Visualizza versione completa : I Pilastri di Afravalone
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Altea
11-02-2014, 15.54.18
La immagine si definì meglio, ciò che sembrava dal rumore e in lontananza un carro era in realtà una carrozza, la conduceva un uomo incappucciato e udii la voce della donna sorpresa.
Subito aprì lo sportellino della carrozza e si sporse, cercai di vedere al meglio le sue fattezze e risposi sarcastica..."Milady..potrei pure io chiedervi cosa fate nel bel mezzo della notte in una foresta buia".
Un momento di silenzio, riflettei un attimo..niente passi azzardati.."Sono lady Altea...anzi lady Altea Mc Gwyn..visto siete interessata cosi tanto su chi sono...cosa faccio qui...io..io ero diretta a Tylesia, milady, ma ho perso la via e mi sono trovata per caso davanti a questo maniero."
Mi avvicinai, dunque, al volto della donna per vederla meglio e mostrarmi..."Sto aspettando le prime luci dell'Alba, milady, devo ripartire subito, ma se voi foste così gentile da aiutarmi visto la situazione, cercare almeno di farmi uscire da questa foresta o indicarmi la via giusta...ma non quella per andare nel Borgo, non ho intenzione di fermarmi là".
Guisgard
11-02-2014, 16.13.17
“Nella lettera” disse il nano a Clio “vi è la firma della nostra regina. Non vi è dunque prova più grande. Comunque, se nutrite dubbi, allora potete cominciare a visitare tutte le corti itineranti e i castelli di questo regno in cerca del vostro re. La lettera è stata consegnata” sentenziò “e da questo momento cominciano i tredici giorni. Allo scadere dei quali il vostro sovrano sarà giustiziato, se il pegno non sarà stato promesso alla nostra regina.” Salutò i presenti con un inchino e poi facendo segno al cavaliere uscirono insieme dal palazzo.
“Temo che questa storia sia vera...” mormorò pensieroso Bool.
“Come fate a dirlo?” Stupito uno dei senatori. “Conoscete forse quella città e la sua regina?”
“Gioia Antiqua...” fece Bool “... forse ho udito questo nome in un lontano mito o in qualche remota leggenda... Mauren...” chiamando uno dei cortigiani “... recatevi negli Archivi Reali e cercate notizie su quella città... capitano...” chiamando poi il capo delle guardie vescovili “... mandate subito dei soldati in tutte le corti itineranti e in qualsiasi castello del reame... voglio sapere se davvero il re è ancora nel regno...” guardò poi i presenti “... è ovvio che Sua Maestà non voleva tenerci al corrente dei suoi piani. Per questo già da un mese aveva lasciato in gran segreto la corte... comunque, noi abbiamo ora il compito di preservare Afravalone... se il re è davvero prigioniero e col principe in fin di vita, solo il Senato può guidare il regno... propongo così di nominare subito il Senatore Supremo.”
“La priorità” intervenne Gheorgis “è ora quella di accertarsi della sorte del re. E se egli è davvero prigioniero in una città straniera, allora dobbiamo organizzare un piano per liberarlo.”
“Senatore...” fissandolo Bool “... la vostra demagogia ed il vostro buonismo forse possono darvi vantaggi agli occhi degli stolti, ma dubito possano aiutare davvero il regno... chi si prenderà la responsabilità di mandare un esercito a liberare il re, qualora egli fosse davvero prigioniero? E di quante unità dovrà essere formato? Fino a che punto indebolire le difese del regno? Dimenticate che i ribelli non ci danno tregua. Ecco, dunque vi pregherei di pensare prima di parlare... solo un Senatore Supremo, munito di poteri forti e autorità, potrà decidere cose tanto grandi, dalle quali dipende la salvezza di tutti noi.”
“Io sono fedele a Sua Maestà” replicò Gheorgis “e mi sento prima di tutto un suo leale suddito.”
“E sbagliate, senatore...” disse Bool “... egli si attende da voi che siate prima di tutto un senatore. E dunque che ragioniate per il bene del suo popolo.”
Guisgard
11-02-2014, 16.19.19
La donna della carrozza ascoltò Altea e la guardò in modo sarcastico.
“E' vero...” disse “... mi trovo ad attraversare la foresta di notte. Ma lo sto facendo in questa carrozza ed accompagnata dal mio cocchiere fidato. Poco distante sorge il castello dove dimoro e dunque, in fin dei conti, non è poi tanto strano ciò che sto facendo. Potrei essere uscita per prendere delle erbe o magari sono di ritorno proprio dal borgo di cui parlate, visto che non è molto distante da qui. Voi, invece, sola e senza neanche un cavallo, apparite strana ad avventurarvi di notte in queste lande. Moderate dunque il vostro sarcasmo e ragionate meglio prima di rivolgervi agli altri. A meno che non siate una prostituta in attesa di clienti. E' così forse? Ma mi tocca deludervi se davvero questo è il motivo della vostra presenza qui. Raramente passano uomini da queste parti. E di certo evitano di farlo di notte.”
Ormai la notte stava cedendo il passo al giorno.
L'aurora infatti cominciava a rischiarare il cielo.
Guisgard
11-02-2014, 16.24.27
Al mattino Eilonwy, Aladiah e Coco, accompagnati sempre dal merlo, ripresero il cammino.
Il Cherubino propose di seguire il suono delle campane e poco dopo giunsero in una vasta radura.
Qui sorgeva una grande casa, adibita però a chiesa.
Il campanile sorgeva al di sopra del tetto ed un grosso crocifisso brillava ai riflessi del nuovo giorno.
Sull'ingresso della casa vi era un uomo che indossava un saio.
Era intento ad innaffiare le piante poste davanti al porticato d'accesso.
Poi vide quei visitatori e la salutò con un cenno della mano.
Come sospettavo, il senato avrebbe approfittato della situazione.
"È assurdo.." Dissi, non ci hanno nemmeno detto che pegno richiede quella regina! Come possiamo salvare il re se non sappiamo nemmeno come farlo?".
Feci un passo avanti.
"Senatori, agite come credete, non mi permetterei mai di intromettermi nei vostri affari.. ma è mio dovete ricordarvi che la Guardia Reale agisce esclusivamente nell'interesse della famiglia reale, e non eseguirà alcun ordine che non tratti l'incolumità di Sua Maestà come priorità assoluta... E immagino sia superfluo ricordarvi che non accetterà mai di essere una Guardia Repubblicana.." Aggiunsi, piano "A quanto mi risulta il principe Karel respira ancora..".
Sempre che qualcuno dei vostri non vada a soffocarlo con un cuscino!
Ah, dovevo andare da lui, altro che riposare.
"Considerando la fragilità in cui verte il regno in questo momento signori, con permesso.. Vi lascio alle vostre divergenze, che non mi competono, così potrete parlare liberamente tra voi.. La sicurezza di Sua Altezza è divenuta quanto mai importante, e io devo vegliare su di lui.." Mi inchinai e lasciai la sala.
Tornai così nella stanza di Karel, e mi sedetti accanto al letto.
Quello era il mio posto, e nessuno gli avrebbe fatto del male.
"Ti prego.." Mormorai "apri gli occhi... Ti prego"
Altea
11-02-2014, 17.08.56
Cercai di trattenermi...e risposi con ribattuta.."Peccato..ho trascorso una notte insonne per nulla..sapete sono molto richiesta sul mercato..ecco perchè stasera non ho avuto nessun cliente..nessun uomo osa addentrarsi in questa foresta." In realtà rimasi perplessa e guardavo la donna ma non riuscivo a vedere le sue fattezze...perchè parlava di uomini e non di donne?
Mi voltai verso Oriente..stava albeggiando, alcuni uccelli iniziarono a dare il benvenuto al nuovo giorno.."Scusate l'intrusione allora, milady, il nuovo giorno è arrivato e buon rientro a casa...io devo proseguire per Tylesia..o forse tornare a casa, vicino ad Afravalone..nella campagna vicina alla capitale dove si trova il mio Palazzo".
elisabeth
11-02-2014, 19.56.03
Il Borgomastro così come avrebbe fatto un Maestro salutando la gente e ringraziandola per avergli donato il loro tempo......ognuno prese la via di casa....stava per imbrunire....e pensavo al loro focolare domestico.....alle loro chiacchierate.....ma anche alla strana sparizione del mattino.....Fatto strano fu quello che fummo invitati dal Borgomastro nella sua dimora....era seria la cosa allora.......ero in ansia...in realtà non ero lì per giocare, ma pensavo ai Frati e alla ragazza.....anzi speravo che non ci fossero altre giovani vittime di quello strano incantesimo........non fummo scortesi ed accettammo l'invito...più avremmo saputo e prima avremmo risolto il problema......La casa era un misto di pietra con grandi travi in legno......c'era dell' erica e lavanda appesa alle travi.....l'odore era inconfondibile......sedemmo ad un tavolo in quercia...solido come la voce del suo padrone o forse della persona che lo aveva creato.......e così ci ritrovammo ad ascoltarlo con unta tazza di infuso all'alloro ........lo ascoltai sino a quando ....la parola Tormento ...non fece da sentinella alla mia preoccupazione......il proprietario di quelle ossa la cui tomba era stata profanata...cercava pace tormentando giovani creature.........." Non so cosa pensa in questo momento il mio consorte........ma mi sembra che qualcosa non torna.....questa persona la cui salma non e' piaciuta a qualcuno ...forse e' perchè neanche in vita era molto simpatico.......e poi....perchè si dovrebbe accanire contro giovani creature.....rendendole deboli...svuotate......impossessandosi del loro corpo...eludendo l'anima.........Per L'amore in Cristo......darei sepoltura anche al peggior nemico.......ma voi siete sicuro che questa persona.....stia agendo secondo le regole della Cristianità ?.......perdonate .....ma vorrei capire, vedete molti giovani ritornano al borgo ......impossessati...e questo dopo che sono entrati nel bosco.....voi dite che sia l'anima del Signore a cui dovremmo ritrovare la casa eterna ?.....".....era pazzesco.....non poteva essere......guardai Daizer....ma lui infondo di questa storia non ne sapeva nulla....
Guisgard
12-02-2014, 01.26.34
Clio restò così accanto a Karel.
Il principe sembrava come addormentato e l'unica cosa che facevano pensare alle sue difficili condizioni fisiche erano le bende arrossate dal sangue.
Lei restò vicino al suo letto per un tempo indefinito.
Poi un rumore di passi alle spalle della ragazza la destò.
“Capitano...” disse piano Astin “... perdonate se arrivo a disturbarvi... sono qui da un po' e non avevo avuto il coraggio di farmi vedere... non mi dovete alcuna spiegazione... vi conosco da tempo ormai e... si, voglio dire... e non vi avevo mai vista così... così donna...” sorrise appena “... ed è meraviglioso... sono certo che il nostro principe ce la farà...” annuì “... ma sono qui perchè il Senato ha votato circa la nomina del Senatore Supremo... e la maggioranza ha eletto il senatore Bool... ora sta parlando al popolo radunato davanti al palazzo...”
In quel momento la porta si aprì ed un cortigiano entrò.
“Capitano Clio...” avvicinandosi alla ragazza “... qui fuori c'è vostro padre e chiede di vedervi subito...”
Guisgard
12-02-2014, 01.37.12
“Ah, smettete, vi prego...” disse la donna della carrozza ad Altea “... Tylesia è molto lontana da qui e a piedi impiegherete dei giorni prima di poterla raggiungere... sempre ammesso che non vi facciano del male i briganti o le fiere che abitano queste lande...” scese dalla vettura e fece segno all'avventuriera di salire “... su, salite nella carrozza... verrete con me al castello... non temete, non siamo gente da giudicare gli altri... neanche se sono donne con il vostro lavoro... una volta giunti al maniero magari il mio padrone riuscirà a farvi avere un passaggio verso la città più vicina... su, salite che sono già in ritardo...”
Eilonwy
12-02-2014, 01.48.11
Finito di giocherellare come una fanciullina con i miei poteri e di far nevicare come una Fata dei Ghiacci, vidi in lontananza la casa-chiesa che ci era stata consigliata dalla vecchietta.
Il mio Angelo Custode non aveva tutti i torti: "Va bene..." sentenziai "....seguirò il tuo consiglio Aladiah! Tanto qui ci sono solo alberi e piccole cascate".
Mi avvicinai al frate che ci aveva salutato.
Salutai con un cenno della mano il religioso e dissi: "Buongiorno!!! Pace e bene Padre! Potrei avere, per favore, un' informazione o due da voi?....Questa è la strada giusta per arrivare da una certa Dama del Lagno?".
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Guisgard
12-02-2014, 01.51.18
Daizer ascoltava stupito le parole di Elisabeth, ignorando in gran parte ciò che la maga diceva.
“Signora...” disse il Borgomastro “... non sta certo a noi giudicare l'anima di un defunto... quello che posso dirvi è che gli autori del sacrilegio hanno ben poco di Cristiano... in verità molte altre sepolture sono state violate e dissacrate a causa loro... e in aiuto dell'anima di cui vi parlavo sono giunte molte messe in suo suffragio... e proprio per queste preghiere voi e vostro marito avete trovato quel frammento nel cestino... dunque ora spetta a voi seppellirlo, per dare pace a quell'anima... ovviamente non siete obbligati, ci mancherebbe... ma se rifiuterete questo atto di pietà e carità, non riuscirete mai a scoprire i delittuosi fatti che accadono nel bosco... e il vostro arrivo qui sarà stato totalmente inutile...”
Gli occhi del borgomastro, vivi e penetranti, restarono a lungo in quelli di Elisabeth...
Il Sole era alto ed un leggero raggio sembrava danzare sul volto di Elisabeth.
La donna, così, si svegliò.
Era nel letto di quella stanza che avevano preso alla locanda ed accanto a lei, ormai sveglia, c'era la bambina trovata nel bosco.
Fissava Elisabeth immobile, senza dire nulla.
Dal tinello, invece, si udiva la voce di Daizer che canticchiava mentre si faceva la barba.
La scena in chiesa e poi quella nella casa del Borgomastro erano state dunque solo frutto di un sogno?
Guisgard
12-02-2014, 02.10.38
L'uomo salutò Eilonwy ed i suoi compagni.
“La Dama del Lagno...” disse pensieroso “... ma, in verità, ammesso che esista davvero e non sia solo il frutto di miti e leggende, dubito che sia così semplice trovarla... secondo i bardi che bussano alla mia porta in cerca di un piatto di minestra calda, ella si mostra solo a pochissimi eletti... a quanto raccontano vive da sola in un grande palazzo nascosto sotto le verdi acque del lagno...”
“Cos'è di preciso il lagno?” Chiese Coco.
“E' un misto tra un fiume ed uno stagno.” Spiegò l'uomo. “Attraversa queste lande e sorge nel cuore di questa foresta.”
“E come lo si raggiunge?” Domandò Aladiah.
“Vedete quel sentiero racchiuso da olmi?” Indicò l'uomo. “Seguitelo, senza lasciarlo mai. Alla fine vi troverete nel cuore della foresta.”
Nel frattempo, mentre loro discutevano, il merlo aveva notato, essendo la porta della casa aperta, un quadro raffigurante una donna.
Era giovane e bella.
E colpito da quella figura, l'uccello volò verso Aladiah.
“Cosa vuoi, ora?” Infastidito il Cherubino. “Non vedi che stiamo parlando?”
Ma il merlo insistendo sussurrò qualcosa al suo orecchio:
“Guarda quel quadro...”
Aladiah, allora, si girò verso il quadro.
E nel fissarlo restò stupito.
“Scusate, chi è la donna del quadro?” Rivolgendosi all'uomo.
“E' proprio la Signora del Lagno.” Rispose questi.
Aladiah, inquieto, si voltò verso Eilonwy e Coco.
“Non la riconoscete?” Indicando la donna del quadro. “E' più giovane, ma i tratti sono gli stessi... è la vecchia che abbiamo incontrato stanotte...”
“E' vero!” Esclamò Coco. “E' proprio lei, solo più giovane!”
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Eilonwy
12-02-2014, 02.27.25
Guardai attentamente il quadro. Non c' era ombra di dubbio! Era la signora incontrata la sera prima.....solo molto piu' giovane.
Era bella quasi come Lady Galatea e mia madre.
Probabilmente, la sera prima, aveva messo alla prova la mia volontà, il mio coraggio e la mia bontà. Dovevo andare da lei. Immediatamente!
Guardai benevola il frate e lo ringraziai: "Grazie mille, Padre!!! Seguiremo alla lettera le vostre indicazioni e consigli. Che Dio vi benedica!....Arrivedervi!!!".
Cavalcai piu' forte che potevo attraverso quel sentiero racchiuso da olmi.
Finalmente arrivammo nel cuore della foresta e davanti a noi c' era una via di mezzo tra un fiume ed un laghetto.
Tesi il dito indice al cielo e creai un fuoco d' artificio bianco-azzurro a forma di fiocco di neve. Questo sarebbe servito come segnale della nostra presenza.
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Guardai Astin con gli occhi stretti a fessura, fingendomi offesa, ma sorrisi immediatamente.
"Sì ma non ti ci abituare, eh.." Scherzai, alzandomi per raggiungerlo "E soprattuto non dirlo in giro, ho una reputazione da difendere.." Sorrisi.
Ascoltai attentamente le sue parole.
"Bool? Fantastico, hai saputo del re? Pare sia stato preso prigioniero.." Scossi la testa "La vedo davvero brutta..".
L'arrivo del cortigiano mi interruppe, gli annuii immediatamente.
"Sì certo. Arrivo subito".
Mi voltai verso il mio luogotenente "Resta con lui, so che avrai mille altre cose da fare, ma dalla sua vita dipende il destino del regno, e non è un compito che si può delegare a chiunque.." Annuii "tornerò prima possibile, grazie".
Lasciai così la stanza del principe per raggiungere mio padre.
"Eccomi padre.." Chinando leggermente il capo in segno di rispettoso saluto.
Altea
12-02-2014, 15.39.01
Per un attimo pensai a quella apparizione...alla madre dell'apprendista cavaliere..essa disse nella foresta non tutto è come appare..ovvero vi sono dei misteri.
E poi il pensiero andò all' Abate Nicola...qualcuno mi stava mentendo..queste furono le sue parole.
Guardai il Cielo che si stava del tutto rischiarando...perchè tutto sembrava così difficile, a tutto vi era una scelta, ma questa volta ne andava della mia vita.
Questa donna sembrava scaltra, intelligente e sicura del fatto suo e pure dai modi gentili...ma la gente del Borgo parlava di fatti strani dentro al maniero...e se fosse stata solo loro superstizione o leggenda?
Dalle sue parole capii lei non era la proprietaria..ma ad esserlo era un uomo..lo aveva chiamato.."suo padrone".
Rischiare...ora questa era la parola giusta..non potevo sempre ponderare le mie azioni nella vita..avrei rischiato e se avessi sbagliato..allora avrei pagato con la Vita magari.
"Grazie milady, siete molto gentile" salii sulla carrozza "comunque, sappiate..io non faccio quel tipo di lavoro.." e sorrisi guardandola.."vengo proprio dal Borgo, un villano mi ha lasciato su un sentiero dicendomi di andare dritta per Tylesia e non cambiare mai direzione..così ho fatto ma mi sono trovata qui..e al Borgo non ho avuto un giusto trattamento..che strano sembravano spaventati da qualcosa..o qualcuno e mi osservavano in modo enigmatico" e cercai di carpire qualche espressione nel volto della donna.
http://i57.tinypic.com/9hpcox.jpg
Guisgard
12-02-2014, 19.35.31
“Oh, nel borgo vivono molti superstiziosi ed ignoranti...” disse la donna ad Altea, per poi ordinare al cocchiere di ripartire “... a volte basta qualcuno animato dal desiderio di vivere appartato o in solitudine per attirarsi le paure ed i sospetti di gente simile... ma non bisogna dar retta a sciocchezze del genere... io non potrei mai vivere in quel borgo... e poi voi stessa avete appurato che individui vi abitano laggiù, visto che hanno osato lasciare una donna come voi sola in queste selvagge lande...” la guardò e sorrise “... e comunque non avetene a male se vi ho scambiato per una donna di facili costumi... infondo un po' è un complimento alla vostra bellezza... su, presto saremo al castello e là vi sarà possibile scaldarvi e riposare...”
Guisgard
12-02-2014, 19.40.45
“Ho saputo del principe” disse a Clio suo padre “che è rimasto ferito in quello spregevole attentato. E poi anche delle sorti del nostro re...” scosse il capo, per poi indicare alla ragazza l'uomo che era accanto a lui “... questo è Nestos, uno dei miei nuovi servitori... benchè schiavo egli ha studiato, tanto da poter benissimo essere considerato dotto filosofo ed abile medico... infatti ha saputo curare la mia gotta, a differenza di quanto non abbiano fatto in tanti anni quei ciarlatani dei miei dottori personali...” fece una smorfia con la bocca “... per questo è qui con me... voglio che visiti sua altezza il principe... ho già avuto il permesso del senatore Bool...” e ordinò a Nestos di entrare nella stanza del principe.
Ne uscì dopo circa una mezz'ora.
“Dunque?” Fissandolo il padre di Clio.
“E' grave...” mormorò Nestos “... ma ancora vivo dopotutto... e questo è già tanto, signore...”
“Tu puoi fare qualcosa per lui?” Chiese il vecchio capitano.
“Servirebbe un unguento particolare, signore...”
“Allora preparalo, per Belzebù!”
“Occorre un ingrediente molto raro...”
“Che ingrediente?”
“Un'erba che cresce solo ai confini di questo reame...” spiegò Nestos “... dove sono nato io... ma per andarlo a cercare serve molto tempo...”
Guisgard
12-02-2014, 19.49.22
Eilonwy generò quel prodigio e le verdi acque del lagno per un momento divennero simili alla giada purissima.
Ad un tratto, la ragazza ed i suoi tre compagni di viaggio, cominciarono ad udire una lieve melodia.
Proveniva da una cetra e la stava suonando un musico, tutto assorto dal suo strumento.
“Viveva con i suoi, gente assai onesta
e quel dì corse a cacciar volpi nella foresta.
Allor tra fiori e frutti come zaffiri ramificati
vide una dama e tre uomini superbamente bardati.
Siete la bella Vergine con i tre Santi Arcangeli, lui gridò,
in Nome del Cielo risparmiatemi e mai più io peccherò!
Oh, mio buon fanciullo, non sono certo Maria Vergine io
e né i tre Santi Arcangeli sono costoro, per l'Amor di Dio!
Chi dunque siete voi che m'apparite, mia bianca signora?
Son del Lagno la sua Dama, che lo attraversa in quest'ora.
E questi tre uomini tutti fatti del più lucente ferro che ci sia?
Son cavalieri, ragazzo mio. Campioni di Fede, coraggio e cortesia!
Sono belli, disse il ragazzo, come San Michele al chiaror delle candele.
Vieni allora ogni giorno qui e un dì sarai anche tu cavalier forte e fedele.”
Disse accompagnato dalla musica della sua cetra.
"Quanto tempo? Non rischia di peggiorare nel frattempo?" Chiesi, allarmata "io cavalco molto veloce, posso partire immediatamente, tutto il resto può essere delegato, ma la vita di sua altezza è la priorità assoluta, ed è mio compito proteggerlo prima di ogni altra cosa..".
Mi voltai verso Nestos "ditemi dunque, e vi porterò questo ingrediente!".
Altea
12-02-2014, 19.58.27
Asoltai la donna perplessa...ora avrei saputo dove stava la verità..in fondo era aperta di ideali, sembrava quasi uno spirito libero e indomito, mi colpiva la sicurezza nel suo modo di atteggiarsi e parlare.."Vi ringrazio del complimento milady..raccontatemi, a chi appartiene questo maniero? E potrei sapere il vostro nome?E il Borgo dove sono stata come si chiamava?".
Mentre pronunciavo queste parole sembrava quasi stessimo entrando nel maniero...istintivamente mi feci il segno della croce, toccai quel pendaglio del colore del tramonto a me caro e il rosario.
Guisgard
12-02-2014, 20.06.26
“Non è così facile, milady...” disse Nestos a Clio “... quest'erba cresce in luoghi remoti e selvaggi, nei confini di un reame impenetrabile.”
In quel momento giunse il senatore Bool col suo seguito.
“Ho appena terminato la cerimonia per il mio insediamento come Senatore Supremo...” mormorò “... ma la mia mente era naturalmente presa dalle sorti del principe... ditemi, c'è qualche miglioramento?”
“Nessuno, senatore.” Scuotendo il capo uno dei medici di corte.
All'improvviso arrivò il Capitano della Guardia Ecclesiastica.
“Senatore...” mostrando un inchino a Bool “... purtroppo Sua Maestà non dimora in nessuna corte itinerante e in nessun castello del regno... inoltre negli Archivi Reali non vi è traccia di quel reame e della sua regina... come se i nostri testi, la nostra conoscenza e memoria ignorassero l'esistenza di Gioia Antiqua...”
“Gioia Antiqua?” Ripetè stupito Nestos.
“Si, il fantomatico reame in cui sembra sia prigioniero il re...” annuendo il capitano.
“Ma io lo conosco!” Esclamò Nestos.
“Come sarebbe a dire?” Meravigliato Bool.
“Si, è quello il nome del reame di cui parlavo al capitano e a sua figlia poco fa...” annuendo Nestos “... l'erba per salvare il principe cresce proprio nelle terre su cui ora domina Gioia Antiqua!”
Eilonwy
12-02-2014, 20.07.10
Mi avvicinai al musicista. Non avevo mai sentito una melodia così incantevole e leggera!
Battei le mani e dissi: "Perdonate la mia intromissione Messere, ma la vostra musica è stato qualcosa di meraviglioso!....Siete, per caso, un discepolo di Orfeo o di Apollo? Scommetto che pure gli Angeli e le Muse batterebbero le mani per voi. Io sono la principessa Eilonwy del Regno del Cristallo di Azarath. Questi sono Aladiah, Coco e il Principe Merlo. Voi, invece, come vi chiamate?".
Sorrisi al trovatore.
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Guisgard
12-02-2014, 20.21.24
“E' un borgo tanto insignificante” disse la donna ad Altea “che non ne ricordo nemmeno il nome. Io sono madama Geroa e mi occupo della servitù del castello per conto del mio padrone. Egli è il proprietario del castello ed è anche il signorotto di queste terre. Potrebbe dunque decidere di zittire le dicerie della gente del borgo, visto che sparlano della sua dimora, ma preferisce ignorarli. Ed io non posso dargli torto.”
Giunsero finalmente al castello.
Era una costruzione molto grande ed antica, con un grosso portone a delimitarne l'ingresso, racchiuso da due massicci torrioni.
Il cocchiere scese dalla carrozza e bussò al portone.
Un attimo dopo esso si aprì e la carrozza entrò finalmente nel maniero.
Un vento freddo spirava come un lamento tra le torri e nello scendere dalla carrozza Altea avvertì un forte senso di angoscia.
“Facci strada...” ordinò Geroa al cocchiere.
Questi annuì e precedette le due donne in un vasto androne.
Geroa allora suonò un piccolo campanello e si presentò, pochi istanti dopo, un vecchio domestico.
“Conduci la nostra ospite nella sua stanza.” Fece Geroa indicando Altea.
Il domestico annuì e pregò l'avventuriera di seguirlo.
Sbattei le palpebre per l'incredilità.
"Ci sarà pure un modo per trovare quell'ingrediente!" Guardando Nestos "diteci, cosa sapete di Gioia Antiqua? La regina di quel reame ha parlato di un pegno, ma non ha detto altro.. Voi avete idea di cosa possa essere? Siete l'unica persona che può parlarci di quella terra, Nestos...". Sorrisi.
Guisgard
12-02-2014, 20.28.07
Il musico salutò con un cortese inchino Eilonwy.
“Si vede che siete una principessa, damigella.” Disse sorridendole. “La vostra bellezza non è comune e ragazze come voi nascono per ispirare i versi dei poeti e le gesta dei cavalieri.” Poi salutò con un cenno della mano anche gli altri tre. “Purtroppo non sono discepolo di Apollo. Anche se, in verità, le mie rime sono dettate dalle grandi leggende che dimorano in queste lande. Le compongo per diletto e poi le recito presso le case dei nobili signorotti. Il mio nome è Joel.”
Altea
12-02-2014, 20.37.46
Poteva zittire la gente del borgo..e in che modo?
Ma i miei pensieri furono subito scacciati, eravamo arrivati al maniero, e assieme a Geroa scesi dalla carrozza..improvvisamente un vento freddo lambì il maniero quasi attraversando quelle alte torri..una strana angoscia mi pervase, mi avvolsi nel mantello.
Ci fecero entrare nel maniero, Geroa fece suonare un campanellino e arrivato un servitore mi dissero di seguirlo.
Seguii il domestico sperando mi portasse davvero in una stanza e non certo in una prigione...quel senso di angoscia..lo avevo già provato, quando Tyssen parlò della maledizione sui Taddei.
Mi guardavo attorno, il maniero sembrava tranquillo e ben arredato...dovevo solo sperare nel buon Dio, poi mi rivolsi al servitore..."Scusate, ma io ho viaggiato troppo...dove ci troviamo ora? In che posto?"
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Eilonwy
12-02-2014, 20.46.29
"E' un vero piacere fare la vostra conoscenza!.....Noi siamo qui per essere ricevuti da Isolde, la Dama del Lagno. Dalla vostra canzone deduco che la conoscete bene, anche se per alcuni è solo un personaggio leggendario. Com' è di carattere questa dama?" chiesi per poter essere avvantaggiata alla presenza della Strega Nera.
Speriamo che tutto vada per il meglio!
Ad un tratto sentì come se dietro alla spalla sinistra fosse stato messo un cubetto di ghiaccio. Mi denudai la spalla e vidi, con grande meraviglia, che il fiore blu era diventato verde.
Che strano! Di che cosa voleva avvertirmi?
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Guisgard
13-02-2014, 01.35.34
“Questa terra” disse il vecchio domestico ad Altea “è terra silenziosa, poiché nessuno ama pronunciare il suo nome ad alta voce... e sarà dunque un bene anche per voi non conoscerlo quel nome, milady...” condusse l'avventuriera in una stanza del castello.
Era un ambiente confortevole, arredato con mobili di una certa fattura, in arte povera, con quadri alle pareti che rappresentavano scene pastorali.
All'interno vi era un gradevole profumo di muschio.
“Il pranzo” aggiunse il vecchio “sarà servito fra due ore. Avrete così il tempo per un bagno caldo e per riposarvi. Nel tinello adiacente a questa stanza” indicando una porticina “preparerò ora per voi un bagno profumato. Quando il pranzo sarà servito, nella Sala del Torrione, sentirete un campanellino.”
Preparò così nel tinello la tinozza con acqua calda e sali profumati, per poi andare via.
E solo quando restò sola in quella stanza, Altea si accorse di un ritratto che prima non aveva visto.
Raffigurava un giovane uomo, dai tratti morbidi e bellissimi, con uno sguardo penetrante e l'espressione enigmatica.
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Guisgard
13-02-2014, 01.51.49
Il tatuaggio di Eilonwy mutò all'improvviso.
Era il segno che qualcosa stava per accadere.
“Damigella, vi sbagliate.” Disse Joel alla principessa. “Isolde non è il nome della Dama del Lagno. Ella tiene ben segreto il suo nome e non credo che qualcuno lo conosca davvero. Quanto a Isolde... questo nome è invece molto conosciuto in queste terre... si tratta di una terribile strega i cui poteri sono inimmaginabili... anzi, meglio evitare anche di nominarla, datemi retta...”
“Dai vostri versi” intervenne Aladiah “mi sembra di capire che conosciate varie storie della vita della Dama del Lagno.”
“Tutti i cantori” rispose il musico “di queste terre conoscono fatti ed episodi che riguardano la Dama Verde, ossia come viene chiamata la Dama del Lagno. Ella fu tutrice di un giovane apprendista, rampollo dei nobili Taddei, che poi, grazie a lei è divenuto un formidabile cavaliere. E questa storia recitavo poco fa con le mie rime.”
“Dove si trova adesso questa Dama del Lagno?” Chiese il Cherubino.
“Il suo palazzo” spiegò Joel “potrebbe essere lontano mille miglia, come anche, invece, essere ad passo d'uomo da qui. Se vi sta davvero aspettando allora sarà lei stessa a mostrarsi a voi.”
Eilonwy
13-02-2014, 02.04.23
Mi rivolsi al Principe Merlo: "Ma non mi avevi detto che la Dama del Lagno vista in sogno era Strega Isolde?.....Io pensavo che fossero la stessa persona!...Che Dama del Lagno fosse una specie di nomignolo o una specie di titolo nobiliare degli esseri soprannaturali come lei!....E adesso voi come farete a ritornare umano!?!".
Non ci capivo piu' niente!!!
Mi sentivo così sciocca. Pensavo di aver capito tutto e, invece, non avevo capito proprio niente!
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Guisgard
13-02-2014, 02.13.23
“No...” disse il merlo ad Eilonwy “... la Signora del Lagno è l'esatto opposto di Isolde... lei è una fata buona, mentre quest'ultima una terribile strega. Per questo sono venuto con voi in questo viaggio... voglio trovare la Dama del Lagno e chiederle se vi è un modo per annullare la mia maledizione... e vi consiglio di fare lo stesso anche voi...”
In quel momento arrivò un pesante carro.
Era guidato da un vecchio e sulla paglia che trasportava vi erano diverse giovani fanciulle.
“Dove siete diretto?” Chiese Joel a quel vecchio.
“Conduco queste fanciulle nel bosco” rispose il vecchio “affinchè possano raccogliere fiori ed intrecciarli in ricche corone da offrire poi alla Madonna della Neve.”
“Potete indicarci dove si trova il palazzo della Dama del Lagno, messere?” Domandò Aladiah.
“Non saprei.” Fece il vecchio. “Ma posso darvi un passaggio per raggiungere l'altra sponda del Lagno. Di più non posso fare per voi.”
Guisgard
13-02-2014, 02.22.57
Quadro VI: Gioia Antiqua
“Chi si reca in Averoigne farà bene a munirsi di un bastone di ontano che, se pur debolmente, è efficace contro le magie.”
(Clark Ashton Smith, Racconti)
“Nessuno conosce bene quella città, milady...” disse Nestos a Clio “... poiché a nessuno è permesso entrarci senza il consenso della regina... è una città misteriosa e pericolosa, dalla quale i saggi e i furbi si tengono lontani... il suo popolo è colpito da una strana mania, che li divide in due tipologie di individui... alcuni dicono sempre la verità, mentre altri solo menzogne...”
“Sembra un reame assurdo!” Esclamò il padre di Clio. “Di quelli che si raccontano nelle favole!”
“Forse ti fai troppo suggestionare dalle leggende su quel posto...” rivolgendosi Bool a Nestos.
“Sin da piccoli” fece Nestos “ci hanno parlato in questo modo di Gioia Antiqua... ma vi scongiuro, dimenticate la possibilità di recarvi là... la regina è bellissima ma ama solo l'Arciduca di Capomazda e per voi non avrebbe pietà...” aggiunse poi con i suoi occhi fissi su Clio.
Occhi che sembravano racchiudere una forte inquietudine.
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Eilonwy
13-02-2014, 02.32.52
Risposi al merlo: "Va bene allora sono proprio cerebrolesa!!!.....Infatti mi sembrava strano che una Strega Nera fosse tanto dolce e gentile. Uffa....che figuraccia!!!".
E pensare che moltissime persone mi ritenevano intelligente, astuta e perspicace. Certo che ci voleva poco a sembrare degli stolti!
Diventai rossa dalla vergogna, ma poi vidi arrivare un carro con dentro delle fanciulle trainato da un villico.
"Grazie mille, signore! Vi seguiremo a cavallo!......Arrivedervi Joel! Grazie per le informazioni e per la meravigliosa melodia..... " dissi l' ultima frase arrossendo come un papavero ed abbassando gli occhi per la brutta figura fatta con lui.
Mi sentivo così mortificata. In pratica era come scambiare un' angelo per un diavolo!
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Altea
13-02-2014, 15.54.22
Seguii il servitore fino alla camera, ascoltai le sue parole.."Grazie siete davvero gentile, vi prego di chiamarmi quando il pranzo sarà servito, ho bisogno di riposare".
Egli uscì dopo avermi preparato quel bagno e subito mi spogliai e entrai nell' acqua, lentamente iniziai a rilassarmi ma rimasi immobile a pensare.."Perche mai non si può nominare questo posto..se la dama era gioviale, l'anziano servitore dimostrava le stesse paure della gente del Borgo.Ma dove sono finita? Sembra tutti recitino una parte..e chi recita quella giusta?"
Una Luce e quel tintinnio conosciuto e Lei apparve a me,
la Sacerdotessa dell' Antico Sacro Tempio di Petra..
"I miei saluti, Altea" disse avvicinandosi "sono Shalazam.."
Battè le mani e arrivarono delle ancelle e mi cosparsero di petali di rosa,
di essenze al sandalo, ambra e vaniglia.
Mi trovavo in uno stato di benessere e lei si alzò il velo con mille tintinnii
e il frusciare della seta e organza..era meravigliosa, i capelli neri sciolti, la pelle di ebano e due occhi di smeraldo che spiccavano sul volto.
"Ricordati la frase dell' Abate..ciò che in Cielo è scritto, in Terra avverrà e io non posso infrangere le regole del tuo Credo" sorrise ironicamente, immaginavo si riferisse a ciò che stava accadendo in Terra Santa.
"Ho due fratelli laggiù...James e Trevor..e.." mi zittì.
"Io non sono tenuta a parlare di guerre, nè di dove sei, cosa ti accadrà..io ho solo visto il tuo rifiuto dell' Amore in quel giorno..e so il seguito e leggo la frase del tuo ciondolo, questo è il mio compito..aiutarti ad amare. La tua Fede, la tua purezza e il tuo coraggio ti portino alla meta..qualunque sia..ma ti farò un dono".
Pose sopra i miei vestiti una pietra "Guardala attentamente, e vedrai un segno del tuo futuro innamorato e rimarrà tale per tutta la Vita..dimentica il Passato..guarda avanti, e io stessa gli apparirò in sogno in modo verrà a cercarti, tu devi solo aspettare...meriti di essere tranquilla nonostante la tua indole da avventuriera..e la tua educazione fortemente Cattolica e..da Cavaliere che tuo padre ha voluto infliggerti." scosse la testa "Ma non vedrai le sue fattezze, l' Amore va cercato e scoperto e arriva inaspettato".
Battè le mani e uscì con le ancelle.
Mi destai...era stato un sogno? Presi un asciugamano e andai verso i vestiti e sopra, con sorpresa, vidi un cristallo purissimo e prezioso, mi rivestii in fretta, mi acconciai finalmente bene i capelli e presi il cristallo.
Arrivata in camera, però, mi accorsi di un oggetto a cui prima non avevo fatto caso..era una tela e mi avvicinai..era il ritratto di un ragazzo, ne osservai le fattezze, era bellissimo, elegante e i suoi tratti delicati..rimasi perplessa.
Mi sedetti sul letto, stava proprio di fronte a me, mi inquietava..distolsi lo sguardo e lo posai sul cristallo cercando quel segno di cui parlò la sacerdotessa, ma avvertivo addosso a me lo sguardo penetrante dell'uomo nel ritratto.
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Guisgard
13-02-2014, 17.05.21
Altea fissava quel misterioso ritratto.
Il giovane raffigurato aveva profondi occhi neri e un'espressione corrucciata.
I lunghi capelli neri incorniciavano quel suo volto pallido ed inquieto, con lo sguardo che sembrava vagare lontano, in un punto indefinito oltre l'orizzonte dipinto.
Ma qualcosa, proprio in quel momento, gelò il sangue dell'avventuriera.
Un grido, grottesco e brutale, simile ad un verso d'agonia emesso da una fiera selvaggia, echeggiò nel castello.
Poi solo silenzio.
Irreale, profondo ed assoluto.
Un silenzio rotto, poco dopo, solo dal suono di un campanellino.
Era il segnale che il pranzo stava per essere servito nella sala detta del Torrione.
Non aveva alcun senso tutto quello.
"Che cosa proponete di fare? Abbandonare il re, lasciar morire il principe?" domandai, fissando Nestos "E poi, è stata la regina di quel luogo a dirci di andare da lei per consegnarle il pegno entro tredici giorni, o ucciderà Sua Maestà... dunque perché mandarci un messaggio del genere, se non ci fosse permesso di entrare?" scossi la testa "La vita del re e del principe Karel contano molto più delle nostre, se andassi là con un manipolo di uomini e non dovessimo tornare non sarebbe grave, ma rinunciare in partenza a salvare due membri della famiglia reale è tradimento bello e buono.. Fosse anche l'ade in terra, abbiamo il dovere di tentare.." scossi la testa "Solo, non sappiamo cosa voglia la regina.. se mandassimo un'ambasceria per saperlo non ci riceverebbe? E' assurdo, non ci avrebbe mandato quel nano con la lettera... poteva semplicemente informarci che intendeva uccidere il nostro re..".
Doveva pur esserci un modo, mi rifiutavo di credere il contrario.
"Avete detto che ama l'Arciduca di Capomazda, non è possibile convocarlo e farlo venire con noi? Se ciò che dite è vero, non gli farà del male. Il ducato di Capomazda è pur sempre parte del nostro regno, dunque Sua Maestà è anche il loro re..".
Guisgard
13-02-2014, 17.14.37
Così, in sella ai loro cavalli, Eilonwy ed i suoi compagni seguirono il carro guidato dal vecchio.
Le fanciulle che erano sulla vettura giocavano, motteggiavano e ridevano fra loro.
“Il mio sposo” disse una di quelle “sarà bello e coraggioso. S'innamorerà follemente di me e vivremo solo d'amore.”
“Il mio invece” fece un'altra fanciulla “l'ho veduto stanotte in sogno... era su un cavallo bianco ed indossava un'armatura cromata... io ero stesa sotto un albero e lui veniva a prendermi... non rammento le sue parole esatte, ma so che gli bastarono per convincermi a seguirlo in capo al mondo...”
“Il tuo amato” fissandola un'altra di quelle “sarà dunque un cavaliere?”
“Certo!” Esclamò l'altra. “Perchè un uomo deve saper difendere la propria dama! E nessuno è più forte di un cavaliere!”
“Sciocchezze!” Sentenziò un'altra ragazza. “Un uomo deve saper dire parole d'amore alla sua donna. Per questo il mio sposo sarà un poeta!”
E su questo punto cominciarono a dibattere fra loro.
“Non litigate fra voi.” Cercando di calmarle il vecchio. “Non vi metterete mai d'accordo di questo passo. Domandate allora l'esito della vostra diatriba a quella fanciulla che ci segue a cavallo.” Indicando Eilonwy.
“Diteci...” rivolgendosi una di quelle fanciulle ad Eilonwy “... secondo voi l'amante ideale deve essere un cavaliere oppure un poeta?”
Guisgard
13-02-2014, 17.22.54
Nestos restò pensieroso dopo quelle parole di Clio.
“E' ovvio che la regina voglia qualcosa da noi...” disse poi “... ma non è facile capire cosa esattamente da qui...”
“Potrebbe essere una trappola tutta questa storia?” Chiese Bool.
“Potrebbe...” annuì Nestos “... sicuramente lei ha rapito il re per un motivo preciso... ma il difficile è capire quale...” guardò poi Clio “... la leggenda del suo amore per l'Arciduca di Capomazda è molto antica... risale a diversi anni fa... io ero piccolo e già si raccontava...”
“Dunque” mormorò il padre di Clio “potrebbe riferirsi a qualche duca passato... ma è molto vecchia questa regina?”
“Nessuno fuori da quella città” spiegò Nestos “l'ha mai veduta... non ne ho idea circa la sua età...”
“Allora” disse Gheorgis entrando nella stanza “non ci resta che una cosa da fare... formare un gruppo di cavalieri e recarsi in quella città per riscattare Sua Maestà.”
In quel momento arrivò anche Gufo Scarlatto con alcuni dei suoi.
“Capitate a proposito, messere...” nel vederlo arrivare Bool.
E gli raccontò del rapimento del re e dell'intenzione del Senato di mandare alcuni uomini a riscattarlo.
Ma certo, affidiamo la vita del re a degli uomini che lasciano morire il nostro popolo, che bella pensata.
Era quello che volevano i mercenari, infondo, no? Combattere!
Ora ne avrebbero avuto l'opportunità. E ce li saremmo tolti dai piedi.
Nella lotta ai ribelli erano inutili.
Ma io dovevo pensare a Karel, prima di tutto.
"Mi sembra un'ottima idea.." dissi al senatore, senza degnare d'uno sguardo i mercenari. A loro tutto era permesso, se i miei uomini avessero fatto il minimo sbaglio, avessero anche solo discusso un ordine, il senato li avrebbe puniti severamente. Ma i mercenari no, poveri cari.
Mi voltai poi verso Nestos.
"E per quanto riguarda la pianta che può salvare il principe Karel?" chiesi al medico "Come possiamo identificarla? Ce ne saranno molte, avremo bisogno di un esperto.. ma voi siete sicuro che non ci sia qualcos'altro e soprattutto che faremmo in tempo ad arrivare fino a quel reame e tornare indietro in tempo? Sua Altezza ha bisogno di cure adesso, subito, non può aspettare giorni e giorni!".
Altea
13-02-2014, 17.37.25
Il mio sguardo ritornò dal puro cristallo a quel ritratto...ma sobbalzai improvvisamente..un grido spaventoso..cosa era stato? Mi alzai dal letto..avviandomi verso la porta, chi aveva urlato in quel modo quasi diabolico.
Poi il tintinnio del campanello...calma Altea..calma..cercai di tranquilizzarmi, non potevo presentarmi così.
Poi guardai il cristallo..e vidi incisa una spada e una croce. Quindi? Poi osservai meglio, vi era una immagine indistinta..sembrava un animale..non capivo bene. Forse era il simbolo di un casato..? Un avvertimento? Ovvio..un cavaliere..cristiano, forse e poi? Sbuffai appoggiandolo sul comodino, non avevo avuto nessun indizio..di cavalieri ve ne erano a volontà e pure cattolici e quasi tutti avevano, se nobili, un animale a distinzione del casato nello stemma. Lo posai dunque sul comodino, sconsolata. "Nemmeno la sacerdotessa Shalazad avrebbe fatto qualcosa per me, ero destinata a combattere contro il mondo intero sembrava" pensavo mentre un rivolo scese dal mio diafano volto, ero destinata a una vita sola e triste..e così sia se Dio ha deciso questo.
Era ora di andare a pranzo, per sicurezza presi la spada e la nascosi sotto la gonna, non mi fidavo a girare priva di sicurezza in quel posto e così uscii dalla camera e seguii il rumore del campanellino finchè raggiunsi una sala dove vidi un tavolo imbandito.
Eilonwy
13-02-2014, 19.15.56
Il mio malumore se ne andò via quando sentì le risate e discorsi amorosi di quelle fanciulle di campagna.
E il mio pensiero si rivolse subito a Sir Riccardo. Chissà se era morto? E se fosse stato vivo......avrebbe amato mai una ragazza che ha scambiato una fata per una strega? Ah, adesso basta tormentarti in questo modo! Dopotutto sia Lady Galatea che il Principe Merlo erano stati poco chiari! Infatti Lady Galatea aveva detto:
Pag 72:
“Eilonwy, ascoltami...” disse “... nella biblioteca della cattedrale non troverai nulla riguardo all'incanto che ti affligge. L'unica possibilità di trovare un rimedio è quello di incontrare la Signora del Lagno. Girare invano per Afravalone non ti servirà a nulla. Finirai per restare imprigionata nella maledizione e divenire un personaggio marginale della tua stessa vita. Non ti saranno concesse altre possibilità di poter incontrare la Signora del Lagno. Ti è già stato fatto un gran dono con questa udienza presso di lei. Altro io non ho più da dirti. Ora devo partire. Sono attesa da un importante viaggio che mi terrà lontana da Afravalone per un po'. Decidi tu che ruolo dare alla tua storia. Se da protagonista o effimero.”
Io avevo capito che questa udienza fosse stata messa in moto dal sogno della donna velata.....che il sogno fosse un invito ad andare da lei. E poi, dato che il merlo (il quale era venuto con noi per essere ritrasformato) aveva detto che solo Isolde poteva ritrasformarlo in umano, ovvio che poi ho accomunato le figure delle due donne senza sospettare!!!
Fui destata dalla domanda che mi fecero quelle contadinelle.
Se l' uomo ideale fosse il cavaliere o il poeta.
Risposi sorridente: "Da dove provengo io, sia gli uomini che le donne devono saper fare qualunque cosa!....il cavaliere.....il poeta.....il cuoco.....il cacciatore....il nobile.....il contadino....il pescatore....il filosofo. E come vi ho già detto questo vale anche per le donne! Sia donne che uomini, nel mio regno, vanno in guerra, hanno la stessa educazione e parità di sesso. In tutte le famiglie, dalle piu' misere alle piu' nobili, non c' è un unico capo famiglia, ma due cioè sia il marito che la moglie! Per di piu' un uomo non deve solo difendere la propria famiglia, non deve solo saper scrivere poesie d' amore alla sua amata, ma deve saper amare, e non solo i suoi, i bambini in generale perchè come disse il poeta Dante Alighieri: «TRE COSE CI SONO RIMASTE DEL PARADISO: LE STELLE, I FIORI E I BAMBINI». Spero di aver risposto alla vostra domanda, belle fanciulle!".
Oh amore mio! Ma dov'è sei?
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Guisgard
14-02-2014, 01.45.37
Altea raggiunse così la Sala del Torrione.
Qui vi trovò una tavola magnificamente imbandita, con deliziose pietanze e pregiati vini.
Attorno alla tavola vi erano valletti e damigelle che subito invitarono l'avventuriera a prendere posto.
Poi le servirono il pranzo.
Ma mentre era a tavola, si accorse di qualcosa.
Ad una delle pareti era appeso uno stemma.
E in tutto e per tutto sembrava raffigurare l'immagine che l'avventuriera aveva visto riflessa nel cristallo.
Vi erano infatti una spada con un grifone coronato da una Croce.
In quel momento giunse Geroa.
“Spero che il pranzo sia di vostro gradimento.” Disse ad Altea. “Il padrone” rivolgendosi poi ai valletti e alle damigelle “attende il pranzo. Lo servirete nella sua stanza.”
Loro annuirono ed obbedirono.
Guisgard
14-02-2014, 02.05.22
“Io so riconoscerla, non temete.” Disse Nestos a Clio. “Conosco perfettamente quell'erba. Quanto al tempo... naturalmente prima il principe avrà la sua cura, meglio sarà...”
“Allora” mormorò Bool “il Capitano dovrà acconsentire affinchè il suo medico possa partire con gli uomini diretti a Gioia Antiqua.”
“Naturalmente!” Esclamò il padre di Clio. “Nestos è a vostra disposizione!”
“Non avevo dubbi, Capitano.” Annuendo Bool.
“Un momento...” intervenne Gufo Scarlatto “... vedo che qui si fanno i conti senza l'oste... un conto è combattere qui un branco di ribelli... tutt'altra cosa, invece, è partire per terre sconosciute, contro un nemico la cui forza è ignota...”
“Volete tirarvi indietro?” Fissandolo Bool.
“Non ho detto questo.” Rispose Gufo.
“Dunque?”
“Dico che, ovviamente, il compenso dovrà essere ridiscusso ancora.”
“Naturale.” Fece Bool.
“Inoltre...”
“Cos'altro?” Domandò il Senatore Supremo.
“Voglio avere la possibilità di scegliere fra i miei uomini quelli più adatti.” Disse il mercenario.
“Questo lo vieta qualcuno forse?” Mormorò Bool.
“Uno dei miei” fece Gufo “è fuggito, approfittando della confusione dopo l'attentato all'ippodromo. L'ho comprato ed è mio schiavo. Non può essere uscito dalla città, in quanto i vostri soldati hanno chiuso le porte cittadine. Aiutatemi a ritrovarlo ed io mi unirò alla vostra spedizione per liberare il re.”
“Chi sarebbe questo fuggitivo?” Chiese Bool.
“Il suo nome è Guisgard.” Rispose Gufo.
“Guisgard?” Ripetè Nestos.
“Lo conosci?” Voltandosi verso di lui Bool.
“Si...” annuì Nestos “... era con me al mercato degli schiavi... il Capitano” indicando il padre di Clio “aveva anche cercato di acquistarlo, ma il suo atteggiamento sfrontato fece fallire la trattativa...”
“Ora rammento...” scuotendo il capo il padre di Clio “... quell'irriverente straccione... in tutta sincerità spero sia morto nell'esplosione!”
“Se così fosse” annuì Gufo “allora mi contenterò di vedere il suo cadavere... ma fino ad allora non mi darò per vinto...”
Guisgard
14-02-2014, 02.21.53
Eilonwy finì di spiegare e subito quelle fanciulle cominciarono a parlare tutte insieme.
Le loro voci si accavallavano le une sulle altre, senza però generare confusione.
E sorprendentemente, quelle fanciulle, pur parlando tutte insieme, finirono per pronunciare le medesime parole.
“Un uomo” dissero sorridenti “deve saper amare. Questo lo spingerà alla perfezione e potrà dare tutto ciò che occorre alla sua amata per essere felice. Questo è l'amore.”
Detto ciò, le fanciulle si alzarono tutte insieme e salutarono con un inchino una bambina che era appena apparsa lungo la strada.
“Ritiratevi pure, amiche mie...” fece la piccola battendo le mani “... andate a cogliere i fiori per le corone da offrire alla Vergine della Neve...”
Le fanciulle, così, scesero dal carro e svanirono nella foresta in cerca di fiori.
“Conducevo costoro” mormorò il vecchio cocchiere indicando Eilonwy ed i suoi compagni “presso il vostro palazzo, signora...”
“Lo so.” Annuendo la bambina.
E tra i riflessi delle acque del Lagno si intravidero le mura di un meraviglioso palazzo.
Eilonwy
14-02-2014, 03.33.22
L' Amore conduce alla perfezione. Questo era vero!!! Infatti, forse, io sarei stata piu' completa con Riccardo accanto come mio sposo.
Le fanciulle s' inchinarono a una bambina come se fossero le sue ancelle. Rimasi un po' turbata.
Ma quando sentì le parole del cocchiere alla bambina e vidi un magnifico palazzo tra le acque del Lagno, capì di essere arrivata alla meta del viaggio.
All' improvviso, però, ci fu uno spaventoso e forte terremoto, che fece imbizzarrire Dante. Non riuscivo in alcun modo a tranquillizzarlo e così fui disarcionata.
Battei la testa a terra e tutto si fece buio.
Di fronte a me c' era uno spettacolo apocalittico. Tutto era buio e solo il fuoco delle case e dei luoghi incendiati illuminava quel sinistro scenario.
Nel cielo color pece c' erano nuvole viola e porpora, dalle quali uscivano verdi fulmini. Mi guardai attorno. Ero nella mia distrutta patria natale!
Subito gridai come se ci fosse qualche speranza: "Madreee!!!.....Padreee!!!".
Nessuna risposta.
Feci qualche passo e mi ritrovai nella città di Afravalone. Ma la città della mia madrina e del principe Karel era in fiamme come il mio regno.
No...non poteva essere vero!!!
Mi diressi al palazzo di Lady Galatea. Solo mentre correvo mi accorsi di essere nuda e ferita su tutto il corpo.
Urlai all' interno del suo giardino ormai distrutto: "Lady Galateaaa!!!....Sir Riccaldoooo!!!....Alaaadiah! Cocoo!!!... Dov'è siete finiti tutti!?!".
Mi accasciai a terra e piansi. Non era possibile....nessuno era sopravvissuto! Neanche Aladiah che pensavo che fosse immortale come tutti gli angeli!
Da dietro di me sentì una risata di scherno.
"Che vi succede principessa? Qualcosa non va?" e detto questo la figura rise di nuovo.
La voce e la risata appartenevano allo Stregone Slathnir.
Si avvicinò a me e vidi che sull' occhio che gli avevo cavato portava una benda nera.
"Che c' è? Non rispondete!....Ammirate il Nero Potere dell' Anticristo!" sentenziò trionfante.
Mi prese per le braccia doloranti.
"Lasciami maledetto!.....No....non voglio piu' guardare!....Questo è solo un incubo!....Non succederà mai!" risposi piena di rabbia e di disperazione.
"Questo è il futuro....il vostro futuro....il futuro di questo mondo! I cieli bruceranno, la carne diventerà cibo per vermi e l' astro di Dio tramonterà sul nostro mondo, per non rialzarsi mai piu'!....E tutto ciò accadrà per colpa vostra!".
Nella sua mano fece apparire un fiore blu luminoso come una stella.
Era il Fiore Perduto della Tylesia (quello che raffigurava il mio tatuaggio), l'arma piu' potente in assoluto nascosta dagli angeli e Lady Galatea!
Ma come aveva fatto a prenderlo, se alla mia nascita la mia madrina aveva detto che io ero la Chiave per trovarlo?
"Grazie ancora del vostro prezioso aiuto!" con quella frase rispose alla mia domanda come se mi avesse letto nella mente.
Quindi ero stata io, involontariamente, a condurlo da quel fiore!
"Noooo!!!!!" dissi gridando come se fossi all' Inferno.
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Mi svegliai spaventata e sudata in una stanza di gusto gotico. Le pareti erano alte e di un verde chiaro.
Nascosi il niveo viso tra le ginocchia ed aspettai che arrivasse qualcuno.
Strinsi i denti per trattenermi. Cercai di respirare più piano, di calmarmi.
Come osavano comportarsi in maniera tanto impudente? Perché nessuno interveniva?
Lanciai un'occhiata eloquente a mio padre, una furtiva al capitano della Guardia Ecclesiastica.
Possibile che soltanto io ritenessi inconcepibile un comportamento simile? Dov'erano finiti tutti gli insegnamenti di mio padre, erano solo parole vuote?
Il rispetto, la disciplina, la lealtà erano valori assoluti. Non si poteva continuare a mettere condizioni, non rispettare l'autorità, credersi superiore della legge.
Ma nessuno sembrava scomporsi.
Perché dovevo essere sempre soltanto io a combattere la sfrontatezza e la mancanza di rispetto di quegli uomini?
Anche mio padre aveva paura di loro? Potevo capire Bool, ma l'uomo che mi aveva cresciuta non poteva essere come lui, mi rifiutavo di crederlo.
E il capitano della Guardia Ecclesiastica? Anche lui era un docile agnellino?
Il mio caratteraccio mi avrebbe portato solo guai, lo sapevo bene. Ma quando è troppo è troppo.
Anche se tutti erano contro di me, io non ero pronta a sottomettermi, mai. Forse mio padre non credeva in quello che mi diceva da piccola, ma io si.
"Naturalmente, il nostro principe è in fin di vita, il nostro re sta per essere giustiziato, tranquilli.. abbiamo un sacco di tempo a disposizione, e un sacco di uomini nelle caserme che giocano a dadi perché non hanno nulla da fare..." Mormorai tra i denti.
"Quali sono gli ordini, senatore?" Chiesi, pacifica, alzando lo sguardo su Bool "Io non ho uomini liberi da mettere alla ricerca di uno schiavo fuggitivo, dunque.. Togliamo soldati dai posti di blocco, o dalla sorveglianza, oppure dalle indagini, anzi perché no, dall'assistenza ai feriti?" Sorrisi, gelida "Un momento, ora che mi ci fate pensare, abbiamo in teoria degli uomini armati che non stanno facendo assolutamente nulla, che si sono rifiutati di eseguire gli ordini, sono venuti meno alla parola data, hanno lasciato che la nostra gente morisse sotto i loro occhi senza far nulla, non hanno partecipato alle ricerche, ne alle indagini.. Insomma, sono stati fondamentali nella lotta ai ribelli, nonostante siano qui per questo.. Oh, dimenticavo, sono gli stessi che si sono persi uno schiavo e hanno bisogno di noi per recuperarlo.." Sostenni sguardo di Bool, i miei occhi erano fieri, freddi , implacabili, la voce decisa e sicura, ma comunque rispettosa, il portamento altero, composto, militare.
Se quegli uomini pensavano che fossi una docile fanciulla, si sbagliavano di grosso.
Era ora che cominciassero ad imparare come ci si comporta in un paese civile.
E se a tutti stava bene che si sentissero liberi di fare il bello e il cattivo tempo a casa nostra, io di certo non ero pronta a permetterlo.
"Attendo i vostri ordini, senatore".
Altea
14-02-2014, 15.32.07
Mi sedetti al tavolo imbandito e vicino a me vi erano dei valletti pronti a servirmi ma mi trovavo sola..nessuno era seduto al tavolo con me, dove si trovavano i proprietari del maniero.
Iniziai ad assaggiare della ottima crema di asparagi quando l' occhio, improvvisamente, cadde sullo stemma appeso davanti a me.
Posai il cucchiaio, il cuore iniziò ad accellerare i battiti, era lo stesso disegno inciso nel cristallo e quell'animale che prima non riuscivo a definire era un grifone...ricordavo benissimo si trattasse comunque di un rapace ma indefinito.
Pensai alle parole della sacerdotessa, eppure ella mi disse non mi avrebbe mostrato le fattezze dell'uomo destinato a me e sarebbe lei apparsa a lui in sogno durante la notte...e allora cosa c'entrava questo maniero? Non potevo neppure pensare fosse il ragazzo del ritratto, forse era un segnale da interpretare.
Entrò Geroa e disse ai servitori di portare il pranzo in camera al padrone..altra stranezza, vi erano ospiti e non si presentava a dare il benvenuto.
Alzai le spalle..in questo luogo di cui ignoravo il nome non vi era nulla da stupirsi.
"Milady Geroa" chiesi guardando davanti a me "ho visto questo stemma..è del Casato proprietario del maniero? Devono essere valorosi guerrieri visto hanno scelto un grifone nello stemma, raccontatemi un pò di questo casato, dello stemma e con chi sono imparentati..devono essere persone importanti. Io, ad esempio, vivo vicino Afravalone ma la mia famiglia nobile risiede a Camelot e si dice abbiamo legami di sangue coi reali..infatti vantiamo numerose battaglie vinte".
Attesi la risposta...sempre non fosse un mistero come il luogo dove mi trovavo...ad un tratto una visione davanti a me...ero nella foresta e parlavo con un uomo.
Subito sparì..chi era mai? Guardai Geroa, mi osservava, quel maniero aveva un effetto strano su me.
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Guisgard
14-02-2014, 19.13.28
“Il capitano Clio ha ragione.” Disse Bool a Gufo. “E' impensabile pretendere che dei soldati, in un momento simile, lascino i propri posti per cercare uno dei vostri.”
“E poi” intervenne Gheorgis “non c'è certo bisogno di un battaglione intero per cercarlo. Se si trova ancora in città, allora basteranno i vostri uomini, come giustamente osservato da lady Clio, per trovarlo.”
“I miei uomini” replicò seccato Gufo “non conoscono bene la vostra città. Certo, posso ordinare loro di rivoltare come un guanto ogni abitazione, palazzo o topaia, persino le chiese, ma dopo non so in che stato ritroverete la vostra capitale.”
I suoi risero.
“Dunque” continuò il mercenario “sta a voi decidere se aiutarci a trovarlo o meno.” Guardò Clio. “Anche se, in verità, se io fossi il Capitano della Guardia Reale e conoscessi bene la città, basterei da solo a trovare quel cane. Ma forse la nostra Amazzone” indicando la ragazza ai suoi “è brava solo a comandare i suoi standosene al sicuro, in groppa al suo cavallo bianco, o a vincere i duelli quando i suoi rivali abbassano le armi dandole la vittoria a tavolino.” E rise con loro.
Guisgard
14-02-2014, 19.18.04
“Si...” disse Geroa ad Altea fissando quello stemma “... raffigura il casato del padrone del castello e di queste terre... egli è nobile quanto lo sono i migliori di questa regione... posso dire che mai conobbi uomo più leale, coraggioso e affascinante... si, il suo sangue è blu come pochi altri uomini possono vantare di avere... e la sua nobiltà è pari solo alla sventura che lo ha colpito...” ed il suo sguardo si fece inquieto.
Guardò allora fuori dalla finestra e un velo di tristezza scese nei suoi occhi, insieme all'imbrunire che poco a poco ricopriva quelle terre.
Guisgard
14-02-2014, 19.20.15
Eilonwy si svegliò così in quella gotica stanza.
Era ormai pomeriggio inoltrato e dalle finestre, velate da tende verdi, la luce poco a poco scemava, chiaro segnale dell'incedere del crepuscolo.
Ad un tratto la porta si aprì ed un nano entrò, per poi avvicinarsi al letto.
“Oh, ben svegliata.” Disse sorridendo ad Eilonwy. “Come vi sentite? Avete riposato bene?” Le mostrò un vassoio d'argento, sul quale vi era una bottiglietta con un rosso elisir al suo interno. “Bevete un po' di questo e vi sentirete certamente meglio.” Fece il nano.
Dall'esterno della stanza, intanto, si udiva un costante e dolce rumore, come se dell'acqua scorresse incessantemente intorno a loro.
Portai la mano alla spada.
"Provateci, torcete un solo capello alla popolazione, e nemmeno l'appoggio di tutto il senato vi salverà dai miei uomini, a costo di rimetterci io stessa.. E credo che se oserete violare il suolo sacro di una chiesa, la Guardia Ecclesiastica non starà certo a guardare.. Sono davvero stanca di questo vostro atteggiamento, chi credete di essere per imporre condizioni al senato di questo reame? Vi credete superiore alla legge? Beh, vi assicuro che non è così.. Quanto a me, fate poco il gradasso, io volevo battermi con voi, e vi assicuro che non stareste ridendo in quel modo, siete voi ad esservi nascosto dietro un campione che non ha avuto alcun rispetto per voi.. Ad ogni modo, quando avrete il coraggio di affrontarmi di persona, ne sarò solo lieta.. Non crediate che sia contenta del comportamento del vostro schiavo, visto che mi ha privato della vera vittoria.." Lanciai una rapida occhiata ai senatori, per poi tornare a guardare Gufo "Beh, ma è il prezzo che si paga ad affidarsi a chi è spinto unicamente dal denaro e non ha alcun vincolo di lealtà.. Vi ritenete migliore di me in virtù del vostro corpo, per essere un vero uomo ci vuole ben altro.." Scossi la testa "Voi non sapete nemmeno onorare la parola data, ma che ne sapete voi dell'onore.. Mi credete un'amazzone, ed è qui che sbagliate, io sono un soldato, un ufficiale di questo reame... Non mi aspetto che uno come voi conosca la mitologia antica tanto bene da capire le differenze.." Risi appena "E vi assicuro che se voi foste il Capitano della Guardia Reale, avreste molte cose a cui pensare, e non vi fareste dare ordini da un villano armato qualunque, ma solo dai senatori e dai reali.. Fino a prova contraria, esistono ancora delle gerarchie in questo regno, e voi siete solo un manipolo di mercenari che non fanno che lamentarsi mentre i nostri uomini sgobbano! Vedete di stare al vostro posto!".
Ero davvero esasperata.
Guardai i senatori.
"Ebbene, signori.. Obbediamo? Volete che lasci incustodito sua altezza per setacciare la città alla ricerca di questo schiavo per accontentare questi uomini? Possiamo davvero perdere tempo prezioso, tempo dal quale dipende la vita del principe Karel e quella del re? Abbiano davvero bisogno di loro?" Scossi la testa " Io non capisco.. Siete pronti ad affidare la vita del re a gente tanto irriverente? Hanno minacciato persino di violare i luoghi sacri, da quando gente del genere, che non rispetta nemmeno la sacralità di una chiesa, non solo è tollerata ma addirittura appoggiata?" scossi la testa "Vi prego di spiegarmi, senatori.. perché a me un tale comportamento sembra contrario a tutto ciò per cui combattiamo.. La Guardia Reale e la Guardia Ecclesiastica non sono certo prive di uomini di valore, sono solo oberate di lavoro.. lasciate qui i mercenari, a sbrigare le faccende quotidiane, e mandate una squadra con dei nostri uomini a Gioia Antiqua.. Pensateci, mi sembra un affare, avrete uomini che non vi chiederanno un soldo di più e sono pronti a dare la vita per voi, per Afravalone e per il re.. I mercenari sostituiranno le mansioni di quanti partiranno.. Infondo, non vi hanno giurato fedeltà..".
Tornai a guardare i mercenari per un istante "sempre che fare le sentinelle non sia chiedervi troppo visto il misero salario!".
"Voi che ne pensate, capitano?" Rivolgendomi al comandante della Guardia Ecclesiastica "Credete che questi uomini siano meglio dei vostri? Non credo che vi manchino i guerrieri valorosi..".
Eilonwy
14-02-2014, 19.44.51
Vidi entrare un nano, il quale mi chiese se avessi fatto un buon sonno.
"Non particolarmente, ma grazie della premurosa domanda!.......Che cosa contiene questa boccetta? E dove mi trovo?" chiesi sorridendogli e guardando con timore la bottiglietta.
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Altea
14-02-2014, 21.03.12
Ascoltai le parole di Geroa ma più che altro vidi il suo sguardo triste guardare l'imbrunire che stava scendendo, mi alzai dal tavolo e mi avvicinai a lei.
"Perchè parlate del vostro padrone al passato..avete detto si trova in camera sua, non si sente bene? E avete parlato di una sventura che lo ha colpito..potete fidarvi di me milady, io non ho mire su questa Terra di cui ignoro il nome..anzi avete parlato di una regione..vi chiedo, gentilmente, ho viaggiato a lungo sapete..ho appena svolto un servizio a favore dei Taddei e vorrei tanto tornare a casa...ma mi trovo qui..ma un motivo deve esserci. E dunque ditemi..come si chiama questa regione dove mi trovo, parlatemi di questa sventura che ha colpito il vostro padrone..vi vedo triste Geroa..triste come una donna che abbia perso il suo innamorato..non vi è nulla che possa fare per poter aiutarvi..voi e il vostro padrone e forse pure la gente che qui dimora?"
Guardai fuori dal maniero, ormai la notte stava quasi scendendo come un oscuro mantello sui torrioni del castello.."Il ragazzo del ritratto nella mia camera..è lui il vostro padrone?"
elisabeth
14-02-2014, 21.04.46
La discussione stava diventando strana......sepolture che erano state violate...messe...e il ritrovamento di quell' osso.......quindi a quel punto non c'era altro da fare....il destino ci aveva portato a quella sorta di scelta non scelta...........intanto però incominciai a sentire tepore sulla mia pelle un caldo piacevole ........come i raggi del sole in estate....quando....ancora nelle prime ore del mattino sono tiepidi .......ma sai che diventeranno cocenti......nella mia mente si fece buio ....e mi rigirai nel letto, davanti a me c'era la ragazzina che mi guardava stupita.......ovvio nessuna sillaba dalla sua bocca.....ma mi stava fissando.........il mio udito si svegliò....improvvisamente ed udii la voce di Daizer provenire dall' altra stanza......fischiettava un motivetto da maschietto soddisfatto.......ma io in quel letto che ci facevo, non era possibile, lì dovevano esserci i due Frati.........sorrisi alla ragazza e balzai dal letto..." non ti muovere da qui..."...ma che glielo dicevo a fare...erano due giorni che era lì, aveva fatto la fossa nel materasso.....mi precipitai nell'altra stanza....e vidi Daizer a torso nudo che si radeva......." Ma siete ammattito ?....c'e' una ragazzina di là.....e voi siete qui a torso nudo........" gli lancia la camicia......" Ora.....dovete spiegarmi, come facevo ad essere nel letto se stavamo parlando col Borgomastro.........cosa c'era in quella tazza.....infuso all'alloro e poi ?......a mi avete drogata......il motivo.....? ".......mi piazzai davanti a lui....ero stanca di giochetti che non portavano a nulla...." Avanti Daizer......dobbiamo andare a seppellire l'osso di quel tizio a qui hanno profanato la tomba.......anzi dove lo hai messo ?....."......presi la sua giubba e cominciai a cercare....." Scommetto che lo avete messo nelle tasche del vostro pantalone.....si ne sono certa......e....ma io non sono stupida,avanti...qual'e' il piano ?......".....ero furibonda.....mi aveva riportata a letto .......senza che io potessi fare una scelta.....a me questo non andava.........
Guisgard
17-02-2014, 01.25.54
Gufo, a quelle parole cariche di disprezzo di Clio, guardò la ragazza con uno sguardo freddo, accarezzando appena l'elsa della sua spada.
“Saprei io come domare una puledra scalpitante come te, ragazza...” disse poi con un ghigno “... e non è detto che ciò poi non arrivi a piacerti... hai mai conosciuto un vero uomo? Un uomo vero, sai, sa farsi valere non solo sul campo di battaglia, ma anche di notte in un letto...”
I suoi risero.
“Comandante...” intervenne Bool “... rammentate in presenza di chi siete e del fatto che non vi è permesso mancare di rispetto ad un ufficiale del re.”
“Allora devo lasciarmi insultare così, senza dire e fare nulla?” Sbottò lo Scarlatto.
“Lasciateci un momento, comandante.” Disse Bool al mercenario.
Questi allora, sbuffando, uscì dalla sala insieme ai suoi.
“Decidiamo dunque sul da farsi...” fece Bool “... il parere di lady Clio lo abbiamo ascoltato... voi cosa proponete, capitano?” Rivolgendosi poi al Capitano della Guardia Ecclesiastica.
“Io concordo con lady Clio...” mormorò questi, indicando la ragazza accanto a lui “... formiamo una squadra con i soldati migliori, capitanati da me o dalla stessa lady Clio per andare a trattare con la regina di Gioia Antiqua.”
“Sono d'accordo.” Intervenne Gheorgis.
“E lasciare dunque la capitale ed il reame in balia di quei mercenari?” Obbiettò Bool. “Davvero ritenete che da soli quei soldati di ventura non facciano più danni?”
“Allora cosa proponete?” Gli chiese Gheorgis.
“Di utilizzare i mercenari per andare a trattare la liberazione di Sua Maestà a Gioia Antiqua.” Rispose il Senatore Supremo. “Con al comando, naturalmente, lady Clio o il Capitano della Guardia Ecclesiastica. Così, non solo utilizzeremo la forza dei mercenari, ma eviteremo di lasciarli a difendere da soli il reame.”
“Non accetteranno mai.” Fece Gheorgis.
“Si, invece.” Annuì Bool. “Troveremo quel loro disertore, quello schiavo fuggiasco. Così poi, come detto dallo stesso Gufo Scarlatto, si uniranno ai nostri soldati scelti per raggiungere Gioia Antiqua. Lady Clio, capitano...” fissando i due capitani delle milizie reali e di quelle vescovili “... occupatevi della questione dello schiavo di Gufo Scarlatto... fate setacciare la città e ritrovatelo prima di sera... domattina voglio il manipolo già in partenza per Gioia Antiqua.”
“E' assurdo!” Esclamò Gheorgis. “Perdere tempo per uno schiavo e per dei mercenari che probabilmente ci daranno più noie dei ribelli!”
“Dimenticate, senatore, che ora sono io a governare il reame.” Replicò Bool. “E' deciso. Ritrovate lo schiavo e poi partirete per Gioia Antiqua. Andate, non vi trattengo oltre.”
Guisgard
17-02-2014, 01.31.16
Daizer fissò sorpreso Elisabeth.
Poi sorrise e indossò la camicia.
“Perdonatemi...” disse mostrando un vistoso e sarcastico inchino “... non pensavo di turbarvi senza camicia... beh, cercherò di rammentarlo e per quanto possibile di nascondere il mio fascino virile.” Facendole l'occhiolino. “Ma per il resto non vi comprendo... mi sa che parlate a rovescio... siamo andati in chiesa e poi ritornati qui alla locanda... vi siete stesa un momento accanto alla bambina e subito dopo dormivate come un ghiro... e posso sapere cosa cercate nella mia giubba?”
In quel momento Elisabeth tirò fuori da una delle tasche quel frammento d'ossa.
“Ah, quello...” fissandolo Daizer “... si, l'ho pescato in chiesa, nel cestino delle offerte... sinceramente non so come sia finito là... non vorrei spaventarvi, ma si tratta di un... si, insomma, di un frammento...”
Ma proprio in quel momento la bambina, alzatasi dal letto, li raggiunse.
“Ehi, piccola...” sorridendo il contrabbandiere “... riposato bene?”
“Dobbiamo portare il frammento dove è stata dissacrata la tomba...” mormorò la piccola, rompendo finalmente quell'innaturale silenzio in cui si era chiusa “... dobbiamo andarci subito...”
Guisgard
17-02-2014, 01.38.35
“Il nome di questa terra” disse Geroa ad Altea “non è poi così importante...” sospirò “... è un luogo come ce ne sono tanti, col suo castello ed un borgo ad esso adiacente... ciò che invece differenzia questo luogo da tutti gli altri simili è la sventura che ha colpito il suo blasone... un antico detto recita che quando è virtuoso il principe lo sono poi anche tutti i suoi sudditi... purtroppo ciò qui non trova riscontro...” scosse il capo “... infatti il nuovo padrone di queste terre è un essere solitario ed inquieto, che odia se stesso e tutto il genere umano...” si sedette e sorseggiò un po' di vino, come a cercare la forza per non piangere “... giunse qui qualche tempo fa, insieme ad una donna tanto bella, quanto malvagia, accompagnata da un giovane cavaliere che solo in seguito scoprimmo essere di suo figlio... quella creatura sconfisse il padrone del castello ed impose su di lui una terribile maledizione... da quel momento la creatura divenne il nuovo signore di questo castello... all'antico padrone del maniero è così permesso uscire dalla sua stanza solo di notte...” fissò Altea ed annuì “... si, colui che è ritratto nella vostra stanza è l'antico padrone del castello...”
Guisgard
17-02-2014, 01.47.38
“Questa boccetta” disse il nano ad Eilonwy “contiene un elisir capace di ridestare le forze. Bevetene qualche sorso e vi sentirete subito meglio.” Aggiunse sorridendo. “Questo è il palazzo della Dama del Lago e voi siete sua ospite. Anzi, appena starete meglio, sarò io stesso a condurvi da lei, con mio grande piacere naturalmente.”
Eilonwy
17-02-2014, 10.50.46
Fui sollevata da quelle parole. Finalmente ero al sicuro.
Presi la boccetta e bevvi il suo contenuto, che sapeva d' uva, lamponi e melograno.
Mi sentì subito meglio!
"Ringrazia da parte mia la Dama del Lagno!.....Scusatemi.....potrei, per favore, fare un bel bagno rilassante? Starei ancora meglio se potessi farne uno. Voglio essere al meglio per incontrare la vostra padrona!" dissi con cortesia.
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Altea
17-02-2014, 15.47.51
"Quando è virtuoso il principe lo sono poi anche tutti i suoi sudditi" ...la stessa cosa fu detta dall' Abate Nicola quando parlò dei Taddei.
Riflettei un attimo.."Avete detto una donna..con un figlio giovane ed era un cavaliere? E parlate qualcosa che sembra magia, stregoneria..anche se io non sono molto credente in tutto ciò, ma ebbi occasione di conoscere un giovane apprendista cavaliere in un paese di minatori, presso il suo maestro..parlava di Tylesia, la conosceva bene..poi durante il nostro cammino in un bosco..ero con i miei amici di ventura, apparì questo giovane e poi questa donna..uscì dalle fiamme di un falò, trasformò il figlio in un bellissimo cavaliere. Per fortuna riuscii a scacciarli, non li seguii..la mia Fede fu più forte, magari è la stessa donna".
Presi pure io un pò del vino che stava sorseggiando la donna.."Però la gente del borgo non può stare a guardare senza fare nulla..io ho visto della inettitudine in loro..non ha detto questa donna che si deve fare per eliminare questo sortilegio?Io devo parlare di magia..io che non credo in tutto ciò" scossi il capo perplessa.
Rivolsi a Bool un leggero inchino prima che uscisse.
Il senatore supremo che mi difendeva, era una novità assoluta.
Dovevamo organizzare le ricerche, dovevamo trovare quello schiavo prima possibile.
"Prima di sera.." aveva detto il senatore, già, la sera. Quella stessa sera che doveva legarci per la vita. La sera in cui avrei dovuto intrecciare i miei capelli, raccogliere un fiore e diventare finalmente donna.
E invece, ancora una volta, dovevo organizzare un'operazione militare.
La notte precedente, tra le sue braccia, sembrava lontana, nebulosa, quasi fosse stato un sogno.
"Bene, spero bastino pochi uomini per trovarlo, ma unendo le nostre forze, dovremmo farcela tranquillamente.. naturalmente chi non era presente al duello non può partecipare alle ricerche, non si può trovare un uomo che non si ha mai visto.. ma so che anche alcuni dei vostri uomini c'erano, quindi dovremmo riuscire ad organizzarci.." abbassai per un momento lo sguardo, per poi rialzarlo e cercare quello del capitano della Guardia Ecclesiastica.
"Ho da chiedervi un grande favore, capitano.." iniziai, ma le parole erano come macigni "Guidate voi la spedizione a Gioia Antiqua.. so che toccherebbe a me, contando che la vita del re è in pericolo ma.. avete visto quegli uomini, non mi rispettano, non mi rispetteranno mai.. non importa quanto sia abile con la spada, o nella strategia bellica, per loro resterò sempre e solo una donna.. Non solo non eseguirebbero i miei ordini, rischiando di compromettere l'operazione ma... Io.. non posso viaggiare da sola con loro.. il viaggio è lungo e io non riuscirei a chiudere occhio.. certo, sono abituata a vivere in mezzo agli uomini, e all'inizio la situazione era la stessa, ma i nostri soldati sono uomini d'onore, una volta imparato la lezione, hanno capito che era meglio dimenticarsi che sono una donna.. chi ha fatto l'accademia con me, o c'era nella lunga campagna che ho combattuto prima della Battaglia del Solstizio lo sa bene.. ma questi mercenari sono uomini senza onore e senza dio.." sorrisi, amaramente "voi siete un cattolico, capitano, immagino comprenderete l'importanza che una donna dà alla purezza.. morirei piuttosto che farmi anche solo sfiorare da quei mercenari, o da chiunque altro, del resto.." mormorai sostenendo lo sguardo del capitano "Vi prego di comprendere che la mia non è codardia, ma la mia particolare posizione mi impone di difendere la mia virtù di donna ancor prima del mio onore di soldato.. andate voi a riscattare il re, infondo, uno di noi due doveva rimanere in città, ci sono i ribelli da debellare e il principe da proteggere.." sospirai "è risaputo che la mia parola è legge per me, e resterò in debito con voi finché non mi darete l'opportunità di rendervi il favore..".
Era la prima volta che parlavo in quel modo. Da ragazza era diverso, certo, i primi giorni dell'accademia fingevo di dormire e stavo vigile e attenta con un coltello nascosto sotto il cuscino. E, in effetti, ha funzionato. Una volta conquistato il rispetto degli altri ragazzi non ho più avuto problemi.
Ma stavolta avevo molta più paura del solito. Era come se tutto fosse cambiato.
Normalmente, la morte non mi faceva paura, ero un soldato, infondo, come poteva essere diversamente. In una situazione del genere, se fossero stati troppi per me sola, bastava un colpo di pugnale ben assestato, e tutto sarebbe andato per il meglio.
Ma ora no. Ora volevo stare più attenta. L'idea che lui soffrisse a causa mia era insopportabile. Come potevo uccidermi sapendo che lui avrebbe sofferto? Ma non potevo nemmeno arrendermi, o non sarei mai riuscita a vivere.
La soluzione migliore, quindi, anche se non era affatto da me, era proprio evitare situazioni pericolose come viaggiare sola con dei mercenari irrispettosi.
Non ero più soltanto me stessa, adesso, ero sua. E lo sarei stata sempre, anche se non si fosse mai svegliato.
Matrimonio o no, avevo fatto la mia scelta.
Guisgard
18-02-2014, 01.48.35
“Si, era lei quella donna...” disse Geroa ad Altea “... era quella strega... tanto malvagia, quanto potente...” fissò l'avventuriera “... dovete invece credere alla magia... quella bianca e quella nera... perchè sono una realtà...”
Poi, d'un tratto, nell'aria cominciò a diffondersi una dolce e malinconica melodia.
Come se qualcuno suonasse un organo da qualche parte nel castello.
Geroa allora si avvicinò ad una delle finestre e restò ad ascoltare quella musica.
“E' la sua anima che suona...” mormorò la donna “... solo lui è capace di suonare così... possono avergli tolto tutto, ma la sua anima no... e apparterrà sempre e solo a lui...”
Era buio e su quelle nostalgiche note scivolarono via le ore notturne.
Altea e Geroa, così, restarono ad ascoltare quella musica, quasi senza accorgersi che l'alba si avvicinava.
Poi i primi raggi dell'aurora rischiararono la sala.
“E' giorno...” fece Geroa “... un nuovo giorno...”
Di colpo la musica cessò.
Poi, un momento dopo, un inumano grido si diffuse nel castello.
Un grido bestiale e primordiale, come se fosse nato dall'ardore e dal furore di una belva feroce.
Era lo stesso verso che Altea aveva udito in precedenza.
Guisgard
18-02-2014, 01.55.12
Il nano annuì ad Eilonwy e fece poi preparare un bagno caldo, con essenze e sali dal paradisiaco profumo.
La ragazza, così, poté rilassarsi in quell'acqua limpida e nelle mille bollicine blu che fuoriuscivano da essa.
Il nano attese naturalmente fuori da quella saletta che Eilonwy terminasse il suo bagno.
“Appena finito il vostro bagno” disse il nano dall'altra parte della porta “vi condurrò dalla Signora del Lagno.”
Intanto, dalle finestre, Eilonwy poteva vedere il cielo che pian piano lasciava attenuarsi il suo chiaro e terso azzurro, a favore di un blu cobalto che in un attimo fu testimone del passaggio dal crepuscolo alla sera.
La ragazza allora tornò a mutarsi in una sirena e il caldo abbraccio di quell'acqua profumata la indussero in un tenero sonno.
Era presso un limpido laghetto di montagna, nelle cui acque andavano a posarsi i bagliori ed i riflessi del cielo.
Eilonwy tentò di specchiarsi, ma con sua sorpresa si accorse che non era il suo volto a riflettersi, bensì quello di una donna.
La stessa che aveva visto in sogno quando era nel palazzo di lady Galatea.
“Piccola mia...” sorridendo quella donna “... io conosco il tuo dramma... povera... sei condannata a non poter mai essere donna fino in fondo... lady Galatea non ha potuto nulla contro la maledizione che ti affligge... per questo ti ha inviato dalla Dama del Lagno... ma in realtà solo io posso liberarti dall'incantesimo che ti angoscia... vieni, Eilonwy... vieni da me ed io ti ridarò la libertà...”
Eilonwy si svegliò quando ormai dalle finestre filtrava il primo Sole del mattino.
Era infatti un nuovo giorno ed Eilonwy tornò nella sua forma umana.
Guisgard
18-02-2014, 02.02.48
“Farò tutto ciò che sarà in mio potere” disse il Capitano della Guardia Ecclesiastica a Clio “per esaudire questa vostra richiesta, lady Clio.”
Poi i due gruppi si divisero e uscirono per la città in cerca di Guisgard.
“Capitano...” disse Astin a Clio, mentre con i loro uomini cominciarono la ricerca di quello schiavo “... siete sicura di ciò che avete detto al Capitano della Guardia Ecclesiastica? Voglio dire... noi siamo i soldati di Sua Maestà e toccherebbe a noi proteggere il re... non capisco perchè avete lasciato il compito di riscattare il nostro sovrano alle guardie del vescovo...”
Ma proprio in quel momento udirono qualcuno chiacchierare in un angolo della strada.
“Io sarò un cavaliere un giorno...” un bambino rivolgendosi ad altri ragazzini “... il migliore del regno!”
“E come ci riuscirai, Fraven?” Ridendo quelli che lo ascoltavano. “Non hai neanche una spada!”
“Avrò anche quella!” Esclamò il piccolo.
“E chi ti insegnerà ad usarla?” Prendendolo in giro quelli. “Forse tua madre?”
“No, sciocchi!” Fece lui. “Un cavaliere mi insegnerà!”
“Un cavaliere?” Ripeterono gli altri.
“Si, un vero cavaliere!”
“E perchè mai dovrebbe farlo?”
“Perchè lui stesso mi ha promesso di farlo!”
“E quando ha fatto questa promessa?” Fissandolo gli altri.
“Quando l'ho aiutato a nascondersi!”
“Nascondersi da chi?”
“Da quelli che lo vogliono catturare!” Rivelò il piccolo Favren.
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Altea
18-02-2014, 15.56.33
Rimasi perplessa alle parole di Geroa...chi erano mai quella donna e l'apprendista cavaliere? Perchè mai fare del male a una persona quando questi non aveva fatto nulla.
Ad un tratto una musica dolce e al tempo stesso malinconica si diffuse nell'aria, Geroa mutò leggermente espressione.."Avete ragione...la musica è un arte e solo a pochi eletti è dato di esprimere le proprie emozioni e offrire la propria anima con la musica..come la danza..si dice dove si arrestano le parole è li che inizia a parlare la danza..e così per la musica, egli ora vi sta parlando...è malinconico..è stato tradito dall' Amore che credeva tale e lo ha tradito e punito ingiustamente..e forse è solo, e voi non capite la sua richiesta di aiuto".
Come per magia, il castello sembrò fermarsi a quelle note, Geroa era ferma a pensare e pure io non osavo disturbare o interromperla.
Poi arrivò l' Alba..senza nemmeno ce ne fossimo accorte... era iniziato un nuovo giorno come disse Geroa, ma l' Alba in quel posto portava sventura e subito udii un urlo disumano..quello del giorno prima, mi voltai socchiudendo gli occhi..il maleficio era tornato.
Istintivamente guardai Geroa..."Non ci si deve piangere addosso...cosa pretendete..di lasciarlo cosi per tutta la vita..io ho visto il vostro volto Geroa...ditemi cosa provate per il vostro padrone? Si, è arrivato un nuovo giorno, e in questo nuovo giorno ci organizzeremo per cercare di aiutare il vostro padrone."
Mi sedetti e riflettei bene...."Andrò sola o qualcuno di voi mi accompagnerà, oppure qualcuno del Borgo...prima di arrivare qui ero presso un Abate...si chiama Abate Nicola, io stessa gli portai una missiva dei Taddei...so la strada per tornarci, egli..è un potente esorcista forse può darmi una dritta su cosa fare...se voi non sapete dirmi cosa si debba fare...a un maleficio vi è anche un rimedio..anche se a volte introvabile..." guardai la donna con aria interrogativa.
elisabeth
18-02-2014, 16.29.10
Era anche spiritoso......carino dovevo ammettere ma spiritoso, eppure mi ricordai di avergli detto che non avevo conosciuto nessun uomo nella mia vita.....parlavo alla rovescia..?...cioe' stavo dando di matto....." Intanto togliete dalla vostra faccia quel risolino.......da uomo stolto che avete.....pensavo che dopo quello che vi avevo detto ieri, avreste avuto un pò di gentilezza nei miei riguardi....infondo forse era aspettarsi troppo...." e mentre lui parlava io avevo la mano nella sua tasca.....e toccai qualcosa di duro....ecco...cosa c'era il famoso frammento d'ossa......" Visto.......io non mi sono bevuta il cervello.....questo cose' ........quello che il Borgommastro stava cercando...e che uno a caso...voi naturalmente avete preso.....,e vi ricordo che io...come voi non sono venuta qui a dormire.....abbiamo mandato i Frati dopo la messa a controllare la ragazza.....vorrei sapere perchè dormivo saporitamente nel letto.....e questo potete dirmelo solo voi Daizer.....visto che siete sveglio e pimpante.....".....il rumore di piedi sul legno mi fece voltare era la ragazza......" Finalmente mia cara......hai fame.....?..."......no....non era la fame, ma la sua voce, voce che non avevamo mai udito..........parlava di tomba dissacrata........il Borgomastro...era l'ultima cosa che ci aveva detto, dovevamo riportarlo al suo posto.......la guardai e mi resi conto che forse Daizer aveva ragione.......io parlavo al contrario, e se avessi sognato, aprii la mano e c'era il frammento...lo guardavo........" Daizer...e' questo che ci ha detto il Borgomastro di fare.....questo e' il nostro compito e se non lo facciamo altri fanciulli saranno tormentati.....a te sembrerà strano, ma anch'io ho cercato di capire perchè dovevamo ricomporre cio' che mancava in una tomba dissacrata, anche perchè il Borgomastro mi disse che cene erano altre.....ma alla fine ho sentito più un comando che una scelta nella sua, forse non c'e' poi così tanto tempo.........Forse avete ragione voi...da un certo punto in poi ho solo sognato........"........la ragazzina era in piedi , aveva gli occhi sbarrati e sembrava essere ritornata al suo mutismo.........non volevo vederla così....epure quanti ragazzi ancora avevano la sua espressione terrorizzata............
Guisgard
18-02-2014, 19.52.37
“Io sono da sempre la governante di questo castello.” Disse Geroa ad Altea con tono seccato. “E voi non sapete nulla di questo luogo. Dunque fatemi la cortesia di non esprimere giudizi. Ho allevato sin dalla sua infanzia il padrone e vivo oggi con angoscia il suo dramma...”
In quel momento si udirono dei passi e poi la porta della sala si aprì violentemente.
Ed apparve una figura incappucciata.
“Spero...” balbettò Geroa nel vedere quella figura “... che il pranzo sia di vostro gradimento...”
“Uscite.” Grugnì la figura.
“Non vi occorre altro?” Chiese intimorita la governante.
“Uscite vi ho detto!” Urlò la figura.
E la donna obbedì.
Si sedette allora a tavola e cominciò a fissare Altea, tenendo sempre celato il suo volto sotto quel cappuccio.
“Chi siete voi?” Domandò all'avventuriera con la sua voce grottesca. “E cosa ci fate in casa mia?”
Guisgard
18-02-2014, 19.59.02
“Un momento...” disse confuso Daizer ad Elisabeth “... Borgomastro? Frati? No, bellezza, vi confondete e parecchio!” Esclamò. “Abbiamo sentito la messa e poi siamo tornati qui e subito siete crollata appena toccato il letto! Voi avete sognato!” Poi si voltò a fissare la bambina. “Finalmente ha parlato! Ma cosa sta dicendo? Credo che qui avete entrambe sognato! E tanto direi!”
“Non c'è tempo...” mormorò la bambina “... dobbiamo seppellire il frammento o continueranno a far del male...”
“Seppellire?” Ripetè Daizer. “Seppellire cosa? E dove?” Scosse il capo. “Chi farà ancora del male?”
Ma la bambina tornò a chiudersi in quell'innaturale silenzio.
“Ma cosa diavolo sta succedendo qui?” Rivolgendosi il contrabbandiere ad Elisabeth.
Altea
18-02-2014, 20.01.45
Mi stupii della violenta reazione della donna...era furiosa..perchè non volevano farsi aiutare.
Ad un tratto entrò una figura incappucciata..a celare il volto...e quella voce quasi animalesca...cacciò Geroa e si sedette..era lui...il padrone del maniero..non avevo paura.
"Vorrei saperlo pure io milord cosa faccio qui..poichè la gente del vostro Borgo mi ha quasi mandato qui...io sono lady Altea Mc Gwynn..gentilmente mi ha dato un rifugio milady Geroa, ma non è mia intenzione fermarmi qui..potete gentilmente disponere affinchè qualcuno mi faccia uscire da questa foresta quasi dimenticata da Dio?" parlai tutto di un fiato e mi accorsi la mia voce era adirata.
elisabeth
18-02-2014, 20.13.36
Guardai Daizer e la ragazza.....lui così confuso ....ma solido nella sua figura, lei esile ....ed estranea a tutto quello che la circondava.......avevamo dormito, io forse, ma non lei...lei aveva assistito a qualcosa......" E' probabile che entrambe abbiamo fatto un bel riposino........anche se mi sembra così vero che potrei raccontarvi ogni particolare.........la ragazza dice che dobbiamo riportare ogni cosa al suo posto......le anime le quali tombe vengono dissacrate, non hanno pace.......intimoriscono...vagano....non nel senso maligno del male stesso...ma hanno bisogno di pace, i ragazzi hanno un animo puro e riescono a sentirli....e molto spesso a vederli......ogni pezzo del loro scheletro deve essere ricomposto.........o tutto questo non avrà mai fine e per quanto tutto questo possa sembrarvi assurdo sembra essere la verità......".....mi lavai il volto e lo lavai alla ragazza......le rifeci la treccia.....sembravamo decenti....." La porteremo con noi, e con noi verranno i due Frati...ma l'oste dovra' darci qualche spiegazione......non passò molto che ci trovammo davanti al banco dove l'oste in genere la sera serviva vino e birra......."....Ogni paese.....ogni borgo ha il suo capo.......abbiamo bisogno di parlare col Borgomastro......e' importante.........per noi e per voi...."......avevo tra le mani quelle della ragazza....erano fredde....ma sembravano irrigidirsi.....guardai Daizer e nell'attesa della risposta gli feci notare la cosa..
Eilonwy
18-02-2014, 21.12.14
"Va bene. Grazie mille! Buona notte!" augurai al nano.
Mi addormentai dopo essermi tramutata nella solita mitologica creatura e sognai ancora la Strega Isolde.
Mi svegliai malinconica da quel sogno.
Ancora lei! Possibile che appena chiudevo i miei bruni occhi o sognavo Slathnir o quella maledetta Strega Nera!!!
Secondo lei, la piu' potente delle Fate (la Dama del Lagno) non mi avrebbe mai liberato, dato che la piu' grande Strega Bianca (Lady Galatea) aveva fallito nel tentativo di svincolarmi dal maleficio.
Tutte frottole! La Dama del Lagno c' è l' avrebbe fatta sicuramente. Sennò per quale causa Lady Galatea mi avrebbe fatto fare un viaggio così faticoso?
Mi asciugai con un' ampia tela di lino ed indossai il vestito che la fata mi aveva messo su un manichino.
Era proprio bello!
L’abito era composto da un corpetto in raso turchese e da una ampia gonna a veli rosa e a veli iridescenti azzurro-verdi.
Dopo averlo indossato, mi sistemai la borgogna chioma e completai l' opera con delle cangianti scarpe blu-verdi e un grazioso diadema di farfalle blu.
Finito di prepararmi, aprì la porta della stanza e dissi al nano che ero pronta per essere ricevuta dalla sua padrona.
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Mi voltai di scatto verso Astin.
"Cosa? Ma no.." scossi la testa "Ti sei perso un passaggio.. non saremo né noi né le milizie vescovili a riscattare il re, ma i mercenari.. solo che dovranno essere guidati o da me o dal capitano della Guardia Ecclesiastica, Bool è stato chiaro su questo.. Ecco perché non posso andare io, i mercenari non eseguiranno mai i miei ordini, non posso permettere che il mio orgoglio comprometta l'operazione... senza contare che viaggiare sola con quegli uomini non è il massimo.. è logico che se portassi con me una squadra dei miei non ci sarebbero problemi, ma gli ordini per voi sono di restare qui.. solo io o il capitano lasceremo la città, e preferirei non essere costretta a farlo io.. Avevo proposto di poter guidare una squadra composta da soldati della Guardia Reale e di quella Ecclesiastica al posto dei mercenari, e anche il capitano era d'accordo, ma Bool ha rifiutato, e ha deciso di impiegare i mercenari e non noi... comunque, pensavo mandare uno di voi per supportare il capitano.. se ci tieni puoi andare tu stesso, potresti guadagnarti una promozione.. Anche se non so come farò qui senza di te..." sorrisi "No, in realtà volevo mandare un paio di uomini per accompagnare Nestos, il medico, in modo che possano dividersi, e una volta trovata la pianta tornino indietro senza aspettare la fine delle operazioni, così il principe potrà avere la sua medicina prima possibile.. comunque, io non posso lasciare la città, nessuno a parte me è informato riguardo le operazioni contro i ribelli.. inoltre, mi è stata affidata la vita del principe Karel da tutto il senato, non posso lasciarlo incustodito.. come ho già detto, i ribelli potrebbero essere ovunque, anche nella servitù del Palazzo Reale.. quindi, come vedi, io devo restare... E' più chiaro adesso?".
Ma proprio in quel momento udirono qualcuno chiacchierare in un angolo della strada.
“Io sarò un cavaliere un giorno...” un bambino rivolgendosi ad altri ragazzini “... il migliore del regno!”
“E come ci riuscirai, Fraven?” Ridendo quelli che lo ascoltavano. “Non hai neanche una spada!”
“Avrò anche quella!” Esclamò il piccolo.
“E chi ti insegnerà ad usarla?” Prendendolo in giro quelli. “Forse tua madre?”
“No, sciocchi!” Fece lui. “Un cavaliere mi insegnerà!”
“Un cavaliere?” Ripeterono gli altri.
“Si, un vero cavaliere!”
“E perchè mai dovrebbe farlo?”
“Perchè lui stesso mi ha promesso di farlo!”
“E quando ha fatto questa promessa?” Fissandolo gli altri.
“Quando l'ho aiutato a nascondersi!”
“Nascondersi da chi?”
“Da quelli che lo vogliono catturare!” Rivelò il piccolo Favren.
Chiusi gli occhi per un momento, inspirando profondamente.
"Un bambino.. non posso certo mettere sotto torchio un bambino, dannazione!" scossi la testa.
"Sorvegliate ogni uscita, che non possa scappare, ma con discrezione, non voglio certo che si dica in giro che la Guardia Reale se la prende con un bambino... accidenti ai mercenari, quanto mai sono arrivati in città a complicarci la vita.." sospirai.
"Io vado a parlarci.. vediamo se riesco a convincerlo a dirci dov'è, anche se ne dubito..." dissi piano ai miei.
Iniziai così ad avvicinarmi ai ragazzini, come non mi mancava quell'età. I ragazzi non mi facevano giocare con loro perché ero una femmina, le ragazze facevano giochi di cui non capivo il senso. Poco male, me ne stavo da sola ad immaginare avventure mozzafiato, regni da salvare, mostri da uccidere, epiche battaglie, duelli. Mostri a parte, avevo realizzato i miei sogni di bambina. Sperai che anche quel bambino potesse realizzare il suo, per quanto difficile fosse.
Cavalieri di umili origini erano molto rari ormai ad Afravalone.
Sorrisi.
Già, perché invece era pieno zeppo di donne armate cavaliere, giusto? Risi appena.
Forse avevo meno possibilità io alla nascita di riuscire a realizzare quel sogno che non quel bambino.
Eppure io ce l'avevo fatta, con dedizione assoluta e sacrificio, ma ce l'avevo fatta.
Ero ormai davanti ai ragazzini.
Li squadrai con un sorriso benevolo.
"E così vuoi diventare un cavaliere eh..." rivolgendomi al bambino che aveva parlato "Allora sono nel posto giusto.. Lo sai cosa giura un cavaliere quando viene armato solennemente? Di difendere gli inermi, le vedove, gli orfani, di comportarsi sempre lealmente, con coraggio e fedeltà verso il proprio re.. e, soprattutto, di non mentire mai... la parola di un cavaliere è legge, non può essere menzognera.. è questo che differenzia un cavaliere da un guerriero qualunque.." sorrisi "Ma non sono venuta fin qui per dirti questo.. ti auguro di pronunciare un giorno quel giuramento solenne, perché la tua vita da allora non sarà più la stessa... sono il Capitano della Guardia Reale, e ho bisogno del tuo aiuto, Fraven... il nostro re è stato rapito, ed è tenuto prigioniero in un reame lontano.. domattina un manipolo partirà per cercare di salvarlo.. ma non può partire senza Guisgard.. è fondamentale che lui ci sia.. se non riusciamo a trovarlo entro stasera, i Gufi Scarlatti si rifiuteranno di partire, e non riusciremo a salvare il re.." guardai il bambino negli occhi "Puoi aiutarmi a salvare il regno, Fraven? La vita del re non ha prezzo.. aiutaci a salvarlo, e la corona stessa ti sarà riconoscente... e quindi immagino che ti concederà volentieri la dispensa regia per diventare cavaliere..." sorrisi "E se Guisgard è un vero cavaliere, come credo che sia, non se ne starà rintanato mentre il regno ha bisogno di lui.. non credi?".
Guisgard
19-02-2014, 01.33.20
Il locandiere, intento a pulire alcuni bicchieri utilizzati dai clienti la sera prima, fissò Elisabeth e poi la bambina che la maga aveva con sé.
Ormai il Sole era sorto sul villaggio.
“Vogliate scusarmi, ma è tardi...” disse il locandiere, per poi andare verso le cucine.
“E' tardi?” Ripetè Daizer. “Forse dovrebbe dire che è presto, visto che il Sole è completamente sorto!”
Da poco infatti era passata l'alba.
Passarono allora diversi minuti, senza che però il locandiere tornasse.
“Al diavolo!” Esclamò il contrabbandiere, visibilmente seccato. “Ora vado a prenderlo io!” E si diresse verso la cucina.
Ritornò dopo alcuni istanti.
“Ehi, ma non c'è più nessuno lì dentro...” rivolgendosi ad Elisabeth “... la locanda sembra completamente vuota...” corse allora fuori dalla locanda “... le strade sono deserte... di nuovo questo villaggio sembra essersi svuotato di colpo...”
In quel momento arrivarono i due monaci.
“Dove eravate?” Chiese loro Daizer.
“In chiesa...” rispose Fra' Severius “... ma era vuota... non c'era neanche il sacerdote...”
“Ed anche venendo verso la locanda” spiegò Fra' Favelius “non abbiamo visto nessuno in strada...”
“Non so cosa accada in questo posto” mormorò Daizer “ma il villaggio sembra svuotarsi misteriosamente di giorno...”
Guisgard
19-02-2014, 01.42.40
A quelle parole di Altea, per tutta risposta, la misteriosa figura incappucciata cominciò a mangiare ciò che c'era in tavola.
Il volto era sempre celato dal cappuccio, ma mangiava con avidità, con voracità, emettendo rumori di cattivissimo gusto.
Si cibava usando unicamente le mani, coperte da bellissimi guanti di cinghiale che in breve divennero unti e sozzi.
L'ingordigia con cui si sfamava faceva sì che pezzi di cibo scivolassero dalla bocca, cadendo sulla tavola e sul suo vestito.
Anche nel bere vino quella figura offriva un pessimo e nauseabondo spettacolo.
“Voi...” disse alzando gli occhi su Altea “... non mangiate?” Con un tono grottesco. “Forse il cibo non è di vostro gradimento?” Si pulì la bocca con la manica del suo vestito. “Comunque non lascerete il castello per ora... vi resterete fino al prossimo primo Venerdì del mese... in qualità di mia ospite, s'intende...” e riprese a mangiare.
Guisgard
19-02-2014, 02.03.57
Il nano condusse così Eilonwy in una vasta sala, fatta di marmi policromi, che richiamavano bagliori e riflessi di grande splendore.
Inoltre quell'ambiente era arredato con i mobili più belli, degni di una reggia.
Di solido e lucente ebano, apparivano impreziositi con intarsi d'oro e d'avorio.
Lampade tempestate di pietre preziose ardevano accanto ad un cammino al cui interno aveva da poco smesso di bruciare un robusto pezzo di legno.
Alle pareti poi vi erano quadri che raffiguravano scene di caccia, pastorali e bucoliche.
E proprio accanto al camino, addormentata su di un seggio foderato di velluto e ciniglia, vi era una bambina.
La stessa che Eilonwy aveva visto nella foresta.
Il nano allora mostrò un lieve inchino ed uscì.
La bambina, lesta, aprì gli occhi e vedendo la ragazza subito la salutò con un luminoso sorriso.
“Salute a te, amica mia...” disse ad Eilonwy “... sono felice di vederti qui... dimmi, vuoi giocare un po' con me stamani?”
Guisgard
19-02-2014, 02.11.18
Fraven restò a fissare Clio negli occhi.
“Non fidarti di lei, Fraven...” una ragazzina che era con lui “... forse anche loro voglio catturare il tuo amico cavaliere...”
Il bambino continuò a guardare lo sguardo di Clio.
Poi i suoi occhi scesero sulla corazza e sulla spada della ragazza.
“Siete un cavaliere anche voi, vero?” Chiese al Capitano della Guardia del Re. “Si, lo siete... quelli che lo cercavano erano diversi... avevano le armi, ma non erano cavalieri...” si voltò allora verso la ragazzina che era con lui “... non temere, Nydia... non credo siano cattivi...” tornò a fissare Clio “... un cavaliere non mente mai...” mormorò “... mi fiderò di voi...” e fece cenno di seguirlo.
Fraven, così, condusse Clio ed i suoi in un luogo che conoscevano bene.
La casa di piacere dove molti soldati andavano a svagarsi.
Il bambino li portò poi sul retro, dove c'era un'entrata di servizio adoperata da clienti che non amavano dare nell'occhio.
“Io non posso entrare qui...” fece il piccolo “... mia madre non vuole... però da questa entrata vi ritroverete all'interno della casa, dove si trova sir Guisgard...”
Eilonwy
19-02-2014, 02.17.43
Attraversai con il nano le preziose e luminose stanze di quella paradisiaca reggia.
Quando arrivammo davanti a una stanza, il piccolo uomo mi fece entrare al suo interno. Qui, vidi una bambina che stava dormendo, ma che si destò subito quando il servo se ne andò.
Subito mi sorrise e mi invitò a giocare con lei.
Era una bambina bellissima dalla carnagione rosea. I suoi dorati capelli erano stati acconciati in una crocchia. Il suo capo era impreziosito da un diadema di lucenti perle. La cosa, però, che mi colpì di piu' furono i suoi grandi e dolci occhi blu.
"Certo! A che giochiamo?....La scelta è vostra Madamigella!" enunciai sorridente.
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Guisgard
19-02-2014, 02.24.57
La bambina sorrise subito ad Eilonwy e raggiante scese da quel suo grande seggio.
“Giochiamo” disse “a due principesse... io sono quella del Sud e tu sei quella del Nord... siamo amiche sin dall'infanzia ma qualcuno ora ci impedisce di rivederci... infatti una terribile maledizione è stata imposta su di noi... di giorno io sono un gatto e posso tornare di nuovo me stessa solo di notte... quando però tu sei costretta a divenire una sirena... così, che sia giorno o che sia notte, a noi è impedito di stare insieme come un tempo... e scopo del gioco e trovare qualcuno capace di liberarci da questo malvagio incantamento...”
Eilonwy
19-02-2014, 02.37.56
Ascoltai con attenzione le parole della fanciullina e poi parlai: "Veramente un bel gioco!....Allora corriamo per il castello in cerca che qualcuno ci aiuti. Vi va Principessa del Sud?".
Detto questo le presi dolcemente la manina e, senza strattonarla, incominciai lentamente a correre.
Mi sembrava di ritornare bambina!
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COLONNA SONORA:
http://www.youtube.com/watch?v=CHz-H1gtf5Y
Per poco non scoppiai a ridere.
"Beh.." dissi rivolta ai miei, una volta capito dove ci stava portando "Vuoi dire che i mercenari sono stati così presi dalle ricerche da dimenticarsi di controllare il loro luogo preferito? Non conosceranno la città, ma sono certa che qui sono già di casa.. che razza di imbecilli!".
"Hai una madre molto saggia, Fraven.." sorrisi, voltandomi poi verso il bambino.
Anche se non so per quanto riuscirà a tenerti lontano da lì..
"Ascolta, sono certa che la promessa di Guisgard è sincera, ma domani dovrà partire con la spedizione per riscattare il re, e non potrà insegnarti a tirare di spada..".
Mi voltai verso il ragazzino, e mi tolsi da sotto la corazza una semplice collana, un laccio di cuoio a cui era appesa un aquila di metallo.
La misi al collo di Fraven.
"Non è preziosa, venderla non ti frutterà che pochi soldi, e non è un regalo.. vedi, c'è il mio nome inciso sul retro.. un giorno potrai averne una tua, ma bisogna guadagnarsela.. vicino alla chiesa di San Michele c'è un fornaio, e accanto a questo un palazzo con il portone di ferro battuto nero, lì abita Forterios, è il miglior maestro d'armi del regno, mi ha insegnato quasi tutto quello che so.. Dì che ti manda Clio e consegnagli la mia aquila, ti addestrerà alla perfezione, mi occuperò io di tutto il resto.. se lo ascolterai e seguirai i suoi insegnamenti, un giorno diventerai un cavaliere.." sorrisi "Bada che non è una strada facile, ci vuole dedizione, impegno, sacrifici.. ma ne vale la pena.." indicai l'aquila con un cenno della mano "Ho sudato anni per meritarmi quella medaglietta, Fraven, e non me ne sono mai separata... Ma tu ti sei fidato di me, e io voglio fare altrettanto.. non sono molte le persone che vedono realizzati i sogni dell'infanzia.. Buona fortuna".
Mi voltai verso i miei.
"Non possiamo fare irruzione, dovremo agire con la massima discrezione.. dei soldati armati potrebbero scatenare il panico non solo trai i clienti, ma anche tra le ragazze.. quindi, diciamo che avete avuto una giornata pesante, cosa anche abbastanza vera, e il vostro turno è finito, non siete qui in servizio.. non vi siete cambiati perché... che ne so, non avete avuto tempo né voglia, volevate sfruttare il fascino dell'uniforme.." risi "chiaro? non possiamo permetterci uno scandalo, non mi interessa chi incontrate.. ma, mi raccomando, non fatevi distrarre.. quanto a me, vi ho accompagnato perché devo accertarmi che i mercenari non stiano trattando male le ragazze.. tutto chiaro? Forza, andiamo..".
Così, entrammo dal retro nella casa di piacere senza fare minaccioso, alla ricerca dello schiavo fuggiasco.
Altea
19-02-2014, 16.29.13
Guardavo lo spettacolo che mi si presentava davanti...certo non era proprio un pranzo romantico.
Mi voltai e cercai di farmi forza, misi della minestra sul piatto e lentamente iniziai a mangiare...guardavo il piatto ma sentivo il suo sguardo su di me, sotto quel cappuccio e ascoltavo in silenzio le sue parole quando iniziai a prendere la parola..."Vi faccio i miei complimenti milord, qui vengono serviti ottimi pranzi, ho già avuto occasione di assaggiare la cena..sono solo un pò stanca.." e mi voltai a guardare la figura incappucciata mentre continuava a mangiare in modo disgustoso.."...sono due notti che non dormo, la prima per averla trascorsa sola nella foresta e stanotte..sono stata rapita dalla musica di un organo davvero toccante, colui che la suonava deve avere un grande animo".
Egli pose delle condizioni...non potevo lasciare il maniero..anzi solo quando voleva lui e sorrisi leggermente versandomi del vino e assaggiandolo.."Vi sono forse delle usanze milord nel vostro maniero o in questo Borgo? Io ho viaggiato in molti posti stranieri e ho sempre rispettato le usanze dei luoghi..quindi perchè dovrei andarmene il primo venerdi del mese..e quando accadrebbe ciò?" e finsi indifferenza..se pensava di costringermi a stare rinchiusa in quel maniero desolato e credeva fossi una ragazza sprovveduta mi sarei di certo fatta valere.
elisabeth
19-02-2014, 18.50.08
Il locandiere ,sembrava indifferente alla nostra domanda.......era il famoso giorno che finiva...no per me quel giorno iniziava e iniziava per tutti...era finita la notte....Daizer ebbe un moto di nervosismo e seguii l'Oste sul retro......tornando mi disse cose che io sapevo di conoscere nel retro c'era il nulla......." Daizer...quando mi addormentai la prima volta ero fredda ....ero gelida le mani di questa ragazza sono gelide.....c'e' il sole...ma c'e' freddo........questa e' morte...." Uscimmo ed incontrammo ii due Frati....eravamo soli....non c'era nessuno in quel paese......era successo il pomeriggio prima...quasi all'imbrunire....eravamo entrati in Chiesa che non c'era nessuno..." Noi siamo arrivati in Chiesa che il paese era vuoto......e improvvisamente quando era buio la Chiesa si e' riempita....e' arrivato il Prete e tutto il resto.........Quindi questo paese e' un paese di anime, hanno bisogno di tornare a vivere forse alla pace non ho idea, mi sento confusa.......L'osso che tu hai trovato...bisogna portarlo al suo posto...il problema e' che il Borgomastro non mi ha detto dove si trova la tomba dissacrata......ma all'imbrunire..ogni cosa ritornerà in vita.....e potremo saperlo....."...incominciavo ad avere freddo.....
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Guisgard
19-02-2014, 20.36.59
Così, mano nella mano, Eilonwy e quella bambina cominciarono a correre per i lunghi corridoi di quel palazzo, fino a raggiungere un meraviglioso giardino.
Era fatto da vari canali, tutti attraversati da acqua purissima e trasparente dai riflessi di giada, che scorrevano tra cespugli fioriti.
Di tanto in tanto, tra le rose, i tulipani, le orchidee ed i loti, magnifiche fontane, di puro marmo di svariati colori, sorgevano liberando guizzanti getti che generavano, scivolando in acqua, quasi una magica melodia.
Piccole cascate, poi, scorrevano tutt'intorno a quel giardino, fuoriuscendo da rocce muschiate, come se fossero sorgenti naturali.
La bambina, ad un tratto, raggiunse una delle statue che abbellivano quel luogo.
“Salute a voi, cara ninfa...” disse rivolgendosi a quella “... come possiamo io e la mia amica” indicando Eilonwy accanto a lei “liberarci della maledizione che ci affligge?”
“Chi ha imposto su di voi tale sortilegio?” Chiese la statua, dopo essersi incredibilmente animata davanti a loro.
“La malvagia strega Isolde.” Rispose la bambina.
“Allora dovete trovarla e costringerla a togliervi l'incanto.” Sentenziò la statua, per poi tornare immobile nella sua marmorea bellezza.
Guisgard
19-02-2014, 20.45.08
La figura incappucciata per attimo smise di mangiare ed alzò ancora una volta i suoi occhi su Altea.
Erano occhi enigmatici, che sembravano celare un abisso senza fine.
“Il Venerdì” disse dopo aver bevuto altro vino “è un giorno particolare... quello della Passione di Cristo... è dunque il giorno del dolore e siccome in questo castello vi è solo dolore, le sue porte si apriranno soltanto il prossimo Venerdì...” si alzò e si avvicinò ad una delle finestre “... non pensate a quella musica udita stanotte... colui che la suonava è molto diverso da come potete immaginarlo... è un uomo malvagio, falso... tanto dolci sono le sue note, quanto indegni i suoi pensieri... anzi, di notte chiudetevi a chiave nella vostra stanza ed evitate di passeggiare per il castello... non voglio essere responsabile della vostra incolumità.”
Guisgard
19-02-2014, 20.49.46
“Un momento, Elisabeth...” disse confuso Daizer “... state forse dicendo che in questo villaggio sono tutti morti? Morti che camminano per questi posti solo di notte?” Scosse il capo, cercando di trattenere una risata di frustrazione. “No, qui stiamo dando i numeri... e sia...” cercando di restare calmo “... io sono un uomo razionale e qui mi sembra si vogliano dare spiegazioni che con la ragione c'entrano poco... perciò adesso ci rilassiamo tutti e aspettiamo che la gente di questo villaggio si faccia vedere di nuovo...”
“Dobbiamo restare calmi” fece Fra' Severius “e non farci cogliere dalla disperazione...” guardò Elisabeth “... io non so cosa nasconda davvero questo luogo, ma non è difficile capire che vi è un qualche mistero che si annida qui... proponete di attendere la notte?” Guardò Fra' Favelius. “Per quanto folle sia la cosa, penso che forse ci convenga fare come dici Elisabeth...”
“Andiamo...” mormorò Daizer “... ma davvero credete che qui ci siano solo fantasmi?”
Un vento freddo si alzò e la bambina restò a guardare tutti loro.
Guisgard
19-02-2014, 20.52.54
Fraven fissò quel dono di Clio, per poi stringerlo fra le mani.
“Grazie, signora...” disse con gli occhi carichi di felicità “... grazie... vi prometto che un giorno sarò un grande cavaliere...” e abbracciò la ragazza.
Andati via i ragazzini, Clio ed i suoi, allora, entrarono nella casa di piacere.
Naturalmente lo spettacolo offerto da quel luogo affascinò non poco i suoi soldati.
Ragazze con abiti audaci, succinti, essenziali, camminavano liberamente per i corridoi con le pareti foderate di velluto rosso.
Mettevano in mostra i loro bellissimi corpi, coperti a stento da pochi veli, come mercanzia pregiata per i clienti che attendevano di poter scegliere.
Un leggera e sensuale musica di sottofondo accompagnava quei momenti così carichi di sensuale attesa.
“Immagino” all'improvviso una voce alle loro spalle “voi non siate qui per le mie ragazze...” era madama Layl, la padrona di quel luogo “... a meno che” aggiunse sorridendo “il nostro bel capitano non abbia deciso di essere uomo a tutti gli effetti.” E rise fissando Clio.
Altea
19-02-2014, 20.54.18
Rimasi sorpresa..mi chiesi se egli avesse pure due personalità...o odiasse la parte vera di se stesso...come poteva dire ciò se di notte egli tornava a sembianza umana..."Vi ringrazio per il consiglio milord, farò del mio meglio..la porta della mia camera rimarrà sbarrata, ma chi è colui di cui parlate in modo così malvagio..e voi...voi come vi ritenete?" mi alzai dalla sedia e mi avvicinai ma non tanto a lui guardando fuori dalla finestra..."Laggiù vi è un mondo che aspetta...e io voglio tanto raggiungerlo..ma a quanto sembra voi pure non siete clemente con me..mi fate vivere...il vostro stesso dolore...ma io non ne sono vittima...è ingiusto da parte vostra milord..io devo raggiungere Tylesia..io non sono nessuno per voi".
elisabeth
19-02-2014, 21.04.07
La razionalità.....cosa poteva voler dire quella parola in quel momento ?.....Voleva dire soltanto.......Fatemi Credere.....mi guardai attorno, era tutto immobile, non c'era profumo....di piante spezziate....di cibi ....il vociare tra le strade...di bimbi irrequieti.....di mercanti ...non c'era nulla..." Daizer....comprendo quello che provate, come si fa a conoscere la parte che divide la vita dalla morte, diventa irrazionale....La morte e' il lato oscuro e' la notte e' la nera Signora....che cammina calpestando l'umido della terra...dove seppelliamo i nostri morti.....la Vita....i Sole ..caldo....che fa crescere il grano.....che risveglia le nostre giornate....eppure Daizer.......c'e' freddo, ho il gelo nelle vene, eppure stamane sono stata svegliata dal bacio del sole.....ora nella mia immensa pazzia, ditemi.......questa ragazza vive nel mondo di mezzo e' nel limbo...nessun suono dalle sue labbra se non parole sconnesse.....se non avessi sognato...perchè e' questo che mi avete detto Dasizer ...io ho sognato....e allora le sue parole sono verità, ma per aiutare loro e noi....dobbiamo rivivere l'ora della morte...che ci piaccia o no anche noi siamo bloccati...come lo'orologio di quel Campanile...."....Ascoltai i frati....rendendomi conto che si alzava un leggero vento ..più si avvicinava la sera più faceva freddo............." Grazie Fra Severius e voi Fra Favelius........abbiamo bisogno dle vostro immenso Credo.....incontreremo il Borgomastro alla fine della Messa......ma sino ad allora ritorniamo all' Osteria...o geleremo....."...avvolsi con il mio scialle la ragazza ed incominciai ad avviarmi nel luogo sicuro.....
Guisgard
19-02-2014, 21.08.32
“E' un uomo infimo, cattivo...” disse la figura incappucciata ad Altea “... ed è egoista... infinitamente egoista...” sempre guardando da quella finestra “... io? Come mi ritengo io? Semplicemente non mi occupo di giudicare me stesso... e vi consiglio di fare altrettanto... quanto al vostro viaggio, non temete... lo riprenderete il primo Venerdì del mese, come deciso... si, in questo castello vi è dolore e voi ora ne fate parte, visto che vi siete giunta... ma non preoccupatevi, quando ripartirete tutto diventerà un vago e sbiadito ricordo... se davvero il vostro mondo vi sta aspettando, allora non sarà certo qualche giorno di ritardo a far scemare questa attesa...” si avvicinò alla tavola e suonò un piccolo campanellino d'argento.
Un attimo dopo un servitore giunse nella sala.
“Qual'è il vostro fiore preferito?” Chiese la figura incappucciata all'avventuriera.
Eilonwy
19-02-2014, 21.26.29
Attraversammo insieme le stanze e i corridoi della magica reggia.
Alla fine, arrivammo in un magnifico e rigoglioso giardino pieno di rose, loti, tulipani, orchidee, margherite, viole, ortensie e gelsomini.
"Che incantevole giardino! Farebbe invidia a quello visto da Odisseo nell' Isola dei Feaci!" dissi piena di meraviglia.
Qui, la ragazzina chiese a una statua di marmo bianco come spezzare l' incantesimo. La statua greco-romana della ninfa incominciò a parlare.
Mi si spalancò la bocca per lo stupore.
Poi, ancora stranita, sentì dire dalla statua che dovevamo andare dalla Strega Isolde a farci togliere la maledizione.
Rimasi pietrificata da quella risposta. Ripresi la capacità di dire qualche parola e protestai: "Cara....ninfa. Non possiamo.....non possiamo andare dalla Strega Isolde!....Lei è malvagia.....e non ci penserebbe due volte ad ucciderci. E poi, io sono stata mandata qui per essere liberata dalla Fata del Lagno!.....Non da una Strega Nera!".
Dopo aver pronunciato quest' ultima frase, sentì dei passi da dietro di me.
Mi voltai e me la ritrovai davanti. Era lei! Era la Dama dei Lagno vista quella notte di luna piena e nel quadro del frate.
Non posso descrivere, neanche adesso, a parole la bellezza di quella donna dai capelli castano scuro e dagli occhi azzurri.
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Altea
19-02-2014, 21.31.31
Era meglio non ribattere pensai..dovevo solo aspettare...attendere e poi sarebbe arrivato il primo Venerdi del mese e forse me ne sarei andata..avrei dimenticato tutto...ma alla sera dovevo parlare con Geroa..forse questo era il sortilegio...lui aveva dimenticato chi fosse veramente e solo la sera il suo vero animo usciva, quando tornava a sembianze umane...eppure se definiva quel Castello del Dolore era a conoscenza di ciò che gli era successo..forse odiava se stesso per essere stato vittima di se stesso credendo in quella donna.
Poi il suono del campanellino e quella domanda..un fiore...non me la aspettavo davvero..."La rosa...milord...perchè assume vari significati in base ai sentimenti che si vuole rappresentare".
Sorrisi, rivolgendo un leggero inchino alla donna che ci aveva fermati.
"Madama Layl, è sempre un piacere rivedervi.. per carità, sopporto a stento me stessa, figuriamoci un'altra donna..." risi "Devo parlarvi.." dissi poi, tornando seria.
"Non so se ne siate a conoscenza o no, ma state dando rifugio ad un fuggiasco, il suo nome è Guisgard.. alto, moro, occhi azzurri, portamento altezzoso, pare sia addirittura un cavaliere... sapete bene che non verrei mai a importunare i vostri clienti ma.. in questo caso è diverso.. vedete, egli è uno schiavo, anche se non vuole darlo a vedere, dunque ci potrebbe essere una ragazza che sta lavorando gratis, poiché naturalmente non ha denaro con sè.. e anche se ne avesse, non sarebbe mai abbastanza per una delle vostre ragazze.. io capisco che le ragazze possano essere caritatevoli, ma abbiamo bisogno di lui per una missione importante..." lasciai scivolare alcune monete nella mano curata della donna "Non ho alcuna intenzione di seminare il panico, né di infastidire i vostri clienti, e vorrei che non puniste la ragazza.. desidero soltanto trovare quell'uomo, posso contare sul vostro aiuto e sulla vostra discrezione, madama?" sorrisi.
Guisgard
20-02-2014, 01.49.39
Così, Elisabeth, Daizer, la piccola e i due monaci tornarono alla locanda.
Salirono nella loro stanza ed attesero che tornasse la sera.
I due religiosi allora recitarono i Divini Misteri del Santo Rosario ed altre orazioni.
Daizer invece, sceso di nuovo al pianterreno, sistemò una ruota del suo carro, che durante il viaggio era finita in qualche fossato di troppo.
Il contrabbandiere risalì verso il tardo pomeriggio.
Portò in camera alcune mele che aveva colto nel giardino della locanda.
La bambina per tutto il tempo non disse nulla, restando accanto ad Elisabeth con lo sguardo perso nel buio.
Poi, quando il crepuscolo lasciò il cielo e si fece buio, la campana della chiesa cominciò a suonare.
“E' l'ora della messa...” disse Daizer voltandosi verso Elisabeth.
Guisgard
20-02-2014, 01.56.17
Quella donna era lì, davanti ad Eilonwy ed alla bambina.
Le fissava senza dire nulla.
Non sembrava neanche reale, ma più una visione.
Una visione che divenne di colpo incerta, fino a confondersi con le increspature dell'acqua nelle fontane.
Tutte le statue del giardino, allora, mostrarono un lieve inchino col capo, per poi tornare di nuovo immobili.
Si erano rivolte alla bambina, che ora appariva diversa.
Benchè infatti il suo aspetto non fosse cambiato, i suoi occhi e l'espressione del viso erano diverse.
“La statua della ninfa” disse la piccola con una voce ora mutata “dice il vero... devi trovare Isolde e costringerla a toglierti la maledizione... io posso fare ben poco... la mia magia è potente in questo palazzo, ma fuori si dissolverebbe come neve al Sole... per questo sei qui... per avere il mio aiuto... ed io ti aiuterò a trovare Isolde...”
Guisgard
20-02-2014, 02.06.43
“Bene...” annuì la figura incappucciata a quelle parole di Altea “... va nel giardino” rivolgendosi poi al servitore “e cogli la rosa più bella.”
“Si, milord.” Mostrando un inchino col capo il servitore.
Ed uscì.
Tornò poco dopo con una bellissima rosa, di una rosa scuro.
“Questa rosa” adagiandola la figura nei capelli di Altea “simboleggia la mia gratitudine verso di voi... per essere rimasta fino al primo Venerdì...” nel sistemare la rosa era vicino a lei ed Altea poteva sentire il pessimo alito di quell'individuo incappucciato “... ma badate che essa muterà colore qualora non verrà rispettato da parte vostra l'impegno di restare qui fino a quel primo Venerdì...”
Congedò allora il servitore e lui tornò a sedersi a tavola per poi riprendere a mangiare.
“Naturalmente” aggiunse “siete libera di girare per il castello a vostro piacimento... fino a quando il Sole non sarà tramontato...”
Guisgard
20-02-2014, 03.16.56
Quadro VII: la Città della Gioia
“<<Questo l'ho già passato,>> si lamenta con il suo cuore.
<<E' vero, l'hai vissuto,>> risponde il cuore. <<Ma non l'hai mai superato.>>
Il guerriero allora comprende che il ripetersi delle esperienze ha un'unica finalità: insegnargli quello che non vuole apprendere.”
(Paulo Coelho, Manuale del guerriero della luce)
Layl sorrise a quelle parole di Clio.
“Le mie ragazze” disse “non sono certo delle sprovvedute, anzi... e sono sicura che sanno di certo badare ai loro interessi ed ai miei, naturalmente... quanto al fuggiasco che cercate, capitano... vedete, qui non usiamo chiedere i loro nomi ai nostri clienti... per il resto, la descrizione che fate di lui è molto vaga... e comunque la prima regola che insegno alle mie ragazze è quella di non guardare mai troppo a lungo un cliente in faccia... questo aiuta ad essere professionali... gli occhi di un uomo, il suo sorriso, beh, possono essere pericolosi... e chi fa il nostro mestiere non può correre rischi...” guardò la ragazza e poi tutti i suoi soldati “... l'unica cosa che posso fare per voi è condurvi dove ora sono alcune delle mie ragazze... ma voglio la vostra parola che nessuno sarà costretto a seguirvi con la forza e contro la sua volontà... e so che rispetterete questa mia richiesta... dopotutto siete una donna come lo siamo io e le mie ragazze... prego, seguitemi...” e condusse i militari attraverso un piccolo corridoio, dal quale si accedeva a delle scale.
Da qui scesero in una piccola tavernetta, dove un camino acceso scaldava l'ambiente.
E si udivano risate e voci sovrapposte.
Infatti attorno ad un tavolo c'erano diverse ragazze dall'aria molto allegra.
In piedi, ad osservare divertiti quella scena, vi erano anche alcuni dei clienti della casa, oltre a qualche servitore di madama Layl.
“Ed io chi sono, sir Guisgard?” Chiese una delle ragazze.
“Beh...” fece lui che era seduto in mezzo a tutte loro “... i tuoi occhi da cerbiatta, i capelli chiari e la tua pelle bianca mi fanno pensare ad una bellezza pulita, acqua e sapone... direi dunque che tu potresti essere Arianna di Cnosso!”
“Era una principessa, vero?”
“Altrochè!” Esclamò Guisgard. “E sposò un dio!”
“Sentito?” Fece lei. “Un dio! Ah, finalmente un vero amante!”
“Già...” annuì un'altra di quelle ragazze “... l'unico allora che non sfiniresti!” E tutte risero.
“Ed io, sir Guisgard?” Un'altra ragazza.
“Vediamo...” fissandola lui, come l'artista in cerca di ispirazione “... capelli biondi... raccolti in due lunghe trecce... gote rosse, occhi luminosi... si, tu saresti perfetta nei panni d'Isotta la bionda!”
“Era anche lei una principessa?”
“Era una regina!” Rispose lui.
“Ed aveva un principe azzurro?”
“Eh, bellezza...” sorridendo Guisgard “... nessun principe azzurro, credimi, poteva reggere il confronto col suo Tristano!”
“Fortunata allora!” Esclamò qualcuna delle ragazze.
“Diteci, sir...” avvicinandosi a lui un'altra “... si vede che voi vi intendete di donne... come sono quelle dei paesi stranieri?”
“Si, rivelatecelo!” Chiesero in coro le ragazze.
“Beh...” portandosi le mani dietro la nuca lui “... vi dirò... ho notato che il clima influisce sulla loro indole...”
“Davvero?” Domandò una ragazza.
“Certo, piccola...” facendo l'occhiolino lui “... per esempio... le donne delle isole del Sud, essendo baciate costantemente dal Sole ed avendo la salsedine spesso sulla pelle, tendono a vivere con passionalità ogni emozione... sono appassionate, capricciose, lunatiche, gelose e possessive, capaci di grandi slanci e travolgente trasporto, come le eroine di Plauto o di Petronio... vi sono poi quelle che vivono nei nobili ducati e nelle aristocratiche contee ... sempre a contatto con artisti e mercanti... sono donne particolari, spesso disilluse, convinte che l'amore sia solo racchiuso nello splendore dei quadri o nelle rime dei poeti e i loro mariti le circondano così di libri ed opere d'arte... eh, però sono le più affascinanti da corteggiare... diciamo che sono meravigliosi fiori che aspettano solo di essere colti... ricordano le protagoniste dei romanzi cortesi, come Ginevra, Enide, Isotta... vi sono poi quelle che abitano gli sterminati territori imperiali... donne fredde come il rigido clima teutonico che le circonda... sono un po' celtiche, un po' germaniche e benchè il loro lignaggio oggi le abbia rese accomodanti ed indulgenti, nel loro animo conservano un po' di quel sano ardore goto, longobardo... e se un uomo sa risvegliarlo, se sa accenderlo, beh, può davvero scoprire l'indomito fuoco che queste donne si portano dentro... e voi capite cosa intendo, vero?” Guardando alcuni uomini che ascoltavano divertiti.
“Altrochè, amico mio!” Esclamò uno di quelli.
“Parlate per noi tutti, cavaliere!” Fece un altro.
“Insomma ne avete conosciute di donne, sir...” sussurrò una delle ragazze.
“Eh, mia cara...” fissandola Guisgard, per poi prendere la sua mano e sfiorarla con un bacio “... ma nessuna, credimi, aveva occhi luminosi come i tuoi...”
“Non mi fiderei mai di uno come voi...” sorridendo lei “... parlate troppo bene...”
Lui le fece l'occhiolino.
“Credo sia quello il vostro uomo...” fece Layl, indicando Guisgard a Clio ed ai suoi soldati “... ricordatevi però l'impegno che vi ho chiesto, capitano...” aggiunse fissando il Capitano della Guardia Reale.
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Altea
20-02-2014, 15.53.33
Sentii la rosa e la sua mano scivolare tra i miei capelli....iniziavo a farmi una idea, forse sbagliata o forse giusta.
Mi sedetti dopo di lui al tavolo e rimanevo sempre ad ascoltarlo, presi del dolce mentre lui continuava a mangiare ancora insaziabilmente...la rosa tra i capelli avrebbe mutato colore...ovvio per un incantesimo...il primo Venerdi...non uscire di sera e la notte quindi non vederlo nelle sue reali sembianze..forse questa era la chiave per farlo uscire dal maleficio..e solo lui la conosceva. Guardavo il piatto e pensavo..forse altre prima di me avevano provato ma poi...non osavo pensarci, rabbrividii..e forse mi sarebbero state date prove più forti, e presumo la più forte quando avrei visto le sue fattezze non naturali...dovevo essere ferma, forte...in fondo non mi stava facendo del male, non mi stava attaccando..dovevo aiutare lui e la gente del maniero e del Borgo.
Iniziai a mangiare il dolce..poi interruppi il silenzio..."Bellissima questa rosa, avete pure dei giardinieri eccellenti milord, o forse è la Natura che ha generato una rosa cosi splendida...e io ringrazio voi per la vostra gratitudine nel volermi come vostra ospite...sappiate una cosa..io ho una indole molto testarda e anche avventuriera, raramente amo la staticità ma seguirò le regole del vostro castello...e starò qui fino a quel Venerdi...come vedete..mi fido di Voi e spero non mi deludiate, potreste essere chiunque e avere intenzioni negative verso di me...ma ho fiducia in voi e certo non scapperò..non ho motivo di farlo vero?" lo osservai con aria enigmatica, sotto quel cappuccio si vedeva solo il luccicchio delle sue pupille.
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Annuii a madama Layl "Sì è lui.. grazie.. non temete, verrà spontaneamente..".
Restai ad ascoltarlo reprimendo a stento un risolino. Era un vero esibizionista, altroché.
"E così siete un cavaliere.." dissi, in un momento di silenzio, con lo sguardo fisso su di lui "Devo dire che non mi avevate dato affatto quest'impressione..." sorrisi, quasi stessi scherzando, non volevo turbare l'atmosfera ludica nella sala.
"La cavalleria, a quanto mi risulta, ha una sua etica, un suo codice di comportamento... un cavaliere non rifiuta di misurarsi con un suo simile ridendogli in faccia, non invalida un duello arrendendosi.. se non foste più che uno schiavo, qualcuno potrebbe offendersi.. mah, ma infondo.. un cavaliere non combatte per denaro.. così come non fugge, non si nasconde.. " sorrisi "Beh, anche se devo dire che capisco che sia difficile lasciare una compagnia tanto piacevole.." sorridendo alle ragazze "Ma temo che questa vostra vacanza sia durata anche troppo.." scossi la testa "Ah, mi dispiace, ma non so fare giri di parole poetici come i vostri, e temo di non avere tempo da perdere... dunque andrò dritta al sodo.. il reame corre un grave pericolo, e domattina partirà una spedizione per salvare Afravalone.. ma un nostro comune amico ha espressamente richiesto la vostra presenza... se voi non ci sarete, non solo si rifiuteranno di partire, ma metteranno a soqquadro l'intera città per trovarvi.." sorrisi "Io non credo che un cavaliere che ha giurato di difendere gli inermi possa tollerare che qualcuno patisca a causa sua.. ma so anche che nessuno fa niente per niente.. quindi vi propongo un patto.." i miei occhi erano fermi nei suoi "Dimostrate che non state mentendo per deliziare queste affascinanti fanciulle, che siete davvero un cavaliere a dispetto del vostro comportamento irrispettoso.. venite con noi, e io farò in modo di riscattare la vostra libertà.. anche se mi disgusta arricchire ulteriormente Gufo Scarlatto... ma trovo vergognoso che un cavaliere venga fatto schiavo...".
Sostenni il suo sguardo, decisa e fiera.
Avevo imparato ad ascoltare sempre e solo la mia testa e il mio cuore, senza curarmi del pensiero altrui. Forse ero stata troppo generosa con quell'uomo, infondo, anche lui mi aveva considerato una povera fanciulla indifesa. Anche lui aveva riso di me, esattamente come quei mercenari, e non c'era cosa che odiassi di più.
Ma era un cavaliere, se non stava mentendo, e mi era stato insegnato che un cavaliere è come un fratello, che sia amico o nemico, va rispettato e aiutato se è in difficoltà.
Le parole servono poco, l'esempio insegna mille volte di più. Non basta affermare di essere un cavaliere se non ci si comporta come tale.
E poi, l'idea di far infuriare Gufo Scarlatto mi divertiva non poco. Senza contare che non avevo tempo da perdere veramente, Karel stava morendo, il re prigioniero, eppure la città si era fermata per cercare questo schiavo.
Nulla avviene per caso, magari riuscirà dove gli altri fallirebbero. Almeno, me lo augurai vivamente.
"Allora, sir.. cosa rispondete?" chiesi, impaziente.
Eilonwy
20-02-2014, 18.43.50
Mi inchinai umilmente davanti alla bambina e le dissi: "Dama del Lagno, ma devo proprio andare da lei?....Davvero non c'è altra soluzione?....Quindi....è proprio vero che le Forze del Male sono diventate tanto potenti da superare l' immenso potere della piu' grande Strega Bianca e della piu' potente Fata di questo mondo?......Ma se vado da lei.....Isolde, attraverso il mio tatuaggio, potrebbe trovare il Sacro e Perduto Fiore della Tylesia, il quale è un' arma che fu nascosta dagli Arcangeli e da Lady Galatea per non farlo cadere in mani sbagliate! Quando io venni alla luce, la mia madrina mi designò Chiave del Fiore della Tylesia. E', anche, per questo motivo che non mi posso recare da lei!".
Ma avevo, per caso, altra scelta?
Dopotutto, desideravo da un bel po' di tempo di sbarazzarmi di questo maleficio.
Sospirai e ripresi a parlare: "E sia.....andrò dalla Strega Nera Isolde! Accetto con piacere il vostro aiuto, Milady!".
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elisabeth
20-02-2014, 19.41.20
Eravamo tutti in una stanza.....il brusio continuo delle orazioni.......il sorriso fisso sulle labbra della bimba con la paura nei suoi occhi.....e io che cercavo di pensare.........cosa si può pensare nel paese che non c'e'........Daizer arrivò con un paio di mele....." chi ve le ha date ?......L'Oste che non c'e' ?......"....risi...cercai di farlo nel modo più simpatico....Al rintocco della campana.....ci guardammo involto e calò il silenzio nella stanza,....." Credo che possiamo andare in Chiesa...."...scendemmo le scale ...silenzio...andammo in strada......non c'era nessuno.....camminammo in silenzio....e arrivammo alla Chiesa....entrammo non c'era nessuno.......dopo un pò arrivò il prete ed alzando le braccia..accolse gli abitanti di quel paese....ci voltammo verso le porte della Chiesa e li vedemmo entrare.....sorridenti vivi....ognuno prese il suo posto.....e poi il cestino dei soldi e il cestino delle sorprese......già...guardai Daizer......prese qualcosa......me lo diede..."Daizer un'alro frammento d'ossa..."....strinsi la mano della ragazza nella mia........e fini' la Messa....feci la stessa domanda alla Signora e lei..la stessa risposta mi diede......uscimmo e arrivammo davanti alla casa del Borgomastro........e lui fu di nuovo tra noi......la sua barba bianca e la sua saggezza....tutto come il giorno prima....nulla di diverso........entrammo nella sua casa.....ma prima di farlo....sussurrai a Daizer....." Tutto quello che a questo punto non vivrai lo hai vissuto ieri....e lo vivremo per altre mille volte...ad ogni rintocco di campana....può essere vita questa....'....no...e' solo morte...."...entrammo nella sua casa......preparò la tisana all'alloro per tutti e tutti la bevemmo tranne la ragazza....che non si scompose nel suo silenzio......." Borgomastro....... a questo punto mi rendo conto......che tutto questo che sto vivendo e' sospeso tra la vita e la morte...questo e'un' altro frammento d'ossa...e adesso ditemi cosa dobbiamo fare...in maniera che io possa scrivere ogni cosa....possa disegnare una mappa.....possa ricordare domani, qual'e' il nostro compito......".....
Guisgard
20-02-2014, 20.55.29
La voce di Clio fece scattare Guisgard.
Il cavaliere allora, quasi d'istinto, portò la mano sull'elsa della sua spada, ma poi, guardandosi rapidamente intorno, si accorse che i soldati avevano praticamente bloccato ogni via d'uscita da quella tavernetta.
Guisgard abbandonò così ogni velleità di resistenza e fuga.
“In verità” disse mostrando un sorriso irriverente a Clio “sin dal mio arrivo in questa città non mi è mai stata data la possibilità di misurarmi con qualcuno che mi stesse alla pari...” sorseggiando del vino “... e visto che ribadite così spesso le virtù che un vero cavaliere deve possedere, beh, forse ve ne sfugge una...” rise appena “... ossia che un cavaliere non si batte mai contro una donna...” si alzò dalla tavola, sorridendo alle ragazze che gli erano intorno “... e voi questo siete, una donna...” avvicinandosi a Clio “... benchè facciate di tutto per convincere voi stessa e gli altri del contrario... ma non vi basterà portare un'uniforme e impugnare una spada per negare la verità... avrei potuto battervi facilmente e disonorarvi davanti ai vostri soldati...” sorrise ancora “... ma dopotutto, nonostante non sembri, sono un cavaliere, no? L'avete detto voi... quanto al vostro ignorare poesia e versi, non fatevene un vanto, milady, poiché, vi rivelerò, pare che agli uomini piacciano le donne romantiche, passionali... quelle invece che vogliono apparire troppo decise e col piglio del comando temo finiscano con lo spaventare i maschietti...” rise di gusto.
“Prestate fede a ciò che dice...” disse uno dei presenti a Clio “... è un vero esperto in fatto di donne!”
“Non lo sono, amico mio.” Fissandolo Guisgard. “Ma comunque non occorre esserlo, per capire che il nostro capitano, qui, vuole apparire più mascolina di quanto in realtà non sia.” Indicando Clio. “Datemi retta...” guardandola negli occhi “... riponete armi e corazza e lasciatevi andare... siete troppo bella per giocare a fare la Clorinda...”
“Anche Clorinda era una principessa, sir?” Chiese una delle ragazze. “Ed aveva un innamorato?”
“Era figlia di un re.” Rispose Guisgard. “Si, era molto amata. Ma sfortunatamente anche lei perse troppo tempo a giocare ai cavalieri per accorgersene prima.” Tornò a fissare Clio. “Comunque, ciò che siete non è affar mio... ma mi chiedo... perchè mai mi offrite la libertà? Perchè volete riscattarmi da Gufo Scarlatto? Non pensate che alla minima occasione fuggirei? Non ho nulla da spartire con gli affari del vostro regno... ho un viaggio da riprendere ed una terra ancora tutta da conquistare... le faide del vostro reame non mi riguardano...”
Guisgard
20-02-2014, 20.59.42
Tutto si era ripetuto.
La messa, poi di nuovo la casa del Borgomastro.
L'uomo fissò Elisabeth e sorrise, come a volerla rassicurare.
“Recatevi nel cimitero del villaggio...” disse “... la terza tomba sulla destra, una volta passata la statua dell'Angelo Vegliante... è una sepoltura senza nome apparentemente... ma pulendo ciò che resta della lapide, riuscirete a leggere il nome inciso sulla pietra...”
Elisabeth aprì gli occhi di colpo.
Accanto a lei vi era la bambina, serena ed ancora addormentata.
Erano nel letto della loro stanza.
Daizer invece sembrava non esserci.
E neppure i due monaci.
Ma poco dopo il contrabbandiere tornò nella stanza.
“Ho raccolto altre mele...” mormorò “... crescono sull'albero che c'è nel giardino della locanda... almeno non c'è bisogno di aspettare nessuno per coglierle... visto che anche stamattina il villaggio sembra disabitato... ancora una volta...”
Infatti da poco aveva iniziato ad albeggiare.
Guisgard
20-02-2014, 21.02.33
“Non temere...” disse la bambina ad Eilonwy “... non è tanto semplice trovare il Fiore Azzurro... purtroppo non si tratta di Isolde contro di me o contro lady Galatea... qui siamo davanti ad una maledizione, dunque alla più oscura magia nera, evocata da una strega... sono state tirate in ballo potenze devastanti... devi trovare la strega Isolde e fare in modo che annulli l'oscuro incanto di cui sei vittima...” sorrise e svanì.
Un attimo dopo cominciò a formarsi un vapore bianco, come generato dalla pioggia che cadeva sui canali e sulle fontane del giardino.
E da quel vapore prese forma una figura.
Una bellissima donna.
Eilonwy ne riconobbe subito l'aspetto, avendola vista in quel ritratto: era la Dama del Lagno.
E nella sua reale forma, la fata chiamò, con un battito di mani, il merlo, Aladiah e Coco.
“Avete riposato bene, amici miei?” Chiese loro la fata.
“Si, forse anche troppo...” fece il Cherubino.
“Ora partirete con Eilonwy.” Sorridendo la Dama del Lagno.
“Per andare dove?” Domandò Coco.
“Dalla strega Isolde.” Rispose la fata.
“Non sarà pericoloso, signora?” Chiese il merlo.
“E' l'unico modo affinchè tu ed Eilonwy vi liberiate dalle maledizioni che vi hanno imposto.”
“Come la troveremo?” Domandò il merlo.
“Andrete nella foresta...” spiegò la fata “... là, sarà la stessa Isolde che vi troverà...”
Guisgard
20-02-2014, 21.06.41
“Se avessi voluto prendervi con la forza” disse la figura ad Altea “l'avrei fatto già, milady... ma possedere in questo modo una donna è quanto di meno eccitante ci sia... è la passione, l'ardore ed il desiderio a rendere sensuale una donna... prenderla con la violenza invece nega tutto ciò... e poi un uomo che ha bisogno di violentare una donna è solo vigliacco...” si allontanò dalla tavola, per sedersi su un grosso seggio e fissare il cielo piovoso dalla finestra “... molti odiano le giornate grigie... stolti... solo perchè amano se stessi e le cose che somigliano loro... io invece mi riconosco in una giornata simile... nubi scure ed inquiete che si rincorrono e si avvolgono fra loro... il sibilo del vento simile ad un lungo e malinconico lamento... poi la pioggia che rende velata ed incerta la boscaglia... in uno scenario simile, celato e confuso, tutto trova protezione... anche le nostre angosce più profonde...” restò per un po' in silenzio “... voi amate la poesia, milady?” Chiese poi alla bella avventuriera. “Conosce qualche verso? Vi va di recitarne qualcuno per me? Oggi sono stanco e non ho voglia di leggere, ma solo di ascoltare...”
Altea
20-02-2014, 21.22.09
Lo avevo sottovalutato...era un gentiluomo...il suo era un grande animo, ma la gente era spaventata dalla superstizione.
Mi avvicinai a quel seggio e guardai con lui quel paesaggio gotico..."Avete l'animo inquieto milord...e forse lo sono pure io..per svariati motivi che sono troppo lunghi da spiegare."
Poi quella richiesta improvvisa...."Poesia???Si la amo ma non profondamente, purtroppo mio padre ha avuto sei figli e cinque maschi e una femmina ovvero io...ma voleva tutti figli maschi per essere i migliori cavalieri del regno..e quindi mi ha imposto una educazione particolare...ma vi accontenterò...".
Pensai un momento guardando la pioggia battente e la foschia....e iniziai i versi..
"Per la verità, io non ti amo coi miei occhi,
perché essi vedono in te un mucchio di difetti;
ma è il mio cuore che ama quel che loro disprezzano
e, apparenze a parte, ne gode alla follia.
Né i miei orecchi delizia il timbro della tua voce,
né la mia sensibilità è incline a vili toccamenti,
né il mio gusto e l'olfatto bramano l'invito
al banchetto dei sensi con te soltanto.
Ma né i miei cinque spiriti, né i miei cinque sensi
possono dissuadere questo mio sciocco cuore dal tuo servizio,
avendo ormai perso ogni sembianza umana,
ridotto a schiavo e misero vassallo del tuo superbo cuore.
Solo in questo io considero la mia peste un bene:
che chi mi fa peccare, m'infligge pure la penitenza."
Restai impassibile alle sue parole. Le avevo sentito fin troppe volte.
"Fate poco il gradasso, io sono molto diversa dalle donne a cui siete abituato e se indossassi un corsetto di seta non farebbe differenza, credetemi.. potrete impressionare qualcun'altra forse, ma sono fin troppo abituata a trattare con sbruffoni come voi... Avete ragione, però, indubbiamente.. io sono una donna, per fortuna, ed è per questo che non mi curo di come mi vedono gli uomini.." sorrisi "Perché uomini è plurale... e il plurale non fa per me.." mormorai, cambiando tono "Amore è singolare.. ma un uomo che giudica una persona basandosi sul suo aspetto, certo non può immaginare che ci sia chi riesca a vedere oltre le apparenze... ma se non sbaglio, non sono affari vostri.. e non tirate l'acqua al vostro mulino, non ho detto di non conoscere la poesia, ho detto che non amo i giri di parole.. specie quando il mio paese è in pericolo.. e comunque, per quanto riguarda il duello, credo siate un po' troppo altezzoso.." risi appena "trovare qualcuno più abile di me con la spada non sarebbe stato affatto disonorevole, certo sarebbe una novità assoluta ma proprio per questo vi avrei fatto i miei complimenti e sarei morta col cuore in pace.. si chiama onestà e rispetto.. ma voi avete invalidato un duello su cui si basava la stabilità del regno... piuttosto che vincere in questo modo, è molto meglio perdere lealmente..." sorrisi "Nessun compromesso..".
"Comunque, vi avevo offerto la libertà perché, che vi piaccia o no sono un cavaliere quanto voi, e mi è stato insegnato che un cavaliere va rispettato, che sia amico o nemico.. anche se, considerando che voi non fate altrettanto potrei fregarmene.. ma ho fatto un giuramento solenne quando sono stata armata, o avete dimenticato quel momento?" sostenni lo sguardo, impassibile "E so che non fuggirete perché mi darete la vostra parola, e la parola di un cavaliere è sacra... o siete un fellone, sir Guisgard?".
Alzai le spalle "Ma se vi sentite talmente superiore da rifiutare la mia offerta non c'è problema, sono stata fin troppo generosa con voi, non mi avete dato alcun motivo per esserlo, infondo, probabilmente mi conviene ripensarci.. vi consegnerò semplicemente a Gufo Scarlatto, se preferite, in modo che possa fare di voi ciò che vuole, è un suo diritto, infondo, siete uno schiavo..." scossi la testa "Se pensate che permetterò a quei bifolchi di torcere un capello alla popolazione per colpa vostra vi sbagliate di grosso..." lo squadrai con lo sguardo "Dobbiamo andare adesso, e sono certa che verrete con noi.. volete davvero che i Gufi entrino qui dentro e si sentano in dovere di rivoltare questo posto per trovarvi? Sareste davvero capace di usare queste ragazze come scudo umano, di nascondervi dietro le loro gonne? Non è molto galante da parte vostra... o siete solo un pallone gonfiato, che sa solo parlare? Che si vanta aver conosciuto un'infinità di donne, snocciola citazioni sull'Amore, perché in realtà non l'ha mai incontrato?" scossi la testa "La verità è che un po' di umiltà non vi farebbe affatto male.. Comunque... non ho intenzione di perdere altro tempo a causa vostra... a voi la scelta...".
Eilonwy
20-02-2014, 22.23.28
Annuì seria alle ultime parole della Dama del Lagno e poi sentenziai davanti a tutti: "Molto bene, partiremo all' istante amici miei!....Vado a cambiami d' abito e a prendere le mie cose. Ci vediamo fuori dal castello con Dante!.....Milady....vi sarò sempre grata per la vostra ospitalità e il vostro aiuto".
Detto questo feci un leggero inchino e mi avviai verso la stanza dove mi ero coricata la sera prima.
Mi tolsi lo splendente vestito, le iridescenti scarpe e la coroncina di farfalle blu.
Decisi di mettermi uno dei miei abiti maschili.
Era un abito formato da una camicia bianca come le calzamaglie e da una giacca aderente di velluto nero con delle rifiniture d'oro come le scarpe.
Indossai una mascherina nera traforata e un mantello di velluto nero col cappuccio. Calai il cappuccio sul mio marmoreo viso, in modo tale che nessuno mi avrebbe riconosciuto se si fosse addentrato nella foresta.
Presi la faretra, l' arco, la Borsa Rimpicciolente e la Spada di Fuoco Fatuo.
Fatto ciò, mi diressi davanti al portone della casa della Fata del Lagno, in attesa che lei facesse emergere il palazzo dalle acque di quello stagno-fiume.
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Guisgard
21-02-2014, 02.09.12
Una leggera nebbiolina avvolse il Lagno, rendendo incerto tutto ciò che circondava Eilonwy.
Un attimo dopo quella bruma cominciò a dissolversi a poco a poco, fino a quando la ragazza vide emergere alcune figure.
Erano tre: Aladiah, Coco ed il merlo.
Così, tutti insieme lasciarono quel luogo.
Seguirono l'irregolare e stretto sentiero che tagliava in due la foresta, fino a quando giunsero presso un piccolo ruscello.
Qui vi era un cavaliere, completamente bardato, che faceva abbeverare il suo destriero.
Si accorse allora di Eilonwy e dei suoi compagni di viaggio.
“Salute a voi, damigella...” togliendosi l'elmo ed avvicinandosi a loro “... come mai viaggiate per queste remote lande?”
E nel guardarlo da vicino, la ragazza si accorse che quello era il misterioso cavaliere che lei aveva sognato insieme ad Isolde.
Guisgard
21-02-2014, 02.22.32
La figura incappucciata ascoltò con attenzione la poesia recitata da Altea.
Ascoltò ogni parola quasi in religioso silenzio, fissando talvolta gli occhi di lei, altre volte le sue mani che gesticolavano nel declamare i versi.
“E' una poesia molto bella...” disse alla fine “... ma inverosimile, irreale...” sentenziò “... un fiume di parole belle, ma vuote... nessuno può amare ciò che è brutto ed indegno... ciò che affligge la vista ed intristisce il cuore...” scosse il capo “... nessuno potrebbe credere a simili parole... neanche l'autore... solo Dio ama indistintamente i belli ed i brutti... per questo è Perfetto... detesto le parole inutili... le menzogne...” si alzò, per poi avvicinarsi alla finestra “... questo mi spinge a rifiutare la compagnia dei miei simili... odio il loro parlare, il loro mormorare... parole di circostanza... dette per paura o piaggeria... avete mai fantasticato su quale animale essere? Fra tutti gli animali quale sia il vostro preferito? Io adoro il cigno... resta in silenzio per tutta una vita... e solo prima di morire si abbandona ad un canto alla vita... si, adoro il silenzio... perchè è l'amato della Solitudine... la sua voce sono mille pensieri, infinite sensazioni... e quelle non hanno suono, se non quello dei battiti del cuore...” restò poi in silenzio per qualche istante “... ma non voglio tediarvi con questi discorsi, né imporvi la mia compagnia... come avete visto sono di indole inquieta e scorbutica... se volete, potete andare a visitare il castello... vi farò accompagnare da madama Geroa...”
Guisgard
21-02-2014, 02.38.03
Guisgard, a quelle parole di Clio, mostrò un lieve sorriso da Guascone.
“Ma certo...” disse “... l'amore non è plurale, ma singolare... eh...” sospirò “... chissà, forse avete ragione voi ed io non conosco davvero l'amore, ma un po' mi intendo di donne... anche se, devo ahimè ammettere, non ho certo conosciuto quell'infinità di donne che voi mi attribuite, un po' so leggere nelle parole del gentil sesso... beh, siete fortunata e vi invidio...” le fece l'occhiolino “... si, vi invidio, visto che a quanto pare tra la pluralità di uomini come me a questo mondo, voi siete invece riuscita a trovare quel singolare soggetto che... com'era? Ah, si... che sa vedervi per quella che siete.” Rise, per poi voltarsi, finire il suo bicchiere di vino e prendere il mantello.
“Sir, non date retta a questi militari...” avvicinandosi a lui una delle ragazze “... qui possiamo nascondervi fino a domani... poi troveremo qualcuno che vi aiuti a lasciare la città...”
“Eh, bellezza...” sorridendo lui e accarezzandole la bocca con un dito “... solitamente i militari non mi fanno impazzire... anzi, in verità mi danno il nervoso... ma temo che stavolta abbia ragione il loro affascinante capitano... ormai il mio invidiabile nascondiglio qui da voi è stato scoperto e non mi va che quei mercenari possano piombare qui da un momento all'altro... sono davvero rozzi e brutti, sai?” Rise appena. “Su, ora è meglio che vada... ti va di salutarmi con un sorriso, dolcezza? Mi spiace non essere arrivato al punto da paragonare anche te ad un'eroina del mito o dei romanzi...”
“Non siate sciocco, sir...” fece la ragazza “... stanotte non vi troveranno e domani a quest'ora sarete già lontano da questa città... in cammino per quella meravigliosa terra che sognate da sempre e di cui ci narravate prima...”
“Per aver tentato di aiutarmi” sussurrò lui piano alla ragazza “ti paragonerò alla bella Nausicaa, che aiutò Ulisse dopo il suo naufragio...”
Poi con un vistoso inchino salutò tutte le altre ragazze.
“Un'uscita di scena davvero teatrale...” fissandolo madama Layl.
“Eh, mi spiace solo di non aver abbastanza denaro” ricambiando il suo sguardo Guisgard “per pagare una notte d'amore con voi, madama...”
“Quando ancora credevo nell'amore” fece lei “lessi una poesia in cui messer Amore donava una moneta ad ogni suo devoto...”
“Cercherò quella poesia allora...” annuendo il cavaliere “... ma fatelo anche voi, madama...” per poi avviarsi verso la porta “... allora?” Rivolgendosi a Clio. “Vogliamo andare? Direi di sbrigarci, o finirò col ripensarci... e non vorrei mai deludere l'alta considerazione che voi avete della cavalleria e dei suoi cavalieri, milady...”
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Eilonwy
21-02-2014, 14.23.22
Fui circondata da una leggera nebbiolina che mi fece apparire fuori dalla reggia incantata.
Vidi emergere delle figure dalla nebbia. Erano i miei amici!
Tutti insieme partimmo alla ricerca di Isolde.
Alla fine, giungemmo presso un fiumiciattolo dove un cavaliere mi chiese per quale motivo cavalcavo in quei luoghi. Il cavaliere era lo stesso visto in sogno. Era un giovane dai capelli biondo platino e gli occhi turchini ed indossava un' armatura dorata.
"Salute a voi, Cavaliere!....Sto cavalcando da qualche ora in questi boschi, poichè devo trovare la Strega Isolde. Voi per caso la conoscete? Sapete dove abita?" chiesi con tono incolore e facendo la finta tonta.
Guardai il figlio di Isolde con aria gelida e fiera da sotto la maschera.
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Altea
21-02-2014, 15.52.31
Egli ascoltava i versi del sommo Poeta in silenzio e sentivo i suoi occhi nei miei e sulle mie mani ma non provavo disagio poichè mi guardava con pensieri gentili e ne ero certa..poi egli ribattè con la sua solita sicurezza..a volte sembrava disarmante nelle sue parole.
Scossi il capo..."Condivido con voi ma devo anche dissetire...la Bellezza non è un concetto definito ma è un punto di vista personale...la Bellezza è visibile solo agli occhi di chi guarda. E permettetemi, milord, la descrizione che avete fatto del cigno dimostra in voi vi è pura poesia...e anche questa è una forma di bellezza".
Mi risedetti al tavolo mentre lui guardava fuori la finestra...ora sembrava stanco o forse solo turbato "Non preoccupatevi, non mi state tediando affatto anzi ho trascorso delle belle ore con voi come un ottimo padrone di casa sappia fare..e quando vorrete sarò felice di conversare piacevolmente con voi e non vi nascondo la mia curiosità nel vedere il vostro castello, sarò lietà di farmi guidare da milady Geroa".
Ero tranquilla ma in cuor mio speravo di non avere strane sorprese....mai abbassare la guardia Altea.
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Guisgard
21-02-2014, 20.23.59
“Non sono un poeta.” Disse la figura incappucciata ad Altea. “E comunque sbagliate... la bellezza non è un punto di vista. Forse fra due cose belle può esserci una preferenza, dettata dal gusto personale, ma tra una bella ed una oggettivamente brutta non vi è punto di vista che tenga.” Guardò fuori dalla finestra.
“Ormai è sera...” mormorò “... mi attendono alcune faccende che mi impediranno di cenare con voi... vi farà compagnia madama Geroa... e rammentate di chiudervi nella vostra stanza dopo aver cenato... vi auguro una buonanotte.” Ed uscì.
Poco dopo nella sala entrò Geroa con alcuni servitori.
E la donna ordinò loro di servire la cena.
Guisgard
21-02-2014, 20.29.00
Quel giovane cavaliere sorrise irriverente alle parole di Eilonwy.
“Vi sbagliate...” disse con fare sicuro “... le streghe non esistono... sono un'invenzione della Chiesa di Roma per poter terrorizzare la gente ignorante, facendo leva sulla loro superstizione... esistono invece donne dotate di una sensibilità particolare, che le rende unite all'energia che fa pulsare tutte le cose... gli antichi, che non avevano il problema di dover convivere col flagello chiamato Cattolicesimo, le chiavano fate... ed Isolde è una di esse... una fata... una donna buona e generosa che mette il suo dono a disposizione dei più deboli.”
Altea
21-02-2014, 20.34.09
Già..era ora di cena e immaginavo benissimo quale fossero le sue incombenze, si sarebbe trasformato nelle sue fattezze reali...come Geroa mi avete raccontato.
Scomparve e riapparve invece proprio la sua governante...le feci un cenno del capo sorridendole...anche se era il Castello del Dolore si doveva mandare positività..."Ci ritroviamo milady...per la cena" mi sedetti al tavolo mentre i servitori riempivano la tavola di pietanze "ho trascorso una piacevole giornata..col vostro padrone suppongo..e mi ha dato alcune raccomandazioni...prego sedetevi con me, odio mangiare sola."
Feci cenno alla donna di avvicinarsi..."Di notte devo barricarmi in camera mia, quindi non potrò farvi compagnia stanotte e sono pure stanca..vorrei affrettarmi a cenare e poi andare a riposare".
Guisgard
21-02-2014, 20.38.16
“Non è il mio padrone...” disse Geroa ad Altea “... l'individuo con cui avete trascorso la giornata è colui che ha preso con la forza il castello, incarcerando il legittimo proprietario. Ora siamo sotto i suoi dettami, ma vi consiglio di guardarvi da lui...” cominciò a mangiare “... si, fate bene a mangiare per poi ritirarvi... questo castello meno si frequenta, meglio è...”
Altea
21-02-2014, 20.45.17
A quelle parole trasalii...non era possibile...ma come era possibile tutto questo?
"Mi è passato l'appetito scusate...io vado nella mia stanza, ma forse io non ho capito bene...voi parlaste di una donna che usò la stregoneria sul vostro padrone...ditemi in cosa consiste questo sortilegio..ho diritto di saperlo, devo rimanere qui fino al primo Venerdi del mese come ha detto quel uomo...ma chi è quell'uomo con cui ho parlato".
Mi guardai attorno, vi erano troppe orecchie...presi Geroa per mano e la portai nella mia stanza e la sbarrai per bene con il chiavistello.."Ora potete dirmi tutto..per favore fatemi chiarezza."
Poi alla mia mente tutto tornò..."Oh si ora ricordo....questo uomo era venuto con la donna...e ora ha preso possesso del castello...ma ditemi del sortilegio...vi prego...io sono troppe notti non dormo, mi sono confusa."
Eilonwy
21-02-2014, 20.47.14
"... ed Isolde è una di esse... una fata... una donna buona e generosa che mette il suo dono a disposizione dei più deboli."
Certo come no? E io sono così sciocca da crederti!
"Se lo dite voi!....Allora, sapete dove posso trovarla? La questione è di massima urgenza. Di grazia, se la conoscete portateci da lei!" dissi parlandogli in modo cortese.
Mi tolsi la maschera e mi levai il cappuccio. Quando il mio niveo viso rimase scoperto, dolcemente lo pregai: "Vi supplico....portatemi da Lady Isolde!".
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Guisgard
21-02-2014, 20.50.10
“Il sortilegio” disse Geroa ad Altea “che quella donna impose sul mio padrone l'ha reso debole e dunque vulnerabile, pronto per essere sconfitto. Di questo ha poi approfittato l'essere malvagio giunto con lei, sconfiggendo il mio padrone e segregandolo nelle segrete di questo castello. Comunque vi consiglio di impicciarvi poco dei tristi affari di questo luogo. Il primo Venerdì del mese andrete via, dimenticando così questo castello ed il suo dolore.”
Ma proprio mentre le due donna stavano parlando, nel castello cominciò a diffondersi una malinconica e bellissima melodia.
La stessa che Altea aveva ascoltato la notte precedente.
Una musica lenta, leggera come velo, ma intrisa di nostalgia e tristezza.
Come se qualcuno chiedesse alla notte di portarlo via da quel luogo.
Guisgard
21-02-2014, 20.54.33
Quel giovane cavaliere restò incantato nel vedere il bel volto di Eilonwy.
“Non dovreste portare una maschera...” disse “... è un peccato contro la bellezza...” sorrise “... ma ditemi... perchè volete incontrare la fata Isolde?”
“Curioso il nostro cavaliere, eh...” bisbigliò Coco in un orecchio di Aladiah.
“Curioso e carico d'odio...” mormorò a bassa voce il Cherubino “... un po' troppo per la sua giovane età...”
Altea
21-02-2014, 21.04.18
Si...tutto era chiaro ora, tutto era tornato alla mia mente...ero prigioniera e non sapevo il motivo di un essere che operava per una strega malvagia...quindi doveva essere sconfitto...aveva finto allora?
Poi iniziò quella melodia....era come una richiesta di aiuto ma non potevo uscire...certo no...lo avrei visto..e cosa sarebbe successo???
"Geroa, potete uscire..." aprii la porta e feci uscire la donna...era troppo...dovevo essere vittima di quell'essere, questa musica mi tartassava...mi avvicinai al quadro del vero padrone del castello.
"Bene...rischiamo.." estrassi la spada, la croce templare di rubino luccicava..."Dio è dalla mia parte...ora scoprirò chi suona questo organo..a costo della mia vita, non sarò serva di un tale uomo".
Uscii dalla stanza e mi incamminai verso il posto dove proveniva questa musica...e poi vidi una porta da dove proveniva una flebile luce e la musica dell'organo più forte e lentamente la aprii con la spada in mano.
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Eilonwy
21-02-2014, 21.12.37
Arrossì alle parole del cavaliere, ma subito ritornai fredda e fiera. Non dovevo, in alcun modo, diventare vulnerabile ed abbassare la guardia!
"Devo farmi togliere la maledizione di Lord Slathnir!....Vi prego.....Lady Isolde è la mia ultima speranza! Desiderei che mi togliesse la coda da sirena che spunta fuori quando tramonta il sole, ma che mi lasciasse i poteri di questa mitologica creatura!" e dopo aver detto questo feci cadere dei fiocchi di neve e creai delle aurore boreali in cielo.
Aveva detto che era un peccato nascondere la mia bellezza. Bene....l' avrebbe vista nel suo piu' totale splendore!
Forse in questo modo lo avrei convinto a portarmi da sua madre.
Mi avvolsi in un turbine di cristalli polari, i quali aderirono per tutto il mio corpo.
Sapevo che le mie capacità erano controllate dalle mie emozioni e che piu' emozioni rilasciavo....più l' energia raggelante dei miei poteri si scatenava. Restai calma e rilassata, in modo tale da avere il pieno controllo di ciò che facevo.
I miei soprannaturali poteri tramutarono il colore del mantello, il quale da nero pece divenne color del ghiaccio.
L' abito maschile scomparve sotto un luccicante e semitrasparente vestito celeste-argento. Le semplici calzature vennero sostituite da un paio di diamantine scarpe col tacco dai setosi riflessi azzurri.
Placai quella bufera e le aurore. Con fare femminile mi avvicinai al figlio della strega, sperando di averlo persuaso.
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elisabeth
21-02-2014, 21.15.56
Il cimitero del villaggio....ovvio come avevamo fatto a non pensarci...
Il sonno era svanito e come la mattina precedente mi svegliai.....mentre il sole incominciava a sorgere..........la ragazza dormiva, e nella stanza non c'era rumore...dov'erano finiti tutti ?.......Mi alzai dal letto e rimasi una attimo seduta......dovevo pensare.....ma il mio cervello sembrava ruotare intorno alle parole del Borgomastro.......la tomba senza nome, ma se faccio attenzione......il nome sulla pietra verrà fuori......Daizer entrò...nella stanza...mi alzai dal letto....e fu dolcissima la sua immagine con le mele deliziose tra le mani....."Buongiorno bel Cavaliere....che avete portato di buono delle succulente mele....il villaggio e' vuoto....immagina una vita in questo posto Daizer....che noia...ogni giornata la stessa storia che si ripete avremmo la possibilità...di avere ogni cosa a costo zero.....Non ricordate nulla immagino......il Borgomastro......lo ricordate ?......ci ha indirizzati al cimitero del villaggio...e'lì che troveremo la tomba....e' senza nome....anche se pulendo la lapide...riusciremo a trovare il protagonista di questa storia........non vorrei portare la ragazza con noi..almeno non adesso.....sta dormendo...potremmo andare a vedere dove si trova il cimitero......"......gli tolsi una mela dalle mani...e l'addentai con fame......il succo riempì la mia bocca....." Se fosse avvelenata....mi addormenterei e voi dovreste svegliarmi......"...lo guardai sorridendo.....serviva sorridere un pò...si parlava solo di morte e di cimiteri...mi sentivo lugubre....
Guisgard
22-02-2014, 01.36.55
Altea, così, uscì dalla sua stanza e cominciò a seguire il suono di quell'organo.
La melodia vibrava e aleggiava tra i lunghi corridoi semibui, le arcate, le murature consumate e le bifore che davano sul cortile centrale del castello.
Quelle note parevano rincorrersi, per poi disperdersi e ritrovarsi, finendo per accavallarsi l'una sull'altra e correre via, lontano.
Quasi danzavano tra il silenzio che dominava nel maniero.
L'avventuriera si lasciò ammaliare e rapire dalla loro malinconia ed armonia.
Infine giunse davanti alla porta chiusa di una stanza.
Si fece coraggio ed aprì.
Vide così una stanza avvolta da un'enigmatica penombra, dove a stento riusciva a farsi valere il chiarore di una candela.
Quel moccolo era adagiato proprio su un organo ed a suonarlo vi era qualcuno.
Qualcuno che, appena Altea aprì la porta, si fermò, smettendo di un suonare.
“Voi...” disse vedendola “... chi siete?”
E nel pronunciare queste parole scosse lievemente il capo, facendo si che la fioca luce della candela illuminasse il suo volto.
Era il giovane che Altea aveva visto ritratto nella sua stanza.
Guisgard
22-02-2014, 01.43.49
“I verità” disse Daizer ad Elisabeth “ieri sera siamo stati in chiesa e dopo la messa siamo ritornati qui nella locanda... vi siete stesa e come la sera precedente siete crollata subito...” prese anche lui una mela “... le mele di questa regione” masticandone un po' “sono davvero fantastiche e assaggiandone una anche io vi passerà ogni sospetto che voglia farvi addormentare...” le fece l'occhiolino “... allora, ditemi...” tornando serio “... avete sognato ancora, vero? Eh, immagino dovremo seguire gli indizi che avete visto dormendo...” guardò verso la bambina addormentata “... si, meglio lasciarla riposare qui... su, andiamo a vedere questo cimitero...”
Lasciarono così la locanda e si diressero verso la fine del villaggio, dove sorgeva il suo piccolo cimitero.
Vi erano varie lapidi.
La maggior parte si presentava in buono stato.
Alcune però apparivano danneggiate ed altre addirittura senza nome.
“Ebbene...” fece il contrabbandiere “... vi ho seguito... ho dato retta alla vostra sensibilità nel sognare... ed ora? Come facciamo a trovare la tomba in questione?”
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"Ottimo, aspettavamo solo voi.." dissi, precedendo Guisgard, mentre facevo cenno ai miei uomini di scortarci "E così avevate intenzione di svignarvela domattina.. che bravo.." scossi la testa "E quando pensavate di trovare il tempo per insegnare al piccolo Fraven a tirare di spada?" lo guardai negli occhi per un istante "Avete mentito ad un bambino per servirvi di lui..." mormorai "dovete avere un gran pelo sullo stomaco per fare una cosa simile...".
Se quello era un cavaliere, io ero una sarta.
"Ma non mi avete ancora detto che cosa avete deciso.. per quanto non mi piacciate affatto e facciate di tutto per farvi detestare, ormai ho parlato, e non mi rimangio la parola.. ebbene, accettate la mia offerta di riscattarvi a patto che partiate per la spedizione, oppure preferite non dovere niente a nessuno, restare uno schiavo e cercare di fuggire alla prima occasione?" chiesi, mentre camminavo "Per me non fa alcuna differenza..".
Guisgard
22-02-2014, 02.05.51
Quel giovane cavaliere sorrise alle parole di Eilonwy, per poi fissare divertito lo spettacolo che la ragazza aveva saputo evocare.
“Voi...” disse “... una sirena? Dite sul serio? E' mai possibile?”
Ma il crepuscolo stava ormai svanendo tra il cielo e la terra, lasciando così libero accesso alla sera ed alle tenebre.
Ed allora Eilonwy, ancora una volta, si trasformò in una splendida sirena.
Riuscì però a scivolare nel piccolo ruscello, trovando così sollievo nel caldo abbraccio delle acque.
Ma davanti a quella scena, il giovane cavaliere apparve compiaciuto e per nulla meravigliato.
Scese allora con i piedi in acqua e prese la ragazza in braccio.
Avvolse attorno a lei il suo mantello e salirono entrambi in sella al suo destriero.
Un attimo dopo galopparono via.
“Ehi!” Chiamò Coco. “Ma dove la portate?”
“Presto, inseguiamoli!” Esclamò Aladiah.
Ma il veloce cavallo del cavaliere in breve fece perdere le sue tracce.
Eilonwy
22-02-2014, 02.28.01
A quanto pare non ero riuscita a persuaderlo, dato che sembrava divertito e per nulla stupito dei miei poteri.
Ebbene che cosa ti aspettavi, Eilonwy?.....Dopotutto era abituato a questo genere di cose.
All' improvviso il giorno morì e io ripresi le sembianze che mi imponeva il maleficio. Dovetti all' istante gettami nel ruscello accanto.
Però, dopo neanche qualche secondo in acqua, mi sentì prendere per la sottile vita. Il giovane mi strinse a se, mi avvolse col suo mantello e spronò il cavallo in una corsa sfrenata.
Forse non era andata poi così male! Probabilmente l' avevo convinto, ma vedendo i miei amici spaesati e terrorizzati dalla scena, presi parola: "Scusatemi.....ma i miei amici?....In questo modo ci perderanno di vista!".
Ed infatti non li vidi piu' dietro di noi, benchè volassero velocemente.
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Guisgard
22-02-2014, 02.37.01
“I vostri amici” disse il giovane cavaliere ad Eilonwy “aspetteranno là il vostro ritorno.” Lanciando al galoppo il suo destriero. “E poi non mi va di dividervi con loro...” rise “... anzi, avevo una gran voglia di restare solo con voi... non vi piace l'idea di cavalcare sotto le stelle?” Attraversavano veloce il cuore della foresta. “Il mio mantello vi terrà calda... e non temete, non vi accadrà nulla...” sorrise “... i miti raccontano che le sirene sapevano incantare con la loro voce... provate a cantare, chissà che io non cada folgorato ai vostri piedi...”
Intanto galoppavano sempre più velocemente tra sterpi e rovi, avvolti nel buio, fino a raggiungere una bassa montagna.
“Questa è la terra degli incanti, damigella...” arrestando la corsa del suo cavallo e fissandola negli occhi “... e in notti come questa tutto è magia...” e la baciò con passione.
Fu un bacio improvviso, lungo e ardente.
Guisgard
22-02-2014, 02.43.10
Guisgard rise di gusto a quelle parole di Clio.
“Eh...” disse scuotendo la testa “... sapete, io ho una certa reputazione e se davvero dovessi qualcosa ad una donna... ops, perdonate... volevo dire... ad una donna con un'uniforme, beh, non so... ma forse la mia autostima potrebbe risentirne... e poi, se davvero mi detestate a tal punto, forse vi conviene che torni ad essere un sottoposto di Gufo Scarlatto... così, tentando nuovamente la fuga, magari lui troverà il modo di farmi la pelle... e sentendo voi, forse, non sarà cosa assai complicata...” rise di nuovo “... però, pensandoci, l'idea di essere riscattato da voi, potrebbe essere molto interessante... in pratica finirei per cambiare un padrone rozzo ed antipatico con una padrona invece bella e raffinata, sebbene fredda come una notte d'Inverno...” la guardò con fare scanzonato “... su, non fate quella faccia... non sono il vostro tipo, lo so... a differenza di qualcun altro...” le fece l'occhiolino, per poi cominciare a canticchiare.
Intanto il gruppo procedeva verso il Palazzo Reale.
Ma proprio in quel momento qualcuno si avvicinò a loro.
“Sir Guisgard...” fece Fraven “... vi hanno trovato... sono vostri amici, vero? Vi aiuteranno a sfuggire ai cattivi che vi stanno cercando, è così?”
Guisgard sorrise nel vederlo.
“Certo, piccolo...” accarezzandogli la testa “... ora mi porteranno in un posto sicuro.”
“Quando mi insegnerete a tirare di spada?” Chiese il bambino.
“Hai portato la tua spada come ti avevo detto?”
“Eccola!” Esclamò il piccolo, mostrando la sua spada di legno.
Il cavaliere, allora, con gesto rapido ed improvviso la prese dalla mano del bambino.
“Prima lezione...” facendola poi oscillare sotto gli occhi di Fraven “... mai abbassare la guardia... impugnare la propria spada per un cavaliere deve essere la cosa più naturale del mondo... la spada è come un uccellino...”
“Un uccellino?” Ripetè il bambino.
“Si...” annuì Guisgard “... se la tieni troppo stretta, soffoca... troppo poco, invece, vola via...” e ridò la spada di legno al ragazzino “... chiaro?”
“Si, sir!” Con gli occhi luminosi il piccolo.
“Ora torna a casa.” Mormorò il cavaliere.
“Domani mi insegnerete ancora, sir?” Chiese il bambino.
“Non avere troppa fretta...” ridendo il cavaliere “... una lezione per volta... su, torna a casa ora... altrimenti tua madre si preoccuperà... vai, su.”
Il piccolo ringraziò il cavaliere, salutò lui e Clio, per poi correre verso casa.
Il gruppo riprese a camminare e poco dopo giunse davanti al palazzo del re.
Ma qui trovò qualcuno ad attenderlo.
“Bene bene...” ridendo Gufo Scarlatto, accompagnato da alcuni dei suoi e da due concubine “... forse vi ho davvero sottovalutata...” rivolgendosi a Clio “... si, davvero, visto che avete ritrovato il mio schiavo in pochissimo tempo...” estrasse la spada e la fece dondolare davanti alla ragazza “... i miei complimenti, milady... ora sarò lieto di rispettare il nostro accordo... dopo che avrò dato la giusta punizione a questo fuggitivo, naturalmente...”
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Eilonwy
22-02-2014, 02.53.32
L' arrogante cavaliere mi prese per il mento e assaporò con passione le mie coralline labbra. Rimasi con gli occhi spalancati. Poi, mi ripresi dall' atto improvviso e lo spinsi indietro con forza.
Disgustata ed indignata gridai: "Ma cosa vi è saltato in mente?....Avete perso il senno della ragione?...Vi divertite a prendervi gioco di me, non è vero!?!...Dovete solo ringraziare il Cielo che siete il figlio di Lady Isolde, altrimenti vi avrei già trasformato in una bella statua di ghiaccio!.....E poi...il mio canto lo faccio ascoltare solamente a Sir Riccardo!".
Oh Riccardo, cosa avrei dato per averti qui con me!
Se non avessi avuto questa maledizione, sarei rimasta con te a sfidare il Cavaliere della Morte. Eppure strano che il Cupo Mietitore ci avesse salvato e poi ti volesse portare via con lui.
Comunque, io sono convinta che si è trattato di un errore e che il Mietitore ti abbia lasciato in vita. Lo sento....lo sento che sei ancora vivo.
E chissà? Forse sei diventato il braccio destro del Cavaliere della Morte.
"Allora?....Perchè mi avete baciata senza motivo?" chiesi ancora irritata da quel gesto.
Strinsi con una mano il crocifisso celtico di oro bianco e mentalmente pregai Dio di aiutarmi.
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(IL MIO RICCARDO <3)
Altea
22-02-2014, 19.24.44
La porta si aprii lentamente, entrai e la richiusi piano mentre la stanza appena in penombra era inebriata dalla musica dell'organo.
Rimasi addosso alla porta, per evitare qualcuno entrasse.
Il pianista si accorse subito della mia presenza, smise di suonare e con stupore mi rivolse la parola, ora riuscivo a vederlo bene...era proprio il ragazzo del ritratto..il vero padrone del castello.
Abbassai la spada, il cuore batteva in fretta, mille domande nella mia mente...perchè mai non dovevo vederlo?
"Milord, mi chiamo Altea.." mi staccai dalla porta per parlare con lui, mi avvicinai a lui seduto in una seggiola di fronte all' organo "la gente del vostro Borgo mi ha spinto di proposito fin qui nel vostro maniero e non capisco il motivo...so tutto..tutto di ciò che vi è successo, lo sapete vero se mi scopre ora quell'uomo sono dei guai per me, mi ha intimato di rimanere qui fino il primo Venerdi del mese...ditemi, presto, in cosa consiste la vostra maledizione e che rimedio la può annullare...sono pronta a aiutare voi e quindi pure la gente di questo maniero e del Borgo..io stessa stavo per essere vittima di quella donna..quella strega e suo figlio...solo sono stata forte e non ho creduto in loro, ma nel Signore..ma è una lunga storia. Sono qui per salvarvi..non abbiate timore, lo sapete non posso rischiare, devo tornare immediatamente nella mia camera".
Lo guardavo negli occhi e lui mi ascoltava turbato e in silenzio...era bello, il suo sguardo dagli occhi neri profondi era inquieto...ma perchè non si rivoltava contro quel uomo invece di rimanere qui fermo a suonare.
Gli sorrisi leggermente..speravo si fidasse di me.
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elisabeth
23-02-2014, 20.32.24
" Siete un gran Cavaliere...mi avete dimostrato che non state attentando alla mia vita........anche perchè credo che bastino le anime di tutti gli abitanti di questo posto......bene....andiamo allora..."......e così fu, la strada che porta al cimitero non era difficile da trovare era un pò fuori le mura del villaggio......spostai il cancelletto socchiuso, faceva rumore come se non fosse stato aperto da tempo, ed incominciammo a guardarci intorno.....c'era tanta gente sepolta, alcuni molto anziani altri giovani......ero presa dall'osservare i loro nomi e la data di nascita e di morte quando Daizer....mi ricordò per quale motivo fossimo andati a la cimitero quella mattina....." Siete come tutti gli uomini vi spazientite troppo presto.....non sto mica perdendo tempo tra le bancarelle del mercato.....avete di meglio da fare stamattina ?.....e poi quando dico che ho sognato e' perchè e' successo ed e' successo anche che mi e' stato detto dove troveremo la tomba......guardate lì ...sotto quell'albero di acacia....".....puntai il mio dito indice in direzione di un bellissimo albero di acacia...fiorito....una macchia di giallo meravigliosa, in un posto così desolato.........la vita con la morte......" C'e' un Angelo vegliante e la terza tomba a destra e' quella della persona in questione.....ha detto che se avessi pulito la sua lapide avrei potuto leggerne il nome......che facciamo andiamo a vedere ?......"........così mi inoltrai tra tombe intatte ed altre completamente distrutte, potevo vedere le ossa uscire dalla terra...sembravano mescolarsi le une con le altre.......sino a quando arrivai ad un meraviglioso Angelo Vegliante.......era una scultura bellissima.....ebbi la sensazione che si muovesse...che anche lui indicasse........mi dissi che erano le mele di Daizer......ed incominciai a contare....." Una...due e tre...".....mi voltai in modo che la tomba mi fosse proprio difronte..........la terra era smossa......ma non da poco...era secca,la presi tra le mani e sembrava sabbia.....andai verso la lapide....." Daizer......mi date una mano a vedere chi e' la persona a cui dobbiamo degna sepoltura ?......".......
Guisgard
24-02-2014, 01.25.30
Daizer, allora, avvicinatosi alla lapide indicata da Elisabeth, cominciò a rimuovere il terreno che attorno ad essa si era ammassato, strappando via anche gli sterpi e le radici che col tempo erano cresciute intorno a quella stele.
“Capire a chi appartiene” disse il contrabbandiere “non credo sia facilissimo... praticamente la lastra è tutta consumata dal tempo e dall'umidità... speriamo almeno ci sia qualcosa sotto questo terreno che ci dia indizi...”
Daizer alla fine riuscì a liberare i bordi della lapide, tirandola così via dal terreno.
Con un ramo pietrificato iniziò poi a scavare nella buca che si era venuta a formare.
Dopo un po' riuscì a trovare una piccola sepoltura.
Si trattava di una cassa di legno, coperta da cocci di tegole di terracotta.
Tolse allora quella semplice copertura e con loro grande sorpresa i due scoprirono che la cassa era vuota.
“Qualcuno è arrivato prima di noi...” mormorò Daizer.
Tornò a fissare la lapide e si accorse che vi erano delle tracce.
Qualcosa era stato inciso sulla pietra sepolcrale.
“C'è una scritta...” cercando di pulirla “... ma non riesco a leggere cosa dice...” tirò allora qualcosa fuori dalla tasca.
Era una mela.
“Forse ho fatto bene a non mangiarla stamani...” cominciando a strofinarla su ciò che restava della scritta sulla lapide.
E il rossastro succo causato dalla buccia della mela mise in evidenza alcune lettere sulla pietra.
“Credo sia un nome...” cercando di leggere il contrabbandiere “... mi sembra... si, leggo... Comino... Comino Man... non è chiaro, non riesco a capire cosa ci sia scritto... ah, si, forse si... Comino Maniscalco...”
Ad un tratto i due sentirono qualcuno canticchiare.
Era un campagnolo che tornando dalla campagna sul suo carro canticchiava una canzone.
Annuii a Gufo Scarlatto, con gli occhi fermi nei suoi.
"Bene, la spedizione partirà domattina..." dissi semplicemente, per poi girarmi "Andiamo soldati..".
Non degnai d'uno sguardo Guisgard, se era troppo altezzoso per accettare l'aiuto che gli veniva offerto, erano affari suoi. Io la mia parte l'avevo fatta, se al posto di ridermi in faccia avesse chinato la cresta, non sarebbe stato costretto a subire le angherie di Gufo Scarlatto. Per quanto mi riguardava, se l'era voluto.
Non potevo certo biasimarlo, anche io avrei sopportato qualunque situazione pur di non dover dire grazie a nessuno.
Ma ero certa che avrebbe rimpianto amaramente di non aver accettato la mia offerta di libertà. Pensava persino che lo volessi tenere per me.
Questo significava una cosa sola: non mi aveva ascoltato. Avevo detto chiaramente che lo avrei liberato perché un cavaliere non può essere fatto schiavo.
Ma probabilmente gli faceva comodo pensare così.
Ripensai a Fraven, pensava davvero che mostrare ad un ragazzino come si tiene in mano una spada possa fare di lui un cavaliere? Se fosse così semplice lo farebbero tutti.
Mi augurai vivamente che il piccolo seguisse le mie indicazioni così, con impegno e dedizione, sarebbe davvero diventato un cavaliere.
Congedai i miei soldati, per poi salire le scale che portavano al piano nobile.
Un flebile raggio di sole colpì la finestra, costringendomi a guardare la bellezza lussureggiante del giardino, avvolta nella calda luce del tramonto.
Era tardi ormai, ancora poche ore e il giorno avrebbe lasciato posto alla sera.
Quella sera.
“Presto sarà l'alba...” fece lui “... e sarà giorno... ma ci sarò anche io domani ad assistere al tuo duello... se cercherai i miei occhi fra la folla, allora li riconoscerai... sta tranquilla, sarò prudente e nessuno potrà vedermi...” la fissò e sorrise “... quanto sei bella, Clio...” sospirò “... perderei la testa non solo per i tuoi occhi azzurri come il cielo, ma per ognuna di quelle tue cicatrici...” rise appena “... sei bella come la pioggia inclemente di questi giorni, che cela forme e colori, lasciando al cuore l'immaginazione per fantasticarci su...” le accarezzò dolcemente i capelli “... si dice che Amore adoperi delle frecce per le sue imprese... ma a te è servita una spada per trafiggermi il cuore...” il suo sorriso svanì ed i suoi occhi penetrarono ancor più in quelli di lei “... voglio sposarti...” mormorò “... si, sposarti... domani sera, lontano da tutti e da tutto... si, domani, dopo quel duello... così capirai quanto io mi fidi di te... di te e della tua abilità... così che tu non possa più dubitare che non ti vorrei diversa da ciò che sei, Clio...” ed un caldo bacio consacrò quelle parole d'amore.
Per quanto ci provassi, non riuscivo a pensare ad altro. Se solo non gli avessi detto nulla del duello. Se solo non fossi andata da lui quella sera, sarebbe sano e salvo.
Certo, forse staremmo ancora tenendo per noi i sentimenti. Ma avrei preferito saperlo salvo e indifferente, che innamorato e in fin di vita.
C'era un unico posto dove avrei voluto essere.
In poco tempo, raggiunsi la stanza dove giaceva Karel.
Salutai i soldati di guardia, raccomandando loro di non abbandonare le loro posizioni, ed entrai.
Filtrava a malapena un fascio di luce, ma potevo vedere chiaramente il suo viso.
Trattenere le lacrime sembrava un'impresa impossibile.
Mi inginocchiai accanto al letto, stringendo la sua mano, così pallida e fredda.
Era terribile sentirsi impotente. Tutto ciò che potevo fare era pregare, e pregai in silenzio per lungo tempo, portando di tanto in tanto la sua mano alle labbra per un breve istante.
Finchè capii, forse c'era qualcosa che potevo fare. Avrei dovuto farlo dal primo momento.
Un voto.
Un voto è molto più forte e potente di una preghiera. Troppo comodo chiedere senza dare nulla in cambio.
Sguainai la spada e la appoggiai sul bordo del letto.
"Salvatelo.." mormorai, pianissimo "E io rinuncerò a quest'uniforme, a questa spada che sono parte di me.. combatterò solo in caso di necessità.." restai a fissare il suo bellissimo viso "Preferisco essere una semplice donna e averti con me, che essere il miglior soldato di questo regno ma non vedere più i tuoi occhi.. ma se non è questo che volete, se c'è altro che posso offrirvi, allora mostratemi la via... sono pronta a fare qualunque cosa per salvarlo..." strinsi la mano "Ti prego.." mormorai tra le lacrime "Ti prego apri gli occhi.. ti prego torna da me...".
Guisgard
24-02-2014, 01.32.23
L'uomo fissò Altea, sorrise appena e poi tornò a suonare.
Stavolta però era una musica lenta, quasi un sottofondo.
“Forse non dovevate giungere qui...” disse su quelle note che scorrevano “... dovevate tenervi lontana da questo castello... ed anche da questa stanza, temo...” parlava con gli occhi chiusi, mentre le sue mani continuavano a scivolare sicure sui tasti dell'organo “... la maledizione...” mormorò “... è stata imposta per consentire a quell'essere grottesco di dimorare nel mio castello... ma oltre a dividerci questo maniero, dobbiamo spartirci anche il giorno e la notte... così, mentre lui dorme appena il Sole tramonta, io resto sveglio fino all'alba, per poi cadere addormentato quando il giorno comincia... allora lui si desta e resta sveglio fino al giungere di una nuova notte... e così sarà, fino alla morte di entrambi...”
Guisgard
24-02-2014, 01.56.00
Clio era là, al capezzale di Karen.
Lo fissava nel suo silenzioso pallore, reso quasi irreale nell'incerto chiarore dell'unica candela che, accanto al letto del principe, illuminava la stanza.
Ad un tratto la ragazza udì dei passi.
Era Nestos.
“Sono riuscito a far scendere un po' la febbre...” disse lui “... l'impacco che ho preparato dovrebbe arrestare almeno in parte l'infezione...” sorrise lievemente alla ragazza “... perdonate, ma non ho potuto evitare di ascoltarvi... l'amate... e molto... da piccolo mi piaceva leggere una poesiola... ora non ricordo più i versi esatti, ma parlava di un Fiore... un Fiore Azzurro, capace di guarire i mali del cuore... ed il vostro sanguina, milady... ma sono certo che le vostre preghiere verranno ascoltate lassù...”
Ma proprio in quel momento si udì un spaventoso boato, che fece sussultare l'intero palazzo.
Un attimo dopo grida disperate e voci confuse si udirono giungere da ogni dove.
Guisgard
24-02-2014, 02.08.12
A quelle parole risentite di Eilonwy, il giovane cavaliere rise.
“Si, una statua di ghiaccio...” disse divertito “... ma poi la vostra bellezza ed il vostro fascino sapranno di certo farlo sciogliere quel ghiaccio.” E le fece l'occhiolino. “Comunque” fece poi “vi ho baciata perchè quando vedo una bella ragazza, poi non so resistere...” prese la mano di lei e la baciò “...e posso dire che le vostre labbra hanno un sapore dolcissimo... come un frutto acerbo in superficie, ma che poi, sotto la buccia, nasconde una polpa simile al più armonioso dei nettari...” baciò ancora la sua bianca mano “... chi sarebbe questo sir Riccardo?” Chiese poi alla ragazza. “Forse un mio rivale nella corsa al vostro cuore?”
Guisgard
24-02-2014, 02.18.06
Guisgard fu portato via dai mercenari di Gufo Scarlatto.
Tornarono alla loro caserma ed il cavaliere fu condotto nelle prigioni, dove si trovavano altri uomini.
Erano perlopiù disertori che avevano tentato di lasciare la compagnia e prigionieri catturati in battaglia.
Qui Guisgard fu legato ad un palo di legno.
“Con te” disse Gufo al cavaliere “ho sbagliato sin dall'inizio... si, ho cercato di andare d'accordo, di farti essere uno dei miei, quando invece avrei dovuto usare la frusta... ma io non commetto mai due volte lo stesso errore... ora capirai che ogni mio ordine qui è legge... stanotte perderai ogni possibilità di tornare un uomo libero...”
Uno dei suoi, infatti, stava arroventando un ferro tra carboni roventi.
“Ora ti marchierò a sangue...” continuò Gufo “... si, imprimerò il segno infamante degli schiavi per sempre sulla tua pelle... e lo premerò così forte, da arrivare a marchiarti anche le carni...” prese allora il ferro dalle mani del suo soldato e si avvicinò a Guisgard.
Un altro di quei mercenari strappò la giubba del cavaliere, lasciandogli la schiena nuda.
Guisgard fissava il ferro rovente che si avvicinava sempre più alla sua pelle per segnarlo per sempre.
Ma proprio in quel momento si udì una devastante esplosione, che sembrò quasi lacerare le solide mura della caserma.
“Cosa accade?” Urlò Gufo.
“Un'esplosione, capo!” Rispose uno dei suoi.
I mercenari corsero allora fuori a vedere, lasciando un solo uomo di guardia ai prigionieri.
Ma approfittando della confusione, Guisgard, che aveva gambe e piedi liberi, con un calcio colpì alle spalle il mercenario di guardia, tramortendolo.
“Presto...” rivolgendosi poi ad uno dei prigionieri “... cerca nei suoi vestiti le chiavi per uscire di qui... ma prima col suo pugnale taglia le corde che mi tengono legato a questo palo!”
Un attimo dopo Guisgard era libero.
“Cosa facciamo?” Chiese uno di quei prigionieri. “Non sappiamo neanche cosa può essere successo là fuori...”
“Qualsiasi cosa sia successa” fece Guisgard “è per noi assai opportuna...”
“Cosa vuoi dire?”
“Che ora torneremo ad essere liberi...” fissando tutti loro il cavaliere “... andiamo e cerchiamo come uscire da questo posto!”
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Eilonwy
24-02-2014, 11.19.21
Stava per baciarmi in modo galante la mia pallida mano, ma subito la ritirai con freddezza.
"Fate poco lo spaccone e il seduttore con me, perchè non ci casco!.....Chi è Sir Riccardo?....E' il mio amato promesso sposo..." dissi mentendo"....E adesso portatemi da vostra madre. Non sono venuta qui per perdere tempo con voi!"
Detto questo lo guardai negli occhi.
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elisabeth
24-02-2014, 16.32.04
Daizer era un macchina da guerra....non si fermava mai un secondo....appena trovata la lapide....cominciò a pulirla dalle erbacce......da piccole pietre che col tempo avevano fatto sì che la lapide potesse ancorarsi ancora più saldamente al terreno...e poi dopo un pò di duro lavoro, un movimento brusco ed essa fu tolta dal terreno.......la poggiò al suolo....e guardammo insieme nella buca...una cassa, devo dire che ero molto curiosa......un uomo...una donna ?.....forse avremmo trovato delle cose che appartenevano al defunto......Daizer l'aprì......ero delusa....e guardando lui non ero la sola....." Una cassa vuota.....e due frammenti in nostro possesso...per fare uno scheletro...dovremo passare tutte le notti in quella Chiesa....per quante ossa ha un corpo umano diventeremo vecchi........".....andai vicino alla lapide.....e con la mano....spolverai quella pietra consumata dall'acqua..dal vento.....forse Daizer lesse la mia delusione e in maniera canzonatoria....prese una mela dalla sua tasca, e cominciò...a strofinarla sulla pietra.......la stava lavando, quel succo dolce che mi aveva riempito la bocca la mattina...stava facendo ancora qualcosa di buono per me, e mi venne in mente mio padre, fu solo un momento.......mai fermasi all'apparenza......il nome apparve " Comino Maniscalco....Daizer che fortuna, non solo sappiamo come si chiama ma ne conosciamo anche il mestiere........ora cosa facciamo...deponiamo le due ossa nella cassa la seppelliamo e vediamo che succede.......e....."...e poi fummo interrotti....un contadino, era giorno....una anima viva....un contadino sul suo carro......o Signore.....potevamo chiedere.....certo eravamo fuori le mura quindi il mistero poteva essere svanito.......forse era per questo che avevamo incontrato i boscaioli........oppure perchè stava arrivando la sera.......basta pensare......." Sentite anche voi Daizer......e' uno come noi....vivo voglio dire almeno di giorno......intendo che io non dormo e che quindi puoi sentirlo......sta canticchiando una canzone, io l'ho gia' sentita.....si da un Bardo nel Borgo dove c'e' il convento......e' strano....ma se l' ascoltate ha molto della nostra storia........."....e mentre l'ascoltavo gli andai incontro.....
Seconda stella a destra
questo e' il cammino
e poi dritto fino al mattino
poi la strada la trovi da te
porta all'isola che non c'e'.
forse questo ti sembrera' strano
ma la ragione
ti ha un po' preso la mano
ed ora sei quasi convinto che
non puo' esistere un'isola
che non c'e'.
e a pensarci che pazzia
e' una favola e' solo fantasia
e chi e' saggio
chi e' maturo lo sa
non puo' esistere nella realta'.
son d'accordo con voi
non esiste una terra
dove non ci son santi ne' eroi
e se non ci son ladri
se non c'e' mai la guerra
forse e' proprio l'isola
che non c'e'... che non c'e'...
e non e' un'invenzione
e neanche un gioco di parole
se ci credi ti basta perche'
poi la strada la trovi da te...
son d'accordo con voi
niente ladri e gendarmi
ma che razza di isola e'
niente odio e violenza
ne' soldati ne' armi
forse e' proprio l'isola
che non c'e'... che non c'e'...
seconda stella a destra
questo e' il cammino
e poi dritto fino al mattino
non ti puoi sbagliare perche'
quella e' l'isola che non c'e'...
e ti prendono in giro
se continui a cercarla
ma non darti per vinto perche'
chi ci ha gia' rinunciato
e ti ride alle spalle
forse e' ancora piu' pazzo di te
( il testo E.Bennato)
Altea
24-02-2014, 16.43.35
Vidi sul suo volto un leggero sorriso contraccambiare il mio e provai una leggera sensazione.
I suoi lineamenti a quel sorriso si fecero ancora più aggraziati rispetto a quello già che erano e i suoi profondi occhi neri ebbero quasi un barlume di lucentezza ma si richiusero subito e riprese una lenta melodia mentre narrava della maledizione.
Rabbrividii a quelle ultime parole..."e così sarà, fino alla morte di entrambi...” .
Mi voltai verso di lui e lo fissai, istintivamente gli posi la mia mano sopra la sua impedendogli così di continuare a suonare.."Così egli dorme ora?E perchè rimanete chiuso in questa stanza e non uscite, siete voi ora il padrone del castello."
Rimasi un attimo perplessa, mi chiedevo come mai la maledizione a sua volta coinvolgeva pure l'uomo che si era impossessato del maniero.
"Perchè voi e Madama Geroa non volete dirmi come fare per sconfiggere la maledizione? Un rimedio deve esserci ed io voglio aiutarvi..nemmeno la gente del Borgo può continuare a vivere in questo modo, io li ho visti e sono spaventati e avviliti, ma forse avete ragione e non sono affari miei e non avrei nemmeno dovuto avventurarmi fino la vostra stanza".
Ma gli strinsi la mano e lo alzai dalla seggiola..."Andiamo in giardino milord, ha smesso di piovere e la Luna splende..guardate..non dovete amareggiarvi, non dovete subire passivamente..e io sarò qui fino al primo Venerdi del mese, quel uomo ha posto una rosa sul mio capo e se andrò via prima cambierà colore e non so nemmeno che potrebbe accadermi se scappassi...così potrete dirmi come fare per aiutarvi".
Quel ragazzo mi dava una strana sensazione e sentivo dovevo aiutarlo, sconfiggere i demoni del Male...anche se non sapevo nemmeno io più dove stava la verità.
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Sorrisi a Nestos, possibile che non riuscissi mai a restare sola con lui?
"Vi ringrazio per la premura, ma immagino capirete che non sono informazioni che potete rivelare ad alcuno..." dissi, gentile, guardandolo negli occhi.
Poi un boato mi fece sussultare.
Cos'era stato?
"Perdonate, devo andare.." dissi, uscendo frettolosamente dalla stanza, non prima di essermi girata una volta ancora verso il pallido volto di Karel.
Tornerò presto, tornerò presto lo prometto...
Mi lasciai la stanza alle spalle e raggiunsi con alcuni dei miei uomini che attendevano ordini il luogo da cui proveniva quel terrible boato.
Guisgard
25-02-2014, 01.37.04
L'uomo sorrise ad Altea e chiuse gli occhi, come chi voleva assaporare emozioni e sensazioni racchiuse nel profondo del suo animo.
“Verrei con voi in giardino, credetemi...” disse, riaprendo poi gli occhi “... verrei in capo al mondo con una donna bella come voi... ma...” e si alzò.
Fece allora un passo in avanti e restò immobile a fissare la bella avventuriera.
Ed Altea, allora, si accorse di una cosa terribile.
Una delle gambe di quel giovane uomo aveva un pesante anello di ferro attorno alla caviglia, bloccato da una spessa catena fissata al muro di pietra.
“Ma come vedete” continuò dopo un attimo di silenzio “sono impossibilitato a lasciare questa stanza... questa mia prigione...”
Guisgard
25-02-2014, 01.42.39
Elisabeth si avvicinò al carro del campagnolo.
“Salute a voi, madama.” Disse sorridendo il villano. “Cosa ci fa una bella signora come voi in un camposanto?”
Poi si accorse di Daizer che avanzava verso di loro.
“Fortunatamente non siete sola.” Annuì.
“A quale città o paese è collegato questo cimitero?” Chiese il contrabbandiere.
“In verità” rispose il campagnolo “questo cimitero era sorto vicino ad un vecchio villaggio che oggi non c'è più.”
“E' disabitato?” Domandò Daizer.
“Si.” Fece il villano. “Ormai sono anni che non ci vive più nessuno.”
“Come mai?”
“Non vi sono” spiegò il campagnolo “strade importanti, di quelle attraversate dai mercanti e dai pellegrini, nei paraggi. E poi le città più vicine sono a giorni di distanza. Briganti e barbari col tempo hanno devastato più volte il suo territorio, facendo si che nessuno più vi abitasse.”
“Capisco...” annuì il contrabbandiere, per poi voltarsi a fissare Elisabeth.
E nei suoi occhi la donna lesse inquietudine.
“E col tempo” mormorò il campagnolo “sono sorte varie storie su quel villaggio.”
“Che storie?” Incuriosito Daizer.
“Leggende...” rivelò il villano.
Guisgard
25-02-2014, 01.48.35
Clio corse verso l'uscita del palazzo.
Si udivano grida di paura e voci confuse un po' ovunque.
Le guardie di palazzo erano agitate e si muovevano confuse tra le sale marmoree.
E sull'accesso che dava al grande cortile, Clio vide due dei suoi fedelissimi.
“Capitano...” disse uno dei due “... c'è stata un'esplosione... forse si tratta di un ennesimo attentato...”
“Il boato” fece l'altro soldato “sembrava provenire dalla parte esterna al centro urbano... probabilmente l'esplosione è avvenuta nel quartieri della plebe...”
In quel momento arrivò Bool con il suo seguito.
“Capitano Clio...” avvicinandosi il Senatore Supremo alla ragazza “... le guardie del vescovo che perlustravano la città hanno riferito di una forte esplosione nei quartieri della plebe... lì le case sono quasi tutte di legno e i danni potrebbero essere davvero gravi...”
“Senatore...” correndo verso di loro il Capitano della Guardia Ecclesiastica “... pare si tratti di un nuovo attentato...”
“Maledetti ribelli!” Esclamò con rabbia Bool.
“Ma non è tutto, eccellenza...”
“Cos'altro è accaduto?” Fissandolo il senatore.
“Sembra che qualcuno ne abbia approfittato...” fece il capitano delle milizie vescovili “... si stanno registrando infatti scene di saccheggio in città... e con esse anche omicidi e stupri...”
“Chi sta facendo tutto questo?”
“Alcuni testimoni” rivelò il capitano del vescovo “affermano che gli autori di tutto questo sono i mercenari di Gufo Scarlatto...”
Guisgard
25-02-2014, 01.55.14
Il giovane cavaliere sorrise beffardo alle parole di Eilonwy.
“Nutro già una forte antipatia verso quel sir Riccardo” disse “e temo che alla prima occasione lo infilzerò a dovere...” la guardò con l'aria di chi è sicuro di se “... e non è detto che voi non facciate il tifo per me, damigella...” e rise “... volete andare da mia madre? Bene, siete fortunata. Perchè solo io so dove si trova adesso. Ma vi porterò da lei solo in cambio di un altro bacio...”
Eilonwy
25-02-2014, 02.10.46
Che cosa?
Non era possibile per la miseria!!! Un' altra volta?
"Siete un maledetto approfittatore!.....Un vero cavaliere non si approfitta di una povera donzella!....Vi odio...vi odio.....siete il male fatto persona!" affermai molto infuriata
Però era l' unico modo per farmi condurre da Isolde. Forse era meglio mettere da parte il mio orgoglio e fare ciò che mi aveva chiesto.
"Va bene. Comunque, sappiate che vi odio profondamente!" dissi con la voglia di prenderlo a calci.
Chiusi gli occhi e mi immaginai di baciare Sir Riccardo. Posai le sanguigne labbra sulle sue e lo baciai velocemente.
Perdonami amore mio!
"Adesso portatemi Isolde. Ve lo ordino!" ordinai a denti stretti.
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Guisgard
25-02-2014, 02.18.01
Il giovane cavaliere sorrise ad Eilonwy.
Si avvicinò allora alla ragazza, la guardò negli occhi e poi la strinse fra le braccia.
Le sue labbra così raggiunsero quelle della ragazza e la baciò con passione.
Fu un bacio lungo e profondo.
“Non siete affatto male, damigella...” disse poi soddisfatto “... e sono sicuro che questo bacio è piaciuto anche a voi...” rise “... ed ora ditemi... cosa volete da mia madre? Perchè volete incontrarla?”
Eilonwy
25-02-2014, 02.29.55
Guardai inviperita quel figlio di una cagna e dissi: "Non mi è piaciuto affatto dato che non vi amo!.....Perchè devo andare da vostra madre?......Ma, per caso, siete sordo?...Vi ho appena detto che devo farmi togliere questa maledizione da lei. E non solo, anche il mio amico merlo deve farsela togliere dato che una volta era un principe".
Quel cavaliere proprio un mostro!
Per quanto fosse bello e piacente, ogni volta che lo guardavo mi veniva la nausea.
Perchè dovunque andavo incontravo uomini simili a Slathnir? Perchè ero tanto sfortunata?
Chiusi gli occhi e pensai al mio amato. Subito mi ripresi.
Con la punta della mano mi strofinai la bocca, come di chi ha posato le labbra su un rospo bavoso. Anche se baciare un rospo sarebbe stato piu' piacevole.
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Altea
25-02-2014, 15.43.42
Il mio sguardo rimaneva immobile a fissare la sua gamba...era prigioniero..non era possibile, alle sfortune si aggiungevano nuove sfortune..."Milord..." scossi il capo piena di rabbia " potrei fare in modo di liberarvi ma sarebbe pericoloso..per voi, per me e per il maniero..immagino quell' uomo venga a controllarvi e una volta spezzata la catena e quell'orribile anello capirebbe subito la verità...ma perchè non mi dite cosa fare..devo andarmene così da questo maniero senza possibilità di salvarvi?" la mia mano si strinse più alla sua.."Per favore..non fatene un mistero..è già tardi e presto arriverà l' Alba e se domani notte non potrò venire da Voi, non saprò come salvarvi..verreste con me in capo al mondo? Allora parlate...o dovrò recarmi io una volta uscita da qui dall' Abate Nicola e chiedere aiuto a lui...da sola..perchè io vi salverò e lo voglio davvero" guardavo innervosita fuori dalla finestra...sembrava il Cielo volesse quasi rischiararsi e aspettavo trepidante la sua risposta.
"Altrimenti..se non sapete come fare..fuggiremo assieme da qui..e penso dovremmo andare insieme a cercare questo Abate..sono disposta a viaggiare di notte e fermarmi di giorno" ero sicura delle mie parole.
elisabeth
25-02-2014, 16.44.05
Sorrisi ai complimenti del villano......era stato cortese...e poi arrivò il mangiatore di mele....che fece tutte le domande possibili senza destare sospetti......quando Daizer mi guardò....mi accorsi della strana luce che ballonzolava nelle sue scure pupille.....adesso mi credeva .......eureca....mi intromisi tra Daizer ed il villano e dissi " perdonatemi Signore come tutte le donne sono una curiosona e mi affascina conoscere questa leggenda di che parla ?.....abbiamo due bambini e adorano quando la sera prima di andare a letto gli raccontiamo una storia........se questo non vi costa troppo del vostro tempo ovviamente......".......Battito di ciglia da dama di corte e sorriso smieloso.....ed il Villano incominciò a narrare.....
Guisgard
25-02-2014, 19.11.51
L'uomo strinse anch'egli la mano di Altea.
La strinse forte nella sua e restò a fissare negli occhi la bella avventuriera.
E senza dire nulla, improvvisamente la portò a sé, per poi baciarla con passione.
La baciò a lungo, con le sue mani che scivolavano e stringevano il corpo di lei contro il suo.
“E' quasi l'alba...” disse piano, staccando le sue labbra da quelle di lei “... tra poco le stelle si spegneranno una dopo l'altra... ed io, a ricordo del loro splendore, porterò con me la luce dei vostri meravigliosi occhi verdi, come unico bagliore del mio lungo sonno... andate ora... ci rivedremo qui al sopraggiungere della sera... andate...”
Guisgard
25-02-2014, 19.15.58
“Si narra” disse il villano ad Elisabeth e a Daizer “che il villaggio sia stato abbandonato subito dopo la celebrazione di una messa... ormai era abitato solo da vecchi e nessun altro volle più giungere in quelle vecchie case... e così, racconta una leggenda sorta in seguito, ogni volta che un prete o un monaco di passaggio si ferma in quel luogo le anime degli abitanti del villaggio tornano per ascoltare la messa... altri invece dicono che le anime degli abitanti tornano per chiedere ai vivi un aiuto per qualche defunto che non trova pace...” rise “... ma sono solo leggende, naturalmente.”
Guisgard
25-02-2014, 19.20.03
Il cavaliere rise a quelle parole di Eilonwy.
Ma proprio in quel momento il Sole cominciò a rischiarare il cielo e poco dopo la notte si dissolse nei bagliori dell'aurora.
Eilonwy così tornò ad assumere le sue sembianze umane.
Il cavaliere allora la prese in braccio e con lei montò di nuovo sul suo cavallo.
“Sono lieto” disse “che siete tornata umana... per quanto avvenente, preferisco vedervi ragazza che sirena!” E rise di nuovo.
Poi spronò il suo destriero e si lanciarono al galoppo verso il centro della foresta.
Cavalcarono a lungo, fino a quando un grosso maniero apparve davanti a loro.
“Ecco...” indicandolo il cavaliere “... lì vive mia madre...”
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Altea
25-02-2014, 19.22.56
Fu un gesto improvviso...sentii le sue braccia sulle mie e avvicinarmi a lui con fare leggero e imprimermi sulle labbra un bacio profondo quasi disperato...quando si staccò da me il mio primo istinto fu di abbracciarlo...con calma Altea...non lo conosci anche se sei confusa.
"E io porterò con me la vostra dolcezza milord, sperando la sera arrivi presto...ora vado ma ditemi il vostro nome".
Mi avvicinai alla porta, la aprii leggermente mentre rimasi a guardarlo aspettando di sapere come si chiamasse...e poi scappare nella mia stanza prima di vederlo addormentato e farmi scoprire da quel misterioso uomo incappucciato.
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Guisgard
25-02-2014, 19.27.12
L'uomo fissò Altea ancora in quei suoi bellissimi occhi chiari.
“Il mio nome...” disse poi in sussurro “... è Elvet... ma vi prego, prima di andare via, lasciatemi qualcosa di vostro... qualcosa intriso del vostro profumo e del vostro sapore... quel sapore che ho sentito dalle vostre labbra e che mi aiuterà a sopravvivere al lungo sonno che mi attende...”
Altea
25-02-2014, 19.37.53
"Elvet" sorrisi "è un bellissimo nome..volete qualcosa di mio..non vi basta il mio ricordo?".
Mi avvicinai a lui ed ebbi un sussulto..portai le mani alla collana col pendaglio color del tramonto che mi donò il Cavaliere a Petra e stranamente pensavo avesse a che vedere con le visioni della sacerdotessa..."Ecco vi dono questa collana...chi me la donò in realtà non sapeva bene il vero significato delle parole incise nel pendaglio su quel Fiore..poichè scappò e non lottò per il nostro Amore".
Gli legai la collana al collo e dopo avergli dato un bacio sulla guancia gli sussurrai.."Che vi protegga nel vostro sonno e le forze del Male possano non nuocervi..io sarò qui..".
E detto questo uscii dalla stanza...senza farmi sentire tornai di fretta nella stanza e mi misi dentro al letto...ero turbata..mi ero cacciata forse in un grosso guaio..avrei potuto lottare sola contro tutto questo?
Istintivamente guardai il ritratto di lui...speriamo non sia una illusione.
Guisgard
25-02-2014, 20.10.13
Altea tornò così nella sua stanza e vi restò fino al mattino.
Ma verso l'alba di nuovo si udì nel castello quel disumano e terrificate urlo.
Un verso bestiale che ormai Altea conosceva bene.
Poi, dopo circa un'oretta, qualcuno bussò alla porta della sua stanza.
“Milady...” disse Geroa “... il padrone vi attende per la colazione... stamani ha espresso il desiderio di mangiare con voi...”
Altea
25-02-2014, 20.31.28
Sussultai..era l' Alba e udii il suo urlo disumano..."Elvet ...Dio ti protegga" pensai tra me.
Mi appisolai fino al mattino, erano sere non dormivo..venne Geroa a svegliarmi..il padrone voleva fare colazione con me.
"Dite al milord arriverò subito, il tempo di prepararmi".
Mi alzai dal letto...mi lavai in fretta, mi cambiai di abito..vi erano degli abiti femminili in un armadio..mi spazzolai in fretta ed uscii, vidi Geroa che mi aspettava.."Prego milady fatemi strada, penso nella solita sala".
Seguii Geroa e pensai dovevo essere naturale e non avere pregiudizi...non sapevo nulla neppure di quel uomo.
E arrivai nella stanza e vidi l'uomo già seduto ad attendermi..."I miei saluti milord...spero sia stata una notte gradevole".
Mi sedetti al tavolo e sorrisi indifferentemente.
elisabeth
25-02-2014, 20.57.30
Che storia graziosa...e non era neanche troppo spaventosa da raccontare ad un bambino......ma quella storia aveva la medesima situazione, i Frati erano in Chiesa quando successe il tutto la prima volta e i due Frati vennero con noi in chiesa quando provammo a rivivere la stessa cosa per la seconda volta.......ma il Borgomastro ci parlo' di tombe e profanazione.......quindi le due leggende nascevano dallo stesso ceppo...." Voi siete mai stato in quel villaggio ?...voglio dire...avete ....mai visto con i vostri occhi ciò che succede ?.....Pensate sia pericoloso andarci oppure potrebbe essere interessante, andare a vedere questo posto desolato ......... e perdonatemi se vi trattengo oltre...conoscete un certo Comino il Maniscalco ?......."...
Eilonwy
25-02-2014, 22.16.06
Ma quando la finiva di ridere di tutto ciò che gli dicevo?
Il sole si levò alto e io mi ritrovai nuda davanti a quel verme.
Mi coprì all' istante con la folta e lunga chioma bordeaux. Odiavo essere spoglia....in special modo con tipi poco raccomandabili come lui!!!
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Arrivammo davanti a un sinistro maniero e non potè sfuggirmi di bocca un ironico commento: "Posticino simpatico....devo farmi dare il nome dell' architetto da vostra madre!....Dite che è ancora in circolazione?".
Arrivammo davanti ad un enorme portone in ebano e ferro. Benvenuta all' Inferno, Eilonwy!
"A proposito!.....Come vi chiamate?" chiesi al biondo cavaliere.
COLONNA SONORA:
http://www.youtube.com/watch?v=NVv2P4V453c
"Maledetti! Maledetti..." sbottai "Non sarebbero mai dovuti venire.. Ah, ma la pagheranno... eccome..." mormorai.
"Senatore, quali sono gli ordini?" dissi, controllando la rabbia "Abbiamo l'autorizzazione a trattare questi mercenari per i criminali che sono o dobbiamo chiudere un occhio perché sono loro? Le donne di questa città sanno bene che impartisco pene molto severe a chi osa sfiorarle contro la loro volontà.. vergini o prostitute che siano, per me non fa differenza.. e non parlo degli omicidi perché non serve essere una donna per comprenderne la gravità.. ma io ho preso un impegno con il popolo e, con tutto il rispetto, punirò quegli animali con o senza la vostra autorizzazione! Se volete arrestare me, sapete dove trovarmi, anche se vi garantisco che i miei uomini eseguiranno i miei ordini in ogni caso.. Ma per ora, naturalmente, la priorità è prestare soccorso. In qualche modo troveremo gli uomini.. anche se, una volta ancora, non potremo contare sull'aiuto dei mercenari, visto che non fanno altro che peggiorare la situazione, al posto di esserci utili.." scossi la testa, discutere non serviva "mi chiedo cosa siano qui a fare.." mormorai tra i denti, pianissimo.
"Con il vostro permesso, porterò alcuni dei miei uomini nel luogo dell'esplosione.. così da dare manforte alle milizie vescovili.." voltandomi verso il capitano "..insieme porremo fine a questa situazione assurda..." sorrisi, ma senza allegria alcuna.
Quella giornata sembrava non finire mai. Il venerdì in cui avrei parlato con Maria sembrava non volere mai arrivare.
"Rostis.." voltandomi verso uno dei miei fedelissimi "vedi quanti uomini riesci a trovare, la sorveglianza del Palazzo Reale non può essere sfoltita troppo, mi raccomando.. vedi a che punto sono quelli che si stanno occupando delle macerie dell'autodromo.. i morti ci perdoneranno se li trascureremo per tentare di salvare qualcuno.. Avete sentito cos'ho detto riguardo i mercenari, regolatevi di conseguenza... ma non uccidetene nemmeno uno a meno che non ne vada della vostra vita naturalmente, non dovete in alcun modo diventare come loro.." guardai l'altro soldato "Kastor, Tu vieni con me, partiamo immediatamente... prima siamo sul posto, più aiuto possiamo dare..".
"Se non c'è altro, signori.. io andrei... le parole sono solo d'intralcio in questo momento, servono i fatti.." dissi inchinandomi rispettosamente rivolta al senatore e al capitano delle milizie vescovili "Capitano, fatemi sapere se avete bisogno di noi per qualche operazione in particolare.. contate pure sui miei uomini...".
Guisgard
26-02-2014, 01.10.22
Il padrone del castello, indossando sempre quel cappuccio a celarne il volto, fissò Altea fino a quando la donna non si sedette al suo posto.
“E' stata una notte come tante...” disse poi, cominciando a mangiare “... silenziosa, solitaria, indifferente... e la vostra invece? Spero sia stata tranquilla. Ho notato che non avete con voi il fiore che vi ho donato... posso vederlo?”
Guisgard
26-02-2014, 01.17.36
“Sono passato talvolta per quel posto...” disse il villano ad Elisabeth “... ma ormai è un villaggio fantasma... il sibilo del vento è l'unica cosa che si sente e a tratti sembra simile ad un lamento... è un luogo desolato... non troverete nulla laggiù...”
“Avete mai udito le campane della chiesa del villaggio suonare?” Chiese Daizer.
“Le campane” rispose il villano “ormai neanche suonano più... ammesso che ci siano ancora...”
Il volto del contrabbandiere si fece ancora più inquieto.
“Quel nome poi...” aggiunse il campagnolo “... avete detto? Comino il maniscalco?” Pensieroso lui. “No, non mi pare... magari è vissuto in quel villaggio tempo fa ed ora riposerà insieme agli altri in questo camposanto... ora che ci penso, però... si, forse qualcuno di quegli abitanti è ancora vivo... si tratta di un chierico... vive in una chiesetta all'inizio del bosco...”
“Come possiamo raggiungerlo?” Domandò Daizer.
“Seguite il sentiero” spiegò il villano “e alla fine vi troverete davanti alla sua chiesa...”
Guisgard
26-02-2014, 01.40.35
Bool annuì a quelle parole di Clio ed acconsentì.
“Fate il necessario per aiutare il nostro popolo e assicurare alla giustizia quei mercenari...” disse “... andate ora, non vi trattengo oltre...”
Così, come stabilito, le forze in campo si divisero per la città.
Clio ed il fidato Kastor lasciarono il palazzo e si diressero dove i disordini erano più forti.
La città era stata infatti colpita con ferocia da quell'ennesimo attentato.
Come riportato dai testimoni, l'attacco dei ribelli era stato portato nei quartieri più poveri, quelli della plebe, dove le case erano perlopiù di legno.
Questo aveva consentito ad un grande incendio, scoppiato in seguito all'attentato, di divampare ed avvolgere gran parte dei quartieri plebei.
Molti morti erano nelle strade, coi volti irriconoscibili per le ustioni.
Qualcuno di quei corpi era poi del tutto carbonizzato.
Alcuni avevano trovato riparo nelle cloache, altri invece cercando di invadere i quartieri della borghesia.
Le case e le botteghe poi, lasciate incustodite, erano state assalite da gruppi di facinorosi, intenzionati ad arricchirsi sfruttando quella tragedia.
Ma circolavano voci che i mercenari pagati dal Senato, approfittando del caos e del panico, avevano cominciato a fare razzie, derubando, uccidendo e stuprando donne.
Clio e Kastor raggiunsero i luoghi in cui il disordine era più forte ed in breve si trovarono in quella ressa.
Ma un grido disperato all'improvviso si udì in strada.
“Sembra provenire da quella casa, capitano...” indicando Kastor “... ma le fiamme la stanno avvolgendo...”
“Aiutatemi!” Ancora quel grido. “Aiutatemi ad uscire da qui con la mia bambina! Aiutatemi, vi scongiuro!”
“E' la voce di una donna!” Disse Kastor a Clio. “Probabilmente è rimasta intrappolata in mezzo alle fiamme con sua figlia!”
“Si, ma nessuno può entrare ormai!” Avvicinandosi una guardia del vescovo alla ragazza ed al suo soldato. “A momenti crollerà!”
“Ma quella donna è là dentro con sua figlia!” Urlò Kastor.
“Purtroppo sono spacciate ormai!” Sentenziò la guardia vescovile.
Guisgard
26-02-2014, 01.51.44
Eilonwy, così, tornò ragazza proprio davanti agli occhi di quel giovane cavaliere.
Questi allora, divertito ed affascinato, restò a guardare la ragazza che pian piano, vedendo svanire le sue squame, si mostrò completamente nuda davanti a lui.
“Niente male davvero...” guardandola tutta lui “... davvero niente male...” rise “... e quei capelli, per mia fortuna, solo a stento riescono a coprirvi nei punti giusti, damigella...” prese di nuovo il suo mantello e avvicinandosi a lei la coprì tutta con quello “... a malincuore, ma devo farlo... almeno così la smetterete di dire male di me!” Rise ancora.
Galopparono allora verso il castello della misteriosa Isolde.
Dopo un po', finalmente, si ritrovarono davanti ad un grande e cupo maniero.
“Flees...” rivolgendosi il giovane cavaliere ad Eilonwy “... il mio nome è Flees... per servirvi, mia bellissima sirena!” Con un vistoso inchino.
Raggiunsero allora il portone del castello, dove il cavaliere bussò più volte.
Alla fine qualcuno aprì.
Era un gobbo che subito salutò Flees.
“Salute a voi, padroncino...”
“Mia madre è nel castello?” Chiese il giovane cavaliere.
“Non in questo momento, padroncino...”
“Allora attenderemo il suo ritorno.” Mormorò Flees, per poi fare cenno ad Eilonwy di seguirlo all'interno del maniero.
Eilonwy
26-02-2014, 02.00.34
Seguì il cavaliere Flees all' interno del cupo maniero.
Strinsi come non mai la mia croce celtica ed iniziai a dire a bassa voce il "Pater Noster":
Pater Noster qui es in caelis:
sanctificétur Nomen Tuum;
advéniat Regnum Tuum;
fiat volúntas Tua,
sicut in cælo, et in terra.
Panem nostrum cotidianum
da nobis hódie;
et dimítte nobis débita nostra,
sicut et nos
dimíttimus debitóribus nostris;
et ne nos indúcas in tentatiónem;
sed líbera nos a malo.
Amen.
Passammo per i vari corridoi e scale. Alla fine, quando arrivammo davanti alla porta di una stanza, Flees si girò verso di me come per dirmi qualcosa.
Lo guardai preoccupata.
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Guisgard
26-02-2014, 02.01.27
Intanto, mentre la città era per una parte in fiamme e la gente fuggiva via disperata verso i grandi palazzi della borghesia e le zone abitate dalla potente aristocrazia, un gruppo di galeotti, di rinnegati, di schiavi senza alcun valore cercava anch'esso una via di fuga.
Ma non dal fuoco e dalla paura, ma verso la libertà che gli era stata negata.
E così, sui muri delle stradine secondarie e laterali, squarciate dall'abbagliante fulgore delle fiamme, si stagliavano lunghe ed inquiete ombre, che furtive avanzavano come dannati tra le fiamme dell'Ade.
“Bisogna attraversare la città” disse Guisgard ai suoi compagni di avversità “per raggiungere una delle sue porte e poter così uscire...”
“Ma senza armi è impossibile...” fece uno di quelli che erano con lui “... ci sono soldati ovunque...”
“Senza dimenticare” intervenne un altro di quelli “che le strade saranno piene di sciacalli pronti a rubare tutto ciò che capiterà loro a tiro...”
“Non abbiamo altra possibilità...” fissandoli Guisgard “... questa probabilmente sarà l'unica che ci capiterà per poter tornare ad essere liberi...”
Ad un tratto udirono canti e risa.
“Qualcuno si avvicina...” mormorò uno dei compagni di Guisgard “... devono essere dei soldati...”
“I soldati non cantano e ridono mentre la città brucia...” fece Guisgard “... aspettatami qui e non muovetevi...”
Li lasciò e attento a non farsi scoprire cercò di vedere chi si stava avvicinando.
Dopo un po' tornò da loro.
“Allora?” Chiese uno dei suoi.
“Sono mercenari...” svelò Guisgard “... sono uomini del nostro amico Gufo Scarlatto...”
“Siamo dunque perduti!” Impaurito uno dei suoi compagni.
“No, abbiamo la sorpresa dalla nostra” mormorò Guisgard “e credo siano un bel po' ubriachi...”
Allora si nascosero dietro un muro ed attesero che quel gruppo di mercenari si avvicinasse.
E quando i soldati di ventura passarono accanto a quel muro, dall'incerta penombra piombarono alle loro spalle Guisgard ed i suoi compagni, armati di mazze e pietre raccolte dalle case in fiamme.
Li presero così di sorpresa, colpendoli con quelle loro armi d'emergenza.
E alcuni dei mercenari persero i sensi sotto quei colpi, altri addirittura la vita.
Alla fine, dalla cantina di una casa ormai disabitata, addossata al muro dietro il quale si erano nascosti, emersero vincitori Guisgard ed i suoi compagni.
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Squadrai il soldato con uno sguardo truce.
"Ringrazia di non essere uno dei miei uomini.. Sono il Capitano della Guardia Reale, e per fortuna non prendo ordini da te.. fatti da parte.." tuonai, imperiosa.
Mi voltai verso Kastor "Te la senti? Abbiamo vissuto situazioni peggiori, infondo.." sorrisi.
Era bello, di tanto in tanto, ritrovare gli amici. Il capitano deve mantenere un certo distacco dai soldati, ma con alcuni di loro avevo combattuto per anni fianco a fianco, da semplice soldato, ed erano come fratelli per me.
"Io penso alla bambina, tu alla donna.." sentenziai, avvicinandomi verso la casa, mi tolsi la corazza, nascosi la treccia sotto la camicia, e usai un secchio d'acqua per bagnarmi completamente i vestiti, avrebbero preso fuoco più lentamente. Feci cenno a Kastor di fare altrettanto.
Entrai così nella casa, riparandomi naso e bocca per non respirare l'aria contaminata dalle fiamme.
Il fuoco stava avvolgendo ogni cosa, procedevo cauta, un passo alla volta, usando la voce della donna come guida.
La raggiungemmo dopo poco, era una piccola casa per fortuna, non un palazzo.
"Avanti, ti portiamo fuori di qui.." le dissi "Appoggiati a lui, porterò io la tua bambina in salvo, non temere..".
E così, affrontammo nuovamente le fiamme, per salvare quella donna e sua figlia da una morte orribile.
Era in momenti come quello che ti rendevi conto di quanto valessero i sacrifici di una vita militare.
Quando, al posto che prendere una vita, riuscivi a salvarne anche una sola.
Il caldo era insopportabile, trattenere il respiro cominciava a pesare, ma l'uscita ormai era vicina. Potevo vedere la fioca luce della sera, sentire le voci confuse dei soldati.
Dopo istanti interminabili, tornai a respirare aria pulita.
Altea
26-02-2014, 15.36.47
Presi un dolce e iniziai a mangiare..lo stesso rituale del giorno prima, quanto mangiava questo uomo?
"Si..una notte tranquilla, milord..anche se ogni tanto mi destavo per il suono dell'organo" e finsi indifferenza... quando egli mi chiese della rosa.
"La rosa? E' sul mio comodino milord, non immaginavo dovessi portarla sempre addosso, una rosa solitamente appassisce non pensate? O la vostra è una rosa particolare..magica..." mi alzai posando le posate "Non preoccupatevi, ora vado a prenderla...non sono scappata dal maniero se sono qui".
Ritornai in camera...e poi una luce improvvisa.
Il tintinnio dei monili e campanelli
la leggiadria del suo passo tra la seta
e l'organza azzura e alzatasi il velo vidi
gli occhi smeraldini spiccare tra l'ebano della pelle
"Siete voi...la sacerdotessa" e sorrisi.
"E così..hai donato la collana..quindi stai scordando il Passato".
"Ditemi cosa devo fare...avevate detto sareste apparsa in sogno
al mio futuro amato, eppure egli non mi riconosceva".
"Però hai dimenticato ciò che ti ha fatto male in passato e ti ha
bloccata" e dal comodino prese la rosa e si avvicinò a me.
"Non temere" disse posandomi la rosa sul capo "stai agendo nel giusto".
"E riuscirò a liberarlo?" chiesi con trepidazione.
"Elvet?" disse lei sorridendo "non lo conosci nemmeno..non sai chi sia..il
Tempo..il Tempo darà le sue ragioni".
Improvvisamente dalle sue mani comparve una collana uguale a quella data a Elvet..non cambiava in nulla e Lei me la agganciò al collo.
"Elvet ha ancora la tua collana, questa è una altra uguale per te..perchè tu possa ricordare di cercare sempre..quel Fiore".
Scomparve nel nulla come arrivò.
Mi destai e misi la mia mano istintivamente sul capo, la rosa si trovava proprio li ed era intatta e al collo portavo di nuovo la collana.
Ritornai nel salone dove si stava consumando la colazione e mi versai del the con indifferenza ma sapevo benissimo lui stesse guardando la rosa..."Milord, scusate quante Lune mancano al primo Venerdì del mese? Ovviamente come sto mantenendo io la promessa anche voi dovrete mantenerla e darmi poi la libertà".
Guisgard
26-02-2014, 18.12.45
“Non temete...” disse il padrone del castello ad Altea “... io rispetto sempre le mie promesse... nel bene e nel male...” si alzò allora e raggiunse il posto dove sedeva la donna.
Cominciò così a fissare la rosa.
Poi la prese.
“Gli antichi” mormorò “credevano che i fiori possedessero poteri particolari... dunque a parer loro tutti i fiori sono magici... in particolare si pensava che sapessero trarre vigore dalle anime dei giusti e di contro, patire la vicinanza di quelle dei malvagi...” mostrò la rosa ad Altea.
L'avventuriera allora si accorse che quel fiore stava cominciando ad appassire velocemente.
“Sapete perchè?” Chiese alla donna. “Perchè l'avete toccata voi per portarla qui... e voi stanotte siete stata vicino ad un'anima malvagia... dunque siete voi che non mantenete la parola data...”
Guisgard
26-02-2014, 18.16.29
Flees condusse così Eilonwy all'interno del castello.
“Questa è la vostra stanza...” disse poi aprendo una porta e mostrando alla ragazza quella camera.
Non era molto grande e neanche troppo sfarzosa, ma appariva comoda ed accogliente.
“C'è anche un tinello in cui potervi lavare...” aggiunse il giovane “... naturalmente se vi occorre una mano non avete che da chiederlo...” e rise con tono irriverente “... sistematevi pure... io vi attenderò in giardino... a dopo, damigella...” e andò via.
Altea
26-02-2014, 18.21.18
Lo vidi alzarsi e avvicinarsi a me..guardava la rosa attentamente e poi..egli sentenziò la sua profezia..rimasi ben ferma e salda.."Milord...io sono stata anche vicino a voi, a milady Geroa, ai servitori..quindi...come potete affermare ciò?E con tale sicurezza?" lo guardai anche se si celava sotto il cappuccio..."I giusti non hanno paura del Male e si fanno pure vedere alla Luce del Sole, non hanno bisogno di celarsi".
Guisgard
26-02-2014, 18.25.06
Clio e Kastor erano ormai quasi riusciti a portare in salvo la donna e la sua bambina.
Si trovavano ad attraversare ciò che restava dell'ingresso di quella casa, in gran parte assalito dal fuoco.
Davanti a loro si vedeva l'uscita, con la luce del Sole e l'aria pulita.
Ma proprio in quel momento la bambina in braccio a Clio cominciò a ridere forte.
La sua voce era mutata.
Era quella di una donna adulta.
Mostrò allora il suo volto al Capitano della Guardia Reale, spingendola a terra.
Kastor, nel frattempo, vedendo quella scena si bloccò di colpo.
Ma in un attimo il corpo della donna che portava in braccio mutò in un grosso tizzone ardente, che in un momento lo avvolse in una grande fiamma, per poi farlo bruciare vivo lentamente tra le sue urla disperate.
“Sciocca ragazza...” disse la misteriosa donna a Clio “... chi credi di essere? Sei solo una stolta... e pagherai per la tua insolenza...” ridendo forte, per poi svanire nel fumo.
In quello stesso istante alcuni uomini armati apparvero sulla soglia della casa.
Clio li riconobbe subito: erano i mercenari di Gufo Scarlatto.
“Guardate chi c'è, ragazzi...” fece uno di quelli nel vedere la ragazza a terra ed indifesa “... il nostro bel capitano... cosa ne dite di divertirci un po' con lei?”
“Si, non è niente male...” ridendo un altro di quelli.
E la circondarono, cominciando ad emettere versi osceni e a fare gesti volgari verso di lei.
Guisgard
26-02-2014, 19.06.21
“Voi mentite.” Disse il padrone del castello ad Altea. “Avete visto quell'uomo. E questa rosa vi ha tradito.” Il suo tono era freddo. “Vi avevo messa in guardia dal non girare per il castello. Voi invece, forse attirata dalla musica, avete disobbedito ed incontrato quel maledetto. Confessate o vi terrò prigioniera in questo castello fino alla fine dei vostri giorni.”
Altea
26-02-2014, 19.15.07
"Scusate milord..prima di tutto rivolgetevi a me con altro tono...e poi io ho dormito..non capisco poi..perchè nessuno potrebbe vedere quell' uomo disturbatore della notte?Ditemi il motivo..." rimasi imperturbabile.
Eilonwy
26-02-2014, 20.38.55
"Grazie" dissi con tono incolore e cortese e mostrandogli un sorriso di circostanza.
Quando se ne andò, mi chiusi la porta alle spalle. Guardai la stanza. Era molto cupa e semplice, ma molto accogliente.
All' interno c' era un letto a baldacchino con coperte di cotone, un tinello con una vasca da bagno, una scrivania con uno specchio, dei cosmetici da donna, un caminetto e un manichino.
Il manichino metteva in bella mostra un vestito di velluto blu con le maniche dello stesso colore, velate, lunghe e svasate.
Mi tolsi di dosso il mantello di Flees. Nel camino ardeva sopra la brace un pentolone nero. Lo aprì e vidi che aveva al suo interno dell' acqua bollente.
Facendo attenzione, versai l' acqua nella vasca e ci aggiunsi dei sali profumati alla mirra e alla menta piperita, i quali si trovavano sull' architrave del camino.
Mi immersi, dalla testa ai piedi, nella vasca e mi lavai e districai i capelli con un pettine d' osso.
Mentre mi pettinavo, i miei occhi si posarono su tre cicatrici. Me le ero fatte in varie battaglie ed erano le medaglie del mio valore in guerra. Quella sul ventre me l' aveva procurata Slathnir in persona. Cosa avrei dato per infilzarlo con la mia Spada di Fuoco Fatuo!
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Dopo essermi asciugata e raccolto i capelli in una semplice crocchia, abbellita con dei piccoli fiorellini azzurri, indossai l' abito blu. Mi accorsi che ai piedi del manichino c'erano delle scarpe blu di camoscio senza tacco . Le calzai e notai che erano proprio della misura giusta.
Certo che non si può dire che trattino male i loro ospiti!
Decisi di truccarmi. Era da circa otto mesi che non mi imbellettavo a causa delle battaglie per difendere la mia patria. Mi ricordai che le cose che mi mettevano di buon umore erano: scherma, tiro con l' arco, nuotare, pattinare sul ghiaccio, leggere e, naturalmente come ogni donna, truccarmi.
Mi sedetti davanti allo specchio e mi passai sul volto un po' di cipria di riso. Presi, poi, una boccetta che conteneva un unguento per labbra, il quale era stato fatto mescolando succo di ciliegia, succo di melograno, succo di fragola, argilla rossa e olio d' oliva. Spalmai l' unguento sulla bocca e un po' sugli zigomi. Per rendere gli occhi magnetici, piu' grandi ed intensi, misi sulle palpebre del Kohl in polvere.
Mi spruzzai del profumo alla rosa e alla vaniglia.
Mi sentivo decisamente meglio! Era proprio vero che lo star bene fisicamente rendeva la mente piu' lucida e l' anima piu' serena.
Uscì fuori dalla mia stanza e raggiunsi in giardino il presuntuoso ed arrogante Flees. Sembrava intento a guardare le rose rosso porpora del giardino.
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elisabeth
26-02-2014, 20.57.45
Il Villano fu una persona gentilissima e per nessuna delle nostre domande sembro' rimanere sorpreso.......Quelli sorpresi fummo invece Daizer e io........il colmo.....neanche il rintocco delle campane, impossibile......noi lo sentivamo perfettamente, e poi l'unico superstite un chierico in una chiesetta fuori le mura........salutammo il Villano e percorremmo la strada da lui indicata......" Daizer io non capisco......le campane....le sentiamo...l'oste lo abbiamo visto...e poi il resto.....magari solo io nei sogni...ma era il proseguimento del dopo messa.....e la messa l'abbiamo vissuta tutti.....non so se dirti che tutto questo e' affascinante o spaventoso......"...proseguimmo sino a quando una minuscola chiesetta si piazzò dinanzi ai nostri occhi......." E ora ?....chi troveremo all'interno ?......il prete che ha officiato la messa in queste sere al villaggio ?......o avrà la faccia del Borgomastro dei miei sogni...".....fui la prima ad avvicinarmi al portone...era socchiuso...e un prete di spalle....guardava il quadro della Vergine Maria......." Padre ?......"......Daizer era alle mie spalle e le sue mani poggiavono sui miei fianchi.......
"Kastor! Kastor!" Urlai. Ma le fiamme lo avvolsero senza che potessi fare nulla.
Non aveva senso, nulla di tutto quello aveva senso.
Dovevo rialzarmi, dovevo farlo.
Ma poi udii quelle voci, e non lo feci.
Un sorriso perfido mi attraversò il viso, facendomi dimenticare lo strano fenomeno della bambina. Aspettavo quel momento dalla prima volta che quei mercenari avevano messo piede in città.
Era meglio che mi credessero indifesa, molto meglio. Infondo, sottovalutarmi era stato il loro più grande errore.
Mi circondarono, ma io non sentivo i loro versi osceni, tanto erano sempre gli stessi, intenta com'ero a studiare la loro posizione, a pianificare le mosse.
Poteva sembrare che fossi sdraiata, ma avevo i piedi e le mani puntate, pronte a scattare.
Il tempo di un respiro, e partii.
Con la rapidità ormai acquisita, afferrai la gamba di uno di loro, facendo leva, lo feci cadere a terra, per poi portarmi immediatamente dietro la sua testa, e posare il mio peso sul suo collo, non aveva scampo.
Benedetto pancrazio! Non sarei mai stata grata abbastanza al mio maestro per avermi insegnato a lottare in quel modo.
Mi impossessai della sua arma.
E la festa ebbe inizio. In una situazione del genere non ero altro che una macchina da guerra, la cavalleria, gli ideali, l'onore, erano ricordi sbiaditi.
Ero una tigre in pericolo, più pericolosa che mai.
Un colpo, un altro, un calcio preciso. Miravo alla gola, agli occhi. Colpivo per uccidere, al massimo mutilare. Rapida ma forte, e implacabile.
Nessuna pietà, uomini che assalgono in gruppo una donna non la meritano.
I vestiti mi si appiccicavano addosso, sentivo del sangue ma non sapevo se fosse mio o no.
Schivavo, colpivo, schivavo ancora, sentivo la mia spada affondare nella carne, una volta, un'altra ancora.
Non era un duello, ma la mischia della battaglia. Quando ti allontani un secondo e ti assalgono in quattro contro uno.
Non c'erano eroi, solo guerrieri.
Ma nonostante il sangue, l'orrore, le ferite, il mio cure batteva forte, la battaglia ti fa sentire vivo. Devi essere un pazzo per amare questa vita, ma io lo ero, eccome.
Ero me stessa, inequivocabilmente.
I loro volti erano simili, distanti, io vedevo solo punti da colpire. La rabbia degli ultimi giorni verso quegli uomini indecenti si riversava nella mano che stringeva la spada.
La forza che riuscivo ad ottenere in simili momenti mi sorprendeva sempre.
In un momento vidi la soglia. Non l'avevo calcolata.
Fronteggiai ancora per un po' i mercenari, e poi corsi fuori.
Mi sarei buttata per terra, ma cercai di resistere.
Feci cenno ad alcuni miei soldati di avvicinarsi, e indicai loro la casa.
"Se qualcuno di quei cani è ancora vivo, sbattetelo in cella, con meno gentilezza possibile.." ordinai loro "hanno tentato di aggredirmi.." con un sorriso perfido "poveri sciocchi..".
Solo in quel momento sentii la stanchezza, le ferite, ma non mi importava.
Appoggiata al muro di una casa non toccata dalle fiamme, al sicuro tra i miei uomini, piansi in silenzio.
Il viso di Kastor la mattina della battaglia decisiva si mescolava a quello sfigurato dalle fiamme.
Fratello mio... perdonami... perdonami, amico mio... aspettami..
Avevamo combattuto insieme, avevamo superato gli orrori della guerra ridendo tra di noi, facendoci forza l'un l'altra.
E l'avevo visto morire tra le fiamme. Cos'avrei detto a sua madre? La verità, che era morto per cercare di salvare una donna e la sua bambina.
Cos'era accaduto in quella casa?
C'era una donna, io l'avevo vista, avevo sentito le sue grida. Il pianto della bambina si udiva dalla strada.
Non capivo, non capivo nulla. Non aveva senso tutto quello.
Ero debole e stanca.
L'energia quasi sovrumana della battaglia ha un prezzo. E io lo stavo pagando.
"Ho bisogno di un medico.." dissi ad alcuni dei miei "Scortatemi in caserma, e fate chiamare Amian.." ordinai loro.
Guisgard
27-02-2014, 01.22.58
Elisabeth e Daizer avevano raggiunto la chiesetta indicata loro dal villano.
Fuori il semplice porticato videro un sacerdote intento a spostare una statua di Santa Lucia.
Era un uomo sulla sessantina o poco più, ma energico, vitale.
Aveva il volto pulito, lo sguardo acuto ed i modi fermi.
Di corporatura robusta, tradiva un dinamismo non comune.
E nell'udire la voce della maga, il chierico subito si voltò verso i due nuovi arrivati.
“Salute voi...” disse sorridendo “... qual buon vento vi conduce in questo isolato asilo? Che San Giuseppe vi benedica.” Indicando l'immagine del Santo col Bambino dipinta sulla facciata della chiesa.
“Se siete giunti qui” continuò “vi è di certo un motivo... San Giuseppe non abbandona mai i suoi devoti... egli fu così dedito e grande nella Fede che il Signore Dio nulla gli nega.”
Guisgard
27-02-2014, 01.28.17
“Perchè quell'uomo” disse il padrone del castello ad Altea “è un essere malvagio. Un uomo dedito agli inganni, al tradimento, all'egoismo ed all'odio. E se non credete a me, crederete allora al vostro fiore!” E indicò alla donna la rosa ormai completamente seccata. “Io sono a casa mia e quando do disposizioni esigo poi che vengano eseguite! Voi osate giudicare il mio tono, eppure non avete avuto remore a calpestare ciò che vi avevo detto! Avete visto quell'uomo... ammettetelo!”
Guisgard
27-02-2014, 01.53.34
Eilonwy scese in giardino e trovò ad attenderla Flees.
Il giovane cavaliere era intento a fissare alcune rose e nel sentirla arrivare si voltò subito verso di lei.
“I miei omaggi...” disse con un vistoso e fittizio inchino “... vedo che volete far appassire tutte le mie rose con la vostra bellezza, damigella...” la fissò facendo l'occhiolino “... e che meraviglioso profumo... sono lieto che i sali e le essenze preparate per voi siano state di vostro gradimento... anche se, ammetto, il profumo di acqua e di campo che avevate durante il tragitto era particolarmente eccitate... ma prima eravate una sirena, ora siete una dama di corte...” le fece segno di sedersi ad un tavolino posto sotto un olmo “... prego, facciamo colazione insieme?” E ordinò al servitore gobbo di portare loro la colazione. “Sorseggiate un po' di quel succo rosso...” indicando Flees una brocca ad Eilonwy “... è gradevolissimo... ammesso che non pensiate possa essere un elisir per farvi invaghire di me...” rise.
Eilonwy
27-02-2014, 02.07.12
Rimasi gelida ed impassibile alle parole di quel seduttore leccapiedi.
Tuttavia, per non passare da maleducata e da ingrata gli risposi così: "Siete troppo buono, Milord!....Io non merito questi complimenti, ma per non recarvi tristezza e rancore li accetterò volentieri".
Mi sedetti sotto l' olmo ed assaggiai il succo scarlatto che mi aveva consigliato.
Sapeva di uva moscata, ribes ed arancia rossa.
"E' dissetante e deliziosa!....Grazie per avermela consigliata" dissi sempre con garbo.
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Guisgard
27-02-2014, 02.14.32
“Oh, avanti...” disse divertito Flees ad Eilonwy “... smettete di fare l'indifferente... tanto so di piacervi... e molto...” le fece l'occhiolino “... anche perchè quell'aria da fanciulla virtuosa e innocente non vi si addice affatto...” sorseggiò anch'egli un po' di quel succo “... e sinceramente penso che le mie attenzioni vi lusinghino un bel po'... sono certo anche che quel vostro sciocco spasimante... com'era il nome? Ah, si... sir Riccardo... beh, sono certo che non vale molto... né come cavaliere, né tanto meno come amante...” e rise forte.
Guisgard
27-02-2014, 02.20.16
Clio era sfinita per lo sforzo causatole dello scontro con quei mercenari.
Da sola aveva saputo tener testa a quegli uomini armati, ma ora pagava il prezzo per quella dura fatica.
E nel vederla barcollare i suoi soldati, che nel frattempo avevano catturato gli assalitori del loro capitano, si avvicinarono a lei.
“Presto...” disse uno di loro “... recuperiamo i cavalli e portiamo il capitano al palazzo...”
Ma in quello stesso istante alcune sagome emersero come demoni dal fuoco.
Furono rapidi e letali nell'avventarsi sui militari, trucidandoli grazie all'effetto sorpresa, per poi liberare i loro compagni ancora vivi.
Erano infatti altri mercenari e di numero doppio rispetto ai soldati.
E davanti agli occhi di Clio con ferocia finirono i militari della Guardia Reale.
Un attimo dopo ben dieci di quei mercenari circondarono Clio.
“Bene bene...” fece Boyke, uno dei luogotenenti di Gufo Scarlatto “... vedo che le guardie del re avevano pensato bene di arrestare alcuni dei nostri...” rise insieme ai suoi “... e perchè mai poi?” Sarcastico. “Siamo dei gentiluomini... infatti non abbiamo osato alzare una sola mano contro questa bella fanciulla...” indicando Clio “... eh, ma ora che ci penso, il nostro affascinante comandante si è sempre ritenuto pari ad un uomo... dunque nessuno potrà biasimarci se lo tratteremo come tale...” rise di nuovo “... ma forse è uno spreco...” avvicinandosi a lei, per poi fare un cenno ad alcuni dei suoi.
Questi subito presero Clio e la bloccarono tenendola ferma davanti a Boyke.
La ragazza ora non solo avvertiva la stanchezza, ma cominciava anche a sentire le ferite causate dallo scontro di poco fa.
Ferite che iniziarono a darle leggeri capogiri.
Boyke allora la fissò e poi, con gesto improvviso, le strappò la tunica, facendo si che tutti i suoi uomini potessero vederla mezza nuda.
“Eh, amici miei...” guardandola con lussuria Boyke “... di un uomo questo capitano non ha proprio niente...” rise nuovamente “... tenetela ferma... molto ferma...” ordinò a quelli che la tenevano bloccata.
Infatti Clio era impossibilitata a muoversi e completamente alla mercé di quei mercenari.
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Eilonwy
27-02-2014, 02.32.33
Quelle ultime parole mi fecero imbestialire, ma probabilmente era meglio rimanere indifferenti a ciò che mi diceva.
Tanto lo sapevo che se mi fossi arrabbiata, lui avrebbe continuato a fare lo sbruffone con me. Quindi, era totalmente inutile perdere le staffe per quello che diceva, anche se mi sarebbe piaciuto da morire spaccargli la faccia.
Risposi a quel povero sciocco con tono distaccato: "Non ci posso far niente, Sir Flees!....Io sono fatta così....ho un cuore piu' duro di un diamante. Solo il mio amato è in grado di farlo sciogliere come neve al sole. E non è affatto vero che sia come cavaliere che come amante è un fallito!....Anzi, io non ho mai incontrato un uomo tanto speciale come lui!".
Mi ritornò in mente il volto di Riccardo, le sue parole, i suoi delicati e cortesi complimenti, il nostro primo incontro e quando aveva cercato di difendermi dai briganti.
Tutti quei ricordi mi fecero sorridere come una fanciullina.
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Non ebbi nemmeno il tempo di respirare. I miei uomini! I miei uomini!
Maledetti mercenari! Stupidi, idioti senatori. Il sangue dei miei uomini era sulle loro mani, e l'avrebbero pagata cara.
Non avevo più forza. Non riuscii ad impedire che mi prendessero.
Cosa stava dicendo quel cane? Non sentivo, il dolore era forte.
Sentivo gli occhi chiudersi.
No, Clio.. non adesso, non adesso... avanti, avanti un ultimo sforzo...
Ero sfinita, ma riuscii a tenere gli occhi aperti. Sentii la camicia strapparsi, il mio speciale corsetto in bella vista.
Respiravo a fatica, ma dovevo resistere. Li contai, erano troppi, non sarei mai riuscita a batterli, in queste condizioni, poi, men che meno.
In dieci contro uno, che gentiluomini.
Ah, ma se pensavano di avermi in pugno si sbagliavano di grosso. L'animale ferito è il più pericoloso, mi diceva sempre Forterios.
Avanti, Clio.. non puoi cedere adesso, non adesso... concentrati, concentrati, un ultimo sforzo, l'ultimo.. non hai tempo, non hai tempo, devi agire ora..
Già, ma come? Mi tenevano in tre, e io ero sfinita.
Ragiona, avanti ragiona... uno è dietro che ti tiene i capelli con una mano e la vita con l'altra, gli altri sono alla tua destra e alla tua sinistra, cosa stringono? Non sentire le ferite, avanti, le prese.. dove ti tengono? Le braccia, una mano sulla spalla, l'altra sull'avambraccio.. ragiona, ragiona... l'ultima mossa, avanti, avanti..
Cercai di concentrarmi, di ascoltare quella imperiosa parte di me. Non avevo tempo.
Dovevo scappare, ma come? Guardai la piccola strada in cui eravamo, in cerca di un segno. E lo vidi.
Il cavallo di Kastor era legato svoltato l'angolo, gli uomini avevano preso il mio e i loro, che ora giacevano in una pozza di sangue, ma non il suo, non serviva, vedevo il muso del bel baio fare capolino dalla strada laterale.
Una speranza. A cavallo potevo farcela.
Cosa stai aspettando? Avanti! Ancora uno sforzo, ancora uno sforzo.. dovesse costarti la vita... non ti toccheranno mai.. mai...
I miei occhi vuoti e distanti si accesero di un nuovo fuoco.
Quello dietro, ti è troppo vicino... devi fare in modo che si stacchi da te.. Devi essere rapida, non devono fare in tempo a reagire...
Mentre quelli erano impegnati a ridere, lanciai indietro la testa con tutta la forza che avevo, insieme alla gamba, facendogli perdere l'equilibrio.
Gli altri, avanti.. gli altri, non c'è tempo.. sono in troppi.. l'ultima presa, a terra, portali a terra e corri.. forza!
Strinsi i denti per non sentire il dolore, cercai di concentrarmi solo su di loro.
Agganciai la gamba di quello alla mia destra con la mia, mi abbassai facendolo cadere mentre con una veloce rotazione mi portavo dietro l'altro, che era attaccato al mio braccio.
Il tutto in un istante.
Non ci pensai nemmeno ed iniziai a correre, non sentendo le grida disperate delle mie gambe, dovevo solo raggiungere il cavallo. Era vicino.
Loro erano a piedi, avevano ucciso i cavalli dei miei uomini, e il mio amato Ercole.
Montai in groppa al baio e lo spronai al galoppo tra le strette vie.
I mercenari non conoscevano la città, e io cambiai più volte direzione per far perdere le mie tracce
Mi aggrappai al cavallo, il corpo riposava, ma gli occhi di tanto in tanto si chiudevano.
Dovevo raggiungere il palazzo, dovevo farcela. Non sarebbero mai entrati lì.
Poi c'era Nestos, mi avrebbe curato.
Avanti Clio, ti dovevi proprio fare qualche nuova cicatrice, eh.. Che bel regalo di nozze..
Risi, e quella risata liberatoria mi diede l'ultima riserva di forza.
Entrai al Palazzo Reale da un ingresso laterale, il più vicino.
Cavalcai nei giardini, e il mio stato mal si confaceva a quello lussureggiante delle aiuole con piante esotiche e bellissime.
Raggiunsi a fatica il Palazzo vero e proprio. I miei uomini sorvegliavano ogni porta.
Smontai da cavallo, e dovetti appoggiarmi a lui per non cadere.
"Grazie amico mio..." dissi con gli occhi rivolti al cielo, accarezzando dolcemente il bel muso dell'animale, mentre trattenevo a stento le lacrime pensando a Kastor "Mi hai salvato ancora una volta.. non temere.. mi prenderò io cura di lui..".
Salii i gradini marmorei e mi avvicinai agli uomini di guardia. Ero ancora mezza nuda.
"La..." ansimai "La giubba, soldato... dammela, per favore..." coprendomi con un braccio. Presi un profondo respiro, le gambe cedevano. La testa girava.
Ma ero sempre il Capitano.
"Quello è il mio cavallo, adesso.. pensateci voi.. Avvisate Astin che servono rinforzi.. i mercenari sono incontrollati, hanno aggredito me in dieci, e hanno ucciso i miei uomini.. sono dei fuorilegge.." mi aggrappai ad uno dei miei "Nestos.. portatemi da Nestos..".
Ma era troppo. Avevo chiesto al mio corpo molto più di quanto potesse sopportare.
Così, nella sontuosa sicurezza del Palazzo Reale, lontano dagli orrori che avvenivano in quel povero quartiere, crollai.
Sul pavimento in marmo decorato, che stavo sporcando col mio sangue, crollai.
Cercai di aggrapparmi al soldato che era con me, e mi lasciai andare.
Ero tranquilla, nonostante tutto, non mi avevano toccato, e solo questo contava.
Poi, tutto divenne buio.
Altea
27-02-2014, 16.15.04
"Milord..abbiamo due concezioni diverse di ospitalità vedo..a me hanno insegnato che l'ospite deve essere come a casa sua e sentirsi come a casa sua, voi invece dettate le vostre leggi...bene lo ammetto...ho visto quell' uomo...aspettate" finsi di pensare un attimo e poi dissi in modo ironico.."Elvet..ecco il suo nome..è bello e affascinante ma voi dite altrettanto malefico e ingannatore?" sostenni lo sguardo su quell'uomo.."Già..tempo fa nella foresta conobbi una strega malvagia e suo figlio, apprendista cavaliere, capace di trasformare le persone..ricordo disse nella foresta nulla è come sembra...forse pure in questo maniero??Potrebbe essere...ah naturalmente non sono caduta nella trappola di quella donna malvagia ma ho seguito..la Via del Signore" e il mio sguardo andò a Geroa che osservava silenziosamente.."Quanto la rosa me la avete donata voi, milord, io so solo che le rose appassiscono per natura..voi sapete darmi una motivazione diversa..visto non credo alla magia..o forse la comandate voi".
elisabeth
27-02-2014, 16.22.01
E quando il prete si voltò.....notammo che non assomigliava a nessuno.....era adulto, ma energico......tipica persona che vivi a contato con la natura e con quello che gli offre......notai solo in quel momento che sulla facciata vi era dipinto San Giuseppe...e che quella che stava spostando era San Lucia e non la Madonna........non avevo un'ottima cultura in materia....mio padre lo sapeva e rideva ogni volta che cercava di farmi indovinare i nomi delle statue...dei Santi all'interno del convento........." Padre.....siete la gioia in persona in questo luogo silenzioso.........ecco noi siamo venuti in cammino attraverso il bosco per cercare il villaggio qui vicino......sapete dicevano che al centro del bosco c'era una chiesa romanticissima e siccome volevamo sposarci.....siamo andati alla sua ricerca, il punto e' che siamo entrati in uno strano villaggio........vi prenderete gioco di noi...ma....la notte si anima e il giorno sembra deserto.......direte che e' pazzesco...ma riusciamo a sentire il rintocco della campana.......ho sognato un Borgomastro....e siamo andati a visitare il cimitero..........San Giuseppe...forse ha pensato che era meglio non sposarci.......visto che stiamo impazzendo...."......era un prete ... o urlava al demonio.....o si avrebbe raccontato un'altra storia...
Guisgard
28-02-2014, 01.44.09
Il prete ascoltò con attenzione le parole di Elisabeth.
“Vi prego...” disse poi a lei e a Daizer “... venite in sacristia...” e li condusse all'interno della chiesa.
Li fece sedere ed offrì loro un po' di liquore.
“Questo vi scalderà dal freddo di questi giorni” fece il chierico “e vi preparerà ad ascoltare una storia...”
“Quale storia, padre?” Chiese il contrabbandiere.
“La storia di un luogo speciale, sospeso tra il giorno e la notte...” fissandoli il religioso “... e se vogliamo usare le metafore che i dotti tanto amano, allora diremo che la vita è il giorno e la notte è la morte... e talvolta capita che si avvicinino così tanto l'uno all'altra, che finiscono per confondersi... e allora tra i vivi compaiono anche i morti...”
Guisgard
28-02-2014, 01.50.59
“Non ho intenzione di discutere con voi...” disse il padrone del castello ad Altea “... anche perchè difficilmente una donna come voi capirebbe il significato di questo dramma...” scosse il capo “... è bastato vedere un uomo dall'aspetto piacevole e dai modi cortesi per lasciarvi affascinare... siete una donna vuota ed infantile, attirata solo da ciò che vede...” prese ancora la rosa ormai secca “... questo è il risultato di ciò che avete fatto... e come ha fatto appassire questa rosa, così la malvagità di quell'uomo farà lo stesso con la vostra bellezza, facendovi sfiorire pian piano, fino a perdere ogni slancio verso la vita...” gettò la rosa sulla tavola “... comunque, non sono più disposto a sospettare la vostra disobbedienza...” in quel momento entrò un servitore con una nuova rosa “... se ancora una volta farete appassire una mia rosa, resterete in questo castello per sempre...” adagiando la rosa tra i capelli della bella avventuriera “... e questa non è una minaccia, ma una promessa...”
Guisgard
28-02-2014, 01.57.03
Quelle immagini attraversarono la mente di Clio come se fossero reali.
Come se davvero lei fosse riuscita a liberarsi, fuggire e raggiungere il palazzo.
Ma mentre la sua mente correva lontano con le ultime forze rimaste, il corpo della ragazza era tenuto ben fermo dalle dure braccia di quei mercenari.
Infatti, come detto, Clio era ormai senza più forze, con le ferite causate dallo scontro precedente che cominciavano a bruciare sempre di più.
E a mano a mano perdeva anche quel po' di lucidità rimasta, fino a quasi delirare per il dolore.
Fino a quando, stretta fra le braccia di quegli uomini rozzi e violenti, perse definitivamente conoscenza.
Questo però non fece desistere Boyke dal suo lussurioso intento.
“Meglio così...” disse ridendo, mentre cominciava a slacciarsi la cintura “... non credo avrebbe resistito troppo al mio ardore se fosse rimasta lucida...”
E tutti i suoi risero forte.
Ma proprio mentre il mercenario cominciava ad avvicinarsi alle nudità della ragazza, accadde qualcosa.
“Fermi!” Una voce all'improvviso.
Tutti allora si voltarono e videro Gufo Scarlatto con il resto della compagnia.
“Capo...” fece Boyke “... stavamo solo divertendoci un po'...”
“Rimettiti i calzoni...” avvicinandosi Gufo “... e rivestitela...” ordinò poi.
Ed alcuni dei suoi misero un mantello addosso a Clio.
“Se volete divertirvi” guardando tutti loro lo Scarlatto “allora cercatevi una delle tante donne che si vedono per la città... il capitano del re merita ben altro trattamento.”
Qualche ora dopo Clio finalmente riprese conoscenza.
Era ancora avvolta in quel mantello e guardandosi intorno si accorse di essere in una stanza semibuia ed umida, chiusa da una porta con grate di ferro.
E a guardia, fuori dalla stanza, la ragazza vide la sagoma di un uomo armato.
Era uno dei mercenari di Gufo.
Guisgard
28-02-2014, 02.04.55
“Allora” disse con un sorriso sarcastico Flees ad Eilonwy “si vede che non avete mai incontrato un vero uomo...” e sorseggiò ancora quell'elisir “... ma ci penserò io a farvi ricredere, damigella...”
“Cosa fa il mio bellissimo figlio?” All'improvviso una voce di donna.
Era bellissima, con lunghi capelli chiari ed occhi azzurri.
Tutto in lei appariva perfetto.
Le labbra vermiglie e carnose, le forme giunoniche ed abbigliata con sete e oro.
“Madre...” alzandosi Flees ed abbracciandola “... mi sei mancata...”
“Piccolo mio...” accarezzandolo lei “... sai bene che ovunque io sia, il mio pensiero è sempre rivolto a te...” poi i suoi occhi si spostarono su Eilonwy “... e chi è questa graziosa ragazza? Forse una ninfa che ha saputo catturare il cuore del mio bellissimo figlio?” Aggiunse sorridendo.
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Aprii gli occhi e mi guardai intorno, disorientata.
Dov'ero? Cos'era successo? Chi mi aveva coperto con quel mantello?
Sentivo il dolore ma non la stanchezza. Mi alzai, e mi guardai attorno.
Una cella, ero in una cella.
C'era un uomo a guardia della porta. Un mercenario.
Mi sistemai la camicia in qualche maniera, e mi avvicinai a lui.
La grata ci divideva.
Ero troppo disorientata per infuriarmi.
"Si può sapere cosa ci faccio qui?" Chiesi.
Era assurdo, anche se non più di tanto. I miei uomini avrebbero smosso mari e monti per trovarmi.
Probabilmente si aspettavano che il senato fosse pronto a sborsare una bella somma per riavermi, ma in realtà Bool mi avrebbe abbandonata volentieri a me stessa.
Ma i miei soldati non avrebbero mai abbandonato il loro capitano. Mi chiesi quanto avessi dormito, se il nuovo giorno fosse già sorto.
Era venerdì, dovevo incontrare Maria.
E i mercenari dovevano partire per salvare il nostro re. Per poco non scoppiai a ridere.
Quella situazione era davvero surreale. Sembrava quasi che da un momento all'altro mi dovessi svegliare come da un sogno.
Nulla aveva più senso, ordine, ragione.
Eilonwy
28-02-2014, 02.14.55
"Ma no....io ne ho avuti tanti di fidanzati, ma nessuno di loro risultava essere la mia vera anima gemella. E non credo che voi...." fui interrotta dall' arrivo di una bellissima donna.
Era una donna dai lunghi capelli biondo platino e gli occhi turchesi. Era lei...era la Strega Nera Isolde!
A prima vista sembrava gentile, ma sapevo bene che sotto quell' aspetto si celava un' anima nera.
"Una ninfa?.....Dite a me, Milady?.....Siete troppo buona, ma io sono una semplice mortale!" e detto questo feci un leggero ed aggraziato inchino e le rivolsi un dolce sorriso.
Era meglio fare la carina con lei, non sia mai che mi trasformi in un rospo o peggiori la mia situazione.
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Guisgard
28-02-2014, 02.15.30
Quel mercenario, nell'udire la voce di Clio, si voltò di scatto.
“Sei stata molto fortunata, bellezza...” disse guardandola “... si, molto fortunata...” rise.
All'improvviso si udirono rumori vari provenienti dal corridoio davanti alla cella.
Poi dei passi, fino a quando apparve la sagoma di un uomo.
Era un individuo di mezz'età, con una piccola brocca di terracotta ed una scodella di latta.
Le fece passare attraverso le grate, lasciandole davanti alla prigioniera.
“Mangia e bevi tutto.” Rivolgendosi la sentinella a Clio. “E' roba buona, no?” Fissando poi l'uomo che aveva portato alla ragazza da bere e da mangiare.
“Certo...” annuì questi “... il brodo è caldo e l'acqua è fresca...”
“Lupos” mormorò la sentinella indicando l'uomo “è il tuo carceriere. Si occuperà di te. Cerca di stare tranquilla e non darci noie. Magari un giorno potrai raccontarlo ai tuoi figli...” rise ancora “... sorvegliala tu, io vado a prendere un po' d'aria.” al carceriere.
“Si, signore...” mormorò Lupos.
E la sentinella uscì.
Guisgard
28-02-2014, 02.29.05
Isolde sorrise in modo enigmatico a quelle parole di Eilonwy.
“So benissimo chi siete, damigella...” disse con tono cortese “... e poi l'avete detto voi stessa poco fa, mentre discutevate con mio figlio...” sorrise ancora, con un leggero e delicato cenno del capo “... siete una ragazza che ha conosciuto molti uomini, benchè non sia mai riuscita a trovare l'anima gemella... molti non credono alla sua esistenza, sapete? Parlo dell'anima gemella... voi invece? Credete esista davvero?”
Eilonwy
28-02-2014, 02.39.41
Risposi decisa, ma allo stesso tempo mielosa ad Isolde: "Sì....sì, io credo fermamente nel Vero Amore!...Mio padre e mia madre, pur essendo stati entrambi dei regnanti, hanno combattuto contro tutti e tutto pur di far valere il loro amore. Mi hanno sempre insegnato che anche se devo usare la fredda ragione, per cercare di ritrovarmi sempre bene e in un discreto lusso, devo saper anche ascoltare la voce del cuore. E voi....credete nell' anima gemella?".
Dopo aver fatto quella domanda, la guardai in modo curioso.
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Mangiai in silenzio quello che mi davano, senza nemmeno sentirne il sapore.
Tornai a stendermi dove mi ero svegliata.
Non riuscivo a ricordare. Possibile che mi fossi arresa così facilmente? Non avevo nuove ferite, dunque non avevo lottato?
Io? No, impossibile, mi dissi.
Eppure, ero lì, imprigionata, disarmata. Che razza di donna cede in una situazione simile? Non io! Ero sempre stata categorica su questo. E invece l'avevo fatto, non avevo saputo resistere.
Come potevo fissare il mio riflesso nello specchio? Con che coraggio?
Mi ero arresa, arresa senza lottare.
Ero disgustata e allibita dal mio comportamento.
A cosa mi era servito imparare a combattere? A cosa erano serviti i sacrifici, tutto quello che avevo imparato?
Mi ero fatta sopraffare dal dolore. Mi ero lasciata andare, mi ero arresa.
Non riuscivo a capacitarmi di quel comportamento. Provavo un forte senso di disgusto verso me stessa.
Sentii le lacrime affiorare, e qualcosa nei miei occhi si spense.
Non avevo fatto che prendermi in giro per tutti quegli anni. Al momento decisivo avevo ceduto senza lottare. Non mi sarei mai perdonata, mai.
Evidentemente non ero la donna che credevo di essere.
E di questa Clio che disprezzavo avrei fatto volentieri a meno.
Karel si meritava di meglio, cosa se ne fa di una donna che si arrende così facilmente? È stata una fortuna che non mi abbia sposato. Troverà una donna alla sua altezza.
Chiusi gli occhi, non mi importava più nulla, in preda ad una tristezza talmente profonda da sopraffarmi.
Era un incubo, il peggiore di tutti. Mai avrei creduto di arrivare a perdere la stima di me stessa. Ma riuscivo a provare solo disgusto e disprezzo, con un vuoto improvviso nell'anima.
Volevo solo dormire, dormire e dimenticare.
E mi addormentai.
Altea
28-02-2014, 16.47.25
"Oppure sono le parole di un vostro sortilegio..mettendomi quella rosa sui capelli e dicendo ciò che potrebbe accadermi state profetizzando un vostro sortilegio?" presi la rosa e la gettai a terra e alcuni petali si staccarono.."Ora spiegatemi perchè quei petali si sono staccati..per me è normale che gettando violentemente una rosa a terra si stacchino i petali ma forse voi avete un oracolo su questo? Altra cosa, spiegatemi...visto io sono infantile e sciocca...se io dovessi farmi delle false illusioni, se io sbagliassi e la mia bellezza sfiorisse sarebbe solo per colpa mia e sarei io a subirne le conseguenze...se finissi prigioniera in questo castello..perchè allora vi preoccupate cosi tanto?" e mi avvicinavo a lui arrabbiata per quel suo modo di fare superbo e le offese "Mi volete prigioniera a una catena come milord Elvet? Fatelo allora..anzi mettemi in stanza con lui, almeno i due colpevoli morirebbero assieme, e voi continuereste tranquillo a fare da padrone in questo maniero..non vostro...o come potreste liberarmi e mandarmi via da qui e io vi dimenticherei per sempre..e allora cosa ho a che fare io con questo maniero, spiegatemelo.".
Guisgard
28-02-2014, 21.15.12
A quel comportamento di Altea, il padrone del castello perse il controllo.
Prese la tavola e la capovolse con forza, rompendo poi le sedie una ad una.
Si voltò poi imbestialito contro la donna, fissandola con i suoi occhi grandi e luminosi.
La sola cosa del suo volto che si mostrava da quel cappuccio.
“Dovrei spezzarvi le braccia” disse con rabbia “come voi avete fatto con i petali della rosa!” La prese per le braccia, scuotendola forte. “E ringraziate il Cielo che non sono un vile come il vostro Elvet, altrimenti vi batterei e frusterei come si fa con le donne come voi!” La spinse a terra. “La prossima volta che mi mancherete di rispetto” intimò all'avventuriera “ve ne pentirete amaramente!” Ed uscì sbattendo la porta.
Nella stanza c'era Geroa che subito si avvicinò ad Altea.
“Come state, milady?” Chiese preoccupata.
Guisgard
28-02-2014, 21.18.01
Isolde sorrise ad Eilonwy.
“Io credo in tutto ciò che esiste...” disse con candore “... solo gli stolti negano la realtà... dunque credo anche all'anima gemella... dopotutto” accarezzando la bionda chioma di suo figlio “l'amore è una forma di magia... ed io credo fermamente nella magia... ed immagino anche voi ci crediate...” fissando la ragazza con uno sguardo enigmatico.
Guisgard
28-02-2014, 21.22.23
L'asso di picche.
Era là, fissato tra due rami sottili.
“Avanti...” disse con tono fermo suo padre “... spara la tua freccia e colpiscilo.”
Clio allora caricò la balestra, prese la mira e puntò l'arma contro quella carta.
“Deve esistere solo quell'asso...” continuava a ripetere nella sua mente la ragazza “... tutto il resto deve sparire... e questa balestra... devo essere un tutt'uno con essa...”
Lanciò così la freccia, colpendo in pieno l'asso di picche.
Poi si ritrovò in una vasta campagna.
“Io non credo di poter tirare bene di spada...” fece Karel fissando la spada che aveva in mano “... non come te voglio dire...” e guardò Clio con occhi luminosissimi “... forse non sono un degno principe... magari lo pensano tutti nel reame... ma tu...” con i suoi occhi in quelli di lei “... tu cosa pensi, Clio? A me interessa solo questo...”
“Capitano!” Correndo verso di loro Astin. “Presto, venite! Gufo ha rapito il re e chiede di poter sfidare il principe! Altrimenti ucciderà il nostro sovrano!”
“Mi tocca andare...” mormorò Karel “... non posso tirarmi indietro, anche se con ogni probabilità quel mercenario mi ucciderà...”
“A meno che” arrivando all'improvviso Nestos “non useremo quell'unguento su di voi...”
Poi il rumore della scodella di latta fece svegliare Clio di Colpo.
Il carceriere prese quella scodella attraverso le grate.
“Vi conviene mangiare sempre tutto...” disse alla ragazza “... la prigionia è dura e bisogna tenersi in forze... questi uomini non hanno intenzione di uccidervi, altrimenti l'avrebbero già fatto...”
elisabeth
28-02-2014, 21.40.49
Nell'accogliente torpore della casa del Signore.....entrammo in Sacrestia.....ci sedemmo attorno ad un vecchio tavolo e il prete ci verso' del liquore......era ambrato....e rigirai tra le miei mani quel caldo elisir....ascoltai il Prete che come un buon padre ....voleva rassicurare i suoi figli......raccontò una storia stupenda poche parole, ma era la storia che noi avevamo vissuto in quei giorni e in quelle notti.......Era un dono.....ogni tanto i morti camminavano tra i vivi...e mi venne in mente la donna a cui avevo chiesto cosa avevo preso nel cestino.....sorrisi....non sembrava morta.....non meno di quanta gente viva lo era........." Padre.....noi abbiamo vissuto tutto questo......abbiamo sentito la campana ......ho parlato con loro....e mi e' stato chiesto di mettere apposto le cose...perchè tutto riprendesse il suo corso......pensavo di vivere ogni cosa....ma poi Daizer mi ha detto che dopo la messa in realtà non succedeva nulla e che era in sogno che continuavo a stare con loro....anzi per meglio dire....con il Borgomastro....voi lo conoscete........e se conoscete lui...conoscerete anche un certo Comino il Maniscalco......io non so se tutto questo e' un dono oppure no...........so per certo che vorrei aiutare quelle persone...aiutando loro forse aiuterei altri ragazzi........Voi che sapete Padre.........potreste guidare i nostri passi...sulla strada dei giusti....".......quel liquore era forte....ma era così buono....ne avrei bevuto altro...ma la mia testa era una giostra .......non dovevo bere alcolici.....
Altea
28-02-2014, 22.33.27
L'uomo diventò quasi una bestia inferocita..una violenza inaudita tale da poter sollevare un tavolo e rompere le sedie...e per cosa? Per la rosa rovinata...poi mi trovai violentemente a terra.
Dopo quella violenza e le sue parole di rabbia uscì e Geroa venne vicino per accertarsi di come stavo.
Mi alzai subito..."Sto bene Geroa, non preoccupatevi...solo non capisco cosa significhi per lui quella rosa..anzi tutte le rose..ha un significato e il mio gesto deve aver avuto una conseguenza" ero stanca di tutto questo.."Madama Geroa, dite a questo uomo che intendo trascorrere il resto degli ultimi giorni nella mia camera, gentilmente venite a portarmi i pasti..non ha senso per me stare qui...è già essere in prigione e passato il primo Venerdi del mese..quasi una settimana..me ne andrò..io non metterò piede fuori da quella stanza".
Detto questo uscii dalla stanza...avevo preso la mia decisione..in questo maniero troppe cose erano strane..i giorni sarebbero trascorsi in fretta.
Entrai in camera e la serrai bene...mi guardavo attorno..presi un libro e mi stesi sul letto e mi misi a leggere...si il tempo sarebbe trascorso in fretta.
Eilonwy
01-03-2014, 00.29.10
"Sì, Milady!....Io credo fermamente nella magia come credo in Cristo, in Dio, negli angeli e nella Madonna!...Ed è per questo motivo che mi sono recata da voi. Vorrei che mi toglieste una maledizione a me e al mio amico merlo!....Il maleficio fatto al mio amico è stato fatto da voi stessa, mentre quello mio è stato fatto da Lord Slathnir. Ma vorrei precisare una cosa: a me sarebbe molto gradito che mi toglieste la maledizione, ma non....e dico non i poteri legati ad essa, poichè ne sono molto affezionata e mi potrebbero sempre servire contro lo stregone che mi ha maledetta..." dissi l' ultima frase in modo deciso, ma allo stesso tempo con grande umiltà.
Dopo dodici secondi di pausa, ripresi a parlarle: "Purtroppo, però, non so come ricompensarvi del disturbo, dato che i doni che volevo portarvi sono con il mio destriero e i miei amici, i quali, grazie a vostro figlio, ci hanno persi di vista. Infatti, avevo portato per voi tre alicorni (corni di unicorno), un' anello in oro bianco e diamanti e una coppa in grado di tramutare l' acqua in oro fuso! Magari, mia Signora, voi potreste farli comparire qui!".
Non avrebbe resistito a tutto ciò! Come tutte le streghe, scommetto che andava matta per i corni di unicorno.
Difatti, gli alicorni potevano essere utilizzati per tutti i tipi di pozioni e magie.
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Aprii gli occhi, sperando che tutto quello non fosse altro che un sogno.
E invece no, era tutto vero.
Lanciai un'occhiata alla scodella, la tentazione di rifiutarla fu tanta, ma non sarebbe servito a niente.
Mi alzai e la presi.
"Grazie.. Ci credo che non mi uccidono, credono di poter fare un mucchio di soldi, ma non credo ci sia qualcuno disposto a liberarmi.." Dissi, meccanicamente.
Mangiai come un automa, e me ne tornai nel buio.
Seduta contro il muro freddo, con lo sguardo perso nel vuoto.
C'era silenzio. Nessuna voce saggia o insolente a consigliarmi.
Il soldato se n'era andato schifato, la donna, solitamente più comprensiva, era allibita e disgustata. Mi rinfacciava di averle fatto promesse vane. E aveva ragione.
C'era silenzio.. Silenzio e vuoto. Non avevo mai provato una tristezza tanto grande.
Chiusi gli occhi sperando di addormentarmi di nuovo, avrei voluto dormire per sempre per non dover convivere con me stessa.
Pensai a Karel, steso in un letto, ignaro. Gli serviva quell'unguento, ma io non potevo far niente per lui, se non stargli lontano.
Si meritava di meglio, si meritava la donna che non si sarebbe arresa.
Ormai era evidente che io non lo ero, dunque non ero più niente.
Avevo sempre detto che un soldato senza onore non vale niente, una donna che non lotta per difendere la propria virtù non vale niente, e io avevo fatto entrambe le cose. E i miei severi giudizi sono doppiamente validi quando si tratta di me stessa. Non avevo mai amato i compromessi o le vie di mezzo.
No, decisamente non ero degna di un uomo come Karel.
Ma volevo comunque che vivesse, che fosse felice.
Avrei fatto di tutto per salvarlo.
Così, forse, avrei potuto permettere a me stessa di osservarlo da lontano, confusa tra la gente, di sentire la sua voce, rubare uno sguardo, e immaginare per un momento la vita che avremmo potuto avere insieme.
Ma ormai era tardi, avevo perso tutto, e solo l'Amore mi avvebbe tenuto in vita.
Guisgard
01-03-2014, 02.47.58
“Il Borgomastro...” disse il prete pensieroso “... immagino parliate di lui...” sorrise lievemente, per poi fissare Elisabeth “... si... fu anche Borgomastro di un piccolo paesino...”
“Di chi parlate, padre?” Chiese Daizer.
“Di Michele di Arkwin...” rispose il religioso “... Gran Maresciallo dell'Arciduca di Capomazda... uomo alto, robusto, dalla voce sicura, il temperamento deciso, eppure animato da una nobiltà di spirito che lo rendeva carismatico e nello stesso tempo gentile...” la descrizione rispecchiava alla perfezione l'uomo incontrato al villaggio da Elisabeth.
“Dov'è ora costui?” Domandò il contrabbandiere.
“E' morto...” fece il prete “... che Dio conceda pace alla sua anima fiera...”
Daizer allora fissò Elisabeth con uno sguardo incredulo.
“Comino il Maniscalco...” continuò il chierico “... forse ho udito questo nome, sebbene rammenti poco chi fosse... ricordo di un giovane maniscalco, addetto al cavallo preferito del giovane Duca...” restò a riflettere “... si, forse pian piano qualcosa mi sta tornando alla mente... si, ricordo a stento di un giovane maniscalco con quel nome... morto in seguito ad una caduta da cavallo...”
“Ma è assurdo!” Esclamò Daizer. “Parlate di gente che non c'è più!”
Si, amico mio...” annuì il prete.
Guisgard
01-03-2014, 03.01.59
Ma mentre Clio era in balia di quei pensieri, si udirono d'un tratto vari rumori.
Qualcuno stava arrivando.
Un attimo dopo davanti alle grate apparvero Gufo, Boyke e tre mercenari.
Lo scarlatto fece un cenno col capo al carceriere e quello andò subito via.
“Allora, capitano...” disse poi a Clio “... siete lieta di essere mia ospite?” Rise. “Non è confortevole questa sistemazione?” Rise di nuovo. “Si, ammetto che non è proprio degna del Capitano del Re, ma tuttavia poteva capitarvi un alloggio ben peggiore... e poi nessuno potrà mai dire di noi, in quanto cattivi ospitanti... magari, con altri individui, la vostra virtù a quest'ora sarebbe stata già ampiamente oltraggiata...” sorrise “... invece, da veri gentiluomini, nessuno qui ha osato disonorarvi... comunque, siccome non siamo egoisti, sappiamo che la vostra presenza è richiesta altrove, al Palazzo Reale... dunque, anche se a malincuore, rinunceremo alla vostra deliziosa compagnia, milady... infatti un mio emissario sta già cavalcando verso il Senato, dove presenterà una richiesta di riscatto... ed io so apprezzare una bella donna come voi... per questo ho richiesto un prezzo molto alto per la vostra liberazione...” e tutti loro risero forte.
Guisgard
01-03-2014, 03.12.55
Ma mentre Altea leggeva quel libro, cominciò ad udire dei rumori che provenivano da fuori.
Dalla finestra della sua stanza, infatti, si poteva guardare in giù, verso il giardino del castello.
E qui la donna vide il padrone del maniero intento a controllare i suoi fiori, accompagnato dal giardiniere.
“Questi papaveri” disse il padrone al giardiniere “devono essere puliti e innaffiati con cura... stanno per aprirsi e un tulipano che si schiude è una spettacolo meraviglioso...” guardò poi vero le orchidee “... inumidisci di più questo terreno...” rivolgendosi sempre al suo giardiniere “... deve essere come un velo, come un manto... quando il terreno raggiungerà la giusta compattezza, allora lo capirai dalle foglie delle orchidee...”
“Si, padrone...” annuì il giardiniere.
“Anche le fresie stanno per sbocciare...” mormorò poi il padrone del maniero “... pota quel cespuglio... voglio che la luce del Sole le colpisca in pieno... il giallino delle fresie diviene incantato al tocco dei primi bagliori dell'aurora...”
“Sarà fatto, signore.” Con un inchino del capo il giardiniere.
Il padrone del castello guardò allora il cielo che pian piano cominciava ad imbrunirsi.
“Una nuova notte sta giungendo...” sussurrò malinconicamente.
Guisgard
01-03-2014, 03.21.00
Isolde rise a quelle parole di Eilonwy.
Allora posò delicatamente una mano su una brocca d'acqua e subito dalle increspature cominciò a mostrarsi qualcosa.
Era un giardino in cui vi erano unicorni, liocorni e cavalli alati come il mitico Pegaso.
“Come vedi, mia ingenua amica, ho già alcuni di quei meravigliosi e fiabeschi animali...” disse alla ragazza “... tuttavia c'è qualcosa che potrei gradire come tuo dono... qualcosa che, magari, potrebbe spingermi ad esaudire la tua richiesta...”
Il giovane cavaliere rise.
Forse avevo affrontato quell'uomo col piede sbagliato. Lo avevo contrastato di petto, ma ora optai per l'indifferenza.
Non mi voltai, non mostrai alcuna reazione, non che fosse difficile, visto che il mio sguardo era vuoto e assente.
Ma quando parlò del riscatto sorrisi, beffarda.
"Si staranno già litigando il mio posto... Non credo che ci sia qualcuno disposto a pagare un riscatto per me in senato..".
E tornai ad osservare la minuscola finestra da cui intravedevo un piccolo raggio di sole.
Poi un magone mi strinse il cuore. Qualcuno c'era: mio padre.
Non avevo mai pensato a lui, l'avrebbe fatto davvero? Ma come ci si poteva fidare di quei mercenari?
A quel punto, però, i senatori avranno capito con chi avevano a che fare.
Guisgard
01-03-2014, 03.58.41
“Non sottovalutatevi, milady...” disse Gufo a Clio “... sono certo che muoveranno mari e monti per liberarvi...” rise “... ma questo non è affar vostro... penseremo noi a tutto... naturalmente la cosa cambierà qualora non arrivasse alcun riscatto... eh, si, sarebbe spiacevole... per voi... ma sono certo che non succederà... ora vi lascio... meglio non esporre troppo i miei uomini alla tentazione di starvi vicino, milady...” rise, per poi andare via con i suoi.
Poco dopo tornò il carceriere.
Il suo sguardo era però pietoso verso Clio.
“Vi occorre qualcosa, milady?”
Altea
01-03-2014, 19.24.38
Udii delle voci e mossa dalla curiosità guardai fuori..rimasi immobile a guardare con quanta cura egli si occupasse dei suoi fiori che erano di una bellezza straordinaria, impartiva dei suggerimenti e il giardiniere obbediva.
Era passato da una furiosa rabbia a una calma piatta, come se fossero suoi figli..eppure qualcosa era strano. Era puro amore per i fiori o quei fiori celavano un mistero?
Poi guardò verso il Cielo..stava quasi imbrunendo..e sembrava quasi scosso da questo fatto..non sapevo nulla di quell'uomo, se Elvet aveva parlato di se, lui non parlava...era una persona malefica come la donna con cui arrivò oppure era una persona normale sotto il suo maleficio?
"Milord...io ho sentito parlare di un Fiore da una mia antenata che ricostruì Tylesia.."presi la parola improvvisamente "Lei disse era il Fiore più bello avesse mai visto, ma era chiuso in una teca perchè troppo prezioso..può crescere ovunque ma raramente...difficilmente si mostra ma cura i mali dell' Animo..voi ne avete sentito parlare?Lo avete mai visto?"
Eilonwy
01-03-2014, 20.08.42
Oh cavoli...oh cavoli!
Ora sì che ero nei guai fino al collo! Adesso cosa vorrà da me?
Anche se posso intuire ciò che vorrà: il Fiore della Tylesia o desiderà che sposi suo figlio.
In tutti i due casi, sarei stata messa con le spalle al muro.
Signore Iddio....perchè a me?
"Di che cosa si tratta?....Che cosa vorreste che facessi, Milady?" chiesi seria ed aspettandomi già la sua risposta.
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elisabeth
01-03-2014, 21.32.31
I miei ricordi andarono ai miei sogni.......il Borgomastro.....e rividi i suoi occhi sorridenti......la sua voce calda e forte......alto..sembrava piu' alto della porta della casa...in cui assaggiai il liquido all'alloro......" Si padre...credo proprio che il Borgomastro corrisponda alla persona che conoscete voi......succede che quando usciamo dalla Chiesa dopo la Santa Messa...io non ricordi più cosa succede......non ricordo il tragitto alla locanda e non ricordo di prendere sonno....la mia vita prosegue....insieme agli abitanti di quel paese e mi ritrovo a casa del Borgomastro...dove mi chiede di rimettere a posto la tomba di un tizio...di cui sino ad oggi non conoscevamo il nome...lo abbiamo scoperto secondo le indicazioni del Borgomastro stesso........Ora ...Padre...mi sento chiusa in un cerchio senza uscita........con noi c'e' una ragazza...incontrata nel bosco........lei e' viva ma il suo cervello sembra essersi fermato da qualche parte......abbiamo due Frati....e ora il buon Dio ci ha donato Lei.......mi chiedo ...perchè il Borgomastro ha detto che tutto questo finirà nel momento in cui la tomba verrà richiusa con tutto il contenuto....e per contenuto deduco le ossa del maniscalco............ditemi Padre...ci affidiamo a Dio.....o alle forze della natura...da lui stesso creata........la magia infondo non e' altro che questo....giusto ?....."......
Alzai lo sguardo sull'uomo, e gli sorrisi debolmente.
Mi strinsi nel mantello.
"Qualcosa per coprirmi, se poteste, la mia camicia è strappata, grazie..." Dissi piano.
Restai in silenzio per un momento.
"Perdonate ma... Sapete come sono arrivata qui? Io, non riesco a rammentare... Ricordo solo che hanno ucciso i miei uomini, che erano tanti poi.. Più nulla..." Sospirai "Pensavo perfino di essere riuscita a liberarmi.. Ma evidentemente stavo delirando... Voi.. Voi sapete come sono andate le cose? È uno strazio per me non riuscire a ricordare... Non sapere se ho almeno opposto resistenza, se ho lottato prima di svenire, o se invece sono rimasta immobile..." Scossi la testa "perché mi pare evidente che abbia perso conoscenza.. Ma è terribile non sapere.." Mormorai, con lo sguardo perso nel vuoto, mentre le lacrime si affrettavano ad affiorare.
Guisgard
03-03-2014, 01.17.41
“Credo” disse il sacerdote ad Elisabeth “che quell'uomo, il Borgomastro, vi abbia dato un messaggio, un incarico... dare degna e Cristiana sepoltura a quel ragazzo... quando un'anima è in pena, allora molta negatività si diffonde intorno ad essa... siete una donna speciale e per questo a voi sola è giunto il messaggio dall'Aldilà...”
“Avete detto che quelle persone” fece Daizer “erano al servizio dell'Arciduca...”
“Si.” Annuì il religioso.
“Tra i duchi del regno di Afravalone” fissandolo il contrabbandiere “solo ai signori di Capomazda, che io sappia, è riservato quel titolo...”
“Si, essi sono Arciduchi, a differenza di tutti gli altri nobili duchi del reame.” Confermò il prete.
“Dunque” disse Daizer “le persone di cui parlate sono a Capomzda?”
“Io so” spiegò il chierico “che in queste terre alcuni emissari dell'Arciduca resero un castello la corte itinerante del loro signore, pronta ad accoglierlo nei suoi spostamenti.”
“Dunque la sepoltura da dare a quel ragazzo si trova presso quel castello?” Chiese il contrabbandiere.
“Si, credo di si...” rispose il prete.
“Dov'è posto allora quel castello, padre?” Domandò Daizer.
“Nel borgo di Leiman.” Rivelò il sacerdote.
Guisgard
03-03-2014, 01.25.38
A quelle improvvise parole di Altea, il padrone del castello alzò lo sguardo in alto, verso la finestra della sua stanza.
“I fiori” disse l'uomo all'avventuriera “sono tutti meravigliosi, speciali... racchiudono ciascuno un significato, una verità... un fiore che sboccia è un dono e quando accade è segno di buona fortuna... ed è naturale che il Re di tutti i fiori possegga un valore inestimabile... si...” annuì “... conosco la leggenda del Fiore Azzurro... ne ho sentito parlare da qualche bardo e da qualche sognatore... ma ho sentito parlare di tante cose belle e in verità di esse non ne ho vista nessuna...” stava imbrunendo “... sarà meglio rientrare...” rivolgendosi al suo giardiniere “... prestò farà buio... e il freddo aumenterà... lasciamo il posto alle ombre della notte...” con un cenno salutò Altea e rientrò.
Dopo un po', di nuovo, Altea udì la meravigliosa melodia di Elvet ingentilire il maniero.
Guisgard
03-03-2014, 01.31.41
“Quando vi hanno portata qui” disse il carceriere a Clio “eravate già priva di sensi. Ho però sentito due di quei mercenari parlare dell'accaduto... prima di perdere conoscenza avete tentato di liberarvi, dicevano... vi siete dimenate e avete persino tentato di battervi... siete riuscita a colpire uno di loro con una testata, ma poi vi hanno resa inoffensiva colpendovi, anche se, da ciò che dicevano quei due, non si sa se siete svenuta prima o dopo essere stata colpita... sul volto infatti avete un livido all'altezza dello zigomo destro...” le fece poi cenno di attendere “... ecco, questa vi coprirà meglio...” tornando poco dopo con una giubba di velluto un po' consumata “... non è molto raffinata, ma vi terrà calda...” accennò un lieve sorriso “... ora cercate di stare tranquilla... hanno inviato un messaggero al Senato per discutere il riscatto... tra non molto sarete di nuovo libera...”
Guisgard
03-03-2014, 01.37.37
Isolde sorrise a quelle parole di Eilonwy, per poi accarezzare la bionda chioma di suo figlio.
“Esiste un tesoro inestimabile...” disse alla ragazza “... un tesoro antico come il mondo, che né il Tempo, né lo Spazio riescono a svalutarne il valore... un tesoro capace, per chi lo possiede, di riscattare ogni cosa esistente su questa terra... ecco...” annuì “... io voglio quel tesoro... portatemelo ed io libererò voi ed il vostro amico da quell'incanto che vi affligge...”
Chiusi gli occhi, e sentii il cuore tornare a battere.
Mi portai una mano al volto, non mi ero accorta di quel livido, non avevo uno specchio.
Respirai, lasciando andare il peso che mi aveva oppresso da quando mi ero svegliata.
Calde lacrime mi rigarono il viso.
Non mi ero arresa, sapevo che non l'avrei mai fatto.
Ero salva.
Lo sai che sei sempre troppo dura con te stessa.. Sempre impulsiva.. Sempre a pensare al peggio.. Adesso la smetterai di fare la lagna e commiserarti, spero..
Sorrisi, libera.
Quella voce dentro di me era tornata, e scuoteva la testa come chi parla ad una causa persa.
Mi era mancata da morire.
Avanti, Clio.. Torna in te, non vorrai mica farla passare liscia a questi cani, o no?
Quella parte di me aveva ragione, dovevo continuare a combattere.
Il carceriere tornò e presi la giubba che mi porgeva.
"Grazie, va benissimo, ci mancherebbe..." La misi sopra la camicia strappata, in modo da potermi liberare del mantello.
Guisgard
03-03-2014, 01.59.47
Ma proprio in quel momento si udirono dei passi.
Un attimo dopo comparve Gufo accompagnato dal fedele e viscido Boyke.
“Ehi...” disse questi nel vedere Clio con quella giubba “... chi ha portato quella giubba alla prigioniera?”
“Io, signore...” mormorò il carceriere “... qui sotto è umido e si sente il freddo...”
“Cane!” Colpendolo al volto Boyke. “Le donne si spogliano, non si vestono!” Per poi ridere.
“Poco male...” fece Gufo “... visto che ci occorre qualcosa di lei...” sorrise nel fissare Clio “... infatti il Senatore Supremo, ricevuta la mia lettera, chiede una prova... una prova che il suo capitano sia ancora vivo... avanti...” rivolgendosi alla ragazza “... strappatevi un lembo della vostra camicia e fatelo passare attraverso le grate... ma badate che quel lembo abbia il vostro profumo, milady...”
“E fatelo ora, davanti a noi!” Esclamò Boyke con aria divertita.
Guisgard
03-03-2014, 02.05.23
Bool aveva in mano la lettera che il messaggero di Gufo Scarlatto aveva portato al Senato, quando uno dei funzionari giunse da lui.
“Allora...” disse il Senatore Supremo “... cosa c'è?”
“Senatore...” fece il funzionario “... sono stati trovati coloro che hanno salvato diversi civili dagli sciacalli e dai mercenari di Gufo...”
“Pensavo fossero stati i nostri soldati.” Fissandolo Bool.
“No, eccellenza...” scuotendo il capo il funzionario “... si tratta di avventurieri...”
“Avventurieri?” Ripetè Bool.
“Si, eccellenza...” annuì il funzionario “... sinceramente non sappiamo dire se si tratti di uomini d'arme o lestofanti... fatto sta che grazie a loro molta gente ora è salva e con loro anche una chiesa che rischiava di essere saccheggiata dai mercenari...”
“Allora devo incontrare quegli uomini subito.” Alzandosi dal suo seggio il senatore.
“Ma, eccellenza...” mormorò il funzionario “... non siamo ancora certi di chi siano davvero... come detto, potrebbero essere anche dei fuorilegge...”
“Hanno salvato persone innocenti” replicò Bool “e persino una chiesa da un saccheggio... il mio ruolo mi impone di andare da loro e mostrare la mia riconoscenza.” E fece cenno al funzionario di condurlo da quegli uomini.
Intanto, nell'androne della piccola caserma di fronte al Senato, quegli uomini conversavano allegramente fra loro.
“La libertà” disse Guisgard “ha il sapore più dolce che ci sia. Non trovate, amici miei?”
“Ben detto!” Esclamò uno dei suoi. “Soprattutto se ora ci permette di indossare giubbe di velluto, cappelli piumati ed elmi luccicanti!”
Risero tutti.
“Perchè mai ci fanno attendere così tanto, Guisgard?” Chiese un altro di quelli.
“Ma è chiaro, amici miei.” Fece il cavaliere. “Per ringraziarci e magari ricompensarci a dovere.” Rise ancora.
“Col denaro forse?”
“Certo!” Annuì Guisgard. “Con cosa allora!”
“Magari con qualche bella donna...” borbottò uno di quelli che erano con lui.
“Sciocco!” Intervenne un altro. “Col denaro potrai avere tutte le donne del mondo!”
Risero di nuovo.
Ma proprio in quel momento arrivò un funzionario e chiese di essere seguito.
Li portò allora in una grande sala marmorea, dove trovarono ad attenderli il Senatore Supremo Bool.
Questi li fissò uno ad uno e poi sorrise.
“Mi è stato riferito ciò che avete fatto e come vi siete battuti contro i nemici di questa città.” Rivolgendosi a loro Bool. “C'è solo una parola per definire il vostro operato... eroico. E' eroico ciò che avete fatto.”
“Eroico?” Ripetè Guisgard. “Dite pure... epico!” E rise insieme ai suoi.
“Sicuramente.” Annuendo il senatore.
Ma proprio in quel momento fu annunciato qualcuno.
Era il padre di Clio.
Questi si avvicinò a Bool, lo salutò con rispetto, per chiedere poi notizie di sua figlia.
Bool allora diede all'ex militare la lettera portata dal messaggero di Gufo.
“Carogne...” dopo averla letta l'ex capitano “... che il diavolo se li porti quei mercenari...”
“Ci sarebbero state altre vittime” mormorò Bool “se a difendere la città non ci fossero stati questi temerari.” Indicando Guisgard ed i suoi compagni.
Il padre di Clio si voltò a fissarli, scrutando con attenzione il volto di ognuno di loro.
“Un momento!” Esclamò nel guardare Guisgard. “Questo lo conosco! Era in vendita al mercato degli schiavi tempo fa!” Indicando proprio il cavaliere che se ne stava fra i suoi compagni.
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Altea
03-03-2014, 15.09.23
Annuii col capo..certo non si poteva dargli torto..e ora doveva andare...per cedere il posto all' altro padrone ovvero Elvet, e subito si diffusero le note aggraziate del suo organo in tutto il maniero.
Una luce si diffuse nella stanza
arrivò la sacerdotessa e sorrise...
"Sei arrivata al tuo compimento,
non te ne sei accorta ma siamo al primo Venerdi
del mese..ora puoi andare..come rimanere..."
"Non immaginavo, il tempo sembra trascorrere
così lento...sono confusa, non so dove sta la verità
e chi dei due mente...ma quell'uomo è arrivato assieme
a...quella donna" le dissi perplessa.
Lei annuì..."Vai dall' Abate, sei stata benedetta da lui ricordi?Quando arriverai al cancello del maniero si aprirà grazie al mio aiuto."
E sparì con una nuvola di Luce.
Non fu una visione, stavolta la avevo vista bene e sentito il tocco della sua mano sulla mia.
Mi affacciai alla finestra...dovevo portare Elvet dall' Abate Nicola ma prima dovevo liberarlo..qualsiasi cosa gli fosse successo lui avrebbe saputo darmi le indicazioni giuste.
Scesi nel giardino...era buio ma la Luna splendeva e tutto era limpido..vidi una ascia su un tronco e delle pinze da giardiniere...e poi vi erano dei cavalli.
Perfetto...la notte era appena iniziata, e la via per andare dall' Abate non era molto lunga...ricordavo benissimo..si doveva superare il Borgo e proseguire fino all'inizio di quella foresta, in pratica il percorso inverso di quando il cavallo fu vittima della tagliola.
Presi l'ascia e le pinze...grazie Padre e fratelli miei per avvermi addestrata anche come Cavaliere a servizio della Santità..ora mi torna utile.
Lentamente aprii la porta della stanza di Elvet, lui stava suonando..." Milord Elvet...è giunto il giorno della mia partenza..con questa ascia romperò la catena che vi incatena e con questa pinza da giardiniere l'anello...prenderemo un cavallo, sarete voi a portarlo fino la grotta dell' Abate Nicola...lui saprà dirci come fare per salvarvi...altrimenti, mi spiace ma andrò via ora da sola..non ho più intenzione di essere vittima di questo maniero" e lo guardai con aria risoluta...io non avevo nulla da perdere...e ormai ero rimasta fino a che mi fu imposto..e se non fosse stato cosi..se la sacerdotessa avesse sbagliato, non mi importava nulla...ora volevo andarmene, a costo della vita.
Eilonwy
03-03-2014, 19.21.54
Per fortuna....mi è andata bene! Pensavo di peggio.
Però ancora non era finita!
Potrebbe essere che il tesoro inestimabile sia il Fiore Blu della Tylesia. Speravo il contrario.
"E come si chiama, di grazia, questo tesoro inestimabile piu' del Sacro Graal?...Come è fatto?....E quale strada devo seguire per trovarlo?" chiesi sperando con tutto il cuore che non fosse ciò che temevo.
Dimmi che non è lui!....DIMMI CHE NON E' LUI!!!
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"L'unico profumo che troverete sulla mia camicia è quello del sangue e del sudore, un po' troppo rozzo per i raffinati senatori.. E poi le camicie degli ufficiali sono pressapoco tutte uguali, tenete questo.."
Allungai il braccio della camicia da sotto la giubba, strappai il polso e lanciai il lembo di stoffa tra le grate.
"Sono le mie iniziali, è l'unica prova che potrete portare al senato..".
Il cielo era talmente limpido quella sera, da riuscire a scorgere le costellazioni tra le lucenti stelle.
L'aria fresca e frizzante mi accarezzava il viso, l'armonia regnava sovrana.
Il tempo passava veloce , ora dopo ora.
"Cambio, bella fanciulla.. Vattene a dormire, da brava.." Una voce familiare e spensierata emerse dal buio.
Sorrisi senza voltarmi.
"Ah, non riuscirei a prendere sonno... Non stanotte..".
"Tesa, eh?"
"Un po'.." Ammisi.
"Andrai alla grande, capitano.. Vedrai.." Rise.
"Kastor! Non chiamarmi in quel modo..."
Sbuffò "Andiamo, non ti avrebbero affidato il comando se non Volessero promuoverti..".
Alzai le spalle "Beh, nessun altro ha dimostrato di conoscere la strategia che adotteremo domani.. Quindi era logico che lasciassero il comando a chi l'ha proposta..".
"Sì, si.. Fai poco la modesta, ti promuoveranno capitano, dai retta a me..".
Con l'impareggiabile leggiadria dei soldati, Kastor mi si sedette accanto, per poi arrivare a sdraiarsi tenendosi sui gomiti.
Lo guardai fingendomi scandalizzata.
"Ah, è così che monti la guardia, eh... Lazzarone.." Risi.
Lui sorrise e cercò qualcosa nella tasca della giubba.
"Ci sei tu a controllare, o sbaglio?" Facendomi l'occhiolino "Anche se potevi farti sostituire stanotte.. Dovresti riposare, dico davvero..".
Mi porse una fiaschetta sorridendo.
"Tieni, bevi un sorso più del solito, e vedi come ti addormenti.."
"Sì certo, come no, così domattina dormo fino a mezzogiorno e mi perdo la battaglia.." Risi.
"Vabbè, poi ti racconto com'è andata..." Rise con me.
Allingai il braccio per prendere la fiaschetta che mi porgeva, ma lui mi prese il polso.
"Ehi!" Esclamai.
"Cos'è questo?" Osservando attentamente il polsino della camicia che fuoriusciva dalla giubba "No, non dirmelo, le tue iniziali ricamate.." Scosse la testa ridendo "Che megalomani questi aristocratici.." Rise, lasciandomi il polso.
Bevvi un sorso.
"Me l'ha ricamato mia madre, ha marchiato praticamente tutte le camicie.." Risi, guardando lontano "Ha detto che era l'unica cosa che poteva ricamarmi..".
"Che carina.. "
Sorrisi "Beh, io non ci avrei mai pensato..".
"Eh.." Sospirò "Non donerai mai pegni d'amore ricamati.." Mostrandomi un fazzoletto profumato.
"Figuriamoci.." Sorrisi, osservandolo "Fammi indovinare, l'ha fatto Giselle per te..". Potevo vedere i suoi occhi illuminarsi al buio.
"Se esco vivo da questo inferno, giuro che me la sposo.." Promise.
"All'amore allora.." Brindai con la fiaschetta, per poi consegnarla al mio amico "Vedi di non esagerare, però.. Non dovresti bere durante il turno di guardia..".
Lui sorrise "Ma davvero, non mi hai insegnato tu quella filastrocca con la lancia e il vino?".
"Non è una filastrocca.." Scoppiai a ridere, e la recitai distrattamente.
"Cos'è arabo?" Chiese, divertito "Nelle nostra lingua, magari.. Sapientona!".
"Eh ma non rende.. Il mio pane imburrato sulla lancia, sulla lancia il mio vino della Tracia, alla lancia io mi appoggio quando bevo.. O qualcosa del genere, ormai sono anni che l'ho imparata" Sorrisi "Archiloco...".
Mi alzai "Me ne andrò a dormire, adesso... Domani sarà una lunga giornata..".
"Buonanotte Clio.." Mi salutò Kastor "Dai retta a me, cerca di riposare..".
Quel ricordo mi strappò un sorriso, che però non affiorò sulle mie labbra, anche se riscaldò il mio cuore.
Restai in silenzio, con lo sguardo fisso nel vuoto.
Dovevo, controllarmi, mordermi la lingua se necessario, ma dovevo essere indifferente e distante.
Guisgard
03-03-2014, 20.33.11
Era solo Lunedì e al primo Venerdì del mese mancavano ancora cinque giorni.
Però, nonostante tutto, Altea aveva deciso di lasciare quel castello.
Raggiunse ancora una volta la stanza di Elvet e questi nel vederla fu colto da grande soddisfazione.
La strinse fra le braccia e di nuovo la baciò con passione.
Fu un bacio lungo, in cui le loro labbra assaporarono tutto dell'uno e dell'altra.
“Sentivo di rivedervi...” disse all'avventuriera “... si, lo sentivo e sapevo che il cuore non mi ingannava...” prese poi la scure portata dalla donna e cercò di spezzare la catena che lo teneva bloccato.
Ma fu inutile.
“Questa dannata catena” fece Elvet “è dura e impossibile da scalfire... ci occorre la chiave... si, solo con quella possiamo aprirla...” fissò Altea “... ma dovete prenderla voi... essa si trova in una stanza chiusa in cima alla torre più alta di questo maniero... è custodita in uno scrigno di duro legno di noce... prendetela e portatemela qui... ma fate presto, prima dell'alba o saremo perduti... così che insieme lasceremo questo luogo...”
Guisgard
03-03-2014, 20.37.03
Isolde fissò Eilonwy e sorrise.
Ed anche suo figlio sorrise.
L'ingenuità della ragazza era palese circa il valore ed il significato di quel Tesoro.
Sebbene preziosissimo, nulla poteva paragonarsi al Santo Graal.
“Il Tesoro di cui parlo” disse la donna “è il leggendario Fiore Azzurro... portatemelo ed io vi libererò dalla maledizione... e con voi libererò anche il vostro amico...” rise appena “... ma vi darò un indizio per cominciare la vostra ricerca... dovete raggiungere la città della Gioia... lì troverete importanti informazioni per cominciare a cercare il Fiore...”
Guisgard
03-03-2014, 20.43.16
Boyke prese quel lembo con le iniziali di Clio e lo mostrò a Gufo.
“Bene...” disse questi “... l'emissario del Senato ti attenderà al posto stabilito... gli darai questa prova...”
“Si, capo.” Annuì Boyke.
“E rammentagli” fece lo Scarlatto “che attenderemo massimo tre giorni per il riscatto. Allo scadere del terzo giorno giustizieremo la ragazza.”
“Ti rammento la tua parola, capo...” mormorò Boyke.
“Si...” annuì Gufo “... se non sarà pagato alcun riscatto, prima di ucciderla ne farete ciò che vi piacerà.”
“Ottimo!” Esclamò ridendo Boyke, per poi guardare Clio. “Sentito, dolcezza? Potrebbe essere molto divertente!”
“Prega dunque che al Senato decidano di pagare per la tua liberazione.” Rivolgendosi Gufo alla ragazza.
Ad un tratto un rumore di passi.
“Capo...” arrivando uno dei suoi mercenari.
“Cosa c'è?” Voltandosi verso di lui lo Scarlatto.
“L'emissario del Senato...”
“Cosa?” Incuriosito il capo dei mercenari.
“E' qui...”
“Come sarebbe a dire?” Turbato lo Scarlatto.
“Come ha fatto a trovare questo nostro rifugio?” Incredulo Boyke.
“Forse ti hanno seguito, idiota!” Con rabbia Gufo.
“Impossibile, capo!” Scuotendo il capo Boyke.
“Ora vengo a vedere.” Parlando Gufo al mercenario.
“No, capo...” mormorò questi “... chiede di vedere la ragazza... dice vuole essere certo che sia viva...”
Altea
03-03-2014, 20.46.11
La notte può durare in eterno se in preda a pensieri negativi ma passa anche in fretta, mi staccai dalle sue labbra...Signore Iddio fa sia sincero..ti prego.
Nulla...la scure non riusciva a rompere quella catena...ci voleva una chiave custodita in uno scrigno...in una stanza in cima alla torre più alta.
Lo abbracciai..."Vado...non temo nulla...vedrai tornerò con la chiave".
Uscii dalla stanza, estrassi la spada..lui continuava a suonare e io salivo quella scala, ripida, con le mani mi tenevo tra gli stretti muri finchè arrivai in cima a quella alta torre...infatti vi era una porta intarsiata con strani disegni....la aprii lentamente..presi una torcia e feci luce, guardai ovunque, vi erano mobile e statue, finchè vidi uno scrigno di legno di noce intarsiato, e aveva lo stemma del casato, la aprii e subito una strana luce mi pervase...una luce magica e vidi la chiave.
Presi tremante la chiave ...emanava una luce speciale..lentamente uscii, sospirai, nessuno era fuori ad aspettarmi.
Ora dovevo scendere piano...Altea tieniti calma...lui ora dorme.
Entrai nella stanza di Elvet e gli mostrai trionfante la chiave, mi avvicinai a lui..."Sarò io a liberarti...e Dio sia con noi, baciando il pomello dell'elsa".
Mi abbassai, trovai una serratura...un piccolo scatto...e...la catena con l'anello si aprì.
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Forse i senatori avevano iniziato a usare la testa? Avevano la coda di paglia dopotutto, erano stati loro a far entrare quei manigoldi in città, anche se ero quasi certa che sarebbero stati altri a prendersene la colpa.
Sarebbe stato troppo, ammettere di aver sbagliato, che il sangue di persone innocenti era sulle loro mani.
No, sarebbero stati altri a pagare. Probabilmente avrebbero dato la colpa dei disordini ai miei soldati, trucidati in un vicolo. O anche a me, perché no.
Ah, aveva ragione mio padre, mediocri burocrati.
Ma arrabbiarsi non sarebbe servito a niente. Tanto valeva rassegnarsi.
Mi chiesi chi avesse mandato il senato, se qualcuno di importante, qualcuno che conoscevo, o un messaggero qualunque.
Eilonwy
04-03-2014, 01.36.07
Sbiancai come se mi avessero trafitto con una lancia. Lo sapevo, miseriaccia! Lo sapevo! E ti pareva, Eilonwy!
E adesso come faccio?
Non posso andare a prendere un' arma di Dio nascosta dai suoi Arcangeli. Elohim (Dio) mi spedirebbe subito all' Inferno se lo facessi.
"Ci penserò su. Ho bisogno di restare sola e rifletterci per un po'. Con permesso. Milady! Milord!" dopo aver sentenziato questo me ne andai.
Passeggiai per l' enorme giardino. Devo dire che era quasi immenso!
Ma come faccio?...Accidenti!....Maledizione!....No...non posso Aladiah, Gabriele, Raffaele, Michele ed Adonai (Dio) non me lo perdonerebbero mai!
Immersa nei miei pensieri arrivai a un triclinio con delle rose e dei rovi tutti attorno. Le rose le adoravo. Erano i miei fiori preferiti. Quelle rose, poi, avevano un profumo dolce e soporifero.
Non avevo neanche dormito la sera prima.
Prima di cadere sfinita dissi: "Dio....Dio ti prego aiutami!....Mandami un segno....un indizio....un sogno premonitore e aiutami!....Ti supplico!".
Quel lettino era troppo invitante e mi addormentai su esso come una bambina.
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Guisgard
04-03-2014, 02.23.28
Altea girò la chiave nel pesante lucchetto che teneva chiuso l'anello di ferro, fino a quando si sentì uno scatto.
Di colpo allora il lucchetto si aprì, lasciando così scivolare a terra la catena.
Elvet rise.
Era finalmente libero.
“Mi avete liberato...” disse guardando la bella avventuriera “... grazie a voi non sono più imprigionato in questa fredda stanza...” e per la felicità strinse ancora la donna fra le braccia.
E di nuovo la baciò con passione, assaporando il dolce e sensuale sapore delle sue labbra.
Baciò la bocca, il volto, scendendo poi sul suo collo lungo e bianco, fino a sfiorarle il petto con ancora un ultimo bacio.
“Vi mangerei di baci...” mormorò piano, tra felicità e passione “... tutta... mille volte... fino all'alba... già, l'alba... lo farei davvero... se solo non temessi il malvagio guardiano di questo castello...” restò a fissare i suoi occhi chiari, con le mani che le accarezzavano i lunghi capelli biondi “... ma non c'è tempo... dobbiamo lasciare questo luogo... venite...”
Uscirono così da quella stanza, muovendosi silenziosi e furtivi tra i lunghi corridoi del maniero, fino a raggiungere la stanza di Geroa.
Elvet vi entrò e trovò la donna addormentata.
Allora la svegliò.
“Presto...” rivolgendosi a lei che lo fissava incredula “... aiutateci ad uscire dal castello... non c'è tempo...”
Lei guardò Altea ed annuì al suo padrone.
Prese una lampada e condusse i due fino alle scuderie.
Elvet e l'avventuriera montarono allora su due cavalli e galopparono via, attraversando il portone aperto loro da Geroa.
Erano finalmente fuori dal castello.
Guisgard
04-03-2014, 02.32.01
Eilonwy cadde presto addormentata.
E sognò.
Sognò immagini confuse, incerte, che resero il suo riposo inquieto.
Sognò giardini che mutavano in foreste prima e in selve poi.
Sognò ombre che si aggiravano in una notte tormentata, fatta di tenebre e lamenti lontani.
Sognò poi vallate cupe e desolate, corazze strappate a cavalieri senza più vita.
E poi città deserte e castelli abbandonati.
Vide poi in quei sogni l'enigmatico volto del giovane cavaliere ed udì la voce di sir Riccardo.
Sognò infine la sua famiglia ed il suo regno.
Poi si destò.
Quei confusi sogni erano terminati.
Lei era ancora in quel giardino, accanto a quelle rose.
E aprendo gli occhi udì una voce.
Qualcuno cantava.
Era il giovane cavaliere seduto vicino ad una fontana di quel verziere.
Guisgard
04-03-2014, 02.54.27
Clio, in balia dei suoi pensieri, era sempre in quella cella umida e semibuia.
Poco dopo, però, sentì ancora dei passi.
Era il carceriere.
L'uomo portò alla ragazza un po' di minestra calda e dell'acqua fresca.
Prese poi qualcosa dalla giubba.
“Ho anche una mela...” tirandola attraverso le grate “... l'ho presa di nascosto, nessuno mi ha visto... mangiatela, è dolce...” annuì “... non temete, tra breve credo proprio che la vostra prigionia terminerà... gli uomini di Gufo hanno portato qualcuno... è il messaggero del Senato, giunto qui per trattare la vostra liberazione... ma ora mangiate, bisognerà che siate in forma quando lascerete questo posto...”
Guisgard
04-03-2014, 03.22.00
Gufo seguì il suo mercenario fino ad un piccolo cortile, che quei soldati di ventura adoperavano per tirare di spada e scommettere sul loro valore di spadaccini.
Qui trovò qualcuno che lo stava attendendo.
Se ne stava seduto circondato da altri uomini dello Scarlatto.
E nel vederlo Gufo restò stupito.
“Tu...” disse “... tu... cosa ci fai qui, cane? Come hai fatto a trovare questo posto?”
“Ehi, è questo il modo di trattare un vecchio amico?” Ridendo Guisgard.
“No...” scuotendo il capo lo Scarlatto “... no, certo che no... ti farò infilzare come uno spiedo ed arrostire fino a quando le tue carni non si apriranno...”
“Ho sempre trovato discutibile questo tuo gusto per la violenza fine a se stessa, vecchio mio...” sorridendo il cavaliere.
“Ora vedrai quanto so essere violento, canaglia...” con disprezzo Gufo “... prendetelo!” Ordinò ai suoi.
I mercenari obbedirono e tirarono su Guisgard, bloccandolo con forza.
“Ehi, che maniere sono queste!” Esclamò il cavaliere. “Possibile che un soldato di ventura ignori a tal punto i presupposti per mandare in porto un affare vantaggioso!”
“L'unico affare che tratterai” fece Gufo “sarà la tua anima che porterai al demonio!”
“E tu perderai ogni possibilità di guadagno!” Replicò Guisgard.
“Come puoi parlare di guadagno tu?” Con rabbia lo Scarlatto. “Visto che la tua vita tra poco non varrà uno sputo!”
“La mia forse no” fece il cavaliere “ma quella della tua preziosa prigioniera si invece!”
“Cosa vuoi dire?”
“Sono stato inviato qui dal Senato” rispose Guisgard “per trattare la liberazione della ragazza...”
“Menti!” Lo zittì Gufo. “Non affiderebbero mai ad uno come te una trattativa così importante!”
“Allora perchè credi sia qui?”
“Non mi interessa!” Rispose lo Scarlatto.
“Sai bene che il mio unico intento” spiegò Guisgard “è quello di andare via da questa terra... lo sai più di chiunque altro... a me interessa solo la mia libertà... e per riaverla ho dovuto accettare questo incarico... pensi che mi interessi qualcosa di quella sciocca ragazza? O di te e di tutto il resto? Ma ho dovuto accettare. Mi hanno promesso in cambio la libertà... a patto però di fare da tramite fra voi e loro... in pratica non volevano mettere in pericolo i loro soldati... probabilmente ai loro occhi la mia vita non vale poi tanto...”
“Perchè dovrei crederti?”
“Perchè non ho motivo di venire qui a trattare per il Senato...” disse Guisgard “... sono stato costretto a farlo...”
Gufo lo guardò con sospetto.
“Ma in verità” continuò il cavaliere “voglio proporti un affare...”
“Quale affare?” Domandò lo Scarlatto.
“A te il denaro, tanto denaro, con in più la ragazza...” annuendo Guisgard “... e a me, naturalmente, la libertà...”
“Continua...” con diffidenza Gufo.
“Prima forse bisognerà bere qualcosa...” tornando a sorridere il cavaliere “... ho anche qualcosa qui con me... il sigillo del Senato di Afravalone... come prova che dico il vero...”
Boyke prese quel sigillo e lo controllò con attenzione.
“E' autentico, capo...” fissando poi Gufo.
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Altea
04-03-2014, 16.56.06
Lo seguivo per quei corridoi, una corsa verso il Tempo...eppure mi chiedevo come poteva essersi innamorato subito così...forse era questo il segreto dell' Amore?
Rimanevo vicino a lui...ero stupita della sicurezza delle sue mosse...come se sapesse già cosa fare, Geroa pure era pronta a eseguire gli ordini...tutto avvenne in fretta.
Stavano prendendo i cavalli quando mi avvicinai ai fiori sorridendo e pensando.."Milord..io amo le rose ma non sono i miei fiori preferiti, ognuno gioca le sue carte, io amo la orchidea che chiamo Tesoro di Oriente perchè cresce in terreno brullo, è quasi indipendente, ma riesce a fiorire improvvisamente e con fiori straordinari".
Tolsi la rosa dai capelli e presi una orchidea che stava quasi sbocciando e la misi sui miei capelli..come asseriva lui..un Fiore che sboccia è una nuova vita.
Elvet portò i cavalli, saliti in groppa Geroa aprì il cancello e i cavalli iniziarono la loro veloce corsa...correvano veloce, seguivo Elvet...e voltandomi vedevo il maniero farsi quasi ombra..."Milord Elvet" dissi avvicinandomi a lui sorridendo e lanciandogli una spada con la effige sull'elsa del suo casato.."questa è vostra, avete visto ho pensato a tutto..un cavaliere, presumo, come voi non può girare disarmato..ma ditemi sapete dove andare? Oppure andiamo dall' Abate Nicola."
Volevo sapere tutto di lui, della sua famiglia e di ciò che successe nel maniero e del maleficio..ma ora si doveva fuggire...non sarebbe stato facile ora..cosa sarebbe successo? Lo guardavo e osservavo il suo volto attento e pensieroso.
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Sorrisi a quella premura dell'uomo.
"Siete un carceriere fin troppo buono, grazie.." Mangiai la mela e la minestra. Aveva ragione, dovevo essere in forma.
"Cosa ci fa una persona gentile con quella banda di briganti?" Chiesi, con un sorriso.
Guisgard
04-03-2014, 20.14.58
Elvet sorrise ad Altea e prese la spada che l'avventuriera gli aveva passato.
Ripresero poi la loro corsa, intenzionati ad allontanarsi il più possibile dal castello.
I cavalli correvano veloci, come se conoscessero ogni passo di quella foresta.
Alla fine, dopo aver attraversato un cupo e brullo sperone roccioso, seguito poi da un profondo dosso che sembrava scendere fin nel ventre di quell'ancestrale e lussureggiante scenario, si ritrovarono presso un cristallino ruscello che le piogge avevano reso corposo e pieno, ma non tanto non da non essere attraversato in sella a fieri cavalli.
E dall'altra sponda del ruscello Elvet fece fermare i loro destrieri.
“Ecco...” disse “... pochi minuti per far riposare i cavalli e poi riprenderemo il cammino... dobbiamo cavalcare fino a raggiungere un villaggio o un borgo lungo la strada... e farlo prima dell'albeggiare...” guardò poi Altea “... no, non permettete ad altri fiori di oscurare la vostra bellezza...” togliendo l'orchidea dai capelli di lei “... di fiori ne avete avuti abbastanza... e poi non vi è fiore che può stare al pari del vostro fascino...” accarezzò il suo viso e la baciò di nuovo.
Stavolta il bacio fu ancora più lungo, più intenso, più forte.
Elvet la baciò con la passione di chi a stento riesce a frenare il suo ardore.
E mentre le sue labbra assaporavano quelle di Altea, le mani del giovane accarezzavano ovunque il corpo di lei, quasi sentendone ogni forma, disegnando così al tatto la statuaria bellezza dell'avventuriera.
“Riprendiamo il cammino...” mormorò piano e dolcemente.
Un attimo dopo i loro cavalli furono di nuovo lanciati al galoppo.
Guisgard
04-03-2014, 20.22.50
“Perchè bisogna pur vivere...” disse il carceriere a Clio “... ho moglie e bambini e mi occorre denaro...” annuì “... comunque, se tutto andrà liscio, quegli uomini non vi torceranno un capello...” sorrise appena, come a volerla confortare.
Intanto, nel cortile di quell'edificio, Guisgard discuteva con Gufo ed i suoi mercenari.
“Allora siamo d'accordo.” Disse il cavaliere.
“Un momento...” mormorò Boyke “... non è chiaro per niente quale sia il tuo intento...”
“Vi ho detto...” fece Guisgard “... io voglio lasciare questa terra e riottenere la mia libertà... a voi resterà il denaro e la ragazza.”
“E cosa daremo allora in cambio ai senatori?” Chiese Boyke.
“Qualcun altro...” rispose Guisgard.
“Davvero?” Sospettoso Boyke. “E chi?”
“Un sosia.”
“Ah, questo ha la testa piena di utopie!” Esclamò Boyke.
“Niente affatto.” Replicò Guisgard. “Lo scambio avverrà di notte e col favore delle tenebre non sarà difficile ingannare gli intermediari del Senato.”
“Tutte sciocchezze!” Scuotendo il capo Boyke.
“Aspetta, lascialo finire...” intervenne Gufo “... vi è del buono in ciò che dice...”
“Prenderemo una prostituta dalla vaga somiglianza con la ragazza...” spiegò il cavaliere “... dopotutto, per fortuna, le bionde dagli occhi chiari non scarseggiano...” sorrise “... un cappuccio ed il buio della sera faranno il resto...”
“E se il tutto fallisse?” Fissandolo Boyke.
“Non fallirà.” Sicuro di sé Guisgard. “Non falliremo.” Rise appena. “Ora però voglio accertarmi delle condizioni del nostro prezioso ostaggio.”
“Sta bene...” sbottò Boyke.
“Meglio così.” Annuì il cavaliere. “Detesto vedere le donne maltrattate. Avanti, portatemi da lei.”
“Conducilo da lei, Boyke.” Ordinò Gufo.
Il mercenario obbedì e portò Guisgard alla cella di Clio.
Giunti là, il cavaliere si avvicinò alle sbarre e guardò la ragazza.
“State bene?” Chiese alla prigioniera.
Altea
04-03-2014, 20.29.05
I cavalli correvano veloci, attraversammo addirittura un ruscello per fortuna non molto pieno finchè la corsa si arrestò per abbeverare e far riposare i cavalli...mi tolse il fiore dai capelli e rimasi perplessa dal gesto, poi si avvinghiò addosso a me in una forte morsa senza lasciarmi via di scampo..sentivo le sue mani troppo addosso, mi staccai e sorrisi..."Milord Elvet..non pensate di correre un pò troppo..prima di concedermi totalmente a voi devo pure conoscervi...limitiamoci ai baci" e sorridendo gli stampai un bacio sulle labbra.
Dovevamo riprendere prima albeggiasse e risalimmo sui cavalli alla ricerca di un paese e un borgo...rimasi perplessa mentre i cavalli correvano..."Ditemi, vi riaddormenterete all' Alba fino al Tramonto..perchè vi è stato inferto questo maleficio e che rimedio vi è a questo?".
elisabeth
04-03-2014, 20.35.03
Daizer faceva domande....il duca l'Arciduca.....il borgo......andavo avanti e indietro....camminavo nervosa mentre il prete e Daizer parlavano...mentre si faceva il punto della situazione.........il Borgo di Leiman....il Castello...." i Morti parlano, consigliano......e chiedono aiuto.....certo , magari non e' semplice comprenderlo, ma c'e' sempre una soglia che agevola il passaggio.......ho un sorella che vive da quelle parti si chiama Isolde.....diciamo che io sono il giorno e lei la notte.....nel senso puro del significato.......non ci amiamo molto, ma il sangue unisce.....dunque dovremo dare degna sepoltura...e magari la rivedro' dopo anni...chissà dove ci porterà questa storia......bene.....ci conviene andare.......gli dia la sua benedizione Padre......."...indicai con la testa Daizer....e con l'ansia nel cuore uscii fuori dalla Chiesa....mi sentivo indecisa...Daizer poteva anche andare via...in verità il suo compito era finito.......ma io avevo un gran bisogno di lui.......e questo non lo avevo mai provato.......
Non appena vidi arrivare quel Guisgard, dapprima spalancai gli occhi, poi, senza che potessi evitarlo, scoppiai a ridere.
Mi ci volle un po' per fermarmi.
"Voi? Il messo del senato, voi? Non eravate tornato da Gufo? Vedo che questi mercenari sono davvero una frana a controllare i propri schiavi.." dissi, senza smettere di ridere "Mi chiedevo quale miracolo avesse fatto agire i senatori con buonsenso.. ma questa poi.." scossi la testa "Non imparano mai, mai.. che razza di stupidi.. Quando lo capiranno che non si delegano certe cose? Idioti" sorrisi "A meno che non l'abbiano fatto apposta, allora capisco..".
Ma nonostante la rabbia, riuscivo solo a ridere. Era surreale, venivano traditi da degli estranei, e affidavano le trattative per la mia liberazione ad un estraneo.
Lo guardai dritto negli occhi, tornando seria "E secondo voi io dovrei bermi la storia che siete qui per curare l'interesse mio e del senato?" senza distogliere lo sguardo "Comunque io sto bene, per quanto possibile... Per adesso almeno..".
Come si poteva essere così stupidi? Dovevano mandare uno dei miei, non uno schiavo che voleva solo scappare.
Eilonwy
04-03-2014, 23.56.59
Mi svegliai inquieta e turbata da quei incubi confusi e surreali.
All’ improvviso, le mie orecchie percepirono cantare il “cavaliere” Flees.
Il suo canto non era male, ma avrebbe, in ogni caso, avuto bisogno di varie lezioni da un menestrello.
Poi, alla mente mi tornarono le parole di sua madre Isolde e il Fiore Azzurro. Se pensava che io fossi così ingenua e stupida da darglielo, si sbagliava di grosso! Io sono piu’ astuta ed intelligente di quanto non sembri.
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Scommetto che mi ha assegnato questa missione perché le hanno riferito che io sono la Chiave del Fiore Azzurro della Tylesia. Sennò, non avrebbe mai incaricato una semplice mortale di una cosa del genere. Ne ero sicura!
Comunque, avrei preferito rimanere maledetta o morire pur di non dargli un tesoro tanto prezioso, sacro e potente fatto da Dio stesso.
Mi avvicinai a Fless e sbeffeggiandolo gli dissi: “Volete piantarla con questo strazio e con questa lira!?!...Chi pensate di essere?...Orfeo, per caso?”.
Guisgard
05-03-2014, 18.59.56
“Benedirò entrambi...” disse il prete ad Elisabeth, per poi segnare lei e Daizer più volte sulla fronte, sul petto, sui palmi delle mani e sulle gambe.
Era una benedizione particolare che i normali sacerdoti non impartivano.
Poi, la maga ed il contrabbandiere uscirono dalla chiesetta.
“Bene...” fece Daizer “... ora non ci resta che tornare dai due monaci e raccontare loro tutta questa storia di sogni e defunti...” scosse il capo “... e mi chiedo a quanto di tutto ciò crederanno quei due religiosi...” poi fissò Elisabeth “... cosa avete? Mi sembrate turbata, inquieta... direi anche malinconica... cosa c'è? Forse questa storia di morte vi ha angosciata e rattristata?”
http://www.hollywoodchicago.com/sites/default/files/slideshow/Robin_Hood_29.jpg
Guisgard
05-03-2014, 19.04.02
Elvet annuì a quelle parole di Altea.
“Si...” disse “... all'alba io cadrò ancora in quell'innaturale sonno... purtroppo non basta uscire da quel castello... la maledizione continuerà a perseguitarmi fino a quando colei che mi ha imposto questo incantamento non deciderà di scioglierla...” rispose con un bacio a quello di Altea e ripresero a cavalcare attraverso la foresta “... ma non permetterò che giunga l'aurora senza aver trovato un luogo in cui nasconderci... voglio sapervi al sicuro per quando mi addormenterò ancora...”
Alla fine, poco prima dell'albeggiare, intravidero da lontano alcune luci.
Era un borgo che a fatica spuntava tra la fitta vegetazione.
E dal campanile della sua chiesa si udivano le campane che annunciavano il Mercoledì delle Sacre Ceneri.
“Siamo salvi...” mormorò Elvet.
Guisgard
05-03-2014, 19.06.41
Flees smise di cantare e rise a quelle parole di Eilonwy.
“Forse Orfeo” disse divertito “potrebbe esservi utile, damigella... visto che il vostro viaggio alla ricerca del Fiore sarà pieno di insidie. Non si sa mai come può finire...” le fece l'occhiolino “... comunque vi conviene trattarmi bene... infatti mia madre mi ha incaricato di venire con voi alla ricerca del Fiore, come vostro custode... dunque la vostra incolumità dipenderà da me... ed io mi sento motivato a difendere solo le donzelle socievoli e particolarmente affabili...” annuì “... partiremo appena vorrete, amica mia...” ridendo di nuovo.
Guisgard
05-03-2014, 19.14.31
A quella sonora risata di Clio, Guisgard sorrise appena, si massaggiò una guancia e poi fece un passo in avanti verso le sbarre.
“Molto probabilmente” disse “siete così presa dal voler apparire sempre e comunque simile ad un uomo che non riuscite a smettere neanche quando la cosa è palesemente fuori luogo.” Annuì. “Vi rivelerò un segreto... a me di voi, del Senato, di questi mercenari e della vostra causa non interessa un bel niente. Sono qui perchè mi ci hanno costretto. E per quanto può sembrarvi assurdo è l'unico modo per riavere la mia libertà, visto che i vostri cari senatori credono fermamente che io sia l'unico in grado di far da tramite con questi gentiluomini.” Indicando Boyke che gli stava accanto.
“Poche chiacchiere voi due.” Mormorò il mercenario.
Ma proprio in quel momento il carceriere lo chiamò.
Boyke allora lo seguì, allontanandosi.
“Avanti, per qualche volta potreste anche sforzarvi di apparire un tantino femminile...” sarcastico Guisgard a Clio “... non so, qualche lacrima di paura, un sospiro di rassegnazione, magari immaginando il vostro principe azzurro che corre a salvarvi col suo cavallo bianco...” le fece l'occhiolino “... già, ma voi non siete dama da simili smancerie... anzi, voi neanche vi sentite una dama...” guardò nel corridoio per accertarsi che Boyke non stesse tornando “... ora ascoltatemi, bellezza...” tornando a fissare la ragazza “... so di non farvi impazzire e voi non mi piacete più di quanto io non piaccia a voi... so anche che sognavate di vedere qualcun altro al mio posto qui, pronto a salvarvi... ma le cose non sempre vanno come vogliamo... dunque faremo buon viso a cattiva sorte... se vi interessa uscire viva da qui dovete fare tutto ciò che vi dirò... perciò, oltre a detestarmi dovrete anche fidarvi di me... siamo entrambi sulla stessa barca... a voi interessa tornare a giocare a fare la Clorinda e a me di lasciare questa terra e riprendere il mio viaggio... e per riuscirci abbiamo una sola possibilità... uscire vivi da qui... intesi?”
Ma proprio in quel momento si sentirono dei passi.
Un attimo dopo Boyke ritornò.
“Beh, hai potuto controllare che sta bene, no?” Fissando Guisgard. “Andiamo adesso... sono curioso di conoscere il tuo piano...”
“E' sempre un onore suscitare la curiosità di uno come te, amico mio.” Ridendo il cavaliere.
“Non sono tuo amico, feccia!” Rispose il mercenario.
“Oggi non risulto troppo simpatico, vedo...” mormorò Guisgard, per poi voltarsi a fissare ancora una volta Clio.
Un momento dopo andò via con Boyke.