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Visualizza versione completa : Racconto - Il bugiardo irlandese


Altea
10-03-2014, 20.38.23
Ho trovato questa simpatica storia irlandese e la condivido con chi ha piacere di leggerla..

Il bugiardo Irlandese

Nel lontano Est viveva una volta un re che aveva una sola figlia. Quando la figlia fu cresciuta, ed era abbastanza grande per venire maritata il re proclamò che avrebbe concesso la sua mano alla persona che fosse riuscita a fargli dire per tre volte di seguito: "E' una menzogna, una menzogna, una menzogna!".
La notizia del proclama si sparse per il mondo, e raggiunse anche l' Irlanda dove allora vivevano una povera vedova e suo figlio che era un celebre bugiardo. Una sera il ragazzo tornò a casa e disse:
- Sarei sorpreso se non potessi conquistarmi la figlia del re. Datemi la vostra benedizione, madre, perché domani parto. Il mattino seguente il bugiardo irlandese partì per la sua avventura. Viaggiò a lungo e alla fine giunse alla reggia del re. Alle porte venne fermato dalle guardie:
- Ehi, tu! Dove vai piccolo irlandese?
- Vado dal vostro re, per sposare sua figlia, - rispose il bugiardo.
Le guardie lo portarono subito al cospetto del re. Il re lo condusse in un enorme prato, dove i suoi greggi e armenti stavano pascolando, e chiese:
- Cosa pensi del mio bestiame?
- Cosa penso, Vostra Maestà? Questi non sono armenti, non è bestiame, non è niente.
Dovreste vedere il bestiame di mia madre! - Esclamò il bugiardo irlandese.
- E cos'hanno di speciale ? - chiese il re dell'Est.
- Cos'hanno di speciale, Vostra Maestà? Sono così grandi che una volta, sotto una foglia di una di quei cavoli sì poté fare un banchetto di nozze. Sapete, era venuto a piovere e gli invitati in cortile si bagnavano.
- Uhm, Uhm,- borbotto il re dell' Est, e condusse il bugiardo in un orto vastissimo, che era stato coltivato a fave.
- Ora dimmi che cosa pensi delle mie fave,- domandò.
- Cosa penso, Vostra Maestà? Perché queste sono fave? Non sono fave e non sono niente! Dovreste vedere le fave dell'orto di mia madre! - esclamò il bugiardo irlandese.
- Cos'hanno di speciale, Vostra Altezza Reale ? Sono piante così alte che la punta della più corta raggiunge le nuvole. Una volta, quando i boccelli erano maturi, andai con un sacco per raccogliere le fave da una pianta. Mi arrampicai di foglia in foglia, cogliendo le fave e buttandole nel sacco. Quando questo fu pieno, lo gettai a terra e continuai a salire, finché arrivai tra le nuvole. Lì vidi una casa e sul muro c'era una pulce. Siccome avevo bisogno di una nuova borsa, la uccisi e la spellai: ma la pelle era sufficiente per nuove borse. Quando poi cominciai a scendere le foglie erano già secche, e si ruppero sotto i miei piedi. Subito dopo l'intero gambo della pianta si spezzò.Io caddi, e precipitai in un gran dirupo. Siccome ero rimasto conficcato tra due rocce e non riuscivo a liberarmi, trassi di tasca il mio coltello, mi tagliai la testa e la mandai a casa per avvisare i familiari di ciò che era successo. Lungo la strada la mia testa incontrò una volpe e quella briccona la afferrò in bocca.
Questo mi seccò moltissimo. Perciò saltai via e gli corsi dietro, e quando la raggiunsi le tagliai un pezzo di coda col coltello. E sulla coda c'era scritto che vostro padre era stato servo di mio padre!
- Questa è una menzogna, una menzogna, una menzogna! - urlò il re arrabbiato.
- Lo so, Vostra Maestà - rispose il bugiardo irlandese.
- Ma voi stesso mi avete invitato a dirla. Ora, come punizione, dovete darmi vostra figlia in sposa.
E così fu che il povero irlandese ottenne la mano della figlia del re dell'Est.
Venne preparato uno splendido banchetto, che durò un anno intero, e l'ultimo giorno fu allegro e chiassoso quanto il primo.

tratto dal sito "frammentiirlanda"

Taliesin
10-03-2014, 22.17.37
Milady che oggi gli uomini chiamano Dea...
Nel crepuscolo del mese dei petali nascenti, avete fatto cadere questo frammento di Irlanda sulsilente selciato di un regno senza più re, di un popolo senza corona, e come un "pettirosso da combattimento" avete annientato grazie alla magia di questo semplice racconto, ogni baluardo di apparente difesa, ogni vessillo sferzato dal vento delle coscienze...
Grazie lady Altea.

Taliesin, il Bardo

elisabeth
11-03-2014, 09.45.54
Lady Altea.....incomincio la mia giornata sorridendo ......era veramente furbo il bugiardo ....bugiardone.....una sferzata di aria fresca....grazie

Taliesin
11-03-2014, 15.46.42
Il Poeta di Corte

Viveva molto tempo fa nella verde Irlanda un poeta che aveva uno strumento specialissimo.
Era un’arpa magica e non solo suonava una musica talmente dolce che tutti si commuovevano ma poteva esaudire qualsiasi desiderio.

Un giorno il poeta si presentò alle porte della città di Ten: stava ormai calando la notte e le porte erano già sprangate.
Bussò e ribussò finchè una guardia non si affacciò:

“Cosa vuoi, forestiero?” ” “Non sono un forestiero, sono un poeta!”.
“Ah, Ah! ” disse la guardia ” noi non abbiamo bisogno di poeti!”.
” E di cosa avete bisogno? ” chiese il poeta ” forse di fabbri…?”

Toccò l’arpa e subito si materializzarono gli strumenti del fabbro.
“No ” rispose la guardia ” abbiamo fabbri, muratori e tutti gli artigiani che ci sevono” ma era comunque rimasta molto meravigliata dal quel prodigio.
“Di al tuo Re che alle porte c’è un uomo che è capace di fare qualsiasi cosa!”.

Chiaramente, il Re fu molto incuriosito, lo fece portare a palazzo e come prima prova gli fece vedere un buffone di corte: “Vedi quell’uomo ” disse il Re ” è muto dalla nascita. Vediamo se riuscirai a farlo parlare”.
Il poeta appoggiò le mani sulla sua cetra e suonò della musica talmente dolce che il suddito subito si mise a cantare. Tutta la corte era sbalordita e per molto tempo il poeta visse a corte, onorato come un re.

Un giorno, la città fu assediata da terribili nemici e per molto tempo rimase senza cibo. Il poeta allora si presentò al cospetto del Re e gli chiese il permesso di mettere a posto la faccenda.
Il Re ne fu ben lieto, anche se se ne pentì molto quando vide che il poeta stava uscendo dalle porte della città e si stava dirigendo verso l’accampamento dei nemici. Questi, ovviamente, lo catturarono. Appena arrivò nell’accampamento, il poeta disse: “Il mio re mi manda in segno di pace a dilettarvi con la mia musica e il mio cantare”.
Naturalmente tutte le guardie si presero gioco di lui ma il comandante disse: “Lasciamolo pure cantare prima di venire ucciso”.

Lug, che era il nome del poeta, prese la sua arpa e cominciò a cantare e suonare così dolcemente che tutti si commossero, poi ordinò: “Cetra, che tutti questi cavalieri diventino cavalli!”. E così fu.

Una parte furono presi dagli stallieri, altri furono lasciati allo stato brado ed è per questo che oggi esiste la razza del cavallo irlandese.

racconto tratto da un'antica ballata irlandese

Taliesin, il Bardo

elisabeth
11-03-2014, 16.52.36
Sean e la mucca


In un piccolo pesino dell’Irlanda vivevano una volta un figlio e una madre molto poveri.
Sean che era ancora un ragazzetto, non solo doveva lavorare tutto il giorno ma per arrotondare faceva anche delle scope che poi vendeva al mercato. Ogni giorno portava a pascolare l’unica mucca che possedevano , e questa dava ogni giorno latte fresco.
Una bella mattina , Sean decise di raccogliere erica per intrecciare e fabbricare nuove scope, e così seguito dalla mucca si spinse oltre il bosco. Ad un certo punto sentendosi stanco decise di riposarsi in una piccola valletta .Si sdraiò e d’improvviso vide che tutto il prato era pieno di folletti che cantavano e che giocavano allegramente.
-Beati voi come siete contenti.Io invece devo lavorare tutto il giorno e non ho mai tempo per giocare
-Vieni, vieni a giocare e ci divertiremo.
-Oh grazie, rispose Sean, e a che cosa giochiamo?
-A calcio rispose uno dei folletti, tu stai in porta.

E così cominciarono a giocare . Tutto andò per il meglio finché quando arrivò una pallonata giusto in faccia al ragazzo e per cinque minuti non poté vedere niente.
Tutti gli elfi ridevano a crepapelle , e se ne andarono correndo per il prato.
Quando Sean recuperò la vista , non trovò più la sua mucca e subito pensò che si era persa nel bosco.
Tornò a casa e raccontò quanto era successo alla madre .
Il giorno dopo madre e figlio andarono subito alla ricerca della mucca e solo dopo lunghe ore di ricerca la trovarono morta in un dirupo . La madre si disperò molto, e si sentiva perduta senza quella mucca che almeno le dava il latte.
Passò del tempo…
Una bella mattina Sean stava intrecciando dell’erica per le scope quand’ecco che scorse due elfi che pascolavano una mucca.
La guardò e la riguardò e ben presto si accorse che quella era la sua mucca. Si avvicinò le saltò in groppa e la mucca indispettita cominciò a dimenarsi e a correre giù per il prato con i due elfi attaccati alla coda.
E la mucca correva e correva e arrivò nei pressi del lago , e sempre più vicino alla riva, e sempre più vicino all’acqua …finché non si immersero nell’acqua! Il ragazzo stava dicendo le sue ultime preghiere quando scorse nel fondo del mare un palazzo di cristallo.

Entrarono e scorsero moltissime dame e cavalieri che erano nella sala principale.
Subito gli venne incontro il re .
-Lei si è impossessato della mia mucca disse il ragazzo.
-No caro ragazzo questa è la mia mucca ,l’ho comprata da due elfi.
Il ragazzo allora raccontò tutta la storia, il re che era un uomo buono propose al ragazzo un borsa piene di monete d’oro in cambio della sua mucca che faceva un ottimo latte .
-Niente affatto io sono per le cose giuste, quindi rendetemi la mucca di mia madre e io toglierò il disturbo.
Il re sbalordito per questo rifiuto disse:
-Come puoi rifiutare un’offerta del genere , la mucca è indispensabile qui a corte. Con il suo latte macchiamo sempre il te delle sei.
-E a me sicuramente servirà di più, perché noi lassù siamo molto poveri.
Il re commosso da tanta onestà gli concedette la mucca e gli regalò un sacchetto pieno di monete d’oro.
Ma il ragazzo rifiutò: -Penseranno tutti che li ho rubati. Teneteli pure !
-Mi sento in torto nei tue confronti ragazzo per cui ti faccio una proposta: ogni giorno verso le cinque porterai in riva al lago un secchio pieno di latte di mucca e noi lo pagheremo per quanto per noi vale.
Contento e soddisfatto Sean ritornò a casa e raccontò quello che era successo alla madre e credeva che suo figlio fosse diventato pazzo. Così il ragazzo la dovette portare in riva al lago e quando vide due folletti uscire dal lago con due pacchettini pieni di monete d’oro restò molto meravigliata.
Così finisce questa storia, Sean si guadagnò sempre onestamente da vivere e visse ancora per molti anni con la sua mamma .

(Fiaba Irlandese....tratto dalle Fiabe .com)

Altea
11-03-2014, 22.21.38
E voi, sir Taliesin e lady Elisabeth...siete riusciti a farmi immaginare delle verdi brughiere e un cielo troppo mutevole e capriccioso ma cosi affascinante.
Grazie pure a voi per questo stralcio di Irlanda.

Taliesin
12-03-2014, 13.23.04
A lady Altea...
Sapiente ambasciatrice di perdute missive perse nei meandri di fili aggrovigliati e novella redattrice di affascinanti memorie irlandesi...

IL FOLLETTO DELLA COLLINA E LA MASSAIA

È risaputo che il “buon popolo”, non sopporta l’avarizia. A esso piace essere trattato con generosità quando chiede qualcosa alla gente umana, e, d’altra parte, esso è immancabilmente generoso nel caso che qualcuno gli si rivolga per bisogno.

Ora, c’era una certa massaia che aveva un occhio attento ai propri interessi nelle cose quotidiane e dava in elemosina ciò di cui non sapeva che farsene, per il bene della sua anima. Un giorno un folletto della collina bussò alla sua porta.
“Buona madre, mi puoi prestare una casseruola?” egli disse. “C’è un matrimonio sulla collina e tutte le pentole sono in uso.”
“Gliela devo dare? chiese la sguattera che aveva aperto la porta.
“Sì, certo”, rispose la massaia. “Bisogna essere gentili col vicinato.”
Ma quando la ragazza prese la casseruola dallo scaffale, ella le pizzicò il braccio e sussurrò così: “Non quella sciattona! Prendi quella vecchia dalla credenza. Perde, e i folletti della collina sono così puliti, e tali svelti lavoratori, che di sicuro l’aggiusteranno prima di riportamela. Così uno fa un favore al ‘buon popolo’ e risparmia sei penny della riparazione. Non imparerai mai a essere attenta finché la tua testa poggia sulle spalle”.
Così rimproverata, la ragazza prese la casseruola, che era stata messa da parte fino alla nuova visita dello stagnaio e la diede al folletto, il quale la ringraziò e andò via.

Al tempo dovuto la casseruola fu portata indietro e, come la massaia aveva previsto, era riparata e pronta all’uso.
Verso sera la ragazza riempì la casseruola con il latte e la mise sul fuoco per la cena dei bambini. Ma nel giro di pochi minuti il latte era così bruciato che nessuno poteva toccarlo e perfino i porci rifiutarono la brodaglia nella quale era stato gettato.
“Ah ragazzaccia buona a nulla!” urlò la massaia, e rimise il latte nella padella ella stessa. “Tu rovineresti persino il ricco con la tua negligenza. Hai buttato un intero quarto di latte in una volta sola!”
“E questo fa due penny”, urlò una voce che sembrava provenire dal camino, in un tono piagnucoloso, come se uno spirito scontento e ciarliero stesse ripassando i torti fattigli.

La massaia non aveva lasciato la casseruola per più di due minuti, quando improvvisamente il latte si mise a bollire e fu tutto bruciato come prima.
“La padella deve essere sporca”, borbottò la buona donna, con grande irritazione, “e due buoni quarti di latte sono stati buttati ai cani.”
“E questo fa quattro penny”, aggiunse la voce dal camino.
Dopo un’accurata pulizia, la casseruola fu ancora una volta riempita e messa sul fuoco, ma senza risultati migliori. Il latte fu rovinato irreparabilmente e la massaia pianse lacrime amare per lo spreco, gridando: “Non mi è mai successa una cosa simile da quando conduco le faccende di casa! Tre quarti di buon latte bruciati per un pasto!”
“E questo fa sei penny”, gridò la voce dal camino. “Non hai risparmiato sulla riprazione dopo tutto, madre!”
Con queste parole il folletto della collina capitombolò dal camino e uscì dalla porta ridendo.

Ma da allora la casseruola fu buona come qualsiasi altra .

Taliesin, il Bardo


tratto da M. Conese (a cura di), Fiabe e leggende irlandesi, Besa Editrice, Lecce 2004.

Altea
12-03-2014, 13.45.11
Sir Taliesin, grazie di questo gradito dono...la storia è molto divertente, è bello rivedere creato in questo piccolo spazio lo spirito irlandese.

BENEDIZIONE IRLANDESE


"Possa la fortuna essere tua,
e possano le tue gioie non avere mai fine.

Possa la strada venirti incontro,
il vento essere sempre alle tue spalle
il sole riscaldarti il viso
e la pioggia cadere dolcemente sui tuoi campi
e fino a quando ci rincontreremo
possa Dio tenerti nel palmo della sua mano.

Possano le gocce di pioggia cadere dolcemente sulla tua fronte
i dolci venti rinfrescarti l’animo
il sole illuminare il tuo cuore
i pesi della giornata essere leggeri su di te
e possa Dio circondarti con il mantello del suo amore.
Che ci sia sempre lavoro da fare per le tue mani
possa il tuo borsellino contenere sempre una o due monete
il sole risplendere sempre sul vetro della tua finestra
un arcobaleno seguire sempre ogni pioggia
la mano di un amico essere sempre vicino a te
possa Dio colmarti il cuore di gioia per rallegrarti.

Possa tu sempre avere…
un raggio di sole per riscaldarti
buona fortuna per deliziarti
un angelo protettore
così che niente ti possa far male
riso per rallegrarti
e amici fedeli accanto a te
e, ogni volta che pregherai,
possa il cielo ascoltarti."

tratto dal sito "frammentiirlanda"

Taliesin
12-03-2014, 15.52.49
Grazie Lady Altea...
Molti anni fa quando ero giovane e sciocco alla ricerca della perfezione armonica, volli musicare questa meravigliosa benedizione irlandese. E' sempre un piacere riascoltare la musicalità dei suoi versi, intravedere quella nebbia densa ed irreale nel crepuscolo che discacca la partenza e quella silente melodia che fruscia come vento tra le fronde...
Grazie, ancora.

Taliesin, il Bardo