Visualizza versione completa : I Pilastri di Afravalone
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Guisgard
23-04-2014, 19.12.47
Altea e Roxanne uscirono dalla casa e trovarono Enar che fissava alcuni uomini a cavallo che andavano via.
“Zio...” disse Roxanne “... chi erano? Cosa volevano?”
“Erano cavalieri e venivano da Solpacus...” rispose il pastore “... pare che da stanotte non si abbiano più notizie di una donna... si teme che...” scosse la testa.
“Di chi si tratta?” Chiese la ragazza.
“La conoscevo di vista, per averla incrociata qualche volta in città...” fece Enar “... la chiamavano la pazza... viveva sola dopo che il suo amato era partito per la guerra tempo fa... egli morì poi in battaglia e questo rese folle quella poveretta... ogni sera lasciava la città per incamminarsi nella foresta... diceva che il suo amato sarebbe giunto a portarla via con sé...”
“Speriamo non le sia capitato nulla di brutto...” preoccupata Roxanne.
“Speriamo...” mormorò suo zio.
Eilonwy
23-04-2014, 19.16.00
“Povero Jack!.....Speriamo che si rimetta presto! Certo è uno Spritello delle Stagioni, ma non è immune a queste brutte cadute. Ha l’ Eterna Giovinezza, ma non per questo ha l’ Immortalità. E’ tutta colpa mia!....Non dovevo chiedergli di attraversare il ponte volando. Perdonami, se puoi, fratello ed amico mio!” sentenziai abbracciandolo.
Il giorno tornò ed io tornai la solita donzella pasticciona.
Con i miei poteri, mi rivestì di un aderente e traforato vestito fatto di bianchi fiocchi di neve. Il gelido ricamo stava sopra una leggera sottoveste di un azzurro tenue e glaciale. Il tutto fu completato da un fluente strascico dello stesso colore della sottoveste e da delle trasparenti calzature col tacco.
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Altea
23-04-2014, 19.22.54
"Un' altra vittima..e una storia davvero triste...in qualche modo si dovrà porre fine a questo sterminio..voi credete alle premonizioni messer Enar? Io si...e messer Posteg ha sognato un cavaliere dagli occhi azzurri, dice è della famiglia dei Taddei...e verrà qui a salvare Solpacus".
Uscii in giardino a respirare un pò di aria fresca e feci cenno a Roxanne di sedersi in una panca assieme a me, guardavo il sole farsi alto sempre più..."Vedrai Roxanne...tutto tornerà alla normalità, me lo auguro per tutti voi, ma tu devi essere più allegra. Me lo prometti...?Bene...farò colazione con voi e poi andrò a Solpacus".
Guardai le foreste attorno pensierosa...l'amuleto...doveva essere portato a compimento..e nuovamente in quella locanda buia e solitaria.
Guisgard
23-04-2014, 19.24.51
Riccardo liberò Dante ed aiutò Eilonwy a salire in sella al cavallo.
Poi caricò sul suo destriero il povero Jack malconcio e la sciarono finalmente quel ponte.
“La città più vicina è Tylesia” disse il cavaliere alla ragazza “e lì troveremo un buon medico per curare il vostro amico. Inoltre potremo riposarci un po'.”
“Già, ne abbiamo un gran bisogno.” Fece il merlo.
Poco dopo avvistarono le mura di Tylesia.
La città nuova sorgeva accanto ad un lago e i riflessi del Sole permettevano alle sue imponenti mura di specchiarsi sulla superficie delle acque.
Giunti in città chiesero poi di un buon medico e vi portarono Jack.
“Quel ragazzo ora sta bene” disse loro il medico dopo averlo curato “ma ha bisogno di riposare per qualche giorno.”
“Vi toccherà sostare qui, damigella.” Rivolgendosi Riccardo ad Eilonwy. “Ma dove siete diretta se posso domandarlo?”
Guisgard
23-04-2014, 19.30.44
“Sono tutte sciocchezze.” Disse Enar ad Altea mentre serviva in tavola la colazione. “Conosco quel Posteg. Tutti lo conoscono in città. E' un brav'uomo, ma è tonto. I migliori cavalieri sono già a Solpacus, attratti dalla possibilità di conquistare la spada dei Taddei. Altri non verranno.”
“Pensi che riusciranno ad uccidere la bestia, zio?” Chiese Roxanne.
“Devono riuscirci.” Rispose il pastore. “Devono, per il bene di queste terre.”
“Io non sono triste, lady Altea...” rivolgendosi poi la ragazza alla bella avventuriera “... ma so che le cose brutte avvengono e nessuno può farci nulla... e questa storia ne è la testimonianza...”
Altea
23-04-2014, 19.38.31
Ascoltai le parole di Enar mentre mangiavo la squisita colazione..io credevo a Posteg, ma non pensavo affatto potesse essere uno dei Taddei a salvare quel posto..."Io di cavalieri ottimi a Solpacus non ne ho visti.." dissi sorridendo ironicamente.."credetemi, i veri guerrieri e cavalieri li ho visti personalmente...e nessuno di loro temo riuscirà a uccidere la belva, mi riferisco a coloro sono venuti qui per quella arma".
Mi alzai dal tavolo e dissi che era ora di andarmene, andai in camera per prendere la spada mentre la sacca già era con me visto il contenuto, e dopo essermi preparata mi congedai e uscii.
Salii in groppa a Cruz e sorrisi a Roxanne salutandola con la mano..la spronai e presi la strada per Solpacus.
Guisgard
23-04-2014, 19.43.35
Altea lasciò così la casa del pastore, prendendo la direzione per Solpacus.
Ma poco dopo, mentre attraversava il bosco, udì una voce.
“Presto, accorrete...” disse un uomo correndo fra gli alberi “... accorrete a Solpacus! Hanno ucciso la bestia! Alcuni valenti cavalieri sono riusciti ad abbatterla! Ora stanno portando a Solpacus la sua carcassa! Hurrà! Hurrà! Hurrà!”
Eilonwy
23-04-2014, 19.46.12
“Sono diretta a Gioia Antiqua. Devo trovare il Fiore Azzurro per liberare Aladiah e Coco da Lady Isolde. E’ di massima importanza! Ma come avete detto voi, dovrò sostare a Tylesia per qualche giorno per stare vicino al mio carissimo fratello adottivo. Voi, invece, andrete via?” chiesi guardando nell’ azzurro dei suoi occhi.
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Altea
23-04-2014, 19.51.34
Attraversavo la foresta velocemente quando Cruz si fermò innervosito da una voce, mi guardai attorno e vidi un uomo...non potevo credere alle sue parole..avevano ucciso la bestia.
Avrei voluto andare a prendere Roxanne ma, forse, avrebbe raggiunto Solpacus con Enar.
"Presto Cruz" lo spronai e corsi più velocemente "ora vedremo se è tutto vero...magari era un mitomane quell'uomo, o un pazzo".
Arrivai a Solpacus e legato il cavallo tra i padiglioni dei cavalieri mi avviai verso la piazza per avere notizie.
Effettivamente notai vi era molta folla e un vociare intenso quando vidi Older tra la gente e mi avviai verso lui..."Ero nella foresta..e un uomo annunciava che la bestia è stata uccisa da dei valenti cavalieri..è tutto vero o frutto di immaginazione?"
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Restai ad ascoltare Dort, ammirata.
Sorrisi a Borel ed Ertosis.
Non degnai d'uno guardo Gvin, povero sciocco, non sapeva con chi stava parlando.
Quando vennero a riferirci della donna, sospirai.
"Ecco, appunto.." Parlare non serve a niente "Dottore.." Rivolta a Nestos "...il veleno.. Ragazzi.." Guardando i finti mercenari "..frecce, vedete se riuscite a procurarvene alcune.. Ne servirà qualcuna in più.." Sospirai ".. Io penso alla veste..".
Lasciai così i miei uomini, tornai dopo qualche tempo, con una veste verde bosco, semplicissima.
La indossai sopra i miei vestiti, e la strinsi con una cintura di corda.
Copriva perfettamente i calzoni, il corpetto e la camicia, ed era abbastanza ampia e morbida da nascondere anche la spada.
Tornai alla locanda dai miei uomini.
"Pronti, signori?" Chiesi, sorridendo.
elisabeth
23-04-2014, 21.15.55
Ascoltai Flees....Isolde non le aveva parlato della sua famiglia....accidenti mi aveva cancellata........intanto...il posto per ritrovare Isolde era quello giusto....e la fonte d'acqua diede la sua risposta.....incominciò....ad alzare il suo getto d'acqua finchè sembrò arrivare al cielo, mi voltai verso Flees..." Vedo che mammina non ti ha detto nulla.....sono la gemella della tua mamma......la zia amorevole che ti ah cullato solo una volta........"......intanto, il getto d'acqua si fece caldo e quel lato di bosco sprofondò tra nebbie e canti......ritrovandomi tra nelle viscere del letto del fiume........grandi grotte lisce...come il marmo rilucente....profumo di spezie ed incensi.....Lei così bella da mozzare il fiato a chiunque la guardasse.....il suo corpo era perfetto...sembrava essere stato modellato dagli scalpellini degli Dei........la sua pelle diafana.... trasparente alla luce delle candele....era Isolde......venne vestita ed accompagnata dalle fedelissime ancelle al Trono del sole d'Occidente.......ero lì difronte a lei,capelli neri come la notte gli occhi ardenti come il fuoco di un vulcano e la pelle olivastra...........non avevo ancelle che mi accompagnassero...ma mi sedetti nel Trono difronte al suo....era il Trono del Sole D' Oriente.......e quando la sentii parlare sorrisi...." Non mi ricordavo più come si stesse bene seduti su questo Trono....mi ricordo la nonna quando ci spiegò il motivo per cui li fece costruire per noi....era così fiera ......e invece ho notato che tu non sei fiera per nulla della tua famiglia....ho incontrato tuo figlio e non sapeva di avere una zia......mi spiace per lui.....magari ci saremmo potuti frequentare.........cosa voglio da te, hai voglia di mandarmi via così in fretta ?......lascia che ti dica che sei sempre bellissima......e che questo posto e' rimasto così come io lo ricordo.......Freddo.....come la neve d'inverno quando il tuo corpo e' nudo.......ma comprendo che il calore qui non ha dimora.......Dimmi Isolde......cosa hai a che fare....con la scomparsa di giovani donne nei Borghi vicini al Bosco....o di animali feroci che uccidono ferocemente.....o di ragazze..in preda al male..........Qualcuno mi ha riferito che e' opera tua.......pensi che dicano il vero ?.......Attenta...se mi racconti le bugie io riesco a comprenderlo.......figurarsi...le uniche due maghe....che vivono al disotto del bosco che si raccontano le bugie.......chi ci ha cresciuto deve ancora essere orgoglioso di noi......e che ti piaccia o no....mamma era la bontà assoluta...mentre la zia che ti ha cresciuta.....sarebbe capace di fare ...quello che dicono tu faccia........"........mi sistemai meglio...in quel trono tutto lavorato.......pensai a Daizer....lui forse era preoccupato.....ma le creature del bosco....avrebbero saputo tranquillizarlo
Guisgard
24-04-2014, 01.30.03
Isolde sorrise a quelle parole di Elisabeth.
Guardò allora le sue due ancelle e con un cenno del capo le congedò.
“Tu mi conosci bene, sorella e sai che spesso viaggio e mi sposto di frequente attraverso lande, boschi e talvolta anche borghi” disse “e per questo, mio malgrado, sono costretta ad incrociare il mio cammino con quello dei comuni mortali... vi è un luogo, dove oltretutto lì gli uomini sono particolarmente arroganti e superstiziosi, chiamato Afravalone... ebbene hanno una curiosa metafora per spiegare il rapporto che intercorre con i parenti... infatti sono soliti definire i parenti come gli stivali... più invero sono stretti e più fanno male...” rise appena “... e temo che ciò sia abbastanza veritiero, non credi? Quanto alla tua domanda... beh, in verità ignoro ciò che mi dici... non sono al corrente di ciò che mi racconti... rapire fanciulle non mi ha mai interessato, né tanto meno rendere gli animali più feroci... a queste cose sono certamente più inclini gli uomini, che rapiscono le donne per stuprarle e fanno inferocire gli animali dando loro la caccia... se dunque il motivo che ti ha spinto a cercarmi era questo, allora ti sei disturbata per nulla... ah... ho veduto l'uomo che era con te... complimenti, una bella preda, sorella...”
Guisgard
24-04-2014, 02.19.48
“Io” disse Riccardo ad Eilonwy “sono in viaggio... sogno di poter dimostrare finalmente il mio valore come cavaliere, magari trovando ed affrontando un'avventura degna dei migliori paladini. Avevo cercato fama ad Afravalone, ma non sono riuscito ad entrare nella Guardia Reale. Per questo ho deciso di diventare un cavaliere errante.” Le sorrise. “Ma mi ha incuriosito ciò che avete detto, damigella... cercate il Fiore Azzurro... che cos'è precisamente? Da come ne parlate sembra avere un grande valore...”
Guisgard
24-04-2014, 02.29.36
Clio, dopo aver dato disposizioni ai suoi compagni circa il piano che aveva escogitato per cacciare il cinghiale, ritornò alla locanda presentandosi con quella veste verde che copriva i suoi calzoni ed il corpetto.
“Vista così” disse Ertosis fissandola “sembrate in tutto e per tutto una damigella pronta per essere salvata!” Sorrise. “Non siete d'accordo con me, fratelli?”
“In effetti” fece Trastis “potreste ingannare chiunque abbigliata così!”
“Già” ancora Ertosis “e quasi quasi ci faccio io un pensierino a salvarvi da quel cinghiale!”
“Ho idea” intervenne Borel “che per il nostro Ertosis servirà un bagno freddo prima di partire alla volta della foresta, o finirà per essere lui il vero pericolo per le contadinelle del posto e non quel cinghiale!”
E tutti risero.
Ad un tratto però dalla strada cominciarono ad udirsi voci e grida.
“Cosa accade?” Fissando la finestra Porturos.
“Non so...” fece Dort “... vado a controllare...”
L'aristocratico guerriero ritornò poco dopo nella locanda.
“Meglio che veniate a vedere...” disse agli altri “... credo ci siano novità importanti...”
Clio ed i suoi, così, uscirono dalla locanda e raggiunsero la piazza.
Qui c'era una gran folla accorsa a vedere.
Nel mezzo della piazza alcuni cavalieri ridevano e cantavano davanti ad un carro su cui vi era il corpo senza vita di un grosso animale.
“Venite a vedere, gente!” Gridava trionfante uno di quei cavalieri. “Ecco qui la bestia di Solpacus! Il cinghiale che vi ha terrorizzato per mesi! Venite a vedere!”
“Come ci siete riusciti, cavalieri?” Chiedeva qualcuno avvicinandosi al carro.
“Dicevano fosse invulnerabile!” Dicevano altri guardando quell'animale senza vita. “Con quali armi lo avete ucciso?”
“Abbiamo scavato una grossa fossa” spiegò uno di quei cavalieri “e riempita poi con rami scheggiati e resi simili ad aculei. L'abbiamo coperta e lasciato accanto ad essa della selvaggina per attirarlo. Poco dopo, subito fattosi buio, è apparso il cinghiale. Si è avvicinato alla selvaggina e un attimo dopo è caduto nella fossa!”
“Come fate a sapere che si tratta proprio del cinghiale a cui tutti davano la caccia?” Domandò qualcuno della folla.
“Avete mai visto un esemplare così grande?” Fissando tutti loro un altro di quei cavalieri. “Ha impiegato diversi minuti per crepare, nonostante avesse aculei penetrati in ogni parte del corpo. Inoltre ha cicatrici ovunque, segno dei vari tentativi fatti da altri in passato per ucciderlo.”
A quella scena, intanto, stavano assistendo anche Altea ed Older.
L'uomo infatti aveva subito raccontato alla bella avventuriera di quei cavalieri che si vantavano di aver ucciso la bestia.
Ed ora anche loro due erano accorsi in piazza a vedere di persona il corpo di quel famigerato cinghiale.
Alla fine quei cavalieri, a fatica, riuscirono a gettare dal carro il corpo del cinghiale, affinché tutti potessero vederlo bene.
“Avete altri dubbi?” Urlò uno dei cavalieri autori di quell'incredibile caccia. “E' questo il cinghiale che flagellava la vostra terra! E da oggi, grazie a noi, non farà più vittime!”
“Ben detto!” Disse un altro di quei cavalieri. “Ora, come pattuito, ci spetta la spada dei Taddei come premio! Abbiamo meritato di possederla!” Aggiunse, indicando il corpo del cinghiale come se fosse un trofeo da mostrare per testimoniare il loro coraggio.
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Eilonwy
24-04-2014, 02.53.29
“Infatti lo è!....E’ una delle tante armi angeliche piu’ potenti e ha una pregevolezza simile al Sacro Graal. Ovviamente non come quest’ ultimo, ma abbastanza prezioso come esso! Esso è un fiore fatto di energia pura e che risplende di una luce blu. Una volta era qui a Tylesia, poi fu spostato dalle mitiche Icene e poi in un luogo sconosciuto. Volete vedere una cosa?” e detto questo uscimmo sul retro dell’ ospizio per malati e feriti.
Mi portai i capelli da una parte e gli mostrai il tatuaggio del Fiore Azzurro.
“Vedete questo tatuaggio!?!....Me lo fece alla mia nascita la mia madrina: la Strega Bianca Galatea. Esso sta ad indicare che sono la Chiave per ritrovare il Fiore Azzurro. E’ magico….non è un semplice tatuaggio!” esclamai “Ed è per questo motivo che la Strega Nera Isolde mi ha costretto a portarglielo!....A quanto pare ora non ho solo un nemico, ma ben tre: Slathnir, Isolde e il suo insopportabile e spregevole figlio Flees. Certo che sono proprio brava a farmi dei nemici!” affermai scuotendo il capo.
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Guisgard
24-04-2014, 03.28.14
Riccardo restò colpito da ciò che Eilonwy raccontò e da quel tatuaggio che la ragazza mostrò al cavaliere.
Ma proprio mentre i due parlavano fra loro, alcuni ragazzini attraversarono quell'angolo di strada correndo verso la piazza.
“Presto...” disse uno di loro agli altri che lo seguivano “... c'è lo spettacolo dei burattini in piazza!”
Giunsero così davanti al carretto del burattinaio che aveva messo in scena uno spettacolo capace di attirare un bel po' di gente.
Sullo sfondo, raffigurante un paesaggio con foresta e castello, due burattini animavano la recita.
“Da quando l'Arciduca Ardeliano è morto a Sygma” muovendosi uno dei due burattini “il ducato e l'intero regno sono caduti nella tristezza e nella malinconia!”
“Ci sarà di certo un demone che tormenta ed affligge tutti noi!” Fece l'altro burattino.
“E' colpa del terribile incanto chiamato Gioia dei Taddei!”
“Gioia dei Taddei?” Ripetè il secondo burattino.
“Si, una maledizione!” Disse il primo. “La più terribile, poiché nega la felicità, la Gioia!”
“E come si manifesta?”
“Ogni qualvolta uno dei nobili Taddei si innamora” spiegò il primo burattino “qualcosa di oscuro giunge a portare la morte!”
“Santa Vergine!” Esclamò il secondo. “Sarà meglio dunque che nessuno più dei Taddei conosca l'Amore!”
“Nessun uomo può vivere senza l'Amore!”
“Allora” replicò il secondo burattino “non abbiamo che una soluzione!”
“Quale?”
“Quella di condurre l'Arciduca alla leggendaria Fonte dell'Oblio! Chi infatti beve da essa poi dimentica ogni influsso d'Amore!”
“Vuoi dunque condannare Sua Signoria ad una vita senza Amore?” Fissandolo il primo. “Senza sogni e senza felicità? Ignori allora cosa disse un saggio... quando il principe è infelice ed arido di cuore non vi è suddito che non lo sia lui stesso!”
“Cosa fare allora?” Domandò il secondo burattino.
“Bisogna vincere la terribile maledizione!”
“E come?”
“Trovando il Fiore Azzurro!” Sentenziò il primo burattino. “Una profezia infatti afferma che da Esso giungerà la Gioia! Dunque solo il Fiore può annientare il diabolico ed innaturale incanto che tormenta i Taddei!”
“E dove è sbocciato tale meraviglioso Fiore?” Chiese il secondo.
“Un tempo sbocciò qui a Tylesia...” mormorò il primo “... ma oggi nessuno sa dove sia fiorito...”
Tutti i presenti che assistevano a quello spettacolo applaudirono l'abilità di quel burattinaio.
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Altea
24-04-2014, 14.06.57
Osservai la scena e la gente attorno...chi festeggiava, chi aveva uno sguardo pensieroso, io ed Older ci lanciavamo strane occhiate mentre sentivamo il racconto della belva e guardavamo il trofeo cadere a terra..."Io sono un pò scettica...Older, qui ci vuole un testimone e sapete chi sia..il pastore Enar, il sopravvissuto all'attacco, andate a chiamarlo e ditegli di venire qui a vedere questo cinghiale".
Mi feci largo tra la folla e i cavalieri che si erano riuniti e mi avvicinai al vescovo, pure lui guardava la belva e quei cavalieri che motteggiavano allegramente.."Sua Eminenza, io aspetterei prima di dare l'ambito premio" e vidi il suo sguardo posarsi su di me e poi sulle mie mani, vidi osservava l'anello che portavo e ci fu un attimo di silenzio tra noi due e ripresi a parlare sottovoce "Me lo ha fatto recapitare mio fratello, lui è un diplomatico di Capomazda ora..e..mi ha fatto recapitare questo anello la famiglia del mio..fidanzato..che non conosco, anzi un giorno ne parleremo. Piuttosto..ho mandato a chiamare il pastore per vedere se questa corrisponde alla vera belva di Solpacus, e aspetterei di vedere se vi sono altre vittime..sarei pure pronta a cavalcare sola per le foreste per dimostrare sia vero".
Mi voltai verso i cavalieri che allegramente festeggiavano e mi avvicinai all belva..."Io non sono del tutta sicura questo sia il vero cinghiale" e calò il silenzio per un attimo "è stato davvero così facile? Questa belva io l'ho appena intravista, è qualcosa di enorme dagli occhi diabolici, ma ho fatto chiamare pure Enar, il sopravvissuto.." guardavo attentamente il cinghiale "quanti di questi animali dobbiamo ancora sacrificare per sapere sia la vera belva che tormenta Solpacus? La belva è inscalfibile..avete visto da voi stessi, visto il vostro coraggio, che non nego se davvero è così?Proviamo..tutto al più stasera la gente di Solpacus banchetterà con questo enorme cinghiale e ve ne sarà grata" sorrisi col mio fare ironico.
Estrassi la spada, la gente osservava e afferrando l'elsa con entrambe le mani e con forza colpii la bestia proprio nella zona del collo e premetti con vigore per far affondare la spada alla carne e oltre....quella poteva essere una altra prova.
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Eilonwy
24-04-2014, 14.15.07
Il bel Riccardo mi guardava con meraviglia e allo stesso tempo con preoccupazione, ma in quel momento dei bimbi attirarono la mia attenzione.
Quei ragazzini dicevano che in paese c’ era un teatro di burattini.
“Che bello! Forza andiamo, Milord!” esclamai vivacemente. Presi Sir Riccardo per il braccio e lo trascinai con entusiasmo fino allo spettacolino.
Sullo sfondo, raffigurante un paesaggio con foresta e castello, due burattini animavano la recita.
“Da quando l'Arciduca Ardeliano è morto a Sygma” muovendosi uno dei due burattini “il ducato e l'intero regno sono caduti nella tristezza e nella malinconia!”
“Ci sarà di certo un demone che tormenta ed affligge tutti noi!” Fece l'altro burattino.
“E' colpa del terribile incanto chiamato Gioia dei Taddei!”
“Gioia dei Taddei?” Ripetè il secondo burattino.
“Si, una maledizione!” Disse il primo. “La più terribile, poiché nega la felicità, la Gioia!”
“E come si manifesta?”
“Ogni qualvolta uno dei nobili Taddei si innamora” spiegò il primo burattino “qualcosa di oscuro giunge a portare la morte!”
“Santa Vergine!” Esclamò il secondo. “Sarà meglio dunque che nessuno più dei Taddei conosca l'Amore!”
“Nessun uomo può vivere senza l'Amore!”
“Allora” replicò il secondo burattino “non abbiamo che una soluzione!”
“Quale?”
“Quella di condurre l'Arciduca alla leggendaria Fonte dell'Oblio! Chi infatti beve da essa poi dimentica ogni influsso d'Amore!”
“Vuoi dunque condannare Sua Signoria ad una vita senza Amore?” Fissandolo il primo. “Senza sogni e senza felicità? Ignori allora cosa disse un saggio... quando il principe è infelice ed arido di cuore non vi è suddito che non lo sia lui stesso!”
“Cosa fare allora?” Domandò il secondo burattino.
“Bisogna vincere la terribile maledizione!”
“E come?”
“Trovando il Fiore Azzurro!” Sentenziò il primo burattino. “Una profezia infatti afferma che da Esso giungerà la Gioia! Dunque solo il Fiore può annientare il diabolico ed innaturale incanto che tormenta i Taddei!”
“E dove è sbocciato tale meraviglioso Fiore?” Chiese il secondo.
“Un tempo sbocciò qui a Tylesia...” mormorò il primo “... ma oggi nessuno sa dove sia fiorito...”
“Bravi……bravissimi!” dissi applaudendo ai due burattinai.
Guardai sorridente il tenebroso cavaliere ed attesi che parlasse.
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Colpii la spalla di Ertosis, ridendo con gli altri.
"Guarda che sono più coperta di prima, genio..." Risi "Se mi avessi visto qualche giorno fa.. " alzando le spalle "Altro che bagno freddo... Lago ghiacciato.. Ti avrei spezzato il cuore" continuai ridendo, facendo l'occhiolino all'inguaribile donnaiolo.
Ma la nostra attenzione fu catturata da tutt'altro.
Avevano preso la bestia, dovevamo correre.
Uscimmo dalla locanda, dove una grande quantità di gente si era radunata.
La carcassa di un enorme cinghiale era messo in bella mostra.
Tutto lì? Si, era enorme ma... Non sembrava l'indistruttibile demone che ci avevano descritto. Scossi la testa, non sapevo cosa mi aspettassi.
Forse un mostro vero e proprio, probabilmente mi ero fatta condizionare troppo, pensai.
Eppure sembrava troppo facile.
"Che ne dite?" Mormorai ai miei "Io la prova la farei lo stesso... A che punto siamo col veleno? Insomma.. Che me ne faccio di questa veste altrimenti?" Sorrisi, senza staccare gli occhi dalla carcassa "Beh, se è vero, almeno potremo riprendere la nostra missione..".
Poi, una donna parlò ai cavalieri che attendevano l'arma, non udii le sue parole, ma la vidi estrarre una spada e colpire il cinghiale.
Capii immediatamente cosa voleva fare, e mi sembrava più che sensato.
"Beh credo che lo sapremo presto.." Osservando attentamente la lama lucente che si abbatte sull'animale.
elisabeth
24-04-2014, 17.43.38
" Diciamo che parenti serpenti mi piace di più........comprendo che i tuoi viaggi continui , fanno si che ti obblighino a frequentare gli umani....ma so..che la cosa ti piace.....dimmi Isolde....hai poi trovato il famoso Fiore Azzurro ?.......So che ultimamente hai incominciato a cercarlo.......forse solo un umano riuscirà a trovarlo....visto che tu come grande maga.....non ci riesci.....e comunque...." Scesi dal trono e le andai vicina......" Visto che tu non hai nulla a che vedere con tutte queste dicerie...perchè non mi aiuti a stanare la bestia.....ami viaggiare.....e ti toglierai anche un pò di gente tra i piedi la Chiesa ti cerca....gli uomini ti cercano......so che tu non ami molto la confusione......dimmi....mi aiuteresti ?...".......guardandola negli occhi..mi venne in mente che Daizer..le era simpatico, e la cosa non mi piacque per nulla.....c'era un catino con dell'acqua accanto a Isolde.....passai due volte la mia mano destra sull'acqua e vidi Flees..più in là c'era Daizer......coccolato dalle due ancelle......" Isolde.....se ci tieni alle tue ancelle richiamale....o faccio di loro due bei coniglietti......"......
Guisgard
24-04-2014, 21.02.49
La situazione era tesa.
Altea, davanti a quella folla, tra cui anche Clio ed i suoi compagni, decise di verificare quanto quel cinghiale morto potesse essere forte.
Conficcò allora la spada nelle sue carni con tutto il vigore che possedeva.
La spada, un po' a fatica, penetrò la pelliccia e poi le carni di quel cinghiale, fino a fermarsi contro l'osso del collo di quell'animale.
“Bah...” disse seccato uno dei cavalieri che avevano ucciso il cinghiale “... questo cosa dovrebbe significare? Nessun animale è invulnerabile alle armi! Le numerose cicatrice di questo cinghiale testimoniano che è stato colpito diverse volte in passato! Probabilmente aveva una resistenza non comune, visto anche la sua notevole stazza!”
“Ha ragione il mio amico!” Sbottò un altro di quei cavalieri. “Dopotutto lo abbiamo ucciso con gli aculei messi nella fossa!” Si avvicinò ad Altea e la spinse via dalla sua spada. “E ora sono stanco di questi giochetti! Questa donna vuole solo offuscare il nostro successo!”
“Forse sei abituato a trattare con delle sgualdrine” afferrando all'improvviso qualcuno il braccio di quel cavaliere “e per questo non sai comportarti in presenza di una dama!” Stringendogli con forza il braccio Gvin. “E se proprio vuoi saperlo anche io ho delle perplessità. Non pretenderete certo che si accetti di buon grado il vostro racconto, vero?”
“Il...” ansimò il cavaliere “... il... braccio... rischiate di... spezzarmelo...”
“Vuoi che ti lasci, gaglioffo?” Fissandolo Gvin. “Prima però dovrai chiedere scusa a questa dama.”
“Chiedo...” mormorò il cavaliere “... chiedo scusa...”
“Non ho sentito.” Fece Gvin.
“Chiedo...” ripetè il cavaliere “... chiedo scusa...”
“Non riesco a sentirti.” Ancora Gvin.
“Chiedo scusa!” Urlò il cavaliere.
“Così va meglio.” Lasciandogli il braccio Gvin.
In quel momento, accompagnato da Older, arrivò Enar che subito si avvicinò al cinghiale per controllarlo.
“Allora...” rivolgendosi Gvin al pastore “... voi siete l'unico ad aver visto bene la bestia... credete che sia questo cinghiale?”
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Guisgard
24-04-2014, 21.06.11
Isolde rise a quelle parole di Elisabeth.
“Eh, cara sorella...” disse “... ti vedo agitata... guarda che le mie ancelle ti stanno facendo un favore... diciamo che potrebbero mettere alla prova il tuo amato uomo... non ti intriga la cosa?” Rise ancora. “Ma mi parlavi di una bestia... quale bestia?”
Guisgard
24-04-2014, 21.09.15
“Davvero un bello spettacolo.” Disse Riccardo ad Eilonwy. “Però che coincidenza, vero? Parlavamo del Fiore Azzurro e subito dopo c'è stato questo spettacolo... chissà chi è il burattinaio...”
Eilonwy
24-04-2014, 22.36.29
“Non penso che sia una coincidenza, forse il Destino, il Fato e la Fortuna per una volta stanno dalla mia parte!.....Allora, vi va di partecipare a questa avventurosa ricerca? Lo so che vi tenta tutto ciò. Dai…dai…dai!” affermai e sbattei le lunghe, folte, sottili e scure ciglia.
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Altea
24-04-2014, 23.03.42
Più facevo forza con la spada e più entrava nella carne e si fermò proprio all'osso del collo di quel cinghiale, forse, sacrificato per nulla.
I cavalieri che si vantavano di avere ucciso la bestia di Solpacus ebbero una violenta reazione, uno mi spinse con forza e subito vidi arrivare il duca Gvin, il quale adirato da quella reazione nei miei confronti diede la giusta lezione a quel cavaliere.
"Vi ringrazio duca Gvin, con piacere noto vi è ancora galanteria in un uomo e un cavaliere" per poi rivolgermi al presunto uccisore della bestia.."Accetto le vostre scuse cavaliere..forse il vostro atteggiamento è dettato solo dal nervosismo".
"Altea, ricorda nonostante tuo padre ti insegni a tirare di spada, sei una dama.
Si madre...ma sapete ho imparato il galateo perfettamente, e non dimenticherò mai i vostri preziosi insegnamenti.
Sempre porgere l'altra guancia, essere clementi e umili nonostante il rango ma sempre fiera di quello che sei, non permettere a nessuno, nemmeno al tuo futuro marito di dimenticarti chi sei..una Mc Gwyn e una importante donna e dama...ora non capisci, ma un domani comprenderai le mie parole.
Abbracciai mia madre fortemente...ed ella mi accarezzava i capelli per darmi forza."
Si...era vero, avevo promesso di rispettare da ora in poi tutto ciò che mi avevano impartito, senza però avere obblighi...ero una dama, lo aveva detto pure il duca Gvin. Mi avvicinai al cinghiale ed estrando la spada, per caso strano uscì un piccolo osso...sei una dama, Altea.
Chiamai uno dei cavalieri del duca e gli chiesi di pulirmi la spada dal sangue e di riporre quell'osso in una pezza. L'uomo velocemente fece il tutto, riposi la spada nel fodero e misi la pezza in una tasca della veste.
Mi avvicinai al vescovo.."Eminenza, forse tutto questo è stato un errore, sono preoccupata e vedo soluzione difficile. Questi uomini vogliono una sola cosa...l'arma dei Taddei. Ditemi ora...i Taddei..pensate uno qualunque possa impugnare una arma di quel casato? Essi sono valenti cavalieri, di fama gloriosa assoluta, di un coraggio dettato dallo spirito combattivo e dalla Fede...e solo loro possono impugnare una tale arma o qualcuno mosso dagli stessi rari ideali" scossi il capo.
Finalmente era arrivato Enar...scrutava il cinghiale attentamente, il mio cuore batteva forte..egli avrebbe dato, comunque, il giusto responso.
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Guisgard
25-04-2014, 01.19.41
Enar si avvicinò al cinghiale ucciso e cominciò ad osservarlo con molta attenzione.
“Allora...” disse Gvin “... è questo il cinghiale che vi ha aggredito? Siete l'unico ad averlo visto bene, dunque solo voi potete dirci se questo è effettivamente la bestia oppure no.”
“E' davvero grosso...” fece il pastore guardando quella grossa carcassa “... si, potrebbe essere proprio l'animale a cui tutti danno la caccia... anche se...”
“Cosa?” Chiese Gvin.
“Le zanne...” mormorò Enar “... non so... sono robuste, certo... ma mi chiedo quanto siano capaci di causare gli scempi che abbiamo visto sui cadaveri...”
“Un animale nella foga” osservò uno dei presenti “può fare molti danni...”
“Si, è vero...” annuì Enar “... dobbiamo comunque calcolare che, data la sua stazza, quest'animale lanciato a grande velocità contro una preda può davvero far danni... e queste sue zanne possono rivelarsi letali come coltelli...”
“Dunque?” Guardandolo Gvin.
“Potrebbe essere davvero la bestia che ha seminato il terrore in queste lande.” Disse il pastore.
“Hurrà!” Esclamarono quei cavalieri che l'avevano ucciso. “Ora abbiamo meritato la spada dei Taddei!”
Guisgard
25-04-2014, 01.24.08
Riccardo sorrise a quelle insistenti richieste di Eilonwy.
“Beh...” disse infine il cavaliere “... in effetti è una ricerca intrigante... ma mi piacerebbe saperne di più... cosa ne dite se raggiungiamo il teatrino dei burattini per parlare un po' col burattinaio? Dallo spettacolo credo che lui conosca molte cose sul Fiore Azzurro. Siete d'accordo?”
Altea
25-04-2014, 01.26.43
Ascoltai incredula le parole di Enar e guardai il vescovo..."Eminenza..e ora che si fa? Io non ci credo."
Mi voltai verso il pastore e i cavalieri che esultavano..."E come spiegate il fatto che era inscalfibile? Nessuno riusciva a colpirlo..io stessa ho visto la scure di milord Tyssen rimbalzare...allora faremo una prova..portatemi il mio cavallo, Cruz, e io stessa andrò per le foreste sola e vedrò se questo cinghiale vi è ancora...accompagnata dal duca Gvin e dallo stalliere Posteg".
Guisgard
25-04-2014, 01.36.16
“Molto probabilmente” disse ad Altea uno dei cavalieri che avevano ucciso quel cinghiale “come ho spiegato in precedenza la stazza di questo cinghiale gli permetteva di resistere ai colpi subiti, essendo non mortali, ovvio. Quando invece è finito nella fossa non ha più avuto modo di evitare la morte.”
“E le sue cicatrici” intervenne un altro di quei cavalieri “testimoniano i colpi subiti in precedenza.”
“Anche io nutro qualche dubbio” fece Gvin “ed approvo la decisione di lady Altea. Se davvero è questo il cinghiale, allora non correremo alcun pericolo ad uscire per la foresta. Al nostro ritorno, accertato il tutto, avrete la spada dei Taddei.”
“Mi sembra giusto.” Disse il vescovo. “Concordo con questa decisione.”
Eilonwy
25-04-2014, 01.38.27
“D’ accordissimo, Illustrissimo!....E’ ciò che stavo pensando anch’ io!” esclamai gaiosamente.
Ci dirigemmo verso il coloratissimo e sgargiante tendone del burattinaio.
Ero felice, veramente felice di avere accanto il mio Riccardo.
Presi parola: “E’ permesso!?!...C’ è qualcuno qui? Stavamo cercando il burattinaio dello spettacolo sul Fiore Azzurro. Ci siete, Messere?”.
Presi una candela accesa su un comodino. Era davvero buio in quel tendone pur essendo giorno!
Forse per le varie tele incerate che formavano quella stravagante dimora piena di manichini, marionette, burattini e bambole.
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Altea
25-04-2014, 01.43.35
Guardai il duca Gvin e il vescovo annuendo e poco dopo arrivò pure Posteg con Cruz.."Posteg...salite sul mio cavallo..voi dite arriverà chi sconfiggerà la belva, portate la positività" mi avvicinai al duca che era già salito in groppa al suo splendido destriero.."Sono pronta duca...vi è un motivo perchè Posteg sia con noi che non posso dirvi...allora io direi di partire e semmai dovessimo vederlo dobbiamo accelerare la corsa del cavallo e portare la belva fino al ruscello...forse in acqua non ha la resistenza e forza e potrebbe perire...sempre non troviamo qualche valente cavaliere pronto a ucciderlo, vero Posteg?".
Detto questo baciai la Croce sull'elsa e spronai Cruz seguita dal duca e ci inoltrammo ad alta velocità nella foresta.
Guisgard
25-04-2014, 01.48.40
Eilonwy e Riccardo entrarono nel retro di quel piccolo teatrino.
Ovunque vi erano costumi, maschere ed oggetti di legno e cartone, tutti adatti ad essere portati sulla scena.
In un grosso baule, poi, vi erano diversi burattini, di tutti i tipi.
Paladini, dame, chierici, negromanti, infedeli, giullari, streghe, nani e scudieri.
Insomma, vi erano per tutti i gusti e capaci di poter animare uno spettacolo con qualsiasi personaggio.
Ad un tratto, però, i due nella penombra intravidero qualcosa.
Una sagoma alta e slanciata, dai tratti sinistri e spettrali.
Quasi come fosse un fantasma che si aggirava tra quegli oggetti fatti di fiabesca e teatrale meraviglia.
Guisgard
25-04-2014, 01.57.52
Altea, Gvin e Posteg lasciarono la città e raggiunsero la foresta.
“Allora quando sarà” disse cavalcando il duca di San Marco di Saggesia “mi rivelerete il motivo per cui costui è venuto con noi. Anche se” ridendo appena “dubito incontrerete qualcuno mi valoroso di me per uccidere la bestia. Ammesso sempre che il cinghiale preso da quei balordi non sia l'animale a cui tutti danno la caccia. E' comunque una possibilità da tenere in considerazione, milady.”
Era il tardo pomeriggio e la foresta si apprestava ad accogliere l'arrivo del crepuscolo.
E con esso il regno delle tenebre e delle ombre.
Eilonwy
25-04-2014, 02.03.52
All’ improvviso, scorsi confusamente con la coda dell’ occhio una figura slanciata, stravagante e fiabesca.
Mi avvicinai alla sagoma e dissi: “Salve!...Siete voi il burattinaio? Il mio nome è Eilonwy e questo è Sir Riccardo. Vorremmo saperne di piu’ sul Fiore Azzurro. Di grazia, ci potreste dare qualche altra informazione?”.
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Altea
25-04-2014, 02.07.36
Guardai il cielo...stava imbrunendo.
"Io non sarei tanto sarcastica milord...sta diventando notte ed è meglio ci creiamo delle torce".
Scesi da cavallo e presi due grossi rami strofinando dei rametti creai fuoco e i due rami divennero torce, diedi una a Gvin e poi l'altra a Posteg.
Risalii sul cavallo e lo spronai "Facciamo presto duca...ebbene voi non ci crederete, Posteg ha una dote..quella dei sogni premonitori e nessuno gli crede mentre io si. Un cavaliere dagli occhi azzurri nella foresta, egli ha visto in sogno, e che sarà colui che sconfiggerà la bestia...lui sostiene sia il Duca di Capomazda..io ne dubito, magari potrebbe essere della famiglia dei Taddei..ma voglio dare credibilità a Posteg e se lo incontrassimo veramente solo lui potrà riconoscerlo. E comunque sarebbe un vero peccato che l'arma dei Taddei finisca in mano a quei cafoni..su questo convengo con voi".
Spronai sempre di più Cruz e vidi delle figure muoversi nella foresta.
Lo bloccai forte per le briglie.."E' troppo pericoloso duca...potremmo perdere la vita, e penso non valga la pena per una arma o per l'orgoglio..torniamo a Solpacus, se volete seguitemi".
Ripresi la strada da dove ero venuta..."Posteg, soprattutto tu, sei così indifeso..sappi una cosa però..io ti darò onore ugualmente, per come hai curato Cruz e hai avuto fiducia in me mi seguirai, oppure ti manderò da mio fratello Andrew raccomandandoti".
Arrivai a Solpacus e il vescovo mi venne incontro..."Eminenza, ho visto una aria particolare nella foresta, pure figure strane muoversi e non erano animali notturni credetemi...non potevo rischiare la mia vita e soprattutto quella di Posteg...io mi arrendo, penso di aver dato abbastanza a Solpacus e milord Tyssen pure una gamba...per me potete dare subito l'arma a quei cavalieri..e ora se permettete vado alla locanda, mio fratello Andrew mi aspetta a Capomazda per preparare le nozze" e gli mostrai l'anello.
Fu così che tornata alla locanda la figlia del locandiere mi abbracciò, ella era in pensiero per me..."Gentilmente, datemi una scodella e dell' olio puro".
La ragazza arrivò poco dopo..."Grazie mille...sarà quella la belva..oppure sarà qualcun altro a sconfiggerla, magari una dama forte" e guardai fuori dalla locanda osservando quella donna con un seguito di soldati e sembrava quasi essa gli facesse capo.
Arrivata in camera creai l'amuleto...ricordavo bene sia i procedimenti che le parole da incidere..più che altro era il mio scetticismo che mi portava a farlo, e lo misi nella scodella con l'olio e aspettai i cerchi scomparissero.
"Allora che hai scoperto? chiesi a Ludvica sottovoce.
Eravamo in chiesa ed ella mi fece cenno di parlare piano.
Duchessa...sembra che il vostro promesso sposo e colui
che viene a vedervi sul balcone e vi incontra siano la stessa persona.
Impossibile Ludvica...è impossibile.
Invece è possibile, me lo ha detto lady Gertrude, donna di sani valori e informata su tutto, ma non mi ha rivelato chi sia.
Calò così il silenzio tra noi mentre Padre Benedetto diceva il Rosario osservandoci parlottare".
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Mi destai da quel pensiero, ora sarei partita veramente, e dovevo pure parlare con Andrew su cosa mi era successo fino oggi e avere la sua opinione.
Guardai nella ciotola e l'ultimo cerchio svanì.....se veramente quella non era la belva e qualcuno voleva sconfiggerlo e questa piccola buona magia fosse riuscita..avrei aiutato il fortunato.
elisabeth
25-04-2014, 21.41.06
Diedi un pugno nel catino che conteneva l'acqua.........la solita provocatrice....." Dovete sempre dimostrarmi qualcosa......non c'e' mai stato un momento nella vostra vita che non mi abbiate chiesto conferma dei miei pensieri per poi prendervi gioco di me.....come quando siete venuta a trovarmi in Chiesa.....eravamo tutti consapevoli che quel matrimonio era una burla....pensavamo andasse diversamente..se voi non avesse indotto la ragazza ai contorcimenti demoniaci....e non dirmi che non e' così.....i santi non regnano tra le tue colonne..............e comunque non e' per parlarti di Daizer che sono qui.................la Bestia che sta seminando terrore e' un cinghiale........uccide distrugge le sue prede...e se anche fosse toccato da mille spade...lui se le scrolla da dosso senza subirne danno.........c'e' gente a cui mancano gli occhi o le braccia....e queste sono le persone fortunate che sopravvivono a lui.......ora dimmi........cosa c'e' di più forte di te...che sta vagando da queste parti ?.....dimmi mia cara......cosa c'e' che riuscirebbe a seminare morte e a provocare..spasmi demoniaci.....che non sia la tua infallibile capacità magica......ti ricordo che tuo figlio e' immortale...stai attenta Isolde........potresti avere problemi.......".........la guardavo....avevo voglia di andarmene...o di prenderla tra le braccia.....avevo voglia di gridare perchè così lontane........avevo voglia di sentire una risposta sincera.....
La lama penetrò tranquillamente il corpo dell'animale.
E quello era il mostro indistruttibile di Solpacus? Accidenti!
Schioccai più volte le dita, a richiamare l'attenzione dei miei uomini.
"Siete sordi per caso? Vi ho fatto una domanda, a che punto siamo col veleno?" scossi la testa "A me la cosa puzza, e prima di lasciarmi questo posto alle spalle, vorrei avere la certezza che questa gente non sia più in pericolo...".
Nel frattempo, la donna con la spada era tornata dalla foresta, senza portare prove né controprove della presenza del mostro.
Non ero tranquilla, dovevo fare un tentativo.
La vidi entrare nella taverna e parlare con la figlia del locandiere, ci passò praticamente davanti per raggiungere la porta.
Stavo quasi per entrare a chiederle della foresta, ma era già svanita, probabilmente nella sua camera.
Il cielo era buio, ormai.
Cosa che giocava a nostro vantaggio, avevo come l'impressione che la bestia attaccasse meglio di notte, o forse più semplicemente erano gli uomini ad essere più impacciati , e cadevano tra le sue fauci.
"Vi ho aspettato abbastanza.. Veleno o no, un giretto nella foresta lo farei.. se quegli uomini hanno ragione, allora sarà solo una passeggiata nel bosco, e domani riprenderemo il viaggio verso Gioia Antiqua, se invece non è vero.." sospirai "Atalanta non avrà ucciso quel cinghiale, ma l'ha colpito per prima... Possano gli dei vegliare su di noi, e guidare le nostre frecce... Una bestia del genere non può essere stanata da un uomo solo, ma da una squadra organizzata, perché no.. anche quei cavalieri, infondo, hanno lavorato in gruppo..." guardai i miei uomini "Faremo così, voi entrerete prima nella foresta, e troverete delle postazioni comode... è un cinghiale non un'aquila, servono posizioni elevate, sugli alberi, se riuscite a salire.. poi entrerò io, camminerò piano, come se stessi aspettando qualcuno.. infinei entrerete voi..." indicando i restanti "...dovrete circondarmi, può arrivare da qualunque direzione, voglio che siate pronti ad abbatterlo! tutto chiaro?".
Guisgard
26-04-2014, 01.35.51
Isolde fissò a lungo Elisabeth, per poi sorriderle.
“Sorella cara...” disse “... tu dovresti conoscermi bene... ti pare che userei un animale per terrorizzare qualcuno? Un cinghiale poi!” Rise appena. “Ho un'immaginazione più vivace, lo sai. Se avessi voluto portare paura e morte di certo avrei scatenato una carestia, una pestilenza o un terremoto. Condurre per mano la morte casa per casa, osservare l'impotenza degli uomini che attendono solo l'ora fatale, è un piacere sottile che non vorrei perdermi mai. E poi rifletti, sorella cara... con tutti i mostri che si possono evocare dai loro sonni millenari, pensi che perderei tempo ad incantare un cinghiale? Sai meglio di me che in questa grande tragedia chiamata mondo esistono uomini capaci di maledire se stessi ed i propri simili con la loro malvagità, senza dover scomodare demoni e creature mostruose!”
Guisgard
26-04-2014, 02.02.15
A quelle parole di Eilonwy, però, la misteriosa figura celata nella penombra non rispose nulla, restando immobile come un'ombra.
Riccardo allora prese una candela e si avvicinò a quella spettrale sagoma per vederne il viso.
E con stupore i due giovani si accorsero che quella figura altro non era che un bellissimo abito su un manichino di legno.
“Ecco perchè non ci rispondeva...” disse Riccardo con tono scherzoso “... sarà un costume di scena, per uno degli spettacoli... chissà a quale personaggio appartiene...”
“E' il costume della regina Giosa Azzurra...” all'improvviso una voce alle loro spalle “... la regina di Gioia Antiqua.” Aggiunse il burattinaio.
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Guisgard
26-04-2014, 02.09.51
Altea, tornata nella locanda, aveva terminato di preparare il talismano.
Gvin, invece, era rimasto nella foresta, volendosi accertare che la bestia avesse davvero terminato la sua stagione di caccia grazie a quei cavalieri.
Per le strade di Solpacus, intanto, la gente festeggiava, cantava e rideva.
Tutti infatti erano convinti che il cinghiale ucciso da quei cavalieri fosse la terribile bestia che aveva seminato il terrore intorno alla loro città.
E dalla sua stanza Altea poteva udire tutto ciò.
Ma verso l'albeggiare, qualcuno arrivò in città in sella al suo cavallo.
Era un messo del Gastaldo.
“Gente si Solpacus, ascoltatemi...” fermandosi in mezzo alla folla fino a quel momento in festa “... smettete di gozzovigliare e festeggiare... gli uomini del Gastaldo hanno scoperto poco fa, a poche miglia dalla città, il corpo senza vita di una donna... è stata massacrata stanotte, nello stesso modo in cui sono state trucidate le altre vittime... la bestia è ancora viva!”
A quelle parole la folla, per la paura e la rabbia, aggredì i cavalieri che si erano vantati di aver ucciso il cinghiale, quasi lapidandoli davanti alla chiesa.
Solo l'intervento del vescovo li salvò dall'ira della folla.
Guisgard
26-04-2014, 02.16.03
Tutti annuirono a quelle parole di Clio.
Così, la compagnia dei falsi mercenari lasciò la città e raggiunse la foresta in cerca di prove sulla morte della bestia.
Nestos tuttavia era rimasto a Solpacus, in quanto non era riuscito a terminare in tempo il veleno.
Alla fine trovarono una fitta boscaglia in cui potersi disporre secondo le indicazioni di Clio.
Ma mentre tutti loro prendevano posizione, la ragazza udì un fischio, simile ad un lungo e lento sibilo.
Poi più nulla, solo un irreale silenzio.
Il resto della notte trascorse così, in quella calma innaturale.
Infine, verso l'albeggiare, la compagnia udì delle voci e dei nitriti.
“C'è qualcosa laggiù...” disse Ertosis dalla cima di un albero “... vedo degli uomini... sono intorno a qualcosa... sembra... sembra un cadavere...”
“Cosa può essere?” Stupito Porturos.
“Andiamo a vedere e lo scopriremo...” fece Borel.
Allora raggiunsero il luogo in cui c'erano quegli uomini.
Scoprirono così che erano i soldati del Gastaldo.
“Cosa succede?” Chiese Borel.
“Voi chi siete?” Domandò il capo di quei soldati.
“Siamo giunti da Solpacus per scoprire se la bestia è morta davvero.”
“Ecco allora la risposta che stavate cercando...” fece l'uomo, indicando il cadavere di una donna presso uno stagno “... è stata uccisa stanotte... dalla bestia...”
E ai loro occhi apparve uno spettacolo vomitevole, con quel cadavere sventrato in mezzo al fango e ai corvi.
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Eilonwy
26-04-2014, 15.40.40
Nessuna risposta.
Riccardo mi fece piu’ luce con un’ altra candela. Capimmo che si trattava di un manichino con un appariscente, ma sinistro, abito da donna.
Al dubbio del paladino, di chi poteva rappresentare quel costume, rispose una voce maschile alle nostre spalle. Era quella del burattinaio che ci disse che apparteneva alla Regina Gioiosa Azzurra.
Il burattinaio era un uomo dalla carnagione molto scura con occhi, barba e capelli neri. Aveva dei tratti somatici tipici della gente dell’ Africa, ma era vestito con vestiti mussulmani ed arabi.
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“Vedo che la conoscete, Messere!.....Come immagino conoscete bene anche il Fiore Azzurro! Quell’ abito è molto bello, ma stranamente ha un non so che di oscuro. Ehm….ehm, mi spiace di avervi scambiato per quel manichino!.....Come vi chiamate? E potrete spiegarci in modo dettagliato tutto ciò che riguarda il Fiore Azzurro, per favore?” dichiarai sorridendogli timidamente.
elisabeth
26-04-2014, 19.55.52
Infatti....lei era amante dell' orrido....della maligna morte...gustata a morsi così come si fà con una succulenta mela...sa......e poi così bella..paragonarla ad un cinghiale.......ma cosa mi veniva in mente....La bella Isolde un cinghiale......." Isolde.....riconosco che tu non potresti mai essere un cinghiale o pensare di poterne assumere le sembianze.......tu parli di uomini che riescono a tradurre la loro malvagità in questo modo?....rischiando poi di non poter più fermare questo lugubre pensiero.......guarda ".......alzai le mani contro la parete e le feci vedere il ritrovamento di una ragazza....era smembrata.....mi salì la nausea....e quando abbassai le mani tutto scomparve......." Lo so che alla fine a te non importa nulla.......ma questo mostro creato dagli uomini......si sta nutrendo della tua persona......ti cercano Isolde...e francamente solo io so come trovarti......ma vedi......noi maghe costruiamo i sogni degli immortali......li rendiamo vivi.......io non posso credere che dietro quella creatura ci sia l'arte dei profani.......dai ti prego.......aspetta...come si chiamava l'ultimo amante che mandasti via...si...il padre di Flees.......lo facesti soffrire le pene dell'inferno.....il suo amore per te.....fu una fetida faccenda da pochi attimi.....credimi....la bestia non risparmia nessuno...nemmeno tuo figlio.......aiutami....solo una volta ...... aiutami a far finire questa carneficina che a tuo dire e' messa su da un incompetente......"......
Altea
26-04-2014, 21.09.47
La notte fu insonne per i festeggiamenti quando finalmente vidi un raggio di sole illuminare la stanza..era l'Alba... ad un tratto sentii un uomo urlare, aprii la finestra e udii il tutto.
Scesi subito in piazza, dai festeggiamenti si passò a una ferocia inaudita verso i cavalieri si vantavano di aver ucciso la belva...ma il vescovo seppe con calma placare la gente.
Scossi il capo...e ad tratto qualcosa mi insospettì. Nel Libro Ancestrale, effettivamente, si parlava il talismano funzionava solo se era fatto su un animale colpito da un sortilegio...quindi? O avevo fallito io...oppure non era questa la vera ipotesi e il mio pensiero andò al povero e bel Elvet, tramutato da Isolde in qualcosa di strano...Enar, poi, aveva assicurato quella fosse la belva vera..strano, lui parlava solo se sicuro di ciò che diceva.
Ad un tratto arrivò la figlia del locandiere dicendomi il messo del Gastaldo aveva lasciato una missiva per me...guardai la lettera..era di Andrew. Non avevo intenzione di andarmene...ora il mistero si infittiva.
La aprii di fretta e leggendola rimasi a bocca aperta poichè mi venne in mente di ella proprio mentre il talismano era nell'olio..non portava cattive notizie...forse.
"Carissima sorella mia,
forse ricordate lady Gertrude...e io sono terribilmente preoccupato per Voi, visto le notizie che arrivano qui a Capomazda sui fatti di Solpacus.
Ebbene non vi chiedo di venire qui subito...e poi caparbia come siete sono sicura non verrete, anche perchè il vostro fidanzato non si trova qui ora.
La figlia della contessa si è appena trasferita a Solpacus e la contessa con lei poichè è andata in sposa a un nobile di quel paese. Ha affittato per un periodo un Palazzo, proprio vicino alla foresta, ma essa li abita sola ed è un pò spaventata visti gli accadimenti e le ho chiesto se poteva ospitarvi...ed essa ha accettato volentieri. Quindi, vogliate, cortesemente avviarvi a Palazzo Costanza, ho dato disposizioni alla contessa di lasciarvi libera..e sapete il motivo. Un saluto pure da Ludvica, con gioia vi annuncio diventerete zia per la terza volta.
Lord Andrew George Mc Gwyn".
Era stata una contromagia...quella donna era tremenda, ancora la ricordavo...era piccola e paffutta ma tanto attenta, dura e severa..e fortemente cattolica come tutti i capomazdesi.Almeno avrei avuto un posto tranquillo dove dimorare, e per fortuna potevo pure muovermi..mi guardai le vesti..certo non erano degni del mio rango, ma avrebbe provveduto lei..sicuramente..e ora si tornava alla vita di prima, sbuffai.
La locanda era stata pagata, la spada e la sacca erano con me ed innavertitamente toccai il pendaglio al collo, quello che mi diede quel misterioso Cavaliere a Petra e scoprii davanti ad Abate Nicola..lo guardai..quel Fiore e quella frase sul Fiore e l'Amore.
Chiamai Older e gli chiesi di portarmi a Palazzo Costanza, non sapevo minimamente dove potesse essere.
Partimmo coi cavalli, raggiungemmo la foresta, quando vidi della gente e fermai il cavallo...stavano prendendo e portando via il cadavere di quella donna..e vidi vi erano dei cavalieri e la donna che sembrava li capeggiasse e vidi alla locanda e la fissai..era bella, fiera ed altera e mi dava un senso di simpatia e mi avvicinai al gruppo.."Quindi, non era quella la belva, non vi sembra?" e guardai la donna..."Chi siete voi, se non sono troppo impudente e cosa vi porta a Solpacus..io sono lady Altea e sono qui da molto..da troppo per vedere troppe vittime..a mio parere vi è qualcosa di misterioso in questa faccenda".
Le sorrisi aspettando risposta e guardai i suoi uomini...erano un pò strani, sembravano cavalieri di ventura eppure qualcuno mostrava un chè di aristocratico.
Ci avevamo visto giusto, purtroppo, quell'enorme cinghiale non era il mostro.
Seguii i miei uomini verso il rumore, e restai ad osservare il corpo della giovane.
"Io dovevo fare da esca, anche se con scarsi risultati... Ma cosa ci fanno tutte queste donne da sole nel parco? Non mi sembra che la presenza della bestia sia un segreto.." Scossi la testa.
Dovevamo tornare a Solpacus per avere il veleno, le armi erano inutili.
E quel fischio, cosa poteva essere stato.
Qualcuno ci raggiunse a cavallo, nel voltarmi riconobbi la donna che aveva colpito il cinghiale con la spada ed era andata per prima nella foresta.
Le sorrisi. Donne con un tale fegato erano rare.
"No, decisamente... Ma avevo ben pochi dubbi.." Le rivolsi un lieve inchino "Io sono Lady Guàmarin, e loro sono i miei Gufi Scarlatti... Non siamo che soldati di ventura, è stata la spada a trattenerci a Solpacus..".
E la sofferenza di tutta questa gente, che è nostro dovrete proteggere... Ma tu questo non lo devi sapere... Siamo senza Patria e senza Cuore, ci importa solo di Gloria e Ricchezza!
"E voi, Lady Altea.." La fissai, incuriosita "Siete la donna che ha provato la vulnerabilità di quella bestia... Ottima mossa, a proposito e.. Bella spada.." Sospirai "Si, lunghe tenebre si celano in questa foresta... Le spade sembrano inutili contro la bestia... Vi confesserò, che vorrei conoscere le arti magiche in questo momento... E rispedire quel mostro all'inferno che lo ha generato..." Lanciai un'occhiata ai miei uomini "Ma tutto ciò che possiamo fare è usare l'astuzia..." Li richiamai con un cenno "Noi dobbiamo tornare in città, e preparare la prossima mossa in questa caccia.. Siate prudente, mia signora... Le donne in gamba scarseggiano oggigiorno, sarebbe un terribile spreco..". Facendo l'occhiolino alla dama.
Guisgard
28-04-2014, 02.00.31
Isolde fissò Elisabeth e scosse la testa.
“Mio figlio è al sicuro.” Disse. “E' qui con me, in questo inaccessibile palazzo. Ma...” alzandosi dal suo trono ed avvicinandosi alla sorella “... perchè mi chiedi questo? Cosa ci guadagni tu? Io sapevo di un osso e di una tomba vuota... giusto? Era questo che stavi facendo... poi, tutto un tratto, ti interessi di queste faccende...” sorrise “... ah, sorella... per quanto mi riguarda la storia di quel cinghiale, di cui ignoro tutto, può benissimo essere il banale caso di un predatore che flagella una regione... dunque non comprendo questo tuo interesse... piuttosto... potrei proporti qualcosa di sicuramente più eccitante... qualcosa che valga la pena realizzare insieme... sto parlando di potere... cosa ne dici, sorella cara?”
Guisgard
28-04-2014, 02.27.50
Finito di parlare con quella donna ed i suoi soldati di ventura, Altea ed Older ripresero la strada verso Palazzo Costanza.
“Eh, brutta storia...” disse l'uomo durante il cammino “... brutta storia davvero... sempre più fosca...” scosse il capo “... un'altra vittima, dunque la bestia è viva... temo che non riusciremo mai a sconfiggerla... forse è un demonio, una maledizione, un castigo... non mi meraviglierei se pian piano tutti cominciassero ad abbandonare Solpacus... magari è proprio così... come accadde a Sodoma e Gomorra... Dio vuol punirci di qualche antica colpa, spazzando via la nostra città...”
Ma quei cupi discorsi di Older si interruppero appena i due arrivarono ad un antico ed austero castello nobiliare nel bel mezzo della foresta.
Era Palazzo Costanza.
Bussarono ed una servitrice giunse ad aprire loro il portone.
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Guisgard
28-04-2014, 02.39.48
“Salute a voi.” Disse il burattinaio ad Eilonwy e a Riccardo. “Il mio nome è Quatro e sono burattinaio sin dall'infanzia. Ormai questo mestiere per me non ha più segreti.” Guardò il costume della regina di Gioia Antiqua. “Si, è davvero un bellissimo costume di scena. Però non lasciatevi suggestionare da queste cose.” Sorridendo ai due giovani. “Sono leggende e tradizioni antiche, che poi bardi e cantori hanno utilizzato nelle saghe e nei poemi cavallereschi.”
“Insomma, ci state dicendo che sono solo favole?” Fissandolo Riccardo.
“Si, pressapoco.” Annuendo il burattinaio.
“Allora Gioia Antiqua non esiste?” Chiese il cavaliere.
“Certo che esiste.” Rispose Quatro. “Ma, come avviene in tutte leggende, ad uno strato di verità poi si aggiunge sovente la fantasia ed il romanzesco. Gioia Antiqua esiste, ma sicuramente non possiamo dire la stessa cosa per quanto riguarda tutto ciò che viene raccontato attorno. Naturalmente non vi è alcuna maledizione che flagella i nobili Taddei.”
“Ed il Fiore Azzurro?” Domandò Riccardo.
“Anche quella è una affascinante ma fiabesca invenzione letteraria, ragazzi miei.” Scuotendo il capo Quatro.
Guisgard
28-04-2014, 03.14.03
Clio ed i suoi lasciarono il luogo in cui era stata ritrovata l'ultima vittima della bestia e ripresero la via per Solpacus.
Ritornati in città rientrarono nella locanda, dove avevano lasciato Nestos a preparare il suo veleno.
Il medico era rimasto chiuso in quella stanza diverse ore, dopo che aveva raccolto in giro, tra campagna, empori ed erboristerie, tutto il necessario per il suo lavoro.
E quando Clio ed i suoi compagni entrarono nella stanza, subito Dort chiese a che punto fosse con quel suo veleno.
“Posso dirmi abbastanza soddisfatto.” Disse Nestos. “Ma prima una premessa è d'obbligo.”
“Sentiamo.” Fece Borel.
“Io personalmente non credo nel fantastico e nell'immaginario.” Spiegò il medico. “Girando per la città ho udito storie di tutti i tipi che cercavano di dare una spiegazione a queste morti assurde. Qualcuno parlava di licantropi, altri di orchi. Altri ancora addirittura tiravano in ballo animali posseduti dal demonio a causa di Sabba offerti dalle streghe al maligno. Sinceramente io credo che ci sia una spiegazione ad ogni cosa. Per questo il nostro cinghiale altro non è che un animale feroce, attirato in questa zona grazie alla presenza marcata di prede.”
“Arriva al punto, stramaledizione!” Esclamò Porturos.
“Certo...” annuì Nestos “... questo per dire che trovandoci di fronte ad un animale feroce e non ad una belva fantastica, il veleno che ho preparato si rivelerà essere un'arma letale.”
“Come lo useremo?” Chiese Dort. “Intingendo la punta delle nostre frecce nel veleno?”
“Sconsiglierei questa idea.” Scuotendo il capo Nestos.
“Perchè mai?” Domandò Ertosis.
“Perchè dalle testimonianze” spiegò Nestos “pare che il nostro animale abbia una stazza notevole ed una resistenza abbastanza forte ai colpi subiti. Trafiggendolo con frecce avvelenate, data questa sua mole, potrebbe impiegare un bel po' il veleno a penetrare nel suo sangue, lasciandogli così la possibilità di attaccarci. E ritrovarsi contro un animale inferocito è sconsigliabile.”
“Dunque?” Fissandolo Borel.
“Direi di trovare un modo per farglielo ingerire il veleno...”
“E come?” Dubbioso Scotir.
“Lady Clio, come detto, si presterà a fare da esca” mormorò Nestos “e noi per attirare a lei la bestia dissemineremo la zona di carne intrisa del nostro veleno... state certi che nell'avvicinarsi a milady mangerà quella carne avvelenata... e dopo qualche istante cadrà al suolo senza vita.”
“Detta così sembra molto facile.” Osservò Motrus.
“Già, anche troppo.” Pensieroso Porturos.
“Credetemi, è il modo più sicuro ed efficace.” Tranquillizzandoli Nestos.
“Sarà...” disse Borel “... io però voglio avere con me anche le frecce avvelenate... mi sentirò più a mio agio.”
“Si, concordo.” Annuì Dort.
“Allora definiamo ogni particolare del piano...” intervenne Vortex “... così che stanotte si possa attuare...”
Guisgard
28-04-2014, 03.50.39
Oltre la macchiettatura verde dei campi che ricoprivano il dolce declivio del fondovalle, si elevavano gli alti monti, simili a bastioni millenari, con le loro vette dentellate, i pendii brulli e le forme incerte e perse nell'umida foschia, quasi a voler racchiudere quell'angolo di foresta in una visione, come il paesaggio fantastico di un sogno.
La casa colonica era immersa, quasi addormentata, in quello scenario verdeggiante alla fine di un dimesso sentiero di pietrisco e muschio, segnato dall'antico passaggio delle ruote dei carri.
Tutt'intorno crescevano folti rovi, frondosi noci e bruni faggi che parevano quasi danzare nell'inquieto e primordiale splendore del crepuscolo.
Guisgard e Aust si avvicinarono così allo steccato che racchiudeva quel luogo, attratti dai polli che si beccavano a vicenda.
“Ah, odo finalmente un canto amico...” disse Aust “... dolce melodia per il mio stomaco vuoto!”
“In effetti” fece Guisgard “si è fatta un bel po' di strada e non sarebbe male mettere qualcosa sotto i denti.”
Ma ad un tratto si udì abbaiare un cane.
Un attimo dopo una figura apparve nello spiazzo antistante la casa.
Era un uomo anziano, magro e col viso scarno.
La barba era incolta, il volto marcato da rughe profonde e i capelli di un grigio chiaro.
“Salute a voi.” Salutandolo Guisgard. “Siamo viaggiatori e cercavamo un luogo in cui riposare visto che presto sarà buio. Naturalmente siamo disposti a pagare.”
L'uomo li fissava senza dire nulla.
“Sappiamo essere generosi, non temete!” Esclamò Aust.
L'uomo continuava a guardarli senza proferire parola.
“Credo sia meglio andare...” mormorò Aust al suo compagno di viaggio “... magari troveremo un altro posto o una chiesa in cui fermarci...”
“Si, credo sia meglio...” annuì Guisgard.
Ma lo sguardo di quell'uomo, fisso e silenzioso, alla fine incuriosirono il cavaliere.
“Cosa avete da fissarci così?” Guardandolo.
L'uomo finalmente scosse il capo e si avvicinò ai due, per poi inginocchiarsi a pochi passi da loro.
“Oh, milord...” davanti a Guisgard “... quando tempo vi ho atteso... mio signore, quanto tempo...”
“Costui è matto...” Aust a Guisgard.
“Su, alzatevi da terra...” rivolgendosi all'uomo il cavaliere “... non sono abituato ad una persona della vostra età che si inchina così davanti a me...” aiutandolo ad alzarsi.
“Milord...” commosso l'uomo.
“E' evidente” mormorò Guisgard “che mi avete scambiato per qualcun altro...”
“So benissimo chi siete, milord...”
“Non credo...”
L'uomo annuì e sorrise.
“Posso sapere il vostro nome?” Domandò il cavaliere.
“Mi chiamo Heat...” rispose l'uomo “... ma so chi siete, milord...”
Guisgard si voltò verso Aust, poi tornò a fissare l'uomo.
“Siete l'Arciduca” continuò Heat “giunto finalmente da Capomazda. Immagino che il Gastaldo ed il vescovo vi abbiano chiamato in queste solitarie lande.”
“Si, matto come un cavallo...” in un orecchio Aust a Guisgard.
“Amico...” Guisgard a Heat “... perchè credete che io sia l'Arciduca?”
“Oh, mio signore, so benissimo che lo siete!” Sorridendo Heat. “E comprendo che siate giunto qui in incognito. Ed è un ottima trovata, se posso permettermi.”
“Perchè ottima?” Chiese Aust.
“Ma perchè se gli altri sapessero non vi permetterebbero mai di cacciare la bestia!” Esclamò Heat. “E in effetti non avrebbero tutti i torti. Ma, dopotutto, se non voi, chi potrebbe uccidere quell'animale maledetto!” Chinò il capo per un momento. “Sono mesi che attendo il vostro arrivo... si, vivo solo per questo ormai... per vedere quell'animale morto... per vendicare la mia Arya...” serrò i pugni, come in preda alla rabbia e alla disperazione.
Guisgard e Aust si guardarono confusi.
“Ora, vi prego, entrate in casa, milord...” riprese Heat “... presto sarà buio e la sera è umida... io intanto andrò a raccogliere legna per il fuoco... temo infatti che pioverà ancora...” indicò loro di entrare in casa e lui si diresse verso la foresta.
“Roba da matti...” entrando in casa Aust “... quel tipo deve essere matto da legare... beh, almeno ci scalderemo un po'... in queste terre sembra ancora Inverno.”
“Si, forse è matto davvero...” annuì Guisgard chiudendo la porta dietro di se “... ma credo che un grande dolore deve averlo ridotto così... hai sentito cosa ha detto prima? Un nome... Arya... chissà chi era...”
“Era?” Ripetè Aust.
“Ha parlato di volerla vendicare.”
“Già, rammento...” annuì Aust “... e diceva che dovrai vendicarla tu...” sorrise “... dunque consiglio di mangiare, riposare e ripartire subito domattina. I matti sono pericolosi.”
“Ehi, guarda...” avvicinandosi Guisgard ad una finestra che dava sul retro “... vieni a vedere...” e indicò una tomba sul cortile dietro la casa “... leggi cosa è inciso sulla croce di legno... Arya... chissà chi è...”
“Era sua figlia...” all'improvviso una voce.
Guisgard e Aust si voltarono di scatto e videro un bambino.
“Chi sei?” Chiese il cavaliere.
“Sono Lent...” rispose il piccolo “... vivo qui con mio nonno... prima con noi c'era anche zia Arya, ma poi...”
“Poi?” Domandò Aust.
“Poi una sera, dopo essere uscita per cercare legna nella foresta, non è più tornata...”
“E quella tomba?” Fissandolo Guisgard. “Chi c'è seppellito allora?”
“Ciò che il nonno ritrovò di zia Arya il mattino successivo alla sua scomparsa...” mormorò il bambino “... i resti del suo corpo aggredito dalla bestia...”
“Ora capisco tutto...” scuotendo il capo Guisgard “... non si sopravvive ad un simile dolore... non del tutto almeno...”
“Ma non temete, non farebbe del male ad una mosca...” disse Lent “... da quel triste giorno attende senza sosta l'arrivo dell'Arciduca... e oggi, vedendovi, vi ha scambiato per lui...”
“Dunque tu sai che io non sono l'Arciduca.” Mormorò Guisgard.
“Certo.” Annuì il bambino. “So benissimo che a Capomazda non importa nulla di noi qui. Quanto a voi, domattina ripartirete e dimenticherete questo posto.”
“E tuo nonno?” Avvicinandosi a lui Guisgard.
“Riprenderà ad aspettare l'arrivo dell'Arciduca, come ha fatto fino ad oggi.” Chinando il capo Lent. “Del resto ognuno di noi aspetta qualcosa, no? Viviamo aspettando chissà cosa poi...”
Un velo d'inquietudine, a quelle parole di Lent, attraversò lo sguardo azzurro di Guisgard.
“Questo bambino è un saggio!” Esclamò Aust.
“Cosa facevi quando siamo arrivati?” Il cavaliere al piccolo.
“Preparavo la cena.”
“Questo ragazzo è un portento allora!” Lodandolo Aust.
“Tu cosa sai di questa bestia?” Chiese Guisgard a Lent.
“Che esce di notte e assale soprattutto donne e bambini.” Spiegò il bambino. “Raramente gli uomini.”
“Ovvio, gli animali per istinto riconoscono le prede più deboli.” Commentò Aust.
“Ha ucciso molta gente?” Domandò il cavaliere.
“Si, tanta...”
“E nessuno ha mai visto quest'animale?” Ancora Guisgard.
“Non lo so.” Aprendo le braccia il bambino. “Io e il nonno, vivendo qui, non incontriamo molte persone. L'unica cosa che so è che si tratta di un cinghiale. Ne parlavano in città un giorno in cui io ed il nonno andammo là a fare compere.”
In quel momento si udirono dei rumori provenire da fuori.
Era Heat che tornava dalla foresta.
“Su...” disse Guisgard a Lent “... torna a preparare la cena... aiuteremo noi tuo nonno a sistemare la legna e ad accendere il fuoco.”
“Siete un cavaliere, vero?”
“Come lo sai?”
“Portate una spada...” indicando Lent l'arma del cavaliere.
“Oggi molti portano una spada.” Sorridendogli Guisgard. “Anche i briganti.”
“I briganti non aiutano la povera gente.”
“Io non sto aiutando nessuno.”
“Avete detto di voler aiutare il nonno a sistemare la legna e ad accendere il fuoco...”
“Su, torna a preparare la cena.” Facendogli l'occhiolino Guisgard.
“Si, messere...” sorridendo il bambino “... e grazie!”
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Una volta tornati in città, trovammo Nestos intento a preparare il veleno.
"Dite che è un semplice animale eh.. voglio sperarlo, perché non siamo pronti a combattere ciò che non è di questo mondo.. Anche se in vita mia non ho mai incontrato un animale la cui pelle fosse talmente dura da far rimbalzare un'ascia... sembra quasi ricoperto di ferro... ma allora ci sarebbe qualcuno di umano dietro.. e nessuno sembra pensarla così...".
Ascoltai il discorso del medico.
"Sì, potrebbe funzionare.. faremo entrambe le cose.." mi voltai verso i miei uomini "Alle frecce avete già pensato.. andate a procurarvi la selvaggina che farà da esca, ne servirà un bel po', e certo rischieremo di uccidere anche altri animali, ma la posta in gioco è troppo alta..." tornai a guardare Nestos "Abbiamo abbastanza veleno, dottore?" per poi rivolgermi nuovamente ai miei uomini "Deve essere tutto pronto per stasera... all'imbrunire torneremo nella foresta... valgono le medesime disposizioni di ieri, dovete tramutarvi in ombre invisibili, non deve avere il minimo sentore della vostra presenza... deve solo vedere una preda indifesa...".
Eilonwy
28-04-2014, 12.24.38
“Ve ne prego, parlateci di più di questo fiabesco e miracoloso Fiore Azzurro. Per piacere, Messer Quatro!....Ciò’ che avete detto durante lo spettacolo non ci basta. Vedete.......io e il mio amico siamo due cavalieri interessati di botanica e leggende sui fiori. Infatti, in una nostra opera vogliamo scrivere tutto a proposito di questa pianta. Per favore!” dissi supplicando il burattinaio.
Odiavo mentire, ma era l' unico modo per non destare dei sospetti in quell' uomo.
Mi sedetti su una seggiola con un tavolino, sul quale c’ era un foglio di pergamena, un calamaio e una penna d’ oca.
“Sono disposta anche a prendere appunti. Per me è molto importante raccogliere più informazioni su questo fiore. Sono tutta orecchie!” esclamai alla fine.
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Altea
28-04-2014, 16.08.57
Lady Guàmarin mi salutò e ricambiai con un sorriso e uno sguardo di intesa...era raro vedere una donna così in gamba e addirittura guidare un esercito di cavalieri, ci voleva polso e forse la sua presenza a Solpacus era proprio un bene per combattere la bestia.
Partimmo per Palazzo Costanza, Older era preoccupato sui fatti e sul futuro di Solpacus..."Older..quale giustizia divina, Dio non punirebbe nessuno straziando così delle persone innocenti..io ve l'ho detto..forse, invece, dovreste pregare di più e non affidarvi a quella strega...Isolde..e le sue immagini". Vi fu un attimo di silenzio..."Qui qualcosa non va Older, e sinceramente inizio pure a dubitare quell'animale sia stato stregato, in un modo o nell'altro vedrete la Pace regnerà di nuovo a Solpacus".
Mi guardavo attorno, eravamo proprio nel bel mezzo della foresta e ad un tratto vedemmo svettare un austero castello nobiliare...era Palazzo Costanza.
"Posto allegro, eh? Come la proprietaria..." e mi scappò una risata "Older, non ho mai capito come mia madre potesse essere grande amica di lady Gertrude...comunque, io verrò spesso a Solpacus e se avete bisogno di me sapete dove trovarmi, in qualsiasi momento".
Bussammo al portone e vidi sopra un enorme stemma nobiliare appeso, udii il cigolio del portone che si apriva e vidi una servitrice.
"I miei omaggi..sono la duchessa Altea..lady Gertrude mi sta aspettando".
Salutato Older, entrai con Cruz e chiesi di dargli un degno riparo e fui fatta accomodare in un salotto, fuori iniziò a piovigginare, vi era silenzio quando udii dei passi e vidi lady Gertrude, la quale mi fissava con sguardo severo.
Mi inchinai leggermente e finsi uno splendido sorriso..."Oh milady..è un privilegio per me essere qui vostra ospite, quando seppi del vostro soggiorno qui da mio fratello Andrew, ero terribilmente in pensiero per voi a causa dei fatti successi a Solpacus."
Sapevo mi stava scrutando per l'aria da avventuriera che avevo preso e per gli abiti non certo degni del mio rango..alzai gli occhi al Cielo, speravo di non subire una paternale.
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Guisgard
29-04-2014, 01.54.34
“Di ciò che accade a Solpacus” disse lady Gertrude ad Altea “e al di fuori di questo palazzo me ne curo poco. La vita sarebbe molto meno turbolenta se tutti si occupassero di viverla secondo le leggi imposte da Nostro Signore ai nostri antenati.” Osservò con attenzione l'avventuriera davanti a lei. “Ma probabilmente la penserai diversamente, visto il tipo di vita che hai scelto di seguire e che io posso immaginare guardandoti.” Scosse il capo. “Comunque” aggiunse l'austera donna “se desideri soggiornare qui è bene che tu apprenda le abitudini vigenti in questa dimora. Ogni giorno mi farai compagnia quando al mattino scenderò nella cappella di famiglia per ascoltare la messa. Alle tre in punto del pomeriggio reciteremo il Santo Rosario, con tutti i Divini Misteri e la litania alla Vergine Maria. Naturalmente dovrai abbigliarti come si conviene ad una dama del tuo rango e alla vita raccolta che si tiene in questo palazzo. Proprio per questo ho fatto preparare nella tua stanza un guardaroba degno e appropriato. Così potrai disfarti degli abiti che indossi.” Continuò contrariata.
Guisgard
29-04-2014, 01.58.43
Quatro sorrise a quelle parole di Eilonwy ed apparve in qualche modo divertito dall'interesse e dall'entusiasmo della ragazza.
“Io posso raccontarvi tutto ciò che volete del Fiore Azzurro” disse il burattinaio “ma rammentate ciò che vi ho detto... sono leggende, poco più che favole. E' materiale per poemi e romanzi. Dunque, se proprio vi attira tanto una materia così fantastica e immaginaria, beh, non ho nessuna difficoltà a parlarvi di tutto ciò.”
“Siete davvero interessata a cose così fittizie, damigella?” Chiese Riccardo ad Eilonwy.
Eilonwy
29-04-2014, 02.19.02
Tirai per un braccio il mio amato cavaliere e gli risposi sussurrando al suo orecchio: “Se non trovo il Fiore Azzurro, Isolde ucciderà ciò che mi è rimasto piu’ caro. Non comprendete!?!.....Se non lo faccio Aladiah, Coco, il merlo Tisin, Sir Jack Frost e, probabilmente, anche io perirò. Se, al contrario, farò la “brava bimba”, riavremo tutti la libertà da ogni punto di vista e potrò cercare di salvare il mio regno e il mio popolo. Neanche a me piace questa situazione, rammentatelo!”.
Lo guardai come una donna disperata e sperai che potesse capirmi.
“Sono pronta, Messer Quatro!” sentenziai al burattinaio.
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Guisgard
29-04-2014, 02.54.08
Quatro sorrise ad Eilonwy ed annuì.
“E sia...” disse “... vi racconterò queste favole... mettetevi comodi, mi raccomando.” Rise. “Da dove vogliamo cominciare?”
“Beh...” fece Riccardo, che aveva ben compreso la disperazione di Eilonwy “... direi dal principio, non vi pare? Per esempio... cos'è davvero il Fiore Azzurro? E' proprio un Fiore?”
“Certo.” Rispose il burattinaio. “Il Re di tutti i fiori.”
“E che tipo di Fiore è?” Domandò il cavaliere.
“Eh, questo nessuno può dirlo con precisione.” Mormorò Quatro. “Potrebbe appartenere a qualsiasi genere conosciuto. Forse è una rosa, magari un giglio o, chissà, una margherita. Nessuno può dirlo con certezza.”
“Quali sono allora le sue caratteristiche?” Ancora Riccardo. “Voglio dire... perchè tutti ne bramano il possesso?”
“Lo storico Polibio diceva” guardandoli il burattinaio “che l'uomo ambisce ad avere il potere perchè è la sola cosa certa che dia la felicità.”
“Dunque il Fiore Azzurro rappresenta il potere?” Fissandolo Riccardo. “Allora non credo di comprendere... nel vostro spettacolo di poco fa dicevate che anche i Taddei vogliono trovare il Fiore... perchè mai? Loro sono già ricchi e potenti...”
“Ogni maledizione” spiegò Quatro “ha un unico scopo... ossia quello di rendere infelici le sue vittime... per questo i Taddei cercano il Fiore Azzurro... poiché è l'unico mezzo per vincere l'incanto che li flagella.”
“Non credo di capire...” confuso Riccardo.
“Cavaliere...” sorridendo di nuovo il burattinaio “... il Fiore Azzurro è simile ad una mano che indica la Luna nel cuore nella notte... c'è chi guarda la Luna, pallida e incantata, chi invece fissa solamente il dito che la indica, perdendosi così la magia di quella visione...”
In quel momento suonò la campana della chiesa.
“Perdonatemi, ma devo andare...” alzandosi Quatro “... vorrei trattenermi ancora un po' con voi, ma temo di fare poi tardi... e dove devo giungere, se mi attardo, chiuderanno i cancelli...” li salutò ed uscì dal piccolo teatrino.
Guisgard
29-04-2014, 03.10.07
Il giorno trascorse in fretta e gli uomini di Clio si diedero un gran da fare nel procurare l'occorrente per il piano stabilito.
Così mentre Nestos terminava di preparare il suo letale veleno, Borel, Dort e gli altri andarono a caccia di selvaggina per la foresta.
Verso il crepuscolo si ritrovarono tutti alla locanda.
Tutto era pronto per il loro piano.
Nestos era riuscito ad ottenere una buona quantità di veleno, sufficiente per infettare la selvaggina ed ungere le punte delle loro frecce.
Poco dopo la falsa compagnia di mercenari lasciò la città e si addentrò fin nel cuore della foresta.
In breve il piano fu attuato.
Clio tornò così ad impersonare il ruolo di esca, vestendo i panni di un'indifesa fanciulla tutta sola in una radura irregolare nei pressi di uno stagno.
Un po' ovunque era stata sparsa la selvaggina infetta.
Intorno a lei, ben nascosti nell'oscurità, i suoi compagni, armati di frecce avvelenate, attendevano l'evolversi della situazione, naturalmente pronti ad intervenire.
Vortex, appostato tra due robusti noci e armato di una pesante mazza ferrata capace di tramortire un toro, scrutava l'oscurità silenziosa ed opprimente di quel luogo, con gli occhi del predatore paziente in attesa della sua preda.
Gli inseparabili Motrus e Trastis, muniti delle loro letali spade, attendevano invece presso lo stagno, nel caso la bestia scegliesse quel passaggio obbligato come via di fuga, visto che il veleno preparato da Nestos, come lo stesso medico aveva spiegato, procurava un insopportabile senso di calore.
I più vicini a Clio, ma attenti a restare ben celati fra la vegetazione, erano invece Scotir e Nestos, con quest'ultimo dotato di una piccola lanterna di sua invenzione, capace di abbassare e alzare, secondo l'occorrenza, la luminosità.
Tutti gli altri invece, ossia Borel, Dort, Ertosis e Porturos, si trovavano sparsi tra i cespugli muniti delle loro letali frecce avvelenate.
Tutti dunque erano pronti ad accogliere la misteriosa bestia.
Trascorsero così circa quattro ore.
“Questo non è attendere...” disse Porturos agli altri appena scoccata la quinta ora di veglia “... è morire di noia...”
“Sta zitto...” bisbigliò Borel “... vuoi che quel cinghiale avverta la nostra presenza?”
“E se quel dannato invece fosse andato in cerca di altre prede?” Fissandoli Ertosis.
Ma proprio in quel momento accadde qualcosa.
Prima un calpestio sul pietrisco, poi un rumore indefinito fra le fronde.
“Avete sentito?” Dort agli altri, guardando poi nel punto in cui si trovava Clio.
Un attimo dopo proprio la ragazza, fissando il buio circostante, si accorse di qualcosa.
Una grossa e lenta sagoma, informe e scura, si muoveva guardinga tra la vegetazione.
Sembrava attirata lì da qualcosa.
Infatti, passato qualche istante, cominciò ad avvicinarsi alla selvaggina avvelenata sparsa nella radura.
E iniziò a mangiarne.
“E' fatta!” Esclamò sottovoce Scotir, guardando poi Nestos.
Ma in quello stesso momento uno degli uomini nascosti calpestò un ramo secco sul terreno.
E quel rumore destò la misteriosa sagoma che mangiava la selvaggina.
Nestos allora, vinto dalla curiosità, alzò la luminosità della lanterna e la puntò diritta verso quella sagoma.
La luce però raggiunse a stento il suo obbiettivo, illuminando solo gli occhi di quella creatura.
Occhi che solo Clio arrivò a vedere bene.
Occhi carichi di rabbia e odio primordiale.
E fissando quella luce, quell'animale lasciò che un sinistro e stridente latrato si diffondesse nella radura, gelando il sangue di Clio e dei suoi compagni.
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Eilonwy
29-04-2014, 03.11.52
“Grazie di cuore, Messer Quatro!” ringraziai prima che andasse via.
Il Potere e la Speranza….ecco cosa era il Fiore Azzurro.
“Forse è meglio andare anche noi. Che ne dite di andare a pranzare?....E’ quasi mezzogiorno!....E devo ammettere che ho un certo languorino!” e proposto questo, il mio stomaco si fece sentire.
Risi di gusto.
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Guisgard
29-04-2014, 03.47.04
Usciti anche Eilonwy e Riccardo da quel teatrino, raggiunsero una locanda e lì pranzarono.
Ma mentre erano seduti al loro tavolo, i due ragazzi videro entrare due uomini che subito presero posto ed ordinarono da mangiare.
Dai loro discorsi capirono poi che anche quei due lavoravano, proprio come Quatro, con i burattini.
“Complimenti per lo spettacolo di poco fa.” Disse il locandiere ai due uomini. “Anche mio figlio è corso a vederlo ed è rimasto molto soddisfatto.”
“Eh, portare avanti un teatrino di burattini” fece uno dei due “non è cosa semplice. Noi abbiamo comprato il baraccone dal vecchio burattinaio, mastro Quatro, proprio per sfruttare la sua fama presso il pubblico.”
“Si, rammento gli spettacoli di mastro Quatro...” annuì il locandiere “... ero un bambino a quel tempo, ma ricordo molto bene il vecchio Quatro... che riposi in pace.”
“Ma possiamo ritenerci fortunati ad aver comprato dieci anni fa il suo teatrino prima che morisse.” Mormorò uno dei due burattinai. “Abbiamo continuato la sua tradizione, non vi pare?”
“Giustissimo!” Esclamò il locandiere.
Eilonwy
29-04-2014, 04.03.17
Rimasi completamente a bocca aperta a quelle parole, il cuore smise per un’ attimo di battere, il sangue quasi si fermò nelle vene e nelle arterie e un brivido mi scese lungo la schiena.
Divenni livida come un cadavere e mi cadde di mano la noce che stavo mangiando in attesa di una succosa bistecca.
Non era possibile…..non era maledettamente possibile!
“Avete….avete…avete sentito anche voi, Sir Riccardo?....Messer….Messer Quatro è….è…è morto da 2 lustri (1 lustro = 5 anni)!....No….no….no….non è vero…..non ci credo!.....Quindi, noi abbiamo parlato con un fantasma….uno spirito….uno spettro!” dissi tutto ciò facendo diverse pause.
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L'attesa era snervante.
Quanto tempo era passato? Sembrava un'eternità.
Tutto era stato studiato nei minimi dettagli: nel pomeriggio, mentre i miei uomini erano a caccia e Nestos ultimava il veleno, ero andata a fare compere.
L'armaiolo era rimasto stupito all'inizio, avevo ancora indosso la veste da fanciulla sperduta. Ma nonostante la sua riluttanze era pur sempre un venditore, anche se non del livello a cui ero abituata.
Avevo lasciato ad Afravalone la mia armatura, non amavo essere così pesante. Certo, la mia era fatta su misura dal miglior armaiolo del regno, così leggera da non darmi fastidio. Tuttavia, velocità ed agilità erano armi per me, e quel metallo mi rallentava.
C'erano momenti, però, in cui era indispensabile.
Ed era uno di quelli.
Ero riuscita a trovare qualcosa che facesse al caso mio. Protettiva ma leggera, dovevo potermi muovere liberamente al suo interno.
Certo, mi era costata più di quanto sperassi ma da morta i soldi non mi sarebbero serviti. Di certo era un buon investimento.
Va bene essere incoscienti, ma c'è un limite a tutto...
Alla vista parevo solo una fanciulla sperduta, coperta solo di una veste semplice e un mantello, seduta accanto ad un cestino. Chissà, magari in attesa dell'innamorato. O della morte, vista la situazione.
In realtà, invece, ero armata di tutto punto, ad esclusione di mani e testa, l'armatura mi ricopriva interamente. L'innocente cestino davanti a me, conteneva l'elmo e i guanti di ferro.
Ogni tanto mi alzavo, camminavo avanti e indietro per non intorpidirmi.
Appena udii quel rumore, però, tornai nella mia posizione.
Un ginocchio a terra, l'altro sollevato, pronta ad attaccare, a correre, osservando.
La sagoma scura si avvicinò alla selvaggina e iniziò a mangiarla. Sorrisi, forse era solo un animale, dopotutto.
Nel silenzio più assoluto, indossai i guanti e mi coprii con il mantello, celandoli alla sua vista.
Il cestino con l'elmo era lì, a portata della mia mano sinistra, coperto anch'esso dal mantello.
Non potevo indossarlo, però, si sarebbe avvicinato, sapevo che sarebbe successo. Ma doveva credermi indifesa fino all'ultimo.
Ma la mia cautela non fu sufficiente, nel silenzio della notte, il rumore di un rametto spezzato rimbombò per tutta la foresta.
Chiusi gli occhi un secondo, per poi riaprirli in direzione della bestia.
Era la resa dei conti.
Una mano alla spada, intrisa di veleno, l'altra pronta a prendere l'elmo.
E poi lo vidi, o meglio: vidi i suoi occhi.
Il mio cuore accelerò, mentre cercavo di respirare normalmente.
Dovevo attirarlo da me.
Presi un profondo respiro, e immaginai le sue fauci che mi dilaniavano, iniziai a tremare.
Doveva essere autentico, o non ci avrebbe creduto.
Avanti, fiuta la mia paura... sono qui.. vieni a prendermi...
Se io potevo vedere i suoi occhi, allora potevano farlo anche gli altri.
Erano spaventosi ma non indistruttibili.
Colpitelo, avanti... cieco sarà furioso ma avremo un vantaggio...
Adesso ero immobile, la spada ormai impugnata sotto il mantello, pronta a colpire.
Lasciai che il mio sguardo si perdesse nei suoi occhi infernali.
Poi quel latrato.
Fammi vedere che sai fare, bestia immonda... avanti... Avanti...
Ormai, non avevo più paura.
Esisteva solo la caccia, nient'altro. Bramavo la mia preda, e di non esserlo io stessa.
Non ero sola, avremmo affrontato l'ennesima sfida insieme.
elisabeth
29-04-2014, 15.58.24
La Bestia secondo Isolde era ciò che l'uomo aveva creato.....grazie alle proprie maledizioni e alla cattiveria che aveva impegnato in quell'opera...dovevo dire che a quanto sembrava aveva fatto un bel lavoro........ma le ragazze che sparivano e ritornavano con l'animo maledetto ?.........avevo abbandonato la richiesta del borgomastro.....eppure per seguire quel percorso ero finita da Don Auster...e così a cercare Isolde......era un cerchio che sembrava non chiudersi da nessuna parte..........Con Lei...il potere....non avevo bisogno di Lei per ottenere il potere.......l'unione fa la forza..ma le nostre erano forze diverse....Così chiara Lei così scura io...il mondo aveva la necessità del giorno e della notte come del bene e del male....ma le due cose non si incontravano...esistevano per l'equilibrio delle cose...ma non si univano........." Tuo figlio in questo momento e' con Daizer...fuori da queste mura.....e basta di crederti l'Onnipotente..........ognuno di noi ha una parte debole.......Mi chiedi un patto di alleanza ?........Non e' possibile e tu lo sai....siamo nate ....perchè il nostro esistere sia l'equilibrio .... in questo mondo....tra questi uomini, che non hanno più rispetto per la vita......".....era immensa quella sala........colonne ......l' Ara del racconto al centro e i nostri due Troni.......sapevo che nel tempo entrambe avremmo ripreso il nostro posto...una d'innanzi all'altra.....ma non sapevo quanto tempo......." A quanto pare mi segui.....o vivi i miei sogni....e' vero......devo portare a compimento una promessa....un'osso alla sua tomba......perchè quell'anima trovi la luce.....ma come sai...durante il cammino si trovano degli ostacoli, e uno di questo mi ha portato a cercarti.....forse era troppo tempo che non ci vedavamo......Ora e' tempo che porti a termine il mio compito......".......Mi avvicinai a Lei.....profumava di bosco...erano bacche felci....terra...acqua...era un miscuglio di casa mia.....l'abbracciai......sentii come se il mio corpo si fondesse col suo......la notte e il giorno per un momento si erano incontrate.....il bene e il male per un momento avevano abbassato la guardia.................
Altea
29-04-2014, 16.24.12
Ascoltai lady Gertrude in silenzio, d'altronde dovevo dimostrarle che gli insegnamenti dei miei genitori mi avevano cresciuto in giusta maniera, sarebbe stato mancare di rispetto a loro più che a lei, alla fine quando terminò di impartire gli obblighi presi parola..."Vi ringrazio per esservi presa cura di me, penso sapete non rimarrete delusa da me visto la amicizia che ancora vi lega a mia madre, comunque vorrei precisare che mio fratello Andrew mi ha pure dato piena autonomia di muovermi, quindi è possibile io esca da questo castello"....ovvio dovevo aiutare la gente di Solpacus.
Venni fatta accomodare nella mia camera e una servitrice mi mostrò i vestiti ben tenuti in un bellissimo armadio e uscì.
Mi preparai per la cena, mi guardai attorno...ero fuggita da quella vita e ora eccomi di nuovo qua.
Mi accomodai e presi la spazzola per pettinarmi, la guardai attentamente, la riconobbi..era in avorio e ricordo mia madre l'aveva regalata a lady Gertrude..la strinsi al petto, tutto questo aveva turbato il mio animo e mi guardavo attorno alla camera.
Non avevo mai avuto fissa dimora per via del lavoro diplomatico di mio padre, ma per fortuna avevo avuto degli affetti familiari che avevano attutito questa mancanza.
Da Camelot a Capomazda, poi nei Paesi a nord est, la Francia e poi di nuovo ritorno in queste zone e poi di nuovo a Capomazda..ricordai il mio ritorno
"Ludvica mi siete mancati molto tu ed Andrew ma sapevo eravate felici.
Duchessa...lui non vi è più qui, siete partita subito e lui è venuto a cercarvi..me lo ha detto un servitore..e poi niente più.
I giorni passavano e aspettavo, davanti quel balcone...ma il Giardino era vuoto.
Preparai le mie valige, non potevo stare più in quel posto, dissi ai miei genitori sarei andata ad abitare sola con una fedele governante vicino Afravalone in una nostra tenuta.
Nulla valsero i loro tentativi di dissuadermi, un giorno mentre passeggiavo per la capitale incontrai Tyssen ed egli mi parlò dei suoi viaggi...e cosi lo seguii...la Terra Santa e mille altri posti, avevamo passato tante avventure assieme...e ora tutto era finito..per colpa di quella belva."
Mi scossi da quei pensieri cupi, mi spazzolai forte i capelli e uscii subito dalla camera e andai nella sala da pranzo e mi sedetti di fronte a lady Gertrude in silenzio per consumare la cena. Eppure sentivo dentro me qualcosa fuori da quel castello stava succedendo.
"Dunque, che novità mi portate da Capomazda, milady?" dissi per interrompere l'austero silenzio.
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Guisgard
29-04-2014, 18.47.56
Anche Riccardo era rimasto scosso, come Eilonwy, alle parole dei due burattinai.
“Ehi, voi...” alzandosi di scatto e avvicinandosi al tavolo dei due uomini “... cosa dicevate poco fa? Riguardo a messere Quatro il burattinaio! No, non è possibile... non è morto...”
“Invece si, messere.” Annuì uno dei due. “Mastro Quatro è morto dieci anni fa circa.”
“Vi dico che è impossibile!” Esclamò Riccardo.
“Allora andate pure a controllare al cimitero.” Replicò l'uomo. “Lì troverete la sua tomba.”
Guisgard
29-04-2014, 18.50.43
“Nulla di particolare...” disse lady Gertrude ad Altea “... la vita di corte, raffinata e aristocratica, procede come sempre a Capomazda, mentre Sua Signoria si diletta nella caccia e ad ammirare opere d'arte... io personalmente preferisco la quiete di questo posto. Per questo ho imposto ai miei servitori e a tutti coloro che vivono qui di non parlare mai di ciò che accade fuori da questo palazzo.”
Guisgard
29-04-2014, 18.52.06
“Sempre la solita...” disse Isolde ad Elisabeth dopo quell'abbraccio “... sentimentale e idealista... va pure a seppellire il tuo osso allora... io invece, essendo destinata alla fama, cercherò da me ciò che mi occorre... ma se cambi idea fammelo sapere, sorellina... mi saresti molto utile... insieme, lo sai, siamo invincibili!”
Altea
29-04-2014, 18.56.29
Continuai a mangiare in silenzio...nulla era cambiato quindi a corte..effettivamente avevo parlato in generale, ma sapevo perchè non voleva parlare di altro, per non farsi scappare qualcosa su di Lui.
Terminato di mangiare mi congedai e andai nella mia camera e mi affacciai alla finestra e attorno a me vedevo la foresta circondarmi, aprii il balcone e mi affacciai, vi era un silenzio irreale...speravo la belva non stesse azzannando qualche povero innocente.
Rientrai, mi misi la camicia da notte e spensi la candela addormentandomi.
Guisgard
29-04-2014, 19.03.14
Tutto accadde velocemente.
Poi la bestia piantò i suoi occhi su Clio.
La ragazza era là, davanti a quella creatura, come tante altre che erano state dilaniate e sventrate.
Un secondo latrato, stavolta più breve ma più intenso.
La bestia aveva puntato la sua nuova preda.
“Avanti...” urlò qualcuno dalla boscaglia “... colpite quel dannato cinghiale!” Forse era stato Dort, o forse Porturos.
Clio non riuscì a distinguere la voce, tanto era forte il ringhiare ormai di quella belva a pochi passi da lei.
E quando fu più vicina a lei, la ragazza intravide nel buio le sue forme.
Era grosso quasi quanto un orso, con lunghi aculei che uscivano dal suo corpo informe.
Ma di più le tenebre non permettevano di vedere.
In quel momento una pioggia di frecce partì dalla vegetazione, tutte indirizzate verso la mostruosa bestia.
Ma incredibilmente nessun dardo riuscì a conficcarsi nella pelle di quello spaventoso animale.
Tutte le frecce infatti rimbalzarono sul suo corpo, come se quell'essere fosse fatto di ferro.
Poi di nuovo tornò a puntare Clio.
Un attimo e si lanciò verso di lei.
Bastò un balzo e la raggiunse.
Clio ebbe solo il tempo di tirare fuori la spada da sotto il mantello, quasi con un gesto incondizionato, riuscendo a sentire solo come la sua lama impattasse contro il corpo di quell'animale, quasi fosse fatto di pietra.
Poi uno dei suoi artigli lacerò il fianco sinistro della ragazza, gettandola con violenza a terra.
“No!” Gridò disperato qualcuno.
Era Scotir.
Impugnò l'arma e corse a difendere il suo capitano, gettandosi tra lei e la belva.
Ma questa lo caricò, conficcandogli gli aculei che sorgevano dal suo capo nel petto.
Lo tenne bloccato a terra e poi lo lanciò contro un albero.
Ma all'improvviso si udì un corno suonare.
“Da questa parte, milord!” Urlò qualcuno.
Un attimo dopo giunsero Gvin ed i suoi, attratti forse da quei latrati innaturali.
Ma nello stesso istante si udì un sibilo, lungo e basso.
Lo stesso che Clio aveva udito la notte precedente.
La bestia allora si arrestò di colpo e poi rapidissima corse via, fino a sparire tra gli alberi.
Come se la foresta l'avesse inghiottita.
elisabeth
29-04-2014, 19.13.14
Per una volta....dopo tanto tempo mi lasciai andare ad un sorriso..." E allora vada....per questa di promessa......se ho voglia di tornare a casa......so dove trovarti......vado via con il mio osso ".......mi misi al centro del Tempio sotterraneo......e alzando le braccia una colonna d'acqua mi spinse in alto......era calda....come il ventre materno...per una vota ebbi nostalgia......e fui sbalzata sulla riva del lago.........nessuna goccia d'acqua ......perfetta...vidi...Flees e Daizer....." Bene...avete fatto conoscenza in mia assenza ?....Flees....sei uguale alla tua madre....anzi forse sarebbe felice se tu tornassi a casa...si e' fatto tardi....e noi dobbiamo riprendere il cammino....se ancora sei disposto ovviamente ho visto che due belle ancelle..hanno fatto si che ti annoiassi...Daizer".......
Guisgard
29-04-2014, 19.17.16
Altea cadde addormentata, riuscendo così a dimenticare per un po' i suoi cupi pensieri.
I suoi sogni però furono tutt'altro che sereni.
Vide infatti in sogno immagini confuse, inquiete, a tratti sinistre.
Sognò l'incontro con la sacerdotessa, poi il Libro Ancestrale e più volte il volto di Isolde.
Sognò poi le vittime della bestia, lacerate, sventrate e lasciate a marcire nella foresta.
Sognò infine lady Gertrude e Capomazda, persino il suo misterioso innamorato, sebbene ne ignorasse l'aspetto.
Si svegliò verso l'alba.
E guardando fuori dalla finestra la sterminata foresta, un senso d'angoscia avvolse il suo cuore.
Guisgard
29-04-2014, 19.18.36
Flees rise a quelle parole di Elisabeth.
“Vi sbagliate, signora...” disse il giovane cavaliere “... non ci saluteremo affatto. Non adesso almeno. Infatti mia madre mi ha chiesto di accompagnarvi nel vostro viaggio.”
“Come sarebbe a dire?” Sbottò Daizer. “Ho scambiato con questo moccioso poche parole e già mi da il nervoso... figuriamoci a portarcelo dietro!”
“Attento a quel che dite, gaglioffo...” con aria di sfida Flees.
Altea
29-04-2014, 19.29.10
Dormivo ma sognavo confusamente...quei sogni toccavano la profondità del mio animo....Isolde, le vittime lacerate, il mio passato a Capomazda, lady Gertrude, un ragazzo dalle fattezze non chiare sotto il balcone del Palazzo a Capomazda e soprattutto la Gran Sacerdotessa e il Libro Ancestrale.
Mi svegliai di colpo e grondante di sudore..."Shalazam mi ha mandato dei segnali, forse" pensai cercando di calmarmi, ormai era l' Alba.
Corsi alla finestra....e qualcosa dentro me diceva era avvenuto qualcosa di inquietante.
Dovevo andare a pregare con lady Gertrude, ma volevo sapere se il mio sesto senso avesse ragione.
Guardai attorno, i miei vestiti erano spariti...poco importava, indossai gli abiti della sera prima e sgattaiolai fuori dal castello e andai a prendere Cruz.
Dissi al servitore, mentendo, se mi avesse cercato milady di dire mi avevano avvisato vi era una missiva per me a Solpacus e di aprirmi subito poichè era urgente.
Fu cosi che spronai Cruz e iniziai a correre nella foresta verso Solpacus, e sentivo rumori e voci lontane.
elisabeth
29-04-2014, 19.31.36
Mi voltai di scatto verso il lago......Isolde...Isolde....quando imparerò a non fidarmi di te........" Flees cerca di fare meno lo spiritoso...visto che hai intenzione di venirci dietro.......o giuro che ti rispedisco da tua madre...pieno di bubboni.....purulenti ......e tu Daizer se avessi avuto più tempo per lui...magari sapresti qualcosina in più...comunque lui e'mio nipote ....figlio di Isolde.....".....mi sedetti su un tronco...guardandoli disperata.....ma perchè tutto questo a me.....
Eilonwy
29-04-2014, 21.22.59
Dopo aver mangiato, in un imbarazzante e malinconico silenzio, le due belle succose bistecche con verdure, ci dirigemmo al Cimitero di Tylesia.
Cercammo dovunque in quel campo santo e alla fine trovammo la tomba di Messer Quatro.
“Che strano. Come mai la lapide di Messer Quatro ha una croce celtica?....Pensavo che fosse mussulmano e credesse in Allah e Maometto!......Secondo voi si era convertito al Cristianesimo, Milord?” dissi preoccupata e riflessiva a Sir Riccardo, serio quanto me.
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Veloce, dannatamente veloce.
Fu unicamente l'istinto a guidarmi.
Estrassi la spada e colpii l'animale, senza riuscirci.
Un dolore lancinante mi buttò a terra, e sentii i miei uomini accorrere.
Poi lo udii: il fischio, sommesso e lontano ma anche preciso che avevamo udito la notte prima.
La bestia si immobilizzò, per poi correre via.
I cani reagivano in quel modo al richiamo del proprio padrone. Possibile che lui fosse addomesticato?
Sembrava un controsenso insanabile ma.. come spiegare quel comportamento?
Sospirai, sembrava proprio quella storia che avevo udito da bambina.
Forse anzi, sicuramente, pensai, non sono l'unica a conoscerla. Ma in quel racconto non c'erano risposte, non riuscivo a ricordare come veniva sconfitta.
A parte che, ovviamente, andava sconfitto il suo padrone.
La cosa più importante era capire chi era.
Anche se, naturalmente, poteva essere un semplice animale selvatico.
Cosa di cui, dopo il mio breve incontro ravvicinato dubitavo fortemente.
Non aveva importanza, non eravamo riusciti a fermarlo, anche se aveva mangiato la selvaggina avvelenata, sembrava che non gli avesse fatto alcun effetto.
Il fianco bruciava, la veste era completamente strappata, e lo sarebbe stata anche la mia carne se non fosse stata ricoperta di metallo.
Esattamente come lui, pensai.
Anche l'animale doveva essere ricoperto di metallo, non esiste pelle d'animale che sia invulnerabile in quel modo.
Avevo visto le frecce rimbalzargli addosso.
Perché né l'arciere né l'abile balestriere erano riusciti a colpire gli occhi, e dire che ero stata chiara.
Una volta che l'animale si fu allontanato non c'era più nulla da fare.
Chiamai a raccolta i miei uomini.
"Scotir.. Andate da lui, presto.." Urlai, prima di tutto. Feci cenno a Nestos di avvicinarsi, indicando la mia ferita al fianco "Sto bene, non badate a me.. Andate da lui..." mi rialzai a fatica "Riesco a camminare.." stringendo i denti e raggiunsi l'albero su cui aveva gettato il mio valido soldato.
Avrei avuto molte cose da dire ai miei soldati, ma la vista di Scotir bloccò ogni mio pensiero.
Mi inginocchiai accanto a lui, osservando Nestos.
Non doveva farlo, forse quegli aculei avrebbero perforato come burro anche il metallo che mi rivestiva interamente ma.. lui non aveva nulla.
Oh, Scotir.. burbero, instancabile, generoso e leale fratello mio..
L'eccitazione estatica della caccia era ormai svanita, e la tensione accumulata riaffiorava prepotente in tutti noi.
Senza che potessi, né volessi fermarle calde lacrime mi rigavano il viso.
Non osavo nemmeno immaginare il peggio. Forse sarebbe stato meglio, forse ero solo cieca.
Ma, che la si voglia o no, esiste sempre una piccola gemma di speranza infondo al cuore, e io mi aggrappai ad essa con tutte le mie forze.
"Portiamolo via di qui.." mormorai soltanto, in un soffio "Dottore..?" chiesi, titubante, a Nestos.
Guisgard
30-04-2014, 01.30.06
“Insomma...” disse Daizer visibilmente contrariato “... perchè mai dobbiamo portarci dietro questo tipo arrogante?”
“Vi avverto...” fissandolo Flees “... attento a ciò che dite...”
“Dovrei essere spaventato ora?” A muso duro il contrabbandiere.
“Io sono stato incaricato di accompagnarvi” fece Flees “e lo farò, potete giurarci.”
“Una domanda allora...” mormorò Daizer “... perchè?”
“Perchè senza di me” rispose il giovane cavaliere “non riuscireste mai ad uscire vivi da questo vostro viaggio.”
“Fino ad ora ce la siamo cavata benissimo, mi pare.” Sbottò il contrabbandiere.
“Infatti.” Annuì Flees. “Il difficile comincia ora.”
“E questo chi lo dice?”
“Mia madre.” Sentenziò il giovane.
“Ah, vorrei proprio conoscerla allora!” Esclamò Daizer. “E tu perchè dici che non ho avuto abbastanza tempo per lui?” Rivolgendosi ad Elisabeth. “Infondo aspettavo te, mia moglie. Che mi importava di questo qui!”
Guisgard
30-04-2014, 02.15.31
Tutti accorsero dal povero Scotir.
“Sono brutte ferite...” disse Nestos a Clio, mentre avvolgeva il corpo del povero guerriero nel suo mantello “... molto brutte... credo ci sia un'emorragia... dobbiamo subito portarlo in città... subito...”
Vortex allora prese il corpo del compagno e lo alzò per metterlo su uno dei cavalli.
“Usate il mio...” scendendo dal suo destriero Gvin “... è uno dei migliori sauri del reame...”
Così Scotir fu adagiato sul dorso di quel cavallo.
“Anche voi avete bisogno di cure, milady...” Nestos a Clio “... anche se sono ferite lievi vanno comunque medicate...”
La compagnia allora lasciò la radura, diretta in città.
Qui, Nestos fece portare il ferito dal medico di Solpacus e insieme decisero di operare Scotir, anche se le sue condizioni parevano davvero disperate.
“Salvalo, Nestos...” fissandolo Porturos “... fallo e ti sarò debitore per tutta la vita...”
“Farò il possibile...” mormorò il medico.
Clio invece era stata portata nella locanda e medicata dallo stesso Nestos, prima che questi ritornasse dall'altro medico per occuparsi di Scotir.
Alla ragazza fu dato un sonnifero in una tisana calda, in quanto troppo agitata ed emotivamente scossa per le sorti del suo compagno.
Ma aveva bisogno di riposare.
Ed infine cadde addormentata.
Sognò allora immagini e figure inquiete.
Sognò ancora quel lento e lungo sibilo, poi le parole di Scotir ed infine i suoi occhi mentre la bestia gli squarciava il torace con i suoi aculei.
E rivide in sogno gli occhi di quell'animale feroce.
Le sue fauci ed i suoi artigli su di lei.
E poi il sangue.
Quello suo e quello di Scotir.
Ed infine ancora quel sibilo.
Si destò quando ormai il Sole di Mezzogiorno era ben alto.
La ferita al fianco le faceva male ed il suo volto era rigato dal sudore.
La finestra della camera era però aperta e così poté sentire le voci che dal cortile salivano fin nella sua stanza.
“Star qui con le mani in mano mi sta facendo ammattire...” mormorò Vortex.
“Non possiamo fare altro che aspettare...” fece Borel “... se ci fossero novità gli altri sarebbero già qui a dircele.”
“Piuttosto...” mormorò Dort “... Clio dorme ancora?”
“Si...” annuì Borel “... sono andato a controllare poco fa e stava dormendo... meglio così... da sveglia finirebbe per agitarsi di nuovo...”
“Ma cos'era quella creatura stanotte?” Inquieto Dort. “Io non ho mai visto nulla di simile...”
“Era buio” disse Borel “e nell'oscurità ci è apparsa alterata... tutto qui...”
“E le frecce?” Voltandosi verso di lui Dort. “L'avete visto, no? Rimbalzavano sulla sua pelle come se fosse una corazza...”
“L'unica cosa che so” fece Vortex “è il modo in cui sollevava da terra Scotir... neanche un toro può avere una simile forza nelle sue corna...”
“Non erano semplici corna...” mormorò Dort “... aveva il corpo completamente ricoperto da decine di punte, di aculei...”
In quel momento arrivò Gvin.
“Come sta la ragazza?” Domandò loro.
“Il capitano sta riposando...” rispose Borel.
“Meglio così...” annuì Gvin.
“Credete?” Guardandolo Dort. “Io non credo... quella creatura la starà tormentando anche nei suoi incubi ora... ma cosa potete saperne voi...”
“A differenza vostra” con un ghigno Gvin “io ho affrontato quell'animale in un corpo a corpo... l'ho visto avventarsi su di me e strapparmi poi un occhio, quasi a volersi portare via l'immagine di sé... ma sfortunatamente per quella belva io ho impresso nel mio cuore il mio odio per essa...”
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Guisgard
30-04-2014, 02.28.30
Altea, in preda a quelle sensazioni, lasciò il palazzo e corse nella foresta.
La notte stava terminando e verso Oriente il cielo già cominciava a tingersi di un vago chiarore.
In lontananza la bella avventuriera aveva udito voci e rumori confusi.
Galoppò allora verso quella direzione, fino a giungere presso una radura irregolare.
Ma non vi era più nessuno.
Poteva però udire il calpestio lontano dei cavalli.
Chiunque l'aveva preceduta in quella radura ora era di sicuro andato o ritornato a Solpacus.
Guisgard
30-04-2014, 02.44.03
“Non credo...” disse Riccardo ad Eilonwy, mentre i due giovani stavano in piedi davanti alla tomba di Quatro “... non penso fosse Musulmano... almeno da ciò che ci ha raccontato... infatti sembrava un conoscitore, un cultore, delle leggende e delle tradizioni di Capomazda... probabilmente indossava costumi di scena quando ci ha parlato...” scosse il capo “... ma cosa diavolo sto dicendo... non può averci parlato davvero... è qui, sepolto davanti a noi e non può esserci apparso come un fantasma... no, deve esserci un'altra spiegazione... deve...”
“Tutte le cose sono perfettamente spiegabili” all'improvviso una voce di donna “ma non sempre le spiegazioni sono poi comprensibili ed accettabili per noi uomini.”
“Chi siete?” Fissandola Riccardo.
“Sono solo una vecchia zingara che si guadagna da vivere leggendo il futuro...” rispose la donna.
“E cosa ci fate in questo cimitero?” Chiese ancora il cavaliere.
“I morti conoscono spesso ciò che sta per accadere...” sorridendo enigmatica la zingara.
Eilonwy
30-04-2014, 02.58.16
Sorrisi all’ anziana e minuta zingara.
“Avete ragione. I morti conoscono spesso ciò che sta per accadere……me lo diceva sempre anche mio padre. Ad ogni modo, piacere di conoscervi!....Io sono Damigella Eilonwy e questo bel pezzo di Marco Antonio si chiama Sir Riccardo!” ci presentai scherzando in modo sbarazzino e vivace.
Vidi il tenebroso cavaliere arrossire. Risi per quella sua reazione.
“E voi, invece?” domandai alla vecchia gitana.
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Guisgard
30-04-2014, 03.33.56
“Io mi chiamo Lucia” disse la zingara ad Eilonwy “e vengo spesso in questo luogo per ascoltare.”
“Ascoltare?” Ripetè Riccardo. “Ascoltare cosa?”
“Il silenzio...” sorridendo la zingara “... poiché anche il silenzio sa parlarci...” aggiunse mentre mescolava il suo mazzo di carte.
“Cosa sono?” Indicando le carte Riccardo.
“I miei tarocchi.” Rispose la donna. “In essi vi è racchiuso il nostro futuro, ragazzi miei.”
Eilonwy
30-04-2014, 03.49.18
“Potete prevedere il futuro!....Non state scherzando, vero?.....Cosa dicono?” ed intanto guardai con curiosità quello che faceva.
“Non per essere scortese ed impicciona, ma voi conoscevate Messer Quatro, Madama Lucia?....Sapete raccontarci qualcosa su un certo Fiore Azzurro?” interrogai la senile zingara.
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Guisgard
30-04-2014, 04.02.57
La zingara scosse il capo.
“Non mi curo molto delle persone che vivono qui...” disse ad Eilonwy “... tutti trattano in malo modo quelle come me... ma voi siete due giovani molto simpatici... e per voi potrei aprire i miei tarocchi e rivelarvi cosa cela il vostro futuro... ammesso che crediate nel potere dei tarocchi...”
Guisgard
30-04-2014, 04.12.02
Heat ritornò con la legna ed insieme a Guisgard e ad Aust accesero il fuoco.
Lent intanto aveva preparato la cena e poco dopo tutti presero posto a tavola.
“Ottimo stufato, Lent...” disse Heat “... davvero buono... sapete, milord...” rivolgendosi poi a Guisgard “... Arya adorava lo stufato... assaggiate un po' di questo vino... lo facciamo noi qui... io e Lent... e credetemi un vino simile è ambito anche dai migliori mercanti di Solpacus!” Riempendo il bicchiere del cavaliere. “A cosa brindiamo, milord?”
“Al vostro vino, amico mio...” fissandolo Guisgard “... che sappia ripagare ogni vostro sforzo e lavoro...”
“Il vostro arrivo qui ha ripagato ogni mio sforzo, milord...” annuendo Heat.
“Perchè credete che l'Arciduca sia in grado di riuscire dove molti hanno fallito?” Chiese il cavaliere.
“Perchè solo i Taddei possono uccidere quella bestia.”
“I Taddei non sono forse uomini come tutti gli altri?”
“Si, certo...” rispose l'uomo “... ma sono protetti dal Cielo... la loro stirpe ha sempre vantato i migliori guerrieri di sempre.”
“Ascoltate...” mormorò Guisgard.
“Milord...” interrompendolo Heat “... Iddio Onnipotente Ha dato a voi il dominio su queste terre per proteggere il popolo... e so che siete giunto per uccidere quella bestia e liberare la regione dal terrore che essa ha seminato...” guardò poi il piccolo Lent “... vedi la sua spada?” Indicando l'arma di Guisgard. “E' Parusia... la migliore spada mai concepita... se i bardi bretoni avessero avuto una simile arma da narrare nelle loro saghe, puoi giurare che Artù non sarebbe morto in battaglia ed i Sassoni ora neanche sarebbero menzionati nei libri di storia!”
Aust lanciò un'occhiata a Guisgard, per poi scuotere appena il capo.
“Dico bene, milord?” Sorridendo Heat.
“Beh, di sicuro, da quel che si racconta, Parusia vale molto più di Excalibur.” Ridendo appena il cavaliere.
“Non dargli corda...” bisbigliò piano Aust al suo compagno.
“Infinitamente di più!” Esclamò Heat. “Anzi, vi dirò... se Orlando avesse avuto quella spada invece della sua Durlindana, allora a Roncisvalle i Mori avrebbero fatto una fine ben peggiore di quella che toccò agli infedeli che perirono a Poitiers per mano di Carlo Martello!”
“Beh, una spada” disse Guisgard “vale se chi la impugna è davvero valoroso.”
“E chi più di voi può brandire Parusia, milord?” Eccitato Heat. “E magari se farai il bravo” guardando Lent “Sua Signoria un giorno ti insegnerà a tirare di spada come un vero cavaliere!” Ridendo Heat. “Milord, Lent sogna di diventare cavaliere!”
“Già, avevo il sentore che a lui piacesse la cavalleria...” sorridendo Guisgard.
“Gli ho anche fabbricato una spada di legno!” Divertito Heat.
“Allora ti starai già esercitando, immagino.” Facendo Guisgard l'occhiolino a Lent.
La serata trascorse così, con quegli animi sereni, come se l'orrore seminato dai delitti della bestia non riuscisse a scalfire i loro cuori.
Dopo cena il cavaliere ed Aust uscirono sul porticato della casa per una boccata d'aria fresca.
“Ha smesso di piovere finalmente...” fissando il cielo Guisgard “... sai, una delle cose più belle che ricordo di Sygma sono le sue sere chiare di stelle... credo che nel cielo di Sygma ci siano più stelle che in qualsiasi altro cielo visibile al mondo...”
“Non dovresti dar corda alle convinzioni di quell'uomo...” mormorò Aust.
Guisgard non rispose nulla.
“Domattina ripartiremo” continuò Aust “e fra qualche giorno saremo così lontani da neanche ricordare più questo luogo...”
“Sai...” fece il cavaliere “... mio zio mi raccontava sempre che i Taddei persero Sygma per le loro colpe... e che solo espiando tali pene sarebbero riusciti a riconquistarla...”
“Tu non sei l'Arciduca però...” disse Aust.
“Per quell'uomo si...” guardando lontano Guisgard “... lui ci crede davvero e ha atteso l'arrivo dell'Arciduca per chissà quanto tempo... credo sia il suo più grande sogno... proprio come io sogno di ritornare a Sygma...”
“Cavaliere...” all'improvviso una voce alle loro spalle.
“Hei, Lent...” sorridendo Guisgard “... non dovresti essere a letto?”
“Volevo augurarvi la buonanotte...”
“Fa sogni d'oro, piccolo!” Accarezzandogli i capelli il cavaliere.
“Domattina mi insegnerete a tirare di spada?”
“Perchè proprio domattina?”
“Così vorrà dire che...” sorridendo il bambino “... che sarete ancora qui con noi...”
“A domattina, se Dio vorrà.” Salutandolo Guisgard.
“A domattina, messere!” Felice il piccolo.
In quel momento arrivò Heat con una grossa scrofa.
“Dove la portate?” Incuriosito Aust.
“Domani la ucciderò!” Ridendo Heat. “E' grassa, vero! E' il mio bene maggiore! La ucciderò domani in vostro onore!”
“Perchè mai?” Stupito Guisgard.
“Per ringraziarvi, milord!”
“Ascoltate...” saltando dalla staccionata il cavaliere “... domani andrò a Solpacus per sapere tutto della misteriosa bestia... se fra sette giorni non sarò di ritorno, voi allora ucciderete questa scrofa e banchetterete alla mia memoria... ma se tornerò con la testa della bestia, allora voi ogni anno, nel giorno di Natale e in quello di Pasqua, donerete un maialino da essa partorita al più vicino monastero.”
“Lo giuro, milord.” Guardandolo Heat. “Uccidete quella bestia ed io donerò, per quelle Sante Festività, due maialini l'anno fra quelli partoriti dalla mia scrofa.”
“Qual'è il monastero più vicino?” Domandò Guisgard.
“Quello della Divina Misericordia, milord.”
“Bene.” Annuendo il cavaliere. “Porterete in quel Santo luogo i maialini.”
Trascorse allora la notte.
Al mattino, di buon'ora, Guisgard e Aust erano già in piedi, con quest'ultimo intento a preparare i loro cavalli.
Il cavaliere intanto mostrò la sua spada al piccolo Lent, spiegandogli qualcuno dei trucchi usati dai migliori spadaccini.
“Altri segreti per tirare come voi” fece il bambino “me li mostrerete al vostro ritorno, messere.”
“Sei un ragazzo in gamba...” sorridendo appena Guisgard.
Poco dopo il cavaliere ed il suo compagno lasciarono quella casa, diretti a Solpacus.
Dopo qualche miglio incontrarono qualcuno lungo il sentiero.
“Perdonate, messeri...” con l'aria un po' alticcia quell'ometto “... potreste indicarmi uno stagno o qualche corso d'acqua, di grazia?”
“Sei sicuro di volere proprio dell'acqua?” Ridendo appena Guisgard. “Non mi pare che tu ci sia abituato, eh!”
Aust sorrise.
“In verità” mormorò quell'ometto “ne farei volentieri a meno... ma ne ho bisogno perchè devo... ecco... devo darmi una rinfrescata... vedete, ho bevuto un po'... di vino intendo... e vedendomi in questo stato, beh, qualcuno potrebbe pensare che io sia un beone, ecco...”
“E chi potrebbe pensare questo di te?” Esclamò Guisgard, per poi scoppiare a ridere insieme al suo compagno.
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Eilonwy
30-04-2014, 13.53.54
“Oh……mi spiace che tutti siano così ostili e pieni di pregiudizi nei vostri confronti senza neanche sapere probabilmente la vostra storia e chi siete veramente. Comunque, perché no?...Ci piacerebbe sapere cosa ci aspetta in futuro! Almeno a me piacerebbe. Voi cosa ne dite, Milord?” chiesi a Riccardo per avere un suo parere.
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(Sir Riccardo alias Richard o Richy della realtà)
Altea
30-04-2014, 15.57.31
La foresta si stava ormai svegliando e il sole era alto ad est, ormai le tenebre della notte stavano svanendo.
Mi bloccai e mi guardai attorno, vidi delle casupole di gente povera e contadini mentre all'orizzonte svettava il castello del Gastaldo.
Sospirai e scossi leggermente la testa, qui la gente era stranamente legata ad antiche superstizioni..e non doveva essere solo da ora perchè Older mi parlò pure che Solpacus fu flagellata in passato dalla strega Isolde, non poteva essere un posto così sfortunato.
Udii poi il rumore dello scalpiccio dei cavalli allontanarsi, mi chiedevo se fosse successo qualcosa.
Ma nei paraggi non vi era nessuno, dovevo recarmi a Solpacus per sentire se la bestia aveva colpito o qualcuno, finalmente, l' avesse uccisa.
Spronai Cruz, non senza difficoltà a cavalcare veloce come sempre visto quella ingombrante veste.
Giunta a un punto della foresta udii delle risate, tirai Cruz per le briglie e vidi tre uomini, due di loro ridevano allegramente mentre l'altro sosteneva di essere ubriaco e leggermente barcollava..."Messere" dissi sorridendo all'uomo "allora è proprio vero che qui a Solpacus il vino è davvero buono vedendovi, e io che volevo chiedervi se la bestia avesse colpito ancora stanotte, ma sarò costretta ad andare a Solpacus da quegli inutili cavalieri".
Osservai, poi, gli altri due uomini e notai erano pure loro cavalieri, rimasi un attimo in silenzio.."I miei saluti, sono lady Altea..non vi ho mai visto qui a Solpacus, siete di passaggio oppure siete venuti pure voi a cacciare la bestia che flagella questo posto...o per avere la famosa e ambita arma dei Taddei".
Osservai attentamente uno dei due...per un attimo trasalii e pensai a Posteg...egli aveva gli occhi azzurri, sentendolo parlare prima sembrava avesse pure un certo accento capomazdese, ma subito volli togliermi dalla testa quel pensiero...proprio non sembrava il Duca, a meno che io ricordassi male.
Guisgard
30-04-2014, 18.55.18
“Io in verità” disse Riccardo ad Eilonwy “sono un po' scettico su certe cose...” sorrise “... ma se voi volete provare, prego... ascolterò con interesse ciò che questa donna vi dirà.”
“Bene...” rivolgendosi la zingara alla ragazza, mentre mischiava le sue carte “... prima di procedere però occorre che rivolgiate una domanda agli arcani... e attorno ad essa ruoterà il responso...”
Guisgard
30-04-2014, 19.00.21
“Sembra che da queste parti” disse Aust ad Altea “non si faccia che parlare di questa famigerata bestia...”
“In verità” fece Guisgard “siamo viaggiatori diretti a Nord e siamo solo di passaggio fra queste lande... però anche noi abbiamo udito di questa bestia che semina terrore nella regione... ma voi non avete paura ad attraversare da sola la foresta?”
“Oh, al diavolo l'acqua!” Esclamò all'improvviso l'ubriacone. “Sapete cosa c'è di nuovo? Me ne infischio di quel che diranno quegli stupidi a Solpacus! Sono molto più lucido io di tutti loro messi insieme! Nessuno è in gamba come me nel mio lavoro!”
“Hai anche un lavoro tu?” Fissandolo Aust.
“Certo, messere!” Annuì il beone.
“Non dirmi che sei un oste!” Divertito Aust. “Altrimenti andresti fallito temo!”
“E che mestiere fai dunque?” Chiese Guisgard.
“Il rigattiere, messere!”
“Per Bacco!” Esclamò Guisgard. “Non l'avrei mai detto!”
“Attento però a non scambiare la roba vecchia per quella nuova!” Ridendo Aust.
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Mi svegliai nella stanza della locanda, sudata e tremante.
Il sole era già alto, mi avevano medicato la ferita.
Ma non avevo avuto un sonno tranquillo. Mi affacciai alla finestra e sentii le parole dei miei uomini.
Sospirai, avevano ragione: il mio sonno era pieno di morte.
Mi lavai e vestii in fretta. Mi ero riposata abbastanza.
Scesi al piano di sotto, rendendomi conto di essere affamata. Ma non avevo alcuna intenzione di mangiare da sola.
Raggiunsi così l'esterno della locanda, dove alcuni dei miei uomini erano riuniti.
Li salutai con un sorriso. "Come sta Scotir?" chiesi, prima di tutto.
Rimasi un po' a parlare con loro, esternando i miei dubbi sulla bestia, sui suoi aculei e il suo manto. Non era la pelle di un animale.
"Era come se la mia spada cozzasse contro un muro di pietra.. no, non può essere solo un animale, nel modo più assoluto.. Avete visto con che aculei ha colpito Scotir?" scossi la testa.
Parlai poi del fischio che avevo udito nel bosco, sperando di non essere stata l'unica a porvi attenzione.
"Non può essere una coincidenza, a questo punto.. dobbiamo capire da dove o da chi proviene.. chiarito questo forse saremo di un passo più vicini alla bestia.." abbassai lo sguardo per un momento "Abbiamo pagato questa caccia a caro prezzo.. forse il gioco non vale la candela.. Se vorrete andarvene e lasciarci questo posto alle spalle, mi rimetterò al vostro giudizio.. se invece volete restare a vendicare nostro fratello, allora dobbiamo escogitare un nuovo piano.. non possiamo certo usare lo stesso due volte, specie quando si è rivelato inutile.. ho visto io stessa la bestia mangiare la nostra selvaggina, eppure non è stramazzata al suolo.. anche se ne avesse ingurgitato solo una minima parte, Nestos ci aveva detto che ci avrebbe messo tropo a morire, non che non se ne sarebbe nemmeno accorto.. Però non sembrava nemmeno stordito.. poi, per carità, magari è morto all'alba in un remoto angolo della foresta.. ma ne dubito fortemente...".
Voltai lo sguardo verso la taverna "In ogni caso.. è ora di pranzo.. si discute molto meglio attorno ad un tavolo, con una coppa di vino tra le mani.." sorrisi "Andiamo, parleremo dentro..".
C'erano anche gli uomini di Gavin lì, ma io non li avevo calcolati.
"Messere, grazie per il vostro cavallo.." dissi al nobile "Vorrete scusarci ora.." con un leggero inchino, mentre mi dirigevo all'interno della taverna per pranzare con i miei uomini e discutere sul futuro della nostra missione, qualunque fosse.
Eilonwy
30-04-2014, 19.09.59
Sorrisi di risposta al luminoso sorriso di Riccardo.
Poi mi rivolsi alla gitana: “Certo!.....Questa è la mia domanda: Riuscirò a trovare il Fiore Azzurro per Lady Isolde e a riportare la pace nel Regno del Cristallo di Azarath?”.
Aspettai il responso dei tarocchi e dell’ indovina.
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Altea
30-04-2014, 19.10.14
"No...non ho paura ad attraversare il bosco sola, e comunque la belva colpisce di notte più di tutto. Io l'ho intravista e purtroppo ha strappato via la gamba a un mio caro amico che mi ha salvato la vita perchè mi stava caricando".
Poi udii le parole dell'uomo e con sorpresa scoprii era un rigattiere..chissà cosa vendeva, mi ricordai del mio caro amico che oltre la mia fedele spada mi vendette il carillon con la missiva dei Taddei.
Uno dei due cavalieri continuava a prenderlo in giro..finsi indifferenza..."Ditemi il vostro nome messere, avete da proporre qualcosa di interessante e particolare?"
Guisgard
30-04-2014, 19.32.10
Tutti loro ascoltarono le parole di Clio con attenzione.
“Secondo il mio giudizio” disse Borel “questa cosa non vale la pena... voglio dire... ha quasi ucciso Scotir e sarà un miracolo se sopravvive...”
“Non dirlo neppure!” Lo riprese Vortex.
“Sono d'accordo con voi...” rivolgendosi Dort a Clio “... non è un animale comune quello che abbiamo affrontato stanotte...”
Si alzarono ed entrarono nella locanda per mangiare.
Gvin però li seguì, sedendosi senza troppi complimenti al loro tavolo.
“Io invece penso che siete un po' troppo presuntuosa!” Fissando Clio. “Il fatto che non siate riuscita a colpire la bestia con la vostra spada non vuol dire nulla! Siete una donna ed anche arrogante!”
“Badate a ciò che dite!” Con tono di sfida Vortex.
Gvin rise, per poi ribadire:
“Ritenetevi fortunata ad essere viva invece.”
“Ora mi state proprio seccando!” Alzandosi Vortex.
“Sta calmo, omone.” Sorridendo Gvin. “Siamo tutti dalla stessa parte qui. E quando lo arriverà a capire anche il vostro comandante allora avremo una possibilità di uccidere quel dannato animale.”
“Mancando di rispetto a lei” mormorò Borel “mancate di rispetto a tutti noi.”
“Non ho mancato di rispetto a nessuno.” Replicò Gvin. “Ma mi pare ovvio che la vostra dama guerriera non sia molto lucida nei sui giudizi.”
“Perchè mai?” Guardandolo Dort.
“E' rimasta scossa.” Rispose il duca.
“Sciocchezze!” Scuotendo il capo Vortex.
“Avete sentito, no?” Chiamando il locandiere per avere del vino Gvin. “Afferma di aver udito un fischio.” Rise ancora. “Qualcuno di voi ha udito questo fischio forse?”
I tre uomini si scambiarono varie occhiate, senza rispondere nulla.
“Come immaginavo...” continuò Gvin “... nessun fischio...” alzò lo sguardo su Clio “... è un animale feroce, milady... nulla di più, nulla di meno... dunque basta con le fantasticherie e cerchiamo di ideare un piano efficace, mettendo ognuno il suo per riuscire nell'impresa.”
In quel momento qualcuno arrivò col suo cavallo alla locanda.
Era Ertosis.
Entrò e si avvicinò al loro tavolo con lo sguardo lucido ed il viso segnato da un profondo pallore.
“Cosa succede?” Chiese Vortex.
Ertosis non rispose nulla.
“Cosa succede?” Urlò Vortex, prendendolo per il bavero. “Parla, idiota!”
“Scotir...” scuotendo il capo Ertosis “... non sono riusciti a salvarlo... è morto poco fa mentre tentavano di fermare l'emorragia...”
Quel Gvin non mi piaceva per niente.
Lo guardai con disprezzo.
"Non mi sembra di avervi dato il permesso di unirvi a noi, né tantomeno di rivolgermi la parola..." dissi, secca.
Oh, se tu sapessi con chi stai parlando...
"Non crediate di nascondervi dietro il vostro nome, non sono solita lasciarmi insultare dal primo venuto... fossi in voi porgerei le mie scuse e me ne andrei buono buono, sulle mie gambe.." sorrisi, gelida "Non sono in molti a poter raccontare di aver fatto infuriare i Gufi Scarlatti ed esserne usciti incolumi... Andatevene, finchè siete in tempo, e badate di misurare le parole, milord... Perché vi sbagliate, non siamo dalla stessa parte... questa è una sfida, siamo uno contro l'altro... Giocate le vostre carte, noi giocheremo le nostre.. Ma non mi sembra che i miei uomini siano venuti ad infastidirvi come voi state facendo con noi..".
Certo, datemi pure della pazza, ma io so quello che ho sentito. Che strano, il fischio è stato subito dopo il vostro arrivo, che fortuna.
Ma l'arrivo di Ertosis attirò la mia attenzione.
In quel momento qualcuno arrivò col suo cavallo alla locanda.
Era Ertosis.
Entrò e si avvicinò al loro tavolo con lo sguardo lucido ed il viso segnato da un profondo pallore.
“Cosa succede?” Chiese Vortex.
Ertosis non rispose nulla.
“Cosa succede?” Urlò Vortex, prendendolo per il bavero. “Parla, idiota!”
“Scotir...” scuotendo il capo Ertosis “... non sono riusciti a salvarlo... è morto poco fa mentre tentavano di fermare l'emorragia...”
Mi si gelò il sangue nelle vene.
Vuotai la coppa senza dire nulla.
"Venite.." alzandomi "Chiamate gli altri, andiamo da lui.." dissi, piano.
Lanciai un'ultima occhiata sprezzante a Gvin "Osate seguirci anche adesso, e sarà l'ultima cosa che farete...".
Sapevo che quell'uomo si sentiva superiore era nobile e noi soldati di ventura, ma odiavo averlo intorno.
Gufo Scarlatto l'avrebbe trattato anche peggio.
Così, lasciai la taverna insieme ai miei uomini per raggiungere Scotir, e salutarlo per l'ultima volta.
Era colpa mia, dovevamo fregarcene della bestia e andare a Gioia Antiqua.
Guisgard
01-05-2014, 01.41.35
La zingara continuò a mescolare il suo mazzo di carte, dividendolo alla fine in tre parti.
E da ciascuna parte pescò una carta.
“La prima carta è La Ruota della Fortuna...” disse la zingara “... essa simboleggia il Fato, la sua mutevolezza e di come tutto scorre seguendo un corso prestabilito... e in base a ciò che deciderete nei momenti topici, così evolverà il vostro cammino...” voltò la seconda carta “... è uscita La Luna... questa carta rappresenta un lungo viaggio, difficile, tormentato e pericoloso. Un viaggio attraverso il quale si cerca la Verità...” mostrò infine la terza carta “... è uscito Il Matto... simboleggia la follia, il voler fuggire dalla realtà e il non comprendere in pieno le situazioni, come a voler chiudersi in un proprio mondo immaginario, ingannandosi di saper leggere gli eventi...” rimise a posto le carte “... ecco, in quelle tre carte è racchiuso il senso della vostra domanda.” Sentenziò la zingara.
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Guisgard
01-05-2014, 01.51.15
“Il mio nome è Mime, milady...” disse il beone ad Altea “... e certo che ho roba interessante...” facendo segno alla donna di attendere.
Mostrò allora la sua borsa ed estrasse da essa alcuni tipi di flauti.
“Ecco...” indicandoli “... questi andranno a ruba.”
“E perchè mai?” Fissandolo Aust.
“Perchè con questi libereremo Solpacus dalla bestia!” Sorridendo Mime.
“Con quelli?” Stupito Aust. “E come?”
“Perchè il flauto giusto fungerà da richiamo per quel cinghiale!”
“Fammi capire...” divertito Aust “... vuoi addomesticare la bestia?” E scoppiò a ridere. “A te il vino ha dato alla testa! Definitivamente, amico mio!”
Altea
01-05-2014, 02.03.05
Scesi da cavallo e guardai nella sacca, Mime tirò fuori dei flauti..guardai stupita i due cavalieri ma ascoltai attentamente l'uomo.
Mi rivolsi al cavaliere dagli occhi chiari poichè l'altro pensava solo a prendere in giro l' uomo..."Ma voi pensate servirebbero? Quella belva è inscalfibile, più volte dissi al vescovo di usare la arma dei Taddei per sconfiggerla ma i cavalieri non vogliono..visto se la contendono".
Mi rivolsi all'uomo che ci osservava..."E spiegateci...a cosa servirebbero questi flauti, sono venuti da tutte le parti del Regno e forse oltre per sconfiggere la bestia..e ora con un flauto risolviamo tutto?".
Eilonwy
01-05-2014, 02.05.50
“L’ Instabilità del Fato, l’ Astrusità Itineraria e la Follia Indovina ed Immaginaria. Tutto ciò non è niente di buono!.....Come posso evitare tutto questo?.....Ci deve essere un modo affinché la mia ricerca sia facilitata!” sentenziai angosciata e timorosa.
Quella specie di vaticinio mi aveva resa inquieta ed insicura.
Già avevo tre famelici e spietati nemici, se poi ci si metteva anche il Fato, il Destino, la Sfortuna e la Pazzia ero finita.
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Guisgard
01-05-2014, 02.07.36
Clio ed i suoi lasciarono la locanda per recarsi dove si trovava il povero e sfortunato Scotir.
E Gvin restò a lungo a fissarli mentre si allontanavano.
“Credo di aver sottovalutato quella ragazza...” disse il duca ai suoi uomini “... già, decisamente... ma se vuole avermi come avversario troverà pane per i suoi denti allora...”
Poco dopo, la ragazza e i suoi compagni giunsero dal medico che aveva tentato, insieme a Nestos, di salvare Scotir.
Il guerriero defunto era adagiato un letto con un sudario che lo copriva interamente.
“Capitano...” avvicinandosi Nestos a Clio “... ho fatto il possibile... ma i suoi organi interni erano praticamente spappolati...” chinando il capo.
“Fratello...” sussurrò Vortex al capezzale di Scotir “... ci rivedremo presto, lo so...”
Guisgard
01-05-2014, 02.22.18
“Il messaggio degli Arcani” disse la zingara ad Eilonwy “non è negativo. Esso vi mette in guardia non solo dai pericoli che incontrerete durante il cammino, ma anche dalle vostre debolezze che potranno rendere il tutto più difficile e pericoloso. Rammentate dunque con attenzione ognuna delle carte uscite e fate tesoro di ciò che hanno rivelato.”
Detto questo, salutò i due giovani e si allontanò.
Guisgard
01-05-2014, 02.25.16
“In tutta sincerità” disse Guisgard ad Altea “non capisco in che modo possano servire questi flauti contro quell'animale.”
“Te lo dico io come...” intervenne Aust divertito “... il nostro Mime vuol fare come il pifferaio magico di Hamelin... suonare il flauto e portarsi dietro la bestia come un docile animale addomesticato!”
“Invece servirà e come il flauto!” Sbottò il beone.
“Si, certo!” Sarcastico Aust.
“Credo tu sia un po' confuso, amico mio.” Sorridendo Guisgard.
“Vi farò ricredere!” Scuotendo il capo Mime. “Il flauto sarà decisivo per sconfiggere la bestia!”
“Non vedo come.” Guardandolo Guisgard.
“Perchè la bestia obbedisce proprio ad un suono simile al fischio di un flauto!” Esclamò il beone.
“Questo è davvero suonato!” Rivolgendosi Aust a Guisgard e ridendo forte.
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Eilonwy
01-05-2014, 02.33.37
A quelle parole il mio animo e il mio cuore ritrovarono leggerezza e coraggio.
L’ anziana ed indovina zingara ci salutò e si allontanò da noi.
“Aspettate…..aspettate!” dissi ad alta voce raggiungendola.
Gli diedi dieci Taddei d’ oro, la ringraziai, la benedissi e la salutai.
“Allora?.....Cosa facciamo ora?.....Quali sono i vostri piani?” domandai a Sir Riccardo quando tornai da lui.
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Altea
01-05-2014, 12.12.14
Riflettevo e riflettevo...i due cavalieri non credevano a ciò che Mime stesse dicendo ma io avevo dei dubbi ultimamente su questi fatti.Presi dalla sacca delle monete e le consegnai al rigattiere..."Va bene, io ne compero uno, d'altronde si è provato ogni sorta di trappola e ha non funzionato e magari i veri segreti si celano nelle piccole cose che sembrano inutili".
Misi il flauto nella sacca e mi rivolsi ai tre uomini..."Se la teoria di Mime fosse vera significherebbe che quell'animale opera si per mano di qualcuno e forse non di una strega...ma di un uomo e sia addestrato quindi in base a quel fischio a colpire dove decide lui, quando e chi vuole lui" guardai la foresta "Ed è un dubbio che, ultimamente, ho avuto, che quel animale non sia opera di un maleficio e forse ho pure avuto la prova". Infatti l'amuleto non lo aveva diminuito di forza e vigore..."Cavalieri, vi consiglio di munirvi di qualsiasi cosa per sconfiggere quella belva, ma non sono io ad obbligarvi a prendere quei flauti, ovvio."
Salii in groppa a Cruz e mi ammorbidii leggermente, forse ero troppo dura..."Ditemi...volete soggiornare a Solpacus? Io fino ad ieri ero in una locanda ma per motivi molto lunghi da spiegare ora soggiorno in quel castello laggiù e presumo la mia camera sia libera.." e indicai l'austero maniero che svettava in mezzo alla foresta..."Oppure potrei chiedere a Lady Gertrude di ospitarvi visto siamo in una zona giusta, ovvero proprio in mezzo alla foresta, ma è molto rigida e molto cattolica e tiene un tenore di vita molto riservato...uno di voi due dovrebbe fingersi di essere un mio cugino proveniente da Capomazda e mandato da mio fratello Andrew, cosi spiegherei pure la mia fuga dal castello e mi risparmierei pure una bella romanzina" e questa volta sorrisi io.."A voi la decisione..in qualsiasi modo, il Signore vi benedica e vi porti alla vittoria su quell' essere diabolico".
Il sole era alto, si era fatto tardi...che scusante avrei trovato a lady Gertrude? Qualcosa avrei inventato, anche se Andrew aveva detto ero libera di uscire, ma era ora di pranzo, non potevo trasgredire...guardai i due cavalieri di cui ancora ignoravo i nomi e aspettai risposta prima di andarmene.
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elisabeth
01-05-2014, 19.06.45
Flees e Daizer incominciarono a fare "amicizia" ...mentre io continuavo a stare seduta sul tronco con il viso tra le mani.....mi venne in mente che forse Isolde ci stava obbligando a portare con noi suo figlio ...per tenerlo lontano dal Bosco....forse..con lei era tutto un'imprevisto.....Mi alzai di scatto......" Basta ora basta......sembrate due ragazzini che si stanno contendendo il più grande pezzo di torta........Flees...sei il figlio di mia sorella, ma finchè stai con me ha nessun valore tranne quello di essere mio nipote.....quindi rigate dritto e fate meno il buffone...o vado a far visita a vostra madre in men che non si dica.......Daizer.....delle signorine hanno distolto la tua attenzione.....Sai io vedo e se posso provvedo...maritino caro......." Stava calando la sera......ma dovevamo fare strada....." So che non manterremo la promessa a Don Auster.....ma Isolde non credo che abbia voglia di incontrarlo......di contro mi ha ricordato che il Borgomastro.....mi ha chiesto di riunire delle ossa perchè si possa tornare alla luce.....e io sono ancora qui.....a girarmi i pollici....e a non concludere nulla.......e a sentire voi litigare..........Il Borgo di Leiman.....Daizer....dobbiamo raggiungerlo ed e' lì che troveremo il cimitero....spero di essere all'altezza di poter riuscire in questo.........".......Era uno di quei momenti in cui sai...di aver trovato l'oro.....ma che in realtà non sapevi dove lo avevi nascosto..........Guardai Daizer...per alcuni momenti e mi sembrò di aver trovato ciò che cercavo......"......Forse siamo tutti stanchi ci dobbiamo affidare al Bosco..per poter riposare alcune ore...
Annuii mestamente a Nestos "Non è colpa tua, so che hai fatto il possibile.." dissi, con un filo di voce "E' mia.. è morto per proteggermi.." mentre le lacrime affioravano dai miei occhi, senza che le fermassi.
Raggiunsi Vortex e gli altri al capezzale, e restai in silenzio insieme a loro, osservando la sagoma avvolta nel sudario.
"Saluta Kastor e gli altri, fratello.." mormorai, tra le lacrime "tienici un posto accanto a voi, perché vi raggiungeremo presto...".
Sapevo che prima o poi sarebbe successo ma: accidenti che male!
Io ero poco più che una bambina e anche quelli della mia età erano grandi il doppio di me.
Ero una femmina, quello non era il mio posto, non facevano che ripeterlo o dimostrarlo con i loro atteggiamenti.
Camminai mesta verso il campo di addestramento. Bella figura che avevo fatto, pensai.
Fanrotter mi aveva preso in piena faccia, e io ero caduta lunga distesa in un sol colpo.
Probabilmente avevo rotto il naso, ma una volta compreso che riuscivo a respirare senza dolore, la paura era scomparsa.
Era solo un pugno, continuavo a pensare, la prossima volta vedi come stai chiusa.
Giunsi così dove gli altri ragazzi continuavano il loro allenamento di atletica pesante, come sempre.
Si voltarono verso di me, sembravano sorpresi. Avevo la tunica, i calzoni, perfino gli stivali sporchi di sangue. La fontana a cui mi ero lavata la faccia insanguinata non era vicinissima. Li osservai attentamente.
Cosa pensavano, che sarei corsa strillando da mio padre come una femminuccia?
Il mio corpo poteva anche essere più debole del loro, ma la mia volontà era salda come una roccia.
Il maestro mi si avvicinò "Stai bene piccola?".
Gli lanciai un'occhiataccia "Se non volevo farmi male, avrei scelto il ricamo non la spada.." tagliai corto.
Cercai con lo sguardo Fanrotter: stava combattendo con Scotir: il terrore di tutti i ragazzi, rimediavano sempre qualche livido quando si allenavano con lui.
Ma io no. Non aveva mai osato colpirmi con violenza, ma era fin troppo moderato. Mi trattava con sufficienza, fermava il colpo a venti centimetri, dimezzava la velocità, come se sprecasse il suo tempo con me, come se non fossi degna di combattere con lui.
E mi faceva imbestialire!
Era più grande di me e lo ammiravo, era imbattibile con le armi, ma anche buono e generoso assicuravano i suoi amici più fidati ai ragazzi che uscivano martoriati da un incontro anche amichevole con lui.
Un colpo secco mi destò da quei pensieri.
Scotir si girò verso di me e sorrise "Visto?" indicando il naso sanguinante di Fanotter "Ti ho vendicato!".
Certo per lui, grande e grosso com'era, il colpo era stato una sciocchezza, un segnetto sul naso da bagnare, non era caduto a terra come me.
Con il naso sanguinante, si dileguò per un momento, e Scotir rimase solo.
Mi fece cenno di avvicinarsi.
"Dai, vieni con me.." mi disse.
Così, finii quel giorno di allenamento con lui, e la sufficienza con cui mi trattava svanì, per lasciare posto al rispetto.
Sorrisi, triste, al ricordo di quel giorno lontano.
Con gli anni, poi, divenimmo veri amici, e poi fratelli, sul campo. Ricordavo la sua espressione quando seppe che mi avevano nominato capitano.
Ero più giovane di lui, ero una donna, eppure non aveva fiatato, ma solo sorriso.
E fino all'ultimo mi aveva protetto.
Oh, fratello mio...
"Dobbiamo dargli giusto omaggio funebre, se lo merita..." sospirai "Scotir ha dato la sua vita per la mia... e io sarò in debito con lui ogni giorno, per ogni respiro, per ogni azione o pensiero.. non posso gettare via un dono pagato con un prezzo tanto alto... Chiedo perdono a tutti voi.. vi ho trascinati in un'avventura che non era nostro compito, che ci è costata troppo.... è difficile chiudere gli occhi difronte al dolore di questa gente, di cui ora siamo più che mai partecipi.. ma infondo non è la nostra missione, quella spada ci farebbe comodo per liberare il re, e questa città ha bisogno di pace, ma... non lo so.. da una parte vorrei rendergli giustizia, appendere la testa della bestia alla sua tomba, banchettare sulla carcassa dell'animale in suo nome... ma dall'altra non voglio perdere nessun altro di voi, non qui, non per una spada che probabilmente non impugnerò mai..." scossi la testa "Mi rimetto al vostro giudizio, fratelli..".
Guisgard
02-05-2014, 19.09.04
Quelle parole di Clio echeggiarono nel cuore e nella mente di ognuno dei suoi compagni.
Fino a quando Porturos fece un passo in avanti.
“Tutti noi” disse “siamo ormai come fratelli, avendo passato anni insieme ad allenarci ed a perfezionare le nostre abilità. Se oggi vi parliamo” fissando Clio “dandovi del voi è solo perchè siete diventata Capitano della Guardia Reale, dunque è la gerarchia che lo richiede. Siete la più giovane e siete una donna, ma il capo non è colui che indossa un'uniforme o mostra una medaglia. No, il capo è chi sa rappresentare un punto di riferimento per coloro che lo seguono. E voi siete il nostro capo perchè possedete doti paticolari. Non dovete dunque scusarvi mai per le vostre azioni e le vostre decisioni. Mai. E' vero, siamo partiti per liberare il re. L'ultimatum scadrà fra cinque giorni ormai. Ma essere soldati, guerrieri che si battono per il proprio re significa anche e forse soprattutto difendere il popolo del nostro sovrano. E noi questo stiamo facendo qui ora. Questo ci avete chiesto di fare... combattere per il popolo in nome del re. Dunque non chiedete mai più scusa, capitano.”
“Scotir è morto per salvare il suo capitano” intervenne Dort “e ognuno di noi sarebbe morto in egual modo. Ed è questa la sola maniera che avete, capitano, per onorare la sua memoria... restare in vita e compiere il vostro dovere.”
Tutti loro annuirono.
“Ora spetta a voi, capitano, decidere cosa fare.” Aggiunse Dort. “Se restare o ripartire. A voi solo spetta deciderlo. Siete il nostro capitano e come tale obbediremo ad ogni vostra decisione.”
Guisgard
02-05-2014, 19.15.18
Daizer scosse il capo a quelle parole di Elisabeth.
“Io non sono stato distratto da nessuno...” disse contrariato “... quelle due ancelle hanno detto di essere state mandate da tua sorella ed io ho solo scambiato qualche parola con loro...”
“Ah, le scaramucce matrimoniali!” Divertito Flees. “Anche se in effetti le ancelle di mia madre sanno essere molto di compagnia! Io amo fare il bagno con loro!” Rise. “E magari poteva piacere anche a vostro marito!” Guardando Elisabeth.
“Sta zitto, idiota!” Lo riprese il contrabbandiere.
“Non mancatemi ancora di rispetto” con astio Flees “o me la pagherete!”
“Che fai?” Con sarcasmo Daizer. “Lo dirai alla mammina?” Si voltò verso Elisabeth. “Direi di ripartire. Siamo qui fermi da troppo ormai ed abbiamo perso fin troppo tempo!”
Guisgard
02-05-2014, 19.19.57
“Forse avete dato troppo denaro a quella zingara...” disse Riccardo ad Eilonwy “... le monete potrebbero servirvi per il viaggio...” si guardò poi attorno “... il tempo è cupo... l'aria è attraversata dal lento sibilo del vento... chissà come starà il vostro amico Jack... forse dovremmo andare a vedere come si sente, così da capire quando poter ripartire... cosa ne dite?”
Guisgard
02-05-2014, 19.37.42
Guisgard scosse il capo.
“In verità” disse perplesso “mi sembra tutto troppo fantasioso... qualcuno che controlla un animale così selvatico e feroce... no, troppo assurdo...”
“Mai sentita una cosa simile!” Esclamò Aust. “Secondo me tu bevi davvero troppo, amico!” Guardando Mime.
“Si, credo anche io...” fece Guisgard “... anzi, vi consiglierei di essere cauta, milady...” rivolgendosi poi ad Altea “... non credo proprio che un flauto possa essere efficace...” guardò poi il bosco “... beh, l'invito è molto allettante...” mormorò “... soggiornare in un castello è sempre cosa piacevole... tuttavia ora sono curioso riguardo a questa famigerata bestia e credo che solo arrivando in città si possano avere notizie importanti... tu cosa ne pensi?” Chiese ad Aust.
“Io dico che sono in sella da un bel pò” rispose l'altro “e non vedo l'ora di poter scendere e riposare. E siccome quel castello è così vicino, beh, io ci farei un pensierino. Magari solo per trascorrerci la notte. Domattina poi ci rimetteremo in cammino verso Solpacus.”
“Si, forse è meglio...” annuì Guisgard “... allora faremo così...” sorridendo ad Altea “... io sarò vostro cugino e lui” indicando Aust “sarà il mio scudiero. Così la vostra austera lady Gertrude sarà più tranquilla.”
“Ed io, messere?” Chiese Mime.
“Tu cosa?” Guardandolo il cavaliere.
“Io... chi sono?”
“Se non lo sai da te” ridendo Aust “allora temo tu sia più sbronzo di quel che sembra!”
“Intendo...” fece il rigattiere “... chi impersonerò?”
“Tu che c'entri con noi?” Ridendo Guisgard.
“Beh...” mormorò Mime “... tra un po' sarà buio e non mi piace l'idea di restare da solo nella foresta...”
“Ma aspetta...” ironico Aust “... tu non hai i tuoi flauti magici?”
“Non ho mai detto che funzioneranno di certo...” replicò il rigattiere “... ma solo che potrebbero funzionare...”
“Già come no.” Sarcastico Guisgard. “Allora tu sarai il nostro giullare.”
“Cosa fa un giullare, messere?”
“De far ridere.” Rispose il cavaliere.
“Dite che ne sarò capace?”
“All'occorrenza puoi sempre scolarti una bottiglia di vino, amico mio!” Lesto Aust.
I due risero ancora e poi, insieme ad Altea ed al rigattiere, si diressero verso il palazzo di lady Gertrude.
Eilonwy
02-05-2014, 19.52.27
Sorrisi dolcemente alle parole di Riccardo. Gli spettinai amichevolmente i corvini capelli e lo guardai nei suoi chiari occhi.
“Non avete di cui preoccuparvi. Invece, penso di aver fatto bene a dare quelle monete d’ oro alla zingara, dato che saranno le ultime che avrà probabilmente nella sua triste vita. Vedete questa!?!” dissi facendogli vedere il sacchetto di velluto nero “Bene…..questa è come la Borsa delle Meraviglie di Peter Schlemihl o la Pietra Filosofale!....Da essa si può estrarre all'infinito monete d'oro zecchino. Era uno dei tanti doni fatti ai miei genitori al loro matrimonio. Quindi non c’ è nessun problema!” sussurrai a bassa voce.
“Comunque avete ragione è meglio tornare da Sir Jack!.....Chissà se si è rimesso?” e detto questo ritornammo nel villaggio dallo spiritello invernale.
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Altea
02-05-2014, 19.56.59
Ascoltando quei discorsi, forse quel cavaliere che capii si chiamava Guisgard e l'altro Aust, da come si chiamavano, aveva ragione...lo stesso Mime non si sentiva sicuro nella foresta, ma era così simpatico e non mi pentii dei soldi datogli, anzi a sentirlo mi feci una bella risata.
"Direi...Mime..voi sarete oltre a un giullare, il servitore dei due cavalieri" e gli feci l'occhiolino.
Arrivammo a Palazzo Costanza, bussai e la servitrice venne ad aprirci, appena entrati al castello diedi Cruz al gentile e buon Frederik e dissi di prendersi cura dei cavalli dei cavalieri.
Entrammo nel castello e sottovoce dissi ai tre.."Lasciate fare a me, lady Gertrude è molto austera.".
Arrivammo nell' ampio salone e sentii dei passi veloci, era lei...e mi si avvicinò guardandomi davvero arrabbiata.
"Milady" e feci un lieve inchino "capisco la vostra preoccupazione, ma stamattina presto arrivò un messo e mi disse era arrivata una missiva importante..infatti" mostrando i tre uomini"è arrivato proprio da Capomazda..mio cugino Guisgard. Voi forse non lo ricordate perchè viene da lontano e arrivato laggiù mio fratello gli raccontò della bestia ed egli, come tutti i valenti nobili cavalieri, è giunto fin qui preoccupato per me. Poi vi è il suo scudiero..sir Aust.." e lo guardai trattenendo una risata "e il loro servitore. Stanotte pernotteranno qui e penso non vi darà fastidio avere il mio caro cugino qui al castello" e lanciai una occhiata di intesa a Guisgard.
Guisgard
02-05-2014, 20.22.44
“E' un onore, milady...” disse Guisgard a lady Gertrude, con un cortese accenno d'inchino “... e vi sono debitore dell'ospitalità concessa a mia cugina.”
“E' un onore, milady.” Con un inchino anche Aust.
“Si, grazie tanto!” Esclamò Mime.
E subito Aust lo colpì col gomito.
“Ehi!” Fece il rigattiere. “Cosa ho detto di male?”
“Perdonate il nostro servitore, milady.” Mormorò Guisgard. “Non è abituato alle maniere di corte.”
“Si, perdonatelo...” fece Aust “... non è cattivo... vedete, da piccolo è stato affetto da un raro morbo che uccide o nel migliore dei casi lascia tonti... e lui, fortunatamente, è sopravvissuto.” Sorridendo.
“Non posso certo negare anche a voi la mia ospitalità, nobile cavaliere.” Disse Gertrude. “E neanche ai vostri servitori, naturalmente. Tuttavia ritengo indecoroso che tre uomini dimorino dove vive anche una nobildonna.” Guardando Altea. “Lady Altea è certo bella e senz'altro suscita negli uomini tentazioni improprie. Per decoro dunque voi soggiornerete nella torre.”
“Troppo gentile, milady.” Acconsentì Guisgard.
“Bene, vado a dare ordini per servire la cena.” E l'austera dama uscì.
“Tipino allegro la vostra padrona!” Rivolgendosi Guisgard ad Altea. “E a quanto pare tiene molto affinchè la vostra virtù sia preservata.” Sorridendo.
Guisgard
02-05-2014, 20.28.26
“Fossi in voi allora starei ben attento a non sbandierare le qualità della vostra borsa ai quattro venti.” Disse Riccardo ad Eilonwy, accomodandosi i capelli che la ragazza gli aveva mosso. “Badate che potrei spettinarvi anche io per farvi dispetto.” Facendole l'occhiolino.
I due allora tornarono da Jack, trovandolo sveglio e in buone condizioni.
“Sta migliorando velocemente.” Spiegò il medico. “Tra un giorno o due potrà uscire da qui.”
“Io invece già mi sono annoiato di questo posto!” Esclamò Jack. “Ma dov'è il merlo?” Chiese ad Eilonwy. “Pensavo fosse con te!”
Eilonwy
02-05-2014, 20.46.02
Risi a quella frase e gli feci una leggera e sdolcinata linguaccia.
Tornammo da Jack e dal dottore, che lo stava assistendo. Quest’ ultimo dichiarò che il mio amico stava guarendo rapidamente.
“Oh, per fortuna!....Grazie di cuore, dottore!” ringraziai cortesemente il medico.
Risposi alla domanda di Jack Frost: “Penso che sia a svolazzare e a cinguettare nelle vicinanze. Ah….eccolo!” vidi il merlo Tisin picchiettare col becco sul vetro della finestra.
Gli andai ad aprire e volò sulla spalla di Riccardo e poi sulla mia.
Col capino mi fece un tenera carezza.
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Altea
02-05-2014, 20.50.35
Osservai attentamente i tre uomini, rimasi stupita di come il finto cugino sapesse muoversi in modo molto nobile...le parole giusto palesate, i movimenti naturali.
Sgranai gli occhi alle parole di lady Gertrude...lo avevo presentato come mio cugino e lo relegava in una torre!!
"Avete ragione...messer Guisgard o milord..come devo chiamarvi?" dissi sorridendogli "Pure io mi sento veramente chiusa in gabbia qui, ho sempre detestato la vita di corte..infatti scappai da essa e iniziai a girare il mondo pure. Ma penso milady lo faccia in buona fede.."gli mostrai l' anello di fidanzamento "ora penso capite, comunque non è mia padrona, è amica di famiglia e mi sta ospitando..bene prepariamoci per la cena".
Dissi a un servitore di accompagnare gli ospiti in una stanza e io mi ritirai nella mia.
Rimasi sola e mi sedetti nella sedia davanti allo specchio...forse così avrei avuto un buon motivo per andare a Solpacus quando loro se ne sarebbe andati..eppure era tutto strano..Mime...non poteva essere apparso cosi di improvviso senza un motivo..mi ricordò il nano Gyen..il tempo avrebbe dato ragione ma dovevo presentare Guisgard a Posteg...quegli occhi azzurri e quella inflessione capomazdese, volevo vedere la reazione dello stalliere.
Dopo un bel bagno ristoratore, aprii il grande armadio...ovvio un abito normale, che non avrebbe destato strani pensieri...e feci quasi il verso a lady Gertrude ridendo tra me e me.
Dopo vestita raggiunsi la donna, stava aspettando in un salottino dicendo le sue preghiere, mi sembrò giusto sedermi vicino a lei pregando col rosario in mano aspettando i tre uomini.
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Sorrisi, scrutando il volto fiero dei miei uomini.
"Siete i migliori fratelli che potessi sognare, e i migliori soldati di cui capitano possa disporre.." Lanciai una lunga occhiata a Scotir "Prima di ogni altra cosa, occorre dare giusto onore al nostro fratello caduto.. Non possiamo seppellirlo, siamo briganti, assassini, non accetterò che venga gettato in una fossa comune.. Perciò, ecco la mia decisione, e se mi appoggerete varrà per ognuno di noi.. Troveremo uno spiazzo sufficientemente ampio, ergeremo una pira, e lasceremo che il fuoco elevi il suo corpo mortale, liberando la sua anima.. Come si usava in un tempo lontano combatteremo, non l'uno contro l'altro ma l'uno per l'altro.. Come fu per Drisot e Rotterlos dopo la Battaglia del Solstizio.. Gli offriremo il nostro sangue in sacrificio, come lui ha fatto con noi.. Brinderemo, narrando le sue gesta, ricordando le risate e i duelli.. È quando sarà l'alba raccoglieremo le sue ceneri in un'urna comoda da trasportare.." Sorrisi "non abbandonerò nostro fratello in questa città, lo porteremo con noi e, se gli dei vorranno, lo riporremo ad Afravalone perché riceva gli onori che merita.. Poi ripartiremo, a meno che un segno non mi faccia cambiare idea, mostrandoci che il nostro destino è restare.. Ah, solo una cosa sarà diversa da un classico banchetto funebre.. Non voglio vedere nessuno ubriaco! Il vino scorrerà, ma ognuno di voi si fermi prima del limite, non possiamo permetterci di essere poco lucidi.. Guardatevi da chiunque, specie da quel Gvin.." Guardai fuori dalla finestra "Si sta facendo buio, non abbiamo molto tempo, al lavoro.. Per Scotir!".
Guisgard
03-05-2014, 03.04.18
Il merlo subito si posò sulla spalla di Eilonwy, per poi accarezzarla.
“Questo merlo è incredibile...” disse Riccardo “... parla e ragiona come fosse un essere umano...” sorrise poi fissando la ragazza “... con voi ho veduto tante meraviglie, ma forse questa del merlo è la cosa più sensazionale.”
“Vi ringrazio, cavaliere.” Fece il merlo. “Ma, credetemi, parlare non è poi tutto questo granché. Il vero problema è invece trovare qualcuno disposto ad ascoltare. Eh, è questo uno dei drammi del nostro tempo... tutti parlano, ma pochi ascoltano davvero.”
“E' anche saggio il mio amico merlo!” Esclamò divertito Jack.
“Beh, visto sei tanto sapiente” Riccardo al merlo “allora dicci tu cosa pensi del viaggio di damigella Eilonwy e del Fiore Azzurro.”
“Eh...” sospirò il merlo “... di qualsiasi cosa si tratti, credo che al mondo ci sia un gran bisogno del Fiore Azzurro... e prima lo si troverà, meglio sarà per tutti...”
Guisgard
03-05-2014, 03.14.34
Clio ed i suoi compagni prepararono il tutto per la cerimonia funebre di Scotir.
Vortex trovò uno spiazzo appena dopo la periferia della città, fuori mano e poco frequentato.
Qui eressero la pira funeraria e diedero fuoco al corpo del loro compagno.
Poi celebrarono i rituali che la tradizione aveva tramandato da generazioni, rifacendosi alle antiche usanze pagane un tempo in voga ad Afravalone, prima che l'avvento del Cristianesimo imponesse all'aristocrazia guerriera del reame di seppellire i propri morti.
Infine duellarono simbolicamente e brindarono alla memoria del compagno caduto, ricordando le sue imprese e i momenti più belli trascorsi fianco a fianco con lui.
La notte fu lunga e lenta a trascorrere.
Una pioggia continua cadde del cielo fin verso l'albeggiare, rendendo l'aria pesante ed il terreno fangoso.
Le fiamme avvolgevano inclementi ciò che restava delle spoglie mortali di Scotir, mentre l'angoscia ed un senso d'impotenza crescevano nel cuore di ognuno di loro.
“Scotir diceva sempre” disse Porturos impugnando il suo boccale ed avvicinandosi alla pira che bruciava “che la spada è la sola compagna che un guerriero si ritrova in battaglia, perchè è l'unica che condivide il nostro stesso destino. Come chi combatte, infatti, la spada può celebrare il proprio trionfo, o, in caso di sconfitta, essere predata dal nemico oppure spezzata sul nostro stesso cadavere.” Si voltò verso Clio. “La spada dei Taddei... avete detto che molto probabilmente, anche in caso di vittoria, non la impugnerete mai... perchè? L'hanno promessa a colui che ucciderà la bestia.”
“Direi di non parlarne più di questa storia...” fece Borel “... Scotir è morto... e per cosa? Per cosa siamo ancora qui? L'avete vista l'altra notte, no? Qui tutti affermano essere un cinghiale, ma, diamine, non era certo quello la creatura che io ho intravisto nell'oscurità. Era grossa due o forse anche tre volte un normale cinghiale. Le nostre frecce rimbalzavano sulla sua pelliccia quasi fosse una corazza e aveva lunghi aculei che spuntavano dal suo corpo, come se fosse un enorme istrice o qualcosa del genere... e con quegli aculei ha maciullato il povero Scotir...”
“Sembra quasi che ti abbia terrorizzato a morte...” disse Trastis.
“Intravedendo quella creatura” fissandolo Borel “ho sentito forte la presenza della morte...”
“A quanto pare” intervenne Dort “non è invulnerabile solo alle armi... ha mangiato la selvaggina avvelenata senza accusare poi nessuna conseguenza...”
“Bah, deve esserci una spiegazione!” Esclamò Ertosis. “Io ho girato il reame e altre terre straniere in lungo ed in largo, senza però mai incontrare orchi, draghi o streghe... per questo non credo all'esistenza di una sorta di mostro mitologico in questa foresta.” Si voltò verso Nestos. “Avanti, amico mio, dillo anche tu. Un uomo di scienze come te può dissipare qualsiasi assurdo dubbio!”
“Per quanto riguarda il veleno” mormorò Nestos “una spiegazione plausibile può esserci... la tecnica del re Mitriade.”
“Chi diavolo è?” Chiese Vortex.
“Fu re del Ponto” rispose Nestos “ed uno dei più tenaci e formidabili nemici di Roma... egli temeva così tanto di essere avvelenato che rese quasi immune il suo corpo all'effetto di alcuni comuni veleni.”
“Bah, leggende antiche!” Sbottò Vortex.
“Affatto.” Scuotendo il capo Nestos. “Molto scientifica invece la questione.”
“Spiegati meglio.” Guardandolo Borel.
“Immaginate di assumere, diciamo, una quantità quasi infinitesimale di un comune veleno... e di aumentare tale dose, sempre in maniera microscopica, giorno dopo giorno... ebbene, dopo alcuni mesi sarete in grado di ingerire un bicchiere di vino con quel veleno sciolto al suo interno accusando solo un lieve malessere, vedendo invece morto chiunque altro avrà bevuto dal vostro stesso bicchiere.”
“Un momento...” fece Dort “... stai dicendo che quella bestia è immune al veleno perchè abituata ad assumerne?”
“Potrebbe darsi.” Annuì Nestos.
“Perchè mai un animale deve assumere piccole quantità di veleno fino a divenirne immune?” Confuso Dort. “E' illogico.”
“Illogico per un animale.” Precisò Nestos. “Ma la mia è solo una possibile spiegazione. Diciamo razionale.”
“Di razionale in questa maledetta storia c'è ben poco.” Sentenziò Porturos.
Guisgard
03-05-2014, 03.26.27
Altea attese insieme a lady Gertrude l'arrivo dei tre ospiti.
Restarono così a pregare e dopo un po' Guisgard, Astus e Mime raggiunsero le due donne.
Presero posto a tavola e la cena fu servita loro.
“E ditemi, cavaliere...” disse Gertrude a Guisgard “... venite da Capomazada, dunque siete di certo molto religioso.”
“Milady, purtroppo non basta vivere in un posto” fece il cavaliere “per acquisirne i pregi. Non tutti, infatti, a Capomazda hanno il Dono della Fede. Eretici e anticlericali sono un po' ovunque.”
“Dal Crocifisso che portate al collo” mormorò Gertrude “immagino però voi lo siete.”
“Si, milady.” Annuì Guisgard. “Sono credente, come tutta la nobiltà Capomazdese. Ma personalmente non giudico le persone in base al loro credo religioso. Il mio maestro d'armi mi ripeteva sempre che nella vita l'importante è credere.”
“Io per il mese di Maggio” intervenne Mime “credo farò un qualche Fioretto alla Vergine... ma sono ancora indeciso a quale cibo rinunciare...”
“Fossi in te” fissandolo Astus “farei il Voto di non toccare più un goccio di vino. E non solo per il mese di Maggio.”
“Che io sia dannato!” Replicò il rigattiere. “Ho solo detto di voler fare un Fioretto e non certo votarmi alla vita claustrale!”
Astus allora lo colpì con un pestone sotto il tavolo.
“Ahi!” Gridò Mime.
“Contegno!” Lo riprese Gertrude. “E voi, venendo da Capomazda, di certo conoscerete il promesso sposo di vostra cugina.” Rivolgendosi poi a Guisgard. “Che impressione ne avete avuto?”
“Beh...” disse il cavaliere “... lo trovo un uomo molto romantico, degnamente cortese, colto come si conviene, dai modi pacati e dalla conversazione piacevole. Religioso ma non bigotto, razionale come richiede la prudenza di chi conosce le scienze e dalla mente vivace. E naturalmente di bell'aspetto. Cosa questa che non fa mai male.” Sorseggiando del vino. “Dopo tutto” aggiunse “deve trattarsi di un uomo notevole. Non tutti infatti possono far breccia nel cuore di mia cugina.” Facendo poi l'occhiolino ad Altea.
In quel momento fu annunciato qualcuno da un servitore.
Era il bracconiere di lady Gertrude.
“Milady...” salutandola l'uomo “... purtroppo non ho potuto provvedere a quanto richiesto da voi.”
“I fagiani sono così difficili da cacciare, dunque?” Chiese seccata la donna.
“A Solpacus pochi ormai si recano nella foresta.” Rispose il bracconiere. “Colpa della bestia che semina il terrore in queste lande. Così non sono riuscito ad organizzare una degna battuta di caccia.”
“E sia.” Indifferente la donna. “Ma non parlatemi di ciò che accade fuori dal castello. Non mi riguarda. Potete andare.”
L'uomo uscì.
“Resterete molto con noi, cavaliere?” Domandò Gertrude a Guisgard.
“Solo per stanotte, milady.” Mormorò Guigard. “Domattina ripartiremo.”
“Così presto?” Stupita Gertrude.
“Si, affari urgenti richiedono la nostra presenza a Solpacus.” Annuendo Guisgard.
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Eilonwy
03-05-2014, 03.34.02
“Be ecco….forse parla e ragiona come un essere umano perché lo era prima che Isolde gli desse questa forma. Lui è il Principe Tisin, Sir Riccardo!....O come lo chiamo io….il Principe dei Merli! La sua saggezza non ha limite. E probabilmente io e Sir Jack Frost dovremmo dagli piu’ ascolto. Dico bene, fratellone!?” affermai gioiosa a Jack e accarezzandogli il latteo viso.
Poi, diedi un bacetto sulla testolina del merlo come pegno di quel gesto di affetto.
“Ad ogni modo, sono felicissima ed onorata di avere accanto me delle persone tanto nobili di cuore come tutti voi. E sia!....Appena il nostro caro compagno si rimetterà in sesto del tutto, andremo a Gioia Antiqua e cercheremo di recuperare il Fiore Azzurro. Che Dio ci benedica e ci perdoni di consegnare alle Forze del Maligno quell’ arma tanto potente e sacra!”
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elisabeth
03-05-2014, 20.37.51
Flees sarebbe stato una piaga....ormai ne ero certa quei due si sarebbero beccati per ogni fiato che si sentiva nell'aria.........." Bene...hai detto bene Daizer....dobbiamo muoverci ...vuol dire che cavalcheremo sino al Borgo di Lemain.......e chiunque troveremo sulla strada, questa volta , non verrà ascoltato......"...Ero decisamente stanca.....ma Daizer aveva ragione un'altra notte a riposare e avremmo perso tempo...tempo prezioso.......sciolsi le briglie al mio cavallo e gli salii in groppa......." Allora...credo che si può cominciare ad andare.....".......le lucciole lungo la strada tra gli alberi e le felci facevano da indicatori.......ma il sonno era il sonno e ogni tanto la mia testa cedeva....ma l'orgoglio era talmente vivo in me che mai e poi mai avrei chiesto di fermarci........e allora le voci delle amiche felci si fecero più forti......evitando che cadessi da cavallo......quando la strada si divise in due......." Flees visto che mamma ti ha mandato perchè non ci capitasse nulla ...tu da che parte andresti ?..."...sul lato destro della strada....intravidi......delle piccole luci ..che non potevano essere un Borgo.........ma qualcosa di strano...come un punto di venerazione......" Guarda Daizer......cosa ti sembra ?....."......
Altea
03-05-2014, 21.01.03
Mangiavo e osservavo lady Gertrude e i commensali...più che altro mi divertivano Astus e Mime..il rigattiere non sapeva proprio contenersi ma la sua genuinità era il suo dono migliore.
Mentre rimasi colpita da come lady Gertrude conversava piacevolmente con Guisgard, finchè quella domanda fatidica...come era il mio promesso sposo? Il cavaliere iniziò ad elencare una serie di doti da uomo perfetto, in certe cose aveva ragione, da quel poco che si diceva, egli si voltò verso di me con un cenno degli occhi complice e sorrisi ma dentro di me mi sentivo inquieta..."Un marito perfetto...cugino caro...mi devo ritenere fortunata, almeno voi sapete chi sia e come si chiama a differenza di me" e lanciai una vaga occhiata ad egli e a Gertrude.
"Era la festa della regina delle rose di Maggio
tutte le ragazze erano invitate, e a corte si tenne un bellissimo ricevimento. A mia sorpresa fui nominata reginetta e ne fui felice visto
passavo ore a guardare le rose nel nostro Giardino ed impartire ordini perchè fossero al meglio.
"Duchessa" disse Marianne "mi hanno detto...lui era presente alla festa e vi ha visto incoronata reginetta, ha detto a tutti i ragazzi era onorato di avervi come fidanzata e promessa e disse a mio fratello Leon, che avrebbe dato disposizioni alla vostra servitù, che ogni mattina la vostra colazione fosse abbellita dalla rosa più bella, scelta da lui ovviamente."
"Ohh ma allora oltre che bello è pure romantico" rispose Anna sognante, come sempre "siete fortunata, vostra madre ha sempre detto che non vi avrebbe mai dato in sposa a un brutto uomo e poco sentimentale, desidera siate sempre amata come il primo giorno".
Incrociai le braccia..."E voi, ovviamente, non sapete chi egli sia care amiche, ogni tanto mi manda dei biglietti, altre volte si è avventurato sotto al balcone per parlami solo rischiarato dal pallore lunare e altre volte, abbiamo parlato dietro al roseto..e lo sapete..ma come faccio a essere certa sia lui davvero?".
Marianne alzò le spalle..."Infatti, a noi non è dato sapere, ma pure io non so con chi mi sposerò tra pochi mesi, duchessa, ma lo sanno tutti..almeno chi deve sapere..che sia lui e che si è innamorato di voi a prima vista".
Mi destai da quel ricordo e mi accorsi lady Gertrude era arrabbiata per dei fagiani...ma come sempre non voleva sapere ciò che accadeva fuori dal castello.
Mi alzai dal tavolo...ormai era ora di ritirarci nelle stanze, lady Gertude era veramente dispiaciuta poichè il falso cugino non sarebbe ritornato, questa cosa mi lasciò a bocca aperta...mai si era esposta cosi.."Caro cugino..conosco molto bene milady e posso dirvi e davvero rammaricata voi ve ne andiate cosi..pensateci bene..magari potete andare a Solpacus liberamente e se volete soggiornare e dormire qui da noi..come vedete le stanze nella torre non mancano mai..a voi la decisone" sorrisi e gli lanciai una occhiata di intesa.."Domani mattino però, milady, vorrei accompagnare mio cugino a Solpacus...vorrei chiedere a sua Eminenza il vescovo di essere nostro ospite a pranzo, mi sembra doveroso e poi vi è pure il mercato a Solpacus." Ella non replicò, avevo colto la palla al balzo.
Cosi ognuno andò nelle proprie camere, mi preparai per la notte e udii un rumore, mi affacciai alla finestra e vidi Frederik, scudiere e giardiniere, prendersi cura delle rose e dei fiori. Sorrisi...presi una candela e sgattaiolai nel giardino mormorando sottovoce.."Frederik, le vostre rose dai vari colori sgargianti sono una delizia per gli occhi, fatemi una cortesia..ogni mattino assieme alla colazione..fatemi arrivare una delle rose più belle" lui annuì sorridendo e con un pizzico di malinconia rientrai...tutto era silenzioso...salii le scale e stavo rientrando nella mia camera, ma la curiosità era troppo...il lungo corridoio e le varie stanze mi tentavano troppo, volevo vedere quel castello e se qualcosa mi dicesse a chi apparteneva, la stanza di milady era dall'altra ala...provai ad aprire varie porte ma erano chiuse...finchè trovai una aperta..entrai illuminandola con la candela..sembrava di una donna..e infatti vidi uno scrittoio con delle carte e appunti...non avevo sonno e decisi di ispezionarla.
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Ascoltai attentamente i miei uomini e Nestos che parlavano, e li raggiunsi accanto alla pira.
La pioggia scendeva, leggera e inclemente su di noi, lavando via il sangue dalle braccia scoperte.
Io e Dort ci eravamo battuti insieme, come eravamo soliti fare ad Afravalone, e portavo orgogliosa la mia ferita.
Poco più di un graffio, in verità, ognuno di noi ne aveva uno più o meno simile.
Mi buttai il mantello sulle spalle.
"Beh.." dissi a Porturos "Non è detto che sia io ad uccidere quella bestia, voglio dire.. magari noi siamo qui a lambiccarci il cervello per trovare un metodo che possa uccidere quella creatura, rischiamo, tentiamo, riproviamo e invece sarà qualcun altro a farlo e ad avere il premio e avremo solo perso tempo..." alzai le spalle "Cos'abbiamo, infondo di speciale?" risi appena "Siamo solo i migliori soldati del regno, che sarà mai..".
Mi voltai poi verso Nestos "Quanto al veleno, certo.. conosco quella storia.. ma avrebbe senso solo se dietro quell'immonda bestia ci fosse un umano, o più di uno, perché no.. che l'abbia addestrata, rendendola invulnerabile al veleno come ai colpi di spada, alle frecce... Ma vengo presa per pazza ogni volta che faccio un'ipotesi del genere.. anche se così si spiegherebbe il fischio... Sì, sì il fischio che nessuno di voi ha sentito.. Fateci caso, di notte attacca, ma di giorno non si fa vivo, se solo riuscissimo a trovare il suo nascondiglio, allora avremmo una possibilità..." Scrollai le spalle "Ma come ha detto giustamente il nostro buon Borel, non ha senso che continuiamo a parlarne, se domani lasceremo la città sarà tutto finito.." Con una punta di amarezza "Non arriveremo a Gioia Antiqua armati di una spada leggendaria, la morte continuerà a imperare a Solpacus, e ci saremo battuti per niente.." Scossi la testa "Non voglio arrecarvi altro danno, e ciascuno di voi serve per portare a termine la nostra missione, ma voi mi conoscete, odio lasciare le cose a metà.. Ed è terribilmente difficile per me abbandonare questa gente.. vorrei avere più tempo, e più informazioni.. vorrei riuscire a porre fine a tutto questo..".
Guisgard
05-05-2014, 02.07.21
Riccardo annuì a quelle parole di Eilonwy.
Il medico allora chiese ai due di lasciar riposare Jack, così da poter quanto prima recuperare le forze e lasciare quel luogo.
I due giovani, così, insieme al fedele merlo tornarono per le strade di Tylesia.
Era questa una città molto grande, nota in tutta la regione per la straordinaria sorgente che donava ai suoi cittadini un'acqua celebre in tutto il reame.
Una città fatta di grandi e nobili palazzi, con una storia secolare.
Nelle sue terre poi scorreva uno dei fiumi più importanti del regno, il Calars, famoso per le sue acque costantemente calde.
E passeggiando per la città, ad un certo punto Riccardo ed Eilonwy passarono davanti ad una vecchia bottega.
Si trattava in realtà di un emporio, di quelli con figure fatte di ferro battuto appese alla porta, con l'insegna pittoresca ed il nome insolito.
Fingarda era il nome di quell'emporio e guardando da fuori non era possibile capire cosa si vendesse al suo interno.
“Che originale bottega...” disse Riccardo fissando le figure di ferro battuto che oscillavano sulla porta “... chissà mai che genere di merce tratta al suo interno...” sorrise alla ragazza “... beh, visto che siamo in giro, si potrebbe dare un'occhiata...”
Fece allora cenno ad Eilonwy di precederlo, aprendo poi la porta e dando la precedenza alla damigella.
E una volta entrati i due giovani si ritrovarono in un negozietto stracolmo di oggetti di ogni tipo, fattezze, colori e profumi.
“Salute a voi, ragazzi!” Esclamò all'improvviso qualcuno.
“Chi parla?” Guardandosi intorno Riccardo.
“Io, per Bacco!” Uscendo fuori un vecchietto.
“Ah, perdonatemi, ma non vi avevo visto fra tanta merce.” Fece il cavaliere.
“In cosa posso esservi utile, ragazzi?” Chiese il vecchietto.
“In verità” spiegò Riccardo “siamo entrati solo per dare un'occhiata.”
“Eh, vi consiglio di approfittare del mio negozio.” Annuendo il vecchietto. “Non vi capiterà spesso di trovarne un altro così fornito.” Sorridendo. “Io ho merce di tutti i tipi, raccolta nelle innumerevoli città che ho visitato. Oggetti utili ed inutili. Come questa...” mostrando loro una clessidra.
“Una clessidra è inutile?” Stupito Riccardo.
“Certo.” Disse il vecchio. “Serve a misurare il Tempo, no? Ebbene, è inutile.”
“E perchè mai?” Domandò Riccardo.
“Perchè il Tempo non esiste.” Sentenziò il vecchietto.
“E chi vi ha detto una cosa simile?” Fissandolo Riccardo.
“Oh, bella...” borbottò il vecchietto “... basta chiederlo ai grandi innamorati... nessuno meglio di loro conosce questa grande verità.”
“In realtà” intervenne il merlo “io credo che gli innamorati invece sappiano, a differenza di tutti gli altri, che il Tempo esiste di certo e che soltanto esso conosce davvero il valore del loro Amore.”
“Per Giove!” Meravigliato il vecchietto. “Un merlo col dono della favella! Ammetto che tale bizzarria manca al mio negozio!”
Guisgard
05-05-2014, 02.18.22
Elisabeth, Daizer e Flees giunsero in un punto in cui la strada diventava un bivio.
Davanti a loro vi erano dunque due direzioni: una a destra e l'altra a sinistra.
Sulla destra, in lontananza, la strada mostrava alcuni luci vaghe ed indefinite, che parevano spuntare come macchie sparse sulle pendici dei monti.
Sulla sinistra, invece, la via sembrava procedere tra la boscaglia fitta e variegata fino a divenire sentiero.
“Quelle luci” disse Daizer ad Elisabeth “potrebbero essere qualunque cosa... forse delle capanne sparse, o magari delle torce accese nella campagna. Ho sentito che alcuni contadini usavano in passato mettere torce tra i loro raccolti affinchè le streghe non giungessero a celebrare i loro sabba demoniaci e a contaminare così i raccolti... l'altra direzione invece” continuò il contrabbandiere “sembra correre nella boscaglia fino a quando la strada muta in sentiero, dunque immagino sia un percorso meno battuto e più isolato...”
“Le uniche superstizioni che conosco” intervenne Flees “sono quelle diffuse dalla Chiesa per i bigotti e i babbei ad essa asserviti.”
Guisgard
05-05-2014, 02.46.34
“Se questo è ciò che volete” disse Dort a Clio “e ciò che credete sia giusto, allora portatelo a compimento e restiamo qui.”
“Io invece sono dell'idea di ripartire.” Fece Borel. “Infondo non è affar nostro questa storia. Se non se ne occupa il Gastaldo, vuol dire che dopotutto neanche all'Arciduca interessa più di tanto.”
“E questa gente?” Fissandolo Porturos.
“Ogni borgo e ogni cittadina sperduta tra questi monti convive con una sua leggenda.” Rispose Borel. “Vuoi forse far tappa in ogni centro abitato e combattere contro i suoi mulini a vento? Abbiamo un compito. Salvare il re che si trova imprigionato in una città fatta di nemici veri, reali, non frutto di favole e miti.”
“Non ti riconosco, fratello...” disse Trastis “... non è da te parlare così. Cosa ti spaventa tanto? No, ti conosco... nulla ti può davvero spaventare... eppure stento a riconoscere in te tutta questa inquietudine.”
“Ah, la tua loquela non riuscirà a confondermi.” Seccato Borel. “Non ho né paura e neanche mi sento inquieto. Ho però visto morire Scotir... e...”
“E cosa?” Chiese Dort.
“E...” mormorò Borel “... e ciò che ha ucciso nostro fratello non credo sia così facile da affrontare...”
“Allora hai paura davvero!” Esclamò Porturos.
“E se anche fosse?” Guardando lui e poi tutti gli altri Borel. “Si, forse ho paura! Ho paura che ci si lasci tutti la pelle in questa città! Perchè più accadono le cose, più le persone muoiono e più questa dannata faccenda diventa misteriosa ed irreale!”
“Io so solo una cosa...” prendendo la parola Vortex “... so solo che Scotir è stato ucciso da quel maledetto animale... e se lo chiedete a me, allora non ho problemi a dirvi che il nostro compito ora è quello di vendicarlo... di tornare in quella foresta e stanare l'animale... ovunque sia...”
“E se tornassimo davvero nella foresta?” Fece Porturos. “Intendo ora, a cercare le sue tracce o le sue orme... con il favore del giorno si potrebbe aver fortuna... magari è davvero immune al veleno ed invincibile come sembra, ma, diamine, non può essere un fantasma e dunque deve pur lasciare qualche segno al suo passaggio! Un segno che ci conduca alla sua tana!” Alzò allora gli occhi verso Oriente e vide il Sole ormai sorto in un cielo che andava ad aprirsi.
Guisgard
05-05-2014, 03.34.41
Altea entrò in quella stanza e cominciò ad illuminarne l'interno con la sua candela.
Notò allora uno scrittoio e dei fogli.
E cominciò a leggere...
“Lord Corcionne, sono sempre più preoccupata per ciò che accade nel ducato ed anche nel reame. Non vi nego che tutti gli eventi nefasti succedutisi ultimamente non fanno altro che portarmi a ciò che flagella da sempre la mia famiglia. Da piccola ho iniziato ad udire di quelle storie e una volta cresciuta ho fatto poi finta di non crederci più. Ma poi, dopo la morte di mio nonno, appena un giorno dopo le sue nozze, ho cominciato a rammentare tutto. Trascorro così le notti insonne, girando come uno spettro nei lunghi corridoi del palazzo, fino a raggiungere la sala dei ritratti e restare a fissare con sgomento il volto di tutti coloro che mi hanno preceduta e che sono morti in modo misterioso. Vi prego, appena possibile ritornate a Capomazda. Il Consiglio si riunirà per l'inizio della Santa Quaresima e vorrei avere a corte la vostra presenza per dibattere su quanto sta accadendo.
Granduchessa lady Consel de' Taddei.”
Altea nel leggere non si era resa conto del tempo trascorso e guardando poi la finestra vide il cielo ormai chiaro.
Era infatti sorto un nuovo giorno e poco dopo udì vari rumori giungere dall'esterno della stanza.
I tre viaggiatori, Guisgard, Astus e Mime erano infatti pronti per lasciare il palazzo e andare a Solpacus.
“Dunque” disse lady Gertrude a Guisgard “siete proprio deciso ad andare a Solpacus, cavaliere?”
“Si, milady.” Annuì lui. “Come vi ho detto, affari urgenti richiedono laggiù la mia presenza.”
“A meno che non siate un mercante di vini” fece lei “e lo escludo, temo che i vostri affari laggiù riguardino la caccia.”
“Vi confesso che non amo cacciare, milady.” Sorridendo Guisgard.
“Andiamo, cavaliere...” mormorò lei “... potrei essere vostra madre, dunque non crediate di potermi ingannare...”
“Non comprendo, milady...”
“Ho fatto si che nessuna notizia nefasta giungesse qui da Solpacus” voltandosi lei verso la statua della Vergine Maria “per non turbare questo palazzo... tuttavia ho apprese dai miei servi, quando parlano tra loro credendo di essere soli, di ciò che sta accadendo nella foresta... non so, forse è la curiosità che vi attira laggiù... o forse, chissà, la vanagloria... e comprendo che non riuscirei mai a farvi desistere dall'andare a Solpacus... tuttavia siate prudente... per voi e per vostra cugina Altea che è prossima alle nozze...”
“Non temete, milady...” accennando un vago sorriso lui “...non accadrà nulla a lady Altea... quanto a me ed ai miei compagni di viaggio siamo diretti a Nord.”
“Fingerò di credervi” sussurrò la nobildonna “poichè non sta bene dubitare delle parole di un gentiluomo...”
Lui annuì.
“Ma pregherò la Vergine del Rosario per voi e per la gente di Solpacus...” continuò lei “... che Dio vi assista, cavaliere...”
“Grazie, milady...” sfiorandole la mano con le labbra lui “... ora devo andare... che Dio vi benedica, signora...”
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Altea
05-05-2014, 16.12.04
Osservavo i vari oggetti nella stanza e mi decisi a prendere un biglietto piegato e aperto dallo scrittoio, riconobbi lo stemma inciso..era quello dei Taddei.
Lo aprii e mi sedetti allo scrittoio a leggere, il mio animo iniziò a farsi cupo...tutto era partito da li..la mia partenza dalla tenuta ad Afravalone con Tyssen e il nano Gyen per arrivarre fino all' Abate Nicola e tutto parlava di ciò che lady Consell narrava nella sua missiva che l' Abate ignorò dando la colpa di ciò che accadeva in quella famiglia al loro comportamento....ricordai il racconto di Tyssen e di quella sua amica, lo ripeteva sempre e lo disse pure all' Abate.."il nonno della sua amica raccomandava di stare lontano da quella famiglia e di non accasarsi con uno di loro perchè su di loro pendeva la Gioia dei Taddei..che portava tristezza ed angoscia". Come quel giorno, nel mio palazzo, avvertii un senso di angoscia e rabbrividii ma mia madre diceva sempre era una credenza, una superstizione..era di questo che parlava lady Consell? E perchè era preoccupata cosi tanto di ciò che avveniva non solo nel ducato ma pure nel reame....ne avrei parlato con il vescovo, parlane con lady Gertrude era inutile, solo mi chiedevo perchè quella missiva era proprio in questo Palazzo e chi fosse Lord Corcionne, anche se il nome mi ricordava qualcuno..probabilmente tra gli amici di mio padre a Capomazda.
Ad un tratto vidi un flebile raggio di sole sulle carte, guardai fuori...stava albeggiando e non avevo dormito nulla. Presi il biglietto e uscii di stanza e vidi una servitrice raggiungere la mia stanza col vassoio, la fermai ed ella mi disse i tre uomini stavano partendo..dovevo sbrigarmi, eravamo d'accordo mi avrebbero portato a Solpacus e dovevo sapere i nuovi fatti sulla belva, oltre che parlare col vescovo.
Vidi nel vassoio una bellissima rosa screziata...e la presi..Frederik era stato di parola, lo avrei ringraziato, mi preparai in fretta, aprii l'armadio e dovetti indossare uno di quegli abiti ingombranti e uscii non senza prendere la sacca col Libro Ancestrale e nascosi la spada tra le vesti.
Scesi di fretta le scale e vidi i tre uomini, il finto cugino stava conversando con milady e rimasi stupita..solitamente ella non dava tanta confidenza a nessuno, figurarsi a chi conosceva appena.
"Buongiorno" dissi rivolgendomi a loro "scusate il ritardo..ma non ho dormito molto stanotte..sono pronta per venire con voi a Solpacus".
Uscimmo e chiesi di portarmi Cruz e ringraziai Frederik per la rosa, salii in groppa al cavallo e raggiunsi i tre uomini e lady Gertrude.."Eccomi pronta, milady..oggi andrò a farmi confessare dal vescovo di Capomazda e spero voglia accettare il nostro invito, non preoccupatevi per me...mio cugino è un valente cavaliere"..e pure devo sapere della belva, pensai.
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elisabeth
05-05-2014, 17.58.29
Daizer aveva espresso la sua sensazione nella decisione su quale parte de bivio prendere.....a sinistra la leggenda a destra un sentiero poco battuto.......Flees era pur sempre mio nipote sapeva bene cosa era una strega edil suo mondo...." Hai ragione Flees ...la religione ha ofuscato quello che e' la visione dei valori pagani.......ma noi dobbiamo trovare la via per Lemain.......e il suo cimitero.....pur essendo attratta ad andare sulla via che mi conduce alle luci...prenderemo il sentiero di destra.......non e' un cimitero famoso quello che cerchiamo.......Daizer cosa ne dici...affrontiamo il buio ?...".....non rispose.....lo vidi procedere innanzi a me......e dietro c'era Flees,lo pensavo un codardo il ragazzo e invece.....e' vero..quando i figli stanno lontani da mamma ...sono decisamente diversi.........La vegetazione del bosco era così fitta che sembrava notte........l'umidità aveva reso i nostri vestiti appiccicaticci......quando...il sentiero sembrò più largo e praticabile......" Avete visto il giusto Daizer..il sentiero e' segnato.....sembra quasi assurdo....ma in lontananza.... sembrano alcune case......"........la luce dell'alba......aveva rischiarato il paesaggio...oltre il bosco....c'era un borgo e da alcuni comignoli usciva del fumo.......era Lemain ?......difficile a saperlo, ma mi venne in mente il Borgomastro......la sua risata......e la sua saggezza.......come avrei voluto che piano pian le cose si rimettessero a posto.......Ci fermammo per non essere visti ai confini tra il bosco e il Borgo...." Speriamo......che sia stata la scelta giusta...." e così ci avviammo all' interno del borgo che sia animava piano piano di tutte le persone che si occupavano dei loro quotidiani mestieri.....lasciammo i nostri cavalli....ad un ragazzo vicino all'unica locanda............feci passare Daizer .......per chiedere un tavolo e del cibo......" Dimmi Daizer........immagina se anche questa non e' una strana locanda.......stavo solo scherzando......spero ci possano dare delle informazioni. che ci porteranno a dare riposo a quelle ossa sconosciute.."......
Eilonwy
05-05-2014, 23.24.23
Andammo via dall’ ostello per malati e feriti, in modo tale che Jack si rimettesse al più presto.
Insieme al merlo Tisin e a Sir Riccardo, camminai allegramente e serenamente per la ricca e bella Tylesia.
Giungemmo davanti a un emporio di nome “Fingarda”. Con galanteria e cortesia, Sir Riccardo mi aprì la porta e mi fece entrare per prima.
“Vi ringrazio, Milord!” esclamai arrossendo al tenebroso e nobile giustiziere.
Quando fummo dentro, venimmo accolti da un allegro e stravagante vecchietto, il quale affermava che il Tempo Cronologico non esisteva e che si stupì della risposta del merlo.
Cercai di rimediare al tutto. Non volevo che ci scambiasse per negromanti e fattucchieri.
“Perdonatemi, ma non è stato il merlo a parlare! Vedete il mio amico Sir Riccardo è un gran burlone e vi ha voluto fare uno scherzo con una sua dote: la ventriloquia. Eh, caro il mio bel cavaliere siete sempre pronto a folleggiare!” dissi mentendo e facendo capire al mio amato di stare al gioco.
Incomincia a guardare le varie cose esposte e a bassissima voce rimproverai il mio amico volatile: “Quante volte vi ho detto che non dovete parlare in pubblico!....Volete per caso che ci brucino al rogo!?!”.
Mentre giravo per il negozio, qualcosa attirò la mia attenzione. Su un tavolino erano esposti vari oggetti che venivano utilizzati contro i vampiri: croci d’ argento, acque sante, pugnali benedetti, collane di aglio, profumi d’ aglio, medaglie di S. Cristoforo, specchi, acolito, rose selvatiche, immagini sacre e paletti di frassino.
“Allora ciò che mi raccontavano i miei genitori era vero!....Esistono realmente dei vampiri nei boschi vicini al fiume Calars!” affermai davanti a tutti.
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Ascoltai i miei uomini e sorrisi, erano incoscienti come lo ero io. Solo Borel sembrava avere un barlume di prudenza.
"Ascoltate, io non servo l'Arciduca di Capomazda, ma Sua Maestà il Re, se i Taddei non proteggono la gente del loro ducato, sono loro in difetto, e se avrò vita, quando questa storia sarà finita farò di tutto perché rispondano al senato della loro indifferenza, e come prova porterò la loro stessa spada.." Sorrisi "Motivo per cui dobbiamo uccidere quella dannata bestia!".
Era ormai l'alba, il momento perfetto per cacciare.
"Borel, non ti obbligherò a venire con noi.. Se vuoi restare in città, non te lo vieterò, e questo vale anche per gli altri... Sei forse il più saggio di tutti noi, se non dovessimo tornare, hai tutto il diritto di venire sulle nostre tombe a rinfacciarci che ci avevi avvisati... Ma ti prego di non abbandonare la missione...".
Guardai poi verso Dort "Niente fa iniziare meglio la giornata che una battuta di caccia mattutina, non credete, mio signore?" Sorrisi.
Lanciai poi un'occhiata alla pira ormai consumata.
Mi avvicinai alla piccola urna, che avevamo destinato a contenere le ceneri di Scotir.
Un comandante non sempre può delegare, così mi inginocchiai, e iniziai a raccogliere le ceneri rimaste, mentre cantavo sommessamente una canzone dei soldati, che narrava di una morte eroica e mai dimenticata.
Una volta richiusa l'urna, mi rialzai e la tenni soldida tra le mani.
"Andiamo a scovare quella maledetta bestia, fratelli.." Guardai l'urna "Per Scotir!".
Guisgard
06-05-2014, 02.32.47
Elisabeth, Daizer e Flees, imboccata la strada di sinistra, attraversarono la fitta boscaglia fino a ritrovarsi in un borgo isolato e non molto grande.
Trovarono subito una locanda e decisero di soggiornarvi.
Così si sedettero e ordinarono da mangiare.
“Diteci...” disse Daizer al locandiere mentre questi serviva loro da mangiare “... che luogo è questo?”
“Piana di Verna, messere.” Rispose il locandiere.
“E dista molto da qui Leiman?” Domandò il contrabbandiere.
“Questo piccolo villaggio” spiegò il locandiere “è in realtà una parte del territorio di Leiman. E' sorto in età antica, quando la gente di Leiman veniva in queste terre a commemorare i propri defunti. Diciamo che l'abitato di Verna sorge accanto al cimitero di Leiman.”
A quelle parole del locandiere Daizer si voltò a fissare Elisabeth.
“Dunque i defunti di Leiman vengono sepolti nel cimitero che si trova qui?” Ancora il contrabbandiere.
“Si, messere.” Annuì il locandiere.
“Bene.” Fece Daizer. “Perchè noi eravamo proprio diretti in questo cimitero.”
“Temo però che non sia possibile visitarlo per voi.” Mormorò il locandiere.
“E perchè mai?” Stupito Daizer.
“Perchè serve un permesso speciale.”
“Chi deve rilasciarlo questo permesso?” Incuriosito il contrabbandiere.
“Il Gastaldo di Leiman, messere.” Disse il locandiere. “Solo lui può darvi il permesso di entrare nel cimitero. Ora infatti quel Santo luogo è chiuso. Da qui è solo possibile vederne l'ingresso... volete vederlo?”
“Si...” alzandosi Daizer “... torno subito...” e andò con il locandiere.
“L'uomo che avete sposato” rivolgendosi Flees ad Elisabeth appena rimasti soli “è un vero idiota a mio giudizio. Un popolano superbo e borioso. Voi meritate di meglio...” fissandola.
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Guisgard
06-05-2014, 03.08.09
“Ah, ecco...” disse il vecchietto dell'emporio ad Eilonwy e Riccardo “... volevo ben dire. Ma ad essere sincero ci ero cascato in pieno e credevo davvero che questo merlo parlasse!” Guardò poi gli oggetti indicati dalla ragazza. “Certo che i vampiri esistono!” Esclamò. “E non solo presso il Calars! Le foreste poi, da qui fino agli estremi confini Nord- Orientali del reame, sono ritrovo di streghe e demoni! E in questo mio negozio” aggiunse fiero “posso vantarmi di possedere oggetti che testimoniano l'esistenza di esseri terribili e meravigliosi, nonché manufatti appartenuti a grandi personalità. Per esempio” prendendo un piccolo scrigno di ferro ed ottone “qui dentro sono conservati alcuni anelli incantati utilizzati dalla terribile strega Isolde per i suoi malefici. Qui invece” mostrando loro un libro con al suo interno una rosa secca come segna pagine “abbiamo il diario del leggendario Arciduca Ardeliano, usato come resoconto delle campagne che condussero le armate Capomazdesi a conquistare Sygma e inviato poi al consiglio dei nobili e dei vassalli riuniti.” Rise orgoglioso. “Ed ora vi mostrerò un'altra chicca...” aprì un mobiletto e prese uno specchio di pregevole fattura “... questo è il mitico specchio usato dalla misteriosa Gioiosa Azzurra, regina di Gioia Antiqua.”
Guisgard
06-05-2014, 03.16.08
A quelle parole di Clio esplose l'entusiasmo dei suoi uomini.
Presero i loro cavalli e galopparono verso la misteriosa foresta.
Con loro vi era anche Borel.
Infatti, nonostante i suoi dubbi, l'uomo aveva giurato di condividere lo stesso destino con tutti loro e non poteva certo abbandonarli ora.
Era ormai giorno e la foresta pareva essersi liberata, grazie alla luce del Sole, delle ombre e delle inquietudini che le tenebre aveva rilasciato nel suo grembo.
Eppure, attraversando la sua folta e primordiale vegetazione, qualcosa sembrava opprimere ed angosciare gli animi di quei guerrieri, come se gli spettri di quelle lande ancora dimorassero tra gli alberi secolari e gli erbosi sentieri.
Nonostante ciò cercarono a lungo.
Tracce, orme, segni del passaggio di quella misteriosa creatura che aveva ucciso il loro fratello Scotir.
Ma, proprio come un fantasma, quella famigerata bestia sembrava essere svanita nel nulla senza lasciare nessun segno della sua esistenza.
“E' come se la foresta” disse Porturos “avesse inghiottito quel dannato animale!”
“Queste lande” fece Dort “sono infestate anche da lupi e da orsi... e questo rende difficile, se non addirittura impossibile il nostro compito... trovare tracce di quella bestia è cosa tutt'altro che semplice...”
Erano trascorse diverse ore da quando avevano cominciato a cercare possibili segni del passaggio della bestia ed ormai era già tardo pomeriggio.
“Tra non molto comincerà a fare buio...” mormorò Ertosis “... cosa facciamo? Continuiamo oppure ritorniamo in città?”
Ad un tratto Borel notò qualcosa.
“C'è del fumo laggiù...” indicando il punto nel quale si vedeva il fumo “... deve provenire da un comignolo...”
“Magari c'è una casa” disse Ertosis “e si potrebbe andare là a chiedere se hanno visto o sentito qualcosa... dopotutto quella casa sembra sorgere nel bel mezzo di questa foresta...”
“Si, sono d'accordo.” Annuì Dort.
Ma proprio in quel momento dalla vegetazione uscì qualcuno.
Era una ragazza.
“Oh, chiedo perdono, signori...” disse lei.
“Chi sei?” Fissandola Porturos.
“Mi chiamo Roxanne e vivo qui vicino in una casa insieme a mio zio...” rispose lei “... siamo pastori, gente pacifica... voi invece chi siete? Forse cavalieri in ricerca della bestia?”
Guisgard
06-05-2014, 04.16.52
Quadro IV: Nella tana della bestia
“Prima di tutto uscì dalla roccia il fiato del Mostro, un rovente sudore di guerra: ne rimbombò la terra.”
(Beowulf)
Guisgard, Altea, Astus e Mime lasciarono il palazzo di lady Gertrude, diretti verso Solpacus.
“Beh, per aver dormito così poco come dite” disse Guisgard ad Altea “vi vedo più che vispa!” Sorrise “E ditemi, cara cugina...” con tono sarcastico “... confessandovi al vescovo racconterete anche di questa innocente bugia? Che avete spacciato un perfetto sconosciuto per vostro cugino?” Rise di gusto.
“Sempre meglio un'innocente bugia” fece Astus “che le panzane raccontate da questo improbabile figuro.” Indicando con un cenno del capo Mime.
“Io ho detto la verità, messeri!” Esclamò il rigattiere. “Nulla di più, nulla di meno!”
“Si, certo...” annuì Astus “... che davvero vuoi attirare la misteriosa bestia suonando il tuo flauto magico...”
“Certo!” Ribadì Mime. “E' il solo modo per renderla inoffensiva!”
“Che idiozie...” scuotendo il capo Astus.
“Vorrei proprio sapere” fece Guisgard “da dove ti viene un'idea così marcia...”
“Perchè quella dannata bestia” sbottò Mime “obbedisce proprio al suono di un flauto!”
“Quest'idea” ironico Astus “gli viene dal vino. Ecco da dove.”
“Nossignore!” Scuotendo il capo il rigattiere. “Io ho udito quel suono e per questo che lo dico!”
“E da dove proveniva questo ipotetico suono?” Fissandolo il cavaliere. “E chi era a suonarlo?”
“Il demonio, messere...” sgranando gli occhi Mime “... il demonio in persona... perchè solo lui può comandare un simile animale...”
Proprio in quel momento avvistarono le case di Solpacus.
La città sorgeva, ai piedi di un alto monte, quasi assopita, avvolta da un cupo silenzio.
Un silenzio rotto solo dal sibilo del vento che lento e mesto soffiava come un lamento.
E in lontananza si udiva il rintocco di una campana.
“Sembra ci sia un funerale...” segnandosi Guisgard.
Poco dopo i quattro entrarono in città, proprio mentre si celebravano le esequie della donna ritrovata morta nella foresta qualche giorno prima.
“Andate pure dal vescovo, milady...” rivolgendosi il cavaliere ad Altea “... io e Astus cercheremo una locanda in cui poter sostare...”
E in fondo alla strada un corteo funebre scortava verso la chiesa il carro su cui c'era il corpo di quella sfortunata donna.
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Eilonwy
06-05-2014, 13.39.34
“Perfetto, ci mancavano solo quei non-morti succhiasangue!.....”esclamai sarcastica “….Veramente interessanti questi oggetti! Queste boccette con estratto d’ aglio potrebbero servirmi e anche gli anelli di Isolde. Ma chi mi garantisce che voi diciate il vero?......Uhm, lo specchio della cugina di mia madre. E come funziona?.....Non ditemi che è come lo specchio della malvagia regina di Biancaneve?.....Specchio….specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?” e detto questo mi misi a ridere.
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elisabeth
06-05-2014, 17.10.10
Ci sedemmo e ordinammo qualcosa da mangiare.....mentre Daizer con indifferenza incominciò a fare qualche domanda....seguivo il Locandiere.....un omino tranquillo aveva dei baffi che sembravano più grandi di lui.....parlava pacatamente e non evitava nessuna domanda.......pensai che saremmo potuti andare a chiedere il permesso, ma avrei mai potuto dire al Gastaldo di Leiman, che il sogno il Borgomastro di un Borgo il cui nome non ricordavo ci aveva chiesto un favore ?...e che favore.......avremmo dato pace a molte anime........Il sentimento che mi rodeva in petto e che nella realtà io ero a conoscenza dei due mondi paralleli...dove la vita e la morte sono un tutt'uno......ma i profani..no.....i miei pensieri erano quelli di una pazza...o di una strega......daizer si alzò per seguire l'oste e alla sua occhiata si commiato..." Andate amor mio...vi attendiamo qui...."........avevo piacere che qualcuno potesse prendere le miei parti.....o interessarsi alla mia esistenza....in maniera diversa di quella che poteva essere un padre o una madre.....ma lo Amavo?......E Flees venne in aiuto parlandomi in maniera appropriata......"...stesi a fissarlo per qualche istante.......poi presi un pezzo di focaccia e cominciai a spiluccarlo.........." Sai Flees......pensavo che questa storia, grazie ai miei poteri....potessi chiuderla in pochi momenti........ma proprio noi potenti maghe...sappiamo che alcuni eventi devono accadere nei tempi decisi dall'orologio dell'universo....questo per dare a voi umani la possibilità....di vivere una vita dove il libero arbitrio...venga rispettato ed abbiate il tempo di affrontarne le conseguenze..........Voi dite che Daizer..non e' l'uomo per me ?.....non e' alla mia altezza ?..........Dimmi Flees...chi potrebbe starmi accanto ?.........Bada...tu ancora non mi conosci....sono identica a tua madre.....eppure cambiano i nostri colori........guardami Flees...tu pensi veramente che Daizer........non possa amarmi ?......perchè io vivo per l'Amore.......".........i suoi occhi erano immersi nei miei.....c'era un'anima immatura in lui...egoismo....prepotenza...e quello che per Isolde era Amore...non era niente altro che la sottomissione dello stesso figlio ai suoi capricci......mi doleva tutto questo......ma Isolde non sarebbe mai cambiata...........Speravo Daizer portasse buone notizie..........
Altea
06-05-2014, 17.17.15
Ascoltai le parole di Mime...egli parlava con gli occhi sbarrati, un brivido mi percorse alle sue parole.."Il demonio dite..e come fate a dirlo..non penso lo avete visto..in questo posto sono tutti tremendamente superstiziosi" mi rivolsi ai due cavalieri "pensate che nella locanda tengono appesa la immagine della strega Isolde perchè in passato fu causa di gravi danni e lo fanno per scaramanzia..questo posto è lugubre e attira la negatività e dove vi è gente che crede alla superstizione il maligno troverà terreno fertile. Forse è l'uomo che opera per mano del diavolo".
E così entrammo a Solpacus, l'aria non era certo allegra...vi era un funerale, l'ennesima vittima della belva. Sospirai scendendo da cavallo.."Ha colpito ancora...e sempre donne e bambini, mai uomini...il demonio, Mime, non sceglie le proprie vittime, uccide chiunque....io stessa sarei perita se..se il mio amico Tyssen non mi avesse salvata rimettendoci una gamba".
Portai i tre uomini tra i padiglioni dove ancora vi erano i cavalieri e feci legare i cavalli, mi guardavo attorno vedendo se vi fosse Posteg.."Bene..io mi reco dal vescovo, e certo non per espiare le mie colpe di grande peccatrice..cugino" sorrisi a Guisgard "comunque vi consiglio quella locanda, io vi ho soggiornato e sono davvero gentili, dite vi manda lady Altea, penso una stanza la troverete...spero di rivedervi dopo".
Mi congedai ed entrai nella chiesa, pregando per quella povera donna. Mi avvicinai silenziosamente a un giovane chierico e sussurai.."Avrei urgente bisogno di parlare con sua Eminenza il vescovo..ditegli sono la duchessa Altea Mc Gwyn e sono ora ospite di milady Gertrude a Palazzo Costanza".
Mi risedetti sul bancale mentre aspettavo finisse il funerale di quella vittima innocente...era inconcepibile non si trovasse ancora una soluzione a tutto questo.
Guisgard
06-05-2014, 19.13.29
“Oh, questo specchio” disse il vecchietto ad Eilonwy “è straordinario. Lo è a tal punto che nessun altro, al di fuori della regina, sa come usarlo.”
“Come sarebbe a dire?” Incuriosito Riccardo.
“E' vero.” Annuì il vecchietto. “Si narra che lei lo interrogasse circa il suo amato e che lo specchio rispondesse puntualmente.”
“La regina di Gioia Antiqua ha un innamorato dunque?” Chiese Riccardo.
“Certamente.” Rispose il vecchietto. “E questo specchio, oggi, è l'unico a conoscere i segreti di quell'antico amore.”
“In pratica” fece Riccardo “neanche voi sapete cosa in effetti abbia di particolare questo specchio, giusto?”
“Non è esatto...” precisò il vecchietto “... che sia straordinario è un fatto. Ma io, come chiunque altro, non saprei come usarlo.”
Guisgard
06-05-2014, 19.20.44
“Io non posso sapere quanto davvero quell'uomo vi ami, cara zia...” disse Flees ad Elisabeth accennando un vago sorriso “... ma so che non vi merita... voi siete bellissima ed essendo sorella di mia madre avete avuto in dono qualcosa di immenso, troppo per un semplice uomo come quello là...” con la sua mano prese ad accarezzare lievemente il palmo di quella di lei “... siete davvero bellissima... la più bella donna che io abbia mai visto...” sussurrò piano il giovane cavaliere.
Guisgard
06-05-2014, 19.31.48
“Allora” disse Mime ad Altea “è quella strega che governa quell'animale!”
“Ah, tu sei tutto suonato!” Esclamò Astus.
“Si, lei avrà avuto in dono dal demonio il flauto magico” fece il rigattiere “per farsi obbedire da quell'animale! Chissà, magari non è un cinghiale come si pensa, ma forse addirittura Cerbero, il cane custode degli Inferi!”
“Ma sta zitto!” Seccato Astus. “Magari assale donne e bambini perchè sono più deboli e rappresentano dunque prede più appetibili. Se invece fosse davvero il demonio o una strega non avrebbero certo remore ad assalire chiunque altro. Dico bene?” Fissando Guisgard.
Ma il cavaliere sembrava colpito da quel funerale e si limitò a lanciare uno sguardo inquieto al suo compagno.
I tre poi salutarono Altea che si recò in chiesa dal vescovo.
La dama fu ricevuta dopo un pò, quando il funerale fu terminato.
“Salute a voi, milady.” Salutandola il vescovo. “Ho piacere della vostra presenza qui. Spero presto di poter far visita a lady Gertrude.” Sorrise. “Dunque, ditemi in cosa posso aiutarvi.”
Stavo per dare l'ordine di tornare alla città, quando ci imbattemmo in Roxanne.
"Tutt'altro che gente pacifica..." Mormorai, in risposta.
Ma poi alzai lo sguardo sulla ragazza "C'è una bestia in giro, eppure non sembri spaventata..." Sorrisi, restando seria.
Non mi fidavo delle apparenze, i ribelli avevano usato i bambini per l'attentato al mercato, una ragazza all'ippodromo.
"Dev'essere dura per voi, abitare nella foresta di questi tempi.." Lanciai un'occhiata alla casetta "Credete che vostro zio potrebbe offrirci un buon bicchiere di vino? Dietro pagamento, s'intende.. Non tocchiamo cibo da questa mattina all'alba.." Feci cenno ai miei di seguirmi verso la casetta, senza aspettare la risposta della ragazza.
"E ditemi.." Camminando "Siete pastori, è mai capitato che la bestia attaccasse il vostro bestiame? Insomma, non mangia le sue vittime umane, qualcosa dovrà pur mangiare... Io l'ho vista cibarsi di selvaggina, ma il bestiame d'allenamento di solito attira predatori.. Sbaglio?".
Forse era solo un presentimento, infondo lo zio di Roxanne era l'unico ad aver visto la bestia anche se era magicamente sopravvissuto.
Nel migliore dei casi, magari anche lui aveva sentito il fischio che mi perseguitava.
E comunque, valeva la pena controllare. Anche solo per mangiare qualcosa prima di tornare alla locanda.
Servivano nuove informazioni per il nuovo piano.
Altea
06-05-2014, 19.46.19
L'attesa non fu troppo lunga e finalmente potevo parlare tranquillamente col vescovo.."Grazie per avermi dato udienza, infatti parlavo proprio con lady Gertrude sarebbe un piacere per noi avervi ospite come commensale."
Il vescovo era per me una persona rassicurante, a differenza di altri era sempre pronto al dialogo e persona semplice..."Forse pensate sono qui per la belva e l'arma...ma ne abbiamo parlato molto..e ho notato pure vi è stata una altra vittima..piuttosto ho trovato, per caso, in una stanza del Palazzo questa missiva".
Porsi al vescovo la missiva di lady Consell.."So benissimo non si dovrebbe prendere ciò che non ci appartiene, eminenza, e chieso perdono ma..potete spiegarmi cosa significa questo? E chi sarebbe Lord Corcionne? Io ricordo questo nome...forse un amico di mio padre, ciò che mi turba è il contenuto poichè mesi fa aiutai un messo di lady Consell a portare simile missiva ad un Abate..l'Abate Nicola..il quale non volle dare importanza alla richiesta di aiuto della Granduchessa."
Osservai il vescovo, mi scrutava e si faceva serio..speravo non ritenesse non fossero affari per noi donne.
Guisgard
06-05-2014, 19.56.46
Clio ed i suoi, insieme a Roxanne, si avviarono verso la casa dei pastori.
“Ho paura anche io della bestia” disse la ragazza a Clio “come tutti. Ma so che essa attacca solo di notte, dunque fino a quando c'è la luce del Sole per noi non vi è pericolo alcuno. E sono certa che mio zio sarà lieto di offrirvi da bere e da mangiare.” Raggiunsero la casa e Roxanne li fece entrare.
“Zio...” chiamò una volta dentro “... zio, dove sei? Mah, non è ancora rientrato credo...” rivolgendosi ai falsi soldati di ventura “... ma a momenti sarà di ritorno... ma vi prego sedetevi pure... vi porterò subito del buon vino...” tornò dopo qualche istante “... si, mio zio è stato attaccato tempo fa da quell'animale... lui è stato il solo a vederlo bene... in principio trovammo alcune pecore sgozzate, ma poi mio zio prese l'abitudine di rinchiuderle prima verso sera e di munirsi di altri cani da guardia... per questo di notte non usciamo mai.”
In quel momento si udirono dei rumori.
Un attimo dopo un uomo entrò in casa.
“Ecco mio zio!” Esclamò Roxanne indicando l'uomo.
Guisgard
06-05-2014, 20.02.56
Il vescovo lesse la lettera e poi la richiuse scuotendo il capo.
“Voi siete giovane e bella” disse “e queste cose sono solo superstizioni. Antiche leggende che aiutano gli uomini a spigare cose altrimenti inaccettabili, aliene alla nostra comprensione. Ora dimenticate questa lettera ed il suo contenuto. Quando a lord Corcionne, egli è un nobile Afravalonese imparentato con i Taddei e nominato più volte persone di fiducia dell'Arciduca.” Sorrise. “Su, ora dimentichiamo tutto ciò. Immagino siate qui anche per confessarvi, giusto?”
Altea
06-05-2014, 20.09.24
Un leggero sorriso..le solite risposte che dava mia madre o forse voleva solo preservarmi da qualcosa che era meglio non sapessi..egli agiva a fin di bene.
"Si, eminenza, sono qui per confessarmi..." mi avvicinai a lui baciandogli l'anello quando alzai il capo e chiesi a bruciapelo, togliendomi l'anello.."Una ultima cosa..questo è il mio anello di fidanzamento..conoscete il simbolo del Casato stampato all'interno..a chi appartiene?".
Mi sedetti al tavolo, ma mi alzai quando entrò il padrone di casa.
"Perdonate l'intrusione, messere..." Dissi con un cenno di saluto "abbiamo incontrato vostra nipote nel bosco, e le abbaiamo chiesto ospitalità, siamo stati tutto il giorno a cercare orme della bestia, e la vostra casa e molto più vicina della città.. Ma non ci tratteremo a lungo.. Dobbiamo essere a Solpacus prima che faccia buio..." Sorrisi "So che in molti vi varranno fatto rivivere l'incontro con quella bestia cento e cento volte ma... Vorrei chiedevi soltanto una cosa, per caso, avete notato un rumore strano, come un fischio sommesso? Mi fido abbastanza del mio udito da non credere di avere le allucinazioni, l'ho udito due volte, sempre dopo l'attacco della bestia..".
Eilonwy
06-05-2014, 20.13.03
“Forse è meglio che glielo riporti. Anche se lei e mia madre non andavano d’ accordo, non significa che io debba esserle nemica. E poi è come se fosse una zia!.....Quanto vengono lo specchio, una boccetta di estratto d’ aglio e gli anelli di Isolde?” chiesi al vecchietto.
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Guisgard
06-05-2014, 20.13.47
“Certo...” disse il vescovo ad Altea “... appartiene ad uno dei più nobili casati Afravalonesi, i Tussil... dunque presto ci sarà un bel matrimonio allora!” Rise. “Ottimo davvero! Sono certo che vi renderà molto felice, milady!”
Guisgard
06-05-2014, 20.17.00
“Un prezzo” disse il vecchietto ad Eilonwy “che non è possibile colmare con del denaro, ragazza mia.”
“Come sarebbe?” Meravigliato Riccardo.
“Non vendo mai la mia merce per denaro.” Spiegò il vecchio.
“E cosa pretendete per vendercela?”
“Qualcosa di inestimabile, che non perisca come il metallo.” Rispose il vecchio.
“E cioè?”
“Il Tempo ad esempio.”
“Il tempo?” Ripetè Riccardo.
“Si, il vostro Tempo.” Sentenziò il vecchio.
Guisgard
06-05-2014, 20.28.55
“Un fischio...” disse Enar fissando Clio “... un fischio?” Ripetè ancora incuriosito.
“Naturalmente no. Non vi era nessun altro nei paraggi. Vedendomi attaccato da quel cinghiale ho urlato disperato e nessuno è giunto. Dunque posso dire che non vi era nessun altro in quella zona della foresta.”
“Forse non avete ben compreso...” intervenne Dort “... il mio capitano intendeva un fischio volto a richiamare quell'animale.”
“Credo che voi vi siate lasciati prendere dalle storie che si narrano in giro...” fece il pastore “... molti a Solpacus credono che sia un maleficio... io invece credo che quell'animale odi gli uomini e per questo li assale con tanta veemenza. Io stesso dico che è un diavolo, tanto è feroce. Ma naturalmente è solo un animale. Un dannato animale.”
“Forse” fece Roxanne “anche questi cavalieri pensano alle parole che la zia...”
“Roxanne!” La zittì Enar. “Ti ho detto mille volte di dimenticare quella storia!” Scosse il capo. “Perdonami, non volevo sgridarti. Ma sai che è una storia ormai vecchia e dolorosa.”
Altea
06-05-2014, 20.35.18
Rimasi sorpresa.."I Tussil...un casato nobiliare afravalonese?" dissi perplessa.."Strano eminenza, la mia famiglia e i miei genitori, soprattutto, hanno sempre detto mi avevano dato in sposa a una nobile famiglia di Capomazda..ma ovviamente non voglio mettere in dubbio la vostra parola".
Rimisi l'anello al dito e mi confessai...il vescovo prima di andarmene mi diede la benedizione e con un leggero inchino mi congedai.
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Uscii dalla chiesa davvero turbata...chi aveva detto la verità..o aveva finto di non sapere..il vescovo per sviarmi? Non potevo credere i miei genitori mi avessero sempre mentito, e poi era risaputo a Capomazda, ma forse era originario di quelle parti..infatti il vescovo disse pure Lord Corcionne era di una nobile famiglia afravalonese ma era imparentato coi Taddei..avrei scrutato meglio quella stanza.
Cercai di distogliere quei pensieri ed entrai nella locanda per vedere se i due cavalieri e Mime avevano trovato un alloggio, ma nella mia mente apparve lo sguardo malinconico di Guisgard nel vedere quel funerale.
Mi venne incontro la figlia del locandiere "Mi sembra un secolo non vi vedo, damigella, siete sempre più bella, attenta a questi cavalieri che gironzolano" e le feci l'occhiolino "sono arrivati tre uomini per chiedere alloggio? Li aspetterò qui mentre mi servirete la vostra deliziosa bevanda alla cannella..e poi mi racconterete che si dice di nuovo a Solpacus".
Eilonwy
06-05-2014, 20.38.30
Quelle parole mi avevano spaventato.
“Ah ah….vedo che anche a voi piace scherzare!.....Su andiamo quanto volete?....Non direte sul serio. E poi che significa il nostro Tempo?....La nostra giovinezza forse?” dissi tutto questo cercando di nascondere il mio timore e il mia irrequietezza.
Feci tre passi indietro e vidi il volto di Sir Riccardo diventare estremamente severo, fiero e cupo. Gli si corrugò la fronte.
Sentì le sue forti braccia circondarmi e stringermi al suo possente petto.
I suoi occhi azzurri divennero stretti e taglienti come lame diamantine ed accesi di un fuoco ardente e freddo come il ghiaccio. Vedevo che stringeva i denti a bocca chiusa……lo si poteva vedere grazie alla sua mascella.
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Dovevo smettere di citare quel fischio o avrebbero iniziato a prendermi per matta.
Ma le ultime parole della ragazza mi colpirono.
Era una storia vecchia e dolorosa eh? Beh, la nostra ferita era ancora aperta.
"Non vorrei essere più invadente di quanto non sia già stata ma, con tutto il rispetto.. il dolore di questa città è ormai anche il nostro, abbiamo perso un fratello la notte scorsa, mi ha salvato dalla bestia, e non permetterò che sia morto invano... quindi vi prego, se c'è qualcosa che potrebbe essere utile per catturare quell'animale, ditecelo.. toglieremo immediatamente il disturbo, e non vi importuneremo più.. ma vi prego.." fissando il locandiere "Non pensiate di essere l'unico che ha perso qualcuno, perché vi assicuro che non è così, e se potremo evitare che altre donne vengano sbranate in quel modo orribile, se vogliamo risparmiare ai loro mariti, genitori, figli il nostro dolore, beh... io credo che sia un po' troppo egoistico pensare unicamente al proprio dolore.. ma è unicamente la mia opinione..." mi alzai, e feci cenno ai miei di fare altrettanto "Grazie dell'ospitalità... Si è fatto tardi, dobbiamo tornare alla locanda".
Guardai poi Roxanne e le sorrisi.
elisabeth
06-05-2014, 21.22.46
La sapienza molto spesso si confonde con l'arte della seduzione........ci fu un momento che vidi seduta difronte a me Isolde........il suo sorriso enigmatico....sicuro e sprezzante.....i suoi occhi brillavano...certi della vittoria...ma infondo leggevo la paura della sconfitta....perchè nonostante fosse la creatura a cui la natura aveva regalato qualcosa di meraviglioso e potente......la sua più profonda rivelazione umana vegliava il suo animo fragile........" Sei perfetta come sempre sorella mia...anche in questa bettola da due soldi......sei il mio specchio.......eppure non mi rifletti.....vogliamo giocare ai giochi di seduzione ?....sai che con me non funziona e ora lo imparerà quello stolto di tuo figlio..........se mi unirò a te lo farò consapevole di quello che sto facendo e non perchè qualcuno mi dica che sono bella..."......al tocco lieve della mano del Cavaliere sul mio palmo......il mio volto si trasformò in quello di una vecchia lebbrosa........mi avvicinai di scatto al volto di lui...lasciandogli della bava....sulla manica della sua camicia.....la sua mano si ritrasse di scatto.....e vidi sul suo volto...la sensazione della paura...e il dolore di un conato di vomito represso.......ritornai quella che ero....." Non toccarmi mai più.......o la lebbra...te la faro' mangiare....come il pane che hai davanti..........Daizer , Ama ....e questo vale mille doni....lo imparerai.....e spero che tu lo faccia in fretta .....".......Daizer stava arrivando e d'istinto gli andai incontro abbracciandolo...." Spero tu abbia buone notizie......"....
Guisgard
07-05-2014, 01.22.36
Davanti a quella scena, Flees restò disgustato.
Ma poi quando Elisabeth riprese le sue reali sembianze, nel vederla di nuovo così bella, il giovane cavaliere fu preso da una forte rabbia.
La donna poi, nel rivedere Daizer, corse incontro a suo marito.
“Beh, diciamo che non ci sono brutte notizie” disse il contrabbandiere sorridendo e guardandola negli occhi “e questo è già qualcosa. Ho veduto il cimitero e come ha spiegato il locandiere è chiuso. Sembra che per visitarlo occorra un permesso speciale che solo il Gastaldo può rilasciare. Non chiedermi perchè, ma è così, per quanto strano possa sembrare. Infatti anche la gente di questo villaggio ha bisogno del permesso del Gastaldo per visitare le tombe dei propri cari.” Le accarezzò i capelli e poi il viso. “Dunque non ci resta che recarci a Leiman dal Gastaldo.”
Guisgard
07-05-2014, 01.39.24
Quelle parole intimorirono Eilonwy ed inquietarono Riccardo.
“Non sto scherzando affatto, damigella.” Disse il vecchietto con candore. “La merce che vendo è unica e non ha prezzo. Anzi, sono generoso io che sono riuscito a proporvi un prezzo.”
“Ma noi” fece Riccardo “non abbiamo compreso in cosa consiste questo prezzo che richiedete.”
“Il vostro Tempo” mormorò il vecchietto “mi sembra chiaro come richiesta. Ed è anche un prezzo onesto oserei dire.”
“Il nostro Tempo...” fissandolo Riccardo.
“Si, il vostro Tempo.” Annuì il vecchietto. “Non so, magari una decina d'anni, una ventina oppure una trentina. Diciamo in base a ciò che sceglierete di comprare. Io vi offro oggetti unici, speciali, capaci di mettervi in contatto con un mondo diverso, magico secondo qualcuno. E poi come si dice?” Sorridendo. “Meglio una vita breve ma intensa, che una lunga e monotona, incapace di dare emozioni. Non siete d'accordo?”
“Ma...” incredulo Riccardo, tenendo stretta a sé Eilonwy “... ma voi chi siete veramente?”
“Sono solo il vecchio proprietario di questa bottega.” Ridendo appena l'uomo.
Guisgard
07-05-2014, 02.29.27
Clio ed i suoi si alzarono e lasciarono quel luogo senza che Enar dicesse loro nulla.
Il pastore infatti si limitò ad alzarsi anch'egli e ad accompagnare i falsi mercenari all'esterno della casa.
Roxanne restò invece alla finestra, con gli occhi fissi su quegli uomini mentre si allontanavano, fino a svanire nella fitta vegetazione circostante.
“Roxanne...” disse Enar rientrando in casa “... gente come quella non può capire il nostro dramma... già è difficile comprenderlo per chi vive a Solpacus... non voglio che ne parli ancora con gli estranei...”
“Perdonami, zio...” mormorò lei “... non pensavo di fare male...”
“Le tue intenzioni so che sono giuste” fece il pastore “ma spesso la gente non lo comprende... ed io non voglio che tu sia bollata come la nipote di una strega... non voglio e non lo permetterò... ho giurato che tu non soffrirai come è accaduto a tua zia... ed a me...”
Intanto Clio ed i suoi attraversavano la foresta per ritornare a Solpacus.
“Quel dannato animale” fece Vortex “sembra essere svanito nel nulla... non una traccia, né un qualsiasi segno riconoscibile...”
“Il pastore” mormorò Borel “afferma sia un cinghiale. E lo dice con una certa sicurezza.”
“Ovvio, ha avuto un incontro ravvicinato con la bestia quell'uomo.” Disse Ertosis.
“Da quel poco che vedemmo l'altra notte” pensieroso Borel “a me non sembrava affatto un cinghiale. Forse più un toro o addirittura un orso.”
“Da ciò che mi risulta” intervenne Porturos “né i tori, né gli orsi sono immuni al veleno e resistenti alle armi da taglio.”
In quel momento cominciò a vedersi Solpacus.
“Finalmente...” mormorò Trastis “... non vedo l'ora di uscire da questa foresta... mi inquieta...”
“Sfido io!” Ridendo Ertosis. “Mi stupirei del contrario!”
Rientrati in città, come detto da Clio, i finti soldati di ventura si diressero verso la locanda.
Ma davanti all'ingresso, quasi ad attenderli, i falsi Gufi trovarono Gvin insieme ai suoi uomini.
“I miei omaggi, comandante...” con un vistoso inchino il duca “... sempre altera, sprezzante, fredda e naturalmente bellissima.” Sorridendo. “Sempre alla testa dei vostri fedeli mercenari.” Guardò un attimo i suoi uomini, per poi tornare a fissare Clio ed i suoi compagni. “Poche donne, se non nei poemi e nella saghe nordiche, hanno tanto coraggio ed abilità da comandare sugli uomini. Ma voi siete una novella Brunilde, una rediviva Crimilde.” Rise. “Condottiero di audaci e invincibili mercenari. Mercenari però che di certo non possono essere i famosi Gufi Scarlatti... no di certo, vero, Folk?”
“Si, milord.” Avanzando di qualche passo uno dei suoi.
“Folk era nei paraggi, sapete per cercare con alcuni dei miei uomini la famelica bestia” disse Gvin a Clio “e per puro caso si è imbattuto in alcuni mercanti che avevano avuto l'onore, qualche settimana fa, di incontrare nientemeno che il celebre Gufo Scarlatto... ebbene lui si vantava di non separarsi mai dai suoi uomini... e poi, stranamente, non ha fatto alcun accenno ad una sua moglie...” rise di nuovo “... dunque? Forse è il caso di rivedere un po' le presentazioni, non credete? Magari vi siete confusa, milady... si, magari è così...”
Ed i suoi uomini scoppiarono in fragorose risate, mentre Gvin aspettava ansioso una risposta da Clio
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Guisgard
07-05-2014, 02.51.22
“Si, quei tre hanno preso un alloggio qui.” Disse la figlia del locandiere ad Altea. “Poi sono usciti, forse per fare un giro in città. Ma mentre li aspettate vi porterò subito un po' della nostra famosa bevanda alla cannella!” E andò verso la cucina. “Ecco a voi.” Tornando e servendo alla dama quanto aveva richiesto. “Purtroppo le novità sono sempre le stesse, terribili e funeree. Oggi è stato straziante assistere a quel nuovo funerale. Ho ancora davanti agli occhi il volto di quella donna...” scosse il capo “... mio padre mi chiama, devo aiutarlo in cucina... vogliate scusarmi, milady...” e si allontanò.
Nel frattempo, per le strade di Solpacus, Guisgard, Astus e Mine stavano tornando dal funerale della povera donna uccisa dalla bestia.
“Brutta storia questi funerali...” mormorò Mime “... di questo passo Solpacus resterà senza più una donna e senza neanche bambini...”
“Può un cinghiale fare tutto questo?” Scuotendo il capo Astus.
“Vi ho detto...” fece Mime “... è il demonio che manda quella belva a far stragi la notte...”
“Sei fissato tu...” guardandolo Astus.
“Ma appena avrò trovato il flauto giusto” con l'espressione decisa il rigattiere “vi farò vedere io come saprò farla al demonio!”
“E sentiamo...” mormorò Astus “... come deve essere questo flauto magico?”
“Deve emettere lo stesso suono che il demonio usa per richiamare la bestia.” Rispose Mime.
“Basterà allora trovare un comune richiamo per cinghiali...” sarcastico Guisgard “... di quelli adoperati dai bracconieri.”
“Ben detto, amico mio!” Scoppiando a ridere Astus.
“Ripensavo al funerale...” fece il cavaliere “... a quella poveretta...”
“Non pensarci più, è meglio...” disse Astus.
“Una cosa mi ha colpito...”
“Cosa?” Chiese Astus.
“Prima di essere portata in chiesa” rispose Guisgard “la poveretta aveva un crocifisso al collo... ma poi, una volta messa nella cassa ho notato che non l'aveva più...”
“Non voglio credere” sussurrò Astus “che qualcuno abbia derubato un cadavere... che tristezza...”
“Eh, ne succedono di cose indegne...” scuotendo il capo Mime “... già, ne succedono... ah, un giorno il Buon Dio manderà un nuovo Diluvio e nessuno si salverà stavolta!”
“Già, davvero una brutta morte per te, vecchio mio!” Esclamò Astus. “Con tutta quell'acqua!” Rise ancora.
“Già...” con una smorfia il rigattiere “... direi ora, messeri, di alzare il passo perchè ho una gran voglia di bere e riacquistare un po' di buon umore!”
“Ci credo!” Dandogli una pacca sulla spalla Astus. “Parlare di acqua a te mette il magone!”
Eilonwy
07-05-2014, 14.37.38
Quelle parole furono tremende. Quello non era un semplice e buon vecchietto, ma un demonio.
Parlava come il diavolo Mefistofele e il demone Lucifero. Era sempre la solita solfa: un qualcosa in cambio dell’ anima o dell’ ombra (come nella storia di un certo Schlemihl) o di alcuni anni della vita terrena.
Intanto, Riccardo mi teneva stretta a sé come se avesse paura di perdermi.
Mi sganciai dal mio amato e puntai la mia croce celtica d’ oro bianco verso l’ anziano. Essa era stata immersa per 5 giorni nell’ acqua santa, 3 giorni nell’ olio sacro e benedetta da Aladiah.
“Vade retro Satana!.....In nome di Dio, Dominus, Iavè, Ădōnāy, Elohim, Allah, Yĕhōwāh, Kýrios ed Aton, non venderemo ciò che c’ è stato donato!” dissi ad alta voce come un esorcista.
Vidi che a quel gesto e a quelle parole il vecchio incominciò a contrarsi, a bestemmiare e a parlare una lingua non di certo umana. La barba e i bianchi capelli dell’ anziano artigiano caddero a terra, la pelle divenne verde e a squame come quella di un serpente, caddero a terra anche gli abiti, il naso divenne due fessure, gli occhi diventarono grandi e di un colore che variava dal giallo ocra al rosso sangue, le pupille divennero verticali e strette, il piede destro diventò uno zoccolo e il piede sinistro una zampa artigliata di gallina.
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Altea
07-05-2014, 16.44.25
La ragazza fu subito richiamata dal padre in cucina...questa scena l'avevo vista pure nella locanda del Borgo di Elvet...le donne erano considerate poco o nulla.
Assaporai la gradevole bevanda leggermente speziata e osservavo il quadro di Isolde, iniziai a riflettere su ciò che mi aveva colpito di Solpacus dal mio arrivo fino oggi.
La prima cosa che mi colpì fu proprio in questa locanda, prima di tutto quando Older mi presentò come sua nipote prima al locandiere e successivamente ad Enar dicendo così avrei avuto un trattamento migliore, e poi quel quadro della strega..perchè non presentarmi come una normale visitatrice?
Poi vi fu l'arrivo improvviso di quella strana sacerdotessa la quale sosteneva che la bestia altro non era la maledizione degli dei pagani per averli abbandonati e cercava di redimere le persone e i cavalieri, e tutti erano attratti dalle sue parole, ricordo solo io le ribattevo..nessun cattolico difendeva nostro Signore..e quindi a Solpacus il Cattolicesimo era forse poco sentito o da poche persone.
Poi vi fu l'incontro con Roxanne...quel dipinto della donna brutalmente sgozzata dalla belva quasi reale e il mio ritratto col volto in preda al terrore, come se lei stessa avesse visto quel terrore nel volto di una donna.
In me si fece, improvvisamente, largo un sospetto..quella belva era forte perchè qualcuno del posto la preservava e non voleva fosse uccisa, o forse più di qualcuno e subito pensai a una specie di setta....a cui dare in sacrificio come in riti pagani donne, bambini e fanciulli...vittime comunque scelte. La belva non poteva, da sola, avercela solo con loro..era un animale e agiva di istinto, non poteva scegliere le proprie prede..ma appunto era addestrato da qualcuno...e forse qui il ragionamento di Mime era giusto.
Sbiancai a quel pensiero...Altea, dimentica..è suggestione, non può essere vero.
Bevvi un pò della bevanda per cercare di riprendermi e sentii dei rumori e voci dalla porta, speravo proprio i due cavalieri e Mime stessero arrivando.
Mi sentivo davvero turbata..e poi dovevo andare..dovevo tornare a Palazzo o si sarebbe fatto buio.
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Guisgard
07-05-2014, 17.49.09
La suggestione, talvolta, può fare strani scherzi.
Forse l'inquietudine del momento, forse le enigmatiche parole di quel vecchietto o la presenza di tanti oggetti esotici e così carichi di mistero finirono per suggestionare Eilonwy con quella sorta di allucinazione.
E nel vedere quella Croce e nell'udire quelle parole della ragazza, il vecchietto rise di gusto.
“Oh, per Giove...” disse divertito “... mi avete forse preso per un demonio?” Scosse il capo divertito. “Eh, ma dubito che due assi perpendicolari fra loro e immerse poi in un'Acquasantiera possano spaventare davvero qualcuno. Figuriamoci il diavolo.” Rise di nuovo. “E sia, la trattativa è saltata. Pazienza. Ora perdonatemi ma devo sistemare alcune cose nel retro della bottega. Vi auguro una buona giornata, ragazzi.” E andò via.
Guisgard
07-05-2014, 17.52.11
E mentre Altea era seduta nella locanda a bere, si avvicinò qualcuno al suo tavolo.
“Oh, milady...” disse Older “... sono lieto di rivedervi... eh, oggi è stato ancora una volta un brutto giorno per Solpacus con quel nuovo funerale...” scosse il capo “... mi chiedo quando finirà tutto questo... quando...” chiamò poi la figlia del locandiere “... porta anche a me quello che hai servito a lady Altea.” Tornò a fissare l'avventuriera. “Voi invece cosa mi raccontate, milady?”
E fissandolo, Altea si accorse che l'uomo portava al collo un piccolo Crocifisso d'oro.
Altea
07-05-2014, 18.12.03
Ad un tratto Older, come chiamato dal mio pensiero, si sedette al mio tavolo, sobbalzai leggermente poichè ero sovrappensiero.
Era preoccupato e pensieroso..come sempre...su Solpacus.
"Si, ho partecipato alla cerimonia per un momento..prima di andare a parlare col vescovo...niente di nuovo, ma sono arrivati tre nuove persone a Solpacus..due cavalieri e un uomo molto allegro" sorrisi appena ma il mio sguardo cadde al collo dell' uomo e tornai seria.."E' stato il vostro compleanno? O forse è un regalo...bel crocifisso e pure in oro, strano..non mi sembravate cosi cattolico" e lo fissai con aria interrogativa.
Guisgard
07-05-2014, 18.22.13
Enar restò quasi sorpreso da quelle parole di Altea, portandosi la mano sul Crocifisso.
“Si, è stato un regalo...” disse sorridendo “... e sono lieto l'abbiate notato... in verità mi è stato donato tempo fa, ma non avevo mai pensato di metterlo... sapete, non volevo perderlo... ma con gli ultimi accadimenti... beh, ho pensato che un po' di protezione non guastava... davvero sono arrivati altri due cavalieri? Eh, ma ormai qui ce ne sono tanti e nessuno sembra in grado di liberarci dalla bestia...”
Altea
07-05-2014, 18.34.01
Continuai a bere la bevanda, lo guardai attentamente...era teso e nervoso, l'atmosfera era strana.
"Sapete, ho sempre ritenuto una persona non sia cattolica solo se porta un crocifisso...è un fatto di spiritualità. Ma vedo avete seguito il mio consiglio, allora, visto vi dissi Solpacus aveva bisogno di più preghiere, ma se ben ricordo quando arrivò la sacerdotessa pagana voi eravate il primo a dar valore alle sue parole" e lo fissai nuovamente negli occhi.."Questi cavalieri sembrano diversi dagli altri, sembrano quasi vincenti..per di più mi ha colpito un fatto di loro, non hanno mai menzionato l'arma dei Taddei sebbene siano pronti a voler uccidere la belva...secondo me, chissà, potrebbero essere i giusti cavalieri".
Guisgard
07-05-2014, 18.42.50
“Non ho appoggiato la sacerdotessa pagana, milady...” disse Older ad Altea “... ho solo cercato di trovare un punto d'incontro tra coloro che avevano visioni e concezioni differenti su questa brutta storia... io sono solo un uomo e non so dove possa essere la ragione e la verità in tutto questo... nessuno temo lo sappia... a me interessa solo che tutto questo finisca... se davvero la bestia è un castigo, allora non desidero altro che la pena sia espiata, così da poter lasciare finalmente libera questa città...” sorseggiò dal bicchiere che la locandiera gli aveva riempito “... e vorrei avere la vostra stessa fiducia su quei cavalieri... ma non credo che due in più facciano poi tutta questa differenza...”
Altea
07-05-2014, 18.53.10
"Da un pò fate sempre questi discorsi Older...quale castigo dovrebbe pagare Solpacus...ditemelo..e per voi quindi tutti quanti dovrebbero perire? Nostro Signore non castiga le persone, ve l'ho già detto..è clemente, spetta all' uomo capire le proprie colpe e il Signore lo perdonerà...non lo pensate?" guardai fuori dalla locanda sperando non fosse troppo tardi "E, inoltre, siete terribilmente scettico..davvero...qualcuno...ci penserà ad annientare la belva..ma pure io sono scettica ma su questa belva...non ho mai sentito da che mondo e mondo che un animale si scelga le sue vittime...ricordo mio padre quando andava a caccia..era lui a dare gli ordini ai suoi segugi e quando, come e chi attaccare...oppure questo cinghiale deve pensare proprio come un essere umano".
Sorrisi e detto questo mi alzai..."Ora perdonatemi, Older, devo andare, si sta facendo tardi e forse è meglio per me torni a Palazzo Costanza".
Pagai la bevanda e uscii diretta a prendere Cruz pensierosa.
Guisgard
07-05-2014, 18.58.25
“Aspettate...” disse Older di colpo, afferrando la mano di Altea “... oh, perdonatemi, milady...” lasciando subito il polso della bella avventuriera “... perdonatemi... ma è che sono nervoso... prima il funerale, poi... poi il fatto che tra non molto sarà buio... potrebbe essere pericoloso attraversare la foresta da sola, non credete?” Il suo tono tradiva una profonda preoccupazione. “La bestia sembra comparire dopo l'imbrunire ed andare nella foresta adesso sarebbe quasi un suicidio... desistete, vi supplico...” era sempre più agitato.
Altea
07-05-2014, 19.11.12
"Davvero?" risi di gusto guardando la fronte sudata di Older dalla inconsueta tensione..."Addirittura sceglie quando uscire? E' un portento questo cinghiale, chissà forse avremo una nuova vittima stanotte?" lo guardai con aria di sfida...lo ha deciso forse qualcuno? strana la tua reazione Older "non preoccupatevi per me..non ho altre opportunità, devo tornare a Palazzo, lady Gertrude si preoccuperebbe troppo per me, purtroppo mi sono attardata ad aspettare i due cavalieri e l'uomo che li accompagna, sapete sono stati ospiti da me...e uno di loro ha pure un certo accento capomazdese. Ora non fatemi aspettare oltre".
Mi guardai la mano che aveva afferrato bruscamente e salii in groppa a Cruz...probabilmente i cavalieri stavano avendo più notizie possibili per ammazzare quella belva.
Spronai il cavallo e presi la strada per uscire da Solpacus...dovevo fare in fretta.
Guisgard
07-05-2014, 19.17.12
Older non riuscì a fermare Altea.
La dama prese infatti il suo destriero ed uscì dalla città.
Cruz galoppò veloce tra la fitta e primordiale vegetazione della foresta.
Il giorno era ormai alla fine e l'imbrunire tra breve si sarebbe affacciato su quel mondo.
Le ombre cominciarono ad allungarsi ed intrecciarsi fra loro, mentre un cupo silenzio iniziò a scendere su quelle lande.
Alla fine Altea intravide le alte torri del palazzo di lady Gertrude che svettavano sugli alberi circostanti.
Era giunta a destinazione.
La vecchia nobildonna la stava attendendo.
Altea
07-05-2014, 19.33.18
Cruz correva sicuro tra la foresta...come fosse in simbiosi con me e sapesse dove andare per poter evitare qualcosa mi accadesse.
Mi fermai su una piccola radura e finalmente vidi le alte torri di Palazzo Costanza e dopo poco arrivai.
"Bravo Cruz...abbiamo avuto coraggio e abbiamo confidato nel Signore" lo accarezzavo dolcemente "e speriamo i due cavalieri riusciranno nel loro intento..anche se mi mancano tutti e tre sai? Almeno avevo qualcuno con cui parlare e ridere, speriamo di reincontrarli" mi feci leggermente triste pensando a loro.
Entrai a palazzo e mi dissero milady mi aspettava preoccupata nel salone.."Lady Gertude, perdonatemi, sono stata dal vescovo ed egli vi manda i suoi saluti, un giorno verrà qui da noi a pranzo..poi sono stata fermata da un uomo conobbi a Solpacus e quasi non voleva farmi partire, ma voi siete stata sempre gentile con me come una madre, non potevo farvi stare in pensiero...sempre in guardia..mi ha insegnato mio padre, ed eccomi qui, vado a prepararmi per la cena".
Entrai in camera...volevo liberare la mia mente, troppe cose erano successe, mi immersi nella tinozza con petali di rosa e mi sedetti allo specchio guardando l'anello..."Tussil..." sorrisi e i brutti pensieri svanirono "sarà vero non lo so..ma so un giorno mi farai passare questi brutti ricordi".
Mi preparai e tornai nel salone per la cena mentre il sole stava scendendo.
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Lady Gertrude aveva un leggero sorriso al volto e mi disse di andare nella stanza di fronte...vi era una sorpresa per me.
Entrai lentamente...cosa poteva essere..quando seduto ad aspettare in una scrivania vi era un bellissimo ragazzo dai capelli corvini e si contraddistingueva da tutti noi per questo, risi felice..."Thomas..fratello..siete tornato vivo dalle Crociate, non sapete quanto ho pregato per voi..ora non lasciatemi più, ho troppo bisogno di voi..di te fratello mio adorato, l'unico che mi ha sempre capita e coccolata".
Lui rimase fermo e commosso annuì osservandomi.
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Fissai Gvin senza tradire emozioni.
Cosa voleva da noi? Io non mi ero certo messa a frugare nella sua vita.
Oh, come avrei voluto fare le vere presentazioni. Come avrei voluto vedere il suo viso sbiancare, il suo capo chinarsi davanti al mio nome e grado. Sì, sarebbe stata una giusta punizione per questo nobiluccio di provincia che credeva di fare il gradasso con dei popolani.
Ma non potevo, ero la vedova di Gufo Scarlatto, nient'altro.
Come avrebbe reagito una moglie afflitta a quelle parole? Come avrebbe reagito Gufo se lo avessero accusato di non essere lui stesso?
E comunque, ce lo vedevo l'arrogante mercenario dire frasi del tipo "Oh, questo devo proprio raccontarlo a mia moglie" oppure "Mia moglie dice sempre...".
Anche se si fosse sposato sarebbe rimasto lo stesso.
Così, lasciai che una fredda ma rabbiosa tristezza mi avvolgesse.
Era il momento di giocare la mia carta migliore, il pugnale che ci aveva lasciato Guisgard.
Squadrai Gvin con occhi tristi ma determinati, e risposi quasi ringhiando.
"Gufo è caduto..." mormorai, tra i denti "..e io non ero al suo fianco.." sguainai il pugnale, con naturalezza, e lo puntai contro Gvin, con fare minaccioso, ma in realtà volevo che vedesse bene il simbolo dei Gufi Scarlatti "Non siete nemmeno degno di nominare mio marito..".
Prendere le cose di petto era sempre stato il mio difetto.
E non c'era come spiazzare il tuo interlocutore per vincere un duello di parole.
Così, guardai per un attimo lontano, abbozzai un sorriso, come se stessi rincorrendo un ricordo.
Poi, scoppiai a ridere sguaiatamente, come faceva Gufo.
"Però devo dire che l'immagine di Gufo come tenero maritino che parla della moglie è davvero esilarante..." rinfoderai il pugnale, senza smettere di ridere "E magari ve lo immaginate anche intento a sussurrarmi paroline dolci all'orecchio.. manco fosse questo qui.." indicando Ertosis "Che non capisce più niente quando vede un bel paio di occhioni, e non solo.." scossi la testa.
"Caro mio, piuttosto che sospettare di noi fareste bene a correre dietro a quella bestia e a lasciarci in pace, perché, francamente, la vostra invadenza mi sta scocciando non poco.." mi voltai verso Vortex "Non so voi, ma io muoio di fame..".
E feci cenno ai miei di seguirmi dentro la taverna.
Probabilmente ci avrebbero seguito anche gli altri, non facevano altro ormai.
Volevo evitare un vero e proprio scontro, sperai che non fosse inevitabile.
Volevo solo un piatto di carne e del buon vino della casa!
elisabeth
07-05-2014, 21.45.22
Lo sguardo di Flees non mi convinse ....l'odio nei bambini viziati...era un'arma poteva far male.......ma Daizer con la sua carezza spazzò via tutte le nubi....." Si conviene andare a prendere il permesso.....cercavamo Comino il Maniscalco... non possiamo andare in giro a raccontare dei miei sogni e' stata una fortuna ricordare il nome......ma sono fiduciosa ...penso che tu sappia dove si trova il Gastaldo credo che il prete di quella chiesa era di lui che parlava...........usciamo da questo posto..l'aria e' diventata pesante...."....presi la sua mano e lo invitai ad uscire fuori dalla locanda.....sentivo i passi di Flees dietro di noi, come avrei voluto che lui non ci fosse.......Andammo verso il Palazzo più Signorile del Borgo....c'erano delle guardie dinanzi al portone......" Pensi che siano scontrosi da queste parti ?.....vedi Daizer non comprendo il significato del mettere un veto sul cimitero......credimi e' una cosa così assurda........ma siamo qui per questo.....per mettere fine alle assurdità...."......E così Daizer si avvicinò alle guardie...
Eilonwy
07-05-2014, 21.47.12
Era solo una allucinazione….una visione!
All’ improvviso, nella mia mente sentì chiaramente una risata maligna e femminile. Era la risata di Isolde ne ero certa. Maledetta megera! Era stata lei!
Madama Lucia, la zingara, mi aveva avvertito di queste false premonizioni e visioni.
Mi sentì in un immenso imbarazzo.
Senza guardare in faccia nessuno corsi fuori e montai su Dante. Lo spronai e mi lasciai alle spalle la bottega con all’ interno il merlo Tisin e il mio bel Riccardo.
Chissà cosa avrebbe pensato di me il coraggioso e nobile paladino? Mi avrebbe sicuramente creduto pazza o con la testa ammaccata e piena di fantasie.
Galoppai piu’ veloce di un lampo fino al fiume di Tylesia: il Calars. Ormai era quasi il tramonto.
Scesi da cavallo e legai il mio nero destriero all’ interno di una nascosta grotta. Il mio intento era di non farmi trovare. Ero troppo imbarazzata in quel momento.
Disfeci il mio meraviglioso abito di ghiaccio e fiocchi di neve e mi gettai nelle calde acque di quel fiume.
Quando anche l’ ultimo raggio di sole se ne andò, mi tramutai in sirena.
Nuotai nelle tiepide profondità del fiume e mi allontanai dalla riva per nascondermi nei meandri del corso d’ acqua.
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Guisgard
08-05-2014, 01.38.43
Daizer si avvicinò alle guardie che sorvegliavano l'ingresso di quel luogo.
Il contrabbandiere parlò ai militari del proposito di visitare il cimitero.
“Occorre il permesso del Gastaldo.” Disse uno dei soldati.
“Dove possiamo trovarlo?” Chiese Daizer.
“A Leiman, naturalmente.” Rispose il soldato. “Ma sappiate che difficilmente vi riceverà. E' molto impegnato ultimamente.”
“Noi abbiamo urgenza di visitare il cimitero.” Fece il contrabbandiere. “Non è possibile recarsi a Leiman per incontrarlo?”
“Non vi riceverà.” Mormorò il militare.
“E' questione davvero urgente.” Insistendo Daizer.
“Allora vi consiglio di parlare col suo braccio destro.” Fissandolo il soldato. “Messer Moussarel.”
“Lui può rilasciarci il permesso?”
“In determinate circostanze diciamo che potrebbe.” Spiegò il soldato.
“Dove possiamo trovarlo?”
“In questo palazzo.” Rivelò il militare. “Ma ora è tardi. Tornate domattina e forse riuscirete a parlarci.”
Intanto Elisabeth e Flees erano rimasti più indietro, in attesa che Daizer tornasse da loro a raccontare della sua conversazione con le guardie.
“Quel tipo” disse il giovane cavaliere alla dama “non mi ispira nessuna fiducia... è solo un popolano e dubito che saprà spiegarsi con quei militari...” guardò Elisabeth “... e voi, cara zia, sapete benissimo che ho ragione... e continuo a non capire cosa possa avere di speciale quell'uomo per voi...” sorrise con fare sicuro di sé “... secondo me avete passato molto tempo da sola, magari nei boschi e lontano dalla gente, per affinare le vostre conoscenze magiche... lo posso comprendere... come mia madre, anche voi avete avuto un gran dono e ciò richiede sacrifici e rinunce... ma in fondo, anche se siete una maga, restate pur sempre una donna... una bella donna e come tale anche voi siete sensibile al richiamo dei sensi, della passione...” lanciò un'occhiata verso Daizer “... e quel tipo non può darvi nulla, lo sapete anche voi...”
Guisgard
08-05-2014, 01.51.48
Eilonwy galoppò via da quel luogo, fino a raggiungere le calde acque del Calars.
Poi scese la sera e mutata ancora una volta in una sirena, la ragazza scivolò tra il dolce tepore di quel fiume.
Nuotò così per molto tempo, per tutta la notte, fino a quando, poco prima dell'albeggiare, risalita in superficie intravide una strana figura.
Se ne stava immobile nel bel mezzo della brughiera.
Poi il cielo cominciò a schiarirsi e le ombre di quel luogo spettrale iniziarono a dissolversi poco a poco.
E in quel momento Eilonwy si accorse che la figura altro non era che uno spaventapasseri.
Almeno questo sembrava a prima vista.
E sui vestiti aveva una scritta ricamata che così recitava:
“Attenti alla strega cattiva, bambini!”
Qualche metro oltre, su un albero, stava inchiodato un cartello che indicava un piccolo e stretto sentiero.
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Guisgard
08-05-2014, 02.15.38
Thomas salutò con affetto Altea e i due furono subito raggiunti da lady Gertrude.
“Mi sei molto mancata, Altea...” disse Thomas abbracciandola “... le sere stellate sotto le mura di Gerusalemme sembrano infinite e hanno il dono di farti pensare a tante cose... agi affetti, alla nostalgia per la proprio terra e alla malinconia di chi sia ama... sono felice di essere di nuovo qui e di averti rivista, sorella mia...”
“Tuo fratello” Gertrude ad Altea “è giunto direttamente qui appena sbarcato a Brindisi... in una lettera infatti gli era stato detto che ti avrebbe trovato qui.” Sorrise. “Ora forse lui riuscirà a farti desistere dalla tua mania per i viaggi e per le avventure.” Scosse il capo. “Cose davvero riprovevoli per una nobile dama.”
“In verità” fece Thomas “ero anche inquieto. Inquieto e preoccupato. Giungendo qui infatti ho udito, in una locanda lungo la via, che in queste lande stanno accadendo fatti terribili... ho sentito di un animale selvatico, forse un cinghiale, che sta seminando orrore a Solpacus...” fissò sua sorella “... perchè mai sei giunta in questa triste terra?”
“Non voglio sapere ciò che accade al di fuori di questo palazzo.” Disse Gertrude. “Vi prego di attenervi a questo mio desiderio, sir Thomas.”
Guisgard
08-05-2014, 04.25.02
Clio ed i suoi, dopo quelle parole rivolte dalla ragazza a Gvin, entrarono nella locanda e presero subito posto attorno ad un tavolo.
Ordinarono poi carne e vino.
“Non so...” disse Borel agli altri “... dite che l'hanno bevuta?”
“Beh...” fece Dort “... hanno visto il pugnale, no? Mi sembra un indizio convincente...” fissò poi Ertosis “... tu tieni d'occhio la porta e guarda se entrano...”
In quello stesso momento la porta della locanda si aprì ed entrarono Gvin ed i suoi.
“Tipo insistente...” mormorò Porturos appena Ertosis indicò con un cenno del capo il duca ed i suoi uomini.
“Davvero magnifico quel pugnale...” disse il duca prendendo posto con i suoi ad un tavolo accanto a quello dei falsi mercenari “... solo i famigerati e celebri Gufi Scarlatti possono possedere simili armi... è leggendaria infatti la loro abilità in battaglia...”
“E' vero, milord...” mormorò uno dei suoi, con l'intento di farsi sentire da Clio e dagli altri “... io stesso ho sentito narrare della ferocia di Gufo in battaglia...”
“Già...” annuì Gvin, lanciando occhiate verso il tavolo della ragazza e dei suoi compagni “... ma pare che il grande condottiero sia caduto sul campo di battaglia... almeno questo è ciò che racconta la sua vedova...”
“Possibile, milord?” Con tono provocatorio un altro dei suoi.
“Hai visto il pugnale, no?” Con un ghigno Gvin.
“Ci sono molti modi, milord, per impossessarsi di un simile cimelio...” intervenne un altro dei suoi soldati.
“Per esempio?” Ad alta voce Gvin.
“Beh, rubandolo...” rispose il soldato “... o magari prendendolo allo stesso Gufo dopo averlo ucciso...”
“Immagino abbia molti nemici un simile individuo...” mormorò divertito il duca.
“Io rammento la leggenda di Agamennone, milord...” un altro dei suoi sgherri “... di come, tornato dalla guerra di Troia, restò ucciso ad opera di sua moglie e del suo amante...”
“Già...” voltandosi Gvin verso il tavolo di Clio “... una donna può davvero rappresentare un serpe in grembo... il peggior nemico per un uomo... e più una donna è bella, più allora può essere letale... magari il povero Gufo è morto davvero così... ucciso a tradimento da una donna e dal suo amante...” fissò tutti i compagni di Clio, uno ad uno “... o chissà, magari dai suoi innumerevoli amanti...” rise seguito subito dai suoi uomini che fecero lo stesso.
“Non reagite...” sussurrò Dort agli altri.
“Non sopporto le provocazioni di quel verme...” mormorò piano Vortex.
“Anche a me prudono le mani...” fissandoli Ertosis.
“E' un duca, un aristocratico...” rispose loro Dort, sempre a bassa voce “... anche una semplice rissa con lui ed i suoi scagnozzi ci farebbe finire in un mare di guai...”
“Sospetta di noi” intervenne Borel “e non credo ci lascerà in pace fino a quando non sarà sicuro che mentiamo...”
“Magari...” rivolgendosi Gvin ai suoi, ma sempre con quel suo tono offensivo “... potrebbe essere quel pugnale a sgozzare la bestia... del resto se ha ucciso il povero Gufo Scarlatto può benissimo fare lo stesso con quel cinghiale!” Rise di nuovo insieme ai suoi uomini.
“Ma il pugnale non è in nostro possesso, milord.” Guardandolo uno dei suoi.
“Già, è vero...” voltandosi Gvin ancora una volta verso il tavolo di Clio “... ma forse, se lo chiederemo con gentilezza, la nostra vedova allegra non ci negherà quel gingillo... e chissà, magari sarà così generosa da darci anche qualcos'altro...”
E di nuovo quegli uomini si abbandonarono ad una fragorosa risata.
“Mi avevano detto” all'improvviso una voce alle loro spalle “che da queste parti ci fosse da cacciare un cinghiale... ma non immaginavo di trovare tanti porci.”
Il duca ed i suoi si voltarono di scatto.
“Cosa avete detto?” Fissando Gvin colui che aveva parlato.
“Ho parlato di porci...” guardando il duca negli occhi Guisgard “... vi sentite forse chiamati in causa?”
“Chi siete straniero?” Chiese Bieff, il braccio destro del duca, al cavaliere.
“Sono uno che si irrita facilmente” rispose Guisgard “quando qualcuno osa rivolgersi così alla mia donna.”
“La vostra donna?” Stupito Bieff, per poi voltarsi verso il suo padrone.
“Siete forse...” mormorò Gvin.
“Si...” annuì il cavaliere “... sono Gufo Scarlatto. In persona.”
“Ma la ragazza aveva detto che eravate...” mormorò Gvin.
“Morto?” Disse Guisgard. “E' una precauzione che io ed i miei uomini usiamo spesso quando ci spostiamo. Molti spadaccini ed avventurieri vorrebbero vantarsi di aver ucciso il grande Gufo Scarlatto. Bisogna dunque essere previdenti.”
Gvin lo scrutava con attenzione.
“Ma sono fortunato...” aggiunse il cavaliere “... posso contare su uomini devoti, oltre che in gamba e su una moglie bella e fedele...” guardò Clio e accennò un lieve sorriso “... beh? Cosa sono quelle facce?” Fissando poi anche i suoi compagni di viaggio. “Questo è il modo di accogliere il vostro comandante, razza di rinnegati?” Rise. “Si, ammetto che mi sono attardato un po' lungo la strada... ma solo perchè volevo riscuotere tutti i crediti che ci doveva il marchese di Liternia!” Raggiunse il loro tavolo. “Eh, tre giorni in sella sono dannatamente lunghi e scomodi...” avvicinandosi a Clio, per poi accarezzarle il viso “... spero che tu abbia preso una stanza comoda, Angelo mio... ho una gran voglia di qualcosa di morbido e profumato...” sorrise e quasi le sfiorò la bocca con le labbra “... e sai bene che non mi riferisco certo ad un letto ed alle lenzuola...”
A quella scena, Gvin fece un cenno ai suoi e lasciarono la locanda come tanti cani bastonati.
E mentre quasi baciava Clio, Guisgard li seguì fino all'uscita con la coda dell'occhio.
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Eilonwy
08-05-2014, 11.05.23
Nuotai molto in quel fiume grande quanto l’ Arno e il Tevere. Poi mi addormentai su un fluviale scoglio. Ero stanchissima.
Ci voleva una bella dormita!
Non avevo dormito la sera prima a causa di quell’ incontro con l’ Orco del Ponte Sospeso.
Dormì profondamente e facendo bei sogni.
Verso l’ albeggiare intravidi una spettrale figura, ma alla fine capì che era solamente uno spauracchio con una zucca di All-Hallows-Eve come testa. Sul vestito di esso c’ era un avvertimento: “Attenti alla strega cattiva, bambini!”
Quando tornai pulzella, velocemente, sia per timore che per la fredda umidità del mattino, mi diressi nella grotta dove avevo lasciato Dante.
Con mia sorpresa trovai sulla sella del mio cavallo un incantevole vestito di velluto, raso e broccato d’ oro. Insieme ad esso c’ erano delle scarpe nere e senza tacco da donna sulle quali erano stati cuciti con fili d’ oro in una il Sole e nell’ altra la Luna.
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Mi strofinai gli occhi. Forse era un’ altra illusione o stavo ancora sognando.
No, il vestito era ancora lì dorato e luminoso come se fosse stato fatto con i raggi del Sole.
Lo indossai e calzai le calzature. L’ umidità mi stava entrando nelle ossa!
Districai i nodi dei capelli con un pettine d’ osso a denti larghi. Dopodiché acconciai la chioma castano scuro mogano in una treccia provenzale (treccia francese).
Mi guardai intorno e mi accorsi di un piccolo e stretto sentiero. Decisi che avrei lasciato quel luogo e non avrei seguito quel viottolo.
Tutto ad un tratto, mentre stavo per montare sul mio fiero equino, le scarpe che avevo indossato incominciarono a farmi danzare.
Il prezioso abito incominciò ad aderire al mio corpo e a far muovere le mie braccia come quando si balla.
Cercai di ribellarmi a quella magia, ma il mio corpo sembrava non volerne sapere di ubbidire al mio volere.
Quegli indumenti diressero con forza il mio corpo proprio in quel sentiero. Le mie orecchie sentirono chiaramente una melodiosa, magnetica ed ipnotica canzone, la quale aumentava la forza di quel maleficio.
https://www.youtube.com/watch?v=1t8-_pI1-9Q
Altea
08-05-2014, 16.31.09
Mi feci quasi cullare da quel tenero ma forte abbraccio..."Si le notti di Gerusalemme, me le ricordo, dalle mille stelle a contornare la dorata falce..ma flagellata dalla guerra".
Ci guardammo negli occhi e gli accarezzavo i capelli...il nostro sguardo parlava solo, vidi i suoi occhi sull'anello di fidanzamento...
"Thomas il ribelle...cosi amate chiamarlo in famiglia, vero madre?
Mia madre mi guardò adirata..."Ma ti rendi conto di quello che ha fatto tuo fratello...era promesso sposo alla sorella del tuo futuro sposo..e ora..si è rotto oltre al suo fidanzamento pure il tuo e ora..nessuno ti sposerà".
Mia mamma si sedette bevendo un bicchiere di acqua..."Madre, lo ha fatto per Amore, io non lo odio, non posso...siamo cresciuti giocando assieme, io sono nata due anni dopo di lui, coltiviamo le stesse passioni e..".
Si alzò in piedi rossa in viso..."Le stesse passioni...come le armi che tuo padre ti fa usare..spero non quelle di prendersi i consorti degli altri...milady Sophia è sposata al barone imparentato coi Taddei e lui cosa fa...si innamora di una donna sposata".
Fui io ad alzarmi risentita..."Vi rammento madre..che quella donna sposata ha corrisposto l' Amore di Thomas, se hanno sbagliato lo hanno fatto entrambi ma per Amore...ella stessa mi ha confidato di quanto ama Thomas, sarebbe pronta a uccidersi per lui...".
"Smettila Altea...vai a preparare le valige, dobbiamo andare via da Capomazda e con la vergogna".
Ritornai in camera e Thomas mi seguì "Altea...io parto con Richard per Gerusalemme, è il solo modo per dimenticarla, scusa se ti ho fatto saltare il matrimonio pure a te". Il suo volto rigato dalle lacrime che asciugai.."Thomas, non ci si deve mai scusare per aver amato e per amare.." e mi abbracciò forte.
Solo al nostro ritorno a Capomazda, tramite mio padre e Andrew la mia promessa di matrimonio fu salvata ma non avrei potuto odiare mio fratello se non fosse successo.
Ci sedemmo a tavola e iniziammo a cenare, lady Gertrude conversava compiaciuta di vederlo nuovamente.."Thomas, per quanto riguardano i fatti di Solpacus ne parleremo in altro posto, milady non vuole sapere di questi fatti...e proprio domani vi sarà il mercato" mi rivolsi alla donna "Oggi, giustamente, è stato rinviato perchè vi era un funerale..e milady, devo chiedervi scusa come ha detto il vescovo per avervi mentito ma fu a fin di bene" scuotendo la testa "quel cavaliere..non era mio cugino, pensavo vi arrabbiaste se portavo estranei qui a Palazzo ma non potevo lasciarli..in foresta a quella ora..capite..anzi sono rimasta molto delusa, mi ha lasciato nel bel mezzo di Solpacus e poi mi disse di attenderlo nella locanda e, invece, non si è fatto più vedere e infatti ho dovuto attraversare la foresta sola..forse è come tutti, è solo interessato alla propria gloria personale, ha solo approfittato della mia gentilezza". Thomas fece una smorfia a quelle mie parole.
Dopo cena andammo nelle nostre stanze, quella notte dormii tranquilla e serena come tutto fosse lontano, mi sentivo sicura con Thomas.
Al mattino facemmo colazione e poi prendemmo i nostri cavalli per andare a Solpacus al mercato e in qualche negozio..guardavo mio fratello estasiata...il suo sguardo serio, irrequieto eppure aveva ragione...quella guerra lo aveva cambiato, era proprio diventato un uomo sicuro di sè.
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elisabeth
08-05-2014, 18.31.36
Daizer era l'unica persona che poteva avvicinarsi alle guardie di quel palazzo.....lui sapeva di quella storia tanto quanto ne sapevo io.........lo guardavo con ammirazione, aveva protetto me e i frati....senza battere ciglia.....senza pensare ad Elly...chissà cosa stava facendo...speravo stesse bene....Flees invece...si avvicinò di più a me, per ricordarmi come Daizer non fosse la persona che potesse starmi al fianco....non fosse la persona che potesse spegnere lamia passione......" Flees.....avete un dono particolare.....sapete cosa va bene oppure no ad una donna...che cosa rara la vostra.....E si..io e vostra madre abbiamo dovuto dedicare la nostra vita alla Magia........Ditemi...vostro padre era degno di vostra madre ?........anche se qualcuno mi ha detto...che le sue esigenze sono state appagate.......ma non da vostro padre......vedo Isolde sola...come mai Flees....voi le siete così devoto.....cosa le avete consigliato......Ma ora ditemi nipote caro.....cosa potrebbe spegnere la mia passione ?......."......Mentre parlavo seguivo con lo sguardo Daizer e la sua discussione con le guardie........ci eravamo conosciuti....per caso......ci eravamo innamorati ?.....non lo so....ma non aveva mai rifiutato di prendermi la mano......e se chiudevo gli occhi.....la nostra notte..potevo ancora viverla..a dispetto di tutto e di tutti........" Flees sto aspettando la vostra risposta.......non attenderò tutta la vita "....
Per poco non sobbalzai a quella voce.
No, non poteva essere, aveva lo splendido dono del tempismo quel tipo.
Sorrisi al cavaliere, immaginando immediatamente cosa avrebbe fatto.
A quanto pare, bastò per mettere in fuga il duca e i suoi scagnozzi.
Che idioti: poteva essere chiunque! Ma gli ero grata.
Cominciava ad essere la seconda volta che ero lieta di vederlo, decisamente troppo.
Mi prestai docilmente al gioco, alzandomi per accoglierlo, lui venne verso di me, e per poco non mi baciò.
Ma che bravo.. Non mi sentivo affatto al sicuro pensando che quelli erano usciti. Come potevo sapere che non vi fossero altri uomini nascosti nel locale? Non eravamo soli.
Così, afferrai il cavaliere per il collo e lo attirai a me, colmando la brevissima distanza tra noi.
E lo baciai.
Un bacio intenso, ma fugace. Dopo un istante lo allontanai bruscamente da me e lo guardai torva.
Gufo poteva pagare o prendere con la forza ogni donna docile e mansueta, ma dubito che ne avrebbe presa una per moglie.
Se una donna era riuscita a farlo innamorare e aveva talmente la sua fiducia da guidare i Gufi in sua vece, beh, non doveva essere un agnellino!
"Sei in ritardo!" Guardandolo negli occhi "Di tre giorni!" lanciai un'occhiata alla porta da cui erano usciti gli uomini del duca "Ma, non c'è che dire... Tempismo perfetto.." sorrisi "Grazie, quel tipo cominciava a darci sui nervi..".
Non c'era tempo per spiegargli la storia che Dort aveva abilmente inventato. Ma bastava un minimo errore per essere scoperti.
Non sapeva nemmeno il mio nome, avesse usato il mio vero sarebbe stata la fine. Senza contare che io avevo detto a Gvin che Gufo non usava certo parole dolci, ma questo Guisgard non lo sapeva.
Scossi la testa, ridendo, e incrociai le mani alla base del collo, con fare teatrale.
"Angelo mio.." lo imitai, ridendo "devi essere proprio disperato, eh.. ho un nome: Guàmarin.." mi avvicinai "O la lontananza ti ha fatto dimenticare il colore dei miei occhi?".
Poteva andare, pensai, almeno quello lo sapeva.
"Siedi con noi.." dissi, più dolcemente, indicando il tavolo "Sta giusto per arrivare la cena, sarai affamato... Abbiamo ingannato l'attesa del tuo arrivo dando la caccia alla bestia che infesta questa città. Non stanotte però.." Strizzando l'occhio al mio finto marito "Anche se così potremmo evitare un'altra vittima... Ma stiamo ancora pianificando la prossima mossa, visto che il nostro primo attacco si è rivelato inutile.. ma almeno l'abbiamo vista da vicino, e non è stato un bello spettacolo!" abbassai lo sguardo "Scotir è morto due notti fa, sotto le sue zanne.. l'abbiamo bruciato questa notte..".
Guisgard probabilmente non sapeva nemmeno di chi stessi parlando, ma il comandante dei Gufi Scarlatti si sarebbe accorto immediatamente dell'assenza di uno dei suoi uomini.
Avrebbe voluto immediatamente notizie dei suoi.
Guisgard
09-05-2014, 01.58.14
Flees fissò Elisabeth e sorrise spavaldo.
“Io potrei...” disse avvicinandosi ancor più a lei “... io potrei spegnere, anzi accendere ancor più la vostra passione, mia bella zia...” le prese la mano “... io potrei... saprei trattarvi come la donna che siete e non come una maga... i miei occhi saprebbero riconoscere ciò che davvero bramate in cuor vostro...” lanciò un'occhiata verso Daizer che ancora parlava con le guardie “... stanotte, quando lui dormirà, io vi attenderò sveglio davanti alla locanda... e so che verrete...”
Il contrabbandiere ringraziò le guardie e tornò da sua moglie e da Flees.
“Domattina” rivolgendosi ad Elisabeth “torneremo qui e forse parleremo col braccio destro del Gastaldo... lui può darci il permesso di visitare il cimitero... ora direi di tornare alla locanda a dormire... domani ci aspetta un lungo giorno...”
I tre, così, tornarono alla locanda, prendendo due stanze per la notte.
Una per Elisabeth e Daizer e l'altra per Flees.
Il giovane cavaliere, però, come detto ad Elisabeth, dopo un'ora lasciò la sua stanza e uscì fuori, davanti alla locanda.
Fissava la finestra della camera dei due sposi, aspettando che sua zia lo raggiungesse.
Guisgard
09-05-2014, 02.13.48
Eilonwy fu così costretta a seguire quel sentiero attraverso la foresta.
Ormai il Sole era sorto e di nuovo la luce del giorno giungeva a liberare quel luogo dai misteri della notte.
E galoppando per un po', alla fine, la ragazza vide apparire in lontananza una piccola casa diroccata.
Sembrava abbandonata ma raggiungendola Eilonwy notò qualcosa.
Alcuni vestiti stesi ad asciugare.
E proprio in quel momento dalla fatiscente abitazione uscirono due bambine.
Si avvicinarono alla ragazza, che quello strano ballo aveva spinto fino alla casa diroccata, senza temere la presenza di Dante.
Il destriero infatti, vista la sua padroncina danzare verso il sentiero, aveva preso a seguirla, galoppando dietro di lei.
“Sei...” disse poi una delle due ad Eilonwy “... sei venuta per giocare con noi?”
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Guisgard
09-05-2014, 02.42.08
A quelle parole di Altea, Gertrude scosse il capo.
“Non dovrei meravigliarmi affatto...” disse risentita “... questo tuo modo di fare, irriverente ed irrispettoso, ti ha sempre accompagnata sin da piccola... ma questo poi... portare qui tre perfetti estranei e spacciarli per tuoi parenti... è inaudito...”
“Non siate dura, milady...” intervenne Thomas “... mia sorella ha agito a fin di bene... e dopotutto erano pur sempre cavalieri... hanno forse abusato della vostra ospitalità? O disonorato questo palazzo?”
“Affatto.” Rispose Gertrude.
“Andavano a Solpacus forse per cacciare quella bestia...” fece Thomas “... ritenete ciò che avete fatto una buona azione, milady... Dio vi ricompenserà.”
“Non è questo il punto.” Replicò l'anziana nobildonna. “E comunque non desidero continuare oltre questo discorso. E ora sarà meglio che mi ritiri. Vi auguro una buonanotte.” Ed uscì.
Poco dopo anche Altea e suo fratello andarono a dormire.
La notte trascorse serena.
Il mattino seguente i due lasciarono di nuovo il palazzo e tornarono a Solpacus.
Era giorno di mercato.
Ma non solo.
Infatti in una città non troppo distante, Maddola, si era celebrata la ricorrenza dell'apparizione dell'Arcangelo Michele e i festeggiamenti avevano coinvolto tutta la regione.
E qualcuno a Solpacus, nonostante la triste atmosfera, aveva deciso di aderire a quella festa.
E così per le strade monaci e diaconi intonavano canti e recitavano litanie per il Primo Angelo di Dio, chiedendogli di difendere tutti loro dalla feroce bestia.
Guisgard
09-05-2014, 03.37.43
“Il colore dei tuoi occhi” disse Guisgard a Clio, capendo che in quel momento gli sguardi di tutti in quella locanda erano su di loro “non potevo certo scordarlo, piccola, visto che la Luna e le stelle non facevano altro che che rammentarmelo ogni notte...” si sedette accanto a lei, in mezzo ai compagni della ragazza.
Poi Clio cominciò a raccontare degli ultimi accadimenti, fino alla morte di Scotir.
Guisgard ascoltava ogni parola, fingendo distacco, ma ciò che era accaduto la notte prima turbò alla fine il cavaliere.
Anche Dort e gli altri, imitando il loro comandante, ressero il gioco, trattando così Guisgard come se fosse davvero Gufo Scarlatto.
Borel poi descrisse per filo e per segno la notte appena trascorsa, del piano per catturare la bestia e del loro fallimento, fino al ferimento di Clio e alla morte del loro compagno.
E nella locanda, come Gvin ed i suoi scagnozzi, tutti i presenti si convinsero così che il cavaliere appena giunto fosse realmente il famigerato mercenario.
Compreso il locandiere.
Infatti l'uomo servì altro cibo a quel tavolo, innaffiando il tutto col miglior vino della casa.
“Siete stati avventati...” mormorò Guisgard “... cercare di stanare la bestia esponendo lei in prima persona...” guardando poi Clio.
“Il piano però ha funzionato, almeno in parte...” disse Porturos “... almeno siamo riusciti ad attirare quel dannato animale...”
“Ci sono due tipi che continuano a guardare da questa parte...” fece Ertosis
“Ah, quasi me ne dimenticavo...” mormorò Guisgard “... sono i miei due compagni... ragazzi, venite qui...” chiamando Astus e Mime “... vi presento Astus e Mime...” indicando alla compagnia i due nuovi arrivati “... prendete pure posto fra noi... li ho assoldati pochi giorni fa...” continuando a recitare il suo ruolo.
“Eh, ci voleva un bel bicchierino!” Esclamò Mime.
“Ma non esagerare, vecchia spugna!” Fissandolo Astus.
I due naturalmente avevano assistito a tutta la scena, comprendendo perfettamente l'escamotage utilizzato da Guisgard.
In quel momento si avvicinò al loro tavolo il locandiere.
“Signore...” fissando Guisgard “... è ormai tardi e ho udito che avete cavalcato a lungo... e dunque, visto l'onore di avervi, con vostra moglie ed i vostri uomini, ospiti nella mia modesta locanda, mi sono permesso di liberare per voi la mia migliore camera...”
“Avete anche una camera migliore in questo posto?” Ironico Guisgard.
“In verità, signore...” fece il locandiere “... mi sono permesso, naturalmente d'accordo con mia moglie, di offrirvi la nostra camera... vi assicuro che è la più confortevole di tutta la locanda... e spero mi farete l'onore di accettare, signore...”
“Hai sentito, mia bella sirena?” Rivolgendosi Guisgard a Clio. “Sembra che avremo la migliore suite di questo posto!” Rise appena. “Non trovate anche voi che la mia bella moglie abbia gli occhi dello stesso colore del mare all'albeggiare? E diventano ancor più trasparenti alla tenue luce di una candela... capite cosa voglio dire, vero?” Tornando a guardare il locandiere, per poi ridere, seguito subito da Astus, Porturos, Borel e Mime.
Il locandiere annuì compiaciuto.
“E sia...” annuì il cavaliere “... ho galoppato per troppo tempo e non mi va di rifiutare un letto morbido stanotte.”
“Ne sono onorato, signore!” Entusiasta il locandiere.
Così, poco dopo, ognuno di loro raggiunse la propria camera.
La stanza poi che doveva ospitare i due falsi coniugi era davvero confortevole, proprio come aveva assicurato il locandiere.
“Beh, non possiamo certo lamentarci...” guardandosi intorno Guisgard appena rimasto solo con Clio in quella camera “... sembra davvero un confortevole ed intimo rifugio d'amore, mia cara...” sorrise “... ah, già... immagino che la commedia debba interrompersi ora che siamo soli e dunque devo tornare a parlarvi col voi...” si sedette sul letto “... davvero comodo... comunque non mi dispiace venire a togliervi dai guai di tanto in tanto, sapete? Ogni volta infatti ci guadagno un bacio... mica male.” Le fece l'occhiolino. “Guàmarin... nome originale, non c'è che dire, ma dannatamente adeguato...” alzandosi dal letto e avvicinandosi a lei “... i vostri occhi sono di un colore che non si dimentica facilmente...” le sfiorò i capelli per un attimo “... avete cambiato colore ai capelli... vi stanno bene... esaltano ancor più i vostri occhi...” restò a fissarla per un lungo istante senza dire nulla, nonostante i suoi occhi dicessero molto di più.
Si tolse allora il mantello e lo adagiò ai piedi del letto, facendo dopo la stessa cosa con la giubba e poi con la camicia.
Prese infine uno dei due cuscini sul letto e lo posò su quei suoi vestiti a terra.
“Eh, non sarò un principe ereditario” sussurrò stendendosi su quel giaciglio ai piedi del letto “ma sono pur sempre un cavalier cortese... vi auguro una buona notte, lady Guàmarin... auspicando che i vostri sogni siano più sereni dei miei...” voltandosi dall'altra parte, per evitare di guardare Clio intenta a mettersi a letto.
Quel letto che lui le aveva lasciato libero.
La notte trascorse così, leggera, silenziosa e incerta.
Guisgard quasi non chiuse occhio, in balia com'era di pensieri e inquietudini.
Pensava al suo viaggio, alla misteriosa bestia e a Clio.
Verso l'albeggiare poi, quando i primi raggi schiarirono la stanza, si voltò verso il letto dove dormiva lei.
E restò a fissarla fino a quando la ragazza si svegliò.
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Altea
09-05-2014, 16.35.20
Vedemmo la processione per l'Arcangelo e ci facemmo il segno della croce..."Festeggiano il Patrono della città dove siamo nati, Thomas..il nostro Patrono..che ci aiuti a uccidere quella belva".
Arrivammo a Solpacus e ci trovammo tra le bancarelle, quando avvistai il duca Gvin con alcuni suoi uomini, era adirato e gesticolava e mi avvicinai a lui.."I miei omaggi duca, vi presento mio fratello, sir Thomas Mc Gwyn..è appena tornato dalla guerra da Gerusalemme".
Dopo i convenevoli saluti chiesi a Gvin il motivo del suo malcontento ed egli mi narrò i fatti della sera precedente alla locanda..non ci trovavo nulla di male visto quella donna e i suoi cavalieri, anche se mercenari, erano qui tranquillamente a Solpacus senza dare alcun fastidio ma quando mi narrò la ultima parte strabuzzai gli occhi...."Scusate...avete detto due cavalieri e un uomo con una sacca...me li descrivete, aveva gli occhi azzurri profondi quello che li capeggiava?". Gvin annuì e dalla descrizione erano proprio loro, e uno dei suoi uomini disse pure i loro nomi..Astus, Mime e il Gufo Scarlatto, marito di quella donna.
Feci a Thomas l' occhiolino e il nostro tipico gesto di intesa che significava.."lascia mi faccia giustizia da me" ed egli annuì.
Mi rivoltai verso il duca.."Come avete detto...ma questa è una menzogna..o è la verità e io e lady Gertrude siamo state prese in giro..questi tre uomini furono ospiti da noi a Palazzo Costanza"..gli raccontai del nostro incontro, di Mime che venne dal nulla, dei servigi e della benevolenza io e milady ebbimo per loro e di come lo portai io a Solpacus e lo aspettai invano, e prima stava cercando una locanda e io gli consigliai quella dove avevo soggiornato.
Thomas si rabbuiò e mise la mano all'elsa della spada ma io gli feci, nuovamente, il gesto di intesa ma dentro di sè covava rabbia.
"Bene...andiamo alla locanda allora, pensate pure a messer Older dissi che erano arrivati questi due nuovi cavalieri..i testimoni ci sono" e seguita dal duca, alcuni suoi uomini e mio fratello arrivamo alla locanda.."Non voglio disordini..ci penso da sola, ho sistemato per bene quei cavalieri che dicevano di aver ucciso la belva e ora farò con questi tre che mi hanno presa in giro".
Nella locanda vi erano cavalieri e riconobbi alcuni dei mercenari e sorrisi al locandiere e alla sua famiglia e mi avvicinai al bancale, ma avevo notato Mime nella stanza.
"Buona giornata a voi...volevo sapere da vostra figlia..dato ieri ha visto li ho aspettati tutto il pomeriggio e ho chiesto di loro e fui io a consigliare a loro la locanda..se ci sono i due cavalieri in locanda, Guisgard e Astus..e pure quel rigattiere..come si chiama?" dissi pensosa voltandomi poi verso lui.."Mime...ah eccovi...voi che mi avete venduto questo flauto" e lo estrassi dalla sacca.
Calò il silenzio, Thomas si sedette ridendo poichè sapeva che mi sarei fatta valere eccome, come nostro padre ci aveva insegnato.
Mime era silenzioso..."Mi avete forse presa in giro? Che storia è questa..ora..milord Gvin mi ha detto ciò che è successo stanotte...allora è la verità o no? Vi ho ospitati da me, a Palazzo Costanza, avete approfittato della nostra benevolenza e le vostre storie sul flauto..sul demonio" gli gettai a terra il flauto compratogli ed estrassi la spada ponendogliela sotto il mento, ovviamente non volevo ucciderlo ma volevo la verità venisse fuori "restituitemi i soldi del flauto e dite di fronte a tutti chi siete voi, Mime...un rigattiere o un mercenario? Visto il vostro capo...Guisgard o Gufo Scarlatto si è preso gioco di me e di lady Gertrude, e lo ho aspettato ieri qui tutto il giorno in questa locanda e non è mai arrivato e ho dovuto poi attraversare la foresta sola al crepuscolo rischiando pure di essere preda della belva".
Thomas mi guardò annuendo..poco mi importava di Gvin, ne andava della mia dignità e mi voltai verso Mime senza togliere la spada..."Deve ancora nascere chi vorrà prendersi gioco della duchessa Altea Mc Gwyn e non sarete nè voi nè quel cavaliere da quattro soldi" e stavolta il mio tono fu duro e più alto per farmi sentire bene dal cavaliere.
Mai abbassare la guardia Altea!!!
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Ci sedemmo a tavola e anche ragazzi ressero il gioco.
"Oh, quante storie..." Dissi, ridendo, in risposta alla preoccupazione del finto Gufo "È stata una mia idea, e comunque avevo un'intera, costosa e scomoda armatura sotto il vestito..".
Avevamo convinto tutti, persino il locandiere.
La camera padronale, che lusso!
Sperai che la situazione non sembrasse troppo strana ai suoi compagni di viaggio, ma mi sembrarono tipi simpatici, si sedettero con noi tranquillamente.
Poco dopo, raggiungemmo la camera del locandiere.
“Beh, non possiamo certo lamentarci...” guardandosi intorno Guisgard appena rimasto solo con Clio in quella camera “... sembra davvero un confortevole ed intimo rifugio d'amore, mia cara...” sorrise “... ah, già... immagino che la commedia debba interrompersi ora che siamo soli e dunque devo tornare a parlarvi col voi...” si sedette sul letto “... davvero comodo... comunque non mi dispiace venire a togliervi dai guai di tanto in tanto, sapete? Ogni volta infatti ci guadagno un bacio... mica male.” Le fece l'occhiolino. “Guàmarin... nome originale, non c'è che dire, ma dannatamente adeguato...” alzandosi dal letto e avvicinandosi a lei “... i vostri occhi sono di un colore che non si dimentica facilmente...” le sfiorò i capelli per un attimo “... avete cambiato colore ai capelli... vi stanno bene... esaltano ancor più i vostri occhi...” restò a fissarla per un lungo istante senza dire nulla, nonostante i suoi occhi dicessero molto di più.
"Beh, possiamo smettere di fingere ovvio... Ma il voi mi sembra un'esagerazione... È stato Dort ad inventarsi quel nome, e tutta la storia... Ero, una specie di Teuta... E ha azzardato non poco visto che non saprei governare una nave neanche lontanamente... Ma non sarà necessario..Eh, si.. I miei poveri capelli, il messo di Gioia Antiqua mi ha visto, ho pensato di prendere provvedimenti." Sorrisi, sostenendo il suo sguardo "A proposito, grazie... Sai essere nel posto giusto al momento giusto, rara qualità..".
Lo vidi posare il mantello per terra, e per un attimo pensai che fosse noncuranza, ma poi capii.
Scossi il capo ridendo.
"Non essere ridicolo, vuoi davvero dormire per terra?" Sospirai, togliendo gli stivali "Non dirmi che non riesci a dormire accanto ad una donna senza saltarle addosso.." Mi tolsi la giacca e la posai delicatamente sulla sedia, insieme alla cintura con spada e pugnale.
Non ci eravamo cambiati dalla notte precedente, avevo ancora indosso il piccolissimo corpetto che avevo indossato per per combattere con Dort.
La ferita al braccio era quasi rimarginata, quella della bestia invece mi avrebbe lasciato una bella cicatrice.
Un altro pezzettino della mia collezione.
Il cavaliere si era persino girato, e gliene ero grata, ma ormai riuscivo ad indossare la veste da camera senza mostrare nemmeno un lembo di pelle.
Il bisogno aguzza l'ingegno.
Complice la veste stessa, regalo di mio padre dopo un viaggio in oriente.
Larghi e leggeri pantaloni di seta blu con motivi dorati, e un'ampia tunica che arrivava al ginocchio.
Un lusso a cui non avevo voluto rinunciare, potevo sempre averla rubata.
Mi buttai pesantemente sul letto, ero esausta.
"Beh, fate un po' come vi pare... Buonanotte..." Fissai il soffitto "Se fate sogni peggiori dei miei, che sono pieni di morte... Vi auguro di non sognare affatto..".
Per un momento il viso di Karel mi attraversò la mente.
E una fitta dolorosa mi colpì in pieno.
Avevo fatto di tutto per non pensare a lui, la preoccupazione mi paralizzava , e non potevo permetterlo.
Chiusi gli occhi, e caddi in un sonno profondo, senza sogni.
Le due notti in bianco reclamavano il loro tributo.
Quando li riaprii era già mattina, e il cavaliere mi stava osservando, era rimasto sul pavimento.
"Buongiorno marito mio..." Sorrisi "Comodo il pavimento?".
Mi alzai a sedere, stiracchiandomi.
Lanciai un'occhiata alla finestra.
"Un nuovo giorno.. Io ho un'orribile bestia da ammazzare.. Ma non ho chiesto al temibile Gufo Scarlatto quali siano i suoi programmi... ".
Guisgard
09-05-2014, 17.57.17
Guisgard fissò Clio mentre si svegliava.
“Eh...” disse sospirando “... invece credo di aver fatto bene a dormire qui stanotte...” sorrise appena “... per questo, immagino, la vita matrimoniale spaventa così tanto molti uomini... temono di restare a dormire per terra dopo una furibonda lite con la propria moglie... e nel mio caso” ironico “la scomodità del giaciglio è direttamente proporzionale alla bellezza della moglie che dorme nel letto...” si alzò e guardò la ragazza con quel suo abito esotico “... e da consorte posso dirti che ti preferisco con quell'abito da notte, piuttosto che con corpetto e corazza...” notò il braccio ferito “... a meno che stanotte non abbia tentato di abusare delle tue grazie, cosa che escludo altrimenti lo rammenterei, immagino che questa ferita risalga alla scorsa notte, dopo quel vostro incontro ravvicinato con la bestia...” le sfiorò il braccio e poi la cicatrice con le dita “... un giorno forse capirò perchè una bella ragazza come te metta in questo modo a repentaglio la sua vita...” si avvicinò alla finestra e guardò fuori, verso i monti “... ho sentito molto parlare di questa bestia... ho sentito in verità molte cose, forse troppe... ma l'unica cosa certa è che va stanata e abbattuta...” si voltò a fissare Clio “... anche io voglio uccidere quell'animale... e so che se anche ti dicessi di desistere tu non mi ascolteresti...” sorrise ancora “... un po' ormai ti conosco... un poeta una volta ha detto che il modo migliore per conoscere una donna è baciarla...” le fece l'occhiolino “... dunque sono quasi un esperto...” si rimise la camicia e poi la giubba “... cosa desidera mangiare la mia bellissima e sensuale moglie stamani?” Raccogliendo da terra il suo mantello. “Visto che non posso evitare che tu ti esponga a rischi e pericoli, mi consolerò almeno viziandoti.” La fissò negli occhi divertito. “E mentre faremo colazione cercheremo di ideare un nuovo piano contro la bestia.”
Guisgard
09-05-2014, 18.11.22
Mime, davanti alla spada di Altea, restò frastornato e assunse un'espressione da perfetto ebete.
Cominciò a guardarsi intorno balbettando qualcosa di incomprensibile.
“Avanti...” disse Gvin al rigattiere “... parla! E bada di dirci la verità!”
In quel momento, notando la scena, Astus e Dort, appena scesi dalle loro camere, corsero in aiuto di Mime.
“Milady...” rivolgendosi Astus ad Altea “... comprendo il vostro disappunto, ma prendersela con questo povero tonto non vi farà di certo onore, né ammansirà la vostra più che giusta indignazione. Vedete...” schiarendosi la voce “... noi tre viaggiamo in incognito... gente come noi non può spostarsi tranquillamente da una città all'altra sbandierando il proprio nome ai quattro venti... per questo abbiamo utilizzato falsi nomi... comprenderete dunque che non potevamo certo rivelarci per ciò che siamo. Per questo vi porgo le mie scuse. E naturalmente mi scuso anche nei confronti di lady Gertrude.” Mostrando un cortese inchino.
“Voi non sembrate un mercenario.” Fissandolo Gvin. “Avete una favella sciolta e modi troppo pacati.”
“Avere un passato che mi ha portato a frequentare nobili e cavalieri” spiegò Astus “non mi ha impedito in seguito di arruolarmi nelle milizie dei Gufi Scarlatti, milord. Anzi, proprio per questo Gufo mi ha scelto come luogotenente... oltre a saper usare armi ho anche la dote della diplomazia e questa è molto utile quando bisogna trattare con signorotti e vassalli, milord.” Con un lieve cenno del capo.
Tutti i presenti osservavano interessati quella scena.
“Oh, signori...” avvicinandosi il locandiere ad Astus e a Dort “... c'è stato di certo un malinteso... ma sono lieto che sia stato chiarito... a proposito... spero il vostro comandante e sua moglie abbiano riposato bene stanotte nella stanza che ho offerto loro.”
“Non hanno dormito affatto, immagino.” Ridendo Dort. “E questo è sicuro segno che hanno apprezzato la vostra stanza!”
Ed anche Astus rise di gusto, davanti ad un Mime ancora frastornato e spaventato.
Mi alzai finalmente dal letto.
Sorrisi a Guisgard, voltandomi ad osservare la ferita sul braccio.
"È solo un graffio... Risale alla notte scorsa è vero, ma non si tratta della bestia... Abbiamo duellato in tributo a Scotir la notte scorsa, senza alcuna protezione... Ci siamo presi tutti qualche graffio, ma l'idea era quella... In un paio di settimane non si vedrà nemmeno più..".
Sospirai, scoprendo il fianco.
"Questa è la ferita della bestia, risale è due notti fa... Mi porterò la cicatrice per molto più tempo, se non per sempre.. Beh, è il mio dovere... Ho giurato di difendere la famiglia reale, ma anche il suo popolo... Nessuno difende questa gente, l'unica autorità che hanno è il gastaldo..." Scossi la testa "Non c'è come l'incognito per scoprire il malgoverno del regno... Trascinerò i signori di queste terre davanti al senato, per negligenza se riuscirò a portare a casa la pelle..".
Mi sfilai i pantaloni di seta, restando coperta dalla tunica, e indossai i miei neri.
"Beh, non sono discorsi interessanti di prima mattina..." Sorrisi.
Allacciai il corpetto sotto la tunica.
"Ah, non ho grandi pretese in un posto come questo... Quello che il locandiere si prodigherà a preparaci.." Facendo scivolare la tunica sopra la testa.
Indossai poi la camicia, allacciai il corsetto esterno.
Mi sedetti sul letto per mettere gli stivali, per poi rialzarmi è prendere la giacca.
"Pronta, andiamo..." Raggiungendo la porta.
Altea
09-05-2014, 18.30.50
Arrivo Astus e iniziò a parlare, lo ascoltavo e poi alla fine vidi la sua sempre sciocca risata e guardai Thomas..."Avete visto, fratello...ecco come io e lady Gertrude siamo state ingannate...ed eravamo sole, aveva ragione milady potevano pure avere brutte intenzioni, ma se notate il loro capo non si fa avanti..è un codardo..ha bisogno che siano i suoi uomini a parlare per lui". Mi voltai verso Astus severa..."Voi non siete un diplomatico..li conosco i veri diplomatici come lo sono mio padre e uno dei miei fratelli a Capomazda per il Duca e il re di Camelot...voi siete solo uno che sa usare bene le parole per prendere in giro le persone, come il vostro amico".
Rimisi la spada al suo posto e feci cenno a Thomas di uscire ed ero di fronte alla locanda..."Thomas, sono mesi qui a Solpacus..di cavalieri boriosi ne ho visti tanti ma nessuno ha mai osato essere così disonesto e prendersi gioco di due donne sole...mi avete chiesto come sono arrivata qui..per caso, mi dissero vi era una giostra di cavalieri e mi interessava di vederla...e invece poi è successo il fatto della bestia...e sinceramente mi sono stancata di stare qui...io direi di provvedere a fare i bagagli e domani partiremo per Capomazda...nostro fratello vorrà vedervi." Gli accarezzai il bel volto sperando alcuni ricordi furono svaniti e gli baciai la mano e la portai al mio viso con affetto.
Guisgard
09-05-2014, 18.41.05
Guisgard restò a fissare Clio mentre si preparava.
I due poi scesero di sotto per fare colazione.
E nella sala dove si trovavano i tavoli il cavaliere notò subito un po' di agitazione.
Nel vederli arrivare, Astus, Dort e Mime si avvicinarono a lui e a Clio.
“C'è mancato poco che ci scoprissero...” disse Astus “... ma forse sono riuscito ad allontanare qualche sospetto... almeno spero...” e raccontò loro dell'accaduto.
Guisgard si guardò intorno e poi fece cenno a tutti loro di prendere posto ad uno dei tavoli.
I suoi occhi finirono poi su Gvin, che stava fermo dall'altra parte della sala ad osservarli.
“Cerchiamo di essere il più naturali possibili...” mormorò Dort.
Poco dopo anche gli altri li raggiunsero, completando così la compagnia dei falsi mercenari.
“Portateci qualcosa per una degna colazione.” Guisgard al locandiere che subito annuì.
“Ma perchè tanto interesse da parte di quel dannato Gvin nei nostri confronti?” Chiese Porturos.
“Forse” rispose Dort “non vuole rivali nella caccia alla bestia...”
“O magari vuole Clio come alleata...” mormorò Borel “... e magari non solo come tale...”
“Per ora ignoriamolo...” fece Guisgard “... se diventerà troppo insistente allora ci penserò io...”
In quel momento il locandiere portò loro focacce e frutta.
Gvin li scrutò ancora per qualche momento e poi uscì dalla locanda.
Guisgard
09-05-2014, 18.46.54
Mentre Altea e Thomas erano fuori dalla locanda, furono raggiunti da Gvin e dai suoi uomini.
“Siete stata coraggiosa ed abile, milady...” disse il duca alla dama “... anche io come voi tuttavia nutro ancora qualche sospetto... forse sbagliamo, ma a pensare male si fa sempre bene recita un vecchio detto popolare... li terremo d'occhio e seguiremo ogni loro mossa... se davvero sono degli impostori non permetteremo loro di prendersi la preziosa spada dei Taddei... saremo noi ad averla dopo aver ucciso la bestia.”
“E' troppo pericoloso per mia sorella.” Fece Thomas. “E poi siamo in partenza.”
“Vostra sorella è coraggiosa e ci sarà utile per stanare il cinghiale...” si voltò verso la locanda “... e non solo per quello...” tornò a guardare Altea e suo fratello “... vi proteggerò io, milady... e alla fine saremo noi a vincere... quando un giorno questa gente racconterà ai propri figli della bestia, saranno ricordati i nostri nomi come i veri liberatori... vi do la mia parola...”
Ascoltai il racconto di quanto accaduto, soffocando una risata.
"Non c'è niente di più letale di una donna offesa..." Scuotendo la testa.
Presi posto accanto a Guisgard, in mezzo ai miei uomini.
"Lui è nobile, noi rozzi mercenari, guidati da una donna poi... Avrebbe voluto forse averci come allati all'inizio, e prendersi il merito e il premio al posto nostro..." Alzai le spalle "Ma quando ho messo in chiaro che eravamo avversari ci vuole fuori dalla gara, semplice... Sai che smacco sarebbe per lui se noi uccidessimo la bestia?" Sorrisi "E quello che gli rode è che sa di non poter competere con noi.. Così cerca di abbatterci, povero illuso.. Non badiamo a lui, pensiamo piuttosto a come ammazzare quella maledetta bestia!".
Osservai il cibo "E a mangiare...".
Presi un pezzo di focaccia.
"E comunque..." Sussurrai "Non abbiamo niente da nascondere...".
Anche se avesse saputo chi eravamo in realtà? Cosa avrebbe potuto fare?
Eravamo soldati della Guardia Reale in missione sole conto del senato.
Il minimo affronto l'avrebbe pagato caro, e a quel punto l'avrebbe capito anche lui.
Altea
09-05-2014, 18.56.47
"A me non interessa la Gloria...milord..sono persone come Thomas che hanno dimostrato quanto valgono...scusate ma siamo in partenza".
Guardai dentro alla locanda e vidi il tavolo con gli uomini.."Ecco vedi quel cavaliere laggiù, Thomas...è lui l'impostore..a vederlo cosi sembrerebbe normale..pensa ha pure un leggero accento capomazdese..ma a noi non importa vincere spade vero? Anzi penso al ritorno a Capomazda manderò Andrew dal Duca stesso spiegandogli cosa accade qui e di ritirare il premio"..suonava la campana..."andiamo a messa, il vescovo poi sarà lieto di vedervi".
Fu cosi ci sedemmo a seguire la messa.
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Guisgard
09-05-2014, 19.17.15
“Finirebbe” disse Dort a Clio “per accusarci di essere impostori, buttandoci così fuori dalla giostra...”
“Non lo scoprirà.” Fece Guisgard. “Non avrà modo per farlo. Ma mangiamo ora...” prese a parlare ad alta voce “... avanti, uomini... vi voglio in forze per riprendere la caccia!” Guardò sornione Clio. “E anche tu, piccola!” Facendole l'occhiolino. “Stanotte ti ho fatto riposare poco, dunque hai bisogno di mangiare!”
Tutti loro risero.
“Non è possibile bere qualcosa?” Chiese Mime.
“C'è quel succo d'arancia!” Rispose Astus.
“Intendevo qualcosa che faccia fare sangue...” sorridendo il rigattiere.
“Immagino...” ridendo ancora Guisgard “... del tipo succo d'uva, vero?”
Di nuovo grosse risate echeggiarono sulla tavola.
“Beh, visto siete il capo...” rivolgendosi Ertosis al cavaliere “... tocca a voi decidere un buon piano per la bestia, no? Oppure siete bravo solo a strofinarvi su di lei?” Indicando Clio.
“Ma cosa diavolo ti prende?” Riprendendolo Vortex. “Ti sei bevuto il cervello?”
“Già...” sarcastico Guisgard “... pare che Mime beva e lui poi diventi brillo...”
“Ora basta, sacco di vento!” Alzandosi di scatto Ertosis. “Perchè non usciamo e la risolviamo da uomini questa cosa?”
“Ora piantala, idiota!” Fissandolo Borel.
“Sta zitto, Borel!” Con rabbia Ertosis. “Voglio vedere di che pasta è fatto questo pallone gonfiato!” Con occhi di sfida verso Guisgard.
Tutti nella locanda si zittirono e restarono ad osservare quella scena.
Guisgard
09-05-2014, 19.21.50
Gvin seguì Altea e Thomas in chiesa, prendendo posto nella panca dietro di loro.
“Non parlavo della gloria, milady...” disse piano alle spalle della dama “... ma di liberare questa gente e di scoprire se davvero quelli sono i mercenari di Gufo... in una giostra cavalleresca non è ammesso nascondere la propria identità... vedete? Vogliamo entrambi la stessa cosa... datemi retta e libereremo questa gente dalla bestia... io ho già un piano, ma mi occorre il vostro aiuto...”
“Fate silenzio, messere!” Lo riprese una vecchia. “Siamo in chiesa!”
“Ascoltare messe non servirà a nulla...” continuò Gvin, senza badare alle parole della vecchia “... milady, ora bisogna agire... uccideremo la bestia e se quelli ci hanno mentito vendicheremo anche il vostro onore...” alzò gli occhi verso la statua dell'Arcangelo “... guardate la lancia di San Michele... sembra un chiaro segno propizio...”
Iniziò la messa.
Altea
09-05-2014, 19.35.20
Ascoltavo in silenzio le parole di Gvin...era un trapano nel cervello..guardai sopra e vidi la lancia di San Michele Arcangelo sopra me e Thomas..una vecchietta protestava ma il duca non ci faceva caso, io e Thomas ci guardammo e trattenemmo una risata e sottovoce bisbigliai a mio fratello.."Thomas, io direi di uscire e parlarne fuori, questo è un luogo di culto di deve avere rispetto..se ritardiamo dormiremo qui dal vescovo e manderemo un messo a lady Gertrude per spiegarle siamo qui al sicuro..tutto si sta prolungando."
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Uscimmo seguiti da Gvin.."Vedete milord..mi conoscete bene..ho sempre protetto questa arma perchè a mio parere va a qualcuno disinteressato ad essa...che combatta col cuore e l'anima per il Bene...contro il Malvagio e per le povere vittime..finora non ne ho viste, e nemmeno in voi..io sono qui prima di voi, di quei mercenari e sinceramente ne ho viste di tutti i colori, credetemi e mi sto davvero stancando di questa situazione..ero arrivata qui solo per vedere una giostra e pure...ho perso il mio compagno di viaggio, sir Tyssen, a cui la bestia ha strappato la gamba...pensate a quel ragazzo, come può stare ora...come posso stare io con il mio senso di colpa...lo ha fatto per salvarmi" e presi il braccio di Thomas e mi appoggiai a lui.
Guisgard
09-05-2014, 19.46.31
“Allora” disse Gvin ad Altea “avete il dovere di continuare per vendicare il vostro amico, milady. Quanto all'arma, io credo in tutta sincerità che sia l'ultima nostra preoccupazione. Ciò che conta è uccidere la bestia, indipendentemente dal motivo che spinge ognuno di noi a farlo. Molti cavalieri hanno desistito e ho visto la gente di questa città mentre li guardava andar via. Resa. Ecco cosa c'era sui loro volti. Resa e disperazione. Volete andar via anche voi?” Guardò Thomas. “E voi, cavaliere, credete che si serva il Bene e la giustizia solo combattendo per il Santo Sepolcro? Dio è ovunque ed in ogni uomo. E se anche noi abbandoneremo questa gente, allora sarà come abbandonare anche tutto ciò in cui crediamo.”
Altea
09-05-2014, 19.57.02
Osservai Thomas..."Lascio a te decidere Thomas..certo hai combattuto contro un esercito forte e il Saladino..ma ho paura vi possa succedere qualcosa...e poi io non voglio fazioni..io sto col Popolo..".
Mi voltai verso il Duca..."Lasciate sia mio fratello a pensare..io mi affido a lui, domani vi daremo una risposta, penso stanotte pernotteremo dal vescovo...anche perchè mi sto perdendo questo mercato...Thomas andiamo a berci una ottima bevanda in locanda..tranquilli...e soli..e ne parleremo, poi andremo per il mercato e dal vescovo."
Fermai un chierico che stava passando e gli dissi di avvertire il vescovo io e mio fratello saremmo stati suoi ospiti nelle sue camere stanotte e mandare qualcuno ad avvisare lady Gertrude.
Salutammo il Duca e ritornammo in locanda, Thomas mi fece un cenno ed evitai il tavolo dei mercenari e mi sedetti in un tavolo e ordinai la solita bevanda alla cannella..."Capisci ora quando ti dico che qui non ho pace...cosa farei fratello caro se pure tu periresti? Non puoi immaginare cosa è quella belva".
Eilonwy
09-05-2014, 20.01.38
Eilonwy fu così costretta a seguire quel sentiero attraverso la foresta.
Ormai il Sole era sorto e di nuovo la luce del giorno giungeva a liberare quel luogo dai misteri della notte.
E galoppando per un po', alla fine, la ragazza vide apparire in lontananza una piccola casa diroccata.
Sembrava abbandonata ma raggiungendola Eilonwy notò qualcosa.
Alcuni vestiti stesi ad asciugare.
E proprio in quel momento dalla fatiscente abitazione uscirono due bambine.
Si avvicinarono alla ragazza, che quello strano ballo aveva spinto fino alla casa diroccata, senza temere la presenza di Dante.
Il destriero infatti, vista la sua padroncina danzare verso il sentiero, aveva preso a seguirla, galoppando dietro di lei.
“Sei...” disse poi una delle due ad Eilonwy “... sei venuta per giocare con noi?”
Quel vestito e quelle scarpe mi condussero davanti a una rustica abitazione, dalla quale uscirono fuori due bimbe dai capelli biondi come il grano maturo e gli occhi azzurro-verde mare.
Esse mi chiesero se ero venuta lì per giocare con loro.
Di certo non potevo rispondere di no a quelle graziose fanciulline.
“Sì….sì…sono venuta per giocar con voi!....Vi prego, però, aiutatemi a spezzare l’ incantesimo di questi indumenti. Per favore, piccoline!....Ditemi con voi c’ è anche la vostra mamma e il vostro papà?” domandai infine alle due sorelline sempre ballando.
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Mi si gelò il sangue nel vedere Ertosis agire in quel modo.
Era ciò che avevo sempre temuto, che i miei uomini mi vedessero come una vera donna.
Mi alzai senza dire niente, e mi parai davanti ad Ertosis.
Dapprima non dissi nulla, mi limitai a fissarlo truce.
"Primo : Se vuoi fare a botte con quello fa pure.." Senza togliere gli occhi dai suoi.
"Siete uomini, dovete giocare a chi è più maschio, chi ha più attributi.. Ma sai benissimo quanto una scazzottata tra voi sarebbe utile a chi vuole sbatterci fuori dalla giostra.. Secondo, non dimenticare chi comanda, dopo tutti questi anni devo ricordartelo?" Non lasciai mai il suo sguardo "E terzo.." Ora i miei occhi erano duri come il ghiaccio "Osa ancora una volta mettere in dubbio il mio onore.. Osa.." Mi avvicinai ancora di più e sussurrai "osa anche solo pensare che mi abbia sfiorata.." Il fatto che sussurrassi non rendeva le mie parole meno taglienti.
Portai la mano al pugnale, senza distogliere lo sguardo.
"E giuro che ti taglierò quanto di più caro hai al mondo.. Sono stata chiara?".
elisabeth
09-05-2014, 21.39.17
Ascoltai Daizer.......e non risposi nulla a Flees ......avrei potuto usare lui per conoscere i piani di Isolde...ma questo voleva dire tradire Daizer.......io amavo la verità...come avrei potuto tradire la sua fiducia........" Andiamo a riposarci Daizer...siamo stanchissimi......"........lo seguii sino alla locanda...e salii con lui in camera....non era grande ma era pulita.....e questo sembrava meraviglioso, andai alla piccola scrivania che c'era accanto al letto.....lui si avvicinò a me cingendomi i fianchi...il suo petto appoggiava sulla mia schiena e mi sentii cullare.......il suo mento era poggiato sulla mia testa.......chiusi gli occhi e assaporai quel momento di tenerezza......come potevo vendere se pur per motivi importanti...vendere quell'abbraccio sincero..........le lacrime scesero sul mio volto.....facendomi battere il cuore come se dovesse uscire dal mio petto.......mi voltai e poggiai le miei mani sul suo petto........" Se vai in bagno prima tu.....mi riscalderai il letto...ho i piedi gelidi stasera......"....gli bacia le labbra...erano calde.......e mi staccai da lui...sorridendogli.......Attesi che lui andasse in bagno....e affacciandomi dalla finestra vidi Flees.....che passeggiava....accanto a lui c'era un omone che cercava di riportare i suo cavallo nella stalla........feci in modo di far imbizzarrire il cavallo....la mente di una maga può chiedere un favore a messer cavallo e l' omone pensando che la colpa fosse di Flees.......lo prese per il colletto ed incominciò...a suonargliene di santa ragione..........." O mio Dio.......spero riuscirà a prendere conoscenza domattina......sembrerà una zampogna per quanto sarà gonfio........"...mi ritirai dalla finestra e vidi Daizer......." Benissimo....ora andrò a lavarmi io ......così......prenderò posto accanto al mio maritino...mi raccomando...hai promesso di scaldarmi i piedi......".....
Guisgard
10-05-2014, 01.26.16
Elisabeth si lavò e poi andò a letto, dove trovò ad attenderla Daizer.
Lui la prese fra le braccia e seppe scaldare a dovere il corpo di lei.
La notte trascorse così e fu da ristoro per i due coniugi affaticati a causa del viaggio.
L'indomani, quando il Sole tornò a rischiarare il villaggio, svegliandosi i due avvertirono l'agitazione che sembrava correre per le strade.
Scesero allora a fare colazione e qui seppero dalla moglie del locandiere che verso l'alba un fornaio aveva trovato il corpo senza vita di un uomo.
Era stato trafitto da una spada e poi decapitato.
“Si trattava di un uomo alto e robusto, un vero e proprio omone...” disse la locandiera ai due sposi “... ogni sera riportava nella stalla il suo cavallo, ma stanotte deve aver incontrato qualcuno che probabilmente ha cercato di rubargli il palafreno... di qui una rissa e poi la morte dell'omone...” scosse il capo la donna “... eh, in che mondo viviamo...”
“Non si sa chi può essere stato?” Chiese Daizer.
“Come detto” rispose la locandiera “si sarà trattato di un ladro... fatto sta che doveva essere qualcuno di molto forte, visto il modo in cui è riuscito a conciare il povero omone...”
“Già, brutta storia...” mormorò il contrabbandiere “... speriamo solo che questo non renda problematico per noi incontrare il braccio destro del Gastaldo...”
Guisgard
10-05-2014, 01.39.06
A quelle parole dure di Clio, Ertosis chinò prima il capo, per poi tornare a sedersi.
Sulla tavola, per un momento, scese un fitto silenzio.
Così come nel resto della locanda.
“Beh...” disse alzandosi Vortex e fissando i clienti di quel posto “... cosa diamine avete da guardare tutti?”
Nessuno più allora osò fissare quel tavolo e a poco a poco la normalità tornò nella sala.
“Invece di litigare fra noi” fece Dort “direi di escogitare un nuovo piano per cercare di uccidere la bestia...”
“Già...” annuì Guisgard dopo aver preso un pezzo di focaccia “... meglio se farò due passi fuori da qui... ho bisogno di aria, così da poter riflettere meglio su cosa ideare...” si alzò “... e sarà meglio anche per voi... senza la mia presenza forse sarete più liberi di riflettere su come agire... vedremo dopo a chi fra noi sarà venuto in mente il piano migliore...” si allontanò dal tavolo ed uscì dalla sala, seguito subito da Astus.
Mime invece restò a tavola a mangiare.
Il cavaliere si diresse verso lo spiazzo antistante la locanda e si sedette su un basso muro di cinta, all'ombra di un faggio.
“Spero che ora sia ritornata la calma qui...” Porturos agli altri seduti intorno al tavolo “... litigare fra noi è la cosa più stupida che si possa fare...”
“Non dovevi aggredirlo così, Ertosis...” disse Borel “... dopotutto gli siamo debitori.”
Guisgard
10-05-2014, 01.45.03
“No, siamo sole qui...” disse una delle due bambine ad Eilonwy “... ci siamo nascoste qui per non farci trovare da lei...”
In quel momento, finalmente, la ragazza smise di ballare.
Come se quel curioso incanto avesse terminato il suo effetto.
Infatti anche i suoi vestiti mutarono colori, tingendosi con tonalità più chiare.
“A cosa vogliamo giocare?” Domandò l'altra bambina ad Eilonwy.
Guisgard
10-05-2014, 01.52.39
Altea e Thomas, congedandosi da Gvin, si diressero verso la locanda.
Vi giunsero appena in tempo per vedere Guisgard alzarsi dal suo tavolo ed uscire.
Thomas si limitò a fissarlo con uno sguardo di sfida.
“L'idea del duca” disse poi a sua sorella “non è infondo così malvagia... smascherare quei tipi se, davvero come sospetta, si tratta di impostori è comunque un atto di giustizia... quanto poi alla belva... raccontami tutto ciò che sai su quell'animale... io ho solo udito strane e confuse notizie, come se fosse quasi un essere sovrannaturale... magari tu riuscirai a far svanire le perplessità che ho maturato su questa assurda e terribile storia...”
Eilonwy
10-05-2014, 01.54.55
La danza ebbe termine. I piedi e le braccia mi facevano male da morire.
“Lei?...Lei chi?....Volete dire la strega!?!....Ad ogni modo, io sono la principessa Eilonwy. E mi piacerebbe giocare “Mosca Ceca”! Voi chi siete?....Avete i genitori?” chiesi alle due bambine.
Sembravano molto impaurite, ma non da me o da Dante. Sorrisi con dolcezza alle due bionde sorelline per rassicurarle.
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Guisgard
10-05-2014, 02.12.49
“Per nasconderci dalla strega, si...” disse una delle due bambine ad Eilonwy “... voleva mangiarci... lei mangia i bambini... per questo i nostri genitori ci hanno venduto al burattinaio... lui ci ha portato in questo posto, ma poi è sparito... allora abbiamo visto questa casa e ci siamo nascoste qui per aspettarlo...”
“Ma ormai sono giorni che è sparito” fece l'altra bambina “e noi non sappiamo dove sia andato...”
“Ci insegni a giocare a mosca cieca?” Chiese la prima bambina ad Eilonwy.
In quel momento, in lontananza, il sibilo del vento sembrò portare con sé un lungo lamento.
Come se fosse formato dal pianto sovrapposto di più bambini.
Un lamento debole e sfuggente, che durò appena un istante.
Un istante però sufficiente a far scendere nel cuore di Eilonwy un senso di angoscia e sconforto.
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Eilonwy
10-05-2014, 02.38.30
Un senso d’ inquietudine, di tristezza e di paura appesantì il mio cuore. Non potevo lasciarle morire o divorare dalla Strega di Tylesia.
“Sentite….ho cambiato idea giochiamo alle “Due Principesse e l' Eroina”!....Allora voi salite sul mio bel cavallino e vi condurrò in città dove vi farò lavare, mangiare, bere, vestire come delle piccole nobili ed acconcerò le vostre belle e bionde chiome. Potete fidarvi di me, non vi farò del male! E dato che sono brava con le armi vi difenderò dai pericoli e dalla strega!....Allora ci state, vostre Altezze?” e detto questo feci un leggero ed aggraziato inchino.
I miei occhi neri come la notte videro le due bimbe sorridere ed annuire.
Le feci montare a cavallo. Una davanti a me e l’ altra dietro di me.
“Reggetevi forte, mi raccomando!” sentenziai.
Dante si mise a correre come non mai ed in poco tempo arrivammo a Tylesia.
Scendendo da cavallo notai Sir Riccado insieme al merlo Tisin correre come matti e chiedere a tutti se mi avevano vista.
Tirai per le redini l’ oscuro destriero e sentenziai: “Sir Riccardo….ma…ma…mi stavate cercando?”.
Lo vidi voltarsi verso di me. Era serissimo ed aveva le occhiaie. Probabilmente mi aveva cercato in lungo e in largo per tutta la notte. Ora mi avrebbe fatto una bella ramanzina.
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Altea
10-05-2014, 16.11.52
Non appena seduti al tavolo vedemmo il cavaliere e il suo amico alzarsi e Thomas lo guardò con sfida e poi il suo sguardo tornò a me, mentre consumavamo la bevanda, ma mi accorsi i due uomini erano usciti e guardai per un attimo il tavolo di quei mercenari, vi era un' aria tesa..."Thomas...so benissimo le regole della giostra, ma credimi, quei mercenari seduti al tavolo si sono sempre comportati in modo corretto e leale, insomma..la donna che li capeggia è molto forte ma mi sembra una donna pure giusta...ma noto tutto sia cambiato con l' arrivo di quel cavaliere che è uscito, a mio avviso vi sono degli attriti tra i mercenari. A mio parere, non dobbiamo farlo per dare loro una lezione, io ho già detto la mia...ma per la offesa ricevuta da quei tre uomini, quella donna e i suoi uomini non mi hanno mai mancata di rispetto".
Thomas era nervoso, bevve in fretta la bevanda, voleva sapere della belva, mi guardai attorno, vi era troppa gente e dovevo dirgli dei sospetti avevo sulla belva ma vi erano troppi orecchi e gli feci quindi cenno di uscire.
Pagammo il conto e Thomas prima di uscire guardò bene i mercenari uno ad uno...già..era abituato a guardare in faccia l'avversario, purtroppo, questo gliela aveva insegnato la guerra.
Usciti dalla locanda ci sedemmo in una panca vicino la porta e iniziai a raccontargli della belva..."Io ho visto questa bestia, intravista meglio...è enorme e mi prese come preda quel giorno e mi venne incontro, io ho puntato la freccia dell'arco ai suoi occhi, pensavo fosse l'unico punto vulnerabile e non posso scordare quegli occhi..rossi e ardenti come il fuoco dell' Inferno...poi vidi una ascia che tentò di colpirla..ma rimbalzò..ci puoi credere? Fu così...all'inizio pure io pensavo fosse un animale mutato da una strega o altro..ma ho un sospetto..qualcuno o più di uno abbiano addestrato quella belva...ti sembra possibile un animale decida di uccidere solo donne e bambini o fanciulli? E solo di notte?" E cosi continuai a raccontargli dei miei dubbi avuti in locanda prima dell'arrivo di Older e del mio soggiorno da Enar e Roxanne.
Thomas ascoltava silenzioso, lo sguardo non era assente ma davanti a sè...certo piani di guerra ne doveva aver fatti in Terra Santa.
"Questo è tutto...sai vi è uno stalliere qui, si chiama Posteg e io lo ho tanto a cuore, egli dice di avere sogni premonitori e a salvare Solpacus sarà un cavaliere dagli occhi azzurri e quel cavaliere è il Duca di Capomazda..io gli ho creduto molto, ma non penso il Duca venga qui" e sorrisi mentre lui mi baciò la fronte con affetto per rassicurarmi.
Lo conoscevo bene, ora avrebbe vagliato il tutto per farsi una sua idea, infatti guardandosi in giro mi disse voleva andare in una bancarella che vendeva armi e altro e me la indicò, gli risposi visto avremmo dovuto rimanere ancora a Solpacus e speravo per poco ancora che sarei andata a vedere delle stoffe per abiti in una bancarella vicina.
Lo vidi allontanarsi ma si fermò ad un tratto, guardai bene e sotto un albero seduti su un muro basso vi erano quei due cavalieri, Thomas si fermò a parlare con loro, mi alzai preoccupata potesse iniziare un tafferuglio visto gli sguardi di prima ma mio fratello se ne andò poco dopo.
Lo osservavo...guardavo il cavaliere e istintivamente gli andai vicino..."Volevo salutare...Gufo Scarlatto? O Guisgard?" lo fissai negli occhi azzurri con sguardo offeso "Una cosa è certa di voi..anzi due. La prima è che sapete come raggirare le persone e non venite a dire dovete nascondervi, io vi diedi la mia fiducia e ospitalità, non ve la avrei negata se mi aveste detto ciò che eravate veramente..un mercenario. La seconda cosa certa e vi devo fare i complimenti...è che avete una moglie bella e coraggiosa...almeno in fatto di donne avete le idee certe" e sorrisi ironica.
Me ne andai nella bancarella vicina e vidi le stoffe e vi era a venderle un uomo piccolo e paffuto con la moglie, tutti e due erano sorridenti..finalmente un sorriso..."Vorrei delle stoffe preziose, color pesca, verde, azzurro e poi cosa avete da propormi?" e la donna andò a rovistare tra delle stoffe, guardai una di color rosso...ma non avrei mai azzardato un colore del genere, a lady Gertrude sarebbe venuto un colpo al cuore e sorrisi a quelle benevole persone..anche se mi sentivo osservata e osservavo Thomas da lontano.
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elisabeth
10-05-2014, 21.58.59
Tornare a letto accanto a Daizer....fu come approdare in un porto sicuro, venni accolta dalle sue braccia e dal suo corpo caldo......la passione ci travolse ...sino a quando il sonno non cullo i nostri sogni ...ed i nostri incubi.....avevo sognato mio padre...era molto adirato.......
"Non pensavo di poter essere arrabbiato con te...a tal punto da essermi
pentito di averti presa con me..........ti ho insegnato cosa vuol dire
nascere con questo tuo Dono....per non chiamarla sventura....
sei stata dai migliori maestri.... anni rinchiusa a studiare tu e Sorella Solitudine....in silenzio....e questo doveva insegnarti che non potevi essere ricattabile sposando un umano.......innamorarti poi.......io e tua madre ci amavamo alla follia...e la follia me l'ha portata via ....Impazzirai...Impazzirai...quando dovrai trovarti a decidere tra la ragione e il sentimento......."
Mi svegliai sbarrando gli occhi...ed il cuore che batteva senza sosta...lui dormiva ancora...mi girai nel letto.....verso il suo volto...ingoiando l'angoscia......mi chiedevo il perchè....non riuscivo a comprendere....quel sogno ......era un'assurdità.......
Alcune voci provenienti dal cortile e dalla locanda...fecero svegliare Daizer.....mi diede un bacio frettoloso e si mise all'ascolto.....era successo qualcosa di grave lo avevo capito anch'io...." Forse e' meglio scendere visto che dobbiamo cercare di incontrare il Vice Gastaldo......o metteremo radici in questo posto....."...una volta pronti scendemmo di sotto....ed ascoltammo una donna che con fare concitato...spiegava l'accaduto della sera prima...e il ritrovamento del cadavere di quella mattina.......dalla sua spiegazione.......la mia felice idea aveva fatto sì...che l' Omone avesse perso la vita.......se qualcuno mi avesse punta, non sarebbe uscita una goccia di sangue dalle mie vene........mi girai intorno...Flees..non lo avevo ancora visto......sino a quando..non lo vidi sorridente.....che mi scimmiottava un inchino a mò di buongiorno.........Il sogno di mio padre fu una rivelazione.....e la morte di quell'uomo fu una minaccia.......guardai Daizer.....e guardai Flees.....avevo l'impeto animalesco di saltare al collo di quel farabutto e togliergli la vita......." Andiamo via di qui.....l'odore di mangiare di questo posto....mi porta la nausea....andiamo a procurarci questo benedetto permesso..........e se non ci sarà il permesso ...faremo senza........."....si era procurata una piccola folla....uscimmo dalla locanda...con il buongiorno del mio caro nipotino...." Vedo che godete di ottima salute...avete riposato bene stanotte......io ho avuto mal di stomaco...".......e non mi accorsi di aver preso per il braccio Daizer e di trascinarlo verso il Palazzo....del Gastaldo
Non dissi una parola, tornando a sedermi. Annuii a Guisgard quando decise di andarsene, mi sembrava un'ottima idea.
"Qui c'è troppo chiasso, cerchiamo un luogo più appartato.." alzandomi, invitando gli altri a fare lo stesso "Raggiungiamo la vostra camera, dovrebbe essere abbastanza grande!".
Lì, almeno, avremmo potuto parlare liberamente.
"Non è successo niente..." dissi, calma, una volta chiusa la porta dietro di noi "E' una situazione nuova e strana per tutti noi, me compresa... il nostro viaggio è appena all'inizio, e non posso certo assicurarvi che non ci saranno litigi, incomprensioni, cose che vi daranno fastidio, decisioni su cui non sarete d'accordo.. ma voglio che sia chiara una cosa, qualunque problema, dubbio, rimostranza abbiate da fare dovete venire da me... ho voluto voi con me in questo viaggio non perché siete i migliori, anche se questo aiuta, ovviamente.." sorrisi "Ma perché siamo talmente uniti da sentirci fratelli l'uno con l'altro... giorno dopo giorno, anno dopo anno... questa è la nostra forza, se ci toglieranno il legame che ci unisce, allora avremo perso.. e le vostre indubbie abilità individuali non serviranno a nulla!" guardai uno ad uno i miei soldati.
"Non parliamone più ora, abbiamo una bestia da stanare..." sospirai "Cercai di raccogliere ed ordinare le informazioni in nostro possesso, no, tranquilli, smetterò di nominare il fischio che ho sentito, sono testarda ma non amo nemmeno io essere presa per pazza..." scossi la testa" allora, innanzitutto, sappiamo che non è un cinghiale, come abbia fatto a vedere un cinghiale quel pastore non lo so, ma è più grosso di un orso, è come se fosse ricoperto di ferro, le frecce gli rimbalzano addosso.... ah, e ha degli enormi aculei capaci di sbalzare un uomo grande e grosso come se fosse un rametto di selce... è immune al veleno, eppure non è un mostro mitologico, o fantasioso.. è un vero e proprio animale, a parer mio... ricordate l'espediente della selvaggina? Comunque si è avvicinato, l'ha mangiata... Se non fosse di questo mondo non avrebbe bisogno di nutrirsi.." mi fermai per reprimere una risata "Non posso credere di aver davvero detto una cosa del genere!".
Da quando mostri e demoni erano reali?
"Dobbiamo ancora capire il perché... voi avete visto quegli occhi, c'è molto più della fame, c'è odio.. che razza di senso ha uccidere senza sbranare, senza cibarsi della carne? Solo gli uomini provano piacere e appagamento ad uccidere senza alcuno scopo... Perché un animale dovrebbe farlo? capisco Scotir, l'ha minacciato con la scure, non mi stupirebbe, voleva solo difendersi.. ma che paura poteva fargli una ragazza nel bosco? Appena mi ha visto ha caricato, e io non mi ero mossa...".
Mi presi la testa tra le mani per un momento "E se fosse semplicemente un animale che non appartiene a queste terre? Voglio dire, quando i romani videro per la prima volta gli elefanti in battaglia ne furono terrorizzati... Ci sarà pure un bestiario da consultare in questa cittadina.. perché, anche se è enorme e terribile, deve avere un padre e una madre.. intendo dire.. non può essere nato da un cinghiale, o da un toro, o dall'incrocio dei due! Ma può davvero esistere un animale con la pelle così spessa da essere invulnerabile al metallo? Oppure qualcuno gli ha procurato una sorta di armatura, come si fa con i cavalli in battaglia? E poi l'ha reso invulnerabile al veleno.. ma la domanda resta sempre al stessa: Perché? Per seminare il panico? Ma soprattutto: chi, chi farebbe una cosa del genere? E poi.. questa bestia di giorno dove si nasconde? E' gigantesca non può non lasciare tracce! Eppure non ne abbiamo trovate in tutto il giorno!".
Sospirai "Ho soltanto domande, purtroppo, spero che voi abbiate idee migliori delle mie!".
Guisgard
12-05-2014, 01.18.47
“Ho dormito meravigliosamente, cara zia...” disse Flees ad Elisabeth “... meravigliosamente... e ho fatto un sogno... particolare direi... magari potrei raccontarvelo se ciò vi piace... con la vostra sensibilità voi, come mia madre, possedete di certo la capacità di interpretarlo...” sorrise in modo ambiguo.
I tre, allora, lasciata la locanda raggiunsero il palazzo del Gastaldo, dove si trovava il suo braccio destro.
Daizer si avvicinò ad uno dei soldati e chiese di poter incontrare quel potete uomo.
“Ora non è possibile.” Sentenziò il militare. “Messer Moussarel è impegnato e non può ricevere nessuno.”
“E' cosa urgente.” Spiegò il contrabbandiere.
“Davvero?” Fissandolo il soldato. “Beh, anche ciò che ora tiene impegnato messer Moussarel è faccenda urgente ed anche grave. Stanotte c'è stato un omicidio e stiamo dando la caccia al colpevole.”
“Riferite a messer Moussarel” intervenne Flees “che siamo testimoni dell'accaduto. Infatti stanotte ho visto l'assassino. Ma lo rivelerò solo al vostro superiore.”
“Aspettate qui...” disse il soldato per poi allontanarsi.
Ritornò poco dopo e chiese ai tre di seguirlo.
Li condusse in una piccola saletta e li lasciò ad aspettare.
Dopo qualche minuto tornò da loro e li portò finalmente da messer Moussarel.
Era questi un uomo alto e robusto, ma di aspetto volgare.
“Ebbene?” Fissando i tre. “Cos'è questa storia? Davvero avete visto l'assassino?”
“Si, signore.” Annuì Flees.
“Avanti, vi ascolto.” Mormorò Moussarel.
“Ero affacciato alla finestra” raccontò Flees “e ad un certo punto ho visto un uomo grande e grosso che conduceva a fatica il suo cavallo nella stalla.”
“Continuate.” Disse il braccio destro del Gastaldo.
“Ma mentre teneva il cavallo per le redini” fece Flees “dal buio è giunto qualcuno. Era un uomo ancora più grosso, dai tratti rozzi e brutali... voleva prendersi il cavallo e data la resistenza dell'altro ha finito per ucciderlo con una grossa scure.”
“Mmm...” pensieroso Moussarel “... infatti l'assassino doveva essere molto forte, visto il modo in cui ha ucciso la vittima... il vostro racconto dunque è coerente...”
“Sono felice di poter aiutare la giustizia, signore.” Candidamente Flees, per poi fissare Elisabeth compiaciuto.
Guisgard
12-05-2014, 01.22.55
“Certo che vi stavo cercando...” disse Riccardo ad Eilonwy “... siete sparita nel nulla, senza dire niente... io e Tisin eravamo molto preoccupati.”
“Temevamo vi fosse accaduto qualcosa, damigella.” Fece il merlo.
“Ebbene?” Fissandola Riccardo. “Dove siete stata?”
Eilonwy era in sella al suo fido Dante, ma le due bambine incontrate presso la casa diroccata, incredibilmente, non erano più con lei.
Guisgard
12-05-2014, 01.37.42
Guisgard rise appena a quelle parole di Altea.
“Magari” disse il cavaliere con fare scanzonato “non vi ho detto nessuna bugia, milady... nessuno infatti conosce il vero nome del sottoscritto, ossia il famigerato Gufo Scarlatto... chissà... forse è Rollon... oppure Riccardo, Guglielmo o Ruggero... o perchè no, addirittura Guisgard!” Le fece l'occhiolino. “E forse ho fatto un piacere a voi e alla nobildonna che vi ospita non rivelandovi il mio vero nome... infatti a chiunque mi chiami per nome sono poi costretto ad ucciderlo!” Rise di gusto.
La dama poi si allontanò con suo fratello Thomas, lasciando di nuovo soli Guisgard e Astus.
Lei si fermò davanti alle stoffe di una venditrice, indecisa su cosa comprare.
La donna tornò poco dopo con alcune sete preziose, che mostrò con orgoglio ad Altea.
“I prenderei colori vivi, luminosi, vivaci...” all'improvviso una voce alle spalle della bella avventuriera “... a mio giudizio mettono in risalto il vostro colorito...” era Gvin “... milady è con me.” Fissando poi la venditrice.
“Allora, milord, le faremo un trattamento di favore.” Sorridendo la venditrice.
“Si e voglio che indossi le stoffe migliori.” Mormorò il duca. “Ella sarà la madrina che sceglierò dopo aver ucciso la bestia.” Sicuro di sé Gvin.
Guisgard
12-05-2014, 02.28.20
Clio parlò ai suoi uomini delle considerazioni e dei dubbi che aveva maturato su tutta quella faccenda.
“Ah, io trovo assurdo” disse Porturos “che qualcuno possa aver portato quell'animale in queste lande...” scuotendo il capo “... a che pro poi?”
“Però sono d'accordo con voi...” Dort a Clio “... non si tratta di un cinghiale...”
“E cosa può essere allora?” Fissandoli Vortex.
“Forse la risposta” fece Dort “potrebbe essere nella testimonianza di quel pastore... egli afferma di aver visto un cinghiale, ma potrebbe trattarsi di un animale a lui sconosciuto e che poi ha descritto proprio come un cinghiale... non è la prima volta che accade una cosa simile... alcuni mercanti giunti in Oriente scambiarono i grandi rettili marini che vivono laggiù per draghi.”
“Allora credi anche tu, come il nostro comandante, che possa trattarsi di un animale sconosciuto in queste terre?” Guardandolo Borel.
“Tutto può essere...” pensieroso Dort “... non mi sento di escludere nessuna possibilità...”
“E si trattasse davvero di un animale fantastico?” Mormorò Vortex. “Io ho udito di storie che parlavano di draghi e unicorni.”
“Ah, per favore!” Esclamò Ertosis.
“Beh, San Giorgio ha ucciso proprio un drago” replicò Vortex “e la Chiesa lo ha fatto poi Santo!”
“Miri forse alla Santità, amico mio?” Sbeffeggiandolo Ertosis.
“A me sembra plausibile ciò che dicono il comandante e Dort...” disse Trastis “... forse davvero è un animale sconosciuto in queste terre... direi di consultare i bestiari come ha suggerito il comandante Clio.”
“Se fosse davvero un animale sconosciuto” dubbioso Motrus “allora qualcuno deve avercelo portato qui... ma chi?”
“Non è detto.” Fece Borel. “Magari viveva sui monti e la fame o qualche altro motivo lo ha poi spinto a scendere nella foresta. Direi che l'idea di consultare i bestiari è ottima. Magari potrà esserci utile. Dove credi si possano trovare tali libri qui, Nestos?” Domandò al medico.
“Sicuramente nella biblioteca del vescovo.” Rispose questi.
“Bene.” Annuì Borel. “Come ci muoviamo allora, comandante?” Rivolgendosi a Clio.
“Chissà quel cavaliere dov'è andato...” fissando la strada dalla finestra Dort “... mi chiedo che intenzioni abbia... se collaborare o meno con noi in questa faccenda... sono sincero, vorrei averlo dalla nostra parte.”
Guisgard
12-05-2014, 03.07.32
“Cos'hai intenzione di fare ora?” Chiese Astus Guisgard.
“Beh, siamo qui per quella bestia...” rispose il cavaliere, stendendosi sulla panca con le mani incrociate dietro la testa “... dobbiamo cercarla e trovare il modo di ucciderla...”
“Vuoi davvero allearti con quei mercenari?” Fissandolo Astus.
“Non sono mercenari, ma soldati...” mormorò Guisgard.
“Fa lo stesso.” Replicò il suo compagno. “E non mi sembra che nutrino per te una spiccata simpatia.”
“Dici?” Inarcando le sopracciglia il cavaliere. “Beh, posso assicurati che il loro comandante mi sopporta ancor meno dei suoi uomini.”
In quel momento giunse Mime.
“Hanno cacciato anche te quei mercenari?” Sorridendo Guisgard.
“In verità” spiegò il rigattiere “si sono alzati e spariti. Credo di aver capito che sono saliti nelle loro camere. Eh, gente strana i soldati di ventura!”
“Non sono soldati di ventura.” Sbottò Astus.
“Ah, no?” Stupito Mime. “E cosa allora?”
“Possibile che tu non abbia capito nulla di questa faccenda?” Scuotendo il capo Astus.
“In realtà” ridendo Guisgard “lui aveva capito tutto, ma poi dopo il terzo bicchiere di vino ha fatto un po' di confusione!”
Anche Astus scoppiò a ridere.
“Ehi, che ragazza carina...” indicando una ragazza Guisgard.
“E' con suo padre, non vedi?” Fece Astus. “Attento a non finire in altri pasticci. E ti ricordo che ora hai anche una moglie.” Sorridendo Astus.
“Già, quasi me ne dimenticavo...” sarcastico il cavaliere “... ma temo, ahimè, che non sia affatto gelosa di me la mia mogliettina...”
“Quello è il pastore Enar...” disse Mime “... è quella ragazza che è con lui non è sua figlia, ma Roxanne, la nipote.”
“Sei bene informato vedo.” Incuriosito Astus.
“In città lo conoscono tutti...” raccontò Mime “... egli è l'unico ad aver visto bene la bestia... grazie a lui infatti sappiamo che si tratta di un cinghiale.”
“E come diamine ha fatto a restare vivo?” Stupito Astus. “Pensavo che nessuno sfuggisse a quell'animale!”
“E' infatti vivo per miracolo.” Rispose il rigattiere. “E si porta addosso come ricordo una bella cicatrice.” Scosse il capo. “Eh, è stato un uomo molto sfortunato, poveraccio... prima la tragedia di sua sorella, poi l'aggressione della bestia... è stato fortunato a non aver perduto il senno...”
“Cosa è capitato a sua sorella?” Chiese Guisgard a Mime.
“Risale a qualche anno fa...” narrò il rigattiere “... egli viveva nella sua casa insieme alla sorella... era una bella donna, ma particolare...”
“Particolare?” Ripetè il cavaliere.
“Si...” annuì Mime “... le piaceva vagare per i boschi... cantare agli alberi e cose simili... beh, fatto sta che queste stranezze le attirarono i sospetti di molta gente... alla fine fu accusata di aver fatto seccare i raccolti e processata come strega... morì sul rogo... bruciata viva...”
“Eh, brutta storia...” sussurrò Astus.
“Era pazza.” Sentenziò il rigattiere.
“Perchè parlava agli alberi?” Domandò Astus. “Magari aveva solo un animo sensibile.”
“Non solo.” Indicando no col dito Mime. “Si racconta che prima di morire, tra le fiamme, maledì l'intera città.” Si segnò tre volte. “Era pazza davvero.”
E a quelle parole del rigattiere, Guisgard restò a lungo a fissare quel pastore che si allontanava con sua nipote.
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Eilonwy
12-05-2014, 13.49.01
Abbassai la testa e mi scusai: “Sono mortificata e veramente pentita di ciò che ho fatto, Milord!....La verità è che mi vergognavo profondamente di ciò che avevo creduto di vedere ieri pomeriggio. Credevo che non voleste più vedermi e pensavo che mi credeste totalmente fuori di testa. Non pensavo che foste entrambi in pensiero per me!”.
Alzai piena di imbarazzo lo sguardo su quello duro ed altero di lui.
“Comunque sono stata nel fiume di Tylesia e ho potato con me queste….” mi fermai e mi accorsi che erano sparite “….queste due bambine. Ma dove sono finite?” e detto questo mi guardai intorno. Però, se fossero scese o cadute da cavallo me ne sarei accorta.
“Ma che mi sta accadendo?...Prima vedevo il bottegaio trasformarsi in un ripugnate demone a causa di una punizione di Lady Isolde e….e poi incontro due bambine bisognose e terrorizzate dalla Strega Nera di Tylesia che scompaiono come….come…come spettri!...Oh no…non può essere possibile! Ancora no!” esclamai esasperata.
Riccardo mi fissava come colui che vuole avere delle spiegazioni: “Va bene, vi racconterò tutto! Avevo passato la notte nel Calars. Al mattino mi sono svegliata e mi sono ritrovata davanti la figura di un inquietante spaventapasseri che aveva scritto sulla camicia di stare attenti a una strega. Ed era un avvertimento per i bimbi del posto. Mi sono diretta verso Dante e ho trovato sulla sella del mio fidato amico questo vestito d’ oro e queste scarpe. All’ improvviso, sia l’ abito che le scarpe hanno incominciato a farmi danzare e mi hanno condotto dalle due piccole fanciulle. Queste mi hanno detto che si erano rifugiate lì per sfuggire alla fattucchiera cannibale ed antropofaga della zona e poi…poi mi avevano detto che erano state vendute dai loro genitori al burattinaio, affinché le proteggesse. Il burattinaio…..il burattinaio. Oh Cielo, il Burattinaio!...Cioè Messer Quatro!.....Ma certo, adesso tutto quadra! Sia Messer Quatro che le due bambine bionde sono delle anime in pena!”.
A quella rivelazione tutti sbiancammo. Tylesia era una città piena di fantasmi con selve strapiene di vampiri, demoni e streghe. E per di più ci si metteva anche Isolde! Prima o poi sarei sicuramente impazzita!
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Altea
12-05-2014, 16.16.56
Il mio sesto senso non fallì..certo ero pure la Sacerdotessa del Sacro Tempio di Petra...e apparve il duca Gvin.
Lo lasciai parlare incrociando le braccia e cercando di essere tranquilla...quell'uomo quando era cosi insistente era detestabile..a volte pensavo mirava a me più che altro e ancora non lo aveva capito..e mi chiedevo come Thomas lo avesse pure in simpatia.."Milord..ovviamente seguirò il vostro consiglio visto siete un esperto di vestiti femminili" e sorrisi ironica "ma dubito sarò la vostra madrina, mi sembra già chiarii quella sera in chiesa quando volevate autoproclamarvi vincitore dal vescovo che non sono una dama solo per fare la madrina..anzi non sarò madrina proprio di nessuno, tranne di mio fratello".
Indicai alla donna le sete preziose che desideravo..."Ve le pago in contanti" guardando il duca "e gentilmente, fatemele recapitare, presso il vescovo, sono ospite laggiù per oggi solo si spera".
"Ah dimenticavo" dissi infine a Gvin "non ci eravamo accordati che ci saremmo visti domani, allora...a domani" e lo salutai con un inchino sorridendo.
Mi diressi verso Thomas quando mi accorsi della presenza di Enar e Roxanne, volevo salutare la ragazza e camminai verso lei chiamandola e passai di fronte ai tre uomini, ora vi era Mime con loro, udii i nomi del pastore e della ragazza e la storia sulla sorella..rimasi immobile, ecco quella sera ciò che intendeva Roxanne sulla disgrazia della sorella del pastore e poi la stessa ragazza la avevo incontrata proprio mentre prendevo mandragola in un bosco e udii dei fruscii, quella notte poi mi fece quel terrificante ritratto e proprio in quel momento una donna stava morendo per opera della belva..e le parole di Older..dovevano scontare la colpa e dopo per Solpacus vi sarebbe stata forse la pace.
Ancora quel senso di angoscia, mi voltai istintivamente verso Thomas che sembrava avesse finito i suoi acquisti e il duca che mi osservava e guardai il cavaliere dagli occhi azzurri...Altea, non lasciarti influenzare, non lo hai mai fatto..cosa vorrebbe Altea..cosa farebbe Altea?
Mi avvicinai al cavaliere o mercenario e lo presi in disparte per non farmi sentire.."Mi stanno guardando..chiunque voi siate..e sapete mio fratello e il duca non vi vedono bene e mi spiace..io e voi ci siamo chiariti, io non sto dalla parte di nessuno, se non della gente di Solpacus e non mi interessa chi prenderà quella spada, voglio solo giustizia per tutte le vittime e il mio amico Tyssen..e ho sempre pensato, voi foste una persona arguta, forse con mio fratello avreste potuto ideare qualcosa ma temo vi detesti..sono qui prima di voi, e ho studiato gli ultimi strani atteggiamenti di certe persone in questo posto..prima di stanare la belva, si deve capire cosa accade nella mente di qualcuno, ho alcuni dubbi, se volete possiamo parlarne, ma non ora vi sono troppe persone e dopo ciò che ho sentito non voglio ledere Roxanne..io stanotte sarò dal vescovo, se volete ne possiamo parlarne dietro la chiesa, so benissimo come sgattaiolare...se volete ci possiamo vedere all'undicesimo rintocco della campana...e non preoccupatevi, non voglio sfidarvi a duello" risi di gusto mentre vedevo Thomas arrivare e guardai il cavaliere aspettando risposta con lieve agitazione, sapevo benissimo Thomas mi aveva visto parlare con lui.
Guisgard
12-05-2014, 19.26.35
Riccardo e Tisin restarono profondamente colpiti e turbati dalle parole di Eilonwy.
Un senso di oppressione e angoscia scese così nei loro animi.
“Questa città” disse il merlo “sorge sulle rovine della vecchia Tylesia e credo che molti dei suoi misteri giacciono ancora qui, come assopiti dal Tempo trascorso e dimenticato...”
“Io direi” fece Riccardo, come a voler rompere quella cupa atmosfera “di tornare a vedere come sta Jack, così da poter lasciare quanto prima questa città e i suoi segreti...”
Guisgard
12-05-2014, 19.32.17
“Sembra quasi” disse Guisgard ad Altea “un appuntamento romantico in piena regola, milady. La chiesa, i rintocchi delle campane e persino rivelazioni segrete...” rise di gusto “... e sia... ci troveremo all'ora stabilità dietro la chiesa... ora sarà meglio che ritorni dai miei compagni, o vostro fratello mi incenerirà con quei suoi sguardi cupi.” Mostrò un inchino alla dama e tornò dai suoi due amici.
Thomas allora raggiunse sua sorella.
“Non voglio che parli con quel tipo...” seccato lui “... è un mercenario, un assassino... uomini come quello conoscono solo il valore del denaro.”
“Si, è vero.” Avvicinandosi ai due Gvin. “Vostro fratello ha ragione. Cosa vi stava dicendo quel Gufo?” Chiese poi ad Altea.
“Già, sono curioso anche io di saperlo.” Fissandola Thomas.
Ascoltai i dubbi e le considerazioni dei miei uomini.
"Per ora tutte le ipotesi sono valide... speriamo che i bestiari ci possano essere d'aiuto.. Anche se speravo più in un libraio.. ma pazienza.. Nestos!" chiamai "Noi siamo briganti ed assassini, non possiamo presentarci dal vescovo.. andrai tu a consultare i bestiari... probabilmente sarai stato visto insieme a noi, ma se verrai interrogato dirai semplicemente la verità, che sei solo un medico che abbiamo acquistato come schiavo, e l'unica tua colpa è di aver curato degli assassini... ma capirà anch'egli che non avevi altra scelta, ovviamente.." fissai a lungo il medico "Per nessuna ragione, ripeto, nessuna.. nemmeno se ti sembrerà la decisione migliore, dovrai rivelargli chi siamo in realtà... ti sei comportato bene da quando siamo partiti, non sono in molti a poter vantare di aver avuto una seconda opportunità dopo avermi tradito, voglio credere che tu l'abbia davvero fatto in buona fede ma stavolta ti limiterai ad eseguire i miei ordini, senza prendere l'iniziativa... tutto chiaro? Vedi di non deludermi!".
Senza aspettare la risposta del medico, raggiunsi Dort alla finestra, cercando il cavaliere, ma vidi solo il pastore Enar con Roxanne che si allontanavano.
"Nasconde qualcosa.." mormorai "Il pastore intendo... ricordate le parole della nipote? E comunque, continuo a ripetere che bisogna essere orbi per scambiare quel mostro con un cinghiale.. manco fosse quello di Erimanto!".
Restai per un momento a guardare la strada.
"Quanto al cavaliere, sono d'accordo con te, ci farebbe comodo averlo dalla nostra parte.. E' in gamba, certo, non sa stare al suo posto, anche se adesso sembra si sia ridimensionato... certo non ha idea di come ci si relazioni ad una donna come me, non fa che ripetere chi me lo fa fare, che non mi capisce..." scossi la testa "Figurati che gioia dovermi far trattare da moglie, con lui che deve essere disgustoso quanto Gufo, e io alla sua altezza.. C'è da dire che ci ha fatto comodo, poteva smascherarci, non è che io sia mai stata carina con lui..." sorrisi, guardando fuori "comunque, a me ha detto che vuole aiutarci a distruggere la bestia, visto che ha compreso che non desisterò nell'impresa... speriamo ci sia utile, tu hai parlato con il suo amico.." rivolta a Dort "ti sembra un tipo a posto, ci possiamo fidare?".
Tornai poi a guardare i miei uomini "Il tempo passa in fretta, mentre Nestos consulta i bestiari certo non possiamo starcene con le mani in mano... se consultassimo una mappa della foresta? Quella dovrebbero venderla da qualche parte, considerando che tutti la stanno battendo... voglio trovare il nascondiglio della bestia... non può semplicemente scomparire nel nulla! Avete altre idee? Voglio perdere meno tempo possibile, abbiamo tutto il giorno, ma stanotte vorrei tornare nel bosco con un nuovo piano!".
Eilonwy
12-05-2014, 19.47.18
Annuì alle ultime parole dell’ oscuro paladino ed affermai: “Ben detto!....Sono stufa di questa città e di questi giochetti e non vedo l’ ora di arrivare a Gioia Antiqua!”.
Montammo sui nostri cavalli ed arrivammo all’ ospizio dove era stato ricoverato Sir Jack Frost.
Lo vidi ancora addormentato come un ghiro in letargo in piena serenità. Gli andai vicino e gli sussurrai: “Jack!?!....Jack!?!....Forza svegliati dormiglione!”.
Lo scossi un po’ con delicatezza.
http://i57.tinypic.com/2nrk301.png
Guisgard
12-05-2014, 19.47.47
Nestos, a quelle parole di Clio, annuì ed uscì, diretto verso la biblioteca vescovile.
“Si, mi sembra un tipo pacato...” rivolgendosi Dort a Clio, riferito ad Astus “... un tipo ragionevole insomma e di questi tempi non è cosa frequente trovarne uno... quanto al cavaliere, ammetto che è un tipo curioso, ambiguo per certi versi... ma ci ha aiutato ad Afravalone prima di partire e poi anche qui, sbucando quasi dal nulla, ma dannatamente al momento opportuno...” sorrise “... se fossi fatalista direi quasi che è destino trovarcelo sempre dietro... se invece fossi malpensante...” rise appena “... lasciamo stare, non è il momento per sciocche battute.”
“Mi piace la vostra idea, capo...” fece Porturos “... credo anche io che una mappa della foresta potrà esserci utile... vado a cercarne una. Magari la troverò presso i padiglioni dei cavalieri. Vieni con me, Vortex?”
“Naturale.” Rispose l'altro. “Troppa inoperosità mi sta rendendo un debosciato.”
I due, così, uscirono in cerca della mappa.
“Se dobbiamo agire stanotte” mormorò Borel “occorre un nuovo piano. A meno che voi non vogliate tentare di nuovo con quello della notte scorsa.” Guardando Clio. “Dopotutto stava funzionando.”
“Parli del diavolo e...” fissando Dort la finestra “... ecco vostro marito, milady.” Sarcastico, indicando Guisgard che aveva raggiunto i suoi due compagni davanti alla locanda.
elisabeth
12-05-2014, 19.47.54
Aveva dormito bene......quanto mi dispiaceva........aveva sognato...e non sarebbe stato strano se magari avessimo fatto lo stesso sogno...magari con piccoli dettagli differenti....Daizer tentò di farci ricevere...ma l' omicido di quella notte aveva messo in trambusto le autorità....Flees....elegante e colto cm'era si fece avanti e dichiarò di aver visto l'omicida......la cosa mi suonò strana infatti lo guardai come se la bugia fosse grande come tutto il mondo......fummo portati in una stanza dove avremmo atteso l'autorità competente.........io e Flees eravamo seduti una difronte all'altro.......non gli tolsi gli occhi da dosso neanche per un secondo.......Isolde ..... avevo un'altro conto aperto con lei.....Vidi Flees alzarsi e andare alla finestra.....lo raggiunsi...avevo bisogno di prendere aria....." Bravo, veramente bravo......siete stato educato veramente bene.....avete un modo di fare l'inchino che non si vede neanche alla corte del Re.......dimmi Isolde mi vuole con lei per impadronirci del mondo.....o hai deciso che io debba diventare la tua amante..........?....Tutto puo' accadere Flees....ma di una cosa sono certa ..se tu tocchi Daizer io ti uccido.......dovesse essere l'ultima cosa che faccio......"......tornai al mio posto e presi la mano di Daizer..tra le mie....mi dispiaceva averlo messo in quella situazione.....ero stata la sua partita a dadi peggiore....poteva costargli la vita.....fummo chiamati per parlare con Messer Moussarel.....un uomo disgustoso...piccolo, con Flees facevano una bella coppia.......e così....ebbi il piacere di vederlo recitare in una parte drammatica..quasi fosse il migliore degli attori.........a quel punto...visto che al Vice avevamo fatto un favore......" Perdonatemi se mi intrometto....ma vorremmo chiedervi se fosse possibile visitare il vostro cimitero........ve ne sarei grata.....vedete io e mio marito non abbiamo figli...e ho promesso alla madonna di portare i fiori a tutti i cimiteri che trovavo sul mio cammino...sino a quando non fossi rimasta in dolce attesa.....".....
Altea
12-05-2014, 19.52.08
Risi alle parole del cavaliere e lo vidi andarsene appena in tempo.
Ascoltai Thomas, era veramente arrabbiato.."Thomas non essere esagerato ora, avrà mentito, ma prima di dargli dell' assassino ce ne vuole..di assassini ne avrai incontrati, non mi sembra pericoloso. E poi i nostri genitori hanno sempre asserito che una volta appianati i dissapori bisogna saper dimenticare se il torto subito non è grave."
Ma fummo raggiunti dal duca pure furente e vidi entrambi davanti a me, volevano sapere a ogni costo quello che ci eravamo detti...sbuffai seccata.."Niente di particolare, mi ha chiesto..ecco..dove abita Enar il pastore e mi è sembrato giusto dirglielo" e indicai il pastore che se ne stava andando con la nipote "Ora Thomas hai altro da fare o possiamo ritirarci dal vescovo?".
Annuii a Vortex e Porturos, sorridendo "Bravi ragazzi!".
Tornai poi a rivolgermi a Dort, ripensando alle sue parole.
"Sì, a volte mi chiedo come faccia... è sempre, dannatamente nel posto giusto al momento giusto.. e tu non sai, mi hanno teso un'imboscata i ribelli prima che partissimo da Afravalone.. dovevo incontrare una spia in un posto appartato, ma mi aspettavano in sei... lui sbuca fuori dal nulla e beh.. a quel punto è stato facile..".
Dort era quello con cui avevo maggior confidenza, eravamo simili, la stessa età, cresciuti nello stesso ambiente, con gli stessi interessi e le stesse insofferenze verso l'etichetta, così come gli stessi doveri verso il nostro casato.
Seguii il suo sguardo, e vidi il cavaliere.
"Beh, andiamo ad accoglierlo.. magari ha avuto qualche idea.. comunque sì, stava funzionando, e come espediente non è male.. ma dobbiamo capire come colpirla, altrimenti sarà un nuovo suicidio... anche se.. potremmo costruire una trappola.. una gigantesca e ingegnosa trappola, e poi usare me come esca.." sorrisi "Beh, intanto scendiamo..".
Raggiungemmo così il pian terreno, andando incontro al cavaliere.
"Si può sapere dove sei stato?" apostrofai il mio finto marito, ma poi sorrisi "Hai avuto qualche grande idea?".
Guisgard
12-05-2014, 20.15.33
Jack, svegliato da Eilonwy, aprì subito gli occhi e sorrise alla ragazza.
“Ciao...” disse assonnato “... ah, che dormita...”
“Come ti senti, Jack?” Chiese Tisin.
“Benissimo, amico mio!” Esclamò il ragazzo.
“Ottima notizia.” Sorridendo Riccardo.
In quel momento entrò una suora.
“Ah, si è svegliato il nostro dormiglione!” Esclamò lei. “Come ti senti?”
“Benissimo!” Sorridendo Jack. “E ho una gran fame!”
“La badessa del mio convento” allietata la suora “soleva dire che la fame è sempre segno di salute!”
“Infatti mi sento come un leone!” Entusiasta Jack.
Guisgard
12-05-2014, 20.18.42
“Non sapevo di quell'agguato...” disse turbato Dort a Clio “... perchè non ne avete parlato con noi?”
I due poi, insieme agli altri, scesero al pianterreno e uscirono dalla locanda.
E nello spiazzo che la precedeva trovarono Guisgard ed i suoi due compagni.
“Eh, dal tuo tono” sorridendo il cavaliere alla ragazza “sono quasi tentato di pensare di esserti mancato...” le si avvicinò “... ma imparate...” voltandosi poi verso gli altri della compagnia “... non ho mai trovato un onesto sentimento in una donna...” scosse il capo ironico “... ma mirano sempre ad altro...” rise di gusto “... e sia... visto che in questa città c'è un bel mercato per la festa dell'Arcangelo Michele e qualcuno stanotte è riuscita a strapparmi una certa promessa...”
Mime rise malizioso.
“Un regalo...” continuò Guisgard “... vorrà dire che manterrò la parola...” prese fra le braccia Clio “... andiamo, piccola...” guardò poi gli altri “... a dopo, ragazzi... e mi raccomando, non fatevi riconoscere!” Rise ancora e poi si allontanò dalla locanda insieme a Clio, diretti verso il mercato.
Guisgard
12-05-2014, 20.21.15
Thomas fissò con sguardo cupo Altea.
“E' un mercenario.” Disse poi. “Uno che uccide la gente per denaro. Non ci sono apparenze, ma fatti.”
“Avete ragione, cavaliere” rivolgendosi Gvin a Thomas “ma non credo sia il caso di rimproverare vostra sorella. Ha pensato di compiere un gesto gentile, nulla di più. E' una dama cortese e non concepisce quanto possano essere lerci tali individui. Non temete, se quel tipo si avvicinerà ancora a vostra sorella mi darà la scusa per dargli una bella lezione.”
“Grazie, milord.” annuì Thomas.
“Ora tornate da Sua Grazia il vescovo...” disse il duca “... vostra sorella è stanca... a presto, milady...” e le baciò la mano, per poi andare via.
Guisgard
12-05-2014, 20.25.21
“Non temete, cara zia...” disse Flees ad Elisabeth “... non mi interessa toccare quel tipo... ma voi...” e le sfiorò i capelli con le dita.
I due tornarono ai loro posti.
“Si...” annuì il braccio destro del Gastaldo a quella richiesta di Elisabeth “... potrei fare questo strappo alle regole per voi, perchè avete aiutato la giustizia... ma...” alzandosi ed avvicinandosi alla finestra “... ma vi avverto che troverete molti soldati a piantonare i sepolcri più importanti ed antichi.”
“Come mai, eccellenza?” Chiese Flees, con falso tono ingenuo.
“Perchè in alcuni di essi si narra sia stato seppellito un tesoro...” spiegò Moussarel “... per questo il Gastaldo ha deciso di chiudere il cimitero... molti si recano là per violare le tombe in cerca di quel tesoro...” si voltò a fissarli “... ditemi... devo fidarmi di voi? O forse siete anche voi qui per quel tesoro?”
Eilonwy
12-05-2014, 20.32.03
Risi alle parole dello Spiritello Invernale.
“Ah...ah…ah…sono…sono veramente contenta che tu ti senta meglio! Hai ragione una bella mangiata ci vuole vero?” e sentenziato questo, lo abbracciai.
Poi, tornai a guardare Sir Riccardo. Il suo sguardo cupo come la notte si era trasformato in un luminoso ed angelico sorriso.
Mi staccai da Jack e mi rivolsi al mio amato: “A proposito….non mi avete ancora detto come siete sfuggito al Cavaliere della Morte!” esclamai a bassa voce.
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Altea
12-05-2014, 20.32.14
Li guardavo entrambi parlare e non risposi, a quel bacio del duca alla mano risposi all' uomo con tono secco.."Voi non dovete badare a me...e come vedete sono già promessa sposa, vi sarà qualcun altro e non sarete certo voi".
Se ne andò e io e Thomas ce ne andammo verso il palazzo del vescovo..."Fratello caro...io ti adoro lo sai, ma forse le Crociate ti hanno fatto dimenticare qualcosa" mi voltai di scatto verso lui fermandomi "Voi non avete sbagliato in passato? Non avete..peccato? Non fatemi dire altro, siete vivo per miracolo, fu il vescovo stesso e nostro padre che riuscirono a fermare il duello tra voi e...il barone...e non farmi dire altro. Non sai tu che mentre eri in guerra hanno rinsaldato il mio fidanzamento con quello che era il fratello della tua sposa..so che sai chi è ma non lo voglio sapere, ma non osare quindi rivolgermi a me con questo tono..anzi a mio parere dovresti dimenticare il rancore per quel cavaliere, io dubito sia un mercenario, ha dei modi troppo educati, ho visto come si muoveva e parlava con lady Gertrude ed ella stessa lo aveva in simpatia..pensa persino ho creduto per un attimo lo conoscesse, era pure affranta se ne andasse e in apprensione..e poi quello strano accento..".
Continuai a camminare e suonai il campanello presso la dimora del vescovo, ci apri una servitrice e feci andare avanti Thomas e sussurrai alla giovane ragazza..."Stanotte verso le undici fate in modo questa porta sia aperta, in modo possa uscire" e le diedi alcune monete "mi raccomando mantenete il segreto".
E raggiunsi Thomas, il quale aveva il volto nervoso, fino alle stanze dove ci aspettava il vescovo.
elisabeth
12-05-2014, 20.55.41
Il tocco delle sue dita sui miei capelli......mi diedero una strana sensazione.....fu un attimo fuggente......ma fu strano.....quasi normale....quando non lo era affatto......
Ascoltai Messer Moussarel ....e lo ringraziai con un lieve inchino del capo.....ovviamente rimasi stranizzata dal suo racconto.....un tesoro......Diciamo che il Borgomastro e il resto dei cittadini del Borgo erano tutti morti...quindi del tesoro non credo che se ne dovessero fare nulla...mentre era più logico spezzare una sorta di maledizione rimettere le ossa del poveretto al suo posto.......avremmo dovuto trovare il nome sulla lapide......certo ....ma come avremmo potuto scavare per ricomporre le sue ossa?....... ricordai ancora il piccolo osso preso da Daizer nel cesto per caso......sembrava aver aspettato lui......." Tranquillizzatevi..." dissi a Messer Moussarel " Non abbiamo paura delle vostre guardie......stiamo bene di famiglia ed il tesoro non ci interessa...vogliamo solo un'erede a cui lasciare i nostri bene ed il nostro amore......".....presi la mano di Daizer e lo guardai.......come per dirgli.....e' una farsa o una verità strampalata........sentivo che la storia era vera......così veloce ma vera....." Mio nipote e' con noi per aiutarci...e' un ragazzo di sani principi....".....Questa era una bugia grande quanto tutti i Borghi che avevamo visitato.........
"Bah, dovevo organizzare la partenza, non ci ho più pensato.. Avevo altro per la testa..." sorrisi a Dort "A dirla tutta, non vedevo l'ora di lasciare la capitale e stare in mezzo a voi, poter essere me stessa.. con quel cavaliere devo stare perennemente sulla difensiva, ed è estenuante..." risi appena "Ironia della sorte, me lo ritrovo appresso.. e devo fare la brava mogliettina.." sospirai "Mi chiedo se sarò mai in grado di esserlo davvero.." mormorai.
I due poi, insieme agli altri, scesero al pianterreno e uscirono dalla locanda.
E nello spiazzo che la precedeva trovarono Guisgard ed i suoi due compagni.
“Eh, dal tuo tono” sorridendo il cavaliere alla ragazza “sono quasi tentato di pensare di esserti mancato...” le si avvicinò “... ma imparate...” voltandosi poi verso gli altri della compagnia “... non ho mai trovato un onesto sentimento in una donna...” scosse il capo ironico “... ma mirano sempre ad altro...” rise di gusto “... e sia... visto che in questa città c'è un bel mercato per la festa dell'Arcangelo Michele e qualcuno stanotte è riuscita a strapparmi una certa promessa...”
Mime rise malizioso.
“Un regalo...” continuò Guisgard “... vorrà dire che manterrò la parola...” prese fra le braccia Clio “... andiamo, piccola...” guardò poi gli altri “... a dopo, ragazzi... e mi raccomando, non fatevi riconoscere!” Rise ancora e poi si allontanò dalla locanda insieme a Clio, diretti verso il mercato.
"Oh, senti chi parla..." dissi scuotendo il capo.
Mi lasciai poi condurre via, non prima di aver lanciato un'occhiata ai miei uomini.
Ci mancava solo questo, che aveva in mente?
"Non ti fidi dei miei uomini, mio caro?"dissi ironica, una volta allontanati "So che non vedevi l'ora di stare da solo con me ma.. non è che portandomi via in questo modo tu riesca ad attirarti le loro simpatie sai.. Non mi hai risposto.. hai avuto qualche idea sulla bestia? Perché è mattina, certo.. ma serve un piano per stanotte... non posso perdere troppo tempo, dobbiamo ripartire ma non lo farò finché la bestia non sarà morta.. Ho mandato Nestos a consultare i bestiari alla biblioteca del vescovo, e due dei miei sono andati a prendere le mappe della foresta.. dobbiamo avere più informazioni possibili...".
Il mercato era in vista.
"Bene, se non troviamo un piano migliore, mi servirà una nuova veste per fare da esca, l'ultima è distrutta... dobbiamo riuscire ad attirarla, perché sono convinta che ci sia qualcosa sotto.. io l'ho vista, e non era un cinghiale neanche lontanamente.. poi.." mi fermai "Beh, nessuno mi crede ma ho sentito un fischio, come un richiamo, a quel suono la bestia si è immobilizzata ed è corsa via.. e lo avevo udito anche la notte prima, un attimo dopo abbiamo trovato un cadavere.. ma pare che sia stata l'unica a sentirlo...".
Guardai lontano, non sapevo perché l'avevo detto proprio a lui. Forse perché non riuscivo a rassegnarmi di essermelo immaginata?
"Allora.." sorrisi, cambiando discorso "Cos'è questa storia del regalo?".
Guisgard
13-05-2014, 01.45.40
“In verità” disse Riccardo ad Eilonwy “fu lui a sparire praticamente nel nulla e da quel momento non ebbi più sue notizie. Poco dopo lasciai Afravalone e iniziai la mia carriera, diciamo così, di cavaliere errante. Ossia il metodo più antico e collaudato per chi vuol ricoprirsi di fama, senza avere però molto denari.” Aggiunse sarcastico.
Jack ebbe il permesso da parte del medico di poter lasciare quel luogo, essendo ormai guarito ed insieme ai suoi amici andarono tutti nella più vicina locanda per un sontuoso pasto.
Mangiarono a sazietà, fino a riempirsi.
“Accidenti...” mormorò Jack “... accidenti che mangiata... non credo di aver mai ingurgitato tanto cibo in vita mia...”
“In effetti” fece Tisin “anche io credo di aver esagerato un po' oggi... ma quei biscotti erano davvero squisiti...”
“Beh, allora, visto che il nostro Jack è ormai guarito, direi che tra breve avremo la possibilità di digerire tutto quello che abbiamo mangiato.” Sorridendo Riccardo.
“Eccome?” Chiese Jack. “Forse ordinando a testa un barile di amaro digestivo?”
“No...” scuotendo il capo Riccardo “... ma essendo ormai pronti a riprendere il nostro viaggio verso Gioia Antiqua, avremo la possibilità di camminare molto e questo si sa che è ottimo per una buona digestione.”
In quel momento però Eilonwy, all'improvviso, udì delle voci nella sua mente.
Voci che conosceva.
“Ci hai lasciate...” dicevano quelle voci “... ci hai abbondate anche tu in questa selva, proprio come ha fatto la nostra mamma...”
La ragazza riconobbe quelle voci: erano delle due bambine incontrate alla casa diroccata.
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Guisgard
13-05-2014, 01.58.33
Moussarel annuì a quelle parole di Elisabeth.
“E sia...” disse “... mi fiderò di voi... dopotutto sono in debito per ciò che mi avete rivelato... andate... avrete un giorno intero di tempo per visitare il cimitero... al tramonto però dovrete uscire da quel luogo. Intesi?”
Fece allora cenno ai suoi soldati di accompagnare all'uscita i tre.
“Rechiamoci subito al cimitero...” fece Daizer appena usciti dal palazzo “... prima troveremo quella tomba, prima finirà questa strana avventura... però ci occorre qualcosa per scavare... una pala o qualcosa di simile da usare una volta in quel cimitero... venite, c'è una bottega laggiù...” e si diressero verso il negozio indicato da Daizer.
Il contrabbandiere scelse una vanga non troppo grande, così da poterla facilmente nascondere ai soldati che sorvegliavano il cimitero.
“Avete visto come sono stato bravo, cara zia?” Lees ad Elisabeth. “Grazie a me il braccio destro del Gastaldo ci ha ricevuto. Mi dovete un favore dunque...” i due erano rimasti qualche passo indietro dal bancone, dove Daizer stava comprando l'attrezzo scelto per scavare. “Mi piace toccarvi i capelli, sapete?” Sfiorandole ancora una volta i capelli. “Non solo perchè sono morbidi e sensuali... ma perchè mi piace guardarvi negli occhi mentre li sfioro... i vostri occhi che, a differenza delle vostre parole, non nascondono ciò che vi piace... e a voi piace quando vi sfioro... vero, cara zia?”
Guisgard
13-05-2014, 02.08.44
Altea e Thomas arrivarono nella casa del vescovo e furono subito condotti in una sala, in attesa di essere ricevuti.
“Ciò che tu credi di quel tipo” disse Thomas a sua sorella “non ha alcuna importanza. Resta un mercenario. Forse avrà imparato i modi per confrontarsi con degli aristocratici, ma saranno senza dubbio falsi. Come falso è il suo onore. E non mi interessa ciò che dici. Non voglio che tu veda più quel tipo. Intesi? Ah, a proposito... non mi piace neanche il modo in cui tratti il duca Gvin... lui è davvero un nobile e merita rispetto. Sembra nutrire simpatia per la nostra causa e questo deve essere un onore per noi. Inoltre averlo come amico garantirà alla nostra famiglia un potente alleato.”
In quel momento il vescovo entrò nella sala e salutò con cordialità i suoi due ospiti.
Guisgard
13-05-2014, 03.28.49
“In verità” disse Guisgard a Clio “di risultare simpatico ai tuoi uomini non è tra le mie priorità.” Facendole l'occhiolino. “Anzi, se potessi scegliere, preferirei di gran lunga entrare nelle grazie del loro comandante.” La guardò per un momento per poi sorridere. “Ah, naturalmente se mi è consentito dirlo, milady.” Rise appena.
Poi, a ciò che la ragazza raccontò in seguito, il cavaliere ebbe un sussulto.
“Un fischio?” Stupito. “Strano... la medesima cosa dice anche Mime... anche lui parla di un fischio e come te ora anch'egli afferma che si tratta di una sorta di richiamo per quell'animale...” restò pensieroso “... non avevo dato credito alle sue parole perchè è quasi sempre brillo... ma ora che mi parli anche tu di questo fischio...” guardò poi il cielo, come a voler cercare una possibile spiegazione a tutta quella faccenda che diveniva sempre più misteriosa “... comunque, tornando a ciò che mi hai chiesto in precedenza riguardo al piano...” la guardò tutta “... si, non è malvagia l'idea di voler attirare di nuovo la bestia... e concordo che ti ci vuole un abito più consono... come quando ingannammo Gufo ed i suoi, rammenti?” Rise di gusto. “Beh, siamo nel posto giusto, no? In questo mercato troveremo ciò che ci serve... compreso quel certo regalo... in pratica due piccioni con una fava.” Le fece ancora l'occhiolino.
Girarono allora per i banchi, tra oggetti di ogni tipo, cibi tipici del posto e vini pregiati.
“Fa finta di nulla...” sussurrò ad un certo punto il cavaliere a Clio “... c'è un tipo che ci sta seguendo da un po'... scommetto qualsiasi cosa che è uno dei tirapiedi di quel Gvin... sii naturale e non voltarti indietro... cercheremo di seminarlo...”
I due falsi sposi continuarono a girare fra quei banchi, fino a quando Guisgard notò una piccola bottega all'angolo di una via.
E senza pensarci su, presa Clio per mano, entrò con lei in quel luogo.
E una volta dentro guardò fuori in strada attraverso una piccola finestra.
“Sembra che l'amico si sia perso tra la folla...” mormorò compiaciuto.
“Oh, salute a voi, ragazzi!” All'improvviso una voce. “In cosa posso servirvi?” Era un vecchietto. “Nella mia bottega troverete l'occorrente per ogni vostro desiderio!”
“Ecco, noi...” fece il cavaliere.
“Avanti, in cosa posso servirvi?” Entusiasta il vecchietto. “Fatemi indovinare... freschi sposi, vero?”
“Beh, in effetti si...” annuì Guisgard.
“Ottimo!” Esclamò il vecchietto. “E scommetto vi occorrono abiti per la festa cittadina, giusto?”
“In verità è proprio così.” Sorridendo il cavaliere. “E vi dirò che avevo proprio bisogno di qualcuno come voi.”
“Davvero?” Sorridendo il vecchietto.
“Si.” Rispose Guisgard. “Perchè, dovete sapere, abbiamo girato tutta la città, senza però riuscire a trovare ciò che ci occorre. Ed io non sopporto che i desideri di mia moglie restino irrealizzati.”
“Oh, che uomo romantico avete sposato, ragazza mia!” Il vecchietto a Clio.
“Anche perchè...” prendendolo sottobraccio Guisgard “... vi rivelerò un segreto...”
“Mi piacciono i segreti!”
“Ebbene...” fingendo di parlare all'orecchio del vecchietto il cavaliere, ma fissando Clio “... io ho vinto questa splendida ragazza, sapete?”
“Per Bacco!” Meravigliato il vecchietto.
“Già...” con fare teatrale il cavaliere “... sono infatti un noto e temuto mercenario. Un giorno un nobile re mi chiamò per liberare il suo reame da alcuni cavalieri rinnegati... io naturalmente scacciai quei traditori ed il re, che sebbene nobilissimo era divenuto col tempo anche poverissimo, non avendo oro a sufficienza nelle sua casse mi donò il suo tesoro più prezioso...” ed indicò Clio.
“Che storia epica e romantica!” Entusiasta il vecchietto.
“Si, lo penso anche io.” Annuì Guisgard. “E vedendola quel giorno, me ne innamorai perdutamente. Ora però non voglio che sia legata a me solo per dovere e per questo, allora, faccio di tutto per conquistare il suo cuore. Ci riuscirò secondo voi?”
“L'amore, ragazzo mio, va meritato e conquistato!” Sentenziò il vecchietto. “Come tutte le cose preziose!”
“Avete perfettamente ragione!” Esclamò il cavaliere.
“Avanti, ditemi cosa vi occorre!” Sicuro di sé il vecchietto.
“Beh, mia moglie è una donna straordinaria, sapete?”
“Non ne dubito, amico mio!” Annuendo il vecchietto.
“Ella infatti non è solo bellissima” fece Guisgard “ma nutre una spiccata ammirazione verso le eroine di poemi e romanzi. Ed io allora voglio acquistare per lei qualcosa di degno.”
Il vecchietto apparve divertito.
“Qualcosa, non so...” continuò il cavaliere “... magari di speciale, anzi di magico... del tipo... l'abito che indossava Arianna il giorno in cui Teseo sbarcò a Creta... o quello con cui Medea accolse Giasone al suo arrivo nella Colchide... o meglio ancora, quello che aveva indosso Clorinda quando Tancredi la vide per la prima volta sotto le mura di Gerusalemme... insomma, qualcosa capace di avere l'effetto di un incantesimo, di un filtro d'amore!” Voltandosi poi divertito verso Clio.
“Credo di avere ciò che fa per voi...” disse il vecchietto “... aspettatemi qui...” e si recò nel retrobottega.
“Visto?” Guisgard a Clio. “Ora avrai un abito per il nostro piano di stanotte. E magari ci porterà fortuna come quella notte...” sorridendole “... quella in cui ingannammo Gufo Scarlatto ed i suoi scagnozzi...” si avvicinò alla ragazza e restò a fissarla negli occhi, divenendo di colpo serio “... la notte di quel bacio...”
“Eccomi a voi, ragazzi!” Tornando il vecchietto e mostrando loro un bellissimo abito bianco e leggero, impreziosito da seta e argento, con ampi bottoni variegati da gemme di pasta vitrea colorata. “Quest'abito è magico davvero, sapete?”
“Magico dite?” Guardando l'abito Guisgard. “Perchè mai?”
“Perchè con questo indosso” narrò il vecchietto “la tradizione vuole che la regina Giovanna d'Angiò, sovrana di Napoli e regnante di diritto su Cipro e Gerusalemme, incontrasse segretamente il suo amante, il formidabile Gran Siniscalco del regno Niccolò Acciaiuli.”
“Allora fa davvero al caso nostro quest'abito.” Prendo il vestito Guisgard. “E sono certo ti donerà meravigliosamente, piccola.” Guardando Clio.
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Eilonwy
13-05-2014, 13.53.40
Le due bambine fantasma si lamentavano con me…..gemevano e non volevano essere abbandonate. Me lo dicevano nella mia mente.
“No…no non vi lascerò sole” sussurrai a loro e a me stessa.
“Jack, ti posso chiedere un favore?.....Potresti rimanere qua a Tylesia per conto mio? Vedi in questi giorni io e Riccardo abbiamo incontrato molte anime che non hanno trovato la pace. Ieri ho incontrato due fanciulline bionde ormai morte da tempo, ma hanno bisogno di andare nel Regno dei Cieli. Adesso mi hanno “rimproverata” del fatto di non rimanere con loro. Ti prego, pensaci tu!....Mi sentirei realmente in colpa ad abbandonarle in questo modo!” dissi seria al mio fratello adottivo guardandolo nei suoi occhi cerulei.
Ripresi a parlare: “In questo modo forse correrai meno rischi e farai una grandiosa e pia azione. Ti farò aiutare dalla Principessa Rachele di Azarath, la tua bella amata!”.
Detto questo, mandai con la mente un messaggio di soccorso e di aiuto alla mia più grande amica.
Usciti fuori dalla locanda, la trovammo già fuori.
Sorrisi a quella donzella altera e seria dai capelli viola scuro, dalla pelle lunare, dagli occhi blu-viola e con una gemma rossa in mezzo alla nobile ed alta fronte.
“Veloce e puntuale come al solito, Vostra Altezza!” esclamai abbracciandola.
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Risi appena a quelle parole del cavaliere.
"Temo che il modo migliore per entrare nelle simpatie del comandante, sia proprio conquistare la fiducia e la stima dei suoi uomini...".
Per poco non sobbalzai: allora non ero pazza!
"Ottimo, allora appena rientreremo da questa passeggiata romantica parleremo con Mime, e vedremo se questa informazione si rivelerà utile.." annuii "Sì, fare da esca l'altra volta ha funzionato.. ma il veleno no.." sospirai "Prego solo di non perdere un altro fratello..".
Risi con lui al ricordo della nostra rocambolesca fuga dal covo dei veri Gufi. Mi limitai ad appoggiarmi al suo braccio alla notizia che qualcuno ci stava seguendo.
Non avevo dubbi nemmeno io, era di certo un tirapiedi di Gvin, era davvero insistente quel tipo.
Mi lasciai condurre docile all'interno della bottega, dove venne ad accoglierci un simpatico vecchietto.
Per poco non scoppiai a ridere nell'ascoltare il racconto di Guisgard.
Una principessa vinta come un banale trofeo? Certo, mi calzava a pennello.
Ammira le eroine: ma senti un po'..
Una volta rimasti soli, fischiai in segno di approvazione.
"Caspita..." mormorai, ridendo "E dimmi, funziona davvero tutto questo? Con le donne, intendo.. è così che cadono ai tuoi piedi quelle che... beh, che non sono in vendita?" sorrisi, maliziosa "Perché con quelle ho visto che te la cavavi bene, ma è troppo facile..".
Ma poi mi accorsi che io stavo ridendo, ma lui era tornato serio. Non stava scherzando.
Lo fissai negli occhi, per poi sorridere "Ti è proprio piaciuto quel bacio eh.." risi appena "Non fai che ricordarmelo!".
Ma poi mi feci seria a mia volta "Quella non ero io.." senza staccare gli occhi dai suoi "Stavo recitando, ricordi? Quando hai avuto davanti la vera me non ti è affatto piaciuta, anzi... Non credere che abbia dimenticato: mi hai riso in faccia, mi hai umiliato davanti a tutta la città, ti sei preso gioco di me... Non fraintendermi.. hai fatto ammenda, non ci sono dubbi, mi hai salvato la vita un paio di volte... non nutro alcun rancore nei tuoi confronti solo... io sono sempre la stessa, non scambiarmi per quella che non sono, che non sarò mai.." .
L'arrivo del vecchietto mi interruppe.
“Eccomi a voi, ragazzi!” Tornando il vecchietto e mostrando loro un bellissimo abito bianco e leggero, impreziosito da seta e argento, con ampi bottoni variegati da gemme di pasta vitrea colorata. “Quest'abito è magico davvero, sapete?”
“Magico dite?” Guardando l'abito Guisgard. “Perchè mai?”
“Perchè con questo indosso” narrò il vecchietto “la tradizione vuole che la regina Giovanna d'Angiò, sovrana di Napoli e regnante di diritto su Cipro e Gerusalemme, incontrasse segretamente il suo amante, il formidabile Gran Siniscalco del regno Niccolò Acciaiuli.”
“Allora fa davvero al caso nostro quest'abito.” Prendo il vestito Guisgard. “E sono certo ti donerà meravigliosamente, piccola.” Guardando Clio.
"E' davvero un abito bellissimo.." sorrisi ad entrambi "Ma credo che sia un po' troppo prezioso per l'uso che devo farne, lo rovinerei... avrei preferito qualcosa di più semplice e funzionale.... accollato, lana grezza, maniche ampie, decisamente ampio, lo fermerò con una cintura.." sorrisi, con aria di scuse "Mio marito a volte si fa prendere dall'entusiasmo e dimentica la praticità..." mi avvicinai a Guisgard "Tesoro, non fare quella faccia, lo sai che tua moglie è incontentabile... sono certa che il nostro amico saprà come conciliare i nostri desideri.. non è vero?" rivolgendomi cordialmente al vecchietto "Avete un abito come vi ho descritto ma con una storia romantica da raccontare, così da accontentare anche il mio caro marito?".
Sorrisi a Guisgard, possibile che mi stessi addirittura divertendo?
Non era poi così male, le donne erano famose per fare mille capricci. E io non potevo certo mettere l'armatura sotto quel delicato abito adulterino.
E di andare senza coprirmi di ferro non se ne parlava nemmeno, se non avessi avuto l'armatura addosso due notti addietro, altro che cicatrice.
Altea
13-05-2014, 17.43.20
Rimasi silenziosa e sbigottita alle parole di Thomas, non ebbi il tempo di replicare e subitò arrivò il vescovo che ci salutò con cordialità.
Parlava con Thomas elogiandolo ma vide il mio viso rabbuiato e mi chiese cosa era successo guardando gli sguardi tra me e mio fratello.
Mi sedetti su una sedia e guardai il vescovo e Thomas sospirando..."Eminenza, mi dispiace rovinare questa..atmosfera gioiosa tra voi e mio fratello, ma io penso Thomas sia cambiato dopo questa guerra..egli non fa altro che ordinarmi che devo fare e non devo fare, con chi devo parlare e chi devo frequentare..nemmeno i miei genitori usavano tale severità." Raccontai allora il fatto di quel cavaliere e dei mercenari e l'odio che Thomas ora provava per lui e di come si era alleato con Gvin..."Vi rammentate, eminenza, parlai di quel cavaliere giorni fa dicendovi lo spacciai per mio cugino ma per via di lady Gertrude e voi mi consigliaste di raccontare tutto a milady...ecco, magari posso essere io una visionaria ma lady Gertrude è donna attenta a ogni particolare, e mi sembra strano pure lei vi sia cascata allora, non si sia accorta come dice Thomas è un mercenario o addirittura un assassino..anzi una domestica meravigliata mi disse, addirittura, milady gli diede la benedizione prima se ne andasse, ed era dispiaciuta della sua partenza e che avrebbe pregato ogni giorno la Vergine per lui...cosa che mi lasciò perplessa pure me, allora si dovrà informare milady" sorrisi ironicamente "che sta pregando inutilmente per un malvivente".
Calò il silenzio nella sala, il vescovo guardava in modo serio prima Thomas e poi me..uno sguardo alquanto strano..ma forse era solo dispiaciuto per noi due.
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Guisgard
13-05-2014, 18.59.42
“E sia...” disse Guisgard al vecchietto “... temo dunque che sia da scartare l'abito della regina Giovanna... a quanto pare io non posseggo il carisma dell'Acciaiuoli...” aggiunse sarcastico “... dite, avete qualche abito abbastanza ampio sotto il quale mia moglie possa nasconderci ben bene la sua cintura di castità?” Ridendo appena.
“Si, datemi un momento...” fece il vecchietto, per poi ritornare nel retro della sua bottega.
“Non ti ho salvato la vita” voltandosi il cavaliere verso la ragazza “per sdebitarmi... quanto al duello mancato... beh, non avevo certo intenzione di prendermi gioco di te... non mi era mai capitato di dovermi battere con una donna e tu eri dannatamente veloce e agile, brandendo troppo animatamente la tua spada... diciamo che ritirarmi è stata una mossa strategica.” Facendole l'occhiolino.
In quel momento tornò il vecchietto con un abito che sembrava soddisfare in pieno le richieste di Clio.
“Ecco...” mostrando il vestito alla ragazza “... quest'abito lo preparai per una donna rimasta incinta... è ampio, ma con una sua certa eleganza... accomodandolo con una cintura alla vita vi starà benissimo.”
“E non ha nessuna storia romantica quest'abito?” Chiese Guisgard.
“Beh...” ridendo il vecchietto “... fu preparato in seguito ad un bel gesto di amore e passione... a dargli una storia romantica dovete pensarci voi ora, giovanotto!” Esclamò divertito.
Il vecchietto allora piegò ben bene l'abito e lo chiuse in una scatola circolare.
Guisgard pagò e dopo aver gettato un'occhiata all'esterno, per essere certo che non ci fossero altri segugi ad attenderli, uscì con Clio da quella bottega.
“Per le donne serie” rivolgendosi alla sua finta moglie il cavaliere “non funziona proprio così.” Sorridendo ancora. “Voglio dire, non basta prendere loro un bel vestito e raccontare una storia romantica e verosimile... no, per una ragazza seria, come dici tu, di quelle cioè che non sono in vendita, occorre molto altro...” annuendo “... occorrono sogni... e non certo sogni qualsiasi, ma i loro sogni... perchè ogni donna, al di là che si venda o meno, ha dei sogni che sono unici e grazie al Cielo realizzabili. Il difficile per loro sta nel trovare colui in grado di rendere quei sogni appunto realizzabili. E secondo una discreta quantità di poeti, sparsi dall'antichità ai giorni nostri, esiste un solo uomo, per ciascuna donna, in grado di realizzare quei sogni.” Rise appena. “Fortuna che i tuoi non sembrano così complicati, visto questo abito che hai scelto.” Aggiunse divertito.
Era ormai il primo pomeriggio e la città era ancora in festa per le celebrazioni dedicate all'Arcangelo Michele.
Ovunque vi erano giovani festanti, venditori che dai loro banchi scrutavano i passanti in cerca di possibili clienti, pie donne che recitavano litanie dedicate ai Celesti Cori Angelici e saltimbanchi che si destreggiavano tra le viuzze di Solpacus.
“Ripensavo alle tue parole nella bottega...” mormorò poi Guisgard mentre attraversavano la festa “... a quella che sei... a quella che sei veramente senza aver bisogno di fingere o recitare un ruolo...” la fissò “... è forse importante che io sappia come sei davvero? Perchè poi? Se tutto andrà bene e questa maledetta caccia alla bestia terminerà, ripartiremo ognuno per la sua strada e non ci rivedremo più probabilmente...”
“Ehi, voi!” Chiamò all'improvviso un uomo seduto su un banco e interrompendo il cavaliere. “Perchè non mostrate il vostro valore alla bella ragazza che vi accompagna?”
“Dite...” ironico Guisgard “... vendete forse prove d'Amore?”
“Vedete quel bersaglio?” Indicando l'uomo lo sfondo oltre il suo bancone. “Ebbene, se fate centro, potete vincere un bel premio per la vostra bella!”
“Che premio?” Domandò Guisgard.
“Uno di questi bei monili.” Mostrando diversi ciondoli, alcuni anche preziosi ed antichi, in bella mostra accanto al bancone. “Non è difficile...” spiegò l'uomo “... io farò uscire una sagoma che si sposterà lungo lo sfondo... centrandola e facendola cadere all'indietro il premio sarà vostro. Non vorrete farvi sfuggire la possibilità di colpire la bestia!”
“La bestia?” Ripetè il cavaliere.
“Si...” annuendo un bambino davanti al banco “... il bersaglio ha la forma della bestia...”
elisabeth
13-05-2014, 19.04.55
Uscimmo da Palazzo con il permesso di entrare e visitare il cimitero, c'era poco tempoe Daiz stava cercando di far si che non perdessimo neanche un minuto inutilmente.....andammo in negozio...avevamo bisogno di una piccola vanga.......e ci recammo in un negozio che vendeva ogni cosa.....io e Flees rimanemmo lontani da lui........non perse tempo e le sue mani accarezzarono ancora i miei capelli.......leggeva quello che avevo negli occhi....o quello che avevo nel cuore...perchè nel mio cuore c'era un mare di amarezza.....un tumulto di navi in tempesta......ingoiai le lacrime...e sorrisi a Daiz quando mi mostrò la vanga...gli accarezzai le guance..." Non ci sarei arrivata mai senza di te Daizer..........sarà meraviglioso se entro sera riuscissimo a portare a termine questa storia....."........Incominciammo a recarci al cimitero.....e il mio passo era sempre più pesanti......capimmo subito di essere arrivati.......c'era gente che poneva dei fiori fuori i cancelli e guardie dappertutto......Flees mostrò il permesso e fummo dentro........c'erano tombe di ogni genere..antiche e nuove di vecchi e di bambini.....e pensavo alle madri che non potevano andare a piangergli sopra solo per una superstizione.......daizer era preso dall'agitazione...scrutava ogni nome ....ogni tomba.....e io avevo in mano l'osso ...lo tenevo stretto..........sino a quando vicino ad una tomba il cui nome era difficile da leggere...quell'osso si mostrò vivo..lo sentii pulsare...Daizer era più lontano di me.....e allora lo chiamai.....e lo chiamai più volte.....ma quel posto sembrava essersi chiuso intorno a me.....guardai Flees...che mi camminava accanto come fosse la mia ombra......" Io sto parlando.....mi senti.....sembra tutto ovattato....dove siamo noi e dove e' lui.......Flees ...perchè io sono nel regno dei morti e lui in quello dei vivi ?....."......Flees....lo scossi a tal punto che la sua testa mi sembrò rotolare tra le gambe.....ma era impossibile.....la nausea...avevo ancora la nausea.....
Guisgard
13-05-2014, 19.07.52
Riccardo restò incuriosito da quella scena.
“Però” disse ad Eilonwy “non comprendo cosa avete in mente... da chi volete tornare e a fare cosa? Pensavo avevate un viaggio da portare a termine...”
“In effetti” intervenne Tisin “neanche io credo di aver compreso le vostre intenzioni, damigella...”
“Dimmi di cosa hai bisogno, Eilonwy.” Abbracciandola Rachele.
Guisgard
13-05-2014, 19.16.03
“Beh...” disse il vescovo ad Altea “... in verità ho saputo anche io dell'arrivo in città di quel mercenario. Pare abbia raggiunto sua moglie ed i suoi uomini che l'avevano preceduto giungendo qui giorni fa. Io però concordo con vostro fratello, milady... i soldati di ventura sono uomini particolari, che hanno una condotta di vita, diciamo, diversa ed inaccettabile per gente con i nostri valori. Viaggiano spesso sotto copertura e sono abituati a convivere con la menzogna e la morte. Dunque trovo normale, ammesso tutto ciò lo sia fino in fondo, che quell'individuo abbia saputo ingannare voi e lady Getrude.”
“Grazie, Vostra Grazia.” Annuendo Thomas.
“Quanto a vostro fratello...” fece il vescovo “... non credo sia poi così severo con voi, milady...” sorrise “... ma come ogni fratello tiene alla propria sorella, volendola proteggere a tutti i costi.”
Guisgard
13-05-2014, 19.22.16
Fu un attimo.
Elisabeth fu colta da sensazioni strane ed indecifrabili.
Quell'osso sembrava vibrare fra le sue mani, senza che lei riuscisse a chiamare Daizer.
“E' un comune mortale lui...” avvicinandosi Flees alla donna “... e oltretutto non è neanche un granché.” Rise, per poi prenderle la mano. “Non temete, vi aiuterò io, cara zia...”
Daizer aveva proseguito, nel tentativo di cercare la tomba, svanendo dalla loro vista.
E Flees ne approfittò per avvicinarsi ancor più ad Elisabeth.
La fissò e un attimo dopo la sua bocca, calda e vogliosa, raggiunse quella di lei.
E la baciò a lungo, con impeto e bramosia, mentre le sue mani scivolarono lungo il corpo di lei.