Visualizza versione completa : Il Re di Cuori ed il Fiore meraviglioso
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Il tempo passava lentamente, mentre il mio cuore accelerava.
Era terribile dover aspettare, era terribile stare con le mani in mano senza sapere cosa stava succedendo.
Il caos attorno al palazzo certo non migliorava la situazione, anzi, notizie di ogni tipo giungevano alle mie orecchie, ma non vi davo tanto peso considerando che affermavano tutto e il contrario di tutto.
Sapevo che nel bene o nel male sarebbero tornati qui, o almeno uno dei due.
Mi guardavo intorno, innervosita dalla snervante e sterile attesa quando lo vidi.
Ammone! Mi ero chiesta diverse volte che fine avesse fatto, così corsi da lui, chiamandolo.
"Ammone..." Raggiungendolo alla Porta dei Leoni, per poi sorridere "Come stai? Mi chiedevo spesso che fine avessi fatto...".
Ero felice di vedere che stava bene, ed era bello vedere un volto amico per una volta.
Guisgard
11-04-2015, 01.55.35
Il vescovo ascoltò con attenzione ogni parola di Altea, restando poi alcuni istanti a riflettere.
“So del caos che si è scatenato” disse infine “ma ignoravo di questo duello. E' un atto arbitrario da parte di lord Gvineth, poiché egli aveva l'obbligo di portare a me la lettera ed attendere poi il mio giudizio.” Scosse il capo. “La vostra proposta, milay, purtroppo non è attuabile. Anche se io vi dessi il mio appoggio, i baroni, immagino adesso propensi ad accettare Gvineth come nuovo duca, essendo il parente più vicino in linea di sangue all'Austero, rigetterebbero la vostra proposta, in quanto non siete affiancata da un Taddeide. Abbiamo solo una possibilità, sebbene remota.” E si sedette a scrivere su un foglio bianco. “Ecco...” dando poi il foglio ad Altea, dopo aver impresso su di esso il sigillo vescovile “... in questa lettera io impongo di cessare la contesa tra i due sfidanti ed ordino loro di presentarsi a me e rimettersi al mio giudizio. Prendete e correte sul luogo del duello. Sperando che non sia troppo tardi. Ma dubito che a quest'ora non sia già terminato...”
Guisgard
11-04-2015, 01.59.10
“Clio...” disse Ammone “... ho saputo da questa confusione cosa succedeva in città e sono corso a cercarvi... a cercare te e lui... davvero è andato a quel duello? Dimmi che non è così, ti prego...” con tono cupo l'omone “... io non so chi sia davvero quel ragazzo, se Guisgard o solo un semplice pastore, ma conosco la fama di Gvineth con la spada...”
Sospirai a quelle parole di Ammone.
"C'è andato..." Annuii "Vigliacco non lo è mai stato..." Scossi la testa "Già, ci vorrebbe Guisgard per battere Gvineth... E questo sarebbe il momento perfetto perché saltasse fuori... Ma dipende solo da lui, purtroppo..." Sospirai "E io sto impazzendo a star qui ad aspettare senza poter far niente, ti giuro... Sto impazzendo...".
Lady Gwen
11-04-2015, 02.04.19
La trasformazione avvnne puntuale come sempre.
Quel pomeriggio, le strade erano particolarmente affollate; era infatti Venerdi` Santo. Io non avevo mai festeggiato la Pasqua cristiana, ma ricordavo come ogni anno ci preparavamo al Sabba con le mie Sorelle. Sorrisi pensandoci.
A stento raggiunsi la casa di Velven, facendomi strada tra la folla, ma lui non era ancora arrivato.
Guisgard
11-04-2015, 02.11.58
“Se davvero è lui” disse Ammone a Clio “ma vittima di un'amnesia, chi ci dice che non abbia smarrito anche il ricordo della sua abilità di spadaccino? E' un rischio troppo grande... potrebbe trattarsi davvero di Guisgard, ma impossibilitato a difendersi a causa di quella perdita di memoria...” scuotendo il capo “... non posso abbandonarlo ora... dimmi dove si sta svolgendo il duello, Clio...”
"Era quello che speravo anch'io..." Scossi la testa "Ma nell'allenamento non ha mostrato di ricordare nulla, anche se paradossalmente saprebbe tenere una lezione di letteratura..." Sospirai "La mia unica speranza è che il duello, la tensione, l'ardore del combattimento facciano riemergere quello che è così tanto nascosto dentro di lui..." Sospirai, per poi sorridere a quelle parole "Nella brughiera..." Annuii "Verrò con te... Detesto non sapere niente...".
Guisgard
11-04-2015, 02.33.28
La casa era vuota e di Velven non c'erano tracce neanche in strada.
Gwen si ritrovò così sola in quell'abitazione.
Ad un tratto qualcuno bussò alla porta.
“Messere...” disse una voce di donna anziana “... sono io, la vostra vicina, ci siete?”
Guisgard
11-04-2015, 02.37.47
“Allora non perdiamo altro tempo.” Disse Ammone a Clio. “Procuriamoci due cavalli e andiamo a cercarli.”
Poco dopo i due in sella a due buoni sauri lasciarono il palazzo prima e la città poi, cavalcando verso la brughiera.
Ci arrivarono quando ormai l'imbrunire era divenuto quasi sera.
E cavalcando si ritrovarono in un luogo che conoscevano bene.
Erano infatti presso la cappellina di quell'eremita che incontrarono all'inizio di quest'avventura.
E passando da lì udirono il suono dell'ocarina provenire dalla cappella.
Lady Gwen
11-04-2015, 02.39.57
Velven non accennava a tornare ed io stavo sempre piu` in pensiero.
Ad un tratto, sentii una voce da fuori e qualcuno che bussava alla porta.
Andai ad aprire ed era la vicina di casa.
Cavalcammo verso la brughiera, mentre il meriggio lasciava il posto ad una pallida sera.
Ormai il duello doveva essere finito, pensai.
Non si può reggere un combattimento dall'alba al tramonto.
E allora perché nessuno si era presentato al Palazzo?
Forse erano morti entrambi? No, non volevo neanche pensarci.
Alla fine io e Ammone ci trovammo di nuovo alla cappellina del simpaticissimo prete.
E sentimmo, ancora una volta il suono dell'ocarina.
Come poteva essere possibie? Me l'ero chiesta più di una volta.
Non sapevo dare un senso a tutto quello.
Mi voltai verso Ammone, sicura del fatto che anche lui aveva udito quel suono.
"Io quello non lo sopporto.." mormorai, ricordando quanto mi aveva ferito e umiliato il frate "Cosa dici di fare, tiriamo dritto o andiamo a tampinarlo un'altra volta.." risi piano "Magari è lui che suona l'ocarina.." scossi la testa "Eppure dobbiamo trovarli... non abbiamo tempo da perdere..".
E se Icarius avesse trovato rifugio presso quel frate?
Già, ma non spiegherebbe l'ocarina di Guisgard nella cappellina, e quella di Icarius allora? Era identica anche quella.
Guisgard
11-04-2015, 02.45.30
“Oh, salute a voi...” disse l'anziana vicina a Gwen “... messer Velven non è in casa? Allora è ancora in caserma... non credo di conoscervi, ma immagino siate una sua amica... beh, ho preparato uno sformato e ne ho portato un po' per lui... ma basta per due e dunque può essere una buona cena per entrambi... ora vado... buonasera.” Sorrise ed andò via.
Guisgard
11-04-2015, 02.49.51
“Val la pena fermarci a vedere...” disse Ammone a Clio.
Si avvicinarono alla cappellina e l'omone scese a bussare.
E la musica cessò all'istante.
La porta si aprì ed apparve l'eremita con la sua aria severa.
“Cosa volete?” Chiese l'eremita.
“Noi volevamo sapere chi suonava l'ocarina, padre...” mormorò Ammone.
“Perchè?” Domandò l'eremita. “Siete appassionati di musica forse?” Sarcastico.
Annuii ad Ammone, sapevo che aveva ragione, ma non avevo alcuna voglia di vedere quel frate.
Ammone si fermò a bussare, e come mi aspettavo il frate fu scorbutico come al solito.
Essere gentile non ti farebbe male ogni tanto, sai?
Alzai gli occhi al cielo a quelle parole del religioso, per poi guardarlo in faccia.
"No, non di musica..." con voce calma "Solo di quell'ocarina..." leggermente più decisa "Sareste così gentile da dirci chi la stava suonando? Per favore..." più calma che potevo.
Lady Gwen
11-04-2015, 02.57.38
"Siete stata gentilissima, grazie mille e buona serata" dissi sorridendo e la donna ando` via.
Posai lo sformato sul tavolo e mi sedetti sul divano, ad aspettare.
Era vero, poteva essere ancora in caserma, ma dall'incontro con Cassaluia avevo sempre strani presentimenti.
Ad un certo punto, realizzai una cosa.
Avevo parlato allo spaventapasseri del sortilegio; e se lei avesse portato via anche Velven?
Mi presi la testa fra le mani, sconvolta. Ero stata stupida, troppo e troppo ingenua.
Speravo solo che Velven entrasse da quella maledetta porta al piu` presto sano e salvo.
Guisgard
11-04-2015, 02.58.46
E a quelle parole di Clio, sulla soglia dove si trovava l'eremita apparve un ragazzino con in mano l'ocarina.
“Visto che vi interessa tanto” disse l'anacoreta “e che vorrei evitare di ritrovarmi ad aprirvi ancora la porta in futuro vi svelerò l'arcano... insegnavo come suonare l'ocarina a questo bambino. Vive qui nella brughiera con i genitori e di tanto in tanto viene a portarmi della frutta e dei salumi. Altre domande?” Con aria seccata.
Sulla soglia apparve un ragazzino, e io gli sorrisi lievemente.
Dunque sei tu, il motivo di tanto trambusto...
Perché non dircelo subito quando gli avevamo fatto mille domande?
Senza contare che io avevo sentito suonare l'ocarina di notte la prima volta, e non poteva certo essere per quel ragazzino.
La faccenda mi piaceva sempre meno, e sapevo che quel frate non ci avrebbe mai aiutato.
Sbaglierò, ma nasconde qualcosa...
Comunque mi limitai ad annuire, era più importante trovare Icarius.
"Nessuna a cui rispondereste.." mormorai "Grazie del vostro tempo..".
Alzai gli occhi su Ammone "Sarà meglio andare..".
Guisgard
11-04-2015, 03.17.21
E nell'attesa di Velven, alla fine Gwen cadde addormentata.
Era in una vasta stanza, piena di grandi vetrate e larghi raggi di Sole entravano ad illuminare quell'ambiente.
Dalle finestre si potevano vedere i giardini e nel guardare in basso Gwen si accorse che in mezzo ai fiori c'era lo spaventapasseri.
“Il ciondolo è a forma di cuore...” disse uno dei bambini che giocavano nel giardino attorno allo spaventapasseri.
“Si, è un pegno d'amore.” Fece un altro di quei bambini.
Ad un tratto la porta della stanza si aprì ed entrò una donna grassa ed anziana.
A fatica raggiunse una delle sfarzose poltrone foderate e si lasciò cadere pesantemente su di essa.
“Ah, ragazza...” rivolta a Gwen “... passami un po' di quella limonata sul tavolino... ho fatto una fatica del diavolo a salire le scale ed ora ho il fiatone... fortuna che non fa caldo fuori o a quest'ora sarei tutta sudata...” rise “... e tu che fai qui? Cerchi la Dama del Lagno ho saputo, vero? Beh, dovrai andarci da sola, poiché il tuo amico spaventapasseri non potrà muoversi più...” e le mostrò il ciondolo a forma di cuore, per poi ridere ancora più forte con una voce che divenne stridula e grottesca.
Gwen si svegliò di colpo a causa di quell'incubo.
Era notte fonda e di Velven neanche l'ombra.
Guisgard
11-04-2015, 03.21.59
L'eremita fissò Clio e scosse la testa.
“Padre...” disse il bambino “... mi raccontate una storia stasera?”
“Quale vorresti sentire?” Gli chiese l'anacoreta.
“Di nuovo quella in cui la Dama del Lagno rapisce l'Arciduca, sottraendogli poi la memoria in modo che la Gioia non lo riconosca...”
“E non hai paura di simili storie a quest'ora?” Guardandolo l'anacoreta. “Non temi poi di non riuscire a dormire stanotte?” Alzò gli occhi su Clio ed Ammone. “Le storie hanno sempre un fondo di verità, solo che i bambini, divenuti poi adulti, fingono di non crederci più.”
Guisgard
11-04-2015, 03.24.05
Bernard guardò Tessa nei suoi occhi verdi, che sembrava assumere infinite e sfuggenti screziature nel tramonto rosso chiaro che si diffondeva nel cielo e sulle case del borgo ancora animato da quella confusione.
E lui, a quelle parole della giovane donna, assunse un'aria beffarda, tra lo scanzonato e l'irriverente.
“Immagino siano i rischi che si corrono nel rubare un bacio.” Disse, per poi chinarsi e raccogliere la giubba che nell'impeto di quel bacio era caduta a terra. “Dite il vero, non so chi ero ed ignoro tutto ciò che è stato prima di risvegliarmi in quella prigione. Anche il mio nome. Ma so cosa provo per voi oggi. Nei lunghi mesi di prigionia i miei unici compagni erano i libri, frutto delle mie vittorie ai dadi con i carcerieri e che leggevo avidamente per non impazzire, immaginando che la vita potesse offrire di più di una cella di pietra ed una maschera di ferro. In quei libri ho appreso che il solo tesoro di un uomo è il suo cuore e che esso non ci mente mai. Io non so chi sono davvero, ma di sicuro so di amarvi. E se quei libri ed i loro autori non hanno mentito al mondo, una sola vita non basta per provare ciò che io provo per voi. Figuriamoci dunque se possa esserci stata un'altra donna a suscitarmi questo sentimento prima di voi. Un uomo ama veramente solo una volta in vita sua.” Si rimise la giubba. “Ma immagino siano parole sciocche le mie. Già, rammento cosa mi avete detto nella bottega dell'antiquario. E ricordo anche di avervi dato la mia parola. Perdonatemi allora per questo bacio. Vi prometto che non accadrà più. Venite, torniamo da Oldano e da Vecia. Così passerete la notte a leggere quel libro, cercando magari di scoprire qualcosa di più sul vostro ciondolo.” La prese per mano e insieme, camminando tra la gente in strada che gridava, tornarono dai due anziani coniugi.
“Ma cosa succede per le strade?” Chiese Vecia.
“Credo che il richiamo della guerra” mormorò Bernard “abbia sedotto ancora una volta la gente.”
“Idioti.” Sbottò Oldano. “Farsi uccidere per chi poi non concederà niente del potere che si appresta a prendere.”
“Su, mettiamoci a cena e non pensiamo a queste cose.” Fece Vecia. “Fortuna voi non siete come i tanti stolti che accorrono al richiamo della violenza.”
“Già...” annuì Bernard “... ma chissà, magari sono io ad essere nel torto...”
“Ma cosa dici?” Fissandolo Oldano. “Vuoi andare a farti ammazzare? Non essere sciocco! Ora hai una moglie e presto metterete al mondo dei figli! Devi pensare a questo adesso!”
Bernard rise appena, senza rispondere nulla.
Poi Vecia portò in tavola la cena e cominciarono a cenare.
Sbiancai a quelle parole del bambino, per poi fissare il frate che aveva alzato gli occhi su di noi.
Le storie hanno sempre un fondo di verità.
Dunque era quello che era successo?
"Dite il vero..." Annuii al frate "Dev'essere una storia speciale, mi piacerebbe ascoltarla..." Con un leggero sorriso "Eppure, mi domando... L'incanto della Dama del Lagno può essere stato sufficiente per ingannare la Gioia... Ma credete davvero che basti per ingannare la sua amata?".
In tutto quello, però, Icarius era ancora chissà dove è del duello non si sapeva niente.
Dovevo andare da lui, eppure volevo saperne di più su quella storia.
Lady Gwen
11-04-2015, 14.07.18
Lo sapevo. Sapevo che avrebbe colpito ancora. Mi dispiaceva immensamente per lo spaventapasseri, nonostante fossi riuscita a liberarlo, l'avevo comunque messo in pericolo. Ero stata troppo leggera e stupida, avevo risposto senza riflettere.
Ma se era la guerra cio` che Cassaluia voleva, l'avrebbe avuta.
Avrei trovato la Dama e avrei trovato il modo di spezzare il sortilegio, anche se cio` richiedeva mesi, sarei partita all'alba.
Intanto, nonostante fosse notte fonda, Velven non si vedeva ancora e io passeggiavo nervosamente per tutto il salotto.
elisabeth
11-04-2015, 20.19.33
Marus mi diede una mano e mi isso' fuori dal pozzo...mentre il Priore guardava tra le sue mani la spada che gli avevo passata........il suo viso era bianco .....ma non di aveva un malore, ma di colui che aveva tra le mani qualcosa che non aveva mai pensato di avere..la spada dei Taddei.......mi spolverai la veste...e sistemai la catenina nella scollatura del vestito.......mi ricordai di quando mi lanciai dalla nave....e se pur avevo pensato di morire...mi risvegliai in una bellissima grotta sotto il Lagno......mi rividi curiosa .......e sentii una voce dentro di me chiedermi imperiosa....Lo desideri ancora Elisabeth ?.....ma una volta c'era Nettuno.....ora .....non avevo che il Priore e una volta che fosse finita ogni cosa con ogni probabilità avrei chiesto asilo al convento.......presi tra le mani la spada........era bellissima, chi l'aveva forgiata non doveva essere un uomo qualunque...come il materiale usato per forgiarlo........sentii le mie braccia vibrare la spada come se il fabbro battesse sulla lama calda........perchè la lama fosse ribattuta piu' volte....finchè la sua lama fosse un miracolo...."....Probabilmente...la Bestia non ha mai voluto uccidere, forse ha voluto solo proteggere.....questa spada e' un dono che deve essere dato ad un vero discendente dei Taddei....Solo chi la userà combattendo nella verità con Lei sarà invincibile......"........impugnai l'elsa.......aveva una leggerezza fuori dal comune....." Molto tempo fa.....voi non ci crederete...ma e' la verità...avevo perso ogni fiducia in me stessa....e mi buttai dalla nave su cui ero imbarcata con mio marito......pensavo fosse tutto finito......ma mi fu salva la vita....conobbi la Dama del Lagno......mi chiese di credere nel mio amore....e se avevo veramente ancora voglia di vivere la mia vita con mio marito........mi fece vedere un'immagine del futuro...vidi due cavalieri....ma ancora oggi non so a cosa si riferisse...non li ho mai incontrati.......e poi....mi ritrovai in superficie........un vecchio e sua nipote mi ritrovarono sulla riva del Lagno....ed ora eccomi qua...nonostante tutto...ho perso l'uomo che amavo.....ma Ho contribuito a d una buona causa spero...........".......ridiedi la spada al Priore.....e istintivamente..presi la catenina che avevo al collo....." Dimenticavo...prima di entrare qui per cercarvi ho trovato fuori un'iscrizione su una pietra..penso sia stato scritto utilizzando l'alfabeto runico........accanto c'era questa catenina col crocifisso...e' molto strano.....non credete ?....".....
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Altea
11-04-2015, 23.58.11
Ascoltai le parole del Vescovo mentre scriveva su un foglio.."Già, non ho un taddeide vicino..forse perchè Sygma non può essere vicino a Capomazda" sorrisi amaramente scuotendo il capo "Sua Grazia deve sapere ho quasi deciso di sposare mio cugino Ludovico, futuro regnante a Sygma e voi mi chiederete allora cosa sto facendo ancora qui...avevo mandato una missiva a mio padre per dire a mio zio, che ora sta regnando, che accettavo la proposta..anche se senza Amore..infatti vedete ora porto l' anello dono di Ludovico non più quello della Granduchessa capomazdese..che devo fare..aspettare oltre? Ludovico potrebbe scegliersi una altra sposa visto temporeggio, ma ho bloccato la missiva quando ricevetti quel biglietto di Guisgard, pensavo avesse bisogno di me." sospirai e dissi con voce tremante "E poi, io, appunto, discendo dai regnanti di Sygma e quando vedo il dipinto della principessa Gaya io mi sento turbata, non lo voglio vedere...voglia o no..lei è nel mio albero genealogico, in me scorre il suo sangue..lo so non credete nelle storie passate ma a volte mi faccio venire stupidi dubbi sul perchè Lord Guisgard non mi abbia sposata o mai amata..almeno..sembrava..perchè prima sparisse gli avevo detto appunto volevo accettare la proposta del Principe Ludovico e lui si arrabbiò furiosamente e si stava dichiarando sembra..ma lasciamo stare...almeno avrò un futuro, ora pensiamo a Capomazda".
Presi la lettera del Vescovo perplessa.."Sua Grazia potrebbe farmi accompagnare da delle guardie vescovili, ho fatto pur difficoltà a raggiungervi, per favore vi chiedo di disporre affinchè si guardi nella cripta di Guisgard, ho il testimone..era vuota..a meno che Lord Gvineth non abbia inventato qualcosa visto gli ho detto l' ho scoperto".
Furono le ultime parole del Vescovo a mettermi un dubbio.."Dite il duello sia finito? Nessuno sa nemmeno dove stia avvenendo..ha voluto battere quel sosia nella brughiera..già..senza testimoni, come un duello non ad armi pari..ma ho un sospetto e devo dirvelo, magari sbaglio. Gvineth disse prima a Corte, mentre ero nel balcone, che Guisgard poteva essere morto o chissà dove..smentendo dunque la menzogna mi aveva detto..ma lo ha detto solo a me. Io non so le intenzioni di quel sosia..ma sono soli nella brughiera..e se scendessero a patti e ricomparirebbero e Gvineth direbbe a tutti quello è il vero Guisgard e lo aveva imprigionato o protetto e stava nel suo castello..cercando di ingannare tutti come ha fatto con me, e che ora si spartiscono il regno? Cosi nessuno cercherebbe più neppure Guisgard...pensateci e forse sto sbagliando e me lo auguro..sarebbe un guaio..per ora cercherò di raggiungerli al più presto".
Baciai l' anello del Vescovo e con un inchino andai via, scortata da alcune guardie vescovili, Cruz correva forte e i cavalieri vicino ancora di più senza indugi, finchè raggiungemmo la brughiera e dissi a voce alta.."Chiunque abbia visto Lord Gvineth e il presunto taddeide mi dica dove trovarli, veniamo a nome del Vescovo e mostrai la missiva, egli manda a fermare il duello e ha ordini per i due contendenti" dissi in tono che non accettava repliche.
Galgan
13-04-2015, 17.20.35
Attesi, prima di proferire parola, perché in quella corte corrotta, un cavaliere, se degno del proprio stato, non deve dimenticare se stesso e le proprie norme esistenziali....Attesi, ma alfine parlai, anche se senza dire nulla, perché quello voleva essere un atto di conferma, un ribadire che, da quel momento prendevo servizio presso l'ambasciatore; pertanto, a lui mi rivolsi, mantenendo un tono di voce basso, quasi sussurrato:
-Invero, buon signore, qui si discorre di tenzoni e sangue, ma non appare chiaro il vostro interesse su detta vicenda......Interesse vostro, quindi del regno da voi rappresentato......Pertanto, senza possibilità di fraintendimento, anche interesse mio.
Attendo vostre eventuali istruzioni-
Guisgard
13-04-2015, 20.31.15
“Ecco.” Disse Guisgard sorridendo. “Per stasera credo che basti.”
“Come sarebbe?” Stupito uno dei piccoli orfanelli che lo avevano ascoltato fino a quel momento. “Non vorrete lasciarci così, vero?”
“Si, vogliamo conoscere il resto della storia!” Fece un altro di quelli.
“Si, non riusciremo a dormire per la curiosità altrimenti!” Un altro ancora.
Guisgard rise.
“Vogliamo sapere chi vincerà tra Icarius e Gvineth!” Uno dei piccoli al duca. “E poi cosa faranno Cimmiero e l'ambasciatore di Maruania!”
“E conoscere anche se Altea riuscirà ad arrivare in tempo al duello!” Un altro bambino. “E poi se il Priore Tommaso ed Elisabeth sveleranno il mistero della bestia!”
“Io voglio invece scoprire quali sono le vere origini di Tessa!”
“E se Gwen e lo spaventapasseri troveranno la Dama del Lagno!”
“E Galgan ingannerà i malvagi atei di Maruania?”
“E cosa accadrà a Clio?”
Chiesero in coro altri bambini.
“Quante domande!” Divertito Guisgard. “Facciamo un patto... se farete i buoni, presto tornerò per raccontarvi il seguito. E forse altre storie.” Facendo loro l'occhiolino. “Ma solo se le suore mi diranno cose buone su di voi.”
“E la cosa più importante non volete dircela?” Chiese una bambina.
“Quale sarebbe?” Fissandola il Taddeide.
“Dove si trova il Fiore Azzurro...” mormorò la piccola “... è quella la cosa più importante...” mostrando una rosa al duca “... questa rosa è un regalo di suor Fausta... chissà, forse il Fiore Azzurro è una rosa...” dandola a Guisgard.
“E per me?”
“Si...” sorridendo la bambina “... dovete cercare il Fiore Azzurro, vero? Così batterete per sempre la Gioia dei Taddei.”
Lui si limitò ad accarezzare la piccola, poi salutò i piccoli e lasciò l'orfanotrofio.
Era ormai quasi il crepuscolo ed il Taddeide percorreva a piedi la strada fra l'orfanotrofio ed il palazzo dei duchi.
Ad un tratto un leggero vento soffiò lungo la via, che apparve per un momento deserta.
Guisgard continuò, fino a quando giunse davanti ad una piccola chiesetta.
Era aperta ed entrò.
Si segnò, pregò davanti all'altare, ma quando fece per uscire vide un'ombra davanti al confessionale.
Una figura austera e di bell'aspetto lo fissava.
“Mi conoscete?” Domandò Guisgard.
“Vuoi confessarti?” Chiese la figura.
“In verità no...” scuotendo il capo lui “... ero entrato solo per pregare...”
“Dovresti invece.”
“Confessarmi?”
“Si.”
“Come fate a dirlo?” Guardandolo Guisgard. “Non mi sembrate un prete...”
“Sei causa del male di tanti” fece la figura “dunque è giusto che tu confessi le tue colpe.”
“Non mi avete detto chi siete, però.” Scrutandolo il Taddeide.
“Fa differenza?” Mormorò la figura. “Potrei essere chiunque, a te cosa cambierebbe?”
“Meglio che vada.” Avvicinandosi alla porta Guisgard.
“Avevi giurato...”
“Cosa?” Voltandosi il Taddeide.
“Che l'avresti cercato per vincere la Gioia.”
“Chi siete?” Turbato Guisgard.
“Sono un Taddeiede come te.” Rivelò la figura.
“Un momento...” guardandolo meglio Guisgard “... il vostro volto... si, conosco il vostro volto... siete Ludovici de'Taddei, nipote dall'Austero morto anni fa in seguito ad una ferita durante una giostra...” scosse il capo “... no, cosa dico... gli somigliate soltanto... questa penombra mi confonde...”
La figura non disse nulla, invitandolo ad uscire dalla chiesa.
I due così si ritrovarono in strada.
“Hai scelto di non cercare più il Fiore...” disse la figura “... hai tradito il tuo giuramento quando ti fecero duca...”
“Non cambierebbe nulla...” mormorò Guisgard “... nulla... sono duca ora, no?”
“E su cosa governeresti?”
“Su Capomazda.”
“Sbagli.” Sentenziò la figura. “La Gioia governa qui, non tu. Guarda...” indicando le strade deserte.
Un attimo dopo molta gente tornò ad animarle.
“Si, vedo...” con tono sarcastico Guisgard “... strade vive, gente serena, grazie a Dio.”
La figura non disse nulla.
“Io vado...” salutandola l'altro “... addio.”
Ma più camminava, più l'atmosfera, i palazzi, le case e la gente sembravano differenti.
I soldati non avevano le uniformi tradizionali e di Croci non se ne vedevano affatto in giro.
Le chiese poi erano tutte chiuse.
“Ma cosa diavolo succede?” Stupito Guisgard.
“Ti ho detto...” apparendo di nuovo la figura “... governa la Gioia dei Taddei ora qui...”
“Io sono duca.” Rivolgendosi a quella Guisgard.
“No, tu hai fatto la fine degli altri.” Svelò la figura. “Ora i Taddei non governano più qui.”
“Ma se io sono vivo!” Inquieto Guisgard.
“Sei un'ombra come me.” Scuotendo il capo la figura. “E le ombre non hanno volto.”
“Sciocchezze!” Esclamò Guisgard. “Ora vi faccio vedere io!” E si avviò in mezzo ad una piazza affollata.
“Chi di voi mi riconosce?” Guisgard ai presenti.
“Ma che vuole questo?” Uno di quelli.
“Sarà un mendicante.” Un altro ancora.
“Non mi riconoscete?” Stupito Guisgard.
“Dovremo?” Fissandolo un uomo.
“Aspettate, io lo riconosco!” Alzandosi un altro. “E' Ivan il Terribile!” E rise, seguito da tutti gli altri.
“Ma siete impazziti?” Gridò Guisgard.
“Su, ora vattene, amico.” Spingendolo via uno di quelli. “Non avrai monete da noi, pezzente.”
“Maledetti...” con astio il Taddeide.
Ma quelli lo circondarono, con tono minaccioso e la cacciarono dalla piazza.
Guisgard, incredulo, corse allora verso una taverna, doveva aveva lasciato il suo cavallo.
Ma del destriero neanche l'ombra.
Il Taddeide cominciò allora a litigare col taverniere, accusandolo di avergli rubato il cavallo, ma fu malmenato e buttato fuori da quello e dai suoi garzoni.
“Ma cosa sta succedendo?” Profondamente scosso Guisgard. “Sto sognando? Si, deve essere per forza così...” corse così via, verso il palazzo.
Ma durante il tragitto riconobbe un uomo che spingeva un grosso carro, piegato quasi in due dalla fatica.
“Ammone!” Chiamò il duca. “Ammone, amico mio!” E lo raggiunse.
Ma quello lo guardava senza dire nulla.
“Ma... non mi riconosci?”
“No.” Sbottò l'omone.
“Ma cosa dici?” Scuotendolo Guisgard. “E perchè sei ridotto così?”
“Avanti, torna a lavorare, cane!” Urlò un uomo dal carro. “O ti farò frustare!”
Ammone riprese a spingere il carro e sparì, lasciando Guisgard senza parole.
Di nuovo arrivò la misteriosa figura.
“Come è finito così?” Guardandolo andare via Guisgard. “Ammone, amico mio...”
“Non era più con te” rivelò la figura “e dunque è finito come schiavo per debiti.”
“Ma chi sei?” Con rabbia Guisgard.
“Ti ho detto... sono un Taddeide, come te...”
“No, tu devi essere una sorta di stregone...” additandolo il Taddeide “... si è mi hai fatto un qualche incantesimo...”
Una campana in lontananza suonò all'improvviso.
“E' un segno.” La figura. “Quando una campana suona allora da qualche parte è sbocciato il Fiore Azzurro. Qualcuno così partirà per cercarlo.”
“Il fiore della bambina...” cercando nelle tasche Guisgard “... dov'è? L'avevo qui con me!”
“Nessuno ti ha dato quella rosa” a lui la figura “perchè quei piccoli sono morti di stenti dopo che l'orfanotrofio è stato chiuso.”
“Come sai della rosa?” Arrabbiato Guisgard.
“So tutto di te.” Rispose la figura.
“No, è un incanto...” agitato Guisgard “... ma io so come uscirne! Ho degli amici!” E corse via, fino a quando in strada vide una carrozza e si gettò davanti ai cavalli.
“Ehi, siete impazzito?” Gridò il cocchiere.
E dal finestrino si sporse una bella dama, dai lunghi capelli chiari, gli occhi verdi e riccamente abbigliata.
“Altea!” Urlò Guisgard. “Sono io!” Avvicinandosi a lei.
“Chi siete?” Stupita la dama.
“Ma come?” Sbraitando il Taddeide. “Neanche tu mi riconosci? Sono Guisgard, non vedi?”
“Come osate?” Con disprezzo lei. “Come osate spacciarvi per lui? Non avete un po' di rispetto? Guisgard è morto anni fa, ucciso dalla Gioia dei Taddei!”
Guisgard la fissò incredulo.
“Ora andatevene o vi farò arrestare.” Fece lei, per poi ordinare al cocchiere di proseguire.
“Altea dopo la tua morte” avvicinandosi la figura a Guisgard “si è sposata con suo cugino e vive tra Capomazda e Sygma.”
Ad un tratto una parata militare apparve nelle strade.
“Chi sono?” Indicando i militari Guisgard.
“Dopo la fine dei Taddei” raccontò la figura “Maruania e Gioia Antiqua si sono spartite il ducato.”
“I militari, fuggite!” Gridò qualcuno in strada.
“Sono di Mariania o di Gioia Antiqua?” Chiese un altro.
“Cosa cambia?” Rispose un altro ancora. “Maruania è una tirrannia e la regina di Gioia Antiqua ci odia come odiava i Taddei, perchè a causa di un Arciduca ha sofferto per Amore!”
“Fuggite!”
“Chiunque tu sia” Guisgard alla figura “ti prego, dimmi dov'è Clio...”
“Non dovrei...”
“Ti prego...” disperato Guisgard “... se davvero sei stato uno dei miei e ora siamo entrambi ombre, ti prego... dimmi di Clio...”
“Ti farà male...”
“Si è sposata anche lei?” Guisgard. “Mi ha dimenticato? Dimmelo, ti prego... in nome di tutti i Santi, dimmelo...”
Lo condusse allora in un antico e dimenticato Cimitero, davanti ad una lapide.
Guisgard la pulì dagli sterpi e dai rovi, liberando l'incisione funeraria.
E nel leggerla si accasciò a terra.
“E' morta...” a capo chino la figura.
“Com'è accaduto?”
“In battaglia...” narrò la figura “... morto tu, è tornata a fare la mercenaria... ma le armate di Maruania sono troppo forti... un colpo di alabarda ha spaccato in due il suo cuore...”
Guisgard pianse a lungo su quella lapide.
“Capisci ora?” Continuò la figura. “Capisci che compito avevi? Le sorti del ducato e molte vite dipendevano da te. E tu hai dimenticato tutto smettendo di cercare il Fiore Azzurro.”
“Perdonami...” in lacrime Guisgard “... perdonami... voglio avere un'altra possibilità...ti prego... voglio un'altra possibilità per cercare il Fiore... dammi un'altra possibilità e ti giuro non mi fermerò fino a quando non lo avrò trovato...”
Si alzò il vento e la figura svanì dalla sua vista.
Guisgard tornò a piangere sulla lapide.
“Eccovi...” arrivando dei soldati.
“Andatevene!” Alzandosi di scatto lui. “Andatevene, o giuro che vi uccido tutti!” Agitando un ramo secco trovato a terra.
“Ma, milord...” uno dei soldati “... cosa avete?”
“Milord?” Ripetè Guisgard. “Mi... mi riconoscete?”
“Riconoscervi?” Il soldato sorridendo. “Diamine, vi stiamo cercando per tutta la città, milord! Vi credevamo svanito nel nulla!”
“Mi riconoscete!” Felice Guisgard. “Mi riconoscete!” Scoppiando a ridere. “Un momento...” estraendo la rosa dalla giubba “... la rosa della bambina! La rosa!” Saltando di felicità. “Eccola! La rosa!”
“Abbiamo qui il vostro destriero, milord.” Un altro di quei soldati.
Guisgard li ringraziò e vi montò su, galoppando via, verso la città.
Tutto sembrava normale ora.
La gente in strada, le Croci ovunque, le chiese aperte.
E galoppando il duca salutava lieto tutti.
E tutti lo rispondevano felici.
E quando passò davanti all'orfanotrofio, si sentì chiamare.
Erano gli orfanelli.
“Bambini!” Raggiante il duca a quei bambini che lo salutavano gioiosi.
Lui scese da cavallo, entrò nel cortile e li abbracciò tutti.
In quel momento suonò una campana.
“La suora dice” uno dei bambini “che quando una campana suona allora da qualche parte è sbocciato il Fiore Azzurro.”
“E' vero...” Guisgard alzando lo sguardo verso il campanile dove suonava la campana “... è vero...” tornando a sorridere ai piccoli.
“Vogliamo una storia!” In coro i piccoli.
“Ne ho una bellissima...” allegro il duca.
“Di che parla?” Domandò un bambino.
“Di un Fiore...” ammiccando loro Guisgard “... ma non un semplice fiore... del Re di tutti i fiori...”
“Il Fiore Azzurro!” Esclamò un altro di quei piccoli.
Guisgard annuì, per poi ridere insieme a tutti loro.
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Fine...?
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