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Visualizza versione completa : Carnevale ed il ballo fra Amore e Ragione


Guisgard
06-03-2014, 04.13.39
Il Carnevale è appena passato e chissà perchè ripensando a questa festa ricordo sempre giornate fredde, ma limpide, col vento a regalare mattinate e pomeriggi soleggiati e sere poi chiare e scintillanti.
E stanotte, fissando il cielo e le luci che brillano limpide nell'oscurità, mi torna in mente un vecchio ricordo.
Un ricordo velato dai tratti del sogno...

A scuola, nel periodo di Carnevale, il Sabato e poi il Martedì Grasso, le suore organizzavano una festa in maschera, dove si scherzava, si giocava, si ballava e si sognava.
La curiosità dei miei compagni di classe però era stata attirata da un provvedimento che la maestra aveva preso verso due scolari.
Si trattava di Laika, la più bella e più invidiata della classe e del suo compagno di banco Luis.
Era questi un bambino molto in gamba a detta di tutti.
L'asso degli assi, lo chiamavano con ammirazione gli altri alunni.
E per tutti lui e Laika erano la coppia perfetta.
Io in verità avevo sempre vissuto con una certa apatia questa cosa.
E la separazione dei due che aveva deciso la maestra, a causa del loro parlare troppo durante le lezioni, mi lasciava alquanto indifferente.
Andare a scuola non mi faceva impazzire e non avevo mai fatto mistero di come questo genere di feste per me avessero valore solo perchè portavano qualche giorno di vacanza.
Per questo risposi con uno sguardo indolente ad un mio compagno quando mi rivelò che i due piccioncini avevano ancora una volta trovato il modo di far parlare di loro.
“Il ballo in maschera” disse il mio compagno “che si terrà nel refettorio, preparato apposta per l'occasione, avverrà quest'anno con tutte le classi presenti. La madre di Luis, d'accordo con quella di Laika, ha preso per suo figlio il costume di Cuore. Mentre lei, per sua figlia, ha scelto il costume di Ragione. Insomma, al ballo saranno ancora una volta perfetti e non ci sarà nessuno bello come loro.”
“Davvero?” Svogliatamente io.
“Tu invece da cosa sei vestito, Guis?” Mi chiese. “Hai arco e frecce... sei Robin Hood?”
“No...” dissi io “... ti pare che Robin Hood abbia un cuore stampato sulla giubba?”
“Infatti...” fece lui “... in verità mi sembri più una specie di cavaliere...”
“E questa credi sia di un cavaliere?”
“Cos'è?”
“E' una cetra.” Risposi.
“Cosa sarebbe?”
“Uno strumento musicale.”
“Insomma, chi sei, Guis?”
“Messer Amore.”
“Ma non è un costume da femmina?” Stupito lui.
“Ti sembro vestito da femmina?” Scuotendo il capo io.
“No...” rispose lui “... ti ho detto, sembri un cavaliere... ma il nome... Amore... vabbè...” sorrise “... dicevo... Luis e Laika non balleranno soltanto... ma lui ha promesso che vincerà la gara di pesca per lei.”
Era quella una gara che le suore organizzavano per noi alunni, che consisteva in un tiro a bersaglio, dove i maschi, colpendo i vari premi in palio, regalavano poi la vincita alle loro compagne di ballo.
“Ma la maestra” continuò il mio ingenuo compagno “ha però vietato a quei due di fare coppia in questa festa. Per questo li ha separati. Ora però Laika, nonostante il divieto della maestra, vuol raggiungere Luis e ballare con lui.”
“Forse doveva farlo lui...” mormorai io “... visto che è l'asso degli assi...” con ironia.
“Tutti facciamo il tifo per loro!”
“Auguri allora.” Stancamente io. “Dopotutto sono messer Amore e faccio il tifo per ogni innamorato.”
La festa cominciò e tutti sembravano divertirsi molto.
Io invece, a parte qualche tiro di coriandoli e una guerra con alcuni bambini a colpi di spruzzi d'acqua lanciati da cioccolate di plastica e dolcetti di gomma, restai appartato sotto l'albero del cortile, aspettando con impazienza la fine di tutto e tornarmene a casa senza compiti da fare per il giorno seguente.
“Non puoi andare in V A, Laika...” disse all'improvviso una bambina ad un'altra che le stava accanto “... la maestra ti scoprirà e finirai in castigo!”
“Io invece ci andrò!” Fece Laika. “Luis mi sta aspettando!”
E si alzò, con aria furtiva, avvicinandosi alle grandi scale che conducevano alle classi del secondo e del terzo piano.
“Non ci arriverai mai...” dissi io all'improvviso.
“Ah, sei tu...” fissandomi lei “... non sei a giocare con gli altri?”
“Mi annoiavo...”
“Comunque io ci andrò.” Fece lei. “Grazie per la tua premura, comunque.”
“Il fatto che tutte le altre ti guardino con ammirazione ed invidia” sbottai io “non vuol dire che tutto ti è permesso.”
“Che ne sai tu?”
“Lo so.”
“Sei sempre stato antipatico, sai?”
“Davvero?”
“Si.” Annuì lei. “E non solo a me. Molti maschi non ti vedono di buon occhio. Sei presuntuoso e intrattabile. Ma tanto nessuno ti sceglierà come capoclasse.”
“Vedo che sei informata sul mio conto...”
“Io so tutto di tutti, non farti strane idee.”
“Comunque, come detto, non riuscirai a farla in barba alle suore...” guardandola io “... ho saputo che al secondo piano c'è suor Faustina e lei è un tipo sveglio.”
“Il fatto che per te sia impossibile arrivarci” replicò lei “non lo rende tale per tutti. Luis ci riuscirebbe.”
“Allora perchè non scende lui da te?”
“Proprio perchè suor Faustina lo sorveglia, sapientone.”
“Si, immagino...”
“Antipatico e saccente!”
“Può darsi...” ridendo io “... ma sono anche l'unico in grado di portarti lassù...”
“Non lo faresti mai!”
“Infatti.” Annuì io. “Ma potrei comunque farlo, se volessi.”
“Allora aiutami a salire da Luis.”
“Perchè dovrei?”
“Per favore...”
Restai pensieroso.
“Facciamo così...” fissandola “... io ti aiuterò ad arrivare da Luis... ma tu in cambio mi darai il giocattolo che poi lui vincerà per te nella gara...”
“Perchè non te lo guadagni da te, scusa?”
“Perchè la regola vuole che i maschi devono vincerne uno per poi darlo alla propria compagna.” Spiegai io.
“Ma è il mio premio...” sbuffando lei.
“Prendere o lasciare.”
“E va bene...”
Ci demmo una stretta di mano a sancire quel patto.
In realtà, per raggiungere il piano superiore, c'era una seconda strada.
Quella che dal palazzo dell'Immacolata, così chiamato perchè una statua della Madonna era posta sul suo ingresso, si congiungeva, nella direzione opposta, con le classi del secondo e terzo piano.
Così, sgattaiolando tra le cucine delle suore, la sala di musica quel giorno deserta ed un paio di corridoi, raggiungemmo infine le classi dei piani alti.
“Ho fame...” fece lei all'improvviso “... le scale erano tante e mi hai fatto fare un giro lunghissimo...”
“Dai, ci siamo quasi...” mormorai io “... tra poco mangerai insieme al tuo amico Luis...”
“Ho fame adesso...”
“Uffa, che lagna...” sbuffai io “... va bene... aspetta qui... prenderò qualcosa in una delle classi...”
“Fa attenzione!”
“Tu piuttosto, attenta a non farti vedere.”
Poco dopo tornai con qualche dolcetto tipico di Carnevale, che mangiammo nascosti nella palestra.
“Non mi hai detto da cosa sei vestito...” guardandomi lei.
“Non lo hai chiesto.”
“Lo chiedo ora...”
“Da messer Amore...” feci io “... ma dubito che tu sappia chi sia... non lo conosce nessuno...”
“Invece si...” sorridendo lei “... lo so benissimo...” forse era la prima volta che Laika sorrideva per me ed aveva un sorriso bellissimo “... io invece sono Ragione...”
“Si, lo so...” annuì io “... una coppia perfetta per Luis... lui è Cuore, tu Ragione.”
“Anche Amore lega bene con Ragione...”
“Dici?” Mangiando io. “Non so... io detesto la Ragione...”
“Perchè?” Stupita lei.
“Perchè a causa sua le persone fanno gli sbagli più grandi.”
“Mamma mi ha raccontato la storia di Amore e Psiche... ossia Ragione...”
“Dai, andiamo...” alzandomi io “... o non arriverai in tempo dal tuo Luis...”
“Aspetta...” prendendo la mia mano lei “... dimmi... con chi ballerai?”
“Con nessuna...” seccamente io “... non mi interessa il ballo... voglio solo tornare presto a casa e andare a giocare a pallone con i miei amici.”
“Non vuoi una compagna?” Meravigliata lei. “Non vuoi sposarti da grande?”
“Che c'entra?” Infastidito io.
“Pensi mai a dove porteresti la tua innamorata?” Sorridendo ancora lei. “Io si... so dove vorrei essere portata... in un campo pieno di fiori...”
“Dai, dobbiamo andare...”
“Ti prego, dimmelo...”
“E va bene...” sbuffando ancora io “... la porterei in una verde campagna... sopra una dolce collina ad un passo dal cielo, dove si trova un vecchio castello oggi rimodernato e divenuto un ristorante... ecco, comprerei quel posto e farei del castello la mia casa... per viverci solo con la mia innamorata... e da quella collina potrei contare ogni notte tutte le stelle del cielo... stelle scintillanti, ammalianti, incantate... ed ogni stella racchiuderebbe un desiderio da realizzare per lei... si, là la porterei... in quel castello diventato giusto giusto per due persone... per me e per lei...”
“Portarmi là, Guis...” smettendo di sorridere lei “... voglio vedere quel castello con te... balliamo insieme oggi... e poi mi parlerai ancora di quel posto pieno di stelle e di desideri...”
“Sei proprio viziata...” alzandomi di nuovo io “... tante storie per andare da Luis ed ora cambi idea...” la presi per mano e uscimmo dalla palestra “... dai, andiamo da lui...”
Camminammo un po' per i corridoi, ma lei era visibilmente triste e faceva di tutto per rallentare.
Io invece ripensavo alle sue parole.
“Laika...” fermandomi di colpo io “... dicevi sul serio?”
“Si...” con gli occhi lucidi lei.
“Aspettami qui...” e corsi via.
Volevo andare dalla maestra e chiederle di poter ballare con Laika.
Mi avrebbe di certo dato il permesso.
Ma nel frattempo lei e suor Faustina ritrovarono Laika.
E vedendola in lacrime acconsentirono a farle fare coppia con Luis.
La portarono da lui e il ballo con la gara cominciò.
Io tornai e li vidi insieme.
Mi sentii un perfetto idiota che si era fatto prendere in giro.
Corsi allora via, sotto l'albero nel cortile.
All'improvviso arrivò suor Faustina.
“Che fai qua tutto solo?”
“Aspetto che la festa finisca...”
“Ti vedo un po' giù...”
“No, non è vero...” scuotendo il capo io “... mi annoio soltanto...”
“Laika è triste sai...” sedendosi accanto a me “... tu sai il perchè?”
“Perchè dovrei?” Freddamente io. “Chiedetelo a Luis...”
“Invece lo chiedo a te...”
“E' viziata e sciocca!” Sentenziai io. “Le piace stare al centro dell'attenzione!”
“Vorresti farla ballare?”
“Non sa neanche lei cosa vuole!”
“E magari vincere un premio nella gara per lei?”
“Preferirei star da solo e senza giocattoli” offeso io “che stare con lei!”
“Vorresti?” Fissandomi lei. “Rispondi.”
“Si!” Esclamai io. “Ma non mi faccio più prendere in giro da lei!”
Lei rise e mi abbracciò.
Poco dopo entrai nell'aula della gara.
Mi avvicinai al banco dei premi e scelsi due giocattoli.
I più belli.
Presi le freccette e cominciai a tirare sotto lo sguardo di tutti, come se fossero davvero i dardi incantati di messer Amore.
C'era anche lei.
Alla fine vinsi tra l'ammirazione dei miei compagni.
Andai da lei e le diedi i due bambolotti, invitandola poi a ballare.
Ballammo per tutta la festa, fino a quando vennero a prenderci i nostri genitori.
“Hai visto che belli, mamma?” Mostrando i giocattoli a sua madre.
“Bellissimi, Laika!” Esclamò lei. “Sai chi sono? Sono Amore e Ragione!”
“Si, è vero!” Fece Laika. “Guarda ci somigliano! Siamo noi!” Voltandosi verso di me. “Questo allora è tuo...” dandomi il bambolotto vestito da Amore.
E prendendolo la mia mano sfiorò la sua.
Ricordo ancora il suo sorriso ed il suo sguardo, quando, andando via con sua madre, più volte si girò verso di me.
E quando oggi riguardo quel bambolotto so che forse, di tanto in tanto, anche lei, guardando il suo, ripensa a quel giorno di Carnevale.
A quell'avventura vissuta, fra tante maschere, da Amore e Ragione...
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Altea
06-03-2014, 15.41.26
Quanta dolcezza in questo racconto o vissuto di vita..la dolcezza di un ricordo di bambino e grazie per avercene fatto dono sir Guisgard.

P.S. Noto, comunque, eravate un pò permaloso da piccolo :smile_lol:;)

elisabeth
06-03-2014, 16.58.35
Avete vissuto una bella avventura......il carnevale vi ha fatto un regalo prezioso....un ricordo che non avete mai dimenticato........avete veramente ancora il pupazzo ?....:neutral_think:

Clio
07-03-2014, 00.36.22
Che splendido racconto... Dolce, tenero, spensierato ma profondo.. davvero un bel regalo per carnevale.. grazie..

E noto che il nostro Primo Cavaliere aveva le idee chiare fin da piccolo, un eroe da romanzo in erba.. :smile_lol:

Guisgard
07-03-2014, 02.25.34
P.S. Noto, comunque, eravate un pò permaloso da piccolo :smile_lol:;)

Eh, milady, noi "Eroi da Romanzo" siamo fatti così, tormentati, inquieti e tenebrosi ;)



........avete veramente ancora il pupazzo ?....:neutral_think:

Naturale, milady.
Ogni degno cavaliere conserva i cimeli delle sue imprese :fighting:




E noto che il nostro Primo Cavaliere aveva le idee chiare fin da piccolo, un eroe da romanzo in erba.. :smile_lol:

Milady, "Eroe da Romanzo si nasce", non si diventa ;)

Chantal
23-03-2014, 01.13.12
Guisgard...
Io credo che un bel giorno, milord, Amore ricambierà tanta grazia facendovi il più bel dono mai desiderato.
Si, ne sono certa.


Posso rivelarvi una cosa sciocca?
Una mia carissima amica amava confondere il mio nome con quello di Laika, e spesso mi chiamava affettuosamente così, Laika, per questo ne ho un ricordo dolcissimo.
E sapete come immagino il ballo tra Amore e Ragione?
Sulle note di un valzer, mentre soffuse e tenere si intrecciano amorevoli parole come queste:


Come sei bella, più bella stasera...
Splende un sorriso di stella negli occhi tuoi...
Anche se avverso il destino domani sarà
oggi ti son vicino, perché sospirar?
Non pensar!


Qui, sul tuo cuor, non soffro più...

Qui, sul tuo cuor, non soffro più... è il più bell'augurio che io desideri farvi, Guisgard, apprendere un giorno di sapervi così felice stringendo al cuore una dama che vi faccia sentire Amore.

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Grazie, milord, di questo dolce sogno...

Guisgard
24-03-2014, 03.20.05
Lady Chantal, come sempre sapete impreziosire la nostra Camelot con la vostra dolcezza.
E al suono delle vostre bellissime parole, ne sono certo, Amore e Ragione balleranno per tutta la notte...

Taliesin
24-03-2014, 09.04.54
Nella sera del vostro ritorno avete lasciato cadere come neve soffice e lieve una perla di poesia che divenne musica tra le pareti fmose di un vecchio locale trasteverino nell'inverno dell'aquila tedesca che opprimeva le coscienze degli agnelli e del silenzio delle pecore abbottonate sotto la siperbia del lupo fasciato di fasci...Parlami d'amore mariù...Parlateci ancora d'amore Lady Chantal...non andate via...non più. Non vi chiedo la grazia per me ma per coloro che resteranno senza.

Taliesin, il Bardo

Chantal
24-03-2014, 19.14.08
ne sono certo, Amore e Ragione balleranno per tutta la notte...

Guisgard...
vi ringrazio, ritrovarli ancora a ballare è un dono speciale per me questa sera.
Sapete, amo sognare di tanto in tanto... e mi piacerebbe che a quel ballo vi fosse un seguito per Amore e Ragione.
E immagino che Ragione ancora una volta, alla flebile luce della sera, chiami a sè un messaggero e gli domandi di portare il suo piccolo messaggio ad Amore, un pensiero che luccica nelle goccioline di pioggia posate sulla trasparenza del vetro: "Quando giungerai di nuovo chiamami Amore, dacché io più non so chi sia disgiunta da te.."
Credete che possa andare davvero così, milord?

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Taliesin, parlare d'amore... mi avete scritto una cosa davvero bella domandandomi questo.
Ma come esserne degna?
E come riuscirvi?
Tuttavia, vi rendo infinite grazie della delicatezza e della gentilezza che ogni volta gradite riservarmi.
Come potrò mai sdebitarmi?
O, quanto meno, ricambiare?

Guisgard
26-03-2014, 03.31.29
Lady Chantal, sono certo che i vostri sogni sono bellissimi e Amore, questa notte, li sceglierà come scenario per condurvi di nuovo Ragione e ballare così insieme fino all'alba.
Abbiate dunque cura di quei vostri sogni, perchè saranno stanotte dimora di quei due immortali amanti...

Chantal
26-03-2014, 09.59.30
Dite che i miei sogni son belli, Guisgard? Vi ringrazio.
Si, forse...
Tutti i sogni sono belli, proprio perchè sogni, null'altro.
Vi rivelerò una cosa.
La sera del mio ritorno a Camelot avevo vissuto un giorno strano, uno di quei giorni in cui desideri sfuggire ai pensieri che ti logorano e ti fanno male, e più vi sfuggi, più essi preponderatamente ti rincorrono, e li ritrovi in una frase su un libro che hai sfogliato per ingannare il tempo, o in un programma visto alla televisione nel vano tentativo di distrarti, persino nel commento al Vangelo della Domenica dove cercavi un segno.
Tu credi di volerli ricacciare indietro tutti i tuoi pensieri, strapparli all'immagine che ti tormenta, e più accadono cose che ti riconducono ad essi. E ti rammentano quell'immagine.
Quel giorno vivevo il conflitto interiore tra Amore e Ragione, vivevo il tormento del lasciarmi dominare dall'Una o dall'Altro, la corsa verso la vita, le fatiche, il desiderio di cedere, abbandonarsi poiché tutto andato infranto. E sapevi che se avessi mollato, se ti fossi arresa, avevi una giusta causa per farlo, una giusta ragione che non ti avrebbe fatta condannare.
Le ferite, le disillusioni, le paure, tutte giustificate.
E tutti avrebbero compreso, alcuno ti avrebbe compianto.
Eppure, in ogni pensiero cercato di sfuggire con l'inganno si accendeva una lucina, come una vocina che ti segnala il percorso da seguire.
I pensieri non possono essere ingannati. E non ci lasciano.
Ogni cosa mi parlava in quel giorno, ogni riferimento sembrava fatto giusto per me, ogni flebile speranza appariva un'ancora di salvezza.
E quando giunsi a Camelot mentre il giorno moriva trovai il vostro scritto.
Pensai.. che strana combinazione, l'ennesima...
Sono coincidenze, mi ripetevo, solo coincidenze.
Ma qualcuno sostiene che le coincidenze non esistono, e così, misteriosamente, si levò una voce: Le coincidenze sono come isole, diceva quella persona spuntata dal caso come se mi avesse ascoltata, tu credi di vedere della terra in mezzo al mare e ti pare una cosa casuale, isolata da tutto il resto... diceva invece, togli l'acqua e cosa vedi? Che l'isola è collegata alla terra ferma!
E questa voce sosteneva che ogni cosa è collegata, che ci inganniamo guardando a solo quella che è la superficie delle cose.
Per un momento pensai che fosse vero, pensai che il filo dei miei pensieri non si potesse mai interrompere, pensai che, in fondo, Amore e Ragione sono così imprescindibili che Amore può dirsi Ragione e viceversa.
L'Una si completa nell'Altro.
E così siamo noi... Amore e Ragione nel medesimo cuore.
Se sapeste... c'è una persona che è mancata all'inizio di Gennaio, ho sofferto molto. La sua scomparsa mi ha provata. E la vita mi insegna quanto sia dura la prova alla quale ci pone giorno dopo giorno.
Credo che quella persona abbia pregato Dio fino all'inverosimile perché potesse concederle un giorno in più di vita per stare con i suoi figli.
Avevano ancora bisogno di lei i suoi figli, molto. Ma, nonostante i progressi, la malattia, certe malattie, ancora hanno la meglio sulla vita.
E i miei pensieri d'un tratto appaiono sciocchi, la mia esistenza futile, i miei sogni ingiusti.
In fondo, sono solo un esserino misero, perché meritare i sogni?
Perché dovrei avere più diritto io di essere felice?
Quanti lo vorrebbero...
Però, poi, giungo a Camelot, vi leggo, e tutto si ammansisce, tutto si rasserena, e tutto sembra collegarsi, e la sofferenza diviene più sopportabile...
Perdonate, milord.
Pernotate la mia impudenza, questi pensieri sono del tutto fuoriluogo.
Ed io mi sento solo una sciocca.
La vostra storia è dolcissima, e non è la prima, ogni vostra storia ha i contorni di un sogno che si custodisce in fondo al cuore, e spesso i gesti si levano dai pensieri e si finisce col lasciarsi andare alle emozioni, ed allora vuoi davvero che Amore e Ragione non smettano mai di ballare.
Vi confesserò un'altra cosa ancora.
Il nome Laika non è l'unica coincidenza con me.
Dovete sapere che da piccolina tutti mi davano come la fidanzatina di un bambino di nome Luigi (ed il vostro personaggio si chiama Luis).
Tutti, poiché egli così andava raccontando tanto mi volesse bene, promettendo di sposarmi, un giorno.
Ma tutti lo credevano vero tranne me.
Sebbene nutrissi tanta simpatia per quel bambino, e mi faccesse sorridere la sua determinazione, non l'ho mai creduto possibile quanto egli raccontava.
Forse la vita mi ha dato ragione, almeno in parte.
E sebbene in quella circostanza io e Luigi potessimo essere Ragione e Cuore, bhe, la mia parte di Ragione sente di non essersi ancora completata in Amore.
Questo per dirvi che mi avete colpito col vostro racconto.
E che, forse, come sostiene qualcuno, le concidenze non esistono.
Vi ringrazio, milord.
Vi ringrazio non una ma mille volte, anche per la pazienza che vorrete riservarmi nel leggere questi miei inutili pensieri.
E, se permettete, se sostenete che i miei sogni sono belli allora vi dico che i vostri lo sono ancora di più, son dolci e delicati :violet:, milord. ;)
Mio signore... :smile_wave_lady:

Guisgard
27-03-2014, 02.51.38
Lady Chantal, la felicità più grande, quella eterna e che riempie l'intera esistenza, nel linguaggio dell'Amor Cortese è detta Gioia e i trovatori, inserendo questa parola tra i loro versi (perchè, come narrava Guglielmo d'Aquitania, la Gioia è il naturale effetto che si ottiene quando si parla d'Amore), usavano scriverla rigorosamente con la lettera maiuscola, come si fa con le Cose Sacre.
E la Gioia, sempre secondo l'ideale cortese, è un diritto, ossia spetta a tutti.
Ma come tutte le cose preziose, essa va cercata, trovata e conquistata.
E l'unico modo che io conosco per trovare la Gioia è quello di cercare Amore.
Lo straordinario poeta Goffredo Rudel scriveva che Amore si manifesta attraverso delle visioni che gli uomini chiamano sogni.
E solo chi ha la forza e il coraggio di realizzarli alla fine trova davvero Amore.
Non smettete mai di sognare, lady Chantal.
Non fatelo mai, sarebbe un delitto.
Quanto alle mie storie, sono lieto che esse vi donino qualche piccolo momento di spensieratezza e incanto.
E ogni volta che giungerete fra queste mura le troverete sempre :smile:

Chantal
27-03-2014, 21.39.17
Perdonate...
è giusto per gioco...

Carnevale ed il Ballo tra Ragione e Amore... diversi anni dopo...

Anche quest'anno, come da tradizione, per festeggiare il Carnevale i due maggiori Atenei della città di Capomazda hanno tenuto un gran ballo comune.
Si sa, infatti, che tra il I ed il II Ateneo del Capoluogo vi è una rivalità sin da tempi remoti.
E' questa l'occasione, pertanto, per gli studenti, docenti e dottorandi di diverse facoltà universitarie di incontrarsi e condividere le passioni per le proprie discipline, nonché opportunità di interagire reciprocamente tra le due Università.
A causa dell'inagibilità della grande palestra del II Ateneo, dove è solito celebrarsi il ballo, quest'anno il Primo Cittadino del capoluogo Capomazdese ha disposto una sede speciale per la festa mettendo a disposizione degli studenti la grande sala della Reggia Borbonica di Casa Irta.
Alcuni studenti, i più meritevoli del I Ateneo, hanno accolto con fervore l'iniziativa. La notizia li aveva eccitati a tal punto da farne argomento di discussione per diversi giorni, anche perché uno solo tra i favoriti avrebbe presentato al proprio professore, in rappresentanza di tutti gli studenti del corrispettivo Ateneo della città, una relazione del ballo da ascrivere al proprio curricum come Pubblicazione inserita sul più noto Giornale Universiteraio del Paese.
Riunitisi, dunque, un gruppetto di loro aveva preso a disquisire sulla festa.
"Hai sentito, Guisgard!" Diceva un ragazzo adagiato sul letto con le mani dietro la nuca in una delle stanze degli alloggi rivolgendosi al suo migliore amico. "Il ballo si terrà alla Reggia. Sai, io credo che spetti a te il diritto di quella Pubblicazione, non sia mai che scelgano qualcuno del II Ateneo, quelli hanno tutti la puzza sotto al naso.. credono che a fare i ricercatori si diventi uno scenziato..."
"Sono bravi, sai? " Rispose Guisgard. " Tutti studenti in gamba quelli di Scienze Biotecnologiche, Medicina, Farmacia... inseriscono ogni anno una Pubblicazione sul Giornale degli Atenei..."
"Ma dai! Tutti figli dei figli dei professori delle loro stesse discipline, tutti raccomandati, cosa vuoi che sappiano di scrittura e Pubblicazioni? E poi.. tu sei il migliore, quella relazione spetta a te di diritto."
"Ma sai cosa ti dico," sbuffando Guisgard mentre nervosamente tratteggiava con una matita su un foglio da disegno standosene seduto alla sua scrivania" a me non importa niente di quella Pubblicazione! Forse neanche sarò al ballo!"
"Ma come!" Intervenne un altro ragazzo con modi scanzonati e il sorrisetto sulle labbra che se ne stava sull'altra lettiga "Quelle di Scienze Biotecnologiche e di Medicina hanno nomea di essere le più belle ragazze della regione, e quando ricapita un'occasione del genere!" Sollevandosi sui gomiti" E poi... non avevi detto che se il ballo si fosse tenuto alla Reggia vi avresti partecipato?"
Guisgard si alzò dallo scrittoio, andò alla finestra osservando silenziosamente la pioggerellina che cadeva...
"E smetti di essere sempre così malinconicamente inquieto.. "intervenendo l'amico, alzandosi e dandogli una pacca sulla spalla.
"Tipico atteggiamento da genio incompreso, tutti tristemente inquieti i superdotati..." rispose l'altro fissando il soffitto.
"Almeno dimostra quanto vali come scrittore! " Tornando a parlare l'amico di Guisgard. "Se non partecipi non potrai tenere quella relazione e addio Pubblicazione!"
"Si." intonò l'altro ragazzo portandosi ad affiancare Guisgard "Non diamogliela vinta a quelli del II Ateneo!"
"Magari ci vengo "rispose Guisgard" se non per altro per quella dannata relazione!"
"E dai!" Esultarono gli amici.
La sera del ballo giunse presto, la Reggia era magnifica, le luci riflettevano gli ori ed i pregiati velluti di seta dei tendaggi assumevano toni cangianti ad ogni movimento dello sguardo.
L'aria profumava dei fiori disposti dai fioristi su delle colonne posizionate ad intervalli regolari tra le grandi vetrate, i cristalli dei lampadari, al riflesso delle luci, brillavano come iridescenti stelle che cadevano dal soffitto, tutti indossavano costumi in maschera all'altezza, belli e di mirabile fattura e si muovevano con grazia in quell'ambiente a loro nuovo e straordinario. L'orchestra era stata sistemata in fondo alla sala in attesa del via all'apertura delle danze.
I cavalieri avevano già scelto la propria dama donando loro un braccialetto con i fiori più delicati e variopinti.
Guisgard giunse presto, puntuale e preciso come sempre, non aveva ancora dato il suo braccialetto alla compagna la quale aveva avuto necessità di allontanarsi e tardava a raggiungerlo, così lo custodiva nel taschino.
Il cavaliere se ne stava da solo quando vi si accostò un amico... "E la tua dama?" Domandò.
Guisgard sollevò le spalle. "La sto aspettando, ha detto di aver bisogno di rinfrescarsi ma è tanto che è via..."
Ad un tratto giunse una ragazza avvicinandosi ai due studenti con una domanda: "Chi di voi due è Guisgard?"
"Sono io... perché?" Rispose lesto Guisgard.
"Io sono Emily, ti informo che la tua ragazza è scivolata slogandosi una caviglia, vuole che la riporti subito a casa.."
"E dov'è adesso?" Domandò preoccupato Guisgard.
"Nell'antrone, non può muoversi e non può fare le scale. Sbrigati!" Risponse quella.
"Aspetta... aspetta..." intervenendo l'amico di Guisgard "lui non va da nessuna parte, deve ottenere quella pubblicazione! Ne va del nome del nostro Ateneo!"
"Ma è ferita!" Gli rispose Guisgard.
"Sai come sono le ragazze... " sdrammatizzando l'amico "un piccolo graffio e la fanno tanto lunga, una lagna... ci penso io ad accompagnarla!"
"Ha ragione!" Intervenne un secondo amico sopraggiunto "Tu non ti muovi di qui! Quella relazione deve essere affidata a te, ne va della reputazione di tutti noi!"
"Ma voglio almeno vedere come sta?"
"Sta bene... te lo dico io... " rispose l'amico a Guisgard "la conosco bene, e magari è tutta una scena per farsi portare chissà dove..."
"Sentite!" Intervenne la ragazza che li aveva informati " Fate come volete ma andate a prenderla. E' anche il mio ballo, lo sapete questo? Non posso spendere tutta la serata mentre vi decidete." Sbottò seccata.
In breve i ragazzi concordarono perchè la partner di Guisgard fosse riaccompagnata a casa da entrambi i suoi amici e lui restasse.
La serata, per il solitario cavaliere, si faceva monotona, ma il suo orgoglio ed il prestigio che ne avrebbe ricavato con quella Pubblicazione sul Giornale degli Atenei gli alleviava il fastidio di quel ballo andato in rovina.
Decise così di prendere una boccata d'aria e s'avviò lungo il viale che costeggia la magnifica cascata nel maestoso Giardino della Reggia.
Senza accorgersene, però, si era molto allontanato dalla sala ritrovandosi proprio nei pressi della Statua della Dea in quell'affascinante angolo di Giardino detto "Ai bagni di Venere".
"Si dice che Saffo implorasse Afrodite con una preghiera perché fosse ricambiata in Amore..." Sussurrò dolcemente nella penombra una voce...
"Chi sei?" Domandò Guisgard.
La ragazza si fece avanti piano piano fino ad accostarsi alla statua di Venere per poi carezzarle il volto dolcemente...
"Si dice anche che la legge degli amanti "Amor ch'a nullo amato amar perdona" sia stata stabilita da Afrodite per amore di Saffo prima d'essere ripresa da Dante..." Continuò lei sorridendo al cavaliere con tenerezza...
" E sei qui per pregare la dea come Saffo?" Domandò un po' provocatorio Guisgard.
"Può darsi... " sussurrò lei inclinando appena la testolina e sorridendo con un po' di malizia mentre si accomodava una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Guisgard allora si portò più avanti per guardala meglio in viso.
"Ma come! Non mi riconosci?" Esclamò lei divertita! "Eppure.. ho lo stesso costume. Ed anche tu, a quanto vedo.. sempre messer Amore interpreti!"
"Laika! " Ad un tratto Guisgard.
"Indovinato!" Facedosi più avanti lei con tono giocherelloso.
"Bhe, non è che tu sia cambiata molto, ma alla luce della Luna..."
"Alla luce della Luna appaio più pallida?" Scherzando lei.
"No, intendevo... bhe..." balbettava Guisgard con un po' imbarazzato "con questa luce fioca... le ombre del giardino... per questo non ti avevo riconosciuta..."
" O... forse... ti eri semplicemente scordato di me!" Sempre con sorriso e dondolando un pochino sui suoi tacchi alti ed il vestito vaporoso che tentava ora di accomodare nervosamente con le mani portando via tracce di muschio e foglie appiccicatesi alla stoffa mentre attraversava i cespugli.
"No, cosa dici." Rispose il cavaliere. "Però, per quanto ti doni, non avresti dovuto indossare un costume da Ragione, ma un peplo se desideri tanto emulare Saffo. " proseguì con tono da guascone Guisgard e facendole l'occhiolino...
Ma lei non rispose e prese a sfiorare di nuovo dolcemente la statua che le stava accanto.
"Cosa c'é? " Domandò affettuasamente Guisgard.
Laika alzò un momento lo sguardo alla Luna e poi riportò i suoi occhi sul volto del cavaliere "Ripensavo a quel primo nostro ballo..." rispose piano e arrossendo un poco, ogni tanto riprendo ancora quella bambola che mi donasti. L'ho conservata, sai?"
"Ricordo quei bambolotti.." sorridendo Guisgard " dicesti che ci somigliavano..."
"Già, è così..." Sospirando Laika.
Poi la ragazza si avvicinò al cavaliere e silenziosamente gli prese le mani tenendole lievemente strette prima nelle sue e poi accompagnandole fino alla statua... "Vieni qui," conducendolo a poggiarle su Venere "si dice che se le sfiori le spalle essa prende vita..." e lasciò dolcemente che le mani del cavaliere scivolassero sulle spalle della statua...
" E se prendesse vita? Cosa accadrà poi?" Domandò il cavaliere tra la sorpresa e lo scherzo.
" Ci favorirà ..." Rispose piano la ragazza distogliendo i suoi occhi da quelli di Guisgard e chinando il suo sguardo di nuovo sulla statua, quasi tristemente.
"E' questo che vuoi? Essere favorita da Venere?" Domandò lui nel guardarla in quella sua espressione di triste dolcezza...
"Almeno per questa notte..." rispose con un filo di voce Laika.
Guisgard la guardò con tenerezza, lei aveva gli occhi come la notte ed apparivano alla flebile luce del Giardino come due opali neri luccicanti e tremolanti, inebriati del chiarore della Luna che in essi si rifletteva.
"Come son belli i tuoi occhi..." ad un tratto Guisgard.
Ma lei abbassò dolcemente lo sguardo e si allontanò.
Ad un tratto si levò un delicato e flebile venticello che spingendosi fino al Giardino raggiunse i due ragazzi portando loro come accompagnamento le note di un dolce valzer viennese che proveniva dal salone.
La festa aveva avuto inizio, la musica soave inondò la magica notte del ballo, il Giardino era un incanto, la statua di Venere sembrava davvero prendere vita e sorridere ai due ragazzi.
Guisgard seguì così di qualche passo Laika fino a raggiungerla.
"Non ho una dama..." disse con tanta delicatezza "vuoi ballare con me?"
Laika rimase sorpresa.
Il cavaliere estrasse poi il braccialetto dal taschino, era un nastrino sottile di seta color perla adornato con un ciuffetto di bianco, delicato e profumato mughetto racchiuso da una fogliolina verde glauco col quale avvolse il sottile polso di Laika.
"Anche queste due campanelline " sussurrò piano la ragazza mentre con la punta delle dita sfiorava due fiorellini vicini "sembriamo noi... sospesi al filo dei sogni..."
Guisgard annuì con complicità.
Laika allora sorrise dolcemente e si lasciò cingere la vita mentre portava la sua mano in quella di Guisgard, sospesa all'altezza del cuore...
Ballarono tutta la notte, teneramente stretti, volteggiando nella magia del Giardino della Reggia.
Guisgard fu il prescelto a scrivere la relazione che comparve come Pubblicazione sul Giornale degli Atenei conferendo prestigio al suo nome ed alla sua Facoltà.
Pochi giorni dopo il ballo, gli amici di Guisgard si ritrovarono una copia della rivista tra le mani...
"Hai visto! L'abbiamo fatta in barba a quegli scrocconi del II Ateneo" disse uno dei ragazzi che reggeva il giornale" ora il tuo nome compare sul più prestigioso Giornale Universitario del Paese. E bravo il nostro Guisgard!"
"E questa?" Esclamò d'un tratto incuriosito e sgranando gli occhi un altro dei ragazzi mentre sbirciava la relazione. "Cos'è questa?" Indicando l'ultima riga.
Guisgard, sopraggiunto proprio in quel momento, prese in mano il Giornale, lo richiuse e se ne andò sorridendo...
L'ultima riga era una dedica :" Ad Amore e Ragione, perché possano ritrovarsi a ballare ancora insieme fino all'Eternità!"

http://1.bp.blogspot.com/-ciu_-RnRk58/T6P48wvtioI/AAAAAAAAAX4/smcClhyQeko/s320/mughetto.jpeg (http://1.bp.blogspot.com/-ciu_-RnRk58/T6P48wvtioI/AAAAAAAAAX4/smcClhyQeko/s1600/mughetto.jpeg)



Lady Chantal, la felicità più grande, quella eterna e che riempie l'intera esistenza, nel linguaggio dell'Amor Cortese è detta Gioia ...

Non smettete mai di sognare, lady Chantal.
Non fatelo mai, sarebbe un delitto.




Guisgard...
vi credo sulla parola, mio signore.
Voglia il Cielo che quella Gioia possa sempre accompagnarsi al vostro nome e tramandarsi in eterno come un sogno che scioglie da ogni incanto...
So che se vi domandassi di narrarmi ancora di Essa e delle meraviglie di Amore, da cortese cavaliere quale siete, non me lo neghereste, ma io vi sciolgo da ogni vincolo che possa ancora indurvi a causa mia ad indugiare sulla ripresa del vostro viaggio, possiate raggiungerla presto la Gioia e cingere di onore il vostro cuore.
Ma... vi lega a me una promessa... non dimenticatelo mai, non farete ritorno senza aver trovato la Gioia.

Da più profondo del cuore... grazie.

Guisgard
28-03-2014, 03.23.31
Lady Chantal, che delicato dono avete fatto a quel lontano ricordo che ha ispirato questa storia.
Un grande romanziere una volta disse che i personaggi dei romanzi non appartengono ai loro autori, ma a tutti coloro che li hanno amati leggendo le loro storie.
E voi stanotte avete animato Guisgard ed il suo mondo con incantevole e sognante meraviglia.
Come lady Elena, quando narrava dei suoi sogni a Lancillotto.
E in questa notte, nel limpido e magico scintillio delle stelle che la illuminano, davvero per un momento vi immaginerò con i tratti ed il cuore della dolce Elena, che in ogni suo sogno sapeva vegliare sul Primo Cavaliere.

Altea
17-02-2015, 23.12.57
Ho cercato attentamente questo racconto e lo ho riletto con tenerezza e con piacere..pensando questo ricordo sia vivo in voi Sir Guisgard..spero di rileggere ancora queste storie dettate dal ricordo o dal cuore.

Guisgard
18-02-2015, 19.22.09
Vedo che ricordate ancora questa storia ed il ricordo che racconta, milady.
E in effetti questi giorni sono gli stessi che facevano da scenario a quel lontano ricordo.
I ricordi, faceva dire ad uno dei suoi cavallereschi eroi il romanziere Rafael Sabatini, sono la vita di un uomo divenuta poesia.
Chissà che le romantiche e romanzesche stradine della nostra Camelot non accolgano presto una nuova storia.
Chissà... ;)

Altea
18-02-2015, 19.27.08
Vedo che ricordate ancora questa storia ed il ricordo che racconta, milady.
E in effetti questi giorni sono gli stessi che facevano da scenario a quel lontano ricordo.
I ricordi, faceva dire ad uno dei suoi cavallereschi eroi il romanziere Rafael Sabatini, sono la vita di un uomo divenuta poesia.
Chissà che le romantiche e romanzesche stradine della nostra Camelot non accolgano presto una nuova storia.
Chissà... ;)

Allora aspetterò pazientemente..che la vostra mente e cuore romantico trasformi un ricordo in poesia...il bello è che voi ci sorprendete quando meno ce lo aspettiamo e questo rende il tutto più intrigante. :smile: