Visualizza versione completa : Il Re di Cuori ed il Fiore meraviglioso
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Guisgard
09-02-2015, 03.00.02
La compagnia proseguì il suo cammino.
Si fermò poi in una locanda lungo la strada, per rimettersi in marcia il giorno dopo.
Un altro giorno ancora di cammino e di nuovo a sostare in un'altra locanda.
E più miglia percorrevano, più Azable tradiva la voglia di giungere a destinazione per mettere poi le mani su una di quelle due spade.
Mangiarono e dormirono in quell'albergo.
Un nuovo giorno ed ancora la loro marcia di avvicinamento a Capomazda che riprendeva.
Entrarono poi nel territorio Pontificio e qui sostarono in un'altra locanda ancora.
Era affollata, ma il denaro di Azable garantì loro un degno trattamento.
E mentre erano tutti seduti attorno ad un tavolo, Clio e gli altri cominciarono ad udire il discorso che facevano dei pellegrini.
Parlavano di un grande ducato e dell'estinzione dei suoi signori a causa di un'oscura maledizione.
Altea
09-02-2015, 15.50.14
Per fortuna il Priore riuscì a convincere Gvineth..quindi i miei sospetti erano giusti, erano pure anticlericali..sembrava una trama ordita..gli antagonisti dei Taddei.
Aspettai il priore nella mia stanza e mi raggiunse subito..il Clero avrebbe deciso sull' erede al trono..lo speravo, vi erano poche certezze a Capomazda. Estrasse il suo taccuino e si affido ai miei intuiti..dovevamo ricostruire il periodo prima della sua morte..ciò che avevo voluto sempre eludere e sospirai.
Mi avvicinai alla finestra guardando fuori e iniziai a narrare..quasi una confessione che l' ultimo ricordo.
"Due ore prima la sua morte posso dire l' Arciduca era con me..a fare cosa? So non siete uomo da scandalizzarvi..un bagno nel fiume, era caldo quel giorno e vi era afa..era un giorno strano come se qualcosa di anomalo vagasse nell' aria..oh eravamo vestiti ovvio.
Ci sedemmo sulla riva del fiume per asciugarci al Sole, lui tirava i sassolini sul fiume giocando a fare giochi nell' acqua, era tranquillo, normale..non destava segni di problematiche fisiche o pensieri.
"E così" disse mettendosi a ridere come un matto "hai ricevuto la lettera di un ammiratore segreto..uno dei tanti a cui non dai retta e sinceramente, visto il caratterino, posso dire sono stati pure graziati, spero pure questo si salvi".
Mi voltai di scatto guardandolo in malo modo.."E' solo perchè non li amo..sai non mi sposerò mai per dovere o per convenienza..e poi parla quello giusto".
Lui mi guardava divertito, lo detestavo quando si divertiva a prendermi in giro, poi mi volsi verso di lui e lo guardai negli occhi.."Se solo potessi leggermi nel Cuore..ma so..eppure io e te siamo inseparabili"..non dovevo cedere ma eravamo troppo vicini e ci trovammo viso a viso, la bocca protesa quasi in un bacio..iniziai a tremare e mi alzai di scatto.."Io devo andare..si è meglio..devo andare" e scappai a Corte e fu l'ultimo momento con lui.
Il Priore Tommaso mi ascoltava serio, finalmente ero riuscita a sbloccarmi...tante volte mi ero chiesta se lui avesse pure voluto quel bacio..se fosse stato l'inizio di qualcosa ma fu la fine di tutto.
"Bene" dissi camminando nervosamente per la camera muovendo l' anello "Molte delle persone presenti a Corte in quel periodo sono andante via..mio nonno, Madama Sibille e mio cugino Tommaso mi dicono di dimenticarlo ormai..quindi non ci direbbero nulla..Petronilla...è lei che mi fa pensare..ora ditemi lei aveva le chiavi della mia camera e sapeva nessuno poteva entrare tranne Guisgard..e allora come mai lo scrigno è arrivato fino alla mia camera? Non ha destato nessun interesse quando le dissi di portarlo al diacono..altra possibilità..ho intenzione di acquistare da Lord Cimmiero la stanza di Guisgard e i suoi oggetti..li ci dovrebbero essere oggetti..un diario..o una lettera..o altro..infatti devo agire entro oggi, prima qualcuno mi preceda".
Mi sedetti sulla poltrona e guardai il Priore sorridendo.."Ehh si..vi sarebbe una persona che era amica dell' Arciduca..sapete amava più fidarsi della gente del popolo che di corte e non lo biasimo...vi era un suo amico, si incontravano nella osteria del porto..un luogo diciamo..popolato da donne allegre e grandi bevitori..niente bische clandestine..forse Guisgard gli parlò di qualcosa..un certo Bensuon..si riconosce, ha una benda a un occhio, io lo incontrai e lui pure mi ha visto..però se voi volete parlarci dobbiamo andarci stasera, io dovrò usare vestiti da uomo visto l' ambiente e voi pure, lasciare i panni del frate...ma forse è peccato per voi?" e lo guardai leggermente divertita.
elisabeth
09-02-2015, 16.09.33
Un sonoro schiaffo si scaglio' sul volto di Nettuno......" Grazie, per avermi permesso di vivere accanto ai miserabili e sofferenti.......grazie per avermi fatto pensare di avermi amata.......ricambiero' l'assistenza che continuerete a farmi dare ai miei reietti...col starvi accanto.......".....mi massaggiai il palmo della mano...mi doleva...vidi la macchia rossa sul suo viso...avrei voluto accarezzarla......ma non l'avrei mai fatto....aveva avuto tutto da me...." Per quanto riguarda la vendita...mi avete gia' venduta....al futuro Signore di Capomazda.....il nostro matrimonio...per una poltrona....Andro' dal Bardo anche se non so quale siano i suoi pensieri politici......ma sappiate che ero venuta qui per stare con Voi Signore.....ma a quanto pare....non riusciamo piu' a parlare al stessa lingua..."...https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcRYGG5yj5B4dKd2pPmZvO_G2xYZnCxkG L1KJy7-lOnrgCZAOqYm
Il viaggio proseguiva, lento e inesorabile.
Mi resi conto di non ricordare molti dettagli dell'ultima volta che avevo percorso quelle lande in direzione opposta.
Quanti giorni ci avevo messo? Dove mi ero fermata?
Niente, come avvolti dalla nebbia di Miral.
Ricordavo solamente quel senso di vuoto che non ero mai riuscita a colmare, quel dolore pulsante, che non mi aveva mai abbandonato da allora, ma in quei giorni non ero ancora abituata a conviverci.
Come mi mancavano i miei Montanari, sempre capaci di distrarmi con il buon umore incosciente di chi affronta la morte ogni giorno.
Forse in loro compagnia non avrei avuto molto tempo per perdermi nei ricordi, come invece facevo continuamente.
Più Capomazda si avvicinava, più le mie paure e il mio dolore prendevano il sopravvento.
Ma non potevo permettere che un velo di inquietudine si posasse sul mio viso, nessuno doveva sapere.
E in quei tre lunghi anni avevo imparato a nascondere le mie emozioni.
Ci sedemmo nell'ennesima locanda, prima di riprendere il cammino, e sentii degli uomini parlare.
"Toh, due ducati che stanno parlando di Capomazda e della Gioia dei Taddei..." mormorai, distrattamente.
Guisgard
09-02-2015, 18.34.45
“La Gioia dei Taddei...” disse Azable a quelle parole di Clio “... e cosa diavolo sarebbe?”
“Forse” mormorò Morice “il modo per indicare il governo illuminato dei Taddei su Capomazda, da qui, immagino, la gioia.”
“Magari” fece Riccado “sarà utile ascoltare quei mercanti. Dopotutto, più informazioni abbiamo su quelle terre ed i loro signori, più vantaggioso sarà per noi.”
Così, il gruppo, si pose ad ascoltare quegli uomini.
Erano in sei, di un accento del posto, dunque terre Pontificie, ma che dai loro discorsi era facile capire di come fossero ben informati sui fatti del ducato Capomazdese.
“Eppure, per me son solo storie.” Uno di quelli agli altri.
“Sarà...” replicò un altro dei mercanti “... ma quella stirpe ha visto molti dei suoi morire improvvisamente, alcuni anche in giovane età, come l'ultimo duca...”
“Com'è morto?” Chiese un altro.
“Così, improvvisamente...” rispose l'altro “... pare fosse uscito nel cortile una sera... e poi, più nulla... morto... e nel nulla, come la sua vita, anche la sua spada svanì senza lasciare tracce...”
“Allora è stato ucciso per poi essere derubato.” Un altro mercante.
“Impossibile...” quello che aveva narrato della morte del duca “... era nel suo palazzo e nessuno ha preso monete e monili dal suo cadavere...”
Guisgard
09-02-2015, 18.42.38
Il Priore Tommaso ascoltò con attenzione Altea.
“Milady...” disse infine “... i vostri ricordi sono anche utili, ma in realtà poco incisivi sulla nostra indagine. Spesso, in un ricordo, diamo rilevanza ai nostri stati d'animo, a ciò che vorremmo. Ma un solo punto di vista il più delle volte è inutile. A noi occorrono fatti. Se dovessimo dar retta alle sensazioni e alle percezioni della gente, allora dovremmo chiudere il tutto attribuendo la morte del duca a spettri o demoni. Non escludo nulla, sia chiaro. Ma prima di tirare in ballo il soprannaturale bisogna eliminare ogni causa naturale. Compreso...” esitò “... eventuali azioni umane...” restò un attimo pensieroso “... il vostro uomo lo terremo per dopo... adesso credo sia più utile restare nel palazzo... magari parlando col medico di corte... colui cioè che ha stilato il rapporto sulla morte del duca... potete portarmi da lui?”
Guisgard
09-02-2015, 18.44.04
A quello schiaffo di Elisabeth, De Gur trasalì.
Prese la donna e la spinse sul letto.
“Ascoltami...” disse strattonandola “... tu sei mia moglie e mi devi rispetto... chiaro? Non sei più su quella tua isola, ma a corte e devi attenerti a ciò che ti dico. Intesi?” Lo sguardo era duro, il tono perentorio. “Quanto al venderti o meno, sappi che ci sono vari modi per essere utile ad un marito. Non ti ho mai trattata come una sgualdrina, ma posso rinchiuderti in un bordello quando voglio.” Finalmente la lasciò.
Restò a fissarla per un altro istante e poi uscì, sbattendo la porta.
Altea
09-02-2015, 18.49.40
Osservai il Priore perplessa.."Scusate..io ho alienato quel ricordo da tempo..ma se non sbaglio..voi pensate io creda alla Gioia dei Taddei?" sorrisi "Io sono la prima che, proprio esclude, quella superstizione..ecco perchè non ho timore di entrare e dormire nel suo letto...qui il vostro intuito ha sbagliato Priore Tommaso, non penso proprio l' Arciduca sia morto per un bacio mancato e a seguito colpito dalla Gioia".
Uscimmo dalla camera e fermai un servitore.."Scusate, potete accompagnarci dal medico di Corte? E' da stamane mi logoro per un mal di testa" e sorrisi al Priore.
Guisgard
09-02-2015, 19.00.56
Il servitore condusse il Priore Tommaso ed Altea dal medico di corte.
Il dottor Adagni era uomo brillante, appassionato di caccia, anche di arte, sebbene a livello molto profano e discreto intenditore di vini.
Quando il religioso e la dama de Bastian entrarono nel suo studio, il medico era intento a scegliere da un elenco un nuovo fucile per la sua passione da cacciatore.
“Prego, sedetevi pure.” Disse ai due. “In cosa posso esservi utile? E' per voi, milady?”
“In verità no.” Fece il Priore. “Siamo qui non per un malanno, ma per chiedervi notizie particolari.”
“Particolari?” Ripetè Adagni.
“Si, riguardo la morte del duca Guisgard.” Annuì il religioso. “Potete aiutarci?”
“Posso chiedervi chi siete?”
“Sono il Priore Tommaso.”
“E in quali vesti mi chiedete ciò?”
“In quelle di uomo di scienza.” Rispose il Priore. “Come le vostre.”
“Uomo di scienze?” Stupito il medico.
“Si...” fissandolo il Priore “... sono stato incaricato da sua Grazia il vescovo di riportare a lui notizie sul decesso.”
“Comprendo...” annuì Adagni “... un momento, per favore...” ed si alzò per andare nella stanza adiacente.
“Vedete, mia cara?” Il Priore ad Altea. “Sua Grazia è la parola magica che apre tutte le porte di questo palazzo. Tenetelo bene a mente.”
Altea
09-02-2015, 19.06.59
Entrammo mentre il dottor Adagni osservava il suo fucile..magari sarebbe andato presto a caccia con Lord Cimmiero e mio nonno.
Il priore iniziò a chiedere tranquillamente i referti su tracce trovate su Guisgard e il dottore andò nella stanza adiacente e sospirai alle ultime parole del chierico.."Permettete..molte cose sono cambiate qui a Corte, e se quel dottore è unito a Lord Cimmiero? Siete troppo spontaneo..spero arrivi coi referti altrimenti saranno dei problemi seri".
Alzai gli occhi al cielo.
Possibile che Azable e gli altri non sapessero nulla della Gioia dei Taddei? Ma probabilmente ero io che conoscevo fin troppe cose di Capomazda.
"La Gioia dei Taddei è la maledizione che si dice uccida gli Arciduchi di Capomazda.." dissi piano, per poi annuire a Riccardo.
Ascoltai anche io quei mercanti, in silenzio.
Mi si strinse il cuore.
Quella notte, come ricordavo quella notte, anche se avevo sempre cercato di non pensarci.
L'attesa che mi consumava piano piano, l'ansia che cresceva sempre più, le mille domande che mi passavano per la testa, e poi le campane a lutto, il terribile sospetto, e il cieco terrore.
No, non dovevo pensarci, non dovevo. Diamine erano passati tre anni, come poteva fare ancora tanto male?
Ma furono le ultime parole a catturare la mia attenzione. Dunque anche la spada era sparita: e dove? L'aveva presa qualcuno per proteggerla o era stata rubata? Sperai vivamente nella prima ipotesi.
Chissà che da quei mercanti non scoprissimo qualche altra informazione utile.
Guisgard
09-02-2015, 19.39.07
“Milady...” disse il Priore Tommaso ad Altea “... noi non dobbiamo risultare simpatici o compiacenti, ma solo indagare.” Con fare pacato.
Adagni ritornò con alcuni fogli.
“Ecco, qui sono annotati i controlli sul corpo di Sua Signoria...” mostrandoli al religioso “... come potete vedere la morte è stata dovuta a cause naturali, probabilmente un forte shock...”
“Dovuto a cosa secondo voi?” Chiese il Priore.
“Non so...” mormorò Adagni “... forse un ululato, magari un rumore improvviso... o anche, come ipotesi, lord Guisgard ha girato molto sulla sua nave volante e chissà che non abbia contratto una malattia, tipo malaria o simile... non escluderei poi una ferita curata male, mutata in seguito in cancrena...”
“Qui leggo” fece il religioso “che vi sarebbero due testimoni... o almeno due persone che in quel momento fissavano lo stesso scenario che stava guardando lord Guisgard...”
“Si...” annuì il medico “... si tratta di un pittore e della sua modella... la moglie del figlio del locandiere...”
Guisgard
09-02-2015, 19.42.12
“Rubare una spada...” disse un di quei mercanti “... una spada non può valere più di oggetti che indossa un duca...”
“E se l'avesse perduta?” Un altro. “Magari per difendersi dal suo aggressore.”
“Potrebbe essere.” Annuì uno dei suoi compagni.
“E possibile che non sia stata trovata lì vicino al cadavere?” Un altro dei mercanti.
“Forse, essendo l'arma del delitto, il colpevole ha pensato bene di portarla via con sé.” Il primo che aveva parlato.
“Ne dubito...”
“Perchè mai?”
“Perchè si dice che il duca, come il suo predecessore, sia morto per cause naturali...”
Intanto quei discorsi erano uditi fin dal tavolo di Clio.
“Interessante, non c'è che dire...” mormorò Morice.
“Parlano della mia spada!” Ansioso Azable.
Non è la tua spada, idiota...
Ma mi limitai ad annuire a Morice.
"Già, interessante..." mormorai.
Se qualcuno l'avesse rubata, pensai, a quest'ora si sarebbe saputo. Chi non si vanterebbe di possedere Mia Amata?
E se l'avesse nascosta lui stesso? Magari semplicemente non l'aveva con sé, cosa doveva temere, dopotutto, nel giardino del castello?
Magari è ancora lì, da qualche parte, solo che nessuno sa dove guardare.
Altea
09-02-2015, 19.49.54
Con coraggio ascoltai le possibili ipotesi della morte di Guisgard, mi mancava l' aria..volevo fuggire..no, era impossibile.
Poi le ultime parole del medico e guardai padre Tommaso seria e bianca in viso ma infervorita..."Era forte l' Arciduca, io ero con lui sulla Santa Caterina...un ululato..impossibile e se ha viaggiato molto pure io dovrei aver contratto la malaria o altro".
Guardai il soffitto..no...non era morto."Un pittore e la sua modella..diteci milord Adagni, come possiamo parlare con questa modella e il pittore?" e sorrisi al Priore..la moglie del figlio del locandiere..magari la locanda di cui parlavo prima, ma era impossibile..avevo capito ero una frana come investigatrice, era meglio lasciar fare al priore...e mi raccomando Altea, non pensare, non avere ricordi e sentimenti perchè tutti ti sopprimono il cuore.
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Guisgard
09-02-2015, 19.57.41
I discorsi di quei mercanti poi cambiarono, riferendosi alla merce che trasportavano.
Allora Clio ed i suoi compagni di viaggio terminarono di mangiare e poi ognuno, come chiesto da Azable, si ritirò nella propria camera.
La partenza, come sempre, avvenne molto presto la mattina successiva, poco dopo l'alba.
Si rimisero in viaggio ed attraversarono i territori Pontifici, fino a raggiungere i suoi confini meridionali, dove il corso del fiume Volotrunos divideva quelle terre dal regno di Afragolignone.
Lo scenario era mutato in fretta, pian piano la compagnia penetrava nel reame.
Vi era un clima freddo e nell'aria scendevano piccoli fiocchi di neve, a dimostrazione dell'eccezionale gelo che era sceso su quelle antiche e nobili terre.
E lungo la strada videro un cartello che indicava Capomazda.
Guisgard
09-02-2015, 19.59.05
Il Priore Tommaso ed Altea lasciarono lo studio del dottor Adagni, per recarsi dal pittore.
“Sono d'accordo con voi, milady...” disse il religioso “... se lord Guisgard avesse contratto una malattia, allora ciò avrebbe riguardato anche voi. Su una possibile ferita, poi, se voi non ricordate un simile fatto, facile dunque che non sia mai avvenuto.”
Entrarono nello studio del pittore e lo trovarono impegnato a preparare delle tele.
“Chi siete?” Fissandoli l'artista. “Cosa cercate qui? Volete forse un dipinto? Magari voi, milady...” sorridendo ad Altea “... mi piacerebbe ritrarvi... volete?”
elisabeth
09-02-2015, 20.00.55
Ero atterrita...non lo avevo mai visto...così...cominciai a divincolarmi....e quando finì di dirmi tutto il veleno che aveva addosso....lo vidi andare...via.....prima che avesse avuto la possibilità di chiudermi in un bordello...mi sarei tolta la vita.........mi sistemai e scesi in cucina.....trovai Tilde..che parlava con la cuoca...e il Bardo seduto accanto al fuoco che mangiava pane e formaggio....." Tilde....ha saputo da dove viene il nostro ospite ?...".....mi feci sentire.... non volevo ascoltare quei pettegolezzi amari che giravano tra quelle mura......come rapaci sulle loro prede...mi avvicinai all'uomo.....aveva ilvolto coperto dal cappuccio...strano c'era caldo in cucina...." Spero che vi abbiano trattato bene e che siate sazio "....
Altea
09-02-2015, 20.06.01
Il priore non aspettò molto e subito andò dal pittore.."Infatti...però ricordò nell' ultimo viaggio ebbe una ferita grave..io ero intenta a giocare a scacchi..ma di recente nessuna ferita grave".
Entrammo nella sala del pittore e sorrisi alla sua offerta.."Sarebbe un piacere farmi ritrarre da voi..ma abbiamo una certa fretta...abbiamo bisogno del vostro aiuto..il Priore qui presente dovrebbe chiedervi qualcosa sull' Arciduca scomparso..abbiamo saputo voi eravate presente al fatto" e i miei occhi si inumidirono.
Anche quella sera passò in fretta, e il giorno dopo partimmo presto.
Non doveva mancare molto al nostro arrivo.
Viaggiai in silenzio anche quella mattina, osservando il gelo intono a noi, che sembrava perfettamente adatto al mio stato d'animo.
Capomazda...
Presi un profondo respiro.
Ci siamo.. Sono tornata.
Galgan
10-02-2015, 01.20.44
Abbozzai un mezzo sorriso, perché a dispetto delle metafore usate, ed ai messaggi sussurrati sotto celato aspetto, la verità, almeno da parte mia, era di una semplicità disarmante.
Non fu lo stesso Cristo a trasmetterci regole tanto semplici, eppure tanto difficili da seguire per noi scellerati figli di Adamo?
Il mio tono di voce divenne più pacato, ed una piacevole serenità si impossessò di me, nel rispondere;
-Buon messere, ogni cavaliere deve dare la vita per il proprio re, perché un vincolo di fedeltà gli impone questo stato di cose.
Da parte mia, mi considero estremamente fortunato, forse, non mi si taccia di presunzione, un privilegiato, perché il Re che io servo, al quale mi sono votato anima e corpo, e per il quale darei la vita, è il più umile e allo stesso tempo magnifico di tutti; è l'unico Re perfetto che esista, perché Divino è il suo sangue-
sorseggiai un altro goccio d'acqua;
-Il vivere cercando di seguire i comandamenti del mio Re, rende il quesito che mi ponete estremamente semplice, semplice in modo disarmante.
Nel rapportarmi ai miei simili, devo sempre fare in modo che giustizia e rettitudine regnino sovrane, pertanto mi schiererò sempre dalla parte di queste, e quindi, del mio Re-
Guisgard
10-02-2015, 01.35.05
La compagnia seguì quella direzione, imboccando una stretta ed irregolare stradina che zigzagava tra chiazze verdi e bassi spuntoni rocciosi.
E ad accoglierli in quella muta e primordiale brughiera vi era un'aria gelida e tagliente che soffiava sui loro volti e che sembrava voler giungere fin nei loro cuori.
Ad un tratto udirono il cigolare di un carretto che si avvicinava.
A guidarlo vi era un villano.
“Chissà dove” disse guardando la vasta brughiera “di queste lande desolate si nasconde quella creatura malvagia, acquattata in qualche oscura tana come una belva feroce, con l'animo gonfio di odio nei confronti di quei grandi che avevano messo al bando la sua terra.”
Non avevo mai visto tanto gelo a Capomazda, mi guardai intorno stupita e incredula.
Era come se anche la terra soffrisse, e quell'aria gelida e tagliente di certo non migliorava il mio umore, anzi, sembrava quasi che una profonda malinconia si diffondesse tutto intorno a noi.
"Fantastico.." Pensai, sarcastica "Proprio quello di cui avevo bisogno..".
Ma d'un tratto apparve un carretto, guidato da un semplice villano, le cui parole mi colpirono profondamente.
"Chissà di che bestia parla quell'uomo..." Dissi piano.
Guisgard
10-02-2015, 01.52.59
Il carretto affiancò il carro di Azable ed i cavalli di Clio e degli altri.
“Tu, villano...” disse Azable al contadino “... parli da solo? Sei toccato forse?”
“No, signore...” rispose il contadino “... parlavo fra me e me, guardando la brughiera...”
“Ti ispira così tetri pensieri dunque la brughiera?” Fissandolo Morice.
“Non sono pensieri, messere...” scuotendo il capo il villano “... purtroppo è la realtà...”
“Di che bestia vaneggi?” Domandò Azable.
Ma il contadino non rispose nulla e proseguì.
“Come osi ignorare le mie parole?” Gridò Azable.
“Parlano della maledizione.” Disse Yanes. “Qui domina la superstizione, signore. Meglio ignorarlo e proseguire.”
La compagnia così riprese il cammino e verso sera cominciarono ad intravedersi alte mura all'orizzonte.
“Quella è Capomazda...” indicò Yanes.
“Finalmente!” Esclamò Azable.
Raggiunsero le porte della città e presero alloggio in una locanda la cui insegna recava questa scritta:
“Locanda Caribes”
Guisgard
10-02-2015, 02.02.20
“Bene, cavaliere.” Disse uno dei due uomini a Galgan. “Allora se seguite i Dettami di Gristo, non potete tirarvi indietro. E' vostro compito dunque difendere chi da Cristo stesso è stato messo sul seggio di Capomazda.”
“Difenderlo dai nemici che ora ringhiano intorno al suo talamo.” Fece l'altro uomo.
“Sir Galgan, saremo franchi con voi...” mormorò il primo dei due “... noi facciamo parte di un gruppo filo Taddeide che non vuole accettare di vedere sul seggio ducale quel cane di Gvineth o quel porco di Cimmiero. Ci siamo riuniti in gran segreto ed abbiamo deciso di agire. Ora a noi interessa sapere quanti sono con noi e quanti invece decideranno di ostacolarci.”
“Tagliamo la testa al toro, cavaliere...” il secondo a Galgan “... possiamo contare su di voi, o vi ritenete fuori da tutto ciò?”
Già, la maledizione, eppure era strano: ormai aveva compiuto il suo corso.
Non che avessi mai dato peso a quelle storie, ma sembravano essere talmente radicate a Capomazda da non poter essere ignorate.
Era stata la Gioia a portarsi via Guisgard? Oppure altro?
O magari era solo un brutto sogno, come speravo ogni mattina, prima di accorgermi che invece quella era la realtà.
Eccola lì: Capomaza, splendida e imponente come la ricordavo, anche se velata da quella strana gelida malinconia che sembrava ormai aver contagiato l'intero ducato.
Prendemmo alloggio in una locanda in città.
Chissà, magari col favore delle tenebre potevo sgattaiolare via, e raggiungere la Scafatella.
Già, e poi come entri in una chiesa di notte?
Almeno potrei provare a tornare alla Casetta, solo per un istante.
Beh, un modo per andare alla Scafatella va trovato, e ormai sono qui.. perché non dovrei rendere omaggio a uno dei pochi posti in cui sono stata felice?
Ma non potevo permettermi di destare sospetti, quindi, in ogni caso, dovevo agire con la massima cautela.
Guisgard
10-02-2015, 02.16.35
La sera era ormai giunta e poco dopo la notte ne prese il posto, lasciando su Capomazda una sinistra e velata inquietudine.
Azable, Clio e gli altri dopo aver mangiato un boccone salirono al primo piano, dove si trovavano le camere.
Azable però, prima di lasciarli riposare, li volle tutti nella sua stanza.
“Da domani comincerà la nostra commedia.” Disse. “Saremo mercanti e cercheremo di scoprire dove si trovano le spade dei Taddei. Una volta scoperto ciò, studieremo un piano per farne nostra una delle due. Naturalmente ciascuno avrà un compito preciso. Morice sarà con me. Riccado e Samondo studieranno la cultura del posto, mentre Yanes e Clio cercheranno di esaminare le forze armate presenti in città e capire chi dobbiamo avvicinare per iniziare le nostre indagini. Gli altri invece faranno la guardia a questo posto e ai miei bagagli. E' tutto, signori. Buonanotte.”
E tutti andarono nelle proprie camere.
Guisgard
10-02-2015, 02.25.04
Il bardo alzò lo sguardo su Elisabeth ed annuì sorridendo.
“Vi ringrazio, dolce dama dallo sguardo rassicurante.” Disse con tono cordiale. “Ho ricevuto acqua fresca, una tazza di minestra calda, con del pane e del formaggio. Ma soprattutto vi sono grato per il vostro sorriso e la vostra cortesia.” Sorseggiò dell'acqua. “Prima domandavate alla vostra dama di compagnia della mia provenienza. Ebbene, lasciate che mi presenti a voi, adoperando il linguaggio che gli uomini hanno fatto proprio, così ricco di riferimenti e nomi consumati dall'usura del tempo. Il mio nome è Taliesin e provengo dalla felice terra di Sygma, così ricca di colline, di cipressi, di girasoli e di verdi valli.” Abbassando il cappuccio e mostrando il suo volto.
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Annuii ad Azable, era buffo che proprio io dovessi indagare le forze armate, che le avevo fuggite per lunghi anni.
Ma naturalmente lui non aveva idea di chi fossi, e sicuramente nemmeno le guardie. Quella non era la marina, dopotutto.
Così ci ritirammo nelle nostre camere, e io restai per un lungo istante a guardare la finestra.
In quel momento mi resi conto di non avere idea di dove fosse la Scafatella, era verso Saggesia, certo, ma chi si ricordava la strada per arrivarci?
Dovevo cercare di avere informazioni a riguardo il giorno seguente, senza farmi scoprire però. Magari potevo acquistare una mappa e studiarla.
Dopotutto, avevo imparato a conoscere quelle zone, tempo prima.
Fremevo, non riuscivo a star ferma.
Così, uscii nella notte, celata dallo scuro mantello.
Il cuore batteva sempre di più, ma sapevo che dovevo affrontare quel viaggio, ero arrivata fin lì dopotutto.
Presi il mio cavallo, e mi lasciai dietro la città, come se stessi tornano a casa di nascosto nella notte.
Non era poi così strano.
Quella strada sì che la conoscevo bene, tanto da percorrerla quasi distrattamente, veloce e silenziosa come un'ombra.
Il piccolo bosco, il sentiero, la radura.
Smontai da cavallo e lo legai in un luogo appartato.
Non avevo venduto quella casa, certo, tecnicamente mi apparteneva ancora, ma erano passati tre anni, la prudenza era d'obbligo.
Mi mancava il fiato, mentre credevo che i battiti accelerati del mio cuore risuonassero per tutta la piccola radura.
Avanti, Clio..
Presi un profondo respiro e mi avvicinai, in silenzio, mentre calde lacrime avevano iniziato a rigarmi le guance, perché ogni angolo nascondeva ricordi ed emozioni.
Il cancello cigolava già anni prima, così, scavalcai la staccionata in un punto nascosto.
Sembrava tutto come allora, pensai, con una fitta al cuore, aspettandomi di vederlo comparire da un momento all'altro, col suo sorriso guascone.
Mi guardai intorno, circospetta, cercando di capire se non ci fosse nessuno, se tutto fosse rimasto come l'avevo lasciato, così da poter entrare in casa, giusto per farmi ancora più male.
Avevo sempre tenuto la chiave della porta appesa al collo, insieme a quelle della mia casa di Miral.
Non saprei descrivere le mie sensazioni, probabilmente non le capivo nemmeno io.
Era come essere catapultata in un sogno, che di colpo di trasforma in incubo, e ti rendi conto che non ha alcun senso, eppure vai avanti.
Sperai vivamente che nessuno si fosse appropriato indebitamente della mia casa, e che potessi entrare, anche solo per un momento, per fingere con me stessa, per un solo, brevissimo istante, che in realtà era solo un brutto sogno, e che mi sarei svegliata.
Guisgard
10-02-2015, 02.53.40
La notte.
Come un velo, leggero, sfuggevole, inquieto aleggiava sulla campagna, rendendola muta ed incantata, quasi stregata.
E simile ad una distesa tetra e selvaggia, la campagna correva fino a confondersi nelle tenebre circostanti, avanzando tra immensi pendii verde scuro e luci soffuse e lontane.
Clio raggiunse la sua casetta, trovandola abbandonata in mezzo a quel profondo e desolante silenzio.
Tutto sembrava come allora.
Come se il Tempo si fosse fermato.
E appena giunta lì, Clio udì qualcosa.
Come un rumore lontano.
Fu un attimo.
E poi un suono.
Basso, durato appena un istante, eppure chiaro e riconoscibile per lei.
Era stato il suono di un'ocarina.
Guisgard
10-02-2015, 02.59.45
“Più tardi” disse il Priore Tommaso ad Altea “mi parlerete di quella ferita riportata da lord Guisgard durante il vostro viaggio, milady.”
Poi entrarono nello studio del pittore.
“Parlare a me?” Stupito l'artista. “In verità non ho molto tempo. E poi non capisco cosa vogliate chiedermi.”
“Non temete...” fece il religioso “... solo parlarvi del vostro lavoro...” guardandosi intorno, dove erano esposte varie tele dell'artista, che perlopiù raffiguravano nudi.
“Avanti, vi ascolto.” Disse il pittore.
“Abbiamo saputo” fissandolo il Priore “che stavate dipingendo la sera in cui è morto l'Arciduca.”
“Probabile, io dipingo sempre.” Con indifferenza il pittore. “Sono sempre molto ispirato.”
“Si, immagino, visto i modelli che amate dipingere.” Sarcastico il religioso.
“Cosa intendete dire?”
“Nulla di che.” Sorridendo il Priore. “Possiamo vedere l'opera che avete dipinto quella sera?”
“Quale sera?” Per poi voltarsi verso Altea. “Milady, sareste una superba modella. Volete farmi l'onore di posare per me? Posso raffigurarvi come più preferite. Ditemi... volete apparire come una musa? Una ninfa? O addirittura una dea?” Sorridendo e senza curarsi più del religioso.
Sembrava non esserci nessuno, così mi avvicinai sempre più.
Le imposte erano chiuse, esattamente come le avevo lasciate io, non c'erano cavalli, panni stesi, provviste, niente indicava che qualcuno si fosse appropriato della mia casa.
Sospirai di sollievo, e mi avvicinai alla porta, quasi tremando.
Ma prima che potessi sfiorare la chiave, per entrare, un rumore mi fece girare di scatto, e impugnare la pistola.
Non c'era nessuno. Magari era solo un animale, pensai, scrutando comunque la campagna con sospetto.
Poi, però, per un brevissimo istante lo sentii: il suono dell'ocarina.
Era più di quanto il mio cuore potesse sopportare.
E allora caddi a terra a capo chino, scossa dai singhiozzi.
Cosa sei venuta a cercare Clio? Conforto? Rifugio? Risposte?
Oppure sei qui in cerca di fantasmi?
Rialzai la testa, e la casetta sembrava troneggiare di fronte a me.
"Io l'ho sentita davvero..." sussurrai pianissimo, a me stessa, quasi a voler fermare quella voce accusatoria che cercava solo di proteggermi, o forse di confondermi.
Presi un profondo respiro e mi alzai, asciugando appena le lacrime con un lembo del mantello, quel tanto che bastava per permettermi di vedere chiaramente.
"Io l'ho sentita davvero.." sussurrai, più convinta, guardandomi attorno.
Lanciai una rapida occhiata alla casetta, ma poi non entrai, mi incamminai tremante nella direzione di quel rumore, senza riuscire a trattenere le lacrime.
Guisgard
10-02-2015, 03.16.03
La campagna, sterminata, inquieta era tutt'intorno, come avesse occhi e coscienza per guardare, per giudicare, per condannare.
L'aria gelida aveva come pulito l'aria, rischiarandola, quasi impreziosendola di un mistico odore di infinito.
E tutto ciò conferiva un'indefinita suggestione a quella sinistra distesa, ammutolita dai misteri e dai fantasmi della notte che sembravano rincorrersi e confondersi nell'oscurità opprimente che dominava su ogni cosa.
Clio avanzava verso quest'immensità, mentre la natura circostante pareva chinarsi in torno a lei per proteggerla, nasconderla, o forse solo per inghiottirla, rapirla dal mondo dei vivi e condurla in quello dei morti.
Poi il verso di una civetta.
Lo scintillio delle stelle, lo splendore del firmamento e l'etera bellezza della pallida Luna.
E poi silenzio.
Sovrano, opprimente, immenso.
Come se avesse coperto ogni cosa.
Come se il dominio delle ombre dominasse ovunque.
Clio avanzava in quel nulla, senza più sentire niente che non siano stati suoni e versi della campagna.
Di quell'ocarina più nulla.
Poi ad un tratto una luce pallida e lontana.
Più avanzavo in quella distesa incantata e surreale, più mi chiedevo se quel suono non l'avessi davvero immaginato.
Era stato solo un secondo, infondo, magari dettato dalla indisponente speranza che ogni tanto veniva a turbare il mio dolore.
Doveva essere così, pensavo, devo averla immaginata.
Eppure continuavo a camminare, quasi rapita da quel paesaggio tanto inquietante eppure affascinante.
Sorrisi al verso della civetta, chinando appena il capo, per poi alzare lo sguardo ad osservare la luna.
Quel nobile animale ci univa anche se per motivi completamente diversi.
Ma forse non era poi una strana coincidenza, avevo imparato che nulla lo era.
Quando ormai ero quasi sul punto di tornare indietro, vidi una luce, in lontananza.
Il cuore iniziò a battere sempre più forte.
Ma dovevo essere prudente, e non permettere ai miei sentimenti di sopraffarmi.
Ero sola nella campagna, potevano sempre essere nemici.
Però mi avvicinai, seppur circospetta e nascosta, a quella luce.
Guisgard
10-02-2015, 03.42.00
Clio, prudente come un animale che fiuta il cibo, eppure restio a scoprirsi per non mostrarsi ad eventuali predatori, si avvicinò a quella luce soffusa.
Infine giunse ad un irregolare pianoro erboso, dove una sagoma si ergeva quasi come fosse un limite, un confine da non valicare.
Ed avvicinandosi ancora, la ragazza svelò la natura di quella sagoma.
Era un rudimentale edificio in pietra, ammantato d'edera sui fianchi e nascosto da querce e pini che trovavano nutrimenti per le loro radici negli interstizi del terreno, oscillanti alla fredda aria della notte come le piume dell'elmo di un guerriero addormentato, quasi conferendo una velata nobiltà a quello scenario che incuteva una certa paura.
Il tronco di un giovane e robusto noce, spogliato dei rami, con un pezzo di legno legato di traverso, era piantato sulla porta dell'abitazione, come rudimentale simbolo della Santa Croce.
Poco distante, sulla destra, sgorgava dalle rocce un piccolo flusso d'acqua purissima che si raccoglieva in una vasca di legno piantata nel terreno.
Era chiaro che si trattava di una casa adibita a cappella e l'ingresso di questo edificio di culto era posto sotto un basso arco di pietra, decorato con numerosi bassorilievi, quali spesso appaiono nell'antica architettura Longobarda.
Poco dopo il cielo cominciò a schiarirsi, mostrando le fattezze di quel luogo.
Ormai albeggiava.
http://www.ntacalabria.it/wp-content/uploads/2014/10/Antica-chiesetta_Giuseppe-FIlice.jpg
Mi guardai intorno, curiosa e prudente allo stesso tempo, finché quella particolare e antica costruzione non si mostrò.
Era di una bellezza singolare, pietra e natura che si intrecciavano perfettamente, creando una strana armonia.
Doveva essere una piccola cappellina longobarda, pensai, avvicinandomi un poco di più.
Eppure non sembrava esserci nessuno. Dunque veniva da lì quella luce?
E il suono dell'ocarina? Anche quel suono proveniva da quella piccola chiesetta?
Non indugiai oltre, e mi avvicinai alla costruzione, cercando di capire se potessi entrare, e se ci fosse qualcuno.
Ma ormai albeggiava, dunque non avevo molto tempo, però, ormai ero li, dovevo tentare, dovevo sapere.
Guisgard
10-02-2015, 04.02.49
Clio si avvicinò alla cappella, con ormai il favore delle prime luci del giorno nascente.
E sulla porta di legno che faceva da ingresso a quel Sacro Luogo, la ragazza vide una scritta incisa sul legno:
“In questo luogo remoto, lontano dagli occhi del mondo, crebbe dalla giovinezza alla vecchiaia un venerabile eremita.
Il muschio era il suo giaciglio, una grotta la sua umile cella, bacche e frutti il suo semplice cibo, la fonte pura la sua rigenerante bevanda.
E qui, lontano dagli uomini, trascorreva i giorni e le notti in compagnia del Signore.
Glorificarlo era il suo dovere, pregarlo il suo bisogno.”
E appena Clio terminò di leggere quelle parole, ad un tratto udì miagolare.
Ed un gattino apparve sulle antiche murature della cappellina, restando poi a fissarla.
Altea
10-02-2015, 15.30.07
Se il dottore era sicuro di sè e rispose tranquillamente, il pittore tradiva nervosismo e fingeva...si sapeva benissimo ciò che intendeva il Priore Tommaso..paura di qualcuno o vi era qualcosa che lo turbava? Si rivolse di nuovo a me...e annuii al pittore parlando al priore sottovoce.."Mi farò ritrarre..sta cercando di sviare e non capisco il motivo..forse col disegno in cui mi ritrarrà, ci darà un indizio..ci penso io, mentre dipinge voi potete fare domande..questi artisti si rilassano mentre lavorano".
"Cosa potrei essere? Una ninfa...si...del bosco e osserva nascosta il suo amato mortale, intento a suonare malinconicamente..e poi si spaventa..il suo amato viene predato dalla morte ed ella andrebbe fino all' Ade per riportarlo nel regno dei vivi".
Mi misi davanti a lui.."Sono curiosa in che contesto e dove mi ritrarrete..magari potrei entrare nel quadro che l' Arciduca vi chiese quella nefasta notte della sua morte".
Ormai l'alba illuminava la radura, e potevo vedere bene quella porticina di legno con una scritta sopra, mi avvicinai e la lessi attentamente.
Dunque poteva essere stato quell'eremita a suonare l'ocarina, eppure l'iscrizione parlava al passato.
Un miagolio catturò la mia attenzione, e sorrisi nell'osservare il gattino che mi guardava.
"Ma ciao bello..." sorridendo.
Dovevo tornare indietro, ma ormai ero lì, e decisi di avvicinarmi.
"C'è nessuno?" chiesi titubante.
Guisgard
10-02-2015, 18.37.00
“Oh, dimenticate quel quadro e l'Arciduca...” disse sorridendo il pittore ad Altea “... io l'ho già fatto. Infatti neanche rammento più cosa facevo quella sera. Piuttosto, pensiamo a voi... si, come una ninfa... ma io ritraggo solo donne nude, per liberarle della fuliggine della realtà, del grigiore quotidiano, lasciando che sia la loro bellezza a riempire di impulsi lo scenario circostante...” accarezzandole i lunghi capelli chiari “... lì c'è un camerino in cui potrete spogliarvi, milady...”
elisabeth
10-02-2015, 18.39.45
Fortunatamente c'era tanta buona gente a servizio al castello...la maggior parte di loro erano bisognosi a cui avevo dato asilo......ma era un momento particolare sia politico che religioso....e la fedeltà molto spesso veniva compromessa ...anche per un pezzo di pane in piu'.....come biasimarli.......Guardai negli occhi il Bardo...era un uomo maturo di bell'aspetto....." perdonatemi se le domande che ho rivolto alla mia dama di compagnia vi sono sembrate in'opportune....ma per proteggere la propria gente bisogna conoscere chi si ospita...anche se la menzogna puo' rendere credibile qualsiasi verità.......ma non credo che sia il vostro caso....io mi chiamo Elisabeth e sono la Signora che vive in questo castello.......ma non temete....sono molto piu' povera di Voi..Taliesin......sono felice che vi siate riscaldato..faro' in modo che abbiate un luogo dove riposare...sarete stanco...?..."......Sapevo che De Gur...con la sua ostilità non mi avrebbe reso le cose semplici.....ma dovevo aver Fede...dovevo credere che la persona che avevo sposato......non era l'animale di qualche momento prima....gli occhi mi bruciarono e per istinto passai la mano su di essi......non era conveniente farsi vedere debole davanti alla servitu'...." Tilde...credo di essermi presa un malanno....portatemi del latte caldo col miele.......così accompagnero' il Bardo nella sua stanza...."...rimasi per un attimo aspettando il latte a guardare il fuoco......e a rimpiangere i giorni migliori
Altea
10-02-2015, 18.41.22
Rimasi sbigottita e guardai il Priore.."Mah...e voi permettereste io stia nuda davanti a un uomo di Chiesa? Oppure davanti a voi..l'ho già fatto a Suession per un pazzo dicendomi il quadro era proprio per il defunto Arciduca...usate la fantasia..immaginatemi con un velo" e fissai il Priore Tommaso cercando un consiglio.."Voi che ne pensate? Devo accettare o meno? E poi vedo a Corte avete dimenticato presto sir Guisgard..ma non penso abbiate dimenticato che sia morto davanti a voi..ci basta solo questo".
Guisgard
10-02-2015, 18.45.12
“Andatevene, chiunque voi siate.” Disse all'improvviso una voce in risposta alle parole di Clio. “E non disturbate oltre le orazioni di questo servo di Dio.” Era una voce rauca, profonda e severa che giungeva dall'interno della cappella. “Qui non troverete nulla che non abbiate già adocchiato o predato in queste mute terre. Ho cibo che nemmeno un mendicante dividerebbe con me e persino un cane disprezzerebbe il mio umile giaciglio. Riprendete dunque la vostra strada e che il Cielo vi aiuti.”
Guisgard
10-02-2015, 18.51.50
Tilde annuì a quelle parole di Elisabeth e le portò una tazza di latte caldo.
“Oh, non incomodatevi per me, madama...” Taliesin alla signora del castello “... il fuoco di questo braciere ed il sapore del cibo offertomi è molto più di quanto io sia abituato ad avere e troppo rispetto a ciò che avevo la presunzione di chiedere. Andrà benissimo per me riposare in questo confortevole angolo. Sarà un buon giaciglio per le mie membra oziose ed un degno pagliericcio in cui adagiare la mia mente stanca.” La fissò. “Piuttosto voi, se mi è consentito, credo abbisogniate di riposo, signora.”
Restai interdetta a quelle dure parole.
"Perdonate se ho osato disturbarvi.." gentilmente "Mi era solo parso di sentire il suono di un'ocarina, e mi chiedevo se provenisse da qui.." con un'infinita tristezza "Buonagiornata..." lanciando un'ultima occhiata alla casetta, e un sorriso al micio.
Mi voltai, per tornare sui miei passi. Dovevo raggiungere il mio cavallo e tornare in città, ancora più triste di quando ero partita.
Ma d'altronde, che mi aspettavo?
Guisgard
10-02-2015, 19.08.53
“Massì...” disse il pittore ad Altea “... se siete così pudica allora, per voi, farò un'eccezione...” sorrise, prendendo poi un velo bianco e trasparente, intriso di un esotico profumo “... indossate questo... oltre a ritrarvi giocherò ad immaginare le vostre nudità...” guardandola tutta, da capo a piedi “... e dimenticate il duca morto. E' così avvilente parlare dei morti.”
“Figliolo...” intervenne il Priore Tommaso “... forse non avete capito che è caldamente richiesta una vostra risposta. E vi consiglio di aiutarci, altrimenti domani a quest'ora vi farò porre le medesime domande da un inquisitore domenicano. E non certo qui, nel vostro studio così lascivamente arredato, ma in un'austera aula di un convento famoso per aver visto i roghi di molti eretici e di tante streghe.”
“Inquisitore?” Ripetè turbato l'artista. “Convento? Eretici? Streghe? Ma cosa volete da me?”
“La verità.” Sentenziò il religioso. “Diteci cosa facevate la sera in cui il duca è morto. Adesso.”
“Va bene...” sbuffò il pittore “... quella sera ero a ritrarre una donna...”
“Dove?” Chiese il Priore.
“Qui, naturalmente.”
“Chi era la donna?”
“Non credo sia il caso...”
“Volete dirmelo in confessione forse?” Sarcastico il religioso.
“Va bene...” seccato l'artista “... era la moglie di messer Aleandro, figlio del padrone della locanda... capirete che la gente potrebbe malignare se sapesse... si, insomma, che lei posava nuda... non tutti comprendono l'arte...”
“Voi compreso.” Disse il Priore. “Andate avanti.”
“Beh, io stavo dipingendo e guardavo fuori...” spiegò l'artista “... infatti la modella impersonava una ninfa ed io volevo collocarla nella campagna che si vede da qui...”
Il Priore allora si avvicinò alla finestra e guardò fuori.
“Ebbene, notaste qualcosa di strano?” Chiese il religioso.
“No, nulla, ero preso dalla mia arte.” Rispose il pittore.
“Sicuro?”
“Certo.” Annuì l'artista. “Fatta eccezione, forse, per un verso... un latrato, o qualcosa di simile... ma ovviamente non me ne curai... queste campagne sono piene di cani randagi...”
Il Priore si voltò di scatto e restò a guardarlo, per poi spostare lo sguardo su Altea.
Guisgard
10-02-2015, 19.12.46
Clio si voltò e tornò indietro, verso il suo cavallo.
Ma mentre si allontanava dalla cappella, passando accanto alla vasca di legno piena d'acqua, la ragazza vide nel riflesso di una delle piccole finestre dell'Edificio Sacro una figura che spostando una tendina restò a fissarla.
elisabeth
10-02-2015, 19.15.03
" Grazie Tilde...sei gentile...."....mi sedetti per terra su una pietra accanto al camino..era calda e confortevole......." Nulla e' troppo per nessuno Taliesin....abbiamo tutti bisogno di conforto...fosse anche solo una parola......."...sorseggiavo il latte...e lo guardavo...ero stanca..aveva ragione....una notte senza dormire.....e una giornata di amarezza......." leggete il volto della gente ?.....e' stata una notte e una giornata piena di sgradevoli sorprese.........e sono veramente stanca.....tanto stanca...."...non so cosa successe...sapevo solo che scivolai addormentandomi......il problema fu...che il capo cadde sulla pietra...e il sonno divento' profondo.....
Altea
10-02-2015, 19.16.55
Mi mise addosso un velo bianco con un forte profumo esotico di pessimo gusto..ma chi aveva indossato quel velo prima di me?
Ovviamente il Priore senza tentennamenti e davanti al mio stupore prese in mano le redini della situazione...e a furia di minacciare il pittore di essere considerato eretico lo fece parlare.
Alla fine io e Priore Tommaso ci guardammo senza parole..leggermente balbettai.."Quindi voi non eravate fuori col Duca e nemmeno la donna in questione c'entra con questa faccenda? Avete sentito urlare un uomo pure o solo un latrato, vi era gente fuori?" e osservai il Priore.."Dicono non vi sono tracce di ferite su Guisgard...almeno..parlano di uno spavento ma io lo conosco, certo non si sarebbe fatto prendere dal panico da un animale..".
Stavo per andarmene, camminando più piano di quanto avrei dovuto.
Ma poi vidi, riflesso in una vasca d'acqua, che qualcuno da quella chiesina mi stava fissando.
Così mi voltai, e fissai a mia volta quella figura.
Guisgard
10-02-2015, 19.37.52
La campagna, ancestrale, profonda, misteriosa.
I suoi silenzi, il suo vuoto.
Quel vuoto angosciante e pulsante, come se fosse vivo ed abitato.
Elisabeth era in una radura, circondata in lontananza da alte e frondose querce, quasi a formare un mistico anello protettivo.
Davanti a lei un primordiale altare sacrificale, in cui la donna aveva lasciato bruciare arbusti secchi, mischiati a resine ambrate ed aromatizzate.
Poi la nebbia si dileguò, come spazzata via dal freddo vento della Terra.
Comparve la Luna, bellissima ed incantata, poi ad una ad una le stelle del cielo ed infine si iniziò ad udire un canto.
Dall'oscurità allora prese forma una figura.
Alta e robusta, dal passo austero e intrisa di una velata fierezza, quasi forse peccato ostentare quel suo misterioso lignaggio.
“Nulla” disse la spettrale figura ad Elisabeth “è peggiore dell'oblio. La morte stessa, nel suo muto pallore, ne esce avvilita. I morti non hanno voce, se non lamenti. E quei lamenti non li ode nessuno. Banchettano nella mia casa e infangano il mio talamo. Li maledico, ma sono io stesso maledetto.” Avanzò ancora e con un cenno della mano tradì quasi la volontà di rivelare altro alla donna.
Ma poi il canto del gallo lo fece fermare.
“E' ora” sentenziò “e devo andare.” Si voltò e svanì nel buio della notte, lasciando dietro di sé solo il canto di una civetta.
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Elisabeth si svegliò.
Era stato un sogno.
La donna era in camera sua, nel suo letto.
Guisgard
10-02-2015, 19.46.33
“No, nessun grido di uomini.” Disse il pittore ad Altea. “Solo quel latrato.”
“Voglio vedere l'opera che avete dipinto quella notte.” Il Priore all'artista.
“Mi spiace, io non mostro mai le mie opere.”
“Volete farlo domani davanti al Santo Uffizio?” Fissandolo il religioso. “Sapete, c'è la teoria, che io condivido, secondo cui le opere rivelano la natura dei loro autori.”
“E va bene...” seccato il pittore.
Aprì un baule e tirò fuori due tele simili.
“Ecco...” dandole al Priore “... sono due perchè stavo ideando una nuova tecnica... una tela l'ho dipinta stando qui” indicando la sua posizione “davanti alla finestra e guardando fuori... l'altra invece riflessa in quello specchio...”
“Ottimo.” Fece il Priore. “Due immagini della stessa scena, ma da prospettive diverse.” Prendendo le due tele. “Le riavrete presto.”
“Un momento...” mormorò l'artista “... cosa volete farne? C'è ritratta la moglie di messere Aleandro nuda...”
“Non temete, nessuno oltre noi le vedrà.” Assicurò il religioso. “Venite, milady.” Ad Altea.
“Quando vi potrò ritrarre, milady?” Domandò il pittore alla dama.
“Mai.” Fissandolo il religioso. “Anzi, vi consiglio di cambiare soggetti.”
E prendendo Altea per mano lasciarono lo studio del pittore.
Guisgard
10-02-2015, 19.48.16
Clio si voltò di scatto e riuscì appena ad intravedere quella figura alla finestra.
Le parve essere quella di un uomo anziano, dalla lunga barba bianca.
Ma le tende si richiusero subito.
“Beh...” disse ancora quella voce dall'interno della cappella “... siete ancora qui? Perchè seguitate a seccarmi? Per causa vostra sono stato già costretto ad interrompere un Pater, un'Ave Maria ed un Credo, che io, uomo di Fede e mortali peccati, devo recitare ogni giorno prima di Mezzogiorno. Ma perchè una ragazza vaga da sola in queste lande? Forse in attesa del suo amante? Ritornate a casa vostra o vi perderete sulla via del peccato.” Con tono perentorio.
Altea
10-02-2015, 19.53.47
Nessun urlo...se fosse stato attaccato avrebbe chiesto aiuto, ma se non sbagliavo Guisgard fu trovato nel salone.
Con i soliti metodi convincenti, che iniziavano a piacermi, il Priore ebbe i due dipinti...strano...due prospettive diverse..e la donna del figlio del locandiere perchè era tanto importante..sembrava il pittore la proteggesse.
Ma non ebbi tempo di finire di pensare e risi alle parole verso il pittore sul fatto di ritrarmi ed uscimmo.."Priore Tommaso...siete un uomo davvero arguto ed eccezionale e più severo di mio padre..presto torniamo nella mia camera per vedere questi dipinti...o volete uscire e confrontarlo col paesaggio?".
Mi fidavo di lui..forse eravamo sulla strada giusta.
elisabeth
10-02-2015, 20.09.35
In un sonno senza fine dove il battito del cuore segna i ritmi di un passo che segna il cerchio misterioso....dove si aprono le forze della notte ....immaginarie figure di morte prendono vita....ed alte...e forti in uno spaccato di sogno...Mi parla.....no ho timore di lui......non so dove sono.....no..non e' vero so dove sono......nel Regno degli Dei.......Non avevo ancora perso...il dono dell'ascoltare la voce dell'Oracolo........
Il canto di una civetta...mi riporto'...al giorno che nasceva.......
Una forte emozione mi pervase....avevo ancora tutto il mio potere.......la Dea Diana non mi aveva abbandonata.....
https://encrypted-tbn3.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcSSm_gt6bsYVoZi4Np7MufgIluhC0qJp 1rlGftPLPYEkSSXL6dr
Eronel mio letto....un gran mal di testa ..mi aveva dato un lieve capogiro.......ma trovai la forza di chiedere....." Chi c'e' con me.....".....Avevo gli occhi spalancati...ma non vedevo assolutamente nulla....ero terrorizzata.......
https://encrypted-tbn2.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcS8wOnCyAi8QrbFNqeJICVtfcYN0Y8GQ YTWYSMIF78Z96JfI9sJqw
Galgan
11-02-2015, 00.35.25
Invero, non era più il tempo del discorrere pacato o delle metafore e dei giri di parole, era il tempo dell'agire, il tempo di Nostro Signore, il tempo del manifestarsi della Sua giusta ira.
Lo avevo invocato, e forse Lui, benedetto il Suo Nome, aveva risposto al mio disperato richiamo.......A dispetto delle ragioni che guidavano chi mi circondava, conoscevo le mie, e quelle sarebbero state il mio faro, la mia guida, e la mia spada........La Sua Spada.......
Chiusi gli occhi, e presi a recitare sommessamente:
-Ero nudo, e mi avete vestito,
ero affamato, e mi avete nutrito,
malato, e mi avete curato,
prigioniero, e siete venuti a trovarmi.
Chiunque avrà fatto questo ad almeno uno dei miei fratelli più piccoli, l'avrà fatto a me-
Aprii gli occhi, e continuai a recitare;
-Ero nudo, e non mi avete vestito,
ero affamato, e non mi avete nutrito,
malato, e non mi avete curato,
prigioniero, e non siete venuti a trovarmi.
Chiunque avrà mancato in questo modo ad almeno uno dei miei fratelli più piccoli, avrà mancato direttamente a me-
Tutto mi parve chiaro, tutto era chiaro, la croce tornava ad essere spada, ed ovviamente la Via dei Giusti era quella dal cammino più insidioso; ma così doveva essere, perché questo è il destino di un cavaliere.....Ringraziai Dio per questo, poi mi rivolsi ai due messeri;
-Ci sono mani sporche di sangue, del sangue di uno di questi fratelli più piccoli, Giustizia vuole che queste mani si presentino al cospetto di Dio, per essere giudicate.
Quando sarà il momento, la mia spada vi aiuterà a cacciare i mercanti dal Tempio-
Scossi la testa.
"Gli uomini di Fede dovrebbero imparare la gentilezza, allora..." Seccata dal tono di quell'uomo.
Mi riavviai per la mia strada, così da ritrovare il mio cavallo e tornare in città.
Guisgard
11-02-2015, 01.33.07
Clio tornò sui suoi passi e lasciò quel luogo.
Allora, dopo che la ragazza era andata via, la porta della cappella si aprì ed una figura austera uscì fuori.
Il gattino saltò fra le sue braccia e quella cominciò ad accarezzarlo.
“Si, vieni, ti darò da mangiare...” disse l'uomo al micio “... dici che quella ragazza ha udito qualcosa?” Il gattino di strusciò contro la manica dell'uomo. “Magari, invece, era davvero ad attendere solo il suo amante...” alzò gli occhi al cielo “... vieni, meglio rientrare... l'aria è fredda...” e rientrò col gattino nella cappella.
Clio, intanto, era tornata col suo cavallo in città.
E l'abitato cittadino si era ormai destato, con le sue botteghe, le strade discretamente affollate e un soffuso mormorio nell'aria.
Anche la locanda in cui la ragazza alloggiava con Azable e gli altri era già attiva, col suo forno acceso ed il comignolo del camino fumante.
Mi lasciai alle spalle quella cappella, vagamente infastidita dall'atteggiamento di quell'uomo.
Tornai rapida in città, in modo che nessuno notasse la mia assenza.
Era il giorno in cui sarebbe iniziata la recita, dopotutto, dovevano essere tutti in fermento.
Entrai nella locanda e cercai Yanes: Azable aveva detto che a noi spettava il compito di indagare le forze armate di Capomaza, dopotutto.
Guisgard
11-02-2015, 01.46.03
Tornata nella locanda, Clio trovò seduti attorno ad un tavolo Morice, Riccado, Samondo e Yanes.
“Buongiorno.” Disse Morice, vedendola entrare. “Già sveglia? Amate le levatacce?” Ridendo piano. “Venite a fare colazione con noi.” Guardò Riccado. “Gli altri tarderanno ancora?”
“Erano nella camera di lord Azable.” Spiegò Riccado. “Immagino scenderanno insieme, magari più tardi.”
“Noi allora cominceremo la nostra parte.” Fece Morice. “I compiti ci sono stati assegnati, dunque attendere oltre è inutile.”
Sorrisi appena, in realtà non avevo chiuso occhio quella notte, ma non era certo una novità.
Annuii agli uomini e mi sedetti con loro a fare colazione, in attesa degli altri.
"Direi che avete ragione.." sorridendo a Morice "Abbiamo già avuto le istruzioni dopotutto..".
Mi voltai verso Yanes "Avete già un'idea su come cominciare?" sorridendo.
Non avevo specificato ad Azable quanto conoscessi Capomazda, ed era bene che rimanesse un segreto, dovevo continuare ad essere solo una combattente esperta di armi e nulla più.
Guisgard
11-02-2015, 02.13.40
“Direi di cominciare con un bel giro verso il palazzo.” Disse Yanes a Clio. “Ho sentito che lì hanno messo in vendita molti cimeli appartenuti ai Taddei. Così potremmo cominciare a dare un'occhiata.”
Annuii a Yanes.
"Mi sembra un'ottima idea.." alzandomi "Vogliamo andare?".
Il Palazzo..
Non l'avevo ancora visto dal mio arrivo a Capomazda, se la visita alla casetta era stata così dolorosa anche se non ero nemmeno entrata, il Palazzo non sarebbe stato da meno.
Stavano già mettendo in vendita dei cimeli dei Taddei, mi chiesi se avrei riconosciuto qualcosa che gli apparteneva.
Era una situazione davvero triste, ed ero sempre più contenta di non aver accettato di diventare la guardia del corpo di chi stava facendo tutto questo.
Guisgard
11-02-2015, 02.36.40
Terminata la colazione, Clio e Yanes lasciarono la locanda, diretti verso il Palazzo dei Taddei.
Il mattino si era ormai levato in un terso splendore e la città era animata da un vivace via vai.
Poco dopo, la ragazza ed il militare arrivarono presso il palazzo.
Era questa una costruzione imponente, situata a Nord della città.
Alte e possenti mura racchiudevano la parte nobile, che si articolava in numerosi recinti intorno ad un lungo cortile, con robusti bastioni a scandirne il corso, terminando con pesanti muri a scarpa che correvano lungo il basamento delle fortificazioni turrite e merlate.
La monumentale costruzione aveva due grandi varchi.
Il principale ingresso era la grandiosa Porta dei Leoni, così chiamata perchè un tempo figuravano qui due colossali statue leonine con scudi, a guardia della dimora Taddeide.
Yanes osservò con attenzione il tutto e poi fece segno a Clio di seguirlo.
Si avvicinarono così alla postazione di guardia, dove si trovavano due sentinelle.
“Salute a voi...” disse Yanos “... siamo mercanti d'armi... abbiamo saputo che sono stati messi in vendita importanti e nobili cimeli. Dove si possono avere informazioni in merito?”
“Avete la licenza mercantile?” Chiese una delle guardie.
“Certo, eccola...” mostrando il documento Yanes.
I militari controllarono il tutto e poi dissero ai due falsi mercanti di attendere.
Ma proprio in quel momento, mentre Clio e Yanes attendevano, la ragazza udì una voce.
Un uomo, grosso e forzuto, portava sulle spalle due pesanti casse di frutta.
Gridava alla gente in strada di lasciarlo passare e dal tono Clio subito lo riconobbe.
Era Ammone.
Il mio sguardo impassibile non lasciava trasparire il profondo turbamento che mi attraversava osservando quei luoghi.
Sembrava tutto come allora, anche se sapevo bene che non era così, eppure le botteghe, la gente per le strade, potevo essere tranquillamente diretta al mercato in vista della cena.
E ogni volta che andavo in città, passavo dal Palazzo, alzavo lo sguardo, come una semplice ragazza, e mi chiedevo dove fosse, cosa stesse facendo, a volte speravo persino di vederlo.
Ero entrata poche volte a corte, di solito di nascosto, eppure non potevo dimenticare la magnificenza che vi regnava.
Possibile che fosse ancora come allora? Che potesse splendere e vivere senza di lui?
Respirai profondamente, guardandomi intorno.
Ci avvicinammo ad una guardia, e Yanes mostrò le nostre credenziali.
Dunque stavano davvero vendendo i cimeli dei Taddei? Che tristezza...
Ma proprio mentre ci stavano facendo aspettare udii una voce, chiara, inconfondibile.
"Ma non mi dire.." mormorai, sorridendo. Avevo pensato tanto a loro in questi anni, li avevo evitati perché come Capomazda mi ricordavano i mesi in cui eravamo stati felici, ma ora ero lieta di rivederlo: Ammone!
La guardia si faceva attendere, così alzai gli occhi su Yanes.
"Mi perdonate solo un istante?" sorridendo "Sarò di ritorno tra un minuto..".
Così mi voltai di pochi passi e raggiunsi quell'uomo.
"Ammone.." chiamai piano, sfiorandogli appena il braccio per essere sicura che mi vedesse, alzando gli occhi su di lui.
Era da tanto tempo che non incontravo qualcuno che sapesse esattamente chi ero, mi chiesi se lui riuscisse a leggere il dolore e la profonda malinconia che il mio sguardo nascondeva al mondo intero.
Ma non riuscii a dire altro, sapevo che a volte le parole potevano risultare insulse, scontate, di circostanza. Mi limitai a sorridere guardandolo negli occhi, per la prima volta dopo tanti anni, senza la maschera di ghiaccio che portavo quotidianamente.
Guisgard
11-02-2015, 02.57.13
“Credo che per adesso” disse il Priore Tommaso ad Altea “ sarà più utile esaminare queste tele. Avremo tempo poi per confrontarle col paesaggio che raffigurano.”
Andarono nella camera della dama de Bastian e qui il religioso mise a confronto le due tele.
“Come artista” mormorò “il nostro pittore non è certo un granché... direi che i suoi lavori sono più acquerelli che opere d'arte... comunque, fortunatamente a noi non interessa la sua discutibile arte, ma l'idea che ha avuto nel fare queste due tele... egli infatti ci ha fornito la medesima immagine, ma da due prospettive diverse...” guardò Altea e sorrise “... in pratica abbiamo la possibilità di realizzare una visione tridimensionale...” prese la sua borsa e da essa estrasse due grosse lenti “... gli animali erbivori hanno gli occhi posti lateralmente sulla faccia, in modo da poter avere una visione ampia di ciò che circonda loro e riconoscendo con più facilità la presenza di eventuali pericoli... ma questa visione risulta piatta, in quanto manca ad essa profondità e prospettiva... i predatori, invece, come l'uomo, hanno gli occhi posti in maniera frontale, riuscendo così a percepire una visione più profonda e dunque tridimensionale... sapete come funziona la vista umana? Riassumendo, diciamo che ciascuno occhio percepisce l'immagine, leggermente differente, che fissiamo, inviandola al cervello che la elabora e praticamente le sovrappone, rinviandole poi agli occhi... e proprio le due immagini sovrapposte danno una visione tridimensionale...” annuì “... e noi cercheremo di riprodurre questo straordinario fenomeno, osservando le due tele che ci forniranno due prospettive differenti della medesima scena... basta solo avere qualche piccola accortezza...” il dotto religioso spiegò tutto ciò con una naturalezza disarmante, per poi affiancare le due tele “... in pratica metteremo la tela dipinta per prima, cioè quella con la vista dalla finestra, a sinistra, in modo che proprio l'occhio sinistro la veda e l'altra tela, dipinta successivamente, si vede infatti l'imbrunire sulla campagna a differenza della prima, a destra, facendo sì che a vederla sia l'occhio di destra... allineeremo ogni tratto, come se fossero in successione... ed infine le osserveremo con queste due lenti... una a sinistra e un'altra a destra...”
Così, lui ed Altea cominciarono ad osservare le due tele attraverso le due lenti.
E nell'osservale, Altea notò uno strano particolare sulla tela di destra, ossia quella che raffigurava la campagna all'imbrunire.
Qualcosa di informe in lontananza, simile ad una sagoma scura.
Intanto anche il Priore continuava a guardare le due tele.
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Guisgard
11-02-2015, 03.25.46
Ad udire la voce di Clio, Ammone si voltò di scatto verso di lei.
Il suo sguardo cupo, allora, sembrò scalfirsi, quasi intenerirsi.
I suoi lineamenti marcati parvero rasserenarsi per un istante.
“Clio...” disse piano, in un mormorio.
Il suo aspetto era quello rude e selvaggio di sempre, con quella sua tunica attillata, ricavata da pelle conciata ed ora consumata in più parti.
Fissò a lungo la ragazza e finalmente accennò un vago e goffo sorriso, illuminando quei suoi piccoli e stretti occhi scuri.
Lasciò cadere a terre le due casse di frutta ed abbracciò stretta la piratessa.
Guisgard
11-02-2015, 03.31.10
A quelle parole di Galgan, i due uomini si scambiarono una lunga occhiata compiaciuta.
“Bene...” disse annuendo uno di quelli “... Dio ve ne renderà merito, cavaliere... ed anche il ducato... e forse l'intero regno.”
“Qui però non possiamo dirvi altro...” fece l'altro “... ormai è mattino e la città ha troppi occhi e troppe orecchie... ci vedremo stasera, verso il crepuscolo... al vecchio Casello... ci troverete lì ad attendervi, sir Galgan... a quell'ora potremo parlare tranquillamente di tutto, senza correre il rischio di essere visti ed ascoltati... e vi riveleremo ogni cosa... a più tardi...” ed uscirono dalla locanda.
Guisgard
11-02-2015, 03.35.17
Elisabeth si svegliò, ma l'inquietudine di quel sogno, la sua spettrale atmosfera ed il senso di angoscia che aveva lasciato nel suo cuore non sembravano volerla lasciare.
Per alcuni istanti i suoi occhi, pur essendo aperti, sembravano incapaci di riconoscere la luce.
Qualcuno entrò nella stanza e si avvicinò al letto.
“Milady...” disse una voce “... milady, state bene? Mi sembrate strana...” era Tilde “... milady...”
Poi di colpo gli occhi di Elisabeth cominciarono a mostrarle immagini sempre più definite.
E finalmente la donna tornò a vederci chiaramente, riconoscendo la sua dama di compagnia accanto al letto.
Era davvero lui, con lo sguardo rude e il portamento che non era da meno, eppure mi riconobbe, e io sorrisi ancor di più quando mormorò il mio nome.
E poi quell'abbraccio, inaspettato ma forte e sincero.
Abbracciai a mia volta l'omone, e qualche lacrima ribelle mi scese sul viso.
Non potevo rischiare che Yanes sospettasse qualcosa, ma niente mi impediva di incontrare un vecchio amico, a maggior ragione che ero un mercenario e potevo conoscere gente proveniente da ogni ducato possibile.
Per quanto ne sapevo, poteva avermi seguito e origliare.
Ma sapevo che Ammone era un tipo sveglio.
"Ho soltanto un minuto, purtroppo.. sto lavorando.." alzando gli occhi su di lui "Sono appena arrivata in città.. io.." abbassando la voce "Non ce l'ho fatta a restare.. Vi ho pensato tanto..." sussurrai, alzando gli occhi su di lui.
"Come stai? E gli altri?" con un debole sorriso "E il piccolo Cid, hai sue notizie? Ancora ricordo come era stato bravo a difendere il tesoro del Capitano, ricordi?" cambiando totalmente sguardo, che divenne serio, nonostante il torno scherzoso "E sarei pronta a giurare che se quel tesoro fosse in pericolo non esiterebbe a difenderlo.. un po' come tutti noi.." restando seria ancora per un momento "Ma un tesoro perduto e maledetto si difende da solo, no?" ridendo.
"Mi fermerò in città per un po', e credo di poter avere una serata libera, specie se sul tardi, vorrei davvero vederci con calma.. così ci racconteremo le nostre avventure.. Troppe cose sono cambiate in questa triste terra..." con un sorriso triste.
Guisgard
11-02-2015, 03.53.00
“Sono rimasto io solo qui...” disse Ammone a Clio “... gli altri non li vedo da un bel po', fatta eccezione per Miseria ed Afiel che so occupati a lavorare presso due botteghe... Cid... Cid non l'ho più visto... sono cambiate tante cose ed io mi guadagno da vivere caricando e scaricando frutta...” per poi chinarsi e raccogliere il tutto.
Ad un tratto Yanes chiamò Clio, facendole segno di raggiungerlo.
“Se vuoi” mormorò l'omone “stasera sarò nella locanda del Bivio... lì ormai passo da solo le mie sere...”
Altea
11-02-2015, 15.40.23
"Eh già, non si può dire il nostro pittore farà carriera ma sembra ingegnoso" e mi misi ad ascoltare attentamente la spiegazione del Priore, lo ammiravo...intelligente, argusto ed istruito.
Presi la lente e iniziai a guardare il pannello di destra, quello che rappresentava l'imbrunire..la stanchezza era molta..non avevamo dormito e mangiato e il tempo era volato..ma non mi pesava, avrei sopportato ben altro per lui.
Ad un tratto mi accorsi di una sagoma non definita e scura proprio sul lato che rappresentava l' imbrunire, il cuore accellerò il battito.."Priore Tommaso..guardate..qui...una sagoma scura" e mi avvicinai con la lente per ingrandirla facendo spazio pure al priore.
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Sospirai a quelle parole di Ammone, scuotendo appena la testa sconsolata.
Già, molte cose erano cambiate, e non in meglio.
Ma Yanes mi chiamò e io mi voltai per poi annuire.
Sorrisi ad Ammone, sfiorandogli il braccio "Stasera al Bivio, ci sarò...." Annuendo "Non sai quanto mi fa piacere averti rivisto... devo proprio andare..".
Mi voltai e raggiunsi in fretta Yanes.
"Eccomi, scusa... Un vecchio amico che ha deciso di cambiare vita.." Con un sorriso nostalgico "Visto il mestiere che faccio è raro rivedere qualcuno.." Mormorai "Ci fanno entrare? Ti seguo..".
Guisgard
11-02-2015, 18.29.05
“Già, il vostro mestiere...” Yanes a Clio “... mi chiedo perchè una bella ragazza come voi l'abbia scelto... ma immagino una domanda così sciocca e scontata siano stati in tanti a farvela... venite...” cambiando discorso “... le sentinelle ci faranno entrare...”
Ma i due falsi mercanti, tornati davanti alla Porta dei Leoni, furono invece condotti in un'altra zona, dove sorgeva una caserma.
Qui furono poi portati in un piccolo ufficio, dove stava ad attenderli un ufficiale.
“Prego, sedetevi pure...” questi ai due “... sono il comandante De Gur... mi è stato riferito che siete interessati ad acquistare cimeli appartenuti ai Taddei... posso chiedervi chi siete precisamente e quale genere di reperto Taddeide vi interessa di più?”
Sorrisi a Yanes e annuii "È una lunga storia..." Mormorai, per poi seguirlo.
Mi guardavo intorno come una ragazza che non ha mai visto tanta magnificenza, mentre in realtà ricordi lontani si affollavano nella mia mente.
Ci condussero in una caserma, alla presenza niente meno che di De Gur, che ci chiese a cosa eravamo interessati.
"Armi, per lo più..." Gaiamente "Cerimoniali magari, oppure particolari, con una storia da raccontare.. Ci occupiamo per lo più di armi particolari, uniche... I nostri clienti infatti non sono solo abili guerrieri, ma spesso collezionisti...".
Guisgard
11-02-2015, 18.47.49
“Capisco...” disse De Gur a quelle parole di Clio “... si, comprendo benissimo... ma, vedete, temo di dover rifiutare ogni genere di trattativa... infatti questo ducato, compresi naturalmente tutti i suoi beni, sia mobili che immobili, sono sotto l'amministrazione giuridica della Chiesa. Dunque è Sua Grazia il vescovo che dispone del possesso, in rappresentanza del Santo Padre, di tutto ciò che è appartenuto ai Taddei. Ecco perchè, come potete ben capire, nessuno è in grado di poter decidere riguardo i cimeli di cui domandate.”
“Abbiamo saputo” fece Yanes "che invece erano in vendita i beni appartenuti ai Taddei...”
“Dicerie, immagino.” Rispose De Gur. “Si sono dette e scritte molte cose, sicuramente troppe, dopo la fine della dinastia Taddeide. Mi spiace che abbiate fatto un viaggio inutile.” Suonò un campanellino e subito entrò un soldato.
“Accompagna questi mercanti all'uscita.” Ordinò l'ufficiale.
“Si, signore.” Annuì il soldato, per poi far cenno a Clio e Yanes di seguirlo.
Guisgard
11-02-2015, 18.55.50
Il Priore Tommaso subito fissò il punto sulla tela indicato da Altea.
“Già, è vero...” disse osservando quella indefinita particolarità “... e non appare sull'altra tela...” analizzando l'altro dipinto “... ciò significa che poche ore prima dell'imbrunire, quando cioè il pittore ha dipinto il primo paesaggio, questa strana forma non c'era...” prese un'altra lente dalla sua borsa, stavolta d'ingrandimento, per studiare meglio quel particolare “... naturalmente non ci troviamo davanti ad un'immagine perfetta, ma solo all'interpretazione del pittore circa quel paesaggio... ma ciò è comunque curioso... cosa può essere questa strana forma?” Alzò lo sguardo pensieroso. “Boezio soleva dire che, davanti ad un oggetto misterioso, la cosa più semplice da fare è, non tanto cercare di definirlo ma piuttosto scartare tutto quello che non può essere. Dunque...” confrontando le due tele “... di certo non è un albero, né una pietra e neanche niente di eretto dall'uomo, come pozzi, muri ecc... non apparendo sulla tela precedente non può essere dunque un oggetto fisso... e neanche un cane, direi, viste le dimensioni... ad occhio scarterei anche una mucca, un toro o un cavallo, dato che la campagna circostante il palazzo è adibita a coltura e non utilizzata per il pascolo...” poi sgranò gli occhi “... interessante... avete notato, milady? Non produce ombra... infatti il pittore ha dipinto la Luna ed anche accennato alle ombre che il suo alone genera... ma stranamente il nostro oggetto misterioso pare non avere ombra... curioso, vero? Cosa a questo mondo non produce ombra? Niente, naturalmente. L'ombra è un fenomeno fisico e alle leggi naturali nessuna creatura di questo mondo può sottrarsi...”
https://unalucciola.files.wordpress.com/2013/03/203.jpg?w=820&h=312&crop=1
Altea
11-02-2015, 19.03.08
Ascoltai le parole del Priore e poi presi la sua lente di ingrandimento.."Un mistero..avete ragione..o è una ombra di qualcosa nascosto magari dietro a un albero, cespuglio o roccia...o mica vorremmo pensare che sia..qualcosa non di questo mondo terreno? Come narrò quel mendicante sere fa che l' Austero fu attratto da qualcosa dalla campagna che lo uccise..e poi il mio sogno dove qualcuno mi seguiva e con voce diabolica chiamava il nome dell' Arciduca? Forse dobbiamo aspettare le tenebre ed andare in quella zona".
Entrò Petronilla improvvisamente a darci la colazione ma la fermai.."Petronilla scusatemi..quello scrigno che vi ho fatto portare al diacono..non vi ho mai chiesto..voi sapete chi lo ha portato..solo voi avete accesso alle mie stanze e poi il defunto Duca..e quando lo avete visto la prima volta?".
Guisgard
11-02-2015, 19.11.06
“No...” disse Petronilla ad Altea “... fu un servitore a portarlo a me ed io poi lo portai qui.” Ed uscì.
Intanto il Priore Tommaso continuava a fissare le due tele.
“Avete avuto un'ottima intuizione, milady...” mormorò il religioso “... potrebbe essere proprio un'ombra... ma di cosa? Forse qualcosa posta ad una certa distanza, che poi la distorsione della visuale chiara al pittore ha così raffigurato sulla tela... si, potrebbe darsi... comunque avete ragione, sarà opportuno uscire e andare noi stessi a controllare la campagna dipinta dal pittore...”
Altea
11-02-2015, 19.15.29
La risposta di Petronilla mi turbò e se ne andò con indifferenza.
Offrii al Priore il the e dei biscotti.."Quando pensate possiamo recarci? Stasera o volete ora..?Avete sentito la mia dama di compagnia..il ciondolo che mi hanno dato e avete voi per studiarlo..è stato un servitore a portarlo qui..e da parte di chi? E nemmeno un biglietto..se fosse stato un dono, non vi sarebbero stati problemi per l'interessato o interessata farsi avanti".
Guisgard
11-02-2015, 19.24.55
“Già, curiosa faccenda questa del ciondolo...” disse il Priore Tommaso ad Altea “... ma voi vedete un possibile legame con la nostra indagine? Ritenete che in qualche modo possa essere collegata con la morte dell'Arciduca?” Pensieroso. “Quanto alla nostra uscita in campagna... direi che il momento migliore sia verso il tramonto... infatti è in quei frangenti che le ombre si allungano sul terreno, rendendo più evidenti possibili anomalie sul territorio... naturalmente non andremo sul posto. Almeno non subito. Infatti stando sul posto sarà complicato cercare qualcosa che è riconoscibile, ammesso ci sia ancora, solo da una certa distanza e da una sensibile altezza. Per questo studieremo la campagna dall'alto, magari da una delle torri del palazzo, per riprodurre la visuale del pittore e solo quando riscontreremo di nuovo quel misterioso oggetto usciremo per vederlo da vicino.”
Altea
11-02-2015, 19.33.09
"Non saprei proprio se quel ciondolo abbia a vedere con l'indagine...forse no..ma rimane un mistero ugualmente...il simbolo..le parole..quelle parole..come se qualcuno volesse celarmi da occhi e cuori infimi o chissà cosa...e poi se significasse un legame coi Taddei e Suession? La civetta...sicuramente apparteneva ad un taddeide. Certo è ci ha fatto conoscere e voi ora siete qui " e sorrisi.."Ditemi, è mia intenzione prendere possesso della camera di Lord Guisgard e i suoi oggetti..pagherei pure..come posso fare?"
Guisgard
11-02-2015, 19.41.18
“Sicuramente cela qualcosa quel ciondolo...” disse il Priore Tommaso ad Altea “... solo anche per il momento in cui l'avete ricevuto, ossia in questi turbolenti tempi qui a Capomazda... potrebbe nascondere tante cose... magari, chissà, un messaggio in codice... se c'è qualcosa che qui non manca è il mistero...” sorrise appena “... ma avremo modo di occuparcene poi... per adesso cerchiamo di chiarire cosa poteva essere quell'oggetto sulla tela...” fissò la dama “... è complicato acquistare cimeli Taddeidi... ufficialmente spetta a Sua Grazia il vescovo deciderne la vendita, ma credo che i due nobili che si contendono il ducato farebbero di tutto affinchè quei cimeli svanissero per sempre da Capomazda...”
Altea
11-02-2015, 19.48.26
"E' diventato il Palazzo dei Misteri...la Chiesa..speriamo allora rimangano in mano del Clero ma io ho sentito voci i nuovi signorotti volevano venderli i cimeli dei Taddei per questo volevo anticiparmi..magari potreste intervenire con Sua Grazia e chiedere almeno di custodire la camera di Guisgard? Ve ne sarei grata".
Finii il the e posai la tazzina sul vassoio.."Prossima mossa? Volete andare ora sulla torre? O una cavalcata lungo la campagna per vedere e conoscere le zone? Vi sono rimaste tante persone legate al Duca laggiù..ci accoglievano con ciò che potevano..mi prenderete per pazza..ma io penso il Duca non sia morto..vi è qualcosa sotto..ho una strana sensazione" e deglutii le lacrime sopprimendole.."Bene..ora dove mi porterete?"
elisabeth
11-02-2015, 21.06.13
Il buio....il silenzio erano solo condizioni umane..che terrorizzavano....la testa mi doleva...ma pian piano il velo dai miei occhi.....comincio' a diradarsi...e la mia camera prese forma, e la voce di Tilde mi arrivo' cristallina.....mi voltai verso lei....afferrandole la mano..." Tilde.....alle volte si ritorna bambini....e si ha paura....dell'ignoto.....ma ero in cucina...stavo parlando col Bardo..il latte...come sono arrivata sino a qui......."...la stanza era illuminata.......e il volto della mia dama di compagnia sembrava preoccupato......."Non temere....sarà stato un piccolo malore...succede, anche se l'incubo che ho avuto...mi ha stancata molto.......vai, tranquilla ..io mi preparo e vado nel mio studio...ho lasciato del lavoro da completare devo lasciare dei farmaci al convento e sono in ritardo....".......Mi alzai con una certa difficoltà.....ed uscii dalla mia stanza per scendere nel laboratorio..........avevo pero' la strana sensazione di essere seguita......mi dissi che ero solo una sciocca........il mal di testa ...mi stava opprimendo, ma una volta tra le mie piante tutto sarebbe passato.......Una volta all'interno della mia stanza...incominciai a sbriciolare alcune erbe nel mortaio...aiutandomi.......con una piccola pietra ........stavo prendendo una boccetta di alcool puro....quando sentii dei passi..." Chiunque voi siate...sarebbe meglio farvi vedere..odio pensare di essere osservata da spiriti fastidiosi......"
Dunque la Chiesa custodiva i beni dei Taddei, giuridicamente.
Ma la cosa non mi sorprendeva affatto, anzi, rendeva ancora più plausibile che Parusia, se non addirittura Mia Amata, fosse nascosta proprio all'interno di un edificio sacro.
Magari proprio la Scafatella...
Dovevo assolutamente riuscire a raggiungere quella chiesa, potevo parlarne con Ammone al Bivio, di lui ero sicura di potermi fidare.
"Un vero peccato.." con un sorriso cortese ma dispiaciuto, alzandomi "Grazie lo stesso per averci dedicato il vostro tempo, capitano.." con un leggero inchino, per poi seguire Yanes fuori da quella stanza.
Guisgard
12-02-2015, 01.41.40
Clio e Yanes furono condotti verso l'uscita della caserma.
Ma invece di portarli all'uscita attraverso il cortile, come poco prima, il soldato fece fare loro un altro percorso, che sbucò in un piccolo androne laterale.
“Ascoltate...” disse all'improvviso il soldato ai due “... forse oggi è il vostro giorno fortunato, ma badate che quel che sto per dirvi deve restare tra noi... forse c'è un modo per poter acquistare cimeli appartenuti ai Taddei...”
“Davvero?” Stupito Yanes.
Il soldato annuì.
“E da cosa dipende?” Chiese il fedele di Azable.
“Da quanto siete disposti a spendere” rispose il soldato “e soprattutto dalla garanzia che darete di lasciare quanto prima il ducato.”
“Perchè mai?” Fissandolo Yanes.
“Amico...” a bassa voce il soldato “... questa cosa, diciamo, non è del tutto legale...” sarcastico “... chiaro adesso?”
Guisgard
12-02-2015, 02.26.03
Capitolo II: Il patto delle Civette
“Sono annoverato tra quelli che scendono nella fossa, sono come morto ormai privo di forza.”
(Salmo n. 88, Preghiera dal profondo dell'angoscia)
A quelle parole di Elisabeth, una figura emerse dalla penombra della stanza.
Era Tilde.
“Perdonatemi, milady...” disse la dama di compagnia “... non volevo disturbarvi... ma è giunto un novizio dal convento, a nome dell'abate... ha chiesto di voi, dicendo che è cosa urgente... in verità ha voluto attendere che vostro marito lasciasse il castello per parlarvi...” mostrò un lieve inchino e fece entrare il novizio.
“Salute a voi, lady Elisabeth...” fece questi “... sono venuto qui per ordine dell'abate... al convento è giunto un nuovo malato... ma non è come gli altri... è pazzo... l'abate teme però per la sua incolumità... infatti il povero demente nel suo folle delirio afferma di aver veduto l'Arciduca... di averlo visto tre giorni fa... e l'abate teme che queste sue farneticazioni possano attirargli le accuse dei militari e dunque farlo finire in carcere... vi prego, venite al convento per aiutarci a nascondere quel povero pazzo...” aggiunse, fissando la bella moglie di De Gure.
http://www.universocinema.com/UC%20CRITICAS/FOTOS/N%20NAPOLEON%20Y%20YO/napoleon-et-moi-16707.jpg
Galgan
12-02-2015, 02.29.16
Osservai i miei interlocutori andarsene, poi, dopo aver lasciato una moneta di mancia sul tavolo, feci altrettanto; in quel momento, più che mai, sentivo di aver bisogno di raccoglimento.
Come molte altre volte, nella mia vita, cercai rifugio nella Casa di Dio.
http://www.cleopa.it/wp-content/uploads/2011/06/cavaliere.jpg
L'ora, troppo giovane o troppo tarda, rendeva la chiesa deserta, e non si udiva alcun suono, se non il mio sussurro, nel recitare:
-Per ogni cosa c'è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo.
C'è un tempo per nascere e un tempo per morire,
un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante.
Un tempo per uccidere e un tempo per guarire,
un tempo per demolire e un tempo per costruire.
Un tempo per piangere e un tempo per ridere,
un tempo per gemere e un tempo per ballare.
Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli,
un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci.
Un tempo per cercare e un tempo per perdere,
un tempo per serbare e un tempo per buttar via.
Un tempo per stracciare e un tempo per cucire,
un tempo per tacere e un tempo per parlare.
Un tempo per amare e un tempo per odiare,
un tempo per la guerra e un tempo per la pace-
Mi interruppi un istante, pensando che, in effetti, era probabile che il tempo di stasi andasse verso la sua giusta epifania, perché, invero, non è possibile regnare senza il favore di Dio, e questo non si può averlo senza seguirne le leggi, tantomeno ignorando i precetti del suo Santo Figlio.
Forse quello era il segno.
Forse quello era il motivo per cui, anni prima, avevo lasciato la pace dei boschi, come cavaliere mi sarei battuto, e se avessi perso la vita nel farlo, sarebbe stato un dolce decesso; l'importante era il Disegno, e trovai molto rinfrancante il constatare che, alla fine, la Provvidenza ha sempre l'occhio fisso sui fati degli uomini.
- Che vantaggio ha chi si dà da fare con fatica?
Ho considerato l'occupazione che Dio ha dato agli uomini, perché si occupino in essa. Egli ha fatto bella ogni cosa a suo tempo, ma egli ha messo la nozione dell'eternità nel loro cuore, senza però che gli uomini possano capire l'opera compiuta da Dio dal principio alla fine. Ho concluso che non c'è nulla di meglio per essi, che godere e agire bene nella loro vita; ma che un uomo mangi, beva e goda del suo lavoro è un dono di Dio. Riconosco che qualunque cosa Dio fa è immutabile; non c'è nulla da aggiungere, nulla da togliere. Dio agisce così perché si abbia timore di lui. Ciò che è, già è stato; ciò che sarà, già è; Dio ricerca ciò che è già passato.
Ma ho anche notato che sotto il sole al posto del diritto c'è l'iniquità e al posto della giustizia c'è l'empietà. Ho pensato: Dio giudicherà il giusto e l'empio, perché c'è un tempo per ogni cosa e per ogni azione. Poi riguardo ai figli dell'uomo mi son detto: Dio vuol provarli e mostrare che essi di per sé sono come bestie. Infatti la sorte degli uomini e quella delle bestie è la stessa; come muoiono queste muoiono quelli; c'è un solo soffio vitale per tutti. Non esiste superiorità dell'uomo rispetto alle bestie, perché tutto è vanità. Tutti sono diretti verso la medesima dimora:
tutto è venuto dalla polvere
e tutto ritorna nella polvere.
Chi sa se il soffio vitale dell'uomo salga in alto e se quello della bestia scenda in basso nella terra? Mi sono accorto che nulla c'è di meglio per l'uomo che godere delle sue opere, perché questa è la sua sorte. Chi potrà infatti condurlo a vedere ciò che avverrà dopo di lui?-
Il mio sussurro si interruppe nuovamente, perché un nuovo pensiero andava formandosi;
"Le nostre opere, mio Signore, quelle possono darci uno squarcio nel futuro!
Se agiamo nel Tuo Nome, quello che facciamo può mostrarci quello che sarà dopo di noi"
Mi sovvenne Mosè, che non ebbe la possibilità di giungere alla Terra Promessa, ma che ebbe modo di contemplarla, ed ogni dubbio, se ne avevo avuti in precedenza, si dissipò come neve al sole.
Mi accorsi, con un sorriso, che le mie mani avevano preso a tremare;
impazienza, ardore, la foga di un guerriero consapevole che presto si batterà, ed è felice di farlo.
-Grazie, Signore-
La mia voce si elevò con un tono più alto, mentre mi alzavo e rinfoderavo la spada, usata fino a quel momento a guisa di croce.
Ora, occorreva solo aspettare il suono dei Sacri Corni.
Guisgard
12-02-2015, 02.33.23
“Non temete, milady...” disse il Priore Tommaso ad Altea “... il Clero custodisce i cimeli dei Taddei e di certo i signorotti non sono così folli da rischiare di venderli.” Fissò la dama con un'espressione indagatrice. “Milady, posso comprendere il vostro stato d'animo. Da ciò che ho capito, voi e l'Arciduca eravate molto legati e questo, credo di poter dire, causa in voi stati d'animo forti, sensazioni di certo poco razionali, impedendovi di essere lucida e distaccata. Purtroppo l'Arciduca è morto. Un medico ha firmato il trattato che documenta il decesso ed un'intera corte era presente al suo funerale. E poi non dimenticate che la sua tomba è ben visibile nel cimitero poco distante da questo palazzo.” Prese la sua borsa. “Venite, andremo prima sulla torre. E in base a ciò che vedremo decideremo se e quando raggiungere poi la campagna.”
I due allora salirono fino in cima alla torre Nord del palazzo, da cui era ben visibile la campagna così come era stata dipinta dal pittore.
E una volta in cima, il dotto religioso prese un cannocchiale particolare con cui iniziò a scrutare il paesaggio davanti a sé.
“Questo cannocchiale” mormorò “è di origine Araba. Quel popolo ha infatti vissuto un progresso non indifferente dopo la sua conversione all'Islam, raggiungendo picchi culturali e tecnologici che sotto molti aspetti stupirono e meravigliarono l'Occidente medioevale.” Osservò la campagna con attenzione. “Possiede lenti colorate che consentono di rilevare tracce ed anomalie in ciò che si sta guardando.” Si fermò di colpo, indugiando col cannocchiale in un punto preciso. “Ecco, ho individuato il punto in cui era apparso l'oggetto misterioso riportato sulla tela... e naturalmente non c'è più. E ciò potrebbe anche essere normale, visto poteva trattarsi di un'ombra. Ma almeno abbiamo inquadrato il punto in cui era apparso... adesso non ci resta che andare in campagna e controllare... l'oggetto misterioso era apparso non distante da quel pozzo...” indicando ad Altea il punto preciso.
Guisgard
12-02-2015, 02.51.07
Galgan, dopo quel momento di profonda ed assoluta preghiera, nella vaga e mistica penombra della navata vide muoversi qualcosa.
Una sagoma che si avvicinava lentamente verso di lui.
Poi, raggiungendo l'alone di alcune candele che bruciavano davanti alla statua dell'Arcangelo Michele, finalmente il volto della sagoma fu visibile al cavaliere eremita.
Era un giovane uomo, dall'aria mite, ma sveglia.
“Forse non è un caso” disse con rispetto “se vi incontro qui, in questo Santo Luogo, proprio davanti all'Arcangelo Michele.” Mostrò un inchino. “Permettete che mi presenti a voi... mi chiamo Lucas ed in verità sono un aspirante apprendista.” Sorrise. “Con la speranza, un giorno, di passare al grado successivo e dunque imparare dal mio maestro.” Annuì. “Vedete, cavaliere, sono in cerca di un impiego, ma non essendo aristocratico non posso aspirare in un tutore di cavalleria e cortesia, come invece spetta ai rampolli dell'alta nobiltà. Per questo, se voglio guadagnarmi da vivere onestamente e imparare la nobile arte della cavalleria, non posso che augurarmi di trovare un benevolo maestro, quale di certo voi siete, che mi prenda come apprendista. Vi assicuro” con aria gaia “che non mangio più del necessario e non mi faccio spaventare dal lavoro duro.”
Galgan
12-02-2015, 14.32.59
Quell'incontro mi sorprese, forse riuscì persino a sconvolgermi.
Quel giovane, Lucas, riusciva a mostrare di essere tutto quello che io, in gioventù, avevo evitato accuratamente di essere; si rivolgeva a me con cortesia e rispetto, dove io avrei usato baldanza, aveva un sorriso timido e candido, proprio come il mio era arrogante e pungente.......E si trovava assieme al me stesso dell'età matura, all'interno della Casa di Dio, in un'ora audace.....Alla sua età, le mie mete erano ben altre.
Lo fissai, socchiudendo lievemente gli occhi.
Mi parve quasi ironico il fatto che, un giovane che pareva tanto a modo volesse prendere a modello proprio me; con le basi già solide che sembrava possedere, sarebbe sicuramente stato un uomo molto pio, alla mia età!
Eppure, ancora una volta, le leggi degli uomini andavano a stridere con quelle di Dio; l'uomo si arrogava il diritto di scegliere la nobiltà attraverso i natali, forse che Davide non fu scelto direttamente dall'Onnipotente mentre stava pascendo le sue greggi?
Dio non si schierò sempre con gli umili?
Cristo, il Re dei re, non visse sempre una vita umile?
Eppure, l'uomo pareva divertirsi a stravolgere le Leggi Divine, nonostante fosse chiaro che fosse "più facile per un cammello passare dalla cruna di un ago, che per un ricco entrare nel Regno dei Cieli".
Osservai il giovane, osservando me stesso.
Io, di nobile lignaggio, fui estremamente indegno dell'investitura che mi fu concessa, mentre quel giovane mi parve, con i suoi umili natali, estremamente più meritevole.
Avanzai di un passo, e gli posai una mano sulla spalla:
-Ragazzo, Lucas, invero non devi affliggerti, perché la vera nobiltà è quella che ci viene dal cielo, e non quella d'umana stirpe-
Capii che anche quello era un segno, quindi, annuendo, proseguii;
-Sarò il tuo maestro, nel difficile cammino che ti appresti a compiere, ma ricorda sempre che se i tuoi ideali saranno saldi e pura la tua anima, la tua spada sarà sempre vittoriosa, i natali sono ininfluenti.
Sappi solo che, il periodo nel quale ti appresti ad iniziare questo cammino, è tremendamente delicato, e non so per quanto ancora vi sarà ordine piuttosto che caos-
Gli feci la domanda, pur in cuor mio conoscendo la risposta;
-Sei realmente convinto di voler cominciare?-
Altea
12-02-2015, 15.38.18
Alle parole del Priore ammutolii..ma riflettevo perchè tutti mi facevano una colpa del dolore che provavo..forse se avessi avuto una fede nuziale al dito sarei stata rispettata come vedova e tutti avrebbero capito il dolore di quella separazione improvvisa quanto irrazionale.
Seguii il Priore Tommaso e fummo sulla torre Nord, da lassù la vista della campagna era larga e chiara e il vento lambiva la terra col suo freddo e mi strinsi nello scialle.."Si, ho studiato molto delle scoperte e cultura araba e ora posso vedere un autentico cannocchiale Arabo, non vi fate mancare nulla...siete una persona in gamba e credetemi, pochi sono meritevoli della mia fiducia e voi siete tra coloro che l'hanno conquistata dal primo giorno vi ho visto".
Presi pure io il cannocchiale e guardai il punto indicato dal Priore Tommaso, infatti non si vedeva nulla, era meglio andare in quel posto vicino al pozzo.
Tornammo nel corridoio e mi aprii nuovamente con lui.."Io..non ho presenziato al funerale di Guisgard e non ho mai voluto vedere la sua tomba anche se ogni giorno prego per la sua anima..perchè...voglio ricordarlo per come era, ma voi forse potete aiutarmi e dopo essere andati in campagna mi potete accompagnare alla sua tomba..gli porterò dei fiori semplici di campo..ma voi vi fidate di ciò che ha scritto il dottore? Abbiamo appurato..che l' Arciduca non può aver contratto la malaria o altra malattia sulla Santa Caterina, che non aveva ferite gravi..e pensa a uno spavento e io non sono convinta di questa ipotesi..forse mi sbaglierò ma nulla è detto..Priore Tommaso..l'Arciduca era o è uomo di idee ed imprese impossibili, d' altronde quando tutti cercavano il mostro che poi diventò una nave volante qualcuno avrebbe mai detto che il capitano che sparava su Capomazda fosse proprio il vero erede taddeide?".
Ci trovammo in giardino.."Bene..possiamo andare..prendiamo dei cavalli o preferite a piedi? Io amo camminare" e sorrisi al Priore.
elisabeth
12-02-2015, 17.53.36
https://encrypted-tbn1.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcQmQhDpeArJN-9zn3N7OUdFUUWc6QiRxyXDo7Xa_piOw1e8Z0tpXA
Tilde....era giovane ma riusciva a comprendere anche le cose che sembravano invisibili a gli altri......" Ti ringrazio Tilde....la tua discrezione mi e' molto cara......fate accomodare il Frate...".......Il giovane Frate mi espose il problema .....mentre si guardava in giro......."....un folle....doveva essere il periodo dei folli De Gur era uno di quelli........" L'Abate.....mi devo scusare con lui, mi aspettava già da qualche giorno per alcune medicine....ma alle volte gli imprevisti....ti tolgono il fiato....quindi mi stavate dicendo che al convento c'e' una persona che da' di matto......e si...se pensa di avere visto l'Arciduca....rischierebbe molto di piu' di qualche notte al fresco....purtroppo si rischia la vita caro frate......se volete..potete farmi compagnia , il tempo che riempio alcune boccette e andremo al convento....passeremo dalle porte secondarie......e' meglio lasciare tutti con le loro tranquille farneticazioni.....ci sono molti piu' pazzi di quel che pensate..."...risi...e gli offri' della frutta secca.......De Gur mi avrebbe cercata per mari e per monti....mi avrebbe trovata a pregare.....piu' casta di così....
Ascoltai il soldato e lanciai un'occhiata a Yanes.
"Beh, ci chiedete di spendere molto, e di correre dei rischi.." tornando ad osservare il soldato "Credo di poter dire che potremmo prendere in considerazione la cosa, solo se in quella collezione ci sia qualcosa per cui ne valga davvero la pena, non un'arma qualunque.. mi spiego?".
Guisgard
13-02-2015, 01.13.50
“Fra quei cimeli” disse il soldato a Clio “ci sono oggetti che hanno rappresentato la vita di diverse generazioni dei Taddei. Vedo che vi interessano le armi. Bene, allora sappiate che è possibile acquistare anche un paio di corredi cavallereschi, usati da almeno sei generazioni di Arciduchi. Corazze magnifiche, con armi di straordinaria fattura. Naturalmente il prezzo per simili oggetti sale di molto, non so se mi spiego...”
Guisgard
13-02-2015, 01.24.08
Il Priore Tommaso sorrise a quelle parole di Altea.
“Sono onorato della vostra fiducia, milady.” Disse. “Quanto all'Arciduca, perdonatemi, ma, come detto più volte, io devo confrontarmi con questa situazione facendo leva solo sulla mia razionalità, il mio intuito e le mie conoscenze. Voi, consentitemi, avevate un forte legame con lui e ciò vi pone davanti a questa storia in balia di sentimenti forti e stati d'animo animati da vistosi istinti. Non che sia un male questo, ma diciamo che io e voi in questa indagine rappresentiamo le due facce della medesima moneta. Voi siete istinto e passione, mentre io raziocinio e concretezza. Magari unendoci riusciremo a scoprire qualcosa di nuovo.” Annuì. “Direi di prendere due cavalli, così, dopo aver visitato la campagna in cerca del nostro oggetto misterioso, vi accompagnerò a visitare la tomba dell'Arciduca.”
Così, i due uscirono dal palazzo in sella a due cavalli, raggiungendo il punto preciso della campagna dipinto dall'artista.
Trovarono il pozzo che il Priore aveva fissato come punto di riferimento e cominciarono a cercare qualche possibile indizio.
E dopo un po', sul terreno reso secco dal vento freddo soffiato negli ultimi giorni su Capomazda, Altea notò qualcosa.
Era una strana ed indecifrabile impronta.
http://mysterestotalbe.y.m.f.unblog.fr/files/2009/09/mokelembembe03.jpg
Guisgard
13-02-2015, 01.36.56
Lucas ascoltò con attenzione ogni parola di Galgan.
“Cavaliere...” disse infine “... io, nonostante l'età, sono sposato e ho anche figli piccolissimi. Ma la miseria e la carestia che hanno attanagliato le mie terre, unite ai pesanti tributi imposti da lord Gvineth e lord Cimmiero per finanziare le loro ambizioni, hanno fatto sì che lasciassi le mie terre e con esse anche la mia giovane famiglia in cambio di fortuna e speranza. E l'unico modo per assicurare un degno futuro a mia moglie ed ai miei figli è quello di diventare qualcuno. Dare lustro al mio nome, in modo che mi sia assicurazione di rispetto in un mondo violento come il nostro. Come detto non potrò mai sperare di essere investito cavaliere per il mio sangue, ma posso tentare di far valere la forza che ho nel cuore. E l'unico modo è quello di diventare apprendista e scudiero di un cavaliere vero come lo siete voi, signore. Giuro su quanto ho di più caro al mondo che vi sarò fedele e leale, in cambio dei vostri insegnamenti per poter divenire, se Dio un giorno vorrà, cavaliere come lo siete voi. Prendetemi con voi e non vi pentirete, cavaliere.”
Guisgard
13-02-2015, 01.40.05
Il novizio accettò un po' di quella frutta secca offerta a lui da Elisabeth ed attese che la donna riempisse le boccette.
E mentre aspettava, il novizio si guardò più volte intorno, in quella strana stanza, colma di bottiglie e bottigliette, alambicchi, vasi per travasare e innumerevoli contenitori di vetro con erbe, funghi, muffe e polverine di vari colori.
Ad illuminare quel luogo vi erano solo poche candele tremolanti, la cui tenue luce era attraversata e velata dai fumi e dai vapori di alcune pentoline messe a bollire su un basso braciere.
“Si, avete ragione, milady...” disse il novizio ad Elisabeth “... viviamo in un mondo folle... un mondo che si getta alle spalle le Parole di Dio, che corre verso utopie e crede solo in ciò che può vedere e toccare...” mangiando un po' di quella frutta secca “... ma, perdonate la mia invadenza... non temete che qualcuno, vedendo questo luogo e ciò che in esso è conservato, possa giudicarvi in maniera non ortodossa? L'ignoranza domina proprio come la follia in questo nostro mondo. E come scriveva Alano da Lilla, se la follia è talvolta scusabile, perchè involontaria, lo stesso non può dirsi dell'ignoranza e del pregiudizio...”
Guardai l'uomo sorridendo appena, scambiando un'occhiata poi con Yanes.
"Naturalmente.. Più il pezzo è pregiato più il prezzo sale.. ma capirete anche, come vi accennavo, che un tale rischio e una tale spesa da parte nostra non possono essere finalizzati ad un pezzo insignificante.." Annuii "E che cosa sapete dirmi delle spade?" fissando con determinazione e viva curiosità il soldato.
Ecco, un altro reato a Capomazda.. Uno più, uno meno...
Altea
13-02-2015, 15.42.41
Prendemmo i cavalli, io cavalcai il mio nero cavallo Cruz e mentre ci dirigevamo verso il punto vicino al pozzo iniziai a parlare col Priore sorridendo.."Avete ragione e per fortuna non avete detto siamo come il Diavolo e l' Acqua Santa..sto scherzando..ma è vero tra noi vi è ragione ovvero voi e sentimento che sarei io..e andremo molto avanti nella nostra ricerca, ne sono certa".
Il vento freddo lambiva quella campagna ora spoglia, rabbrivvidii quando il Priore menzionò la tomba di Guisgard, ma dovevo farmi coraggio..forse almeno mi sarei rassegnata anche se lo dubitavo fortemente.."Prima di vedere la tomba dell' amato Arciduca..dovremmo andare da un pastore che abita in una casupola proprio dietro il posto dove stiamo andando, devo pagargli del formaggio e latte di pecora ha fatto pervenire all' orfanotrofio su mia richiesta..vi è un bambino..si era ammalato gravemente e ho fatto il possibile per farlo guarire e ora sta bene, e ha bisogno di nutrimento" un attimo di silenzio e mi guardavo attorno sospirando.."Si, ovviamente è pure per gli altri bambini, domani volevo proprio andare là..potete venire con me e aiutarmi a fare una colletta di soldi, la gente a Corte non conosce più la carità..e poi questo uomo era molto amico di Guisgard, so che si incontravano spesso nella sua casa per una chiacchierata, ma dopo la morte del Duca non abbiamo più parlato di questo fatto..pure lui si è chiuso in un silenzio strano".
Scendemmo da cavallo e legai Cruz al pozzo e iniziai a camminare guardandomi attorno quando sentii sotto ai piedi la terra più dura e il mio sguardo si abbassò, spalancai gli occhi..."Priore Tommaso, venite a guardare..vi è una impronta, ma di qualcosa di strano" e mi abbassai a guardarla" sembra il gelo abbia indurito il terreno e quindi ha formato come un calco". Osservavo quella impronta..cosa mai poteva essere, non sembrava umana ma nemmeno di un animale.
Galgan
13-02-2015, 16.41.59
Cavaliere.
Essere Cavaliere.
Quel titolo, quello stato dell'essere che un tempo voleva soltanto dire "soldato a cavallo", si era evoluto, sublimandosi, divenendo uno stile di vita ed una ragione per essa.
Ogni momento della nostra umana vita di cavalieri era, ed è, dedicato alla realizzazione del perfezionamento di quella parola stessa, ed ogni momento della nostra umana vita di cavalieri era, ed è, possibile soltanto in funzione delle nostre regole, dogmi e codici.
Questo era, ed è, il nostro dovere e la nostra gioia, non potrebbe essere diversamente.
Ma che significa, realmente, essere Cavaliere?
Da parte mia, venni investito per i più terreni fini, per calcoli politici, oserei dire; fu poi il destino a condurmi verso altre mete......E verso Dio.....
In questo vidi un'analogia tra me e il giovane Lucas; anche le sue motivazioni erano terrene, anche se estremamente più nobili delle mie di allora, ed anche lui si protendeva verso la Cavalleria, verso quel titolo che era sinonimo di tanto onore, ma anche di tanti doveri.
La sua difficile situazione, non lo aveva votato al malaffare, a alla disperazione, ma anzi, la sua stessa famiglia, dalla quale era stato costretto a separarsi, era diventata per lui ciò che per me erano stati la rabbia e il rancore......Un motore, una spinta, una sorta di Aiuto Celeste....
Dovetti convenire che, sotto molti aspetti, il mio novello allievo era il mio maestro, e la cosa mi strappò un mezzo sorriso.
-Bene, Lucas-
risposi al giovane,
-La tua ricerca è conclusa, sarai il mio scudiero-
elisabeth
13-02-2015, 18.03.13
Mentre annusavo le erbe rimaste a macerare qualche notte ascoltavo il novizio......lo osservavo con la coda dell' occhio tra il curioso e lo spaventato......certo per lui ero piu' una strega che una persona che avrebbe potuto aiutare un malato.,....ma l'ordine dell'Abate ...non ammetteva ne' repliche ....ne' domande a cui nessuno avrebbe mai dato risposte........" La frutta secca vi e' piaciuta...vedo che e' quasi terminata...avete fatto bene...non sapete quante proprietà ha un frutto di noce....per il bene del nostro organismo intendo.......e se vi fosse sfuggito...l'albero non lo ha inventato una donna....ma Dio.......poi abbiamo l'ortica....certo un po' fastidiosa a d incontrarla...ma vi garantisco ......che e' molto rinfrescante..il fegato vi ringrazierebbe se ne berreste un decotto.....ma non dimentichiamoci che e' Dio che ci ha regalato l' ortica...così come ogni pianta o fiore di cui faccio uso.....per pulire ferite...disinfettare bende......o aiutare le persone che vivono nel delirio....."...misi tutto in una borsa di pelle che portavo con me..ed il mantello......." Potrei essere incriminata per stregoneria........lo so...non sono una stupida......ma questa sarebbe opera dell'uomo e non di Dio.....e ora andiamo dall' Abate.....prima che quel poveretto finisca nel posto sbagliato....." uscii dal laboratorio...ed incontrai Tilde....." Se mio marito dovesse cercarmi riferisci pure che sono al convento....sa...che vado a fare visita ai reietti.....e preoccupati del Bardo a cui non deve mancare nulla...se qui dovesse avere problemi...mandalo al convento..."...l'abbracciai...e seguita dal novizio......andammo al convento....la strada non era molta......ma avvertivo ancora il malessere della discussione con De Gur......
Guisgard
13-02-2015, 18.21.44
“Le spade dei corredi di cui vi ho detto” disse il soldato a Clio “sono di ottima fattura. Tre fanno parte della prima armatura, mentre l'altra ne ha due. Si tratta di armi molto preziose, forgiate con maestria da abili armaioli di questo reame. Fidatevi, non ve ne pentirete.”
“In verità” fece Yanes “abbiamo udito molte storie sulle spade appartenute ai Taddei.”
“Storie?” Ripetè il soldato.
“Si...” annuì Yanes “... leggende... e sappiamo quanto eventuali collezionisti siano attratti da simili cose...”
“Amici miei, ascoltate...” ridendo il soldato “... i Taddei hanno da sempre circondato il loro nome ed il loro blasone di miti che li rendessero agli occhi della gente come una stirpe divina, prediletta dal Cielo e destinata a compiere in terra grandi e nobili gesta. Era tutta propaganda. Credetemi, le loro armi, pur essendo di pregevole fattura, non hanno nulla di ultraterreno.”
Guisgard
13-02-2015, 18.38.02
“Si, incontreremo quel pastore.” Disse il Priore Tommaso ad Altea. “Magari ci darà informazioni utili.”
Poi quella strana scoperta.
Il religioso si avvicinò alla dama e cominciò ad osservare con attenzione l'enigmatica orma sul terreno.
“Si...” mormorò “... decisamente una strana orma... non credo si tratti di un cane, è troppo grossa e pesante...” prese allora la sua borsa e da esse tirò fuori un sacchetto contenente una polverina bianca.
Ne versò un bel po' nell'orma e poi vi vuotò sopra una boccettina d'acqua.
“E' malta di Cipro, pressata con frammenti di pozzolana...” fece il Priore “... praticamente a presa istantanea.”
Attesero pochi minuti.
“Ecco...” il Priore sollevando con un temperino il calco solidificato dal terreno “... ora abbiamo un calco perfetto... lo faremo vedere a qualcuno che credo possa darci utili informazioni...” mettendo il prezioso calco nella sua borsa.
Ascoltai attentamente il soldato, senza dare troppo peso alle sue parole.
"Non abbiamo detto che ci crediamo, ma questo genere di cose, le leggende intendo, attirano l'attenzione... Un collezionista preferirebbe la celebre Parusia ad una spada qualsiasi, sebbene di ottima fattura, magari addirittura migliore..." Alzando gli occhi sull'uomo "Non so se mi spiego...".
Altea
13-02-2015, 18.43.56
Guardai stupita il Priore ma anche interessata a ciò che stava facendo.."Allora ho ragione quando dico siete un uomo dalle mille sorprese...è interessantissimo ciò che avete fatto..".
Guardai di nuovo l' orma e poi il calco creato dal Priore.."Eppure deve essere un animale grande..dubito un cavallo..aspetteremo i risultati..questa faccenda si fa sempre più strana...che ne dite se andiamo dal pastore, magari lui sa di qualche animale si aggira qua attorno..vedete quel fumo là dietro..ecco è la sua umile casa dove tiene pure il gregge..a meno che non vogliate ancora vedere se si trovano tracce attorno" e guardai in giro leggermente perplessa.."E cosa poteva essere allora quella ombra..se ombra era a questo punto".
Guisgard
13-02-2015, 18.48.53
Elisabeth ed il novizio, poco dopo, giunsero al convento.
Furono subito fatti entrare e poi condotti dall'abate.
Questi li ricevette nel grande refettorio, dove si trovava in compagnia di altri frati per controllare lo stato di alcuni affreschi lì conservati.
“Benvenuta, milady.” Disse l'abate alla moglie di De Gur. “Sono lieto abbiate risposto con tanta solerzia al mio appello. Prego, seguitemi.” E portò la donna in una stanza adiacente, dove poter parlare tranquilli. “Quello sfortunato è qui al convento. Purtroppo delira ed è impossibile parlare razionalmente con lui. Naturalmente non vi ho fatta chiamare per discutere con lui, visto è inutile, ma solo per somministrargli qualcosa e farlo calmare, magari per poi riposare.”
Guisgard
13-02-2015, 18.59.22
Il soldato annuì a Clio.
“Si, comprendo.” Disse “Ma nessuno vi vieta di spacciare per magiche o incantate le spade che acquisterete e che comunque sono davvero appartenute ai Taddei.”
“E della vera Parusia cosa potete dirci?” Chiese Yanes.
“E' bella, robusta, venerabile.” Rispose il soldato. “Chiunque si intenda di armi non può non apprezzarne la fattura. Ma vi assicuro che non ha nulla di magico. Excalibur e Durlindana sono favole, come tutte le spade magiche dei miti e delle leggende.”
“Dalle vostre parole però mi pare di capire che Parusia sia conservata dove può comunque essere vista...” mormorò Yanes.
“Si, è conservata qui a Capomazda, ma non a tutti è consentito di vederla.” Spiegò il soldato.
“Dove si trova di preciso?” Domandò Yanes.
“Nella Cappella dell'Immacolata.” Fissandoli il soldato. “La Cappella di Palazzo.”
Guisgard
13-02-2015, 19.06.29
“Ho già guardato un po' in giro...” disse il Priore Tommaso ad Altea “... ma sfortunatamente non vi sono più orme simili qui intorno... si saranno cancellate...” guardò il fumo che poco lontano si alzava tra gli alberi “... si, buona idea... andiamo ad incontrare il vostro pastore... prego, fate strada, milady.”
Così, i due raggiunsero la casa del pastore.
Una delle finestre era illuminata ed all'arrivo del religioso e della dama subito un cane uscì e cominciò ad abbaiare.
“Chi è là?” Affacciandosi dalla finestra il pastore. “Chi c'è?”
elisabeth
13-02-2015, 19.07.09
Il convento mi era ormai familiare......e il fatto di essere condotta nel refettorio non fu per me una sorpresa....fu invece una cosa stranissima che l'Abate....non volesse farmi vedere il malato....non aveva mai preteso da me alcun tipo di medicamento....anzi si era sempre rifiutato di toccare le mie boccette...diceva che a lui il Signore aveva dato il messale e a me le erbe....." Perdonatemi .....ma non posso darvi nulla se prima non vedo di che pazzia si tratta...sempre se di pazzia stiamo parlando.......anche perchè se fosse così pericolosa dovremmo dargli qualcosa di molto forte.....un po' come se volessimo stesse fuori dal mondo......quindi vi chiedo di farmi incontrare il poveretto...non faro' caso a cio' che dice.....".....
Guisgard
13-02-2015, 19.08.24
Lucas si illuminò a quelle parole di Galgan.
Ebbe un attimo di viva commozione e si gettò ai piedi del cavaliere eremita.
“Vi giuro, davanti a questo Sacro Luogo, che vi sarò benevolo come un fratello, devoto come il migliore fra i compagni e fedele come il più affezionato dei servitori. Non vi pentirete di avermi scelto. Grazie...” alzò il capo e lo fissò “... ditemi, cosa faremo adesso?”
Era ormai il tardo meriggio ed il crepuscolo già annunciava il suo arrivo, chiedendo licenza al giorno ormai prossimo a morire e passo alla sera non lontana dal divenire.
E si avvicinava l'appuntamento che i due uomini avevano dato a Galgan presso il luogo conosciuto a Capomazda come il Vecchio Casello.
Altea
13-02-2015, 19.11.42
Annuii e risaliti a cavallo arrivammo alla casa del pastore.
Il suo vecchio segugio abbaiava e il vecchio pastore uscì.."Messer Marion, sono Altea...non preoccupatevi, sono venuta a saldare il debito con voi e ringraziarvi di essere andato personalmente alla Casa del Bambin Gesù..possiamo entrare? Vi sono io e il mio confessore...il Priore Tommaso, potete stare tranquillo.".
Guisgard
13-02-2015, 19.17.43
“Si, forse avete ragione, posso comprendere...” disse l'abate ad Elisabeth.
Il suo sguardo era perplesso, dato che mai aveva trovato troppo ortodossi i metodi della donna, troppo legati ad antiche e pagane culture.
Tuttavia la situazione era preoccupante circa le sorti del povero demente, così, alla fine, l'abate si era convinto ad aprire alla possibilità riguardo l'utilizzo dei rimedi di Elisabeth.
Portò allora la donna in una piccola cella, dove era rinchiuso il pazzo.
“Ecco, è qui dentro quel disgraziato.” L'abate ad Elisabeth. “Fate attenzione. Non è pericoloso ma si sa, i pazzi contraddetti possono diventare furiosi.”
Aprì la porta ed entrarono, trovando un uomo vestito da contadino, con lo sguardo perso nel vuoto e l'espressione svagata.
“Hai mangiato?” Chiese l'abate al pazzo.
Ma questi non rispose.
“Madama Elisabeth è qui per aiutarti...” ancora l'abate.
Guisgard
13-02-2015, 19.24.44
Il pastore Marion salutò Altea ed il priore Tommaso.
“Prego, entrate pure in casa...” disse loro.
Così il Priore e la dama entrarono nella casa del vecchio pastore.
“Stavo preparando la cena...” fece Marion “... un po' di minestra accompagnata da formaggio fuso e pane raffermo... volete dividere con me questo pasto?”
“Vi ringraziamo.” Sorridendo il religioso. “In verità non vi disturberemo troppo.”
“Ditemi in cosa posso esservi utile.” Fissandoli il pastore.
Altea
13-02-2015, 19.28.19
Sospirai guardando la casupola in preda a vecchi ricordi e posai un sacchetto con delle monete sul tavolo.."Siete sempre così gentile...ma ora siamo di fretta, ma verrò a trovarvi un giorno tranquillamente..infatti come ha detto il Priore Tommaso..abbiamo bisogno di informazioni..messer Marion, non temete di nulla, siete in una botte di ferro..sto cercando di scoprire di più sulla morte di Guisgard..lascio la parola al Priore" e mi sedetti al tavolo.
elisabeth
13-02-2015, 19.34.27
Forse l' Abate aveva pensato se chiamarmi oppure no piu' volte quel giorno ...combattuto dalla sua grande misericordia...ma anche con uno stato politico molto delicato......" Grazie..qualsiasi cosa accadrà...non ne faro' parola con nessuno...mi conoscete per sapere che sarà così..."......fui condotta nella cella ...dove lo avevano accomodato...era un uomo non molto gracile.....il suo sguardo era perso nel vuoto......ma presi una candela e chinatami dinanzi a lui gli guardai le pupille........in verità non rispondeva alle domande dell' Abate....ma il suo sguardo era quello di chi aveva visto uno spettro.....non era pazzia....era una persona che aveva visto qualcosa che gli aveva strappato la ragione......era rannicchiato e gli presi una mano...." So che state....male....avete qualcosa che vi tormenta la mente...che non sapete spiegarvi....avete paura, ma qualsiasi cosa sia....sappiate che vi credo...e che staro' accanto a voi sino a quando ...non vorrete che anch'io atterrisca del vostro stesso tormento......"...mi sedetti accanto a lui...senza mai lasciargli andare la mano......." Padre Elia..."...rivolgendomi all'Abate....".....potete stare seduto con noi se volete...così guardate le boccette che vi ho portato....una in particolare vi interesserà sicuramente...c'e' scritto papaver somniferum....me lo avete chiesto per un vostro confratello ...se sarà necessario potremmo somministrargliene un po'......" consapevole del fatto che Frate Elia era molto sveglio...stetti a d attendere.....gli sproloqui del poveretto
Guisgard
13-02-2015, 19.52.06
“Sapere di più sulla morte dell'Arciduca...” disse il pastore ad Altea “... perchè, cosa sospettate?”
“Nulla di preciso.” Fece il Priore Tommaso. “Ma solo saperne di più. La storia ci insegna come ogni volta l'uomo si sia posto domande ha poi fatto straordinarie scoperte.” Aprì la borsa e mostrò il calco al pastore. “Secondo voi a quale animale appartiene quest'orma?”
“Dove l'avete trovata?” Stupito il pastore.
“Nella campagna.” Rispose il religioso. “Cosa ve ne sembra?”
“Non so...” osservando il calco il pastore “... non ho mai visto nulla di simile... è troppo grossa per essere di un lupo e non ha la forma di una mucca o un toro...”
“Già...” pensieroso il Priore.
“Dovreste stare attenti...” mormorò il pastore.
“A cosa?” Fissandolo il religioso.
“Non dovete sfidare la Gioia...” trasalendo il pastore.
Guisgard
13-02-2015, 19.55.23
L'abate fissò Elisabeth ed annuì.
Il pazzo, intanto, non mostrò resistenza e tenne la sua mano in quella della moglie di De Gur.
“Io...” disse poi con un improvviso filo di voce “... io... l'ho veduto... giuro che l'ho veduto davvero...”
“Non sforzarti, devi riposare.” Fece l'abate.
“Ma non dovete dirlo a nessuno...” mormorò il folle.
“Sta tranquillo, qui sei al sicuro...” tranquillizzandolo l'abate.
“Ma non è per me...” rispose il miserabile “... non ho paura per me... se lo scoprono andranno ad ucciderlo... loro vogliono il ducato e lo uccideranno se lo scoprono... ma lui è vivo... si, è vivo...”
Altea
13-02-2015, 19.58.31
Con il solito fare indagatore il priore riuscì a far parlare il timido pastore e alle ultime parole trasalii e guardai il Priore Tommaso.."La Gioia? Cosa intendete...ha sembianze umane, di un animale..perchè dite questo.." mi voltai verso il Priore "Ora so penserete la gente di campagna è legata alle superstizioni...ma sono leggende tramandate da secoli e in questa gente vi sta anche la verità...anche se io non sono credo molto ovviamente...avanti Messer Marion continuate..siamo qui per questo".
Guisgard
13-02-2015, 20.02.20
“La Gioia...” disse il pastore visibilmente spaventato “... la Gioia è il male... è una terribile maledizione col volto di ciò che più ci opprime... essa viene per i Taddei e nessuno potrà strappare loro dalla sua infernale morsa...”
Il Priore Tommaso guardò Altea con l'espressione di chi è poco convinto.
Altea
13-02-2015, 20.12.54
"Si" dissi alzandomi nervosamente dalla sedia "Ma ha già colpito i Taddei..l' Arciduca è morto..quindi...a noi non potrà farci nulla..anzi la morte di Guisgard ha già distrutto la mia vita..la notte mi torturo e non dormo, e nemmeno il giorno".
Guardai il volto del Priore ma ricordavo le parole di molte Granduchesse.."La stessa Granduchessa Consell si diceva aveva perso il sonno...ma io non temo la Gioia..io la sfiderò per avermelo portato via..può pure portare via me se vuole, e farmi stare vicino lui".
Forse era meglio andare...sapevo il Priore non avrebbe creduto a ciò che diceva Marion e non volevo ne uscisse una questione..eppure pure il pastore era rimasto attonito nel vedere quella orma..quindi era qualcosa di anomalo.
"Sta imbrunendo, forse è meglio andare...grazie messer Marion..dunque pure voi, che di esperienza e di vita vissuta ne avete alle spalle trovate questa orma anomala".
Guardai il priore col viso perplesso.."Possiamo andare Priore Tommaso se volete...so non credete alla storia della Gioia..e io ho questi fiori in mano da portare al mio Amore".
Tutti avevano una loro idea...e io sapevo solo di aver perso ciò che era fonte di Gioia per me.
elisabeth
13-02-2015, 20.13.25
Possono passare anni...senza che nessun accadimento sconvolga la vita di nessuno...poi...all'improvviso......si scatena una piccola forza dietro l' altra e coinvolge il mondo....frate Elia ...fu molto rassicurante...io non aprii bocca...e tenni la mano del pover'uomo nella mia........Mi resi conto che la faccenda era assai seria ....e quell'uomo non era pazzo....." Adesso.......dovrete dormire il vostro segreto e' al sicuro...al vostro risveglio.....Frate Elia mi fara' chiamare......."....facendolo sdraiare ....presi la boccetta e feci scivolare alcune gocce di sonnifero nella tazza di latte che era accanto al suo giaciglio...." Bevete....starete meglio "........una volta fuori dalla cella.....e lontani da altri Frati......" sappiamo entrambi di chi sta parlando...e posso dirvi che non e' un pazzo...e' solo sotto shock....la paura di aver visto un fantasma non e' nulla in confronto al fatto che potrebbero ucciderlo.......questo vuol dire che qualcuno lo protegge......quanto siete fedele all' Arciduca ?..."...certo era una domanda.....strana.....alle miei stesse orecchie.....forse io avevo paura....sentivo ancora le parole di mio marito
Ascoltai interessata le parole del soldato.
La Cappella dell'Immacolata, ma certo!
Almeno, pensai, sarebbe stato difficile per gli uomini di Azable prenderla.
Voleva dire entrare nel Palazzo di nascosto, ma non solo, anche riuscire a raggiungere la Cappella dell'Immacolata, e una volta lì, comunque, non sarebbe stato semplice, i Taddei custodivano gelosamente le proprie armi, per fortuna.
Già solo entrare nel Palazzo era complicato, certo io l'avevo fatto tempo prima, ma le cose erano cambiate.
E poi, era solo il giardino..
In ogni caso, loro non dovevano sapere.
Una fresca e luminosa luna piena illuminava il giardino del palazzo di una luce malinconica ed eterea.
Camminavo piano, leggera come un’ombra.
Forse era stato un po’ azzardato arrivare fin lì, ma infondo bastava stare attenta, e non mi avrebbe visto nessuno.
Ogni tanto mi parlava di quanto amasse passeggiare nel giardino di tanto in tanto, anche a quell’ora tarda.
Ma magari non quella sera, pensai, guardandomi attorno, infondo non sapeva del mio arrivo.
E poi la sentii, dolce e melodiosa come sempre, la sua ocarina.
Sorrisi e seguii il suono, finché non lo vidi seduto in un bellissimo angolo pieno di fiori.
Restai ad osservarlo nascosta per lunghi istanti, immerso nel suo mondo, eppure così simile al ragazzo con cui ero cresciuta.
Chissà a cosa stava pensando...
Dopo un po’, decisi di avvicinarmi, ma lui si accorse di qualcosa, perché si alzò di scatto “Chi è là?” tuonò, portando la mano all’impugnatura di Mia Amata.
Io repressi una risata, rendendomi conto che stava guardando il punto in cui ero fino ad un istante prima e non quello dove mi trovavo in quel momento.
Così, rapida e silenziosa uscii dall’ombra alle sue spalle e in un istante lo bloccai, impedendogli di estrarre davvero Mia Amata, per poi inclinare la testa di lato e posargli un lieve bacio sul collo.
“Bu!” mormorai, divertita, lasciando andare la presa.
“Clio!” esclamò, stupito, voltandosi verso di me .
Io risi “Perché, aspettavi qualcun altro? O magari qualcun’altra?” divertita.
“Non dire sciocchezze..” sorridendo “Che ci fai qui?” sorpreso.
Io abbassai lo sguardo “Posso andarmene se vuoi…” mormorai piano.
Lui scosse la testa, attirandomi a sé “Smettila di dire assurdità.. Sono felice che tu sia qui...” con voce calda e profonda e gli occhi nei miei “Resta con me..” per poi intrappolarmi in un bacio appassionato che fece scomparire tutti i miei dubbi e le mie paure circa la mia improvvisata.
Dopo lunghi istanti mi tenne comunque abbracciata.
“Come diavolo sei entrata a palazzo?” guardandomi incuriosito.
Io sorrisi, beffarda “Sono un fuorilegge, l’hai dimenticato?” alzando lo sguardo su di lui “Sono solo entrata nel giardino, su....” puntualizzai.
“Ed è così semplice?” serio.
“No che non lo è.. c’è un punto, molto lontano da qui… in cui una pietra si riesce a togliere e si crea un piccolissimo spazio in cui ho strisciato.. contento?” alzai le spalle “Posso sempre saldare nuovamente la pietra..”.
Lui scosse la testa “No, no.. mi piace l’idea che potresti capitare qui da un momento all’altro..” sorridendo.
"Attento.. Potrei sempre scalare il tuo balcone.." Divertita.
"Ma come?" Ridendo "Non lo sai che quella è la mia specialità?". Per poi farmi l'occhiolino.
Io alzai le spalle "Ma la mia Casetta non ha il balcone..".
"Vorrà dire che mi inventerò qualcosa..." Divertito lui.
"Tipo entrare dalla porta?" Risi.
Lui scosse la testa ridendo, posandomi un tenero bacio sulla testa.
“Allora non sei arrabbiato?” mormorai, con aria colpevole.
Lui sorrise “Perché dovrei? Sei qui con me..” Stringendomi ancor di più.
Io mi illuminai.
“Bada solo di tenerlo ben nascosto, intesi?” Spostandosi appena, in modo da guardarmi negli occhi.
Io annuii “Certo..”.
Lui sorrise e mi tese la mano “È una serata splendida... Ti va di fare un giro nel giardino?” guardandosi attorno, per poi attirarmi di nuovo a sé, una volta che avevo stretto la mia mano nella sua.
"Lo sai?" Mi sussurrò all'orecchio, facendomi rabbrividire "Ci sono posti davvero incantevoli, per non dire magici qui intorno, angoli segreti e incantati..." Cercando i miei occhi con i suoi "Lontano da tutti..".
Io sorrisi, avvicinandomi ancora di più "Beh, allora mostrameli..." mormorai con gli occhi ardenti e appassionati, per poi abbandonarmi ad un bacio senza tempo "Non vedo l'ora.." In un sussurro.
Lasciai che quel ricordo mi scivolasse addosso senza mostrare il dolce turbamento che aveva causato nel mio animo.
Annuii appena, vagamente delusa.
"Che peccato.." Mormorai "Mi sarebbe piaciuto molto vederla...".
Guisgard
14-02-2015, 01.46.14
Quel ricordo, dolce e malinconico, attraversò la mente ed il cuore di Clio come un soffio e volò via piano, come un velo.
“Dimenticatevi di Parusia.” Disse il soldato alla piratessa e a Yanes. “E comunque non riuscireste mai a venderla, visto che il suo valore non è mai stato stimato.”
“Vedo che siete molto informato su questo genere di cose.” Fece Yanes. “Pur essendo, diciamolo tranquillamente, roba illegale.”
“Fino a quando Capomazda non avrà un nuovo signore, concetti come legalità e Diritto saranno molto relativi.” Sorridendo il soldato.
“Ho sentito di una seconda spada, diciamo, magica, legata al nome dei Taddei.” Mormorò Yanes.
“Si, ma quella è andata perduta.” Spiegò il soldato. “Forse rubata quando l'ultimo Taddeide morì.”
“Capisco.” Annuì Yanes. “Comunque dateci del tempo per pensare e magari decideremo di acquistare uno di quei due corredi.”
“Benissimo.” Ridendo il soldato. “Ma badate che è merce rara e preziosa. Non si sa fino a quando sarà possibile acquistarla.”
“Comprendo.” Disse Yanes. “Vi daremo presto nostre notizie.”
E lasciarono il palazzo.
“Quanta corruzione...” Yanes a Clio mentre tornavano da Azable e gli altri “... vedremo cosa dirà lord Azable.”
Già, Mia Amata era andata perduta...
Continuavo a non spiegarmi quella sparizione, e sperai solo che in qualche modo fosse al sicuro.
Magari proprio alla Scafatella. Dopotutto, se Parusia era in bella vista nella Cappella dell'Immacolata, allora quell'iscrizione sulla strana spada poteva riferirsi a Mia Amata.
Dovevo assolutamente raggiungere quella chiesa, e cercare di scoprire cosa nascondesse.
Dopo le parole del soldato, io e Yanes lasciammo il palazzo.
Lungo la strada, annuii al luogotenente di Azable.
"Già, davvero impressionante.." mormorai "Speriamo solo che questa corruzione possa fare al caso nostro.. chissà cosa hanno scoperto gli altri.." mi chiesi.
Ormai il giorno lasciava il posto alla sera, e non vedevo l'ora che facesse buio per andare alla locanda del Bivio per parlare con Ammone.
Guisgard
14-02-2015, 02.12.25
Clio e Yanes tornarono alla locanda dagli altri e raccontarono loro quanto saputo.
“Beh, almeno abbiamo capito che con un po' di denaro è possibile aprire più di una porta qui...” disse Morice “... è rassicurante questo...”
“Allora” fece Azable “dobbiamo trovare il modo di entrare nella Cappella di Palazzo e prenderci la spada.”
Scesero poi al pianterreno e cenarono tutti insieme, discutendo naturalmente di quella faccenda, senza però trovare una soluzione che convincesse totalmente.
Poi ciascuno ritornò nella propria stanza per riposare.
Una volta conosciuta la situazione, Azable e gli altri cercarono di pensare ad un modo per entrare nella Cappella dell'Immacolata, ma io sapevo che non sarebbe stato facile.
Quando la cena finì, tornammo nella nostra stanza, ma io non vi restai a lungo.
Sgattaiolai fuori leggera e silenziosa come un'ombra, diretta alla locanda del Bivio. Ci ero già stata tempo prima, dunque conoscevo la strada.
Una volta giunta alla locanda, legai il cavallo ed entrai, guardandomi attorno in cerca di Ammone.
Guisgard
14-02-2015, 02.23.01
Clio raggiunse la Locanda del Bivio, trovandola vivacemente, come al solito, piena zeppa di ogni risma di individuo.
Dal mendicante in cerca di avanzi e rifiuti, ai soldati desiderosi di spendere la paga in cibo, vino e donne.
Per poi passare dai viaggiatori di passaggio, alla gente umile del posto e a qualche signorotto poco incline a tutelare il proprio nome e blasone.
E tra gli schiamazzi, le grida, le risate e gli spintoni, la ragazza notò la possente sagoma di Ammone.
L'omone se ne stava ad un tavolo, col suo solito aspetto perennemente imbronciato, a bere vino.
Sorrisi entrando alla Locanda del Bivio, felice che non fosse cambiata.
Adoravo quell'atmosfera eterogenea e disordinata, quel vociare indistinto in cui si potevano udire risate, liti, parole senza senso.
Cercare un singolo uomo in quella confusione poteva essere arduo, ma Ammone era facilmente riconoscibile.
Sorrisi appena nel vederlo.
Pagai profumatamente una bottiglia del vino di Solpacus, e mi avvicinai a lui, per poi sedermi al suo tavolo e posare la bottiglia e il mio bicchiere ancora vuoto.
"Salute, Ammone..." Con un sorriso "Dal canto mio, detesto bere da sola..." Riempiendo il mio bicchiere "Ma ormai mi capita piuttosto spesso.. Anzi, troppo spesso..." Sospirai, per poi sorridere all'omone, tenendo la bottiglia in bilico, attendendo il suo assenso per riempire anche il suo bicchiere.
"È rassicurante vedere come almeno questo posto sia rimasto lo stesso, nonostante tutto..." Mormorai, guardandomi intorno.
Guisgard
14-02-2015, 02.51.27
Ammone sorrise appena a Clio e spinse il suo bicchiere contro la bottiglia di vino portata dalla ragazza, facendole segno di riempirlo.
“Rimasto lo stesso...” disse l'omone fissando quel vino rosso “... a me tutto sembra cambiato qui... ci sono facce che non ho mai visto e persino ciò che dice e vuole la gente è diverso...” alzò i suoi piccoli e scuri occhi sulla piratessa “... ed anche io non sono più lo stesso... da guerriero, oggi sono finito a trasportare sporte di frutta... e poi... poi credo di stare perdendo anche il senno ormai...” scosse il capo e gettò un'occhiata di disprezzo a tutto ciò che li circondava “... si... una notte, di ritorno dal mercato, io... io ho come avuto l'impressione di udire... di udire la sua ocarina suonare... si, l'ho udita davvero... almeno credevo... poi sono tornato altre notti in quel luogo, con la speranza di sentirla di nuovo... ma non è più accaduto... Clio... sto diventando pazzo...” stringendo il bicchiere nella mano fino a frantumarlo.
Guisgard
14-02-2015, 03.07.19
L'abate ed Elisabeth uscirono dalla cella, dove il pazzo pareva essersi calmato.
“Vedete, in queste terre molti sono legati ai Taddei” disse il religioso alla moglie di De Gur “e a questo si unisce la superstizione che da sempre ruota attorno al loro nome. Quell'uomo ha solo creduto di vedere con gli occhi ciò che invece il suo cuore ed il suo animo possono solo sperare. Si, in un certo senso ha visto un fantasma. Un fantasma fatto di illusioni e paure.” Guardò la donna. “Mi chiedete quanto io sia fedele ai Taddei? Sono un uomo di Chiesa e la mia Fedeltà va a Dio. Ma vi risponderò dicendo che sono fedele alla memoria degli antichi signori di Capomazada come si può essere devoti ai defunti. Per questo sono adesso i Taddei.”
Chinai il capo a quelle parole di Ammone, per poi finire in un sorso il mio bicchiere di vino.
Potevo capire perfettamente quello che provava.
"Già.." mormorai "Per questo sono tornata a Miral e ho cercato la pace, o forse la morte in campi di battaglia di cui non mi importava nulla, o faccio a pugni nelle bettole e bevo fino a crollare, per non impazzire, per riuscire a dormire ogni tanto... eppure qualcosa mi ha tenuta in vita, e non saprei nemmeno spiegarlo..." scossi la testa, versandomi nuovamente da bere "Sono tornata solo per Mia Amata.." sussurrai "Ho scoperto che vogliono rubarla, lei e Parusia... l'ho saputo per caso ma sono riuscita ad infiltrarmi nella spedizione..." scossi la testa "Altrimenti non sarei mai tornata..." in un sussurro doloroso "Lo sai che mi hanno offerto il posto di guardia del corpo di quel Gvineth?" ridendo appena "A me?" scossi la testa "Roba da matti..".
Sospirai alle sue ultime parole, con lo sguardo pieno di tristezza.
"L'ho udita anche io.. ieri notte... e giuro che non me la sono immaginata, era davvero la sua ocarina.. ero andata a vedere se la mia Casetta era rimasta come allora, ma prima che potessi entrare l'ho sentita... ho provato a seguirla ma ho trovato solo una vecchissima chiesetta e un eremita scorbutico.." scossi la testa, bevendo ancora "Forse sto impazzendo pure io...".
Guisgard
14-02-2015, 03.22.39
“Parusia...” disse Ammone, togliendosi dalla mano qualche piccola scheggia di vetro rimasta nella pelle “... è rimasta solo quella... Mia Amata è sparita il giorno della sua morte... sparita con lui e come tutto il nostro mondo...” guardò Clio “... si, forse siamo pazzi tutti e due... vecchissima chiesetta? Deve essere quella in cui si è rinchiuso un venerabile eremita... conosceva bene Guisgard... il nome ora mi sfugge...” venne al tavolo la moglie del locandiere con un altro bicchiere.
“Madama, come si chiama il prete che vive da solo oltre la campagna?” Chiese Ammone.
“Chi?” Fissandolo la donna. “Don Nicola?”
“Ah, si.” Annuì l'omone. “Grazie, ora lo ricordo anche io quel nome.”
"Lo so che è sparita.. ma ci manca solo che la trovino le persone sbagliate.. e comunque lui avrebbe difeso anche Parusia.." sospirai, per poi scuotere la testa "Magari perdere totalmente il senno sarebbe una liberazione..".
Ascoltai le parole sull'eremita.
"Ah, si?" stupita "Ma se conosceva bene Guisgard avrebbe dovuto essere un po' più gentile quando gli ho detto che ero giunta lì perché avevo sentito il suono dell'ocarina.. voglio dire.. chi lo conosceva bene sapeva che era lui a suonarla.. mah, invece mi ha scacciato in malo modo e io non avevo né tempo né voglia di litigarci..." scossi la testa, versandomi nuovamente da bere.
"Don Nicola.." mormorai, pensierosa "Dici che dovrei andarci a fare una chiaccherata?".
Guisgard
14-02-2015, 03.33.48
“Dicono sia un po' burbero.” Disse Ammone a Clio. “Che ami la solitudine e che avvicinarlo non sia semplice. Ma chissà, forse avrà qualche buona parola...” buttò giù un intero bicchiere di vino di colpo “... qualche parola che ci aiuti a rassegnarci... ad andare avanti...”
"Oh, che sia burbero me ne sono accorta eccome!" ridendo appena "Andare avanti..." mormorai, osservando il fondo del bicchiere ormai quasi vuoto per l'ennesima volta "Rassegnarci..." ripetei, con voce lontana, per poi sospirare "Non so se ci riuscirò mai... Non ho nemmeno avuto il coraggio di andare al cimitero... mi è bastato vedere la casetta..." finendo quell'ultimo goccio di vino "Però mi sembra una buona idea.. se lo conosceva bene ed è così saggio.. magari davvero le sue parole ci serviranno..." constatai con disappunto che la bottiglia era ormai vuota "Ma dici che ci riceverà a quest'ora? Domattina io devo continuare la recita che ho iniziato.." sbuffai piano.
Guisgard
14-02-2015, 03.47.01
“Ed io dovrei andare a caricare frutta al mercato domattina...” disse Ammone a Clio “... ma sinceramente non mi interessa di nulla stasera... e se quel buon prete non ci riceverà stanotte, allora aspetterò fino all'alba davanti alla sua chiesa pur di parlargli...” fissò la ragazza accennando un sorriso che per un istante scalfì la sua espressione perennemente imbronciata “... cosa dici? Ci andiamo adesso?”
Mi si strinse il cuore nel vedere quel timido sorriso.
"Io ci sto!" Sorrisi ad Ammone, annuendo "Per me possiamo partire subito.. e al massimo ce ne staremo lì fuori a raccontarci vecchie storie... poi, voglio dire.. potrà anche fare il gradasso con una ragazzina sola e sperduta, ma non credo che rischierà di mettersi contro un ormone grande e grosso.. ma sicuramente vedendoci aspettare, capirà che non vogliamo derubarlo.." sorrisi appena "Io ho il cavallo qui fuori..".
E poi chissà, magari sentirò di nuovo il suono di quell'ocarina...
Guisgard
14-02-2015, 04.04.52
Clio ed Ammone terminarono il loro vino ed uscirono dalla locanda.
Presero i cavalli e galopparono rapidi verso la campagna.
L'atmosfera era cupa e silenziosa e fra gli alberi che sgorgavano tra il chiaroscuro indefinito della notte si muovevano ombre e fruscii, simili a serpi che si aggirano tra cripte dimenticate.
I due cavalcavano tra stretti sentieri, irregolari radure e pianori disseminati tra chiazze, dossi e fossati, con tutto intorno a loro che appariva come sotto l'influsso di un misterioso e remoto incanto.
Alla fine i loro cavalli giunsero davanti alla vecchia cappella, che sembrava come addormentata.
Clio infatti ricordava bene la strada per raggiungerla.
“Un posto isolato...” disse Ammone “... che facciamo ora, bussiamo?” Timidamente l'omone.
Ammone aveva ragione nel dire che tutto intorno a noi era cambiato, anche la campagna sembrava così diversa da come la ricordavo, era più fredda, più distante, quasi velata da un'inquietudine senza nome.
Raggiungemmo la cappellina, immersa in quella radura.
"Già, un posto fuori dal mondo..." mormorai, per poi sospirare alle sue parole.
"Beh, noi non possiamo aspettare fino a domattina... dobbiamo tentare... anche se non sarà facile, come minimo ci manderà al diavolo, ma magari sapendo che siamo amici di Guisgard ci ascolterà, e capirà che non siamo ladri..".
Così mi feci coraggio e bussai.
Guisgard
14-02-2015, 04.16.43
La cappella appariva come assopita e nessuno rispose.
Poi, proprio in quel momento, Ammone si accorse di qualcosa.
Un carretto infatti era fermo dietro la cappella.
“Forse il nostro prete ha delle visite...” disse l'omone.
Ad un tratto, dall'interno del Sacro Edificio, cominciarono ad udirsi delle grida.
Poi un vocio confuso.
“Ma cosa diavolo sta accadendo dentro?” Tradendo nervosismo Ammone.
Si avvicinò allora alla porta e iniziò a bussare vigorosamente.
“Chi disturba questo luogo a quest'ora?” Una voce da dietro la porta.
La stessa voce che aveva accolto Clio quando la ragazza era giunta precedentemente alla cappella.
Osservai il carretto incuriosita. Dunque non eravamo gli unici a disturbare il prete a quell'ora tarda e inopportuna.
Poi quelle grida, e vociare confuso. Quanta gente c'era in quella piccola chiesina?
Ammone si innervosì, ma riuscì a farsi rispondere, era lo stesso simpatico uomo dell'altra volta.
"Perdonata l'ora tarda, il mio nome è Clio, e lui è Ammone.." indicando l'omone anche se non poteva vederci "Cerchiamo Don Nicola..".
Lanciando uno sguardo d'intesa ad Ammone.
Guisgard
14-02-2015, 04.29.35
“E cosa” disse quella voce a Clio “cercate a quest'ora da Don Nicola? Forse non sapete che di notte si dorme? Che un anacoreta ama la solitudine e solo nel ritiro fisico e spirituale trova la completezza della sua vocazione?”
“E' una faccenda urgente...” intervenne Ammone.
“E non può attendere forse domani?” Rispose la voce. “Riguarda dunque una questione di vita o di morte?”
“Beh, no...” mormorò l'omone.
“Allora andatevene e lasciatemi alle mie mansioni.” Sbottò la voce. “Domani forse vi riceverò.”
Ma proprio in quell'istante si udirono di nuovo quelle grida come poco prima.
Grida terribili, che giungevano proprio dall'interno della cappella e che sembravano frutto di rabbia, disperazione e bestiale follia.
Ammone allora si voltò verso Clio.
Quelle grida avevano turbato anche lui.
Sapevo che non sarebbe stato facile, ma quelle grida mi inquietavano non poco.
"La notte dorme chi non è perseguitato dai fantasmi, ma non è il nostro caso.." risposi al prete.
"E non mi sembra che voi stiate dormendo.." intimai, pensando a quelle voci, per poi voltarmi verso Ammone "Ma siamo disposti ad attendere fino a domattina.. ma non ci muoveremo di qui...".
Mi avvicinai poi all'omone "Quelle grida non mi piacciono proprio per niente, non è il genere di cose che ti aspetti da una chiesa.. che dici, entriamo che ci voglia o no?" preoccupata da quelle grida terribili che non riuscivo a spiegarmi.
Guisgard
14-02-2015, 04.46.54
Ammone annuì a Clio.
“Hai ragione...” disse deciso, per poi voltarsi verso la porta della cappella.
Cominciò allora a dare duri colpi sul solido legno con cui era costruita.
Colpi che la facevano vibrare potentemente.
“Cosa volete?” Gridò la voce dall'interno. “Andatevene, vi dico!”
Ma l'omone non sembrava deciso a smettere.
Ed alla fine, finalmente, dall'interno la porta fu aperta.
Apparve allora un uomo anziano, dallo sguardo severo, l'espressione decisa ed una lunga barba bianca.
Indossava la tonaca e stava fermo sulla soglia.
In una mano stringeva una stola viola e nell'altra un Rosario.
“Perchè continuate ad importunarmi?” Fissandoli il prete.
E in quel momento, dall'interno della cappella, si udirono di nuovo quelle disumane grida.
Ammone prese in mano la situazione, e alla fine il prete ci aprì, anche se fortemente contrariato.
Potei così osservare un uomo anziano, dall'aria scorbutica, con una stola e un rosario.
"Volevamo parlare con voi..." fissandolo "Siamo membri dell'equipaggio della Santa Caterina.. vi dice niente questo?" chiesi, osservando poi la porta, quasi volessi sbriciare all'interno.
"Ma devo dire che adesso siamo più interessati a sapere che cosa stia succedendo lì dentro.. abbiamo udito delle grida disumane..".
Guisgard
14-02-2015, 05.17.57
Al nominare, da parte di Clio, la Santa Caterina, Don Nicola restò per un momento a fissare prima la ragazza, poi Ammone.
“Non mi dice nulla...” disse poi il religioso “... ed ora smettete di seccarmi.” Fece per richiudere la porta, ma lo stivale dell'omone bloccò l'uscio.
“Noi non ce ne andiamo da qui.” Sbottò Ammone.
“Fate come credete...” scuotendo il capo Don Nicola “... ma ora smettete di importunarmi ed aspettate qui.” E si voltò, scomparendo nella penombra della cappella.
E di nuovo quelle grida.
“Guardati dal prete!” Urlò una voce grottesca dall'interno. “Il prete!”
Ammone allora guardò Clio e le fece cenno di entrare con lui.
I due seguirono così il prete, giungendo in un corridoio, nel quale alcune donne recitavano i Divini Misteri del Santo Rosario.
E vi era una porta chiusa, dietro cui giungevano quelle grida disumane.
Ammone allora decise di aprirla.
E a lui e alla piratessa si mostrò una scena agghiacciante.
Una bambina di una decina d'anni, con l'espressione sfigurata dalla rabbia e le bave alla bocca, stava seduta e legata con delle corde su una sedia, con due uomini ai lati che cercavano di impedirle di farsi del male, tanto si dimenava.
E davanti a lei stava Don Nicola, col suo Rosario e la stola viola.
“Vattene, vecchio!” Gridò la piccola. “Vattene o domani notte verrò io a tormentarti!” Inveendo e bestemmiando.
Il prete allora posò la stola sulle spalle della bambina, che cominciò a gridare ancora di più.
Prese poi dell'Acqua Santa e iniziò ad ungerla, segnandola e recitando preghiere particolari.
E più recitava, più quella gridava, bestemmiava e si dimenava.
“In Nome di Cristo” il religioso, posando un Crocifisso sulla fronte della bambina “lascia questo corpo, demone! Allontanati da lei, fatta ad Immagine e Somiglianza di Dio! E' Cristo che te lo comanda! Per il Suo Santissimo Corpo! Per il Suo Preziosissimo Sangue! Per la Sua Divina Vita, Passione, Morte e Risurrezione!”
Le urla bestiali della piccola divennero ancora più spaventose, ma Don Nicola continuava col suo rituale di esorcismo.
Ed alla fine, dopo un ennesimo ed ancor più terribile grido, la bambina si accasciò e perse i sensi.
Don Nicola allora si lasciò cadere pesantemente su un basso sgabello.
“Scioglietela...” ordinò ai due uomini “... ha bisogno di riposare, povera piccola...”
Entrarono le donne che avevano recitato il Santo Rosario e subito si gettarono davanti al prete in lacrime per ringraziarlo.
“Portate a casa vostra figlia...” Don Nicola ad una di quelle donne “... fatela riposare... e mi raccomando... Domenica in chiesa...”
Quelle persone andarono via e dopo aver sorseggiato dell'acqua, il prete si ricordò di Clio e di Ammone, che erano rimasti sulla porta della stanza ad assistere a quell'esorcismo.
“Ah, siete ancora qua...” a loro il religioso “... siete davvero pedanti...” con aria seccata.
Ammone riuscì ad entrare, e lo seguii in silenzio.
La scena che ci si mostrò era raccapricciante, e spiegò perfettamente il motivo di quelle grida e dell'atteggiamento del monaco.
Finito l'esorcismo tornò da noi, sempre molto contento di vederci.
"Ve l'avevamo detto che non ce ne saremmo andati.." mormorai piano "Ma probabilmente abbiamo aspettato per niente, non siete il Don Nicola che stiamo cercando, se non avete mai sentito nominare la Santa Caterina... deduco che non conoscevate Guisgard.. perché in caso contrario ci avreste mentito, e sappiamo bene che un uomo di chiesa non può certo mentire.." sorridendo "Dunque forse faremmo meglio ad andare.." alzando gli occhi su Ammone "Abbiamo sbagliato persona, purtroppo amico mio..." tristemente "Non troveremo ciò che cerchiamo qui.." abbassando lo sguardo.
Guisgard
14-02-2015, 05.55.10
“Ciò che cercate” disse Don Nicola a Clio “non lo troverete né qui, né altrove. L'Arciduca è morto. Cercatelo piuttosto al Cimitero, tra i morti. Oppure” con tono severo “tra i fantasmi delle vostre illusioni. Ed ora andatevene.” Con fare spiccio.
Ma all'improvviso, quasi senza accorgersene, lo sguardo di Clio si posò su un oggetto posto su un basso mobiletto, seminascosto da una vecchia credenza.
Era un'ocarina.
E non una qualunque.
Era quella di Guisgard.
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Quell'uomo mi piaceva sempre meno, decisamente.
"Come siamo stati sciocchi a venire qui.." mormorai, voltandomi verso la porta.
Ma in quel momento notai qualcosa.
Non era possibile...
Sbiancai.
La sua ocarina..
Ed era quella che avevo sentito suonare.
Chi aveva osato suonare la sua ocarina? Quell'uomo?
Alzai lo sguardo attonito sull'uomo.
"E quella come l'avete avuta?" sostenendo il suo sguardo "Allora non sono pazza, l'avevo davvero sentita suonare da qui... Perché l'avete voi, perché? Chi ha osato suonare la sua ocarina?" ero incredula, sbigottita, ma conoscevo bene l'ocarina di Guisgard, non l'avrei confusa con nessun'altra.
Guisgard
14-02-2015, 06.09.52
Don Nicola fissò l'ocarina e poi Clio.
“Beh, non vedo cosa ci sia di così strano...” disse con indifferenza “... sono diffuse e molti suonano quel tipo di strumento... sarà capitata qui per caso, forse portata da qualcuno come offerta alla chiesa o magari come voto... come posso ricordarmi di una cosa così poco importante? Ora andatevene e lasciatemi tranquillo.” Sbottò.
Anche Ammone fissava l'ocarina.
“Si, è la sua...” guardando poi Clio “... anche a me sembra la sua...” si voltò verso il prete “... allora qualcuno la suona davvero... chi, ditecelo?”
“Andatevene vi dico.” Tuonò Don Nicola. “Mi avete davvero seccato.”
Guisgard
14-02-2015, 06.15.35
Amore.
Questa parola aveva usato Altea e naturalmente non sfuggì all'attenzione del Priore Tommaso.
Il religioso comunque annuì e i due lasciarono la casa del pastore, per recarsi poi verso il Cimitero.
La campagna era più sinistra del solito, in parte perchè era ormai buio e in parte perchè l'atmosfera era particolarmente cupa e silenziosa.
E in effetti dopo il tramonto la brughiera non era uno scenario tranquillizzante, neanche per chi ignorava il terrore che si annidava in quelle terre.
Il religioso ed Altea attraversavano quei luoghi in un silenzio tetro ed opprimente.
Non c'era un solo animale selvatico nei paraggi, perchè quelle sono creature furbe e scappano quando c'è un qualche pericolo.
Le piante e gli alberi segnati dalle tenebre sembravano innaturalmente grossi e contorti, mentre il resto della vegetazione era fitta e aggrovigliata in modo anormale.
Addirittura dossi e fossati che sorgevano dalla terra ammutolita dai lamenti della notte facevano pensare a strane ed oscure presenze germogliate dal ventre maledetto del mondo.
La verità è che la paura si annidava nella brughiera da sempre ed era aumentata a dismisura da quando si era diffusa la leggenda della Gioia.
Infine i due raggiunsero l'antico Camposanto.
I cancelli di quel luogo di Eterno Riposo erano socchiusi ed un uomo se ne stava su quell'austera soglia, quasi come un novello Caronte posto tra il mondo dei vivi e quello dei morti.
“Giungiamo appena in tempo...” disse il Priore al becchino.
“E' tardi, tornate domani.” Fece questi.
“Siate clemente, buon Cristiano.” Scendendo da cavallo il religioso. “Se siamo giunti in questa inclemente ora è solo perchè abbiamo fatto un voto. Le Sacre Ceneri sono imminenti e poi comincerà la Santa Quaresima. E prima di allora noi dobbiamo pregare su una tomba.”
“E' tardi.” Perentorio il becchino. “Tornate domani.”
“Questa dama” mormorò il Priore, indicando Altea “ha fatto voto e non può essere rotto. Lasciateci entrare e al nostro ritorno ella sarà generosa con voi.”
E davanti a quella promessa di ricompensa, il becchino fece cenno ai due di entrare.
“Ma fate in fretta...” fissandoli il beccamorto.
“Ma ditemi...” a lui il religioso “... dove è sepolto l'Arciduca? Parlo di lord Guisgard...”
“Anche questo è un voto fatto?” Con tono enigmatico il becchino.
“E' solo la curiosità di chi, come me, ha udito molto parlare della sua morte.”
“Per grandi che alcuni uomini amino definirsi in vita, alla fine dei conti sono mortali come tutti gli altri...” con tono austero il beccamorto “... a chi come me fa questo lavoro non è concesso chiamare una tomba per nome, né ripetere ciò che recita la sua lapide... la indicherò solo come la tomba solitaria posta nel più oscuro angolo di questo Cimitero...”
Ad un tratto, dal sotto il porticato che delimitava l'ingresso di quel Camposanto, una figura prese forma, avvicinandosi a loro.
“Di cosa hai paura?” Ridendo il secondo becchino, fissando il primo e poi il Priore ed Altea. “I morti ti spaventano? I Taddei ormai sono solo ombre, soffi senza più la loro potenza... davanti a madama Morte tutti gli uomini sono uguali... la tomba di cui domandate” guardando il Priore Tommaso “è quella maledetta e abbandonata di un'antica, nobile e folle famiglia, il cui ultimo rappresentante è stato chiuso nella cripta da alcuni mesi ormai...”
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elisabeth
14-02-2015, 20.19.46
Eravamo lontani da orecchie indiscrete....nessuno poteva ascoltarci, a questo comunque non avevo mai creduto...." Vedete che voi siate Fedele a Nostro Signore...non avevo dubbi ma so che siete fedele anche ai Signori che regnano su queste terre.......quell'uomo se volete il mio parere e lo volete..perchè io non sarei qui adesso....non e' matto....lui ha visto una verità svelata....sapete...e' come se io adesso assistessi ad un miracolo...ne rimarrei scioccata.....Il poveretto pero' ha un altro grande problema..l'ignoranza.....e la superstizione...ora facendo quattro conti.....se quello che dice e' vero......L'Arciduca non solo e' vivo e' nascosto ed e' anche in gravissimo pericolo......perchè chi lo vuole morto ....vuole anche la sua poltrona......".....mentre parlavo lo osservavo...era teso...confuso si muoveva nervosamente, mi misi il mantello e presi la borsa con le boccette....." Forse non sapete.....che al vostro novizio il mio laboratorio non e' piaciuto molto....nel senso che il mio lavoro potrebbe essere frainteso...eppure non mi sono rifiutata di venirvi in aiuto......quello che ho somministrato al poveretto..lo fara' dormire sino a domani..poi però o lo consegnerete alle guardie....e sapete che lo uccideranno...o farete in modo ....visto l'abito che portate di scoprire la verità.......infondo la verità rende liberi........Ora e' il caso che io rientri....qualcuno potrebbe chiedersi come mai oggi le mie preghiere durino piu' del dovuto...."......Conoscevo la strada che mi avrebbe condotta fuori........e così fu' in un tempo brevissimo....c'era un piccolo tratto di bosco che divideva il convento dal castello........De Gur non amava che lo facessi da sola e a piedi....ma c'era ancora luce.........ero presa dai miei pensieri...le parole di De Gur della notte prima si intrecciavano con quelle del povero matto.........De Gur cercava di difendere la sua gente...di difendere me..lui stesso......e se l' Arciduca...fosse scomparso per riapparire e pareggiare i conti con chi voleva tradirlo ?......e se invece quella leggenda fosse vera.......Quel sogno che avevo fatto.....era cosi' vero che la vista mi era andata via....la luce era stata assorbita dalle tenebre............sentii un rumore ma continuai a camminare ..affrettando il passo.....il Castello sembrava vicino...e io sembravo non arrivare mai......
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Altea
14-02-2015, 21.06.26
Arrivati al cimitero presi le margherite grandi raccolte e presi un laccio dai capelli che si sciolsero e legai i fiori, quando udii le parole del Priore e dei custodi del cimitero e mi arrabbiai.."Io dovrei pagare per far visita a un defunto, mi meraviglio di voi Priore.."gettai i fiori a terra "e vedo che invece di fare il proprio lavoro si giudicano i vivi e i morti...forse uno di voi due è il Signore Onnipotente?" chiesi ai due becchini.
Presi Cruz e dissi al Priore di seguirmi.."Ci sarà altra occasione..anzi io me ne vado per un paio di giorni, vado ad aiutare suor Gertrude all' orfanotrofio, avevo già informato Petronilla cosi voi potrete continuare le vostre ricerche a Corte...e io mi ritiro da questa vostra cerca, io sono una bugiarda...tra me e Guisgard non vi fu amicizia...nulla..non è vero ebbimo una storia di amore interrotta per motivi che non voglio dire..e poi..il giorno della sua morte ero venuta per rinsaldarla e poi me ne andai non baciandolo per paura di soffrire di nuovo...e non è vero che vi è nostro figlio all' orfanotrofio e lo sa solo mio padre e suor Gertrude che mi aiutò a partorire in segreto".
Arrivammo a Corte e salimmo nella mia camera e gli mostrai un atto di nascita di quasi due anni fa.."Efrem de Taddei".."No, vi diranno è un falso, per non destare scandalo..perchè Guisgard non può aver amato una come me...state lontano da me..sono una bugiarda..lo sanno tutti.. che mi ha rifiutata, e non siamo mai stati amici..dimenticatemi, io me ne vado a Sygma dai miei dopo essere tornata dai miei giorni fuori".
Chiesi una carrozza e raggiunsi l'orfanotrofio e suor Gertrude mi apri.."Sono venuta come detto..lady Clotilde mi ha invitato a un pranzo e poi una festa pomeridiana e vi saranno molte nobildonne e ha detto ha organizzato una beneficenza per l' orfanotrofio" sorrisi alla suora dicendo andavo dai bambini.
Raggiunsi un ampio salone, mi venne in braccio un bimbo sui due anni baciandomi...era di pelle chiara, gli occhi di un azzurro particolare e i capelli neri e mossi e gli diedi una spada di legno intarsiata.."Diventerai un ottimo cavaliere da grande..seguirai le orme di tuo padre" e lo baciai stringendolo.
Una bambina mi guardava timidamente ed io presi una scatola e gliela consegnai.."Sono sempre di parola con voi..cerco di accontentarvi tutti". Dentro vi era un vestitino elegante rosa con fiocchi e pizzi bianchi.."Magari lo indosserai domani per accompagnarmi da lady Clotilde..vero Giulietta?" e lei annuì contenta.
Poi li accompagnai nella grande stanza da letto e dopo una favola, baciai il piccolo e spensi le candele.
Chiesi a suor Gertrude di svegliarmi presto ed andai nella mia stanza, mi stesi sul letto piangendo...sei sempre stata nulla per tutti...tutto ciò che hai detto e dicevi o fatto era per tutti frutto di una dama sciocca..non voglio più parlare con nessuno...loro sono il mio futuro...e il piccolo..sembra il ritratto di suo padre..ma pure suor Gertrude negherà tutto..sono sola...al mondo...e mi addormentai tra le lacrime.
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Galgan
15-02-2015, 04.29.22
-Alzati, Lucas, non occorre che ti inginocchi davanti a me, io non sono il Pontefice-
risposi, sorridendo bonario.
Poi realizzai, era ormai il tempo, occorreva che mi incontrassi nuovamente con i due messeri, al Vecchio Castello; bisognava mettersi in cammino.
-Bene, mio giovane scudiero, a quanto pare, potrai calarti immediatamente nel tuo nuovo ruolo, dando prova della tua discrezione.
Seguimi, siamo attesi-
Sbiancai alle parole dell'uomo.
Ah, noi l'avevamo seccato...
"Una cosa di poco conto.." sussurrai appena, incredula, voltandomi verso l'ocarina "Quella è la sua ocarina.. l'ocarina di Guisgard, saranno anche diffuse ma la riconoscerei tra mille..".
L'ocarina che disturbava i miei allenamenti..
L'ocarina che mi aveva condotto da lui..
L'ocarina che mi aveva fatto avere dei sospetti sulla Santa Caterina..
L'ocarina che sognavo sempre suonasse per me..
L'ocarina che annunciava il suo arrivo...
Senza che me ne accorgessi, mi si erano riempiti gli occhi di lacrime.
"Volete dirmi perché l'avete voi? E chi ha osato suonarla l'altra notte?" stavo crollando, ormai non riuscivo a fermare le lacrime, che mi rigavano il viso, ma il mio tono era comunque risoluto "Avete idea di cosa significhi sentirla suonare dopo tutti questi anni?" sostenendo lo sguardo dell'uomo, nonostante avessi la voce rotta dal pianto "Avete idea di quanto dolore porti con sé quel suono? Noi.." alzando per un momento lo sguardo su Ammone "Credevamo di aver perso il senno.. perché nessuno, mai, oserebbe suonarla... Ma io ieri sera l'ho sentita davvero, e proveniva da qui... voi mi avete scacciato, come state facendo ora.. eppure l'ocarina è qui.. quindi qualcuno l'ha suonata davvero..".
Di solito detestavo farmi vedere in quello stato, ma ero stata nascosta per così tanto tempo dietro una maschera di ghiaccio, che ormai mi era impossibile fermarmi.
Dovevo andare fino in fondo a quella storia, dovevo sapere.
"Quindi ve lo chiederò di nuovo, padre.." alzando lo sguardo provato sul religioso "Perché l'avete voi? Lui non se ne separava mai.. mai.. è stato trovato morto nel giardino, giusto? Beh, io so bene quanto amasse camminare nel giardino anche nella notte, ma aveva sempre la sua ocarina con sé, questo significa che l'aveva con sé anche la sera in cui.." la voce mi si spezzò "La sera in cui è morto.. ma certo tutti si sono accorti che è scomparsa Mia Amata, perché qualcuno avrebbe dovuto far caso ad un'ocarina.. Allora perché è qui? Chi ve l'ha data? Ma soprattutto, chi ha osato suonarla?".
Chinai il capo per un momento, cercando di respirare piano. Dovevo calmarmi, ma il dolore era troppo forte, e l'avevo nascosto per talmente tanto tempo, che ora voleva solo esplodere e consumarmi.
Calmati, Clio... respira...
"Ma voi dite che è una cosa di poco conto, di cui non potete rammentarvi...." scuotendo appena la testa "Allora, vendetemela.." alzando le spalle "Posso pagarvela a peso d'oro.. vi darò tutto quello che ho... Certo, siete un eremita e non vi serve tutto quel denaro, ma siete anche un religioso, potreste usare il mio oro per fare del bene... sicuramente lo usereste meglio di me.." con un leggero sorriso.
Ma poi il mio sguardo, che ormai mostrava il dolore che avevo cercato di celare al mondo, si velò di una luce diversa, e la mia voce si fece più bassa e più calma.
"Vi conviene rispondere alle mie domande, padre, o accettare la mia offerta..." chinando appena il capo, per poi rialzarlo un istante dopo "Perché vi assicuro che non ho niente da perdere, nemmeno l'anima... e non esiterei a prendermela con la forza... perché nessuno ha il diritto di suonarla, o di trattarla come qualcosa di poco conto... Nessuno...".
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Guisgard
16-02-2015, 01.28.29
Don Nicola fissò, per un lungo istante, il volto di Clio in lacrime.
Come se il religioso cercasse nei suoi occhi azzurri una verità, anzi, una risposta a tutto ciò.
“Si, ora rammento...” disse poi, assumendo per un momento un'aria di pura indifferenza, al posto di quella sua espressione perennemente austera “... quell'ocarina la portò un giorno un tipo, un ragazzotto, forse uno zingaro... almeno così sembrava... ebbene mi confessò di averla trovata attorno al palazzo ducale e poi rubata... ma la sua coscienza gli rimordeva ed allora ha deciso di portarla qui, forse perchè questa cappella è lontana dai clamori della capitale... ecco, è tutto qui...” scosse il capo “... come vedete, dunque, nessun fantasma redivivo... ma credo di aver compreso chi site voi due... fate di certo parte di quel gruppo di fanatici... quelli che vaneggiano del loro duca ancora in vita... si, appartenete a quel gruppo di pazzi...”
"Ora rammentate..." Con disprezzo "Ma guarda un po'... E siete stato voi a suonarla ieri notte? Voi avete osato tanto?" Sostenendo lo sguardo dell'uomo.
"Allora non ha alcun valore per voi.." Prendendo dalla borsa una sacca colma di monete "Ripeto, poiché è solo un pezzo qualunque, rubato per di più... Allora vendetemela..." Mostrando l'ingente contenuto del sacchetto "O questo, o la mia spada.." Con decisione.
Quell'uomo si faceva beffe di me, e io non lo sopportavo.
Poi le sue parole mi sorpresero.
"Gruppo di fanatici?" Sorridendo appena "C'è.. Davvero qualcuno convinto che lui sia vivo? Dopo tutti questi anni?" Scossi appena la testa "No, credetemi... Vi sbagliate di grosso...".
Vivo..
Poteva davvero esserlo?
"Anche perché.." Mormorai "Se fosse vivo lo saprei, se fosse vivo sarebbe venuto da me...".
Eppure ero profondamente turbata.
No, non mi avrebbe mai fatto questo, farmi credere di essere morto.
Sapeva che non mi sarebbe rimasto niente, sapeva che avrei cercato la morte anche se avevo troppo rispetto per me stessa per trovarla di mano mia.
No, era impossibile.
Era un bel sogno.. Un'inutile speranza.
La mia cara nonna diceva sempre che a tutto c'è rimedio, meno che alla morte.
E invece poteva essere vivo?
O forse aveva ragione quel prete, erano solo pazzi fanatici.
Ma ora non facevo che pensarci.
Guisgard
16-02-2015, 02.00.50
Elisabeth attraversava quel bosco immerso ormai nelle tenebre dominanti.
Era però una sera spettrale, la Luna brillava muta sulla brughiera, in cui vagabondavano animali selvatici insieme a misteriose ed oscure leggende.
Era quello un luogo di profondo Inverno e fiori narcotici, capaci, per chi ne conosceva proprietà e caratteristiche, di fornire veleni ignoti e mortali.
Poi all'improvviso un fruscio.
Un mormorio che sembrò raggiungere ed avvolgere la moglie di De Gur.
E ad un tratto davanti a lei apparve qualcosa.
Un'ombra indefinita e silenziosa che mutò un attimo dopo in una figura immobile che pareva essere spuntata dal nulla, come quegli spettri che molti affermano di aver visto vagare di notte nella brughiera.
Poi quella figura avanzò di un passo, raggiungendo il vago pallore lunare e svelando così il suo volto.
Era un religioso.
“Salute a voi, signora...” disse ad Elisabeth “... in verità, da ciò che molti raccontano, mi aspettavo di incontrare spiritelli e fantasmi, non certo una donna.” Sorrise appena e mostrò un lieve saluto con un cenno del capo. “Perdonate la singolarità delle nostro incontro, ma cercavo il convento dell'abate Elia e siccome dubito che nei paraggi ci siano molte altre abitazioni, presumo che voi veniate proprio da quel pio luogo, o magari che lì siate diretta. Sono un religioso, il Priore Tommaso. Provengo dal vecchio Cimitero e volevo raggiungere il convento quanto prima. Potete forse aiutarmi, signora?”
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Guisgard
16-02-2015, 02.10.57
Don Nicola ascoltò Clio senza distogliere i suoi occhi penetranti da quelli di lei.
“Figliola, io combatto ogni giorno con il peccato...” disse poi “... credete davvero che possa temere la vostra spada? O peggio ancora la morte? Lo credete davvero?” Scosse il capo. “Sono vecchio e vivo qui lontano dal mondo e niente del mondo può avvilirmi o spaventarmi. Piuttosto, vale la pena che una giovane e bella ragazza rovini la sua vita per uccidere un vecchio ed indifeso uomo di Chiesa come me? Se quella spada è vostra e non l'avete rubata o guadagnata con l'inganno, allora conoscete anche il suo codice.” Restò a guardarla negli occhi. “Si, vi sono dei pazzi in giro che credono molte cose, perlopiù assurde. Alla follia non vi è mai fine.”
“Di chi parlate, padre?” Chiese Ammone.
“Andiamo, davvero non ne sapete nulla?” Seccato il religioso. “Siete folli quanto loro.”
“Nulla, padre.” Scuotendo il capo Ammone.
“Si, forse è davvero così...” mormorò Don Nicola “... altrimenti, se così fosse, non sareste qui a seccarmi... beh, si fanno chiamare Il Patto delle Civette e vaneggiano su diverse cose assurde...”
"Come vi ho detto, padre... Non ho nulla da perdere, la mia vita è finita da tre anni ormai..." Alzai ancora il sacchetto "Allora siate ragionevole e accettate il mio denaro.. Infondo quell'oggetto non ha alcun valore per voi.. Non me ne andrò di qui senza quell'ocarina.." Sostenendo il suo sguardo.
Scossi anche io la testa.
"Il patto delle civette?" Ripetei, sorpresa.
Guisgard
16-02-2015, 02.35.36
“Ragazza mia, quell'ocarina” disse Don Nicola a Clio “è un dono, un voto che qualcuno ha portato qui per riparare. Dunque resterà qui, conservata insieme a tutto ciò che i fedeli decidono di portare. Se volete davvero quell'ocarina allora dovrete proprio uccidermi.” Sostenendo lo sguardo di lei. “Ed ora, vorrei restare da solo per pregare.” Seccato.
Si voltò e prese un Breviario da un cassetto.
“Parlateci di quel Patto...” fece Ammone “... di quelle Civette...”
“So solo che si riuniscono in certe notti...” mormorò Don Nicola “... confabulano su un possibile ritorno del duca...” con indifferenza.
“Come possiamo trovarli?” Chiese Ammone.
“Continuando con la vostra pazzia.” Rispose il religioso. “Vedrete che saranno loro a trovare voi. I pazzi si trovano fra loro.” Guardò Clio. “Ed ora, se non devo essere ucciso, gradirei restare solo.”
“Andiamo, Clio...” Ammone alla piratessa “... ma torneremo, padre...” fissando poi Don Nicola.
Guisgard
16-02-2015, 02.56.56
La notte trascorse veloce ed il nuovo giorno dissolse con la sua luce alcune delle ombre che si annidavano su Capomazda.
Altea, così, fu svegliata dal rintocco della campana della chiesetta dell'orfanotrofio, che scandiva le preghiere e i lavori della monache.
Infatti dalla sua finestra si potevano vedere alcune suore nell'orto, impegnate a curare piante, fiori ed ortaggi lì seminati.
Guisgard
16-02-2015, 03.09.46
Lucas sorrise a quelle parole di Galgan.
I due lasciarono la chiesa, per avviarsi al luogo dove era atteso il cavaliere eremita.
Presero la viuzza che dava verso la campagna, per poi risalire verso Oriente, ritrovandosi lungo una strada che tagliava in due il paesaggio.
E proprio su un fianco verdeggiante del vasto pianoro davanti a loro, il cavaliere ed il suo scudiero notarono un campetto di piante intriso di cupo silenzio.
Gli alberi nella notte tutt'intorno apparivano insoliti e repellenti, dando una maschera di inquietudine e mistero a quell'ancestrale scenario.
Le contorte radici avevano smosso i blocchi pentelici di un'antica stradina lastricata che passava da lì, formando dossi e fossati innaturali, dando l'idea di un qualcosa di grottesco, come di un volto sofferente contratto dal dolore, al punto che molti di quelli che vivono non lontano da lì temono di attraversare quel punto di notte, specie se la Luna splende tra i contorti rami degli alberi.
Quei luoghi infatti, secondo molte antiche leggende, sono frequentati da fantasmi e streghe e i contadini credono che uno di quegli alberi sia legato in modo sinistro all'evocazione del demonio e degli spiriti.
“In questo posto” disse Lucas a Galgan “non ci vivrei neanche da spettro...” guardandosi intorno.
I due proseguirono, fino ad avvistare nelle tenebre una muta costruzione.
Era un antico palazzo immerso nell'oscurità.
Aveva il tetto piano e regolare, due piani ed un androne inferiore, la porta d'ingresso in stile Taddeide ed il rivestimento esterno secondo il gusto e la moda aristocratica del posto.
Era rivolta verso Occidente quella costruzione che inizialmente sembrava essere stata concepita come dimora nobiliare di campagna.
Davanti all'ingresso c'era una piccola lanterna che illuminava a stento un logoro frontone quadrangolare.
E su di esso erano incise queste parole:
“Casello Alto.”
Poi ad un tratto Lucas indicò qualcosa a Galgan.
Un'ombra che si muoveva silenziosa verso di loro.
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Altea
16-02-2015, 16.16.10
L' alba mi destò piano e mi affacciai alla finestra, le monache erano già intente al loro lavoro e la campana suonava indicando era il tempo per le preghiere.
Presi il mio rosario e iniziai a pregare silenziosamente, avevo dormito male e ad un tratto qualcuno bussò e si affacciò alla porta della camera coi suoi occhioni azzurri e i neri capelli ribelli e risi "Efrem, vieni avanti...ti ho sentito prima far disperare suor Gertrude, di carattere devo capire da chi hai preso la tempra..ti devo vestire, verrai pure tu con me e Giulietta".
Solitamente non mi mostravo con lui a Capomazda mentre a Las Baias eravamo soli e tranquilli ma non pensavo potesse destare sospetti, anche perchè con me vi era pure la bimba. Presi dalla valigia un vestitino elegante e mentre lo vestivo con cura mi abbracciò, respirai il suo profumo di innocenza, mi era mancato troppo e non solo lui.."Sai che..se non si avranno intoppi e si spera, tra pochi giorni partiamo via da Capomazda e andiamo dai nonni a Sygma?Staremo lì abbastanza penso e conoscerai i reali..sono nostri parenti".
Presi il bimbo e lo portai in corridoio e incontrai Suor Gertrude.."Porto pure Efrem, non succederà nulla e gentilmente vestite voi Giulietta. Volevo informarvi forse tra giorni andremo a Sygma, qui non ho più motivo di restare, niente che mi leghi a Capomazda ormai..penso capiate ma vi finanzierò comunque" gli occhi mi si inumidirono e rientrai in camera.
Iniziai a vestirmi e presi in mano il misterioso ciondolo pensierosa..Padre Tommaso diceva non c' entrava nulla con la morte di Guisgard e questo lo pensavo pure io ma mi sfuggiva il perchè io fossi andata da lui per sapere cosa fosse e poi non gli si diede importanza...non si sapeva da dove venisse, chi lo aveva portato e il motivo..era tutto oscuro, lo avrei portato dall' antiquario prima di andare da lady Clotilde. Altra cosa non mi quadrava fu il comportamento dei becchini...sembrava quasi volessero non farci entrare per celare qualcosa...Altea, se dirai a qualcuno come detto al Priore tu pensi lui sia vivo farai una fine molto brutta.
Finii di vestirmi e guardandomi allo specchio risi di gusto, lady Clotilde era una anziana contessa zitella e si diceva nella sua vita rimase sempre casta e quindi chi doveva andare a casa sua doveva vestirsi in certo modo, guardai il mio scialle e il cappellino da non scordare ed esclamai.."Ecco ora sembri proprio una perfetta zitella bigotta e acida".
Uscii da stanza, presi Efrem e Giulietta e salimmo su una carrozza ma prima mi fermai dall' antiquario di famiglia.."I miei omaggi milord, ho bisogno di un vostro consulto". Posai lo scrigno sopra il suo tavolo e presi dal sacchetto nero la collana e gliela mostrai "Voi sapete qualcosa di questa collana? So che siete un esperto pure sulla storia dei Taddei..se non ne sapete nulla posso lasciarvela e ripassare quando torno".
Lo guardai incuriosita, speravo non fosse nulla di pericoloso, il modo in cui mi fu recapitata era alquanto strano ed inusuale..e non credevo a nessun ammiratore..quelli regalavano pietre preziose almeno.
elisabeth
16-02-2015, 17.35.22
D'inverno era impossibile calcolare il momento in cui il buio faceva scendere il suo nero mantello .....l' Abate Elia....mi avevano portata a pensieri lontani, Guisgard ..vivo o morto che fosse stava ancora dando del filo da torcere....Il rumore ...improvviso come sottofondo in quel tratto di bosco mi fece sobbalzare alla figura incappucciata che mi si paro' davanti........" Padre.....mi manca il respiro, mi spiace...ero immersa nei miei pensieri e anch'io come voi.....tra leggende, fantasmi ed altro...non mi sarei aspettata un frate......"......Mi ero presa un bello spavento......" Si...avete visto giusto...qui non ci sono case o casolari..il Castello dei De Gur accoglie le famiglie che necessitano ai loro Signori quindi sono al sicuro all' interno....il resto vive nella capitale a Capomazda....e l'unico altro centro abitato e' il Convento......provenivo proprio da lì.....se avete fretta posso accompagnarvi al convento...mi faro' riaccompagnare al Castello da un novizio, se invece potete attendere domattina...posso ospitarvi...visto che ormai siamo arrivati e domani potremmo andare insieme dall'Abate...devo vistare un' ammalato...quindi non mi causerà nessun problema......"........
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Scossi la testa.
"No... non la lascio qui..." mormorai, fissando l'ocarina "Non ci ha detto chi l'ha suonata ieri notte...".
Chinai il capo, col viso rigato di lacrime.
"Va bene.." sussurrai poi "Non ne vale la pena.." tristemente "Pregate padre, ma badate che anche dire il falso è peccato..".
Seguii Ammone fuori dalla chiesetta, e mi appoggiai alle redini del mio cavallo.
"Sapevo che tornare a Capomazda mi avrebbe messo a dura prova.." asciugandomi le lacrime.
"Cosa ne pensi?" alzando lo sguardo sull'omone "Il Patto delle Civette.." mormorai pensierosa "Dobbiamo trovarli, ma come? Certo non vorranno farsi trovare.. ma possibile che nessuno abbia pensato di avvisarti? Io ero lontana, va bene.. ma tu... mah.." scuotendo la testa, sconsolata "Però se sanno qualcosa che noi non sappiamo, dobbiamo scoprirlo.." annuendo appena, per poi lasciare lo sguardo vagare tra la brughiera "Vivo.." sussurrai appena, per poi scuotere la testa "Se è davvero vivo e non mi ha detto niente, ce lo rimando io all'altro mondo, altroché...".
Guisgard
16-02-2015, 18.38.57
“Fossi in voi” disse suor Gertrude ad Altea “non andrei a Sygma. Lassù la situazione è complicata. Alcuni pellegrini infatti mi hanno detto che oltre i territori Pontifici le libere città signorili e comunali sono in guerra fra loro. Una fra esse, la più ambiziosa e potente, ha dichiarato una guerra contro molte altre e si dice sia in rotta con la Chiesa. Insomma, partire per quei luoghi potrebbe essere molto pericoloso.”
Poi Altea si recò dall'antiquario di famiglia, per mostrargli il misterioso ciondolo.
“Davvero un bellissimo esemplare” osservandolo l'antiquario “ma credo che abbia un valore molto simbolico e nulla più. Potrebbe essere legato ai Taddei, ma qui vedo anche il simbolo di Suession e dunque del Lagno.”
“Oh, posso vederlo?” All'improvviso una voce alle spalle di Altea.
Era una donna molto bella, abbigliata con abiti preziosi ed eleganti.
“Si, credo di conoscere questo ciondolo...” disse poi.
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Guisgard
16-02-2015, 18.41.50
Il Priore Tommaso sorrise ad Elisabeth.
“Allora vi ringrazio, madama.” Disse con un cenno del capo. “Accetto la vostra ospitalità, così che poi andremo insieme domani al convento. Prego, vi seguo.”
I due così tornarono al castello di De Gur.
E subito Tilde andò incontro alla sua padrona.
“Bentornata, milady.” Con un inchino la dama di compagnia, per poi fissare il religioso. “Avete portato un ospite, milady?” Chiese.
Guisgard
16-02-2015, 18.43.12
Clio ed Ammone lasciarono la cappella di Don Nicola e ripresero la via per la capitale.
“A me sembra tutto strano..” disse l'omone alla ragazza “... forse il prete aveva ragione... saranno dei fanatici o peggio... magari cercano di sfruttare il nome di Guisgard... io stesso sono stato al suo funerale e tante volte ho visitato la tomba in cui riposa... no, non è vivo, Clio... è morto... morto come suo zio l'Austero... e non tornerà...”
Galgan
16-02-2015, 18.44.51
Invero, la natura è mutevole; pur nel susseguirsi delle sue norme e leggi, pur nel continuo disputare con se stessa una sorta di supremazia che, di diritto, si annida tra le pieghe infinite di un'Intelligenza superiore, pur tenendo fede a tutte queste considerazioni, spesso la natura tende a rivelare il proprio aspetto cangiante......Quello stesso aspetto cangiante che, come in quel momento, tende a riempirci di sgomento.
Va detto, sicuramente, che anche in quel caso erano i destini degli uomini a destare inquietudine, o meglio, i destini che alcuni uomini avevano deciso per altri, e non la natura in se; ma sta di fatto, che parve che quei luoghi, nella loro propria essenza, fossero malvagi, e malvagia la luce che in essi risplendeva.
Eppure, lo sentivo, Dio era con noi.
Non è forse nella tenebra più fitta, che tende a crearsi la luce più pura?
Così è, e considerando questo, un cavaliere, e il suo impavido scudiero, possono essere potenti, se lo desiderano; forti di quella potenza che l'Altissimo concede ai semplici.
Alle parole del mio scudiero, fissai lo sguardo dinnanzi a me, in direzione dell'ombra che andava sopraggiungendo, e le mie parole uscirono con pacata naturalezza;
-In fede mia, fedele Lucas, se quest'ombra non è di questo mondo, il nostro potente e glorioso Signore farà si che alla sua dimora faccia ritorno; se al contrario è d'umane fattezze, con lei potremo discorrere-
Altea
16-02-2015, 18.47.07
Un leggero silenzio, io muovevo i piedi nervosamente e pensavo alle parole della gentile suor Gertrude guardando i bimbi e sospirai..era meglio non andare a Sygma..infatti non avrei rischiato la vita mia e di Efrem ma ero preoccupata per i miei genitori.
L'antiquario disse la sua opinione.."Si..mi è stato riferito proprio questo da un Priore e da lady Sissi de Taddei...infatti è qualcosa di strano sia arrivato a me".
Nemmeno il tempo di finire e si presentò come venuta dal nulla una donna bellissima e affascinante, sembrava quasi un personaggio fiabesco con i suoi abiti preziosi.
Io e l' antiquario ci guardammo a vicenda e poi sorrisi alla donna ma sempre attenta.."I miei omaggi milady..davvero conoscete questo ciondolo? Piacere io sono lady Altea..con chi ho l'onore di parlare? E come mai sapete la verità di questo ciondolo..a me è arrivato per caso" e finsi un sorriso ma stavo iniziando a preoccuparmi.
Guisgard
16-02-2015, 18.55.04
L'ombra continuò ad avvicinarsi a piccoli passi, quasi fluttuasse nell'aria.
E si avvicinò ancora, fino ad arrestarsi davanti a Galgan ed al suo scudiero.
“Benvenuto, sir Galgan.” Disse infine.
Aveva un lungo mantello e celava il suo volto sotto un cappuccio.
“Prego, seguitemi.” Con un cenno ai due.
Li condusse così all'interno del palazzo conosciuto come Casello.
Attraversarono un semibuio androne, fino a scendere nei sotterranei, in quella che sembrava l'antica fossa biologica di quella costruzione.
E qui trovarono altri individui abbigliati nel medesimo modo dell'ombra che li aveva accolti.
“Cavaliere...” disse uno di quelli, avanzando verso Galgan “... siete giunto qui, nel covo delle Civette.”
“Civette?” Ripetè Lucas.
“Si.” Annuì l'uomo. “La Civetta è il simbolo dei Taddei e noi tutti siamo fedeli al loro nome.”
“Ma prima” fece un altro di quelli “giurate, cavaliere. Voi ed il vostro scudiero. Giurate che tutto ciò che udirete qui mai lo rivelerete ad alcuno di ostile alla nostra causa. Altrimenti quello sarà il vostro ultimo giorno. Giurate.” Intimò al cavaliere ed al suo scudiero.
Annuii ad Ammone.
"A maggior ragione voglio vederci chiaro, non permetterò certo che usino il suo nome..." scossi la testa "Anche se, infondo.. cosa potrei fare?" amaramente "Non sono nessuno..".
La campagna scorreva intorno a noi, inghiottendo i miei pensieri, per renderli ancora più cupi.
"Io non sono mai stata sulla sua tomba..." mormorai, triste "Vorrei andarci prima o poi, ora che sono qui... ma ho preferito vedere prima la mia casetta, che custodisce i ricordi di quando siamo stati felici.." abbassando lo sguardo.
"Non sono folle.. so che è morto e non può tornare dopo tutti questi anni..." tristemente, per poi prendere un profondo respiro, quasi potesse scacciare il dolore che aveva ripreso a impossessarsi del mio cuore e nella mia anima, violentemente.
Eppure continuavo a pensarci...
Era una follia, un'assurdità, una cosa senza senso, che non stava né in cielo né in terra.
Dovevo togliermelo dalla testa.
La morte era una di quelle situazioni in cui non si ha la terribile compagnia della speranza, che ti illude per poi farti soffrire ancora di più.
Ma io non avevo visto il suo corpo..
Avevo davanti agli occhi solo il suo sorriso guascone, il suo sguardo intenso, non avevo un'immagine di morte che cancellasse ogni dubbio.
Ma come poteva essere? Era stato seppellito...
Scossi la testa, quasi a voler scacciare quei pensieri impertinenti che non mi avrebbero portato nulla di buono.
elisabeth
16-02-2015, 18.59.26
Ero contenta della decisione del frate...tornare indietro era pesante a quell'ora..." Sarete il benvenuto...Priore.....andiamo allora ".....il cammino fu breve e ci trovammo nell'androne del palazzo...dove Tilde ci venne incontro....." Tilde mia cara...se non ci fossi tu......si....credo che io sia la tua disperazione ....questo e' il Priore Tommaso......si trovava vicino al castello...deve andare a trovare L' Abate Elia....domani andremo a trovarlo insieme....bene fatelo accomodare nella sala da pranza.....io andro' nella mia camera il tempo di cambiarmi..".....feci qualche passo...e mi fermai di colpo..." Tilde perdonatemi...avete visto mio marito ?..."....
Guisgard
16-02-2015, 19.20.49
La donna sorrise ad Altea.
“Certo che conosco questo ciondolo, milady.” Disse con garbo. “Lo conosco perchè mi appartiene.”
“Vi appartiene?” Stupito l'antiquario.
“Si, messere.” Annuì la donna. “L'ho perduto. Anzi, mi fu rubato. Ho cercato ovunque ed infine avevo pensato di passare qui da voi, nella speranza che il ladro avesse voluto rivederlo. E sono stata fortunata. Oh, ma perdonatemi, non mi sono presentata... il mio nome è Cassaluia.”
Guisgard
16-02-2015, 19.23.24
L'imbrunire è simile ad un velo che veste la campagna, forse per nascondere i suoi spettri ed i suoi fantasmi.
E la brughiera è piena di misteriose creature.
Nate dall'inquietudine e dalla superstizione.
Dalla paura e dall'illusione.
E così la campagna intorno a Clio e ad Ammone cominciava a vestirsi.
Vestirsi di ombre.
“Se vuoi” disse l'omone alla ragazza “ti posso accompagnare io sulla sua tomba... adesso...”
Guisgard
16-02-2015, 19.25.57
“Sono qui, mia cara.” Disse all'improvviso De Gur ad Elisabeth, uscendo da una porta laterale. “E come al solito non ti trovo mai ad attendermi.” Guardò il Priore Tommaso. “Abbiamo visite, noto...”
“I miei omaggi, milord.” Sorridendo il religioso. “Ero diretto al vicino convento e vostra moglie mi ha offerto ospitalità per stanotte.”
“Sempre generosa, mia moglie.” Sarcastico De Gur.
“Si, misericordiosa direi.” Annuì il religioso.
“Eppure avete un volto conosciuto...” a lui De Gur.
“Forse mi avrete visto al palazzo.”
“Davvero?”
“Si, mi occupai di stilare un rapporto sulla morte dell'Austero per conto di Sua Grazia il vescovo.”
“Capisco...” fissandolo De Gur “... ma sua Signoria è morto anni fa...”
“Ma suo nipote solo da pochi mesi...” replicò il Priore, suscitando uno sguardo inquieto di De Gur
Mi voltai verso Ammone, trattenendo il fiato alle sue parole.
Avevo atteso e temuto quel momento.
Ma forse avrebbe cancellato quei pensieri che mi tormentavano.
Lentamente annuii.
"Te ne sarei grata, amico mio.." con un sorriso triste.
Altea
16-02-2015, 19.33.55
Rimasi sbigottita..."Milady Cassaluia, è un piacere fare la vostra conoscenza..ma voi vorreste dirmi questo è vostro? Scusate vi siete intrufolata a casa di milord, mio caro amico e sembra lui ignori la vostra esistenza, e non si sa in che modo...e venite qui a dire il ciondolo è vostro? Questo ciondolo lo hanno fatto pervenire a Corte a Capomazda, e tramite un servo e arrivasse proprio a me..ora volete dirmi perchè qualcuno dovrebbe rubarvelo per poi darlo a me? Ho parlato con tre persone..un familiare dei Taddei, un Priore e il qui presente antiquario e tutti dicono ha a che fare coi Taddei e Suession...e forse il Lagno e le sue leggende..a meno che non abbiamo di fronte la Dama del Lagno..avanti mi prendete in giro" mi alzai scocciata e guardai l' antiquario.."Scusate me ne vado..questa donna sembra mi segua e voglia prendermi il ciondolo..certa gente ha proprio una bella faccia tosta".
Presi i bimbi e corsi fuori e salii sulla carrozza e raggiungemmo la casa di lady Clotilde..ciò che avevo vissuto era allucinante, sarei tornata dopo per sapere dall' antiquario se quella donna aveva detto qualcosa ma avevo il terrore dentro me.
Fui accolta a casa di lady Clotilde e mi unii con le altre e mi persi in chiacchiere stupide guardando i bimbi ma temevo la donna mi avesse seguita.
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elisabeth
16-02-2015, 19.41.03
Parla del diavolo e spuntano le corna.....mi avvicinai e gli diedi un bacio sulle labbra.....e sorrisi molto divertita al suo sarcasmo....ero piu' che convinta che fossimo sul piede di guerra......ma tra moglie e marito non erano sempre rose e fiori...li lascia conversare...quel tanto che bastava per la loro presentazione....ma l'ultima parte.......mi suono' stonata......qualcosa aveva infastidito De Gur.....ma aveva risvegliato i sensi di difesa del Priore....Guisgard....quindi il Priore aveva certificato la sua morte....e a De Gur cosa importava, anzi ora aveva le prove che era morto realmente...un religioso non avrebbe mai potuto mentire...almeno così mi aveva spiegato l' Abate......" Padre, se permettete io e mio marito ci ritiriamo giusto il tempo perchè io mi cambi....saremo a breve da voi...e ceneremo...con la Grazia del Signore..."...presi De Gur sotto braccio e salii verso la camera da letto.......una volta dentro...." Sei stato magnifico...stamattina potevo andare al diavolo...e ora...ti dispiaceva non avermi trovato al tuo ritorno..........peccato che e' tutta una messa in scena vero ?.......spero.....di poterti rendere la tua libertà se e' questo che vuoi...quanto prima....odio essere di peso....".......
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Guisgard
16-02-2015, 19.51.16
Ammone annuì a Clio e le fece cenno di seguirla.
Attraversarono la campagna e raggiunsero la viuzza che conduceva al Camposanto.
Qui trovarono due becchini sull'ingresso.
“Vogliamo visitare la tomba dell'arciduca.” Disse Ammone.
“E quale, mio bell'omone?” Ridendo uno dei due becchini. “Ce ne sono tanti. La Gioia ne ha fatto gran scempio.”
“Ridi ancora e ti troverai anche tu sepolto da qualche parte.” Sbottò l'omone. “Cerchiamo la tomba di lord Guisgard...”
“Si, ma fate in fretta...” mormorò l'altro becchino “... è buio ormai e noi chiuderemo presto i cancelli...”
“Non che scappino i morti...” divertito l'altro becchino.
Guisgard
16-02-2015, 19.58.26
Cassaluia sorrise a quella reazione di Altea.
“Milady, vi prego, non è una degna reazione la vostra.” Disse pacatamente. “Non voglio certo ingannarvi. Anzi, se vi piace ve ne faccio dono di questo ciondolo. Ma badate che nessuno oltre me ne conosce il significato. Comunque vi darò prova di ciò che dico... controllate sotto la civetta... è scalfito ed è quasi impercettibile...”
E davvero il ciondolo presentava quella graffiatura, come detto da lei.
Cosa che appurò anche l'antiquario.
Poi Altea uscì ed andò da lady Clotilde.
Guisgard
16-02-2015, 20.00.10
De Gur ed Elisabeth si ritirarono nella loro camera.
“Smettila, ti prego...” disse De Gur ad Elisabeth “... piuttosto, quel religioso... perchè è qui? Era necessario? Abbiamo sempre gente in questo castello. Poveracci, fannulloni ed ora anche un prete. Perchè?” Seccato.
Sorrisi ad Ammone, e lo seguii nella campagna, verso il camposanto, in silenzio.
Non riuscivo a parlare.
I becchini stavano per chiudere, ma riuscimmo a passare.
Alzai timidamente gli occhi su Ammone e sorrisi appena, facendogli segno di entrate.
"Ti seguo.." sussurrai appena.
Aveva detto di averla visitata più volte, dunque immaginai sapesse portarmi da lui.
Sospirai piano, guardandomi attorno, mentre un'inquietudine sempre maggiore si posò intorno al mio cuore.
Altea
16-02-2015, 20.05.35
Posai un bicchiere di succo di frutta sul vassoio e pensai a quella donna..io ero stata impudente? E lei che mi circuiva da quanto..e poi alla fine non era importante e me lo ha donato..calma Altea...calma.
Iniziai a camminare per il giardino e ripresi il ciondolo, la mano tremava e vidi sotto la civetta una graffiatura..solo lei conosceva il significato...già..poteva dirmi ciò che voleva..pure io potevo dire di aver visto ora Guisgard in quel campo laggiù camminare..maledii il momento in cui volli sapere di quel ciondolo, tutto andava storto.
elisabeth
16-02-2015, 20.13.06
osservavo De Gur camminare avanti e indietro....era pensieroso mentre mi parlava....quasi volesse capire......Volesse capire perchè il priore si trovava lì....." Non sapevo che la confusione ti desse così fastidio...o almeno l'ho saputo ora......ma infondo non ci si conosce mai....abbiamo tanta gente al Castello perchè insieme abbiamo convenuto che sarebbe stato un bene avere cura delle persone che facevano parte della tua stessa servitù.....o di qualche malcapitato.....dicevi che la tua esperienza ti aveva segnato....che grazie al mio buon cuore tu eri ancora in vita..........Ora...se non ricordo male, mi hai fatto conoscere Tu l' Abate del convento qui vicino...io non sono cattolica e questo lo sai........eppure ha fatto comodo a tutti la mia conoscenza sulle piante officinali...tutto andava a meraviglia.....sino al giorno che Guisgard e' morto.......lì...sei cambiato...sei diventato irascibile...intollerante a tutto quello che era la tua quotidianità.........Quel Priore e' qui...perchè deve parlare con l'Abate...e siccome eravamo ad un passo dal portone del castello e a quest'ora tarda non mi sembrava il caso di tornare indietro......ho fatto si che rimanesse con noi....non e' un buffone...un poveraccio..un miserabile....anzi...e' un uomo di cultura con cui potresti fare un' ottima conversazione.........e giusto perchè tu lo sappia...sarò io stessa ad accompagnarlo domani al convento.......Sono una moglie tutta casa e chiesa....".........
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Guisgard
16-02-2015, 20.41.19
Altea restò a fissare quel misterioso ciondolo.
Quel ciondolo di cui nessuno sembrava saperne nulla.
Nessuno tranne quell'enigmatica donna.
E in effetti il graffio sul ciondolo, quasi nascosto, impercettibile, era noto a Cassaluia.
Chi era quella donna?
Era davvero suo il ciondolo?
Guisgard
16-02-2015, 20.44.13
“Guisgard, Guisgard, Guisgard...” disse seccato De Gur ad Elisabeth “... sono stanco di sentire quel nome ovunque in questo castello... è morto e non voglio più sentirne parlare... morto e morto resterà...” scosse il capo “... comunque, hai ragione... i religiosi sono tenuti in gran considerazione in queste terre, dunque hai fatto bene... vieni, è ora di cena... andiamo dal nostro ospite...”
Altea
16-02-2015, 20.50.15
Ormai stava facendosi buio, la festa era finita e con la beneficenza organizzata avevamo raccolto molti soldi, dopo i saluti tornai nella carrozza e i bambini erano stanchi ma dissi al cocchiere di tornare dall' antiquario, mi stavo torturando.
Entrai e dopo aver bussato alla porta entrai per parlare con lui..sicuramente la donna se ne era andata..e poi sarei andata alla osteria dove il Priore Tommaso non aveva voluto parlare con quell' uomo..volevo sapere cosa sapesse lui,Bensuon, non lo vedevo da dopo la morte di Guisgard.
elisabeth
16-02-2015, 20.53.00
Poveretto era seccato...al solo fatto che si nominasse Guisgard...no caro...tu sei terribilmente impaurito che i fantasmi ritornino......." Sei diventato saggio......vedi amore....se solo tornassi a fidarti di me, eviteresti il mal di stomaco e la tua vita sarebbe piu' serena......un'ultima cosa...e so che sei d'accordo con me...a cena ci sarà il famoso straccione di stamattina...e' un Bardo......vedi...questi straccioni puzzolenti...girano...ascoltano compongono poemi cantano.....e ci raccontano cosa ci accade attorno...e io so che tu..faresti carte false per sapere cosa succede attorno a casa tua.....".......Non usero' mai il Bardo ne' i chierici per il tuo tornaconto De Gur...a meno che non fosse.......per qualcosa di lecito.....e non mi sembrava proprio...Scendemmo nella sala da pranzo e tutto era a posto...così come avevo chiesto.........A tavola si poteva conversare e perchè no...conoscersi un po' meglio...."Priore...desidero presentarvi un grande Bardo Taliesin....e' qui al Castello da stamane.....sembra che oggi ci si trovi riuniti alla stessa mensa per un motivo speciale.....magari perchè e' così che ha deciso nostro Signore...".....
Guisgard
17-02-2015, 01.18.12
Altea tornò dall'antiquario e trovò l'uomo indaffarato a sistemare alcune cose nel suo negozio, prima di chiudere, vista l'ora tarda.
“Bentornata, milady.” Disse l'uomo alla dama. “Avete trovato notizie sul vostro ciondolo? In verità, vi dirò, che temo sia vero ciò che ha detto quella misteriosa donna. Quando infatti siete andata via, è rimasta qui e mi ha raccontato molte cose. Io ho osservato con attenzione il vostro ciondolo, la sua fattura, lo stile e tutto il resto. E devo dirvi che quella donna in effetti lo conosceva benissimo. Mi ha poi detto che ha una passione per questi antichi monili e pare sia stata lei a costruirlo. Credo che nessuno a questo punto possa svelare il significato di quel ciondolo più di lei.”
Guisgard
17-02-2015, 01.39.36
Elisabeth e De Gur scesero al pianterreno, nella sala dove trovarono ad attenderli il Priore Tommaso ed il bardo Taliesin.
La cena fu poi servita.
“I miei omaggi, messere.” Disse il Priore al bardo. “Di dove siete? Dal vostro accento, udendovi recitare alcuni versi prima, deduco che siate forestiero. Se così possiamo dire di un abitante della nostra stessa penisola.”
“In verità” rispose Taliesin “non vi ingannate, padre. Sono originario di quella terra che gli uomini hanno battezzato come Sygma.”
“E cosa vi spinge così a Sud?” Chiese De Gur.
“Nessun uomo” fece il bardo “sceglie il proprio cammino tra queste sbiadite ed ingiallite pagine del grande libro della vita. In realtà sono qui come altrove, perduto comunque perennemente in un Altroquando.”
“Voi musici e poeti” ridendo De Gur “avete la straordinaria capacità di vivere fuori dal mondo, senza però impazzire o apparire stolti.” Guardò poi il religioso. “E voi, padre? Da dove provenite?”
“Da Licinia.” Rispose il Priore.
“Giunto qui” disse De Gur “per indagare sui fantasmi. Si, rammento.”
“Fantasmi?” Ripetè il Priore.
“Si, mi riferisco all'Austero e poi a suo nipote.” Sorridendo De Gur. “Sono morti ed indagare su questo per me è incomprensibile.”
“Sembra che questo vi turbi, signore.” Fissandolo il religioso.
“Come sarebbe?” Seccato il militare.
“Beh, vi interessate oltremodo di ciò che accade a dei defunti.” Osservò il Priore Tommaso.
“Affatto.” Scuotendo il capo De Gur. “Mi stupisce che ci sia ancora qualcuno come voi che se ne occupa, quando ci sono ben altri problemi qui nel ducato.”
“Forse” replicò il religioso “i problemi sono sorti proprio in seguito a quelle misteriose morti.”
“Misteriose?” Ripetè De Gur.
“Beh, l'Austero era un uomo in età comunque avanzata” fece il religioso “ma non possiamo dire lo stesso di suo nipote, che invece era nel pieno della vita. Ed un giovane uomo, che come affermano tutti era sano e forte, desta comunque stupore se muore poi improvvisamente e senza apparente spiegazione. Non trovate?”
Guisgard
17-02-2015, 02.13.35
Ammone condusse Clio sulla tomba di Guisgard, in uno scenario sinistro e surreale.
La tomba era di granito antico, scolorito e corroso dalle intemperie, come se fosse lì da generazioni invece che solo da qualche mese.
Diventava visibile solo superati alcuni cipressi che racchiudevano un cancello di ferro chiuso da una pesante porta di pietra, poggiata su cardini già arrugginiti in modo da restare stranamente socchiusa.
Quasi come se qualcuno avesse usato clemenza verso il defunto, lasciandogli una possibile via di fuga.
E sulla lapide erano incise queste parole tratta da un Salmo:
“Sono annoverato tra quelli che scendono nella fossa, sono come un morto ormai privo di forza.”
Il cuore batteva sempre più, in un inconciliabile contrasto con l'atmosfera di morte che mi circondava.
Il mio cuore batteva quasi volesse esplodere, il suo non batteva più.
Esisteva forse crudeltà più grande? Destino peggiore?
Per un istante pensai di scappare, correre via, mentire a me stessa dicendo che era stato tutto un sogno, che lui poteva arrivare da un momento all'altro, come sempre.
Ma non potevo, non era giusto scappare.
Tanto sapevo che lui non era lì, in quel luogo oscuro e sinistro, perché sarebbe vissuto nei miei ricordi, nelle mie azioni, e mi avrebbe accompagnato ogni giorno della mia vita.
Una compagnia triste, eppure lieta.
A volte mi chiedevo se non fosse stato meglio ignorare completamente l'Amore e la felicità che può dare.
Ma nonostante quel dolore, ero grata degli attimi felici che avevamo passato insieme.
Li avrei custoditi per sempre.
Poi, Ammone mi condusse alla sua triste dimora.
Trattenni il fiato, e mi avvicinai, sentendo ormai le lacrime affiorare.
Quel cancello, quell'atmosfera spettrale.
Nel leggere le parole, però, crollai.
Caddi in ginocchio, scossa dai singhiozzi, nascondendo il viso tra le mani.
"Amore mio..." sussurrai, forse in maniera incomprensibile, tra le lacrime "Mi manchi da morire.." sfiorando delicatamente quella pietra, quasi sperassi che potesse darmi conforto.
In realtà, se alzavo timidamente lo sguardo su quella tomba, era persino peggio, la vedevo offuscata dalle lacrime, e mi appariva quasi irreale.
Ma quella ferita nell'anima era reale, ed era come se tornando in quei posti l'avessi riaperta.
Guisgard
17-02-2015, 02.57.21
Il paesaggio tutt'intorno sembrava aver abbandonato le coordinali abituali, come se il Tempo e lo spazio diventassero secondari, irreali ed echi di un qualcosa di sinistro e dimenticato parevano affiorare con insistenza in quell'atmosfera come incantata.
Clio ed Ammone erano davanti a quella tomba muta ed indifferente al loro dolore ed alla loro solitudine.
Poi l'omone, vedendo la ragazza in quello stato, la prese di peso in braccio per portarla via.
“Andiamo, Clio...” disse “... restare qui è inutile...”
Ad un tratto i due udirono dei passi.
Qualcuno era giunto alle loro spalle.
Sentii la stretta gentile di Ammone, e il sostegno dell'uomo che mi prendeva in braccio.
Risi appena, sommessamente, annuendo alle sue parole.
"Sì certo, scusa.." asciugandomi le lacrime, e cercando di respirare normalmente "Andiamocene, va.." con un debole sorriso "Prima che ci chiudano dentro.." sentendo dei passi dietro di noi.
"Posso camminare..." mormorai, col medesimo sorriso, per poi alzare lo sguardo su Ammone "Grazie amico mio.." voltandomi un'ultima volta verso la tomba di Guisgard.
Guisgard
17-02-2015, 03.15.45
Clio alzò un'ultima volta lo sguardo sulla tomba di Guisgard.
“Ehi, ciao...” disse Clio avvicinandosi alla staccionata fiorita della sua Casetta “... non... non mi aspettavo di trovarti qui...”
“Lo sai che mi piacciono le entrate in scena particolari.” Facendo l'occhiolino lui.
“Ti sarai annoiato...” sorridendo Clio.
“Beh, la voglia di vederti era tanta” chiudendo il libro che stava leggendo lui “ma devo dire che questo racconto mi ha tenuto compagnia...”
“Che libro è?” Chiese Clio sedendosi accanto a lui, per poi stendersi sul suo petto.
“Un romanzo che parla di un cavaliere creduto morto in Terrasanta, ma che poi torna per vendicarsi dei suoi nemici e sposare la donna amata...”
“E ci riesce?” Fissandolo lei.
“Beh, i nemici dipendeva da lui batterli...” mormorò lui “... la donna invece...”
“Invece?”
“Beh, dipendeva da lei... se lo ha aspettato o meno...”
“Ebbene?” Domandò Clio. “Lo ha aspettato?”
“Beh, dipende...”
“Ma insomma!” Esclamò lei. “La smetti con tutti questi beh e questi dipende?”
“Beh...”
“Ti detesto!”
Lui scoppiò a ridere.
“Si, ridi, ridi...” imbronciata lei.
Lui allora le soffiò tra i capelli.
“Smettila!”
Lui continuò.
“Ti avverto, finiscila!”
“Altrimenti?” Senza smetterla lui.
“Ti do una testata!” Voltandosi di scatto Clio per simulare una testata.
Ma lui fu lesto a girare il viso e a baciarla.
Lei in principio tentò di fare resistenza, ma lui la tenne stretta e continuò a baciarla.
“Ti detesto...” sussurrò lei, con le sue labbra su quelle di lui “... si, ti detesto...”
“Io no...” baciandola ancora lui. “... magari anche la donna del romanzo disse così al cavaliere creduto morto...”
“Magari si...” rispondendo a quel bacio lei “... magari lo meritava...”
“Beh, dipende...” fece lui.
Lei allora gli morse un labbro per dispetto e corse via.
“Ahi...” si lamentò lui, per poi inseguirla.
La raggiunse tra alcune aiole, finendo entrambi sui fiori.
“Lasciami!” Intimò lei.
“Sennò?” Nei suoi occhi lui. “Cosa fai?”
“Provaci e vedrai!”
Lui la baciò ancora.
E la baciò ovunque, con passione.
“Ti detesto...” gemendo lei.
“Lo so...” senza fermarsi lui.
“Dimmi del romanzo...” col viso in fiamme Clio “... dimmi cosa accadde...”
“Lei lo riconobbe...” disse lui, senza smettere “... lo aveva atteso per anni... e tu?”
“Io...” quasi non riuscendo a parlare Clio “... io... cosa?”
“Mi aspetteresti...” sussurrò lui “... mi aspetteresti se tutti dicessero che sono morto?”
“Chiederei di vedere il tuo corpo...” rispose lei con gli occhi chiusi.
Lui allora la spogliò e fecero l'Amore tra quei fiori, davanti alla Casetta.
Quel ricordo svanì nel silenzio circostante, in quel muto ed indifferente senso di apatia che intristiva quel luogo.
Poi Ammone si voltò di spalle dietro di loro e vide qualcuno.
“Non temete...” disse una figura apparsa all'improvviso “... non piangete, Capomazda non è morta...”
Aveva un lungo mantello ed il volto celato da un cappuccio.
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Sorrisi a quel ricordo lontano, grata che mi fosse venuto in mente proprio in quel momento così triste, in cui ogni speranza sembrava lontana.
Ma forse non era un caso.
Nulla accade per caso.
Trasalii..
“Mi aspetteresti...” sussurrò lui “... mi aspetteresti se tutti dicessero che sono morto?”
Quella domanda mi rimbombava nella mente, insieme ad un turbinio di pensieri, dubbi, sospetti e un pizzico di speranza.
Ma una voce alle nostre spalle mi riportò bruscamente alla realtà.
Divenni seria e concentrata immediatamente.
"Chi siete voi?" rivolta all'uomo incappucciato.
Guisgard
17-02-2015, 03.39.12
Clio ed Ammone fissavano quella misteriosa figura incappucciata.
“Non temete...” disse “... non temete, siamo dalla stessa parte.”
“Che parte?” Sbottò Ammone.
“La vostra.”
“Come fate a dirlo?”
“Recavate omaggio all'ultimo dei Taddei.” Mormorò la figura. “Tanti vorrebbero farlo, ma non ne hanno il coraggio. Non è saggio giungere qui per piangere i veri duchi. Ma voi vedo non temete tale pericolo.” E mostrò loro una moneta d'argenta con l'effige della civetta. “Ed il coraggio va sempre premiato. Come la lealtà.”
Osservai quella figura, ripensando alle parole del prete, ma anche le riflessioni di Ammone.
Dovevano essere loro, quello del Patto delle Civette.
"Avete detto che Capomazda non è morta..." Osservando la figura "Vi ascolto... Dite di essere dalla nostra stessa parte? Chi mi dice che non sia un inganno?".
Qualunque cosa ci fosse sotto, dovevo scoprirne di più.
Guisgard
17-02-2015, 03.54.23
“Se fossi un uomo di Gvineth o di Cimmiero non sarei qui.” Disse l'incappucciato a Clio. “Loro hanno paura a tal punto dei Taddei da temere anche i loro fantasmi.”
“Allora chi siete voi?” Brutalmente Ammone.
“Sono un vostro amico.” Rispose l'uomo. “E come me ci sono molti altri amici. Amici vostri e dei Taddei.”
“Insomma” fece Ammone “volete fare una rivoluzione? Scatenare una guerra contro i due pretendenti al ducato?”
“No, loro sono in troppi.”
“Allora cosa sperate?” Con rabbia Ammone. “Che i Taddei resuscitino dai morti forse?”
“Si, in un certo senso...” annuì la figura incappucciata.
Alzai lo sguardo su Ammone, per poi tornare a guardare la figura incappucciata.
"I loro fantasmi..." Pianissimo guardandomi attorno.
Poi ascoltai attentamente le parole dell'uomo.
"In un certo senso?" Curiosa "Che significa?".
La faccenda mi incuriosiva sempre di più, dovevamo solo capire se fossero amici o impostori.
Guisgard
17-02-2015, 04.10.35
La notte era profonda e dominante, gettando la sua ombra di incanti e misteri ovunque.
“Si, farli resuscitare...” disse l'uomo incappucciato “... in un certo senso...”
“Al diavolo!” Sbottò Ammone. “Parlate!”
“Siamo in pochi per poter affrontare le milizie di Gvineth e Cimmiero unificate.” Spiegò l'uomo. “Ma possiamo vincerli senza dover neanche combattere.”
“Siete pazzo!” Esclamò Ammone.
“Credete?” Fissandoli l'uomo misterioso. “Eppure mi state ascoltando. E come voi lo faranno tutti. Sapete perchè? Perchè noi siamo l'unica speranza.”
“Che speranza?” Mormorò Ammone.
“La speranza di far tornare un Taddeo sul seggio ducale.”
“I Taddei sono morti.”
“Forse...”
“Insomma, chi siete?” Spazientito Ammone.
“Il patto...” rispose l'uomo “... il Patto delle Civette...”
“I pazzi...” scuotendo il capo Ammone.
“I patrioti.” Replicò l'uomo. “Coloro che riporteranno lord Guisgard sul seggio.”
“E' morto, maledizione!” Gridò Ammone.
“Allora avremo il suo fantasma.” Sentenziò l'uomo col cappuccio.
Ascoltai in silenzio l'uomo e Ammone.
Sorrisi all'omone.
"Cosa vi rende tanto sicuri?" Scrutando l'uomo "Voglio dire, ai tempi di Dominus le cose erano diverse, Guisgard era un fantasma, certo.. Ma nessuno ne aveva decretato la morte, era solo scomparso.. Ma ora.." Alzando le spalle "Non vorrete prendere un impostore e fingere che sia lui, vero? Perché non vi crederebbe nessuno... A maggior ragione chi lo conosceva personalmente... Oppure..." Esistai "C'è qualcosa di cui voi siete a conoscenza e noi ignoriamo?" Cercando di scrutare il viso dell'uomo.
Tipo che lui è vivo...
Ma non aveva senso, pensai, era solo l'insana speranza del mio cuore martoriato.
Perché avrebbe dovuto fingersi morto?
Ma di nuovo quella domanda mi tornò alla mente.
“Mi aspetteresti...” sussurrò lui “... mi aspetteresti se tutti dicessero che sono morto?”
Guisgard
17-02-2015, 04.30.11
“Siete arguta...” disse l'uomo a Clio “... molto arguta... infatti è quello che faremo... scendere nell'Ade è recuperare il nostro duca...”
“Ma cosa diamine sta dicendo?” Ammone a Clio.
“Ciò che ha detto la vostra compagna.” Fece l'uomo. “Ossia quello di portare qualcuno sul seggio Taddeide... e spacciarlo per lord Guisgard.”
“Ma questi sono pazzi!” Esclamò Ammone. “Un branco di idioti!”
“Invece è il solo modo che abbiamo per salvare Capomazda.”
“Nessuno può essere spacciato per lui!” Stizzito l'omone. “Non ingannerete nessuno!”
“Invece si...” annuì l'uomo incappucciato.
Altea
17-02-2015, 09.03.09
Ascoltai l' antiquario perplessa. ."Aspettatemi..porto i bimbi e prendo la mia valigia poiché ero qui solo per questa festa e come detto a Petronilla devo tornare a corte".
Riportai i bimbi e presi la valigia..guardai Efrem e non dissi nulla..era meglio non mi vedesse più poiché la mia vita era troppo difficile e lo dissi a suor Gertrude tra le lacrime.
La carrozza mi portò da milord Bauon "Eccomi..si un priore mi ha detto pure è antico e come può allora averlo costruito lei?" Dissi perplessa.."Vi ha detto altro..o dove vive?" .
Istintivamente mi misi la collana al collo..era un regalo..perché non indossarlo? E la civetta spiccava sul deccolte'.
Galgan
17-02-2015, 14.49.28
Chiusi un istante gli occhi, annuendo gravemente, poi, dopo essermi schiarito la voce, risposi;
-In verità, voi mi chiedete di giurare, ma purtroppo il mio stato, il mio stesso ruolo, è fonte d'impedimento a cotal giuramento, poiché un cavaliere giura solo di fronte a Dio, e non al cospetto degli uomini.
Tuttavia quello stesso stato, e quello stesso ruolo, allo stesso tempo ci vengono in aiuto, perché, sul mio stesso onore di cavaliere, vi faccio solenne promessa di non rivelare ad alcuno quanto verrò a sapere, e non per timore di una punizione, ma per mantenere intatta la dignità e la gloria della casta millenaria alla quale appartengo.
Ovviamente, mi faccio garante del mio scudiero, e su di me cadranno, eventualmente, le sue colpe-
Scossi la testa a quelle parole dell'uomo, incredula.
"Ma.. È una follia... Il mio amico ha ragione, non riuscirete mai a spacciare un impostore per Guisgard..." Scrutando l'uomo "Potrete ingannare il popolo, magari... Che l'ha visto da lontano, riflesso nella luce della corte.. Ma non riuscirete mai ad ingannare chi lo conosceva bene, i suoi amici...".
Me...
Ma non dissi altro.
"Eppure sembrate molto sicuro... Dove troverete un uomo che gli somigli tanto? Il colore dei suoi occhi, la sua voce, il suo modo di fare... Insomma.. Voi lo conoscevate così bene da poterlo replicare?" Scuotendo la testa.
Mi sembrava una follia, qualcuno che si fingeva Guisgard, come se fosse possibile comprendere appieno la sua personalità, il suo essere.
"E chi ci dice che questo tizio sia poi migliore dei due signori che si stanno spartendo Capomazda?" Alzando le spalle "Sarebbe una finzione, dopotutto..".
Tessa
17-02-2015, 15.18.02
Non ricordo niente della mia prima infanzia.
Non ricordo né il volto amorevole di una madre, né quello bonario di un padre.
Uno dei miei primi ricordi, è il chiostro del convento in cui sono stata cresciuta. Il chiostro e la parole di Suor Mair, che di lì a qualche anno sarebbe diventata la Madre Superiora, una delle donne più intelligenti ed illuminate del mio tempo.
"L'istruzione è importante, Tessa! Non dare ascolto a chi vuole farti credere il contrario. Il priore è solo invidioso, perché noi suore riusciamo ad amministrare meglio il nostro danaro. E infatti è sempre qui che viene, quando da solo non riesce a finanziare qualche "opera che ci chiede il buon Dio"! Ricordati, Tessa, che se Dio avesse voluto veramente che noi donne fossimo inferiori all'uomo, non ci avrebbe donato l'intelligenza, la pazienza e la capacità di rialzarci sempre in piedi, nonostante le difficoltà!"
Fu così che ebbi un'istruzione. Conosco le Arti Liberali e un'infinita quantità di testi, che ho avuto modo di studiare nella biblioteca del convento, della quale mi occupo insieme a Suor Elisabeth.
No, non sono una suora, se è questo che vi state domandando.
Non ho mai preso i voti e non ho intenzione di prenderli in futuro. Ho scelto consapevolmente di non essere moglie di nessuno: né di un uomo in terra, né di Cristo.
Mi sono affezionata, negli anni, al mio essere senza radici. E ringrazio la Madre Superiora di avermi concesso di vivere qua, senza imposizioni spirituali e materiali, consapevole di aver contribuito, in buona parte, alle mie ideologie di indipendenza e libertà.
La presenza della Madre Superiora mi scuote dai miei pensieri, mentre siedo nel chiostro, alla ricerca di qualche pallido raggio di sole. Presumo vorrà invitarmi alla preghiera.
Le sorrido esitante, mentre penso che nemmeno invocare il buon Dio, quella notte, era servito a salvarmi dall'ennesimo incubo di sangue e morte.
elisabeth
17-02-2015, 17.14.49
Spiluccai il mio pasto.....osservando attenta i commensali....Ognuno di loro aveva il proprio stile nel parlare...nel muoversi.....una cosa li accomunava tutti ....erano abituati ad avere a che fare con persone di specie e razza diversa....il pensiero religioso..il ceto sociale......De Gur rideva,ma la sua non era una risata spensierata....la sua era una risata di cortesia........Non temeva il Bardo...temeva il Priore....eppure io...avrei temuto entrambi.
La morte di Guisgard.....Morte ..perchè tu sia rinascita......Piu' andavano avanti le discussioni...piu' la mia mente si illuminava di pensieri.......Un calice di vino...l' ottimo pasto ..... e se avessimo riesumato il cadavere......sempre se ci fosse stato un cadavere o per lo meno il cadavere di Guisgard...Se lo avessi detto a De Gur...mi avrebbe uccisa con le sue mani....all' Abate...gli sarebbe venuto un colpo.....Il Priore......cosa ne avrebbe pensato ?........Sinceramente cosa pensavano gli altri non era mai stato per me un problema, ma da sola non avrei mai potuto chiedere di vedere la salma di Guisgard.....almeno non avrei mai potuto chiedere di studiarla....perchè se mai fosse esistita e se mai fosse stato ucciso da un arma o da veleno...le ossa parlavano...e dopo tre mesi...anche parte dei tessuti...capelli unghie potevano raccontarci qualcosa.......Mi resi conto di sorridere...certo non era un argomento da affrontare a tavola...da una donna poi...figurarsi......ma sarebbe stato così carino vedere i loro volti diventare rossi dall'imbarazzo......" Allora...vedo che la cena e' stata di vostro gradimento....e gli argomenti che vi accomunano non mancano...ne sono contenta......a Sir Taliesin...non fate caso a mio marito...vedete...sino a qualche tempo fa, amava recitarmi delle poesie che la notte gli suggeriva per me......ora pero' il lavoro lo ha preso talmente tanto che la notte gli suggerisce che esisto......."....gli diedi una pacca di conforto sulla sua mano rigida.........." Credo che siamo tutti stanchi...e domani io ed il Priore dovremmo andare al convento dall' Abate e dovremmo alzarci presto.....credo che sia il caso di ritirarci nelle nostre stanze....intanto col vostro permesso ...vi precedo.....".......mi alzai da tavola......e non andai nella mia camera da letto...scesi nel mio studio...se dovevo fare quella proposta al Priore..dovevo riguardare alcune cose.....
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Lady Gwen
17-02-2015, 17.20.33
Una rigogliosa natura, nuova e vibrante, mi sfrecciava accanto, mentre io, a passo spedito, mi dirigevo verso Capomazda.
Fin da piccola avevo vissuto sull'isola di Avalon, tra le braccia protettrici della Dea Madre.
Mia mamma, rimasta incinta dopo essersi unita ad un uomo senza volto e senza nome durante i sacri riti di Beltane, era morta dandomi alla luce.
In punto di morte, aveva chiesto alle Sacerdotesse di annoverarmi tra loro, una volta volta cresciuta e cosi fecero.
Fui istruita dalle brillanti menti delle mie sapienti Sorelle, iniziata ai misteri della Dea e al dialogo con la natura. In pochi anni, anch'io ero diventata una Sacerdotessa.
La scelta di andare via l'avevo maturata un fresco giorno d'autunno, mentre osservavo le nebbie addensarsi attorno all'isola. Non avevo mai saputo cio` che si trovava oltre quella spessa cortina bianca e densa, cosi avevo deciso di partire. Non era stato affatto facile; le mie Sorelle e la mia "maestra" avevano un po' storto il muso, all' inizio, ma poi avevano detto che ero abbastanza grande da poter decidere per me stessa.
Ora, stretta nel mio pesante mantello, supportata dal mio fido bastone, mi avventuro alla volta di una terra a me sconosciuta, alla ricerca di una nuova me.
Guisgard
17-02-2015, 18.46.49
“In effetti” disse l'antiquario ad Altea “il ciondolo è decisamente antico e forse quella misteriosa donna è molto esperta ed abile in questo genere di arte. Sicuramente veniva da fuori, visto il suo accento nordico. Mi chiedete dove vive?” Prese un biglietto dalla tasca. “Mi ha detto, prima di andare via, di essere certa che avreste chiesto di lei... e mi ha lasciato questo biglietto per voi...” dandolo alla dama de Bastian.
Guisgard
17-02-2015, 18.51.18
“A noi interessa solo che chi lo veda da lontano creda sia lui.” Disse l'uomo incappucciato a Clio. “Nell'effimero splendore della corte, tra i marmi che raffigurano il leggendario Ardea, il ciclo di dipinti che ne canta le mitiche Questioni e poi tra i busti di Ardeliano il Grande e di tutti i suoi discendenti, fino a Taddeo l'Austero, nessuno giungerà a scorgerne le reali fattezze. Abbiamo già un piano e non falliremo.” Annuì. “Si, sarà migliore di Gvineth e di Cimmiero perchè dietro di lui, a muovere i fili, ci saremo noi... questo è il Patto delle Civette.”
Altea
17-02-2015, 18.52.38
Veniva da nord...presi il biglietto, lei era sicura io sarei andata da lei, forse lei stessa mi aspettava per qualche motivo.
"Grazie mille, milord Bauon..siete stato gentile..speriamo di vederci per darvi delle novità".
Lo salutai e uscendo dalla bottega lessi il biglietto lasciato da Cassaluia con curiosità mentre salivo sulla carrozza per dirigermi a Corte.
Guisgard
17-02-2015, 18.54.16
Elisabeth salutò i commensali, lasciò la sala e scese nel suo studio.
Poco dopo tutti andarono a letto.
La maga, però, non chiuse occhio, restando tutta la notte a studiare, indagare, analizzare una possibile risposta a tutto quanto stava accadendo nel ducato di Capomazda.
Poi, pian piano, la notte scivolò via ed il nuovo giorno illuminò la nobile terra dei Taddei.
Guisgard
17-02-2015, 18.58.07
Gwen, procedeva su un piccolo e stretto sentiero, fiancheggiato da pini, pioppi, castagni, salici, che in breve divenne viuzza e poi strada maestra.
Tutt'intorno dominava un verde lussureggiante, florido e avvolgente che impreziosiva una campagna vasta e screziata dalle tonalità che solo messer Inverno sapeva donare.
In lontananza alte e azzurrognole montagne, con alcune, le più alte e distanti, che mostravano le cime chiazzate di neve, si stagliavano lungo l'orizzonte evocativo e dominante.
Ormai piccoli centri abitati non dovevano essere lontani, visto che i rintocchi di campane si potevano udire nell'aria, ad indicare l'imminente e Santa Quaresima.
Poi, lungo la strada, Gwen notò una piccola costruzione.
Era al centro di un irregolare spiazzo, racchiuso da una malconcia staccionata e con un insegna che scricchiolava sul basso porticato.
Era una locanda.
Guisgard
17-02-2015, 19.12.51
Altea aprì il biglietto lasciato dalla donna misteriosa.
Ed il biglietto così riportava:
“Lady Altea, comprendo la vostra reazione ed i vostri dubbi.
Io stessa non mi sarei fidata, fossi stata al vostro posto.
Eppure, dai vostri occhi, chiari come i miei, non ho potuto non leggere tristezza e rassegnazione.
E forse in questo ci somigliamo.
Chissà, magari è stato il Destino a volere che il mio ciondolo giungesse a voi.
Ebbene ve ne faccio dono.
Se invece volete parlarmi e conoscere di più su quel monile, allora vi aspetterò nella mia dimora.
Vivo in un palazzo appena fuori la capitale del ducato, chiamato Palazzo delle Cinque Vie.
Cassaluia”
elisabeth
17-02-2015, 19.14.35
passai la notte a leggere libri di anatomia.......appartenevano ad un medico che era morto un anno prima che io arrivassi al castello........intanto...avevo fatto distillare alcune piante...la notte era il momento propizio......incominciai a sbadigliare...ero stanca.....e mentre leggevo a voce alta alcuni nomi di piante...vidi come passarmi accanto un ombra.......Posai il libro...misi i distillati nelle boccette e preparai il tutto nella valigetta....bene potevo andare in camera a darmi una rinfrescata........nell'uscire dal mio studio ebbi ancora la strana sensazione di quell' ombra....ma sapevo che stanchezza giocava brutti scherzi....Entrando in camera...vidi che De Gur era ancora lì in piedi a braccia conserte...e guardava fuori dalla finestra.....certo potevo dedurre che non fosse il panorama la sua ispirazione mattutina........" Buongiorno mio caro...dormito bene...?......"......certo non era una delle migliori frasi data la circostanza...ma mi resi conto che ero a corto di battute.........e De Gur.....non era di umore ottimo
"E non pensate che i suoi amici vorranno vederlo? Palare con lui? Come possono non accorgersi della differenza?" Scossi la testa "A me sembra una forzatura... Insomma, chi mi dice che non sia un modo in cui usare il nome dei Taddei per prendere il potere?".
Sospirai.
"E che spiegazione userete per spiegare il suo ritorno fasullo dal mondo dei morti?" Sempre più curiosa "Ma soprattuto, cosa volete da noi? Io combatterei per il vero Guisgard, perché dovrei farlo per uno finto?".
Altea
17-02-2015, 19.21.13
Lessi quel biglietto, le mie mani tremavano..era come avesse letto la mia anima e io non volevo..non volevo si vedessero le mie angosce.
Abitava nel Palazzo delle Cinque Vie..era famosa nelle tradizioni taddeidi quel posto..si dovevo scoprire tutto quindi era meglio riposare e svegliarsi all' alba per poi raggiungere il suo Palazzo l'indomani..Bensuon avrebbe aspettato.
Toccai istintivamente quel ciondolo che indossavo, se fosse stato vero perchè mai glielo avevano rubato? Era inutile farsi domande.
Arrivata a Corte andai dritta nella mia camera e dissi a Petronilla di svegliarmi presto l'indomani quando seppi del Priore Tommaso..ero rimasta male, pensavo avesse compreso le mie inquietudini, mentre..una donna venuta dal nulla mi aveva capita..in fondo nessuno sapeva veramente chi era la vera Altea.
Mi svestii e mi infilai nel letto ma ero troppo nervosa...dovevo fidarmi ad andare da quella donna da sola? Ma ero talmente stanca che mi addormentai di colpo.
Guisgard
17-02-2015, 19.56.16
De Gur si voltò a quelle parole di Elisabeth.
“Ho dormito” disse “come può dormire un marito che non trova sua moglie nel letto accanto a lui. Ma immagino dovrò farci l'abitudine.” Prese l'uniforme e si vestì, per poi scendere giù.
Intanto il Priore Tommaso era pronto ed attendeva Elisabeth per andare al convento.
Guisgard
17-02-2015, 19.57.31
“I suoi amici, se sono veri amici, appoggeranno questa idea.” Disse l'uomo a Clio. “Noi il potere? Noi siamo solo fedeli ai Taddei.” La fissò. “Voi piuttosto... cosa eravate per lord Guisgard? Un'amica? O forse un'amante?”
"Io ero la sua guardia del corpo prima che salisse al seggio ducale..." alzai le spalle "La mia vita privata non è affar vostro!".
Osservai l'uomo.
"E voi, chi eravate per l'Arciduca?" chiesi a mia volta "E comunque non mi avete risposto, cosa volete da noi?".
Guisgard
17-02-2015, 20.05.50
Altea, stanca, si addormentò subito.
Attraversava lentamente il cortile.
Forse era quello del Palazzo dei Taddei, o forse quello della sua dimora di Baias.
Era il crepuscolo e nell'aria dominava un triste silenzio.
Poi il rintocco di una campana e dall'androne la dama vide avanzare alcune monache che recitavano il Santo Rosario.
“Domani sarà il Mercoledì delle Ceneri e Guisgard sa che i duchi non mangeranno carne...” disse una di quelle.
“Se ne mangerà poi morirà.” Fece un'altra monaca.
“La Gioia lo troverà lo stesso...” lamentandosi un'altra ancora di quelle suore.
Il rintocco delle campane ed Altea si svegliò di colpo.
Era giorno.
Guisgard
17-02-2015, 20.07.33
“Guardia del corpo...” disse l'uomo a Clio “... interessante... io? Io ero un fedele dell'Austero e ciò deve bastarvi. Cosa voglio da voi? Semplice... che appoggiate i nostri piani... se siete davvero devoti alla memoria dell'Arciduca...”
“E se rifiutiamo?” Fissandolo Ammone.
“Dovrete scegliere allora...”
“Cosa?” Chiese l'omone.
“Se andare via da Capomazda” rispose l'uomo “o morire...”
elisabeth
17-02-2015, 20.11.54
https://encrypted-tbn3.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcTU1ayQvQ-UNI6tsgG9HpguyXYHHR2EpNgS8DBXTOWJ8nfdMiTahA
Quelle parole mi ferirono...tanto da sentirmi morire dentro....." Hai ragione....ma e' pur vero che non mi cerchi piu' come un marito cerca una moglie....una moglie che ama e non che aspetta solo tra le lenzuola per suo compiacimento.....Io sono qui De Gur.......hai solo che da chiedermi di restare ....... "......volevo dirgli che lo amavo....ma era già andato via...un cuore amareggiato doveva avere il tempo per ascoltare...e io dovevo aver pazienza..
Uscii dalla mia stanza e scesi nell'androne....dove trovai il Priore..." Buongiorno...scusate se vi ho fatto attendere.....i cavalli sono stati già preparati..arriveremo in men che non si dica..."....sorrisi indifferente...a quegli occhi penetranti........Montammo a cavallo e mi gettai a galoppo verso il Convento..seguita dal Priore.....ma improvvisamente...qualcosa fece impennare il cavallo......e non riuscii a stare in sella....caddi ...a terra....e per un istante...mi chiesi se per caso quel giorno mi sarei dovuta comportare da moglie.....
Altea
17-02-2015, 20.21.51
Mi agitavo tra le lenzuola e le preziose coperte e mi svegliai di colpo..il sole coi flebili raggi annunciavano il giorno, mi voltai e feci muovere una delle lampade che Guisgard aveva nella sua camera sulla Santa Caterina e me ne aveva fatto dono..ancora questi sogni..non posso continuare cosi, sembra qualcosa mi perseguiti, cerco di dimenticarlo..ma il suo ricordo rimane..delle monache che parlavano della Gioia..ancora quella dannata Gioia..forse è un suo messaggio, desidera vada a trovarlo in cimitero..ma io non lo ho dimenticato.
Mi alzai e mi feci un rilassante bagno alla lavanda e dopo colazione scesi nel giardino chiamando il cocchiere e salii sulla carrozza.."Portatemi fuori da Capomazda, devo andare al Palazzo delle Cinque Vie, da lady Cassaluia."
Aspettavo con ansia di arrivare..guardai il ciondolo e lo indossai di nuovo, guardando il paesaggio.
http://i57.tinypic.com/2igdf8y.jpg
Lady Gwen
17-02-2015, 20.56.28
I contorni del misterioso ducato si facevano via via piu netti e anche il suono delle campane della chiesa diventava piu` acuto e deciso. Arrivata finalmente nel cuore della cittadina, notai un piccolo edificio, reso ancora piu` piccolo a causa del grande piazzale in cui si trovava. Dall'aspetto, si capiva che era una locanda. Mentre mi dirigevo verso la locanda, notai una carrozza che attraversava il piazzale. Da dentro la carozza, si intravedeva un giovane volto di donna; "sembra piuttosto turbata" pensai. Avevo imparato a dtudiare l'animo degli uomini e a leggervi dentro. Gli occhi azzurri di quella giovane erano molto tristi; rivolsi una veloce prrghiera alla Dea, affinche` aiutasse quella donna e poi entrai nella locanda.
Quando aprii la porta, un calore e un vapore denso mi invasero. L'ambiente era piuttosto buio e fumoso; l'aria era abbastanza pesante e c'era un gran vociare.
Mi sedetti in un tavolo piuttosto riservato e quando un giovane ragazzo dagli occhi gentili mi si avvicino`, ordinai un pasto frugale.
Mangiai in fretta; avevo accumulato molta stanchezza durante il viaggio. Cosi, salii nella camera che mi era stata assegnata, dissi le brevi preghiere rituali e poi caddi in un sonno profondo.
Sospirai, soppesando le parole dell'uomo.
Infondo, pensai, per che cosa ero tornata a Capomazda se non per difendere i Taddei?
Le loro spade, certo..
"Se siete davvero chi dite di essere, allora vi aiuterò.." Annuendo "Per quanto sappia bene che nessuno mai potrà sostituirsi a lui, ma se condividete i valori dei Taddei, allora spero che comunque ne varrà la pena..".
Guisgard
18-02-2015, 01.27.36
L'uomo incappucciato sorrise ed annuì a Clio.
“Da ciò” disse alla ragazza “rivelate la vostra fedeltà ai Taddei.” Fece un passo in avanti ed estrasse da una tasca un foglietto. “Prendetelo e leggetelo con attenzione. Vi troverete un indirizzo. Imparatelo a memoria e prima di lasciare questo Cimitero fatelo bruciare su una delle lucerne di queste cripte. Vi attenderò a quell'indirizzo.” E svanì nel chiarore dell'aurora.
Osservai l'uomo andare via, sperando di aver fatto la scelta giusta.
Ma in ogni caso era sempre meglio vedere da vicino le cose, non sarei riuscita a comprendere se erano amici o impostori da fuori, entrare nel loro Patto era l'unica cosa da fare.
Ma in realtà sperai che ci fosse davvero del buono in tutto quello.
Così, aprii il foglietto e lo lessi attentamente.
Guisgard
18-02-2015, 01.42.38
Clio aprì quel foglietto, con Ammone che le si avvicinò per capirne di più.
Il foglietto così diceva:
“Stasera, alla vecchia Villa della Rosa.
Ci saremo tutti.
Anche un pazzo che dice di averlo visto.
Madonna Fortuna sembra esserci propizia.”
“Clio...” disse Ammone “... cosa ne pensi? A me piace poco tutta questa storia...”
Guisgard
18-02-2015, 01.50.53
Gwen cenò in quella locanda, per poi salire al primo piano e rinchiudersi in una delle camere in affitto.
Qui trascorse la notte, che passò rapida e serena, svegliandosi poco dopo l'albeggiare, a causa delle voci che dal cortile sottostante salivano fin verso le finestre del primo piano.
L'odore di pane caldo già invadeva lo spiazzo antistante la locanda, dove un vecchio e fumoso forno di campagna la faceva da padrone.
Ed attorno ad esso, anche per scaldarsi in attesa di una pagnotta appena sfornata, si erano radunati alcuni dei clienti e dei passanti, vivacizzando la mattinata con le loro chiacchiere.
E tutto ciò era udito da Gwen fin nella sua camera.
Ma tra tutte quelle voci, confuse, sgraziate, accavallate ed in parte incomprensibili, sembrava distinguersi quella rauca ma chiara e quasi melodica di un mendicante che si spacciava per cantore, o forse viceversa.
Egli parlava strimpellando il suo strumento a corde, riuscendo ad ottenere una discreta attenzione dalla marmaglia che lo circondava.
“Molti credono sia solo una leggenda...” disse accarezzando il suo strumento “... alcuni hanno sentito questa storia da piccoli e crescendo hanno fatto finta di non crederci più... ma essa è vera... e come tutte le cose reali vive, pulsa ed agisce a dispetto di ciò che credono gli uomini... parlo della Gioia... della Gioia dei Taddei... l'oscura maledizione che da secoli flagella i suoi membri quando cedono agli incanti di Amore... è la triste e folle storia dei Taddei, a cui una malefica maledizione impone di vivere senza Gioia...”
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Lessi e rilessi quelle parole.
Un pazzo che diceva di averlo visto... possibile?
Beh, non per niente ha detto "pazzo".
Impressi ogni parola nella memoria, come aveva detto quel tipo.
"Mah.." mormorai poi ad Ammone "Non so cosa pensare, magari sono davvero fedeli dei Taddei.." alzai le spalle "In ogni caso, credo valga la pena scoprirne di più, andare fino infondo. Ti dirò che spero vivamente siano amici e non impostori.. ma la speranza serve a poco, in effetti..".
Guardai un'altra volta il biglietto.
"Io direi di andare... anche perché dice: - ci saremo tutti -. Se non altro, magari vedremo qualche faccia amica, viceversa se dovessimo trovare qualcuno che non dovrebbe essere lì, allora potremo avere dei sospetti più fondati.. in ogni caso, io andrò.." alzai lo sguardo sull'omone "Non sei obbligato a seguirmi, se pensi che non sia una buona idea.." sorridendo, rassicurante.
Poi mi avvicinai ad una torcia e bruciai il biglietto.
Guisgard
18-02-2015, 02.03.09
Clio bruciò quel biglietto sulla torcia di una cripta.
“Una volta lui mi prese da parte...” disse Ammone, mentre il biglietto si consumava sulla fiamma “... la Santa Caterina stava per atterrare... mi prese da parte e mi disse... mi disse che dovevo fare due cose... tenerti d'occhio...” sorrise appena malinconico “... e senza che tu ne accorgessi... dovevo proteggerti una volta scesi a terra... e lo farò anche ora... verrò con te da quei pazzi...” guardò verso l'uscita “... andiamo ora... immagino ti stiano aspettando quelli arrivati con te a Capomazda...”
Lo fissai stupita.
"Ah sì?" esclamai "Sono commossa da quanta fiducia riponesse in me.." sarcastica, scuotendo la testa.
Ma sapevo che quello era un modo per dire che teneva a me, per quanto non mi andasse a genio.
In quel momento, però, ero grata di avere Ammone accanto, in momenti tanto difficili, la presenza di un amico può fare la differenza.
Seguii il suo sguardo.
"Già, è stata una strana sera..." sospirai "Tu domattina devi andare al mercato, e io tornare a recitare la mia parte... ci vediamo direttamente lì domani sera, o forse, stasera.. diceva stasera, ma ora è tardi... ho perso il conto del tempo.." sorridendo.
Guisgard
18-02-2015, 02.20.23
Era mattina ormai.
Clio ed Ammone lasciarono il Cimitero, per poi tornare ognuno alla sua vita.
O forse, visto il loro passato, ciascuno alla sua recita.
“A stasera...” disse Ammone prima di andare e darle poi una pacca sulla spalla.
La città era già sveglia e pullulante.
Per le strade sfilavano alcuni soldati in parata, mostrando i vessilli ora di Gvineth, ora di Cimmiero, gettando ombre sul futuro del ducato.
“Ehi, Clio!” Ad un tratto una voce.
Era Yanes.
“Dov'eravate finita?” Avvicinandosi a lei. “Vi abbiamo cercata ovunque! Azable voleva vedervi.”
Mi voltai verso Yanes.
"Non riuscivo a dormire, e ho fatto tardi..." Candidamente "Vi siete alzati presto.." Sorridendo "Vado subito da Azable.." Seguendo Yanes..".
Guisgard
18-02-2015, 02.36.37
Yanes condusse Clio alla locanda dove i falsi mercanti avevano preso alloggio.
E saliti nelle loro camere, trovarono Azable e tutti gli altri.
“Pensavo di avervi persa.” Disse il signorotto alla ragazza. “Eravate in giro a godervi la città?” Ridendo.
Poi guardò Samondo e gli fece un cenno del capo.
L'uomo allora si alzò e cominciò a parlare a tutti loro:
“Sono riuscito ad incontrare sir Guanto, fratello di lord Cimiero. Egli ci farà incontrare con lui segretamente stasera in una caserma non distante dal Palazzo Ducale. Ho organizzato tutto ciò per avere la possibilità di guadarci la sua fiducia. Da quanto ho capito i due pretendenti al ducato necessitano di denaro per finanziare le loro armate e a quanto pare sir Guanto è interessato ai nostri soldi. Quegli uomini per denaro venderebbero non solo i corredi dei Taddei, ma anche le loro madri.”
“Ottimo!” Esclamò Azable.
Guisgard
18-02-2015, 02.40.45
Elisabeth cadde da cavallo e subito il Priore Tommaso arrestò la sua cavalcatura e scese per aiutarla.
“Solo un livido, non temete...” disse massaggiandole una caviglia, per poi stringerla con una benda “... ce la fate a risalire in sella e cavalcare? O preferite tornare al vostro castello?”
Sorrisi appena ad Azable, ma non dissi nulla.
"Beh, mi sembra un'ottima notizia.." sorridendo a quelle parole "Quindi dite che venderebbero anche Parusia? O sanno addirittura qualcosa su Mia Amata?" incuriosita.
Già, pensai, quei nuovi signori di Capomazda mi piacevano sempre meno, sperai sempre più vivamente che invece il Patto delle Civette fosse diverso, e che potesse portare qualcosa di buono.
Guisgard
18-02-2015, 02.47.10
“Di Mia Amata” disse Samondo a Clio “nessuno sembra sapere più nulla, visto pare sia sparita la notte stessa in cui l'ultimo duca morì.” Con indifferenza. “Quanto all'altra, in verità credo che la venderebbero adesso stesso, magari portandocela direttamente qui, se dipendesse da loro. Ma in questo reame” con tono distaccato “tutto sembra dipendere dalla Chiesa. E a quanto pare Parusia, come tutto il resto, è sotto la custodia del Clero.”
“Troveremo il modo di avere quella spada.” Deciso Azable.
“Si.” Annuì Samondo.
Sospirai di sollievo a quelle parole su Mia Amata. Preferivo saperla dispersa, con la speranza che fosse in buone mani, piuttosto che saperla nella collezione di Azable.
E a quanto pareva, loro si sarebbero accontentati di una spada soltanto.
Meglio così. Non avrei più nominato Mia Amata.
"Beh.." con indifferenza, alzando le spalle "Se sono corruttibili questi signori, magari troveremo anche qualche prelato compiacente.. certo non il vescovo, ma qualcuno di ambizioso che vuole conquistare con tutti i mezzi il favore dei nuovi signori.. perché no? Magari sarà ragionevole..".
Guisgard
18-02-2015, 03.02.37
“In effetti” disse Azable a Clio “quella è una speranza che nutro. Ma immagino che quel sir Guanto voglia parlarci anche di questo, ossia di possibili chierici corrotti o corruttibili. Dopotutto ognuno ha il suo prezzo.”
“Su questo non ci piove.” Annuì Samondo.
Il tempo intanto trascorreva e la combriccola di Azable cominciò a prepararsi per quell'importante incontro serale.
Incontro che sarebbe stato seguito poco dopo da quello organizzato dai misteriosi uomini celati nel Patto delle Civette.
"Dobbiamo però apparire come si conviene a chi possiede denaro e ambizione." A tutti loro Azable. "Dunque ognuno si abbigli come richiede questa farsa e chi non possiede abiti adatti che trovi il modo di procurarseli." Sentenziò.
Guisgard
18-02-2015, 03.09.34
La carrozza di Altea attraversò la verde campagna Capomazdese, tra querce frondose, campi sterminati e screziati, dossi fioriti e sentieri serpeggianti fino a perdersi in ancestrali radure silenziose.
Avanzava piano, tra il clangore delle assi di ferro battuto, il cigolio delle ruote di legno ed il tintinnio delle redini d'argento tra i morsi dei cavalli.
Infine la vettura arrivò davanti ad un piccolo palazzo dipinto con colori chiari e tranquillizzanti, immerso in un giardino fiorito ed adorno di statue, il tutto ingentilito dal guizzante e fresco getto delle fontane tra i fiori.
Ed un piccolo cancello ottonato faceva da ingresso a quel luogo.
Guisgard
18-02-2015, 03.18.29
“Ciò ci basta, cavaliere.” Disse uno di quegli uomini a Galgan. “Dunque vi narreremo tutto... siamo un gruppo di uomini, alcuni nobili, altri borghesi, altri ancora guerrieri e molti poi solo mercanti, artigiani e contadini. Nonostante un censo così diverso, ad unirci vi è la lealtà verso il casato dei Taddei. Ognuno di noi deve qualcosa all'Austero e in forza di ciò abbiamo giurato fedeltà a suo nipote, il defunto lord Guisgard. Per questo non potevamo lasciare Capomazda alla mercé di due cani quali sono Gvineth degli Anton, uomo grezzo, reietto, senza morale ed il suo degno rivale, quel Cimmiero Niclos già un tempo vassallo dei Taddei prima di tradirli miseramente. Ci siamo così uniti in una confraternita... il Patto delle Civette ed abbiamo intenzione di riportare un Taddeo sul seggio.”
“E come farete?” Chiese Lucas. “L'ultimo di quella stirpe è morto mesi fa...”
“Stiamo ideando un piano...” spiegò l'uomo “... vogliamo mettere sul seggio un impostore, in modo da far fuggire i due ambiziosi pretendenti al titolo e riportare giustizia nel ducato.”
“Un impostore può governare Capomazda?” Stupito Lucas.
“Comanderemo noi.” Fece l'uomo. “L'impostore sarà poco più di un burattino. Siete dunque con noi, cavaliere?” Guardando Galgan ed attendendo da lui una risposta.
"Ah sì, ognuno ha il suo prezzo..." Annuii ad Azable, per poi alzarmi con gli altri quando ci congedò.
Sarebbe stata una sera complicata, avevo passato quell'ultimo anno sui campi di battaglia, ero abituata a ritmi molto peggiori.
"Nessun problema.." annuendo "Vado a vestirmi..".
Tornai così nella mia camera, lasciandomi cadere sul letto.
Non mi ero ancora fermata, quella missione mi aveva prosciugato.
Ma d'altronde, sapevo che non sarebbe stato facile tornare a Capomazda.
E la sua tomba mi aveva distrutto, ma mi aveva anche dato un briciolo di speranza.
E la mia casetta.. non ci ero nemmeno entrata.
Sorrisi, per poi chiudere gli occhi, lasciando che un ricordo dolcissimo mi scaldasse il cuore.
Uno splendido tramonto si poteva osservare dalla mia finestra: rosso, sfaccettato, intenso.
Lo osservavo come incantata, mentre ingannavo l’attesa con gli ultimi preparativi: non vedevo l’ora che arrivasse.
Doveva essere tutto pronto per allora, e non avevo molto tempo.
Ma con mia somma sorpresa sentii la porta aprirsi prima del tempo.
“Clio?” mi chiamò, dall’uscio.
“Ciao..” a voce alta “Sono in cucina, non posso muovermi…”, tornando a concentrarmi sul pentolone di rame davanti a me.
Poi sentii dei passi leggeri, e portai la testa all’indietro, sorridendo.
“Ciao..” sussurrai, con gli occhi che brillavano dalla gioia.
Lui non rispose, si limitò a sorridere e baciarmi intensamente, rischiando di distogliermi dal mio compito.
“Ciao..”mormorò con voce calda “Mi sei mancata..” sorrise poi, con gli occhi nei miei “Che stai facendo?” guardandosi attorno “C’è un profumino niente male..”.
“Davvero?” speranzosa “Sto facendo la polenta.. me la faceva sempre mia nonna… Visto che hai a disposizione i migliori cuochi del regno, volevo farti qualcosa che non mangi spesso… E con la meraviglia che si mangia qui, dubito che abbiate fatto arrivare un cuoco dalla mia terra…” sorrisi “Ma ti assicuro che merita…” senza smettere di mescolare “Però non devi distrarmi!” decisa “La vedi quella clessidra?” indicandola con lo sguardo “Mi indicherà quando potrò fermarmi..” portando ancora la testa all’indietro “Quindi fai il bravo, mi raccomando..” risi, facendogli l’occhiolino.
Un guizzo divertito attraversò i suoi occhi chiari.
“Ah, sì?” rise “Non devo disturbarti..” stringendomi ancora di più “E se invece lo facessi?” cercando nuovamente le mie labbra.
“Resterei impassibile…” risi, voltandomi verso il paiolo.
“Non ci credo..” divertito lui, mentre mi stringeva, mi accarezzava, mi baciava.
Socchiusi gli occhi, ma cercai di restare concentrata “Smettila..” mormorai, in maniera decisamente poco convincente.
Alla fine, restò in cucina con me finché la polenta non fu pronta, e mi aiutò persino a rovesciarla sull’enorme tagliere apposito.
“Lo porti tu in tavola, per favore?” sorridendo “Io prendo la carne… bada che questa stupenda selvaggina l’ho cacciata con le mie manine..”..
“Adesso sì che ti riconosco..” rise, per poi prendere il pesante tagliere e portarlo sul tavolo, accanto al quale un camino scoppiettante ci proteggeva dal rigore dell’inverno.
Con mia sorpresa, nell’arrivare nella sala da pranzo, vidi una bottiglia di vino sul tavolo.
“Hai portato il vino..” esclamai “Tu lo apri, io preparo i piatti..”.
Lui mi guardò e sorrise.
“Ehi..” avvicinandomi, per poi abbracciarlo cercando i suoi occhi, che brillavano di una luce strana “Va tutto bene? ”.
Lui scosse la testa, restando ancora in silenzio, eppure i suoi occhi non erano turbati, o inquieti.
“Sono solo felice…” sussurrò, per poi sorridere e chinarsi a baciarmi di nuovo, con impeto.
“La cena..” sussurrai, dopo lunghi istanti di passione.
Lui annuì “Hai ragione..”.
“Abbiamo fino a domattina…” sorrisi, piano, con gli occhi nei suoi “Vero?”.
Lui scosse la testa e io lo allontanai, incredula e delusa..
“Ma avevi promesso!” protestai.
Lui a quel punto sorrise.
“Beh, in realtà ho spostato a cena l’impegno che avevo a pranzo… quindi non abbiamo fino all’alba di domani, ma fino al tramonto..” Facendomi l’occhiolino.
Io mi illuminai, sorrisi, e lo abbracciai di slancio.
“Ma se ti crea noie posso andarmene domattina..” tenendomi stretta.
“Ci devi solo provare..” risi, alzando gli occhi su di lui, per poi baciarlo teneramente.
Poco dopo eravamo a tavola, a chiaccherare del più e del meno, assaggiando le prelibatezze che avevo cucinato.
Mi sembrava di non essere mai stata tanto felice, serena, in pace.
E ci fu un momento in cui i nostri sguardi si incontrarono, e restarono così, incatenati per lunghi istanti, mentre la mia mano cercava e trovava la sua.
Allora compresi, e mi chiesi se lui stesse pensando lo stesso.
In quella fredda sera, racchiusi nella nostra Casetta, mentre il fuoco scoppiettante del camino riscaldava l’aria, e il profumo della carne speziata si diffondeva tutt’intorno, non eravamo più l’Arciduca e la piratessa, con tutti gli ostacoli, le differenze sociali, gli impedimenti con cui dovevamo convivere, sembravamo due sposini intenti a condividere la più bella delle quotidianità.
Aprii gli occhi e sorrisi.
Mi ero riposata abbastanza, dovevo prepararmi per la difficile serata.
Così, mi alzai, decisamente più serena, e osservai attentamente i vestiti che avevo portato.
Erano abiti, per lo più, davano meno nell'occhio.
Ne scelsi uno verde e nero, con ricami in oro, raffinato ed elegante, me l'aveva confezionato uno dei sarti più rinomati di Miral, le maniche larghe, la scollatura quadrata bordata in oro, il corpetto ricamato in pizzo nero.
La gonna ampia e spessa nascondeva i calzoni che portavo, e anche i lunghi pugnali negli stivali.
Misi persino una collana d'oro con un ciondolo raffigurante uno scudo, e cinsi la cintura con una spada di quelle strane che aveva portato Azable.
Sistemai i capelli, ed ero pronta per uscire.
Ormai era l'imbrunire, e raggiunsi gli altri per andare avanti in quella recita.
Guisgard
18-02-2015, 03.48.13
Quel ricordo scivolò via come una carezza, restando però stretto attorno al cuore di Clio, come si fa con i gioielli preziosi e resi speciali da una ricorrenza unica.
La ragazza poi si preparò e raggiunse i suoi compagni.
E naturalmente la sua bellezza non passò inosservata agli occhi di quei falsi mercanti.
Soprattutto Morice e Riccado apprezzarono l'abito di Clio e non solo quello.
Ma Azable richiamò tutti loro all'ordine.
Lasciarono la locanda e si avviarono verso il Palazzo Ducale, dietro il quale si trovava la caserma in cui avrebbero incontrato Guanto e suo fratello.
Raggiunta la caserma, Samondo parlò allora alle guardie ed il gruppo fu condotto all'interno dell'edificio militare, fino ad una vasta sala di rappresentanza.
E qui, un attimo dopo, arrivò Guanto.
Aveva un aspetto perfido, uno sguardo secco e carico d'odio, accompagnato da un'espressione e da dei modi che di nobile avevano ben poco.
“Prego, sedetevi...” disse ai falsi mercanti.
“Quando incontreremo lord Cimmiero?” Chiese Samondo.
“Io forse sono tappezzeria?” Sorridendo con disprezzo Guanto.
“Certo che no...” rispose Samondo “... ma si era detto che...”
“So cosa abbiamo detto.” Lo interruppe Guanto. “Ma prima di incontrare mio fratello, voi dovrete convincere me sulla bontà di questo nostro colloquio.”
“Veniamo al sodo...” con poca diplomazia Azable “... siamo disposti a pagare per merce di una certa importanza...”
“Bene, ottimo argomento.” Annuì Guanto.