaccina, ma da sola è troppo rischioso anche per voi. Procediamo insieme fino a Tylesia come ha detto Gyen. Da lì, essendo zone più tranquille, decideremo come fare per il prosieguo.”
“Concordo con i vostri compagni, signora.” Annuendo Pich. “Per una donna sola queste terre sono troppo pericolose. Vi prego di desistere dal vostro proposito.”
“Io ho promesso di proteggervi e di servirvi, lady Altea.” Avvicinandosi a lei Tyssen. “Fatemi la grazia di rinunciare alla vostra idea di separarci qui.”
Guisgard
28-01-2014, 02.00.38
Di fronte a ciò che era accaduto, Riccardo ripose la spada nel fodero e restò a fissare Parsifal, come a voler studiare l'indole e le intenzioni di quel misterioso cavaliere.
“Nessun legame con damigella Eilonwy...” disse “... mi ha solo curato la ferita causatami da un duello... abbiamo viaggiato insieme fino a qui, poi ci hanno assalito quei briganti. Il resto lo conoscete già. Ma ditemi, avete citato Afavalone... conosco quella città... ma perchè siete diretto là? Siete forse un avventuriero? O solo un cavaliere in cerca di imprese?” Scosse poi il capo. “Io non ho un destriero da montare. Vorrei venire con voi ad Afravalone, ma sono appiedato...”
“Parsifal...” avvicinandosi Alanius al suo compagno di viaggio, attento però che Riccardo non udisse la sua voce “... dobbiamo giungere quanto prima ad Afravalone. E ti rammento che quei mercenari a cui hai promesso i servigi saranno già arrivati ormai in quella città.”
Guisgard
28-01-2014, 02.08.35
“Oh...” disse meravigliato il nonno di Juama a Tara “... davvero siete giunta qui solo per quel nostro fiore?” Sorrise. “Beh, questo mi rende pieno di gioia nel saperlo... oggi la gente non è più attenta ai fiori... forse neanche li ama più... servono per fare tappezzeria nelle corti e nelle sale nobiliari... qualcuno si illude di poterne serbare la bellezza chiudendoli rinsecchiti fra le pagine di qualche libro, ma non è così...” annuì “... si, vidi quel fiore in gioventù... ne restai colpito, ma ho sempre fallito ogni volta nel vano tentativo di vederlo sbocciare nel mio giardino... fino a quando, attraversando un giorno un piccolo borgo di minatori, qualcuno mi narrò di un Fiore magico, capace di esaudire ogni desiderio e dunque rendere felice chiunque lo possedesse... chiesi a quei minatori dove si trovasse tale meraviglia e loro mi indirizzarono sulla cima di un monte... infatti quel Fiore era sorto fra le rocce... così, animato dal mio desiderio di vederlo, scalai la montagna e raggiunsi la vetta... qui però non vidi quel Fiore... ma trovai un uomo che per sua generosità decise di descrivermelo... e allora accadde qualcosa di strano... dopo il racconto di quell'uomo io dimenticai le fattezze del fiore visto in gioventù e che tanto mi aveva ossessionato... rammentavo infatti solo quello descrittomi dall'uomo... e così nella mia mente il fiore visto in giovinezza divenne tutt'uno con il Fiore narratomi su quella montagna... tornato poi a casa tentai ancora una volta di coltivarlo nel mio giardino, stavolta con l'immagine in testa del Fiore descrittomi da quell'uomo sulla montagna... e pochi giorni fa, finalmente, sbocciò nel nostro verziere...”
Guisgard
28-01-2014, 02.12.48
Giunti finalmente ad Afravalone, Eilonwy, Aladiah e Coco videro, poco oltre le mura settentrionali della città, quello che sembrava essere un lago.
In realtà più che un lago era invece un grosso stagno, nato dall'affluire in una verdeggiante piana di tre canali che alimentavano, verso Occidente, un luogo acquitrinoso e paludoso chiamato Lagno.
E sulle sponde di quello stagno i tre trovarono un grosso palazzo fatto di mattoni policromi che sembrano rubare i riflessi del cielo.
Così, a seconda dell'ora del giorno, quel palazzo assumeva un colore particolare.
Esso era il palazzo di lady Galatea.
E giunti davanti al suo ingresso, preceduto da un vivace giardino protetto da un portico di marmo bianco, Aladiah bussò.
Poco dopo il portone si aprì ed un nano apparve sulla soglia.
“Salute a voi, viaggiatori...” disse ai tre “... cosa vi spinge in questo asilo?”
Guisgard
28-01-2014, 02.21.36
Claren cominciò a mescolare in un piccolo sacchetto le pietre con incise sopra le Rune.
Ma Karen, senza dire nulla, si avvicinò a Clio, portando le sue mani prima sulle spalle e poi lungo le braccia della ragazza.
E la strinse in modo improvviso a sé, facendo sentire la schiena di lei contro il suo petto.
“Perdonatemi, Clio...” disse piano “... sono stato uno sciocco... ho detto tante cose e tutte rivolte a me stesso, quasi senza badare a ciò che pensavate voi... ed ora invece mi accorgo che i vostri occhi mi appaiono un po' meno luminosi...” lei sentì le mani di lui stringere ancor più le sue braccia “... vi siete sentita giudicata... ma non volevo, davvero... è vero, sogno un mondo senza guerre, né contese... ed anche senza gerarchie...” sorrise in maniera quasi impercettibile “... se mi sentissero i senatori, ma anche i nobili del regno, beh, mi prenderebbero per un folle... ma è così... è questo il mondo che immagino... e prima... vedendovi con questo abito, senza più la vostra uniforme, ho visto tutti i miei sogni realizzati... vi confesso che temo, talvolta, che le battaglie e la disciplina possano respingere in voi i sentimenti che le donne provano... si, lo confesso, infondo sono stato geloso... geloso che possiate desiderare ed amare la vostra vita più di qualsiasi altra cosa... per questo ho cercato di vedervi e di farvi sentire come voglio io oggi... ma sono stato uno sciocco... e forse, se voi foste diversa, io non sarei qui oggi... ho incontrato molte dame... eleganti, sfarzose, belle... ma tutte mi apparivano vuote... voi invece...” sospirò “... forse ho detto anche troppo... magari vi sto sembrando un povero idiota... un idealista... ma è ciò che penso e sento... e voglio solo dirvi una cosa... non desidero essere in alcun posto in questo momento che non sia questo piccolo orticello sotto la pioggia... e non vorrei, vi giuro, avere al fianco nessuna elegante e bellissima donna di corte... nessuna che non siate voi, Clio...”
“Le Runa hanno parlato...” all'improvviso Claren, osservando le pietre sparse davanti a lei.
“Benissimo.” Voltandosi verso la donna Karen. “ E cosa hanno rivelato?”
“Quando Amore dal purpureo mar crepuscolare sorgerà” fece Claren fissando Clio “due teneri amanti per sempre benedirà...” poi guardò le altre Rune che aveva estratto.
E per un attimo qualcosa la turbò.
Alzò allora lo sguardo su Karen ed i suoi occhi tradivano una forte inquietudine.
“Allora?” Fissandola il principe. “Cos'altro hanno rivelato le Rune?”
La vecchia finalmente scosse il capo e tornò a guardare le pietre.
Non disse nulla e frettolosamente le rimise nel sacchetto.
“Dunque?” Domandò Karen.
“Nulla, mio signore...” mormorò Claren “... sono vecchie tradizioni di un mondo lontano... meglio non dar ad esse molto peso...”
“Come sarebbe a dire?” Stupito il principe. “Fino a poco fa dicevi che racchiudono una profonda verità!”
“Sono vecchia e stanca” replicò lei “e capita sovente ormai di non riuscire più a leggere le loro parole... mio signore, tornate al vostro palazzo e dimenticate questo sciocco momento... ora perdonatemi, devo andare...” si alzò e nell'allontanarsi si voltò ancora a fissarlo “... che Dio abbia pietà di voi e di noi tutti...” ed andò via, svanendo sotto la pioggia.
Guisgard
28-01-2014, 02.23.23
Gufo Scarlatto fece convocare l'intera compagnia mercenaria dai suoi due luogotenenti, Boyke e Koim.
E quando tutti si presentarono nella mensa della caserma che era stata assegnato loro come quartier generale, il comandante dei mercenari si presentò ai suoi uomini.
“Questa sera stessa” disse Gufo “incontrerò una delegazione del Senato e sapremo con precisione quale sarà il nostro compito in questo reame.”
“Non eravamo arrivati qui per stanare un gruppo di ribelli separatisti, capo?” Chiese uno dei mercenari.
“Così ci era stato detto dal messo inviatoci dai senatori.” Rispose Gufo. “Tuttavia la cosa non deve essere poi così semplice. Afravalone è famosa per la sua tradizione militare e in questo reame vi sono due milizie effettive. Una devota al vescovo e l'altra fedele al re. Inoltre i ducati, le contee, le baronie e i principati hanno eserciti ben forniti di uomini ed armi. Dunque, se un paese che può vantare questa capacità bellica decide di chiamare dei mercenari, ciò può voler dire che la minaccia avvertita deve essere molto più seria di quanto sembri.”
“E se in realtà volessero solo armate da mandare al sacrificio per tutelare le proprie?” Domandò un altro di quei soldati.
“Le cavie” fece Gufo “non si pagano certo così profumatamente per poi essere gettate al macello.” Rise. “E comunque credo che il Senato ben conosca la fama che ci precede in ogni luogo. Io invece penso che la minaccia avvertita in queste terre deve preoccupare non poco il Senato ed il popolo Afravalonese. Pare infatti che il re abbia lasciato il regno. Ecco perchè voglio sapervi decisi e coscienti della pericolosità di questa missione. Questo è tutto. Saprò dirvi di più dopo aver incontrato i senatori. Per ora siete tutti in libera uscita. Rammentate che domani mattina ci sarà il contrappello e vi voglio tutti presenti.”
Gufo così sciolse quella riunione.
Ma solo quando la mensa si svuotò, il mercenario si accorse di qualcuno che se ne stava steso su una panca.
“A te non interessa essere in libera uscita?” Avvicinandosi Gufo a quello.
“Non sapevo” disse Guisgard senza neanche aprire gli occhi “che anche gli schiavi potessero godere della libera uscita.”
“A me interessa solo che tu obbedisca ai miei ordini.” Replicò Gufo. “Per il resto puoi fare ciò che fanno tutti gli altri quando non ci troviamo impegnati a combattere.”
“Non temi una mia fuga?” Aprendo finalmente gli occhi Guisgard.
“Si vede” sorridendo il mercenario “che non conosci la fama intorno al mio nome. Sai come viene punito qualcuno che decide di lasciare la mia compagnia senza aver prima saldato il debito che lo lega a me?”
“No...” sbottò Guisgard “... ora però hai sollecitato la mia curiosità... dimmelo, o non ci dormirò stanotte...”
“Ebbene” mormorò Gufo “lo faccio legare nudo sul dorso di un cavallo non domato, per poi lasciarlo libero di correre all'impazzata. E siccome al cavallo viene intrecciata la coda con rami secchi e paglia unti di pece, per poi dar ad essi fuoco, immaginerai che la cavalcata in breve si trasformerà in una lunga agonia.”
Guisgard continuò a guardarlo senza aggiungere nulla.
“Dunque, se vuoi divertirti stasera fai pure, amico mio.” Ridendo Gufo. “Ma attento a non spendere tutti i tuoi risparmi con le donne. Potrebbero servirti per cominciare a racimolare la cifra con la quale acquistare la tua libertà.” Scosse il capo. “Già, rammento... gli schiavi non hanno nulla. Meglio così allora. Non avrai tentazioni di nessun tipo.” E andò via canticchiando divertito.
Guisgard allora, sbollita un po' di rabbia, uscì anch'egli dalla mensa e cominciò a girare nella caserma.
Ormai vi erano solo i soldati che dovevano svolgere il loro turno di guardia.
Il cavaliere, così, passeggiò tra l'androne e i lunghi corridoi, fino a quando si ritrovò in una saletta laterale.
Qui vi erano diverse armi e corazze, insieme ad utensili e attrezzi vari per ogni esigenza bellica.
“Benvenuto, amico mio!” Salutandolo qualcuno. “Sei il primo cliente da quando siamo giunti in questa città! Vuol dire che ti farò un trattamento di favore!”
Era un uomo di corporatura grossa e il volto bonario.
“Io sono Mirk il Rosso” presentandosi a Guisgard “e mi occupo di tutto ciò che i mercenari della compagnia possono acquistare.” Rise. “Chiedimi qualunque cosa ed io ti servirò a dovere. Cosa ti occorre? Una spada particolare? Qui da me troverai tutto! Spada ad una o a doppia lama. Dritta o ricurva. Ad una o a due mani. Spadini, daghe, spadoni, scimitarre e persino ammazzadraghi!” Annuì. “E poi ancora archi, balestre, asce da guerra, alabarde, stelle del mattino e mazzeferrate! Lance, fionde, coltelli di tutti i tipi e martelli da guerra! Naturalmente non mi mancano elmi leggeri e pesanti, corazze, scudi e speroni! Allora, in cosa posso servirti?”
“Fammi capire...” fece Guisgard “... dobbiamo pagare le armi da portare in battaglia?”
“Certo!” Annuì Mirk. “E le spese ci sono anche per la loro manutenzione e riparazione.”
“Io non ho nulla in tasca.” Fissandolo Guisgard. “Come faranno a farmi scendere in campo?”
“Beh...” fece Mirk “... ti sarà dato una daga, o al massimo un'altra arma di tipo semplice e con quella dovrai farti valere in battaglia. Se sopravviverai, allora, ti sarà data la paga prevista dopo ciascuno scontro e con quella potrai poi acquistare qualche altra arma più efficace. In pratica durante la prima battaglia dovrai essere abile e prudente, amico mio. Oltre che fortunato s'intende.”
“Mi ci vorrà una vita per mettere da parte la somma richiesta da quel dannato Gufo...” a denti stretti Guisgard.
“Eh, amico mio...” scuotendo il capo Mirk “... mi sa che farai prima a trascorrere qui l'intero periodo richiesto per il tuo servigio.”
“Al diavolo!” Esclamò Guisgard.
“Ti ci abituerai, vedrai.”
“Non penso proprio!”
“Che fretta hai?” Domandò Mirk. “C'è forse qualcuno che ti aspetta? Magari la tua bella? Rasserenati. Se è davvero innamorata magari sarai come Ulisse e lei ti aspetterà a dispetto di tutti e tutto. Se invece non lo farà, beh, avrai scoperto che non era il tuo vero amore. Ammesso che tu ci creda al Vero Amore.”
“Devo riprendere il mio viaggio!” Rivelò Guisgard. “E non ho intenzione di rinunciarci!”
“La vita stessa è un lungo viaggio, amico mio.”
“La mia vita dipende da quel viaggio.” Replicò Guisgard.
“E dove eri diretto?” Chiese Mirk.
“In una terra fuori da questa regione.” Spiegò Guisgard. “Una terra bella come nessun'altra.”
“E come si chiama questa tua favolosa terra promessa?” Guardandolo Mirk.
“Sygma...” rispose Guisgard “... una terra dai tratti poetici e romanzeschi...” accennando un leggero sorriso il cavaliere “... una terra senza tempo e degna di cavalieri...”
“Perchè sei diretto là?”
“Perchè mi è stato promesso un feudo di quella terra...” raccontò Guisgard “... un feudo appartenuto alla mia stirpe secoli fa... un feudo su cui vantare degni diritti.”
“Amico mio, una volta qualcuno mi ha detto che se davvero desideriamo qualcosa con tutto noi stessi” disse Mirk “allora prima o poi riusciremo ad ottenerla... ed io ti auguro di poter raggiungere davvero quella terra e trovare il tuo feudo.” Aggiunse sorridendo.
“Amen...” segnandosi Guisgard.
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Eilonwy
28-01-2014, 11.48.39
"Buon giorno! Sono la principessa Eilonwy del Regno del Cristallo di Azarath (Crystal Azarath Kingdom). Questi sono i miei protettori Aladiah, pupillo dell' Arcangelo Gabriele, e Coco, principessa delle fate. Possiamo entrare? Lady Galatea ci sta aspettando!" dissi al nano.
Non vedevo l' ora di incontrare Lady Galatea!
Lady Galatea era l' unica Strega Bianca che era stata accettata dalla città e dalla comunità di Afravalone. Per di piu' era stata non solo la mia madrina, ma anche quella del principe Karel. L' unica magia legale e riconosciuta dal Senato e dalla Famiglia Reale ad Afravalone era quella di Lady Galatea!
Se tu la vedevi potevi solo scorgere in lei una bella dama. A prima vista poteva sembrare una semplice nobildonna dai capelli biondo ramato e dagli occhi di gatto color nocciola....ma, in verità, era una delle piu' potenti e generose Streghe Bianche. Per non parlare del fatto che sarebbe rimasta per sempre una donna giovane, anche quando avrebbe avuto 300 anni.
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(LADY GALATEA)
Mi mancò il fiato, le sue mani sulle mie spalle, sulle mie braccia, quella stretta inaspettata che mi avvolse.
Era così vicino, potevo sentire il suo profumo ricercato, il battito del suo cuore.
Quasi non mi accorsi del responso oracolare, le sue parole rimbombavano nella mia testa.
Possibile che cambiasse così velocemente? Davvero aveva detto di essere geloso, di cosa.. della mia vita?
Quando la donna se ne andò, lasciandomi un’inquietudine, mi voltai verso di lui, immergendomi nei suoi splendidi occhi verdi.
“Non dovete scusarvi, altezza.. non sapete quante volte ho dovuto sopportare questi discorsi..” esitai “..avevo solo sperato che voi… soltanto voi.. foste in grado di capire..” sorrisi “..è vero, amo la mia vita.. ma questo non significa che non possa provare sentimenti.. semmai è il contrario… sono gli uomini che non riescono a vedere la donna attraverso l’uniforme, io so bene chi sono… credevo che solo i vostri occhi ne fossero stati capaci..” scossi la testa “..ma se è questa la donna che vedete, con questo scomodissimo abito, allora mi sbagliavo..” sorrisi, avvicinandomi a lui di un passo “..ed è strano perché io trovo che, questa spada, per quanto bellissima.. davvero non vi si addica” mi avvicinai ancora e senza staccare gli occhi dai suoi gli slacciai la mia cintura, per poi cingerla, insieme alla preziosa spada, attorno ai miei fianchi.
Ora l’equilibrio era di nuovo stabile.
Lo guardai con un largo sorriso: quello era l’uomo per cui avrei dato la vita, l’uomo che avrei protetto ad ogni costo, era diverso da me, eppure era l’unico che riuscisse a farmi vibrare l’anima.
Infondo, pensai, non c’è pace senza guerra.
“Qui sarete al sicuro..” dissi poi, cercando di pensare a cose pratiche “Vi manderò le vostre guardie, con abiti civili per non dare nell’occhio, immagino che anche i vostri ospiti capiranno che la vostra sicurezza è importante, fatemi sapere se avete bisogno di qualcosa, abiti, libri, la vostra tela.. solo le guardie conosceranno la vostra nuova dimora, nessun altro.. questi erano i patti..” sorrisi “io devo tornare in caserma, mi stanno aspettando.. tornerò a farvi visita, naturalmente, e vi scorterò in senato quando e se vi chiameranno, o anche in pubblico se desiderate mostrarvi alla gente.. infondo, per queste brave persone siamo solo due fidanzati, non possiamo certo dormire sotto lo stesso tetto..." Scherzai.
Altea
28-01-2014, 16.22.18
La mia decisione destò clamore..ognuno diceva la sua..e io li guardavo uno ad uno.
"Tylesia..ora volete andare a Tylesia?" dissi osservando Gyen e Tyssen perplessa..."e cosa vi dice quella sia la strada giusta?".
Rimasi un attimo in silenzio.."Va bene, non seguirò la strada sola..ma per una sola ragione..poichè mi fido e seguo il buon consiglio di frate Pich, egli non vorrebbe sicuramente mi succedesse qualcosa..quanto a voi..Tyssen" e lo guardai negli occhi perplessa dopo le parole dell'abate "dovete come sempre desistere dal fatto che un giorno cederò alle vostre lusinghe e le nostre strade, come sempre si separeranno e si reincontreranno, forse, per i nostri viaggi".
Silenzio...osservavo il nano Gyen...perchè mai l' Abate Nicola non aveva voluto dar una risposta a quella richiesta di aiuto di lady Consel? Era strano, un uomo di Chiesa non nega mai l'aiuto del buon Dio e da quello che avevo capito dal priore del Convento di San Michele Arcangelo era pure in ottimi rapporti col Ducato di Capomazda e quasi riverito...forse avrebbe agito da solo?
Mi voltai, nuovamente, verso la grotta ed ebbi un sussulto..dovevo tornare..sola..come si torna dal proprio padre confessore.
"Aspettatemi qui..un attimo..io ho bisogno di parlare sola con l' Abate..per un fatto mio personale".
Rientrai nella grotta..ormai era quasi buio ma la luce flebile della candela mi conduceva nel suo angusto studio e camminavo a tentoni toccando quell'antro di pietra fredda e stalatiti.."Abate Nicola..sono Altea..scusatemi se mi ripresento a disturbarvi ma vengo come umile devota al cospetto del Signore..poichè ho commesso un grave errore..ho giurato sulla Vergine di non amare nessuno..il mio Padre confessore mi disse non ero legata a nessun pegno..eppure..io temo a trasgredire alla Promessa fatta. Io sono coraggiosa...e vi sembrerà strano io abbia proprio paura dell' Amore..vi prego di aiutarmi."...finite quelle parole mi trovai proprio davanti al suo tavolo..i fogli sparpagliati messi in ordine prima a celare i suoi studi come avevo notato..mi guardavo in giro..ancora il silenzio e terminai.."Se ritenete di non dovermi aiutare od ascoltare..allora prenderò coscienza dell'errore fatto, come avete detto voi..e dovrò scontarlo per tutta la Vita" continuando a guardarmi attorno tra gli strani oggetti e i vari libri..forse parlavo col Nulla..l' Abate non avrebbe dato peso alle mie parole.
http://i41.tinypic.com/fvelmx.jpg
elisabeth
28-01-2014, 20.04.10
I suoi occhi erano vitrei, c'era paura ma anche uno stato di alterazione del suo inconscio......provai a pizzicarla...ma non reagiva, Fra Favelius si avvicnò e lei rimase immobile.....come una statua che respirava, le avevano rubato l'anima ?......." Daizer......siamo qui per scoprire proprio questo....cosa ci fà una bambina da sola nel bosco e nel suo stato......ecco perchè avevamo la necessità di muoverci in fretta......."...improvvisamente il cielo si aprì e su di noi arrivò un forte scroscio d'acqua.......gli alberi non trattenevano la furia dell'acqua, anzi le foglie si piegavano al volere del Divino......." bisogna prendere la bimba e portarla all'interno del carrozzone....." intanto...incominciai a lavarle il viso e le mani.... alle volte si e' aiutati proprio dalla provvidenza........ma mentre osservavo Fra Favelius prendere la bimba...sentii le imprecazioni di Daizen.......eravamo sommersi dal fango........i Cavalli erano nervosi.....e le ruote del carro sembravano inchiodarsi alla fanghiglia......" Ma quanto pesa questa vostra dannata invenzione......se continua così.....il vostro carro morirà affogato nel fango....e' meglio sganciare i cavalli e legarli ad un albero.......almeno resteranno a galla.......".......mi ero legata la gonna alla vita.......e mentre davo una mano a Daizer....con la mente andai a mio padre......mi hai invischiato in questa storia....forse sarebbe cortese da parte tua darmi un segno.....la mela e va bene...ma se ci fermiamo a quello, qui siamo finiti......mi resi conto che parlavo da sola....e che tutti mi stavano osservando......" E allora...non avete mai visto una donna che lavora e discute tra se e se ?........l'unica che puo' stare dentro la carrozza e' la bimba...pesa poco....per noi stasera e' previsto il bagno....ma mentre dicevo questo,da lontano vidi un ombra si nascondeva solo quando potevo vederla......." E oltre il bagno..ovviamente abbiamo ospiti a cena.........".......Non sembrava finirla....pioveva a dirotto.......bisognava proteggerci.....presi un bastone e segnai un cerchio.........era invisibile il terreno era acqua sporca......." Bene...noi non usciremo dal cerchio e ovviamente nessuno ci entrerà.........potremo perlomeno stare tranquilli ,prima o poi dovrà pur finire.....".........
Guisgard
28-01-2014, 20.40.18
Il nano, a quelle parole di Eilonwy, annuì e mostrò un cortese inchino.
Fece poi cenno ai tre viaggiatori di seguirlo.
Li condusse così in una vasta sala, arredata con gusto.
Lo stile era a metà tra il classicheggiante, bello e perfetto, e un gotico velato, con forme slanciate ed essenziali.
Dominavano coloro perlopiù pallidi, con richiami d'oro e d'argento.
“Lady Galatea” disse il nano “vi raggiungerà subito.” Ed uscì dalla sala.
Dopo un po', però, non si presentò ancora la nobile maga, ma un giovane con una marionetta.
“Salute a voi...” salutando Eilonwy ed i suoi due compagni di viaggio “... attendo anche io lady Galatea... ho costruito questa marionetta per lei” mostrandola ai tre “e voglio sapere se può piacerle o meno.”
“Cos'ha di particolare questa marionetta?” Chiese Coco.
“E' unica.” Rispose il giovane. “E' capace di muoversi da sé.”
“Come può essere?” Stupita la fatina. “Vorrei vederla muoversi allora...”
“Purtroppo” spiegò il giovane “per non so quale motivo non riesco a farla funzionare...”
Guisgard
28-01-2014, 20.45.04
Daizer fece così salire la bambina sul carro e come detto da Elisabeth sganciò da esso i cavalli, per poi legarli ad una robusta quercia.
Dopo un po' però la pioggia calò d'intensità, fino a smettere definitivamente.
Un leggero vento si alzò allora sul bosco, rischiarando l'aria.
Ma i tre viaggiatori avvertirono anche più freddo.
Poi, tra la vegetazione, Elisabeth intravide qualcosa.
Un'ombra.
E tracciò così quel cerchio invisibile come protezione.
Ma anche Daizer notò quell'ombra.
“Ehi...” disse il contrabbandiere, che nel frattempo aveva acceso una torcia “... chi è là? Fatevi avanti! Vi avverto, siamo armati!”
Un attimo dopo, tra il chiarore della torcia, una figura si fece avanti.
Era un boscaiolo.
“Chi siete?” Chiese ai viaggiatori. “Cosa ci fate qui, nel cuore del bosco, ora che è buio pesto?”
Guisgard
28-01-2014, 20.50.13
“Già...” disse Karel a Clio “... avrei dovuto scegliere un rifugio più isolato, magari giusto giusto solo per accogliere due persone...” e le fece l'occhiolino “... Clio...” dopo un momento di esitazione “... forse lo immaginate già, ma... mi mancherete... e mi mancherete soprattutto stanotte... siate prudente, vi prego...”
Raccolse allora un fiore da un cespuglio e lo accomodò fra i chiari capelli di lei.
“Un antico mito dei Goti” sussurrò “narra che un fiore è il miglior compagno per ogni spada... e visto che quella spada è una parte di voi, questo fiore sarà invece il mio ambasciatore... sperando che parli di me ai vostri pensieri...” sorrise e rientrò poi nella villa.
L'ufficiale, così, tornò in caserma.
Qui incontrò subito Astin.
“Capitano, i mercenari sono giunti in città stamani.” Riferì il luogotenente. “Il Senato invierà una delegazione per incontrare il loro comandante. Il senatore Gheorgis ha richiesto anche la vostra presenza. Non è un segreto che lui non riponga molta fiducia in alcuni senatori, mentre sulla vostra fedeltà non nutre alcun dubbio. Pare che un suo messo vi stia aspettando in Piazza dei Migliori. Sarà lui stesso a condurvi dove la delegazione senatoria incontrerà i mercenari.”
Guisgard
28-01-2014, 20.52.03
Appena Altea terminò di parlare, l'abate alzò finalmente gli occhi dai suoi scritti.
“La natura umana” disse “è debole. Infinitamente debole. Un voto fatto per tutta una vita è una lunga e mutevole tentazione per il demonio. E perchè mai avete fatto un simile giuramento? Volete forse consacrarvi al Signore? Avete avuto in dono la vocazione alla vita claustrale?” Scosse il capo. “O in realtà temete di soffrire? Cos'è che vi spaventa così tanto dunque? Così tanto da non temere neanche la solitudine?”
elisabeth
28-01-2014, 21.14.07
Daizen....non proferì parola, ci aiutammo in silenzio.....ogni cosa al suo posto.....chiusi dentro al cerchio, arrivò il sereno....ma si alzò un vento gelido, eravamo bagnati e questo aumentò il freddo che penetrava sin dentro le ossa....Daizen fece una fiaccola, ormai la sera era vicina e fu così che si accorse dell' ombra......era un semplice boscaiolo....ma se fosse stato un povero boscaiolo colpito dalla bufera, come mai i suoi vestiti erano asciutti ?......cosa ci facevamo noi nel bosco a quell'ora e lui ?......." Stavamo passando all'interno del bosco perchè mia figlia e' malata e ho bisogno di trovare delle erbe...mi stanno aiutando i due frati....e....mio...il....mio....marito ecco mio marito ha preferito fermarsi visto il fango......voi invece sembra che la bufera non vi abbia sfiorato?...".....
Altea
28-01-2014, 21.39.36
Ad un tratto il volto dell' Abate e le sue parole...che entravano in fondo all' Animo..annuii e mi sedetti su quella seggiola di fronte a lui..."Quel voto..vedete..lo ho fatto per un motivo importante..mia madre era in punto di morte e io non potevo permettere la mia famiglia la perdesse..lo ho fatto solo per Amore di figlia, e mia madre guarì dopo alcuni giorni. Ovviamente, visto la gravità della sua salute..era impossibile guarisse, il mio padre confessore perciò disse poteva essere dovuto al caso..." sospirai "ma io sono cresciuta in una famiglia fortemente Cattolica e io mi sento in dovere di mantenere la Promessa...le vostre parole.." e ritornai a quel giorno quando il mio bel Cavaliere se ne andò "mi sono state già dette...io ho amato e amo tutt'ora e per quella Promessa io ho perso l' Amore..ora sarei felice vicino a colui che ancora amo...ditemi...abate Nicola" e la mia mano prese la sua "voi dite le promesse sono una arma per il diavolo...ma trasgredire per Amore è una punizione divina? Forse la mia è paura...mi sono attaccata a questo Amore e non riesco a dimenticarlo e magari non lo rivedrò più..ma io, come dite Voi, sono disposta a non amare più se egli non sarà più vicino a me..." sorrisi leggermente.."sono una sciocca ragazza legata a due promesse a questo punto..uno fatta alla Vergine..e una a un Cavaliere che forse non vedrò mai più..ditemi voi cosa fare".
Istintivamente presi il mio rosario e cadde dalla tasca il sacchetto azzurro.."Vedete questo? Me lo ha donato lui...ma io non so cosa contenga, me lo diede quando mi confessò il suo Amore..ora è giunto il momento di aprirlo..qui con Voi..quando mi hanno parlato di Voi al monastero di San Michele..ho pensato voi eravate la persona adatta per scacciare in me...appunto questa ossessione che mi attanaglia..non lo ho mai aperto..perchè temevo di scoprire che egli si era preso gioco dei miei sentimenti e del mio Amore" presi coraggio, aprii il sacchetto, chiusi gli occhi e gettai il contenuto sopra il tavolo, li riaprii e guardai il contenuto.
"Dimenticate che siete stato voi a regalarmi questa spada, dunque ella stessa mi parla di voi.." Sorrisi, accarezzando dolcemente il fiore tra i miei capelli "È bellissimo, grazie..".
Avrei voluto dirgli che anche lui mi sarebbe mancato, che una parte di me avrebbe voluto restare in quell'angolo di pace, con lui.
Ma non potevo, c'erano troppe cose a cui badare.
Lasciai la villa e raggiunsi prima il palazzo di mio padre, qui mi liberai dell'abito, indossando l'uniforme.
Passai poi dal palazzo reale, per informare la guardia del principe perché lo raggiungesse, raccomandando loro la massima discrezione.
E, finalmente, mi diressi verso la caserma.
In poco tempo, ero di nuovo me stessa, nella mia uniforme, e in quella che assomigliava sempre più ad una casa e una famiglia.
Eppure, le parole di Karel continuavano a rimbombarmi nella mente, la delicatezza con cui aveva posato il fiore nei miei capelli, il suo sorriso, quelle parole.
Era davvero difficile descrivere come mi sentivo in quel momento.
Trovai Astin e ascoltai il suo resoconto.
"Dovevano solo provarci a non richiedere la mia presenza, che ne sanno quei politici di come dovranno comportarsi quegli uomini?" Scossi la testa "Devo andare, fammi sapere se hai notizie di Nikis, che comincio a preoccuparmi..".
Lasciai così la caserma per raggiungere il Palazzo dei Migliori, ansiosa di confrontarmi con quei mercenari.
Guisgard
29-01-2014, 01.56.49
Il boscaiolo guardò Elisabeth e gli altri suoi compagni di viaggio.
Poi, camminando tra la fitta vegetazione, si avvicinò a loro.
“Ho trovato riparo” disse “presso un vecchio capanno. Lì ho atteso che la pioggia terminasse.”
“Vivete qui nei paraggi?” Chiese Daizer.
“Vivo all'inizio del bosco.” Rispose il boscaiolo. “Qui vengo solo a far la legna. Non ci vivrei mai in questo luogo.”
“Dunque siete solo un boscaiolo?” Fissandolo Daizer.
“Certo.”
“Allora perchè scorgo dalla vostra cintura quel grosso coltello?” Indicando l'arma il contrabbandiere. “Pensavo bastasse una scure per abbattere gli alberi...”
In quel momento si udirono dei passi provenire dalla profondità del bosco.
Un attimo dopo altri uomini apparvero tra gli alberi e subito circondarono il carro.
“Cosa hai trovato, Jean?” Chiese uno di quelli al boscaiolo.
“Questi tipi...” mormorò questi, indicando Elisabeth, i due monaci ed il contrabbandiere “... non sono riuscito a capire cosa ci fanno qui...”
“Allora troveremo il modo di farcelo dire...” disse l'uomo appena arrivato, estraendo poi un grosso coltello.
E così fecero tutti gli altri che erano giunti con lui.
Guisgard
29-01-2014, 02.03.30
“Se quel cavaliere davvero provava amore per voi” disse l'Abate Nicola ad Altea “allora il vostro giuramento non ha valore. A meno che non sia stato pronunciato in seguito ad una vocazione spirituale. Ma da quanto ho capito non è questo il vostro caso.” Fissandola il chierico. “Infatti non si può pronunciare un simile voto quando in ballo vi è anche la felicità di un'altra persona, oltre che la nostra. Dunque rasserenatevi e dimenticate quanto giurato.”
Poi Altea aprì il sacchetto azzurro e fece cadere il contenuto sulla tavola di fronte all'abate.
E riaprendo gli occhi, l'avventuriera vide un bellissimo pendaglio con al centro una pietra rossa come un tramonto estivo.
E sul pendaglio vi era incisa una frase:
“La vita è un fiore e l'amore è il suo profumo.”
Guisgard
29-01-2014, 02.13.39
Clio, prima di raggiungere la caserma, passando per la casa di suo padre, aveva fatto la veloce conoscenza di un nuovo servitore.
L'uomo si era presentato come Nestos, senza però definirsi servo.
Egli infatti parlava di sé come medico di fiducia del capitano suo padre.
Lasciata poi la caserma, Clio si diresse verso Piazza dei Migliori, dove l'attendeva l'inviato di Gheorgis.
E qui, infatti, poco dopo il suo arrivo, la ragazza fu avvicinata proprio dal messo del senatore.
“Capitano, vi stavo aspettando.” Disse l'uomo. “Non abbiamo molto tempo... seguitemi, prego, vi condurrò dove i senatori stanno per incontrare i mercenari.”
Raggiunsero così un'altra caserma cittadina, un tempo destinata all'addestramento dei cadetti della Guardia Ecclesiastica ed ora invece offerta ai mercenari come quartier generale.
“Veniamo a nome del senatore Gheorgis...” avvicinandosi il messo alla sentinella sull'ingresso “... il capitano Clio” indicando la ragazza con lui “ha ricevuto l'ordine di presiedere all'incontro della delegazione senatoria con i mercenari.”
La sentinella annuì e chiamò un altro soldato, che condusse Clio ed il messo in una saletta.
Qui vi era la delegazione del Senato che attendeva l'arrivo dei mercenari.
“Capitano Clio...” stupito uno dei senatori “... come mai qui? Nessuno ci aveva informato della vostra presenza...”
“E' stato il senatore Gheorgis a deciderlo.” Fece il messo.
Ma proprio in quel momento nella saletta arrivarono tre uomini.
“Salute a voi...” salutando i presenti uno dei tre “... sono Gufo Scarlatto, comandante della Compagnia dei Gufi. Questi sono” indicando i due che erano con lui “i miei luogotenenti... Boyke e Koim.”
I senatori risposero ai loro saluti, ponendo ai tre il benvenuto nel loro reame.
“E questa?” Domandò sorridendo Gufo, accorgendosi di Clio. “E' forse un dono di voi senatori? O magari un anticipo sulla paga pattuita?” I suoi due luogotenenti risero. “E perchè mai le donne qui le abbigliate con delle uniformi?” Chiese poi divertito, restando a fissare la ragazza.
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Risi, divertita e infastidita dalle parole dei senatori. Non mi aspettavano?
“Davvero? Voi portate degli estranei armati in città, li mettete sotto la mia responsabilità, e vi aspettate che io me ne stia buona in un angolo?” Scossi la testa “Non funziona così…”.
“Salute a voi…” salutando i presenti uno dei tre “… sono Gufo Scarlatto, comandante della Compagnia dei Gufi. Questi sono” indicando i due che erano con lui “i miei luogotenenti… Boyke e Koim.”
I senatori risposero ai loro saluti, ponendo ai tre il benvenuto nel loro reame.
“E questa?” Domandò sorridendo Gufo, accorgendosi di Clio. “E’ forse un dono di voi senatori? O magari un anticipo sulla paga pattuita?” I suoi due luogotenenti risero. “E perchè mai le donne qui le abbigliate con delle uniformi?” Chiese poi divertito, restando a fissare la ragazza.
Alzai gli occhi al cielo, non che mi aspettassi una reazione diversa.
I miei occhi divennero di ghiaccio, rispondendo allo sguardo del mercenario.
“Sono Clio de’ Groyster, capitano della Guardia Reale..” Sorrisi “Vi sconsiglio caldamente di offendermi una seconda volta.. Sono qui perché siete parte dell’esercito di Afravalone ora, e mi aspetto che rispettiate le regole in vigore per ogni militare, in caso contrario, ne risponderete a me.. Ma immagino che prima i senatori vorranno parlarvi della vostra missione.. Parlerò dopo di loro….” Sostenni lo sguardo di quell’uomo “Tuttavia, mi sembra superfluo ricordarvi che siete profumatamente pagati per eseguire gli ordini, ma se per voi e i vostri uomini è un problema riceverne da una donna..” Allargai leggermente le braccia “Possiamo sistemare le cose quando volete, poiché non tollero né insubordinazione né tantomeno l’espressione sulla vostra faccia in mia presenza..” sorrisi “Ma se rispetterete le regole, non discuterete gli ordini, e sarete all’altezza della vostra reputazione, sono certa che andremo d’accordo..” allungai la mano perché la stringesse, chiedendomi se l’avrebbe fatto.
Infondo, pensai, dovevo guadagnarmi il rispetto di quegli uomini, non farmeli nemici.
Altea
29-01-2014, 16.39.52
Il leggero tintinnio sul legno ruvido del tavolo e i miei occhi che si aprivano lentamente...osservai in silenzio quel pendaglio..non era una presa in giro..lo presi tra le mie mani e lo osservai.."Avete visto? Un pendaglio con una bellissima pietra rossa" e mi avvicinai vicino alla candela per vederlo meglio e scorsi una scritta.."E sopra vi è inciso questa frase...
“La vita è un fiore e l'amore è il suo profumo.”
Mostrai il pendaglio all' Abate e poi sganciai la mia collana e appesi il pendaglio e la rindossai, pensando alle parole dell' Abate...aveva ragione..io oltre a causare la mia infelicità avevo causato pure la infelicità di lui, che credeva di poter condividere con me il suo Amore e forse la sua Vita..e ora..era troppo tardi? E cosa rappresentava quel pendaglio?
Poi ebbi un ricordo..il libro azzurro..Tyssen fu colui che lo aprì dicendomi era un libro di leggende orientali e che il cavaliere mi aveva preso in giro..mi risedetti destandomi da quei pensieri.."Una strana casualità, prima di raggiungere il Monastero ci fermammo presso un paesino di minatori, alla Locanda del Fiore Perduto...un enigmatico apprendista cavaliere ci narrò la storia di Tylesia, poco distante, e del suo Fiore, sebbene io già la conoscessi visto una mia antenata contribuì alla ricostruzione di Tylesia...e l' Amore Perso allora è proprio come quel Perduto Fiore..chissà se potrò porvi rimedio..o dovrei cercare il mio Amato e magari per tutta la Vita e non trovarlo più..il mondo è grande e io di lui..non so nemmeno il nome e da dove provenga...datemi un buon consiglio per favore" e perplessa sperai in un aiuto dell' Uomo di Chiesa che mi aveva aiutato a cambiare la mia vita e aperto uno spiraglio nell' animo e nel cuore.
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elisabeth
29-01-2014, 21.16.31
Si dice che piove sempre sul bagnato...nel senso che guaio arriva sopra guaio, la bimba era all'interno del carro, ma io la mia spiegazione l'avevo data...eravamo una famigliola in cerca di un erba medica........era troppo strano per loro come lo era per me vederli asciutti...noi eravamo zuppi dalla testa ai piedi, e lui era tra gli alberi quando lo vidi...e pioveva......" Ci vogliono dei coltelli per sgozzare gli animali, per far parlare due frati e una coppia di sposi ?....siete dei boscaioli, dovreste essere delle persone pacifiche, noi cerchiamo un erba e se questa fosse anche nella parte piu' profonda e tetra del bosco.....ci andremmo, c'e'qualche legge che ce lo vieta ?.........".....ero accanto a Daizen,gli avevo messo la mano sul braccio in segno di intimità......avevo paura....certo i Frati avrebbero saputo difendersi e anche Daizen era messo sul piede di guerra....La magia e'una cosa meravigliosa, ma deve essere utilizzata con dovizia ed intelligenza......dovevo dosare tutta la mia energia.........la cosa che speravo e' che la ragazzina rimanesse in silenzio nel carro, non credo che quegli uomini avessero un nesso con lei.......ma era tanta l'incertezza di tutta quella situazione.....che ci voleva poco perchè si scatenasse l'inferno....." Io credo che non siate cattive persone e non lo siamo neanche noi.....forse sarebbe il caso di abbassare le armi, visto che noi siamo tutti disarmati............"........
Eilonwy
29-01-2014, 23.27.07
Dopo un po', però, non si presentò ancora la nobile maga, ma un giovane con una marionetta.
“Salute a voi...” salutando Eilonwy ed i suoi due compagni di viaggio “... attendo anche io Lady Galatea... ho costruito questa marionetta per lei” mostrandola ai tre “e voglio sapere se può piacerle o meno.”
“Cos'ha di particolare questa marionetta?” Chiese Coco.
“E' unica.” Rispose il giovane. “E' capace di muoversi da sé.”
“Come può essere?” Stupita la fatina. “Vorrei vederla muoversi allora...”
“Purtroppo” spiegò il giovane “per non so quale motivo non riesco a farla funzionare...”
"Salve!.....E' davvero un peccato che non si muova! Forse si è bloccato qualche ingranaggio o qualcosa del genere. Certo che sembra una bambina vera! Piacere, io sono Eilonwy!....Voi come vi chiamate? Avete dato un nome a questa graziosa marionetta?" chiesi con vivace curiosità.
Piu' che una marionetta sembrava una bambola di porcellana, ma toccandola mi resi conto che era fatta di un legno pitturato strano, che rendeva la sua pelle vellutata e rosea.
I capelli castano dorato sembravano veri, proprio come i cerulei e vitrei occhi.
Rimasi incantata da quella opera d' arte.
http://img.xcitefun.net/users/2012/01/279661,xcitefun-valera1.jpg
Guisgard
30-01-2014, 01.50.43
“Ciò che in Cielo è deciso” disse l'Abate Nicola ad Altea “in terra avverrà. Per quanto possa essere sterminato il mare o infinito il cielo, se è destino che due pesci o due uccellini debbano incontrarsi, siatene sicura, essi si incontreranno.” Fissò l'avventuriera per poi alzarsi ed avvicinarsi a lei. Prese una piccola ampolla, vi immerse dentro le dita e recitò qualche preghiera a bassa voce.
Poi con le dita bagnate segnò tre volte la fronte, le spalle, i palmi delle mani e le gambe di Altea.
Ma in quello stesso momento qualcuno apparve sulla soglia della grotta.
“Cosa volete?” Chiese l'abate ai due uomini appena giunti. “Cosa vi spinge in questo solitario eremo?”
“Abbiamo saputo” disse uno dei due uomini “che in queste grotte vive un chierico capace di scacciare i demoni. In nome di Maria Vergine, vi supplichiamo... dovete venire a casa mia... mia figlia... credo sia posseduta da qualche demonio...”
“Altro non abbiamo da dirci, figliola...” rivolgendosi l'abate ad Altea.
Prese allora il suo mantello e andò via con quei due uomini, lasciando così l'avventuriera davanti al suo Destino che inesorabile la stava aspettando.
Guisgard
30-01-2014, 01.54.29
A quelle decise parole di Clio, i due luogotenenti di Gufo scoppiarono a ridere.
Il loro comandante, invece, restò a fissarla con un vago sorriso, simile più ad un ghigno, sul viso.
“A quanto vedo” disse ai senatori, senza degnarsi di stringere la mano al Capitano della Guardia Reale “qui prendete molto sul serio le vostre donne, visto che assegnate loro ruoli importanti. Beh, anche se ora comincio a capire perchè vi siete ridotti ad assoldare mercenari, sono comunque affari vostri. In verità” continuò “credo bisogni mettere in chiaro alcuni punti... io ed io soltanto posso dare ordine ai miei uomini... e visto che si è parlato del nostro compenso, penso sia giusto definirne l'entità... per l'intera campagna nel vostro reame io pretendo cinquecentomila Taddei... in oro, s'intende... metà subito, l'altra metà alla fine del lavoro...” guardò finalmente Clio “... ecco come trattano i veri soldati, dolcezza... e se vuoi altre lezioni in merito, beh, basta solo che tu lo dica e vedrò di insegnarti tutto ciò che ti occorre...” rise “... anche se, ad essere sincero, credo che tu debba imparare ben altre cose... e posso mostrartele quando vuoi... magari stanotte stessa... credimi, ti divertiresti un mondo...” e si abbandonò ad una sonora risata, seguito subito dai suoi due compari.
“Mezzo milione di Taddei?” Fece uno dei senatori. “Ma è una cifra assurda! Non erano questi i termini del nostro accordo!”
“Già...” annuì Gufo “... ma avevo scordato di dirvi che ho l'abitudine di cambiare spesso i patti stilati... soprattutto a mio vantaggio.” E di nuovo si udì la forte risata sua e dei suoi due uomini.
Guisgard
30-01-2014, 02.05.43
Il giovane burattinaio sorrise a quelle parole di Eilonwy.
“In verità” disse “non ho ancora avuto il tempo di decidere un nome per la mia marionetta... ma visto che siete così carina e gentile allora, col vostro permesso, la chiamerò come voi...” guardò la marionetta “... dimmi, ti piace il tuo nuovo nome? Eh, dimmi? Su, da brava, rispondi! Rispondi, Eilonwy!”
A quelle parole del giovane, la marionetta sembrò destarsi.
Alzò la testa e lo fissò sorridendo.
Poi si voltò verso Eilonwy.
“Benvenuta, principessa.” Rivolgendosi alla ragazza. “Lady Galatea vi stava aspettando da tempo.”
“Guardate!” Esclamò incredula Coco. “Si muove e parla davvero!”
Guisgard
30-01-2014, 02.10.10
A quelle parole di Elisabeth, quegli uomini la fissarono con attenzione.
“Mettete giù le armi...” disse all'improvviso uno di quelli ai suoi.
“Ma, Ralf...” fece uno dei suoi compagni “... vuoi fidarti di loro così?”
“Non credo siano coloro a cui diamo la caccia.” Mormorò Ralf. “Ma per sicurezza li porteremo al villaggio con noi, così potranno essere interrogati dal Borgomastro.”
“E cosa vi fa credere” disse Daizer “che sarà tanto semplice condurci con voi?”
“Avete forse altra scelta?” Guardandolo Ralf. “Ora montate sul vostro carro. Vi condurremo al nostro villaggio.”
Così, quegli uomini, presi i loro cavalli, affiancarono il carro di Daizer e preceduti dai loro segugi condussero i quattro viaggiatori attraverso un angusto sentiero.
Tagliarono in due il bosco, su quella pista fatta di fango e pietrisco, fino a giungere nel cuore di quella sconosciuta terra.
Raggiunsero una piccola altura e davanti a loro si stagliava la selvaggia distesa boschiva, chiazzata di aspri spuntoni rocciosi, scoscesi dossi verdeggianti e pendii ormai tinti di un acerbo rosso ruggine.
E da quel mondo dai tratti ancestrali soffiava un vento freddo, capace di far rabbrividire anche gli animi più indomiti.
Ralf allora indicò col dito l'incerto segmento del sentiero che penetrava a fatica in quel primordiale scenario, fino a quando intravidero qualcosa.
Un piccolo centro abitato che spuntava quasi in modo accidentale da una folta coltre di alberi secolari.
“Ecco il villaggio.” Fece Ralf.
Ripresero allora il cammino.
Dopo circa un'ora erano arrivati alle porte del villaggio.
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Eilonwy
30-01-2014, 02.33.12
Guardai incredula e a bocca aperta la marionetta.
Aveva parlato? Aveva parlato veramente?
Sgranai gli occhi e dissi sorridente alla bambola: "E voi come lo sapevate? E come fate a sapere che sono la figlia di un monarca?.....Non ditemi, dolce bambolina, che sapete anche la mia storia!".
Come faceva a sapere di me, se era stata appena costruita?
Mi voltai, stranita, verso Aladiah e Coco e poi, nuovamente, verso il giovane burattinaio e la sua creazione.
Ma che stava succedendo?
Ero veramente confusa e disorientata.
http://imagizer.imageshack.us/v2/800x600q90/824/se6i.png
Parsifal25
30-01-2014, 13.01.20
Guardai' il paladino Riccardo " Cerchi di scrutare la mia vera indole, la mia vera essenza....comune mortale.....ma ciò non ti è permesso carpirlo. Vi son delle leggi naturali da rispettare." Fissai' il cielo....il sole andava levandosi alto e dissi "Devo giunger in quel luogo sia perchè ho fatto una promessa sia per qualcosa di divino......i sigilli del Giudizio son stati spezzati......la potente e fiorente cattedrale verrà oscurata da un mistico eremita." La mia aura aumentò "La sentenza sta per esser rispettata......"
Sali' sul cavallo e dissi: "Mi chiedete....se potete unirvi a me, giusto? La scelta è vostra....sappiate che una volta intrapreso codesto cammino non potete più tornare indietro e.....non credo che potrete nuovamente sfuggire all'abbraccio della Belladonna......visto che le viaggerete a fianco...." risposi sorridendo.
"Ecco....prendetela come se fosse un vostro viaggio di espiazione......se volete montare a cavallo con me.....non vi sono problemi, ma dovrete esser lesto e puro per salirvi." Tesi il guanto verso Alonius che sussurandomi all'orecchio mi rammentò i miei doveri e apri' un portale "Pregate che ci porti sul luogo da noi desiderato....." e lo superammo.
Altea
30-01-2014, 16.08.43
L' Abate Nicola diede inizio su di me a una Benedizione del Signore..guardavo e pregavo in silenzio..ma non capivo i gesti che egli stava compiendo ma ero tranquilla anzi mi ritenevo fortunata ad avere la benedizione proprio da quell' Uomo di Chiesa che con umiltà serviva il Signore.
Ma tale tranquillità venne turbata quando due uomini entrarono nella grotta...una ragazza in preda al demonio..l' abate che subito si accinse ad andare in suo soccorso..rimasi un attimo lì, sola e mi pervase un brivido non certo dovuto al freddo del posto..stupirsi? Se esisteva il Signore allora esisteva pure il suo Nemico.
Mi chiusi bene nel mantello e uscii dalla grotta e vidi i miei compagni di viaggio che mi stavano aspettando..."Scusatemi, vi ho fatto attendere molto ma avevo necessità di parlare con l' Abate Nicola..bene possiamo salire in carrozza fa anche piuttosto freddo".
Salimmo e guardai Tyssen e Gyen.."Allora si va verso Tylesia?" dissi con aria indifferente per poi il mio sguardo fissarsi sul bel Tyssen..."Ho un dubbio..Tyssen..voi rammentate quel cavaliere, che per oscuri motivi, non sopportavate" dissi sorridendo e toccando il pendaglio in modo lo vedesse "..colui che venne con noi per un tratto abbastanza lungo nel nostro viaggio in Oriente e non vedemmo più dopo Petra..voi, forse, ricordate il suo nome e da dove proveniva? Forse si era confidato con Voi...perchè ho intenzione di trovarlo" gli dissi con sorriso beffardo e vidi il suo volto leggermente oscurarsi "D'altronde ormai la nostra missione è finita..e mi annoierei a casa, quindi inizierò questa nuova avventura..ah non preoccupatevi..Voi potete ritenervi libero dal seguirmi".
Restai impassibile, avevo vissuto molte volte quella situazione, non riuscii a reprimere un sorriso, pensando a quanto fossero banali e ripetive le battute di scherno.
Davvero credevano di impressionarmi, di farmi paura? Poveri illusi.
Io, una chance gliel'avevo concessa, non l'avevano colta, peggio per loro.
Voltai lo sguardo verso i senatori, scuotendo impercettibilmente il capo in segno di disapprovazione.
Se ne stavano lì, come impauriti. Venivamo davvero governati da gente così debole? Li avevano voluti loro i mercenari, che si aspettavano?
Poi, tornai a guardare il Gufo, e feci un passo verso di lui.
"Se i nostri nobili senatori tollerano di farsi mettete i piedi in testa da uno sbruffone qualunque non è affar mio.. Ma se pensate che vi lascerò fare il bello e il cattivo tempo vi sbagliate di grosso.. Siete nella nostra città, e rispetterete le nostre leggi e le nostre gerarchie..." Estrassi lentamente la spada, la lama brillò per un momento, colpita da un raggio di sole improvviso.
Sorrisi "Vi avevo avvertito di non offendermi..." La puntai verso il mercenario, in aria di sfida.
"Io dico che non valete mezzo milione di Taddei.. Considerando che le prenderete da una donna.." Con un'espressione perfida "Non avrete paura di sfigurare davanti ai vostri uomini...".
Guisgard
30-01-2014, 18.34.27
Riccardo annuì a quelle parole di Parsifal.
Forse il giovane cavaliere non le comprese fino in fondo, ma accettò di seguire quell'oscuro viaggiatore.
Così, entrambi, insieme al falco Alanius, varcarono il portale evocato da Parsifal.
Fu un attimo che parve infinito, come se il Tempo e lo spazio si rincorressero senza sfiorarsi mai.
Ma erano solo sensazioni dettate dalle debolezze umane.
Dopo qualche istante indefinito tutto attorno a loro svanì, facendoli ritrovare in una verdeggiante campagna.
Era meriggio inoltrato ormai.
E davanti a loro apparve una meravigliosa città.
“Ecco Afravalone...” disse Alanius.
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Guisgard
30-01-2014, 18.37.10
“Si...” disse annuendo Tyssen ad Altea “... rammento il suo nome... e non vi nascondo che il motivo del mio astio verso di lui era dettato dalla gelosia... sapete che vi amo e dunque detesto tutti coloro che possono vantare pretese su di voi... comunque, il nome di quel cavaliere era Bertran di Cividale... è passato tuttavia molto tempo e non mi stupirei se fosse perito in qualche battaglia contro i Musulmani... dopotutto la Terrasanta è sotto il flagello delle Crociate...” si avvicinò alla bella avventuriera “... milady, conoscete i miei sentimenti per voi e la devozione che vi porto... tuttavia, se il vostro desiderio è ritrovare quel tale, allora mi farò da parte... tornati a Tylesia, ciascuno di noi prenderà la sua strada.” Concluse davanti a Pich e a Gyen.
Guisgard
30-01-2014, 18.46.42
Il giovane burattinaio sorrise davanti allo stupore di Eilonwy.
“Beh, credo si sia fatto tardi per noi...” disse poi alla sua marionetta “... direi allora di salutare e ritirarci... sei d'accordo?”
La marionetta sorrise ed annuì.
“I miei omaggi, principessa.” Rivolgendosi poi ad Eilonwy. “Mi rincresce” continuò la marionetta “ma temo che oggi non avremo occasione di parlare della vostra storia. Vi auguro però grande fortuna e spero di cuore che possiate vincere l'incanto che vi sottrae dal giorno e dalla notte.”
E il burattinaio con la sua stupefacente marionetta uscirono dalla sala.
Un attimo dopo una delle porte laterali si aprì ed apparve una bellissima dama.
Era lady Galatea.
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Guisgard
30-01-2014, 18.51.57
Gufo accennò un vago sorriso a quelle parole di Clio.
Poi fece un passo verso di lei, fino a quando la spada della ragazza arrivò a toccare il petto di lui.
“Avanti...” disse con disprezzo il mercenario “... fa anche tu un passo in avanti, così da potermi passare da parte a parte...”
I due luogotenenti del mercenario risero forte.
“Così” continuò lui “potrai provare anche tu, almeno una volta, quel brivido che ogni vero soldato avverte in battaglia...”
“Per carità!” Esclamò uno dei senatori. “Ricordatevi del vostro ruolo, capitano Clio!”
“O forse come credo” mormorò Gufo “sei solo una bambolina a cui qualcuno ha messo una spada in mano ed una medaglia sul petto...” rise “... cosa ne dici, bella Amazzone? Altrimenti possiamo sempre risolverla da veri guerrieri questa faccenda... ti propongo una sfida... il tuo soldato migliore contro uno dei miei spadaccini... se il tuo campione vincerà, allora discuteremo della collaborazione fra noi e voi...”
Eilonwy
30-01-2014, 19.08.14
Il mio stupore aumento nel sentire che sapeva anche dell' incantamento di Slathnir.
Alla fine, vidi arrivare Lady Galatea.
Mi avvicinai a lei e dopo aver fatto un leggero inchino, dissi: "Cara Lady Galatea è un piacere e un onore rincontrarvi. Non vi vedevo da quando ero una fanciullina. Sono disperata Milady! Non so piu' cosa fare e a chi rivolgermi!....Voi siete l' unica ed ultima speranza....".
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Altea
30-01-2014, 19.29.12
Rimasi ferma e immobile..Bertran...così si chiamava..il posto..era lontano..veniva da lontano.."Ho sempre saputo Tyssen che lo odiavate..a me mai disse il suo nome e neppure il suo posto di origine..strano..con voi si era confidato e voi gli augurate la morte..invece penso si sia o si stia battendo con onore in quelle battaglie" toccai il pomello della mia spada con la Croce Templare...un attimo..io e Tyssen ci guardammo negli occhi..sfida o qualcosa di indefinito..lui mi toccò il collo delicatamente.."Lo so che mi amate Tyssen, ma non lo avete mai dimostrato coi fatti...io non provo lo stesso sentimento..e d'accordo a Tylesia i nostri sentieri si separeranno..lo ho detto non ho paura a viaggiare sola".
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Guisgard
30-01-2014, 20.41.31
Tyssen guardò negli occhi Altea e poi con gesto istintivo si avvicinò con le labbra alla bocca di lei.
E la baciò.
Fu un bacio lungo e appassionato.
Il nobile avventuriero assaporò a lungo le vermiglie labbra della dama, succhiandone con ardore il sapore, come se fossero mature ciliege di Maggio.
“Perdonatemi...” disse in un sospiro quando le sue labbra lasciarono quelle di lei “... ma non potevo lasciarvi andare così...” restò a fissare ancora i suoi occhi chiari, per poi scuotere il capo e raggiungere la sua carrozza.
Fece allora cenno di partire.
Così, Pich e Gyen salirono a bordo.
“Venite, signora...” rivolgendosi il nano ad Altea “... è già buio... meglio raggiungere Tylesia il prima possibile...”
Guisgard
30-01-2014, 20.45.04
Lady Galatea sorrise ad Eilonwy e le accarezzò delicatamente il volto.
“Non bisogna mai disperare” disse poi la dama fatata “poichè il Destino serba sempre una possibilità di riuscita. Sta a noi riconoscerla e sfruttarla a tempo debito.” Prese la mano della fanciulla e la condusse verso un grosso seggio.
Qui la dama si sedette e poi suonò un piccolo campanellino d'oro.
Un attimo dopo nella sala giunse una dama di compagnia di Galatea, recando con sé una gabbia d'oro.
Dentro vi era un bellissimo merlo dal piumaggio nero e lucidissimo.
“Salute a te, amico mio.” Rivolgendosi all'uccello la dama. “Quali buone mi porti?”
“Il tempo è incerto, signora...” fece il merlo “... tuttavia è Inverno e dunque siamo nella norma.”
“Ho bisogno del tuo consiglio...” fissandolo Galatea “... se tu avessi a che fare con un malvagio incanto, cosa faresti per liberartene?”
“Io sono già vittima di un oscuro sortilegio, signora...” disse il merlo “... vedete, io in realtà sono un valente principe, mutato ahimè in un merlo da una terribile strega...”
elisabeth
30-01-2014, 20.48.47
La tregua fu un respiro di sollievo......Daizen alle volte faceva meglio a stare zitto...noi contro di loro, dovevamo chiedere aiuto a Mago Merlino......." Vi ringrazio e perdonate mio marito....ma e' nervoso...ci siamo impantanati....e come ogni uomo si e' spazientito più del dovuto.....".....e così con la fanciulla dagli occhi nel buio e i Frati che assolvevano alle loro orazioni....seguimmo quegli uomini che sembravano come noi seguire una situazione sconosciuta....." Daizen,come ti e' saltato in mente di fare lo spavaldo in una situazione dove non avevamo scelta.....vuoi far morire di crepacuore la tua mogliettina ?.......speriamo solo che una volta arrivati divengano i nostri alleati averli come nemici...non mi piace......".......Ralf ci indicò qualcosa che si intravedeva oltre la forest....." Si vedono delle luci....sulla montagna...come è possibile ? " ci portarono sino alle porte del loro villaggio.......guardai stupita, ero spesso nel bosco ma non avevo mai visto quel luogo......." Daizen.....qui sembra esserci un'altro mondo.......e' così strano......."...seguimmo il gruppo e ci si presentò un luogo magnifico.....pieno di stradine e luci...ormai eravamo al crepuscolo....la gente ci guardava.....e io osservavo i nostri accompagnatori......solo uno di loro aveva avuto fiducia in noi......e il resto di loro cosa avrebbero fatto o detto alla comunita' ?
Scoppiai a ridere a quelle parole.
Dapprima mi voltai verso il senatore e lo squadrai con disprezzo “Il mio ruolo, nel caso lo abbiate dimenticato, è difendere la Corona e far rispettare le leggi, mancare di rispetto ad un ufficiale di Sua Maestà è un reato, così come infrangere un contratto stipulato col senato.. o ai mercenari tutto è concesso? Se vi avesse parlato in questo modo uno dei miei uomini, se avesse osato tanto persino un membro della Guardia Ecclesiastica lo avreste sbattuto in cella senza esitazione…” scossi la testa “Avete difeso chi vi ha appena ingannato, e non chi ha giurato di dare la vita per voi..” osservai i loro volti “Non ho parole..”.
Era davvero troppo, lui poteva insultarmi, ma ero io che dovevo stare al mio posto?
Poi, mi voltai verso Gufo Scarlatto, con aria vagamente divertita.
“Quanto a voi, mi chiedo davvero con chi crediate di parlare, ho ricevuto la promozione sul campo, alla Battaglia del Solstizio, tre anni fa, dopo due anni di campagna, ho guidato io stessa l’assalto decisivo… non c’è luogo del regno in cui non venga celebrata quella vittoria…” scossi la testa “Potrete anche credervi migliore di me perché avete un corpo diverso dal mio, ma di certo non accetto giudizi da chi vende il proprio corpo, la propria spada, e la propria lealtà al miglior offerente.. A parte la spada, lo fanno le donne, di solito.. quelle a cui siete abituato almeno..”.
Era tutta la vita che sopportavo quei discorsi, ma a parlare sono capaci tutti, ero abituata a risolvere queste dispute con i fatti, togliendo in quattro e quattr’otto al malcapitato la voglia di schernirmi.
“Da quando i veri guerrieri delegano? Lo fanno i codardi, di solito.. Le dame hanno i campioni, i re che non vogliono sporcarsi le mani..” alzai le spalle “E comunque è una proposta stupida… non ci crederete, lo so.. ma io sono il miglior soldato della Guardia Reale, o non sarei il capitano! State dicendo che nella vostra compagnia c’è qualcuno che combatte meglio di voi? Io non credo…” sostenni lo sguardo con eguale disprezzo “Ma se davvero non avete abbastanza attributi per affrontarmi da uomo, se dovete nascondervi dietro un campione, allora sia… lo affronterò domani a mezzogiorno, all’Ippodromo, c’è abbastanza spazio per i miei e per i vostri uomini…”.
Rinfoderai la spada e guardai i mercenari e i senatori.
“Immagino non abbiate più bisogno di me, se non c’è altro, dovrei tornare in caserma..” dissi, decisa e secca.
Ero furiosa, non tanto con Gufo Scarlatto, si era comportato esattamente come mi aspettavo, niente di nuovo o stupefacente, pura banalità ripetitiva.
Con la differenza che, di solito, chi faceva così tanto lo sbruffone non rifiutava di affrontarmi, pensando fosse una passeggiata battermi.
Ma che i senatori si facessero imbambolare in quel modo, mi lasciava interdetta.
E pensare che ognuno dei miei uomini rischiava la vita per loro.
No, non lo facevano per loro, lo facevano per la Corona, per la Famiglia Reale.
Il viso di Karel mi attraversò la mente, allentando la rabbia dentro di me.
In quel preciso momento, avrei voluto raggiungerlo.
Cos’avrei dato per un attimo di pace, la pace che solo la sua presenza sapeva darmi.
Una fidanzata poteva fare una sorpresa al suo amato, infondo.
Altea
30-01-2014, 22.34.13
Un bacio intenso e passionale...e una forte emozione passò dal cuore allo stomaco, egli si staccò dalle mie labbra, sentii il suo sospiro e i suoi occhi nei miei..non vi era dubbio..Tyssen mi amava e come ogni Uomo che ama follemente avrebbe fatto qualsiasi cosa per sconfiggere il suo avversario..infatti non credevo molto alle sue parole..poteva mentire..un uomo innamorato, come una donna, poteva pure uccidere...d'altronde aveva ammesso la sua forte gelosia verso tutti coloro che mi amavano.
Lo vidi andare via, scuotendo il capo...quel bacio...stranezza..era lo stesso gesto con cui ci lasciammo io e quel Cavaliere..o Bertran di Cividale? E lui..Tyssen...lo concluse...eppure non avevo avvertito Amore anche se ammettevo mi aveva emozionata.
Guardai verso la grotta pensando alle parole dell' Abate..."Ciò che in Cielo è scritto in Terra avverrà"..e io mi affidavo a ciò che era scritto.
Ad un tratto la voce di Gyen mi scosse..Gyen sembrava quasi affezionato a me e annuii e mi diressi verso la carrozza...d'un tratto un latrato di un lupo, mi guardai attorno..aveva ragione...la notte profonda stava arrivando, e mentre salivo sulla carrozza udii una civetta..la vidi ferma ed elegante nel suo biancore..sospirai..buon auspicio.
"Possiamo andare" dissi guardando Tyssen e mi voltai per guardare fuori mentre la carrozza partiva.
"Il posto da dove provengo è bagnato dal Sole,
i Palazzi sono maestosi" disse Lui steso sulla sabbia.
"E non volete dirmi dove si trovi questo Luogo Magico?"
"Forse...a un patto...in cambio di un bacio" e rise di gusto e mi guardò coi suoi occhi cristallini.
"Impossibile" dissi balbettando e guardando altrove.
"Allora finchè non mi darete quel bacio e il vostro Amore io non vi dirò nulla di me..niente per niente..mia bella avventuriera..cosa vi spinge a girare il mondo?"
"Perchè mai dovrei parlarvi di me se voi non fate altrettanto" risentita io.
Forse si doveva iniziare tutto dall'inizio..da ciò che avevo letto nel libro di Tylesia della mia antenata, avremmo trovato un posto non comune.
"Frate Pich" dissi poi al chierico "voi venite con noi? Non tornate al Monastero? E cosa potete dirci sulla nuova Tylesia".
Eilonwy
31-01-2014, 00.22.21
Fui rasserenata dalle dolci parole di Lady Galatea.
Quella bella dama con poche parole aveva ridato forza e speranza al mio cuore.
Una ragazza dal nobile aspetto portò un merlo, il quale raccontò di essere anche lui vittima di un maleficio.
"Povero uccellino....mi dispiace tanto! Per quale motivo, caro merlo, quella strega ti avrebbe fatto un' incantesimo?....Io, per esempio, sono stata maledetta perchè mi sono rifiutata di giacere e sposare lo stregone Slathnir e di aderire al Satanismo!" confermai con tristezza.
Non è giusto! Essere costretta a tutto ciò solo perchè non lo amavo.
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Guisgard
31-01-2014, 01.51.41
La carrozza di Tyssen procedeva spedita in quel paesaggio lussureggiante e primordiale, sempre più avvolto dall'incertezza della sera.
“La nuova città di Tylesia” disse Pich ad Altea “è un luogo molto vivace e rappresenta uno dei centri più importanti di questa regione in gran parte ancora selvaggia. La tradizione della città vecchia echeggia ancora nell'aria e molti sono affascinati dal passato di Tylesia. Da lì diversi carri e carovane raggiungono il centro del reame. Non avrete problemi a ritornare alle vostre case. Io invece tornerò al mio monastero. E' quello il mio posto.”
Ma proprio in quel momento la carrozza si fermò di colpo.
“Cosa accade?” Chiese Tyssen al cocchiere.
“Alcuni uomini sbarrano la strada, signore.” Rispose questi.
Tyssen allora scese dalla carrozza per controllare.
Alcuni uomini infatti bloccavano il sentiero che conduceva a Tylesia.
“Chi siete?” Fissandoli Tyssen.
“Siamo cacciatori, messere.” Rispose uno di quelli.
“Perchè bloccate il sentiero?” Domandò il bell'avventuriero.
“Perchè stiamo dando la caccia ad un grosso lupo, messere.” Spiegò il cacciatore. “Stiamo sistemando varie tagliole in questo punto. Purtroppo proseguire oltre è pericoloso.”
“Sciocchezze.” Fece Tyssen. “Siamo su questa carrozza e non ci accadrà nulla.”
“E' un animale estremamente feroce, messere.” Replicò il cacciatore. “Sono mesi che sbrana pecore e diverse persone sono state aggredite. Qualche giorno fa ha assalito la carovana di alcuni mercanti, uccidendone due. Inoltre la vostra carrozza è troppo leggera e quella belva non avrà difficoltà ad aggredirvi.”
“E cosa pretendete che si faccia noi altri?” Seccato Tyssen. “Forse che si resti qui tutta la notte?”
“Sarebbe pericoloso lo stesso.” Mormorò il cacciatore. “Io vi consiglio di deviare in quella direzione. Alcune miglia e troverete un borgo in cui passare la notte.”
Guisgard
31-01-2014, 02.02.10
Gufo Scarlatto rise forte a quelle parole di Clio.
“Ascolta, bellezza...” disse fissandola negli occhi “... sono un uomo pietoso e fondamentalmente giusto... se ti sfidassi io, credimi, avresti ben poche possibilità anche di estrarre la tua spada... invece sono buono e voglio darti una speranza... e sia...” annuì “... domani a Mezzogiorno nell'Ippodromo... se batterai il mio spadaccino, allora, troveremo un'intesa... ma se dovessi perdere...” un ghigno apparve sul suo volto “... eh, mia bella soldatessa, temo che discuteremo in privato, solo tu ed io, circa la possibilità che si possa collaborare fra noi e voi...”
I suoi luogotenenti risero, facendo versi osceni fra loro.
“Questo è tutto.” Sentenziò Gufo. “Allora ci si ritroverà tutti domani. Ora noi ci ritiriamo...” mostrando un grosso inchino “... è stato uno spasso contrattare con voi, augusti senatori...”
E i tre mercenari andarono via ridendo e canticchiando.
“Non dovevate cadere nelle loro provocazioni, capitano.” Disse uno dei senatori a Clio. “Il Senato quando ne sarà informato resterà molto deluso dal vostro comportamento.”
Guisgard
31-01-2014, 02.11.04
“La strega” disse il merlo ad Eilonwy “era al servizio di un potente signore che ambiva a dominare il mio piccolo regno. Egli era infatti riuscito a far entrare, col tradimento, alcuni dei suoi sottoposti nel mio consiglio e ciò generò vari problemi. Il consiglio cominciò ad emanare leggi contro i chierici e contro tutti coloro che si professavano Cattolici. Alla fine vollero impormi una legge che invalidava i Sacramenti, come il battesimo o il matrimonio. Io mi opposi e allora quel malvagio signore fece si che la strega imponesse questo malvagio sortilegio su di me.”
“E non vi è modo per annullarlo?” Chiese lady Galatea al merlo.
“Solo quella strega può riuscirci, signora.” Spiegò il merlo. “Ma non ho idea dove possa trovarsi ora.” Poi l'uccello trasalì ad una delle ultime cose dette da Eilonwy. “Slathnir? Avete pronunciato proprio quel nome?”
“Perchè, forse lo conosci?” Domandò Galatea.
“Certo!” Esclamò il merlo. “La strega ha preso proprio il posto di quello stregone, grazie alla sua magia nera!”
Guisgard
31-01-2014, 02.16.22
Così, scortati da quegli uomini, Elisabeth, i due monaci e Daizer giunsero presso quel villaggio che sembrava sorgere nel remoto ventre del bosco.
Appena arrivati davanti alle porte di quel centro abitato, uno di quegli uomini suonò un corno e l'ingresso dopo qualche istante fu aperto.
Ed entrando in quel villaggio, Elisabeth ed i suoi compagni di viaggio avvertirono subito gli occhi di tutti gli abitanti su di loro.
Era un luogo molto particolare, con case piccole ed addossate le une sulle altre, a formare un cerchio con in mezzo una casa più grande con accanto una chiesetta.
Il carro con quegli stranieri fu condotto fino ad una piccola locanda.
“E' l'unica del villaggio...” disse Ralf smontando da cavallo “...qui è raro che giungano visitatori...”
Dalla locanda allora uscì un uomo anziano.
“Percion...” chiamandolo Ralf “... da a questi stranieri un paio di camere... una per i due monaci ed una per questa famigliola...” indicando Elisabeth, Daizer e la bambina, che nel frattempo il contrabbandiere aveva fatto scendere dal carro.
Percion annuì e condusse gli stranieri alle loro camere.
“Come si chiama questo vostro villaggio?” Domandò Daizer al locandiere.
“Calatis, messere.” Rispose questi.
E quando Elisabeth fu nella sua camera con Daizer e la bambina, sentì il rintocco della campana della chiesetta.
Ma fissando l'orologio del campanile si accorse che era fermo.
Eilonwy
31-01-2014, 02.46.17
“Perchè, forse lo conosci?” Domandò Galatea.
“Certo!” Esclamò il merlo. “La strega ha preso proprio il posto di quello stregone, grazie alla sua magia nera!”
Rimasi stranita dalle ultime parole di quel merlo e dissi: "Ma come è possibile che quella strega abbia preso il posto di Slathnir? Non c' è nessuno piu' potente di lui, a parte Satana e quell' uomo di cui mi ha parlato Lady Galatea qualche giorno fa! Lui mi ha maledetto sei o sette giorni fa ed era stato nominato da Lucifero, Generale e Senatore dei Sette Peccati!......Voi quando siete stato trasformato? E come si chiama questa Strega Nera?".
Non ci capivo piu' niente!
Poi, improvvisamente, incominciai a sentirmi bruciare intensamente dietro la spalla sinistra. Denudai la spalla e vidi che sul fiore blu (tatuaggio fattomi da piccola da Lady Galatea) erano apparse delle macchie rosso sangue.
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Guisgard
31-01-2014, 03.02.24
“Il mio sortilegio” disse il merlo ad Eilonwy “risale ad alcuni mesi fa. Io non conosco, se non di nome, lo stregone di cui dite. Ma so quanto potente è la strega che mi ha maledetto. Il suo nome è Isolde e so che ha un figlio... un giovane apprendista cavaliere...”
Poi il tatuaggio di Eilonwy mostrò quelle strane macchie rosse.
“E' un segno...” disse Galatea “... questo tatuaggio è magico... quando avverte la presenza di qualche oscura forza emette queste macchie rosse...”
Eilonwy
31-01-2014, 03.15.10
"Ahi...uhi...ahi....fa maledettamente male! Sembra di avere addosso un ferro incandescente.....mi fa tanto male!" dissi serrando i denti per non urlare di dolore.
Alzai lo sguardo e vidi che il sole era tramontato di nuovo.
Da sotto la gonna vidi che miei piedi si stavano unendo e squamando.
Coco, Aladiah e Lady Galatea mi aiutarono a togliere quel meraviglioso abito giallo-arancione.
Nella mia mente incominciarono a rimbombare le parole del sortilegio di Slathnir:
"Con il Sole in un modo, con la Luna in un altro"
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Parsifal25
31-01-2014, 13.56.08
"Le alme passaron a migliara......l'oculo parea risplender al lieve tocco del mesto viaggiatore.......nulla disse e fece......solo un acume arcano gli premea......svelar il manto del mistico rintocco della campana abbandonata....."
Queste furon le parole pronunciate nell'attimo in cui entrammo nel portale......ciò mi avrebbe aiutato anche ad assumer il degno aspetto che più si sposava con i canoni del regno.....il mantonon poteva esser calato, ma la cosa certa, è che quella era la mia destinazione: "Afravalone, la Cattedrale della rottura dei Sigilli....."
Superammo il varco e ci trovammo dinanzi ad uno spettacolo regalatoci dalla stessa natura. I prati erano in fiore, le acque cristalline cantavano lievi le gesta ed i millenni di questa mistica città. Sembrava come se fosse un mondo a se stante.....la bellezza che presentava poteva esser comparata a qualcosa di di divino ed angelico......
"Eccoci giunti cavaliere......questa è la vostra Città Santa.....il monarca ed i suoi sudditi son la mera espressione del culto cristiano....è probabile, che qui troverai' le molte risposte che il tuo cuore non riesce a comprender da solo......"
Mi volsi verso Alonius: "Caro amico.....potresti ispezionare l'area e veder dove possiamo trovare il Gufo e madamigella Eilonwy.....io, intanto procedo come da patto stabilito con il nostro "portatore" (il Reienhearth)......
Mi volsi verso Sir Riccardo e sorridendo mestamente: "Possiamo proseguire......" e gli aprì la via......
Mi voltai di scatto verso i senatori.
"No, signori... Sono io ad essere profondamente delusa e amareggiata dal vostro comportamento... Credete che un duello possa spaventarmi? sapevo benissimo che le cose sarebbero andate così, sono venuta qui apposta, prima che questo scontro avvenisse in un momento delicato, cosa sarebbe successo se avessi dato un ordine di attacco e i mercenari si fossero rifiutati si eseguirlo perché non riconoscevano la mia autorità? Avreste speso i vostri, o meglio, i nostri soldi per niente.. Invece, domani pomeriggio i mercenari smetteranno di fare gli sbruffoni, impareranno a rispettare me e i miei uomini, e voi potrete contare su due reparti dell'esercito che collaborano, invece di avere dei mercenari che non riconoscono l'autorità.. Lo credete un male questo?" Passai il mio sguardo truce su ciascuno di loro "Quello che non mi aspettavo, invece, è vedere degli illustri senatori spaventati a morte da semplici soldati, tanto da concedere un salario inimmaginabile e da lasciare che insultassero il vostro capitano.." Scossi la testa e mi morsi la lingua per non continuare.
"Con permesso.." Mi inchinai leggermente e, senza aspettare risposta, uscii da quell'edificio.
Varcare la porta della mia caserma fu un sollievo.
L'idea di raggiungere Karel era sempre più vivida nella mia mente, ma forse non era necessario, infondo mi era sempre bastata la compagnia dei fratelli d'arme.
Raggiunsi la mensa, non mangiavo dalla mattina, e mi trattenni da finire il boccale di vino speziato in poco tempo.
Cercai Astin, e mi sfogai con lui, raccontando dell'incontro coi mercenari e i senatori.
"Domani impareranno a comportarsi come si deve..." Scossi la testa "Ah, scusa.. Non dovrei stare qui a raccontarti queste cose, ma mi fido ciecamente di te, e prima sbollisco la rabbia, prima posso pensare liberamente.. Mezzo milione di Taddei.." Continuai "E a voi chiedono sacrifici.. Ah.. Meglio che non ci pensi, raccontami le novità, piuttosto.. Ci sono questioni che richiedono la mia presenza?" Sorrisi.
Era bello essere a casa, ma per la prima volta mi mancava qualcosa.. O forse, qualcuno: Lui.
Altea
31-01-2014, 16.57.14
La carrozza procedeva veloce verso Tylesia e si arrestò di colpo, ci raggiunsero alcuni boscaioli..vi era un lupo nei dintorni e ne stavano dando la caccia.
Tyssen, spavaldo come sempre, voleva proseguire e presi la parola.."Secondo la tradizione o la superstizione, il demonio o chi opera per mano di lui si cela in sembianze di lupo...e per questo i lupi sono sterminati. Il lupo è famelico, ma perchè è un cacciatore ma molto pericoloso".
Osservai gli altri, Gyen mi guardava con occhi allargati dalla paura.."Io direi di non essere avventati, siamo pure stanchi..andiamo al borgo indicato da quegli uomini, ci riposeremo e ripartiremo al mattino presto...Tylesia non scappa."
Sorrisi e osservai fuori dalla carrozza e avvicinandomi a frate Pich gli sussurrai "L'Abate Nicola sta compiendo una lotta, è stato chiamato da due uomini, pare una fanciulla sia stata impossessata".
E udii nuovamente quel latrato del lupo..quello sentito prima di partire.
"Andiamo presto, non aspettiamo altro" e presi di nascosto il rosario e sussurrai delle preghiere e lo sguardo mio e del novizio si incrociarono.
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Guisgard
31-01-2014, 19.18.42
Poco dopo Alanius ritornò dal suo volo di perlustrazione sulla città e si posò ancora sul braccio di Parsifal.
“I Gufi” disse sottovoce al cavaliere “hanno preso alloggio in una caserma poco distante dal Palazzo Reale. Seguimi e ti ci condurrò.”
Così, alzatosi nuovamente in volo, il falco condusse Parsifal e Riccardo presso la caserma dei mercenari.
“Un momento...” rivolgendosi Riccardo a Parsifal “... ma posso seguirvi anche in questa caserma? Sono dei mercenari...” indicando quelli fra loro che facevano la guardia davanti all'ingresso dell'edificio “... accetteranno anche me fra loro? Forse potete riuscire voi a convincerli...”
Guisgard
31-01-2014, 19.22.04
Clio, tornata in caserma, raccontò tutto ad Astin.
“Quei dannati mercenari...” disse alla fine il luogotenente “... non pensavo creassero problemi sin dal loro arrivo qui... tutto ciò è assurdo... abbiamo un nemico viscido che si insinua come un serpente e noi invece dobbiamo preoccuparci di tenere a bada quei soldati di ventura...” scosse il capo “... siate prudente però, capitano... non sottovalutateli... voi siete il miglior spadaccino di Afravalone, posso ben dirlo io... tuttavia una certa fama circonda quel Gufo Scarlatto ed i suoi uomini... per il resto non preoccupatevi di nulla... mi occuperò io di tutto qui in caserma. ”
In quel momento giunse un soldato.
“Cosa c'è?” Chiese Astin.
“E' per il capitano.” Rispose il militare. “E' stata convocata d'urgenza al Senato.”
“C'era da immaginarlo...” mormorò Astin “... il senatore Gheorgis sarà stato informato degli ultimi avvenimenti e vorrà dirvi di essere accorta...” fissando Clio.
“No, signore.” Fece il soldato. “Non è stato il senatore Gheorgis a convocare il capitano Clio.”
“E chi allora?” Stupito Astin.
“Il senatore Bool.” Disse il soldato.
Guisgard
31-01-2014, 19.27.08
Così, come aveva detto Altea, la carrozza era pronta a deviare il suo tragitto verso quel borgo per trascorrere la notte.
Ma uno dei cacciatori, improvvisamente, si avvicinò allo sportellino della vettura di Tyssen.
“Ho sentito” disse “che vi è un religioso a bordo...”
“Si, sono io...” annuì il novizio Pich “... ero diretto al monastero di San Michele Arcangelo...”
“Allora, se volete, forse possiamo condurvi noi al monastero adesso, così da non farvi trascorrere la notte lontano da quel santo luogo.”
“Avete detto che era pericoloso proseguire oltre adesso.” Fece Tyssen.
“Infatti saremmo noi a condurlo al monastero” replicò il cacciatore “e non voi. Noi sappiamo muoverci nel bosco nonostante l'oscurità. Inoltre siamo numerosi e ben armati.”
“Lo facciamo affinchè quel religioso possa arrivare presto al monastero.” Intervenne un altro di quei cacciatori.
“Dovete decidere voi...” voltandosi Tyssen verso Pich.
“Si, accetterò la loro proposta.” Annuì il novizio. “Signora...” rivolgendosi poi ad Altea “... il mio posto è là e devo tornarci il prima possibile... ma pregherò per voi e per i vostri compagni, affinchè anche tutti voi possiate trovare ciò che cercate.” Donò il suo Rosario all'avventuriera e scese dalla carrozza, pronto a partire con quei cacciatori.
Guisgard
31-01-2014, 19.32.27
Dopo che Eilonwy mutò la sua forma ancora una volta in quella di una sirena, lady Galatea fece chiamare alcune sue dame di compagnia ed ordinò loro di condurre la ragazza in una saletta adiacente.
Qui la sirena fu immersa in una bellissima vasca rivestita di mattoni bianchi e madreperla, col fondo smaltato e ricoperto da corallo.
L'acqua era di un azzurro quasi trasparente e in essa erano state sciolte essenze e sali dal profumo esotico.
Qui la principessa riposò.
Il cielo era di un azzurro terso, l'aria era limpida e in lontananza apparivano le montagne appena imbiancate di un candido manto nevoso.
La campagna era tinta di un verde vivissimo, con screziature di rosso, rosato e giallino che attraversavano, come bagliori, quella florida distesa.
Eilonwy correva in quello scenario pastorale, lasciando che le sue dita accarezzassero i fiori e l'erba alta.
Ma in un attimo tutto mutò.
La ragazza si ritrovò nei pressi di un piccolo lago, la cui acqua però sembrava ingiallirsi sempre più, fino a divenire putrida.
Ad un tratto le apparve una figura.
Era una donna.
Aveva un velo sul viso che rendeva incerti i suoi lineamenti.
Fissava Eilonwy e sorrideva.
“In questo stagno” disse con voce sensuale “vive lady Galatea... è questa la sua vera dimora, non quel palazzo...” con una mano indicò le acque di quello stagno ed Eilonwy vide galleggiare su di essa diversi pesci ormai morti “... vorrei aiutarti e liberarti dalla tua maledizione... ma posso riuscirci solo se verrai nella mia casa...” sorrise ancora e si avvicinò alla giovane principessa, lasciandole un dolce bacio sulla guancia “... ho sempre desiderato una figlia...”
Ad un tratto Eilonwy udì dei passi di cavallo.
Si voltò e vide un bellissimo cavaliere che la salutava con un cortese inchino.
Il sogno terminò e la fanciulla, ancora con sembianze di sirena, si svegliò.
Era sempre in quella meravigliosa fontana.
Ma proprio in quel momento la porta si aprì e vide entrare Aladiah e Coco.
Ma Eilonwy aveva davanti agli occhi ancora il volto di quel cavaliere visto in sogno.
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Altea
31-01-2014, 19.39.33
Rimasi in silenzio con quel rosario datomi dal novizio...un senso di inquietudine mentre vedevo scendere il frate...e scesi dalla carrozza.."Quanta fretta...come mai tutta questa premura? Volete aiutare il frate e non noi?" Presi frate Pich per un braccio rivolgendomi a lui.."Non li conoscete..cosa sapete di loro..io non mi fido..vi porteremo noi al Monastero, di ritorno di Tylesia..non vi lascio in balia di questi sconosciuti".
"Quindi voi sareste indenni da questo lupo tanto da poter viaggiare su questi boschi di notte? Il lupo non guarda in faccia nessuno...porteremo noi frate Pich al Monastero" e fissai i boscaioli perplessa.
Alzai gli occhi al cielo.
"C'era da aspettarselo, non sono stata esattamente tenera con i senatori..." Sorrisi " Signori, mi raccomando.. Se mi dovessero destituire, contro le leggi considerando che solo il re può farlo, siate fedeli al nuovo capitano, abbiate cura del regno, e mettete in riga i mercenari... Mi fido di voi..." Dissi amaramente.
Finii il bicchiere in un sorso, e uscii.
Questa volta, però, mi feci accompagnare da quattro tra i soldati migliori, i più fidati dai tempi dell'accademia.
Se dovevo scontrarmi con Bool, volevo dei testimoni, prima che rigirasse la frittata come preferiva.
Dopo poco, raggiungemmo il Palazzo dei Migliori.
Guisgard
31-01-2014, 21.01.38
Clio, accompagnata dai suoi quattro soldati, raggiunse il Senato.
Poco dopo fu condotta dal senatore Bool.
L'uomo era in una sala marmorea in compagnia di alcuni funzionari.
E nel veder arrivare la ragazza congedò subito i presenti, fatta eccezione per i quattro soldati di Clio.
“Capitano...” disse il senatore fissandola “... mi sono state riferite alcune voci, come dire... insensate... ho sentito parlare di provocazioni, duelli e roba simile... e quelle voci avevano voi come protagonista... io, lo ammetto, spesso non mi sono trovato d'accordo con voi riguardo a varie questioni... eppure ho sempre nutrito stima verso la vostra persona... conosco da sempre vostro padre e se egli ripone in voi tutta la sua fiducia, io non posso certo ritenervi incapace del compito che vi è stato affidato... e proprio per questo ho fatto severamente punire colui che ha messo in giro quelle voci... voci secondo le quali voi domani affronterete in una sorta di singolar tenzone uno dei mercenari pagati per difendere il reame... ovvio che il Capitano della guardia del re non può essere così sciocco... mi sono detto.” Sentenziò.
Guisgard
31-01-2014, 21.04.57
“Se così fosse” disse il cacciatore ad Altea “allora il religioso arriverà solo fra due giorni al monastero di San Michele Arcangelo. Infatti il borgo che vi abbiamo indicato dista un bel po' da quel santo luogo. Venire con noi è l'unico modo per arrivare stanotte stessa al monastero.”
“Farò come dite.” Rivolgendosi Pich ai cacciatori. “Signora, non temete...” fissando Altea “... non mi accadrà nulla... questi uomini sono timorati di Dio, visto che indossano tutti delle croci al collo... dunque mi sapranno difendere... ora sarà meglio che vada... Dio vi protegga, amici miei...” e salì su uno dei cavalli dei cacciatori.
“Sta piovendo, milady...” disse Tyssen “... sarà meglio raggiungere il borgo indicatoci da questi cacciatori...”
Altea
31-01-2014, 21.11.42
"Non capite Tyssen" dissi voltandomi verso lui con rabbia.."quegli uomini faranno del male al novizio...la croce la indossa chiunque..mi stupisco del chierico..la Fede si sente dentro non da un Croce al collo...cosa cambiava una notte e due giorni?"...non ci pensai due volte, dissi sottovoce al cocchiere di staccare un cavallo e salitavi iniziai a seguirli...la pioggia cadeva incessante..dovevo scoprire le intenzioni dei boscaioli.
elisabeth
31-01-2014, 21.43.38
Il suo del corno e l'apertura del portone....mi fecero venire in mente i suoni della terra ...e la sorpresa fu immensa quando all'interno vidi un cerchio di case, come se ognuna vivesse dell'altra......al centro, come a simboleggiare il centro dell'universo un edificio e la chiesetta....la gente ci osservava...parlottando incuriosita, non sembrava ostile sembrava meravigliata......eravamo tutti stanchi i Frati avevano finito con le loro preghiere e la ragazzina......sembrava nel suo silenzio osservare ogni cosa...i suoi occhi spaventati..persi sembravano avere preso luce...ma alle volte la luce si spegne come il soffio su una candela...e ritornano fissi in baratro senza tempo........Daizen fu premuroso con la ragazzina, come lo sarebbe stato un padre in pena, non vi erano modi di cortesia pagati.....vi era un vago ricordo in lui, che non riuscii a leggere....sembravamo silenti difronte alle nostre emozioni.......una volta in camera......la ragazzina fu adagiata sul letto...chiesi dell'acqua all'oste e delle pezze pulite.......le lavai il volto e quel poco di fango che aveva tra i capelli.........sembrava addormentata........." Se solo riuscissi a sapere il tuo nome......posso sentire il tuo dolore.....e' straziante, sei così smarrita che nessun posto della terra potrebbe contenere la tua anima......"....pensavo e mi avvicinai alla finestra, era buio ormai e il campanile della chiesa rintoccava l'ora......quale ora.......il Campanile......il rintocco...ma non vi era ora.....non funzionava..." Daizen...guardate, l'orologio e' fermo non funziona, eppure il campanile sta dando il suo rintocco, come si fa a non sistemare l'unico campanile che esiste in un villaggio...e' assurdo, tutto così perfetto e l'orologio e' rotto.......Calatis, mai sentita nominare prima....neanche tra le filastrocche delle fate.......Che ne dite...la ragazza sembra che dorma magari e' meglio se scendessimo a mangiare qualcosa..e portare qualcosa su per lei....dovesse riprendere conoscenza......forse se chiedessimo all'oste perchè non funziona....andrei a dormire più serenamente"........
Eilonwy
31-01-2014, 22.52.00
Mi svegliai con un forte mal di testa.
Anche se avevo sognato qualcosa di bello e rasserenante, la donna del sogno mi aveva spaventata.
No....non poteva essere vero! Lady Galatea è sempre vissuta qua e per me è stata come una zia o una seconda madre. Lei era squisitamente buona ed onesta.
Ma certo! Svegliati Eilonwy!
Quella donna deve essere la Strega Isolde e quel cavaliere suo figlio.
Guardai il cielo dalla finestra. Mancava poco all' alba!
In quel momento, vidi arrivare Aladiah e Coco.
"Buon giorno, cari amici! Potete, di grazia, andare ad avvertire Lady Galatea? E' molto importante ciò che le devo dire......non c' è da perdere neanche un minuto!" dissi con voce allarmata.
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Guisgard
01-02-2014, 01.34.51
Altea, così, prese uno dei cavalli della carrozza e cominciò a seguire i cacciatori.
Pioveva a scrosci intensi ed il buio regnava ovunque in quella foresta.
In breve quei cacciatori sembrarono dissolversi nel nulla.
L'avventuriera allora si ritrovò tutta sola nel cuore di quel luogo reso cupo e selvaggio dalle tenebre circostanti.
Il suo cavallo continuava con passi pesanti, con gli zoccoli che quasi affondavano nel terreno reso fangoso dall'incessante pioggia che cadeva inclemente su quel luogo.
Ad un tratto Altea avvertì un rumore metallico e poi il disperato nitrito del suo cavallo.
Questo si imbizzarrì e cominciò a scalciare, facendo cadere a terra colei che lo montava.
E nel cadere a terra Altea batté violentemente sul terreno, perdendo i sensi.
Si svegliò quando ormai il giorno aveva dissolto le tenebre della notte precedente.
Si accorse del corpo senza vita del suo cavallo.
Aveva una zampa ancora bloccata in una tagliola.
Ma non era morto per questo.
Qualcuno lo aveva colpito al capo con un colpo secco.
La donna udì allora dei rumori dietro di lei.
Si voltò e vide due uomini abbigliati come comunemente si vestono i villani.
Guisgard
01-02-2014, 01.40.19
Daizer annuì a quelle parole di Elisabeth ed insieme scesero al pian terreno per prendere qualcosa da mangiare.
Il locandiere fu molto cortese ed offrì loro uno po' di stufato che sua moglie aveva preparato quella sera per cena.
Inoltre diede loro del latte per la bambina.
“E' stato munto stamattina.” Disse il locandiere. “Abbiamo una mucca e se volete anche domattina ci sarà latte fresco per la vostra bambina.”
“Siete molto gentile.” Sorridendo Daizer. “Perdonatemi, ma non ho potuto fare a meno di notare che l'orologio del campanile è rotto... cosa curiosa, visto che la campana comunque ha suonato allo scoccare dell'ora giusta...”
“In questo posto” fece il locandiere “il Tempo non è una priorità. Ecco perchè nessuno si cura di riparare l'orologio del campanile. Quanto alla campana, essa non suonava per indicare l'ora, ma solo per ricordare a tutti l'inizio della messa. Qui abbiamo tutti l'abitudine di essere presenti all'ultima celebrazione del giorno. Ora scusatemi, ma devo sistemare alcune cose sul retro. Vi auguro una serena notte, signori.” E andò via.
Daizer ed Elisabeth, allora, ritornarono nella loro camera.
La bambina stava ancora dormendo.
Tuttavia il suo sonno appariva inquieto.
Poi un gridò e si svegliò di colpo.
“Deve aver avuto qualche incubo...” mormorò Daizer.
Mancava poco ormai all'alba.
Sorrisi, a quelle parole del senatore, false e viscide come non mai, da vero politico.
"Il Capitano della Guardia Reale, senatore, è garante dell'ordine... E non può svolgere le sue funzioni, se qualcuno nega la sua autorità.." Sorrisi, gelida "I mercenari sono un pericolo per la nostra città, vi hanno chiesto un salario indecente, i miei uomini dovrebbero lavorare anni per ottenerlo.. Hanno tradito un accordo fatto con voi, con la scusa che loro cambiano spesso idea, cosa accadrà fra qualche settimana, quando i cinquecento Taddei diventeranno un milione? O due, perché no? Li pagherete senza battere ciglio, come avete fatto adesso? Eppure, qualche mese fa ho chiesto un aumento del salario per i miei soldati in virtù delle ore in più a cui sono costretti, e mi è stato negato..".
Scossi la testa "Beh, non importa, non spetta a noi giudicare le vostre scelte, immagino ci sia una ragione perché permettiate ai mercenari di infrangere la legge, di prendersi gioco di voi..." Guardai i miei uomini "Ma noi siamo semplici soldati, senatore, abituati ai fatti e non alle parole.." Sospirai "Gufo Scarlatto e i suoi luogotenenti hanno profondamente offeso la mia persona, e quel che è peggio la mia uniforme, esattamente come i senatori della delegazione, da cui attenderò scuse formali per il loro comportamento... Vedete, mi è stato insegnato fin da bambina che l'onore è più importante di ogni cosa, perfino della vita stessa, dunque un'offesa si paga col sangue.. Se mi lasciassi insultare senza reagire, non meriterei di guidare questo esercito, non meriterei il rispetto dei miei uomini.. Capisco che un semplice civile non possa capire i sottili equilibri tra militari, ma questo è quanto..." Sorrisi "Oh, lo so che voi state pensando che una semplice donna non potrà mai battere un temibile mercenario, e di conseguenza se perdessi l'esercito di Afravalone verrebbe svalutato... Nonostante le vostre abili parole, so benissimo che non avete la minima fiducia in me, e me ne dispiaccio.. Ma i pregiudizi sono duri a morire, anche quando si serve lo stato con tanta dedizione e lealtà..." Sorrisi nuovamente "Bene, domani, oltre a guadagnarmi il rispetto di quegli uomini e la loro collaborazione, forse rammenterò anche a voi senatori che il vostro esercito non è guidato nè da un codardo, nè tantomeno da un imbelle... Un reparto incontrollato non è utile nemmeno a voi.." Alzai le spalle "E se davvero non dovessi farcela, cosa avreste da perdere? Avrete un motivo in più per sostenere che non sono degna di questo ruolo, che una donna non può osare tanto, e magari convincere il re a destituirmi... In ogni caso, con tutto il dovuto rispetto, sono il Capitano della Guardia Reale, tutto ciò che riguarda le relazioni con l'esercito è la mia sfera di competenza, non la vostra...".
Guisgard
01-02-2014, 02.00.00
“Ho sempre ritenuto” disse Bool a Clio “che la dialettica è un'arma troppo pericolosa per un militare. Il passato ci insegna che simile capacità, legata all'abilità delle armi, ha sempre generato ambizioni e disordini... basta rammentare le figure di Silla, Catilina, Pompeo o di Cesare nell'antica Roma...” la fissò negli occhi “... vi confesserò, capitano, che la vostra posizione è molto complicata... e spero per voi che non la rendiate domani insostenibile, perdendo la sfida con quel mercenario... sarà spiacevole, lo so, ma il Senato, in caso di una vostra sconfitta, sarà obbligato a chiedere le vostre dimissioni dalla Guardia Reale... è inutile dirvi che molti non aspettano che questo, magari per mettere al comando delle guardie del re qualcuno più vicino al Senato ed al Vescovo... sarò sincero con voi, capitano... io stesso ho compilato una lista con almeno una mezza dozzina di nomi pronti a prendere il vostro posto... e sono pronto a leggerla domani ad alta voce di fronte a sua altezza reale... ma sarò altrettanto sincero dicendovi però che una simile situazione renderebbe ancora più debole le nostre milizie agli occhi del popolo, dei nostri nemici ed anche a quelli dei mercenari... ecco perchè, nonostante tutto, spererò in una vostra vittoria domani... ma vi avverto... non tollererò altri colpi di testa da parte vostra, capitano... ora potete andare... ah, dimenticavo... anche vostro padre è al corrente della vostra bravata di domani... vi sta aspettando... e rammentate, mi auguro di rivedervi domani... possibilmente in buona salute... è tutto...” e la congedò con un cenno della mano.
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Guisgard
01-02-2014, 02.05.06
Aladiah e Coco annuirono a quelle parole di Eilonwy ed andarono subito a chiamare lady Galatea.
Poco dopo però i due ritornarono dalla ragazza.
“Pare che lady Galatea sia uscita per il suo palazzo” disse Aladiah “e le sue dame di compagnia dicono che non deve essere disturbata. E' infatti andata ad ascoltare la messa nella sua cappella di palazzo.”
“Le dame però affermano” fece Coco “che appena finita la Celebrazione faremo colazione insieme a lei nel suo giardino. Ora riposati, Eilonwy. Vedrai lady Galatea tra breve.”
Era ormai giunta l'alba ed Eilonwy riprese le sembianze di fanciulla.
Poco dopo una delle dame di lady Galatea condusse la principessa ed i suoi due amici in una saletta che dava sul giardino di palazzo.
Qui lady Galatea li stava attendendo per la colazione.
Accanto a lei vi era anche il merlo parlante.
“Buongiorno, amici...” sorridendo la fata bianca “... venite, la colazione è pronta.”
Non dissi nulla, mi inchinai rispettosamente, ed uscii.
"Mi aspetta un'altra strigliata.." Dissi ai miei uomini, usciti dal senato "Almeno sapete anche voi come stanno le cose.. Andiamo, non siamo lontani dal Palazzo di mio padre, tornate pure in caserma e aggiornate Astin.. A domani..".
Raggiunsi così il palazzo di mio padre, preparandomi ad una scenata.
Iniziai a pensare che forse tutti, eccetto i miei uomini, la pensassero come Gufo Scarlatto.
Mentre salivo le grandi scale, mi resi conto che c'era un unico posto in cui avrei voluto essere il giorno prima di un evento tanto importante: un casolare di campagna, con un fruttuoso orticello.
Entrai nello studio dopo aver bussato.
"Volevate vedermi, padre?" Chiesi.
Quante litigate si potevano fare in un giorno? Cominciavano ad essere troppe.
Eilonwy
01-02-2014, 02.48.45
Speriamo che questa brutta storia finisca presto!
Quando tornai alle mie sembianze umane, le dame di compagnia insieme a Coco mi aiutarono ad indossare un meraviglioso vestito.
L' abito era di velluto verde smeraldo con nastri d' oro per stringere il corsetto.
Dopo che mi fu fatta una acconciatura simile a quella delle statue di Afrodite, indossai delle preziose scarpe col tacco in oro zecchino.
Piu' tardi, fui condotta in una saletta che dava sul giardino dove c' era ad aspettarci per la colazione Lady Galatea, piu' luminosa che mai.
"Buon giorno, Milady! Grazie per l' abito, le scarpe e questa appetitosa colazione" ringraziai con una voce che somigliava al fruscio del vento tra i rami e ricambiando il sorriso della Strega Bianca.
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Parsifal25
01-02-2014, 03.16.18
"Ti ringrazio Alonius......la tua collaborazione è fondamentale per me..."
Mi volsi verso Sir Riccardo: "Mi preme avvisarli che il patto suggellato è stato rispettato.....non sono al loro servizio, ma son riuscito a stringere un buon rapporto di fiducia con il loro Capo......"
Posi una mano sulla spalla del giovane cavaliere: "Non temere.....hanno biosgno di qualcuno che sia esperto in strategia e tattica militare.....non sono molto preparati......ma, grazie a tuo supporto.....potete fare una gran bella squadra......"
Ciò che mi interessava principalmete.....e capire come possa chiudersi quest'avventura virtuale......sicuramente, io, come scritto dovrò portare a termine il mio compito......spero solo che Eilonwy e Richard non si mettano nei guai......
Accompagnai' il cavaliere verso la caserma dove alloggiava il Gufo....e subito dopo, andai' alla ricerca della madamigella-sirena.....inoltre, era anche un buon modo per conoscere il luogo e capire cosa possa avere a che fare con i sigilli dei 7 demoni....
Altea
01-02-2014, 16.10.12
Il cavallo correva veloce..ero ormai inzuppata dalla pioggia implacabile quando entrai nelle tenebre e quei boscaioli sparirono con frate Pich.
Mi guardai attorno..il cavallo proseguiva lento nel fango venuto a formarsi, sembrava quasi di addentrarsi nelle sabbie mobili.
Egli non riusciva a proseguire..fu un attimo, si imbizzarì, presi le briglie cercando di ammansirlo ma cadde assieme a me.
Il buio....poi nulla più.
Una luce flebile...indefinita, non riuscivo a
riconoscere i tratti..era una voce di donna.
Poi, apparve, sicura nel fango...
era la donna vista a Petra...di ebano e sentivo i tintinnii
dei monili, il velo azzurro a coprire il volto.
"Ma chi siete..una sacerdotessa.." le chiesi alzandomi leggermente.
"Non importa..ci conosciamo vero Altea?" scosse il capo e si avvicinò a me e afferrò il pendaglio datomi dal Cavaliere in mano..
"Ne sei certa?" mi chiese.
"Non lo so" risposi perplessa.
"Infatti...non sai se è il Vero Amore..come puoi..non lo vedi da molto e non sai nulla di lui..il Vero Amore non tradisce mai, non scappa per
un bacio negato ma rimane vicino lottando per ottenerlo..pensaci".
Si alzò, si inchinò salutando leggermente e se ne andò.
Un flebile raggio di sole baciò la mia fronte, aprii piano gli occhi ancora tramortita..era l' Alba e aveva smesso di piovere.
Mille pensieri..quella visione e mi trovai a terra..che era successo?
Poi vidi il cavallo morto davanti a me e ricordai, ero caduta a terra..e avevo perso i sensi..la testa leggermente dolente per la caduta e per ciò che la donna del sogno o visione mi disse.
Mi alzai, si poteva camminare, il fango si stava asciugando e guardai il cavallo..la zampa era stata intrappolata dalla tagliola messa per il lupo eppure non la aveva mozzata, solo leggermente ferita..il cavallo si poteva salvare e infatti mi accorsi del sangue sulla testa..era stato colpito a morte in testa...ma chi mai lo aveva fatto? Perchè?...certo..perchè non continuassi a seguirli o proseguire.
Udii dei rumori, mi voltai e vidi due villani, mi osservavano senza dire nulla e mi alzai.."I miei saluti messeri..non pensiate sia una povera fanciulla spaesata e sperduta nel bosco...però il mio cavallo è stato ferito da una tagliola.." mi guardai attorno.."ditemi dove mi trovo?".
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elisabeth
01-02-2014, 21.14.28
Daizen mi sembrava pensieroso, ma acconsenti' a scendere per la cena.....fu lui a parlare ...... mentre io cercavo di guardarmi in torno, non c'era nulla che non andasse in quel posto era una locanda come tutte le altre...e l'oste...l'oste era una persona tranquilla....neanche alla domanda di Daizen sull'orologio sembrò avere qualche moto di impazienza, infondo era tardi, almeno così era, mangiai lo stufato, era ancora caldo e sapeva dei profumi del bosco, sembrava speziato e il latte per la ragazza aveva ancora la panna.....speriamo che ne prenda un pò,sembrava un fuscello per quanto era gracile.....entrammo in stanza, la vidi riposare.....posai la brocca del latte.....mentre le sue urla si libravano nella stanza........alcune gocce di latte finirono sul tavolo.....e mi avvicinai a lei prendendola tra le braccia.......ma lei si muoveva come una biscia tra le acque del fiume.........
Urlava di uomini senza Dio e senza tempo....pregava di non farla andare via.....
E poi riprese a dormire, l'incubo passo'.....il suo volto si distese...e il suo respiro ritornò regolare......La notte stava dando il passo al giorno.....un velo di luce stava strappando le tenebre......" Daizen, sembra sciocco da parte mia, ma siamo in un villaggio dove il tempo e' scandito dalla luce del sole e dalla argentea luna...solo la messa l'importanza della messa...tutto il villaggio si raccoglie al rintocco della campana......Ralf e i suoi compagni stavano cercando qualcosa nel bosco...e non era la ragazzina.....quindi ..o stiamo cercando la stessa cosa.....o due cose differenti.....credo comunque che sia necessario sapere cosa succede in quel sacro bosco.......la legna si e' spenta e c'e' un freddo incredibile in questa stanza.......non abbiamo mai riposato, finiremo per crollare come lei...."....indicando a Daizen la ragazza......chissa' se i Frati erano andati in Chiesa....
Guisgard
03-02-2014, 01.28.36
Clio incontrò suo padre in una vasta sala di rappresentanza, arredata con un vivace gusto classico.
Il capitano, seduto su una comoda poltrona che dava le spalle ad una sontuosa libreria a parete, era intento a sfogliare un libro con la copertina finemente rilegata.
“Vieni pure avanti.” Disse l'uomo, chiudendo il libro e posandolo distrattamente su di un piccolo tavolino intarsiato. “Voglio vedere il viso fiero della mia adorata figlia.” Alzandosi ed andandole incontro. “Ho saputo ciò che accadrà domani. Ormai a quest'ora la notizia avrà fatto il giro di tutti gli ambienti aristocratici cittadini.” Rise. “E dire che qualcuno scherniva le mie ambizioni su di te e sul ruolo che un giorno avresti occupato nelle milizie reali.” Riempì due coppe con uno dei vini della sua preziosa riserva. “Brindiamo, ragazza mia...” porgendo poi alla ragazza una di quelle coppe “... brindiamo al valore, al coraggio ed all'abilità militare... doti innate in un animo cavalleresco, a dispetto dei pregiudizi e del sesso...” sorseggiò un po' di quel vino “... dopotutto il sangue non mente e tu sei sempre mia figlia.” Le fece cenno di sedersi accanto a lui. “Sono molto orgoglioso di te, Clio. Battersi è sempre il modo più rapido ed immediato per dimostrare a qualcuno il nostro valore. Hai fatto bene ad accettare la sfida. Così quegli sciocchi senatori, burocrati, funzionari e cortigiani impereranno presto con chi hanno a che fare. Ed anche quei mercenari, questo è certo, capiranno subito chi comanda. Le gerarchie e la disciplina” continuò l'ex capitano “sono valori del tutto ignoti a soldati di ventura come quelli, abituati a riconoscere solo l'autorità delle armi. E tu con quella ti guadagnerai il loro rispetto, ragazza mia.” Concluse fiero.
Guisgard
03-02-2014, 01.34.56
“Si, il vostro cavallo era finito in una tagliola, signora...” disse uno dei due villani ad Altea “... vi abbiamo trovata qui poco fa... voi eravate ancora svenuta, ma il vostro palafreno si contorceva per il dolore... per questo siamo stati costretti ad abbatterlo colpendolo al capo...”
“Già, povera bestia...” intervenne l'altro villano “... soffriva troppo ed era inutile tenerlo in vita...”
“Siete nel bel mezzo della foresta, signora” mormorò il primo villano che aveva parlato “e tutt'intorno a voi ci sono solo sterpi e rovi per miglia e miglia.”
“Senza cavallo non avete speranza di sopravvivere qui.” Mormorò l'altro villano. “Se volete, il nostro borgo non è molto distante da qui. Lì troverete ospitalità e cibo. Inoltre vi saranno dati abiti asciutti e puliti.”
“Restando qui da sola invece” fece il primo villano “sarete preda di qualche brigante o di una bestia feroce.”
Guisgard
03-02-2014, 01.41.56
Daizer annuì a quelle parole di Elisabeth.
Prese allora un piatto largo e fondo e vi versò dentro un po' dell'acqua messa a bollire accanto al fuoco.
“Riposatevi ora...” disse poi alla maga “... magari accanto alla bambina... vi scalderete reciprocamente col calore dei vostri corpi... dopo con quest'acqua potrete lavarvi...” chiuse le tende per evitare che troppa luce entrasse nella stanza “... io intanto scenderò giù e cercherò i due monaci... poi tenterò di capire che posto e questo e se qualcuno conosce le strane cose che si dicono sul bosco... magari, come voi dite, anche quegli uomini la scorsa notte cercavano ciò che cerchiamo noi... ora riposate...”
Il contrabbandiere uscì, lasciando Elisabeth a riposare con la bambina.
Ora la piccola sembrava dormire serena.
Tuttavia quel freddo continuava a calare sul villaggio.
Ma qualche minuto dopo, Daizer ritornò in camera.
“Elisabeth...” avvicinandosi al letto “... presto, venite a vedere... è accaduto qualcosa di molto strano...”
Guisgard
03-02-2014, 01.48.56
Parsifal, così condusse Riccardo nella caserma divenuta il quartier generale dei mercenari.
Ma prima che potesse lasciare quel luogo, il cavaliere vide apparire una figura a lui già familiare.
“Sir Parsifal.” Disse Gufo riconoscendolo. “Finalmente. Vi stavamo aspettando. Non che avessi dubbi circa la vostra parola, ma ero impaziente di rivedervi. Dopotutto siete dei nostri ormai e tra non molto ci sarà da battersi.” Guardò Riccardo. “Chi è questo cavaliere? Forse un vostro compagno d'arme che intendete mettere al servizio della nostra compagnia di ventura?”
Guisgard
03-02-2014, 01.59.47
Lady Galatea sorrise ad Eilonwy nel vederla così raggiante e deliziosamente vestita.
Invitò poi lei ed i suoi due compagni di viaggio, Aladiah e Coco, ad accomodarsi alla sua tavola per la colazione.
I valletti della fata allora servirono calde focacce con zucchero di canna ed uvetta, pasticcini appena sfornati, confetture, miele, latte e succo di mandarino.
Accanto alla tavola, nella sua gabbia, vi era anche il merlo parlante.
“Allora...” disse Galatea ad Eilonwy “... le mie dame di compagnia mi hanno riferito che volevi parlarmi... dimmi pure, ti ascolto...”
Guisgard
03-02-2014, 02.11.00
Quadro V: Il rapimento del re
“Le condizioni della nazione inglese erano a quel tempo davvero tristi. Re Riccardo era lontano, prigioniero del perfido e crudele duca d'Austria. Perfino il luogo della sua prigionia era incerto, e la sua sorte sconosciuta alla maggioranza dei sudditi, che nel frattempo erano vittime dell'oppressione dei vassalli.”
(Walter Scott, Ivanhoe)
Il borgo era deserto dopo che l'ultimo rintocco aveva scandito la fine della Santa messa.
L'aria era umida e rendeva la sera incerta, silenziosa e cupa.
Guisgard attraversava la stretta stradina mediana, che tagliava in due il piccolo centro abitato.
Non conosceva quel posto ma aveva deciso di seguire il suono della campana per raggiungere la chiesa.
Da lì avrebbe poi chiesto informazioni su come lasciare quel luogo.
Raggiunse infine una piccola piazzetta, proprio davanti alla chiesa.
Il cavaliere pensò di essere solo in quel posto, fino a quando non si accorse di qualcuno davanti al portale del sacro edificio.
Allora si avvicinò a quella figura.
Era un maniscalco che lavorava ad alcuni arnesi.
“Salute a voi...” disse Guisgard.
L'altro rispose con un sorriso.
“Come si esce da questo borgo?” Chiese il cavaliere. “Devo rimettermi subito in viaggio e cerco la via per lasciare questo luogo.”
“Bisogna aspettare la processione di San Biagio.” Fece il maniscalco.
“Quando ci sarà?”
“Domenica.”
“Perchè occorre che passi prima la processione del Santo?” Domandò Guisgard.
“Perchè hanno chiuso il borgo.” Spiegò il maniscalco. “Temono che possa arrivare qualcuno.”
“Magari per vedere la festa del Santo.”
“Non tutti...” mormorò il maniscalco “... altri vogliono solo che il borgo cambi nome...”
“Perchè mai?” Fissandolo Guisgard.
“Per ingraziarsi Belfagor...”
“Belfagor?” Ripetè il cavaliere.
“Si...” annuì il maniscalco “... dopo la morte del suo servitore Passato... nessuno sa chi ha potuto uccidere quel potente gigante... per questo vogliono placare la collera di Belfagor, dedicandogli questo borgo...”
“Com'è possibile?” Esterrefatto il cavaliere. “Siete pronti a festeggiare San Biagio e poi qualcuno tenta di sconsacrare il borgo dedicandolo ad un demone?”
“Purtroppo qui nessuno è in grado di difenderci dall'ira di Belfagor.”
“Pregate il vostro Santo allora!” Esclamò Guisgard. “Lui vi proteggerà!”
“Occorre Fede per chiamare l'aiuto dei Santi...” guardandolo negli occhi il maniscalco “... molta Fede... tu ne hai, cavaliere?” La sua espressione e le sue fattezze cominciarono a mutare sempre più velocemente. “Ne hai? Credi di poter raggiungere ciò che più desideri? O forse la tristezza e la disperazione ti hanno già vinto?” I suoi occhi erano diventati rossi come tizzoni ardenti.
Guisgard fece un passo indietro e cercò con la mano il crocifisso che aveva al collo.
Lo strinse e poi con l'altra mano raggiunse l'elsa della sua spada.
Ma un vento freddo si alzò nell'aria e un attimo dopo Guisgard si ritrovò in una fitta e tetra selva.
In lontananza si udivano lamenti e pianti.
Il cavaliere estrasse allora la spada.
“Chi è là?” Urlò. “Chi c'è?”
Quei lamenti si fecero più vicini.
Erano voci sovrapposte, confuse.
“E se il meglio della vita fosse già passato?” Si udì.
“Ho smarrito la via di casa e non la ritroverò più...” sibilò un'altra voce.
“Sono destinata a restare sola...” in lacrime qualcuno.
“Perchè non mi avete detto che la solitudine è come morire?” Disperato qualcun altro.
Ma tra quelle voci il cavaliere riconobbe un nome.
“Passato...” echeggiò nella selva.
“Passato?” Turbato Guisgard. “Il gigante?”
“Si...” una voce lontana “... e grida vendetta... è il suo fantasma che la reclama... la vendetta di Passato...”
“Cosa volete da me?” Urlò il cavaliere.
Ancora quei lamenti confusi.
“Cosa volete da me?” Con rabbia Guisgard, brandendo la sua spada nel buio circostante.
“Voglio che tu soffra...” rispose quella voce lontana “... giorno dopo giorno... notte dopo notte... fino a consumarti...”
Guisgard si svegliò aprendo gli occhi di colpo.
“Ben svegliato, campione...” disse la donna sdraiata sul letto accanto a lui, che con una mano accarezzava il petto di lui “... ti guardavo mentre dormivi e mi chiedevo cosa stessi sognando...”
Lui accennò un vago sorriso.
“Magari qualche donna...” continuò lei “... ti vedo il tipo romantico... secondo me hai anche un cavallo bianco...”
“Per farne cosa?” Fissandola lui.
“Per andare a rapire la tua amata.” Sorridendo lei. “Non ti hanno mai letto le favole da piccolo?”
Lui rise appena.
“Cosa?” Ridendo anche lei. “Non mi facevi donna da favole? Guarda che anche quelle come me amano le favole. Anzi, ti dirò... se Cenerentola vivesse oggi sarebbe di certo una prostituta. E magari il principe azzurro la riscatterebbe portandosela via.”
“Caschi male, amica mia...” fece Guisgard “... non solo io non sono un principe, ma, ahimè, non potrei riscattarti nemmeno volendolo...” le fece l'occhiolino “... non dovevi sceglierti come cliente uno senza il becco di un quattrino...”
“Ti ho solo fatto credito, cavaliere.” Baciandolo lei. “Dopo la tua prima battaglia tornerai per pagarmi.”
“E se mi uccidessero nel bel mezzo del combattimento?”
“No, secondo me ci sai fare...” fece lei “... dico che sei abile a tirare di spada...”
“Ti intendi anche di cavalieri” mormorò lui “oltre che di principi?”
“Si...” annuì lei, per poi prendere la mano di lui e fissarla “... prima guardavo questa piccola cicatrice... come te la sei fatta?”
“Potrei dire che mi è stata causata da un drago” sorridendo lui “o magari da un orco... ma, in verità, è solo l'esito di un attacco andato a male...”
“Fammi indovinare...” fingendosi pensierosa lei “... dopo aver scalato la torre, per liberare la dama imprigionata, ti sei ritrovato davanti il marito, giusto?”
Lui rise.
Ad un tratto si udì un rumore sui vetri.
“Ehi, qualcuno lancia sassolini contro la finestra!” Esclamò lei.
“Non dirmi che anche tu hai un marito?”
“Certo...” sarcastica la donna “... ed infatti è lui che mi obbliga a fare questo mestiere, visto che non ha voglia di lavorare.”
“Che santa donna!” Divertito Guisgard.
Lei si alzò dal letto e coprì il suo bel corpo nudo con uno scialle rosso.
Aprì la finestra e si affacciò.
“Favren!” Guardando in strada. “Sei tu che lanci i sassolini contro la finestra?”
“Si, signora!” Annuì il bambino.
“Beh, potevi entrare invece di rischiare di rompere i vetri, non ti pare?”
“Mia mamma” replicò il piccolo “mi da le botte se sa che sono entrato da voi, signora!”
“Già...” ironica lei “... beh? Cosa cercavi?”
“E' da voi un cavaliere di nome Guisgard?” Chiese Favren. “Un certo Gufo lo sta aspettando in caserma! Deve far presto!”
“Forse” voltandosi la donna verso Guisgard “molto presto avrai la possibilità di guadagnarti la tua prima paga, campione... così da poterti subito sdebitare di questa notte con me.” Aggiunse fissando il cavaliere che se ne stava ancora a letto.
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Parsifal25
03-02-2014, 02.15.39
Scesi da cavallo, e sorrisi:
"Mio caro compagno......è un vero piacere ritrovarla.....vedo che ti sei sistemato in bene. Come è andata la tua ricerca di nuove braccia per l'armata? Spero che ne abbia trovati di validi......"
Mi avvicinai' a Ser Riccardo e lo presentai' al Gufo:
"Sir Riccardo......le presento il Gufo, un valido condottiero che non è molto avvezzo ai pericoli del cielo......la sua legge è una sola "Con la spada si posson risolver molte cose.....vi presento a lui cosicchè potrete apportare il vostro contributo a questa battaglia....."
Ripresi il cavallo: "lo lascio nelle tue mani Gufo......fidati.....è sfuggito per ben tre volte alla Belladonna......" gli sorrisi con lo sguardo del Reienhearth.....
"Ho bisogno di fare delle ricerche......ho una "Crociata ultratterrena da dover sedare....."
Eilonwy
03-02-2014, 02.32.14
Dopo essermi seduta, diedi un morso a una di quelle delizie. Bevvi un po' di spremuta di mandarino ed incominciai a parlare: "Be ecco, Milady!....Questa sera ho fatto un sogno strano. Non so se definirlo piu' sogno o incubo!!!
Insomma, l' incubo era così: il cielo era di un azzurro terso, l'aria era limpida e in lontananza apparivano le montagne appena imbiancate di un candido manto nevoso.
La campagna era tinta di un verde vivissimo, con screziature di rosso, rosato e giallino che attraversavano, come bagliori, quella florida distesa.
Io correvo in quello scenario pastorale, lasciando che le mie dita accarezzassero i fiori e l'erba alta. Ma in un attimo tutto mutò.
Mi ritrovai nei pressi di un piccolo lago, la cui acqua però sembrava ingiallirsi sempre più, fino a divenire putrida.
Ad un tratto mi apparve una figura. Era una donna. Aveva un velo sul viso che rendeva incerti i suoi lineamenti. Mi fissava e sorrideva.
“In questo stagno” disse con voce sensuale “vive lady Galatea... è questa la sua vera dimora, non quel palazzo...” con una mano indicò le acque di quello stagno e io vidi galleggiare su di essa diversi pesci ormai morti “... vorrei aiutarti e liberarti dalla tua maledizione... ma posso riuscirci solo se verrai nella mia casa...” sorrise ancora e si avvicinò a me, lasciandomi un dolce bacio sulla guancia “... ho sempre desiderato una figlia...” disse infine. Ad un tratto, udì dei passi di cavallo. Mi voltai e vidi un bellissimo cavaliere con una armatura d' oro, il quale mi salutò con garbo.
Io credo che quella donna sia la Strega Isolde e quel cavaliere suo figlio. Non capisco che cosa voglia da me!!!".
Guardai con aria preoccupata Lady Galatea.
All' improvviso, da dietro il boschetto vidi arrivare un centauro e un drago.
Li riconobbi, erano Chirone e Draco.
Chirone era stato, dai 5 fino ai 10 anni, il mio maestro d'armi, mentre Draco era stato il mio compagno di giochi.
Andai incontro a loro, felice di poterli rivedere dopo tanto tempo.
"Chirone!...Draco!...Come state? Dove eravate andati a finire? Mi siete mancati così tanto!!!" dissi piena di gioia.
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Altea
03-02-2014, 15.55.40
Osservai il cavallo abbattuto e i miei pensieri andarono a Gyen e Tyssen...si trovavano lontani da qui? E come avrebbero fatto a proseguire con la carrozza senza il cavallo..forse davvero mi ero persa nel bosco..non sapevo nemmeno quanto avessi cavalcato e quanto mi fossi spinta avanti.
"Qualche belva pericolosa..come un lupo?Certo..voi non avete il coraggio di affrontarlo e quindi usate questi metodi e con questi risultati" e indicai il cavallo e la zampa nella tagliola.."E ora chi mi darà il cavallo perso? Mi auguro rimedierete." Presi la mia sacca che, fortunatamente, avevo portato con me e mi avvicinai ai due villani "D'accordo..accetto la vostra ospitalità, se proprio è impossibile andare avanti..e ho bisogno di un cavallo" e li guardai duramente "possiamo procedere, effettivamente i miei abiti sono ancora bagnati dalla pioggia.".
Procedemmo e li seguii.."Come si chiama il borgo dove abitate? Parlatemi un pò di voi e di questo borgo..io sono lady Altea..purtroppo mi sono perduta, lo ammetto..e ho perso pure i miei compagni di viaggio sembra..per salvare un novizio frate."
Poi scorsi delle casupole ammassate..forse eravamo arrivati.
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elisabeth
03-02-2014, 16.00.09
Il Gelo scende sempre...ma la sera, in questo posto stava spuntando il sole....." Grazie Daizer non so cosa succederà nel tempo avvenire...spero solo che voi non veniate catturato da questa situazione, sarebbe assurdo........ricordate che anche voi dovete riposare......siete un uomo e il vostro fisico necessita di far riposare le membra......"........non tolsi i vestiti, mi misi accanto alla ragazza e sentii andar via Daizer.......avevo sonno......ma il freddo stava diventando gelo...mi misi sotto le coperte, sperando che il calore cumulato dalla ragazza...potesse intiepidire il mio corpo, ma non succedeva nulla...lei dormiva, ma lei dormiva da un tempo indefinito....e tutto questo non era normale, lei non aveva freddo, anzi lei non avvertiva nessun cambiamento......neanche la necessità fisiologica dei suoi bisogni........incominciai a battere i denti, eppure il la legna bruciava nel camino.......ero ferma nel letto, non volevo muovermi da quella posizione.....pensavo.....e se il sole non riuscisse a penetrare con i suoi raggi a terra di questo villaggio ?........o se noi stavamo vivendo un incubo ?......La porta della stanza si spalancò di botto e sentii Daizer venirmi accanto.....dovevo scendere con lui era successo qualcosa, si qualcosa di importante, ma io ero immobile.....lo sentivo..il mio cervello diceva che dovevo muovermi...ma i miei arti sembravano non rispondere........e così vidi la mela...che Fra Adriano mia aveva fatto vedere prima di partire......nulla sembra ciò che appare......" Aiutami Daizer....aiutami ad alzarmi, qui si gela.....che sta succedendo........."......quel mondo sembrava cristallizzarsi..........
Avanzai a passo sicuro, pronta a difendermi ancora una volta.
Ma mi illuminai all'istante, distendendo il viso in un largo sorriso, nell'udire le parole di mio padre.
Era dalla mia parte, aveva fiducia in me.
Mi sedetti accanto a lui e alzai la coppa di vino prima di portarla alle labbra.
"Sono felice che approviate la mia scelta, a parte i miei uomini siete il primo a farlo.. in realtà, sapevo fin dall'inizio che sarebbe accaduto.." Risi "di certo non immaginavo dei mercenari docili e disposti a farsi dare ordini da una donna.. Figuriamoci..." Scossi la testa, bevendo un altro sorso.
"In realtà, avrei preferito combattere col loro capo, sarebbe stato molto più incisivo, ma pazienza... Mi accontenterò di dare una lezione al suo campione... Dovevate vedere i senatori quanto erano infuriati con me e servizievoli con i mercenari... Secondo loro, avrei dovuto starmene zitta mentre quelli si prendevano gioco di me.. E ovviamente la colpa è mia! Avete ragione padre, domani servirà anche a loro e ai nostri nemici..".
Posai il bicchiere e alzai lo sguardo verso il vecchio ufficiale, con gli occhi così simili ai miei "Vi ringrazio per il vostro appoggio, se posso vivere questa vita lo devo a voi, e farò sempre di tutto per rendervi fiero di me..." Sorrisi.
"Non so se lo sapete, ma il senatore Bool mi ha informato che in caso di sconfitta dovrò lasciare la Guardia Reale.." Alzai le spalle "Non che mi importi più di tanto... Vi lascio immaginare cosa vorrà da me il Gufo se perderò domani..." Sorrisi, un sorriso gelido, lontano "E potete star certo che non glielo permetterò, mai.. A qualunque costo..." Dissi piano, mentre un brivido freddo mi attraversava.
Dopo un istante, però, sorrisi nuovamente.
"Beh, ma tutto questo non ha importanza, perché domani batterò quel mercenario, e potremo andare avanti con la lotta ai ribelli..". Mi alzai.
"Con permesso, padre, si sta facendo buio e io devo ancora sbrigare delle faccende prima di domani...".
Dovevo andare da lui, dovevo vederlo. E andare da lui non era l'unica cosa che dovevo fare una volta uscita di lì.
Esitai "La vostra fiducia e il vostro orgoglio sono molto importanti per me, non vi deluderò, statene certo... Ci tenevo a dirvi.. Beh, grazie, per aver scelto di rendermi quella che sono... Per aver sempre creduto in me..." Sorrisi, fissando quegli occhi chiari "Vi voglio bene, padre..".
Mi chiesi se non fosse la prima volta che esprimevo il mio affetto a mio padre, essere cresciuta da un militare, di certo non rende espansivi.
Ma volevo che sapesse, non potevo sopportare l'idea che, nel peggiore dei casi, si sarebbe dato la colpa.
Guisgard
03-02-2014, 18.52.18
“Sei mia figlia” disse l'ex capitano a Clio “ed io stesso ti ho insegnato a tirare di spada. So che sei abile quanto un uomo, se non di più. Non c'è da pensare a cosa ti chiederanno i senatori o i mercenari in caso di sconfitta. Tu domani vincerai e ti guadagnerai il rispetto di tutti.” Scosse il capo disgustato. “Senatori... luridi burocrati, striscianti parassiti... non capisco come il re abbia potuto lasciare le sorti del regno nelle loro viscide mani...” fissò sua figlia con orgoglio “... vorrà dire che spetterà a noi difendere il reame... volevo mostrarti una cosa... ma lo farò domani... quando tornerai qui dopo il duello...” sorrise “... ora va, hai molto da fare... a domani, figlia mia.”
Guisgard
03-02-2014, 18.58.05
Daizer aiutò Elisabeth ad alzarsi dal letto e poi, togliendosi la giacca, le coprì le spalle.
“Siamo in pieno Inverno” disse il contrabbandiere” e questi luoghi sono a ridosso dei monti. Non temete, la mia giacca vi scalderà.” Guardò la bambina che sembrava riposare ancora tranquillamente. “Venite, voglio farvi vedere una cosa assai curiosa...”
I due, così, scesero al pianterreno e Daizer indicò che non vi era nessuno nella locanda.
Né il locandiere con sua moglie, né altri clienti.
I due allora uscirono in strada e anche qui dominava ovunque un desolante silenzio.
“E' assurdo...” fece Daizer “... sembra che non ci sia più nessuno in questo villaggio... forse saranno andati in campagna a lavorare, non so... ma tutti insieme? Mah...” scosse il capo pensieroso.
Guisgard
03-02-2014, 19.02.50
“Un momento...” disse Gufo a Parsifal “... come sarebbe a dire che devi fare delle ricerche! Hai già scordato il nostro patto? Avevi dato la tua parola di unirti a noi! Ora che fai? Ti rimangi la tua parola?”
L'atmosfera si fece pesante.
“Signore...” fece Riccardo “... il mio compagno” indicando Parsifal “è chiamato da altre questioni. Ma se volete, il mio braccio è al vostro servizio.”
“Tu” fissandolo Gufo “parlerai solo quando ti dirò di farlo.” E tornò a guardare Parsifal con occhi di sfida.
Guisgard
03-02-2014, 19.15.53
Così, Altea seguì i due villani fino al loro borgo.
“Siamo stati costretti ad abbattere il vostro cavallo” disse uno dei due alla dama “per risparmiargli una morte fatta di strazi e di agonia.”
“Però” fece l'altro villano “siete stata imprudente a viaggiare da sola, di notte poi, nella foresta.”
“Ma siete stata fortunata.” Mormorò il primo. “Vi abbiamo trovata e così verrete con noi al borgo. Esso ha nome Meleas ed è un luogo tranquillo. Troverete ospitalità e rifugio, signora.”
Giunsero infine verso un'ampia piana a ridosso dei monti, nella quale sorgeva un centro abitato fatto di case tutte addossate l'una sull'altra.
E a dominare quel luogo, su una bassa altura, vi era un antico maniero.
I tre entrarono così nel borgo e subito i vari passanti restarono quasi meravigliati nel vedere Altea insieme ai due villani.
E all'improvviso una vecchia si avvicinò all'avventuriera.
“Che il Cielo vi risparmi, figlia mia...” le disse col volto turbato, per poi voltarsi a guardare il castello che come un gigante addormentato sorvegliava quel borgo.
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Altea
03-02-2014, 19.26.53
Eravamo proprio arrivati nel piccolo borgo, che pareva come addormentato.
Poi mi accorsi degli occhi degli abitanti stupiti che mi osservavano, li guardavo uno ad uno..perchè quegli sguardi..certo ero una forestiera e la curiosità in quei piccoli borghi era molta, ma il loro sguardo aveva un che di enigmatico.
Udii una voce alle mie spalle e sussultai...era una donna anziana e pronunciò delle parole alquanto inquietanti e seguii il suo sguardo verso il maniero solitario che si ergeva.
Rimasi un attimo turbata, osservai sia lei che i due villani e mi rivolsi alla donna "Ditemi il motivo e pregherò il buon Signore..di cosa dovrei stare attenta?".
Guisgard
03-02-2014, 19.27.47
I due esseri salutarono Eilonwy, ma lady Galatea li congedò con un gesto della mano.
“Non sono reali” disse “ma solo due visioni. E' facile ingannare le menti semplici. Ora abbiamo cose più importanti a cui pensare...” aggiunse preoccupata la fata “... la donna vista in sogno da Eilonwy potrebbe essere la strega che ha imposto su di te la maledizione?” Chiese al merlo parlante.
“Nel sogno della ragazza” rispose il merlo “il volto della donna era coperto da un velo. Tuttavia la presenza di quel giovane cavaliere dilegua ogni mio dubbio. Si, si trattava della strega Isolde.”
“Chi era quel cavaliere?” Domandò Galatea.
“E' suo figlio.” Fece il merlo. “Nato da una innaturale unione tra la strega ed uno sciacallo.”
“E' orribile!” Esclamò Coco.
“E quel suo figlio” mormorò il merlo “è la cosa più preziosa che la strega possiede.”
“E' chiaro” fece Galatea “che solo lei può scogliere le vostre maledizioni. Fu lei a renderti un merlo” fissando l'uccello “e sempre lei ha sconfiggere lo stregone che ti rese metà sirena.” Rivolgendosi poi ad Eilonwy. “Dunque bisogna trovarla e fare in modo che sciolga i due oscuri sortilegi.”
Uscii ritemprata dal palazzo.
Il giorno aveva ormai lasciato il posto alla sera, e una dolce brezza invernale mi scompigliava i capelli.
Mi addentrai nel giardino, un passo alla volta, assaporando il profumo dei fiori.
Giunsi così davanti ad un bivio, in realtà, dovevo andare in entrambe le direzioni, dovevo solo scegliere l’ordine.
Non fu per nulla difficile, svoltai a destra, addentrandomi nel boschetto dove giocavo da bambina.
Dopo qualche passo mi trovai di fronte ad un’antica costruzione, imponente ma intima: il tempio di famiglia.
Il fuco di due bracieri nella cella illuminava la grande navata centrale, adornata da colonne affusolate.
Il profumo dell’incenso rendeva l’aria carica di attesa e devozione.
Avanzai, un passo alla volta, verso la cella.
Era lì che avevo vegliato prima di ricevere solennemente le armi, istintivamente, sfiorai dolcemente il collo, ricordando la collata di quel giorno lontano.
Come se fosse possibile dimenticare un momento tanto atteso.
Ecco chi ero: un soldato, un guerriero, un cavaliere, un ufficiale, e una donna sì, certo, anche quello, ma soltanto dopo.
Le divinità rappresentate erano più che altro dei militari, e le mensole erano riempite dagli ex-voto dei miei antenati.
Una volta percorsa l’intera navata mi fermai, ad osservare l’imponente statua della signora di Atene, la mia protettrice, era bellissima, si diceva che avesse addirittura dei secoli. La Dea era raffigurata armata, fiera, con uno sguardo che sembrava potesse leggerti nell’anima.
Bruciai l’incenso mentre mormoravo una preghiera per il giorno successivo. Invocai la benedizione degli dei sulla mia spada, e su quel piccolo pugnale che avrei tenuto nascosto negli stivali, da usare solo in caso di sconfitta.
“Rendi forte il mio spirito, salde le membra, saggia la mano che maneggia la spada, felino l’intuito, lucida la mente..” pregai.
Alzai gli occhi sulla statua della dea, ma lei non era umana, non poteva vivere il mio conflitto.
Non mi aveva mai abbandonato, mi aveva seguito passo dopo passo. Ma i miti insegnano che gli eccessi vengono puniti, non si può essere devoti ad una divinità e trascurarne un’altra. Io potevo, certo, ero una fanciulla. Ma per quanto ancora mi sarebbe stato concesso?
Dopo aver completato il mio consueto giro di offerte agli dei guerrieri, uscii dal tempio.
Era giunto il momento di attraversare il giardino.
Da quanto tempo non visitavo il ninfeo? Quando svoltai l’angolo e lo vidi restai incantata.
I giochi d’acqua erano visibili anche nella pallida luce della luna appena sorta, rallegrati da fiori colorati.
Al centro della fontana, si trovava una splendida statua, che mio nonno raccontava essere la copia di una molto più antica, con una storia da raccontare.
Alzai lo sguardo su di lei.
“Ho tardato, lo so.. Mi stavi aspettando..” sorrisi “Sapevo che prima o dopo saresti venuta da me..” Alzai lo sguardo verso il cielo, e mormorai la mia prima, vera, preghiera ad Afrodite.
Pregai affinché l’uniforme che indossavo non mi impedisse di amare, o di essere amata.
Pregai, affinché riuscissi a trovare l’equilibrio tra il soldato e la donna.
Lasciai il palazzo di mio padre poco dopo, avvolta in un lungo mantello con cappuccio che celava completamente la mia uniforme.
Raggiunsi così la casetta dove avevo lasciato il principe Karel. Infondo, non era troppo tardi per una visita.
Guisgard
03-02-2014, 20.28.38
Pioveva forte.
La campagna appariva velata dall'umidità e tutto sembrava come incantato.
Una piccola luce guidò Clio attraverso quel sentiero, fino alla villa.
E lo vide.
Karel era sulla staccionata, sotto un porticato di legno, attorno al quale si intrecciavano salici.
Il principe era intento a dipingere qualcosa su una tela.
Ma poi, all'improvviso, si voltò verso la campagna.
Come se avesse avvertito qualcosa.
Forse una sensazione.
E la vide.
Si alzò allora di scatto e preso il suo mantello corse verso di lei.
La raggiunse ed avvolse entrambi con quella cappa.
“Allora è vero...” disse mentre le gocce di pioggia scendevano sui loro volti “... quando si dipinge qualcosa verso il crepuscolo, poi davvero la vedi comparire innanzi a te...”
Guisgard
03-02-2014, 20.31.16
Quella vecchia fissò altea e poi le accarezzò il volto teneramente.
“Che Dio vi risparmi...” disse la vecchia “... che ci perdoni tutti...”
“Avanti, vecchia!” Esclamò uno dei villani. “Togliti di mezzo! Vuoi farci bagnare sotto questa dannata pioggia?”
E condussero Altea presso una locanda del posto.
“Non badate a quella vecchia, milady...” fece uno dei due villani all'avventuriera “... è pazza e fa così con ogni straniero che giunge nel borgo.”
Per poco non mi mancò il fiato, venne verso di me, sotto la pioggia, smontai da cavallo e me lo ritrovai davanti.
Senza che potessi dire alcunché mi coprì col suo mantello, nonostante avessi il mio.
Era così vicino che potevo sentire il suo respiro, vedevo le gocce che gli accarezzavano il viso, e avrei voluto seguirle ad una ad una.
“Stavate dipingendo…. me?” chiesi stupita, sgranando gli occhi nei suoi.
“Io..” mormorai, ma le parole mi morirono in gola. Avrei dovuto dirgli che ci saremmo presi un accidente lì fuori, che dovevamo rientrare.
Ma non riuscii a dire niente, restai immobile, incurante della pioggia e del freddo, quel mantello teneva anche fin troppo caldo.
O era il mio corpo ad andare a fuoco? Non mi importava.
Avrei voluto vivere quell’istante all’infinito.
“Domani mi batterò in duello..” dissi, finalmente.
Cosa volevo dirgli? Che c’era la possibilità che non mi vedesse più? No, non avevo paura di quel mercenario. E fare la vittima non era nel mio stile.
Allora cosa? Come si parla ad un uomo quando ci si sente così vulnerabili? Come parlano le donne normali agli uomini?
Avevo sentito una conversazione tra le mie cugine, parlavano di sotterfugi e trucchetti da usare coi cavalieri.
Ma io non ne conoscevo, e forse non ne sarei stata capace.
Così, decisi di dire la pura verità.
“Non c’è altro posto in cui vorrei essere stasera…” mormorai, con gli occhi nei suoi, ricordando le sue stesse parole.
Eilonwy
03-02-2014, 22.43.34
Cercai di abbracciare Chirone e Draco, ma alla fine, con mio stupore, Lady Galatea disse che erano delle semplici visioni.
Ohi ombre vane, fuor che ne l’aspetto! Tre volte dietro a loro le mani avvinsi, e tante mi tornai con esse al petto.
"Sì, avete ragione Milady! L' unico modo è trovare questa Strega Isolde. Deve essere davvero potente se è riuscita a prendere un po' dell' oscuro potere di Slathnir. Anche se, comunque, è pur sempre una Strega Nera!......Sapete una cosa? Adesso ho capito come è andata!.....Slathnir era lo Stregone Nero piu' potente, ma Isolde gli ha rubato, per invidia e per bramosia di potere, alcuni suoi poteri. Dopo aver sottratto i poteri di costui, ha trasformato il principe in merlo. Contemporaneamente, Slathnir, dopo avermi vista, ha chiesto al Maligno di ridargli i poteri perduti e di rinforzarli. Così il negromante mi ha maledetta e ha conquistato e razziato il Regno del Cristallo di Azarath!" pronunciai con serietà.
Dopo aver detto ciò guardai a uno a uno tutti i presenti per aver qualche segno di approvazione.
Poi, chiesi a Lady Galatea: "Milady, potrei, per favore, oggi andare visitare un po' il centro di Afravalone? Ne approfitterò anche per andarmi a fare confessare nella Cattedrale principale!".
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Altea
03-02-2014, 22.58.22
Quella leggera carezza del viso e il volto della donna...cosi caritatevole..io le credevo..nel suo volto vi era la verità..."Starò attenta..bisogna avere una grande Fede" risposi.
Poi quei due villani la scacciarono in malo modo..."Ma che modi" risposi mentre giungemmo in una locanda "prima ammazzate il mio cavallo e poi trattate cosi una donna anziana. Comunque, io domani mattina andrò via da qui..vedo vi è una strada per uscire dal borgo, trascorrerò solo la notte e, gentilmente, vi chiedo di procurarmi un cavallo per domani mattina all' Alba..ci troveremo qui..naturalmente ho i soldi per pagarlo".
Entrai e chiesi all' oste, gentilmente, di portarmi alcuni vestiti asciutti, della acqua calda per un bagno ristoratore e anche di portarmi una zuppa calda..avrei mangiato in camera.
Entrai nella angusta camera assegnatami...era proprio buia e accesi una candela sul tavolo e accesi il camino, mi affacciai alla finestra, dava proprio su quell' angusto maniero...chissà chi era il proprietario.
Mentre aspettavo mi stesi un attimo sul letto e mi addormentai leggermente per la stanchezza..
La gente si affollava in chiesa per la santa protezione
con le candele incrociate...il giorno prima vi era stata già
la Candelora e quindi la benedizione delle candele e tratti gli auspici
per l'uscita dall' Inverno o meno.
Infatti alcuni anziani discutevano animatamente per questo guardando il
Cielo.
Vidi una donna..aveva una candela in mano e versava la cera su dell' acqua e mi avvicinai.."cosa vedete da quel responso..cosa vedete su me?"
Ella guardò la bacinella e mi osservò attentamente.."Dunque?"
Non parlava..
"In questo luogo solo guardate e non parlate" dissi e rividi nella stanza la anziana donna.."Fai attenzione figliola mia" prendendomi il viso.
Mi svegliai di soprassalto..era qualcuno che bussava alla porta dicendomi aveva portato tutto ciò che avevo richiesto ed andai ad aprire la porta.
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Guisgard
04-02-2014, 01.33.52
Altea fu così condotta nella sua stanza, dove riuscì a riposare un pochino.
Al pianterreno, intanto, il locandiere e sua figlia Pelien erano intenti a parlare con i due villani.
“Ebbene, diteci...” disse il locandiere ai due “... dove avete trovato quella donna?”
“Era nella foresta.” Rispose uno dei due villani. “Il suo cavallo era finito con una zampa in una tagliola. L'abbiamo abbattuto e condotto poi qui la donna.”
“E' bionda” fece l'oste “e con occhi chiari. E' bella.”
“Si, molto.” Annuì il villano.
“Fortuna che quella vecchia pazza non è riuscita a spaventarla!” Esclamò l'altro villano. “Una donna così non è facile da trovare. Siamo stati davvero fortunati.”
“Si, vero.” Mormorò il locandiere.
Poi comandò sua figlia Pelien di portare gli abiti asciutti ad Altea.
La ragazza allora salì in camera dell'avventuriera.
Bussò e quella aprì la porta.
Pelien posò così i vestiti asciutti sul letto.
“Milady...” fissandola poi “... dovete lasciare questo luogo...” a bassa voce la ragazza “... e prima di domattina all'alba... ne va della vostra...”
“Pelien!” Chiamò all'improvviso suo padre dal pianterreno. “Ho bisogno di te in cucina! Sbrigati!”
La ragazza allora uscì dalla stanza e raggiunse la cucina.
Guisgard
04-02-2014, 01.51.20
Karen non disse nulla a quelle parole di Clio.
Restò con i suoi occhi in quelli di lei.
Fu un lungo istante.
Un istante indefinito.
E poi, con un gesto tanto dolce quanto improvviso, Karen portò le sue mani sul viso di lei e la baciò.
E nel baciarla le mani di lui scivolarono lungo il collo di lei e poi sulle sue spalle, facendo cadere a terra il mantello che fino ad un momento prima li riparava dall'incessante pioggia.
Poi la prese in braccio e la portò dentro, adagiandola accanto al camino acceso.
E qui la baciò ancora.
“Un duello...” disse piano, mentre la legna ardeva nel focolare “... che duello? Dimmi contro chi e lo combatterò al posto tuo... dopotutto ho rischiato la tua collera con questo bacio, no? E forse potrei andare oltre stasera se non mi fermi... credi dunque che possa temere qualcosa in questo momento? No, nulla... neanche il mondo intero...” e la strinse a sè, in un tenero abbraccio.
Guisgard
04-02-2014, 02.14.09
“E' un'ottima cosa.” Disse Galatea ad Eilonwy. “Afravalone è una grande città e presenta molte cose belle da vedere. La cattedrale si trova nel centro, tra il Palazzo Reale ed il Senato.” Guardò poi il merlo. “Posso chiederti il favore di accompagnare Eilonwy ed i suoi due compagni? Tu conosci bene la città e magari mostrerai loro alcune delle sue meraviglie.”
“Certo, signora!” Esclamò il merlo. “Ebbene, sono pronto. Appena vi sarà comodo, usciremo per girare la città.”
“Andate subito.” Fece Galatea. “Io vi aspetterò qui, così che al vostro ritorno sarà pronto un ottimo pranzo.”
Così, Eilonwy, Aladiah, Coco ed il merlo uscirono dal palazzo della fata e raggiunsero la città di Afravaone.
Ed essa si mostrò a loro in tutta la sua meraviglia.
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Eilonwy
04-02-2014, 02.38.41
"Che bello! Grazie mille Lady Galatea!" dissi piena di gioia e serenità.
Dato che sarebbe stato troppo pericoloso portare un' arma sopranaturale come la Spada di Fuoco Fatuo, portai con me, semplicemente, l' arco con la faretra piena di frecce.
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Quando arrivammo in centro città dissi a bocca aperta: "Che meraviglia! E' veramente bellissima!......Aladiah!?! Coco!?! Vi consiglio di rendervi invisibili, sennò credendomi una strega mi metteranno al rogo!" .
Dopo esser stata in chiesa a confessarmi, a pregare e ad accendere un cero, iniziai a girare per il grande borgo.
Vidi per strada un gruppo di menestrelli. Scesi da Dante e lo legai a una colonna di granito di un edificio.
"Tenete d' occhio Dante e le mie armi, mi raccomando!" dissi a bassa voce.
Mi avvicinai ai musicisti ed incominciai a danzare. Quella musica era irresistibilmente bella e non potevo far a meno di ballare!
http://www.youtube.com/watch?v=V6NBeiCedCk
elisabeth
04-02-2014, 14.17.04
Mi alzai dal letto con fatica....e la giacca di Daizen fu una benedizione...uscire dalle coperte mi sembrava impensabile.......mentre mi avviavo con lui al piano di sotto lo ascoltavo con interesse e con la sensazione che l'orologio e il tempo...e il rintocco della campana avessero detto più di quanto noi fossimo in grado di capire.......uscimmo per strada le porte delle case sembravano socchiuse e la gente normale non ha le porte aperte.......il silenzio regnava sovrano...." Daizen e' vero fa freddo....per l'umidità siamo ad un'altezza considerevole, ma non e' un freddo normale.......questo villaggio era vivo quando siamo arrivati ieri....c'era gente che ci osservava...qualcuno che parlava, i boscaioli......andiamo...via...mi sembra di stare in un cimitero.....anche i nostri Frati sono svaniti ?....non li sento da quando siamo arrivati....."...presi ad entrare in quelle case.....erano intatte....ma sembravano inabitate, e così entrai ed uscii da tutte le case possibili.....sino a quando....." Daizen....l'ora della messa, l'oste non ci disse l'ora della messa parlò del rintocco, ma lui era li' a servirci la carne, eppure doveva essere in chiesa......andiamoci...forse troveremo i Frati a pregare....".....ero nervosa, perchè la ragazzina dormiva e dormiva di un sonno sereno ...certo aveva avuto l'incubo....ma era durato pochissimo,e quando eravamo usciti dalla stanza lei dormiva aveva il volto roseo come le pesche mature....nonostante ogni sua funzione sembrava sembrava cessata.......le porte della Chiesa erano chiuse....." Daizen ...le porte sono chiuse e non sento nulla.....che succede...."......aprii con grande timore...di trovare il vuoto............e invece ogni cittadino era seduto al suo posto......erano lì...con un sorriso ebete stampato su un volto pallido come la morte.....c'era l'oste...la moglie....ma non c'erano i boscaioli.......c'erano i nostri Frati che inginocchiati davanti all'altare pregavano sommessamente......." Che sta succedendo in questo posto ?......Fra Favelius.....che succede in questo paese ?.....ditemelo voi io non lo so..."....
Altea
04-02-2014, 16.00.43
La figlia del locandiere, che avevo intravisto prima, entrò guardandomi e posò i vestiti asciutti sul letto.
Iniziò a pronunciare poche parole in modo inquieto ma non riuscì a finire..venne chiamata dal padre e fuggì lasciandomi sola in camera pensierosa fissando i vestiti.
Cosa voleva dirmi..era turbata..vi è qualcosa che non va in questo borgo, tutto è cosi strano.
Mi riaffacciai alla finestra..quel maniero aveva un'aria sinistra..buia e tetra, non era solare..rappresentava ciò che era il borgo.
Scaldai l'acqua e dopo un bel bagno ristoratore mi cambiai le vesti e misi i miei vestiti ad asciugare di fronte al fuoco.
Mi sedetti sul letto...ero inquieta..aprii la porta e scesi al pianterreno ma non vi era nè il locandiere nè la figlia..forse erano in cucina come avevo udito.
Fu cosi che uscii dalla locanda e davanti trovai delle ragazze e mi avvicinai a loro..forse loro, potevano dirmi qualcosa in più su questo luogo.
"I miei saluti damigelle" e sorrisi a loro ma esse mi fissavano in modo strano "vorrei delle informazioni..sono qui per caso e non so nulla di questo Borgo..ad esempio..quel manierò lassù a chi appartiene? E vi è qualche chiesa nei paraggi?" mi auguravo di sapere qualcosa in più.
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Appoggiata alla sua spalla, davanti al focolare scoppiettante, mi chiedevo se non fosse altro che un sogno.
Il più vero, reale e meraviglioso che avessi mai fatto.
Non riuscirei a spiegare a parole ciò che sentivo in quel momento di pura felicità.
Non era paragonabile a nessuna emozione che avevo provato finora: nemmeno al momento in cui ti accorgi che l’avversario sta cadendo, o a quando senti i nemici chiamare la ritirata e sai che hai vinto la battaglia, o alla prima volta che ti chiamano “capitano”, la prima sfida.
No, nella mia vita non c’era mai stata un’emozione simile.
Potevo sentire il suo cuore battere al ritmo del mio, mentre sfioravo dolcemente il suo petto con una mano.
Ma alle sue parole, scoppiai a ridere, e mi appoggiai al gomito per vederlo in faccia.
La mia collera? Oh, Karel.. in realtà non desideravo altro.
“Per carità, non pensarci nemmeno…” sorrisi, come mai in vita mia “Sono io qui che devo proteggere te, non il contrario.. E poi, è necessario che sia io stessa a batterlo.. Sono arrivati i mercenari, e domani capiranno chi comanda… Ti chiederei di venire ad assistere, ma saresti troppo esposto..”.
E nel peggiore dei casi, non voglio che tu mi veda…
“Perciò ti prego di restare qui al sicuro..” mi sporsi per baciarlo dolcemente sulle labbra “Se vorrai, tornerò da te..” mormorai.
Sempre…
Restai a fissare quegli splendidi occhi, e il viso che illuminavano per lunghi istanti, incapace di parlare.
Era difficile spiegare come mi sentissi in quel momento: completa, ma anche viva, donna, felice, vulnerabile e forte insieme.
Lui era lì, con me.. voleva me. Potevo desiderare di più?
Tuttavia, sembrava quasi troppo bello per essere vero.
“La mia collera?” scossi la testa, senza smettere di guardarlo, con un’espressione diversa “..quella la vedrai se ti prenderai gioco di me, e posso assicurarti che il tuo nome o il tuo sangue non ti proteggeranno..”.
E lo baciai nuovamente, con passione, come a voler scongiurare quelle parole.
Era come se fossi vissuta solo per quella notte, che poteva essere l’ultima.
Quanta fiducia in te stessa, Clio.. Piantala di fare la lagna! Vincerai eccome domani, a maggior ragione se ci sarà lui ad aspettarti.. O è una scusa?
Forse lo era. Infondo, non potevo, lo sapevo bene. Mio padre non mi avrebbe mai perdonato se l’avessi disonorato.
Come se tu fossi capace di lasciarti anche solo sfiorare da qualcuno senza il tuo consenso, marito o no.. Non prendermi in giro, su..
Quella fastidiosa e franca parte di me aveva ragione, avevo scelto lui fin dalla prima volta che mi aveva preso tra le braccia un anno prima.
O lui, o nessun altro. Ma non avrei mai pensato che lui potesse provare lo stesso.
“Oh, io non ho nessuna intenzione di fermarti..” mormorai, ancora attaccata a lui “per me sei.. l’unico”.
Mi scostai leggermente dal suo viso, per posargli lievi baci sul collo “Ma.. tu? Io non sarò mai una dama, qualunque cosa indossi..” sorrisi, senza che potesse vedermi “…e sono piena di cicatrici..” risi.
Alzai nuovamente il viso per guardarlo negli occhi, quasi timorosa. Non avevo avuto mai paura di nulla, e ora tremavo all’idea di un rifiuto.
“Sicuro di volere.. me?” mormorai.
Il cuore batteva talmente forte che temevo si sentisse rimbombare in tutta la stanza, mentre i miei occhi restavano incatenati ai suoi ancora una volta.
Guisgard
04-02-2014, 20.32.13
Eilonwy cominciò a danzare al suono di quella travolgente musica.
Ballava leggiadra su quelle note, con la sua esuberante freschezza.
E molti passanti si fermarono per guardarla danzare.
E tra essi anche alcuni soldati di ventura.
“Guardate lì...” disse uno di quelli ai suoi compagni, indicando Eilonwy “... mica male... davvero un bocconcino niente male...”
“Già, davvero bella, Boyke...” annuendo uno di quelli a colui che aveva parlato “... peccato che la nostra libera uscita stia per terminare...”
“Non è detto...” sorridendo Boyke “... abbiamo ancora tempo...” e si avvicinò ad Eilonwy “... Erode perse la testa nel veder danzare la bella Salomè...” rivolgendosi alla ragazza “... voi potreste turbare l'intera città con questa vostra danza, visto che siete infinitamente più bella della figlia di Erodiade...” mostrò un lieve inchino col capo “... permettete che mi presenti, milady... sono Boyke, avventuriero e soldato di fortuna...”
Aladiah e Coco, nel frattempo, seguendo il consiglio di Eilonwy, si erano resi invisibili e fra loro indicavano il cielo.
Stava infatti per giungere la sera.
Guisgard
04-02-2014, 20.46.31
Karel non disse nulla a Clio e per tutta risposta, alla domanda della ragazza, si avvicinò alle sue labbra e la baciò ancora.
“Questo bacio” disse in un sussurro “basterà ad ogni tuo dubbio...” e la baciò di nuovo, giocherellando poi con la sua bocca su quella di lei.
I due, così, restarono a lungo stretti l'una nelle braccia dell'altro, davanti al cammino scoppiettante, che illuminava i loro occhi rendendoli raggianti e sognanti.
“Presto sarà l'alba...” fece lui “... e sarà giorno... ma ci sarò anche io domani ad assistere al tuo duello... se cercherai i miei occhi fra la folla, allora li riconoscerai... sta tranquilla, sarò prudente e nessuno potrà vedermi...” la fissò e sorrise “... quanto sei bella, Clio...” sospirò “... perderei la testa non solo per i tuoi occhi azzurri come il cielo, ma per ognuna di quelle tue cicatrici...” rise appena “... sei bella come la pioggia inclemente di questi giorni, che cela forme e colori, lasciando al cuore l'immaginazione per fantasticarci su...” le accarezzò dolcemente i capelli “... si dice che Amore adoperi delle frecce per le sue imprese... ma a te è servita una spada per trafiggermi il cuore...” il suo sorriso svanì ed i suoi occhi penetrarono ancor più in quelli di lei “... voglio sposarti...” mormorò “... si, sposarti... domani sera, lontano da tutti e da tutto... si, domani, dopo quel duello... così capirai quanto io mi fidi di te... di te e della tua abilità... così che tu non possa più dubitare che non ti vorrei diversa da ciò che sei, Clio...” ed un caldo bacio consacrò quelle parole d'amore.
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Guisgard
04-02-2014, 20.56.45
Quei volti.
I volti degli abitanti del villaggio.
Erano proprio i loro volti.
Alcuni si lamentavano e si disperavano, quasi grugnendo per il dolore.
I loro corpi erano avvolti da fiamme e gli aguzzini li spingevano in profondità.
Altri ancora, poi, avevano i volti incerti e sofferenti, in pose timorose e pietose, come se pregassero.
Altri invece erano sereni, felici ed i loro volti apparivano come in una continua Estasi Gioiosa.
Ma fu un attimo.
Un attimo durante il quale Elisabeth vide i volti degli abitanti del villaggio raffigurati sugli affreschi delle navate, dove erano rappresentati i tre mondi dell'Aldilà: l'Inferno, il Purgatorio e il Paradiso.
La chiesa era in realtà vuota, fatta eccezione per Fra' Favelius e Fra' Severius che pregavano davanti all'altare.
E quando i due religiosi terminarono le loro orazioni, vedendo Elisabeth e Daizer, li raggiunsero.
“Sta accadendo qualcosa di strano qui...” disse Daizer ai due monaci.
“Perchè mai?” Chiese Fra' Favelius.
“Il villaggio sembra deserto...” rispose il contrabbandiere “... le case e le strade appaiono vuote, come se tutti fossero andati via all'improvviso... voi avete visto qualcuno giungere in chiesa?”
“No...” scuotendo il capo il monaco “... nessuno è entrato in chiesa da stamani...”
“E ora che ci penso” fece Fra' Severius “la campana non ha mai suonato oggi...”
“Si, è vero...” annuendo pensieroso Fra' Favelius.
Ma proprio in quel momento la campana suonò.
Dai vetri delle navate si poteva vedere che era ormai sera.
Le porte della chiesa allora si aprirono e qualcuno vi entrò.
Erano gli abitanti del villaggio, giunti per la messa serale.
Infatti sull'altare apparve un sacerdote pronto alla santa Celebrazione Eucaristica.
Guisgard
04-02-2014, 21.00.01
A quelle parole di Altea, le ragazze restarono come interdette, scambiandosi diverse occhiate fra loro.
“Quel castello” disse all'improvviso Pelien “apparteneva al barone che comandava queste terre, lord Elvet...” le ragazze la fissarono stupite, ma la figlia del locandiere non ci badò “... era un uomo particolare... amante del lusso e vanitoso... ma era anche un signore pietoso e giusto... non ha mai abusato del suo potere e la gente del borgo sotto di lui non ha mai patito soprusi o ingiustizie... poi, un infausto giorno, qualcuno invase queste terre e si impadronì del suo castello...”
“Vuoi stare zitta?” Gridò all'improvviso qualcuno. “Torna dentro e aiuta tua madre in cucina! Presto!” Le ordinò il locandiere suo padre.
E Pelien obbedì.
Eilonwy
04-02-2014, 21.02.46
Vidi arrivare due mercenari.
"Oh.....grazie del complimento! Io sono Lady Eilonwy!" dissi sorridente.
Il sole stava per calare, era meglio andare via.
Rimontai sul mio cavallo nero ed indossai la faretra con l' arco.
"Adesso devo proprio andare! I miei nobili genitori mi stanno aspettando con il mio futuro sposo. Arrivedervi!" dissi mentendo perchè quei due mi mettevano a disagio.
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Altea
04-02-2014, 21.10.49
Mi voltai e vidi la figlia del locandiere..ella iniziò a narrare della storia del barone che dimorava in quel castello..un uomo saggio e buono..ma fu come sempre interrota dal padre...ovvio voleva celare qualcosa.
"Ma?" mi voltai istintivamente verso le ragazze.."chi si è impadronito poi di quel castello e forse del borgo? Non abbiate paura...nessuno può sentirvi.." e ad un tratto vidi la anziana donna vicino a me che mi guardava..sembrava quasi volesse prendere parola per continuare e le sorrisi.
Il mio cuore non poteva sopportare tutto quello, per un momento, credetti di sentirlo scoppiare.
Quelle parole, parole che avevo sognato tutta la vita. Faticavo a recepire tutte quelle emozioni.
Ero come stordita da tutta quella felicità.
Poi, sgranai gli occhi. Sposarmi?
Non credo esista un aggettivo adatto al sorriso che mi illuminò il viso.
L’unica risposta fu un altro lungo bacio.
Il matrimonio non mi era mai sembrato tanto bello e allettante.
No, decisamente mio padre non sarebbe andato su tutte le furie.
Magari il re sì, però. O magari no.
Infondo, la mia era una delle più antiche famiglie del regno.
Quei pensieri erano troppo, e la stanchezza mi avvolse, cullandomi dolcemente in un sonno profondo e colmo di sogni confusi e bellissimi, dove le parole di Karel e i suoi baci si ripetevano all’infinito.
Fui svegliata dai primi raggi del sole, tra le braccia di Karel, mentre il camino era ormai spento.
Gli posai un lieve bacio sulle labbra.
“Sta attento.. mi raccomando… anche se sarei molto più tranquilla nel saperti al sicuro… Se ci tieni ad esserci, fatti dare un'uniforme e confonditi tra i miei uomini, porta con te la tua scorta.. Tanto riconoscerei i tuoi occhi in mezzo alla folla, sta pur certo..” sorrisi “Possibile che il duello mi sembri una sciocchezza stamattina?” gli tolsi una ciocca dal viso “Attenderò con ansia il crepuscolo, piuttosto..”. E gli feci l’occhiolino.
Mi chinai a baciarlo nuovamente, per poi alzarmi.
Dovevo tornare in caserma, sistemarmi un attimo, e prepararmi per il duello.
Ma sapevo che non avrei pensato ad altro che a lui, a quella notte così dolce, e al futuro che ci attendeva.
Sembrava un sogno. Chi si sarebbe preso la responsabilità di sposare in segreto un membro della famiglia reale?
Immaginai che avesse un uomo di fiducia.
Infondo, però, io ero un aristocratica, per di più con la fedeltà dell’esercito, poteva anche funzionare.
Ma non mi importava.. riuscivo solo a pensare che l’avrei avuto accanto ogni giorno per il resto della mia vita. E non riuscivo ad immaginare felicità più grande.
elisabeth
04-02-2014, 21.52.25
La mia mente era confusa, ci volle qualche secondo perchè potessi realizzare che quello che vedevo non erano gli abitanti del villaggio ma affreschi dai colori sgargianti ......enormi per quella piccola Chiesa.....ne rimasi meravigliata...sconvolta.....rimasi avvolta da quelle figure.....erano....la condanna , la purificazione e il premio ....l'uomo e Dio......mi distolsero dai miei pensieri la voce di Daizen ai Frati.....a quanto pare loro erano tranquilli non si erano accorti di nulla........poi come per incanto il rintocco della campana.....e la porta della Chiesa si apri' facendo entrare gli abitanti del villaggio.......guardavo come ognuno prendesse il suo posto....e mi voltai di scatto, guardando il prete con i suoi paramenti....sorridere compiaciuto.....la Casa del Signore era gremita........." Daizen, io non voglio essere paranoica ...ma qui non e' possibile.....io salgo sul pulpito e parlo a questa gente....questi non esistono....dove diamine sono stati.........e dove sono i boscaioli ?......"....incominciai a camminare attraverso la navata guardando un prete incuriosito....." perdonate .....non dovrei....ma..." sentii qualcuno che mi affero' per un braccio.....
Guisgard
05-02-2014, 02.04.24
Elisabeth all'improvviso sentì una mano che le strinse il braccio.
“Venite...” disse Daizer alla donna “... nel presbiterio non è possibile stare... stanno celebrando la messa... andiamo, ci metteremo in fondo alla navata ad ascoltarla...”
Così il contrabbandiere portò Elisabeth dall'altra parte della navata centrale per assistere alla celebrazione.
C'erano praticamente tutti in quella chiesa.
Tutti gli abitanti del villaggio.
Tra i presenti, infatti, Elisabeth alla fine riuscì a riconoscere anche i boscaioli.
E poco prima della fine della messa, un diacono passò tra i banchi per raccogliere le offerte dei fedeli.
Aveva con sé due cestini.
In uno i fedeli mettevano le monete offerte alla chiesa e nell'altro raccoglievano ciascuno un piccolo oggetto.
Quando il diacono con i suoi cestini raggiunse Elisabeth e Daizer, questi lasciò cadere una moneta come offerta e dall'altro cestino prese, come tutti, uno dei piccoli oggetti in esso contenuto.
Ma il suo stupore fu grande quando aprendo la mano vide cosa aveva preso dal cestino.
“Elisabeth, guardate...” mostrandolo poi alla maga “... riconoscete di cosa si tratta? Sembra... si, sembra un piccolo frammento d'ossa...”
Guisgard
05-02-2014, 02.11.12
Quelle ragazze non dissero nulla ad Altea, limitandosi a fissarla, per poi allontanarsi definitivamente.
La vecchia, invece, restò con l'avventuriera.
I suoi occhi erano piantati in quelli di lei.
“Figlia mia...” disse infine “... dovete lasciare questo luogo... si, dovete andare via... esso è maledetto...” alzò gli occhi verso il grande maniero che dominava dall'alto il borgo “... se non lascerete questo luogo, loro vi porteranno da...” la sua voce esitò per un momento “... da quell'essere...” chiuse gli occhi, quasi a voler cercare la forza dentro di sé “... andate via, vi supplico... non restate ancora, o anche il vostro sangue finirà sulla coscienza di tutti noi...”
“Vecchia pazza!” Gridò qualcuno arrivando. “La smetti di spaventare la gente con le tue fandonie! Perchè non te ne torni a casa tua? O forse aspetti che uno di questi giorni ti cacciamo dal borgo? Eh? Le suore del convento di Santa Lucia accolgono le pazze come te! Perciò, se non vuoi finire i tuoi lerci giorni rinchiusa in una cella, tornate a casa tua e restaci!” Scosse il capo.
Era uno dei due villani che avevano condotto Altea nel borgo.
“Non date retta a questa vecchia pazza...” rivolgendosi poi alla bella avventuriera “... è solo una povera demente. La lasciamo vivere qui perchè infondo le siamo tutti affezionati. Venite, alla locanda stanno servendo la cena. E dopo mangiato potrete riposare. Anzi, sarete di certo stanca. Venite, allora... dirò al locandiere di farvi servire la cena direttamente in camera vostra.” E accompagnò Altea alla locanda.
Guisgard
05-02-2014, 02.18.38
“Aspettate, damigella Eilonwy...” disse Boyke alla ragazza, afferrando le redini del suo cavallo “... perchè tanta fretta?” Guardò il suo arco con le frecce. “Siete forse un'Amazzone?” Sorrise. “Se così fosse, allora siete di certo la più bella fra esse. Io sono un abile guerriero, sapete? E ho sentito che poco lontano da qui ci sarà un'importante gara con l'arco. Vi va di partecipare? Magari, se ciò vi piace, potremmo allenarci insieme. Io sono un ottimo arciere. Anzi, conosco un tiro speciale, infallibile. E se volete vi insegnerò come effettuarlo.”
Guisgard
05-02-2014, 02.26.04
Clio ritornò così in caserma.
Ormai era giorno.
Il giorno dell'atteso duello.
La ragazza trovò ad attenderla in caserma Astin ed alcuni dei suoi fedelissimi.
“Capitano, vi stavamo attendendo.” Disse il luogotenente. “Appena sarete pronta partiremo per l'ippodromo. La voce di questo duello si è sparsa abbastanza velocemente. Probabile che a diffonderla siano stati i mercenari. Stanotte infatti, alcuni degli uomini che hanno effettuato la ronda, mi hanno riferito che diversi di quei mercenari hanno passato il tempo nelle taverne e nelle case di piacere. Comunque, come dicevo, la notizia del duello è circolata in gran parte della città e l'ippodromo vedrà una buona presenza di curiosi. Anche se questo non so quanto possa far piacere ai senatori.” Scuotendo il capo.
Poco dopo, con Astin ed alcuni soldati, Clio lasciò la caserma e raggiunse l'ippodromo.
E come aveva detto il suo luogotenente, molte persone erano accorse per assistere all'atteso e singolare duello.
E più passava il tempo, più nuovi spettatori gremivano gli spalti.
Era presente anche un Maresciallo di Campo, inviato dal Senato affinchè si accertasse della regolarità dello scontro.
“Salute a voi, capitano Clio.” Salutando la ragazza. “E' tutto pronto. Ormai manca poco per Mezzogiorno. Attendiamo solo che si presentino i mercenari con il loro campione.”
Guisgard
05-02-2014, 02.33.27
Guisgard tornò alla caserma dei mercenari e subito una delle sentinelle gli rivelò che Gufo Scarlatto lo stava attendendo nell'androne.
“Mi hanno detto” disse Gusgard raggiungendo il capo dei mercenari “che volevi vedermi.”
“Già...” voltandosi verso di lui Gufo.
“Ebbene?”
“Deve per forza esserci un motivo” fece il mercenario “perchè un padrone chiami a sé il proprio schiavo?”
“Magari” fissandolo il cavaliere “per controllare che lo schiavo non fugga.”
“Sei troppo furbo” sorridendo Gufo “per tentare una cosa così stupida. Fuggire sarebbe come morire per te.”
“Davvero?” Senza mostrare emozioni Guisgard.
“Certo.” Annuì il mercenario. “Ti troverei subito e pagheresti a caro prezzo. Ma questo lo sai bene anche tu.”
Il cavaliere lo guardò senza rispondere nulla.
“Dove sei stato?” Chiese Gufo.
“In giro.”
“Senza denaro?”
“Uno schiavo non ne possiede.”
“Questa città è bella” mormorò lo Scarlatto “ma vende a molto le sue meraviglie.”
“In verità” fece Guisgard “pensavo mi avessi fatto chiamare per questo. Per darmi del denaro.”
“Infatti...” avvicinandosi a lui il mercenario “... ti ho chiamato per questo... per darti la possibilità di guadagnarti la prima paga.”
“Si combatte di già?”
“I mercenari combattono sempre.” Rispose Gufo. “Anche quando non scendono in campo. Contro il tempo, la noia, l'insofferenza, l'inoperosità.”
“Risparmiami la tua filosofia.” Con disprezzo il cavaliere.
“E sia...” ridendo Gufo “... veniamo a noi... ti do la possibilità di guadagnare la tua prima paga... un duello.”
“Un duello?” Ripetè Guisgard.
“Già...” guardandolo negli occhi Gufo “... contro il Capitano della Guardia Reale.”
“Credevo che i soldati del re fossero nostri alleati.”
“La differenza” replicò il mercenario “tra i nemici e gli alleati è che questi ultimi conoscono il tuo valore e dunque ti temono. Impara la tua prima lezione... solo la paura rende saldi i legami tra gli uomini.”
“Non voglio lezioni da uno che combatte per denaro.” Con astio il cavaliere.
“Imparerai da te allora.” Ridendo ancora una volta Gufo.
“E il duello?”
“Si terrà stamattina.” Disse Gufo. “Verso Mezzogiorno, all'ippodromo.”
“Perchè hai scelto me per duellare?” Domandò Guisgard.
“Perchè ti sei dimostrato più abile di Koim.” Con soddisfazione Gufo. “E voglio che tu dia una bella lezione al capitano. Così io potrò avere la mia bella scommessa.” Aggiunse con un ghigno.
“E se non accettassi?”
“Non puoi mettere in discussione i miei ordini” spuntando a terra Gufo “o io ti caverò gli occhi, cane. E poi c'è il denaro. Forse non ti interessa? Hai dimenticato che se vuoi la libertà dovrai pagarla?”
“Quanto mi darai per questo duello?”
“Ti darò un Taddeo se sopravvivi” allacciandosi il mantello lo Scarlatto “e tre se ne uscirai vincitore.”
“Due Taddei se ne esco vivo.” Rilanciò Guisgard. “Prendere o lasciare.”
“E sia... due Taddei se ne esci vivo.” Acconsentì il mercenario.
In quel momento arrivò Koim.
“Partiamo, capo?” Chiese a Gufo.
“Si, andiamo.” Annuì questi.
E presi alcuni cavalli, scortati poi da diversi dei loro, lasciarono la caserma e raggiunsero l'ippodromo.
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Eilonwy
05-02-2014, 02.38.08
Guardai il cielo. Dovevo ritornare da Lady Galatea e subito!
"Vi ringrazio ancora, ma il mio futuro sposo mi aspetta! Magari un' altra volta. Buona serata!" dissi un po' innervosita.
Spronai Dante e veloci come il vento ritornammo al palazzo della incantevole Strega Bianca.
Entrai nel salone e vidi sul tavolino degli inviti a corte.
Non potevo resistere a Monna Curiosità!
Lessi che era stato organizzato un ballo al castello del re di Afravalone per il ritorno del principe Karel e ringraziare i mercenari di essere venuti in quella città.
Che peccato! Non avrei potuto andarci perchè di notte mi sarei trasformata in sirena. Proprio a me che adoravo i balli. Che sfortuna!!!
Cosa avrei dato per ballare alla corte del principe Karel con Sir Riccardo. Chissà se era morto il mio bel cavaliere?
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(SIR RICCARDO)
Al posto di distrarmi, quella folla accelerava i battiti del mio cuore.
Non era la prima volta che combattevo con tutti quegli spettatori, ma di solito era per gioco, divertimento, non c’era la mia vita in ballo.
Astin, con alcuni dei miei, era a bordo del campo, mentre altri, che non erano di guardia, se ne stavano sparpagliati nel l’ippodromo.
Ero stata categorica su questo.
Il duello non doveva distrarli dal loro compito: salvaguardare l’ordine.
Una flebile voce dentro di me si chiese dove fosse Karel, se fosse venuto davvero.
Ma in realtà, appena entrata in caserma, qualche ora prima, la donna dentro di me si era rintanata in un angolo, a fantasticare sul matrimonio, senza far fastidio a nessuno, mentre il soldato si era svegliato riposato per la lunga notte in cui non aveva avuto voce in capitolo ed era pronto a combattere, spettava a lui difendere la donna, infondo.
Lanciai ad Astin uno sguardo d’intesa e sorrisi.
Sapeva, gli avevo spiegato esattamente cosa fare nel caso di sconfitta. Dovevano venirmi a prendere, non permettere a nessuno di avvicinarsi al mio corpo. Tranne a Karel, ma non si aspettavano che il principe fosse lì a vedere.
E comunque, non avevo alcuna intenzione di morire, avevo appena cominciato a vivere.
Sorrisi al maresciallo di campo, e restai vicino ai miei uomini, incapace di sedermi, mentre, col capo rivolto al sole, mormoravo una preghiera.
Un trambusto mi destò, abbassai lo sguardo e li vidi: erano arrivati finalmente.
Le preoccupazioni, i sogni, i pensieri tutti scomparvero dalla mia mente.
Forse non ero un granché come donna, ma combattere era la cosa che sapevo fare meglio.
Altea
05-02-2014, 17.20.41
Gli occhi della donna nei miei..quella espressione e le sue parole..parole che preannunciavano qualcosa di grave..pericoloso..un essere di cui nessuno voleva parlare.
Poi arrivò uno dei villani e la mandò via malamente, io mi voltai e le sorrisi annuendo col capo..non era una pazza...lei era la saggezza.
E caso strano pure la figlia del locandiere mi avvertiva di andarmene e subito e fu così che entrammo nella locanda.
Vidi il tavolo imbandito e mi voltai di scatto verso il villano incrociando le mani..."Non so nemmeno il vostro nome di grazia!!" dissi piuttosto seccata "e ricordate solo pochi possono ordinarmi cosa devo fare..voi mi ordinate di mangiare? Detenete la saccenza di poter definire pazza una anziana donna? Oh no...voi non siete nessuno per farmi rimanere qui e se non vorrete subito fornirmi un cavallo...me ne vado a piedi o dovrò usare metodi più bruschi? Non vorrei macchiarmi di un delitto inutile, la spada" indicando il fodero e toccando l'elsa "deve essere estratta per le giuste cause ovvio..non per le persone come voi."
Detto questo mi avviai verso le scale.."Tra poco scendo e darò i soldi al locandiere, vi aspetto col cavallo o come detto me ne andrò via a piedi".
Salii in camera, presi le vesti e le misi dentro alla sacca e ridiscesi, appoggiai delle monete sul bancone e guardai se fuori vi era l'uomo con un cavallo.
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elisabeth
05-02-2014, 19.50.42
La mia corsa verso l'altare fu arrestata da Daizer.....stava diventando il mio Angelo protettore...la Messa ...ma io non volevo sentire la Messa....appena arrivati infondo mi sistemo tra lui e una colonna.......e che diamine aveva paura che scappavo ?......" Daizer , scusami...ma io mi ero accorta che il prete era pronto per la Messa......ma forse era meglio se io avessi fatto qualche domanda a questa bella gente......spariscono...riappaiono.........magari lo insegnano anche a me.......mi avete trascinata via come una ragazzina che fa i capricci......sono offesa....e....."......e dovetti smettere Daizer impassibile alle mie rimostranze...mise una moneta nel paniere e prese qualcos'altro in un altro paniere......" Hai visto ?....sarà sicuramente un dolcetto te lo lascio....".....alle mie parole Daizer...mise sotto il mio naso..cosa aveva preso...era un osso ..un piccolo frammento di osso......lo presi tra le mani...." O ...ecco....potrebbe essere pollo ?.......strane usanze, un osso di pollo per una moneta...una coscia andrebbe meglio........."..incominciai a rigirarlo tra le miei dita....era strano, quello non era pollo......." E se fosse umano ?.......potrebbe, e ho paura che lo sia......"..pensai alla ragazzina, pensai alla ragazza del Borgo......ma nessuna delle due aveva mutilazioni......La messa era finita....e la gente incominciava ad andare via...fermai una Donna " Perdonate la mia curiosità....potrei vedere cosa avete preso dal cesto ?.....ho fatto solo una scommessa con mio marito........io dico che e' pollo e lui dice che e' coniglio......potrebbe essere anche gatto.....insomma...le dispiace ?..."......feci il sorriso più splendente che potevo........mentre la mano di Daizer sul mio fianco e la sua dolorosa pressione..mi fece comprendere il suo disappunto....
Guisgard
06-02-2014, 01.39.32
Eilonwy così ritornò al palazzo di Galatea.
Qui vide l'invito al ballo e si rattristò per non poterci andare, data la maledizione che le impediva una vita tranquilla e normale come tutti.
Ma proprio in quel momento la fata entrò nella sala.
“Salute a te, piccola mia.” Disse sorridendo Galatea. “E' già finito il tuo giro ad Afravalone? Eppure è una città sterminata. Forse ti serviranno altri giri per visitarla tutta.” La fissò con attenzione. “Sei triste... cos'hai?”
Intanto, poco fuori il palazzo della fata, Boyke ed i suoi compagni avevano seguito Eilonwy.
“E così qui vive quella ragazza...” mormorò Boyke “... informatevi a chi appartiene questo palazzo... voglio sapere tutto su quella ragazza...”
“Si, certo...” annuì uno dei suoi “... ora però sarà meglio tornare in città... il capo vuole che si assista al duello tra quel cavaliere che ha comprato come schiavo e il capitano dei soldati del re... andiamo, Boyke...”
“Si...” annuì questi, lanciando però un ultimo sguardo verso il palazzo di Galatea.
Poi quei mercenari galopparono via.
Guisgard
06-02-2014, 01.44.34
“Non c'è nessun cavallo per voi, milady.” Disse il locandiere ad Altea. “Siamo gente povera ed ognuno possiede poche cose che usa per andare avanti. Se volete lasciare questo luogo, allora dovete farlo a piedi. Attraverso la foresta.”
“Ma non possiamo lasciarla partire così...” fece la figlia del locandiere “... è troppo pericoloso...”
“Sta zitta!” Fissandola suo padre. “E torna da tua madre! Ha bisogno d'aiuto!”
E la ragazza obbedì.
“Fui io a portare qui milady...” fece il villano “... io ed il mio amico... dunque è giusto che sia io a condurla ora fuori dal borgo... signora...” fissando Altea “... non possiedo che un carro. Lo uso per i miei lavori nei campi, ma sarò lieto di condurvi con quello fuori dal borgo. Il mio nome è Marriot... partiremo appena lo deciderete...”
Guisgard
06-02-2014, 01.49.39
La donna sorrise ad Elisabeth.
“Non sapete” disse “che è scortese chiedere agli altri cosa hanno preso dal cesto delle offerte?” Le accarezzò dolcemente il viso. “Non vi sono due cose uguali, in modo, così, che si possa pescare ciò che è destinato a noi.”
“In effetti” sottovoce Daizer ad Elisabeth “non è carino chiederlo...”
Poi, uno dei boscaioli, mettendosi davanti al gruppo che usciva dalla chiesa, prese la parola:
“Il Borgomastro ci sta aspettando. Terrà un discorso a casa sua. Andiamo tutti là.”
E il gruppo lo seguì.
“Cosa vogliamo fare noi?” Chiese Daizer ad Elisabeth. “Andiamo con loro dal Borgomastro? O preferite tornare alla locanda? Forse la bambina starà per svegliarsi. Anche se” aggiunse il contrabbandiere “io avrei una voglia matta di sapere cosa dirà ora il Borgomastro. Magari capiremo dove erano finiti costoro fino alla messa.”
Eilonwy
06-02-2014, 01.58.39
"Be ecco....Milady....sono triste per due motivi! Il primo, che è una sciocchezza rispetto al secondo, è che mi sarebbe piaciuto partecipare a questo ballo. Il secondo è che prima di giungere ad Afravalone, viaggiavo con un bellissimo cavaliere dai capelli neri e gli occhi azzurri di nome Riccardo.....ma....ma...forse è morto!...Sono molto preoccupata per lui!" dopo aver detto questo guardai la finestra che dava sul giardino.
Poi ripresi a parlare: "Mi chiedete perchè ho finito il mio giro! E' molto semplice!.....Il sole in inverno tramonta piu' velocemente e poi....e poi.....c' era un certo Boyke che mi infastidiva. Era un mercenario....non mi stupirei se mi avesse seguita, dato che faceva di tutto pur di rimanere con lui e i suoi compari!".
Guardai la maga per aver da lei una risposta.
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Guisgard
06-02-2014, 02.06.31
Galatea sorrise a quelle parole di Eilonwy.
“Mia cara, è normale che gli uomini si interessino a te.” Disse. “Sei una bellissima ragazza ed il tuo portamento è regale. Non a caso sei una principessa. Ma hai occhi profondi. Quelli del tuo cuore. E dunque sei in grado di riconoscere gli uomini mossi da sinceri sentimenti. Per questo non devi rattristarti. Quanto al ballo... in verità ci sarebbe una soluzione... magari andarci fino a quando farà buio... potrai vedere così tutto ciò che rende meravigliosa una nobile corte...” ma in quello stesso momento qualcosa turbò Galatea.
Sul suo volto Eilonwy vide apparire come un velo d'inquietudine.
“Sta per accadere qualcosa...” mormorò la fata, portandosi le mani sulla fronte “... qualcosa di terribile...” come se stesse leggendo gli eventi prossimi “... qualcosa ad Afravalone...”
Guisgard
06-02-2014, 02.21.10
La gente, poco a poco, cominciò a riempire i posti a sedere dell'ippodromo.
In breve, a dispetto di quanto avessero previsto le autorità al corrente del duello, la popolazione era accorsa in gran numero per assistere a quell'evento.
Clio, nonostante i suoi doveri ed ideali, dentro di sé ben sapeva che Karel era fra la folla a guardarla.
Ma riconoscerlo in quella calca era cosa davvero difficile.
Due occhi però fissavano il bel capitano del re.
Occhi chiari, di una giovanissima adolescente.
Si muoveva incuriosita fra gli spettatori e più di una volta quel suo sguardo candido si era posato su Clio.
Aveva un velo attorno al capo, tenuto fermo da un piccolo cappellino e solo il suo giovane volto restava scoperto.
Indossava un lungo abitino blu, stretto in vita da una cintura.
L'espressione era seria, ma lo sguardo tradiva smarrimento.
Eppure sembrava non aver timore di quella ressa, dove ognuno cercava di accaparrarsi i posti migliori per assistere al duello.
E finalmente, annunciati dal vivace mormorio della folla, arrivarono i mercenari.
Gufo fece il suo ingresso trionfale e subito cercò con lo sguardo Clio.
La vide e con un cenno del capo la salutò.
“Ci si rivede, dunque.” Disse alla ragazza con un ghigno stampato sul volto. “Oggi è il gran giorno. Al di là di tutto, vi rammento la mia piccola scommessa, mio bel capitano. Cercate dunque di non uscire troppo malconcia da questo duello.”
Koim lo raggiunse e con lui vi era anche Guisgard.
“Vi presento il mio campione, capitano.” Fece Gufo, indicando poi quel cavaliere a Clio.
“Ehi, un momento...” mormorò Guisgard “... come sarebbe a dire capitano?”
“Ti presento lady Clio...” sorridendo lo Scarlatto “... capitano dei soldati del re.”
“Vuoi dire...” stupito il cavaliere.
“Si.” Annuì il mercenario. “E' il tuo avversario.”
“Vuoi scherzare?” Fissandolo Guisgard.
“Credi che abbia la faccia di chi scherza, idiota?” Sbottò Gufo.
Il cavaliere allora scoppiò a ridere.
“Cosa diavolo hai da ridere?” Guardandolo il mercenario.
“Questa è bella!” Esclamò divertito Guisgard.
Gufo continuava a fissarlo.
“Vuoi dunque che io mi batta con lei?” Fece il cavaliere.
“Già.” Mormorò Gufo.
“Tu devi essere pazzo!” Esclamò Guigard. “Si, proprio pazzo! Completamente pazzo!” E riprese a ridere.
“Poche storie, cane!” Ringhiò il mercenario. “Preparati a batterti con lei!”
“Io non combatterò mai contro una ragazza.” Sentenziò il cavaliere. “Neanche per tutto l'oro del mondo.”
“Sei il mio schiavo, rammentalo!” Gridò lo Scarlatto.
“Se questo è l'unico modo che hai trovato” mormorò Guisgard “per tentare di portartela a letto, beh, devi avere un bel po' di problemi allora.”
“Estrai la spada e battiti con lei, lurido bastardo!” Ordinò il mercenario.
“Avrei una mezza idea su come usare la mia spada ora...” guardandolo negli occhi Guisgard.
“Canaglia!” Colpendolo al volto Gufo.
Guisgard, allora, si toccò la guancia colpita e portò la mano sull'elsa della sua spada.
Koim e gli altri mercenari subito lo circondarono, puntandogli contro le loro spade.
“Battiti tu con me, maledetto...” con tono di sfida Guisgard a Gufo “... uno contro uno, da uomo a uomo... senza i tuoi leccapiedi a difenderti...”
“Un giorno ti ucciderò, cane...” con astio il mercenario.
“Potrebbe non essere tanto facile...” replicò Guisgard.
"Allontanatevi da lui..." comandò Gufo ai suoi.
Questi obbedirono e subito Guisgard, estratta la spada, si lanciò verso lo Scarlatto.
Il mercenario però fu lesto a prendere la sua spada, bloccando il colpo del cavaliere.
"Sei solo un folle" ridendo Gufo "se pensi di potermi uccidere..."
E i due restarono così, spada contro spada, ciascuno con gli occhi in quelli dell'altro.
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Eilonwy
06-02-2014, 02.26.28
Sorrisi alla mia madrina.
"Grazie Lady Galatea, anche voi siete bellissima. Ma non avreste una pozione che mi rende umana fino a mezzanotte?.....Tipo come Cenerentola! Qualcosa di terribile ad Afravalone? Di che si tratta?" dissi le ultime frasi con preoccupazione.
Una scossa come quella di un fulmine mi scese per la schiena.
Poi vidi l' incantatrice destarsi da questa sua visione profetica.
La guardai turbata e spaventata.
Cosa stava succedendo? E perchè stava succedendo tutto questo?
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Parsifal25
06-02-2014, 03.13.47
Il tono del Gufo Scarlatto divenne incalzante e incline al duello. Pronunciò parole che non dovevan mai esser dette in mia presenza, soprattutto quando nel mio animo entrano in equilibrio il mio dovere da cavaliere e la maledizione che lo attanaglia.
Un manto di ombre e mi ritrovai' faccia a faccia con colui che aveva enunciato il patto.....Le fattezze di Reienhaearth si rivelarono:
"Gufo Scarlatto......hai un gran coraggio nell'affermare che il mio portatore non è uomo da rispettare un patto. Lui è il Mietitore. L'accordo che hai fatto con lui......implicava che il suo intervento vi sarà dato.....quando ingaggerete battaglia. Appena i tamburi suoneranno le ultime ore della quiete prima della tempesta. Sarà al vostro fianco. "
"Non osar sfidare gli esseri sovrannaturali......mortale".
Nella locanda adibita a caserma......il tempo sembrava essersi fermato. L'aura che il corpo di Parsifal emanava, non presagiva nulla di buono. Il potenziale che andava sprigionando.....era quasi impossibile non temerlo, costui, veramente non è umano......
Non volevo ingaggiare un combattimento con un mio compagno di ventura, pian piano mi voltai' e tornai' verso il mio cavallo. Dovevo entrare in qualche biblioteca o nella Cattedrale della Capitale......forse, tra i sacri testi, i mosaici e rosoni avrei' potuto trovar qualche messaggio. Usci' dalla "caserma" e mi incamminai' verso "Il Campanile della Caduta"......o meglio, l'arcano XVI
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Non risposi a Gufo Scarlatto, limitandomi a fissarlo con sufficienza.
L’importante è crederci, povero illuso…
E adesso che fanno? Alzai gli occhi al cielo, nel vedere la reazione del mercenario.
Possibile che fossero tutti così ottusi?
Quando vennero alle mani, per poco non scoppiai a ridere.
Guardai Astin e con un cenno del capo gli ordinai di dividerli, con i miei uomini. Erano molti più di loro, non avrebbero trovato difficoltà.
“Adesso basta!” Tuonai, e la mia voce imperiosa risuonò nell’ippodromo.
“Gufo Scarlatto, se non sapete farvi rispettare dai vostri uomini, e lasciate che si discutano i vostri ordini non è affar mio.. ma avete un accordo con me, e vi converrà rispettarlo..” i miei occhi erano ghiaccio puro.
“Abbiamo una guerra da combattere, mi state facendo perdere fin troppo tempo con la vostra totale mancanza di disciplina..” sguainai la spada “Vi rammento che avete infranto la legge, e qui non potete nascondervi dietro le gonne dei senatori… Vi ho concesso quest’unica possibilità, perché solo collaborando saremo in grado di battere i nostri nemici, tiratevi indietro, e vi farò arrestare dai miei uomini all’istante per vilipendio dell’autorità… insieme al vostro schiavo, così potrete regolare i vostri conti in cella..”.
Mi allontani di alcuni passi “Ma preferirei porre fine a questa storia una volta per tutte… così imparerete a capire chi comanda in questa città..” allargai le braccia “Sto aspettando!”.
Possibile che quei dannati mercenari dovessero sempre portare guai?
Altea
06-02-2014, 16.14.27
I miei occhi si spostavano dal locandiere, alla figlia e dal villano che disse di chiamarsi Marriot.
Udii attentamente le loro parole, vidi il volto spaventato della fanciulla...era ovvio mi trovavo in qualche pericolo.
Sorrisi scuotendo il capo.."Vi sono alcune contraddizioni...ebbene..prima di tutto mi dite l'unica via è la foresta, ma messer Marriot mi disse non potevo continuare perchè la foresta era impervia piena di rovi e quindi era meglio venire qui..in questo borgo.." e mi voltai verso il villano seria "e mi volete far credere non vi sia altra strada? E da dove uscite in questo borgo? Da dove vengono a portarvi merce e altre cose, da dove vengono gli stranieri...laggiù vi è una strada..non ho bisogno del vostro carro, saprò andarmene sola e per quella strada...non la foresta anche se io ho saputo pure attraversato il deserto" e il mio pensiero andò a Tyssen e al Cavaliere e mi toccai il pendaglio...dovevo essere forte.
Mi voltai, e vidi la anziana donna nuovamente e mi osservava.."Ecco, potete andarvene, chiederò consiglio a quella donna" e guardai il villano con aria di sfida.."ella non è pazza, ha solo paura di voi..o di qualcosa".
Mi avvicinai alla donna..."Milady...mi spiace per come siete trattata qui..ma voi dovete aiutarmi..è la paura che vi blocca ma dentro di voi vi è il bene..e quindi per il mio bene vi chiedo di aiutarmi..magari.." e la guardai teneramente "..sapete non ho ancora consumato il mio pasto, vorreste avermi come ospite presso di voi e magari mangeremo allo stesso tavolo?Lontano da occhi e orecchie indiscrete...la vostra compagnia mi farebbe piacere".
Aspettai la risposta della donna...ma ero pure dubbiosa..in questo borgo vi era qualcosa che spaventava la gente..appunto l'essere di cui parlava la donna, e probabilmente si era impossessato del borgo e del maniero diventato sua roccaforte...ma si poteva vivere in questo modo? Vivevano nella inettitudine, ma cosa avevo a che fare io con questa storia..era come se mi impedissero di andarmene e non capivo il motivo, in fondo io ero solo una forestiera.
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Guisgard
06-02-2014, 17.33.00
“Succederanno due fatti delittuosi...” disse sconvolta Galatea a Eilonwy “... uno è già avvenuto e presto sarà conosciuto anche in questo reame... l'altro... l'altro si realizzerà a breve... e saranno entrambi terribili...” scosse il capo “... e noi non possiamo fare nulla per fermarli...” guardò poi la ragazza “... amica mia...” accarezzandole il viso “... non ci sarà alcun ballo... non più... nessuno sorriderà ad Afravalone oggi... e molti invece grideranno per la paura... e noi non possiamo fare nulla per impedire tutto questo...” aggiunse, per poi restare a fissare preoccupata Eilonwy.
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Guisgard
06-02-2014, 17.37.26
Gufo Scarlatto, atteso per il duello nell'ippodromo, lasciò andare Parsifal.
“Bada però” disse prima di separarsi dal cavaliere “che se dovessi incontrarti in battaglia saprò ripagare la tua mancata parola...”
Parsifal allora, lasciata la caserma dei mercenari, si incamminò verso la biblioteca della cattedrale di Afravalone.
Qui, davanti al portico di colonne marmoree, l'oscuro cavaliere vide un diacono intento nella lettura di alcuni testi.
“Salute a voi, cavaliere...” accorgendosi di Parsifal “... cosa vi spinge qui? Forse il bisogno di confessarvi? O di comunicarvi?”
Guisgard
06-02-2014, 17.41.05
“E sia.” Disse Marriot a quelle parole di Altea. “Vi racconterò tutta la storia che si nasconde in questo borgo. Ma non qui. A casa mia, se verrete. Lì potremo parlare tranquillamente.”
“Non puoi!” Gridò il locandiere. “Ci crederà tutti matti! Tutti poveri pazzi!”
“Sono stanco di bugie” fece il villano “e di nascondermi. Per questo voglio raccontare tutto. E voi tutti dovete fidarvi di me.” Guardò poi Altea. “Io ora me ne torno a casa. Se volete davvero sapere la verità, sapete dove trovarmi.” Ed uscì.
Altri due che erano nella locanda presero poi la vecchia donna e la condussero a casa sua.
“Siete stanca e dovete riposare.” Disse uno dei due.
E lasciarono la locanda riaccompagnando a casa la vecchia donna.
Guisgard
06-02-2014, 17.47.49
Gli uomini di Clio, così, intervennero per sedare lo scontro tra Guisgard e Gufo Scarlatto.
“Statene fuori” disse ai soldati il mercenario “e lasciate a noi risolvere le nostre faccende.”
“Messere...” intervenendo il Maresciallo di Campo “... vi rammento che siete stato voi a proporre questo duello. Dunque se esso non avverrà la responsabilità sarà solo vostra. E naturalmente sarete proclamato sconfitto.”
“Il duello si terrà!” Sentenziò Gufo. “Avanti, canaglia! Battiti con lei!” Rivolgendosi poi a Guisgard. “Non vuoi più riscattare la tua libertà? Ti senti in grado di rifiutare il denaro che ti ho offerto?”
“E sia...” annuì Guisgard “... mi batterò con questa ragazzina...” disse con tono fermo “... e tu rammenta il nostro accordo... se sopravvivo voglio due Taddei, indipendentemente dall'esito del duello...”
“Gufo Scarlatto ha una sola parola.” Mormorò il mercenario. “Ora battiti con lei.”
Intanto la folla assisteva divertita a quella scena surreale.
Ma tra gli spettatori continuava a muoversi quella giovane ragazza dagli occhi chiari.
Ora sembrava un animale in gabbia, tradendo una sorta di agitazione soffusa.
Forse la spaventava l'idea di dover assistere ad uno scontro armato fra due sfidanti.
Il Maresciallo di Campo chiamò allora a sé i due contendenti.
“Nessuno perirà fra voi...” fissando Guisgard e Clio “... per ordine del senatore Bool questo duello non sarà mortale. Terminerà infatti al primo sangue. Il primo fra voi che ferirà l'altro avrà vinto la contesa. Potete cominciare.”
Guisgard allora estrasse la spada e guardò Clio.
“Cominciamo e finiamola presto con questa farsa...” mormorò, puntando la lama contro il bel volto di lei.
“Era ora..” esultai.
Picchiai leggermente la spada verso quella del mercenario in segno di saluto.
Chiusi gli occhi, e quando li riaprii ero diversa, molto diversa, ma me stessa.
Ogni cosa mutò, conoscevo bene quell’emozione, quel fuoco che ardeva dentro di me.
Era il furore divino che fioriva nei gladiatori nell'arena, l'ardore del soldato in battaglia.
Era come se il mio corpo si muovesse da solo, colpo su colpo.
Veloce, mi muovevo intorno a lui, un fendente alla testa, poi un colpo di punta.
Mettevo e toglievo misura, ora offrivo, ora sottraevo il bersaglio, ero un gatto, un gatto feroce, un passo avanti, uno indietro, prima in una direzione, poi nell’altra.
Era una danza, un’armonia di movimenti, corpi e spade erano un tutt’uno.
Un altro colpo, una finta alta per colpire basso, alla coscia. Una schivata, una finta, un altro colpo.
Non vi era tregua, non vi erano tempi morti, un colpo, poi un altro, e un altro ancora, stando sempre attenta a non scoprirmi.
Sempre serrata, pronta a difendermi.
Bastava guardarsi negli occhi per sapere esattamente dove stava per colpire.
Un’altra schivata ma contemporaneamente un colpo di punta, ma ancora un fendente, e un colpo alla gamba.
Avrei potuto continuare all’infinito.
Eilonwy
06-02-2014, 18.48.43
Le parole pronunciate da Lady Galatea erano veramente angoscianti. Presi parola per capire meglio la drastica situazione: "E allora cosa consigliate di fare?.....Ma perchè tutto ciò sta accadendo?.....Sembra che debba venire l' Apocalisse di San Giovanni!.....Volete dire che non si è piu' al riparo nel Regno di Afravalone?".
Quindi, questa era la fine del mondo!!!
C' erano tre cose da fare domani:
1) Andare nella Biblioteca della Cattedrale di Afravalone;
2) Cercare Sir Riccardo (pregando il Cielo che sia sopravvissuto);
3) Esercitarsi a controllare meglio i poteri del ghiaccio e riprendere gli allenamenti da arciere e da spadaccina.
Doveva esserci un modo per far tornare tutto alla normalità!
Così proclamai un giuramento: "Lady Galatea! Nel nome di Dio, del Regno del Cristallo di Azarath e del Sacro Codice dei Cavalieri di Camelot, giuro solennemente che io, figlia di Re Bowen Aguillon e della Regina Consel dei Gigli, riuscirò far finire questa serie di catastrofi ed a far ritornare la pace e la giustizia in tutti i regni attaccati dal Principe dei Demoni. Anche a costo della mia stessa vita!".
Non avevo alcuna paura e avrei combattuto contro Satana in persona, se fosse stato necessario.
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(LA MIA FAMIGLIA: in alto la Regina Consel dei Gigli con affianco Re Bowen Aguillon. In basso io all' età di 6 anni)
Altea
06-02-2014, 20.50.55
Fu così che mi trovai nella piazzola sola...le parole di Marriot e la ribattuta del locandiere..e poi presero la donna per riportarla a casa sua.
Mi fermai li a pensare..guardandomi attorno. Qualcuno mentiva? Il locandiere stava recitando la parte...perchè portare la anziana a casa sua.
Magari, una volta, andata a casa di Marriot mi avrebbe preso e...anche mentito.
"Bene.." pensai tra me e me.."ho pagato il locandiere...quando il gioco si fa duro i duri iniziano a giocare...dice il detto...e io non mi fido di quel villano, nemmeno del locandiere e la anziana è solo una povera vittima della paura...devo rischiare? Prendo quella strada...succeda ciò che succeda, scoprirò io la verità." e sorrisi leggermente.."Ma nelle migliori favole non vi erano i cavalieri a salvare le dame".
La donna camminava verso me con passo soave
il velo azzurro e i tintinnii dei monili sul velo, polsi e caviglie..
era Lei..la donna misteriosa di Petra, quella che sembrava una sacerdotessa.
Mi mise una mano avanti..."Niente passi azzardati..di chi ti fidi? Tanto
rischi ugualmente...vi è in ballo qualcosa di troppo potente".
"Io ho sbagliato..io sono sola.." ribattei cercando di prenderle la mano ma era quasi evanescente.
"Tu sei una fervente Cattolica vedo..i membri della tua famiglia hanno e stanno combattendo nella mia Terra in nome di Dio...o della Chiesa?" un sorriso scuotendo il capo.."Se tu fossi stata un uomo ora saresti là, lo sai bene...eppure io..Sacerdotessa del Tempio Sacro di Petra ti sto aiutando, poichè ti ho visto quel giorno..e so tutto di te..passato, ciò che avvenne quel giorno a Petra...e il tuo futuro...abbi Fede...anche la tua Fede e supererai...dimmi a chi credi dei due, senza pensarci troppo, di chi ti fidi".
"Della anziana donna" risposi senza esitazioni.
"Allora vai senza esitazioni e ricorda...non legarti al Passato, guarda avanti." rispose ella.
Si voltò e se ne andò con lo stesso passo lieve.
Mi destai da quella visione..scossi il capo..era incredibile.
Mi presi di coraggio e attraversai la piazzola, il borgo era piccolo e bussai alla porta della donna e vidi il suo volto osservarmi enigmaticamente.
"Non avete risposto alla mia domanda milady..." dissi fermamente.
Vicino a lei vi erano altre persone...forse non era del tutto sola.
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elisabeth
06-02-2014, 20.57.43
La donna fu dolce e la sua sensibilità nel carezzarmi la guancia mi lasciò senza parole.....l'osso del destino....ognuno prendeva ciò che gli toccava..." Perdonatemi....Signora non volevo offendervi...ma non conoscevo l'usanza..."......mi spostai e lasciai che la gente incominciasse ad uscire fuori dalla Chiesa......sino a quando non furono fermati dal vocione di Ralf il boscaiolo...c'era un'adunanza....tutti cittadini nella grande casa...." Daizer....non ho mica chiesto l'età alla Signora....ho chiesto quale osso avesse avuto in regalo, l'osso del destino...qualcuno ci dovrà pur spiegare cosa significa quello che hai preso tu.......in verità mi preoccupa ciò che succede alla ragazza, ma non posso fare a meno di seguire queste persone, infondo o restiamo o andiamo via, non possiamo rimanere inermi in questo posto....fantastico, ho creduto di dover portare a termine una ricerca....ci sono genitori in preda alla paura al Borgo.......certo...magari non caverò un ragno dal buco...ma devo provarci.....se devo essere sincera non volevo infilarmi in questa storia......ma il destino ha scelto per me.....facciamo così chiediamo ai Frati di dare un'occhiata alla ragazza....e magari ci raggiungono alla riunione di paese....infondo,siamo in quattro gli riferiremo ciò che si saranno persi nel frattempo....."..........andai a cercare i Frati che parlavano con il Prete....era un uomo giovane.....sembrava perennemente con un sorriso stampato in faccia....." Scusatemi so che non e' educato,...ma vorrei parlare con voi....." e così mi distanziai dietro ad una colonna con i due Frati......" Fra Favelius....io e Daizen vorremo seguire l'adunata che ci sarà nella casa grande con tutta la gente del villaggio...ma avremmo bisogno di voi , la ragazza , qualcuno dovrebbe andare a dare un'occhiatina....ha sempre dormito con qualche piccolo incubo ma niente di preoccupante........che ne dite....vi seccherebbe la cosa? "....vidi che da lontano Daizen scuoteva la testa......e che diamine non gliene andava bene nessuna ?.......o c'era dell'altro ?
Guisgard
07-02-2014, 02.08.09
Fra' Favelius sorrise ad Elisabeth.
“Non temete, figliola.” Disse il monaco. “Io e Fra' Saverius ora torneremo alla locanda e ci occuperemo noi della bambina. Veglieremo su di lei fino al vostro ritorno.” E tornarono alla locanda.
Daizer allora prese Elisabeth e si diressero invece verso la casa del Borgomastro.
Era questa un'abitazione un po' più grande delle altre che costituivano il villaggio.
Si trovava al centro dell'abitato, con tutte le altre costruzioni quasi addossate tutt'intorno.
Lo stile era semplice, essenziale ed austero.
Così come apparivano anche tutte le altre case.
La gente del villaggio entrò dunque nello spiazzo antistante la casa ed attese, quasi in religioso silenzio, che il proprietario uscisse fuori.
Anche Elisabeth e Daizer erano fra di loro.
Poco dopo, finalmente, il Borgomastro uscì dalla sua abitazione.
Era un uomo alto, dalle spalle larghe ed il volto luminoso.
I suoi capelli erano bianchi e l'espressione gioviale.
Lanciò un'occhiata verso tutti coloro che lo stavano aspettando e sorrise compiaciuto.
Come un oratore soddisfatto davanti al suo uditorio.
“Un giorno” esordì l'uomo “la Vergine Maria, turbata da uno strano sogno, si recò da San Bernardo e da San Tommaso per conoscerne il significato. Al racconto della Madre del Signore, San Bernardo si toccò il petto per ben tre volte. San Tommaso invece, nell'udirla, si grattò la fronte quattro volte. Alla fine del racconto la Vergine chiese ai due Santi del suo sogno. San Bernardo, allora, suggerì alla Madonna di scendere sulla Terra e chiedere ad una fanciulla di recitare il Santo Rosario ogni primo Venerdì del mese. San Tommaso, per conto suo, consigliò alla Vergine di apparire ad un gruppo di fanciulli e domandare loro di recitare il Santo Rosario ogni tredici del mese. I due Santi, però, furono concordi nel dire che quando il giorno tredici coinciderà col primo Venerdì del mese, allora la Madonna riapparirà a ciascuno dei veggenti e reciterà con tutti loro il Santo Rosario.”
“E' da poco passata la Mezzanotte!” Esclamò uno dei presenti. “Dunque oggi è il primo Venerdì del mese!”
“Si...” annuì il Borgomastro.
Ma in quel momento una donna, recando il cestino da cui i fedeli avevano raccolto gli oggetti dopo le offerte, disse qualcosa all'orecchio del Borgomastro.
“Chi fra voi ha pescato un frammento d'ossa?” Domandò poi l'uomo a coloro radunati fuori casa sua.
Guisgard
07-02-2014, 02.11.49
Altea era così giunta alla casa della vecchia donna.
Qui però con l'anziana vi erano ancora i due uomini che avevano voluto accompagnarla nella sua dimora.
Erano accanto alla vecchia, tenendola fra loro.
“Io...” disse con un fil di voce la vecchia ad Altea “... io posso solo dirvi di andarvene da qui, figlia mia... andarvene subito... altro non so... e non chiedetemi più nulla, vi supplico...”
“Avete sentito?” Uno dei due uomini alla bella avventuriera. “Non ha nulla più da dirvi. Dunque andatevene.”
“Già...” annuendo l'altro uomo “... non c'è più posto in questo borgo per voi.”
“Ora uscite tutti, vi prego...” mormorò la vecchia “... io voglio solo restare sola e terminare di recitare il Santo Rosario...” e presa la sua coroncina cominciò a recitare i Divini Misteri.
In quel momento, dall'esterno della casa della vecchia, si udì il rumore di un carro.
“Ecco Marriot col suo carro...” disse uno dei due uomini ad Altea “... ora lui vi porterà fuori dal borgo.”
Guisgard
07-02-2014, 02.14.38
“Come puoi pensare di poter fermare simili potenze oscure” disse il merlo parlante ad Eilonwy “se tu stessa sei imprigionata dalla maledizione di uno stregone battuto proprio dagli artefici di questi nefasti avvenimenti?”
“Il merlo ha ragione, mia giovane amica...” fece Galatea “... fino a quando su di te ci sarà quella maledizione non sarai mai libera di poter intraprendere una battaglia contro simili nemici.” Guardò il merlo. “Tu cosa ne pensi?”
“Sono d'accordo.” Annuì il merlo. “Lo stregone che ha imposto il sortilegio su di lei” indicando col becco Eilonwy “è stato sconfitto dalla malvagia strega Isolde. Ed io posso ben dire quanto siano terrificanti i suoi poteri.”
“Allora abbiamo una sola possibilità...” mormorò la fata “... portare te ed Eilonwy presso la Dama del Lagno... ella è forse l'unica che conosce il da farsi... e dobbiamo andarci subito...”
Guisgard
07-02-2014, 02.21.04
Il duello cominciò e subito Clio diede sfoggio della sua abilità con la spada.
La ragazza univa la rapidità ad una straordinaria precisione, il tutto con movenze eleganti e aggraziate.
La sua spada, leggera ed efficace, sembrava la perfetta compagna di questa novella Clorinda che, con bagliori e riflessi generati dalla sua sottile ma letale lama, pareva muoversi in ideale simbiosi con il braccio di lei.
In breve tempo, osservando i due duellanti, Gufo ed i suoi si resero subito conto di aver ampiamente sottovalutato quella ragazza.
“Quella lì” disse Koim avvicinandosi allo Scarlatto “sarebbe la ragazza che a tuo dire si poteva battere anche con un fuscello di salice?”
Gufo non rispose al sarcasmo del suo luogotenente, sempre attento a seguire l'evolversi della contesa.
“Devo ammettere” fece Guisgard parandosi dagli attacchi di Clio “che per essere una ragazza combatti davvero niente male...” respingendo l'ennesimo affondo di lei “... anzi, conosco diversi cavalieri, o presunti tali, che difficilmente ti starebbero alla pari...” spinse indietro la lama della sua rivale “... tuttavia questo duello è durato già troppo per i miei gusti...” abbassò di colpo la sua spada e mise la mano aperta davanti ad un nuovo fendente di Clio, che colpendola gli causò un netto graffio.
“Ecco...” alzando la mano insanguinata Guisgard e mostrandola ai presenti “... il primo sangue... ho perduto...” e lasciò cadere la sua spada in terra.
“Puoi essere soddisfatta...” fissando poi Clio con un sorriso enigmatico “... ora ci penseranno due volte prima di prenderti in giro...” chiuse gli occhi e si accomodò indietro i capelli che erano calati sulla sua fronte.
Voltò allora le spalle e saltò giù dal palco che era servito per il duello.
“Il capitano Clio è il vincitore!” Annunciò il Maresciallo di Campo.
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Eilonwy
07-02-2014, 02.32.50
"Forse avete ragione, ma comunque quando mi sarò liberata da questa coda di pesce giuro che me la pagheranno gli artefici di questa Apocalisse!!!.....Comunque domani vado alla Biblioteca della Cattedrale di Afravalone per fare delle ricerche e a cercare di ritrovare Sir Riccardo se è ancora vivo. Adesso è meglio che torni alla mia vasca tra poco il sole tramonterà. Ormai sono le 14:45....siamo in pieno inverno e siamo molto piu' a Nord del mio regno. Vi auguro un buon pranzo, una bella serata e una dolce buona notte!.....A proposito, domani mattina, dite alle vostre dame di venirmi a vestire all' alba dato che voglio mettermi subito all' opera!" detto questo tornai nei miei appartamenti.
Guardai gli antichi orologi. Era veramente tardi a queste latitudini!!!
Mi tolsi l' abito verde-oro con le scarpe d' oro e li misi dentro un cassettone.
Dopo qualche minuto in vasca, il maleficio ebbe il suo quotidiano effetto.
Ormai solo pochi raggi del sole erano rimasti. Certo che qui siamo proprio vicino al perno del mondo conosciuto!
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COLONNA SONORA:
http://www.youtube.com/watch?v=70xXy4N2Wes
Parsifal25
07-02-2014, 02.45.23
Lo sguardo di Parsifal divenne ancora più cupo
"Continui ad inveire sulla mia mancata parola, Gufo. Stai pur certo che non incrocerai la spada con me perché nuove prove ti si presenteranno innanzi. Duelli, lutti e scelte accompagnerrano il tuo passaggio in codesto regno. Quando Angeli Caduti cadranno dal cielo......io sarò al tuo fianco come tuo alleato......"
Usci' dalla caserma e viaggiai' verso il Campanile......durante il mio passaggio toccai' il brio della vita che si respirava nel regno: sembravan tutti cordiali, amichevoli e leali come è possibile che la città rischi di capitolare.....
Mentre trottavo, nella mia mente tornaron le parole della prima lapide, chissà dove potevano essere le altre. Improvvisamente, mi trovai innanzi ad un'immensa biblioteca che faceva da anticamera alla Cattedrale.....riconobbi il Campanile.
Un diacono era vicino a codeste colonne.....leggeva dei testi, in un attimo si accorse della mia presenza.....pronunciò parole ed io risposi
"Son qui per uno strano volere....il mio lungo pellegrinare mi ha condotto innanzi alle colonne di codesto Templio.... ( non potevo rivelare la missione, il genere umano deve esser preservato e a suo tempo avvisato )."
Scesi da cavallo e mi avvicinai.....la mia aura doveva esser cambiata. La Nemesi non doveva esser rivelata. Avvicinandomi lentamente, pronunciai' i versetti dell'Apocalisse e le mie fattezze tornarono umane.
"Cerco risposte e messaggi.....qualcosa di oscuro minaccia il regno e la sua gente. Il mio Signore mi ha chiesto di vegliar sulle 7 Cattedrali del Reame. Fra queste è mezionata la vostra."
Chinai il capo e dissi:
"Il mio nome è Parsifal, cavaliere del Milite. Chiedo il permesso di poter espletare il mio compito. Confessarmi o comunicare.....non potete farlo.....non mi credereste mai. Non è mia intenzione crear disturbo, anzi, qualora dovessi far qualcosa di sconsiderato mi allontanerò senza batter ciglio. Io parlo per simboli, allegorie e episodi derivanti dalle Sacre Scritture. Potrò sembrarle pazzo....." e sorrisi.
Sentivo le voci acclamare il vincitore come lontano.
Ma io non avevo vinto, quello schiavo l'aveva fatto apposta.
Povero Gufo, ecco cosa succede a delegare le proprie faccende ad un altro.
Rinfoderai la spada, è scesi veloce dal campo.
Mi avvicinai ai mercenari.
"Domattina vi attendo in caserma, con i vostri luogotenenti, verrete messi al corrente dei vostri compiti in questa lotta.." Guardai Gufo e gli altri "Da questo momento, mi aspetto disciplina, serietà e piena collaborazione... Siete qui per questo, dopotutto.. E basate bene che la prossima insubordinazione, come per qualunque soldato dell'esercito di questa terra, verrà punita secondo la legge marziale.. È tutto, signori, siete congedati, potete andare..".
Senza aspettare risposta, mi voltai e raggiunsi i miei uomini, per festeggiare con loro.
"Allora, canaglie, spero abbiate spillato un po' del nostro stesso denaro a quegli uomini scommettendo sul vostro capitano, visto che mi ritenevano una fanciulla indifesa.." Risi, felice.
Il duello non mi aveva dato soddisfazione, non c'è gusto a vincere così, ma infondo nemmeno a combattere contro uno schiavo.
Ma avevo molte cose per cui vivere.
Chiamai Astin "Ascolta, il principe Karel voleva assistere al duello, nonostante i miei avvertimenti, gli ho detto di confondersi tra voi con la sua scorta, l'hai visto?".
Altea
07-02-2014, 17.07.03
"Si milady" risposi dolcemente alla anziana donna "seguirò il vostro consiglio e andrò via da questo borgo..sembra che qui ci sia qualcosa di strano".
Udivo la anziana donna recitare il Santo Rosario ma, stranamente, gli uomini che l'avevano portata via ora volevano me ne andassi.."Che modi..avete tanta fretta che me ne vada? Non ambisco certo a vivere in questo posto, certo devo dire che la ospitalità è di casa in questo borgo" e risi di gusto.
Vidi arrivare il villano col suo carro e mi avvicinai a lui.."Messer Marriot, avete così tanta fretta pure voi di farmi andare via da questo posto, lo trovo strano" salii sul carro ed esclamai osservando i presenti "sembro quasi una strega mandata al rogo..ditemi Marriot userete la Bibbia o il Libro di Salomone contro di me?" scossi il capo "Avanti partiamo..uscirò da questo borgo" solo non so se viva o meno...fu il mio pensiero.
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Guisgard
07-02-2014, 17.36.29
Altea salì sul carro di Mariott e questi partì.
“Nessuno ha fretta di mandarvi via, signora...” disse il villano “... ma voi, sin dal vostro arrivo qui, avete mostrato la voglia di voler ripartire subito... è naturale allora che adesso nessuno più cerchi di trattenervi. Noi non obblighiamo nessuno a restare controvoglia nel nostro borgo.”
Uscirono così dal centro abitato.
Finalmente, dopo giorni di pioggia, era giunta una meravigliosa giornata di Sole.
E l'intera foresta sembrava essersi ridestata con tutti i suoi magnifici colori, suoni e profumi.
“Eccoci...” fece il villano, fermando il carro davanti ad uno stretto sentiero “... qui ci separeremo... io andrò nei miei campi a lavorare la terra e voi potete seguire quel sentiero per ritrovare la strada dalla quale siete giunta... vi consiglio di affrettarvi, tra non molto farà buio... seguite sempre il sentiero e non allontanatevi mai da esso... alla fine, dopo un bel po' di cammino, giungerete a Tylesia... addio...”
In quel punto la foresta avvolgeva tutto ed il borgo ormai sembrava essere sparito alle loro spalle.
L'unica cosa che emergeva da quel lussureggiante scenario erano le alte torri del maniero, che dominava dalla sua austera altura.
Guisgard
07-02-2014, 17.44.31
Così fu sancito l'esito del duello.
Il pubblicò restò sorpreso però da ciò che aveva visto ed un fitto mormorio manifestò la delusione della folla per il gesto dello schiavo.
“Capitano...” avvicinandosi Astin a Clio “... no, non sono riuscito a riconoscere sua altezza tra la folla...”
Ma alcune grida attirarono l'attenzione dei militari.
“Canaglia!” Urlò Gufo a Guisgard. “Lurido maiale! Ti farò pentire ti esserti preso gioco di me!”
“Smetti di gridarmi nelle orecchie...” con indifferenza il cavaliere, mentre era intento a fasciarsi la mano ferita con un lembo della sua camicia “... sei più fastidioso del bruciore causatomi da questo graffio...”
Gufo allora si voltò verso Clio.
“Io non prenderò ordini da nessuno!” Con rabbia il mercenario. “Sono qui per combattere e non per farmi insultare da una ragazza!”
Ma in quello stesso momento qualcosa distrasse Clio.
Si voltò verso la folla, forse per cercare di nuovo gli occhi di Karen.
Ma vide altri occhi.
Quelli azzurri ed enigmatici della giovane ragazza intravista poco prima del duello.
Ora però quegli occhi le apparivano freddi.
La ragazza allora fissò anche lei il capitano della Guardia Reale.
Ed un ghigno si mostrò sul suo giovane volto.
Poi si avvicinò ad una delle torce che segnalavano i posti del pubblico e la prese.
Infine, con un gesto rapido e improvviso, appiccò con essa il fuoco ai suoi vestiti.
In un momento fu avvolta dalle fiamme e un attimo dopo una terribile esplosione scosse gran parte dell'ippodromo.
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Guisgard
07-02-2014, 17.50.44
Il diacono fissò Parsifal un po' confuso.
“In verità” disse al cavaliere “non credo di aver compreso le vostre parole, messere. Forse volete incontrare Sua Grazia il vescovo? Ah, forse ora comprendo!” Esclamò all'improvviso. “Se ho ben capito siete qui per arruolarvi nelle milizie ecclesiastiche, giusto?” Sorrise. “Mi sembrate un degno cavaliere e sono certo che la vostra richiesta verrà subito presa in considerazione! Volete incontrare adesso il capitano della Guardia Ecclesiastica, messere?”
Ma proprio in quel momento una grossa esplosione fece tremare lo spiazzo davanti alla cattedrale.
Guisgard
07-02-2014, 17.55.19
La notte trascorse ed il mattino seguente le dame di Galatea giunsero a vestire Eilonwy come lei stessa aveva chiesto.
La ragazza incontrò poi la fata poco dopo, in una saletta per la colazione.
“Eilonwy, ascoltami...” disse “... nella biblioteca della cattedrale non troverai nulla riguardo all'incanto che ti affligge. L'unica possibilità di trovare un rimedio è quello di incontrare la Signora del Lagno. Girare invano per Afragolone non ti servirà a nulla. Finirai per restare imprigionata nella maledizione e divenire un personaggio marginale della tua stessa vita. Non ti saranno concesse altre possibilità di poter incontrare la Signora del Lagno. Ti è già stato fatto un gran dono con questa udienza presso di lei. Altro io non ho più da dirti. Ora devo partire. Sono attesa da un importante viaggio che mi terrà lontana da Afravalone per un po'. Decidi tu che ruolo dare alla tua storia. Se da protagonista o effimero.”
Ma proprio in quel momento una terribile esplosione si udì provenire dal centro di Afravalone.
“Ecco...” mormorò triste Galatea “... come predetto hanno colpito di nuovo...”
Per poco non caddi a terra.
Maledetti!
Non c'era tempo da perdere.
"Astin.." Urlai "fa evacuare la gente nel campo ad est, ma non farla andare via, porta loro provviste e acqua per riprendersi.. Ti manderò dei rinforzi" Mi voltai a cercare gli ufficiali "Amien, pensa ai feriti.. Kor occupati del lato est, Mirtos il lato ovest, Hatrir, Gart voi pensate alle gradinate.. Bisogna sedare le fiamme, presto".
Mi allontanai di qualche passo, avvicinandomi ai mercenari "Gufo Scarlatto, basta piagnucolare, è ora di mettersi all'opera, circondate il campo ad est dell'ippodromo, verrà riunita la gente sopravvissuta, ma non devono andare via, potebbero essercene altri.. I miei uomini penseranno alle perquisizioni, Andate..".
Corsi dall'altra parte, verso l'incendio, dove altri dei miei uomini attendevano ordini.
"Bravi avete dell'acqua, venite con me, raggiungeremo il punto di partenza..."
Così, raggiungemmo il punto in cui la ragazza aveva dato fuoco ai suoi abiti.
Ora era chiara la dinamica dell'esplosione. Di nuovo gente innocente.
Mi venne in mente maria, il giorno seguente era un venerdì, magari aveva scoperto qualcosa sul l'attentato.
Dopo aver spento le ultime fiamme, iniziammo a scavare tra le macerie alla ricerca dei sopravvissuti.
Altea
07-02-2014, 20.17.39
"Dite davvero, messer Marriot, non ero desiderata e io non volevo rimanervi? Io vi consiglio di stare attento alle fanciulle del vostro Borgo..mi sembrano alquanto spaventate, tanto fu la figlia del locandiere, a suggermi subito di andarmene. Stranamente voi uomini non siete spaventati come le fanciulle."
Il carro si fermò di colpo e fui fatta scendere da Mariott e mi indicò il sentiero da prendere con alcune raccomandazioni, non lasciare mai il sentiero e di essere veloce visto l'imbrunire e se ne andò.
Mi incamminai e il Sole era tornato, la selva sembrava diversa...sentivo i pofumi forti del bosco in Inverno come la legna e il muschio bagnato, udivo i suoi rumori e assumeva colori forti nonostante gli alberi spogli..in fondo anche l' Inverno aveva il suo fascino.
Il Borgo ormai era lontano e non vi era più traccia se non le alte torri del maniero, mi voltai e cercai di evitare di guardarlo.
Dovevo rimanere lucida...dovevo fare in fretta..e mi misi a correre per il sentiero per battere la Notte e forse..avrei raggiunto Tylesia.
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Eilonwy
07-02-2014, 20.43.07
Quando fu mattino e ritornai umana, fui aiutata dalle dame di compagnia di Lady Galatea ad indossare un' abito rosa decorato con finti petali di rosa.
Coco mi appoggiò sulla testa una coroncina di fiori bianchi e rosa ed Aladiah mi fece calzare delle scarpe d' argento.
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Poi i miei amici mi portarono da Lady Galatea, la quale mi disse che se non fossi
andata subito dalla Signora del Lagno, cioè la strega Isolde, non avrei avuto un' altra possibilità.
All' improvviso, proprio quando stavo per dirle qualcosa, sentimmo un' esplosione. Era una di quelle catastrofi predette da lei stessa la sera prima!
Alla fine, decisi di prendere parola: "Milady, avete ragione. Sono pronta a partire!!!....Per questo viaggio, però, vorrei che utilizzaste i vostri portali magici, che fanno arrivare in un lampo una persona in un posto. Se questa è l' ultima possibilità che ho per ritornare normale, allora è meglio essere veloci!".
Mi girai verso le sue ancelle e dissi: "Di grazia.....portatemi Dante, la mia Spada di Fuoco Fatuo, la mia Borsa Rimpicciolente e il mio arco con la faretra! Partiremo all' istante!!!".
COLONNA SONORA:
http://www.youtube.com/watch?v=TJunNdEUT_A
Guisgard
08-02-2014, 01.21.28
Fu un attimo.
Poi l'Inferno.
Il fuoco in brevissimo fuoriuscì dai palchi in legno, dai padiglioni e dai tendoni.
Gli steccati che delimitavano lo spiazzo del campo presero fuoco in un baleno.
Le fiamme divamparono così ovunque, fino a raggiungere le gradinate in pietra.
Per lo spavento la folla cercò subito di lasciare l'ippodromo, lanciandosi verso le uscite in modo caotico e disordinato.
Questo causò ancora più problemi e molte persone rimasero schiacciate sotto quella moltitudine che cercava scampo fuori da quel luogo.
Ormai l'ippodromo era divenuto una grossa trappola di fuoco, dove molti, scampati all'esplosione, trovarono la morte sotto i crolli delle murature sciolte dal fuoco o gettandosi dall'alto delle gradinate.
Furono momenti drammatici per Clio e per i suoi uomini.
Gufo ed i suoi mercenari però si rifiutarono di restare con i soldati del re.
“Siamo stati assoldati per combattere” disse lo Scarlatto a Clio “e non certo per spegnere incendi o scavare tra le macerie.”
E in poco tempo i mercenari lasciarono quell'Averno di fiamme e morte.
Quella confusione, però, non per tutti fu un evento drammatico.
Guisgard infatti, in quei frangenti, colse una possibilità di fuga.
Approfittando allora del disordine, il cavaliere si mischiò alla folla, tentando di lasciare l'ippodromo.
“Mamma!” Piangeva qualcuno. “Mamma! Mamma!” Era un bambino che si era perso.
“Ehi, ma tu sei quello che mi venne a chiamare ieri!” Riconoscendolo Guisgard.
Era infatti il piccolo Favren.
Il cavaliere allora lo prese in braccio per portarlo via da quella baraonda.
“Un soldato!” Gridò una vecchia nel vederlo. “Salvateci, vi supplico!” Afferrando il suo mantello.
Molti si avvicinarono disperati.
“Non so come si esca da qui...” fece Guisgard, con in braccio Favren “... seguitemi, ma a vostro rischio...” e si fece spazio tra la ressa.
Così, seguito dalla folla, il cavaliere riuscì ad arrivare ad una delle uscite.
Qui però alcuni soldati del Clero la sbarravano.
“Soldato, libera il passaggio!” Ordinò Guisgard.
“Ho avuto ordine dai senatori di non far passare nessuno!”
“Libera il passaggio, ti dico!” Urlò il cavaliere.
“Da qui si va verso il Senato ed il Palazzo Reale” ribattè il soldato “e nessuno può accedere a quella zona!” Estrasse la spada. “E qui sono io a dare ordini! E per il demonio io...”
Ma Guisgard lo tramortì, spingendo poi via lo steccato che bloccava il transito.
La gente così si riversò in quel passaggio e lasciò finalmente l'ippodromo.
Qualche ora dopo, Clio ed i suoi uomini, aiutati da molti volontari e dalle milizie vescovili, erano riusciti a sedare l'incendio.
Ora si scavava tra le macerie.
All'improvviso arrivò un soldato a cavallo, che subito andò a parlare con Astin.
Questi allora lasciò il suo posto e corse da Clio.
“Capitano...” disse il luogotenente “... tra i feriti che sono stati portati qualche ora fa fuori dall'ippodromo... si, insomma... pare ci sia anche sua altezza il principe...”
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Qualcuno mi riferì che i mercenari si erano rifiutati di eseguire gli ordini.
L'avrebbero pagata cara, erano lì per la guerra contro i ribelli, e quello era il campo di battaglia.
Ma non c'era tempo, avrei riferito ai senatori in un secondo momento.
Arrivò un soldato a cavallo.
Sbiancai a quelle parole.
"Portatemi da lui..." ordinai "immediatamente!".
Guisgard
08-02-2014, 01.32.34
Altea a passo svelto intraprese il suo cammino verso Tylesia.
Passarono però diverse ore senza che lei riuscisse ad uscire dalla foresta.
Continuò allora il tragitto, sempre seguendo il sentiero.
Alla fine, con sua meraviglia, la bella avventuriera si ritrovò di nuovo davanti all'altura dalla quale dominava il misterioso castello visto al borgo.
In pratica aveva aggirato il borgo stesso, ritrovandosi dalla parte opposta, in direzione del maniero e non più del centro abitato.
Era ormai notte e attorno a lei vi era solo la foresta resa impenetrabile dall'oscurità.
E l'unica direzione in cui conduceva il sentiero ora era proprio verso quel cupo castello.
Guisgard
08-02-2014, 01.41.44
Galatea sorrise a quelle parole di Eilonwy.
“Sono lieta che tu abbia compreso la priorità di tutto ciò...” disse la fata “... tuttavia non è possibile aprire alcun portale per giungere dalla Signora del Lagno... sarà lei che verrà da te, mostrandoti il suo impenetrabile palazzo.” Battè le mani e le sue dame di compagnia portarono Dante e tutto l'occorrente per il viaggio di Eilonwy.
“Parti ora...” continuò Galatea “... prendi Dante e galoppa verso la campagna, fino a quando essa cederà il passo al bosco... lì la Signora del Lagno verrà da te... va, ora... non indugiare oltre... il merlo parlante verrà con voi tre...”
Guisgard
08-02-2014, 01.48.22
Il soldato allora condusse Clio verso il Palazzo Reale.
Le strade erano però ricolme di gente che correva gridando spaventata.
Molti si avventarono contro i loro cavalli per rubarli e fuggire via.
“State indietro, dannati...” disse estraendo la spada il soldato “... state indietro...”
Ma quelli erano troppi ed alla fine riuscirono a disarcionare il soldato.
Lo percossero forte e poi presero il suo cavallo.
Anche Clio fu aggredita da quella moltitudine disperata.
E anche lei, infine, per il troppo numero di quelle persone, fu tirata giù dal suo cavallo e disarmata.
"Prendete tutto ciò che possiede, oltre al suo cavallo..." gridò uno degli aggressori "... ci frutterà un bel gruzzolo!"
Parsifal27
08-02-2014, 02.10.42
" Come immaginavo.....ciò che andava verificandosi, era quel che durante la richiesta dell'alter ego per il Regno di Afravalone menzionai'. Il dottore fu chiaro: - quel mondo diverrà talmente reale per voi che non sarà facile dimenticarsene ed uscirne....."
Sorrisi alle parole del diacono: " Non credo Padre......il mio compito.....", una tremenda esplosione si avvertì nello spiazzo in cui mi trovavo. Pochi attimi.....e fu silenzio."
Spinsi il diacono che era con me a parlare verso di me per proteggerlo dall'esplosione. Pronunciai' alcuni versetti dell'Apocalisse e creai una sorta di barriera. Richiamai Alonius che era in ricognizione e telepaticamente dissi:
"Non mi dire che è già cominciato, ciò che la lapide del bosco aveva profetizzato? Il primo Pilastro è stato scosso.....dobbiamo intervenire al più presto....". Corsi verso la gente che era spaventata o ferita per l'impatto e li portai verso quella barriera che sarebbe stata difficile da scalfire.
"Padre.....dobbiamo aiutare questa povera gente. Vi è un luogo per condurli al sicuro? Vi prego, rimanete qui. Io cerco di recuperare qualche ferito o superstite."
Parlai alle persone a cui ero riuscito a dar riparo e chiesi a gran voce:
"Qualcuno potrebbe aiutarmi nel prestar soccorso ai vostri fratelli?"
Eilonwy
08-02-2014, 02.16.05
Indossai la faretra con l' arco e legai la cintura con la guaina della mia fidata e soprannaturale spada alla sottile vita. Legai la Borsa Rimpicciolente alla sella del mio nero destriero e feci appoggiare il merlo sulla mia spalla.
"Grazie per tutto, Lady Galatea!!!....State attenta mi raccomando!!!...Andiamo amici miei, l' avventura ci aspetta!!!" dissi con coraggio.
Vidi da lontano la gente gridare e percuotere i proprietari dei cavalli che volevano rubare.
Spronai Dante e come un fulmine mi ritrovai fuori dalle mura di Afravalone. Galoppai come una pazza per tutto il giorno per metà campagna. Alla fine, decisi di sostare vicino a un limpido laghetto in una valle, dato che il giorno stava per finire. Mancava ancora una mattinata ad arrivare da quella Strega Nera!!!
Mi tolsi gli abiti, la ghirlanda e le calzature e li misi dentro la mia magica sacca.
Mi buttai a capo fitto in quel lago. Sott' acqua mi trasformai in sirena.
Incominciai a pescare trote salmonate e dissi ad Aladiah di accendere un fuoco per cucinarle.
Diedi al mio amico merlo una manciata di lombrichi e a Dante un po' d' erba secca.
C' era un silenzio di tomba in quella valle! Non c' era anima viva!
Neanche un brigante, un contadino o un taglialegna. Meglio così!
"Come si sta bene qui !!! Non c' è proprio nessuno!!! Voi come state ragazzi?" chiesi dato che li vedevo un po' preoccupati.
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Guisgard
08-02-2014, 02.25.53
“In verità” disse Aladiah ad Eilonwy “questo bosco è un po' troppo silenzioso per i miei gusti...” guardandosi intorno.
“Non dirmi” fece divertita Coco “che un Cherubino si spaventa per un po' di silenzio?”
“Zitta, pettegola!” Esclamò Aladiah. “Non sono spaventato! E ti rammento che devo guadagnarmi le ali, io! Dunque sono pronto a tutto!”
“Speriamo di trovare presto la Dama del Lagno...” mormorò preoccupato il merlo.
Ma proprio in quel momento dal bosco arrivò qualcuno.
Era una donna anziana che recava con sé una grossa cesta di frutta.
“Oh, che bel fuoco...” disse avvicinandosi al fuoco acceso “... posso scaldarmi un po' insieme a voi?”
“Certo, signora...” annuendo Aladiah “... volete un po' di questa trota arrostita? E' davvero squisita...”
“Grazie...” sorridendo la vecchia “... ma mi basta il calore del fuoco...”
Guisgard
08-02-2014, 02.29.46
Parsifal cercò di occuparsi dei feriti, ma senza ricevere aiuto da parte di nessuno.
La gente infatti correva via spaventata, mentre la città era ancora scossa per quella drammatica esplosione.
La barriera evocata dal cavaliere riuscì a proteggere molti di quelli, divenendo un sicuro rifugio.
Ma mentre era occupato ad aiutare quegli sfortunati, Parsifal si accorse di qualcosa di sospetto.
Due uomini stavano infatti all'angolo della strada, come se tutta quella confusione, le urla disperate, i morti ed i feriti non li toccassero più di tanto.
Si guardavano intorno con aria sospetta e nei loro occhi vi era qualcosa di enigmatico.
E proprio in quel momento ritornò Alanius dal suo volo di ricognizione, posandosi sul braccio di Parsifal.
Parsifal27
08-02-2014, 02.38.37
La lapide aveva ragione......la città di Afravalone tanto decantata come la Terra Santa, non era altro che una pedina nell'eterna scacchiera che coinvolge il bene ed il male. Gran parte dei feriti eran stati messi al sicuro.
Alzai lo sguardo e vidi due strani uomini che sembravano non interessarsi all'accaduto:
"Possibile che nessuno.....cerca di far qualcosa...."
Una nuova magia oscura doveva esser evocata.....mi servivan ombre che controllassero i movimenti di quegli uomini. Nel caos che era andato a crearsi.....non ci sarebbero stati problemi ad utilizzare l'arcano. La loro missione era stata assegnata, che Iddio mi assista...
Poco dopo vidi tornare Alonius:
"Allora, come è potuto accadere? Ho incrociato lo sguardo con dei tipi sospetti incappucciati di nero.....hanno a che fare con tutto questo, o si tratta proprio della profezia?"
Eilonwy
08-02-2014, 03.00.03
Vidi arrivare una infreddolita ed anziana signora con un cesto pieno di succosi melograni (un frutto che adoravo), mele, pere, arance e mandarini.
"Prego signora....riscaldatevi pure. Il fuoco è abbastanza grande per tutti!!! Spero che queste trote siano di vostro gradimento. Coco, per favore, servi un po' di vino a questa signora!!!" ordinai con garbo alla mia fatina.
La luna piena salì alta e quella valle si impregnò di un' aura magica. Intanto, la dea Selene e la dea Artemide si specchiavano sulla superficie d' acqua per farsi belle.
"Che ne dite di un po' di musica per rallegrare la serata? Forza amici miei cantiamo insieme!!!" dissi per rompere un po' il silenzio.
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CANZONE:
http://www.youtube.com/watch?v=kYcr0cG5G5I
Far away beyond the sea,
where the skies are fair.
We can find a happy nest,
if you take me there.
We'll make a vow,
to stand one for all I will be there for you,
forever and always.
There's no dream too far to reach,
there's no hope too strong.
Close your eyes and think of me,
when the way is long.
I would brave the darkest storm,
ride the wildest wind.
Past the point of no return,
to see you again .
We'll make a vow,
to stand one for all I will be there
for you,
forever and always.
Close your eyes,
think of me,
when the way is long .
Cercai di resistere, ma fui comunque disarcionata.
Qualcuno prese la spada, volevano derubarmi.
Come pensavano di potersi mettere tra me e Karel in pericolo? Di fermare un soldato abituato a uscire da situazione ben peggiori? E una donna che corre dal suo amato?
Erano tanti, ma erano disperati e disarmati. Come me, del resto.
Ero spacciata? No, neanche per sogno!
Mai come allora, mi resi conto di quanto avesse ragione il mio maestro d'armi.
"Avanti Clio, devi superare i tuoi limiti.. Ancora cinque" mi incitava.
Sentivo le braccia cedere, ma cercai di non fermarmi. Quegli esercizi erano pesantissimi per una ragazzina che non era abituata.
Erano i primi veri allenamenti, mio padre aveva cominciato a farmi tirare di spada, ma non si era mai preoccupato di rendermi più forte.
Per quello, c'era il maestro Forterios. Un uomo bonario ma inflessibile, che aveva sempre creduto in me, appassionato delle antiche tecniche di combattimento militare, specialmente quelle di Roma.
Con gli anni si era creato un legame molto forte, come uno zio saggio, e molte mie capacità le dovevo a lui, e ai suoi insegnamenti.
Quante volte mi aveva raccontato delle tecniche usate dai gladiatori nell'arena, e quanto fosse diverso il modo di combattere dei legionari.
Avevo imparato a distinguere Marte da Ercole. Ad usare tecniche di combattimento che nessuno usava più da secoli, ma che erano ancora efficaci.
Ma in quei primi momenti, mi sentivo incredibilmente debole.
"Basta così, respira.." sorrise "Adesso introduciamo il pugilato, e quando sarai pronta, lo uniremo alla lotta.. come facevano gli antichi col pancrazio".
Lo guardai interdetta. Non era una disciplina olimpica? Cosa c'entrava?
"Niente armi?" chiesi.
Lui scosse la testa e sorrise.
"Se sei un legionario romano e vieni disarmato nel bel mezzo della battaglia, che fai? Alzi le braccia dicendo 'Cesare, scusa ma mi arrendo'? Se ti sorprendono nel sonno, o mentre non hai l'arma con te, vai incontro a morte sicura?".
"No.." dissi, titubante "Cerchi di difenderti..".
"Esattamente, e lo fai con le armi che possiedi: il tuo stesso corpo, perché hai moglie e figli, e devi portare a casa la pelle..".
"Ma, se loro sono armati?"
"Imparerai anche quello, a tempo debito, per ora cominciamo tutti e due a mani nude.. pronta?" battè le mani "Cominciamo!"
Era stata dura, molto più che con le armi. Avevo dovuto combattere contro la mia stessa natura, non volendo dimostrare di essere più debole in partenza.
Avevo dovuto faticare il doppio, senza mai cedere. La lotta all'inizio sembrava oscura e impossibile, ma col tempo riuscii a padroneggiarne le tecniche.
Il mio corpo era diventato forte, aveva interiorizzato movimenti e tecniche, e ora bastava l'istinto.
Persino sul campo di battaglia mi era stata utile.
Quell'uomo era quasi sopra di me, voleva derubarmi, ma avevo ben poche cose preziose con me, solo le spille ma, soprattutto: la spada.
La spada di Karel.
Ero già pronta a battermi, quando mi ricordai che non mi avevano disarmato del tutto.
Naturalmente non si erano accorti del pugnale nascosto negli stivali, nessuno doveva vederlo.
Attesi ancora un momento poi lo estrassi rapidamente e colpii l'uomo, girandomi immediatamente, facendo leva su gamba sinistra e braccio destro.
Trascinai a terra un uomo, afferrando la sua gamba, ne bloccai un altro, e cercai di rialzarmi, cercando la mia preziosa arma.
Assalii chi mi aveva preso la spada, ed iniziai a correre, la spada nella destra, il pugnale nella sinistra.
Dovevo riuscire a superare la folla, che sembrava impazzita e non voleva lasciarmi passare.
Ma mi feci largo a colpi di spada, i più intelligenti si scansavano, chi si trovava sul mio cammino, cadeva a terra.
Sentivo tirare la giubba, ma non ci badai mai, la spada era salda nella mia mano, e null'altro importava.
Quando finalmente vidi il palazzo reale accelerai.
"Prendete tutti gli uomini che avete.." dissi alla sentinella "e proteggete il Palazzo reale, a qualunque costo..".
Entrai di corsa nello sfarzoso palazzo.
"Devo vedere il principe Karel.." dissi, affannata per la lunga e faticosa corsa ad un maggiordomo di palazzo, non avevo rinfoderato né la spada né il pugnale, la mia giubba era logora e strappata, ed erano sparite sia la spilla con lo stemma reale, sia quella del casato. Poco male, pensai, faranno la fortuna di qualcuno.
Avevo il viso sporco quanto la giubba, e mi accorsi di aver subito diversi colpi, ma l'adrenalina del momento non me li aveva fatti sentire. In momenti del genere, si resisteva a tutto.
L'indomani sarei stata piena di lividi, ma era l'ultima cosa che mi importasse.
Alzai lo sguardo sull'uomo.
"Non voglio sentire storie, sono la sua guardia personale.. devo sapere come sta, subito.." chiusi gli occhi e sospirai "Se non può ricevere visite, ditegli che il capitano Clio è qui... vorrà vedermi...".
Cercai di rinfoderare la spada, ma mi accorsi che il fodero non era più al mio fianco. Ma non avevo tempo di sistemarmi, Karel era ferito, e io non riuscivo a pensare ad altro.
Era una ferita lieve? Sarebbe rimasto mutilato?
Ma, soprattutto.. era in pericolo di vita?
Era tutta colpa mia, se non gli avessi detto del duello, sarebbe rimasto al sicuro. Dovevo vederlo, a costo di setacciare il castello.
Altea
08-02-2014, 15.56.22
Camminavo e correvo..una strana sensazione...più camminavo e più sembrava la strada si allungasse poi la sorpresa finale.
Mi trovavo davanti al maniero...scossi il capo e diedi un calcio a un legno dalla rabbia..."Marriot...lo immaginavo, mi ha ingannata e per di più è stato un codardo..quella anziana donna ha detto qui vi sta un essere..malefico? non certo benefico visto la paura che invadeva lei e la figlia del locandiere" ...i pensieri si affollavano nella mia mente ma dovevo trovare la calma, ormai era buio nella selva...l'unica via era quella che portava al maniero, ma non potevo rischiare o almeno non potevo andare proprio avanti ad un amaro destino, ma dovevo aspettare l' Alba per ritornare indietro o cercare una altra via.
Avrei trascorso la notte nella selva, presi il legno scalciato e con due legnetti strofinandoli riusci a creare del fuoco e renderlo una torcia.
Mi allontanai tanto quanto bastava per non essere del tutto visibile dal maniero, presi delle foglie secche e dei legnetti e diedi loro fuoco.
Rimasi cosi..addosso al tronco di un albero guardando il piccolo falò, almeno mi faceva caldo e avrebbe tenuto lontano alcuni animali.
Non dovevo assolutamente addormentarmi, la fame iniziava a farsi sentire..ma se mi addormentavo ero persa.
Mi voltai verso il maniero....Quale mistero vi è celato dentro?
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elisabeth
08-02-2014, 21.03.26
" Grazie Fra Favelius......siete speciali.....ci vedremo presto alla locanda allora..."......presa per una mano...Daizer mi condusse sulla scia della gente di quel villaggio......lo spiazzo davanti alla casa era grande..........la gente era tanta ma tutti si comportarono civilmente e come componenti di un unica scacchiera tutti prendemmo posto uno accanto all'altro.....ed attendemmo in silenzio il Borgomastro......." Daizer, cosa credi che succederà......si racconteranno quello che faranno durante la settimana......oppure riceveranno gli ordini per proseguire il lavoro ....... c'e' un'atmosfera così strana......".....mi voltai verso la casa e vidi uscire il Borgomastro, ero compiaciuta di ciò che vidi.....vidi la sua luce .....assomigliava al maestro con cui condividevo giorni di solitudine e studio nella mia grotta...........rimasi ammaliata dal suo sguardo,sembrava conoscere la storia di ogni essere sotto al suo sguardo.....il suo racconto era affascinante il mio Maestro avrebbe parlato di altro...ma mio Padre avrebbe parlato di Maria...e lui parlò di Maria.......e dei segni dal Divino all'umanità........delle ragazze pure....vergini come lo era lei la Madonna.....alla fine del discorso.....vidi il cesto che vidi in Chiesa.....chi aveva pescato un frammento d'osso ?......allora non mi ero sbagliata quello era un frammento d'osso......era stato chiesto al singolare, questo voleva dire che solo una persona poteva averlo beccato...........e indovina chi ?...Daizer.......non sapevo se fosse una fortuna o una disgrazia.....sapevo che quell'osso era nella mia mano, ma nella realtà lo aveva preso lui...." Daizer...prendi e alza la mano, tanto lui sa gia' chi ha preso il frammento.........spero che sia un'immensa fortuna.....ma non so perchè ho uno strano presentimento.....la ragazzina che e' con noi...e' giovane dovrebbe essere pura....e sembra in catalessi.......devi sapere che io non ho mi conosciuto uomo.......e' stata una mia scelta di vita........ero dedita agli studi sulla natura dell'uomo......in senso filosofale......ora che sai...alza la mano e vediamo di cosa hanno bisogno ".....
Guisgard
10-02-2014, 01.32.22
Alanius si posò sul braccio di Parsifal.
“Si è trattato di un attentato...” disse il falco “... il luogo dove il tutto è avvenuto è l'ippodromo... ci sono anche dei morti e vari feriti...” alle parole del cavaliere il falco si voltò nella direzione in cui si trovavano quei tipi sospetti “... non vedo nessuno...” infatti quegli uomini non c'erano più “... è possibile dunque che tu abbia visto proprio alcuni di quegli attentatori... dopotutto non è possibile pianificare un simile attacco per un singolo individuo... è chiaro che qualcuno trami nel buio per colpire questa città e ciò che essa rappresenta... ed è possibile che tutto ciò abbia in qualche modo a che fare con quanto abbiamo scoperto nella foresta...”
Guisgard
10-02-2014, 01.39.00
Daizer fissò meravigliato Elisabeth.
Ed un lieve sorriso apparve sul suo volto.
“Questa poi...” disse “... andiamo, non posso crederci... voglio dire... io in verità non ho mai conosciuto nessuna donna che non lo fosse... vergine intendo... suvvia, non prendetemi in giro... una bella donna come voi...”
“Voi...” indicando il contrabbandiere il Borgomastro “... vedo che avete la passione per le chiacchierate... volete farci partecipi di qualche bella storia? Magari divertente? O forse discutevate di ciò che avete pescato nel cestino delle offerte?”
“Ecco, io...” grattandosi la testa Daizer “... chiedo scusa, non volevo disturbare il vostro comizio...”
“Non è un comizio, amico mio.” Sorridendo il Borgomastro. “Ma solo un ritrovo piacevole fra tutti noi. Non avete nulla di cui scusarvi. Anzi, sono sempre lieto di vedere un uomo ed una donna così presi a parlare fra loro. Mi fa sentire felice ed anche un po' giovane. Dopotutto l'amore è ciò che rende davvero giovane l'animo umano.”
“Si, certo...” mormorò Daizer.
“E visto che ho parlato a voi per primo..” fece il Borgomastro “... perchè non ci dite adesso cosa avete trovato nel cestino?”
“Questo...” mostrando il frammento Daizer a tutti loro “... voi sapete cosa sia?”
“Secondo voi di cosa si tratta?” Chiese Il Borgomastro.
“Un frammento d'ossa...”
“Ossa o osso?”
“Ossa, credo...” rispose il contrabbandiere “... so riconoscere le ossa umane...”
“Si, è vero...” annuì il Borgomastro “... sapete riconoscerle...”
Guisgard
10-02-2014, 01.46.22
Altea, acceso quel falò, si sedette davanti ad esso per scaldarsi, attendendo che la notte passasse.
Attorno a lei vi era solo la lussureggiante foresta, che la notte rendeva sconfinata, misteriosa ed inquietante.
L'unica cosa che sembrava emergere dal buio erano le alte torri di quel castello.
Ad un tratto la donna udì un ululato lontano.
L'aria era umida e quel piccolo fuoco era l'unica cosa che dava sicurezza all'avventuriera.
All'improvvisò però si sentì qualcosa.
Come un rumore di ruote che cigolavano sul terreno poco lontano.
“Frezer...” disse una voce di donna “... tenete più alta la torcia o ci ritroveremo qualche lupo a seguire il carro... voglio arrivare presto al maniero, questa foresta mi inquieta...”
“Si, signora...” rispose una voce maschile.
Guisgard
10-02-2014, 01.52.03
Clio, riuscita a liberarsi da quella difficile situazione, era infine riuscita a raggiungere il Palazzo Reale.
Qui fu poi condotta dal senatore Bool.
L'uomo era a colloquio con alcuni funzionari e con i medici di corte.
Ma nel vedere Clio subito lasciò quegli uomini e si avvicinò alla ragazza.
“Sua altezza il principe” disse “è stato portato qui da poco. Si trovava non molto lontano dal luogo in cui è avvenuto l'attentato. I medici dicono che ha subito varie ustioni. Ora è senza conoscenza e dobbiamo attendere per sapere come reagirà.” Scosse il capo. “In questo momento possiamo fare ben poco, ma solo aspettare.”
In quel momento arrivò il Capitano delle Guardie Ecclesiastiche.
“Signore...” rivolgendosi a Bool “... alcuni dei miei uomini, con l'aiuto di vari testimoni, hanno un po' ricostruito il possibile scenario dell'attentato... pare che l'autrice fosse una ragazza... con ogni probabilità aveva della pece addosso che è poi subito esplosa a contatto col fuoco...”
“Io vorrei solo sapere” mormorò il senatore “cosa ci faceva sua altezza in mezzo alla folla... e soprattutto perchè non era sorvegliato e tenuto in un posto più sicuro e più facilmente controllabile...” lanciò un'occhiata a Clio “... ma queste sono questioni che andranno affrontate in un secondo momento... ora l'unica cosa importante è che il principe sopravviva...”
Guisgard
10-02-2014, 02.06.22
Aladiah annuì a quelle parole di Eilonwy e cominciò a cantare.
A lui subito si unì Coco.
E tutti e due cantarono insieme alla ragazza.
Quando quella canzone finì, la vecchia donna che si era seduta insieme a loro ringraziò per quella cortese accoglienza.
“Mi chiedo” disse “come mai voi tre attraversate da soli il bosco... siete forse in cerca di qualcosa? Immagino sia qualcosa di molto importante...”
Eilonwy
10-02-2014, 02.14.55
"Ecco....cara signora, noi siamo in viaggio perchè dobbiamo andare dalla Dama del Lagno!....Vedete io non sono una vera sirena, ma una ragazza normale. La verità è che sono stata maledetta da uno stregone molto potente perchè non ricambiavo ciò che lui definiva amore. Voi invece che fate in questa silenziosa landa? Abitate nei dintorni?" chiesi con curiosità alla vecchina.
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Guisgard
10-02-2014, 02.23.37
La vecchia donna sorrise ad Eilonwy.
“Oh, povera cara...” disse rammaricata “... ma spero che tu possa guarire da quel cattivo incantamento... io vivo sola e se mi occorre qualcosa devo badarci da me... infatti stamani sono uscita per raccogliere delle nocciole, ma, ahimè, essendo vecchia e stanca non sono riuscita a coglierle dagli alberi... e mi sa che dovrò tornare a casa senza poterne raccogliere nessuna...” aggiunse scuotendo il capo.
Eilonwy
10-02-2014, 02.41.48
Poverina quella anziana donna. Era sola e senza niente da mangiare!
Si cibava solo di frutta e nocciole selvatiche.
Ma certo, perchè non ci ho pensato prima!
Dopo aver cavalcato tanto velocemente verso questo bosco, avevo raccolto una trentina di nocciole e le avevo messe dentro un sacchetto di tela.
"Aladiah potresti cortesemente dare quel sacchetto di tela attaccato alla sella di Dante alla signora? E' pieno di nocciole!....ah..e anche quelle tre focaccine al pomodoro! Tanto penso che la strega Isolde qualcosina da mettere sotto i denti c' è la darà!" affermai felice di fare una buona azione.
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Il senatore Bool? Io dovevo vedere Karel, altroché!
Ascoltai con attenzione il senatore e il nuovo capitano delle guardie ecclesiastiche.
Annuii alle parole di quest'ultimo.
"Sì, anche i miei sono giunti alla stessa conclusione... Prima i bambini, ora una fanciulla.. domani all'imbrunire incontrerò la mia spia, spero sappia dirci qualcosa..".
Nessuno avrebbe sospettato di Maria, e nessuno poteva entrare non visto nel giardino dietro la caserma, ma la prudenza non era mai troppa, rivelare l'orario esatto poteva essere comunque pericoloso.
Sorrisi "A proposito, grazie capitano.. I vostri uomini sono stati fondamentali.. A differenza dei mercenari, mi hanno riferito che si sono rifiutati di aiutarci, e se ne sono andati.. sostengono di essere qui per combattere non per spegnere incendi.. io vorrei sapere che cosa è stato promesso loro quando sono stati ingaggiati, come mai nessuno gli ha spiegato la situazione, che è questa la nostra guerra.. quelli si aspettano una battaglia campale, un assedio in cui usare la loro forza bruta.. mi auguro che questa pesantissima offesa venga punita dall'alto, in caso contrario, ci penserà il tribunale militare, è davvero vergognoso..." scossi la testa.
"Quanto a Sua Altezza.. egli è un inguaribile incosciente.. io ero stata categorica circa il duello, se proprio non avesse potuto fare a meno di raggiungere l'ippodromo, doveva seguire precise istruzioni.. e se l'avesse fatto ora non saremmo qui.." chinai il capo "Ma nessuno può dare ordini al principe, nemmeno io, o voi, senatore.." alzai gli occhi su di lui "Non temete, se il principe morirà avrete finalmente la mia testa...".
Ormai, la vita senza di lui sembrava vuota e inutile.
Ma dovevo mantenermi il più distaccata possibile, per quanto fosse difficile.
"E ora scusatemi, ma devo lasciarvi, c'è un motivo se ho fatto allontanare Sua Altezza dal Palazzo Reale, ha troppi nemici qui, e chiunque può essere un ribelle, anche un medico, o l'inserviente che gli cambia le bende. Va sorvegliato attentamente.." chinai il capo in segno di saluto "Senatore... capitano..".
Pensavano di tenermi lontana da lui? Oh, si sbagliavano di grosso.
Cosa pensavano di fare per impedirmi di entrare, chiamare le guardie? Già, le guardie che erano ai miei ordini, che mi avrebbero seguito in capo al mondo, e tutti sapevano chi ero in quella stanza.
"Sua altezza non può essere lasciato incustodito in un momento così delicato.. non possiamo sorvegliarlo da fuori perché ha perso conoscenza, e non può certo gridare.." dissi, semplicemente, a chi mi guardava stupito "Non temete, non si accorgerà nemmeno della mia presenza..".
Nell'anticamera mi lavai le mani e il viso in fretta e furia, e mi liberai della giubba, restando in camicia, infilai nuovamente il pugnale negli stivali, e cercai di incastrare la spada nella cintura in qualche modo.
Il cuore accelerava sempre di più, mentre aprii la pesante porta.
Era buio, buio pesto. Una leggera fessura nella finestra faceva passare un piccolissimo raggio di luce.
Riuscii così ad intravedere la sagoma del ferito.
Era pieno di bende, e non si muoveva, ma nel profondo silenzio, potevo sentire il suo respiro, lo stesso che avevo percepito standogli vicino, appoggiata sulla sua spalla.
Possibile che fosse passato meno di un giorno? Mi inginocchiai al suo fianco, trattenendo a stento le lacrime.
Gli presi la mano, quasi tremando, me la portai al viso accarezzandola dolcemente con la guancia, e la baciai una, due, tre volte, senza lasciarla mai andare.
"Karel.." sussurrai, sporgendomi verso il suo viso "Karel, ti prego.. non lasciarmi.. è tutta colpa mia.." iniziai a singhiozzare "Se non ti avessi detto niente, saresti rimasto al sicuro.. è tutta colpa mia... non mi perdonerò mai di averti messo in pericolo... ma ti prego.. ti prego.. torna da me.." ero ormai abituata agli orrori, ed erano anni che non piangevo con così tanto dolore.
Ma l'idea di perderlo era insopportabile.
Proprio ora, ora che mi aveva mostrato quanto potesse essere meravigliosa la vita stessa.
No, non poteva morire adesso, non poteva. Il mio cuore stava impazzendo, l'intensità delle emozioni, nel bene e nel male, era come amplificata all'infinito quando ero accanto a lui.
Con gli occhi rigati dal pianto, mi sporsi delicatamente, e gli posai un dolce bacio sulle bellissime labbra.
"Io ti amo.." sussurrai, tra le lacrime.
Altea
10-02-2014, 15.48.44
Silenzio..solitudine...ma non certo timore provavo...dovevo solo resistere, presto le prime luci dell' Alba avrebbero spezzato quell' incanto notturno spettrale che avvolgeva la foresta.
Il mio sguardo sulle alte torri del maniero...e poi quel ululato...un lupo..estrassi istintivamente la spada, in caso di un suo attacco, sempre non fosse un branco e mi prendessero alla sprovvista da dietro, ma speravo quel fuoco potesse allontanare le bestie, misi altra legna per ravvivare il fuoco ed era diventato più vivido.
Il silenzio portò, ad un tratto, un rumore strano...ascoltai con più attenzione e vidi in lontananza una torcia e udivo una voce di donna..era un carro.
Udii perfettamente le parole della donna...essa andava al maniero eppure era spaventata dalla foresta e dai lupi...come poteva essere? Forse non era del luogo...potevo nascondermi dietro degli alberi, ma fu troppo tardi..vedevo il carro avvicinarsi sempre più.
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elisabeth
10-02-2014, 20.23.45
Vista la discussione....il mio volto divenne di brace.....cercavo di distogliere gli occhi dalla sua faccia...ma non mi sembrava intelligente guardarmi la punta delle scarpe.....certo per lui era tutto normale...donna adulta quindi.....già a conoscenza dell'unione tra uomo e donna...e invece no.....avevo scelto un'altra strada ........" Ridete pure....non importa cosa pensavate, guarda adesso che essere vergini e' come dire sono una strega........studiare e vivere a contatto con il mondo ancestrale ..... non mi dava il tempo di crearmi una famiglia, dovevo fare una scelta e a mio tempo la feci.....ora ....se avete smesso di grattarvi la testa come se vi avessi svelato non so quale arcano.....mi fareste un favore..mi state mettendo in imbarazzo...".....e non fui la sola perchè il Borgomastro...si rese conto della scenetta che nacque involontariamente tra me e Daizen........L' Amore.....non sapevo cosa fosse, almeno non nei termini parlati dal Borgomastro........evidentemente, le scenette erano relative al comportamento usuale di una coppia.......E così ...Daizen ofri ciò che aveva preso dal cesto, centro....avevo fatto centro...era umano, ma che ci faceva un osso umano nel cesto e poi perchè il destino lo aveva riservato proprio a lui ?......così alzai la mano per prendere la parola....." Perdonate....Signore....scusate l'interruzione.....ma che a che gioco stiamo giocando ?.....l'indovinello...devo dire molto interessante e poi il cesto con tante cosine...che ognuno prende a caso.......molto bello anche questo.......ma le ossa umane.......non mi sembrano che facciano parte di un gioco carino......forse siamo nuovi di qui e la cosa e' per questo che ci sembra particolarmente strana........se foste così cortese magari spiegandoci il sistema, sarebbe più utile....ance per noi, così vediamo quale fortuna avrà fatto prendere questo frammento dal cesto "..........si fece largo intorno a noi...e questo consentì al Borgomastro di averci davanti a lui......" Daizer tu pensi io abbia esagerato...?...non ride piu'...."
Guisgard
11-02-2014, 01.35.13
Karen era immobile su quel letto, privo di conoscenza e con l'aria sofferente.
Forse neanche aveva sentito Clio che gli teneva la mano.
O forse si.
Ad un tratto la ragazza avvertì qualcuno alle sue spalle.
“Bisogna non perdere la speranza...” disse il senatore Gheorgis “... anche in una situazione così difficile... i migliori medici del regno stanno facendo di tutto per salvare sua altezza...” accennò un lieve sorriso guardandola negli occhi “... ragazza mia... perdonatemi, ma potreste essere mia figlia... anzi, mia nipote... perdonatemi dunque se vi parlo così... ma vi vedo stanca... dovete riposare e magari mangiare qualcosa... non possiamo permettere ai nostri nemici di trovarci deboli e scoraggiati... andate a riposare... poi tornerete qui...” guardò il principe privo di conoscenza sul letto “... sono certo che anche sua altezza, se fosse al mio posto, vi direbbe queste parole... andate ora, il principe è in buone mani...” annuì “... un messaggero è stato inviato presso la corte itinerante che ospita Sua Maestà... a quest'ora sarà già stato avvertito il nostro re di quanto accaduto... presto tornerà e ci dirà cosa fare... ora andate... vi prego, voglio che riposiate un po'...”
Ma proprio in quel momento entrò un cortigiano.
“Senatore...”
“Cosa succede?” Voltandosi verso di lui Gheorgis. “Notizie di Sua Maestà?”
“Si...” annuì il cortigiano.
“Il messo è già di ritorno, dunque?”
“Non proprio, eccellenza...”
“Come sarebbe a dire?”
“E' meglio che veniate voi stesso a vedere...” fece il cortigiano “... e anche voi, capitano...” guardando poi Clio.
“Venite...” rivolgendosi Gheorgis a Clio.
Ed il volto del senatore divenne di colpo inquieto.
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Non avevo nessuna intenzione di lasciarlo. Il mio posto era accanto a lui, sia come soldato che come donna, era la prima volta che le due parti di me non erano in conflitto.
Ma il tono del senatore era benevolo, ed era bello sentire finalmente una voce amica, dopo tanti affronti, non doversi difendere per una volta.
"Andiamo, presto.." Dissi mio malgrado, facendo segno al cortigiano di farci strada.
Cosa mai poteva essere successo ancora?
Guisgard
11-02-2014, 01.53.42
La vecchia sorrise a quel gesto di Eilonwy.
Prese allora la focaccia e le nocciole, ringraziando di cuore la ragazza ed i suoi due amici.
“Grazie, di cuore...” disse commossa “... grazie per la vostra carità... il Cielo ve ne renderà merito...” sorrise “... non ho denaro con me e non posso sdebitarmi come vorrei... però posso indicarvi un luogo in cui trovare ospitalità... poco più avanti, oltre quel querceto, sorge una grossa casa adattata alla meglio per celebrare messa... troverete un prete al quale chiederete riparo per la notte... egli non vi negherà asilo...” li salutò, lì benedisse ed andò via, svanendo nella foresta.
Eilonwy
11-02-2014, 02.04.00
"Grazie mille, Milady!......Arrivedervi, vi auguro una buona serata e una dolce notte!!!" le dissi contenta.
Quando si fu addentrata nel bosco, mi rivolsi ai miei amici: "Voi andate pure nel posto che vi ha indicato quella vecchietta. Io rimarrò qui dato che devo rimanere idratata. Tranquilli....non mi metterò nei guai!" e detto questo feci al severo Aladiah l' occhiolino.
Poi guardai il cielo. Era stata una bella serata!
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Guisgard
11-02-2014, 02.24.54
Così, Clio e Gheorgis, seguendo il cortigiano, giunsero nella sala del trono.
Erano presenti vari cortigiani, il Capitano della Guardia Ecclesiastica e alcuni senatori, tra cui Bool.
Al centro della sala, però, vi era un nano che sembrava calamitare l'attenzione di tutti i presenti.
Accanto al nano stava immobile, in sella al suo cavallo nero, un gigantesco cavaliere, bardato di un'armatura lucente e spessa che copriva interamente il suo corpo.
Il palafreno appariva nervoso al punto che il misterioso cavaliere doveva tenerlo buono tenendo tese le redini e i suoi speroni conficcati nei fianchi dell'animale.
“Porgo i miei saluti al nobile e antico reame di Afravalone.” Disse il nano.
“Chi siete voi?” Chiese Bool. “E come osate venire in questo augusto luogo con quel cavallo?”
“Badate a come vi rivolgete a noi.” Lo ammonì il nano. “Siamo sudditi di un regno ricco e potente che non ammette pietà e misericordia verso i nostri nemici.”
“Sei troppo insolente nano!” Esclamò il Capitano della Guardia Ecclesiastica. “Modera dunque il tuo linguaggio ed ammansisci i tuoi modi. I tuoi simili qui vengono usati come giullari e buffoni per allietare i nostri signori!”
A quelle parole del capitano, il cavaliere portò lesta la mano sulla spada.
Ma il nano lo fermò con un cenno.
“Quando ascolterete ciò che ho da rivelarvi” fece il nano “rimpiangerete amaramente queste parole. E fra un momento pregherete per un po' di clemenza.”
“Cosa vi fa credere” disse “Bool “che possa interessarci ciò che voi avete da dire?”
“Perchè riguarda il vostro re.” Rispose il nano, per poi consegnare una lettera al senatore.
Questi allora la prese e dopo averla aperta cominciò a leggerla ad alta voce:
“Il vostro re è nostro prigioniero.
Incarcerato nelle impenetrabili prigioni del nostro reame, egli soffre le pene di un'inclemente cattività e per riscattarlo occorre un pegno inimmaginabile.
Ormai è un mese esatto che è imprigionato nelle nostre carceri e tra non molto invocherà lui stesso la morte pur di non patire più gli stenti a cui vengono sottoposti tutti i nostri galeotti.
Ma saremo felici noi stesse di esaudire la sua richiesta di morte, qualora si deciderà a domandarla.
Tuttavia se vi presenterete al nostro cospetto col pegno richiesto, noi lasceremo libero il vostro sovrano.
Attenderemo dunque tredici giorni a partire da quando questa lettera vi sarà consegnata.
Dopo il trascorrere dei quali il vostro sovrano chiederà di essere messo a morte.
Gioiosa Azzurra, regina di Gioia Antiqua”
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Guisgard
11-02-2014, 02.35.10
Altea restò immobile nel bel mezzo della foresta, le cui fattezze apparivano rischiarate in modo incerto dal chiarore del fuoco.
Avvertiva quel rumore sempre più vicino, fino a quando vide apparire una sagoma tra l'esitante penombra di quel luogo.
Un attimo dopo una carrozza si mostrò agli occhi dell'avventuriera.
La conduceva un uomo avvolto in un largo mantello e col capo coperto da un cappuccio.
E nel vedere la donna il conducente arrestò di corsa la sua vettura.
“Frezer...”disse una donna dall'interno della carrozza “... perchè ci siamo fermati? Cosa succede?”
“C'è una donna qui, signora...” rispose il conducente.
“Una donna?” Stupita lei. “Di notte, nel bel mezzo della foresta?”
“Si, signora...” fece il conducente.
La donna allora aprì lo sportellino e si sporse per vedere.
“Chi siete voi?” Chiese ad Altea. “Cosa ci fate di notte nella foresta?”
Guisgard
11-02-2014, 02.42.00
Il Borgomastro sorrise.
“Amici miei...” disse poi ai presenti “... vi ringrazio per essere venuti qui stasera... ora però temo sia tardi e sarà meglio andare... auguro a tutti un sereno riposo...” guardò poi Elisabeth e Daizer “... se ciò vi piace mi farebbe felice avervi come ospiti a casa mia... non temete, sono atteso altrove e dunque non vi ruberò molto tempo...” facendo segno ai due di entrare in casa.
Così, la maga ed il contrabbandiere si ritrovarono ospiti del Borgomastro.
L'uomo fece servire dalla sua governante una tisana calda per i due visitatori.
Pregò poi Daizer di consegnargli il frammento pescato nel cestino delle offerte.
“Nulla accade per caso, è risaputo...” fece il Borgomastro osservando il frammento d'ossa “... dunque non accidentalmente avete preso questo oggetto dal cestino... esso infatti apparteneva ad un uomo... la sua tomba però fu dissacrata da alcuni empi, che la violarono, per poi incendiarla... questo frammento è tutto ciò che si è salvato di quella sepoltura... ora quell'anima reclama il luogo del suo riposo, maledicendo e tormentando degli innocenti...” guardò Elisabeth e Daizer “... per Cristiana Carità siete disposti a portare questo frammento nel posto in cui troverà nuova sepoltura?”
“Intendete dire” guardandolo il contrabbandiere “che quel frammento deve essere seppellito di nuovo?”
“Si...” annuì il Borgomastro “... per ridare pace a quell'anima...”
Guisgard
11-02-2014, 02.47.32
“Non penserai certo” disse Aladiah ad Eilonwy “che ti lasceremo da sola in questa foresta?” Scosse il capo. “Impossibile.”
“Aladiah ha ragione.” Fece Coco. “Non puoi restare da sola qui. Anzi, direi di cercare un luogo con dell'acqua, così che tu possa entraci, visto che ormai è buio.”
E infatti, in quello stesso momento, Eilonwy tornò a mutarsi in sirena.
Lì vicino, fortunatamente, vi era un piccolo stagno.
I due allora aiutarono la ragazza a raggiungerlo e ad immergersi.
Trascorsero così la notte, che fu fortunatamente tranquilla.
Presso l'alba, poi, udirono il suono di una campana.
“Deve essere la casa indicataci dalla vecchia.” Disse Coco.
E con le prime luci del giorno Eilonwy ritornò nella sua forma umana.
Eilonwy
11-02-2014, 03.21.44
Appena Apollo con il suo carro di fuoco fece impallidire le stelle, la metamorfosi inversa si compì.
Ritornata con le mie sembianze umane mi avvicinai a Dante.
Dalla Borsa Rimpicciolente tirai fuori un vestito azzurro, giallo pallido ed oro e delle scarpe dello stesso colore dei veli dell' abito, senza tacco e fatte ad uncinetto.
Vidi Coco destarsi e in breve tempo, dopo essersi rinfrescata il visino, mi acconciò i capelli in una particolare acconciatura, la quale l' aveva nominata Treccia Corona a Spirale.
Presso l'alba, poi, udirono il suono di una campana.
“Deve essere la casa indicataci dalla vecchia.” Disse Coco.
E con le prime luci del giorno Eilonwy ritornò nella sua forma umana.
"Sì, ma non possiamo restare qui!!! Dobbiamo andare dalla Dama del Lagno, non te lo scordare. Tutti in marcia!!!" dissi come un generale al suo esercito.
Vidi svegliarsi tutti e io rimontai in sella con le mie cose.
Era ancora molto presto e un gallo aveva appena cantato, ma subito viaggiammo in gran velocità. Sentivo il vento sul mio viso d' alabastro e fui presa da un grande senso di felicità e speranza.
Così, con un gesto della mano feci nevicare.
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In breve tempo congelai l' acqua sulle foglie e delle cascatelle. Milioni di fiocchi di neve imbiancarono i prati e i boschi circostanti. E tutto divenne bianco, azzurro ed argento!
http://www.youtube.com/watch?v=TXkRJHAVmdw
Il re prigioniero? Era una cosa inaudita! Un mese esatto? Quindi lasciare il paese per recarsi alla corte itinerante era un modo per coprire la sua cattura. Era partito da meno di un mese! Possibile che nessuno se ne fosse accorto?
"Come facciamo a sapere che non state mentendo?" Domandai "Immagino capirete che con una notizia come questa vorremo vedere delle prove, non possiamo certo credervi sulla parola.. La lettera parla di un pegno, ebbene, cosa volete da noi?".
Ci mancava solo una guerra esterna, come se combattere i ribelli non fosse abbastanza.
Ma quanti in questo reame si sarebbero mossi per salvare il re?
Certo non i senatori, con il re scomparso avrebbero avuto tutto il potere per loro, come se già non l'avessero. E allora anche Karel sarebbe diventato un peso.
Forse gli ecclesiastici, ma anche il vescovo avrebbe avuto più potere, senza la politica religiosa del re ad intralciarlo.
I nobili? Sì, loro erano perduti senza il re. Ma ne avrebbero avuto le capacità?
Fortuna che la Guardia Reale serviva a questo.
Ma cosa potevano mai volere da noi?